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FRANCESCO ANGIOLINI
VOCABOLARIO MILANESE- ITALI ANO
ASati&yf
FRANCESCO ANGIOLINI
VOCABOLARIO
MILANESE-ITALIANO
COI SEGNI PER LA PRONUNCIA
PRECEDUTO DA UNA BREVE GRAMMATICA DEL DIALETTO
E SEGUITO DAL REPERTORIO
ITALIANO - MILANESE
,f '^f'^'V.
OPEEA PREMIATA FRA LE PRIME AL CONCORSO DEI VOCABOLARI DIALETTALI
BANDITO DAL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
E PREMIATA ANCHE DAL MUNICIPIO DI MILANO
* 503013
1897
DITTA G. B. PARATIA E COMP.
(Figli di I. ViGLiABDi— Paravia)
Tipografi - Librai - Editori
TORINO - ROMA - MILANO - FIRENZE - NAPOLI.
PeopbietX Lkttbrajua
10O4Ì16 Milano Tipografia Capriolo e Massimino
PAOLO BOSELLI
Deputato al Paulamexto Nazionale
IN ATTESTATO
DI
INALTERABILE RICONOSCENZA
I
PREFAZIONE
(.'hi legge oramai una prefazione V Ognuno che abbia un dito di buon senso,
poiché sa che la prefazione gli darà la chiave a intendere meglio il libro e gli aprirà
la strada a un giudizio più sicuro, dicendogli le. intenzioni dell'autore. Io dunque
la scrivo, perchè conto sulle persone di buon senso.
Un Vocabolario Milanese-Italiano non era comparso più dal 1870, da quando
lioè il professor Giuseppe Banfi aveva pubblicato la terza edizione del suo; il Mi-
nistero della Pubblica Istruzione nel 1890 bandi un concorso di vocabolari dialettali,
t>d io convinto della buona opera a cui dava impulso il Governo per l'unità delia
lingua, e desideroso di occuparmi di qualche cosa che toccasse da vicino la mia di-
b'ttissima Milano, m'accinsi a prender parto al concorso, anche incoraggiato dal-
l'essere stata messa a mia disposizione la 3'*' ediz. del Vocabolario Mikmese-Ilaliono
del compianto prof. Giuseppe Banfi, postillato con molte note dall'autore. La Commis-
sione esaminatrice, non concesso il primo premio a nessuno, concesse il terzo al mio
lavoro. Fatto persuaso da quel giudizio che ne valeva la pena, pensai tosto di riporre mano
al lavoro stesso e pubblicarlo per le stampe intei-amente rifatto .secondo i consigli e
le osservazioni della Commissione esaminatrice e secondo le nuove, copiosissime in-
dagini. Cosicché ora presento ai miei concittadini un vocabolario del nostro dialetto,
al quale per avventura potranno mancare qualche parola ancora, qualche maniera di
«lire, ma ho fede che siano poche, e ho cortezza che non vi manca la diligente cura
e il grande, paziente amore di una minuziosa ricerca, E poiché il mio libro in pa-
recchie cose si scosta da quelli pubblicati prima, e in tempo lontano e in tempo pros-
simo assai, giova che io dica delle peculiarità sue e della cagione di esse.
Innanzi tutto io volli che il Vocabolari» Milanese-Italiano riguardasse il dialetto
vivo e parlato a Milano ; non ho esteso quindi la ricerca fino ai confini tracciati dal
"'lierubini al dialetto, ma la restrinsi, secondo il programma del Ministero, al dialetto
PREFAZIONE
intra mwos, e ho posto ogni cura per accertarmi che la parola fosse usata più o
meno largamente, rifiutando quelle che appaiiengono alla lingua peculiare di qualehe^
famiglia, o appartengono al gergo, o sono nomi di oggetti singolarissimi di qualche
arte poco o nulla noti alla generaliià dei parlanti il dialetto nostro. Per ciò, fra l'altro.
vinsi la peritanza a non fare uno spoglio attento delle poesie del Porta immortale,
perchè volli che il mio non fosse il Vocabolario del dialetto, dirò cosi, letterario,
ma quello della parola che saltella vivace sulle labbra dei Milanesi d'oggi senza al-
cuna affettazione d'arcaismo e con tutte qiielle variazioni che il tempo e le altre
molteplici cause politiche ed economiche vi hanno recato.
A questo materiale di parola viva parlata, doveva pui' corrispondere la parlata
viva italiana. Se al primo intento potò provvedere lo studio del Cherubini e un po'
anche quello del Banfi, sorretto dalla costante cui-a dello scegliere e del sopprimere,
al secondo intento quello studio potè recar scarso aiuto, perchè la corrispondenza
della lingua viva italiana in quei libri è assai difettosa. Invece mi giovarono i Vo-
cabolari del Petrocchi, del Giorgini e Broglio, del Pomari, del Rigutini e Fanfani, i
volumi sulle Delixie del parlar toscano del Giuliani, i Dialoghi del Franceschi.
V In casa e fuori del Petrocchi, i \'ocabolari metodici del C'arena, del Fornari, del
Frizzi, e mi giovò non poco il tempestar di domande quei Toscani nei quali mi ve-
niva fatto d'abbattermi e che tutti mi fiu'on larghi di quel tesoro che ogmino d'essi
ha in bocca, boNiito colle miti aui'e dei loro poggi e della loro gentile Firenze.
Ma la parola italiana può per avventura avere i)ai'ecchi significati e non tutti
corrispondenti alla parola milanese: ciò rese indispensabile l'accompagnare la corri-
spondenza con una definizione, per quanto fu possibile chiara, che per una parte
determinasse esattamente e limitasse i confini entro i quali la parola italiana coitì-
sponde alla milanese, e per l'altra parte evitasse al consultatore non troppo dotto
— e i vocabolari sono fatti specialmente per essi — la necessità di rifar la ricerca
su un vocabolario italiano. Questo ho- fatto spesso anche per la fraseologia e i modi
di dire, poiché di sovente accade di dover tradurre una frase in cui entri una data
parola milanese con un'altra in cui entri tutt' altro vocabolo italiano da quello data
come corrispondente generale: per es., ùml^ per là Hrtida del car = seguire la cor-
rente, andar per la pesta, poiché colla parola carro i Toscani non direliliero il con-
cetto espresso dal nostro dialetto. Oltre alle definizioni ho provveduto alla maggior
possibile chiarezza con abbondanza di esempi, i quali ho cercato che per la maggior
parte contengano un significato morale o istruttivo, perchè, come volli escluso ogni
vocabolo osceno, cosi volli che la consultazione del vocabolario lasciasse, dove fosse
appena possibile, il germe di qualche buon sentimento. Vedrà poi chi legga senza
fiele nell'anima e senza occhiali affumicati, se io abbia raggiunto il fine propostomi.
PREFAZIONE XL
I
Eaccolto così il materiale lessico e fraseologico ho voluto segnare con asterisco tutte
quelle parole che entrarono nel dialetto nostro da un tempo non più antico di un
trentennio, e che mantengono inalterata, o alterata ben poco, la forma originai'ia. Sarn;
quindi facile notare il fatto che le mutate condizioni politiche, lo sviluppo econo-
mico, vanno affratellando le varie regioni d'Italia, sovra le quali la lingua va dolce-
monte, ma con rara costanza, passando la sua mano, quasi in una carezza materna
che unisce nell'armonia della parola i sentimenti di tutti. Né ho trascurato di no-
tare le derivazioni dal francese, dal latino, dal tedesco, dall'inglese, dallo spagnuolo.^
perchè apparisse quanto s'è infiltrato nel nostro parlare della parlata dei popoli stra-
nieri 0 per dominazione politica, o per rapporti commerciali o per riflesso storico-.
()!• qui il lettore di buon senso, sul quale io conto nello scrivere la prefazione,,
s'armi di pazienza ed ascolti le mie ragioni in difesa di quanto nel mio Vocabolario
gli può parere sovvertitore della tradizione : voglio dire dei segni di pronuncia, della
esclusione della z e delle doppie interne e di qualche altra sostitiizione di lettera.
Innanzi tutto il programma del concorso governativo imi)oneva l'indicazione si-
stematica della pronuncia e assennatamente. Come potrebbe un forestiere pronunciare
convenientemente le parole di un dialetto che non conosce, senza la segnatura della
pronuncia? Ma i consultatori del vocabolario dialettale sono i parlanti il dialetto ed
essi lo parlano colla giusta pronuncia. Anzitutto è questa una affermazione che an-
cora ha bisogno di essere dimostrata ; in secondo luogo il libro resta, il vocabolario-
dialettale può essere oggetto di studi comparativi, e male risponderebbe al desiderio-
degli studiosi se non dicesse loro come suona il vocabolo sulla nostra bocca.
Di più la posa della voce è necessaria a conoscersi per non confondere fra loro-
l>arole di diverso significato, come sever = bigonciolo e scTér = severo; vòìter = fuori
e voltèr = capezziera ; htltela = accattare, frecciare e bàtèla = battella ; IHera = let-
tera e letéra = lettiera. E d'altra parte come distinguere fra loro se non si segna il
F suono aperto dell' e e dell' o le seguenti parole da nuli' altro distinte fra loro: bòtt =
busse e bott = botte ; èò = suo e so = sole ; tòcch = pezzo e tocck =• tocco ; ^òs-^ =
avvizzito e po^^ = pozzo ; sh-a = serra e séra = sera; mòli = molle e moli = mollica?
Quanto alla z io ho voluto udire gran numero di persone, che non fossero nella
pronuncia dialettale guastati dalla abitudine del parlare italiano e nella genuinità
della loro parlata la z non l'ho udita mai : i ]tiù vecchi, quasi per celia, dicono
àbezedàrì e basta. Proprio non v' è alcuno che dica carezza, pozz, pèzz, cànzóiiy
colezión, zifol, zùpà, mentre tutti udiamo tuttodì càròsa, poss, pèss, cànsón^
colesìón, sifoi, stipa. È anzi in noi difetto che guasta la pronuncia della lingua
italiana questa sostituzione della s alla z e mi pareva grave inesattezza mantenere
una lettera, alla quale non corrisponde alcun suono nel dialetto parlato, per la sol*
XII PREFAZIONE
•oasiclerazione che quella lettera è nella parola della lingua generatrice. Mi parve
anche opportuno sostituirla con un'altra, che trovasse il suono corrispondente, per
uno scopo didattico : chi tra noi milanesi impaia l' italiano, ove trovi scritta la / e
pronunci s, s'abitua a confondere i due segni alfabetici in un suono solo, così che
poi più difficilmente riuscirà alla retta pronuncia della z nella pTirola italiana : lad-
dove quando, nell'imiiarare la lingua, questo segno gli capiti sott" occhio ben distinto
dal segno della parola corrispondente nel dialetto, più facilmente avvertirà la diffe-
renza ed eviterà l'orrore di pronuncia.
Un ragionamento del tutto analogo mi indusse ad escludere le doppie nell" in-
terno della parola. Noi diciamo senza dubbio alcuno, marna, fiàma dona,, istèla,
ièra, màtina, retòr, cavala, ròba, fàtorin, flàca, mica, fifa, là piipa, là tèpa, ecc.,
non mamma, fiamma, donna, stélla, sèrra, mattina, rettòr, cavalla, ròbba, fàttorìn,
fiacca, mìcca, flffa, là pappa, là teppa, eco<»Queste doppie indicano quel suono duro,
energico, caratteristico della lingu?i italiana che, quando dice vello, dice un suono ben
diverso da t^elo, quando dice serra, non ammette confusione con sera. Il milanese
invece non batte così fortemente la consonante nell' interno della parola e dice stèla
■da stella come dice vela da vela, tutt'e due col suono della J semplice: così dice
,<r;-« e èéra, colla sola distinzione dell'/' aperta e dell'e chiusa ; dice ddna, da donna,
come dico padróna da padrona, bòna da buona. Perchè dunque le doppie se non
si pronunciano assolutamente? Ne]ipure i vocabolari precedenti che ammettono le
doppie, hanno una norma fìssa e una coerenza assoluta nella loro ortografia. Infatti
se la doppia in milanese la scrivono, non i»erch("' corrisponda alla ))ronuncia, ma per
una certa obbedienza all'ortografia della ])arola originaria italiana, perchè alloi'a scri-
vono releitaa da velleità, e invece vitta da vita, scènna da scena, rHla da vela
e poi scatola da sciatola.- Il Cherubini stesso, acuto filologo o osservatore diligente,
avverte che noi pronunciamo S'orna per gòiniiia, e che anticamente si scriveva taera
invece di tèrra; Francesco L'Ovidio, linguista coltissimo e acutissimo, parlando
della lingua dei Promessi Sposi, dice che il Manzoni « lombardizza scrivendo sce-
lerato invece di scellerato. » Dunque è nell'indole propria del dialetto il sostituire la
semplice alle doppie interne, ed io ho fatto la sostituzione coli' animo tranquillo e
sicuro di aver dato al nostro dialetto la sua più conveniente ortografia.
Altrettanta sicurezza mi sorregge in due altre modificazioni alla ortografia del
dialetto usata fin qui : la sostituzione del d finale al t in alcune parole, e la sosti-
tuzione dell' u con pronuncia toscana all'o in molte altre. Le ragioni della sicurezza
.son queste. Si trova scritto dit, invìi, vit, èàlut, refiìt, ecc. nelle quali, ' parole il t
jiare debba stare egregiamente, perchè è il t delle (parole originarie italiane dito,
vite, invito, saluto, rifiuto. ISÌon si pensa però che questo t originario italiano,
PREFAZIONE XIII
ereditato dai Toscani dal latino che essi più genuinamonte rispecchiano, non si
trova in altre lingue neolatine ; poiché in francese il più dello volte si è perduto^
in spagnolo lia una forte tendenza ad affievolirsi in d : così nel dialetto nostro l'af-
fievolimento è costante e lo avvertiamo in àida, didìn, didón, in ridìna, vidoo, in-
vida, mliidà, refifdà. Se la pronuncia nelle parole che non fluiscono per vocale puà
pa l'ore quella del t, gli è perchè la muta tenue e la media corrispondente, mal si
avvertono diverso ove ad una vocale non si appoggino : d'onde l'equivoco, à togliere il
quale è necessaria la sostituzione del d al t anche in fin di parola. Per prova squisita si
confronti la pronuncia di portàrùd, con quella di refùd. Non è la stessa? Dunque-
porche in questa parola s'avrà a mettere il t, mentre in quella, che trae origine dalla
radicale di rudere, mettiamo il d V
Mentre l'ortografia usata fin qui ha una tenerezza grande, un vero attaccamento-
alla ortografia dell' italiano per la z, le doppie interne, e il t finale, cosicché le am-
mette anche quando non rispondono alla ortoepia dialettale, da questa tenerezza si
scosta riguardo all'u che s])esso sostituisce coll'o di suono chiuso. Perchè? Io non
so vedere altra ragione che questa : 1' o di monte, ponte, fronte, fontana,,
bollo, ecc., assume nelle corrispondenti milanesi mont, poni, front, fontana, boli
un suono così chiuso che ben jìoco diversifica dal suono dell'u toscano ; perciò, quando
lo parole dialettali derivanti da parole italiane coll'u non reclamano la pronuncia
dell' ti francese e lombardo, l'u si scrive o : per la medesima pronuncia il medesimo
segno. E sta bene. E meglio starebbe, se a rappresentare la i)ronuncia di questo n to-
scano noi non avessimo aell'alfabeto nostro un segno più dell'o conveniente e più
vicino all'originario. Ma dal momento ohe noi abbiamo l'u cui possiamo senza alcuu
dubbio di equivoco attribuire la ])ronuncia originaria, diversa da quella trasformata
dall' indole della parlata lombarda, e ciò scrivendo quello u e questo ii, non vedo
proprio ragione alcuna a mutare il segno alfabetico della vocale, tanto più che il
mantenerlo conserva la ingenuità della derivazione, e certamente non induce nel i)e-
ricolo di violazione alcuna alla ortoepia dialettale. Il mantenimento dell' u colla pro-
nuncia toscana, salvo pochissime eccezioni, è detei-minato da una regola costante :
r u mantiene il suono dell' u toscano quando è seguito da n più una consonante, che
per lo più è una gutturale. Da pungere, fungo, unghia, spugna, ungere, mun-
gere, sugna, lungo, congiuiigere, dunque, giunco, pungolo, punto, unto,
smunto, giunta, funzione si ha ■ìpung, funy, dngia, .^pdm/a, itnf/, ninng, s'dnsgia,
Inngh, congiung^ dunca, giunch, pùngol, punt, uni e une, smimt, giùnta, funsi&n.
Detto così delle intenzioni colle quali fu condotto il lavoro, e delle ragioni che
mi hanno spinto ad adottare una ortografia un po' diversa dalla tradizionale non mi
resta che mandar fra la gente questo mio libro coli' augurio che esso giovi ai miei
XIV PREFAZIONE
<;oncittad.ini e i miei coacittadiai giovino al libro : gli giovino coi consigli, coli' av-
vertiine le pecche sostanziali, col compatirne gli errori tipografici, che non son troppi
<' sono facilmente avvertibili. E in fine, non spinto dall'uso, ma da un vero bisogno
dell'animo grato io ringrazio qui pubblicamente come meritano tutti coloro cho mi
hanno aiutato a condurre in fine il lavoro, e sopratutti il carissimo amico e valen-
tissimo filologo Policarpo Petrocchi ohe mi fu largo di consigli vantaggiosissimi, e
col suo dolco pai'lare mi rese lieve, anzi gioconda la fatica; e dopo lui mia moglie,
che mise tutto l'affetto nel correggere le bozze di stampa, nell' avvertirmi di omis-
sioni, nel consigliarmi mutazioni utilissime. Ad essi e a tutti gli altri che ho sec-
cato con domande innumerevoli sian qui rese grazie infinite e possano compiacersi
nella fortuna del libro d'esserci entrati per qualche cosa.
Milano, dicembre 1896.
Prof. Francksco Axgiolixi.
PICCOLA GRAMMATICA
DEL
DIALETTO MILANESE"'
Para(ìkafo I. — Alfabeto e pronuncia.
1. Le lettere dell'alfabeto nel dialetto milanese sono ventuna : a, b, e, d, e,
r, ??, h, i, 1, m, 11, 0, I), <i, r, s, t, u, v, j.
AvvKKTKXZA : Manca al dialetto, in confronto della lingua italiana dalla (|uale deriva,
la lettera /, interamente sostituita dal suono della s. — La lettera li non ha un
suono a sé, ma, come in italiano, serve come iniziale in alcune voci del verbo
vègh = avere, e serve a determinare il suono gutturale del e e del g: seguiti da
e e da i, o in fine di parola, mancando nell'alfabeto per questi suoni i segni
conùspondenti. — L'j non servo che come segno grafico nelle finali di molti
nomi e aggettivi, corrispondenti per lo pili alle finali italiane : alli, agli, ag'lìo,
èlli, egli.
2. Le lettere si dividono in vocali, che sono cinque : a, e, i, o, u, e in con-
donanti, che sono sedici : b, e, d, f, g, li, 1, m, n, p, q, r, s, t, v, j. Le vo
cali a, e, o, hanno suono aperto e suono chiuso, distinti dal segno ^ che denota la
vocale apei-ta ; la vocale chiusa non ha seguo alcuno. — Ai suoni a, e, i, o, u
va aggiunto il suono oeu che si pronuncia come l'eu francese, dal quale deriva. —
L'u.ha pure due suoni: l' ii lombardo, pronunciato alla francese e 1' u pronunciato
come r n toscano. — Es. tilcc, milr, crildèl ; pimi, ung, tàinbnr.
H. Fra le consonanti il e e il g hanno suono palatino nei gruppi ce, ci, gè, gi;
hanno suono gutturale nei gruppi ca, co, cu, ga, go, gu, che, chi, ghe, ghi, e
nei gruppi eh, gli in fin di parola. 1/ h nei gruppi suddetti non entra che come
segno ortografico.
(1) E debito di lealtà avvertire che Lo corcato per quanto mi fu possibile di condurre questa gram-
matichetta sul tipo della nuova, ottima grammatica della Lingtxa Italiana del prof. Ettore Piazza, del
R. Istituto Tecnico di Savena, perchè mi parve chiarissima e di un valore didattico inestimabile.
XVI t'IOCOLA GRAMMATICA
4. La s h.i tre suodì (s, s, si: il suono duro (s) che corrisponde al suono della s
italiana in cat^a, rosa, speciale, studio; il suono dolce (s), che corrisponde al snòno
della s italiana in raso, viso, roso, visita; il suono, direi, strisciato (s) che tiene
del suono della s dolce misto al leggero suono della z dolce italiana, come in san-
§àra, seldnt. Quando 1' incontro della s col c o col g, non deve dare le unioni che
ah in scempio, coscia, mescere, ecc., si scrive s'c, .«'^r, e la s mantiene il proprio
suono sibilante, non fondendosi colla consonante che segue. Es. iié'cioeìì, é'eiòpp. s'giàff.
5. Il grappo gru ha suono palatino, come in italiano : gnècch^ gnòceh, ingègn.
6. Le consonanti non sono mai raddoppiate noli' interno della parola. Si raddop-
piano le consonanti, tranne la r e il v, in fine di parola che termini per consonante
ed abbia la posa della voce sull'ultima sillaba : gòsi', bàìòsi; perfì-it, iétitiitt, màlànn,
portàruff, mlàmm, fàrèmm, pùràfrèdd, pàrèec, fràdèll, mòli, cavali. — Fanno ec-
cezione : a) le parole terminanti in ii che devono avere suono nasale, alla maniera
francese. Es, bmi, padrnn, tildn, hirbòn, àncàbén, qilèidQn, e le terze pers. plur.
dei verbi nello quali la ii suona sen\pro collo strascico finale, quasi fosse accompa-
gnata da una e muta, bj lo parole terminanti con una sillaba di suono lungo, le quali
sono considerate come piane. (Vedi, n. 7 NB.). Es, nevod, proéd, amor, pcmér.
animai, aitar, càrnerdl, rid, eiòd, pèfi. pàf^, e sim. Fa eccezione anche ^ol = solo ;
mentre segue la regola eoli = solo.
7. Una sillaba composta di più vocali ha .sempre una di queste che si pronuncia
più forte delle altro; cosi una parola di più sillabe ha sempre una di qtieste che sj
promanzia più forte delle altre. La vocale o la sillaba che in una parola si pronuncia
più forte dicosi vocalk o sillaba tùnica, e la posa più forte della voce che si fa
sulla sillaba tònica dicesi accexto tònico della parola. La sede di questo accento tò-
nico e indicata dall'accento gràfico che per noi è '^. Anche il di<iletto milanese ha
parole tronche: redè, mvè. Gesti, làsttgn, pàrptbj, fràdèj ; parole piane: marna,
pedana, candéla, tìla, i<èra, poWnl ; e parole sdrucciole: perpètua, fìstola, vedova,
codega, fólega.
NB. — In milanese si possono considerar come piane, quantunque la sillaba tònica
sia l'ultima, quelle la cui ultima sillaba è lunga o ha suono nasale. Odor, amor,
amar, perdòn. màmdn, pàdrln, fiolìn, tmlorìl, fedél, ugual, ecc. — Siccome
poi le doppie non possono staro in fin di parola se non quando 1" ultima sillaba
è tònica, le parole colle doi)pio in fine non banno F accento gràfico ; il quale non
si segna neanche sullo parole terminanti in aa, ee, ii, iiii, dove la vocale a. e.
ì, a (' pronunciata come tònica e lunga o stemi)orata.
Par.vukafo il — Articolo.
1. Il dialetto milanese ha due specie di articoli : l'articolo detkbminativo o m
TKHMINATO, 0 l' ARTICOLO INDETEBMrNATIYO 0 INDETERMINATO.
I>o forme dell'articolo determinativo sono :
I 1 ri/ = il, singolare
aj per il maschile ì / = i, gli, plurale
( 2 /■ = lo, >
b) per il femminile là = la, » i = le, plurale
DEL DIALETTO MILANESE XVII
L'articolo el si adopera davanti a tutti i nomi che coiuiuciauo per consonante
senza eccezioni ; l'articolo V davanti a tutti i nomi che cominciano per vocale. Es.
el pàptl, el fradèll, el spèco, el sto, el stùdi, el giidnt, el faugh, l'ani mài, V ope-
rttri, l'usèll, V imperiai, resàmm. L'articolo el preceduto da una parola terminante
in vocale, perde il proprio e e si scrive ' l. Es. : guarda 7 fmugli = guarda il foco.
L'articolo femminile singolare là, si usa davanti ai nomi che cominciano per conso-
nante, .si apostrofa come in italiano davanti a vocale. Es. là dòiia, là corda, là téla,
là persiiàsidn, l'anima, V edikààiòn. Vira, riterléia, l'iiscìda, V odiositaa.
Quanto alla declinazione dell'articolo, abbiamo le preposizioni articolate in mi-
lanese come in italiano, tranne i|uelle formate coli' in e col per, le quali per lo più
rimangono staccate dall'articolo, quantunque per 1' in si trovi nel dialetto moderno
anche la forma di preposizione articolata.
La declinazione dell' articolo milanese co Uè corrispondenze italiane si può rac-
cogliere nella seguente tabella :
del, de la = del, dello, della
di = dei, degli, delle
ài, tla = al, allo, alla
ài = ai, agli, alle
dal, dàla = dal, dallo, dalla
dai = dai, dagli, dalle
MI, sUla = sul, sullo, sulla
siii = sui, sugli, sullo
in del, in déla = nel, nello, nella
in di = nei, negli nelle
col, collo, colla
col, cola (
cont el, cont là l
coi, o cont i = coi, cogli, colle
per el, j^*' là = pel, pello, polla, e anche : per lo, per la
per i = pei, pegli, pelle » per gli, per le
Le forme dell'articolo indetebminativo sono :
a) on = un, uno, per il maschile
h) dna = una » il femminile
La forma del femminile dna si apostrofa dinanzi a vocale. Es. o«' ereditaa,
■hi' ililsvm, dn' Odièrna, ori' òpera.
Oltre a queste due specie di articoli v'ò ancora, anche in milanese un così detto
articolo PARTiTivo, il quale ha la medesima forma della preposizione articolatii «lei,
nel singolare e «li nel plurale. Es. dàmm. del vin = dammi del vino ; hoo viM di
timen à piàng = ho veduto degli uomini piangere.
XVIII PIQOOLA GRA.MMATICA
Paragrafo III. — Il nome sostantivo.
1. Il milanese ha comune coli' italiano la suddivisione dei sostantivi in propkii
e COMUNI, ili ASTRATTI, CONCRETI 6 COLLETTIVI; 6 ammette come in italiano due numeri :
sixtìOLARE e PLURALE, 0 duc generi : maschile e femiunile.
2. Quanto al genere si può asserire che, salve pochissime eccezioni, mantengono
il genere dei corrispondenti nomi in italiano, cosicché : a) i nomi terminanti in a sono
per lo più femminili : casa = casa, bàia = palla, gésa = chiesa, spala = spalla, épàda
= spada, pànscia = pancia, védova = vedova, tàola = tavola, tenda = tenda, ecc.;
b) i nomi che terminano in a indicanti maschio sono maschili : el papa = il papa,
el pianista = il pianista, el fàrmàeìéta = il farmacista, el pota ~ il despota, el nàta
= il prepotente, ecc. ; è maschile anche el para = il paio ; e) i nomi che terminano
in o sono maschili : el pòrco = il porco, el dSto = il detto, el torno = il tornio, el
scopo = lo scopo, el sguardo = lo sguardo. Questi però sono pochissimi ; d) i nomi
ohe terminano in oeu, corrispondendo per lo piii a nomi italiani in olo, sono quasi
sempre maschili: fiond = figliuolo, fàsom = fagiolo, lotirmtl -ricevitore del lotto,
spontiroeù = forabuohi ; e) i nomi che terminano in consonante sono parte maschili
e paite femminili, e specialmente maschili quelli che hanno perduto nel dialetto l'ori-
ginario o finale: còrp = corpo, lòit = lotto, foeiigh = fuoco, é&cher = zucchero, cà-
pèll = cappello, càvèll = capello, ciod = chiodo, ecc. ; oppm'e quelli che derivano da
nomi in e maschili in italiano: pàder = padre, càmltér = cavaliere, aliar = altare
e sim. ; f) i nomi in ee sono maschili : el atee = lo staio, el prestinee = il fornaio,
el stràseee = il cenoiaiolo, el vivec = il vivaio, el càmice = il baco da seta. Eccez.,
là mise = la moglie, per ragion di significato ; là minee = la baia ; g) i nomi in aa
sono maschili se indicano cosa che in italiano è maschile, se no, sono femminili :
el compaa = il compare, là comaa = la comare, el fèaa = il fiato, là citaa = la città,
el mercaa = il mercato, là societaa = la società, el didaa = il ditale, là maistaa =
r immagine, el bohaa = il male, là càritaa = la carità ; //) i nomi che terminano
in i sono tutti maschili : el precipiéi = il precipizio, ci regolisi = la liquerizia, el
benefìsi = il beneficio. Eccez., là crisi = la crisi; i) i nomi terminanti in vocale
tònica sono maschili se la vocale è à, è, ò; el papà = il babbo, el càfè = il caffè,
el cànape = il divano, el coco = l'uovo, el totò = il cane, el popò = il bambino; sono
femminili se terminano in iì; là virtH = la virtù, là éervitu = la servitù. Eccez., f/
cafiì = il burgravio, tiirliirìi = baggeo, el depu = il dappiù, il prepotente. Gestì.
- Gesù.
3. Quanto al modo come diventano i)lurali i nomi secondo la loro terminazione
al singolai'e si noti : a) che i nomi terminanti in a diventano plurali perdendo Fa
della terminazione singolare, e molti raddoppiando la consonante che viene a tro-
varsi in fine di parola : là ròsa plur. i ròs^ là candéla plur. * càndel, là séra plur.
i éèr, là carta plur. i cdrt, là sàia plui'. i sai, là dona plur. i dònn, là fìània plur.
i fuìmm, là sor è la plur. i sorèll, là bàia plur. * bàli, là sàbèta plur. i ?àbètf^ là
■fròta plur. i fròtt. Eaddoppiano quasi sempre la consonante finale i nomi terminati
in la e sempre quelli in ma, iia e ta.
k
DEL DIALETTO MILANESE XIX
AvvEKTENZA : I 110 mi maschili in a non lo perdono al plurale; i nomi in ca e ga al
plur. perdono l'a e aggiungono una k al e e al g; là critica, icritich; Vortìga,
i ortìglì : là codega. i codegh ; i nomi che terminano in ia perdono tutto il
, gi'uppo ia se l'i non è tònico, se lo ò aggiungono un j: là rongia, i rong : là
^■L éègia, i èègg : là hosia, i bosij ; là spia, i spij.
m
^^B b) i pochi nomi che terminano in o, lo cambiano in i nel plur. el cèto, i ceti;
W^md^to, i dèli; e) i nomi che terminano in oeu, o in ee o in aa, o in i o in vocale
iònica, rimangono invariati nel plurale ; d) i nomi che tei'minano in consonante per
lo più rimangono invariati nel jilurale, tranne i nomi che terminano in 1 special-
niente doppia i quali mutano la 1 in i e il doppio 11 in j : ànimtl, animai; tribiinàl^
tribundi; còli, còj : bàli, bàj ; fràdèll, fràdèj ; milll, iniij. Però cavali fa al plur.
eìivài. Inoltre alcuni nomi che terminano per tt, accanto alla forma invariata pos-
sono avere una forma in ti : tUtt, plur. tiilt e futi; fà't, plur. fàtt e ftbtì. Il nome
òmm al plur. fa òmen.
4. I nomi mobili formano il femminile dal mascliile colle stesse regole e gli
stessi suffissi dell'italiano. Aggiungasi che i nomi in ee fanno il femminile in èra:
p)'estinee, prestincra ; làvàndee, làvàndèra; cervclee, r^rvelèra.
Paragrafo IT. — L'aggettivo. '
1. L'aggettivo segue le stessi leggi del nome sostantivo per quanto riguarda la
flessione per numeri. (Vedi Paragr. Ili, 3).
2. Quanto al genere gli aggettivi formano il femminile nel modo seguente : a) gli
aggettivi che terminano in consonante o in vocale i formano il femminile aggiun-
gendo un a: bon, f. bòna; fòri, f. fdrta ; sd?t, f. étina; umidii f. umida; ùgreg, f. egregia:
amar. f. àmtira; càtlv, f. càtìva; doU\ f. dólàa; màlìgn, f, maligna; rispetos, f. riépe-
tósa; bisìnfi, f. bisinfèa; sgònfi., f. sgònfi,a, ecc. Se l'aggettivo termina per consonante
doppia, nel femminile si scempia. (Vedi Paragr. I, 6). Se l'aggettivo termina in er,
per lo più l'è si perde nel femminile: dgher, f.ttgra; sinister, t. simétra ; noster,
f. nòstra; ptgher, f. pigra; néglier, negra; làder, ladra. Mantengono l'è pochissimi
aggettivi; pòer, f. pòera; mlser, f. misera; tener, f. tènera; lìber, f. libera: b) gli
aggettivi che terminano in ài, el, il, non mutano al femminile : on òmm, òna dona
semìbil ; on taci, òna stànàa iigìiàl ; on giòin, òna giòina èentinientdl ; on doer,
ona regola fàeil; on cortèll^ Òna pena inMtil ; on àmìs, Òna àniìsa fedel : on /iceu,
òna iòsa gentil, li' aggettivo cèìier rimane anch'esso inalterato : on veHii, òna vèàta
c^ner ; e) gli aggettivi in aa, nel femminile mutano la loro terminazione in ada :
fortiinaa, f. fortiinàda : disgràsiaa, f . disgràsiàda : sdlaa, f. sàlàda : indmoraa, f .
inàmoràda ; spefdsciaa, f. èpetàsci^da; incàntaa, f. incàìitàda, ecc. E gli aggettivi
participii in fi, iiii mutano nel femminile la terminazione in ìda, fida: 'vestii, f. vc-
stida ; capii, f . càpida : vegniiii, f. vegnUda ; legiiiti, f. legiÈda : d) gli aggettivi che
terminano per vocale e non mutano al femminile : on, <-pós, òna spòsa felice ; on
leòn, òna tigher feróce.
3. L'aggettivo deve accordarsi nel numero e nel genere col nome al quale si
riferisce.
PICCOLA GRAMMATICA
4. L'aggettivo in milanese è, come in italiano, di tre gradi: positivo, compara-
tivo, suPKRLATivo. TI Comparativo può essere di tre specie : di eguaglianza, di su-
PEuioBiTÀ, di ixFEEioBiTÀ : o) il Comparativo di e&uagliaxza si esprime per mezzo dei
correlativi tànt - come = tanto - quanto : l'è tànt bèli cóme bón = è tanto bello
«guanto buono ; oppure àltertànt - che: l'è alter tànt sciar che generòs = è altrettanto
ricco quanto generoso ; b) i comparativi di superiorità e di inì-eriorità si esprimono
con gli avverbi puéee = più, e mén = meno, solitamente anteposti, ma talora anche
posposti all'aggettivo: piiàee grand, puéee ear ; mèfi dols, mèn /«^<en Dopo l'agget-
tivo e dinanzi al secondo termino della comparazione, si usa il c/«e, se la compara-
zione è tra due qualità, si usa il de e il che, se la comparazione ò tra due esseri o
cose. Es. Ve on lìher piiéee elegànt che divertént = è un libro più elegante che di-
vertente ; l'è dna cà pilèee bela che còmoda = è una cosa più bella che comoda ;
el me ficeù Ve pmee grand del tò = mio figlio è più alto del tuo ; el giàrdin del §ìo
Ve puéee fiorii del giàrdin del sindech = il giardino dello zio è più fiorito del giar-
dino del sindaco ; nttn sèmnh mén fortiinaa de viàlter = noi siamo meno fortunati
di voi; e) il grado superlativo ò di due specie : assoluto e relativo. Il superlativo
assoluto si esprime o cogli avverbi mólto (preposto), come (posposto), oppure ag-
giungendo al tema il suffisso -ìsim, corrispondente all' italiano -issimo : Ve mólto
càr, Ve càr come, Ve càrtéim, oppure ripetendo l'aggettivo ; Ve óna cà grand»
grànda, Ve Óna àtràda lunga lunga, Véra smart èmòrt. Il superlativo relativo si
forma premettendo al comparativo di superiorità o di inferiorità 1' articolo detenni-
nativo ; el piiéee négher = il più nero ; el piiéee amar = il più amaro ; el mén di-
fìcil = il meno difficile : il nome sta quasi sempre fra l'articolo e l'aggettivo; Vtcqua
piiéee fresca = l'acqua più fresca; d) anche in milanese sci aggettivi hanno accanto
alle forme di comparazione regolari, una forma irregolare. Sono : bón = buono ; càttv
= cattivo ; grand = gi-ande ; pieol = piccolo ; alt = alto ; bàss = basso. L'irregolarità
consiste, come in italiano, nel formare questi due gradi da un tema diverso da quello
del positivo. La comparazione di tali aggettivi è la seguente :
positivo
bón
càtiv
grand
pieol
alt
bàéé
irregolare
comparativo
regolare
irregolare
superlativo
regolare
miglior
piisee
bón
dtim
boniéim
pesg
»
catìv
pèéim
eativisim
magiór
:>
grand
màsim
grandtéim
minor
»
pieol
minim
picoliéim
èiiperiór
»
alt
manca
àltìsim
inferìór
»
bàéé
infim
bàétsim
Paragrafo V.
Alterazione dei nomi.
1. I nomi alterati sono di quattro specie : accrescitivi, diminutivi, vezzeckìiativi,
PEGGIORATIVI.
a) Si forma generalmente 1' accrescitivo dei nomi in milanese aggiungendo al
tema il suffisso - on al femm. dua. Es. pàisàn-paisànón, òniìn-omóìi, càpèll-eàpelónj\
tttol-tàolón, easètt-càsetón, càmìn-eàminón, lètt-lètón. I nomi in oeu, aa, ee, deri-i
DEL DIALETTO MILANESE
XXI
vaudo da temi originari nei quali entrava la 1 o la r (olo,-ario), aggiungono il suf-
fisso colla consonante originaria del tema 1 o r. Es. fmu-fiolon^ fasmit-fasoldn, cà-
rimaa-carimaròn, cerrelee-cerveleròn. Così i nomi in è, i quali derivano da un ori-
ginario nome in ere. Es. piàse-piàsèron, da piacere. Càfè per analogia fa càfèron.
Avvertenza : I sostantivi femminili assumendo questo suffisso possono farsi maschili -
càsa-càsdna e eàson, dona-donòna e donnn, eàmpttna-càmpànòna e càmpànòn:
siànsa-stanéona e §tànson, ecc. L'aggettivo vilàn fa l'accrescitivo vilànòn e vi,
lànénn.
Altro suffisso ^ accreseitico è -ott, f. Òta, bots-botsòtt, vilàn-vilanòtt., òmm-
oniòtt, fimu-fiolòtt, gióin-gioinòtt, bràsc-bràsciott .
b) Il nLAiixuTivo si forma coi suffissi -ètt,-èll,-iii,femm. éta,-èla,-ina. Es. li
ber-librètt, poer-poerètt., stànéa-stamèta , giòin-gioinètt., ficea- fholètt, levaa-lcvadèlt .
ètisòs-stisosell, serpent-èerpentèll, cdr-earèll., baston-baétonm, fàsmu-fàsorm , pàptl-
pàpàrìn, 7iià»ia-mà7mna p màmtn., gàtt-gàtin.
Avvertenza : Anche qui va notato che il diminutivo col suffisso in può valere spesso
pei nomi femminili, i quali così diventano maschili: tosa-tosin., càsa-càsin, ddno-
donln, bòea-bochìn, ieàrjm-seàrpìn, man-mànin, teétatèsthi.
f) Il vEzzE&GiATivo SÌ foruia in generale coi suffissi -inj-oeuy-olin. Es. fràdèll-
fràdèltn, càvàll-càvàlhi, rdn-càgnmu , car-earteil , bàciòech-bàcioceeil , can-càgnolìn,
sci&ìnpa-sciàmpirolìn.i tànt-tantirolìn.
d) ÌjO SPREGIATIVO ha i suffissi -sigc,-usc f. -àsciay-fiscia. Es. tàol-tàolàsc,
òmm-Oìiiàsc , fioeif-floltisc , paròla -par olàseia , bèétia-bèstiàscia , àocàtt-àocàtùsc ,
pàisàn-pàisànÈsc, giornal-qiornàlÈsc.
e) Qaalclie volta si aggiungono due o più suffissi uno dopo l'altro ad uno
stesso tema. Es. càsa-casòtf,-eàsntell , eàsa-càsm,~càsinètt ^ cti§a-càsèta,-cà§ètma,
pàisdn-paisànòU, -pàisànotèll.
Paragrafo VI. — Il pronome.
1. I pronomi si possono classificare in sei gruppi principali : Personali, Pos-
sessivi, Dimostrativi, Relativi, Interrogativi, Indefiniti.
2. Pronomi persoxalt. — Sono di prima persona: mi = io, nun = noi ; di se-
conda persona : ti = tu, viàlter = voi ; di terxa, persona : Hi = egli, sè, tee = ella.
lór = essi, eglino, esse, elleno.
Prospetto di declinazione dei proìiomi lìsrsonali.
Singolare.
ti = tu j la, lee = egli, ella
de ti = di te de Hi, lee = di lui, di lei
Nom. mi = io
Gen. de mi = di me
Dat. à mi = a me
Acc. mi = me
Voc. fmanea)
Abl. rZe, 0 dà mi = da me . de, o dà ti = da te
à ti = », te
ti = te
ò ^^ = 0 tu, 0 te
a la, lee = a lui, a lei
lu, lee = lui, lei
0 lii, o lee = (manca)
de lii, lee = da lui, da lei-
XXII
PICCOLA GRAMMATICA
Noni, nuu = noi
Gen. de nUn = di noi
Dat. à nun = a noi
Acc. ntin = noi
Voc. (manca)
Abl. de 0 dà nùu = da noi.
Plurale.
viàltcr = voi
de viàlter = di voi
à viàlter = a voi
vitilter = voi
ò vitilter = 0 voi
tór = eglino, elleno
de lòr = di loro
à lor = a loro
lor = loro
ò lar = (manca)
de 0 dà fiàlter = da voi. de o dà lòr = da loi"0.
Avvertenza 1* — L'accusativo è sempre accompagnato da un pronome aggiuntivo
{me, te, le, re, i).
Es.: el papà el me màtida mi = il babbo manda me.
ini te vedi ti = io vedo te.
là marna le seni Hi = la mamma sente lui.
el màèster el me rimprovera nUn = il maestro rimprovera noi,
el sto el ve ciània vitilter = lo zio chiama voi.
i giùdes i càètighen lòr = i giudici castigano loro.
I prou. ti, Hi, anche al nominai, sono accompagnati da te, el. Ks. /* te crédei ]
= tu credi Hi el ved = egli vede.
Avvertenza 2* — Nel dativo e accusativo invece delle forme soprascritte si possono
avere le formo atone o ouclitioho del pronome aggiuntivo o le particelle prono-
minali : me = mi, te = ti, el, là = lo, la (Rccns. ), ghe = gli, le (dativo). Es., el
me diséva di briitt parali = mi diceva delle brutte parole ; me veètìsi àia svèlta
= mi vesto presto ; te dàroo on bèli lìber = ti darò un bel libro ; te credeva
piisee bòn = ti credeva migliore-, ghe pòrti el càfè = gli o le porto il caffè; el
credeva on seiòr = lo credeva un ricco; là itimi perchè l'è òna brava' dona =
la stimo perchè è una brava donna. <Josì colla particella pronominale se = si,
esprimiamo l'accusativo e il dativo del pronome riflessivo « sé ^ che manca noi mi-
lanese ; se prepàren di briitt di = si preparano dei brutti giorni ; ée guàrden
in del spèco = si guardano nello specchio. Colla stessa particella pronominalo
esprimiamo il < sì > reciproco : dòpo pòcch parali se sliin miss i tndn àdòss = dopo
poche parole si sono messe le mani addosso ; ed anche il reciproco « ci > di prima
persona; mi e ci me fioeù se voeurem on gran ben = io e mio figlio ci amiamo
tanto.
Avvertenza 3* — Il genitivo di tutte e tre le persone, quando indica possesso, viene
sostituito generalmente dal pronome possessivo : me, tò, so, nòstcr, vòster, éò =
mio, tuo, suo, nostro, vostro, loro, invece che de mi, de ti, de Hi, de nùn, de
vitilter, de lòr. Spesso poi il dialetto usa insieme come a rinforzo le due forme
e dice : me de mi, io de ti, so de Hi, so de lòr, e molto meno frequentemente
ndéter de nun^ vdéter de viàlter.
3. Pronomi possessivi. — Sono in numero di sei e ciascuno di essi indica :
a) se il possessore è uno solo, o se sono piii (singolare e plurale)
b) la persona (prima, seconda, terza) del possessore medesimo.
Prospetto
Singolare
ine =
mio,
miei,
mie
nna =
mia
tò =
tuo,
tuoi.
tuo
tòa =
tua
so =
suo.
suoi.
sue.
S(ki =
sua.
DEL DIALETTO MILANKSK XXIII
i nòster = nostro, nosti-i, nostre nostra = nostra
Plurale } cfièter = vostro, vostri, vostre vòstra = vostra
l èò = loro. eòa = loro.
Il pronome possessivo in milanese, come in italiano, dove essere preceduto dal-
l'articolo, il quale però manca solitamente quando il possessivo precede un nome di
parentela al singolare non alterato e non accompagnato da aggettivi. Il dialetto però
non è in .questo così rigoroso come l'italiano e può dire indifferentemente : mìa miee
e là mìa niiee; me nevod e el me nev'ócl, ndéter f ràdali e el ndèter fràdèll. Il pro-
nome possessivo rifiuta anche in milanese l'articolo quando è usato predicativamente
ed indica puramente possesso: éto lìber chi l'è me = questo libro è mio; là colpa
rè mìa = la colpa è mia; là cà l'è vdétra = la casa ò vostra.
4. Proxomt dimostrativi. — Si usano come aggettivi e come sostantivi e sono :
quèét, éto = questo, codesto; qilèll = quello; Iti = egli; stèss = stesso; téli = tale;
inscifah = cosiffatto, i quali diventano femminili per lo più colle stesse regole del
nome : quèéta, éta = qiiesta, codesta ; qiièla = quella ; lee = ella, essa ; ètèàa = stessa ;
tal = tale ; mseifMa = cosiffatta. Al plurale fanno : quèàti, quièti, àti = questi, queste,
quèj e qiiìj = quelli, quelle; l&r = essi, esse; Stèss = stessi, stesse; tdi = tali; in-
scifaa = cosiffatti, cosiffatte.
La forma sto, sta, sti si usa sempre quando è come aggettivo unita al nome :
sto liber l'è bèli = questo libro è bello ; sfa scàia l'è lunga = questa scala è lunga ;
Mi piàtt hin minga bèj = questi piatti non sono belli ; éti ros g'hcm on hon odor =
queste rose hanno un bu.on odore ; sti voster pàròll i desmenteghi pii = codeste pa-
role non lo dimentico più.
La forma qiièst, quésta, qiièsti, qiiìsti si usa come predicato e come sostantivo ;
là véra rcson l'è questa = la vera ragione è questa; el padròn bòn per ti l'è qiièst
= il padrone buono per te è questo ; * tò càmts hin quièti = le tue camice son que-
ste ; qiUsti hin i dànee che te pòàs dà = questi sono i danari che ti posso dare ;
quèèta rè cà vita = questa è casa mia.
Allo forme suddette si deve aggiungere eoètH = costui, che non si usa molto e
sempre soltanto come sostantivo.
Abbiamo anche in milanese alcuno enclitiche, che spesso tengono il luogo di al-
cuni dei pronomi suddetti. Lo enclitiche el, là tengono luogo di quèll, qiieèt, quela,
qiièsta ; l'enclitica /, tiene il luogo degli stessi pronomi al plurale; te g'hee sto t*à-
rimaa ? - el irretivi pii = hai questo calamaio '? - non lo trovo più (questo) ; là ce-
gnartl quèla maèstra che te me diti ier? - là mandar oo à ciàmà = verrà quella
maestra della quale m'hai parlato ieri V - la manderò a chiamare (manderò a chiamar
quella). L'enclitica ghe = ci, vi, tiene il luogo di à qiièèt, à qiièll, à Hi, à Ice, ecc.,
in qiièst, in qiièll, in Iti, in lee, ecc., à qiièla dona no ghe crèdi dna paròla = a
quella donna non ci credo una parola ; el ghe pènéa sèmper à sòa viàder = ci pensa
sempre a sua madre ; àia fàmilia el ghe pensa Hi = alla famiglia ci pensa lui ; in
del lìber che te m'hee daa ghe trceiìvi nagòtt de bèli = nel libro che m'hai dato non
vi trovo nulla di bello.
ó. Pronomi relativi. Il pronome relativo ha due forme, el qudl, là quàl = il
quale, la quale e che = che : quest'ultimo nei casi obliqui, dativo e ablativo, diventa
XXIV
PICCOLA GRAMMATICA
cui : là ddna à c&i g'hoo daa là IHera Ve naneamò rivada = la donna a cui ho
dato la lettera, non è ancora arrivata ; el di in cui finiroo sto làorà mrónt pii-
rànea eontént = il giorno in cui finirò questo lavoro sarò pur contento.
6) Pronomi interrogativi. I pronomi interrogativi sono: chi? = chi V ; che ròba'f
che cosa ? ; cos'« ? = che ? ; che ? = che ? ; qìiàl ? = quale V ; quànt, o quanto ? = quanto?
I primi tre sono sempre sostantivi, gli altri sono ora sostantivi, ora aggettivi, tranne
che? ir quale é sempre aggettivo : che óra Ve? = che ora è V che vita te ftvet à Ge-
fàlù ? = che vita facevi a Cefalù V Dei pronomi interrogativi i primi quattro sono inde-
clinabili ; qitànt e qiiàì, possono usarsi al femminile e al plurale : quanta ròba te
pòrtet? = quanta roba porti? qutinti fineU te g'hec? = quanti figli hai? qutii hin i
tò Uber = quali sono i tuoi libri ?
7. Pronomi indefiniti, I pronomi indefiniti sono: vun = uno; qiièidun = alcuno,
qualcuno*, qiicighedun = qualcheduno; qiièicòéé = qualche cosa; cèrti = C6viì\ tilter
= altro; Vtiltery on tllter, tal ttltcr = l'altro, un altro, tal altro; tànt = tanto; à/-
tertànt = altrettanto ; pòcch = poco ; tròpp = troppo ; ògnidiln = ognuno, ciascuno :
chi = chi ; chiunque = chiunque : chiseMa = chicchessia ; tiltt = tutto ; nimn = nes-
suno, ninno, veruno ; niènt, nàgòtt = niente, nulla ; qualùnque = qualunque ; ógni
= ogni. Fra questi tànt, pòcch, tròpp, tiitt, alter possono essere fatti femminili, tiiif,
e tànt, possono anche essere fatti ])lurali ; tuli, tanti: gli altri sono invariabili.
Paragrafo YII.
I nainerali.
1. I NUMERALI si possouo dividere in quattro gruppi : l'' cardinali che indicano
la quantità numerica assoluta : 2** ordinali che indicano il numero d'ordine in una
serie ; 3" distributivi, che indicano in che modo certi esseri o cose sieno distribuiti
numericamente ; 4'' moltiplicanti che indicano quanto volte un essere o una cosa
siano numericamente ripetuti.
1. Numeri cardixali.
1
i-ùn, f. vùna
e voeihia
•>
diiil, f. dò
3
triì f. tré
4
quàter
5
cìnqu
6
S'ès
1
sètt
8
vòlt
9
noeuv
10 dés
11 ■vi/.ndes
12 dódes
13
trèdes
14
qua t òr de s
15
qiiìndes
16 èedes
17 dersètt
18 desdòtt
19 desnoeùv
20 vint
21 vintun
22 vintidiin
23 vinti tri i.eov.
30 trénta
31 trentun
32 trentàduii
40 quaranta
41 quàràntun
42 qtiàràntàdiiii
50 cinquanta
60 éesànta
70
80
90
100
101
102
103
200
300
400
500
600
700
800
900
no-
éetdnta
vottinta
noànta e
rànta
cent
centvùn
cendiiii
cent-trii, ecc
diisént
tresént
quàtercènt
seseént
éètcént
votcènt
nceuvcènt
1000
1001
1002
1020
1030
2000
3000
4000
10000
100000
200000
lOOOOOO
nula
mileviln
milediiii
milemnt
miletrénta
domila e diìti-
mila
trhnila e tri-
mila
quàtcrmila
desmlla
centmUa
diisentmlla
on mìliòn
DRL DIALETTO MILANESE
XXV
2. NUMKRI ORDLVALL
11
in
v
VI
VII
vili
IX
X
XI
XII
XIII
XIV
XV
XVI
XVII
pnmm
èegònd
fèrs-
q II art
quiìlt
PcH
s-ètiììi
ottL'V
nòno
décim
Undicésiìu
dodieésini
tredicésim
qy,àtòrdicési)it
qiiindicèsim
s-edicésìm
diciàsetèsim
XVIII
XIX
XX
XXI
XXII
XXX
XL
L
LX
LXX
desdòtcsiia
desnmtvèsitn
vintésim
vintunésiin
vintiditèsiìn
trentesim
quàì'àntésiììi
cinqiiÀntèsivi
fieéàntesim
èetàntésiin
LXXX votàntésim
XC
C
CI
M
noàntésim o ìiu-
ràiitésim
centesim
centunesivi
milésim
CCCIOOO niilionésiiH
NB. I uuineri oidiiiali suddetti dal
decimo in poi si usano nel dialet-
to, specialmente nel denominatore
dello fi-azioni; ma più spesso si usa
la circonlocuzione : quel di vù,n-
des, di dodes, di vint, di trénta,
di cent, di mila, ecc. Usano però
molto le frasi : là centesima, là
milésima vòlta.
AvvERTKxzA. Tutti i numeri ordinali
si fanno femminili aggiungendo al
maschile un a, quando si riferi-
scono a un nome femminile.
3. Numerali distributivl
Non si hanno nel dialetto che me-
diante le locuzioni : à vOai à rùn, à diiil
à diiii, à trii à trii, à quàter à qiiàter,
à dés à dés, à vint à vint, à trénta à
énta, à cent à cent.
Per alcuni numeri usiamo anche modi
ivorsi : a don^ènn, à centènn, à nii-
liftra à ìniliòn, distributivi di 12, 100,
1000, 1000000.
4. Numerali moltiplicanti.
Sono pochi :
sèmplic = semplice
dopi, dópia = duplice, doppio, doppia
triplo = triplice, triplo
quàdruplo = quadruplice, quadruplo
quintuplo = quintuplice, quintuplo
SH'tilplo = sestuplice, sestuplo
déciljjlo = decuplo
Diciamo però più volentieri : l'è dò vòlt
tànt, l'è tre volt tànt, ecc. specialm. coi
numeri dal quattro innanzi.
Paràukafo Vili. — Il verbo.
1. 1 verbi noi dialetto milanese si dividono, come i vei"bi italiani, in due grandi
,ssi : transitivi e intransitivi; i verbi transitivi hanno due forme : la forma attiva
a forma passiva. Oltre a queste due forme, abbiamo ancora la forma pronominale
riflessiva., reciproca) e la forma impersonale. Il significato di tutte queste varie
specie di verbi è in milanese perfettamente corrispondente alle formo italiane.
2. Nel verbo milanese si hanno, come in italiano :
a) DUE NUMERI : singolare e plurale ;
b) tre persone : prima, seconda, terxa ;
e) SETTE MODI : indicativo, condixionalc, imperativo, congiuntivo, infinito,
«H*: participio, gerundio :
^^K (/) SETTE TEMPI : presente, imperfelto, futuro, f tempi semplici), passato pros-
^^B simo, trapassato prossimo, trapassato remoto, futuro
^^K anteriore (tempi composti),
1 tempi composti si coniugano mediante l'aiuto dei verbi ausiliari ; vcés = essere,
ave - avere.
XXVI
PICCOLA GRAMMATICA
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DEL DIALETTO MILANESE
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XXX
PKCOI.A ORAMMA l'K'A
4. — Coniugazione dei verbi regolari.
In milanese abbiamo quattro coniugazioni clie corrispondono allo quattro termi-
nazioni dell" influito presente in italiano; anche in milanese è la terminazione del-
l'infinito presente ciie le distingue. Lo quattro coniugazioni del verbo sono :
1*^ Couiug. Infin. pres. iu a = are
2^ è = èro
n* conson. òro
4.1 > > ì = irò
lodA -
= lodare
ereA
-■ creare
vede
= vedere
mvè
^ sapere
hfj
- leggero
^■eriv
- se li vere
sentì =
sentire
oàpt
= capire
È evidente che le terminazioni tòniche della 1*. 2* e -^ couingazione contengono 1
sincopata la finale ì^e doU'infinito italiano, che si appoggiava ad una vocale tònica',
nella terza coniugazione, poiché la finale re si appoggiava ad una vocale àtona, si è
perduta insieme con questa.
Le quattro coniugazioni seguono i seguenti paradigmi :
OONIUGAZKJNE i^RIMA.
ATTI VO.
M 01)0 I X I) I e A T I V o.
Tempo presente.
S ingioiare
ppnM = i)en.sai"e
Plurale
mi pens-i = 10 penso
H te pènA-et = tu pensi
tu et ppììè-a = egli pensa
nùn pènfi-em = noi pensiamo
viàìter penA-ee = voi pensate
lòr pèn^-en = essi jiensano.
Tempo imperfetto.
mi penè'-àva = pensavo
ti te penà-dret = pensavi
Ili el pen^-fira =^ pensava
nUn pen^tlrem = pensavamo
lutllter jìené-firet- pensavate
lòr pen^'tiren - pensavano
Tempo fìituro.
mi pem-firoo = penserò
ti te pem-àree 0 -àrett = penserai
la el penù-àrfl = penserà
nu)i peii^-òrèniin = penseremo
■viàìter pem-àrii ~ penserete
lòr penè-àràn = penseranno
lìiì hoo perno a -= ho
ti t' liee = hai
Ih l'ha = ha
Prosato pro.'isimo.
[ ~ V pensai
I I a ^ pensasti
f s, / pensò
n&n èmm })eiis--fift=a:hhiamo I2 vpensammo
vitilteràvii =avete | ì 5 | pensaste
lòrhan =hanno (^ /pensarono
DEL DIALETTO MILANESE XXXI
Trapassato prossimo.
mi àvéia pens-aa = io aveva i iìéii àvèvcvi pem-aa = avevamo t
(ì fàrévet » = tu avevi \ peiisitto fiftltcràvécev > = avevate i pensato
la l'ùccca ■■ = egli aveva ' ; (òr àrércn » = avevano f
Trapassato reìnoto.
mi hoo àviiii pens-aa = ebbi i 1 nunhéiiimaviiii pené-aa = ehhimoi
ti t'hee -' = avesti . pensato 1 viàlter àcii » » = aveste jpeusato
Tu l'Ila > » = ebbe ' ! lòr han » > = ebbero '
Futuro passato.
lui àvarvu penè-aa = avrò i : u^nàvàrèmm pe>ii-aa = Rxiemo r
il l'àvàree > = avrai \ pensato viàltcr àvàrii » = avrete < pensato
tu l'àv^rà > = avrà ( lór àvàràìi » = avranno '
31 0 D O cu N <J I U N T l V 0 .
Tempo presente.
che mi pensa = che io pensi I che ntln péiis-cni = che noi pensiamo
» ti te pénè-et ^ » tu pensi i > vitLlter pens-èyov = * voi pensiate
lu ci lìéni-a = » egli pensi | > lòr pèné-eii = > essi pensino
Toupo imperfetto.
' /" mi pen^-àiù - elio io pensassi 1 che nUu y^ow-flse;/* = che noi pensassimo
ti te penè-Met = > tu pensassi [ » vitlUer pens-Mev = ^ voi pensaste
Ih el pcni-àéé = * egli pensasse j ■» lòr . jiené-àien = > essi pensassero
Passato prossimo.
/"■ ///e d6m pens-aa = elio io abbia! ,' chenùn àbic ni pe/i-i-aa '^ che noi ab- '
\ -> ' liiamo l
1 1 ^
fi tablet tu abbia / « :!. vitlltcr tifncc » = ■- voi ab- «
\ § j biate \ §
/«■ /'dim =. v egli abbia l | » /or Aè^tV;? > =, ;!> essi ab-
f biano
Trapassato pro.ssimo.
mi àvèsà (tens-aa = che io avessi | die ntln àfHeni pem-aa = ohe noi
avessimo
Ut'àvèiet =. tu avessi l'i > vitlter mHev » = ohe voi
a
aveste
lu l'àcèH- = .egli avesse/ ^ - /y/- àvèàcn » = che essi
avessero
XXXn PICCOLA (tRAMMATUA
M (I DO CONDIZIONA L E .
Tempo presente.
mi pens-àrìa. o-àriss = poiisoroi nìln pcnà-àrìem, o-àriscm = penseiemmo
il te penè-àriet o-àrièet « penseresti viàlter pené-àrìev o-àrléev = pensereste
Iti pene-ària o-àriès = ponserebI)e lor pens-àrien o-àrìéeii = penserebbero
Coìidixioìtale passato.
mi avana pcnè-aa = avrei
ti fàvàrtet * - avresti ^ [lonsato
tu r maria = avrebbe
nUn àvàrìem pens-aa = avremmo / o
viàlter àvàrisev » = avreste ) g
lor àvàrléen = avrebbero f E.
Modo i .m i- e u a t i v o .
=- .... pemcmm = pensiamo
pém a = pensa jyemee = pensate
ck'el péns-a = pensi che pénsen = pensino
Modo infinito.
Tempo presente. Tempo passato,
pensa = pensare àvè pens-aa = aver pensato
P A R T I e 1 I' I 0 .
Presente. Passato.
pene -ani « pensante pené-aa = pensato
Gerundio.
Presente. '\ Passato.
pens-tnd = pensando àvénd pens-aa = avendo pensato
COMUGAZIOXE SECONDA.
vede = vedere
Modo indicativo.
ìempo presente.
mi véd-i = vedo ndn ved-em = vediamo
ti te ved-et - vedi viàter ved-ii = vedete
la et ved = vede lor véd-en = vedono
Tempo imperfetto.
mi ved-éva = vedeva I nUn ved-évem = vedevamo
ti te ved-éi'et = vedevi vittlter ved-éoev = vedevate
}ii el ved-éva = vedeva i lor ved-èven = vedevano
DEL DIALETTO MILANESE
XXXIII
Temyo futuro.
mi ved-àroo = vedrò
/* teved-àreeo-àreit = vedrai
lu el fed-àrà = vedrà
n^n redàrèmm = vedremo
màlter wd-àrii = vedrete
lor ved-àrdn = vedranno
I tempi composti si formano aggiungendo il participio' passato veduti = veduto
i.lle rispettive voci del verbo ausiliario àvè = avere, come nel paradigna della prima
coniugazione.
Modo c o x a i u n t i v o.
Tempo presente.
che mi vèd-a = che io veda
V ti te ved-et = > tu veda
lu el véd-a = » egli veda
che nÈn 'ved-em = che noi vediamo
» viàlter vèd-egat: = » voi vediate
> lòr vèd-en = > essi vedano
che mi 'sed-eèé
3 ti te ved-èset =
» Hi el ved-ès^ =
Tempo imperfetto
= che io vedessi
che nUn 'ved-èéem = che noi vedessimo
» màlter ved- è Set- = » voi vedeste
> lor ved-èéen = » essi vedessero
tu vedessi
egli vedesse
I tempi composti si formano aggiungendo il participio passato vedicii = veduto
alle rispettive voci del verbo ausiliario àrè = avere come nella prima coniugazione.
Modo condizionale.
Tempo presente.
mi ma-àna o -àriss = vedrei | ntin ved-àrìem o -àrisem = vedremo
\ti te ved-àriet o -àriset = vedresti mfllter ved-àriev o -àrièev = vedreste
lu el ved-ària o -àrisft = vedrebbe 1 lòr ved-àHen o -àrtàen = vedrebbero
II passato si forma col verbo ausiliario àvè e il pai*ticipie passato ■vediiil.
M 0 D 0 I M P E R A T I V 0.
ì>éd-a = vedi
eh'el ved-a = veda
Ted-èmm = vediamo
ved-ii = vedete
che féd-en = vedano
Modo infinito.
Presente,
ved-è = vedere
Presente,
-ved-énf = vedente
Passato,
àr? veduti = aver veduto
Participio.
Passato.
Ted-uil = veduto
XXXIV
1»IC00LA GRAMMA-rfCA
Gr E R U N D I 0.
Presente,
ved-end = vedendo
Passato,
àvétul veduu = avendo veduto
CONIUGAZIONE TERZA.
r-red = credere
Modo indicativo.
Tempo presente.
mi cred-i
ti te eréd-et
Hi et crèd
credo
credi
crede
«fi/i crèd-em = crediamo
viàlter ered-ii = credete
lór cred-en = credono
Tempo imperfetto.
mi cred-èva = credeva
ti te cred-evet = credevi
lii el cred-éva = credeva
nun cred-érem = credevamo
viMter cred-evev = credevate
lòr cred-ècen = credevano
E così di seguito sempre come la coniugazione seconda tranne nell'iniìnito pre-
sente, e nell'imperativo seconda persona singolare, nelle quali due voci sì ha:
cred = credere, cred = credi.
CONIUGAZIONE QUARTA.
dormì = dormire
Modo indicativo.
Te mp 0 presente.
mi dòrm-i = dormo
ti te ddrm-et = dormi
Hi el ddrm-a = dorme
nUn dòrm-em
vittlter dorm-ii
lòr ddrm-en
Tempo imperfetto.
mi dorm-ìva = dormiva
ti te dorm-ivet = dormivi
Iti el dorm-ìva = dormiva
nitn dorm-ivem
mMter dorm-wev
lòr dorm-ìven
Tempo futuro.
ijii dormir 00 = dormirò
ti te dorm-iree o -irett »= dormirai
lii el dorm-irà = dormirà
nùn dorm-irèmm
tntLlter dorni-irii
lòr dorm-iràn
dormiamo
dormite
dormono
dormivamo
dormivate
dormivano
dormiremo
dormirete
dormiranno
DEL DIAI,ETTO MILANESE XXXV
I tempi composti si formano colle rispettive voci del verbo ausiliario uve e coL
participio passato dormii.
II Congiuntivo e il Condizionale si formano come i tempi corrispondenti della
seconda e terza coniugazione, colla differenza però che neìV Imperfetto Congiuntivo e
nel Condizionale presente invece della desinenza -èie, -ària o -àrisé prende le de-
sinenze -isé, -irìa 0 -irièé : che mi dorm-iès, che lite dorm-U-et, ecc. ; mi dorm-irìa
0 -iris-», ti te dorm-iriet o irU-et, ecc. ; nel Participio passato invece del suffisso-
-iiii = -uto prende il suffisso -ii = -ito: dormii = dormito.
3. — Osservazioni intorno alla coniugazione regolare attiva.
OssKRVAZioNE I. — ■ La vocale caratteristica di coniugazione subisce qualche mo-
dificazione.
a) Nella prima l'a nelFIndicat. pres. rimane nella 'à'^ pcrs. sing. : nella l'*^ pers.,
si muta in i, nelle alti'e in e; nel Cong. pres. rimane nella 1^ o 3^ singol. nelle altre
si muta pure in e. Nel resto della coniugazione rimane invariato.
b) Nella seconda e nella terza coniugazione Te cade nella 3* sing. dell'Indie
pres., si muta in i, nella 1» sing. e nella 2* plur., resta invariata nelle altre. Nel
fut. Indie, e nel pres. Condiz. si muta in a ; così pure nel Cong. pres. 1* e 2* sing.
e nell'Imperat. sing.; si muta in i nella 2*'' imper. plur. e in ti nel Participio pas--
sato. Nel resto della coniugazione rimane invariato.
e) Nella quarta l'i si cambia in e nell'Indie, pres. 1» pers. sing. e 1=^. 2*
plur., si cambia in a nella 3* singol. ; cosi pure si cambia in a nell'Imper. 2^, 3=*
sing., in e nella l=s 3* plur. Nel resto della coniugazione rimane invariata.
Osservazione II. — L'ausiliario ave quando è usato nei tempi composti perde
la ,9' ohe ha quasi sempre davanti alle sue voci. Es. : hoo ditt, aveva crediiii, àvàroo
/lensaa, avaria beviiii, mèèà podiiii, mentre le voci corrispondenti del verbo ave sono :
1100, g' aveva, g'àvàroo., ecc.
Osservazione III. — Manca al dialetto milanese il passato remoto, e ne fa le
» il passato prossimo : hoo sàvilu = seppi e ho saputo, àvii màngiaa = mangiaste
vete mangiato, ecc.
Osservazione IV. — Una grandissima parte dei verbi di quarta coniugazione
ma i temi del presente (Indicativo, Congiuntivo, Imperativo) con un ampliamento-
s, che corrisponde all'italiano se.
MODELLO DI QUARTA CONIUGAZIONE.
coli' ampliamento s.
capi = capire
Modo indicativo.
mt capi-s-i = capisco | nun capt-s-em = capiamo
'^tì te càpì-è-et = capisci 1 vtàlter càp-ii = capite
tò el càpi-sé = capisce | lor eàpi-s-en = capiscono
XXXVI
PICCOLA GRAMMATICA
che mi càpt-s-a
s ti te càpt-é-et
> Ili el eàpì-é-a
Modo congiuntivo.
= che io capisca
= » tu capisca
» egli capisca
che nun càpt-s-em = che noi capiamo
» màlter càpi-é-ov = > voi capiate
» lor càpì-P-en = > essi capiscano
eaptsft
eh' el càpi-i'-a
Modo imperativo.
capisci
capisca
eapimm . = capiamo
capii = capite
che capiseli = capiscano
Rifiutano il rinforzo la 2* plur. dell'Indicativo, la 1* e la 2* plur. dell'Impera-
tivo. Invece per estensione capita di udire qualche volta col rinforzo le voci del
futuro Indicativo, e del Condizionale presente :
Futuro.
càpiéàroo
te càpièàree
ci càpisartl
eaptsaremm
capisàrii
càpiMràti
Condizionale
càpiéàrisè
càpisàrìéet
càpisàriH-
captsariitem
càpiààrtsev
eàpisàrtsen
OssERVAZiONR Y. — Anche il dialetto milanese usa coi verbi intransitivi, nei
tempi composti, l'ausiliario 'vèés- = essere, invece di àvè = avere. Es. : éont rivaa =
sono arrivato, te ùee àndaa = sei andato, Ve mòrt = è morto, èèmm partii = siamo
partiti, S'ii vegniiil = siete venuti, hin ereèiiii = sono cresciuti, ecc.
OssERVAZioxE VI. — Alcuui verbi colla radicale in Oj troà, proti, mori, dori,
vorè, ecc., nelle voci del presente in cui questo o è tonico, lo cambiano in oeu
.teoeuvi, te trce/ìrèf. ci trceuva, trceuvem, troauven ; moeilri, te moeuret, el moeiìr.
Tiioeùrem, moeUren ; me rinercsè che te doeura i d-ent = mi rincresce che ti dolgano
i denti.
4. Coniugazione passiva. — La coniugazione passiva si forma facendo seguire
alle voci del verbo vè§P = essere, nel tempo che si vuol coniugare, il participio pas-
sato del verbo transitivo. La 3"^ pars. sing. e la 3* plurale si possono esprimere anche
per mezzo della particella pronominale se = si : là Poa vòs là .ve Sent de lontdn =
la sua voce si ode (è udita) da lontano ; chHi ròbb no se véden che chi = certe cose
non si vedono (sono vedute) che qui. /
5. La coniugazione del verbo riflessivo si fa, premettendo alle voci del verlto
zittivo le particelle pronominali: me, se, e^e, nel modo seguente :
mi me vedi = io mi vedo
ti te se vèdet = tu ti vedi
Hi el ée véd = egli si vede
nUn se védem = noi ci vediamo
vitlter ve vedii = voi vi vedete
lor se véden = essi si vedono
Xeir INFINITO e nel gerundio la particella se si pospone: nell'infinito perde l'è;
DEL DIALETTO MILANESE
e si raddoppia nella 1*, 2*, 4» couiugazione : lodàsé, savèéP, mitrisi : nella 3* co-
niugazione non si raddoppia, crédes, inécrives, rivdlyes, eee. Così nel gerundio perde
semplicemente la e: lodàndes, vedèndes, credèndes, sentèndes. Nell'iMPERAaiyo le
particelle pronominali si pospongono, perdendo la e, tranne che nella 3* pers. sing.
e nella 3* plur. : tnceilvet, eh' el lìe mceuva, mochnes, movìves^ che se moeùven.
6. Verbi irrk&olari. — Anche nel milanese vi sono molti verbi che, poco o
molto, si scostano dal paradigma della propria coniugazione. Innanzi tutto i verbi;
della quarta coniugazione che rinforzano colla s il presente, e corrispondono agli
incoativi italiani col suffisso sco. Vi sono inoltre quelli che si scostano dal para-
digma nel participio passato :
Tabella dei verbi irregolari nel participio passato.
1 àcondiscénd
àcondiseès
22 opònn
0Jt)3S'<
2 àcòrges
àcdrt e àcorginii
- 28 pari
pare e paruil
3 àgiùng
àgiunt
24 pèrd
perà e perduu
4 àmèit
atrtèSè e àmettUii
25 perSiiàd
peréiiàs
6 cceus
còti
26 preténd
pretés e preteuduu
6 eoticéd
concèss e coneediiii
27 promètt
jjromèàs, promise e-
7 conelud
conclUs
prometuii.
8 eòr
corà e eoriiii
28 propònn
propòét
9 eorég
corètt 0 coregiiiii
29 protèg
protètt e protogiiiii
lo deeul
decìs
30 ràcògl
rcicdlt
11 dewi
àvèrt e dervii
31 ridu
ridott
12 di
ditt e dii
32 rlsòlv
risoli
18 diètrUg
diUrutt
33 romp
ròtt e rompiiii
14 divìd
divis
34 éeompàrl
scomptrs
15 dori
doriiii e dorii
35 scopri
scopèrt
Iti esclud
eselùs
36 àeriv
scritt
17 frig
fritt
37 àenti
sentUil e éentii
18 ineìd
ineìs
38 spend
épès e spendiiii
19 iìidù
indoit
39 tceu
toh
20 invdid
invàs
40 vedS
viét e *>(?(/««
21 mori
mòrt
41 t'oré
vorsnii e voriiii
Poi vi sono i verbi che si scostano dal paradigma nel presente.
1) àudà Indie, sing. : voo, te vee, el va, plur. : vèmni, vii, vàii. Congiuntivo
sing. : che mi vaga, che ti te vttghet, che lil el vtga, plur. : che nun eàghevi, che
rlfllter vàghev, che lòr vàghen. Imperativo : m, eh'el vaga, che vàghen.
2) dà Indicativo sing.: mi doo,tite dett, lil 'l dà, plur.: nun dèmm, viàlter
dee, lòr dan. Congiuntivo: che mi daga, ehe ti te dàghet, che lil'l daga, plur.: che
nUn dàghein, che viMter dàghev, che lòr dàghen. Imperativo: dà, cìic'l daga, che
ilAghen.
3) dì Indicativo: mi disi, ti te diset. Hi H dis, plur.: nun disem, viàlfer
XXXVIH PICCOLA GRAMMATICA
<lisii. lòr disen. Congiuntivo : ehe mi disa, che ti te diset, che Iti '/ dlsa, plur.: che
uUn disem, che vìalter disègov, che lòr disen. Imperativo : che H disa, ehe disen.
4) doè Indicativo : ini devi, ti te dévet, lii 'l dev, plur.: nùn dèvem, màlter
dodi, lòr dècen. Congiuntivo : che mi deva., die ti te dévet, che lil 'l deva, plur.:
che nUn dèvem, che lòr déven.
5) fa Indicativo: mi foo, ti te fee, luH fa; plur.: ntìn femm, vitLlter fee,
lòr fan. Congiuntivo: che mi fàga^ die ti te fàghet., che lii H fàga; plur.: che nun
ftghem, che viàlter fàgkev, che lòr fàghen. Imperativo : fa, ehe 'Ifàga, che fàghen.
ii) podè Indicativo : ini podi, e anche mi pòse, ti te podet, e anche ti te pò,
Hi el pò. Irregolarità apparente perchè viene da pòd regolare. Manca l'Imperativo.
7) sàvé Indicativo: mi eoo, ti te seti, lii el sa; plur.: ntin éèmm., lòr àan. Con-
giuntivo : che mi sàpia, che ti te sàpiet, che lii 'l -sàpia; plur.: che nùn éàpìem,
che viàlter èàpiev, ehe lòr ààpieti.
8) sta Indicativo: mi ètoo, ti te étee, Iti 7 età; plur. : nùn stèmm, viàlter
-étii, lòr stan. Congiuntivo: che mi àtàga, che ti te àtàghet, ehe Hi 7 ètàga ; plur.:
che nun. stàghem, che viàlter étàghev, che lÒr Màghen. Imperativo: età, che ' l étàga ,
■ che stàglien.
9) Yorè Indicativo : mi vtij accanto à mi vceiìri. Imperativo seconda persona
sing.: voeur.
10) Il verbo tceu dal tema toj si coniuga regolarmente: se non che muta l'o to-
nico in oeu nel Pres. Indicativo, Congiuntivo, Imperativo e Infinito e perde l'j fiaale
nell'infinito e nella 3* pers. Indicativo pres. del singolare e lo vocalizza in i nelle
;altre voci, nelle quali pure qualche volta noa si sente. Es. toiéva, toiàroo, toièsé,
ioiaria, ecc.
Paragrafo. IX — Parti del discorso invariabili.
Anche il dialetto milanese ha gli avvekbi, le preposizioni, le coNttiUNZioNi, le
ixxEKiEzio.xi, che non sono variabili né per declinazione né per coniugazione ; ma in ciò
il dialetto non è che lo specchio della lingua italiana. Ciascuna di tali parti del di-
scorso ha le stesse divisioni, e le stesse funzioni ; anzi salve poche eccezioni e lievi
mutamenti di desinenza, hanno le stesse terminazioni; per il che la grammatica del
^dialetto a tale riguardo viene a confondersi colla grammatica della lingua.
Tavola dichiarativa dei segni di pronuncia
ai
è > indicano l'a, e, o aperto tònico.
ó ]
ì indica 1' i tònico
ù » Tu (colla pronuncia toscana) tònico
fi =• rii lombardo tònico.
à i
è > indicano Fa, e, o chiuso tònico.
ò ]
à ]
è > indicano 1' a, e, o aperto àtono
ò )
y a )
e ) indicano l'a, e, o chiuso àtono.
« J
3* indica la s dolce di vaso, visita
s > » dura di studio, speciale
s :> ,', > strisciata. (Vedi Gramm. Far. 1, N. 4).
s' e, s'g indicauo che la s non si fonde colla gutturale (V. Gramm.
Par. 1, Nnni. 4).
s, m. ' Prima lotterà dell' alfabeto e
prima delle vocali. In mil. è maschile:
pn a grand, piseinin, majiiécol, minU-
éeol. Uno scherzo infantile dice; 60-
chìn de fraa, è viòrt mi a, on a de Pa-
via, è rnòrt Lu.sla; LiiUa de Mildn, è
mòrt on càn... ecc. In ital. invece ò
femm. In mil. non diventa mai ad, nep-
pure quando procede una parola che co-
minci per a. Paga à ehm ; spèti à àndà.,.,
e sim.
1) Dall'essere Va la prima lettera del-
l'alfab. si formò la locuz. figur.; dàlVa
àia éHa = dall' a alla zeta, cioè dal prin-
cipio alla fine,
2) Forma anche in mil. le prepo§. ar-
tic. ài (it. al, allo) ; tLla (it. alla) ; di (it.
ai, agli, alle).
3) Indica il luogo dove uno stia, 0
vada, 0 faccia una cosa qualunque; sont
à Mildn = sono a Milano ; vdn ài cobi =
vanno a dormire; cori à cà ^ coito a
casa.
4) Reggo i complem. di tempo; l'è
rivaa ài qttàter = arrivò alle quattro ;
el véli àia màtìna = viene alla mattina.
5) Regge qualunque nome indicante
un fatto a cui il fatto principale si rife-
risce per ragion di tempo 0 di luogo;
Vhoo visi Ala fera = l'ho veduto alla fiera.
1
6) Correspettivo e opposto a de 0 dà
(come l'it. a è corr. e opp. a da) signi-
fica distanza, intervallo, tutto ciò che
si comprende fra due termini estremi,
0 un punto qualunque intermedio ; el
fa de Róma à Firénse = va da Roma
a Firenze ; el dura dàla màtìna àia
■slra = dura dalla mattina a sera, cioè
brevissimo tempo.
7) Preceduta e seguita da un sostant.
che si ripete, indica situato di contro ;
tnils à miis 0 nas à nas = muso a muso ;
faccia a faccia. Forma poi le locuz. elitt.;
là finèstra à levdnt; el giàrdìn à tra-
montana; là fàeidda dèla cà, l'è à po-
nènt = la finestra a levante; il giardino
a settentrione ; la facciata della casa è
a ponente, cioè è volta a..., è espo-
sta a...
8) Si unisce a molti avv. e prop. di
luogo 0 di tempo ; vesìn ài fèugh = ac-
canto al fuoco; dedree ài mwèll = dietro
al muricciuolo. E a molti nomi che, pre-
ceduti dalle pai-ticelle in, sul, e sini.,
fanno ufficio di prep. di luogo 0 di tempo;
in mèés' àia strada = in mezzo alla
strada; bàtàll sul eoo à quèidun = get-
tarlo sulla testa a qualcuno ; dendns à
quUa bH'tia = davanti a quella bestia;
Sòtt ài dòbi = sotto alle coltri.
2 -
aba
9) Indica ciò che è l'oggetto e il ter-
mine di qualunque azione ; voo à éèna,
à spàss, à cticia = vado a cena, a spasso,
a caccia ; pènéi ài àniìs • penso agli
amici ; vòo àdree à l'onda = seguo l'o-
pinione publica ; voo à dormi = vado a
dorraii-e; utènti à cred - stento a credere;
el riva à èàlvàmént = arriva a salvarsi.
10) Colla stessa forza si usa dopo
pai-tic. e agg. esprimenti azione e modi
di azione, prima del nome o dell' inf.
che significa il termine a cui si riferisce .
l'azione o quel modo dell'azione; l'è
si: èli à làorà = è svelto al lavoro ; dò-
di ài parali déla intima » docile alle
parole della mamma; fortunaa al gieugh
= fortunato al giuoco.
11) Traduce il ger. it. nelle frasi ; el
hrUsa à locali = toccandolo brucia; ghe
cittpi giist à bév = bevendo godo.
12) Traduce il comp. indiretto che se-
gue ì'ogg. dei V. trans ; ghe doo la mi-
nestra ài fiolitt » dò la minestra ai
bambini.
13) Taciuto il verbo, si adopera a si-
gnificare dedica ; àia regina di me pen-
èér = alla regina dei miei pensieri.
14) Prima del nome e dell' infinito
vale :
1) Che la cosa significata da quel
nome e da queir infinito prova e dà
ragione di crederne un'altra ; l'hoo co-
noéÈU Ma vos » 1' ho conosciuto alla
voce; à sentili domti Hi el g'hà resòn
= a sentirlo lui solo, ha ragione.
2) Che la còsa significata dal nome
è dal verbo è cagione del fatto affermato
nella prop.; i fung sèchen ài so = i fun-
ghi seccano al sole.
15) Davanti al femm. e al masch.
sing. di alcuni agg. forma con essi dalle
locuz. avverb.; Èia bòna = alla buona;
fila Sordina = alla sordina ; àia francésa
= alla francese ; andà via àia francésa
= partire senza salutare nessuno.
IG) Si unisce pure collo stesso effetto
a qualche sost.; à, piesè « a piacere; à
•penili = a pennello; « dispètt = a di-
spetto ; sta in gésa à dispètt di sani -
star per forza in un luogo dove chi c'è
non lo vuole.
17) Avverbiali e formate come le pre-
cedenti sono un gran numero di locuz.;
dà à nòli = dare a nolo ; compra à re-
spir = comperare a credito; vend à creta,
(M detàli, àl'ingròss - vendere a credito,
al dettaglio, all' ingi'osso; stima à ceucc
= stimare a occhio ; fila à man, à ma-
china = filare a mano, a macchina ; éàldà
à fetlgh = saldare a fuoco ; viv à pan e
acqua = vivere a pane ed acqua; viv à
pan e peéin = vivere strettamente ; gin-
gà ài cari = giuocare alle carte ; fa à
chi sta piisee sèri = fare a chi sta più
serio.
18) Significa anche la materia con cui
è fatta la cosa, e il suo congegno, figura,
disposizione ; quàder à oli = quadro ad
olio; molin à veni = mulino a vento;
orolòcc à àncora = orologio ad ancora;
tàpee à scàcch, à fior, à righ, à fio-
ràmm = tappeto a scacchi, a fiori, a
righe, a rabeschi. Significa anche gli
atteggiamenti della persona ; à eoo biòtt
= a capo nudo ; à ceucc éàraa = a occhi
chiusi ; à boca avèrta = a bocca aperta ;
à gamb in ari = a gambe all'aria.
19) Talvolta si premotte all' inf. pleo-
nasticamente ; me soo à regola = mi so
regolare ; me loca à pàregiàmm = mi
tocca apparecchiarmi ; ed anche a prop.:
bos incìda à sòr a là faciàda del Dònim
= poesia in dialetto rustico' a proposito
della facciata del Duomo.
20) Qualchoduno dei precedenti modi,
ripetuto due volte indica la ripetizione
0 continuazione indefinita dell'atto nella
stessa forma ; à pòcch à pòcch = a poco
a poco ; à diiu à diiii « a due a due.
21) Ha spesso l'ufficio della prep. per
nelle prep. finali : el se vòlta à guarda
= si volta por vedere ; hoo doviiil fer-
màmm à riposa = ho dovuto formaimi
per riposare.
àj ah, interiez. = ah ! ; à! se minciòna
minga = ah ! non si fa celia. Significa
anche: che! pronunziato coli' e larga,
modo famigliare di negare recisamente ;
te see nialaa? — à! stoo benòn = sei
ammalato? — che! sto benissimo.
aau.
1) Interior, esclamat. aah! di chi si
ricorda o intende cosa che non aveva
capita prima; aanf ade ss me regòrdi !
= aah ! adesso mi ricordo ! ; aan .' àdcss
va ben.' = aah! orava bene!
2) Esclam. di domanda, e vale : sono ['
0 non sono un uomo io? Si poteva trovar
di meglio? Vi sarebbe venuto in mente?
(Manzoni).
àbaa, s. m. = abate; titolare di un'abbazia
0 superiore di un monastero. Genoralm.
m
aba
sii
si dice : pdcler àbaa = padre abate. Più
comunente si dice dei chierici non sa-
cerdoti nel nominarli ed è titolo che di
ordinario si mette prima del cognome ;
l'àbaa Foiaa = l'abate Fossati; vestisi'
de àbaa = vestir l'abito, vestirsi prete.
àbàdìn, s. m. = abatino; dimin. di abate.
àbaa gbicc, àbaa d'on gbicc, m. s. =
abatouzolo, abatiicciaccio, abatucolo : di-
spregio di abate; in questo senso anche:
scora ormì^ gliicc, cereghett, pisamo-
chètt.
àbnchìn,
= abachino: dimin. di
di abbaco.
àbaco, s. m. = abbaco : il libretto dove si
impara a faro i conti.
abain,* s. m. = abbaino. Piccola costru-
zione soprattetto con una finestra por
dar luce a soffitte o stanze e anche por
uscire sul tetto. Alle volte se no fanno
de' tanto grandi che sono anche abitabili.
àbàndòu,* s. m. = abbandono. Voce del
dialetto che tende ad avvicinarsi alla
lingua nazionale. Il dialetto vecchio, in
qualche quartiere parlato ancora, dice :
bandoli. Vedi.
àbàiidoiià, r. att. = abbandonare.
1) Non curare, non occuparsi più di
cose, a cui sarebbe necessaria la nostra
assistenza : àbàndonà là famìlia = ab-
bandonare la famiglia.
2) Lasciare anche per poco chi abbia
bisogno di una assistenza continua ; /' è
on nialaa che se pò minga àbàndonà
on moment = è un ammalato che non
si può abbandonare un istante. Vedi
bàudoiià.
àbàsg'iòr, s. m. = ventola, paralume; que-
sto in Toscana meno comune. Dal fran-
cese abat-jour : quell'arnese di latta o
cartoncino o di carte colorate, fatto a
cono tronco, che a qualclie distanza cir-
' conda la fiamma della lucerna e ne para
la luce orizzontalmente all' intorno.
àbàsàmènt,* s. m. abbassamento. L'ab-
bassare noi vari suoi significati. Più
volg,, sbàsàmèiit.
àbàsàs.s,* V. rifl. = abbassarsi, nel senso
figurato di umiliar.-i : far cosa che ri-
pugni al sentimento della propria di-
j guità; pvtòst che làortl ci se àbftsa à
L cerca là caritaa = piuttosto che lavorare
f sì_ abbassa a chiedere l' elemosina.
\ àbàsia, s. f. = badìa, abbazia, monastero
di monaci: l'àbasìa de Ccràràll = l'ab-
' bazia di Chiaravallc.
àbàss, = sotto; l'è in là car dènsa àbàss =
è neir armadio sotto, cioè nella' parte
inferiore : là piànta àbàss l'è gròsa, in
scìma l'è stìtìla = l'albero nella parte
inferiore è gi'osso, nella superiore è sot-
tile.
1) Invece che àbàss dice anche il mil.,
àbàso per esprimere un sentimento av-
verso a cose 0 persone rivestite di pub-
blica autorità ; àbàso el Ministèri = ab-
basso il Ministero ; àbàso i tàss sii là
mica = abbasso le imposto sul pane.
2) àbàso è anche voce di intimazione
quando si vuole che si cali il sipario
nei teatri, o che altri segga o si levi il
cappello, perchè non ci tolga il vedere.
È modo imparato dai_ francesi.
àbàtt, r. alt. abbattere; ma non nel senso
di buttar giù, sibbene nel senso fig., detto
di una malattia che abbatte l'energia fi-
sica, e delle forti passioni che abbattono
lo spirito; là fcver là me àbàtt = la febbre
mi abbatte.
àbàtiiii, part. jmss. di àbàtt = abbattuto:
si dice di chi non solo abbia l'animo
afflitto e depresso, ma lo dimostri anche
coU'espressione del viso e degli occhi.
abdica, v. att. = abdicare : rinunziare so-
' lonnemente al potere supremo.
abecee, s. m. = abbici: alfabeto; sàvè
ndnca l abecee = non sapere l'abici;
essere ignorantissimo ; là maèstra de
V abecee = la maestra dell'asilo: che in-
segna i primi elementi per la lettura.
àbecedàrì, detto anche talvolta àbeze-
dàri, s. m. = abbecedario: libretto dove è
l'alfabeto e col quale si insegna a leggere.
àbèli,* V. att. vedi imbèlì.
àbèliiuèiit,* s. m. = abbellimento : ciò
che si fa per render bella una cosa, bi
usa per lo più al plur.
1) Si dice specialm. di quanto si fa
per render sano, commodo e piacevole
il soggiorno di una città, e renderne
l'aspetto elegante e magnilico.
2) T, mus., ornamento della musica;
grup])ctto, mordente, trillo e sim.
àberàsiòn,* s. f. = aberrazione : lìersua-
sione falsa, quasi sminuimento dell'in-
telletto; scusa, t' hoo ofès in on moment
de àberàiiòn = perdonami, t' ho offeso
in un momento di aberrazione.
àbet,s. m. vedi àbìt,* voce meno volgare.
abiess, .s-. m. = abete: albero d'alto fustj
usato in molti lavori, Più volg. si dico
pèscia. Vedi.
abi
_ 4 -
abo
àbilj* a^g. - abile, idoneo, capace: che
ha delle qualità volute dalla legge.
àbilitaa, -s. f. = abilità.
1) Capacità e perizia in un'arte; l'è
Oli oréces de gran àbilitaa = è un ore-
fice di molta capacità, molto esperto.
2) Imprudenza, ardire ; el g'à àvilil
V àbilitaa debàtt eòa mdder = ebbe l'ar-
dire di percuotere sua madre.
3) A chi si vanti di aver fatto cosa
che sia molto facile si direbbe ; viij, che
àbilitaa! = bella abilità.
4) Ironie; el g'hà V àbilitaa de secai
tiice = ha l'abilità di annoiar tutti.
5) Locuz. avverb.; cont àbilitaa = con
abilità, abilmente.
àbiss,* s. in. = abisso : cavità smisurata,
voragiiie senza fondo.
àbit,* s. m. = vestito.
1) Più volte vale abitino, quel segno
di devozione verso la Vergine, formato
di due pezzi di stoffa o panno coli' im-
magine e il nome di lei attaccati a due
nastri da poi-tare al collo sotto le vesti.
2) T. dei med. Costituzione fisica;
tibit àcrofolòs, sanguign, àpoplètich =
abito scrofoloso, sanguigno, apopletico.
abita) ». alt. = abitare. Vedi sta,
àbitaa) part. pass, di abita = abitato; l'è
on Hit àbitaa = è un luogo abitato.
abitàbile agg. = abitabile : che si può abi-
tare.
àbitànt, s. in. = abitante ; Milàn el g'hà
pùsée de 440,000 dbitdnt = Milano ha più
di 440,000 ab.
àbitàsiòn,* s. f. = abitazione.
1) locai de àbitàsiòn = locali d'abi-
tazione: contrario ai locali destinati per
magazzini o botteghe.
àbitiìà,* V. att. = abituare, avvezzare : far
prendere delle abitudini ; bisogna abitua
i fièli à ilbedl = bisogna abituare i ra-
gazzi ad ubbodire.
1) Assuefare : far che uno pigli un'a-
bitudine, sicshè gli riesca facile, gradito,
ecc., ciò che prima gli sarebbe stato mo-
lesto e difficile.
àbitttaa,* part. pass, di abitila^ avvezzo,
avvezzato.
1) mal àbitiiaa = mal'avvezzo. Si dice
comunemente di ragazzo male avvez-
zato.
àbittìàssj* V. rifl. = abituarsi, avvezzarsi,
assuefarsi: prendere una abitudine; àbi-
tuàss ài frècc = abituarsi al freddo.
X) àbitvàss mal = avvezzarsi niale:
prendere delle abitudini e crearsi cosi
dei bisogni che non si avrà poi sempre
il modo di soddisfare.
àbitfìdin,* s. f. = abitudine, assuefaziono.j
disposizione acquistata per atti ripetuti ;
g'ho minga l'àbit^din de fumtl. = noiij
ho l'abitudine di fumare.
1) L'atto e l'effetto dell'assuefarsi
schiav diàbittìdin = abitudinario: chi va
troppo dietro ed è troppo ligio alle abi-
tudini prese.
2) per àbitùdin = abitualmente: per'
abitudine o assiiefazione. •
ablativo àsoluto: l'è al ablativo àsòluto,
è un modo di dire che significa : è al
verde, non ha più un soldo.
àbocaa e àbocàto, agg. = abbocato. Detto
di vino.
1) Che pende al dolce; contrario di
brusco.
2) Detto di chi beve il vino e che ha
palato giusto per giudicarne.
àbocàmént, s. m. = abboccamento : il ri-
trovarsi por parlare o venire a spiega-
zioni di due 0 più persone.
àboiià; V. att. = abbonare, nel signifi-
cato di
1) Prendere o pagare l'abbonamento
per un altro ; hoo àbonaa el me fièli ài
teàter = ho preso l'abbonamento per
(ho abbonato) mio' figlio al teatro.
2) Acconsentire che una somma, di
cui uno si riconosce debitore, si defalchi
nell'atto del pagamento da una maggior
somma che gli sia dovuta.
àbonaa^ s. vi. = abbonato: chi ha proso!
l'abbonamento; àbonaa ài teàter, àia
ferocia., ài giorndl, ài bàgn, e sira. =
abbonato al teatro alle strade ferrate, al
giornale, al bagno, e sim.
1) Si dice per ischerzo di uno che va
spessissimo in una casa, specialmente
a pranzo, o in qualunque altro luogo.
àbonàméut, s. m. = abbonamento.
1) Contratto per cui chi paga una certa
somma ha per un dato tempo libero ac-
cesso in un luogo, ovvero diritto all'uso
di una cosa o di un servizio determi-
nato; àbonàment ài peruchee = aboaam.
col parrucchiere ; àbonàmènt à l'Espo-
sisiòn = abbonam. all' Esposizione.
2) Associazione. Il contratto di chi si
associa a un'opera.
àbonàss, ». rifl. = abbonarsi : prender
l'abbonamento. Di opere a stampa si
dice meglio in it. assocjai'si.
abo
- 5 -
ace
ijàboiulànsa,* e deriv. Y. boudiins».
sibonóra, meglio bonóra, am\ = j3cr tem-
po, di biiou mattino.
àborì, * V. att. = aborrirò : aver on-oro
0 avversione per cose e persone; mi
àbdri i ciàrlatdn = io aborro i ciarla-
tani. Si dice iperbolicam. di qualunque
forte ripugnanza ; àbòri el vin = aborro
il vino: non mi piace affatto il vino.
àbòrt, * s. m. aborto: parto immaturo e
l'atto dell'abortire.
1) Si dice di opera di mano e d' in-
gegno riuscita imperfettaniento ; quèll,
qudder ti l'è on àbdri = quel quadro ò
un aborto.
2) Si dice di persona mal conformata
e quasi deformo.
àbort V. att. = abortire: fare un aborto.
àbòss vedi sbòss. I più colti pronunciano
.àbdzz, sbòzz.
àbresg'è, s. m. = compendio, ristretto ;
in àbresg'è = compendiosamente, in
compendio. Dal frane, abrégé.
àbriitì,* ^'. att. = abbrutire: render l'uomo
simile al bruto nello stato della mento
«0 dell'animo o nell'atto esteriore; i visi
àbrutìsen l'òmm = i vizi abbrutiscono
l'uomo.
àbriitimèut,* s. in. = abbrutimento: lo
stato di una persona abbrutita.
àbsens dotto anche àbsènsi^ s. m. = as-
senzio. Arthemisia absintitim. Pianta
medicinale amarissima.
1) Anche il liquore con estratto di
assenzio; l'àbsem V insitipidiss = l'as-
senzio ronde stupidi.
jàbfis ora anche abuso,* s. m. = abuso:
eccesso nell' uso. Si dice di cose con-
trario alle leggi, alle regole, alle con-
suetudini ; in là mìa sedia gW è tròpp
abiisi = nella mia scuola sono troppi
abusi.
jàbiisà, V. att. = abusare: eccedere nel-
l'uso; te àbùset dcla mìa paéiènéa =
! abusi della mia pazienza.
àbilsìn, s. m. = spillo: forellino che si
fa in qualsiasi luogo della botte, ma
j specialmente nei fondi, per cavarne
vino itt piccolissima quantità, por as-
■^saggiarlo.
S,ca = acca: nome dell'ottava lettera del-
l'alfabeto. Si usa nelle locuzioni: elvar
! on fica ; el ne §à on tlca, col significato
di niente : vale niente ; non ne sa niente.
àcìuìèmia, s. f. = accademia.
1) Trattenimento poetico, musicalo o
d'altro genere ; stasera gh'c àeàdèmia
ài Conservatòri = questa sera c'è acca-
demia al Conservatorio.
2) Si dice anche di scuola pubblica
dove si insegna un'arte; V àeàdèmia de
Brera = l'accademia di belle arti nel
palazzo di Brera ; l' àeàdèmia di fèlo-
dràmàtich = l'accademia dei filodram-
matici.
àcàdéiuicb, agg. = accademico : detto di
un discorso fatto per puro trattenimento
0 non con un fine o proposito ; te l'Iioo
ditt mi Ve véra; ma l'è staa on di-
scórs acàdémich = è vero, te lo dissi
io ; ma fu un discorso accademico.
àcàmpà, V. att. = allegare ; àcamjìà di
resòn = allegare ragioni.
iicàmpàmént, s. m. = accampamento:
luogo dove l'esercito ò accampato.
àcàmpàss, v. rifl. = accamparsi e accam-
pare : il fermarsi dell'esercito alla cam-
pagna per pili 0 meno tempo, sotto
tendo, baracche o anche al sereno.
àcàpàrà,* v. att. = accaparrare, capar-
rare. Fissar la compra di qualche cosa,
0 assicurarsi d' averla ad avere ; àeàpàrfl
i post ài teàter = accaparrare i posti
al teatro. Si dice più volgar. fisa. Vedi
àcàsgrió, V. mògheii, s. m. = acaciù.
Cass2*rm?n pò w^/el■MH^. Albero dpir Ame-
rica, di fratti saporiti, il cui legno servo
per mobili,
àceleràndo* = accelerando. T. mus. Ese-
guire un movimento più lesto.
àcenaa, agg. = accennato, nel senso di
segnato leggermente : è voce usata spc-
cialm. dai pittori e dai disegnatori.
àcéiit, s. m. = accento.
1) Il segno che indica dove V acconto
cade.
2) T. mus. L'espressione che si dà
alla frase musicale ; là canta cont on
àcént dolcisim = canta con acconto dol-
cissimo.
àcentràmént,* s. m. = accentraijiento : il
fatto dell'accentrare ; il far chp al cen-
tro, alla capitale si portino tutte le am-
ministrazioni più importanti o di là si
diriga tutte quelle della nazione.
àcentiià,*' v. att. = accentuare. Far spic-
care, leggendo, lo parole di un discorso,
per fermarvi su l'attenzione.
àcer, s. m. = acero, acer plantanoides:
albero da lavoro.
àcertàj* v. att. = accertare: far certo uno
di una cosa, o dar per certa una eosa
ae«
- G -
aci
a uuo, assicurando elio sta come si dice ;
te àcerti vii die hin pròpri àndaa via =
t' accolto che son proprio partiti.
àcèrtàss, v. ri fi. = accertarsi, rendersi,
certo di una cosa, assicurarsene ; Vui
àcèrtàmm se el treno el va vìa àidès =
voglio accertarmi se il trono parte alle
dieci.
acés 9 partic. = acceso , accerito : detto
del viso, della carnagione molto colorita.
1) Vale anche ad indicare la forza
di un sentimento ; o Oesiì^ d'amor àcès
= 0 Gesù, acceso d'amore.
àcéslt, s. f. = accessit. T. scoi. lat. Si
dà l'accessit a quello che si avvicina
di più al premiato. Va disusando la
ctì^a e con lei la parola.
àcèsSri . s. m. = accessorio : nel senso
di qualità accessoria, parti, proporzioni
accessorie. Vale spesso : cosa di poca
importanza.
àcèss, s. m. = accesso.
1) T. nied. Il sopravvenire dei feno-
meni che in alcune malattie si ripetono
sotto la stossa forma, con intervalli
uguali 0 no ; on àcèss de tose = un
accesso di tosse.
2) Si unisce a strada \ strada d'à-
eess = la strada per cui si accedo a
un luogo.
àcètà, verbo alt. = accettare : dichiai-are
che si è disposti a ricevere cosa che
ci sia offerta a fino di gratificarci ; à-
cetà on regali, on invìi = accettare un
regalo, un invito.
1) Dichiarare che si è disposti ad
assumere un ufficio o incarico che
importi obblighi, avendo pure il diritto
di ricusarlo ; àcetà on incdrich, on im-
piègh, là cMedra e sini. = accettare un
incarico, un impiego, la cattedra e simili.
2) Riconoscere per buono , ammissi-
bile, giusto ; àcettl dna propòsta, i con-
disiòn., on consili = accettare una pro-
posta, le condizioni, un consiglio.
3) àcetà V ereditaa = accettare l'e-
redità, assumere la qualità e con essa
tutti gli obblighi di erede; àcetà l'ei-e-
ditaa col beìieftsi de l'inventàri = ac-
cettare l'eredità col benefizio di inven-
tario, cioè sotto la condizione che gli
aggravi non superino l'attivo.
4) àcetà dna cambiai = accettare
una cambiale, cioè mettere a piò di
ossa la propria firma por assumere l'ob-
bligo dol pagamento.
5) àcetà el hòn chéur = accettare
il buon cuore: si suol dire per iscu-
sare la piccolezza dell'offerta.
6) accogliere, gradire ; el preghi de
àcetà sti polàster = la prego di accet
tare, di gradire questi polli.
àcètàbil.* agg. = accettabile, da accet
tarsi, che si può accettai'e.
àcètànt.* part. pres. = accettante : coluii
che accetta una cambiale per pagarnei
il valore alla scadenza.
àcètàsiòn * f. = accettazione : l'atto col
quale si accetta una cambiale, e la
firma che si mette a pie della cambialo
in segno d'averla accettata.
acetato. = voce colla quale uno a cui
vien fatta una proposta, una sfida, di-
chiara energicamente di accettarla. In
ital. : accetto, sia.
acetosa, s. f. = acetosa : acqua con zuc-
chero e aceto, o addolcita con sciroppo
d'aceto. Dicono anche i Toscani : suz-
zachera.
àcetoséla, s. f. = acetosella. Oxalis
acetosella, sorta di pianta.
àciàcch, s. m. = acciacco, malattia. Vedi
màlìngher.
acid. = acido.
1) a^g. Di sapore simile a quello del-
l'aceto e di sostanze che hanno questo
sapore, come le frutte aspre, acerbe.
2) sost. Lo stesso che sapore acido ;
sto vtn rhàciàpaa l'acid = questo vino
ha preso l'acido.
3) acid. t. chim. acid nitrich, pru~
* sich, càrbònich e sim. = acido nitrico,
prussico, carbonico, e sim. In generale
si chiamano / acid. = gli acidi.
àcidént, s. m. = accidente, caso, avve-
nimento non previsto.
1) T. mus. Nome comune al diesis,
doppio diesis, doppio bimoUe, bimolle,
biquadro.
2) colpo d'apoplessia; àcidént ful-
mindnt = accidente di gocciola, a secco,
cioè seguito da morte istantanea; moH
d' àcidént = morir d'accidente.
3) l'è on àcidént = è un accidente :
si dice famigliarmento di persona è
specialmente di donna brutta e cattiva
e di ragazzo irrequieto, disobbediente-;
on àcidént d'on óm?n = un accidem
d'uomo dicesi di chi dimostri eccesi
0 sforzo di azione.
4) come on àcidént = come un aci
dente : dichiara una particolare onorg
aci
- 7 -
ACÒ
doli' azione significata dal verbo ; quéll
cavali el cor cóme on àcidènt « quel
.' cavallo corre come un accidente. -
5) per àcidènt = per accidente. Modo
avverbiale che significa: fortuitamente,
per caso.
àcidentaa, pari. pass. « accidentato:
uomo che, essendo stato colpito una
volta d'apoplessia, ne è rimasto cagio-
noso, impotente.
àcidentàlitaa, * s. /". = accidentalità:
■ caso -fortuito.
àcidentàlment, * avv. = accidentalmen-
te, per caso,' casualmente.
ùcidénti * - accidenti, accipreti. Escla-
• mazione di assentimento o di convin-
zione. Modo plebeo in mil. come in it.
àcidia, * = s. /". «= accidia: uno dei sette
peccati mortali. Pigrizia, ' svogliatezza
d'ogni opera buona.
àcogliénsa, * s. f. ■ accoglienza : di-
• mostraziono di sentimenti diversi che
si fa a chi arriva.
** »» 1) fa àcogliensa = fare accoglienza :
significa senz' altro far buona acco-
glienza.
àcSlìt. T. eccl. »=■ accolito. Cherico che
ha il quarto degli ordini minori.
àcolt, * pari. pass. ■=" accolto: colui che
riceve l'accoglienza; ben, mal àcòlt =
accolto bene, male.
àcoinodàmént, * s. ?w. = accomodamento:
l'accordo fra due parti che siano state
• in lite 0 in questione, cedendo tutt'e
due qualche cosa delle prime pretese.
àcompàgnà; * più comiin. compagna =
accompagnare: andare in compagnia;
seguir da vicino cose o persone a di-
- mostrazione di affetto, o per ' atto di
cortesia, o per assistenza, o per guar-
dia ; chi l'è che me accompagna à scola?
■ i= chi mi accompagna a scuola?
1) àcompàgnà col cheur = accompa-
gnar col cuore. Si dice quando si fanno
- ' voti, perchè chi parte per una impresa
riesca. -
2) che Dìo el te àcompàgnà ! •= Dio ti
accompagni! Saluto ed augurio a chi parte.
3) àcompàgnà l'usa = accompagnar
ru.scio. Regolarne il mòto, perchè non
batta troppo forte nel chiudersi <
4) àcompàgnà el mòri = accompa-
gnare il morto, cioè prender parte al-
l' accompagnamento. - Vedi f iiiieràl.
5) àcompàgnà i color, i staff, e sim.
= accompagnare i colori, le stoffe e sim.
Si dice quando, per l'uso che se no
vuol faro, i colori, le stoffe, ecc., de-
vono essere simili.
(5) T. mus. Fare l'accompagnamento.
Vedi àcompàgriiàinént.
àcompàgnaa,* /)ari.^ass. = accompagnato.
Ij Di sposi, 0 amici, o persone che
vivono insieme d'accordo per qualità o
inclinazioni simili ; hin ben àeompà-
gnaa = sono bene accompagnati.
2) Di chi ha qualcuno in compagnia
specialmente come guida o custode.
àcoiupàg'iiàdòr) * s. m. = accompagna-
tore : colui che accompagna, che fa
accompagnamento al pianoforte o con
altro strumento.
«àcompàgiiàméut, * s. m. = accompa-
monto. T. mus. Note d'armonia ese-
guite da una o più voci, o strumenti,
che devono seguire l'andamento e aiu-
tar l'effetto di una parte principale ese-
guita da altre voci o strumenti; o an-
che dallo stesso strumento ; àcompà-
gnàmént d' òrchèétra » accompagna-
mento d'orchestra.
àcompàgnàss * v. rifless. « accompa-
gnarsi, mettersi insieme. Detto di uomini
e donne ; el Signor ie fa e lor se
àcom,pàgneti = Dio li fa, li crea ed essi
si accompagnano; quasi a loro arbitrio
e contro la volontà di Dio.
1) Parsi da sé stessi l'accompagr.i •
mento al pianoforte, o coUa chitarra o
simile.
àcondiscénd, v. att. « accondiscendere,
aderire, acconsentire. Adattare la pro-
pria volontà a quella d'altri che co ne
richieda.
àconit; s. m. = aconito, aconitum. Erba
medicinale e velenosa.
sicòrd, s. m. = accordo: unità di pareri,
di voleri, di intenti , tra due o più
persone sopra lo stesso oggetto e in
vista di un fine determinato ; tra i
giUdes gh'è on àedrd miràbil = tra i
giudici vi è un accordo ammirabile.
1) Buona intelligenza, buona armonia
fra più persone che vivono insieme ;
in fàmtlia gh'è on gran àcdrd = in
famiglia c'è un grande accordo, una
grande armonia.
2) Nel senso di àcomodàméut =
accomodamento. Yedi.
3) T. mus. Unione di più suoni che.
fanno insieme armonia ; bèi qiiij àedrd !
= belli quegli accordi!
aco
4) d'àcórd » d' accordo ; concorde-
mente, di comune accordo, di comune
consenso. È comune la frase : d'amor e
d'àedrd nello stesso significato.
5) vèss d'àedrd ; àììdà d'àedrd = es-
sere, andar d'accordo.
6) me tee d'àedrd = accordarsi.
7) resta d'àedrd = rimanere, restare
d'accordo. Indica il partito che era in-
toso fra due o più persone, quando si
sono separate.
8) de bdn àedrd = di buon accordo.
àcordà; * v. alt. = accordare.
1) Concedere una grazia, un privile-
gio, un favore. In tal caso però in mi-
lanese è più usato dà, làsà. Vedi.
2) Menar buona o accettare per buona
una affermazione. Meglio àmètt.
àcorgres, v. alt. •= accorgersi : venire in
cognizione di una cosa per segni da
cui si argomenti ; me àedrgi che te
stUdiet nò = mi accorgo che non studi.
1) E anche di una cosa che cada
sotto i sensi, ma che non si fosse av-
vertita prima o potesse non avvertirsi ;
me soni acorgiùu che el vìn el calava
in del vàéèll = mi sono accorto che il
vino scemava nella botte.
2) Di una cosa che si faccia con
molta facilità e con qualche diletto si
dice : là §e fa éénéa àcdrgeà » la si fa
senza accorgersi.
3) Parlando di persona che faccia
cosa da cui le abbia a venir un danno
che non prevede si dice : el ée àccor-
giàrcl, el ée àccorgiàrà lu = se ne
accorgerà ; se ne accorgerà lui ; te vele-
rei minga tibedi? te se àcorgiàrett =
non vuoi obbedire? te ne accorgerai:
cioè vedrai che te ne verrà danno. Or-
mai questo verbo ha quasi del tutto
sostituito il vecchio nàcòrg'es.
4) Avvedersi. El se àcdì-g ehi g'hà
vcBÙja de disnà che pàsa el temp « se
ne avvede chi ha voglia di desinai-o
che il tempo passa.
àcorgiiiii, àcdrt, part. pass, di àcór-
ges = accorto. Volgai*mente si dice
anco iuàcorgittii, inàcdrt.
acqua, s. f. = acqua. Sostanza liquida la
più comune di tutte , che ricopre la
maggior parte della superficie terrestre.
1) Avuto riguardo alla sua prove-
nienza : ticqim piovana = acqua di piog-
gia ; de mar, de poéé. de sorgént = di
mare, di pozzo, di fonte ; dóléa = dolce.
— 8 — acq
cioè quella dei fiumi e laghi, delle
fonti per contrapposto a quella del mare;
marinar d^àequa ddléa = mai'inaio di
acqua dolce, cioè da poco.
2) Avuto riguardo alle sostanze a
cui si trova associata: éalada = salata
0 salsa: che contiene sale o natural-
mente 0 artificialmente ; minerai = mi-
nerale ; che contiene sostanze minerali
diverse dal sai maxino ; torbida = torba:
che ha perduto la sua trasparenza per
materie terrose che vi sieno disciolte;
cidra = chiara , opposta a torbida ;
pUra = pura o scussa : non mescolata
nò con vino, ne con altro ; ddléa =• ce-
drata : con sciroppo o sugo di cedro o
d'altro fratto; de limdn = limonata:
bevanda fatta con sugo di limone,
zucchero e acqua.
3) Avuto riguardo alla temperatura :
frèéca = fresca, attinta di fresco o da
un pozzo 0 da una fonte ; pòéa " stan-
tia, contrario di fresca ; fr^da o frigia
= fredda, cioè non riscaldata ; frlda,
geldda, giaéàda = diacciata, raffreddata
artificialmente ma non passata allo stato
di diaccio ; téveda = tepida ; mdrta »=
scrudita, meno che tepida ; calda = cal-
da, tenuta al fuoco ; biiiénta, bùìda =
bollente, bollita, riscaldata fino al bol-
lore; éeotaa de l'acqua calda ée g'hà
paura anca déla frigia = il cane scot-
tato dall'acqua calda, ha paura anche
della fredda. Chi è capitato male una
volta eccede la seconda in cautele.
4) Avuto riguardo agli usi: pottLbil*
bòna de bev = potabile ; legera, pesànta
0 gràéa = leggiera, pesante, cioè più
0 meno grave allo stomaco; édnta =
santa, benedetta, battesimale; dà l'ac-
qua = dai-e l'acqua: battezzare un bam-
bino fuori di chiesa, dargli l'acqua bat-
tesimale senza la solennità consueta,
il che si fa anche da chi non è prete,
se il bambino appena nato lascia temer
della vita; acqua di piàtt = ranno.
5) Ve (tcqua, el par ttequa = è acqua,
pare acqua: si dice di cose insipide,
come di vino leggiero, di brodo, di caffè
molto lungo ; acqua épdrca - brodic-
chio: si dice dell'intinto lungo, non
saporito.
6) cdme P acqua = come l' acqua :|
puro, chiaro ; l'è inocènt come rtiequaì
= è innocente come l'acqua. In senso]
ironico si dice la frase aggiungendo :
acq
- 9 -
aeq
del Nàvili, del Làmber » del Naviglio,
del Lambro, ad indicare acqua sporca
e torba.
7) l'è come bev on bieiér d'acqua =
ò come bere un bicchier d'acqua. Si
dice del fare una cosa con moltia faci-
lità, e quasi senza pensarci.
8) nega iti d'on bieiér, in d'on cu-
gina d'acqua = affogai'e in un bicchier
j^v d'acqua. Sgomentarsi, smarrirsi per la
^K minima difficoltà.
^H 9) mètt à pan e àqua = mettere a
^B pane ed acqua. Castigare col non darò
^» che pane ed acqua.
lOj fa Acqua = fare acqua. Si dice
delle barche, nello quali entra l'acqua
per lo fessure.
11) Acqua in baca = acqua in bocca.
Consiglio e precetto di non parlare.
12) vèés tiitt in d'on' acqua = andare
in acqua. Sudar molto.
13) fa on biis 0 on bèucc in r acqua
» fare un buco nell'acqua. Far cosa
che non produca l'effetto cui si mirava.
14) el sdngh Ve mhiga Acqua = il
sangue non è acqua. Detto a proposito
di qualunque fatto che abbia per mo-
tivo l'affetto nascente da vincoli di
sangue, o di qualunque altra cagione
che inciti alla reazione.
15) peètA V Acqua in del martee «
pestar l'acqua nel mortaio. Buttar l'ac-
qua nel muro.
16) càvA l'Acqua = attingere acqua.
17) legni pii né vin né Acqua = non
toccai la camicia il sedere, non capire
^^ in se dalla gioia.
^K 18) vegni à V Acqua ciàra = sapere
^F in quanta acqua si peschi, a che tèr-
mini uno si trovi.
àcqna = acqua. In senso di pioggia.
ti) àcqiàta = acquerella, acquerugiola,
acquetta, acquolina, cioè piòggia minuta.
2) là prima Aequa d' agóst là rin-
fresca el bòèeh = la prima acqua d'a-
gosto rinfresca il bosco ; là prima Acqua
d'agòét là pòrta vìa on ààcch de pUres
e on sAcch de móèch = la prima acqua
d'agosto si porta via un sacco di pulci
e un sacco di mosche. Prov. che signi-
ficano che, dopo la prima pioggia d'a-
gosto, i calori della canicola non ritor-
nano.
3) ciàpA l'Acqua = essere colti dalla
pioggia; éh-a à èpààé e l'hoo cidpAda
tuta = ero a passeggio e l'ho presa tutta.
4) eièl d'Acqua = cielo d'acqua. Si
dice del cielo rannuvolato cosi da mi-
nacciare la pioggia imminente.
5) là vén gid, là vén à éécc, à slam,
là vén che Dio le manda (anche senza
la parola Acqua) = la vien giù ; viene
a dirotto, a secchie, come Dio la manda.
Si dice quando piove forte. Invece :
/' Acqua là età sii = non piove per
quanto minacci.
6) Acqua de puisdn, de vilàn = acqua
che gabba il villano. Si dico dell'acque-
rugiola fine fine, che penetra i panni e
gli inzuppa, senza che uno se ne ac-
corga.
7) l'Acqua de sant'Ana Ve méj délà
mAna = l'acqua a sant'Anna è migliore
della manna; perchè il piovere entro i
nove dì susseguenti a quello in cui si
celebra la festa di sant'Anna è molto
proficuo all' agricoltura. È opposto al
detto : l'Acqua dòpo san Bàrtolàmee l'è
bòtta de làvàss i pee « 1' acqua dopo
san Bartolomeo è buona per lavarsi i
piedi, cioè è inutile alla campagna.
8) quand el §o el ée vòlta indree Ala
màtlna g'hèmm, l'Acqua ài pee = quando
il sole si volta indietro, alla mattina
abbiam l'acqua ai piedi; cioè quando il
sole verso il tramonto di un dì minac-
cioso rischiara l'orizzonte, alla mattina
seguente pioverà.
9) el So éùi olìv, l'Acqua s&i ciàpp «
il sole sulle olive, l'acqua sulle ova;
cioè, se fa bel tempo alla domenica delle
Palme, piove alla domenica di Pasqua.
acqua = acqua: per quantità, corso, rac-
colta d'acqua ; Acqua mòrta, mArscia,
sorgiva corénta = acqua morta, sta-
gnante, sorgiva, corrente.
1) còrp d'Acqua = corpo d'acqua.
2) fèl d'Acqua = filo d'acqua, picco-
lissima quantità di acqua corrente.
3) gieugh d'Acqua = scherzi d'acqua;
le diverse forme e direzioni che si fanno
prendere agli zampilli, variando la di-
sposizione e la direzione dei cannelli,
specialmente a sorpresa e nei giardini.
4) gétt d'Acqua = getto d'acqua ; vena
che esce a forza da un orifizio con una
certa pressione dal sotto in su.
5) andà contr'Acqua = andar con-
ti"'acqua; cioè in direzione opposta a
quella della corrente. Figuratamente :
contro l'opinione dei più.
6) veàà in càtìve Aeque = essere, tro-
acq
- 10 -
acq
varsi ili cattivo acque : trovarsi in cat-
tivo stato di interessi e in gouoro es-
sere ridotto a cattivo pai-tito.
7) l'acqua Ve bona per i rptice; l'acqua
là fa màrsei i foìulamènt, e più vol-
garmente, l'ftcqim l'è bona de làvàss i
pee = r acqua ò buona per gli occhi ;
r acqua fa marcire le fondamenta ;
l'acqua è buona da lavarsi i piedi. Lo
dicono i beoni a chi li consiglia di an-
nacquare il vino. I Toscani dicono in-
vece : l'acqua fa mai'cire i pali.
8) làm àndà l'acqua dòc là veur =
lasciare andar l'acqua alla china; la-
sciar che una cosa vada come va, senza
darsi pensiero, ne pretendere di rego-
larla.
9) no vede che del e ticqua = non
vedersi che cielo ed acqua ; essere in
alto mare.
10) sott'acqua = sott'acqua. Di corpo
immerso , ossia tutto ricoperto dal-
l'acqua.
■ 11) tirti l'acqua ài io molhi = tirar
l'acqua al suo mulino. Modo prov. che
vale : fare in modo che tutto torni a
proprio vantaggio.
12) tloqua morta = cheta; persona
che ha cattive inclinazioni ed è capace
di far del male, ma non lo dimostra.
Fìdet nò; l'è on ticqua mdrta capace
de ruinàtt = non fidarti ; è un' acqua
cheta capace di rovinarti.
13) dm-mì, giiigà in l'Acqua = dor-
mire, giuocare 'nell'acqua. Si dice di
chi dorme o giuoca sempre in qua-
lunque luogo, senza riguardo né allo
persone, né al tempo.
14) vè§si con l'Acqua fila gola = avere
l'acqua alla gola, tìi dice di chi é stretto
da impegni ai quali non può soddisfare
e ne ha un affanno' che quasi lo strozza.
15) làorà sott'acqua = lavorare sot-
t'acqua, di nascosto, specialmente a
danno di qualcuno.
16) l'oli el sta desoravia de l'acqua
= l'olio sta a galla, cioè la verità si fa
sempre conoscere. -
17) vèss cóme el diàol e l'Acqua
santa = essere come il demonio e l'acqua
benedetta ; essere opposti di carattere
così da non potersi in nessun modo
accomodare.
^ 18) iisèll d'acqua = uccello acquaiolo,
acquatico, che vive vicino all'acqua e
vi si tuffa; vapor d'Acqua = vaporo
ac<j[uoo. Si dice cosi in mil. anche il
piroscafo o battello a vapore.
acqua, = acqua. In senso di sostanze li-
quide diverse dall'acqua, di acque che
si producono negli organi delle piante
e degli animali, o che sono fabbricate
por diversi usi.
1) Acqua = orina ; tra vìa on poo
d'Acqua = orinare.
2) l'Acqua di vesìgh = l'umore delle
bolle acquaiole.
3) l'Acqua di ceuce = 1' umor lagri-
male.
4) levA l'Acqua = levar l'acqua; faro
una operazione chinu'gica per togliere
gli umori acquosi che ingorgano il pol-
mone, 0 rigonfiano l'addome negli idro-
pici.
5) àndà el cervèll in Acqua = andare
il convello in acqua; imbecillire.
6) Acquu d'odor = acque d'odore.
Tutte le distillazioni odorifere come :
Acqua de rósa, de mei, de Còldgn, de
fèlsina, e sim. = acqua di rosa, di miele,
di Colonia, di Felsina, e sim.
7 ) Acquu = acque. Si dicono pure al-
cuni medicamenti: Acqua purgativa,
imperlAl, antistèrica, vegetominerdl =
acqua purgativa, imperiale, antistèrica,
vegetominerale. E le acque minerali :
a. de Peto, de S. Bernardin = a. di
Peio, di S. Bernardino,
8) fàgli fa l'Acqua ài cocùmer, ài
suchctt = far perder l'acqua ai cetrioli,
alle zucchetto ; insalandoli dopo averli
affettati. ■
acqua, = acqua. Trasparenza di cristalli
0 diamanti ; che bèli diamdnt ! el g'hà
on' Acqua bèlisima = che bel diamante !
ha una bellissima acqua.
àcffuà(l<a, = acquata, acquazzone, pioggia
piuttosto forte o breve.
acqua de beleg-òtt, = caspita, corbez
zole, bagatelle. Esclam. di meraviglia.
Nello stesso senso si usa:
acqua, pàder ed anche acqua pàder
che '1 conyeeiit el brusa = acqua, pa-
dre che il convento abbrucia.
àcquàfórta, s. f. = acquaforte ; intàjA,
cont l'Acqua /orto = intagliare, incidere
all'acquaforte.
àcquàràsa, s. f. = acquaragia; olio es-
senziale e volatilo ; essenza di tremen-
tina.
àcquài'èlà, v. att. = acquarellare; dipin-
gere all'acquerello.
acq
— 11 —
acn
I
àcMiiiàrèlista, s-. in. = Cosi si chiama
iiolle nostro scuole braideiisi chi sta
esclusivamente impai-ando a toccar d'a-
cquerello i disegni.
iicqiiàrèll o àcquàréla, s. m., s. f. =
acquerello. Genere di pittura fatta con
colori stemperati coli' acqua, e il dipinto
stesso così fatto.
àcquàròss, s. m. = gli stomachini. Que-
gli umori acquosi che imbarazzano lo
stomaco e lo prime vie, e ci danno gli
impoti del vomito. Forse dallo spa-
gnuolo.
acquasanta, s, f. = acqua battesimale;
ròbb de henedl coni l'acquasanta = cose
che se ne vanno con l'acqua santa;
alle quali non conviene dar troppo peso,
perchè non lo meritano.
àcquàsàntin, s. ni. =
1) Pila dell' acqua santa. Recipiente
di pietra o di marmo dove è 1' acqua
benedetta, e che si pone nella chiesa
presso l'entrata.
2) Piletta. La stessa cosa, ma più
piccola e infìssa nel muro invece che
sostenuta da colonetta o piede.
3) 11 vasetto por l'acquasanta che si
mette da capo del letto nelle case.
4j Secchiolino nel qxxale si porta l'a-
cqua benedetta coli' aspersorio.
àcquàsciaj s. f. = acquaccia: pegg. di
acqua.
àcquàvìta, s. f. = acquavite: liquore che
mediante la distillazione si leva dal
vino e da altri liquori fermentati ; àc-
quàrUa sgresgia = acquavite di vi-
nacce.
àcqiiàvitee, s. m. = acquavitaio : chi va
iu giro a vendere acquavite od anche
chi tien negozio di acquavite ed altri
liquori. Al femm. àcquàvitéra = acqua-
vi taia.
àcquedótt, s. m. = acquedotto: opera
murata per conduiTe un corpo d'acqua
da un luogo a un altro.
àcquelàtt, contrazioiie di ticqua e làtt =
acqua e latte, beuta.
àcquéri, s. m. = scossone, acquazzone,
sfuriata di pioggia.
acqueta, s. f. = acquetta : dim. di acqua,
pioggerella, acquerugiola, acquolina.
1) Anche nel senso di veleno; g'hdn
daa r acqueta = gli hanno dato il ve-
leno, l'acquetta di Perugia.
iicquìst,* s. m. = acquisto. Piuttosto nel
senso di roba acquistata; hoo faa on hòn
àcquUl = ho fatto un buon acquisto;
ho comperato bone.
acquista, v. att. anche quistà, = avvan-
taggiare , guadagnare ; à vèsà minga
sincèr se acquista doma di diàpiàsè =
non essendo sinceri non si guadagnano
che dispiaceri.
acquolina,* s. f. acquolina; fa vegni
l'àquolìna in bòca = far venire l'acquo-
lina in bocca. Vedendo o sentendo di-
scorrere di cose buone, gustose.
àcquós,* agg. = acquoso : che contiene
parecchia acqua. Specialm. di frutta e
di verdura.
àcredìtà, v. att. = accreditare : portare
a credito una partita in un conto cor-
rente. È il contrario di àdèbità.
àcreditàa,* /)aW. = accreditato. Dal verbo
àcredità.
1) Agg. Dicesi di persona o di cosa
che ha acquistato credito; negasi, stùdi
àereditaa = negozio, studio accreditato,
V. creditaa.
acrimonia, * s. f. = acrimonia. Qaalità
dell'essere acre.
1) Vàsrimdnia del éàngh = 1' acri-
monia, gli umori acri del sangue.
2) Fig. Pariti de viin eonf àcrimdnia
= parlar di qualcuno con mordacità,
con acredine.
àcrostic,* s. m. = acrostico. Componi-
mento di versi principianti con Ietterò
che, lette di seguito, formano parole.
àciint, s.m. = acconto. Somma che si dà
perchè vada a diminuzione di un de-
bito maggiore ; ricév in àciint = rice-
vere in 0 per acconto.
àciiràa,* a^g. = accurato.
1) Che fa con accuratezza ; rè on
fieu mdlto àciiraa in del veétiéé = è un
ragazzo molto accui-ato nel vestire.
2) Che è fatto con accuratezza ; Ve on
làoì-fi àciiraa '= è un lavoro accm-ato.
àcusa,* V. att. = accusa. Atto dell'accu-
sare e anche il fatto per cui si accusa;
acUsa ridicola, éénsa fondamént = ac-
cusa ridìcola, senza fondamento ; éo-
stegni on'àcUsa = sosteaere un'accusa;
provar che è vera.
1) La parte rappresentata nel giu-
dizio penale dal Pubblico Ministero in
opposizione alla difesa.
2) T. di giuoco, = accusata. La di-
chiarazione 0 la combinazione delle
carte che uno ha che danno diritto a
segnare certi punti.
actt
_ 12 —
Ade
àcttsà)* e anche ciisà; v. att. = accusare:
Imputare ad altri un delitto, una colpa,
mancamento, atto, qualità non lodevole;
tnca minga ài firn de àeiisà eoa mà-
der = non tocca mai al figlio accusare
sua madre.
1) àeiisà on dolor = accusare un do-
lore, dire che si prova un dolore,
2) àeiisti là ricevUda = dire in iscritto
che si è ricevuto una lettera, del de-
naro, 0 qualunque altra cosa.
3) T. di giuoco : dichiarare 1' accu-
sata; àcùsi là ntLpola de piceli = ac-
cuso verzicola a picche.
àclisàa^ pari. pass, di àeiisà, = accusato.
1) sost. Colui contro il quale nel
giudizio penale è diretta l'accusa.
àcflgàda,* e anche ciisàda, = accusata.
Il fatto dell'accusare. V. àeiisà. 3.
àeiigàss;* V. rifl. = accusarsi; el se àcùsa
de per lii = si accusa da sé medesimo.
1) aeusàéé feura. T. di giuoco: = di-
chiarare di aver vinta la partita. Fig.
Non intrigarsene, non aver paxie in
checchessia, lavarsene le mani.
àetttt,* agg. = acuto.
1) òmm àciitt = uomo acuto, sottile,
perspicace.
2) tièta acuta = vista acuta, fine,
squisita.
3) vos àeùta = voce acuta, che pe-
netra l'orecchio,
4) féver àcUta => febbre acuta, perni-
ciosa.
àdàcquàtrìs, s. f. = adacquatrice : fossa
irrigatoria, gora a uso di adacquare i
prati. Tiene il luogo fra il capo prin-
cipale e i minori gorelli o fossicini.
àdài; s. ni. = dèntice (sparsus dentex).
Pesce di mare con 8 lunghi denti.
adamitiche* agg. = adamitico. Scherz.:
a uso Adamo, o i tempi di Adamo;
coétumm àdàmìtich = nudità.
Adàmin, s. m. >= Adamo.
1) pòmm de Adàmm = pomo d'-4-
damo, nome volgare della tiroide.
2) vèéé veétii de Adàmm = esser nudo.
3) vèés de la cdàta de Adàmm = es-
sere dei protetti, dei favoriti.
àdàsi) = adagio.
1} s. m. T. mus. Pezzo di musica di
tempo lento e sostenuto e che suol pro-
cedere la cabaletta.
2) avv. = lentamente, con lentezza.
3) Vale piano, sottovoce : pària, càuta
odasi - parlare, cantare piano.
4) àndà àddsi = andare adagio, pro-
cedere con riguardo, non precipitare.
5) fa àddsi = fare adagio, cioè con
diligenza e attenzione.
6) àddsi.' àddsi! = adagio! adagio!
Detto con forza per rintuzzare la pro-
sunzione e le minacce altiaii.
7 àddsi, àddsi = adagio, adagio : così
replicato ha forza di superlativo e qual-
che volta include idea di insidia ; àddsi,
àddsi el m'ha riiinaa = adagio, adagio,
mi ha rovinato: significa anche bel bello,
con precauzione^ a poco per volta.
àdàsiu; avv. dim. e vexx. di àdàsi = ada-
gino. Si usa spesso ripetuto invece di
àddsi, àddsi.
àdàtà, V. att. ~ adattare, appropriare, ap-
plicare convenientemente : far che una
cosa spesso destinata a un uso, possa
convenientemente servire a un altro ;
g'hoo àdàtaa i vestii del màgiòr ài puèee
piscinm = ho adattato gli abiti del mag-
giore al minore (dei figli).
àdàtaa, agg. adattato, acconcio !
1) Che conviene, che fa al caso;
quèll vestii li Ve mhiga àdàtaa à ti =
quel vestito non è adattato a te.
2) Che ha attitudine o disposizione a
fare una cosa; te éèe mhiga àdàtaa per
la écdla, per el tedter, e sim. » non
sei adattato per la scuola, per il teatro
e sim.
àdàtàbil,* agg. = adattabile : che si può
adattare.
àdàtàss, V. rifl. = adattarsi.
1) Piegar l'animo quasi con rassegna-
zione, contentarsi del poco, di un ma-
gro trattamento; el se àdàta à Vànda-
mènt de cà mìa = si adatta all' anda-
mento di casa mia.
2) Acconciarsi, accomodarsi, aggiu-
stare; là é'è àdàtàda el vestii d'iìtvérno
per cà = s'è acconciata l'abito d'in-
verno per casa.
3) Accomodarsi con più utile che de-
coro pròprio, specialmente quando uno -
si adatta a veder cose di famiglia in-
decorose, per lucro o per imbecillag-
gine.
àdèbità, V. att. = addebitare, notare uno
come debitore di una data somma. Con-
trario di àeredità.
adempì, v. att. adempire, eseguire pie-
namente un dovere, un incarico, una
promessa.
1) Vhà minga adempii ài éò doér =
ade
- 13 -
ado
non ha adempiuto al suo dovere. Si
dice specialmente di chi non ha pagato
il suo debito.
àdempiniént,* s. m. = adempimento: l'a-
dempire ; l' àdempimént del àò docr =
l'adempimento del suo dovere,
àdeqiiaa, aqq. = il prezzo adequato, il
prezzo medio di una merce sui mercati.
ùdèsS) avv. = adesso, ora; àdèès el vè-
gnàrà, l'èra chi àdèss = ora verrà, era
qui adesso.
1) Raddoppiato ha più forza ; àdèò'.v,
ùdèM = ora ora, adesso subito.
ùdìo, = addio : detto di cose che non là-
scian speranza ; el ni'à pientaa ehi e
aito.' = mi ha lasciato qui e addio ! Si
dice anche nel medesimo significato :
àdìo pàtria,
ùdisionàl,* agg. = addizionale. Che è ag-
giunto.
1) i àdiéionài. Sono tutte quelle opere
che si fanno in più in una fabbrica e
che non erano nel progetto.
àdòbb, * V. alt. = addobbare: guarnire
di drappi cose di lusso.
àdolorà,* t. alt. addolorare : cagionar do-
lore all'animo.
àdoloràa, agg. = afflitto : che ha, sente,
mostra afflizione ; Ve àdoloraa per là
mòri dèla ìntima = è afflitto per la
morto della mamma.
àdoloràta^ s, f. = addolorata. La Madonna
dei dolori.
, Adòii,* s. m. = Adone; giovine bello, ga-
IHL laute : per scherzo e per spregio ; l'è
^^f peti minga on Adòn = non è poi uà
Adone, non è una gran bellezza.
adora) V. alt. = adorare.
ita. 1) Prestai" culto ; se àd^'a on Dio soli =
^K. si adora un Dio solo,
^^ft 2) Amar grandemente, mi àdòrl là
^|p. mia marna = io adoro la mia mamma,
^^àdoràbil, * agg. = adoràbile. Iperbol.
Degno di essere adorato ; V è dna do-
uèta àdwàbil = è una donnina adorà-
bile,^
àdoràsión,* s.f. = . adorazione. L'adorare;
l'àdoraHòn del Santìsim = 1' adorazio-
,,^—^ ne del SS. Sacramento,
^^^v 1) vl'ii in àdoràHón = essere in
^^B adorazione, in estasi, come aspettando,
^^Bàdoràtór,* m. s. = adoratore : chi fa la
I^V corte.
àdosiòn, * s. f. = adozione : 1' atto e
r effetto dell' adottare ; l'è me fèéu de
àdoàion = è mio figlio di adozione.
àdòsS) prep. = addosso.
1) Sul dosso ; s' hin tiraa àdosà i
mss = si son tirati addosso i sassi.
2) Sulla persona; g'hoo minga àdoss
de dànee = no a ho danari addosso.
3) In sé; el g'hà àddsé Ulti i mdi Hi -
ha in se tutti i malanni.
4) mètes tiltt cdss àddss = metterseli
tutti adesso. Spender tutti i danari nel
vestiario.
5) àvègh là màlediàion àddss = aver
la maledizione addosso : non andarne
una bene.
6) àvègh àdòss = avere addosso.
Detto di persona : averne il càrico ;
g'hoo àdòss tUta là fàmìlia = ho ad-
dosso tutta la famiglia ; oppiu-e aver
contro ; ghi ha àdòéé tùli = li ha tutti
addosso, contro.
7) dàgh àdòM à v&n = dare ad-
dosso a uno: dargli addosso, nemicarlo,
rincorrerlo.
8; àvègh àdòss là nòia , là làtia =
aver addosso la noia, la liaccona: es-
sere presi dalla noia, dalla fiaccona.
9) vegni àdòss = venire addosso,
capitare, sentire ; m'è vegniiu àdòss el
frècc = m'è venuto il freddo addosso.
10) salta àdòss = saltare addosso:
di ragazzi che montino sulle ginocchia
0 sulle spalle delle persone più grandi.
11) salta àdòss = saltare addosso,
assalire.
12) fàssela àdòss = farsela addosso.
Triv. ma necessario. Di chi fa i suoi
bisogni nei panni per malattia o per
poltroneria. — Si dice anche iperbol.
di chi ha una gran paui-a.
13) pisàss adòss del rid, o semplie ;
pii-àss àdòéé = pisciarsi addosso dalle
risa, ridere a più non posso.
14) tajà i pàgn cidòss = tagliare i
panni addosso, dir male di qualcuno
malignamente.
15) mètt àdòss i <Bicce «= mettere gli
occhi addosso : fissar 1' attenzione su
qualche cosa, o su qualcuno per qual-
che scopo.
16) tiràéé àdòés odiositaa, maledi-
éiòn = tii-arsi addosso inimicizie, ma-
ledizioni e sim : farsi nemici, farsi ma-
ledire, e sim.
17) àdòss, elittic. = addosso... aiz-
zando, incitando ; àdòés, fieu! = addosso,
figliuoli ! ; adoss. Fido = addosso, Fido.
àdotà; att. = adottare.
ado
— 14
afa
1) Prendere per figliuolo.
2) Ricever per buono ; hoo àdotaa el
so métod e me soni troaa ben = ho
addottato il suo metodo e mi ci son
trovato bene.
àdotaa, pari. ^^ass. = addottato ; che è
adottato.
àdotìv, agg. = addottivo ; che appartiene
per adozione.
àdovaa, agg. = addogato ; allistato ; di
lavori dei panierai fatti a scheggio in-
graticolate.
àdree, avv. = addietro, dietro, appresso.
1) Con sé; avègh àdree dna rdba =
aver checchessia seco.
2) àndà àdree à. . = continuare a.... ;
cosi} te vet àdree à seeàmm? = a che
continui ad annoiarmi?
3) àndà àdree = accompagnare ; el
me vègnuU àdree tuta strada = mi ac-
compagnò per tutta la strada.
4) àndà àdree eont là man, col eoo,
eoi còì'p = dar 1' andata colla mano,
col capo, colla persona.
5) sta àdree = arrotarsi, darsi molta
fatica, adoperare tutte le industrie ; bi-
sogna che glie stàga ben àdree se vùj
guadagna = bisogna che m'arroti bene,
■ se voglio guadagnare.
6) stàgh àdree = arrapinarsi , affati-
carsi molto intorno a un lavoro che
non riesca e si abbia gran fretta di fi-
nirlo ; stàgh àdree à quèicòss = stare
attorno a una cosa, attendervi con as-
siduità , con diligenza ; stàgh àdree à
vUn = stare addosso a uno , tenerlo
d'occhio, insistere, perchè faccia una
cosa; stàgh àdree à vtina = corteg-
giarla, farle il cascamorto.
7) di àdree là corona di ràtt = gri-
dar la croce addosso a uno, dirne male
■ per qualche azione; dìghela, parlagli
àdree à mn = tirarla giù a uno : par-
larne dietro le spalle.
8) chi àdree = qui presso , intorno ;
dòe Vèel papà? = l'era chi àdree doma
Mèss = dove è il babbo ? = era qui
appresso appena ora.
: 9) fàss vàr dà àdree = dar da dire,
far parlare di se.
10) li àdree , avv. di luogo , e di
tempo : in quel torno, giù di li, in quei
dintorni, li presso.
1\) de M àdree = presn'a poco.
1 2) àdree , àdree = rasante ; àndà
àdree, àdree = rasentare ; àndà àdree
àdree ài mUr = vivere molto stenta-
mente.
13) Van àdree à dill: v. di, 14.
àdrèss, s. m. = indirizzo, recapito, do-
micilio. „
àdritura, avv. = addirittura, alla prima, l
di prim' acchito ; te see àpèna rivaa e i
te veut àdritUra àndà à spàsa = sei ap -
pena arrivato e vuoi addirittura andare
a passeggio ; el me ritràtt l'è reusii
àdritùra polìd = la mia fotografia e
riuscita bene alla prima.
àdiilà, * V. att. = adulare : lodare troppo
e senza verità, a scopo ignobile.
àdiilasiòn, * s. f. = adulazione : 1' atto
e il vizio dell'adulare : lode esagerata.
àdiilàtór, * s. m. = adulatore : chi adula.
àdulter, s. m. = adùltero: chi commette
adulterio.
adulteri, s. in. = adultèrio: violazione
della fede coniugale.
àduiiànsa, s. f. = adunanza.
1) Eiunione di più persone per trat-
tare di cose di utilità pubblica o privata.
2) Le persone adunate; V (idiindnsa
l'ha votaa per el si = V adunanza ha
votato per il si.
àdvént, s. m. = avvento: quella parte
dell'anno ecclesiastico che incomincia
l'ultima domenica di novembre o la
prima di dicembre, e finisce la vigilia
di Natale.
aèreo, * agg. = aereo: senza fondamento ;
sperdnsa aèrea = speranza aerea : che
non ha fondamento.
afa, * s. f. = afa: aria calda, soffocante,
che opprime.
àfàcc, = volgare e vecchio invece di àfàtt.
Vedi.
àfàbil, * agg. = affabile : che tratta con
amorevolezza, special, gli inferiori.
àfàbilitaa, * s. f. = affabilità : 1' essere
affabile.
àfàmaa, agg. = affamato: di chi ha gran
fame.
1) Iperb. spreg. = miseràbile ; Ve on
àfàmàa = è un miserabile.
àfàun, s. m. = affanno , gravità di re-
spiro ; se el cor on cicìn ghe ven V à-
fànn = se corre un pochino gli vien
l'affanno.
àfàràsc, s. m. = affaraccio. Pcggior. di
àfàrì = V è on bruti àfàràsc - è un
brutto affaraccio.
àfàre, s. m. = affare, negozio. È più co-
mune usato anche al sing. àfàri. Vedi.
afa
15
afl
àfàrètt, s. m. dim. di àfàri = affaretto ;
l'è on àfàrètt minga mal = è un di-
screto affaretto. .
àfàri; s. m. = affare : cosa fatta o da
fare, ma di una certa importanza , o
rischio, 0 pericolo.
1) ironie. = rè on bèli àfdri = è un
beir affare : di cosa che ci si presenta
molto brutta e imbrogliata.
2) àfàri de stdt = affai-e di Stato.
Cosa del Governo specialmente in re-
lazione coll'estero. Ma si dice scher. di
una cosa piccola trattata con scandalo
e con mistero.
3) àfàri mtgher, losche tìsiche étràcch,
bàlórd, locch, bon, catìv , e sini. = affare
magro, sporco, sballato, stracco, bacche-
rellato, buono, cattivo, e sim.
4) quèW àfàri = quell'affare: di cosa
che non si nomina.
5) àfàri sèri = affare serio : cosa di
gì ave importanza.
6) àndà ben, àndd m-dl, crèss, fa i
àfàri = andar bene, andar male , cre-
scere, far gli affari: di cose di com-
mercio.
7) fa ben i so àfàri = far bene i suoi
affari : arricchire. . >
8) òna botèga che fa àfàri = una
bottega che fa affari : che lavora e gua-
dagna.
9) vèss in di àfàri fina ài còli =
essere negli affari fino alla gola : es-
sere occu])atissimo in qualunque pro-
fessione ; ritiràss di àfàri = ritirarsi
dagli affari,: cessare il commercio, l'in-
dustria a cui. si è applicati.
10) òmm d' àfàri = uomo d'affari : uu
uomo che solitamente è occupato , ha
molte incombenze. .
^^ 11) l'è àfàri fenii = è negozio aggiu-
^HBtato: è affar finito.
^^P 12) Nel senso di bordello; elg'hà tiraa
^^mon éàss che l'era on àfàri de sta posta =
^Kgli tirò un sasso che era un bordello
di questa posta.
i\f<àròn, s. m. accresc. di àfàri, = affa-
rone: per lo più di cosa lucrosa; à
còmpì'à quHa cà lì l'à faa on àfàròn =
i^Ka comperar quella casa li ha fatto un
I^H|affarone.
^Màtt = affatto: interamente ; l'è bridt
àfàtt = è interamente brutto.
1) Rinforza la negativa ; V è vera 'r'
nient' àfàtt = è vero? niont'aft'atto.
aR'sióii, * s. f. = affeziono: sentimento di
affetto e di benevolenza abituale , per
consuetudine; l'àfèéidn di fiéti = l'af-
fezione dei figli.
1) pi-è.H d'àfèsidn => prezzo d' affe-
zione: quello che si paga o che si. fa
pagare oltre al valore per il desiderio
di aver la cosa, o per il rincrescimento
di perderla.
àfèsionaa, * agg. - affezionato : che ha
affezione.
àfèsionàss, * v. rifl. = affezionarsi :. pren-
dere affezione. Si dice degli uomini e
delle bestie.
àfetaa, agg. = affettato : pieno di affet-
tazione ; l'è 071 àmni àfetaa = è un
uomo affettato.
1) Ammanierato. Si dice in arte di
modo, stile che dà nel caricato e nel
falso.
àfetàsión, * s. f. = affettazione : cura
smaniosa di far nostre alcune maniere
che non sono della nostra natura y e
inadeguate alle nostre forze , o senti-
menti che non sono della nostra co-
scienza ; l'è dna dona pièna de àfètà-
siòn = è una donna piena di affetta-
zione.
àfètiiòSj agg. = affettuoso : che ha molto
affetto e lo dimostra; l'è on fièu bón
ma minga àfètuos = è un buon fi-
gliuolo, ma non è affettuoso; l'è. òna
jwesia àfètuosa = è una poesia affet-
tuosa.
àfiiiitaa, s. f = affinità , somiglianza ;
el milànès el g'hà àfìnitaa con l'ità-
lidìi pilsee de quél che se crèd = il mi-
lanese ha affinità coli' italiano più di
quanto si credo.
àfìss,* s. m. = affissi (gli) : tutto quanto
di legno, ferro o altro serve a chiudere
usci, finestre e sim. di una casa.
àfltà, * detto più comunem.: fltà, att. =
affittare, appigionare: detto di case,
quai-tieri, stanze, botteghe, magazzini
che si cedono a una persona per uso
pròprio.
àiltàbil, * agg. » affittàbile : da potersi
affittare.
àfltàiisa, àfitt, affitto : appigionamento,
cessione che si fa di un podere, selva,
casa 0 sim. a un altro che so ne serve
pagando un tanto l'anno o per quel
tempo che ci sta ; combina, scad, ri-
novà, .comincia, fini l'àfitànm o l'àfitt
. = combinare, scadere, rinnovare, comin-
ciare, finire l'affitto.
ali
- 16 -
agi
àfitt) più comunem.t fltt, s. m. =» affitto.
il prezzo combinato per Yafitànéa di
cui sopra.
alitarsi (D'),* » appigionasi : modo co-
mune per dire che sono da affittare, da
appigionare case, quartieri, poderi, e
sim.
àfltttàri,* s. m. » affittuario: chi prende
in affitto.
àflttéusa,* s. f. = affluenza: concorso di
gente.
àflflént,* s. m. " affluente : fiume che
sbocca in un altro.
àf ranca)* v. att. = affrancare, francare.
Si dice delle lettere consegnate alla
Posta per la trasmissione.
àfrèsch,* s. m. = affresco: pittui'a sul
muro.
àfricàn. 1) agg. = africano dell'Affrica o
che viene dall'Affrica.
2) sost. = affrìcana: specie di pasta
collo zabaione dentro e ricoperta di
cioccolata.
afta,* 8. f. = afta, granciaT. med.: ulce-
retta bianca in bocca. In mil. si dice
anche vesl^a.
àfiimicà, V. alt. = affumicare.
1) à filmica i giàmhòn = affumicare
i prosciutti : tenerli al fumo, perchè
prendano un certo sapore.
2) àfumicà i ogiaa « affumicai'e le
lenti degli occhiali, appannarle.
àffìst,* s. ni. = affusto. T. artigl.: l'ar-
matura 0 carro che porta il cannone.
àgata, s. f. = agata.
1) Pietra silicea, diàfana di vari co-
colori Q di qualche pregio.
2) Agata: nome di donna, non però
troppo usato,
àgensia, s. f. = agenzia: impresa d'af-
fari; àgemia teàtrtll » agenzia tea-
ti-ale.
1) Ufficio di chi si incarica di collo-
care persone di servizio.
àgèut, s. m. = agente: chi tratta gli af-
fari di casa nello case ricche.
1) àghit de ctiinbi = agente di cam-
bio, agente d'affari : che tratta per pro-
fessione gli affari di borsa a conto degli
altiù.
2) (igènt di tàéé = agente delle tasse:
chi le riscuote a conto dello Stato.
3) àgènt de pùblica sictirèsa = agente
di polizia, della forza pubblica.
4) àgént teàtràl - agente teatrale.
Chi si fa intermediario fra impresàiio
ed artisti per la conclusione delle scrit-
ture di contratto reciproche, e tiene
per ciò una agenzia teatrale.
àgrètÌT, s. m. = aggettivo, T. gramm. :
nome che determina 1' oggetto ; el sa
minga concorda l'àgétiv col nòmm =
non sa concordare 1' aggettvo col so-
stantivo; non connette le proprie idee.
agevola, V. alt. =• agevolare : far cortesia
nei prezzi.
àgeTolèsa, s. f. « agevolezza: il fai-e
cortesia nei prezzi.
àgrher, agg. =
1) Agio, aspro ; del sapore del limone
specialmente.
2) Vetrino : di ferro crudo che facil-
mente si rompa.
3) pésa agra, = bilancia pigra.
4j l'è on poo àgher - è un po' duro
a spendere.
5) l'è àgher = è brusco: si dice di
chi è di mal umore.
6) dgher = sciroppo di limone,
àgi, V. att = agire.
1) Il procedere; che mànera de àgi
l'è quelita = che modo di agire è questo ?
2) Operare: di medicinali e sim.; l'oli
l'ha minga agii iròpp = l'olio non ha
agito troppo.
àgilitaa, s. f. » agilità.
1) Destrezza, sveltezza nell'uso delle
membra.
2) T. mus. Più che passaggio ; el ie-
nòr in di àgilitaa l'è braviiim = il te-
nore è bravissimo nelle agilità.
3) el g'hà dna àgilitaa straordinària
= ha un'agilità straordinaria.
àgio, s. m. = aggio : vantaggio che si
dà 0 si riceve per cambiamento di mo-
nete dello stesso valor nominale, ma
non commerciale.
agita, V. att. = agitai-e, commuovere ; l'è
òna notista che là m'ha àgitaa in ma-
néra de minga créd = è una notizia che
mi agitò in modo incredibile.
àgitaa, part. pass, di agita = agitato ;
l'è tròpp àgitaa = è troppo agitato.
1) el mar l'è àgitaa = il mare ò
mosso, è agitato.
àgitasión, s. f. = agitazione : 1' essere
agitato.
àgitàss, V. rifl. = agitarsi, turbarsi, in-
quietarsi ; el se agita per nàgòtt = si
agita per nulla, di nulla.
àgiflstàmeiit, s. m. = aggiustamento, ac-
comodamento ; hin vegnilu à on àgili-
i
agn
èlàment dòpo tanti ami - son venuti
a un accomodamento dopo tanti anni.
àgriièlìn^ s. m. dim. di àgnèll = agnellino.
1) Di altre bestie; l'è on àgnèlin =
è un agnellino, è buono, è quieto come
un agnellino.
àgnèll) s. m. = agnello : il piccolo della
pecora.
agonìa, s. f. = agonia : lotta fra la vita
e la morte, ultimi momenti del malato.
1) i tré or d'agonia = funzione cat-
tolica per commemorai'e 1' agonia di
Cristo.
2) vèsi in agonia - essere agonizzante,
agonizzai'e.
àguiigdéi; s. m. = abitino. Agnus deo:
involtino con entro reliquie ed orazioni
che portasi al collo per divozione.
àgòii) s. m. = agone. Cyprinus Larien-
sis. Pesce.
1) vèàs còtt come on àgòn = essere
bacato ; essere fieramente innamorato.
2) àgoii bàétdrd = agone bastardo.
Quello che passa il peso di due once
fraLariensi e di quattro fra i Verbanensi.
àgòrd, agg. = grasso, sovrabbondante:
di cosa che oltrepassa la sua determi-
nata misura, o l'atteso guadagno.
àgóst, s. m. = agosto: l'ottavo mese del-
l'anno.
1) là Màdona d'àgoàt » la Madonna
d'agosto, l'Assunzione.
2) là prima ticqua d'àgost là rin-
frHca el bosch = v. acqua in senso di
pioggia.
3) pà^à àgóst = pagare agosto: pa-
tir la febbre intermittente per la ma-
laria che è d'agosto nelle risaie della
bassa Lombardia.
agosìn^ s. ni. = aguzzino : custode dei
galeotti.
1) Vile persecutore e tribolatore ;
quèla dona l'è on véro àgostn per i
so fièli = quella donna è un vero aguz-
zino pei suoi figli.
àgostiniàn, agg. = agostiniano : religioso
dell'ordine di S. Agostino.
àgra^ s. f. = caglio : il siero molto ina-
cidito, una cui dose moderata i caciai
pongono nella ricotta o mascherponi.
àgradì, v. a«.= aggi-adire, gradire ; ac-
cettare con piacere ciò che viene offerto ;
•s'è el véiìr àgradt = se vxiolo aggra-
dire: detto quando si offre a qualcuno
qualclio cosa.
àgràff, s. 711. = affibbiatura, fermaglio.
17 — agr
agràri,* a^g. = agrario: che appartiene
all'agricoltura, che la riguarda.
àgràvà, V. att. = aggravare : influire a
carico di qualcuno ; là tóa lètera l' ha
àgràvaa là tòa posisiòn = la tua let-
tera ha aggravato la tua condizione.
àgràvaa,* agg. = aggi-avato : di malato
peggiorato.
àgràvàméiit, * s. m. = aggravamento :
l'aggravarsi, specialmente di malattia ;
stdmàtina el dolor l'ha notda on àgrà-
vamént sensibil = stamane il dottore
notò un aggi-avamento di qualche ri-
lievo. Si dice pili com. pegioràiuéiit.
àgràvànt,* part. pres. di àgràvà = ag-
gravante : che aggrava ; l'è dna circo-
étdma àgràvànt = è una circostanza
aggravante. Si usa anche sostantivato.;
gh'éra peti V àgràvànt de vèss recidiv =
c'era poi l'aggravante dell'esser reci-
divo.
àgràvàss,* v. rifl. = aggravarsi : di una
malattia specialmente. Si dice più co-
mun. pegiorà.
àgràvi, s. m. = aggravio.
1) Gravezza di imposte, tasso e sim. ;
hin tròpp i àgrdvi perpodè tiràiindm- =
son troppo gravi le imposte perchè si
possa andare avanti.
2) fa àgràci = fare aggravio, aggra-
vare, incolpare ; g'han faa àgràvi anca de
quèit - l'hanno aggravato anche di ciò.
àgremàu, s. m. = cortesia, piacere: gen-
tilezza che uno usa ad un altro per di-
mostrazione di simpatia, deferenza o
sim.; l'ha invidaa in campagna: l'è on
bèll'àgremàn = lo ha invitato in villeg-
giatura: è una bella cortesia.
1) Ornamento fatto di passamano.
àgrèsión,* s. f. = aggressione, 1' aggre-
dire ; nò se parla che de l'àgrèèion de
stanati = non si parla che dell'aggres-
sione di questa notte.
àgrèsOr,* s. m. = aggressore, chi aggre-
disce.
àgrìcoltór,* s. m. = agricoltore. T. no-
bile di chi lavora la terra; l'è minga
on pàisdn, l'è on àgricoltèr = non è
un contadino, è un agricoltore.
agricoltura, s. f. = agricoltura: l'arte di
coltivar la ten-a e tutto ciò che a tale
arto appartiene.
1) Ministeri de agricoltura e comèrc
= Ministero d'agricoltura e commercio.
àgrimeiisor,* s. m. » agrimensore : chi
esercita l'agi-iraensura.
agr
- 18 -
al
àgriiuensiira,* s. f. = agrimensura. L'arto
di misurare e stimare le terre; l'è do-
tar d'àgrimcnsilra - è dottoro in agri-
mensura.
àgrónom,* s. f. = agronomo: olii sa o
professa agronomia.
agronomia,* s. f. = agronomia: la scienza
dell' agricoltura; te stndiet tinca ti agro-
nomìa ì = studi anche tu agronomia ?
ah ! inter. = ah I Esclamazione che varia
significato secondo il tono della voce ;
ah ! con d'on bàlòss = ah ! cane assas-
sino ; ah ! finàlmént! = ah ! finalmente ;
ah! cóme l'è bòn! = ah! come è buo-
no! ecc. ecc.
ài, artic. = agli, ai : articolo maschile del
compimento indiretto plurale.
ài, inter. » ahi ! ohi ! esclamazione di
dolore.
1) ài là mia gamba! » esclamazione
che significa : può darsi, ma la vuole
andar male. Si dice in questo senso an-
che soltanto ài! ài!
àiròii, s. m, = Airone.
1) Sgarza (cenerina, Nonna, Berta
grossa. Ardea maior. Uccello di ripa.
2) Nonna col ciuffo, Pavoncella di
padule. Ardea Nyctieorax. Uccello di
ripa. Detto anche sgarsèta bianca,
sgolgéta.
àj, s. m. = aglio. Allium salivum. Pianta
da orto, bulbosa, a spicchi ; on eoo d'àj,
dna fesa, là rilsca de l'àj «= un capo,
uno spicchio d'aglio, la buccia dell'a-
glio ; àj cvcch = aglio vuoto, vano.
1) fa mangia àj\ fig. = far mangiar
l'aglio, far rodere di stizza e di dispetto ;
el m'à faa maìigitl viin de quy'fij. . . ci
ho rimesso un'ala di fegato, mi fece
sputare un' ala di polmone ; vègh tii =
essere roso dalla stizza, dal dispetto.
2) dna corona d'àj = una filza o re-
sta d'agli; una fune di resta d'aglio;
fa sic i corami d'àj - mettere in resta
l'aglio.
3) quèll de l'tij = agliaio, colui che
vende l'aglio.
4) Pela l'ai = spogliar l'aglio.
5) tutt coés ven à tàj; anca i ung de
2)elà l'tij = tutto torna utile; anche le
unghie per sfogliar l'aglio. Cioè di inu-
tile non c'è nulla.
àj de loff, s. m. >= aglio.
1) CipoUaccio. Hyacintus comosiis.
Pianta perenne. Anche àièu sàlvà-
degli.
2) Bella di undici ore. Latte di gallina.
Ornithoghahnn umbellatum. Pianta a
bulbi numerosi.
àj màtt, s. m. = aglio matto. Allium
angulosimi. Pianta.* ' ■
àj scialò, s. m. = Scalogno. Allium
ascalonicum. Pianta.
àja, inter. = ahi! Esclamazione di do-
come ài!
àjàda, s. f. = Agliata : sapore d' aglioL
infuso in una vivanda.
1) Aiata. Tanto di' grano e di biade
in paglia quanto basta a empir l'aia
àjbèla, avv. - molto tempo; l'è àjbèla
che dura el cald = gli è bel tempo che
dura il caldo. Si dice anche chitobéla.
àjee, s. m. = agliaio: campagna piantata
d'aglio.
àjoéu, s. m. = aglietto : aglio fresco che
non ha ancor fatto il capo e messo gli
spicchi.
àjoeula,* s. f. » aiuola. Spartizione dei
giardini in campetti per fiori o altr
piante.
àjòn, s. m. = aglio maschio o tamburino:
aglio non a spicchi ma d'un sol bulbo.
àjiitànt, s. m. = aiutante.
1) Chi aiuta uno in qualche ufficio.
2) Gradi militari; àjùtànt de cdmp^
àji'àdnt màgiòr = aiutante di campo,
aiutante maggiore.
àjiitànta, s. f. = aiutantessa. Por celia.
àjiitànt de ciisìna » bardotto di cu-
cina.
àjiitt,* s. m, = aiuto: opera che si pre
sta a chi da se solo non potrebbe faro ;
gh'hoo bisdgn d'on àjutt = ho bisogna
d'un aiuto; cereft, dà àjiitt = cercare,
dare aiuto ; vegnì, cor in àjiitt = ve
nire, correre in aiuto ; vèss d' àjiitt -
essere d'aiuto. *
1) Di cosa : i liber hin V àjiitt di siii
dent = i libri sono 1' aiuto degli stU'
diesi.
2) Persona che aiuta di continuo iq
ufficio; g' hdn concèsé on àjiitt = gli
hanno concesso un aiuto, uno che lo
aiuti.
3) àjiitt de edéta = aiuto di costa; ina-
spettato ed efficace. Bilancino. Chi aiuta
in un lavoro che altri non potrebbe da
sé 0 gli sarebbe troppo grave.
4) àjiitt! = aiuto ! grido di chi chiède
soccorso. ■■'
ài, artic. al, allo. Artic. masch. del com-
pim. indir, sing.
ala
10 -
ali)
ala, artic] femm. del compiili, indir.
sirig.
àia, s. f. = aia. Al pluv. fa al = parti
del corpo degli uccelli e d'alcuni insetti,
che servono a loro per volare ; càscia
i ài = metter lo ali.
1) tàjà i al = tagliare, tarpare le ali
in modo clie non possano volare. Fig.
Levar la forza, la possibilità di nuocere.
2) fa rolti Hcnsdl = far volare sen-
z'ali: 2)recipitare dall'alto.
3) coi al = alato, che ha le ali.
4) sbmà i al = abbassar le ali, met-
ter giù l'orgoglio; lìmi giù i di = se-
minare i frasconi. Do' polli che' stra-
scinano l'ale per debolezza; e fig. an-
che di persona stanca.
5) slarga i al = spandere, allargare
le ali. Fig. Uscir di pupillo; fare a
modo suo.
6) slarga i ài puiec del bisògn = al-
largar le ali più del nido; far da più
che uno non è; spender ,di pili di
. quello ohe si può.
7) al d'òna cà, d'on pàlàss = ali
di un edificio, le due parti unito a cia-
scun lato della fabbrica.
8) àia : parte eminente di un organo
del corpo animale, come del fegato, del
polmone.
9) Nome di ognuno di quei piani ret-
tangoli, dolcemente inclinati nei quali
("' diviso un prato marcito rio.
10) dia = coperta. Nome delle due
falde della sella. Meglio àléta.
11) Quella parto del vestito che fa
finimento allo tasche.
12) ala = tesa : la falda del cappello
che è unita intorno alla base della fa-
scia e fa solecchio; dia dèla bàrèta =
tettino.
13) dia d'on poni = pignone delle
pilo di un ponto.
14) dia = ritto : nome di quei due
pezzi di ferro posti in piedi nelle
staffe da cavalcare.
àia bòna: vedi bona N. 24.
àia làrg-a loe. avvcrb. = alla larga : di-
scosto ; età Ma larga « stare alla larga.
Fig: non avvicinarsi; non avere fami-
gliarità con persone. = esclani. eliti;
(da larga! = alla larga!
àlàbàster s. m. = alabastro: pietra si-
mile al marmo, più trasparente e più
tenera; vrss bidnch còme l'àlàbàsier =
ossoro bianchissimo.
àlàbàstree, s. m. = alabastraio : colui
cho lavora l'alabastro e vende gli og-
getti fatti d'alabastro; per lo più sta-
tuette.
àlàgrà, * V. alt. = allagare: formare un
lago in un tratto di terreno o di paese ;
han àlàgaa l'Arnia = hanno allagato
l'Arena.
àlàg-àmènt, * s. m. = allagamento : l'al-
lagare.
àlàrmà, * v. alt. = allarmare : mettere
a un tratto in paura.
àlàrmànt, * agg. = allarmante : cho al-
larma ; è rivaa in Bórsa di notìii àlàr-
mànt = arrivarono in Borsa notizie al-
larmanti.
àlàrme, * s. m. = allarme. Paura per
qualche sciagura imminente ; l'èra on
àlàrme fals = era un falso allarme.
àlàtà, * V. ait. voce scelta per lata =
nutrir col proprio latto il bambino
finché non si spoppa ; hoo daa vìa de
àlàttl el me bambln = ho dato ad alat-
tare il mio bambino.
àlàtàment, s. m. = allattamento : 1' al-
lattare, si dice più coni. ; bàilidura.
alba, ^ s. f. = alba. L'imbiancare il ciclo
prima del giorno: brùzzico.
1) A l'alba di voti, di nhiv^ di dès, ecc.
por iron. = all'alba dei tafani : cioè
ora tarda.
albàg'ìa, * .<?. f. = albagia : aria di sod-
disfazione e sussiego di chi faccia una
stima esagerata di qualclie suo merito
0 prerogativa ; tràtà cont'àlbàgia = trat-
tar con albagia.
àlbàròtt, s. f. = betula pelosa ; bctula
pubescens = betula pigmea o nana =
betula pendente.
àlbègrìà, * V. att. = albeggiare. Spuntar
l'alba.
àlber, s. tu. = albero.
1) Antenna della nave ; tllber Maè-
ster = albero di maestra.
2) àlber = albero : la verga mobile
superiore del telaio di ferro da far calze.
3) Albero del tamburo ; asticciuola
cilindrica d'acciaio con più riprese o
scalini, la quale attraversa il tamburo
dell'orologio, noUa direzione dell'asse.
4) d^lher = cilindro : quello che, mosso
dall'acqua, fa andare le macine ideila
carta e simili.
albera s. f. = canapiglia. Cicalone ; Anas
streperà. Uccello acquaiolo.
albera /". alt. ^ alberare, rianturc albori.
alb
20
ale
àlberàdfìra, s. f. = alberatura : il com-
plesso degli alberi di una nave.
àlbergàddr, s. m. = albergatore : chi
tiene albergo.
àlbèrghètt, s. m. dim. e spreg. di al-
bergo = alberguccio.
albergo, s. m. = albergo: casa pubblica
e piuttosto di lusso, dove si trova, pa-
gando, alloggio e vitto : l'albèrgo Mi-
làn. Cavour, Manin, e sim. = l'al-
bergo Milano, Cavour, Manin, e sim.
1) l' albèrgo dèla stèla: Scherz. =
l'albergo della luna, o delle stelle. A
ciel sereno.
2) sta èli l'albèrgo = stare sull'al-
bergo : vivere non in famiglia.
y) legni albèrgo = tenere albergo. Fare
r albergatore.
4) te §ee minga a l'albèrgo = non
sei all'albergo. Si dice a chi va e viene
in casa con troppo poco riguardo a
queUi della famiglia.
albi, 5. m. = trogolo.
1) Vaso ove si tiene il mangiar dei
porci. Anche maruett.
2) Abbeveratoio per le bestie di qua-
lunque specie.
àlbicocch, s. m. = albicocco : frutto
dell'albicocco ; -piànta de àlbicocch =
albicocco. Si dico meglio àrbicoccli.
àlbioen, s. m. = beccatoio: cassetta nelle
stie, ove ponesi il becchime ai polli.
àlbiii, s. m. = albino : uomo che ha i
capelli bianchi e la pelle e gli occhi
rossi e di giorno ci vede poco.
àlbis, domenica o domènega in dlbis
= la domenica in Albis : l' ottava di
Pasqua.
àlbora, s. f. = alborella : pesce argentino.
Cyprinus albor. Fritto ha dell'amaro-
gnolo. Appena nato lo dicono : ogitt.
àlboree s. m. = rete da alborelle a ma-
glie strette.
àlbum, s. m. = album : libro di ricordi
0 di ritratti di persone care o illustri.
albumina,* s. f. = albumina. T. chini.
Materiale che forma ^ quasi per intero
il bianco dell'evo. È nel siero del
sangue e in altri umori.
àlcàlìn, agg. = alcalino ; agg. di Alcali ;
mdr àleàlin = sapore alcalino ; àc-
quii àleàlin = acque alcaline.
àlchermes, s. m. = alchcrraos : sorta di
liquore dolco di color rosso rubino.
alcol,'*' s. m. = alcool. T. chim. : spi-
rito di vino, spirito ; l'è on vin che g'hà
pòcch alcol = è un vino che ha poco
alcool.
àlcolisa,* V. alt. = alcoolizzare : trasfon-
dere la qualità dell'alcool.
àlcoòlich, agg. = alcoolico: che contiene
alcool ; vin àlcoòlich = vino alcoolico.
alcova,* s. f. = alcova : di camera di-
visa in due per mezzo di un arco con
tende la parte dove sta il letto.
àleaa,* agg. = alleato : che ha fatto
alleanza ; l'Italia l'è àledda dèla Oèr-
mània = l'Italia è alleata della Ger-
mania; l' esercii aleaa = l'esercito al-
leato.
.àleànsa,* s. f. = alleanza : lega, patto
fra due Stati stabilito con trattati ; fa
àlednsa\ romp, rinovà l' àleànsa
fare alleanza ; rompere, rinnovare ral|
leanza ; àleànsa ofensiva e difensiva
alleanza offensiva e difensiva.
àleàtich,* e più antic. àleàtegh = alea-*
tico : nome d'una sorta d'uva di cui si
fa vino squisito che porta lo stesso
nome.
àlee, inter. = alò : esclamazione di risen-
timento e vale andiamo ; àlee, gioi-
nòti, finimela = alò, giovinetti, finia-
mola !
àlegaa, v. m. = allegato: documento
che si unisce a comprovare una scrittiu'a.
àlègher, agg. = allegro : che sente o
dimostra allegrezza; àlégher còme on
spos, cóme on pèss = allegro come uno
sposo, moltissimo ; ftcia àlégra = viso
allegi'O.
1) gent àlégra et ciel l'ajiUa = gente
allegra Dio l'aiuta.
2) passato con allegi'ia. L'è staa on
més àlégher l'Otóber = l'Ottobre è stato
un mese allegro.
3) feiZgh àlégher = fuoco allegi'o: vivo,
bene acceso, che riscaldi bene.
4) mùsica , casa àlégra = musica
casa allegra, che rallegra.
5) casa àlégra = casa allegra : p
enfasi, dove ci si sta allegri, anchi
per libertinaggio.
6) color àlégher = colore allegro
vivace.
7) àlégher = allegro, allegruccio, al
tetto, alticcio, brillo : che ha bevuta
un pò più del solito, e il vino gli hi
dato un pò alla testa.
8) sta àlégher = stare allegii : senzi
malinconie, fave il gaudente, il gau
dontone.
ale
- 21 -
ali
9) gh'è pòcch de età àlègher = c'è
poco da stare allogii: c'è poco gua-
dagno.
10) Ironie: esclam. di meraviglia e
rammarico : /' ha perduil tré nòti ài
gieugh. Alégher, fteu ! = ha perduto tre
notti al gioco. Allegri, figlioli !
11) Htà sii àlcfjher = dimetti il pen-
siero, sputane la voglia: si dice ad
uno che vuole noi si faccia una cosa
e noi non vogliamo.
12) Brioso : che ha brio ; l'è un gio-
, inòtt àlégher = è un giovinetto allegro :
che diverte la brigata.
! 13) àndà giò àlégher = allargare la
mano, largheggiare.
14) àvègh de sta àlégher = averne
sciali 0 sfoggi : esservi da scialarla.
àlegràmént, avv. allegramente : con al-
legria.
1) màngit, viv, bev, àlegràmént =
mangiare, vivere, bere, allegramente:
senza pensieri.
2) àndà giò àlegràmént = far qualche
cosa a piene mani.
3j iron. Briisà àlegràmént = bru-
ciare allegramente : alla svelta e senza
■ impedimenti.
àlegrìa,* più com. legrìa s. f. = alle-
grezza: sentimento manifesto dell'animo
soddisfatto; là trdpa àlegrta là me fa
pàÉra = la soverchia allegrezza mi fa
paura.
1) on' àlegrta de liis^ de color =
un'allegrezza di luce, di colore. Detto
di cosa che dia allegrezza.
2) Allegria: contentezza piuttosto
chiassosa e di piii persone. L'è finìda
l'àlegrìa del càrnoaa = è finita l'alle-
gria del carnevale; emm de fa dna
bela àlegrta? = facciamo una bella
allegria ?
3) viv in pàs e in àlegrta = vivere
in pace e in allegria : contenti e allegri.
àlegriéta,* o legriéta, s. f. dimin. di
àlegrìa, = festicciola. Si dice spe-
cialmente di quegli spassi che si fan
tra amici o in famiglia, in pòchi, e
senza molta spesa.
àlelùja, = alleluia. T. eccles. Lode a Dio.
1) Esclamaz. per dire: allora nenia
j finisce mai !
1 àlemàr, s. m. = alamari.
1) Allacciatura fatta con aghetti, o
passamani, e oli vette.
. 2) Bruco: l' attacagnolo dei segnali
che si pongono nei messali, breviari e
sini. Anche sègii, seguàcol.
àleta, s. f. = paletta.
1) uno dei denti piani o alette infisse
a squadra nella lunghezza della bilancia
dell' orinolo.
2) Aletta: piccola ala, aletta dei pesci,
anche uno dei tagli del bue.
3) Aliuzza maschio di color bianco;
Muscicapa albicollis. Ucc. silv. = àlèta
del eòli négher = balia nera : Muscicapa
luctuosa. = àlèta bianca e negra = boc-
calepre, grisettina, grisola. Muscicapa
grisola.
4) Copertina: una di quelle parti di
cuoio che in alcune selle ricoprono le
coperte. Anche diconsi àlétt, gli orec-
chioli, cioè quelle liste che hanno certi
berretti per uso di coprir le orecchie.
5) lalètt = gli orecchioni: quei due pezzi
di metallo che sporgono dal cannone
e lo sostengono nella cassa.
silètóu, s. m. = parafango. Vedi para-
fa iig:a.
àlevà^* V. att. voce scelta per leva, =
allevare. Vedi leva.
àlevàméiit, s. m. = allevamento, alle-
vatura, l'allevare.
àlfàbétich, of/g. = alfabetico. Secondo
le lettore dcil' alfabeto.
àlfàbétt, s. m. = alfabeto : le lettere che
servono per la scrittura di una lingua ;
el sa nànca l'dlfàòett = non sa neanche
l'alfabeto, cioè non sa nulla.
alflér, s. ni. = alfiere : uno dei pezzi do-
gli scacchi.
àlgrèbra, * s. f. = algebra. T. mat. Scienza
che insegna a calcolare le quantità
d'ogni sorta con segni universali.
àlibi, s. m. = Alibi. T. leg. ; pro^ l'a-
libi = provar l'alibi. L'assenza dal luogo
del delitto nell'ora in cui fu commesso.
àlienàsiòn, * s. f. = alienazione men-
tale : la pazzia ; el é'è màsaa in d'on
moment de àlienàsiòn = si uccise in
un momento di alienazione mentale.
àliév, * s. m. = alunno : chi è da uno
ammaestrato od allevato : scolaro ; /' è
on bi'ào cerUsich : l'è àlièo del Bottini =
è un bravo chinirgo : è allievo di Bot-
tini.
àliinént, * s. ni. alimento : quanto servo
al nutrimento.
alimentar, agg. = alimentare : alimen-
tario : che serve all' alimento ; so-
stàns alimentar = sostanze alimentar .
ali
- 22 -
alp
aliava, * /•. (di. = alliucarc : faro elio più
uomini 0 coso siano mossi su uua stessa
linea ; i han àlincaa ben i piànt sii qucll
viàl = li hanno bone allineati gli al-
beri su quel viale.
àlineàss, * v. rifl. = allinearsi: mettersi
con altri su una stessa linea.
àlniàuch, àlmén, = almeno , almanco.
1) Il meno che possa essere; glie vo-
ràrà àlmcn tri; mila lira = ci vorranno
almeno tre mila lire.
2) Per desiderio del mono peggio;
àlmèn ghe filés càpitaa on fastidi minga
insci gròèé = almeno gli fosse toccato
un fastidio men grave.
3) Insomma e non altro ; Hi Vb poeer^
ma àlmén el se fa onòr = egli ò po-
verO; ma almeno si fa onore.
àliuànàcà, * v. alt. = abbacai-e : fanta-
sticare senza costrutto.
àliuànàcch, s. ni. = almanacco : libro che
indica i giorni, i mesi e altre cose re-
lative alla classe di persone cui è de-
stinato.
aloe, s. m. = aloe ; aloe perfoliata =
pianta medicinale delle gigliacee, od an-
che il sugo della pianta.
àlogg, * s. m. = alloggio : luogo dove
si stia por un tempo piii o meno lungo,
per amicizia o a pago ; el portinàr el
g'hà l'àlògg gratis = il portiere ha 1' al-
loggio gratis.
1) dà vlio e àlògg = dar tavola e
quartiere: alloggio e vitto.
àlogrià, V. alt. = alloggiare.
1) Dare alloggio in casa nostra per
più 0 meno tempo a pago o no.
2) intrans.; stare in casa d'altri per
un dato tempo, a pago o ^gratis ; dóe te
àldget? - À V albèrgo de V AgnHl = dove
alloggi '? - All'albergo dell'Agnello.
3 ) àlógià à V albèrgo dèla Ulna o
de la stèla = alloggiare all'albei'go della
Luna.. Schorz. cielo . scoperto. Si dice
anche : dormi fila serena.
4) ehi tardi àr7oa male àlògia = pro-
verbio ital. che il mij. ha fatto inte-
ramente suo nell'identico significato:
chi arriva tardi s'accontenti di quel che
gli tocca.
àlóii, inter. = alò. osclam. che ha lo
stesso significato di alee ! Dal francese
Alons.
iìlontànà,* v. att. = alienare, inimicare:
disaffezionare persone fi-a loro ; Ve on
fàtt che ha àlontànaa me pàder dal
me- lilo = è un avvenimento che alienò
mio padre da mio zio.
àlòra, ave. = allora.
1) In quel tempo ; àlòra se podena.
àdèss nò = allora si poteva, oi'a no.
2) Raccontando, per il passato e per
il futuro, anche il presento ; alòra mi
glie disi se el veur regni in del me
studi = allora io gli dico so vuol ve-
nire nel mio stadio.
3 Por questa ragione e per conse-
guenza di questo; se te mei dlset ti,
àlòra parli pil = se me lo dici tu, al-
lora non fiato più.
4) Elitt. àlòra ! = L'ha ditt el dotar che
ci vègnarà domdn. - Alòra .' = il dottoi'e
ha detto che verrà domani. - Allora !
(allora ò inutile che venga).
5) àlòra si che.... = allora sì che....
Allora fu o sarà che....; àlòra si che
me inrablsi debòn = allora si che mi
arrabbio davvero.
6) de àlòra = d'allora , di quel tempo ;
ài discòrs de àlòra pensèmegh j}ù = ai
discorsi d'allora non pensiamoci più.
7) D'allora. In quel momento o poco
prima ; l'èra vegniiii àlòra = era ve-
nuto d'allora.
8) de chi e alòra .= di qui allora. Da
oggi a quel tempo. Si sincopa anche in
de chi e lòra ; de chi elòra ghe pensa
rèmm = di qui allora ci penseremo
9) adèss per àlòra = ora por allora
0]"a per quando sarà il caso ; re àvisi
àdèss per àlòra; a S. Michee bisogna
paga = v' avverto ora per allora ; a
S. Michele bisogna pagare. ,
àlòro, * lo stesso che làoi', s. m. = al-
loro. Si usa quando se ne fanno corone
di onore ; ona corona d' àlòro = una
corona d'alloro.
ili]), s. m. = alpe.
1) Montagna altissima.
2j Nome di quei pianori rivestiti d
folte erbe sostanziose e fragranti , pò
cui uomini di alpe conducono d'ostat<
le mandre al pascolo e donde , scen,
dono in autunno.
3) Stalla con cascina sui monti a ri
coverò di pastori e di armenti.
àlpà, àlpeg-ià, v. att. = alpeggiare. Te
nere sugli alpi le mandre.
1) fig. Starsene scioperatamente.
àlpadòr, s. m. = alpigiano , mandriano:
])ersona a cui sono affidate le mandre
e i pascoli alpini.
aljj
— 23 —
alt
àlpèe, s. m. = uomo d'alpe: alpigiano.
alpesèll e àlpètt, s. m. dim. di àlp, =
alpicello. Piccolo pascolo montano.
àlpin, * agg. = alpino.
1) Che è delle Alpi ; fior àlpin = fiore
alpino.-
2) i àlpitt = gli alpini : quei soldati
del nostro esercito che sono addetti
specialmente alla difesa delle Alpi.
alpinismo, * s. m. = alpinismo : il di-
letto, lo studio, la passione di salire le
alte montagne.
alpinista, s. m. = alpinista: chi per di-
letto, per passione, per studio va sulle
Alpi, 0 visita le piìi alte montagne.
àls, s. m. = alzo.
1) Cuoio che mettesi nella forma per
gonfiare più o meno il tomaio al collo
del piede della scarpa.
2) Zeppa. Pezzo di legno o d'altro
che si pone sotto l'armadio, cassettone
e sim. per alzarli e tenerli ritti.
àlsà, V. att. = alzare, accrescere l'altezza
di una cosa, la sua dimensione dal
basso all'alto ; àlèt on mUr, dna cà =
alzare un mui'o, una casa.
1) àlsà el gòmbet = alzare il gomito:
Eccedere nel bere
2) àU(L la vos = alzar la voce. Par-
lai- più forte per essere meglio intesi,
0 riscaldandosi nel disputare.
3) àlM i prHi = alzare i prezzi :
crescerli.
4) alsà sic = solleva,re, sorreggere ;
àlm sii, per piàsè^ el eoèrc del taolin =
sorreggi , por favore , il coperchio del
tavolo da lavoro.
àlsàda, s. f.= alzata.
1) L'altezza della scala e dello ^sca-
lino.
2) Bietta. Quel pezzo di panno che
si cuce noi calzoni fra i diotri e la serra.
3) àUfida d'ingègn = alzata d' inge-
gno: mozzo ingegnoso, trovato lì perii
per uscire da un impiccio o per qua-
lunque altro fine che non apparisca.
4) dà fàlstlda à on u§s, à on'dnta =
mettere o.dare leva a un uscio, aun'im-
posta^ sollevarli colla leva.
• .^}dà V-.àlètlda = cavar i calcetti :
■ tirar.. su, le calze a uno. Figurat,:' levare
ad arte di bocca ciò che uno non Ter-
rebbe dire.
6) Alzata. Fruttiera, piatto con piede
da porro in tavola con frutta o dolci.
àlsàmàntcs, s. m. - alzamantici : con-
gegno, a destra. della tastiera di un or-
gano, col quale l'organista avvisa il ti-
ramantici che dia fiato alle canne.
àlsàpe, àlsàpee, s. m. = saliscendi : lama
mobile di ferro o bietta di legno che
serra usci o finestre o altro. Quello delle
finestre chiamasi anche spàg-nóléta.
àlsèta, s. f. = sessitura, basta : ripiega-
tui'a orizzontale della sottana , o dei
grembiuli o d'altro, che vi si cuce per
accorciarli od allungarli all' uopo. Si
dice anche sàmbruca.
alt, agg. = alto, eminente, elevato.
1) Che ha un'altezza di... dna cà ttUa
vini meter = una casa alta venti metri ;
d^lt dna spana = alto una spanna : alto
come un soldo di cacio , di caviale.
Detto della statura di una persona.
2) Alto, senza determinare contrario
di basso.
Q)ù.cqua Mia = acqua fonda.
4) stane tilt •= stanze' alte , sfogate ;
che hanno il soffitto molto elevato dal
pavimento.
5) ècàrp tilt = scarpe accollate : che
coprono il collo del piede.
6) Di paese. La parte più elevata;
l'tilta Briànsa = l'alta Brianza ; Ber-
gom tblta = Bergamo alta.
7) tllto mar = alto mare: molto lon-
tano dalla spiaggia.
8) Di panni, di-appi> tessuti , indica
la larghezza del telo ; on pànn "alt on
meter = un panno alto un metro.
..9) à vos tllta = a voce alta, a alta
voce : forte ; contrario di piano, sotto-
voce.
10) càrnoaa o càrnevàl alt = car-
novale alto, cioè lungo, che inoltra nel-
l'anno : contrario di càrnoaa bàss =•
carnevale basso, breve.
11) ntìmer alt = numero alto: di nu-
meri estratti a sorte, uno dei maggiori
tra gli imborsati.
12) àndd à tèsta tllta = andare a fronte,
a te^5ta alta : col coraggio che viene da
una coscienza sicura.
1 ;■{) tilt e bàss = alti e bassi : alter-
nati va di miglioramenti e di peggiora-
menti negli ammalati.
14) in alt = alto ; dndà in alt = an-
dare alto: innalzarsi. Locux. avverb.
alt, sost. = alto: fermata, il fermarsi.
Detto propriamente di soldati in marcia.
1) alt! a modo di interiezione = alto
là : voce militare con cui si comanda
alt
- 24 -
alt
ai soldati di fermarsi. Per estensione
si dice alt ogni volta clie si vuole che
uno cessi di fare ciò che sta facendo.
altaléna, s. f. = altalena: tavola sospesa
sulla quale due siedono ai duo capi
alzandosi e abbassandosi a vicenda.
àltàuèll, s. m. = rete da beccacce : ha
maglie larghe.
aitar, s. m. altare : tavola nelle chiese
cristiane sulla quale i sacerdoti dicono
la messa o fanno le altre funzioni sacre.
1) aitar màgio)' = altare maggiore :
quello collocato generalmente in cima
alla navata principale.
2) àndà a l'àlthr = andare all'altare.
Si dico di sposi.
3) mett sii l'àltàr = mettere sull'al-
tare 0 sugli altari : lodare in modo su-
perlativo una persona o un'opera d'in-
gegno.
àliàrìn, s. m. dim. di àltàr = altarino:
piccolo altare.
1) fa r àliàrìn = far gli altarini. Si
dice dei bambini che imitano le fun-
zioni in Chiesa.
2) squajà 0 deSquàtà i àltàritt =
scoprire gli altarini, gli altari; scoprire
un embrice: scoprire i fini segreti , le
azioni che altri sperava di tener ce-
late.
altèa e un po' più volgarm. àltSJa, s. f. =
altea: pianta medicinale; althea offici-
nalis; pàstili^ siròpp d'altèa = pastic-
che, siroppo d'altea.
alter, agg. = altro: correlativo a viin =
uno ; viin el rà, l'alter el vèn = uno
va, l'altro viene ; i alter = gli altri,
tutti gli altri. Qualche volta il correla-
tivo si tralascia come sottinteso ; dànim
011 tilter bicièr de vin =■ dammi un
altro bicchier di vino.
1) Nel distinguere e nel contrapporre ;
ona man lava l'altra = una mano lava
l'altra.
2) di cosa nuova che succede o s'ag-
giunge ; on altra fcyrtUna = una nuova
fortuna.
3) l'alter di = l'altro giorno, uno dei
precedenti e non lontano, ma indeter-
minato.
4) st'àltr'ànn = quest'altr'anno. L'anno
venturo ; on' alter di, on'àltra vòlta =
un altro giorno , un'altra volta. Si in-
tonde di tempo futuro, ma indeterminato.
5) dna vòlta ò l'altra = prima o poi.
In tempo non lungo e non determinato.
6) no àvègh alter che... = non aver
altro che.... Aver quella cosa sola.
7) Diverso ; l'è mi'àltra ròba = ò
un'altra cosa.
8) Maggiore e migliore ; /' è tòrnan
indree on àltr'òmm = ritornò un al-
tr'uomo.
9) Identità. Somiglianza ; Mildn l'è
on alter Paris = Milano è un'altra Pa-
rigi.
10) l'alter mond = l'altro mondo: il
mondo di là ; àndd à l'alter mond =
andare all'altro mondo: morire.
11) Nel notare una cosa, accennando
ad altre che si tralasciano ; tra i alter
ròbb l'è anca ghenbb = tra lo altre cose
è anche gobbo,
alter, s. m. = altro, altra cosa ; nd disi
alter = non dico altro.
1) quéi coéé d'alter = qual cos'altro:
qualche cosa di più.
2) Cosa diversa ; g'hdo alter per el
eoo = ho altro per il capo.
3) tUtt' alter = tutt' altro : all'opposto,
qualunque altra cosa.
4) quèét e alter = questo e altro : più
e peggio.
5) no gh' è alter = non c'è altro:
non c'è altra via, altro scampo, altro
mezzo.
6) alter che = altro che, altro : non
solo quel che si concede o si domanda,
ma assai più.
7) alter che = altro che , fuorché ;
no fan alter che parla mài del prdéim -
non fanno altro che parlar male del
prossimo.
8) no ocòr alter e n'ocòr alter = non
occorre altro : sta bene, siamo intesi.
9) se non alter = se non altro : a
peggio andai-e, per lo meno.
10) ghe veUr alter = ci vuol altro :
di mezzi che sono insufficienti.
11) fio vHj sàvèghen d'alter = non
ve' saperne altro. Di cosa : smetterne
affatto il pensiero ; di persona : non
volerci più trattare, ne averci che fare.
12) ée no te g'het alter = se non hai
altri moccoli : se non hai altri moccoli
puoi andare a letto al buio : se non
hai altri mezzi, e altra abilità non ar-
riverai mai ad ottenere quanto desideri.
alter, s. m. = altro: altra porsona ; tra
viin e l'alter soo no quaa scemi = fra
l'uno e l'altro non so quale scegliere.
1) pari on alter = parere un altro.
alt
- 25 -
ama
2) i alter = gli altri : tutte le altre
persone.
3) ghe n'è minga on alter = non c'è
altri. Di persone in cui è riposta tutta
la nostra fiducia.
4) niéùn d'alter = non altri che; el
po' vèéè niéàn d'alter che Hi = non può
essere altri che lui.
5) di alter = altrui, di altvi : che ap-
partiene ad altri ; quèll di alter - l'al-
tnii.
6) V allei' dì = l'altr'ieri : alcuni giorni
indietro.
aiterà) * v. alt. = alterare : mutare la
natura, la qualità, l'aspetto di una cosa
affino di indurre altri in orrore ; allerti
là vòs = alterare la voce, por farci cre-
dere un altro ; paì-t. pass, àlteraa =
alterato.
àlteràss, v. rifl. = alterarsi : andare in
collera ; part. pass, àlteraa = alterato:
chi ò in collera e lo dimostra agli atti
esteriori.
altèrna, v. att. = alternare, avvicendare:
fare duo cose una dopo l'altra più volto
e sempre nello stesso ordine , special-
mente delle culture.
àltertànt, o àltretànt,* agg. correi. = al-
trettanto: in quantità o misura uguale
a quantità o misura indicata prima.
1) In forza d'avv. Ne più ne meno,
del pari; on pàder el fàrta àltertdnt =
un padre farebbe altrettanto.
2) Ricambiando un augm-io che altri
ci faccia ; bon àpetitt ! - Alteì'tànt = buon
apoti to ! - Altrettanto.
àltèsa, s. f. = altezza. Quella fra le di-
mensioni di un corpo che si misura dal
vertice alla base ; l'àltèàa d'on miir =
I l'altezza di un muro.
1) Altezza . Larghezza di panno ,
drappo, e sim.
2) Telo. Pezzo di tela o altro che cu-
cito con altri compone vestito, lenzuolo,
e sim.
3) Alzata. La proiezione verticale di
un solido.
àltipiàn, * s. m. = altipiano. T. geogr.
Tratto di paese piano, molto elevato sul
livello del mare.
àltìsìiu,*i'fl^(7.'= altissimo. Superi, di alto.
1) l'Alttéim = l'altissimo, Dio.
àltrér (1') avv. = ieri 1' altro : il giorno
avanti ieri.
àltretànt. Vedi altertant.
altura,* s. f. = altura : luogo alto, collina.
àliicinàsión, * s. f. == allucinazione : ef-
fetto 0 stato dell' essere allucinati , per
cui una persona non vede più retta-
mente.
àliimfni, * s. f. = alluminio: metallo
bianco, malleabile, leggiero. Somiglia
all'argento.
aliislón, * s. m. = allusione: l'alludere,
la cosa che allude ; in del diécòrs d'iér
aera i àliisión éren fina tròpp eidr =
nel discorso di ieri sera le allusioni
erano anche troppo evidenti.
àlveàr, s. m. = alveare, arnia : specie di
cassetta dove stanno le api a fare il
miele.
àmà, V. att. = amare , avere , portare
amore : di persone si dice più comu-
nemente = vorè ben.
àmàbll, agg. = amabile.
1) Di persona che col suo modo sap-
pia cattivarsi l'animo altrui.
2) Di vino, 0 d'altra bevanda spiri-
tosa che pende al dolce.
àmàbilitaa, * s. f. = amabilità : nome
astratto di àmàbil.
àmdàor, s. m. = amatore: chi si diletta
particolarmente di un'arte, se ne in-
tende, compera, fa collezione, ecc. ;
amadòr de antichitda = amatore di an-
ticaglie.
àmàèstrà, v. att. = ammaestrare : detto
di animali : addestrarli a certi esercizii
non conformi ai loro abiti naturali
per servizio di spettacolo e spasso.
1) Addomesticare, render domestico.
Si dice di bestie selvatiche.
àmàlaa, paì-t. pass, di àmalàss = am-
malato, malato ; àndà giti àmàlaa = ca-
scare malato.
1) traés àmàlaa = fingersi malato.
2) vèéé àmàlaa = essere ammalato.
àinàlàss, v. rifl. « ammalare, amma-
lai'si .
1) Si dice specialmente delle donne
gestanti, quando giunge il momento io
cui partoriscono.
àmàlgràmà, * v. att. = amalgamare. Fare
l'amalgama.
1) Fig. Di due 0 più persone cho
vadano perfettamente d'accordo.
amante, * agg. = amante : che ha incli-
nazione, affetto per una cosa ; Ve tròpp
amante del gièugh = è troppo amante
del giuoco.
amar, sost. = amaro : sapore di alcune
sostanze ; l'amar di gàndoll de ])?r.iirh
ama
— 26 —
amb
l'c V7iiìf/a dlsgilitòs = l'amaro dei noc-
cioli delle pesche noa è disgustoso.
àmàr^ agg. = amaro : di sapore o di so-
stanze che hanno questo sapore. .
1) boea amara = bocca amara : quel
senso di amaro che rimane in bocca
per cattiva digestione, o per cosa che
abbia cagionato dispetto o rammarico.
àmàrànt, sost. = amaranto.
1) Colore del fior d' amaranto : rosso
cupo.
2) Amarantoidi, Perpetuini: pianta
annua.
3) Zolfino, Semprevivo. Pianta pe-
renne dei cui fiori^ gialli si fanno ghir-
lande mortuarie. È V Immortelle jtune
dei Francesi.
àmaregrià; v. att. = amareggiare; rendere
amaro, cagionare amarezza. L'usa solo
nel signif. figur.
àinàrcgiàss, v. rifl. = amareggiarsi : piìi
che affliggersi.
amàrèsa; s. f. = amarezza: astratto di
amaro ; V àmàrèsa de V àloè V è tremènda
= l'amarezza dell'aloe ò tremenda.
àiuàrètt, s. m, = amaretto, amarìno : sorta
di paste dolci . con mandorle amare ;
*■ àmàrètt de Sàrònn = gli amaretti di
Saronno. Specie di amaretti assai in
grido tra noi.
àinàriii, sost. = amarino ; el glia on à-
marìn simpàtich = ha un amariao pia-
cevole.
àmàsone^ * s. f. - ammazzone : donna
d'aspetto e modi virili.
Ij Donna che va a cavallo col ve-
stito d'amazzone.
àmàtista; * s. f. = amatista : sorta di
pietra preziosa, ormai però non tenuta
più; in troppo conto.
amba; v. att. = socchiudere, rabbattere,
accostare : parlando speciabncnte di fi-
nestra.
àmbaa, agg. = inclinato, obliquo.
1) Di imposto, 0 specialmente di, fi-
nestre. Socchiuso, accostato.
àmbàsciàda, s. f. = ambasciata : F ufficio
d' ambasciatore; 1' ambasciatore colle
persone che gli sono addotte ; il palazzo
^ e la cancelleria dell'ambasciata.
àmbàsciàddr, "" s. m. = ambasciatore.
1) Persona che' porta e fa l'amba-
ciata; àmbàsQÌàddr no porta pena =
•ambasciatore non porta pena.
2) Agente diplomatico.
àmbàsciàtrìcp, * s. f. = ambasciatrice:
la moglie dell' ambasciatore. Più voi
garm. àmbàsciàtris.
àmbi; V- att. = ambire: desiderare cosa
che risvegli la nostra ambizione. In
mil. si usa più spesso in senso nega-
tivo ; àmblii nò de deventà càvàliér =
non ambisco di diventar cavaliere.
àmbiéut, * s. m. = ambiente : il luogo e
il complesso delle cose in mezzo alle
quali viviamo.
àmbisión, * s. f. = ambizione: senti-
mento per cui uno è mosso a deside-
rare tutto ciò che distingue l'uomo e
lo m«tte al disopra degli altri.
1) Desiderio che abbia per movente
questo sentimento.
2) lu ispecie di donne e bambini si
dice : g'hCin àmhisiòn quando mettono
troppa cura nel vestirsi.
ìimbisioiièta, s. f. dim. di àmbisidn =
ambizioncella, ambizioncina.
àmbisiòs, * agg. sost. = ambizioso : che
ha ambizione e opera secondo questo
sentimento.
àmbisiosàsc, * agg. pegg. di àmbisiòs
= ambiziosaccio.
àmbisiosin, * agg, dim. di ambiziosetto
ambiziosino.
ambo, s. m. = ambo : nel giuoco del
lotto, due numeri di cui si gioca che
si troveranno fra i cinque estratti.
ambra, * s. f. = ambra : sostanza resi-
nosa, giallastra, che si lavora.
1) et jìdr cimbra = pare ambra. Si
dice dell'olio e del vino bianco che
abbia limpidezza trasparente.
Ambroèus, s, m. = Ambrogio : nome
proprio di persona.
1) bev in là tàsa de SanV Ambroèus
= bere di grosso : bersi con facilità
, tutto che ci vien detto.
2) òmm de qilij de sant' Ambroèus
= uomo del popolo di Sant'Ambrogio;
di antica lealtà.
àmbrosiàii , agg. = ambrosiano ; rito
àmbrosidii = rito ambrosiano : chiesa
milanese.
1) sost., Ve on bòn àmbrosidn = ò
un buon ambrosiano. Si dice di citta-
dino milfinese di costumi semplici, di
carattere buono e gioviale.
àmbrótola, s. f. = bacherozzolo : baco
di terra che serve a inescar L'anvo.-';,
àmbiilànsa, s. f. = ambulanza :, qqu^i.
plesso di cose e persone che seguono
gli eserciti por la cura dei feriti.
ainb
- 27 -
ami
1) Jjuogo dove pai'CL'clii medici si
raduaaiio per lucdioaro, gi-atuitaincntc
0 no, gli ammalati di malattie spe-
ciali.
suubulànt = ambulaute.
1) agg., eaddvcr àmbìllùnt = cada-
vere ambulante: persona rifinita, spa-
ruta.
2) bibliotèca ambiUànt = biblioteca
ambulante: uomo dottissimo.
àmedjpiù comunem. àmìd* = amido: so-
stanza che si ricava dal grano e altri
farinacei e serve specialmente per dar
la salda alla biancheria.
1) dà ramici = dar l'amido, inami-
dare, insaldare : tuffare la biancheria
in acqua, dove sia sciolto dell'amido,
prima di stirare.
2) càmisa coni l'àmid = camicia
coir amido, insaldata.
{ìmen ! inter. = ammen, amen . Voce
ebraica che vale: cosi sia. Dinota ap-
provazione e soddisfazione ; spesso an-
che rassegnazione.
America, s. f. = America : una delle parti
del mondo.
1) l'ha troaa l'America = ha tro-
vato l'America: di chi ha saputo tro-
vare il modo di far fortuna e lauti
guadagui.
simètt, * V. att. = ammettere : dar licenza
di entrare in uu luogo, o di presen-
tarsi a qualcuno di riguardo ; amètt in
Icusa = ammettere in casa.
1) Eicovore a parto di una compa-
gnia 0 società chi ne faccia richiesta e
generalmente con voto dei soci.
2) Dichiarare abile, idoneo, capace.
B) Menar buono, acconsentire, appro-
vare, permettere. -,.,**. fi
àmiàut, s. m. = amianto ; soistanza mi-
nerale che si può filare o Tarnó carta,
e tessuti incombustibili. ,. ,.
simicisia, * s. f. = amicizia : bepcyolcn-
za scambievole tra persone cho'si co-
noscono da qualche tempo e che si
trattano come uguali.
1) àvègh Olia ìunicìsia = avere un'a-
micizia. Con persona di sesso diverso
si intende di relazione illecita.
2) per àmieìsia = por amicizia. Per
rendere un servizio e non per fine di
guadagno.
3) in àniictsia' = in amicizia: colla
liljertà 0 confidenza clie si usa fra amici.
4) ptiti ciliari àmieìsia lunga = amici
cari, ma patti chiari e la borsa del
pai'i.
àmicisim, * agg. superi, di àmis = ami-
cissimo. Si dice più coni, àmsisim.
àmiclièvol, agg. Nella locuzione avver-
biale ala àmiclièvol = all'amichevole:
di buon accordo e senza guastar l'a-
micizia.
àmiuistrà, * v. att. = amministrare :
attendere con facoltà e norme determi-
nato ad affari di cui nel complemento
si indica la natura e l'oggetto; à mi-
nistra ben , mài = amministrar bene,
male.
simiiiistràdór, * s. m. = amministratore:
chi amministra.
juninistràsiòii, * s. f. = amministrazione.
1) L'atto continuo dell'amministrare.
2) L'autorità che amministra, o la
persona investita dell'amministrazione,
0 il luogo dove sono gli uffici d'ammi-
nistrazione.
àministràtìv, * agg. = amministrativo:
che appartiene all'amministrazioue.
àmirà) * ». att. = ammirare : avere, pro-
vare, sentire ammirazione.
àmirabil, * agg. = ammirabile : degno
di ammirazione.
àmiràli, * s. m. = ammiraglio : grado
nella marina militare.
àmiràsion, * s, f. = ammirazione : sen-
timento che si prova nel sentire p nel
vedere cose di straordinaria eccellenza.
1) vèss l'àmiràsion de tiice = essere
l'ammirazione di tutti: di persona o
cosa che. dest^ grande ammirazione.
àmis, s. m. =. .antico : persona legata da
amicizia. ij
1) fa l'àmis = far l'amico : far di-
mostrazione d'^Uiicizia non sincera.
2) fàss Oli àmls = farsi un amico :
amicarsi q^ualcuno, acquistar l'ainicizia
di uno col rendergli qualche servigio.
B) pòrci on àmis = perdere un amico:
perdere l'amicizia di qualcuno.
4) àmlì de fèeil = amico d'infanzia:
che si conosce fino dall'infanzia.
.^, ó) ,àmis de cà = ainico di casa : che
■ va e viene a tutte le ore ed è sempre
ricevuto senza cerimonie..
6) àmì^-,del LHa = amico da bonac-
cia: sulla cui amicizia poco si può con-
tare.
7) àmis de eàpèll = amico da star-
nuti : dal quale non puoi aspettarti al-
tro che un « Salute » quando starnuti.
ami
28 -
ami
8) àmie e àmisa = amico e amica :
coli articolo determinativo, parlando di
persone di sesso diverso, si usa invece
di amante.
9) vèéé àmìs = essere amico : detto
di cose: averle care; éont pòceh àmìs
del cor = son poco amico del correre,
mi piace poco correre.
10) l'àmìs, l'àmià seiresa = l'amico
Cerosa : di persona che non si nomina,
quando altri intenda di clii vogliamo
parlare.
11) de àmìs = da amico : da persona
e come persona che ci vuol bene.
12) àmìs che se desgflsta per nàgdta
= amico di vetro.
àmiscioéu, s. m. = amo. Piccolo stru-
mento d'acciaio da pigliar pesci, unci-
nato, con punta a guisa di àncora.
àmisìbil) * agg. = ammissibile : da do-
versi 0 potersi ammettere.
àmisidii) *«./'.= ammissione, l'ammet-
tere; fa i esàmm d'àmiéiòn = fare gli
esami d'ammissione.
àmisón, s. m. accresc. di àmia = ami-
cone. Famigl. grande amico.
àmitt, s. w. = amitto e ammitto : pan-
nolino che il prete, quando dice messa,
si mette al collo prima della pianeta.
àmm, s. m. = amo : lo stesso che àmi-
scioéU; ma può essere più grande e a
due 0 tre uncini.
amnistia, s. f. = amnistia: atto sovrano
con cui si abolisce il processo penale.
àmoliént, s. m. = ammolliente, emol-
liente: medicamento atto ad ammollire
0 a raddolcire il male.
àmolin, s. m. = ampolla, orciolo : una
delle due boccette, una per l'olio l'altra
per l'aceto, che si tengono nell'oliera
o ampolliera.
1) *■ àmoliit =■ ampolliera, oliera e
anche ampolle.
àmòniaca, s. f. = ammoniaca, t. chim.
Alcali di un odore fortissimo.
amor, s. m. = amore : sentimento che si
prova per tutto ciò che uno apprende
l)er buono, e piglia qualità diùla cosa
che ne è l'oggetto.
1) amor di Dìo = amore verso Dio.
2) Verso persone : sentimento che ci
porta a volere il loro bene o ricercarne
la compagnia ; àm,òr del prdéim = amor
del prossimo.
3) amor propi = amor proprio : de-
siderio dell'altrui approvazione.
4) A'"erso cose. Desiderio di posse-
derne, di goderne,
5) Tra persone di sosso diverso.
Sentimento che partecipa dell'affetto e
dell'istinto ; amor plàtónich = amor
platonico. Quello in cui rimane solo
l'affetto e piglia quasi forma di culto.
Per estens. si dice anche degli animali :
vdn in amor = entrano in amore. Al
tempo dei loro accoppiamenti.
6) Amoreggiamento, pratica amorosa ;
l'è el primm^ et segond àvidr = è il
primo, il secondo, amore ; se s'hin faa
l'àmdr trii ami prima de sposàss = a-
moreggiarono tre anni prima di spo-
sarsi.
7) La persona o la cosa che è l'og-
getto dell'amore; quèll fiéu l'è el me
àmdr = quel figliolo è il mio amoro.
Di cosa eccellente per grazia e fini-
tezza di lavoro ; l'è on amor = è un
amore.
8) coni amor = con amore. Avver-
bial. : accuratamemte. Colla diligenza
che viene dall'affetto alla cosa che
uno fa.
9) per amor = per amore, per ca-
gione ; d'eétaa dònni nò per amor del
càld = d'estate non dormo per amore
del caldo.
— per amor = spontaneamente, senza
esservi costretti, onde il motto : per
amor 0 per fórsa = per amore o per forza.
— -per amor di Dio = per grazia,
per carità.
10) vegli amor = aver amore ; aver
cara una cosa, farla volentieri.
11) vèss tiitt amor = esser tutto amore.
Voler bene e dimosti'arlo.
12) fa l'amor = fai"e all'amore: aver
pratica amorosa, amoreggiare. E si dice
anche dell'onesto praticarsi che fanno
i fidanzati.
IB) fàgh l'àmdr à queicòèé = faro
all'amore con una cosa : desiderarla
vivamente.
11) ciàpà amor = prendere amoro
a una cosa, affezionarcisi.
15) perjHt amor = perfetto amore.
Specie di rosolio.
16) l'amor e là to§§ ée pdden minga
seond = l'amore e la tosse non si può
celare.
17) che amor! Ironie, si dice di chi
ci secca: di cose a cui ci applichiamo
e non riescano alla prima.
amo
- 29 -
anc
àmoredèi, nella frase gratis e amore-
dèi = gratuitamente.
àmorin, s. m. = amorino : figura di
bambino che rappresenta l'amore.
1) Di fanciullo gentile; l'è on àmo-
rìn = è un amorino.
àmoróS; * agg. = amoroso : che esprime
e contiene amore ; parali, IHer^ ogiàd
àmoros = parole, lettere, occhiate amo-
rose. Proprio di chi fa all'amore.
1) Che ha buon cuore, che vuol
molto bene e lo dimostra a fatti o a
parole.
2) Amoroso. Primo attore giovane
nelle compagnie drammatiche.
àmoròtt, s. m. = calenzuolo, verdone.
Loxia Chloris. Uccello silvano.
àmortisà; v. att. = ammortizzare : estin-
guere un debito restituendo il capitale
in piccole rate, che per lo più si pa-
gano insieme coi frutti.
àmpi, s. f. = afa. Fig. noia. Vive an-
cora, ma poco usato.
àmpi de vomit, = arco, arcata di sto-
maco : atto 0 sforzo di vomitare ; avtgh
i àmpi de vdmit = far arco di stomaco.
àmplàmént, avv. = apertamente, schiet-
tamente : a parole di scatola ; te l'hoo
ditt àmplàmént che el vii) rnhiga pel-
ea = te l'ho detto apertamente che non
lo voglio in casa.
àmpolòs, * agg.
« ampolloso, gonfio.
stil àmpolòs = stile
Solo nel figur.
ampolloso,
àmpràda, s. f. = pavimento di tavole,
tavolato, assito.
àmptttasiòii; * s. f. = amputazione : ope-
razione dell'amputare.
àuàda, s. f. = annata : il corso di un
anno.
1) Di stagioni, raccolta, avvenimenti
di un anno ; l'è stàda on'àndda grama
= fu un'annata cattiva.
ànàgràma, * s. m. = anagi'amma, alli-
terazione.
1) Incontri di suoni e di sillabe affini.
2) Combinazione di sillabo che danno
un senso differente da quello che ap-
pare. Meglio g-ioéugli de pàròll.
àiiàlis*, s. f. = analisi. Divisione di un
tutto nello sue parti, a fine di studiare
separatamente ognuna di questo parti.
1) T. chim. Divisione di un corpo
noi suoi elementi ; l'ànàlis del vin, del
làtt. 0 sim. = l'analisi del vino, del
latte, e sim.
ànàlisà, * v. att. = analizzare, fare l'a-
nalisi.
ànàlitich, * agg. = analitico : che pro-
cede per via d'analisi; l'è on romàne
tròpp ànalìtich = è un romanzo troppo
analitico.
ànàlog'Ii, agg. = analogo, che ha analo-
gia; che manéra de rispoìid! — l'è
anàloga ài tò pària = che modo di
rispondere ! — è analogo al tuo par-
lare.
analogia, s. f. = analogia : somiglianza
tra cose sotto altri aspetti diversi.
ànanas, s. m. = ananasso ; aromalia
ananas : pianta che fa un fratto squisito.
anarchia, * s. f. = anarchia: stato di
un popolo senza governo.
1) Per estenst. l'anarchìa in fami-
Ha = l'anarchia in famiglia.
anàrchici!, * agg. = anarchico.
1) Che conduce all'anarchia.
2) Che professa dottrine anarchiche.
anatomia, s. f. = anatomia : descrizione
0 scienza che descrive la struttura in-
terna dei corpi viventi.
1) fa V anatomia = anatomizzare :
mettere allo scoperto le parti più mi-
nute e riposte di un corpo.
2) Autossia. La sezione del cadavere
per esaminare le alterazioni prodotto
dalla malattia, o scoprire le causo della
morto.
anca, s. f. = anca : la parte del corpo
umano, che risponde all'articolazione
superiore della coscia collo ossa del
bacino.
1) on'ànca de polàster, de càpon, de
polìn = un anca di pollo, di cappone,
di tacchino : tutta la parto carnosa da
quell'articolazione in giù.
anca, ànch, eong. = anche, anco, ancora:
particella che si mette affermando d'una
cosa 0 d'una persona, ciò che si è af-
fermato 0 potrebbe affermarsi di altre ;
ghe s'era anca mi = c'ero anch'io.
1) Oltre a ciò : bisogna di anca =
bisogna anche dire.
2) Nel dare una seconda risposta
affermativa : pòdi vegni mi ? - si - e la-
sia ? - anca = posso venir io ? - sì - e la
zia? - anche.
3) Al principio dì una frase che
suoni rimprovero : tinca ti ! te podèoet
tàsè ! = anche tu ! potevi tacere.
4) Talvolta esprime meraviglia : anca
la à Mildn? ■ anche lei a Milano?
aua
30 -
aud
5) Nel significato di invece : la corda
là par fòria, ma là podarìa anca
ròmpes = la corda pare forte, ma po-
trebbe anche rompersi.
àncàbèn e ànca'chè, cong. = ancorché,
tuttoché, sebbene, tuttoché, quantunque.
àucàmò 0 àiiiuó; avv. di tempo. = an-
cora.
1) Dinota continuazione, di tempo
presente: pioéuv àncàmo = piove an-
cora. Di tempo passato : icr à sfora
pioveva àncàmo = ieri a quest'ora pio-
veva ancora. Di tempo futuro : chi éà
se domàn piovarà àncàmo? = chi sa
se domani pioverà ancora?
2) Dinota ripetizione ; ghe soni staa
dò vòlt, ghe toimàroo àncàmo = ci sono
stato duo volte, ci tornerò ancora; pì-
chen (incarnò = picchiano daccapo.
3) minga nàncàmo = ancora no, non
ancora.
4) Dell'altro. Di cosa che s'aggiunge:
glióo mandaa àncàmo de qiiéll vin =
gli ho mandato dell'altro di quel vino.
5) Anche, nel significato di altro,
dell'altro; de pan e de vin ghe n'è àn-
càmo = del pane e del vino co n'é
anche.
alleasi, cong. = oltracciò, inoltre; Ve
vegnilii dò vòlt ancàsi = venne inolti'e
due volte.
àiichèii; s. m. anchina : tessuto di color
giallastro che ci veniva dalle Indie e
che ha tolto il nome da Nankin, città
della China.
àiichéta, s. f. dim. di anca. Si usa spe-
cialmente parlando di volatili.
1 ) Lacchetta. Coscia o anca dei qua-
di-upedi.
2) tirtl i ànchètt = tirare il calzino,
dare i tratti. Modo volg. a significar
morire.
ància, s. f. = ancia ; imboccatui-a di al-
cuni strumenti musicali, come il cla-
rino, l'oboe, ecc.
ànconéta, s. f. = scarabattolo : specie di
stipo dove a guardia di cristalli si con-
servano vasi, ninnoli, e altre cose gentili.
Si dice anche scàpàràtt. L'una e l'altra
voce, indicanti oggetto non popolare,
vanno disusando.
àncora, s. f. = àncora : arnese di ferro
che, calato nel mare mediante una go-
mena, e aggrappandosi al fondo, serve
a tener forme lo navi.
1) àncora' de sàlvem = àncora di sal-
vezza : quella che si tiene in serbo per
qualche straordinario bisogno. Fig. di
persona o di cosa a cui si ricorra in
qualche estremo pericolo.
2) orològg à àncora = orologio ad àn-
cora.
àncora, r. att. = ancorare : fermar la
nave gettando l'ancora.
àncoràss, v. rifl. = ancorarsi : della navo
che è fermata gettando l' àncora, del
capitano che la ferma e di quelli che
vi si trovano.
àlida, V. att. = andare : muoversi verso
un luogo, da un luogo : essere in mo-
vimento. Anche in mil. sono irregol.
tutte le voci del singol. e lo sono tutte
quelle del plur. nel pres. dell'indie, e
del cong.
1) Di persone e di coso. Ha tutti gli
usi, i modi di dire, i proverbi del cor-
rispondendo ital.: andare è comò questo
è seguito da prepos. {à, coni, in^ per).
È seguito da un aggett. in forma d'av-
verbio: àndà gheubb = andar gobbo;
àìidà dritt = andar diritto. È seguito
da un avverbio: àndil àddsi, fòrt = an-
dare adagio, forte; àndà avanti, indree
= andare avanti, indietro. E seguito da
modi avverbiali composti: amici ài pass ^
à dilii, à da il, à tàstòn, à temp = an-
dare al passo, a due a duo, a tastoni,
a tempo...
2) Camminare ; àndà pei' i quàràn-
t'ànn = camminare per i quarant'anni.
esser vicino ai quarant'anni ; àndà ài
sicÈr = camminare sul sicuro. Far qual-
cosa colla siciu'ezza di non sbagliare,
. di non pregiudicarsi. Di animali : el
cavali el va ài pass, ài tròtt, ài gà-
lòpp = il cavallo cammina di passo, di \
trotto, di galoppo; * tisen rdn àddsi =
i somari camminano adagio. - Di ope-
razioni : àfdri che vàn minga ben = af- ^
fari che camminano adagio, che pro-
grediscono poco. Il procedere regolare
0 no di operazioni: là ròba là va de so
pè = la cosa cammina pe' suoi piedi.
E anche di ragionamento, discorso : l'è
on period che va nò = è un periodo che
non cammina.
3) Confarsi, garbare ; convenirsi di
cosa a un' altra o di cosa a persona;
quél vin chi el me va nò = questo vino
non mi si confà. Non mi garba.
4) fa àndà = agitare. Muovere in qua
e in là tornando sempre il moto .sopra
and
- 31 -
aud
sé stesso; fa àndà i fàsolètt, el càpèll,
ci bàèlòn... = agitare i fazzoletti, il cap-
pello, il bastone...
5 ) tòòVl àndti = fare un abbuono, un
defalco da un conto. Si dice anche fa
on sciint.
6) clòe ghe riè, ghen va = il diavolo
caca sempre sul monte groàso ; le for-
tune vanno a chi ne ha meno bisogno.
7) àndtl in cà Busca = buscarle,
prenderle; prender botte.
8) àndh de soràvm = dar fuori, tra-
boccare. L'uscir dal recipiente di un
liquido che bolle troppo e non è ben
custodito.
9) àndt dènter = addentrarsi, en-
trare. Anche, andare in prigione.
10) e rà che te va = e vai e vai.
Usato specialmente da chi racconta fiabe
ili bambini.
11) fàla àttdà = scialarla; tener gran
vita, trattarsi alla grande.
12) tòò'a àndà = trascurare ; anche
spetezzare.
13) dervii feùra e lèsela àiidà = am-
manna ch'io legno; suona ch'io ballo.
A coloro che lanciano, raccontando, bu-
gie e falsità manifeste, per mostrar di
non le passar loro.
14) Cuocere: el stìlaa el va che Ve
on piàsè = lo stufato cuoco a meravi-
glia; fa andà = cuocere; trans, friggere,
cucinare.
15) Di camini. Ardere ; come el rà
ben el càmin in sàia = come arde bene
il camino in sala.
16) Vestire ; àndà in tòn = vestire
Bon lusso, e alla moda.
17) àndtl gid ; del sole =• tramontare.
Anche calare, per altri astri.
18) àtidà gid = cascare; va gid i dent,
i càvèj = cascano i denti i capelli (per
malattia o vecchiezza).
19) àndà gid de gròsé = caricare; el
clièugh el va gid de gross còla sdì e col
pèver = il cuoco carica a sale e pepe.
20) àndà in misèria = cadere in mi-
scria.
21) àndà in niént = dileguarsi : di
cosa che si risolve, o pare risolversi in
nulla.
22) àndà intorno : al gioco della ber-
lina = raccattare i bioccoli : andare in
giro a raccogliere i motti che ogni giuo-
catore manda a dire a chi è in berlina.
23) àndà sii = ascendere, salire. Nel
proprio e nel fìgur. Parlandosi di nu-
meri, ammontare; i spes hin àndaa sii
ài mila lir = le spese ascesero a mille
lire.
24) àndà vìa = assentarsi ; andà vìa
(le Mildn, de l'ofisi = assentarsi da Mi-
lano, dall'uffizio.
25) àndàgh = dovercisi ; hin dànee
che ghe va = sou danari che gli vanno;
che gli si devono.
26) rà on poo via! = o vacci!, va
al diavolo !
27) a tiìtt'àndà = andare a spron bat-
tuto, a briglia sciolta, a dirotta, via di
vela, a rotoli. Anche: a tutto spiano,
in abbondanza e senza interruzione.
28) àndà = andarsene; morire.
29) àndà : si dice dei bambini che
incominciano a muovere i primi passi
da se senza interamente sorreggersi.
30) àndà àdree = circondare uno;
stargli intorno per rabbonirlo se di cat-
tivo umore, o per ottenerne qualche
favore. = Accompagnare al cimitero ; ghe
soni àndaa àdree ài tò pòer papà =
ho accompagnato al cimitero il tuo po-
vero babbo.
àudàdòra, s, f. = andito, corridoio : quel
localo lungo e stretto di un app'arta-
mento che separa le camere vicine e
unisco le lontane.
àudàdura, s. f. = andatura, camminatura,
il modo di camminare.
àndàiuèut,* s. m. = andamento: il modo
di procedere delle cose.
andana, s. f. = lo stesso che àndàdfira.
Si usa anche nel figur. per : tener di
vita, malvezzo.
1) Andane: spazio non molto largo
tra due filari di alberi, di panche, di
fieno in campagna o altro.
àndànt, agg. = andante.
1) laorà àmldnt = lavoro andante :
fatto senza una particolare diligenza.
2) roba ànddnt = roba andante : della
qualità più comunemente usata, non
tanto fine.
3) T. mus. Un pezzo di musica da
eseguirsi in tempo abbastanza largo.
àndeg'hee, s. m. medaglione. Uomo che
veste e pensa alla grossa e all' anti-
caccia; di costumi antichi.
1) "Ciondolone. Chi non cava mai lo
mani di nulla.
àndèmni ! esclam. = andiamo ! su via !
finiamola.
and
- 32 -
aue
<àiidit, s. m. = andito, transito, passag-
gio: piccolo corridoio che lascia libere
lo stanze di un quartiere.
Àudréia, s. m. = Andrea. Nome proprio
di persona. Per antonomasia : servi-
tore. Specialmente quando si parla del
servitore e non si ha ; spàseti ti i tò
pàgn; gh'è minga l'Andrej a! = i tuoi
abiti spazzolali tu ; non ci abbiamo il
servitore !
àneda, s. f. = ànatra : accollo acquatico;
tineda d' India = fischione turco col
ciuffo, germano turco, caporosso mag-
giore; anas rufèna; tineda faraona =
anatra faraona; anas numidica; àneda
fòpàna = anatra domestica. Detta da
noi così dallo starsi nei cavi (fòpp)
presso le case ; tineda éàlvàdegha =
germano reale, collo verde (il maschio),
anatra salvatica (la femmina); anas bo-
seas; tineda stèldna = anitra alletta-
trice, che col canto o coli' arte alletta
l'anatra a calar nelle reti.
1) là par on' àneda = pare un' ana-
tra : specialmente di donna un po' scian-
cata che camminando si dimena.
àuedìn, s. m. dim. di àneda = anatrino:
il pulcino dell'anatra.
1) fa l'ànedìn = far l'anatrino : nuo-
tare de' piedi agitando le mani giunte
dietro la schiena.
ànedòtt, s. = m. auatrotto : anatra giovane.
anelerà, s. f. = misura degli anelli : cer-
chietto metallico nel quale sono infilati
vari anelli di vario dimensioni marcate
per prender la misura delle dita,
ànèlìn, s. m. dim. di ànèll = anellino,
campanelli na, maglietta.
1) anelili de reff = cappio : nome di
quei nastrini a treccinoli che sono so-
stituiti alle campanellino (anèlitt) nelle
tende che si appiccano ad altrettanti
arpioncini (canchenitt) conficcati in fila
nel palchetto (geuèfa).
ànèlitt, s. m. plur. di ànèlin = cam-
panelle.
1) Anellini, per lo più d'oro, che le
donne e qualche volta anche gli uo-
mini, portano agli orecchi. Il volgo
crede siano un rimedio al mal d'occhi.
2) Gli anellini che si infilzano nei
ferri del letto, dello finestre e sim. ai
quali è attaccato il cortinaggio o la tenda
per farli scorrere.
3) Una sorta di pasta da minestra,
cosìdetta dalla forma ad anellini.
ànèll, s. in. = anello : oggetto di forma
simile a quella che prende un corpo
flessibile col piegarne e unirne insieme
i due capi ; i ànèi d'òna càdSna = gli
anelli di una catena.
1) Cerchietto per lo più d'oro che si
porta in dito per ornamento ; l'aneli de
èpos = l'anello nuziale. Anche véra.
2) ànèll de l'orologg = maglia del
gambo dell' orologio : specie di campa-
nella ovale 0 maniglia imperniata o al-
tramente girevole dentro la testa in-
grossata del gambo. Nella maglia passa
il nastro, o cordoncino, o catenella con
cui si tiene appeso l'orologio.
3) ànH = campanelle ; quei cerchietti
di fil di ferro attaccati alle portiere,
alle tende e sim. che si infilano in un
ferro per farli scorrere ; ànèll àvèrt o de
jà pàsà = campanella aperta o da aprire.
4) ànèll de tàcà éii el bàtàcc dèla
campana = ànsola.
ànèlòn, s. m. aecr. di aneli = anellone.
Anello grosso e largo di diametro.
1) * anèloni = i cignoni, bandelloni.
Lunghi ferri ai quali sono raccomandati
i cignoni davanti a quelli di dietro
della carrozza; anèlòni ti reteniida o col
pontèll de lètt incasàa = bandelloni
fatti a sgorbio.
ànema, volgarm. per ànima. Va disu-
sando e limitandosi al linguaggio più
sciatto. Vedi ànima.
ànes, s. m, = anacio, anice, anicio (pam-
pinella anisum). Piante erbacea di sa-
pore aromatico; tiequa d'tLnes = acqua
anaciata.
1) tiìies étèlaa •= anice stellato {illi-
cium anisatum).
ànèss e conèss, = annessi e connessi:
tutto ciò che è annesso a una cosa.
ànètt, s. m. dim. di ànn, = annetto ; on
ànètt anmò e peti hoo finii el licèo =
ancora un annetto e poi ho finito il
liceo; gli studi liceali.
àuesitt, s. m. plur. = anaci in camicia;
cioè confettati , rivestiti di zucchero ;
on pìsigh d'anesitt = una pizzicata d'a-
naci in camicia.
ànesìn, s. m. = anisette. Liquore con
gusto d'anice che pende al dolce.
ànesòn, s. m. = anesone. Anch'esso il-
quore con gusto d'anice, ma più forte
dell'ànesìn.
aneurisma, s. m. = aneurisma. Dilata-
zione morbosa delle arterie.
aiigr
- 33 -
ani
àiigàlètt, s. m. = ugnatura : taglio fatto
obliqitamentc, ad ugna.
àiig'ària, s. /. = angheria : sopruso e
anche fatto di chi esige con rigore e
durezza eccessiva ciò che pur gli è
dovuto.
àiig'àròii; f>. m. = sandalo rosso. Plero-
carpus santaliniis : specie d'ebano rosso
adoperato dagli intarsiatori.
àngèlich, * agg. = angelico, d'angelo,
proprio dogli angoli ; ìndole dona ras
àn(/élica = indole, donna, voce angelica.
àugreliis (P), = angelus domini : l'ora-
zione in onore della Vergine, che i
cattolici dicono a mezzogiorno e la sera.
1) Anche l'ora nella quale si suol
dir l'orazione.
àiig'ìiia, s. f. = angina, t. di med. : ma-
lattia della gola.
àiig-ioi ciistód, = angiolini, angioli cu-
stodi. Schorz. e furbesco : gii agenti
di polizia.
1) i Ancfioi sono quelli venerati a
Milano nella chiesa di Santa Maria
Segreta e che si espongono quando si
vuole implorare la cessazione della
troppo continuata pioggia, o siccità. E
si fa ancora ! !
àiig'iol, s. 111. = angelo, angiolo : puro
spirito dotato di facoltà superiori a
quello doli' uomo, che l'arte rappresenta
sotto forma di giovani alati.
1) l'Angiol ciisidd = l'angiolo custode:
che veglia su ciascun uomo. Anche di
persona che ci abbia guidati, assistiti,
protetti in ogni occorrenza ; i dngioi
ciiitM = gli angolini o angiolini. Por
scher. : dei carabinieri, e dei birri.
2) àngiol de bontaa. de hèUm ; cceilr
d'ùiigiol = angelo di bontà, di bellezza,
cuor d'angolo; còme on dngioi = come
un angelo ; rès'j' on dngioi = essere un
angelo: modi usati a significare bel-
lezza, bontà, perfezione.
3) dngioi eoi cornitt = angelo colle
corna : il Demonio.
4) d'dngiol. modo avvcrb. = angeli-
camente, in modo angelico ; là canta
d'dngiol = canta angelicamente.
àiig-ioliii, s. ìli. dim. e vessegg. di àu-
g-iol.
Il angioliuo: detto specialmente di
un bambino morto ; el Signor el n'ha
faa on àngiolìn = Dio ne ha fatto un
angioliuo.
2) Caterattina: si fa sui fossatelli
delle risaie o dei prati marcitoi per
adacquarli lentissimamente. 11 nostro
nome viene dall'avere la porta che si
alza e si abbassa duo grosse prese o
maniglie da impugnarsi ai lati a guisa
delle ali di un angioliuo.
àugiolitt, s rn. plur. = le samare, le
scrotule : cioè i semi dell'olmo.
àng'iolótt, s. m. = angiolino; te èée on
gran bèll'àngiolòtt = sei pure il beli' an-
gioliuo : si dice specialmente di bam-
bini paffuti.
àug'ol, * s. m. = angolo: figura geome-
trica formata da due linee che si
incontrano, e lo spazio compreso fra
queste linee.
1) fa dngol = faro angolo : di casa
che lia due lati adiacenti sopra duo
strade. Più comunem. : fa càntùit.
àugrolàr, agg. = angolare ; lirèja àngoldr
= pietra angolare : la prima pietra,
quella su cui posa tutto l'edifizio.
àiig'dsia, s. f. = brama ardontissima. Poco
usato. Vedi ànsia.
àuiui) * s. ni. = animo : stato e atto
dell'anima in quanto sente e vuole:
tlnim tràìiquill, àgitaa = animo tran-
quillo, agitato ; lèg in l'ànim = leggere
nell'animo.
1) mètt l'ànim in jms = metter l'a-
nimo in paco: non pensar più a cose
spiacevoli, ma senza rimedio.
2) rég l'ttnim ; vègh àniin = reggere
l'animo; me rég minga l'ànim, gli' koo
nilnga àiiim de mett in colèg el fieu =
Non mi regge l'animo di mettere il
figliuolo in collegio.
3) pèrdes d'ànim = perdersi d'animo
ànima, s. f. = anima: principio del pen-
siero, del sentimento e della volontà,
considerato come una sostanza che,
unita al corpo, costituisce l'uomo e
mantiene la vita.
1) Come sostanza separata dal corpo :
i àniin del Fìirgàtori = le anime del
Purgatorio ; me pdder, bon ànima = mio
padre, buon anima ; ànima pèrm, dà-
nàda = anima persa, dannata; pensa
à l'anima = pensare alle cose dell'a-
nima ; riceverò i sacramenti chi si pre-
pari alla' morte.
2) In senso di persone : Mildn el g'Iià
piisee de quatercèiit mila ànim = Mi-
lano ha più di quattrocentomila anime ;
no gli era ànima = non c'era nessuno.
3) vègli ànima = avere anima: sentir
ani
— 34
auu
vivamente ed esprimere con forza quello
che uno sente; el g'ha on' t^nima in
del pària che el dà vita à tiitt quel che el
dis = ha un'anima tale nel suo discor-
ici-e, che dìi vita a tutto quello che
dico.
4) Modi famigl. e scherz. : ànima
hiiserìna, sàehèta = anima buscherona ;
tlnima longa = anima lunga : di per-
sona lunga 0 secca ; rdmp l'anima =
rompere l'anima: dar noia; vèss diiii
còrp e on ttnima sóla = esser due corpi
e \in anima sola : esser due in una
carne, due anime in un nocciolo. An-
dar molto d'accordo per profondo e
vivo sentimento di amicizia. Vègli on'à-
nima e on ànimìn : si dice anche volgar-
mente di chi stenta a morire, quasi
avesse più che l'anima ; di chi si fa
gran male, male mortale senza morirne.
5) Si usa poi in tutti gli altri signi-
ficati, nei quali usa anima la lingua
parlata ital. in rapporto alle arti e ai
mestieri.
6) lég in Vànima = legger nell'anima.
ànima, * v. alt. = animare : dar viva-
cità, espressione.
1) ànima el comèrcio = animare il
commercio : dargli o fargli prendere
incremento.
àuimàss, * V. rifl. = animarsi : di per-
sone e di cose ; el se tlnima in del di-
scòr = si anima nel discorrere; l'è on
ceucc che in del parla el se tinima =
è un occhio che si anima nel discorso.
ànimaa, agg. = animato: che ha anima,
vivacità, espressione ; el cors l' èra
molto ànimaa = il corso era molto
animato : per frequenza di gente, di
carrozze e molto brio.
àuiiiiàl, s. VI. = animale : essere vivente
dotato di sensi. Assol. bestia.
1) Per ischerzo : d'uomo ignorante e
incivile.
2) Fra le bestie, specialmente il
porco; carne, cotelètt d' animai = carne,
costolette di porco, di siiino.
ànimèta s. f, = animetta, palla: quel
pozzo quadro di tela insaldato con cui
alla Messa, dall'offertorio alla comu-
nione, coprono i preti il calice.
1) Lunetta: parte dell'ostensorio, in
cui si addatta l'Ostia consacrata.
2) Animeta dèla eomunión = Comu-
nichino : pannolino o palla che si tiene
sotto il mento di chi si comunica.
àiiisètt s. in . = anisetta : rosolio con
sapoi'e d'anici. Dal francese Anisette.
àuitt; s. m. plii/r. = annetti, aunucci ;
fam. el gh'hà i so ànitt = ha i suoi
annetti. Non è piii d'oggi né di ieri.
Di chi non sia più giovine.
ànivèrsàri, s. m. = anniversario: an-
nua ricorrenza del giorno in cui suc-
cesse un avvenimento.
amili, = anch'io, io pure; vègnàrissàn-
mì, se me fasèss minga vidi la gamba
= verrei anch'io so non mi dolesse la
gamba.
aumo, cong. - ancora, dell'altro. V. au-
càmò.
ànn, s. VI. = anno : tempo che la terra
impiega a compiere il suo giro intorno
al sole e propriam. l'anno civile di 365
giorni.
1) Lo spazio di 12 mesi, contato da
un giorno qualunque di un anno allo
stesso giorno dell'anno successivo.
2) ànn bisestil = anno bisestile : quello
di 366 giorni.
3) ànn seolttstich = anno scolastico :
il tempo che passa dall'aprirsi al chiu-
dersi delle tornate o dei corsi annui
nelle scuole.
4) l'ànn pàsaa = l'anno caduto, de-
corso, l'altr'anno. Uguanno.
5) l'ànn che vén = l'anno entrante,
quest'altr'anno, l'anno che viene, che
verrà, l'anno prossimo.
6) ànn àbondànt = anno abbondante,
fertile.
7) trèdes vies de l'ànn = ti'edici mesi
dell'anno: sempre; l'èmàtt trèdes mcs
de l'ànn = è pazzo tredici niesi del-
l'anno: per dir più che sempre,
8) l'è minga l'ànn ! = none l'anno!
Detto per celia. Sottintendi : in cui suc-
cedano certe cose; disèven che 'l fiiss
mòì-t, via l'è minga l'ànn = dicevano
che fosse morto, ma non è l'anno.
9) Si sottintende quando si determina;
el qiiàràntòtt, el cinquanta ncemi = il
quarantotto, il cinquantun ove.
10) d'ànn in ànn = d'anno in anno:
di cosa che si ripete e continua per
una serie d'anni.
11) eent'ann, mila ànn = cent'anni,
mille anni : molto tempo, ma indeter-
minato, un gran pezzo.
12) i piiéee bèi ànn dèla rita = i più
begli anni della vita : la parte migliore
della vita.
anii
— 35
aut
13) àv^gh i ànn de Noè, o de Mà-
tùéalcm = avere gli anni di Noè o di
Matusalem : avere molti anni.
14) compì i ànn = finire gli anni :
compire una data età.
15) àndtL in di cìnqu^ in di sès ànn
= entrar nei cinque, nei sei anni : co-
minciare il quinto, il sesto anno di vita,
16) àndà per i vòlt, neeiiiK dès ànn
= andar gli otto, nove, dieci anni... :
esser gli otto, nove, dieci anni dacché...
17) tiràii indree i ànn = levarsi gli
anni : dire di aver meno anni di quello
che uno ha.
— vègli i ànn dèla baila e pceu i
ècàlìn del Dòmm = avere i suoi anni
e coda, o della culla : dicesi a chi vuol
farsi giovine più che non è.
18) port^ ben i ànn = portar bene
gli anni. Di persona attempata : non
mostrare l'età che ha.
19) tati i ànn ne pMa min = ogni
anno ne passa uno : il tempo passa e
si invecchia.
20) fa el primm d'ànn = fare il capo
d'anno: passare il primo dì dell'anno
in un luogo.
21) coi ànn = cogli anni ; col tempo,
a poco per volta.
22) pari cent'ànn, mila ànn = parer
cento, mille anni : di vivissimo desi-
derio che una cosa accada presto.
23) ave pàma i sèttànn = essere an-
dato fuori di dentini ; aver cominciato
l'età del giudizio, essere fuor di pupillo.
24) à vègli minga di ànn per nàgòtt
= non aver dormito gli anni : essere
stato prima vino che aceto. Non aver
l)assato gli anni senza aver guadagnato
di esperienza.
25) l'ànn del diiil el mcs del mài
= il primo anno che non è nebbia ; il
giorno di S. Bellino: per dir giammai.
26) giiigd i ànn = far di nulla: gio-
care senza mettere alcuna posta.
27) rè fini ànorum = son anni Do-
mini che... : è gran tempo o sono anni
infiniti, e quasi quanti sono corsi dalla
nascita di nostro Signore, che...; l'è
ttni anorum che te vedeva no = son
anni Domini che non ti xedQva; àgiitgti =
a giocare.
28) «v'.s'.s' indm coi ànn = essere in
là cogli anni : avere un'età un po'
matura. Qualche volta anche : esser
vecchio.
ànn, s. m. = annata.
1) Fmtti, salari, tasse da scadere o
scadute in un anno ; l'ha pàgaa on
ànn de interèsé = ha pagato un'annata
di frutti ; l'ha perdilU dUit ànn de sti-
pèndi = ha perduto due anni di sti-
pendio.
2) Annualità: la somma che devo
pagai'si ogni anno per interessi, am-
mortamenti, rendite vitalizie, ecc.
ànòn, s. ni. accr. di ànn = annatona,
fior d'annata, anno iibertoso.
ànòdin , agg. = anodino : dei rimedi
che calmano e fanno cessare il dolore ;
liquor ànodin = liquore anodino.
ànolin, s. m. = raviggiuolo : specie di
agnelotto con ripieno di bun-o, formag-
gio granone e droghe. Il nome speciale
disusa e resta ravioetì. Vedi.
ànonini, agg. = anonimo : senza nomo
d'autore.
1) lètera anonima = lettera anonima:
senza il nome di chi la scrive.
ansa, s. f. = ansa, appicco, pretesto ; dà
ama = offrire il pretesto.
ànsàna, s. /. = alzaia : fune di che si
servono i bardotti a tirare le barche
per le acque.
1) iirdda ànéàna = strada dell'alzaia :
quella per cui i bardotti, a piedi o a
cavallo conducono le barche colla fune.
ànsi, cong. = anzi.
1) Invece, all'opposto: te ànòi se
canti? = Ansi te mefet piasè. - ti an-
noio, secante? - Anzi, mi fai piacere.
2) Rinforza l'affermazione : hoo faa
ben"? - ànsi; benisim. -ho fatto bene?
Anzi, benissimo.
3) Altrettanto, o Si figuri, quando è
in risposta al Grazie ; gràsie. - ànsi =
grazie. - Si figuri.
ànsia, * s. f. = ansia : agitazione del-
l'animo cagionata da desiderio vivo e
impaziente di una cosa e dell'incertezza
di poterla ottenere. Si dice ancora ar-
caicamente ang'dsia*.
ansiàn, agg. = anziano : che fu prima
nominato a un ufficio e l'esercita da
più tempo ; l'àsèiior, el p-ofèsór àn-
sian = l'assessore, il professore anziano.
2) S. m. Maestro di funerali, ufficiale
sanitario : si dico anche lansiàn.
ansiànitaa, * s. f, = anzianità, astratto
di anziano.
Anta, s. f. = banda: nei battenti d'usci
0 sportelli composti di più pQzzi da
ant
— 36 -
aut
ripiegarsi gli uni sugli altri, ognuno
di questi pezzi ; ms à dò, à tré ant =
uscio a due. a tre bando.
1) Battente. Vedi aiitipórt.
2) anta scura = scuro : quelle im-
poste di leguo che stanno alle finestre
prima dei cristalli, a riparar la luco.
3) anta fodrdda = imposta addop-
piata.
4) anta fodràda de fèr = anta rive-
stita di ferro.
5) anta mtelàrdda o fodrinàda =
intelaiata.
6) (ìntoj intràvermda o tròvermda =
con traverse orizzontali.
7) ùnta ràsdda = a muro.
8) anta relnjàda = a duo bande.
9) anta requàdrdda = con traverse
orizzontali e vellicali.
10) ùnta snodàda = a libro, a librìc-
cino, a bande ripiegate.
11) anta spì-àngdda = sprangata.
12) dà l'anta. Fig. = tirar le calze ;
morire.
13) Come desinenza delle parole qua-
ranta, cinquanta, ecc., ha prodotto
i modi di dire : vci-s à l'anta, rè pu-
ma l'anta = essere all'anta, aver pas-
sato l'anta, avere, aver passati i qua-
ranta. Anche: are sàraa là prima, là
.secónda, là tèrsa anta = essere giunto
ali' anta, al secondo anta, al terzo
anta, ecc. Aver toccato i quaranta, i
cinquanta, i sessant'anni.
antàua, àntàiièla; s. f. = ragna: rete
colla quale si prendono lo beccacele,
e sim.
autecedèut, * s. m. = antecedente : la
cosa seguita o fatta o giudicata in
quanto possa servir di norma per Fuv-
venire; el m'ha minga voràii perdona
per ito stàbili on antecedènt = non mi
ha voluto perdonare per non stabilire
un antecedente.
aiitecrist, s. m. = aiiticristo: demonio.
1) l'ha faa l'ànteerlH, l'è on ànte-
erist = ha fatto il diavolo, è un demo-
nio di cattiveria, o di vivacità o di
irrequietezza.
antegrià, r. att. = fare la castagnatura.
Raccattare, ravviare le castagno nei ca-
stagneti.
antéiia, .f. f. = stile.
1) Lungo fusto d'albero diritto e ri-
mondo por lo più di abete, perciò detto
Abctolla, il quale serve alle fabbriche
per costruire ponti. Si dice anche
pài.
2) Antenna : legno rotondo, poi" lo
più di abete, che sostiene le vele dello
barche.
antepàrt, s. f. = ciò che dalla derrata
si leva pel padi-one prima di farne la
divisione fra lui e il mezzaiuolo. Or-
mai usa poco.
aiitepònii, * r, att. = anteporre : aver
cosa 0 persona in maggior pregio di
altre.
antesiu, s. m. = autesito, antisito. Cy-
prinus lariensis : piccolo agone che si
pesca specialmente presso il lido di
Malgrate.
antìcàiuént, * am. = anticamente : nel
tempo antico. Più com. àntig'àméiit.
anticàmera, s. f. = anticamera : la pri-
ma stanza di un appartamento ; quella
in cui stanno i servitori, uscieri, ecc.,
e dove aspettano le persone prima di
essere introdotte.
1) fa àtitìcàmera = fare anticamera :
aspettare per essere ricevuto.
2) vèsegh minga anticàmera = non
ci essere anticamera: non esserci l'a-
bitudine di far aspettare prima di rice-
vere i visitatori, ed finche il sottrarsi
all'aspettare per confidenza che si abbia
con chi riceve, o per qualsivoglia altra
ragione di superiorità, di interesse, e
simili.
anticipa, * r. att. = anticipare : faro
una cosa prima del tempo consueto o
stabilito.
1) anticipa on pàgàmènt = antici
pare un pagamento : pagare una som
ma prima della scadenza.
2) Venir prima del tempo solito o
stabilito. Detto di persone, delle sta-
gioni 0 d'altre cose : incceù el dotar
l'ha ànticipaa = oggi il dottore ha an-
tipato; ò venuto prima dell'ora solita;
l'è ima primavèra anticipùda = è uuf»
primavera anticipata : si dice quando
negli iiltimi giorni di febbraio o noi
primi di marzo il tepore primaverile si
fa sentire.
ànticipaa, * ìmrt. pass, di anticipa =
anticipato ; paga el stipèndi ànticipaa
= pagare il salario anticipato.
anticip.ìsión, * s. f. = anticipazione :
parte di una somma che si paghi o
riscuota i)rima del tempo in cui è do-
vuto r intoro.
aiit
— 'ói —
ami
aiitidiliiviàii, agg. = autidiluviario : che
fu, che ora inima del diluvio.
1) Per isch. : di usanze, opinioni,
metodi, smessi da molto tempo ed an-
che di persona che li segua.
antìfona, * s. f. = antifona : propria-
mente Versetto che si dice prima del
salmo e del (juale si prende l'intona-
zione quando il salmo si canta.
1) Fig. : breve discorso o motto che
faccia presentire qualcosa di poco gra-
dito ; ghe semm à l'antifona = ci siamo
all'antifona.
2) npètt ìà stèsa àntìfoim = l'ipetere
la stessa antifona : tornare a dire la
stessa cosa.
antìg*]!, agg. = antico, antiquato : che è
stato molto tempo addietro o esiste da
givan tempo.
1) stòria antìga = storia antica : di
fatti antichi.
2) à l'ani'iga = all'antica. Modo avv.
di cosa : alla maniera degli antichi ; di
persona , che ha modi , costumi sem-
plici.
3) antìgh còme caga à bràsc = me-
glio e più decente ; antìgh còme Noè :
antico come il brodetto , come Noe ;
antichissimo.
antighitaa, s. f. = antichità : cose an-
tiche, come monumenti, statuo, iscri-
zioni, medaglie e sim.
antigròtt, agg. accresc. di antìgh : at-
tempatotto , vecchiotto. Di cosa o di
pers.
antimeridiana, * agg. = antimeridiana:
di ora che è avanti al mezzogiorno.
antimoni , * s. ni. = antimonio : me-
tallo usato segnatamente nella medicina.
antìmòniàl, * agg. = antimoniale : di
antimonio ; rimèdi, inguént àntimoniàl:
medicamento, unguento antimoniale.
antin, s. m. = sportellino.
1) àntìn de veder o cn'stàll = vetriata.
2) niètt sii , tira giò i àntìn = in-
gangherare, sgangherare gli sportellini.
antina, s. f. = dim. di anta. In più ha
gli stessi significati del masch. antin.
antipapa, * s. m. = antipapa : papa eletto
in opposizione al papa legittimo.
antipàst, s. ni. = antipasto : ciò che a
desinare si porta prima della minestra.
antipatìa, s. f. = antipatia: avversione,
ripugnanza per qualche persona o cosa.
antipàticli, agg. = antipatico : che desta
antipatia.
antipòrt, s. m. = battente : la parte
dell' imposta di un uscio o di una fi-
nestra che combacia collo stipite, colla
soglia e coir altra parte dell' imposta
quando si chiude.
1) antipòrt de baièta = uscio volante :
chiuso con baietta o carta ; antipòrt
de ràder = uscio a vetri.
2) antiporta : pagina che si vuol an-
teporre al frontispizio dei libri con un
brevissimo cenno del frontispizio stosso;
dicesi anche frontespìsi niòrt.
antipòrtìn-ón, s. m. dim. e accresc. di
antipòrt = bussoletta, usciono.
antiquàri, s. m. = antiquario : chi si
intende di oggetti antichi, ne fa incetta
0 commercio.
1) fig. per àudegliee : uomo che pensa
e veste alla grossa e all' anticaccia.
antisèticli,* agg. = antisettico : di so-
stanze che impediscono o ritardano la
putrefazione.
antivig'ìlia,* s. f. = antivigilia : il giorno
che precede la vigilia.
antocà, s. m. = parasole, ombrello : dal
francese en tous cas, in tutti i casi, in
tutti i bisogni : specie di ombrello che
sotto alla seta e alla tela ha una fodera
e serve così a riparare dall'acqua comò
dal sole; è meno grande di un ombrello
paracqua e più di un ombrellino pa-
rasole.
antologia, * s. f. = antologia : raccolta
di prose o poesie scelte.
antón, s. m. accr. di anta = portone :
grande porta o imposta.
1) Tavolato delle conche d'un canaio
che, chiuso , ne imbriglia le acque e,
aperto, sfogano.
antóna, s. f. = lo stesso che àntdn.
Antoni * e Antonia, * s. m. e f. = An-
tonio e Antonia, si dice anche mono
nobilmente Tògn, Togna.
antracite, * s. f. = antracite : specie di
combustibile minerale.
antredoeil, s. m. = tessitura, falsatura :
striscia di trina o sim. tra pezzo e pezzo
d'una stessa roba, nei vestiti da donna,
bambini, ecc. Dal frane. Entro deux.
antresól, s. m. = mezzanino : dal fran-
cese entresol.
ànilàlmént, * avv. =' annualmente : ogni
anno, d'anno in anno.
àniiàri, * s. m. = annuario : libro che si
pubblica ogni anno e contiene fatti .ac-
caduti in quell'anno ; oppure osserva-
aiin
- 38 —
ai)a
zioui , calcoli e notizie relative a iiu
dato ordine di cose e di persone.
àuùlàj * V. alt. = annullare, render nullo :
levare ogni forza ed effetto ad atti pub-
blici e privati ; l'ha faa aniilà el decréti
de tràHòeh = fece annullare il decreto
di trasferi Diento.
àiiulàmèiit, * s. m. = annullamento :
l'atto che annulla.
àuiilàr, * agg. = anulare : il quarto dito
della mano in cai si suol portare l'anello.
Ànuncìàda, * (!') = l'Annunciata : la Ma-
donna che riceve dall'angelo l'annunzio
della incarnazione del Verbo , e 1' im-
magine di lei ; la chiesa ad essa inti-
tolata ; la festa dell' annunziazione. In
quest'ultimo significato il mil. italianizza
ancor più e dice spesso l'Aiiuiiciàta.
1) Nome di una via di Milano ; el
sta in l'Anunciàda = abita in via del-
l'Annunciata.
2) Nome di donna. Il mil. però dice
più volentieri Nunsiàda , o il dim.
Nunsiadìu.
àiiuiiciàsidn, * s. f. = annunciazione :
l'annunzio dell'angelo a Maria.
jiuvelòpìii, s. m. dim. di ànvelòpp =
bustina.
jìiivelòpp, s. 111. = busta : foglio tagliato
0 piegato a misura, in cui si ripone la
lettera e sopra cui si scrive l'indirizzo;
dal francese enveloppe.
àocàtà, V. att. = fare il saccente : far lo
sputasentenze e il ficcanaso.
ùocàtèll, s. m. = avvocatuccio : dim. nel
senso di avvocato di poco e nessun
conto.
àocàtin, * s. ìli. = avvocatine : dim. di
avvocato, considerata l'età , la statura,
la complessione, ecc., non il sapere e
l'ingegno.
àocàtdii; s. m. accr. di àocàtt = avvo-
catone : avvocato di grido.
àocàtt, s. ìli. = avvocato : chi fa pro-
fessione di dar pareri su questioni di
diritto , assiste le parti e difende le
cause davanti ai tribunali, e anche chi
sia abilitato a questa professione, ben-
ché non r eserciti ; stildià de àocàtt =
studiar per avvocato.
1) àocàtt di ctLiis pèì's = avvocato
delle cause perse : buono a nulla, e di
chi pigli a sostenere le tesi più sti'a-
vaganti.
2) àocàtt rampili = avvocato azzecca-
garbugli.
3) àocàtt de grónda = dicesi di quei
contadini del basso milanese che so
gliene sputai- sentenze appoggiati ai
muri delle case, quindi sotto i grondai :
direbbesi : spuntasentenze.
4) mètès in man di àocàtt = met
tersi nelle mani degli avvocati : delle
parti che , non avendo potuto accomo-
darsi ricorrono ai tribunali , o trattanti
per mezzo dei loro avvocati.
^ 5) parla come on àocàtt ; sàvèiw
pìisee d' on àocàtt = parlare come un
avvocato ; saperne più di un avvocato.
Si dice per ischerzo di donne, ragazzi
e di qualunque persona che, non aveudi
istrazione, disputa, ragiona , sentenziii
sopra ogni cosa , mostrando però fran-
chezza e un certo ingegno naturale.
6) giiigà à V àocàtt = fare aU' avvo-
cato : specie di giuoco che appartiene
al genere di quello degli spropositi.
àocàtfìsc, s. m. = avvocatuccio : vilif
di avvocato, contrario di avvocatone.
àdltra, o àólter, nella frase vègnì àoltra
0 àólter = saltar fuori , comparire ; là
se ■ved mai a vègnì àólter = non si
vede mai a comparire ; étèmm à vede,
cosa vén àólter = stiamo a vedere che
mai salta fuori.
àostàn, agg. = agostino : nato d' agosto.
1) Èga aostana = uva agostina : che
matura nell'agosto.
àpàràti, s. m. pi. = il diacono e il sud-
diacono assistenti il celebrante nella
Messa in terzo, in canto.
àpàlt; * s. m. = appalto , accollo : con-
ti"atto con cui si piglia a riscuotere un
dazio per una somma determinata da
pagarsi allo Stato ; o a eseguire un'opera
pubblica per una somma determinata
che lo stato devo pagare, o un'opera
privata che deve compiersi per una de-
terminata somma a tutto rischio di chi
assume l'appalto.
àpàltà,'*' V. alt. = appaltare: dare in appalto.
àpàltàdói'j * s. ìli. = appaltatore , accol-
latario : che prende , che ha preso un
appalto, chi prende in accollo lavori
pubblici ; àpàltàdór de étrdd feràd =
accollatario di ferrovie.
àpàrècc, * s. m. = apparato.
1) Tutto ciò che serve a addobbare
un luogo, 0 si riunisce e si mette in
mostra per accrescere una impressione
che si vuol fare.
2) Apparecchio : congegno , macchi-
npa
netta da far lavori, esperienze di fìsica,
operazioni chirurgiche, e sim.
{ipàrèiisa, * s. f. = apparenza : quel che
apparisce, contrapposto a quello che ò ;
mìlvà i ùpàrèns = salvare le apparenze :
di ciò che si faccia pubblicamente per
non dare a conoscere cose che giovi
tener celate.
àpàrènt, * agg. = apparente : che pare,
ma non è o c'è dubbio che sia.
àpàrentemènt, * avv. = apparentemente :
a giudicare dall'apparenza.
àpàrision, * s, f. = apparizione, l'appa-
rire : si dico solo di coso soprannatu-
rali e fantastiche.
àpàrfàmèiit, s. f. = appartamento, quar-
tiere : quel dato numero di stanze in
una casa dove possa abitare una fami-
glia un po' agiata.
1) Numero qualunque di stanze oc-
cupate da una persona della famiglia,
0 dove si riceve.
jipàrtàmentìii, s. m. dim. di àpàrtà-
luèut, = quartierino : parte di una casa.
ùpàrtegnt, v. att. = appartenere : essere
una cosa proprietà legittima di qualcuno.
àpàsionaa^ agg. = appassionato : chi ha
passione per una cosa, cioè un'inclina-
zione forte od irresistibile.
àpèlàss, * i\ rifl. = appellarsi : ricorrere
a un tribunale superiore, perchè sia ri-
veduta 0 cassata una sentenza.
j\pèll, s. m. appello.
1) L'appellarsi a un tribunale supe-
riore ; là cort d'àpèll = la corte d'a-
pello.
2) Il tribunale che giudica in seconda
istanza; hoo vengiilil là càusa in àpèll =
lia vinto la lite in appello.
3) La chiama : 1' appello degli sco-
lari che fa il maestro.
àpèiia, ape. = appena; poco, quasi punto ;
el m'ha àpèna tocaa = mi ha appena
toccato.
1) Avv. di tempo. Por significare
azione allora compiuta ; l'è àpèna rivaa =
è appena arrivato.
sipeudìce, * s. f. = appendice.
1) Si dice per lo più di scrittura ag-
giunta ad un'opera principale in cui si
prendono a trattare o a svolgere alcuni
punti toccati più leggermente nell'opera
stessa.
2) Scritto di vario argomento, che nei
giornali politici suole occupare la parto
inferiore di una o più pagine.
89-
apl
àpeudicìsta, s. ni. = appendicista : colui
che scrive le appendici nei giornali po-
litici.
Àpenìii, s. m. = Appennino : catena di
montagne che parte per il lungo l'Italia.
apertura, s. f. = apertura.
1) l' apertura del Pàrlàment , dèla
sedia, de l'iinivèrsitaa = l'apei-tura del
Parlamento, della scuola, dell'università;
el diéeors d' apertura = il discorso di
apertura.
2) Ogni interruzione nei muri di iiii;i
casa comò finestre , porte , armadi a
muro e sim. ; in là mìa stànsa gii è
cìnqu àperiùr = nella mia camera ci
sono cinque aperture.
3) Allentatura: malattia dell'intestino
caduto ; el g'hà on' apertura = è allen-
tato.
àpetitt, * s. in. = appetito : voglia di
mangiare ; bau àpetltt! = buon appetito !
Augurio a chi sta mangiando o è por
mangiare ; Hmicà l'àpetltt = stuzzicar
l'appetito. Più volgarmente di cesi anche
petìtt; altre frasi : gasa l'àpetitt = aguz-
zar l'appetito ; per làfàbì-icade l'àpetitt »
per il pane da mangiare.
àpiàii, avv. = piano.
1) Adagio, lentamente ; chi m àpian
rà san e va lontdn = chi va piano, va
lontano.
2) Con precauzione e con pazienza ;
el tò doer fall àpidn ée te vcBut fall
j}olid = il tuo compito fallo adagio, se
lo vuoi far bene.
3) A voce bassa ; parla àpiàn che
là màma là dorma = parla piano che
mamma dorme.
àpiànà, * V. alt. = appianare : detto di
difficoltà, differenze, vertenze, toglierle
di mezzo, accomodarle.
àpis, s. m. = lapis, matita ; àpis carbin-
sìn = matita nera : minoralo ; fipis
piombln = matita piombino : composi-
zione ; àjiis ross, blceii = matita rossa,
turchina ; àpià de lègn = cilindretto di
lapis ; ^pis à colise = lapis ad anello
corsoio ; apis de legnàmee = matita da
legnaiuolo ; canèta d'àpiè = matitatoio,
toccalapis ; tempera l'apio = appuntare
la matita.
àplàiidì, V. alt. = applaudire : dar segno
d' approvazione con più che altro col
batter le mani.
àplàttso, * s. m. >= applauso: l'atto del-
l'applaudire.
npl
— 40
apii
àplicasioii; s. f. = applicazione : assi-
duità al lavoio, allo studio.
àpògrg', s. m. = appoggio : cosa o persona
a cui uno si appoggia.
1) Anche nel senso dì sostegno, aiuto
che qualcuno dà perchè altri riesca in
un intento.
2) Appoggiatoio : quel bracciuolo lun-
ghetto che rigira nell'interno delle car-
rozze ad uso di posarvi disteso l'avam-
braccio.
àpogià, * V. alt. = appoggiare : sostenere,
aiutare una persona perchè riesca in
un intento.
1) àpogitl Òna jn'opdsta = appoggiare
una proposta : aderirvi, perchè sia messa
in discussione.
Apòll, s. m. =« Apollo: divinità mitologica.
àpòlogli,* s. m. = apologo: componimento
di invenzione, consistente in un breve
racconto, da cui si vuol ricavare un
precetto morale, o una regola di condotta.
àpoplesìa,* s. f. = apoplessia. T. med.:
congestione o versamento di sangue al
capo.
àpO|>lètìcli,* ayg. = apoplettico e apo-
pletico; colp àpoplètich = colpo apople-
tico, d'apoplessia; accidente.
àpds, prep. = dietro, di dietro ; là s-coa
là sta àpos à l'ì'isé = la granata sta
dietro l'uscio.
àpòsitàtnèiit, * aw. appositamente, ap-
posta. È forma piiì nobile di
àpdsta, = apposta, appositamente, a bello
studio. Anche: espressamente.
àpóstol,* s. m. = apostolo.
1) Ognuno dei dodici scelti da Gesù
Cristo a predicar 1' Evangelio, e a go-
vernare la Chiesa,
2) Si dice per antonomasia di chiunque
procuri proseliti.
àpostòlich, * agg. = apostolico : che è
proprio degli Apostoli.
àpdstrof, * s. ni. = apostrofo : segno or-
tografico.
apostrofa,* v. att. aposti'ofare ; mettere
r apostrofo.
.àprendista, * s. m. = apprendista : chi
è ammesso in un pubblico ufficio per
esercitarsi e far pratica aspettando che
vachi un posto con paga. Anche si dice
in it. : volontario, aspirante.
àprensidii, * s. f. = apprensione; MHefi
in àpremion = apprensionirsi ; mettersi
in apprensione, in pensiero di qualche
male che possa succedere.
àpreiisìv, agg. = apprensivo : di chi di
ogni minima cosa teme e si affligge.
àprèsàméiit, * s. m. = apprezzamento :
stima e giudizio intorno a fatti, che ha
qualche cosa di personale o di opinativo.
àl>rèss, prep. = accanto, presso e di fianco
a qualche cosa.
1) Presso, vicino ; el dotar el -sia chi
àprbss = il medico sta, abita qui ac-
canto.
2) tira àprèsii = avvicinarsi : di cose
tra le quali ci sia poca differenza.
3) ci glie tira, el glie va àpi-èss = Ci
si avvicina: di chi tirando a indovinare
sbagli di poco.
àprètt, s. m. = cartone: lustro che si d^i
ai panni; dà l' àprètt = rincartare.
àprètà, 'i\ att. = rincartare : dare il car-
tone ai panni, ai cappelli. Yale come
dà l'àpri'tt.
àprètàdòr, s. m. = colui che incarta i
panni.
aprii, s. m. = aprile: il quarto mese
dell' anno.
1) aprii n'ha trenta, piorès,^ treni'iin
fa mal à nis-iin = acqua d'aprile, ogni
gocciola vai mille lire ; prov. cioè : la
pioggia d'aprile fa bene alla campagna.
Nello stesso senso si usa.
2) àpì'il luti i di on bàrtl = d'aprile
piova pui'e ogni giorno in abbondanza.
3) àpi-il lumca on fil = d'aprile non
si smetta nulla del vestimento inver-
nale.
àprofità, * V. att. = approfittare, giovarsi:
ricavare tutto il vantaggio che si può
da cosa che si abbia sotto la mano.
àprofltàss,* V. rifles. approfittarsi ; Vita
minga mciiii àprofitàsen del tèmi) =
non seppe approfittarsi del tempo.
àprosiinàtiv, * agg. = approssimativo :
che s'accosta al vero quanto è possi-
bile.^
àprovà,* v. att. = approvare, riconoscere
per buono ciò che sia detto o fatto da
altri.
1) Segnatam. di proposte che altri
faccia.
àprovàslón, * s. f. = approvazione : il]
giudizio col quale si approva.
àpuntàmènt, * e. m. = appuntamento
vicendevole promossa o accordo di tro-j
varsi insieme in un detcrminato luogo
in ora prefissa.
àpunt, s. m. = appunto: ciò che si notai
sulla cai-ta per aiuto della memoria ;|
flqu
41 —
ave
l'è et lìhcr di àpùnl de stòria = è il
libro degli appunti di storia.
àquàràiic'io, * s. f. = aranciata: bevanda
fatta con acqua, sugo o sciroi)po d'a-
rancio e zucclioro.
àf|ilila,* s. /". = aquila: uccello di rapina.
1) l'Aquila = l'albergo dell'Aquila.
2) re.s'.s* minga on'àqìdla = Non es-
sere un'aquila: non avere un ingegno
pronto, né perspicace.
àquiliii, agf/. = aquilino : di naso il cui
profilo è simile a quello di un becco
d'aquila.
1) Aqiiilin = Aquilino : Nomo proprio
di persona m<aschile.
Ara, s. f. = travaglio : ordigno composto
di ti'avi, nel quale i maniscalchi met-
tono le bestie fastidiose e intrattabili
per ferrarle o medicarle.
1) giufià à l'ara bH'àra = ò un giuoco
che fanno i bambini dicendo ara, bH'àra
discesa corndra, de l'or del fin del coni
Mar in, >i trapana bordòech di trii pitòcch
d'òna màsceilra quèst l'è dènter e qiièM
l'è fanìra.
Lo fanno quando fra molti se no debba
scegliere uno a cui spetti un determi-
nato ufficio - per lo più il meno gradito
- in uno de' giuochi infantili.
ara, V. att. = araro-: rompere e rivoltare
la terra col l'aratro.
1) arti dì-iis' = arar diritto : operare
rottamente, segnatamente per timore di
castighi.
àraa, s. m. = aratro: strumento agrario
per rom])ere e rivoltare la terra.
1 ) qtd'll clic fa i àraa = aratolaio : chi
fa gli aratri.
U'àb, s. m. = arabo: la lingua araba.
1) Vò minga tiràb = non è arabo.
"Modo fam. Di cosa che tutti possono
f capire.
2) Agg. d'Arabia; cavali, numer àràb
cavallo, numero arabo.
Pàbésch,* s. m. = arabesco , rabesco :
fregio di pittura, intaglio, ricamo e sim.
formato di fogliami, fiori, animali fan-
tastici e anche linee tirate a capriccio.
Di ricamo così fatto si dico in mil. a
ràindsg. Dal frane, ramage.
àrabo,* s. in. = algebra : di cosa diffìcile,
astrusa; l'è minga àràbo^ per mi l'è
tlràbo = non è àlgebra, per me è àl-
gebra.
àràlda, s. f. = orba nalda o analda; di-
gitalis purpurea: pianta perenne.
àràs, agg. = raso; pién aras = pieno raso ;
che jìroprio non ci sta altro.
aratóri, agg. = arativo: dicesi di ter-
reno che si può arare o che è arato.
àrbàroefila, s. f. = ciliegio a pigna o a
grappoli; prunus cerasus avium.
1) Anche ciliegia: frutto dell'albero
suddetto.
2) Ccrasuolo, e cerasuola : frutto e
alboi'o; prunus cerasus sileestris. An-
che g-albiu, g-andioeiì.
àrbicóca, s. f. = albicocco : frutto del-
l'albicocco.
1) piànta de àrbicòcch = albicocco.
àrbièll, s. m. = truogolctto dei porci :
dove si dà loro il cibo.
siràg'ósta, s. f. = aligusta : sorta di gam-
bero di mare grandissimo.
àrbijàda,-' s. f. = pisellada: gran quan-
tità, grande incetta di piselli.
arbitràri, agg. = arbitrario ; di atto arbi-
trario, atto di una pubblica autorità
non conforme alle leggi.
1) Anche di privati. Senza fonda-
mento; opinion arbitrària, giiidis'i, cà-
.High arbitràri = opinione arbitraria, giu-
dizio, castigo arbitrario : che non ha
fondamento.
àrbor imperiai, gidyà à V tlrbòr im-
periai = giocare o faro all' imperiale :
specie di giuoco che si fa colle carte
di picchetto.
àrboraa, agg. = alberato: campo con pian-
tagione d'alberi, pomifero.
àrea, s. f. = arca ; /' àrea de Noè =
l'arca di Noè; l'è diventàda l'arca de
Noè = è diventata l'arca di Noè : di
casa 0 stanza dove siano raccolti ani-
mali di molte specie.
1) arca de scienm = arca di scienza,
un uomo dottissimo.
àreàda, s. f. = arcata.
1) Dogli edilìzi a più archi, ciascuno
di questi archi.
2) Colpo d'arco nel suonare il vio-
lino 0 altri istrumenti.
àreàug'iol,* s. m. = arcangiolo: per i cat-
tolici. Grado nella gerarchia degli spi-
riti superiore a quello degli angioli.
àreààa, s. f. = chiurlo grosso, ciurlotto,
beccaccia marina, numenius arquata :
uccello di ripa. Anche griignetòn, se-
gura.
arch, s. m. = arco : lavoro per lo più
di pietre o insvttoni disposto in modo
da formare un arco volto all' ingiù, che
are
42 —
ard
]josa sopra duo stiinti, coloane o pila-
stri, 0 sostiene il maro superiore.
1) àrdi intrèyli o à tuta 'mùnta =
arco a tutto sesto.
2) àrch ùciltt o à tèrs agiiii = arco
a terzo acuto.
8) àrch sfiancaci = arco dittico.
4) àrch éòpp o a pònt tròaa = arco
zoppo, 0 scemo, o schiacciato.
5) àrch à quàrt, à sèst àciitt = arco
a quarto, a sosto acuto.
6) àrch riàlsaa = arco rialzato.
àrdi (i), = gli archi: nomo di quegli ar-
concelli di legno che formano l' ossa-
tura dei mantici da calesse.
ardi del bàst dèla sèla, = arcione :
quella parte del fusto della sella e de'
basti che si inalza in forma d'arco da-
vanti 0 di dietro al cavalcatore, ond'è
lina detta anteriore l'altra posteriore.
Anche: arsoli, arción, asètl, càvàlètt.
àrdi di sìj = arco delle ciglia: quell'ar-
chetto di pelo che è sopra l'occhio.
ardieòlog-h, * s. m. = archeologo : che
professa l'archeologia,
àrdieolog'ìa,* s. f. = archeologia: scienza
delle antichità nei loro rispetti colla
storia e coli' arte.
àrdieolog'idi,* agg, = archeologico : che
appartiene all' archeologia.
àrdiètàda, s. f. = archettata, arcata,
colpo d'archetto o arco nel suonare il
violino, 0 la viola, o il violoncello,
e sim.
àrdiètt, s. m. = archetto. Dira, d'arco.
1) Ordigno per acchiappare gli uccelli.
2) Nome dato a diversi arnesi simili
nella forma a un arco di violino, che
i fabbri adoperano por intaccare le
chiavi, i lavoratori di mosaico per se-
gare le pietre dure e sim.
3) Arco del violino, violoncello, ecc.,
arnese formato coi crini di cavallo, che
servo por sonare il violino o altri sti'u-
menti a corda.
4) Arcuccio : stecche piegate a arco
che si mette sulla culla o nel letto ai
bambini poi- tener sollevato lo coperte
0 il pannolino con cui si copre il viso
del bambino per ripararlo dalle mosche
e dalla luce.
6) Archetto : arnese di legno ripie-
gato, le cui estremità sono legate a un
filo, col quale i bambini lanciano sas-
solini 0 piccole frecce di carta o di
legno.
àrdiiuà, v. att. = affannarsi, affaticarsi,
lavorare coli' arco della schiena. Anche
nanchina.
àrchitètònidi, * agg. = architettonico :
che appartiene all'architettura.
àrdiitètt,* s. m. = architetto : chi eser-
cita r anchitettura.
àrchitètura, * s. f. = architettura: l'ai'to
che ha per oggetto il disegno e la co-
struzione d'opere murate, come case,
ponti, acquedotti, fortezze e sim.
1) Il disegno stesso di una fabbrica. \
àrdiitràv, s. m. = architrave : pezzo per ■
lo più di pietrame che posa sopra duo
stipiti, pilastri o colonne e sostiene il
muro superiore.
archìvi,* s. m. = archivio : luogo dove
si conservano gli atti e le scritturo
pubbliche.
arci, = arci: particella che, affissa a un
nomo, vale primato ; àrciprU, àrcivè-
éeov, àreidiàcon = arciprete, arcivescovo,
arcidiacono.
1) Dà alle voci il valore di superla-
tivo e si unisco agli aggettivi, ai so-
stantivi, agli avverbi; àrcisciòr, àrci-
bon, àrcibén = arciricco, ai'cibuono, ar-
ci bone.
àrcisbrofòn, s. m. = millantatore : chi
. dice di fare o di avere molto piìi di
qiianto ha o fa.
àrcivéscov, s. vi. = arcivescovo : vescovo
di una chiesa metropolitana.
1) nànca ée vegntss V àrcivMcov =
per nessun conto, malgrado l'interces-
sione di chicchessia.
àrcìvèscovaa, s. m. = arcivescovado :
palazzo di residenza dell' arcivescovo.
arcobaleno, s. m. = arcobaleno, irido :
meteora in forma d'arco clie presenta
tutti i colori del prisma, e apparisce
quando piove, dalla parte opposta al sole.
àrcoi, s. m. pi. = le mostiice; catenella
0 funicella per tener fermi i buoi al
giogo.
àrcdn, s. m. = madia del pane o della
farina presso i fornai.
àrciìaa,* agg. = arcuato: piegato ad arco.
àrdènsa, {metes in) = mettersi, levarsi
in ardenza : accalorarsi, specialm. per
collera.
àrdeiit, pari. = ardente, jyart. pres. -di
ardere; cànùn, foeiigh, fornds àrdént
camino, fuoco, fornace ardente.
1) Fig. : del cuore, del sentimento
dell'uomo; el g' ha on cceiir ardènte
ard
— 43 —
arg"
lia im cuore ardente; l'c on ùiudr àr-
dèìit = è un amore ardente.
àrdi, V. att. = ardire: avere ardire o l' ai-
dire ; ardirla minga dìghel, se sàvèss
nò che IH l'è tanto bon = non ardirei
dirglielo, so non sapessi che ella è tanto
buono. Anche volsà.
ardii, agg. = ardito.
1) Che ha o mostra ardire.
2) Audace. Fig. : imprésa àrdìda =
impresa audace.
sirdión, s. m. = ardiglione : specie di
cannoncino nelle fibbie con due o tre
rebbii o punte, che si piantano nei ri-
scontri 0 nei bucolini di che che sia.
1) mètt in àrdion = mettere in as-
setto, in ordine. Figur.
àrea e ària, s. f. = area : terreno limi-
tato sopra cui sono fabbriche, o da fab-
bricarvi sopra, e in genere : estensione
superficiale di cui si indichi la misura
0 la figura; l'area d'on tridngol , d'un
giàrdln, d'òna piàm = l'arca di un
triangolo, di un giardino, di una piazza.
àrèd (fa), = rendere, far comparita; dar
molto frutto che si veda. Anche redà.
àrèla, s. f. = tavola su cui si stendono
i bachi da seta por allevarli.
aréna, s. f. = anfiteatro, arena: fabbrica
per lo più fatta nell'intorno a gradinata
con in mozzo un area (arena) che in
antico serviva e serve tuttora ad uso di
spettacoli e giuochi pubblici.
1) l'Arèna : è un anfiteatro di Milano
fabbricato al principio del secolo pre
sento. Uno dei migliori nostri momi-
menti. Vi si danno pubblici spettacoli.
Le sue carceri sono fatte cogli avanzi
del castello di Trezzo sull'Adda. Il pul-
vinare ha un insigne portico ad otto
colonne corinzie di granito rosso pulito,
delle quali quattro furono tolte al mo-
nastero di S. Agostino. Il recinto è fatto
coUc pietre del demolito nostro castello,
come delle bugne dei suoi torrioni si
fecero i portici ad esso laterali. Un ri-
gagnolo tra il podio e l'arena dà acquo
per allagare tutto il piano, sia per ro-
gate, sia per sdrucciolare sul diaccio.
Cape trentamila spettatori. È lavoro del
Canonica.
arena, v. att. = languire : del commercio
allorché cessa di essere vivo come per
r innanzi.
àrenaniènt, s. m. = ristagno : del com-
mercio.
àrèndes,* e. rifl. = arrendersi : cessare
dalle difese, darsi per vinto.
1) In una disputa: confessarsi vinto
dalle ragioni dell'avversario.
àrènt, prep. = presso, appresso, rasente,
accanto, accosto.
1) àndà àrcnt ài miir = rasentare il
mui'o. Fig. : vivere appena agiatamente
con molti -sforzi.
2) /«, mètes àrénf. Fig. = ragunare,
raccattare, raccogliere , raggruzzolare,
far gl'uzzolo : per lo più del far quat-
trini.
3) tira àrént oii ilss = accostare un
uscio.
4) età àrént àrént = staro accosto ac-
costo, vicinissimo : attenersi alle falde
di qualcuno.
àreostàtich, s. in. = areostatico : pallone
volante.
àres, ora più comunem. làres, s. m. =
larice ; pinus larix o larix vulgaris :
albero da legname.
àrèst, s. VI. = arresto : l'atto dell'arro-
stare che fa la forza pubblica; rèés in
àrèst = essere in arresto : di chi ò in
potere della forza pubblica.
1) i àrèst = gli arresti : specie di
punizione militare inflitta agli ufficiali
quando si obbligano a staro ritirati in
casa, 0 in quartiere.
àrèstà, * V. att. = arrestare : prender
qualcuno e condurlo dalla pubblica au-
torità.
àretraa, agg. = arretrato : di chi sia die-
tro di qualche operazione e in ispecio
di pagamenti.
1) Di debito non pagato alla scadenza.
2) vèss in àretraa = non essere in
corrente coi pagamenti : essere in mora,
essere in arretrato di...
3) * àretraa = gli arretrati : le sommo
non pagate in tempo debito.
àrgàg'n, s. m. = i strumenti , ordigni,
ferri del mestiere. Disusa.
àrgàu, e ora avvicinandosi all'originario
frances'e argand, àrg'ànd, s. m. = tubo
per lucerna a petrolio.
àrgeu, più comunemente e mono voi.
àrgin, s. m. = argine. Fig. : riparo,
impedimento.
1) Rialzo di terra che serve a con-
tenere le acque nello risaie.
2) La riva dei fossatelli dei prati a
marcita.
àrgenin, s. m. dim. di àrgen = argi-
iirg
— 44 —
ari
nello : ciascuno eli quei piccoli argini
traversi, praticati nella risaia onde ven-
gono a formarsi lo aiuole , e serve di
viottolino poi passaggio dei risaiuoli.
sirg'ènt, si m, = argento : metallo bianco,
lucido.
1) àrghit màtt = argento volato.
2) fègh ùdòis l' àrgènt viti = avere
l'argento vivo addosso: si dice special-
mente di bambini. Vedi diàol.
3) cdvej d'argènt = capelli d'argento :
i capelli bianchi.
àrgreiitee, s. vi. = argentiere : chi fa o
vende gli oggetti d'argento.
àr^eiitéri, s. m. = argenteria : gli og-
getti d'ai'gento che servono specialmente
alla mensa.
àirgrentin, s. m. = saltaleone : filo ela-
stico d'ottone in cui si infilano le ave-
mario, i paternostri, i gloria d'una co-
rona. Si usa anche per le corde di
mandolino, chitarra, ecc.
àrgrheii, più comunem. àr^in, s. m. ar-
gano.
1) vor^gh i tir gin a,... volerci gli
argani a.... ; ghe vceur i ergili ù fall
mcfiw = ci vuole gli argani por smuo-
verlo : di persona molto ostinata e
molto pigra.
2) andèmm ! gite venir i tirgìn ? =
animo ! che ci vuole gli argani ? - Ecci-
tamento a fare una cosa.
àrgin, s. m. argine.
1) Vedi àrg:en.
2) Argano. Vedi àrgheii.
3) Strettoio : cilindi-o col quale il
pastaio stringe lo paste nelle loro stampo.
argina, r. atf. = arginare , ciglionare :
mettere un argine.
àrgìiiàdura, s. f. = ai-giuatura : l'opera
fatta per arginare, i ciglioni.
éàrgoniént, * s. vi. = argomento.
1) Tutto ciò che si dice per provare
la verità di ciò che si afferma.
2) La cosa di cui si parla o si scrive ;
tornèvivi à V àrgoviént = torniamo a
bomba, all'argomento; a ciòjdi cui si
parlava o scriveva.
àirgiiì, * v. att. = arguire : indursi a cre-
dere un fatto per la notizia che si
abbia di un altro : argìilsì dai tò pa-
rali che te g'hee pòca fidUcia = argui-
sco dallo tue parole che hai poca fi-
ducia.
ari, -s. f. più. = arie. Si trova in parec-
chie frasi.
1) phrd i (tri = sviarsi : perdere l'o-
rizzonte
2) rèy.y gio d' ari = essere sviato :
aver perduto l'orizzonte. Si dice anche
più comunem. rèss già de trèhisónda.
3) àlsà i ari = alzare, rizzare il capo,
prendere, ardire, anche alzar la cresta.
Imbaldanzire, prender baldanza, farsi
ardito. Anche m'.y éiii ari.
4) mcft giù i ari = abassare le ali :
metter giù la superbia.
ari (i), s. VI. più. = I pendoni : drap-
pelloni pendenti per intervallo dalla
soffitta del palco, e rappresentanti nu-
volaglia, cielo e simili, nei teatri.
ària, .<?. /. = aria.
1) Fluido che abbraccia tutto il globo
terracqueo, necessario alla vita dello
piante e degli animali ; tiriu colàda =
aria colata: di luoghi rinserrati, come
cortili angusti e viuzze strette. Si usa
ìq tutti i significati e modi di dire
còme l'usa l'ital.
2) (irta del pàès = aria nativa.
3) ària libera = aria aperta : della
campagna.
4) tlria malsana = ai'ia viziata.
5) ària remondìna = aria secca.
6) aria siipèrba = aria sanissima.
7) slàrgàss l'aria, = raddolcirsi
l'aria.
8) tira nànca on frèguj, on boff^ on
griss d'aria = non tirare una bava, un
filo d'aria.
9) rèss in vièéé à dò ari = essere
fra due riscontri d'aria.
10) aria dela basa = vento meri-
dionale, austro; che viene dalla gi'ando
pianura a mezzodì ; aria dela beì-gà-
viàsca = vento orientalo , di levante ;
che vien dalla parto di Bergamo ; ària
de Tesìn = libeccio, garbino , africo ;
che spira dalla parte del Ticino.
11) Atmosfera : quello strato d' adii,
0 d'altri corpi aereiformi che avvolge
la terra.
12) briisà per ària o porta via là
ròba = andar via a i-uba.
13) fa àndà in ària on àfàri = man-
dare in aria un affare, scompigliarlo ;
far che non avvenga più.
14) vièti in d'on .§it de nò rèdè jyil
ària = mettere allo scuro : in gattabuia,
in prigione.
15) pària per ària = parlare in aria :
senza fondamento.
ari
45 —
ari
16) tra per ària = buttare all'aria:
scompigliai'e , mettere in disordine ;
tra in ària = lusingare : di fanciulla
a cui si prometta di sposarla.
17) pientà lì i ròbbper ària = lasciar
le cose per aria , a mozzo : non con-
chiuderle.
18) reétà à mèi'clria = rimanere in
tronco : in abbandono.
19) romp l'aria coni el freiigh = sbi-
lanciar r aria col fuoco : di quando
l'aria, essendo uno stagno fermo, col
fuoco la si mette in movimento.
20) s'ciopìfà l'aria = fare scoppio :
pigliar meraviglia, fare pompa o com-
parsa.
21) tira dna brUt'ària, tira ària
calda = v'è aria calda, v'è pericolo.
Anche tira ària eatìva.
22) tegnì in ària = tener in collo,
• sospeso : trattenere dal corso suo chec-
chessia.
23) tede pU ària = morir nelle bu-
iose : in prigione.
24) rèief/h ària pài-ànta = osservi
riscontro d'aria.
25") fa ciàpà ària = asolare : dello
polli , panni che si mettono all' aria a
sciorinare.
ària, s. /". = aria.
1) Lo spazio in che si muove (qua-
lunque pezzo d'oriuolo o altro.
2) Il vano che è fi-a le due lame
delle forbici e simili.
3) Il vano lasciato fra due cose.
\ria, s. f. = aria. T. music. : pezzo can-
ito da un solo. ■
1) ària de bauli = aria di baule :
L'ia prediletta da un cantante, che la
rorrebbe introdotta . in ogni spartito,
icorchè inopportuna.
2) ària de bravura = aria di bravura :
'quella per la quale il cantante può dar
saggio brillanto della voce e dell' arte
che possiede.
3) ària descompàfjna = aria dissi-
milo : che non somiglia.
4) ària de la pi sa = aria dei sorbetti :
che nell'opera in musica è posta noi
punto mono importante , ed allora gli
ascoltatori che vogliono prendere il
sorbetto lo pigliano, e a Milano al can-
tarsi di quella si osco di teatro per
spandere acqua, fa là jìlsa.
5) ària oblifjàda = aria obbligata :
quella in cui il cantante ò obbligato a
seguire il suono. Molte delle frasi sud-
dette disusano per il novo indirizzo
dell'opera in musica che esigila le arie,
come le cabalette e forma un tutto
complesso e unico nel quale mal si
distingue il punto meno importante in
confronto agli altri.
ària ! esclam. = aria ! sgombra ! via di
qua ! : per mandar via qualcuno o di
torno a sé, o da un luogo.
àrìaii, agg. ariano.
1) Nel proprio , seguace della teoria
di Ario.
2) Si usa più comunem. nel fig. nel
senso di triviale, grossolano, ma di una
trivialità e rozzezza non scompagnata
da cattiveria ; el bcstèma cóme oii
àriàn = bestemmia come un carrettiere.
ariana, s. f. = rigo dell'acqua, stroscia,
troscia : la riga che fa l'acqua correndo
in terra o su checchessia. Si dice anche
riàna.
1) i àriann = gore : Striscio di su-
diciume sul collo 0 sulla faccia di chi
si è mal lavato.
àriàscia, s. f. peggior. di ària = ariaccia :
nel significato di aria pesante, cattiva,
aria di mal tempo.
àriéta, s. f. dim. di ària = arietta.
1) Venticello leggero e soave.
2) T. mus. canzoncina o strofa messa
in musica : si dice della musica e dello
parole.
àriètìiia, s. f. dim. vex'Kegg. di àriéta,
di ària = ariettina.
àrimética, s. f. = aritmetica : 1' arto di
far le operazioni sui numeri.
àriÒH, agg. arioso : di abitazione o di
luogo, che ha molt' aria e molta luce.
àristocrasia,* s. f. = aristocrazia.
1) Tutte le famiglie nobili di un paese.
2) Di chi non tratta con inferiori o
sta con loro molto sostenuto : l'è ànti-
pàtich per là eòa àristocrasia = è an-
tipatico per la sua aristocrazia, per la
sua albagia.
àristocràticli, agg. = aristocratico.
1) goèrno àristocràticli = governo
aristocratico : dove la nobiltà governa
0 gode altri privilegi.
2) òmm àristocràticli = uomo aristo-,
cratico : favorevole a quelle istituzione
0 a quella forma di governo dove la
nobiltà jtrcvale.
;->) mànèr , àbHùdin àriétocràtich =
maniero, usi aristocratici : propri dei
ari
46
ann
nobili e in genere molto signorili e non
senza qualche albagia.
àrlèclùn, s. m. = aiieccliino.
1) Maschera del teatro italiano, colla
maschera al viso e il vestito a scacchi
di più colori ; servo pauroso e sciocco
che talora dice facezie per sciocchezza
0 senza avvedersene. Anche àrlèchìn
bàtocio.
1) de àrlèchìn = arlecchinesco, da
arlecchino.
2) fa V àrlèchìn = fare lo sciocco
chiacchierone : il buffone, ed anche es-
sere incoerente, specialmente nelle opi-
nioni politiche.
3) fa el fceiigh d' àrlèchìn = fare il
fuoco d' arlecchino : allestire il fuoco
allogando le legno grosse per disotto
alle minuto , e rendendo cosi difficilis-
simo , per non dire impossibile 1' ac-
cenderlo. Fig. : far come Schizzone che
prima fi Diva e poi abbozzava, cioè fare
le cose a rovescio.
4) Arlecchino : gelato o sorbetto di
più di un colore e sapore. Più comu-
nemente giardinièra.
5) pari un àrlèchìn = parere un ar-
lecchino : di chi senza buon gusto è
vestito a molti colori e chiassosi.
àrlèchìna (èrba) = pappagallo, meravi-
glie , meraviglie di Spagna ; amaran-
thus tricolor = erba annu.a che serve
per ornamento di giardini e di sale.
àrlècliiuàda, s. f. = arlecchinata.
1) Maniera o atto di Arlecchino.
2) Mascherata di arlecchini.
àrlìa, s. f. = ubbia : opinione o pensiero
superstizioso o malauguroso ; àv^gh
doma di àrlìj = essere ubbioso.
1) vègh àdòss , tra àdòsè l'àrlìa =
avere , buttare addosso il malefizio, la
iettatura.
arma, s. f. = arme : ogni stnimento per
lo più di ferro e' d' acciaio , fatto per
ferire e ammazzare uomini o animali
selvatici. E per estensione tutto ciò che
possa servire a quell'uso.
1) arma de feugh = arma da fuoco :
tutte lo armi esplodenti.
2) tirma bianca = arma bianca : tutto
lo armi da taglio.
3) tirma de pùnta = arme da punta :
che feriscono per essere accuminato.
4 ) prefientà l' firma = presentare le
armi : dare l'onore delle armi.
5) pittia d'armi = piazza d' armo :
area destinata per gli eserciti mili-
tari.
6) pòrt d'ttrmi = porto d' armo : fa-
coltà di portare armi.
7) à l'tlrmi! = all'arme!
arma, s. f. = arma : stemma, insegna di
una città o di una famiglia.
1) fa l'àrnta risconta = camminare
come l'arme dei Visconti. Questa frase
origina dall'essere lo stemma dei nostri
Visconti una biscia a zigzag in campo
d'argento con fanciullo nascente dalie
suo fauci. Gli è dunque come dire
camminare a zigzag , il che è proprio
degli ubbriachi.
arma, v. att. = armare : dar 1' arme e an-
che strumenti che possano farne lo
veci.
1) D'opere fatte per dare fortezza e
servire di sostegno ad altre ; àrmtl ci
tccc = armare il tetto.
2) Centinare : far le centine , porre
l'armatura alle volte. Anche gcenteuà.
iirmaa, agg. = armato : provveduto di
armi.
àrmàda, s. f. = armata, esercito : le
forze militari di un paese e una parte
ragguardevole di queste forze.
àrmador, * s, ni. = armatore : chi arma
0 noleggia navi mercantili e anche da
corsa.
àrmàdura, s. f. = armatura : tutto ciò
che sei-ve a armare \ àrmàdilra de fèr =
armatura di fen'O.
1) Tutto ciò che gli antichi soldati
portavano indosso per difesa della per-
sona ; àrmadura lustra = armatura lu-
cida, brillante.
2) Capriata, cavalletto : congegnatura
di tre travi e altri legni ordinati in
triangolo verticale: è parte principalis-
sima della travatura, ed è posta a in-
tervalli nella lunghezza del tetto.
3) àrmadura di red = armatura delle
reti : il cingerle di una fune chiamata
zalinga ad ogni tre pollici con un ri-
torto, por ralforzarla.
4) àrmadura di tint = armatura :
quei legnami che lateralmente alle due
estremità sono sovrapposte all'ossatura.
armandola, * s. f. = mandorlo ; amyg-
dalns comunis = albero. Mandorla, j
mandola, amandola : il frutto del man
dorlo.
1) armandola Ma perlina = mandola ;
confettata o perlina.
47
arp
2) armandola àrmèlina = mandor-
li ii a amara.
3) àrmtlndola dura = mandorla dui-a :
di guscio liscio, durissimo punteggiato
di foroUini.
anuàiidolaa, s. m. = mandorlato , tor-
, rono : i)asta dolce composta per la
maggior parte di mandorle , ridotta a
sodissima consistenza. Anche ai*maii«
dolàto.
ànuàndoléta, s. f. = semini : pasta da
minestra come piccoli semi.
1) Fiore, mandorla : fregio laterale
delle calze, a guisa di ricamo , stretto
é lungo, e piglia dalla punta superiore
del quadorlctto ; {chignmù) e arriva a
mezza gamba.
àrmàndolèta, s. f. = mandòla : specie
di piccolo liuto che si suona come questo
strumento , ma accordato differente-
mente : ha otto gruppi di minugie e
si distingue dal mandolino pel manico
più corto e per la mole maggiore.
àrmàiKloliii, s. m., = mandolino : sti-u-
mento più piccolo del liuto, ma della
stessa foggia.
àrmèlìn, più comun. èrmelhi, s. m. =
armellina : pelle dell' armellino ; àr-
mèlìii chinès = armellino cinese, listato
di nero.
armerìa,* e più volgami, àrmària, s. f. =
armeria : luogo dove sono raccolte molte
armi. Museo d'armi.
àrmirosù, s. m. = armaiuolo : chi falj-
brica e vende armi , le rassetta e le
ripulisce.
àrinistìsi * e più volgami, annestisi e
iiièstìsì, s. m. = armistizio : sospen-
"-■ione delle ostilità per un tempo de-
iminato e per vicendevole accordo;
- accordo stesso.
làniioàr, s. m. = armadio colla bambola,
cioè collo specchio : -si tiene per lo più
nelle camere da letto, e talvolta lo
specchio manca e al suo posto si mette
un drappo verde.
armonìa, *»./".= armonia : accordo di
suoni, unione di più suoni che fanno
insieme una grata impressióne.
1) Suono piacevole all'orecchio.
2) Accordo di voleri, sentimenti, opi-
nioni ; vie in bona armonìa = vivere
in buona ai'monia.
irmònlch, * afifj. = armonico : che ha
armonia ; casa ùrn}òmca = tavola ar-
miiiiira : tavola armonica : tavola sot-
tile di abete che nel pianoforte e alti'i
strumenti a corda si mette per renderli
più sonori.
àrmonios, agg. = armonioso : di suono
0 di cosa che rende un suono piace-
vole ; là vos de Garibaldi V èra tant
armoniosa = la voce di Garibaldi era
molto armoniosa.
Armorèe (i) s. m. pi. = gli Armorari :
nome storico di una nostra via di Mi-
lano, che ricorda le nostre armi della
Lupa. Erano esse cercate da tutta Europa
e fino dai Saraceni. Due soli armaiuoli
nostri in pochi giorni fornirono tanto
da armare 4000 cavalieri e il doppio
di fanti ; e Milano esibì a Filippo Maria
di mantenere stabilmente 10000 cava-
lieri ed altrettanti pedoni se le fossero
lasciate le gabelle e i tributi di essa
città, libero al Visconti di valersi a
talento di quelle delle altro città. È de-
siderabile sia mantenuto col nome della
via il ricordo di tanta floridezza.
àrnes, s. vi. = arnese : utensile di casa
ed anche ferro del mestiere.
] ) (Yrègh i sa àrnès in orden = aver
ago e dio in pronto : essere in pronto.
2) àrnès de galèra = arnese da ga-
lere : uomo di pessima vita.
3) l'è on eèrto àrnès che me fidi
pòcch = è tal soggetto, che poco me ne
fido.
àrnica, s. f. = arnica ; arnica montana =
pianta medicinale : atta a scemare l'in-
fiammazione nelle contusioni ; tintura
d'arnica = tintura d'arnica.
àrog'ànsa,* s. f. = an-oganza : astratto di
arrogante.
àrog'ànt, * agg. = arrogante : di persona
a cui manchi la modestia e il rispetto
dovuto nel trattare specialmente coi su-
periori, 0 pigli animo a offendere e so-
verchiare altri dal sentirsi più forte.
àrolà, * «'. att. = arrolare : ricevere in-
gaggi, ascrivere ai ruoli della milizia.
àrolaniènt, s. m. = arruolamento : l'ope-
razione dell' arrolare.
aròma,* s. f. = aroma : profumo proprio
specialmente delle vivande e delle be-
vande e di ciò che ad essi appartiene.
àromàticli," agg. = aromatico: fatto con
infusione d'aromi, odoroso.
arpa, s. f. = arpa: stmmento musicalo
a corde di figura triangolare che si suona
pizzicandolo.
àrpég',* s. m. = arpeggio: il suono con
arp
48 —
art
cui si fanno sentire tutti i toni d'ac-
cordo, l'uno dopo l'altro.
arpìa, s. f. = arpia : persona e spocialm.
donna secca, brutta, anche cattiva.
arpista, s, m. e. /". = arpista: suonatore
0 suonati'ice d'arpa.
Ars, agg. = asciutto, arso.
1) tire de là ièt = assetato.
2) vrgh là baca àrsa = aver la bocca
arsa, asciutta, secca.
àrscionaa, s. ni = cerchi del coperchio
della barca.
àrsela, s. f. = nicchio : involucro pie-
troso dei molluschi.
1) Nicchia, dei pittori.
2) Fig. : mignatta. Di chi è secca-
tore importuno.
àrseuàl, s. m. = arsenale : Il complesso
dogli opifici, locali, bacini occoiTonti
per la costruzione e 1' armatura delle
navi da guerra. E anche fabbrica o de-
posito d'armi ed altri oggetti necessari
all' armamento dell' esercito.
1) Edifizio nelle fattorie e nelle grandi
aziende rurali per custodirvi i legnami.
3) rògh àchm l'àrsetiàl de Venezia =
avere indosso l'arsenale di Venezia: di
donna che abbia indosso troppo d'oro,
di gioielli, di vesti e sim.
arsènici!, s. vi. = arsenico: metallo co-
nosciuto specialmente come veleno.
1) Nome generico di tutto ciò che è
velenoso, ed anche di ciò che è cattivo
a mangiare. E per estensione anche di
persona mordace, cattiva, maldicente.
àrsg'iiin, s. m. = scherz. argento: i da-
nari, i cumquibus. Dal frane, argent.
àrsoli, = arco: asta curvata d'abete con
una canterella per la quale si batte, os-
sia si scuote il pelo da far cappelli, per
isfioocarlo quand' è rappallottolato, o
per rimescolarlo quand' è di qualità di-
verse che si vogliono riunire.
1) Anche per àrch del ixY'ìt^ dèla
■sHa = arcione, arco del basto, o della
sella.
àrsouà, -v. ott. = battere il pelo coli' arco.
arsura, s. f, = arsione : sensazione come
d'asciutto che si prova alla gola per
febbre o per effetto di esercizi violenti,
caldo, polvere e sim.
àrsiroeù, s. m. = razzo.
1) Fuoco d'artificio che va molto in
alto e poi scoppia con o senza disper-
sione di stelle colorate.
2) Ardente : randellino fatto seccare,
che, acceso nello sfogatoio a lato del
forno, dà lume a infornare o altro.
àrtefaa, agg. = artefatto : fatto con arto,
non naturale.
1) Anche di chi non è spontaneo noi
suoi movimenti per posa e per sover-
chia affettazione.
artèria, s. f. = arteria : nome generico
dei vasi o canali per cui il sangue
spinto dal core si distribuisce a tutto
le membra ; mngii di àrièri = sangue
arterioso.
àrtesàii, s. m = artigiano, artefice, artiere;
chi esercita un'arte meccanica.
àrtesiàii, a^/f/. = proprio della parola poss^
posi àrtesidn = pozzo artesiano : che si
fa forando il suolo mediante una specie
di trivella.
àrtibàuch o àrcliibàucli, s. vi. = cas-i
sapanca: cassa con coperchio e una spal-
liera di legno, o anche senza, che sei^q
ad uso di panca.
àrticiocàsc, s. m. pcgg. di àrticiòccli,
= carciofaccio.
àrticiòccli, s. m. = carciofo ; cgnara
scolyiniis, pianta erbacea che dà un
frutto molto usato nella cucina, e il
fmtto della pianta stessa. Dal frane:
artichaut ; àrticiòccli de sci ma = car-
ciofo vettaiuolo ; àrticiòcch fiorón = car-
ciofo primo 0 madornale ; àrticiòcch
sèma s'pongignòn = carciofo mazzafer-
rata ; ciiii de àrticiòcch = girello del
carciofo; quèll di àrticiòcch = carciofaio;
camp., campagna de àrticiòcch = car-
ciofaia, carciofeto.
1) Nome di un panetto che nella
forma trae del carciofo.
àrticiocliéra, «. f. = carciofaia, carcio^
feto: luogo piantato di carciofi. j
àrticiochìii, s.m. = dim. vezxegg. di àr-*
ticiòccli, = caroiofetto, carciofino.
àrticiocòii, s. m. = accresc. di arti-*
ciòccli, = carciofone.
àrticol, s. m. = articolo : una dello partì
del discorso.
1) Ognuna delle parti in cui si di-
vide una legge, trattato, convenzione]
conto e sim.
2) Scrittura pubblicata o da pubbli-
carsi in un giornale.
3) Ognuno dei diversi oggetti che
sono 0 si mettono in commercio; l'è on
àrtlcol che dà pòcch giiàdàgu = è un
articolo sul quale si guadagna poco.
4) càscia l'àrtìcol = forzare la ven-
art
49 ■-
a sa
dita di una mercanzia, vantandone i
pregi.
àrticolasiòii,* s. f. = articolazione: giun-
tiu-a ossia punto dove si uniscono due
ossi in modo da potersi piegare l'uno
sull'altro per eseguire i movimenti della
persona.
1) La facoltà, l'atto e il modo di ar-
ticolare; l'ha perdiiu l'àrticolasion del
'" gencPAice = ha perduto l'articolazione del
ginocchio: non lo può più articolare.
articolista, s. m. = articolista : scrittore
di articoli per giornale.
àrtiflciàl, * a(/g. = artificiale : contrario
di naturale. Di opere dell'arte che imi-
tano quelle della natura e possono
farne in tutto o almeno in parte le veci;
fior àrtifieidi = fiori artificiali.
1) Diverso da ciò che la natiu-a im-
piega a produrre il medesimo effetto ;
àlàtàmént àrtifieidi = allattamento ar-
tificiale.
2j foeugh àrtifieidi = foco artificiale
0 lavorato. Diverse preparazioni di pol-
vere pirica che bruciano scoppiettando.
Si usa meglio al plui-. foeiigh artificitii.
àrtifisi, s. m. = artificio ; foeugh d'arti-
fisi = fuochi d'artificio, artificiali o la-
vorati. Vedi sopra.
àrtiglièr, s. m„ = artigliere : soldato di
artiglieria.
àrtijflierìa, s. f. = artiglieria : nome ge-
nerico di tutte le armi esplodenti,
escluse lo portatili.
1) Nome del corpo d'esercito che usa
come arma il cannone.
2) Scherz. si dico dello bottiglie di-
sposto con ordine in cantina.
artista, s. ni. e. f. = artista : chi esercita
un'arte, o ha il genio per poterla eser-
citare, comprendere, apprezzare. Si in-
tende dello arti belle.
àrtisticàméiit, am\ = artisticamente ; con
arte, con buon gusto.
artistici!, agg. = artistico: che ha l'im-
pronta deli' arto e si rivela come pro-
duzione del gonio di un artista.
àrtriticli, agg. = artritico : articolare ;
dolor àrtrìtich = dolori artritici.
àrtritida, s. f. = artritide: malattia delle
articolazioni. Si dice anche artrite.*
àrvéda, s. f. = spinaia, spineto, prunaia,
pruneto.
àsa, s. f. = cappio : nodo che presenta
come due maglie e duo capi e si scio-
glie tirando uno di questi capi.
1) fa l'àsa = accappiare; fermare per
mezzo di cappio.
2) fa gropp e fisa Fig. = far la cam-
pana tutta d'un pezzo, fare lo scoppio
e il baleno a u.n tratto; finire una fac-
cenda senza intermissione.
àsa, s. f. = anello.
1) Ogni lami netta di ferro entro cui
scorre il bastone del chiavistello.
2) Bandella : lama di ferro inchiodata
orizzontalmente nell'imposta a riscontro
dell'arpione, perchè nel suo occhio si
infili e giri 1' ago dell' arpione. Vedi
og-ioeù.
3) Prosa: qualunque risalto nel cen-
tro del coperchio o nelle pareti laterali
di un vaso o in checchessia d'altro per
poterlo prendere.
àsa, s. f. = antenna : legno rotondo, per
lo più di abete, che sostiene le vele
delle barche. Anche àntèna , asta ,
àstòii.
àsa, s. f. = asse, tavola : pezzo di legno
segato per il lungo, più lungo che largo,
e più largo che alto ; àés de mercànsìa
= assi, tavole da mercanzia grosse dai
25 ai 37 centim. ; àis de mesa tuer-
càmia = assi di mezza mercanzia,
grosse dai 13 ai 24 centimetri.
1) Àò*-y de imbàladòr, o refud = scàn-
dorlc, assicelle da imballatore.
2) «,y.y de solee = panconcelli : assi
sottili assai collo quali copronsi le im-
palcature.
3) ^m: quella su cui in casa sten-
desi il cadavere che deve poi ossero tra-
sportato alla chiesa o al cimitero; àndà
in sii l'Ma = batter capata, morire ;
vèss in sii l'àsa = essere sulla bara,
morto; ■vèss à l'àsa = essere al verde,
al fino di checchessia.
4) àsa de còcer = pedana : qiiel pezzo
di legno su cui si posano i piedi del
cocchiere ed è sostenuta dai braccetti.
5) àsa dèla càrna = tagliere : pezzo
d'asse grossa, spianata e liscia su cui
si tagliano carne, erbe ed altro.
(5) àsa dèla còmoda, del còmod =
asse del comodino, del comodo. Anche
àsa del càmer, del ceés = predella.
Asse che copre il marmo di alcuno
latrino per sedervi.
7) àsa, del cicolàtt = asse della cioc-
colata : asso di legno con sottilissimo
ovlotto, sulla quale si dibatto e lavora
la pasta di cioccolata calda.
asa
sc-
asa
8) ù,m dèla còla = assa del mastice
di cacio: quella sulla quale i legnaiuoli
impastano eoa acqua e calce viva il
cacio sciocco per farne mastice.
9) tlàa del lèti = asserella, una dello
assi del letto sulle quali posa il sac-
cone.
10) Ma del lìdn = asso del pane :
quella suUa quale, distesavi per lo i)iù
una tela, si mettono il pane o i dolci a
lievitare.
11) Ma de supreèù, = asse, tavola da
stirarvi.
12) Ma del telar = panchetta: quella
sulla quale il tessitore sta seduto o ap-
poggiato.
13) Ma di formàgitt = asse delle ea-
ciole : specie di taglierino su cui si po-
sano i cascini, entro i quali è il latte
quagliato che ivi si insala, perchè si
formi in caciuole, e ponsi inclinato,
perchè il siero esca dai cascini e scoli;
f/uàrdà éu l'Ma di formàgitt = guardar
losco.
14) Ma di pàgn o de làvtl i pàgn =
lavatoio: asse inclinata, talora trasver-
salmente scanalata, sulla quale si la-
vano i panni.
15) Ma di piàtt = rastrelliera : stru-
mento di legno a regoli dove si tengono
le stoviglie in cucina a sgrondare.
16) Ma de tàj'ù. foeiìra = assa da ta-
gliarci: i calzolai, i sarti o altri vi ta-
gliano su pelli, vestiti o altro per ado-
perarli.
17) Ma di silpp = asse delle zuppe:
la portano al collo con uno spago i fat-
torini per porvi su le zuppe da far co-
lazione i giovani di bottega.
18) àss' de fond = piante : nome delle
assi che formano il complesso del fondo
delle carrozze.
19) Ma déla capta = fondo da scor-
rere; quella che nelle gabbie si mette
e si leva colla sabbia che si rimuta
quando è sudicia.
20) Ma déla stadera = tavolone.
21) mèt i às§ = Imbossolare: met-
tere lo assiciuole ai palchi.
àsa bruta, avv. = in un tratto, senza pen-
sare ad altro. Dal lai; ex abrnpto ; fa
Ma bvÈta = far sui due piedi : non por
tempo in mezzo ; regm à Ma bruta =
trovarsi stretto fra duo assi : fra due
pericoli. Disusa.
àsaa, s. m. - acciaio. T. àsàl.
àsàda, s. f. = assito : piano formato di
pili assi 0 tavole unite insieme come
pareti o pavimenti o chiuse, che si met-
tono attorno alle fabbriche in costru-
zione 0 ai ponti dove i pittori lavorano.
jisàfétida, s. f = assafetida; ferula o.s-
safoptida: pianta medicinale: gomma
resinosa che si trae da una ])ianta della
famiglia delle ombrellifere, la quale na-
sce spontaneamente nella Persia.
àsà^iàdór, s. f. = saggiatore: ciii as-,
saggia l'oro e l'argento per conoscerne]
il titolo. j
àsàl, s. m. = acciaio : ferro al quale me-
diante un processo speciale, si son fatto
acquistare nuove ])roprietà e in ispccio
una maggior durezza.
1) vèb's tòlt giò de l'màl = aver fatto
un gran calo, aver dato nelle vecchie,
essere un acciaio logorato. Fig. di per-
sona oramai incapace a governare da
sé, 0 di cosa messa fuor d'uso.
àsàlà, «'. att. = acciaiare, inacciaiare :
convertire il ferro in acciaio.
àsàlìn, s. m. = acciarino : piccolo stru-
mento d'acciaio col quale si batte la
pietra focaia per accender l'esca. Stru-
mento che disusa.
1) Ingegno che, adattato alla cassa
dei fucili 0 dello pistole, e fatto scat-
tare mediante una molla, serve a dar
fuoco alla carica.
2) Acciainolo : cilindro di feri'o con
un po' di capocchia, di cui si valgono
alcuni artieri per affilare i loro ferri,
affinchè intacchino bone. Lo usano spe-
cialmente i pellai che lo chiamano àià-
lìn ingléè.
àsàlitt, s. m. pi. = acciaini, pippoli, per
line: piccoli pallini d'acciaio forato pò:
passarvi dentro il filo. Se ne servono
le donne per guarnire ricami, ecc.
1) Aceti ni : piccoli lavori di vetro
che nella forma e nel colore imitano 1^
granata orientale di color chiaro.
àsàlt,* s. m. = assalto : atto dell'assai
tare.
1) ciàptt min d'àmlt = dar l'assalta
a uno, prendere uno d'assalto : chie^
dergli qualche cosa, proporgli un par
tito, pretendendo che si risolva e ri
sponda nell'atto.
àsàltà, r. off. = affrontare.
1) Di ladri: fermare uno a mano ar-:i
mata per oflenderlo.
2) Aggrodii-o : assalire qualcuno pe
J
a sa
51 —
ase
fargli qualcTie brutto scherzo. E un po'
più che il precedente affrontare.
3) Assalire, aggredire: investire a viva
l'orza, anche senza scopo di rubare, né
di fare alcun male.
àsàltàmèiit, s, m. = aggressione: l'atto
dell' affrontare, dell' aggredire.
àsàmm, s. m. assame : quantità di assi
liunite, di tavole.
ùsàrd, s. m. = azzardo: rischio a cui uno
si espone con operazioni, l'esito dello
quali dipende in tutto dal caso ; o lo
operazioni stesse e il caso da cui l'e-
sito loro dipende : più che rìs'c = ri-
schio, perchè nel rischio possono la
previdenza e l'abilità aver qualche pai-tc,
nell'azzardo no.
1) gioeugh d'àsàrd = giuochi d' az-
zardo di ventura : quelli dove non è
posta fissa, ma si motte via, via a pia-
cere.
àsàrdà, v. alt. = arrischiare, osare: affi-
dare all'azzardo 1' esito d'una nostra
azione.
àsàrdàss, v. rifl. = arrischiarsi : meglio
che azzardarsi.
à^àrdòs, agg. = rischioso ; pericoloso, che
non bada ne ai rischi, ne ai pericoli :
avventato, inconsiderato.
àsàsìii, s. m. = assassino : che ha com-
messo 0 sta commettendo un assassinio;
àmstn de Hnìda = assassino di strada:
chi sta alla strada per assaltare i vian-
danti.
àsca, prep. = oltre, di più : ed anche
senza, dal lat. absque.
àscàdisc, agg. = pigro, poltrone: che
lavora malvolentieri.
àscendènt, s. m. = ascendente : autorità
che uno abbia sull'animo altrui ; potere
di volgere a modo nostro l'altrui vo-
lontà.
Ascensìóii,* .s f. = l'Ascensione : la sa-
lita di Gesù Cristo al Cielo e il giorno
in cui cado la festa. Vedi Asèii.sà.
àscèss,* s. m. = ascesso: raccolta di mar-
cia che si forma in qualunque parte del
coi'[io.
asceta, s f. dim. di àscia, = matassina,
niatassetta.
ascia, s. f. = matassa.
1) TI filo avvolto in molti giri sul-
l'arcolaio e levatone, .nttorcigliandosi il
cerchio cosi formato sopra so stesso.
2) Accia: filato di lino, di canapo,
di stoppa. Ma non si dice in ital. che
quando è greggio e ridotto in ma-
tassa.
3) troàgh V àscia, càtttghen l'ascia
= trovare il bandolo ; trovar modo di
vincere le difficoltà.
4) compì l'ascia = colmare il sacco :
fare in checchessia tutto il possibile
con ogni soprabbondanza.
6) el gropp de l'ctscia = il ruffello o
il fustigno della matassa.
6) in fm 0 in eoo de l'ascia = alla
fin dei conti, del fatto : al tirar delle
tende.
7) tira i else = andare a far terra da
cavolini : morire.
àsedaa o àsetaa, = acetoso: che sa d'a-
ceto.
asèdi,* s. m. = assedio: l'assediare; itat
d'àèedi = stato d'assedio: governo mi-
litare por cui rimangono sospese cei-to
libertà e il governo ha poteri più grandi.
àsce, s. m. = aceto : liquido fermentato
che serve a uso di condimento; tiequa
e àsce = acqua acetata; àsee di ^qittlter
làder - aceto dei quattro ladri. E me-
dicinale.
1) mètt in Vàsee peverón, eorniit,
cocùmer e sim. = acconciar peperoni,
fagiolini, cetrioli e simili.
2) àsee de so pc = aceto di puro vino.
3) l'è grà.iios còme l'àsee Ironie. = è
gentile come l'aceto ; cioè è aspro, m-
vido, sgarbato.
4) fa sta in l'àsee, Tig. = mettere
uno 0 averlo in un calcetto ; fai-celo
stare, abbatterlo, confonderlo, atterrirlo.
4) l' ingiiìla de l'àsee = anguilletta
dell'aceto; ribì'io aceti.
6) là marna de l'àsee = la madi'o del-
l'aceto: fondiglielo dell'aceto che serve
a mantenerlo e rinforzarlo.
7) mètt sili bàri de l'àsee Fig. = faro
il pianto di..., levarne il pensiero, re-
puiar perduto : anche addormentare
checchessia, non no parlar altro.
8) àndà s/il bàri de l'àsee = andare
in fumo, a vuoto in nulla ; svanire.
9) mètt i pensèr siil bàri de l'àsee
= attaccare i pensieri alla campanella
dell'uscio: appiccare, attaccar le voglie
all'ardione, por giù la voglia ed il de-
siderio di checchessia.
10) vàsèll che ìià ciàpaa de l'àsee =>
botte acetata.
11) rend àsee per vln = render pan
per focaccia.
ase
52
ase
12) viojà i pèss in l'àsee = far le
pozzette : inzupparle in aceto per ap-
plicarle al capo se duole, o a qua-
lunque parte del corpo contusa.
18) cleventà àsce = inacetire di vino :
inforzare a guisa di aceto.
àsee, am\ = assai , abbastanza, a suffi-
cienza.
1) reghen àh'ee = averne assai d'una
cosa : esserne stanco, sazio, ristucco.
Anche: appena bastare.
2) fa mee = fare assai ; quanto e più
di quanto si potesse ragionevolmente
sperare o pretendere.
3) vess àiee = bastare ; l'i, àsee Iti per
fa ància inàns el negasi = basta lui a
mandare innanzi il negozio.
4) Tanto che basti, abbastanza ; el
sarti mai èevér àsee = Non sarà mai
severo abbastanza; tanto che basti.
5) Dinn tant che sìa àsee. (V. Di 13).
àsègrii, s. m. = assegnamento. Ogni ren-
dita assicurata, qualunque ne sia la na-
tura e l'origine.
àsègiià, * V. alt. = aggiudicare: asse-
gnare a uno con sentenza di tribunale
una proprietà.
sisembléa, s. f. = assemblea : corpo com-
posto di molte persone chiamate a de-
liberare insieme sopra oggetti determi-
nati, con poteri speciali.
àseii, s. m. = asino : animale da lavoro
simile al cavallo e meno pregiato.
Scherz. e spreg. : Miccio.
1) Fig. : uomo ignorante, senza edu-
cazione ; Ve on àsen = è un asino ;
^sen càlsaa e vestii = asino calzato e
vestito ; tòcch d'on tisen = pezzo d'a-
sino : lo stesso che asino, ma con più forza.
2) ligtt l'tlsen dóe vmur el pàdrón =
legar l'asino dove vuole il padrone :
essere obbligati a fare ; faro senza
esaminare se sia giusto o no quel che
ci vien comandato. — Baciar basso.
Fani. : sottostare ai voleri o anche ai
capricci di chi sia più forte di noi, di cui
ci sia necessaria la protezione, l'aiuto.
3) cercti l'àsen e vcss « cavali =
cercar l'asino ed esservi sopra: cercar
cosa che uno abbia vicino e non se ne
avveda.
4) l'è m-^j on tlsen viv che on IHe-
ràto mòri = è meglio un asino vivo
che un dottore morto. Prov. : ragiono
di non studijir troppo.
5) l'è dà la biada tli àsen = l'orzo
non è fatto per gli asini : di chi non
cura le cose bolle e le buone, perchè
gliene manca il senso ed il gusto.
6) lava là tèsta à l'àsen = lisciar la
coda al diavolo: gettar via la fatica.
7) làoì-à come on àsen = lavorar
quanto un asino : lavorar molto, durar
molta fatica.
8) tùti i àsen hin bon = tutti, anche
i più scempi, lo sanno fare : di cosa
facilissima a farei e che altri voglia
far credere di qualche difficoltà.
9) glie n'è tanti de àsen che ò'e so-
mèja = son molti gli asini che si asso-
migliano : di chi nega che una cosa_
sia quella asserita, appoggiandosi aliai
possibilità che altre cose le siano si-
mili.
10) fa l'àsen = fare il cascamorto,,
il lecchino, o il lecco : amoreggiai*»
scioccamente, ma con modi svenevoli
e senza sugo. Anche semplicemente:
amoreggiare.
11) à.sen sàlvddegh = asino selvatico,
onagro.
- 12) àsen grand e grò-ss e scopàsUii
= asino gi-ande, grosso e tondo : di per-
sona grassa, ma ignorante.
Asèiisa (l'I, = l'Ascensione : La salita di
Gesù Cristo al cielo e il giorno in cui
cade la festa.
1) .se pireu'V el dì de V Asènìa per
quaranta di no sèmm sènsa = se piovo
il giorno dell'Ascensione, piove per
altri quaranta giorni.
àseiita, V. att. = acceiiare; dà per àsen-
taa = dare per certo.
sisentàss, v. rifl. = assentarsi : farsi as-
sente, andar lontano.
àserb, agg. = acerbo, imniatiu'O : non ma-
turo. Pròprio delle frutto : pòmm àsèrb,
brugna àsèrba = mela, prugna acerba.:
1) Fig. : di ogni cosa che non sia]
arrivata a termino, a perfezionamento;.
l'è on fìreil on poo àsèrb per là .s'òa'
clàM = è un ragazzo un po' acerbo per
la sua classe; vln àsèrb = vino imma-'
turo. j
àsei'òu, s. ìu. = acetone : aceto potente,!
di ottima qualità. \
àsèsòr, * s. m. = assessore : consigliere
assessore, membro della Giunta muni-
cipale.
àséta, s. f. dim. di àsa = cappicttino.
1) àsèta e ràmpin = ganglierello o
ganghero : la gangherella è una ma-
age
^ 53 —
asm
gì ietta di filo metallico nella quale en-
tra un piccolo uncino dolio stosso filo,
il ganghero, e servo con esso a riunire
lo due parti dell'abito a cui sono attac-
cati in corrispondenza l'uno dell'altro.
So l'àséta è fatta di filo di cotono, di
seta 0 refe, si dice maglietta. Si dice anche
gangherini 0 la sola àsèta gangherella.
2) laià coi àsctt e rànipìn = aggan-
gherare 0 ingangherare.
3) Piegateìlo : ogni pezzetto di ferro
piegato e che conficcasi nei lavori per
legatura, o sostegno, o guida.
àséta, s. f. dim. di àsa = asserella, as-
sicella, assicina.
àsètin s. m. àsètiua, s. f. = asserenino,
asserollina.
àsètinoeu, s. m. = asserellinuccio.
àsètt, s. f. pi. = le nacchere : due assi-
celle levigate, delle quali l'una messa
. fra l'indice e il medio, l'altra fra que-
sto e l'anulai'e, si suonano scotondo la
mano.
1) Tavolette: quello fra cui gli scola-
retti stringono i libri da poiiare a scuola.
àsevée, s. m. = acetaro, acetaio : fabbri-
catore e venditore d'aceto. Disusa.
ìisfàlt, * s. m. = asfalto: sostanza mi-
nerale molto fusibile che ora serve a
far pavimenti.
sisfìsìa, * s. /". = asfissia: cessazione tem-
poranea del senso e d'ogni moto vitale,
l)rodotto specialmente da soffocazione.
àsflsiaa, * of/r/. = asfissiato, asfìttico :
colto da asfissia.
àsflsiàss, * z\ rifì. = morire volontaria-
mente por asfissia, accendendo un bra-
ciere di carbone in un ambiente chiuso.
àsicurà, * v. att. = asserire, assicurare.
1) Affermare con sicurezza, con as-
severanza ; te micùrì che 'l sài'èva
ilo = ti assicuro che non lo sapeva.
2) Assicurare : dai'e una cosa per
corta; m àsicuri che 'l temp ci càm-
bi àrà = v'assicuro che il tempo muterà.
3) Mettere al sicui'o, fuor di pericolo ;
(fhoo àsicilraa on tòech de pan àia
Vìi a fanùlia = ho assicurato il pane
alla mia famiglia.
4) T. comm. : àsicurà óna casa, on
fóndo, 011 màgàsìn = assicurare una
casa, un fondo, un magazzino : obbli-
garsi a risarcire i danni e le avarie a
cui può andar soggetta, in corrispettivo
di un i)remio che si i)aga dal proprie-
tario. Si dice cosi della parto che paga
il premio, come di (fucila che lo ri-
ceve.
5) àèiciirà ])àcch, leter, dànee = as-
sicurare plichi, lettore, somme : spedirle
con certe formalità postali che rendono
più corto il recapito.
àsìcuràsiòii, s.f. = assicuj-azìone : l'assi-
curare 0 l'essere assiciu-ato.
1) Contratto per cui si assicura uno
stalùle, un capitale, e sini. V. àsi-
ciirà 4).
àsiciiràss, * 'V. rifl. = assicurarsi.
1 ) Acquistare la certezza di una cosa ;
soni vcgnilii per àsiciiràmm se l'è ri-
■vaa = sono venuto per assicurarmi so
è arrivato.
2) Fare una assicui-azione.
asilo, * s. m. = asilo, l'asilo : gli asili
infantili.
àsiiiària, * s. f. = asinaggine : ignoranza
grande, mancanza di educazione e audio
fatto che la dimostra; Ve on òmm ce-
lebre per là sòa àsinàrta = ò un uomo
celebre per la sua asinaggine. Anclio
asinerìa.
àsiòn, * s. f. = azione.
1) L'agire ; dna bona àsión = una
buona azione.
2) Ognuna delle parti uguali in cui
ò diviso il capitale di una società, o
il titolo che rappresenta ognuna di que-
ste parti.
3) el m'ha faa on'àsiòn = ha com-
messo contro di me un'azione cattiva.
àsiouista, * s. m. = azionista : posses-
sore di una o più azioni di qualche società.
àsisi, s. f. Nella frase cort d'àsìsi =
corte d'assise, lo assiso: tribunale cho
giudica coir intervento dei giurati. Vol-
garm e per scherzo : là cort di scìsg'er.
àsìst, * V. alt. = assistere : star vicino
ad uno per aiutarlo in qualche sua ope-
razione 0 bisogno, specialmente in caso
di malattia.
àsistènsa, * s. f. = assistenza : special-
mente nel significato di aiuto ; l'è on
màlaa che el g'hà bisògn d'óna gran
àsistènsa = è un ammalato che ha bi-
sogno di grandissima assistenza.
àsistènt, * s. in. = assistente : di alcuni
servigi e uffici speciali.
asma, * s. f. = asma : malattia del petto
che cagiona difficoltà di respiro.
1) fa vègni l'asma = far venir l'a-
sma, l'affanno : di ciò cho cagiona mo-
lestia, noia, oppressione.
asn
— 54 —
asp
2) Ansima: difficoltà accidentale e
passeggiera di respiro.
sismoeuj, s. m. = liscivio : acqua cene-
rata bollita che si versa di nuovo bol-
lente sui panni dopo la seconda lisciva
por avere il bucato.
àsiia, s. f. = asina : la femmina dell'asino.
àsnàda, s. f. = asinità : ciucata, asinata,
ciucheria.
1) Discorso 0 aziono che mostra
ignoranza o mancanza di educazione ;
cara ti, fa pii de àsndd = caro mio,
non far più asinate.
2) Buscherata, sproposito, sciocchezza
noi fa che dì dì àsndd = non fa che
dir buscherate.
3) Asinata : fascio di paglia o strame
portato sull'asino.
à^«Iun, s. m. dim. di àseu = ciuco.
1) Fig. si dice specialmente ai ra-
gazzi e ai giovanetti, riprendendoli di
orrore.
2) Ciuchetto. Usasi solo al proprio
per indicare un asino piccino e anche
leggiadro.
3) Asnln càfja sechin = Banca de'
monchi. Di chi è sempre pronto a spendere.
àsuìna, s. f. dim. di àsna = asinella, asinina.
1) Agg. Toss asnìna = Tosse canina.
Specie di tosse convulsa e forte, che
è come abbaiare.
àsnìiiàda, s. f. = asinata: gita fatta per
diporto a cavallo agli asini da una bri-
gatella di villeggianti o sim.
nsuiiiela) s. f. = micciarella, asinella.
àsiióii, s. ni. peyg. di àsen = asinone,
asinaccio. Fig. di uomo ignorantissimo.
àsiioiia, .s. f. accresc. di àsna = asinone.
àsiionòii, s. ni. = asino colle costole a
quattro lunghezze.
àsiioiiscèll, s. m = asinuolo : detto per
vezzegg. ai bambini che si vogliono ri-
prendere di qualche sbadataggine.
àsociàsiòn, * s. f. = associazione.
1) L'atto dell'associarsi.
2) La totalità delle persone associate.
nsociàss, * v. ri fi. = associarsi, abbo-
narsi : prendere l'abbonamento di opero
a stampa.
àsoliìtàment, * aw. = assolutamonto : in
modo assoluto.
à.-ioluto, * agg. = assoluto : contrario di
relativo.
àsolìisiòn, * s. f. = assoluzione : la sen-
tenza 0 dichiai'azione colla quale si assolvo.
sisòlv, r. att, = assolvere.
1) Nel giudizio ponalo : rimandar li-
boro e seuza pena il reo, di cui non
fu provata la colpa.
2) L'atto col quale il prete dichiara
rimossi i peccati e l'autorità ecclesia-
stica scioglie dalle censure. Il partic.
pass, del verbo è àsólt = assolto.
àsòn, s. ni. = bandollone.
1) grossa bandella. V. àsa.
2) Grappe, pezzi di bronzo por tener
nelle guido il carro nelle macchine da
stampatore. Disusa.
3) Treccia, Manico, finimento della
campana, foggiato in due o tre occhi o
ciambelle, che si incassano nel mezzo
per tenerla sospesa.
àsoli, s. ni. = pancone, tavolone, pressa •
da cacio : rotella di legno posante per
gravare la forma di formaggio onde si :
assodi. Anche toudèll.
1) Assona, assono. Peggior. accresc.
di àsa.
àsopi, V. att. = assopire, addormentare :
segnatamente di sonno non naturale
prodotto da malattia, sfinimento, o dal-
l'uso di certo sostanze.
àsopìi, agg. = assopito: di chi si è ad-
dormentato.
ààopìss, V. rifl. = assopirsi, addormen-
tarsi : prendere il sonno segnatani. non
naturale.
.àsopimént, s. ni = assopimento: l'as-
sopirsi e lo stato di chi ò assopito.
àsorbì, * V. att. = assorbire : attrarre
noi pori un liquido fluido.
1) Togliere ; on làorà. che me à^òrb
tìitt el temp = un lavoro che mi toglie
tutto il tempo.
àsorbimént, s. ni. = assorbimento : l'as-
sorbire.
à.sortidór de seda, = assortitore della seta.
àsortii, agg. = assortito : fornito di tutti
gli articoli del genere di cui si com- ;
mercia.
1) fruta àiortlda, éàlàmm abortii,
làmi, cotòn abortii e sim. = frutta,
salame, lane, cotoni di varie qualità.
àsortiméut, * s. m. = assortimento :
quantità di coso dello stesso genere, ma
d'ogni forma, grandezza, colore, ecc.,
porche ce no sia per ogni gusto e bisogno.
aspa, s. f. = annaspo, aspo : arnese por
annaspare ; à4pa à man = aspo ma-,
nosco 0 manevole ; aspa à ròceàda
aspo girevole ; àipa de fila = anas]
del filatoio.
agp
- 55 -
asi
1) àb'pa de filanda - guindolo : spe-
cie di arcolaio orizzontalo. Aspo che si
adopera nella trattura por avvolgervi
il filo che si trae dai bozzoli.
2) fiA^joa del silee = aspo : grosso e
corto cilindro siil quale il candelaio
annaspa lo stoppino che esce dalla fi-
liera.
àspàrt, avv. = in disparte, a parte, ap-
partatamente ; hoo miss àspdrt i pómni
per el disncL = ho messo da parte i
pomi per il pranzo.
1) Eccezion fatta di...; tispart quij
di'la tèa cà, ìiin purànca Dilati tutti %
vesìn dèla porta = eccezion fatta dei tuoi
di casa, son pur villani i nostri casi-
gliani.
àspéiva, s. f. = aspiera, fattorina, vol-
tatrice, giratora, menanna : ragazza che
mette in giro l'aspo su cui si innaspa
la seta nel trarla.
àspér8"es, s. m. = aspcfges : voce latina
• usata per aspersorio : arredo sacro con
cui il prete dà l'acqua benedetta.
1) che H Signor te benedUa cont
l'aspèrges dèla ptsa = detto volgare per
chi seccca importuno e si vuol man-
dar via.
àspéta, s. f. dim. di aspa = annaspino,
aspino : piccolo annaspo.
àspètàtìva, * s. f. = aspettativa.
1) L'aspettare ; per l'Olèlo de Verdi
^gMÌi'éra dna gran àspètàtìva = per l'O-
^H|pllo di Verdi c'era grande aspettativa.
^" 2) Stato di un pubblico impiegato
dispensato pei- qualche tempo dall'uf-
ficio per esservi poi richiamato.
àspètt) * s. m. = aspetto.
1) Viso, figura : anche apparenza di
una persona ; el g'meva Vàspètt d'on
e.ervelee = all'apparenza pareva un sa-
lumiere.
2) L'attendere; sala d'àspètt = sala
d' aspetto.
3) ùspctt, qiUlrt d'àspètt. T. mus. =
aspetto, pausa : quei segni musicali che
fanno arrestare il suono per una o più
battute, per mezza battuta o per una
scmiminima. Il sogno che fa sospen-
dere il suono por una croma dicesi
rpspìr.
aspira, v. att. = aspirare : desiderare vi-
vamente una cosa e adoperarsi per con-
seguirla.
ìisqufis, e meno volgami. : squàs = qirasi.
Vedi il più moderno <[iiàsi.
àss, s. m. = asso : fra le carte da giuoco
quella che porta un sol punto.
1) vèss à l'ùss = fig. essere all'ul-
timo quattrino.
2) mdgher come l'àss de picch = al-
lampanato, secco allampanato; magris-
simo.
3) sUce 0 siiti shris o sècch a biòtt
còme l'ass de picch = sbricio come l'asso
di picche: coi panni strappati.
4) I bambini : si chiamano così i due
assi al giuoco della tavola reale in-
voce di Ambassi.
asta, s. f. = asta.
1) * Mt dèla mceùja = gambo delle
molle.
2) Mta del fontànin = asta del fon-
tanile : la parte del fontanile che riceve
lo scolo di quella parte dove si raduna
r.acqua.
3) asta del pèndei = verga del pen-
dolo : che in basso è aggravato dalla lente.
4) tsta del temp = lancetta del tempo:
quella che negli orologi si sposta da
destra a sinistra o viceversa per rego-
lare il moto 0 troppo lento o troppo
accelerato della molla.
3) Mta del bilancèr => asta della bi-
lancia : verghetta d' acciaio nel mecca-
nismo dell'orologio.
asta, s. f. = asta, incanto, asta pubblica :
vendita per mezzo di pubblico incanto.
' 1) digh à l'asta = dirci, diro all'asta.
asta, s. f. = asta : linea retta.
1) i tisi = lo aste, i fuscellini : quelle
linee oblique e parallele, le une accanto
alle altro, che sono il primo esercizio
di chi impara a scrivere ; fa i ttst =
asteggiare : faro aste per esercitare la
mano imparando a scrivere ; t'èss ai
fist = essere all'asteggio, ai fuscellini.
2) l'è dna bèi' asta = ò una bell'asta.
IT uomo 0 di donna: di bella presenza,
ritto sulla persona, d'alta statura.
3) Mazza : bacchetta di legno più
grossa la quale in alcuni panieri dà for-
tezza a tutto l'intrecciamento. Si usa
al plurale.
4) Antenna : legno rotondo, por lo
più di abete, che sostiene le vele dello
barche.
5) flsta del mòre = guardia : quella
parte del morso che non va in bocca
al cavallo.
astanterìa, s. f. » residenza: stanza
degli astanti.
ast
— 56
ate
àstég', = s. m. = asteggio: l'asteggiare.
àstègfuìss, v. rifl. = astenersi : non far
ciò che, volendo, s'avrebbe il diritto o
il modo di fare.
1) Si dice dell'esercizio di diritti po-
litici e della paiiecipazione a pubblici
affari.
àsti, * s. m. = astio : dispetto e ira contro
persone per il dispiacere che si provi
di qualche lor bene.
àstìna, s. f. = astina.
1) Piccola asta.
2) Tempiale : ciascun' asta laterale
degli occhiali.
àstineusa, * s. f. = astinenza: astratto
di astinente. Detto del mangiare e d'al-
tri piaceri del senso.
àstórg, s. in. = gallo o fagiano alpestre
minore, stoico, piccolo tetraone, fagiano
di monte, gallo di monte o montano
•minore. Tetrao tctrix: uccello razzola-
tore. Chiamasi anche gatna de viontà-
(jna, soldi, étolch, storg.
àstracàn, s. m. = pelle di astrakan, di
agnello di astrakan, àstracàn ondaa =
astrakan nera ; àstracàn ordinari =
astrakan ordinaria ; àstracàn rise = a-
strakan nera riccia d'Ucrania; àstracàn
sènèrìn = astrakan bigia di Crimea.
àstriiig'ént, * s. m. = astringente; che
agisce sui tessuti organici eccitando le
fibre a contrarsi e a stringersi insieme ;
el Union Ve on àstringent = il limone
è \\n astringente.
àstrónom, * s. ni. astronomo : che sa o
professa l'astronomia; el nòster Schia-
paréli l'è vun di primm àstrónom del
mond = il nostro Schiaparelli è uno
dei più valenti astronomi del mondo.
astronomìa, * s. f. = astronomia : la
scienza del cielo e dei corpi celesti.
àstrus, agg. = astruso : di ciò che è su-
periore alla comune intelligenza, a cui
non s'arriva senza un grande sforzo
della mente ; per qtièidÈn el stìl del
CardUci l'è on poo astrile = per ta-
luno lo stile del Carducci è un po'
astraso.
àsiiefaa, agg. = abituato : che ha preso
l'abitudine. Più volgami, siièfaa.
àsuefass, v. rifl. = assuefarsi, abituarsi:
prendere l'abitudine ad una cosa. Più
volg. siièfàss. Vedi per i derivati.
1) àsiièfàsà à on sàór = far la bocca
a un sapore.
àsunics, r. rifl. = accollarsi : prendere
sopra di se, a proprio carico ; àèumeà
dna .spésa = accollarsi una spesa.
Àsiìnta (1'), = l'Assunta.
1) La Madonna assunta in cielo.
2) La festa dell'Assunzione e il giorno
in cui si celebra.
àsur, agg. = azzurro : aggiunto di colore
più pieno del celeste, più chiaro del
turchino. Colore simile a quello del ciol
sereno.
1) Il colore azzurro ; dagli l'àsur à
l'àmid = dar l'azzurro all'amido.
2) Sost. Turchinetto : materia di co-
lor turchino, che, mischiata coli' amido,
è usata dalle stiratore affinchè le bian-
cherie piglino una leggerissima tinta
azzurra.
àsurd, * s. m. = assurdo : che involge
conti'addizioue ; la cui falsità è evi-
de ate ; l'è àsùrd prete /ul che el fdga
càld in del mes de diccmhsr = è as-
surdo pretendere che sia caldo nel mese
di dicembre.
àtàcaa, * agg. = attaccato, aderente. Si
dico più spesso tàcaa.
àtàcaa e àtàccli, p'e^j. = vicino, presso;
dóe el sta de cà el dolor ? El sta àtàcch
tila gèsa del Càrmin = dove abita il
dottore ? Abita vicino alla chiesa del
Carmine.
àtàss, s. ni. = Cannello : piccolissima ca-
vigliuola , per assicurai'e il giro dei
rocchetti nel filatoio.
àtem, s. m. = attimo. Disusa sempre
più. Vedi àtìni.
àtendìbil, agg. = valido ; hin minga re-
son àtendìbil = non le sono ragioni
valide.
àtensiòn, s. f. = attenzione.
1) Stato della mente che ha rivolta
e fermata l'attività sua sopra un og-
getto determinato,
2) Coi-tesia, garbatezza ; el m'ha ilsaa
mila àtensiòn = mi fece mille attenzioni.
àtént, agg. = attento : che presta atten-
zione.
1) Chi fa il proprio 'dovere con pre-
mui'a, con zelo, con diligenza; l'è on
càmerér àtént = è un cameriere attento,
premuroso.
2) sta àtént = badare, stai'e attenti,
fare attenzione, por mente.
3) sta àtént = invigilare, custodire;
sia àtént fila cà = badare alla casa;
sta àtént, che no se smòrsa ci fmogh
= vigila, perchè non si spenga il foco
ate
— 57 —
aug
àteo, * agg. = ateo: che uoga l'esistenza
di Dio.
àtèrg'à *, V. alt. = attergare : scrivere a
tergo a un ricorso la decisione o altro.
; àtèrgaa, * s. m. = decisione, rescritto :
ciò che si scrive a tergo a un ricorso.
àtésa,* s. f. = attesa, aspettazione ; in
àtesa di .vò dnlhi, d'una risposta = in
attesa dei suoi ordini di una risposta.
àtestaa, s. vi. = attestato; scritto cho
si rilascia per attestare un fatto a ri-
i-liiesta di chi v'abbia interesse per uso
privato 0 pubblico.
iifilaa, * agg. = aderente; veétii ùtilaa
vestito aderente.
àtiiii, * s. m. = baleno; fa queicòss in
d'on titilli. = far qualche cosa in uu
baleno, in un istante. Anche attimo,
istante.
àtitudiu, * s f. = attitudine : il possesso
delle qualità richiesto per una data
operazione, esercizio, ecc. Di scienze e
di arti meglio : disposizione.
àiì\,*agg. = attivo: che ha molta attività.
1) vèrb àflv = verbo attivo.
2) l'àtlv d'un bilunc = Fattivo di un
bilancio: l'entrata. Di un patrimonio,
i beni e i crediti. Contrario di pàsìv
= passivo.
3) vita àtìva = vita attiva : che tiene
il corpo in continuo esercizio ; fa min
àtìva «= far vita attiva: contrario di
vita sedentaria.
àtivà, V. att. = attuare : mettere in at-
tività, in atto.
àtìvitaa, s. f. = attività : stato di cosa
che agisce, fa l'operazione cui è de-
stinata.
1) azione intensa e continua ; l'àti-
ritaa de quHl'òmm Ve straordinària
l'attività di quell'uomo è straordinaria.
2) Di pubblici impiegati, il contrai-io
di disponiloilità.
3) Partite di cui si compone l'attivo.
4) mètt in àtivitaa = mettere in a-
zione, in opera : adoperare, mettere ad
effetto.
5) vèès fteiìra de àtivitaa = ossero
fuori d'uso : non essere più adoperato.
.atlante, * s. m. = atlante : serie di carte
geografiche riunite in un volume.
àto, s. m. = Atto. Vedi àtt.
àtòr, s. m. = attore : clii fa professione
di recitare sui teatro.
àtòrna, prej). = attorno, in giro, in volta.,
all'indirò.
1) andà àtorna - andare attorno :
qua e là, in varii luoghi.
2) /r'f.y.y porta àtÒrnaYig. = farsi fare
i gazzettini : far parlare di se , farsi
censurare.
àtomo, prep. lo stesso che àtòrna. Vedi
sopra.
atra, nella frase dà atra, = dar retta :
ascoltare. Il nostro modo è forse con-
trazione di dà àècòlt on tràtt.
àtràtìvsi, * s. f. = allettativa : forza d'al-
lettare ; i vàcdns g'Iian tanti àtràtìr =
le vacanze hanno molte allettative,
l'oco popolare.
àtrèss, s. in. = attrezzo. Usato comun.
nel plurale : tutti gii oggetti occorrenti
per allestire una nave, o per 1' uso di
una fabbrica o d'una bottega.
àtrèsìsta, s. tn. = attrezzarlo.
àtribiiì, V. att. = attribuire : affermare
che u.na cosa sia la cagione di un'altra;
el me mal de gola l'atribìilsi ài eald
de l'altra sera = il mio mal di gola
l'attribuisco al caldo dell'altra sera.
àtrìce, * s. f. = attrice. Femm. di attore :
che fa professione di recitare sul teatro.
àtiiàlìtaa, * s. f. = attualità , astr. di
attuale. E anche le cose del giorno :
quelle di cui tutti parlano.
àtt, s. m. = atto : azione per cui si ma-
nifesta una qualità o disposizione del-
l'animo; àtt de supèrbia, de coràgg e
siili. = atto di superbia, di coraggio e
sim. Quindi àtt de fed , de sperànsa.,
de contrisión = atto di fede , di spe-
ranza , di contrizione : nel senso cri-
stiano, le formolo o le preghiere in cui
sono espressi quei sentimenti.
1) fa àtt de prescnsa = fare atto di
presenza.
2) w.s'« rato = sull'atto, nell'atto, subito.
3) * àtt = gli atti : lo scritturo che
si prosentano dai litiganti in Tribunale,
e anche tutta la raccolta dei documenti
relativi a una causa. Il procosso.
4) fa i àtt = fare gli atti : citare,
chiamare in giudizio.
5) àtt d'àcùsa = atto d'accusa : atto
con cui il Pubblico-Ministero apre il
giudizio penale.
6) Le parti in cui si divide un'azione
drammatica, o melodrammatica , o co-
reografica.
àiig-iirà, * «'. att. = augurare : faro auguri.
àiig'iiràss, * v. ri fi. - augurarsi : augu-
rare a so.
anni
— 58 —
ara
àii8"uri, * s, m. = augurio.
1) Tutto ciò da cui inendiamo argo-
mento a temerò o sperare, anche senza
una ragione sufficiente ; l'è l' iisèll del
càtìv àiifjùri = è r uccello del malau-
gurio : di chi vuole annunziar disgrazio
0 par che le porti.
2) L' atto di esprimere ad altri il
desiderio e la speranza che abbiamo di
qualunque suo bene ; ghe foo mila
àuguri ^^er el so ononiMtich = le fò
mille augui'i per l'onomastico.
àiinièiit, * s. m. = aumento , accresci-
mento di popolazione , di stipendio, di
pigione, ecc.
àiimeutà; * v. alt. e intrans. = accre-
scere e accrescersi ; el padrón el g'hà
aiimentaa el de fa = il padrone gli
accrebbe il lavoro , il da fare ; là saa
coni Vumid là àiiménta de pés = il sale
coll'uniido accresco di peso. Si usa
però più comunemente crèss.
siiiréòla, * s. f. = aureola : cerchietto o
corona di raggi che si vede nelle pit-
ture attorno alla testa dei santi.
àiiròra, * s. f. = aurora : 1' alba , ma
quando il sole sta per affacciarsi al-
l'orizzonte e il cielo comincia a colorirsi.
1) aurora boreàl = aurora boreale :
meteora in forma di nubi o vapori lu-
minosi, che splende nel cielo, di notte,
con colori più o meno vivi, ed è fre-
quente noi climi settentrionali.
àiit, àiit, = aut , aut : bere o affogare.
Modo latino : o sì o no ; o una cosa o
un'altra, o in un modo o nell'altro:
di olii ò sforzato dalla necessità a faro
una cosa spiacevole, perche il non farla
gli sarebbe di danno maggiore.
1) aiit, aut on sìfol ò on flàilt = o
Cesare, o Xicolò , o Cesare o niente :
suol dirsi di chi intende di conseguire
gran cose o di perdere il tutto.
aiit òr, * s. m. = autore : quello cho ha
fatto la cosa di cui si parla , ma solo
])arlando di cose importanti e degne di
lodo 0 di biasimo.
1) Si dice specialmente dello opere
d'arte e d'ingegno; V àiltòr d' dna co-
mi-dia, d'on liber, don quàder e sim. =
l'autore di una commedia, di un libro,
di un quadro e sim. ; quàder d'autor =
quadro d'autore : dipinto da valente o
celebrato pittore.
àiitorisa, * r. att. = autoi-izzare : detto di per-
sone : dare licenza, facoltà di fare una cosa.
àiitorisàsidn, * s. f. = autorizzazione :
l'atto e il fatto dell'autorizzare.
àìitoritaa, s. f. = autorità : diritto sopra
altro persone che ci è conferito in vista
di qualche pubblico fine e utilità ; on
abuso de àìitoritaa = un abuso di au-
torità ; l' àìitoritaa di minìiter = l'au-
torità dei ministri.
1) Di persona il cui giudizio sia te-
nuto in gran conto ; Sdito in fàtt de
musica l'è on'àiitoritaa = Boito quanto
a musica è una autorità.
2) i àìitoritaa = lo autorità : gli uf-
ficiali pubblici investite del potere di
tutelare la roba e la sicurezza altrui.
àiitun, s. m. = autunno : una delle quattro
stagioni dell'anno, che comincia verso
la metà di settembre.
àutiiiiiu, s. m. dim. di àiitun = autun-
nino : fra noi quella stagione teatrale cho
corre dal 1 al 21 dicembro inclusivi.
avans, s. m.
avanzo.
1} Quel cho avanza ; àvàns de Troia =
rilievi di Troia.
2) Quel che uno avanza ; fa di àvtLns
= avanzare : far risparmi , mettere da
parte.
8) T. matom. Il resid\io della sottra-
zione e della divisione.
àvàiisàméiit, * s. m. = avanzamento :
passaggio a un grado superiore noi
pubblici impieghi. Si dice anche pro-
luosiòn, = promozione.
iivàntàcc, s. m. = vantaggio.
1) Quel ohe si ha di più dogli altri,
sopra più.
2) Assicella rettangola, che serve al
compositore di caratteri per trasportare
le righe sul compositoio.
avanti ! esclam. = avanti ! Si risponde
a chi picchia sull'uscio socchiuso, come
dire passate :
avanti de.... = prima di.... : prima che...
avanti, at-v. = avanti ; rèse aranti = es-
sere innanzi ; di luogo , sulla strada ;
di merito nello studio, nelle classifica-
zioni e sim.
àvàr, * s. m. = avaro : chi è preso dal-
l'avarizia.
1) arar come oti pioiuce = largo
come una pina verde.
àvàràsc, * s. in. = peggior di àvàr =
avaraccio.
àvàrìsia, s. f. = avarizia: la passiono
del risparmio quando passa i confini
di una previdenza legittima, e vinco
ara
- 59
are
ogni altro scntiuicnto. È uno dei sette
peccati capitali.
1) crèpa l'àvàrisìa = muoia l'avari-
zia : lo dico scherzosamouto chi si ri-
solve a faro ima spesa por lo più noa
grande.
àvàrón, * s. m. accresc. di àvàr = ava-
rone : contiene un po' l'intenzione di-
spregiativa.
àvàrusc, * s. m. dini. di àvàr = ava-
ruccio.
ave, àvég'li, v. att. = avere, possederò :
regge qualunque complemento che si-
ghitìchi uno stato, condiziono, modalità,
facoltà del soggetto. Vedi vèg"Ii, cho é
la forma usata più comunemente.
àvediiii, af/(/. = avveduto , accorto : che
ha sagacia, avvedutezza.
àvég"!!, v. att. = contenere ; gh'è di piani
che f/'han dna fòrsa rnedieinàl e aro-
màtica = alcune piante contengono una
virtù medicinale e aromatica.
àvegni ([>er 1') = per l'avvenire : d'ora
in poi.
àrclènà * ». att. = avvelenare : far mo-
rire di veleno. Voce eletta per velenà.
.Vvemàrìa, s. f, = Avemmaria o Ave
Maria : preghiera alla Madonna detta
anche Salutazione Angelica.
1) L'ora della mattina e della sera
in cui suona la campana che invita i
fedeli a quella preghiera.
2) àiwìnàrìj = avQmsivÌQ : le pallottoline
più piccolo della corona del Rosario.
3) àvemàrìa infilidda Fig. = Avo-
maria infilzata : quietino , monachino,
ipocritino; anche viso di stecco.
àveniinènt, * s. m. = avvenimento : cosa
che avvenga, ma per lo più di qualche
importanza ; fatto degno di essere ri-
cordato.
1) Si dice ironicamente, a cui altri
creda di voler dar qualche peso ; in-
ì^'òma., ineceù lido minga màngiaa à
colc.s'idn — l'è un àvenimènt = insomma,
oggi non ho mangiato a colazione —
caspiterina ! cho avvenimento !
àvoiurc (!')* s. in. l'avvenire: contrario
di : il presente ; ciò che ha a venire, il
futuro.
àvoiif ìsi, * s. m. = avventizio : cho vien
di fuori, non appartiene al luogo, vi si
trova, vi si aggiungo per caso : detto
specialmoQte da chi tion bottega per
indicare quelli cho non sono gli av-
ventori.
àveutòr, s. ni. = avventore : che al)i-
tualmente si provvede in una bottega
del genere cho vi si smercia ; on bon
dventòr = un buon avventore : che com-
pra molto ed e puntuale nel pagare. Si
dice anche : bottegaio.
àvèrUì, * s. m. = avverbio. T. di gramm.
Una delle parti del discorso.
avere, * s. in. = avere: nel libro dei
mercanti corrispettivo al dare. La parte
dove sono notate tutte le partite di
credito.
àversàrì, * s. ni. = avversario : in una
disputa, in una lite, e anche nel giuoco.
Ognuna doUe paili rispetto all'altra.
àvèrsiòii, s. f. = avversione : disposi-
ziono dell'animo verso cose o persone
per cui ci sentiamo come spinti a fug-
girle. Opposto di inclinazione, voglia o
più forte che antipatia ; mi g'hoo
pròpi àvvèrsiòn per i bosìj = io ho
davvero avversione per le bugie.
àvért, agg. = aperto: contrario di sàraa
= chiuso. Detto di porte, finestre, case,
appartamenti, stanze, cassette, bauli,
ecc. Ed anche quando i battenti acco-
stino, ma non sia girata la chiave.
1) tirla avèrta = aria aperta : luoghi
non cinti da muri, né ingombri di case,
8) lètera avèrta, pàcch àvèrt = lettera,
pacco aperto : non sigillati.
3) ferkla, piaga avèrta = ferita, piaga
aperta : non cicatrizzata.
4) cilnt àvèrt = conto aperto : conto
al quale via, via si aggiungono nuovo
partite.
5) vestii àvèrt = vestito aperto : di-
viso sul petto fino alla cintura, e an-
che fino ai piedi, senza bottoni, no
fibbie.
6) tegnl àvèrt botéga = tenere apoi"ta
bottega : tirare innanzi un traffico.
7) tegnì àvert, véss, -ita àvèrt = te-
nere aperto., ossero, stare aperto : di
botteghe, gallerie, uffìzi pubblici e sim.
parlandosi dei giorni e delle oro in cui
vi è ammesso il pubblico.
8) tegni i (bucc àvèrt = tener gli
occhi aperti : star bene attenti per non
ossero ingannati.
9) fin che se g'hà i cBuee àvèrt =
fin che si hanno gli occhi aperti : fin
che si vive.
10) à bràsc àvèrt = a braccia aperto.
Modo avv. : con desiderio e affetto o
quindi con lieta accoglienza.
ave
- 60 -
ari
avèrta (al'), = all'aperta : a cielo se-
reno, all'albergo della Stella; dm-mi
à l'avèrta = dormire a ciel sereno ; vian-
già à l'avèrta = mangiare all'aperta.
àverténsa, * s. f. = avvertenza : l'atto
dell'avvertire, nel senso di badare, fare
attenzione ; àvvgli l'ùvertènm = .avere
l'avvertooza, cioè l'attenzione.
1) Avvertire nel senso di attenderò
specialmente a una parto dell'opera-
zione a cui si attribuisce una particolare
importanza.
avèrti, 'i\ att. = fare accorto, avvertire
imo, fargli conoscere una cosa ; te àver-
tiroo quand l'è vòra de disnà = Ti aver-
tirò quando sarà l'ora di pranzo.
1) fa àvèrtn è uguale ad avèrti e
vale anche: dire a qualcuno che venga,
per mezzo di altri ; fàyh àvèrtii à l'in-
vernisceu che el vègna per quij fatll-
rètt = manda a dire al verniciatore che
venga per quelle piccole operazion-
celle.
àvèrtura, s. /. = apertura.
1) Vano per cui si può passare, o
può passare una cosa qualunque, aria,
luce, ecc^; l'è ona étdnsa coni tròpp
avertur =E una camera'con troppe aper-
ture.
2) aprimento, l'aprire ; l'àvèrtura de
r Espsiosion = l'apertura dell'Esposi-
zione: in questo senso dicesi anche aper-
tura. Vedi.
3) Allentatura, ernia, malattia del-
l'intestino caduto. Vedi apertura.
àves, s. m. = sorgiva, acqua di vena :
scorrimento d'acqua tra la ghiaia clic,
incontrasi nel terreno naturale della
Lombardia.
1) àlsàss i tiveè = gonfiarsi lo sorgive.
2) mceiives i tlves = ripigliare la sor-
giva.
3) quand s'è à l'àves se mètt gio i
fondàmént = trovato il sodo si fonda.
4) rìvtl ài' àves = essere alla sorgiva.
5) sbàsàss, suga, silgàss i àves = ri-
tirarsi, prosciugare, seccarsi le sorgive.
6) troà l'àves = trovar l'acqua.
7) vèss alt i àves Fig. = esser ma-
rina gonfiata o turbata, o tempo nero :
essere corrucciato o pieno di mal ta-
lento.
avi, ava, s. f. = pecchia, ape : apis mel-
lifica.
1) quèll di avi = apiaio.
àviàmeiit, * s. m. = avviamento: di
traffici e specialmente di botteghe. Il
fatto dell'avviarli, di essere avviati, e
il modo con cui sono avviati ;^ qiuhul
se cómpra dna botèga bisogna paga
l'àviùmènt = quando si compra una bot-
tega bisogna pagare l'avviamento.
àvili, * V. att. = avvilire : trattare una
persona in modo da mostrargli che non
ne facciamo nessuna stima ; el me Irata
in dna mùnèra che me aviliss come =
Mi tratta in un modo che mi arvilisce
assai.
àvilii, * agg. = accasciato : colui che si
è perso d'animo, con più l'idea che tale
stato dell'animo duri e diventi abi-
tuale.
1) vèss, resta àvilii = rimanere av-
vilito : si dice tanto di chi senta il do-
lore della poca stima che altri faccia di
lui, quanto di chi perde animo.
àviliméiit, s. m. = accasciamento, l'ac-
casciarsi, avvilimento : stato di chi si
trova avvilito o si avvilisce.
àviliss, V. rifl. = avvilirsi, accasciarsi :
mancare alla propria dignità. Anche:
perdersi d'animo.
àvis, s. m. = annuncio.
1) àvls per là vitalità d'òna cà =
annuncio per la vendita di una casa.
2) Avviso: l'atto dell'avvisare; la
notizia che si dà e anche lo scritto o
])arolo con cui lo si dà. Uàvìs si può
dare anche con un cenno o movimento
della persona.
3) Affisso. Avviso. Foglio stampato
0 scritto da mettersi allo cantonate ;
han mise fanira i àvìs de l'afta =
hanno messo gli affissi dell'asta.
5) niètt fceiira i àvls = mettere ai
quattro venti. Dire a tutti quel che si
fa, 0 si dice, o si pensa.
6) tàcà fcBwra on àvis = affiggere un
avviso.
àvisà, * V. att. = annunziare.
1) Dare notizia, avviso di cosa suc-
cessa 0 da succedere.
2) Avvertire : dare avviso. Include
qualche volta l'idea di con.siglio, mi-
naccia, rimprovero.
3) Ammonire : dar precotti, regole
di condotta e specialmente riprendere ,
con qualche autorità chi se ne scosti.
àvisaa, partic. pass, di àvisà = avvisato, :
avvertito, ammonito.
1) fa àvisaa vun = faro accorto,
avvei'tiro qualcuno.
avi
- 61 -
bac
àvisàdòr, * s. m. = avvisatore : l'inser-
viente del teatro che porta le lettere,
lo ambasciate, eco,
àvison, s. m. aceresc. di àvis = car-
tellono, avvisono: affisso di grandi di-
mensioni; Han miss fociha on avi-
són grand cóme on lensoeù = Hanno
affisso un avisono grande coinè un
lenzuolo.
àvòlt, avv. = alto, in alto: voce del-
l'uso vecchio sostituita ormai quasi da-
pcrtutto dal più moderno alt.
àvòn, 5. m. = pecchione. Apis violacea.
avòri, * s. m. = avorio : il dente degli
efe fanti quando è messo in pezzi i^er
essere lavorato. Ner d'avòri = carbone
d'avorio polverizzato che si adopera
dai pittori come colore, e dai pulitori,
orefici e sim. per levigare. Si dice an-
che, ma raramente, àvoli.
àvuii partìc. = avuto p. p. di avere.
1) Chi n'ha àvilii n'ha ùvilii = Chi
ha avuto ha avuto ; non se ne parli più.
1). = La seconda lettera dell'alfabeto. Si
pronuncia Be. Entra nella parola àbecee
= abbici. Alfabeto.
I bà = guardia: la parte inferiore dell'asta
I del morso ; quella parte del morso che
non va in bocca al cavallo.
l)!il)ào, s. m. = babàu : mostro immagi-
nario che si nomina per far star boni
i bambini, e farli ubbidire col far loro
paura.
1) bruto bàhào = ceffo assaettato;
faccia bruttissima.
bàbi, s. m. = muso, barba ; ghe voeur
alter hàhi = E' ci vuole altra barba,
tu non sei da tanto ; mena el hàbi =
Bienar di mascelle, mangiare.
1) Babbo, àndà ài bàbi = andare a
abbo riveggoli ; andare a rivedere il
abbo, morire. Si dice anche àndà ài
uàbil
bàbil, s. m. = cimitero ; àndà al bàbil
= andare a Domenedio; morire.
babilonia, s. f. = biibilonia : riunione di
persone o luogo dove sia gran confu-
sione 0 disordino.
I>abuin, s. m. = bal)l)uino. Simia sphynx.
D'uomo contraffatto di viso o di chi
ha difetto di mente.
babiiàs, s. vi. = babuasso, buacciolo :
Di persona di grosso intendere.
bacala, s. m. = baccalà : sorta di pesce
cbc a noi viene salato ; mHt el bacala
à nmuj = mettere il bacala in molle,
a rinvenire.
bacali, s. m. = baccano.
1) Chiasso che fanno molte persone
insieme riunite, segnatamente parlando
tutti in una volta e a voce riunita. Si
dice anche: buscherio, chiasso.
bàcàiià, V. att. = far baccano, fare il chiasso.
bàcànéri, s. m. = l)accanerio, baccano;
rombazzo sguaiato, bailamme, frastuono
rumore di voci alte e confuse. Dicesi
anche: badanai, badananai.
bàcc, s. m. = penzolo : alcuni grappoli
d'uva scelta uniti insieme, che per
solito si appendono per conservarli
qualche tempo. Si fanno per lo più
durante la vendemmia.
bàchèta, s. f. = bacchetta : mazza sottile
separata dall'albero, per lo più secca o
rimonda.
1) Giannetta o mazza in generale
da passeggio.
2) bàchèta del filsill = bacchetta del
fucile : mazza diritta, sottile e lunga
quanto la canna che serve per caricare.
3) comanda à bàchèta = comandare
a ))acchetta: pretendere di essere ub-
bidito e servito puntualmente e nell'atto.
4) là bàchèta màgica = la J)acchet-
tina magica : quella che serviva nelle
operazioni di magia, ed è ancora usata
dai prestigiatori.
5) bàchèta de fèr = bacchetta di ferro :
come quella, per esempio, ripiegata in
gancio ai due capi, per apprendervi le
tende o altro.
bac
62
bac
6) bàchèta di veder = bacchotta dei
vetri : ogni regolo orizzontale nello
sportello tra il regolo da capo e quello
da piede per tenervi i vetri incastrati.
7) bàchèta dì fiminMèr = fuso : ferro
lungo e sottile di cui si servono le
guardie di finanza per forare sacchi,
panieri e simili, nel tentai'e se vi sia
nulla di soggetto a gabella.
8) i bàchètt dèla ctipia = le gretole.
9) i bàchètt dèla bicòca = le costole.
10) bàchèta de màtàràice = scamato,
camato.
11) bàchèta de bàtt i pàgn = scamato.
12) bàchèta de.vèsch = panione, ver-
gono.
13) bàchètt del telar = compostoi.
14) bàchètt del pian del tòrc = la-
strine del dado del torchio.
15) bàchètt del vci-e-ven di molìn
de seda = barbini : ferretti ripiegati in
gancio 0 meglio, piantati negli andiri-
vieni, e pei quali passa la seta che va
ad inasparsi sulle rocchelle.
16) bàchèta di màceldr = bacchetta :
è di ferro lunga e i macellai la ficcano
e rifìccano tra pelle e carne da mezzo
ventre alla gola delle bestie macellate,
per fare posto all'aria con cui si gon-
fiano per di poi tamburarle.
17) bàchètt del pàràfàngh = traverse
del parafango.
18) * bàchètt de Vómbi-éla = le stec-
che dell' ombrello : bacchetto por lo più
di balena, le quali dal nodo dell'asta
si diramano divergenti, e sopra di esse
è distesa la spoglia.
bàchetà, v. att. = scudisciare : e in ge-
nerale faro quelle azioni al compimento
delle quali occorre, come sti'umento, la
bacchetta.
bàchètàda, .<?. f. = bacchettata : colpo di
bacchetta.
bàchètee, s. m. = bacchettone.
1) Chi, armato di bacchetta, avviava
alla dottrina cristi.ana quei che indugia-
vano in piazza, 0 in contado desta chi
dorme in chiesa, toccandolo legger-
mente.
2) Eamarro : chi ha cura che lo pro-
cessioni vadano con ordine, I toscani
lo chiamano cosi, perchè ò vestito di
verde.
bìicbetfn, .<?. m. dim. di biicbèlt ^
baccliettiuo.
bàebòtìna, .<?. f. din/, di bsicbèta = bac-
chettina, giannettina : piccola mazza da
passeggio.
bàchètitt de briisà = bruciaglia: roba
minuta da bruciare.
bàchètÒM, s. m. = bacchettone : che e
sempre per le chiese o sfugge i passa-
tempi anche onesti, vedendo iii tutto
occasiono di peccato o materia di scan-
dalo. Al fomm. bàchètòna.
bacchetto,
che bàchèta, ma un
piccolo ramoscello di
bàchètt, s. m. =
1) Lo stesso
po' piìi grosso.
2) Fuscello :
fascina secca.
3) Spoletto : filo di ferro in cui è
infilzato il cannello nella spola. Anche
spolètt.
4) Mazza : il ramicello domestico che
si taglia da un albero per innestarlo
nel selvatico.
5) Vimine: la vermena del vinco,
specie di salice di cui si fanno panieri
0 simili.
6) bàchètt de mena là, polt = mesta-
toio, mestolino.
1) el maa del bàchètt = Morìa: ma-
lattia del gelso quando è pianta adulta.
Si chiama anche maa del ràmètt., del
falchètt.
8) bàchètt = battitore, battiborra : ar-
nese fatto di più funicelle annodate da
ambo i capi in altrettanti fori di duo
regoli, il quale serve per batter la borra.
9) bàchètt de candii = forme da can-
dele.
10) bàchètt del contràbofdt = con-
trafortini.
bàciàcoi, s. m . plur = ciondoli : gli
orecchini o gli ornamenti degli orinoli,
so grandi assai e goffi.
bàciàcoi, s. in. = liischeraccio, bische-
rello : uomo tra il grullo e il giucco.
2) i bàciàcoi = i bozzacchioni. Per
simil. Le poppe vizzo dello donne.
bàciàsa e bàcìàcia, s. f. = grassume.
1) Quei resti di grasso che si rac-
cattano dalle casseruole , dei iiiatti ,
prima di rigovernarli, e di ohe si fa il
sapone.
2) Conca : largo vaso di legno a doghe
0 tutto d'un pezzo, a uso di versarvi
il ranno per l'igoveniare le stoviglie.
bàcfcìa, s. m. = baciocco, rapa: di uo-
mo sempliciotto, sciocco.
bàcii, * s. m. = bacilo : catinella grande,
per lo più d'argento clic si dava alle
bac
- 63 -
bag
mani per lavarselo prima o dopo il
l)ranzo. Si usa anche nelle funzioni di
(•liiesa.
bàciòca, s. f. = dama, gea: ragazza a-
nioroggiata e , almeno in apparenza,
con fino non reo.
bàciocà, t\ att. = sciacquattaro : di reci-
pienti clic contengono liquidi.
.bàcìocch, s. m. = hambolino, bimbo.
1) che bèli bàciòcch = che I>el bam-
boli no.
2) Damo, geo, amorino.
3) ctira ci me bàciòcch ! = ciocie,
ciocia, ciocino, ciocina mia: parole d'a-
more.
bàciòcch 0 bàciòcliin de fraa = stral-
loggi, stalloggi. Aristolochì'a clematitis.
Pianta perenne.
bàcol e più spocialm. bàcol (le serégru
= liroccolo, bacìocco : di uomo stupido.
bàcucch, fc'ìi- bàcuca agg. di rè^j^ia
0 vègrìa = vecchio decrepito Vi si ag-
giungo in certo qual modo l'idea spre-
giativa del vecchio inetto e non vene-
rando.
bada (vèss in), = essere accostati: di
finestre, di usci socchiusi.
bada, * V. att. = badare, far caso.
1) bàdàgh à qucicòié = badare a una
cosa; farne caso, riguardarla come im-
portante ; hin ròbb che bisogna, minga
bàdàgh = son cose che non bisogna ba-
darci.
2) Accostare lo imposte. Lo stesso
che mi'tt in bada.
bàdàlucch e bàdàlìichéri, s. m. = ba-
danai, badananai, liadanio : grida con-
fuse di molto persone.
1) roba à bàdcducch = roba a carra,
a ])arelle, a iosa.
bàdee, s. m. = babbeo, baggeo, papero :
di persona da nulla, ed anche sempli-
cemente di persona inesperta e semplice.
bàdèróii, .s. m. aecr. di bàdee = ciocco,
scempione, tronco : di persona balorda
stupida, dappoco.
bàdèsa, * = badessa.
1) Superiora di un convento di mo-
nache.
2) Arnese di ferro con manico di
legno.
badi, s. m. = l)adile : pala di ferro con
manico di legno. Si dico anche bài.
badila, s. f. = pala di ferro : specie di
liadile largo e che ha il lato che scava
riquadiato. Si dico audio bàira.
bàdilàda, * s. f. = palata.
1) Tanta roba quanta cape sul ba-
dilo, e sulla pala di ferro.
2) Colpo dato colla pala di ferro o
col I)adile.
bàdilàut, s. m. = badilante : giornaliero
che lavora adoperando il badile.
bàdilòu (g-òdescla à), = darsi luion
tempo, coccolarsi.
1) t(cu éu i ròbb à bàdilòn = fare a
casaccio.
badili, s. m. = operante alla Ijassa dol
milanese. ]1 contadijio che in alcuno
stagioni dell'anno scende dall' alto mi-
lanese ad aiutarci nei lavori agrari
della pianura.
badimi, s. f. pliir. = penne : quelle di
struzzo 0 bianche o nere o d'altro na-
turalo colore, e talora anche tinte dal-
l'arte, parlando d'a1)bigliamento don-
nesco.
bàdiroeiìla (mètt in), = socchiudere,
accostare lisci o finestre. Lo stesso che
alliba e itiètt in bada e bada.
bàff (no dì né biflf uè), = non far né
motto ne tetto. Non rifiatare, non zit-
tirò, star cheto ; anche di chi fa una
cosa all'improvviso, senza che nulla ci
possa rendere accorti che la stia per
fare.
bàfi, s. m. piar. = baffi ; tirit Hi i bàfì =
fìg. imporla alta, alzar la cresta. Si
dice più comunom. bàrbìs.
bàg-àg'g", s. m. = bagaglio. Vedi bàgàli *
voce moderna più comunemente usata.
bàg'àggr vivo ancora nella frase tocio
sii firma e hàgàgg = far su tutta la roba:
partire senza dimenticar nulla di quanto
0 ci è necessario o ci preme.
bàgàgell, .5. m. = botto, boddacchino,
rana bombina : rettile anfil)io.
bàg'àgèri, .9. m. = bagagliume : ingombro
di bagagli.
bàgràj, bàgàia, .s. m. f, = fanciullo, fan-
'ciuUa; ragazzo, ragazza.
1) flit-entà bàgàj = infanciuUire.
2) on fàehinòtt d'ou bàgàj = un ra-
gazzone.
3) on fàehinòtt d'óna bàgàia = una
masti ona, una mastiotta.
4) Si dico anche per vezzo affettuoso
di chi non sia più fanciullo; l'è on
Imn bàgàj = è un buon diavolo, è un
buon giovanotto.
5) de bàgftj = baml)inesco; el g'hà
fròpp el fa de bàgàj = ha il fare troppo
T)agr
- 64 -
bag
bambinesco ; de bàgàj = vuol anello diro :
da fanciullo, dalla prima età.
bàg'àiàda, s. f. = bambinata, fanciullag-
gine, ragazzata : azione, discorso da
bambini. Se è fatto da persone grandi :
l)amboeciata.
1) fa di bagàiàd = bamboleggiare, far
cose da bambini. Anche fare alle mam-
mucce.
bàg'àiii, s. m. dim. di bàgàj = bambi-
nello. Vezzegg. di bambino.
bàgàiòtt; s. in. = bamberottolo, flgliuo-
lone : bambino non tanto piccolo.
bàgràli; * s. m. = bagaglio : tutti gli ef-
fetti che viaggiando uno porta con sé.
1) ci cdr di bàgàli = bagagliaio : nei
treni sullo vie ferrate il carro che porta
i bagagli.
bagàscia, v. att. = sbevazzare, sbevac-
chiare: l)ere vino per crapula e senza
misura.
bàgàsciàda, s. f. = sbovazzamento, cra-
pula : eccesso nel mangiare e nel bere.
bàgàsciòu, s. m. = beone, sbevazzatore,
crapulone.
bàgàtèla, s. f. = bagattella, chiappoleria,
cosa di ninno o poco conto.
1) bottello: ogni breve lavoro di
composizione tipografica che non formi
pagina intera e perciò sia da ossero
impresso con un solo botto.
bàgàtt, s. m. = cia1)a.
1) Per celia il ciabattino.
2) Bagatto : il primo di tarocchi.
3) scàrtii bàgàtt = fare uno sprolo-
quio : sfogarsi parlando a lungo. Anche
dar sulla voce, darla a mosca cieca,
dire in viso il fatto suo. Ed anche : vuo-
tare il sacco.
bàger (giilgà ài), = fare ai fuscellini.
Vedi lègiiètt (giiigS ài) che è la
stessa cosa.
Bàgg, s. m. = Baggio : paesello vicino a
a Milano. Entrò a formare l'invettiva
«'« à Bàgg = affogati : detto a chi ci
molesta colle sue colpevoli miserie e
colle sue disperazioni ridicole.
bàgher, s. m. = baghero: specie di ca-
lessetto. La voce è una corruzione del
tedesco Wager, E' voce che disusa,
porche tali calessetti non s'usano più.
bàgiàii, s. m. = baggiano: uomo sciocco
e da nulla.
bàgiòtt, agg. = bazzotto : uomo di poco
sicura moralità. Poco usato.
bàgli, .f. m. = l)agno.
1) Tinozza o vasca che si riempio
d'acqua, perchè uno vi si possa im-
mergere per pulizia o per salute.
2) Lo stare per qualche tempo im-
merso neir acqua por pulizia o per
salute.
3) Fa on hàgn à vapor = Faro un
bagno a vapore. Fig. Fare una gran
sudata.
4) Al plur. n luogo devo si va a
faro i bagni ; i bàgn de SaUonmgiùr,
de Stabi = i bagni di Salsomaggiore, di
Stabio. Bagnatura. Corso di bagni che
si fa in una stagione.
5) Lo stabilimento dove si fanno i
bagni; l'è ài bcign nceuv; l'albèrgo ve-
sìn ài bàgn vece = è ai bagni nuovi ;
l'albergo vicino ai bagni vecchi.
6) La tinozza coli' acqua ; prepara,
scalda el bàgn = preparare, scaldare il
bagno.
7) fornèll del bàgn = fornello da ti-
nozza: tubo della tinozza.
8) bàg)i à on dit e sim. = bagnettino.
9) Bagnolo: il liquore con cui si ba-
gna la parto lesa.
10 tosu i bàgn = fare i bagni, la ba-
gnatura.
11) à bàgìimàrìa; fa eceiis o scalda
à bàgnmàrìa = cuocere o scaldare a
bagnomaria: mettendo il vaso dov'è la
roba da cuocere o da scaldare dentro
un altro vaso pieno d' acqua, che si
motte al fuoco.
12) stabilimhit de bàgn = stabili-
mento balneario.
bàgli, s. m. = bagno, tinta; bàgn de càm-
imse = tinta, di campeggio.
1) bàgn friist = bagno stracco.
2) bàgn gucia = bagno di guado.
3) bàgn ròsi = bagno di robbia.
4) bàgn scceiiden = bagno di scotano.
5) dà VÈltim, 0 ultem bàgn = dar
l'ultimo bagno, l'ultima mano: colorire.
bagna, s. f. = intinto, intingolo: la salsa
dello pietanze; càtà sii là bagna col
j)dn = strofinare il pane nell'intinto.
bàguà, «'. att. = l)agnare.
1) L'aderire dell'acqua alla superficie
di un corpo; F acqua, là pioeùva là ba-
gna = l'acqua, la pioggia bagna.
2) Immergere noli' acqua, o versar
l'acqiia sopi'a un corpo in modo che
essa lo bagni; bàgn^à ci mcrliiss , bagna
i man, bàgnh ci tàol = liagnare il mer-
luzzo, lo mani, il tavolo.
bagr
- 65 -
bai
3) Anaffiare, Inaffiare. Bagnar leg-
germente qualche cosa spargendovi so-
pra acqua.. Bàgnti i fior, i pàgn =
anaffiare i fiori, i pannolini.
bàguànt,"^ s. m. = bagnante. Più comun.
al plur. ; i bagndnt = i bagnanti : le
persone che nella stagione oijportuna si
trovano riunito in un luogo di bagni.
bàgnàroeù, s. m. = bagnaiuolo : chi serve
coloro che si bagnano. Voce vecchia.
Ora più comunem. bàguìn.
bàgnéta, s. f. = dim. di bàg'iia.
Bl) Usato come vezzeggiativo di in-
tinto, intingolo.
2) giiigà à bàgnéta = fare a ripiglino,
fare ai cinque sassi : giuoco dei ragazzi
che j-ipigliano sul dorso della mano i
nocciuoli, 0 i sassolini, o le monete che
si sono lanciate in aria. Anche giiigti
à pedina o ài eiàpei.
bàguìfa, s. f. = intinto, intingolo. Lo
stesso che bagna, e un po' più volgare.
bàguin, s. m. = bagnaiuolo: l'uomo che
presta sei'vizio in uno stabilimento di
bagni. Al femm. bàgniiia.
bàgnmària, s. m. = bagnomaria : vaso
ripieno di acqua continuamente bollente
per farvi cuocere carni o altro dentro
alti'o vaso immerso in quell'acqua.
1) tira dent vùn à bàgnmàrìa = Fig.
pigliar uno in mezzo, ingannarlo de-
sti'amente.
2) fa à bàgnmàrm = Fig. far desti'a-
mente qualche cosa.
bagnò, s. m. = calcinaio : chi spegne e
prepara la calcina ai muratori.
bàgu(BÙ,.9. m. = cola: grosso telaio quadran-
golare l)islungo, di legno, a rete di fil di
ferro, un po' concavo per colare la calce.
bàgniiscèri, = fradiciume: l'esser molto
bagnato in terra per acqua versata o
piovuta.
bàgniiscià, v. att. = bagnucchiai-e : spar-
gere molta acqua in terra non per de-
liberato proposito 0 scopo, per ma incu-
ria e disattenzione.
bagola, s. f. = pecorino.
1) Storco di pecora.
2) Pillacola: cacherelli delle capre e
Ideile pecore che restano loro attaccati
al pelo delle natiche.
3) Fandonia, fiaba, baia ; el g'' ha
doma di btigol = non ha che chiac-
chiere, non conta che fandonie.
4) jfà là bagola = faie il gl'anello,
la granigione: il granire del lino.
bagola, V. att. scacazzare. Delle pecore,
capre, dei montoni, ecc.
1) Battere la borra: ti'emar dal freddo.
Poco usato.
2) Sballare, sfrottolare, raccontare
fandonie, ed anche chiacchierare. Spe-
cialmente di cose di poco momento.
bàgolàda, s. f. = sballata, sbaUatiu-a: ed
anche chiacchierata ; inchml èmni propi
fao dna bela bàgoldda = oggi abbiamo
proprio fatto una bella chiacchierata.
bàgolòn, s. m. = sballone.
1) Che le dice gi-osse, sbardellate.
2) Gridatore: chi schiamazzando grida
per le vie a vendere frottole di giornali
0 simili.
3) Abbondone : chi fa la frangia a
tutto, sia per fine indiretto sia pur- per
prarito di esagerare.
4) bàgolòn del luster = ciarlatano:
chi sta su pei canti o per le piazze a
spacciar frottole, unguenti e sim.
— Ciarliere, ciarlone : venditore di
ciarle : uomo che vive dello spacciar
ciarle e fandonie.
bagordi, s. m. = pi. crapula, orgia : ec-
cesso nel bere, nel mangiare e in gener.
nei piaceri del senso.
bì|óìoS:::/:i='^«««-^^= '-^^^'^^'^
della pelle prodotta da zanzare e da
altri insetti e che dà bruciore.
bài, s. m. = badile. Vedi badi.
1) bàt de foeugh = Pala di ferro :
quella che usano i fornaciai per raccorrò
la bragia nella fornace.
2) bài de praa = badile da prato: ha
la pala assai lai'ga.
bài, s. m. = baio : di colore simile a quello
della castagna. Si dice anche del ca-
vallo 0 del mulo che hanno il mantello
di questo colore.
bàia, nelle frasi : fa, giUgtt, canta, ecc.
de bàia, o minga de bàia = fare giuo-
care, cantare, ecc., per scherzo, o non
per scherzo.
bàia, v. att. = abbaiare.
1) Il mandar fuori la voce che fa il
cane,
2) Parlare alzando molto la voce e
dicendo cose senza sugo per lo più con
intenzione di censui'a o di minaccia;
nò rè bòn che de bàia = non sa che
abbaiare.
bàiàda, s. f. = abbaiatui-a.
1) Il latrare del cane.
bai
— 66 —
bai
2) Canizza: l'abbaiai-e prolungato di
lino 0 più cani insieme.
3) Nel senso fig. Vedi sopra bàia n. 1.
bàiàfà, r. att. = ansanare : affoltar pa-
role senza venire a Tina conclusione.
bàìàfee e bàiàfòn, = appaitene chias-
sone, urlone : chi nel parlare alza molto
la voce. Anche: millantatore. Special-
mente di chi millanta atti di violenza,
non mai commessa, e che è incapace
di commettere.
bài età, s. f. = baietta : sorta di panno
leggiero con pelo accotonato.
bàiètóu, s. 7)1. = baiettone: specie di sot-
tigliume di lana.
baila, s. f. = balia, nutrice : donna che
per mercede allatta il figliuolo di un'al-
tra ; dà, màncltt à btlila = dare, mandare
a balia; Urti à cà de baila = levare,
riprendere da balia.
1) baila suda = balia ohe non ha, o
non ha più latte. Ed anche bambinaia,
se cura bambini piccoli e ancora lat-
tanti 0 appena divezzati.
2) pari dna baila = parere una balia:
di donna che abbia gran petto.
3) tegm à baila queicòss = tenere a
Italia una cosa: tenerla presso di sé lun-
gamente.
4) de dòpo che Vhoo daa à baila el
redi àdèss = da poi che F ho dato a
Italia lo rivedo ora. Fam. : di persona
che si vede la prima volta.
5) e quij dèla baila = e quelli della
balia, della culla. Sottinteso anni; di
chi si fa più giovine di quel che è ;
Quanti ann el g'hà? = El dis vintisètt. =
È quij dela baila = Quanti anni ha ? =
Dice ventisette, = E quei della culla. Cioè
non può averne cosi pochi e qualcuno
lo nasconde.
baili, «'. att. = allattare: tanto della ma-
. dre che allatta il suo bambino, quanto
della balia che allatta il bambino altmi.
1) to?u sii de bàjli = prendere a balia.
bàilidùra, s. f. = baliatico : l'aUattatiu-a
fatta dalla balia e il salario che riceve
la lialia.
ballota, s. f. = baliona. Acer, di balia.
bàilotèll, s. m. = allievo: il bambino al-
lattato dalla balia.
bàilòtt, s. m. = balio : il marito della
balia. Ed anche, per la balia e il balio,
il padre dell'allievo.
bàiocch, s. m. = baiocco: antica moneta
di rame dello Stato Pontificio.
bàiòn, s. m. Lo stesso che bàiàfòn. =
appaitene, chiassone, uiione : chi nel
parlai'e alza molto la voce.
bàionéta, s. f. = baionetta: arme bianca
da punta che si ferma in cima alla
canna del fucile.
1) baionèta in càfia = baionetta in
canna, inastata: quando è armata,.
— mètt bàionéta in càna = iaastai'e
la baionetta.
2) vègh i bàionètt ài fianch, o vègli
éòtt i bàionètt = Fig. aver la picchia-
reUa, avere una fame che assaetta, aver
la baionetta.
3) Arpione : arnese di feiTO rotondo
e piegato a gomito che si infissa nel
muro 0 neir imposta : è munito di un
ago sul quale entra l'anello delle ban-
delle su cui girano le porte o le finestre.
bàionètàda, s. f. = baionettata : colpo,
ferita di baionetta.
bàionètt, s. f. pi. = gangheri : due pez-
zetti di ferro od altro metallo ciascuno
piegato in mezzo a guisa di un anello,
che inanellati insieme, sentono per con-
giungere i coperchi delle casse e degli
armadi e simili arnesi che sopra essi
si volgono.
bàira, s. f. Pala di ferro: specie di ba-
dile largo che ha il lato che scava ri-
quadrato. Vedi badila.
bàiràda, s. f. = palata: tanta roba quanta
cape sul badile, sulla pala di ferro.
1) Colpo dato colla pala di ferro o
col badile. Y. bàdilàda.
bàirèsa, s. f. = palona, specie di badile,
larga assai e riquadrata.
bàiréta, s. f. dim. di bàira, = paletta:
specie di piccolo badile che usano 1
nostri ortolani.
bàìron, s. m. = cucchiaio.
1) Cucchiaio grande che serve a vari
usi e specialra. a vuotare letti di fiumi.
2) Renaiuolo : chi scava colla cuc-
chiaia sabbia, fango, ghiaia e sim.
bàita, s. f. baita.
1) Capanna da montanari e special-
mente da carbonai montanini.
2) Casotto : specie di capanno fab-
bricato con un muro a secco nei pa-
duli e nei laghi d' onde il cacciatore
può vedere e tirai'e senz'essere visto.
3) Giaciglio : quel letticciuolo in cui
dormono i famigli nelle stalle dello no-
stre mandrie,
bàla^ s. f. = palla, globo, sfera: di qua-
bai
- 67
bai
luaque corpo che abbia la forma sfe-
rica; fa sii in d' òna bàia = appallottare.
1) ciàpà là bàia ài vói = Fig. coglier
la palla al volo; intender le cose per aria.
2) giugà àia bàia = fare o giuocare
alla palla.
— dà de bota àia bàia = dar di colta
alla palla o rimettere o dare la palla
di posta : batterla prima che balzi in
terra. Fig.: intendere a mezz'aria, da
pochi indizi o parole.
— fàla lunga ò curia là bàia = man-
dar la palla lungo o corto ; mandarla
troppo lontana o troppo vicina.
— cor sòtt àia bàia = andare alla
palla.
— dàgh àia bàia = dare alla palla
o battere la palla.
— làsà niinga el temp de dà àia bàia
= rompere il tempo.
— fàlà là bàia = far fallo o fallire
la palla.
— impedì de fa el giceuglt dela bàia
= rompere la palla.
— mètt sU là bàia = mandare la
palla.
— giiigà àia bàia in sbic,H- = trin-
ciare la palla.
— dà coni là man rovèrki àia bàia
= fare un rovescione o rovescio o man-
rovescio.
— rimètt là bàia = rimetter la palla,
ripercuoterla o di posta o di balzo,
quando l'avA'^ersario le ha dato.
— brdo giiigàdòr de bàia = pallerino.
3) Là Bàia. = Edilizio composto di
alcuni pilastri sostenenti un largo tettac-
elo soverchiato da una palla. Sotto que-
sto portico tenevasi tre volte per setti-
mana il mercato del cacio, dei poUi, del
burro, dell' olio ed erano occupati in esso
molti facchini d'etti oggi pure facchini
della bàia. Ora il mercato ne è a Piazza
Vetra e la via dov'era, chiamata S. Am-
brogio alla Palla, dal 1859 è detta via
S. Maurilio e il nome di via Palla ri-
mase a una breve via tra via Torino e
Piazza di S. Alessandro.
4) Balla: Tanta merco quanta no sta
in una balla, e la merce stessa stretta
e legata con funi, punti di cucito, ecc.
5) Palla: pezzo di piallacela alquanto
rotondato collo mani, che corrisponde
alla grandezza del vaso che il vasellaio
vuol fare. Essa vien posta sul tagliere
dolla ruota annesso al banco.
6) La parte più dui-a che gli scal-
pellini trovano in alcune pietre come
il nocchio nei fusti degli alberi.
7) Cannonata, bomba, boccia: di cosa
non vera che si vorrebbe dare ad in-
tendere, e di cose che vanno al di là
del credibile e si raccontano appunto
per destare la meraviglia ; questa chi
V è Òna bàia che te cuntet sii = codesta
che racconti è una boccia; Ve on òmm
che el cunta sii di gran bàli = è un
uomo che spara di gran cannonate.
8) càscia bàli = far chiacchiere ; Ciintà
sii di bàli = imbubbolavo. Dire altrui
bubbole, menzogne.
9) dà là bàia = solare, dar la soia,
dare la canzonella.
10) ciàjià là bàia = prendere, pigliar
la balla; ubbriacarsi.
11) Stoppaccio, stoppacciuolo, battuf-
folo di stoffa che mettono i fanciulli nei
loro schizzetti fatti per lo più. di sambuco.
12) I lavoratori del cacio granone
chiamano bàia quel po' di caglio ap-
pallottolato che serve nella fabbrica-
zione del cacio stesso come di modello
per la dose.
13) pèrd là bàia = Fig.: dicesi di
quel caciaio che smarrisce il buon or-
dine del fare il cacio.
bàia, ». att. = ballare: far passi e movi-
menti regolati seguendo i tempi e le
cadenze dei suoni ; bàia come on ora
= ballar come un orso; goffamente, senza
garbo nò grazia.
1) ma la gàia bàia i ràtt = quando
la gatta non è in paese i topi ballano.
Modo prov. : quando il superiore non
c'è gli inferiori si danno buon tempo
e fanno baldoria. Si direbbe di figlioli,
servitori, impiegati e sim.
2) bàia bèli = dicesi per celia di una
danzatrice che balli poco, ma sia ap-
plaudita per la sua avvenenza.
3) Anche per moto sussultorio di cose;
bàia là stànsa = balla la stanza.
4) Trans, bàia là pòlca, el vdlser =
ballare la polca, il valzer e sim.
5) bàia sàltaa = ballottare; bàia el
vàlser sàltaa = ballettare il valzer.
6) Essere in ballo, in campo, in
mezzo : di persona, arnese, roba, ai'-
gomento che sia sempre usato, o tirato
in canipo ; Ve sémper quèll 'vestii che
bàia = è sempre quell'abito che si usa,
che si va a tirar fuori.
bai
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bai
7) Piegare, volgersi ; vuj 'vèdé cóme
là b&la = voglio vedere come si volga
0 come pieghi.
8) Battere. Parlando d' oscillare di
prezzi -, là bàia li siii tre, tre e cìnqu
centésiìii = la batte fra le tre lire e le
tre lire, e cinque centesimi.
bàlàbil, s, m. = ballabile : la pai-te di
un ballo teatrale che si eseguisce dan-
zando.
1) La musica o il canto che si adatti
alla danza.
bàlàbiòtt, s. 7)1. = allocco.
1) Gufo : uccello nottui-no ; strix
aluco.
2) Bmco della vite ; curculio baechus.
3j Fig. Fischione; chi fischia; ha
gran miseria : di persona senza danaro
e guitta.
bàlàboutémp, s. m. = bontempone : che
si dà bon tempo, ama l'ozio e li spassi.
bàlàda, * s. f. = ballata. Nel senso di
ballare ; fa dna bela bàlàda = fare una
bella ballata : ballar con piacere e molto.
bàia de canon, de revòlver, de pi-
stola, de s'ciòpp = palla da cannone,
da revolver, da pistola, da schioppo o
fucile.
1) fa doma bàli de seiòpp = Fig.
far sole caccole : essere stitico.
bàia de plónib, = pallottola : palla di
piombo del fucile, di qualunque forma.
bàia de ramni, = nome del complesso
di quelle ciotole gregge di rame che
vengono dal maglio accartocciate l'una
su l'alti-a a mo' di cipolle, che poscia
si svolgono per lavorarne gli utensili
di varie grandezze e forme.
bàlàdìua, * s. f. dim. di bàlàda = bai-
latina, dim. e vessegg. di ballata : nel
significato di ballare una sol volta.
bàlàndra, s. m. = voltafaccia : mancator
di parola.
bàlàndra, v. att. = girellare, girandolare.
1) Andai'e girando qua e là per ozio,
per passatempo e a piccole distanze ;
el bàlàndra dà òtia botéga à V altra =
girella da una bottega all'altra.
2) Bighellonare: Girandolare, andare
in giro svogliatamente, femiandosi e os-
servando ogni cosa, ma senza scopo e
senza interesse.
3) Gingillarsi ; Perdere il tempo senza
far nulla. £d anche : star per casa die-
tro a minime occupazioni.
bàlàndràn, s. m. = palandi-ano, palan-
di-ana, palandi-a, gabbano : veste lunga
e larga.
1) Fig. baggeo, papero : di persona
da nulla od anche semplicemente di
persona inesperta e semplice.
bàlànsa, s. f = bilancia.
J ) Le bilance : stromiento da pesai'e
consistente in un' asticina orizzontale
oscillante, con due bracci uguali e due
jjiatti alle due estremità.
2) sta in bàldnsa = stare in bilancia ;
quando i due pesi essendo uguali la
bilancia non trabocca da nessuna parte.
3) pesa còla bàlànsa o col bàlànsìn
de l'or = pesare colle bilance dell'oro:
star troppo attaccato al peso in cosa
che non lo merita. Fig. ponderai'e le
cose con troj^pa sottigliezza.
4) Pezzo di legname fermato sul ti-
mone delle carrozze, a cui sono racco-
mandati i bilancini.
6) Rete quadrata da pescare, la cui
corda che la regge chiamano spèr-
sìna.
bàlànsié, s. m. = bilancia : quella parte
nel meccanismo dell' orologio che in-
terrompe é modera il movimento della
serpentina. Anche bilàncièr.
bàlànsìn, s. m = bilancino.
1) Dim. di bilancia : bilancetta ; el
bàlànsìn de V òr = bilancia dell' orafo
e dell'oro : i«ccola bilancia con cui si
pesano minuterie d' oro e d' argento,
gemme, perle e sim. e anche monete
d'oro. Anche somèla.
2) Traversa di legno all'estremità del
timone e delle stanghe di un veicolo
per attaccai^vi un cavallo di rinforzo ;
ed anche ognuna di quelle traverse per
lo i)iù tonde alle quali sono attaccate
le tirelle delle carrozze.
3) vèss min à stanga e r alter à bà-
lànsìn = esser macchiati d'una stessa
pece : avere i medesimi difetti o colpe.
bàlànsiua, s. f. dim. di bàlànsa = bi-
lancetta, bilancina.
bàlànsluee, s. m. = staderaio : chi fa
e vende le bilance.
bàlàrìn, s. m, = ballerino.
1) Chi. fa del ballo una professione.
2) Chi balla bene ; me fràdèll Ve
on famoso bàlàrm = mio fratello è un
famoso ballerino.
3) bàlàrìn de còrda = ballerino da
corda, funambulo : chi fa forze e giochi
d'equilibrio stando in piedi e cammi-
bai
- 69 -
bai
nando sopra una fune tesa orizzontal-
ineuto.
4) Fig. fraschettina, leggorino.
bàlàrìiia, s. f. = ballevinà.
baiasela, e', att, = ballonzare, ballonzo-
lai'e, ballonchiaro.
1) Ballare sfrenatamente e sgarbata-
mente.
balaustra, s. f. = balaustrata : fila di
colonnette o j^ioli, per lo più affusati e
torniti, che regge un davanzale. Se ne
vedono alle terrazze e davanti agli al-
tari.
1) frega bàlàuster = baciaj^ile, bac-
chettone : che è sempre per le chiese,
e fugge i passatempi anche onesti, ve-
dendo in tutto occasione di peccato e
materia di scandalo.
bàlàrd, s. m. = cavalcavia fatto a bal-
latoio. Disusa.
bàlb, s. m. = barbio ; cyprinus barbio =
pesce d'acqua dolce. Anche vàiròn.
bàlcà, V. att. = scemare, diminuire : ri-
mettere della forza di un malanno, della
pioggia, del freddo, e sim.
bàldànsa, * s. /". = baldanza : contegno o
maniere di chi si mostri molto sicm'O
di sé, nulla curante degli altri consi-
gli e giudizi.
baldoria, * s. f. = baldoria : divertimenti,
feste, allegria.
bàldiicliiii, s. m. = baldacchino : larga
tenda sorretta da quattro e piii aste,
sotto la quale nelle processioni va il
prete col Santissimo e le reliquie dei
santi.
1) bàlduehin del lèti = baldacchino,
padiglione, sopracielo del letto : il cielo
dei letti a cui si attacca il parato.
2) Baldacchino : il disopra della re-
sidenza, dove sugli altari si espone il
Sacramento. Anche il disopra dei troni.
balena, * s. f. = balena : il piii grande
dei cetacei.
1) òss de baléna = stecche di balena :
fatte cogli ossi di questo animale per
amiare fascette, ombrelle e sim.
2) i al de balena = le barbe di balena.
baléna (vèss In cà) = balenare. Fig.
quell' ondeggiare che fa chi non si può
sostenere in piedi, por ebbrezza massi-
mamente.
bàlerìn, * s. m. = ballerino. V. bàlàrin.
baléstra, s. f. = balestra : l'assicina in-
canalata nel vantaggio del compositore
di caratteri.
balestrerà, s, f. = balestriera : apertura
alta e stretta nei muri, per trarre ar-
chibugiate, applicabile anche a can-
noni, balestre, e sim. Disusa.
bàléta, s. f. = pallina.
1) Piccola palla : dim. di bàia.
2) Girella. Piccola rota, per lo più
di legno o di ferro e specialmente :
quella che gira intorno ad un asse ed
ha una gola scavata nella circonferenza
per ricevere la fune.
3) Dado : cubetto di ferro che ha in
se un foro a madrevite, il quale, invi-
tato su chiavarde, spine, aguti a spira
e sim. serve a fermarli.
4) Pallino : spinetta con un ca2)oroz-
zolo sagomato d'osso o di metallo che
si usa a mo' di bottone nelle carrozze
e sim. per maniglia.
5) bàlèta de s'ciopiroeul = bolla del
vaiolo selvatico.
6) bàlèta di cà'vèj = ceretta o cera
da capelli : mistura di varie maniere
con che si ammorbidiscono i capelli.
Anche cosmètieh.
7) bàlèta di scdrp = ceretta o cera
da scai'pe o stivali : mistura nera colla
quale si lustrano i calzari di pelle.
Meglio lùster.
bàlètt, * s. m. = dim. di bàli = balletto :
piccolo ballo.
1) Salti piccoli e ripetuti, ma senza
cangiar di posto.
bàlìn, s. m. = pallino.
1) La palla bianca minore delle palle
con che si fa al biliardo che dicesi an-
che eàsìn ; mett el bàlin = acchitare
il pallino.
2) Boccino, grillo, lecco, pallino :
la minor palla del giuoco alle bocce o
alle palle. Anche bògin.
3) àndà à bàlìn = Fig. andar in fumo :
svanire ; la nòstra pàsegiàda V è àn-
dàda à bàlìn = la nostra gita andò in
fumo.
4) ave bàlìn in man = Fig. aver la
palla in mano : avere in suo potere
checchessia.
5) ciàpà o tocà bàlin = Fig. attac-
care un mercato, mmoreggiar cicalando.
6) Mira : segno sul fucile o altro che
si fissa per colpir giusto. Meglio niirin.
7) bàlin de s'ciopp = pallini da fucile,
bàlin, s. m. = saccone : letto dei pri-
gionieri.
1) Canile : cattivo letto.
bai
- 70 -
bai
balista, s. m. = boccione : chi spaccia
molte bocce, nel senso di cose non vere,
ohe si vogliono dare ad intendere.
bàli) s. m. = ballo : 1' arte di ballare ;
stia de bàli = sala di ballo : dove si
insegna a ballare e dove si balla.
1) L'azione, l'esercizio del ballare.
2) Il ballare, quante volte si ricomin-
cia dopo il riposo ; el primni bàli ;
l'ultim bàli = il primo ballo, 1' ultimo
ballo.
3) bàli 0 fèsta de bàli = ballo o fe-
sta di ballo, 0 da ballo : riunione di
persone, per lo piìi con invito e in case
particolari, dove si balla. Talvolta an-
che a pago e in luoghi jmbblici.
4) Spettacolo e azione teatrale in cui
si alternano il ballo e la mimica.
5) còrp de hall = corpo di ballo :
tutti i ballerini addetti a un teatro.
6) per similitudine : impegno, im-
■ picelo, compromissione in cui uno si
trovi e da cui non si possa uscire
senza darsi molti pensieri e brighe, nelle
locuzioni ; vèss in ball = essere in ballo;
quànd s'è in bàli bisogna bàia = quando
uno è nel ballo, bisogna ballare.
7) bàli màsehé = ballo mascherato,
in maschera.
8) bàli de san Vìt = ballo di San
Vito : malattia cronica che cagiona tre-
mito e scosse irregolari nella persona.
9) Bocce : nel giuoco delle noci i ra-
gazzi chiamano ; el bàli = il hocco :
la noce o il nocciolo con cui tirano
alle cappe.
bàli romànii, questa locuzione originò
nelle scuole classiche, nelle quali si
imparavano tutti quei miracoli di va-
lore, di lealtà, di slealtà, ecc., che si
leggono nella Storia Romana redatta
senza acume di critica. Gli è come dir:
frottole. Anche semplic. bàli.
bàloàr, s. m. = passa-oordone : utensile
dei cappellai.
bàloca (giiìg'à ala), = fare alla balocca :
si fa coi tarocchi in due, in tre, in
qùatti'o ed anche in sei ; somiglia al
gioco di calabrache coUe carte da tre-
sette.
bàloeùs, s. f. pi. = ballotte : castagne
lessate coUa buccia. Anche belegòtt,
càstégn à lèss.
bàldn, s. m. = pallone.
1) Grossa palla colla quale si giucca
facendola rimbalzare con forti colpi del
braccio ; giiigà ài hàlòn = fare al pal-
lone ; dàgh ài bàlòn = buttare il pal-
lone 0 dare al pallone, ecc. V. la fra-
seologia del giuoco alla parola bàia.
2) Storta : vaso per lo più di veti'O
fatto a foggia di bottiglia ricurvata in
sé per la lunghezza del collo, del quale
si servono gli orefici e gli oriuolai per
riflettere con maggior intensità la luce
deUe fiamme accese per illuminare.
3) Pallone volante : areostato.
4) àndà in del bàlòn = I>atter la
capata : di negoziante, fallire.
5) vègli el eoo gròss covie on bàlòn =
aver la testa grossa come un cestone.
6) Lampioncino : pallone di caiia
con onti"0 candela o moccolo acceso, di
cui si fa uso nelle luminarie.
7) * bàlòn = le bolle di sapone :
quelle che fanno i ragazzi colla sapo-
nata, soffiandovi dentro con un can-
nello. V. gèmm.
8) Crinolina : sottana da donna con
pili cerchi che andavano allargando
verso la base. Anche coregh.
9) Ballone : quello di fil di feiTO^o
di bambagia che bruciasi in chiesa in
certe solennità.
bàlonatt, s. m. = pallonaio : chi fa e
vende palloni specialmente da giuocare.
bàlonin, s. m. dim. di bàlòn = pal-
loncino : si usa specialmente a indicare
i lampioncini che servono, bianchi o
colorati, alle luminarie in occasione di
feste.
bàlonìsta, s. m. = aereonauta : chi si
innalza con palloni nell'aria.
bàlonitt. Y. bàlòn 7).
bàlòrd, * agg. = balordo, di cose e d'af-
fari : poco buono, tristo.
bàlordìsia, s. f. = balordaggine : astr.
di balordo.
bàlordón, s. m. = capogiro, vertigine,
gira capo.
1) Offuscamento di cervello che ne
dà a stimare che ogni cosa giri.
2) Spranghetta : dolore alla testa ca-
gionato dal troppo ber vino o liquori;
vègh el bàlordón = essere spranghettato.
bàlosàda, s. f. = birbanteria, bricconata :
azione da birbante.
bàlosàdèla, s. f. dim. di bàlosàda =
bricconateUa : tiro da ladroncello, da
birichino.
bàlosàdìua, s. f. = V. bàlosàdèla.
bàlosàja, s. f. = canaglia ; à tostila coni
bai
- 71 -
barn
là bàlosaja l'è on càtìv fa = con la
canaglia è un cattivo pigliarsi.
bàlosètt, s. m. dim. di bàlòss.
1) Birbantello.
2) Mariolo; di ragazzo, affine a bi-
richino.
bàlosittj s, m. plur. = famigl. : ossicini,
osserelli, ossetti : vivanda d' ossiccini
di porco, di vitello, ecc.
bàlosòii; s. m. accr. di bàlòss = tocco
di briccone, briconaccio.
bàlòss, s. m. = briccone : tristo, birbante,
rompicollo, furfante.
1 ) bàlòss faci, e finii = birbante nato
e sputato, 0 finito.
2) vègh del bàlòss = puzzar del bir-
bone.
3) fàcia de bàlòss = ceffo di tristo.
4) Anche in buon senso di chi si
cattivi la benevolenza, la stima, come
se si fosse proposto appunto di far quel-
r effetto e ci sia riuscito ; quèll bàlòss
Vhà faa on gran bèli discórs = quel
briccone ha fatto un gran bel discorso.
5) E tra persone molto famigliari per
celia e a modo di rimprovero anche
benevolo ; ah! bàlòss! te me l'he fàda =
ah ! birbante ! tu me l'hai fatta.
bàldta, agg. = barbogio agg. dispr. di
vecchio ; véce bàlòta = vecchio barbo-
gio : scemo e poco meno che rimbambito.
bàlotà; V. att. = abballottare : mandar a
partita, a voti.
bàlotàgrg:; s. m. = ballottaggio : è nelle
elezioni il secondo scrutinio, nel quale
il voto deve esser dato a uno dei due
candidati che raccolsero maggior nu-
mero di voti nel primo.
bàlotèra, s. f. = bossolo.
1) Vasetto da raccogliere i voti.
2) Pallottoliera : specie di tanaglia
le cui bocche sono due mezze sfere
cave nelle quali si gettano le due palle
da fucile e sim.
bàlotìii, s. m. = brindolo : chi con rag-
giri tende a ingannare, a frodare altrai.
1) Cascamorto : di vecchio galante.
bàlsa^ s. f. = pastoia: fune che mettesi
a pie delle bestie da cavalcare, perchè
apprendano 1' ambio, e non possano
camminare a loro talento.
balsamina (erba) = erba S. Giovanni,
cacciadiavoli , perforata ; hypericum
perforatum = erba aromatica.
balsamina Tiig'a) = marzomina, marze-
mino : specie d' uva nera, di buccia
grossa, col grappolo spargolo ; dà vino
generoso e assai colorito.
bàlsàn^ agg. = balzano : stravagante,
bizzarro: di cervello, d'ingegno.
bàlsàna, s. f. = balza : striscia di tela
con cui le donno sogliono foderai-e il
dappiede dei loro abiti In ital. anche
pedana.
bàlsànéta, s. f. = nastro di filo : si usa
principalmente per rinforzo agli abiti.
bàlsem, s. m. = balsamo : è nome di
alcune preparazioni adoperate nella me-
dicina, segnatamente per uso esterno.
1) Ve on bàlsem = è un balsamo :
si dice per esaltare la virtù di un ri-
medio.
2) Fig. di cosa che conforta nel do-
lore, nelle afflizioni.
3) Il milanese lo dice anche per esal-
tare il sapore gradevole di ciò che si
mangia o si beve ; sto vìn V è propi
on bcilsem = questo vino è davvero
squisito.
bàlséta, s. f. = calza : strisciolino di
panno di un determinato colore che si
cuce attorno a una delle gambe dei
polli vaganti, per distinguerli da altri
0 impedir loro di volare.
bàltrésca, s. f. = loggia apei-ta sul tetto :
i lucchesi la chiamano altana.
bàltroca, s. f. = ciana, cimbraccola :
donna sciatta, volgare, male educata,
anche se di civile condizione.
bàltrocàda, s. f. = cianata : atto e par-
lare da ciana.
bàltrocària, s. f. = cianume : moltitudine
e ridosso di ciane e di beceri ; tÈta là
bàltrocària del versee : tutto il cianume
del verziere.
bàmba, s. m. = bomberò.
1) Uomo goffo e buono a nulla : che
per ogni piccola cosa si trova impic-
ciato.
2) Baggeo, babbeo : uomo senza cer-
vello, che crede a tutto quello che si
dice; Ve on btimba, glian ditt che ri-
cava el Scià de Pèrsia coni cent elefdnt
e Ili Vhà eredilii = è un babbeo, gli
han detto che arrivava lo Scià di Persia
con cento elefanti, e lui l'ha creduta.
bàmbàna, meglio usato al plur. bàm-
bànn, s. f. = cantafavola : storiella,
racconto di cose non vere, incredibili,
il più delle volte dette per dilettare chi
ascolta ; cont quij so bàmbànn el tén
in pee là convèrsàsion = con quelle
barn
72
bau
sue cantafavole tiene a bada la con-
versazione.
bàmbànàda, s. f. = cosa da boniberi,
))uona per chi è baggeo e si contenta
di tutto,
bàuibàra (g'ìiig'à à) = giocare a barn-
bara : giuoco di carte simile alla pri-
miera.
bàmbiU) * s. m. = bambino, bimbo :
l'uomo nella prima età e prima che
diventi un ragazzo. Al femm, bam-
bina.
1) vèss on bàmbìn = essere un bam-
bino : di persona adulta incapace di
regolarsi da sé per troppa semplicità o
pochezza d'animo.
2) Di persona adulta, anche per vezzo
e scherzosamente ; te me imprèstet des
frdnch ? — Nò, baiiibin = mi presti
dieci franchi? — No. bimbo.
3) Gesù bàmbìn, e anche assoluta-
mente bàinbin = Gesù bambino : l'im-
magine di Gesù bambino ed anche per
Gesù bambino che scenda a Natale a
recar doni ai fanciulli.
bàmbinàda, * s. f. = bambinata, bam-
bocciata: azione da bambini fatta da
persone grandi ed anche cosa adatta
• per bam1)ini non per adulti.
bàiubiuóu, * s. m. = bambinone. Accre-
scitivo di bambino: un bambino ben
sviluppato, grosso e grasso.
bàiubìnòtt, s. m. = bamberottolo: bam-
bino non tanto piccolo.
bàmbòcc, s. m. = bamboccio : fam. bam-
bino grasso e fresco.
1) Di adulto : che ha gusti, fa cose
da bambino.
bàiiibòrìn, s. m. = bellico: la piccola
cicatrice che rimane nel basso ventre
dopo reciso il cordone che unisce il
feto alla madre.
1) trema el bàmhorin = tremar Aderga
a verga, tremare come una canna. Per
grande paura che si abbia.
bambù, s. m. = bambù ; Bambusa armi-
dinaeea: pianta delle Indie.
1) Anche le mazze che se ne fanno;
el papà el m'ha regàlaa on màgnifich
bambù = il babbo mi ha regalato un
magnifico bambù.
bànàstra raram. bànàsta^ s. f. = cane-
strone : serve al commercio all'ingrosso,
specialmente dei coloniali e delle frutte.
banca» s. f. = banca: arnese movibile
di legno, sul quale possono sedere più
persone. Vi sono per lo più nei luoghi
pubblici come Teatri, Chiese, Scuole,
e sim.
1) banca à schenàl = banca a spal-
liera: quella che da uno dei lati più
lunghi ha una spalliera o appoggia-
toio.
2) banca imbotida = panca imbottita :
quella il cui piano è imbottito, cioè
riempito di capecchio o di crino, e non
suole avere spalliera.
3) pànn de qicàtà là banca = pancale:
se ne copre per ornamento una panca
a spalliera.
banca, s. f. = bottega a vento : specie di
bottega posticcia, ai)prestata di giorno
all'aria libera, per lo più contro un
muro e anche no. Se no vedono alle
fiere.
banca, s. f. = banca: istituto che fa ope-
razioni di credito, come anticipazioni
di valori, sconto di cambiali e sim.
bàncàscìa, s. f. = bancaccia. Peggior. di
banca.
bàncaa, s. m. = palancola. Pancone per
passare un fìumicello, una gora, sul
quale si passa per isbarcare e sim,
1) Anche quelle travi di rovere che
nelle cave di pietra si sottopongono ai
massi per lavorarli, smuoverli, ag-
girarli.
2) bàncaa di grànee = pancone dei
granai: grossa e lunga assona avente
a volte inchiodati dei traversini, sui
quali, posti a mo' di scalini, salgono i
facchini o altri jiev versare sul muc-
chio il grano o altro.
bàncaa, o bàncàl del tórno = banco:
grossa e soda tavola quadrilunga sulla
quale sono fermate le parti del tornio.
bàncàda, s. f. = pancata: tutta quella
quantità di persone che seggono in-
sieme su di una panca.
bàncàl, s. m. = cassapanca: cassa da
servire anche a uso di panca, general-
mente di stile antico.
bàncàràus, s. m. = bastonatiu-a : brutta
parola rimasta dalla tirannica domina-
zione austriaca, che condannava uomini
e donne ad essere vergate sul deretano
nudo, stesi sopra una panca.
1) dà el baneardus = mettere a panca.
bàucàrdta, s. f. = bancarotta : il falli-
mento di una Banca ed anche di uno
Stato.
1) vend à bàneàrota = abbacchiare,
bau
- 73 -
ban
bacchettare : vendere a vii prezzo per
bisogno di denaro.
bàuch, s. m. = banco: mobile grande
di legno cho ha un piano dove si scrive,
con sotto 0 dalle parti cassetto o spor-
telli da riporvi carte e talvolta anche
uno scaffale al disopra del piano.
1) La tavola o desco dietro cui sta
nelle botteghe il giovine e su cui fa
tutte le operazioni occorrenti alla ven-
dita e alla consegna della merce.
2) La tavola sulla quale i sarti e i
calzolai tagliano il panno, il cuoio, ecc.,
e serve por altri lavori che si fanno
in piedi. E quella più bassa e più
stretta sulla quale i falegnami formano
il pezzo e lo lavorano.
8) Panca a stalli con davanti un ap-
poggio per scrivere. Più comun. al plu-
rale i bànch de scola = i banchi di
scuola.
4) Il banco dell'orefice, detto dai
toscani Tavolello e per comuuissima
storpiatura Tavorello. E' il banco sul
■ quale l'orefice e l'argentiere eseguiscono
i loro minuti lavori, o li rifluiscono
colla lima, col cesello, ecc. Suole es-
sere dal lato dove sta seduto l' ai-te lìce,
semicircolarmente incavato.
5) bànch di post = banco del cartaio:
forte tavolone posto in piano sul suolo,
• e serve di base a tutta la soppressa.
Sul banco vien collocata la ponitora.
6) bànch de pelàtee = banco del sel-
laio : salda ed ampia tavola su cui si
■ distendono e si tagliano le pelli e i
cuoi per lavorarli; distend i péli siil
òàneh = abbancare le pelli.
7) bànch di copi) = banco del forna-
ciaio : quella tavola bislunga, sulla
quale il fornaciaio riduce colla forma la
mota in materiali.
8) bànch = banco, significa per esten-
sione in alcuni giuochi d'azzardo, la
parte che tiene il giuoco, contro la
quale tutti scommettono; e anche la
sua messa, la somma della quale ri-
sponda.
9) sta ài bànch = stare al banco, o
alla cassa: si dice di chi sta a rice-
vere in un negozio i pagamenti della
merce acquistata.
I)ànchér, s. m. = banchiere.
1) Chi fa pubblicamente e per pro-
prio conto certe operazioni di cambio e
di credito.
2) Nei giuochi chi tiene il banco e
fa contro tutti.
3) Giovine di banco : quello che sta
al banco nelle botteghe e nei fon-
dachi.
bànchéta, s. f. = panchetta, dimin. di
panca ; i bànehètt del Oiardìn Pùblieh
= le panchette dei Giardini pubblici.
1) Asse sulla quale il tessitore che
lavora sta appoggiato più cho seduto,
per avere intera la libertà e la forza
delle gambe nel menar coi piedi le
calcolo.
2) bànchéta de cor = manganella :
qualunque di quelle panche affìsse al
muro nei cori doi religiosi e nelle com-
pagnie, le quali mastiellate s'alzano e
s'abbassano.
bàiichètìna, s. w. = panchettina, asse-
relle : tavola, pertica o altro fermato
di fuori al muro della colombaia.
bànehètt, s. m. = bischetto o deschetto.
1) Picciol banco o tavolino da la-
voro del calzolaio e del ciabattino.
2) bànehètt de perilchee = telaio, te-
laino, assicella con duo mazze o co-
lonnette verticali presso ciascuna delle
due estremità, che serve al parruc-
chiere per lavorare in capelli.
3) bànehètt. * assol. = banchetto, de-
sinare 0 cena serviti con lautezza oltre
l'usato e specialmente quando il desi-
nare è fatto per festeggiamento pub-
blico. Poco usato.
bànchìu, s. m. = bottega a vento :
specie di bottega posticcia, apprestata
di giorno all'aria libera, dove si ven-
dono giocattoli, minuterie e per lo più
libri usati; el me Virgili V hoo tòlt éu
on bànchtn = il mio Virgilio l'ho com-
perato ad una bottega a vento: dicesi
anche in italiano muricciuolo, perchè
spesso sui imiricciuoli si espone alla
vendita la merce di tal maniera.
bàuchinatt, s. vi. = muricciolaio, li-
braino ; colui che vende a una bottega
a vento o al muricciuolo.
bànchìnn; s. f. plur. = traverse, grosse
piane, posta ciascuna orizzontalmente
dall' un dei capi nei buchi del muro,
dall'altro capo appoggiata a un ascia-
Ione confitto con chiodi nello stile per
reggere le assi cho formano il tavolato
del ponte.
bàncon, s. in. = pancone : nome di quelle
assi sulle quali salgono alla fornace i
bau
- 74 -
ban
fornaciai per introdurvi 1 materiali da
cuocere.
banda, * s. f. = banda.
1) gente armata che scorrazza il paese
commettendo fui'ti, omicidi o altre vio-
lenze.
2) Banda musicale, corpo di suona-
tori di istrumenti a fiato, a differenza
dell'orchestra, dove prevalgono gli istra-
menti a corda.
3) Figur. povei'tà, miseria; à guàr-
dàgìi ài pàgn el par in là banda =
al vestito mostra d'aver molta fiaccona,
d'essere in miseria.
4) ■vèss in là banda = esser bue : di
chi non sa nulla di nulla, o non sa
per tardità d'ingegno profittare delle
cognizioni acquistate. Meglio e più co-
munemente : vèss in là. gipa.
bànder, s. m. = bandolo : capo della
matassa onde si incomincia a dipanarla.
E' voce ormai pochissimo usata e so-
stituita dalla parola eoo.
bàndéra, s. f. = bandiera: pezzo rettan-
golare di drappo con uno dei lati sul-
l'asse di un'asta e gli altri liberi, che
serve da insegna e porta i colori, e
per lo più anche lo stemma proprio
deUo Stato , città , corporazione alla
quale appartiene.
1) Serve per distintivo della nazio-
nalità delle navi.
2) Specialmente l'insegna militare:
pèrd, difènd, salva là bàndera = perdere,
difendere, salvare la bandiera ; fa onór
Ma bàndera = fare onore alla bandiera.
Di soldati valorosi : bàndera, stràsciàda
onor de capitftm = bandiera rotta, o
vecchia fa onore al capitano.
3) volta bàndera = voltare, mutar
bandiera, casacca ; mutar partito, ma
sempre per fini poco onorevoli.
4) fa bàndera = prendere nel bari-
lozzo : perchè quando il tiratore manda
la palla del fucile al punto nero del
bersaglio, o per scatto di una molla o
per mano d'uomo si innalza una ban-
diera rossa per lo più ; ài segónd eolp
hoo faa bàndera = al secondo tiro l'ho
preso nel barilozzo.
5), Ventarola di foglio: quella che
tra noi i bambini e i buontemponi ri-
portano dalla sagra di S. Cristoforo, e
da altre, e si vendono anche nei ri-
trovi pubblici dei ragazzi come i giar-
dini, piazza Castello, ecc.
6) Bandierina : quella a color rosso,
0 verde, che la guardia lungo le strade
ferrate mostra come segno di strada li-
bera, 0 di rallentamento o di fei-mata.
7) Bomba : gioco de' ragazzi che cor-
rono da un punto all' altro, facendo a
chiapparsi, e non possono essere presi,
quando toccano uno di questi punti,
ohe pui-e si chiamano bàndera = bomba.
8) quel che fa i bàndér = bandieraio.
9) mètt foeura i bandèr = Imbandie-
rare; ornai-e di bandiere.
banderài, s. m. = alfiere. T. niil. porta
bandiera.
banderina, s. f. = pennoncello, bande-
ruolina : quel po' di drappo attaccato
alle lance militari.
bandì, * V. att. = bandire, allontanare,
esiliare. Fig. bandì el luso = bandire
il lusso ; bandì i coìnplimènt = ban-
dire i complimenti.
bàndìna, s. f. = bandinella : quella tela
con cui i pannaiuoli involgono le pezze
di panno,
bàndiroetì, s. m. = pesciolino persico ;
perca fluviatilis = cosi chiamato forse
perchè altre volte ne era bandita, ossia
proibita la pesca.
bàndiroeùla, s. f. = banderuola : pez-
zetto di tela fei-mato per un lato solo
a un'asticina verticale e cogli altri tre
liberi. Se ne fanno di lamiera, che vol-
tandosi al soffiar del vento servono a
indicarne la direzione, e si chiamano :
ventarole.
1) Fig. di persona che muta facil-
mente opinione o partito secondo che
meglio gli torna, e vale: Camaleonte.
bandista, s. m. = bandista.
1) Chi fa parte di una banda musicale.
2) Per celia e raram. dicesi di chi
è male in arnese, poverissimo.
bando, s. m. = beiTetta da notte : quella
fatta a maglia per coprirsi il capo
stando in letto. Pai francese bendeaUi
bàndolera (à) = pendoloni, penzoloni,
ciondoloni. Modo avverb. : di cosa che
ciondola ; cont i bràsc già à, bàndoléra =
colle braccia pendoloni.
1) vestii à bandolèra = Fig. vestito
che brendola.
bàndon, s. m. = abbandono : atto del-
l'abbandonare e stato dell' essere ab-
bandonato e dell' abbandonarsi in tutti
i suoi significati.
bàndonà, v. att. = abbandonare : la-
I
bau
— 75 —
bar
sciare per lungo tempo, o per sempre
e con animo deliberato.
1) Non curare, non occuparsi più di
cose 0 di persone a cui sarebbe neces-
saria la nosti'a assistenza ; se IH el me
bàndona. mi soni perdiiii = se lei m'ab-
bandona, io sono perduto.
2) Lasciare, anche per poco, chi ab-
bia bisogno di un'assistenza continua ;
i fèoeu bisógna bàndonài nànca on
miniltt = i bambini bisogna non ab-
bandonarli, neppure un minuto.
bàndonàss, v. rifl. = abbandonarsi, ri-
mettersi, affidarsi intieramente a qual-
cuno ; bàndònet piir à mi, e te se
troàree eontént = abbandonati pure a
me e ti troverai contento .
bànfà; V. att. = ansare, respirare con
difficoltà. Dallo spagauolo : banfanear.
Anche trafelare, specialmente dei cani.
bàufàda, s. f. = ansamento : 1' effetto e
l'atto dell'ansare ; ehe bànfdda à vegnì
sii fin chi ! = che ansamento a salir
fin quassù.
bara, s. f. = carro a bara, carrettone :
carro di letto lungo e stretto con grandi
e forti ruote pel carreggio di pesanti
carichi. Le strade ferrate, i tramways,
e i piroscafi li fanno uscir d'uso.
1) cavali de bara = cavallotto : ca-
vallo forte, non di lusso, atto a tirare
il foi-te peso del caii-ettone. Fig. si dice
di donna alta, robusta, grossa e piut-
tosto grossolana di modi ; noi lo di-
ciamo anche di uomo che lavora molto
e guadagna per la famiglia, poco va-
lutando l'opera propria.
bara (griiigà à), = fare alle barriere, ed
anche per analogia : giocare a bomba ;
è gioco fanciullesco ; quando giocano
in cinque, il gioco si chiama di quà-
ter càntòn.
bara, v. att.
1) Lo dicono i fanciulli quando nel
giocare a bomba, o alle barriere, rie-
scono a toccare uno di loro nella fu-
ria del coiTcre e rincorrere ; t'hoo bàraa =
qui ti piglio e qui ti lascio ; quèll che
bara = il chiappatore ; quèll bàraa =
il chiappato.
2) Barare : i-ubare al gioco, mutando
le carte.
bàràba, s. m. = monello, birichino :
ragazzone che per la città si butta al
birbone.
bàràbìu, s. m. = birichino, trafurellino,
ciaccherino : di fanciulli che sono troppo
spesso per le strade, e son troppo in-
solenti ed arditi. Monelli.
bàràbìua, s. f. = mbacuori.
1) yi dico anche di bambina troppo
vivace ed ardita.
bàràbismo, s. m. = L'essere monello,
birichino, insolente.
bàràbitt, s. m. plur. = discoli, traviati :
chiamiamo così i fanciulli che, per in-
correggibilità sono da sei a tredici anni
ammessi noU' istituto Marchiondi.
bàràbòtt, s. m. = trafurello, ciacchero :
persona specialmente giovane, di cat-
tiva qualità. Monellaccio.
bàràca, * «. f. = baracca : costruzione
posticcia per lo più di legname o di
tela da potervi star sotto o metterci
roba, ovvero a uso di bottega, osteria.
1) Fig. manda inàns là bàrcLca =
reggere, mandare avanti la baracca :
si dice del tirare avanti la famiglia,
ma per l'appunto e a forza d'industria,
2) jiità tà bàràea = aiutare la barca :
aiutare uno in un negozio laborioso,
segnatamente in quello del campar la-
famiglia.
3) Canchero : arnese o stmmento
qualsiasi sconquassato e che non faccia,
al bisogno ; quèst chi V è minga on
tàol ; rè dna bài-àca = questo non è
un tavolo ; è un canchero.
4) Crapula, gozzoviglia, triocco ; r è
semper in bàràca coi àmie = è sem-
pre a crapula cogli amici.
5) bàràca di màgàtèi = castello dei
bui-attini : specie di torriceUa in cui
sta l'uomo che fa agire i burattini, da-
vanti a un' apertui-a fatta a guisa di
scena ; è un divertimento che ha di-
susato dal 1848 in qua. Da poco tor-
nato in uso con forme migliori nelle
rappresentazioni del Gioppino.
bàràca, v. att. = bisbocciare, gavazzare,
gozzovigliare, vivere in mezzo a diver-
timenti chiassosi.
bàràcàn, * s. m. = baracane.
1) Specie di stoffa fatta di peli di
capra.
2) Pesce che trovasi nell'Adda, pressa
Trozze.
bàràchee, s. m. = compagnone, godi-
mondo, bisboccione : chi volentieri e
di frequente gavazza o bisboccia.
bàràchin, s. m. = astuccio, forzieriuo
da posate : specie di cassetta a scom-
bal-
ìe -
bar
l)artimenti o nicchiette da riporvi le
posate di metallo fine, le quali poi vi
si chiudono a chiave.
bàràcóii, s. m. = baraccone. Acer, di
baracca : si dice specialmente di quelle
costi'uzioni precarie che in tempo di
fiera si erigono per darvi spettacoli di
qualunque genere.
I)àràdu(la, * s. f. = baraonda : 1' andare
e venire confuso di molte persone in
un luogo; e anche affari che si fanno
insieme da molti, o 1' un dopo 1' alti'o,
ma senza nessun ordine o regola.
barata) * v. att. = barattare, fare a ba-
ratto : dare una cosa per averne un'altra.
1) Prendere la cosa di un altro cre-
dendo di prendere la propria.
2) barata i dànee = canibiare il da-
naro : vendere la merce al prezzo di
costo, senza guadagno.
bàràtàiiiestee, s. m. = scopamestieri :
quegli che comincia e cambia in poco
tempo varie arti o mestieri, non pia-
cendogli i primi ; come ! el fa pii el
Icgnàmee ? oh ! l'è on bàràtàmestee =
come ! non fa più il falegname? oh ! è
uno scopamestieri. Si dice anche càtìva
làràndèra.
bàratt, * s. m. = baratto, permuta : il ba-
rattare nel significato generale del verbo.
bàràvàj, * s. m. = masserizziuola, baz-
zecola, briccica, ciarpa, carabattola :
coserella di poco pregio. Anche imba-
= razzo: di banchi, casse, scatole di car-
tone e simili, arnesi logori e smessi
che siano sui solai.
barba, s. /". = barba : i peli che rivestono
il mento e le gote dell' uomo ; barba
grisa = barba brizzolata : che comincia
a imbiancare ; barba lunga = barba
lunga : che scende sul petto, o non è
stata fatta da più giorni ; barba remMa =
barba posticcia ; barba stràbufàda =
barba ari-uffata.
1) mètt barba = metter barba: detto
■dell'uomo, nell'età in cui la barba co-
mincia ad apparire.
2) rdr de barba = minuto di barba.
3) fa la barba, desfà là barba = far
la barba, raderla, tagliarla col rasoio ;
fà§s là barba = farsi la barba, farsela
•da sé.
4) tàjàss là barba = tagliarsi, le-
varsi la barba : farsela, dopo averla
lasciata crescere e portata per qualche
tempo.
5) càrèsà^s là barba = accarezzarsi,
lisciarsi la barba : passarci sopra la
mano per tenerla ravviata.
6) càvèsà on fregùj là barba = dare
un poco di riunita alla barba.
7) pesa dèla barba = barbino : pezzo
di tela per nettare i rasoi nel farsi la
barba.
8) là g'hà là barba = ha la barba :
di cosa che si sa da un pezzo, detto a
chi la dia per nuova.
9) fàghela in barba à -vun = accoc-
carla ad uno : fargli una beffa un po'
amara ; sepratutto far qualche cosa
malgrado altri.
10) no gli' è barba d' òmm che ghe
le poda fa = non gli crocchia il ferro :
è così avveduto e guardingo che nes-
suno può ingannarlo, ed è così forte
che nessuno gli può far soprusi.
barba, s. m. = zio, barba. E' poco usato,
e nella frase l'è fòrsi roba del barba? =
0 che ! è roba di rubello ? Si snol dire
quando altri malmena la nosti-a roba.
bàrbàbìccli, s. ni. = barba di becco. Tra-
gopogon pratensis = pianta bienne. An-
che bàsàbìccli, èrbàbìcch.
1) grullo : chi ha poco sale in zucca ;
deventà on bàrbàbicch = ringrullire.
bàrbàcàn, s. m. = barbacane : pezzo di
muro a scarpa a pie' di un mui'O ver-
ticale, per sostegno e rinforzo.
barba déla méleg'a = barba o capelliera
della saggina.
bàrbàgiàn, s. ni. = mestolo : di persona
da nulla; cos'el cred? Che siem tanti
bàrbàgidn ? = che crede lei ? Che si
sia mestoli ?
bàrbàj, s. ni. plur. = stipa, pniname,
scopa, secca, canapuli: frasche o altro
di secco facile ad accendersi e servono
ad avviare il foco nei camini.
bàrbàja, s. f. = rete da pescare il barbio.
bàrbàjàda, s. f. = bianca e anche bar-
bagliata: Sorta di bevuta che è un misto
di fior di latte e cioccolata.
bàrbàpedàna, s. m. = cantastorie : can-
tore ambulante di canzoncine e storielle
che va questuando per i caffé, a' capi
delle strade, ecc.
bàrbara, agg. = bàrbara: nella locuzione
rè bàrbara = é barbara: detto di cosa
che ci sa male di dover soppoiiare. Più
comune l'è dura = la é dura.
bàrbàrìtaa, s. f. = barbarie, crudeltà:
atto crudele.
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bàrbàrosSj s. m. = pettirosso, Sylvia
rubecola, uccello silvano. Anche pèti-
ross, ^òsross.
barbàscia, s. f. = barbaccia: peggior di
barba. Si dice anche della barba non
rasa di ohi ha per abitudine di raderla.
bàrbee, s. m. = barbiere: chi per me-
stiere fa la barba e taglia i capelli. Lo
stesso che periichee = parracchiere.
Ma il parrucchiere fa anche le parruc-
che ed altri lavori in cappelli.
1) là botèga del bàrbee = barbieria.
bàrbèl, s. m. = farfalla.
1) Vocabolo ormai quasi interamente
disusato e alquanto vivo ancora nella
frase fa el bàrbel = sfarfallare: dei boz-
zoli che metton fuori la farfalla.
2) Punteruolo, pinzacchio; cureulius
granarius: insetto che divora tutta la
parte farinosa del grano.
bàrbèla, s. f. = facciola. Meglio usato al
plur. : due striscio di tela inamidata
che scendono sul petto dal collo e fanno
parte dell' abito che i magistrati, gli
avvocati, ecc. , vestono nel pubblico
esercizio delle loro funzioni. Anche:
bàiiscina.
bàrbèlà,«7. att. = rabbrividire, rimbrìvidire.
1) Tremar dal freddo; vuij che sisola
inchcBu! se bàrbèla = che sizzettina
oggi ! Si rabbrividisce.
2) Volteggiare : degli uccelli quando
sono per cader nelle reti.
bàrbèlàmént, s. m. = brivido, brividio;
el bàrbèlàménl déla fèver = il brivido
della febbre: il fatto e l'effetto del rab-
brividire.
làrbèlàto, s. m. = baccalare ; che la sa
lunga, che passa per la maggior parte
in qualche arte o scienza; barbassoro,
chi è reputato generalmente e mostra
col suo contegno di riputarsi uno dei
principali in una scienza o in una com-
pagnia di persone. Anche : sopracciò,
parruccone; hin i bàrbèlàti dèla citaa
= sono i barbassori della città. Si usa
per lo piiì in senso ironico.
bàrbèlàtt, s. m. = bargigliuto, che ha
bargigli; che bàrbèlàtt d'on polìn = che
tacchino bargigliuto.
bàrbèll, s. m. = bargiglio : L'appendice
carnosa sotto il becco dei galli, dei tac-
chini, ecc.
bàrbèll, s. f. plur. = branchie, gargie :
organo proprio dei pesci per cui aspi-
rano l'acqua e la rigettano.
bàrber, s. m. = barbero : nome di ca-
valli destinati alla corsa del pallio in
occasione di pubbliche feste e spettacoli.
Rimase proprio di alcune corse che si
fanno di carnevale a Eoma.
bàrbèta, s. f. = barbetta: dim. di barba^
1) La barba corta.
2) Barba: i peli più lunghi che hanno
sotto il mento le capre ed altri animali.
3) Guaime : l'erba che rinasce dopo
la prima segatura.
4) Radicchio bianco, radicchi no : Il
comune radicchio sotterrato nella rena
in cantine.
bàrbèta, v. att. = il torcere la bocca dei
cavalli per far traboccare 1' imbocca-
tui'a.
bàrbìu, s. m. = barbone: varietà di cane
col pelo lungo e ricciuto per lo più
bianco. Femm. barbina.
1) Anche come aggettivo: can bàrbin
= cane barbone.
bàrbis, s. m. = baffo. Più comunem. al
plur. i bàrbis, i peli che rivestono il
labbro superiore dell'uomo, quando co-
minciano a vedersi.
1) vegnt sic, spunta i bàrbis = met-
tere i baffi,
2) lècàss i bàrbis = leccarsi i baffi,^
le dita; mostrarsi molto soddisfatti di
cosa che si sia ottenuta e specialm. di
cibi molto ghiotti.
3) rid sòtt ài bàrbis = ridere sotto i
baffi: di chi per convenienza trattiene
le risa. E anche compiacersi di cosa
che altri stia facendo e che deva gio-
vare a noi 0 nuocere a chi la fa, e
questi non se ne avveda.
4) Fregaccio fatto sul viso coli' in-
chiostro, cai'bone o sim.
5) Baffi, basette: segno che rimano
intorno al labbro superiore, special-
mente dei bimbi, per aver bevuto vino>
0 caffè, 0 preso qualunque cibo che la-
sci traccia, come lattemiele, crema, in-
tingolo, ecc.
6) bàrbis dicono anche i peli che
sporgono sugli altri dal la1)bro supe-
riore d'alcuni animali. E anche delle
donne.
7) Le corna, le antenne: quei due o
più fili cavi, mobili, articolati clie gli
insetti ed i crostacei portano sulla te-
sta a lato della bocca.
8) mostrti i bàrbis = Fig. mostrare-
i denti, far testa.
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9) Urti sii i bàrbts = Fig. alzar la
cresta, insuperbire.
10) T. botan. : fungo castagnuolo.
bàrbìsa, s. f. = baffona. Fam. e dispreg.
donna clie ha i baffi.
bàrbisàsc, s. vi. = baffaccio. Peggior.
di ])affo; basettaccia peggior. di ba-
setta.
bàrbìs déla scóa o del scoìn, = chioma
delia scopa o della granata; bàrbìs del
formènt = reste: quei sottilissimi fili,
simili alla setola appiccati alla prima
spoglia del granello, e son proprie del
grano e di alcune biade.
bàrbts di ròs, o rceus = parte estre-
ma dei bracci del calice che in alcune
specie di rose sporge dalla corolla.
bàrbts di gàròfol = pistilli, stami del
garofano.
bàrbìsìu, s. 7n. = baffettino, baffetto,
baffino.
1) Dim. vezzegg. di baffo.
2) Di persona che ha piccoli baffi;
incho&il ài eàfè vi" ha servii el bàrbisìn
= oggi al caffè m'ha servito il baffino.
J)àrbisón, s. m. = baffone.
1) Accresc. di baffo.
2) Detto di persona che ha gran baffi;
Vitòrio Emànuèll V èra on bàrbison
bèli = Vittorio Emanuele era un bel
baffone.
bàrbisótt, s. m. = baffone: negli stessi
significati di bàrbison.
t)àrbóu, s. m. = barbone.
1) Accrescitivo di barba : barba lunga
0 folta.
2) Si dice scherzosam. e famigliarm.
di chi porta la barba molto lunga; che
bèli bàrbòn ! el par on fraa càpUeìn =
che bel barbone! sembra un frate ca-
puccino.
bàrbotà; v. alt. = borbottare.
1) Parlare da sé a sfogo di stizza o
di malcontento, in modo che altri senta,
ma non intenda, quel che si dice.
2) Dicesi anche del suono che fa l'a-
ria passando per gli intestini, cosicché
si sente nel ventre come un borbotta-
mento; è notissimo lo scherzo infantile:
predicando ètàmàtina hòo mangiato
dna gàlìna, mim cruda e mesa cola,
ehe in del vènter là bàrbòta, là bàrbota
à tiitt àtidà, e ci me t'énter el voeur
s'ciopà.
3) Gorgogliare. 11 rumoreggiare del-
l'acqua bollente.
bàrbotàda, s. f. = borbottamento: l'atto
del borbottare compiuto.
barbotàmént, s. m. = boibottamento,
borbottio : l'atto del borbottare in sé,
e mentre sta compiendosi; è però gran-
demente promiscuo l'uso dei due vo-
caboli.
bàrbotàfàsoeù, s. m. = brontolone, bor-
bottone : dalla somiglianza del suono
della voce di chi continuamente bor-
botta, col l'umore dei fagiuoli che in
pentola bollono.
bàrbotòn, s. m. = borbottone : chi o che
ha il vizio di borbottare. Femm. bàr-
botona.
bàrbosaa; o bàrbosài, s. m. = barbaz-
zale: catenella che si mette dietro la
barbozza del cavallo e si ferma per i
capi ai due lati del morso.
barbósa, s. m. = mento : parte estrema
del volto umano sotto la bocca.
1) vègh diiii barbóse = aver la pap-
pagorgia, cioè quel quasi secondo mento
che per grassezza si vede sotto la ma-
scella inferiore ad alcune persone.
2) trema el bàrbòss = si dice di
quando una persona sta per piangere
e non vorrebbe e le trema convulsa-
mente il mento. Specialmente dei bam-
bini che fanno greppo.
barca, * s. f. barca : galleggiante di ta-
vole piegate e connesse insieme, da
servire al tragitto dei fiumi e andando
a diporto per il mare, per fiumi, laghi,
canali e anche per trasportar roba.
1) scorsa de bàrch = regata: la gara
che fanno le barche a vela o a remi
per arrivar prime a un determinato
punto , percorrendo una detenninata
strada. Poco usato.
2) Irà fmùra Vàcqua dèla barca =
aggottare: rigettar fuori l'acqua entrata
nella barca con ai'uesi a mano.
3) giilgà tLla barca = fare alla barca.
Specie di gioco che si fa coi dadi, molto
simile al gioco dell'oca.
4) sàlàmm in barca : si dice vol-
garmente di chi è molto baggeo, ci-
trullo, semplice e sim.
5) se ghe va in barca = ci si va in
barca: di luoghi umidi, pantanosi.
bàrcàda, s. f. = barcata : di cose e di per-
sone, quante ne può portare una barca.
1) Anche la gita che si fa in barca;
hoo projji faa dna bela bàrcàda = ho
proprio fatto una bella gita in barca.
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bàrcàmènà, * v. att. = barcamenare: de-
streggiarsi per riuscire in un intento,
sapendo tacere e cedere a tempo per
non suscitare intoppi, contraddizioni ec.
bàrcàsciii, s. f. = barcaccia; peggior. di
barca.
bàrcli; s. ìli. = capannone : specie di
stalla nelle nostre pianure o sui monti
per le bestie bovine nell' estate e in
pai'to dell'inverno. Anche àlp.
bàrchèta, s. /". = barchetta, dimin. di barca.
1) Piccola barca per uso specialmente
di andare a diporto.
2) bàrchèta de bev = bicchiere di
cuoio.
bàrcliètìna, s. f. = barchettina, dim. di
barchetta.
bàrcliètòii, s. m. = carrozzone a barca.
bàrchètt, s. ni. = barchetto, dimin. di
barca: piccola barca a uso di trasporto.
1) A Milano indica la barca che fa
il trasporto di cose e di persone sui
canali del Naviglio; àndà ài bar chéti =
si dico di chi cammina coiTondo quasi
coUa paura di non arrivare in tempo
alla partenza del barchetto.
2) gti<(/à al sètt in bàrchètt = fare
alla barca. V. barca.
bàrchircetì, s. w. = barcaiolo: quello che
conduco la bai"ca essendone esso il pro-
prietario: se conduce una barchetta si
dice barchettaiolo.
bàrcolà; * v. att. = barcollare e bascul-
lai'e: di chi si trova in pericolo di per-
dere xm posto, scadere da una condi-
zione in cui gli giovi di mantenersi.
bàrcóii; s. iti. = barcone.
1) Accrescitivo di barca.
2) Carro mascherato nei corsi di cai-
nevalo.
3) Navicello : barca più grande del-
l'usato per il trasporto dello merci sui
fiumi e sui canali.
barda, * v. att. = bardare : mettere i fini-
menti ai cavalli : si dice solo dei ca-
valli da sella e di finimenti ricchi.
bàrdàdura, s. f. = bardatura: i finimenti
per bardare il cavallo.
bàrdàsa, s. m. = bardassa, monello.
1) Eagazzo impertinente e senza giu-
dizio talvolta scostumato; bisógna pro-
pi vèsà OH gran bàrdàéa per fa di bi-
richinàd compàgn = bisogna essere
davvero un bardassa per far birichi-
nate come questa.
2) Rabacchiotto, ragazzo, fanciuUetto.
bàrdàsàda, s. f. = bambinata, ragazzata:
azione, discorso da ragazzo.
bàrdàserìa menudra, = ragazzaglia, ra-
gazzame.
bàrdàsòu, s. m. = bardassono, ragaz-
zone. Accres. di bardassa.
bàrdèua, s. f. = farfara : tusillago far-
fara; erba medicinale.
bàree, s. m. = carrettoniere : che guida
il carrettone o carro a bara: detto an-
che bàrisòii.
bàrèla,* s. f. = barella: piano d'assi su
due stanghe, che si porta a bracci da
due uomini e serve a trasportare sassi,
rena, o sim.
1) Arnese consimile per portare a
processione le sacre immagini.
2) Una specie dì lettuccio per por-
tare i malati allo spedale : se questo
lettuccio è coperto come da un padi-
glione dicesi portantina.
3) porta à bàrèla = portare a ba-
rella: prendere uno per le braccia e per
le gambe e così portarlo da luogo a luogo.
bàrèlàda, * s. f. = barellata: quantità di
roba cho si può portare in una barella.
bàrèsg", s. m. = specie dì stoffa dì lana
tessuta molto leggermente e che serve
per vestiti da donna. Dal frane, barègres.
bàreta, s. f. berretto.
1) Copertura del capo da uomo, fatta
per lo più di panno e con una tesa
sopra la fronte,
2) Papalina : specie di berretto da
uomo che bene si adatta a tutto il capo
0 scendo, alcun poco a coprire gli
orecchi.
3) Caschetto: specie di berretta con
visiera e soggolo.
4) Rumine, favo : il primo stomaco
degli animali ruminanti, il quale dopo
avere alquanto ritenuto il cibo legger-
mente masticato, lo rimanda alla bocca
per essere rimasticato : i macellai lo
chiamano bàrèta, dalla sua forma, e i
toscani favo, perchè la 'sua rete o pelle
intera è divisa in cellette come i favi
del miele.
5) Anche ciò che serve a difendere
l'innesto dell'azione del sole dei venti
e delle pioggio.
bàretàda, s. f = berrettata,
1) Colpo dato col berretto.
2) Quanta roba cape in un berretto.
bàrètàscia, s. f. = berrettaccìa: peggior.
di berretta.
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bàretee, s. in. = berrettaio : chi fa e
vende berretti.
bàrètiu, s. m. = berrettino: dimin. di
berretto.
1) bar etili de prét = berretta: quella
che portano i preti in chiesa: berretta
a spicchi.
2) bàrèiìn de nòti = berretto da notte:
quello fatto a maglia per coprirsi il
capo stando a letto.
bàrètiua, s. f. = berrettina: dim. di ber-
retta.
. bàrètón, s. m. = berrettone : accr. di
berretto.
barètt, s. m. = beiTetto. Lo stesso che
bàréta.
bàrgnìit', s. m. = furbo assaettato. An-
che il diavolo, e in qualunque modo
uno spirito. È noto lo scherzo indovi-
nello sòtt al poni de cipp e ciàpp ghe
sta sòtt bàrgnifff bàrgnàff, coni là vésta
vcrdesina, gran dotdr chi le induhia:
è la rana.
bàrgnìfòn, s. m. = dirittone: di persona
molto furba.
bàri, s. m. = vaso di legno a doghe,
leggermente ovale e schiacciato: se serve
per trasportar liquidi si dice in ital,
j barile; se per tenervi salumi e muni-
zioni da guerra, bariglione ; on bàri
d'oli = un barile d'olio; on bàri de tón
de inciod, de rengh, e sim. = un ba-
riglione di tonno, di acciughe, d'arin-
ghe e sim.
1) Quantità di liquido contenuta in
un barile ; han stràvàcaa on bàri de
mn = hanno rovesciato un barile di
vino,
bàricà,* v. att. = barricare, abbarrare,
sbarrare : chiudere una strada, un' uscita
con barricate,
bàricàda,* s. f. = barricata : riparo di
legnami o d'altro per chiudere il passo
a soldatesche o sim. in città sollevata;
in del quàràntòtt à Milàn i strdd eren
piènn de bàricdd = nel quarantotto a
Milano le vie erano piene di barricate.
1) fa i bàricdd = fare le barricate :
far una rivoluzione di popolo contro
qualche tiranno. Il medico-poeta Eai-
berti in occasione delle nostre gloriose
cinque giornate, scrisse che la baiTÌ-
cata è èl moniimént déla libèrtaa = Il
monumento della libertà.
bàrièra, * s. f. = barriera : chiusa di
sbarre, per lo più in luogo grande.
1) Fig.: ciò che impedisce il ravvi-
cinamento da persona a persona,
2) el sdlt déla bàriera = il salto della
baiTiera: salto di siepi, steccato e sim.
che si fa a cavallo.
bàriglié, s. m. = Tamburo : una delle
parti dell'orologio nella quale è rin-
chiusa la moUa.
bàrilee, s. m. = quello che fabbrica e
vende i barili.
bàrilètt, s. VI. = bariletto: dim. di ba-
rile. Anche barilozzo.
1) Bariletta , barletta : piccolissimo
barile di legno senza doghe che portasi
in viaggio per provvisione del bere.
bàrilòtt, s. m. = barilotto, barilozzo:
accresc, di barile.
1) fa bàrilòtt = stregare, far strego-
nerie.
2) àndà à bàrilòtt = andare a rotoli,
a catafascio.
bàrisòn, s. m. = caiTcttoniere: chi guida
il carrettone, o carro a bara: detto an-
che bàree.
bàrìtoii,* s. m. = baritono : il cantante
che ha voce intermedia fra il tenore e
il basso.
bàriàfus, s. m. acciabattone.
1) Di uomo e di ragazzo acciabat-
tatore: che fa le cose in fretta e senza
diligenza, quindi disordinatamente e
confusamente.
2) Ninnolo, bagatella, cianciafruscola:
cosa da poco; hòo compraa àia fera
sti quàter barlàftìs = ho comperato alla
fiera queste poche bagatelle.
3) Masserizzuole, bazzecole, carabat-
tole: coserelle di poco pregio e piutto-
sto imbarazzi. Vedi bàràvài.
bàrlànda, s. f. = navone selvatico; bti-
nias eì-tccago; rapa lunga e sottile : di-
cesi anche lànder, landra, làiidrèta,
ràviscìoeu.
bàrlicch, s. m. = berlicche, diavolo. Si
dice specialmente ai bambini vivaci e
irrequieti.
bàrlòca, s. f. = sveglia. Presso i caciai
è il nome di quel seguale che danna
la notte martellando le mastella per
chiamare i famigli a portar loro il latte.
àrlochìna, s. f. = ciondolina: fanciulla
che non sa curarsi la persona e ab-
'' bi gli arsi.
bàrlocòna, s. f. = ciondolona : accresc.
di ciondolina.
bàrliìmui, s
m. = barlume : luce debo-
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lissima che non lascia distinguer bene
gli oggetti.
1) Fig. vègh on bàrlilmm de quèicòss
= avere un barlume di una cosa: averne
appena un'idèa. Anche on bàrlùmm de
S'perànsa = un barlume di speranza.
bàrliisènt, s. m. = rilucente. Si dico
più comunemente sberliisènt.
bàrliisì, V. att. = rilucere. Si dico piii
comunemente sberliisi.
bàrnàsS; che si dice anche piìi volgar-
mente bernàss, s. m. = paletta : pic-
cola pala di ferro che si adopera nel
focolare per trasmutare cenere, brace, ec.
bàrocàda, s. f. = lavoro barocco, azione
barocca.
bàròcch, * agg. = barocco. In arte e
specialm. in architettura ; manéra bà-
rdca, étil baraceli = maniera barocpa,
stile barocco : la maniera che prevalse
nel seicento.
1) L'opera d'arte di quello stile; fà-
eiàda bàrdea = facciata barocca.
2) Ha anche spesso significato spre-
giativo; vestii, tìber bàròech = vestiti,
libri barocchi: stracci e di poco valore.
baròmetro,* s. m. = barometro: stro-
mento che serve a determinare la pres-
sione dell'atmosfera e le sue variazioni.
bàròn,* s. m. = barone: titolo di nobiltà.
1) Chi fa azioni poco delicate.
2) bàròn fotiiii = barone cornuto,
baron con l'effe: lo stesso che birbante.
bàronàda, s. f. = baronata: azione bia-
simevole, meno che bricconata.
bàronèsa,* s. f. = baronessa: la moglie
del barone: titolo di nobiltà.
bàronscèll, s. m. = baroncello; dim. di
baròn. Nel sign. 1.
bàronsìn, s. m. = baroncino : il figlio
del barone; titolo di nobiltà.
bàrosa, s. f. = barroccio : veicolo a due
ruote da attaccarsi a un cavallo per
trasportar roba. Non troppo comune.
1) volta là bavosa coi stangh in sii
= acculare il barroccio.
bàrosàda, * s. f. = barrocciata: il carico
d'un barroccio. Poco comune.
bàrosìn, s. in. = barroccino.
1) Dim. di barroccio. Poco comune.
2) BaiTocciaio : chi fa il mestiere di
trasportare roba col barroccio: chi guida
il baiToccio. Poco comune.
bàrseléta, s. f. = bai-zelletta: detto spi-
ritoso, motto faceto
bàrtàbèll e bàrtàvèll, s. m. = bertuello:
sorta di rote da pescare che ha più ri-
trosi.
bàrtàvèla, = gi-andissima rete formata
come un bertuello, in grand' uso per la
caccia dei passeri che si fa a notte.
bàrtoli, s. m. = bergamasco: è uno stor-
piamento di Bai-tolomeo patrono dei
bergamaschi. Non comune.
bàrufa, * s. f. = baruffa, l'abbaruffarsi:
• il pigliarsi a parole e il venire allo
'«^'rfiani, specialmente per cagione improv-
visa e leggiera: è breve zuffa e finisce
senz'altro danno ohe i panni e la per-
sona scomposti e tutt' al più qualche
sgraffiatura.
bàrufàmént, s. m, = abbaruffio, l'abba-
ruffarsi prolungato e di più i)ersone.
bàrufàss, v. ri fi. = abbaruffarsi, abbattur
folarsi: venire alle mani ed anche tal-
volta avvoltolarsi per terra. Vedi ba-
rufa.
basa,* s. f. = bazza, occasione per com-
perare a buon prezzo.
1) b^sa à chi idea = bazza a chi
tocca. Modo proverbiale: è fortuna per
chi ottiene ciò che desidera.
basa, V. att. = baciare: accostare la bocca
stringendo le labbra e poi allentarle
scostandole: è atto che si fa a dimo-
strazione di affetto o di rivereaza.
1) vess minga dègn de basa là tèra
dòe viln el mètt i pee = non esser de-
gno di baciare la terra che uno cal-
pesta, dove uno mette i piedi. Nel par-
lare di persona che un altro censuri
essendole molto inferiore e avendogli
obblighi particolari di gratitudine.
Basa (là),^= la Bassa: nome con cui com-
prendiamo il basso Milanese, il Pavese,
il Lodigiano; viin déla Basa = un pia-
nigiano.
basa, V. att. = abbassare, chinare: assai
poco comune. Vedi sbàsà.
bàsàmàn, s. m. = baciamano: il baciare
la mano di chi vogliamo salutare con
atto di molto rispetto. È atto che va di-
susando quasi del tutto e con lui la
parola.
bàsàmènt, s. m. = basamento: parte del
piedistallo della colonna che posa im-
mediatamente sul piano dell' edifizio.
1) Specie di zoccolo, un " poco spor-
gente su cui si innalza l'edificio.
bàsàpìl, s. m. = baciapile, baciapolvere,
bacchettone: che è sempre per le chiese.
basar, s m. = bazar : luogo aperto al
bas
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bas
])ubblico, dove vi sono diverse botteglie
0 anche solo diverse scansie per diversi
generi di mercerie.
bàsàss, V. rifl. = fondarsi, far fonda-
mento.
1) mi me basi àiU tò diseoré di ièr
= io mi fondo sul tuo discorso di ieri.
2) Baciarsi: reciproco di baciai'e.
bàsàss, V. rifl. = abbassarsi, scendere
a..., degnarsi di..., avvilirsi a... Vedi
àbàsàss.
1) bàsàss già = chinarsi piegarsi. V.
sbàsàss.
banchina; s. f. = giubba a pìccole falde:
fra gli arredi da donna.
bàsciill, e anche bàsàcùla, s. f. = sta-
dera a bilico: dal ft-ancese bascule.
bàsèliu, s. m. = scalinetto, gradinetto:
dim. di scalino, gradino.
1) Predellino delle carrozze.
2) bàsèlìn à diiù ò irti pass, o pà-
sdd, 0 staff = predellini a due o tre
montate, o battenti, o palette.
bàsèll, s. m. = scalino, gradino : cia-
scuno di quei piccoli piani sui quali
si pongono alternatamente i piedi nel
salire e nello scendere la scala. L'ital.
distingue e chiama scalini quelli delle
scale, gradini quelli delle gradinate.
1) Grado : uno dei piani disposti a
diverse altezze sopra l'altare, sui quali
posano i candellieri ; on bèli aitar de
7nàrmo à quàter bàsèi = un bell'altare
di marmo a quattro gradi.
2) bàséi d'óna éctLla à man = piuoli :
scalini fatti di bastoni o anche di re-
goli incastrati in due aste di legno o
stanghe parallele dette staggi.
3) fa el primm bàsèll = Fig. fare il
primo passo.
4) fàlà, sbaglia el primm bàsèll =
Fig. dar male i primi passi ; errare fin
dal principio.
6) i primm bàsèi = l'invito: i pochi
scalini a poca distanza dalla scala e
accennano alla medesima.
babèli) s. m. = basino : specie di tela
cotone.
bàsèsa, s. f. = bassezza : astratto di bàss
= basso.
1) Atto, azione propria d'animo basso.
2) Abbiettezza: disposizione dell'a-
nima a cose abbiette.
3) eont baéèéa = abbiettamente : in
modo abbietto.
bàsgeritt, s. m. plur. = calcolini: pic-
cole calcole: regoletti appesi ai licci del
pettine che, mossi col piede, alzandosi
e abbassandosi altei'nativamente aprono
e chiudono i fili dell'ordito tra i quali
deve passare il ripieno.
bàsgria, s. f.
1) Eotellina di minuge d' agnello o
simile, preparate per insaccarvi salsic-
cie, salami, ecc.
2) Mannella, manata, mannello, pu-
gnello, fascetto : quel covone che si
fe della canapa e del lino quando si
segano o che già è scotolato e amma-
nito per la vendita.
8) Penzolo: più grappoli d' uva ser-
bevole legati insieme e appesi al palco.
bàsgriàna^ s. f. •= fava: specie di legume
che nasce nel baccello; faba vulgaris.
Enti'a nello scherzo infantile : trMa.
trota, seimbioeu, che domdn fàrèmm
fàsoeu, dòpòdiman fàrèmm, bcisgiànn
per fa età àlégher i bèj tosanti: si dice
facendo saltellare i bimbi sulle ginoc-
chia.
1) Baccello: il frutto della fava col
suo guscio che è erboso, grasso, più
facile a putrefarsi che a disseccarsi. La
fava fresca sgranata dicesi anche in
ital. : bagiana.
2) Fa gid i bàsgiànn ■= sgusciare,
sgranare i bacelli.
3) èrba bàsgiàna = fava grassa, erba
di S. Giovanni.
bàs^iànoeùra, s. f. = fava piccola o
minuta.
bàsgier, s. m. = bilancia: mazza un po'
arcuata, con tacca in ciascuna testata
a cui appender secchi, corbe e sim. da
ti'asportarsi a spalla.
bàsgrieràda, s. f. = colpo dato col bà-
sgier. Non comune.
bàsgrìòtt, agg. •= bazzotto : uomo di poco
sicui-a moralità. Poco usato.
bàsigra, s. f. = bazzica : sorta di gioco
di carte.
bàsigà; V. alt. = bazzicare.
1) Di luogo, andarvi abitualmente ;
l'è vUn che bàslga el càfe dì colònn =
è uno che va abitualmente al caffè delle
colonne.
2) Di persona, praticarla molto, ma
per lo più in mal senso ; el bàsiga
cèrta geni che me piàs prdpi nò = baz-
zica cei"ta gente che proprio non mi
piace.
bàsignàna, = nella locuz. fam. ; wéé de
bas
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bas
cà bàéignàna^ o bàsignàni = essei*
basso di statui-a.
basila, s. f. = bacile, vasoio : special-
mente quello che alla entrata di teatri
o di chiese raccoglie le offerte di da-
naro.
bàsìlegh, e più comiin. basiliche s. ni. =
basilico ; ocymuni basilicum = pianta
odorosa che si coltiva negli orti per
dar sapore alle pietanze e odore all'in-
salata.
bàsilìn, s. m. = padellina della candela,
del candelliere : piattellino di lamiera
0 di cristallo per parare la cera che
cola quando arde.
bàsilìsch, s. m. basilisco. Fani, di per-
sona rabbiosa ; ceuce de bàsiliéch =
occhi di basilisco.
bàsin, s. m. = bacino, bacio : l'atto del
baciare,
1) fa on bàsìn; di basiti = fare un
bacio ; dei baci : baciare una o piii volte.
2) manda., tra on bàstn = mandare
un bacio : baciarsi la punta delle dita
riunite Insieme, e poi voltarle e far
l'atto come di scagliar qualche cosa
aprendo la mano.
3) mangiti de basiti = mangiare, di-
vorare coi baci : dare molti baci e con
vivissimo affetto.
4) bàsìn ttla fràncésa = bacio alla
francese : è il baciare una gota e poi
l'altra prendendole prima fra le dita e
tenendolo leggermente sollevate. Si fa
per scherzo coi bambini.
5) el bàstn Ma relìquia = il bacio
delle reliquie : pratica di devozione.
6) bàsìn s'eiàser = baciozzo.
7) fàcia de basiti = viso dolce : ru-
bacuori.
8) à bàsìn = accosto accosto : si
dice specialmente delle palle da biliardo
che si toccano o toccano la mattonella.
9) Bacio, abboccatura : quel segno
che resta in un pane in quella parte
in cui ha toccato un altro o il forno.
10) bàsìn de mori = succio : quel
piccolo ristagno di sangue che, non
sappiam come, talora ci troviamo nella
pelle.
bàsin, agg. = bassino, dim. di basso :
un po' basso, piuttosto basso.
bàsiroeù; s. m. = operante alla bassa del
milanese.
bàsla, s. f. = ciotolone : vaso grande e
spaso, di terra cotta o di legno.
bàslèta, s. f. = tafferia, vassoia.
1) Piatto di legno largo e piano, a
sponde pochissimo rilevate : serve a
infarinarvi pesce o altro, e anche per
grattarvi cacio, pane e sim., e anche
a pulire il riso.
2) Bazza. Fam. il mento quando
sporge in avanti più del giusto e del
solito.
3) Barbozza : il punto dove il labbro
inferiore del cavallo s'attacca alla ma-
scella inferiore.
4) bàsUta = presso i salumieri è
ogni rifiuto o avanzo di salame o carne
porcina esposta in vendita, ammontic-
chiato alla rifusa sur una tafferia ; dò
pàlàneh, ire pàldnch d^. bàsleta. La
cresciuta dignità personale allontana
anche la povera gente da questo rac-
cattare i rifiuti e quindi disusano al-
quanto la cosa e la parola.
5) La forma di cacio lodigiano spia-
tellata, cioè assai larga e poco alta,
per allusione alla tafferia, la quale è
così fatta.
bàslétàda, s. /. = tafferiata, vassoiata :
quanta roba cape in una tafferia o vas-
soia.
bàslètìna, s. f. = bazzina, dim. di bazza.
V. bàsleta, 2).
bàslètòn, s. m. = bazzone : uomo che ha
la bazza. Di essi dice il toscano : S'è
alzato presto : tutte le bazze son sue.
bàslètóna, s. f. = bazzona.
1) Acer, di bazza, bazza grande.
2) Donna che ha la bazza.
bàsloeu, s. m. = ciotolina.
1) Dim. di ciotola.
2) Anche il calice della ghianda.
bàsldfla, s. f. = bazzoffia : di minestra
0 altra bigutta che sia molta e non
troppo saporita.
basloflòn = pappone. Vedi basolon-1).
bàslotee, s. m. = catinaio : chi va in
giro a vendere i catini ed altri vasi di
terra cotta.
bàslotèll, s. m. = catinotto. Dim. di
catino : catino né piccolo, né grande.
bàslòtt, s. m. catino.
1) Vaso di terracotta largo aUa bocca
e stretto in fondo a uso di rigovernar
le stoviglie : ce n'è anche di legno e
di rame.
2) bàslòti di dànee = ciotola : va-
setto di legno per tenerci danari e il
polverino ; el bàslòti de l'àrgént e quèll
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del ràmm = la ciotola dell' argento e
quella del rame.
3) dà^h dna scopala ài bàslòtt = fare
uno scorporo alla ciotola : levarne molto
danaro.
4) vèss in duii à on bàslòtt = esser
due cani a un osso.
bàsolón, s. m. = minestraio : il conta-
dino che dispensa la minestra ai com-
pagni di lavoro.
bàs' óra, = bass'ora: l'ora clie il sole
comincia ad abbassare : il dopo mez-
zodì.
1) Pappone : chi mangia smoderata-
mente e d'ogni cosa.
bàsotà, 1). att. = baciucchiare : frequen-
tativo di baciare : dà l' idea d'affetto e
d'animo fiacco, molle, svenevole.
bàsotàss, V. recipr. baciucchiarsi.
bàsrilèv * s. m, = bassorilievo : lavoro
di scultura in cui le figure si vedono
solo in parte staccate dal fondo,
bàss, agg. femm. basa = basso : che s'alza
poco da terra, da un piano, da un li-
vello, da una base; che è in situazione
inferiore rispetto a un altro oggetto.
Il contrario di alto ; stàns bàss = stanze
basse : non sfogate.
1) Basso, per chino, volto all'ingiù ;
oeucc bàss = occhi bassi ; eoo bàss =
capo basso.
2) Quanto alla larghezza ; bindèll
bàss = nastro basso.
3) Quanto alla qualità ; or bàss =
oro basso : non del fino.
4) Quanto al tempo ; càrneml bàss =
carnevale basso.
5) Quanto al calore ; temperàdura
basa = temperatura bassa.
6) vos basa = voce bassa i che si
sente solamente da chi è vicino ; op-
pui'e contrario di acuta.
7) mesa btisa = messa bassa o piana :
il contrario di cantata.
8) Nelle compre o vendite ; prèsi
bàss = prezzi bassi : quando la roba
non è cara; fa on' òfèrta tròppbàsa =
fare un' offerta troppo bassa : troppo
al disotto di quel che merita l'oggetto
in vendita.
9) basa gent = gente bassa : di umile
condizione.
10) fa man basa = fare man bassa :
portar via o rovinare tutto ciò che si
trova in un luogo.
11) sta bàss = tenersi basso : nello
stimare, nell' offrire, nel chiedere : sti-
mare, offrire, chiedere meno del giu-
sto.
12) Abbietto : degno del massimo di-
sprezzo ; V è on òmm de sentiment
tròpp bàss = è un uomo di sentimenti
troppo abbietti.
bàss, s. m. = basso, luogo, parte bassa ;
de bàss, in bàss = da basso, in basso»
1) Cantante che ha la voce più pro-
fonda nella scala musicale.
bàst, s. m. = basto : specie di sella che
si mette addosso ai giumenti per ca-
valcarli 0 per adattai-vi il carico.
1) porta el bàst = portare il basto,
fig. di chi in una famiglia o in una
società deve sopportare tutte le fatiche
più gravi, ed anche di chi lavora per
tirare innanzi la famiglia.
2) végh poca paia in bàst = essere
debole, fiacco : avere assai poca salute.
Si estende anche alle facoltà intellet-
tuali e vale essere di poca mente, ed
alle qualità morali, essere di poco ca-
rattere, essere leggiero.
3) mangia là pàja foeùra del bàst =
mangiarsi l'erba e la paglia sotto: con-
sumare l'avere senza più industriarsi.
4) mètt o tceu giò el bàst = mettere,
togliere il basto.
5) giiigà ài bàst = fare al basto : si
fa colle carte.
6) tra per tiri, o in tiri el bàst =
rompere la cavezza : togliersi alla sog-
gezione e podestà dei superiori,
basta, * V. att. = abbastare, bastare : es-
sere abbastanza ; mila franeh à l'ànn
me bàsten per viv = mille franchi al-
l'anno mi bastano per vivere.
1) basta, bastarla = basta, baste-
rebbe : impersonale coli' infinito dopo
0 col che; vale: a condizione di...; bMta,
fa come te voeut ti se va shnper d'à-
cord = si sta sempre d' accordo, basta
fare come vuoi tu ; bastarla che te
vorèset per riiisigh = basterebbe che tu
volessi per riuscirvi.
2) Di pers. el basta Iti sol à manda
inane el negasi = basta lui solo a man-
dare avanti il negozio.
3) Btista = basta ; non ci vuol di più :
non occorre altro ; l'hoo ditt mi, btista =
r ho detto io, basta ; se sii contenta
btista = se siete coutenti, basta ; btista
di = basta dire : dicendo cosa che par
sufficiente a provare ciò che si afferma ;
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bas
btista dì elle V ha bàtiiil sòci màcler =
basta dire che ha battuto sua madi'e.
4) basta - basta : per intimare ad
altri che smetta e che d'una cosa non
ne vogliamo più. Con più forza ; basta
insct = basta cosi.
5) basta = si dice a noi stessi mu-
tando istantaneamente pensiero, o cor-
reggendosi ; mi me par eie nò ; basta !
njed ti quèll che te par m,èj de fa = a
me non pare ; basta ! vedi tu quel che
ti par meglio di fai"e.
bàstàrd, *
bastardo : di figliuolo il-
legittimo, adulterino, nato da adulterio.
;_. Ha senso dispregiativo.
E 1) Agg. di animale : nato per incro-
:■ ciamento di razze, ma che ritrae più
di nna razza.
bastarda; v. att. = Imbastardire. Fal-
sare.
bàstàrdèla, s. f. = bastardella.
1) Vaso di rame stagnato o di ter-
racotta per cuocervi carni, e sim.
2) Baracchina : specie di bastardella,
ma con due maniglie laterali ferme.
3) Paiuola : ha due maniglie ferme,
con cavo, senza spigolo, per poter ben
rimestare colla mestola, o la spatola la
roba sul fuoco, come per chiarire lo
zucchero, fare il mosto cotto, gli sciroppi,
o altra cosa simile.
4) Specie di carrozza a quattro posti
con carro a coda, ora poco comune.
5) Travetta di misura varia.
bàstàrdòn, s. m,. = bastardone, suc-
cione, succhione, poppaione : ramo di
vite che ha gli occhi piccoli e appia-
nati. Anche; ramo ingordo.
bastee^, s. m. = bastaio : fabbricante o
venditore di basti.
bàstèvol, agg. =. bastevole, bastante, che
basta.
bastiménti * s. m,. = bastimento : nome
generico delle navi grosse, specialmente
da carico.
1) Quanta mercanzia entra noi ba-
stimento ; è rivaa quàter bàstimmt de
gran - sono arrivati quattro bastimenti
di grano.
bàstina, s. f. = bastina : specie di giubba
di grossa tela imbottita cui a difesa
delle spalle usano i contadini quando
portano pesi.
bàstiòn, s. m. = bastione : opera di for-
tificazione di muramento o di terra. A
Milano i bastioni girano intorno a quasi
tutta la città e servono ormai come
luogo di passeggio ; fa el gir di bàstion
= girare intorno a Milano sui bastioni
che la circondano.
bàstòn, s. m. = bastone : pezzo di legno
lungo, arrotondato e pulito, che si può
comodamente maneggiare e serve per
appoggiarvisi camminando, o di stru-
mento di offesa e difesa.
1) tirdi de bàston = tirar di bastone :
specie di scherma fatta col bastone.
2) vòrègh el bàston = volerci il ba-
stone. Enfat. Quando la dolcezza non
basta a tenere uno al dovere ed è ne-
cessario il rigore.
3) bàston (le scoìn = bastone della
granata: il legno che si infila nella
granata di saggine o di scopa per ado-
perarla più facilmente.
" 4) bàston = bastoni : uno dei quattro
semi delle carte da minchiate o tarocchi.
5) fa cor el rè de bàston = fig. dar
l'asso di bastoni: bastonare,
6) paga coni el rè de bàéton = dar
bastoni : invece di danari, pagar di
minacce e di busse.
7) bàston = bastone : panino da in-
zuppare, per lo più dolce, ma spesso
anche salato, di pan comune.
8) Asta : bastone lungo e diritto che
serve per lo più ad uso di manico ;
el bàston di tènd. = l'asta delle tende.
9) bàston de l'ombrèla = asta, canna :
è quella mazza di legno o anche di
metallo che regge tutte lo parti del-
l'ombrello.
10) bàston déla Stadera = braccio,
asta della stadera, anche stilo : quel
lungo braccio quadrangolare della sta-
dera sur uno spigolo del quale sono se-
gnate le tacche.
11) Mazza : il bastone o bastoncello
che si porta fuori a spasso.
12) Sponderola a bastone : specie di
pialla il cui ferro, ha il taglio convesso.
Serve per fare gli sgusci alle cornici.
13) mètt el bàéton in di roeud =
mettere un bastone fra le rote : frap-
porre inciampi.
14) bàston de pàstór = vincastro;
bàston de l'orhètt = batocchio ; bàston
del vèàcov = rocco o pastorale; bàétdn
de pelegrtn = bordone; bàston de pre-
vdst = ferula. Specie di pastorale con pomo
d'argento. E' solo del rito ambrosiano.
bastona; v. att. = percuotere col bastone.
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bat
bàstonàda, s. f. = bastonata, mazzata,
colpo : percossa data col bastone, colla
mazza,
bastonili; s, m. = bastoncino, dim. di
bastone.
1) Piccolo pane bislungo e di pasta
fine, da inzuppare nel caffè.
bastoniti; s. m. plur. = ballatoi : i ba-
stoncini messi nelle gabbie a traverso
perchè gli uccelli vi si posino.
bàstonscèll; s. m. = bastoncello, dim.
vexzegg. di bastone ; me regordi qumid
vegnéva ci nono eoi so bastonscèlt = mi
ricordo quando veniva il nonno col
suo bastoncello.
bàstrosà, v. ali. = far barattina. Anche
far baratteria.
bàstroson, s. m. = barattiere, treccone :
chi nel comperare o vendere si ingegna
di mettere in mezzo la gente.
bàstròss, s. m. = barattina, baratto, ma
di cose di poco valore e i baratti che
fanno tra loro i ragazzi.
1) Compra e vendita fatta con in-
ganno.
bàta; s. m. = coreggiate: arnese per
battere il grano e le biade composto
di due lunghi bastoni congiunti me-
diante una striscia di cuoio, per cui
l'estremità dell'uno si articola su quella
dell'altro ; el vitinegh déla bàia = il
manfanile del coreggiate : il bastone che
si tiene in mano battendo ; scòsura,
màrèla , tàrèll, giàcol màshcor = la
vetta, l'alti'O bastone col quale si bat-
tono le biade ; trèposta, cavali, càpèll o
càvàlètt = la gambina, la striscia di
cuoio che li riunisce.
bàtà; V. att. = battere col coreggiato.
bàtàcc, s. m. = Vedi bàtàgg.
bàtàda, s. f. = colpo di coreggiato.
bàtàgg, s. m. = battaglio. Pezzo di ferro
sospeso neir interno deUa campana,
che la fa suonare quando è mossa.
1) Martello, picchiotto: si dice a
quell'arnese appeso alla porta di casa,
che serve a picchiare per farsela aprire.
2) Eandello : grosso e corto bastone
che mettesi al coUo delle bestie bovine
viziate, perchè, levandosi in ardenza,
sbatacchiate da quello si acchetino.
3) Mazza sorda : la spiga della stian-
cia.
bàtàgià, V. att. = scampanare : suonar
le campane a distesa e lungo tempo.
bàtàlìa, * s. f. Anche bàtàja, s. f. =
battaglia: scontro di due eserciti o di
due armate.
1) Contrasto vivo fra due partiti in
una adunanza di molte persone, per
vincere, o mandare a monte una pro-
• pos^a ; ièr in Consìli gh'è staa bàtàlia
= ieri in Consiglio ci fu battaglia.
2) In pittura : un quadro che rap-
presenta una battaglia.
3) cavali de bàtàlia = cavallo di bat-
taglia. Fig. d'opera o lavoro in cm
uno abbia fatto o faccia maggior prova
della sua abilità.
bàtàlión, s. m. Anche bàtàjón, s. m. =■
battaglione. T. mil. corpo di fanteria
composto di più compagnie.
bàtàjà; V. att. = battagliare. Fig. per
contrastare vivamente di due partiti a
di dne persone.
bàtara^ s. f. = banco della bambagia : su
di esso shoccasi la bambagia.
bàtàrèll; s. m. = battente. Arnese di
metallo in forma di martello o di
campanella che è alla porta delle
case per picchiare. Vedi bàtàgg. 2).
1) Rameta : specie di mestola di vi-
mini con cui far la scacciata degli uc-
celli nelle ragnaie. Anche boridòr de
ròcol.
bàtària, s. f. = batteria : un numero deter-
minato di cannoni con tutti gli attrezzi.
1) baiarla de cìisìna = batteria da
cucina : tutti gli attrezzi occorrenti per
una cucina.
2) bàtària de V òròlògg = batteria o
soneria degli orioli : il meccanismo per
batter l'ore.
3) dna bàtària de ficm, de àrgomént,
ecc. = fig. una batteria di ragazzi, di
argomenti, ecc. : gran numero di ra-
gazzi, d'argomenti, ecc.
4) Uomo troppo buono, un po' cre-
denzone e tale che si lasci far celie
senza offendersene ; el general l'èra on
bon baiarla = il generale era un buon
giovialione, un po' sempliciotto.
bàtela, v. att. = accattare. Chiedere l'ele-
mosina.
1) Frecciare : chiedere alti'ui danaro,
0 in prestito, o col pretesto di vendere
oggetti di poco 0 nessun conto, di
sottoscrizioni, ecc.
bàtéla, s. f. = battella : una specie di
barca lunga, sti'etta e senza cerchi che
usano per viaggi lesti e le regate sul
Lario.
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bàtèll, s. m. = battello : piccola nave
per vai-i usi.
1) bàtèll à vapor = piroscafo, battello
a vapore.
bàtèlmàtt, s. m. = cacio di Batalmat :
è vaccino pochissimo salato. Detto così
dall'alpe di tal nome nella Val For-
mazza in Isvizzera, donde ci viene.
bàténda, s. f. =■ battitura : il tempo in
cui si battono le biade.
bàtént, s. m. = battente.
1) Quello che suona le ore negli
orixioli,
2) Corpo d'acqua che gravita sulla
bocca d'uscita, secondo il modulo ma-
gistrale milanese.
3) * bàtènt = le bacchette del tam-
buro: i due piccoli rulli affusati coi
quali si suona il tamburo.
bàterìa, * s. f. = del dialetto più. scelto.
Lo stesso che bàtàrìa.
bàterèll, s. m. = mestola : il legno con
che le lavandaie battono i panni.
bàtes, V. reeipr. = battersi.
1) Affrontarsi, reciprocamente di eser-
citi; i Fràneés e i Todèseh se s'hin
bàtiiii à Magenta = i Francesi e i Te-
deschi si affrontarono a Magenta. An-
che: combattere.
2) Assol. Far duello, duellare, bat-
tersi in duello.
bàtesà; * v. att. = battezzare: ammini-
sti'are il battesimo.
1) bàtesà i eàmpàìin » battezzar le
campane : del rito con cui il sacerdote
le benedice e dà loro un nome.
2) Mettere acqua nel vino o nel latte
^•per frode ; i brugndni bàtèsen quasi
' tiiee el vtn - i tavernai battezzano
quasi tutti il vino.
3) Bagnare qualcuno, il più delle
volte inconsciamente, con acqua che si
lascia cadere dall'alto.
4) bàtesà vun per on màtt, per on
àsen, ecc. = battezzare uno per matto,
per asino, ecc. : chiamarlo matto, asino.
Dargli il nome di... qualificarlo per...
bàtesela, v. att. = battersela, andar via,
segnatamente per iscansare una com-
promissione, senza prender il com-
miato.
bàtèsim, * s. m. = battesimo : il primo
dei sacramenti della Chiesa; tegni à
bàtèsim = tenere a battesimo.
1) nòmm de bàtéshn = nome di bat-
tesimo : il nome individuale contrap-
posto al casato, al soprannome o ad al-
tro nome che alcuni prendono e col
quale sono più conosciuti.
2) fed de bàtesiìn = fede di battesi-
mo, 0 battesimale o di nascita : docu-
mento che attesta l'età, i genitori, la
condizione.
3) vègli el bàtésim = avere il batte-
simo : si dice anche per traslato di
chi si afferma ed è dal pubblico rico-
nosciuto e dichiarato artista , orato-
re, ecc.
bàtìcoeùr, s. m. - batticore : battito del
core prodotto da paura o da altra forte
commozione.
bàtidór, s, m. = frecciatore, freccione :
chi leva di sotto danari a qualcuno
con inganni.
1) Chiedono: chi ha l'abitudine di
chiedere e di far l'impronto ; colui che
va per le case a sollecitare l' elemo-
sina col pretesto di sottoscrizioni, di
compere d'oggetti, ecc.
2) battitore : lavorante che coi mazzi
spalma d'inchiostro le forme da stam-
parsi.
3) Chi batte nel gioco del pallone o
della palla.
bàtilòr, s. m. = battiloro : chi fa il me-
stiere di ridurre l'oro e l'argento in
foglie per filarlo o per indorare o inar-
gentare.
bàtiuiàn, s. m. => battimano: applauso
fatto col batter le mani.
bàtiu, s. m. = paratore, battine, ribatti-
tore : chi nei boschi para sotto il colpo
del fucile , battendo , frugando la
preda.
bàtiroeu, s. m. = martello, picchiotto.
1) Quell'arnese, per lo più di ferro,
pendente dalla porta, a uso di pic-
chiare per farsela aprire.
2) Mazzuola: legno con che si di-
vetta il lino, la canapa, ecc.
3) Mazzaranga, pestone, pillone : ba-
stone avente in cima un pezzo di ta-
vola per ispianare la teiTa; bàtt col
bàtiroeu l'era = mazzarangare, pesto-
nare l'aia.
4) Maglio : battitoia di legno con che
i salumai pestano le costole delle schie-
ne di lardo di maiale.
5) Manico della zangola: mazza o
bastone con cui si dibatte il latte nella
zangola per fare il burro.
6) Sbattitoia: pezzo di legno piano
bat
bat
che si fa scorrere successivamente sulle
varie parti della pagiua, picchiandovi
sopra leggermente col mazzuolo, onde
pareggiarne le lettere cioè abbassare
quello che si trovassero alzate.
7) Matterello : legno con cui si pic-
chia la carne per disnervarla, si che
cotta divenga frolla. Se è di ferro si dice
batirceùla. Vedi.
8) Legno da un lato della macina
por avvisare quando non è più grano
nella tramoggia. I toscani usano pa-
lettine d'acciaio e le chiamano ferri.
9) Stella : specie di ruota a denti
infìssa nell'asta del tombolo nel frul-
lone.
10) Nottola: nel telaio della sega a
maQO, è quella stecchetta di legno che,
assicurata nel mezzo della fune, va a
battere sullo staggio. Serve a torcere
la fune perchè la lama stia ben distesa.
bàtiroeùla, s. f. = mazzuola di ferro.
1) Specie di paletta con che si pic-
chia la carne, onde cotta non resti ti-
gliosa.
2) Maglio : legno col quale i tintori
battono varie robe.
bàtirón d'acqua = Scossone d'acqua.
bàtìsa, agg. = batista: aggiunto di tela
finissima ; on fàsolètt de bàtìsa =• un
fazzoletto di tela batista.
bàtisaa, agg. = batistato : di tela ridotta
a foggia di tela batista.
bàtistér, * s. m. = battistero : l'edificio
annesso a una cattedrale, o la cappella
d'una chiesa dove è il fonte battesi-
male, e il fonte battesimale stesso.
bàtistràda, s. m. = battistrada: servi-
tore che a cavallo precede la cai-rozza
di qualche personaggio.
1) Scherz. Chiunque precede altri,
ne annunzia l'arrivo, o gli serve di
giiida.
bàtò, s. m. = mazzeranga, pillone : stro-
mento di legno per assodare e appia-
nare il terreno e il selciato.
bàtòcc, s. m. = battaglio, battocchio :
poco comune. Vedi bcàtàgg-.
batosta, s. f. = batosta, bussata; grave
danno sofferto negli interessi e nella
salute.
1) testi su dna batosta = avere una
bella scossa : averne una bussata.
bàtt; V. att. = battere: dar colpi per lo
inù ripetuti colla mano o con arnesi
in vista di un effetto determinato.
1) bàtt quèidiin = battere una per-
sona : per castigo.
2) bàtt et formént^ el formenton =
battere il grano, il gran turco : levarli
dal guscio col coreggiato. Anche asso-
lutane : * pàisàn conimeien à bàtt ^
i contadini cominciano a battere.
3) bàtt i fàgn = battere i panni :
l'operazione che si fa colla bacchetta
per levarci la polvere.
4) bàtt i màtàràés = battere le ma-
terassa, ribattere : per renderlo soffici.
5) bàtt là carne = battere la carne :
batterla con un matterello per dirom-
perla quando è dura e tigliosa.
6) bàtt el fèr, l'àrgént, l'or = battere
il ferro, l'argento, l'oro. : nel lavorarlo
per fargli prendere una certa forma e
acquistare certe qualità. Fig. : bàtt el
fèr intani che l'è cdld = battere il
ferro quando è caldo : valersi della
opportunità che nasce da sentimenti e
disposizioni che possono cambiare.
7) bàtt i man = battere le mani :
per applaudire e in segno di allegrezza.
8) in d'on bàter d'cBUCc = in un
batter d'occhio. Modo avverbiale: pre-
stissimamente.
9) bàtt el témp = battere il tempo.
T. music. : segnare , battendo colla
mano o altro la misura del tempo.
10) sàvè nò in doe bàtt el eoo =
non saper dove battere il capo : essere
incerto a chi si abbia a ricorrere, in
qual luogo andare, per aver ciò che ci
abbisogna o si desidera.
li) DeUe pulsazioni ordinarie del
cuore e del polso; el cceiir., el pois el
bàtt = il cuore, il polso batte.
12) Del sole e della luna : in là
mìa stànsa ghe bàtt el so = nella mia
stanza ci batte il sole.
13) Fermarsi molto sopra un argo-
mento, sopra un punto ; l'è lì che bi-
sogna bàtt " è li che bisogna battere.
14) là bàtt de II àdree = batte lì,
batte giù di lì: ci corre poco, c'è poca
differenza.
15) là me bàtt = ho una fame as-
saettata.
16) bàtt dna strada = battere una
strada : passarvi spesso.
17) bàtt = bussare; guarda un poo
chi l'è che ha batHù là porta = guarda
un po' chi ha bussato alla porta.
18) Dar busse : l'è on òmm che el
bat
89
bea
bàtt là miee e i ficzu = è un uomo
che batte moglie e figliuoli.
19) Il picchiare che fa il legatore
ciascuna mano di fogli sulla pietra col
martello, per appianarli, distenderli e
così render più compatto il volume.
20) à bàtt i pàgn compdr là strìa
= Persona rammentata, 0 l'è per via
o l'è per casa. Si dice quando sop-
praggiunge persona di cui si ragionava.
21) segond còme là bàtt = secondo
come gli gira, secondo l'estro, il modo
di pensare in quel determinato mo-
mento.
22) Vincere; a irisètt ie bàtt tUti =
a tresette li vince tutti.
bàtfida; s. f. = battuta: il battere.
lì II batter del polso.
2) T. music. Misura di tempo che
il maestro o direttore segna battendo :
bàtuda de àspètt = battuta d'aspetto :
quella in cui tace uno strumento o
una voce.
3) Il capoverso nel dialogo, quando
ciascuno degli interlocutori deve dir
la sua parte : el g' ha dna part de pdcch
bàtùd = ha una parte di poche battute.
4) battente, battitoio : quella parte
degli stipiti, dell'architrave e anche
della soglia, se è intavolata, la quale
è battuta dall'imposta quando si chiude.
E ciascuna delle corrispondenti parti
dell'imposta d'uscio o finestra.
5) Mandata : nel giuoco della palla
0 del pallone.
bàtiiii, agg. = battuto : di metallo lavo-
rato a martello, per distinguerlo da
quello fuso.
1) strada bàtuda = strada battuta :
dove passa continuamente gente.
2) à spròn bàtiiii = a spron battuto :
modo avverbiale : senza indugiare, con
molta frotta.
bàtilàtt e bàiilee, s. m. = valigiaio :
l'artiere che fa valigie, bauli.
bàiilètt, s. m. = bauletto, baulino. Dim.
di baule.
bàìill, s. m. - baale: specie di cassa
con coperchio convesso, per trasportar
roba viaggiando.
1) ànddj in d'òna casa, torna in
d'on bàiill » viaggiare come i bauli:
senza osservare, né imparar nulla.
2) fa sii el bàiill, vtètt in del bàiill
- imbaulare: chiudere in baule oggetti
da trasportarsi.
bàiiscèiit, agg. = bavoso : che ha la
bocca e il mento insudiciati di bava.
bàuscia, s. f. = saliva : umore acquoso
che continuamente si spreme dalle
glandolo della bocca, e che aiuta la
dige.stione.
1) Bava: quando esce dalla bocca
in gran quantità.
2) pèrd bauscia = essere pieni d'or-
goglio, 0 di contentezza.
bàiiscià; V. att. = lordare di saliva, di
bava; scombavare.
bàiiscina, s. f. = bavaglio : piccola sal-
vietta che si lega con due nastri al
collo dei bambini. Anche: bavaglino. Se
messo a ragazzi, non a bambini, dicesi
tovagliolino.
1) Facciola. V. bàrbèla.
bàiiscinéta, s. f. = bavagliolino, dim. di
bavaglio.
bàiisciòn, s. m. bavoso; te set on bàii-
seión = sei un bavoso.
bava, s. f. bava: saliva che esce in grande
abbondanza dalla bocca degli animali
e anche degli uomini.
1) 'vègh là belva tlla boca = far la
bava : di chi è fortemente irritato e
comprime l'ira con grande sforzo.
2j fa là bava = sbavare, mandare
molta bava.
bàvàlì,* 5. m. = bavaglio : fazzoletto o
cencio qualunque messo alla bocca di
qualcuno per impedire che parli o che
gridi.
bàvàrés, s. f. plur. = mostreggiature,
mostre: le rivolte di stoffa sui petti o
su altre parti del vestito e che sogliono
essere di colore diverso. Oggi è più. co-
mune mòster.
bàvàrésa, s. f. bavarese. Ai caffè di Mi-
lano si chiama cosi una tazza di latte
puro caldo.
bàver, s. m. = bavero: la parte del ve-
stito che sta ripiegata o ritta intorno
al collo.
1) tira sii el bàver = rialzare il ba-
vero : per riparare il collo dall'aria
troppo fredda e frizzante.
beàss, V. rifl. = bearsi, compiacersi molto:
provare una viva soddisfazione.
beat, s. m. = beato.
1) Beatone: chi ostenta pietà o fa
consistere la religione nelle sole prati-
che esterne.
2) Chi, dopo morto, è dalla Chiesa ri-
conosciuto degno di culto.
beàtitudin,* s. f. = beatitudine : stato,
condizione di chi è beato.
beato, s. m. = beato.
1) Pienamente soddisfatto e assorto
nel godimento sicm'o e continuo di un
bene, oltre il quale il desiderio non
possa andare.
2) E iperbolic. : di chiunque prova
una soddisfazione molto viva.
3) beato lu! beata lee! = beato lui!
beata lei ! Esclam. di persona che ab-
bia ottenuto quello che desiderava.
4) beato chi le véd = chi vede lei,
vede maggio. Si dice a persona che da
gran tempo non si vede e si rivede con
piacere.
beatoli, s. TYi. = beatone, santone, pin-
zochere.
Beàtris, s. f. = Beatrice. Nome proprio
di donila, abbastanza comune.
beàtt, = come beat. Vedi.
bebèll, s. m. = gingillo, ninnolo, ba-
locco: trastullo di bambini.
bècà, V. att. = beccare.
i) Mordere o pungere col becco.
2) Fig. e fam.: prendere o ottenere
con accorgimento ; el post l'è riesii à
bècàll lu = il posto è riuscito a bec-
cai-selo lui.
3) el me bèea nò = non mi ci becca:
esprime proposito di non voler più tor-
nare in un luogo o presso una persona.
Anche e meglio el me eiàpa pie.
bècàda, s. f. beccata: colpo dato dall'uc-
cello col becco.
bècàdìna, s. f. beccatina: dim. di bec-
cata.
bècàfìg'h, s. m. beccafico: uccelletto: sil-
ma hortensis.
bècàformfgh, s. m. = girasole, coUotorto,
torcicollo, vorticella, capotorto. Uccel-
letto; yunx torquilla.
bècànvoschin, s. m. = beccamoschino,
tinti ; Sylvia eisticola ; uccello sil-
vano.
bècàràgn, s. m. piccolo muraiuolo, uc-
cello silvano; picus rnurarius. Anche
rampeghìn de mur.
bècàrìa, s. f. = beccheria: bottega dove
si vende la carne macellata, per lo più
di bovini. Si dice anche e meglio inà-
cèlària.
1) de càrna in becarta ne resta nò
= tutto le fanciulle o presto o tardi fi-
niscono per maritarsi.
becàscìòcch, s. m. = picchio verde o
— 90 — beg
gallinaccio ; pietts viridis ; uccello sil-
vano. Anche picòss gàiuee.
bècàsa, s. f. = beccaccia: specie di uc-
cello di passo col becco lungo.
bècch, s. m. = becco : la pai-te cornea
con cui finisce il becco dei volatili.
1) èeo fato il béco à l'oca e là barba j
ài podestà = ecco fatto il becco all'oca.
Modo famigliare per dire che una cosa
è condotta a termine con soddisfazione
propria.
2) bècch, bècch de gàss = becco, becco
di gas: l'estremità dei tubi del gas.
3) Becco: Il marito di donna infedele.
4) mètt el bècch in qitèicòss = met-
tere il becco in qualche cosa: parlarne
senza averne il diritto.
becliee, s. m. = beccaio, macellaro.
1) Colui che vende carne macellata,
per lo più di bovini. Meglio màcelàr.
2) Norcino, cernsicastro, maniscalco:
di chirurgo mal pratico.
bechètt, s. m. becchetto, beccuccio: dim.
di becco nei primi due significati.
bechìn, s. in. = beccamorti , becchino:
1) L'uomo addetto ai campi santi per
sotterrare i morti.
2) Necroforo: l'uomo che mette nella
cassa i morti dopo averli lavati e ve-
stiti.
bèchincros, s. m. = crociere, becco in
croce; loxia cicrvirostra; uccello silvano.
Anche bècstòrt.
bediiìnu, s. f. = beduina: mantello da
signora. L'oggetto è quasi del tutto di-
susato e non gli soprav\'ive che il no-
me, esso pui-e languidamente.
bèè, s. m. = pecora, agnello.
1) vègh indòss on poò de bea = avere
un pò dell'osso, del poltrone.
2) Gobbo, pegno ; fa on bèè = met-
tere, tenere in gobbo; impegnare al
monte di Pietà.
3) La voce della pecora; fa bèè -
belare: della voce che metton fuori le
pecore e le capre.
be^ia, s. f. = stecca: specie di coltello
d'osso col quale si pareggiano i piombi
filati che uniscono i vetri delle ve-
tri ate.
begnìg-n,* agg. = benigno.
1) Di clima: mite, che giova alla
salute.
2) Di malattia, che non presenta pe-
ricoli; on tifo begnìgn = un tifo benigno.
3) Di stagione: mite, favorevole alla
lUa J
J
beh
— 91
bel
campagna; on inverno begntgn = un in-
verno benigno, non rigido,
beh ! = bea : voce fanciullesca che vale
roba sudicia , cattiva ; in generale
sudiciume: Spesso si amplifica bèhl
caca !
bèidonn, s. m. pi. = belladonne; atropa
bèlladona; pianta medicinale. Si usa
meglio al. singolare bèlàddna; estràti
de bèlàdòna = estratto di belladonna.
beintés, avv. = beninteso. V. beniutés.
bèìòmen, s. m. pi. = begliuomini; sorta
di fiore; impatiens balsamina.
béla^ agg. = bella. Femmin. di bello.
1) mètt in bela = copiare a bono,
mettere al pulito.
2) là bela = la bella, dama, ganza,
amorosa ; la donna colla quale si ha
relazione disonesta.
3) là bela = la bella: l'ultima par-
tita d'un gioco, e specialm. V ultima
partita dispari che decide chi vince.
3) àndànn fceùra per là bela = pas-
sarsela liscia, uscirne pel rotto della
cuffia.
4) là va sii bela = va a vele gonfie:
quando vanno bene gli affari , e si
guadagna di molto, o in qualunque al-
tra maniera si ha vantaggi.
bèlàddna, s. f. = belladonna. Vedi so-
pra bèidduu.
beleCj s. m. = balocco, giocattolo.
1) Oggetto e arnese qualunque per
rioi-vire di ti'astullo ai bambini, come
bambole, tamburini, ecc. ; à Nàtàl el
Bàmbìn el porta i belee per i fiolitt =
I Natale Gesii Bambino porta i baloc-
hì ai piccini. Anche gingillo, quando
ì coserella data in mano ai bambini
er trastullo non rappresenta la figura
i un oggetto determinato, come a dire
pezzetti di stoffe, o di fogli di vario
colore, di nastri o altro siinile.
2) Gioiello^ ninnolo. Di coserelle va-
ghe e leggiadre; el tàol in sàia Vèpien
de belee. = il tavolo in salotto è pieno
di ninnoli. Per estensione anche di cose
grandi, pui-chè leggiadre ; l'ha fàa sii
óna casa che l'è on belee = ha fabbri-
cato una casa che è una vaghezza, un
ninnolo.
8) belee de toeu sii cont là monùia
= un certo fior di virtù segnato ed ab-
boccato. Di pers. cattiva.
belegòtt, s. /. pi. = ballotte, succiole:
castagne colla scorza cotte nell' acqua.
1) acqua de belegòtt = capperi, per
diana! Esclam. di maraviglia.
beleràtt, s. m. = baloccaio: chi fa e vende
balocchi.
1) fàeia de beleràtt = facciaccia ,•
brutta faccia: dalla quale traspare un
animo basso e cattivo.
belerin, s. m. = dim. di belee, = ba-
locchino, ninnolino, gioiellino.
bèlésa, s. f. = bellezza. Astr. di bello.
1) Di donna molto bella; l'è vuna di
bèlèss de Mildn = è una delle bellezze
di Milano.
— ciào , bèlèsa = addio , bellezza :
modo di saluto famigliare e scherzoso.
2) bèlèsa fata = bellezza scipita; bè-
lèsa che dis nàgòtt = bellezza che non
dice nulla: di persona che ha belle
fattezze, ma senza espressione di sen-
timento.
3) Plur. di persona; là mètt in m^o-
ètra i so bèlèss = fa vedere le sue bel-
lezze.
4) Belluria; bellezza più apparente
che vera: comune per ornamento; quèll
cds lì el ghe va miss per bèlèsa = quel
vaso ci va messo per belluria.
5) Plur. bèlèss (lingua scelta) = bel-
lezze: le parti di un'opera d'arte che
destano più ammirazione ; i bèlèss de
V Aida = le bellezze dell'Aida.
6) Abbondanza di cose buone e utili;
che bèlèsa de figh che gh'è st'ànn = che
bellezza di fichi c'è quest'anno; vèn éiò
i fior che l'è dna bèlèsa = vengon su
i fiori che è una bellezza.
7) oh! bèlèsa = espressione di gioia
e di gradimento.
8) là bèlèsa de l'àsen = la bellezza
che viene sempre dall' essere giovani
d'anni.
9) Amenità : di luogo bene esposto,
di dove si gode una bella vista : con-
trario di orridezza.
bèlèsìna, * s. f. = bellezzina : di fan-
ciulla bella ; de tosa l'era là bèlèsina
de eà = da fanciulla era la bellezzina
di casa.
bèlètt, * s. m. = belletto : composto di
sostanze coloranti con cui alcune donne
e gli attori si dipingono il viso.
bèlìètt, s. m. = biglietto : forma vecchia
e volgare sostituita ormai quasi del
tutto dalla più moderna biliètt.*
bèlìn, a^g. = bellino, vexxegg. di bello:
di persone o cose che non si possono
bel
— 92 —
bel
dire assolutamente belle ; el eomponi-
m,ént r è bèlln, ma el podària vèsé
mèj = il componimeuto è bellino, ma
potrebbe esser migliore.
belitaa, s. f. = abilità : rimane ormai
nel dialetto più popolanesco e volgare :
fu sostituito da abilitaa.* Vedi.
bèli; 5. m. = bello : il modo, 1' essere
delle cose in quanto son belle e hanno
virtù d'operare sul sentimento.
1) La parte di un tutto che spicca
di più ; el bèli d'ona citaa, d'on liber... =
il bello d'una città, d'un libro.
2) sul piisee bèli, in del picsee bèli =
sul più bello : nel meglio dell' azione.
3) el bèli l'è che... = il bello è che... :
la cosa più notevole, più strana, più
curiosa è che...
4) vegni el bèli = venire il bello :
ciò che farà più meraviglia ; àdèss ven
el bèli = ora ne viene il bello : dice
chi vuol richiamare l'attenzione di chi
l'ascolta su ciò che deve dire.
5) còsa se fa de beli ? = che si fa di
bello? famigl. domandando ad uno
in che si occupa ; còsa el me cùnta de
bèli ? = che dice di bello ? Interroga-
zione famigliare a chi venga a trovarci.
6) l'è el so bèli = è la sua qualità
migliore e propria : detto di cose.
bèli, femm. bela, agg. = bello : tutto
ciò che, appreso dall'intelletto, fa un'im-
pressione gradita sul sentimento. Al
plur. bei, = begli, belli, belle.
1) Di ciò che piace, diletta, si am-
mira nell'uomo, nelle cose, nelle opere
d'arte.
2) Di qualità e cose moralmente lo-
devoli ; rè dna bela eàritaa - è una
bella carità.
3) E anche soltanto di cose vantag-
giose ; bèli matrimòni = bel matri-
monio.
4) Ha forza di accrescitivo e vaLe
come grande, molto, abbondante, in
sommo grado ; on bèli numer = un bel
numero ; on bèli tester _= un bel teatro :
quando c'è gran concorso; dna bela
fàmtlia = una bella famiglia : nume-
rosa ed anche di bell'aspetto ; dna bela
etaa = una bella età : si dice di chi è
molto vecchio.
6) bèli in fàéa, bruti in pìtLsa =
bello in fascia, brutto in piazza : prov.
spesso chi è bello da piccino, sarà
bratto da grande.
6) bell'infèrno = bell'inverno: asciutto
e non rigido.
7) bèli mar, bèli Idgh = bel mare,
bel lago : tranquillo.
8) che bèli mond = che. bel mondo.
Ironie, quando non siamo contenti degli
uomini e delle cose ; el mond l' è bèli
perchè l'è vàri = il mondo è bello per-
chè è vario.
9) bèi parèli = belle parole, cortesi,
garbate : volendo dire che alle parole
non corrispondono le intenzioni o i
fatti ; el g'hà di bèi par òli e niènt
d'alter = ha delle belle parole e nul-
r altro.
10) bela risposta = bella risposta :
appropriata, spiritosa.
11) bèli temp » bel tempo : quando
non piove.
12) bèli eolp = bel colpo : che dà
nel segno. Fig. di chi sia riuscito in
un intento di qualche importanza con
un tratto di accortezza o d' ardire ; el
s'è faa làèà des m,Ua frdnch. L'è étaa
on bèli eolp =^s'è fatto lasciare dieci
mila franchi. E stato un bel colpo.
13) che bela roba ! = bella cosa I
espressione di vivo desiderio e anche
se la cosa è avvenuta secondo il de-
siderio ; che bela ròba se domdn pio-
t'èss = bella cosa se domani piovesse ;
che bela roba ! pioe,uv = bella cosa !
piove.
14) bèli pan =• bel pane : bianchis-
simo e ben cotto.
15) bèli sàngh = bel sangue : bella
razza.
16) Preceduto dall' agg. gran ha forza
di superlativo ed esprime ammirazione ;
l'è on gran beli lìber = è un gran bel
libro. Seguito dallo stesso agg. grand,
vale molto ; Ve dna stdnsa bèta grànda =
è una camera bella grande.
17) bèli e bòn = ironie, per enfasi :
beli' e buono ; l'è dna secàdUra bèta e
bdna = è una seccatura bella e buona
Anche si può dir : serio, serio e scrivo,
scrivo.
18) bèli ncBuv = bel novo : di cosa
non mai usata.
19) Ironie, avii faa òna bela ròba =
avete fatto una bella cosa ; bèli tàlént =»
bel talento : a chi crede di dire e fai'e
belle cose, e dice e fa delle sciocchezze ;
fa on bèli guàdàgn = fare un bel gua-
dagno : per dir scarso, cattivo. Anche
nche ■
bel
93 -
ben
nello stesso significato ; fa on bèli nòli ;
l'hoo fMa bUa = 1' ho fatta bella : di
cosa che ci dispiace di aver fatto e che
può portare cattive conseguenze; là
sàriss bela = la sarebbe bella : di cosa
che non vorremmo che accadesse ; questa
Ve bela ! = oh questa ò bella ! escla-
mazione quando ci succede o si sente
qualche novità che abbia dello strano,
0 altri affacci qualche pretensione che
non vogliamo ammettere in nessun
modo.
20) fagliela bela à quèidun = farla
bella a qualcuno : di chi fa un'azione,
un mal garbo, una celia che non s'a-
spettava.
21) bèli ccBur ! = bel cuore ! si dice
a chi espone pensieri e sentimenti di
poca carità.
22) fànn., clinn^ sentimi, vedènn de
bèi = farne, dirne, sentirne, vederne
delle belle : cose sti-aordinarie.
23) Seguito dalla congiunzione e e
da un participio passato indica azione
interamente compiuta ; l'è bèli e còtt,
àndaa^ prepàraa^ ecc. = è bello e cotto,
andato, preparato, ecc.
24) Innanzi a un infinito significa la
bontà e la utilità della cosa -^ V è on
bèli spend, compra, insegna,, ecc. = è
un bello spendere, comprare, insegnare,
ecc. E ironico ; gh'hoo àmlil on bèli
cianiti^ è mai vegnUu nisUn = ebbi un
bel chiamare, nessuno venne mai.
25) Per mostrare 1' efficacia e 1' op-
portunità di un castigo ; che bèi scii-
fiòtt ! = che bei scapelotti !
26) on bèli sì, on bèli nò = afferma-
zione 0 negazione assoluta, senza re-
ticenze.
27) on bèli dì = un bel giorno : si
dice raccontando cosa che ha dell' in-
solito e dell' innaspettato.
28) de bèli noeuv = di bel nuovo : di
nuovo.
29) fàss bèli = farsi bello, imbellirsi;
el temp el se fa bèli = il tempo si fa
bello ; fàss bèli = farsi bello ; scherz. ve-
stirsi con eleganza ; fa deventà beli =
imbellire, far diventar bello.
30) fàss bèli coni pòcch = fai"si onore
col sol di luglio.
31) bèli = bello, ameno : che ha ame-
nità ; l'è on gran bèli alt = è un gi'an
bel soggiorno.
32) bèli' Umor = petulante, arrogante.
33) bèli' omètt = sennino, assenna-
tine : per vezzo a fanciulletto assennato.
bèlora, s. f. = donnola : animaletto qua-
drupede, poco più grande del topo :
mustela vulgaris.
belva,* s. f. = belva, bestia feroce.
1) Fig. di uomo di istinti feroci e
specialmente nell'atto dell' ira.
bèlvedé,* s. m. = belvedere : luogo di
campagna elevato da cui si godo una
bella visuale. Anche belvedére.*
1) Terrazza sopra il tetto di una
casa, una piccola torre o terrazza in
un giardino.
bemòll, s. m. = bimolle : segno musi-
cale in forma di un piccolo b che scema
di un mezzo tono la nota a cui è af-
fisso. Il doppio bimoUo la scema di
un tono.
ben,* s. ni. = bene : quello che da tutti
si desidera in quanto è conveniente
alla natura umana ; el ben l' è semper
ben = il bene è sempre bene ; dà on
maa nàss de spèss on ben = da un
male nasce spesso un bene.
1) Delle persone ; te set el me ben =
sei il mio bene ; el me ben ! = ben
mio ! espressioni di tenerezza.
2) In quanto il bene è anche utilità ;
Hoo nò che ben ghe fàga V ostinàss
insci = non so qual bene gli venga da
questa sua ostinazione.
3) riiisi ben = riuscire a bene : a
buon fine.
4) à fin de ben = a fin di bene :
con buone intenzioni.
5) cred, pensa ben de fa o de di,
de àndti o de sta, e sim. = credere,
pensar bene di fare o di dire, di an-
dare 0 di staile, e sim. : aver la per-
suasione che sia cosa utile fare, dire,
andare, stare, ecc.
6) vèss ben = esser bene : essere
utile e conveniente.
7) ben = bene : 1 suffragi che la
chiesa fa per le anime dei defunti ;
ànd^ in gèsa à fa on poo de ben =
andare in chiesa a fare un po' di bene.
8) ogni ben di Dio = ogni ben di Dio:
tutto ciò che è necessario e soprabonda
al vivere.
9) chi fa ben troeùva ben = chi fa
bene ha bene. Proverbio.
10) dì ben de viin = dir bene d' uno :
lodarlo.
11) fa del ben = far del bene : fare
ben
— 94
ben
opere buone ; fa del hén à quéidùn =
far del bene a qualcuno : aiutarlo con
l'opera, col consiglio; giovargli.
12) penati ben = pensare a bene :
supporre buoni i portamenti e rette le
intenzioni di un altro.
13) p'omètt ben = dar buone spe-
ranze : prometter bene.
14) sperÈ ben = sperar bene : spe-
rare che le cose anderanno bene.
15) vede ben = veder bene, in bene :
fissero inclinato a veder delle cose il
lato buono.
16) rorè ben = benvolere, amare :
portare affetto ; fàés vorè ben = farsi
voler bene, benevolere : procacciarsi
l'affetto delle persone, affezionarsi a
qualcuno ; ciàptL à t)oi-S hén = pren-
dere, pigliare a ben volere : mettere
affetto ; vorèés ben = amarsi : reciproco.
17) fa ben = far bene, ben fare :
operare rettamente.
ben, * avv. = bene : di cosa fatta come
si deve, secondo le regole, in modo
soddisfacente, e d'azione compita che
ha prodotto tutto il suo effetto ; làorà
ben = lavorar bene ; on reso che tàia
ben = iln rasoio che taglia bene. Iron. ;
el fhà éervii propi ben = ti ha ser-
vito veramente bene.
1) ne ben, né maa = ne bene, ne
male : mediocremente.
2) Per molto ; /' è ben lontdn = è
ben lontano ; ben ben = ben bene : lo
stesso ma con più forza ; hoo màngìaa
e bevuii ben ben = ho mangiato e be-
vuto ben bene.
3) Quasi per rinforzare l'afférmazione
-dicendo cosa che voglia specialmente
notarsi, perchè importante o diffìcile
Si esser fatta o a esser creduta ; bisogna
hén che te vàghet = bisogna bene che tu
vada.
4) Elitt. ée te còmoda ben, éedetid
i'è istèéé = se ti piace, bene, se no fa
lo stesso.
5) ben, s'ciào ! = bene, via ! modo
di concessione ; te voeut minga stiidià
incoeu"? ben s^ciào, te studiarét donidn =
non vuoi studiare oggi ? bene, via !
fitudierai domani.
6) ben = or bene : ripigliando un di-
scorso interrotto, o rispondendo alle
ragioni altrui, o conchiudendo.
7) àndà ben = andar bene : tenere
la strada che conduce direttamente al
luogo per cui siamo incamminati ; voo
ben de chi per àndà à MÓnéa? = vado
bene per di qui, per andare a Monza?
8) compra, vend ben = comprare,
vender bene : a buone condizioni, ed
anche validamente, con effetto legale.
9) ered ben = ci'eder bene : aver ra-
gione di credere. E intrans. : creder
che sia cosa utile, buona ; crédi ben
de visàtt = credo bene di avvertirti.
10) ben daa = ben dato : parlandosi di
busse, castighi, dati a chi se li meritava.
11) voréva ben di mi = volevo ben
dire io : modo famigliare, quando si
vede 0 si sente cosa che succede come
noi avevamo pensato.
12) fa ben = far bene : aver ragione
di fare quel che si fa ; te fee ben à
dàgh minga atra = fai bene a non
dargli retta.
13) Di persona o bottega da cui si
compra a prezzi discreti ; in quèll ne-
gasi gK'è de fa ben = in quel negozio
c'è da farci bene.
14) mangia ben, bev hén = mangiar
bene, bever bene : di cibi e vino buono.
16) pariti ben = parlar bene : dir
cose giuste e convenienti.
16) pasàsela ben = passarsela bene :
vivere con qualche agiatezza.
17) càvtiéela ben = passarsela bene :
uscire senza danno da una compro-
missione.
18) diportasi ben = portarsi bene :
tener buona condotta.
19) seri'V ben = scriver bene : con
buoni caratteri e anche con buono stile.
20) sentiés ben = sentirsi bene : non
avere incomodi di salute.
20) età ben = star bene : essere in
buona salute ; età ben ; ch'el àtàga ben =
sta bene, stia bene : modo usato nel
congedarsi da una persona.
— Viver con quiete e "senza disturbi,
comodamente e con agio ; soni prdpi
àtaa ben in quèla cà = son proprio
stato bene in quella casa.
— Di persona, in modo da far fi-
gura cogli abiti ; cdme là sta bhi corti
el vestii rosé =■ come sta bene coli' abito
rosso.
— éta ben cont quèidUn = star bene
con qualcuno : viverci in buona ar-
monia.
22) m ben = sta bene : modo dì ap-
provare e di acconsentire.
ben
95
ben
23) là glie sta ben = gli sta bene,
bea gli sta : quando uno soffre giusta-
mente le conseguenze dei propri errori.
24) àndà ben = tornar bene : d' un
vestito che è fatto con precisione e. si
adatta bene alla persona. E anche
quando il conto è fatto esattamente.
25) tràià ben = trattar bene: usar
buone maniere con persone ; dar da
mangiare in modo che uno resti sod-
disfatto ; ed anche agire onestamente
specialmente in quanto riguarda la
morale.
26) troàéé ben = trovarsi bene in un
luogo, starci con soddisfazione.
27) vedègh ben = vederci bene : aver
la vista buona.
28) vegm ben = venir bene : di un
lavoro che riesce secondo il desiderio,
29) vegni sii ben = venir su bene:
di pianta che cresce rigogliosa; e di
un ragazzo che profitta dell'insegna-
mento e dà buone speranze.
30) vestì ben = vestir bene : di chi
è solito vestire con eleganza.
31) ben, ben = bembè, ben bè : avv.
che si usa a modo di esclamazione e
approvando, o ironicamente con senso
di impazienza ; ben ben, ghe pensàroo
mi = bembè, ci penserò io.
82) Ebbene : che indica risoluzione,
concessione.
bèna, s. f. = rastrelliera : specie di scala
a mano, rovesciata che fa parte della
greppia.
1) vèghen , mangitLnn dna btna =
averne, mangiarne in grande quantità,
a bizeffe.
bène, * inter. = bene.
1) Modo d'acconsentire e d'appro-
vare ; hòo pensaa de eomprti là eà in
sili còrs - Bene! = ho pensato di com-
prare la casa sul corso. - Bene !
2) Esclamazione di contentezza: in-
CKU riva el sto - Oh! bene! = oggi
ai-riva lo zio. - Oh ! bene !
benedètìn, s. m. = benedettino : reli-
gioso della regola di S. Benedetto.
benedètt, * e talvolta anche benedeto *
femm. benedèta, * agg. = benedetto.
1) Dìo benedétta Madrina benedèta =
Dio benedetto. Vergine benedetta.
2) benedeto Dio ; Signor benedètt =
benedetto Dio; benedetto il Signore:
esclamazioni che accennano più o meno
impazienza.
3) In significato di lode e di rico-
noscenza ; benedèta quela man = be-
benedetta quella mano.
4) Qualche volta per temperare il
biasimo e il rimprovero : benedètt fèceu !
el voeUr mài dà àtì'à = benedetto fi-
gliuolo.! non vuol mai dar retta.
5) Per antifrasi : di cosa spiacevole,
molesta e che fa scappar la pazienza :
l'è on benedètt làorà che fenisè mài =
è un benedetto lavoro che non finisce
mai.
benedi, v. att. = benedire : pregare ,
augurare ogni bene di Dio su persona
0 cosa.
1) Detto del sacerdote in alcuni riti
della Chiesa : el prèt el benedìsé i eà
= il prete benedice le case.
2) Dei genitori : prima de àndà via
el papà el m'ha benedii = prima di
partire il babbo mi ha benedetto.
3) Eammentare qualcuno con senti-
mento di riconoscenza, d'affetto : bene-
dir oo sémper qtièll gàlàntòmm che m^hd
éàlvaa = benedirò sempre quel galan-
tuomo che mi ha salvato.
4) E di cose che destano care me-
morie : benedì V ora e' l moment = be-
nedire l'ora e il momento.
5) àndà à fase benedì = andare a
farsi benedire. Anti frasi fam. per an-
dare a male, rompersi, guastarsi.
6) manda vun à fàss benedì = man-
dar uno a farsi benedire : dirgli che
non vogliamo più. aver che fare con
lui ; mandarlo via.
7) dinn àsce de benedì on viscov =
dirne quante ne può benedire un ve-
scovo. In gran quantità.
8) benedì cont là seda. Vedi scda«
benedii, part. = benedetto. Part. pass.
di benedire ; ticqua benedìda, céra be'
nedìda, pan benedii = acqua benedetta,
cera benedetta, pane benedetto : a cui
il prete ha dato la benedizione.
benedision, * s. f. = benedizione: atto
del benedire e le parole che si profe-
riscono benedicendo.
1) L'ultima parte di una funzione
religiosa in cui si dà la benedizione
col Sacramento, e anche tutte le preci
che la precedono.
2) Tutto ciò che si riconosce bene-
fico e di molta utilità : quela medesi'
na l'è étàda là mìa benediàion = quel
medicamento è stata la mia benedizione.
ben
— 96 —
ben
benefàtór, * s. m. = benefattore : chi e
che fa benefizi agli altri.
1) benefàtór chiamano i poveri, chi
è solito far loro l'elemosina.
benefica, * v. att. = beneficare, far del
bene.
beneflcénsa, * s. f. = beneficenza: l'atto
e gli effetti del beneficare ; à Mildn
gh'è dna, quàntUaa de Istituti de bene
ficéìisa = a Milano c'è una quantità
di Istituti di beneficenza.
benèflch, * agg. = benefico : di pei"sona
cho benefica.
beueflciàda, * s. f. = beneficiata : rap-
presentazione teatrale a beneficio d'uno
degli attori, o per qualche opera di
carità.
benefìsi, * s. m. = beneficio, benifizio :
l'atto benefico e il vantaggio che altri
ne risente; el m'ha faci di gran be-
nefìsi = mi ha fatto grandi benefici.
1) Cosa di cui uno gode come un
di più, senza opera propria o spesa
corrispondente ; el benefìsi déla éàlùt,
de l'tLria e sim. = il beneficio della sa-
lute, dell'aria e sim.
2) benefìsi d'inventàri = beneficio di
legge 0 d'inventario. T. leg. : facoltà
concessa dalla legge all'erede di non
pagare i debiti che eccedano il valsente
dell'eredità,
3) benefìsi = beneficio ecclesiastico.
T. di chiesa. Fondo o rendita di cui è
investito un prete, coli' obbligo di dir
messa e di adempiere ad altri uffici
del suo ministero.
4) benefìsi de còrp = beneficio di
corpo : Le funzioni naturali e sponta-
nee del basso ventre.
5) Di cosa che compensa di malanni,
0 che aiuta a star meglio : el g'hà
àviiil el benefìsi de gdd on poo de pàs
in di flltiìn ànn = ebbe il beneficio di
godere un po' di pace negli ultimi
anni.
benemérit, * agg. = benemerito : che ha
fatto cose degne di riconoscenza, di
lode 0 di ricompensa.
benemerénsa,* s. f. = benemerenza. Atto
per cui l'uomo si rende benemerito.
beneplàcìt, * s. m. = beneplacito : con-
senso e approvazione piena ed intiera.
benéser, * s. m. benessere, agiatezza:
specialmente parlando di un intero paese
0 di intere classi di persone.
1) Stato piacevole del sentimento
corporeo : proà on moment de ben^éer
= provare un momento di benessere.
benestànt, * s. ni. = benestante : chi
possiede e chi ha da vivere in un certo
grado di agiatezza. Meno che scior =
signore, ricco.
benfaa, * agg. = benfatto : di persona
che ha fattezze regolari. Di cosa : fatta
regolai-mente.
bendala, = bengala ; foeugk de bengtbla =
fuoco di bengala : specie di fuoco ar-
tificiale, variamente colorato che s'ac-
cende in segno d'allegi'ezza in occa-
sione di feste pubbliche.
benìàmìn, s. m. = beniamino, cucco :
il figliuolo prediletto.
beuin, avv. = benino. Aw. dim. di bene;
età benìn = star benino. Di malati
quando cominciano a guarire.
benisitt d'ànes, = anici in camicia : ri-
vestiti di zucchero.
1) benisitt = confettucci, dimin. di
confetto.
benis, s. m. = confetto : dolci di zuc-
chero cotto con dentro mandorle, pi-
stacchi, coriandoli, ecc.
1) dei vìa i benìs = dare i confetti :
di chi è sposo.
— maftgiàrèmm i benìs = mange-
remo i confetti.
2) benìs biis = confetti vani : quelli
che ci son dati dopo consumate le
nozze 0 da chi si rimariti.
3) benìs de gèsé = coriandoli : le
pallottole di gesso somiglianti a corian-
doli che si gettano nei corsi del car-
nevale.
benintés, avv. = beninteso : si intende
bene, si sottintende.
benlevàto, * = ben alzato : modo fam.
d'augurio a chi s'alza dal letto la
mattina.
benóne, * avv. = benone. Avv. accresc.
di bene. Qualche volta per celia ironi-
cam. : edme te stee ? = Oeuh ! Benone ! =
come stai? = Oh! Benone!
benportant, * agg. = benportante : che \
è sano ed ha l'aspetto florido.
benservii, s. m. = benservito: attestato]
in iscritto, che il padrone rilascia ali
servitore licenziato.
bensìna, * s. f. = benzina, benzolina :
sostanza liquida per levare le macchie.
benveduii, agg. = benveduto. Di persona:
veduto di buon occhio, stimato. Di]
cosa: che ha l'approvazione altrui.
ben
— 97 —
ber
benvist, agg. = benveduto, benvisto.
bèola, s. f. = pieti'a di Bovola : specie
di gneis che traesi a Bevola e in di-
versi altri luoghi di Valdossola: otti-
ma per pavimenti, terrazze, scale, e
sim., saldissima anche assottigliata di
assai.
bequàder, * s. m. = biquadro : segno
musicalo che toglie il diesis ed il be-
molle.
béra, s. f. = pecora : animale domestico
da cui si tosa la lana. E' il femminile
di bèè.
bercia, v. att. = piagnucolare, lamen-
tarsi.
berciòii e bercìòtt, s. m. = piagnone:
chi con facilità si lamenta del proprio
stato.
beretìn = berretto. Quello da prete.
bèrgàmiu, s. m. = bergamino, pastore :
chi specialmente dagli alpi bergamaschi
e di- Valsassina cala per lo piìi tra noi
a svernare.
bèrgàmiua, .?. f. = bergamina, armento:
mandra di bovini e specialmente di
mucche.
bèrgamòtt, s. m. = bergamotta: sorta
d'agrume dalla cui scorza si ostrae
un'essenza odorosa.
bergnócola, s. f. = bernoccola: piccola
protuberanza, fortemente convessa, più
specialmente nella testa, per naturalo
conformazione o per effetto d'una per-
cossa
berichin, s. m. = monello, birichino :
di ragazzi ; furbo o anche impertinente,
maleducato, anche biricbìn. *
1) Chi non mantiene le promesse.
2) Per celia: ah! bericliìn! te vo-
rèvet fàmela ! = ah ! birichino ! me la
volevi fare !
bèrichiuàda, s. f. = birichinata, bindo-
lata : azione da birichino e da bin-
dolo.
bèrìn, s. m. = agnellino, pecorino, ab-
bacchio.
beriiià, v. att. = rammentare il fieno
colla falce frullana nell'atto del taglio,
facendone non già tante poste , ma
tutto un mucchio di file e a dilungo.
bèrliccli, s. in. = borliccho. Lo stesso
che bàrlìcch.
berlina, s. f. = berlina : palco su cui si
esponevano pubblicamente i malfattori.
Castigo abolito tra noi dal 1848.
1) vciìi in bèrlìn<i = essere in ber-
lina, esposto alle beffe, alle derisioni
del pubblico.
2) Gioco di conversazione nel quale
uno sta seduto nel mezzo e se indo-
vina chi sia l'autore d'uno dei motti,
che gli altri gli mandano a dire, qiiesli
deve pigliare il suo posto.
bèrlinghitt, s. m. p/. = fronzoli : d'o-
gni ornamento superfluo. Detto per lo
più delle donne. Vedi birling'hitt.
1) mètes in dòse di bèrlinghitt =
mettersi in ghingheri, fam. vestirsi con
ricercatezza per dare nell'occhio.
bèrlusch (guarda in) = guardar losco,
guardar di traverso : dicesi di chi ha
lo strabismo.
bernàsàda, s. f. = palettata: lo stesso
che bcàrnàsàda, più scelto.
bernàsòn, s. m. = palettone : gi'an pala
di ferro di cui il fornaciaio si serve per
estrarre le brago dalla bocca della for-
nace e buttarlo a freddare. Lo stesso
che bàrnàsóu più scelto.
bèrnàss, s. m. = paletta. Vedi bàruàss.
bernòcol, s m. = bernoccolo; végh el
bernocol de... = averli bernoccolo di...
avere un'inclinazione natui'ale a una
cosa.
beròtt, s. m. = pennecchio di lana car-
data.
bersàli, s. m. = bersaglio : segno o punto
che si prende di mira jìer esercitarsi
al tiro.
1) Edilizio pubblico fatto apposta per
l'esercizio al bersaglio.
2) mss el bersàli de tilce = fig. es-
sere il bersaglio di tutti : di persona,
l'oggetto di tutte le beffe e di tutti gli
scherzi che. da altri si fanno.
bersàliér, 5. m. = bersagliere : soldato
di fanteria. Formavano tra noi un corpo
speciale destinato a combattere in or-
dine sciolto. Il popolo corrompe in bre-
sàliér.
1) coi' come on bersàliér = coiTero
molto e senza affaticarsi troppo.
bersò, s. m. = cupola, cupoletta, padi-
glioncino, bersò : volta di legname o
di ferro ingraticolato, che si alza nei
giardini e si copre di verzura. Dal
frane, berceau.
bèrta, s. f. = cornacchia, mulacchia,
taccola. Gorvus menedula. Uccello sil-
vano.
2) Modestina: striscia di pannolino
lunga un palmo o poco più, con qual-
ber
98
bes
che guamizioue, cui poiiano le donne
soi)ra il seno, massime a vestito di
molto scollato e aperto sul davanti.
3) mètt là bèrta in één = tacersi
mogio, mogio : di chi è costretto dal
comando altrui o dalle altrui buone
ragioni a tacere e a finire specialmente
di contraddire.
bèrtàvèll, s. m. = bertuello : sorta di
rete da pescare che ha piii ritrosi.
Vedi bàrtàvèll.
bértela, s. f. = cartaccia : una di quelle
carte nei mazzi di cai'te da gioco che
servono al tresette e che hanno se-
gnati i punti 8, 9, 10 e che per lo più
non servono al gioco.
bèrtonà, v. alt. = zucconare : tagliare
corti i capelli.
1) rapare, radere; tosar bene fino
alla pelle il capo.
bèrtonscèll, s. m. = pesce persico. Perca
fluviatilis.
besàsc, s. m. = cencio : cosa mencia, o
. sbiadita o guitta.
1) Di pers. : buono a nulla, guasta-
mestiere.
besàsciàda, s. f. = stivaleria, cenciata :
cosa goffamente dotta, o fatta, o pen-
sata.
bìsbilèrì, besbilì, s. m. = bisbiglio:
quella specie di suono che si manda
fuori nel bisbigliare. Più scelto bìsbili *
1) fa besbtli = bisbigliare.
2) on beébili de gent = una folla di
gente.
becchisi, s. in. = ticchio, capriccio, ghi-
ribizzo : pensiero fantastico e capric-
cioso e voglia che insorge improvvisa
senza una ragione sufficente.
beschisiàss, «'. rif. = pigliar il gi-illo,
corrucciarsi, inciprignire, indispettirsi.
beschisiòs, agg. = ghiribizzoso, scon-
, troso, permaloso.
bescotàrìa, s. f. = biscotteria : assorti-
mento di paste dolci, come biscottini,
biscotti, ecc. Più scolto biscòterìa. *
bèscotin, s. m. = biscottino: pasta molto
leggera e sottile con ova e zucchero,
cotta a modo di biscotto, da inzuppare
nella cioccolata, nel vino, e sim. Più
scelto biscotìn.
1) dama del beseotin = dama del
biscottino ; di signora affigliata a so-
cietà religiose e di una devozione molto
esteriore ed appariscente.
bescòtt, s. m. = biscotto : lo stesso che
bèscotin nel senso di pasta dolce ;
bescòtt d'àneà = biscotti all'anice; be-
scòtt de Noàra = biscotti, o biscottini
di Novara. Più scelto bìscòtt. *
1) Biscotto : di pane cotto due volte
di cui si fa provvisione per navigare.
2) bescòtt 0 meglio biécoti = casta-
gne cotte nel forno.
beséij s. f. = ago, pinza : quella piccola
spina che hanno nella coda le vespe,
le api, e sim. colla quale appinzano.
1) Fig. Frizzio, bruciore: il frizzare
prolungato, cioè la sensazione che si
prova in una parte del corpo, segna-
mente piagata , fregandola con salo,
aceto, e sim.
2) Ve on bèséi: si dice di peperoni
e simili agrumi molto forti, che pizzi-
cano in bocca e affocano il palato.
3) càscia freiìra el besèi = fare il
viso dell' armi, ringhiare, mosti-are i
denti : mostrare ad uno che non ab-
biamo paui'a di lui.
4) ■vèsé on besèi = essere stizzoso ed
anche essere una lingua di serpe, ma-
ledica.
5) Cocciuola: piccolissima enfiagione
cagionata per lo più da morsicature di
vespe, api, ragni, zanzare e sim,
bèsì, s. m. pi. = bezzi, danari in ge-
nerale; vègli di beai = aver dei da-
nari.
besìà, V. att. = appinzare, pinzare, pun-
gere : degli insetti che hanno pungi-
glione come vespe, api, pulci, cala-
broni.
1) Pizzicare, far venir pizzicore : di
commestibili che siano pizzicanti; i pe-
veròn besìen = i peperoni pizzicano.
besìàda e besiadura, s. f. = appinza-
tura: l'atto e l'effetto dell'appinzare.
besiént, agg. = appinzante, pizzicante:
che ha la qualità del pizziccare.
besinfl, agg. = gonfio, enfiato: del corpo
ingrossato per concorso di umori. An-
che bisinfl.
besiòs, agg. = sarcastico, pungente : di
chi paiiando urta, offende chi ascolta.
1) Bieco, torvo: di chi ha l'occhio
torvo, bieco.
bèstèmà, v. att. = bestemmiare, proferir
bestemmie.
1) fàmni minga bestèmti = non mi
far bestemmiare : modo di mostrare la
stizza che altri ci fa.
2) cìi'el bèstèma nò = si dice al ven_
bes
— 99 —
bev
ditore dal compratore perchè non chieda
della merco un prezzo esorbitante.
bestèma e bestémia,* s. f. = bestemmia:
parola 0 discorso ingiurioso alla divinità.
1) Trasl., grosso sproposito in scienze,
lettore e sim.
béstia, * s. f. = bestia, bruto: nome ge-
nerico degli animali, escluso l'uomo.
1) *■ bèsti assol. = le bestie : i bovi
e altre bestie vaccino ; voo à dàgh de
màngit ài bèsti = vado a dar da man-
giare alle bestie ; là bestia assol. = la
bestia: il cavallo, 1' asino, il mulo di
vetturini, barocciai, ecc.
2) de bestia^ cóme dna bestia, come
i bèsti = da bestia, come una bestia,
come le bestie ; cioè molto; el ladra come
dna bestia = lavora come una bestia,
lavora assai e con molta fatica.
3) Strada de bestia = strada da be-
stie: cattivissima.
4) Fig., uomo ignorante e anche di
persona intrattabile; l'è dna bestia = è
una bestia; bruta bestia = brutta be-
stia ; detto per ingiuria a chi ci ha fatto
o detto cosa spiacente.
5) àndà, rèsa in bestia = Imbestialire ;
andare, entrare, montare, essere in be-
stia ; adirarsi assai ; andare, essere in
. gran collera.
6) conoss l'Umor déla béstia = co-
. noscero l'umore della bestia. Fani., co-
noscere r indole di qualcuno in modo
da potersi regolare.
7) bestia in cantina! = bestia in can-
tina, bestia berrettina. Dicesi per i scher-
zo a modo di imprecazione.
8) Specie di gioco che si fa colle
carte, e per fortuna poco comune, per-
chè d'azzardo.
bestiài, * agg. = bestiale.
1) Da bestia, proprio delle bestie.
2) Brutale: di bruto, da bruto; istint
beàtiàl, pasión bestiài = istinto, pas-
sione brutale : non corretta, non gui-
data dalla ragione; òmm bestiai = uomo
brutale : che si lascia dominare dalla
passione, incapace di qualunque sen-
timento gentile o benevolo per stupi-
dità e rozzezza d'animo e che si lascia
trasportare facilmente dall'ira.
bestiàlitaa,* s. f. = bestialità. Astr. di
bestiale per discorso, azione da igno-
raote, o senza riflessione.
bestiàlméut,* aw = bestialmente, da
bestie, in modo bestiale.
bestiàmni, * s. m. = bestiame: quantità
di bestie domestiche; più. comunemente,
quelle che appartengono all'agricoltura
e alla pastorizia.
bestiàscia,* s. f. = bestiaccia;^ pegg. di
bestia. Qualche volta bestiàsa.
besticsù e bèstioetìla, s. f. = bestiola ;
dimin. di bestia.
bèstiolìua, s. /'. = bestiola; dim. di be-
stia. Si dice con aria di rimprovero a
chi abbia detto o fatto qualche cosa con
poca riflessione.
bestiòii, s. ni. = bestione. Acer, di bé-
stia, specialm. nel significato 4.
besùiic, agg. = bisunto, molto unto: spe-
cialmente di cose sudicie in modo da
parere unte ; mas mine e besùnc = es-
sere unto e bisunto. Ora si dice per
lo più bisùnc.
betegà, v. att. = balbettare: parlare ar-
ticolando i suoni a stento e imperfet-
tamente per imperfezione degli, organi
vocali, 0 anche per grave alterazione
dell'animo, come ira, vergogna e sim.
Anche: scilinguare e barbugliare.
2) betegà nò = parlar chiaro, senza
ritegno, dire le proprie ragioni e le pro-
prie opinioni, senza timore e senza
troppe circonlocuzioni.
3) el betegà = la balbuzie o il difetto
del balbettare.
betegàda, s. f. = balbettamento: il bal-
bettare ; vUij! t'hee sentii che betegtida
el glia daa ? = che ! hai udito che bal-
bettamento ha fatto ?
beteg-ói, s. m. = balbo, bisciolo: chi bal-
betta per difetto fisico. V. tartàia.
bétola, s. f. = béttola, bottega dove la
gente va a bere o anche a mangiare per
bere : è luogo frequentato per lo più
dal popolaccio.
bètolìn, s. m. = bettoluccia; dimin. di
bettola.
bètolinàtt, s. m. = bettoliere.
1 Chi tiene bettola; più com., oste.
2) Bettolante : chi frequenta lo bet-
tole e vi si ferma a lungo.
betonerà, s. f. = bettonica: erba perenne
e medicinale; betòniea offèeinalis.
1) vèss conosiiii còme là betonega =
esser più conosciuto della bettonica: co-
nosciutissimo; anche: essere conosciuto
come la malerba.
bèv, V. att. = bere, bevere, inghiottirò
acqua, vino o altro, specialmente per
levarsi la sete. Di bevande non fjttte
'>^
bev
— 100 —
bia
per levar la sete come caffè, tè, ecc.,
si dice: tteu = prendere, non bev =
bere. Fa bév i beati = far bere le be-
stie, condurle, menarle a bere.
1) bév = bere, si dice quando nel ba-
gnarsi entra l'acqua in bocca, percbè
non si sa nuotare o si nuota male.
2) bev assol. = bere, ber vino; bév à
là sàlÈt = bere aUa salute di qualcuno,
far brindisi.
B) bév de digiùn = bere a sciaqua-
budella, ber vino a digiuno.
4) bév §il el mangiti = bere su o so-
pra un cibo; bé-vegh ben = beverci bene:
dopo aver mangiato di una cosa con
piacere o no.
5) bév sii tiiscòss = beverseli tutti ;
fam. spendere tutto in crapule, gozzo-
viglie.
6) l'è come bév on blciér d'àcqiia =
gli par d'andare a bere; di chi si mette
a far cosa che gli paia facile e di nes-
suna fatica.
7) bév on oeiìv = bere un ovo; come
bév on ocùv = come bere un ovo, di
cosa facilissima.
8) dà de bév, fa bév = dare a bere,
far bere una cosa: darla a credere con
inganno.
9) bévela, béveéela = beversela, cre-
dere una cosa con troppa facilità e sem-
plicità.
10) porta de bév = portare il bere;
fam. quando si comanda di portare il
vino da bere.
11) bév sii = morirci su. Di quando
si guarda qualcuno con espressione di
tenerezza molto languida.
12) el de bév = beveraggio: la man-
cia che si dà ai vetturini, ai facchini
0 ad altri, per servizi materiali.
13) bév niinga mal = trincare, bere
con avidità e in gran quantità.
14) bév fina à l'ultem o à Vultim =
sgocciolare, succhiare l'ultime goccio.
15) bév à cieitt = centellare, centel-
linare, bere a centellini: bere tanta
quantità di vino o d' altro liquore,
quanta se ne può prendere in un pic-
colo sorso.
16) bév gid = tracannare, bere ab-
bondantemente .e presto.
17) bév coi man = bere facendo delle
mani giumella.
18) bév à canèll = bere a cannello
o a garganelle.
19) bée on ceilv = bere un ovo : suc-
chiarlo crudo dal guscio.
20) bév i belèss = bere da un bic-
chiere dove abbia già altri bevuto.
21) voi(L gid de bév = mescere, ver-
sare nel bicchiere per bere.
22) bév sii coi oréce = bere colle
orecchie: ascoltare attentissimamente.
23) bév = assorbire: di corpi porosi,
come la terra, la carta, il legno e sim.
l'è on miir che bév tròpp là tìnta = è
un muro che assorbe troppo il coloro.
bevàscià, v. att. = sbevacchiare, sbevaz-
zare: bere molto e spesso e senza bi-
sogno.
bevàscìòii, s. m. = sbevazzatore: colui
che sbevazza.
bèyer d'acqua, = goccia d' acqua ; dà
nànca on béver d'acqua = non dare una
goccia d'acqua: di chi è avaro e a cui
non casca nulla a sollievo del pros-
simo. Disusa.
beveràcc, * s. m. = beveraggio. Special-
mente l'acqua che si dà a bere alle
bestie.
beTerón, s. m. = beverone : acqua in
cui è sciolta fai'ina o crusca e che si
dà ai cavalli o ai bovi per rinfrescarli
0 per ingrassarli. Vi si metton da noi
anche foglie di grano turco o di ca-
voli. Anche bév in biànch.
1) Acqua e neve; vèn gi6 on beve-
ron = Fig. piove e nevica insieme.
2) Vaso col becco; vaso di vetro o
d'altro con beccuccio ad uso di dar da
bere ai malati.
bevibil, * agg. = bevibile , che si può
bere: Detto del vino o d'altro che, seb-
bene con qualche mancamento, non è
affatto sgradevole.
bevidòr, s. m. bevitore: chi beve molto.
bevircetì, s. m. bevirolo, beriolo, beve-
rino, beverello : vasetto per lo più di
vetro, che si tiene nelle gabbie, degli;
uccelli per l'acqua.
1) Abbeveratoio, beveratoio: vasettol
oblungo in cui bevono i polli nelle stie. :
beyùda, s. f. = bevuta: l'atto del bere.
1) Rimprovero, ramanzina ; vilij! te
ciàpaa sii là bevÉda? = ti sei preso la
tua ramanzina?
biàca, s. f. = biacca: carbonato di piombo'
0 di zinco.
1) Belletto; ddna che se dà là biàca
= donna che si dà la biacca, il bel-
letto.
bia
- 101 -
bia
2) dà sii là bidca = imbiancare: co-
prire di biacca.
biada,* s. f. = l)iada, avena; avena sa-
Uva; specie di cereale, la vena che si
dà per cibo alle bestie cavalline.
1) dà là biada = abbiadare, avvez-
zare alia biada.
2) bitida éàlvàdega o mata = fora-
sacco ; bromis viollis : sorta d'avena
che nasce tra le biade.
3) ci merita dna brasciàda de biada.
Si dice di chi commette qualche scioc-
chezza e gli si vuol dar del ciuco con
una perifrasi. Anche: de fèii.
biàdàroeù, s, m. = biadaiolo: chi vende
la biada.
biàdeg'h, s. m. biàdegra, s. f. = nipote,
nipotino, nipotina : il figliolo o la fi-
gliola, del figlio 0 della figlia: meglio
ora iievòd e nerùda.
bianca (là sura), = per antonomasia: la
neve.
biàncària, s. f. = biancheria: ogni sorta
di panni di tela bianca per uso dome-
stico. 0 per vestirsi , come lenzuola,
tovaglie, asciugamani, camicie, calze, ec.
biàneàrìa de tàola, de ciisina, de lèti
: = biancheria da tavola, da cucina, da
letto; nètt de biàneàrìa = che gli si fa
lavare e stirare la biancheria da dosso.
Più scelto biancherìa. *
1) biàneàrìa de biigàda = bianche-
ria imbiancata o di bucato: quella che
non fu peranco adoperata dopo che fa
messa in bucato.
— biàneàrìa inilmidìda = bianche-
• ria umidetta, umidiccia, umidina : che
è meno che umida, e la cui umidità
appena si riconosce al tatto; quella
che conviene all' operazione dello sti-
rarla.
— biàneàrìa sopresàda, inafnedàda
biancheria stirata, cioè spianata col
ferro da stirare ; insaldata, cioè quella
cui prima di stirarla fu data la salda,
- ossia acqua nella quale sia stato stem-
perato amido, o gomma.
— biàneàrìa éporca = biancheria su-
dicia, sporca : quella che per essere stata
• sufficientemente o anche molto adope-
: rata, è da porsi in bucato, per rido-
narle la nettezza.
2) cilsìinbiàncàrìa= cucir di bianco.
3) biàneàrìa ehe ha ciàpaa el giàld =
biancheria imporrata, imporrita.
bi&nch, * s. w. = bianco: il colore pro-
prio della neve, del giglio, del latte e
simili.
1) mett el négher sili biànch = met-
tere il nero sul bianco: scrivere.
2) dà d'inténd biànch per négher =
dare ad intendere il bianco per il nero:
una cosa por un'altra.
2)làsà in biànch = lasciare in bianco,
senza scrivere.
A) el biàneh de l'ceucc = il bianco
dell'occhio: la cornea opaca dell'occhio
dove sta la pupilla.
5) La materia di color bianco colla
- quale, disciolta, si imbiancano le mura;
flàgh dna man de biànch àia stànàa =
= dare una mano di bianco alle pareti
della camera.
6) còti in biànch = cotto in bianco:
specialmente di pesci e di poUi.
biànch, agg. = bianco, di color bianco;
m,iir, vestii, marmo biànch, = muro,
vestito, marmo bianco.
1) biànch e rosé = bianco e rosso:
di persona, viso che mostra buona e
florida salute.
2) barba, eàvei biànch, = barba, ca-
pelli bianchi: di colore che prendono
la barba e i capelli segnatamente per
vecchiezza.
— biàneh = canuto: di chi ha i ca-
pelli bianchi; à qtiàrànf ànn l'è già tiitt
biànch = a quarant'anni è già tutto ca-
nuto : si dice soltanto dei capelli, non dei
baffi e della barba pei quali si dice: bianco.
3) dà carta bianca à viin = dar carta
bianca a uno : dare piena facoltà di
fare e regolarsi come crede meglio.
4) Si dice di molte cose, benché non
sieno Azeramente bianche, per distin-
guerle da altre di colore diverso ; Uga
bianca, vin biànc, pan biànch, sàléa
bianca = uva bianca, vino bianco, pane
bianco, salsa bianca.
— frititra bianca = frittura bianca,
fritto di cervella, filetto, granelli e sim.
5) ràr còme dna mosca bianca =
raro come le mosche bianche. Iperbol.:
difficile 0 impossibile a trovarsi.
6) Candido: bianco e senza macchia;
ròs biànch e rosé = rose candide e ver-
miglie ; veli biànch = velo candido ;
biàneh còme el Uri = candido come il
giglio, candidissimo.
7) biànch come on pànn làvaa =•
bianco come la carta, bianchissimo :
si dice del colore del viso per effetto
bia
— 102 —
bic
di malattia, paura o altra grave coili-
mozione dell'animo,
8) chi le vceùr bianca, chi le vceilr
negra - chi la vuole allesso e chi ar-
rosto : chi in un modo o chi in un altro.
biancheria, * s. f. = biancheria : ha
ormai quasi del tutto sostituito il più
volgare e più vecchio biàucària. Vedi.
biànchésa, * s. f. = bianchezza, candi-
dezza, candore ; là biànchèsa délapèll,
di man = la bianchezza della pelle,
delle mani ; là biànchèsa de l'àvdri,
dela net! = la candidezza dell' avorio,
della neve.
biàuchéta, s. /". = camioiuola : specie
di giacchetta di flanella o di maglia,
che si porta per ripararsi dal freddo,
per lo più sulla pelle al di sotto della
camicia,
bianchétti s. m. = pietra di micio.
1) Pietra da sarti : colla quale i
sarti segnano la stoffa.
2) Melata : malattia che attacca al-
cune piante.
Biàs, s. m. = Biagio : nome proprio di
persona,
1) mètt via el 2^ànàtòn per san
BitLs = mettere da parte il panettone
per san Biagio : è uso a Milano ser-
bare un pezzo del panettone che si
mangia a Natale, per il 3 febbraio,
giorno di san Biagio, il quale credono
protegga contro i mali di gola.
biàsà, V. alt. = biasciare, biascicare e
nel linguaggio comune, sbiasciare e
sbiascicare : ravvolgere in bocca, mo-
vendo la mascella come nel masticai'e,
segnatamente detto di chi non ha denti
0 di cose molli. Anche così chiamasi
il masticare lentamente e male di chi
mangia con nausea.
biàsaa, s. m. = biascicotto, biasciotto.
1) Pezzetto di pane, o di carta, o
d'altro biasciato e sputato.
2) agg. pari. pass, di biàsà; l'è pan
biàsaa di vegiòni = è pane biasciato
dai vecchi : si dice di roba molle che
abbia lontana apparenza di cibo bia-
sciato.
biàsapàter, s. m. e /". = biascia pater-
nostri, bacchettone, biasciarosari, pin-
zochere.
biasima, * v. alt. = biasimare : mostrare
e disapprovare i difetti di alcuno,
biava, s. f. - biada : voce popolanesca
per biada.
bibì, s. m. = bua : voce usata parlando
coi bambini. Vedi bobaa.
Bìbia,* s. f. = Bibbia : il libro che con-
tiene il Testamento vecchio e nuovo.
bibin, s. m. = fiorrancino : uccelletto
cosi chiamato da un ciuffettino giallo
che ha sul capo ; regulus ignieapillus.
bibiotéca, * s. f. = biblioteca : luogo
dove si conserva e si custodisce una
quantità di libri raccolti por fine di
studio ; bibiotéca de Brera, bibiotéca
ambrosiana, de l'Istitiltt Tècniche, del
circol, ecc. = biblioteca di Brera, bi-
blioteca ambrosiana, dell'Istituto Tec-
nico, del circolo, ecc.
1) vèsè dna bibiotéca àmbiildnt =
essere una biblioteca ambulante : di
persona che ha molta e svariata eru-
dizione.
bibiotecàri, * s. m. = bibliotecario : chi
soprintende a una biblioteca.
bibìoteclièta, *«./■.= bibliotechetta,
dimin. vezzegg. di biblioteca,
bibita, * s. f. = bevanda : ciò che è fatto
per esser bevuto,
1) Bibita, bevanda : più specialmente
d'acque acconce o medicinali,
bibliografia, * ò\ f. = bibliografia :
l'arte o la scienza del bibliogi'afo.
bibliogràflch,* agg. = bibliografico : da
bibliografia ; el bolèti/i biblingràfich =
il bollettino bibliografico.
bicér, s. m. = bicchiere : piccolo vaso,
per lo più di vetro o di cristallo, per
bere ; el foìid del bicér = il fondo del
bicchiere in cui rimane il centellino ;
bicér molaa = bicchiere arrotato ; bicér
de cticia o de viàgg = bicchiere di
cuoio ; hicér a cMis = bicchiere a ca-
lice, calice ; bicér soli = bicchiere liscio ;
bicér làoraa = bicchiere martellato.
1) Quantità di liquido contenuto in
un bicchiere ; bév on bicér de vtn =
bere un bicchier di vino. Anche asso-
lutamente ; pagànn, béven on hicér =
pagarne, berne un bicchiere : sottin
tende « di vino, »
2) eilu de bicér = cui di bicchiere :
per celia : diamante falso,
3) scarpa larga e bicér pièn e età-
pala còme là vén = pigliare il mondo ^
come viene : ammonisce gli uomini aj
. non si dar uè briga, né dolore di ciòl
che avviene nel mondo, il quale òf
sempre stato e sempre sarà una vi-
cenda di bene e di male, nella quale.
I
bic
- 103 -
bie
spesso i buoni sono calcati e i pravi
sollevati, e il giusto e l'onesto è franteso.
4) Volgarmente è abbreviato in bicc
nella olissi del significato. 1. andèmni
à beven on bicc = andiamo a berne
un bicchiere.
biceràda, s. f. = bicchierata : il trovarsi
fra amici a bere del vino per festeg-
giamento.
1) Un modo di giocare al biliardo,
secondo il quale ciascuno gioca per
conto proprio e i punti che perde rie-
scono a vantaggio di tutti gli altii :
man mano che ciascuno arriva al nu-
mero di punti fissati esce dal gioco e
l'ultimo paga per tutti.
bicerìii, * s. m. = bicchierino, bicchie-
retto, dim. di bicchiere : segnatamente
di quelli che servono per vini da bot-
tiglia 0 per liquori.
biceròn, * s. m. = bicchierone, acor. di
bicchiere : segnatamente di bicchiere
riempito molto. In questo senso anche
bìceròtt.
bìcicléta = bicicletta. Noto mezzo di
trasporto.
bìciolàn, s. m. = bacchinone : uomo
grande e grosso, ma disadatto, melenso
e buono a nulla.
1) Specie di ciambella di pasta di
varie maniere con zucchero, uova e
altro".
2) el biciolàn = il dito medio : perchè
più lungo degli altri e adatto a minor
numero di usi.
bicÒCR) s. f. = arcolaio, guindolo, bin-
dolo : arnese di canne o stecche che
sostiene la matassa e gira quando si
dipana.
1) viètt sÈla bieòca = agguindolare :
mettere la matassa annaspata sul guin-
dolo per dipanarla. .
2) Arcolaio pieghevole o da serrare
è il nome della bieòca che si può al-
largare 0 restringere secondo la gran-
dezza della matassa, e anche serrarsi
affatto, per comodo di ri porla.
bicocà, V. att. = ciondolare, balenare,
barcollare : star male in gambe, andare
a onde, ondeggiare, traballare, barellai-e.
1) Dormicchiare : di chi s' addor-
menta, 0 meglio pisola, su una sedia
e casca ora da una parte, ora dall'altra
e si riscuote ad ogni cascata e tosto
ricomincia.
bicocàda, s. f. = barcollamento : astr.
di barcollare ; el ghe dà bicocàd de
lira = va barcollon barcolloni; barcol-
lando piglia tutta la strada.
bìcochìn (fa el) = fare la rota : gioco
di fanciulli.
bicornia, s. f. = bicornia : incudine di
piano stretto, di corna lunghissime e
per lo più con codolo che si pianta in
un cilindi-o di legno di piccol diameti'o.
bidàn^ s. m. = pedano : sorta di scar-
pello avente sulla grossezza la rolla, il
quale serve a intagliare stretti e pro-
fondi canali.
1) Tagliolo : stretto scarpello a taglio
obliquo, che serve a dividere in due
un pezzo sul tornio, senza molta per-
dita di materia.
2) biddn di baionètt de ilss = pe-
dano da incassar ferri.
bidànin, s. m. = becchetto : quel ferro
dei tornitori che verso la parte tagliente
è ripiegato a squadra.
bidè, s. m. = bidè ; catinella o di maio-
lica 0 di metallo di forma oblunga e
ristretta nel centro che si pone sopra
l'armatura o carcassa, e sopra si sta
seduti come a cavallo per lavarsi da
basso.
1) Anche quel recipiente, per lo più
di latta, nel quale si versa dalla cati-
nella r acqua sporca , per riporvene
della pulita.
bidèll) * s. m. = bidello : nome che si
dà ai custodi di università, accademie,
licei, scuole, ecc.
biéda, s. f. = bietola ; beta mUgaris =
soi-ta d'erbaggio che, tenero ancora, si
mette con burro sai vescicanti come
cataplasma.
bìedràva, s. f. = barbabietola : pianta
erbacea che fa un bulbo buono a man-
giare e da cui si cava lo zucchero ;
beta rubra vulgaris. A Firenze la chia-
mano: raparossa.
1) bìedràva bianca = barbabietola
bianco-rossa o moscatella ; beta pallida
vivens niaior.
2) biedràva bislunga = barbe dei
cappuccini ; beta rubra radice rapae.
3) biedràva giàlda = bietola carota
0 gialla ; beta lutea maior.
biéla, s. f. = tegame : vaso a fondo piano
a sponda tal volta diritta, tal' altra obli-
qua, con una sola presa, ovvero con
due : è per lo più di terra cotta.
1) mètt in là bièla = integamare.
ble
104
big
bielàda, s. f. = tegamata : quantità di
roba contenuta nel tegame, segnata-
niente di quantità grande.
bìelee, s. vi. = tegamaio : chi fa e vende
tegami.
bielìii, s. m. = tegamino, dim. di te-
game : questo per lo più ha un ma-
nico della stessa terra cotta.
bieuàl, * agg. = biennale : che ricorre
ogni due anni ; àia iinwersitaa gh' è
tanti core ch'Imi bienài = all' univer-
sità parecchi corsi sono biennali : che
dui-ano due anni.
bìfa, s. f. = biffa : bastone e pertica con
un segnale in cima che si ficca in terra
per le operazioni di agrimensui'a, li-
vellazioni e sim. Si usa per lo più al
plurale e si può dire anche palina o
palimi.
biif He bàflf, = nella frase dì uè biff
uè bàlf, = dire ne ai ne bai : dir nulla.
bifòlcli, * s. m. = bifolco : il contadino
che ha in custodia il bestiame e che
ara. Si dice anche con sprezzo come
indulto a chi ha modi rozzi e screan-
zati.
biftècch, s. m. = dall'inglese beaf-teak=
bistecca : fetta di carne di bove o di
vitello tagliata sulla costola, che si
cuoce in gratella, e si mangia mezzo
cotta.
biga, s. /. = biga : cocchio degli antichi
a due cavalli. Disusata la cosa nella
vita comune, il vocabolo non è rimasto
che per significare 1' oggetto usato nei
giochi dell'Arena ; là corèa di high =
la corsa delle bighe.
bigamia, * s. f. = bigamia : lo stato di
chi ha due mogli a un tempo.
bigàtee, s. m. = bacaio : uomo che al-
leva i bachi da seta.
bigàtèra, * s. f. = bigattiera : luogo o
edifizio per uso di allevare i bachi da
seta, detti in più luoghi : bigatti.
bigàtt, s. m. = baco da seta, filugello,
bigatto : quel bruco che, appena schiuso
dall'uovo, si nutre della foglia del gelso
e dal cui bozzolo si trae la seta. Anche
càvàlee.
1) fa el bigàtt = allungare il collo :
quando si desidera qualche cosa e si
allunga il collo in direzione di ciò che
si desidera, per mostrare il desiderio.
2) onapàrtìda de bigàtt = una messa
una covata di bachi.
3) bigàtt fior mi = bachi avanzaticci.
4) bigàtt moscàrdin = bacili che
hanno il calcino : ingessiti.
5) bigàtt reseìòn = bachi infatiti :
che non vanno alla frasca e restano
senza fare il bozzolo.
6) sciimà i bigàtt = scegliere i bachi.
7) bigàtt lusiroeù = chiarelli o chia-
retti : quelli che diventano trasparenti,
e non mangiano, restando torpidi ed
infingardi.
Bìgia, s. f. = Gigia vexx,egg. di Luigia.
Dà il sottodim. Bigìn = Gigina.
bigia, V. att. = bruciare, salare, mari-
• nare ; bigia scolai bigia là leéidn =
bruciare, salare, marinare la scuola, o
la lezione : lo dicono gli scolari quando
per quel giorno non ci vanno.
bigiàda e meglio bigiàdìiia, s. f. =
bruciata, marinata. Astr. di bruciare,
marinare ; dagh dna bigiàda, dna bi-
giàdma = bruciare, salare, marinare la
scuola ; che bela bigiàda = che l)eUa
marinata di scuola !
bigiàdór, s. m. = chi manca per abitu-
dine alla scuola, o copia il compito da
altri 0 da un libro stampato.
bigìn, s. m. = traduzione.
1) Chiamiamo così nelle scuole quel
libro, stampato o no, dal quale si pos-
sono copiare i doveri, e per lo più la
traduzione dal latino o dal greco in
volgai-e.
2) E' anche dim. vezz. di basìu :
fàmm on bigìn = fammi un bacino : si
dice ai bambini.
bigiogìn, s. m. modo famigliare = bircio:
di vista molto corta.
bigliètàri, s. m. = buUettinaio, bigliet-
tinaio.
1) Quello che alla porta del teatro o
alla stazione, vende i biglietti.
2) Bigliettinaio : chi riceve i biglietti
d'entrata al teatro o altro spettacolo.
In questo senso si dice anche portér.
bigliètiii, s. m. = bigliettino, dim. di
biglietto. Specialmente di quelli che
si scrivono con espressioni d'affetto.
bìgliètt, s. m. = biglietto, viglietto :
breve lettera a persona non lontana.
1) bìgliètt de vìsita = biglietto di
visita : cartolina dove è scritto o stam-
pato il nome di una persona e che si
lascia 0 si manda dalla persona stessa
per segno di cortesia, d'augimo e sim.
Anche: cai-ta da visita ocai-ta, senz'altro.
2) bigliètt assol. = biglietto, polizza
hig — 105 —
stampata, per lo più di cartono, che
servo por entrare ai teatri e a feste
pubbliche e private , o da diritto al
viaggio in ferrovia, in tramvai, sui
piroscafi e sini. Se non è a pagamento
si dice : bigliètt d'inmd = biglietto di
invito.
8) Carta moneta o foglio di Banca :
on bigliètt de cinqu frdnch = un bi-
glietto, un foglio di cinque lire. Anche
assol. per danaro : g'hoo di hon bigliètt
= ho del buon danaro.
bìglia (vèss de còccli e de) = essere un
uomo finto, doppio, che fa l'amico ad
ambedue le parti contrarie: drittone,
capace di tutto.
bignè, s. m. = Specie di frittella ripiena
di crema, o panna montata, o ricotta
0 sim. Dal frane, beignètt.
bigndnia, s. f. = bignonia, di foglie cuo-
riformi, catalpa. Bignonia catalpa;
Bignonia radicans. Albero ed alberetto,
ornamento dei giardini.
bìgolitt, s. m. pi. = diavoletti o diavo-
lini: i rotoliui di bambagia nera con
un fil di ferro dentro, che servono per
arricciarsi i capelli ; e le ciocchette di
cappelli che le donne avvoltolano in
cartuccie per mantenere la piega dei
ricci.
bigolòtt, s. m. = merciaiuolo ambulante :
chi va intorno a vendere tutte le cose
minute che occorrono ai sarti o alle
donne per cucire, come aghi, refe, co-
tone, bottoni, ecc.
bigotìsmo, s. VI. = bigotteria, bacchet-
toneria: l'essere sempre per le chiese
e il fuggire i passatempi anche onesti,
vedendo in tutto occasione di peccato
e materia di scandalo; religiosità esa-
gerata e spesso falsa.
bigòtt, agg. = bigotto, bacchettone, pin-
zochere, religioso esagerato e spesso
falso.
1) diventa bigòtt = imbacchettonire.
bila, 0 bile, * s. f. = bile : umore che
si separa dal fegato.
1) collera, stizza : ci^èpà déla bila =
crepar dalla bile.
bilànc, * s. m. = bilancio: prospetto
delle entrate e spese dello Stato o di
qualunque amministrazione publica o
privata ; bilànc preventiv , silpletòri,
consuntìv = bilancio preventivo, sup-
pletorio, consuntivo.
bilanciar, s. ni. = bilancia.
bil
1) Parte dell'orologio che serve a
moderare il movimento della serpen-
tina.
2) Bilanciere : chi è incaricato di
preparare le ragioni per far presto il
bilancio.
bilia, * 0 bàia, s. f. = palla da biliardo;
ciàpà là bilia = cogliere la palla ; m^-
tes eont là bilia = acchitarsi ; vèàs in
bilia = essere in palla : avere la pro-
pria palla parallela a quella dell'av-
versario.
1) bilia fregia o férma = palla fer-
ma: tale ò dichiarata da chi n'ha in-
teresse quella palla che, dopo la corsa
del colpo ricevuto, si sofferma quasi ra-
sente la bilia 0 buca; la dichiarazione
priva di valore il successivo suo cadere
in buca, se anche avviene.
2) ciàpà on quart de bìlia, ciàpà
mesa bilia, fa bilia rèsta = pigliar la
palla di quarto, a resta, di arresta.
3) fa là bilia., fa cor tiitt e dò i bili
= sbiliardare: batter falsamente due
palle accosto, la propria a quella del
compagno.
4) ciàpti fina là bilia = faro stec-
cacela : non cogliere in pieno colla
palla,
5) tàià là bìlia = fare steccaccia : pi-
gliar la palla obliquamente, farla gi-
rare in modo che descriva una linea
curva e batta la palla dell'avversario
malgrado i birilli che la coprono.
6) striisà là bilia, ciàpti là bilia de
sbièss = frisare la palla, coglierla ap-
pena di scancio e mandarla per obliquo.
biliàrd, s. m. = biliardo: gioco che si
fa con palle d'avorio mandate mediante
una stecca; e la tavola o banco di le-
gno, con sponde o mattonelle e per lo
più coperto di panno verde, su cui si
fa questo gioco.
1) i épond del blliard = le matto-
nelle del biliardo.
biliàrdee, s. m. - biscazziere, pallaio :
quello che nei biliardi pubblici segna
i punti ai giocatori, dà loro le palle,
allestisce il biliardo, risolve i dubbi e
compone le contese di quelli che gio-
cano.
1) Anche il fabbricatore di biliardi,
e quello che li vende o che tiene il
gioco.
biìfiòs, * agg. = bilioso, atrabiliare, stiz-
zoso, collerico : che soffre d'atrabile,
bil
- 106
bio
che monta in collera facilmente. Il
popolino dice ancora bilòs.
bild, s. m. = biacco. Goluber mito : spe-
cie di serpe non velenoso.
bìl<BÙ; s. m. = pulcino : il nato della
chioccia.
biinéster, * s. m. = bimesti'e: spazio
di tempo di due mesi; * clàsificasiòn
del bimèster = le classificazioni del
bimestre.
biinèstràl, * agg. = bimestrale: che
cade, che si fa, che ricoiTe ogni duo
mesi ; « clàsificàsidn bimèstrdi = le
classificazioni bimestrali : quelle che si
danno agli alunni dal maesti'o ogni
duo mesi.
bìn, s. m. = bacino : bacio da bimbo.
Toce infantile. Vedi bigìn.
bina; V. att. = accoppiare, addoppiare,
mettere a doppio: detto specialmente
di fili, drappo, o sim, perchè regga
meglio.
bìnàddr, s. w. = addoppiatore : chi ad-
doppia la lana sul filatoio.
binàdòra, s. f. = addoppiatoio : arnese
che serve por addoppiare i fili della
seta.
binàdùra, s. f. = addoi)piatura : raddop-
piamento della seta.
binàri, * s. m. = binario : le due guide
0 rotaie su cui corrono i treni della
strada ferrata e i carrozzoni dei tram-
vai.
1) Carreggiata: la distanza tra l' una
e l'altra guida, la quale distanza suol
essere di un metro e mezzo, pari alla
larghezza dei carri tra ruota e ruota.
binda, s. f. = benda : fascia o fazzoletto
ripiegato a guisa di fascia con cui si
coprono gli occhi per impedir di vedere.
1) Fig. : vègh là binda ài oeùcc =
aver la benda agli occhi : aver la mente
offuscata dalla jiassione in genere, an-
che essere innamorato in modo da non
conoscere i difetti della persona amata.
2) Bendina : striscia di drappo che
copre un occhio malato.
3) Fascia : striscia di pannolino lunga
e stretta per avvolgere e stringere, se-
gnatamente una parte del corpo ; * biml
per i sàlàss, per i ferid = le fasce per
i salassi, por le ferite.
bindèlin, s. m. = bindellino ; specie di
diorite, ossia di marmo allistato a piii
colori che si trova in più luoghi dei
nostri monti, e specialmente nell'alveo
del fiume VaiTone in Valsassina nella
provincia di Como.
1) Nastrino: dimin. di biudèll.
bindèlìna, s. f. = Specie d'erba che so-
miglia a un nastro.
bindèll, s. m. = nastro : striscia tessuta
di lunghezza indefinita e di larghezza
che può variare da pochi millemetri a
pochi centimetri ; bindoli ItLrgh^ strécc,
de eotòn, de lana, de seda, de velli,
d'argent, d'or = nastro largo, stretto,
di cotone, di lana, di seta, di velluto,
d'argento, d'oro; fàbrica de bindH =
fabbrica di nastri ; el bùidèll del sofitt,
del miir = contorno, a nastro : nelle
riquadrature di stanze; bindoli àpèna
nààiiù = nasti'o strettissimo.
bindèll, (fa), = far girandola : agitare a
tondo un tizzoncello infuocato rapida-
mente così che dia l'immagine di un
nasti'O fiammeggiante.
bindìn, s m. e bindina, s. f. ■= ben-
dina, fascetta. Dim. di benda, di fascia.
bindolerà (à), = a brani, a strappi, a
brandelli, a brendoli.
binòtt, s. m. = corbellone : nome di
quelle grosse, alte corbe di vinchi e di
stecche a uso di trasportare i bozzoli.
binócol, s. m. = binoculo : canocchia-
letto a doppia canna, che s'adopera
specialmente al teatro.
biòbió, s. m. = radicchio bianco ; radic-
chino : il comune radicchio sotterrato
nella rena in cantine e così privato
della luce, e reso meno amaro, ma in-
sipido.
biografìa, * s. f. = biografia: narra-
zione della vita di una o più persone,
e si intende ordinariamente di persone
illustri e care ; gh^ è sili giornàl là
biografìa de Oàribdldi = c'è sul gior-
nale la biografia di Garibaldi. E' però '
ancora più comune il vocabolo vita in
questo identico significato.
biogràflcli, * agg. = biografico, di bio-
grafia ; hin pòcch notisi biogràfieh che '
hoo podàù troà sul pitòr Cremona =
sono poche notizie biografiche che ho
potuto trovare sul pittore Cremona.
biond, * = s. m. = biondo: il color
biondo. E la persona bionda ; fhà éer-
vii el biond? = t'ha servito il biondo?
1) deventti biond = imbiondire.
2) irà ài biond = biondeggiare.
4) Agg. biondo : di colore fra quello
bio
- 107 -
bir
dell'oro e il castagno chiaro: special-
mente dei capelli e della barba.
biònda, s. f. = cotta, balla, ubbriacatura;
tmjf che biònda qiiela cl'ier èira =
ohe ! che cotta quella di ieri sera,
biondésa, s. f. = biondezza. Astr. di
biondo ; hoo mài visi oìia biondésa de
càvèi compagna = non ho mai visto
una simile biondezza di capelli.
biondìii, * s. m. = biondino, dira, di
biondo.
1) Sostantivo : di giovane coi capelli
biondi e figura gentile.
2) Al femm. biondina = biondina,
si usa in senso ironico, apostrofando,
anche a chi non è biondo ; ciào, viiìj
biondina = addio, biondina.
bioiidòii, s. m. = biondone : persona che
ha i capelli biondi chiari ed è un po'
volgare. Si usa special, il femminile
bìondona e qualche volta alla maniera
ital. si usa pel femm. l'accrosc. masch.
Là bela biondòn = La bella biondona.
bìòtt, agg. = nudo, spogliato, ignudo.
1) Di persona: svestito: che non ha
indosso neppur la camicia.
2) brullo: di campagaa, paeso. Privo
affatto di vegetazione.
3) biòtìsc = nudo, nudo; nudo, nu-
dello.
4) Fig. trito, ignudo bruco : di per-
sona malvestita che abbia appena da
coprirsi.
5) biòtt come on vèrmen = nudo af-
fatto: si adopera anche ad indicare
che uno è affatto senza danari.
6) biòtt còme Dìo l'ha cread = nudo
come Dio 1' ha fatto,
7) Di cose e specialmente di pareti :
nudo, spoglio d'ornamenti.
8) el biòtt s. m. = nudità, igniudità.
bira, s. f. = birra : bevanda fei'mentata
che si fa con orzo e luppoli ; bira de
mare = birra marzolina.
1) qnèll déla bira = il birraio : quello
che nei teatri fra un atto e 1' altro
vende la birra.
biràrià, s. f. = birreria : luogo dove si
fa e si vende la birra e si va a beveria.
Oggi va usandosi sempre più bìreria.*
birba, s. f. = birba : persona e special-
mente ragazzo maleducato, impertinente,
senza voglia di lavorare. Si dice in
tono di rimprovero coli' aggiunta del-
l'aggettivo fràncésa ; m là che te èet
dna birba fràncésa = va là che sei un
fior di birba,
1) bàtt là birba = andare in birba :
vivere limosinando e oziando.
birbàut, * 5, m. = birbante, che fa azioni
disoneste : non mai per celia.
birbària, s. f. = birbata, birbanteria^
monelleria : azione da birbante, da
monello.
birbòn, * s. m. = birbaccione, birboiie,
briccone. Acer, di birba : uomo astuto
e cattivo e chi fa cosa che mostri un
certo grado di furberia e anche malizia
non però affatto disonesta, sebbene ci
rocJii qualche dispiacere e pregiudizio.
Anche : furfante.
1) In forza d'aggettivo ; frègg birbòn^
fàmm, set birbòna = freddo birbone,
fame, sete birbona.
birboiiàda, = s. f. = birboneria, birbo-
nata : azione indegna,
bit'boi»ì$cèll, s, m. = birboncello, fur-
fantello : in senso tristo e vezzeggiativo.
biree, s. m. = birraio : chi fa e vende
la birra.
biribàra, el gioeùgh del biribàra dóe
coni piisee se ved mèn s' impara = il
giuoco del biribàra dove chi più vede
meno impara : dicesi presso di noi di
cosa imbrogliata e oscura.
biribiss, s. ni. = biribissi : tavoletta con
36 figure che hanno il numero corri-
spondente in 36 pallottole chiuse in
una borsa; servo di gioco, uno tiene il
banco e gli altri scommettono : vince
quella figura che porta il numero estratta
da chi tiene il gioco,
V[ Anche ragazzo iiTequieto e chias-
soso.
biribisànt, s. m. = biribissaio : chi gioca-
e chi tiene il gioco al biribissi.
birichìn, * s. m. = monello, birichino:
di ragazzo furbo e anche impertinente,
maleducato.
1) Chi non mantiene lo promesse.
2) Per celia ; ah ! biricliìn ! te va-
ret fdmela ! = ah ! birichino ! me la
volevi fare ! Vedi berichin.
birichiuàda, s. f. = birichinata, bin-
dolata : azione da birichino e da bin-
dolo.
birliu, s. ni. = trottolino : fondello che
si fa rotar colle dita, prendendolo per
lo stecco che vi si introduco in un fo-
roUino.
1) birlin de ètrenciroeù = parte del
bir
- 108
bis
carniccio o arnese noi quale si collo-
cano i bambini perchè imparino a cam-
minare.
birling'liitt; s. m. pi, = fronzoli, nastri,
fiocchi e in generale gli ornamenti su-
perflui ; petenàsé sénéa tanti birlin-
ghitt in eoo = pettinarsi senza tanti
fronzoli in testa. Vedi berling'hitt.
bìrlo, s. m. = trottola : strumento di
legno di figura simile al cono, talvolta
con un ferraccio piramidale in cima,
col quale istrumento i fanciulli giuo-
oano, facendolo girare con una cordi-
cella avvoltagli intorno e lo manten-
gono girante con leggeri colpi di frusta.
1) Dicesi bìrlo anche il paleo, quan-
tunque un po' diverso dalla trottola.
2) àndà gio del Urlo = cascar di
collo, uscire o cadere di grazia : quando
• HI perde l'opinione o l'affetto di uno.
B) Fusaiolo, rotella, verticello : pic-
- col disco di legno o d'altro, bucato nel
mezzo, cui le filatrici o le torcitrici
mettono sulla cocca del fuso, perchè
ruoti più unitamente e non iscatti.
birlà, V. att. = girare, trottolare, rotare ;
fa birlà = far girare : fare alla palla
di uno.
bìrocìii, s. m. = barroccino; veicolo leg-
gero a due ruote, da attaccarsi a un
cavallo, per trasportar roba o persone.
biroeù, s. m. = bischero ; legnetto con-
gegnato nel manico del mandolino o
d'altro simile istrumento, per attaccarvi
le corde e tenderle e allentarle, giran-
dolo per l'uno o per l'altro verso.
1) Mastiolo, mastio : caviglietta di
legno che serve per congegnare insieme
i pezzi di un lavoro.
2) tirÈgh éii on biroeù = aumentare
d'un poco il prezzo di una merce.
3) Servitore, stalliere di case padro-
nali ; te pàret on biroeù, = sembri un
servitore.
birceùl, s. f. più. = bruciato : castagne
piccole cotte arrosto.
birolàtt, s. m. = caldarrostaio, brucia-
taio : chi fa e vende le bruciate.
biròn, s. m. = birrone : sorta di birra
più forte dell' ordinaria ; el biron de
Ciavèna = il birrone di Chiavenna.
biSj agg. = bircio : di vista corta.
1) rèse bis = aver gli occhi tra i
peli : essere ancora fra il sonno.
bis, partic. = Bis : due volte e si usa in
più voci composte ; bislùngh, biècòtt,
bimòno = Bislungo, biscotto, bisnonno.
1) Acclamazione degli spettatori nei
teatri per chiedere la replica di una
pai'te dello spettacolo.
bìsa, s. f. = biscia, serpe : nome comune
degli ofidì, eccettuati i serpenti e lo
vipere.
1) àndti in blsa = balenare, andare
a zig, zag.
2) mètes là ìnsa in één = fig. alle-
varsi la serpe in seno ; beneficare un
ingrato che renda male per bene.
3) là bìsa l'ha moirlUii elciarlàtàn =
la biscia ha morso il ciarlatano : il
furbo e tristo è stato vinto da un più
furbo e più tristo.
4) faa à blsa = asserpolato : piegato
a guisa di serpe.
5) l'è dna bì.§a = è un serpente : si
dice di persona arrabbiata e insolente
che offenda con acuti motti.
6) bisa d'acqua = vipera acquaiola;
coluber natrix. Anche bìsa rànèra.
7) bìsa de foeùgh = serpe : sorta di
saltarello che si spicca come ondeg-
giando da' fuochi artifiziati.
8) bìsa scudèléra = testuggine, botta
scudellaia ; testudo orbicolaris o Iuta-
ria = tartaruga : rettilo anfibio, lento,
involto in una. cassa ossea.
bìsa, V. att. = inabissire.
1) bisà viin eoi oeucc = fig. inabis-
sare uno collo sguardo e quasi cac-
ciarlo in fondo, sfolgorarlo, sperpe-
i*arlo ; ròbb ehe bìsa l'aria = cose che
finano 1' aria : per esagerazione quasi
voglia dirsi che finiscono l'aria, o che
superano la quantità dell' aria. Poco
usato.
2) Balenare, andare a biscia : a modo
di serpe.
3) Eipetere : nel linguaggio da teatro,
ripetere un pezzo di musica, un gioco,
un effetto a richiesta del pubblico.
bìsa, s. f. = sbroscia : tinta che i pit-
tori teatrali danno alle tele già dipinte
per sdipingerle e servirsene per nuove
dipinture.
bisàbosa, s. f. = arruffio, caos : detto
di molte cose arruffate disordinate ed
anche di luogo dove sia il disordine ;
eàsa, botega, bibiotéea che l'è dna bi-
sàbosa = casa, bottega, biblioteca che
è un caos : dove c'è di gran roba, ma
bis
109
bis
in disordine ; dna bisàbòsa cV òna pi-
tilra = una pittura confusa, uno sgorbio.
1) l'è dna bisàbdsa = è come il pesce
pastinaca : di cosa o composizione sen-
z'ordine, ne garbo e che non ha nò
principio né iìne.
bisàcii, s. f. = bisaccia : grossa borsa di
pelle 0 di panno canapino che si porta
a armacollo o si attacca all' arcione della
soUa per portarvi roba da mangiare o
altro che possa venire a bisogno nel
cammino. ^
bisàr, agg. = bizzarro : che ha qualche
cosa d'originale e di curioso e piace-
vole che ferma l'attenzione.
bisbétegrli, agg. = bisbetico : di pers.
che è facile a alterarsi, non si con-
tenta di nulla, trova in tutto a ridire.
Ora anche bisbètich.*
1) wnor bisbetegh = umor nero.
bisc, agg. = riccio, arricciolato, fatto a
ricciolo : si dice solamente dei capelli
e può essere usato spesso anche so-
stantivato.
bisca, V. att. = rodersi, assaettarsi, ar-
rabbiarsi.
biscia; V. att. = arricciare, anùcciolare :
piegare in forma di riccio, detto di ca-
pelli, della barba, dei baffi.
biscioetì, s. m. = ricciutello, ricciutino-:
che ha i capelli ricciuti.
bìsciòu, s. m. = ricciottone.
biscroma, * s. f. = biscroma, T. mus.
nota che vale la metà della semi-
croma : si scrive con tre tagli, e ce
n'entra otto in un quarto di battuta.
biséff, (à) = modo avv. = a bizeffe : in
grande abbondanza ; danee à bisèff =
danari a bizeffe.
bisesti!, a^g. = bisestile, bisesto, che
bisesta : detto dell'anno e del mese di
febbraio quando hanno un giorno di piìi.
bisétn, s. f. = bisciolina : dim. di biscia,
1) Cecolina, cria ; murcena coeeca =
l'anguillina che ci viene in barili, ri-
piegata a serpicella, infilzata su uno
stecco e marinata.
bisgriò, s. f. = gioiello, bigiù : dal frane.
bijou = fig. di qualche cosa di bello ;
el tò disègn l'è on véro bisgiò = il tuo
disegno ò un vero gioiello ; pare finito
col fiato.
bisiufi, agg. = gonfio, enfiato. Vedi be-
sìnfl.
bislàcàda, s. f. = bislaccheria : astratto
di bislacco.
bislàccli, * agg. = bislacco : si dice di
ciò che non abbia nulla ne di inge-
gnoso, nò di gradevole ; vestii, òniniy
cervèll, giiét bislàcch = vestito, uomo,,
cervello, gusto bislacco.
1) Si dice di tutto ciò che è fatto a
casaccio.
2) Carciofo : dispreg. di persona: dap-
poco, buono a nulla.
bislfingh, agg. = bislungo : piii lungo
che largo.
bislung^òu, s. in. = ciondolone : di per-
sona alta e magra.
bisnòuo, s. m. = bisavo, bisavolo, bi-
snonno : padre del nonno o della nonna.
Al femm. bisnòua.
bisoetì, s. m. = sciame, moltitudine di api
che vivono insieme. Anche ròse d'tivi.
1) Alveare, bugno, cassetta da pec-
chie, arnia.
2) el sii di bisoeil = arniaio.
bisògii, * s. m. = bisogno : stato di chi
manca di cosa che gli sia necessaria.
1) Segnat. dei mezzi di sussistenza ;
vèss in bisògn = essere in bisogno ;
geni che g'hà bisògn = gente che ha
bisogno.
2) desiderio che non lascia posare
finche non sia soddisfatto ; el g'hà
bisògn de àfeèiòn = lia bisogno di af-
fetto.
3) bisògn de, del... bisogno di, del...
indicando la persona o la cosa a cui
un'altra sia necessaria ; l bisògn dèla
fàmìlia = i bisogni della famiglia, o
ciò che lo sia necessario ; bisògn de
mangia, de bèv, de dormì., de riposa =
bisogno di mangiare, di bere, di dor-
mire, di riposare.
4) vègli bisògn d'òna ròba = aver
bisogno di una cosa, esserci quella cosa
necessaria, abbisognare.
5) g'havii bisògn nàgòtt ? avete bi-
sogno di nulla : modo di profferirsi.
6) Anche di animali e di cose ; la
ter a la g'hà bisògn d' 'acqua = la terra
ha bisogno d'acqua.
7) gKè de bisògn = c'è di bisogno:
detto delle cose di cui s'abbia bisogno.
8) Di cosa non conveniente, non ra-
gionevole ; che bisògn gh' èra de àndà
à strombètà tiltt còss'ì = che bisogno
c'era d'andare a spifferare ogni cosa?
9) fa bisògn à quèidun = far biso-
gno, far di bisogno a qualcuno ; averne
esso bisogno.
blo
110
bis
10) Col « che » ; fa minga bisogn
che vegnen de bàss, vègid de sora mi =
uon fa bisogno che scendano le scale,
>salgo io.
11) fa el so biéògn = faro i suoi bi-
sogni ; scaricare il ventre.
12) à Oli bisogn = a un bisogno, se
bisognerà, all'occorrenza; al bisogn =
bisognando, al bisogno.
13) per bisogn = per bisogno : per
cagion di bisogno.
14) vèghen asee per el so bisogn =
Avere il bisognevole.
bisogna,* v. alt. = bisognare, abbiso-
. gnare : di ciò che è necessario, inevi-
tabile, conveniente.
1) Coir infinito ; per vtv bisógna
mangia = per vivere ■ bisogna man-
giare ; bisógna propi = bisogna di ne-
cessità, assolutamente.
2) Col « che » se te vccut mangia,
bisogna che te laoret = se vuoi man-
. giare bisogna che tu lavori.
3) Intransit. retto dal nome o dal-
l' infinito, prende i complementi ; me,
te, ne, ghe = mi, ti, ci, gli ; me bi-
sognarla on sàceh de forment = mi
bisognerebbe un sacco di frumento.
4) Neil' infin. composto ; è bisognaa
òàsà el eoo = è bisognato abbassare
il capo.
5) bisogna ben = bisogna bene, bi-
sogna pure : intensivamente ; bisogna
ben che el me paga = bisogna bene mi
paghi.
6) Modo enfatico per attirar 1' atten-
zione ; bisogna vede che bèi scdrp =
bisogna vedere che belle scarpo.
7) Assolut. ; se bisogna^ soni chi =
se bisogna, eccomi pronto.
bisòn, s. m. = biscione : accrescit. di
biscia.
1) Lo stemma ducale dei nostri Vi-
sconti ; l'albèrgo del bisòn = l'albergo
del biscione : uno degli alberghi di
Milano che ha per insegna la biscia
dei Visconti.
bìsórbola, Vedi g-iàsoeù.
biss, s. m. = serpente: assai-meno usato
di bìsa ; mtiéa quèll biss = uccidi quel
serpente.
1) Pidocchio ; àìtdà tiitt à biss =
impidocchire, empirsi di pidocchi.
2) vèss ptén de biss = esser pieno di
fastidio.
3) frègg de bisé = fi'eddo strinato :
freddo intensissimo.
bister, s. m. = fuligine : colore bruno
di cui si servono i pittori disegnando
e non è alti'O che fuligine preparata.
Dal frane, bistre.
bìstiirì,* it. w. = bisturi; piccolo coltello
da chirui-ghi.
bìsùuc e bisnnt, * agg. = bisunto, molto
unto : specialmente di cose sudicie in
modo da parere unte, si usa quasi sem-
pre unito a une, uni ; V è une e bi-
sùnc, uni e visiint = è bisunto.
bitumili,* s. m. = bitume : materia un-
tuosa, infiammabile, di colore fra il
giallo e il nero, e talvolta nerissimo.
biùmiii, s. m. = alburno : cerchio no-
vello, biancastro che ogni anno si ag-
giunge al corpo legnoso di un albero.
bivàcà, * V. att. bivaccare, stare a bi-
vacco.
bivàcch, s. m. = bivacco: dei soldati che
si riposano al campo. Dal francese
bivac.
bivoltìn, s. m. = specie di baco da seta.
blàndura, s. f. piacevolezza, dolcezza
nel tratto.
blànmànsgiè, s. m. = biancomangiare :
gelatina fatta bianca con lattata di man-
dorle dolci e zucchero. Dal francese
blane manger.
blìcter, s. m. = burattino : uomo che
muta facilmente e presto casacca.
1) Anche birbone, poco di buono. Dal
frane, bélitre.
blocà, V. att. = bloccare : operazione di
guerra: occupare tutte le vie che met-
., tono ad un luogo forte, per impedire
che v'entrino soccorsi, vettovaglie, ecc.
1) Per estensione anche: assediare.
D'ogni cosa che ci impedisce dì uscire
dal luogo dove siamo; là név là m'ha
bloeaa in cà = la neve mi ha bloccato,
assediato in casa.
2) Acchiappare, arrestare, fermare,
affrontare uno; el m'ha propi bloeaa,
intani che crede oi de podè svignamela
= mi ha proprio acchiappato, mentre
credeva di poter sgattaiolare.
blòcch, s. m. = blocco.
1) Term. militare: il bloccare.
2) Baragozzo; fa on blòcch = far tutto
un baragozzo, far tutto un affare ; come
chi compera molte cose in una volta,
per un prezzo complessivo. Anche : com-
perare 0 vendere in blocco.
blo
111 -
boc
3) Blocco: grosso pezzo di pietra o
di marmo staccato dalla cava.
bloeu, s. m. = blu, indeclinabile: colore
che si avvicina al turchino; hloeti eidì\
bl<ru scur = blu chiaro, blu scuro. An-
che turchino.
blónda, «./".= trina: specie di merletto
di seta fatta sul tombolo coi piom-
bini.
blùsg', s. f. = blusa, camiciotto: abito ta-
gliato a guisa di camicia che i vettu-
rini gli operai e simili indossano quando
sono ai lavori del loro mestiere.
1) Blusa : anche la veste simile a
quella dei lavoratori, ma invece por-
tata dai bambini a scuola, in casa ed
anche a passeggio.
bò, s. m. = bue, bove, ruminante: ani-
malo domestico castrato, utile all'agri-
coltore e la cui carne è buon alimento:
oggi è quasi solo in uso boetì.
bSa, s. m. = boa : lungo rotolo di pel-
liccia che le donne portano d'inverno
attorno al collo.
boaa, s. m. = granchio di scorza tenera:
cioè cotto in tempo che sta mutando
la scaglia.
boàresia) s. f. = armento di buoi, man-
dria: poco usato.
boàscia, s. /'. = meta : degli escrementi
delle bestie bovine.
boàscióii; s. m. = buaccio : di uomo
grasso, grosso e di modi triviali.
boàtèll; s. m. = giovenco.
1) Di fanciullo sciocco: buacci olo. An-
che di giovinetto grosso e robusto.
bobaa, s. m. = bua: voce usata parlando
con bambini per malattia, dolore fi-
sico; j)'J'^'>' hàmbìn ! el g'hà bobaa ! =
povero bambino ! ha la bua.
bobb bobb, inter. = bu, bu : voci imi-
tanto l'abbaiar del cane.
bobés^, s. m. = padellina della candela,
. del candelliero: piattellino di lamiera o
di cristallo per parare la cera che cola
quando arde. Dal francese bobeche.
bobò, s. m. = bombo: voce imitativa dei
bambini che domandan da bere e quindi
ciò che si dà loro da bere.
1) fa bobo = bere, prendere il bombo:
dei bambini.
boca, s. /. = bocca : la parte del corpo
per cui si introducono gli alimenti.
1) Dell'uomo; bela boea, baca targa,
étrHa, granila, piscimna = bella bocca,
bocca larga, stretta, grande, piccola;
boca fina ài orècc = bocca che arriva
fino agli orecchi.
— bóca che par un forno = bocca
che pare un forno, larghissima ; dervt
sarà là boca = aprire, chiudere la bocca;
tceu dna medesina per boca. = pren-
dere una medicina per bocca; legni in
boca dna pastìlia = tenere in bocca una
pasticca, per succhiarla.
2) boca amara = bocca amara : quel
senso di amaro che rimane in bocca
per cattiva digestione, o per cosa che
abbia cagionato dispetto, o rammarico;
boca éUcia = bocca asciutta, nelle lo-
cuzioni; resta à boca suda = rimanere
a bocca asciutta, a denti asciutti: per-
dere, non ottenere cosa molto deside-
rata, e di cui uno si teneva sicuro.
3) boca avèrta = bocc' aperta, a bocca
aperta, colla bocca aperta. E figur. sta
li, resici à boca averta = restare a bocca
aperta per meraviglia.
4) boca càtiva = bocca cattiva : per
indigestione o per aver aver mangiato
qualcosa di sapore non grato : opposto
a boca bona = bocca buona; stàmàtina
g'hoo là boca càtiva = stamane ho la
bocca cattiva. Vedi n. 2 boca amaro.
5) boca delicàda, fina = bocca scelta:
chi non mangia che cibi delicati ed è
di difficile contentatura: opposto è bona
boca = chi in fatto di cibi e di bevande
è di facile accontentatura.
6) boca storta = bocca torta; dopo el
colp gh'è restaa là boca stòrta = da che
ebbe l' accidente gli rimase la bocca
torta.
7) boca déla veritaa = bocca della
verità: di chi dice o fa professione di
dire il vero.
8) boca d'ora = bocca santa: chi dico
a proposito cose vere e dà buoni con-
sigli.
9) boca d'infèrno = bocca d'inferno:
di chi è solito sparlare, bestemmiare o
anche lacerare la fama altrai.
10) boca, pària = bocca mia, che
vuo' tu? Si dice di chi si leva tutte
le voglie.
11) àndà in boca ài loff = andare in
bocca al lupo; in poter del nemico.
12) dèrvì boca = aprir bocca; parlare ;
l'è staa là tuta èira sénsa ndnca dèrvt
boca = rimase là tutta la sera, senza
nemmeno aprir bocca.
— boca dèrvet = apriti, bocca ; apre
hoc
112 —
boc
bocca e lascia andare. Di chi parla
senza riflessione e dice cose anche non
buone e indecenti. Anche : apre la bocca
e gli dà fiato.
13) ave in baca = aver sempre in
bocca persona o cosa, parlarne spes-
sissimo e troppo ; el g'hà sèmper in
bóca là miee = ha sempre in bocca la
moglie.
— vèsé sii là boca de tilcc = andare,
correre sulla- bocca di tutti. Di cosa
saputa da tutti.
14) robàss el pan de boca = cavarsi,
levarsi il pane di bocca: di molti che
tirano allo stesso guadagno.
15) t(ei2sé de boca = levaci dalla
bocca: di risparmio fatto nel mangiare;
me se l'on tòlt de boca per dàtel = me
lo son levato dalla bocca per dai-telo.
16) stopà là boca = chiudere, turare
la bocca a uno; farlo tacere con ra-
gioni, promesse, regali, o anche mi-
nacce.
17) impieni là boea = empire, em-
pirsi la bocca: di chi mangiando fa i
bocconi troppo grossi. Figur. pàròll che
impienisen là boca = parole che em-
piono la bocca: che si profferiscono con
molta enfasi e paiono voler dire gran
cose e si pronunciano con grande sod-
disfazione di vanità.
18) vegni fcetìra dèla baca = escire
di bocca; di cosa detta, ma senza in-
tenzione e che sarebbe meglio, o si vor-
rebbe non aver detto; dtila eòa boca è
mài vegniiii foeilra ona bosia = dalla
sua bocca non è mai uscita una bugia.
E con più forza scàpA ddla bóca, o de
bóca = scappar di bocca.
19) mètt là bóca = por bocca (?) detto
di quando si desidera molto un cibo o
una bevanda promessa e che non venga
poi data ; me rincrèss che ghe sìa minga
i per, gh' aveva miss là bóca = ducimi
che non ci siano le pere, vi aveva po-
sto già la bocca.
20) fa là bóca fina ai orècc = fare
la bocca fino agli orecchi, metter la
bocca agli orecchi; dar segno di com-
piacenza che altri sia canzonato, o in
qualunque modo faccia trista figura.
21) mètt in bóca = mettere in bocca,
suggerire; mètt in bóca i parali à vun
metter delle parole in bocca a uno ;
riferirle come so fossero state dette da
quello.
22) dà el didin in bóca = mettergli
un ditino in bocca : si dice ironica-
mente di chi voglia fare il semplice,
Tinnocentino e non gli si creda.
23) mètt là man Ma bóca = mettersi
la mano alla bocca ; cioè davanti alla
bocca, quando si tosse o si sbadiglia.
24) netàss la bóca = pulirsi, nettarsi
la bocca: dopo aver mangiato e bevuto;
el pò netàss là bóca = si può nettare
la bocca. Si dice di chi non possa ot-
tenere ciò che molto desiderava.
25) sta minga ben in bóca = aon
istar bene in bocca d'uno un discorso.
26) regordàss nò dal nas fila boca
= non ricordarsi dalla bocca al naso,
non aver punta memoria; vedègh minga
dal nàs tila bóca = essere di vista cor-
tissima. Figur. avere pochissima, per-
spicacia.
27) el pària perchè el g' ha là baca
= ei parla perchè ha la bocca : di chi
parla senza riflettere, senza sapere quel
che si dice. Anche : apre la bocca e gli
dà fiato.
28) porta in bóca = portai'e in bocca:
detto dei cani.
29) fàss bòna là bóca, giiistààs là
bóca = rifarsi la bocca : mangiare o
bere cosa che levi il cattivo sapore di
altra mangiata o bevuta innanzi.
80) bóca, tàsf = bocca, taci ! è modo
milanese per coi uno dice imperativa-
mente a sé stesso di non parlare, per-
chè non è conveniente e perchè le usci-
rebbero grosse di troppo.
31) Prov. e modi proverbiali: à ca-
vali donaa no se ghe guarda in bóca
= a cavallo donato non si guarda in
bocca: quando ci vien dato qualcosa
in dono non bisogna guardarla tanto
per la sottile; ehi ha lèngua in bóca
va fina a Róma = chi ha lingua in
bocca va fino a Roma; cioè doman-
dando, si va in qualunque luogo; scorta
non manca a peregrin che ha lingua;
à tira i cavéi déla cópa fan dèrvi là
bóca = la nuca è delicata e a tirarne
i capelli si sente gran dolore e si grida;
dal feree no tóca, dal speéiee no mètt
in bóca = dal fabbro non toccare, dal
farmacista non mettere alla bocca ; la
bóca e el fogoraa cittpen quel che ghe k
vèn daa = il corpo piglia quel che tu i
gli dai; dà là spè.§ta in bóca ài ttsen
= gettar margherite ai porci.
boc
- 113
boc
82) à mésa bòca = a mezza bocca :
dire le cose a mezza bocca per poca
schiettezza; invida à mesa bòca = in-
vitare a mezza bocca ; per complimento,
senza spontaneità, quasi desiderando un
rifiuto. Anche : a bocca piccina.
33) cola bòca, dì còla bQca. Elit.:
sottintende « non col cuore »: di pa-
role aiTettuose, ma non sincere.
34) àvègh el venter in bòca = avere
il ventre gonfio e portato molto alto.
35) fàès bèli de bòca o fàés de bela
bòca = farsi onore del sol di luglio:
vantarsi di ciò che non accade per vo-
lontà 0 per opera nostra.
36) sbàtt là bòca = mangiare schioc-
cando la bocca; fa cioctl là bòca = far
le spracche: dello scoppiare della bocca
dopo una bevuta.
37) sdir còme in bòca ài lòff = oscu-
rissimo.
38^ lt.rgh de bòca e sirène de man
= largo a promettere corto a mantenere:
nello stesso senso slarga là bòca.
39) alt i bocch = alto ! fermi là.
40) vèss t,U de cièl de bòca = essere
un mangione: mangiar molto e d'ogni
sorta di cibo.
41) scàrs de bòca = di mala bocca:
per ' celia sempre dell' uomo, non mai
per celia delle bestie quando mangian
poco e di mala voglia por qualche ma-
gagna interna.
42) pelti là bòca = portar via la gola:
di verdure acconce nell'aceto, o di roba
troppo calda che scotta; sii peveròn pè-
len là bòca = questi peperoni portano
via la gola.
43) vègh là bòca fodràda de tota =
avere la gola lastricata: di chi mangia
senza fastidio cose forti o bollenti. .
44) guàrdàgh in bòca à vun = con-
tare i bocconi a uno ; stare ossei-vando
uno nel tempo che mangia.
45) bòca, per persona, segnatamente
persone che s' abbiano da mantenere;
l'è òna bòna bòca = è persona che
mangia molto, che costa a mantenerla.
buca, s. f. = bocca : 1' apertura per la
(^ualo si motte o si leva la roba da un
recipiente; bòca del forno, del fiààch,
di'la botilia, del canon, del fiisill, ecc.
= bocca del forno, del fiasco, della bot-
tiglia, del cannone, del fucile, ecc.
. 1) bòca del stomegh = bocca dello
stomaco: la pai-te supcriore ; vègh pès
tila bòca del stòmech = avere un peso
alla bocca dello stomaco. Sensazione
molesta per cattiva digestione o altro.
2) bòca mòrta = bocca morta: quella
parte della bocca della fornace fino alla
quale giunge il suo mui'o.
3) bòca = bocca: neUe forme di ca-
cio lodigiano è quel loro lato più con-
vesso che è l'ultimo a formarsi nella
caldaia.
4) Quel vano quadrilungo nelle canne
d'organo dal quale esce il suono.
5) Di cosa rotta; strivài che dèn-en
cèrti bocch = stivali che aprono certe
bocche: stivali rotti.
bocà; V. att. = abboccare : prendere in
bocca 0 coUa bocca; i pese hin diventaa
filrb, bòchen pu = i pesci si son fatti
astuti, non abboccano pili.
1) Si dice anche di chi crede subito
ciò che gli si dice per celia e della ce-
lia non s'accorge.
2) Accettare senza indugio un par-
tito che paia buono.
bocaa e anche bocàl, * s.m. = boccale :
vaso di terra cotta e anche di vetro
che già sei-viva come misui-a di vino
e altri liquidi.
1) botèlia d'on bocaa = bottiglia che
cape un boccale.
2) taeil el vhi à bocaa, ora à liier =
imbottare o bevere all'arpione: di chi
compera il vino al minuto di giorno,
in giorno.
3) Vaso da notte, pitale ; per simi-
litudine.
4) véss in pòlver de bocaa = esser
diventato terra cavolina. Esser morto
da un pezzo.
bocàda, * s. f. = boccata: tanta materia
quanta si può in una volta tenere in
bocca. Si dice per esprimere piccola
quantità; dàmm òna bocàda de càfè =
dammi una boccata di caffè; ciàp^ òna
bocàda d'aria = prendere una boccata
d'aria.
1) màndtl foeura el fiimm à bocàd
= emettere il fumo a boccate ; aprendo
largamente la bocca cosicché il fumo
raccoltovi fumando ne esca ad un tratto
e insieme.
bocadedàma, = bocca di dama: pasta de-
licatissima composta di fior di farina,
di zucchero, mandorle, uova, ecc.
bocàdùra, s. f. tralciaia : più tralci da
frutto intrecciati.
boc
- 114
boc
bocàgnòccli, s. m. bocca da gnocchi: di
chi ha sempre la bocca aperta cosi che
pare vi aspetti un gnocco. Dicesì an-
che di stupido ed ebete.
bocàlà; V. att = cioncare, trincare; l'ha
bocàlaa per tUta sètimtitia = cioncò
tutta la settimana.
bocàmni, s. m. = beccarne: pezzo collo-
cato quasi nel mezzo della parte supe-
riore della cartella della forma per la
fusione dei caratteri da stampa.
bocàràda de vìn = tirata di vino.
bocàrèsa, s. f. = storta da donna : vaso
di vetro con collo brevissimo e ovale
che serve d'orinale a certe donne ma-
late.
bocàscia, s. f. = boccaccia : peggiorativo
di bocca.
1) Boccone : accrescitivo di bocca.
2) l'è dna bocàscia = è una boccac-
cia : che fa discorsi sconvenienti, lu-
brici,
bocch de leòn, = bocca di leone. Lino
dei muri. Antirrhinum maius.
boclié, s. m. = mazzo di fiori : spesso
di fiori ben disposti e con eleganza. Dal
frane, bouquet.
bochèll, s. in. = bocchino : l'imbocca-
tui'a di alcuni strumenti di ottone, co-
me la tromba e sim.
1) Boccinolo : la parte del candel-
liere ove entra la candela e per esten-
sione la parte d'ogni oggetto dove en-
tri infilato un manico, come nel badile
nella za^jpa, ecc.
2) Mela, cipolla: specie di palla
stiacciata e foracchiata dell'annaffiatoio,
che spande minutamente l'acqua.
3) Luminello : cortissimo cannello
metallico, per lo più di latta, amovi-
bile, tondo 0 stiacciato in cui è infilato
il lucignolo del lume a mano.
bochèta, s. f. = bocchina: nome di tre
pali piantati verticalmente nel centro
della piazza della carbonaia, collegati
con ritortolo, contro i quali son collo-
cate le legno da carbonizzare ; il tutto
ricoperto dalla pelliccia.
1) Fascetta : lamina ripiegata in sé
stessa la quale serve a tenere ben ferma
la canna nelle casse dei fucili, dello
pistole, ecc.
2) Boccaiuola: piccola apertura che
si fa negli arginelli da prati marcitoi
e delle risaie affinchè l'acqua vada di-
latandosi gi-adatamente.
3) Buca : lai'ga incavatura che atti'a-
versa il ceppo d'una pialla, termina
nella feritoia, nella quale, mediante la
bietta è fermo il ferro.
4) Lastrina nella quale entra la stan-
ghetta deUa toppa per chiudere.
5) Sfogatoio, bocchetta ; nei forni la
finestrella con seiTame di ferro, dalla
quale il fornaio, senza aprire il chiu-
sino, spia se il pane cuoce.
6) Finestrella : nei fornelli è la bocca
dell'apertura sul davanti, alla quale si
agita fortemente una ventola per rav-J
vi vare il fuoco. *
3) Scudetto, borchia : si mette all'im- ""
boccatui-a della toppa per agevolare
l'inti'oduzione della chiave e anche per
ornamento.
bochin, s. m. = bocchino, dim. di bocca ;
bochìn rotond = bocca a orciolo, a buco
di gallina ; tonda e stretta : boehin de
sùcher = bocca scelta ; bochìn de popola
= bocchino da sciorre aghetti.
1) CanneUetto di varia forma per
fumare il sigaro ; bochìn d'Umbra, de
seùma = bocchino d'ambra, di schiuma.
Anche cànin.
2) L'imboccatura di alcuni sti"umenti
di ottone, come la tromba, il bombar-
dino e sim.
3) Bocchetta: l'imboccatura di al-
cuni istrumenti a flato, come il clarino,
dove entra la linguetta.
bochina, s. f. = bocchina, dim. vezzegg.
di bocca.
bochìroefila, s. f. = bolla, pustoletta che
viene agli angoli delle labbra, per lo
più ai bambini. Credesi che sia male
attaccaticcio e che piglisi bevendo nel
recipiente in cui bevve chi ne patisce.
bòcola, s. f. buccola: ornamento che le
donne -portano agli orecchi.
1) Al plur. : i bòcol = gli orecchini,
i pendenti. Anche i pendéiit.
bocolèta, s. f. = buccoletta, dim. di
buccola.
bocòn, s, ni. = boccone ; tanta quantità
di cibo solido, quanta si mette in bocca
in una volta.
1) bacon amar = bocconi amari : di-
spiaceri, dolori, umiliazioni.
2) 071 bocon = quel boccone : il pa-^
sto consueto e si intende frugale ; mttìigt
on bocótì e pKÙ vègni = maiigio que|
boccone e poi vengo.
3) guàdàgtiàss on bacon de pan
boc
- 115 -
boe
guadagnarsi uà boccon di pane : tanto
da vivere.
4) vègh el bocòn in góla = avere il
boccone alla gola: aver appena finito
di mangiare.
5) toeusé el bocón de bóca = levarsi,
cavarsi il boccone dalla bocca : cavarsi
o levarsi il pane di bocca.
6) le mangiarla in d'oii hocon = lo
mangerebbe in un boccone : di chi grida
e minaccia.
7) mangia nò on hocòn in pds =
non mangiare un boccone in pace :
essere sempre disturbati quando si
mangia.
8) tira m vHn à bocon = tirar su
uno a bricciolo di pane, a minuzzoli:
• allevarlo con molta diligenza e pazienza
per affezionarlo.
9) el bocon déla vergógna = il boccon-
cino delia creanza, del complimento :
il piccolo avanzo d'una vivanda che
nessuno dei commensali vuol prendere
o per non mostrarsi ghiotto, o per la-
sciarlo ad altri.
10) on bocon de ciirdt = un boccon
da preti : cibo squisito.
bocóii) s. m. = pezzo ; on bocòn de bin-
doli = un pezzo di nastro.
1) Brandello, strappo ; l'è on bocòn
del me vestii de i^pòs = è un brandello
del mio abito da nozze.
2) àndà à tòcch e bocòn = essere
a brandelli, andare a brani.
boconà; V. att. = sbocconcellare : man-
giar qualche bocconcello leggermente,
togliendolo anche a pizzichi colle dita.
bocouìU) s. m. = bocconcino, dim. di
boccone.
1) bòn boconitt = bocconcini buoni,
bocconcini ghiotti, delicati, squisiti.
2) Tra.sl. di donna piacente : on bèli
bocontn = un buon bocconcino.
3) on boeonìn de stòfa, de pànn, de
bindèll = un bocconcino di drappo, di
panno di nastro : piccolo ritaglio.
4) el boeonìn déla vergógna. Vedi
bocon, 0).
5) à boconitt = a bocconcini : a pez-
zetti minuti.
bodésg', s. m. = inti-uglio : insudioia-
mento, specialmente in cucina.
1) Sudiciume : quel sudiciume di fra-
dicio mozzo rasciutto e d'untuosità che
si forma o per terra, o nelle case, su
per le scale, sugli acquai, nelle stanze.
2) Ciaccino, ciaccione : ohi s'affac-
cenda, ma con più premura che frutto.
3) Chiasso, schiamazzo.
bodèsgià; V. att. = intrugliare : fare in-
trighi.
1) Imbrodolarsi: guazzare in qual-
cosa di sudicio.
2) Acciaccinare : darsi una gran fretta,
ma senza prò.
bodèsgiàmént, s. m. = acciaccinio : modo
affannoso di chi si acciaccina.
bodèsgriòn, s. m. = acciaccinato, che
acciacina.
bodìn, * s. m. = bodino: piatto dolce,
cotto in forma, fatto con diversi intrisi,
e per lo più di eemolino o di patate.
bodriee, s. m. = budriere : cintura dalla
quale pende la spada al fianco.
1) Si dice volgarmente per deretano.
boèta, s. f. = stagnata: bussolotto di
tabacco involto nello stagno.
1) Nome di ognuna di quelle diie
bussolette del torchio da coniare mo-
nete, che servono a tenere in se i conii.
b(BÙ, s. m. = bove, bue : animale do-
mestico ; 6o5, segnatamente il maschio
di quella specie quand'è castrato e do-
mato.
1) oeucc de bceu = occhi di bove:
grossi e sporgenti.
2) mètt el càr dendns di boeu =
mettere il carro innanzi ai buoi : far
prima quello che andrebbe fatto dopo.
3) scàpaa i hoeH sàren là sitila =
serran la stalla quando son scappati i.
buoi: riparano quando il male è già
fatto.
4) Bue, fig. ignorante, minchioiie ;
te set òn gran boeil ! = tu sei il gran
bue !
5) boeu d'or = bue d'oro: d'uomo
ricco 0 ignorante.
boeucc, s. m. = buco : apertura che passa
da parte a i)ai'te, o penetra piuttosto
addentro ; on vestii pién de boeucc =
un abito pieno di buchi.
1) Buca : apertura praticata nel muro,
che può essere cieca o passare da parte
a parte.
2y boeucc del ctLmer = la buca del
luogo comodo.
3) èl boeucc dèi siigeridor = la buca
del suggeritore : nella ribalta del pal-
coscenico.
4) stopà i boeucc = turare deUe bu-
che : pagare i debiti.
boe
- 116 -
bof
5) stòpa bceuee = comodino; di pers.
che aiuta in una tresca, che è adope-
rata in qualche affare con modo in-
discreto e umiliante, per coprire chi
lo fa. Anche chi semplicemente tien
luogo di un altro per comodo altrui.
6) btxuec di calsètt = buco deUe
calze : piccola apertui-a nella calza pro-
dotta da rottura di una o poche maglie.
7) el boeiiec del làvàndin = il buco
della pila : un foro fatto in essa, pel
quale la rigovernatui'a passa neUo smal-
titoio.
8) boeucc del vàroeul = buttero: il
segno che lasciano sul viso le bolle del
vainolo.
9) boeucG = bugigattolo : stanza pic-
cola; ghe dìsen stane, ma hin boeucc
= le chiaman camere, ma son bugigat-
toli.
10) fa boeucc = bucare ; fa boeucc in
d'on ofisi = bucare in un ufficio, per
averci un impiego superando molte dif-
ficoltà.
11) boeucc = nome di parecchie oste-
rie e bettole, o taverne.
boeucc in barba = buchino: quel pic-
colo buco che a volte si vede nel mento
ad alcune donne e ai bambini. I fio-
rentini dicono anche la bellex^xa della
Nencia.
boeiìgia, s. f. = soffice: ferro quadro
traforato, che dai magnani o fabbri si
pone sotto ad un ferro infocato che si
vuol bucare.
boeusmaj s. f. = bozzima: mescolanza
di crusca, unto e acqua adoperata dalle
tessitore per rammorvidir la tela.
1) cava o leva là boeusma = sbozzi-
mare, cavar la bozzima.
2) dà là bceusma = bozzimare, im-
bozzimare.
bófa (là), s. f. = il polmone degli ani-
mali macellati : così è chiamata dai
nostri macellai, perchè vi soffiano {bo-
fen) dentro, affinchè faccia bella mostra
di sé. Anche coradéla.
bofa, v. att. = soffiare : spingere il fiato
fuori stringendo o aguzzando le labbra ;
bofà àula minestra = soffiare suUa mi-
nestra.
1) Spingere il vento in uno stru-
. mento ; i sonàdor han éeguitaa à bofti
tuta ètra = i suonatóri hanno conti-
nuato a soffiare tutta la sera: si in-
tende nei loro strumenti.
2) Soffiare per alterigia, per super-
bia ; el g'hà minga reson de bofà come
el bófa = non ha ragione di soffiare
come soffia.
3) Del vento ; bof ava on veni mà-
làdètt = soffiava un vento maledetto.
4) Di porta per cui entri il vento;
Ve on iiss che bof a de tUtt i pdrt =
è un uscio per cui entra da ogni parte |
il vento. I
5) Soffiare. Assol. e attiv. : Spinger
l'aria sul fuoco col manticetto.
6) Bofonchiare : esprimere con suoni
tronchi, sommessi e quasi inarticolati,
disapprovazione o scontento.
7) Buffare, soffiare : al gioco della
dama, portar via all'avversario un pezzo
col quale esso avrebbe dovuto man-
giare e non l'ha fatto.
8) Posare, requiare, rifiatare; adèss
bofl on moment e pce-u torni à mètem
àdree = ora rifiato un momento e poi
ricomincio il lavoro.
9) Sputar la voglia, passarsi di una
cosa, dimettere il pensiero di una cosa
per impossibilità di ottenerla ; el po'
ben bofà = può ben aspettare un pezzo ;
per sta vòlta bòfa = per questa volta
fa senza.
bofàda, s. f. = soffiata, il soffiare; fa
piàsè, dàgh dna bofàda sili cidr =
fammi il piacere, dà una soffiata sul
lume: per spegnerlo.
1) Buffo : colpo di vento impetuoso
e improvviso. Anche: folata di vento.
bofànt, s. m. = pallone, pallone di vento:
di chi molto di sé presume.
1) Rimpettito, d'uomo altero.
2) fa el bofdnt = fare il grossone,
il grave: voce e frasi che ogni di più
disusano.
bofètt, s. m. = soffietto, manticetto : il
mantice adoperato nei camini domestici.
1) bus del bofètt = spiraglio.
2j Di carrozza : soffietto, il mantice:
coperta di dietro che s'alza o si ab-
bassa.
3) Spiffero : foiie soffio di vento che
passi da porta o finesti-a non ben chiusa;
g'hoo àviiil tutta séra dedree on bofètt
che m'ha faa vegnì el stòrtàcòll = ebbi
per tutta la sera uno spiffero dietro,
che m'ha dato il torcicollo.
4) Piumino : nappa di piuma di ci
gno, anche di seta a mo' d'incipriare.
5) Culatta: stoffa a triangolo cucita
bof
- 117 -
boi
nella parte più alta dei didietri dei cal-
zoni.
bofètìn, s. in. = manticetto, soffiettino :
specie di secondo soffietto che s'attacca
al vero soffietto delle carrozze per pa-
rar l'acqua e il sole.
boff, s. m. = soffio : il soffiare e l'aria
emessa soffiando ; on boff de veni =
un soffio di vento.
1) m d'on bòff = in un soffio, in
un attimo.
2) Alito, soffio leggiero : gh'è minga
on boff" d'aria = non c'è un soffio
d' aria ; se seni ntLnea on boff' = non si
sente un alito, non c'è il minimo r amore.
3) Pisciacane, imbrentine : specie di
pianta che cresce nei fossi, vicino alle
sorgenti.
4) giilgcL ài boff = giocare al soffino :
gioco di ragazzi che soffiano su una
moneta che tengono in mano, la fanno
andare in terra e vince chi la trova
rivoltata da quella parte che ha detto
prima.
boflòtt, s. m. = stronfione, gonfione :
di chi ha le gote piene.
boga, s. f. = boga : grossa fascia di ferro
che accerchia la stanga del maglio.
bogéta, s. f. = boccetta, dim. di boccia :
vasetto di vetro dove si tiene un li-
quido, specialmente un medicinale.
1) Boccina, pallottolina : una piccola
palla.
bogetìn, s. m. = boccetta, boccettino,
bottoncino, bottone, boccettino : serve
specialmente a contenere essenze odo-
rose.
bogetina, s. f. = boccettina, dim. vezzeg.
di boccetta.
bdgia, s. f. = globo : gran palla vuota
di cristallo smerigliato, la quale si mette
sur un lume, perchè mandi all'intorno
una luce che non offenda la vista. An-
che : glòbo.
1) Boccia. Specialm. al plur. bògg e
boee. Le palle di legno da giuocare per
terra; fa bdgia resta = pigUare una boc-
cia a resto o di arresto.
2) el sii de giiìgà ài bògg = pal-
lottolaio.
3) strusa là bdgia = frisare la palla,
fare un friso.
bogià, V. att. = dar dentro, prendere in
pieno colla propria una delle palle già
giuocate, per spingerla vicino al pal-
lino, 0 allontanamela.
1) bogià giiist = Fig. indovinarla.
2) Tentare, dare un colpettino, pro-
varsi.
3) Bocciare , schiacciare, rimandare
agli esami.
bogiaddr, s. m. = colui che sa j)ren-
dere in pieno una palla, o che spesso
coglie nel segno.
bogiauén, s. m. = piemontese: questa
voce viene, dall' avere i piemontesi
spesso in bocca, massime i militari,
per finale di certi discorsi e s'bogia
nèn (e non muoviamoci), frase tolta
da un loro proverbio.
bogìii, s. m. = buchino, bucolino : dim.
di boeùcc.
1) Pozzetta, scodellino: nome di quelle
due fossette che nel rider dolcemente
vengono ad alcuni nelle gote, special-
mente ai bambini.
bogitt, (i) = galle, gallozzole di querele.
bogher, s. m. = cialtrone, ignorante e
presuntuoso.
1) msé dènt come on bògher = es-
sere, asino assai.
bdia, s. m. = carnefice, boia: il pubblico
esecutore della pena di morte e d'al-
tre pene corporali infamanti.
1) fàcia de bòia = faccia di boia,
uomo d'aspetto truce.
2) fa el bòia e V impieaa = far da
Marta e da Maddalena; far di tutto e
tutte le parti in casa, a un ufficio, ecc.
3) Volg. si dice te éet on bòia, l'è
on boia di chi fa cose difficili e non
si pensava potessero compiersi.
4) bòia nidlp'àtegh = maniscalco,
tristo medico.
5) Toppo : quel ciocco sul quale si
appuntano i legni col pennato o col
roncolo o coli' ascia, secondo la gros-
sezza che si vogliono tagliare o spac-
care.
boia, V. att. = abbaiare, latrare. Vedi
bàia.
boiàca, s. f. = bioscia; minestra piut-
tosto brodosa, ma di poca sostanza.
boiàda, s. f. cagnaia ; disputa, sgridata
fatta alzando la voce in modo sconve-
niente e incivile; quànd l'àviiU ben fi-
nii là sòa boiàda g'hoo fa capi là
reson = quand'ebbe finito la cagnaia,
gli feci intendere la ragione.
1) Di musica e in generale di spet-
tacolo teatrale, o cattivo, o male ese--
guito.
boi
— 118 —
boi
2) Abbaio, latrato dei cani.
■boiòcch, s. m. = rapa lunga, rapignone
rajione, navone; rapum oblongius.
1) Fig. cosone: d'uomo stupido o mal
fatto.
2) èpirit de boiòcch = spirito di rapa :
di chi vuol fare lo spiritoso e non sa
essere cho scipito.
boìs, s. m. = vendarrosti , rosticciere,
trattoria: chi vende a poco prezzo roba
cotta.
1) Anche la bottega dove si compera
e si mangia a poco prezzo tale roba.
2) Abboraccione, disutile: chi fa male
per troppa fretta,
3) Sbrodolone: chi mangiando o be-
vendo s'insudicia.
boisàda, s. f. = Abboracciamento : l'ab-
boracciare.
1) E la cosa abboracciata.
boisent, s. 7)1. = sporco, sudicio: di chi
mangiando o bevendo s'insudicia.
boia; V. att. = bollare: apporre il bollo.
1) Del segno che lascia dove batte
un corpo scagliato; òna sastida là g' ha
holaa el càpèll = una sassata gli bollò
il cappello. Anche in questo senso :
ammaccare.
2) bolet! = crepa! Si dice volgar-
mente a uno cui si voglia augurare
male, perchè ci secca o non ci accon-
tenta.
3) Bocciare ; disapprovare, rimandare
all' esame.
bolaa^ agg. = bollato; foeùibolaa, carta
bolàda = foglio bollato, carta bollata:
munita del bollo dello Stato.
1) Rimandato all'esame; l'è bolaa in
làthi = è rimandato in latino.
boléta^ s. f. = bulletta, polizza: ricevuta
che si stacca per lo più da un libro a
matrice. Si dice per lo più dei reca-
piti doganali e di quelli delle strade
ferrate per le merci in corso di spe-
dizione.
1) vèss in boUta = essere in bulletta,
non aver quattrini, esser povero in
canna, esser sbiiscio, in stanga, in
stuoia.
2) là bolèta là gHéa el tàlént = il
bisogno aguzza l'ingegno: il bisognino
fa trottar la vecchia.
3) Codina : quel lembo di camicia
che ai bambini esce talora per lo spa-
rato del di dietro dei calzoncini ; mo-
stra là bolèta = non avere ancora ra-
sciutto il latte sulle labbra, avere ap-
pena levata la bocca dal latte, aver
ancora il guscio in capo: esser tuttora
giovanissimo e non aver pratica dì
checchessia.
bolèta, «'. att. = sbagliare i colpi a cac-
cia, fallire il colpo. Di lepri: Seminar
piombo senza vedere un pelo. Quasi
lasciar la bolèta agli uccelli e alle le-
pri di andarsene a libero volo.
bolètàri, s. m. = buUettario, libro a ma-
trice: quello da cui si staccano le bul-
lette.
bolètìn, s. m. = buUettino : annunzio
dato al pubblico di mano, in mano
sull'andamento di un fatto in corso, o
una data specie o serie di fatti; el bo-
lètìn déla guèra = il bullettino della
guerra; bolètin meteorologteh = bullet-
tino meteorologico.
1) La parte dei giornali e delle ri-
viste che contiene notizie sommarie di
scienze, lettere, arti, commercio, ecc.;
bolètin comèreidl, bibliogràfich = bul-
lettino commerciale, bibliografico.
2) Piastrello : pozzetto di panno o
cuoio sopra il quale si distende l'im-
piastro per metterlo suUe parti ma-
late.
bolgèna, s. f. = ulivo infrantoio: specie
di ulivo che fa i frutti più grossi de-
gli altri, onde molta morchia.
1) Ulivo correggiole, o pendaiolo, o
pendaglielo: specie d'ulivo cosi chia-
mato dalle vermene pendenti in forma
quasi di piccole corregge.
bolgrètt, agg. = mezzi, strafatti: di fnitti
quasi presso a infracidare per eccessiva
maturità.
1) fa bolgètt = immezzire.
2) Sost., pallottole di neve; fa ài
bolgètt = fare alle palle di neve ; fa
cor à bolgètt = rincorrere a pallottole
di neve; fa sii bolgètt = appallottolare
la neve.
bolgia, s. f. = spoiia: tasca o bissacela
di pelle, 0 simile, nella quale si ten-
gono chiodi, strumenti di ferro, ecc.
1) Borchie, scudicciolo : quell'orna-
mento al fine della guardia nel morso,
parte della briglia, nella quale si met-
tono i voltoi.
bolgiòtt, s. m. = borsone: danaro ragra-
nellato a poco a poco.
1) fa sii el bolgiòtt = far borsone,
accumular moneta.
boi
119 -
boi
2) vègh el bolgiòtt = aver grosso ro-
gnone ; aver danaro in serbo.
bdlg'ir, s. m, = cosetto : di oggetto pic-
cino.
1) Cosuccio, minuzzolino: di persona
piccola.
bòlgira, s. f. = una di quelle voci che
esprimono un complesso di idee varie,
e or ne abbracciano alcune altre, onde
una definizione generale e costante è
impossibile darla.
1) oh ! che bòlgira ! = oh. ! che im-
broglio.
2) hin hòlgir quièti chi = queste le
son bazzecole.
3) Ve minga pòca bòlgira = è di-
grazia assaettata : non è un mal da poco.
4) gh'è vègnuil là bòlgira de... = gli
venne il tìcchio, il capriccio, il tenten-
nino di...
5) di sii di bòlgir = dire delle cor-
bellerie, degli erroracci.
6) fa dna bòlgira = commettere uno
sproposito.
7) fa monta là bòlgira = far mon-
tare in bizza, in ira.
8) cascia via là bòlgira = cacciar la
mattana, la malinconia.
9) vèghen nàneaper là bòlgira = aver
uno in quel servizio , infischiarsene
d'uno.
10) vègh tiitt'àlter per là bòlgira -
aver tutt' altra fantasia o il capo a tut-
t' altro.
11) àvèghen pién là bòlgira = averne
piene le tasche; esserne stufo, ristucco.
bollirà, V. alt. = incalappiare, giuntare,
ingannare: anche rovinare, perdere.
1) àndà tiitt'd fase bolgirtb = andar
tutto a rotoli.
bolg'iràda! = corbezzoli! esclamaz.
bolg'iràdo, s. m. = furbo assaettato, bol-
lato: uomo accortissimo.
1) Furbacchione: in senso però non
cattivo.
bolg'iratà, v. ait. = mestare, trescare,
tramestare: frequentat. di bollirà.
bolgriròn, agg. = buscherone : per indi-
care quantità , grandezza , intensità,
straordinaria ; fa on frègg bolgiròn =
fa un freddo buscherone.
bòli, s. m. = bolo: sorta di terra tegnente
usata dai doratori e argentieri.
bolin. s. m. = bulino.
1) Specie di scalpelletto d'acciaio,
usato dagli incisori.
2) Stella : ferro còl quale i calzolai ab-
belliscono i fori fatti dalle bullette nello
scarpe e simili.
3) Francobollo: quadrettino di carta-
valore, con davanti un' impronta e il
costo, che s'attacca alla roba da spe-
dirsi colla posta per francarla.
4) bolin de ricevùda = marca da bollo ;
specie di francobollo per rice^^^te e si-
mili.
boli, s. m. = bollo, sigillo colla cui im-
pronta si contrassegnano cose, o carte
e scritture, e l'impronta stessa.
1) Marchio: quel contrassegno fatto
sulle lettere dagli ufficiali postali per
cui passano.
2) Pesca, sigillo: quei bernoccoli o
enfiati, talora rossi talora lividi, che
sono effetto di percossa in qualche parto
della faccia: se nella parte alta del
capo, si dice: corno. Si dice anche spesso
morèll.
bolog'iià, V. att. = imbrogliare, ammol-
lare: disfarsi di checchessia, e special,
dare con inganno roba guasta o trista
per buona.
1) bològnà via i tosànn = smaniare
le ragazze; maritarle.
2) Appioppare : specialmente di pa-
role; ghe l'ha minga mandaa à di,
ghe l'ha bologntLda = non gliel'ha fatto
dire, gliel'ha appioppiata.
bols, * agg. = bolso: affetto da bolsag-
gine: specialmente di cavalli.
1) E d'uomo non sano, non atto alla
fatica e che facilmente tossisca ; l'è
bols, l'è mese bols = è bolso, è mezzo
bolso.
2) dementa bols = Imbolsire. Divenir
bolso. Di cavalli, buoi, ecc.
bolsón, s. m. = staggio: bastone che nel
paretaio regge la rete.
1) Boncinello: ferro bucato in punta
messo nel manico dei chiavistelli o al-
trove, per ricevere la stanghetta della
toppa.
2) fa fa el boléòn à viin = cavar la
castagna coli' altmi zampa, cavar il
granchio dalla buca colla man d'altri;
far cosa con proprio utile e rischio
altrui.
3) Pertica : quei pali che nelle viti a
pergola corrono per ti-averso a modo
di filare, detti, secondo la grossezza:
perticoni, pertichette.
4) Voltolo : La parte inferiore del
boni
- 120 -
boii
freno, dove sono le campanelle per le
redini.
boni! interiezione, ch.e vale: che bombe!
Si dice per burlai'si delle minacce d'un
rodomonte o delle spacconate di un
millantatore.
bómba,* s. f. = bomba : paUa vuota di
ferro fuso, clie si riempie di polvere e
che, scagliata col mortaio, scoppia a
una certa distanza.
1) vèss à proeilva de bomba = essere a
prova di bomba, fatto a prova di bomba:
di ogni costruzione capace di resistere
anche alle bombe.
2) Di uomo: Fig. vèss à prceiìva de
bomba = che resiste agli strapazzi, ai
dolori, e che è fidato, sicuro.
boiiibàra (fa là), = far la tombolata,
tombolare, tomare : cadere o andare a
capo all' ingiù colle gambe all'aria.
1) Anche delle bestie quando si get-
tano in terra colle gambe all'aria in
segno d'allegrezza: si dice meglio fa là
tòma.
bombarda, * ». att. = bombardare colle
artiglieiie città, fortezze, mure.
boinbàrdàuiéut, s. m. = bombardamento:
l'operazione del bombardare.
bombàrdìn, s. m. bombardino: dim. di
bombardone.
bombàrdou, s. m. = bombardone: grande
i strumento musicale d'ottone.
bombàs, s. w. bambagia, cotone.
1) inètt el bombtis in di orègg =
mettersi il cotone nelle orecchie: tu-
rarle per non sentire qualche cosa che
ci annoia e infastidisce.
2) tegtit in del bombtis = tenere nella
bambagia, nel cotone: tener persona o
cosa col massimo riguardo.
3) bombtis di pobi = pappo : quella
lanugine che si vede nella parte su-
periore del seme di alcune piante, come
nel pioppo, le quali diconsi pappose.
bombàsìna, s. f. = bambagia: filato di
cotone grosso, floscio e appena torto.
bombàsòii, s. m. = bonaccio, dolcione:
di persona di costumi semplici, credulo
troppo e assai compiacente. V. bonàsc.
bombe (à), = convesso: rilevato esterna-
mente in arco.
bombolòtt, s. m. = tombolotto: grasso e
tondo a foggia di tombolo,
bombòn, s. m. dolce, chicca, confortino:
denominazione generale di varie cose
mangerecce che si sogliono dare ai bam-
bini specialmente, cui piacciono mol-
tissimo.
1) bombon col rosòli = pasticca a li-
quore, a rosolio.
2) Fig. vaghezza, gioiello; misa come
on bombon = ravviata che pare un
gioiello.
3) Zucchero ; rispètt à he IH l'è on _
bombon = appresso a lei, lui è uno 1
zucchero. 1
bomboiiàtt, s. m. e bombonee, s. m. =
bozzolaro: venditore di paste dolci.
bombonéra, s. f. confettiera: scatola da
riporvi confetti e dolci.
bomborìn, s. m. bellico, ombelico.
1) Quella parte di una bestia ma-
cellata che ne comprende e circonda il
bellico. V. bàmborìn.
bon, agg. = bone: di tutto ciò che ri-
sponde al concetto che l'uomo si forma
del bene morale.
1) Di qualità, inclinazioni, abiti, mo-
vimenti dell'animo ; bon càràter, bon
cceér = buon carattere, buon cuore,
bòna ìndol = buona indole.
2) Bon. di persona: vale, più che al-
tro, indulgente, facile a compatire, a
perdonare; tre vòlt bon = tre volte buono ;
indica l'eccesso di una tal qualità.
— bòna gént = buona gente: onesta
con semplicità e con modestia.
— hòn fioeu, bon diàol = buon fi-
gliuolo , buon diavolo : natm-almente
bone, senza studio di parerlo : sottin-
tende spesso che la persona di cui si
parla non è per altri rispetti un gran
ohe.
3) Di bambini : vale docili , obbe-
dienti e segnatamente dello star cheti,
non infastidire.
4) Bon: chi o che ha i requisiti per
cui è atto all'ufficio che fa, all'uso a
cui serve ; bon pàder, bon màt% bon
màèster = buon padre, buon marito,
buon maestro; delle facoltà della mente;
bòna memoria = buona memoria; vègh
mèta bòtta = aver buona vista, vedei'ci
bene.
— Di cose materiali, strumenti, uten-
sili; ttria, ^cqua bòna = aria, acqua
bona; boti lètt = buon letto; bon flàut
= buon flauto.
— Di cose non materiali e opero
dell'uomo ; bòna lèg = buona legge ;
bòna idea = buona idea; bon penèèr =>
buon pensiero.
1
1)011
- 121 -
bon
I
Di lavori e opere d'arte; bSna mu~
sica = buona musica : guardando piìi
ai pregi intrinseci che all' impressione
ohe fanno sul sentimento.
5) Tutto ciò che torni utile, vantag-
gioso, gradito ; bòn àfàri^ bon impiégh,
bòn odor, e sim. = buon affare, buon
impiego, buon odore e sim. ; bon mercaa
= bon mercato, bon prezzo : prezzo
basso.
6) Tutto ciò che riesce, o promette
riuscire, o dà indizio che altro deva
riuscire a seconda del desiderio ; bon
àègn, boti augUri, bòna fortuna = bon
segno, bon augurio, bona fortuna.
7) D'animali, vale mansueti.
8) Cogli astratti di quantità vale
grande, molto ; óna bòna dòse, dna
bòna metaa = una bona dose, una bona
metà.
9) Nel gioco si dice di partite o
punti che si contano ; là bàsica l'è
mhiga bòna = la bazzica non è bona.
10) Di cose e di persone, vale atte
a un uso, a un ufficio che si indica
mediante la proposizione de ; l'è bon de
fa, de di, de scrìv, de lég = è buono
a fare, a dire, a scrivere, a leggere ;
bon de mangia = bone da mangiare.
11) mesa bòna = messa buona : co-
minciata, ma che pur basta per soddi-
sfare al precetto, assistendovi.
12) dànee bòn = moneta buona, che
ha corso legale.
13) 7nàr bòn = mare bone, tranquillo.
14) numer bon = numeri boni : di
numeri da estrarsi, quando si spera di
vincere.
15) òpera bòna = opera buona : atto
di carità.
16) bò^na stàgiòn = stagione buona :
la primavera.
17) temp bòn = tempo bono, sereno :
un po' meno che bello.
18) bòn oeucc, vede de bòn ceuee =>
veder di bon occhio : con benevolenza.
19) bòrni parèli = bone parole : che
danno a sperar bene, ma per lo più
senza effetto, di raccomandazioni, uf-
fici fatti in favore di alcuno.
20) bon pes, bona misura = boa peso,
bona misura: ciò che si dà oltre il
peso 0 la misui-a dovuta.
21) bon stòmegh = bon stomaco, che
digerisce ogni cosa : anche di chi iu-
ghiotte amari bocconi, e s' addatta a
cattive figTU'e diciamo Martin bòn stò-
megh.
22) dna bòna volta = una buona
volta : di cosa che succeda o si faccia
dopo avere anche troppo indugiato.
23) In molte espressioni d' augurio ;
bon àpetitt, bon viàgg, bon Nàtdl =
bon appetito, bon viaggio, bon ceppo ;
bòna nòti = bona notte ; nella fine di
un racconto, dopo aver detto come la
cosa fini ; se s'hin sposaa e bòna nòtt =
si sono sposati e bona notte : il mila-
nese aggiunge spesso : * sonàdòr.
24) tUa bòna = alla buona, alla do-
mestica, senza ricercatezze, senza ce-
rimonie, all' apostolica ; persóna tila
bòna = persona di facile abbordo, colla
quale si può parlare e trattare senza
troppe cerimonie, accessibile.
25) vèss in bòna = essere in pace,
d'accordo.
26) coi bòrni = colle bone : senza
voler costringere, cercando di persua-
dere, di indurre con ragioni, preghie-
re, ecc.
27) ah ! bòn ! = bono ! esclamaz. as-
saggiando, 0 sentendo ricordar roba da
mangiare o da bere.
quèàta l'è bòna ! = questa F è buona !
esclam. sentendo un motto inaspettato,
pungente, o che abbia dell'arguto.
che Dio ine le manda bòna = Dio
ce la mandi bona, esclam. di chi pre-
vede dei grossi guai.
28) mena bòna = accettare, ammetter
per bona una scusa, una giustificazione,
e sim,
29) bòna lana = bona lana, fam. e
ironie, persona piuttosto trista.
30) fa de bon, dì de bòn = fare, dir
per davvero. V. sost. 4.
31) Capace : di chi faccia cosa che
esca dall'ordinario, per le qualità che
richiede e anche solo per la sua stra-
nezza ; l'è bòn de sta trii mes sema
àndà fcBura de casa = è capace di star
tre mesi senza uscire di casa.
32) Di cose, nel senso di bone a
un uso ; sto fil chi l' è minga bon
per quèll che hoo de fa mi = questo
filo non è capace per quel che ho da '
far io.
Di cose e di pers. anche atto, che
ha attitudine, disposizione : abile, con-
veniente, adattato.
Quindi ; minga bòn = inabile, inca-
bon
— 122 —
bon
pace : non abile, disadatto ad esercitare
un arte, un ufficio.
33) Abile, capace, da tanto ; te set
minga bon de véng ài éeàceh = non
sei abile a vincere al gioco degli scaccili.
34) Accennando a risoluzione cbe uno
non ha ancora preso, ma può essere
che la prenda ; se el me seca, soni
bon de Imàgh là fàcia = se mi secca
son buono di dargli le mani sul muso.
bòli, s. m. = bone : ciò che è bone ;
dòpo el eàtìv vén el bon = dopo il cat-
tivo viene il bono ; àdèss vén el bon =
ora ne viene il bono : la parte più im-
portante, più curiosa di un racconto,
discorso, ecc.
1) i bon = i buoni : di pers. si in-
tende di bontà morale ; V è on {dna)
pòech de bon = è un (una) poco di
bono : d'uomo e donna che fanno parlar
male di se. Paga el bon per el gràmm.
Vedi gramm.
2) vègh de bon = aver di bono : no-
tando una qualità bona in persona che
ne abbia pur di mediocri o cattive ;
Sto tenip chi el g'hà de bon che el tén
lontàn i sànsàr = questo tempo ha di
buono che tien lontane le zanzare ;
vèsègh del bon = esserci del bono in
una cosa : qualche parte buona, qual-
che beUa qualità.
3) vòrègh del bèli e del bon = vo-
lerci del bono e del bello : esserci
molte difficoltà.
4) de bon = a bono : avv. aggiunge
vigore ed effetto alla azione significata
dal verbo ; làorà, stiidià de bon = la-
vorare, studiare a bono ; pioeiw de bon =
vien giù a bono ; àndà in còlerà de
bon = andare in collera a bono.
— Anche : di bono ; dì de bon, fa de
bon = dire, fare di bono ; senza scherzo,
sul serio, di proposito.
5) in del bon = nel bono, sul bono :
nel punto migliore ; in del bon del
sògn = nel bono del sonno.
6) Bono, obbligazione che si rilascia
in vece di danaro per lo più da pub-
bliche amministrazioni.
— Anche l'obbligazione che si rila-
scia fra negozianti per acquisti di mer-
canzie, da saldarsi alla liquidazione dei
conti.
7) Anche la polizza che si rilascia
in occasione di distribuzione di pane,
0 altri commestibili ; han daa via tre-
mila bon de pan = han distribuito tre-
mila boni di pane : in questo senso
anche, scontrili.
bònàmàn, s. f. = bonamano : ciò che si
dà al vetturino o ad altri che ci presti
servizio, al di là del prezzo stabilito.
Diciamo anche mància; in ital. anche:
benandata.
bònàiuént, avv. = bonariamente : senza
malizia e con intenzione di benevo-
lenza.
bonàsc, s. m. = bonaccio : ohe ha bon
core, bono per natui-ale impulso, più
che per animo deliberato e senza stu-
dio di parerlo, bon figliolo, bon diavolo.
bondàioeùla, * s. f. = bondiola. Vedi
bondioeùra.
bondànt, agg = abbondante.
1) In molta quantità : gh' è vegniiii
sàngh bondànt = gli venne sangue ab-
bondante.
2) Oltre misura ; mtL'nca tre mìa '
bondànt = mancano tre miglia abbon-
danti.
3) Più che sufficiente ; l' ha faa on ^
disnà bondànt = fece un pranzo ab- ;
bendante : in quest'ultimo caso si dice
anche bondànsìós.
boudànsa, s. f. = abbondanza.
1) vèss in bondànsa, vèèegh bon-
dànsa = abbondare.
2) Fig. e ironie, gioia, bella gioia,
dieta spesa, cattivo soggetto ; ciào,
bondànsa = addio, gioia ! - quèll che bon-
dànsa = quello che delizia !
bondioeùra, ed ora anche bondàioeùla,*
s. f. = bondiola : specie di salame ad
uso di Parma.
bondon, s. m. = cocchiume : foro in una
delle doghe di sopra e nella parte più
rigonfia della botte, pel quale si versa
il vino 0 altro.
1) tegnì à man dèla spina e làèà
àndà del bondon = fig. guardarla nel
lucignolo e non nell'olio : aver cui-a
delle cose minute e non badare alle
grandi.
2) stopà el bondon = cocchiumai'e la
botte.
3) Zaffo, tappo : pezzo di legno, ta-
gliato nel senso delle fibre legnose,
leggermente conico, col quale, a colpi
di mazzuolo di legno, tui-asi il eoe
chiimie della botte, se è tondo.
4) mètt su el bondon = tappare, zaf-
fare.
if- M
I
bon
— 123 —
bor
bondouà, v. att. = zaffare, tappare, met-
tere lo zaffo, il tappo siil cocchiume.
bondonèra, s. f. = cocchiumatorio : spe-
cie di scarpello fatto a doccia per in-
tagliare il cocchiume alle botti.
boiient ; bón bòiiènt, agg, = buonis-
simo : proprio bone.
bonèttj s. m. = Forma.
1) Vaso cupo di rame stagnato, ta-
lora liscio, più frequentemente incavato
a spicchi, a spire, o in altro modo, per
dare la comspondente figura a budini,
pasticci, gelatine e sim. Si dice anche ;
budiniera.
2) Bonetto : berretto di panno alla
civile.
bongé, s. m. = buzzonaccio : di pers. di
gran pancia.
1 ) Stronfione ; di un grassone. Que-
sta voce rammenta le disgrazie di Gio-
vanin Bongè, cantate dal Porta.
bongioetìg'h, esci. = a bon gioco : Voce
coUa quale si dichiara riaperto un gioco
interrotto, o si chiede licenza di gio-
care allontanandosi da qualcuna delle
regole del gioco.
bouiflcà, V. att. = abbonare : acconsen-
tire che una somma di cui uno si
riconosce debitore, si defalchi, nell' atto
del pagamento da una maggior somma
che gli sia dovuta.
bòuu, nella frase avverbiale eòi bònn =
per benino, colle buone maniere ; V è
on fiosil che m ciapaa coi bònn, se nò
el se trita = è un ragazzo, che vù pi-
gliato per benino, se no s'irrita.
|>nn, s. f. = aia, governante. Dal frane.
ionne.
^' 1) Bambinaia : la donna di servizio
che bada ai bambini ; bònn (T anfàn,
dal frane, bonn d'enfants.
bonceur, s. m. = sorte, ventura ; dal
frane, bonheur ; g'hoo àvilii el bonoeiir
de àndà nò à soldaa = ho avuta la ven-
tura di non andar soldato.
1) ^la bonoRur = alla buonora, via
là, passi.
2) ù,la bonceur de Dio = aUa carlona,
alla grossa, aH a sciammanata. Dal frane.
a la bonhenr de Dieu.
bonomìa, s. f. = dabenaggine, bonarietà :
ingenuità estrema, semplicità d'animo.
bòli òinm, s. m. = bonomo : uomo di
bona fede e di bon naturale.
1) Facile a credere e a lasciarsi in-
gannare per dabenaggine.
bonóra, avv. = bon' ora : la mattina o la
sera presto, per tempo.
1) levci sii bonòra = alzarsi di buona
levata; a bruzzico.
2) àndd in lèti bonòra = veder notte
avanti sera : andare a letto a bon' ora,
bonorìv, agg. = buon levatore, matti-
niero : di chi si alza dal letto la mat-
tina per tempissimo. Anche temporii,
bontaa, s. f. = bontà : astratto di bono,
1) Di bontà morale : bontaa d'^nim,
de ìndol.1 de coeur = bontà d' animo,
di indole, di cuore.
2) Qualità di persona benevola, in-
dulgente, mite ; g'hoo fldùeia in là
sda bontaa = confido nella sua bontà.
3) tuta eòa bontaa = tutta sua bontà ;
parlando di favori ricevuti, offerte,
lodi, ecc.
4) Di animali ; là bontaa de sto cdn
l'è straordinària = la bontà di questo
cane è straordinaria.
5) Delle cose ; là bontaa del clima.,
de Vària, de l'àequa, del viti, ecc. =
la bontà del clima, dell'aria, dell' acqua^
del vino, ecc.
6) che bontaa ! = che bontà : di sa-
pore gradevole.
bónsa, s. f. = 1) Botte di vino, lunga,
atta a contenore dai sessanta ai set-
tanta ettolitri di vino e trasportarla
sui carri : ve ne sono di rotonde o
cilindriche e di ovali schiacciate.
2) Botte d'acqua : quella specie di
botte che è trasportata su un carro,
piena d' acqua ; serve ad annaffiare le
vie.
3) Botte di pozzonero, a vari sistemi.
bonseta, s. f. = tomboletto : fig. scherz,
di fanciullo tondo e gi-assoccio.
bontempòn, s. m. = bontempone : che
si dà bon tempo, ama l'pzio e gli spassi.
bontòu , s. m. = la moda , il buon
' gusto, l'etichetta. Dal frane, bonton.
bopp bopp, = bu bu, bau bau : voci
imitanti il latrar dei cani gi'ossi.
bonvivàii, s. m, = gaudente, pacifico ;
che di poco o nulla si dà pensiero.
bor e bòro, s. m. = soldo ; g'hoo nànca
on bor = non ho un soldo, sono senza
quattrini, povero in canna.
bòra, s. f. = pedale : il fusto degli al-
beri da terra all' inforcatui'a.
1) Toppo : pezzo di pedale grossa
tagliato e pezzo di legno qualunque
grosso e informe.
bor
— 124
bor
2) Marame : la peggior parte di chec-
chessia.
boràdór, s. m. = stampone, bozza o
prova di stampa : quei primi fogli che
si tirano per prova e che servono al
correttore per le correzioni da farsi.
Ora si dice meglio proeùra de stampa.
boràgreii, s. m. = bon-ana, borraggine ;
borago offlcinalis = erbe le cui foglie
si mangiano in minestra e i cui fiori
adornavano le mense : è a foglie a
lancia, larghe, ispide e a fiori celesti.
borag^in, * s. f. = borraccia : una specie
di grossa fiasca o borletta di legno che
portano in viaggio i soldati, e talvolta
anche i cacciatori e quelli che fanno
escursioni sui monti, o in campagna.
boràs, s. m. = borace : sale usato spe-
cialmente come fondente.
boràsca, * s. f. = burrasca : lo stato del
mare quando è sconvolto da venti im-
petuosi.
1) Fig. el mar V è in boràsca = il
mare è in burrasca : vedendo persona
molto alterata e che stia per dare in
iscandescenze.
2) Di grave pericolo o danno nella
salute 0 negli interessi, quando sia pas-
sato 0 si sia riparato ; poer òmm !
V ha 2^àsaa dita bela boràsca = po-
ver' uomo ! ha passato una bella bur-
rasca.
3) mar in bòràéca = mare alto, tur-
bato, burrascoso.
boràschéta, s. f. = burraschetta, bui-ra-
sohina. Dim. di burrasca.
boràsìn, s. m. = boraciere : vasellino di
latta con becco a cocche, affinchè grat-
tando coir ugna e brandendolo a scosse,
versi il borace che contiene adagino e
poco.
bòrd, s. m. = balza.
1) Striscia 0 zona a vari disegni e
colori all' estremità di sottane, scialli,
tappeti e sim. soprammessa o tessuta
insieme col fondo.
2) Fregio che i riquadratorì di stanze
sogliono fare al disopra dello zoc-
colo.
borda, s. f. = nebbia, nebbione : massa
di vapori condensati vicino a terra, spe-
cialmente nei luoghi umidi.
borda, v. att. = abbordare, avvicinare,
affrontare uno : farsi innanzi a uno con
risolutezza per trattare con lui di qual-
che affare.
1) Frangiare, listare: mettere la
balza.
bordegà, v. att. = Insudiciare, imbrat-
tare, impacciuccare, impacchiuccare :
macchiare con qualche materia spe-
cialmente liquida.
1) vorè fa, dì, bordegà = fig. mi-
nacciar di fare, dire, e il più delle
volte non farne niente.
bordegàscià, v. att. = Insudiciare, suc-
cidare, sciammanare, sciattare : frequen-
tativo di bordegà.
bordèléri, s. m. = chiasso : rumore di
persona fatto ruzzando, divertendosi.
Anche: patassio.
Ij Brusìo : gran quantità di cose :
l'ha compraa on bordèléri de liber =
ha comperato un brusio di libri.
— E di persone; ala fera gh'èraon
bordèléri de gént = alla fiera c'era un
brusìo di gente.
2) bordèléri de poèta = fungaia di
poeti.
bordèlàmènt, s. m. = chiassata: un
chiasso sgarbato.
bordèll, s. m. = bordello: gran rumore
fatto da molte pei-sone unite. Anche
tumulto, anche nel senso di brusìo.
V) in mése à sti bordH = in questi
bollori.
2) àndà à bordèll = andare a monte,
andare in rovina.
bordión, s. m. = filo di ferro grosso.
1) bordión de rànim = filo di rame,
bordionin, s. m. = sottil filo di ferro.
bórdo, * s. m. = bordo : il bastimento ;
bisogna vèéè à bdrdo ài quàttr'or =
bisogna essere a bordo alle ore quat-
tro ; andà à bórdo = andare a bordo,
salire sul bastimento.
bórdo (sciòr d'alto), = signore di prima
riga, di primo ordine, di grado alto.
bordòcch, s. m. = piattola. Blatta orien-
taÀis : insetto nero che vive nei luoghi
umidi e esce la notte. Lo si dice vol-
garm. scaraiaggio,
1) Bacoccio, vermocchio : il baco
da seta morto nel bozzolo.
bordoeù sètt (fa) = far bausette, far
bau bau, far baco, o baco baco : scher-
zare coi bambini coprendosi e scopren-
dosi il viso.
bordon (tegnì à), = tenere il sacco,
tener mano.
1) chi tén à bordon = manuten-
golo.
bor
125 —
bor
bordura, s. f. = balza. Lo stesso che
bòrd.
boreàl, * agg. = boreale : di borea, set-
tentrionale; Aurora boredl = aui'ora
boreale.
borèla, s. f. = rotella, rotula: osso che
serve all'articolazione del ginocchio.
1) Pallottola : la palla di legno colla
■ quale si dà nei birilli o rulli per fai'li
cascare, giocando.
borg-h,**. m. = borgo, sobborgo. Affine
a borgata : segnatamente il caseggiato
fuori della cinta, lungo le strade che
mettono alla città; borgh di Ortoldn,
horgh de S. Ootdrd = borgo degli Or-
tolani, borgo di S. Gottardo.
1) Anche villaggio che ha certe dì-
pendenze da città vicine ed è sufficien-
temente vasto.
borghès, * s. m. = borghese: che non
è né militare, né ecclesiastico.
1) Pigliasi anche in senso relativo
per cittadino, per uomo di condizione
tra il nobile e il plebeo,
bori;hesia, * s. f. = borghesia: il ceto
medio : la cittadinanza contrapposta a
aristocrazia e a operai.
borgrhètt, s. m. = borghetto: dira, di
borgo.
borì, V. att. = scovare, levare la preda,
darle sotto : dicesi del segugio quando,
sentita al fiuto la selvaggina, schiattisce
e già la leva dal covo.
1) Scacciare, far frullare, far pren-
dere il volo : far la scacciata nelle ra-
gnaie colla ramata.
bòria, * 5. /". = boria; tiene dell'albagia
e dell'alterigia: in Milano ha anche il
significato di ambizione ; el g'hà là
bòria de fàés créd on sciòr = ha l'am-
bizione di farsi credere ricco.
borìcch, s. m. = ciuco : di chi non stu-
dia, non sa ; ignorante ostinato.
1) Buzzo : lo stomaco, il ventre ; im-
pieni el borìcch = riempire la pancia,
il buzzo.
borìda, s. f. = lo scovare il levar la
preda, il darle sotto.
1) Lo scacciare, il far frullare i vo-
latili.
boridòr de rocol, = ramata: specie di
mestola fatta da vimini con cui far la
scacciata degli uccelli nelle ragnaie.
borin, s. m. = capezzolo : bottone car-
noso della poppa.
1) fèò's' sénàa el barin, o àvègh el
barin scanduil = avere il capozzola
cieco.
borinéri, s. m. = turbine, uragano, bu-
fera, procella, temporalaccio.
boriòn, s. m. = boccinolo : pezzo di canna
che si pianta nel foro del mastello o
pel quale esce il ranno del bucato.
boriós, agg. = borioso : che ha boria.
boria, V. att. = cascare, cadere ; boria in
tèra, in d'an fòss, in del jjoss, in del
fèUmm = cadere, cascare in terra, in
un fosso, nel pozzo, nel fiunie ; gli' è
barlaa an capp sul cao = gli cadde
una tegola sul capo.
1) boriti àdòss = cascare addosso,
ripiegarsi, aggravarsi sopra una per-
sona ; tiret in là, te me bòrlet àdòss
= tirati in là, mi caschi addosso.
2) boria de là fàmm = cascar dalla
fame ; aver fame in modo da non po-
ter quasi reggersi in piedi ; assaettar
dalla fame.
3) Capitare : parlando di persone ;
barlù, in di man = capitare alle o nelle
mani. Incontrar male, cadere in cattive
mani.
4) boritigli dénter = cascarci : detto di.
chi per poca avvedutezza dà in qual-
che insidia che gli sia tesa.
5) boria gio còme i mosch = cascare^
come le pere cotte. Fig. in gran nu-
mero e con molta facilità. Si dice dello
morìe in tempo di contagio.
6) boria giò d'in alt = cascar dal-
l'alto ; bariti giò de cavali, de càròsa,
del lètt = cascare da cavallo, da car-
rozza, dal letto.
7) boriti già mal = cascar male : in
modo da farsi molto male.
8) boria gio in pee = cascar bene,
ritto. Fig. di chi, avendo pur fatto
qualche grossa perdita, rimano tuttavia
in buone condizioni.
9) boria giò còme on stràsc = ca-
scar come un cencio ; privo aiì'atto di
forze. 1
10) boriti giò à tòcch = cascare a
pezzi, di cosa vecchia, logora e in cat-
tivo stato.
nJ.!) borlt giò i bràsc = cascare le
braccia: perdersi d'animo, scoraggirsi.
12) borlàss giò el mand, no el se
mcEtlv = cascasse il [ mondo non si
scrolla: d'uomo ostinato o imperturba-
bile.
13) bòria giò el^ mand = casca -i
bor
126
bor
mondo : parlando di cose da poco alle
quali si dà troppa importanza; elg'hà
paura de tUtt eòss; par ééìnper che
bòria gid et mond = teme di tutto ; par
sempre che caschi il mondo.
14) Cadere: d'un corpo abbandonato
a sé stesso, che si muove dall'alto al
basso , per effetto del proprio peso ;
boria gid de là fìnèétra = cadere dalla
finestra.
15) E di un corpo che per mancanza
■di equilibrio va in terra : l'ha topicaa
in d'on sàèè e l'è borlaa gid = inciampò
in un sasso e cadde.
16) boria là = lo stesso che boria
gid = cascare.
17) boria dent à dì, à fa, ecc. =
lasciarsi andare a dire, a fare, ecc.,
trascorrere a...
18) boria fceilra à dì = incappare a
dire, lasciarsi scappar di bocca.
19) boria vìa = staccarsi ; m'é bor-
laa via on botòn = mi si staccò un
bottone.
20) Eotolare, ruzzolare ; l'è piisee de
boria che de fa cor = è più. da rotolare
che da far correre : di chi è grassotto
e piccolo.
borlàcàtt, s. m. = dicesi massime dei
giovani di mercante, i quali sono poco
pagati, al punto quasi di non aver da
mangiare. Si esteso a tutti coloro che
stentano a sbarcare il lunario.
borlanda, s. f. = broda, e specialmente
quella che deriva dalla fabbricazione
degli spiriti, e che si dà con biade a
mangiare a bestie bovine.
borlàndàtt, s. m. = lo stesso che bor-
làcàtt.
boriandoti, s. m. = stradiere: si dice
per sprezzo delle guardie doganali che
si oppongono ai contrabbandi sulle
strade pubbliche. Gabellino, gabeUotto.
borlàsión, s.f. = fame assaettata, gran
fame, che quasi ci fa cascare in terra.
borlin, s. m. = pallino, coccola, bacca.
1) Figuratamente si dice di persona
e in ispecie di bambini, che siano vez-
zosi e grassotti : bottone di rosa.
borliroeu, s. m. = Zangola a curro,
meccanismo speciale, usato nelle nostre
burraie per fare il burro.
borloeù, s. m. = lo stesso che borlin
nel senso figurato.
borlói, s. m. = cacherella o pillola di
gallina: uovo. Voce di gergo.
borlòn, s. m. = cilindro, rotolo, rullo;
fa sii in d'on borlòn = rotolare.
1) fase sii in d'on borlòn = raggo-
mitolarsi, rannicchiarsi.
2) Rullo : cilindro speciale da far
scorrere orizzontalmente o per appia-
nare 0 per trasportare.
3) Cerchietto imbottito che si mette
sulle seggette, o che si applica alle-
gambe delle bestie da soma : Ciambella.
4) CameUone : specie di gonfietto che
fa parte degli abiti femminili.
5) Tombolo : cuscino cilindrico usato
dalle donne per fare pizzi ed altri la-
vori. Anche boi'lón de ricàmm.
6) RuUo: cilindro usato dai litografi
per distribuire la tinta.
borlonà, v. alt. = i-uUare, cilindrare :
far scorrere una cosa sui nilli, far
passare al cilindro.
1) Rotolare, ruzzolare. Quasi fre-
quentativo di boria,
borlòtt, s. m. = Tarcagnotto, tappo di
botte. Di persona piccola e grossa e
specialm. di ragazzi.
1) Nome di \\m\ specie di fagioli
grossi e rotondi.
borni, deriv. V. imbornidór, ecc.
bornidór, s. m. = brunitoio: arnese che,
serve per brunire.
bornis, s. f. = cinigia : cenere calda coui
qualche favilla ancora di foco.
boromee, s. m. lanaggio: quantità di
lane diverse.
borométa, s. ni. = merciadro, merciaiola
ambulante.
1) fa el boro?nita = voltar casacca ;
essere un leggerone, senza carattere.
borsa, s. f. = borsa: sacchetto di pelle
0 di seta a maglia, dove si tiene il
danaro che si porta indosso.
1) règh là bórsa pièna = aver la
borsa piena, aver molti danari.
2) impiemss là borsa = empirsi la^
borsa: guadagnar molto.
3) mètt man tLla bòrea = metter
mano alla borsa : di chi si risolve
spendere o a pagare.
5) pàgtt de bòrea = pagare di borsa,
colla sua borsa : pagare del proprio ;
giuntàgh de bórsa = lasciarvi del pelo,
rimetterci.
5) tócS rtln in là bòria = toccare
uno nella borsa : pretendere , volere
che ci dia, che metta fuori danaro.
. 6) ò là borsa ò là vita ! = la vita o
4
bor
127
bos
la borsa : intimazione clie gli assassini
fanno ai viandanti.
7) là Borm = la Borsa : luogo pu-
blico dove si fanno affari in danaro,
valori publici, ecc.
8) Sacchetto attaccato in cima a un
bastone per accattare in chiesa quando
c'è molta gente.
9) Borsa : quel quadrato a forma
di cartella dove si ripone il corporale.
10) Sacchetto nel quale si imborsano
numeri, nomi, polizze da estrarsi a
sorte. Mètt in là borsa = Imborsaro. Spe-
cialmente mettere nella borsa dello squit-
tinio le polizze da estrarsi a sorte.
11) La borsa, lo scroto.
12) Scarsella: borsa di cuoio por
portarvi danari.
13) Sacca : sorta di sacco largo e
córto per riporci roba; borsa de viàgg
= sacca da viaggio.
borsàspìa, * s. f. = borsaccia. Dispreg.
di borsa.
borsèla, s. f. = pinzetta, molletta : stni-
mento adoperato dagli orefici e dagli
argentieri per prendere cose che non
potrebbero colle dita.
borsèta, s. f. = borsa : sacchetta di cuoio
velluto 0 altro che le donne e special-
mente le signore portano infilata al
braccio e vi tengono la pezzola e altri
piccoli oggetti.
1) i borsètt ài ceuce = le borse agli
occhi : gonfiezza alle occhiaie, spesso
di color paonazzo.
2) Bolgetta, dim. di bolgia : borsa di
pelle con serratura da portarvi lettere.
borsètìna, * s. f. = borsettina. Sottodi-
min. di borsa,
borsg'ioà, s. m. = cittadino, borghese ;
dal frane. Bourgeois.
1) in borsgiotL = alla borghese.
borsìii, s. m. = borsellino, dim. di borsa,
segnatam. di quella dei denari.
1) Borsiglio : spese assegnate a spese
minute e proprie della persona ; * da-
nce che ci spend, ie spénd del so bor-
stn = i danari che spende, li spende
del suo borsiglio.
Borsìnee, s. m. = i Borsinari : nome
storico d'una via della Milano vecchia,
ora distrutta. Trasse il nome delle borse
che i prigionieri ivi carcerati, manda-
vano fuori dalle inferriate, pendenti da
una pertica, per chiedere la limosina
ai passanti.
borsiroetì, s. m. = borsaiolo: ladro che
con destrezza ci niba la borsa e altri
oggetti che abbiamo addosso, special-
monte nella calca.
1) Per ischerzo : chi gioca alla borsa.
borsòn, s. m. = borsone, accresc. di
borsa.
1) Di pers. buona borsa, quattrinaio:
chi ha molti danari.
borsòtt, s. m. = zafferano falso o ba-
stardo 0 selvatico. Golchicum autum-
nale. Pianta perenne a fiori scempi,
di bel colore roseo porporino, che na-
sce spontaneo nei prati freddi ed umidi
in settembre e ottobre.
bortolì, s. m. = bergamasco: è uno
storpiamento di Bortolomeo, patrono
dei bergamaschi. Non comune.
bosa, s. f. = bolla : i caciai chiamano
cosi quelle bollicine che si formano
sul latte che si sta scaldando per di-
venir cacio e che viene agitato forte-
mente. Il caciaio ne trae regola alla
sua operazione.
bosà; V. att. = contrastare, cozzare, con
uno ; cavillare, sofisticare.
bdsa, s. f. = bozza, plur. boss = bozze
di stampa: i fogli stampati a mano e
senza impaginare, sui quali si fanno
le correzioni. Anche: prceùv de stampa
= prove di stampe.
bosàrà ^ v. att. = rovinare , danneg-
giare : specie con inganni e frode.
bosàràda, s. f. = frodo, inganno, giun-
teria.
bosàron, agg. = buscherone. V. boi-
girón.
bosera, s. f. = lo stesso che bolgrira in
tutti i suoi significati.
bosàrd, * s. m. = bugiardo : chi dice
bugie ; chi è bosàrd è làder = chi è
bugiardo è ladro.
1) dà del bosàrd à vÈn = dar del
bugiardo, a uno, dirgli che dice bugia.
2) tra bosàrd vùn = far l)ugiardo
uno: di avvenimenti conti'ari alle pre-
dizioni. Anche smentire; el g'hà àviitl
el coràgg de tràmm bosàrd = ha avuto
l'ardire di smentirmi.
3) dimm bosàrd = tienmi bugiardo :
nelle frasi condizionali è modo di ac-
certare che la cosa sarà come altri dice.
Per esempio : dimm bosàrd se quèst'ànn
voo nò à Nàpoli = se non vado que-
st'anno a Napoli tienmi bugiardo.
bosàrdària, * s. f. = bugiarderia: lo
bos
— 128 —
bos
stesso e peggio che bugia. E anclie il
vizio di dir bugie.
bosàrdàsc, s. m. = bugiardaccio, pegg.
di bugiardo.
bosàrdèll, s. m. = bugiardello : dim. di
bugiardo.
boscà, V. att. = avviare, mandare al
bosco, alla frasca : infrascare i bachi,
anche imbosca.
boscàsc, s. m. = boscaccio, pegg. di
bosco.
boscàia, s. f. = boscaglia : grande esten-
sione di terreno boschivo.
bosch, s. m. = bosco : luogo piantato di
querce, lecci, corri e simili albeii sel-
vaggi.
1) tàjti, el hosch = tagliare, steiTare
il bosco : tagliarlo con una certa regola
ogni tanto tempo.
2) l'è mèi vèsà ilsèll de bosch, che
iishll de gàbia = è meglio essere uccel
di bosco, che uccel di gabbia : meglio
libero e con guadagno incerto, che
schiavo e ben pasciuto.
3) Bosco, frasca : i fasci di stipo o
sim. dove i bachi da seta fanno il
bozzolo.
4) savènn on bosch, vàri on bosch =
saperne niente, valer niente.
5) bosch dolSf fòri = bosco di piante
dolci, forti.
6) fa i bosch = tagliare i boschi.
7) là sciónsgia de bosch; scherz.
una serqua di busse ; ttng coni on poo
de seiònsgia de bosch = fìg. dar l'asso
di bastoni.
8) el bosch déla merlMa = covo di
ladri.
boschètt, s. m, = boschetto : dim. di
bosco.
1) Per antonomasia si chiama * bo-
schètt = una parte della città e special-
mente la parte che sta fra la via Se-
nato e i bastioni di P. Venezia.
boschi, V. att. = andar di corpo all'aperto
in campagna.
boschida, s. f. = 1' atto e il prodotto
dell'andar di corpo all' aperto in cam-
pagna.
boschiua, s. f. = boschina, macchia, bo-
scaglia.
1) scòndes in d'ona boschina = im-
macchiarsi.
2) vegni fceùra d' dna boschina =
smacchiarsi.
boschiroeù, s. m. = boscaiolo : chi ha
in custodia i boschi, li taglia e go-
verna.
1) Taglialegna : colui che con ac-
cetta taglia alberi e ne fa legna.
2) Chi frequenta i boschi : chi prende
in appalto le tagliate dei boschi e chi
traffica deUe legna che se ne traggono.
boscón, s. m. = frasconaia : luogo con
albori tagliati a un pari per tenderci
agli uccelli.
bosia, s. f. = bugia : cosa non vera detta
col fine di scolparsi o d' ingannare ;
*■ bosìj g'hdn i gàmò ciirt = le bugie
hanno le gambe corte. Prov.': si sco-
prono ; te se ved là bosìa à pàsà in
di oeucc = la bugia ti si vede correre
per il naso. Detto scherz. ai bambini.
1) dì i bosij = dir le bugie, aver
l'abitudine di dirle.
2) di là bosia = dire il prezzo della
merce che si vende. Scherz.
bosia, s. f. = bugia : specie di lume a
mano, o anco fatto a guisa di piattel-
lino con manico e un bocciolo nel
mezzo per adattarvi la candela.
bosièta, s. f. = bugietta: dim. di bugia.
bosin, s. m. = bosino : cosi chiamano il
contadino dell'alto milanese.
1) sul Bosìn = sul Bosino, cioè iu
su quel di Saronno, di Varese, ecc.
2) Chiamavansi Bosini quelli che an-
davano per la città, cantando o reci-
tando composizioni dette bosiuàd. An-
che ai nostri poeti in vernacolo piacque
chiamarsi col nome bosiu. Siccome poi
spesso i bosini erano ciechi mendi-
canti, così per dir cosa visibilissima,
invalse a Milano il detto ; le vedària,
oppure le sa tinca bosin òrb.
bosinàda, s. f. = bosinata, strambotto:
composizione in versi vernacoli mila-
nesi, la quale per lo più veniva gri-
data 0 recitata per città dai cosi detti
bosini.
1) Ogni altra scrittura in dialetto mi-
lanese e specialmente ogni poesia ver-
nacola : ora sono ritornate in voga,
dopo il concorso alla canzone lombarda.
bosión, s. m. = bugione: d'uomo molt»
bugiardone.
bosètt, s. m. = bozzetto : disegno o mo-
dello non rifinito d' un' opera d' arte
che deve essere eseguita più in grande.
bòsor, s. m. = bossolo ; buxus semper-
virens = pianta sempre verde che serve
a far siepe agli orti e ai giardini e
À
bat
— 129
bat
dal cui legno si fanno lavori di tornio.
Anche spìn biàiich.
boss de stampa = bozze di stampa,
stampini, stamponi. V. bósa.
})dta, s. f. botta : il battere che fa una
persona nel cadere in terra o investire
contro un ostacolo.
1) Colpo dato a una persona, por lo
più colle mani o col bastone.
2) Colpo : esplosione, d'arme da fuoco
e qualunque altro che gli somigli ;
crèpa^ s' dopa e fa òna bela bota =
crepa, schiatta e fa lo scoppio : sfogo
d'ira contro qualcuno che ci abbia troppo
seccato, o fatto male, o contro qualche
cosa che assolutamente non ci riesca.
3) bota e risposta = botta e risposta;
di risposta pronta e calzante.
4) ciapà run de bota salda = pigliar
uno di punta, di filo : stringerlo fra
r uscio e il muro, sorprendevo senza
dargli tempo di replicare.
b) de bòia salda = di colpo, di sbalzo,
di schianto, subito, all' improvviso.
6) sta à bota = tener formo, far da
compare, prendere parte a una cosa,
toner bordone.
7) Corno : bernoccolo fattosi cadendo
0 per qualunque altro colpo.
botai, s. m. = bottale : specie di botte
lunga.
botànica, * s. f. = botanica : la scienza
delle piante.
bòtàràna, s. f. = girino, cazzuola : ani-
maletto nero, tutto pancia e coda. Non
ò altro che l'embrione nato dall' uovo
della rana, involto in una mucillaggine.
botàrda, s. f. = bottarga : sorta di ca-
viale fatto di uova di nuiggine, salate
compresse fra due tavole, e seccate al sole.
botàsc, s.
= pancia, il ventre, il
buzzo, il ventre gonfio.
1) Gli intestini di un animale, spe-
cialmente morto ; tirtlgh fcaùra el bo-
tàsc àia legar = levare le interiora alla
lepre.
2) el sur Pédcr, gamba de veder,
gamba de stràsc, Pèder botàsc = ben-
do, bilencio, colle scarpe di cencio,
cogli occhi di lana, gli puzza la sot-
tana.-Modo popol. di sprezzo.
botàscèll, s. m. = pancetta, trippetta.
botàscioeù, s. m. = catino : nelle trombe
prementi.
botég'a, * s. f. = bottega : stanza a ter-
reno che dà sulla strada, e aperta al
pubblico, per esercitarvi un mestiere,
0 tenervi una vendita.
1) mètt sii botèga = aprire, metter
su, rizzar bottega ; sarà sii botéga =
serrare, smettere, chiuder bottega;
àndà, sta, vèsé à botèga = andare,
stare, essere a bottega,
2) vègh botéqa = aver bottega,
3) manda vtìn à botéga = mettere
uno a bottega : metterlo a un mestiere,
0 per garzone in qualche bottega.
4) sta ben in botéga = star bone a
bottega : di chi tratta bene gli avven-
tori e se li sa conservare.
5) Per estensione e scherz. : il luogo
dove uno attende alle sue occupazioni
ordinarie, come lo studio per un av-
vocato, la scuola per un professore,
ecc. ; àndèmm à botéga = andiamo a
bottega, cioè all'ufficio, allo studio, a
scuola, ecc.
6) in botéga se fa nò- càdreghin =
la bottega non vuole alloggio.
7) pàdròn de botéga = maestro di
bottega ; gàrsòn de botèga = fattorino.
8) desgiistà i àventòr de botéga =
sviare la colombaia.
9) Per celia : dicesi lo sparato da-
vanti, nei calzoni ; ètra sii là botèga =
allacciati i calzoni.
botegràr, * s. m. = bottegaio : il pizzica-
gnolo che vendo, non solo carni e pesce
salato, ma anche cacio, civaie, biuTO,
paste, pane, olio e "spesso anche vino.
1) In Milano, per estensione chiun-
que tenga aperta bottega.
boteg-àra, s. f. = bottegaia : femm. fa-
mil. di bottegaio.
botegràrìii, * s. m. = bottegaino, vezzeg.
di bottegaio.
1) Anche chi ha una bottega da poco,
con poca roba e pochi avventori.
botegràrusc, s. m. = bottegaiuccio : dim.
spreg. di bottegaio,
botegàscia, s. f. = bottegaccia : pegg.
di bottega.
boteghèta, s. f. = botteghetta, dim.
vezz. di bottega ; Vhà dèrmi òna bela
boteghèta = ha aperto una bella bot-
teghetta.
botegrhiii, s. 7)1. = botteghino, dim. di
bottega.
1) Più specialmente luogo dove si
ricevono le giocate del lotto ; boteghln
del lòti = botteghino, banco di lotto.
2) Luogo dove si traffica illecita-
bot
130 —
bot
mente ; l'è on boteghtn per fa dànee =
è un botteghino per far quattrini.
3) fa boteghin = fig. far bottega o
mercato sopra una cosa : trarne utilità
propria contro il dovere.
botèglìa e anche botélìa, s. f. = bot-
tiglia (l'odierno dialetto va sempre più
generalizzando la sostituzione di botì-
glia*) : vaso di vetro scuro, per lo piii
a uso di tenervi vini scelti e liquori ;
vin de botèglia = vino di, da bottiglia,
scelto, di lusso. Opposto a vin de pàét =
vino da pasteggiare.
1) Il vino stesso ; bèv dna botèglia =
bere una bottiglia.
2) color botèglia = color bottiglia :
verde cupo.
3) Boccia : vaso di vetro dove si
tiene il vino e l'acqua per la tavola.
Non è propriamente la bottiglia, per-
chè pili coi"pulenta e di vetro bianco.
4) botèglia de Leida = boccia di
Leida, T. di fisica : una boccia dove si
accumula Telettricità.
5) botèglia stréncia de còli = botti-
glia a collo strozzatoio.
6) àndà gid el cuii à dna botèglia =
sfondarsi.
7) avègh gid di bònn botèli = avere
in cantina una buona bottigliera.
8) càvàgn o cavagna di botèli =
portabottiglie.
9) niìisà per el primm dna botèglia =
bere una sboccatura di bottiglia.
10) quUl che guarda àdree ài bo-
tèli = bottigliere.
11) bochèll de là botèglia = cercine
della bottiglia.
12) jìdrta botèli = cantinetta : vaso
nel quale si pongono bocce di vino per
rinfrescarlo.
botègliàrìa , botèg-lierìa , botìglie-
rìa, * s. f. = bottiglieria : bottega dove
si va a bere il vino da bottiglia o i li-
quori.
botègliee, s. m, = chi tiene bottiglieria,
0 chi vende bottiglie.
botègliéta, s. f. = bottiglietta, dim. di
bottiglia.
botègrlión, s. m. = boccione, accr. di
boccia : vaso di forma simile a quella
della bottiglia, ma molto più. grande,
per tenervi aceto, liquori e sim. e che
non s'adopera per la tavola. Al femm.
botègliona.
botegrón, s. m. = bottegone, accr. di
bottega : nome segnatamente di grandi
botteghe da caffè o da liquoil.
botegona, s. f. = bottegona, accr. di
bottega.
boteguscia, * s. f. = botteguccia, dim.
e dispr. di bottega : piccola e di me-
schina apparenza, ed anche mal for-
nita ; l'è dna botegùscia de nagòtt =
è una botteguccia da niente.
boterà, s. f. = rete da ghiozzi : man-
dasi in acqua con sassi e piombi. An-
che nètàfònd.
botesèla, s. f. = botticella, dim. di botto.
botigia, s. f. = borraccia: sp. di fiasca
di legtto 0 di pelle, o di latta, schiac-
ciata in forma da portare in viaggio
vino 0 acqua.
1) botìgia de Vàsèe = botticino del-
l'aceto. Il vocabolo va sempre piii di-
susando.
botìglia * e botìlia, = bottiglia. Vedi
botèglia.
botinà, V. att. = saccheggiare : far bot-
tino, mettere a bottino.
1) Rintoccare : suonare a rintocchi,
a tocchi separati.
botina, s. f. = ghiozzo ; eottus gobio =
pesciolino d'acqua dolce.
1) Fritto, frittura, pesce minuto, fritto
0 da friggersi. Anche pèscària.
bòtola, s. f. bòtola, bodola : apertura nel
pavimento, con sportello, per scendere
in cantina, o in altro luogo basso e
oscuro.
boton, s. tn. bottone : pezzetto per lo
più circolare di metallo o d' altra ma-
teria, che fissato da una parte dell'abito,
ed entrando in una piccola apei'tura
praticata nell'altra, serve a tenere lo
due parti riunite.
1) botdn del Làpoff = bottone grosso,
quanto quelli del giuppenceUo del Là-
poff, cha è una maschera molto simile
al Pulcinella.
2) botdn gemè) = bottoni gemelli :
due che ne formano come uno solo,
fermati a ciascuna estremità di un
gambo comune e destinati ad affibbiare
due opposti ucchielli.
3) botdn che tàja ci fìl = bottone
che trincia il filo.
4) bàtt o mètt i botdn à là turca =
tirar giù buffa : por da banda i rispetti
umani.
5) fàlà el primm boton = fig. dai'
male i primi passi.
bot
131
bof
6) slarga i hotòn à là glpa = far
buona coteuna : ingrassare.
7) smolà i hotòn = sbottonarsi.
8) Foiro chirurgico con in cima una
pallina che si arroventa, per bruciare
qualche parto del corpo ferita o am-
malata, e anche la bruciatura fatta a
quel modo, e il segno che lascia ; botòn
de fcpugh = bottoni di foco.
9) Boccio, boccia : fiore non ancora
sbocciato. Anche : bottone.
botonà^ v. att. = abbottonare : congiun-
gere con bottoni le parti del vestito.
1) Colpire col bottone del fioretto. T.
di scherma.
botonaa, agg. = abbottonato. Part. pass,
di botonà.
1) Figur. persona cupa, chiusa, ri-
servata, che non lascia trapelare facil-
mente le sue idee.
botonàss, v. rifl. = abbottonarsi : abbot-
tonare i vestiti che abbiamo addosso.
botonàtt, .5. m. = bottonaio, bottoniere:
chi fa e vende bottoni.
botoneC) s. m. = lo stesso che boto-
nàtt.
botonèra, s. f. = bottoniera : fila di
bottoni attaccata al petto di un abito,
e la parte del petto a cui sono attaccati.
1) Abbottonatura : bottoni e occhielli
di un abito e la parte dell' abito dove
sono gli occhielli e i bottoni.
2) Sost. femm. di botonee.
botoniii; s. m. => bottoncino, dim. di
bottone.
1) botontn de càmisa = bottoncino
da camicia : piccolo bottone d'oro, d'avo-
rio, 0 d'altro da levare e mettere per
chiudere il petto delle camicie.
2) botontn de rdsa = bottoncino di
rosa : la rosa non ancora sbocciata, il
boccino.
3) Capezzolo : bottone carnoso della
poppa. Anche borìn e càpésol.
botoriiii, agg. = convesso : rilevato ester-
namente in arco.
botrfsa, s. f. = bottatrice ; gadus Iota =
pesco del lago di Como, in qualche
parte somigliante al rospo, e di non
: troppo buon sapore.
/bòtt, 8. m. = botto, masch. di botta,
per botta, colpo ; tiitt in don bòtt =
tutti in botto : nel medesimo tempo,
in una volta ; in d'on bòtt = di botto,
subito, suir atto : di primo acchito ;
UUt à OH bòtt = di punto in bianco :
a un tratto, all' improvviso, inaspet-
tatamente.
1) bòtt lì = festa : annunciando che
è fluito, non si dà piii altro ; minestra,
Oli tòccli de mane, dilil pèrsieh e bòtt
li ^ minestra, un pezzo di manzo, due
pesche e festa.
bòtt, s. in. = staglio, stralcio; fa on bòtt
= stralciare: contrattare, vendere o com-
perare in blocco, a un colpo, senza
ponderare partitamente il valore dei
vari oggetti formanti gli articoli del
contratto.
1) Cottimo; dà o tceii à bòtt = dare
0 prendere a cottimo.
bòtt, s. m. = tocco : la prima ora dopo
• il mezzogiorno e dopo la mezzanotte :
non si dice quasi piii.
bòtt, s. m. = coccio, cocciuolo, hocco:
noce più. grossa por tirare alle altre
quando si fa alle noci.
bòtt, s. f. pi. di bota, = busse, colpi
dati a una persona, più che altro colle
mani, per castigo o per ira, con piii
rumore che danno.
1) Percosse, colpi, botte che possono
anche essere gravi, e arrecar molto
danno.
2) eatà su di bòtt = aver delle pic-
chiate, esser picchiato.
3) vèss el màtàràés di bòtt = essere
il bersaglio delle busse.
bott, *«./". = botte : vaso di legno in
cui si conserva il vino nelle cantine.
1) pari dna bott = parere una botte:
di persona che ha gran pancia. Anche
essere un tonfo, una tonfa.
2) bott inìnsa o sòma = botte ma-
nomessa: quella che è messa a mano,
cioè da cui si è cominciato a tran'O
vino.
3) rasa là bott = abboccare la botte ;
riempierla nuovamente di vino sino al
cocchiume per compensare quello che
si è succiato il legno stesso della botte,
che perciò è fatta scema. .
bòtumin, s. m. = cocci, rottami, ruderi :
quantità di rimasugli e pezzuoli di cose
rotte.
1) Luoghi umidi cho vengono into-
nacati con mattoni frantumati e intrisi
nel mastice o bitume.
bovàrìna, s. f. = cutrettola: piccolo uc-
celletto.
bovàrota, s. f. = batticoda, cutrettola
gialla: altro piccolo uccelletto,
bov
— 132 —
bra
bovina, agg. = bovina: di bestia; béstia
bovina = bestia bovina: meglio boìna.
bràcch) s. m. = bracco: cane da caccia
bono a scovare e inseguir l'animale.
bràciàlètt*, s. m. = braccialetto, mani-
glia : ornamento prezioso fatto a cer-
chietto, che le donne portano ai polsi.
bràdìli, * s. m. = bradiglio : varietà di
marmo.
bràg:a, s. f. = braca, braghetta, brachetta:
lista di carta che si appasta su quei
fogli isolati che non si potrebbero ri-
durre a quadernetti e cucire a' correg-
giuoli senza tale aiuto ; talora non è
appastata e fa parte dello stesso fo-
glietto.
1) Imbraca: finimento che riveste le
cosce dei cavalli da tiro.
2) Specie di telaio che si pone sotto
alla pévera quando si imbotta il vino.
Non usasi in Toscana.
3) Legame di cuoio ai pie degli uc-
celli allettaiuoli per attaccarvi la lunga.
4) Staffa, ferro curvo quadrato per
collegare o sostenere qualche cosa.
5) Cappellina: vaso di terra cotta a
imbuto che serve a raccogliere in un
medesimo doccione gli scoli di più al-
tri in esso influenti.
6) Scarpa da carrozze.
7) Il colletto della corolla del fiore.
bràgàsciòn, s. m. = bracalone: di colui
al quale cascan le brache fino alle gi-
nocchia.
bràg'h, * s. f. pi. = brache: fam. e scherz.
calzoni.
1) càia i bì-tigh = cascar le brache,
perdersi d'animo.
bràgrhee, s. m. brachiere: fasciatura da
portarsi al basso ventre per contenere
gli intestini e impedire che formino
ernia.
1) Ascialone: traverso della abetella.
2) Usato nello stesso significato di
àiideghee. Vedi.
bràgheràda, s. f. = scempiaggine, spro-
posito: di cosa fatta senza prudenza e
senza riflessione.
bràgherìsta, s. m. = brachieraio: quello
che usa il brachiere e quello che lo
fabbrica e vende.
brama, s. f. = malattia delle vacche
quando han mangiato trifoglione in
erba maturo.
bramerà, bràmerón, s. vi, = gomme:
quel gelicidio che vedesi sulle piante
in tempo dei maggiori freddi inver-
nali.
bràmina, s. f. = nuvolaglia, grigiastra^
foriera di temporale.
1) Acqueruggiola autunnale.
branca, s. f. = brancata, manata.
branca, v. att. = abbrancare, acciuffare,
agguantare lesto e forte. Fig.: de tiicc =
rubare; l'ha bràneaa piisee usurpare,
ha abbrancato più di tutti; brànctt cont
i sgriff = ghermire, aggranoire, agga-
V ignare.
bràncàda, * s. /". = brancata, manata :
quanto di una cosa si può prendere
con una mano, quanto ne sta in una
mano. Vedi Branca.
branca], s. m. = brancale : calesse da ■
viaggio con cassa retta da due lunghi
cignoni assai molleggianti, assai lunga;
massiccia, con mantice di legno aliai
grossa, senza sportelli, né fiancate an- '
teriori, a due posti, con grembiale sta--
bile di legno e col carro a due ruote e^
due stanghe. Ormai usa poco.
bràncàss, v.rifl. = abbrancarsi, aggaan-j
tarsi, attaccarsi con forza per non es-"
sere smosso; se s'hin bràneaa ài ramni
per no boria gio = s' abbrancarono ai
rami per non cadere; vorèven menali
vìa, ma la el s'è bràneaa à l'Use e
han minga podiiii = lo volevano con-
dur via, ma egli si agguantò all'uscio
e non poterono.
brànch, s. m. = sonagliera: l'asta di me-
tallo, piantata nella collana delle be-
stie da soma, con appiccati per il lungo
dei bubboli.
bràncosin, s. m. = Stroscione, "ranun-
culus repens ; pianta che dicesi anche
pè de nibi.
branda, * s. f. = branda: forte pezzo di
tela fra due regoli o correnti di legno
0 di ferro, coi piedi incrociati al di sotto a
uso letto: si dice anche lèti à là ca-
eiàdòra e in italiano , lettiera pieghe-
vole, iccasse, a libro.
1) Acquavite : liquore che mediante
la distillazione si leva dal vino e da
altri liquori fermentati.
bràndinaa, s. m. pi. = alari, arnesi di
ferro o di pietra ai duo lati del foco-
lare per tener sospese le legno.
bràndinèll, s. m. = bravazzone, bra-!
vaccio, prepontello.
1) Sgargiante: che fa l'elegante nel]
vestirsi, speoialm. per affettazione.
bra
133 —
fera
braudòU) s. m, = Candelabro di ferro.
Si dispongono intorno ai feretri o al
catafalco.
brànsìn, s. m. = nasello: labi'us macu-
latus; pesce di mare.
bràO; agg. = abile, che in una data cosa
non facile sa il fatto suo ; l'è on brào
màèster = è un maestro abile.
1) Bravo, molto abile, capace: nella
sua arte, nella sua professione.
2) Di cose : non fa che dare una
certa enfasi alla proposizione; l'ha be-
■piiii et èò brào vln = ha bevuto il suo
bravo vino ; l'ha desbiiscionaa là sòa
rbtlva botèglia = ha stappato la sua
brava bottiglia.
3) brào Òmm, brava ddna , brava
persona = brav'uomo, brava donna,
brava persona : bona, assennata. Ab-
braccia le qualità dell' anima e della
mente.
4) Per coraggioso; tùli hin bravi à
parali = tutti son bravi a parole.
6) Por significare la gran difficoltà
di una cosa ; Ve brào chi te càpiss =
chi ti capisce è bravo.
6) bràof = bravo! voce d'applauso;
di brào = dir bravo : approvare, ap-
plaudire.
7) ma brào ! iron. = ma bravo ! in
senso di rimprovero.
8) ch'el sia brào = facciamo benino:
dice un compratore al venditore, per-
chè si tenga basso nei prezzi e sia piii
arrendevole.
9) fa et brào = fare il gradasso, il
Eodomonte.
bràsa^ s. f. = bragia, brace: fuoco senza
fiamma che resta delle legno abbru-
ciate.
2) Carbone di legna minute ardente
negli scaldini, veggii, ecc.
3; boria dàla pàdèla in di bràs =
cascar dalla padella nella brace. Pigur.
evitare un male, andando incontro a
un male peggiore.
4) rese rosé cóme dna brasa = es-
sere rosso come il foco.
brasa, v. alt. = braciare, abbragiare, di-
ventar brace.
bràsc, s. m. = braccio: quella parte del
corpo dell'uomo che va dalla spalla
alla mano.
1) biltà i bràsc ài còli = gettare lo
braccia al collo.
2) vègh, legni, porta on bràsc ài còli
= avere, tenere, portare un braccio al
collo; cioè l'avambraccio piegato sul
petto e infilato in un fazzoletto che si
annoda dietro il collo.
— bràsc ài còli e gamba in lèti =
braccio al collo e gambe in letto. Per
guarirle: prov.
3) boria giò i bràsc = cascar le
braccia, perdersi d'animo, scoraggirsi.
4) dà el bràsc = dar braccio, dare il
braccio, dar di braccio, prendere, me-
nare a braccetto: offrire il braccio per
accompagnare.
5) Per sostegno, appoggio, aiuto; vèss
el bràsc dritt de quèidén = essere il
braccio destro o diritto di qualcuno.
6) Per lavoratori; manca i bràsc =
mancano le braccia, cioè i lavoratori.
7) à bràsc àvèrt = a braccia aperte,
stese, spalancate: colle braccia aperte ecc.
in atto di desiderio.
8) in bràsc = in braccio, sul brac-
cio; ciàpà, porta in bràsc, = prendere,
portare in braccio, in collo: di persone
e specialm. bambini: sorreggendoli col
braccio ripiegato al di sotto del petto.
9) sòtt bì'àsc e èòta bràsc = sotto
braccio, sotto l'ascella, tra il pesce del
braccio e la vita ; ciàpà àòit bràsc =
pigliare a braccetto.
10) guadagnasi el pan coni i so bràsc
= campare delle sue braccia.
11) tra bràsc depertiltt = scalma-
narsi, armeggiare, darsi attorno: e nel
camminare vagliar tutta la persona.
12) fàla à bràsc = andar di corpo
senza sedersi, ma solamente chinati
sulle gambe piegate: è volgare.
13) soni in di tò bràsc = sono nelle
tue braccia : le mie sorti, il mio essere
dipende da voi ; a chi ha intera la
nostra fiducia.
14) à bràsc = a braccia, m. avv.:
sulle braccia, colle braccia ; porta sii
tttta là rdba à bràsc = portar tutta la
roba a braccia.
brasca, s. f. = brace. Vedi brasa. In-
dica anche il carbone spento di legne
minute.
1) quéll déla brasca = bracino: quel
che fa e raccoglie la brace.
2) Peverone; agaricus controversus;
sp. di fungo che trae al sapore del
pepe, d'onde il nome: il mil. lo dice
brasca dal sapore bruciante che pel»
la bocca.
bra
- 134 -
bra
bràscià sii, v, att. = abbracciare, circon-
dare colle braccia: s'abbraccia a dimo-
strazione d'affetto, e s' abbracciano le
persone e le cose.
bi'àscìàda, s. f. = bracciata: tanta roba
quanta si può stringere e portar in ima
volta colle braccia ; ona bi-àsciàda de
fhi, de ftiia, de legna = una bracciata
di fieno, di paglia, di legna.
1) el merita Óna bràsciàda (olissi
de fén) dicesi di chi ha commesso qual-
che azione da citrullo, àsnàda, quasi
a volergli dar dell'asino. V. biada, 3.
bràscìii, s. m. = braccìno; dim. vezzeg.
di braccio.
1) Moncherino : chi non ha piiì un
braccio.
bràscloeù, s. m. e anche bràsc, = vi-
ticcio, sostegno a mo' di braccio ri-
piegato per regger candele o altri lumi.
Ora anche quelli a cui si applica il
becco a gas.
1) bracciolo, appoggiatoio; i bràscioeù
déla poltrona = i bracciuoli della seg-
giola: i due piccoli bracci ai due lati
della spalliera su cui riposa l'avam-
braccio di chi è seduto.
2) Puntoni, arcali: le due travi che
formano i lati del cavalletto del tetto.
3) Manichette : nome dei due regoli
che formano il telaio della sega.
4) Bracciatella: piccola bracciata di
legaa e sim.
5) in d'on bràsciceu = all'imbracciata,
recandosi sulle braccia.
bràscion, s. m, = bracciale ; quelli che
sostengono le candele in chiesa.
bràsciorà, v. att. = portare in collo:
tenere spesso il bambino come seduto
sul braccio.
bràsciorin, s. m. = bacinella, caldaiuola:
vaso dove gli orefici tengono la gruma
di botte por imbianchire l'argento.
bràsciotà, V. att. = abbracciucchiare,
affoltare abbracci. Frequentativo di brà-
scià sii.
braserà, s. f. = braciere, caldano: spe-
cie di bacino in cui si mette la brace
e vi possono stare intorno più persone
a scaldarsi; ce n'è anche di pietra; *
bràsèr di sàgristìj = i caldani delle
sacristie: suole anche porsi in una forte
incassatura di legno, da tenersi in bot-
tega.
1) càvèsà là braserà = rassettare il
braciere, accomodarlo si che duri molto.
2) àlàrgà foeùra eh foeugh déla bra-
serà = sbraciare il caldano ; onde me-
glio s'accenda e mandi 'più calore.
3) cieiàron de braserà = chiacchie-
rone perpetuo.
bràsii, s. m. = polverino, brasca: la pol-
vere di carbone più o meno grossa che
alle fucine dei fabbri contorna e forma
il fondo del luogo ove brucia il car-
bone acceso dal soffio del mantice.
Bràsìl, * s. m. = Brasile: nomo di un
paese dell'America meridionale.
1) Tabacco di foglia tonda, erba an-
nua, fusto quasi cilindrico, foglie vi-
scose.
2) Il tabacco che si ha dall'erba detta
bràsìl.
bràss, s. m. = braccio ; al plur. anche
brasa = braccia: misui-a lineare; bràss
quàdraa = braccio quadrato, quadrato
che ha un braccio di lato.
] ) misiirà i ^Iter sili so bràéé = mi-
sm-are gli altri colla sua canna, col suo
passetto: attribuire agli altri le proprie
qualità.
2) bràss de tìla., de lìànn o lòngh =
braccio da mercante.
3) à bràss de pàmi = a braccia qua-
dre ; largamente, senza risparmio.
4) fa i ròbb à on tànt ài bràss = far
le coso a casaccio, a fànfera, senza at-
tenzione.
5) Sta talvolta per bràsc, nelle lo-
cuz. 4 e 9.
bràsàdiira, s. f. = bracciatura : misura;
di una lunghezza o di un'area espressa
in braccia, e per estens. anche in me-^
tri; là bràsàdiira d'on vestii = la quan-
tità di stoffa necessaria a fare un ve-
stito.
brasai, s. vi. bracciale, arnese di legno
per lo più dentato che si infila nel
braccio per dare al pallone.
1) vegni sul brasai = Fig. balzar la
palla in mano: di quando giunge l'op-
portunità per r appunto di fare una
cosa.
bràsàlètt, s. m. = braccialetto, mani-
glia: cerchietto d'oro talora ingioiellato
con cui le signore cingonsi per orna-
mento i polsi e le braccia. Vedi bra-
cialett.
1) Drappo che riveste il bracciuolo
di una seggiola, di un faldistoro e a
mile.
bràsér, s. m. = bracciere : quegli chi
bra
135
bre
camminando, dà il braccio ad altri e
specialmente allo signore: disusa la co-
stumanza del bracciere e disusa anche
la parola.
bràsètt, s. m. = passetto: specie di brac-
cio che è la metà della canna.
1) Metro: da quando la legge impose
il sistema metrico, molti chiamano brà-
sètt, anche il metro.
2) bràsètt de sàcoeia = passetto, brac-
cio, metro da tasca: listerella di legno
a più ripiegature su cui è rappresen-
tato il braccio o il metro colle sue di-
visioni.
3) Posa mollo : bracciuolo di ferro
ricurvo, ingessato nei lati del cami-
netto per riporvi le mollo, la paletta e
simili.
4) Nome di quei ferri, uno per parte
dello finestre, su cui si rialzano le
tende.
5) Braccetto: strumento di ottone
composto di due aste, una delle quali
graduata rientra nell'altra, accorcian-
dosi e allungandosi al bisogno. Di que-
sta misura servesi il cappellaio per
riconoscere che la testa di un cappello
convenga in diametro con quella di
chi ne deve far uso.
6) a bràsett = a braccetto : condotto
a braccio.
bràtéij s. ni. pi. = stracche, cigno, ber-
telle : quelle due strisce di pelle o di
elastico, 0 altro che si incrociano sulle
spalle e che servono a tener su V cal-
zoni. Al sing. bràtèll.
bràvàda, s. f. = bravata, bravazzata : il
bravare, l'atto di chi presume o si vanta
di voler fare cosa che sia maggiore
delle sue forze, o che si fa per osten-
tazione, e spesso anche per minaccia.
bràvìn, s. m. = capacino, dim. vezzegg.
di brtio = capace : detto specialmente
di giovane.
bravura, s. f. = bravura. Astr. di bravo ;
glie vceùr dna bela bràvtlra = ci vuole
una bella bravura.
brécia, s. f. = broccia : apertura fatta
con le artiglierie nelle mura di città,
castello, e sim. o terrapieni per dar
l'assalto.
1) Macigno da macine.
brèga, s. f. = briga.
1) Rissa : contesa con ingiurie.
2) Noia, fastidio : cosa che ci obbliga
ad avere distui-bi ed affanni.
bregàda, s. f. = brigata. Voce ormai
non più in uso e sostituita dapertutto
da brigàda * Vedi.
bregìiniìna, s. f. = bergamina, armento,
mandra di bovini e specialmente di
miiccho. Anche: berg'amìna,
1) bregàmina de pilj = gran branco
di polli.
brègrn, s. m. = quel canale di legno,
aperto superiormente per cui dalla bi-
goncia, si fa colare immediatamente
nel tino l'uva.
bréla, s. f. = cassetta : arnese a uso di
inginocchiarsi o d'appoggiare i piedi
quando si sta seduti.
brèlin, s. m. = cassetta : cassa di legno
a tre sponde, consimile a quella dello
spazzature, ma più grande, nella quale,
con enti'O un po' di paglia, si inginoc-
chia la lavandaia per non bagnarsi lo
gambe ' e la gonnella, quando non lava
al lavatoio, ma alla sponda di fiume,
di torrente, di gora, di rigagnolo, di
gozzo, e simili.
brelòcch, s. m. = piccchiapetto : orna-
mento che, appeso alla catena, ricade
sul petto e noQ è nò croce, ne orinolo,
ma, per esempio, un gioiello, un ri-
tratto, una medaglietta, un cuore, ecc.
Dal francese Breloque.
bremà, v. att. = brillare, scozzare: dare
al riso una prima brillatura per levarne
la prima veste. Anche e meglio pila.
brènta, s. f. = brenta, bigoncia: vaso
alto di legno, a doghe, d'uso nella
vendemmia e nei negozi di vino per
trasportarlo. In Toscana è però scono-
sciuta come recipiente da trasportar
vino.
brenta, v. att. = versare nella brenta.
brentaa, s. m. = il numero delle brente
trasportate nella o dalla cantina.
brentàdòr, s. m. = il facchino che porta
la brenta.
brentina, s. f. = brentina : vaso fatto
come la brenta e della capacità di
mezzo ettolitro.
brentòn, s. m. = Pegg. di brenta. Usa
nella frase : àndà gid col brentòn =
far le cose senza riguardo, senza mi-
sura.
bresànèla, bresàna, s. f. = bressanella:
specie di frasconaia. Luogo per pigliare
uccelli.
brèva, s. f. = breva, levante; vento che
apporta nuvole e pioggia, talora serenità.
bre
— 136
bri
1) Vento periodico che domina sui
laghi di Como, Veibano e Ceresio :
suol spirare da libeccio verso mezzodì.
brevàgr?, s. m. = ventaggine, brevaggio.
Peggior. di breva. Vento fortissimo di
levante e piovoso.
brevètà, v. att. = accordare il brevetto,
nominare con brevetto ; l'è on sistema
brèvètaa = è un sistema cui fu dato il
brevetto.
brévett, s. m. = brevetto : attestato che
si rilascia dall'Autorità pubblica all'au-
tore di una invenzione.
1) Neil' esercito il rescritto o decreto
con CU.Ì uno ha gi-ado di ufficiale.
2) Scritto alla breve e senza troppe
formolo che si fa stendere al notaio
per i contratti di non grande impor-
tanza.
breviàri, s. m. = breviario : libro che
contiene l'ufficio e le ore canoniche
che i preti e i beneficiati sogliono re-
citare ogni giorno.
1) studiti el breviàri = fig. tagliar
corto. Andar per le corte, per le brevi.
brìa, s. f. = briglia : la parte del fini-
mento che si mette alla testa del ca-
vallo: comprende il morso e le guide.
1) * brìj = le briglie, le redini, le
guide.
2) mola, tira i hrìj = allentare, ti-
rar le briglie, o la briglia.
3) làsà là hrìa sili còli = lasciai'
che uno vada dove vuole senza guida
0 senza freno. Lasciar la briglia sul
collo.
4) sensa brm = sbrigliato.
5) stràpòn de brìa = tirata di bri-
glia.
6) giiigà à cavali e brta = fare a
cavalli : specie di giuoco che si fa da
due ragazzi, uno dei quali si sottopone
a far da cavallo e l'altro, imbrigliatolo
con una funicella o sim. lo va stimo-
lando al corso.
bricch, s. m. pi. = roccie, monti, balze ;
àndà sii per i briceh = andar sui monti,
specialmente a diporto.
brìcol, s. m. pi. = bricche. Lo stesso che
briceh.
brieòla, s. f. = mattoncello ; giiigà àia
briedla = fare a mattoncello : si fa con
tre mattoni piantati in terra, a cui si
tira per abbatterli, e ciascuno ha di-
verso valore di punti.
1) vèss à briedla = essere a matto-
nella: essere colla' palla vicinissimo
alla sponda del bigliardo.
2) giiigà de briedla = giocar di rim-
balzo.
3) Collo : carico di mercanzia av-
volto e legato, che portano i contrab-
bandieri.
brieolìsta, s. m. = chi è bravo a far
mattonella, a giocare di rimbalzo.
bricóii, * s. m,. = briccone, birbante.
1) deventà o diventa on bricòn = im-
bricconire.
briconàda, ^ s. f. = bricconata, aziono
da briccone, bricconeria ; l'è stàda dna
vera briconàda = è stata una vera
bricconeria.
briee, s. m. = brigliaio : che fa o vende
briglie.
briga, f. s. = briga. V. brèg-a.
brig'à, * V. att. = brigare : affaticarsi più
che altro segretamente, e usando mezzi
poco onorevoli, per riuscire ad un fine.
brig'àda * s. f. = brigata : compagnia di
persone riunite a scopo di divertimento;
sérem dna bela brigàda de màtdni =
eravamo una bella brigata di capisca-
richi.
1) T. mil. corpo d'esercito composto
ora di due reggimenti e delle altre
armi in proporzione.
brigàdèr e anche brig-adièr, * s. m. =
brigadiere, t. mil. il comandante di
una brigata e il sotto-ufficiale nell'arme
dei carabinieri e delle guardie di fi-
nanza.
brigànt, * s. m. = brigante : chi fa
professione o atti di brigantaggio.
brigràntiii, * s. m. = brigantino : piccolo
bastimento a vela con un solo ponte e
a tre alberi.
brigrhéla, * s. m. = brighella : maschera
del teatro italiano. Personaggio che fa
le parti da ridere e parla in dialetto
bresciano.
1) Per ischerzo di chi, per far lo
spirito, dà nel buffone.
2) Si dice per vezzo ai bambini che
per le prime volte vestono i calzon-
cini e l'abito maschile.
brigrUèlìii, s. m. = bimbo, mimmo: pei
vezzo a un bambino vispo e carino.
brilà, * V. att. = brillare : di luce viva
concentrata in un punto e che stacchi
sopra un fondo scuro o poco illuminato.
1) Del tremolare della luce ; * étèll
brìlen = brillano le stelle.
J
bri
— 137
bro
2) Trans, bril^ el vis = brilaro il
riso : levarlo dal guscio.
brilàut, * s. m. = brillante : diamante
lavorato, tagliato a faccette.
1) Nelle compagnie comiche l'attore
che fa le parti allegre, spiritose.
brilàutà, v. att. = brillantare : di dolci
specialm. Smaltarli al di fuori con zuc-
chero chiarito.
brill, s. m. = brillo: diamante falso.
1) Agg. Altetto : che ha bevuto un
un po' troppo, senza però essere ub-
briaco.
brina * s. f. = brina : rugiada congelata
Non è disusato ancora del tutto priua.
brina, * v. att. = brinare, cascar la brina;
se stànòtt brina, ciào frutcì = se sta-
notte brina, addio frutta.
1) brinti si dice fìgur. di persona a
cui cominciano a incanutire la barba
0 i capelli.
brìndes e ora quasi sempre brìndisi *
s. m. = brindisi : il bere che si fa alla
salute di qualcuno ; fa on brìndisi =
fare un brindisi, brindare.
brìo, * s. 7n. = brio : vivacità grande,
che viene da buon umore e si dimostra
nell'espressione del viso, nei moti della
persona o nel parlare ; l' è on òmm pién
de brìo = è un uomo pieno di brio.
briga, s. f. = brezza: venticello freddo.
1) Siza: veuto freddissimo che tii-a
da tramontana.
2) Stomachino, animella attaccata
alla rete delle bestie bovine. Indi il
motto :
3) sàlaa come dna brìsa = salato as-
sai, amaro di sale.
4) giugà à brìsa, fa brìsa = giuoco
che si fa così : un ragazzo ha in mano
un oggetto e un altro, colto il destro,
con un leggero e improvviso buffetto
0 colpo glielo fa cadere di mano, e so
può, lo raccoglie e tiene per se.
brìsca, s. f. = bagattelle : specie di car-
rozza di cassa alquanto bislunga, e con
luoghi di pari lai'ghezza in ambi i lati.
1) brìsca à bàrehèta = bagattelle a
barchetta: carrozza quasi simile all' an-
tecedente.
brìscola, s. f. = briscola: gioco di carte
che si fa in due, o in quattro.
1) Il seme che in tal gioco trionfa
e ogni carta di quel seme.
2) briscola eoi sègn o parlàda =
briscola chiacchierina.
briscoleta, s. f. = briscoluccia, dimin.
vilif. di briscola.
briscolìn, s. m. = briscolino, dim. di
briscola : si dice di preferenza dello
carte di briscola ; assai poco della par-
tita di giuoco.
briscolòn, s. m. = briscolone ; giilgà à
brìècolòìi = fare o giuocare a brisco-
lone : è giuoco simile alla briscola,
tranne che si tengono in mano cinque
calie e non ponesi la briscola in ta-
vola.
brisètìna, s. f. = sizzolina : aria fina o
fredda. Dim. di brìsa.
brisin e anche bris, s. m. = cichino,
micolino, pocolino ; glie n'è pil nànca
on brisin, on bris = non ce n'è più
neanche una bricciola.
brìvid, * s. m. = brivido : senso di
freddo con tremito di tutta la persona,
che prende più che altro all'entrar della
febbre, o per effetto di paura, racca-
priccio e sim.
1) vegni i brivid = rabbrividire.
brò-brò, s. m. = abbracciatutto: chi si
ingerisce in tutte le faccende, che non
rifiuta nessun incarico. Specialmente
in senso poco buono. Anche : scroccone.
Dice il mil. anche regiradór.
brobroràda, s. f. = azione dello scroc-
care, dell'abbracciar tutto.
1) Mozzorecchi ; ignorante e disonesto
cui'iale.
2) Usura nel dare o torre robe per
grande e non adeguato prezzo con isca-
pito notevole di chi le riceve dallo
scroccone, o di chi a costui le cede.
3) baratteria, azione da barattiere.
bròca, s. f. = brocca: vaso di rame o
di terraglia ordinaria, per attingervi
l'acqua da bere o da lavarsi. Secondo
la forma chiamasi anche : mesciaqua.
1) Pernio: ferrino rotondo intorno a
cui si volgono le lamino delle forbici.
2) Cocomeri ao: specie di bulletta con
capocchia d'ottone.
3) Brocco: sterpo grosso.
4) Brozzola : arnesetto di legno per
tenero l'oro svoltato dai rocchetti.
5) Rama: piccolo ramo.
0) àndti éHi bròcch = andare in fumo.
7) compra o vènd à broea seca = com-
perare 0 vendere a rischio e pericolo ;
comperare o vendere la foglia dei gelsi
quando appena le piante germinano,
bro
— 138 —
bro
obbligandosi a pagare un dato prezzo,
qualunque sia il raccolto.
8) là hròca = il soprasuolo, il sopra-
terra, il complesso degli alberi e degli
arbusti che si trovano sulla superfìcie
di una data presa di terreno, di un
podere, di un campo e sim.
brocaa, s. m. = ramaglia: nelle piante
il complesso delle rame.
1) Broccato : tessuto di seta grave,
lavorato a brocchi o ricci.
2) brocaa d'or = tessuto d'oro e di
argento.
bi'ocàdèll, s. in. = broccatello, brocca-
tino: specie di stoffa imitante il broc-
cato.
brocài, s. m. = sterpo: rimessiticcio sten-
tato che sorge da coppaia d'albero secco
e vecchio, o dal tronco d'albero già ta-
gliato; sterpacchio ne è il peggiorativo.
1) Allargatoio: strumento con cui si
allargano o mettono in tondo, o ripu-
liscono i fori fatti in un pezzo di me-
tallo col trapano o altrimenti, special-
mente in lavori di ferro.
bi'ocàifleù, s. m. = sterpicino.
brocàmm, s. m. = bullettame, complesso
di molte bullette. Anche stàchètàmm.
1) Sterpame: complesso di sterpi.
bròcch, s. m. = brocco, sprone, pollone,
rampollo che si mette dalle radici d'al-
bero tagliato.
1) fuscello pungente, stecco, spino :
se ne vedono sul pedale e sui rami di
certe piante.
2) Brenna: cavallo secco, incarogaito
che non si regge più.
brochéta, s. f. = brocchetta: dimin. di
brocca.
1) BuUettina : piccola bulletta colla
capocchia d'ottone.
2) Eamicino: piccola rama.
brocliètt, 8.171.= barbina : mazzettino
bislungo di . fiorellini artefatti che le
donne ponevansi sotto la tesa del cap-
pello da una parte del volto : ora la
cosa non s' usa più così, ma il nome è
rimasto.
1) Brocchetto : camangiare composto
di ricotta, combinata col fior di latte.
2) bàtt brache tt o brochéta = battere,
le gazzette ; tremar dal freddo.
bròcol, s. m. = cavolo fiore o cavolo
broccolo; brassica cauliflora ; sorta di
cavolo che fa il fiore in forma di grossa
j)alla gialliccia.
brocon, s. m. = bullettone: chiodo grosso
col capo quadro con cui si congegnano
insieme i tacchi delle scarpe : poco u-
sato. Meglio, ciodòn.
brochén, s. m. pi. = tronchetti : specie
di stivaletti cogli elastici alla canna.
Usatissimo.
brodàia, s. f. = bioscia, broscia: mine-
stra piuttosto brodosa, ma di poca so-
stanza, ed anche brodo lungo, insipido.
brodin, s. m. broduccio , dimin. di
brodo.
brodón, s. m. = brodo succolento, sapo-
rito.
brodòs, agg. = brodoso, con molto brodo:
detto specialm. di minestra.
broeùd, s. m. = brodo : la parte della
carne che si scioglie nell'acqua, in cui
è fatta bollire; e l'acqua in cui la carne
ha bollito; broRild de vitèll, de càpòn =
brodo di vitello, di cappone.
1) brcetld lóngh = brodo lungo, fatto
con molta acqua e poca carne ; broeud
ristrètt = brodo ristietto. L'opposto.
2) brcetld faa = brodo fatto, quello
che ha bollito colla carne sufficiente-
mente per essere bevuto, o altiùmento
adoperato, benché il lesso non sia per
anco cotto.
3) broeud sgràsaa = brodo digrassato:
quello cui è stato tolto il grasso, gal-
leggiante in figura d'occhi o scandelle,
se caldo, ovvero rappreso e rassodato
in falda uniforme, se il brodo fu la-
sciato freddare.
4) smagrì el brcBild = digrassare il
brodo, levarne il grasso.
5) brceild comiimé = brodo consu-
mato, ristretto per consumè ; brodo di
carnaggio eccessivamente cotto, e quasi
consumatovi dentro e perciò molto so-
stanzioso.
6) brceicd che sa de nàgota = brodo
sciocco, con poco sapore.
7) fond del broeud = bolliticcio del
brodo.
8) Ossi da far brodo; compra on chilo
de brceild = comperare un chilogranmo ,
d'ossi da far brodo.
9) broeild de càétègn = broda di fa-
gioli: scherz. di caffè lungo e scipito.
10) àìidà in brceild de scìsger = an-
dare in broda di succiole, fam.: prò
vare una viva soddisfazione spesso per
motivi futili, come lodi, carezze inte-
ressate e simili.
bro
139 —
bro
11) tira sii el broìitd = succiare ; at-
ti'arre a se il fiato per freddo o per-
cossa,
12) vìv in del so brmìcl = far razza
da se, non ci metter né sai ne olio,
bollire o cuocere nel suo brodo ; non
impicciarsi con altri.
13) vèss in del so brcBild = esser nella
sua beva: essere in un luogo a trattare
negozi che vadano a genio.
14) làsti ■vun in del so brceùd = la-
sciar bollire, cuocere uno nel suo brodo ;
lasciarlo fare a modo suo, non occu-
parsene: per lo più di persone colle
quali sia meglio non aver nulla da
spartire.
15) Prov. gaina vègia fa bon broeild
= gallina vecchia fa buon brodo.
broeùda, s. f. = broda : ò appellazione
quasi scherzosa e avvilitiva di brodo,
per dire che esso è cattivo, o in troppa
quantità o inopportuno.
1) Broscia, fam. minestra . molto li-
quida e scipita.
2) Fig. dicesi di uno scritto diffuso
e scipito: brodo lungo.
3) In gergo, il sangue che cola dal
naso; el g'hà daa on piign che g'kà
faa vegni già là brmuda = gli diede
un pugno che gli fece far sangue dal
naso; tra brceuda = far sangue per le
narici.
4) altari, gio là broeuda = sbrodolare.
5) àndà in broeuda = andare in broda,
spappolare, non tenersi bene insieme,
disfarsi: dicesi di cosa morbida che,
toccata, si disfà fra le dita. Anche: an-
dare in brodo di succiole. Vedi broeùd
n. 10.
G) Broda, brodiglia, l'acqua lorda e
melmosa delle strade quando è piovuto
molto. In questo senso, ormai poco
usato.
broiàss, s. m. = scartafaccio, straccia-
fogli : quaderno o più. fogli riuniti in
quantità per appunti e noi negozi per
le prime note.
broncà, v. att. = abbrancare, acciuffare,
agguantare lesto e forte. Vedi bràttea.
bronchi, * s. m. pi. = bronchi: i due ca-
nali per cui l'aria entra dalla trachea
nei polmoni.
brottchiàl, * agg. = bronchiale: dei bron-
chi; màlàtta bronehiàl = malattia bron-
chiale.
bronchite,* s. f. corrotto dal volgo in
broncliìtide, o bronchitica = bron-
chite, infiammazione dei bronchi.
bróns, s. m. = bronzo : lega di rame e
stagno 0 zinco; stàtoa de brons = sta-
tua di bronzo.
1) Fig., stomeghj polmon de brons
= stomaco, petto di bronzo ; fortissimo-
2) Agg. bronzino: di colore simile a,
quello del bronzo; color brons = colore
bronzino.
bronsà, v. att. = abbronzare, ridurre a
colore di bronzo; gèéé bronsaa = gesso-
abbronzato.
brònsa, s. f. = faccia tosta; di persona,
sfacciata, impassibile.
brousàdùra, s. f. = abbronzatura: l'ef-
fetto dell'abbronzare.
bronsin, s. m. = mortaio: vaso di pietra,,
di bronzo, di ferro e sim. in cui col
pestello si tritano e riducono in pol-
vere varie sostanze.
1) Romano, piombino: quel contrap-
peso pensile scorrevole nel braccio dellar
stadera.
2) Botte di doghe grosse e percià
saldissima.
bronsìroeù, bronsìsta, * s. m. = bron-
zista: chi lavora in bronzo e altri me-
talli, segnatamente piccoli oggetti che
si mettono nelle stanze per ornamento.
brontola, * v. att. = brontolare, parlare
da se, sottovoce, a riprese, con qual-
che risentimento ; noi fa che brontola
non fa che brontolare.
1) Fam. il rumoreggiare lungo e lon-
tano del tuono.
2) Del rumore che fa l'aria rinchiusa
negli intestini.
brontolàmént, * s. m. = brontolamento.
il brontolare.
brontolòn, * s. m. = brontolone: che ha
il vizio di brontolare.
brosa, s. f. = spazzola: arnese con che
si ripulisce il pelo nei cappelli.
1) brdsa dura = spazzola dura ; quella
adoperata dal lavorante che dà la forma
al cappello per avviarne il pelo, uscita
che sia dal bagao bollente.
2) brosamòla = spazzola molle: quella-
fatta con setole di cignale che viene
adoperata per dar lustrerò al cappello.
bròsc, s. f. = spillone, spillo artistico;
dal francese broche.
brosciur, = libro cucito: Term. dei leg.
di libri ; quello i cui fogli sono sem-
plicem. cuciti ed ha per coperta non
bro
140
bru
cartone, ma solo un foglio di carta con
stampato o no il titolo e i fregi. Dal
francese brochure.
brosioeu, s. m. = bitorzoletto, dimin. di
bitorzolo. Anche brosàioetì, ma ormai
poco usato.
bròsol, s. in. = bitorzolo, bernocolotto
di forma molto irregolare sulla pelle.
1) jyièn de bròsol = bolloso.
2) tiltt à brdéol = bernocoluto, bi-
torzoluto.
brostoli, V. att. = arrostire, abbrustolire.
Vedi brustoli.
1) Del pane e delle castagne.
2) Iperb. della pelle: el so el brosto-
lìss là peli = il sole arrostisce la pelle.
bro va, v. att. = accarezzare, piaggiare,
far moine: disusa.
1) Pulire, mondai-e, sbreccare, tor
via ogni seccume dalle viti.
2) Innumidire : specialmente la seta
col vapore.
3) Kifare le carni.
brovàdura, s. f, = sbroccatura, brusca-
tura ; il seccume levato alle pianto.
1) Cassa da inumidirvi la seta col
vapore.
Brovètt e Broètt, s. m. = Broletto: chia-
mavasi cosi il palazzo comunale. Ora
il nome rimase al palazzo e alla via
dove risiedeva il municipio non ostante
questo abbia mutato sede.
brìicc, s. m. = asino, ciuco, ronzino.
brug^h, s, VI. = scopa, erica; erica vul-
garis; cresce negli scopicci.
briigrliéra, s. f. = brughiera, scopeto,
soopiecio, grillaia : teiTono argilloso,
siliceo e ferruginoso ove fa la scopa.
1) làsà àndà à brughéra = lasciar
«he un terreno diventi sodaglia, sco-
peto.
2) scarpai dna brigherà = dissodare
uno scopicelo.
3) pari 0 vèss dna brughéra = es-
sere una grillaia, ài terreni trasandati.
brugiia, s. f. = prugno, susino; prunus
domestica; specie di frittata.
1) Prugna, susina: frutto dell'albero.
Ovale e per lo più turchiniccio, pao-
nazzo, violetto, rossiccio, velato da una
polvere glauca che chiamasi fiore.
2) àndà i brilgn in èrbión = imboz-
zacchire, intristire.
3) bràgna regina o déla regina =
prugna Claudia.
4) brugna manna = prugna amo-
scina nera.
5) brUgna sàncld = prugaa Claudia
tonda.
6) brùgna sàngioànn., scànàrda, sei-
résa, spina, ferdàsa = amosciua, su-
sina sangiovanni, spaccatoia, ciliegia,
agostina, verdacchia.
7) àvègh dna brugna ài ciiii = avere
un porro dieti'o via; avere gran pregiu-
dizio; anche: avere un cocomero in corpo;
essere in dubbio, in pensiero.
8) brugna = stanza mortuaria: stanza
in ogni ospedale in cui sezionano i ca-
daveri, e se occorre ve li depongono
prima di seppellirli.
9) fàcia de brUgna = viso da morìa.
briignòcola, s. f. = corno, pesca, sigillo:
quei bernoccoli o enfiati, talora rossi,
talora lividi, che sono effetto di per-
cossa in qualche parte della faccia.
briignoeù, s. m. ,= pruno salvatico; pru-
nus spinosa; arbusto che cresce spon-
taneo nelle nostre siepi. Il frutto di-
cesi brugruoeùla.
brugnòn, s. m. = musone: di pers., che
fa il muso grosso e serio.
1) Tavernaio, vinaio ; chi tiene ta-
verna.
briigolòsa, s. f. = lingua di bue, bor-
rana salvatica ; atichusa offècinalis ;
erba quasi per tutta Italia nei luoghi
incolti. S'usa in medicina.
brulé, agg. = dal frane, brulé -- bruciato,
serve come aggettivo di eàfè e vin.
lì càfè briilé = sciroppo di caifè.
2) vin briilé = vin caldo e acconcio
con droghe e zucchero.
brumista, s. m. = fiaccheraio, padrone o
conduttore di carrozzelle.
briimiu, e anche bruii, s. m. = cittadina,
carrozza pubblica, carrozzella : per lo
più coperta ; dall' inglese brougham.
Quei veicoli che per commodo pubblico,
accorrono alla stazione delle strade fer-
rate qua e là nelle piazze.
1) briimm de retnis o de rinièsa =
carrozzella di rimessa; la medesima
carrozza, ma non sta sulle piazze o
sulle vie, bensì nelle rimesse : è più
elegante e vi si paga di più.
bruna, s. f. = specie di cuoio di capra,
0 di vitello lavorato in nero.
brtinèll, s. m. = brunelliuo : specie di
stoffa a mandorla: se ne fanno per lo
più scarpe da donna.
bru
- 141
bru
brfis, s. m. = brucio: nome di due ma-
lattie del riso in vegetazione procedenti
da troppa grassezza del terreno, da
scirocchi notturni, da mancanza di piog-
gia ai tempi opportuni, dagli alidori
estivi.
1) odor (le brus = puzzo di bruciato;
éàvè de brUs = sentire d'arsiccio o di
abbruciaticcio, pigliar lo strinato.
2) tceii sii òìi brits = avere il baco,
il bruoio di... aver passione por.
brus.a.
1) giiigà Ma brùsa = fare a verga :
si gettano in aria delle monete e vince
colui del quale la moneta è più lontana
dalle commessure dei mattoni.
2) vciis in brUsa de... = essere a un
pelo, a .un dito, essere in pericolo di...
3) pientà in brusa = lasciar in per-
dita: di gioco.
4) rèsta in byùsa = fig. rimanere col
danno e colle beffe.
briisà, V. att. = bruciare, abbraciare, ar-
dere, attaccare il fuoco: consumare, di-
struggere per mezzo del foco; briis^ el
Sucher, l'iticém, là carta e sim. = bru-
ciare lo zucchero, l'incenso la carta.
1) Applicare il ferro rovente sopra
qualche parte offesa: operazione chirur-
gica che si fa anche con caustici; m'ha
mordila on eàn e ni'hdn briisaa = mi
morse un cane e mi braci areno.
2) Anche colla pietra infernale, ni-
trato d'argento; * por, i pitgh ée brùsen
coni là pietra infernàl = i poni, le pia-
ghe si bruciano colla pietra infernale.
3) L'azione di alcune sostanze sopra
altre; là tinta l'ha briisaa el pànn = la
tinta ha bruciato il panno.
4) Arrivare troppo nel cuocere ; el
ròst l'è briisaa = l'arrosto è bruciato;
làéà briisà el pan = far bruciare il pane.
5) brilstl òli, céra, càrbon, Ugna, e
sim. = bruciare olio, cera, carbone, le-
gna e sim.: servirsi di queste materie
per illuminare e scaldare.
6) legna, òli, éptrit de briisà legna,
olio, spirito da ardere.
7) briisà el pàión = bruciar pagliaccio
a uno; mancare a un ritrovo, non an-
dare in un luogo dove s'era promesso;
far billera: mancare a una promessa.
8) Intransitivo : dotto della cosa a
cui si è attaccato il foco, che ha preso
foco; là legna là brUsa polìd = la legna
brucia bene.
9) briisà de là set = allampare, bru-
ciar di sete : avere una gran sete.
10) Frizzare, bruciare : d' una parto
del corpo dove si provi una sensazione-
simile a quella prodotta da una bru-
ciatura ; me brusa là góla, el àtòmegh,
e sim. = mi brucia, frizza la gola, lo
stomaco e sim.
11) briisà de là umilia = struggersi
della voglia : aver gran volontà di fare
una cosa.
12) bì-iisà vìa = andar via, spacciare
a ruba : di mercanzia di grande spaccio.
13) Alidire, arrabbiare : di frutta
staccate dall'albero, e di grano, biada
0 erba, che per mancanza di umore
divengono rasciutte e gi-inze.
14) là me brUsa = mi cuoce, mi an-
noia : di cosa che arrechi gran fastidio,
specialmente ferendo l'amor proprio e
l'orgoglio.
15) briisàss = ri fi. bruciarsi ; el s'è
briisaa i pàgn, i bàrbìs, i cavèj = s'è
bruciato gli abiti, i baffi, i capelli.
16) Prov. là cà là bi-usa, dèmègh el
foRugh, scàldèmes anca nùn = quando
l'albero è in terra tutti corrono a farci
legna. Vedi légror.
briisaa, s. m. = inarsicciato : margine o
segno d'abbruciamento o d'arsione.
1) Calia : piccolissimo parti d' oro o
d'argento che si staccano nel lavorarlo.
briisàbóca, s. f. = erba pepe ; polygonuni
hydropiper = erba annua.
briisacàntòn, s. m. = bravaccio, gra-
dasso, spaccamontagne : che miaaccia,
ma non fa male.
briisàcòa, s. m. = abbruciacoda, bru-
ciacoda : ferro rovente che s' applica
alla coda dei cavalli, dopo che fu ta-
gliata, per istagnarne il sangue.
brìisàda, s. f. = stiacciata : pasta lievita
cotta in forma di torta noli' olio o nel
buiTO, spesso con dentro uva, finocchio,
fichi e sim.
briisàdèll, s. f. pi. = bruciato, brucia-
tene : castagne cotte arrosto.
briisàdura, s. f. = bruciatura : 1' aziono
del bruciare per guarire d'un male.
briisàlàseu, s. m. = stoppione ; serrattda
arvensis = erba pei'enne.
briisàpàión, s. m. = gabbaloste : di chi
ci inganna e burla, chi manca a un
ritrovo fissato.
briisàpignàtt, s. f. e m. = fregona : chi
fa le infime faccende della cucina.
bru
142 —
bru
1) dicesi per spregio ai cuochi di
poca abilità : Cuoco de miei stivali.
briisàroeùla, s. f. = padella da bruciate ;
padella di ferro col fondo tutto forac-
chiato a uso di arrostire le castagne; è vo-
cabolo pochissimo usato nella città, poco
nei sobborghi, se non da' caldarostai.
briisàscés, s. m. = bruciasiepi, caccia-
toruzzo : di cacciatore malpratico.
brasata, v. att. = abbruciacchiare, bru-
ciacchiare , abbrustolire : bruciar leg-
germente, superficialmente qua e là ;
« polàster e i ilsej pelaci se briisàten
prima de fai cceùs = i polli e gli uc-
celli, quando sono pelati, si abbruciac-
chiano prima di cuocerli. Anche : ab-
brustiare.
1) Segnatam. di vivande nel cuo-
cerle, abbronzare, abbrustolare, è leg-
germente avvampai'e : quel primo ab-
bruciare che fa il foco nella superficie
^d estremità delle cose ; briisàtà i
sciàmp de polàster per podè pelai = ab-
bronzare le gambe e i piedi del pol-
lame morto per poterli pelare ; cioè to-
glier loro quella nivida pelle che li ri-
veste.
brusca sii, ■v. att. = rampognare, ripren-
dere, far rampogne, rimproveri.
briisch, agg. = agro, di sapore acerbo ;
el limòn Ve brilseh = Il limone è agro.
Dols e kriiseh = Agro e dolce. Dolce e
forte. Detto di pietanze.
1) dna stràpàstLda in dol§ ebriisch =
una ramanzina coi fiocchi, molto amara,
2) Del vino, brusco, acerbetto, agro.
3) Aspro : il sapore delle frutto acerbe.
4) céra br&sca = cera brusca : che
mostra disapprovazione e risentimento.
5) coi briisch = colle brusche : con
modi e parole brusche, cioè senza ri-
guardi, ne cerimonie.
briiscliìn, agg. = aspretto, asprino. Vozz.
di briisch = aspro, solo nel senso pro-
prio : anche bruschetto.
1) Sost. agrettino ; el g'hà on brii-
schìn che me dispids nò : ha un agret-
tino che non mi dispiace.
,briiscòn (i), s. m. pi. = i fortori : sen-
sazione d'acido molesto allo stomaco.
1) mètt i briiscdn sUl étomegh = far
venire i fortori.
2) Cardosanta Maria ; carduus Ma-
rianus.
I^riiseghìn, s. m. = cociore, fomento,
amoretto : il brucior dell'amore.
bruso (nànca ou) = neanche un picciolo,
un bricciolo : neanche nn quattrino ;
hoò ciàpaa nànca on brùso = non ne
cavai nulla.
briisón, s. ni. = brusone, carolo : Ma-
lattia del riso.
briisór, s. m. = bruciore : sensazione
molesta, simile a quella di una brucia-
tura; el briisòr de gola = il bruciore
alla gola.
1) Bruciaculo : bruciore che viene al
sedere, cavalcando troppo a pelo.
2) briisór de stòmegh = bruciore di
stomaco : ribollimento dello stomaco
cagionato da indigestione.
brusorent, agg. = bruciante : specialm.
di senapismi e vescicanti.
brustia, s. f. = brusca, bussola : spaz-
zola per ravversare il pelo ai cavalli,
dopo averli strigliati.
1) Setola : spazzola forte di cui si
servono specialmente le lavandaie.
2) brÈstia di pàgn = spazzola : ma-
nella di saggina o d' altro simile con
che si ripuliscono dalla polvere i panni.
briistià, V. att. = bussolare : ripulire
colla bussola i cavalli,
briistiàda, s. f. = colpo o ripassata di
brusca o di setola.
1) Fig. batosta, malanno, calamità,
sinistro qualunque a cui alcuno vada
soggetto.
briistiàtt, s. m. = bruscaio : che fa o
vende brusche. '
brustoli, V. att. = abbrustolire: tener
qualche cosa da mangiare sul foco in
modo che, senza abbruciare, prenda
quel colore necessario a farla buona.
Vedi brostolì.
1) brustoli el pan = arrostire il pane.
2) Dell'arrosto vale troppo arrostito ;
rè brustola sto vitèll = è troppo ar-
rostito, è brustolito questo vitello.
brustolìda, s. f. = abbrustolita : un po'
d' abbrustolimento.
brustolidùra, s. f. = abbrustolimento :
l'abbrustolire.
bruta, s. f. = minuta, bozza o scrittura
di primo getto, che talora si emenda
per metterla poi in pulito.
1) fa el doér in bruta = minutare j
il compito : faiio in minuta.
briitàcòpia, s. f. = minuta, bozza : lo
stesso che bruta.
1) vèsà là briitàcdpia de vUn = Qsser
brn
143
bud
la scimmia di alcuno : si dice di chi
contraffa i modi altrui.
brutàsc, * agg. = bruttaccio : agg. pegg.
di brutto ; te set on gran briltàsc = sei
un vero bruttaccio : anche per vezzo
in celia.
briitésa, * s. f. = bruttezza. Astr. di
brutto.
brìitin, agg. = bruttino, dira, di brutto.
Serve come eufemismo.
briitòn, agg. e sost. = bruttone, accresc.
di brutto, in senso di celia ; m ma,
briiton = va via, bruttone.
1) E' anche accresc. femm. ; là bUa
briiton = la bella bruttona.
briitonóii, s. m. = bruttaccione, accr.
doppio di brutto e intensivo di briiton.
briitòtt, s. m. = bruttacchiolo, dim.
fam. di brutto, detto di persona.
briitt, * agg. = brutto, contrario di bello :
di persona ; òmm briitt = uomo brutto ;
l'è minga Òna bruta dona = non è
una brutta donna ; briitt còme el pecaa =
brutto come il peccato.
1) briitt ! bruta bastia ! bruta schn-
bia ! brutto ! brutta bestia ! brutta
scimmia ; briitt ròbb ! bruta ghigna =
brutto coso ! brutto muso ! per dispre-
gio ; el didol Ve minga briitt come el
fan = il diavolo non è brutto quanto
si dipinge. Prov. spesso le cose fini-
scono meglio di quello che si credeva ;
briitt color = brutto colore : detto an-
che del colore del viso che accenna
malattia o grave turbamento.
2) Del tempo, della stagione : briitt
inverno = brutto inverno ; bruta gior-
nMa = brutta giornata.
3) Di cose e animali ; briitt cdn,
briitt cavali., e sim. = brutto cane,
brutto cavallo e sim. ; briitt pàes,
bì'tì.ta cà = brutto paese, brutta casa.
4) Di lavori e d'opere d'arte.
5) Di cose difficili ; l'è on briitt ca-
mini cont sto tempàsc = è un brutto
camminare a questo tempaccio.
6) Di fatto 0 aziono biasimevole e
anche solo spiacevole ; briitt visi, briitt
iiòmm = brutto vizio, brutto nome ; el
fa briitt senti ona sdora pària mal
dèla gént = fa brutto sentire una si-
gnora dir male delle persone. E con
antifrasi ; briitt schèrs, briitt coinpli-
tnént = brutto scherzo, brutto complÌT
mento : di male che altri faccia inna-
spettatamente ; l'è pròpi staa on briitt
complimént = fu davvero un brutto
complimento.
7) briitt maa = brutto male, mal-
caduco, benedetto : l'epilessia, le con-
vulsioni epilettiche.
8) coi briitt = collo brutte, con cat-
tive maniere : contrario di coi bòrni =
colle buone.
9j vèdèla bruta = veder le cose nel-
l'avvenire minacciose e spiacenti.
10) vedèfin de briitt = vederne delle
brutte : di cose spiacenti.
11) briitt, sost. masch. l' è on briitt
simpàtich = è un brutto piacente.
12) Di cosa ; quèst l'è el briitt, àdèss
vén el briitt = questo è il brutto, ora
viene il brutto.
13) dementa briitt = imbruttire ; v}§s
briitt de coeur = esser' brutto davvero.
14) mètela brÈta = mettere in pen-
siero ; viij ! ghe l'ha misa brÈta = ohe !
r ha ben messo in pensiero ; briitt in
fàsa bèli in pìàsa o vicev. = brutto in
fasce bello in piazza e vicev. Vedi fàsa.
N. 3.
15) Anche nel senso di sporco, su-
dicio ; l' è briitt de vin = è sporco di
vino.
briitiìra, s. f. = benedetto : leggera con-
vulsione dei bambini lattanti.
1) fa vegnt là briitiira = far sve-
gliare i vermi : mettere grandissima
paura.
buba, s. f. = bubbola, upopa ; galletto di
marzo, o di maggio, o marziale ; upopa
epops = uccello silvano.
bubòu, * s. m. = bubbone : tumore in-
fiammatorio e d' indole piuttosto ma-
ligna.
biicòlegra e biicòlìca, * s. f. = la buco-
lica : il mangiare ; noi pensa che à là
bucòlica = non pensa che alla buco-
lica : di chi non si prende pensiero che
di mangiare.
biidèll, s. m. = budella, budello : quelle
delle bestie da macello, le quali bu-
della tra noi si vendono a misura me-
trica. ^
1) Busecchia : il budello in cui si
insacca la carne di maiale salata.
2) biidèll de bèè = minugie.
3) cava i biidéj = ammazzare : levar
le budella.
biidgètt, s. m. = bilancio : le entrate e
le uscite specialm. di uno stato. Deriva
dall'inglese budget.
bue
- 144
bai
biièll, s. m. = budello, intestino : canale
degli alimenti digeriti che va dallo
stomaco all'ano.
1) vègli el biièll invèrs = essere di
cattivo umore e mostrarlo : aver le lune.
2) vèss sctsger e biièll = essere pane
e cacio : essere come passeri e co-
lombi, esser tutti amici e d'accordo.
bufai, * s. m. = lo stesso che bufol =
bufalo : specie di bove, mezzo selva-
tico, di pelo nero.
biiff, agg.; femm. bufa, = buffo : che fa
ridere.
1) Detto di opera in musica, con-
trapposto di seria.
2) Detto di persona, o cosa singolare
0 curiosa ; ma te set che V è bUfa ? =
ma sai che la è buffa ?
3) Sost. el biiff = il buffo : il can-
tante che nelle opere buffe fa la parie
pili comica.
biifé, s. m. = credenza, riposto : tavola
e stanza dove stanno apparecchiati i
vini, i liquori, le frutta da porsi in
tavola e quelli che servono al tratta-
mento in una festa. Dal francese buffet.
biifòu, s. m. = buffone : chi con una
cert'aria di gravità e d'importanza dice
0 fa cose inconcludenti, vane.
1) Chi fa 0 dice cose non seine, ap-
l>osta per far ridere, parlando anche
di cose serie.
2) sònt minga el tò bit fon = non
sono il tuo trastullo.
biifonà, V. att. = buffoneggiare : fai'e il
buffone e dir buffonerie.
biifonàda, s. f. = buffonata : azione o
parole da buffoni.
biìfonèll, s. m. = buffoncello : dim. di
buffone.
biifonòii, s. m. = buffonaccio : doppio
accres. di biiff.
bufol, s. m. = buffalo ; hos bitbalus =
animale nero, simile al bove, mezzo
selvatico.
biigrà, V. att. = bubbolare, baturiare : il
rumoi'eggiare dei tuoni.
biigàda * s. f, = bucato : 1' operazione
del lavare la biancheria col ranno ; fa
là biigàda, dà in biigàda = imbuca-
tare, fare il bucato, dare in bucato,
mettere i pannilini in bucato.
1) pànn, lensceu, càmìsa de biigàda
e sim. = panno, lenzuolo, camicia di
bucato : pulitissimi ; odor de biigàda =
odore di bucato : quell'odore che manda
la biancheria quando è stata in bucato
e non ancora usata.
2) là biigàda = il bucato : la totalità
dei i^anni che si danno e si mettono in
bucato.
3) bagna la biigàda = mettere in
molle, ammollare i panni : porli e te-
nerli per più ore nell' acqua pura per
rammollirne il sucidume.
4) desténd i pàgn de la biigàda =
tendere il bucato.
5) mètt in del sègiòn i pàgn déla
biigàda = allogare, pareggiare i panni
nel mastello o tinello.
6) Pampaaata : specie di suffumigio
che si fa con pampini bollenti o altro
alle botti che san di muffa, per toglier
loro il cattivo odore.
8) Per estens. di cosa di grave mo-
mento che diede molto da fare ; nm
vilij, che biigàda = ma che affare serio,
che tramestio, ecc.
biigràdina, s. f. = bucatino : dim. di bu-
cato, comunem. bucato di pochi panni
e dei capi più piccoli, fatto in casa.
Anche bucatuccio, vilif. di bucato. Di-
cesi in mil. anche biìgàdin.
biigiàs, s. m. = bugiaza : rete a due
ali, che si usa con gran frutto quando,
è .torba l'acqua. Poco usato.
biigrii (a), = bugnato : parete o facciata
di muro a bozza.
btigna, s. f. = bugna, bozza : quelle
pietre le quali con minore o maggiore
aggetto e con ben distinti conventi, ri-
vestono alcune parti esteriori di edilìzi,
specialm. di stile rustico.
biigrnòu, s. m. = bubbone, gavocciolo,
fìgnolo : tumore per lo più maligno.
biigrionscèll, = bubboncino, gavoccio-
lino, dim. di biigrnóii.
biiì e bijj, V. att. = bollire : di liquidi
quando la loro superfìcie si solleva qua
e là, formando bolle ; btòj V acqua, el
broeùd, el làtt e sim. = bolle l'acqua,
il brodo, il latte e sim.
1) E di tutto ciò che è in un li-
quido 0 contiene un liquido quando
bolle ; bùj là carne, bùj el càldàr =
bolle la carne, la pentola ; biij fòrty\
odasi = bollire forte, adagio.
2)Iperbol.: di caldo eccessivo; in ktà\
stanca se bùj = in questa stanza si bolle.
3) Fig. bui el éàngh = bollire ilj
sangue : essere di temperamento vivace.
Di spii'iti ardenti ; ghe buj quèicòéé iì
bui
- 145 -
bur
del eoo = qualcosa gli bolle per la
testa : di chi agita per la mente qual-
che di seguo, per lo più in mal senso.
4) Di chi è fortemente sdegnato, si
contiene a fatica e borbotta ; el buj =
bolle.
5) fa buj = bollire, trans. ; fa b&J
là carne = bollire la carne.
6) Anche lo spontaneo agitarsi di un
liquido in fermentazione, nella quale
le bolle non sono di vapore, ma di
fluido aeriforme, permanente, cioè di
gasse; buj el vin nceitv in di tinn =
bolle il mosto nei tini.
7) Di cosa che risica voler seguire
di certo ; là buj^ ma sosènn = la bolle
forte : di un affare che si sta segreta-
mente trattando e operando.
8) lil el buj = egli ha dato volta,
ha perduto il cervello : non ragiona
più 0 ragiona da esaltato.
9) bùj àdàsì = sobbollire.
10) bHj à là disperMa = sbollire a
a scorsoio, a sodo.
11) là me buj = la mi ribolle: sto
per perdere la pazienza.
12) làsela bàj = non curartene.
btiida^ s. f. = bollitura, bollizione, bol-
' limonio: l'atto del bollire.
1) Pampanata, stufa: specie di suf-
fumigio che si fa con roba bollente
alle botti che san di muffa per libe-
rarlo dal cattivo odore.
biiidura, s. f. = bollitui'a : il bollire per
un dato tempo.
biiiènt, agg. = bollente : che è riscal-
dato fino al bollore.
1) Di pietanza o altro che scotti ;
broeild, càfè biliént = brodo, caffè bollente.
buj, s. m. = bollore, ebollizione : quel
gorgoglio che fa l'acqua o un altro li-
quido quando bolle.
1) fa tra on buj = fermare : dare
alle carni una prima cottura, affinchè
meglio si conservino.
2) leva el buj = levare, alzare, stac-
care il bollore : cominciare a bollire.
B) bilj = bolli, bolli : il rumoreggiare
della folla, quando il popolo fa una
dimostrazione contraria a qualcuno o
magari comincia una rivoluzione.
biiiméut, s. rn. = bianchimento : il mo-
scuglio della grumata.
1) L'atto e l'effetto dell'imbianchire
i metalli.
buia, s. f. = pula : la buccia del grano.
la veste, il guscio delle biade che resta
in terra dopo averle battute. Anche :
lolla, loppa.
1) Fiorume : il fiore o tritume che
lascia il fieno dove è ammucchiato.
2) Trifoglio : genere di piante legu-
minose con stelo a foglie di tre fo-
glioline.
biilàda, s. f.'= bravata , bravacciata,
bravazzata, sbravazzata , gradassata :
l'atto di chi presume e si vanta di vo-
ler fare cosa che sia maggiore delle
sue forze, o cosa che si fa per mera
ostentazione di ardire.
biilàrdee e biilàrdéri, s. vi. = lo stesso
che bordeléri. Vedi.
biilàso, s. m. = bravazzone, bravone,
smargiassone : chi fa il coraggioso a
parole.
bulbera, bulbòra, s. f. = burbera : ci-
lindro orizzontale di legno con dei ma-
nichi di ferro in giro o con un manu-
brio per tirar su pesi, acqua da pozzi,
0 sim.
bulg'her, s. m. = bulgaro : sorta di cuoio
rosso cupo, odoroso.
1) fregagli el bùlgher à t-ùn = bat-
terlo, picchiarlo.
biilìn, s. ni. = farinaccia : quella ciTisca
che si ottiene nel bianchire il riso e
e che è il prodotto della sua seconda .
vesta 0 membrana.
bulìn, s. m. = bulino. V. bolin.
buio, s. m. = bravaccio, gradasso : chi
protende di soverchiare e provoca e
minaccia questo e quello, più che altro
a ostentazione di autorità e di forza.
1) fa el buio = far del gagliardo,
bravare.
2) vèsé on bùio = essere bravo, va-
lente.
bùràtà, V. alt. = burattare, abburattare :
separare col buratto la farina dalla
crusca. Anche : stacciare.
1) baca màsna e cuti el bilrMa =
detto tutto milanese che significa : si
può mangiar d'ogni cibo che tanto e
tanto la scoria, il non buono esce per
gli escrementi come la crusca della fa-
rina per il buratto.
2) buratti min = bui'attare uno : farlo
girare qua e là con spintoni.
bilràtàda, s. f. = abbui-attata : l'atto del-
l' abburattare.
1) bùràtttda = scrollata : il far gi-
rare uno qua e là con spintoni.
bur
- 146 -
bus
bìiràtàdùra, s. f. = abburattatura : l'o-
perazione dell' abbui"attare, la crusca
che se ne cava, e quel clie si dà in
compenso per l'abburattare.
bliràtìn, s. f. = burattino: ognuno dei
fantocci di legno che tirato coi fili fa
la sua parte sul teatro delle marionette.
Meglio màgràtèll.
1) Persona che non mantien la pa-
rola.
2) fa sdisti vùn per el so bilratìn =
fare alla palla d'altrui, sbertarlo, pren-
derne gioco.
3) fa dna figura de buràttn = fare
una bnitta figura, una figura barbina.
biiràtinàda, s. f. = burattinata: azione
da burattino,
1) Rappresentazione drammatica mal
composta.
biiratO) s, m. = cruschino, frullonaio :
il garzone dei fornai che abbiu-atta.
biiràtón, s. m. = frullone, buratto. Ac-
crescitivo di bìiràtt.
1) Albagie: grosso pannolano che
suole essere bianco e conserva il nome
anche negli altri colori.
2) Cassone : la parte del frullone che
ha chiuso in se il buratello e che è
diviso da tavole in piedi in tre o quat-
tro parti per ricevervi le varie finezze
di farina che dalla stamigna cala giù.
biiràtt) s. m. = buratto : 1' arnese che
serve per abburattare.
burba, s. f. = burbera. V. bulbera.
burber, * agg. = bui-bero : che è soste-
nuto, serio nelle maniere, nel conte-
gno, momentaneamente o solitamente,
senza che abbia a esser per questo
cattivo.
biìrètt, s. m. = bure: l'estremità della
stanga dell'aratro che s'attacca all'a-
nello del giogo.
burla, s. f. = burla, scherzo : atto o
parola giocosa per ridere, per burlare,
per beffa, per leggerezza.
biirléta, s. f. = burletta, dim. di burla :
cosa detta o fatta o che paia detta o
fatta apposta per far ridere.
1) fànn onabiirléta = mettere in can-
zone, beffai'sene.
2) mèé là burlata de... = essere il ba-
locco, lo zimbello di...
bfiro, s. m. = stipo : specie d'armadio
piccolo d'ebano, mogano o altro legno
e con molti sportellini e cassettine a
uso di riporvi scritture o altro di pre-
zioso.
1) Scrittoio : il banco dove stanno
i pubblici impiegati.
2) Gabinetto dove stanno i registri
d' una azienda. Deriva dal francese
Bureau.
bìirócràtegli e btìrocràtich * agg. =^
cancelleresco, di cancelleria ; étil bit-'
roeràtieh = stile cancelleresco: inele-
gante e prolisso,
bììrocrasìa, * s. f. = burocrazia: l'in-
fluenza delle formalità d'amministra-ì
zione eccessiva e pedante. Pigliasi in'
senso non buono.
bfìs, s. m. = buco : apertura che passa da
parte a parte e penetra piuttosto ad-
dentro. Vedi bceùcc.
1) biis déla eiàv = buco deUa chiave:
l'apertura per cui si inti'oduce la chiave
nella toppa.
2) * bus di orice = i buchi agli orec-
chi : quelli in cui si introduce il gambo
degli orecchini.
3) Buco, bugigattolo: stanza piccola
oscura ; l'ha mèi che bus ? = ha visto
che buchi?
4) el bus del làvàndìn = buco della
pila : è un foro fatto in essa pel qualeJ
la rigovernatura passa nello smaltitoio.]
5) Piccola apertura neUa calza pro-^
dotta da rottura di una o poche maglie.
6) Cocchiume : la buca per dove si '
mette il vino nelle botti.
7) Buca ; el bus del càmer = la buca
del luogo comodo.
8) el bds del siigerìddr = la buca del
suggeritore : nella ribalta del palcosce-
nico.
9) étopti ì bds = turare delle buche.
Fig. anche pagare i debiti.
10) cerctl per tùti i bUs = cercare,
frugare da per tutto : cercar col fuscello.
11) mss tiitt à b^s = essere buche-
rato, foracchiato.
12) btls del nàs di cavai = froge :
estremità carnose delle narici equine.
13) Agg. bucato, forato.
14) vègh i man bus = aver le mani
bucate. Fig. non aver regola nello
spendere.
IB) àndà bUs, o btisa = o fa on bus
in l'acqua = andar fallito, a vuoto, r>
fare un buco nell'acqua: di quando
una cosa cade senza effetto e non
riesce.
bus
- 147 -
bus
16) fa bus = far breccia : cominciare
a entrare in una azienda.
17) ciàpà el bds del ctiu per dna
pitga = pigliar lucciole per lanterne ;
pigliare un granciporro. Sbagliare, spe-
cialm. nel giudicare.
btisa, s. f. = buca : depressione naturale
del terreno poco estesa, ma scoscesa e
piuttosto profonda. E anche scavo della
stessa qualità fatto nel teixeno.
1) busa di lUer = buca delle lettere;
mètt in busa = imbucare : mettere nella
buca.
2) bilia : buca del bigliardo ; fa busa
= far bilia, o buca.
biisàròtt, s. m. = noce malescia : noce
della peggio qualità perchè la noqe non
si stacca dal guscio che a pezzetti.
Anche nós strencéra.
busca, s. f. = bruscolo : si dice di qua-
lunque corpicciolo che venga a jìcsarsi
nell'occhio.
1) vègh 0 tra i busch in di oeuce =
avere o far venire le traveggole, far
travedere.
2) vèsé foeUra di buéch = essere uscito
dalla balia o di pupillo, aver lasciato
il pappo 0 il dindi, essere ormai gran-
dicello.
8) Pula : il rimasuglio della spica
del riso che rimane dopo la vagliatura.
bflscà) V. att. = buscare per guadagnare,
segnatam. di guadagni procacciati con
industria e accortezza ; oh ! i so cinqu
frdnch Al di si e busca = oh ! le sue
cinque lire al giorno se le busca.
1) Di busse; vaa che ti bUschet =
guarda che le buschi !
Busca = Busca : nobile casato milanese.
Per gioco di parole ne venne il detto
àndà in eà Busca = buscarne, ricevere
delle busse. Parimenti si fece per
Biiscaa, s. m. = Buscate : borgo a 21 mi-
glia N. 0. da Milano che ha dato ori-
gine alla frase, fig. àndt à Bilscaa =
toccarne, toccar delle busse.
biiscàj, s. m. pi. = brucioli, tacchie,
piallatui-e: sottili strisce raccartocciate
che il legnaiuolo cava da qualsivoglia
legno colla pialla.
1) biiécàj, fceuj, fàsintn = piallature
foglie secche : fascinetta, roba secca da
accendere più facilmente e più presto
le legne. Accendigli olo.
biiscàss, V. rifl. = beccarsi : di malattie
acquistarle : el s'è biiseaa on rèuma =
si è beccato un reuma.
biischéta, s. f. = giugtt., tirt éii à bii-
sehèta = fare alle bruschetto : sorta di
gioco dei ragazzi. Stringer nel pugno
due 0 più fuscelli più lunghi e più
corti, mostrarne la tostata e farli ti-
rare.
biischÌB, s. m. = bi-uscolo : lo stesso che
busca. Vedi.
bttscià, V. att. = brillare: dei vini spu-
manti. Il pullulare e rompersi tumul-
tuoso che fanno le bollicine alla su-
perfìcie del liquido, quando si mesce.
bliscin, s. m. = vitello, boccino: il nato
della vacca appena nato.
1) bilscìn négher = mucco.
biiscidn, s. m. = tappo, zaffo: l'oggetto
che serve a chiudere per lo più la
bocca di qualche vaso. Per lo più è di
sughero. Dal francese bouchon.
1) Turacciolo: quanto serve a tap-
par vasi specialmente di bocca stretta.
biiseca, s. f. = budello. Al plur. biisècch
= budella : gli intestini e specialmente
gli intestini delle bestie.
1) cà'và i biisècch = levar le budella,
ammazzare.
2) vegnì i biisècch in boca = venir le
budella in bocca : sentirsi lo stomaco
sconvolto.
3) pèrd i biisècch = seminar le bu-
della : detto volgarmente di cosa im-
bottita, quando da qualche strappo vien
fuori il ripieno.
4) àndà gid i biisècch = cascar lo
stomaco.
5) àndà gid i biisècch de là fàmm
0 àvigh i biisècch làrgh àsce = veder
la fame in aria, avere una fame assaet-
tata.
6) àndà i biisècch in funéion^ o bar-
bata 0 trià i biisècch = gorgogliare le
budella, il corpo: del rumore dell'aria
chiusa negli intestini.
7) fa tra àii anca i bUsèeeh = far
venir male allo stomaco, far sollevare
lo stomaco: di persona o discorso che
uggisca 0 irriti.
8) éentièé à riscià sii i biisècch =
sentirsi ad agghiacciare il core.
9) fa risela sii i biisècch = far venire
il mal di pancia : di chi suona male,
0 incomincia a imparare a suonare istru-
menti musicali e specialmente il vio-
lino 0 il clarinetto.
bus
10) tira là càrdàa coi biiseech = esser
nobile riarso , essere al verde , non
averne.
11) Ti-ippa : lo stomaco dei- vitelli
ben purgato e cucinato.
12) biisèea rìsa = budella di vitello :
il centopelle ridotto a vivanda.
biisèchee, s. m. = trippaio : chi purga e
vende la trippa, cbe a Milano è vivanda
ghiotta e comune.
busèchìn, s. m. = meglio usato al plur.
biisèchitt, = sanguinaccio, biroldo, ro-
ventino : budello ripieno di sangue e
varii altri ingi-edienti.
1) vèss on Misèclitn = parere un bu-
dello : di vestito.
2) vegnì foeura i biisèekitt = sbuzzare
perdere le budella : detto volgarm. di
cosa imbottita , quando da qualche
sti-appo vien fuori il ripieno.
biisècón, s. m. = milanese: ne gettano
questa parola probabilmente dal gusto
che abbiamo alla trippa e in generale
al mangiar grasso. Ma forse perchè in
Milano abbonda ogni ben di Dio. Ora
non è più voce di scherno e il mila-
nese chiama sé stesso così piacevol-
mente.
bùsera, s. f. = bussola: costrazione di
legname fatta dalla parte interna at-
torno alle porte delle chiese o a quelle
d'ingresso negli appartamenti.
1) Cassetta : piccolo arnese di legno
0 di ferro di forma quadrata che serve
per mettere l'elemosina.
2) Tramoggia : apertura superiore del
macinino da caffè dove questo si pone
tostato per macinarlo.
3) busera déla saa = alberello, bos-
solo, 0 bossolotto del sale.
4) b'usera del fén = abbattifieno.
bttseree, s. m. = scaccino : quelloche spazza
• le chiese, le apre, le serra, tiene in
ordine le panche, le sedie e sim.
biiserìn, s. m. = bossolo: vaso tondo
per lo più di metallo, di che si ser-
vono gli accattoni.
1) Scodellino: ciotolino di latta o
d'altro in cui era una spugnetta inzup-
pata d'acqua, ove la donna immollava
la punta delle dita quando filava. In
città va disusando la cosa e la parola.
2) Bossoletto : arnesetto di bossolo o
di cuoio che serve per estrarre il ca-
pezzolo cieco.
3) Bollo : stampo in cui è intagliato
_ 148 — bus
un particolar segno che il burraio im-
pronta sui pani di burro che egli fab-
brica. E il segno improntato.
buserìna (ànima) = caspita! capperi!
esclam, di meraviglia.
bìiseròtt, s. m. = bossolo : quel bocciuolo
di cuoio in cui inasta la croce chi la
porta. Ora vi si inastano anche le
bandiere che fregiano le Associazioni
molteplici in ogni città italiana.
1) Dado: piastra di ferro che si in-
vita nel verme dell' assile sporgente
della ruota.
2) Bossolo : arnese in cui si fermano
le paniuzze nella caccia a civetta.
3) Schiaccia, stiaccia : specie di trap-
pola da prendere le talpe.
4) Botola : specie di bussola di legno
0 di pietra che si appone esternamente
■ alle finestre di monasteri, di prigioni
e sim.
5) Assito che si fa innanzi ad una
porta rustica tenuta il più del tempo
chiusa.
6) Bocciuolo: nei candellieri grossi
da chiesa, quello in cui si inasta la
candel'a. Vedi biisolòtt.
bttsìlìs (chi l'è el) = qui sta il busillis :
qui sta il difficile ; hoc opus, hic labor.
Il biisilis è stretto parente di dona
bisddia, la quale non capiva che cosa
volessero dire nel Pater noster quelle
parole da nobis ìiodie e perciò fu essa
chiamata dona bisodia. Un chiericuccio
aveva a tradurre in italiano un breve
vano'elo che incominciava in diebus illis.
Conlinciò a spiegare in die, dicendo
nel giorno : ma quel bus illis, di che
egli faceva una sola parola, non seppe
intendere mai. Da ciò il motto. Almeno
cosi si narra.
biisìn, s. m. = buchino, buchettino, i)u-
cherellino, bucolino : dim. di buco.
1) Il punto delle gote o del mento
che si infossa leggermente nel ridere.
btisirceùla, s. f. = bucherattolo, fessolino.
1) làsà in busiroeula = tenere a fes-
solino, a spicchio.
2) sarà in busiroeula = socchiudere.
3) Gattaiola : buco da basso dell' im-
posta d' alcuni usci onde il gatto vi
passi liberamente per andare a caccia
di topi.
bfisola, s. f. = bussola : scatoletta con
un quadrante e un ago calamitato che
bus
- 149 -
but
bi
I
m
serve a indicare la direzione, special-
mente nei viaggi di mare.
1) pèrd là huèola = perder la bus-
sola, la tramontana : non saper più
quel che uno si dica o si faccia.
2) là bUsola déla saa = il bossolotto
del sale : vaso di legno dove si tiene
il salo in cucina. Vedi busera.
3) Boccaglia : la parte piiì grossa
delle corna, toltane la punta.
4) Porta-punzoni : arnese di bronzo
per incidere i conii.
5) Bussola : poi-ta interna a guisa di
pronao nelle chiese.
6) Anche cassetta dei danari.
biisolòtt, s. m. = bussolotto, bossolo ;
giceUgh di biisolòtt = gioco dei busso-
lotti ; fa el giceugh di biisolòtt = fare
il gioco di bussolotti ; ingannare col far
vedere una cosa per un'altra.
1) Stagnata, stagnuola •. il cartoccio
preparato ad essere nelle fabbriche
riempiuto di tabacco ; fa éii i biiàolòtt =
accartocciare le stagnate.
2) Bossolo : vasetto di latta o sim.
usato dai ciechi per raccogliere le li-
mosino. Lo stesso che buseròtt.
3) Specie di bocciolo pei candelabri
da chiesa.
Biist, s. m. = Busto Arsizio : città nel
circondario di Gallarate in prov. di
Milano. Non si sa come siano stati
proverbiati così che siasi foggiata la
frase ; dndà à tceu, yhe voeur quij de
Biist = andare a prendere, occorrono
quei di Busto, per significare che una
stanza avrebbe bisogno di essere più
larga che non sia.
biist,* s. m. = busto, fascetta : aa-nese che
le donne portano fatto di tela, con
stecche di balena o d' acciaio e allac-
ciano con un aghetto,
2) Busto : lavoro di scultura, la te-
sta con una porzione del tronco ; el
biièt de Oàribàldi = il busto di Gari-
baldi.
busta, s. f. = busta : quella dove i chi-
rurghi tengono riposti i loro arnesi ed
ordigni.
1) Custodia : quella cassetta dove si
custodiscono reliquie, gioielli, e sim.
Anche stiicc.
stìna, s. f = bustino : dim. di busto
nel senso di fascetta.
biita, V. att. = buttare, gettare : lasciar
andare un oggetto dopo avergli impresso
una forza, per cui vada a colpire o a
cadere in un dato punto, o in una data
direzione, e si intende senza aggiustare
il colpo, con poco garbo e riguardo ;
butti gid de là finèstra quei còse =
buttare dalla finestra un oggetto ; biltd,
in di oeucc = buttare negli occhi.
1) Per estens. di cose da cui ne ven-
gon fuori altre ; là fontana là bitta
pòech = la fontana butta poca acqua.
2) biit^ vìa = buttar via.
3) biittl in tiri = butta]'o all' aria.
Vedi tra.
4) Degli alberi lo stesso che met-
tere, gettare, germogliare : quando sul
principio della primavera spuntano ì
primi germi delle foglie e dei fiori.
biitàda, s. f. = buttata, gettata, messa :
vetta giovane, prima che s'abbia avuto
il freddo : là prima, là èegdnda bii-
tàda = la prima, la seconda buttata,
gettata.
1) là va à bUtàd = secondo le but-
tate : una la capita buona e l'altra no.
2) bdna bUtàda = buona detta, buona
" occasione.
biitàfoeiìra, s. m. = buttafuori : quello
che nelle compagnie comiche avverte
gli attori, quando debbono entrare in
iscena o reca qualche avviso al pub-
blico dal palcoscenico.
biitàlà, s. m. = uomo a casaccio : chi
dice e agisce da spensierato.
1) fa i ròbb de bùtàlà = fare a ca-
saccio.
biitàss, V. rifl. = buttarsi : lasciarsi cader
dall'alto in basso ; el se biitària in del
foeugh = si butterebbe nel fuoco : di
chi è disposto a fare qualunque sacri-
ficio per servire o far piacere ad altri.
1) biitàss gid = buttarsi giù, sdraiarsi,
mettersi a giacere.
2) biitàss per tèra = buttarsi per le
terre, sdraiarsi per terra facendo de'
voltoloni.
3) biitàsà gid indree = rechinarsi.
4) biitàss i bràsc ài còli = gettarsi
le braccia al collo ; recipr.
biitàyàn, s. m. = cacciabotte : ferro con
cui si fanno gli sfondi d' intaglio nelle
botti e sim. Anche fèr stòrt.
biltèr, s. m. = burro, butirro : la parte
più grassa del latte, separata dal siero
e condensata ; on pan de biitér = un
pane di burro ; pan de biitér = pane
but
160 -
ca
fatto col burro ; pan e biitér = pane
imburrato, burrato.
1) l' è on biitér = è un burro : di
roba da mangiare molto delicata, che
quasi si disfa in bocca. E anche di per-
sona giovine e di carnagione fresca e
grassotta.
2) biitér gitaa = burro fuso, cotto.
3) fa éii i pan de biitér = appanet-
tare, riduiTe il burro in panetti quando
è finito di lavorai'e.
4) Bui-è : aggiunto di una varietà di
pera.
biiteree, s. m. = burraio : chi fa e vende
burro. Ora meglio làtee.
bUteròs, agg. = butirroso, burroso : che
ha alcune qualità del burro, specialm.
la mollezza e la morbidezza.
biitij V. att. = sciamare : far sciame novo.
bfltón, s. m. = urto, spinta, spintone :
lo spingere e l'effetto dello spingere.
biitonà) V. att. = dar spintoni : urtare.
dare mii.
biitonàda, s. f. = m-tone, spintone : lo
stesso che bìitón.
1) Anche il seguirsi di molti urtoni
e spintoni in una folla.
biitt, s. m. = buttata, germoglio : la
prima messa delle piante.
1) Germe : la parte interiore del fiore
che contiene in se l'embrione del frutto.
2) àndà vìa i biitt = ammutolire,
accecare : delle piante.
3) biitt di vid = cacchio.
4) biitt di olìv = mignola.
5) Gretto d'api : quella parte di una
famiglia di api che si separa dallo
sciame per formare una nuova colonia.
O
e, = la terza lettera dell'alfabeto: si pro-
nuncia Ce. Entra nella parola àbecee
= abbici, alfabeto,
cà, s. f. = casa: costruzione coperta e per
lo più murata a più ordini o piani, di-
viso ciascuno in vari scompartimenti a
uso di abitazione, edilìzio fabbricato a
posta perchè la gente vi possa stare o
rimanere, riparata e sicura , così di
giorno come di notte.
1) cà mìa, noétraj voétra, eoa, cà
del, de, di, ecc. = casa mia, nostra, vo-
stra, sua, casa del, di, ecc. Si intende
talvolta per la proprietà e talvolta non
indica che il fatto dell' abitazione; mi
no stoo ben che in cà mìa = io non
sto bene che in casa mia,
2) mett sii cà, fa cà = metter su
casa, far casa, accasarsi, avere o te-
nere una casa provveduta, a proprie
spese, di quanto è necessario per abi-
tarvi. Il contrario dello stare siii stane
mobiliaa = a dozzina, o sii l'albergo =
= alla locanda, ecc.
3) cà, senz'altro, si intende la casa
dove sta la persona di cui si parla;
àndti à cà, àndà fcmra de cà, età sém-
per in cà = andar a casa, uscir di casa,
star sempre in casa.
4) vègh nò ne cà ne tècc = non aver
casa, ne tetto: non aver mezzi di sus-
sistenza, e anche non aver dimora sta-
bile in nessun luogo.
5) póera cà sema tècc = povero scer-
vellato: si dice, commiserando, di chi
dimostra di aver poco o nessun senno.
6) fa cà cont viin, fa òna cà sola
= far casa con uno, far tutt'una casa:
avere o tener casa in comune fra più
persone.
7) tira in cà = ritirare in casa; spe-
cialm. di congiunti, prenderli con se,
e può includere 1' idea del fargli le
spese.
8) sta de cà, e assolutam. età = star
dì casa, stare, abitare; étoo de cà, stoo
in pìtièa de S. Sepolcher = sto dì casa,
sto in piazza di S. Sepolcro: sta in cà
de vùn = stare in casa d'uno: stare
nella sua casa come ospite, precettore,
servitore o altro ; sta in cà RighUi,
Tavèrna, o qualunque altro casato =
ca
- 151
ca
stare nella casa o nelle case Eighetti.
Taverna, ecc.: starci a pigione.
9) vèsè, àndà feetlra de eà = essere
andar fuori di casa, non esser più in
famiglia. Figur. essere, andar fuori di
casa, di chi ha preso un abbaglio par-
tendo da quel falso supposto : sragio-
nare. E anche di suonatori che stonano,
che vanno fuori di tempo e sim.
10) vègh el eoo à cà = avere il cer-
vello a casa, aver molto giudizio, molta
accortezza.
11) tegrii i man à eà = tener le inani
a casa; tenerle a sé.
12) à eà mìa = a casa mia; come
io la intendo, e secondo il comun modo
di intenderla.
13) vèàà de cà = esser di casa : di
chi è ricevuto, trattato come fosse della
famiglia. Om,m,, dona de cà = uomo,
donna di casa, casalingo: che sta molto
in casa e vi attende.
14) eà, si usa a significare le per-
sone e le cose di casa; seriv à eà =
scrivere a casa, alla famiglia; i spés de
cà = le spese di casa ; fa àndà là cà
guidar la casa.
16) eà del ditiol = casa del diavolo,
l'inferno. Vèss de, sta à cà del diàol =
essere di, stare a casa del diavolo ; es-
sere di paese lontano, abitare in luogo
fuori di mano.
16) là eà di Dio = si dice di luogo
dove sia abbondanza d'ogni cosa.
17) eà gronda = si dice dell'ospe-
dale Maggiore.
18) vdr pilsee on màtt à cà eòa che
on éàvi à eà di alter = ne sa più un
pazzo in casa sua, che un savio in
casa d'altri.
19) in tùti icàgh'è el bòn e elgràmm,
= ogni casa vede il sole : ogni condi-
zione ha i suoi beni e compensi.
20) pè de eà = casamento: casa piut-
tosto grande, divisa in più quartieri e
abitata da più famiglie. Anche il modo
con cui si guida la casa; mètes sii on
pè de cà tròpp in grand = guidare la
casa con troppo lusso.
21) vègh là eà in eoo = non aver
nulla al sole; e anche: non aver sta-
bile dimora, far vita randagia.
22) eà de màtt = una mano di pazzi.
23) eà sòa e pceu pii = casa mia,
casa mia - per piccina che tu sia, - tu
mi sembri una badia, oppure : tu sei
sempre casa mia: bella cosa abitare in
casa propria : non si sta mai così bene
come in famiglia.
24) fa sta li de cà = far stare, te-
nere in tuono, vincolare colla propria
autorità le voglie altnii.
25) là va, là va, là tira àdree là cà
= e va, e va la porta la casa appresso:
della chiocciola.
26) dna m,iseria d'ona eà = casucoia,
casucciaccia. Spregiat.
27) ròse de cà = ceppo di case, grup-
di case.
28) dna eà de roba = un monte, un
nugolo di roba.
ii9) sàvè nttnea dóe el età de cà = non
saper dove sta di casa, esserne al tutto
ignorante; el sa nànca dóe sta de eà
là creànsa = non sa nemmeno dove
stia di casa la creanza, è uno screan-
zato.
80) tmu sii là eà in sptila = scasare,
sloggiare, cambiar di casa.
31) tira à cà = riprendere, ripigliare,
rifarsi d'una perdita nel commercio o
al gioco.
32) tceù eà, = affittare una casa,
prenderla a pigione.
33) trema là eà di pitt = far le co-
sce lappo, lappe ; avere gran paura.
84) vèss à eà = Fig. essere a cavallo,
in porto: non aver ormai più nulla a
temere.
35) s'è setaa giò el Signor in eà =
il Signore ha visitato la casa ; si suol
dirlo di chi è colpito da più disgrazie
successive a brevi intervalli.
36) Spesso si aggiunge al nome eà
un nome foggiato a guisa di casato,
che abbia analogia con qualche fatto^
0 qualità per indicare quel fatto o quello
qualità; vèss de eà stortigntina = es-
sere un nanerottolo; vèss de cà baài-
gntina = essere piccolo di statura; vèss
de cà tègna = essere un avaraccio;
dormì in cà pàina = dormir sulla pa-
glia, ecc.
37 ) ctL Lìta = per antonomasia, casa
guidata con lusso ed abbondanza quasi
prodiga. Dal fatto che il duca Litta a
Milano spendeva assai.
38) vèsegh « sii torna à cà » = aver no-
me: torna. Special, di libri che si pre-
stano, quando si raccomanda di resti-
tuirli.
cab
— 152
cac
39) vèss Oli flit de cà = essere una
spesa continua.
40) 'vèss scìor de cà eoa = esser ricco di
casa sua : non aver bisogno d'altri aiuti.
■ 41) chi è minciòn sta à cà eoa =
chi è minchione suo danno.
42) chi no sa fa foeugh no sa fa cà
= chi vuol vedere una donna da poco
la metta ad accendere il foco.
43) là cà déla pigola = la casa della
bambola, o di Petuzzo : di casina pic-
cina, piccina.
càbàléta,* s. f. cabaletta: l' ultima parte
di un'aria e in genere di un pezzo mu-
sicale, che suole avere un movimento
pili rapido.
cabarè, s. m. = vassoio, specie di piatto
su cui si portano le tazze per il caffè,
bicchieri e simili. Dal francese cabaret.
càbi, s. m. = cappio. Vedi àsa.
cabina, * s. f. = cabina : camerino a
bordo dei bastimenti.
cabriolè, s. ni. = cabriolè: specie di ca-
lesse a due i"uote. Dal frane, cabriolet.
càbrosèll, s. m. = ligustro : roveto folto
assai, comune nelle macchie.
caca, * s. f. = cacca : gli escrementi u-
mani. Voce usata per lo più dai bam-
bini, 0 parlando con loro.
1) Bea, voce fanciullesca, che vale
roba sudicia, cattiva in genere, sudi-
ciume; tdchela nò, l'è caca = non la
toccare, l'è bea.
cacào, * s. ni. = caccao e caccaos : il
frutto dell'arboscello americano di cui
si fa la cioccolata. *".
1) Capoè, pasta di caccao con cui si
fa la cioccolata senz'altro ingrediente.
càchétich, s. ni. = cacadubbi: persona
sempre incerta nelle risoluzioni.
1) Pedanto : chi sta attaccato con
gretta e fastidiosa minuzia alle regole.
cacìa, s. f. = caccia: 1' ammazzare o il
pigliare animali che vivono in libertà
e non hanno padrone, alfine di gua-
dagno 0 di esercizio, o di spasso; àndti
à càcia = andare a caccia, cacciare;
cdn de càcia = cane da caccia.
1) Gli animali ammazzati o presi ;
èmm faa dna bona càcia = abbiamo
fatto una buona caccia. In questo senso
in italiano anche : cacciagione.
2) dà là càcia = dar la caccia , far
la caccia, correr dietro, inseguire ; el
ghe dà là càcia à V ereditaa = là la
caccia all'eredità. Anche uccellare; dà
là càcia à r&n = far la caccia a qual-
cuno ; cercare, aspettar l'occasione per
agguantare qualcuno.
3) cada à restèll = tela, cacciarella:
si fa stringendo il branco degli uccelli
con la catena di barche, se in acqua,
0 con schiamazzi, se per terra, in un
punto solo e uccidendoli a colpi di
fucile.
4) càcia ài f ositi = caccia all'acqua,
0 all'abbeveratoio : in essa rimangono
gli uccelli 0 accalappiati dalla rete, o
invischiati ai paniuzzi tesi su stagni,
fossi, ruscelli asciutti, ecc., ove essi
gettansi per trovar acqua.
5) càcia coni là pàlèta = caccia col
frugnolo: fatta con una lanterna a ri-
verbero usata nella caccia notturna de-
gli uccelli; àndà a càcia coni là pàlèta
= frugnolare.
6) eàeia coni là sciguèta = caccia
alla civetta: specie di caccia con pa-
nioni 0 paniuzze, la civetta ammae-
strata e una gruccia dov'essa monta e
scende e richiama gli uccelli.
7) càcia del spegètt = caccia dello ì
specchietto: è per prendere specialmente 1
le allodole. Si usa uno specchietto che
abbaglia gli uccelli e li fa radunare a
stormi in qualche punto ove il caccia- J
tore li vuol prendere. \
8) càcia risewàda = caccia bandita,
riservata.
9) càcia redi = gioco che si fa con
una specie di tavoliere a cassetta con
cerchi rispondenti per disotto a casel-
line di testata noverate dall'I al 5 e
con un campanellino nel cerchio di
mezzo. Il giuocatore scocca una pal-
lottola e vince punti secondo la casel-
lina in cui cade.
càciàdor,* s. ni. = cacciatore: chi va a
caccia.
1) Vònini rè càciàdor = 1' uomo è
cacciatore. Si dice, come a scusa, di
chi corre dietro alle donne.
2) Cacciatore: soldato vestito, armato
e disciplinato per le fazioni della mi-
lizia leggera.
càciàddra, * s. f. = cacciatora: giacchetta
con una gran tasca dietro a due uscite
da riporvi la selvaggina e altre sul
petto.
1) ala càciàddra = alla cacciatora.
Modo avverbiale.
càdàrer, * s. ?w. = cadavere : il corpo
cad
— 153
cad
dell'uomo dopo la morte; el par on cà-
dàver = pare un cadavere ambulante;
di persona sparuta.
càdàvérich, * agg. = cadaverico, che ha
del cadavere.
«à-del-iiiàj, = cartiera: la stanza ove sono
i magli da pestar gli stracci : ormai è
voce caduta quasi del tutto in disuso.
«àdéua, * s. f. = catena: serie pivi o meno
lunga di anelli di metallo passati l'uno
dentro l'altro, per servire di legame.
1) vègh là càdèna ài còli = aver la
catena al collo. Fig. essere sotto stret-
tissima dipendenza.
2j mangia o fa mangiti càdènn = ro-
dere, 0 far rodere la catena, l'aglio :
di chi si arrabbia inutilmente, specie
per liberarsi da una condizione gravosa
insopportabile.
3) càdhia de l'orelògg = catena da
oriolo, e assolut. càdèna = catena, quel
legame di metallo anche sottilissimo, a
cui si raccomanda l' oriolo da tasca ;
impegna^ vend là càdèna = impegnare,
vendere la catena.
4) cadènti de Viiss = catena dell'u-
scio: corta catena di ferro o d'acciaio,
a piccoli anelli o a maglie, che si fa
passare dall'uno all'altro battente, per-
chè resti l'uscio socchiuso, nell' aprirlo,
in modo che non possa entrare in casa
la persona che picchia.
5) càdèna del càmìn = catena del
camino o del paiolo e assol. càdèna =
catena; la piccola catena di ferro di po-
chi anelli che, raccomandata a un grosso
arijione o a una spranga, si tiene sotto
cappa del camino per attaccarvi il
jaiolo, la caldaia, o il calderotto.
fa la càdèna = far la catena: si
lice quando per un incendio le persone
|lanno una lunga fila, e passano l'una
ili' altra i bigoncioli dell'acqua per ispe-
jnere.
1\ Qualunque impedimento posto at-
xaverso vie, fiumi, porti di mare e si-
mili, fatto 0 di catene propriamente o
di travi, o di sbarre o di altro a fine
por lo più di chiudere il posto.
càdenàl, s. m. = spranga ; legno o ferro
che attiaversa in alto la gola del ca-
mino della cucina, per agganciarvi la
catena da fuoco.
càdenàsoeù, s. m. = stanghetta: ferretto
della toppa che volto colla chiave serra
ed apre.
1) Chiavistellino: dim. di càdenàss.
càdenàss, s. m. = catenaccio : chiavi-
stello : ferro lungo e tondo, che scor-
rendo negli anelli fissati alle due bande
di un uscio, serve a tenerle unite e
chiuse.
1) dà sii el càdenàss = incatenac-
ciare, mettere il catenaccio. Anche dà
sii tànt de càdenàss = metter tanto dì
catenaccio : accennando a un chiavi-
stello lungo e grosso.
2) dà gid el càdenàss = tirare il
chiavistello.
3) ofig i càdenàss = fig. unger le
mani, le carrucole, la ruota : corrom-
pere con danari.
6) l'è on càdenàsé = è un canchero :
di orologio 0 di fucile arrugginito e
guasto.
càdenèla, * s. f. = catenella, dim. di
catena : di catena da oriolo.
1) à càdenèla = di ricami, passa-
mano, 0 altro, fatti sulle vesti a foggia
di catena.
2) càdenèla de Venèsia = catenina
di Venezia : è lunga, a maglie picco-
lissime, che fascia con più giri il collo.
cà-di-fòU = marcitoie : luogo dove si
tengono i cenci a macerare per farne
carta.
cà-di-lègrii = magazzino di legnami d'o-
pera.
càdènsa, * s. f. = cadenza : T. mus. la
finale di un pezzo di musica.
càdètt, * s. m. = cadetto : si chiamavano
così i giovani che sì istruivano nelle
scuole militari, per passare ufficiali. È
ancora nell'uso.
càdin, s. m. = catinella : vaso di terra
cotta 0 di rame per lavarsi il viso e
le mani.
càdd; s. m. = dono, donativo, regalo :
la cosa dì cui viene ceduta la proprietà
senza obbligo, ne corrispettivo. Dal
francese cadeau.
càdrègra, s. f = seggiola : sedia usuale.
Ora si dice meglio scàgn.
i) fond déla càdrèga = Impagliatino.
Piano impagliato delle seggiole.
cadregàtt, s. m. = impagliatore. Chi im-
paglia seggiole.
càdregliee, s. m. = seggiolaio: che fa
e vende seggiole o sedie.
1) Sediario : colui che nelle chiese
dà le seggiole a prezzo.
càdreghin, s. m. = seggiolina, dim. di
cad
— 154 —
cag
seggiola : la piccola sedia su cui si
mettono i bambini.
1) eàdregkin de boeuce = predellina,
seggettina: piccola e bassa seggiola a
braccioli, con foro iti mezzo, a uso di
tenervi seduti un pezzo i barobini,
perchè facciano poi i loro bisogni in
sottoposto vaso.
2) fa càdreghìn = indugiarsi, fer-
marsi in luogo a chiacchiere ; ehi l' è
minga el sìt de fa càdreghìn = la bot-
tega non vuole alloggio.
càdregdn, s. m. = seggiolina, predellino :
seggiolina sufficientemente alta per
porvi i bambini a sedere alla mensa di
famiglia e debbe avere i bracciuoli.
càdregròtt, s. m. = seggiolone : accr. di
seggiola a braccioli.
càfé, s. m. = caffè : pianta aromatica
delle Eubiàcee e i semi della pianta
stessa.
1) La bevanda che se ne fa ; eàfè
etLrieh = caffè grave ; t(£u el eàfè =
prendere il caffè, una tazza di caffè.
2) La bottega, ove si vende caffè,
cioccolata, sorbetti e sim. ; àndt al eàfè
= andare al caffè.
3) Ramanzina, sgridata; acerba ri-
prensione ; el pàdròn el m' ha daa on
eàfè sema é&eher = il padrone mi diede
una ramanzina acerba.
4) toeu el eàfè = prendere il caffè.
5) eàfè vàriaa = caffè avariato : che
ha preso il mare ; di quando è stato
bagnato dall'acqua del mare e il sa-
pore se ne altera.
6) eàfè e làtt = beuta, caffè e latte.
7) eàfè briilé = caffè con zucchero
abbrustolito.
8) eàfè che ha daa gid = caffè posato :
che si è lasciato tranquillo dopo il
bollore, perchè la polvere depositi sul
fondo del bricco.
9) Colore caffé; l'è on vestii eàfè =
è un vestito di color caffè.
10) eàmerér de eafè = tavoleggiante,
garzone di caffè che serve ai tavolini.
11) eàfè seiàntdnt = caffè cantante :
dove si fa musica vocale. Dal frane.
caffè chantant.
càfèàus, * = caffeaus. Da eaffè e il ted.
haus casa. Edificio a tempietto nei
giardini dove si beve il caffé.
càfèràtt, s. m. = caffeista : ghiotto e
intendente di caffè.
càfèrìn, s. in. = caffeine, dim. vezzegg.
di caffè. Per bibita ; on càfèrìn coni
òna gota de riimm el juta là digeétion
= un caffeine collo schizzo del mm
aiuta la digestione.
1) Per bottega : caffè piccolo, ma
pulito, in ordine, ben tenuto.
càférusc, s. m. = caffeuccio. Pegg. di
caffè. Per bottega : caffè piccolo, me-
schino.
càfetee, s. m. = caffettiere : chi tiene
bottega di caffè.
càf etèra, s. f. = caffettiera : la moglie
del caffettiere, o donna che tiene bot-
tega di caffè.
1) Bricco: vaso di metallo o di ter-
raglia per fare il caffè, o scaldare il
latte 0 l'acqua; e quello in cui si met-
tono il caffè e il latte per mescerli poi
nelle tazze.
2) Caffettiera : vaso dove si fa scal-
dare e si sei- ve il caffè.
caffi, s. m. = bui-gravio : in una società,
corporazione, assemblea. Quelli che vi
godono di maggiore autorità. Nel mi-
lanese càfQ, non è però del tutto lon-
tana ogni idea di prepotenza.
càgrà, V. att. = cacare : andar di corpo,
fai"e i suoi bisogni. E' voce pleblea.
1) eàgù, de menùder = fare a mic-
cino, andare stretto di mani, essere un
cacastecchi. Di chi dà, ma molto par-
camente.
2) caga dur = cacar sodo.
'ò) eàgà gid = cacare, sciolinare,
produrre in abbondanza; càgtL gid liber
aver la cacaiola nei libri.
4) eàgà in del segión = modo vol-
garissimo : essere in gattabuia, vedere
il sole a scacchi. Essere in prigione
dove i carcerati avevano per cesso il
secchione o mastello.
5) càgàéé àdòsé = sconciarsi, cacarsi
sotto.
6) eàgàsè àdòsé per là pàUra = sca-
cazzare di paura.
7) làsàss caga àdòsé = lasciarsi cam-
minar sui piedi ; lasciarsi sopraffare o
fare onta.
8) fa caga min = Fig. tirar su le
calze, 0 tirar le calze a uno. Ca-
vargli di bocca con arte un segreto. Me-
glio e piii decente fa canta.
càg'àbicér, s. m. = spilungona : donna
lunga, lunga. Voce triviale, che per
fortuna non si ode ormai quasi più
neppur sulla bocca del volgo.
cag
— 155 —
cag
càgàda, * s. f. = cacata, evacuazione di
ventre.
1) pién de càgàd = cach.eroso, sve-
nevole, sofistico. V. pleb.
càgàdór, s. m. = cesso: luogo dove si
fanno i bisogni.
1) Anche per culo ; vèsà tLlt de càgà-
ddr = essere alto di statm-a, per lun-
ghezza di gambe.
càgàdùbi, s. m. = cacadubbi : chi non
sa pigliare nessuna risoluzione, affac-
cia dubbi sopra ogni cosa.
•- . 1) Anche casista : di chi in ogni
cosa anche chiara, per troppa sotti-
gliezza, mette innanzi dubbi e diffi-
coltà.
càgàréla, s. f. = cacaiola, flusso di
ventre, diarrea.
Càgàsèchìn, s. m. = vecchino, cacazec-
chino : balocco di legno in figura di
vecchio rappresentato in atto ridicolo
di andar di corpo emettendo zecchini
invece di escrementi.
1) àsnìn eàgàsechìn = diciamo di
chi volentieri metta mano alla borsa e
ci regala.
càgg, s. m. = caglio : sostanza organica
che si adopera nella fabbricazione del
cacio, per fare accagliare il latte.
càgher, s. m. = cacatura.
1) Gli escrementi di alcuni piccoli
insetti che rimangono attaccati alla
roba; el spèce l'è pién de eàgher de
. moseh = lo specchio è pieno di caca-
ture di mosche.
2) Cacherello : gli escrementi dei
bachi da seta, dei topi, delle pecore,
■■■1 delle capre e sim.
càghèta, s. f. = cacaiola, cacarella: diar-
rea, scioglimento di corpo. V. pleb.
1) Svenevole, pretenzioso : di chi
non è mai contento di nulla e nulla
trova mai abbastanza delicato per lui.
càgiaa; agg. = cacioso ; lati càgiaa = latte
cacioso : in cui si vedono qua e là
piccoli stracci di cacio rappreso.
Càgià e càgiàss, v. att. ; v. rif. = acca-
gliare 0 accagliarsi : si dice del latte e
anche del sangue. Prendere una certa
consistenza.
càgiàda, s. /". = quagliatura giuncata,
latte accagliato rappreso : che mangiasi
lasciatolo prima accagliar da se e sfio-
ratolo per farne burro e che si usa per
far stracchini.
1) Dei grani maturati che sono in
cera dicesi ; vèss in càgiàda.
càgiòsS) s. m. = cotenna : quella parte
che galleggia sul siero del sangue ca-
vato dalle vene e raffreddato, quando
si è tratto dai malati di infiammazione.
1) Grumo. Un po' di sangue o latte
rappreso.
cagna, s. f. = cagna : la femmina del
cane.
1) Volg. per donna di cattivo core,
rabbiosa, dispettosa.
2) Cane. Strum. per addattare i cer-
chioni alle ruote e per imboccare i
cerchi sulle botti.
3) Morsa a coscia. Strum. di legno a
due cosce con che il sellaio stringe il
cuoio da cucire.
4) Monachetto: ferro dove entra il
saliscendi per serrar l'uscio.
5) Torcitoio: quell'ordigno con che
si spremono di su le caldaie le robe
tinte in esse.
cagna, v. att. = mordere : agguantare coi
denti per offendere.
càgnàda, s. f. = morsicatura: l'effetto
del mordere.
càgnàsc, s. m. = cagnaccio, canaccio.
Pegg. dispr. di cane: cane cattivo, che
morde.
càgnèta, s. f. = canina, dim. di cagna.
Anche : cagnolino, cuccia.
1) Cagna : dente che impedisce al
subbiello del telaio da tessitore di
smuoversi da sé.
2) Fermo : ferro nelle carrozze per
fermare la volticella.
càgnètéra, s. f. = canile : letto dei cani.
1) Canetteria : luogo della casa dove
si tengono i cani.
càgnìu, agg. = canino. Agg. di cane, da
cane ; tose eàgnina = tosse canina :
specie di tosse convulsa che viene
specialmente ai bambini ; dént càgnln
= denti canini : i due denti di sopra
e i due di sotto, un po' più lunghi e
appuntati, che sono fra gli incisivi e
i molari.
càgnoeù, s. m = cagnoletto, cagnolino
canino. Dim. di cane.
1) Anche di persona ; el ghe m àdree
còme on càgnoeu = gli va dieti"0 come
un cagnolino.
càgnolìn, * = cagnolino, dim. di cane e
vezzegg.
càgnon, s. m. = canone, grosso cane.
cag- — 156 —
1) Baco, cacchione : la larva che rode
internamente le frutte ; àndà a càgnon
là fruta = bacarsi la frutta.
2) Cancro: malattia delle radici del
gelso che le uccide tosto.
3) ris in cagndn = riso condito, al
burro.
càgròii, s. m. = cacone : che va spesso
di corpo.
1) Uomo pauroso^ che se la fa ad-
dosso dalla paura. È più che Sperico-
lone. Voce pleb.
Oàin, s. m. = Caino : nome proprio.
1) Càìn = Caini : di fratelli che si
inimicano.
càjìn, s. m. = guaito : il grido di dolore
del cane ; fa càjin, càjin = guaire,
gridare aita, aita.
càiroeù, s. m. = tarlo : verme che rodo
il legno.
1) póher de càirceù = tarlatura : la
polvere del tarlo.
càirolaa, agg. = tarlato : roso dal tarlo.
càia, V. att. = scemare, calare, in senso
intrans.
1) Ridursi a meno, diminuii-e ; càia
là fòrsa = scema la forza.
2) Rimetter di forza, di intensità, e
sim. ; càia là féver = scema la febbre ;
on òmvt el càia = un uomo cala, nel
dimagrare ; è càlaa el frècc = il freddo
è calato : diventò meno intenso.
3) Detto di giornate vale diminuire
la loro durata ; dapo san Luis i di
càlen = dopo S. Luigi le giornate scemano.
4) Calare : diminuire di volume, di
peso, di prezzo ; el pan el càia mai =
il pane non cala mai : non diminuisce
mai il prezzo del pane ; là candéla
ptsa là càia = la candela accesa cala ;
el vin el càia in del vàsèll = il vino
cala nella botte ; là luna là càia = la
luna cala : quando è sullo scemare.
5) càia la voce nel canto : quando
non arriva al tono giusto ; el tenor el
càia = quel tenore cala.
6) Mancare, intrans, di persona, di
luogo, di cosa che non hanno quello di
cui avrebbero bisogno e a cui non
manca che quello ; gh« càia el fin =
gli manca il vino, il resto c'è.
7) te càia el so qudnd el gh'è minga =
ti manca il sole quando non c'è : hai
tutto quello che è possibile avere.
8) el g^hà paura che glie càia la
ter a sola ài pee = ha paura che gli
cai
manchi il terreno sotto i piedi. Iperh
di chi esagera i suoi bisogni e cred(
di non aver modo di provvedervi : sp©
cialm. degli avari e degli avidi.
9) ghe càia desnoeùv e mèss à fi
vini sòld = gli manca ventuna lira j
far tre scadi : di chi vorrebbe far spese
ma non ha danari.
10) Di ciò che è insufficiente al bi|
sogno ; càia el flaa = mancare il fiato '
provare difficoltà di respiro.
11) càia niént = non manca nulla ^
c'è tutto quello che occorre ; glie eàlt
niént = non gli manca nulla. Di per
sona 0 famiglia : ha tutto quello ch(
è necessario per viver bene ; el se làsi
càia nàgòtt = non si fa mancar nulli
di nulla : di chi si provvede deli' oc
corrente per istar bene, senza badare
a spese.
12) Col minga negativo. Avere
sufficienza ; glie càia minga el talent
non gli manca 1' ingegno.
13) càia pòcch = mancar poco, d
leggiere differenze; l'è minga on chilo
ma glie càia pòcch = non è un chila
gramma, ma ci manca poco.
14) è càlaa pòeeh, calava pòcch
è mancato poco : ci mancò poco, essei
quasi sul punto. Lo stesso che andai
giù di li.
15) calava anca questa = ci man-
cava anche questa : mancava anche
questa per compire il mazzo. Di cos«
che scomoda o fa dispiacere.
16) catària anca quèla ! nò càlàrct\
alter .' = ci mancherebbe questa ! ' noi
ci mancherebbe altro ! quando si temi
qualche cosa spiacevole che sarebb
un piovere sul bagnato. Si dice anche
càlàrisé anca quéla poca, coli' identica
significato.
17) Rinvilire ; è càlaa el pan =
abbassato, rinvilito il prezzo del pane
Anche càia de presi.
IS) Scemare ; d'estua ?)ie càia e
làorà = d'estate mi scemano le fatiche
il lavoro.
19) càia = accavallare; saltar qualch<
maglia nel far le calze, a bella posta
per poterne restringere la gamba.
càlaa, s. m. plur. = stretti : contrario di
crèsiiii = cresciuti; e si fanno dimi-
nuendo il numero delle maglie in quei
giri della calza deve essa ha da entrai
più stretta.
cai
157 -
cai
eàlàbràgh (gittgà à) = giocare, fare a
calabrache : gioco di carte da tresette
che si fa in più persone, generalmente
in due o in quattro.
càlàda, s /■. = spalata, rotta: il passo
che si fa nella neve caduta di fresco.
1) Scalo : via per giungere al piano
dell'argine di un fiume.
2) Calata : il pendìo per arrivare al-
l'acqua.
3) eàlMa del éo = il calar del sole,
il tramonto.
càlàmiiia, s. f. = giallamina, calamina :
- sostanza minerale composta di ossido
di zinco, silice ed acqua.
calamita, s. f. ^ calamita : minerale che
ha la proprietà di attrarre il ferro : o
altro a cui questa proprietà sia stata
comunicata artificialmente.
1} Attrattiva, richiamo. E ogni cosa
che ne tira a se un' altra ; l'è òna dona
che g' ha la calamita in di ceuce = è
. una donna che ha la calamita negli
occhi.
calamità; v. att. = calamitare : comuni-
care le proprietà della calamita ; fèr
eàlàmitaa = ferro calamitato.
càlàncàjS. w. = canchero, imbrogliacasa,
vecchio mobile, grande, passato di moda,
che non serve piìi e ingombra inutil-
mente.
1) Anche di persona che vesta fuori
. di moda e non abbia vezzi di sorta :
medaglione. Vedi àndeghee.
calandra, s. f. = lodola cappelluta, cap-
. pellaccia, gracchiellaccia ; alauda cri-
stata = uccello silvano.
càlàster, s. m. pi. = sedili : quel doppio
sostegQO sul quale son coricate le botti
nelle cantine, per lo più sono due travi
orizzontali parallele. Talora son fatti di
mattoni e chiainansi sedili murati.
calca, s. f. = calca : di molta gente riu-
nita in un luogo che lo riempie tutto
cosicché appena uno vi si possa muovere.
calca, «'. att. = calcare : premero forte-
mente colla mano o altrimenti una
cosa perchè entri ia un'altra ; càlcti el
bmcidn sii là botèglia = calcare il tu-
racciolo sulla bottiglia.
1) Premere, far premiti : sforzarsi
per l'evacuazione.
càlcaa, agg. = calcato : di persona troppo
piccola per i suoi anni di età.
càlcàgn, s. m. = calcagno : la parte po-
steriore del piede, dove il piede si at-
tacca alla gamba.
1) àndti atonia eont i calcàgn =
camminare in calcagnini.
2) setàss sui càlcàgn = accoccolarsi :
star coccoloni.
3) el càlcàgn dèla càlééta = il cal-
cagno della calza : parte della calza che
copre il calcagno.
càlcàtràpola, = parola senza un vero e
proprio significato, usata nel detto po-
polare : sul càmpànin de sànt Eustorg,
gh'è dna càlcàtràpola ^ coni trèsènt se-
sàntàtrii càlcàtràpolitt ; mr pUsee la
càlcàtràpola., che i trèsé ntsesàntrii càl-
càtràpolitt. Oppure nell'altro : siil domm
gh'è dna càlcàtràpola, cont trentàtrii
càlcàtràpolitt; se càleàss la càlcàtrà-
pola, càlcàrien tiltt i tresentsesàntrii
càlcàtràpolitt. Si crede che il gioco
di parole sia inventato, perchè le ma-
dri insegnandolo ai loro figli, li avvez-
zino a snodare bene lo scilinguagnolo ;
altri pensa che voglia anche significare
quel che altrimenti diciamo : cioè che
un padre mantiene cento figli e cento-
figli non arrivano a mantenere un padre.
càlcéster, s. m. = terreno duro, com-
patto, biancastro, sterile.
1) Calcestruzzo: calcina mescolata con
ghiaie minute. Anche càlcestriiss.*
calcherà, s. f. = pressa: macchina usata
per comprimere, tenere e sim. Disu-
sato.
calchili, s. ni. = calchino: ferro appun-
tato con che si calcano i disegni, e spe-
cialmente lo carte geografiche.
càlciddnia, s. f. = calcedonia : pietra
preziosa.
1) Brunitoio di calcedonia: strumento
con capocchia di calcedonia ad uso di
brunire.
calcina, s. f. = calcina, "calce: particolar
terra che si cava dalla pietra calcarea,
separatone per coltura in fornace l'a-
cido carbonico e 1' acqua di cristalliz-
zazione
1) Calce mescolata con acqua e rena
a uso di cemento.
2) caldina nànmò hàgnàda, vìva =
calce viva, non spenta coli' acqua.
càlcinàroeù, càlciniroeù, s. m. = sbul-
lettatura: il gotto che fanno gli into-
nachi di porzioncella della loro super-
ficie per lo più di figura circolare. An-
che: boUiciattola.
cai
— 158 —
cai
1) tra fcmra i càleinirom = sbullet-
tare : di intonachi che sfogano bolli-
ciattole.
2) Calcinello: nome di certe pietruzze
che sono nella calcina, o nei mattoni,
nella creta, le quali, macerandosi poi,
fanno crepar la calcina ed il muro e
gonfiare e sbullettare i mattoni.
càlcinàss,* s. m. calcinaccio : pezzo di
calcina vecchia che si stacca dal muro
per rovina od altro.
17) mtil del càlcinàss = male del
calcinaccio : malattia degli uccelli ca-
gionata da sterco risecchito che ottura
l'ano.
2) Tartaro : quella specie di crosta
che si forma sui denti, se da un pezzo
non puliti.
3) Calcino: malattia dei bachi da seta.
4) vègh el mal del càlcinàès = avere
il mal della pietra. Detto per ischerzo
di chi va matto per fabbricare.
càlcìnee) s. m. = calcinaio : chi vende
la calce,
calcol,* s. m. = calcolo: operazione per
cui, essendo note certe quantità, se ne
scoprono altre, conoscendo solo il rap-
porto che queste hanno colle prime; fa
on càlcol = fare un calcolo.
1) La scienza che insegna i metodi
da seguirsi nel fare i calcoli ; cUlcol
sublinim, integrai, diferensidl = cal-
colo sublime, integrale, differenziale.
2) Concrezione di sostanze inorga-
niche che si forma talvolta nel fegato,
nei reni o nella vescica.
càlcol, s. f. pi. = calcolo: quei regoletti
del telaio che, attaccati ai licci del pet-
tine e mossi coi piedi alternativamente
aprono e seirano i fili dell'ordito per
cui deve passare il ripieno.
calcola,* V. att. = calcolare: determinare
una quantità per mezzo di calcoli ; càl-
colà dna dislànsa, i dànn d'oìi incendi
= calcolare una distanza, i danni d'un
incendio.
1) Aver presente tutti i dati e le
circostanze che possono influire sopra
una deliberazione, un giudizio; Ve on
òmm che ctLlcola tiitt = è un uomo che
calcola tutto ; calcola i difècoltaa, i
ris'e d'ona imprésa = calcolare le dif-
ficoltà, i rischi di un'impresa.
càlcolàbil, * agg. = calcolabile : da po-
tersi 0 doversi calcolare.
càlcolàdor,* s. m. = calcolatore : chi
nelle sue passioni non si lascia gui-
dare dal sentimento, né dalle passioni.
Al femm. càlcolàdòra = calcolatrice.
càldj * s. m. = caldo : grado di calore
piuttosto alto ; el càld del fomell, de
Iti stUa, del càmìn, e sim. = il caldo
del fornello, della stufa, del camino, ecc.
1) Assolut. Si intende il calore del-
l'atmosfera dipendentemente dal clima,
dalla stagione, dall'ora del giorno;
incoeu fa càld = oggi è, fa caldo;
rUga là màdùra col càld = l'uva ma-
tura col caldo.
2) el càld e el frègg ie mangia
minga el loff = ne caldo ne gelo non
rimane mai in cielo : o prima, o poi
il caldo e il freddo si fanno sentire.
3) càld. Pure assolut. = caldo : la
sensazione prodotta in noi dal calore ;
vègh càld = aver caldo.
4) vèss, età ài càld = essere, stare
al caldo : in luogo caldo ; chi ée po'
pU del càld = ci si abbuia, ci si rin-
serra.
5) vèss càld = essere in caldo: degli
animali: in amore. Di persona : essersi
appassionati ad un'impresa.
càld, * agg. = caldo : che ha una tem-
peratura relativamente calda ; pàes càld
àcqiia calda, mun càld = paese caldo,
acqua calda, mani calde. Fig. tèsta
calda = testa calda. Segnatam. di chi
professa opinioni politiche molto avan-
zate.
1) piàtt càld = piatto caldo : cosa
cotta per il pasto in cui si deve man-
giare.
2) Di cose cotte e levate allora dal
fuoco.
3) color càld, tìnta calda = color
caldo, tinta calda : in arte si dice d'ogni
colore, quando l'oggetto è fortemente
illuminato.
4) bàtt el fer intànta che Ve càld =.
battere il ferro quando è caldo : valersi
dell' opportunità che nasce da senti-
menti 0 disposizioni che possono cam-
biare.
5) fa né frègg ne càld = non esserci ,
una cosa ne calda, ne fredda : non im- '
portarcene nulla, esserci indifferente.
6) ciàpàéela calda = pigliarla calda, ■
di cosa che uno si metta a far con
calore.
7) legni edld = tener caldo : di cosa
cai
159
cai
che consei-va il calore naturale del
corpo, che copre bene.
8) à bota calda = a sangue caldo.
caldamente * a^vv. = caldamente, con
calore; ràeomàndtL càldàment = rac-
comandar caldamente.
1) càldàment = caldamente. Si ri-
sponde d' estate a chi ci chiede come
stiamo, quando siamo oppressi dal caldo.
caldana^ s. f. = smalto, battuto : suol
dirsi di cemento che si stende sui palchi
delle soffitta, oppure con cui ricopresi
la volta dei forni.
1) Tepidario : quel cavo d'acqua la-
sciata stagnare, perchè perda la rigi-
dezza e si renda più atta a fertilizzare
i campi.
càldàr, s. m. = calderotto : sorta di
piccola caldaia con coperchio.
1) Caldaiata. caldaia ; di roba : quanto
n'entra in una caldaia ; l'ha faa cmus
on càldar de càstègn = ha cotto una
caldaiata di ballotte. Anche :
càldàràda, s. f. = caldaiata ; dna càl-
dàrada de pòmm de tèra = una cal-
daiata di patate.
càldàrin, s. m. = calderottino. Dim. di
calderotto.
càldàrina, s. f. = calderottina, lattiera:
vaso di metallo con coperchio nel quale
si pone il latte per portarlo in casa
ai consumatori.
càldàron, s. m. = caldaione, caldaiona.
Acer, di caldaia ; mètt tiitt eòéé in d'òn
eàldàron = metter tutto a catafascio,
senza distinzione e riguardo,
càldàròtt, s. m. = calderotto : vaso di
rame con coperchio, fatto come una
caldaia, ma più piccolo.
caldèra, s. f. = caldaia; vaso di rame
più grande del paiolo, che s'appende
al disopra del focolare per far bucati,
scaldare, cuocere, ecc.
1) Vaso simile e anche più grande,
murato al disopra di un fornello, nel
quale si accende il fuoco. Se ne vede
nelle birrerie, tintorie, saline, e sim.
2) Nelle macchine a vapore i tubi
in cui si riscalda l'acqua e si forma il
vapore.
càldìn, * s. m. ed agg. = caldino, dim.
di caldo; in età ètdnéa gh'è on bèli
càldìn = in questa camera c'è un bel
caldino.
càldisim, * agg. = caldissimo. Superi.
di caldo.
càldisimàiuént, * am. = caldissima-
mente. Superi, di caldamente.
càlddn, s. m. = caldaccio. Pegg. di caldo.
caldura, * s. f. = caldui-a, calore estivo.
Nel prov. §an Vincéns {22 genn.) déla
gran fr edura, éàn Loréns (10 ag.) déla
grati caldura = Sant'Antonio (17 genn.)
della gran freddura, San Lorenzo della
gran caldura.
càldusc, s. m. = calduccio, dim. spreg.
di caldo.
calendàri, * s. m. = calendario : libretto
0 tabella in cui sono indicati per or-
dine, tutti i giorni dell'anno, le feste,
le fasi della luna, il levare e il tra-
montar del sole, occ. *
1) calendari scolàétich = calendario
scolastico. Dove sono indicati i giorni
di scuola e quelli di vacanza.
2) sta li in pee drìsà come on ca-
lendàri = starsi impalato come un cero.
càlénde, * s. f. pi. = calende: il primo
giorno del mese ; à le càlénde = alle
calende: per le lunghe, a tempo inde-
finito.
càles e càlis, * s. m. = calice : coppa
per lo più d'argento, con sotto un piede,
che il sacerdote adopera per dir la
messa.
1) Bicchiere fatto a calice, sorretto
da un piede ; dàmm on ottles de barolo
= dammi un bicchiere di barolo.
càlèss e càlésc, s. m. = calesse, calesse:
vettura a un cavallo solo con mantice.
1) Fiacherre, fiacre: vettura pub-
blica scoperta a mantice.
càlesìn, s. m. = calicetto, dim. di calice.
càlesìn, s. m. = calessino, dim. di ca-
lesse : calesse a due posti.
càlìber e càlibro, * s. m. = calibro:
volume piuttosto grande ; on sàéé de
éto càlibro = un sasso di questo calibro.
1) Calibratoio. Strum. di metallo per
conoscere di quale finezza un telaio
lavori le calze.
2) Piastretta d'ottone sulla quale è
segnata la grandezza delle ruote degli
orinoli.
caligo, s. m. = ghiado : eccessivo freddo,
freddo repente ; che caligo ! = che stri-
no ! che strizzone !
càlìgràfia, * s. f. = calligrafia : l'arte di
scrivere formando bene i caratteri.
càligràflch, * agg. = calligrafico. Agg.
da calligrafia.
cai
160
cai
càlìgràfo,* s. m = calligrafo : chi eser-
cita 0 insegna calligrafia.
calili, s. m. = callettino. Diminut. di
callo ; gh' 00 on càlìn à on didìn del
pò = ho un callettino al dito mignolo
del piede.
càlis, s. m. = calice. Vaso sacro per la
Messa.
1) Qualunque bicchiere che ne abbia
la forma ; l'è on vin de hev à càlis =
è un vino da bersi a calici. Vedi: càles.
càlìsoàr, s. ni. = stampo : quello degli
oriolai. Dal frane: Equarissoir.
càlisòu, s. m. = colascione : strumento
musicale in forma di liuto che pizzicasi
colle dita o con un pezzettino di legno.
1) pari on eàliàon = essere allam-
panato, magrissimo: di persona maci-
lente e sofferente.
càlìsta, * s. m. = callista : chi fa il me-
stiere di cavare calli, e altre escre-
scenze ai piedi.
cali, * s. m. = callo : punto della pelle
indurito è divenuto insensibile, segna-
, tamente per contatto o fregamento pro-
lungato con corpi duri, special, al pal-
mo della mano, e alla pianta dei piedi.
cali e cài = callo e calli, assol. e col-
r articolo determinato. Si intende di
quelli che vengono ai diti del piede,
per lo pili al disopra delle articolazioni.
1) Fig. fa el cali = fare il callo a
una cosa, assuefarcisi. Solo di cose
spiacenti.
2) Calo : diminuzione di volume, di
peso e la quantità di cui è scemato il
peso, il volume.
calma, * s. f. = calma : stato di riposo,
di quiete, che succede a un'agitazione
piuttosto violenta. Si dice del mare,
del vento, di malati, dello stato del-
l'anima.
calma, * V. alt. = calmare : mettere in
calmo, acchetare, acquietare.
càlmàut, * s. m, = calmante : medica-
mento che si amministra per diminuire
l'agitazione del malato, e sedare con-
vulsioni, dolori spasmodici, e sim.
càlmàss, V. rifl. = calmarsi : mettersi in
calma ; càlmet ! calme/) ! che el ée cài-
ma ! = calmati ! calmatevi ! si calmi !
si dice a chi sta in collera o agitato
da altra passione.
càlmèri, s.m. = tariffa: nota dei prezzi
determinati dai mercanti o dalla legge
e il prezzo stesso fissato.
in qualche pai-te
prodotta da qual-
calorifero: appa-
càlmo, * agg. = calmo: che è in calma,
tranquillo.
càlmucch, * s. m. = calmucco : specie di
pannolano che somiglia al pelone.
càlomelàu, * s. m. = calomelano e cal-
melanos: protocioruro di mercui'io. So-
stanza medicinale.
càlór, * s. m. = calore : corpo imponde-
rabile, causa della sensazione che si
prova stando al sole, al foco e sim.
1) Lo stato 0 attività di un corpo in
quanto produce la sensazione stessa;
el càlor del sol = il calore del sole.
2) el gh'à i calori ! = ha i calori co-
stui : di chi mosti-a di aver caldo
quando tutti gli altri hanno freddo.
3) Bollicciattole, o macchie rossiccie
che vengono alla pelle; el g'hà fmura
tanto càlòr = ha molto calore.
, 4) Incalorimento ; leggiera infiamma-
zione 0 initazione
interna del corpo,
sivoglia cagione.
càlorifer, * s. m.
rocchio per riscaldare stanze facendovi
passare delle correnti d'aria calda.
càlorin, s. m. = oalorino. Dim. quasi
vezzegg. di calore ; l'è on càlorin che
va ben, come = è un calorino che va
assai bene.
càlorós, * agg. = caloroso: uomo calo-
roso, di temperamento sanguigno.
càldta, * s. f. = callotta : il fondo di quella
specie di scatola, per lo più d'oro e
d'argento, in cui sta chiuso il movi-
mento degli orioli da tasca.
1) Berrettino da prete della stessa
forma, che si applica alla parte po-
steriore del capo.
calotìn, s. m. = zucchetto, beretto da
preti.
càlsà, * V. alt. = calzare: detto delle
scarpe, e dei guanti, e sim. Ed è met-
terli con qualche sforzo in modo che
entri ao bene e non facciano grinze.
1) Intr. Scarpa, guani che càlsa ben
= scarpa, guanto che calza bone ; che
torna, che non fa grinze.
2) àsen calma e vestii = asino cal-
zato e vestito. Di persona: screanzato,
igQorante.
càlsàdura, * s. f. = calzatura : quel che
servo a calzare il piede.
càlséta, s. f. = calza : lavoro di filo, per
lo più fatto a maglia, da portarsi sulla
pelle, che veste il piede e la gamba
cai
161 —
Cam
fino al ginocchio ; fa càUèta = fare la
calza.
1) à pè eàlsèta = in calzo, avver-
bialmente : colle sole calze, senza
scajfpo.
2) tira i càlèètt = tirar l'aiolo ; modo
volgare per dir morire.
3) fa àndà gio i càlsètt = far ca-
scare il pan di mano, fam. di persona
molto noiosa : far venire l'accidia.
4) sènsa càlsètt = scalzato, scalzo,
sgambucciato.
5) eoscénsa fàda à càlsèta = coscien-
za camoscina, o come il sacco del mu-
gnaio; coscienza elastica.
càlsètàscìa, s. f. = calzacela. Peggior. di
calza.
càlsètee, s. m. = calzettaio : chi fa le
calze e le raccomoda.
càlsolàr, * s. VI. = calzolaio : chi fa
scarpe, stivali e sim. calzatui-e. Il volgo
dico anche e asolar.
càlsolàra, s. f. = calzolaia: la moglie
del calzolaio o anche la donna che sta
abitualmente nella bottega di un cal-
zolaio.
càlsolària, * s. f. = calzoleria : la bot-
tega dove si fanno e si vendono scarpe
e altre calzature.
càlsolàrìn, s. ni. = calzolaino: dimin. e
vozz. di calzolaio.
càlsolàrusc, s, m. = calzolaiucoio : di-
spreg. di calzolaio.
càlsòn, s. m. = calzone e calzoni: parte
del vestiario da uomo che va dalla cin-
tola ai piedi, formando una specie di
forca, in cui si infilan le gambe; càl-
sòn eilì-t = calzoni corti: che arrivano
al ginocchio dove per lo piii si affib-
biano 0 si legano; eàUòn lungh = cal-
zoni lunghi, che airivano fino al piede.
1) coni giù i càlsòn = a bracaloni,
bracalone.
2) fàla in di eàlson = cacarsi o pi-
sciarsi sotto. Fig., mancar d'animo.
3) làsà giù i eàlson = calar le bra-
che. Fig., aver paura.
4) qnànd tirtLven sii i càléon coni là
riisèla = quando tiravano su i calzoni
colle carrucole.
5) dona che glia sii i eàlson = donna
che porta i calzoni, che guida, comanda
in casa a bacchetta, fa la parte che
spetterebbe al marito : donna che fa
l'omo addosso al marito ; vègli éii i
càléòn = incalzonarsi.
11
càlsonàsc; s. m. pi. = calzonacci : peg-
gior. di calzoni.
càlsonltt, s. m. pi. = calzoncini ; dim.
e vezz. di calzoni: calzoni da bambino;
mètegh i càlsonitt à on hàgtii = met-
tere per la prima volta i calzoncini a
un bambino.
càlunia, * s. f. = calunnia: falsa accusa
che si spaccia e si sostiene conoscen-
done la falsità.
càliinià^ * v, att. = calunniare: spacciare
e sostenere una falsa accusa conoscen-
done la falsità.
Calvàri, s. m. = Calvario : il poggio dove
Cristo fu crocifisso.
1) mostra el calvàri = mostrare la
testa calva.
càiiiàméla, s. f. = camomilla: pianta me-
dicinale; matriearia camomilla^ acqua
de eàmàmUa = acqua di camomilla.
camàràda, s. f. = camerata. Vedi ca-
iiieràda.
càmàrìn, s. m. = camerino. Vedi cà-
luerìn.
carnata, s. f. = casamatta: luogo chiuso
all'intorno e coperto al di sopra a botta.
càmbi, * s. m. = cambio: le operazioni
di commercio che si fanno sulla mo-
neta; el càmbi de l'or e de l'àrgènt =
il cambio dell'oro e dell'argento.
1) fa là segònda de càmbi = far la
seconda di cambio: incorrere nello stesso
errore la seconda volta.
2) D'altro che del danaro, lo stesso
che baratto.
3) Avverbialm., in càmbi = in cam-
bio, invece.
4) Cambio: parlando di servizio mi-
litare, quegli che si sostituisce in luogo
di un altro.
6) Baratto: il barattare nel signifi-
cato generale del verbo ; st' orologg glie
riioo àvilii in càmbi d'on arièti = que-
st'orologio l'ho avuto in cambio di un
anello; fa on càmbi = faro un baratto.
cambia^ * v. att. = barattare : dare una
cosa per averne un' altra ; ét'orològg
el va minga ben; vui vede se meH
càmbien = quest'orologio non va bene;
voglio vedere se me lo barattano.
1) cambia i dànee = barattare le mo-
nete: dare una moneta o carta mone-
tata per averne l'equivalente in pezzi
più piccoli. Anche cambiare, dare mo-
nete, ricevendone altre dello stesso va-
lore di specie diversa ; cambia on bi-
Cam
162 —
caitt
gliètt de cent lìr = cambiare un foglio
da cento lire.
2) Sostituire maliziosamente una cosa
a un'altra; l'oréves el m'ha cambiaci i
brilànt = l'orefice mi ha barattato i
))rillauti.
3) cambiti pàròll = barattare una
parola con qualcuno; parlarci per ozio
e per passatempo.
4) cambia mestee = barattar mestiere:
lasciare quello che si ha per mettersi
a un altro.
5) cambia i càrt in man = barattar
le carte in mano. Fig., disdire con ma-
lizia quel che s'era affermato o pro-
messo.
6) Cambiare. Intrans.: passare danno
stato a un altro, non aver più le stesse
qualità, non esser piìi quello di prima;
el moìid el cambia = il mondo cambia;
è càmbiaa el màèster de càpéla, ma
là musica l'è sémper qtiila = è cam-
biato il maestro di cappella, ma la mu-
sica è sempre quella: di inconvenienti
0 abusi che durano in una azienda,
sebbene sia cambiata la persona oho la
dirige; cambia cà, stdnsa étùdi e sim.
■ = cambiar di casa, di camera, di studio
■ e simili.
7) Cambiare. Tians., dare, prendere,
mettere in luogo di una cosa o persona,
cosa 0 persona diversa, ma dello stesso
genere; cambia i lensoeiX = cambiar le
lenzuola ; càmòià el sèrmtór = cam-
biare il servitore; cambia i càrt in mun
à vun = cambiar le carte in mano a
uno, fargli dire quello che non ha detto,
e dare alle sue parole e anche alle
proprie, un senso diverso da quello in
cui furono dette.
8) Più spesso senza articolo; cambiti
vita = cambiar vita, segnatamente per
emendarsi.
9) cambia discòré = girare il discorso,
farlo cadere sopra un altro argomento.
10) che se pò m,inga cambia = im-
mutabile, che non può mutarsi.
cambiai; * s. f. = cambiale, lettera o
cedola di cambio; scotità, gira, firma
Olia cambiai = scontare, girare, firmare
una cambiale.
1) acetti dna cambiai. Vedi àcetà. 4).
càmbiàléta, * s. f. = cambialetta, cam-
bialiua, cambialuccia; dim. di cambiale:
cambiale per una piccola somma.
càmbiàmént, s. m. = cambiamento, mu-
tamento: l'atto e l'effetto del cambiare;
càmbiàmént de goèrno, de stàgión, de
témp = cambiamento di governo, di
stagione, di tempo.
1) fa on càmbiàmént = fare un cam-
biamento, cambiare. E di chi abbia
cambiato d'aspetto per malattie, dispia-
ceri e sim.; che càmbiàmént Vhà faa
quèll pòer òmm! = che cambiamento
ha fatto quel pover'uomo.
2) Baratto: di qualunque mutazione,
sostituzione, volontaria o no, in cosa
che ci riguardi, nella quale abbiamo
interesse; 'vèss, fa on bón, on càtìv
càmbiàmént = essere, fare un buon,
un cattivo baratto.
càmbìàss,* «>. rifl. = cambiarsi ; el temp
el vosilr cambiasi = il tempo vuol cam-
biarsi.
1) càmbiàéé: assolut. = cambiarsi di
panni, ed anche cambiar vita; se quèll
giòin el se cambia '.nò, Ve on àfàri
ééri = se quel giovine non si cambia
è un affar serio. Vale: trasformarsi,
mutare forma, indole, carattere.
càmbìàvàlùt, s. m. = cambia monete,
cambista : chi esercita 1' industria del
cambiar monete.
càmbrètt, s. m. = uncino: nome di que-
gli istrumenti adunchi che posano su-
gli staggi dei filatoi a reggere il filo
torno. Dal verbo frane, cambrer.
cambrì, cambrì celi, s. m. = cambrì:
tela di cotone bianco o in colori: è tela
rada come velo, venutaci le prime volte
da Cambridge.
camelia,* s. f. = camelia, pianta da giar-
dino che produce un fiore dello stesso
nome.
càmèll, * s. m. = camello : animale da
lavoro, originario dell'Asia e dell'Africa
con una specie di gobba sul dorso; ca-
mehts dromedaritts.
càmèlòtt, s. m. = camellotto, cambellotto,
ciambellotto,
1) Tessuto di pel di capra d'Angola.
Anticamente era fatta di pelo di ca-
mello, donde trasse il nome.
2) Occhio di bove: grande mai'ghe-
rita. Erba perenne dei pi-ati.
càméo,* s. m. = cammeo : figura inta-
gliata a bassorilievo in una pietra pre-
ziosa ; e anche la stessa pietra inta-
gliata.
càmer, «. m. = camerino, cesso, latrina,
ritirata: il luogo comodo.
cani
163 —
Cam
1) stràsc. del càmer = cencio del
luogo.
2) tegnt vun per l'àéa del cerner =
tener uno come il cencio del luogo.
Sijrezzarlo afTatto,
3) là caria del càmer = doccione. V.
calia, 7.
4) l'tiàa del etitner = predella. Vedi
àsa.
càmera, s. f. = camera. In senso di stanza
per dormire, nella frase: vHta de cà-
mera = vesto da camera: quoUa che si
mette uscendo dal letto prima di ve-
stirsi.
1) Nome che si dà ad alcuni collegi o
coi'pi deliberanti ; càmera de comèreio
= camera di commercio; càmera di de-
piitaa = camera dei deputati. In questo
senso anche assolutamente : camera.
2) càmera scura = camera oscura o
nera; stanza per fare esperienze suUa
luce. Ed anche camera ottica. T. di fì-
sica, nome dato ad alcuni apparecchi
che servono a rilevare disegni o pro-
durre effetti ottici e illusioni diverse.
3) iti càmera càritàtis = a quatt' oc-
chi: iu confidenza.
cànieràda, * s. f. = camerata : ognuna
delle piccolo compagnie in cui sono di-
visi gli alunni di un convitto.
1) La stanza o corsia dove dorme
una camerata.
càmerèr,* s. m. cameriere, servitore ad-
detto particolarmente alla camera e alla
persona del padrone.
1) Negli alberghi e nelle trattorie:
quello che serve a tavola, fa le ca-
mere, ecc.
2) Tavoleggiante: garzone di caffè che
servo ai tavolini.
càmerèra e càmerìéraj * s. f. = came-
riera: doana che presta i servizi oc-
correnti intorno alla persona di una si-
gnora, segnatamente nel vestirsi, pet-
tinarsi e sim.
càmerìn, s. m. = camerino: piccola stanza
nei teatri, dietro il palcoscenico, dove
comici e cantanti vanno a vestirsi, o a
riposarsi quando non sono in scena.
1) Anche lo stanzino che in qualche
teatro sta dietro il palco nelle logge e
servo 0 di ripostiglio o di sfogo.
2) La stanza nei collegi dove si rin-
chiudono per punizione i convittori che
.si vogliono segregare dagli altri. In que-
sto senso dicesi anche cèlla = cella,
specie nei convitti militari.
càmes, s. m. = camice: veste lunga di
pannolino bianco, che gli ecclesiastici
portano sotto il paramento, quando ce-
lebrano le sacre funzioni ; eàmes còl
volani de pisé = camice colla balza di
trine.
càiuiu, s. m. = cammino: piano di terra
0 di mattoni, più o meno alto da terra
in cui sono per lo più i fornelli e si
accende il foco nella cucina.
1) là capa del càmìn = la cappa del
cammino. Specie di padiglione ad di-
sopra del cammino, che raccoglie il fumo
e l'accompagna sino alla gola, e qual-
che volta la gola stessa.
2) Vàsa del càmin = la pedana, una
asse, e per lo più una lamina di me-
tallo, collocata in piano avanti la so-
glia del cammino, a preservazione del
pavimento di legno o del tappeto della
stanza, sul quale gli scoppi potrebbero
essere lanciati.
3) càmin... la rocca del cammino,
la toiTicella sul tetto con ferritoie, da
cui esce il fumo.
4) là eàna del càmin = la gola del
cammino, tromba o cunicolo praticato
nel muro, per cui sale il fumo.
càminà*, v. alt. = camminare: detto del-
l'uomo e degli animali. Andare colle
sue gambe; * bàmbitt comìncen à cà-
minà à on ànn = i bambini comin-
ciano a cammiuare a un anno.
1) Nel senso di correre, affrettare il
passo; càmìna, dónca! = corri, dunque!
càminàda,* s. f. = camminata: il cam-
minare a piedi piuttosto a lungo e an-
dando in fretta.
càminàdiiia,* s. f, = oamminatina, dim.
di camminata; Qna càminàdìna à l'a-
ria apèrta là fa ben ài polmon = una
camminatina all' aria aperta giova ai
polmoni.
càminàdór,* s. m. = camminatore : ca-
pace di camminare lesto e a lungo.
càminéra, s. f. = camminiera: specchio
con cornice, per lo più intagliata e do-
rata, che suole collocarsi sul piano del
camminetto.
càminétt, s. m. = camminetto : Mensa
0 piano di marmo che aggetta dal mui'o
della stanza su due piccole colonne o
pilastri, tra cui si accende il foco per
riscaldarsi.
Cam
164 —
eam
càmìsa^ * s. f. = camicia : paiié del ve-
stiario da nomo e da donna che vesto
il torso e le braccia e si porta gene-
ralmente sulla pelle ; mèit, tra foeura,
cambia là càmìsa = mettersi, levai'si,
mutarsi la camicia.
1) chi làora g' ha dna càmtsa, chi
ladra nò ghe n'ha dò = chi fila ha una
camicia e chi non fila duo ; o anche :
il diavolo caca sempre sul monte rosso.
Prov. chi meno lavora più ha ; le for-
tune vanno a chi ne ha meno bisogno.
2) ì)èss c&ii e càimsa = esser culo e
camicia. Volg. di persone che stanno
sempre insieme e sono in tutto d' ac-
■ cordo. In ita], piìi civilmente : essere
pane e cacio.
3) vègh là càmìsa spòrca = aver la
camicia sudicia ; sentirsi in colpa.
4) el darla via là càmìsa = darebbe
via la camicia : di persona generosa,
caritatevole.
5) Ì7i càmìsa = in camicia : colla
camicia sola ; in mànega de càmìsa =
in maniche di camicia : come si rimane
levandosi la giubba o il soprabito. Si
direbJie « scamiciato -> di chi non avesse
che i calzoni e la camicia.
6) tràss in càmìsa = spogliarsi in
camicia : levarsi di dosso tutti i panni
fuorché la camicia.
7) càmìsa de farsa = camicia di forza:
Specie di cappa che si mette ai pazzi
furiosi per tenerli fermi.
8) impegna là càmìsa = impegnar
la camicia. Fig. impegnar tutto quanto
si ha, spinti da necessità molto im-
pellenti.
9) àvegh n^nca là càmìsa = non
aver panni addosso : essere poverissimi.
10) vègh dna càmìsa àdòss e V ultra
ài fòss = aver due sole camicie ; non
aver uno che dica due ; essere senza
roba, senza quattrini.
11) cava tinca là càmìsa à vÈn =
fig. trarre il filo della camicia a uno :
farsi dare tutto quello che ha.
12) càmìsa de tòrc = camicia ba-
gnata per il sudore.
13) irà in càmìsa vun = fig, lasciar
sul lasti'ioo uno, senza casa ne cam-
pamento.
14) ceìlv in càmìsa = ova affogate :
cotte senza guscio nell' acqua bollente.
15) càmìsa = cuffia : nome di una
porzione delle membrane del feto che
esso spinge talvolta innanzi a se, 6 che
rimane applicata sopra la sua testa,
quando noi nascere si presenta la prima.
Alcuni credono ciò indizio di buon au-
gui'io, onde nàss coni là- càmìsa =
nascer vestito, aver la Pasqua in do-
menica; aver piena fortuna.
16) Coperta di foglio bianco dentro
al quale si mettono diverse carte con-
cernenti gli affari.
càmisàscia, s. f. = camisacci a, pe^r^. di
camicia.
càinisàtt 0 càmìsep, s. m. = camiciaio :
chi fa 0 rivende camicie.
càmisèta, * s. f. = camicetta : specie di
giubbetto bianco o in colori che portano
le donne sopra il vestito.
càmis(eU; s. m. = carnicina, dim. di ca-
micia : detto della camicia dei bambini.
Enti-a in una canzoncina infantile : do-
mali rè fèsta, tuli i dònn càmbien la
vesta, e mi che soni on pòer floeilf
. càmbi nànea el camisceit, che lette-
ralmente si ti'aduoe : domani è festa,
tutte le donne mutano la vesta, ed io
che sono un povero bambino, non muto
neanche la carnicina.
1) vègh ànmo briitt de caca el cà-
misoRÙ = fig. avere ancora il latte sullo
labbra; essere tuttora giovanissimo e
non aver pratica di nulla.
càmisòna^ s. f. = camiciona, accresc. di
camicia, specialm. se lunga.
càmisorin, s. m. = camicina, sottodim.
di camisoeu = uannicello di lino con
cui si copre il busto dei teneri bambini
e allacciasi di dietro.
càiiiisòtt, s. m. = camiciotto : quel che
su altre vesti menta portano gli stallieri
nell'atto di governare i cavalli.
càmola, s. f = bruco, tignuola, tarma ; '
tinca = nome generico di vari insetti
che rodono le pelli, i irnnni, i grani, i
libri.
1) Baco della crusca ; tenebria mo-
litor = larva che vive neUa farina e
mangiasi da alcuni uccelli.
càmolaa, agg. = intignato : di un vestito
che in uno o più luoghi sia roso dalle
tignuole.
càmolàss, v. rifl. Secondo il bruco che
. rode si hanno vari verbi a tradmTo il
verbo milanese. Intonchiare : dei le-
gumi rosi dal tonchio ; bacare : di ciò
che è roso dal baco ; intarlai'e ; di ciò
à
cani
165 -
cain
elio è roso dal tarlo ; intigaaro : di ciò
che è roso dalle tigauole.
càmolòn e càmólòtt, s. m. = dormi-
glione : larva d' insetto che, rodendo,
fa de' gran buchi nell' interno dei peri
e dei meli giovani.
càmora, * s. f. = camon-a : società for-
mata in segi-eto, per accapai-rare ogni
specie di favori e di lucri, a vantaggio
delle persone che ne fan parte.
càmòrista, * s. m. = camorrista : chi
appartiene a una camon-a o esercita la
camorra.
càmoss, s. m. = camoscio : specie di
capra selvatica ; antilope rupicapra.
camp, s. m. = campo : pezzo di terra
lavorativa, limitato da fosso o arginetti
e con alberi, per lo più lungo i cigli.
1) de camp = di campo, campestre,
campereccio.
2) vèss ài camp di ctnqu pèrtigh =
detto che equivale a : qui giace nocco,
qui sta il punto : è sempre la stessa
difficoltà che ritorna.
3) Spazio, tempo, opportunità che
uno abbia di fare una cosa o soggetto
di cui possa occuparsi ; g' hoo mitiga
àviiii camp de esamina tutt i càrt =
non ebbi campo di esaminare tutte le
carte.
4) camp de bàtàglia = campo di
battaglia : il luogo o terreno su cui si
è combattuto. E. fìgur. luogo dove tutto
sia stato lasciato sottosopra, in disor-
dino, e quello dove si fanno iD bat-
taglie.
càmpàda^ * s. f. = campo, fondo : quello
spazio che circoscrive tutte lo estre-
mità di un soggetto dipinto.
1) Campata : lo spazio compreso per
esempio tra finestra e finestra, tra un
palchetto e l'altro, ecc.
2) Passina. Intercolonnio : lo spazio
compreso fra pila e pila nei ponti, fra
colonna e colonna nei portici.
campagna, * s. f. = campagna : luogo,
paese aperto più. o meno coltivato con
abitazioni sparse. Contrapposto a città ;
^'iv in campagna =■ vivere in campa-
gna ; vestii de càmptbgna = vestito di
campagna : da portarei quando si è in
campagna.
1) forno de campagna = forno di
campagna : arnese portabile di ferro o
di ramo, da accendervi il foco per co-
cervi pasticcerie e crostare alcuno pie-
tanze.
2) Campagna: il complesso, la serio
delle operazioni militari eseguite in un
luogo 0 in un tempo determinato ; l'ha
faa la campagna del 66 = ha fatto la
campagna del 1866.
3) de campagna = campestre. Vedi
de camp.
4) Campo : terreno coltivato ; l' è
foRura per i càmpàgn = è fuori pei
campi.
6) l'è dna campagna = si dice fig.
di una stanza molto ampia senza or-
uamenti e senza eleganza.
càmpàgnoeù, f. càmpàgnceùla, s. m. =
campagnuolo, di campagna.
1) à là càmpàgnmùla = alla cam-
pagnuola. Modo avverb.
2) càmpàgnoeUla = minuta di cam-
pagna : la bozza del rilevato in cam-
pagna presso gli ingegneri.
càmpàgnòn, s. m. = capoperante : che
sorveglia i lavori campestri.
campài; * agg. campale ,• giornàda cam-
pai = giornata campale : occupata tutta
0 quasi in un dato lavoro.
cànipàmént, s. m. = pascolo per le api.
campana, * s. /". = campana : getto di
bronzo irì forma di un gran vaso ar-
rovesciato che, oscillando, suona e seiTe
a dare avvisi e segnali, specialmente
per cose di chiesa.
1) sona campana e tnàrtèll = sonare
la campana a martello, sonare a foco:
a rintocchi come fosse percossa da un
martello.
2) sont de fèsta, de mòrt = sonare
a festa o a gloria, a morto.
3) Intrans. detto delle campane e
anche delle sacre funzioni; comeédnen
sti càmpànn ! = come suonano queste
campane ; sona là Mésa = suona la
Messa.
4) bisógna sentì tiitt e dò i càm-
pànn = bisogna sentire tutt' e due le
campane : per giudicar bene bisogna
sentire le due parti.
5; faa à càmptLna = fatto a cam-
pana : si dice dei vestiti da donna e
dei calzoni da uomo, che scendono giù
allargando a guisa di campana.
6) campana dèla machina pneuma-
tica = campana della macchina pneu-
matica : tubo di cristallo in cui si fa
il vuoto.
Cam
- 166
cani
7) Coperchio di vetro che somiglia
a una campana, per coprire oggetti de-
licati come fiori fatti a mano, orioli da
tavolino e sim.
8) e dtij coni sta càmptina = e pic-
chia ! e zomba ! eccoci al quaresimale :
di chi batte sempi'e sullo stesso argo-
mento.
9) fa sona là campana = correre ri-
schio di morire.
10) ligà i càmpànn = legare le cam-
pane : il non sonarle nella settimana
santa ; desliyti i càmpànn = sciogliere
le campane : il ricominciare a sonarle
il sabato santo.
11) sona à càmpànn dopi = fig. so-
nare a campane doppie, scampanare.
12) l'è ròba de fa sona i càmpànn =
è cosa che fa molta meraviglia, perchè
inaspettata : sempre di cose buone.
13) tira giò a càmpànn dopi = so-
nar dietro a uno le tabelle : sparlarne,
ed anche : abbracciare, lavorare a ca-
saccio.
14) tira in pce i càmpànn = sonare
a distesa.
15) Padiglione, campana : nei clari-
netti il pezzo ultimo, da piede.
16) Coperchio di vetro smerigliato
per lo più, 0 d'alabastro che si sovrap-
pone alle lucerne onde il lume si spanda
dolce ed uguale.
17) giiigà à campana e màrtèll =
giocare a campana e martello. Gioco
che si fa con otto dadi e cinque carte
figurate e prende nome da ciò che su
una faccia di due dadi sono figurati
una campana e un martello, figure ri-
petute su tre delle carte. Si dice an-
che giilgà à cavàlin, perchè su una
delle carte è figurato un cavallo, per
lo più bianco.
campana, v. att. = infracidire : degli ali-
menti che cominciano a decomporsi
perchè da parecchio tempo tolti alla
terra, se vegetali, o morti se animali.
1) el campana = crocchia: si dice di
persona, che stia assai poco bene in
salute.
càmpànàscia, s. f. = campanaccia : pegg.
di campana.
càmpànàtt, s. m. = campanaio : quello
che ha le chiavi del campanile e suona
le campane.
1) Anche colui che getta e fonde le
campane.
càmpànéia, * s. f. = campanello : dim.
di campana.
càmpànèlin, s. m. = campanelletto : dim.
di càmpànìn = campanello.
càmpànéll, s. m. = campanaccio, cam-
pano : grosso campanello di ferro che
si mette al collo del capro e dell' altra
bestia che sia come la guida del gregge
0 dell' ai-mento.
1) Eotella : tonda che serve a tenere
accosto il filo dei rocchetti ai quali è
sovrapposto sui fusi de' filatoi.
càmpànìn, s. m. = campanello : arnese
simile alla campana, più piccola della
campanella, per lo più affisso al mm'o,
che si sona tirando una funicella e
sei-ve per dar segnali nell'interno della
casa. Lo stesso arnese con manico da
sonarsi a mano.
1) tlndà à tàola à sòn de càmpà-
nìn = andare a tavola a suon di cam-
panello : di chi vive d'entrate o ha chi
gli faccia le spese.
2 ) manda à cerca cont el càmpànìn =
volerci un almanacco per trovar uno;
essere difficile trovarlo : il dettato viene
dall' uso che era a Milano di mandare
a suon di campanelle in traccia dei
fanciulli smaiTiti, col pubblicarne ad
alta voce i connotati.
3; Bubbolo : sferetta d'ottone, vuota,
con una piccola apertura, e dentro una
pallottolina di ferro, che agitandola,
suona come un campanello. Se ne mette
alla bubboliera dei cavalli, ed anche
al collare dei cani. Vedi ciochin.
4) Campanile : edifizio accanto alla
chiesa e più alto, per le campane.
5) lùngh còme on càmpànìn = lungo
come un campanile : di pers. e di cosa
molto alta e per lo più sottile. ^
6) ràr cóme i càmpànìn in di sces = •
rarissimo, che non si trova quasi mai:
appunto perchè tra le siepi non avvien
mai di trovar campanili.
7) Campanula : pianta che fa molti
e bei fiori simili a un piccolo campa-
nello, e il fiore stesso fatto a campa-
nella.
8) Giacinto ; hyacintus orientalis =
pianta da fiori delle gigliacee.
9) càmpànìn sàlvàdegh = giacinto ^
stella ceruleo, Scilla a due foglie ; 1
Scilla hifolia : bellissima pianta a fiori "
di un bel turchino, piccoli, a grappoli.
10) Violaciocca : specie di violo che
cani
— 167 —
fa le viole a ciocche. Cheiranto. E il
fiore di quella pianta.
11) campanili de la góla = ugola,
appendice carnosa del palato : anche
velupendolo.
càmpàuina, * s. f. = campanina : dira.
di campana.
càmpàninàda, s. f. = scampanellata :
ixua forte e lunga sonata di campanello.
càmpànitt, s. m. pi. = ferri : quei ferri
nelle macine, sulle quali, sonando, danno
indizio al mugnaio che non e' è più
grano da macinare nella tramoggia.
1) Bucaneve ; galanthus nivalis =
pianta à fiore pendulo simile al giglio.
2) Padiglione o cappello chinese :
strumento d'ottone a più campanelluzzi
e bubboli, che girato rapidamente e
scosso, serve ad accompagnare il suono
di una banda o d' un' orchestra. Ora
non s'usa più, o quasi.
3) càmpànitt in di orice = zufola-
mento negli orecchi : il ronzio -degli
orecchi.
càiupànòn, s. m. = campanone, accresc.
di campana ; el càmpiàndii = il cam-
panone : la campana principale.
1) giiigà à càmpànòn = fare a sca-
ricabai-ili : si fa in due col porsi schiena
contro schiena, ed intrecciato le brac-
cia, alzai'si scambievolmente da terra.
jj gioco da fanciulli.
campasela, v. rifl. = camparsela, goder-
sela : darsi buon tempo.
càiupeé, s. m, = campaio : guardia dei
campi.
1) Soprintendento : villico a cui si
affidano molte delle funzioni del fattore.
2) Fondo di bottega, fondigliolo : di
cose. E di persona figui'at. donna esile,
magra e di nessuna avvenenza.
3) Lucietta ; cantharis acquatica =
insetto che va saltellando sulla super-
ficie di certe acque e sta fra le piante
acquatiche.
4) càmpee di ticqu = aquaiolo : cam-
pare d'acqua. Caterattaio: chi ha F in-
cai'ico di alzare o di abbassare una o
più cateratte.
càinpég, * s. m. = campeggio : albero
americano col quale si fanno lavori di
intarsio e se ne ricava una tinta pre-
giata per il nero e per il violetto ;
haematoxiluìn campaechianum.
càiupegià, * V. att. = campeggiare : far
spicco, detto specialmente dei colori e
delle figure di un quadro, di un disegno.
càinpión, s. m. = campione di zucchero,
di caffè e sim. Di liquidi in italiano
sempre : saggio ; on càmpiòn de mn =
un saggio di vino.
càmpìs, s. m. = colonnata : il getto o il
volo verticalmente verso il cielo : àndà
sii à eàmpìs = far colonnata : innal-
zarsi a vertice verso il cielo di volo o
di getto.
1) fa eàmpìs = far colonnata : far
cadere a colombella; scagliar la palla,
0 il volante, o altro si che venga a ri-
cadere nel punto medesimo donde fu
scagliata. Anche di cosa che cada a
colombella.
càmpuce, càmpisc = campeggio. Vedi
càmpèg'.
càinuft', agg. = abacohiato : mortificato,
mogio, mogio.
1) fàcia càmufa = viso avvilito..
2) rèsta càììiiiff = rimaner male,
smaccato .
càmusciòiij s. m. = cameraccia : segreta,
prigione.
1) vèss in eàmilseiòn = essere in
domo petii : essere in prigione.
càn, s. m. = cane : animale domestico,
quasi compagno e amico dell' uomo ;
cdn bàrbin = barbone ; edn boldòcch =
cane molosso, buldocche: dall' inglese
bull = toro e dog = cane ; cdn bolo-
gnìn = moffolino, arlecchino, cane do-
ghino ; cdn bràcch = bracco. V. bràccli ,
càa cors, dànes, de borìda, de ctlcia,
de guàrdia, de pàstòr, de pàjee, de
prèsa, de quàj, inglés, livree^ pine,
pomèr, sailss = cane corso, danese, da
leva, da caccia, di guardia, da peco-
raio, da pagliaio, da presa, da quaglie,
inglese, veltro o levriere, pincio, po-
merano o volpino, segugio ; cdn de
trìfol, de volp = cane da cerca, per la
caccia della volpe ; cdn de pòsta o de
red 0 de férma = cane da giungere o
da fermo o da impuntare ; cdn tànìn =
cane bassotto.
1) cdn gròss = cane grosso. Fig. di
persona potente.
2) rasa de cdn, fimiii d'oncdn e de
cani = razza di cane, figlio di un óàne
e di cani. Dotto a persona per villania.
3) Persona d'indole dm-a, o che du-
ramente eserciti la sua autorità; Vèon
edn, l'è on cdn de Dìo = ò un cane. E
can
- 168 -
can
famigliarmente di cosa eccessiva nel
genere suo : fa on frèec de can = fa un
freddo da cane.
4) Cattivo cantante: el tenor l'è on
can = il tenore è un cane.
B) boti de can = botte da cani : forti,
senza saper dove vanno; sproposit de
can = spropositi da cane : grossi mas-
sicci ; fàdigh de can = fatiche da cani,
gravissime ; làorà come on can = lavo-
rar come un cane: di lavoro faticoso,
eccessivo; mta de can = vita da cani,
faticosa, stentata, tribolata.
6) àndt, à can = andare ai cani, an-
dare a male, guastarsi.
7) 'vègh àdòss i can = avere i cani
in corpo : dolori di corpo acutissimi.
8) vèss ligaa còme ttn can = essere
alla catena come un cane : non avere
un momento di libertà.
9) vèss, rèsta, làsà sol come on can
= essere, rimanere, lasciar solo come
un cane : non fa che dare una certa
enfasi all'espressione.
10) vèsègh ndnca on can = non ci es-
.sere un cane : nessuno ; vègli nànca
on can •= non avere un cane.
11) scorlìj come i ctLn = scuoterle
come i cani : di chi non cura ne rim-
proveri, né castighi, e non se la piglia
di nulla.
12) VÌI}, morì come on can = vivere,
morire come un cane : malamente ;
tratti, cascia via come on can = trat-
tare, scacciare come un cane : senza
riguardi, ne rispetto.
13) drisà i gàìnb ti can = addiriz-
zare le gambe ai cani : di impresa a
cui uno si mettte con buone intenzioni,
ma che noji può riuscire.
14) làsà'xstà i can che dorma = chi
tocca il can che giace, ha qualcosa
che non gli piace: non bisogna stuz-
zicare chi non ci dà noia, e chi lo fa,
se ne ha danno, gli sta a dovere.
15) vèss fortunaa còme i can in
gésa = essere fortunato come i cani in
chiesa: sfortunatissimo.
16) vèès can e gàtt^ come can e gàtt
= essere come cani e gatti: non star
^'accordo.
17) 2)èss can = pesce cane : pesce
di mare voracissimo.
18) can che bàia noi mord = can
che abbaia non morde ; anche : acqua
che corre non porta veleno. •
19) à là cà di can = alle brutto
alle brutte. Modo avverb. Nel peggior
caso ; à la cà di can g'hoo sémper me
pàder = alle bmtte, alle brutte mi re-
sta sempre mio • padi'e : pare questa
frase originata dalle crudeltà di Ber-
nabò Visconti che nutriva degli alani
nel suo palazzo a S. Giovanni in Conca,
perchè sbranassero quelli che egli vo-
leva punire.
20) àndà de can = andare alla peg-
gio le cose, e anche sentirsi malissimo.
21) in man à can e boriàn = in
bocca a, o in man di cani.
22) fàcia de càn, o de càn bologmn
= faccia di cane : viso rincagnato.
23) inràbiss come on càn = inca-
gnire. arrabbiarsi fortemente.
24) là sàrìa de can = la sai-ebbo
agra.
25) sensa nànca dì : ciào can =
senza dirci : a Dio né al diavolo. Vedi
crepa.
26) tegnt éàld el cdfi per là eoa =
Fig. : tenere il lupo per gli orecchi ;
avere alle mani una mala gatta a pe-
lare, aver nelle mani impresa scabrosa.
27) el par staa sola al cUii d'on
càn = par cavato di bocca al cane : di
panni incincignati, malconci.
28) càn del fiisìl = cane del fucile :
pazzo nocellate che, scattando, batte
sol luminello dove è il fulminante.
29) càn = baco : il verme che si for-
ma nelle frutta ; àndà à càn = bacare :
detto delle frutta, carni e sim. in cui
si formino bachi.
30) cacchioni : le uova che le mo-
sche depositano nella carne o nel paese
e che diventano piccoli bacolini.
3 1 ) i bacolini stessi ; gh' è àndaa sii
el moscòn e Ve àndaa tiitt à càn el
ròsi = gli si posò sopra il moscone e
e l'arrosto si empì di bacolini.
càna, * s, f. = canna: pianta sottile e
flessibile, che alligna specialmente lungo
i fiumi, con lunghe foglie che partono
direttamente dal fusto. Arundo donax.
1) Il fusto della pianta stessa secco
e rimondo, che serve a far canicciata,
armare vigne, stendere biancheria e
simile.
2) càna de sùcher = canna da zuc-
chero : varietà di canna da cui si ri-
cava lo zucchero. Se ne fanno anche
mazze.
1G9
3) càna d'India = canna d'India,
giunco indiano. I fusti del bambù di
cui si fanno mazze di lusso; e anche
la mazza.
4) càna = canna : quella dei pesca-
tori, alla quale si attacca la lenza e
l'amo.
5) Per tubi di qualunque grandezza
e materia ; * cànn de Vòrghen = le
canne dell'organo ; làeàna del s'eiòpp
= la canna dello schioppo ; là càna de
làvàtiv = la canna da lavativo.
6) Cannone ; là ctlna del làvàndìn =
il cannono dell'acquaio: il condotto
per cui va via l'acqua : là càna déla
tromba = il cannono della tromba:
quello per cui sale l'acqua.
7) càna del càmer = doccione : cia-
scuno di quei tubi di terra cotta, ta-
lora anche di pietra, che imboccano gli
uni negli altri e formano condotto per
le immondezze.
8) càna del càmhi = la gola del
cammino: quella per cui il fumo sale
fino al tetto e di là si spande per l'aria.
V. camin.
9) Sifone, tromba da vino, tromba
da barile: cosi chiamano indifferente-
mente un tubo di latta o di gomma
col quale si travasa il vino.
10) Canna : misura di lunghezza.
11) càna de vèsch = fodero da pa-
nione : boccinolo di canna nel quale si
custodiscono i panioni e le paniuzze
quando sono infitte sul vergelle.
12) càna del ètrivàll = gambale,
tromba.
13) bèv à càna = bere al fiasco, alla
boccia, bere a garganella: quando ci
si versa il licore in bocca tenendo la
bottiglia alta, senza ripigliar fiato, ver-
sando il liquido in gola, a stroscia.
cànaa e oggi meglio càuàl, * = canale :
corpo d'acqua che scorre per un lungo
tratto incassato fra duo argini o ripe ;
e il tratto di terreno in cui scorre colle
relative opere d'arte; l'acqua del cànaa
= r acqua del canaio ; ci cànaa del mo-
lln = il canale del mulino.
1) Doccia : cannone di terra cotta o
altro por raccogliere acqua di scolo.
2) Doccia : canale per lo più di latta,
tinto ad olio che si pone lungo l'e-
stremo della gl'onda per ricevere l'ac-
qua piovana che vien dal tetto.
3) Grondaia: pezzo di tubo di latta
che, saldato nel corpo della doccia, no
riceve l'acqua. Anche : cannoncino.
4) Portavento : canale che porta il
vento nel somiere d'un organo.
callàia, s. f. = canaglia: gente capace
di qualunque ribalderia.
1) Si usa anche in senso non triste;
te set dna grati canata = sei pure un
briccone : a chi sa far cose che da lui
non si aspettavano.
càuàiàda, s. f. = canagliata, ribalderia :
azione da canaglia.
cànaìòii; s. m. = canaglione. Acer, di
canaglia.
canal * s. m. = canale. Vedi per i si-
gnificati cànaa di cui canal è la for-
ma più eletta e avvicinantesi alla lin-
gua. Si usa ora molto, e sempre nelle
frasi : canal Cavour, Vilorési, de Sùes
e sim. = canale Cavour, Villoresi, di
Suez, ecc.
1) Canale : paralellepipedo di ferro
sulla cai faccia superiore è scavato ap-
punto un canale, in cui, come in una
forma si versa l'oro o l'argento da con-
vertirsi in verga.
cànàla, s. f. = canala (la) : grosso abete
0 altro risegato per il lungo e inca-
vato, il quale si applica ad un fosso
per far passar l'acqua da un campo ad
un altro.
1) Canala : acquedotto minore che
riceve le acque da un cavo o condotto
principale o le trasporta altrove pas-
sando sopra altri cavi e sopra luoghi
bassi e avallati.
cànàlètt, * s. m. = canaletto, canalino,
dim. di canale.
1) Conduttore: quel canaletto di le-
gno che ricorre intorno al biliardo per
tenervi le palle e le stecche.
cànàlìn, * s. m. = canalino, dim. di ca-
nale.
1) Glifo, canaletto. T. architettonico.
Oguno dei due canaletti che corrono
fra tre bastoni dall'alto in basso nel
triglifo nell'ordine dorico.
2) Beccuccio : quello dei vasi e sim.
3) Canarino. Fringilla canaria: uc-
cellino originario delle isole Canarie di
color giallo, che canta bene. Vedi cà-
nerìn più comune.
canapé; * s. m. = canapè: mobile con
spalliera e braccioli, per lo più imbot-
tito dove possono sedere più persone
insieme.
can
170 —
can
cànàpèrin, s. vi. = canaperino, dimin.
vezzegg. di canapè.
1) Predellino: quel piccolo arnese
imbottito su cui le signore posano i
piedi. Più com. ggàbèlìu.
cànàréla, s. f. = canale diversivo : ca-
nale irrigatorio: gora, condotto, fosso.
Quel canale che riceve l'acqua dalla
presa e la poi-ta sulle ten-e da irrigai-e.
1) Condotto : ogauna di quelle grandi
doccio di legno per le macchine mosse
dall'acqua.
2) Trincarello : specie di telaiotto su
cui è tesa una tela di fil d'ottone co-
perta anche di un pannolino, per la
quale passa colata e chiara l'acqua
che continuamente entra nella pila a
cenci, mentre l'acqua sucida esce libe-
ramente dall'altra paii:e deUa pila me-
desima.
cànàriiss, s. m. = gorgozzule : il can-
none della gola.
1) vègh et cànàrilsà fodraa de tdla
= aver la gola lastricata : che non sente
l'impressione della roba che scotta o
pizzica.
cànàstréi; s. m. pi. = bagolo: bacche
nericcie, dolci, con nocciolo duro. Frutto
del pero cei-vino.
cànàvósa^ s. m. = canapa: il seme della
canapa. Si dà a mangiare agli uccelli.
Cànàvra, s. f. = collare : quello che si
mette al collo delle vacche per tenerle
ferme alla mangiatoia nelle stalle.
Càncànin, s. m. = gangherino, arpion-
cello, dim. di cànchen = ganghero,
arpione.
1) Pipino, dimin. di pipa: special-
mente quando al boccinolo della pipa
è attaccata una canna assai corta.
càncèlà} * «'. att. = cancellare. Di scritti
levar via parole già scritte, in modo
che non resti nessuna traccia sulla
lavagna, sul foglio, ecc., anche di nu-
meri, fìgiu'e, disegni. Anche tirare uno
0 più freghi attraverso aUo scritto, in
modo che non si possa leggere, o per
indicare che non si debba leggere.
1) càncèlà vùn da dna lista = can-
cellare uno da una lista : si intende il
suo nome.
càncelàdura, * s. f. = cancellatura: la
parte cancellata di uno scritto, e l'o-
perazione del cancellare ; doér pién de
càncelàdur = compito pieno di cancel-
lature.
càncelér, * s. m. = cancelliere : uffizialo
per lo più incaricato di stendere e con-
servare gli atti di un tribunale ed an-
che di altri corpi o collegi.
càncelerìa, * s. f. = cancelleria : il luogo
di residenza, l'ufficio del cancelliere.
1) ogètt de eàneelerìa = l' occorrente
per scrivere: penne, carta, matite, in-
chiostro, ecc.
cànchen, s. m. = arpione : ogauno dei
ferri affini allo stipite sui qu.ali posa
e gira il battente degli usci e dello
finestre, e anche : cardine, il pernio che
appoggia in terra e su cui gira il bat-
tente degli usci ; questo si dice anche:
ganghero.
1) vèss giò de cànchen = essere
fuori dei gangheri.
2) Arpione: ferro uncinato all'insù
per attaccarci roba.
càucheuin, s. m. = arpioncino. Vedi
càncànin.
cancrena, * s. f. = cancrena. Assoluta
modificazione di una parte del corpo
animale.
1) àndà in cancrena = cancrenarsi.
càncrenós, agg. = canceroso. T. med. da
cancro.
cancro, * s. m. = cancro. T. med. : specie
di tumore che forma un'ulcera della
peggior qualità.
candéla, * s. f. = candela. Yoce del dia-
letto scelto. Vedi càndila.
candelabro, s. in. = candelabro: cande-
liere da chiesa, grande, a più braccia,
« anche più piccolo e di lusso per casa.
candì e càndida, v. att. = candire: detto ,
dello zucchero. Trattarlo in modo che
formi cristalli grossi e trasparenti.
1) Di frutta, scorze e sim. Conciarle
facendole bollire più volte e lascian-
dole a lungo in fusione nello zucchero ;
cà?idì per, pèrsigh, ànanas e sim. =
candire pere, pesche, ananassi e sim.
candid, «(/^r. = candito: detto dello zuc-
chero ridotto in cristalli grossi e tra-
sparenti.
càndidaa, * s. m. = candidato.
1) Chi si offra o sia proposto per un
ufficio pubblico, e segnatamente per
quello di deputato.
2) Chi si presenti a un esame o
concorso per qualunque grado o ufficio
accademico.
candidatura, * s. f. = Caudidatui-a : il
171
poi-tarsi 0 l'esser proposto come can-
didato in occasione di elezioni politiche.
càndila, «. f. = candela: pezzo cilindrico
di cera o alti"a materia grassa con
nn' anima di bambagia, per cui si ac-
cende e serve a far lume.
1) el po' pisà dna càndila ài so sànt
= può accendere una candela al suo
santo: modo proverbiale. Di cM ha
scampato un grave pericolo.
2) l'è dna càndila = è una candela :
di persona molto dimagrata, segnata-
mente per forte passione.
3) sta in càndila = star rigorosa-
mente al dovere : filar dritto.
4) là càndila de là Sèrioeula = la
candelara : quella benedetta che si dà
la festa della Purificazione il 2 febbraio.
5) càndila romàna = candela romana:
specie di fochi artificiali.
6) Moccolo : moccio che cola dal
naso ; àvègh giò là càndila = mocci-
care : del naso che sta per perdere
mocicchi 0 moccoli.
7) càndila = trave : quel lungo trave
che si mette per ritto a puntello dei
solai, di tetti, ecc , che minacciano
affondare.
8) Bracciuolo: canaletto che irriga
le praterie.
càndìlee, s. m. = candelliere : piede di
metallo o legno lavorato, su cui si
mette la candela o il cero, perchè stia
retto.
1) el bUs del càndìlee = bocciuolo
del candelliere: la parte dove si in-
figge la candela.
2) vèss in sul càndìlee = essere sul
candelliere : essere molto in vista, ed
anche essere nelle buone grazie di al-
cuno.
càndilerìn, s. m. = candellierino, dim.
e vezzegg. di candelliere.
càndilèta, s. m. = candeletta, dim. di
candela.
1) càndilètt = spargini, sottilissimi
asparagi. Anche spàrg-ìtt.
càndìliii^ s. m. = candeline, dimin. di
candela. Meno di candelina. Si usa
specialmente a indicare quella sottilis-
sima candela usata ancora nelle chiese
ad accendere i ceri più alti.
càndilìna, s. f. = candelina, dim. di can-
dela.
càndilona, s. f. = candelona, accr. di
candela.
càndilòtt, s. m. = candelotto : candela
più corta e più grossa delle ordinarie
da chiesa.
1) Candelotto da carrozza : quel che
penosi nei fanali delle carrozze quanda
non vi si arde olio.
2) Bioccolo, colatm-a : le lagrime che
fa la candela struggendosi, le quali si
condensano e restano attaccate alla
candela stessa.
càiief, cànev, cànor, s. m. = canapa '.
pianta che dà un filo per fai* tele or-
dinarie e cordami.
1) Il seme della pianta; ed anche la^
tela fatta di canapa.
cànèi, s. m. pi. = * cànèi dèla góla =»
La canna della gola : la trachea.
cànéla, s. f. = cannella : pianta delle
Indie orientali. Laurus cinnamomunij
la cui seconda scorza, seccata, è l'a-
roma che pur si dice cànela..
1) color cànela = color cannella: ap-
pellativo di colore, rossiccio.
2) Matterello, spianatoio : bastone a-
cilindro per ispianare la pasta. Anche :
rasiera ; bastone per levare il colmo
alle misure dei grani.
3) Matterello : quel randelletto che
serve a mestare la polenta. Per lo più
si dice cànela déla polenta.
cànela, v. alt. = rasare : di misui-e di
grani e sim. ridurle pari alla bocca. Il
mil. usa il suo verbo perchè adopera
per rasare un piccolo legno cilindrico
che somiglia assai a una cànela.
cànèllj s. ni. = cannello. Di varie cose
che hanno forma di bocciuolo, di canna^
0 anche diversa.
1) Quel pezzuole di vera canna che^
tagliata tra l'un nodo e l'altro serve a
diversi usi nei lavori di drappi e panni.
2) bev à cànèll = bere a garganella.
V. càna 13.
3) Boccioio : il cannelletto da cui
spilla l'acqua delle fontane.
cànelòn, s. m. = anella: capelli ricciuti
raccolti in forma di anello.
cànerìn, s. m. = canarino: uccello ori-
ginario delle isole Canarie, di color
giallo, che canta bene.
1) Di cantante che gorgheggia molto
bene; là Màlibràn là pareva on eànerin
= la Malibran pareva un canarino.
cànéta. s. f. = cannella; dim. di canna.
Piccolo tubo per conduiTe l'acqua o al-
tro liquido.
cali
- 172 -
cali
1) Cannello: tubetto di vetro, latta o
alti'o aperto dalle due parti.
2) Cannello della penna, astiociola.
L'asticella in cima alla quale s' adat-
tano le penne d'acciaio.
3) Per simil, ; òna càrièla de cerà-
làca = un cannello di ceralacca.
4) Bacchetta ; cannellino per lo più
•di legno, che le donne nel far la calza
si fermano al fianco e v'assicui'ano uno
■dei ferri.
5) Eovescino, costurino : è una ma-
glia rovescia, la quale nella parte po-
steriore della calza abbraccia due giri.
6) Cannello da saldare: è un tubo di
metallo, fìniente in becco sottile, ri-
<3ui-vo, la base di questo ingrossata in
palla. Col cannello in bocca si soffia
sulla base della fiamma e questa, ripie-
gata orizzontalmente, vibra più vivace
il suo dardo, sui pezzi da saldarsi.
7) Mestolo: nel bove quel prolunga-
mento dell'osso della gamba dalla jtiiie
del ventre.
8) Canna di padule o a spazzole ;
arunclo phragmitcs: se ne fanno stuoiati;
éofdt de cànèta = soffitto a stuoia.
cànètà; v. att. = pieghettare : stirar la
biancheria a pieghette minutissime o
a minutissimi cannoncini.
cànètàdòra, s. f. = pieghettatrice : donna
che pieghetta.
càneté, s. m. = vergola : sorta di seta,
addoppiata e torta.
1) Cordellone : stoffa di lana o di
seta a corde rilevate.
cànetee, s. m, = fiaschettone; paruspeti-
dulinus; iiccello silvano.
càneva fèmina, s. f. = canapa femina:
il fiore della canapa più alta, col solo
fiore senza seme.
1) càneva màfeia = canapa maschia:
il seme, cioè quello che rimane basso,
di seme balordo e si chiama: il piglio.
cànevàsS; s. vi. = canavaccio, canovac-
cio : sorta di tela rada detta d' alona
sulla quale le donne ricamano.
cànevàroeùla, s. f. = beccafico canapino,
cannevarola , canaparola ; montacilla
hippolais: uccello silvano olivastro. Si
dico anche tttiiiòtt.
càneree, s. m. = canapaia: terreno se-
minato a canapa.
cànevètta, s. f. = cantimplora: vaso di
stagno da tenere in diaccio vino, acqua,
e simili.
1) CannoUo di latta cho verso l'e-
' stremità inferiore ha un ingrossamento
in cui si raccoglie 1' acqua fresca da
mettere nel bicchiere di vino o d'altro.
Ora non s'usa più.
càiieTÌfl, s. m. = canapaio, canapino. Chi
per mestiere pettina la canapa e il lino.
cànevòsa, s. f. = canapa: il seme della
canapa. Si dà da mangiare agli uccelli
e specialmente ai canarini. Vedi cànà-
TÒsa.
1) àrè màngiaa là cànevòsa = an-
dare in amore, essere in caldo: aver
voglia di ruzzar con donne.
cànevusc, s. m. = canapule : fusto le-
gaoso della canapa spogliata del suo
tiglio.
cànfìii, s. m. = canfino: specie di olio
da ardere. Ora poco usato.
cànfora,* s. f. = canfora: specie di gomma
adoperata anche in medicina come an-
tisettico.
càuforaa, v. att. = canforato : di cosa
contenente canfora o in cui è stata in-
fusa della canfora; éjìirit cànforaa =
spirito canforato.
cangiante * agg. = cangiante; color càìi-
giànt = color cangiante, che cangia.
Quello che, secondo il punto e la parte
da cui si guarda, apparisce diverso. Si
dice solamente di stoffe ' che abbiano
tal colore.
canicola,* s. f. = canicola; sèmm in la
canicola = siamo nella canicola; che
canìcola' = che canicola! Quando il
sole è nella canicola, per dire che fa
gran caldo. È del dialetto scelto, ma
usata.
càniinèl, s. m. = caramella: pasticca di
zucchero candito.
cànin, s. m. = cannello, cannella: il tubo
della pipa, pel quale il fumo passa dal
caminetto al bocchino.
1) Cannelletto di varia forma per fu-
mare il sigaro. Anche bochìn.
2) Agg. di colore: paglierino, colore
di paglia.
3) Agg. di dente; dènt càntn = denti
canini: i due denti più appuntati fra
gli incisivi e i molari.
4) Castrino, coltellino de' bruciatai
leggermente falcato per castrare i mar-
roni, per intaccarli cioè affinchè non
scoppino cocendo.
cànipa, s. f. = nappa, nasone: naso grosso
0 lungo.
3
- 173 -
can
càuociài, s. VI. = canocchiale: stnimento
composto di uno o più tabi scorrevoli
l'uno dentro l'altro, e armati di lenti
per guardare oggetti lontani.
1) t'irà de canoe idi = guardare col
canocchiale, specialmente persone.
2) Binoccolo: canocchialetto a doppia
canna che si usa specialmente in teatro.
3) 11 canocchiale dogli astronomi,
detto anche telescopio.
càuocialàsC; s, m. = canocchialaccio :
pegg. di canocchiale.
cànof, s. m. = canapa: pianta che som-
ministi'a \\n filo di cui si fanno funi e
tele ordinarie; cannabis saliva.
càuola, s. f. = doccia, scarpello a doc-
cia, sgorbia: ferro col quale il bottaio
fa nei tini e nelle botti quei fori nei
quali si dev'e intromettere la cannella.
càuóu, s. VI. = cannone.
1) Doccione di terra o tubo di la-
miera , latta e sim. ; el canon (téla
stua = il cannone della stufa : il tubo
per cui esce il fumo; el canon del tèce
= il cannone del tetto. Il tubo che serve
a raccogliere e incanalare 1' acqua di
pioggia.
2) Arme da foco di gran calibro; ca-
non rigaa, de campagna, Kriipp =
cannone rigato, da campagna, Elrupp.
— el canon = il cannone. Usato
spesso al singolare come nome di ge-
nere; se sentiva el canon = si udiva il
cannone. Per celia di chi è molto sordo:
ghe vcBÙr el canon = ci vuole il can-
none.
8) Per metafora molto ardita, si dice
l'è on canon di un cantante o di una
cantante che abbiano molta voce e la
omettano forte e piena.
4) Parlando d'abiti, guarnizione, gale,
fila di pieghe rotondeggianti ; mànich
à canon = maniche a cannoni.
5) Cialdone: sottilissima faldella di
pasta, cotta come le ostie in forme ap-
propriate e rattorte a guisa di barca, o
di cartoccio. I cialdoni soglion man-
giarsi anche da noi colla panna mon-
tata = làtimel.
6) fa el canon = spingare del grano.
t. — fa canon = accartocciarsi. Delle
I foglie del grano tiu-co quando per ali-
dore appassendo si ravvolgono a modo
di cannone.
7) canon déla frusta = cannoncino.
Il grosso bocciuolo dove il cocchiere
impianta la frusta.
cànouà; V. att. = cannoneggiare, sparare,
tirar cannonate.
1) Per iperbol., spetezzare, tirar peti.
Volgare.
cànoiiàda, s. f. = cannonata : colpo di
cannone.
cànonàiuéiit, s. ni. = cannoneggiamento.
Il cannoneggiare.
càudneg'a, s. f. = canonica: l'abitazione
del parroco, per lo più accanto alla
chiesa. Va disusando e fiorisce in sua-
vece càuònìca. *
1) àndà in cànònega = sfiorire: delle
piante che perdono il fiore.
cànoiieg'aa e cànónicaa, * s. m. = ca-
nonicato : uffizio da canonico e anche
il benefizio.
1) D'un impiego qualunque ben pa-
gato e dove ci sia poco o nulla da fare.
càudnegli e cànóuicli, s. m. = cano-
nico.
1) Agg. Che viene dai cànoni, è con-
forme ai cànoni; diritt cànonegh = di-
ritto canonico: le leggi della Chiosa e
la scienza del diritto ecclesiastico.
2) Sost. Ognuno dei preti compo-
nenti il capitolo di una chiesa.
cànonér e cànouièr, * s. vi. = canno-
niere ; soldato addetto al servizio del
cannone, artigliere.
canònica, * cànoni caa, * càuonicli, *
Vedi cànònega, ecc.
cànonin, s. vi[ = stiaccina. schiacciola:
arnese delle stiratore per piegar le gale
degli abiti a cannoncini, e delle petti-
natore per faro i riccioli.
cànonisà,* v. att. = canonizzare : ascri-
vere al numero dei santi, decretare che
un santo sia messo nel cànone.
cànonitt, s. vi, pi. = cannoncini : spe-
ciale pieghettatura della biancheria ina-
midata; càmtsa à cànonitt = camicia
a cannoncini.
cànonsin, s. m. = cannoncino, dim. di
cannone.
cànòtt, s. m. = cannotto : piccola barca
indiana sulla cui forma sono fatti certi
piccoli battelli dei nostri laghi.
cànsòn, s. f. = canzone: breve compo-
nimento da cantarsi, di soggetto popo-
lare e profano.
\) dà per dna cànson de càrnevaa
= dare per un tozzo di pane, a pochis-
can
174 -
can
Simo prezzo; mrt dna cànsòn de càr-
tievaa = valere un'acca.
2) Sost. m.: randello, bastone, billia.
Ijastone arcuato che attraversa il veni-
cello dei carri e serve a farlo girare
per stringer le funi che tengono e le-
gano il carico sul carro.
«ìlnsonà, v. att. = canzonare ; eoo ben
che el me cànsòna! = so ben che mi
canzona! ma lei mi canzona! esclam.
di sorpresa e di meraviglia; se cànsdna
tntnga = non si canzona, non si fa per
chiasso, si fa di bone.
«ànsonàscia, s. f. = canzonacela ; pegg.
di canzone.
cànsonéta, s. f. = canzoncina ; dim. di
canzone.
Ckniy s. m. = canto: ognuna delle parti
in cui si divide un componimento poe-
tico; el primm, cànt de V Iliade, déla
Geriisalème Liberata = il primo canto
dell'Iliade, della Gerusalemme Liberata.
canta; s. m. = cauto: il cantare; ài primm
canta del gali = al primo canto del
gallo; on gàlètt de primm, canta = un
galletto di primo canto.
canta, V. att. = cantare: regolare l'emis-
sione della voce in modo che la suc-
cessione dei suoni costituisca un mo-
tivo musicale; càntti à prima vièta =
cantare all'improvviso, leggendo la parte
senza averla studiata prima ; canta de
tenòr, de bàés e sim. = cantare di te-
nore, di basso, e sim. In chiave di te-
nore, di basso.
— canta = cantare, fare il cantante.
1) fa canta = far cantare, far dire a
uno quello che non vorrebbe.
2) D'attori, oratori, o anche di chi
parli declamando con affettazione.
3) D'animali: el gali el canta = il
gaUo canta; i icsèlitt càtiten = gli uc-
celletti cantano. In generale indica tutte
lo particolari emissioni di suono, che
per ciascun uccello ha un peculiare
verbo : squittire, gracidare, anatrare,
gioterare, tubare e sim.
4) là prima gàlina che canta Ve
qnèla che ha faa V oeùv = la gallina che
canta è quella che ha fatto i'ovo ; chi
è il primo a parlare di certi fatti, o ne
parla troppo, fa nascere il sospetto che
ne sia stato l'autore lui.
5) cànttl transit. càntt la Mésa, óna
romànsa, on dtiètt = cantare la -Messa
una romanza, un duetto.
6) canta là nina, nana = cantar la
nanna, o la ninna nanna al bambino:
detto delle madri o delle balie quando
cantano per addoi'mentare i loro bam-
bini.
7) canta vitoria = cantar vittoria:
giudicarsi, proclamarsi vincitore, su-
periore.
. 8) Cantare; dire chiaro e netto; ghi
e canta gio dar = gliele canta.
9) carta canta = cai-ta canta e vil-
lan domie. I patti han da essere scritti
per potercisi fidare con sicurezza.
càntàbil, agg. = cantabile : che si può
cantare.
1) Sost., on càntàbìl = un cantabile:
pezzo di musica di canto largo, espres-
sivo.
càntàda, s. f. = cantata: il cantare ima
volta più 0 meno a lungo; han faa dna
bela càntàda = hanno fatto una bella
cantata.
càntàdòr, s. ni. = cantaiuolo: di uccello
che si alleva per allettaiuolo.
càntànt, s. in. = cantante : chi esercita
l'arte del canto musicale.
càntàrà) s. m. = Cantarano: mobile con-
sistente in due, tre o quattro cassette
che. si tirano fuori per dinanzi, aduso
di nporvi biancheria, indumenti, e sim.
càntàràna, s. f. = voce storica milanese.
Chiamavasi cosi parte del Nirone. Di
poi si chiamarono così tutte le cloache
e anche alcune aperture che di tratto
in tratto per la città si incontravano,
fatte anch'esse a fine di introdurre in
queste chiaviche le acque piovane. Ora
queste cantarane sono tutte scomparse.
Ne derivò il dettato ancor vegeto e ro-
busto ; spiisà come dna càntàràna =
putire Come una fogna.
1) Anche: canterina; per celia e in
parte per vezzo, di chi ama cantare,
per lo più senz'arte, e come la natura
e l'affetto dell'animo detta.
càntàrèlà,* v. att. = cantarellare, can-
tare a voce bassa, tra sé, interrotta-
mente.
càntàrèll, s. m. = pernice, fìstierella,
allettaiuola da pernici: quaglia canta-
rella, se è una quaglia; schiamazzo, se
un tordo.
1) Cantaride; cantharis vescicatoria;
canterella Insetto che serve a far la
pasta dei vescicanti.
càntari, s. m. pi. = ceroferaiù, cande-
175 —
labri, doppieri: quei duo candellieri, i
quali, accesevi le candele, si portano da
una parte o dall'altra della croce nelle
processioni.
càntàrìna, s. f. = canterina: per can-
tante; è scherz. e dispreg.
càutàsciàj V. att. = cantazzare, cantac-
chiare: cantar sempre e senza grazia,
càuter,* s. m. = cantero : vaso di terra
cotta, per lo più tondo e alla bocca più.
largo da tenere alla seggetta o nel co-
modino.
cantilèna,* s. f. = cantilena: ripetizione
lenta e monotona di un tema musicale,
molto semplice.
1) Modulazione della voce con al-
lungamento di suoni, cadenze o riprese
proprie di chi parla, o dell'idioma che
parla.
càntìu, s. m. = cantino : la corda più
sottile del violino e altri istrumenti
della stessa specie.
1) tocà el càntin giiièt = trovare il
lato debole del carattere di una persona
per indurla a fare ciò che vogliamo.
cantina, s. f. = cantina; stanza nei fondi
delle case dove si tiene il vino.
1) vègli ona bòna cantina = avere
una buona cantina; che abbia le qua-
lità necessarie per l'uso a cui serve. E
anche solo ben provvista, ben fornita
di vini.
2) Di stanza o casa buia si dice Ve
ona cantina = è una cantina.
3) vègh là vos in cantina = avere la
voce in cantina : avere abbassamento
di voce per malattia di gola.
4) Bottiglieria : stanza dove si cu-
stodiscono i vini in bottiglia ; el g^ ha
ona cantina ben fornida = ha una bot-
tiglieria ben fornita.
5) òmm de cantina = vinaio, canti-
niere : che ha la cui-a della cantina.
Vedi càntinee, 2).
6) gli' è sòtt cantina = gatta ci cova,
trama c'è sotto : io dubito che non ci
sia altro sotto. Quando vediamo del
mistero e supponiamo intenzioni na-
scoste.
càntinaa, agg. = a volta : di locale che
sotto abbia un soffitto a volta.
càntinàscia, s. f. = cantinaccia : pegg.
di cantina.
càntinee, s. m. = cantiniere : quello che
tiene i vini e li custodisce neMe case
dei gran signori e nelle corti.
1) Anche l'uomo che nei negozi di
vino è specialmente addetto alla can-
tina.
càntìnéia, * s. f. = cantinetta, dim, e
anco vozzegg. di cantina.
càntinin, s. m. = cantinina, dim. di
cantina.
càntindn, s. m. = cantinone, accr. di
cantina.
canto, * s. m. = canto : il cantare ; el
canto itàliàn = il canto italiano.
càntir, s. m. = corrente, e se un po'
grosso, piana : nome d'ogni legno ri-
quadrato a foggia di travicello che si
inchioda in buon numero sui pontoni
tra cavalletto e cavalletto, parallela-
mente al comignolo del tetto.
càntòn, s. m. = canto : 1' angolo che
fanno insieme due muri e in genere
due faccio di un corpo solido.
1) La parte della stanza che resta in
uno degli angoli ; in del càntòn del
foeUgh =■ nel canto del foco, del ca-
mino : ia questo senso anche : angolo ;
càntòn déla cà , déla stànsa , del
tàolin = angolo della casa, della stanza,
del tavolino.
2) Capo di strada ; l'era fermaa èUl
càntòn di Piàtt = era fermo sul canto
di via Piatti.
3) fa càntòn = far cantonata, fare
angolo : di casa che ha due lati adia-
centi sopra due strade. Anche : far can-
tonata.
4) chi voltaa el càntòn = qui svolto.
5) de per tùli i càntòn = per tutti
i canti : per tutto.
6) vèss làsaa, vèss miss in d' on
cantóri = essere lasciato, esser messo
in un canto: detto di persona che si
trascui'i, 0 deUa quale non si faccia più
il conto che merita : anche in un can-
tuccio.
7) Cantonata : l'angolo estorno delle
fabbriche che dà sulla strada, dove si
svolta.
8) Cantone : lo stesso che canto.
9) Biscanto : canto o cantonata che
fa come due piegatui-e. E anche luogo
appartato in genere ; là sta sémper in
d' on càntòn = sta sempre in un bi-
scanto, in un cantuccio.
10) el càntòn del formàgg = il cacio
nel calcagno : pezzo di corteccia a squa-
dra con poca midolla.
can
- 176 -
cap
11) Cocca, canto : la punta o canto
d'una pezza, d' un fazzoletto, o sim.
12) Cantòn = Cantoni : i vari stati
che compongono la Confederazione sviz-
zera.
13) cantonata = nome di quelle la-
strine metalliche ondo armano gli an-
goli acuti degli stipetti, degli scrigni, e
sim.
14) Rinterzo : il rinterzare al bi-
liardo, dar due volte nelle maltoneUe
e fare il gioco.
15) giiigà ài quMer càntón = gioco
che consiste nel girar che fa uno in-
torno agli altri che lo circondano, per
prendere uno dei loro posti e lasciare
in mezzo quello il di cui posto egli ha
preso. Vedi bara (^iiig'à à).
càntonàda, s. f. = cantonata : 1' angolo
esteriore di un edifizio qualunque spe-
cialmente nelle città.
càutonàl, s. m. = cantoniera : mobile
da tenersi nel canto di una stanza con
sportelli davanti, oppure aperto e con
vali palchetti a gradinata, su cui si
posano piccoli oggetti.
càntonàlin, s. m. = cantonierina, dim.
di càntonàl = cantoniera.
càntoniu, s. m. = cantuocino, dira, di
cantuccio.
càntonscèll, s. m. = lo stesso che càu-
toniii.
càntonér e càntoniér, * s. m. = canto-
niere, guai'dia : chi sta a guardia di
un tratto di strada maestra o ferrata e
ne ha la cura.
càiitor, * s. m. = cantore, cantante : che
canta in chiesa o nel coro o sulla can-
toria.
càutorìa, * s. f. = cantoria : palco o
ringhiera nelle chiese ove, è l'organo e
dove stanno i cantanti e i sonatori ;
l'orghenista V è àndaa sii àdèss in can-
toria = l'oi'gauista è andato ora in
cantoria Anche in sii^ Vòrghen.
cànììtilia, s. f. = canutiglia : nastrini in
cui sono intessati dei sottilissimi fili
metallici, o anche composti dei fili me-
"desimi, a, uso delle modiste e ricama-
trici.
càolàtt, s. m. = crema : vivanda fatta
di panna mista con tuorli d' uovo an-
che con ciaccolata o caffè, zucchero e
aromi, il tutto rimestato per farlo in-
corporare e rappigliare al foco.
càorìn, s. m. = cavoiuino : nome di una
speciale qualità di panetti di lusso a
spicchi.
1) Una volta si chiamavano così i
biglietti da L. 2 sui quali era 1' effige
di Cavour.
capa * s. f. = cappa : una specie di cassa
di lamiera, fatta come una mezza tra-
moggia rovesciata, cioè pivi ampia in
basso che in alto per la quale salgono
le esalazioni di gas carbonico che si
sviluppano dal carbone che bi-ucia nei
fornelli sottoposti.
1) là capa (lei càmtn = la cappa, la
gola del camino : più specialm. la parte
inferiore della gola che si allarga in
fuori. Vedi camin, 1).
2) là etipa del nas = la cappa : per
celia volg. il naso.
3) là capa di pret = cappa, ferra-
juolo : specie di mantello da portarsi
sopra gli abiti. Quando è più leggera
0 di seta : ferraiolino.
capace, * agg. = capace : segnatam. per
cattive azioni : Ve on òmn capace, de
tutt = è un uomo capace di tutto ;
l'ha promiss de vegnì, ma l' è capace
de vegnì nò = Ha promesso di venire,
ma è capace di non venire.
càpàcìsìm,* agg. = capacissimo, agg.
superi, di capace : anche in mal senso;
l'è càpàcìsìm de giiirà el fàls = è ca-
pacissimo di giurare il falso.
capacità, * V. att. = capacitare; rendere
capace, cioè persuaso ; hin tUtt resdn-
che me càptlcita nò = son tutte ra-
gioni che non mi capacitano.
càpàcitaa, * s. f. = capacità, astr. di ca-
pace ; l'è on òmm de gran càpdcitaa =
è persona di molta capacità.
càpàmàgna, *«./". = cappamagna : cappa
solenne di cardinali, canonici, cava-
lieri, ecc.
1) Piviale di forma antica, di varie
stoffe.
càpàua, * s. f. = capanna : costruzione
di paglia, frasche, o sim. sostenuta da
una armatura di legno, da riporre at-
trezzi 0 prodotti campestri e che, al-
l'occorrenza può servir di ricovero.
1) Di stanza o casa povera, ignuda,
priva di qualunque arnamento,
2) là càpàna = assolut. è la ca-
panna da mettere nel presepio.
capare, * s. f. caparra : ciò che si dà
dopo concluso un contratto e si perdo
cap
- 177
cap
da chi si ritira prima che il contratto
stesso sia eseguito.
càpàsa, s. f. = capazza, pegg. di cappa.
càpcàcia^ s. m. = capocaccia : chi so-
printende alla caccia.
càpcàsdii, s. m. = capocascinaio.
càpcdiuicli, s. m. = capocomico : capo
di una compagnia comica.
càpéla, *«./'. = cappella : piccola chiesa
ove si dice soltanto la Messa, o si fa
qualche festa fra 1' anno ; * càpèll de
là Màdòna del moni = le cappello della
Madonna del monte.
1) càpèll = cappelle : piccoli edifìci
appoggiati al corpo principale di una
chiesa, con uno o più altari, a cui si
accedo dalle navate laterali o dal coro.
2) temp à càpèla = tempo a cappella :
quello che si batte in due colpi, uno
in terra e uno aria.
3) màèster de càpèla = maestro di
cappella : quello che dirige l'esecuzione
della musica in chiesa. Prov. è càm-
biaa el màèster de càpèla, ma là mù-
sica l'è éémper quèla = è cambiato il
maestro di cappella, ma la musica è
sempre quella : di inconvenienti o abusi
che dui'ano in una azienda, sebbene sia
cambiata la persona che la dirige.
4) Cappella : il capo dei chiodi spe-
cialmente se pili grande dell'ordinario.
5) là càpèla déla mica = la parto
superiore, bassa e rotonda, cotta molto
0 quasi senza mollica che è in certo
formo di pane che si conoscono sol-
tanto a Milano.
6) càpèla de fung = cappella, cap-
pello dei funghi.
càpelàda, * s. f. = cappellata : colpo dato
col cappello.
1) Tanta quantità di roba quanta
n'entra in un cappello.
2) Avv. à càpeldd = a cappellate, a
dovizia, a gran dovizia, in gi-an quan-
tità. Vedi 4).
B) càpelàda = brutta figura ; el Sa
■liàgòtt e quànd el pària no el fa che
di càpeldd = non sa nulla e quando
parla non fa che brutte figure. Anche:
fare un arrosto, dire una pàpera.
4) guadagna, tra via à càpeldd =
guadagnare, buttar via a staia.
càpelàn, * s. ?«. = cappellano.
1 ) Il titolare di una cappellania.
2) Prete che dice la Messa o presta
il suo ministero a certe classi di per-
ii
sene determinate ; càpeldn d'armàda =
cappellano d'esercito, cappellano mili-
tare ; càpelàn di preson = cappellano
delle carceri.
càpelàsc, s. m. = cappellaccio, pegg. di
cappello.
càpelàss, V. rifl. = fare il cappello ; sta
tina là s'è càpelàda prèsi = questo tino
ha fatto il cappello presto : si dico dei
tini in cui si vede presto la massa dei
raspi che galleggia sul mosto, o dei tini
dove fermenta la birra, quando vi si
vede alla superfice la massa densa, che
si chiama appunto cappello.
càpelee, s. m. = cappellaio : chi fabbrica
e vende cappelli.
1) Cappellano, scontroso : chi è facile
a pigliare cappello, a montar sulle bi-
che, prendere il fungo, i cocci , imper-
malirsi.
càpeléra, s. f. = cappellaia : la moglie
del cappellaio.
1) Cappelliera : la custodia di car-
tone 0 di cuoio dove si ripone il cap-
pello.
2) Cappellinaio: arnese con diversi
pioli 0 ganci per attaccarci i cappelli
0 abiti.
càpeléta^ s. f. = cappelletta, cappellina,
. dim, di cappella : piccolo oratorio o an-
che tabernacolo coperto, in cui sia di-
pinta una sacra immagine.
càpelètt,* s. m. = cappelletto: cerchietto
di tela incerata o di stoffa che si metto
in cima all'ombrello dove si riuniscon
le stecche.
1) Gioco dei ragazzi che mettono dei
quattrini in un cappello e dopo averlo
rovesciato e detto eros o lètera = armo
0 santi, croce o lettera, testa o lettera,
i quatti'ini toccano a quello che indo-
vina.
2) Specie di ghiera di stagno, la quale
infilata nel cannello, va a invitarsi alla
cima della canna del clistere per te-
nerlo più saldo.
3) Cassetta: la piastra coi suoi lati
rilevanti in cui sono compx'osi gli in-
gegni di una serratui'a.
4) Tumore rotondo di varia grossezza
che viene alla punta del garretto nei
cavalli.
5) Nicchio: sorta di salame in forma
di cappello da prete.
6) Cupola: Il coperchio dei lampioni
da caiTozza.
cap — 178 —
càpelin, * s. m. = cappellino, dim. e
vezzegg. di cappello, Segnatam.: cap-
pello da ragazzi o da donne.
1) Specie di fungo ; agaricus vagi-
natus di Buillard.
càpelìua, s. f. = cappello tondo, basso
con tese diritte e per lo più di paglia.
Si porta d'estate.
capelista, s. m. = cappellano, scontroso
(V. capelee, 1). Che s' offende per
un nonnulla e fuor di luogo.
càpèll, * s. in. = cappello : oggetto di
vestiario con cui uno si copre il capo
uscendo di casa; l'ala del càpèll = la
tesa del cappello; el fond del càpèll =
il tamburo del cappello; càpèll gibolaa
= cappello sbertucciato ; càpèll à trii
càntòn = cappello a tre punte, a tre
canti, a tre spicchi, a tre venti, a nic-
chio 0 assol. nicchio, cioè colla tesa ri-
piegata da tre parti e fermata per tre
punti al cocuzzolo come nel cappello
da prete. Anche : cappello arricciato.
1) levù, el càpèll = levarsi il cappello,
scoprirsi il capo, segnatamente in atto
di saluto; fàgh de càpèll = fai- di cap-
pello, dice maggior ossequio. Anche
far di berretta; fàgh de càpèll à nisttn
= non far di cappello, di berretta a nes-
suno : non volersi rinchinare per sen-
timento della propria dignità. E figu-
ratamente: riconoscere, confessare l'al-
trui superiorità; Ve on màèster che bi-
sogna levàgh el càpèll = è un maestro
a cui bisogna levarsi il cappello.
2) ciàptL càiìèll = incappellarsi pi-
gliar cappello, lo stesso che pigliare i
cocci ; aversi per male, pigliare il fungo
impermalirsi.
3) tàcù, sii el càpèll = attaccare il
, cappello. Si dice di un uomo che sposi
una donna ricca e si accasi nella casa
di lei facendosi mantenere.
4) porta el càpèll éU on cbiicc = por-
■ tare il cappello per parte, suUe venti-
tré, sulle ventiquattro, alla squarciona;
cioè un po' da un lato e talora alla
sgherra.
5) càpèll de cardinal = cappello car-
dinalizio, da cardinale. Cappello rosso;
càpèll de prèt = lucerna, nicchio, triade.
6) porta ci càpèll fmilra di mucc =
portare il capo alto; non aver di che
arrossire.
7) sénsa càpèll = in capelli, a capo
scoperto, senza nulla in testa;
cap
8) càpèll à là poff a càpèll mòli =
cappello a cencio, quello che si piega
come ci pare e piace, come un cencio.
9) càpèll de paia = cappello di trec-
cia, se delle signore, di paglia, se dei
contadini, di carrettieri e sim.
10) tira sii on càpèll = rinsaldare,
informare un cappello.
11) tegni in eoo el càpèll = tenere
il cappello in zucca. Per villania invo-
lontaria 0 no.
12) càpèll invernisaa = cappello di
pelle 0 di cuoio.
13) càpèll = cappello: dicono i gior-
nalisti di una breve avvertenza che si
premette a un articolo nel pubblicarlo.
14) Le nuvole che si addensano sulla
cima dei monti; el San Gidrg el g'hà
el càpèll = il San Giorgio ha il cap-
pello.
15) La massa dei raspi che galleggia
sul mosto.
16) Cappello: lamiera che sta fra il
mozzo della campana e . il suo contrap-
peso.
17) càpèll del pose = tettuccio del
pozzo.
18) La parte superiore del torchio da
stampa che gli fa da cappello.
19) càpèll de pàiee = cappa del pa-
gliaio.
20) càpèll déla fornds = volta della
fornace.
21) càpèll de miir de cinta = cresta
di muro di ricinto.
càpelòn, s. m. = cappellone.
1) Accresc. di cappello: cappello con
tesa molto larga.
2) Volgare nome dei vigili urbani,
chiamati però con maggior rispetto sor-
vègliàiit.
3) Pure volgar., nome dato ai ma-
riti che si accontentano delle infedeltà
della moglie.
caper; s. m. = cappero.
1; Frutto che dà una pianta che viene
sui muri vecchi e che si mette sotto
l'aceto e si mangia per condimento. Si
usa per lo più al plurale.
2) Caccola: sudiciume che le persone
male educate si levano col dito dai bu-
chi del naso. Anche in questo siguill-
cato si usa più spesso al plur.
caper càpìisciii; s. ni. pi. = bottoni del
- nasturzio indiano: appassiti nell'ombra
cap
0 accoaciati nell'aceto si usano in in-
salata 0 in salse.
càpèsol, * s, m. = capezzolo : bottone
carnoso, nel mezzo della mammella,
da viù esce il latte.
càpèster, s. m. = capestro: fune per le-
gare lo bestie grosse (bovi, vacche) per
la tosta.
1) Pedale. Terni, calz. : striscia di
pelle per tener ferma la scarpa sul gi-
nocchio. Ora dicono più spesso tiràpé.
càpètìn, s. m. = capettaccio, dim. peg-
giorativo di capo nel senso di cervello,
mente e diverse facoltà dell' anima e
della mente.
1) Di naturalo capriccioso e ostinato.
càpètt, * s. m. = capetto, dim. di capo:
capino.
càpfàbrica, * s. m. capofabbrica: quello
che in una manifattura assiste e soprin-
tende ai lavori.
càpf ila,* s. m. = capofila: il primo della
lila.
capi, s. ni. = cappio: nodo scorsoio, nodo
con una maglia sola e un solo capo
fatto in modo che, tirando il capo, la
maglia scorra e si stringa. Vedi àsa.
capì,* v. alt. = capire.
1) Sentire materialmente quello che
altri dice; se capiva nàgòtt de quèll che
el diséva, perchè l'èra lontàn = non si
capiva nulla di quello che diceva, per-
chè era lontano.
2) Intendere: formarsi un concetto
chiaro, adeguato di una cosa ; là mà-
temàtica là capisi pòcch = la matema-
tica la capisco poco.
3) capi dna persona = capire una
persona ; intendere più che essa non
dice, il fino per cui fa o dice una cosa;
cara el me fècRU, mi te capisi pii = caro
il mio figliuolo, io non ti capisco più.
4) le v(£Ùr minga capì oppure el vc^ùr
minga capila = non la vuol capire: di
chi non fa nessun conto di ciò che gli
si dice, anche assai chiaramente.
B) capisci? = capite? càpiéé? = ca-
pisce ? È quasi intercalare, per formare,
quando si parla, l' attenzione di chi
ascolta.
(ì) el càpisé ? el càpiss lii ? = capi-
sce V capisce lei? Può significare mi-
naccia, rimprovero.
7) hoo capii = ho capito : noli' atto
di pigliare una risoluzione; hoo capii;
— 179 — cap
chi insci vèmm intés pii = ho capito;
qui non ci intendiamo più.
8) capi al voi = capire di volo, per
aria: cioè molto facilmente.
9) le càpiss ógni fedél mincidn =
la vedrebbe un cieco: chiunque la po-
trebbe capire, intendere.
10) capì = abbracciare, comprendere;
ròbb che là meni là pò minga capì =
cose che la mente non può abbracciare.
càpia, s. f. = gabbia : arnese di varie
specie, e per lo più in forma di cas-
setta 0 scatola o stanzetta di vimini, o
di fil di ferro a sbarre, regoli o rego-
letti di legno per tenerci dentro uccelli
0 altri animali vivi. Anche gràbia.*
1) Per simil.: prigione; l'han tornaa
à mètt in càpia = l'hanno rimesso in
gabbia.
2) toeii foeùra de càpia = sgabbiare,
levar dalla gabbia.
càpiee, s. m. = gabbiaio: chi fa e vende
le gabbie.
càplèta, s. f. = gabbiola, gabbiolina,
gabbiuzza, dim. di gabbia.
1) Scotitoio: arnese da mettervi den-
tro l'insalata sciaquata e grondante, per
farne scolar l'acqua scuotendo.
càpilèr, s. m. = sciroppo: zucchero sci-
roppato, anche con aggiunta di capel-
venere.
1) càpilèr corett = la stessa bevanda
con un po' di caffè. A Firenze la chia-
mano : citronata.
càpilvéner, s. m. = capelvenere: pianta
crittogama della famiglia delle felci; ca-
pillus veneris.
càpinfermee, s. m, = il capo degli in-
fermieri : quello che in una sala d'o-
spedale ha qualche autorità sugli altri
infermieri.
càpin, s. m. = cappuccio: quella parte del
piviale che, a guisa di' semicerchio, sta
pendente dietro le spalle. È speciale
ornamento dell' Ammitto e non usa che
nel rito ambrosiano.
1) Arpioncino : lungo bastone che in
cima finisce in una specie di arpione,
col quale si tirano in giù i rami degli
alberi per poterne cogliere i frutti.
càpioeù, s. m,. = stanzino, appaiatolo:
gabbiolo in una gabbia ove riduconsi
le singole coppie d' uccelli postevi in
razza. Anche nid.
1) Rocchetto: ruota cilindrica, vuota,
a più fusi 0 tondini ritti ed equidi-
cap — 180 —
stanti, nei quali ingranano i denti delle
ruote dentate o a corona.
2) Gratella del fornello: quella su cui
si mette il carbone perchè arda.
càpiòtt) s. m. = gabbione : accresc. di
gabbia.
1) Gabbia: specie di cesta a ritroso
da pigliar pesci.
capita,* V. att. = capitare: far capo a un
luogo, arrivarci, ma segaatam., per caso
e per poco tempo; se el capita ehi, che
el ghe (lisa che el spèci = se capita qui,
gli dica che l'aspetto.
1) Di avventure ; là m'è càpitàda
bela = la mi è capitata bella.
2) Col de e l' infinito in significato
di accadere, succedere; se te capita de
àlida à Roma, sàpiemel di = se ti ca-
pita d'andare a Roma, sappiamelo dire.
3) capita ben o mài = capitar bene
o male, andare a finir bene o male.
4) capita denans = capitare innanzi
0 dinnanzi: venire alla presenza; el ni'è
càpitàa denans tiitt'à oìt tràtt = mi è
capitato innanzi a un tratto, di sor-
presa.
5) Accadere, avvenir per caso ; Mn
ròbb che capita tutt i di = son cose che
accadono tutto giorno; hin ròbb che ca-
pita ài VÌI) = son cose che accadono.
Si dice a chi ci racconta qualche scia-
gui'a che suole accadere.
6) Battere: presentarsi; se me capita
l'ocàsiòn = so mi batte l'occasione; ca-
pita sòtt'oeUcc = batter sott' occhio.
7) Cadere: di festa o altro che ricorra
in tempi determinati; el Nàtàl ét'ànn
Ve càpitaa in mereoldi = quest'anno il
Natale è caduto in mercoledì.
capital,* s. m. = capitale : somma di
danaro che produce interesse , ceduta
ad altri, verso il pagamento di questo
interesse o impiegata in un'operazione
industriale, di commercio, ecc.
i) fa capital d'ona persóna = far ca-
pitale d'una persona, farci sopra asse-
gnamento.
2) on capital, on bon capital = un
capitale, un buon capitale : uomo d'u-
more allegro, molto avveduto e che so-
pratutto ama divertirsi a spese degli
albi; quèll^ vilìj, che bon capital! =
= quello ! che buon capitale !
3) Aggett. citaa capital, e assol. là
capital - città capitale, la capitale: la
prmae
dim.
cap
città dove risiede il sovrano e le
autorità dello Stato.
càpitàlètt, * s. m. = capitaletto,
di capitale.
capitali sa,"* v. att. = capitalizzare : far
risparmi, mettere insieme danari.
1) Qualche volta, e nel dialetto molto
scelto, anche determinare il capitalo
corrispondente a una data rendita, per
dare il capitale invece, della rendita.
capitalista,* s, m. = capitalista: chi ha
molti capitali, che fornisco il capitale.
càpitàlusc,* s. m. = capitaluccio, dim.
dispreg. di capitale.
capitaneria, * s. f. = capitaneria: il ter-
ritorio litoraneo soggetto alla giurisdi-
zione d'una autorità marittima e il luogo
dove risiede questa autorità.
capitani,* s. m. = capitano: capo d'una
compagnia di soldati.
1) capitani de mar = capitano di
mare. Nella marina mercantile chi con-
duce ed esercita una nave essendo mu-
nito della necessaria patente.
capiteli,* s. m. = capitello. Terni, ar-
chit.: la parte superiore della colonna,
ossia il pezzo lavorato su cui riposa
l'architrave o il piede dell'arco.
1) Il coreggiuolo che sta cucito sullo
teste dei libri.
càpitól,* s. m. = capitolo.
1) Ognuna delle parti in cui si di-
vide uno scritto.
2) Corpo 0 collegio dei preti addetti
a una chiesa; el càpttol del Dòmm = il
capitolo del Duomo. E il luogo dove si
adunano.
3) vègh 0 vègh minga ms in càpttol
= avere o non avere voce in capitolo:
avere o no autorità, diritto di esprimere
la sua opinione sopra una risoluzione
da prendersi in comune da più.
capitola,* V. att. = capitolare : rendersi
a patti. Detto d'eserciti o piazze.
càpitolaa, * s. m. = capitolato : scritto
che contiene una serie di patti, o con-
dizioni proposte ; hoo visi el càpitolaa
d'àpàlt = ho veduto il capitolato d'ap-
palto.
càpitolàsiòn, * s. f. = capitolazione : i
patti della resa e l'atto o scritto che li
contiene.
càpitolìn, * s. m. = capitolino, capito-
letto: dim. di capitolo.
càpitómbol, * s. m. = capitombolo : il
I
cap
- 181 -
cap
cadere o buttarsi, segaatam. di persone
col capo all'ingiù.
càplista,* s. m. = capolista, capo di li-
sta: quello il di cui nome è scritto primo
in una lista.
càploeùgli, s. m. = capoluogo : città o
terra dove risiede l' autorità primaria
di un distretto.
càpmàster,* s. m. = capomastro : capo
dei maestri muratori.
càpiièglier, s. m. = capinero : uccellino
di becco gentile ; ìnotacilla atricapilla.
1) càpìiégher de brilghéra = occhi-
cotto, caijiuera nera ; motacilla mela-
nocephala. Uccello silvano.
càpòii, * s. m. = cappone : galletto ca-
strato.
1) vegìli là péli de càpón = venir la
polle di cappone, far la pelle di cap-
pone, venire i bordoni, accapponarsi la
pelle, sentirsi venir la pelle di gallina.
L'arruvidirsi della pelle quando si ve-
dono 0 si sentono cose che facciano
orrore e spavento.
2) Si dice càpon di chiunque, avendo
a star soggetto ad altri, dimostra molta
intenzione di ribellarsi alla soggezione.
càpouà, V. alt. = capponare, accapponare ;
castrare i galletti.
1) Fig., gabbare ; no te me càpònet
d^ alter = non mi gabbi altro.
càpouàsC; s. in. = capponaccio; peggior.
di cappono.
càponegriii, s. m. = capinerìno: il pul-
cino del capinero.
càponèra, s. f. = capponaia: stia e stan-
zino dove si tengono i capponi e in ge-
nerale i polli, quando non sono nel
polee = pollaio, o liberi.
1) Cancellata: quella di legno entro
la quale aspettano di essere chiamati
all'ufficio quelli che impegnano o di
simpegnano al Monte di Pietà.
2) Carbonaia, fam. per cai-cere ; l'kàn
mlàé in càponèra = l'han messo in car-
bonaia.
3) giilgà àia eàponéra = fare alla stia:
specie di gioco fanciullesco che si fa
con sassolini.
càpouìu, s. m. = capponcino, cappon-
cello; dim. di cappone, cappone piccolo.
càponscèll,* s. m. = capponcello: dim.
di cappone: cappone giovane.
càporàl,* s. m. = caporale.
1) Il grado più basso nella milizia
sopra quello di soldato semplice.
2) Si dice anche di chi ha modi pe-
tulanti, burbanzosi e prepotentemente
risoluti.
3) càporàl de ciisina = lava piatti,
lava scodelle, bardotto di cucina, cova
cenere.
càporàlàsc; s. m. = caporalaccio, pegg.
dispr. di caporale.
càporàliii, s. in. = caporalino, dim. di
caporale.
càporalfìsc, s. in. = caporaluccio, dim.
disprog. di caporale.
càporiòii; * s. m. = caporione : capo,
ma ha sempre senso o di biasimo o di
celia.
càpòit, * s. in. = cappotto : larga cappa
da uomo con maniche, per lo più di
panno grossolano ; per ripararsi dal
freddo.
1) Al gioco capoti si dice quando
uno dei giocatori fa tutte le date.
càpotìna, * s. f. = cappottina : foggia
di piccolo cappello da donna che posa
tutto sulla testa, con pochissima tesa
0 nulla.
càpp) s. in. = capo. Uguale a eoo.
1) càpp de tàola = capo di tavola :
il posto d'onore.
2) càpp d' ànn = capo d' anno : il
primo giorno dell'anno.
3) de càpp = da capo : di cosa che
ricomincia, ritorna come al principio ;
à càjip = a capo, da capo : tornare scri-
vendo al principio del verso ; de càpp
à pè = da. capo a piedi : in tutta la
persona.
4) càpp = ogni cosa che fa numero
con altre dello stesso genere ; on bèli
càpp de vestidiri = un bel capo di ve-
stiario ; pàgci el làvàndee à càpp = pa-
gare il bugandaio capo per capo.
5) Quello che è il primo tra più ;
el càpp d'ofìsi = il capo d' ufficio ; el
càpp di brigànt, di làder = il capo dei
briganti, dei ladri ; càpp de cà = capo
di casa ; t>éss à càpp d'on negasi, d'on
màgàsin = ossero a capo di un negozio,
di un magazzino ; general in càpp =
generale in capo.
6) dà el bòn càpp = dare il buon
anno: l'augurio che si fa il primo giorno
dell'anno.
7) Ognuna delle parti in cui si di-
vide uno scritto ; on càpp de Cesare =•
un capo di Cosare.
cap
càpp bànda^ s, m. = capo-banda : diret-
tore d' una banda musicale.
càpp d'opera, s. m. = capo d'opera: opera
d'arte noi suo genere perfetta.
càpp fàbrica. Vedi càpfàbrica.
càpp fila. Vedi càpfìla.
càpp inferinee. Vedi càpiiifermee.
càpp lista. Vedi càplìsta.
càpp loBùgh. Vedi caploeù^h.
càpp màster. Vedi càpinàstér.
càpp post,* s. m. = capoposto : tra i mi-
litari quel caporale o sergente che è
preposto al comando di un luogo dove
sta una guardia di pochi uomini.
càpp sclioeùla. Vedi càpsclioeùla.
càpp seslón. Vedi càpsesiòn.
càpp sòld. Vedi càpsdld.
càpp squadra. Vedi càpsquàdra.
càpp stànsa. Vedi càpstànsa.
càpp stàsiòn. Vedi càpstàsion.
càpp tàst. Vedi càptàst.
càprìsi, s. m. = capriccio, ticchio : voglia
che viene all'improvviso e per lo pili
dura poco. Anche voglia ostinata, ma
non ragionevole ; vegm el càprìsi =
venir la bizza, il ticchio.
1) Inclinazione amorosa, di senti-
mento anche vivo, ma non profondo,
ne durevole. Opposto di pàsiòn = pas-
sione.
2) Capriccio : segnatamente dei ra-
gazzi quando non vogliono obbedire,
resistono e piangono ; fa i càprìsi =
fare i capricci, le bizze.
3) Lavoro artistico o parte di lavoro
che ha del singolare e del novo, ma
non senza garbo.
4:) facm de càprìsi = visino capric-
cioso : che senza esser bello, ha qual-
cosa che ferma e che piace.
càprisiàsc, s. ni. = capricciaccio, pegg.
di capriccio.
càprisiètt, s. in. = capriccetto, dim. di
. capriccio.
càprisiòs, * agg. = capriccioso: che ha
capricci, fa capricci.
1) Di cose, fatte a capriccio ; veUii
càprisiòs = vestito capriccioso.
2) Bizzoso, stizzoso : che ha stizza
e la mostra negli atti.
càprisiosàsc, agg. = capriziosaccio, pegg.
di capriccioso.
capi isiosìn, agg. = capricciosi no, dim.
di capriccioso. In significato che tende
al peggiorativo : Ve piitòst càprisiosìn
182 - cap
el popd = è capricciosino anziché no il
bimbo.
càpsànt, s. m. = camposanto, cimitero :
luogo cinto di muro dove si seppelli-
scono i morti. Anche fopón, cimitèri.*
1) A Milano, ima piazza dietro il
Duomo, che ha tal nome perchè anti-
camente vi si seppellivano i morti.
càpschoeùla, s. w. = caposcuola: il mi-
gliore degli scolari, cui il maestro pre-
pone agli altri in segno d'onore.
càpsesiòn, * s. m. = caposezione : quel-
l'ufficiale che presiede una sezione di
un Ministero o di qualunque altra am-
ministrazione grandiosa, e tratta gli
affari che ad essa spettano.
càpsold * s. m. = caposoldo.
1) Ciò che si aggiunge al soldo dello
truppe in campagna. Più comun.: so-
prassoldo.
2) Ciò che si paga come multa per
non aver pagato l'imposta al tempo
stabilito dalla legge.
càpsquàdra * s. m. = caposquadra.
1) Quello che in una compagnia di
lavoranti conduce gli altri e tratta per
loro.
2) Colui che è capo di una squadra
di scolari, di ginnasti, e sim. e li guida.
càpstànsa* s. m. = capostanza : nei pub-
blici uffizi l'impiegato pili anziano tra
quelli che sono insieme in una stanza
0 al quale dai superiori è assegnata
una celia supremazia e vigilanza sugli
altri.
càpstàsion, * s. ni. = capostazione : co-
lai cho sta a capo di una stazione di
ferrovia, e ne sorveglia l'amministra-
zione e l'andamento dei treni.
càpsull, s. ni. = cappellotto, fulminante :
bocciolino contenente una mateiia ful-
minante che s'adatta al luminello, per i.
dar fuoco allo schioppo. Anche càpsìila.
càptàst * s. m. = capotaste : pezzetto di
ebano o d'avorio con piccole tacche
che negli istrumenti di manico serve
a tenere sollevate e tese le corde.
càpiicc * Forma che ha quasi ormai so-
stituito la vecchia parola càpOsc = cap-
puccio, buffa.
1) Specie di borsa per lo più cucita
allo scollo della cappa, che cade sulle
spalle e che, alzata, serve a coprire il
capo.
2) Specie di cuffia della stessa forma,
che si mettono le donne la sera, quando
cap
escono di casa por andare al teatro o
in conversazione.
càpiicin, * s. m. = cappuccino : frate del-
l'ordine di S. Francesco e della regola
più strotta.
1) fraa càpiicin = cappuccino. Figu-
rina, per lo più di cartone, con un
cappuccio che s'alza e s'abbassa, per
effetto dell'umidità contenuta nell'at-
mosfera, e che serve così di barometro.
2) Cappuccino : caffè nero can poche
gocce di latte o panna cho gli danno
il colore della tonaca dei cappuccini e
e da ciò prende il nome.
càpiicìua, s. f. = ponticello, sottoscatto;
t. mil. il ponticello del facile, uno de-
gli ordigni per cui scatta il cane quando
si preme il grilletto.
1) Abbaino, soflìtto : forse perchè la
finestra degli abbaini sporge dal tetto
della casa come un cappuccio.
cài', * agg. = caro: di persona o cosa a
cui portiamo grande affezione o abbiamo
in gran pregio.
1) vègk cdr = aver cara una persona
0 una cosa ; g'hoo piisee cdr el me
ficeu che ititi i dànee del viond = ho
più caro mio figlio che tutte le ric-
chezze del mondo.
2) cara ti, cara tee, cara viàlter e
sim. = caro te, cara lei, cari voi, e
sim. Dicendo cosa che su.oni censura
0 rimprovero, come per addolcirne l'ef-
fetto.
3) càr. Di persona o cosa cho per
le sue qualità sia, o meriti di ossero
amata o ricercata da tutti; Ve on cdr
fice.li = è un caro figliuolo, è un caro
ragazzo.
4) Parlando del prezzo delle cose.
Che vale o si stima un prezzo alto:
st'ànn i fitt hin cdr = quest'anno le
pigioni sono care ; cdr come el fceuqh =
caro assaettato. Vedi foeugh 16).
5) Del danaro e sim. : * màrengh
hin cdr = i marenghi sono cari : quando
l'aggio è alto.
6j costà, paga cdr = costare, pagar
cara una cosa. Si dice anche di chi,
per soddisfare una voglia, per lo più
capricciosa, incontra gravi dispiaceri o
danni ; fàla paga cara = farla pagar
caro : vendicarsi di un offesa che altri
ci abbia fatto e della quale ancora non
abbia dato soddisfazione.
7j cdr e gràéia = dicatti : nella lo-
183 — cap
c\izione famigliare « aver dicatti » po-
tersi ritenere fortunati, non potere spe-
rare né pretendere di più.
cài", s. m. = carro : veicolo consistente
in un piano di legno su due rote con
sponde dalle parti, dette anche sbdr =
bande, e davanti xma grossa stanga o
timone, a cui si attaccano i buoi.
1) Carro, carrata : tanta roba quanta
ne può portare un carro; on càr de
fèn, de paia, de quàdrèi e sim. = un
carro di fieno, di paglia, di mattoni,
0 sim.
2) Fig. : on cdr de ben = un carro
di bene : una gran quantità.
3) ciàpà là légora col cdr = pigliar
la lepre col carro : procedere con pa-
zienza per arrivare più sicuramente ad
un fine.
4) 7nètt el cdr dendné di bopil = met-
tere il carro innanzi ai buoi : far prima
quello che andrebbe fatto dopo.
5) càr ròtt = camorro : persona de-
bole, cagionosa; ora el g'hà là tose,
Óra el doldr de eoo : l'è propri on cdr
ròtt = ora ha la tosse, ora il dolor di
capo: è proprio un camorro.
6) Qualunque veicolo a due o a quat-
tro rote, tirato anche da cavalli, che
serve al trasporto di grossi carichi.
7) àndà per là strada del cdr = se-
guir la corrente, andare colla corrente,
per la pesta.
8) tira là el cdr = aiutare la barca,
fare andar la baracca.
9) el cdr di bàgàlì = bagagliaio : carro
dei treno che porta i bagagli dei viag-
giatori.
10) mètt in cdr = frase dei carroz-
zieri, vale: metter le ruote alla car-
rozza.
11) tira el cdr = vivacchiare, sbar-
care il lunario.
12) La parte inferiore della vettura
a quattro rote su cui posa la cassa.
13) Il piano mobile del torchio che
dà l'inchiostro a' caratteri e su cui si
stendono i fogli.
cara, s. f. = carezzina ; jà la cara, = fa
una carezzina. Si dice ai bambini: fa
cara cara = fare pa, pa. Si dice dei
bambini.
càraa, s. m. pi. = carati : altrettante ven-
tiquattresimo parti, in cui si intende
divisa l'oncia pesando l'oro, quando si
car
184
car
vuole indicare quante parti contenga
di metallo puro e quante di lega.
1) Peso di quattro grani con c\ii i
gioiellieri pesano le perle, i diamanti e
lo pietre preziose.
carabina, * s. f. = carabina: arme da
foco un po' più coi*ta dell' archibuso,
ma di maggior portata. Arma non più
usata oggi : tenuta dai bersaglieri fino
al 1870.
càràbiuàda, s. f. = carabinata, colpo di
carabina.
càràbìnér, e càràbinièr, * s. m. = ca-
rabiniere : appartenente al corpo mili-
tare scelto addetto specialmente alla
persona del re e al servizio di polizia.
CàrSco (no vàri on) = non valere un
ecce col buco, un fico ; valer niente.
càràcolà, v. att. = caracollare: andare
un poco attraverso, a piccoli salti e
cambiando più volte di mano. Detto
del cavallo e del cavaliere.
càràcòU, s. ni. = caracollo : giro in tondo
che si fa fare al cavallo.
càràdà, s. m. = caràdà: specie di tabacco
ormai quasi disusato.
càràdura, s. m. = carato : la parte del
capitale di una società che corrisponde
alla messa di un socio, essendo questo
capitale diviso in un determinato nu-
mero di quote uguali. Più comunemente
ùsion = azione.
1) Viaggio che si fa con una car-
retta di roba.
càr de préi o de tràv, s. m. = carru-
cola : specie di carretta bassissima, pe-
sante, a un' asse e duo ruote.
càràdór, s. m. = carradore: chi guida
il carro.
1) Carraio : l'artefice che fa i carri,
barrocci e sim.
càràfa, * s. f. = caraffa, ciotola : vaso
di vetro corpacciuto e col collo allun-
gato.
càràfà; V. att. = sbevazzare; el càràfa
tUtt el dì = sbevazza tutto il giorno.
càràgrnà; v. att. = belare, piangolare, pia-
gnucolare , sbietolare : piangere per
cosa da poco e anche piangere a di-
rotto 0 di gusto.
càràgnàda, s. f. = belio, piagnisteo : il
belare, il piangere prolungato.
càràgnént, agg. = piagnucoloso e pian-
goloso : pieno di pianto.
eàràgnon, s. m. = boccalone, piagnone:
di ragazzo che di nulla nulla piange.
caràmbola * s. f. = carambolo: gioco
che si fa al biliardo, tirando in modo
che la propria palla tocchi successiva-
mente due delle palle che sono sul
bigliardo. Anche carolina^ quando si
fa con cinque palle di vari colori.
càrànièla, * s. f. = caramella: pastiglie
di zucchero cotto.
1) Occhialino, lente : quella di cui si
arma un occhio solo e si tiene al collo
con un cordoncino,
càràmèlà, v. att. = candire: far passare
frutta cotte o crude attraverso allo
zucchero cotto, cosicché raffreddando
rimanga come una crosta quasi vitrea
di zucchero candito.
càràmelàda, s. f. = acqua sciroppata:
bevanda fatta mettendo a bollire del-
l'acqua in un recipiente dove sia stato
ridotto dello zucchero allo stato di ca-
ramella.
carampana, s. f. = vecchia grima, sca-
gnarda.
càràscia (oh), eselam. = oh bene, bene !
Indica piena soddisfazione, contentezza.
càràter, * s. m. = carattere.
1) Le lettere di piombo coi loro so-
gni ortografici, di cui si servono i tipo-
grafi per istampare.
2) Indole, naturale; accennando allo
abituali disposizioni dell'animo; al sen-
timento e alla passione che ci prodo-
mina. Assol. òmm de càràter = iiomo
di carattere : fermo, costante nel ssuo
proposito.
3) ■vèàs in càràter = essere in ca-
rattere : si dice di chi agisce in cor-
rispondenza alla propria condizione e
alle teorie esposte da lui.
4) Scrittura: la mano di scritto di :
una persona e anche la forma speciale
di una scrittura ; càràter inglès = scrit-
tura inglese ; càràter gòtich = scrittura
gotica. Anche : carattere.
càràteràsc, s. m. = caratteraccio, pegg.
di carattere nel senso morale.
càràterin, * s. m. = caratterino, dim.
di carattere nei suoi diversi sigaificati. !
1) Nel senso morale si usa ironica-
mente; oh! el g'hà on bèli càràterin =
oh ! ha un bel caratterino ! Per dir che
è brutto.
càràterisà, * v. att. = caratterizzare: di
ciò che contrassegna una cosa, la di-
stingue dalle altre, ne forma il -carat-
tere proprio. Voce nuova.
car
185
càràterìsta * s. vi. = caratterista : attore
ohe nelle commedie rappresenta lo parti
l)iacevoli e facete, specialmente di vec-
chio.
càràteristìch, * agg. = caratteristico : di
qualità 0 seguo a cui si riconosce nn
oggetto, che gli è proprio, per cui si
distingue da altri,
càràvee, ■■?. m. = macereto, sasseto : am-
masso di macerie, muro diroccato.
càrbòn, * s. m. = carbone : legao sotto-
posto a una lenta combustione, nella
quale prende il color nero e perde gran
parte del suo peso.
1) iièghcr còme el càrbòn = nero co-
me il carbone : nerissimo.
2) càrbòn doli = carbone dolce : fatto
di legna molle, come l'abete, il salice,
l'ontano e sim. ; càrbòn fòri = carbone
forte : di leccio, quercia, corro e sim.
3) odor de càrbòn = puzzo di carbone.
4) càrbòn fosti = cai'bone fossile :
carbone minerale.
5) càrbòn càétan = saldatoio (se di
carbone) : arnese per saldare, usato da-
gli orefici.
càrbouaa, * s. m. = carbonato: nome
generico doi sali formati dall'acido carb.
càrbonee, s. m.
carbonaio : chi fa e
porta intorno il carbone da vendere.
1) Bracino : rivenditore di brace,
carbone e anche di fascine. Anche scio-
stree ; negher còmé'on càrbonee = nero
come un bracino: sudicio.
càrbouéra, s. f. = carbonaia, femm. di
carbonaio : anche la moglie del carbo-
naio. Anche il luogo dove i carbonari
fanno il carbone.
carbóni, * s. m. = carbonio, t. di chi-
mica : corpo semplice che entra in
grandi proporzioni nella composizione
delle piante.
càrbduich, agg. = carbonico : aggiunto
di acido, ossido, ecc., che hanno a ra-
dicale il carbonio.
carbonili, s. m. = carboncino, carbon-
cello, dim. di carbone.
1) Fossa della carbonaia, nella quale
si fa il carbone.
càrbonina, s. f. = carbonella, brace :
carbone di legna minute.
1) quèll déla càrbonina = braciaiuole.
càrbottisà, * v. alt. = carbonizzare : ri-
durre allo stato di carbone.
càrbonisàss, r. rifl. = incarbonirsi. Di-
ventar carbone.
càrbonscèll, s. m. = carbonchiello : pu-
stola di natura maligna.
càrbonsin * s. m. = carboncino, dim.
di carbone : specie di matita nerissima
che serve ai disegnatori.
càrcàss, s. m. = carcassa : le ossa che
formano la cavità del petto, segnata-
mente negli animali. Più specialm. :
il petto del pollo dopo averne levata
la parte carnosa. Anche : catriosso.
career, s. in. = carceri: nell'Anfiteatro
dell'Arena la parte che corrisponde alle
carceri degli anfiteatri antichi.
càrcerèr, s. m. = carceriere : custode
della carcere, della prigione.
càrcéribus (in) = modo lepido e fam,
per dire : in gabbia, in carcere, in pri-
gione.
carda, v. alt. = cardare : detto di panni
e della lana. L'operazione che si fa ai
panni e alla lana per mezzo del cardo.
càrdàdòr, * s. m. = cardatore : che fa
il mestiere di cardare i panni e la lana.
càrdég'a, e deriv. Vedi càdrèg'a e deriv,
= sedia.
cardènia, * s. f. = cardenia, gardenia.
Arbusto e fiore da giardino, pregiatis-
simo.
càrdénsa, s. f. = armadio : mobile di
legno con due imposte dove si ripon-
gono le stoviglie di cucina, e la roba
che si deve recare in tavola.
1) Credenza: nelle case signorili, la
stanza annessa alla cucina dove si ten-
gono 0 si ammaniscono lo provviste
per uso della tavola e della cucina.
2) Credenza : quella che si appa-
recchia al lato dell'altare nelle solenni
celebrazioni degli uffici divini coi va-
sellami e paramenti vari che vi occor-
rono.
3) Credenza: armadio su cui s'ap-
parecchia a lato dei battisteri il vasel-
lame necessario e d'ornamento pei bat-
tesimi ; càrdénsa intréga : tale armadio
ricchissimamente addobbato ; mesa car-
denia : lo stesso armadio meno ricco
di vasellami d'ornamento.
4) Fig. e fam. Il seno della nutrice
rispetto all'allievo.
cardensér, s. ni. = credenziere : uomo
che ha in custodia la credenza.
càrdin, * s. m. = cardine, arpione :
ognuno dei ferri affissi allo stipite, sili
quali gira il battente degli usci e delle
finestre. E' più comune càncheu.
car
— 186 —
car
cìirdiiiàl, * s. m. = cardinale : il primo
grado nella gerarchia cattolica dopo il
papa.
1) Uccello così chiamato dal color
rosso delle suo penne.
càrdìnàlètt, s. m. = farfalla dell'ontano;
stenocorus alni : insetto dannoso agli
ontani.
càrdinàlìn ce ce, s. m. = sizerino ;
fringilla linaria = uccello silvano.
càrdinàlìsi, * agg. = cardinalizio, agg.
di cardinale.
càrdinàlìtt, s. m. pi. = fiori di cardi-
nale ; lobelià cardkialis.
1) Fior di primavera, pratolina ; pri-
miilaverìs : nome di quei fiorellini
bianchi ondo sono smaltati i prati.
càrdòn, s. m. = cardo, cardone : specie
di carciofi che non portano frutti; fa
lunghe coste, le quali servono come
verdura cotte nell'acqua e condite. Si
riseppellisce nel terreno porche diventi
tenera.
1) el sit doe n১ i càrdon = cardeto.
2) el germo&ui di càrdon = carduccio.
3) on' infilerà de càrdon = una fila
di fucili inastati. Lo disse con bella
immagine il Porta.
càréj s. m. = sprone della camicia :
pezzo che va da una spalla all' altra
per darle il garbo. Dal francese carré.
càrècc, s. m. = giuncaia, giuncheto : luogo
seminato a piante di giunchi.
càrega, s. f. = carica.
1) La quantità di polvere e di piombo
che si mette nelle armi da fuoco per
ogni colpo.
2) Terni, di tattica mil. : movimento,
manovra della cavalleria che va in
massa e al galoppo a investire di fronte
una linea nemica.
3) Incarica. Tanto peso quanto se ne
può portare in una volta.
càregà, v. att. = caricare : mettere addosso
a persone o animali, o sopra veicoli
tanta roba quanta ne possono, portare.
1) càrcgtl vun de comision = cari-
car uno di commissioni, dargliene molte.
2) càragti de regài, de complimént =
caricar di regali, di complimenti : farne
molti.
3) cài-egà on nùmer ài lòti = cari-
care un numero al lotto : metterci molto.
5) Dello armi da fuoco : mettervi den-
tro la carica ; càrègtiel s'ciòpp, ipistòll
= caricare lo schioppo, le pistole.
6) càregàss = caricarsi : verbo riti. ;
eàregàss de legna vèr da = caricarsi di
legna verde : pigliarsi brighe inutili,
affaticarsi con poco effetto ; càregàss
el ' sto megli = caricarsi lo stomaco :
mangiare o bere troppo.
7) Aggravare, caricare di troppo ;
stàstànsa Ve tròpp càregàda de mòbil =
questa stanza è troppo aggi^avata di
mobili ; càregà el pdpol de tàss = ag-
gravare il popolo di tasse.
8) Coprir con troppi panni ; * fìaeu
vàn quàtaa, ma minga càregaa = i
bambini vanno coi^erti bene, ma non
aggravati.
9) càregà dendns = accollare : cari-
care un barroccio, od altro legno a due
ruote più sulla pai*te davanti si che il
peso si aggravi sul collo o sul dorso
della bestia che lo tira.
10) càregà là fornds = caricare la
fornace: assestarvi i materiali che si
vogliono cuocere.
càregh, s. m. = nel gioco di briscola gli
assi e i tre che valgono undici e dieci
punti rispettivamente.
1) Agg. carico: sincope del partic. pass.
di càregà ; vèsé càregh de fioeu = esser
carico di figli ; color càfè càregh = color
caffè carico, forte.
càrègria e càregiàda, s. f. = carreggiata :
i segni 0 solchi che lasciano sopra una
strada molto battuta le ruote delle
vetture.
1) vèés, àndà foetlra de càrégia, a
de càregiàda = essere, andar fuori di
carreggiata : uscir dalla via del dovere,
della ragione e anche, parlando, dal
soggetto del discorso. Anche: andar fuori
del seminato.
2) La larghezza d' una vettura tra
ruota e ruota.
càrèllj s. m. = carretto.
1) Barroccino da spingere a mano,
ma piiì piccolo della carretta.
2) La punta dell'osso sacro.
3) càrèll de cava seda = cavigliatoio.
4) Carretta : congegno mobile nel
telaio da tessere, al quale sono racco-
mandati i licci.
càrénsg', s. f. pi. = spade : liste di ferro
scanalato su cui scorre il carro del
torchio da stampa.
càrèsa, * s. f. = carezza.
1) L'atto del carezzare.
2) E per antifrasi, di strapazzi, sgarbi
d
car
187
car
e botte ; èco i càrèss che ghe foca à
quèla pòera dona, sgàrberij e bòtt =
sgarbi e botte, ecco le carezze che toc-
cano a quella povera donna.
3) càrèm = carezza : prezzo elevato
delle derrate.
càresà, v. att. = carezzare : toccare, scor-
rere leggermente colla mano sul viso
0 altra parte della persona a dimostra-
zione di affetto, far carezze.
1) càrestl coni là seda = accarezzare
col manico della granata ; càresà i
spali = accarezzare le spallo : valgono
in modo scherzoso, dar delle busse.
2) càresà, càresàss là barba = li-
sciarsi colla mano la barba.
caresìna, s. f. = carezzina, dim. di ca-
rezza.
carestia, * s. f. = carestia : la condizione
di un paese che manca specialm. di
granaglie; ed anche mancanza di qua-
lunque altra cosa ; gh'è carestìa de
(Uinee = mancano i danari.
càrèta, s. f. = carriola, carrettino da
spingersi a braccia con duo stanghe o
una rota sola davanti : s' adopera per
trasporti di terra o simili.
1) càrèta del molèta = castello a car-
riola, barroccino degli arruotini.
càrètàda, s. f. = carrettata : tanta roba
quanta n'enti-a in una carretta.
càretee, s. tn. = carrettiere, carrettaio :
il conduttore della carretta.
càretéla, * s. f. = carrettella : specie di
carretto a quattro rote e due stanghe
assai bislungo, con isponde a cancello
e due luoghi: si usa ai mercati.
1) Barroccio : veicolo a due ruoto da
attaccarsi a un cavallo per trasportar
roba.
2) Carrettella: legno o vettura piii
piccola e pili leggera della carrozza per
trasportare persone.
càretìn, s. w.. = caraccio, dim. di caro :
piuttosto caro che no, spec. di prezzo.
1) Carrettino, dim. di carro.
càretò, s. m. = carrettaio, carrettonaio :
chi nelle carrette conduco calcinacci,
rena, e sim.
càretòii, s. m. = carrettone : carretta più
solida delle ordinarie, con cui si tra-
sportano le materie più pesanti e più
gi'ossolane.
1) càreton di mòrt = quello in cui
vengono trasportati al cimitero i morti
all'ospedale, quando si fa loro il tra-
sporto gratuito.
càrètt, s. m, = carretto : veicolo a duo
rote e a un cavallo solo, con spondo
che formano una specie di cassa, a uso
di trasportar roba.
1) Carette, caraccio, agg. dim. di
caro : solo parlando di prezzo.
càrga, càrgà, e sim. Vedi càrega, cà-
regà, e sim.
caria, * v. att. = cariare : dotto dello
ossa, andare a male per carie.
cariàda, s. f. = doccia da mulino, go-
rello : il fossato che. dalla gora riceve
l'acqua per movere il mulino.
càriàggr, * s. VI. = carriaggio : gran car-
rettone, per lo più a quattro rote, ca-
rico di bagaglio e di salmerie, conie
quelli che seguono l'esercito in movi-
mento.
1) ona trincera de càriàgg = un car-
rino.
cariagina, s. f. = carrettone : specie di
carro lungo con sponde a rastrelliera,
càrica, * s. f. = carica.
1) Ufficio pubblico, ma solo degli
alti gradi.
2) La quantità di polvere che si
mette noUe armi da fuoco per ogni colpo.
Vedi càrega.
3). Terni, di tattica milit. movimento,
manovre di cavalleria che va in massa
e al galoppo a investire di fronte una
linea nemica. Vedi càrega.
4) Fig. torna tila càrica = tornare
alla carica; mettere in campo nuove
obbiezioni contro una decisione già
presa, e anche fare nuove domande,
nuove insistenze, dopo una ripulsa.
càrica,* v. att. = caricare. Vedi càrega»
càricàtiira, * s. f. = caricatura : affet-
tazione e tutto ciò che sa d' affetta-
zione nel parlai'e, nei modi, nel sen-
timento.
1) Specie di riti'atto nel quale si
cerca di conservare la somiglianza esa-
gerando i difetti.
càrich, * s. m. = carico : la quantità di
roba che si mette addosso a uomini e
animali o sopra navi e veicoli. Vedi
càregh. Vèsà, vègh à càrich = essere,
avere a carico.
1) Per cosa di cui uno deve rispon-
dere ; Ve à me càWcA = è a mio carico,
2) Biasimo o colpa nella frase ; fami
on càrich = farne carico.
car
— 188 —
càriéra, * s. f. = carriera : il passo più
veloce del cavallo ; el email l'è àndaa
de gran càriéra = il cavallo andò di
gran carriera.
1) à càriéra = di carriera : fig. di
persona, vale in gran fretta.
2) Nel significato di professione, stato
elle uno abbraccia ; là càriéra de pro-
fesòr = la carriera di professore. Ass. ;
fa càriéra = far carriera : avanzar
molto, arrivare ai primi gradi.
càriliòn, s. ni. = organetto : vero sa-
liscendi a cui si dà moto per una ro-
tella centrale che fa smuovere in senso
inverso le due lamine del paletto ;
anche càdenàss o càdenàsoeù à cà-
rilión. Dal frane, carillon.
càrimàa, s. in. = calamaio : vasetto dove
si tiene 1' inchiostro per intingere la
penna nello scrivere.
1) càrimaa sénsa el étopìn = cala-
maio a guazzo.
2) vègli ì càrimaa = avere i calamai
agli occhi : le occhiaie livide, aver le
borse.
3) Calamaio : nel torchio di stampa
la tavoletta che distribuisce l'inchiostro
ai rulli.
càrimàràda, s. f. = colpo di calamaio;
anche quanto cape in un calamaio.
càrimàrèra, s. f. = calamaio a scrivania;
con tutto l'occorrente per scrivere.
càriinàrìn, s. m. = calamaietto, cala-
maino, dim. di calamaio.
carili) agg. = carino, dim. vezz. di caro.
1) Anche di donna adulta ; l'è carina
qiiHa sdora = è cai'a quella signora.
2) Di cose e piccoli animali ; carina
quela càròsa - carina quella carrozza.
càrioeù, s. m. = trebbia.
1) Carro da trebbiare il grano, in-
vece di batterlo col coreggiato.
2) Carie, tarlo, tignuola. Vedi càirceù.
càrìòs, càrìolaa, agg. = carioso, tar-
lato, tignolato.
càrìsua, s. f. = fuliggine : quella materia
nera, polverosa, o anche soda, che il
fumo lascia su per la gola del cam-
mino e della quale sono internamente
incrostate le pai-eti del medesimo.
Càrìsìni, agg. = carissimo, agg. sup. di
caro.
Ctàrìtaa, s. f. = carità.
1) Virtuosa disposizione dell' animo
che ci porta ad amar tutti gli uomini
e a far loro del bene ; càritaa cri=
ètitlna = carità cristiana ; òmni sénsa
càritaa = uomo senza carità.
2) Soccorso che si presti in qualun-
que estremo bisogno, senza esserci spe-
cialmente obbligati e senza nessun fine
di utile proprio,
3) càritaa pelósa = carità pelosa :
quando nasconde un fine interessato e
anche colpevole.
4) fa là càritaa = fare la carità,
usare la compiacenza, e iron. ; fàmni
là càritaa de sta quièti = fammi la
carità di star tranquillo.
5) Elemosina : quel che si da per
carità ; cercti là càritaa = cercar la
limosina : limosinare.
6) càritaa florida = carità fiorita;
carità fatta bene, a proposito e con
buon effetto.
caritàtérol, agg. = elemosiniere : anche,
che fa volentieri la carità ai poveri.
càrleCj s. m. = cataletto, bara : lettuccio
che serve a portare i morti a spalla
dalla casa alla sepoltura. Voce che di-
susa ed è sostituita dall'altra càtelètt.*
1) fa dna mòri o diiii còrp in d'on
càrice = pigliar due colombi a una fava:
fare un viaggio e due servizi.
Carlo, {el siir) = la gi'azia di quel santo,
i quattrini : è piuttosto del gergo che
del dialetto.
carlòii, s. m. = grano turco. Vedi for-
mentòn.
carlona (ala) = alla carlona.
1) fàa già Ma càrlfìna = abboz-
zato ; nùn pàisàn sènim fàa già Ma
carlona = noi contadini siamo abboz-
zati là, e addio.
carmàtt, s. m. = carro matto, carrolena:
specie di carretta ferrata da traspor-
tai'e gravissimi pesi.
1) L'orsa maggiore o carro di Boote.
Costellazione.
Cannili, s. m. = Carmine ; la Màdòna
del Càrmin = la Madonna del Cannine.
càrinin, s. m. = carminio : colore rosso
finissimo, che si cava dalla cocciniglia
e serve per miniare.
càrna^ s. f. = carne : le parti molli di
cui è composto il corpo dell' uomo e
degli animali.
1) vèss in ctlrtìa = essere in carne :
non magro, ma neanche troppo grasso.
2) color càrna = carnicino, rosso
sbiadito ; simile a quello della carne.
3) vèsé de càrna = esser di carne :
car
189 —
soggetto ai bisogni, alle passioni co-
muni a tutti gli uomini.
4) errila = la carne degli animali
morti che serve di nutrimento.
5) mangia minga càrna = non man-
giar carne : mangiar di magro.
6) càrnei fa ctLrna = carne fa carne :
la carne è un buon nutrimento.
7) cArna, sàlàda = carne salata :
carne, per lo più di maialo acconciata
con salo, per serbarla ; si dice paga
càrnei sdlàdci = pagar carissimo.
8) mètt tròpa chrna ài foeùgh = metter
troppa carne al foco : pigliare a far
troppe cose a un tratto.
9) l'è minga càrna per i tò eleni =
non è carne per i tuoi denti : di chi
desidera quello che non può ottenere.
10) troà carila per i so elèni = trovar
carne per i suoi denti: chi ti sappia
resistere ; avversario competente.
11) càrna mastra = carne mastra,
di bue di manzo ; càrna soriana = carne
di vacca,
12) càrna frusta = vivanda rifatta,
piatto rifatto : roba goduta dal giorno
prima.
13) fàgli dà on buj àia càrna = fer-
mare la carne.
14) tra càrna e peli = in pelle, pelle
pelle : subito sotto la pelle.
15) là giùnta dèla càrna = taran-
telle, brincello, giunta : quella parto
d'osso, 0 pezzo di carne di qualità in-
feriore che il macellaio dà proporzio-
natamente al peso per giunta.
16) càrna de coli = canaglia, uomo
poi-^^erso.
17) l'àsa eléla càrna = tagliere. Vedi
àsa B).
18) càrna che eia ài dent = carne
verdemezza : tra cotta e cruda.
19) càrna magra = carne magra :
quella macellata senza grassume.
20) carila slègneda = carne tigliosa :
non frolla, filamentosa.
càruàg'iòii, * s. f. = carnagione : la
pelle, segnatamente del viso, parlando
più che altro del colorito.
càriiàscia, s. f. = carnaccia, pegg. di
carne.
carne, *«./■. = carne : vece più scolta
che usa molto ora invece di cài'n<a.
càivuè, s. m. = carniera, cacciatora : an-
che càriiiè.
1) Giacchetta di velluto o di fru-
stagno con tasche dentro e fuori e una
più larga dietro per la cacciagione.
2) Borsa per mettere la selvaggina
cacciata.
càriièla e càriiéta, s. f. = cicciola ;
sp. di fungo.
càrnevaa, s. m. = carnevale. Vedi càr-
noaa.
càrnevàl * = carnevale. Vedi càriioaar
càrnìna e càriiìséla, s. f. = cicciola,
sp. di fungo. Vedi càrnéla,
càriioàa, s. m. = carnevale, carnovale :
tempo consacrato ai pubblici spassi e
in cui son permesse le maschere ; dal
giorno dopo Natale al primo giorno di
quaresima.
1) fa el eàrnoaa = fare il carnevale :
passare il tempo del carnevale.
2) à eàrnoaa = a carnevale : al ve-
nire del carnevale.
3) ^j^>-, o in eàrnoaa = per, o di
carnevale.
4) Tempo di allegria, di divertimenti,
di spassi, per mi l'è sèmper eàrnoaa
= per me è sempre carnevale.
5) vègh tanti eàrnoaa sui spali =
aver di molti carnevali addosso : di
molti anni.
6) eia per onei cànsón eie eàrnoaa^
Vedi cànsòu 1).
càrnoalìn, s. m. = carnevaletto, dimin.
di carnevale; sfami gh'è staa on càr-
noàlin quièti, quièti = quest'anno ci fu
un carnevaletto assai tranq\iillo.
càrnoàlòn, s. m. = carnevalone : il pe-
riodo dei quattro primi giorni quaresi-
mali, che per la città di Milano sono
ancora di carnevale.
càrnos, agg. = carnoso: da carne.
carniiss, s. m. = carniccio: il di dentro-
delia pelle degli animali.
càròbi, s. m. = carruba: frutto del car-
rubio, albero selvatico.
1) Carrobio: largo che è a Milg,no in
fondo a via Torino e da cui diramano'
il corso di P. Ticinese, la via Cesare
Correnti, la via Torchio e altre.
càròcia, s. f. = carrozza : non s' usa
quasi più se non per affettazione di tri-
vialità nel parlare. Dura però nella frase::
ciàpà on viorìn per dna càròcia = ve-
der lucciole per lanterne; dove vai? le
son cipoUe.
càvocìà, V. att. = crocchiare, esser ca-
morro: malandato in salute.
car
190
car
«àrociàda, s. f. = carrozzata: tanta gente
quanta ne può entrare in una carrozza.
«àrociòii) s. m. = cocchione, carrozzone;
accresc. di carrozza.
1) el càròción di pèeaa = si chia-
-mava per celia quel carrozzone in cui
fino a poco tempo fa l'impresario man-
dava a prendere a casa gli artisti del
teatro e specialmente le ballerine.
«àroeù; s. m. = beniamino, cucco, "cuc-
chino: il prediletto ^vèss.el car ceti de la
marna = essere il cucco della mamma.
càrògriia,* s. f. = carogna: corpo d'asino,
specialm. piagato e purulento.
1) Di pers. ha senso fortemente di-
spregiativo e vale o dappoco o che non
ha voglia di lavorare, o che ha brutti
modi, cattivo core o che ha commesso
azioni turpi.
«àrog'iièta, s. f. carogaina: dim. di ca-
rogna: detto segnatamente di ragazzi
tristi e anche dei superbiucci, che hanno
modi altezzosi.
càrognìii, s. m carognina. Lo stesso che
càro^néta.
Carolina, s. f. = Carolina: nome di
donna. Femm. di Carlo. 1) Nome d'una
maniera di gioco al biliardo.
càrósa,* s. f. = carrozza: veicolo a quattro
ruote da attaccarsi a due o più ca-
valli, con quatti'O posti nell'interno e
uno sul davanti per il cocchiere.
1) caròàè = carrozze: anche i veicoli
delle vie fen-ate per il trasporto delle
persone.
2) càrosa de ìnòrt = carrozza da
morto, carro funebre: quella su cui si
trasportano i morti al cimitero.
3) mètt eàròsa = metter su carrozza,
tenere carrozza propria.
4) tir^ là eàròsa eòi biisèeck = esser
nobile riarso, essere al verde, non averne,
stentare la vita.
càrosàbil, * agg. = calessabile, rotabile,
carrozzabile, carreggiabile : di strada
dove si può andare colla carrozza, e
per dove possono passare le vettui'o e
i carri.
càrosàda,* s. f. = carrozzata: tante per-
sone quante entrano in una carrozza.
1) Calessata: quante persone entrano
in un calesse.
càrosee, s. m. = cocchiere : colui che
guida i cavalli dal cassetto della carr-
rozza. Talvolta si dice in celia: carroz-
càrosèta,* s. f. = caiTozzetta, carrozzina;
dim. di carrozza.
carosòn, s. in. = caiTozzone. Vedi ca-
rociòn.
càrdtola, s. f. = carota: pianta da orto;
daucus carota.
1) ciintA sii càròtol = impanzanare,
piantare, ficcai'C, vender carote, dare
ad intendere cose non vere: spacciai-
fandonie.
2) càrdtola = fandonia, bugia, vana
chiacchiera.
càròtolìn^ s. m. = formetta : specie di
piccolo bossolo circolare, poco diverso
da un quartuccio, che s'usa per fare i
mascarponi.
càroTàiia,* s. f. = carovana: grossa com-
pagnia che viaggia.
1) fa là carovana = far carovana:
fare il noviziato.
carézza, * s. f. = carrozza. V. carósa. Il
mil. che parla con qualche affettazione
di maggiore eleganza introduco adirit-
tura la parola italiana nel dialetto.
càrpànèll, s. m. = carpinella; carpìnus
orientalis: albero simile al Carpine. An-
che càrpàuesa, nisciolìii.
càrpeii, s. m, = carpine ; carpìnus be-
tiilus: albero d'alto fusto.
1) bosch de càrpen = carpineta: luogo
piantato di carpini.
2) eàrpen = carpio: pesce del lago di
Garda. Cyprinus.
càrpeiiàda, s. m. = siepe o viale di carpini.
càrpià, V. att. = velarsi : il primissimo
grado del quagliare o rappigliare dei
liquidi.
i) vèsé càrpiaa = essere infreddato.
càrpiàdura, s. f. = velo : il superficiale
agghiacciamento dell'acqua e degli altri
liquidi.
carpili, * s. m. = carpine. V. càrpeu.
carpiona, v. att. = accarpionare e me-
glio carpionare. T. cucin., cucinar del
pesco come si cucina il carpione.
càrpionàda (toeu sii óna), = pigliare un
brezzolone, un'infreddatura.
càrpòg'n, s. m. = frinzello, pottiuiccio,
ricucitura o rammendo mal fatto.
1) Le cicatrici delle ferite, delle bollo
delle piaghe.
2) Agg., stopposo, passo : di ramo-
laccio, rapa e sim. che sia internamente
asciutto, cavernoso e insipido.
3) Butterato, butteroso: tutto a frin-?
zelli.
car
- 191
car
càrpog'iià, V. alt. = riafrinzellare, far
frinzelli nel rammendare.
càrsèiisa, s. f. = schiacciata.
1) Focaccia, torta : specie di dolce
fatto in casa o dal pasticciere; càréènsa
de pasta fròla = torta di pasta frolla.
2) Caciola, raviggiuolo: piccola forma
schiacciata di cacio fresco e piuttosto
tenero.
3) Le cellette di cera dove le api de-
pongono il miele.
càrsensiii; s. m. = stiacciatina, focaccina.
1) fa in d'on carsemln = scofacciare,
schiacciare come focaccia.
càrt, s. f. i)ì. = carte, le carte da gioco;
mèscià, mcsedà i càrt = scozzar lo carte
mescolarle per poi farle alzare.
1) Il complesso delle lettere, delle
minute, ecc., che costituiscono l'incar-
tamento proprio di un avvocato, inge-
gQore, uomo d' affari e simili. (Vedi
carta, 3).
carta,* s. f. = carta: pasta di conci ma-
cerati, e altre materie, anche vegeta-
bili, distesa in larghi e sottilissimi
strati, a uso di scrivere, stampare, in-
voltare, ecc.
1) carta bolàda = carta bollata : col
bollo dello Stato. Il milan. dice anche
carta de boli, ma in ital. carta da
bollo è errato; carta velina = carta ve-
lina: sottilissima e trasparente; ctLrta
sÈga = carta suga o sugante , carta
straccia.
2) carta brùsàda = falena, folena e
volgami, fulena. Gli avanzi della carta
bruciata.
3) carta o càrt = carta o carte : di
fogli corcernenti affari che formino og-
getto di esame, di trattative; * càrt hin
in man de l'àocàtt = le carte sono nelle
mani dell'avvocato. Ovvero contenente
un atto da cui nascono diritti o obbli=
gazioni; et m'ha faa dna carta che gà-
ràntiss el me capital = mi ha fatto una
cai-ta che garantisce il mio capitale.
4) Carta, biglietto di banca; pàgt in
carta = pagare in carta, invece che in
oro.
5) ctLrta geogràfica e assol. ctirta =
carta geografica e assol. carta. Disegno
che rappresenta in piano la superfìcie
della terra o di qualche sua parte.
6) carta, e càrt = carta e carte. Le
carte da gioco; scarta, mescdà i càrt =
moscolare, scozzare le caiie. Dividero
il mazzo in due parti e riunirle per co-
sta, premendo in modo, che quelle di
sopra entrino tra quelle di sotto.
7) sphig dna carta = succhiellare una
carta; scoprirla a pochino per volta, fa-
cendola sgusciare tra le dita di sotto a
un'altra,
8) cambia i càrt in man = barattare,
scambiare le carte in mano : dare alle
parole nostre o d'altri un senso diverso
da quello in cui furono dette o intese.
9) càrt in tàola = carte in tavola:
discorsi, patti chiari.
10) de carta - di carta, cartaceo.
11) mangia à là carta = mangiare
a vivanda per vivanda. Mangiare alla
locanda o al caffè, scegliendo le vivande
da una lista cho dice quali vivande si
possano mangiare in quel giorno.
12) dà carta bianca = dare carta
bianca, cioè ogni facoltà di fare ad ar-
bitrio.
13) mètt in carta = scrivere: espri-
mei'e il proprio pensiero scriv^endo.
14) giiigà dna carta = giocare una
carta, arrischiare, tentare un colpo, af-
fidandosi al caso.
càrtàbiànca, s. f. = carta bianca; bianca:
quella parte di un foglio di stampa che
si tira per la prima e chiamasi cosi,
perchè il foglio resta bianco nella parte
posteriore, tinche non siasi stampato
anco la volta.
càrtàbón, s. m. = quartabuono: squadra
che serve per lavorare di quadro.
1) càrtàbón à àngàlètt = quartabuono
ad angolo retto.
2) càrtàbón à eoa de rondena = quar-
tabuono a coda di rondine.
carta de giigìtt (òna), = una carta di
spilli: un foglio ripiegato più volto su
di sé in cui si vendono infissi paral-
lelamente più filari di spilli in numero
variamente determinato.
càrtàpègora, s. f. = cartapecora: pelle
concia per lo più di pecora, a uso di
scrivervi, di rilegar libri o alti-o.
1) Pellicina, membrana sottilissima
e pur forte, che forma i fogli di una
specie di libro quadrato, non cucito,
fra i quali il battiloro batto la lamina
d'oro per riduiia in sottilissima foglia.
càrtàpìsta, s. f. = cartapesta : la pasta
di cui si fa la carta gettata nelle formo
G rassodata.
— 192 —
1) Trasl., òmm de càrtàpìsta = uomo
di cartapesta; fiacco, di carattere debole.
càrtàscia, s. f. = cartaccia, accr. pegg ,
di carta.
càrtàtiìcia, s. f. = cartuccia: una carica
da fucile involta in un bocciolo di carta;
ora è involta in un tubo di cartone.
càrtàvòlta, s. f. = contropagina, carta-
volta: la faccia da tergo di un foglio
di stampa.
càrtee, s. m. = cartaio.
1) Chi fabbrica carta da scrivere.
2) Cartolaio: venditore di carta, car-
toni, libri in bianco, inchiostro, penne,
lapis, ecc.
3) botéga de càrtee = cartoleria.
4) Pennello: usasi per impastare cartoni
e somiglia al pennello degli imbianchini.
càrtég,* s. m. = carteggio: il carteggiare,
corrispondenza di lettere.
càrtegià, * v. att. = carteggiare : tenere
carteggio.
càrtéla,* s. f. = cartella.
1) Al gioco della tombola la tavo-
letta di cartone che contiene una delle
combinazioni per 15 dei 90 numeri della
borsa. Anche d'altre lotterie; i cartoli
dèla loterla de Vihia = le cartelle
della lotteria di Vienna.
2) Titolo 0 certificato di credito verso
lo Stato, comuni e sim.
3j Due grossi cartoni coperti di fo-
glio fiorito 0 di pelle o di tela e uniti
insieme in forma di libro per riporvi
dentro scritture, stampe, disegni e sim.
4) Il foglio scritto che si manda dai
giornalisti in tipografia, perchè si stampi.
5) La lamina di ferro in cui posano
i pezzi dell'acciarino delle armi da fuoco
portatili.
6) Quella lastra di ferro sopra cui
sono incastrati gli altri pezzi di una
serratura.
7) Quella specie di borsa di pelle o
di tela cerata nella quale i piccoli sco-
lari ripongono i libri, le asticciole e
sposso anche la colazione.
8) Cartagloria: ognuna di quelle ta-
volette poste sugli altari e contenenti
il Vangelo di S. Giovanni, il Gloria e
il Lavabo. Anche tàoléta.
cài'tèlàium, s. m. = cartilagine: tessuto
bianco simile all'osso, ma più molle e
flessibile.
1) Panno, pannume, pellicina: mem-
brana sottile e robusta, della quale è
ricoperta immediatamente la parte in-
terna del guscio dell'uovo alla quale
aderisce,
2) Tenerume : cartilagini e ossa te-
nere.
càrtelìii, s. m. = cartellino, dimin. di
cartello.
1) Bottello; cartellino che si mette
sui libri, sulle bottiglie, sui barattoli
per indicare il titolo del libro, la qua-
lità della roba contenuta nel vaso.
càrtèll,* s. m. = cartello : foglio pei- lo
pili stampato a gran caratteri e di gran
formato che s'affigge per annunziare
spettacoli, feste e sim.
V) de càrtèll = di cartello, di baldac-
chino; eccellente, di molto grido, di
gran credito; pitór, dolor, éàrta, càn-
ttmt de càrtèll = pittore, medico, sarta,
cantante di cartello, di baldacchino.
2) Appigionasi: polizza o cartello sul
quale è scritta questa voce e che s'at-
tacca alla facciata delle case da ajipi-
gionarsi; mètt foeiira ci càrlèll = affig-
gere l'appigionasi : quando si annuncia
un appartamento che si vuole affittare.
càrtelón,* s. m. = cartellone : accresc.
di cartello.
1) Quello della tombola dove sono
seguati tutti i novanta numeri o serve
per riscontro delle palline sortite.
carte ra, s. f. = cartaia.
1) Cartolala : la moglie del cartaio,
del cartolaio, ed anche la donna che
esercita quel mestiere.
2) Cartiera: fabbrica di carta.
càrtilàgin,* s. f. = cartilagine : tessuto
bianco simile all'osso, ma più molle e
flessibile.
càrtilàg'ìiiòs,* agg. = cartilaginoso: che
ha qualità o aspetto di cartilagine.
cartina, s. f. =
1) Cartina, dim. di carta, carta di-|
piccolo sosto.
2) Attillato. Di persona che porta
abiti attillati.
cartoleria,* s. f. = cartoleria : bottega
di cartolaio.
cartolina, s. f. = cartolina postale : la
cartelletta su una faccia della quale si
scrive l'indirizzo, sull'altra tutto quello
che si vuol far sapere a quello a cui
si manda.
càrtòn,* = cartone: pasta da carta spia-
nata in fogli più grossi e più consi-
stenti.
car
193 —
cas
1) càrtòn de iomènsa = cartone di
seme bachi; colla semente dei bachi da
seta.
2) Scatola di cartone, cartone : lo
scatolone che le sarte, lo crestaie si
fanno portar dalle fattorino con dentro
gli abiti, i cappelli per le clienti. Ora
è più comune scàtolóii.
càrtonèut, agg. = incai-tato: della bian-
cheria inamidata troppo che assume
una consistenza eccessiva e par di car-
tone.
càrtouìu, s. m. = cartoncino : cartone
leggero e più sottile dell'ordinario.
càrtousìu, s. ni. = cartoncino : piccolo
rettangolo di cartoncino su cui si scrive
quando non si vuol mandai'O una let-
tera e bastano poche righe a dir quel
che si vuole.
càrug-a, càrugola, s. f. = eruca; melo-
lontha vitis. Specie di insetto lungo e
grosso come un dito, dannosissimo alle
uve.
càrùgol, s. m. = tamburo per trebbiare.
Specie di rullo scanalato con un ma-
nico a stella dall' un dei capi, del quale
si servono in luogo del coreggiate per
batter i grani.
càruspi, s. m. = torso, torsolo: la paiio
centrale delle pere, mele e sim. levata
la polpa.
1) Fig., scricciolo: di persona pic-
cola 0 meschina.
càs,* s. m. = caso: specie di potere oc-
culto che si riguarda come la causa di
ciò che succede e non è l'effetto del
volere umano; l'è étaa on ctls = è stato
un caso; l'è on cds se le indiiìna = è
un caso se c'indovina; per càs = per
caso, a caso.
1) Ogni cosa che succeda ; on beli
eus = un bel caso; on cds straordinàri
= un caso straordinario. Avverbialm.
accennando a cosa che possa succedere;
in càs de màlàtla = in caso di ma-
lattia. Anche per el càs = per il caso;
■per el càs d' on bisdgn = per ilcaso di
un bisogno ; in tttti i càs = in ogni
caso, in tutti i casi, in qualunque modo
la cosa stia, qualunque cosa succeda;
rfiso mài., ài ctls = caso mai, al caso;
ve per càs = se per caso: modi avverb.
qualora, so mai, se il caso si desse.
2) Ad indicare lo stato, la condizione
lo circostanze particolari, in cui una
persona si trova; in del -voéter cUs àvà-
13
ria faa isièss tinca mi = nel vostro
caso avrei fatto lo stesso anch'io.
3) Fatto di un genere determinato
che ha i caratteri propri e a cui si de-
vono applicare le regole stabilite per
tutto il genere; ctis de colèra, de và-
ro&ul, de tifo = caso di colera, di vainolo,
di tifo; ctLs de cosciènsa = caso di co-
scienza.
4) l'è el càs, l'è minga el càs = è
il caso, non è il caso. Nelle circostanze
di cui si parla è o non è opportuno.
5) no vèsegh ctls = non esserci caso.
Xon esserci modo, verso, possibilità
che una cosa succeda.
6) fa ctls = far caso, far meraviglia,
dar da pensare.
7) fàgh ctls = far caso di una cosa,
dargli importanza.
8) mètt el ctls = mettere, porre caso
0 il caso, suppoiTC che...: d'onde lo
scherzevole modo puta metèmm on càs
nello stesso significato.
9) vès8 ài càs 0 in càs = essere in
grado, poter fare, avere tutto ciò che
occorre per fare.
10 no ghe n^ìià né in ne nos^ né in
diiil càs = è un pezzo di carne cogli
occhi, è un via là via loro; di uno sci-
munito. Il dettato nostro trae dalle voci
latine dell'orazione domenicale et tenos
inducas. A chi ne regala quel dettato
si suol spesso rispondere : boria gid,
rompet el tids = casca e rompiti il naso.
casa,* s. f. = casa. Vedi cà.
1) Si usa specialmente per indicare
tutto un parentado e abbraccia anche
gli ascendenti fino allo stipite comune ;
casa rf' Ailstria, casa Savoia = casa
d'Austria, casa Savoia ; el nòmm, el
decQr dèla casa = il nome, il decoro
della casa.
2) casa de comèrcio = casa di com-
mercio.
3) el par sèmper die ghe boria là casa
in eoo = par sempre che gli caschi la
casa addosso : sta sempi'e in paui'a per
ogni disastro.
4) vegni per casa = venir per casa.
ò) rèse de casa = esser di casa :
avere molta dimestichezza e famiglia-
rità in casa.
casa,* s. f. = cassa : recipiente per lo
più di legno segato e a facce piane
commesse a amgolo retto e là superiore
- 194 -
da alzarsi e abbassarsi; serve a tenerci
e a trasportar roba, specialm. fragile.
1) casa de ìiiòrt e assol. ctLsa = cassa
da morto e assol. cassa : quella dove
si chiude 11 morto.
2) Ogni arnese simile che contenga
un altro ; ona ctbéa de vìn = una cassa
di vino.
3) là cMa del cembol = la cassa del
pianoforte : la tavola armonica, il corpo
sonoro di quell' i strumento.
4) là ctLsa de Voroldgg = la cassa
dell'oriolo : il guscio che tiene il mec
canismo.
5) Mobile con cassette e ripostigli
per danaro, valori : e per estens. la
stanza d' un amministrazione dove si
fanno i pagamenti.
6) tiber de cMa = libro di cassa : il
libro dei pagamenti e delle riscossioni.
7) àndà in d' dna ctbéa e tornti in
d'on bàiill = andar vitello e tornar bue :
viaggiare senza imparar nulla da quanto
si vede.
8) ct^sa del pàétiss = crostata : quella
fatta di pasta che racchiude il riso, la
frutta, ecc., dei pasticci.
9) fond de casa = fondo di bottega.
10) bau cttsa = chiedere danaro.
càsàbànch, s. m. = cassapanca : cassa
da servire anche a uso di panca, ge-
neralm. di stile antico.
càsàca,* s. f. = casacca : specie d'abito.
1) volta càstLca = fig. voltar casacca :
mutar partito, specialmente per apo-
stasia.
càsàchìu,* s. m. = casacchino, dim. di
casacca : specie di giubbetto di panno,
si usa specialmente pei bambini e per
le donne.
càsàlingh, agg. = casalingo : che sta vo-
lentieri in casa e si occupa deUa casa;
anche che è adatto alla casa o é fatto
in casa.
càsàna, e. f. = casata : per famiglia no-
bile, tutte le famiglie del medesimo
parentado.
càsàsS; V. rifl. = accasarsi, metter su
casa: specialm. quando si prende moglie.
càscàda^ s. f. = cascata : di una caduta
d'acqua in un fiume e anche dei tor-
• renti di montagna che precipitano a
picco.
càscàinpètt, s. m. = picchiapetto : pen-
zolo d'oro 0 d'argento, ed ogni orna-
. mento che, appeso alla catenella, ricade
sul petto, piu'chè non sia né croce, né
oriuolo. Vedi brelòcch.
càscàmm, s. m. pi. = cascami, rigaglie :
nome collettivo della sinigheUa, dei
bozzolacci, che non sono vera seta.
1) I ritagli e gli avanzi di checches-
sia, come del falegname, del calzolaio
e sim. che ormai non servano quasi piìi.
cascamòrti * s. m, = cascamorto : nella
locuz. ; fa el càscànidrt = fare il ca-
scamorto : stare d' intorno ad una donna,
guardandola con un'espressione di te-
nerezza languida e affettata.
càsciàj v. alt. = cacciare.
1) Mandar via, far uscir da un luogo
minacciando e anche usando la forza ;
l' hoo càscicM foRura de cà = l' ho cac-
ciato fuori di casa.
2) Scacciare : càscia vìa i bruti
pensér = scacciare i brutti pensieri.
3) Metter dentro, far entrare per
forza ; * han càsciaa in preson = li
hanno cacciati in prigione : ovvero con
poco garbo, con poca convenienza ; el
càscia i mtin de per tìltt = caccia le
mani da per tutto.
4) Balestrare : fig. mandare uno che
non se 1' aspetti e con suo disagio a
stare in un paese diverso e lontano ;
m'han càsciaa in Sicilia = m' han
balestrato in Sicilia.
5) càsciti già = ingollare, trangu-
giare.
6) càscia §ii = rampognare, rim-
brottare, sgridare.
7) càsciti fceura = piolare : di grani,
semi, ecc. ; cominciare a germogliare.
8) Incalzare : fare urgenza.
9) Estendere : delle radici delle piante
quando si sviluppano e crescono rigo-
gliose.
10) Rendere : di fuoco ardente ; là
càèèta là càscia tròpp = la cassettina
rende troppo.
11) Spicciare : di botti, e sim. che
gittano forte.
càsciàbàll, s. m. = ciancione, chiac-
chierone; anche sballone : chi le sballa
grosse.
càsciàciòd, s. m. = cacciatoia : ferro
per cacciar bene addentro i chiodi ed
anche per cacciarli fuori.
càsciàcuni, s. ?ìi. = cacciatoia : termine
di tipografia, ferro a conio che serve
per sti'ingere od allentar le forme.
càscìàda, s. f. = gettata, germoglia-
cas
— 195 —
mento : delle piante, delle radici che
si sviluppano e crescono con rigoglio.
càscìàuàS) s. ni. = ficcanaso, entrante :
chi si impiccia e indiscretamente nelle
faccende degli altri.
càsciàss, V. rifl. = ficcarsi ; càsciàss
on dìt in d'ori ceucc = ficcarsi un dito
in un occhio.
1) Cacciarsi, càsciàss in del eoo =
cacciarsi, ficcarsi in capo o in testa :
imprimersi beno e anche ostinarsi a
credere o a volere.
2) Entrare, facendo qualche sforzo,
e dove non si dovrebbe, e anche tanto
da non esser visto ; el s'è càsciaa in
là fòla = si cacciò nella foUa : di per-
sona 0 cosa che non si trova ; dòe te
se ctLscet tiitt el di che te ée véd mài ? =
dove ti ficchi tutto il giorno che non
ti si vede mai?
3) sàvi nò dòe càsciàés = non sapere
dove ficcarsi : di persona che fa di tutto
per non esser veduta.
4) càsciàsé in d'on àfàri = cacciarsi
in un affare: entrarvi per forza o con
poca previdenza.
5) càsciàés de per tiitt = ficcarsi per
tutto : di chi, senza esser cercato, si
introduce nelle case, compagnie e sim.
con fine di interesse.
6) Accorarsi, crucciarsi, appassio-
nai'si, accasciarsi : sentir vivo dolore,
quasi ascoltarlo troppo, abbandonarcisi.
7) el primm che è' è càsciaa V è
mòrt = il primo che si accorò è morto :
per diro che è meglio non accorarsi
delle cose di questo mondo.
8) te se càsct ? = modo volgare per
dire: non intrigartene, non occupartene ;
j.ciò non ti spetta.
9) mi me ctisci ! chi casca, casca !
in segno di indifferenza, talvolta affet-
tata, per le disgrazie degli altri.
10) casciàsen minga = imbubbolarsi ;
non curarsi ; non cui'arsi di cosa o per-
sona, tenerla per nulla.
càscìàTit, s. m. = cacciavite : piccolo
istrumento di ferro da stringere le viti
e allentarle.
1) Si chiama volgarmente càsciàvìt
anche il cappello del prete.
.càscìn, s. m. = bracchiere : chi guida i
bracchi ad appostar la selvaggina.
càscmìr, s. m. = cascimirra, casimirra :
sorta di stoffa per panni, da Cascemir
nome di un regno asiatico.
càscnè, s. m. = golettone : lo stesso che
sciarpa, ma più fine ed elegante. Dal
frane, cache nez.
càsee, s. m. = caciaio : chi fa il cacio.
1) Caciaiolo : chi lo rivende.
càsegriaa, s. m. = casamento : casa piut-
tosto grande con parecchi quartieri.
càséla, * s. f. = casella : ogauno degli
spazi compresi tra piii linee verticali
tagliate da altre orizzontali, nei libri
dei conti.
1) Anche gli scompartimenti di una
cassetta o altro mobile per tenervi og-
getti che non devono mescolarsi.
2) Manellino : ogni fascette della fra-
sca dei bachi da seta.
3) Il covone di lino, prima che sia
raccolto.
4) Colletta : ogni buco nei favi degli
alveari.
5) vègh càsula = essere appaltato alla
posta delle lettere.
6) fa càsèla = far Casina : de' bam-
bini che siedono contornati di sedie
cosi da parer loro d'essere più sicuri e
quieti.
càselàut, s. m. = guardia : V uomo che
ha in custodia un tratto di strada fer-
rata. Vedi càntouér.
càsèll) s. m. = bottino.
1) Steccato del fornello dove allogasi
la caldaia per fare il cacio lodigiano.
2) Casotto : quello che serve di ri-
covero e talvolta anche di casa alle
guardie delle sti'ade ferrate.
càsér, s. m. = cassiere : chi tiene la
cassa dei danari. Il femm. càséra.
càséra, s. /".= caciaia, formaggeria: luogo
dove si ripone il cacio per venderlo.
1) Cascinaia: la moglie del cascinaio.
2) Caciaia: la donna pratica del far
cacio.
casèrma, * s. f. = caserma : fabbricato
per alloggiarvi soldati e qualunque edi-
fizio che serva anche temporaneamente
a quell'uso.
càsermér, s. m. = custode di caserma.
càsèta, * s. f. = casetta, dim. e vezz.
di casa.
càsèta, * s. f. = cassetta, dim. di cassa.
1) Specie di scatola dove si mette
per qualche fenditura qualcosa per le-
varlo a comodo ; là càéèta di lèter =
la cassetta delle lettere.
2) Arnese da tenerci il foco con co-
perchio e ribalta bucherellato e rico-
cas
- 196 -
cas
perto a volte con una rete d' ottone ;
le donne 1' adoprano per scaldarsi i
piedi. Anche: cassettina.
3) càsètt de fior = cassette da fiori:
dove si tengono invece dei vasi. Si
dice anche de' piedi grossi e gi'ossola-
mente calzati, quasi somigliassero a cas-
sette da fiori. In tale significato anche
càsètt de pàmporsìn. Chi ha tali piedi
dicesi : ben piantato.
4) càsèta di lègn = camminiera : cas-
setta con ribalta per tenervi i pezzi da
ardere al caminetto.
5) Botteghino : armadietto de' pic-
coli merciaioli ambulanti che essi por-
tano appeso dieti'O le spalle.
6) Quel tanto che uno ha da spen-
dere indipendentemente dall'andamento
generale degli affari di famiglia, sociali
e sim ; spend de là eoa càèeta = spen-
dere della propria cassetta particolare.
càsetèra, s. f. = scannello : specie di
stipo 0 armadio da riporvi scritture o
altro.
càsetìiia, * s. f. = cassettina : sottodim.
di cassetta.
càseton, s. m. = cassetta : recipiente che
consiste in un piano con quattro sponde
che si incastra in un mobile e si tira
per levare o metter robe.
càsètt, * s. m. = casette, dim. e vezz.
di caso.
1) càsètt mir^bil = diciamo di chi
per qualche verso è ridicolo.
càsètt, * s. m. = cantera, cassetta ; i
càsètt del ciimo = le cantere del canterale.
1) Tiretto, cassetto, cassetta piccola.
2) Cassetta : quella parte della car-
rozza dove siede il cocchiere.
càsìii, * s. m. = casino: casa di cam-
pagna piuttosto elegante.
1) Luogo dove si riuniscono persone
civili con stanze di lettura, conversa-
zione, gioco e altri divertimenti; càstn
di ndbil, di negositlnt = casino dei no-
bili, dei negozianti.
2) Una combinazione del gioco del
biliardo, per cui una paUa o tutte e
due toccano il pallino.
Casina, s. f. = cascina: prato con stalle
e un fabbricato annesso dove si fa il
formaggio e il buiTO.
1) Casale : mucchio di piccole case
in campagna.
2) Capanna, pagliaio : specie di tet-
toia, le più volte sopra la stalla.
3) Iperb. biccicucca : casa piccola e
di meschina apparenza.
càsìnàtt, s. m. = cascinaio : abitatore di
cascina.
càsinèll, s. m. = cascinello : nei ca-
panni camperecci di legno e paglia
chiamasi così tutta quella soffitta che
li tramezza per dare posto al fieno.
casinòtt, s. m. = capanotto, pegg. di
cascina.
càsiroenla, s. f. = cazzai'ola e casserola :
arnese da cucina per cocerci gli umidi.
càsoeùla, s. f. = cazzola, mestola.
1) Arnese con cui il muratore prende
la calcina e la sbatte sul muro dove
ha da attaccare.
2) Vivanda fatta mescolando più
cose, e specialm. carni di porco con
verdure di varie specie. Non usa in
Toscana.
càsòn, * s. ni. = casone, acci', di casa :
casa molto grande, ma non bella.
1) Burraia : stanza nella quale si fa
il cacio e il burro.
càsòn, * s. m. = cassone : accresc. di
cassa.
1) Frullone : quello in cui sta il bu-
ratello.
càsotà sii, V. att. = cazzottare : dar caz-
zotti .
càsotèll, s. m. = capannuccia, dim. di
capanna.
1) càsotèll di p&i = casotto dei polli.
càsòtt, * s. m. = casotto : torricella di
legno 0 murata, aperta davanti, da
starci un uomo in piedi.
1) Capanno : quello dove sogliono i
contadini stare a guardia del fieno, e
anche piccolo riparo di frasche o di
paglia nelle tese dove si nasconde l'uc-
cellatore.
càsòtt, s. m. = cazzotto, scapelotto: colpo
dato altrui col pugno chiuso e sotto-
mano, anche a mano apei-ta.
caspi, s. m. = stretta, stretto : quanto
vino il torchio spreme in una volta.
càspita, esci. = cappita, cappiterina, cap-
piteretta : esclamazione di meraviglia.
Dicesi anche, ma piìi efficacemente
ciòsca.
càstàn, s. m. = castagno : albero da
frutto : castanea vesca.
1) Il legno del castagno.
2) color cààttin o càstdn = color ca-
stagno 0 castagno : simile a quello della
barba e degli occhi dell'uomo; càstdn =
cas
- 197 -
cat
agg. si dice di chi ha i capelli color
castagno.
3) càètàn d' India = castagno d'India,
ippocastano ; aescidus hippocastanum.
càstànìl, s. m. = castagneto : luogo sel-
vato a castagni.
càstègrna, s. f. = castagna : il frutto del
castagno ; eàstègn pèét = castagne sec-
che, marron secchi, })iii com. anche
vecchierelle : fatte prima seccare nel
seccatoio e poi sbucciate e mondate
della pelliccia o sansa.
1) farina de eàstègn = farina di ca-
stagne, e più com. farina dolce, farina
neccia.
2) càètègna à lèse = ballotta : casta-
gna lessata colla buccia.
3) ona fila de eàstègn = una resta
di castagne.
4) eàstègn crodiroeul = castagne ca-
scaticce : quelle che cascano da se dal-
l'albero.
5) eààtègn che s'cidpa in l' àeqim =
castagne colatie.
6) càstègna éetembrìna = castagna
primaticcia.
càstegruàtt, s. m. = castagnaio : che vende
le castagne.
càstegriioeùla, s. f. = castagnola : pallot-
tola di carta legata a più doppi con
spago e piena di polvere pirica.
1) Peretta, pallottole a spunzoni che,
poste sulle groppe ai cavalli, li stimo-
lano al corso.
2) Castagnetta, nacchera : ognuna
delle due assicelle interposte fra le dita
e fatte sonare dai ragazzi come un
tambui-o.
3) ^ eàstegno?ul, pi. = le manette :
strumento con cui gli agenti di polizia
stringono le mani della persona arre-
stata. E però più usato i mànétt.
càstèi, s. m. pi. = cappe, capanelle :
mucchietti formati ciascuno di quattro
noccioli, noci, castagne o sim., nei quali
si tira giocando a noccioline o a nocino.
càstelètt, * s. m. castelletto, dim. di ca-
stello.
1 ) càstelètt de disi = telaio : ordigno
dei legatori di libri per unire i fogli
da rilegare.
2) Cappa. Vedi càstèi. Se il muc-
chio è di due noci: galletto.
Càstèll, * *'. m. = castello : vasto edifìzio
a uso abitazione con avanzi di antiche
fortificazioni, torri, mura, ecc.
1) fa i càstèj in ària = fare ca-
stelli in aria.
2) irà in eàstèll = mettere in ca-
stello : mangiare.
3) el eàstèll de V ingùria = la parte
centrale del cocomero levata con un
tubo cosi che se ne leva un cilindro.
Non tagliano così il cocomero in To-
scana. I Veneziani dicono : cuore.
càstigàmàtt, * s. m. = castigamatti,
conciateste, castigapazzi.
càstóu, * s. m. = castone : parte del-
l'anello nella quale è legata la pietra.
castra, v. alt. = castrare : levare all'ani-
male parte degli organi della genera-
zione, per cui è incapace a riprodurre
la specie. Dell'uomo : evirare.
càstraa, s. m. = castrato, castrone morto :
agnello castrato, macellato per servir
da vivanda.
càsfipola, * s. f. = casipola, casupola :
casetta misera.
càsìiràda, s. f. = mestolata : quanta roba
entra in un mestolo.
càsiiréra, s, f. = mestola : arnese con
cui si schiuma la ricotta bollente e la
si leva dal siero.
càsiiroii; s. m. = mestolone, palettone,
anatra selvatica, fistione ; anas cly-
pcata = uccello acquatico. Anche cà=
siiròtt.
càsiiii, s. m. = mestolo, romaiolo : cuc-
chiaio grande di legno.
1) àvè màngiaa el giildìsi coni el
càsiiit = avere il cervello sopra la ber-
retta, 0 nelle calcagna, o nelle gomita :
aver poco senno.
2) fa el càsilii = far greppo : dei
bambini quando vogliono cominciare a
piangere.
3) à s'cèpa càSilil = a rotta di collo,
modo avverb.
4) Guscioni : le castagne vuote e
concave che si trovan talvolta nel riccio.
càtà) V. att. = acchiappare : cogliere uno
all' improvviso, dove si crede più si-
curo. Anche: cogliere, staccar dall'albero.
càia (vàtel à) = indovinala grillo : in-
dovinala se puoi.
càtàbréga, s. f = bolli, bolli, parapi-
glia : confusione di gente, chiassosa.
càtàdòr, s. m. = coglitore : chi coglie o
raccoglie frutti.
càtàfàlch, * s. m. = catafalco : ediflzio
di legname contornato di ceri pei fu-
nerali. ;
cat
— 198 —
cay
1) Per celia cerimonie, complimenti.
càtàf ìgh, s. m. = brocca : lunga canna
fessa da coglier fichi.
1) Arnese per raccoglier la cera che
sgocciola dalle candele e dai ceri in
chiesa.
càtàlogh,^* s. m. = catalogo : registro
in cui con un determinato ordine son
descritti i nomi di più cose congeneri.
1) mètt à càttlogh = catalogare :
iscrivere cose congeneri nel catalogo.
càtànàj; s. m. = canchero : di arnese o
strumento qualsiasi sconquassato e che
non faccia al bisogno.
càtàràta, «./". = cateratta : cecità di-
pendente da un umore che vela il cri-
stallino dell'occhio.
Càtàroeù; s. m. = corbellino : panierino
di vimini a bocca dentata fermato in
cima d'una sottile asta, serve a cogliere
frutta e specialm. quelle in vetta e che
non si possono abbacchiare. Qualche
volta si fa anche di latta.
càtàster, s. m. = catasto : libro in cui
sono descritti i fondi stabili del paese,
colle necessarie indicazioni.
càtàstrin, s. m. = catastino : 1' estratto
del catasto riguardante ogni singolo
fondo.
càtà su (dà via dì) = andare per darne
e toccarne : far come i pifferi di mon-
tagna.
càtedra, * s. f. = cattedra : il luogo dove
sta il professore a far lezione.
1) mètes in ctttedra = impancarsi a
professore.
càterineta, s. f. = vaccuccia : magra
vacca da macello.
càterinètt, s. m. = pappi : lanugine del
seme di alcune piante, la quale al mì-
nimo soffio svolazza.
càterinin di costàioeur = la secca, la
morte secca, la morte. Volgare.
càtiv, * agg. = cattivo : che non ha buone
qualità: detto di pers. d'animali e di
cose. E il contrario di bòn.
1) D'animali vale sempre con visi
bratti che non ci si può fidare.
2) Di strada : che ci si passa male.
3) Di libri, leggi e sim. vale mal-
fatti, 0 pericolosi.
4) càtiv sègn = cattivo segno : che
non da buon indizio.
5) vègh càtiv éttngu coni min = aver
cattivo sangue contro uno : averci av-
versione.
6) càtiv umor = cattivo umore : es-
sere inquieto, nervoso.
7) cdtìv temp = cattivo tempo : pio-
voso 0 in qualunque altro modo di-
sturbato da intemperie.
8) càtiv moment = G&ttìvo momento,
non opportuno.
9) mar càtiv = mare cattivo : in
burrasca.
lOj oeitce de càtiv = occhio bieco.
11) fa deventà càtiv = incattivire :
far divenir cattivo ; provocare ad ira.
càtivéria, * s. f. = cattiveria : azione da
cattivo, da birba.
1) La qualità e natura di cattivo :
anche cattivezza.
càtòj, s. m. = gattabuia, catorbia : la
prigione.
càtdlega, (bàtt là) = andare all' accat-
tolica, andare accattando.
càtòlich, agg. = cattolico: della religione
cristiana romana.
1) Sost. , chi professa la religione cat-
tolica.
càtràmm, * s. m. = catrame : specie di
resina che si cava dagli abeti e dai pini.
1) Quell'avanzo nero nella distilla-
zione del carbon fossile per l'illumi-
nazione.
càtt ! esci. = caspiteretta ! caspiterina !
càiisa^ * s. f. = cagione, causa, ciò che
produce un effetto ; quél fiostù l'è staa
là colisa dela riiìna de so pàder = quel
figliuolo è stata la cagione della rovina
di suo padre.
1) in càiisa de... a cagione di... ac-
cennando quello che è stato la cagione
del male.
2) per càiisa tóa, mia, nòstra, ecc.
= per cagion tua, mia, nostra, ecc.
3) àocàtt di càiis pèrs = avvocato di-
fensore delle cause cattive.
càiità; V. att. = far cauzione, cantare, as-
sicurar di non iscapitare.
1) càiltàsà = rifarsi, riscattarsi, pre-
venire ogni danno proprio con cauzione.
càv, s. m. = conca, fossetta: quella con-
cavità che ha il cavai vecchio sopra le
sopraciglia.
1) Cavo: cavità naturale o artefatta.
2) Posso, gora: canale per cui si cava
l'acqua dai fiumi o si riceve di dove
che sia per far andar molini o altre
macchine.
càra^ * s. f. = cava, miniera : luogo da
cui si cavano i minerali e i metalli.
cav
-199 -
CET
1) Fiosso: la maggior incavatura dal
lato interno del piede.
cava,* V. alt. = cavare, prender fuori mi-
nerali 0 metalli da una cava.
1) Levai'e, toglier fuori qualche cosa.
Si dice dei denti , dei guanti, delle
scarpe.
2) càvtL el càpèll = levarsi il cappello.
3) Attingere; dell'acqua : prenderne
via la quantità occorrente agli usi do-
mestici, da pozzi e cisterne, dalla fonte,
dal fiume-, cava l'acqua àia tromòn =
tirarla su, (non attingerla).
4) Di vino, cavarlo dalla botte, dal
tino.
càTàbiisción, s. m. = cavatui-accioli, ca-
vatappi, cavastopacciolo : ordigno con
cui si sturano le bottiglie,
càràda, * s. f. = carata: la dote di clii
sa da un istrumento cavar tutto e bene
il suono.
1) Scappatoia: sotterfugio o scusa per
trarsi fuori da qualche impiccio.
càTàdént, s. m. = cavadenti, dentista in
senso un po' spregiativo.
càvàdin, s. m. = cavaino: specie di ta-
naglia con cui si tengono saldi i ferri
noi fabbricarli.
càyàdina, s. f. = scappatella, scappatoia,
scappavia; di discorso specialmente.
càvàdór, * s. m. = cavatore : colui che
cava la seta.
càvàdóra, * s. f. = palancola: tavola sulla
quale sta il renaiuolo a cavar la sabbia
e la ghiaia.
1) Ferro da cavar le forme dalle
scarpe.
càyàgn, s. ni. = paniere, canestro, cesto:
arnese per lo più di vimini, con ma-
nico da tenervi e portar entro robe.
cavagna, s. f. = canestra, canestro: re-
cipiente di vimini o strisce di legno
intessute, più largo che fondo, con due
staffe dalle parti che servono da ma-
nichi.
1) in versee chi vdsa pilsee là cava-
gna l'è sóa = fra gli ineducati la ra-
gione è di chi grida di più.
càvàgnàda, s. f. = canestrata: quanto ne
può entrare in un canestro o in una
canestra.
càvàgnàtt, e càvàguee, s. m. = panie-
raio, canestraio: chi fa e vende cane-
sti'i, canestre, ecc.
càvàgnèta, s. m. = canestruccio, dim.
di canestro.
càyàgnin, s. m. = canestrino, dim. di
canesti"0.
càvàgnoeù, s. m. = panierino, canestrino,
dim. di canestro, di paniere.
1) ógni fèoeu el nasi coni el càvà-
gnoeu = ogni figlio, nascendo provvede
all'abbondanza.
càvàgnoeùla, (giiigà ala) = fare a ca-
vagnola: specie di biribisso. Gioco che
si fa con pallini, numeri e figure.
càvàgnorìn, s. m. = canestrettino, pa-
nieruzzolo. Sotto dim. di càvtLgn.
càvàgiiòtt, s. m. = canestrone. Accresc.
di càvtLgn.
cavala, s. f. = cavalla: la femmina del
cavallo.
càvàlànt, s. m. = cavallaro, barocciaio,
corriere. Chi conduce carretti e cavalli.
càvàleeji s. m. = baco da seta. Vedi bi-
gàtt.
càvàlètt, s. m. = cavalletto, capretto,
trespoli: serve a molti mestieii: al bot-
taio, ai negozianti di vino, fornaciai,
venditori di legna, ecc.
1) Nei carrettini specie di bilico a V,
per reggere in bìlico il carro senza ca-
valli.
2) Cavalletto o leggio da pittori, quello
sul quale i pittori posano le loro tele
per dipingervi.
3) Panca: arnese su cui si lavorano
i pettini.
4) Ciascuno dei sostegni di ferro su
cui posano le assi del letto , sulle quali
si pone il pagliericcio.
5) Fattorino: ferro dentato che regge
la punta dello spiedo.
càvàléta,* s. f. = cavalletto, torto, in-
ganno, sopruso, ingiustizia.
àcvàlètòn, s. m. = pietica : ordigno di
che si servono i venditori di legna per
segare pedali, toppi, ecc.
càvàliér,* s. m. = cavaliere: chi è insi-
gnito d'una croce di cavaliere.
1) càvàliér sèrv'ént = bracciere : chi
accompagna una signora, dandole il
braccio per occasione, o meglio abi-
tualmente.
2) càvàliér del dént = cavaliere del
dente: per celia chi fa lo scroccone, chi
uccella a cena o a desinare.
3) càvàliér d' indÈMria = cavaliere
d' industria ; truffatore, baro.
càTàlin^ s. m. = cavallino, dim. di ca-
vallo e vezzegg. cavallo piccolo e gra-
zioso.
car
- 200 -
cav
1) gitigà à càràlin = lo stesso che
giocare a campana e maii;ello. Vedi càiu*
pana. 17).
2) giiigà à pimpììi, càvàlìn = fare a
pimpino cavallino, a mona luna. Indo-
vinare in qual mano è nascosto un og-
getto dicendo: pimpin càvàlìn, sòta ài
pee del tàolln, pan pòss, pan frèsch,
induina che l'è quèét. Oppure pimpin
càvàlìn, acqua calda, tLcqua fregia Un
ti quèst, dàmm à mi quèét. Oppure
pimpin càvàlìn coni tré etera de mo-
lìn, 2}dn*cdld, pidn frèsch, tén ti quèst,
dàmm à mi quèst. Oppure pimpin cà-
vàlìn, va à tceiì l'acqua ài fontànìn,
va à tocil l'acqua a là fontana, jnm-
pìn Mariana. I Toscani dicono: pero,
pero, dimmi il vero, non mi dire una
bugia, bada ben che questo sia.
càràlina, s. f. = cavallina, dim. femm.
di cavallo.
1) giiigtl à là càràlìna = fare a porta
ragazzo.
càràll; * s. m. = cavallo; equus caballus;
quadrupede domestico che serve a molti
usi dell'uomo.
1) cavali che tra = cavallo che cal-
citra; che filàa el cim = che fa il salto
del montone.
2) cavali che g'hà là pitLga del spe-
rmi = cavallo travagliato dalla spronala.
3) cavali che va bhi de contràpttss
= cavallo ambiante.
4) cavali ombriòs = cavallo che ha
ombra.
5) cavali de pàisàn = cavallo da cam-
pagna.
6) àndtL à cavali = cavalcare, mon-
tare a cavallo.
I) el cavali el fa de màtt= il cavallo
imbizzarisco.
8) vèss nò ti cavali del Ohinéla =
non essere l'asino marrone ; quel che
fatica maggiormente nel tirare il carro.
9) vegnì giò de cavali = scavalcaro,
scendere da cavallo.
10) stti à cavali = stare accavalcioni,
accavalciare : sedere inforcando colle
gambe la cosa sulla quale si siede.
II) vèss à cavali fig. = essere a ca-
vallo, a posto: esser giunto al proprio
intento, averne il vantaggio.
12) à cavali donaa no se ghe guarda
in hòca (Vedi bóca, 31).
13) spHa cacali che l'èrba là erèsa
= aspetta, cavallo, che l'erba cresca:
quando ci prometto n vantaggi che ver-
ranno assai tardi.
14) cavali di càlsòn = scoscio, fondo,
incavatura tra le gambe dei calzoni.
15) cavali de scòca = cavallo a don-
dolo: quello di legno su cui montano
i ragazzi e vi fanno come un' altalena.
16) Pezzo grosso nel gioco degli
scacchi.
17) cavali déla nòs = anima: lami-
netta legnosa e pieghevole che sta fra
gli spicchi del gheriglio.
càTàlòn, s. m. = cavallotto, accresc. di
cavallo.
1) fa el càvàlòn = giocai'e al cavallo:
dei bambini che si fanno trottar sulle
ginocchia.
càràmàcc, s. m. = smacchiatore: chi to-
glie le macchie agli abiti e alle stoffe.
cavasela, v. neutro = battersela, coglier-
sela, pigliar le gambe, sgabellarsela.
1) Uscirne, eludere, evitare scaltra-
mente un obbligo.
càvàstàchètt, s. m. = cavabullette: strum.
riflesso in ima parte ad uso di levar
bullette.
càvàstòpa, s. m. = cavastoppa : arnese
di ferro col quale si estrae la stoppa
dalla cannella di una botte.
càvàstràsc, s. m. = cavastracci: piccolo
arnese di ferro acconcio ad aggrappare
lo stopacciolo e levarlo fuori della canna
senza sparare il fucile. Coi fucili di
nuovo modello disusa.
càTàstrivàì, s. m. = cava-stivali: arnese
per aiutarci a levare le scarpe.
càvàsttddr, s. m. = stregghia: arnese di
ferro dentato con cui si fregano e ri-
puliscono i cavalli.
càredàgua, s. f. = capitagna: testata di
un campo che si ara per traverso.
càvédeii, e càresàl, s. m. = cavedino,
cavedano, cavezzino; cyprinus capito;
pesce d'acqua dolce.
càvelàss, v. rifl. = incrinare : delle sto-
viglie che fanno screpolature sottilis-
sime.
càTèll; s. ni. = capello. Plur. càvèi = ca-
pelli: i peli che rivestono la parte po-
steriore e superiore del capo.
1) fin come on càvèll = fine come un
capello, finissimo.
2) drisàss in pee i càvèi = arriciarsi,
rizzarsi i capelli. Per orrore, racca-
priccio, spavento.
3) Per gran numero, quantità; el g'hà
car
— 201
cav
ptiéee dèbit che càvH = ha più debiti
che capelli.
4) tegnì vùn per i eàvH = avere,
metter le mani nei capelli a uno.
5) mUes i man in di càvH = met-
tersi le mani nei capelli.
6) ciàpàès per i càvH = accapigliarsi,
azzuffarsi, darsele, ma con più ramore
che altro: frase solita quando si com-
bina un acquisto; se eiàpàrèmm minga
per i càvèi = al momento di definir l'af-
fare non litigheremo.
7) Anche tiràss per i eàvH = tirarsi
per i capelli. Trattare, dibattere le con-
dizioni d'un contratto sforzandosi ognu-
na delle parti di ottenere patti più van-
taggiosi.
8) tocti ntinca on càvèll à vùn = non
torcere un capello a uno, non fargli il
più piccolo dispiacere, la più piccola
offesa.
9) vèghen fm desoràvìa di càvèi =
averne fin sopra i capelli. Di pers. e
di cose, esserne sazio, stufo.
10) per i cinqu càvèi o per i cìnqn
= all'altra! mancò poco, è mancato poco;
rèse per ì clnqit càvèi = staro, essere
a un dito, a un pelo, a un capello.
11) i càvèi = la capigliatura; eoo de
càvèi = capigliatura folta, abbondante.
12) fàss tàià i càvèi = farsi i ca-
pelli.
13) càvèi rirniés = capelli posticci,
finti.
14) on filsoeil de càvèi = una cioc-
chetta di capelli.
càvèss, s. m. = scampolo : un pezzo di
tela 0 di stoffa non molto lungo.
1) Agg., ravviato, ordinato.
càvèsà V. att. = ravviare, ordinare, ras-
settare.
càvèsa, s. f. = cavezza: parte della briglia.
1) tegnì àia càvèsa = tenere a ca-
vezza: tenere in soggezione con rigore.
càvèsàda, s. f. = ravviamento, rassetta-
mento: il ravviare, il rassettare.
càyèsoeù, .s. m. = scampolo: l'ultimo pezzo
che resta di una pezza già tutta ven-
duta.
cariai,* s. m. = caviale : sorta di vivanda
fatta con ova di pesci di mare.
càrice, s. m. = cavicchio, cavigliuolo,
beccatello: ognuno dei pinoli dei capel-
linai e dogli attaccapanni.
1) càvicc ingèsaa in del mùr = zin-
gonceUo, beccatello; cavicchio piantato
nel mui'o.
2) vègli el càwtcc fig. = essere for-
tunato, aver molta fortuna.
3) Spillo: pernietto di legno con cui
si tura il forellino che si fa in qual-
siasi luogo della botte o del tino, per
assaggiarne il contenuto.
càvigree, s. m. = cavigliatoio: quella trave
a più cavigli, a cui i macellai i salsic-
ciai, e sim. appiccano i pezzi delle carni
macellate.
càvìgia, s. f. = caviglia : la parte sotto
il malleolo o la noce del piede.
càrig'iaa, agg. = affortunato: che ha molta
fortuna.
càvigioefila, s. f. = mastiolo tondo: nome
di quelle vitine colle quali si usa fer-
mare i cerchioni sui quarti delle rote
da carrozze ed anche assodar altre
parti.
càrigrióu, s. m. = cavicchiotto: accr, di
cavicchio.
1) Nato vestito, un fortunato, assor-
tito.
càvigioràtt, s. m. = colui che fabbrica
i mastioli (càvigiosùl).
Càrii del formentón, = barba, capelliera
del grano turco, quella nappa o ciuffo
di fili rossicci, capellifonni che escono
dalle glume della pannocchia e pen-
dono dalla cima di questa.
càrióii, s. m. = zazzerone, capelluto :
detto di chi ha abbondante la chioma.
càrolflor, s. m. = cavolfiore : hressica
caidiflora. Specie di legume.
càroriii, s. m. = Vedi càoriu.
càvra, s. f. = capra: animale domestico
che dà un buon latte : è la femmina
del capro o becco. Per enfasi ; sii de
càver = luoghi da capre, selvaggi, sco-
scesi, alpestri.
1) sàhà là ctxra e i vere = salvar
la capra e i cavoli.
2) Corrente di legno su quattro gambe
che formano come due V arrovesciati.
Serve a molti usi nelle arti e mestieri.
3) de càvra = caprino, di capra; làtt
de càvra = latte caprino.
càvree, s. m. = capraio: pastore di capre.
càrréta, s. f. = capretta, dim. e vezz.
di capra.
1) Maniglia, manico di sega grande.
càyrétt, s. m. = capretto, dim. di capro:
Il parto della capra non ancora spop-
pato.
cav
- 202
cer
1) Agnello ; quello che usano man-
giare i cattolici per Pasqua.
càTriàda, «./".= cavalletto: congegno di
tre travi, e altri legni, ordinati in trian-
golo verticale ; è parte principalissima
della travatura ed è posto a intervalli
nella lunghezza del tetto.
càTrioeù, s. m. = capriolo: animale sel-
vatico del genere dei cervi,
lì rèss àlégher come on càvri(BÙ =
essere molto allegro e vispo. Segnat.
dei ragazzi.
2) Viticcio: il liccio che è sulla cima
e lungo il tralcio delle viti, che s'at-
torciglia attorno ai sostegni.
càvriceùla, s. f. = vitalba; clematis vi-
talba; erba perenne.
càvrón, s. m. = capro, becco, il maschio
della capra.
cèj = étti in éiil per ce = stai'e sull'eti-
chetta, 0 sulla punta di forchetta.
cece, s. m. = sizerino; frin%,illa linaria.
V. càrdinàlìn cècé.
cèd, V. att. = cedere.
1) Darsi per vinto.
2) Rinunziare volontariamente a fai'
uso della nostra forza e del nostro po-
tere.
3) Confessarsi da meno.
4) Di malattie; là féver là voeùr min-
ga céd = la febbre non vuol cedere.
5) Di cosa che non resiste all'urto,
al peso.
6y Rilasciare senza interesse.
cédola, s. f. = cedola : breve obbliga-
zione verso un altro, dichiarazione, or-
dine 0 commissione.
cèdov, agg. = ceduo: di bosco, macchia,
selva, pianta ohe si taglia periodica-
mente.
cedraa, s. m,. = cedi-o candito: specie di
limone cotto allo sciroppo di zucchero.
celebra,* v. att. = celebrare: della Messa,
dirla.
1) Di feste pubbliche e private e del
matrimonio.
celebritaa,* s. f. = celebrità ; vèss dna
celebritaa = essere un uomo celebre.
celést,* agg. = celeste, azzuiTO : di co-
lore, simile a quello del ciel sereno.
céinbol, s. m. = cembalo, pianoforte :
istrumento a percussione che si suona
con una tastiera.
ceinbolin, s. m. = armonica: strumento
musicale con una specie di tastiera for-
mata per lo più di lastre di vetro, sulle
quali si batte con una bacchettina fles-
sibile che ha in cima una pallina di
sughero.
cemént, s. m. = cemento: specie di calce
che all'acqua indurisce.
cementa, v. att. = cementare ; unire col-
legare col cemento.
ceinpee, s. m. = Vedi centpee.
céns, s. m. = censo, censimento ; stati-
stica della popolazione.
censi, V. att. = censire : fare il censi-
mento.
cent, agg. num. = cento: num. cardin.
dieci diecine.
1) Per dir molto; te l'ìioo dìtt cent
vòlt = te l'ho detto cento volte.
centenee, s. m. = centinaio. Anche cen-
téna, s. f. numero di cento.
centfoetìj, s. m,. = millefoglie, millefo-
glio; achillea millefolium ; pianta pe-
renne.
centimbòca, s. m. plur. = avannotti,
unguanotti: nome collettivo d'ogni sorta
di pesci appena nati.
1) Pesce minutissimo che sembra di
latte. Anche giànchétt.
centpee, s. m. = centogambe, millepiedi:
insetto terrestre che ha molte gambe.
centràlìsà, * v. att. = accentrai-e; far
centro, ridurre al centro.
cèntro,* s. m. = centro: punto nel mezzo
del circolo equidistante da tutti i punti
della circonferenza.
1) La parte più centrale, più interna
di un luogo, di un paese e di una città ;
il punto dove si trattano più gli affari.
ce-ò-co, s. VI. = codone, minchione, rapa:
Uomo da poco e cervello grosso.
céra, s. f. = cera: la materia che serve
alle api per fare i favi.
1) Le candele 0 sim. fatte di cera.
2) Pece, stucco : mistura sulla quale
si applicano i pezzi da cesellarsi dall'ar-
gentiere 0 dall' orefice e simili.
3) Il viso nell'espressione nel colore.
4) vègh brUta céra e anche vèsé gid
de céra = aver colorettucciaccio, aver
mala cera.
5) là céra l'è bdna = la sopracaiia
è buona.
6) Di buona accoglienza ; fa céra =
far bon viso ; accogliere persone con se-
gni di gradimento.
7) on piàtt de bdna céra = un piatto
di buon cuore.
CeràTàll, s. m. = Chiai'avalle : nome prò-
cer
- 203 -
cer
prio di un paesello vicino a Milano
celebre per una bella Certosa.
cérca, s. f. = cerca, accatto : il chie-
dere l'elemosina; fraa dèla cérca =
frate accattone, cercante.
1) cérca! imper. verb. = busca ! Di-
cesi al cane da caccia.
2) Cerca, chiassaiuola : canale fatto
traverso ai campi per raccorrò e ca-
varne r acqua piovana.
cerca, v. alt. = cercare, chiedere.
1) Adoprarsi, metter cura per trovar
persone o cose che ci premono. Tanto
vedendoci quanto tastando.
2) Nel significato di chiedere si ag-
giunge volentieri sii; cerca sii = ac-
cattare, chiedere l'elemosina. Anche al
sost. el cerca su = l'accattonaggio.
3) cérca e che te cérca = frusta e
rifrasta: dì chi cerca molto.
cercària, s. f. = salamandra terrestre ;
Incerta salamandra: rettile di color
nero chiazzato in giallo, il cui apparire
è tenuto presagio di pioggia.
cercotà, v. att. = accattare, andare al-
l'accatto: frequentat. di cerca.
cercòtt, s. m. = cercante, cercatore : che
cerca con insistenza e per abitudine.
1) fraa cer coti = frate accattone, cer-
cante.
cèrcj^a, ceregàda, = s. f. = cherica,
chierica: la parte del capo che i chie-
rici tengono rasa.
ceregàìa, s. f. = chiericheria : per cel.
il complesso dei chierici ; molti chie-
rici insieme.
cèregh, cereg^hètt, ceregòtt, s. m. =
cherico, cherichetto, chericotto; aba-
tonzolo, abatuccio, abatucolo. Dispr. di
abate.
ceregliin, = fa i oeuv in cereghìn = af-
frittellare le ova, friggerle ; mm in
eereghin = ova al burro, al tegame.
cerìn, s. m. = cerozza, cera allegra,
gioviale. Anche bella, bona cera : dim.
di cera.
1) Cerino, candelina: anche fiammi-
fero, purché sia dei moderni fatti di
cera.
cerniéra, .5. f. = cerniera, mastietto ;
mastiettatara sottile di borse, tavolini
e sim.^ e serve per chiuderli ed aprirli.
ceroferàri, s. m. = vite : grosso cande-
labro, per lo pivi a spira, portato da
chierici in alcune cerimonie.
cerógin (càndél de), = candele steari-
che: depurate dal grasso.
ceròs, agg. = piacevole, ilare, gioviale :
che fa bona cera, bona accoglienza.
ceròta, s. f. = cerona : sembianza gio-
viale, aperta e indizio di buona salute.
ceròtt, s. m. = cerotto: composto far-
maceutico in cui entra per base la
cera.
cerùsegh, s. m. = chii-ui-go, chi professa
la chirurgia. Ora meglio ceriìsigh * ;
el piisee brtio ceriìsigh d'Italia, l'è el
Botìni = il più valente chirurgo d'I-
talia è il Bottini.
1) dotór vece e cer&segh gioin =
dottor vecchio e chirargo giovine : per-
chè operi meglio.
ceriisìa, s. /". = chirurgia : parte della
medecina piii specialmente delle lesioni
esterne e operazioni colla mano.
cerusìsca, s. f. = spianuccio : quadi-ato
da spianar la terra dopo la costeggia-
tara.
cèrt, * agg. = certo, indubitato.
1) vèss cèrt = accertarsi.
2) cèrt avv. = certo, certamente.
Anche certàmént.
certiflcaa, s. m. = certificato, foglio,
fede, attestazione in iscritto.
cèrto, s. m. = certo : per alcuna per-
sona 0 cosa indeterminata; el g'hà daa
cèrti pòlver che g'han faa ben come =
gli diede certe polveri che gli han fatto
benissimo.
Certosa, s. f. = Certosa: monastero di
Certosini e specialmente quelli di Pavia
e di Chiaravalle.
céry, s. m. = cervo : ruminante bosche-
reccio, con corna ramose, agilissimo al
corso.
1) corno de cèrv = polvere di corno
di cervo : si usa a ripulire oggetti di
metallo bianco.
ervèla, s. f. = cervello : qucsllo d egli
animali macellati per farne frittura o
alti'o.
cervelaa, s. m. = cervellate.
1) Cervellata : grassa di porco e di
manzo imbudellata con spezie, sale e
cacio, che serve di condimento.
2) Specie di susine giallognole, o-
blunghe, dolcissime.
cervelàrìa meglio cervelerìa, s. f. =
pizzicheria, bottega da salumiere.
cerrelee, s. m. = pizzicagnolo, salu-
cer
— 204
che
miere : chi vende salami, salumi e ge-
neri affini.
cervelètt , * s. m. = cervelletto : la
parte posteriore del cervello dove co-
mincia il midollo spinale.
cervelìn, s. m. = cervellino, testolina
amena : di poco senno, leggero
cervèllj s. m. = cervello : il viscere rac-
chiuso nel cranio degli animali.
1) Tègh fòcch cervèll = aver poca
testa. Anche: vègh el cervéll d' on iisèll
= aver stoppa nel cervello.
2) porta foeura de eervèll = cavare,
levar di cervello : intronare la testa.
3) tortiiràès el cervell = stillarsi,
lambiccarsi il cervello.
4) sbàsMé el eervèll = uscir di cer-
vello, dar di volta, impazzire.
cerveldtich, * agg. = fantastico, capric-
cioso , cervellotico : di cosa di piu-a
fantasia che senza ragione e senza ve-
rità uno si cava dalla testa.
cerTelòtìcamént, * avr. = cen-ellotica-
mente, all' impazzata, a capriccio, di
fantasia ; in modo cervellotico.
cesa; ^^ att. = cessare, smettere ; le fé-
rer là cH-a nò = la febbre non cessa ;
M eesaa de piopuv = ha smesso di
piovere.
ceselà, * ■». att. = cesellare : lavorar
di cesello.
ceselàdor, * s. m. = lavorator di ce-
sello.
cesèll, * s. m. = cesello : sorta di scal-
pelletto 0 di legno o d'acciaio, senza
taglio per rilevare disegni, figure su
piastre di metallo.
cèss, * s. m. = cesso : luogo dove si
fanno i bisogni.
1) àsa del eèsè = predella. Vedi àsa.
cèst 0 sèst, .". m. = paniere. Vedi ca-
vagli.
cèsta 0 sèsta, «. f. = cesta, arnese di
forma di gran paniere, con sponde alte,
fatto con stecche per poitarci dentro
roba.
cestii!, s. m. = panierino, cestino : cesta
pili piccola dell'ordinario che serve a
molteplici usi.
1) cestìn de làorà = panierino trafo-
rato.
cèto, * s. m. = ceto : un determinato
ordine di persone ; Hi no el Ha che
coni qilìj del so ceto = egli non sta
se non quelli del proprio ceto.
che, i)ron. rei. = che : il quale, la quale,
i quali, ecc. Come soggetto e come
oggetto.
1) Dei quali, delle quali ; tré cà che
vuna l'è de ctnquii pian = tre case
che una (delle quali una) è di cinque
piani.
2) Al quale, alla quale, ' ecc. ; éont
mi che te dévet dinim el tò pensér =
sono io a cui devi dire il tuo pensiero.^
Sta meglio però : l'è à mi che te de
vet dimm el tò pensér = è a me che
devi dire il tuo pensiero.
3) Nel quale, col quale, ecc. ; l'è el
vestee che gh'è dénter i prepunt
l'armadio nel quale sono le trapunte,
E' più usato però: doe gh'è dénter
l'è el paireeu che foo casus (meglit
doe foo coeus) là polenta = è il calde<
rotto dove fò cocere la polenta.
4) Quale; soo nò che pensér te sU
vegniiii = non so che (quale) pensiero
ti sia venuto ; te ée regdrdet che su
Ve stàda à regalati Vorològg? = ti ri
cordi che (quale) zia ti regalò l'oro
logio ?
5) Quanto, quanto grande ; te see né
che ben l'è el me ? = non sai che bea
(quanto gran bene) sia il mio? eh
gioia là éàriés se pàsàsé ì esàmm ! ■■
che gioia sarebbe se superassi gli esami
6) Iron. : che talènti che àbilitaaf '
che talento ! che abilità !
7) on celio non eoo che = un certi
non so che : di cose vaghe, indetermi
nate, che non si spiegano.
8) che mi sàpia = che io mi sappia
Per quanto possa sapere io. E anchi
interrogat. : che ti te sàpiet ? = che tti
sappia '? che Iti o che lee là sàpia ? a
che lei sappia?
9) on bèli che, on gran che = uu
gran che: di cose di qualche impor-
tanza.
10) gh'è pòcch de che = c'è poco di
che: c'è poca roba, pochi danari, poco
merito, e sim.
che, cong. = che ; me dìsen che tò pà
der el riva domdn = mi dicono che tuo
padre arriva domani ; me congratuli
che te éìet guarii = mi congratulo che
tu sia guarito. 2
1) Correlat. con alter; no g'hdn tlltrm
vcBuia che de giiigà = non hanno altra
volontà che di giocare ; no gh'è tiltrm
strada che quésta = non c'è altra strada"^
che questa.
che
205
chi
2) tùti i vòlt ehe.., = ogni volta che.
3) Correlat. con tant; tant mi che ti
= tanto io che tu.
4) Cogli avverbi di tempo : inane
j che, dòpo che = innanzi che, dopo che.
5) de chi à che... = di qui a che...
de chi à che te podet pcirlti franeés,
n'à de pasti di àetiniànn = di qui a
che tu possa parlar francese ne hanno
a passare delle settimane.
6) Quando : séra àpèna rivaa che
l'è vegniiil dénter Mi = era appena arri-
vato quando egli entrò.
7) Davanti a una propos. imperativa:
ch'el tàsa = taccia; ch'el vaga vìa =
vada via.
8) Col comparat. : gh'è piisee dotòr
ehe àmàlaa = ci son piii medici che
ammalati .
9) dà che e de che = da che e dacché.
Dal tempo che : 'ià che te see chi no
te faa ttlter che pària = da che sei
qui non hai fatto altro che parlare.
10) Piuttostochè : l'è nièj àndà via
•bonara che pèrd là corsa = è meglio
pai'tir per tempo che perder la corsa.
11) ma che! = ma che, che : nega
zione assoluta e disapprovazione.
eheciiiy s. m. = scacciata : cartapecora
in cui si mette l'oro per batterlo
che te (e) = ch'i ti ; bàia e che te bàia =
balla ch'i ti ballo.
chepì = s. m. = kepi, casco: cappello
militare.
chi, pron. pers. tn. e f. = chi : la persona
0 le persone che ; ehi insci vwùr nient
ghe dceùr = chi è causa del suo mal
pianga se stesso; chi va e chi vén =
chi va e chi viene.
1) interrog. : chi Ve? = chi è?
2) Col. mai. Chi mài l'avaria pemaa
= chi l'avrebbe mai pensato.
3) ehi sa? = chi sa? non volendo o
0 non sapendo rispondere.
4) chi le dls? = chi me lo dice?
Espressione di dubbio e di incredulità.
5) chi se sia = chi si sia : chiunque
siasi.
6) Uno, altri : chi le voeur bianca,
chi le voeilr negra = chi la sente in
un modo e chi in un altro.
7) Chiunque : chi va in teàter biso-
gna che paga el biliètt = chi va in
teatro deve pagare il biglietto.
chi, nw. = qui : in questo luogo, paese,
stanza, società.
1) Il luogo e la cosa di cui si parla.
2) Anche di luogo vicino come fosse
quello dove siamo; l'acqua l'è chi à
diiù pass = l'acqua è qui a due passi.
3) Eincalzando : questa chi = questa
qui ; sii man chi = queste mani qui.
4) Da questo luogo, ecc. ; de chi è
àndaa fallirà ntsiln = di qui non è
uscito nessuno.
5) de chi à domenica^ de chi à do-
màn, e sim. = di qui a domenica, di
qui a domani, e sim.
6) de chi fin chi = per filo e per
segno.
7) tira in chi = accostare.
chichera, s, f. = tazza, chicchera ; cioto-
letta per prendervi più specialmente
caffè 0 cioccolata.
1) àndà in chichera^ mètes in chi-
chera = andare o essere in ghingheri ;
vestire attillato e con ricercata eleganza.
chicheròn e chicheròtt, s. m. = tazza,
ohiccherona: chicchera grande quasi
come una ciotola.
chichiug'er, s. m. = alchechengi. Phy-
salis alkekengi. Frutto ai-abo, acidulo.
chifel*, s. m. = chifel, chifello : panel-
lino a forma di luna crescente. Si in-
cominciò a fare i chifel in Vienna
mentre era assediata dai Turchi nel
1683 e si diede loro la forma della
mezzaluna, perchè è la insegna dei
Tui-chi.
chigiiiBÙ, s. m. = quaderletto.
1) Specie di gheroncino tra le due
staffe a ciascun Iato della calza ed è
lavorato tutto d'un pezzo con essa.
2) Si chiamano così anche i due
pezzi quadi-ati nella camicia, cuciti sotto
ciascuna ascella.
3) Zeppa, conio : strumento di me-
tallo 0 legno, a punta piatta e acuta ;
serve per spaccare ceppi o pietre.
4) Bietta: pezzo di legno, o d'altra
materia, a cono per rincalzare. Ed an-
che specie di cuneo usato nello spac-
car le legne colla scui-e, introducendolo
nella spaccatura,
5) Taglio : pezzo di cacio o di qual-
siasi roba, di figura piramidale, cioè di
cuneo 0 bietta.
chilo, s. m. = chilo.
1) Voce che si premette ad alcune
voci di misura. Assol. significa chilo-
gi'amma.
chi
— 206 —
2) Quanto degli alimenti viene as-
sorbito nel sangue.
3) fa el chilo = fare il chilo : ripo-
sare dopo mangiato.
ehimm, s. m. = cornino : sorta d'erba
aromatica.
china, s. f. = china : corteccia di pianta
medicinale.
chincàliér, * s. m, = chincagliere,
venditore di chincaglie.
chincàlierìa, * s. f. = chincaglieria :
bottega di chincaglie, ed anche il com-
^J!as80 di mtìilba chincaglie,
chinin, * s. w. = chinino : sostanza
biancastra, alcalina, febbrifuga.
chisesìa, pron. = chi che sia : chiunque,
chìsoeùi, s. m. pi. = stiacciate. Vedi
brusàda.
chi vìt (sta in sftl), = stare all' erta.
eia, esci. = qua ; citi là man = qua la
mano.
ciàcer, s. f. pi. = quistioni, ciance, chiac-
chiere.
1) fa dna pàrtìda de (M^er dòpo
disnaa = tavoleggiai'e.
2) Frottole, ammenicoli, argomenti
più apparenti che veri, giro di parole;
ghe voeùr minga di cihcer = le parole
non si infilano.
3) confónd à eiàcer = appaltare colle
parole ; fa sii à citicer = imbecherare :
aggirare uno con chiacchiere.
4) Battibecco : diverbio prolungato
con più botte e risposte, ma senza con-
clusione.
5) Brigidini : specie di nastiini di
pasta dolce cotti nell' olio o neUo stratte
bollente.
6) gid vin e éii eiàcer = vino dentro
e senno fuora.
ciàcera, s. f. = parlantina : loquacità
smoderata.
1) Voce sparsa, ma falsa.
ciàcheta ! esci. = ciacche : voce imita-
tiva : dal suono che si fa schiacciando
0 battendo qualche cosa di molle.
ciàff (àndà dent à ciff e) = sfangare :
andar nel fango.
1 ) Far pesciolini : di chi sguazza nel-
l'acqua.
ciàlàda, s. f = gingillo : cosa di poco
momento e di poco valore.
1) Grulleria : atto o detto da grullo.
2) Bubbola, bagatella, biccicucca, baz-
zecola : cosa da poco, da nulla, un mi-
nimo che. Anche ciàlàrii, al plur.
ciàll, s. m. = grullo : fam. di chi per
difetto di mente fa giudizii poco avve-
duti e cose che tornino a suo pregiudizio.
1) fa minga el eiàll = non celiare,
fa sul serio.
2) che eiàll che soni staa = che stor-
dito, che distratto son stato.
ciàmà; V. att. = chiamare : dare una
voce o far segno a qualcuno;, peixjhè
venga da noi.
1) Svegliare ; ddman eitlm.em, ài éètt =
dosoMà svegliami alle sette.
2) Invitare a una visita : specialm.
quando si chiama il medico.
3) Nominando una persona che si
cerca o che passa.
4) D'animali ; ciamH el etn, el gàtt
e sim. = chiamare il cane, il gatto e
sim.
5) Dare un nome o soprannome.
6) Anche parlando di vocaboli da
applicarsi alle cose.
ciàmàd, s. f. pi. - chiamate : di quando
il pubblico plaudente vuole l'autore di
un' opera teatrale sul palco scenico per
acclamarlo.
1) Richiami : quei segni coi quali nei
libri si richiama altro segno uguale in
altra parte.
2) Campanelle : gli anelli che servono
a voltare le redini nei morsi.
ciàuiàss, V. rifl. = chiamarsi, aver nome :
anche addomandarsi.
1) quèét el se dama scriv = questo
si chiama scrivere : modo enfatico di
esprimere approvazione.
cìànciàfrfiscol, s. f. pi. = frullo : cose
da poco.
ciànfer, s. m. = voce denotante imper-
fezione nell'oggetto a cui si applica.
1) Straccio : di oggetto di nessun
valore.
2) Canchero : ai-nese o istrumento
qualsiasi sconquassato e che più non
serva.
ciào, = addio : saluto affettuoso e di con-
fidenza di persone che si lasciano o si
incontrano senza fermarsi.
1) A chi non crediamo, o ci secca,
0 trova scuse che non gli meniamo
buone diciamo ; citLò ■viiij = addio, sai !
2) citio, dìghel ! = addio, bambino :
ironie, mostrando che uno non si fida,
non crede, o non vuol dare quello che
gli si chiede.
3) fa cito ciào = far baciamano,
eia
— 207 —
eia
far servo : salutare da lontano, spec.
dei bambini.
cìàpA) s. f. = natica : le partì carnose del
deretano.
1) Palco : nome delle due assicelle
che formano colla pelle una specie di
cassetta al mantice e al soffietto.
2) Coccio, greppo ; piatto, tegame o
alti'o vaso di terra, ferro, sdruscito o
in parte rotto, che pur si faccia servire
■ a riporvi roba.
3) btbteé ì ciàpp = battersi 1' anca,
dolersi.
4) Cucchiaia : arnese di ferro fatto a
T e piantato su uno zoccolo di legno
per pieghettare la biancheria.
5) Nome di una specie di trippa.
6) ctàpa, ciàpa = piglialo, piglialo :
inseguendo un ladro per arrestarlo,
perchè gli altri aiutino. Anche : sega,
sega ; facendo dispetto : di bambini.
7) eiàpp = ova sode.
8) citLpa! = tò, tieni! tuo danno.
ciàpà, V. att. = prendere o pigliare, af-
ferrare; stringere colle mani o con al-
tro un oggetto per impadronirsene, per
darlo altrui, per mutarlo di posto.
1) Abbrancare, dar di piglio, affer-
rare ; l'ha eiàpaa on éàés e ghe l' ha
tiraa = prese un sasso e glielo sca-
raventò.
2) Arrestare, fermare, agguantare ;
ciaptL i làder = an-estare i ladri.
3) Togliere, sorprendere uno sul fatto
in un luogo.
4) Di ciò che si vuole usare, di che
ci si vuol servire a qualche fine, per
fare qualche altra cosa ; per frig el
pèés se citLpa Vóli = per friggere il
pesce si prende (non «.piglia») l'olio.
5) ciàpti min in eà = prendere uno
in casa : averlo, farselo ospite per del
tempo .
6) Scegliere, eleggere ; di diiii eoo
nò qual eiàpti = fra i due non so chi
prendere.
7) Di animali cacciando e pescando ;
eiàpti là légor = prendere la lepre.
8) eiàptij e ciàptl §ii = prenderle ;
di botte.
9) Prendere in questo o quel signi-
ficato una parola, intenderla ; i pàròll
bisógna eiàptij éul éens giiist = le pa-
role bisogna prenderle nel senso giusto.
10) cìàptL viln in partila =» prendere,
pigliai-e uno in parola : ritenere come
formale una promessa che scappi detta
anche con poca ponderazione.
11) eiàpti coi bònn, coi càtìv = pren-
dere colle buone, colle cattive : trattar
bene, male.
12) ciàptisela = prendersela : aver-
sela « male.
13) ciàjfàsela calda = pigliarsela di
petto, pigliarsela calda : di faccenda,
mettercisi di lena.
14) Di malattie, essere attaccato ; à
Bdma l' ha dàpaa i fever = a Eoma
prese le febbri.
15) eiàpti foetcgh = prendere, pigliar
foco ; accendersi, levar fiamma.
16) Dei prezzo, dell' interesse che
uno esige ; el eitlpa qutiter franch per
lesìon = prende quattro lire per lezione.
17) Di costumi, vizi, virtù : contrarre ;
ciàph el visi, VàbitUdin = prendere il
vizio, l'abitudine.
18) eiàpti l'tLcqua, là nev = prender
l'acqua, la neve.
19) eiàpti temp = prender, e pigliar
tempo.
20) eiàpti ària = prendere aria.
21) eiàpti r Use = prender 1' uscio,
uscire, andarsene.
22) eiàpti min per on tilter = pren-
dere uno per un altro : riferito alla
vista, scambiarlo.
23) eiàpà on làortL = prendere un
lavoro : toglierlo a fare.
24) eiàpti à peseidd, à s'giàff = pren-
dere a calci, a schiaffi : tirar pedate o
schiaffi a uno.
25) per ehi el me eitlpa ? = per chi
m' ha preso ? Mi giudica male.
2^)"ciàpàsé là libertaa, là confìdénéa
= prendersi la libertà, la confidenza.
27) eiàpti in Mi, eiàpti à vorè ben =
prendere in odio, prendere ad amare :
odiare, cominciare ad amare.
28) eiàpti de mira = prender di mira,
mirare : affissar l'occhio.
29) te me citipet pu = non mi ci pigli
più : non mi inganni più, non mi ci
fai rimanere.
30) Agguantare, cogliere : l'ha eiàpaa
in d'on oeucc e ghe fhà traa foeura =
l'agguantò in un occhio e glielo levò.
81) eiàpti l'ocàsion = afferrar F oc-
casione : non lasciai'sela sfuggire,
32) eitlptla gittata = incartare ; co-
gliere, indovinare, azzeccare.
33) Modi figur. ; eiàpti min per el
eia
208 —
eia
còli = prendere o pigliar uno pijr la
gola : costringerlo a decidersi lì per li ;
ciàpà bo'na o càtìva piega = prendere
0 pigliar bona o cattiva piega : indi-
rizzarsi a bene o a male ; ciàpà dna
strtLcla = pigliare una via : sceglierla,
percorrerla.
34) Di passioni, assalire : ghe ciàpa
de spese là malinconia = lo assale
spesso la malinconia. Anche di pioggia,
burrasca e sim. ; à metaa stràcia m'ha
ciàpaa el temporàl = a mezza strada
m'assali il temporale.
35) Accileccare, fìg. lusingare con
delle promesse vane ; el m'ha ditt tanti
ròbb, ma me sont minga làsaa ciàpà =
mi disse tante cose, ma non mi sono
lasciato prendere.
36) Arrivare, trans. ; ciàpà viin =
arrivare uno : arrivare dove si trovi
una persona pai"tita prima di noi.
37) Arrivare, uguagliare nel merito ;
l'è tant brào che nisÈn le ciàpa = è
tanto valente che nessuno l'arriva.
38) ciàpen on alter = me non mi ci
pigli.
39) Estendersi ; là mìa cà là ciàpa
da dna contrada à l'altra = la mia casa
piglia, si estende da una via all'altra.
40) ciapà dent. Vedi comprèiid.
ciàpa-cìàpa, s. m. = ruffa raffa ; g'hin
sàltaa àdòss ài càrètt e l' è étaa on
gran ciàpa ciàpa = si gettarono ad-
dosso al carretto e fecei'o a ruffa raffa.
eìàpaa, agg. = strozzato : di vestito che
stringa : anche acchiappato, di persona
malandata e malconcia.
1) vèss ciàpaa = essere stretto da
qualche cosa che incalza e specialm.
dal lavoro.
ciàpàcàii; s. m. = acchiappacani : impie-
gato municipale incaricato di acchiap-
pare i cani vaganti senza museruola.
ciàpa ch'el gh'è ! = buco tò ! Quando
alcuno vorrebbe persuaderci o indurci
a cosa che non ci piace o che ci sa-
rebbe di danno o di vergogna, per si-
gnificare che non la vogliamo fare e
che abbiamo conosciuto la sua arte.
ciàpàda; s. f. = guadagno, presa, preda,
retata, pescata, cacciagione, uccella-
gione.
cìàpàmòscli, s. m. = chiappamosche :
arnese per acchiappare le mosche.
1) Pianta di fiori ; apocynum andro-
squifolium.
cìàpàss (giiigà: à) = fare a chi prima si
chiappa.
ciàpèll, s. m. = bietta : pezzetto di legno
spianato, per calzar mobili.
1) giiigà ài ciàpéj = fare a ripiglino
0 a sbrescia : specie di gioco.
ciàpìn, s m. = berlicche : il demonio.
1) Frugnolo, demonietto : specialm.
di bambino che non sa stai' fermo.
2) ciàpìn de l'mùv = culetto, cula-
cino dell'uovo.
ciàpón, s. m. = formella : tumore nei
piedi dei cavalli.
ciàpòtàj V. att. = bamboleggiare : di pers.
adulta che fa vezzi come bambino.
1) Sciacquare, sciaguattare : lo sguaz-
zare nell'acqua che fanno i bambini.
ciàpotiii, .5. m. = mimmo, bambolo ;
che bèli ciàpotìn ! = che bel bambolo !
ciàpotòn, s. m. = sciaguattone : di bam-
bino che per gioco sciaguatta nell'acqua.
ciapotòna, s. f. = bambinona : di donna
che vuol far la bambina,
ciapòtt, s. m. = bazzecola : coserella di
poco pregio.
1) Anche nel senso di ciàpotìn. Vedi.
ciàr. s. m. = lume : quanto serve a il-
luminare.
1) à sii ciàr de luna = a (|uesti
lumi di luna : iron. a questi tempi tri-
sti, non belli.
2) fa ciàr = far lume : di chi ac-
compagna altri al buio perchè ci veda
0 gli tiene il lume perchè eseguisca
qualcosa. Anche : illuminare.
3) porta ci ciàr = tenere il lume :
fare il mezzano d'amori.
4) vedègh minga ciàr = vederci buio;
. in quèll'àfàri li ghe vedi minga ciàr =
in quell'affare ci vedo buio.
r>) Albore : quel colore che accenna
all'alba ; el ciàr di ètèll = l'albore delle
steUe.
6) 'Vestii de ciàr = vestito di chiaro.
7) ciàr d'opitf = il bianco dell'uovo :
l'albume, la chiara.
8) cidr de luna = lume di luna.
9) ciàr fàls = contralume.
10) àvègh de fàss cidr = aver di che
provvedere a sé con qualche agiatezza.
ciàr, agg. = chiaro : di colore ; verd,
bloeu, ròsa ciàr = verde, turchino, rosa
chiaro.
1) Di liquidi contrario di tòrbid =
torbo ; acqua, vin, càfè ciàr = acqua,
vino, caffè chiaro.
209
eie
2) incdster cidr = inchiostro chiaro :
che lascia poca impronta.
3) cidr come el so = chiaro come il
sole : evidentissimo.
4) càligràfìa ciàra = carattere, scrit-
tura chiara.
5) cantala ciàra = cantarla a chiare
note.
6) l'è ciàra = è chiara, è lampante.
7) cidr e nètt = chiaro e tondo : senza
reticenze e misteri,
8) vegnì ài cidr = venire in chiaro d' una
cosa : venire a saper con precisione.
9) In senso avv. ; pària cidr = parlar
chiaro, senza reticenze : dir le cose
come sono.
10) là tanta cidr a = la grappa, l'ac-
(juavite : è però voce più del gergo che
del dialetto.
ciàrela, s. f. = sputacchio, sornacchio ;
ormai usa assai poco. Vedi làciàdìu.
ciàresciìr, s. m. = chiaroscuro : rilievo
in pittura fatto con diverse gradazioni
del medesimo colore,
1) Nube, malumore ; dissidio in fa-
miglia 0 fra amici,
ciàrètt, agg. = chiai-etto : spec, di vino ;
l'è on vm ciàrètt = è un vino chiaretto,
ciàrì, V. att. = bombare : bere un po'
eccessivamente.
ciàrida, s. f. = trincata : bevuta un po'
abbondante.
ciarlatali, s. m. = ciarlatano, cerretano ;
chi suUe piazze vantandosi medico e
cui-atore d'ogni male, magnifica i suoi
prodotti e dice di strappar denti senza
il minimo dolore,
1) Ohi a suon di chiacchiere e di
prosopopea cerca di passare per un
gran che, e gabbare il mondo,
ciàrlàtànàda, s. f. = ciarlatanata : atto
0 discorso da ciarlatano.
ciaròr, s. m. = chiarore: l'effetto di una
gran luce.
ciàsmo, s. m. = bagliore : di luce chiara,
bianca, che offende la vista,
ciàss, s. m. = chiasso : rumore festoso.
eiàv, s. f. = chiave : strumento di me-
tallo che, messo nella toppa e girato
serve per aprire e chiudere.
1) Di molti strumenti : quanto serve
ad aprire, caricare, ecc. ; ci^v de l'oro-
lògg = chiave dell'oriolo : piastrettina
metallica di varie fogge e variamente
ornata, che serve a caricar 1' orologio.
H
2) Chiave, cane : il ferro con cui si
cavano i denti.
3) Catena : quella spranga di ferro
che si mette fra due niuiù opposti per
collegarli. Anche il pezzo di metallo
fermato nelle pietre di un muro per
collegarle e le pietre stesse che si in-
castrano in modo da formar legame o
morsa.
4) T. mus. : segno che denota il grado
di elevazione della scala musicale.
ciàvà e ciàvà sii, v. att. = chiavare, chiu-
dere 0 serrare a chiave.
eia véla, s. f. = arpese : pezzo di ferro
che tiene unite pietre con pietre,
ciàvèll, s. m. = chiavetta : mastiuzzo
di ferro del torchio da stampa,
1) Caviglia : piccola bietta di ferro
per tener ferme le chiavarde.
ciàvéta, s. f. = chiavetta : dim. di chiave,
1) Pirone : nelle arpe e sim. nome
di quei ferruzzi intorno ai quali si av-
volgono le corde.
2) vin déla ciacèta = vino di quel
bone.
cibiribi (g'iiig'à à) = far bazza a chi
tocca 0 fare a chi primo la piglia è
sua, fare a chicchirillò o chicchiriò :
invitare i ragaazzi a prendere a gara un
oggetto tenuto fra le dita in alto.
ciec, s. m. = un pocolino, un cichino,
un micino, un micolino, un tantino,
un pochino : piccola quantità di una cosa.
cica, -v. att. = ciccare : masticare tabacco.
Anche: rodersi, specialm. per invidia.
cica, s. f. = cicca : tabacco da masticare
e anche il biasciotto di tabacco masti-
cato.
1) Pallottolina colla quale i fanciulli
giocano alle buchette : giughi à cica.
Vedi fopèi.
cioè, s. m. = codilungo : paglianculo,
cincia codona, codilugnolo, lancia bue.
Parus caudatus. Ucc. silvano.
cicero, s. m. = cicero : carattere di
stampa.
ciceròn, * s. m. = servo di piazza, ci-
cerone : chi accompagna i forestieri per
la città, spiegando loro tutto quanto è
notevole nella città stéssa.
eiehètt, s. m. = bicchierino : un bicchie-
rino di acquavite, mistrà e altro licore.
cìci, s. m. = ciccia, carne : cosi i ra-
gazzi e gli adulti parlando ai ragazzi,
cicia, s. f. = carne ; vègli tanta cicia
eie
- 210 -
indòèé = aver molta carne indosso,
esser grasso. Anche : ciccia.
cieìà; V. att. = trincare : bere vino piut-
tosto abbondantemente. Ora più. usato
seiscià.
ciciàda, s. f. = trincata, bevuta ; el vìn
l'era bón e el g'hà daa dna cieitbda
coi fiòcch = il vino era bouo, e fece
una trincata coi fiocchi. Anche : sei-
seìàda.
cìciànespolj s. f. = succianespole : per-
sona balorda, scimunita e sim.
eieiàrà; t\ att. = chiacchierare, cianciare,
ciaccolare, cicalare, ciambolare, ciai'a-
mellare; parlar molto senza conclusione,
di cose frivole. Anche: dir male, mor-
morare.
1) Sost. masch. chiacchierio ; rumore
di chiacchiere prolungato e confuso.
ciciàràda, s. f. = chiacchierata.
1) Il chiacchierare prolungato sopra
uno 0 più argomenti.
2) Per dispr. di un discorso lungo
e noioso, improvvisato o stampato.
cìciàràmént, s. in. = chiacchierio, chiac-
chiericcio : il chiacchierare di più per-
sone.
eicìàréta; s. vn. = chiacchierino, cicalino ;
che chiacchiera molto : di ragazzi e di
uomini pettegoli.
1) Sciolo, saputello : specialm. de'
bambini cioè vogliono dir la loro in
ogni cosa e trinciano sentenze.
eieiàron, s. m. = abbondone, cicalone,
gracchione.
1) Ciaramella : che ricopre di parole,
che sa far tutto, a sentir lui, e conosce
tutto.
2) Ammenicolone : chi va avanti a
forza di ammenicoli e chi è bravo a
trovarne. Anche chi va perdendo il
tempo in cose da nulla.
3) Chiassone : di ragazzo che non sa
mai star zitto.
4) Ciaccione : chi Ciaccia di molto ;
vuol cioè discorrere, entrare e senten-
ziare, darsi da fare in tutto quanto non
sa, ne gli s'appartiene.
5) ciciàroii de braserà = ciambolone :
chi ciambola molto.
eieimin, s. m. = tantinino, bricciolino,
zinzinino : di quantità più che minima.
eicìn e eicinin, s. m. = grano : una mi-
nima quantità, un pochino. Anche :
briciolo.
ciciO; s. m. - uccellino, piccino : voce
infantile e vezzeggiativa per chiamare
gli uccelli; te védet che bèli cìeio? =
vedi che bell'uccellino?
cìeion, s. m. = cucco. V. earcefi.
cieìorà, v. att. = fare pissi, pissi : bisbi-
gliare in due o più persone.
1) Pigolare, cinguettare : il mandar
fuori che fanno alcuni uccelli la loro
voce.
cìeioritt, s. m. pi. = bucinio, bisbiglio,
pissipissi : discorsi segi-eti.
ciciorlànda, s. f. giilgà à là cicior-
lànda = giocare alla cicirlanda : specie
di gioco di società.
cicisbeo, * s. ni. = cicisbeo: corteggia-
tore vano di donne e anche l'amante
di donna.
cicolàtt e ciocolàtt, * s. m. = ciocco-
lata : pasta composta di cacao, zuc-
chero e anche altri aromi.
1) Anche la bevanda fatta con tale
pasta.
cieolàtee, s. m. = cioccolatiere : chi fa
e vende la cioccolata. Da noi anche
chi la beve volentieri e spesso.
1) Giucco: ti*a lo sciocco e lo stor-
dito ; fa dna figura de cieolàtee = fare
una trista figm-a.
eieolàtéra, * s. m. = cioccolatiera : ven-
ditrice di cioccolata.
1) Vaso in cui si boUe in acqua la
cioccolata per fame bevanda.
cicolàtìii, * s. m. = cioccolatino ; chicca,
pastiglia di cioccolata.
1) Panellino da bachi: coserellina
mangereccia e medicata che si dà ai
bambini per guarirli dai bachi.
ciél, * s. m. = cielo : la parte dello
spazio che vediamo sopra di noi.
1) sta nò né in ciél, né in tèra =
non stare né in cielo, né in teiTa : es-
sere una cosa incredibile, strana, as-
surda.
2) tocà el ciél cont on dit = toccare
il cielo con un dito: chi arriva a ot-
tenere quanto non sperava.
3) vegnt giò del ciél = cascar dal
cielo.
4) on ftthnin à ciél éerén = un ful-
mine a ciel sereno : di cosa inaspettata,
imprevedibile.
5) ànd^ in ciél = andare in cielo.
Morire: specialm. dei bambini.
6) che el ciél te benedisa f = il cielo 3
ti benedica !
cif
— 211 —
7) porta ài sUe cieli = portare ai
sette cieli: farne grande elogi.
8) ciél rosa ò tiequa ò boff = cielo
rosso 0 piove o soffio.
9) eiél faa à pàncòtt se no piceuv
ineceu piopuv sianoti = cielo a peco-
relle acqua a catinelle.
10) cri^ vendita in del = gridar
vendetta al cospetto di Dio.
11) per amor del cieli = per amor
del cielo! Esclam. di maraviglia.
12) seniénsa d'tisen no va in del =
raglio d'asino non sale al cielo.
13) el ciél déla sttinsa = il cielo
della stanza : il soffitto ; el ciél déla
càròsa = il cielo della carrozza: il
cortinaggio.
14) el ciél déla bòca = il palato.
cif de bava, s. m. = i monelli cliia-
mano cosi il fazzoletto da naso di seta.
cif lis (fa), = far cecca : del fucile quando
non piglia.
1) Per estens. : quando al bigliardo
non si colpisce colla stecca la palla.
cifòn, s. m. = orinaliera, tavolino da
notte.
cilàpà, V. att. = gingillare, gingillarsi :
fare il gingillone, perdere il tempo in
bazzecole.
cilàpp, s. m. = bietolone, baccMllone :
persona piuttosto grande, ma di poco
animo e di poco senno, e che di nulla
si intenerisce.
cilinder, s. m = tuba, cappello a staio :
è così chiamato per vezzo un cappello
da uomo a cupola e incollato, per la
sua forma cilindrica. Anche : cilindro.
1) Laminatoio. Raram. usato. Sti'u-
mento per ridurre i metalli in lamine.
2) Subbio : legno tondo del telaio
per tenderci i fUi o anche la tela.
cilindra, v. att. = cilindi-are: fai- pas-
sare al cilindro.
1) Far passare un cilindro di me-
tallo sopra la stoffa o la carta, perchè
prenda il lucido.
cilìndrìcli, agg. = cilindi-ico : ohe ha for-
ma del cilindi-o.
ciiubàlis (àndà in) = andare in cim-
berli, in cotta, in bernesche : ubbria-
carsi.
cimbàrda, s. f. = grata sospesa sotto i
carrettoni {bar) dove donne il carret-
tiere. In Toscana non usa.
cimént, s. w.. = cimento, rischio, peri-
colo.
1) tirti à cimént = provocai'e,
cimenta, v. att. = cimentare: mettere
uno al punto di compromettersi seria-
mente.
1) cimentàsé, rifl. = mettersi al ci-
mento, al rischio.
cinàfòse, esci. = dicatti : forma elittica
per « aver dicatti » ; dover essere sod-
disfatti di ciò che ci tocca per non po-
ter pretendere o sperar di meglio. E
forma sincopata per : così ce ne fosse.
cinchetinfrìn, s. f. = un cosino : di
donna magra, esile, piccola ; non senza
qualche pò di ridicolo.
cinci e sqiiìnci, = mètes in etnei e
sqtitnci = mettersi in ghingheri, fam.
vestirsi con ricercatezza per dare nel-
l'occhio.
cinciàpéta, s. f. = ciammengola : di don-
na pettegola e ambiziosetta.
cincinàss, v. rifl. = cincinnarsi, ricin-
cinnarsi ; acconciarsi, specialm. il capo
con molta arte e ricercatezza.
cinismo, * s. m. = cinismo, indifferenza
e anche sfrontatezza.
cinqn, s. m. = cinque : il quinto dei
numeri cai"dinali.
1) fa là règola del cìnqu = far leva
ejus, poiTe cinque e levar sei ; cioè ru-
bare.
2) me basta i me cìnqu sdld = mi
basta il core, l'animo: ho il coraggio.
3) grand come on cìnqu quatrìn de
foi-mtj = alto come un soldo di cacio.
4) marcia, sili dnqu e desdòtt = scia-
larla, metter lusso.
5) Per altre locuzioni vedi càvèi 10),
garófol, camp. 2).
cinquanta, s. m. = cinquanta : il cin-
quantesimo dei numeri cardinali.
cinquanta, v. att. = baloccare, quistio-
nare, chiacchierare.
cinquéna, s. f. = specie di forcone con
cinque rel)bi piatti e spuntati che molti
usano per ammostatoio.
cinquina, * s. f. = cinquina : cinque nu-
meri giocati al lotto.
1) Di cinque numeri della stessa fila
vinti a tombola. È più usato quintina.
cinta, V. att. = cintare : fare una cinta
di muro, cingere di muro.
cìnto, s. f. = brachiere : sostegno di
cuoio per reggere gli intestini abbas-
sati nell'ernia. Cinto erniario.
cìnta, s. f. = cinta : cerchia di muro.
CIO
— 212 —
CIO
1) Cinghia : striscia larga di cuoio
per legare.
ciòca, s. f. = cotta, balla, ubbriacatura,
lina sbornia ; l'ubbriacai'si.
\) cidca = acciocca : detto di viola.
2) dà via per òna cidca = abbac-
chiare : fare un abbacchio, dare per un
tozzo di paae.
cìocàtee, s. m. = beone: che ha l'abi-
tudine di bere molto. Meno però che
imbriàgon = ubbriacone.
ciocàj V. avv. = chioccare, croccare : quel
suono che rendono le cose fesse quando
son percosse
1) Gridare, strepitale dolendosi di
qualche cosa, specialmente di torti ri-
cevuti.
2) Guizzare; l'agitarsi e il rumoreg-
giare del vino in una bottiglia sboc-
cata.
ciòcch; s. m. = briaco, ubbriaco: alte-
rato dal vino.
1) ciòcch come dna pUa, carne on
bée = briaco fradicio, briaco fino al-
l'ultimo grado.
2) vèsé ciòcch del sògn = essere ab-
barbagliato, cascar dal sonno.
cidcchj s. m. = chioccolo : fischio di
latta con cui imitasi il chioccolare del
merlo.
1) Baccano, ù-acasso : mètt gid on
ciòcch de no di = fare un baccano grande,
da non si poter dire.
ciochee, s. m. = beone. V. ciocàtee.
Giocherà, s. f. = bubboliera, sonagliera:
la parte della briglia che rimane sotto
la gola del cavallo, a cui sono attac-
cati i bubboli.
ciochéta, s. f. = campamiccia, dim. di
campana.
1) Sbornietta : piccola e leggera
sbornia.
ciochìn, s. m. = bubbolo : sferetta d'ot-
tone, vuota, con una piccola apertui-a,
e dentro una pallotolina di ferro, che,
agitandola, suona come un campanello.
Se ne mette alla bubboliera dei cavalli
e anche al collare dei cani. Anche
campanili, souàj.
1) i ciochitt = sonagliera, sonaglieli.
ciocón de grràpa = trincone ; chi sbe-
vazza liquori.
ciod, * s. m. = chiodo : pezzo di ferro
più 0 meno grosso e lungo, appuntato
da una parte e con capocchia dall'al-
tra, e seiTe per conficcare.
1) pianta el ciòd in d'on stt = pian-
tare il bordone in un luogo ; fermarsi,
stare in casa d'altri per un certo tempo
e con poca discretezza.
2) ciod romàn = bullettone; bulletta
con una larga capocchia d'ottone, che
si mette per ornamento alle imbotti-
ture dei mobili.
3) ròbb de ciod = cose da cani; dì
ròbb de ciòd = dir cose da cani : dire
ad uno le maggiori ingiurie o dirne il
peggior male possibile.
4) digerì i ciod = aver lo stomaco
d'acciaio ; forte a digerire qualunque
cibo.
5) pientà e pica i ciòd in del mUr =
ficcare i chiodi nel muro.
6) ì^éss sècch còme on ciòd = secci
come un chiodo, uno stoccafisso, m*
grissimo.
7) màngiàss foeura tinca i ciòd deh
cà = mangiarsi fino all'ultimo scudo.
8) deventà on ciòd = improsciuttire;
divenir secco, secco; di pers. che di-
venta sempre piii magra.
S) dàgh sii el ciòd à l'Use = mette:
la spranga all'uscio.
ciodària, s. f. = chiodame, chioderia:
assortimento di chiodi d'ogni qualità,
cìodéra, s. f. = chiodaia, chiovaia : stru-
mento per far la capocchia ai chiodi,
ciodiroetì, s. tn. = chiodaiuolo : chi fa i '
chiodi.
cioff, = Voce imitativa per indicare il^
tonfo di un corpo nell'acqua. 1
cióla, = Voce triviale che si dice per
sprezzo a chi è baggeo, citrullo, bie-
tolone.
cioll, = s. m. = coso perso: d'uomo
che non sa far nuUa.
cidma, s. f. = chioma, criniera : il crine
del cavallo.
cióudol, s. m. = ciondolo.
1) Ornamento alla catena dell'orolo-
gio. .
2) La croce di cavaliere : in senso
alquanto spregiativo.
ciònonostàut, cong. = nondimeno, tut-
tavia.
ciorlina, s. f. = sciacquatui-a, risciaqua-
tura: vino scipito o molto annacquato, i
cidsca, esci. = capperi ! esclam. di me-
raviglia,
cipèll, s. m. = scassa: pezzo di legno
che mettesi a pie dell'albero della barca.
cipà, V. alt. = sbizzarrire, scapriccire,
cip
213 —
cìt
sgalettare : far mostra di vivezza e
di brio.
1) Eisaltare, brillare: specialmente
per abiti vistosi.
2) Pigolare degli uccelli e dei p\il-
cini.
cipeli mèrli, e cipilimérlì, = canta
merlo ! Si dice, facendo ala della mano
al naso, quando si vuol negai-e riso-
lutamente, ma in modo non burbero,
ne rigido, qualche cosa.
cìpp cìpp, = il verso degli uccoUini.
1) Fissi pissi : il pigolar delle pas-
sere unite insieme.
ciprèss, s. m. = cipresso. Cupressus
semper vircns: albero sempre verde.
circa, avv. = circa; el g'hà circa tren-
fann = ha tre nt' anni circa.
circo, * s. m. = circo : teatro per spet-
coli e questi!.
circol, * s. m. = circolo : cerchio : figura
geometrica.
1) Quantità di persone riunite a con-
versazione.
2) Società di persone che, mediante
una tassa, sono ammesse in un dato
locale, a godere di quanto si è pattuito :
lezioni, divertimenti, letture e sim. ;
el circol filològich = il circolo filo-
logico ; tùti i sér doo ài circol = ogni
sera vado al circolo.
circolar, = circolare.
1) Agg. Che ha la forma di circolo.
2) Sost. Lettera circolare : lettera che
da un ministro o capo ufficio è man-
data nello stesso tenore ai suoi dipen-
denti per spiegazioni o avvertimenti.
Anche un privato o una società manda
circolari ai parenti, agli amici, ai co-
noscenti, ai soci.
circolàgiòn, s. f. = circolazione, il cir-
colare: del sangue, dell'aria, degli u-
mori, della gente nelle vie, ecc.
circonda, * v. alt. = circondare : essere,
stare, mettersi attorno a...
1) Abbracciare : circondare riferito a
spazio; el mar el circonda là tèra =
il mare abbraccia la terra.
2) Attorniare, accerchiare : detto di
persone, stare attorno per ottener qual-
cosa, traiTe in inganno e sim. ; l'han
circAmdaa in manéra che l'ha minga
podiiii di de nò = l'attorniarono in
modo che non potè dire di no.
3) Accerchiare : si dice di molte per-
sone 0 cose disposte intomo a xina
persona o cosa in modo dì chiuderla
come in un cerchio.
circondàri, * s. m. = circondario : esten-
sione di paese che forma una divisione
amministrativa.
circonferénsa, * s. f. = circonferenza:
linea che termina il circolo.
circonflèss, * agg. = circonflesso : d'una
qualità speciale d'accento.
circonvàlàsiòn, * s. f. = circonvalla-
zione ; strtbda de circonvàlàsiòn = strada
di circonvallazione: quella che appena
fuori poi-ta, gira intorno alla città.
circostanza, * s. f. = circostanza : qua-
lità che accompagna, muta e modifica
la natura di un fatto, d'un' azione.
1) Condizioni particolari d'una per-
sona, e specialmente finanziarie ; i me
circostàns me permèten minga de fall =
le mie circostanze non mi permettono
di farlo.
circostànsiaa, agg. = circostanziato: di
rapporto, racconto, e sim. esposto mi-
nutamente, con tutte le circostanze.
circiiì, V. alt. = circonvenire: stare at-
torno a uno con tante arti da ottenere
l'intento.
circumcìrca, mod. avv. = a un dipresso,
presso a poco.
cìrìbibì, s. m. = bui-attino.Vedicibiribi.
ciribicòcola^ s. f. = coccola Scherz. la
testa; ms gira là ciribicdcola = mi
gira la coccola. Specialm. quando scappa
la pazienza o vien la stizza.
ciribira, s. m. = burattino. Vedi blìcter.
ciribiràda, s. f. = burattinata: azione
da ciribira.
cispa, * s. f. = caca, cispa. Specialm.
l'umore pituitoso degli occhi.
cisquitt, s. m. = civettino : di chi della
galanteria non ha che l'inezia e il ri-
dicolo.
1) Accattamori, bucacori, cascamorto:
di chi pone l'assedio alle finestre, arde
le persiane col fiato.
cisterna, s. f. = pozzo nero, cloaca,
fogna, chiavica : dove scolano dalle la-
trine le feci immessevi. Anche : bottino,
il cesso.
1) Cisterna: serbatoio d'acqua pio-
vana costruito dove c'è difetto d'acqua
di polla.
cita, V. alt. = citare : chiamare ufficial-
mente in tribunale un testimonio, un
debitore.
1) Allegare le parole scritte e dette
cit
- 214
eia
da altri a suffragare la nostra asser-
zione.
cìtaa, s. f. = città: l'insieme di molte
case e palazzi, con strade, con piazze,
giardini, eco.
citàdèla, s. f.= cittadina, dim. di città;
piccola e graziosa città.
1) Cittadella : la strada che a Milano
corre dal ponte di Porta Ticinese alla
Porta omonima, perchè sin verso il
1400 era fortificata come una cittadella.
citadin^ * s. m. = cittadino : abitante
della città.
1) Agg. Cittadinesco : appartenente
alla città.
citàdìna, s. f. = carrozza pubblica, car-
rozzella. Vedi briimin.
citàdinànsa, * s. f. = cittadinanza: l'in-
sieme dei cittadini di una città.
1) Condizione legale di chi ha i di-
ritti e i doveri di cittadino ; ài Bonàsi
g'han daa là eitadinàma de Milàn =
a Sonasi han dato la cittadinanza mi-
lanese.
cito ! = zitti ! sta ! buoi ! voce indecli-
nata che significa: non parlate, non
lo dite a nessuno.
1) etto nèn ! = zitto e buoi. Vale :
bisogna acquetarsi, non fiatare.
cilicio, s. m. = ciuco: di scioccone, di
citrullo, di semplicione.
ciiiuim, ciiimm, = zunnene : voce del-
l'uso adoperata a imitare il suono della
banda.
cìiiniór, s. m. = cimurro, cimurlo : in-
fermità del cavallo e d'altri animali.
ciìirinàia, s. f. = ciurmaglia, accozzaglia
di gente da poco e rozza:
ciuS) agg. = chiuso: da chiudere.
eifisa, s. f. = cateratta: chiusura movi-
bile incastrata nei lati di un canale,
per trattenere o mandar via le acque,
0 per impedire inondazioni.
ciiison, = s. m. = chiusino : lastra di
ferro o pietra che chiude la bocca del
forno.
civìl, * agg. = civile: quanto riguarda
i cittadini ; tribimàl eivìl = tribunale
civile.
1) D'abito, colore, cosa delicata, con-
veniente, ma senza sfarzo ; cflsa cimi
= casa civile ; eondisión cimi = condi-
zione civile.
2) vestì in eivìl = vestire da bor-
ghese. Contrapp. a militare.
3) matrimòni eivìl = matrimonio
civile: quello che si fa al Municipio,
all'ufficio dello Stato civile. Contrap-
posto a religioso.
4) fiineràl eivìl = trasporto civile :
quello che si fa d'un cadavere civil-
mente, senza l'intervento dei sacerdoti.
5) là pdrt cìvìl = la parte civile.
T. leg. : chi comparisce in giudizio con-
tro un accusato in causa criminale per
sostenere diritti offesi e ottenere risar-
cimento di danni.
6) vègh el eoràgg cimi = avere il
coraggio civile. Ironicam.
7) stat eivìl = il registrare le nascite
le morti e i matiimoni in un Comune
e l'ufficio dove si registi-ano.
civilisà, * V. att. = civilizzare e più co-
munem. : incivilire, render civile.
civilmént, avv. = civilmente : da civile,
in via civile.
1) sta civilmént = contenersi civil-
mente: con modi, costumanze civili.
cìviltaa, s. f. = civiltà : stato, condizione
di popolo civile.
1) Anche : gentilezza, buona creanza.
clàcch, s. m. pi. = calosce: controscarpe
che si mettono per riparare le scarpe I
dall'acqua e dal fango. Dal francese, |
claques.
clàriiiètt, * s. m. = clarinetto : stru-
mento musicale di legno, a fiato.
clàsich; * agg. = classico: d'autori e
libri che servono di modello agli stu-
diosi.
1) questa l'è clttsica = questa è clas-
sica ! Anche : è barbina !
clàsiflcà, * V. att. = classificare: collo-
care, ordinare per classe.
clàsiiicàsiòn, s. f. = classificazione : l'o-
perazione del classificare.
1) Punto di merito dato all'alunno.
class, s. f. = classe : divisione fatta tra
cose della stessa specie,
1) Le divisioni delle scuole, secondo
il grado d'insegnamento; e gli scolari
di una classe; e l'aula dove si trova
la classe.
2) T. mil. : i soldati della leva dello
stesso anno.
3) Distinzioni nelle ferrovie, basti-
menti, ecc.
clàusola, * s. f. = clausola: inciso, pro-
posizione che modifica il valore delle
cose detto o scritte anteoedentementei
claiisura, s. f. = clausura : il vivere ri-
eia
- 216 -
cob
tirati ìq un convento senza potere
uscirne.
clavicola, * s. f. = clavicola: osso che
serve di puntello alla spalla.
clemèusa, *«./". = clemenza : virtù che
move ad alleggerire le pene ; el ie ra-
eomtLncla tila elemensa del tribilndl =
si raccomanda alla clemenza del tri-
bunale.
clericàl, * agg. = clericale: di partito
cho osteggia col pretesto della religione
l'unità d'Italia e la libertà civile.
clèro, * s. m. = clero : il complesso dei
sacerdoti ; el noster clero l'è minga
tròpp intransigént = il nostro clero
non è troppo intransigente.
cliént, * s. m. = cliente : chi abitual-
mente si serve di un determinato pro-
fessionista, 0 fa le compere in un de-
terminato negozio.
clientela, * s. f. = clientela: il com-
plesso dei clienti.
clima, s. m. = clima: condizione dell'a-
ria respirabile di un dato paese.
1) àbituàss ài elima = acclimatarsi,
assuefarsi al clima di un paese.
climatèrici!, * agg. = climaterico: del
tempo in cui uno è inquieto e nervoso ;
incoeii l'è dna giornMa climaterica =
oggi è una giornata climaterica.
climàtici!, * agg. = climatico ; là eitra
climàtica = la cui'a climatica : quella
in cui ciò che agisce è il clima.
clinica, * s. f. = clinica : luogo negli
ospedali destinato a servire all'inse-
gnamento del modo di curare gli am-
malati ; à Pà/via là clinica del Botini
l'è là piisee bòna = a Pavia la clinica
di Bottini è la migliore.
clistèr, * s. m. = clistere : medicamento
liquido che si dà per la parte dereta-
na; dà on cliéter d'dli, d'dcqua de
vis, e sim. = dare un clistere d'olio,
d'acqua di riso e sim.
cloro, * s. m. = cloro : sostanza chimica
di odore acuto, disinfettante.
cloroformi, * s. m. = cloroformio: so-
stanza anestetica che si adopera per
fare operazioni chirui-giche molto do-
lorose.
cloroformisà, * v. att. = cloroformiz-
zare, eterizzare : assopire col cloro-
formio.
clttbb, s. m. = club, circolo: ridotto di
persone associate a un dato fine. Dal-
l'inglese Club.
eòa, s. f. = coda : il prolungamento ver-
tebrale dei quadrupedi ; il prolunga-
mento del corpo dei rettili e dei pesci ;
l'appendice di penne sporgenti dal co-
dione degli uccelli.
1) Fig. : chi è di idee retrive, non
liberale.
2) Lo strascico per ornamento.
3) La striscia luminosa che accom-
pagna le comete.
4) là eoa d'on éonètt = la coda del
sonetto : i versi che si aggiungono ai
quattordici del sonetto.
5) gttàrdà cont là eoa de l'oeuce =
guardare colla coda dell' occhio : alla
sfuggita.
6) mHes là eoa in di gàmb = met-
tersi la coda fra le gambe : andare via
umiliato e confuso.
7) à eòa de róndin = a coda di ron-
dine : modo avv.
8) eémbol à eoa = pianoforte a coda :
orizzontale, terminato a modo di coda.
9) mena là eoa = scodinzolare : del
cane.
10) sehisciàgh là eoa à vUn = toc-
car il pelo e il naso a qualcuno.
11) dà el didin èUa Ma eoa. Vedi
didin 2).
12) el diàol el ghe mètt là eoa =
Vedi diàl, 12).
13) eoa de ràtt = coda di topo.
— cedola ; phleum nodosum. Specie
di fiore.
— Lima di straforo. Lima cilindrica
appuntata che serve ad allargare fori
rotondi.
eoa, V. att. = covai-e : degli animali che
stanno sulle ova finche sian nati i pul-
cini.
1) Di chi sta sempre d'intorno al foco.
2) eoa el maa = covare il male : di
malattie che vengano adagio, adagio,
senza che l' uomo se ne accorga ; et
coma el tifo = covava il tifo.
coàda, s. f. = covata : il covare galline,
piccioni, uccelli ; e gli uccelli, pulcini
in cova.
coàfur, s. f. = pettinatura, acconoiatui-a
del capo Voce francese da Goiffure.
coàss, s. f. pi. = trecce: specialm. quelle
che le contadine arrotolano sulla nuca.
cobi, s. m. = letto; àndà al cdbi = an-
dare a letto, a dormire.
còbia, s. f. = pariglia, di cavalli accop-
piati.
cob
— 216 —
cod
1) che bela còbia = che beli' ambo!
Modo scherzevole vedendo insieme per-
sone di cattiva riputazione.
cobià, r. att. = accoppiare, addoppfare,
raccorrò insieme sui- uno stesso gomi-
tolo i fili di due 0 più matasse o fusi,
0 rocchetti.
1) Unire insieme due cose o due
persone.
2) Di cavalli, apparigliare.
3) In senso reciproco; kin eobian ben
= si sono ben accoppiati. Anche nel
senso iron. di cóbia, 1).
4) cobià; significa anche dormire, da
còbi.
coca, v. att. = ammammolarsi : addor-
mentarsi seduti, cascando la testa sul
petto.
1) Accoccarla, appiopparla, suonarla :
corbellare •, te me là cdehet nò = non
, me l'accocchi, non mi ci pigli.
coca, s. f. = coca : specie di pianta
pei'uviana colle foglie della quale si fa
decotto ed elisir,
cocàrda,"*" s. f. = coccarda; nappa a di-
versi colori secondo le nazioni o il si-
gnificato che le si dà. La italiana è
tricolore.
còcc, agg. =
1) Mezzo, troppo matui'O, vicino al-
l'infracidire per troppa mollezza : di
mele, meloni, cocomeri e sim.
2) Contento, allegro, soddisfatto.
còcer, s. m, = cocchiere : chi guida il
cavallo 0 i cavalli della carrozza.
cocéta, s. f. = lettiera, intelaiatui'a di
bel legname, o anche di ferro gentil-
mente lavorato, entro la quale si po-
sano su assicelle i sacconi o gli elastici.
còcch, s. m. = crioco.
1) Il nucleo del cocco dell' India ;
cocos iiucifera, il quale è adoperato in
lavori di tornio.
2) Galla di levante, frutto del coc-
colo menisperno, meiiispernum eoc-
culus.
3) eiàpà el còcch = addormentai'si.
4) i còcch = rigonfi : piccoli cilindii
di crine o altro che solevano le donne
mettere tra i capelli delle tempia per
tenerli gonfi e sporgenti.
5) càrbòìi còcch = caibone coke : il
residuo della distillazione del carbon
fossile per la preparazione del gas il-
luminante. Dell' ing. coak, coke.
6) fung còcch = uovolo, fungo bo-
leto.
cochéta, s. f. = cocchetta: bozzolo di baco
da seta che, scosso, dà suono come
avesse in sé qualche osserello.
còcia, = cuccia : covile del cane. Vedi
cucia.
cociàss, V. rifl,. = cucciare. V. cuciàss.
coco, s. m. = cucco, cuculo comune o
rugginoso o francescano; citculus cano-
riis. Uccello silvano.
1) rèss' on coco = esser cuculo: di
uomo da poco.
2) givgà ài caco = fare al cucù, fare
a stoppa: specie di gioco che si fa coUe
carte del tresette. Giocai'e a lumaggrè.
3) coeo: quando vogliamo negar for-
temente. V. cipelimérli.
coco, s. m. = cucco, cocco: voce infan-
tile per uovo.
cocòcìa, s. f. = ceppicene, coccuzza, coc-
cio: il capo. Voce di celia.
cocorà, V. att. = vezzeggiare, carezzai-e.
Specialm. i bimbi che si prendono sulle
ginocchia e si carezzano, si baciano e
simile.
cocoràda, s. f. = partita al cucù.
cocorita, s. f. = cocorita: specie di pic-
colo pappagallo.
cocumer, s. m. = cetriolo; pianta del ge-
nere zucca.
1) Citrullo: d'uomo dappoco.
cociimeràda, s. f. = citrullaggine. Vedi
grambaràda, àsnàda.
cod, s. f. = cote, pietra a olio, pietra per
affilare i foni da taglio.
1) Fj-assinella: sorta di pieti'a per li-
sciar metalli.
coda, v. att. = affilare: dare il filo a stru-
menti da taglio già aiTotati.
codàda, s. f. = affilata, l'affilare ; g'hòo
daa dna. bòna codàda ài temperm = ho
dato una buona affilata al temperino.
codàdura, s. f. = affilatura, l'atto del-
l'affilare ; hoo pà^aa on franch là co-
dàdura di reso = ho pagato una lira
per l'affilatiu-a dei rasoi.
codee, s. m. = bossolo della pieti-a; quello
in cui ripongono i contadini la cote.
1) Corno dell' acqua. Lo portano a
cintola i falciatori per tagliare la pietra
quando vogliono affilare la falce frul-
lana.
cddegra, s. f. = cotenna del lardo: la cute
del maiale dalla quale il lardo è lico-
perto.
cod
— 217
1) Pelliccia: l'intreccio d'erbe minute
e fìtte e di barboline che veste un campo,
un prato.
2) Sciàvero: una delle quattro parti
di cerchio che si ha dell' albero in ri-
quadrarlo coli' accetta, o colla sega.
codegrà, V. att. = far faro cotenna o col-
lottola: ingrassare le bestie pascendole
di buona erba.
1) Piotare; coprir di zolle d'erba un
prato.
codegliéta, s. f. = Palanca: palo diviso
per il lungo che serve a far palancati.
1) Piallaccio: sottilissime assicelle di
cui copronsi i legni più vili.
2) Correntino: ognuno di quei rego-
letti riquadrati che ricorrono spessi e
paralleli nel verso del pendio del tetto.
3) Broncone : regolo con cui sosten-
gonsi le viti nel mezzo dei campi.
codegliìn, s. m. = cotichino : specie di
salame cotto. Anche codeg'òtt.
cddes, s. m. = codice: raccolta di leggi.
codeséla, s. f. = inguinaia : parte del
corpo umano.
1) Gavocciolo: tumore all'inguine,
codògii, agg. = cotogno; pòmm coddgn
(frutto) = mela cotogna ; (albero) melo
cotogno.
codog'nàda, s. f. = cotognate : pasta di
pomi cotogni o zucchero.
coérc, s. m. = coperchio: ciò che copre
un vaso ; el diadi el fa i pìgnatt e
minga el coèrc = il diavolo insegna a
far lo pentole, ma non i coperchi. (V.
diàol, 7).
1) T. d'archib., fucile, martellino.
2) Antenitorio : cappelletto dei vasi
da stillare.
coèrcèll, 3. m. = pergamena : cono di
cartoncino con che si copre il pen-
necchio.
coerénsa,* s. f. = coerenza: il non dis-
dirsi, ne contraddirsi in nessun modo,
specialmente nelle opinioni politiche e
religiose.
coerent,* agg. = coerente : chi ha coe-
renza.
coérta, s. f. = coperta : ampio pezzo di
stoffa di varie maniere che si sovrap-
pone alle lenzuola e le ricopre larga-
mente.
1) fa sòtt là coèrta = rincalzare la
copei-ta.
2) irà indree i coèrt = scompannarsi:
scomporre i panni del letto e restare
scoperto.
coèrtiroeu, s. //*. = mantelline e coltiù-
cella. Dim. di mantello e di coltro.
coèrtón, s. m. = copertone : grande e
grossa coperta, per riparo dal sole,
dalla pioggia e sim.
1) Copertoio: specie di rete.
coéta, s. f. = codetta: segnetto conven-
zionale sotto alcune lettere dell'alfabeto
in lingua non nostra.
1) Striscia: pelle su cui si affilano o
asciugano i rasoi.
coetàni,* agg. = coetaneo : della stessa
età.
coeùdeii, s. m. = ciottolo. Assai poco
usata.
coeugli, s. ìli. = cuoco: chi fa da cucina
per mercede nelle famiglie signorili o
locande, alberghi e sim.
coeùr, s. m. = core, cuore: viscere, organo
centrale della circolazione del sangue.
1) Come organo del sentimento.
2) àndtt ài cceur = andare, arrivare
all'anima; di cosa che ci tocchi nel più
vivo del cuore.
3) Come espressione di affetto; te see
el me cceur = sei il core mio.
4) me s'cidpa el cmur = mi si spezza
il core: di dolore straziante.
5) vègh à eoeur, sta à cceur = aver
a core, stare a core una cosa ; curai--
sene, occuparsene molto.
6) rid de coeur = ridere di core, di
tutto gusto.
7) óua spina ài coeùr = una spina
al cuore, una gran doglia, dispiacere
vivo.
8) slàrgtLss el coeur = allargai'si il
core, a una buona notizia, buon esito.
9) mètt el coeur in pds = mettere
il core 0 l'animo in pace; rassegnarsi.
30) pariti ài coeur = parlare al core,
movere il sentimento.
11) streng el coeùr = stringere il
cuore di grave dolore.
12) vègh el coeur in man = avere il
core in mano, sulle labbra : essere
molto sinceri, essere di cuore aperto.
13) mèteé dna man sul cceur = met-
tersi una mano, lo mani al core, sul
core : domandare alla propria coscienza
seriamente.
14) che Dio ghe tòca el cceur = che
Dio gli tocchi il core ! Parlando di un
perverso.
eoe
- 218
col
15) Modo avv. de eoeur = di cuore.
16) Centi'o, mezzo ; in del eoeur de
l'Africa = nel cuore dell'Africa.
17) Caori, seme delle carte da gioco :
si dice anche copp.
18) àndà giò el eoeur = ustolare :
morire o struggersi di voglia di....
19) toRil el cmur = importunare, in-
fastidire.
coeùs, r. att. = cuocere e còcere : di cose
da mangiare, ridurle meglio mangiabili
col foco.
1) Di forte dispiacere o rincresci-
mento.
2) Iperb. se cceùs = si cuoce : dov'è
un gran caldo,
3) D'altra roba, tenerla al foco o nel
foco per conferirle qualche qualità ; più
soda, più gentile, ecc.
4) fa coPMs in priéa = arrabbiare;
cocere in fretta.
5) coeuses = rodersi : consumarsi dalla
rabbia e sim.
6) coeus = divorare , di passioni ;
quést l'è qiièll che me eoeiìs = questo
è quel che mi divora.
còfen, s. m. = corbello : cesto di forma
elittica con coperchio a cerniera.
1) Cassa 0 cofano da morto.
cogitór, s. m. = coadiutore: uno dei gradi
della gerarchia ecclesiastica. Anche cii-
g-itòr.
cognisión,* s. f = cognizione, idea, no-
tizia, nozione. Anche : conoscenza; soni
■vegniiii à cogniàiòn d'on bruti fàtt =
ebbi notizia di, son venuto a conoscere
un brutto fatto.
cògnit, agg = espeiio, pratico, cono-
scente: che ha cognizioni intorno a una
cosa.
cognòiiim, * s. DI. = cognome, casato :
nome di famiglia.
cdgoma, s. f = bricco : vaso di metallo
per fare il caffè, o scaldare il latte o
l'acqua e sim. Dim. cogomìn, cogo-
méta.
coin, s. f. = codino, piccola coda, spe-
cialm, quella che tenevano dietro la
parracca nel secolo passato.
1) Codino: chi si mosti'a avverso alle
idee di progresso.
coinóii, s. m. = gran coda: di pers. ohe
si mostri molto avversa alle idee di
progresso.
coionà; V. att. = canzonai'e. Vedi min-
cionà.
cola, s. f. = colla: materia attaccaticcia.
1) cdla de legnàmee = mastice, re-
sina del lentischio.
2) Mattonella del bigliardo; vèéé à còla
= attaccare : quando una palla è rasente
0 prossima alla mattonella ; sont à odia
= sono attaccato.
cóla, art. = colla: prepos. articolata femm.
per con la.
colà, V. att. = filtrare, colare, far passare
liquidi allo staccio o al filtro.
colàboràdór,* s. m. = collaboratore; chi
lavora insieme ad altri. Specialmente
di chi scrive nei giornali.
colàbroeùd, s. m. = colabrodo, passa
brodo: vaso di latta o di rame a fondo
bucherato per uso di filtrar brodi, su-
ghi, e sim.
colàna,* s. f. = collana: guarnizione del
collo, composta d'oro e di gioie ovvero
di più file di gemme.
colàrìu, s. m. = collare, collarino.
1) Da prete : collarina e goletta.
2) tra vìa el eolàrin = gabbarle o la-
sciare San Pietro.
3) Colletto: cinghia che cinge il collo
dei cani.
colàròn, s. m. = bacchettone: che è sem-
pre per le chiese e fugge i passatempi
anche onesti.
colàiid,* s. m. = collaudo: l'approvazione
dell'ingegnere all' accollatario di un la-
voro, perchè ne possa esigere il prezzo
e perchè del lavoro si possa servirsene.
colàiidà, * V. att. = collaudare : fare il
collaudo. V. colàiid.
colégr, s. m. = collegio: casa dove, sotto
una direzione convivono più giovani a
scopo educativo.
1) Circoscrizione territoriale chiamata
a eleggere il tal numero di deputati al
Parlamento.
còlégra, * s. m. = coUega, compagno in
un ufficio, grado, professione liberale.
colegiàl, s. m. = collegiale, convittore
di un collegio. Anche colegriànt.
1) Di giovane che non conosce il
mondo, inesperto, imbarazzato nelle sue
azioni.
colera,* s. f. = collera: movimento im-
provviso dell'animo per cui una per-
sona si inquieta e scende anche a mal-
trattamenti e vituperi verso altri.
colèra, s. m. = colem: morbo epidemico.
colesión, s. f. = colazióne.
1) Piccolo pasto della mattina.
col
219 -
col
I
2) Collezione : adunamento di cose
d'arte, libri, eco. In questo senso più
spesso ràcòlta.
colèta, s. f. = colletta : raccolta di da-
naro fra più persone a scopo di bene-
ficenza.
coletàri, s. m. = libro d'orazioni per im-
partire la benedizione.
colètt, s. in. = solino goletto : il coUo
della camicia attaccato, o staccato.
1) Colletto : quello del cane. Come
colàrìn.
colica,* s. /". = colica : dolori di ventre
violenti.
colìu, s. m. = colino : arnese traforato
per passarvi il brodo.
colina, s. f. = collina : colle piuttosto
esteso e elevato. Dim. colinèta.
coliri, * s. ni. = collirio ; medicamento
liquido per gli occhi.
coliss, (à) = a scanalatura, a incastro:
dal frane, a coulisse.
còli, * s. m. = collo : quella parte del
corpo che unisce il capo alle spalle.
1) còli del pè = nodeUa, collo del
piede, la parte superiore e più rilevata
ilei piede ; còli déla man = nodello.
2) Di veste ; el cóli déla càmisa =
il coUo della camicia. Della giubba: col-
laretto.
3) eòli stòrt = collo torto, bacchet-
tone.
4) butti i bràsG ài eòli = abbracciare
buttar le braccia al collo.
5) làsà i brìj siil còli = lasciare la
briglia sul collo : dar tutta la licenza
di fare a chi è sotto tutela.
6) àndti à ròta de eòli = andare,
cori'ere a rotta di collo ; precipitosa-
mente e con pericolo, all' impazzata,
a fiaccacoUo, a scavezzacollo : oppure,
d'affari che vanno male, alla busche-
rona.
7) dàptt per el eòli = pigliare e pren-
dere per il collo : far pagare a uno
troppo cara una cosa, fargli l'usuraio.
Vedi, ;iàpà, 33).
8) tirti el còli = tirare il collo ; dei
polli, ammazzarli.
9) làsàss mètt i pè éiil eòli = lasciarsi
ferrare, lasciarsi mettere i piedi sul collo.
10) eòli = collo: la parte più stretta
del fiasco o altro vaso simile.
11) se erèsen inai V òss del còli:
dicono quando rincariscono le cose di
prima necessità. E riferisce all' essere
appesi, nel qual atto il collo si allunga.
12) tra càpp e còli = all'improvviso;
quando uno meno se l'aspetti, e di cosa
sgradevole.
13) Collo: grosso involto di mercan-
zia, arnese, o mobile da spedirsi.
còli lòugrh, s. m. = codone, german ma-
rino: anas acuta. Uccello acquatico.
còli ròss, s. m. = moriglione, bosco;
anas ferina. Uccello acquatico.
cólma, colinègna, s. f. = comignolo :
quello spigolo o linea nella più alta
parte del tetto dove si uniscono due
opposti pendenti.
1) colma = vetta: lacinia di un monte.
2) ràtt de colmègna. (V. ràtt 1).
colocà e colog'à, * v. att. = collocare,
mettere a posto.
1) Maritare, accasare.
colòmb,* = colombo, piccione : genere
d'uccelli di molte specie. Anche : pu-
viòn.
colombài*,* s. m. = colombario: sepolcro
con caselle o nicchie nei sotterranei del
nostro cimitero.
colombèra, s. f. = colombaia : stanza
dove si tengono i colombi a nidificare.
colombina, s. f. = colomba: pasta dolce
foggiata a mo' d' uccello, per lo più con
un ove nel mezzo semplice o adorno,
e che si usa mangiare nello feste di
Pasqua.
2) Verdone: fungo innocuo; agaricus
vireseens.
colòna, * s. f. = colonna: grosso solido
cilindrico destinato a reggere edifìci.
1) Quella che in luogo pubblico serve
di monumento.
2) Una certa quantità di soldati.
3) Uno degli scompartimenti dall'alto
al basso delle pagine di un libro.
4) gamb che pàren colònn = gambe
che paiono colonne: gambe grosse.
colonèll, s. m. = colonnello: titolo di co-
lui che comanda un reggimento.
1) tenént colonèll = tenente colon-
nello: grado subito sotto a quello di
colonnello.
colouèta, s. f. = colonnetta : dimin. di
colonna, specialm. per quelle basse che
fiancheggiano le vie come paracam.
1) Colonnino, balaustro : quelle pic-
cole colonne tornite, lavorate che for=
mano una balaustrata, la ringhiera di
un ballatoio.
col
— 220
COlll
colònia,* s. f. = colonia: i sudditi di uno
Stato che vivono in un alti'o; là colò-
nia italiana de Paris = la colonia ita-
liana di Parigi.
coloniàl,* agg. = coloniale; polìtica co-
loniàl = politica coloniale.
1) *■ coloniài = i coloniali: quelli che
vengon dalle colonie, zucchero, caifè e
simili.
colonisà,* r. att. = colonizzare: popolare
con colonie ; el govèrno italian el uoe/ur
colonisti V Africa = il governo italiano
vuole colonizzare l'Africa.
color,* s. m. = colore: impressione che
la luce riflessa della supei-fice dei corpi
fa sull'organo della vista.
1) bèli color = bon colore ; del viso,
che è segno di salute.
2) àndà gìò el color = non reggere
il colore.
3) fànn de tùli i color = farne d'o-
gni sorta, fare d'ogni erba fascio, farne
di tutti i colori.
4) smart el color = morire il coloro.
5) vestii de color = vestito di colore:
contrapp. a bianco o nero.
coloràsc,* s. m. = coloraccio: pcggior.
di colore.
colorì,* V. att. = colorire; dare il colore.
colorusc,* s. m. = coloruccio, spregiai,
di colore. Specialmente del volto d'una
persona.
colosàl, * agg. = colossale, simile a co-
losso : enorme , grosso straordinaria-
mente.
colòss,* s. m. = colosso: di tutto ciò che
ha proporzioni grandissime, e special-
mente di statue e di persone di enorme
statura.
colp,* s. m. = colpo: l'atto e l'effetto di
chi colpisce.
1) Botta: per danno grave nella sa-
lute e negli interessi.
2) ài prtmm cdlp = di primo assalto,
alla prima.
3) mi cdlp = immediatamente, sul
tiro.
cólpa,* s. f. = colpa; azione che viola la
legge e merita castigo, rimprovero.
2) Cagione principale di un fatto, che
ha conseguenze spiacevoli; là colpa l'è
minga mìa = la colpa non è mia.
3) tra àdòss ài tilter là colpa = but-
tar la colpa, la broda addosso agli altri.
4) el cdlp de grtL^ia = il colpo di
grazia, spicciativo.
colpètt,* s. m. = colpetto: diminut. di
colpo.
1) Buon affale, buon negozio.
colpe voi, * agg. = colpevole : che è in
colpa, ma piuttosto grave; l'hàn cotv-
dcmaa ma l'èra minga colpèvol = l'han
condannato, ma non era colpevole.
colpì,* V. att. = colpire: arrivare con uno
0 più colpi.
1) Far molta impressione; pei- Dio!
l'è on quMer che m'ha colpii = per Dio!
è un quadro che m'ha colpito.
coltiv, s. m. = coltura: ten-eno messo a
coltivazione.
coltiva,* ■^?. att. = coltivare : di terreno,
lavorarlo perchè produca.
1) coltiva là ment, l'ingègn = colti-
vare la mente, l'ingegno: studiare.
2) coltiva on' amicUia = coltivare
un'amicizia: mantenersela con cura as-
sidua.
3) coltiva dna 'persóna = coltivare
una persona : rendersela benevola con
molte cure.
coltivàbil,* agg. = coltivabile: che può,
e che merita d'essere coltivato. Per lo
più però solo di terreni e di piante.
coltivàsiòn,* s. f. = coltivazione: il col-
tivare, di terreni, di piante.
coltfìra, * s. f. = coltura. Fig., quella
della mente, dell' intelletto, dottrina,
sapienza.
1) l'è on òmm d'ona gran coltUra =
è un uomo di una gi-ande coltura.
comaa, s. f. = mammana, levatrice: co-
lei che per mestiere assiste le parto-
rienti. Usa meglio oggi levatrice.*
1) Entra in una canzonetta ; dòe te
set staa? - à cà déla comaa - cose là
t'ha daa - pan e formagìn - e de bév?
- piàa d'àsnìn; grin, grin, grin, grin.
coiuàiid,* s. m. = comando: la cosa co-
mandata.
1) L'ufficio di un comandante mili-
tare della città.
comanda,* v. att. = comandare: commet-
tere espressamente che si faccia una
cosa. ,
1) còs'el comanda? = che mi comanda?
Cortesemente venendo a una chiamata
di campanello o altro.
2) Dar commissione che altri si rechi
0 ci pi'ocuri ciò di cui abbisogniamo.
3) Capitanare; di truppe, esserne il '
capo, guidarle.
com
- 221
coiuàudàméut)* s. m. = comandamento:
quelli, del decalogo, della legge mosaica,
comàndàut,* s. m. = comandante : che
ha un comando militare.
combacia,* v. att. = combaciare, incas-
sare : l'unirsi di due corpi senza che
apparisca nessuno spazio intermedio; ci
coèrc el combtlcia nò coni là casa = il
coperchio non combacia colla cassa.
1) Abboccare: dicesi di due vasi le
cui bocche coml)aciano.
combàll, s. VI. = barcone, battello, bur-
chiello.
combatèiit,* s. ut. = combattente: colui
che combatte.
combàtimèut, * ò". m. = combattimento,
battaglia : il oom])attere di soldati in
campo aperto.
combàtt, r. att. = combattere, pugnare,
far battaglia, battersi.
combina, v. att. = combinare : metter
d'accordo.
combinàsión, s. f. = combinazione : caso
fortuito.
1) Il combinare, il combinarsi.
combricola, * s. /'. = combriccola : riu-
nione di pers. specialm. equivoche a
scopo non ))uouo.
combttstìbil, * agg. = combustibile : di
materia atta a bruciare, solitamente a
servizio di macchine.
come, avv. = come, siccome.
1) Molto, di molto, assai : si mette
dopo la parola a cui si riferisce.
2) rè bela come = m'aiuti a dir bella.
3) Interr. come ? è sincope di Gome
rèe serve specialm. ad indicar mera
viglia.
còme, * ave. = come : unisce due ter-
mini di paragone e di somiglianza ;
cor cóme ci veni = correre come il
vento.
1) Nel modo che ; ini foo còme me
par e pids = io faccio come mi pare ;
.'ieàrpa larga e biciér pién e ciàpàla
còme là vèn = far buon viso a cattiva
fortuna.
2), Quanto ; te set còme sont bòn mi =
sai quanto sono buono io.
3) Innanzi al verbo comprare, signi-
fica in milanese, anche a qual prezzo ;
r tóme Vliee eompraa ? = a, qual prezzo hai
r comperato ?
* 4) còme l'è? com'' è ? = Gom' è ? come
va che ? per qual ragione ? ; còme l' è
che te set nò in campagna ? = come
va che non sei in campagna ? Vedi
come, 3).
5) In qual modo ; còme là m ? =
come va la salute ?
6) còme se = nel modo che, quasi
che ; còme se mi fiiss minga bòn =
quasi che io non fossi capace.
7) cóme Dìo voeur = come Dio vuole.
S) Correi, di tanto; tant chi còme là =
tanto qui, come là.
9) Dopo l'avv., sègoìid = secondo ;
segòncl còme te là ciàpet = secondo co-
me la pigli.
10) cóme là vèn, là lén = come vien
viene: alla peggio, là e addio.
11) picEÙv còme Dìo le màndr. =
piove come Dio la manda : a ciel rotto.
12) còme l'è, còme no l'è = come è,
come non è : in un momento.
13) còme l'è vera = come è vero :
modo di affermazione ; còme l' è véra
Dìo = come è vero Dio.
comcdia, * s. f. = commedia : componi-
mento drammatico, comunemente in più
atti e di fine non lugubre.
1) fa dà pàrt in comèdia = fare più
paiii in commedia : di chi dimostra più
e diverse opinioni in una volta.
2) che comédia, ! = che commedia !
di cose e miserie umane che paiono
comiche.
comediànt, * comediàtt, s. m. = com-
mediante : chi pei' professione recita
commedie o altri drammi, e chi recita
la commedia, fìnge.
comediogràfó, * s. m. = commediografo,
drammaturgo : scrittore di commedie o
di drammi.
comemoràsiòn,* 5. f. = commemorazione :
il ricordare con lode qualche persona
morta ; là comemoràsiòn de Oaribàldi =
la commemorazione di Garibaldi.
comencià, v. att. = cominciare : fare i
primi atti di un' operazione. Ora più
comunem. comincia.*
comencìn, s. m. = avviatura : il prin-
cipio della ealza, della soletta o di al-
tro lavoro a maglia.
1) Giri rovesci : certo numero di giri
a maglia nel lembo superiore della calze
fatti in modo che esso non si arrovesci.
comendàtor, * s. m. = commendatore :
grado e titolo degli ordini cavallereschi.
comeutà, v. att. = commentare, illustrare,
annotare : mettere in chiaro il testo di
un autore con note e sim.
coni
222 -
com
comentadór, * s. m. = commentatore,
annotatore : che fa annotazioni.
coinèrc e anche comèrcio, * s. m. =
commercio : lo scambio di merci con
merci o di merci con denaro.
1) citaa de comereio = città di com-
mercio : dove la popolazione s' occupa
molto di affari commerciali.
2) vèss sili comèrc = essere al com-
mercio : esser dato ai traffici, agli af-
fari .
comèrcià; * v. att. = commerciare : eser-
citare il commercio o un commercio,
comèrciàbil, * agg. = commerciabile :
che si può commerciare.
comèrciàl, * agg. = commerciale : che
spetta al commercio.
comèrciànt, * s. m. = commerciante :
chi esercita per professione il commer-
cio e tiene negozio.
comèss, s. ni. = commesso : impiegato
subalterno in un ufficio pubblico o pri-
vato.
cometa, s. f. = cometa = noto corpo ce-
leste che sta fra il pianeta e le nebu-
lose. Più comunem. stéla comèta ;
entra nella canzone : là stéla comèta
là riva ài dés or, oh che bèi fior! dh
che bel fior !
1) Acquilone, cervo volante : balocco
da bambini.
comètt, «7. att. = commettere : dare un' or-
dinazione .
1) Fare : in cattivo significato.
cdmicli, * agg. = comico : ridicolo, faceto,
buffo.
1) Sost. attore di teatro.
comifò e comilfò, avv. = ammodo, con
garbo, per bene, Dal frane, cornine il
faut. Vedi doè, còme se dev.
comincia, * v. att. = cominciare, im-
prendere : mettersi ad una impresa, in-
cominciar a fare ; ghe voeur on §òld à
cominciti e dilil à finì = un quattrino
a cominciare e due a smettere.
1) Aprire : nel senso di dar principio
a un' operazione ; cominciti el procèss,
r inchièsta = aprire il processo, F in-
chiesta.
2) Letterar. esordire : incominciare
una narrazione, un discorso.
comisàri, * s. m. = commissario : pers.
a cui è affidato temporaneamente qual-
che uffizio pubblico, e anche titolo di
pubblici impiegati ; eomistLri de poliéìa,
de guèra = commissario di polizia, di
guerra.
cornisi,* s. m. = comizio : adunanza del
popolo per trattare d'affari pubblici e
per lo più protestare contro soprusi.
comisiòn, * s. f. = commissione : il com-
mettere 0 la cosa commessa.
1) dà là comisiòn = allogare.
comisionàri, * s. m, = commissionario :
chi compera o vende per conto di case
di commercio.
comitaa e comitato, * s. m. = comitato :
piccola compagnia di persone per rag-
giungere un fine di interesse pubblico.
comitiva, * s. f. = comitiva : compagnia
di più peisone ; quànd sèmm àndaa
tila Màdòna del Mont éérem ona bela
cofnitìva = quando aadanimo alla Ma-
donna del Monte eravamo una bella
comitiva,
comod, s. m. = agio.
1) Usato meglio al plui-ale : le co-
modità e anche i diletti della vita.
2) Modo avverb, ; coni comod = a
tutto suo agio : comodamente.
3) Matta : carta da giuoco la quale
si fa contar quanto uno vuole.
4) Luogo comodo : il cesso.
cdmod, agg. = agevole : che si fa con
agio, con facilità.
1) agiato : che vive agiatamente.
còmoda, s. f. = seggetta, predella, sella :
specie di sedia a bracciuoli per uso di
andar di corpo.
1) vàs déla cdmoda = càntero,
comoda, ». att. = accomodare : met-
tere in ordine cose, come mobili, libri
fogli, che si ti'ovano fuori di posto.
1) Accomodare le sue cose, i suoi
affari, i suoi interessi ; comodti i oeuf
in del càvàgnoeiì = accomodar le ova
nel paniere e accomodarsi le ova nel
panierino ; accomodar bene i fatti suoi.
2) comoda vun = accomodare uno,
procurargli ciò che desidera e special-
mente dargli 0 trovargli alloggio.
3) Di una cosa si dice che là cò-
moda 0 là comoda nò = ci accomoda
0 non ci accomoda, se ci piace, ci con-
viene, si accorda o no coi nosti-i gusti,
coi nostri fini particolari. Anche : mi
torna o no.
4) che el se còmoda, còmodet = si
accomodi, accomodati : si dice invitando
a sedere chi venga a farci visita e gè-
eom
- 223
com
neralmente invitando uno a fare il pia-
cer suo.
5) Condire : specialm. di paste, riso,
verdure che si condiscono con burro ;
i màcàròn, i bròcol coviodaa = i mac-
cheroni, i broccoli conditi.
comodàméut, * a'vv. = comodamente :
con comodità.
1) Agiatamente : con agiatezza, viv
comodàmènt = vivere agiatamente; sta
eomodàment in d'on stt = stare agiata-
mente in un luogo. Per sufficiente spazio.
comodili, s. m. = accomoda, santagio :
l'accomoda, e scherz. Ser accomoda : di
uno che sia sempre lì pronto a fare
tra i più tutte le parti che a nessun
alti'i piace di fare.
comodìtaa, * = «./■. = comodità: l'es-
sere comodo e anche 1' opportunità,
l'occasione favorevole.
comceÙT, V. att. - commovere : muovere
gli affetti altiTii specialmente in senso
melanconico ; l'è òna niÈsica che co-
mrpuv = è una musica che commuove.
Al rifloss. comceùres.
1) Impietosire : muovere a compas-
sione.
cdmor, agg. = colmo : pieno, pieno cu-
polo. Specialmente delle misure di ca-
pacità; l'è, on lìter eonior de rìs = è
un litro' di riso colmo, pieno cupole.
comosidii, * s. f. = commozione : il com-
moversi.
1) L'essere agitato da sentimenti di
pietà.
comòss, * agg. = commosso : chi sta
provando una commozione ; éont co-
mòsè per ititi i tò gentilèss = son com-
mosso da tutte le tue cortesie.
compaa, s. m. = padrino, patrino, com-
pare : chi tiene un bambino a battesi-
mo e risponde per lui, chi assiste per
lui nella cresima. Ora usa meglio pa-
drìii. *
1) Compare: chi tien mano a un
altro in qualche azione disonesta ; coni-
paa bosàrd = compare della bugia : chi
aiuta a tener nascosta una bugia.
compàgrin, * s. f. = compagine : con-
giunzione intima delle parti di un corpo.
Fig. : là comjMgìn del'esèreit, déla fa-
mìglia = la compagine dell' esercito,
della famiglia.
coinpàgn, s. m. = compagno : chi ac-
compagna, fa compagnia.
1) comptign = compagni : si dicono
le persone della medesima età che uno
suol praticare specialm. per divertirsi.
Nel gioco, quelli che cercano insieme
di vincere la partita contro altri.
2) Condiscepolo : che va alla mede-
sima scuola.
3) Camerata : compagno più. che altro
d'armi e di collegio.
4) Aggett. Compagno, uguale ; el me
lìber l'è comp^gn del tò = il mio libro
è uguale al tuo.
5) comptign = socio : quello che un
commerciante o industriale si associa
nella propria azienda.
compagna, v. att. = appaiare; el Signor
i e fa e poRU ie compagna = Cristo fa
le persone e poi le appaia. Vedi àcom-
pàguà.
compàgnaa, agg. = appaiato ; ben o mal
compàgnaa = bene o male appaiato :
si dice di persone o cose che per qua-
lità, 0 fisiche 0 morali, l'una sta bene
coir altra.
comi)àgnìa, * s. f. = compagnia, bri-
gata: più persone riunite insieme per
conversare, divertirsi o altro fine co-
mune.
1) Grande associazone di commer-
cianti, speculatori.
2) Associazione di attori.
3) Un dato numero di soldati sotto
il comando di un capitano.
companàtich, * s. m. = companatico:
tutto ciò che si mangia col pane. Se è
carne, si dice anche e più frequentem.
pitànsa.
comparì, v. att. = apparire : il primo
mostrarsi di una cosa o di una persona,
Anche : comparire.
1) Di cosa soprannaturale e fanta-
stica che ci sembri di vedere : è eom-
pttrs on tingici = apparve un angelo.
2) Affacciarsi : farsi vedere dove tutti
vanno o sarebbe obbligo andare. Anche :
mostrarsi.
comparsa, * s. f. = comparsa : il com-
parire, mostrarsi.
1) Citazione a comparire in giudizio.
T. di Tribunale.
2) i compare = le comparse : sulla
spena, pèrsone che non parlano.
compàrtìmènt , * s. m. = comparti-
mento : divisione regolare specialmente
di scaffali, negozi, e carrozzoni della
ferrovia. Anche scompàrtimént.
compàsaa, * agg. = compassato : preciso.
coni
— 224 —
com
Anche : meticoloso ; di chi non fa alcun
movimento che non sia compostissimo
e misurato.
compàsiòii, * s. f. = compassione : sen-
timento di pietà del male altrui ; te
ghet propi minga de compàsion = sei
proprio senza compassione.
compàsioiià) * v. att. = compassionare :
fare atti o dir parole di compassione
per alcuno ; i fkeu màlaa bisogna
minga compasìontii tròpp = non biso-
gna compassionarli troppo i bambini
ammalati.
compàsionèvol, * agg. = compassione-
vole : che move a compassione ; V è
rivaa dal camp in d'on stàt compà-
sionèvol = arrivò dal campo in uno
stato compassionevole.
compàss, * s. m. = compasso, seste : stru-
mento adoperato nel disegno geome-
trico a far circoli, e prendere misure
lineari.
compatì, * V. att. = compatire : usare
indulgenza nel giudicare dei portameati
altrui.
1) In senso dispreg. Parlando di er-
rori nei quali si cade per effetto di
poco giudizio, mancanza di educazione
0 altro diffetto.
2) fààs compatì = farsi compatire :
operare con poco giudizio in modo da
destare l'altrui compatimento.
compatibile * agg. = compatibile, con-
ciliabile : che può stare insieme con
altra cosa ; l'è on impiégh minga com-
patibil còla tòa dignitaa = è un im-
piego non compatibile colla tua dignità.
1) Degno di compatimento; on fionù
l'è compàtibil, ma on òmm nò = un
fanciullo è compatibile, un uomo no:
di cei-te azioni non convenienti.
compàtimèut; * s. m. = compatimento,
indulgenza.
compatriota, * s. m. = compatriota e
compatriotto : chi è della medesima pa-
tria.
compàtt * agg. = compatto : di cose le
cui parti sieno molto unite e ristrette ;
el biitér Ve riesii bèli compàtt = il
burro è riuscito ben compatto.
compendi, * compendio: sunto di un'o-
pera.
compéns, * s. m. = benemerito, ricom-
pensa, compenso : risarcimento di un
danno e mercede per uq benefìzio.
1) Fara, e iron. : ?co el compém de
ttinti premur, de tanti benefisi = ecco
il benemerito di tante cure, di tanti
benefìzi.
compensa, * v. att. = compensare : dar
r equivalente di quanto hanno dato,
perso per noi; el me compensa con
tànt'àmòr di éàcrifisi che foo per lu
= mi compensa con molto amore dei
sacrifìci che fò per lui.
compera, * s. f. = compera: il compe-
rare; te faa dna bona compera? =
hai fatto una buona compera?
comperà, * v. att. = Vedi compra.
competénsa, * s. f. = competenza: di-
ritto e capacità di giudicare.
1) i competéns = le competenze :
quanto si compete a uno.
competènt, * agg. = competente : che
ha diritto e capacità di giudicare.
compesà, v. alt. = fare , mangiare a
miccino : mangiare poco per volta.
compètt, V. att. = competere, stare a
competenza, gareggiare.
1) Questionare, disputare, contendere.
2) Appartenere, spettare ; ghe com-
pètt on stipendi màgiòr = gli spetta
un maggiore stipendio.
compì, V. att. = compire e compiere, «
finire: conduiTe a tenni ne. 1
compiàcènsa, * s. f. = compiacenza: '
condiscendenza aUe brame altrui : cor-
tesia, gentilezza.
1) Diletto che si prova per le pro-
prie azioni e cose ; el guardava so fkeiì
coni òna compiàcènsa de no di = guar-
dava suo figlio con una compiacenza
indicibile.
compi àcént, * agg. = compiacente : cor-
tese, condiscendente.
compiàngr, * v. att. = compiangere :
esprimere il dispiacere che si prova
pel male altrui.
1) Il mil. l'usa anche nel senso di
compatì. Vedi.
compii, agg. = compiuto, finito: di cosa
cui non manchi nulla.
1) Cortese, educato con finezza di
cortesia; l'è on sciòr mólto compii =
è iin signore compitissimo, molto cor-
tese.
compiàses e compiàséss, v. rifl. =
bearsi. Vedi beàss.
complèta, * s. f. = compieta : ultima
delle ore canoniche negli uffici dei
preti cristiani.
compimèut, * s. m. = compimento : il
com
— 226
com
compirò uu lavoro, un'opera ; quell'or-
naa chi /'è hèll, ina el g'ìià bisogn on
Gompimént = questo ornato è bello ma
ha bisogno di un compimento.
cóiupit, * s. m. = compito: assegno di
lavoro che il maestro dà agli scolari.
compita, * V. att. = compitare: leggere
spiccando le lettere delle parole.
compitésa, * s. f. = compitezza, corte-
sia, civilt<à ; l'è on gioin d'ona compi-
tHa mòdèll = è un giovane di una
compitezza modello.
compleàmiiS) s. m. = anniversario, com-
pleanno : il giorno in cui uno compi-
sce gli anni.
compleménti * s. m. = complemento,
uflcidl de complement = ufficiale di
complemento.
complèsiòn, * s. f. = complessione : na-
turale disposizione del corpo ; vesà de
complèsiòn deliettda = essere di com-
plessione delicata.
complèSs, * s. m. = complesso : il tutto
composto di più parti.
1) in eomplèss = complessivamente,
in modo complessivo.
2) Agg. Membruto, grasso ; l'è on
omòn eoìiiplèàs = è un omone com-
plesso.
complètt, * a^g. = completo : di cosa a
cui nulla manca : che ha tutto il n\\-
mero richiesto.
1) òìi complètt = abito completo :
calzoni , sottovesto , giacchetta della
medesima stoffa.
complica * V. att. = complicare : intrigare
imbrogliare la cosa.
complicàsióu, * s. f. = complicazione,
difficoltà, imbroglio.
complimèut, * «. m. = complimento :
atto, parola, segno, discorso che si fa
in segno di civiltà, di ossequio.
1 ) fa minga complimènt, sema com-
pli»ient = non far complimenti, senza
complimenti : di chi è sbrigativo, an-
che sfacciato, fa da padrone.
2) Cerimonie : dimostrazione di ri-
veienza che usano in società, con re
lativi costumi ; sta nò adi coDiplimènt =
non star sulle cerimonie : non preten-
derle, non farne caso.
3) Anche: lode, elogio : (/Ae /bo ime
complimènt per el so llber = Le fo le
mie lodi per il suo libro.
complimeiitòs, * agg. = complimentoso :
che suol fare molti complimenti.
15
compiota, V. att. = congiurare: trattare
segretamente e in ispecie di affari po-
litici.
1) Anche por accordarsi nell'esecu-
zione di un reato.
complòtt, s. m. = combrioola, congiura :
trattato e pratiche segrete di' negozio
da conchiudere.
componimént, * s. m. = componimento :
ogni sorta di poesia o prosa d'inven-
zione,
compònu, r. att. = comporre, tessere,
distendere.
1) Accozzare i caratteri corrispon-
denti al inanoscrilto da stamparsi.
2) Inventare qualche cosa di propria
testa, ossia scrivere in prosa, poesia o
musica.
composision, * s. /'. = composizione:
mescolanza di cose e il risultato di
essa ; l'è minga bróns, Ve ona com-
posisimi = non è bronzo ; è una com-
posizione.
1) Invenzione pittorica, o poetica, o
musicale ; màèster de eomposión =
maestro di composizione (solamente mu-
sicale).
compositór, * s. m. = compositore : chi
compone.
1) compositòr de musica = composi-
tore di musica : il maestro che la com-
pone.
2) In tipografia chi unisce i carat-
teri.
3) Compositoio : arnese di ferro usato
dal compositore.
compost, * agg. = composto.
1) Formato di più parti o elementi,
2) Di costumi, atti e sim.: grave,
modesto, decoroso.
3) Di chioma, vesti, e sim. : accon-
ciato, ordinato.
comporterà, s. f. = compostiera, guaz-
ziera, ciotola da guazzi. Specie di cio-
tola coperchiata, per lo più di metallo,
nella quale si servono in tavola i guazzi
0 conserve.
compréud, * 'V. att. = comprendere : con-
tenere in se; el eomùn de Milàn el
coìnprèml Unca Lorètt = il comune di
Milano comprende anche Loreto, Più
volgami, ciàpà dent.
comprés, * agg. = compreso : da com-
prendere; in del fitt gh'è comprés
r acqua potàbil = nell'affitto è com-
presa l'acqua potabile.
com
- 226 -
con
1) Implicito: che non è espresso,
ma si comprende necessariamente.
comprimàri, * s. m. = comprimario:
di cantante che non è secondo e non
è primo.
comprimm ^ * v. att. = comprimere :
stringere con forza ; là scarpa là me
coniprim et cali = la scarpa mi com-
prime il callo. Più volgarm. scliiH ;ià.
compromètt, * v. att. = compromettere:
mettere a rischio; viij minga compro-
mètt là mia posiéion = non voglio
compromettere la mia condizione.
compunsiòn, * s. f. = compunzione:
l'esser compunto ; in gésa bùdgna stàgh
cont comp-unsion = in chiesa si deve
stare con compunzione.
compùnt, * agg. = compunto. Di pers.
Addolorato nel pentimento, e con rac-
coglimento devoto.
compù = quanto più, tanto più.
comiin, * s. in. = comune, municipio:
gli abitanti stessi, i contribuenti, il
paese.
1) Agg. comune : che appartiene
ugualmente o relativamente a più o a
tutti.
2) àené comun = senso comune : fa-
coltà di giudicare sanamente, comune a
tutti.
comìinàl, agg. = comunale : che appar-
tiene al Comune, che dipende dal Co-
mune, che non è proprietà privata.
comiinicà, * v. att. = comunicare.
1) Avere un' escita, adito comune.
2) T. cattol. amministrare l'eucare-
stia: comilnicàss = comunicarsi, pren-
dere la comunione.
comiinicàtìya, * s. f. = comunicativa:
facilità di comunicare i propri senti-
menti colla parola.
comiiuicàsidn, * s. f. = comunicazione :
il comunicare e anche l'adito per cui
si comunica.
comiiniou, * s, f. = comunione: l'avere
in comune, a comime.
1) Il Sacramento dell'Eucarestia e
l'atto di ricevere queste» Sacramento.
2) La parte della Messa, quando il
sacerdote è all'Eucai'estia.
comiinitaa, s. f. = comunità: il corpo
dei cittadini.
1) ghe le ctlnta ài pdpol e àia co-
m,unttaa = lo racconta al popolo e alla
comunità. Per dire : a tutti quanti.
con e davanti a vocale cont = con. Pre-
posiz. semplice che si unisce anche
coir articolo. Regge vari complementi
indiretti di relazione, di congiunzione,
di compagnia.
1) Di collegamento, unione, mesco-
lanza.
2) Di proprietà, connessione.
3) Parlando di cose che si portano,
d'usanze, di modo.
4) Posposto a insèma = insieme.
5) Indicando lo stato, la condizione
l'atteggiamento, la causa, il modo, le
condizioni, il mezzo, lo strumento o
mezzo materiale.
6) con tiitt = con tutto : nonostante,
malgrado.
conca, s. f. = conca, sostegno, chiusa:
il congegno attraverso un canale per
tenere in collo l'acqua fin dove occorre,
onde passarla agevolmente. Anche : ca-
teratta.
1) Luogo basso tra i monti ; l'è on
paèé, gid in d'òna conca = è un paese
affondato in una conca.
2) fa cotica = far conca ; piegarsi a
guisa di conca.
3 ) conca di ptàtt = conca : largo vaso
di legno a uso di versarvi il ranno per
rigovernarvi le stoviglie.
coucéd, v. att. = accondiscendere, con-
cedere, condiscendere, cedere ; confor-
marsi per grazia al volere altrui.
1) Menar bono, di ragioni addotte.
concentra, * v. att. = concentrare : fare
che varie forze o attività si dirigano
ad un sol punto. j
1) Radunare in una sola persona, o j
in un solo ufficio la somma dell'au- |
torità.
concentràmént, * s. m. = concentra-
mento: il concentrare; el concentrà-
mént esàgeraa di potéri l'è là riitna
del Stdt = V esagerato concentramento
dei poteri è la rovina dello Stato.
concèntricli, * agg. = concentrico : di
più circoli che hanno lo stesso centro.
concepì, * v. att. = concepire: afferrare
colla mente, comprendere ; pòés minga
concepì come on bon italiàn el pdda
vèss clericdl = non posso concepire
come un buon italiano possa essere
clericale.
concerìa, *«./".= conceria: luogo dove
si conciano le pelli ; el pàdròn l'è gid
in conceria = il padrone è abbasso in
conceria.
con
- 227 -
con
concert, * s. m. = concerto : esecuzione
di musica, fatta da più cantanti o so-
natori.
1) Pozzo di musica eseguito da una
voce 0 da uno strumento con accom-
pagnamento d'orchestra o d'organo o
di piano o di banda.
concerta, * v. att. = concertare, affia-
tare, accordare a forza di prove dili-
genti due 0 più cantanti o sonatori ;
conerttt on'dpera = affiatare i cantanti
che eseguiscono un'opera.
1) Si dice anche di attori non can-
tanti.
concertàdòr, * s. m. = concertatore :
maestro che attende alla concertazione.
concertista, * s. m. e f.= concertista :
chi suona o canta di concerto.
concèsiòn, * s. f. = concessione : l'atto
del concedere e in signif. generale con-
discendenza.
concesionàrì, * s. m. = concessionario :
quegli a cui è fatta la concessione di
un diritto.
concètt, * s. m. = concettto : quel che
la mente ha concepito, il risultato del-
l'operazione dell'intelligenza.
1) L'idea, il pensiero: el coneett del
quàder Ve bòn = il concetto, l'idea del
quadro è buona.
2) Il disegno di un'opera d'arte.
3) Opinione, stima di una persona.
conchee, s. m. = caterattaio : custode
dei sostegni dei canali navigabili.
conchìlia, * s. f. = conchiglia: nicchia
marina.
conchin, s. m = concola : piccola conca
che si pone sotto lo zipolo della botte,
perchè nello spillare non gocci vino in
terra.
concltìd, V. att. = concludere.
1) D'affari, venirne a capo.
2) Di discorso, venirne a termine
con qualche scopo o ragione che torni.
conclìisidn, * s. f.= conclusione ; 1' atto
e l'effetto del concludere.
1) in conelilsiòn = in conclusione,
in sostanza, dunque, alla fine.
concór, * V. att. = concorrere.
1) Di persone che si fanno avanti
con titoli 0 altro, per aver un'impiego,
un premio, un posto onorifico.
2) Di più cause che tendono a un me-
desimo effetto ; tìitt concorèva à fàmm
aperti = tutto concorreva a farmi spe-
rare.
concordato, * s. m. = concordato : ac-
cordo a cui vengono i creditori con un
debitore o fallito.
concordia, * s. f. = concordia : buona
armonia; quànd ée commcia à diseor
de polìtica là concordia Ve àndtLda =
quando si comincia a discorrere dì
politica è beU'e andata la concordia.
concorènsa, * s. f. = concorrenza: il
concorrere di più persone a un guada-
gno a un vantaggio.
1) fa concorènsa = far concorrenza:
di chi mette la medesima industria,
apre la bottega o negozio o istituto
del medesimo genere per attirare a se
gli avventori, i guadagni d'altri.
concorént, = concorrente : chi concorre
per ottenere ufficio, premio, onori, ecc.
concerà, * s. m. = concorso : il con-
correre.
1) Di gente a un luogo.
2) Di persone che concorrono a un
esame aspirando a un impiego, a un
grado, premio e sim.
concreta, * v. att. = concretare : nel senso
di concludere. Vedi conclQd.
concrètt, * agg. = concreto : che ha per
' termine un oggetto reale, preciso.!
1) vegnt ài concrètt = venire al caso
pratico.
condàna, * s. f. = condanna: il con-
dannare, la sentenza che condanna e
la pena data. ■ "
condàna, * v. att. = condannare : sen-
tenziar colpevole, infliggere a uno una
condanna, una pena.
1) Disapprovare, dichiarar falso, cat-
tivo. Di dottrine, di opinioni, costumi.
2) Costringere ; là botéga là me con-
dàna à vègh mài on dì in libertaa =
la bottega mi condanna a non aver mai
un giorno libero.
condànaa, agg. = condannato: chi ha
avuto una condanna e chi è in carcere
a scontarla.
l) Chi è costi-etto a far qualche cosa ;
sont condànaa à làortL tuta là vita =
son condannato a lavorare per tutta la
vita.
condànàbil, * agg. = condannabile: che
merita di essere condannato.
condemànch, condemén, = a meno ;
podè minga fànn condemén = non po-
ter farne a meno.
condensa, * v. att. = condensare : ren-
der denso.
con
228 -
cou
condenèaa, * agg. = condensato: denso,
reso meno liquido; Uitt^ brceild con-
densaa - latte, brodo condensato.
condì, * V. att. = condire: dare il con-
dimento, rendere piii gradevoli le vi-
vande.
condii, * agg. = condito. Part. pass, di
condì.
1) Sost. condimento: tutto ciò che
vale a migliorare il sapore delle vi-
vande.
condìmént, * s. m. = condimento: il
condire e quanto serve a condire.
condisiÓD, * s. f. = condizione : lo stato
fisico 0 morale di una persona.
1) Lo stato di una cosa: on l/ìber in
catìva eondiéiòn = un libro in cattiva
condizione ; rotto, scucito.
2) I patti 0 particolarità dirette a
stabilire una cosa; hoo minga podiiii
àcetà i àò condision = non ho potuto
accettare le sue condizioni.
3) Circostanza dalla quale ammet-
tiamo che dipenda l'esecuzione di una
cosa.
4) Lutto, bruno, gramaglia ; pm-tà
là eondiéiòn = vestire a lutto, a bmno.
condoliànsa, * s. f. = condoglianza. Spec.
al pluj'. : il condolei-si con alhù del
suo dolore.
condona, * v. att. = condonare : di debiti,
non farli pagare.
condòta, * s. f. = condotta.
1) Modo di vivere in rapporto agli
altri, specialmente riguardo ai costumi.
2) Modo di condurre un lavoro let-
terario d'arte.
3) Ufficio medico retribuito dal Mu-
nicipio per la cura gratuita dei poveri.
condott, * 6\ m. = condotto : canale o
tubo per conduiTe acqua o altri liqiiidi.
condiitfleùr, s. m. = conduttore : dal
frane, conducteur.
1) L' impiegato che attende all' en-
trata della gente, riscote e regola le
fermate e le partenze degli omnibus,
dei tramvai, delle diligenze.
2) Delle strade ferrate : quell' impie-
gato che accompagna un treno e ne
regola l'andamento.
conèss, *•. m. = connesso : nella frase,
anèss e conèss. Vedi àuèàs.
confà, t\ att. = confarsi, acconfarsi, af-
farsi : convenirsi di cosa a persona.
Anche in milanese usasi nella terza
persona ; i tò mànèr me se confami
minga = i tuoi modi non mi si affanno :
meglio però è diro : me vdn minga.
Vedi àndà, 3).
coufàbiilà, * 'e. att. = confabulare : chiac-
chierare a lungo con qualcuno su qual-
che argomento di poca importanza.
confederàsiòn, * s. f. = confederazione :
unione di popoli o di Stati, con vin-
coli più sti-etti che l'alleanza e la lega.
confederàss, * v. rifl. = confederarsi :
unirsi in confederazione ; i Stài déla
Germania se s'hin confederaci = gli
Stati della Germania si sono confederati.
conferénsa, * s.f. ^ conferenza : lezione
libera e staccata sopra qualche argo-
mento.
conferensièr, * s. m. = conferenziere :
chi fa una conferenza.
conferi, v. att. = confarsi, affarsi. Vedi
confà.
conférma, * s. /". = conferma : l'atto del
confermare ; gh'è vegniiii là conférma
del so ineàrich = gìj è venuta la con-
ferma, del suo incarico.
conferma, * e. att. = confermare : man-
tenere nella posizione in cui uno era.
1) Affermare, attestare ; /' ha con-
fermaa anca et pàptt = 1' ha attestato
anche il babbo.
co n fesa, * v. att. = confessai-e: manife-
stare volontariamente o no una colpa, un
sentimento, un'azione, senza riguardi.
1) Dichiai-are ; mi el confèsi, ma et
me pids prdpi nò = lo confesso, ma
proprio non mi piace.
2) confesàss = confessarsi, rifi. dire
al prete le proprie mancanze ; eonfesà =
ascoltare i peccati da chi si confessa.
3) km àdree à confesàsé = si con-
fessano : scherz. ; di due persone che
parlano adagio insieme da un pezzo.
coufesiòn, '* s. f. = confessione : atto
del confessare e anche Sacramento della
confessione ; l' ha fàa dna confesiòn
complèta = fece una confessione com-
pleta.
confesionàrl, * s. m. = confessionario :
specie di casotto od inginocchiatoio
nelle chiese cattoliche, dove il sacer-
dote confessa.
confesór, * ò\ m. = confessore : il prete
0 il frate che confessa.
confèss, Ò-. m. = confessione, ricevuta,
quitanza : dichiarazione di a\"er rice-
vuto quanto ci si doveva.
con
— 229
con
confetura, * s. /! = confettura : assoiii-
mento di confetti,
conficià; T. att = conciare : dar la concia
alla pelle. Anche : scamosciare.
conflciàrìa, s. f. = concia : luogo dove
si conciano le pelli.
conflciò, s. m. = conciatore, scamoscia-
tore : colui che concia le pelli.
confida, * «>. att. = confidare : consegnar
con fiducia.
1) Dire, dare in tutta segretezza.
2) Aver piena fiducia : in questo
senso è meglio usato fldàss.
confldént, * s. m. = confidente : persona
di cui ci fidiamo, o ci facciamo dare
aiuto, lo mettiamo a parte di pratiche.
confldènèa, * s. f. = confidenza : il con-
fidare.
1) Familiarità, intrinsechezza.
2) Familiarità nel conversare : li-
bertà di linguaggio fra persone.
3) ciàpti confidénéa = prender con-
fidenza : ti'attare persone da piix di noi
con troppa familiarità.
4) Il confidare con una certa segrO'-
tezza.
5) Familiarità che nasce dalla stima.
6) à dà on dìt de confidénéa, ne
ciàpa on br^sa = a dare il dito, pren-
dono il dito e la mano.
confldensiàl, * agg. = confidenziale, ami-
chevole, famigliare; el g'hà dna mà-
néra tròpp confèdenéidl = ha un modo
troppo confidenziale.
confin, * s. m. = confine : linea che cir-
coscrive il territorio di nazione, pro-
vincia, comune, ecc.
1) Confine : relegazione per castigo
in un luogo determinato.
confina, * v. att. = confinare : essere a
confine, essere a contatto, vicino.
1) Crogiolare, gi'ogiolare, rosolare :
dare per mezzo del foco lento alle vi-
vande il colore rossiccio, e far che
siano bene peneti-ate dal condimento.
confiteor, * s. m. = confiteor : orazione
che si recita prima della confessione ;
el pò recito, el confiteor = può ben diro
mia colpa : di pentimento.
confdnd, ■v. att. = confondere : mettere
insieme senz'ordine e senza criterio,
prendere una cosa per un'altra.
1) Dar noia, infruscare, far perdere
il filo delle idee.
2) Abbuiare : far che una bricconata
0 un affare poco pulito non si venga
a conoscere dalla gente.
3) Di gentilezze e cortesie altrui che
non ci paia di meritare ; ma In el me
confónd = ma lei mi confonde.
4) confóndes = infrascarsi : perdere
il filo delle idee.
conforma ! * = conforme ! Secondo il modo,
il tempo, le circostanze.
confòrt, * s. m. = conforto : quanto può
servire a diminuire il dispiacere che
non ha rimedio.
conforta, * i\ att. = confoiiare : dar con-
forto.
confortàbìl, "^ agg. = confortevole : atto
a dar confoiio, a contentare tutti i de-
sideri di comodità personale. Dal frane.
confortarle.
confràtèll,* s. m. = confratello: fra-
tello della stessa confraternita.
confratèrnita, * s. f. = confraternita :
associazione religiosa a scopo religioso.
confrònt, * s. m. = confronto, agguaglio :
somiglianza da poter fare confronto ;
fra el me liber e el tò gìi'è minga con-
front - non c'è agguaglio, fra il mio
libro e il tuo.
1) vegnì ài confrònt = venire a con-
fronto : pili specialm. è nei precessi
quel mettere a confronto i testimoni di
accusa cogli imputati, perchè dichiarino
di conoscerli, per sentir le deposizioni,
ecc.
confronta, * v. att. = confrontare, ag-
guagliare, mettere a confronto.
confus, * agg. = confuso, agg. e pp. di
confondere.
1) in confù,s = in confuso, confusa-
mente.
confiisàniént, * apv. = confusamente :
in modo confuso ; el m' ha cuntaa sii
là ròba confiisàniént = mi ha raccon-
tato la cosa in modo confuso.
confiisiòn, * s. f. = confusione.
1) Disordine delle cose per non es-
sere a loro luogo.
2) Turbamento dell'animo, vergogna
e scorno.
confitta, * T. att. = confutare : ribattere
le asserzioni degli avversari ; el s'è
miàs à confiittt tiitt el me diseòrs = s'è
messo a confutare tutto il mio discorso.
confiisionàri, s. m. = arruffone : chi
arruffa le cose dove mette le mani.
congréd, * ed anche congree, s. m. =
con
230 —
con
congedo : licenza di partire per sempre
0 temporaneamente, domandata o data.
congeda, v. att. = congedare : dar con-
gedo, licenziai'e ; eungedtL Óna class =
congedare una classe : di militari' che
han finito la ferma.
congrégn * s. m. = congegno : strumento
fatto con ingegni, complicazioni.
congestìòn, * s. f. = congestione : accu-
mulazione soverchia di liquidi in una
parte del corpo.
congiùng, * V. att. = congiungere : at-
taccare insieme cosa a cosa ; là galena
noe,uva là congiung là piftèa del Dòmni
cóla piàèa déla Scttla = la galleria
nuova congiunge piazza del Duomo con
piazza della Scala.
congiunsìòn, * s. f. = congiunzione :
l'atto del congiungere, unione.
1) In gramm. : una delle parti del
discorso indeclinabili.
congiuntir, * s. m. = congiuntivo : uno
dei modi della coniugaz. del verbo.
congiura, * s. f. = congiura : patto giu-
rato insieme e in segreto fra vari in-
tesi a rovesciare un governo o sim.
congiura, * v. att. = congiurare, far con-
giura : far complotto segreto per nuo-
cere ad alcuno.
congràtìilàsidn, * s.f. = congi-atulazione :
il congratularsi.
congràtiilàss, r. rifl. - congratularsi :
mostrare a qualcuno il nostro piacere
0 a voce o inscritto per un suo bene
consegaito o cosa buona.
congregàsiòn, s. /. = congregazione ;
là congregàsiòn de càritaa = la con-'
gregazione di carità.
congrèss, * s. m. = congi-esso : radu-
nanza di persone convenute da varie
parti per trattare sopra questioni let-
terarie 0 scientifiche.
conili, s. m. = coniglio : animale dome-
stico del genere lepre ; lepus cunieulus.
1) Fig. di persona paurosa, vile, so-
verchiamente timida.
couiiigà, * V. att. = coniugai'e : recitare
ordinatamente un verbo secondo i tempi
e le persone.
conìugàsiòn, * s. f. = coniugazione ; ri-
duzione ordinata dei tempi e delle per-
sone dei verbi ; l' è on vèrb de tèrsa
coniugàsiòn = è un verbo di terza co-
niugazione.
conoscenza, * s. f. = conoscenza : il co-
noscere.
1) fa conoscènsa = imparare a co-
noscere.
conoss, V. att. = conoscere : farsi l'idea
completa di un soggetto, averne pra-
tica, esperienza.
1) conosel minga = non conoscerlo,
di pers. o di cosa : non averla mai vista.
2) Di persone : averle anche sola-
mente viste e saputo chi erano.
conosìiti, agg. = conosciuto, part. pass,
di conoscere ; l'è on negasi conosuu =
è un negozio conosciuto.
1) minga conosuu = ignoto, igno-
rato : non conosciuto.
conotaa, s. m. pi. = connotati, linee :
segni riconoscitivi della persona, che si
scrivono sui passaporti e sim.
conquàlmént, cong. = qualmente che.
conquìbiis, s. tu. = conquibus (^conqui-
busse a Firenze per il solito sdegno a
finire le parole per consonante). Si
usa comunemente per quattrini, ma in
ischerzo. Dal latino.
conquista, v. att. = conquistare : ren-
dersi padrone, specialmente colle armi,
di qualche cosa.
conquista, * s. f. = conquista : il con-
quistare e la cosa conquistata.
1) fa conqièta = si dice di chi riesce
a farsi un'amante.
consacra, * v. att. = consacrai-e : desti-
nare cose 0 persone con rito religioso
al culto divino o investirle solenne-
mente di alcune autorità.
consàpevol, * agg. = consapevole : che
sa di cosa non a tutti nota.
conscénsa e meglio coscénsa o co-
seiènsa, s. f. = coscienza : la consa-
pevolezza di noi medesimi, e delle
nostre azioni.
1) Dell'animo che, conoscendo il bene
e il male, ne è giudice costante.
2) libertaa de cmiscénsa = libertà di
coscienza : facoltà di credere come uno
vuole in cose di religione.
3) in conscénsa = in coscienza : af-
fermando la cosa.
conscia, s. f. = concio, concime : letame
per l'ingrasso delle terre.
1) Condimento, intingolo. Vedi bagna.
2) Concia : medicamento di vini o
di fratti con ingredienti spiritosi.
conscià, ». att. = accomodare.
1) Nel senso ironico, far piii o meno
danno ; quèll pòer òmm l'hdn consciaa
con
- 231 -
con
per i fest = quel pover' omo 1' hanno
accomodato per il dì delle feste.
2) Aggiustare in qualche modo, alla
bell'e meglio.
consciàcoo, s. m. = parrucchiere. Vedi
periìchee.
1) Conciateste : fig. di chi crede po-
ter mettere altrai il cervello a partito.
cottsciàlàTésg-, s. m. = acconcialaveggi :
acconciascodelle, ])icchiapadelle, batti-
rame, conciabrocche.
consciàòss, s. m. = acconciatore di ossa :
chi, senza essere chirurgo, s'arroga di
aggiustar rotture di gambe o braccia.
consciàtecc, s. m. = conciatetti : chi
raccomoda i tetti delle case.
consègTia, * s. f. = consegna : il conse-
gnare e la cosa consegnata.
1) T. mil. l'ordine che vien dato alla
sentinella.
2) Punizione leggera che si infligge
a un soldato.
consegna, * v. att. = consegnare : dare
persona o cosa a uno perchè la tenga
come sua o la restituisca a suo tempo.
1) Di persona : affidarla a un' auto-
rità.
2) conàegnà là trUpa = consegnare
la truppa : tenerla nei quartieri per un
bisogno.
couseguènsa, * s. f. = conseguenza :
l'effetto di qualunque causa.
consèns, * s. m. = assenso : approva-
zione di ciò cha altri fa, o si propone
di fare, sopratutto se necessaria per la
regolarità ed efficacia dell'atto.
1) àndtl à toeu sii el eonéénà = far
fare le pubblicazioni di matrimonio al
Municipio.
2) dà el eonàéns = acconsentire : dare
prestare il proprio consenso.
consèrva, * s. f. = conserva : sugo di al-
cuni fratti, condensato, che si conserva.
1) tegnì in eonéèrva = serbare : te-
nere qualche cosa per il momento op-
portuno.
consèrrà, * v. att. = conservare : tenere
una cosa in modo che si mantenga bene.
1) Come augurio ; che el se consèrva =
si conservi : si tenga in buona salute.
conservasion,
f.
conservazione :
il conservare e l'effetto del conservare ;
■vèés in hòn stdt de consèrvàsiòn =
essere in buono stato di conservazione.
conservatòri, * s. m. = conservatorio :
grande istituto dove si allevano i gio-
vani alla musica.
consèrvàtòr, * s. m. = conservatore.
1) T. polii chi non ama le innova-
zioni.
2) consèrvàtòr di ipotéch = conser
vatore delle ipoteche.
considera, * v. att. = considerare : ri-
flettere attentamente sopra una cosa.
consideràsiòn,* s. f. = considerazione:
stima in cui uno è tenuto ; l' è minga
tegnilii in gran consideràsiòn = non è
tenuto in grande considerazione.
1) Stimare : avere in pregio.
2) Contemplare : di legge.
consili, * s. m. = consiglio, ammoni-
mento ; avvertimento dato ad una per-
sona amichevolmente sul come dovrebbe
regolai'si.
1) Persone raccolte a consigliare in
faccende pubbliche e private ; el con-
sili comundl = il consiglio comunale.
Consilia, * v. att. = consigliare : dare
consigli ; ti còsa te me consìliet de fa? =>
tu che mi consigli di fare ?
consìliér, * s. m. = consigliere : T. d'uf-
ficiali e funzionari pubblici , o di una
società.
consìmil, * agg. = consimile : alquanto
simile; èto aneli' chi l'è on consiniil
de quèll che f hoo daa mi = questo
anello è consimile a quello che t' ho
dato io.
consist, V. att. = consistere : essere nella
sua composizione, natura.
1) Importare ; el consist nàgòta =
non importa nulla.
consistènsa, * s. f. = consistenza : lo
stato di ciò che è consistente ; là ptsta
là g'hà nò àsce consistènsa = la pasta
non ha sufficiente consistenza.
consistént, * agg. = consistente : che ha
forza, che resiste.
cdnsol, s. m. = console : la parola ormai
non esiste che nella frase ; le sa el
cònàol e el comun => è il segreto delle
sette comuni : è noto lippis et tonso-
ribus ; e ad indicare la carica diplo-
matica di rappresentante di una na-
zione all'estero, per gli affari privati.
consolaa, s. m. = consolato : ufficio del
console di una nazione presso un'altra.
1) Buzzo, ventre ; tegnt i man éiil
consolaa = grattarsi la pancia : star
colle mani alla cintola, starsi a coc-
colo, consumare il tempo senza far nuUa.
cou
- 232 -
con
consola, * r. att. = consolare : cercare
con parole o con atti di alleggerire in
altri un dolore morale o cagionargli al-
legrezza f^ontentandolo in un vivo de-
siderio.
coiisolàsidn.
s. f. = consolazione
quanto consola, mitiga il dolore o dà
allegrezza.
1) èàltt déla eansolàsidn = saltar
dalla consolazione.
consolator, * agg. = consolatore : nelle
frasi ; l'è el me, el tò ttngiol consolator
r siili. = è il mio, il tuo angelo con-
solatore e sim.
consolida, r. att. = consolidare : render
sicuro, stabile ; viij consolida là mìa
posisión = voglio consolidare la mia
'condizione.
consolina, s. f. = acqua acconcia, acqua
dolce : specialmente quella acconcia con
sugo di liquirizia.
1) Si dice anche del vino lungo e
insipido.
consoli, s. /'. = consolle : mobile di lusso
alto come un cassettone, con un piano
di marmo, una cassetta sola e quattro
gambe, ma a volte ha due gambe sole
a S. Dal francese Consolle.
consonànt, * s. f, = consonante : lettera
dell'alfabeto non vocale.
consdi'si, * s. m. = consorzio : di alcune
associazioni per fini determinati.
consta,* V. att. = constare: esser noto;
ine consta minga quèll che te Tue dìset =
quel che mi dici non mi consta.
consiilént, * agg. = consulente: che as-
siste nel consiglio o che è chiamato a
consulto. Specialm. di medici e di av-
vocati.
consult, * s. m. = consulto : consulta-
zione di più medi i al letto di un malato.
consulta, * v. att. = consultare : doman-
dare consiglio 0 istruzione ; consulta
l'àocàtt = consultare l'avvocato.
constìltìv, * agg. = consultivo : che da
consiglio ; el voto consUltìv = il voto
consultivo.
consiimà, * v. att. = consumare, finire,
distruggere a poco, a poco.
1) Sciupare: conciare, adoprar male.
2) Ustolare: stai-e chiedendo amoro-
samente con atti cose lo più materiali.
consumàdór, * s. m. = consumatore.
1) Chi consuma ; l'è on gran con-
sumàdór de àeàrp = è un gran consu-
matore di scarpe.
cousiiniàsión, * s. f. = consumazione :
ciò che si prende al caffè; i eonéilma-
§i6n se pàghen des centèsini de pii =
le consumazioni si pagano dieci cen-
tesimi in più.
consilnsidn, * s. f. = consunzione; l'ef-
fetto del consumarsi: della vita per ma-
lore lento.
cousuntìv,* s. m. = bilancio, rendiconto
di quanto si consuma, si spende an-
nualmente dal Comune, dallo Stato o
da una azienda privata.
consume, s. m. = consumè, brodo con-
sumato, consumato, brodo ristretto.
consìimin, s. m. = consumo : il consu-
mare.
1) Struscio, logoramento: il logorare.
cont,* s. m. = conte. Term. stor.. signore
di contea.
1) Preposiz. cou, (Vedi con, 1 ); cont
tiitt so còmod = a tutto suo comodo;
cònt sto cald = a questi caldi.
contàbìl,* s. m. = ragioniere, contabile :
chi ha abilità e ufficio di fare e rivedere
conti, tenere amministrazione e simili.
contàbilitaa,* s. f. = contabilità, meglio
l'agioneria: l'arte o l'ufficio del ragio-
niere.
contàdiu,* s. m. = contadino: chi lavora
la terra specialmente a padi'one. E più
comun. i)àisàn.
contagiò»,* agg. = contagioso: che s'at-
tacca: di malattia.
contamina,'' v. att. = contaminare, mac-
chiare, disonorare.
contanti,* s. m. pi. = contanti: moneta
corrente o effettiva: danaro.
1) paga à contanti. = pagare a pronto
cassa, a contanti, subito.
contàtt,* s. m. = contatto: il toccarsi in
qualche punto.
1) à contàtt de l'aria el se guasta =
a contatto dell'aria si sciupa.
contégn,* s. m. = contegno ; el tèn on
Gontègn de giòin minga edilcaa = tiene
un contegno non da giovane educato.
Poco usato.
contegniss, «'. rifì. = contenersi, ritenere,
reprimere la collera.
1) Governarsi, dirigersi, regolarsi.
contemporànì,* agg. = contemporaneo :
che 0 chi vive nel medesimo tempo.
contempla,* «■■ att. = contemplare: guar-
dare a lungo con grande ammirazione
e riflessione.
con — 23c5
coutemplàsión,'^ s. f. = contemplazione:
Fatto del contemplare.
coutént, * ofjg. = contento : che è sod-
disfatto.
1) mas eontént = goder l'animo, pro-
vare soddisfazione, aver caro; ed anche
aver dicatti,, dover esser contenti di
ciò che ci tocca per non poter sperare
0 pretendere di meglio. Ed ancora: per-
mettere; l'è eontént che sórta ? = per-
metto che. esca?; el j>ò vèss eontént de
are sàlvaa là vita = ha dicatti d'aver
salva la vita.
2) eontént còme on tré lira = con-
tento come una Pasqua. Si dice anche
eontént come on papa, come on rè.
contenta; * v. att. = accontentare, con-
tentare, render contento. QoW'in; eon-
tént em àlmén in sta rdba ehi = almeno
in questo contentami.
1) Accomodare : parlandosi di pers.
che pretenda aver qualche diritto e po-
ti-ebhe darci molestia ; acchetarla col
darlo qualche soddisfazione; contenta i
creditòr = accomodare i creditori.
2) ehi èi contènta gode: prov. toscano
entrato tal quale nell'uso del dialetto
milanese.
3) contentasi = contentai-si: limitarsi
nei desideri, essere soddisfatto di quanto
si ebbe o accadde ; el se contènta de
pòceh = si contenta di poco.
|couteiitésa,* s. f. = contentezza: soddi-
sfazione dell'animo al vedere o udire
cosa grata; per mi Ve étàda dna gran
eontentésa el pàsà i esàmm = per me
fu una grande contentezza l'aver supe-
rati gli esami.
Jontentìu,* 6\ m. = vantaggino, conten-
tino: quanto si dà per giunta.
jouteutòn,* agg. = contentone, accresc.
di contento; te set eontént del regali?
- contentòn = sei contento del regalo?
contentone.
Joutèsa,* s. f. = contessa; femminile di
conto.
sontesìna,* s. f. = contessina, dim. vez-
zeggi di contessa: la figlia di un conte.
jontestà,* t\ att. = contestare : contra-
stare, opporsi giudicialmente .
JOntèstàsìòn,* s. f. = contestazione: pro-
testa contro qualcuno o qualche cosa; là
toa propósta l'è pàsàda sénsa contesta-
timi = la tua proposta è passata senza
contestazione. Poco usato.
con
contìn,'^ s. m. = contino, dim. di conte:
il figlio del conte.
continénsa, s. f. = umerale : velo da
spallo ricamato che serve al sacerdote
quando dà la benedizione e porta il ca-
lice nella messa.
continènt,* s. m. = continente : ampio
tratto di terraferma , contrapposto a
isola.
Continental, * oAfg. = continentale : del
continente, di terra ferma.
1) s. ni. Chi abita nel continente: op-
posto di isolano.
2) A Milano, nome di un albergo ;
disnti ài Continental = pranzare all' Al-
bergo Continentale.
continoY, agg. = continuo : che continua.
]) l'è on continov = di continuo. Modo
avverb.
continuàsión, * s. f. = continuazione :
atto ed effetto del continuare.
contoeur, s. m. = contatore: ordigno che
registra i giri che fa un'asse.
1) Più specialm., misuratore del gas:
strumento con cui il valore del gas è
misurato di mano in mano che passa
dai tubi esterni agli interni delle case
e delle botteghe. Dal frane, compteur.
contorna, * «'. att. = contornare, circon-
dare, stare attorno a uno.
1) Di vivande, piatti. In senso tran-
sitivo.
contorno,* s. m. = contorno : la linea
estrema della figura.
1) i contorni = ì dintorni, le circo-
stanze.
2) T. di zecca; cordono : il giro di
una moneta ricinta come da un cor-
done.
còntra, prep. = contro ; denota opposi-
zione.
1) àìidà Ma còntra = andare incontro.
2) per còntra = dirimpetto.
contràbànd,* s. m. = contrabbando: in-
troduzione di merci in uno Stato o in
una cinta daziaria a dispetto della legge.
contràbàndér,* s. m. = contrabandiero :
chi fa contrabandi. Anche sfrosàdór.
contràbàss,* s. m. = contrabasso: gi'osso
strumento a corde per fare il basso nella
musica; è più popolare viorón.
contràbàsta, s. f. = term. dei sellai, ar-
cione anteriore.
contràbofétt, .<?. m. = term. dei carrozz.
contrammantice.
contràcàmbi, * s. m. = contracambio:
con
234 —
con
cosa di ugual pregio data in compenso
dellii ricevuta e anche azione.
contràcàittbià)* v. alt. = contracarabiare,
dare una cosa, o fare un'azione in cam-
bio di un'altra ricevuta; el contràctlmbia
propi nò i me éàerifisi = proprio non
contracambia i miei sacrifici.
contràcàna, s. m. = term. dei magn.,
guida.
contràcc, s. m. = ingegno, riscontro;
specialmente queUo della serratura.
contràcòlp, * s. m. = contraccolpo : il
colpo che ci rende un oggetto che per-
cuoti aino.
contrada, * s. f. = contrada, via ; una
sti'ada.
1 ) àndà in là contrada di màtàràsee
= andarsi a consigliar col piumaccio :
andare a dormire.
contràdì,* v. att. = contradire: ribattere,
dire in altro modo una cosa che uno
asserisce.
1) Eifl. eontràdìéé = contradirsi: dire
una cosa senza accorgersene, contraria
a un'altra asserita prima.
contràdìsión,* s. f. = contradizione : il
con tradire altrui o il contradirsi.
1) vèsé el spirit de contràdision = es-
sere per eccellenza e per smania con-
traditore.
contràdòta, s. f. = conti-addote, soprad-
dote : quel che lo sposo assegna alla
sposa in aumento di dote.
contràént,* s. m. = conti-aente : chi fa
un contratto, una convenzione.
contràfaa, agg. = contraffatto, falsificato.
1) ciàv contràfaa = contracchiavi :
chiavi false.
contràfàsiòn, * s. f.= contraffazione :
imitazione fatta a scopo d'inganno.
coutràgéni,* s. m. = contragenio. Nella
frase à contràgèni = a o di contragenio;
malvolentieri, con antipatia.
contràfórt, s. m. =
1) Fodera, soppanno, pannolino, pan-
nolano, stoffa di seta o altro che si
cuce contro il rovescio deUe vesti, delle
scarpo, ecc. per fortezza o per orna-
mento. Anche : controfodra.
2) C'ontrafforte, opera di muramento:
sorta di sprone o barbacane in sostegno
d'una fabbrica o di qualche sua parte.
contràlt,* s. m. = conti-alto: la più grave
delle voci bianche e chi canta le parti
proprie di quella voce.
contràltàr, s. m. = contraltare, caval-
letta, contromina: cosa fatta per oppo-
sizione e sopruso.
1) /a on contràltàr = fare un con-
traltare: attraversare a uno una impresa
qualunque dandosi alla medesima im-
presa.
contràlùs, av^v. = a contralume, e con-
trolume: che non riceve il lume, la luce
0 la riceve male ; quéll quàder chi l'è
contràlùs = questo quadro è controlume
0 a contralume.
contràmòla,* s. f. = contromolla: feiTo
nelle serrature che tien fenna l'azione
della molla.
1) Nelle carrozze la molla che regge
il cignone di riserbo.
contràmostàcc, s. m. = controserratura:
lastrina di ferro incassata nelle imposte
per ricevere la stanghetta delle serra-
ture.
contràmur, s. m. = mui'o di rinforzo.
Vedi contràfórt.
contràntipdrt, s. m. = contrauscio: quel-
l'usciale che si mette d' inverno agli
usci delle stanze a maggior difesa del
vento.
contràpàgiua, s. f. = contropagina : la
pagina verso.
contràpàss, s. m. = ambio, travago :
passo del cavallo, quando cammina por-
tando avanti alternativamente le due
gambe di destra e le due di sinistra.
contràpàta, s. m. = term. dei sarti, pi-
stagnino : quelle strisce della stessa
stoffa cucite a ciascun lembo laterale
della toppa dei pantaloni e a quella dei
taschini del panciotto.
contràpél,* s. m. = contrappelo: il l'ader
della barba una seconda volta contro
al verso del pelo della prima volta.
contràpés, * s. m. = conti-appeso : peso
messo per bilanciarne un altro.
1) Cilindi'i di piombo legati a cate-
nelle, che regolano il movimento di
orioli a torre, e simili.
contràpònn,* v. att. = contraporre, porre
all'incontro, opporre ; ài me reson te
contràponet cèrti àrgonient che me loca
tàsè = alle ragioni mie contrapponi tali
argomenti che mi tocca tacere.
contràpóst,* s. m. = contraposto : cosa
che si conti'appone.
contràpunsòn, s. m. = term. degli incis.
di caratt-, contrappunzone.
oontràpunsonà, v. att. = contrappunzo-
nare : conficcare il contrappunzone nel
[
con
235
con
pezzuole d' acciaio, che deve risultar
punzone di carattere da stampa.
contràpflnt,* s. m. = contrapunto: arte
di comporre in musica secondo regole
certe; eonoss ben el contràpunt = co-
noscere bene il conti-apunto.
contràrij agg. = contrario: di cose, op-
posto.
1) Avverso, non incline, non favo-
revole : di persona rispetto a cosa o
persona.
2) à riticontrtlri = al contraria.
contrària,* p. att. = contrariare, attra-
versare i disegni altrui, opporvisi ; l'è
on tormént ! Hi el me contraria in tìitt
còss = è una pena ! egli mi conti-aria
in tutto.
contràrietaa, * s. f. = contrarietà, av-
versione e avversità.
contràsègn,* s. m. = contrassegno, nota,
sognale: segno messo per distinguere
una cosa da un'altra.
contràsiòn,' s. f. = contrazione : ritira-
mento dei nervi e raggrinzamento della
faccia; el g'hà de qilìj contràsiòn nervos
che el fa paura = ha certe contrazioni
nervose che spaventa.
contràst,* s. m. = contrasto : il contra-
stare.
contrasta, * v. att. = contrastare, op-
l)orsi, far che una persona non riesca
nel suo intento.
1) Anche : negare, impugnare.
contràtà,* v. att. = contrattare; di cosa,
l'agiouarne, discuterla per comprarla o
venderla.
contràtèmp,* s. m. = contrattempo: cosa
inaspettata che non ci fa piacere.
1) Terni, mus., lo stesso che tempo
sincopato, sincope.
contràtt,* s. m. = contratto: accordo ri-
conosciuto dalla legge e che produce
effetti giuridici, e il documento di tale
accordo.
1) Anche il semplice scambio in pri-
vato di patti e condizioni.
2) streng on contràtt = concludere o
stabilire un contratto.
contràvéder, s. m. = contrimpannata ;
le imposte vetrate messe fuori della fi-
nestra a riparar meglio il freddo d'in-
verno.
contràvelén,* s. m. = contravveleno: ri-
medio per distruggere 1' effetto di un
veleno.
contràvension,* s. f. = contravvenzione:
il contravvenire, specialm. a regola-
menti.
contràvoeùia, s. f. = contravoglia, con-
trovolontà, mal volentieri.
contribuì,* v. att. = contribuire, entrare
a far parte di un affare e aiutare a
mandarlo bene.
1) Di ciò che concorre con altre cir-
costanze a produrre un effetto.
contribiisiòn,* s. f. = contribuzione: quel
che ciascuno paga o fa per concorrere
in qualche impresa.
1) m'hdn miéè à contribusiòn tinca
mi = ni' hanno fatto contribuire an-
che a me.
contrisiòn,* s. f, = contrizione; l'àtt de
contrisiòn = l'atto di contrizione, di
pentimento: meglio att de pentimènt.
controlà,* v. att. = riscontrare, verificare,
sorvegliare: accertare il vero, l'auten-
ticità di una cosa.
controlàrìa e controlerìa, s. f. = ri-
scontro: il riscontrare, il verificare.
contròll, s. m. = riscontro, verifica: l'ac-
certamento del vero specialm, nei conti.
controlceur, s. m. = riscontratore, veri-
ficatore. Dal frane, controleur.
controproeùva.
/■• =
fatta con modo
controprova :
diverso della
prova
prima.
contròrdin,* s. f. = contrordine, rivoca-
zione di un ordine; gh'è rivaa on con-
tr&rdin e l'ha dovilii torntl indree =
gli arrivò un contrordine e dovette ri-
tornare.
controscèna,* s. f. = controscena: scena
muta, in cui si risponde coi gesti a ciò
che altri dice, significando i sentimenti
che destano le sue parole. Termine di
teati'o.
controséns,* s. m. = controsenso: senso
contrario al buon senso e ciò che si
dice contrario al buon senso; scusa, ma
quèll che te dìset l'è on controséns -
scusa, ma ciò che dici è un contro-
senso.
contiitt che, aw. = contuttoché, quan-
tunque, sebbene ; con tiitt ehe el èia
rivaa à mèsànòtt l'è staa sii à cieiàrtl
on bèi pèss = con tutto che sia ani-
vato a mezzanotte rimase alzato a chiac-
chierare per parecchio tempo.
contiisiòn, * s. f. = contusione : lesione
esterna, ma senza rottura della pelle,
causata da un grosso colpo.
con
236
eoo
couràlescénàa, * s. /'. = convalescenza:
Fossore convalescente.
convàlescént, * s. m. = convalescente:
guarito di una malattia, ma non ancora
rimesso bene.
convàlida,* ». (M. = convalidare, render
valido: di elezioni politiche.
coiivegruì, V. att. = convenire ; toi'nare
utile, essere necessario.
conTeguiiii, p. p. = convenuto: da con-
venire nel senso di mettersi d'accordo
sopra qualche interesse.
conveiiiénsa,* s. f. = convenienza: l'es-
sere conveniente.
1) Modo di trattare fra persone edu-
cate.
coiiTeniént, * agg. = conveniente : che
ò conveniente, è utile, è accettabile,
che si può accettare con vantaggio.
convensióii, * s. f. = convenzione : atto
per il quale si forma un accordo per lo
più riguardante commerci, vicinanza di
case e sim. Anche fra privati.
coiivensiouàl, * agg. = convenzionale :
che sa di convenzione; parola., mànéra,
MI, compliment convensionàl = parola,
modo, stile, complimento convenzionale;
non spontaneo.
convènt,* s. m. = convento: luogo dove
religiosi 0 religiose fanno vita comune
ed anche le persone riunite nel con-
vento.
conversàsión, * s. f. = conversazione ;
riunione di persone raccolte a conver-
sare, per ricrearsi.
coiiversión,* s.f. = conversione: il con-
vertirsi in senso morale e specialm. re-
ligioso.
1) Terni, milit., del rivolgersi dei
soldati da una parte, per comando.
conrerti,* r. att. = convertire, far pas-
sare da una religione a un'altra, dal
male al bene.
1) Far passare una cosa da uno stato
all'altro : in questo senso è più usato
cambia.
convertii, * agg. = convertito : chi ab-
bracciò la religione che egli crede la
miglior© ed anche ohi tornò al core,
sulla buona via dei retti costumi.
convìnc, * v. att. = convincere : dimo-
strare a uno la verità in modo che non
abbia nulla da opporre.
conTincént,* agg. = convincente: che ha
forza di convincere, a cui nulla si possa
opporre.
convinsiòn,* s. f. = convinzione : l' es
sere convinto.
convitór,* .f. m. = convittore: alunno in
un convitto. V. colèg'.
convìv,* «7. att. = convivere: far vita co-
mune nella stessa casa.
convoca,* v. att. = convocare: invitare
a parlamento, a riunirsi tutti quelli che
fanno parte di un corpo legislativo,
amminish-ativo, accademico, e sira.
1) Chiamare gli interessati, i credi-
tori e sim.
convocàsión, * s. f. = convocazione, il
convocare; àsemblea de prima convo-
càsiòn = assemblea di prima convoca-
zione: che è stata convocata una prima
volta; là convoecision di ereditor = la
convocazione dei creditori.
convój e convoli,* s. m. = convoglio: lo
persone, navi, milizie, vagoni che viag-
giano insieme.
conviìls,* s. m. = convulso: leggero tre-
mito, stato di inquietudine prodotto da
forte assalto nei"voso.
couviilsiòn,* s. f. = convulsione; scossa,
forte agitazione per eccitamento nervoso.
eoo, s. m. = capo, testa: specialmente la
parte coperta dai capelli.
1) vègh el mal de eoo., el dolor de
eoo = avere il male, il dolor di capo ;
me doeur, me pìea, me se voeùr s'eepti
el eoo = mi dolo, mi martella, mi si
spezza il capo.
2) eoo pesdnt = capo peso ; eègh el
eoo pesdnt = sentirsi accapacciato: sen-
tir peso al capo o per sonno, o per
troppo lavoro, o per rumore.
3) girù, el eoo = girare il capo ; gì-
ramènt de eoo = capogiro.
4) piirisnà in eoo = avere il pizzi-
core in capo.
5) porta sili eoo = portare in capo.
6) basa el eoo = abbassare, chinai'e,
piegare il capo; cedere, rassegnarsi.
7) mètt gid el eoo = metter giù il
capo, occuparsi seriamente di qualche
cosa,
8) àndà ài eoo = andare al capo :
detto di vino o d'altro liquore che turbi
la mente.
9) bàtt el eoo = battere il capo : fìg.
rivolgersi a persona per qualche occor-
renza, nella frase eoo minga doe bàtt
el eoo = non so dove battere il capo.
10) bàtt el eoo in di miir = battere
eoo
- 237 -
cop
'•apo nel muro; euf. darsi alla dispe-
ra/Jone.
11) dà, pica sili eoo = dare sul capo;
darò colpi sul capo.
12) gràtàss in eoo = grattarsi il capo;
fig., parlando di cosa che dispiaccia e
non ci si veda rimedio.
13) màtigià là minestra in eoo à
vtin = mangiar la pappa o la pasta in
capo a uno, esser più alto di statura;
salta in eoo fig. = mangiar la torta in
capo a uno : sopraffarlo, soverchio-Io.
14) vèsegli né eoo ne pee = non es-
serci nò capo, nò coda.
15) eoo per cervello, mente e diverse
facoltà doli' animo e della mente. Per
colia : gnegnero ; eoo de pòcch = capo
scarico, sventato, vuoto: di chi ha poco
giudizio, poca riflessione.
16) vègh el eoo in quèieòss = avei;e
il capo a una cosa.
17) vègh alter per el eoo = aver al-
tro per il capo: avere altri pensieri, e
più importanti.
18) mètes, eàseiàss in del eoo qiièi-
còss = mettersi in capo una cosa; im-
puntarsi in una risoluzione, incaparsi.
19) vègh in eoo = avere in capo: es-
sere persuaso di una cosa senza poterne
dir la ragione; g'hoo in eoo che doindn
pifeCwa = ho in capo che domani piova.
20) vègh el eoo a cà = avore il capo
con sé; aver giudizio e anche stare at-
tento, badare a quello che si fa, tenere,
avere il capo o il cervello a bottega.
(Vedi cà, 10).
21) tira,, tmu f(BÙra del eoo = levar
di, del, dal capo, o dalla testa una cosa
a uno; fare in modo che ne smetta il
pensiero.
22) entra in eoo = entrar nel capo
una cosa, capirla, intenderla : capaci-
tarsene, però non senza difficoltà.
23) mètt in del eoo à vun quèieòss
= metter in o per il capo a uno qual-
che cosa ; fargliene nascere, venire il
pensiero.
24) pèrd, rùinpes el eoo = perdere
rompersi il capo: di lunga applicazione
che lasci la mente stanca, confusa. An-
che: nieravigliarsi di cose strane e in-
comprensibili.
25) vègh el eoo gròss cóme on bàlon
" fare il capo come un cestone. Si dice
dell'effetto i)rodotto da un fo]-te rumore.
26) sàvè nò doe se g'àbia el eoo =
non sapore dove uno si abbia il capo:
non sapere quel che uno si faccia per
leggerezza o grave turbamento dell'a-
nimo.
27) salta in eoo queicòss = venire,
frullare, saltare in capo una cosa; ve-
nirne a un tratto il pensiero, la voglia,
segnatam. pensiero bizzarro, voglia ca-
pricciosa.
28) làvàda de eoo = lavata di capo:
forte sgridata.
29) mgh là eà in eoo = V. cà, 21).
30) càscia dènt el eoo in d'on sìt =
dare una capata in un luogo.
31) àvègh el eoo à fa conscià = aver
dato il cervello a rimpedulare.
32) vègh el eoo à l'ari = ossero tra-
viato, correre la cavallina, aver rotta
la scopa.
Sd) vègh el eoo in del sàcek = vivere,
andare, agire col capo nel sacco : di
chi fa le cose spensieratamente e senza
riflessione.
34) mètt el eoo à partii = mettere il
capo a partito.
35) à eoo biòtt = a capo nudo, sco-
perto, in capelli ; à eoo basi- = a capo
basso: di portamento umile.
36) eoo = capo, di cose inanimate ;
per cima, estremità, principio, fine.
87) eoo d'àj = capo d'aglio: il bulbo.
38j eoo de vit = capo della vite : i
tralci 0 le buttate dell'anno che si la-
sciano nella potatura.
39) on Mignon el cèn à eoo = un fi-
gnolo fa capo, viene a capo, viene a
termine; suppura.
40) dà on eoo à l'alter = da un capo
all'altro, da una estremità all'altra.
41) in eoo del mond = in, a capo al
mondo: in luogo lontanissimo.
42) i diiil eoo d'ona corda, d'on fll,
d'on lègn, o sim. = i due capi d' una
corda, d'un filo, d'un legno, e sim.: le
due estremità opposte.
43) fìl à dna, à trii eoo = filo a due,
a tre capi : composto di due o tre fili
torti insieme.
44) Bandolo, il capo della matassa.
eoo d'or, s. m. = piviere dorato: specie
di uccello; charadrius fluvialis.
1) Pompiere; guardia del foco: dal-
l'avere tra noi l'elmo di ottono,
eoo rósa, s. m. = oaporosso, capirosso:
uccelletto così chiamato dal colore del
capo.
cop
- 238 -
cor
còpa, s. f. = coppa : la parte di dietro
del capo; à Urti i cavéj de la eopa fan
dervi là bòea = tirando i capelli della
nuca, si apre la bocca: perchè si grida.
1) La parte superiore del collo del
bue.
copà) V. att. = accoppare: percuotere uno,
specialmente sul capo, in modo da am-
mazzarlo 0 lasciarlo malconcio.
coperàtìva,* = cooperativa : nome ormai
diventato comune di società costituite
a scopo di cooperazione.
copàì, s. m. = coppaibe : specie di me-
dicamento.
copàl, * agg. = coppale: specie di ragia
per vernice; vernìs copàl = vernice cop-
pale.
copé, s. m. = cuppè. Terni, di carrozz.,
luogo più nobile degli altri nelle dili-
genze e dove si sta a miglior agio. Dal
francese Coupé.
copèla, s. f. = coppella: soi-ta di coppa
per saggiare i metalli.
1) faa à eopUa = fatto per bene.
2) sta à eopUa = reggere al paragone:
stare al pari.
3) copila de fin = affinatolo. Term.
di zecca.
copèta, s. f. = coppetta, ventosa: vasetto
di vetro per tirare il sangue alla pelle.
1) mètt i eopètt = ventosare : attac-
care le ventose.
còpia^ * s. f. = copia : scritto che è ri-
cavato e ne riporta fedelmente un altro.
1) Opera che ne ripete con più o
meno precisione un'altra.
2) Di stampe, incisioni, ecc. Quanto
ripete il medesimo lavoro.
3) Quella di scritti pubblicati in gior-
nali 0 periodici che si fa tirare in un
fascicolo separato.
4) Esemplare. Di libri e stampe.
copia) V. att. = copiare, trar copia.
1) Fig., prender da altri quasi alla
lettera.
2) Imitare a puntino.
copiàdura,* s. f. = copiatura: il copiare,
il trascrivere.
còpialèter, * s. m. = copialettere: regi-
stro sul quale si tira copia delle lettere
che si spediscono, specialmente in com-
mercio.
copili; s. m. = collo, collottola : la parte
posteriore del collo.
copista, * s. m. = copista: chi copia
per professione scritture, codici, mu-
sica, ecc.
copistaria, s. f. = copisteria : ufficio
dove si copia, dove stanno i copisti.
copoàr, s. m. = registro. T, dei gittat.
di caratteri. Dal frane. Coupoir.
copón, s. rri. = stacco, tagliando, cedola:
polizzina aggiunta alle cartelle del de-
bito pubblico colla quale si possono ri-
scuotere gli interessi. Dal frane. Coupon.
1) Scapelotto, manrovescio.
copp) s. m. = tegolo, tegole: lavoro
curvo di teiTa cotta, arcato per il lungo
a modo di doccia, che si usa per co-
prire il tetto.
1) copp romàn = tegolo piatto, em-
brice.
2) dànaa come, on copp = arrabbiato,
arrovellato.
3) inténdesen come on spesiee à fa
i copp = addestrarvisi come il cane
all'uva: non saperne niente.
4) starna sdta ài copp e anche :
pì'imm pian èòta ài copp = soffitta
5) toeu sii el diiii de copp = voltare,
mostrare il calcagno, fuggire, spulezzare
6) Coppa, coppe : uno dei quattro
semi delle minchiate o carte da taroc-
chi. Per estens. anche delle carte da
tresette le quali, se di quel seme, si
dicono coeùr = cuori.
còpràpiàtt, s. m. = copripiatti : arnese
di rete metallica a cupola per coprire
i piatti.
copri, V. att. = coprire; coprì i
coprire le spese, riaverle.
1) coprì de diamant e sim. = copri]
di diamanti e sim.
2) Del maschio negli accoppiamenti
copribQst, * s. m. = copribusto, cor
petto : quello che le donne mettono so
pra il busto con o senza maniche
c6r e coro, * s. m, = coro, abside : parti
della chiesa, più spesso dietro 1' alta
maggiore, dove si recitano o si cantani
gli uffizi divini.
1) bànch del cdr = manganelle, stalli
spartimento per ciascun posto di per
sona nel coro e panca relativa.
2) T. dei lavand. ceneraccio : il pann
sovrapposto agli altri nella conca
cor, V. att. = correre : andare veloce
mente; el cavali el cor = il cavali
corre.
1) Accorrere: andar frettolosament
- 0 con molta premura a un luogo pe
cor
— 239 —
cor
godere di uno spettacolo, prender parte
a un'impresa e sìm. ; eòren tiice à vede
l'ilmninasiòn = accorrono tutti a ve-
dere l'illuminazione.
2) cor inane e indree = correre
avanti e indietro, scorrere ; el coreva
inani' indree in giàrdtn = scorreva il
giardino.
3) làstL cor = lasciar correre : non
impedire una cosa che pui' non è re-
golare perchè non è opportuno, o non
alette conto o per debolezza di carat-
tere. — Anche volgarmente : spetezzare,
far peti.
j 4) cor còme òn dea = andai" di corpo
molto di frequente, aver la sciolta.
córa còra, = curra, curra curra, curre
curre, billi billi, bilie bilie. Voci colle
. quali si chiama al pasto una gallina o
, più galline.
coràdèla, coràda, = polmone, corata,
coratella : quello degli animali che si
macellano per mangiare come di bovi,
porci e sim.
1) fritùra de coràdèla = fritto di
pasto 0 di polmone.
coràgrg', * s. ni. - coraggio, ardire: qua-
lità e disposizione dell' animo per cui
r uomo non cura il pericolo. E forza
- d' animo dimostrata nel sopportare il
dolore, e le avversità.
1) coragg ! = coraggio ! per esorta-
zione ed eccitamento : fa coràgg = ina-
nimire, dar animo, incorare.
2) Ii'on. : beli eoràgg! = bel coraggio!
8) Per sfacciataggine , impudenza ;
gWà voriiii del eoràgg à nega = ci
volle del coraggio a negare.
4) vègh el coràgg = ardire, osare.
coràj, s. m. pi. = bargiglio : l'appendice
carnosa sotto il becco dei tacchini.
Così chiamata in mil. perchè a piccole
pallottoline rosse.
1) rid che ptLsa minga i cortLj =
riso che resta in gola, che non passa
dal gozzo in giù.
coràl, s. m. = t. eccl. : corale, cantorino.
coràlàsc, s. m. = coralessa: corallo di
cattiva qualità.
corali, s. m. = corallo: prodotto pie-
troso e calcareo, per lo più rosso che
che si estrae dal fondo del mare e
serve a ornamenti di gioielliere.
coràmàn, s. m. = maniglie, bracciolo :
quella foderatura di legno alle ringhiere
» da porvir la mano.
coràinéla, s. f. = striscia: pelle sulla
quale si strisciano i rasoi per affilarli,
asciugarli.
coràiuiu, s. m. = cuoio, coiame : la pelle
degli animali grossi conciata per uso
di solature e altri usi.
1) vègh el coràmm sii là ftieia =
avere la faccia di bronzo : di chi non
sento l'umiliazione di nessun rimpro-
vero, e si adatta a qualunque partito,
senza alcuna dignità.
coràsa, * s. f. = corazza: armatura del
busto, di coio 0 d'acciaio, di rame,
coràsà, * V. att. = corazzai-e : armar di
corazza una nave.
coràsàda,* s. f. = corazzata : nave da
guerra alla quale sia stata fatta una
corazzatura di acciaio.
coràslèr, * s. m. = corazziere : i soldati
a cavallo che formano la guardia reale.
coràvó, s. m. = T. di cartiere : colatoio,
colino, telaietto fatto a rete.
corbolion, s. m. = brodo ristretto : par-
landosi specialmente del pesce lessato.
Dal francese : Court-bouillon.
corda, s. f. = corda, fune, anche canapo:
grossa fune di canapa.
1) àndtL éii per sctLla e gid per cor-
da = fare un ballo in campo azzuro :
essere impiccato.
2) bàlerìn de edrda = funambolo.
3) Canapo : grossa fune dì canapa.
4) vèsé gid de edrda = essere baz-
zotto, coccio : di persona che non si sente
bene, ma non si può dir malata.
corda, v. att. = accordare : fare accordo,
noleggiare. Eifl.. cordàss. Si dice an-
che in modo più eletto àcordà, àcor-
dàss.
cordarla, s. f. = cordame, cordaggio,
funame : assortimento di corde.
1) Corderia : luogo dove si fanno
cordami, funami.
2) Sartiame, sarte : nome generico di
tutte le grosse funi delle navi.
cordee, s. m. = cordaio, funaio, corda-
iolo : chi fabbrica corda.
corderà, s. f. = codetta, cordiera : as-
serelle fermato sul coperchio del vio-
lino, in cui si infilano da l'un capo le
corde.
cordèta, s. f. = cordicella, funicella:
dim. di corda, fune.
1) Cordino : segno da non sorpassare
nei giuochi della palla, del pallone, eco.
cordiài, * s. m. = cordiale : ogni cosa
240 —
cor
che conforta, e specialm. bevanda me-
dicinale confortativa.
1) Agg. sincero : che vien dal core.
cordiàlitaa, * s. f. = cordialità : affet-
tuositii sincera, che vien dal core.
cordialmént, ape. = molto, assai di
cuore ; el m'è cordiàlmènt àntipMieh =
mi è proprio : mi è molto antipatico.
cordOn, s. m. = cordone : specie di fu-
nicella fatta di seta, di lana, di cotone
0 sim. per lavori di tappezzerie o sim.
1) Cordella : cordicella di refe, di
seta 0 sim. per uso di cingere le ve-
stimenta.
2) Cingolo: cordone che cinge il fianco
e stringe il camice intorno alla vita.
3) Sorta di pietre che si mettono a
traverso una strada troppo ripida per
poterci puntare il piede e per sostener
bone l'acciottolato.
4) Risalto 0 cornice di pietre a modo
di bastone, che si fa nella costruzione
di palazzi e di fortezze a un piano
sopra la scarpa.
5) Cordone militare : truppe che at-
torniano un luogo per impedirne l'en-
trata e l'uscita.
6) Cordiglio : cordicella che alcuni
ordini religiosi si mettono alla vita e
i preti sul camice quando si parano.
7) Teudine : parte del muscolo che
biancheggia e che ne forma l'estremità.
8) Corda del collo : i due muscoli
principali del collo.
cordona; v. att. = cordonare. T. d'alcune
ai"ti : fare dei rilievi su qualche og-
getto, che paion cordoni ; eordonti on
lìber = cordonare un libro,
cordonili; s. m. = cordino : corda assai
sottile e rinforzata.
cordovàn, s. m. = cordovano : coio di
pelle di capra, di castrato o di altri
animali la cui concia fu ritrovata in
Cordova.
1) Ceppatello : ogni limbeUuccio di
carne che i conciatori staccano dalle
pelli e vendono ai poveri.
corédo, * s. m. = corredo : fornimento
di biancherie e supellettili, specialm. di
quelli preparati per il bambino nasci-
turo. Delle spose si dice meglio schìrpa.
corèg:, * V. att. = correggere : di pers.
rimettere sulla via diritta, riprendere.
1) Di ossa, delle persone materialm.
di cose in generale rimetterle in sesto,
migliorarle.
còregli, s. ìu. = cestino da bimbi : ar-
nese fatto a guisa di cono tronco dove
si pone in piedi il bambino, perchè
s'avvezzi a reggersi e impari a cam-
minare. Oggi disusa. Anche- córigli.
1) Trabiccolo : arnese di legni cur-
vati she si mette sopra il fuoco per
mettervi su panni a scaldare o a ra-
sciugare.
1) Guardinfante, crinoline : specie di
trabiccolo composto di cerchi che le
donne portavano di sotto la gonnella
acciocché la facesse gonfiare. Disusato
affatto.
coregriuii, agg. = corretto : che è purgato
degli errori.
corelàtìv, (àndà) = accordarsi : andar
di pari passo.
corénsgria e più coni, scorènsg'ìa, s. f. =
correggia, T. plebeo, rumore ventoso
che esce dagli intestini.
corensgìn, s. m. = soggolo : strisoiolina
di pelle che si fa passare sotto alla
gola, perchè il caschetto o il berretto
stia più fermo in capo.
eorènt, s. m. = corrente ; mas ài corent =
essere al corrente, al giorno,
corénte, * s. f. = corrente : acqua che
corre.
1) Eiscontro d' aria ; eèés in mèss
tLla corénte = essere nel riscontro d'aria,
fra due aperture.
2) Corrente elettrica ; stasera gh,' è
pòceh ciàr, ijerehè càia là corénte =
stassera c'è poca luce perchè manca
la corrente.
3) àndà àdree àia corénte = seguir
la corrente, cioè l'opinione pubblica.
corentela, s. f. = correntina : dissenteria.
coreOg'rafìa, * s. vt. = coreografia : l'arto
della danza mimica.
coreógrràfo, '^ s. m. = coreografo : com-
positore di balli.
corèr, * s. m. = corriere : chi va in cerca
di notizie e le riporta e chi assume
commissioni fra un luogo e l'altro.
corèsióu, * s. f. = correzione : il correg-
gere, emenda, ammonizione ; /' è o/i
fioeil che el seni minga i coresiòn = è
un ragazzo che non sente le correzioni.
corèsionàl, * agg. = correzionale. T. leg.
tribunal corèsionàl = tribunale corre-
zionale.
coresponsiòn, s. f. - ricompensa, rico-
gnizione.
coretòr, * •?. m. = correttore: chi cor-
241
cor
règge. Specialmente nelle tipografie
chi rivede le bozze.
corètt, * agg. = corretto : che ha subito
la correzione.
1) càpilér, càfè corètt ; tiequa eo-
rèta = citronata corretta, caffè corretto,
acqua corretta : mescolati con qualche
altra cosa.
coriàndolj s. m. = coriandolo. T. botan.
pianta ombrellifera ; coriandrum sa-
tivum.
i) I semi aromatici di questa pianta,
2) I chicchi di gesso che si buttano
dai carri o dalle finestre nel carnevale.
Per ora disusano, né so se l'uso potrà
ritornare.
coridor, s. m. = corritoio, andito : lo
stesso che coridòra.
1) Corridore : chi corre al pallio.
Oggi specialmente di velocipedisti.
coridòra, s. f. = corritoio, andito : pic-
colo corridoio nelle case che serve a
render libere le stanze.
corìn, s. ni. = cuoricino : piccolo cuore.
1) Pezzuole di tela, tagliato per lo
più a foggia di cuore e cucito per for-
tezza internamente all'angolo dello spa-
rato del petto.
2) Cuoricino, amore, tesoro : vezzegg.
di persona cara.
corispetìv, .s. m. = correspottivo : ciò
che spetta in relazione all' opera, al
lavoro. »
corispònd, * v. att. = corrispondere : di
cosa che ha la proporzione o confor-
mità dovuta.
1) Di sentimenti, contracambiare.
2) Di situazione, di dolori o d'altro.
8) Di situazione, dare rispondere :
di finestre, ecc., che sono volte verso
un tal luogo o vi riescano.
corispondènsa, * •<?. f. = T. comm. cor-
risi)ondenza, il corrispondere.
1) Carteggio che ha una certa rego-
larità e intimità.
2) Anche di giornali : le lettere man-
date da fuori per dar notizia dei fatti
avvenuti in altre città.
corispondént, * s. m. = corrispondente :
chi da un luogo tiene informato con
lettere un giornale delle cose che vi
avvengono.
corista, s. m. = corista ; chi canta in
coro ne' teatri, nelle chiese o altrove.
1 Suono fisso convenzionale da cui
tutti gli istrumenti prendono il tono, e
l'arnese apposito.
coriv, agg. = corrivo : di pers. lo stesso
che corrente : di mani larghe, non me-
ticoloso, che lascia correre.
corlàsa, s. f. = asce o ascia : arnese di
ferro tagliente per digrossare lavori di
legno, diverso dall'accetta.
1) Metaf. òmm tàiaa gio cola corlMa =
uomo fatto coli' asce, coli' accetta.
corléra, s. f. = maglia scappata, sma-
gliatura : quella maglia che per rottru-a
di filo trovasi lenta e allargata o non
piti concatenata colle altre. Anche scor-
terà.
corna, 5. m. pi. = corni : i due corpi
òssei appuntati e simmetrici che spor-
gono dalla fronte di alcuni animali,
meglio ora còrni.
1) vègli vÈn sui corna a còrni = aver
uno in uggia, in odio.
2) fa i cdrni = far lo corna : sten-
dere la mano in atto di dispregio verso
uno e allungare l'indice e il mignolo.
3) i còrni = le corna : di infedeltà
coniugale.
4) pestasi i còma = fiaccarsi le corna.
cornaa, s. m. = corniolo : alberotto di
legno duro che fa un fmtto come l'oliva,
rosso.
1) Corniola : specie di ciliegia più
colorita e dura delle ordinarie.
cornàbo, s. m. = bucapere, saltabecca,
diavolaccio : . cervo volante ; lucanus
cervus = insetto notissimo.
cornàcc, s. f. pi. = costole : quelle del
naspo.
cornàda, s. f. = cornata : colpo di corno,
cornàgria, s. f. = mulacohio, cornacchia,
eormis cornix.
1) Ghiaccinolo, diaccinolo, goccio-
lotto : acqua gelata pendente dalle
grondaie.
2) gèldj i covììàgg = essere un freddo
che pela.
3) i Cornàgg = la via delle cornac-
chie : una delle vie di Milano.
coriiàg'itt, s. m. pi. = bvibbolini, been
bianco : pianta de' campi.
COl'nàioeùla, s. f. = corniola : specie di
agata di un colore che varia dal rosso
sanguigno, al carnicino pallido, sfumato
di giallo.
1) Gramigna; panoreum dactylon ;
erba perenne.
2) Canna da serviziali poi cavalli.
cor
242 -
cor
Cornare, s. m. = Cornaredo : nome di
un villaggio a circa otto miglia da Mi-
lano, che dà luogo aUe locuzioni ; àtulù,,
matiàtL à Cornare = andare, mandare
a Corneto : aver fatto o fare le coma,
nel senso di infedeltà coniugale.
cometa, s. f. = cornetta : strumento
d'ottone da fiato oggi in uso in alcune
fanfare.
cornetòn, s. m. = cornettone, cote are-
naria.
còrni, s. m. pi. = le Cornelia : antenne
degli insetti.
cornìn, s. m. = cantuccio, cornicino, cor-
netto: l'estremità di un pane bislungo
0 fatto a piccoli comi.
cornig, s. f. e m. = cornice : il telaio di
legno dove si incastrano quadri, spec-
chi, per attaccarli o metterli in mostra.
cornìsàtt e cornisee, s. m. = corni-
ciaio : chi fa e vende comici.
cornisòn, s. m. = T. ai'chit. cornicione :
lavoro di pietrame e di ornamento che
aggetta dal muro, alla sommità, e so-
stiene la gronda del tetto.
cornitt, s. m. pi. = fagioletti verdi, o
freschi, o in erba.
1) fa i em'nitt = fare le corna : di
infedeltà coniugale.
2) mangiti i cornitt d'estaa e d'in-
verno = esser becco : aver la moglie o
il marito che fa le corna.
corno, s. m. = corno : ciascuno dei duo
corpi ossei appuntati e simmetrici che
sporgono dalla fronte di alcuni animali.
1) Il corno separato dall' animale,
lavorato, e messo in commercio a di-
versi usi.
2) Strumento da sonare : più spesso
è d'ottone ed è una specie di ti-omba
ripiegata in due o tre larghi giri, colla
campana molto larga.
.3) Biracchio : nelle locuz. sàvènn on
cdrno, otegnt on corno = saperne bi-
racchio, ottenere biracchio. E nelle ne-
gazioni energiche ; on cdrno = un cap-
pero.
4) Calzatoia, calzatoio : pezzo di corno
concavo e ricurvo con che ci aiutiamo
a calzar le scai'pe.
5) Corno : esti-emità dell'altare.
6) Le due punte della luna quando
è nuova o calante.
7) Di certe montagne in figura di
corno ; * cQrni de Cam = i comi di
Ganzo.
còro, * s. m. = coro : pezzo cantato da
più e diverse voci neUe opere in mu-
sica e nello tragedie e le persone che
cantano il coro. V. c5r.
corobia, s. f. = rigovernatui-a, lavatura,
broda, imbratto : quel cibo che si dà
al porco nel tniogolo.
1) Pastone, mescolo : quello che si
dà alle vacche.
coròd, V. att. = corrodere ; consumare a
poco a poco ; l'teid el corM el fèr =
l'acido corrode il ferro.
corolàri, * s. m. = corollario : terni, di
matematica.
corómp, V. att. = corrompere : mandare
a male, d'acqua, aria, carne, ecc.
1) Depravare : guastare nei costumi
coi consigli 0 col mal esempio.
2) Sedurre con lusinghe e con doni.
cordna, s. f. = coiona : ornamento in
forma di cerchio da pon-e alla fronte o
sul capo, per onore, per distinzione di
grado.
1) Di fiori 0 di fronde.
2) Tutto quanto circonda.
3) là cordila del dént = la corona del
dente.
4) là cordna del Rostri = la corona
del Rosario.
5) cordna d'tij = resta d'aglio.
6) Lagrima di Giobbe: sorta d'erba;
coix lacrima.
7) Parte superiore dell' unghia nelle
bestie da soma.
8) cordna imperittl = corona impe-
riale ; fitillaria imperialis, pianta.
9) di àdree là cordna di rati = dir
cose fuori della messa ; dir d'una per-
sona ogni male.
10) Santa Cordna = pio stabilimento
detto di Santa Corona dal quale a Mi-
lano si dispensano gratuitamente ai po-
veri le medicine e si mandano medici .
per le cure.
coronàtt, s. m. = coronalo : chi fa o
vende corone.
corosÌT, * agg. = con'osivo : che corrode.
1) siiblimaa corostr = sublimato cor-
rosivo : protocloruro di mercurio, usato
in medicina specialra. come antisettico.
corosolón, s. m. = codirosso sassatile,
codirossone, codirosso maggiore ; turdus
saxatiUs. Uccello silvano.
coross, s. m. = caporosso, bibbo, bibbio,
anatra morigiana, fistione ; anas pe-
nelope. Uccello.
— 243 —
cor
córp, s. m. = corpo : del corpo umano.
1) àndtl del còrp = andar di corpo :
evacuare ; moviment de còrp = mossa,
andata di corpo ; moRUves el cm-p =
smovere sciogliere il corpo : evacuare.
2) on còrp sene' ànima = un pezzo
di carae cogli occhi ; uno stupido.
3) metegh tuti i cinqu sentimént del
còrp = aguzzare tutti i suoi ferruzzi ;
arar col bue e coll'asino.
4) tegniss in còrp dna volontaa =
tenersi, patirsi una voglia.
5) resiti in còrp = rimanere a carico
6) t(]e.ilss in còrp = succiarsi : d'uomo
tedioso, di lettura noiosa e sim.
7) vèés dna còrp e on'tLnima sòla =
essere due anime in un nocciolo ; es-
sere due in una carne.
8) Corpo, busto, tronco : dell'uomo.
9) T. dei sarti : corpo, busto, imbu-
sto, vita del vestito.
10) còrp del delitt = corpo del de-
litto.
11) còrp degutrdia = corpo di guardia.
12) T. dei legat. di libri : dorso.
13) Corpo. T. di stamp. e fond. di
caratt.
14) T. militare -, còrp d'àrmtida =
corpo d'armata.
15) Corpo, funerale, esequie ; fa diiil
còrp in d'on càrice = pigliar due co-
lombi a una fava : ottenere due cose
in una volta. Ora usa meglio : fa, on
riàgg e diltl servisi.
Ì6) Pienezza, densità, spessezza.
corpàsciuii, agg. = corpacciuto, corpu-
lento : di persona molto grassa.
còrp de guàrdia, s. m. = corpo di guar-
dia : luogo dove i soldati stanno a guar-
dia e i soldati stessi.
corpètt, * s. m. = corpetto, giubboncino,
corsetto, quello clie si mette sotto il
vestito : r usano specialm. le donne.
Anche coprìbust = copribusto.
còrpo, = lo diciamo così nelle sole escla-
mazioni : còrpo de baco, de baco ba-
con bachèta, de Ino, de diana, de l'Uga.
corporadiira, * s. f. = corporatura : la
complessione del corpo.
corporàl, s. m. = corporale, palla : T.
eccl. ; quadretto di tela per coprire il
calice dall'offertorio alla comunione.
1) Agg. corporale ; bisògn corporàl =
bisogno corporale.
corporàsión, * s. f. = corporazione, co-
munità, società, i cui diritti sono rico-
nosciuti dallo Stato.
còrpsànt, s. m. pi. = corpi santi : ville
0 terre, borgate suburbane, sobborghi.
1) Corpo santo ; quand àe moeUv i
còrp sani ven fwUra el so = chi vede
lei vede maggio : di persona gradita che
da gran tempo non venga a visitarci,
quando viene.
còrpiisdòmin, s. m. = corpus domini :
la festa del corpo del Signore.
cors, s. m. ^ corso : nome di strada,
giro di carrozze nel corso.
1) fa el so core = fare il suo corso :
di cosa che proceda regolarmente.
2) on còrà de filosofìa, de lég = un
corso, un anno di filosofia, di legge.
3) fa on core de studi = fare un corso
di studi.
4) in cors de stampa = in corso di
stampa.
còrsa, * s. f. = corsa : il fare a chi più
corre per esercizio e scommessa.
1) fa dna corsa in d'on sit = dare
una corsa in un posto.
2) pass de corsa = passo di corsa,
passo rapido.
3) à tuta corsa = a tutta corsa.
4) à còrsa = a corsa, velocemente.
6) còrsa = treno ; pèrd là còrsa =
perdere il treno ; rivtL coni V Ultima
còrsa = arrivare coli' ultimo treno, in
ritardo : dopo tutti gli altri.
cort, s. f. = corte.
1) Cortile : area scoperta nel mezzo
a un fabbricato.
2) La famiglia del regnante e le per-
sone addette a quella.
3) l'ospedaa che fa lilmm tlla cort =
il povero che aiuta il ricco : si dice
quando chi è in stato meno buono pre-
sta l'opera propria o i propri mezzi a
chi è in stato migliore.
4) fa là cort = far la corte : lusin-
gare con lodi anche soverchie ; fa là
cort à dna dona = far la corte, fare il
bello con una donna.
5) cort d'AsUi = corte d'Assise ; cort
d'ùpèll = corte d'appello.
cortesia, * v. att. = corteggiare : far la
corte, specialmente a signore.
cortèla, s. f. = coltella, coltellaccio : col-
tello grosso.
1) Coltello da affettare il lardo.
cortelà e cortelà sii, v. att. = accol-
tellare, scoltellare : ferire di coltello.
cor
— 244
cortelàna, s. f. = lanciuola, piantaggine
lunga, orecchio di lepre : erba nota.
cortelee, s. vi. = coltellinaio : chi fa e
vende coltelli.
corteléra, s. f. = coltelliera : astuccio da
coltelli.
cortèll, s. m. = coltello : sti'umento da
taglio di più forme.
1) vègh el cortèll per el mànegh o
mtinigh = avere la palla in mano.
2) ciàpà el cortèll per el mànigh =
pigliare il panno pel verso.
3) cortèll sàràmtinigh = coltello da
tasca, serramanico.
4) cortèll de bàneh = coltello a lu-
netta, coltello da banco : T. dei sellai
e calzolai,
5) cortèll de dùii mtinigh = coltello
a due manichi o da pelare : T. dei
formai.
6) cortèll de mesèna = squartatoio :
T. de' macellai.
7) cortèll de s'ciiimvi = spacchino,
spaccherelli : T. de' canestrai.
8) cortèll inglés = coltello da scarnar
le pelli : T. de' conciatori.
9) mangiti, pan e cortèll = mangiar
pane asciutto, solo.
10) àmm- de fradèll amor de cortèll =
Iron : corruccio di fratelli fa più che due
flagelli. Magari la cresciuta educazione
distruggesse il prov. mil. e desse ef-
ficacia di insegnamento salutare al prov.
ital.
cortesia, s. f. = cortesia : il trattare con
affabilità, corrispondente a una gran
gentilezza d' animo, persone verso le
quali non c'è obblighi.
1) fa cortesìa = far cortesia : si dice
di chi è largo, generoso, trattando in
una data maniera. E anche dei mer-
canti che domandano della merce il
prezzo più basso che possono.
cortin, s. m. = cortiletto, dim. di cori, 1).
corvè, s. m. = comandata : lavoro gra-
tuito in di più dell'obbligatorio.
1) Servitù : ufficio a cui uno sia co-
stretto, il più delle volte contragenio.
còsa e cosa, s. f. al plur. còss = cosa.
1) quèj còsa o quèj còss = qualche
cosa 0 qualcosa ; crèdes quèj còss =
credersi qualche cosa : di chi si dà aria
d' importanza ; vèss quèj còsa = essere
qualche cosa : avere una qualche im-
portanza ; vègh quèj còsa = aver qualche
po' di danaro ; ed anche di chi è di cat-
tivo umore o si sente male.
2) Interrogando ; per cdsa ? = pei'chè V
per qual ragione ?
3) còsa ? e spesso anche còsa * ? =
che cosa ? cosa '? nelle proposizioni in-
teiTOgat. 0 dubitat. o negat. ; eoo minga
cdsa el voeur dì = non so cosa voglia
dire.
4) In signific. di quanto ? còsa el
còsta el ■cìn'ì = quanto costa il vino?
5) fa i so cosà = fare le sue divo-
zioni : specialm. di chi è in punto di
morte,
6) tré eòss = bazzicone, cricca, baz-
zicollo : T, di gioco.
cosàda, s. f. = capata : colpo dato col
capo.
coscénsa, * s. f. = coscienza : 1' animo
che conoscendo il bene e il male ne è
giudice costante ; coseénsa fàda à càl-
sèta. Vedi càlséta, 5).
cosceiisiós, * agg. = coscienzioso : che
ha coscienza, che fa le cose diligente-
mente con precisione ed onestà.
coscrisióu, s. f. = coscrizione : 1' ascri-
vej'e a soldati i cittadini che sono ob-
bligati a quel servizio.
coscritt, * s. m. = coscritto : giovine
compreso nella coscrizione.
cosìn, s. m. = cuscino : a differenza del-
l' ital. si dicono tutti cosìn i guanciali,
i capezzali, i cuscini.
1) Capezzale : guanciale che si mette
a capo al letto stretto e lungo quant'è
la larghezza del letto stesso.
2) Guanciale : specie di sacco ripieno
di lana, crine, o sim. che si mette per
lo più nel letto per appoggio o rialzo
del capo e deUe reni.
3) Guanciale : specie di materassina
scantonata su cui si pone a giacere il
bambino e che gli tien luogo di culla,
0 anche serve per pollarlo attorno:
(Quando è affatto piccino.
4) cosìn de piss = tombolo : cuscino
cilindrico che si usa per far pizzi.
5) cosìn de scàgn = cuscino.
6) coéìn = zucchino, capino, testina :
anche nel senso fìgur. di litote, per v
dire uomo di talento, che ha molto ini
testa, e specialm. di giovanetti sve-
gliati e di ingegno ; l'è prdpi on cosìn =
è davvero un capino, una testina.
7) Scannello : taglio del culaccio vi-
cino alla coscia. Tei-m. di macell.
4
245
cos
cosinètt, s. m. = torsello, : guancialino
da spilli.
1) Guardastinco : piiimacciolo nel-
r interno degli stivali, per guardia
dello stinco.
2) cosinètt d'odor = polviglio, guan-
cialetto odoroso.
cosmèticli, s, m. = cosmetico, ceretta ;
sostanza grassa da ungere i capelli.
cosinìtt (i) = cuscinetti, guancialini,
traversine ; pezzi di legno o di ferro
sui quali posano le guide di una strada
ferrata.
cosòn, s. m. = T. de carr. : cosciali ; i
due pezzi dello sterzo che mettono in
mezzo il timone, ed alti'e parti de'
carri e carrozzo.
1) Capone, testone. Vedi testòu.
cospéto ! esclam. = per bacco ! esprime
gran meraviglia per cosa specialm. che
si oda raccontare.
cosòtt, s. m. = capone. Vedi tèston.
cosi>iràd6r, * s. m. = cospiratore : chi
cospira, in senso politico.
cospiràsiòn, * s. f, = cospirazione : il
cospirare ; là RÈsia l'è àneàmò et pàés
di coépiràsion = la Eussia è ancora il
paese delle cospirazioni.
còst; s. f. pi. = bietole : sorta d'erbaggio
che si mangia cotto ; beta milgaris.
cost.
costo: quel che costa
, una cosa.
1) à tò mal coèt = a tuo mal costo :
con tuo danno.
2) a tutt i cost = a tutti i conti.
3) dà ài cost = dare al costo : senza
guadagno.
còsta, * .s. f. = costa, erta: terreno in
Ijondio, meno inclinato della collina.
1) Il terreno lungo il mare più o
meno acclive.
2) Costola : le ossa lunghe e curve
che formano la cassa nel torso umano
0 d'animali.
3) ro7np i còèt = romper le costole,
volg. bastonar forte.
4) se ghe etinta i cost = mostra, far
veder le costole : di pers. molto magra.
5) vègh semper ài còèt = aver sem-
pre alle costole ; avere sempre intorno.
6) stàgh ài cast = stare alle costole
a uno : stargli sempre vicino.
7) vèsé dela cdsta de Adàmm. V.
Adàmm.
8) Nei ferri da taglio: la parte op-
posta al taglio ; dna còsta de cortèll =
la grossezza di una costa di coltello.
9) Acquapendente, versante: il pen-
dio per cui corrono le acque di una
regione.
10) in còàta = T. dei Murat. ; per col-
tello ; di mattoni messi Timo sopra
l'altro per il lato dell'altezza, perchè
facciano muro. Anche : per ritto.
costà, * V. att. = costare: del prezzo di
una cosa ; costà càrna sàlàda = costar
salato, costar caro assai.
costàìoeùr, ed ora meglio costàioeùl,
s. f. pi. = costerecci : la carne delle
costole del maiale, staccata per cuci-
narla.
1) Càterinin di costàiceur = la secca,
la morte secca. Volgare.
costànsa, * .s. /*. = costanza : tenacia
neir aspettare e nel tentare che siano
esauditi i nostri desideri.
costàiit, * agg. = costante, fermo: che
non cambia né si smentisce col tempo.
costegià, * V. att. = costeggiai'e : navi-
gare senza allontanarsi dalla costa.
costelàsìon, * s. f. = costellazione : ag-
gregato di più stelle che formano una
figura immaginaria, cui si diede un
nome.
costipaa, * agg. = costipato : malato di
costipazione,
costipàsion, s. f. = costipazione ; forte
infreddatura.
costitiiiss, V. rifl. = costituirsi : pre-
sentarsi volontariamente all' autorità
giudiziaria. E' più comune consègrnàss.
costitiisidn, * s. f. = costituzione: l'es-
sere costituito.
1) Del corpo umano: el g'hà Òna
eostitusion robusta = ha una costitu-
zione robusta.
2) Di leggi e decisioni emanate dal-
l'autoritcà sovrana.
costitìisionài, agg. = costituzionale :
che è conforme alla costituzione.
1) màlàtìa costitiisionàl = malattia
costituzionale: che non è locale di un
organo ; ma è nella costituzione fisica
del corpo.
2) diritt coétitiléionttl = diritto co-
stituzionale.
8) là Gostitilsionàl = la Costituzio-
nale : una società politica.
coston de plàfón, = correntino da stuoia.
costòs, agg. = costoso : che costa molto.
costrìng', * ». att. = costringere: obbli-
cos
246 —
COT
gare uno a una cosa che non fa vo-
lentieri ; el me -vceur costrtng à dàgh
di dànee = mi vuol costringere a dar-
gli danaro.
costriisiòn, * s. f. = costruzione : l'ope-
razione del costruire.
1) Ordinamento del discorso; fa la
eostruéion d'on period = fare la costru-
zione di un periodo.
costfi, s. m. = costui : parlando di terza
persona. Ha dello spregiativo.
costtimaa, agg. = accostumato , assue-
fatto : che ha l'abitudine di una cosa;
mi -soni minga coètiimaa à fa de quìj
briitt ròbb li = io non sono assuefatto
a fare di quelle brutte cose.
costìimm; * s. m. = costume : usanza o
complesso d'usanze proprie d'un tempo
e di un popolo.
1) fed de bon costiimm = certificato
di bona condotta.
2) Abito, vestiario non della foggia
odierna, ma o di foggia antica, o fan-
tastico ; fèsta in costiimm = festa in
costume : alla quale si interviene con
abiti della sopraddetta maniera.
còt, *«./". = cote : pietra per affilare i
ferri da taglio.
còta, * s. f. = cotta.
1) Sopraveste di tela bianca che i
preti si mettono sopra la zimarra per
alcuni atti del loro ministero. È co-
mune ai cherici e ai sacerdoti.
2) Dal verbo cocere. T. dei fornai :
fornata ; la quantità di roba cotta al
forno.
3) T. dei fornaciai: cotta; la quan-
tità di roba cotta alla fornace.
4) Forte innamoramento : l'ha ciàpaa
Óna cota tremenda = prese una cotta
terribile.
cotàrìa, s. f. = brigata, compagnia.
cotcodèsc (fa), v. att. = schiamazzare,
far coccodè : della gallina quando ha
fatto l'ovo.
cotelèta, s. f. = costolina, braciuola :
fetta sottile di carne che si cuoce nel
tegame.
1) cotelètt tLla milànesa = bi'aciuole
panate: involte nel pan grattato e cotte
in padella.
coteletìna, * s. f. = braciolina, dim. e
vezzegg.
coténa, * s. f. = cotenna, cotica : la
pelle del maiale scai'nita e pulita dalle
setole. Anche còdega.
cdtiiu, s. m. = cottimo: lavoro materiale
che uno piglia a fare in un certo tempo
e per un dato prezzo.
cotimìsta) s. m. = cottimista, cottimante,
appaltatore: chi prende un lavoro a
cottimo. Anche ; laorànt à bòtt.
cotisà; * ». att. = tassare : fissare par
ciascuno la quota.
1) Al gioco : far perdere, servir per
bene, Iron. Per estens. anche fuori di
gioco.
cotòiij * s. m. = cotone : pianta erbacea
che dà una materia usata a far tessuti,
E il cotone filato per cucire.
cotona, s. f. = cotona : tela grossa di
cotone,
cotona, * «'. att. = accotonare : aggro-
vigliare col pettine i capelli già prima
avviati e spianati, per amplificarne il
volume.
cotonina, *«./.= cotonina : tela grossa
di cotone; on vestii de cotonina = un
vestito di cotonina : lo portano le con-
tadine, e le operaie per lo più.
1) Modo di vestiario usato una volta.
còtt, agg. = cotto: da cocere, che non è
crudo.
1) còtt à lèse = lessato : cotto nel-j
l'acqua a far brodo.
2) còtt à ròét = arrostito.
8) còtt del so = abbronzato.
4) còtt in biànc = lessato, parlando»
di pesce ti'otato.
5) còtt in l'acqua = bollito. Di ver
duj'o 0 altro semplicemente cotto in ao
ij^ua e sale.
6) còtt in prèsa = arrabbiato.
7) dinn e fànn de còtt e de crikl ■■
bacchiare le acerbe e le mature, dir
cose fuori della messa ; dirne e farne
di tutte le sorta senza badare se quello
che si dice o si fa sia vero, o falso,
lecito 0 disonesto.
8) mèss còtt = guascotto, mezzo cott
quasi cotto.
9) vèss còtt = essere innamorato.
cotura, s. f. = cottura : il cocere, ma;
più. che altro, il modo, le condizioni,
l'essere cotto.
cotiirnìs, s. f. = pernice rossa. Perdr,
graeca e Perdrix ritbì-a.
coturno, s. m. = cotiu-no : specie di sti
vale di cuoio dei cacciatori.
1) Cotui-no, coturnice, starna. Uccello
COT, s. f. pi. = riprese, drappelloni, pen
dagli : le balze, parti del cortinaggio
era
- 247 -
1) Infule della mitra: strisce che le
pendono di dietro.
cova, V. att. = Vedi eoa.
covèta, s. f. = bertovellino : rete a ma-
glia stretta, per la pesca dei pesciolini.
covètòn, s. m. = bertovello : specie di
rete per uccelli.
era, era, = orò ero : voce del corvo e
simili.
1) fa era era = gracchiare, crocidare.
eràco (no gh'è né crico, né), = di-
scorsi e repliche a monte, non c'è che
ripetere.
eràpa, s. f. = cranio, teschio ceppicene.
1 ) cr^pa peldda = zucca monda. Entra
nella canzonetta infantile ; là crtipa pe-
tàda l'ha faa i tortèj, ghe n'ha daa
minga ài so fràdèj : i so fràdèj hdn
faa là làcitida ghe n'hdn daa minga
tila eràpa peltLda ; la dicono alle teste
rapate.
2) ci-àpa de mòri = teschio : testa di
morto nuda d'ogni carne.
cràpèta, s. f. = animella: bottone d'osso
con quattro o cinque buchi per cami-
ciuole, mutande, calzoni.
eràpin, s. m. = testino, zucchino, ca-
pino. Vedi, cosin, 6).
1) Ceppo delle corna. T. dei macell.
la parte della testa de' buoi, vitelli,
ecc. in cui sono piantate le corna.
eràpón, s. m. = capone. Jedi teston.
Anche cràpòtt.
1) Capaccio : segnatamente nel signi-
iicato di uomo strano e ostinato.
eràponerìa, s. f. = caponaggine, capo-
neria, ostinazione, caparbietà.
eràscià, s. m. = decorazione, croce, in-
sogna cavalleresca. Dal frane, crachat.
cràuti, s. m. pi. = cavolo salato : dal
tedesco, donde viene la vivanda.
cràvàta, s. f. = cravatta, corvatta : pez-
zuola a fiocco fatto sul davanti, che
gli uomini e le donne portano al collo.
eràvàtee, s. m. = cravattaio: chi fa e
vende cravatte.
crea, * «'. att. = creare : trarre dal nulla:
facoltà dalla fede attribuita a Dio.
1) Originare, produrre ; delle opere
umane ; c?-e8, óna industria = creare
un'industria ; introdurla, originarla.
creànsà, * s. f. = creanza, civiltà, edu-
cazione pratica: modo ui'bano e civile
di trattare.
creàsiòu, * creazione: l'atto del creare;
là ereàsion del mond = la creazione
dei mondo.
1) Opera originale, specialm. arti-
stica; là pari de Otèlo, l'è dna ereà-
sion del Sàlvini = la parte di Otello' è
una creazione del Salvini.
creator, s. m. = creatore. Usa solo nelle
frasi ; àndtb ài Creator = andare al
Creatore ; morire ; màndti ài Creator =
mandare in paradiso, ammazzare.
creatura, * s. f. = creatura: persona
umana ; l'è dna bela creatura = è una
gran bella creatura.
1) Allievo dipendente di alcuno,
specialm. se benvoluto e protetto ; l'è
dna creatura del minìster = è una
creatura del ministro.
créd, * v. att. = credere, esser d'avviso:
ritener vero che sia , che è, che fu o
sarà, pensare che.
1) attinti minga à credei = m'avanza
il crederlo: lo credo senza difficoltà.
créda, meglio créja, s. f. = creta : specie
di terra, argilla.
credénsa, s. f. = credenza : persuasione
fondata sopra ragioni valide o no. An-
che : fiducia.
credensiàl, s. f. = credenziale : docu-
mento diplomatico.
credensÓH, s. m. = credulo, corrivo : di
persona facile a credere.
credént, * credente : chi ha la fede.
credìbil, * agg. = credibile : che si può
credere; l'è minga dna storia crediMl
= non è una storia credibile.
crédit, e crédit, * s. m. = credito, ri-
putazione.
1) L'avere: ciò che uno avanza, di
cui è creditore.
2) acquista crédit = accreditarsi.
3) chi g'hà dèbit g' ha crédit = chi
ha debito ha credito : lo dicono ironie,
quelli che non possono o non vogliono
pagare i propri debiti.
creditaa, agg. = accreditato : che gode
buon credito, buon nome, fiducia : di
negozio, di studio e sim. Vedi àcre-
ditaa.
creditòr, * s. m. = creditore : chi ha
un credito o crediti con qualcuno.
Crédo, * s. m. = Credo: il simbolo de-
gli Apostoli.
1) mètt i er'esìj in del Crédo = intor-
I)idar quel che è chiaro.
crema, * v. att. = cremare: l'abbruciare
ere
248 -
ere
i cadaveri ; el me hIo el s'è faa crema
= mio zio s'è fatto cremare.
crèmàsiòn, * s. f. = cremazione : ab-
bruciamento (di cadaveri) ; là crèmà-
* Sion l'è dna gran bela roba = la crema-
zione è una gran bella cosa.
crematóri, * s. -m. = crematoio : appa-
reccbio meccanico in cui si dispone un
cadavere che deve essere distratto dal
foco.
crèiiies, agg. = cremisino, chermisino :
di un colore rosso.
1) Metaf. coperchiello, raggiro.
cremili (color) = color paglierino. Dal
francese creme.
cremili (làtt ala) = Vedi caolàtt.
cremortàrter, s. m. = cremor di tar-
taro : tartaro delle botti purificato e
ridotto a sostanza purgativa.
cren, s. m. = cren, crenno; rafano te-
desco : pianta ortense la cui radice si
usa per condimento.
creila, s. f. = fessura: piccola e stretta
apertura un po' lunga, ma lasciata a
bella posta, non prodotta da rottura.
crenà, r. att. = arrovellare, crepare di
sdegno. Anche sàgrinà, cica.
crepa, v. att. = screpacciare, fendersi,
crepare, screpolare, crettare.
1) crepa e crepasela del rid = cre-
par scrosciar dalle risa.
2) crepa de sàlut = abbondare di sa-
lute.
3) Crepare, morire; e fa e fa e pcBU
se crèpa = nido fatto gazzera morta.
Famigliarmente : cascar morto ; spècen
ch'el crèpa per ciàjjà quij quàter sòld
= aspettano che caschi morto per pi-
gliarsi quella poca eredità.
4) à mangia de morì se sta mal de
crepa = ogni co^a fa male se se ne
mangia troppa.
5) crepa de la ràbia, de la bile, de la
set = affogar dalla rabbia, dalla bile,
dalla sete : esserne preso fortemente.
6) crèpa ! = scoppia, affogati : invet-
tiva e mal augui-io.
crèpàda, crepàdìna (dàgrh 6na) = mo-
rire, crepare: di persone indifferenti.
crèpàpànscia (à) = a crepa pelle, a
crepapancia.
crepàsc, s. m. = crepaccio, crepa grande.
1) s. m. pi. rappe, crepacce : malat-
tia dei cavalli.
crepe, s. m. = gramolata, granita: specie
di gelato. Poco usato.
1) Anche certi ripieni che mettevano
le donne nei capelli, per fare delle
rigonfiature sul davanti, verso la fronte.
crèi>ón, s. m. = crepone : specie di stoffa.
crèpp, s. m. = cretto, screpolatura, crepa ;
crepatura di muro, di intonaco, di
terreno.
1) sondi de crèpp = crocchiare : sonare
a fesso. Del suono di un vaso fesso a
picchiarci colla nocca, di pentola, te-
gamOj catinella e sim.
2) sonò, de crèpp = crocchiare, ba-
lenare, non esser ben fermo in stato,
starvi a pigione ; di salute mal ferma.
3) Pieno pinzo : -vèsé mai crèpp =
essere insaziato.
4) Agg. di bicchiere, vetro, piatti, ecc.
Incrinato.
5) l'è crèpa = è fessa, è morta : si
dice per isoherzo di una bottiglia vuo-
tata a tavola.
crèpp, s. m. = crespo : sorta di tessuto
di lana e seta. Dal francese : crepe.
cresént, agg. = crescente, che cresce,
1) càrna cresénta = carnosità : escre-
scenza carnosa.
crésina ora più com. crèsima, * s. f. =
cresima: uno dei Sacramenti della
Chiesa cattolica.
cresinà e cresima, * v. att. = cresi-
mare : dai'e la cresima.
1) Scherz. : dare uno schiaffo. Dal-
l'atto del vescovo cresimante quando
dà il Pax tecum.
crésp e crespaa, agg. = grinze, grinzoso,
crespo, rugoso.
1) deventà crespaa = increspare.
créspa, s. f. = grinza : bratta piega nelle
vestimenta e in altri panni.
1) Euga: increspatura delle pelle.
2) Crespa : piega che si forma nel
restringere, sopramettendolo, un panno
e nel riavvicinare la stoffa dove l'ago
è passato.
crespa, v. att. = raggrinzare, aggrinzare,
increspare, far grinzoso.
crespadùra, s. f. = grinzume : molte
grinze insieme, increspatura.
crespili, s. ni. = ventaglio : arnese che
serve a farsi vento ; * cànn del crespin
- le stecche : lami nette di legno o al-
tro che sostengono la stoffa del ven-
taglio.
1) Pie di uccellino : le grinze agli
angoli esterni degli occhi in chi in-
vecchia.
1
ere
— 249 —
2) Rosta, leva: il giuoco del sof-
fietto nelle carrozze.
crespiiiee, s. m. = ventagliaio: chi fa
e vende e aggiusta ventagli,
créspola, s. f. = amareggiola, matricaria,
camomilla. Sp. d'erba medicinale.
crespòn, s. m. = T. de pann. : crespone ;
specie di stoffa.
crèss, V. att. = crescere, aumentarsi.
Intrans. Anche : garzoneggiare ; di bam-
bino che si fa adulto.
1) Trans.: accrescere, aumentare;
crèy.s' là jjàga = aumentare la paga.
2) crèss el fitt = rincarare l'affitto;
el fornmit el crèss = il frumento rin-
cara.
3) Crescere : faro un maggior numero
di maglie nei giri della calza dove ha
da venire più larga.
crésta, * s. f. = cresta: quella carne
rossa a merluzzi che hanno sulla testa
le galline.
1) Fig. Sommità o cima delle mon-
tagne.
cresflii, s. m. pi. = i cresciuti : l'aumento
del numero delle maglie della calza
dove devo venire più larga.
1) Part. pass, di crèss.
créta, s. f. = credenza, credito.
1) vend^ compra à ereta = vendere,
comperare a credenza.
2) rid à creta = ridere agli angioli :
cioè ridere senza sapere di^che.
cretin, * s. m. = cretino, ebete, idiota,
imbecille, ottuso, debole di mente : per
lo più dalla nascita.
cria, V. att. = gridare, sgridare, garrire.
1) cria i bìosècch = gorgogliare il
corpo.
2) critì, i lègn sili fmoqh = cigolare,
gemere le legna sul focolai-e.
3) pela là gàìna sensa fàla cria =
pelare la gazza senza farla stridere.
criàda, s. f. = gridata, sgridata, raman-
zina, rimprovero.
crìbi, s. in. = vaglio, crivello, cribro :
arnese di pelle o altro forato per mon-
dar biade ed anche altre materie.
1) Garba ; crivello di pelle a forellini
di varia grandezza.
2) fa pàsà per i sètt crlbi = spac-
care il pelo in aria, rivedere il pelo.
Figuratamente.
3) crlbi del formént = colo.
cribi ! eselam. = per diaci ! per diana !
accidenti I E corruzione di cristo, che
il dialetto non vuol dire e nella seconda
sillaba pronuncia diversamente, per non
bestemmiare.
cribià, ». att. = crivellare, vagliare : far
passare al crivello.
1) Trebbiare: del rovinio che fa la
gragnuola suUe piante.
2) Vagliare come grano, esaminare
rigorosamente.
cribiee, s. >n. = vaglialo : chi fabbrica
vagli e crivelli.
1) Tagliatore: chi fa l'operazione
del vagliare.
cribiusc, s. m. e cribiàdùra, s. f. =
Tagliatura : mondiglia che si ricava
vagliando.
erica, s. f. = gruccia : serrarne alle bus-
sole, ai paraventi a colpo ; dà sn là
erica = serrare la gruccia.
1) Cricchio, ticchio, capriccio. Poco
usato.
2) Gara, contrasto, disputa, briga.
B) Cricca, combricola, compagnia ;
sempre in mal senso. In questo signi-
ficato dal francese : cUque.
cricR, v. att. = zirlare : voce acuta del
tordo.
1) Scrosciare. Della crosta del pane
fresco quando la si mastica, e di qua-
lunque altro suono simile.
crìcadór, s. m. = zirlo : tordo cantaiolo.
cricch, s, m. = crico, martinetto : specie
di leva per sollevare oggetti pesanti.
1) Stiantottino : il suono prodotto
schiacciando fra le mani le nocca dolio
dita.
2) fa cricch = star zitti, fare orec-
chio da mercante.
3) Cricche, cricri : voce imitante il
suono di cosa che scricchioli, scop-
pietti, 0 si fenda.
cricchcràcch, s. m. = cricc-crac, cracch,
cricche : voce imitante il fendersi, lo
scoppiettare con qualche fracasso.
criminal, * agg. = criminale : che con-
cerne delitto 0 pena; l'è ròba de cri-
minal = è cosa da criminale : è cosa
che merita il giudizio e la pena crimi-
nale.
crinièra, * s. f. = criniera: tutti i crini
del collo di un cavallo. Per noi anche
la giubba del leone.
crinolin, s. m. e crinolinn, s. f. = cri-
nolino, crinolina, cerchio : tessuto di
crino e di liifo messo come sottana per
tener gonfie le vesti.
250
ero
1) Anche nei senso di cdregh. Vedi.
crisi, * s. f.= T. med. ; crisi : il punto
risolvente di una malattia.
Crisi, s. m. = Cristo: aggiunto al nome
di Gesìi; Gesù Crisi = Gesiì Cristo.
1) pòer crisi = povero diavolo.
2) fàeia de Criàt = di uomo allam-
panato, emaciato e non simpatico.
3) Ve on crisi de vun = è un acci-
denti d'uno. Al femm. crista.
4) no gh'è cristi, o erìèio = non c'è
Cristi 0 Cristo. Non c'è verso.
5) no vègli on crisi d'on gkell = non
avere il becco di un quattrino.
cristalee, s. m. = cristallaio : chi lavora
0 vende cristalli.
cristalerìa, s. f. = cristallame: forni-
menti d'oggetti di cristallo, per lo piii
da tavola.
cristàlisàss, v. rifl. cristalizzarsi e cri-
stallizzare : D' ogni corpo che, passando
allo stato solido, piglia forme di cri-
stalli.
cristàll, cristallo : vetro bianco, ti'aspa-
rente, incoloro e peso.
1) Lastrone da vetriate, caiTOzze, ecc.
2) eriéiàll de rdca = cristallo di monte,
cristallo gemma.
Cristian, s. m. = cristiano : chi crede in
Cristo e professa la religione dei suoi
seguaci.
1) de criétiàn = da cristiani : di cose
che non saranno un gran che, ma
neanche pessime; e discrete relativa-
alle alle comunemente usate.
2) on Cristian = un cristiano: per
uomo e non bestia. Quasiché i non
cristiani siano bestie ! !
3) vèss minga Cristian de fa, de di,
e sìm. = non essere capace, non tro-
vare il verso di fare, di dire e sim.
Cristo ! esci. = Cristo. È schivata dallo
persone per bene come espressione tri-
viale e irriverente.
cristoforìa, s. f. = cristoforia : il ritorno
di Gesù bambino dall'Egitto. Festa che
ricorre il 7 gennaio.
cristòn, s. m. = furfante, briccone.
critèri, * s. m. = criterio, assennatezza:
senso intellettuale o potenza dell'anima,
giudice delle cose che le si presentano
davanti. Anche griiidisi.
1) de critèri = assennato, che ha e
dimostra senno.
crìtica,* s. f. = critica, 'censura: l'arte
di sceverare il vero dal falso. Il giu-
dizio su un'opera d'ai-te; il semplice
trovare i mancamenti.
critica, * V. ali. = criticare : far la cri-
tica. Di pers. 0 cose, dirne male.
crìticli, agg. = critico.
1) moment crìiich = momento critico.
2) eiaa critica = età critica: quel
periodo, a volte pericoloso, della vita
delle donne, in cui cessano le regole.
B) Sost. : stucchevolino, stitico, criti-
castro.
criticón, * s. m. = criticone: censura-
tore per abitudine ; l'è on criticón die.
el g'hà de dì sii tiiti còés = è un cri-
ticone che ha da ridir su tutto.
criyèll, s. m. = calcatoio. T. dei cap-
pellai.
croàtin, s. m. = collottola : la parte po-
steriore del collo ; ciapà per el croà-
tin = prender per la collottola.
croàtt, s. m. = croato, di Croazia.
1) Per noi divenne voce spregiativa
a indicare ostinato, zotico, rozzo, e altre
simili cattive qualità in segno della
avversione nostra alla dominazione au-
striaca.
croca, 'V. ait. = crocchiare; del suono di
un vaso fesso a picchiarci colla nocca
delle dita. "Vedi crèpp 1).
crocànt, s. m. = croccante : sorta di
mandorlato.
1) Agg di roba che a mangiare scric-
chiola, crocchia, quando specialmente
sia levata dal forno di fresco.
Croceflss, * s. m. = Crocifìsso: l'imma-
gine di Gesù Cristo in croce.
crocìfer, * s. m. = crocifero, portacroce :
prete che porta la croce nelle proces-
sioni. .
eroda, v. ali. = cadere : di foglie che si
staccano dall'albero.
1) Cascare : di denti, capelli, frutti.
2) eroda del sògn = cascare, barcol-
lare dal sonno ; aver sonno in modo da
non poter quasi reggersi in piedi.
3) Detto di guadagni piccoli e in-
certi, come mance e sim. ; el glie sta
voleniéra perchè quèjcòéè eroda sèmper
= ci sta volentieri, perchè qualche cosa
casca sempre.
4j el pòmm quaiid l'è tiiàdUr bisó-
gna che el crdda = tutti i gruppi si
riducono al pettine, quando il pero è
maturo convien che caschi, quando la
pera è matura la casca da sé : non è
necessario ed è inutile affannarsi per
ero
- 251 -
ero
procurare cosa che abbia a succedere
naturai ine ute.
5) guarda che cròden ! = bada che
cascano ! Quando si minaccia, special-
mente a chi provoca con testardaggine,
di dargli percosse.
6) Scanicare : dicesi delle muraglie
quando si scrostano.
ero dada, s. f. = caduta, cascata.
V) là erodMa di fceuj = il cader
delle foglie.
crodèll, e erovèll, agg. = cascaticcio,
cascatoio : di castagne e simili che per
maturanza precoce cadono dall'albero
da sé.
1) vìn crodèll = il vino che si spreme
dall'uva senza bisogno del torchio: con-
trario di torciàdegh.
crodirceù, agg. = cascatoio, cascaticcio:
specialmente delle frutta che cascano
da sé.
eroeusc, s. m. = crocchio, riunione di
parecchie persone, o animali, o cose:
anche e meglio eróse.
cròj, s. m. = friabile; che facilmente si
sminuzzola al più leggiero contatto.
eroma,* s. f. = croma: figura e nota di
musica.
erompa e compra, v. alt. = comperare:
acquistare come proprietà pagando.
eròuaca,* s. f. = cronaca: le voci che
corrono. ^
1) La narrazione fatta dal giornale
degli avvenimenti del giorno.
eróiiieh, * agg. = cronico : di malattia
lenta e molto lunga.
1) Sost., chi è affetto da una ma-
lattia cronica.
eroiiìsta,* s. m = cronista: chi scrive
la cronaca di un giornale.
cronologìa,* s. f. = cronologia: ordine
e scienza dei tempi dei fatti storici.
eroiiològicli^* ag^. = cronologico: ap-
partenente a cronologia.
cronòmetro,* s. m. = cronometro: oro-
logio che segna l'ora con molta pre-
cisione.
crópa, s. f. = schiena, dorso.
1) Un' intera pelle di bue lavorata
a cuoio.
2) Groppa: parte più bassa della schie-
na dell'uomo.
3) cropa de vasèll = camicia, tartaro,
taso da botte , greppola : la gromma
che fa il vino nella botte.
4) Gromma; il tartaro dei denti non
puliti.
eros, s. f. = croce: specie di patibolo, e
per antonom., quella dove fu messo
Cristo.
1) nega el Signor in eros = negare
il paiuolo in capo: negare l'evidenza.
2) vègli minga là eros d'on gìièll =
non avere un becco d'un quattrino; non
aver danari affatto.
3) fa el sègn dèla eros = fare il se-
gno della croce: cioè quell'atto che si
fa toccandosi colla mano diritta la fronte
il petto e le spalle.
4) Croce, ti'aversia, tribolazione.
5) là sóa eros ghe l'hdn tiiec = ognu-
no ha il suo impiccato all'uscio.
6) fàgli sii là eros = fare il crocione;
rinunciare a' qualche cosa, non pensar
più di poterla avere.
7) Qualunque cosa in forma di croce;
fa là eros eòi pòstid = mettere le po-
sate in croce.
8) Distintivo degli ordini cavallere-
schi.
9) eros de MMta = scarlattea, croce
da cavaliere: Specie di fiore.
10) eros e lètera = palle e santi: spe-
cie di giuoco.
11) eros = gruccia e anche coda del
. torchio. Term. di stamperia.
croscè, s. m. = crocè: ago torto, unci-
netto: ferruzzo per lavorar trine.
crosèra, s. f. = corsia: sala da ospedale
più lunga che larga.
1) Croce, garrese: parte del corpo del
cavallo sopra le spalle.
2) crosèra d'Mpa = croce di naspo.
croséta, s. f. = crocicchia o crociata :
due strade o contrade che si incrocic-
chiano.
crosin, s. m. = crocetta: dim. di croco.
1) punt à erosìn = punto incrociato.
2) Cernitolo; term. dei fornai : tela-
retto che si mette nella madia per so-
stenere lo staccio.
3) Villano, contadino: dal convenirne
molti a Milano nel di di S. Croce, al
3 maggio.
crosoeù, .?. m. = crogiuolo: vaso, per lo
più di ten'a refrattaria, dove si fondono
i metalli,
1) Fnignolo^ fornuolo: specie di fa-
nale che serve per una certa caccia
detta pure frugnuolo.
ero
— 252 —
Clic
erosoli, s. IH. = crocione. Accresc. di
croce.
1) crostn, erosoti, j)er vii el yioeùgh
l'è pii bòn = dicono i ragazzi, il più
dolio volto facendo una croce in terra,
(j^uando vogliono ritirarsi dal gioco. In
Toscana dicono: alt.
crost, s. f. pi. = terni, dei maniscalchi,
giarde.
cròsta, s. f. = crosta, schianza : iiiduri-
mento delia materia formatasi sulla
pelle.
1) pien de erosi = crostoso.
2) eròsta del pan = crosta, corteccia:
quella che copre la mollica.
3) eròsta del pàétiss = crostata: quella
che copre il ripieno.
4) cròsta del ft/rmàj = roccia del
cacio.
5) romp i crost = picchiare, accon-
ciare per bene.
6) vegli sui arost = avere in uggia.
7) Corteccia, di alcuni alberi: anche
scorza.
crostìn, s. m. = cantuccio; di pane, for-
maggio, pasticcio, panettone e simili.
Pezzetto tagliato sul canto con molta
corteccia e poca midolla. Di pane si
dice anche crostino.
crostinà, v. att. = sbocconcellare, sgra-
nocchiare
crostinàtt, s. m. = signor di quattro
zolle, possidontuccio : chi si dà 1' aria
di gran proprietario e possiede poco.
crostòn, s. in. = terni, delle cave: crostone.
cròtt, s. m. = erotto, grotta, grotton da
vino: cantina nel masso.
1) Crocchio, malaticcio, malazzato.
2) fa el cròtt = portare i frasconi,
esser crocchio, ingruUire; degli uccelli
ammalati, e figui'at. degli uomini ma-
laticci, malazzati.
3) Cria : il piìi piccolo e balordo uc-
cello dei nidi. Fig. lo si dice al più
stentato e debole di una famiglia.
crotìn, s. m. = fig. scriato, scriatello:
un povero cria, un ragazzino malaticcio.
criid, agg. = crudo: contrario di cotto.
1) seda crUda = seta cruda; non con-
ciata per la tintura.
2) tìnta cruda = tinta cruda ; senza
gradazioni sufficienti.
3) tLria cruda = aria cnida; fredda,
non riscaldata dal sole.
4) fèr crUd = ferro crudo; non piu"0,
che non si può lavorare.
eriideltaa * s. /". = cmdeltà: azione bai*-
bara, che dimostra cattivo o poco sen-
sil)ile cuore.
crusca, s. f. = crusca: la buccia del grano
macinato separata dalla fai'ina.
1) fa crusca = restar zitelle, rima-
ner pulceUoni : si dice di una zitella
che non si marita mai.
2) Forfora, forfore: escremento secco
della pelle, specialmente della cute del
capo.
3) là farina del dittai là va in eriisca.
(Vedi diàol, 8 e farina, 6).
criiscàda, s. f. = cruscata: beverone com-
posto di seccume e cnisca.
criiscàtt, s. m. = cruscaio : rivenditore
di crusca.
criischee, s. m. = abburattatore, cerni-
tore.
criischèll (giiigà à), = giocare a cru-
schcrello 0 a semolino: gioco da fan-
ciulli, consistente in ricercar danari o
altro nascosti in alcuni monti celli di
crusca.
criisción (in), = accoccolato: seduto coc-
colone sulle calcagna.
crùsi, s. ni. = cniccio, fastidio, dolore,
angoscia: vivissimo dolore dell'animo.
1) Impiccio, briga, affanno.
2) Cancherino; pers. cagionevole, ma-
laticcia.
criisià, V. att. = angosciare, affannare,
addolorare, crucciare: dare affanno, do-
lore, travaglio, angoscia; l'è on pensér
che ?ne crésta = è un pensiero che mi
affanna.
1) criisiàès. e. rifl. = affannai'si: darsi
molto daffare per riuscire in una cosa;
darsi briga, pensiero.
2) criisiàès = affliggersi, addolorarsi;
crusiet nò: à tiitt gh'è rimedi = non
t'affliggere: a tutto c'è rimedio.
cubi, s. m. terni, dei bott. = fondo di
dietro della botte.
ctibiànch, s. m. = massaiola, maciola,
codibianco, culbianco. Motaeilla cenan-
the. Uccello silvano.
ciicàg'na, s. f. = cuccagna : grande ab-
bondanza 0 luogo di grande abbondanza.
1) Spettacolo che consiste in una
grande antenna con in cima dei premi
legati: l'antenna è insaponata e i pre-
niii toccano a chi riesce a prenderli.
2) fa cuctLgna = sguazzare, godersela.
3) che cuctLgna ! = che felicità I che
abbondanza !
cuc
253
cucàj V. alt. = Vedi coca.
ciicàss, V. riti. = invecchiuzzire, intri-
stire, imbozzacchire : delle piante che
non attecchiscono e non vengono pivi
innanzi.
ciicch, agg. = vano, vuoto: di frutti spe-
cialmente di quelli colla buccia o col
guscio.
1) Arrabbiato: di grano, biade o erbe
che siano ancora sovra la terra, quando
si seccano prima del tempo, per nebbia
0 caldo soverchio.
2) vèss ciicch = o il pozzo è secco o
la fune non arriva : di chi non ha fi-
gliuoli.
3) Cucco, baruUo, cioè rimbambito,
balordo.
ciìcia,* s. f. = cuccia, canile, casotto : il
covacciolo del cane, il luogo dove sta
il cane.
cuciàss, v. rifl. = accovacciarsi: del cane
che si posa come fosse in cuccia. Per
ischerzo anche di persona.
ciicìirìicun, = cuccurucù, chicchirichì: il
canto del gallo.
1) fa cucilrilciiii = cantare a gallo,
chicchiriare.
2) Gheriglio: il seme della noce quan-
do è intero, coperto della sua cica o
pellicina.
cìi^iaa, s. m. = cucchiaio : strumento
concavo col quale si piglia il cibo.
1) minestra fregia ciigiaa tiraa =
trovare il diavolo nel catino : trovare
• che altri ha quasi tutto mangiato il no-
stro pranzo.
2) sparti i ciigiaa = l'omperla con
([ualcuno con cui si vive, spartirsi, di-
vidersi non in pace.
B) negtl, perdes in d'on ciigiaa d'tic-
qua. V. acqua, 8).
4) riv^ Èia levasiòn di ciigiaa = ar-
rivar in sul cominciar del pranzo.
ctigiàràda, s. f. = cucchiaiata : quanto
sta in un cucchiaio.
ciigiàrèra, s. f. = cucchiaiera : astuccio
dei cucchiai.
cfigriàrón, s. m. = cucchiaione: cucchiaio
grande che serve per versare la mine-
stra dalla zuppiera nelle scodelle.
ciignaa,* s. m. = cognato: il fratello della
moglie 0 del marito.
clilàscèll, s. m. = culino, culetto: dim.
di culo.
1) Culacciolo : dim, di culaccio, parte
macellata del bue.
dilata, s. f. = natica, chiappa : le parti
carnose dell'ano.
1) Term. dei macoli, culaccio.
2) Groppa, groppone.
culàtèla, s. f. = culattello, culacciolo :
parte della culatta del maiale salata, per
serbarla.
cìilètt, s. m. = culetto, culaccino: dim.,
di culo,
1) Coppettino: la parte di un calice
che ne abbraccia la coppa.
culi, s. ni. = culo : lo stesso che ciiii.
Più triviale e meno usato,
1) toeésen in etili = infischiarsene ;
detto con molto sprezzo ed anche molta
volgarità.
2) ciill de sàcch = ronco : una strada
senza u.scita. È modo francese da cui
de sac.
ciilòtt, s. m. = culatta, culaccino del
crogiuolo : il metallo che resta in fondo
al crogiuolo beli' e fuso e netto di scoria.
cìimd, s. m. = cassettone, canterale; mo-
bile da camera con piano, per lo più
di marmo, e diverse cassette por ri-
porvi biancheria e altri oggetti di ve-
stiario. Dal francese commode.
cumiilàtÌY, agg. = cumulativo ; servisi
eumiilatw = servizio cumulativo.
cuna,* s. f. = cuna, culla, quella dove
si mettono i bimbi a dormire.
1) cUna de vìmin o de bachètt = zana:
quella intessuta come una paniera.
2) ■volta, cambiti el fiveti in là cuna
= fare il gioco dei bussolotti : ingannare
col far vedere una cosa per un'altra, e
disdicendo il già detto.
cuna, v. att. = cullare, ninnare, addor-
mentare i bimbi in culla. Anche iiìnà.
Vedi.
cìinéta, s. f. = bastorovescio, sciacquo:
fossetta lastricata a sponde dolcemente
inclinate, che attraversa o fiancheggia
il piano stradale per lo scolo delle
acque.
1) Capifuoco : quella specie di cane-
stro di ferro dove si mette il carbone
coke a bruciare sul camino.
ciini, s. m. pi. = anseri, vecchioni : ca-
stagne cotte in forno.
1) Cunei, biotto : coni di legno, di
varia grossezza. Term. di tipogr.
cìinin, s. m. pi. = alari, capifuoco. Vedi
cuuéta, 1).
1) ò\ m. dim. di cuna, cunetta.
cnii
— 254 —
CUF
cùnt, s. m. = conto: operazione ordinaria
di aritmetica.
1) à bòìi ciint = a buon conto, a
buona cautela, intanto. Anche: alla fatta,
in fine, insomma.
2) à ciint = a conto : come parte di
quel che ci viene o dobbiamo ad altri.
3) à fa el ciint sénsa l'òét el se fa
dò vòlt = chi fa il conto senza l'oste
l'ha a far due volte.
4) à tuti i ciint = a marcia forza,
a tutti i conti ; assolutamente.
5) ciint à/vèrt = conto acceso, o aperto.
6) ciint corent = conto corrente : di
chi tien danai'o presso altri a sua dis-
posizione.
I) ciint saldaa = conto spento, sal-
dato, pagato.
8) ciint sospés = conto fermo, so-
speso.
9) ciint vece = conto vecchio.
10) sàvè el so ciint = sapere il suo
conto, aver l'arco lungo; saperne molto.
II) legni de ciint = aver riguardo di
checchessia, tener caro, tener di conto ;
fai di tutto per conservare ; tegnii de
ciint là vòstra mtLma = tenete cara la
vostra mamma.
12) làsà àndà svi ciint = abbonare
sul conto.
13) ciint de speéiee = conto alto, sa-
lato; coi prezzi elevati.
14) dà ciint = dar conto, dare infor-
mazione di una cosa. Anche : render
conto, saper rispondere d' ogni azione
nostra.
15)' fa i ciint àdòéé à min = fare i
conti addosso a uno, vedere, cercare
malignamente quello che può spendere.
16) fa ciint = far conto, proporsi; foo
ciint de tceu miee = fo conto di pren-
dere moglie. Anche : supporre ; fa ciint
ch'èl sia vegnUii = fa conto che sia ve-
nuto.
17) fa mal i éò eiint = far male i
suoi conti: calcolarla, male, non indo-
vinarla.
18) ftighen on eiint = farne conto, po-
tercisi contare.
19) per ciint niè, éò, ecc. = per coato
mio, suo, ecc. Quanto a me, a lui, per
quello che mi, che gli riguarda.
20) fa i ciint = fare i conti : liqui-
dare le partite.
21) tira foRUra i ciint = levare i
conti.
22) trovàgh el ciint = raccapezzarsi,
trovarci il bandolo.
23) à me ciint = a conto mio, in mio
nome.
24) in fin di ciint = in fin dei conti,
in conclusione.
25) l'è on alter ciint! = è un altro
conto ! Quando si sente cosa diversa da
quella sentita pi-ima e che ci ha fatto
esprimere un parere che così non va più.
26) fa àndà per so ciint = faie an-
dare a conto 0 per conto proprio ; in
testa sua, coi propri danari.
27) legni ciint = tener conto, ap-
puntare per ricordarsi. Figur. ricor-
darsi di azioni per farne poi il dovuto
giudizio.
ciintà) V. alt. = annoverare : nominare
una dopo l' altra piii cose e persone
dello stesso genere, ed anche compren-
dere nel numero.
1) Importare, valere, aver peso od
autorità; el cùnta nagòtt = non importa,
non vale. È considerato come nulla.
2) ciintà sii = raccontare, narrare,
esporre un fatto.
cìintaa, p. pass. = contato; vègh i dì
ciintaa. Vedi dì, 14).
ciintàpààs, s. m. = contapassi: macchi-
netta a foggia d'orologio.
ciintèra, s. f. = banco, tavolone: dove i
banchieri contano i danari.
ciiiitàrèll, s. m. = conticino ; conto da
poco.
cfipola, s. f. = cupola; volta monumen-
tale a base o circolare o elittica o po-
ligona con archi acuti, a pieno centro,
scemi, ecc.
cura, s. f. = cura, accuratezza, diligenza^
scrupolosa che si mette nel fare una,
cosa; l'è on gèner de làorà che ghe]
vceur tròpa cÈra = è un genere di la-j
voro che richiede ti'oppa accuratezza.
1) Cura: assistenza del medico e an-
che d'altri.
2) là cura = la curia, la parecchia.
cura, V. alt. = curare.
1) Curare, medicare, assistere un'am-
malato.
2) Custodire, guardare.
3) Aspettare , appostare , velettare
qualcuno.
4) Aver cura di una cosa, averla con |
riguardo.
cìiràscèll, s. m. = culetto, culino, dim.
vezzegg. di culo.
cur
— 255 —
cus
ciìràsción, s. m. = culone, culaccio, pegg.
aocresc. di culo.
cìiràsS) V- rifl. = curarsi, badarsi, aversi
cura della saluto.
ciiràt, e anche cttràa, s. m. = curato,
parroco: specialm. di campagna.
1) vèsègh fceùra i càlson del ciiràt =
lo diciamo per scherzo quando gli ad-
dobbi funebri alla porta della chiesa
son troppo meschini.
2) giiiffà de ciiràt = fare una finta ;
giocare fingendo d' aver bon gioco e
non averlo.
curatèla,* s. f. = curatela: l'amministra-
zione dei beni di persone incapaci..
ciiràtòr,* s. m. = curatore: amministra-
tore di patrimoni pupillari.
curcuma, s. f. = curcuma ; curcuma
lunga: pianta la cui radice è tintoria.
ciiréta, s. f. = scoiattolo; sciurus vulga-
ris: animaletto noto.
curia, s. f. = term. eccles., curia: la can-
celleria vescovile.
eiiriòs, agg. = curioso: che è desideroso
specialmente per vizio di conoscere cose
che non lo riguardano; cilriòs come el
dolor de center = curioso più delle donne.
1) Di cosa che fermi l'attenzione;
questa l'è curiósa ! = questa è amena!
2) Ameno, originale, bizzarro ; di
pers. : che abbia opinioni, idee, o ideine,
strane, non ragionevoli.
cflrìosà, V. att. = spiare, far di tutto per
poter vedere in un luogo.
cflriositaa, s. f. = cui-iosità. Astrai, di
curioso.
' ciirlà, V. att. - currare, rotolare: far an-
dare qualche cosa sui curri.
I ciirlètt, .s. m. = verricello : sorta d'ar-
I gano che serve specialmente come tor-
nio del pozzo.
curio, s. m. = curro : grosso cilindro di
legno che sottoponesi ai pesi gravi per
farli facilmente scorrere.
curi, ayg. = breve: contrario di lungo ; e
anche di poca durata, che si fa in poco
tempo; là vita l'è e^rta = la vita è breve;
Strada' cÈrta = strada breve: che si per-
corre in poco tempo.
1) Corto : per misura d' estensione;
vestii cUrt, càvèj cUrt = vestito corto,
capelli corti.
1) Scarso d'ingegno, ottuso.
2) per ftila cUrta = per farla breve.
3) Ma cUrta = abbreviatamente.
4) el eiirt, s. m. = la corta : una
delle stecche più corta delle altre che
usa quando da qualche lato il biliardo
è troppo addossato alla parete.
5) tegni ciirt vun = tenerlo a stec-
chetto ; dargli poco danaro.
ciirtèsa, * s. f. = cortezza, brevità, scar-
sità: astratto di ciirt.
curva,* s. f. curva: linea in cui diversi
punti declinano dalla retta.
curvaa,* agg. = curvato: piegato in arco;
lègn ciirvaa = legno curvato.
ciisà, «'. att. = termine di gioco : accu-
sare. Vedi àciisà.
elìsa, s. f. = termine di gioco, accusata.
Vedi àciisà 3) e àciisàda.
ciisèta, s. f. = tonchio, punteruolo del
grano: insetto grosso che rode il gra-
nello del frumento.
ciisì, r. att. = cucire : unire per mezzo
d'ago e filo vari pezzi di panno o altro.
1) Risprangare: unire con fil di ferro
i vasi rotti.
1) cilsi à gipadÈra = impuntire, cu-
cire con punti fitti. Vedi g^ipàdùra.
ciisidùra, s. f. = cucitura, il lavoro del
cucire e i punti.
1) àndt à cavali déla cilsidilra di
càlson '= spronar le scarpe, andare sul
cavallo di S. Francesco; andare a piedi.
ciisidiiréta, s. f. = spighetta bianca; li-
nea di punti bianchi intorno al tacco
delle scarpe.
ciisii, agg. = cucito, da cucire.
1) Ristretto, chiuso, poco espansivo.
ciisin, s. m. = cugino: i figliuoli di zii
e zie fra loro.
ciisìna, s. f. = cucina: la stanza dove si
fa da mangiare.
1) Il trattamento del vitto; gli'è dna
bona ciisìna = c'è una buona cucina.
2) là ciisina e là tttola hin óna lima
éòrda = quando gode il corpo tribola
la scarsella ; a grassa cucina povertà
è vicina.
3) pinot de ciisìna e decòtt de can-
tina = pillola di gallina e sciroppo di
cantina : l'ova e in genere il cibo, e il
vino aiutano a star sani.
2) Cugina, femm. di cugino.
ciisina, v. att. = cucinare, preparare e
cocere le pietanze.
ciistód,* s. m. = custode: chi custodisce,
ha l'incarico di custodire.
1) rttngiol ciistòd = l'angelo custode.
Scherz., i ingioi cUétdd = gli angeli
custodi: i carabinieri.
— 256
custodì, * V. att. = custodire : averne
cui'a, come in custodia.
custodia,* s. f. = custodia, guardia, cura,
il custodire.
1) custòdia del càpèll = cappelliera.
ciìii, s. m. = culo, sedere, ano: parte di
dietro del corpo colla quale si siede.
1) vègh el ciiu in del butér = nuo-
tar nel lardo: avere abbondanza.
2) fa el ciiii de gàma = far la bocca
d'ucchiollo.
3) ìnen^ el eiiù = dimenar l'anca.
4) tra in aria el ciiii = dar del culo
a leva. Di cavalli.
5) fa fa on seta ciiii = acculattare : al-
zare uno e fargli battere il sedere in terra.
6) biis del ciiii = buco del culo, ano;
orifìzio dell'intestino retto. Lo sfintère.
7) vegni el ciiii quàder = fare un gran
sizio; star seduto a lungo.
8) vègh briitt el ciiii = aver la ca-
micia sudicia: essere reo o complice di
qualche reato.
9) vèsé ciiii e camlsa = essere culo
e camicia, essere pane e cacio. Vedi
càmìsa 2).
10) chi g'hà dànee., fa dànee e chi
no g'hà dànee pò fa sciisà el ciiii, per
candilee = chi non ha nulla è nulla ;
chi non ha non sa.
11) àndt à ciiii indree = rinculare :
andare indietro senza voltarsi.
12) volttb el ciiii = volgere il dorso,
la schiena ; specialm. di chi parte cor-
rucciato.
13) ciiii à per, à pòmm = culo ob-
lungo, tondo.
14) ài:è màngiaa el ciiii déla gàlna =
Vedi gài Ila, 1).
15) on pee in del ciiii = un calcio,
una pedata.
16) ogni pee in del ciiii el manda,
inans on pass = ogni prun. fa siepe.
17) vègh el foeugh ài eiiii = avere il
fuoco al culo: essere spinti ad agire
da grande ui-genza.
18) vègli el ciiii grev = esser pigro,
lento ; di chi si muove mal volentieri e
a fatica.
19) fa i ròbb col ciiii = far coi piedi ;
senza cm-a, con grande imperizia.
20) pésa piisee el eoo die né el ciiii =
pesa più la testa, che il resto : si dice
specialm. ai bambini, perchè non si
sporgano troppo dalle finestre col peri-
(3olo di cadere.
21) àcàldà el eiiii = sculacciare, fare
il culo rosso ; specialm. ai bambini.
22) tiitt còès va al ciiii tràne el mtL-
nich del càsiiii = tutto è digerito e
passa : noi lo diciamo spesso agli schi-
filtosi per incorarli a non esserlo. È
però detto volgare.
23) tira indree el ciiii = ritirarsi :
lo diciamo specialmente di chi abbia
fatto prima molte profferte e poi si
disdica e ci manchi.
24) mètt el eiiii ài miir = mettersi al
duro ; mettersi colla schiena al muro.
25) el ciiii noi pòrta pena = il culo
non porta pena : lo diciamo per inse-
gnare a chi ha il malvezzo di educare
i bambini colle percosse che almeno le
diano sul culo, dove non sono perico-"
lese ; ed anche per consolazione a chi
si sia fatto qualche malanno al culo.
26) vegh on gran ciiii = aver gran
fortuna ; essere in ogni cosa fortuna-
tissimo ; che ciiii ! = ve' che fortuna !
27) vègli ona bmgna ài ciiii = aver
la battisoffiola ; cioè una paura mo-
mentanea affannosa.
28) va à fàtt impient el ciiii d'tbj =
va in malora ; va al diavolo : detto
volgarissimo che però usa ancora spesso
fra il popolino.
29) ciiii de Paris = culo posticcio.
30) Di certe cose come bicchieri,
paioli, bocce, fiaschi, la parte su cui
posano: fondo, piede.
31) volta col ciiii in sii = capovol-
gere, capovoltai'e. V. gàmb.
32) ciiii de biciér = culi di bicchieri,
i brillanti falsi.
33) àndti giò el ciiii = sfondarsi.
34) ciiii d'àrticiòcch = girello : l'a-
nima del carciofo sfogliato e sgambato.
35) ciiii de sàcch = via senza capo,
vicolo senza uscita. Vedi etili de sàcch.
36) ciiii délagftgia = cruna dell'ago:
il buco dell'ago per metterci il filo.
37) eiiii di càlsòn = fondo dei cai-;
zoni: la parte di essi che dall' inforca^-'
tura va verso il dietro. '
38) ciiii de sàlàmm = culatta ; la
prima e l'ultima fetta, che restano co-
perte interamente dalla ideile e che per
lo più i salumieri non danno all'av-
ventore e mettono tra i rifiuti.
39) fàgh el ciiii ài candii, o ai càn-
dél = term. dei ceraiuoli : accular le
candele.
— 257 —
dad
d, = la quarta lettera dell' alfabeto : si
pron ancia de.
dà, V. att. = dare : far passare in altri
cose chieste, che abbisognano, regali,
carità, ecc.
\) dà dentin vUn = abbattersi o dare
in uno.
2) dà fmùra = montar sulle bizze :
imbizzirsi, anche impazzire.
3) dà fcpura = manifestare, scoprire,
denunciare.
4) dà fceùra = pubblicare : specialm.
per le stampe.
5) dàgh là = proseguire : affrettarsi.
6) dà già = posare : di caffè, vino, ecc.
7) dà già = dar giù, andar male :
scadere di salute.
8) dà giò el prèsi = rinviliare : del
prezzo delle merci.
9) dà giò = metaf. calmarsi, pacifi-
carsi. ^
10) dà giò là bàlànsa = tracollare.
11) dà giò el doér = assegnare il
compito : dare il compito da fare.
12) dà giò là sgonfièsa = disenfiarsi,
scemar la gonfiezza.
13) dà sor a = dare per giunta, dare
vantaggio.
14) dà sòtt = aizzare, eccitare, an-
che scalzare, fig.
15) dà sic de prèsi = rincarare, au-
mentare di prezzo.
16) dà vìa = dispensare, donare, re-
galare, vendere, esitare, erogare : di-
stribuire una somma a un dato scopo.
17) dà via on post = conferirlo, as-
segnarlo.
18) dà di titol = dare un titolo : dire
delle insolenze.
19) dei, atra = dar retta : prestare
attenzione.
20) dà i ami = dare gli anni : sup-
porli.
17
21) dà dènt = dare in contraccambio.
22) dà àdòss à vùn = inveire contro
uno ; assalirlo. Anche : tormentarlo.
23) dà ài eoo = dare al capo. Spec.
di fumi che salgono alla testa.
24) dà indree = restituire : rendere
ciò che si è avuto in prestito, o che
si è portato via.
25) dà àie là ciav = chiavare : chiu-
dere a chiave.
26) tei dàroo mi = l'avrai a fare con
me. Modo di minaccia.
27) Dare, percuotere.
28) Gettare : di penna, scrivere, la-
sciar le traccia.
29) Cozzare : l' urtare colle corna,
vizio di parecchie bestie bovine.
daa, s. m. = dado : piccolo cubo che ha
in ciascuno delle sue facce incisi dei
punti dall'uno al sei, serve a' giuochi
di sorte.
1) Per estensione tutto ciò che ha
la forma del dado o press' a poco.
dàcord, s. m. = accordo, convenuto.
1) àndtb dàcòrd = accordarsi : esser
concordi : consentire.
dàcquà, v. att. = adacquare, annaffiare :
bagnar leggermente spargendo 1' acqua
a guisa di pioggia. Acche dàcqnà giO.
1) Annacquare : mescolar l'acqua col
vino 0 con qualunque altro liquido per
allungarlo.
dàcquàda, s. f. = annacquata, acquata.
1) Scos.sa d'acqua di qualche durata;
è men precipitosa dell'acquazzone.
2) Annaffiata : 1' atto deLV annaffiare
fiori, giardini, strade e sim.
dàcquàdìna, s. f. = annaffiatina : dim.
di dàcquàda.
dàcquàdór, s. m. = annaffiatoio, inaffia-
toio : vaso a mano, pei- lo pivi di latta
0 di rame, che serve per annaffiare.
dada (l'è) = è fatta : non e' è piii rimedio.
dag
dàga^ s. f. = daga : sorta di spada corta
e larga, specialm. quella che portano
i soldati fino al grado di sott' ufficiale.
dàgh) V. att. = dagli.
1) dàgh e dàgh = dagli e ridagli; o
dagli, picchia e rimena ; o dagli oggi,
dagli domani ! accennando a insistenza
e a sforzo.
2) dàgh àdree à vfln = dar dietro a
uno, rincorrerlo.
3) dàgh à tiitt dà = mettercisi col-
l'arco della schiena.
dàghela, v. att. = darsela, battersela.
1) dtighela à gtLniba levQda = dar-
sela a gambe : fuggire.
2) dtighela avanti on ptiso = tu mi
canzoni : modo assai fam. per dir che
non si crede quanto altri asserisce.
dàgn, s. f. = danno : voce ormai sosti-
tuita da dami. * Vive ancora però nel
proverbio : là mèrda monttida in écàgn
0 là spUsa, 0 là fa dàgn = quando
lo sterco monta in iscanno o e' puzza
0 e' fa danno ; abbondanza è vicina
d'arroganza, i villani rifatti mostran
sempre l'origine.
dai; dai, = dalli, dalli : grido d' inse-
guimento.
1) Senza posa, alacremente.
2) e dai., e dai = e picchia e zomba.
dàlia, * s. f. = dahlia, georgina ; dahlia
variabilis = specie di pianta.
dalmàtica, s. f. = dalmatica : specie di
tonacella, paramento del diacono e sud-
diacono.
dama, s. f. = dama: donna di alta con-
dizione.
1) gran dtma = gran dama : signora
di educazione eletta.
2) boeon de dama = boccone di dama,
specie di pasta dolce.
3) Regina : nei giuochi di carte.
4) Scacchiera, tavoliere : la tavola
su cui si fa a dama.
5) tLndtL à dama = andare a dama:
portare una pedina fino agli ultimi qua-
dretti dello scacchiere.
dama, ». att. = damare : sovrapporre,
quando si deve, una pedina nel gioco
di dama.
dàmàsa, s. f. = gran dama : damuz-
zaccia.
dàmàscaa, agg. = damascato : di panno
0 velluto lavorato come il damasco.
dàmàsch, s. m. = damasco : drappo di
seta a fiorami e a disegni diversi.
- 258 - dan
dàmel (toenmel e) = si dice di chi, come
i bambini è sempre incerto sul da farsi :
fare e disfare.
damigiana, s. f. = damigiana : recipiente
di grosso vetro e grande capacità per
vino e liquori.
dàmìna, s. f. = damina, damigella.
1) Violacciocco forestiere : specie di
fiore.
2) Muricciolo a vela : che difende la
lingua di terreno fra due fossati, o in-
tramezza il vano del pozzo quando è
comune.
dàmón, s. m. = pedina damata : nel gioco
di dama.
dan, dàn = ton, ton : voci imitanti il
suono delle campane.
1) Si dice per isch. e esclamativa-
mente nel significato di, « non mi ci
pigli > a chi cerca di darci ad intender
frottole.
dàna, s. f. = stizza, rabbia, collera.
dànà, v. att. = stizzire, arrabbiarsi, stril-
lare.
dànàdòn, s. m,. = stizzosaccio : chi per
nulla prende stizza.
dànàsiòn, s. f. = dannazione : di cosa
che inquieti forte.
dànda, s. f. = dondolo : cosa che don-
dolola : meglio, il dondolare.
1) dà la dtLnda = ninnare, cullare :
dar l'andata.
dàndàld, s. m. = lisciapiante, bussetto.
T. de' calzolai. Strumento di ferro o
legno con cui si lisciano le suole e i
tacchi .
dàndàiia (dà là) = dare la baia, la bei-ta,
la soia.
dàndìna, s. f. = falda, dande, cigna :
serve per sostenere i fanciulli nel farli
camminare. S'usa meglio al plur. i
dàndìnn.
1) i dàndìnn = le maniche allungate
della zimarra nei preti.
dànee, s. m. = danaro, moneta.
1) dànee màtt = danari falsi.
2) fa dànee = far danari : arricchire.
3) dànee àia man = danaro contante.
4) vàri pdech dànee = valer poco,
quasi niente.
5) chi g'hà dànee fa danee e chi no
g'hà danee pò fa écusfi el ciiii per
candilee = Vedi ciiii, 10).
6) dànee e pecaa l'è catìv stimt, =
danari, senno e bontà, la metà della
metà.
dan
— 259 —
deb
7) fa danee éii là peli d'on ptceuec =
scorticare il pidocchio, scorticare una
pulce per venderne la pelle : stillare
la nebbia. Di chi per avarizia o anche
per molto industre solerzia, sa trar
guadagno da ciò da cui meno si cre-
derebbe.
8) fa dànee come tira, à montón =
far danari come rena, guadagnar quat-
trini in gran quantità,
9) fa sàltA i dànee = dar fondo ai
quattrini ; dissiparli, consumarli.
10) metaa parer e metaa danee =
aiuto e non consiglio ; si dice a chi
nelle distrette altrui, non sa dar con-
forto che di parole e consigli.
11) Uno dei semi delle minchiate o
dei tarocchi.
dànegiàj * v. att. = danneggiare : aiTecar
danno, nuocere.
dànn, * s. m. = danno. Vedi dàgn. Quanto
porta pregiudizio, offesa, guasto.
1) compenétt i dànn = rifare i danni.
2) l'è mèj sta ài primm dànn = è
meglio perdere che straperdere.
8) wè, tò, éò, vdster dann = mio,
tuo, suo, vostro danno : peggio per me,
per te, per lui, per voi, ecc.
dànt) s. m. = dante ; peli de ddnt =
pelle di dante, pelle di daino o di cervo
conciata.
dàpochìsia, s. f. = dappocaggine : 1' es-
ser dappoco.
dàpòs e depos, avv. = dietro, didietro,
dopo. Dalla parte delle spalle, e anche
dalla parte contraria e quella che ve-
diamo ; lo stesso che àpòs.
dàrdàn, dàrdànèll, dàrden, s. m. =
balestruccio salvatico o riparo : rondine
ripario.
dàrénsc, s. m. = carnaccia, pigrone :
chi fa le cose di malavoglia e bisogna
spingerlo coi pungoli.
dàrsena, s. f. = darsena : si allarga fuori
porta Ticinese.
1) Sui laghi, il luogo dove si ritirano
al sicuro le barche.
dàsi, s. m. = barriera, porta : delle città.
1) Il punto della cinta daziaria di
una città dove stanno i gabellini a ri-
scuotere il dazio.
2) Dazio : quanto si paga per intro-
durre merci in uno Stato, o in un Co-
mune chiuso.
3) fa el minciòn per no pà^/à dtbsi =
fare il minchion per non pagar gabella;
far vista di non sapere una cosa, per
evitare brighe, spese e sim.
dàsià, «'. att. = daziare : mettere a dazio
e anche pagare il dazio, sgabellare,
sdoganare.
dàss, r. ri fi. = darsi : abbracciare una
cosa.
1) dàss ài bon QesH = dai'si a Dio :
far vita ascetica.
2) dàéé àtomo = darsi attorno : ado-
prarsi alla riuscita di una cosa.
3) Accadere, succedere ; pò dàss =
può accadere, succedere, può darsi.
4) Percuotersi a vicenda.
5) Gonfiare : del cacio.
data, * s. f. = data : V indicazione del
quando, del dove è stata scritta, o fatta
una cosa, e anche solamente del quando.
data, V. att. = datare : porre la data.
1) Adattare, accomodare. V., àdàtà.
2) dàtàsé = adattarsi, accomodarsi,
acconciarsi.
dàter * e dàtol, s. m. = dattero : il
frutto della palma.
dàtÌT, * s. m. = dativo : il terzo caso dei
nomi.
d'àyàns, = d'avanzo, davvantaggio : più.
del bisogno.
de, prep. = di, da : in tutti gli usi di
tali preposiz. in italiano.
Dèa, s. m. = Dea, Iddia.
1) Dea d'amor = beltà : di donna
bellissima e per molte altre doti pre-
gevole.
de animai, mod. av-v. = animalesco,
bestiale ; pària de animai = pai"lare
animalesco.
debàsii, avr. = da basso, dabbasso, ab-
basso.
dèbit, s. m. = debito : quel che si deve
in danaro ad altri.
1) eror no ptLga dèbit = error non
paga debito ; frego non cancella partita.
deb ito r, * s. m = debitore : colui che
ha debiti.
dèbol, s. m. = debole, debolezza, su-
scettibilità, ed anche facilità a peccare.
1) Agg : che ha poca forza, poca vi-
goria.
debolèsa, s. f. = debolezza, fiacchezza :
astratto di debole.
1) Lo stesso che il debole, sost. Vedi
debol,
dèbolmént, avv. = debolmente.
1) Fig.: come meglio potrò, a mio
debol potere e sapere.
deb
- 260 -
ded
deboli, = davvero, da senno, seriamente :
risposta di confermazione a chi dubita
di una cosa.
1) fa de bon = fare sul serio ; non
por celia. Vedi bon, agg. 30), sost. 4).
debòsc, s. f. = scapigliatura, dissolutezza,
orgia. Dal frane, debauelie.
deboscèy agg. = scorretto, dissoluto, di-
scolo. Dal frane, debauché.
debuta, v. att. = esordire : montare il
palcoscenico, il pulpito per la prima
volta. Dal frane, debuter.
debiìtànt, s. m. = esordiente : chi esor-
disce.
debiitt, s. ni. = esordio : il salire per
la prima volta il palcoscenico, il pul-
pito e sim. Dal frane, debut.
decade lisa, * s. f. = decadenza : il deca-
dere, scadimento di istituzioni, di ci-
viltà.
decadali, agg. = caduto al basso : di pers.
che mutano stato, peggiorando.
decàlogrh, s. m. = decalogo : i dieci co-
mandamenti. T. ecclesiastico.
decampa, ». intr. = declinare, deviare :
talvolta anche desistere.
decàn, meglio ora decano,* s. m. =
decano : dignità ecclesiastica.
decanta, * v. att. = decantare : lodare in
sommo grado.
decàpp, = daccapo e da capo : da prin-
cipio.
1) cominciti decàpp = rifarsi da capo :
ricominciare.
decénsa, * s. f. = decenza : astr. di de-
cente.
decént, * agg. = decente : che non of-
fende il pudore, la convenienza, la vista,
decentemént, * avv. = decentemente :
con decenza.
decid, V. att. = decidere, risolvere, de-
liberare : pronunciare un giudizio con-
clusivo.
1) dectdeé = risolversi : prendere una
risoluzione.
decision, s. f. = decisione : il risultato
del decidere.
1) Deliberazione, risoluzione : il de-
liberato.
ecisÌT, agg. = decisivo : di ragione,
motivo ; che conclude, che porta deci-
sione.
declama, * v. att. = declamare : recitare
a voce alta e con certo tono dram-
matico.
declàmàsidu, s. f. = declamazione :
arte di declamare.
declina, v. att. = T. gramm, declinare :
dire per ordine i casi del nome.
declinàsión, s. f. = declinazione : il
declinare.
decolàsion, * s. f. = decoUazione : par-
lando del supplizio di S. Giovanni, cui
fu tagliato il capo.
decoo del lètt, (el) = la spalliera del
letto : parte del letto destinata all'ap-
poggio delle spalle.
decora,* v. att. = adornare, specialm. di
stanze, di quanto si riferisce a orna-
menti di opere murarie, d'addobbi, ecc.
decoràsiòn, s. f. = decorazione : quanto
serve a decorare.
1) Insegna d'un ordine cavalleresco.
decorós, * agg. = decoroso : che ha de-
coi'o, serve a decoro.
deoosión, s. f. = decozione ; decotto.
Lo stesso che
decòtt, s. m. = decotto, scottatui'a, bol-
litura : acqua, o altro liquido in cui sia
stato messo qualcosa a bollire.
1) pìnol de ciisina. e decòtt de can-
tina = pillole di gallina e sciroppo di
cantina. Vedi ciisina, 3).
decrepit, * agg. = decrepito : che è al-
l'ultima vecchiezza.
decreta, v. att. = decretai-e : ordinare
con decreto.
decrètt, s. m. = decreto : atto d' auto-
rità competente che ha valore esecutivo.
decrotoeùr, s. m. = lustratore, lustrino,
lustrascarpe, lustrasti vali. Dal frane.
decrotteur ; chi per mestiere lusti'a le
scarpe in pubblico.
dedènt, aw. = dentro, entro : nella parte
interna.
1) el dedent = 1' interno.
dèdica, s. f. = dedica, dedicatoria : le
parole scritte su un libro, colle quali
lo si dedica a qualcuno.
dedica, ^'. att. = dedicare : applicare a
un culto, a onore.
1) Per estens. impiegai'e il tempo,
le ore ad uno scopo, ed anche l' inge •
gno, il cuore ; el .s'è dedicaa à là mù-
sica = si è dedicato alla musica.
2) Intitolare un libro a una persona,
come atto di stima, d' affetto, di rico-
noscenza.
dedott, agg. = dedotto, defalcato, sot-
ti-atto ; levato.
dedree, aw, = dietro, addietro : indica
ded
261 —
del
ciò elle è a tergo della persona e della
cosa di cui si parla. Anche : dopo, con
modo pop.
1 ) dedree a l'usa = dietro, dopo l'uscio.
2) mètt vUn dedree à l' tiUer = ac-
codare : delle bestie da soma, di navi.
3) dedree^ dedree = grido solito de'
nostri ragazzi, quando ne vedono un
altro attaccato al didietro delle carrozze.
4) Sost. el dedree = il didietro, il
rovescio : la parte posteriore di qualun-
que cosa. Quindi specialm. per eufe-
mismo indica il culo.
dedriss, = da senno, bene, a dovere, a
modo : cioè convenientemente.
dedu, V. att. = dedurre : ricavare una
verità nuova da altre conosciute.
1) Sottrane ; bisógna dedu ì spés =
bisogna sottrarre le spese.
defà, s. m. = affaccendamento, 1' affac-
cendarsi. Vedi triiscià.
1) Interrog. a qual fine? a che?
perchè ?
deferènsa, s. f. = deferenza : astr. di
deferente; riguardo che si usa alle per-
sone tenute in molto conto ; el g' ha
nisUna deferènsa per mi = non ha per
me alcuna deferenza.
defésta, s. m. = ceppo : mancia che si
dà per lo più ai fanciulli a Natale.
déficit, s. m. = ammanco, Jsuca : la man-
canza di somme o sostanze,
1) Deficit, dissesto : quanto manca a
bilanciai'e le spese.
defilé, s. m. = rassegna, rivista : il pas-
sare di soldati in colonna. Dal francese
defèler.
definì, V. att = definire, terminarla con
una decisione.
degrià che, cong. = giacché, poiché ; de
già che te g'hee temp, scrìv = giacché
hai tempo, scrivi.
dèg'n, * agg. = degno, meritevole.
degnàss, * v. rifl. = degnare : della cor-
tesia di persona alta che usa verso in-
feriori.
degnàsiòn, s. f. = degnazione, il de-
gnare.
degrràdà, v. att. = degradare ; abbassare
0 togli eie il gi-ado.
del, déla, prep. art. m. e /'. = del, della,
delega, r. att. = delegare: incaricare
una persona di un atto, per lo più ti-an-
sitorio. Meglio incarica,
delegaa, s. m. = delegato : titolo d' un
ufficiale di polizia, d' amministi'azione
governativa.
delfìn, s. m. = delfino : pesce della fam.
dei cetacei.
delibera, s. f. = deliberazione, aggiudi-
cazione; l'aggiudicare.
delibei à, v. att. = aggiudicare : dare per
scelta in appalto o alti'o.
1) Deliberare, decidere, stabilire :
prendere una determinazione.
2) Anche nel senso di liberare, met-
tere in libertà ; el m'ha deliberaa d'on
fastìdi = mi ha liberato da una noia.
delicaa, * agg. = delicato : facile a li-
sentirsi. Di pers. : che ha bisogno di
cure, gracile. Di cose : facili a gua-
starsi, fragile.
1) Di pers. incapace in qualunque
azione di contenersi bassamente.
2) Che ha dell' ingegnoso nella sua
gentilezza e benevolenza.
3) Di cose : squisite, delicate.
delicàtésa, * s. f. = delicatezza : l'essere
delicati.
1) Azione che la dimostra ; l'è pién
de delicàtèss = é pieno di delicatezze,
2) Morvidezza ; on veM d'ona gran
delicate sa = un velluto di gi'and© mor-
videzza,
delimà, v. alt. = struggersi, consumarsi :
avere un gran desiderio d'una cosa.
delin, delin, e anche dlìn, dlìn e din,
din, = tintin : voci imitanti il suono
del campanello.
1) E la chiusa di una canzonetta
infantile ; ogìn bèll^ so fràdèll, orègìna
bela, eoa sorèla, bòca grànda, gésa di
fraa, nàsìn piscinin, càmpàntn de
sontL, delin., delin = a cui coiTisponde-:
questo è 1' occhiello, questo è il suo
fratello, questa è la chiesina, e questo
è il campanello, dilin, dilin, dilin, (toc-
cando successivamente, gli occhi, la
bocca, e tirando lievemente il naso.)
deliqui, s. m. = svenimento, sincope :
perdita del sentimento,
1) àndà in delìqui = svenire, basire.
delira, v. att. = delirare, farneticare :
andare, entrare in delirio,
delirato, agg. = maniaco, pazzo : matto
per checchessia.
deliri^ * s. m. = delirio : alterazione di
mente per cui i fantasmi ci paiono cose
vere e reali; specialm. di malati gravi.
1) Fig. e iperb. di mente alterata da
passione.
del
— 262 —
deu
delisia, s. f. = delizia : piacere straor-
dinaria e ciò ohe lo produce.
1) Amenità : di luogo bene esposto
da cui si gode una bella vista e figur.
di cose che dilettano ; à lég quèll lìber
l'è dna deltsia = il leggere quel libro
è un'amenità.
delisiòs, * agg. = delizioso, ameno : che
dà delizia, che ha amenità.
delitt, * s. m. = delitto : azione grave
punita dalle leggi dello Stato.
deliisiòn, s. f. = delusione : l' effetto
del deludere.
deluvi, s. m. = diluvio. Vedi dilùvi
clie oggi usa di più.
demanimàn e demenemàn, = di mano
in mano ; successivamente.
demèrit, * s. ni. = demerito : azione che
toglie il merito.
demàni) s. m. = demanio : il complesso
dei boni spettanti allo Stato e l'ufficio
che vi soprintende.
demèss, = di mezzo : via di mezzo, mezzo
ripiego.
1) Mezzanità, mediocrità.
deiuocràsìa, s. f. = democrazia : governo
di popolo e il partito che lo desidera.
democràticli, * agg. = democratico : che
professa opinioni democratiche.
demòni, s. m. = demonio : lo spirito del
male secondo la credenza cristiana.
Anche diàol.
denànSj avv. = avanti, davanti ; correi.
di dietro.
1) mètt denàns = mettere avanti; pre-
ferire.
2) età denàns = entrar mallevadore,
star garante : assicui'are di una cosa.
3) denàns che = prima che, avanti che.
4) mUt denàns di oeiicc = mettere
avanti agli occhi : cercar di far vedere,
conoscere ad altri lo stato delle cose,
gli inconvenienti, i pericoli, i vantaggi
di un partito, impresa, e sim.
5) pàsA denànà = passare avanti :
lasciarsi addietro chi ci era avanti.
6) El dendnà. s. m. = facciata : di
case e di caiTozze.
7) denàns de càmìsa = pettino : il
davanti staccato della camicia.
dencià; v. att. = addentare : prendere
coi denti.
denciàdaj s. f. = dentato : morso dato
col dento e il segno che vi rimane.
denciàter, dencion, s. m. = sannuto,
zannuto : dicesi di persona la quale
abbia i denti grandi e sporgenti.
dencin, s. m. = dentino : piccolo dente :
di quelli dei ragazzi.
denominator, s. m. = denominatore :
uno dei termini della frazione.
denosconddn, aw. = di nascosto : na-
scostamente.
dént, dènter, a/vv, = dentro, entro, ad-
dentro, internamente, profondamente.
1) boria dént = incappare, incorrere.
2) dàgh dént = lavorare a mazza e
stampa ; con solerzia e indefessamente.
3) d^nt per dént = di quando in
quando.
4) mHes dént = metter mano in chec-
chessia.
5) m^teà dént coni i man e eont i
pee = mettercisi coli' arco dell' osso, o
della schiena.
6) wss dént = esser bue esser bag-
geo : di uomo ooco scaltro piuttosto
zotico e di cei-vello grosso.
7) volta dént = avviluppare : mettere
una cosa addosso e attorno a un' altra
in modo che questa vi resti chiusa den-
tro e avviluppata da tutte le parti.
8) vèsé dént in = entrarci, averci parte.
Anche : essere addenti'O, approfondito.
9) dént per el dì = fra il dì, nella
giornata.
10) còsa ne fèmm dént ? = che ne
facciamo ?
11) tirtt dent = impigliare : prendere
dentro, arrestare, intricando, special-
mente di macchine. Anche : indurre uno
a fare qualche cosa, specialm. se non
buona.
12) bogiù, dénter = azzeccarla, colpir
giusto.
13) àndàgh dent = occorrere, essere
necessario ; in d'on veètii glie va dent
ses méter de stdfa = per un vestito
occorrono sei metri di stoffa.
14) dent o fceura = si o no, la si
decida, o Cosare o Niccolò : si dice a
chi non si sa mai decidere, e tentenna.
15) vèéegh dent tiltt = somigliare af-
fatto ; essere il tale pretto e sputato,
serio serio.
16) fa dent e fceura = dire e disdire,
fare a tira e allenta : di chi si contradice
continuamente.
dént, * s. m. = dente : ognuno degli ossi
appendici delle mascelle, che servono
a masticare.
m
den
— 263
dep
1) bisogna mostrt i dént ài loff =
chi pecora si fa, il lupo se la mangia.
2) fer de càvh i dént = leva : chiave,
tanaglia.
3) là léngua là bàtt doe dceur el
dént = la lingua batte dove il dente
duole : spesso si parla di quel che ci
interessa.
4) ò el dént, ò là gàntLsa = o dente
0 ganascia, o bere o affogare : di chi
è tra due partiti diffìcili in cui si agi-
sca con violenza.
5) pàrltL fceura di dént = parlare fuor
dei denti : spiattellare il vero tal quale.
6) pària in di dént = parlare, bor-
bottare fra i denti : in modo da non
spiccicar bene la parola.
• 7) pòlrer per i dént = dentifricio.
8) seristi i dént = digrignare i denti;
anche : allegare, arrugginire i denti.
9) Urtila coi dént = stiracchiare le
milze : piatire il pane.
10) toeti ntnea on dént = non toc-
care, non stuzzicare un dente : essere
una fava in bocca al leone. Vedi n. 25.
11) l'è minga c'ama per i tò dént =
non è roba per te, ben sai che l' asino
non ha luogo in crosta ; non è carne
pe' tuoi denti.
12) sbatt i dént = battere i denti : i
denti di sopra con quelli di sotto.
13) levdb, stràpà on dént = trarre, ca-
vare, levare un dente.
14) ligà i dént = allegare, aiTuggi-
nire i denti : produrre aspra sensazione
ai denti, come quando si mangia cose
agre o si sentono stridere aspramente
dei ferri o altro.
15) coi dént strècc = a bocca stretta:
dire qualche cosa a bocca stretta : con
qualche risentimento o stizza repressa.
16) dént giàsoeu = dente diacciole.
17) vègli là ràbia in di dènt = aver
la rosa nei denti. Aver desiderio e biso-
gno di mordere : specialm. di bambini
durante la dentizione, e di cani.
18) dondà i dént = tentennare, va-
cillare i denti.
19) càscia i dént = mettere i denti,
dentare ; essere in dentizione.
20) dct ài dént = reggere al dente :
di cose mangerecce, sode, che non ce-
dono facilmente alla pressione dei denti.
21) dént dendns = incisivi: sono otto,
quattro sopra e quattro sotto.
22) dént gànàéti = denti molari, ma-
scellari.
23) dént de làtt = denti lattaioli o
di latte.
24) ìnoàtrtt, i dént = mostrare i denti :
a chi minaccia, ai prepotenti.
, 25) stàgh ntLnca in d' on dént = non
stuzzicare un dente : non bastare. .^
26) dent à restèll = denti a bischeri,
cioè lunghi e radi.
27) dent che Spunta = barba di dente.
28) tegnì là léngua in di dent =
tener la lingua in briglia, a freno.
dént, s. ni. = tacca : mancamento che è
* talvolta nel taglio del coltello od altro
ferro,
1) Dentello : del dente o tacca di al-
cuni istrunienti, che in alcuni serve di
collegamento con altri : di ruote, se-
ghe, ecc.
dentàdura, s. f. = dentatura : di denti.
dentàsc, s. m. = dentaccio : accresc.
peggior. di dente.
dént de càn, s. m. = calcagnuolo : dente
di cane. T. da scultori.
dentèll, s. m. = T. d'architt. denteilo :
ornamento a guisa di denti sotto il cor-
nicione.
dentei*, avv. = dentro. Vedi dent.
denterà, s, f. = rastrelliera, dentiera :
i denti artificiali.
dentiroeu, s. m. = dente, dentarolo, zanna :
oggetto a fuso per dare in bocca ai bam-
bini che ci si grattino le gengive.
1) Secondo le varie forme il mede-
simo oggetto chiamasi anche ciambella,
campanella, pestellino, bubbolino.
dentista, s. m. = dentista : chi per pro-
fessione cui"a, cava i denti.
denton, s. m. = dentone : ognuno dei
maggiori denti molari.
denùnsia, s. f. = denunzia : il denun-
ziare.
denunsià, ». att. = denunziare, denun-
ciare, dichiarare : di cosa che il muni-
cipio 0 lo Stato richiede di sapere per
dazio, 0 igiene o alti'O interesse d' or-
dine pubblico.
depee del lètt (el) = il dappiede : sponda
del letto di fronte alla spalliera.
deperi, * v. att. = deperire : di pers.
scadere assai di salute.
1) Di animali, di piante, di coso :
imbruttire, scemar di valore.
deperlee, deperlu, deperlor, ecc. = di
dep
— 264 —
dei*
per sé, da sé sola, da sé solo, da loro
soli, ecc. Anche: sola, solo, soli.
depodìsnaa, che va ogni giorno cedendo
il posto a dòpodìsnaa, s. m. = dopo-
pranzo. Le ore tra il mezzogiorno e la
sera.
1) Avv. : dopo pranzo ; dopo aver
desinato.
depònii; V. att. = deporre, depositare,
posare. E più usato métt griò.
1) Testimoniare : del testimone che
dice quel che sa.
2) Di un' idea : non pensarci più.
deponiiii, pari. = deposto, partic. ormai
quasi interamente sostituito da depòst.
.Vedi.
deportaa, s. m. = deportato : il condan-
nato traspoi-tato al luogo di pena, spe-
cialm. se questo è lontano dal suo paese.
deportàmént meglio dìpòrtàmént, s.
m. = condotta, procedere : modo di
vivere, specialmente riguardo ai co-
stumi.
depós, avv. = dietro, di dietro, dopo.
Vedi dapòs.
depòsit, s. iti. = deposito : il consegnare
una cosa perchè ce la conservino e la
restituiscono ad ogni richiesta, o la
tengano per garanzia di prestiti. Anche
la cosa consegnata.
1) Quantità di cose dello stesso genere
raccolte.
2) Posatura dei liquidi.
deposita, * ^'. att. = depositare : dare in
deposito.
1) Di liquidi : far la posatura. Del
caffè dà gió.
deposi siòn, * s. f. = deposizione : il de-
porre nel senso di testimoniare.
depòst, pari, del verbo depòiin ; usa
special, nel s : ;;:tic. di testimoniare.
deprefòndis, s. m. = deprofundis : salmo
che i cattolici recitano per i morti.
de pii, = d' avvantaggio, di più ; viij
minga spèncl de pii = non voglio spen-
dere d'avvantaggio.
1) vèss, fa el de pii = soverchiare.
2) vèss on depÈ = esser grassa : di
cosa che si ha per favore.
depiiràdòr, s. m. = depuratore, lavatoio,
apparecchio. T. del gasometro.
depiitaa, s. m. = deputato : membro della
camera elettiva.
depiitàsiòn, s. f. = deputazione : 1' uffi-
cio di deputato.
1) Vari deputati eletti a una scopo.
deràusc, s. m. = carnaccia, pigrone. Vedi
darénsc.
dèrbita, s. f. = èrpete, e volgarm. er-
petre, serpigine, impetigine : genere di
malattia della pelle.
derelitt, * agg. = derelitto : di pers.: ab-
bandonato.
derenèra, s. f. = lombaggine, mal dei
lombi. Anche : svincolo.
deriva, v. att. = derivare : aver principio,
cagione.
deriyàsiòn, * s. f. = derivazione : il de-
rivare.
dérla, s. f. dèrlóii, e. m. = mallo :
scorza aderente al guscio della noce.
de ria, v. att. = smallare : togliere il
mallo alle noci.
derocaa, meglio dirocaa, agg. = diroc-
cato : di opere murate buttate giù, la-
sciando in piedi i fondamenti o poco più.
deroinpes, v. rifl. = muoversi, scuotersi,
darsi vita.
dersètt, agg. = diciasette : dieci e sette
unità.
1) per sètt 0 per dersètt = a rotta di
collo, a prezzo rotto : di chi vende a
prezzo moderatissimo, forse anche in
perdita, pur di non perdere tatto.
deriipéri, s. m. = dirupo : precipizio di
rupe, luogo scosceso.
deriiscà, v. att. = scalfire ; stracciare la
pelle.
dervì, V. att. = aprire: fare un'apertura
ed anche levare, rimuovere, scostare
ciò che serve a chiudere un'apertui'a,
come imposte, battenti, sportelli, co-
perchi, ecc.
1) dèrvt là strada = aprir la via :
dare il modo, l'occasione di riuscire in
un intento.
2) dèrvì on càfé, on teàter = aprire
un caffè, un teatro : ammetterci il pub-
blico.
8) dervi el eoo = aprire la mente :
renderla capace di imparare, di inten-
dere.
4) Distendere una cosa ripiegata so-
pra sé stessa ; separarne, scostandole,
le estremità libere ; dervi on pàcch.,
dna lètera = aprire un pacco, una let-
tera.
5) dervì bóea = aprir bocca, parlare,
(j) dervt on concoré = aprire un con-
corso ; ordinare, annunziare che il con-
corso avrà luogo,
7) dervii là porta, là finestra I =
dei*
- 265 -
des
aprite l'uscio, la finestra ! : sentendo
raccontar cose incredibili.
8) bòea dèrvet e fceura petròli = apri
bocca e lascia andare : modo prov. di
chi parla senza ritlessione.
9) dervì i o'ncc = aprir gii occhi,
nàscere ed anche svegliarsi ; vègh i
(£uce àvèrt = aver gli occhi aperti :
star bene attento per non essere in-
gannato ; dervì i oeuce = aprir gli occhi ;
accorgersi di un errore in cui si era
caduti ; dervìgh i (vucc à nHn = aprir
gli occhi a uno ; avvertirlo di un errore
in cui sia.
10) dervì botèga = aprir bottega,
metterla su.
11) dervì assol. come l'aprire ital.
significa: aprire la porta perchè uno
possa entrare od uscire.
12) Sparare : di bestie macellate alle
quali il beccaio apre il ventre.
dèrviss, V. rtfl. = aprirsi, schiudersi.
1) Fendersi , spaccarsi, allentarsi,
crepare,
dés, agg. = dieci.
1) quèll di dés = il decimo.
2) cìnqu e cìnqu dés, là vaca l'è
nostra = così, la vacca è nostra: cioè
la cosa è beli' e fatta.
3) cinq e cìnqu dés. ti là mèrda e
mi i seirés, o più pulitamente ti el
picoll e mi i seirés ; e rispondiamo
* seirés hin minga bon/ti el picoll e
mi i bombon. Scherzo di quando si
stringono la mano fra loro i ragazzi.
4) fa trénta e dés vini = far trenta-
tre di undici; far cattivi affari.
desàbilié (in), = in abito di camera, in
abito negletto. Dal frane. En deshabillé.
desàbitaa meglio disàbitàa, * agg. =
disabitato : che non ha abitatori.
desàbiìsàss, v. rifl. = disingaanarsi : le-
varsi d'inganno. Ormai usa poco.
dcsàfltaa, meglio disàfltaa, * agg. =
spigionato: che non è affittato.
desàgrregà meglio dìsàgreg-à, * v. alt.
= segregare, appartare, metter da parte.
desàldà, v. att. = dissaldare : togliere,
rompere la saldatura. Meglio disàldà.
desànimà meglio disanima, * «?. att. =
disanimare , scoraggiare ; far perdere
l'anima, l'energia, il coraggio.
desàprorà, meglio disàprovà, * /'. att.
= disapprovare ; non approvare biasi- .
mando, biasimare.
desàrmaa, meglio disàrmaa, * ngy. =
disarmato : che ebbesi tolte le armi o
che non ha le armi,
desàsi, s. m. = sciupatore, sciupione,
sprecatore , sbrattone : chi guasta, e
sciupa.
desàvià meglio disàvià , * v. att. =
sviare, scioperare; far perder tempo,
distogliere dalle faccende.
1) Di un negozio a cui scema gli
avventori il cattivo trattamento da
pai-te del bottegaio.
desbàlà, meglio disbàlà, v. att. = sbal-
lare ; aprire o disfaro la balla, la cassa,
ecc., per toglierne gli oggetti che vi
stanno. ,
desbàràsà meglio disbàràsà, * v. att. =
sbarazzare : togliere gli imbarazzi, gli
impicci.
desbàstì meglio disbàsti, * v. att. =
sbastire; togliere le imbastiture, disfarle.
desbàtesàss meglio disbàtesàss, v. rifl.
= sbattezzarsi, cambiarsi il nome.
1) vorè disbàtesàé.s = volersi sbat-
tezzare : per meraviglia, stizza, per
cose che non si spiegano, non ci vanno
a sangue.
desbindà meglio disbindà, v. att. =
sbendare, sciogliere le bende. Anche
toglierle.
desbirolaa, agg. = sconnesso, sperniato
sgangherato : giù dai gangheri, dal
pernio.
1) Di pers. fig. ; coli' ossa in un
monte ; quasi disfatto.
desboscà meglio disbosca, v. att. = di-
boscare, tagliare i boschi.
desbotonà meglio disbotona, v. att. =
sbottonare , sciogliere le allacciature
fatte coi bottoni.
desbriaa, agg. = sfrenato, sbrigliato;
senza briglie.
desbroià meglio disbroià, r. att. = di-
simbrogliare, disimpacciare; togliere gli
aruffii, specie delle matasse. Fig. di
faccende imbrogliate.
desbroucà, «'. att. = dibracare, disbru-
care : levar dall' albero i ramoscelli
inutili e secchi.
desbiisciònà meglio disbiiscionà, i\ att.
= sturare, stappare ; levare il tappo
alle bottiglie.
descàdenaa, a^^f. = scatenato, sfrenato,
senza ritegno. Specialm. dei ragazzi
vivaci.
1) l'è el diàol descàdenaa = è il dia-
volo a quattro: si dice d'ogni cosa
des
— 266 —
des
succeda con molta violenza e molto
fracasso.
descàntà meglio discanta y v. att. =
svegliare, disonnare, scuotere.
1) Scaltrire : far pratico delle cose,
cauto e assennato.
2) descànttghela à v(tn = cantare il
mattutino a uno, parlargli chiaro, senza
reticenze.
3) descàntà i vèrmen = cantar la
solfa, dare una sbrigliata.
descàntaa meglio discàntaa, agg. =
svegliato, desto. Di pers. di spirito
pronto.
descàntàghela giò = cant%i'e il mattu-
tino a uno, cantargliele chiare.
descàpìt, ora quasi sempre discàpiti *
s. m. = discapito, perdita, danno, per-
dita di guadagno.
descàpità o discapita^ v. att- = scapi-
tare, scapitarci, perderci.
descàprisiàss, v. rifl. = scapricciarsi;
perdere la voglia di una cosa.
descàregà, v. att. = scaricare : togliere
un carico dalla nave, dal carro, ecc.
1) Sparare, far fuoco ; lasciar par-
tire il colpo da un'arma da fuoco.
descàrnà) v. att. = scarnare, scarnifi-
care ; levare, portar via la carne.
descàviaa, agg. = scapigliato, scarmi-
giiato : coi capelli arruffati.
descàvìcc, s. m. = disdetta, sfortuna,
cattiva sorte.
descàrigiaa, agg. = sfortunato, sventu-
lato ; a cui fortuna è proprio nemica.
des'cervelàss, «. rifl. = dicervellarsi ,
aiTovellarsi : per trovare una cosa dif-
ficile.
des'ciodà, «'. att. = schiodare, togliere i
chiodi da qualche cosa.
1) des'ciodflla = schiodarla; venire
al ferri, deciderla, uscir di dubbiezza.
descobià, ». att. = sparigliare : dei ca-
valli che non si lasciano apparigliati.
1) Sguinzagliare, levare il guinzaglio
ai cani.
descodegà, v. att. = scotennare; levar
la cotenna agli animali morti.
1) Spiotare; spogliar delle piote er-
bose un prato.
descolàj V. att. = scollare ; disunire due
parti di un oggetto attaccate insieme
colla colla. Meglio discolà.
descolpàss, r. rifl. = scolparsi: dimo-
strare in sé la mancanza di una colpa
o attenuarla. Meglio discolpàss.
descomed meglio discomod, * sost. =
incomodo, incomodità, disagio.
1) Agg. Malagiato, disagiato : che
non si fa agevolmente e di luogo dove
non si sta ad agio.
descòmodà meglio incòmoda) * v. att.
= disagiare, incomodare; togliere qual-
cuno ai propri comodi.
descompàgn, agg. = scompagnato, spa-
reggiato, dissimile.
1) àndà intés come i fthi deseom-
ptign = essere in disaccordo.
descompàgnà) v. att. = spaiare, scom-
pagnare. Anche : sparigliare.
desconscìà, v. att. = sconciare; render
malconcio, guastare molto.
descontentà; v. att. = scontentare, ren-
dere malcontento.
descòr, v. att. = discorrere, parlare, ra-
gionare. Meglio dìscór. *
1) diécorèmen pii = non ne discor-
riamo più : di cosa che ci ha seccato
abbastanza.
2) gh'è nàtica de diàcoren = non se
ne discorre: come inutile, di cosa che
tutti sanno.
3) e vìa diècorèìid = via discorrendo,
va' discorrendo ! In una lunga enume-
razione.
descordaa, agg. = scordato, dissonante :
di istramenti non accordati.
descordàss, v. rifl. = scordarsi, disac-
cordarsi : perdere l'accordatura.
descórs, ora discòrs, * s.m. = discorso:
la cosa detta.
1) sensa tanti diécóré = senza tanti
discorsi: senz'altro, in modo brusco,
ù-ancamente.
descredità meglio discredita o scre-
dita, * V. att. = screditare; far perdere
il credito, la stima, il buon nome.
descrisión, * s. f. = descrizione; modo
e parole per descrivere.
descriy, * v. att. = descrivere; spiegare
con parole cose o fatti per chiarirli
bene altrui, come li avesse visti da sé.
descrostàj v. att. = scrostare ; toglier la
crosta, la corteccia: meglio scrosta*
descrostàda, s. f- = scrostamento : lo
scrostarsi.
desciimià; v. att. = snidare : fare uscir
dal nido. Anche da un nascondiglio.
desciimiòS) agg. = svievole, snidabile:
di uccello facile ad abbandonare il nido
ed i pulcini suoi.
des
- 267 -
des
descusi meglio discìisì, v. att. = scu-
cire ; rompere la cucitiira.
descìisidura, s. f. = uno scucito : in
una cosa prima cucita, quella parte
che resta colle tracce della cucitura.
desdì; meglio disdir v. att. = disdire.
1) negare d'aver detto.
2) Sconvenire : non essere conve-
niente.
3) Si usa frequentemente liflessivo,
disdiss disdirsi, in senso di ritratta-
zione.
desdita, s. f. = disdetta, sfortuna, ma-
laventura. Meglio disdéta.
desdobiàj v. att. = scempiare, sdoppiare;
render semplice ciò che è doppio.
desdòtt, agg. = diciotto, dieciotto. Dieci
e otto unità.
1) àndà, 0 màrcia àiil eìtiqu e de'
sdòtt = vestire attillato, star lindo ; es-
sere in cinci e squinci.
desedà, v. att. = svegliare ; togliere uno
dal sonno. Anche disedà.
1) desedàsé, rifl. = svegliarsi, de-
starsi.
2) desedàéé = scuotere da sé la pi-
grizia, il torpore.
desedèss e desàdèss, avv. = or ora, a
caso, per sorte, da qui a poco, in breve,
tra poco.
1) fa on poo àdèéé, on poo desedèss
= fai"e a bocconcini. -
desèinber, s. m. = dicembre: l'ultimo
mese dell'anno.
desena, s. f. = diecina : dieci unità o
cose dello stesso genere.
desèni, s. m. = decennio : lo spazio di
dieci anni.
desepelì meglio dìsepeli, v. att. = dis-
seppellire, esumai'e -, levar dalla sepol-
tiu'a.
desér, s. m. = pospasto : i dolci e la
frutta che si sei-vono in fin di tavola.
Dal frane. Dessert.
desért, s. m. = deserto : vaste regioni
incolte e disabitate dell'Asia e del-
l'Africa.
1) Agg. Di luogo disabitato, incolto,
dèsf, agg. = sfatto, disfatto. Anche di
persone : malandato.
desfà, V. att. = disfare, scomporre ; di-
sordinare il composto, r insieme.
1) deéfti el bauli, là vàlìs = sbaulai'e,
svaligiare ; cavar dal baule, dalla valigia.
2) deéfà gid = spiegare ; aprire e
stendere le cose ripiegate.
3) desftt gid dna pésa de pànn =
svolgerla, spiegarla.
4) desfà gid on fàgòtt = svoltarlo,
svolgerlo.
5) desfà là téla = stessere, contrario
di tessere.
6) desfà on orològg = smontare un
orologio.
7) desfà el lètt = abballinare il letto ;
cavare le lenzuola e le coperte e ri-
piegare le materasse sopra sé stesse,
tirandole a una delle esti-emità del
letto medesimo, per così sciorinarlo e
e rinfrescarlo.
8) Anche : sconnettere, contrario di
connettere.
9) Della salute, rovinarla ; /' è dna
féver che me dèsfa = è una febbre che
mi disfa, mi rovina.
desfaa, part. pass. = disfatto, scomposto,
sconnesso, ecc.
desfàsà, v. att. = sfasciare : togliere dallo
fasce.
desfàss, v. rifl. = disfarsi, sconnettersi,
scomporsi, ecc.
1) Struggersi, liquefarsi.
2) Farsi in cento, andar nel fuoco :
darsi grande premura di qualcuno o di
qualche cosa ; per fàmm on piàsè el
se dèe fa = per farmi piacere si fa in
cento.
desferènsià, v. att. = differenziare: es-
ser diverso o dissomigliante.
1) Diversificare: distinguere in senso
transitivo.
desfescià, 'v. att. = sbarazzare: togliere
gli impicci. Vedi desbàràsà*
1) Abbacchiare : maritar male una
ragazza pur di maritarla.
2) desfeseiàéà, rifl. = levarsi uno di
torno, liberarsene, mandarlo via, far
piazza pulita.
3) deèfesciàsé d'óna ròba = disfarsi
d' una cosa, venderla, darla via ; in
qualunque modo liberarsene.
desfllà, V. att. = sfibbiare ; slacciare le
fibbie.
desillà, v. att. = sfilare : cavar di filo.
desilronàss, v. rifl. = direnarsi: farsi
male alle reni:
desfodrà; v. att. = sfoderare, sguainare ;
levar la fodera la guaina.
1) Sfoderare ; levar la fodera a un
abito.
desfonnà, v. att. = disfonnare, render
deforme.
des
- 268
des
1) Torre la foiina propria della cosa.
desfornàsà, v. att. = sforuaciare : to-
gliere dalla fornace.
desfortunaa, agg. = sfortunato, disgra-
ziato. Vedi descàvi^iaa.
desfortùna, s. f. = sfortuna, disdetta,
sventura, disgrazia, malaventura; danno
0 caso dispiacente, 1' andar delle cose
ostinatamente male.
desfràtàss, v. Hfl. = sfratarsi : non es-
sere più frate. Non volerlo pivi essere.
desgràgiaa, agg. = svegliato, aperto, acuto,
furbo. Vedi descàntaa.
desg'àlonà, v. att. = scosciare ; toglier
le coscio, specialm. ai polli.
desg'àmbiss, v. rifl. = sgranchiare, sni-
ghittirsi: dei polli che si sciolgono dal
granchio.
1) Dirugginire le gambe.
desgràrbaa^ agg. = sgarbato, rozzo, ra-
vido ; senza garbo.
1) Di cibi 0 bevande: acre, molesto
al senso per acredine.
2) Usato avverb. : agramente, aspra-
mente, sgarbatamente.
desgàrbàdòn, agg. = Sgraziatone, scon-
venevolone. Pegg. di dèsg'ài'baa.
desg'àrbià; v. att. = distrigare, strigare,
sviluppare : scioglier d' intrigo, di vi-
luppo.
1) Dei capelli accatricchiati ; desgar-
bià i cavèj = strigare i capelli.
2) desgàrbiàss i (zucc = spaniarsi gli
occhi.
desgràrbiaa, agg. = svelto, accorto, de-
stro. Vedi descàntaa.
des'g'elà, v. att. = dighiacoiare, sgelare,
sciogliersi il gelo. Meglio dis'g'elà.
des'gerbà, r. att. pochissimo usato =
dissodare, rompere; lavorare un terreno
incolto.
des'giàrà, v. att. T. dei cappellai = spun-
tare; col rasoio o altro levar via il pelo
vano dei cappelli.
desgiiìné, s. m. = colazione. Dal frane.
déjeuner. Pasto della mattina.
deggrorgà, v. att. = disgorgare: spazzare
canali o tubi perchè ne sgorghi libe-
ramente il liquido.
desgrànà, «?. att. = sgranare; spiccar dal
grappolo gli acini dell' uva. Meglio
sgrana.*
desgràsà, v. att. = disgrassare; togliere
il grasso al brodo e l'unto alle stoffe.
desgràsìa, s. f. = disgrazia. Vedi di-
scrasia.
desgi'opi, V. att. = sgruppare, snodare;
sciogliere nodi, gruppi.
desgrosà, e att. = digrossare; dirozzare:
di cose ruvide, ammoi-vidirle.
desgruàrnì, -v. att. = sguarnire; togliere
le guarnizioni.
desgiig'elàss. r. rifl. = uscire l'aghetto
0 puntale metallico dalle stringhe.
desgriisà, v. att. = sgusciare ; togliere dal
guscio i frutti che lo hanno.
desgriist, s. m. = disgusto; rottura di
buone relazioni. Meglio disgìist^ éont
àndaa in disgmt coi me parént - sono
andato in disaccordo, l'ho rotta coi
miei parenti.
des^fiistà; V. att. = disgustai'e ; ispirar
disgusto.
1) diégilstàss = disgustarsi; rompere
reciprocamente la buona armonia.
desgriistòs, agg. = disgustoso : che ispira
disgusto. Specialm. di cibi e bevande.
desidera e desidera, v. att. = deside-
rare, avere, provare un desiderio ; am-
bire, bramare.
desidèri e desidèri, * s. m. = desiderio :
sentimento che sprona al piacere di
avere, ottenere, d'augui'arci una cosa.
desigrilà, v. att. = disuggellare; togliere
il suggello. Meglio disigilà.
desimbdrs, s. m. = disborso ; vè&& in
disimbòrs = essere in disborso; rimanere
a credito per sborsi anticipati fatti a
uno 0 per conto di uno.
desimbotì, v. att. T. dei bastai = sborsare;
cavar la borsa dei basti,
desimbroià, v. att. = strigare, sviluppare,
sbrogliare : toglier d'intrigo, di viluppo,
d'imbroglio.
Meglio disimbroià.
1) desimbì'oiMs fig. = togliersi d'im-
piccio.
desimpàrà, v. att. = disimparare ; di-
menticare le cose imparate. Meglio di-
simpara. *
de8imi)ègn, s. m. = disimpegno. Meglio
disimpègn.*
1) Il modo di evitare un impegno.
2) Il passo libero dalle camere non
vincolate fra loro per accesso che mette
da una camera all'altra.
desimpegnà; v. att. = disimpegnare; dì
cosa, levarsi dall'impegno adempien-
dolo con capacità. Meglio disimpegnà.*
1) Di pers. scioglierla da un im-
pegno.
des
— 269
des
2) Spegnare; levar di pegno, dal
monto .
desimpegrnaa, agg. = libero, comodo, non
legato : di appartamenti le cui camere
siano disposte in modo che da ognuna
si possa uscire in anticamera o in un
corritoio, senza passare per le altre.
Meglio disimpegrnaa.
desimpiegaa, agg. = disimpiegato : che
non ha impiego. Meglio disiiupieg'aa.
desimp regna, v. att. = sbarazzare, libe-
rare. Meglio disimprègnà.
1) Togliere i cattivi odori, o qua-
lunque altra cosa che né impregni
un'altra.
desiiividà, meglio disinrìdà, «•. att. =
sciogliere da un invito,
desiuvólt, agg. = disinvolto: di chi non
è impacciato nel parlare, nel fare. Me-
glio disinvólt. *
desinroltùra, s. f. = disinvoltura : l'es-
sere disinvolto. Meglio disinvoltura. *
1) In cattivo senso: sfacciataggine.
deslàsà, 'V. att. = slacciare, dislacciare ;
sciogliere le allacciature. Ora anche
dislàsà
1 ) dèslàsàss ffBura = spettorai'si, sco»-
prirsi il petto.
2) Sciorinarsi ; sfibbiarsi e allargarsi
i panni di dosso.
desiata, v. att. = divezzai-e, svezzare,
spoppare, slattare : dei bambini quando
si tolgono alla balia. Anche disiata.
desleuguà e dislenguà, v. att. = lique-
farsi, liquidire, struggersi : divenir di
solido, liquido.
.1.) deslenguà còme là név ài so =
andarsene pel buco dell' acquaio ; con-
sumar presto.
2) deslenguà in bòca = sciogliersi
in bocca; sciogliersi senza bisogno di
masticare.
3) deslenguà vìa = consumarsi a poco
a poco; struggersi,
4) Imbietolirsi, venire in dolcezza ;
rintenerire : nel veder figlioli o altra
cosa amata, o veder far cosa che com-
mova.
desligà, 0. att. = slegare, sciogliere dai
legami.
1) Sciogliere : di pietra tolta dal
castone.
deslingeri, v. att. assai poco usato =
alleggerire, alleviare. Meglio slingerì.
deslipa, s. f. = sperpetua, disdetta, di-
sgrazia, sfoiiuna, malaventura : l'andar
delle cose ostinatamente male.
1) vègh là deslìpa = esser nato a
cattiva luna.
deslipaa, agg. = vè.ss on òmm deslipaa
= essere un sacco di disdetta : un uo-
mo disgraziatissimo.
desliscàss, v. rifl. = spogliarsi : delle
seggiole intessute di sala, che la vanno
perdendo.
deslogàdura, s. f. = slogatura : lo slo-
garsi delle ossa. Meglio slogàdura. *
deslogàss, v. rtfl. = slogarsi, sconciarsi,
diroccai'si ; spostarsi delle ossa dalla
loro naturale posizione. Meglio slo-
gàss. *
desliisingàss, v. rifl. poco usato. = di-
singannarsi ; perdere le illusioni. Non
creder più quello che si credeva prima.
desmentegà, v. att. = dimenticare, scor-
dare. Di cose, perderne la memoria.
Di pers. : non averle in mente, né in
cuore.
1) desmcntegàsé = dimenticai'si, scor-
darsi. Comincia a usare largamente :
dimentica. *
desmètt, v. att. = dimettere, smettere,
troncare, cessare; finir di fare, non
continuare. Meglio dismètt.
1) desmètt nidi de /a, de di, ecc. =
non restare, non rifinire di fare, di
dire, ecc.
desmetiiii e desmiss, agg. = smesso, di-
messo, p. p. di smettere.
1) prét desmiss = prete spretato.
2) vestii desmiss = vestito smesso :
che non si mette più.
desmobilià, v. att. = smobigliare ; por-
tar via la mobiglia.
desmontà, v. att. = dismontare.
1) Scavalcare : dal cavallo. Meglio
smonta.
2) Scendere dal calesse, dalla car-
rozza, dal vagone, ecc.
3) desmontà dna scÈfia, on càpèll =
smontare una cuffia, un cappello ; stac-
carne le diverse parti, i diversi orna-
menti.
desmorbà, v. att. = smorbare, ripulire :
di stanze state lungamente chiuse o
per qualsivoglia cagione piene di mia-
smi.
desnodaa, agg. = snodato : dello giun-
ture, non impacciate. Meglio snodaa.
desncetìv, agg. = diciannove : dieci e nove
unità.
des
— 270 —
deg
1) càlS desnoRiw e mési à fa vini
sóld = aver sempre carestia di due
quattrini: star sempre fra due soldi e
ventiquattro denari, avere ogni cosa in
caffa e non arrivare a tre.
desocupaa, agg. = disoccupato : che non
lia occupazione. Meglio disocìipaa. *
desola, v. att. = dissolare; tagliare o
levar via il suolo delle scarpe, o l' un-
ghia morta nelle piante del piede delle
bestie da soma.
desolaa, * agg. = desolato : che ha gran
desolazione.
desolàsiòu, * s. f. = desolazione: dolore
che non dà luogo a consolazione.
desonèst, agg. = disonesto : contrario di
onesto : Meglio dìsonèst.*
desonor, s. m. = disonore. Meglio diso-
nòr. * Perdita dell'onore.
desòrden, s. m. = disordine, confusione.
Meglio (lisòrdin. * Contrario di ordine.
1) Stravizzo, intemperanza : disor-
dine e abuso di cibo, vino e sim.
2) vè-és in disòrdin = essere mal ve-
stito. Anche essere male adatto a com-
piere il proprio ufficio.
desoràpù, avv. = inoltre, soprappiù, per
giunta, di soprassello.
desoràTÌa, aw. = di sopra, a galla, alla
superficie dell'acqua e di un liquido.
1) àndt desoràvia = traboccare, dar
fuori : del liquido che bolle troppo.
2) sta desoràvia = galleggiare, stare
a gaUa*
3) vegni desoràvm = venire a galla.
4) mètt vUn desormìa à l^ alter =
addossare, mettere uno addosso ad un
altro.
desorlà, v, att. = ton-e l'orlo.
desosà, V. att. = disossare ; togliere le
ossa dalla carne. Meglio dìsosà.
desolerà, v. att. = disotterrare, esumare,
diseppellire.
desòtt, aw. = disotto, sotto. Prep, e avv.
che indica luogo di contigua inferiorità
alla cosa accennata.
1) àndtb ài de éòtt = andare al chino;
essere in disordine, impoverire.
despàchetà, v. att. = svolgere, aprire un
pacchetto.
despàlà, v. att. = spalare le viti.
despàlàss, v. rifl. spallarsi ; dislocarsi
una spalla.
despàrà, v. att. = spreparare, togliere i
paramenti ; hàn deéparaa là gesa =
hanno spreparato la chiesa.
despàrt e dispàrt, * aw. = in disparte,
in luogo separato.
1) sta in dispari = tenersi in disparte
appartato : non ambire onori, ecc.
despedì, v. att. = sbrigare, spedire, dare
spaccio. Ora dispedi. *
desperaa, agg. = disperato; che non ha
speranze. Meglio disperaa, *
1) ón disperaa = uno scavezzacollo.
Di uomo in braccio al vizio, o di chi
è in ogni sua cosa frettoloso troppo e
troppo avventato. In questo senso an-
che : spericolato.
2) Energumeno, indemoniato : d'uomo
0 donna dominati dall'ira o altra pas-
sione ; el vosa cóme on de-speraa = grida
come un energumeno.
desperàda (à là), disperatamente, senza
freno, a scavezzacollo, a rompicollo.
Anche disperàda.
1) ti là pù desperàda = alle brutte,
alle brutte : nel peggior caso.
2) biij àia desperàda = bollire a scro-
scio.
desperàsiòn, s. f. = disperazione: l'es-
sere disperato, afflitto senza aspettarsi
e voler consolazioni. Meglio disperà-
siótt. *
dosperàss, v. rifl. = disperarsi : darsi
alla disperazione. Meglio disperàss.
despèrs, agg. = disperso, sperso, sparso.
Meglio dispera. * Che va in parti di-
verse.
despèrsa, s. f. = sconciatura : male delle
donne. Meglio dispèrsa. *
despèss, avv. = di spesso, soventi, so-
venti volte, spesso, di frequente.
despetenà, = spettinare , scarmigliare,
aruifare i capelli. E anche semplice-
mente scioglierli.
despiàsè, s. m. = dispiacere : cosa, av-
venimento che dispiace. Si fa un gioco
di parole : se el età ben ghe n'hoo piàsè,
se el sta niaa ghe n'hoo despiàsè (dès
piàsè) = se sta bene n'ho piacere, se
sta male ne ho dispiacere (dieci pia-
ceri). Ora però si usa molto uispiasè."^
despiàsé, v att. = dispiacere ; far cosa
che non piace, che uon è gradita.
despiàsiiii, part. = dispiaciuto.
despiegà, v. att. = spiegare, svolgere :
di cose avviluppate che si sviluppano.
despientà, v. att. = spiantare: sbarbare
piante. Meglio dispientà.
1) Smontare : di un letto e sim. scom-
porlo, toglierlo dai suoi congegni.
des
— 271
de
^
(lespigàss, V. rifl. = disgranellarsi : del
grano ohe. battuto, esce dalla spiga.
despiombà, v- rifl. = spiombare ; levare
il piombo,
despolpà, V. att. = spolpai-e; levar la
carne, il muscolo dall' osso. Meglio
spolpa.*
despòuU) V. att. = disporre: mettere al-
l'ordine e anche dare disposizioni, or-
dini. Meglio dispònn.
1) Anche assegnare la roba propria
ad altri.
desprepàrà, t^. att. = sparecchiare : spe-
oialm. della tavola quando si levano i
piatti e la tovaglia. Meglio disprepàrà.
desprési, s. m. = dispetto, gai'baccio,
sgarbatezza: atto o azione fatti apposta
per dispiacere alti'ui.
1) fa on desprési = far gangola; far
dispetto con qualche azione.
'2) àndti vìa là ròba per deéprési =
andar via a ruba la roba.
3) fa ròba per desprési = ammuc-
chiare le cose.
despresiós, agg. = dispettoso, noioso;
che piglia gusto a far dispetti.
desproprià, k. att. = spropriare, spode-
stare; obbligare altri a rinunciare a una
sua proprietà.
despuntà, v. att. = spuntare; togliere gli
spilli e sim. Meglio dispuatà.
desquàtS, v. att. = scoprire,' scoverchiare.
Meglio disquata.
1) desquatà i àltàritt = scoprire gli
altarini, scoprire un embrice, o gli em-
brici; svelare cose che meglio era te-
ner celate, segnatam. cose altrui. Vedi
àltàrìn, 2).
2) desquàtàss = scompannarsi; buttar
indietro le coperte del letto.
esràngrhiss, ». rifl. = sgranchiare, sgran-
chire^ Vedi desgràmbiss.
desràsà; v. att. = estirpare, sradicare,
far perdere la razza. Ora disràsà.
desrenà, «. att. = direnare; far male alle
reni.
desrescà, v. att. = diliscare; levare le li-
sche ai pesci.
desrescìa, v.att. = sgrinzare, lisciare; le-
vare le grinze.
desriig'ìiii, v. att. = dirraginire; togliere
la ruggine.
dèss, (o) = ohibò, no : negativa molto
energica.
destàcà) v. att. = staccare.
1) Spiccare. Meglio distacà. Stac-
care nettamente, di scatto.
2) destàcà i cavai = staccare i ca-
valli.
3) deétàcti del pieoll = spicciolare.
Voce in italiano antiquata per levare il
gambo alle frutta, alle foglie ai fiori.
destàcch, s. m. = distacco: il distaccarsi.
Meglio distàcch*.
1) fa on bèli distàcch = spiccar bene ;
di colori e simili che risaltano.
destàgnàsS; v. rifl. = staccarsi la sta-
gnatui-a dalle pentole, casseruole, ecc.
destànà, v. att. = stanare : fare uscire
dalla tana qualcuno che vi sia.
1) Anche scoprire il ripostiglio di
checchessia.
destàpesà) v. att. = staccare la tapez-
zeria.
destàrocà) v. att. = staroccare ; giocare
tarocchi superiori per tor via quelli del-
l'avversario.
deètecià, v. att. = smontare il tetto.
destemperà, »■ att. = stemperare; ren-
dere sciolta 0 più sciolta una cosa con
liquido.
destemperàda, (dàgh 6na) = stemperare.
destéud, v. att. = distendere, stendere ;
svolgere nella sua lunghezza una cosa
ripiegata. Meglio distèud.
1) Dilatare, accrescere.
2) desténd fmura = dispiegare, spie-
8) desténd gid el fòrmént = inaiare;
mettere il frumento sull'aia.
4) desténd i pàgn = sciorinare i panni,
stenderli.
destenduii, part. = disteso. Ora si dice
anche e meglio distés. *
destésa, s. f. term. degli stamp. = span-
ditelo.
destèsa, (ala) = alla distesa: segnat. del
suono delle campane. Meglio distésa.*
1) ciàra e destésa = a lettere di sca-
tola.
destila, r. att. = distillare : separare in
appositi vasi e per mezzo del foco i
principi volatili di un corpo dai suoi
principi fìssi e raccoglierli. Meglio di-
stila.*
destìn,* s. m. = destino : tutto quanto
avviene all'uomo senza la sua né l'al-
trui volontà.
1) Destinazione; màndti ài èò deétì/n
= mandare alla sua destinazione, al suo
viaggio.
des
— 272
(let
destina, v. alt. = destinai-e, stabilire, as-
segnare: stabilire una cosa o una somma
per una determinata persona.
1) Anche di cose: stabilire a che cosa
devono servire.
destìnaa, fart. = destinato : part. pass,
di destinare.
1) quèll ehe è deàtinaa è destinaa =
a quel che vien dal cielo non è riparo.
destìngru e distìng'u, v. att. = distin-
guere: notar bene la differenza tra cosa
e cosa.
1) Dividere, nel senso di separare.
2) Onorare, per qualità pregievoli.
3) distìngties = distinguersi, segna-
larsi; farsi notare per meriti sopra gli
alti'i.
destirà, (i lensoeù) = stirare le lenzuola.
Vedi tira, e lensoeu.
destiràss, v. att. = protendersi, sbarrare
le braccia, stirai'si. Anche tiràss.
destitiiì, * v. att. = destituire, privare
uno d'un ufficio, rimuover dalla caiica.
destitiisiòn,* s. f. = destituzione, il de-
stituire e l'essere destituito.
destoeù e distoeu, v. att. = distogliere,
sconsigliare; dissuadere da un consiglio
da un'idea, da un passo.
1) Distrarre, sviare l'attenzione.
destomegà e stomegà, d. att. = stoma-
care, muovere lo stomaco, per schifo.
destonà, v. att. = stonare, uscir di tono.
Non si ode quasi più. In sua vece
stona.
destopà e distopà, v. att. = starare; le-
vai'e il turacciolo e qualunque altra ma-
teria ottui'i.
destortià, v. att. = storcere : contrario
di torcere.
destribiiì e distribiii, v. att. = distri-
buire, compai-tire, dividere fra più, dan-
do a ciascuno quel che gli spetta o dare
per turno e a tempo assegnato.
destrigfàss e dìstrìgàss, i). rifl. = stri-
garsi, spedirsi, liberarsi.
1) Ravviare, accapezzare: di una ma-
tassa.
2) Spacciarsi, mettersi in libertà.
3) Ingegnarsi per riuscire.
destriigrà, v. att. = sciupare, spreoarp,
mandare a male, consumare.
destriigàdòr e destrìi^òn, s. m. = spre-
cone, sciupone: chi ha la mania di sciu-
pare e distniggere tutto quanto gli ca-
pita alle mani.
destiicà, V. att. = dissaldare; rompere la
saldatura o stucco.
desturb e distùrb, * s. m. = disturbo:
cosa che distm-ba, che incommoda.
1) se sont de desturb andar oo ma =
se guasto, me ne andrò.
desttirbà e disturba, v. att. = distur-
bare, interrompere noiosamente uno che
attende a qualche lavoro.
.1) Molestare, recar molestia.
2) Si riferisce anche agli animali e
al sonno.
desiibedi e disiibedi.* v. att. = disob-
bedire, disubbidire ; non obbedire.
desubediènsa e disiibidiènsa, * s. f. =
disubbidienza ; il disubbidire.
deslibediént e disìibidiént,* agg. = di-
subbidiente: chi non obbedisce.
desiiefà, meglio disiiefà, v. att. = divez-
zare, disavvezzare, far perdere l'abitu-
dine. Molto usato al riflessivo dìsiiefàss.
desiig-tiàl e distiguàl, agg. = disuguale:
che non è uguale, che ha differenza.
desiini, V. att. = disunire; levar l'unione,
separare. Meglio disiiui.
desiiniòn e disiinión,* .s. f. = disunione:
contrario di unione. Anche : discordia.
desiisà, V. att. = disusare ; non usarsi
più. Di vestiti, meglio desmìss.
desutel ormai sostituito da disutil,* s. m.
= disutilaccio; peggio che inutile.
desràri, s, m. = divario, differenza, voce
quasi morta ormai sostituita da divàri.*
desyerges, v. rifl. = districarsi, spic-
ciarsi, ingegnarsi a riuscire nelle cose
anche difficili ed imbrogliate.
desvestì, v. att. = svestire, spogliare,
toglier di dosso le vesti. Meglio di-
svestì.
1) desvesti on cavali = levargli i fi-
nimenti.
desvestiss (giiìgà à vestiss e) = fare
a staroccare. Si dice anche giiigà à
robàsé el màsètt, à tràés in càmìsa.
desrià, v. att. = sviare ; desvitt dna bo-
tèga = sviare una bottega; toglierle gli
avventori.
desvidà e disrida, v. att. = svitare, to-
gliere le viti.
1) Sciogliere da un invito. Meglio
disinridà.
detà, V. att. = dettai-e ; pronunziare le
parole spiccate perchè uno le possa
scrivere.
1) detta leg = dettar leggi : impon-e*.
con prepotenza la propria volontà.
det
278
di
detàgliàj V. citi. = parfcicolareggiare, de-
scrivere minutamente. Dal francese dé-
tailler.
detàgliàtàuiènt, am. = dettagliatamente,
particolareggiatamente, minutamente.
detàli, s. m. = particolarità, minuto rag-
guaglio. Dal frane, détail.
1) vend 0 eomprà ài detàli = ven-
dere 0 comprare a ritaglio, al minuto.
detàlìàut, s. m. = venditore a minuto,
a ritaglio ; chi non vende all'ingrosso,
ma anche poca roba per volta.
detàtiira,* s. f. = dettatura; il dettare e
la cosa dettata.
1) ècrìv sòia detàtiira = scrivere men-
tre uno detta.
deteniiii, s. m. = detenuto, chi è trat-
tenuto in carcere.
determina,* v. att. = determinare; pre-
cisare le qualità di una cosa, di un
fatto.
determiiiàsìón,* s. f. = determinazione;
il determinarsi nel senso di decidersi.
derentà e diventa, v. att. = diventare,
divenire; venire allo stato che indica
il complemento; l'è deventaa grand =
è diventato alto.
deverà e davéra, av-v. = davvero: rispo-
sta di affermazione a chi dubita di una
cosa.
devòtt, agg. = di voto : che^ha, professa
devozione. Meglio divòtt.
devosiòn e divosidn, s. f. = devozione;
raccoglimento religioso e gli atti stessi
che lo manifestano.
di, art. = dèi, degli, delle ; dagli, dai,
dalle. In mil. l'artic. di introduce tanto
i complem. che in ital. vogliono il di,
quanto quelli che vogliono il da arti-
colati col determin. plur. ; f/ dotar
di dònn = il medico deUe donne ; Vo-
spedtil di màtt = l' ospedale dei pazzi ;
Ve étaa masaa di Scioàni = fu am-
zato dagli Scioani ; l' è étaa mordUil
di vèép = fu punto dallo vespe.
1) di, si usa anche nel sign. del
partitivo ; gK è di lìber che se pò minga
leg = ci sou libri che non si possono
leggere.
dì, V. att. = dire: significare il pensiero
con parole.
1) à di là veritaa = a dire, per dire
il vero.
2) di là eòa = dir la sua; aggiunger
la propria opinione.
18
3) di de si, de nò = dir di sì, di no;
affermare, acconsentire, o negai'e,
4) di ben, di mal de vdn = dir bene
0 male di uno ; parlai'ue bene o male.
5) di in d' òu' orègia = dire in un
orecchio: parlando piano, accostando la
bocca all'orecchio altrui.
(j) di = significare, esprimere; l'è dna
fàcia che dis nàgòtt = è un viso che
non dice nuUa, che non esprime nulla.
7) vègh de di cont queidun = aver
che dire con qualcuno; averci liti, dif-
ferenze.
8) foo minga per di = non fo per
dire, non per vantazione.
9) còsa ■vcsilr di ? = che importa mai ?
lOj ài)ègh de fa e de di = avere un
bel fare, aver da grattare.
11) bisógna minga di tiitt cosà =
ogni vero non è ben detto.
12) dal di ài fa gh'è i so dificoltaa
= dal detto al fatto c'è un gran tratto;
altro è parlar di morte, altro è morire.
13) dinn tànt che sìa àsce = vuotare
il sacco, dirne un sacco.
14) vdn àdree à dill = se ne bìic-
cina: quando di una cosa si discorre.
15) di àtdrna = divulgare ; spai'gere
nel pubblico.
16) no eoo còsa ditt = non so che
dirti, m'hai fatto cascare il fiato: quau-
d'uno non si vuol persuadere di quanto
gli si dice.
17) podè minga dtla cont vUn = non
la poter pigliar con uno.
18) troà de di sòra tùtt còse = tro-
var da ridire su tutto.
19) di àdree = dir conti'O, parlar male
di qualcheduno; dìghela àdree à vùn
tirarla giù a uno. V. àdree.
20) di sii = l'ecitare ; dire a mente
cose d'altri, imparate. Anche: parlare,
cominciare a parlare, a raccontare.
21) di gio = bandire, fare un an-
nuncio in chiesa. (V. tra gio) ; di in
gésa = dirsene in chiesa : di denunzie
matrimoniali.
22) manda minga à di = non man-
dare a dir dietro : non aspettare che
iiualcuno sia assente per dirgliele, ma
dirgliele in faccia.
28) vorè di = alludere; accennare col
discorso, spesso con intenzione critica,
a cose 0 persone senza farne menzione;
de chi te vorenet di ièr à tàola? =
ieri a pranzo a chi alludevi V
di
274 —
dia
24) di nàgòtt de bòn = non dar buon
bere, non esprimere alcun che di bene;
quÈla ftLcia de Santina là me dìs nà-
gòtt de bòn = quel viso di Madonnina
infilzata non mi dà buon bere.
25j digh = dirci.
a) Negli incanti, offi'ire,
b) Detto di una cosa in rapporto
ad un'altra, accordarsi bene, confare;
età guàrnièiòn là glie dis ài vestii =
questa guernizione si accorda bene col-
l'abito.
26) à di tànt = a fai'e assai: tutt'al
più; à dì tànt el guadagnarti, dò lira
a fare assai guadagnerà due lire.
27) quànd hoo de ditela = a dirla
schietta, a dirtela tal quale, com'è, come
la intendo, come la sento.
dì, s. m. = dì, giorno
1) de tufi i di = dsL ogni dì.
2) dgni di che el Signor l'ha creaa
= ogni dì che fa il sole.
3) l'kà fàa in pòech di = dette ad-
dietro in pochi giorni ; morì in breve
tempo.
iS di de fèéta = giorno festivo.
5) di de làd = giorno feriale, di la-
voro.
6) el di déla Serioeùla = la Cande-
lara.
7) là va ài di del giiidiéi = la va
aUe calende greche.
8) longh cóme l'ultim, di de l'ànn =
più lungo del sabato santo.
9) vèss come el di e là nòtt = es-
serne lontano come gennaro dalle more.
Di cose e di pers. fra loro diversissime.
10) del di = di giorno, lungo il giorno,
prima di sera.
11) fa di = albeggiare, aggiornare;
spuntar l'alba, cominciare il giorno.
12) Valter di = l'altr'ieri, l'altro giorno;
alcuni giorni indietro.
13) ài di d' incoeu = al dì d'oggi,
oggigiorno.
14) tati i di en pàsa vttn = ogni
giorno ne passa uno ; piano, piano si
passa la vita.
16) el g'hà i dì eùntaa = i suoi giorni
son contati: di persona spacciata che
deve presto morire.
16) de di in di = di giorno in giorno:
di cosa prossima a accadere e sperata
lentamente 0 temuta ; là va de dì in
di à rivti = può arrivare di giorno in
giorno.
diadèma, * s. m. = diadema : corona
reale, e per est., ornamento da testa,
pettine di gala, serto.
diàg'Onàl, * s. f. terni, matom. = diago-
nale: retta che congiunge due vertici
non contigui;
diàlètt,* s. m. = dialetto : lingua di un
paese 0 provincia, specialm., in rap-
porto alla lingua comune.
diàlogh,* s. m. = dialogo : il discorrere
alternativo di due 0 più persone fra
loro.
diàmànt, s. m. = diamante: minerale com-
bustibile, durissimo, simile al cristallo,
la più ricercata delle pietre preziose.
1) à pùnta de diàmant = a punta
di diamante: di cose sfaccettate come
il diamante.
2) Arnese da vetraio, col quale esso
taglia il vetro.
diàmàntà, v. att. = diamantare, india-
mautaie: ridurre in forma di diamante.
diàmìii! = diamine! esclam. fam., per
disapprovare.
1) Affermando, 0 negando, come dire:
non c'è da dubitarne; àvii finii el doér?
- diàmin ! = avete finito il compito ? -
diamine !
diana, s. f. = diana : la stella che ap-
pare innanzi al sole.
1) in sii là divina = in suUa diana,
sul far del giorno.
2) bàtt là divina = battere la diana,
battere il tambiu-o sul far del giorno
perchè i soldati si sveglino. Ora che i
tamburi cedettero il luogo alle trombe
si dice meglio éonti là diana.
3) per diana = poffare, per bacco ;
esclam. vivace.
diànsen! = diamine! diancine! esclam.
fam.
diàol e diàrol, s. m. = diavolo: più co-
mune che demdni = demònio. Nella
teologia cristiana, lo spirito del male.
1) àndt ài ditLol = andai-e al dià-
volo, in perdizione, in rovina; màndti,'',
ài ditiol = mandare al diavolo vale !
anche licenziare sgarbatamente, levarsi
d'attorno.
2) del diàol = del diavolo, straordi-
nario, eccessivo ; frèdd, cald del ditLol =
freddo, caldo del diavolo ; gh'è sii on
vent del diàol = tira un vento del dia-
volo.
3) sàvènn vùna piiée» del ditiol = sa-
perne più che il diavolo, avere il dia-
dia
— 275 —
did
volo in testa, avere iin punto più del
diavolo, sapere dove il diavolo tiene la
coda : essere astutissimo.
4) fa el diàol = fare il diavolo, fare
un gran chiasso. Con più forza; fa el
diàol à qutLter = fare il diavolo a quattro,
0 in montagna.
5) ave faa pàti col diàol = aver fatto
patto col diavolo ; di pers. che le in-
dovina tutte e che ha fortuna in ogni
cosa.
6) vèéé còme el diàol e VàeqvM santa
= essere come il diavolo e la croce : Di
pers. che si odiano e si sfuggono. An-
che essere come il diavolo e S. Antonio.
7) el diàol el fa i pignàtt, e minga
i coire = il diavolo insegna a far le
pentole, ma non i coperchi: il diavolo
le fa e poi le palesa ; il diavolo insegna
rubai'e ma non nascondere; il diavolo
le insegna a fare, ma non le insegna
•A disfare : le cattive azioni o prima
0 poi si scoprono.
8j là farina del diàol là va in crii-
sca = la farina del diavolo va tutta in
crusca ; quel che vien di riffa in rafCa
se no va di biffa in baffa. Le cose male
acquistate tornano a danno. Vedi fa-
rina, 6).
9) on diàol càscia Valter = un diavolo
scaccia l'altro: un malanno p.ovo fa che
non si senta, o si dimentichi il primo.
10 vèèé ìnìnga el diàol = non essere,
non parere poi il diavolo, non essere
accio, accio. Di pors. o cose che non
sono bratto, ne cattive come si crede-
rebbe.
11) vègh àdòss el diàol avere addosso
il diavolo ; essere arrabbiati.
12) el diàol el ghe mètt là eòa = il
diavolo ci mette la coda: quando gli
affari vanno male nonostante ogni sforzo.
18) dà òtta ròba in man ài diàol =
dar la lattuga in guardia ai paperi: dar
le pecore in guardia al lupo : quando
si dà a custodire a chi invece dan-
neggia.
14) el diàol ci se fa eremita = il dia-
volo si vuol far cappuccino : si dice al
vedere qualche scapato o vizioso darsi
a opere pie.
15) va ài diàol = affogati! A chi ci
molesta.
16) Di persona che riesce in tutto;
che diàol de vÈn! anca chi el gh'è ri-
vaa = che diavolo! l'ha arrivata anche
questa.
17) bòn diàol = bon diavolo, bon
omaccio; uomo alla buona.
18) pòer diàol = povero diavolo ;
di chi è povero e di chi merita com-
passione per qualunque altra cosa.
19) Come riempitivo con enfasi; còsa
diàol te vén in mént = che diavolo ti
viene in mente.
.20) diàol! = diavolo ! Per meraviglia
e rimprovero, e anche in senso affer-
mativo come diàinin. Vedi.
21) véss nàsiiii quànd el diàol el
g'àvéva i dolor. Vedi dolor, 5)
diàola, s. f. = diavola, femm. di diavolo
nei sensi traslati.
diàolàmént, s. m. = maledizione, dia-
voleto, diavolio. Gran fracasso, e an-
che : gran quantità di gente che fanno
strepito.
1) Rumor grande : inquietudine.
diàolàsc, s. m. = diavolaccio : di pers.
bona, semplice, da fame quel che uno
vuole.
diàoléri, s. m. = confusione, diavolio,
rumor grande. Lo stesso che diàolà-
mént.
diàolètt, s. m. = diavoletto, nabisso,
saetta : fanciullo irrequieto e molto vi-
vace e farbo.
1) Anche di donna giovane, molto
gioviale e furba.
diàolòtt, s. m. = diavolino, diavolone :
zuccherino di menta, di sapore acutis-
simo.
diàrea, s. f. = diarrea: flusso di ventre.
diàsper, s.m. = diaspro: pietra dura si-
licea, di vari colori e capace di un bel
pulimento.
dichiara, * v. att. = dichiarare : dire in
modo chiaro, cose che importi precisare.
1) Denunziare : di cose che il muni-
cipio 0 lo Stato richiede di sapere per
dazi, e igiene o altro interesse d'ordine
pubblico. Come denunsià.
dichiàràsiòn, * s. f. = dichiarazione : le
parole che servono a dichiarare.
did, s. m. = dito : ognuna deUe cinque
appendici articolate deUe mani e dei
piedi dell'uomo.
1) fa canta i did = far le cocche
colle dita.
2) épelàés i did = sbucciarsi le dita.
3) tocà el del coni on did = toccare
did
il cielo col dito ; arrivare al più alto
punto di felicità e di gioia.
4) cuntàèà siii did = contarsi colle,
sulle dita : esser raro.
5) éegtià à did = mosti-are a dito :
iu mal senso.
ti) ligàsela ài did = legarsela al dito
Di mgiuria, offesa, azionacela che non
si dimentica.
7) on did in d'on (zucc = una di-
tata in un oocliio.
8) Per est. ognuna delle parti di un
gaanto che corrispondono alle dita della
mano : ditali.
9) sàv^ à ména did = avere sulla
punta delle dita ; sapere una cosa molto
bene,
10) rtKXUv ntinca on did = non al-
zare un dito ; non far nulla, non dare
il più piccolo aiuto. Ed anche per si-
gnificare un' estrema debolezza ; V è
nànca bon de monuv on did = non ha
forza neppure d'alzare un dito.
dìda, s. m. = dito locuzione ; on dida =
per accennare a una quantità di liquido
piccola così da arrivare nel recipiente
alla altezza uguale allo spessore di un
dito.
1) à dàghen on dida, sen toeuien on
hràss = porgi il dito ed essi voglion
pigliare il dito e la mano ; a dargli il
dito prende la mano. Di chi abusa della
bontà altrui.
2) wgh dò dida de cermll »= aver due
dita di cervello : un po' di giudizio.
dìdaa, s. m. = ditale : l'anello da cucire,
arnese di metallo, o d'osso, o d'altro.
dove si infila la punta del dito con cui
si spinge l'ago.
didèla, s. /'. = ditola ; clavària coral-
loides = sp. di fungo. Anche dìdèlina,
didoeùla.
didìu, s. m. = ditino : dim. di dito.
1) Mignolo -, il dito mignolo della
mano e del piede dell'uomo.
2) dà el didin sòia tLla eoa = dar
gambone, fomentare, istigare ; grattare
dove pizzica, dove prude. Parlar di
cosa che lusinga qualcuno, in cui si
sfoga volentieri, e anche stuzzicarlo
perchè parli.
didìna (gìiìgà à), = fare a ripiglino:
sp. di gioco infantile. Anche giiigà à
là cuna = si fa con un filo avvolto
sulle dita aperte e che si passa dall'uno
— 276 — dig
all' altro dei giocatori sempre in forma
diversa.
didòn, s. m. = dito pollice.
diesìra, s. f. = diesire : l' inno dei morti
cantato dalla chiesa. Tarn, il giorno
della morte e del giudizio.
dieta, s. f. = dieta : regola di vitto e
specialmente astinenza dal cibo per sa-
lute.
1) Braccio : parte della tavella da fi-
latoio.
diféndes, v. rifl. = difendersi : fare in
modo da non esser danneggiati.
dìferènsa, * s. f. = divario, diversità,
differenza.
difésa,* s. f. = difesa: l'azione del di-
fendere e quanto serve a proteggere.
1) La parte che sta in giudizio a di-
fendere.
difètt, * s. m. = difetto : mancanza che
ha una persona o una cosa per riuscire
perfetta e buona.
difìcil, * agg. = difficile, arduo : di cosa
che richiede fatica e abilità.
1) Astruso : di ciò che è superiore
alla comune intelligenza, e a cui non
si arriva senza un grande sforzo della
mente.
diflcoltaa, * s. f. = difficoltà, difficultà :
astr. di difficile ; dal di al fa gK è ì.
so dificoUaa. Vedi dì 12).
difldà, V. alt. = diffidare : mancar di fi-
ducia.
1) difidà vùn = Terni, leg. ; diffidare,
avvisare pubblicamente di cosa che im-
porti a qualcuno, che non possa poi
scusarsi col dire che non la sapeva.
difldénsa, * s. /". = diffidenza : il diffidare.
diildént, * agg. = diffidente : facile a dif-
fidare.
difiisiòn, * s. f. = diffusione : azione del
diffondersi.
difterite, * s. f. = difterite : malattia
della gola.
digerì, D. alt. = digerire ; assimilare 1
cibi per convertirli in nutrimento vitale,
2) Per sim. della mente che assi-
mila una materia, un concetto.
digèstiòu, * s. f. = digestione: il di
gerire.
digèstìv, agg. = digestivo, digeribile
che serve alla digestione, che e faci
a digerirsi.
digitai,* s. f. = digitale : genere (
dig
— 277 —
dip
piante da cui si toglie un veleno me-
dicinale.
digriuu, * s. m. = digiuno: il digiunare,
l'astinenza dal cibo e bevanda.
1) bév de digiiln = bere a sciacqua-
budella.
digiiinà, * V. alt. = digiunare : astenersi
dal cibo 0 da certi cibi secondo i pre-
cetti religiosi, 0 per salute.
dignìtaa, * s. f. = dignità : sentimento
di rispetto che l'uomo deve a sé stesso.
dilàtàsión, * s. f. = dilatazione : il di-
latarsi, T. specialm. medico.
dilètànt, * s. m. = dilettante : chi coltiva
un'arte senza farne professione.
diligénsa, s. f. = diligenza : sollecitu-
dine nel fare qualche cosa.
1) Vettura piuttosto grande : se car-
rozzaccia, i Fiorentini la chiamano «caz-
zarola, » per celia.
dilÙTÌ) * s. m. = diluvio : inondazione
totale 0 parziale della terra.
1) Di pioggia straordinaria.
dima, s. f. = specie di pialletto per ac-
conciare l'intonaco negli sguanci degli
usci 0 delle finestre.
dimàn, * avv. = dimani, domani : il giorno
che verrà subito dopo. Si dice anche
domàn. Vedi.
] ) dinian de séra = doman da sera.
2) dopo dimdn = doman F altro : il
giorno dopo domani.
3) dimàn vòtt = domani a otto : fra
otto giorni.
4) dinidnf = domani ! Iron. per mai.
diminuì, * v. att. - diminuire : assotti-
gliarsi gradatamente.
dimisiòn, * s. f. = dimissione : il di-
mettersi. Il dichiarare di non voler più
coprire un ufficio.
dimisdria, * s. f. = T. eccles. dimissoria :
attestato di un vescovo a un prete di
poter esercitare il su.o ministero in
un'alti'a diocesi o a un chierico di poter
essere ordinato altrove.
dimora, v. att. = soffermare, trattenere :
far indugiare alcuno.
dimostra, * v. att. = dimostrare : addurre
le prove perchè una cosa risulti chiara.
1) Anche semplicemente mostrare .:
far vedere per segni esteriori.
dimostràsiòn, * s. f. = dimostrazione :
il complesso delle prove, il ragiona-
mento con che si dimostra.
1 ) Dimostrazione , assembramento :
riunione di persone in luogo aperto che
si forma per cagione improvvisa o per
protesta.
din, din. Vedi delin, delin.
din dòn, opp. din dàn = dondò e don
dì : voce imitativa del suono delle cam-
pane.
dinastia, * s. f. = dinastia : successione
di governanti d' una stessa famiglia
sopra un paese.
dininguàrda ! = Dio guardi! tolga il cielo !
Dio me ne guardi !
Dio, s. m. = Dio : il Creatore di tutte
le cose.
1) per V amor di Dìo = per 1' amor
di Dio. Pregando : piéntela, per Vamòr
di Dio = smetti, per l'amor di Dio.
2) che Dìo f tibia in glòria = Dio
t'abbia in gloria. Iron. che non ti possa
veder mai piìi.
3) se Dìo vceùr = se Dio vuole : espri-
mendo desiderio, e soddisfazione per
cosa finalmente avvenuta.
4) còme Dìo vceUr = come Dio vuole :
alla peggio ; i ròbb vaii là còme Dìo
vmir = le cose vanno come Dio vuole.
5) quànd Dìo V ha vorHiii = come
Dio volle : di cose venute dopo tanto
tempo.
6) le sa Dìo = lo sa Dio, lo sa il
cielo : espressione di dubbio, di desi-
derio, di affermazione.
7) gràsia di Dìo = grazia di Dio :
abbondanza di ogni cosa utile ai nostri
bisogni.
8) rè là cà di Dìo. Vedi cà Vi).
9) che Dio me ghe le vitinda bòna ! =
Dio me la o gliela mandi buona : di
cosa che minaccia d'andar male.
10) Ve mi Dìo = è un Dio, per iperb.
di pers. eccellente specialm. in un'arte.
dintórni, s. m. pi. = adiacenze, vici-
nanze, dintorni : luoghi circostanti.
dipènd, ». att. = dipendere ; avere ori-
gine e ragion d'essere, derivare, essere
causato da.
1) Essere agli ordini, al servizio di
qualcuno.
dipendtiii, pari. = dipeso : da dipendere.
diploma, * s. m. = diploma : documento
pubblico che comprova e attesta un
grado
diplomàtici! (fa el) = fare il diploma-
tico : fig. darsi 1' aria d' uomo a cui
marciscano in corpo grandi segreti; fare
l'arcifanfano in modo che altri possa,
dip
per burlarsi di lui, dime che ei soffia
il naso alle galline.
diplomàsta,* s. f. = diplomazia: scienza
delle relazioni fra Stato e Stato.
dipòrt, s. m. = poiiamento, modo di
procedere nella condotta.
diportàss, V. rifl. = portarsi, condursi,
agire; el se diporta ben ■= si conduce
bene.
dirama, v. att. = diramare: di circolari,
ordini, avvisi, notizie, ecc.: mandarli
a chi può interessare.
diràinàsiòn, * s. f. = il diramare : di
strade, fiumi, ecc., che formano diversi
rami.
diretò r, s, m. = direttore: chi dirige.
diresión,* s. f. = direzione: l'ufficio del
dirigere, e il luogo dove sta chi dirige.
1) La parte verso cui è volta una
cosa 0 si muove.
dirìg, V. att. = dirigere : sorvegliare e
regolare altri nelle loro operazioni.
1) Di lettere: indirizzarle.
dirigiiiii, part.= diretto: da dirigere.
dirimpètt, prep e aw.
1) Dirimpetto : in faccia, di contro.
2) Appetto, in confronto.
dis, pardc. che entra in composiz. con
moltissime parole e oggi sostituisce
quasi sempre il des del mil. già un
po' antiquato come in descòr ora di-
scòrj destàcà ora distàcà> ecc. ecc.
Le parole in cui entra questa particella,
si ricerchino sotto des....
disàcòrd,* s. m. = disaccordo: disparere
di persone su cosa che dovrebbero de-
cidere.
disanima'" v. att. = disanimare; far per-
der l'anima, l'energia.
disàprovà, v. att. = disapprovare ; non
approvare biasimando.
disàproyàsiòn,* s, f. = disapprovazione:
il disapprovare.
disàpùnt, s. m. = disappunto, disavanzo:
perdita per lo più di danaro.
1) Contrattempo, ostacolo, inciampo :
per lo piii molto fastidioso.
disarma,* v. att. = disarmare ; privare
dell'arme, far posare o cascar l'arme.
disàtént, agg. = disattento: che non sta
attento.
disàvàns,* s. m. = disavanzo: lo stesso
che déficit.
discàpit, * s. m. = discapito, scapito,
danno.
278 - dis
dlscèrnimènt, * s. m. discernimento, il
discernere: criterio, senno.
discésa, * s. f. = discesa, scesa, china:
inclinazione di terreno.
disco, s. m. = imbercio, di bersaglio :
luogo al quale si mira.
1) Per simil. ogni corpo rotondo e
piano, e specialm. quel meccanismo che
sulle strade ferrate serve a far segnali.
discoi, agg. e s. m. = discolo : giovine
vagabondo e vizioso.
discor, V. att. = discorrere, parlare. V.
descor.
1) vìa discorénd = via discorrendo:
in una lunga enumerazione.
discòrs, s. m. = discorso: la cosa detta.
Vedi descòrs.
1) Anche discorsa: discorso lungo e
insulso.
2) Quanto si dice in publico: amnga,
allocuzione.
3) salta d'on diseorè in l'alter = sal-
tar d'Arno in Bacchigliene; saltar di
palo in frasca.
4) cmnbià discòrà = voltar carta :
mutar discorso, perchè altri non senta
di che si parlava; o anche non rispon-
dere a tono a qualche discorso che non
sia di nostro piacere.
discrèsiòn,* s. f. = discrezione, mode-
ratezza : l'esser discreto nei desideri,
nel trattamento, nel procedere con altri.
discrètt,* agg. = discreto, moderato, non
esigente. Anche : temperante.
1) Di pers. abbastanza capace e
buona, e di cose abbastanza soddisfa'
centi.
disciisiòn, * s. /". = discussione : il di
scutere.
discfìtt, * v. att. = discutere, ragionare;;
ventilare una cosa.
disdèta, * s. f. = disdetta : sfortuna, spe-?
cialmente al gioco.
1) Quando le cose vanno ostinata-
mente male.
2) Dichiarazione di volersi scioglier©
da un contratto d'affari.
disdì, V. att, = disdire : negare d' aver
detto. Vedi desdì.
disègn, s. m. = disegno : il disegnare e
l'oggetto disegnato.
disèg'nà, v. att. = disegnare : delineare
senza colori.
1) Presagire, designare : fai- disegno.
disegnàdòr, s. m, = disegnatore : chi
dis
- 279 -
dìs
fa disegni di ricamo e li riporta sulla
stoffa.
disereda, * v. att. = diseredare : privare
dell'eredità.
disèrta, v. att. = disertare.
1) Danneggiare : render deserto.
2) Fuggir dall'esercito.
disertàsiòn, s. f, = dissertazione ; ra-
gionamento sopra un tratto di scienza
0 di erudizione.
disèrtor, s. m. = disertore : soldato che
ha disertato.
disèst, * s. ni. = dissesto : cattivo e pe-
ricoloso stato degli affari.
disestà, V. att. = dissestare, portar dis-
sesto ; el fàliment Ultim el m'ha prdpi
diseétaa = l'ultimo fallimento mi ha
proprio dissestato.
disestaa, (vèss) = essere dissestato : es-
sere in cattivo e pericoloso ' stato di
interessi.
disimbòrs, s. m. = disborso. Vedi de-
simbors.
1) vèéé in disimhoré = essere in di-
sborso : indugiare a riprendere i da-
nari messi fuori.
disgràzia, s. f. = disgrazia, sinistro,
danno, o caso dispiacente : specialmente
non preveduto.
1) Calamità : sventura grande ; spe-
cialm. pubblica.
2) * disgrtbsi hin come i scirés,
àdree à mina ghen veh des = le di-
sgrazie son come le ciliege, le disgrazie
non vongon mai sole.
disgràsiaa, agg. = disgraziato, sventu-
rato : che ha disgrazia, calamitoso ;
pieno di disgi-azie.
1) Di pers. in cattive condizioni.
disg'ust, * s. m. = disgusto : dispiacere
per cattive azioni ricevute. Vedi de-
sgfist.
1) àndà in disgÈst = romperla : di
amici che vanno in disaccordo.
disgiistà, * v. att. = disgustare ; far dipia-
cere, ispirar repugnanza.
disimpara, * v. att. = disimparare : di-
menticar lo cose imparate.
disimpegnà, v. att. = disimpegnare.
Vedi desiiiipegruà. Anche pei derivati.
disinfètà, * v. att. = disinfettare, espur-
gare : togliere con medicamenti e pro-
fumi appositi r infezione contagiosa
possibile da corpi o case sospette.
disiug'àiià, * V. att. = disingannare : le-
var d' inganno.
dising'àun, s. m. = disinganno : il di-
singannarsi.
disinterèsaa, * agg. = disinteressato :
non interessato ; che fa bene non per
interesse, ma per bontà d' animo, per
generosità.
disinvòlt,* e disinvoltura.* Vedi desin-
vdlt, e seg.
disionàri,* s. w. = dizionario : raccolta
di vocaboli o frasi.
disipaa, agg. = svagato, sviato ; che ha
il capo in tutt'altre cose che in quelle
che deve e gli son lecite.
dislàsà, V. att. = slacciai'e. Vedi de-
slàsà.
dismètt, v. att. = smettere. Vedi de-
sniètt.
disnà, s. m. = desinare, pranzo : il pa-
sto principale della giornata.
1) V. att. desinare : fare il suddetto
pasto.
disociipaa, agg. = disoccupato. Vedi
desociìpaa.
disonést, * agg. = disonesto : non onesto.
disonòr, * s. m. = disonore : perdita del*
l'onore.
disòrdin, * s. m. = disordine. Vedi de-
sórdiu.
disosà, * V. att. = disossare : d' animali
morti ; levar l'osso e prender la carne.
disotèrà, v. att. = dissotterrare, levare
di sotterra.
1) Esumare : dissotterrare un cada-
vere.
dispàcc, * s. m. = dispaccio telegrafico,
telegramma.
disparitaa, s. f. = disparità : disugua-
glianza d' opinioni,- anni, condizione,
trattamento.
dispensa, * s. m. = dispensa.
1) Stanza dove si tengono le robe
occorrenti per il mangiare.
dìsper, agg. = dispari, caffo : numero
che non si può dividere in dae nu.-
meri uguali e interi.
1) giiògà à pari e dìsper = fare a
pari e caffo : indovinare se il numero
delle dita che buttano i due giocatori,
abbassando insieme la mano, sarà pari
0 caffo.
2) Atto dell' autorità che libera da
un vincolo della legge.
disperà, v. att. - fa dispera = fare am-
mattire, tribolare.
disperaa, disperàsidn e sim. = Vedi
desperaa e seg.
dis
- 280 -
dit
dispérsa, s. f. = scoaciatura. Vodi de-
spèrsa.
dispètt, s. 7)1. = dispetto : atto o azione
fatti apposta per dispiacere altrui. Vedi
desprési.
1) sta in paràdìs à dispètt di sani =
stare in paradiso a dispetto dei santi.
Stare dove altri non ci voglia.
dìspiàsè, s. m. = dispiacere, afflizione :
vivo malessere prodotto dal doloro.
Vedi despiàsé.
1) dà dispiàsÈ = affliggere : dare
afflizione.
disponibile agg. = disponibile : che si può
disporre, di cui si può usare a volontà,
dispònn, «?. att. = disporre. Vedi de-
spònii.
disposisiòu, * s. f. = disposizione : il
disporre e il modo.
1) ciàpà i disposisiòn = prendere le
misure necessarie : fare i preparativi.
2) vèés à disposisiòn = essere pronti
a servire: essere a signoria di.,.
disposte paì't. e agg. = disposto : da di-
sporro.
1) ■vèss sémper disposi = esser sem-
pre in filo a...
2) Di pers. che è in buona salute e
grande e grossa.
disprepàrà, *'. att. = sparecchiare. Vedi
desprepàrà.
disprèsi,* s. m. = dispetto, noia. Vedi
desprési.
disprèss, * s. m. = disprezzo : il di
sprezzare; il tenere a vile, in nes-
suna stima.
dìspiita, s. f. = disputa ; il disputai-e, il
discutere a vicenda sopra un'opinione.
1) Recita domenicale d'alcuna parte
della dottrina cristiana.
dispiità, v. att. = l' sputare ; discutere a
vicenda sopra uu opinione.
dista; V. att. = distare : esser distante,
lontano.
distàcà,* V. att. = staccare. Vedi destàcà.
distànsa, s. f. = distanza: astr. di distante.
1) Spazio tra rigo e rigo, uomo e
uomo neir esercito e in chi stia schie-
rato militarmente.
distànt, agg. e spesso avo. = distante :
che dista, si scosta ; è lontano.
disténd, v. att. = stendere, sciorinare.
Vedi desténd.
disting'U, V. att. = distinguere. Vedi
destìngru.
distinsión,* .<<. f. = distinzione: il di-
stinguere, il notar bene la differenza
tra cosa e cosa.
1) tratà con diètinsiòn = trattare con
nobiltà.
distinte * ^99- = l'agguardevole, cospi-
cuo : « meno bene » distinto.
distinta, s. f. = nota specificata : elenco.
distra,* v. att. = distrarre: sviare l'at-
tenzione dal punto a cui era rivolta.
1) Ricreare ; dar conforto.
distràsiòn, * s. f. = distrazione, astra-
zione.
1) Ricreazione, divertimento.
distrassi, V. rifl. = svariarsi, divagarsi :
prendersi un po' di spasso per ricrearsi
da gravi cure o pensieri,
distràtt, agg. = astratto : preso da astra-
zione.
distrètt,* s. m. = distretto : divisione
amministrativa di provincia.
distribiiì, * V. att. = distribuire. Vedi
destribiiì.
distribiisiòu, * s. f. = distribuzione : il
distribuire e la cosa distribuita.
distriìgr, V. att. = distruggere, annien-
tare : ridurre al niente.
distriisiòn, * s. f. = distruzione, an-
nientamento.
distriitt, agg. = distrutto, annientato.
. 1) Metaf. Consunto, emaciato; di pors.
magrissima, specialm. per malattia.
distiirbà, v. att. = disturbare : inter-
rompere noiosamente, molestare.
disturb, s. m. = disturbo : cosa che di-
sturba.
disiibedi, v. att. l
disiibediénsa, s. f. ) V. desiibedì, e seg.
disiibediént, agg. (
disutil, s. m. = disutilaccio ; peggio che
inutile.
dita, s. f. = ditta : società di commercio. .
1) Insegna, cartello : il cartello in
cui sta scritto il nome del mercante.
2) eèss dna bòna dita = essere un
bel capo, un bell'arnese.
dita, s. f. = detta ; à dita de mi, de ti,
de tUec e sim. = a detta mia, tua, di
tutti, e sim.
ditàtdr, * s. m. = dittatore : magistrato
esecutivo straordinario, specialm. in
tempo di guerra o di commovim. civ.
ditòngrli, * .s. m. = dittongo : duo vo-
cali riuaite sotto uno stesso acconto,
in una sillaba sola,
ditt, part. = detto : dal verbo dire.
à
dìu
— 281
dob
1) ditt e straditi = battuto e ribat-
tuto : di cosa detta più volte.
2) ditt e fàtt = detto e fatto : subito.
diurnista, s. m. = giornaliero : impie-
gato non pagato mensilmente, ma gior-
nalmente.
diurno, * agg. = diurno : di giorno ; spe-
cialm. di teatro.
diutil, s. m. = diario : libro dei fatti
gionalieri.
diragà, «?. att. = divagare: distrarsi col
discorso, allontanarsene.
diràn, s. vi. = divano ; specie di panca a
spalliera e braccioli, per lo più imbot-
tita e ricoperta di bella stoffa ; divdn
tla tUrca = divano alla turca. Anche ;
dUscèss (dal frane, duchesse) cànape.
divede (dà à), v. att. = dare a divedere ;
dimostrare.
diventa, ». att. = divenire, più com. di-
ventare : venire allo stato che indica
il complem. diventa sciòr = diventar
ricco.
dirèrs, agg. = diverso, differente, dis-
siniile : impari ; non pari, non uguale.
1) Anche come avv. ; diversamente.
divèrsamént, am. = diversamente, al-
trimenti ; in modo diverso.
diversitaa, s. f. = diversità. Astr. di
diverso.
dÌTersìv, s. ))i. = spasso, passatempo,
trastullo, divertimento, sollazzo.
divertì, v. att. = divertire : distrarre
l'animo ricreando.
divertìment, * s. m. = divertimento, ri-
creazione, spasso : quanto serve a di-
vertire.
divertiss, v. rifl. = divertirsi, spassar-
sela, ricrearsi.
divìd, V. att. = dividere : fare due o più
parti d'una stessa cosa.
1) Separare, allontanare.
2) Distinguere.
3) Dividere ; di un numero : fare la
quarta operazione dell'aritmetica.
dividendo, * s. m. = dividendo : uno dei
termini della divisione.
divìdes, V. rifl. = dividersi.
1) Separarsi : cessare di vivere in-
sieme.
2) Biforcarsi, diramarsi : detto spe-
cialmente di strade che si dividono
in due.
divino, * agg. = divino, eccellente, per-
fetto, squisito.
divinàmént, avv. = divinamente. Iperb.
in modo divino.
divinitaa, s. f. = divinità. Astr. di di-
vino.
1) Più specialm. di cosa eccellente,
squisita.
divìsa, * s. f. = divisa, uniforme : spec.
quella dei soldati.
divisiòn, s. f. = divisione : il dividere,
e l'effetto del dividere.
1) fa i divisiòn = far le divise :
specialm. dello spartire un patrimonio.
2) Tratto, trattuzza : lineetta che se-
para le parole in fin di riga
3) Parte di un corpo d'esercito.
4) Una delle quattro principali ope-
razioni dell'aritmetica.
divisóri^ agg. = divisorio ; milr diri-
sdri = muro divisorio : quello che sta
fra due case, o fra due camere.
divora, * v. att. = divorare : mangiare
avidamente.
1) Di chi guarda bramosamente ; le
divora eòi oeuce = lo divora cogli occhi.
divorai, * s. ni. = divorzio : scioglimento
assoluto del matrimonio.
divosiòn e divòtt. Vedi devosiòn e
devòtt.
dò, agg. = due, al femminile.
1) dàghela de dò = menarla buona,
0 anche non guardar pel sottile ; non
guardar la cosa attraverso gli embrici.
2) là va de dò = va benissimo, va
a gonfie vele.
3) de dò = T. di gioco : marcio, po-
sta doppia.
4) ogni tré bòtt i dò = botto, botto :
spessissimo.
5) chi ne fa v&na ne fé dò = chi
fa una trappola ne sa tender cento.
6) no ghe n'è vùna se no ghe n' è
dò = le disgrazie non vanno mai sole ;
un malanno tira l'altro.
7) vùìia di dò = delle due l'una.
dòa, s. f. plur. dòv = doga. plur. do-
ghe : quelle strisce che compongono
vasi da umidi o da misure, come le
botti, i barili, ecc.
dòbia, s. f. = rimboccatura, rovescina :
parte del lenzuolo che si rimbocca so-
pra lo coperte.
1) volta indree là dòbia = rimboc-
care il lenzuolo ; rovesciarlo sulle co-
porte del letto per prepararlo.
2) fa sòtt là dòbia = rincalzare la
rimboccatura.
dob
— 282
dol
dobià) V. att. = addoppiare : far doppio,
piegare in due, mettere a doppio.
1) Piegare, cui-vare ; dobìtl el góm-
bet = piegare il gomito.
dobiàdfira, s. f. = addoppiatura : 1' ef-
fetto dell'addoppiare, del far doppio.
dobiàsS) V. rifl. = ripiegarsi, incurvarsi ;
diventar curvo.
dobiètt, s. m. = doppia : specie di gemma
artificiale.
dobiòn, s. m. = doppia : guarnizione dei
vestiti da donna.
1) Nei giochi un numero accosto al-
l'alti'O.
2) Doppio, doppione : dei bozzoli
formati da due bachi.
dòbla, s. f. = doppia. T. stor. moneta
d'oro di vario valore secondo i paesi.
Sparita la cosa, morto il vocabolo.
doblaa, agg. = pomato, pomellato : del
mantello dei leardi.
dobiètt, s. m. = dobletto : specie di
tessuto di cotone a righine.
docìa, * s. f. = doccia : getto d' acqua
diretto per cura a una parte del corpo.
dócil, * agg. = docile, arrendevole : di
chi si piega facilmente a' consigli, alla
volontà dei superiori.
dòcìlitaa, * s. f. = docilità, arrendevo-
lezza.
dociìmént; * s. m. = documento : scritto
ohe si allega a prova di fatti asseriti.
dociimeutà, v. att. = documentare : cor-
redare di documenti, di pi'ove, e sim.
dòdes, agg. = dodici : dieci piii due ;
in del dodes = nel dodici : nell' anno
dodicesimo del secolo.
dèe e anche dove, aw. = dove, ove : il
luogo 0 nel luogo in cui.
lì de dòe = per dove, per qual luogo.
2) dòesesìa = dovunque, doveches-
sia : in qualunque luogo.
3) rfe, da dóe, d'in dòe = donde : da
qual luogo.
doé e dorè, v. att. = dovere : d'ogni
azione o cosa necessaria, conveniente,
obbligatoria, molto probabile.
1) Desiderio e bisogno ; te doarìset
pròpi dàrnel à mi el tò borsiti = do-
vresti proprio darlo a me il tuo bor-
sellino.
2) Essere creditore ; mi glie devi
niènt à niéUn = io non devo nulla ad
alcuno.
3) Indicando 1' autore d' una cosa ;
el ghe dèv tiitt ài so àoeàtt = deve
tutto al suo avvocato.
4) Esprimendo ostinazione ; anca se
el ghe n'ha minga voeuia el dèv ve-
gni = anche se non ne ha volontà,
deve venire ; voglio proprio che venga.
5) vèsé cónte se dév = essere come
va ; essere pei' bene.
doér 0 dover, s. m. = ciò che si deve
fare.
1) Conv^enienze sociali ; fa el so
doér cdla gènt = fare il proprio dovere
coUa gente ; nel senso di riverire, sa-
lutare, complimentare
2) mètt ài doèr.1 legni ài doér = far
stare, tenere a dovere.
doér (de scòla) s. m. = compito: il
lavoro in iscritto dei ragazzi che vanno
a scuola.
1) fa el doér in bela = recai'e il com-
pito in pulito.
2) fa el doér in bruta = fare la
bozza, la minuta del compito.
3) fàgh el doér à vùn = fargli, sug-
gerirgli il compito.
dogana,* s. f. = dogana : l'ufficio, la re-
sidenza della dogana.
dogàniér,* s. m. = doganiere : ' impie-
gato di dogana
dogìà, V. att. = adocchiare, docchiare :
guardare con avidità, e anche fissar
l'occhio su una persona che si cerca.
dogiàda, s. f. = adocchiata, occhiata.
dogiòn, s. m. = adocchione : che adoc-
chia spesso e volentieri.
dogma,* s. m. = dogma, domma : quanto
la chiesa impone di credere.
dogmàtìoli,* agg. = dogmatico : che ri-
guarda il dogma.
doiòs, agg. = doglioso, addolorato.
1) àndà doiòs = andar su doglia,
andare sghembo.
dola, s. f. = nome della pianta scortec-
ciata nei boschi che serve di segnale
di limitazione al taglio del bosco.
dolcésa, * s. f. = dolcezza, astr. di dolce,
nei significati propri e nei traslati.
1) Belle, cortesi manieri ; tràtà vun
coni dolcèsa = trattare uno con dol-
cezza, cortesemente, con bella ma-
niera.
dólci (i), s. m. pi. = i dolci, le paste,
le chicche. Vedi bombon.
1) Scherz. i dolci = i pie dolci, i
pie ciocci ; con calli o .sim.
doléta, s. f. = dulletta. T. da fabbro
dol
283 -
doni
ferraio : strumento per bucare gli in-
gegni d'una cliiave.
doliètt, s. f. = vestito a vestina : del-
l'abigliamento femminile, specie di ve-
ste da camera. Dal frane, douillette.
dolòi*) s. m. = dolore : sensazione pe-
nosa. Anche in senso morale.
1) vèss pién de dolor, vèsé tiitt in
d'on dolor = dolicchiare, doliccicare.
2) dolor de eoo = dolor di capo :
dolor di capo : pensiero molesto, fa-
stidio. Anche : persona o cosa che dia
dolore.
3) dolor miitt = dolore cupo, gi-ave.
4) l'è quèèt el me dolor = è questo
ciò che maggiormente mi duole.
5) mss nàsiiil quand el ditlol el g'à-
veva i dolor = esser nato a cattiva luna,
sotto cattiva stella ; essere sfortunato.
dolora, -v. alt. = spasimare : sentir forte
il dolore fisico.
dolorili, s. m. = doloretto : dim. di do-
lore.
1) i doloriti = dogliuzze, doloretti ;
spec. dei bambini.
doloròs, agg. = doloroso ; che dà, poiia
dolore.
1) Ostico, penoso : fìgm-.
dols * agq. = dolce : che ha sapore dolco.
1) Blando : che opera a poco a poco,
dolcemente ; fmugh dols = fuoco blando.
2) coi dols = blandajnente, con dol-
cezza, colle buone.
3) legna dòlsa = legno dolci : che
bruciano presto.
4) l'égn dols = legno dolce, docile :
che si lavora facilmente.
5) el dola, s m. = il dolce : vivanda
dolce che si serve verso la fine del
desinare.
6) dola e briiéeh = agrodolce, dolce
e forte ; di pietanze.
7) dola de sàngu = benigno, dolce,
tranquillo.
8) dols = dolce di sale ; scipito, con
poco sale.
9) * pee dols = i pie dolci, i pie
ciocci ; con calli e sim,
dolsìn, agg. = dolcigno : che pende al
dolce.
dolsusc, agg. = dolciastro ; pegg. di
dolce : che sa di dolce, nauseante.
doma, V. att. = domare : degli animali
restii per natura.
1) Fig. e fam. di pers. correggerla
e renderla pieghevole e docile.
2) D'oggetti 0 strumenti che si ren-
dono coir uso più manevoli.
3) Addolcire ; Véì-a on pànn rumd,
Vhà domaa prèsi = era un panno ruv-
vido, r ha addolcito presto.
doma, avv. = appena, poco, quasi punto ;
solamente, soltanto.
1) domh àdèss = or ora, pur dianzi,
teste, un momento fa.
domàddr, * s. m. = domatore, addome-
sticatore : chi addomestica le fiere.
domali, aiw. = domani, dimani . Vedi
dimàu.
1) de chi à domdn on quèj sani
proedàrà = cavami d'oggi e mettimi in
dimane.
2) domdn; domati màtìna = tu in-
fornerai domane, non mai ; aspetta ca-
vai che l'erba cresca.
3) ran, ran, quèll che no fèmm
incceu farèmm domdn = quello che non
si farà oggi si farà domani.
domanda, s. /*. = domanda, dimanda :
il domandare. Anche : dimanda.
1) fa dimtLìida = chiedere un prezzo
esagerato.
2) Ei chiesta fatta all'autorità : inter-
rogazione.
3) i domànd = le interrogazioni.
domanda e dimanda, v. alt. = doman-
dare, dimandare, chiedere, addoman-
dare : rivolgersi con parole per saper
qualche cosa.
1) domanda rè lèeit e riépond l'è
cortesìa = domandare è senno e rispon-
dere è cortesia.
domenica*, s. f. = domenica : il set-
timo giorno della settimana. Anche ;
doiiiéne8"a; doménica grtisa = l'ultima
domenica di carnevale.
domestica, * «'• att. = addomesticare,
dimesticare, render domestico.
domèsticàbil, * agg. = addomesticabile :
che ha attitudine ad essere addome-
sticato.
domésticli, * s. m. = domestico, servi-
tore.
1) Agg. Domestico, mansueto.
domicìli, * s. m. = domicilio : il luogo
dove uno dichiara di aver la dimora
stabile.
domila, agg. = due mila : numero ; due
volte mille.
domina,* -v. att. = dominare, esercitare il
dominio.
1) Render mansueto ; delle bestie.
doni
284 —
don
2) Prevalere : di opinioni, colori,
sapori, e sim.
3) Del vento che è solito soffiare in
un luogo.
4) Soprastare : di alture ed altri
luoghi elevati.
dominàsiòu, * s. f. = dominazione : il
dominare.
dominee, s. m. = entra nella frase ; à
fa on dominee glie voRur on saceh de
danee = a fare uno prete ci vuol di
molto danaro.
domino, s. m. = dominò : specie di
giuoco con ventotto tessere.
1) Dominò, bautta : sorta di vestito
da maschera.
Dòinm, s. m. = Domo, Duomo : la cat-
tedrale.
1) àndti in Dònim = fig. andare a
male.
2) domanda se el Dòmm l'è de vend =
voler comperare il Duomo. Si dice di
chi ha pochi quattrini e gli pare d' a-
verne a bastanza.
3) vègli i ami dèla baila e i ècàlìn
del Dòmm. Vedi, ann, 17 ^
4) vèsé là ftibrica del Dòmm = esser
la labbri ca di San Piero : di fabbrica
che non finisce mai, e per estens. d'ogni
lavoro molto lungo.
dòn, s. m. = don : titolo d'onore che si
mette innanzi ai nomi dei preti e di
alcuni nobili.
1 ) Dono, regalo ; vèss on don di Dìo =
essere un dono di Dio.
2) dòn de natura = doao di natura ;
dote naturale, le facoltà della mente e
dell' animo.
dòn dòn = don don ; ton ton. Voci imi-
tative il suono della campana a rin-
tocchi.
dona, V. alt. = donare, regalalo : dare
in dono.
dona, s. f. = donna : la femmina del-
l'uomo.
1) Donna, moglie.
2) Donna, fante, servente.
8) dona di pàgn de color = lavatora,
lavandaia dei pannolini colorati : donna
a cui diamo a lavare camiciole o altre
vesti che non son troppo addatte per
la lavandaia.
4) dona che ladra in biancherìa =
cucitrice.
5) dona in giornada = giornante :
che va a lavorare in giornata per le
case.
6) Donna, donna fatta; contrario di
fanciulla.
7) piàsè i dòmi = tirare alla gon-
nella.
8) spend filtt in di dònn = far del
ben bellezza.
9) dona de gròés = serva da fatica,
donna di mezzo.
10) dona inpi'èstit = donna in scambio.
11) quèla dona = mammana, la le-
vatrice.
12) c^na de cà = massaia, donna
massaia. Vedi cà, 13).
13) dona de lobia = ciana.
14) ddna de concliisiòn = donna va-
lente, di conto.
15) dona e pàdrotia = donna e ma-
donna : padrona assoluta.
16) dò dòmi e on' dea fan on nier-
caa = tre donne fanno un mercato.
17) dona giòina e mari vece, gh'è
fmu fina ài tèce = è facilissimo avere
i pulcini di gennaio.
18) in cà gh'è sémper maa fic là
dona là pòrta i ealson e V òmm el
scosaa = quella casa non ha pace dove
gallina canta e gallo tace.
19) né dona, né ttla à lumm de
candita = ne donna, ne tela a lume
di candela.
20) dna bona dona l'è on tesar per
dna. cà = la buona femmina rifa la casa
e la matta la disfà.
21) Donna : titolo d' onore, femmin.
di don.
22) Nel gioco delle carte ognuna
delle quattro figure che rappresentano
una donna.
23 j giiigà à ddna salta = giocare a
dama salta : specie di gioco che si fa
in parecchi colle carte da tresotte.
donasela, s. m. = donnaccia, baldraoca :
donna di cattiva vita.
donàsiòn, * s. f = donazione : atto le-
gale con cui si cede tutto o parte delle
proprie sostanze.
donàtt, s. m. = donnaiolo : che ama le
donne e sta dietro a questa e a quella.
dónca, cong, = dunque, adunque; cong.
illativa.
1) Modo di dire ; donca, dónca trii
conchitt fan dna conca - dunque, dun-
que, e che ho da rispondere? non c'è
che dire.
don
- 285 -
(lor
2) Nelle interrogazioni stringenti,
imperiose, per eccitare, a fare o a ri-
spondere.
(lòuda, s. f. = dondolo ; dà là dónda =
dar l'andata, l'aire.
doudà; i^. att. = dondolare : di cosa at-
taccata 0 ritta che da un dei capi si
move.
1) Ondeggiare, barcollare, traballare,
balenare, tentennare, vacillare : di per-
sona 0 cosa diritta che si inchina ora
da una parte, ora dall'altra ; o?i cioceh
el dónda = un ubbriaco barcolla.
2) Teinpellare, indugiare.
3) Barellare : di un negoziante che
mal si regge e sta per fallire.
doudàda, s. f. = dondolo, barellone, bar-
collata, traballata e sim.
doudàsi, (el sur) = dondolone, bada-
lone, tentennone.
dondi^uà, ■<'. att. = dondolare. Frequen-
tativo di dondà.
doudòu, avv. = dondolone.
1) giiigti à dóndón = fare a staccia
buratta. Nel farlo si accompagna il gioco
colle parole ; dondon Ceca màrón-mà-
rón di fraa, è mòrt on A-on A de
Pavia, è mòrt Lusla-Lilsìa de Mildn,
è mòrt 011 edn-on edn rabiòs, è mòrt
on tos-tos tosòtt, è viòrt là dona del
higolòtt-bigolòtt bigolotee, è mòrt là
dona del eàpelee. E in' toscano : strac-
cia buratta, martin della gatta-la gatta
andò a mulino, la fece un chiocciolino -
coir olio e col sale, col piscio di cane.
doudonà, v. att. = dondolare. Vedi dondà.
donee, s. m. = donnaiolo : che ama le
donne e sta dietro a questa e a quella.
douèll, s. m. = coniglio. Vedi conili.
douin, s. m. = donnine : donna piccola
e graziosa,
1) Bambina assennata.
2) Cecino : di fanciulla avvenente e
di care maniere.
donisieU; s. m. = ciuino : porcellino
d'India; mits porcellus.
donèta, s. f. = donnetta : dim. di donna,
i) Donna graziosa e piacevole : an-
che donnine.
2) Uomo tutto preciso intorno alle
coso sue.
3) Ometto che si compiace occuparsi
in facendo domestiche,
4) Bambina che ha senno di donna
fatta.
donon, s. m. = donnone, donnona. Acor.
di donna ; donna alta e ben formata,
donòta, s. f. = donnetta : donna alta,
grossa, ma piacente.
dousèla, s. f. = cameriera : donna da
camera.
1) Specchio a bilico, specchio porta-
tile : poco usato il vocabolo.
donselànt, s. m. = dozzinante : chi sta
a dozzina ; poco usato.
donsèna, s. f. = dozzina : parlando di
uova, pane, pere, noci e altre cose
mangerecce, in ital. anche : serqua.
1) dòdes donsènn = una grossa.
2) làorà, poèta, eee. de donsèna =
lavoro, poeta, ecc. da colascione.
dopi, agg. = doppio : duplicato, duplice,
doppio.
1) T. di stam. ; doppi eggiatura.
2) ài dopi = al doppio.
3) Fig. doppio, finto, simulatore.
doyìètt, s. m. = coppiola : scarica con-
temporanea delle due canne di un fu-
cile.
dòpo, avv. = dopo, appresso ; avv. di
tempo.
1) A modo d' agg. : el di dopo, el
mès dòpo, ecc. = il giorno dopo, il
mese dopo, ecc.
dòpodiniàn, avv. = doman 1' altro : il
giorno dopo domani.
dopodisnaa, s. m. = dopopranzo e po-
meriggio. Vedi depodisnaa.
doprà," v. att. = adoperare, usare di una
cosa, servirsene. Anche ; doperà e
droà.
dór, acjg. = dorato : che ha color d' oro.
doràdura, s. f. = doratura : meglio in-
doràdura.
dord, s. m. = tordo ; Sylvia musica -
uccello silvano, che zirla, trutila.
1) dord ètelon = schiamazzo, allet-
taiuolo, cantaiuolo.
2) grass còme on dord = grasso pi-
nato : di persona soda di carni come
pina.
dordà, V. att. = Zirlate, triitilare: del-
l'emetter la voce che fa il tordo.
dordin, s. m. dordìna, s. f. = pispo-
lone, tordi no. Anthus arboreus. Uccello
silvano.
1) Figur. : pinocchine , pinocchina :
fanciullo 0 donna, piccoli ma grassocci
e ben proporzionati.
dordinètt, s. m. = pispoletto, tordinetto.
dor
— 286 —
dot
dor è f agg. = dorato, dorè. Dal francese:
Dorè,
dori, V. att. = dolore : dai-e. arrecar do-
lore.
1) dori on poo = dolicchiare.
2) chi insci voeur, nient ghe doeur =
chi è causa del suo mal pianga sé
stesso; chi non vuol la festa levi l'al-
loro.
doridi, agg. = dorico. T. archit.
dormentina, s. f. = narcotico, oppio.
1) mètt là dormentina = aloppiare :
metter l'oppio.
dormì, V. att. = dormire: prender sonno,
riposarsi col sonno.
1) doTìnì à là serena = dormire alla
bella diana, all'aperto.
2) dormì còme on sciaceli e anche :
dormì déla quarta = dormire della
grossa, profondamente : dormire quanto
le panchette, quanto le materasse.
3) dormì ààraa = dormir sodo : dor-
mire di un sonno profondo.
4) dormì déla ■prima = dormir la
Bianca, la Bianchina; dei bachi da
seta : dormire il primo sonno.
5) dormì sii là càsìna = dormire a
pagliaio.
(5) dormì in éetòn = dormire a se-
dere.
7) dormì in d'on gropp = dormire
rannicchiato.
8) dormì i so sògn quièti = dormire
col capo fra due gaanciali.
9) chi qiÈga, no dorma = chi dorme
non piglia pesci.
10) dormì de sora, o in éul sòree =
aver le campane grosse, esser duro di
orecchio.
11) donni déla quarta = come dormì
coinè on seiòeeh. Vedi 2).
12) el dormirìa éiii gUgitt = dormi-
rebbe sui pettini di lino.
13) dormì déla grdsa = dormir la
grossa: non occuparsi di una cosa.
14) dormìgh éòra = dormirci sopra
a una cosa : non ricordarsene più.
15) mètt à dormì = mettere a dor-
mire. Fig. trascurare, mettere una cosa
in disparte.
16) el dormì = il dormire : alloggio,
camera, letto per riposare.
17) èrba cruda e gàmber còti no Itl-
éen mài dormì tuta là nòtt = noi vo-
gliamo dire che non si deve cibarsi di
sera di insalate e di gamberi, perchè
cibi indigesti, che farebbero star male
di notte.
18) Biascicare: di quando la richie-
sta di una derrata rallenta e il mercato
stagna.
dormia, s. f. = alloppio, narcotico. Vedi
dormentina.
dormiàda, dormida, s. f. = dormita,
dormitona : un dormire lungo, continuo.
dormiàscià, v. att. = dormir della grossa,
seguitare a dormire, specialm. per pi-
grizia.
dormiàtt, s. m. = dormiglione : chi è
solito levarsi tardi, dormir molto.
dòrmimpee, s. m. = dormalfuoco, scio-
perone, dappoco: che non vuole, non
sa lavorare.
dormión, s. m. = dormiglione : chi dor-
me frequentemente e di molto.
1) Traversa: t. di macchina.
dormitòri, s. m. = dormitolo, dormen-
torio : camerone delle comunità dove
molti stanno a dormire.
dormceùs, s. f. = poltrona e carrozza a
sdraio : specie di poltrona grande colla
spalliera che si può abbassare e su cui
vi si distende come in letto. Dal frane. :
Dormeuse.
dorsàl, agg. = dorsale ; là spina doréal
= la spina dorsale, la colonna vertebrale.
dosa e dose, * = dose: la quantità ne-
cessaria d' una sostanza per ottenere un
dato effetto e proporzione.
dòss, s, m. = dorso, dosso, schiena.
1) fànn de sòtt e dòéé = far d'ogni
erba fascio, farne d'ogni sorta.
2) vess faa siil so dòse = essere fatto
sul suo dosso : di panni fatti apposta
per una pers. o che tornano bene a
quella.
3) Colle, poggio; el dòéé bèli = il
dosso bello.
doserà, s. f. = dossiera: largatasela di
cuoio che tiene il carro per le stanghe
appoggiato al basto del cavallo, mulo,
0 asino che sia.
dota e dòte, * s. f. = dote, dota : quanto
porta la donna andando a marito, e la
rendita che si assegna a un pubblico
istituto.
dota, v. att. = dotare : dare la dote.
dotàsiòn, s. f. = dotazione, dote, asse-
gnamento, assegno.
dotór, s. m. = dottore, medico : chi cui*a
le malattie.
1) dotòr déla eiépa, del lèla, del
dot
— 287
drì
perscimm, de l'tbequa frèéca = dottore
dei miei stivali, toccapolsi. Anche: sala-
mistra, saccente, saputello.
2) doto?- de lèg = dottore in legge,
dottore, notaio.
3) dotor condott = medico condotto.
4) l'è mèj on àsen viv che on dotor
mòri = vai meglio un asino vivo che
un letterato morto.
5) parla mèj che né on dotor = par-
lar come una sibilla ; parlar bene e da
senno.
dotorà, ». att. = laureare, addottorare.
1) Sdottoreggiare : fare il dodda, il
saccente, il saputo.
dotoràda, s. f. = saccenteria : cosa detta
con presunzione di saccente.
dotorèll, s. m. = saputello, saccentino:
chi fa il maestro e il dottore con pre-
tensione e importunità.
dotoresa, * s. f, = dottora, dottoressa:
di donna sputasentenze. Oggi però che
le donne studiano all'Università, anche:
medichessa,
dotorìn, s. m. = dottorino: specialmente
di dottore giovane.
dotoròn, s. m. = dottorone: specialm,
di dottore molto valente.
dotrìna, s. f. = dottrina, catechisnio : i
principi della relig. catt. e il libretto
dove sono formulati a domande e ri-
sposte.
1) là dotrìna di sci'*ri = la musica
ai G-ardini Pubblici, che si va a udire
nelle ore e invece della dottrina in
chiesa.
dova e dóa, s. f. = doga : le strisce che
compongono vasi da umidi, secchi, tini,
botti, ecc.
1) gròéé de dov = dogare, rimettere
le doghe.
dóve, = dove, ove. Vedi dòe.
dovè, = dovere. Vedi doè.
dover, .s. m. = dovere. Vedi doèr.
dover (de scóla), s. m. = Compito. Vedi
doér de scòla.
dovnii, part. = dovuto : che spetta, che
appartiene. Part. pass, del verbo doè.
dràgànt, s.ìu. = di-agante : gomma dra-
gante. Sp. di colla.
dràgrh, s. m. = Drago : animale favoloso
variamente raffigurato.
dràgron, s. m. = dragone : soldato di un
corpo speciale di cavalleria.
1) Dragone. Sp. di mal d'occhi nei
cavalli,
2) Targone. Arthemysia dracuneulus.
Pianta perenne.
dragóna, s. f. = t. milit. : dragona, ci-
cisbeo : ornamento dell' impugnatura
della spada o sciabola degli ufficiali,
soft' ufficiali e soldati scelti.
dràuia, * s. m. = dramma : rappresen-
tazione drammatica seria e quasi tragica.
dramàtich, * agg. = drammatico. Agg.
da dramma, componimento teatrale.
dràpp, * s. m. = drappo : tessuto di seta
specialmente a opera.
1) Coltre : copeita del feretro.
dràstici!, * agg. = drastico; t. med. :
d'alcuni purganti violenti.
drèss, s. m. = tordo, tordelle, tordella
alpigina. Sylvia Pilaris. Uccello sil-
vano.
drèsìn, s. m. = tordo sassello, tordo
minore o alpigino. Sylvia iliaca.
dresòn, s. m. = tordela, tordiera, tordo
maggiore, tordescaia. Sylvia viscivora.
drisà, V. att. = addirizzare: far dritto
quel che è storto, rimettere a dritto.
driss, agg. Lo stesso che dritt. Vedi.
drita e drìsa, s. f. = destra.
1) vèss fila eoa drita = essere alla
sua dritta.
2) sta sii là eòa drita = tenersi sulla
mano.
3) dà là drita = cedere il passo alla
destra. Fig. cedere, inchinarsi : rico-
noscersi per da meno di un altro.
drito, s. m. = avveduto, astuto: che ha
astuzia, furberia. Per lo più in poco
buon senso.
dritón, s. m. = drittone, arzigogolone,
fiirbaccio : di pers. molto furba.
1) vèsé on driton = essere un dei
fini.
dritt, agg. = diritto : contr. di curvo :
ritto, dritto.
1) Anche : perpendicolare, a piombo
contrario di pendente, inclinato.
2) àndtL dritt = andar diritto, andar
per la linea diretta.
3) àndà dritt in del écriv = fare i
righi diritti.
4) tirti dritt = arar diritto. Anche:
passar via senza fermarsi.
5) per dritt e per traverà = per dritto
e per traverso: in un modo o nell'altro
a qualunque costo.
6) dritt cóme on i, còme on fù,s =
diritto come un cero : diritto molto.
dri
288 -
dur
I) toeula, ciàpàla in sili so dritt =
pigliarla pel suo verso.
8) dritt in pee = ritto in piedi.
d) tira dritt per là eoa étrhda = tirar
di'itto per la sua strada : far ciò che si
crede meglio, senza curarsi delle cri-
tiche.
10) A diritto : in linea retta, diretta-
mente ; el va séniper dritt, el trceiwa
Mbit là strada = va sempre a diritto e
trova subito la strada.
II) dritt come i gamb d' on càn =
diritto come le gambe dei cani, cioè
tutto torto.
12) "vess minga in sili so driss =
non essere di buon umore ; aver le pa-
turnie.
dritura, s. f. = dirittura ; linea retta ;
indritùra = dirittamente, in linea retta.
1) Avvedutezza, furberia.
droà, V. att. = adoprare, adoperare : usare
una cosa, servirseae.
1) drot i man = adoperar le mani,
picchiare.
2) Prov. : chi g'hà giiidisi le drativa
= chi ha più giudizio e più n' adopri.
Non cimentarsi, non compromettersi
con persona che ti invita senza aver
conoscenza della sua debolezza e del
suo torto.
3) Giovarsi di una cosa : valersene a
suo prò.
droaa, agg. = adoprato, adoperato, usato:
che non è più nuovo.
droàbil, a^^r. = adoprabile, adoperabile:
che si può adoperare.
droga, s. f. = droga, aroma: specie di
prodotti coloniali come, cannella, pepe,
coriandri, garofani, ecc.
droghee, s. m. = droghiere : che vende
droghe. Anche fondeghee.
drogherìa, * s. f. = drogheria: bottega
dove si vende droghe, generi coloniali
e cose affini.
droghètt, s. m. = droghetto: specie di
panno. Poco usato. Dal frane. : droguet.
drolàrìa, s. f. = astuzia, furberia, saga-
cita, avvedutezza. Dal frane, drolerie.
dromedàri,* s. m. = dromedario: specie
di cammello con una gobba sola.
1) Si dice specialm. di donna molto
alta e poco grossa.
dubi, * s. m,. = dubbio.
1) no gli' è dUbi = non c'è dubbio.
2) caga dubi = meticoloso, sofistico.
dubita, 'e. att. = dubitare : esser dub-
bioso, incerto.
1) Aver poca fiducia : non fidarsi ;
dubita de tiiti = non fidarsi di nessuno.
duca, s. m. = duca: titolo di nobiltà,
non più di signoria.
diicaa, s. m. = ducato : per fortuna spai've
dalla geogr. d'It. la cosa e sparisce
anche il nome.
diichèsa, s. f. = duchessa: la moglie del
duca.
diicliesiua = duchessina : la figlia del
duca.
diichin = duchino: il figlio del duca.
diicìiiuént, s. m = documento. V. do-
cttmènt.
diteli, * s. m. = duello: combattimento
fra due sfidati.
1) fa diièll = duellare, combattere in
duello.
diiètt, * s. m. = duetto. T. music, vezz.
di Duo. Composizione vocale e istru-
mentale a due parti.
dugo, s. m. = gufo reale o grosso, bar-
bagianni selvatico. Strix bubo : uccello
di rapina. Anche gràu dugo.
diilcàinàra, s. f. = dulcamara ; specie di
pianta comune e medicinale.
dttplicaa, agg. = duplicato : seconda copia
d'una ricevuta, o d'altro atto qualsi-
voglia.
1) Duplicato. T. di tipogr. : quel che
il compositore raddoppia per svista.
diìr, agg. = duro, sodo: d'ogni corpo re-
sistente e di cosa relativamente più
dura di altre dello stesso genere.
1) tegnì dur o .§tà dùr = durare,
stare saldo, perseverare, non cedere.
2) sta dùr còme on mùr = stare,
tener fermo.
8) vèss dur d'orègia = aver le cam-
pane grosse, 0 ingrossate : essere' un
po' sordo.
4) dur de boea = duro di bocca ; di
cavallo che sente difficilmente il morso.
5) dur de coms = di cattiva cottura:
di vivande che richiedono molto tempo
per cuocere.
6) dur de peli = faccia di bronzo :
di chi non ha puntiglio, ne dignità per-
sonale.
7) l'è dura! = è ardua! è aspra!
di cosa grave a sopportare. Anche :
è aghera !
8) piètra dUra = pietra dura, pie-
tra preziosa.
dui'
- 289
e^e
diirà; V. (Ut. = durare, conservarsi : di
cosa che si mantiene relativamente a
lungo.
1) Bastare, conservarsi : dotto di cose.
2) diir^ dà là ìnàtìna à là èira =
durar quanto da Natale a Santo Ste-
fano.
diiràda^ s. j. = durata : il tempo che
dura una cosa; mss de diiràda = es-
sere duraturo, durevole.
(liiràs, s. m. = duracine, cotogno: di
frutto che non lascia il nocciolo.
diirèsa, * s. f. - durezza : la qualità del-
l'essere duro.
diiròu, s. ni. = durezza: specie di tu-
more.
diironà; v. att. = fischiare : per allettare
le allodole a calar nelle reti.
diiròtt, agg. = dui-otto, durastro : un po'
duro.
diìscèss, s. f. = divano turco. V. divàii.
diisèiit, agg. = duecento : numero cardi-
nale, due volte cento, dugento.
diiii, agg. = due : il doppio dell'unità.
1) ànddi in duil = spezzarsi, spac-
carsi, dividersi.
2) tàià, dèrvi ■in diiii = dimezzare,
ammezzare, dividere.
3) tiitt dilli e tiitt e diiii = ambedue,
entrambi, tutt'e due.
4) l'ànn del diiii, ci més del mai =
il giorno di San Bellino : il primo anno
che non è nebbia. Per dir : giammai.
5) éénsa di ne vùn, ne diiii = senza
dire né ai, né bai.
6) In fig. di litotos. : fa diiii pass =
far due passi; alcuni, pochi.
7) dilli cdrp e on'ànima = due in
una carne, due anime in un nocciolo.
8) tceu sii el dilil de copp = batter-
sela, svignarsela, sgattaiolarsela.
duìiliii; s. m. = pannolino di tutto lino.
diiiipòut, s. m. = mezzi punti, due punti.
duyis, (vèss o sàvè) = parere, sembrare ;
me sa dilvls che... = mi pare che...
E>
e = e vocale : quinta lettera dell'alfabeto,
ha suono aperto è {spèss) e chiuso e
{sperà).
e eong. = e ; unisce due proporzioni coor-
dinate, 0 le parti di una proposizione
composta o complessa.
ebanista, * s. m. = ebanista, stipettaio :
chi fa lavori in ebano o in altri legni
preziosi.
èbeii, s. m. = ebano ; ebanits : sorta di
legno prezioso, nerissimo.
ebén, interr. = ebbene ? e che per ciò ?
ebràici!, * agg. = ebraico : che appar-
tiene agli Ebrei.
1) l'ebrdieh = l'ebraico : la lingua
degli Ebrei.
Ebrèi, s. m. = Ebreo, Giudeo : del popolo
della Palestina, oggi disperso nel mondo.
1) Usuraio, strozzino. Anche : mer-
canto che fa pagar molto caro.
2) fàla de ebrèj = usureggiare.
3) pari on ebrej = avere una vocina
4) pari là sinagòga di Ebrèj = faro
una sinagoga : di persone che parlino
tutte insieme e facciano confusione o
baccano.
5) mes^eià i Ebrèj coni i Sàmàri-
tàn = confondere gli Ebrei coi Sama-
ritani : una cosa con una ben diversa.
6) Eretico, giudeo : chi non si son-
forma ai dogmi della religione cattolica.
ebrèiusc, s. m. = ebreino, deriv. di ebreo.
ecéd, V. att. = eccedere : passare una
data misura, passare il limite.
ecelènsa, s. f. = eccellenza : astr. di ec-
cellente e titolo dei più. alti impiegati
dello Stato.
ecelènt, agg. = eccellente, squisito ;
buono in sommo grado.
ecèntrich,* agg. = strano, originale : di
chi ha usi differenti e speciali.
ecepi, V. att. = opporre, o fare eccezione.
ecesiòn, s. f. = eccezione: caso cho,
non entra nella regola.
19
ece
290 —
efe
ecesionàl, agg. = eccezionale : che fa,
contiene un'eccezione.
ecesÌT, agg. = eccessivo : che eccede,
trabocca, passa ì limiti.
ecèss, s. m. = eccesso, misfatto : cosa
che esce dai limiti dell'onesto.
1) vegnt à di ècèéé = prorompere,
dare in eccessi.
2) rè on ecèss = è un frugolo,^ un
nabisso. Di fanciullo irrequieto. E un
rompicollo : di adulto che travia.
ecétera, m. = eccetera. T. lat. che si
usa quando, nominate varie cose, si
vuol dire che ne lasciamo altre da no-
minare.
ecetiià) v. att. = eccettuare: fare ecce-
zione per qualche cosa.
e l'ita, V. att. = eccitare, stimolare, mo-
vere a sdegno, esortare, spingere.
1) Di cibi e bevande : stimolare troppo
e male.
ecitàbil, * agg. = eccitabile: facile a
eccitarsi.
ecitamént, s. m. = l'eccitamento, l'ec-
citare : ciò che eccita.
ecitànt, * agg. = eccitante, che eccita.
Specialm. di cibi e bevande.
ecitàsión, * s. f. = eccitazione : l'eccitare
e lo stato di chi è eccitato.
eciiimm, = ecci: voce indicante il rumore
nello starnutare. C'è una canzonetta
infantile: eciiimm, eciiimm, eciiimm^ fa-
rèmm là rostiseiàna coVòli délaliimm.
eclàtt (fa), = far falò, o vista, o scoppio
di se. Far gran comparsa. Dal frane. :
eclat.
eclesiàstich, * agg. = ecclesiastico : che
appartiene e riguarda la Chiesa.
eclìsà, * V. att. = ecclissare : di pers. che
coi loro meriti offuscano quelli degli
altri.
eclìss, s. m. = eclisse : sparizione mo-
mentanea di un astro.
èco e èco, s. m. = eco : voce o suono che
si sente ripercosso, dopo averlo udito di-
rettamente.
1) Anche di luogo che fa eco.
èco, cong. = ecco : presentando, annun-
ziando, additando cose aspettate, o
pronosticate, o desiderate.
ecoaom.
m. = economo : ammini-
stratore delle cose proprie e delle altrui.
ecònom, agg. = economo : che fa eco-
nomia, che spende con parsimonia.
economaa, s. m. = economato : uffizio
dell'economo.
economìa, s. f. = economia, risparmio.
econòmich,* agg. = economico: che con-
viene coir economia e anche che fa eco-
nomia.
econoinisà, v. att. = economizzare : ri-
sparmiare, vivere con economia.
ecràn, ecrén, s. m. = parafuoco, ven-
tarola. Telaio con stoffa fatto a cateratta,
che messo innanzi al caminetto ripara
il calore del foco.
eden, * s. m. = eden, eldorado : paese
di delizie, di abbondanza.
1) A Milano è diventato popolare un
caffè, dove si danno spettacoli di va-
rietà, e che si intitola Eden.
édera, * s. f. = edera, oliera. T. bot.
Specie di pianta rampicante.
edìcola,* s. f. edicola, chiosco: special-
mente per la vendita dei giornali.
ediflcaa,"' agg. = maravigliato, stupito :
preso da maraviglia o stupore.
edifìsi, s. m. = edificio, edifizio: costru-
zione grandiosa.
edilìsi,* agg. = edilizio: che si riferisce
alle fabbriche di una città.
edisiòn, s. f. = edizione: stampa e pub-
blicazione di un libro.
edisionéta, s. f. = edizioncina; dimin.
vezz. di edizione.
editor, s. m. = editore: chi prende a
stampare opere d'altri.
editt, s. m. = editto : ordine promul-
gato da una pubblica autorità.
educa, V. att. = educare : svolgere e diri-
gere le qualità della mente e dell'a-
nimo.
educanda, s. f. = educanda: giovanotta
in educazione in qualche convitto.
ediicàsiòn, s. f. educazione.
1) L'opera e gli effetti dell'educare.
2) Cortesia, pulitezza di modi.
educàtìv,* agg. = educativo: che mira o
giova a educare.
educàtòr, * s. m. = educatore: chi educa.
éfa, s. f. = effe: la lettera F.
1) bàron coni l' èfa = briccone col-
l'effo.
efemèrid, s-. f. = effemeride: pubblica- j
zione periodica.
efervescénsa, * s. f. = effervescenza: il
salire di bollicine gassose alla super-
ficie di un liquido.
efèrrescent, * agg. = effervescente. Di
bibite gassose.
efetìv, * agg. = effettivo, vero, reale,
pronto.
efe
- 291 -
eie
efètóii, s. m. = effettone: accrescitivo di
effetto.
efètt,* s. m. = effetto: azione o cosa pro-
dotta da un agente.
1) Impressione piuttosto viva, rife-
rita specialm. al sentimento.
2) Dell'aziono di certi medicamenti.
3) * èfètt = gli effetti : beni, averi,
mobili, od anche vestiari.
efètiià, v. att. = effettuare : condurre,
mandare ad effetto.
efì^ie,* s. f. = effigie. Nella sola frase:
impicà, briisà in efìgie = impiccare,
bruciare in effigie.
ef ìmera, s. f. = effìmera : di febbre
specialmente, febbre di un giorno.
egìsiàn, agg. = egiziano: abit. d' Egitto
e proveniente dall'Egitto.
egoismo, s. m. = egoismo: il non pen-
sare che a sé.
egoista, s. M. = egoista: chi non pensa
che a se.
Egitt, = usa nelle frasi negative che
d'Egitti = un cappero, un corno: per
es. : l'è étaa piirànca sàvi ; che sàvi
d' Egitt ! = fu pur savio ; savio un cap-
pero, un corno. Anche : che savio de'
miei corbelli.
egregiàmènt, avv. = egregiamente, be-
none : specialm. dello stato di salute.
eguài,* agg. = eguale, uguale, pari: della
stessa natura, qualità, quantità.
eguàliànsa,* s. f. = eguaglianza, ugua-
glianza: l'essere eguale.
èli!? inter = eh ! di sdegno, di interro-
gazione.
ehi, inter. = ehi ! - ei, sì; ma che! Spe-
cialmente per negare. -
ehoeù! inter. = aho ! modo volgare d'e-
slamazione : eccome ! altro ! siccome !
Rinforza l'affermazione e significa in-
vece la soddisfazione di chi afferma ;
te èee étaa à l'esposision? - ehmU! e
ghe vceuri torna = sei stato all'esposi-
zione? - aho ! e voglio tornarvi.
el, pron. = egli : pron. pors. masch. di
terza persona.
el, art. = il e lo : articolo determinato,
maschile singolare.
eia, s. f. = elle: la lettera L.
elàstici!, * s. m. = elastico : tessuto di
materia elastica per nastri, cinti, ecc.
1) Tutto ciò che ha elasticità.
2) Saccone elastico : parte del letto.
Anche : saccone a molla.
3) Legacciolo, laccetto elastico : stri-
scia di tessuto di seta o cotone con
elastico per allacciare le calze.
4) Elastico : tessuto di gomma elastica,
seta e lana posto ai due lati del ghettino
nelle scarpe, perchè serri bene il piede.
elàsticitaa, s. f. = elasticità : proprietà
fìsica di certi corpi.
1) Snellezza e pieghevolezza degli
arti del corpo umano.
elefànt, s. m. = elefante : il piii grosso
dei quadrupedi.
elég, V.' att. = eleggere: scegliere tra più.
persone o partiti.
1) Nominare ad una carica pubblica.
elegànsa, s. f. = eleganza, leggiadria:
astratto di elegante.
elegànt, agg. = elegante: semplice e con
grazia disinvolta.
elegìbil,'^ agg. = eleggibile: che può es-
sere eletto.
elegiiiii, agg. = eletto: colui che è scelto
ad una carica, ad un officio.
eleinéiit,* s. m. = elemento: quel che è
necessario o ordinario alla vita.
1) trovasi in del §ò element = essere
nel proprio elemento, nel^a propria aria.
eleiuént, (i) = gli elementi, le prime
regole; * element déla gramatìca hin
minga fàcil = gli elementi della gram-
matica non sono facili.
elementàr, agg. = elementare : che ri-
guarda i primi elementi.
1) Di scuola, maestro, maestre, occ.
elemòsina, * s. f. = elemosina, accatto,
e anche ciò che si dà a chi accatta.
elèncli, s. m. = elenco : indice di cose
varie registrate con ordine.
elesiòn, * s. f. = elezione: l'eleggere a
una dignità.
1) Scelta volouteresa di uno stato.
elèta, s. f. = privilegiato, scelta. T. di
gioco = vèàs l' elèta = avere il privile-
gio di giocar per il primo, essere alla
destra di chi tiene il mazzo.
eletòr, s. m. = elettore: chi elegge ad
una dignità.
elètoràl,* agg. = elettorale : che spetta
alla elezione.
elètt, * p. pass. = eletto : lo stesso che
elegiiiii; Vhà faa de tiitt per vèss elètt
deputaa = ha fatto ogni sforzo per es-
sere eletto deputato.
eletrich, agg. = elettrico : di corpo che
ha 0 dà l'elettricità.
1) Anche di ciò che è prodotto dalla
elettricità; lils elétriea = luce elettrica.
eie
— 292 —
end
eletricitaa,* s. j. = elettricità: azione e
forza fisica.
eletrisà, v. att. = elettrizzare, eccitare,
entusiasmare; l'è dna mùsica che ele-
trisà = è una musica che elettrizza.
eleva,* v. att. = elevare, alzare, innal-
zare: promuovere a un grado maggiore.
elevàsiòn,* s. f. = elevazione: specialm.
il momento nella Messa quando il sa-
cerdote eleva l'ostia.
èlice,* s. m. = elice, elica : sistema di
propulsione di navi a vapore. '
elimina,* v. att. = eliminare, scartare,
toglier di mezzo ; elimina tùti i difi-
coltaa = eliminare ogni difficoltà.
elisir,* s. m. = elisire, estratto, elisirre:
liquore spiritoso e piuttosto dolce con
qualche qualità medicinale.
élmo, s. m. = elmo, armatui-a del capo;
specialmente antica; i dràgón g'han sii
l'elmo = i dragoni hanno l'elmo in capo.
elógrio,* s. m. = elogio, lode; ci maèster
el g'Iià faa propi on bèli elògio = il
maestro gli ha proprio fatto un bell'e-
logio.
eloqnénsa, * .s. f. = eloquenza : facoltà
di parlare in modo che l'oratore si gua-
dagni il pubblico.
1) Parlantina: loquacità garrula, in-
discreta.
eloquènt, * agg. = eloquente : che ha
eloquenza.
élsa, s. f. = lucignolo : quantità di lino
che si avvolge attorno alla rocca.
èma,* s. f- = emme: la lettera M.
emàuàsìón,* s. f. = provenienza: conse-
guenza diretta.
emancipa,* v. att. = emancipare: togliere
di tutela.
emàncipàsiòn, * s. f. = emancipazione:
l'omaacipare e l'essere emancipati.
emblèma,* s. m, = emblema, modello;
vèsé V emblèma déla pasiènsa = essere
l'emblema, il modello della pazienza.
embrión, s. m. = embrione : concetto
non ancora svolto, idea ancora confusa.
1) regordà in embrión = ricordare
in ombra, confusamente.
emendàmént, * s. m. = emendamento :
aggiunta, correzione. T. parlament.
emendàss, v. rifl. = emendarsi: correg-
gersi dai difetti.
emèrff,* v. att. = emei'gere, eccellere, es-
sere in alto : specialm. con significato
morale.
emètici!,* s. m. = emetico: medicina che
eccita il vomito.
emicrània, s. f. = emicrania : dolore di
testa,
emigra, v. att. = emigrare : abbando-
nare il paese nativo per un alti'o stra-
niero.
emig-raa, 5. m. = emigi-ato, chi emigra:
specialm. per ragione politica e econo-
mica.
emigràsiòn, s. f. = emigrazione: l'emi-
grare e le persone emigrate; l'emigrà-
éiòn in America là crèéé tuli i di =
l'emigrazione in America cresce ogni
giorno..
eminènsa, s. f. = eminenza : titolo ec-
clesiastico.
emoliént,* s. m. = emolliente : termine
medico, di rimedi che raddolciscono il
male.
emorogrìa,* s. f. = emorragia: term. med.
Perdita considerevole di sangue; el g'hà
aviiii on' emorogìa del nds = ebbe un'e-
morragia dal naso.
emosión,* s. f. = emozione, commozione
specialmente leggiera.
emosionànt,* agg. = che produce emo-
zione: commovente; l'è on dràma emo-
éiondnt = è un dramma commovente.
empòri, s. m. = emporio : centro di
commercio, negozio ben provvisto.
emiilàsidn, s. f. = emulazione : 1' emu-
lare.
emiilsiòn, s. f. = emulsione: specie di
medicina fatta di semi pestati o sciolti
nell'acqua.
en, pron. = ne; gh'en voeur = co ne vo-
gliono.
éna, s. f. = enne: la lettera N.
1) el siir èna èna = il signor enne
enne ; cioè un tale di cui non si dice
il nome,
encefalite, * e tra il popolino encefa-
lìtica, s. f. = encefalite, encefalitide :
T. med., infiammazione del cervello.
enciclopedìa, * s. f. = enciclopedia : Il
complesso delle cognizioni dello scibile,
e il vocabolario che le contiene; el Te-
sdurué del Petròcch Ve dna gran bòna
enciclopedia = il Thesaurus del Pe-
trocchi è una gran buona enciclopedia.
enciclopédicli, * agg. = enciclopedico :
chi sa di tutto lo scibile.
éndegh, agg. = indaco: di colore tra
turchino ed azzurro.
1) Sudicio : cho dimostra di essere
end — 293 —
equ
sporco ; ci g'hà sémper el fasolètt én-
degh = ha sempre la pezzuola sudicia.
éudes, s. m. = endice evo di marmo che
si lascia nel nido per richiamo delle
galline.
energ'ia, * s. f. = energia : potenza di
operare e di resistere lungamente; eoi
scolar ghc voeur vègli energìa = cogli sco-
lari bisogna avere energia.
enèr^icli,* agg. = energico: che ha ener-
gia, risoluto, deciso.
ènfasi, s. f. = enfasi : calore nel parlare
ed esagerazione nelle parole.
enfàticli,* agg. = enfatico : che ha del-
l'enfasi, detto e fatto con enfasi.
enigrnia, s. m. = enimma : sentenza a
modo di indovinello.
1) Anche di uomo il cui carattere
non sia aperto e chiaro ; coés te vceutt!
qiièll òmni per mi l'è on enigma = che
vuoi! quell'omo è per me un enigma.
enìgmàticli,* agg. = enigmatico: che non
si capisce bene.
ènn ènn, = Vedi èna, 1).
enorme, agg. = enorme : che eccede la
misura solita e naturale.
enòrmitaa, s. f. = enormità : astr. di
enorme.
entitaa, s. f. = entità, importanza, mo-
mento ; Ve minga l' entitaa del regali
che vie pias, l'è el pensér = non è l'en-
tità del dono che mi piace, è il pen-
siero.
entra, v. att. = entrare; passare all'in-
terno.
1) entrti in bàli = entrare in ballo,
2) vorègh entra in tiltteòss = mettersi
in mezzo.
.S) là me entra minga = non la mi
entra, non la capisco.
entràda, s. f. = entrata : il punto dove
si entra: ingresso.
1) L'utile che rende il patrimonio o
la professione: reddito.
2) La funzione dell'entrare ; specialm.
di principi, vescovi, grandi personaggi,
e sim. che entrano solennemente.
B) Giro. T. dei sarti : il punto in cui
nella manica si infila il braccio.
entusiasma, v. att. = entusiasmare, ispi-
rare entusiasmo.
entusiasmo,* s. m. = entusiasmo : viva
commozione dell'animo manifesta.
entiisiàsta,* agg. = entusiasta, che ha
entusiasmo. Anche : entìisiàsmaa.
epidemìa, s. f. = epidemia : malattia
generale per cagion dell'aria corrotta.
epidémicli,* agg. = epidemico. Di male
che abbia i caratteri dell'epidemia.
epifanìa,* s. f. = epifania : festa catto-
lica del 6 gennaio. Prov. V epifania
tuli i fèst ie m,èna via = 1' epifania
tutte le feste le porta via.
epìg'ràfe, s. f. = epigrafe, iscrizione : le
parole incise sulla lapide di un defunto.
epìlèticli,* agg. = epilettico : che soffre
l'epilessia, che è prodotto dalla epilessia.
episodi,* s. m. = episodio : azione ac-
cessoria, collegata alla principale.
epìstola,* s. f. = epistola : parte della
Messa in cui si recita un'epistola d'a-
postoli.
epitàfl, * s. m. = epitaffio, iscrizione :
specialm. quella che si legge sui car-
telli che sulla porta della chiesa invi-
tano a pregar per un morto.
epoca,* s. /. = epoca: punto, tempo in
generale; * costumni de V època = i co-
stumi dell'epoca, del tempo.
epfìr,* cong. = eppure, pure, nonostante,
tuttavia.
equàsión,* s. f. = equazione. T. algebr.
La formula con cui si esprime l'ugua-
glianza di due quantità per mezzo di
incognite.
equàtór,* s. m. = equatore: circolo mas-
simo della sfera.
eqiiilibrà, * v. att. = equilibrare, bilan-
ciare: mantenere l'uguaglianza tra due
cose opposte cosicché l'una non superi
r altra.
equilìbri, s. m. = equilibrio : lo stare
per giusto contrappeso sospesi in un
punto, senza cadere da nessuna parte.
1) pérd V equilìbri = disquilibrarsi,
perdere l'equilibrio.
2) vèss, sia, legni in equilibri = es-
sere, stare, tenere in bilico : di corpo
solido che, avendo il centro di gravità
perpendicolare a un punto che lo so-
stiene, non cade, uè pende da nessuna
parte; sàltadòr che sta ben in equilibri
sii là còrda = forzatore che si tien
bene in bilico sulla corda.
eqìiinòsi, s. vi. = equinozio. Termine di
astronomia.
1) Equivoco, disgrazia, detto per celia.
2) Inconveniente: fatto imprevisto e
poco gradevole.
eqiiipàg'g, * s. vi. = cocchio : carrozza
di lusso.
equ
294
erb
eqiiipàgià; v. att. equipaggiare, fornire
di tutto ciò che è necessario.
eqiiitàtiv, agg. = congnio, equo, va-
lente, conveniente.
equiTàlént, agg. = equivalente, che equi-
vale : di cose aventi lo stesso valore,
e specialmente del danaro.
eqiiìvoch, s. m. = equivoco, sbaglio, qui
prò quo: interpretazione erronea di pa-
role 0 di azioni.
1) Agg., equivoco: che si può inter-
pretare in più modi, ambiguo.
2) condola equìvoca = agire equivoco,
subdolo: di chi inganna.
era, s. f. = erre: la lettera E.
1) podè minga dì l'era = balbettare
l'erre.
èra, s. f. = aia: piazza davanti alla casa
dei contadini per battervi.
1) bàtt el gran sii l'era = battere,
trebbiare.
2) desténd in l'era = inaiare, disten-
dere i covoni sull'aia per batterli.
3) imboasciti l'èra = imbuinar l'aia.
4) èra de quàdrèj = mattonaia.
eràri, * s. m. = erario : le finanze dello
Stato e le Casse pubbliche.
erariàl, agg. = erariale : che appartiene
all'erario.
eràtà-córìgre, s. f. = errata-corrige e so-
lam. errata: la parte del libro che ri-
porta gli errori corsi e le correzioni.
érb, s. pi. femm. = erbucce, erbucci.
èrba, s. f. = erba: quella che nasce senza
coltura, 0 che si semina per le bestie
grosse.
1) fa èrba = far l'erba: raccoglierla,
tagliarla per darla alle bestie.
2) l'è minga l'ami de Vèrba càtiva
= non è l'anno della malerba. Congra-
tulandosi scherzosamente di pericolo
scampato.
3) dolor, àocàlt, profesòr, ecc. in
èrba = dottore, avvocato, professore, in
erba: che è ancora agli studi, o sem-
plicemente avviato a quelli.
4) dà l'èrba ruga = dar l'erba cassia:
cacciare via.
5) fa d'ogni èrba fàèà = fare d'ogni
erba fascio : di chi mette insieme alla
rinfusa e di chi ne fa di tutti i colori.
6) là viaVèrba Ve quéla che crèss
pilsee = la malerba cresce presto : di
birbi 0 birbe che vegetano bene.
7) manda foeilra à l'èrba = aderbare,
mandare al pascolo.
8) mangia el fèn in èrba = man-
giare il grano in erba : consumare an-
ticipatamente.
9) pesta, gio l'èrba = calpestare l'erba
coi piedi.
10) vede Vèrba à nàéé de nòti fig. =
aver l'arco lungo: essere accorto, astuto.
11) senlì à nàéé l'èrba = fig., sentir
nascere l'erba: avere udito acutissimo,
finissimo.
12) l'èrba vuj là nàéé in del giàr-
din del rè = l'erba voglio nasce in Bo-
boli: la propria volontà nessuno la può
fare.
13) étràpà Vèrba coni là s'cèna = fig.
fare l'arte di Michelaccio.
14) èrba amara = romice acquatica;
rumex aquaticus o maior. Anche: èrba
de éan Ùioànn.
15) èrba balsamina = caccia diavoli:
sp. di erba medicinale.
16) èrba basgiàna = fava grassa ;
seduni telephium.
17) èrba bona = anaci: frutti e semi
dell' anacio o anice, e dei finocchi.
18) èrba àrlèchina = maraviglia: spe-
■cie d'amaranto colle foglie macchiate
di verde, rosso e giallo ; donde il nome
milanese.
19) èrba bianca = argentina: pianta
delle rosacee.
20) èrba bindèlìna = canna, canna
reale rigata.
21) èrba bruéca = acetosella, sala-
moia; oxalis acetosella. ;
22) èrba cavatina = erba medica :
erba perenne eccellente per foraggio e
per formare prati artificiali.
23) èrba càvra = imperatoria, bol-
gioino selvatico, angelica francese.
24) èrba ciprèéina = santolina, abro-
tano.
25) èrba coróna = solatro.
26) èrba cartèla = lancinola, pian-
taggine lunga.
27, èrba de cinqu foeuj = cinquefo-
glio, pontesilla.
28) èrba de foeuj o cenlfoauj = mille-
foglio.
29) èrba dèla Màdòna = edera ter-
restre.
30) èrba dèla rogna = scabbiosa, am-
breta: pianta delle malvacee.
31) èrba del poer òmm = stancaca-
vallo, graziola.
32) èrba del làj = ciciliana.
erb
— 295 —
ere
33) èrba de piàgh = fior cappuccio
selvatico.
34) erba de pitòcch = vitalba, cle-
matide, vincapervinca : sorta di frutice
delle siepi e dei boschi Vinca maior.
35) erba de sciati = marrubbio ac-
quatico: siderite.
SG) èrba de tùli i mes = sabina, ci-
presso dei maghi.
37) èrba de veni = pulsatilla.
38) èrba di gàtt = maro, maro si-
riaco.
39) èrba dontna = celidonia.
40) èrba d'or = eliantemo.
41) erba droga = git, gittaione.
42) èrba giàca = ranuncolo scellerato
0 da piaghe.
43) èrba giMàdìna = erba cristallina
0 cristalloide.
44) èrba guéa = vena maggiore, sag-
gina canaiolo.
4i) èrba lànàda = erba san Pietro,
salvia selvatica.
46) èrba limonsìna = cedronella, ol-
traggine, melissa.
47) èrba lunga = segale lanaiuola.
48) èrba màgènga = fienaiuola,
sciammia.
49) èrba màèétra = erba fava, fava-
gello.
50) èrba màtricdl = matricaria.
51) èrba mèdega = medica, trifoglio.
52) èrba medegàda » nepitella.
53) èrba meleghèta = melilotto, lu-
pinella.
54) èrba mèrda = erba connina.
55) èrba miràbèll = noce spinosa,
stramonio.
56) èrba mogntiga = tribolo terrestre.
57) èrba mòra = loglierella.
58) èrba mornèra = cenerognola, ce-
lidonia.
59) èrba pària o paia = parietaria,
vitriola-
60) èrba per là fécer = biondella,
centaurea.
61) èrba porma = verrucario.
62) èrba ruga = ruta.
63) èrba sàlvàdega = querciuola, ca-
lamandria.
64) èrba san Cristòfen = barba di
capro.
65) èrba éàn Oidcom = matricale
selvatico.
66) èrba san Gioànn = verbena.
67) èrba san Péder = erba santa Ma-
ria, erba costa, amara.
68) èrba éàn Rócch = erba roberta.
69) èrba sàvia = salvia.
70) èrba scàrèta = licopodio, musco
terrestre, pie di lupo.
71) èrba éensa còsta = lingua ser-«
pentina, erba luccia.
72) èrba éòlda = erba iva, iva.
73) èrba soràdòna » giusquiamo,
dente cavallino.
74) èrba trigàboeil = straccabue, ervo,
capogirlo.
75) èrba pàittna = erba brillantina.
76) èrba sàlàmm = timo capitato.
77) èrba del mal d'ceucc = erba Eu-
frasia.
erbàdegh, s. m. = erbaio, prato tempo-
raneo, prato a vicenda.
1) Agg., erboso: che ha molta erba.
erbàg-g", s. m. = erbaggio: l'erba da man-
giare.
erbasàvìa, s. f. = salvia : pianta usata
per cucina.
erbàscia, s. f. = erbaccia: pegg. di erba.
erbètìna, s. f. •= erbolina, erbicciola,
erbetta.
erbètt, s. f. pi. - erbacce, erbicine, bie-
tole: erbe da mettere nella minestra.
erbìon, erbèi, s. m. = pisello, pisello
bianco, comune; pisum sativum.
1) éìt à erbiòn = pisellaio, pisellaia.
2) Bozzacchione ; àndù, in erbiòn =
imbozzacchire.
3) fa giò i erbiòn = sgranare i pi-
selli.
4) i gilàé di erbiòn = i baccelli.
erbora, v. att. = ei-borizzare : andare in
cerca d'erbe e di piante per studio, o
uso medico.
erboràri, s. m. = erborista: chi racco-
glie le erbe e le vende.
erborinaa, agg. = verderognolo : dello
stracchino di gorgonzola.
erborimi, (i) = prezzemolo, petrosemolo:
piccola erba odorifera per uso di cu-
cina.
erborina sàlvàdega, = cicuta ; cicuta
■virosa.
erbòs, agg. = erboso: coperto d'erba.
èrcol, s. m. = atleta: uomo che ha una
forza straordinaria.
erèd, s. m. = erede : chi succede nei di-
ritti e negli obblighi di una persona
dopo la sua morte. Comincia a usare
largamente erède. *
'2\)Q —
e sa
eredità, v. att. = ereditare: restare eredo
di una cosa.
ereditaa, s. f. = eredità : il diritto di
essere erodi, e quanto si eredita.
1) àcetà l'eredìtaa = Vedi acetà 3),
ereditàri, agg. = ereditario: di cosa che
^ si possiede o si trasmette per eredità.
1) princip ereditàri = principe ere-
ditario: chiamato a succedere al trono.
2) Che va per discendenza, non elet-
tivo.
eremita, * s. m. e reinita, = eremita,
romito: chi vive religiosamente ritirato
in luogo solitario.
1) Fig., fa r eremita •= appartarsi,
star solo.
2) el ditiol ci ée fa eremita = Vedi
diàol 14).
eresia,* s. f. = eresia, bestemmia.
1) di minga sii di ereslj = non dire
eresie: di cose affatto fuor di luogo.
eréticli,* agg. = eretico, irreligioso, em-
pio: chi dice cose contrarie ai dogmi,
0 vive non curando le pratiche di re-
ligione.
ergàstol, * s. m. = ergastolo : stabili-
mento dei reclusi e la reclusione stessa;
l'han condanaa à l'ergàstol = l'hanno
condannato all'ergastolo.
ergna, s. f. = edera, oliera: specie di
pianta.
1) ctLcia de V èrgna = caccia dell'e-
dera.
2) èrgna = ernia, apertura, allenta-
tura: l'uscita dell' intestino dalla sua
cavità naturale, rigonfiando all'esterno.
èrgnos, agg. = ederoso, pieno d'edera.
1) Ernioso, che patisce di ernia.
ermelìn,* s. m. = armellino, ermellino :
specie di donnola che ha la pelle bian-
chissima e anche la pelle di questo
animale.
ermeticàmènt, * avv. = ermeticamente:
in modo che non c'entri assolutamente
aria.
èrnia, s. f. = ernia, allentatiu-a. Vedi
apertura, 3).
Eròd,* s. m. = Erode. Nella frase manda
dà Eròd à Pilàtt = mandare, riman-
dare da Erode a Pilato: quando un af-
fare si manda da una persona all'altra,
o da un uffizio all' altro e non se ne
vede la conclusione.
eròe,* s. m. = eroe: uomo straordinaria-
mente coraggioso nel compiere il bene;
Garibaldi Ve l'eroe d'Italia = Gari-
baldi è l'eroe d'Italia.
eròicàmént, * avv. = eroicamente : in
modo eroico.
eròicli, * agg. = eroico: degno d'eroe.
1) Anche di medicamenti molto ener-
gici.
eroismo, * s. ìu. = eroismo, virtù, atto
da eroe; l'amor d'òna marna l'è ca-
pace de qualunque eroismo = l'amor
di una madre è capace di qualunque
eroismo.
erór, s. m. = errore : opinione, dot-
trina errata. Anche e più. : sbaglio.
1) eròr no paga dèbit = frego non
cancella partita.
èrpegà, e erpesà, ». att. erpicare, er-
picinare: lavorare coli' erpice la terra.
èrpegadura, s. f. = erpicatura, il lavoro
fatto coir erpice.
érpes, s. m. = erpice: strumento agrario.
1) xesè on érpes = essere più lungo
che il sabato santo.
érta, (ài') = all'erta I eccitando a met-
tersi in guardia.
1) sta ài' èrta = stare all'erta : stare
attento a non esser sorpreso.
èrtegli, agg. = grosso, sodo, fitto: di con-
siderevole spessore.
eriidii, * agg. = erudito, dotto : che ha
molta dottrina.
eriidisiòii, * s. f. = erudizione : patri-
monio di cognizioni esteso.
eriisiòn, * s. f. = eruzione: 1' erompere
dei vulcani.
èsa, s. f = esse, la lettera S. Ha tre
suoni: aspro s (sorbètt, fistola, pensér);
dolce s (sbaglia, ròsa, casa) ed uno
strisciato s come dì una * molto affie-
volita (sia, gàsèla, séro). Questo ulti-
mo suono sostituisce la % della pro-
nuncia ital. specialm. nelle iniziali. Ne-
gli altri casi la %. ital. è sostituita quasi
sempre da s (sifol = zuffolo; grtisia =
grazia; sperànsa = speranza). In fine di
parola è sempre dolce se preceduta da
vocale sempre aspra se da consonante.
Davanti aUe consonanti h, g, l., m, n, r, r
è dolce 0 quasi, come in ital. Davanti
a vocale in principio di parola è sem-
pre aspra, tranne quando sostituisce
la z, che in tal caso è strisciata (san-
.^àra, sibètt).
1) Certo dolce di pasta frolla fatto
appunto colla forma di S.
2) Ogni ferro ripiegato a mo' di S.
e sa
— 297
esagrerà, v. att. osagorare : dire di pro-
posito più che non sia.
esageraa, s. m. = esageratore: chi parla
con esagerazione.
1) Agg., esagerato: la cosa, il detto
esagerato.
esageràsión, s. f. = esagerazione : 1' e-
sagerare e la cosa esagerata.
esàgon,* s. m. = esagono. T. geom.
poligono di sei lati.
esala, v. att. = asolare : prender fresco
in un luogo arioso.
esàlàsión, s. f. = esalazione : 1' esalare,
il disperdersi di un corpo nell'aria.
esalta, v. att. = esaltare, magnificare :
specialm. con lodi.
esàltaa, agg. = esaltato, eccitato, alterato:
specialm. di giovani.
esàltàss, v. rifl. = esaltarsi, eccitarsi,
alterarsi, agitarsi: specialmente con let-
ture.
esàltàsión, s. f. = esaltazione : l' essere
esaltato di mente.
esàiuitt. Si m. = esamino, un po' di esa-
me : dim. di esame.
esamina, v. att. = esaminare : fare esa-
me 0 r esame. Prendere in esame;
esamiìià on doeUmént = esaminare un
documento; esamina i scolar = esami-
nar gli scolari.
esàiuinàdór, s. m. = esaminatore : chi
esamina.
esàmni, s. m. = esame.
1) Attenta considerazione di un og-
getto, e delle sue qualità, intrapresa
a fine di proferirne un giudizio.
2) Il saggio che gli scolari danno
del profitto fatto e del loro grado d'i-
struzione.
3) esàmm de coseénsa = esame di
coscienza : il richiamarsi alla mente i
peccati commessi a fine di confessione.
4) T. di procedura: l'interrogazione
delle pai-ti e dei testimoni. Fiìi coni. :
interogàtòri.
es.à]nòn, * s. vi. = esamone : un esame
lungo, ma specialmente ben riuscito.
esàtainént, avv. = esattamente con esat-
tezza.
esàtésa, s. f. = esattezza, precisione:
corrispondenza assoluta alle regole date
per una cosa.
esàtòr, s. m. = esattore: riscotitore di
imposte ; bisogna pensagli àl'esàtòr =
bisogna pensare all'esattore: cioè ri-
porre il danaro per le imposte.
esatorìa, s. f. = esattoria: V ufficio
dell'esattore.
esàtt, agg. = esatto, preciso nell' ese-
guire una cosa.
esaudì, v. att. = esaudire, accordare
una grazia chiesta. Meglio dà fitrti,
ascolta.
esàiirì, v. att. = esaurire, consumare,
finire : è poco comune ancora.
esaurii, agg, = esaurito, esausto: del-
l'ingegno che non ha più forza.
escàndescénsa, s. f. = escandescenza:
ira subitanea che prorompe in eccesso
di parole. In mil. è usata specialm. al
plurale.
èscara, * s. /". = escara, T. med. ; crosta
nera delle piaghe. Usa ancora molto
fra il pop. crosta.
escLàmàsión, s. f. = esclamazione,
r esclamare : voce poco usata, se non
nella frase funt d'esclàmasion = punto
d'esclamazione : segno ortografico.
escliid, v. att. = escludere, lasciar fuori:
non accettare insieme cogli altri.
esclusiòn, s. f. = esclusione, 1' esclu-
dere.
esciirsìón, * s. f. = escursione, passeg-
giata, gita : il percorrere a scopo di
ricerche o di diletto un paese, non fer-
mandocisi .
esebì, «'. att. = esibire, offrire, profferire.
Anche insebi; el m'ha esebii là eoa
cà = mi ha offerto la sua casa.
1) Iron.: minacciare: di busse e per-
cosse.
eseciisión, s. f. = esecuzione, l'eseguire:
specialmente il modo come si rappre-
sentano spettacoli teatrali : l'esecmidn
de votelo l'è stàda splendida = l'esecu-
zione dell'Otello è stata splendida.
eseciitòr, s. m. = esecutore : nome
verb. da eseg'iiì. Chi o che eseguisce.
1) eseciitòr testamentàri = esecutore
testamentario : Quello a cui il testatore
vuole affidate le sue ultime volontà.
esegiìì, V. att, = eseguire : mettere ad
effetto una cosa pensata. Poco usato.
esèmpi, s. m. = esempio.
1) Cosa proposta e degna d'essere
proposta a imitare o fuggire ; on htm
esèmpi = un buon esempio.
2) dà bòn, eatìv esempi = dar buono,
cattivo esempio : fare "in presenza di
altri cose lodevoli o no.
3) Modello e fatto addotto a confer-
ma di quanto si è dotto ; i esémpi di
ese
298 —
eso
regol studiaa = gli esempi delle regole
studiate.
4) Novella, fiaba: raccontino che si
dice ai bambini per tenerli cheti e che
per lo più. non ha verosimiglianza,
eseniplàr, s. m. = esemplare.
1) Quel che serve d'esempio.
2) Copia di libri, incisioni e sim.
3) Quaderno d'esercizi di calligrafia
e di disegao,
4) Agg. : che serve o può servire di
esempio.
esénsa,* s. f. = essenza : distillato di so-
stanze vegetali, specialmente per pro-
fumi.
eseiisiàl, agg. = essenziale: che è an-
nesso, tutt'uno colla cosa.
1) quèst l'è l'esenéiàl = questo è l'e-
senziale. Questo è l'importante.
esensiòn, s. f. = esenzione : l' essere
esenti da un obbligo.
esentila, v. att. = esentare, sciogliere
da xva. obbligo di legge comune.
eséqui, s. vi. pi. = esequie, mortorio :
onori che si fanno al defunto,
èser, (in bòn). = ben tenuto, in buon
stato ; in càtìv Her = in cattivo stato.
esercéut, * s. m. = esercente : chi ha
bottega di merci, specialmente di pic-
cola consumazione ; i esereént hin prdpi
sémper i piisee tribillaa = gli esercenti
son proprio sempre i più tribolati,
esercì, * f. att. = esercitare : di un'arte,
professione o mestiere. Non troppo
usato,
esercìsi, s. m. = esercizio : un assiduo
ripetere di atti per imparare una cosa.
1) i esercìsi = gli esercizi : quelli
dei militari.
2) fa i esercìsi épiritiiài = darsi agli
esercizi spirituali: quelli degli eccle-
siastici per penitenza o meditazione.
3) Di un'arte, professione o sim. ;
sta in esercìèi = stare in esercizio ; vèsé
gio d^ esercìsi = essere fuori d'esercizio.
esèrcit, * s. m. = esercito : le forze mi-
litari di uno Stato, o una buona parte,
1) Gran quantità di cose e di per-
sone.
esercita v. att, = esercitare.
1) Addestrare coli' esercizio.
2) Fare uso, adoperare; esercita là
pasiénsa = esercitar la pazienza.
esibisiòn, s. f. = esibizione, offerta:
l'esibire. Anche: proposta,
esìg, * V. att. = esigere : richiedere con
diritto d'avere. Anche: riscuotere cre-
diti.
esigènsa, s. f. = esigenza : l' essere esi-
gente. Anche : bisogno, necessità.
esigènt, * agg. = esigente : che ha molte
pretensioni ; pàdron tròpp esigént = pa-
drone troppo esigente.
èsil,* agg. = esile : di pers. sottile e de-
licata, di poco robusta costituzione.
esili, * s. m. = esigilo, esilio : pena che
obbliga ad abbandonare la patria.
1) àndà in esìli = esiliarsi, esulare :
andare in esilio.
esilia, * V. att. = esiliare: condannare
all'esilio.
esiliaa, agg. = esiliato: condannato al-
1 esilio.
esimes, r. rifl. = esimersi, sottrarsi a un
obbligo.
esist, * V att = esistere : essere attual-
mente e in realtà.
esistènsa, * s. f. = esistenza, l'esistere.
ésit, s. m. = esito.
1) Uscita, sfogo, di merci.
2) Comincia ad essere usato anche
in senso di riuscita ; là malatìa là
g'hà àviiil on èsit disgrasiaa = la ma-
lattia ebbe esito sfortunato.
esita, v. att. = esitare, dubitare, restare
incerto, perplesso.
1) Dare esito, smerciare, vendere :
di mercanzie.
esitàsiòu, * s. f. = esitazione, l'esitare :
lo stato di chi esita.
esonerà, * v. att. = esonerare, esentare :
liberare da un onere, sciogliere da un
obbligo di legge comune ; esonerà dai
esàmm = esonerai'e, esentare dagli e-
sami.
esònero,* s. f. = esenzione: l'essere
esenti da un obbligo per qualche pri-
vilegio; V esonero di iàss = l'esenzione
dalle tasse.
esorbitànt, agg. = .esorbitante, disorbi-
tante, eccedente : che passa il segno,
la misura,
esordi, s. m. = esordio : il cominciar
di un discorso. Principio, introduzione ;
el diécors Véra bèli, ma el g'hà faa
on esòrdi che finiva pii = il discorso
era bello, ma gli ha fatto un esordio
che non finiva più.
esordì, * v. att.
esordire : incomin-
ciare una professione, un'arte,
esordiént,*s, m. = esordiente : che esordi-
sco sulle scene o altrove. Vedi debiità.
eso - 299 -
esorta, * v. att. = esortare : spingere
qualcuno ad operare.
esortàsiòn, * s. f. = esortazione: l'e-
sortare ; dopo mila esortàsiòn, el s'è
decìs de andà = dopo mille esortazioni
ha deliberato di andare. Ancora po-
chissimo usata.
esòs, agg. = esoso, spilorcio, taccagno,
egoista : uggioso e antipatico per troppa
avidità di guadagno.
esositaa, s. f. = spilorceria, sordidezza,
taccagneria.
esotich, * agg. = esotico, straniero: di
piante d'altre regioni.
espànsiou, * s. f. = espansione, affet-
tuosità, cordialità : dimostrazione dei
propri sentimenti.
espànsìv, * agg. = espansivo : che di-
mostra con facilità il proprio senti-
mento.
espediéut, * s. m. = espediente : ritro-
vato per uscire da una difficoltà.
esperiènsa, * s. f. = esperienza : cogni-
zione delle cose umane avuta per prova
diretta ; el eoo per esperiènsa còsa
voeiìr dì patì = lo so per esperienza
che vuol dir soffrire.
esperimént, s. m. = esperimento.
1) Prova fornita d'osservazione e di
studio per accertarsi di una cosa ; eàpe-
rimént de fìsica = esperimenti di fisica :
quelli che si fanno per dimostrazioni
di fisica.
2) Saggio d'abilità, capacità negli
studi; V eéperimènt bimèétrtl = l'espe-
rimento bimesti'ale.
espètorà, * v. att. = espettorare : espel-
lere le mucosità e altre materie che
ostruiscono i bronchi.
espiasiòn, * s. f. = espiazione, l'espiare :
lo scontare della pena.
esplìcit, * agg. = esplicito, chiaro : espres-
so chiaramente e precisamente.
esplora, * v. att. = esplorare.
1) Di paese: percorrerlo per cono-
scerlo.
2) T. med. cercar di indagare da
indizi esteriori lo stato interno del
corpo di un ammalato.
esploràsìòu, * s. f. = esplorazione, l'e-
splorare ; hin staa tanti i esploraéiòn
in Africa = furono molte le esplorazioni
in Africa.
esplosìòn, * s. f. = esplosione: effetto
^ dell'esplodere.
espòuii, V. att. = esporre : mettere in
esp
vista, in mostra al pubblico. Special-
mente di cose d'arte e d'industria.
1) Avvistare : detto delle merci, met-
terle in mosti'a in modo che facciano
bella figura e attirino l'attenzione.
2) Della vita e degli averi : metterli
a rischio.
3) Rifl. eépdnes = osporsi, compro-
mettersi.
esporta, * v. att. = esportare : di merci
e derrate. Portarle fuori dallo Stato
commerciandole.
esportàsión, * s. f. = esportazione : il
mandare i propri prodotti in paesi stra-
nieri.
esposisión, s. f. = esposizione : 1' e-
sporre e il luogo dove si espone ; de
esposiéión come quela del votantùn se
n'è faa pii = esposizioni come quella
dell' ottantuno non se ne fecero altre.
espositòr, * s. m. = espositore: chi
espone ad una esposizione.
esprèsàmènt, avv. = espressamente,
apposta ; soni vegniiii à Milàn eéprèéà-
mént per ti = son venuto a Milano ap-
posta per te. Meglio àpdsta.
esprèsìòu, s. f. = espressione : l'espri-
mere.
1) Del viso che lascia trasparire 1
moti dell'animo.
2) canta, recita cont esprèàiòn = can-
tare, recitare con sentimento : in modo
da commovere gli spettatori.
3) Parole, frasi; el g'hà di esprèsion
tànt trividi, che el se pò minga sentì =
ha dei modi di dire così triviali che
non si può stare a sentirlo.
esprèss, s. m. = straordinario, corriere,
espresso.
1) per esprèss = per uomo a posta,
per espresso.
esprì, s. m. = pennino, piumino : orna-
mento da capo e da cappello per donna.
esprimili, v. att. = esprimere, manife-
stare: di pensieri, di sentimenti; pòss
minga eéprimm tiitt quèll che g' hoo in
del coeur = non posso esprimere tutto
quanto ho nel core.
espropria, * v. att. = espropriare : levare
un privato dalla sua proprietà o parte.
espropriàsiòii, * s. /". = espropriazione,
l'espropriare : specialmente della for-
zata per sentenza del tribunale.
espiilsiòn, s. f. = efflorescenza, empe-
tiggine, esantema, ezema, volatica : in-
somma ogai malattia della pelle.
ess
300 —
età
èss, s. f. pi. = grucce : ferri che sosten-
gono il cassetto dei cocchieri.
1) Essi : le fessure nel coperchio del
violino.
èst, = est, levante, oriente : uno dei punti
cardinali.
estaa, s. ni. = estate : la stagione calda
che va dal giugno al settembre.
1) estaa de èan Martin = estate di
San Martino.
estàsij * s. f. = àndà in èètàsi = andare
in estasi, andare in gloria: essere presi
da grandissimo giubilo.
estàtici!, * agg. = estatico, stupito, at-
tonito ; mi éont chi estàtich à sentì de
sii ròbb = sentendoti dire tali cose son
qui stupito.
esténd, v. att. = estendere, allargare,
applicare a un maggior numei'O di pers.;
estènd el diritt eletoràl = allargare il
diritto elettorale.
esteiisiòn, s. f. = estensione, l'esten-
dersi.
1) Modo avv. : in iuta Veètenèiòn
del ter min = in tutta l'estensione del
termine : straordinariamente, completa-
mente.
2) T. mus. : dei suoni o voci di uno
strumento.
estenìiaa, agg. = estenuato, affranto,
indebolito, spossato : che ha perduto le
forze per troppo lavoro o per malattia.
éster, s. m. = estero : di roba, merci
che vengono di fuori dello Stato o ap-
partengono a un altro Stato.
1) l'èster = l'estero: i paesi stranieri.
esteriòr, * agg. = esteriore : che è o ap-
pare di fuori.
esterna, v. att, = palesare ; dei senti-
menti e dei pensieri.
esternàmént, * avv. = esternamente : al
di fuori.
esternàss, v. rifl. = confidarsi, esternare
il proprio pensiero.
estèrno, * agg. = esterno : che è di fuori
sulla parte esterna.
1) Di rimedi : per Uso eétirno = per
uso esterno: da adoperarsi sulla pelle.
2) i estèrni = gli esterni, gli scolari
esterni : che non vivono in collegio.
estés, agg. = esteso: che si estendo,
allargato.
estética, * s. f. = estetica : la scienza
del bello, e piii comunom.: il gusto del
bello; el g' ha minga de estética = non
ha gusto d' arte ; vèss contra l'estética
= esser del tutto inestetico : di pers.
0 opera d'arte che non sia bella affatto.
estéticli, * agg. = estetico, artistico : che
ha i requisiti voluti dalla estetica.
estinsiòn, "^ s. f. = estinzione: l'estin-
guere un debito, pagandolo.
estìv, agg. = estivo, agg. di estate. Me-
glio : d' estaa.
estrà, V. att. = estrarre : dei numeri del
lotto. Tù-arli fuori.
estràni, più coni. : stràni, agg. = estra-
neo : che è di fuori, appaiiiene a un'al-
tra famiglia, o società.
estràsiòn, s. f. = estrazione: l' estrarre
i numeri del lotto.
1) de basa eétràsiòn = di bassa ori-
gine.
estràtt, s. m. = estratto : distillazione
fatta dalle piante per medicina o pro-
fumeria.
1) Al lotto : un numero ohe è gio-
cato solo, sepai'ato.
estremitaa, s. f. = estremità, il punto
estremo: quello in cui una cosa finisce.
estrèmni, agg. = estremo: del punto in
cui una cosa finisce.
1) luti i èstrèmm hin càtw = tutti
gli estremi son viziosi.
2) 'vèss ài estrémm = essere al lumi •
cine, in fin di vita.
estro, s. m. = estro: disposizione na-
turale alla poesia.
1 ) Ispirazione : minga sémper g'hoo
l'èstro = non sempre ho l'esti-o.
2) Ghiribizzo: atto di capriccio mo-
mentaneo : ghe rén de qiiìj èstri di
tòlt che el par màtt = ha certe volte
tali estri che pare matto.
estrós, agg. = bizzarro.
1) Fantastico : che ha qualche cosa
di originale e di curioso che ferma
l'attenzione.
2) Ghiribizzoso, capriccioso bizzarro :
che ha spesso dei ghiribizzi.
esiiss, s, m. = Gesù : croce santa, tavo-
lasanta, quella su cui i bambini impa-
ravano a leggere.
1) Esiiss per i so pòer mòri = Dio
lo rimuneri, lo compensi. Modo di rin-
graziamento di quelli a cui facciamo
l'elemosina.
etaa, s. f. = età: gli anni dell'uomo.
1) etaa de fioeiì = fanciullezza, pue-
rizia, impubertà.
età
— 301
ex
2) etaa de gioinètt = pubertà, adole-
scenza.
3) etaa cVòrnm = virilità.
4) vèèé in etaa = essere in là cogli
anni, essere annoso.
5) l'etaa del giildiéi = l'età del giu-
dizio : dopo i sette anni.
6) de mésa etaa = di mezza età :
fra la giovinezza e la virilità.
7) Gli anni che si richiedono : ghe
voRilr l'etaa = ci vuol l'età.
8) vègli dna bela etaa = esser di bella
età : di pers. inoltrata negli anni.
9) vèss dèla stèsa etaa = avere la
stessa età : esser nati nello stesso anno.
etàsgér, etàsgè, s. m. = scarabattola,
palchettino, scaffaletto, scaffalino da
sala, cantonierina : armadietto a tre piani
con vetri o senza dove si tengono mi-
nuterie per bellezza e ninnoli. Dal fran-
cese : Etage.
1) Servo muto : arnese di legno com-
posto di palchetti che durante il desi-
nare si tiene vicino alla tavola per te-
nervi piatti, pane, ecc.
éte, = ette: la minima cosa; el m'ha
ndnca ditt on He = non mi disse un
ette.
ètere, s. m. = etere. T. chim. : etere de
ménta, d'ànes = etere di menta, d'anaci.
etèrnitaa, s. f. = eternità, astr. di eterno.
1) che etèrnitaa! = che lentezza!
come sei lento !
etèrno, agg. = eterno.
1) Di Dio che non ha principio, ne
fine.
2) là vita etèrna = la vita eterna:
elio ha principio e non fine.
3) Di cosa, iperb. : molto durevole,
che si crede non finisca mai ; sta stdfa
chi l'è etèrna = questa stoffa è eterna :
non si consuma mai.
4) mài in etèrno = mai in eterno :
mai assolutamente.
5) ehi fàbrica d' inverno fàbriea in
etèrno = chi mura d'inverno, mura in
eterno, o mura di ferro.
ètich, agg. = etico, tisico : affetto da
etisia.
etìclièta, s. f. = etichetta : regole di ce-
rimonia nelle alte società ; sont minga
de qiiij che età sii Vetichèta = non son
di quelli che badano all'etichetta: son
persona alla mano alla buona. Dal frane.
etiquette.
1) Etichetta, bottello, bottellino, car-
tellino : che si mette sulle bottiglie,
sui barattoli, per indicare la qualità della
roba contenuta ; l'è minga l'etìchèta che
fa bòn el vin = non è il bottellino che
fa bono il vino.
etimologìa,* s. f. = etimologia.
1) L'origine e la derivazione delle
parole.
2) La prima parte della grammatica.
etisia, s. f. = etisia, tisi. T. medico di
una malattia dei polmoni.
èto, s. m. = ettogramma : il peso di 100
grammi.
etolitro, * s. m. = ettolitro: cento litri,
ètt, come éte e più com. = ette: la mi-
nima cosa.
1) gh'è càlaa on èli = f u a un pelo,
a un filo, a un ette di... ; assai poco-
manco.
2) no gh'è manca on ètt = non ci;
manca un ette, un pelo.
eucaristìa,* s. f. = eucai-esti e eucaristia..
T. cattol. : la Comunione.
èiirìsma, s. m.. = aneui-isma. T. medico-
di una malattia.
evàd, V. att. = spedire, finire, sbrigare:
dare spaccio.
evàugèlich, agg. = evangelico : che seguo-
i precetti della Chiesa evangelica.
evàsiòn, s. f. = esito, sbrigo : soddisfa-
zione che si dà a chi domanda.
evàsìv, agg. = sbrigativo, evasivo : di
parole e risposte che sfuggono la do-
jnanda.
evidènsa, * s. f. = evidenza : chiarezza,
massima.
evidènt, agg. = evidente : di fatto, cosa
la cui verità non ha bisogno di essere
dimostrata.
evita, * V. att. = evitare, scansare, schi-
vare : di cosa che molesti.
evitàbil, * agg. = evitabile : da potersi
evitare.
evìva, evivàsa, inter. = evviva ! viva \
Dio t'aiuti, ti salvi.
ex, = ex : prefisso lat. usato come in.
ital. a indicare o titolo o stato' che^
uno aveva.
— 302 —
fa
:e^
f, f. = effe: la sesta lettera dell'alfabeto.
Si pronuncia Ifa.
fa, s. m. = fa: nota musicale.
fa, v. att. = fare, operare, agire, venire
ai fatti; s'è parlaa àsce , àdèss Ve, el
moment de fa = si parlò abbastanza,
ore è il momento di agire.
1) fa e desfà = fare e disfare; spa-
droneggiare.
2) fa ti, fee viàlter, che'l fàga Hi =
fa tu, fate voi, faccia lui, o lei: dando
libertà di agire.
3) àvègh on bèli de fa = avere un
bel fare: pigliarsi gran cura.
4) vègli à che fa coni viin = averci
che fare con uno, aver da sbrigarla con
quello.
5) vègh niént à che fa = non averci
che fare: non averci interessi veruni.
6) Del principio delle fasi lunari; in-
coeu fa là luna = oggi fa la luna.
7) Della stagione, temperatura ; in-
eoeù fa on frècc birbòn = oggi fa un
freddo birbone.
8) Dell' ammosfera ; ha mù,i faa on
temp insci briitt = non ha mai fatto un
tempo così cattivo.
9) tanto fa = tanto fa : è la stessa
cosa.
10) fa de... = fare da; di professioni
e simili, far le veci; hoo faa mi de di-
retor = ho fatto io da direttore.
11) Di dignità, uffici, eleggere; l'han
fàa sindeeh = l'anno fatto sindaco.
12) Eadere; fa là barba = fare, ra-
dere la barba.
13) fa dànee = far danari, r agranel-
lare somme, farsi ricco. In senso di
«.vricchire non troppo onestamente: far
quattrini .
14) fa fàgòtt = far fagotto: partire.
15). Di professioni, arti; fa l'àocàtt,
e dolor, V ingegnee, el feree, el picà-
prèj = fare l'avvocato, il medico, l'in-
gegnere, il fabbro, lo scalpellino.
16) Di rappresentazioni teatrali; di-
man faràn el Sihàno de Maéctigni =
domani faranno il Silvano di Mascagni.
17) Ordinare, esser causa che altri
faccia : incoetl ài coeCigh ghe foo fa i
polpètt = oggi al coco gli fò far le pol-
pette; coi tò eiàcer te me fee sbagliti
= colle tue chiacchiere mi fai sbagliare.
18) Divenire; rome là se fa bela là
toa popola = come si fa bella la tua
ragazza.
19) savè pie quèll che se fa = non
saper quel che si fa: non raccapezzarsi.
20) fàsela àdòss, in di càlsòn = far-
sela addosso, nei calzoni. Dei bisogni
corporali.
21) vèss sili fa = essere sul fare, es-
sere simile, all' incirca.
22) fa foeiira = cavarne ; del sorto
hoo faa fceura on marsimn = del so-
prabito n'ho cavato una giacchettina.
23) fa sota, e fa éòtt = rincalzare il
lenzuolo: cacciarlo sotto la materassa.
24) Di piante: produrre; l'è dna rósa
che fa pòcch fior = è una rosa che fa
pochi fiori ; l'è on castàn che fa i ca-
stègn bòrni come = è un castano che
produce le castagne bonissime.
25) fa sèma = far senza, far di meno.
Anche: scìisà.
26) fa on personàgg = fare un per-
sonaggio ; rappresentarne la parte.
27) bèi fa à... = bella forza a...
28) àvè à che fa coni el bòn = non
aver a mangiar il cavolo coi ciechi.
29) chi le fa le spèta = chi la fa l'a-
spetta; render pan per focaccia.
30) fa àrènt = ramassai'e, cumulare.
31) fa fa à noè ter mceùd = far filare
uno.
fa
- 303
fac
32) fa foeura % eaètègn = sdiricciare
le castagne.
33) fa gio = sgusciare, dipannare.
34) fa gio i erbiòn, i basgiànn =
sbacellare, sgranare, sgusciare i baccelli.
35) fa gid i vere = sfogliare i cavoli.
36) fa gid là polver = spolverare.
37) fa i ròbb còme Dìo ■voeUr = ac-
ciabbattare.
38) fàla fceura = definire, sbrigare,
chiarire una partita. Anche: azzuffarsi.
39) fa su = avvolgere. Anche ramas-
sare, accumulare. Anche : abbindolare,
raggirare con lusinghe e artifici.
40) fa éù à biiserèll = ingannare,
aggirare, gabbare.
41) fa sii el péver, là éaa e sim. =
accartocciare, involgere.
42) fa sii in di prèsi = abusare, nel
chiedere il prezzo di una cosa.
43) fagliela = coccarla, appioppiarla
a uno.
44) el me se fa = mi conviene, mi
si affa.
46) fa el màsé = tenere il mazzo ;
distribuire le carte.
46) in tati i cà gh'è el éo de fa =
per tutto c'è il suo da fare.
47) fàla = cacare; chi le fa le tnàn-
gia = chi imbratta spazzi.
48) fa de locch, de minción, fa l'in-
diàn = far lo gnom, il nescio.
49) chi g' ha de fa ghe pensa = chi
ci ha a pensar ci pensi.
fa, s. m. = fare.
1) on bèli fa = un bel garbo, compo-
stezza.
faa, p. pass. = fatto.
1) faa à man = fattizio e anche fatto
a mano.
2) quèll che è faa è faa = il fatto è
fatto: quando una cosa è fatta non ci
si pensa più.
fabriàn, s. m. = sedere, deretano, culo.
fàbrica,* s. f. = fabbrica, officina, fab-
brica di oggetti.
1) fàbriea del veder = vetraia.
2) fàbriea de sàon = saponeria.
3) à prèsi de fdLbrica = a prezzi di
fabbrica: per quel che son costati al
venditore.
4) per là fàbriea de l'àpetitt = per
guadagnarsi il vitto.
5) l'è in fàbriea = si dice scherzo-
samente di donna gravida.
fàbriea, * v. att. = fabbricare, edificare,
costruire: d'opere murarie e di qualun-
que prodotto dell'industria.
fàbricàtòr, * s. m. = fabbricatore.
fàbricér, s. m. = fabriciero. T. eccle-
siast. : soprintendente alla fabbrica e
alla amministrazione economica di una
chiesa.
face, s. m. = fatto, faccenda.
1) fa el face = fare il colpo; ciò che
si designava.
fàcénda, * s. f. = faccenda, affare, ne-
gozio, operazione: cosa da fare, da sbri-
gare.
1) l'è dna fàcénda seria = è una fac-
cenda seria: quando ci troviamo in qual-
che impiccio. Anche: l'è on àfàri seri.
fàeetà, v. att. = brillantare, sfaccettare:
tagliare a faccette o piccoli piani incli-
nati gli uni sugli altri, diamanti, pietre
preziose, cristalli di rocca.
fàcia, s. f. = faccia, viso, volto: la parte
davanti della testa dell'uomo.
1) fa la fàcia brMea = fare il viso
brusco.
2) fa la fàcia scura = agrottare le
ciglia, fare il viso dell'arme, diventar
serio, minaccioso, far crespello delle
ciglia; mostrarsi adirato.
3) l'ha faa ona fàcia! = foce la bocca
acerba.
4) guàrdàsà in fàcia = guardarsi in
volto.
B) lavagli là fàcia, à vun = dargli le
mani sul muso.
6) bruta fàcia = brutta faccia, faccia
scura, viso agro.
7) fàcia de lÈna pièna = un viso che
pare in quintadecima luna.
8) fàcia de tòta a fodràda de tota =
viso da pallottola, faccia tosta.
9) fàcia franca = faccia franca : di
pers. che non si vergognano.
10) fàcia gòtica = taccia di goffo.
11) fàcia proibtda = faccia di ca-
gnazzo ; fàcia de beleràtt, de bàlòss =
faccia di tristo. V. beleràtt.
12) Ardire, eccesso di franchezza, che
può andare alla sfacciataggine.
18) fa de dò face = aver due faccio,
esser fìnto.
14) troà là fàcia de lègn = trovar
l'uscio imprunato, o di legno ; trovar
chiuso l'uscio.
15) guarda in fàcia à nisiin = non
guardare in faccia nessuno o a nessuno:
non far parzialità.
fac
- 30-1 -
fad
1(5) fàeia à fàcia = faccia a faccia:
di fronte.
17) in fAcia = di rimpetto. Anche:
dinanzi.
18) dì in fàcia = gettare in faccia:
spiattellargliela tale e quale a uno; per
lo più rimproverando.
19) volta fàcia = voltar faccia: di cM
cambia parere, specialmente in politica.
20) in fàcia à... = in faccia a... al
giudizio ; in fàcia àia mìa coscénsa
g'hoo nient de rimproeràmm = in fac-
cia alla mia coscienza nulla ho da rim-
proverarmi .
fàciàda, s. f. = facciata.
1) Prospetto anteriore di una fab-
brica.
2) Una pagina piena.
3) Faccia: il solo dritto o il rovescio
di un foglio.
4) de fàeiàda = di faccia, di rimpetto.
fàchìii, s. m. = facchino: chi porta pesi.
Ed ora anche inserviente assegnato in
vari posti della città per servire il pub-
blico in trasporti e in gen. a' servigi
pili faticosi.
1) Di pers. grossolana nelle maniere;
te pàret on fàchm = sembri un fac-
chino.
2) vita de fàchìn = facchineria, vita
di travaglio.
3) l'ereditaa del màtt fàchìn = ere-
dità da nulla, eredità sfamata.
facilina; v. alt. = affacchinare : lavorar
da facchino.
fàchìnàda, s. f. = facchinata, facchineria;
l'è minga àtaa on divertimént, V è étàda
dna fachinàda = non fu un diverti-
mento, fu una facchinata.
fàchìiiàgg, s. m. = facchinaggio, il la-
voro del facchino ed anche quel tanto
che si paga alle dogane per l'opera dei
facchini.
fàcìl, agg. = facile, agevole, che non ri-
chiede gran che d'abilità a farsi.
1) Probabile ; Ve fàcil che vaga via
dimdn = è facile che parta domani.
2) rè fàcil. impers. = è capace. Vale:
Può darsi, risica; se el temp l'è bèli l'è
fàcil che vaga in campagna = se il
tempo è buono, è capace che vada in
campagna. E ironie; se te fee el bon,
te dar 00 on bèli belee-vUìj Ve fàcil!
= se stai bono, ti darò un bel balocco -
si ! è capace.
fàcilitaa, s. f = faciliti"!, agevolezza: di-
sposizione nelle coso per poterla fare o
dire senza difficoltà.
1) Anche prontezza maestrevole nel-
l'operare.
facilità, V. att. = agevolare, far agevole:
diminuire la difficoltà; facilità el étddi
d'ona lingua = agevolare lo studio di
una lingua.
fàcilitasiòn, * s. f = agevolezza, van-
taggio nei prezzi sui contratti.
fàcilitòn, s. m. = Ser Agevola : d'uomo
che trova tutto facile.
fàcilinént, avv. = facilmente, andante-
mente, agevolmente, senza fatica.
1) Probabilmente ; fàcilment dimdn
piacilo = domani facilmente piove.
fàcili, s. m. = visino, faccino.
fàciòii, s. m. = faccione, gran faccia.
1) fa el fàcion = far faccione : fig.,
far cosa per la quale bisogna vincer
vergogna. Anche : mesticar la faccia,
comparire davanti a qualcuno o al pub-
blico.
fàcitt, s. m. pL = faccendole, faccen-
ducce ; pòera tòsa^ là fa i so fàcitt
polid come = povera ragazza^ fa le sue
faccendole assai bene.
fàcoltaa, * s. f. = facoltà.
1) Diritto 0 permissione di poter faro
alcuna cosa; el m'ha daa fàcoltaa de
vend e de eomprà = m'ha dato facoltà
di vendere e di comperare.
2) Le diverse sessioni d'insegnamento
nelle università.
fàcóiidia, * s. f. = facondia, eloquenza :
facilità di parlare.
fàC'SÌmil, s. m. = fac-simile : copia o
imitazione esatta di una scrittura o di
un monumento.
factotum, s. m. = fattotum e factotum.
1) Chi per ordine altrui e con una
certa baldanza spadroneggia, comanda,
agisce, fa per un altro, per altri, per
tutti.
2) Faccendone, affannone: chi si dà
gran fare. Iron.
fàdìga, s. f. = fatica: quanto risente un
corpo per un lavoro che richieda più
forza dell'ordinaria.
1) coni fàdìga = a fatica, con molta
difficoltà, pena; sénsa fàdìga = senza fa-
tica: facilmente.
2) scansa fàdìgh = scansa fatiche :
chi non ha voglia di far nulla.
3; sta nò per là fàdìga = non ci pen-
sar molto a fare: non aversi riguardo.
fad
- ;]05 -
fai
4) fa fadìga ci... = durar fatica a...
averci molta difficoltà.
fàdigàj V. att. = faticare, affaticarsi, far
fatica; fàdìga minga tròpp = non t'af-
faticar troppo.
fàdìgh, s.f. pi. = galle: male nelle gambe
dei cavalli.
fàdigròs, agg. = faticoso: che dà fatica.
faetòn, s. m. = faeton. : specie di car-
rozza. Da chi parla meglio si pronuncia
faeton. Dall' inglese.
fàghela, v. att. = accileccare : lusingai'e
con promesse vane, ingannare.
1) fagliela à viin = accoccarla a uno,
trappolarlo; ^r/ic rhanfàda = gli d'hanno
accoccata. Anche di una burla.
fàg'otéri, s, m, = fagottone.
fàg'otòn, s. m. = fagottone.
1) vèsà on fàgotón = essere infagot-
tato: goffo nei vestiario.
fagròtt, s. m. = fagotto, fardello: involto
di cenci o altro fatto alla peggio.
1) à fàgòtt = a balle.
2) torna, à fa éii el fàgòtt = rinfa-
gottare.
3) fa sii el fàgòtt = affagottare. An-
che: fai- fardello, andarsene, far fagotto.
4) fa fàgòtt = far fagotto : d'un ve-
stito che sgonfi troppo in un luogo.
5) fa minga fàgòtt = acquattare: di
cosa che non alzi troppo.
6) Fagotto : strumento musicale da
fiato.
fàlà, V. att. = fallare, errare, sbagliare.
1) el po' fàlà à scapa = può darsi
alla fuga, non ha più che fuggire.
2) Fallire il colpo.
fàlàdisc, agg. = ingannevole, che in-
ganna. Assai poco usato ormai.
fàlchetòn, s. m. = grosso falchetto.
1) fàlchetòn sènerin = albanella reale,
albanella, falco pigargo; falco cyaneus.
2) Albanella piccola o rossiccia; falco
cineraccus.
fàlchètt, s. m. = falco fringuellaio, spar-
viere, smerlo, smeriglio ; falco nisus,
uccello di rapina.
1) Lodolaio, falchetto da uccelli, spar-
viere terzuolo.
2) Falco da fringuelli minore; falco
minatiis.
3) Gheppio, gheppio di ton'e, guglia,
acertello, falchetto di torre; falco tin-
nunculus.
4) vègh i oeiice de fàlchètt = avere
occhi di falco: vivi e spavaldi.
•20
fàlcòn, s. m. = falcone, falco; falco pe-
regrinus.
fàlcinèll, s. m. = mignattaio, chiurlo
verde; ibis falcinellus. Ucc. silvano.
falda, s. f. = falda. Vedi fòlda.
faldistòri, s. m. = faldistoro : genufles-
serio del vescovo.
fà-lètt, s. m. = stramaglia; per le bestie,
anche: strànini.
fàlì, V. att. = fallire, far bancarotta: del
debitore il cui passivo ha superato l'at-
tivo.
1) fàlì col bolgiòtt, col mòri in cà,
coni là bórsa in là èchhia = fallire col
sacchetto, col moito nella cassa.
2) tra fàlii = dichiarar fallito, obe-
rato.
fàlìi, s. m. = fallito, oberato ; che ha
fatto bancarotta.
fàlimènt, s. m. = fallimento, bancarotta.
1) resta sòia à on fàlimènt = rima-
nere al fallimento.
2) l'è on fàlimènt = è un fallimento:
di qualunque grave perdita,
fall, s. m. = fallo : mancanza commessa
più che altro per leggerezza o debo-
lezza.
1) Sbaglio: colpo mancato. Specialm.
nel gioco del biliardo, della palla o del
pallone.
2) càtcL in fall = cogliere in fallo.
3) shisa fall = senza fallo, senza
dubbio.
falò, s. m. = falò, baldoria: fuoco di ma-
teria presto fiammante, ma che dura
poco, e che specialm. si fa per allegria
in qualche festa.
fàlòpa, s. f. = faloppe, faloppa: bozzolo
imperfetto col baco morto dentro.
fàlp, s. m. = falbo : mantello giallo di
fuoco dei cavalli.
fals, agg. = falso.
1) Di cosa contraria al vero.
2j Di pers. che nasconde l'animo suo
e finge altri sentim. per ingannarci.
3) Di cosa imitata, alterata per in-
ganno; òr, àrgènt fclls = oro, argento
falso.
4) color fàls = color falso, che non
regge.
falsàri, s. m. = falsario : chi commette
il falso in scrittura.
falsariga, s. f. = falsariga: foglio rigato
grosso da metter sotto a un altro per
scriver dritti.
fàlsètt, s. m, = falsetto: terni, music:
fai
— 806
fan
voce di testa negli uomini, che sover-
chia le più acute.
fàlsèta, s. f. = serra, flanchetta: la parte
superiore dei calzoni che cinge la vita
e si seiTa sul davanti.
1) Di carta: braca. Term. dei legat.
di libri.
fàlsètà, V. att. = imbracare. T. dei legat.
di libri.
falsifica,* i^. att. = falsificare: fare diso-
nestamente una cosa che somigli un' al-
tra, in modo che sia scambiata con
quella.
1) De' cibi e bevande: adulterare e,
si dice meglio: fàtiirà.
fàlsiflcàsiòn, * s, f. = falsificazione : il
falsificare.
fàlsitaa, s. f. = falsità; crédegh minga,
el dìs doma di fàléitaa = non gli cre-
dere, dice soltanto falsità.
faina, * s. f. = fama. Nelle frasi vègli
bòna fama = avere, goder buona fama,
buon nome, e vègh pdca bona fama =
aver fama poco buona.
fàmbrosa, s. f. = lampone; frutto di pianta
silvestre, dolce e saporito da farne con-
serve e siroppi.
fàmèj, s. m. = famiglio : chi veglia al
governo delle mandre.
fàmilia,* s. f. = famiglia: il marito, la
moglie, i figli e le persone conviventi.
1) tir ma de fàmilia = stemma.
2) fioe.u de fàmilia = figlio di fami-
glia: non uscito fuor di pupillo.
3) èticra fàmilia = la sacra famiglia:
quadro rappresentante la fam. di Gesiì.
fàmiliar, * agg. = domestico, mansueto,
familiare.
1) Di pers. che tratta con modi af-
fabili.
fàmiliàrisàss, * v. rifl. = dimesticarsi,
familiarizzarsi, prendere familiarità.
fàniinciòn, s. m. = soppiattone, ed an-
che chi è astuto e par goffo.
fàniìna, s. f. = famina, dim. di fame ;
vezzegg. da bambini.
fànim, s. f. = fame: bisogno di mangiare
e anche appetito, voglia di mangiare.
1) fa pàti là fàmm = affamare, far
piatire il pane.
2 1 vègh dna fàmm de no dì = avere
una fame assaettata.
3) là fàmm là mmùv el loff foeUra
déla tana = la fame caccia il lupo dal
bosco.
4) l'è on mòrt de fàmm. = è povero.
in canna, è un fischione, allupato: vede
la fame in aria.
5) vedègh pii dèlà fàmm = avere una
fame da non vederci lume.
fàmm, s. f. = volpe, carie del grano che
converte il chicco in polvere nera.
fàmds, * agg. = famoso, celebre, solenne,
illustre: usa anche famóso.
fànàgotòn, s. m. = fanullone, pigraccio,
scioperato : chi non ha voglia di far
nulla.
fànàl, s. m. = fanale ; lanterna da strada,
da cortile, da torre e sim.
1) fànàl de càròéa = lampione da
carrozza.
fànàtìch,* agg. = fanatico, esaltato.
fànàtisà,'^ «'. att. = fanatizzare, dar nel
fanatico e anche: far fanatismo.
fanatismo, * s. m. = fanatismo, esalta-
zione.
1) Ammirazione esagerata, che nulla
fa parer buono, all' infuori della cosa
ammirata.
fandonia, * s. f. = fandonia, bugia: cosa
non vera raccontata per vantazione, per
burla, ma facilmente riconoscibile.
fànéla, s. f. = flanella: tessuto leggero
di lana fina per farne vesti, camice, e
simili.
fànèll, e fànètt, s. m. = fanello; frin-
gilla linaria; uccello silvano.
fanfara,* s. f. = fanfara: corpo di suo-
natori con strumenti a squillo .
fànfàrón,* s. m. = fanfarone, spaccone,
che s'atteggia a prepotente.
1) Fanfano: chiacchierone che la sa
lunga per imbrogliare.
fànfàronàda,* s. f. = fanfaronata, spac-
conata: atto, discorso da fanfarone.
fànfer, s. m. = baia, cosa da ridere,
celia.
1) no vàri on fànfer = non valere
un'acca.
fàngra, s. f. = fango, lìmo, brago, fan-
ghiglia, melma, fanga: per lo piiì sciolta.
1) pésta fànga = sfangare: attraver-
sare alla meglio un pantano.
2) tceu sii là fànga = spalare il fango.
3) tiitt pién de fànga = tutto zac-
chere 0 schizzi di fango : infangato,
fangoso.
4) i omen che tceH éu là fànga = i
palaiuoli .
fàug'hi,* s. m. pi. = terme, fanghi : luogo
di cui'a dove 1' elemento terapeutico è
il fango caldo, come ad Acqui.
fan
307
fas
fànt; s. m. = fante : T. del giuoco delle
carte: una figura che ha la figura di un
soldato.
fàntària o meglio fanteria,* s. f. = la
fanteria, i fanti, la milizia a piedi.
fantasìa,* s. f. = fantasia.
1) Potenza creatrice artistica.
2) Quanto si allontana in arte dal
vero.
3) T. mus.: pozzo sopra diversi mo-
tivi d'opere, variati a capriccio dello
scrittore.
4) da fantasìa = bizzarro ; vestii.,
stòfa de fantasia = veste, stoffa di fan-
tasia, bizzarra.
fàntàstich,* agg. = fantastico : che non
ha fondamento fuori che nella fantasia.
fantàstica,* v. att. = fantasticare, stil-
larsi il cervello ; immaginare cose im-
possibili ad effettuarsi.
fantasma, * s. m. = fantasma, spettro:
figura umana senza corpo che vien at-
tribuito dalla fantasia.
1) pari on fantasma = parere una
morte, una fantasma.
fàutàsmàg-oria, * s. f. = fantasmagoria:
lo illusioni ottiche prodotte più spe-
cialm. dalla lanterna magica o da com-
binazioni coreografiche ; l'Ecelsior del
Mamdti Ve ona fantasmagorìa = l'Ex-
celsior del Manzotti è una fantasma-
goria.
fantin, s. m. = fantino : chi monta il
cavallo al pallio.
fàràbiitt, s. m. = farabutto: uomo ca-
pace di qualunque bassa azione, acciar-
pone, ciarpone : chi è solito fare senza
diligenza.
fiàràbiltà, v. att. = acciarpare, acciabat-
tare.
fàràgrin, * s. f. = farragine : agglome-
razione confusa di cose.
fàràón, s. m. = faraone : sp. di giuoco
d'azzardo.
fàràóst, s. m. = ferragosto. Per i mila-
nesi la festa della Madonna d'Agosto,
che si celebra, uscendo fuor di città a
baldorie.
1) dà, ciapà el fàràoét = dare, pren-
dere le mance di ferragosto.
fàrfàla, s. f. = farfalla. Papilio : nome
generico di alcuni insetti a quattro ali
e vari colori.
1) Persona di poco cervello, volubile,
leggiera.
fàrfàlìn, s. m. = farfallino: uomo di
poca stabilità.
fàrfoià, 'V. att. = balbettare, barbugliare :
parlare senza scolpir le parole.
1) Balbettare: di chi parla una lin-
gua sapendola poco.
2) Ciangottare : parlar male, e spe-
cialmente il cominciare a parlare dei
bambini.
fàrfo'àda, s. f. = ciangottata, barbugliata.
fàrfoiòn, s. m. = barbuglione.
farina, s. f. = farina : il grano macinato.
1) farina de semola = fior di farina :
la parte più fine e più bianca.
2) vèss minga farina del so sàcch =
non esser farina del suo sacco; non
esser erba del suo orto.
3) cognoss là farina quand l'è pan
= essere di grossa pasta.
4) farina bianca = farina di grano.
5) farina giàlda = farina di grano
turco 0 gialla.
G) là farina del ditLol là rà in cru-
sca = la roba male acquistata non fa
prò. Vedi diàol 8).
fàrìnee, s. m. = farinaccio. Agaricus
ovoides: fungo mangereccio.
fàrinòs, agg. = farinoso : che contiene
molta farina.
1) Sfarinato : di frutta scipite che
mal reggono al dente.
farsa, * s. f = farsa : lavoro drammatico
scherzoso.
fcàru, s. 711. pi. = ballotte; castagne les-
sate.
fàsa, s. f. = fascia.
1) Striscia di maglia o di tessuto
lunga per avvolgere i lattanti.
2) in fàsa = in fascia ; in, nelle fa-
sce : l'età infantile.
3) Prov. : beli in fàsa., briitt in piàsa,
briitt in fàéa, bèli in piàsa = bello in
fascia, brutto in piazza; brutto in fascia,
bello in piazza: dello mutazioni che
fanno i bambini crescendo : di belli,
brutti, di brutti, belli.
4) Fascia di carta per avvolgere gior-
nali od altro.
fìisàn, s. m. = fagiano. Phasianus gal-
lus : uccello razzolatore.
1) fàsàn de montagna = fagiano nero,
urogallo, fagiano alpestre ; tetrao uro-
gallus = fagiano di monte, gallo mi-
nore di monte : Tetrao tetrix.
2) fàsàn de la China = fagiano di co-
lor d'oro. Phasianus pictus.
fas
— 308 —
fas
fàsàiiéla, s. f. = fagiana: la femmina
del fagiano.
1) Gallina prataiola, fagianella.
fascicola; V. att. = distribuire in o per
fascicoli.
fàsèra, s. f. = cascino, cascina: asserel-
lino per contenere la pasta recente del
cacio lodigiano. T. dei caciai.
fàsèta, s. f. = fascetta, dim. di fascia.
1) Fascetta, busto : specie di fascia
steccata e con molle che le donne por-
tano per sorregger la vita. Anche : biist.
fàsetera, s. f. = fascettaia bustaia : donna
che fa le fascette.
fàsìua, s. f. = fascina: fascio di legne
minute.
1) età à là fàéina di Spàgnceit = scal-
darsi alla fascina degli Spagnuoli : stare
a soleggiarsi.
fasinà, v. att. = affascinare : far fascine,
fasci ; fasinù, el jen = affascinare il
fieno. Meglio affastellare.
fàsinìn, s. m. = fascinetta, fascinetto :
fastello di sarmenti.
1) Fascinotto : fascinetta di stipe o
legne minute con qualche legnetto un
po' grosso per avviare il foco dei ca-
minetti 0 nelle stufe.
fàsinóii) s m. = fascinone.
1) Barricata fatta di fascine.
fàsoen s. m. = fagiolo. Phaseolus vulga-
ris: la pianta e il seme.
1) Sgorbia di fàsoeù = baccello, si-
liqua.
2) ogìii di faéoeii = viso, occhio.
3) fàsoeu de Spagna = fagioli della
China o d'Egitto.
4) fasceù grìs = fagiolo grigiolato.
5) fàsoeu màjòleghìn = fagiolo maio-
lichino.
6) fàsoeu quàràntìn = fagiolo rigato.
7) fàsoeù ràmpeghìn = fagiolo ram-
pichino.
8) fàsoeù scolar = fagiolo senza filo.
Phaseolus vulgaris globosus.
9) fàsoeù de hròca = fagiolo romano.
phaseolus vulgaris albus.
10) fàsoeù de l'oeiiec = fagiolo del-
l'occhio. Dolichos Catiang.
11) fàsoeù de l'aquila = fagiolo dal-
l'aquila. Phaseolus cilindricus bicolor,
12) fàsoeù étobiàroeù = fagiolo cap-
pone.
13) fàsoeù ràres = fagiolo illirico.
14) cos'è ? s'cidpa i fàsoeù ? = che è ?
va egli giù la vinaccia?: a chi non
lascia tempo abbastanza a far chec-
chessia.
15) fa giò i fàsceù = sgusciare, sbac-
cellare, sgranai'e i fagioL".
16) nulngià i fàsoeù in eoo à vùn =
mangiar la torta in capo a uno.
17) fa sii rts e fàsoeu de tùtt còse =
fare d'ogni erba fascio: di chi mette
insieme alla rinfusa.
fàsoeù s. m. = sorgozzone: colpo dato
sotto il mento.
1) *■ fàsoeu = i fagioli : nome di quat-
tro denti dei cavalli.
2) *■ f asceti = i granelli dei galli.
fàsolètt, s. m. = fazzoletto : pezzo di
tessuto quadro che portiamo in tasca
0 al coUo.
1) fàsolètt del nas e assol. fàéolètt =
moccicchino, pezzuola.
2) mèss fàsolètt = vedi; flscìQ.
fàsolètàdaj s. f. = pezzuolata: quanta
roba ci sta in una pezzuola.
fàsolètìn, s. m. = pezzuoluccia.
fàsoritt, s. m. pi. = fagioli dell'occhio,
fagioli turchi.
fàsoròn , s. m. = fagiolone : grosso fa-
giolo e fagiolo a viticci.
1) Di pers. : bamboccione, fagiolone :
grasso e senza energia.
fàsoròtt f s. m. = bambocciottolo : di
bambini.
fàss, s. m. = fascio ; ammassamento di
cose legate insieme.
1) Peso corrispondente al quintale.
fastìdi, s. m. = fastidio, molestia, af-
fanno.
1) Briga: faccenda da trattarsi con
altri difficile, fastidiosa, in cui uno si
metta o sia mosso senza una ragione
sufficiente; ciàpàss di fastìdi = pren-
dersi delle brighe.
2) Bega : contrasto, litigio di poco
momento, ma che dà molti fastidi ; i
tò ciàcer me fan àvè di gran fastidi =
le tue chiacchiere mi fanno avere dei
grandi fastidi.
3) Impegno fastidioso ; vess in d'on
fastìdi = essere in un fastidio, in una
bega.
4) làsà à cà i fastidi = attaccare i
pensieri alla campanella dell'uscio : la-
sciare i pensieri a casa quando si esce.
5) dà fastìdi = dar noia, guastare,
seccare.
6) tceuss fàètidi = darsi pensiero o
briga.
fas
— 309
fed
7) fàb'tìdi fàtt in là = lasciar andar
r acqua alla china ; fuggire il ranno
caldo.
8) vèss quèll di trentàtrii fàètìdi =
aver da grattare.
9) fastidi gràèé = fastidio da poco ;
che non dà gran noia.
10) Svenimento, sincope.
11) fegnì fastìdi = svenire, perdere
i sensi.
12) Cancherino. "Vedi crusi.
fàstidiòs, * agg, = fastidioso, noioso :
che dà fastidio, noia.
1) Anche chi di nulla si infastidisce.
fata, s. f. = compito, impatta: lavoro
assegnato altrui, o a sé, determinata-
mente.
fàton, agg. = fatuone, bietolone : di pers.
molto fatua, molto scipita.
fàtèss, s. f. 2)1. = fattezze, lineamenti:
le linee del viso.
fàtòr, s. m. = fattore agente : agente di
un proprietario che in campagna invigila
e amministra i possessi.
fatòra, s. f. = fattoressa : la moglie del
fattore.
fàtorìa, s. f. = fattoria: lo stabile dove
il fattore risiede.
fàtorìn, * s. m. = fattorino : ragazzo o
uomo che i padroni di bottega, o sta-
bilimento mandano in giro con com-
missioni 0 incaricano di piccoli servigi.
fàtoT meglio fàtt, agg. = fatuo, sciocco,
scipito. Di pers. mancante di saviezza.
fàtt, agg. = sciocco : dolce di sale. Di
persona: fatuo, scipito. Vedi, fato v.
1) Di filo: poco torto.
fatt, s. ììi. = fatto, evento, avvenimento,
caso : quanto avviene o è avvenuto.
1) càtà, ciàjyà siil fàtt = cogliere
sul fatto, in flagrante: esser sopra a
uno nel momento in cui sta facendo
una cosa non lecita.
2) Fatto, negozio, faccenda, azione.
3) chi rinimsia ài fàtt so prima
che el mceilra, el merita siil eoo dna
màsoRura = chi del suo si spodesta,
morta un maglio sulla testa.
4) guarda ài fàtt so = guardar la
gamba, avere occhio ; curare i propri
affari.
5) sàvè el fàtt so = sapere il fatto
suo ; sapere a quanti di è S. Biagio :
essere valente in una cosa.
6) pensa ài fàtt so = pensare ai
fatti suoi : badare ai propri affari, ba-
dare a se.
7) àndà per i fàtt so = andare pei
fatti suoi : non immischiarsi ne' fatti
altrui.
8) ditt e fàtt = detto e fatto : subito.
9) in fàtt de... = in fatto di... qixan-
to a...
f attira, s. f. = fattura, opera, lavoro.
1) làorà à fàtura = lavorare a opra,
a fattura, a cottimo.
2) Fattura : il prezzo che sarti, sarte
e sim. prendono per cucitura, fattura
di un lav.oro di loro arte.
3) Tariffa, fattui-a, conto ; g'hoo màn-
daa tre vòlt là fàtilra, ma el paga nò
= gli ho mandato tre volte la fattura,
ma non paga.
fàtiirà, * v. att. = fatturare, adulterare :
dì vini, liquori e commestibili e spe-
cialmente del vino. Falsarli per imitare
i buoni ; l'è onèst ; el vìn le fàtUra nò
= è onesto ; il vino non lo fattura.
fava, s. f. = faverella : vivanda di fave.
1) fava àìnericàna e tUrca = fave-
rella americana o turca che si pone
nel tabacco.
2) i fàv = fava cavallina o muletta
0 da biada. Vieta faba minor. Legume.
3) cilntà sii là ràva e là fava = dire
per filo e per segno.
fàvàcìn, s. m. = beccabunga : specie di
erba medicinale.
fàvee, s. m. = faveto : campo a fave.
favela, *«./'. = favella, parola : il par-
lare.
fàvola, * s. f. = favola : sorta di com-
ponimento letterario.
1) Eacconto che si stenta a credere.
favor, * s. m. = favore, piacere, servi-
zio, garbatezza: cosa vantaggiosa che
si fa altrui per benevolenza.
fàvorévol, * agg. = favorevole, incline :
disposto a dar favore, ad esser d'aiuto,
ad accettare o ad ammettere qualche
cosa.
favorii, agg. = favorito : pers. in favore.
1) Anche di chi dalla sorte ha mag-
giori vantaggi.
febràr, s. m. = febbraio: il secondo
mese dell'anno.
fèd, s. f. = fede, fiducia, credenza, spe-
ranza.
1) là féd = la fede: credenza reli-
giosa.
2) Attestato, fede, documento.
fed
310 —
fen
3) bòna féd = buona fede : stato del-
l'animo di chi è pronto a credere altrui
di non trovare inganni, di non far
male a fare una cosa.
fedàscia, s. f. = fede viva, grandissima.
Spesso conduce alla credulità.
fedél, agg. = fedele, devoto, fido : che
mantiene la fede, le promesse.
fedeltaa, s. f. = fedeltà, devozione, fi-
datezza.
fedina, s. f. = fedina : attestato ; fedina
crimintLl = certificato criminale.
fèl, s. f. = fiele, bile : specialm. quella
degli animali.
1) òmm pién de fél = uomo pieno di
livore, d'odio, di rancore.
2) mangia fél e spiià mei = man-
giare amaro e sputar dolce.
felipp, s. m. : meglio fllipica, * s. f.
= rabbuffo, rimprovero forte, ramanzina.
félpa, s. f. = felpa : drappo di seta o
lana col pelo più lungo del velluto.
félter, s. m. = feltro : pannolano non
tessuto, ma amalgamato.
1) i fèlter = i feltri ; T. di cartiera.
feltra, V. alt. = feltrare ; ridurre a uso
feltro.
fèltràdìi, = s. f = pezza di feltro, fel-
trata.
fèltradùra, s. f. = feltratura: l'opera-
zione del feltrare.
fèltrìn, s. m. = cappuccio, scuffia: T. dei
cappellai.
fèltròn, s. m. •= colatoia: T. di cartiera.
felice, * agg. = felice, contento, beato,
soddisfatto.
1) felice nòte * felice notte, buona
notte, bona notte Gesù : quand' una
cosa è perduta, spacciata.
felìn, s. m. = sanfelino : specie di sala-
me crudo molto duro.
fèmina, * s. f. = femminina, donna.
1) Animale di sesso femminile.
2) ciàv fèmina = chiave femmina :
quella col buco.
fèn, = s. m. = fieno : erba segata e sec-
cata per foraggio.
1) àvègh gid i fèn = aver sparso i
fieni : aver sciolti gli stergai.
2) biij el fèn = pigliar bollore il fieno.
3) dà el fèn ài bèsti = affienare le
bestie.
4) el temp del fèn = fienagione.
5) fa sii el fén = appostare il fieno.
6) fa 0 paia 0 fén = cavarne cappa
0 mantello : venire a una deliberazione.
7) fèn brilsaa = fieno bruno, riscal-
dato, ribollito.
8) fén foiós = fieno fogliuto.
9) fén in andana = fieno appostato ;
poste, cappe, mucchi di fieno.
10) /m màgéngh = fieno maggese o
maggengo.
11) fèn ostàn = fieno agostano.
12) fèn piovàtaa = fieno fracido, o
fradicio.
13) fén -sàrtumos = fieno di padule.
14) fén stràsii = fieno arido.
15) legni i bèéti ài fén = governai*
. le bestie a seccume.
16) riiff de fèn = pula del fieno, fio-
rume.
17) mangia el fén in èrba = bere il
vino agresto, mangiare il gl'ano in erba.
Vedi èrba, 8).
18) incontra on cdr de fén = trovare
chi ci trattiene a chiacchiere, e ci fa
perdere tempo.
19) mètt à fén = appratire.
20) ligà sic el cdr de fèn = appresel-
lare : legar col prosello.
21) fa fén in l'acqua = essere fortu-
nato in ogni impresa.
feuàda, s. f. = raccolta di fieno
fenàgià, v. alt. = rivoltare il fieno.
fenàgión, s. m. = fienaiuolo : chi pre-
para il fieno.
feucisc, = agg. = infingardo, pigro, ac-
. cidioso ; cont sto frècc soni fencisc come
= con questo freddo sono assai pigro.
feucisciària, s. f. = infingardaggine, ac-
cidia, pigrizia.
feneàn, s. m. = scioperone, ozioso, fan-
nullone. Dal frane. : Fainéant.
fenésti'a, ora meglio finèstra, * s. f. =
finestra: un'apertura nel muro per dar
luce. Vedi finèstra.
feni, 'V. att. ora meglio fini, * = finire,
por fine; terminare, por termine, ces-
sare. Vedi finì.
feuil, s. m. = fienile, capannone, fie-
naia : dove si ripone il fieno.
feniroeù, s. m. = fienirolo : specie di ci-
nipe, insetto.
fenitiva (à là) = a cose finite, final-
mente, in fine.
feiiòcc, s m. = finocchio: pianta delle
ombrellifere, il cui seme ha lo stesso
nome.
fenduom e assai meglio fenómen,* s. m.
= fenomeno: ogoi fatto degno d'osser-
vazione.
fer
— 311 —
fer
1) Fatto strano; quèll fioeu lìVèon
fetiómen = quel ragazzo è un fenomeno:
se di mente o di corpo è assai svilup-
pato.
fèr, s. m. = ferro.
a) metallo usatissimo nei bisogni
, della vita.
1) strada de fer = strada ferrata,
ferrovia.
2) /Ir crùd = ferro agro.
3) minièra de fer = miniera di ferro.
4) fèr smorbi o domdétich = ferro
grasso e spugnoso.
5) fèr làdin = ferro dolce.
b) Oggetti.
1) fèr de soprèss e assol. fèr = ferro
da stirare : quello che adoprano le donne
per stirare la biancheria.
2) fèr à càntón = scarpello torto.
3) fèr à T = ferro a T. ; dei muratori.
4) fèr de borlòn o de canon = cuc-
chiara. Vedi cìàpa.
5) fèr de cànètà = ferro da arroccet-
tare, da pieghettare.
6) fèr de crespa = ferro; T. dei par-
rucchieri.
7) fèr dèla bicòra = fuso : la bac-
chetta di ferro sulla quale gira l'arco-
laio.
8) fèr de cavali = ferro.
9) fèr di gelosij = grucce : due ferri
fissi nel muro per tener ferme le per-
siane affinchè non isbatacchino.
10) fèr del mestee = ferri di bottega :
arnesi propri di un mestiere. E per
est. anche tutto ciò che occorre all'e-
sercizio di una professione.
11) vèss de fèr = esser d'acciaio,
esser forti.
12) stomeeh, dènt de fèr = stomaco,
denti d'acciaio : forti, capaci di dige-
rire, di rodere, come suol dirsi, i chiodi.
13) vorè nttnca per fèr ròtt = non
lo vorrei al gioco dei noccioli.
fera, s. f. = fiera, mercato.
1) r mtim dì dèla fera = fierino :
r ultimo dei giorni in cui si fa una
fiera.
2) in fin dèla fera = alla fin fine.
3) fera de pòceh = mercatuzzo, fie-
rucola.
fera, v. alt. = ferrare : mettere i ferri a
un cavallo.
feraa, ayg. = ferrato.
1) vèss feraa = esser ferrato, aver
denari : non temer scosse, rovesci.
feràda, s. f. = inferriata, grata, gratic-
cio ; fatta di bastoni di ferro intrecciati
e fissi nel muro.
1) Einghiera : parapetto di metallo
traforato o di bastoncini di ferro in-
trecciati insieme per riparo a finestre,
balconi e sim.
2) là feràda = la feirovia.
3) dà dna feràda = dare una mano
col ferro da stirare.
fèràdura, s. f. = ferratura: azione e
modo del ferrare.
fèràiuènt, *•. m. = ferramenti : tutti i
lavori in ferro che servono per usci,
finestre, ecc.
feràrèsa, s. m. = ferrareccia : lavori in
ferro per uso rurale e domestico : chiodi,
zappe, ecc.
1) Mercante di ferrareccia; quindi
succhielli naie, bullettinaio e sim., se-
condo che vende specialm. succhielli,
bullette, e sim.
feràsa, s. f. = ferraccia ; T. dei doratori.
feree, s. m. = ferraio, fabbro ferraio :
chi lavora da fabbro.
1) Toppaiolo : chi fa le toppe.
2) Chiavaiolo o chiavaio : chi fa le
chiavi.
3) dal feree no loca, dal speéiee no
mètt in boca = Vedi Ibòca 31).
fèrètt, 5. m. = ferretto, ferruzzo, ferrot-
tino.
1) Calcistruzzo naturale: specie d'ar-
gilla di grande importanza geologica
nei terreni lombardi.
fèretóii, s. m. = Accrescitivo di ferètt
= calcistruzzo naturale.
ferì, * v. alt. = ferire.
1) Percuotere con ferro od altro fino
all'effusione del sangue.
2) In senso morale : offendere ; cara
ti ! hin parali che ferisen = caro mio,
le son parole che feriscono.
3) feri là fantasìa = ferire, destare
la fantasia.
ferìàl, agg. = feriale : di giorno non fe-
stivo.
ferìda, s. f. = ferita : lesione prodotta
da un corpo che rompa la pelle e pe-
netri nelle carni.
ferimènt, * s. m. = ferimento: il feri-
mento : il fatto del ferire.
fèrnifi, s. m. = ferma : oggetto che nelle
arti serve a fermare, a trattenere.
1) Forma, fermata: la durata del
servizio militare.
fer
- 312 -
fes
2) càn de férma = cane da presa,
da fermo.
3) Agg. : fermo, quieto. Meglio ora
férmo * Vedi.
ferma, v. att. = arrestare.
1) Parlando di movimenti : farli ces-
sare.
2) AiTestare : conduiTO in prigione.
3) Di cose in movimento : fermare
ferm^ i cavai, là machina = fermare
i cavalli, la macchina.
4) Di persone che partono: tratte-
nere, rattenere.
5) Del cane da caccia: puntare.
fermàcàdènn, s. m. = ferma molla ; T.
d'orologiai.
fermàcàrt, ò\ in. = calcafogli, calcalet-
tere : formella di maniio, o piccola la-
sti'a di metallo che si tiene sulle carte
perchè non isvolazzino. Detto d'altri
oggetti per lo stesso uso.
fermàda, * s. f. = fermata : il fermarsi
0 il luogo dove ci si ferma.
fermàdiua, * s, f. = fermatina ; prima
de vegnì chi ho faa dna fermadìna in
l'òst = prima di venir qui ho fatto una
fermatina dall'oste.
fermali, s. m. = fermaglio, spilla, spil-
lone. Vedi bròsc.
fermàntiport, s. m. = pietrine, mar-
mino, puntello : piccolo pezzo pirami-
dale di pietra, legno o d'altro, per te-
nere aperto l'uscio a sdrucciolo.
fermàss, v. rifl. = fermarsi : cessare xli
fare un movimento, e specialm. : smet-
tere di camminare.
1) Trattenersi, indugiarsi, riposare.
fèrmèiit, * s. m. = fermento, fermenta-
zione, il fermentare.
1) Bolli bolli, subbuglio : movimento
popolare che precede tumulti o disordini.
fermenta, * v. att. = fermentare : il bol-
lire che fanno per qualche fermento
certe materie.
fermentàsióu, * s. f. = fermentazione ;
specialm. della birra.
fermésa, s. f. = fermezza, costanza, ener-
gia: stabilità in senso morale.
férmo, agg. fermo : che non si muove,
non esce dal suo luogo.
1) sta férmo = star fermo : non mo-
versi, non farsi sentire, non stuzzicare.
2) Fig. Stabile ; rèss férmo in di
idèj = essere fermo nelle idee.
3) càìito férmo = canto fermo : canto
da chiesa.
fernàmbiiccli, s. m. = verzino. Coesal-
pina echinata : pianta americana ; sorta
di legno per tingere in rosso.
fernesìa oggi meglio frenesìa, * s, f.
= frenesia, delirio, furore. ,Vedi fre-
nesia.
fèrol, s. f. pi. = gretole : i fuscelli o .
cannucce che si mettono ti'a una canna
e l'altra nelle rocche.
fèrovìa, * s. f. = strada ferrata, ferrovia ;
éoìit rivaa cola fèrovia = sono arrivato
colla strada ferrata ; l' è impiegaa àia
fèrovia = è impiegato alla ferrovia.
fèroviàri, agg. = ferroviario.
férs oggi meglio fèls, s. f. pi. = mor
billo, rosolia. Sp. di malattia.
fertàda oggi quasi dovunque fritàda, '^^
s. f. = frittata: vivanda d'uova frullate
e cotte in padella.
1) fritàda rognosa = frittata cogli
zoccoli: con dentro carne, salsiccia o
prosciutto.
2) fritàda coi érb amar = frittata
erbata, erbolata o verde.
3) roltà là fritàda = rivoltar la frit-
tata: rigirare il discorso per correggersi
spesso cascando in contraddizione.
4) volta là fritàda in del fceùgh =
cascare dalla padella nella brace : per
celare un fallo farne un altro maggiore.
5) Frittata, faccenda mal fatta: con-
giura scoperta.
fesa, s. f. = spicchio.
1) Dell'aglio, dei pomi, degli aranci,
e sìm.
2) Gheriglio, l'interno delle noci.
3) Spicchio: uno dei tagli di culaccio
e anche del petto nel vitello.
4) fesa de fèr = pigna, noce : parte
del macinino da caffè.
fesa, s. f. = sparato : nella camicia il
taglio per cui deve passare il capo di
chi r indossa ; nei calzoni di taglio di-
nanzi dove si abbottonano.
1) Feritoia. T^ dei tornitori.
fèsc, s. m. = pasticcio. T. di tipogr.
fèscia, s. f. = feccia : posatura densa o
gi'ossa.
1). Delle botti: feccia, fondiglielo.
2) Dell'olio: morchia.
3) Del sego: feccia del sevo.
4) Delle olive: sansa.
5) Di persone, raetaf. : infingardo,
poltrone, pigro, accidioso.
fèsciàda, s. f. = stivaleria, azione da
poco: minchioneria.
fes
— 313 —
fia
fèsciàrìa, s. f. = infingardaggine, accidia,
poltroneria, pigrizia.
fèscìòn, s. m. = dappoco, pigrone, ac-
cidioso.
fesìn, s. m. = sparo o sparato delle ma-
niche : ciascuna delle aperture laterali
all'estremità delle maniche da passarvi
la mani.
1) feshi del pedàgn = sparato di fondo,
uno dei due tagli laterali che si fanno
in fondo alle camice.
fèst, (i) = le feste ; i giorni di festa e
le feste che si fanno in quei giorni.
1) dà i bònn fèst = dare le buone
feste.
fèsta, s. f. = festa : giorno destinato a
una solennità, a un culto.
1) fèsta de bàli = ballo, festa di ballo:
Una riunione simile dove si balla.
2) fèèta de precett = festa di pre-
cetto.
3) conscia per i fèM = acconciare,
accomodare pel dì delle feste : conciar
male uno.
4) dà ona fèsta = dare una festa,
specialm. di ballo.
5) dà fèsta = dar festa, vacanza, li-
bertà dal lavoro.
6) fa fèsta à vUn = far festa, far
lieta accoglienza a uno. Di animali spe-
cialm. cani: far le feste.
7) pàgtl de festa = pagarla festa.
8) éòntl de fèsta = sonare a festa, so-
nare a gloria: scampanare.
9) stràpàsàda déla fèsta = raman-
zina coi fiocchi, col muschio.
10) fàgh là fèàta = fare la festa, fi-
nire, consumare. Anche: uccidere, am-
mazzare, specialm. di animali.
11) Ve minga sémper fèsta = ogni
giorno 0 tutti i giorni non è festa.
12) fa fèsta = far festa: smettere di
lavorare.
festàioeula, s. f. = festicciola : dim. di
festa.
fèsteg'ià,* «'. att. = festeggiare: celebrare
con festa.
fèstìii, s. in. = festino, veglia: festa si-
gnorile con ballo, musica, giochi, rin-
freschi.
féta, s. f. = fetta: parte di roba per lo
più niangereccia, tagliata col coltello e
col filo.
1) dàghen dna fèta = fumarsela, pi-
gliar le gambe, fare la tela ; svignar-
sela, fuggire.
2) tàiti gìQ à fèti = affettare.
3) fèta de mèss = mela di culaccio:
uno dei tagli del bue macellato.
4) fa fmira i fètt = sfetteggiare.
5) fèta de pòmm, de meldn, de nà-
ràns, de limon e sim. = spicchio di
pomo, di melone, di arancio, di limone,
e sim.
fètón, s. m. = fettone : termine di ma-
scalgia.
1) Fettona, gran fetta: accr. di fetta.
2) el fetòn = il sedere, il culo; menti
el feton = menar i quarti ; affaticarsi
molto, affaccendarsi.
fètór, * s. m. = fetore: puzzo forte e
disgustoso.
fèver, s. f. = febbre: stato morboso del
malato.
1) féver bàrtolàscia, che con on lègn
là se dèscàscia- si dice a chi fingesi
malato per non lavorare : febbre col
burro.
2) féver mànglna = febbre coi rosic -
chioli.
3) férer de cavali = febbrone da ca-
valli: febbre fortissima.
4) fèver fregia = brividi della febbre.
6) guàrnt quài èòld per là fèver =
farsi un po' di capezzale per la vec-
chiaia: chi sguazza la festa, stenta il dì
del lavoro.
7) bon per là fèver = febbrifugo: me-
dicamento che caccia la febbre.
8) ciàptL là fèver = entrar la febbre.
9) fa vegnì là fèver = far entrar la
febbre, far venire la febbre. Anche di
persona che da molta noia.
flaa, s. m. = fiato: l'aria che esce dalla
bocca respirando. Quando puzza: alito;
el g'hà el fiaa de fèver = ha l'alito che
puzza per la febbre sofferta.
1) éentiss à màncti el fiaa = sen-
tirsi mozzare il fiato.
2) Urti sii el fiaa = aspirare ; fig.
sentirsi sollevato.
3) tegnX el fiaa = trattenere il fiato,
non emetterlo : dei bambini specialm.,
prendere una tira.
4) tceu el fiaa = assediare, impor-
tunare, infastidire: stare intorno a uno
con istanze continue, importune.
5) irà via el fiaa = farla bollire e
mal cocere: di chi s' adopra o par che
s'adopri, ma non ottiene l'intento.-
6) vosti cont quanto fiaa el gh'hà in
in còrp = , gridare, bociare quant' uno
fla
314 -
flb
n'ha nella canna o in canna; molto
forte.
7) ciapà fèaa = ripigliare, riprender
fiato: fermarsi un poco per respirare.
8) in d'on fèaa = in un sorso, in una
sorsata; béven on fèaa = berne una gor-
gata: del liquido che si manda giia in
una volta.
9) ììiàncàmént de fèaa = ansima,
asma.
10) éiigàés el fèaa = sfiatarsi.
11) nsmà el fèaa = annusare uno ;
conoscerlo.
12) Urti l'Ultim fèaa = mandar l'ul-
timo respiro: morire.
13") istrUment de fèaa = strumenti a
fiato: che si sonan col fiato.
14) Forza; el g'hà minga fèaa de
moeiiv on dìd = non ha fiato dì mo-
vere un dito.
flàca, s. f. =
1) Fiacchezza, fiaccona, svogliatezza.
2) Cascaggine, debolezza: il rilasciarsi
della persona e quasi cascare delle brac-
cia e del capo.
3) Afta, galla : piccola vescichetta,
enfiatura della pelle.
flàcch, agg. = fiacco: che ha fiacchezza.
1) Palloncini, vescicaria ; pysalis
alkekengi. V. chichìng'er.
flàdà, V. att. =
1) Eespirare, alitare.
2) Fiatare : fare il minimo rumore
colla voce.
3) sema fìàdà = senza fiatare, sen-
z'alitare: senza dir nulla.
4) làsà fèàdà = dar fiato, dar un po'
di riposo.
flàdàda, s. f. = fiatata: specialmente di
fiato cattivo.
flàdò, s. m. = sfogatoio, spiraglio : T.
dei muratori.
flàina, s. f. = fiamma: il getto luminoso
e impalpabile di un corpo che bmcia.
1) àndù, à foeugh e fèàma = andare
a fuoco e fiamma.
2) fa foeugh e fèàma = far foco e
fiamma: riscaldarsi molto per ottenere
0 far riuscire una cosa.
3) guarda che fèàma ! = vedi fanale
che fa !
4) vegnì i fèàmni ttla fàcia = venir
le vampe del rossore.
flàinàda^ s. f. = fiammata: fiamma corta
di materie che si consumano presto;
tceil sii dna fèamàda = darsi, prendere,
pigliare una fiammata.
ilàniànt; agg. = fiammante, lampante.
1) noeùv fèàmànt = nuovo lampante,
novissimo.
flàmeughìna, s. f = fiamminga, scodella:
piatto fondo per scodellai'vi la minestra.
flàucli, * s. m. = fianco, lato: parte del
corpo umano, e le parti laterali degli
edifizi.
1) slargàss in di fèànch = rizzarsi
a panca. Figur.
2) sta ài fèànch = stare ai fianchi,
vicino ad uno.
3) de fèànch = di fianco: dalla parte
del fianco.
flànchètt, s. m. = fianchetto: T. dei
cappellai e dei sarti.
flànconàda, s. f. = sfiancata, fiancata:
urto dato col fianco.
flànciiiij agg. = fiancuto: di chi ha i fian-
chi grossi.
fiàsca, s. f. = Fiasca, botticella: sorta
di vaso di vetro di collo più corto del
fiasco, e più grosso, per lo più coperto
di vimini.
1) guarda in fèàsca = guardare in
cagnesco: con ira, con minaccia.
2) Dolore, calia : di chi per tutto si
infastidisce, né trova mai cosa che gli
torni e specialmente nei cibi si mostra
sofistico; Dio! che fèàsca te set = Dio!
che dolore sei. Anche: cancherino. Vedi
ertisi, 2).
flàscàda, s. f. = lezi, smorfie, svenevo-
laggine.
flàscàrìi, s. f. pi. = daddoli ; caricatvu-e
puerili.
flàsch, s. m. = fiasco: recipiente per lo
più per vino ed olio.
1) pòrta-fèàsch = reggi-fiasco.
2) Fiasco, mal esito: specialmente di
rappresentazioni teatrali.
3) fa fèàsch = far fiasco, non riu-
scire, andare a male.
flaschéta, s. f. = fiaschetta : dimin. di
fiasca.
1) Recipiente d'ottone o d'altra ma-
. teria dove i cacciatori tengono la pol-
vere da schioppo.
flàster, s. m. = figliastro : i figli di un
altro letto rispetto al coniuge novo.
f ìbia, s. f. = fibbia : fermaglio che tien
fermo nastro o cinghia che vi si infila.
1) làsà., deslàsà i fibi = affibbiare,
sfibbiare.
flb
— 315 —
ftg:
2) Gattabuia, prigione; mss in fìbia
= essere in ballo, in inciampo, in danza.
flibiàsela, v. att. = battersela, svignarsela,
darla a gambe: andarsene presto, na-
scostamente e spesso con paura.
flbiàtt, s. m. = fibbiaio: chi fa e vende
fibbie.
fica, (fa là) = fare una cavalletta a uno:
ingannarlo con doppiezza.
1) Gara, scorno, uggia.
flcànàs, s. m. = ficcanaso, topino ; per-
sona entrante.
flcàroeù, s. m. = punteruolo : T. dei
panierai .
flcc, 8 171.= fìtto, pigione; ora quasi do-
vunque fltt.* Il prezzo che si paga per
il fitto.
1) Urti sii el ficc = tirar su i mocci:
a chi lo fa diciamo: el ficc l'hoo gi'à
pàgaa = tira su e serba a Pasqua.
ficòn, s. m. = foraterra ; T. d' agi-icol.
1) Passone: mozzicone a cui si lega
il vitello nella stalla.
fida,* V. att. = affidare, commettere alla
fede; ghe fklàrìen tinca on milion =
gli fiderebbero anche un milione.
1) fidàss V. rifl. = fidarsi, affidarsi:
non sospettare di persona o cosa.
2) Fare assegnamento e presumere
troppo; el se fida tròpp del so talént =
si fida troppo del suo talento.
fldaa, agg. = fidato, che ci si'può fidare:
a cui si può confidare qualunque va-
lore.
fidegrli, s. m. = fegato: viscere destinato
alla secrezione della bile.
1) màngiàss el fidegh = mangiarsi,
rodersi l'anima.
2) vègh guàst, mcirse el fidegh con
vun = aver in uggia alcuno.
3) seàldàss minga el fidegh = non
scaparsi.
4) Ardire, coraggio, eccesso di fran-
chezza e di confidenza che può arrivare
fino alla sfacciataggine ; el gh'à aviiù
el fidegh de toì'nà in cà = ha avuto il
coraggio di tornare a casa.
5) vègh el fidegh de fa... = aver il
buzzo di fare, esser capace di fare una
cosa; per lo più in mal senso.
fldeg'hìn, s. m, = coratella : il fegato e
gli altri visceri mangiabili degli uc-
celli, dei pesci e degli animali quadra-
pedi piccoli. Dei polli si dice: fegatino.
fldelitt, 5. m. pi. = vermicelli, capellini:
specie di paste da fare in minestra a
fili sottilissimi.
fldelòtt, s. m. = spaghetti, vermicelli
grossi: pasta da minestra.
fidigli, s. m. = fegato : lo stesso che
fidég-Ii, Vedi.
fido, agg. = fedele, fidato, amico. Vedi
fldaa.
1) Credenza, credito ; fa on fido =
dare a credito; di merci.
fifa, s. f. = paura, tema: impressione pe-
nosa dell'animo per danno o pericolo
reale o immaginario che ci sovrasti.
flfòii, agg. = pauroso, spericolone : che
di tutto ha paura, per nulla si spericola.
flgràtèll, s. ni. = fegatello: specie di vi-
vanda fatta con fegato, lardo e salvia.
1) Voce plebea di sprezzo.
flgàtt, s. m. = ficaio: che traffica in fichi,
fig'h, s. m. = fico, albero e frutto; ficus
carica: pianta delle famiglie delle orti-
cacee.
1) figh briigid = fico brogiotto nero.
2) figh de là gota = fico che piango
0 fontanello.
3) figh madama = fico lardaiuolo,
lardello, pecciolo.
4) figh che dèrva là boca = fi.co aper-
tone.
5) figh fioron = fico primaticcio, fico
fiore.
6) figh màrchiànin = fico verdino
lungo.
7) figh morclìn = fico corbo o sam-
piero secondo.
8) figh négher = fico sanguinaccio.
9) figh pèrseghin = fico piattole.
10) figh sàlvàdegh = caprifico.
llj càtà in sili figh = coglier sul
fatto.
12) gàndolitt de figh = granelli di
fichi.
13) nò pela figh = non mondar ne-
spole; non esser da meno di un altro.
14) guarda siil figh = strabuzzare,
esser losco.
15) importa on figh àècch = non im-
portare un fico secco ; non importar
nulla.
16) figh de Spagna, d'India = fico
d'India; cactus opuntia.
17) làtt di figh = lattificio : latte dei
fichi acerbi.
18) èàlvà là pttnscia per i figh =
serbar la pancia per i fichi; di persone
fig
- 316
fll
che non si cimentano per paura della
pelle.
19) vivee di fìgh = fìcato: campo con
molte piante di fico.
20) Entra in una canzonetta popolare
infantile. Vedi guèra, 3).
llghee, s. m. = fìcato: luogo piantato a
fichi.
figura,* s. f. = figura: l'aspetto esteriore
del corpo umano.
1) fa bòna figura = far buona figura:
comparir bene.
2) figura gòtica = figura del calotta.
3) ineoeiì in figura, domdn in se-
poltura = finche r uomo ha denti in
bocca, non sa quel che gli tocca.
4) vèss in figura = essere in figura:
aspettare il proprio turno per ballare,
in una festa di ballo.
5) Nelle carte da giuoco, il re, la
donna, il fante.
6) dna bela figura = una bella per-
.sona; specialm. di donna.
7) fa là figtlra de... = far la figura
di... apparire, parere; el fa là figura
de sciòr = fa la figura di ricco.
8) * figHr = le figure : illustrazioni
di testi 0 rappresentazioni artistiche.
9) Affronto, ingiuria.
10) Figurante ; parlando di teatri :
comparsa.
lìgiiràj* «'. citt. = figurare, far bella mo-
stra.
1) fìgilràsé, v, rifl. = figurarsi, rap-
presentarsi alla mente, pensare, imma-
ginare.
ilg'urin, s. m. = figurino : le figui-e dei
giornali di moda che rappresentano la
moda del giorno. Più com. figurina.
ilgiirina, s. f. = figurina, statuetta.
1) quèll di figìirinn = figurinaio ,
stucchinaio: chi va in giro a vendere
le figurine di gesso.
flgurìsta, s. m. = figurista: artista va-
lente nel disegno delle figure.
flgìiròtt, s. m. = figuro, uomo sprege-
vole, cattivo soggetto.
fil, s. m. = filo: quello che si trae fi-
lando.
1) fìl de rhff = fil di refe : il lino
filato.
2) fa el fìl = fare le fila : del for-
maggio molto grasso; meglio fllà. Vedi.
3) fìl d'erba = filo d'orba: le pian-
ticelle stesse con una sola foglia.
4) vèéé on fil = essere un filo: di
persona magra o dimagrita molto.
5) Il metallo filato ; fU de fér, de
loton, d'àrgént = filo di ferro, di ottone,
argento.
6) on fìl = un briciolo.
7) Una serie concatenata di idee, di
fatti; el fìl del ràcont = il filo del rac-
conto ; pérd, ciàptL el fìl d' on dièeors =
perdere, prendere il filo di un discorso.
8) troA el fìl de l'ascia = ravviare
la matassa, ti-ovare il bandolo.
9) fa giò fìl = dipanare; svolgere la
matassa in gomitolo.
10) fa sii fìl = aggomitolare: fare in
gomitoli.
11) fìl de tra dent = l'ordito: il filo
steso sull'orditoio.
12) écàmlcà el fìl = scavalcare il filo.
13) fìl purgaa = filo cotto.
14) fìl sbiancaa = filo curato, im-
bianchito.
15) taià in fìl = tagliare a dritto
filo: per diritto.
fil, s. m. = filo, affilatura: il taglio affi-
lato, la linea tagliente di un ferro; fàgh
el fil ài cortij = fare l'affilatui'a ai col-
telli.
1) on fìl de vòs = un fil di voce;
raetaf.
2) à fil de mòri = in fin di morte,
sul punto di morire.
3) tirtL in fìl = conduiTc al verde,
all'estremo, in fine.
4) per 071 fil = per un filo, per po-
chissimo : quando assai poco ci man-
cava ad accadere una cosa.
5) dà el fìl = affilare, assotigliare il
taglio.
6) vèsé à fìl cont là cà = essere in
filo, a corda colla casa.
7) on fìl d'Aria = un filo, una bava
d' aria.
9) Tigli, filamenta, fibre dei legnami .
10) Trefolo ; filo attorto del quale,
preso a più doppi, si compone la fune.
T. dei cordai.
11) fìl de mt = filare di viti.
12) fìl de càstègn = resta di castagne.
13) fìl d'or = gavetta: matassina di]
corda di minugie e simili.
14) fìl = spigolo : di pietre,"^avolij
stipiti, ecc.
fil bòli, s. m. = bava: il filo di setal
perfetto.
fll
— 317 —
fll
fil d'àsaa pàsaa per trafila, = filo di
rocchetta.
fìl VÌT, s. m. = filo vivo : il filo taglien-
tissimo delle armi da taglio.
fila, s. f. = fila : un numero di pers. e
di cose che si continuano.
1) fila de montàgn = giogaia : piiì
gioghi di monti che si continuano.
2} mètt in fila = allineare, affilare:
fare che più uomini o cose siano messi
su una stessa linea; m,ètt in fila i
éoldaa = allineare la truppa.
3) vèés in fila - essere in fila.
4) dna fila de bostj = una filza, una
fila di fiabe, bugie.
5) Fila, filza : di perle, coralli, ecc.
6) in, de, àia fila = in, alla fila, di
filo : consecutivamente di seguito.
fila, V. att. = filare: ridurre in filo.
1) ne là me fa, ne là me fila = la
non mi è né calda, ne fredda : di cosa
che ci è indifferente, di cui non c'im-
porta nulla.
2) né foo, ne fili e là eandila là
brusa = non fo né un aspo né un ar-
colaio: non posso andare, né pian né
ratto.
3) Filare: della botte che getta sot-
tilmente.
4) Del vino o dell'aceto che sono
andati a male e escon filacciosi.
5) Del cacio un po' vischioso che fa
le fila.
6) filUa = tirarla coi denti, vivac-
chiare a stento.
7) Di nave che solca l'onda lesta-
mente e bene.
8) fa filtt = far rigar dritto: tenere
al dovere chi deve obbedire.
fllaa, agg. = continuo.
1) trii di fìlaa = tre dì allato allato,
tre giorni in fila.
2) Filato : ogni cosa filata ; negoèidnt
in filaa = negoziante in filati.
fllàda, s. f. = ramanzina, sgridata, rab-
buffo : forte rimprovero.
fllàdòr, s. m. = filatore: chi fila.
1) fllàdor de seda = filatore, filatoiaio,
trattore o tiratore di seta ; chi lavora
al filatoio da seta.
2) T. dei cesellat. : profilatoio.
fllaudèra, s. f. = filandaia : donna che
lavora alla filanda.
fllàfus, s. m. = ortolano; emberitia hor-
tulana: uccello silvano.
Alàuda^ s. f. = filanda: l'edifizio dove
si fila la seta.
fllàndee, s. m. = filandaie : chi lavora
in una filanda.
fllàòr, s. m. = filaloro : filatore d'oro e
d'argento.
fllàper, s. m. = fila, faldella, filaccia :
le fila di una tela vecchia, disfatta, per
uso di ferite, piaghe, emorragie.
1) bruscolo, pilucco.
fllàpèra, 5. f. = baldracca: donna di
nessun conto.
fllàprènt, agg. = cencioso : a sbrindoli ;
tegliee minga vergogna à àndà intorna
insci fllàprènt = non hai vergogna di
andare in giro così cencioso ?
fllàrmònich, * agg. = filarmonico : chi
é amante dell'arte musicale.
fllàstròca, s. f. = filastrocca, tiritera : una
lungagnata di nomi, di ragioni, di pa-
role e anche una storia noiosa e di-
sordinata.
fllàtoj, = s. m. = filatoio : stabilimento
dove si fila.
filerà, s. f. = fila ; lunga serie.
1) Filatrice, filatera: la donna che
fila.
flléta, s. f. = gattuccio: specie di sega
senza telaio, con manico. T. dei fale-
gnami.
fllètà, V. att. = filettare, profilare: met-
tere dei cordoncini o delle strisciolino
d'un colore o d'una materia diversa.
fllètadur, = scorniciature : quelle degli
scuri delle finestre.
fllètt, s. m. = filetto.
1) Filetto: T. dei tipografi.
2) Filetto delle lettere: T. dei calli-
grafi; l'avviatura che si fa colla penna
a Ogni lettera dell'alfabeto.
3) Filetto : che si mette in bocca ai
cavalli.
4) Filetto. T. dei macellai: la parto
della carne annessa alla lombata.
5) fdètt, firòn, fdoii = filetto, filo
delle reni : animella che si trova nelle
vertebre dorsali.
6) Scilinguagnolo , frenulo : filetto
che resta sotto la lingua.
7) vègli taiaa el filètt = aver tagliato,
rotto, sciolto il filetto : di chi discorre
molto e con franchezza.
fllidura, s. f. = fessura, fenditura.
1) stoptL i fUidUr = rinverzare lo
fessure.
filigrana, vedi filogràna.
fll
318
fin
lllodràmàtich, * agg. = fìlodi-ammatico :
che si diletta a recitare.
1) el tester di Filodràmttich = il
teatro dei Flodramniatici.
illogràna e filigrana, = s.f. = filigrana,
granaglia : specie di lavoro in oro e in
argento imitante l'arabesco.
fllón, s. m. = filone: vena d'acqua. T.
idraul.
1) Filetto. Vedi fllètt, 5).
filosofia, * s. f. = filosofia : la scienza
filosofica ed anche il saper pigliare le
cose del mondo con serenità e pazienza,
come vengono.
1) T. di stampa : filosofia.
filosomia e fisonomìa, * s. f. = fiso-
nomia: i tratti, l'espressione del viso.
filsa, s. f. = filza: più cose infilzate in
un filo, spago e sim.
1) mètt in fìlàa = infilzare.
lìlsoeu, s. f. = matassina, trafusolina:
per lo più di seta.
1) filsoeu de càvèj = ciocchetta : un
mucchietto di capelli.
filtra, V. att. = passare, colare : far pas-
sare i liquidi per il filtro.
fin, s. m. e f. = fine.
1) Dove, quando una cosa cessa.
Contrapp. a principio ; in fin de stà-
gion = a fine di stagione; dal prin-
cìpi fila fin = dal principio alla fine.
2) méè àii là fin = essere sulla fine.
Si dice anche : rèse sii là fìnitiva.
3) Di pers. : la riuscita finale ; fa
ona bona, dna càtiva fin = fare buona,
cattiva fine.
4) ^la fin, in fin = alla, in fine :
finalmente.
5) vèghen mài à fin = non venirne
mai a capo.
fj) Il termine che uno si propone
nelle sue azioni : scopo ; el glia el so
fin de fa insci = ha il suo scopo d'a-
gire così ; le fa à fin de ben = lo fa
■collo scopo di far bene.
7) fall per niéùn fin = -farlo per
nessun fine : chi opera disinteressata-
mente.
8) bòn fin = fine lodevole.
fin, agg. = fino, fine.
1) Sottile : di poca grossezza.
2) Di cose di qualità scelta ; vin fin
= vino fino ; Qr fin = oro fino : non
falso.
3) Di lavoro: squisito, perfetto, ac-
curatissimo.
4) Di pers. : fine, arguto, astuto, sa-
gace; che avverte certi aspetti delle
cose e celie relazioni meno apparenti.
5) dona de fin = cameriera: perchè
è adibita a lavori meno pesanti e meno
rozzi che non la serva.
6) làortL de fin = lavorare di fino : con
accuratezza.
fin e fina, prep. di limitaz. = fino.
1) fina à... fino a...; stoo in cam-
pagna fina ài més de éetémber = sto
in villa fino al mese di settembre;
Too fina à Lorètt = vado fino a Loreto.
2) fin de... = fino da .. ; l'è fin de
Vànn pàsaa = è fino dell'anno scorso.
3) fin dèsé, fina àdèsé = finora, fino
ora.
4) fin chi = fino a qui, fin qui : di
tempo e di luogo.
fina, V. att. = affinare, T. di Zecca: di
metalli preziosi, purificarli.
finàdèss, avr. = finora, fino a ora : fino
a questo momento.
flnàfinòrum, ave. = all'infinito, alle ca-
lende greche.
finàmàì, avv. = al sommo, quanto mai.
final, s. m. = finale.
1) La finale di un dramma, di un'o-
pera, ecc.
2) Agg. di atto conclusivo, riassuntivo ;
l'esperimènt final = l'esperimento finale.
fiiiàlmént, aw. = finalmente, alla fine.
flnànsa, s. f. = la Finanza.
1) L'amministrazione dell'erario.
2j i fintine = le finanze: gli averi,
le entrate, le rendite.
3) La Dogana.
flnàDsiér, s. m. = finanziere, gabelliere,
gabellotto, daziere ; guardia di finanza,
gabellino.
1) finansiéra s. /". = T. di stampa :
carattere corsivo, italico.
finàsiòn, s. f = affinamento, T. di Zecca.
Astr. da affinare. Vedi fina.
finca, s. f = casella : ciascuna divisione
che risulti sulla carta da linee orizz. e
vertic. per farci conti.
finèsa, s. f. = finezza, squisitezza, cor-
tesia, garbatezza.
1) Sottigliezza, tenuità.
2) Accortezza, destrezza, sagacia.
finèstra, s. f. = finestra, un'ai^ertura nel
muro per dar luce.
1) fuga de finèèter = riscontro di
finestre.
2) ò mangia età minestra, ò ààlta
fin
319 —
fio
età finèstra = o bere o affogare : o man-
giar questa miaestra o saltar questa
finestra. Quando tra due partiti cattivi
bisogna stridere in uno.
3) ància, vegnì tla finèstra = affac-'
ciarsi alla finestra.
4) Occhio : piccola finestra rotonda
od ovale per lo più nella parte alta di
alcuni edifizi.
5) Cruna : dell'ago ; romp là fènèétra
d'òna gfigia = scrunare un ago.
flng, * V. att. = fingere, simulare : espri-
mere quello -che non pensiamo per in-
gannare.
fluì, V. att. = finire : terminare, cessare.
Vedi fenì.
1) fÌ7iì mal = capitar male, far la
mala finita : andare a finir male.
2) àndà à finì = andare a cascare:
del discorso, e della vita ; hoo nancà-
Tno de capi doe el va^ur àndà à fini
= non ho ancora compreso dove vada
a cascare: g'hoo paura ma el va à
finì mal = ho paura ma va a cascar
malo.
3) àndà à finì = metter capo a...
riuscire, di persona.
4) finì vàn = ammazzarlo, finir di
ammazzarlo.
5) finì el làorà = finire un lavoro ;
renderlo finito, perfezionarlo.
G) fittimela/. = facciamola smessa,
tronchiamola ! ^
7) finita = troncarla, farla finita.
finii, agg. = finito, terminato, cessato.
Vedi fenii.
1) òmm finii = uomo arrembato,
spossato : divenuto inabile al lavoro.
Si dice per ischerzo e per ispregio.
fluimént, s. m. = finimento.
1) Di gioie : i vari pezzi che for-
mano un insieme d'ornamenti che s'ac-
compagnan fra loro. Si dice anche:
fornitu.
2) i finimént = i finimenti, i fornimeti
0 bardamenti : le guarnizioni necessarie
per attaccare al legno le bestie da tiro.
flnitìra, s. f. = finimento, finita, fine.
1) là finitìva del mond = il fini-
mondo.
flnsiòn, * s. f. = finzione, simulazione :
il fingere e la cosa finta.
flnt, V. att. = finto.
1) pòrta, finèstra fìnta = porta, fi-
nestra finta : dipinta sul muro.
2) Di persona: doppio, impostore.
finta, s. f. = finzione, simulazione.
1) fa finta de .. = fingere, simulare,
far le viste di...
2) Finta, T. dei sarti : striscia di
panno o altro che simula una tasca.
8) T. scherni. : botta simulata.
fintàrèll, s m. = fintino, dim. di finto.
fintarla, s. f. = finzione, fintaggine, dop-
piezza.
fio (paga el), = pagare il fio, scontar
la pena.
fiòca, s. f. = neve : vapor congelato in
aria che cade a fiocchi bianchi sulla
terra.
1) cont là fiòca éii là barba = colla
barba fioccata di neve : di chi per età
ha fatto bianca la barba.
2) fa sii là fiòca = spalar la neve :
per ripulirne le vie.
3) on levaa de fiòca = un nevaio,
una nevata.
4) vegnì giò ìà fiòca = nevicare,
fioccare.
5) ràbia de fiòca = nevischio : il ne-
vicare sottile.
6) pién de fioca nevoso, nevato :
carico di neve.
7) tira el dar d' oeiiv àia fiòca =
montare l'albume dell'uovo.
fioca, V. att. = fioccare, nevicare.
1) Bufare: nevicar con vento.
2) Fioccare : esser chechessia in ab-
bondanza.
fiocàda, «./".= nevata, nevicata : la neve
caduta e l'aspetto di quella.
1) òna gran ftòcàda = un nevaio :
una gran nevicata.
fiòcch, s. m. = fiocco, bioccolo: falda
di lana spiccata dal vello.
1) Della neve quando cade a larghe
falde.
2) Fiocco, nappa : ornamento di filo,
0 nastro di seta, d'argento legati in-
sieme in modo che facciano un maz-
zocchio.
3) fiòcch délà sipria = piumino.
4) fiòcch déla inèla o déla épàda
= dragona: la nappa e il nastro che
avvolge l'impugnatura della sciabola.
5) bombàs in fiòcch = bambagia in
falde.
6) àndà Òna ròba coi fiòcch = an-
dare una cosa coi fiocchi : a gonfie vele.
7) òna ròba coi fiòcch = una cosa
coi fiocchi : ben riescita.
Ilo
- 320 -
fio
8) Fiore : la prima qualità di stoppa
di seta,
9) Fiocco, T. delle filatrici : quel po'
di risvolto per cui si accomoda il pe-
nacchio sotto la pergamena deUa co-
nocchia.
10) Callo : grascia soda sul petto dei
bovini.
11) Barbetta: fiocco di pelo dietro
al piede del cavallo.
fl<BÙ, s. ni. = figlio, figliolo: il generato
rispetto al generante.
1) Bambino, fanciullo; ragazzo ; Ve
pie on fimi = non è piìi un bambino :
per significare che uno ha sufficiente
discernimento per non dover temere
che farà certe cose.
2) fa el fioeù = fare il bambino:
operare senza riflessione, e mutare di
proposito troppo leggermente.
3) laéàss giiidà còme on fìoeu = la-
sciarsi guidare come un bambino.
4) piàng còme on ficeu = piangere
come un bambino , a calde lagrime,
dirottamente: intendendo significare la
grandezza del dolore, non la pochezza
dell'animo.
5) el me ficeù ! = bambino mio ! fam. :
si dice con significazione d'affetto, se-
gnatamente scusandosi del negar cosa
che ci sia chiesta, esortando alla pa-
zienza e sim. ; còme te vcBut che fàga^
ci me fimu ! = come vuoi che faccia,
bambino mio ! ; studia^ làòra, el me
ficeù! = studia, lavora, bambino mio!
6) ficeil de l'ospedaa = trovatello,
nocentino, gettatello : fanciullo esposto.
7) ficeù desbàstàrdaa = figlio legitti-
mato: figlio naturale reso con novo
atto legittimo.
8) fioeu de tela = bambino lattante.
9) fioeu che vttn porta l'tllter = bimbi
tutti in tenerissima età.
10) vègh i fioeu che vègnen via còme
i cànn de l'òrghen = avere una fila
di figli come le canne dell' organo:
tutti scalati, nati press' a poco ognuno
un anno dopo l'altro.
11) vegnì sii insèma de ficpM = cre-
scere insieme da fanciulli.
12) i fimii nààen col càvàgnoeil = i
figli nascono col sacco: Dio dà figli
e pane per mantenerli.
J3) chi g'hà fimii tiiti i bacon hin
minga sceu = chi ha figlioli ha doli ;
quando s' hanno figlioli bisogna incon-
trar di molte privazioni 0 dolori per il
loro bene.
14) T. d'agric. : rimessiticcio, barba-
tella ; rampollo d'albero 0 magliolo che
piantato, quando ha messo le barbe si
sbarba, per trapiantarlo.
flolà^ V. att. = generare, procreare : ri-
guardo all'atto 0 facoltà naturale.
1) Adottare come figlio.
floflss, s. m. = paura, tema. Vedi fifa.
fiolàda, s. f. = ragazzata, bambinata,
fanciullaggine : atto, azione da ragazzo,
senza giudizio. • ^
flolìn^ s. m. = bambinello, ragazzetto,
cittino ; l'è on cdr fiolin = è un caro
ragazzetto.
flolón, s. m. = bambinone, ragazzetto;
di bambino che cresce bene, grasso,
grosso e ben sviluppato.
flolòtt, s. m. = ragazzo piuttosto grosso.
fiòmba, s. f = scena, paravento, indiana:
specie di telaio ricoperto di stoffa 0
carta da mettere a riparo del vento.
fior, s. m. = fiore: germoglio delle piante
che contiene gli organi della genera-
zione.
1) tra vìa i fior per strada (in se-
gno di festa) = fare una fiorita.
2) faa à fior = ombrellifero.
3) fior che eroda = sfioritura, lo
sfiorire : i fiori caduti.
4) fior de càpiiscin = nasturzio.
5) fior de mòrt = fiorrancio, calen-
dule : sorta di fiore giallo.
6) fior de pàsiòn = fior di passione.
7) fior de pòmm granaa = balausta :
fiori dei melagrana.
8) fior di oliv = mignolo : i boccio-
lini del fiore degli olivi.
9) màtt per i fior = fiorista, appas-
sionato per i fiori.
10) on fior el fa minga pi-imàvèra
= un fiore non fa ghirlanda, 0 non fa
primavera : un fatto solo non prova
nulla di generale.
11) fior flnt = fiori artificiali. Anche :
barbine ; quei mazzetti di fiori artifi-
ciali per ornam. dei cappelli da signora.
12) fiori : uno dei quattro semi delle
carte da gioco.
13) quàtà de fior = infiorare, ornare,
sparger di fiori.
fior, s. m. = fiore : la parte scelta di
persona 0 cosa. Fioretto, schiuma.
1) l'è on fior = è giovereccio: si dice
fio
321
Al-
di persona e cosa bella linda, pulita,
prosperosa. Specialm. dei bambini.
2) l'è on fior d'oii vìn = è un fior
di vino ; d'ottima qualità.
3) à fior d'àequa = a fior d'acqua:
alla superficie appena.
floraa, agg. = fiorito, a fiori, fiorato : di
stoff'e 0 sim.
lloràda, s. f. = fiorata, crespo. T. dei
tintori.
fioràia, * s. f = fioraia: donna che va
in giro a vender fiori.
floràmin, s. m. = fiorame: fiori dipinti
0 scolpiti.
1) Il lavorio del damasco imitante
grandi fiori.
2) I ghiaccinoli sui vetri delle fine-
stre d'inverno.
floree, s. m. = fioraio : venditore di fiori,
fiorerà, s. f. = capra dei fiori, scaleo,
canes*tra dei fiori, trespolo : vaso da
fiori, secondo la forma.
florètt, s. m. = fiore: certa bianchezza
sulla pelle di alcuni frutti, che sva-
nisce allorché toccati.
1) fìorètt del vìn = fiore : muffa bian-
castra alla superficie del vino ; vin eoi
florètt = vino fiorito.
2) fa on florètt Ma Màdona = fare
un voto alla Madonna: specialmente
qualche astinenza fatta per voto.
3) florètt = fioretto. T. di scherma:
specie di spada.
fiorètà, v. alt. = rifiorire : render più
vago e leggiadro.
fiorì, V. att. = fiorire.
1) Prosperare; là mia sedia là fio-
riéè = la mia scola prospera.
2) fiorì i olìv = mignolare.
3) fiorì là càleìna = sbullettare.
4) fiorì i medon = sputare il fiore.
fiorìda, s. f. = fioritura: il tempo in
cui. gli alberi e le piante fioriscono.
fiorii, fiorìn, s. m. = fiorino : residuo
di latto ricavato dal siero.
fiorìn, s. m. = fiorino: moneta austriaca.
fiorista, s-. m. = fiorista.
1) Donna che fa o vendo fiori arti-
ficiali.
2) Fioraio : che vende fiori.
floron, s. ìli. = brogiotto : varietà di fico
colla buccia paonazza, che matura alla
fine di settembre. Ficus carica bro-
sehiottiis.
1) Baco avanzato, che pel primo si
avvia al bosco.
21
fìòss, s. m. = figlioccio : quello che è
stato tenuto a battesimo,
firàgrn, s. m. = filare, fila : delle viti
nel vigneto.
1) fa firàgn = far le fila; del cacio.
firàgrn, s. m. firàgna, s. f. = filaccione.
T. dei pescatori : filo lungo con amo,
fisso alla riva, per pescare.
firagrnòccli, agg. = dappoco, baggeo, bab-
beo, semplicione.
firèll, s. m. = filatoio : macchina da fi-
lare.
flréra, s. f. = filatera, filandaia, filatrice:
donna che ne' filatoi fila.
fìres, s. m. = felce dei muri, citracca ;
asplenium ceteraeh = erba perenne.
J ) Folce dolce, polypodium vulgare.
2) Felce florida, osmunda regalis.
3) Felce maschia, filix mas e felce
femmina, filix fmmina.
4) Felce piccola o dei greppi, asple-
nium adianthtm nigriim.
5) Folca piccola, polypodium dryop-
tesis.
6) Felce piccola dei muri, asplenium
ruta m,uraria.
firesésa, s. f. = felce maggiore, aquilina.
f ìribiis, s. m. pi. = brincello, fuscellino :
specialm. liste di carta per accendere
sigari.
1) Figui-. fuscello : di pers. lunga e
magra.
flrifiss, s. m. = ghirigoro, ghirigolo :
intreccio di linee a capriccio di penna.
firisèll, s. m. = filaticcio : seta ricavata
dai bozzoli sfarfallati e il filo.
1) firisèll de gàUta redi = filaticcio
di bozzoli di seme e sfarfallati.
2) firisèll fiòech = fiore.
3) firisèll de schiscètt = filaticcio di
palla.
4) firisèll de strusa = bavella : filo
cavato da' bozzoli messi nella caldaia
prima di cavarne la seta.
firisèla, s. /'. = filaticcio : tela di filaticcio.
firisèlìn, .s. m. = stracciaiuolo ; filatore
di filaticcio.
flrlafòrla, s. m. = trapano ad archetto.
firma, s. f. = firma : il proprio nome e
casato che si fa a pio' d'uno scritto.
1) vègh là firma = aver la firma,
avere l'autorità di firmare.
2) firma in bianch = carta bianca,
autorizzazione da agire ad arbitrio.
firma, * V. att. = firmare.
flr
- 322
flì
1) Mettere la propria firma a uao
scritto.
2) Firmarsi, approvare, acconsentire.
flròn, flròn déla s'cèua = spina dor-
sale, filo, vertebre ; il filo delle reni.
flróu, s. m. = schienale : le vertebre nelle
bestie da macello.
fisa, V. att. = fissare.
1) Stabilire ; render fisso, fermo.
2) Determinare, accordarsi su una
cosa.
3) fièt in fàeia = fissare ; guardar
fisso.
4) Assegnare; el g'hà fìsaa trénta
franch ài viés = gli ha assegnato trenta
franchi al mese.
5) fisàss = fissarsi, ostinarsi.
fisarmònica; s. f. = fisai-monica, orga-
nino : strumento musicale, armonica a
manticetto.
flsàsiòii; s. f. = fissazione, caparbieria,
ostinazione.
flsch, * s. m. = fisco : V erario pubblico,
e i magistrati relativi.
fischio, * s. m. = fischio.
1) 11 suono che si produce fischiando.
2) Fischietto : strumento usato per
imitare il fischio degli uccelli.
fls'cià, «'. att. = fischiare ; disapprovare
coi fischi.
fisciù, s. m. = fisciii, pezzuola da collo,
mezzapezzuola : specie di fazzoletto di
velo con cui le donne coprono le spalle
e il seno. Dal frane, fichu.
fìsicli, agg. = fisico, appartenente al corpo.
1) àfàri fisieh = affare difficile, cri-
tico, imbrogliato.
2)- dotar fìsich = medico ; per di-
stinguerlo dal chirurgo.
fisonomìa, * s. f. = fisonomia, lineamenti,
i tratti del volto.
fisonomìsta, s. m. = fisonomista ; chi
riconosce facilmente le pers. vedendole.
flss, agg. = fisso, fermo, stabile ; deter-
minato, stabilito.
1) àvègh on fisa = avere fisso uno
stipendio, un salario, una provvigione.
fistola, s. f. = fistola : ulcera profonda
e callosa che manda materia acre e
virulenta.
fiston, s. m. = torsolo. Vedi fiiston.
fità, V. att. = affittare, appigionare; dare
in affitto.
1) fitt i àttbnà mobiliaa = affittar
camere : si dico dei quartieri non no-
stri che si ammoliigliano per affittarli.
fltànsa, s. f. = affitto ; il dare o il pren-
dere in affitto.
1) voliti giò dna fitànsa = rinnovare
un fitto.
fltàol e fltàvol, s. m. = affittaiuolo, fit-
tabile : che tiene a fitto dei terreni.
1) l'è on mangia de fìtàol = è un
mangiar da fittaiolo ; grasso e succu-
lento.
fitàrèsa, s. f. = fitto, possessione affit-
tata, fattoria ; l'amministrazione di un
certo numero di poderi.
fitt, s. m = fitto, affitto, pigione. Vedi
ficc.
1) el fitt no'l tempèsta = del fitto
non ne beccan le passere.
2) l'è on fitt de cà = V è come la
pigione di casa ; di spesa continua e
grave.
3) fitt déla tèra = terratico : quel
che si paga per affitto dei campi.
4) tceu à fitt = prendere a pigione, a
fitto.
5) el fitt di dànee = V interesse del
capitale.
6) Nella frase ; ehe fitt che fój = che
fai che faccio ; fu fu, fu fu.
flttmiu, s. m. = fiume ; corso d' acqua
perenne alimentato da altre acque.
1) fiUmm stràvàcaa = fiume inon-
dante, fiumana.
flàcón, s. m. = boccetta da essenze ; dal
frane, flacon.
flàu, s. m. = bodino, pasticcio ; dal frane.
flan,
flato, s. m. = flato, ratto ; anche roeud :
vento dello stomaco.
flàiit, s. m. = flauto : strumento musi-
cale a fiato con i^arecchi fori nella canna.
1) sonàdòr de flàiit = flautista ; so-
natore di flauto.
2) aUt, aiit ò on fìfer ò on flùiit =
0 bere o affogare. Vedi finèstra, 2).
fléma, s. f. = flemma : pacatezza e len-
tezza straordinaria nelì' agire.
flemàticli, agg. = flemmatico : chi è straor-
dinariamente pacato nelle proprie fac-
cende.
flemdn, s. m. = flemmone. T. chir. in-
fiammazione piuttosto estesa e profonda
del tessuto cellulare.
flimp, s. f. pi. = brindelli, pezzetti,
stracci di vestito ; àndO, à flimp = an-
dare a brindelli, seminare brindelli.
fliss, s. m. = fitta, trafitta: dolore acuto,
improvviso.
d
ilo
— 323
foe
florànsg, s. m. = folasse (?) Sp. stoffa di
di seta ; dal frane, florence.
Uòse, agff. = floscio ; molle, senza forza.
1) diventa flòsc = affloscire, ammen-
cire, diventar floscio ; diventa flòse
come Oli stràsc = affloscire come un
cencio.
2) seda flòscia = seta floscia ; filata,
ma non torta.
3) Di pers. : floscia di carattere, non
energica, debole.
flòss, s. m. = bava ; sp. di seta che per
non avere nerbo non si può filare e
però si sh'accia.
Ilota, s. f. = frotta, folla : molte pers.
0 animali più o meno in fila.
ilusiòn, s. f. = flussione ; afflusso di
umori : specialm. alle guance che si
gonfiano con dolore.
fliiss, s. VI. = flusso, dissenteria ; flusso
di ventre.
1) fiiisà e rifl^iiss = flusso e riflusso ;
andirivieni.
2) Afflusso : il concorrere del sangue
0 altri umori a un punto.
fò, s. m. = faggio : albero alpestre, molto
ramoso ed alto.
1) frut del fò = faggiuola, faggia.
fòchi, s. m. pi. = di fuoco ; è il grido
ripetuto dei cocomerai che vendono la
loro merce dicendola rossa come il foco.
focós, agg. = focoso ; di pérs. che per
lieve cagione monta subito in ira.
1) Di cavallo, molto vivace.
fodrà, V. att. = foderare, soppannare :
soppannare le vesti.
fodréta, s. f. = federa : secondo guscio
del guanciale che si muta per lavare.
1) mètt sii i fodrètt sili costn = in-
federare : metter la federa.
fodrièra, s. f. = pezza per imbastire.
T. dei cappellai.
fodriua, s. /. = anima, ripieno.
l'oètt, s. m. = scudiscio, frustino : arnese
per frustare il cavallo da sella.
foeuder, s. m. = fodero, guaina : la fo-
dera di coio 0 di metallo degli stru-
menti da taglio.
1) àndà in del fcender, fam. = an-
dare in letto, coricarsi.
2) Fascinole, fascette. T. dei calzolai.
3) Fodera : guscio o guaina di pelle,
stoffa 0 altro in cui riponesi l'ombrello
se non s'adopera.
foeùdra, s. f. = fodera, soppanno; la
parte che fodera un altro tessuto.
1) toeiì via i foeuder = sfoderare :
levar la fodera.
2) Guscio : in voltura di materassi,
guanciali, sedili di scranne, ecc.
3) foeùdra de punta = cappelletto.
T. dei calzolai.
4) Coperta ; la stoffa dell'ombrello.
ffleùgli, s. m. = foco e fuoco ; legna, car-
bone 0 altra materia che arde. E anche
la luce, il calore che si svolge da essi,
concepiti come una sostanza che s' ag-
giunge a quella materia e può comu-
nicarsi ad altre ; foeugìi de paia = fuoco
di paglia ; anche fig. di sentim. vivo
ma poco durevole.
I) dà el fceùgh = incendiare ; appic-
care il fuoco.
2; bilttL dna roba sili foeilgh = dare
una cosa al fuoco ; gettarla sul fuoco.
3) mètt trdpa carne ài foeitgh = met-
tere troppa carne al fuoco ; prendere a
fare troppe cose in una volta. Vedi
càrna, 8).
4) fa foeùgh = far fuoco, accendere ;
avviare il fuoco. Fig.; istigare, adoprarsi
a tutt'uomo.
5) pistL et fceùgh = accendere, av-
viare il fuoco ; pisQ. sòtt foeùgh = attiz-
zare il fuoco ; aizzare il male.
6) bofà sili fceùgh = soffiar sul fuoco :
ravvivarlo col mantice o col soffietto.
7) smorsà el fceùgh = spegaere il
fuoco ; fare che non arda più.
8) làorà à foeùgh = lavorare a caldo ;
di metalli, lavorarli alla fucina.
9) rilgà el foeùgh = sbraciare : al -
largare la brace accesa perchè renda
maggior calore ; fa àprèsé el foeùgh =
rammontare il foco : raccogliere in
mucchio brace, tizzoni e cenere.
10) mètt sii à fceùgh = mettere a
fuoco.
II) sta àémper à cavali del foeùgh =
covar le ceneri; star sempre vicino al
foco.
12) butàsé in del fceùgh per quèidUn =
gettarsi nel fuoco per qualcuno : fare
qualunque sacrificio a vantaggio di uno.
13) ehi ha blsdgn del foeùgh sldnga
el bàrnàès = in bocca chiusa non en-
tran mosche : chi ha bisogno di qualche
cosa si adoperi per ottenerla, non stia
colle mani in mano ; ehi no éà fa foeùgh
no éà fa cà = Vedi, cà, 42).
14) Per incendio, bruciamento ; gh'è
étaa on gran foeiXgh = e' è stato un
fce
— 324 —
fce
grosso incendio ; in del fcetlgh di ter
é'è sàlvaa pòca roba = nel bruciamento
di ieri si salvò poca roba ; ciàpà fceugh =
prender foco ; accendersi. In mil. si
dice ancbe di pers. facile ad eccitarsi;
tàeà foeugh = incendiarsi.
15) L'esplosione delle armi da fuoco;
el foeilgh l'è diiraa dodes or = il fuoco
diu-ò dodici ore ; tLrma de foeugh = arme
da fuoco ; fa foeugh còntra vun = fai-
fuoco contro uno : sparare l'arme contro
di lui.
16) ceuce de foeugh = occhi di foco ;
fig. naturalmente vivaci o infiammati
d'ira 0 altro affetto.
17) òmn tiitt foeugh = uomo tutto
foco.
18) ròbb de foeugh = cose di foco :
sti-aordinamente insolite, non in senso
buono generalmente. Spec. pàròll de
foeugh.
19) schitti foeugh = gettare, sputare,
schizzare fuoco : essere invaso dall'ira
e dimostrarlo coUe parole e cogli atti.
20) càr come el foeugh = caro as-
saettato : di merce che . si fa pagare
molto di più del suo valore reale.
21) dà foeugh à là roba = far bal-
doria, far del bene bellezza.
22) vèsègh dent el foeugh = andar via
a ruba (di merci).
23) vèss mòri el fceuqh e fregia l'ac-
qua = essere il gatto nel foco ; non
aver fatto nulla da mangiare.
24) foeugh àrtificitLi = fuochi artificiali
0 lavorati : diverse preparazioni di pol-
vere pirica che bniciano scoppiettando.
Assolut. i foeugh = i fochi : lo spet-
tacolo dato con questo mezzo in occa-
sione di pubbliche feste.
25) Detto del vino quando comincia
a inforzare ; viri che ha ciàpaa el foeugh =
vino che ha preso il foco ; vm che co-
mincia à ciàptL el foeilgh = vino che
ha lo spunto.
26) mètt à foeugh, o in foeugh = T.
di fotogr. = mettere a foco, o in foco.
foeiìgh de S. Antoni = serpiggine ;
fmugh sàlvàdegh = fuoco selvatico : spe-
cie di malattie della pelle.
28) Famiglia, casa : in pàés ghe éàrtl
dna centèna de fmìgh = in paese vi
sarà un centinaio di fochi.
ffleùia, s. f = foglia ; gli organi di cui
si rivestono le estremità legnose delle
piante, che se ne servono per la pro-
pria nutrizione e respirazione.
1) foeuj = foglie : quelle che com-
pongono il cesto di alcune piante er-
bose, come lattuga, indivia, cavoli, e
simile.
2) foeuj de fidr = le foglie dei fiori :
quelle che stanno intorno al calice.
3) fKiiia assol. = foglia : quella del
gelso pei bachi da seta.
4) i foeuj = i cartocci : le foglie del
grano turco seccate, di cui si riempiono
i sacconi del letto.
5) foeuia d'dr, d'àrgènt = foglia d'oro,
d'argento : oro e argento battuti a sot-
tigliezza di foglie.
6) mangia là foeuia = mangiai' la
foglia : fig. e fam. capire a che tenda,
a che miri un discorso.
7) tremti còme dna fcmia = tremare
come una foglia ; tremare come una
canna : tremar molto per freddo, per
paui-a 0 altro.
8) se mceuv ntinca dna foeuia = non
alita foglia, non c'è un briciolo di vento.
9) fceilia drita, rovèrsa = T. dei le-
gnaioli : sponderola a intaccature, a
intavolato. Specie di pialle.
fceuj, s. m. foglio : pezzo di carta ret-
tangolare che suole piegarsi in due,
sicché fa due pagine e quattro facce.
1) on fceuj = un foglio : un pezzo
di carta qualunque e anche un foglio
stampato diviso in più o meno pagine,
secondo il sesto del libro.
2) à foiujper foeuj = a foglio, a foglio.
3) el foeuj = la gazzetta, il giornale.
4) * foeuj = vedi fceùia, 4).
foenra, am. = fuori ; contrapposto di
dent, dènter = dentro ; vess fceura de
sttnéa, de citaa, e sim. = essere fuori
di camera, di città e sim.
1) vèss foeura de strada = essere
fuori di strada, smarriti ; vess foeura
de cà, fig. = essere fuori di senno.
2) foeura de man = fuori di mano :
un po' remoto e eccentrico. Di un luogo
rispetto a un altro.
3) foeura de misura = fuori di ma-
niera, fuor d'ordine, di modo ; straor-
dinariamente.
4) àndtt foRilra de temp = andar
fuori di tempo; nella musica, sbagliare
il tempo. j
5) Di tempo ; foiùra de temp = fuor
d'ora: a tempo non opportuno.
foe
325 -
fol
6) peMfi in fceura = essere, stare in
accollo, aggettare : di mensole, becca-
telli e sim. che sporgono dal muro prin-
cipale, e nei ponti le piane che sporgon
fuori dei correnti ; là gronda là pend
in fmira pòceh = la gronda aggetta poco.
7) veg7iì fmilra = entrare : della messa,
cominciare. Anche degli attori sulla
scena i vhi fceura là pi-ìvia dona =
entra la prima attrice.
8 ) àndà foeura = uscire ; andar fuori .
9) Ve fceura; assol. a) = è fuori : fuori
di casa, e anche in campagna, h) è
pazzo : fuori di senno.
10) àndà dent e fceura = non stare
a proposito, in cervello. In senso pro-
prio di andare e venire : esci e torna,
esci e torna.
11) el de fceura = il di fuori ; la
parte esterna.
12) fceura de... = fuori di... fuorché,
eccettuato ; fceura de mi el vcsùr vede
nisUn = fuori di me non vuol veder
alcuno.
foeuràyìa, a,m. = di fuori via : indiret-
tamente.
1) compra ò vènd fxuràvta = com-
prare 0 vendere per scarnerà.
foeùsgia, s. f. = cercine: avvolto di panno
che talvolta si pongono in capo i fac-
chini per sentir minor fastidio del peso
che portano in testa.
fófa, s. f. = borra, scegliticcio, marame:
Il peggio di qualsiasi cosa.
1) Paiiando di scritture e discorsi:
quanto c'è di volgare e di inutile, e
c'è quasi per ripieno; in quèll discors
gh'è trdpa fofa = in quel discorso c'è
troppa borra.
fogaa, agg. = infuocato, riscaldato, scal-
manato.
fo^àsion, s. f. = riscaldamento, scal-
mana: malanno in seguito a strapazzo
e sudore rappreso.
foghee, s. m. e foghèra, s. f. = for=
nello, tizzonaio. Voci quasi morte nel
dialetto.
fogliista, s. m. = fochista.
1) Chi attende al fuoco della macchina
a vapore.
2) Chi fa 0 vende fuochi artificiali.
fògn, s. m. = segreto : cosa fatta di na-
scosto,
1) de fògn = di soppiatto.
2) Nello stesso significato di fog'nìu,
vedi.
fog'uà, v. att. = rovistare, frugare: cac-
ciar le mani in un luogo raspando per
trovare una cosa.
1) fogna e fogntb vìa = rimpiattare,
appiattare, nascondere: riporre un og-
getto in un luogo dove sia difficile che
altri lo trovi.
2) fognààè dent = ficcarsi, cacciarsi
dentro.
fognaa, agg. = rimpinzato, colmo. Di per-
sone che stanno a disagio per la folla.
1) Part. del verbo fogna = nascosto,
appiattato.
fognàtón, s. m. = frugatone, soppiattone :
persona simulatrice.
1) fa i ròbb de fognàtòn = far le
cose di soppiatto.
fognili, s. m. = grazietta, amorino : di
cose molto leggiadi'e e specialmente di
bambini e di donne che siano piene di
vezzi, e di grazia.
fogon, s. m. = focone, scodellino : il
foro delle armi da fuoco dove si accende
la polvere.
1) Acer, di foeùgh = focone, gran
fuoco.
fogoraa, s. w. = focolare, fuoco: l'aper-
tui'a del camino, ossia la parte, dove
s'accende il fuoco: camino; là bòea e el
fogoraa eitLpen quèll che ghe ven daa =
V. boca 31).
fogos, agg. = focoso, impetuoso. Di per-
sona d'animo ardente, facile all'amore,
all'ira.
foiàmm, s. m. =
1) Fogliame, quantità di foglie.
2) Fogliatura : maniera pittorica di
rappresentare i fogliami.
foìètina, s. f. = fogliolina, foglietta, fo-
gliettina.
foìn, s. ni. = faina; mustela faina: ani-
male simile al gatto, nemico delle gal-
line.
1) Uomo scaltrito, furbo.
2) Serpentello, na bisso : ragazzo vi-
spo all'eccesso.
foinèra, s. f. = tagliola: ordigno di ferro
per prendere volpi, lupi, faine ed altri
animali.
foioen, s. m. = centopelle : specie di
trippa bovina che sei"ve per ottima vi-
vanda.
fòj, (yèss à) = essere al vei'de, in bul-
letta, non aver quattrini.
fdla, s. f. = gualchiera : macchina che
soda il panno.
fol
326 —
fon
1) Cartiera: fabbrica di carta, anche
pila: recipiente dove si pestano i cenci
nelle cartiere ; fòla che là'va = pila a
cenci ; fòla che trìa = pila a ripesto ;
fdla fìntela = pila sfiorata.
2) hin i strtise che van ttla fòla =
gli stracci vanno all'aria.
fòla, s. f. = folla, calca: moltitudine di
gente che si accalca in un luogo, an-
che all'aperto.
fola, V. att. = a.nmostare, pigiar l'uva
nel tino.
1) Follare, feltrare. T. dei cappellai:
premere e purgare il feltro dei cappelli.
2) Feltrare, sodare. T. dei panna-
iuoli : premere purgare panni drappi
e sim.
3) Follare. T. dei pellattieri : pre-
mere le pelli arrotolate coi piedi scalzi.
folàdìu, s. m. = follatore : che folla i
panni o pigia l'uva.
folàdòr, s. m. = ammostalo, cai-taio,
gualchieraio.
folàdura, s. f. = feltratura. T. dei cap-
pellai: l'azione di feltrare il panno.
folàss, V. rifl. = affollarsi : riunirsi in
folla.
fòle, s. f. = falce, accetta: strumento ta-
gliente simile alla scure ma più pic-
cola.
1) l'è tàiaa gid cola fole = è fatto
coir accetta o coli' ascia. Di chi ha forme
grossolane, o modi zotici e rozzi.
2) fole de tatti i stràse = falce, strac-
ciatora. T. dei cartolai.
folcetà, V, att. = mariolare, barare, in-
gannare. Parlando di ghioco.
folclàda, .5. f. = accettata: colpo d'ac-
cetta.
folcili, s. ni. = falcetto, accettina : dim.
di accetta.
1) Mariuoleria. Pari, di giuoco.
folciiiàtt, s. m. = mariolo: che inganna
0 bara al giuoco.
folcinètt, s. m. = ronchetto : specie di
falce a serramanico o no, più piccola
e più maneggevole.
folcióii e folciòtt, s. m. = coltellaccio
da cucina o da beccaio ; ascia ; vèss
tàiaa col folciòtt. V. corlàsa.
fòld, s. m. pi. = falde, quarti. T. dei
sarti: parti che pendono dalla cintola
in giù.
fdlda, s. f. = falda. T. dei cappell.: tesa
larga del cappello.
fòlegra, s. f. = folaga: iiccello acquatico.
folètt, s. m. = folletto, spirito folletto:
Spirito aereo immaginato dagli sciocchi.
1) Eagazzo irrequieto, nabisso: di ra-
gazzo troppo vivace.
folt, aqg. = folto, spesso, fitto; contrario
di rdr = rado: di cose molto vicine fra
loro.
foud, s. m. = fondo, proprietà, terra:
possesso rurale; si dice più comunem.
fóndo. *
1) Di stoffe: fondo, il colore generale
sul quale compaiono altri più vivi.
2) Di mobili, armadi, casse : fondo,
la parte opposta all'apertura.
3) fond di écdrp = soletto, solo ; T.
dei calzolai.
4) Fondo ; T. dei pittori : la parte
del quadro dove spiccano le figure.
5) fond del s'eiòpp = camera del fu-
cile.
6) Pedanino, piante ; T. dei car-
rozz.: quel legname che forma la inte-
laiatura da piede della cassa delle car-
rozze.
7) Eimasuglio, residuo, avanzo, spe-
cie nei vasi da liquidi.
8) fond de botéga = fondo di bottega:
la roba rimasta invenduta.
9) fond del vìn = deposito, posatura,
feccia.
10) fond del càfè = posatura, fondo:
la polvere che ha già servito a fare il
caifè.
11) à fond, à fondo = a fondo, pro-
fondamente; conoss à fondo = cono-
scere a fondo, bene.
12) Di qualità morali; l'è on po' di-
siibidiént, ma in fondo l'è minga càtìv
= è un po' disubbidiente, ma in fondo
non è cattivo.
13) in fond = in fondo; avv.: lo stesso
che : in conclusione, in sostanza ; hàn
parlaa tanto, nià in fóndo hòo capii
nàgòtt = hanno parlato tanto, ma in fondo
non ho capito nulla. Anche : in calce;
modo avverb. ; in fond ài foeuj = in
calce del foglio.
14) vèdègh el fond = sgocciolare ; suc-
chiare le ultime gocciole.
15) fond de àrticiòcch = girello: l'a-
nima del carciofo sfogliato e sgambato.
foud, agg. = fondo, profondo, alto. Di
cose molto cave.
1) àndti a fond = sommergersi.
2) che pò nò andà à fond = immer-
gibiie, insommergibile.
fon
327 —
for
foiid, V. att. = fondere, colare, liquefare
i metalli.
1) Di lavori in bronzo e sim. : get-
tare.
2) fond insèma i color = fondere i
colori; T. pittor.: unirli con arte, e fi-
nezza.
3) fonti fila fustna = fondere a vento.
fonda; V. att. = fondare, mettere le fon-
damenta.
1) Affondare, sprofondare, colare a
fondo; specialm. di una nave.
fondàmènt; s. m. = fondamento, base:
ciò che serve di fondamento principal-
mente a qualunque cosa.
1) fa i fondàmènt = gettare le fon-
damenta.
fónderli, s. m. = fondaco, negozio ben
provveduto.
fondeghee, s. m. = droghiere. Vedi dro-
gliee.
fonderìa, * s. f. = fonderia: luogo dove
si fondono i metalli e Tarte di fonderli.
fondi, s. m. pi. = fondi.
1) Campi, proprietà in terreni.
2) vèsà in fóndi = esser fornito di
danari .
fondìu, s. m. = anima del bottone.
fondioeù, s. m. = campicello : piccolo
fondo 0 campo.
fondina, s. f. = scodella : piatto un po'
fondo per mangiarci la minestra ; anche
minestrina,
fonditòr,* s. m. = fonditore : chi fonde
in fonderia.
fóndo, s. m. = campo: pezzo di terra la-
vorativa, limitato da fosse e arginetti
e con alberi per lo più lungo i cigli.
fondoeùr, s. m. = fonditore : chi fonde
i metalli. Dal frane, fondeiir.
fondiiii, agg. = fondo, profondo.
1) Fuso, strutto, liquefatto,
fousgr e più spesso fòng,* s. m. = fungo.
Vedi fnng.
fonsgètt, s. m. = fignoletto. Vedi fnn-
sgètt.
fonsgrin, s. m. = afta. Vedi funggin.
fonsgitt, s. m. pi. = funghetti, funghet-
tini. Vedi funsgitt.
fonsò, s. m. = fondelli ; T. dei morsai.
Dal francese fonceaux.
fontana, s. f. = fontana, fonte : luogo
donde sgorga acqua viva, perenne.
fontànee, s. m. = fontaniere: custode o
soprintendente alle fontane.
fontanili, s. m. = fontanina, fonte, sor-
gente: acqua che sorge dal terreno, spe-
cialm. dal sasso, e il luogo d' intorno.
fonticol, s. m. = cauterio, rettorie; fatto
nella carne per espui'go di umori su-
perflui.
fonsiòn, s. f. = Vedi funsiòn.
fonsiouà, V. att. = Vedi funsionà.
fòpa, ò\ /'. = buca, fossa: scavo nel ter-
reno poco esteso, ma scosceso e piut-
tosto profondo.
Ij Sepoltui-a, fossa : la buca in terra
dove nei cimiteri si calano i cadaveri ;
vègli i pee in là fdpa = avere i piedi
sulla fossa, tenere il piede nel sepolcro,
esser vicini a morte.
2) Pozza: buca larga o terreno pieno
d'acqua. Anche: pozzanghera.
3j fdpa di mordn = formella : buca
grande e non fonda per piantarci al-
beri .
4) fòpp in quàder = fosse a formella.
5) fòpp tila lilnga = fosse andanti.
6) fdpa déla calcina = truogolo, fossa.
7) fdpa de vit = fossa, formella, fos-
satella.
8) fòpa del letàmm = letamaio.
9) Buca: l' avvallamento che rimane
nel letto dopo averci dormito.
fopcjj (giiigà ài) = giocare alle buchette:
specie di gioco che si fa con pallette
0 nocciole, facendole entrare in certe
buche appositamente scavate.
fopèla, s. f. e fopètina, s. f. = buche-
rella; dim. di buca.
1) fdpèla déla gola = fontanella della
gola: la buchetta del collo, tra la gola
e il petto.
fopòn, s. m. = cimitero, camposanto:
terreno cinto di muri, dove si seppel-
liscono i morti
1) porta vun ài fopòn = portare uno
al camposanto: a seppellirlo.
fòpp, s. m. = gozzo d'acqua, fossa, buca.
fora fora, s. m. = serra serra, parapi-
glia: confusione di pers. irrompenti o
di cose.
1) Modo avv., in frotta e in furia,
a rotoli, prestissimo.
foràarg, s. m. = foraggio: provvisione di
fieno, paglia e sim. pel bestiame.
fòrbes, s. f. = le forbici, le cesoie: stru-
mento di ferro per tagliare telerie, panni
e sim. Anche foresèta.
forbeséta, s. f. = la forbice.
1) Forbice, forfecchia; insetto che
sta nei grappoli d'uva e nel fieno.
for
328
for
forbesetàda e foresetàda, s. f. = for-
biciata: colpo di forbici. Anche: un ta-
glio 0 qualche taglio fatto colle forbici.
forbesetina, s. f. = cisoine : piccole for-
bicine e specialm. quelle per tagliarsi
le unghie.
forca, s. f, = forca: bastone che finisce
in due o tre braccia o rebbi.
1) ràmpon déla forca = denti, rebbi:
le punte della forca.
2) Forca: patibolo, dove si impiccano
i malfattori.
B) fàcia^ còli de fórca = capestro,
uomo degno di forca.
4) Forcone, tridente ; asta con un
ferro a tre rebbi che si adopera per
prendere od ammontar letame, fieno, ecc.
forcàda, s. f. = forcata, rebbiata : colpo
di rebbio e anche quel tanto di fieno
0 paglia che si può prendere colla forca.
forcéla, s. f. = forchettone: arnese per
sostener pali e piante.
1) Forcina: ferretto da capelli : più
usato al plur., i foreèll.
2) Forchetto; T. dei carrozz.
4) Manto: specie di insetto.
5) Ti-utina: parte delle bilance.
forcelìua, s. f. = forchetta : strumento
di metallo con cui si infilza la vivanda
per mangiare.
1) sta stilla pillila déla forcelìna =
stare sulla punta della forchetta : vi-
vere con affettazione, colla ricerca dei
modi meno comuni.
2) i dent déla forcelìna = i rebbi ;
sing., rebbio.
forcelinàda, s. f. = forchettata : quanto
cibo si può prendere in una volta colla
forchetta; e anche: un colpo dato colla
forchetta.
forcliètón, s. m. = forchettone : grossa
forchetta per tenere la vivanda, mentre
la si taglia col trinciante.
forchètt, s. m. = forchetto, forca coi
rebbi di ferro per attaccare e staccar
roba in alto.
forchili, s, m. = bidente : simile al for-
cone, ma con due rebbi.
forcòn, s. m. = forcone: arnese di stalla
fatto come una forca, ma coi rebbi di
ferro.
foréiis, agg. = campagnuolo, di campa-
gna: chi è nato in campagna o ci abita.
fóres, (el) = la forbice: serve per tagliar
rami.
foresàtt, s. m. = forbiciaio : chi vende
forbici.
forèsèta, s. f. = forbice. Vedi fórbes.
1) dàgh dent là foresUa = dargli di
forbice.
2) foresèta che bitbsa = forbice che
trincia.
3) giiigà à foresèta, o ài qutLter
càntòn = giocare a prestami la forbice.
4) Forfecchia, specie di bacheroz-
zolo: lo stesso che forbice.
foresetìna, s. f. = cisoine da ricamo :
piccola forbicina a lame corte e bene
appuntate.
foresetón, s. m. = forbicione : accr. di
forbice.
1) Nipa cinericcia: insetto nocevolis-
simo al grano.
forestee, s. m. = forestiero; solo di pers.
chi non è del paese, chi vien di fuori;
se càpiss èUbit quànd vun l'è on fore-
étee = si capisce tosto quand'uno è un
forestiero.
1) fa el foreétee = far 1' indiano, lo
gnorri ; fingere di non sapere una cosa.
2) forestee fin = bel mobile, bell'ar-
nese.
3) Pei locandieri e vetturini, le per-
sone che viaggiano o alloggiano presso
di loro.
4) Per ospite ; là stdnàa di forestee
= la stanza dei forestieri.
5) Agg., straniero, forestiero; di pian-
te: esotico; di cose: estero.
forér, s. m. = furiere: sottufficiale di un
grado superiore a) sergente;
forfora, * s. f. = forfora : secrezione o
squama salsedinosa del capo.
forgòn, s. m. = carriaggio, furgone, fru-
gone: grosso carro coperto, per traspor-
tar mercanzie e specialm. mobiglia.
forlàna, s. f. = furlana e frullana: sorta
di ballo campagnuolo.
forlina, s. f. = cattivo arnese, briccone:
pers. facile al furto e alle prepotenze.
1) Donna di malaffare.
forlocà e fàrloca, «?. att. = farfugliare,
balbettare: parlar molto e male.
forlocòn, s. m. = farfuglione: chi parla
molto e male.
forlòiiia, (fa) = far baldoria, gozzovi-
gliare.
forma, s. f. = forma : la parte esterna
di un corpo nella sua disposizione e
apparenza; el g'ha dna bela fórma =
ha una bella forma.
for
— 329
for
1) Ogni arnese che ha la forma del-
l'oggetto che deve fabbricarsi; là forma
di scàrp = la forma delle scarpe. Vedi
stàmp.
2) T. tipogr.: impaginatura che deve
andar sotto i torchi.
3) Il vaso dove rappiglia il latte per
diventar formaggio, e il formaggio stesso
che n'esce. Se è fatto con un cerchio
sottile di legno, dove si preme il latte
rappreso, questo cerchio si dice: cascina.
4) BriUa, pila: vaso di pietra in cui
si spoglia il riso.
5) Bonzo: strumento di legno ado-
prato dai sarti per spianare le costure.
6) Bacino, piatto; T. degli occhialai.
7 ) Bronzina, forma; T. dei cartai.
forma, * v, att. = formare, mettere in-
sieme; l'impresàri l'ha formaa dna
bona cotnpàgma = l'impresario ha for-
mato una buona compagnia.
forinaa, p. pass. = formato, messo in-
sieme.
1) s. m. foiTnato, sesto: la dimensione
del libro che dipende dalla grandezza del
foglio.
formàgèe, s. m. = caciaio, formaggiaio:
chi fa il cacio.
formacela, s. f. = caciola ; anche : for-
maggio in piccola forma.
formàgria, s. f. = forma di cacio.
formàg'iàtt, s. m. = caciaiolo: chi vende
il cacio.
formàbili, s. m. = caciolo, caciolino,
caci no: varietà di cacio piccolo e fresco.
Entra in un gioco che si fa ai bam-
bini fregando loro la mano e dicendo:
fide te see étaa? - à cà déla eomaa -
còsa l'ha tà daa? - pan e formagìn -
e de bév? - ptsa d'asntn, grin, grin,
grin ; e si fa il solletico sul palmo della
mano.
formàj, ora molto fórinàgg, * = cacio,
formaggio: cibo più o meno solido che
si fa col latte di vacca, di pecore, di
capra.
1) foì-m,àJ de grana = cacio parmi-
giano.
2 formtij de gruéra = formaggio di
gruera; dal frane. Qruyères paese dove
si fabbrica.
3) formtij de làtee = cacio bacellone.
4) formàj de sbrtns = sbrinzo.
5) formàj gràéè = cacio grasso.
6) formàj pién de baucc = cacio
pieno d'occhi, spugnoso.
7) formàj sàlaa = cacio forte.
8j formàj sema boeuee , pdìi coi
bceiicc, e mn che salta ài oeucc = pane
alluminato e cacio cieco e vino che
smaglia.
9; 7nètt sii el foì'màj = incaciai'e, ca-
ciare: spargere cacio grattato su una
vivanda.
10) formàj trid, gràtaa = cacio par-
migiano grattato.
11) form,àgg in piàèa e stràchm drce
ài mur = far del cacio barca e dello
stracchino Bai-tolommoo : del cacio è
miglior mangiare la midolla e dello
stracchino la parte vicina alla corteccia.
12) vèss grand come un èòld de for-
màj = essere alto quanto un soldo di
cacio: esserlo pochissimo, specialmente
di bambini.
13) vegnì come el formàj sui mà-
càròn = venire, piovere come il cacio
sui maccheroni; di cosa che venga op-
portunissima.
14) vèss on gràia formàj = segare
il violino; sonarlo male.
fonnént, s. in. = grano, frumento : la
miglior specie dei cereali, che serve ge-
neralmente a fare il pane.
1) formént coi bàrbts, invernéngh,
Tnàrséngh, mondèll, biis. ciiech, inarc,
màtt = grano aristato, vernino, mar-
zuolo, gentile, intignato, arrabbiato,
volpato, canino. '
2) dà per formént sècch = dare por
còsa certa.
forinentìn, s. in. = frumento marzolo;
triticum hibernum.
1) Bianchiccio sparuto : colore che
talvolta hanno i bovini.
forinentón, s. m. = formentone, grano-
turco: specie di grano che fa una pianta
di gambo grosso con pannocchie rav-
volte in cartocci; anche: gran siciliano.
forméta, s. m. = formaio : chi fa le formo
delle scarpe.
forinìg'a, s. f. = formica: genere d'insetti
imenotteri. In ital. meglio : formicola.
1) fègh i formigli = avere l'informi-
colamento, una specie di granchio: in-
formicolare.
2) vèss come i formigli = essere come
le formicolo. Di un gran numero di pers.
che stanno riunite e fìtte in un luogo.
3) àndà à pass de furmìga = andare
a passo di formicola; iperb., camminaro
molto lentamente.
for
- 330
for
forinìghee, s. m. = formicolaio ; nido di
formicole.
1) Fig., brulichio, il brulicare : di
molta gente riunita che si muove con-
fusamente in tutte le direzioni, e il ru-
more indistinto che ne esce.
foriuìg'òn, s. m. = furbacchione : chi sa
tirar bene l'acqua al suo molino. An-
che: formicone di sorbo.
fornàda, s. f. = fornata : quanto pane
entra nel forno, si cuoce in una volta.
fornàs, s. f. = fornace: forno per cuocervi
materiale, e l'edificio dov'è la fornace.
1) fornds de maton = mattonaia :
luogo dove si fabbricano i mattoni.
fornasàtt, s. m. = fornaciaio: chi lavora
alla fornace.
fornasee, e fornàsìu, s. m. = fornaciaio,
mattonaio, tegolaie, mattoniero : chi fa
i mattoni, le tegole e sim.
fornela, s. f. = fornello.
1) Mui-amento adatto a far foco sotto
la caldaia dei lavandai.
2) Fornello, forno di riverbero : che
riflette molto il calore.
fornelìn, s. m. = fornellino ; dimin. di
fornello e specialm., quello sul quale
col tamburino si tosta il caffè.
fornèll; s. m. = fornello.
1) Buca a cassetta nel focolare cor-
rispondente sul davanti, con una gra-
ticola a mezzo per il carbone: serve ad
usi di cucina e d'officina. Spesso è di
ferro e portatile.
2) T. chini., quello dove si distilla,
si lambicca e si fanno altre operazioni.
forni, ». att. = finire, terminare, cessare.
Vedi finì,
fornimènt, s. m. = fornimento.
1) T. degli stampat. ; ornamento, ab-
bellimento.
2) Finimento, bardatura; T. dei sellai.
fornitiì, s. f. = finimento. Vedi flni-
luént, 1).
1) foì'ìiitù de tàola = fornitura, for-
nimento da tavola : il complesso delle
po.-.ate, forchettone, trinciante, cucchia-.
ione, cucchiaini e sim.
forno, * e molto volgarm. anche fòrua,
s. m. = forno: luogo ad uso di cuocere
il pane.
1) Affogatolo, forno : luogo dove si
affoga dal caldo.
2) ehe forno ! = che forno : si dice
di cosa molto profonda, e specialm. di
bocca molto graude quando si apre a
sbadiglio, 0 a grido.
3) La bottega dove è il forno.
fóro, s. m. = foro, tribunale.
1) fdro Bònapàrt = foro Bonaparte;
una delle piazze di Milano.
fòrsa, s. f. = forza, vigore, robustezza,
gagliardia: la potenza d'agire, d'operare
materialmente e moralmente che varia
secondo la natura delle cose.
1) Dei muscoli: di pers.; el g'ha farsa
in di man = ha forza nelle mani.
2) fa fdrsa = far forza, indurre, co-
stringere.
3) i fdré = le forze : i mezzi di cui
uno può disporre.
4) per fdrsa = per forza, contro la
propria volontà ; anche : di necessità,
assolutamente.
6) per amor ò per fQréa = per amore
0 per forza : di cosa che non si può
evitare ne far diverso.
forscètt, (à là) = a forchetta ; detto di
colazione. Dal francese, à la fourehette.
forselìna, s. f. = forchetta. Vedi force-
lina.
1) T. dei falegn.; forcella.
fòrsì e anche forse,* avv. = forse; di
dubbio, incei-tezza.
1) forsi fòrsi = forse forse; accen-
nando a probabilità remotissima, o vo-
lendo attenuare di molto un'asserzione
che potrebbe parere audace o cruda.
2) sènsa fdrsi = senza forse, senz'erro:
certamente.
fort, agg. = forte; in tutti i suoi signifi-
cati.
1) mStes ài fori = mettercisi coli' arco
dell'osso, arrecarvisi di buona gara.
2; pària fori = parlar forte, a voce
alta.
3) làorà fdrt = lavorar sodo: molto.
4) Agro, acido: di frutta, vino, ver-
dure inacidite.
fortésa, s. f. = fortezza, gagliardia, forza.
1) Fortezza, castello : cinta murata,
vasta, con quartieri, per militari.
fortifica, V. att. = fortificare ; di luogo :
renderlo forte militarmente.
1) fortifica el stomegh = corroborare
lo stomaco: dargli forza.
fortiflcàsiòn, s. /". = fortificazione: opera
militare di difesa d' una città o paese,
fortin, s. m. = fortino: piccolo forte iso-
lato; el fortin de Pòrta Tosa = il for-
tino di Porta Vittoria.
for
331
fra
fortuna^ s. f. = fortuna, sorte : il caso
che varia le circostanze degli uomini.
1) là va à fortuna = è quistion di
fortuna.
2) eiàpà là fortuna per i càvèj = pi-
gliar la fortuna per il ciuffetto; essere
fortunati.
3) fa fortuna = prosperare, far for-
tuna, aiTicckire.
4) Di patrimonio considerevolmente
abbondante ; vègh dna fortuna = avere
una fortuna.
5) Felice combinazione ; g'hoo àviiii
là fortuna de troà on bòn operavi =
ho avuto la fortuna di trovare un buon
operaio.
6) Ut va à fortuna = va a fortuna :
secondo che vuol la fortuna.
7) per fortuna, e anche : fortUna ! =
per fortuna ! e anche : fortuna ! ; per
fortuna che soni rivaa à tenip = per
fortuna che sono arrivato in tempo.
fortttnaa, agg. = fortunato, aiTortunato :
che ha molta fortuna.
foscli, agg. = fosco, buio, scuro.
1; Di luce : che non lascia distinguer
le cose.
f'osètt, s. m. = fossarello, fossatello, dim,
di fossato = fòès.
fòsil (càrbón), = carbon fossile.
fositt (càcia ài), = Vedi càcia, 4).
fòss, s. m. = fossato : torrentello, anche
fra case.
1) àndù, ài fòsé = andare a lavare
i pannolini all'acqua di un fossato.
2) età à cavali del fòss = tenere il
piede in due staffe ; dare un colpo alla
botte ed uno al cerchio : star a vedere
per cogliere il proprio meglio.
3) fa òn salta fòss = tirar su le
calze a uno, scalzare uno : far dire a
uno quel che non vorrebbe.
4) Fosso : fossa grande e anche in.
T. mil. : scavamento di terra intorno
alle mura delle fortezze.
f òta, s. f. = collera, ira, stizza ; fa vegni
là fòia = far venire la stizza, far an-
dare in collera.
1) Sproposito, azione, parola impru-
dente, temeraria, ardita ; ho faa., hoo
ditt dna fòta = ho fatto, ho detto uno
sproposito,
fotà, V, att. = cacciare, balzare ; el fota-
rdn in presòn = lo cacceranno in pri-
gione.
fotografa, * v. att. = fotografai-e : ripren-
dere colla fotografìa.
fotografia, * s. f. = fotografìa : l'arte
del fotografo e l'immagine ripresa con
quell'arte.
fotògrafo, * s. m. = fotografo ; chi eser-
cita l'arte di fotografare.
fotiìii, agg. = rovinato, malconcio : modo
però triviale. Meglio: fritt.
fraa, s. m. = frate: sacerdote di un or-
dine religioso.
1) àndà à fraa = farsi frate.
2) el niestee de fraa fàgòtt l'è tcBités
fàétìdì de nàgòtt = dicesi di chi si dà
al buon tempo e non pensa a guai.
3) fa el fraa cercòtt = accattare, pre-
gar che ci diano.
4) sont minga on fraa, o on floeù
d'on fraa = non slam di maggio : a
chi non intende una cosa e vorrebbe
che si ripetesse.
5) vèss cotne eercàgh i piatoli à on
fraa = essere come cercar le pistole a
un frate : di cosa che non riesca a ve-
run buon effetto.
6) fraa = bozzolo : di farinata, ver-
nice, ecc. Pallottolina di farina o altra
materia non sciolta nell'acqua e un
poco indurita; fa i fraa = abbozzo-
larsi, agglomerarsi di farine, ecc., a
uso bozzolo durante la cuocitnra di una
pappina.
7) T. di stamp. : pagina rimasta inav-
vertitamente bianca o sbiadita.
fràbàlà, s. m. = falbalà, balza : sti'iscia
increspata per guarnire le gonnelle da
donna.
1) Tende, cortinaggi, per lo più della
stessa roba.
fràcch, s. m. = giubba, falda: abito da
uomo per società, corta davanti e con
due falde dietro. Dall'inglese frack. An-
che : marsina. Vedi.
fràcch (dàini on), = darne un sacco,
un carico : di legnate, bastonate, busse
ili genere.
fràdèlàster, s. m. = fratellastro : di fra-
telli di diverso letto.
fràdèll, s. m. = fratello : altro figlio de-
gli stessi genitori.
1) fràdell de làtt = fratello di latte :
che fu allevato dalla stessa balia,
2) amor de fràd^j, àniQr de cortèj =
amor da fratelli, amore da coltelli; tre
fratelli, tre castelli : perchè i fratelli
fra
— 332
fra
spesso per interesse, invece d'amarsi,
si odiano.
fràgrànsa, s. f. = fragranza, olezzo, pro-
fumo.
fràgil, agg. = fragile, delicato : facile a
rompersi, debole, che dura poco.
fràgilitaa, s. f. = fragilità, debolezza :
l'essere fragile.
fràina, s. f. = grano saraceno, grano di
tartaria, grano nero.
fràmàsòn, s. m. = massone, libero mu-
ratore: che appartiene alla massoneria.
frana, * s. f. = frana, smotta : pezzo di
terreno che frana e la parte dove è
franato.
fràuà, v. att. = franare, smottare ; lo
scoscendere di una parte di monte,
rupe, terreno o sim.
franca, ■v. att. = francare, affrancare :
mettere i francobolli a una lettera o ad
altro oggetto che va per la posta.
1) Pagare anticipatamente roba che
si spedisce.
2) Assicurare, fermare con stabilità ;
franca i flnèster = assicurar le finesti'e.
3) Imbiettare: fermare checchessia
col mettervi una bietta.
fràncàdùra, s. m. = affrancatura, fran-
catura : il francare le lettere e la spesa
necessaria.
fràncàniènt, avv. = apertamente, fran-
camente, schiettamente : in modo aperto
franco, schietto. Meno popol. : alta-
mente ; el te biasima fràneàmmt = ti
biasima francamente ; tei disi fràneà-
mcnt = te lo dico schiettamente.
fràncàntiport, s. m. = Vedi ferniàn-
tipòrt.
fràncàss in la lesión e sim. = impa-
rare a fondo la lezione e sim.
fràncèsa (sàliidà ala), = addio alla fran-
cese : il partirsi da una conversazione
senza salutare altro che la padrona per
non disturbar tutti.
frànch, s. m. = franco: moneta di 100
centesimi.
1) Agg franco, fermo, saldo. Anche:
scelto, spedito, pratico nelle cose. Di
persone.
2) fàsà frànch = impratichirsi.
3) pàrlt fr Aneli = parlare aperto.
fràncliésa, s. f. = franchezza, sicurezza,
sincerità. Anche : stabilità.
frànclin e frànclin, s. m. = fraudino,
camminetto. Dal nome dell'americano
Franklin, che inventò tale specie di cam-
minetti sporgenti e col tubo che corre
nella camera da riscaldare.
fràncobòU, * = francobollo: quadrettini
di carta- valore, che s'attaccano alle
cose che si vogliono francare alla posta.
V. bolìn.
fràncolin, s. m. - francolino di monte:
sorta d'uccelli affini alle pernici.
.1.) Qualcuno del volgo chiama così
il fraudino.
fràngia, s. f. = infrantolo, frantoio : or-
digno per franger le olive. Da noi usa
pochissimo.
frànguèll, = s. m. = fringuello, pincione.
Uccello silvano. Anche : filunguello.
1) frànguèll montàn = peppola.
frànsa, s. f. = frangia : guarnizione di
varie maniere.
1) tàcàgh là frànéa ài ròbh = rac-
contare le cose esagerate.
2) fràma déla tUa = penero: l'orlo
0 parte dell'ordito non tessuta.
fràola, s. f. = donnaccia, bagascia. Spe-
cialmente le amanti dei soldati. Dal
ted. : frau. Il mil. le poche parole la-
sciategli dal tedesco, le voltò quasi
tutte a significati spregiativi.
fràs, s. f. = frase, locuzione, modi di
dire.
1) T. mus. : pensiero meno svilup-
pato d'un motivo.
frasàri, * s. m. = frasario: raccolta di
frasi.
frasca, s.f. = frasca, ramoscello fronzuto.
1) vèés dna frtbsca = essere una
frasca, molto leggero.
2) Padellina: piattello sotto il lume
per riparare l'olio o la cera.
fràscàda, s. f. = frascato: un coperto
di rami colle loro frasche.
fràsclièta, s. f. = fraschetta.
1) Dim. di frasca.
2) T. di stamp. : telaretto di ferro
con vari spartimenti, che mettesi sul
foglio da stampa affinchè ciò che ha
da restar bianco non si macchi.
fraschètà, v. att. = infrascare.
1) Coprire di frasche.
2) Sostenere con frasche i fagioli,
piselli e sim.
fràsin, * s. m. = frassino : pianta da
bosco.
fràsiòn, * s. f. = frazione,
1) Parte di un paese, di un comune.
2) T. aritm. : parte dell'unità.
fra
— 333
fre
fràta, s. m. = santocchia, bigotta : esa-
goratamente devota.
fràtàda, s, f, = fratata, azione da frate.
fràtària, s. f, = frateria : tutti i frati di
un medesimo ordine.
1) E in senso dispregiat. : frataglia,
moltitudine di frati.
fràtàsà; ». att. = spianare, piallettare ;
T. dei muratori.
fràtàss, s. m. = pialletto, nettatoio, spar-
viere-: arnese per spianare 1' intonaco
dei muri.
fràtèlànsa, * s. f. = fratellanza : amore
di fratelli : usa a indicare specialmente
la fratellanza fra i popoli.
fràtèrnisà, ». att. = fraternizzare: affra-
tellarsi : fare atto di fratellanza.
frati (i), = i Patebenef rateili : titolo di
un ordine religioso ospitaliere. E l'o-
spedale che una volta era da essi con-
dotto.
1) va ài frati = va al diavolo : si
dice ai seccatori.
f fatili, s. m. = gorgoglione, punterolo.
Sp. di insetto nocivo alle biade e alle
fruita.
fratina, s. f. = cinciallegra o cingallegra
cinerina. Parus palustris. Spec. d'ucc.
da bosco.
1) Bicchierino : quello per sorbetti,
quando si prendono dai sorbettieri.
frecàséri, s. m. = fracassio : un gran
fracasso continuato.
frecàss, s. m. = fracasso : gran rumore.
Vedi bordèll.
1) fa frecàss = far chiasso. Detto
anche di fama: Ve on lìber che fa
frecàss = è un libro che fa chiasso.
2) Anche semplicemente: rumore;
sentì de lontàn el frecàss d'ona càrosa
= udir da lontano il rumore di una,
carrozza.
fréga (vèss in), = essere in frega, o
in fregola : di chi è innamorato ; in
significato non buono.
fre^à, V. att. = fregare, strofinare, stro-
picciare colla mano o con un oggetto
una superficie.
1) frega i pee = scalpicciare : stro-
picciare coi piedi.
2) fregasi i oeucc del éògn = stro-
picciarsi gli occhi.
3) fregàss àdree à vun = fregarsi
intorno a uno : star dietro a uno con
insistenza.
4) fregàss i man = stropicciarsi le
mani.
5) frega vun, fìg. volg. = fregare uno:
recargli danno.
fregàbàlàuster, s. m. = baciapile, bac-
chettone, baciapolvere. Vedi bigotòu.
freg'àda, s f. = fregagione, fregatui-a, il
fregare, pulire, spolverai'e.
1) Fregata : specie di nave da guerra.
freg-g", s. m. = freddo. Meglio frècc o
fredd. * La bassa temperatura del-
l'ammosf era.
1) mètt frègg = far rabbrividire; fa
vegnt frègg = far venir freddo, far ri-
brezzo.
2) molA el frècc = addolcire, dile-
guarsi il freddo.
3) Agg. = freddo: contrario di caldo.
E di pers. : senz'entusiasmo, e di chi
agisce senza passione e con molta ri-
flessione.
4) fa frècc vun = freddare uno, am-
mazzarlo.
5) frècc come on biss = gelato quanto
un marmo, freddo come un ghiaccio;
fa on frècc de biss = fa un freddo stri-
nato.
6) ricév vun frècc, frècc = fare un'ac-
coglienza fredda, diacciata.
7) toRula, ciàpàsela fregia = ninnar-
sela, pigliarsela consolata.
8) l'è poeu minga nannio sto frècc =
non sono ancora gli stridori,
9) no fa né fregg, né cald = non
avere ne caldo, ne freddo ; non fargli
uè caldo, né freddo : essere indifferente
una persona o una cosa, non importar
nulla.
10) fa vegnì frègg = lasciar raffred-
dare. Anche: làsà vegnì frègg.
fregee, s. m. = freddoloso : chi sente
molto il freddo.
fregàgion, * s. f. = fregagione : il fre-
gare con flanelle o altro qualche parte
del corpo, come medicamento ; fa i
fregàgion = fare le fregagioni, le freghe.
fregàscènn, s. m. e /". = imbrattascene :
cattivo attore e specialm. cattiva attrice.
frègión, s. m. = freddone : freddo che
pela,
1) Lo stesso che frègee.
frègitìra, s. f. meglio frèdflra, * s. f. =
freddura : motto che per voler essere
spiritoso riesce insulso.
fregiiirìsta, meglio frediirìsta,* s. m. =
fre
- 334
fri
freddurista : chi si diverte a far fred-
dure.
frégola, * s. f. = baco, fregola : voglia
pungente e poco ragionevole ; gh'è ve-
gniiii là frégola de scrw comedi = gli è
entrato il baco di scriver commedie.
freg'òn, s. m. = canevaccio, canovaccio;
panno di canapa, ruvido, specialmente
per gli usi di cucina, e per pulire,
asciugare mobili, stoviglie, ecc.
1) fregòn déla polmr = spolveraccio,
strofinaccio.
freglìia, s. f. = briciola, bricia ; particella,
segnatam. di pane : quelle che se ne di-
staccano e cadono nel romperlo.
1) Lisca, un minimo che, un briciolo,
di roba da mangiare ; dà?nm ona fre-
guia de forniàgg = dammi una lisca
di cacio.
fregiiin, s. m. = briciolino : diniin. di
freguia, = briciolo ; el g'hà ntlnea on
fregilin de giiidtsi = non ha un bri-
ciolino di giudizio.
freg-Qj, s. m. = bricia, briciolo, briciola.
Vedi, cicin = un poco, un miccino.
1) fa à freguj = fare, mettere, man-
dare, ridurre in bricioli ; rompere in
pezzi minutissimi,
2) fàss in fregÈj per v&n = spogliarsi
in farsetto per far servigio.
frén, s. m. = freno : morso dei cavalli.
1) Eitegno di qualunque maniera, e
specialm. quello che serve a fermare
le ruote dei carri.
frena, v. alt. = frenare ; stringere, met-
tere il freno.
frenesìa, s, f. = frenesia ; smania acuta
e irrequieta.
frenètici!, agg. = frenetico ; smanioso,
appassionatissimo.
frequenta, * ». air. = frequentare ; tor-
nare spesso al medesimo luogo.
fresàmm, s. m. = frattaglie, minutaglie.
T. dei macoli. : i visceri degli animali
uccisi.
frèscli, s. m. = fresco: freddo temperato.
1) ciàpà el frèseh = prendere, pigliare
il fresco.
2) Agg. fresco ; vess frèèeh còme dna
rdsa = essere fresco come una rosa :
fig.; a faccia fresca, tosta. Non turbarsi.
3) età frèéch = star freschi : aver
danno o castigo.
4) oeU'V, pan, frèéch, e sim. = uovo,
pan fresco, recente.
frèsclièsa, s. f. = freschezza : V essere
fresco : dell'aria, dell'acqua, della carne
e sim.
frèscolìn e anche frèscolino, * s. m. =
frescolino : leggera frescui-a.
fricàndo, s. m. = braciola. T. dei cuo-
chi. Dal frane, fricandeau.
fricàsé, s. m. = fricassea, cibreo. T. dei
cuochi. Dal frane, fricassee ; vivanda
di carne sminuzzata.
fricch fruccli, = voce per indicare lo
sfregamento di corpi specialm. robusti.
frìg:, V. alt. = friggere : cuocere in pa-
della con olio, burro, ecc.
frigna, s. f. = lamentone, pigolone ; el
piangper nagòtt, l'è dna frigna = piange
per nulla, è un pigolone.
frigna, v. alt. = friggere, belare, fri-
gnare : far quel rammarichio proprio
dei fanciulli o de' malaticci, piagnuco-
lare.
frignaa, agg. = cacheroso, lezioso, sve-
nevole.
friguàdura, s. f. = friggibuco, ramma-
richio : il friggere de' ragazzi malati
e sim.
frignàrij, s. f. pi. = daddoli; smoi-fie
sciocche di tenerezza. Anche di chi
affetta malessere, perchè lo vezzeggino.
frignèta, s. f. = piaga, cascaflato, calia.
Anche : dolore, rugiadosa. Vedi fiàsca.
frigndcola, s. f. = cavalletta, sopruso,
torto.
frigiión, s. m. = belone : di pars, e
specialm. di bambino che .spesso e di
nulla nuUa si lamenta e piagnuncola.
frìn frìn, = ziro, ziro : voce imitativa
del suono del violino mal sonato,
frisa, s. f. = fettuccia, nastro di filatic-
cio e seta : dei mercanti girovaghi che
vendono bottoni, gomitoli di filo, aghetti
e nastro ecc. dicesi : quèll déla frisa e
di loro si dice che vadan gridando :
stringh e binde j e botòn de càtnisa,
quèll déla bela f)-isa.
frisidn, s. f. = frizione, fregagione. A'edi
fregàgión.
frisdn, s, m. = frisone, frusone. Uccello
silvano,
fritàda,* s. f. = frittata. Vedi: fer-
tàda.
fritola, s. f. = fritella : pasta tenera e
in piccoli pezzetti cotta nell'olio.
fri tura, * s. f. = ù-ittura, fritto : la cosa
fritta ; vivanda cotta in padella con
olio burro, e sim.
fri
— 335
fru
1) f ritura bianca = frittura bianca :
di cervello, granelli, filetti.
fritt, * agg. = fritto.
1) vèss bèli e fritt = essere bello e
ito.
fróla (pasta) = pasta frolla : dolce di
farina e uova e zucchero.
frolà, V. att. = frullare : di cioccolata,
sabaglione, e sini., agitare col frullino.
frolin, s. m. = frullino : arnese da cu-
cina per stemperare e sbattere ova,
cioccolata, e sim.
fròll, agg. = frollo : di carne d' animale
che ha perduto il tiglio ed è diventata
tenera ; elpolàster minga froll rèprdpi
minga bòn = il pollo non frollo è pro-
prio non buono.
fronfronà e fa fròn frón, v. att. = far
le fusa. Del gatto che ronfia quando
gli si liscia il capo o il corpo.
front, s. f. = fronte : parte della faccia
sopra gli occhi.
1) Anche la parte davanti di chec-
chessia.
2) fa front = far fronte, resistere;
fa front ài spés = far fronte alle spese;
provvedervi.
3) à front de... = malgrado, nono-
stante.
frontà, V. att. = affrontare, affacciare :
farsi incontro ad alcuno arditamente.
Meglio ora àfrontà.*
froiitaa, s. m. = frontale : parte della
briglia che sta alla fronte del cavallo.
frontàl biànch, s. m. = cometa : mac-
chia nei cavalli dalla testa al labbro.
froutàlin, s. m. = gocciolatoio : parte
di cornice sporgente, per cui l'acqua
sgoccioli.
froiitespìsi, s. m. = frontispizio : prima
pagina di un libro, ove è il titolo del
li])ro stesso.
frontìn, s. m. = fronte ; parrucchino che
copre la parte davanti del capo.
frontista, s. m. = frontista : chi ha pos-
sessioni lungo un fiume, o una strada
front òn, s. m. = fi-ontone : T. d'archit.
ornamento triangolare sulle porte, fi-
nesti'e, ecc.
fròsna, s. f. = fiocina. T. de' pescai
strumento di ferro con più punte per
infilzar pesci.
fróta, s. f. = frotta : moltitudine di gente
0 d'animali che va e viene insieme ;
te tist che frdta de geni che è pasaa? =
hai veduto che frotta di gente è pas-
sata V
fròtola, s. f. = frottola, fandonia, baia :
cosa senza verità detta per scherzo o
per poco criterio.
friìst, agg. = logoro, frusto, vecchio,
usato : consumato per lungo uso, spe-
cialmente di abiti.
frusta, s. f = frusta, sferza : la sferza
che usano i cocchieri per percuotere o
incitare i cavalli.
1) Tsl mtinich déla fritèta = bacchetta
della frusta.
2) el fiochètt déla frUéta = mozzone ;
nappettino che finisce lo sverzino.
frusta, V. att. = frustare.
1) Battere colla frusta.
2) Censurare acerbamente.
3) Logorare, usando con poco ri-
guardo.
4) bisognarièé fru.§tàj\ per ftLj àndà =
bisognerebbe frustarli per farli cammi-
nare.
f riistàda, s. f, = frustata : colpo di fru-
sta e censura acerba.
friistàdura, s. f. = frustatura : il logo-
rarsi delle cose troppo usate.
friistàscàg'n, s. m. = scalda panche di
studente fannullone, e scioperato.
friistìn, s. ni. = frustino.
1) Bacchettina per toccare il cavallo.
Vedi, foètt.
2) Sverzino : spaghetto in fondo della
sferza per farla schioccare.
frut, s. m. = frutto.
1) Il prodotto degli alberi.
2) Tutto ciò che la terra produce per
alimento dell'uomo.
3) Interesse di danaro prestato.
4) Profitto^ guadagno.
5) L'effetto di qualunque azione, spe-
cialm. se buona.
6) frQt de mar = frutto di mare ;
piccoli crostacei marini mangerecci.
frutà, V. att. = fruttare, fare o rendere
frutto, produrre. Iron. ; g' hoo àvUii on
bèli frut de tilti i me fadtgh ! = ho
ricavato un bel frutto da tutte le mie
fatiche.
frùta, s. f. = frutta, plur. frutte : i frutti
mangerecci colti dalle piante.
1) frùta che età lì = frutti serbatoi.
2) fritta cont dent là càmola, el càn =
frutte intonchiate o gorgogliate, o ba-
cate.
3) frUta éèca = seccumi.
fru
- 336 -
fnu
4) fruta giiilepàda, moseàtèla, ni-
bi^da, pàsàda, pelosa, tàrdida, tem-
porìda, àsèrba = frutte giulebbate, mo-
scadelle, afate, mezze, vellose, serotine,
primaticce, acerbe o abbozzate.
5) fruta pàsa, farinosa, idea, pà-
striif/'Ma = fratte alide, sfarinate, am-
maccate, mantrugiate o brancicate.
6) vèss tila fritta = essere alla frutta :
in fine di un' impresa, di una azione,
di qualunque cosa.
friitéra, s. f. = fruttiera : vassoio per
servire le frutte in tavola.
friitì, V. att. = fruttificare, fruttare. Vedi
friità.
friitiroetì, s. m. = fruttaiolo, fruttiven-
dolo : chi vende frutta.
fug-a, .5. /'. = fuga.
1) dà là fuga = fugare, incalzai'e.
Anche : dare la baia, beffeggiare.
2) fuga de stana = fuga o riscontro
di stanze, quantità di stanze in fila.
3) fuga de gas = fuga di gas, o di
gasse.
4) Risciacquatoio; T. dei mugnai :
canale per cui il mugnaio dà la via al-
l'acqua, quando non vuole macinare.
6) Fuga ; T. music. : quantità de-
terminata di note da ripigliarsi nel
suono 0 nel canto.
fiigàscia, 5. f = focaccia, schiacciata:
pane schiacciato cotto per lo più sotto
la cenere o al forno.
fulmen e fuliiiin,* s. m. = fulmine: ma-
teria elettrica che si sprigiona dalla
nube con luce vivissima e forte tuono.
1) fÈlmin à ciél éeren = fulmine a
ciel sereno : di un fatto doloroso ina-
spettato.
2) l'è on fùlmin = è come il baleno:
di chi compie ciò che deve con grandis-
sima rapidità.
3) Subisso: quantità straordinaria; on
fulmin de geni = un subisso di gente.
fnlmìuàj V. att. = fulminare ; in milan.
iperb., di chi guarda altrui con sguar-
do minaccioso o adirato quasi volesse
che gli sguardi fossero fulmini.
fiiliniiiànt) agg. = fulminante: che uccide
all'istante, di malore.
1) Sost., fiammifero, zolfino. In tal
signific. va disusando sempre più.
fiiuià, V. att. = fumare : fare o mandar
fumo.
1) Tirare in bocca il fumo del ta-
bacco e poi soffiarlo fuori.
2) là ghe fù,ma = la gli fuma : si
sente molto adirato.
3) tUti i strons àp^na faa fùmen =
tutti gli stronzi fumano e però piove ;
oppure : passan le capre e i cacherelli
fumano. Noi lo diciamo per mordere
quei ragazzi che, per darsi aria da uomo,
cominciano troppo presto a fumare lo
sigaro, 0 magari la pipa, con grande
danno della loro salute.
fiimàda, s. f. = fumata: l'azione del fu-
mare tabacco.
1) fa i fiimàd = dai'e, fare le fumate:
scorrere con paglia o fascine accese per
impedir la brinata o bruciare paglia
nelle bigattiere per rinnovar l' aria o
scaldarlo.
fiimadòr, s. vi. = fumatore: chi ha l'abi-
tudine di fumare.
fiiiuàrìa, (èrba) = fumaria, finnosterno;
erba medicinale.
fiiinèri, s. m. = fumo, gran quantità di
fumo; che fùméri gh'è in età étànsa!
= che fumo c'è in questa stanza!
fumista, s. m. = fumista : chi accomoda
stufe, caminetti, ecc. Anche stiiìsta.
fiimm, s. m. = fumo: vapore che esala
dalle materie che abbruciano.
1) àndà in fiimm = andare in fumo:
in nulla.
2) el fiimm V impieniéé minga là
ptinseia = manco fumo e più brace.
3j i fiimm = fumi, fumacchi; legnuzzi
non interamente bruciati che mandan
fumo.
4) Fumo, albagia, superbia, fasto.
r>) vègli pUsee fiimm che ròst = aver
molto fumo e poco arrosto. Di promesse
maggiori che i fatti. Anche: valere più
il giunco che la carne, più l'accessorio
che il principale.
6j fiimm de ras = nero di fumo; el
par quèll che ha inventaa el fiimm de
ras = fa il saccente, par quello che
abbia inventato la polvere ; anche :
spadroneggia.
fiineràl, * s. m. = funerale, mortorio,
accompagnamento : onoranza e cerimo-
nia nel seppellire i morti.
fungr, s. m. = fungo : pianta composta
per lo più di un gambo e di un cap-
pello, che nasce sponteamente nei luo-
ghi incolti. Alcune qualità sono man-
gerecce.
1) fung brilgàroeH = fungherello di
scopeto.
fun
- 387 -
fur
2) fang càsynce.il o tropètt = ceppa-
tello.
3) fung eòeeh = uovolo, ovolo : ha
forma d'ovo, bianco di fuori e rosso
dentro che si svolge crescendo in forma
d'ombrello colla cappella rossa.
4) fung codògn = porcino, bastardo.
5) fung beolitt = funghi betulini: che
nascono presso le betulle.
6) fung de fò = ceppatello di faggio.
7) fung de primavèra = prugnuolo:
piccolo fungo odoroso.
8) fuìig feree = porcino, ghezzo, mo-
rezzo.
9) fung gàbiroeù = ceppatello.
10) furig màtt = fungo malefico, ve-
lenoso.
11) fung pràdirmu = fungo prataiuolo.
12) fung rosìn = rossola, fungo man-
gereccio con cappello rossiccio.
13) crèèé come i fung = crescere
come i funghi : crescer presto e bene.
14) màsàraa come on fung = tutto
molle, inzuppato.
15) on sii pièn de fung = una fun-
16) Moccolaia, fungo : quel bottone
. che si produce in cima al lucignolo ac-
ceso della lucerna, candela, ecc.
17) fung = metaf., ira, stizza; fa vè-
gni el fung = movere a stizza.
18) Lisciatoio; T. dei sellai.
19j T. med.: escrescenza^ carnosa, di
cura diffìcile.
funsgett, s. m. = fignoletto, tumoretto
alla pelle.
fnnsgin, s. m. = afta, ulceretta che na-
sce in bocca ai bovini.
1) Funghetto, fungo piccolo.
fuasg:itt, s. m. pi. = funghetti, funghet-
tini.
1) i funsgitt, assai. = i funghi ac-
conci con olio.
fnnsiòn, s. f. = funzione : cerimonia re-
ligiosa pubblica.
1) Processione: stuolo ordinato di ec-
clesiastici e divoti che vanno attorno
salmodiando.
2) regolàdor di fonèiòn = ramarro :
direttore delle processioni.
fnnsionà, * v. alt. = agire; di parte del
corpo, macchine, arnesi: essere in istato
di eseguire i movimenti e servire per
l'uso a cui si è destinati; là mtLchina
là funsiòna pie = la macchina non
agisce più.
22
1) Funzionai'e, celebrare : compiere
le funzioni di chiesa.
fiirb, agg. = accorto, astuto, che ha ac-
cortezza: che si sa regolare con accor-
tezza.
fiirbàsciòn e fiirbòn, s. m. .= furbone,
furbacchione; accresc di fui'bo.
furberìa, s. f = furberia: atto da furbo.
1) Accortezza; qualità o abito di chi,
comprendendo le intenzioni e le dispo-
sizioni degli altri, regola la sua con-
dotta in modo da riuscire ai propri
fini.
2) Astuzia ; abilità di immaginare
mezzi ingegnosi per ingannare altri e
così riuscire in ciò che uno desidera.
fiirènte,* agg. = furente: di persona in-
furiata, presa dall'ira; l'è vegnilu de
mi che Véra f Urente = venne da me,
che era furente.
furgòn, s. m. = furgone. Vedi forgdn.
fùria, s. f. = furia : accesso di collera
improvviso e passeggero.
1) àndti in fUria = adirarsi, lasciarsi
prender dall'ira.
2) vèèé in, fftria = infui-iare, dar nelle
furie.
3 pari dna furia = somigliare a una
furia.
4) Abbondanza; in àgost gli' è là fft-
ria di melón = in agosto suol essere
l'abbondanza dei poponi.
5) à fÈria de... = a furia di...: di
cosa che avviene per atti ripetuti con
insistenza.
6) l'è dna fùria = è una furia; di
pers., che facilmente si adira e molto.
7) in preéa e in fùria = in fretta e
fui'ia.
8) Specie di sega a mano, piuttosto
corta, larga quanto una mano e con
manico di legno.
fiiribònd,* agg. = furibondo : preso da
subita, violenta e smodata furia.
fiiriòs, agg. = furioso : soverchiamente
impetuoso, e anche preso da furore.
ftìróncol, s. m. = fignolo, tumoretto alla
pelle.
fiiròr, s. m. = furore: ira eccessiva o si-
mile che toglie il senno.
1) Veemenza; in del furor del cald
= nella veemenza del caldo.
2) fa fiiròr = far furore, furoreggiare:
destare entusiasmo.
fiìriig-àda, s. f. = parapiglia, ressa: con-
fusione di persone irrompenti o di cose.
fus
— 338
fus
fus, s. m. = fuso: strumento noto per fi-
lare a mano.
1) -cèsé còme là róea e el fds = es-
sere pane e cacio ; anche, msé ciiii e
càniìsa = essere in grande intrinse-
chezza.
2) dritt còme on fàs = diritto come
un cero: dirittissimo.
3) Fittone: barba o radice maestra
della pianta; T. d'agricol.
ffìsa, *\ f. = fonduta, fusione: l'opera-
zione del fondere il metallo nel cro-
giuolo. E anche la quantità di metallo
fuso 0 da fondersi in una volta.
fusàroeù, s. m. = fusaiuola ; T. d' ar-
chitett., sorta d'intagli a forma di fuso.
fiisèla, s. f. = gancio grosso di legno
che si addatta a un dei capi della fune
colla quale i facchini sogliono legare i
fasci di legne, o la roba sui carri e per
cui si fa passare l'altro capo della fune
stessa per stringere.
1) pienttL lì éàcch e fiisèla = fumar-
sela, battersela; anche: lasciare il banco
e i burattini.
3) Stampo ; T. dei sarti, arnese per
fare i tondi agli occhielli.
3) Fuso : la parte più affusolata dei
candellieri, specialm. di chiesa.
fìisèlaa, agg. = affusato, affusolato: che
va assotigliandosi delicatamente verso
l'estremità. Più specialmente detto di
mani.
fìisèll, s. m. = stecca: mazzuola di le-
gno, per lo più stuccato o impeciato
sul quale incollansi le minuterie per
lavorarle.
fiiséra, s. f. = fusiera: arnese dove i fi-
latori infilano i fusi.
fiiseròccli, s. m. = fusaio: chi fa le fusa
e altri lavori di legno minuti, come
mestole, cucchiai, scodelle, frullini, mor-
taietti, pestelli e sim.
fiisilà, V. att. = fucilare: eseguire la pena
della fucilazione.
fiisilàda, s. f. = fucilata: sparo di fucile
0 fucili.
1) fa i fùsilM = fare alle fucilate:
combattere.
filsilàsión,* s. f = fucilazione: la pena
dell' essere fucilato e F esecuzione di
fttsill, s. m. = fucile, schioppo: arma da
fuoco che è una lunga canna da cari-
carsi con polvere e palla.
fiisìna, s. f. = fucina, bottega di fabbro
ferraio o di maniscalco; anche il for-
nello, nelle botteghe suddette.
fiisiòii, s. f. = fusione, infusione ; m,èU
in filsiòn = mettere in fusione: mettere
qualche cosa in un liquido perchè pi-
gli 0 perda qualche qualità.
2) Fusione: atto ed effetto del fon-
dere, specialm. metalli.
fiist, s. ni. = fusto: gambo di erbe: pe-
dale 0 stipite degli alberi.
1) Ossatura di un letto, un canapè,
nn ombrello, e sim.
2) fiist del lèti = fusto del letto, let-
tiera.
fiistàgn, s. m. = fustagno e frustagno :
specie di tela bambagina, che da una
parte appare spinata.
fttstàg-iiee, s. m. = fustagnaio: chi vende
frustagno.
1) i Fiiàtàgnee = ì Fustagnari: è il
nome di una via di Milano che ricorda,
come molte altre, il tempo in cui le
varie arti erano divise e ciascuna riu-
nita in una contrada.
fiistàgriiiii, s. m. = pezza di lino o pezza:
pannolino quadrangolare in cui si rav-
volge il bambino prima di fasciarlo.
1) Toppone: specie di coltroncino che
si mette sotto ai bambini e talora an-
che ai malati per preservare il letto
dalle orine.
fustèla, s. f. = stella ; T. dei calzol.,
stampa di ferro per ornare e restringere
il foro lasciato nel suolo della scarpa
dalla bulletta che lo teneva conficcato
alla forma.
fiistòn, s. m. = torso, torsolo: fusto del
cavolo 0 sim. piante erbacee spogliato
delle foglie.
fustusc, s. m. = ciarpone, abboraccione:
chi fa le cose con trascuratezza e ne-
gligenza e in fretta.
fiistuscìà, 17. att. = acciarpare, accia-
battare: operare alla grossa e senza di-
ligenza.
fiìstusciàda, s. f = acciabattamento: cosa
imbrogliata, confusa.
— 339
g-ab
O
g- = gi : la settima lettera dell'alfabeto.
Si pronuncia gre.
gàba, s. f. = capitozza: albero, i cui
rami sono stati tagliati insino all'in-
forcatura del tronco.
1) vèàé ignorànt come òna gàba =
essere ignorantaccio.
g'àbà; V. att. = scapitozzare, anche ca-
pitozzare, potare a capitozza.
1) Ingannare chi si fida, mancai'e a
una promessa, gabbare.
gàbaa, agg. = scapitozzato, capitozzato,
scapezzato.
1) Gabbato, ingannato, giuntato.
gàbàda, s. f. = filare di capitozze.
g'àbàdòr, s. m. = gabbamondo : bindolone.
Di pers. : piena di raggiri, di cavilli di
inganni.
g'àbàmònd, * s. m. = gabbamondo : chi
vive ingannando altrui.
g"àbàn, s. m. = gabbano : mantello di
panno grosso con maniche. Anche : so-
prabito gi'ande e goffo.
1) tleqtia de vilàn che pMa el gàbdn
= acqua del rhal villano che pare non
piova e passa il gabbano.
gàbàua, s. f. = capanna: disusa ogni
di più e le succede càpàna * Vedi.
gràbànìn, s. m. = capannetta, capanna :
capanna piccola e bassa ove nascondesi
l'uccellatore nella caccia al paretaio.
1) Capanna nei campi dove i conta-
dini sogliono stare a guardia.
gàbànòtt; s. m. = capannone : capanno
vasto dove si rimettono i fieni e altre
raccolte.
1) Tettoia : tetto fatto in luogo aperto
non su casa, ma per tenere al coperto
roba, arnesi, ecc.
gàbàré, s m. = vassoio, guantiera, porta
dolci, porta chicche. Vedi cabarè.
gàbàss, s. m. giornello : specie di vas-
soio a tre basse sponde, su cui i mu-
ratori si tengon presso la calcina ver-
sata dalla secchia.
gàbéla; s. f. = gabella: prezzo che per
ingresso di derrate si paga allo Stato
0 al Comune. Anche : dàsi; ora più
usato.
gàbia, * s. f. Anche : càpia = gabbia :
arnese per rinchiudere uccelli o altri
animali .
1) Per sim. : prigione ; l'hàn miss-
in gtlbia = l'anno messo in gabbia, in
prigione.
2) i ferètt de là gàbia, o i legnètt
déla gtibia = gretole.
3) l'è Òna gtLbia de màtt = è una
nidiata di pazzi, è una Babele : si dice
quando in un luogo è gran confusione
e rumore.
gàbiàit, s. m. = gabbiano, alcione: sorta
d'uccello marino detto volgarmente Mu-
gnaio.
1) Fig. : minchione, semplicione, bie-
tolone, merlotto. Vedi bàdee.
gàbiànàda, s. f. = minchioneria, corbel-
leria : cosa di poco o niun momento
e anche : sproposito. Si dice pure gi-
biànàda.
gàbioeù, s. VI. = frascato, capanno di
foglie per la caccia al paretaio.
gàbinètt, s. m. = gabinetto, salottino :
stanza intima da scrivere, studiare, e
consei-vai'e cose preziose, e dove si ri-
cevon persone di confidenza.
1) Ministero che dirige gli affari po-
litici.
2) gàbinètt de laorà = salottino da
lavoro : stanzetta dove la padrona di
casa sta a lavorare.
3) Cesso : luogo dove si fanno i bi-
sogni.
gràbiòtt, s. m. = bugnola: il banco dei
rei nelle sale dei pubblici giudizi.
gabiroeu (fuiigr), = famiglia buona di
J?ab
— 340
funghi mangerecci, appartenente agli
agarici,
gàbola, s. f. = cabala: l'arte che pre-
sume indovinare i numeri del lotto,
ricavandoli da sogni o in alti'O modo
e l'operazione stessa.
1) gtthol = cabale, raggiri : sottili ar-
tifizi diretti a ingannare altri o fargli
un male che non se l'aspetti ; el va
inane à fùria de gtJ)ol = va avanti a
forza di cabale.
gàbolà, V. att. = cabalare: far cabale,
ordire raggiri. Quindi anche: gabbare,
ti-uffare.
1) Anche : impanzanare, infinocchiare;
el m'ha gàbaa èU con tanti eiteer =
mi ha impanzanato con un mar di pa-
role.
^àbolàdòr, s. m. = cabalista : che fa
cabale, raggiri.
gàbriolé, s. m. = baroccino, carrozzella :
veicolo leggiero a due ruote, con sedile
senza spalliera, a un cavallo.
g'àdàn, s. m. = semplicione, babbeo.
Vedi bàdee.
gàfa, s. f. = pattuglia. Voce di gergo.
1) Anche : agente, guardia di pub-
blica sicurezza.
gàfìn, s. m. = scaracchio : sputo cataiToso.
gàìàrd, agg. = gagliardo, forte, possente.
Va disusando. Anche: g'àliàrd.
gain, s. m. o sàpa de gain = ronca da
estirpare, T. d'agricolt.
gàìna, s. f. = gallina: la femmina del
gallo.
1) àvè mangiaa el ciiii déla gàina
= non saper tenere un cocomero all'erta:
di chi non sa mantenere una cosa se-
greta.
2) chi è nàéuil déla gaina sémper
ràépa in là palina = chi di gallina
nasco convien che razzoli: spesso i
figlioli hanno i vizi e i difetti dei geni-
tori.
3) là prima gàina che canta l'è quUa
che ha faa l'oeuv = la gallina che schia-
mazza è quella che ha fatto l'ovo :
ohi dice accusando altri, fa sospettare
di se.
4) l'è mèj dna magra gàina inchoeu
che on càpdn gràés domdn = è meglio
un tieni, tieni, che cento piglia, piglia ;
meglio un fringuello in man che un
tordo in frasca.
5) pela là gàina éénsa fàla cria =
pelar la gazza senza farla stridere.
— gal
6) età li à fa già là ciHéca ài gàinn
= restar zitelle, restar pulcellone : arri-
vare in là cogli anni, senza prender
marito.
7) ognun g'hà là eoa gàina de pela
= ognuno ha la sua croce; ognuno ha
il suo impiccato all'uscio.
8) veàé fimi déla gàina bianca = es-
ser figliolo dell'oca bianca: aver for-
tuna in ogni impresa.
9) àndti à dormi à l'ora di gàinn
= andare a letto quando i polli: pre-
sto, appena buio.
10) vèàà gàina meiàroeula = esser
gallina mugellese. Dicono i toscani : è
gallina mugellese, ha cent'anni e mo-
stra un mese. Di chi non dimostra gli
anni che ha, specie se son parecchi,
11) i tò fregai fan minga per i me
gàinn = le tue frottole non mi pigliano,
tu non me l'accocchi,
12) scitLmpa de gàina = raspatura
di gallina: di una brutta scrittura.
13) fa el vera di gàinn = schiamaz-
zare.
14) gàina che scrdta o che vceilr coti
= gallina covaticcia : disposta a covare.
15) gàina cont el éiiff = gallina cap-
pelluta: che ha quasi un cappelletto
di penne,
16) gàina = sbornia, ubriachezza:
stato di chi è ubriaco ; ciàp^ là gàina
= ubriacarsi: bere tanto vino o altro
liquore spiritoso da vacillare e perdere
tanto 0 quanto il senno. Anche : pi-
gliar la balla, la sbornia.
17) vèés gàina = essere attempatella :
essere in là cogli anni, quantunque non
ancor vecchia.
gàinàtt, s. m. = ubriacone : chi si ubriaca
spesso. Anche : beone.
gàiuèta, s. f. = gallinetta : dim, di gal-
lina.
1) Avanzatella, attempatella: donna
un po' avanzata negli anni.
2) Sbornietta: piccola sbornia.
gàiuòn, s. m. = furbaccio, volpone : per-
sona astuta, furba all'eccesso.
gaiofa, s. f. = saccoccia, tasca, scarsella:
tasca alquanto larga del vestito. E'
volgare.
gaiofà) ». att. = intascare: mettere in
tasca. Volgare anch'esso.
.. l, 5. f. = fiocco: specie di nodo che
si fa a una ciarpa, a un nastro, la-
gal
— 341
ffal
sciando svolazzare le due estremità.
Aache : galano.
1) vestii, disnà, sertlda de gàia, e
sim. = vestito, pranzo, serata di pa-
rata e sim.
S'ala (à) = a galla: aUa superfìcie del-
l'acqua 0 di un liquido.
g'àlànder (i), s. m. pi. = i galandri :
funicelle laterali calate a perpendicolo
di un muro per regolare l'alzata di un
muro G tavolato intermedio. Forse me-
glio : i regoli. Sono insomma i calandri
romani.
sràlànga, 5. f. = galanga : sorta di radice
medicinale della Cina. I medici non
usano quasi più il rimedio e la parola
muore.
g'àlànt, agg. = galante: elegante nei
modi, nei costumi, nel vestire.
1) Manieroso nel conversare special-
mente con donne.
2) vita galdnta = vita galante : de-
dita ai corteggiamenti e agli amori.
3) òmìn galani = vagheggino, da-
merino : che sta sugli amori, come oc-
cupazione principale.
gàlàutàddna, s. f. = donna leale: che
mantiene le sue promesse.
gàlàntària e meglio gràlàuteria, * s. f.
= galanteria, gentilezza di tratto.
1) età éii là galanteria = stare sulla
galanteria, galanteggiare.
galantina, s. f. = galantina: pasticcio
fatto con carne di cappone e altri in-
gredienti che si affetta.
1) galantina de pése = galantina, o
sopressata di pesce: quella fatta colle
polpe di pesci.
gàlàntomìsmo, * s. m. = galantomismo :
qualità di un galantuomo.
gàlàntòmm, s. m. = galantuomo: uomo
onesto, franco, leale.
1) òhe, gàlàntòmm = ohe, buon uomo,
galantuomo : si dice chiamando qual-
cuno, di cui si ignora il nome e sia
poveramente vestito.
gàlàntomdu, s. m. = galantomone. Con
qualche iron. anche : galantominone.
gàlàrìa, ora quasi sempre gàleria,* s. f.
= galleria,
1) Lunga stanza da passeggiarvi o
tenervi pitture, scoltui-e od alti-i oggetti
pregevoli di belle arti.
2) Strada coperta di vetri nelle città
per uso di passaggio.
3) Traforo : apertui-a sotterranea fatta
in un monte da parte a parte per uso
di strada; là gàleria del Ootàrd; i
galeri] de V arèna = il traforo del Got-
tardo ; le gallerie, o meglio i ti-afori di
Varenna. Vedi tunel.
gàlàsC; s. m. = gallerone : cappone mal
accapponato.
1) gallastrone : gallo vecchio.
2) fa el gàltLse scavallare : andare
correndo qua e là a mo' di cavallo.
Specialm. di ragazzi.
gàlàyròn, s. m. = calabrone : insetto si-
mile alla vespa e piii grosso, ordina-
riamente nero.
1) fa el gàlà/vròn = fare il moscar-
dino, il ronzone : di chi ronza, rigira
specialmente intorno alle donne.
gàlba, s. f. = minestra : voce del gergo,
salita al dialetto per celia.
gàlbee, s. m. = rigogolo : uccello can-
tore giallo.
1) gidld come on gàlbee = giallo
come un rigogolo.
gàie, s. m. = mortaio, troscia: buca
quadra da mettervi in concia pelli.
gàlédora, s. f. = gabbiano bianco : uc-
cello avidissimo dei pesci.
gàlegià, * V. att. galleggiare: stare a
galla.
gàléòtt, s. m. = galeotto : condannato
alla galera.
1) Birbante : uomo tristo e dato al
mal fare.
galera, s. f. = galera, ergastolo : luogo
di pena, prigione.
1) Vita ti'avagliata : quèéta che te
me fet fa l'è dna galèra = questa che
mi fai fare è una galera.
gàléta, s. f. = Bozzolo: inviluppo nel
quale si chiude il baco da seta per
subirvi le tre metamorfosi.
1) gàlèta noStràtia., puntàda, redi,
sniagitida = bozzoli paglierini, collo
spunto, sfarfallati, macchiati.
2) catti i gàlètt = sbozzolare, sfra-
scare: levare i bozzoli dalla frasca.
3) fa mori i gàlètt in àtHa = fai"
cocere i bozzoli in forno. Perchè non
sfarfallino.
4) el fàés déla gàlèta = l'abbozzo-
larsi, il racchiudersi del baco nel boz-
zolo.
5) nàés di gàlètt = sfarfallare : il
sortire che fa del bozzolo la farfalla.
6) fila de tre, de quàter gàlètt = filar-
la seta a tre, quattro bave.
gal
342 -
gal
7) tra dent i gàlètt, legnttj e seotLj
= far la pescata dei bozzoli : immollarli
nell'acqua calda e scopameli per trarne
il filo.
8) Galletta, biscotto : pane cotto due
volte di cui si fa provvisione per na-
vigare.
gàletàmin, .v. m. = bozzoli in quantità,
bozzolame,
gàletee, s. m. = bozzolaio : chi traffica
i bozzoli.
gàletéra, s. f. = bozzolaio : stanzone nel
quale si tengono i bozzoli.
galetìn, ò\ m. = gallettino: galletto di
primo canto.
gàlètòn, s. m. = galle : malore nelle
gambe dei cavalli.
gàlètt, s. m. = galletto : gallo molto gio-
vine.
1) giugti ài gàlètt = giocare al gal-
letto : gioco ormai quasi disusato cbe
si faceva accocolandosi e saltellando
nel dire una canzone cbe cominciava :
rhà viét el me gàlètt? - si l'hoo viét
in sii là porta, ecc.
2) Galletto : madi'evite girevole, mu-
nita, di due alette per volgerla colle
dita.
gàlflòn, s. m. = ciliegia pistoiese, o du-
racine. Dette anche : scirès de ctirna.
gàlìu, 5. m. = cappietto, fiocchetto : pic-
colo fiocco.
gàlina, * s. f. = gallina. Vedi gàìna.
gàlinàsa, s. f- = beccaccia : uccello di
passo, simile alla starna.
gàlinéta, s. f. = centonchio rosso : erba
del genere Stellarla.
galìnoeùr (i), = la gallinella: la costel-
lazione delle Pleiadi.
galitt, s. m. pi. = solletico, diletico,
pizzicorino : specie di prurito destato
dal tatto, che ci fa divincolare e ridere.
1) Broccoli, broccoletti : i rimessi-
ticci del cavolo, e i teneri talli di rapa
quando cominciano a fiorire.
gali, s. m. = gallo : il maschio delle
galline.
1) gali de montagna = fagiano nero
0 alpestre.
2) à V ora che canta el gali = all'ora
che canta il gallo: per indicare un'ora
assai mattutina.
3) vèss el gali de màddua Chèca =
essere il gallo di monna Fiora, oppure
della Checca : di chi è e cerca di es-
sere in grazia di tutte le donne.
4) vèés dUil gàj in d'on polee = es-
ser due ghiotti a un tagliere : di due
che amino e vogliano conseguire la
stessa cosa.
5) gali de giàrdìn = tanaceto : sorta
d'erba odorosa.
gàl<BÙs, s. m. = gallerone, gallastrone :
cappone male accapponato.
gàlòfer 0 gàlófor ora quasi sempre
gàrófol, * s. m, = garofano : specie di
viola. Anche : viola pisana.
1) gàrofiìl de cinqu foetlj = manro-
vescio, rovescione: colpo colla mano
rovesciata. Il detto mil. deriva da ciò
che il manrovescio lascia traccia delle
cinque dita della mano sulla parte pe-
stata in un arrossamento vivo della
pelle.
2) Garofano : noto aroma in forma
di chiodini che ci viene dalle Molucche.
Quindi anche nel medesimo significato :
étàcchètt de gàrtfol = chiodi di garo-
fano.
gàldn, 8.171. = coscia : la parte supe-
riore della gamba dall'anca al ginoc-
chio. Anche nei volatili.
1) Gallone : striscia di nastro tessuto,
ricamata d'oro o d'argento che serve
di guarnizione. Specialm. negli abiti
dei militari.
gàlonà, V. alt. = gallonare, guarnire :
ornar di galloni.
gàlonee, s. m. = venditore di galloni.
gàlopà, V. att. = galoppare : andare al
galoppo.
gàlopìn, s. m. galoppino : chi per istrap-
pare da vivere si dà attorno da mane
a sera in servizi minuti.
gàlòpp, s. m. = galoppo : il passo del
cavallo più veloce del trotto.
1) Specie di musica per danza a un
tempo molto svelto.
gàltipàia, s. f. = gentaglia : infima plebe, ^
gente abbietta.
galupp, s. m. = galuppo : uomo vile,
ineducato, e male in arnese.
1) tràtà quèidUn come on gàliipp =
maltrattare qualcuno, trattarlo senza
riguardi, rozzamente.
gàlyànìch, * agg. = galvanico: relativo
al galvanismo.
gàlvànisà, * v. att. galvanizzare : sotto-
porre un corpo all'azione di fenomeni
galvanici, come ricoprire d'oro o d'ar-
gento un metallo colla elettricità.
gam
343 —
gain
gàiuàìitt, s. m. = gammautte : strumento
chirm-gico. Meglio bìstori = bistori.
gamba) s. f. = gamba, pi. gambe : le
parti del corpo sulle quali l'animale si
regge e cammina. Nell'uomo specialm.
la parte compresa fra la coscia e il
piede.
1) gmnb stòrt = gambe storte : pie-
gate dal di dentro al di fuori.
2) tnètt dna gamba sora l'tLltra =
accavalciare le gambe.
3) tegni in g^mba = tenere in bri-
glia, frenare una persona. Figur.
4) vèss in gamba = essere in gamba,
in gambe: sentirsi disposto a far molto
cammino, e anche : essere in buona
salute e forte.
5) bràse ài còli e gamba in lèti =
braccio al collo e gamba a letto: le
malattie delle gambe si curano col ri-
poso.
6) ehi no g'hà tèsta, tibia gamb =
chi non ha testa abbia gambe: di chi
deve rifar la strada per prendere cosa
dimenticata.
1) fa et pass secònd là gamba = fare
il passo secondo la gamba : misurarsi
nelle spese.
8; i game me fan OitLcom, Gì'àeom
= le gambe mi fanno Giacomo, Giaco-
mo : quando troncano per debolezza o
per paura. ^
9) drisà i gamb ài cdn = radrizzare
le gambe ai cani : affaticarsi in rimedi
inutili.
10} mètt i gamb in èptla e ciàptb
là strada in mése ài gamb = mettersi
la via fra le gambe: andarsene, par-
tire svelti.
11 J àndà coi gamb à l'tLri = andare
a gambe levate in aria.: cascare all'in-
di etro battendo in terra la schiena, e
anche : andare in rovina.
12) àvègh gamba bdtia aver gamba
bona: di chi è capace di fare in poco
tempo molto cammino, e di resistere a
lunghe camminate.
13) àvègh i gamb ròtt = aver le
gambe stronche. Enfatic. : essere molto
stanco.
14) ciàptL viln sòtt gamba ^ prendere
uno di sotto gamba : essere, stimarsi
- molto da piii e conseguentemente aver
quell'uno in poco conto.
15) làmentàéè de gamba sana = ram-
maricarsi di gamba sana : di chi si la-
menta a torto del suo stato.
16) à mesa gtimba = a mezza gamba:
sino a metà della gamba ; compra à
misa gamba = comperare a metà prezzo,
a buon mercato.
17) m,ètt la eoa in di gamb = met-
terci il capo fra le gambe : andarsene
per vergogna.
18) volta coi gamb à l'tLri = capo-
volgere, capovoltare: far girare un og-
getto sopra se stesso in modo che resti
sotto quel che era sopra.
19) tàiti i gamb à vùn = tagliar le
braccia a uno; fig., levargli i mezzi di
fare quel che voleva, impedirlo nella
sua impresa.
20) menti là gtimba = stare colle
mani alla cintola, stare in ozio.
21) dagliela à gamb = darsela a gam-
be, scappare, e fa i gamb = voltare,
mostrare il calcagno: fuggire.
22) à gamba levdda = a gambe le-
vate: precipitosamente.
28) gamba àiùtem = gamba mia, non
è vergogna il fuggir quando bisogna.
24) gtimba de lègn = gamba di le-
gno: quella che si mette in luogo della
gamba amputata.
25) Per simil., le parti di un mobile
su cui esso posa; i gamb del tàol, del
scàgn, e sim. = le gambe del tavolo,
della sedia e simili.
26) Gambo : il fusto delle piante ;
gtimba del fitng = gambo del fungo.
27) Asta; term. di calligr.
28) Quella linea delle note di mu-
sica che si attacca alla testa e scende
0 ascende pel rigo.
gàinbàda, s. f. = camminata : l'azione
del camminare, e passeggiata ; àndtt, dà
Lècch à Balàbi l'è dna bela gàmbttda =
andar da Lecco a Ballabio è una bella
camminata.
gàmbàl, s. m. = gambale: arnese da te-
ner tesi gli stivali; usato per lo più al
plurale.
gàmbàràda, s. f. = cantonata ; fa ona
gambàràda = prendere una cantonata :
fare un errore e ostinarvi si.
gàmbàree, s. m. = granchiaio : chi pe-
sca 0 vende gamberi e granchi.
gàmbàrèra, s. f. = vivaio di gamberi.
gàniber, s. m. = gambero: piccolo cro-
staceo di acqua dolce o marina.
1) àndtL inane còme i gtiviber = fare
gain
— 344 —
§ran
come il gambero, muoversi come il
gambero: andare all' indietro, non pro-
gredire.
2) vèés roés còme on gàmber = es-
sere rosso come un gambero: di chi è
molto acceso in viso.
3) Granchio, cantonata, granciporro,
scerpellone : errore solenne specialm.
nel parlare o scrivere ; ciàptL di gàm-
ber = pigliare granciporri, cantonate.
4) Lo stesso che bàdee, gràdàu e
sim.
5) Granchio: ferro conficcato nel ban-
co dei legnaioli.
6) Vangile, stecca: quella che i con-
tadini ficcano a traverso del manico
della vanga, su cui aggravano il piede
per affondarla nel terreno.
7) Duplicato ; T. tipogr., quel che
il compositore raddoppia per svista.
8) Grappe ; T. tipogr., quegli un-
cini che impediscono al carro di de-
viare.
9) gàmber còti = scaccino: si chiama
così per scherzo dalla veste rossa che
mette nell'esercizio della sua funzione.
10) gàmber de tera ò màtt = grillo-
talpa: specie di insetto.
11) quèll di gàmber = granchiaio :
chi vende granchi o gamberi.
gambéta, s. f. = gambetta, gambina; di-
min, di gamba.
1) fa i gàmbètt = darla a gambe.
2) fa àndà i gàmbètt = gambettare:
dimenare le gambe.
3) Picciolo, gambo : dicesi general-
mente quella parte di un arnese che
serve a reggerlo e a poterlo adoperare.
4) Ardiglione: il ferretto della fibbia
che tiene fermo ciò che vi è infilato.
gàmbetòn, s. m. = pantana grigia : uc-
cello di ripa.
gambìn, s, m. = l'è on gàmbìn = è ma-
lescio; di pers. malaticcia.
gambi l'oeùla, s. f. = gambetto ; dagli à
vUn là gàmbiroeUla = dare ad uno il
gambetto : mettergli un piede fra le
gambe e farlo cascare.
gàmbòn^ s, m. = gamberone: gamba va-
ricosa, enfiata, e anche persona alta e
di gambe spropositate.
1) Crocile : l'asta della tira dei fu-
naioli.
gàmbòtt, s. f. pi. = gambone : gambe
grosse e ben tornite.
gamb-sècch, s. m. = fungo color d'isa-
bella, mangereccio: assaggiato crudo ha
sapore di chiovi di garofano.
gàmbus, s. m. = cavolo caj)puccio o
bianco: specie di cavolo che fa cesto o
grumolo.
gàinéla, s. f. = gamella, gavetta : vaso
di latta pei marinai e soldati.
gàmìna, s. f. = complotto ; poco usato
oramai.
gàuàsa, s. f. = gota, guancia: le due parti
laterali del viso dagli zigomi in giù.
1) ò el dent ò la gànàsa = o bere o
affogare: quando tra due partiti cattivi
bisogna stridere in uno.
2) mangia à quàter gànàsà = man-
giare a quattro palmenti: mangiar molto
e da ingordo.
gànàsà, v. att. = lucrare, prender la boe-
conata: prender danari o regali a spese
del proprio dovere.
gànàsàl, agg. = mascellare; dei denti.
gànàsìn, s. m. = sguancia ; T. dei sel-
lai: striscia di coio, alla quale è attac-
cato il portamorso dalla parte sinistra.
1) Guancia: la parte inferiore della
testa del vitello, porco, e simili, per
farne vivanda.
2) Angolo delle bilie nel biliardo.
gànàson^ s. vi. = ganascione: colpo dato
altrui con mano rovescia sulla ganascia.
gànàss, (i) s. f. pi. = branche della te-
naglia: le parti che stringono.
gàndión, s. m. = orecchioni, parotidi:
malattie alle glandule degli orecchi.
gàndòla, s. f. = nocciolo : il guscio le-
gnoso di alcune frutte che racchiude il
seme.
1) giiigà àigàndoll = fare ai noccioli.
2) càscia gàndoll = contar frottole.
gàndola s. f. = gianduia V. glandola,
gandolin, s. m. = seme, nocciolo, acino;
dei pomi, poponi, angurie, aranci, e
simili.
1) gàndolitt de l'uga = acini, vinac-
cioli: il seme che è nel chicco dell'uva.
gandolòtt, s. m. = bussetto : strumento
di bossolo dei calzolai per lustrare la
suola e il tacco delle scarpe.
ganga, s. f. = cessino, la contessa di Ci-
villari: la vuotatura dei cessi.
gàugher, s. m. = ganghero; nella frase:
ànd^ foeura di gàngher = uscir de' gan-
gheri.
ganimède, s. m. = bellimbusto, gani-
mede; l'è bòn doma de àndà indns e
indree siil core à fa el ganimede = non
gran
è boQO che di passeggiar per il corso
a fare il ganimede.
g'ànìvèll, s. m. = biricchino : di uomo
vivace e molto astuto.
g'àósa^ s. f. = gavozza : recipiente di le-
gno con cui si versa nel forno fusorio
il minerale da fondere.
g'àra,* s. f. = gara : sforzo che fanno
vari per superarsi, per vincersi in una
cosa; dimàn gh'è là gara di velocìpedi
= domani c'è la gara dei velocipedi.
1) à gtlra = a gara; modo avv.
gàràmòu, s. m. = garamone ; T. di
stamp.: carattere mezzano o corpo 10.
Dal frane. Qarammid^ nome del suo
inventore.
g-àràmonsìn, s. m. = garamoncino ; T.
di stamp. : carattere più piccolo del
garamone, detto anche corpo 9.
gràrànipàna, s. f. = vecchia grima ; è
sempre agg. di véglia. Anche càràiii-
pàua.
gàrànsia, s. f. = garanzia, guarentigia,
' malleveria, sicurtà data; el g'hà daa là
machina perchè hoo faa gàrànsia mi
= gli diede la macchina, perchè ho fatto
io garanzia ; che gàrànsia el me dà ?
= che guarentigia mi dà ?
gràràut, s. m. = garante, mallevadore :
colui che guarentisce per altri.
gràràntì, v. att. = garantire, guarentire:
dare sigurtà; chi gàràntisé paga = chi
garantisce paga. ""
1) Assicurare, affermare ; le gàràn-
tlsi mi che l'è pi'opi àndaa à Róma
= ti assicuro io che è davvero andato
a Roma.
g'àràtola, s. f. = carruba: frutto del car-
rubo; grosso baccello polposo dolce con
semi duri che si dà a mangiare ai ca-
valli, ma che da noi mangiano volen-
tieri anche i ragazzi.
gàràvàna, s. f. = tirocinio: noviziato in
qualche arte o scienza; l' è iniitil ! per
fàss dna posision bisógna fa là eoa
gàràvàna = è inutile ! per farsi uno
stato, bisogna fare il suo tirocinio.
gràrb, s. m. = garbo, gi-azia: modo cor-
tese di trattare.
1) Agg., brusco, acido, aspro: di frutte
e specialm. del vino.
gàrbuj, s. m. = garbuglio, confusione,
scompiglio.
1) Intrigo ; di pers. e di cose dalle
quali sia difficile districarsi ; me éont
troaa in vHn de qiiij gàrbàj che l'è
— 345 — gar
staa on miràeol àpode liberàsen = mi
son trovato in tale garbuglio che fu mi-
racolo il potersene liberare. In questo
senso anche: impanio, impaccio, viluppo.
gràrbiiìòn, s. m. = impiccione, avvilup-
patore: chi suol fare garbugli.
cardinal; s. m. = cardinale: ora meglio
cardinal,* Vedi.
gàrdinàla, s. /. = cardinala : bavera
grande degli abiti femminili.
gàrdiuàlètt, s. m. = organetto; friìigilla
riibescens; uccello silvano.
1) Fior di primavera, pratolina: fio-
rellini bianchi dei prati.
2) Fior di cardinale ; lobella cardi-
nalis.
gàrdisoii, s. m. = armadio usato nella
fabbricazione del cacio parmigiano e
dove si ripone la ricotta.
gràrèta, s. f. = casotto, casello, garetta:
toi'retta per sentinella.
gàretòn, s. m. = garretto ; pei nostri
macellai i gai retti posteriori nei bovini.
gàrett, s. m. = garretto. Vedi giàrett.
gàrgànèll, s. m. = mergone, garganelle:
uccello dei palmipedi.
gàrgàrisà, v. att. = gargarizzare; rinfre-
scarsi le fauci con gargarismo.
g'àrgàrismo, s. m. = gargarismo: acqua
medicata che si usa nei mali di gola,
e l'atto del gargarizzare.
gàrg'Òta, s. f. = gargotta, bettola, ta-
verna; dal frane, gargote; Ve minga on
albergo, l'è dna gàrgòta = non è un
albeigo, è una gargotta.
g'àriboldìn, s. m. = grimaldello : stru-
mento di ferro per aprire le serrature
senza chiave.
g'àrìn, s. m. = chi ha le gambe e le gi-
nocchia volte in dentro e i piedi volti
in fuori.
gàrindÒD, s. m. = faseragnolo: persona
magra e lunga come un fuso.
gràrófol, s. m. = garofano: pianta e fiori
e droga.
1) stachètt de gàròfol = chiovi di ga-
rofano, droghe.
2) gàròfol de cìnqU fwuj = scape-
lotto, ceffone.
g'àrofolàda, s. f. = garofanata: erba be-
nedetta.
garofolìn, s. m. = violina di prato, mar-
gheritina; lychis flos cuculi.
gàrola, s. f. = pina: il frutto del pino
e di altre piante conifere.
gar
- 346 -
rat
gàròu, s. m. = coscia ; meglio ora gà
lón. Vedi.
gàrÒT, s. m. = pescaia, vivaio : chiusa
di sassi 0 altro per meglio pescarvi.
gkrs, s. m. = cardo ; serve ai lanaiuoli
per garzare.
gàrsa, s. f. = garza: sorta di uccello.
1) Sorta di trina: bigherino ; tessuto
rado per guarnizioni.
gàrsà, ». att. = garzare: cardare il panno
per trarne fuori il pelo.
gàrsàdòr, s. m. = garzatore, cardatore:
lavorante che garza il panno.
g-àrsàdura, s. f. = garzatura: operazione
ed effetto del garzare.
gàrséla, s. f. = scarabeo stridulo: specie
di insetto alato poco più grosso di un
ape.
gàrséra, s. f. = garzella: strumento per
garzare.
gàrseria, s. f. = garzeria: luogo dove si
ripongono garzi e garzelle.
gàrsoeù) s. m. = rampollo, geimoglio,
pollone; garsceit de vici = tallo.
1) Garzuolo: le foglie di dentro d'o-
gni cesto d'erba.
gàrsòn, s. in. = garzone : chi fa i ser-
vigi della bottega, o chi appartiene ad
un 'arte come apprendista. Anche: bar-
dotto, fattorino.
1) gàrsòn de legnàmee = marangone
del legnaiuolo.
2) Cicerbita : erba che mangiasi in
insalata.
3) gàrsón de càfè, d'osterìa = tavo-
leggiante di caffè, d'osteria.
gas, s. m. = gas o gaz. Vedi gàss.
gasàbuj, s. m. = guazzabuglio : confu-
sione di cose e di idee.
gàsàghee, s. m. = brusio, passeraio: ru-
more confuso di più persone.
gàsèla, s. f. = gazzella: sorta di animale
quadrupede velocissimo, quasi simile
alla capra.
gàsèta, s. f. = gazzetta: foglio periodico
delle notizie del giorno; ora meglio,
giornàl.
1) fànn de qiiìj de àndtl in gasata
= farne di marchiane.
gàsetìn, s. m. = gazzettino: gazzetta
meno grande.
1) vèss el gàsetìn = essere il gazzet-
tino: conoscere tutti i fatterelli, dilet-
tarsene, raccontarli.
gàggéta, s. f. = gazza sparviera: specie
di uccello silvano.
gàsgia, s. /'. - gazza: uccello domestico,
bianco e nero che imita la favella uma-
na ; anche gazzera, pica ; corvus pica.
1) Ciarlone, chiacchierone; fìg.
2) pan el nìd di gàsg = parere il
nido delle gazzere: dicesi di capo i cui
capelli sono cosi arruffati, che è mala-
gevole lo stricarli.
3j gàsgia de mar = ghiandaia ma-
rina, gazza marina ; coraeias garrula.
gàsgiòtt, s. m. = gazzerotto, gazzerotta.
1) Fig. Vedi bàdee.
gàsia, s. f. = gaggia: fiorellino rancio ed
odoroso.
gasista, s. m. = gassaiuolo : chi lavora
agli apparecchi per il gas.
gàslètt e gàslìu, s. m. = castellina: mano
di noci, capannella.
1) giiigà à gàslìn = fare alle caselle,
alle capannello.
2) Crocchio, capannello : di persone
adunate.
gàsómetro,* s. m. = gasometro : l'edi-
ficio dove si prepara il gas.
gàsosa, s. f. = gasosa: bevanda impre-
gnata di gas acido carbonico, che si
sprigiona spumando quando si sbottiglia.
gàss, s. m. = gas, o gaz, o gasse: corpo
allo stato fluido, aeriforme, e specialm.
quello che si adopera per 1' illumina-
zione.
gàstrica,* s. f. = gastrite: infiammazione
della mucosa dello stomaco.
1) Agg., gastrica: di febbre prodotta
da un imbarazzo di stomaco.
gastronomia,* s. f. = gastronomia: l'arte
della cucina, di mangiar bene.
gàstroiiòmicli, * agg. = gastronomico;
agg. da gastronomia.
1) àlmànàech gàétronòmieh = alma-
nacco gastronomico. Che ad ogni foglio
dà la ricetta d'un piatto.
gàta, s. f. = gatta: la femmina del gatto.
1) fa là gtlta morgna = far la gatta
morta, o la gatta di Masino: far vista
di non vedere, di non sapere, per riu-
scir poi dove si mira. Anche : fare il
bellin, bellino.
2) ciaptL dna gàta de pela = pigliare
una gatta a pelare: mettersi in impegni
fastidiosi senza sugo.
3) roba el lard Ma gàta = avere gran
vantaggio specialmente in una compera
fatta a molto buon mercato.
4) dàgh àia gàta de cura el Idrd =
gat — 347 -
dar le pecore in guai'dia al lupo, o dar
la lattuga in guardia ai paperi.
5) insègntl àia gtita à robtl el Idrd
insegnare ai gatti ad arrampicare o ai
pesci a nuotare : insegnare, specialm.
mariuolerie, a chi ne sa più di noi.
6) via là ifttta btila i ràtt prov. =
vedi bàia, 1).
7) compra gàia in sàeeh = comprar
gatta in sacco: comperare una cosa per
un'altra senza prima chiarirsi di quel
che sia.
8) giiigti à gàia lee^rda = fare un
gioco con dei biglietti che si estraggono
a sorte e regolano il da fare d'ogni gio-
catore; non è gioco conosciuto in To-
scana e va disusando anche nelle no-
stre scuole, ove era un tempo comu-
nissimo.
gàia, V. att. = graffiare, come fanno i
gatti.
gàtàbuia, * s. f. = gattabuia, prigione,
carcere; se te tir et minga driss, te mè-
ten in gàtàbuia = se non ari diritto,
ti mettono in gattabuia.
gàtàr, s. m. = catarro: secrezione delle
membrane mucose infiammate e ma-
lattia che la produce; el g^hà on gàtàr
intestinal oètinaa come = ha un ca-
tarro intestinale ostinatissimo.
gàtàròs, agg. = catarroso: che soffre di
catarro.
1) s. m. catarrone: ch'i suol patire
catarro; l'è on gàtàròs che el tosiss tiitt
el dì = è un catarrone che tossisce tutto
il giorno.
gatèll, s. m. = beccatello: mensola o pe-
duccio che si pone per sostegno sotto
i capi delle travi fitte nel muro e sotto
i terrazzini.
1) Ascialone: pezzo di legno a mò di
mensola, che inchiodata all'antenna so-
stiene un corrente per fare i ponti delle
fabbriche.
2) Contrasprone: fusto di ferro a vite
su cui riposa la molla delle carrozze.
gàtìn, s. m. = gattino, micino; dimin. di
gatto.
1) pari on gàtin seotaa = essere un
cria.
gàtìna, s. f. = bruco, brucio : piccolo
baco che fa nelle verdure; i vére hin
màngiaa dai gàtinn = i cavoli son man-
giati dai bruchi.
gatìnà, V. att. = sfrascare: sfrondare gli
alberi, che devono crescere alti, delle
gat
foglie che nascono da piede e da lato
sui tronchi.
Gfàtinàra, s. f. = Gattinara: nome di un
borgo sul vercellese da cui viene un
vino prelibato ; Il mil. usa la parola
anche nella frase àndti à Oàtindra =
rubare,
gàtòu, s. m. = gattono, accresc. di gatto.
1) à gàton = carpone, carponi: si dice
dello stare o camminare colle mani e
colle ginocchia per terra come i qua-
drupedi.
2) Vivole, parotidi: malattia nei ca-
valli .
gàtòss, s. m. = bacoccio : baco da seta
morto nel bozzolo ; anche bordòccli.
gkttf s. m. = gatto; animale quadrupede
domestico, che tien netta la casa dai
topi.
1) el gàtt el fa là pasta = il gatto
pigia.
2) el gàtt el ronfa = il gatto fa le
fusa.
3) el biis del gàtt = gattaiuola: buco
fatto nel basso degli usci perchè vi
possa passare il gatto.
4) tir^ fceilra i eàstegn del f mugli
còla sciàmpa del gàtt = cavare i gran-
chi dalla buca colla mano altrui.
5) inàmoraa come on gàtt = ingat-
tito, innamorato fradicio.
6) vèss còme on gàtt sbroiaa = es-
sere come un cane frustato.
7) mùsica de gàtt = musica da gatti:
male eseguita e poco armoniosa.
8) vèés can e gàtt = essere amici co-
me cani e gatti.
9) tegrii on oeucc ài gàtt e l'tilter àia
pàdèla = avere un occhio alla padella
e l'altro alla gatta.
10) àndàss à toeu di gàtt de pela =
darsi gli impacci del rosso. V. gàta, 2).
11) vèss qioMer gàtt = essere quat-
tro gatti, esser poche persone,
12) l'ha tàcaa Ut col gàtt = ha liti-
gato col gatto ; lo diciamo di chi ve-
diamo graffiato in viso.
13) cervèll ò eoo de gàtt = cervello
di gatta selvatica : di uomo di poco
senno e di coi-to intelletto.
14) el nies di gàtt = il mese dei gatti:
cioè il gennaio.
15) pari on gàtt che ha màngiaa i
lusèrt = parere un gatto che ha man-
giato le lucertole: essere magrissimo.
grau
— 348 —
gen
16) trot nànca on gàtt = noa tro-
vare un gatto, neppure una persona.
17) vèsegh èli l gàtt = esser nel
ronco: per dire che non si può ottenere
una cosa.
18) l'è on gàtt = è un gatto: si dice
metaforicamente di chi si arrampica
con sveltezza e facilità.
gaudeamus, s. m. = voce latina entrata
nel dialetto nel significato di godimento,
solazzo, ecc ; àndùj in gaudeamus =
stare in gaudeamus: vivere allegi'amente
godendo.
gàiidént,* s. m. = gaudente: chi si gode
gli agi e le comodità della vita.
gàvell, s. m. = quarto, gavo: ognuno dei
quarti di cerchio di legno in cui si in-
castrano i raggi delle ruote,
gàvinèll, s. m. = gheppio: uccello di
rapina.
gàvòta, s. f. = gavotta: specie di sonata
e di ballo antico.
gèa 0 géia, s. f. = la buccia più interna
e più. sottile che riveste immediatamente
le ca.stagne, le mandorle, i pinocchi, ecc.
gèl, s. m. = gelo : eccesso di freddo,
freddo intenso che diaccia l'acqua.
1) Gelone: enfiagione, malattia delle
estremità per il freddo.
2) vègh el gel ài pè = avere i piedi-
gnoni.
gela, V. att. = gelare: far diventar freddo.
1) me sont sentii à gela el àangu in
di vènn = mi son sentito gelare il san-
gue; per improvvisa notizia dolorosa e
per spavento.
2) Agghiacciare: far diventar ghiac-
cio 0 come ghiaccio.
gelaa, agg. = gelato; part. pass, di ge-
lare; r è mori gelaa in sili àlp = è
morto gelato sulle Alpi; fa on frèee de
bisé: sont chi tiitt gelaa = fa un freddo
strinato; son qui gelato, gelato.
gelàda, (l'è) = diaccio marmato; del co-
comero, messo a gelare in ghiaccio.
gelàdìna, s. f. = gelatina: brodo conden-
sato col raffreddarsi, e piatto di brodo
l'appreso appositamente.
gelato, * = gelato, sorbetto: bevanda con-
fettata e congelata ; ora ha quasi del
tutto sostituito la corrispondente antica
gelaa.
1) Il dolce gelato per la fine del
pranzo.
gelò», agg. = geloso, preso da gelosia:
di chi vuol bene e teme che altri sia
preferito a lui dalla persona amata.
1) Timore che si ha che altri ci so-
stituisca nel nostro stato.
gelosìa, s. f. = gelosia: penosa sensazione
prodotta dal ritenere come ostacolo al
nostro bene chi ne possiede o può pos-
sederne in luogo di noi.
1) Penoso sospetto sull'altrui fedeltà
a nostro riguardo.
2) Gelosia, persiana: ingraticolato di
legno alle finestre, e specialmente la
parte bassa della persiana che s'alza o
s'abbassa come uno sportello, per dare
più 0 meno luce alle stanze.
8) Fior velluto, sciammito: specie di
fiore.
gelsumìii, s. m. = gelsomino : pianta
che dà fiori bianchi molto odorosi, e il
fiore stesso.
géma, s. f. = gemma, gioia: pietra pre-
ziosa lavorata per ornamento ; /' era
tuta dna géma éola = era tutta una
gemma, era coperta di gemme.
1) Occhio, gemma, bolla, boccia; delle
piante che gettano.
2) Sonaglio: boUicella dell'acqua bol-
lente, piovana, o in gran moto.
3) Pulica, puliga : bolla interposta
nella sostanza del vetro o sim.
gema, v. att. = gemmare, metter le gem-
me; si dice delle piante; quànd i piani
gémen tròpp prèsi, l'è minga bill =
non è bello che gli alberi gemmino
troppo presto.
gemèla, s. f. = mugherino ; T. botan.
specie di gelsomino gentilissimo.
gemell, s. m. = gemello : di figli nati
ad un parto ; còme se éomiglien ! ptLren
gemdj = come si rassomigliano ! sem-
brano gemelli.
1) Di due oggetti uguali di forma;
boton gemèj = bottoni gemelli .
gèmm, s. f. pi. = bocce : le bolle che fa
l'acqua agitata se vi sia messo dentro
del sapone ; * ficeù giughen à fa i gèmm
= i ragazzi giocano a fai* le gemme :
si dice anche : fa i bàlon, i bàlonitt.
gèmm, V. att. = gemere, piangere, lagri-
mare gocciolare: della vite quando in
primavera trasuda.
genàr, s. in. = gennaio : il primo mese
dell'anno.
geudàrma, s. m. = gendarme, carabi-
niere : soldato destinato a custodire il
buon ordine.
geli
- 349 -
gen
1) Fig. : di donna risoluta e di modi
baldanzosi.
genealogìa, * s. f. = genealogia: serie
delle pers. di una famiglia, dal capo-
stipite all'ultimo.
geneàldgich, * agg. = genealogico; rtH-
bei- geneàlògieh = l'albero genealogico :
che dichiara intera la discendenza.
genefa, •■?. f. = palchetto: asse che si
pone al disopra delle finestre, per so-
stenervi i cortinaggi.
gèner, s. m. = nome complessivo delle
qualità essenziali in cui convengono
molte specie.
1) Maniera: l'è on gèner nmuv de
pitùra = è un novo genere di pittura.
2) Specie, natura; de geni ghe n'è
de tiiti i ghter = di gente ce n'è d'o-
gni genere; d'ogni specie.
3) in gèner = in genere, general-
mente.
4) DeiTata: capo, articolo di mer-
canzia; rè dna botéga che g'hà propi
d'ogni gèner = è una bottega che ha
proprio tutti i generi.
5) vess on beli gèner = essere un
capo ameno.
gèner, s. m. = genero : il marito della
figlia.
genera, v. alt. = generare, ingenerare,
cagionare.
general, s. m. = generale : *ommo grado
nell'esercito.
1) Agg. generale: che è comune a
tutti 0 a quasi tutti.
2) in general = in generale, gene-
ralmente; in general à Milàn se età
ben = in generale a Milano si vive bene.
3) bàtt là general = suonare, batter
la generale, suonare a raccolta : suo-
nare per le vie della città, a fine di
radunar soldati.
generàlisà, v. alt. = generalizzare : ren-
dere generale.
generàlitaa, * s. f. = generalità: qua-
lità, stato di ciò che è generale.
\) Il complesso della maggioranza;
là generàlitaa là pensa divèrs de mi
= la maggior, pai-te non pensa come
penso io.
generàlmént, * aw. = generalmente,
quasi sempre, nella maggior paiate ;
generàlmént .§tèmtn à sedia fina à
mèidì = generalmente restiamo a scuola
fino a mezzogiorno.
generation, s. f. = generazione : la di-
scendenza, i discendenti.
1) Genere, qualità ; me w' ha faa
de tuli i generàsiòn = me ne fece di
tutti i colori.
generich, * agg. = generico: che sta
sulle generali.
1) T. dramm. : l'attore che fa tutte
la parti ; el Beli-Blanes l'è on generich
bramsim = Belli-Blanes è un generico
bravissimo.
generi n, * s. m. = generino, vezzegg.
di genere. Spesso ironie. : quèll l'è on
bèli generin = quello e un generino coi
fiocchi.
generos, * agg = generoso, liberale, che
ha generosità, grandezza d'animo.
1) rin generos = vino generoso : che
rinforza, rianima.
generosàmént, * aiw. = generosamente,
con generosità.
gengiva, * s. f. = gengiva, alveolo; ca-
vità nell'osso della mascella in cui
stanno le radici di un dente, e la carne
che la ricopre.
geni, s. m. = genio : talento straordinario
di persona e l'uomo stesso che lo pos-
siede ; Vérdi l' è on gèni = Verdi è
un genio.
1) Inclinazione, simpatia : àndà a
gèni = andare a genio, incontrare, gar-
bare ; àvègh minga gèni per. . . = non
inclinare a...
2) l'è de me, de tò, de éò gèni e sim.
= è di mio, di tuo, di suo genio, e sim.
È secondo il piacere mio, tuo, suo, ecc.
3) Il corpo del Genio : l'hàn faa boti
e Ihan miss in del Oèni = l'hanno
dichiarato abile e l'hanno assegnato al
Genio.
genìa, * s. f. = genia, spreg. razza, ge-
nere di persona ; Mn dna genia de
imbroioni che diniitguttrda / = sono
una genia di mestatori che Dio ti
guardi !
geniàl, * agg. = geniale : di persona che
ci si discorre volentieri, che piace a
tutti, e anche di cosa che incontra il
genio dei più e infonde giovialità.
genids, agg. = estroso : che ha estro,
inclinazione per una cosa.
genitìv, * s. m. = genitivo, T. gramm.
il secondo caso della declinazione.
genitòr (i), s. m. pi. = i genitori : non
usa al singolaie. Il padre e la madre ;
on brdo fieil el rispèta ^éniper i gè-
gen
- 350 -
gep
nitór = un bravo figliolo risi3etta sempre
i genitori.
genòcc 0 anche : genoeucc, * s. m. =
ginocchio : parte della gamba, dove è
la piegatui'a colla coscia ; sta tn genòce
= stare in ginocchio o ginocchioni: po-
sato sulle ginocchia, star genuflessi.
1) dà là borila in di genmucc = ca-
scare il cacio sui maccheroni.
grcuog-éra, s. f. = ginocchiello : guancia-
letto di cuoio per proteggere il ginoc-
chio dei cavalli.
genogiàda, s. f. = ginocchiata: colpo
dato e anche colpo battuto con un
ginocchio) ; l'è boì'laa gid e l'ha picaa
dna genogiàda tremenda = cascò e
picchiò una tremenda ginocchiata.
genogiài, s. m. pi. = ginocchiello : si
mettono alle ginocchia per inginocchiarsi
senza dolore , specialmente da certi
artieri.
genogiàtori, s. m. = inginocchiatoio :
mobile per inginocchiarvisi.
genogìna (fa), = barellare : non reggersi
bene sulle gambe camminando. Meno
che dondà.
genogiòn, aw. = ginopchione e ginoc-
chioni : posato sulle ginocchia, genu-
flesso.
gensiàna, * s. f. = genziana : radice
amarissima di pianta alpestre, per uso
medicinale.
gent, s. f. = gente : moltitudine, quan-
tità indeterminata di persone ; ghe n'era
de la gent àia fera = ce n'era di gente
alla fiera ; è vegnUii tanta gent à troàtnm
= è venuta molta gente a trovamii.
1) Persone in generale : basa, poera
gent = genterelle ; g'hoo minga vcEÙia
de vedi gent = non ho volontà di ve-
der gente ; gh'è de là (jent = e' è gente
di là.
2) Congiunti, parenti : i me gent =
i miei, specialm. i miei genitori.
3) gent còme se sìa = gentaglia, gente
da poco.
4) gent de Valter mond = gente del-
l'altro mondo: che non si può trattare,
strana.
gentàia, s. /. = gentaglia, gentaccia : in-
fima plebe, gente di scarriera.
gentil, agg. = gentile : di chi ha maniere
affabili, cortesi.
1) Usèll del bècch gentil = uccello di
becco gentile.
2) color gentil = color gentile : palli-
detto, delicato.
gentìlèsa, s. f. = gentilezza: costume
di avere per ciascuno il dovuto ri-
guardo.
1) Atto 0 detto gentile : el me usa
doma di gentilèés = non mi usa che
gentilezze.
gentilìu, agg. = delicato di complessione:
di chi si manifesta tale al colore e ai
lineamenti del volto.
1) el Oentilln = il Gentilino : nome
d'uno dei Cimiteri di Milano e special-
mente quello fuori di Porta Ticinese.
gentìlmént, * am. = gentilmente : con
gentilezza ; tratti, ricèv gentilmént =
trattare, ricevere gentilmente.
1) Spesso in senso iron. : el t'ha
miss gentilmént Ala pòrta = ti ha
messo gentilmente alla porta ; come te
m.e àcdgliet gentilmént ! = come mi ac-
accogli gentilmente!: a chi non ci usa '
alcuna gentilezza.
gentilòmm, s. m. = gentiluomo: uomo
di cortesi maniere, e nobili.
\) Prov. : ne càn., né vilan, ne gen-
tilòmm veneéiàn, stira tnài l'Use coi
man = ne cani, né villani chiudon
l'uscio colle mani.
2) Signore. T. di gioco : quello fra i
cinque giocatori che viene escluso a
sorte dal numero necessario alla partita.
geniiin, * axjg. = genuino, naturale, sin-
cero, semplicemente schietto ; làtt gè-
niiin = latte genuino, puro.
geografìa, * s. f. = geografia : la scienza
che descrive la terra.
geogràflch, * agg. geografico: che ap-
partiene alla geografia; posision, carta
geogràfica = posizione, carta geografica.
1) l'è dna carta geogràfica = diciamo
noi fig. di cosa che sia piena di mac-
chie sparse qua e là e spesse.
geologia, * s. f. = geologia: scienza
che studia la costituzione del globo
terrestre.
geòmetra, s. m. = geometra, agrimen-
sore : chi misura i terreni lavorati.
geometrìa, * s. f. = geometria: scienza
matematica delle linee; delle superfici,
dei solidi ; i leéion de geometria co-
nilneen domàn = le lezioni di geometria
incominciano domani.
geomètrici!, agg. = geometrico, agg. da
geometria.
gèpa, s. f. = bazza, bietta, bobbia, hoc-
gep
— 351 —
ges
cetta: il mento più sporgente del so-
lito.
1) Anche chi ha la bazza : tàs, vuij
gèpa = taci, bazza.
gepéta, s. f. = bazzina, dim. di bazza.
gepón, s. m. e anche grepoua, 5. f. =
bazzone, accr. di bazza.
géra, s. f. = ghiaia: ciottoletti minuti
che si spargono sulla strada o nei
viali dei giardini.
1) quatti de gira = inghiaiare.
geràni, meglio giràni, s. m. = geranio,
giranio : pianta notissima di più specie.
gerarchia, * s. f. = gerarchia: ordine
dei diversi gradi ecclesiastici, militari
e civili.
geràrchica * (là vìa), = la via gerar-
chica: il seguire scrupolosamente l'un
dopo l'altro i gradi della gerarchia.
gèrh, s. m. = sodaglia : pezzo di terreno
lasciato alcun tempo senza coltivarlo.
1) Il verde : il gambo verdeggiante
delle piante cereali, graminacee, ecc.
gerbà, ». att. = vegetare rigogliosamente;
il vivere e crescere delle piante.
gerént, s. m. = gerente : il responsabile
davanti alla legge di una ditta e chi la
amministra.
1) gerént respoìisàbil e anche solo
gerént = il gerente : chi dinnanzi alla
alla legge è mallevadore di un giornale.
gèréta, s. f. = ghiaiuzza, ^ìm. di ghiaia.
gerètt. Vedi giarètt.
gèrtfh, ora meglio gergo,* s. m. = gergo:
linguaggio convenzionale di parecchie
persone fra loro ; lingua o parlar fur-
besco.
gerì?, agg. = ghiaioso : pieno di ghiaia.
gèrla ora meglio gèrlo, * s. m. = gerla :
arnese a guisa di gabbia piramidale ad
uso di portar roba dietro le spalle.
1) Gerlata : quanto cape in una gerla;
on gèrlo de pan, de fén = una gerlata
di pane, di fieno.
grerlàda, s. f. = gerlata : quanto cape in
una gerla.
germeià, v. att. = germogliare, germi-
nare : mandar fuori i primi germogli.
germéj, s. m. = germe, germoglio : il
primo embrione delle piante e la prima
messa del germe.
gernioeui, s. w. = germe, germoglio: lo
stesso che germèj.
1) tra vìa el germreùi = snighittirsi,
cacciar la pigrizia.
germauòtt, s. m. = germanotto : anatra
salvatica.
gerolìflch, * s. m. = geroglifico scritto
difficile a leggersi.
1) Ghirigoro : intrecciatura di linee,
fatta con penna.
geròn, s. m. = breccia : i sassi spezzati
per rifiorire le strade.
1) Getto : smalto di ghiaia e calcina.
T. dei mui'atori.
gerùndi, * s. m. = gerundio : parte in-
declinab. dei verbi, T. di gramm.
gésa, s, f. = chiesa, tempio : edificio
dove si presta pubblico culto a Dio.
1) dì in gésa = dirne o dire in
chiesa: annunziare che fa il prete dal
pulpito un matrimonio. Anche: tra giò,
poiché l'annunzio viene dal pulpito.
2) l'è sdlv ntLnca in gésa = non è
salvo neanche in chiesa: non lo cam-
perebbe l'uovo dellAscensione. Di chi
è in gran pericolo e non c'è mezzo di
salvarlo.
3) qudnd no ghe vi è pàtiàs tinca là
gésa = di rapa sangue non si può ca-
vare.
4) vèss mèss in gésa = esser balogio :
di chi si sente poco bene in salute e
anche è svogliato, melenso, non ha
la solita vivacità.
5) làortt per la gésa de Vtiver - la-
vorare per l'amor di Dio : senza com-
penso.
6) veés fortUnaa come i cdn in gésa
= essere fortunato come i cani in chiesa :
sfortunatissimo.
7) el campanìn lung e là gésa grànda
= si dice di chi abbia il naso lungo e
la bocca larga.
8) éan March l'è dna bUa gèsa =
necessità è virtù : si dice quand'uno si
adatta a qualche men buon partito,
perchè non può fare diversamente. Di-
cono in parecchi luoghi di Toscana :
per forza Siena, per forza Roma.
9) sta in gésa à dispètt di sani =
stare in paradiso a dispetto dei santi.
gesà, V, att. = gessare : mescolare il gesso
col vino.
1) vtn gesaa = vino gessato : mesco-
lato col gesso.
gesee, s. m = gessaiuolo, gessaio : chi
vende gesso.
geséta, s. f. = chiesetta, chiesina: dim.
di Chiesa; l'è dna gesèta de paés =
è una chiesina da villaggio.
ges
- 352 -
glie
gesìàttj s. m. chiesolastico, graffiasanti,
baciapile : di chi è tutto dato alle cose
di chiesa.
gesioeù, s. m. = chiesuoliao, dim. di
chiesa ; l'è on bèli geéioeu de montagna
= è una bella chiesuolina alpestre.
gesìv, agg. = gessoso : di ten*eno che
contiene del gesso.
gesòn, s. m. chiesona, accr. di chiesa ;
el dòmm de Milàn l'è on gran bèli
geson = il duomo di Milano é pur la
bella chiesona.
gesòii, s. m. = nome nostro di un ter-
reno della Bassa Briauza, molto argil-
loso, rossiccio, carico di ferro e indu-
rito.
gèss, s. m. = gesso : minerale che è un
solfato di calce.
1) stàtua, figurina de gèss = statua,
figurina di gesso : opere d'arte ripro-
dotte in gesso.
2) Gessetto, gesso : bastoncino di gesso
per scrivere sulla lavagna.
3) ci gesé = il gesso : il modello in
gesso di un'opera di scoltura.
gèst, s. m. = gesto : movimento delle
membra e specialm. delle mani per
dare espressione alle parole ; el fa iròpp
gèst qudnd el pària = fa troppi gesti
quando parla
1) parla à gèét = parlare, linguaggio
a gesti : quello dei sordo-muti.
gesti, V, att. = gestire, gesteggiare: far
gesti.
gesticola, V. att. = gesticolare : gestire in
modo concitato e strano ; el gesticolava
in del parla ch'el pareva on màtt =
gesticolava nel parlare cosi che pareva
pazzo.
<iesù, s. m. = Gesìi, Gesù Cristo : entra
in molte locuzióni.
1) Oesu = mio Dio!
2) gesummarìa ! = gesummaria ! esci,
di dolore e spavento.
3) quand on òmm el pò fànn pil el
se vòda ài bòn Oesù, = quando la carne
diventa frusta, anche l'anima s'aggiusta.
gesiiita, s. m. = gesuita: religioso della
compagnia di Gesù.
1) Impostore, finto ; briltt gesuita /
ci pareva el rè di galantòmm e invéce
l'èra on birbòn = brutto gesuita! pa-
reva il re dei galantuomini e invece
era un birbone.
gesiiìtàda, s. f. = impostura, inganno :
atto compiuto fingendo benevolenza per
fare invece del male.
gesiiìtich, agg. = gesuitico, agg. da ge-
suita ; doèvem, minga fìdéss di éò mà-
nér gesiiìttch = non ci si doveva fidare
dei suoi modi gesuitici.
gesnmin, s. m. = gelsomino. Vedi gel-
siiinin.
gètt, s. m. = getto, il gettai-e : zampillo
d'acqua; là fontana di Oiàdìn Pùblich
là g'hà on bèli gètt alt = la fontana
dei Giardini Pubblici ha un bel getto
alto.
gh'è, locuz. = vi ha, c'è, ci sono. Dal
verbo esserci; gh'è dna eà = c'è una
casa ; gh'è quàter piani = ci sono quat-
tro piante; gh'è délagent che... = v'ha
gente, la quale...; el gh'è? = c'è?
ghe, proti. = gli, a lui, le, a lei, a loro,
ci, ce, vi; ghe diroo de vegni = gli o
le dirò di venire ; quand là marna là
pàrla^ ghe ilbedìsi èémper = quando la
mamma parla, le obbedisco sempre;
se i compàgn me dìsen di ìrriitt róbb,
ghe doo minga atra = se i compagni
mi dicono brutte cose non dò loro retta ;
ghe badi minga = non ci bado ; ghe
n'è nò = non ce n'è.
ghèba, s. f. = nebbia, nebbione : la voce
è quasi del tutto disusata e fece posto
a nebiòn, scighèra, borda.
ghéda, s. f. = gherone : aggiunta ai
fianchi delle camicie da donna e dello
sottane per allargarle a campana.
gliel, ghéla, ghelè, pron. = glielo,
gliela. Voci per gli, seguito da lo, la,
le; qtmnd el vedi ghel diroo quando
lo vedi'ò glielo dirò ; te ghe daa là fa -
rina ài prestinee ? - ghe là dàroo do-
mdn = hai dato la farina al fornaio ?
- gliela darò dimani.
ghèll) s. m, = centesimo, quattrino : la
centesima parte di una lira; l'infima
delle monete. Plur. gliéi.
1) vègh nànca là eros d'on ghèll =
non n'aver uno che dica due.
2) vari nànea on ghèll màtt = non
valere un quattrin bacato.
8) vègh di ghèj = aver dei quattrini,
aver danaro e non poco ; l'ha tòlt dna
miee coni di ghèj = ha preso una mo-
lle con dei quattrini, ricca.
ghenè, pron. = gliene, voce per gli, se-
guito da ne ; se el troeuvi ghenè disi
on éàcch = se lo trovo gliene dico un
sacco. Usa anche tronco : ghen.
glie — 358
gliénga, s. f. = Vedi gàng-a.
ghermiiièla, * s. f. = gherminella : in-
ganno con astuzia.
glièsS; s. m. = ramarro : specie di grossa
lucertola verde del genere dei sauri.
Da noi si trova solo d'estate nelle siepi
e nello vigno.
1) verd còme on ghèss = verde come
un aglio : di viso scolorito e turbato.
g lieta, s. f. = ghetta, uosa : calzatura
con staffe e senza che fascia la gamba
sotto il ginocchio e scende abbottonato
dai lati sulla scarpa.
gliètt, s. m. = ghetto : quartiere ovo in
alcune città eraa confinati un tempo
gli Ebrei.
1) rè el ghètt = è il ghetto: si dico
per antonomasia di luogo sudicio, e
dove ci sia gran brusio di chiacchiere.
gli', pron. = glieli, gliele ; se el voiur dò
0 tre camìs ghi doo = se vuole due o
tre camice, glielo dò ; quànd rivaràn
i bicér ghi dàroo = quando arriveranno
i bicchieri glieli darò.
gliiaa, s. m. = aratro : strumento agrario
per rompere ed arare la terra.
1) Pungolo: bastoncello acuto in cima
0 con punta di ferro da stimolare i
buoi 0 altre bestie ; bisogna casciàll
col ghiaa = bisogna spingerlo col pun-
golo.
gliibèra, s. f. = nebbia, nebbione. Vedi,
ghéba.
gliicc, s. in. = abatonzolo, abatuciaccio,
abatucolo. Dispr. di abate.
1) Volg. culo, deretano, sedere.
2) Mezzo soldo. Ora in questo sign.
è pili usato sesìu.
ghigna, s. f. = ghigna, mostaccio : fac-
cia sinistra, trista.
\) fa ghigna, ghigna - far lima,
lima ; sega, sega. Beffare uno mostran-
dogli le coi'na colla mano.
2) fa ghìgìia = far gongola : fare
qualche dispetto sugli occhi altrui.
ghigna, V. att. = ghignare : ridere per
ischerzo.
1 ) Anche sempl. : ridere molto e di
gusto.
ghignàda, s. f. = sghignazzata : risa di
beffo ; in mil. però anche nel senso
buono di risata.
ghigiión, s. m. = stizza, malumore.
1) vègh el ghignòn coni vùn = avere
il baco con uno ; averlo in uggia.
già
ghiliotìna, * s. f. = ghigliottina : specie
di scuro a macchina per decapitare.
gliiliotinà, * V. att. = ghigliottinare :
eseguire la condanna a morto colla ghi-
gliottina.
ghindàna, s. f. = guidana : matassa di
prova del titolo della seta.
ghindo!, s. m. = specie di arcolaio oriz-
zontalo. Vedi bicóca.
ghinela, nella frase : vèss el cavali del
ghinèla = ossero il bufalo ; mi soni
el cavali del ghinèla ; tutì i fadìgh hìn
àdòss à mi = io sono il bufalo ; tutte
le fatiche cascano addosso a me.
ghinghìroeùla, (tegni là) = raccogliere
i bioccoli : ascoltare gli altrui discorsi,
per poi riferirli.
ghiribiss, * s. w. = ghiribizzo : gricciolo,
fantasticheria capricciosa ; mi eoo nò
che ghiribiss gKè vegniiii da vorl pii
àndh à teàter = io non so che ghiri-
bizzo gli è venuto di non voler più an-
dare a teatro.
gliiringhésa, s. f. = ginestrella, baccel-
lina. T. dei tintori.
gliirla, s. m. = zotico, rustico, babbeo :
che vien dalla Mam murra ; di chi viene
dalla campagna e, non conoscendo gli
usi cittadini, incappa sovente nel ridi-
colo.
ghirlanda, * s. /". = ghirlanda: corona
di fiori ed erbe per ornamento.
ghirlàndina, s. f, = ghirlandina ; dim,
di ghirlanda.
ghirlàndàtt, s. m. = ghirlandaio : ven-
ditore di ghirlande, per lo più di mor-
tori.
ghisa, s. f. = ghisa : ferro fuso non pu-
rificato.
1) Per scherzo anche il cappello a
cilindro : tuba.
ghìtàra, ^. f. = chitarra : strutnento mu-
sicalo a corde, che si suona colle dita.
1) ghittlra à l'italiana = colascione:
a duo 0 tre corde.
ghitàràtt, s. m. = chitarraio : chi fa o
vendo chitarre. Anche : ghitàree.
1) Chitarrista : chi suona per pro-
fessione la chitarra.
ghitariu, s. m,. = chitarrino ; dim. di
ghitàra.
già, ao'V. = già, di già ; avv. di tempo
passato.
1) Spesso è l'olissi di : già si intende,
si sa ; ti te vègnet domdn à àpà^ coni
già
- 354
già
«MW? - giù, = tu vieni domani a pas-
seggio con noi ? - già.
2) Talvolta è affermazione ironica ;
à ti te piasàrìa che slargàsen là cìnta
del dàsi, véra ? - già = ti piacerebbe,
nevvero, che allargassero la cinta da-
ziaria ? - già (per dire : niente affatto).
giacile, s. m. = giacca, casacca ; specie
di vestimento maschile un po' volgare
e grossolano,
giàclièta, s. f. = giacchetta, casacca: abito
da uomo senza falde ; àndti faura in
giàchèta = uscire in giacchetta.
giàclietin, s. m. = giubbetto, giacchet-
tino : abito da donna o da ragazzi, di
maniche piuttosto larghe e corto fino
ai 'fianchi.
gìàcéiit, * agg. = giacente, che giace ;
on stiglia giàcént tila pdsta = un va-
glia giacente alla posta.
gìacint, s. m. = giacinto : pianta da
fiori ; hyacintus orientalis.
giàcoin, (vègli i gaiub che fa giàcoin) =
aver le gambe tronche che ci si ripie-
gano sotto, che non dicono il vero.
Vedi gamb, 8).
giactilatòria, * *•. f. = giaculatoria : ora-
zione breve.
1) Infilata di improperii ; mdjj che
giaculatoria el g'hà ditt àdree = eh ?
che giaculatoria gli ha mandato dietro V
giàld, agg. = giallo : che è del coloro
simile a quello^ dell' oro, dello zolfo,
zafferano, ecc. E uno dei sette colori
fondamentali.
1) vègh i pee giàld = aver preso mo-
glie.
2) Sost. el giàld = il giallo : materia
che dà quel colore nella pittura, e il
colore stesso ; l'è on bèli giàld viv =
è un bel giallo vivace.
giàldina, s. /. = cannerina, dorella ;
borsacchini del lino ; myarwn sali-
imm = specie di pianta. Anche : èrba
soineusìna.
1) Sorretta, corretta ; serratula tinc-
toria ; specie di pianta.
giàlditt, (i) s. m. pi. = occhi di ci-
vetta : si dice per metafora dei danari
d'oro e specialm. marenghi o napoleoni :
poco usato.
giàldolin, s. m. = giallolino : terra di
colonia ; colore che usano i pittori.
giàldón, s. m. = invacchimento : malore
dei bachi da seta che non vanno al
bozzolo.
1) ciàpà el gialdòn = invacchire,
diventar vacche : dei bachi da seta col-
piti da invacchimento.
giàldusc, s. m. = giallore, giallume :
stato d'essere giallo.
1) Agg. gialliccio e gialligno : ten-
dente al giallo.
giàmbéla, s. f. = panetto ovale : non
s'ha a dire ciambella, poiché questa
ha una forma circolare con un foro in
mezzo, il che non è di quelle che i
mil. dicono giàmbèll.
giambón, s. m. = prosciutto, prosciutto :
coscia del porco salata. Dal frane.
jambon.
1) giambòn tàiaa gid siitìl, éiitìl =
prosciutto struciolato.
2) giambòn bèli rois = prosciutto di
grana vivissima.
giànid, avv. = dì già, a quest'ora; com^?
l'è giamo àndaa ma? = come? è di già
partito ? ; r è chi giàmd = è qui a
quest'ora.
giànchèit, s. m. pi. = avanotti : nome
di tutti i pesci appena nati.
gìànda, s. f. = ghianda : il frutto della
quercia, del leccio, del corro, di cui si
pascono i maiali.
1) eàfè de giàtid = caffè di ghiande :
bevanda che imita il caffè, fatta colla
ghianda brustolita e macinata.
2) Seme : di alcuni frutti il nocciolo.
Specialm. delle pesche e delle albicoc-
che. Vedi gàndóla.
3) giiigà ài giànd = fare alle cappe :
giocare a colpire i castelletti di noc-
cioli di pesca.
giàndànua, s. m. = gendarme. Vedi
gendàrma.
giàndìna, * s. f. = ghiandina : vasettino
d'argento o avorio a mo' di ghianda,
in cui si mette una spugna inzuppata
di essenze odorose.
giàndóii, s. ìli. = Granitone : specie di
granito ricco di mica che si trova spe-
cialm. in Brianza, verso Cesate.
Giandùia, s. m. = Gianduia : maschera
piemontese : è per Torino quello che è
por Milano Meneghin.
giànèta, s. f. = giannetta : mazzetta di
canna d'India o simile, per passeggio.
giàniii, s. ni. = tonchio : baco che sciupa
il grano.
giàr, s. ni. = pelo vano. T. dei cappel-
lai : dal frane, jarre.
già
- 355 -
gib
1) Aro, lingua di serpe, erba da
piaghe. T. di botan.
giàrdiu, s. m. = giardino : terreno dove
si coltivano specialm. fiori.
1) Motafoi'. di un luogo anche chiuso
dove sia dovizia di fiori ; sta sàia l' è
Oli giàrdìn = questa sala è un giardino.
2) fa giàrdìn = aggiardinare ; déla
pitlsa d'armi hàn faa giàrdìn = hanno
aggiardinato la piazza d'armi.
giàrdinee, s. m. = giardiniere : chi ha
la cura del giardino.
giàrdinéra, s. f. = giardiniera : femmi-
nile di giardiniere.
giàrdinètt, s. m. = giax'dinetto : dim.
di giardino.
1) Piatto con frutta e formaggio in
fin di tavola alle locande e alle trat-
torie.
giardiniera) * s. f. = giardiniera : specie
di carrozzone scoperto o quasi a più
posti.
1) Mescolanzina : più sorte d' erbe
mescolate insieme per farne insalata.
2) Acetini : sorta di composta di più
cose conservate in aceto. Mangiasi spe-
cialm. col lesso.
3) Arlecchino : sorbetto a più colori.
V^edi àriecliìn, 4).
giàrètt, s. m. = garretto : la parie della
gamba che dalla polpa va al calcagno
e si riferisce propriamente solo ai ca-
valli, buoi e sim. Anche : "gàrett.
1) tàià gi3 i giàrètt = sgarrettare :
tagliare i garretti.
giàrgòn, s. ni. = giargone : specie di
minerale e di gioia artefatta.
giàsa, s. f. = diaccio inzuccherato, diac-
cio. T. dei pasticc.
giàsà; V. att. = agghiacciare, gelare, con-
gelare : far divenir ghiaccio.
giàsàda, s. f. = ghiacciata : bevanda
fatta con ghiaccio triturato e conserva.
giàsee^ s. m. = ghiacciaio: i ghiacci per-
petui delle alte montagne e delle re-
gioni polari.
giàséra, s. f. = ghiacciaia, diacciaia :
luogo dove si consei"va il ghiaccio o
♦ serbatoio d'acqua donde si toglie; l'ha
mise là carne in giàééra = mise la
carne in ghiacciaia.
1) Fig. stanza freddissima ; còrpo de
baco : chi l'è dna giaééra = corpo di
bacco; qui s'è in ghiacciaia.
giàsoeù, s. m. = cecilia, lucignola, ci-
cigna, serpente fragile. Anguilìs fra-
gilis, sorta di lucertola.
giàsoeù (dent), s. m. = dente veti-ino,
marmolino : di dente facile a rompersi
e sensibilissimo al freddo e al caldo.
giàss, s. m. = ghiaccio : acqua ghiac-
ciata, congelata dal freddo.
1) ciòd de giàss = rampone accia-
iato.
2) acqua in giààà = acqua diacciata.
3) bév in giàss = bere in ghiaccio,
cioè acqua o vino diacciati.
4) romp el giàsé = rompere il ghiac-
cio : rompere le prime difficoltà di una
cosa e anche affiatarsi e cominciare a
prendere confidenza con una persona.
giàvàu, s. m. = merendone, sciocco,
grullo : chi fa lentamente le cose e
senza cura, ed è senza sale.
1) Vagheggino, galante, vanerello :
chi sta volentieri intorno alle donne e
crede o finge d'essere innamorato.
giarànà, v. att. = scioccheggiare : far
cose da sciocco.
1) Giovaneggiare : fare da giovane,
operare giovanilmente ; ghe piàs à gia-
vànà ma del m,àl ne fa minga = gli
piace giovaneggiare, ma del male non
ne fa.
2) Civettare : far la corte e lasciar-
sela fare.
giàvànàda, s. f, = sciocchezza, grulleria :
atto 0 detto da grullo.
giaràuusc, s. m. = dileggino : chi si
prende gusto a fare l'innamorato sen-
z'esserlo, quasi per dileggio.
giàvàrd, s. m. = giarda, giardone : tu-
more osseo nei garretti e nello stinco
del cavallo.
1) Spinella : quando viene sotto al
garretto.
giavàròtt; s. m. = frugatoio : pertica per
finxgare nei fondi dei fossi e dei fiumi
a fine di spingere i pesci nelle reti.
giàràsS) s. m. = giavazzo : sorta di bi-
tume nero indurito, ambra bruciata.
giàrdU) s. m. = mercorella, frassinella,
punzoncella ; mercurialis annua: spe-
cie di erba.
gibèrna, s. f. = giberna. T. niilit. ; vali-
getta di cuoio che i soldati tengono a
cinta per riporvi le cartucce.
gibiànà, V. att. = scioccheggiare, civet-
tare : lo stesso che giavànà. Vedi.
gibiàuòu, s. ni. = scioccone, bacchinone,
grullo : lo stesso che giàvàn.
gib
- 356 —
gin
gibigiana, .«. f. = illutninello, bagliore,
spera : quel riflettere che si fa la luco
del sole qua e là con un corpo a su-
perficie lucida.
1) fa là gibigiana = fare la spera.
g'ibiléri, s. m. = giubilo, giubilamcnto :
dimostrazione di gioia o il colmo della
gioia, che per lo più si manifesta in
atti esterni vivaci.
gibolà, V. alt. = acciaccare, ammaccare :
di corpo solido, farci delle ammacca-
ture, sformarlo comprimendolo ; gibolt
el càpèll = ammaccare il cappello.
1) Fig. rimandare agli esami, boc-
ciare.
gibolàda, 5. f. = acciaccata ; è borlaa
gio là càsirceUla e l'ha ciàpaa òna gi-
bolàda ììialadèta = cascò la casseraola
e si feco un' acciaccata del diavolo.
gibolàdQra, s. f. = fitta : ammaccatura
di vaso metallico e sim. ; g'hoo i si-
dèj pién de gibolàdur = ho i secchi
pieni di fitte.
giboll, s. m. = ammaccatura, fitta: parto
della superficie di un corpo solido che
rimane schiacciata da un colpo di mar-
tello 0 d'altro strumento contundente.
1) Pesca : segno che resta sul capo
a chi cade e si contunde.
gìbiiS; s. ìli. = cappello a gibus, a molla,
da società : cappello per lo piìi a tuba
che si può ridurre in una schiacciata
e poi riaverlo come prima.
gigànt, * s. ni. = gigante : d'uomo molto
alto e grosso.
gìgioleta, (porta in) = portare uno a ca-
vallaccio, cioè accavalcato sulla schiena
sorreggendogli con ciascuna mano le
cosce e le gambe. Anche ; foriti in
spalèta.
giga de motòn, s. m. = cosciotto di ca-
strato: dal frane, gigot.
gìgol; s. m. = grido, grido acuto : per
lo pili strappato dallo spavento.
gigotàsa, s. f. = giga : specie di ballo
assai vivo. Disusano la cosa e la parola.
gilàrdina, s. f. = frullino, beccaccino
minore, pinzacchio, beccaccino sordo.
Scolopax gallinula.
1) Galiinella acquatica ; gallinula
oehra.
g'ilé, s. m. = panciotto, farsetto, sotto-
veste : veste che gli uomini portano
sotto la giubba o l' abito. Dal frane.
gilet.
1) gilè che Sormonta = panciotto a
due petti. Anche da noi ; gilè à diliì
pètt.
2) Gilè, giulè. T. di gioco.
gileràda (bàsìga) = bazzica gigliata. T.
di gioco.
gilerin, s. m. = sottovesti na, sottovc-
stuccia : dim. di sottoveste.
1) Giuleone : somiglianza di tre cartoj
nel gioco di bazzica.
gili, s. m. = giglio : pianta bulbosa e
fiore di essa odorosa e per lo più bianco;
1) l'è, Oli gin = è un giglio : è pu-
rissimo, innocente : perchè il giglio
emblema di purità e di innocenza.
2) vèsi on gili = essere bianchissimo,
candidissimo.
gimbàrda, s. f. = lettuccio pensilo il
guisa di amaca, che sta sotto al car-
rettone a uso particolarmente di dor-
mii-vi. In Toscana mancano la cosa e
il vocabolo.
gìna, s. f. = capruggine, zina : 1' intac'
catura all'estremità dello doghe, dovQ
si incastrano i fondi dello botti.
1) Gina : nome di donna abbrevia-»
toro di Luigina; Teresina, ecc.
ginàdòr, s. m. = capraggi natolo : stru-
mento per far le capruggini.
gìna giàna rà in là tana (giiigà à)
giocare a badina badana ; specie dr3
gioco che fanno i bambini spingendo
in tre colpi una moneta a un segno
detcrminato.
ginàsì, * s. m. = ginnasio : corso di
scuole classiche.
ginasiài, * agg. = ginnasiale : del gin-
nasio ; éont in quarta ginàst'àl = sono
nella quaiia ginnasiale ; là licénéa gi-
mìsiàl = la licenza ginnasiale : gli esami
di quinta classe.
giuàstica, * s. f. = ginnastica : esercizio
sapiente di addestrare e sviluppare il
corpo.
ginestra, s. f. = ginestra; pianticella sel-
valioa comune con fiori gialli.
1) boschìna de ginéster o gimMree =
ginestrata, ginestreto ; luogo ove sono
molte ginestre.
gìnèstroeù, s. f. = ginestrella, ginestrina-
la ginestra dei tintòri.
gingin, s. ni. = vagheggino, cicisbeo,
bellimbusto : giovane che vagheggia e
si vagheggia.
ginglnà, V. att. = cicisbeare : fare il ci-
cisbeo, il damerino.
gin
357 -
gioe
giugriiiarì; s. m. = gengiovo, zenzero :
pianta molto aromatica. Indiana del ge-
nere amomo.
1) Grullo, bacchinone, uomo da poco.
igingrìva, s. f. = gengiva. Vedi gengiva.
giò, avv. = giù, contrario di sii = su :
in basso, al di sotto. Noi Milanesi lo
mettiamo un po' per tutto, è prezze-
molo ad ogni mioestra.
1) gio là, gio chi o chi giù = lag-
giù, quaggiù.
2) àndà gio de moda = andar giù,
andare in disuso.
3) dà gio = aadar giù ; deperire in
salute : ripeggiorare.
4) là me voe-ùr minga àndà gìò = la
non mi va giù ; non la mando giù :
in questo stesso significato abbiamo ;
màtidà gio = abbozzare, buttar giù ;
quésta pass m-tnga mandala gid = que-
sta non la posso buttar giù ; cont on
2ìrepotént comptlgn bisogna che là
vià?ida gio = con un prepotente di tal
fatta bisogna che abbozzi.
5) manda gio = buttar giù; ingol-
lare : nel senso proprio.
G) t7-à gio = abbattere, atterrare : but-
tar giù, gettare a terra ; irà gio el miir,
là cà = abbattere il muro, la casa.
7) Fig. tra gid el ministèri = ab-
battere, buttar giù il ministero.
8) Di una malattia, di una disrgazia
si dice che ; là tra gio = abbatte, at-
terra ; l'ultima disgràsia l'ha traa gio =
l'ultima disgrazia l'ha atterrato.
9) Accasciare : di forti passioni come
il dolore o il piacere che abbattono lo
spirito.
10) tira gid = farsi parto ; di vivande :
servirsi.
11) biitàss già = adagiarsi, sdraiarsi ;
el s'è biitaa giò sii dna poltrdna e el
s'è metiiil à lég = s'adagiò su una i)ol-
trona e si mise a leggere. Anche : get-
tarsi dall'alto.
18) vegnt gid, ància gid de càrdéa =
scendere di carrozza.
19) vegnì gid = intristire : di chi per
malattia perdo il fiorente aspetto.
20) mètt gid in l'àsee = acconciare:
mettere verdure e fratta sotto aceto.
21) di gid in gésa = Vedi dì, 21).
22) 7nètt gid = metter giù ; posare
in terra od anche : avero il recapito ;
el càvàlànt à Còmm ci mètt gid à
l'osteria dèla Mesa lèngua = il corriere
a Como ha il recapito all' osteria della
Mezza lingua.
23) dà gid = Vedi dì, 21).
24) dà gid = posare, depositare : di
caffè e sim.
25) dà gid i àequu = abbassare, sce-
mare le acque.
2fi) fa gid i rav = affettare le rape.
27) dà gid i tiri = scemar la bal-
danza.
gioà, V. alt. = giovare, recar vantaggio ;
Ve on rimedi che el m'ha gioaa pòcch =
è un rimedio che m'ha giovato poco.
Anche : approdare, far prò : el mangia
el ghe giova pòcch = il cibo poco gli
approda.
Oioànu, s. m. = Giovanni : nome pro-
prio di pers. masch.
1) fa de san Qioànn quàter face =
rivoltar frittata, aver due visi.
2) san Oioànn muda visi = addriz-
zatore, riordinatore, moderatore; si dice
specialm. a ragazzi del quarto giorno
di scuola, dopo una lunga vacanza.
Giòbb, s. m. = Giobbe.
1) poer come Oiòbb, in tòccli còme
Giòbb = povero come Giobbe : poveris-
simo, povero in canna.
2) vègh là pasiénsa de Giòbb = aver
la pazienza di Giobbe : essere pazien-
tissimo.
gioedi, s. m. = giovedì : il qv.ar'o giorno
della settimana.
1) gioedi gràés = berlingaccio, gio-
vedì grasso : 1' ultimo giovedì di car-
nevale.
gioelér, s. m. = gioelliere : chi fa e
vende gioielli. Meglio orèves.
gìoentiì, s. f. = gioventà : la giovinezza
e i giovani stessi.
gioeiìgh, s. m. = giuoco : divertimento in
generale, per lo più regolato da conven-
zioni.
1) Esercizio di ginnastica ; hoo visi
à fa de qiiij gimilgh che eren óna me-
raviglia = ho visto eseguir giuochi che
erano una meraviglia.
2) on giceùgh se l'ha de vèss bèli,
l'ha de dura piòcch = ogni bel gioco
dura poco : ogni bel gioco ha a durar
poco 0 rincresce.
'ày vègli el visi del gia;itgh = aver
l'asso nel ventriglio.
4) vègh in man on bon gioeiigh = aver
bel gioco.
glo
- 358 -
gio
5) giceugh de biisolòtt = gioco di ba-
gatelle, di bussolotti, di prestigio.
6) Ingegno, congegno, meccanismo ;
el giteugh dela lucèrna = l'ingegno : il
giuoco della lucerna.
7) gioeugh d'ticqua = giuochi o scherzi
d'acqua. Vedi àcqna 3).
8) gimigh de parali = gioco di parole :
combinazione di parole che producono
doppio senso.
9) gioeugh de cari = mazzo di carie.
10) Fig. arte, artificio, intrigo, in-
ganno ; me làài minga ctàpà mi ài
éò gioeugh = non mi ci lascio pigliare
io dal suo intrigo.
11) fa folcitt ài giceugh = frodare,
barare al gioco.
12) à che gioeugh giughem = Vedi
giiigà, 7).
IBj gioeugh d'astird = giochi d' az-
zardo : quelli del tutto affidati alla for-
tuna, dove la probabilità di perdere è
grande e rovinosa.
14) fa gioeugh, diciamo a Milano de-
gli uccelli quando volano nella ragnaia
0 intorno ad essa.
gioì, V. alt, = gioire, aver piacere, ral-
legrarsi; quand el seni à loda el so
fioeu el giotss tiitt = quando sente lo-
dare suo figlio gioisce tutto.
giòia, s. f. = gaudio: piacere vivissimo,
intenso che si contenta della soddisfa-
zione dell'animo. Anche contentezza,
soddisfazione, consolazione.
1) salta déla gidia = saltar dalla con-
solazione.
2) Gioia, pieti'a preziosa.
3) Gioiello: oggetto prezioso, con o
senza gemma.
4) Di cosa 0 pers. che si tiene pre-
zioso; el me bàmbìn l'è là mìa gidia
= il mio bimbo è la mia gioia.
5) cara giòia! che gioia! = cara gioia!
che gioia! ironie, di pers. antipatica e
di chi è un cattivo soggetto.
6) giQia = fermaglio da piviale ; T.
di arredi sacri.
gioia, V. alt. = ingioiellare : regalar di
gioielli; specialm. delle spose.
gioieliér,* s. m. = gioielliere: lo stesso
che gioelèr.
giòin, s. m. = giovine, scapolo ; si usa
comunemente per chi non ha moglie.
1) gidin de stùdi = giovane di stu-
dio, scrivano.
2) gioin de botega = giovane di banco.
di bottega: giovane che aiuta il nego-
ziante in un banco, in una bottega. An-
che, fattorino, commesso di negozio.
3) Agg , giovine: che è nella giovi-
nezza.
4) Che non ha l'età richiesta; l'è
giòin per toeù miee = è troppo giovine
per ammogliarsi.
5) quand s'è gioin = quando la gio-
ventù brilla.
6) Si dice d' animali, piante, vino,
cacio, e sim. ; l'è on cavali gioin = è
un cavallo giovine; l'è ona vid giòina
= è una vite giovine ; l'è tròpp gioin
sto grùna = è troppo giovine questo
cacio parmigiano.
gióina, s. f. e agg. = giovine, femm. di
giovane, e giovine ; là sarta là m,'hà
màndaa là gióina invéce de vegnt lee
= la saria m' ha mandato la giovane
invece di venire essa.
gioinèsa, * s. f. = giovinezza : astr. di
giovane: poco usato.
gioiiiett, s. m. = giovinetto, giovanetto:
che non è più ragazzo e non è ancor
giovanotto.
gioinòtt, s. m. = giovinetto, giovanotto;
accresc. di giovane ; l'è on grati bèli
gioinòtt = è un gran bel giovinetto.
1) Scapolo; l'è on gioinòtt = è sca-
polo: se però non è troppo in là cogli
anni.
gioiòs, agg. = gioioso, allegro ; pieno di
gioia, di allegria.
giòj, s. f. pi. = le gioie; denominazione
collettiva delle pietre preziose compre-
sivi i diamanti e le perle.
Giórg, s. m. = Giorgio: nome proprio di
persona.
1) àndà à fa San Oiòrg = andare a
far san Giorgio : uscire di città il 24
aprile e andare alle cascine suburbane
a festeggiare il santo patrono dei lattai
con buone scorpacciate di latte e panna
e pan giallo dolce.
2) invernm de San Oiòrg. Vedi in-
vernili.
giorgia, s. f. = sifone delle botti eh»,
servono per innaffiare le strade.
giorgiolena, s. f. = giuggiulena ; sesa-
m,uìn indicufii. Anche sesamo, specie di
pianta oleifera.
giornàda, s. f. = giornata: lo spazio di
un giorno riguardo al tempo, al lavoro
agli avvenimenti; bela, bruta, trìàta
giornMa = bella, brutta, triste gior
gio
— 359 — ?ir
nata; giornàda serena, àlégra = gior-
nata serena, allegra.
1) Il guadagno, la rendita giorna-
liera; el ciàpa dna bela giornàda = gua-
dagna una bella gioi'nata.
2) Il lavoro di un giorno; riià finii
là soa giornMa = ha finito la sua gior-
nata; g'hoo pàgaa tre giornàd = gli ho
pagato tre giornate.
b) i cmqic gìorndd = lo cinque gior-
nate: quelle del marzo 1848 gloriosis-
sime per Milano e per l'Italia.
4) fa giornMa, làord à giornàda,
àndà in giornàda = essere, andare,
lavorare a giornata, essere, andare, la-
vorare un giorno in uua casa, un altro
in un'altra.
5) in giornàda = oggigiorno.
6) età in giornàda = tenersi in or-
dine in ciò che si devo fare giorno por
giorno.
7) pari vìa à giornàda = parer che
si lavori a giornata : di chi, specialm.
per bona volontà, lavora indefessamente
e senza riposo;
8) là dona iti giornàda = giornante :
donna che va a lavorare a giornata
per le case.
gìornàdee, s, m. = giornaliero : chi la-
vora a giornata.
giornàl, s. ni. giornale: libro o quaderno
per gli appunti giornalieiy.
1) Foglio stampato, per lo più quo-
tidiano coUe notizie del giorno.
gioriiàlicr, agg. = giornaliero: che ha
un aspetto, un umore diverso secondo
i giorni.
giornalista, s. ni. = giornalista: chi
scrive nei giornali.
giórno, (òrdin del)* = ordine del giorno:
alla camera, in un' assemblea, società,
gli argomenti da trattarsi in quel giorno.
giòstra, s. f. = giostra, carosello: specie
di gioco poco conosciuto in Toscana,
fatto di cavallucci di legno o altri ani-
mali che girano intorno ad un palo a
cui sono attaccati da raggi. Si vede spe-
cialmente alle nostre fiere.
giotón, s. ni. = nigella: sorta d'erba dei
campi che ha odore di fragola, usata
per dar l'aroma ai sorbetti.
1) Git, gittaione: seme nero che fa
un'erba del medesimo nome.
2) giotón sàlvàdegh = behon bianco.
giova, s. f. = granchio : T. dei fale-
gnami, ferro conficcato nel banco per
appuntarci il legno da piallare.
1) Anche la penna del martello spac-
cata a uso di levar chiodi o sim.
giova, V. att. = vedi gioà.
gioviàl, * agg. = gioviale, allegro, coro
contento.
gipa, s. f. = giubbetto, giubbone.
1) tra foeUra i mànegh déla gipa =
uscir di gatta morta, sgranchirsi, farsi
vivo, mostrar vigore.
gipà, V. att. = impuntire: cucire chec-
chessia con punti fitti. Anche : fare il
sopraggitto.
gipàdura, s. f. = impuntura, sopraggitto:
quei punti fitti e bene ordinati che for-
mano una cucitura elegante.
1) cilsì à gipàdUra = impuntire; cu-
cire a punti fitti.
gipìn, s. ni. = giacchettina: sorta di giac-
chetta da donna.
gipon, s. m. = giubbone : giacchettone
rozzo e largo da contadini e da povera
gente o sim. a quello.
1) d'òna marsina fa fczura on gipòn
= far d'una lancia un zipolo.
I. 2) Ve picsee inane là càmìsa che el
gipon = non s'ha prossimo suo più che
se stesso : è più vicino il dento che
nessun parente.
giponin, s. m. = farsetto, giubboncino,
giubbettino, camiciuola : del vestito da
donna.
1) giponin de nòtt = giubboncello,
giubberello , corsetto , camiciuola da
notte : specie di farsettino che le donne
sogliono portare in letto sopra la ca-
micia.
gir, s. m. = giro, circonferenza, circolo:
la linea che circoscrive uno spazio.
1) Movimento circolare di persone e
cose ; el gir di àtèll., del so, dèla
lUna, ecc. = il giro delle stelle, del
sole, della luna, ecc.; on gir de vdléer
= un giro di valzer.
2) Viaggio circolare ; fa el gir déla
Frància, del mond = fare il giro della
Francia, del mondo.
3) veéè, mètt in gir = essere in giro
0 girare, mettere in giro : della circo-
lazione del danaro, di scritti, stampe,
libri, notizie.
4) àndà in gir = andare in giro, an-
dar da su e da giù, e fig. di coso che
passano per le mani di molti.
gir
360 — gir
5) el gir di afàri = il giro degli af-
fari.
6) in gir, modo avv. = in giro, in-
torno.
7) toRU in gir = beffarsi di uno, sbef-
feggiare, pigliare a godere uno: farsene
beffe, fìngendo di lodarlo.
8) còti ài gir = girato : di carne,
polli allo spiedo.
9) Giro : dicesi così il giuoco intero
di un terzetto o di un quartetto al bi-
gliardo.
10) Einquarto: quando la palla bat-
tuta ad una mattonella del bigliardo
percorre un giro, toccando tre o anche
quattro mattonelle.
gira, s. f. = ghiro, scoiattolo ; seiurus
glis, mammifero che dorme tutto l' in-
verno.
1) dormi come on ghir = dormire
come un ghiro, cioè profondamente.
2) Diciamo gira spesso anche lo scoiat-
tolo, detto meglio però: sghiràtt o
écoiàtol.
giràj V. att. = girare : muovere intorno
a un punto; là roRuda là gira = la niota
gira; i incanì giren = le macine girano.
1) Percorrere in giro e circondare ;
el cordòn el gira int&rna Ma vita =
il cordone gira attorno alla vita.
2) Muoversi in giro ; là ter a là gira =
la terra gira.
3) Di pers., andare da un posto al-
l'altro; gira per el mond = girar per
il mondo.
4) girti fila larga = girar lai-go: te-
nersi a distanza da persona o cosa che
non vogliamo avvicinare.
5) gir^ intorno = aggirarsi, girellare
con intenzioni tristi intorno a un luogo;
gira inforna cèrti face che me piàsen
nagòtt = s'aggirano certe facce che non
mi piacciono punto.
6j là ghe gira = la gli gira: gli dà
volta il cervello.
7) gira, viiij = gira, togliti di lì, va
via.
8) gira dna cambiai = girare una
cambiale ; farci la gira, la girata.
9) giràon ceucc = girar l'anima; es-
sere di malumore, irritato.
gìràbàghìn^ s. m. = menarola : grosso
succhiello che si gira con una mano-
vella,
gìràda,* s. f. = girata, passeggiata; voo
à fa dna giràda in piàsa càstèll = vo
a fare una passeggiata in piazza ca-
stello.
1) Cessione d'una cambiale, comm.
giràdìua, * s. f. = giratina, passeggia-
tina; vemm à fa ona giràdina e poeti
tórnem = si fa una giratina e si torna.
gìràfa, s. f. = giraffa: grosso mammifero
ruminante di lungo collo e alte gambe
anteriori.
1) rè dna giràfa = è alto come una
giraffa; di pers. alta e magra.
giràfiimm, s. m. = mulinello : specie di
ruota di latta ad ali, che si applica
alle finestre in uno dei cristalli, perchè
possa rinnovarsi l'aria di dentro.
giràmént, s. in. = giramento, giracapo,
capogiro, vertigine, giramento di capo.
Si dice anche giràmént de tèsta, de
eoo.
girando; s. m. = viticcio : sostegno di
due 0 più braccioli per uso di regger
lumi. Dal frane, girandole.
giràni, s. m. = geranio: pianta odorosa
e il fiore; geranium.
girànt, s. m. = girante : colui che gira
la cambiale al giratario.
giràsó, s. m. = girandola: specie di foco
artificiale che gira sopra se stesso
1) Girasole: pianta di fiori gialli che
si voltano al sole.
2) Mulinello: sorta di trastullo di ra-
gazzi con due o quattro ali di carta
che a correre girano.
giratàri, s. m. = giratario : quello in cui
favore è girata una cambiale.
giravolta,* s. f. = giravolta: il girare
della persona su stessa; Vhà faa tré ò
qiiMer giravdlt e poeu l'è borlaa in
tèra = fece tre o quattro giravolte e
poi cadde in terra.
girèta, s. f. = piccolo ghiro : dimin. di
gira.
girètin, e girètt, s. m. = passeggiatina,
giterella, viaggetto : qualche cosa più
che giràdina.
girètt, s. m. = garretto; T. dei ma-
cellai. Vedi giàrètt.
giroeù, s. m. = boschetto, frasconaia :
piccolo spazio di terreno piantato di
alberetti, che serve per uccellare.
girolìflcli,* s. m. = geroglifico, ghirigori:
segno, frego fatto senza un vero e pro-
prio disegno.
Gìrólom, s. m. = Gerolamo: nome pro-
prio di persona.
1) Nome della maschera piemontese
gli-
ssi —
giù
che fa le parti del bonario e spesso del
furbacchione, sul teatro delle mario-
nette, qui da noi al teatro dotto appunto
Gerolamo, o anche Piando da Giovanni
Fiando che lo fondò nel 1814.
giroiiieta, s. m = banderuola, girella :
chi muta facilmente opinione.
1) Anche: mereiai olo ambulante. Vedi
boronièta.
2) Nome di certe paste giallastre rap-
presentanti cavallucci, omicciattoli a ca-
vallo, cuori, con linee molto rozze che
si vendono alle fiere speci alm. di cam-
pagoa: disusano e con loro il nome.
gironsa, v. att. = gironzare, girellare, gi-
ronzolare: andare in qua e in là in pic-
cole girate, per divertimento, per ozio
ed anche por secondo fine.
1) Eonzare : il rigirare dei vagheg-
gini intorno a una ragazza; l'ha anvw
de fini de gironsàmm intórno? = non
ha finito di ronzarmi d'intorno?
giròvago, agg. = girovago; molti, pronun-
ciando male, anche girovago; nicr-
cànt, sonàdòr giròvago = mercante,
suonatore girovago, ambulante.
gita, * s. f. = gita, passeggiata, escur-
sione ; per lo piii divertimento campe-
stre; hèmm propi faa dna bela gita ter
éiil Idgh = abbiamo fatto una bella gita
davvero ieri sul lago.
gita, V. att. = gettare: versare il metallo
fuso nelle forme perchè' raffreddando
ne conservi la figura.
gitaa, agg. = gettato, fuso: di oggetti di
metallo.
gitàss, V. rifl. = imbarcarsi: del legname
non stagionato che si piega.
gito, s. m. = gettatore, fonditore: meglio
oggi fondoeùr.
gitt, s. m. = getto: l'opera gettata. Poco
usata da noi come in Toscana.
1) Guscio: parte legnosa nella forma
che il fonditore di caratteri adopera per
fondere.
giiibilà, V. att. = giubilare: mettere a ri-
poso da un impiego.
gitibilaa, agg. = giubilato, messo a ri-
poso.
1) vèss bèli e giubilaa = essere fuori
di combattimento, non esser più buoni
a nulla.
giiibilàsiòn, s. f. = giubilazione: il giu-
bilare, dar pensioni.
giilbilee, s. m. = giubileo : festa catto-
lica per la remissione dei peccati.
1) pientà di giiibilee = tar nascer
guai, putiferio, baccano.
giMee, (i) s. pi. = le guardie del Santo
Sepolcro.
1) el par on giudee; diciamo noi di
chi ha volto barbuto e sinistro.
giudea, s. m. = giudice: chi giudica o ha
l'autorità di giudicare; giudee concilià-
dor^ de tribunal, de Cort d'apèll = giu-
dice conciliatore, di tribunale, di Corte
d'appello.
1) Chi è chiamato a decidere.
2) giudee déla stadera = ago, raggio
pesatore. Il ferro della bilancia o della
stadera che quand'è in bilico mostra il
giusto peso.
3) vèss in giudee = essere in bilico,
in bilancia.
giiidicà, V. att. = giudicare: pronunciare
un giudizio.
1) Stimare, pensare, riputare ; ti come
tèi giudiehet quèll gidin lì? = tu quel
giovino come lo giudichi? che stima
ne fai ?
giiidisi, s. m. = giudizio: parere emesso;
el me giiidisi Vhoo daa = il mio giu-
dizio l'ho dato.
1) La sentenza del magistrato, e an-
che parere di persona sopra una data
cosa.
2) chi g'hà giiidisi le drcBtlva = chi
ha più giudizio e più n' adopri. Vedi
di'oà, 2).
3) fa giiidisi = mettere il cervello a
partito, metter giudizio, buttarsi al bone.
4) giiidisi temerari = giudizio teme-
rario: parere, sospetto senza fondamento.
5) Cervello, senno, giudizio. Per ce-
lia: gnegnero.
6) el di del giiidìèi = il giorno del
giudizio: alla fine del mondo ; anche,
el giiidisi iiniversal = il giudizio uni-
versale.
7) àndti cont giiidisi = andare col
calzare di piombo; anche àndà coi pè
de piomb.
giiidisiàri, * agg. = giudiziario : che si
riferisce ai giudici o ai giudizi.
gitidisiós, * agg. = giudizioso : che ha
giudizio, che fa le cose con giudizio.
giiigà, v. att. = giocare, divertirsi al
giuoco, baloccarsi.
1) el giiigària in V acqua = gioche-
rebbe sui pettini da lino.
2) giiigà à salva el so = fare a sal-
vare la posta.
gin
— 362 —
gin
3) giilgà polid, in regola, de boti =
fare il dovere del gioco.
4) giiigà de pòeeh = glocucchiare, e
meno coni, giocacchiare.
5) fa giiigà = baloccare ; divertir con
balocchi.
6) giiigà de baia = giocare a tu me
gli hai: giocare senza posta, o sulla
parola.
7) à che giceugh giùghem,? = a che
gioco si gioca? Con risentimento a chi
ci vuol burlare.
8) Giocare, scherzare, celiare : non
far seriamente ; se pò credegh nàgòtt;
el gitiga sémper = non gli si può cre-
der nulla; celia sempre.
9) Arrischiare di perdere; l'ha giiigaa
l'impiégh = ha giocato l'impiego.
10) giiigà ben = giocar bene: fare ef-
fetto, operare , muoversi liberamente ;
l'andar bene e spedito di un congegno.
11) giiigà al lòti, ài core = scom-
mettere al lotto, alle corse. Anche : gio-
care.
12) Arretire, tender lacci, insidiare;
me soni fidaa e Hi el m'ha giiigaa
ben polid = mi son fidato ed esso mi
insidiò per bene. Anche : perdere uno,
rovinarlo.
giiigàda, s. f. = giocata : il giocare che
si fa di seguito in una volta ; ah ! in-
ccBÙ hoo pì'òpi faa ona bela giiigàda =
ah ! oggi ho proprio fatto una buona
giocata.
1) Quel tanto che si gioca : messa,
posta.
giìigràtà, «'. att. = giocucchiare; intens. e
frequent. di giocare ; anche giocolare,
trastullarsi.
giugàtàda, s. f. = giocata. Vedi sopra
giiigàda, 1).
giiigàtòn, s. m. = burlone ; baione, ce-
liatore: chi ama di burlare e ne ha l'a-
bitudine.
giiighètt, s. m. = giochetto, scherzetto;
dimin. di giuoco.
giiign, s. m. = giugno: nome del sesto
mese dell'anno.
1) giiign slarga el piign ; nel pro-
verbio, aprii nàtica on fd, mag addg
addg, giiign slarga el piign = d'aprile
non si smetta nulla del vestimento in-
vernale, di maggio si cominci a poco
a poco, di giugno si smetta quasi del
tutto, poiché l'estate è giunto.
giiilepà, V. att. = giulebbaro-; di frutte.
cuocere nello zucchero; per, pòmm, briign
giulepaa = pere, mole, prugne giuleb-
bate.
giiilèpp, s. m. = giulebbe: sciroppo con
acqua e aromi in cui si cucciano le frutte.
Meglio : sciroppo.
giuncli,* = giunco: piante di padule, pie-
ghevoli, senza foglia.
1) on sii à giiinch = una giuncaia.
giùnta, s. f. = aggiuntatura: il punto
dove è fatta l'operazione dell'aggiun-
tare; se ■ved tròpp là giunta in quij
calsòn = si vede troppo l'aggiuntatura
in quei pantaloni.
2) L' operazione dell' aggiuntai-e ; l'è
ona giùnta fàda minga polid = è una
aggiuntatura non fatta bene.
3) L'aggiunta, quel che si aggiunge;
quèst me V han daa sii de giùnta =
questo me l'han dato d' aggiunta. In
questo senso anche, giunta.
4) là giùnta = la giunta : magistra-
tura comunale e provinciale delegata
specialmente all'amministrazione del co-
mune 0 della provincia.
5) giilnta déla cdrna = giunta, ta-
rantelle.
6) l'è piisee là giunta che là càrna
= è più la giunta che la derrata.
7) Scapito, perdita.
giiiutà, v att. = giuntare: unire cucendo
due pezzi della stessa roba. Anche ag-
giuntare; giunta i lensosù = aggiuntare
le lenzuola.
giuntagli; V. att. = rimetterci, scapitarci,
perderci; in del càmbi g'hoo giuntaa
= nel baratto ci ho rimesso, ci ho sca-
pitato.
giuntò, s. m. = sergente. T. dei fale-
gnami: arnese per sti'ingere i pezzi in-
collati .
giuntura, * s. /". « giuntura, commes-
sura, costura.
1) Articolazione delle membra; soni
pién de dolor in di giuntar = son pieno
di dolori allo giunture.
giiirà, V. att. = giurare, affermare con
giuramento.
1) Anche semplic. , promettere con
giuramento o con gran calore.
2) podarii viinga giurali = non lo
potrei giurare ; non potrei affermarlo
con tutta sicurezza.
3) giiiràghela à vùn = giurarla ad
uno : di vendetta, di proposito delibe-
rato, fermo contro qxialcuno.
giù
— 363 —
giù
4) el giura = sconcordaro, non ar-
monizzare : specialm. di colori che,
uniti, ripugnano al senso estetico.
giiiramént, * s. m. = giuramento, giuro :
aiTermazione nel nome di Cristo che
quanto si asserisce è la verità.
1) Qualunque affermazione fatta so-
lennemente di mantenere la fede a
chichessia.
gìiiràto, s. m. = giurato : chi appai-tiene
a un giurì e specialm. alla giuria eletta
pei giudizi alle Corti d'Assise.
gìliridegh e ora meglio giiiridich, *
s. m. = giuridico: appartenente al giure,
alla giustizia.
giiirìsdisiòn, * s f. = giurisdizione : po-
tere di giudicare con speciali attribu-
zioni di materia e luogo.
gìiirispriidénsa, * s. f. = giurisprudenza:
la scienza del diritto.
gius, s. m, = sugo, estratto , succo :
umore sostanzioso e saporito degli agru-
mi e altri frutti.
1) fdpa del gius = padule del letame.
gìiisòs, agg. = sugoso : pieno di sugo e
succo.
gìiist, agg. = giusto : chi segue giustizia.
1) Retto, onesto, leale: chi ha le
virtìi della onestà, della lealtà.
2) Preciso, esatto, che ha precisione
esattezza, ed anche ciò che è fatto se-
condo precisione o esattezza.
3) Intero, bone : contrario di rotto.
4) pés giilét = peso giusto : ne più
né meno di quel che devo essere.
5) ciint giiist = conto giusto: che è
fatto, che torna bene.
C) Avv. giustamente : secondo giu-
stizia; pensa, ragionai, parla giiist =
pensare, ragionare, parlare giustamente.
giusta, avv. = giusto, appunto; vegnéva
giusta de ti = veniva appunto da te ;
ci m'ha giusta scritt l'àltrèr = mi ha
giusto scritto ier l'altro.
1) giuét'àpùnt = giusto appunto, ap-
punto per questo.
2) vèéà degiùéta = essere di ragione.
giiistà, v. att. " aggiustare, accomodare
le cose rotte ; giìlstà i ècarp = accomo-
dare le scarpe.
1) giilstti i ciint = aggiustare i conti,
mettersi in pari ; giusta i ciint coni
Dòmenedlo = aggiustare i conti con
Dio : prepararsi a morire.
2) Eattoppare: mettere i rattoppi ai
panni che si sono rotti, o per strappo
0 per lungo uso.
'ò) Accomodare, correggere un lavoro
sbagliato, non riuscito bene alla prima ;
te giiistàroo mi i vèrs sbàgliaa = ti ac-
comoderò io i versi sbagliati. Anche:
rimettere in buono stato cosa che si
sia guastata; giiistà i strad, i mòbile
V orològg, ecc. = accomodai'o le strade,
i mobili, l'orologio, ecc.
4) giiistà el stomegh = accomodare
lo stomaco: metterlo in miglior coodi-
zioni.
5) giiistà i calsètt = rassettare le
calze : dicesi in generale rassettare-
quando si accomoda con ago e sim.
cucendo o rammendando.
6) giiistà i so ròbb = acconciarsi le
uova nel panieruzzolo.
7) giiistà éiiàla èo«a = raffazzonare,,
rabberciare.
8) giiistà vUn = aggiustare, acconciar
male uno ; làsa fa che quèll li el giusti
mi = lascia fare che quello l'aggiusto io»
9) giiistà dna Ut = accomodare, com-
porro un dissidio.
10) giustàsè = accomodarsi, accor-
darsi, rappacificarsi : di persone che
sono in questione o anche in leggero
disaccordo sul prezzo di una merce e
vanno d' accordo ; quànt ài prèsi se
giiistàrèmm = circa al prezzo ci acco-
moderemo. Anche di qualunque altro
disaccordo ; dopo tanti ànn se s'hin
giiistaa = dopo tanti anni s'accomoda-
rono, hanno fatto la pace.
giiistàbii, agg. = aggiustabile, accomo-
dabile : da potersi aggiustare, accomo-
dare.
gìiistadura, s. f. = aggiustatura, acco-
modatura, rassettatura; l'opera dell'ag-
giustare, accomodare, rassettar roba.
giiistàinént, s. m. = aggiustamento, ac-
comodamento, accordo. Vedi àgiiistà-
mént.
giìistesa, s. f. = giustezza: la lunghezza,
uguale e precisa d'ogni linea di stampa,
e lo stramento per misurarla. T. di
tipogr.
giiistiflcà, V. att. = giustificare, mostrare
che è giusto un uomo, un atto, e pro-
vare con ragioni, con documenti la
verità.
1) Scolpare, scagionare uno di colpe
che gli sono attribuite.
2j Rifl. giiiétificàéà » scolparsi ; di-
giù — 364
fendersi da accuse e dimostrarle non
vere.
3) Eetti ficare i caratteri da stampa
col registro.
giustiflcaa, agg. = giustificato : di ca-
ratteri da stampa che s'accordino cogli
altri.
giiistiflcàdòi*; s. m. = i gemelli : spran-
ghe di acciaio o di ferro in cui si
chiudono i tipi di stampa per rettifi-
ficarli col pialletto.
1) Tagliatoio: parte principale del
pialletto che taglia e ripulisce i carat-
tei-i da stampa.
gitistiflcàsiòn, s. /". = giustificazione :
l'atto del giustificarsi e il documento
che giustifica.
1) Anche l'atto del rettificare i ca-
ratteri da stampa.
giiistisia, * s. f. = giustizia : il dare a
ciascuno ciò che per diritto gli appar-
tiene ; han faa i división con giiiètìéia =
fecero le divisioni con giustizia.
1) fa giiiètìéia = fare giustizia : rico-
noscere i diritti aitigli contestati.
2) là giiiètisia = la giustizia : i ma-
gistrati preposti all' amministi'azione
della giustizia.
3) t'ègh à che fa con là giiiètìéia =
aver che fare coi tribunali : aver com-
messo cosa di cui si debbano occupare
i tribunali.
4) Imparzialità: equità di chi non
prende parte a favore di uno piuttosto
che di un altro ; * coiicorè hin ìndi
faa coni giiiètìéia = i concorsi non
sono fatti mai con imparzialità.
giiisiimiii, s. m. = gelsomino : forma
antiquata per gelsumìn. Vedi.
1) Luminello : cerchietto di fil di
ferro o di latta con sugheri per tenere
a galla il lucignolo delle lampade o l'a-
nimella nei lumini da notte.
giiisuiuìii; s. m. ora quasi dapertutto :
gelsumìn,* = gelsomino fiore.
glàciàl, * agg. = glaciale. T. geogr. :
che è sempre o quasi sempre gelato :
detto di mare, di zona, ecc.
1) Fig. freddo, senza espansione di
affetto.
gladiàtòr, * s. m. = gladiatore: com-
battente negli antichi pubblici spetta-
coli.
glàdìsia, s. f. = fava americana Gedit-
scliia triacanthos. Albero spinoso. "
glàudoL'ì, s. f. = glandola e gianduia:
gne
ingrossamento di glandola o tumore e
ingorgo linfatico, specialm. nei fanciulli.
glàsé, agg. = lucido, levigato; carta,
guani glàsé = carta, guanti lucidi. Dal
frane, glacé.
1) Sost. masch. : una specie di ca-
rattere da stampa tozzo, d'asta grossa
0 assai rilevato.
glicerina, * s. f. = glicerina: sostanza
oleosa, leggermente zuccherina.
glicìnia, s. f. = glicinia ; sorta di pianta.
glo glo (fa), = fare glo glo. Per celia :
bere: voce imitativa dell'ingoiare liquidi.
globo, * s. in. = globo, palla, campana :
globo di vetro che si mette ai lumi per
temperare la luce troppo viva. Qual-
che volta anche bàlòn. Vedi bògìa.
gloria, s. f. = gloria : onor grande ac-
quistato per virtù o per opere insigni.
1) Giaculatoria latina che è: gloria
patri et filio, ecc.
2) tuli i ectimi fenièen in glòria =
la lingua batte dove il dente duole ;
ed anche : il fine è sempre il medesimo.
gloriata, s. f. = altana, terrazza, belve-
dere : loggia aperta sopra il tetto della
casa. Ora più usato : teràsa.
gloriòs, * agg. = glorioso : che ha o
arreca gloria.
1) Soddisfatto ; gloriòs e trionfànt =
contentissimo di sé e dell'opera propria.
gnàccli (vèss tra gnàccli e petàcch) =
essere fra le due acque : specialmente
di condizione di salute non ben decisa.
gnàgnera^ s. f. = febbricciattola, males-
sere, malavoglia: lo stato di chi, sen-
tendosi non bene, non sa neppur lui
dire precisamente che cosa si senta.
gnàmm, ! = mangia ; fa gnàmm = man-
giare : son voci usate parlando a bam-
bini.
gnào, s. m. = miccio, fam. e scherz. :
gatto.
1 ) Anche : gnao e gnau : parola imi-
tati va della voce del gatto; fa gnào =
gnaulare, miagolare : far la voce del
gatto.
guècch, agg. = balogio; svogliato : chi si
sento poco bene di salute e anche chi
non ha la solita vivacità.
1) dc'-entà gnècch = aver le patur-
nie, infalotichire.
gnechisia, s. f. = svogliataggine, ziugli-
naia, lo paturne o paturuie: il malu-
more, la malinconia da cui è assalito
glie
— 365 —
gasu
specialmente chi sta poco bene di sa-
late.
gnèrv, s. m. ora assai più comune nèrv *
= nervo : ciascuno dei cordoncini che,
partendo dal cervello e dal midollo
spinalo, sono conduttori delle sensazioni
e motori dei muscoli.
1) dà ài gnèrv o ài nh-v = urtare i
nervi, ripugnare, eccitare lo sdegno.
2) Nerbo : specie di bastone fatto
con nervo di bue.
grneryàda, s. f. = nerbata: colpo di nerbo.
gnervèut, agg. = nervoso, nerboruto:
che ha grossi nervi.
gnervètt, s. m. = nervetto, nervolino,
dim. di nervo.
1) Parte dello scannello nelle bestie
macellate, ossia del taglio del culaccio
vicino alla coscia.
guìff, *\ m. = pastinaca : specie di ra-
dice di sapore acuto che si mangia
cotta. Somiglia alle carote.
1) Muso rincagnato : spreg. del volto
dell'uomo.
2) Agg. specialm. di trutta: accar-
tocciato, cresposo; quasi secco.
giiifÌD, s. m. = cosino, cancherino, cria;
di persona e specialmente di bambini
che abbian faccia sparuta, intristita.
guiguòii giiigtiàu oggi assai più comune
lìròii liràn, s. m. = tentennone, cion-
dolone, gingillone : chi si indugia sem-
pre nel fare e fa le cose da stracco,
senza buona volontà.
1) àndci gnignon, gnignùn = gingil-
larsi : star per casa intorno a piccole
occupazioni ; ed anche perdere il tempo
senza far nulla.
guòccli) s. m. = gnocco : pezzo informe
di pasta condito con cacio e buiTO.
1) Bernoccolo. Vedi bergnocola.
2) Bozzola. Vedi fraa.
3) Nocchio: nodo nel legname, ed
anche nella creta mal lavorata e nei
mattoni che se ne fanno.
4) Agg. : semplicione , bietolone ,
sciocco, baggiano.
gntìca, .s. f. = uuca: la parte posteriore
del collo e l'inferiore del capo.
gniicària, s. f. = caparbieria, caparbiag-
gine, testardaggine, cornaggine, ostina-
zione. Astratto di caparbio, testardo.
guOcc, agg. = caparbio, cocciuto : che
vuol far di suo capo, non vuol sentir
ragioni, non s'arrende a pi'oghiere, a
consigli.
gobi II, s. m. = gobbette : uomo gobbo.
1) Gobbino, vezzegg. di gobbo, gobba.
gobòu, s. ììi. = gobbone, gobbaccio, spreg.
di gobbo, uomo gobbo.
1) Curvo: di chi, anche senza essere-
gobbo ne curvo, cammina incurvandosi.
gòd, V. att. = godere.
1) Pigliarsi gusto e diletto ; trovar
consolazione e compiacersene.
2) Usare di una cosa, avendone utile
e diletto; là ròba Ve de chi le gòd =
la roba è di chi la gode; mi godi oii
àpàrtamént à segond pian = io godo
un appartamento a secondo piano.
3) godèsela = godersela, spassarsela,
in feste, allegrie, senza pensare a nulla.
In questo signific. anche : gòd là vita.
4) ehi si contènta gode. Vedi coii-
tentàss.
5) tiltt de gòd = godereccio; fam. dr
cosa piacevole, che dà godimento.
6) gòd là ròba = usare di ciò che
avanza ; adattare ; veétii godiiii = abito
adattato.
godibìl, * agg. = godibile: che si può
godere.
1) Adattabile : che si può ancora
adattare ; sto gilè Ve pròpi pù godibil
= questo panciotto proprio non è più
adattabile.
godimént, * s. m. = godimento : piacere
che si ha di una cosa, e specialmente
delle soddisfazioni intellettuali.
goduda, s. f. = godimento, specialmente
per cose materiali.
1) Anche : scialo, gozzoviglia,
gfleùba, s. f. = gobba, gobbo: si usa in
tutti i significati di g'wubb, special-
mente a indicare il rilievo dell'osso
nasale.
goeubb; s. m. = gobba, gobbo : defor-
mità delle reni e del petto in forma
di protuberanza.
1) Di superficie che rigonfia, si sol-
leva ; fa 011 goRitbb = fare un gobbo ;
vèèé tiltt à goeuhb = essere bitorzoluto,
nodoso.
2) dimm goeitbb = dimmi gobbo : ò
modo di affermazione dipendente da
una locuzione condizionale ; se Ve minga
vera, dimm goeubb = se non è vero,
dimmi gobbo.
3) Groppa, groppone ; mètt gio et
goeubb = piegare il groppone, lavorare
con voglia. Anche : mettercisi coU'arco
della schiena ; vègli éill gaiu'b = aver
goe
— 366 —
gol
sulla groppa o sul groppone; di anni,
quaado sono parecchi.
4) toeti àill goeubb = fig. accollarsi,
assumere un carico.
6) t'egh sul, resiti in del goeubb =
avere alle, restar nelle costole : di gente
che si abbia a carico, e di roba che si
sia costretti a tenere con poco van-
taggio. Vedi còrp, 5).
(j) vèghela, ciàptila in del goeubb =
averla in gobbo, averla tra capo e coUo,
averla contraria.
7) Agg. gibboso, rilevato.
8) deventà goeubb = ingobbire, aggob-
bire : diventar gobbo.
^oèrnà; v. att. = governare : provvedere
alla prosperità di un popolo, o com-
pagnia, 0 collegio, ecc. di cui si sia
a capo.
^oèrnàbil; * agg. = governabile: che si
può governare ; là gioentù inooeù Ve
mén goernàbil d'óna vòlta = la gioventù
oggi è meno governabile che nei tempi
passati.
^oèrnànt, * s. m. = governante: chi
governa.
^oèrnàuta e goèrnàute, * s. f. = aia,
governante: governatrice di uno o più
fanciulli in casa loro.
:goèrnàtìv, * agg. = governativo: che
appartiene al, che viene dal governo ;
impiégh goèrnàtw = impiego governa-
tivo ; dato e retribuito dal governo.
■goèi'nàtòr, s. m. = governatore: rap-
presentante del principe in una pro-
vincia. Oggi meglio : prefètt = prefetto.
goèruo, * s, m. = governo : amministra-
zione dello Stato.
1) Il complesso delle persone che lo
amministrano.
^ofàda, s. f. = grulleria, gofferia: atto e
detto da grullo, da goffo.
gofàgiU; * s. f. = sciocchezza: l'essere
sciocco, e azione, cosa sciocca.
gòfff s. m. = bolgia: di un vestito che
non torni bene e che sgonfi in qualche
punto ; el glie fa gòff = gli fa bolgia.
1) Sgonfio : gonfiatura fatta ad arte
in alcuni vestiti; mànica a gòff = ma-
nica a sgonfi.
2) Agg. goffo, scimunito, sgarbato :
qualcosa tra lo sguaiato e il grossolano.
Anche : infagottato, vestito male, come
un fagotto.
3) Di cose: affagottato, infagottato,
fatto come un fagotto.
gòga^ s. f. = buffetto, biscottino: colpo
leggero che si dà facendo scoccare la
punta del dito indice o del medio dal
polpastrello del dito grosso.
1) àndtb in gòga e màgòga = andare
in broda di succiole : per grande sod-
disfazione.
gogheta (fa), = godersela, scialarsela,
gozzovigliare.
] ) Anche : far buona cera, accogliere
festosamente.
2) tira à goghèta = tirai'e al male,
mettere sulla mala via.
gogiiìn, s. m. = gognolino, morbetto,
cecino; specialmente di fanciulo furbo,
malizioso e vivace.
1) el fa de gognin = fare furbesco,
da astuto.
gogd, s. m. = bietolone, goffo, minchione.
Vedi bìtdee.
1) le sa, le die, le vèd ogni fedél
gogò = lo vedrebbe un cieco: di cosa
chiara e lampante.
gdla, s. f. = gola: la parte dinanzi del
collo, e il canale che va dalla bocca allo
stomaco ; me dceur là góla = mi fa
male la gola; g'hoo là gola seea = ho
la gola secca, specialm. di chi ha par-
lato troppo. Sostituisce l'ormai disusato
gòra del dialetto vecchio.
X) ciàpà per là gola pigliare, affer-
rare alla gola.
2) fa i ròbb coni el sàngu àia gola
= ridursi allo sgocciolo, ridui'si all'olio
santo.
3) mss pién fina in góla = esser
pieno fino alla gola. Anche : vègh el
mangia in boea.
4) vègh on gropp in gola = avere,
sentirsi un nodo alla gola : come diffi-
coltà di respiro. E fig. voglia di pian-
gere.
6) màndàghela in góla =. ricacciai-e
in gola a uno le parole, o le azioni :
fargliele tornare amare.
(j) vègh là ì-èsca in góla = aver l'osso
in gola : di cosa che non si possa man-
dar giù, tollerare.
7) àvègh i dent in góla = essere un
segavene : di chi è avidissimo di da-
naro. Dicesi specialm. degli avvocati.
8) gola pièna = gola piena, enfiata :
gonfiore permanente della gola che è
quasi gozzo.
9) el càmpànin déla góla = ugola:
l'appendice carnosa del palato.
1
gol
- 367 -
gor
10) Golosità, ingordigia; i pecaa de
= i peccati di gola.
11) tira la gola = far gola, alleccor-
nire : allettare, eccitare i scasi.
12) fa tira là gola per nàgòtt = far
cilecca ; allecornire invaao.
13) Ve pùsee là gola che là fàmm
mangia più l'occhio che la bocca. Al
desiderio pare che si mangerebbe assai
più di quanto poi si mangia realmente.
14) ceucc trionfa gola pàtiàs = oc-
chio contento, gola in tormento, l'oc-
chio gode e il corpo ingrinza. Di quelli
che per potere ostentare lusso negli
abiti e nella casa si obbligano a pri-
vazione di cibo.
15) gola trionfa gola pàtiss = a
grassa cucina povertà è vicina : la gola
punisce se stessa.
16) àmia gid là gola = spasimare,
desiderare ardentemente.
17) Gola di monte : passaggio stretto
fra montagne.
goléra, s. f. = giogaia : la pelle che pende
dal collo dei buoi.
goléra, s. f. = goletta, dim. vezzegg. di
gola.
1) ristagna : striscia imbottita della
stessa stoffa o diversa che forma il
collo del soprabito, paltò, e sim.
golòs, agg. = goloso : avido di cibi deli-
cati.
golositaa, s. f. = golosità/ghiottoneria,
avidità di gola.
1) Ghiottornia ; cosa ghiotta.
golp, s. f. volpe, golpe, carie : specie di
malattia che attacca la spica del grano.
goma, s. f. = gomma: umore vischioso
che esce dagli alberi.
1) Acqua gommata, acqua in cui sia
disciolta della gomma.
2) Gomma. T. chirui-g. : esostosi,
escrescenza ossea.
gomàtt, s. m. = gommaio: colui che
raccoglie gomma.
gombedàda, s. f. = gomitata: colpo o
urto dato col o ricevuto nel gomito.
gdmbet, s. m. = gomito : l'estrema parte
dell'articolazione del braccio.
1) segiiass eoi gòmbet = segnare col
carbon bianco: quando capita cosa
straordinaria e che forse non si rinno-
verà mai ; podè segnaàs col gòmbet =
pater baciarsene ì gomiti: si dice an-
che di chi è uscito da grandi angustie
come per miracolo. In questo sigaifìc.
anche: far Gesù con tre mani.
2) àlààj el gòmbet = alzare il gomito,
alzar la gloria. Bere più del bisogno.
3) fa gòmbet = far gomito : di una
strada, muro, e sim. che piega a un
tratto, quindi ; gòmbet = gomito, gomi-
tata: voltata di muro, strada, fiume, ecc.
4) Tubo 0 cannone che fa angolo ;
p>er el canon déla stua glie vce,ur trii
gòmbet = per il tubo della stufa oc-
corrono tre gomiti.
5) dormì pogiaa é'ù.i gòmbet = dor-
mire a gomitello.
6) dolor de gòmbet dolor de miee o
de mari = il dolore della morte della
moglie è come le percosse del gomito;
dura pochissimo, pur essendo intenso.
gòniit, s. m. = vomito : il vomitare e la
materia vomitata. Ora assai più usato:
voinit. *
1) fa, mètt gdmit = far voglia, far
venir voglia di vomitare, far nausea.
gomita^ V. att. = vomitare : ora assai più
usato vomita, Vedi.
gondola, s. f. = gondola : barchetta co-
perta, specialm. usata dai veneziani. Sui
nostri laghi lombardi una barca assai
lunga e discretamente larga che va a
vela e a remi, e trasporta mercanzie.
1) àndtl in góndola = barellare, bar-
collare : di chi, ubriaco, mal si regge.
goudolèta, * s. f. = gondoletta, dim. vez-
zegg. di gondola.
gondolier, * s. m. = gondoliere: chi
rema o tiene la gondola per piacere,
per servizio.
gongola, * D. att. = gongolare : commuo-
versi per una certa interna allegrezza,
giubilare ; quand el èent à loda el so
fioeu el gongola tiitt = quando ode lo-
dare suo figlio gongola, giubila tutto.
gongoràn, s. m. = giuggiolone, bieto-
lone, midollone : uomo sciocco, goffo,
ma bonaccione.
gonìmetro, s. m. = goniometro : stru-
mento per misurare gli angoli.
gònso, s. m. = gonzo, minchione, che
crede tutto. Vedi bàdee.
1) tLcqua ]}er i gòn^i - orpello, or-
pellamento ; apparenza di bontà, falsità.
2) /à el gòmo = far lo gnorri, o il
nescio, 0 l'indiano : fìngere di non sa-
pere. La frase oggi usa poco.
gòra, s. f. = gola : voce antiquata per
góla. Vedi.
ffor — 36S —
g-orga, s. f. = gorgia : forte strascico e
aspirazione di consonanti. In generale:
pronunzia ; modo di parlare una lingua.
^or^li, s. m. = gorgo, vortice, mulinello :
vortice dove l'acqua di un fiume gi-
rando riesce pericolosa.
gorghég, * s. m. = gorgheggio : esercizi
preliminari del canto.
gorg-heg-ia, * r. att. = gorgheggiare : fare
trilli cantando e anche modulare la
voce quasi in gola per esercizio.
gorgon, s. m. = gorgo. Accresci t. di
gorgli.
gorgorài», s. m. = giuggiolone, bietolone,
midollone : lo stesso che gongoràn.
gorin, agg. di sàres, = vetrice ; salix
viminalis = pianta di luoghi acquitri-
nosi.
1) Gorza: i panierai confondono sotto
questo nome le vermene di parecchi
altri salci che usano nei loro lavori.
gorniàn, s. m. = ghiotto ; che cerca i
piaceri della gola e se ne diletta. Dal
frane, gourmaiuì.
gorinanderia, s. f. = goleria: cosa che
stuzzica la gola.
gonuandìs, s. f. = goleria ; lo stesso
che goriiianderìa. Dal francese goiir-
maiulise.
gosee, s. m. = mazza sorda. Vedi bà-
tàcc, 3).
gosèll, s. m. = spiga fallace : spiga che,
per non aver grani, non riesce secondo
il desiderio e la promessa.
gòss, s. m. = gozzo, ingluvie, sacco :
vescica ove gli uccelli raccolgono il
cibo prima di passarlo nel ventricolo.
1) Accrescimento anormale della ti-
roide, che produce uno sgradito enfia-
mento di gola nell'uomo.
2) on gòéè de min = un gozzuto : che
ha gozzo.
3) chi g'hà 'Z gòès g'hà qiièicòés e
chi g'hà nient g'hà ìà péli de mèlel
dent. E modo un pò astioso col quale
da noi i gozzuti rispondono talvolta a
chi li deride.
4) fa gòss = far sacco o saccaia : ac-
cumulare neir interno ira sopra ira,
sdegno sopra sdegno. Anche : tenere
in collo ; non dire tutto quello che uno
vorrebbe dire.
5) svoià el gòé§ = vuotare, sciogliere
il sacco : dire altrui senza rispetto o
ritegno tutto quello che ci duole o spiace.
got
6) vèss pién fina ài gòsé = essere
pieno fino alla gola : esser sazio.
7) vègh pién el gòsi = traboccare il
sacco, avere il core gonfio : quando non
si può piiì avere pazienza.
8) sta sili gòss = non poterla ingol-
lare. Anche : desiderare molto di otte-
nero 0 di aver qualche cosa.
9) Vagina, guaina, boccia, cartoccio;
la foglia che avvolgo e nasconde la
spiga prima che venga fuori e fiorisca.
góta, s. f. = goccia, gocciola : piccolis-
sima parte di liquido simile a lagrima.
1) Schizzo : del rhum, cognac, ecc.
nel caffè.
2) Gocciola : foro in un tetto per
rotture o altro donde gocci acqua nelle
stanze o in strada.
3) seàpà quàler goti = spnizzolare,
cascar poche gocciole. Quando piovo
poco e per brevissimo tempo.
4) vèsé dò goti d'acqua = somigliarsi
come due gocciole d'acqua : di due per-
sone somigliantissime.
5) à goti à goti = a goccia a goccia
(non « a gocciola a gocciola » ) di li-
quido che esca o si faccia escire a
stento, a gocciole dal suo vaso.
6) Di umori che stillano ; là góta
del nas, del figh = la goccia del naso,
del fico.
7) Gotta : specie di malattia artico-
lare dei piedi e delle mani,
8) gota serena = gotta serena : amau-
risi, malattia dogli occhi.
9) góta d'or = gocciola d'oro : cion-
dolo d'orecchini... Figurat. gioia, perla :
di persona ottima, e che sia utilissima.
gotà^ V. att. = gocciare, gocciolare ; stil-
lare a goccia a goccia : del liquido che
stilla e del recipiente da cui stilla ;
gota el vàéèll = la botte gocciola.
1) el coinìncia à gotti = comincia a
piovere, cominciano i lagrimini.
gotàpèrca, * s. f. = guttaperca : sostanza
gommosa, resinosa, simile alla gomma
elastica.
góticli, ngg. = gotico : d' ordine archi-
tettonico.
1) scriv in gòtieh = scrivere in ca-
ratteri gotici. 2
2) figura gòtica = figuraccia, figurai
strana, mascherone. 1
gotin, s. m. - gocciolino : dim. vozz. di |
gott.
ffot
g'otiiià; V. alt. = gocciolare : frequenta"
tivo, vezz. di gota.
gotóU) s. iti. = lucciolone, luccicone :
grossa lagrima ; regni gio i rjotòn =
spuntare i lucciconi, anche : piangerò
a caldo lagrime.
gotty s. m. = sorso : quel tanto di li-
quido che si ingolla con un movimento
solo della gola.
1) Gocciolo, centollo ; minima parte
di liquido 0 d'altro.
2) l' ultim goti = sgocciolo, resto.
Quella goccia di vino che rimano nel
bicchiere dopo che si è bevuto.
3) bev à gott à goti = centellinare,
sorsaro, sorseggiare : bere a centellini,
a sorsi.
4) Buffone : vaso di vetro tondo,
corpacciuto e senza collo che vari ar-
tigiani mettono pieno d'acqua dinanzi
ai lumi per aumentarne la luce.
5) i gott, s. f. pi. = le gocciole o
gocce. T. architett. ornamenti che pen-
dono dalla cimasa.
6) i gott. = lo macchie : quelle vi-
sibili controluce nei fogli di carta, nei
quali rimasero per alcuna gocciola d'ac-
qua cadutavi mentre erano ancora in
pasta. Dal frane, goutles.
graa, s. m. = canniccio, caniccio : piano
fatto di cannucce por vari usi, da noi
specialmente quello su cui i materassai
battono la lana, e quello do' metati
dove si mettono a seccar l'è castagne.
1) Anche : metato, seccatoio delle
castagne.
gràcil, agg. = gracile ; debole di tempe-
ramento e di complessione.
gràcìlitaa, .v. f. = gracilità : stato di chi
è gracile.
grad) s. il/,. = grado : i vari punti cho
segnano la gradazione di una data cosa,
e specialm. quella del calore.
1) Di persona nella scala sociale,
nella condizione.
2) Grado nella milizia.
3) Di parentela ; cusin in segond,
in tèrs grad = cugino in secondo, in
terzo grado.
gràdàsiòn, s. f. = gradazione : il pro-
cedere grado per grado.
gràdàtàmèut,
avv. = gradatamente.
gradualmente ; per gradi, a poco a poco.
gràdin, s. m. = gradina : sorta di scal-
pello dentato con che si lavora il marmo
dopo la prima sbozzatura.
— 369 — gra
1) Oggi usa anche per gradino : rialto
intorno a un monumento o edifìzio per
potervi salire. Meglio bàsèll.
gradina; v. att. = gradinare : lavorare
una statua colla gradina.
gràdinàda, s. f. = gradinata : ordine di
più gradini.
gradisela, s. f. = graticcio, cola : per
passarvi il sabbione.
gradisela, s. f. = rete : membrana re-
ticolata cho involgo lo interiora e gli
intestini.
1) vègli i pàgn de gradisela = avere
i panni raguati ; poveri e sdrusciti.
2) Erba di santa Barbera : sorta d'erba
selvatica ; erysimum barbarea.
grado, * s. tu. = grado, dignità ; el s' è
àvànsàa de grado = ha avanzato di
grado ; ha progredito in dignità. Vece
eletta per grad.
gràdiiaa, agg. = graduato ; che ha grado,
dignità, carica.
gràdiiàtoria, s. f. = graduatoria : elenco
graduato dei creditori e 1' atto legale
che lo contiene.
gràfa, s. f. = grappa, sgraffa : segno de-
gli stampatori: .Vedi gràpa.
grafometro, s. m. = grafometro, semi-
circolo : strumento per misurare gli
angoli sul terreno.
gràiuàtega, ora sostituito quasi intera-
mente dal più scelto gràmàtiea,* ò-. f. =
grammatica e gramatica : il libro in
cui si studiano i vocaboli o lo locuzioni
di una lingua.
1) var piisee là pràtica che là grà-
màtiea = vai più la pratica che la
grammatica, cioè la teoria.
gràmàticàl, * agg. = grammaticale : at-
tinente alla grammatica.
gràinàticliètn, s. f. = grammatichetta :
specialm. per indicare i primi elementi
della grammatica.
gràiuégna, 5. f. = gramigna : erba ser-
peggiante nei campi ; triticurn repeii-s
0 granien eaninum. Voce scelta per
greniégna.
1) tacàés còme là gràmègna = at-
carsi, appiccarsi come la gramigna : di
persona fastidiosa che non esce mai di
torno.
gràuiegnòs, agg. = gramignoso : di ter-
reno con molta gramigna.
gràmin, s. m. = gramma, grammo : unità
di misura di peso nel sistema metrico.
1) Agg. cattivo ; paga el bón per el
gru
(fràmm = ne soffre il giusto per il pec-
catore : quaado all'innocente toccano i
guai delle altrui colpe.
2) Malsano, infermiccio ; malandato.
graiiioLa, * s. f. = voce scelta per gre-
mola = gramola. Ordigno per asso-
dare la pasta, composto d' una stanga
e d'un argano.
1) Gramola, macciulla : strumento
por dirompere il lino e la canapa.
2) laorà Ma gràmola = gramolare
la pasta.
gràmola, v. att. = gramolare : preparare
assodata la pasta colla gramola.
gràii; s. m. = grano, frumento : la mi-
gliore specie dei cereali che serve ge-
neralmente a fare il pane.
1) Granaglie : nome collettivo di
grani e biade.
2) mercànt de gran = granaiolo.
3) Grano : unità di peso usata spe-
cialm. per le pietre prezioso.
gran, agg. sincope di grand, = grande,
di dimousioui più che ordinarie. La voce
gran, si prepone sempre al sostantiyo
a cui si riferisce e qualche volta si fa
grand' davanti a nomi maschili che
cominciano per vocale.
1) Nel senso morale; on gran òmvi
= uu grand' uomo ; dna gran citda =
una gran bella città. Per indicare la
vastità si dice grand o grànda, po-
sposti ■, Oli òiiDìi grand, dna citaa
grànda.
2) Ampio, vasto: riferito a coso ma-
teriali a cui non può essere proprio un
significato morale si dice indifferente-
mente gran, (preposto) come grand o
grànda, (posposto).
3) Si usa quasi pleonasticamente nel
senso dell' ital. « pure » nelle frasi :
vèss 011 gran bàmSa, on gran diétràtt
e sim. = essere pur bamboccio, distratto;
con valore accrescitivo.
grana, s. f. = granello : il seme delle
biade.
1) ona grana de formént, de for-
mentóne d' òrs = un granello di fru-
mento, di frumentone, d'orzo.
2) Chicco ; d'uva, caffè, zucchero,
t-ompesta, e sim. Per l'uva si dice an-
che acino, quantunque questo sia il no-
me proprio dei granellini che sono nel
chicco; dello zùcchero si dice meglio
zolletta.
3) Grana; la costituzione molocolare
370 — gra
di un corpo come si vede quand' è ta-
gliato 0 troncato. Lo diciamo specialm.
della carne e del cacio.
4) Buccio; T. de cono : la super-
fìcie esterna delle pelli.
5) Grana : scabrosità di superficie;
T. dei cartai e dei gioiellieri.
6) formàgg de grtlna.\Q&\ formàj, 1).
grànaa, (pòmui) s. m. = granato, mela-
grano: pianta delle mirtacee oriunde
d'Affrica e il frutto di questa pianta.
1) deventà rosé come onpòmm grà-
naa = farsi rosso come un fiore di me-
lagrano, y
grànàda, s. f. = granate/: gioia di color
vinato.. \
grànàdìlia, s. f. = grauatiglia: legname
fino per impi.iUacciaro
grànàdinn, s. f. = grauatina : specie di
stoffa di seta a tossutc^leggiero.
1) Sciroppo fatto di melagrane.
grànàtér e grànàtiér,* s. m. = grana-
tiere: soldato scelto di fanteria.
1) Anche di persona alta di statura
ed aitante e specialmente di donna un
po' prepotente.
grand, agg. = grande: che passa la mi-
sura ordinaria di estensione in lunghezza
0 larghezza, o profondità.
1) Ampio: che può contener molte
cose.
2) Adulto: che è cresciuto completa-
mente; quind mrdnt grand iutàroo el
papà e là marna = quando sarò adulto
aiuterò liabbo e inanimi.
8) tira grand = allevare : di figliuoli
che si crescono giorno per giorno.
4) grand e gròss = grande e grosso:
di uomo ben complesso, robusto e forte.
Si dice anche grand e gross e éeopàsiiii.
5) àia grànda, in grand modo av-
veri». = alla grande, con magnificenza,
liberalità ; fàla àndà alla grànda =
scialarla.
6) là cà grànda = Y ospedale mag-
gioro.
7) papà grande marna grànda = il
nonno e la nonna.
grandèll, agg. = grandicello, grandicino,
grandetto; dim. di grande.
grandèsa, s. f = grandezza ; astr. di
grande, l'essere grande.
1) gràndèss = grandezze, grandezzate:
fasto specialm. ostentato.
2) Altezza ; specialm. della statara
di uomo.
gra — 371 —
grandesà, r. att. = far grandezzate, aver
grandigia, ostentare lusso e grandezza.
grandióS; agg. = grandioso: che colpisce
r immaginazione per la grandiosità, la
ricchezza, lo sfoggio.
grandiositaa, s. f. = grandiosità : qua-
lità di ciò che è grandioso.
grandoeùr, s. m. = grandezzata, grandi-
gia. Vedi grandèsa, 1). Dal francese
grandettr.
grandòn, s. m. = grandiglione : giovine
grande e grosso senza criterio.
1) Agg.; grandone, accresc. di grande,
spocialin. in senso comparativo; el gran-
(ICm è il più grande di parecchi oggetti
che ci han sottomano.
grandòtt , agg. = grandetto : piuttosto
grande.
granduca, s. m. = granduca : titolo di
principe.
grànee, s. m. = granaio : stanza ove si
ripongono le granaglie.
grànelitt, s. m. pi. = acini, vinacciuoli:
i piccoli granelli che sono nel chicco
dell'uva.
granì; r. att. = granare, granire, dar la
grana: rendere scabra una superficie
con intaccature; specialm. di lavori di
cesello.
grànida, s. f. = granita, gramolata : ac-
qua acconcia con zucchero, sugo di li-
mone, cedrato, o sim. e congelata in
modo che venga granellosa.'O più sciolta
del sorbetto.
grànidòr, s. m. = granitoio ; T. dei cesell.
oref. e gioiell. Cesello cho servo per dar
la grana.
granii, s. m. = granito: roccia durissima
punteggiata di nero e rosso,
1) Agg., granito, che ebbe la grana.
grauilia, s. f. = granatiglia. V. gVanà-
dilia.
grauìn, s. vi. = granello, chicco.
1) vèàs on granili de pcver o de ma
= essere un gran di pepo, un garofa-
nino: piccino di corpo ma pien di in-
gegno e di senno.
grànn, *. f. pi. = chicchi, acini. Tedi
grana, 2).
grànon, s. m. = cacio lodigiano o par-
migiano della miglior qualità.
gràpa, s. f. = grappolo: gnxspo sul quale
sono attaccati gli acini dell'uva, coli' in-
sieme degli acini.
1) Grappa: specie di acquavita fino.
2) Grappa: segno grafico che accenna
gra
all'unione di articoli o paragrafi. Vedi
gra fa, por la forma.
gràpelà, v. att. = grappolaro, raspolare,
racimolare: andar cogliendo i gracimoli,
cioè i grappoli rimasti sulla vite dopo
la vendemmia.
gràpèll, s. m. = grappolino, grappoletto;
- dim. di gràpa, = grappolo.
gràpìn, s. ni. = bicchierino d' acquavite
0 di qualunque altra bevanda spiritosa.
Vedi cichètt.
gràpinà, v. att. = bere di frequente bic-
chierini di grappa e sim.
gràsa, s. f. = grasso: sostanze bianche o
giallastre cho si trovano nei tessuti ani-
mali; là grààa del màns, del vitèll, del
iòti = il grasso del manzo, del vitello,
del tonno.
1) gràsa stagna = grasso lardoso.
2) grààa de porscèll = grascia: sugna
di porco.
3) Adipe, pinguedine; dà gid là gràéa
= dimagrire.
4) là gràsa l'ha mai ben fin che là
magra no là vèìi = l'asino non cono-
sce la coda so non quand'ei non l'ha
più: chi sta bene non s'accontenta e
desidera il meglio, ohe è del bene ne-
mico.
5) mctt, tegnì in gràsa = ingi'assare;
di buoi, polli, ecc.
6) nodà in là gràsa = nuotar nel
lardo, vivere nell'abbondanza, ed anche
essere molto pingue, adiposo.
7) el cola gràsa = è grasso bracato,
e grasso che cola : e eccessivamente
grasso.
8) Concio: sterco dello bestie mosco-
lato con paglia, ecc. ; serve per conci-
mare. Se è solo storco di bove o d'altro
bestie vaccine, dicosi: bovina.
9) Agg., grassa: femm. di grasso.
gràsechiu, agg. = modo di diro del tutto
idiotico per indicare schorzosam. per-
sona magra. Composto di gràss e sècch.
Paro si voglia diro clie è grassa, ma
poi si dico cho è secca.
gràsèll, s. m. = polpastrello : la parte
carnosa all'estremità delle dita.
1) Delle orecchio; lobulo, lobo.
gvàsèsa, s. f. = grassezza, pinguodiAp :
stato di persona soverchiamente aggra-
vata di grasso.
gràsia, s. f. = grazia, garbo; la grazia
neir operare enei conversare.
1) Nelle arti e specialm. d'abito; el
gra
— 372 —
gra
gìi'à minga de grààia in di spali =
non ha garbo nelle spallo.
2) Benevolenza o concessione fatta
da persona superiore.
3) Il cambiamento di pena, e spe-
cialmente della pena di morte per gra-
zia sovrana.
4) fa là grààia = far la grazia, spe-
cialmente di Dio 0 della Madonna o dei
santi che esaudiscono lo nostre pro-
ghiere e contentano i nostri desideri.
Per chi ancora crede che lo possano
fare.
5) el colp de gràsia = il colpo di
grazia; figur., l'ultima e fatale sciagura.
6) la eòa bòna grààia = la sua cor-
tesia: mancia che si dà a chi ci ha
fatto un servigio.
7) coni grààia mod. avv. = con gra-
zia, con garbo, aggraziatamente.
8) dà grààia = dare, render grazia,
aggraziare; el g' ha daa ài veétii Òna
grààia che l'è òna meravìglia = ag-
graziò tanto il vestito che è una me-
raviglia.
9) in grààia = di grazia ; pregando ;
che ora l'è, in grààia V = di grazia, che
ore sono? Anche: in grazia; per amore
per cagione ; àont consciaa insci, in
gràsia di me fioeii = son così malconcio
per cagione dei miei figli.
10) grààia di Dìo = ogni ben di
Dio : abbondanza, specialmente di cibo.
11) veàà fceùra dèla grààia di Dìo
= essere fuori di so : essere adiratis-
simo.
12) vègh de gràsia, vegh car e grà-
àia = aver di grazia, aver di catti :
non parerci vero, ascrivere a nostra
fortuna, perchè l'avere il più non è
l^ossibilo, avere il meno.
IB) i tré Oràài = le Grazie : le tre
giovinette che gli antichi figuravano
come simbolo della bellezza e del de-
coro. Noi lo diciamo scherzosam. quando
vediamo tre donne insieme, specialm.
se giovani, anche se non son belle.
14) i Oràài = Santa Maria delle Gra-
zie : una delle più belle nostre chioso
degnissima per arte e memorie storiche.
gràsia, v. alt. = graziare : conceder grazia
liberare da morte o altre condanno.
gràsìe ! = grazie ! : formola di ringrazia-
mento ; dì grààie = dir grazie ; ringra-
ziare.
1 ) grààie = grazie, no : formola cor-
tese por rifiutare cosa che ci venga of-
ferta.
2) àvègh per on grààie = avere gra-
tuitamente ; senza dover pagare e ba-
stando come ricompensa un grazie.
gràsieta, * s. f. = grazietta, dimin. di
grazia noi sigiiif. di garbo, di venustà
neir operare e nel conversare. Specialm»
dei bambini.
gràsìn, agg. = grassino, dim. di grasso,
specialm. nel senso di alquanto grasso,
un po' grasso ; el comincia à torna
grààìn = comincia a rifarsi un po'
grasso. Di pers. convalescenti special-
mente.
gràsìna) s. f. = un po' di grasso, dimin.
vezzegg. di gràsa. Sempre soltanto
delle parti grasse della carne macellata.
gràsiòs, a^g. = grazioso, avvenente, leg-
giadro: che ha grazia.
1) Gradevole, gradito, piacevole. Spe-
cialm. di cibi.
2) Garbato, gentile. Di pers. che ha
maniere cortesi.
3) grààiòs còme Òna àprèla = mal-
grazioso, sgarbato.
gràsiositaà^ s. f. = grazia, garbo; ve-
nustà di modi e di parola.
gràsóii) s. m. = crescione : specie d'erba
che si mangia in insalata.
1) Agg. grassone, grassotto, accresc.
di grasso.
gràsotèllj agg. = grassottino, dim. vez-
zegg. di grassotto.
gràsòtt, agg. = grassotto : piuttosto grasso:
si dice quasi sempre delle sole persone.
gràss, s. m. = grasso : la parte grassa,
untuosa di parecchie sostanze animali,
0 vegetali ; el grààs del biitér, de l'oli =
il grasso del burro, dell'olio.
1) Grassezza, la parte grassa ; el
grààà del mdnà, del ritèll, del tòn, e
sim. = la grassezza, il grasso del manzo
del vitello , del tonno e sim. Vedi
gràsa.
2) de grààà = di grasso : dei tempi
cho secondo la chiesa cattolica è per-
messo mangiare cibi grassi ; dì de grààà
= giorno di grasso ; mangia de graàà
= mangiar di grasso.
3) pària de grààà = fare discorsi
grassi, allegri, un po' liberi, dove si
faccia ridere alla barba del pudore. i
4) àchità grààà = schizzargli il grasso i
dagli occhi. Di persona molto adiposa.
5) grààà bianch = strutto, sugna;
g-ra
lardo e grasso dei visceri di porco
strutto e non salato.
gràss, agg. = grasso : che contiene grasso ;
QH. biitér, formàgg gràie = olio, burro,
cacio grasso,
1) Fornito di grasso; carne gràsa,
polàster gràss = carne grassa, pollo
grasso. Anche: òmm gràss, dona g rasa
= uomo grasso, donna grassa : ben for-
nito di materia adiposa e di carne per
tutto il corpo. In questo senso anche :
adiposo, panciuto, pingue.
2) gràss còme on pòreh = grasso
bracato, grasso che cola. Eecessiva-
mento grasso.
3) gràss come on'inciòda = allampa-
nato, smunto: magro come un'acciuga.
4) gràss come = tutto sugna, assai
grasso.
5) dcventàgli gràss dent = grogiolarsi,
compiacersi in modo straordinario e
continuo. Anche: adattarsi. Vedi àdà-
tàss, 3).
6) broRud gràss = brodo grasso : in
cui il grasso galleggia sciolto.
7) Di cose: utile, vantaggioso ; rt/ftW.
imjnégh, guàdàgn gràss = affare, im-
piego, guadagno grasso, lucroso.
8) lunedì, martedì, etc. gràès = lu-
nedi, martedi, ecc. grasso ; éetimàna
gràsa = settimana grassa;, l'ultima di
carnevale.
9) discare gràss = discorso, storiella
grassa, allegra; un po' libera dove si
faccia ridere in barba al pudore.
10) deventà gràss impinguarsi, dive-
nir grasso.
11) tèra f/ràsa = terreno grasso, fer-
tile.
12) Éga gràsa = uva mestala : sorta
d'uva molto dolce e che fa assai mosto.
13) insalata gràsa = insalata acquosa.
14) sùeher gràss = zucchero biondo,
giallo.
15) à fàla gràsa = a farla grassa:
a dir di molto, in fatto di guadagni, ri-
sorso ; successo , esito relativamente
alle speranze d'uno.
16) vèsà gràss de é'cioptl = esser
grasso a crei)apelle, e scherzosam. :
essere magro come un carnevale.
gràsusc, .s. m. = grassume : il troppo
grasso di carne o pietanza.
gràtàj V. att. = grattare : fregar la pelle
colle unghie per sedare o mitigare il
prurito.
373 - gra
1) Grattare, grattugiare: tritare pano,
cacio colla grattugia.
2) Grattare, strimpellare: di stru-
mento ad arco, quando è suonato male.
3) Granciro, aggranfiare, rubare, ra-
pire.
4) gràtàéè in eoo = grattarsi il capo :
per dispetto o rammarico.
5) sta li à gràtàéà el ■vénter = grat-
tarsi il corpo, la pancia : non far nulla.
6) cerca rogna de grata = pigliare
una gatta a pelare: mettersi in impe-
gni fastidiosi senza sugo. Anche : cer-
car di rogna, cercarsi dei fastidi.
7) grata che te grata = gratta e
rigratta.
8) grata vìa = raschiare : cancellare
raschiando.
gràtàbriìstìa, s. f. = grattapugia: sorta
di pennello metallico per pulire l'og-
getto prima di dorarlo. T. degli orefici.
gràtàciiii, s. m. = grattaculo, ballerino :
seme di rosa selvatica. Dal francese :
gratte-cul.
1 ) salsa de gràtàciiii = salsa di bal-
lerini, di coccole rosso.
gràtàda, s. f. gi-attata: il grattare; dàgh,
óna bèli gràtdda = dare una grattata
di gusto.
1) Eubacchiamento , rubamento ; il
rubare.
gràtàdiiia, s. f. = grattatina, dim. vez-
zeg. di grattata.
gràtàfàiiga, s. f. = brossa : spazzola di
setolo grosse.
gràtàforiiiàj, .f. m. = stiimpellatore :
chi suona malo un istrumento ad arco.
Gràtàsoeùj, s. m. = Grattasoglio : nome
d'un paese vicino a Milano. Entra per
somiglianza di suono col vei'bo grata
nella frase : àndà à Gràtàéoeuj = esser
ladro, riibare, sgiaffignare.
gràtìcolaj 5. f. = graticola, gratella : ar-
nese da cucina composto di spranghette,
per arrostirvi costolette, pesci, ecc.
gràtiflcàsiòii; s. f. = gratificazione : ri-
compensa 0 rimunerazione di danari ad
alcuno por servizi straordinari.
gratin gratin (fa), = grattare : special-
mente sul palmo della mano : queUo
che si fa ai bambini quando si dico
loro la canzonetta : doe te see étaa, ecc.
Vedi comaa 1).
gratina, v. att. = abbronzare, far pren-
dere il coloro del bronzo a vivande cho
hanno a riuscir cucinato in umido.
ffia
- 374 -
?ri
gràtii'oeùln, s. f. = grattugia : arnese por
tritare formaggio o pano.
1) pari dna yràtiraùla = parere una
grattugia : d' una superficie scabra o
specie della pelle quando è ruvida, o
bitorzoluta.
2) Graticola: inferriata sottile o latta
bucherellata del confessionale, da cui il
prete ascolta la confessione.
gratis, * ai>v. = gratis, gratuitamente :
senza interesse, senza farsi pagare.
grràtitudiu, * s. f. = gratitudine : rico-
nosceuza per un beneficio ricevuto.
Oràtoguàua; s. m. = Grattognaua: nomo
di un contado nostro ohe si usa nel
dotto : vèss vààiiii à Qràtààoeilj e bàte-
saa à (JràtognQ,na, che vale essere
ladro, ossero proclive a sgraffignare.
gràtón, s. m. = cicciolo, sicciolo : i pez-
zetti del lardo di maialo, cavato lo
strutto.
1) gràtón de fonnàj = grumi : pezzi
rimasti piuttosto grossi nel cacio grat-
tato.
gràtiiii, agij. = e meglio gratuit = gi;a-
tuito: fatto senza ricompensa, por grazia,
gràye, * agg. = grave : di malattia peri-
colosa,
1) Di cosa che abbia gravità, impor-
tanza. Sinonimo di sèri che è meglio
usato.
gràvida, agg. = gravida: della donna
che ha concepito lino a che non par-
torisca. Per anal. e estens, si dice: el
par gravici ; te see gràvid ? = par gra-
gravido ; sei gravido ? Ad uomo che ab-
bia molte voglie.
gràvi«làiisa, s. f. = gravidanza: lo stato
di donna gravida,
gràvìscia, s. f. = cola, graticcio da pas-
sarvi il sabbione. Vedi gràdiscia.
gràvitaa, s. f. = gravità: astratto di
grave. Vedi,
greca, s. f. = greca: sorta di disegao
per ornato fatto a meandro cosi : 5H5H.
1) Palandrane: gabbano alla greca.
grcccli, s. m. = greco: la lingua greca.
1) Agg,: di Grecia o della lingua
greca.
grècch (dà el), = condire, dar savore,
dare un certo sale.
1) Anche: piaggiare, adulai-e. Poco
usato.
greg, * agg. = greggio, grezzo, bruto;
non pulito, non lavorato : di metalli,
sassi, legno, ed anche di qualunque
manifattura abbozzata, di tela non im-
biancati e sim.
gregna, s. f. = covoncello del riso,
(jJregòri, s. vi. = Gregorio : nome proprio
di persona.
1) h'ìi finii i mese à san Gregari
è finita la bazza, la cuccagaa : modo
di dire col quale accenniamo a cessa-
zione di lucri 0 vantaggi qualunque.
gréla, s. f. = gratella graticola. Vedi
gratìcola, voce assai più dell'uso.
gremà, e att. = avvampare, abbronzare:
di foco 0 corpo fortemente riscaldato
che, messo a contaito con altro, ne
brucia leggermente la superfìcie, tanto
da fargli prendere un colore simile al
bronzo,
gremaa, agg. = avvampato, abbronzato :
ciò che ha preso l'abbronzatura.
gremàda, s. f. = abbronzatura, l'abbron-
zar che fa il foco, o un corpo forte-
mente riscaldato, a danno di un altro.
gremàdiuà, s. f. = abbronzata : un ab-
bronzar leggiero.
greiiiègna, s. f. = gramigna. Vedi grà-
iiièsna.
grèiiiiu, s. m. = abbronza'iiento.
1) sàvè de grèmm = sentir di bru-
ciaticcio.
2) ciàpà el grèmm = abljronzarsi:
cominciare ad avamjjare. Di vivande
a foco troppo ardente.
grèmola, s. f. = gramola. Vedi grà-
mola.
greiuolaa, agj. = granito: di corpo la
cui superficie ha la grana.
1) Bitorzoluto, pieno di bitorzoletti.
greiuoliu, s. m. = bozzolo, bitorzoletto :
ciò che rileva alquanto dalla superficie
nella pasta, polenta, pane, ecc.
grev^ agg. = grave, greve, pesante : ciò
che pesa relativamente troppo.
1) vègli el eoo grev = essere accapac-
ciato, avere il capo posante, grave.
2) tiria gréva = aria grave, pesante ;
opprimente.
grì, s. m. = grillo: animaletto che nei
prati e nei focolari trilla di notte,
1) canta còme on grì = cantar lieto,
a tutto fiato,
2) fa rid anche i grì = far ridere
lo telline.
3) salta come on gri = saltarellare:
di fanciulli che giocano vispi, e anche
di persona che cammini saltellando leg-
giera.
gl'I
- 375 -
grò
I
4) vèéé àlègher cóme on grì = esser
contento come una pasqua.
5) fa grl grì grl = far tre tre tre :
il canto del grillo.
6) Fig. grillo, fantasia, ghiribizzo;
■vègh di grì per el eoo = aver la testa,
il capo a' grilli.
grida, s. f. = grida, bando : voce ora
quasi interamente disusata e sostituita
da àvis. Vedi.
grigruà, srignàda, ecc. Vedi ghigruS,
ghigiiàda, ecc.
grigiiceù, s. in. = orliccio, cantuccio,
cornetto, l'estremità della corteccia del
del pane.
grìgnolo, agg. = attributo d'ima specie
d'uva liianca o rossa, ad acini grossi
e un po' oblunghi.
grìlett, * s. m. = grilletto : nelle armi
da foco ferretto che, toccato, fa scattare
il cane.
griiua, s. f. = crema, panna. Voce più
del gergo che del dialetto, il quale dico
panerà.
grìmèll, s. m. = grovigliolo, nodo; gro-
vigliola che appare nel tessuto.
1) Agg. di vili. Indica quel vino
che un tal Grimelli cominciò a intro-
durre fatto chimicamente, quando la
crittogama distrusse le viti. Da allora,
perfezionati i metodi di fabbricazione,
il vino restò nella maggior parte sofi-
sticato, e il trovarne di spremuto dal-
l'uva è affar molto serio.
grimOiiia, s. f. = agrimonia ; agrimonia
eupatoria: pianta perenne.
grìu, grill (fa), = strimpellare: suonar
male i strumenti ad arco.
1) Entra nella canzonetta: dòe te see
étaa - à cà de la comaa, ecc. Vedi
coniaa, 1).
grìnga, s. f. = crine: pelo lungo del
collo e della coda del cavallo.
1) Crino : il crino conciato.
2) Tarpigna ; easciUa europea : specie
di erba.
3) Caglio, erba zolfina; gallium ve-
runi : specie di orba.
griiigh, s. m. = gordio acquatico : ver-
me bianchiccio comune- nelle polle e
nei fontanili.
gringhiuèll, = s. m. = nodo: cappio
in cui si annodano i fili da torcersi
per farne spago. T. dei cordai.
gringola (àndà in), = andare in broda
di succiole : godere assai di checchessia.
grinsa, * s. f. = grinza, ruga: solco sulla
superficie della pelle dei volto prove-
niente dall'età.
griiisà, V. att. = agrinzirsi: della pelle
che prende le grinze ; à làvàss cont
V acqua calda se grlnéa là péli = la-
vandosi coir acqua calla s'aggrinzisco
la pelle.
grinta, s. f. = grinta: volto d'uomo per-
verso e corrucciato.
1) mètt già là grinta = imbronciare,
imbronciro: pigliare il broncio, far se-
gno di corruccio.
grioetì, s. VI. = gheriglio : il frutto della
noce, nella parte mangereccia.
gripp, s. in. = grippe : sorta di malattia
che si mostra con mal di testa, di gola
e con tosse.
1) Greppo: luogo dirupato; andasti
e gid per i gripp = andar qua e là
pei greppi.
gris, agg. = grigio : di colore scu.ro misto
di bianco.
1) Brizzolato: di capelli e barba
quando cominciano a imbiancare.
2) deventà gris = imbigiare, incanu-
tire, brizzolarsi.
3) fa vegnì gris = far venire i ca-
pelli bianchi : di gravi pensieri, cure
moleste, afflizioni.
4) là grìsa = la grigia : lo diciamo
come sostantivo di cavalle, mule, ecc.
grisaa, agg. = grigiolato : tendente al
grigio.
grisèta, s. f. = grisetta: specie di tela di
color grigio chiaro.
grisiu, s. in. = grissino : specie di pan
biscotto che fanno specialmente a To-
rino e che a noi venne di là.
1) Anche come diminut. di griss, =
un pocolino, un bricciolo.
grison, agg. = grigiotto; accresc. di gri-
gio, e specialm. di pers. molto brizzo-
lata.
griss, s. in. = un miccino, un pocolino;
una piccolissima quantità.
grò, s. m. = gros: specie di stoffa di seta;
usata per vestiti.
gròiuui, s. in. = servo ; gai'zone specialm.
addotto ai cavalli e alla carrozza. Dal-
l' ingl. groom.
grónda, s. f. = gronda, tettoia: estremità
esterna dei tetti sporgente in fuori.
gronda, v. att. = grondare: cadere l'acqua
dalle gronde.
?ro — 376 —
1) Stillare, venir giù, di qualunque
liquido.
groiidaa, s. in. = seggiola: luogo all'e-
stremità dei correnti alle gronde.
grrondàna, s. f. = gi-ondaia, sgocciola-
mento: il luogo dove cade l'acqua dalla
gronda.
1) Grondatara: l'acqua che gronda.
grondòn, s. m. = grondone: lungo e largo
canale di terra cotta sotto la gronda.
1) Aggrondatiira, cipiglio.
2) mètt già el grondòn = imbroncire.
V. grinta, 1).
groiidouà, V. att. = grondare. Y. gronda.
gròu, gróii, cose gli'è deiit in sto pii-
gnòn, = lo stesso che pìn ptn^ cavalin.
Vedi càvàlìn, 2).
grópa, s. f. = groppa, schiena, dorso. V.
gròpa, 2).
1) portala in grdpa à nisun = non
lasciarsi metter i piedi sai collo da
nessuno, non lasciarsi camminar sui
piedi.
gropà; V. alt. = annodare: unire insieme
i due capi di un filo, spago, e sim.,
facendovi un nodo.
gropass, v. rifl. = annodarsi: di cosa che
si avvolga sopra sé stossa formando
uno 0 più nodi.
gropér, s. m. = biscazziere , assistente
di gioco; dal frane, croupier.
gropèra, s. f. = groppiera: ciioio della
sella che si attacca al posollno.
gropì, e gropiss, v. att. rifl. = anno-
dare, annodarsi. Vedi gropà, gropàss.
1) gropiss = aggrumarsi : del latto
che si forma in grami, o per acidi che
vi si mettano, o per troppo forte ca-
lore se è unito a uova.
gropidura, s. f. = penero, peuerata: parte
dell'ordito che rimane senza essere tes-
suta, e che forma quasi una frangia.
gropin, s. m. = nodetto, nodino; dimin.
di gropp.
1) Grappino : sorta di pasta dolco
fatta ad anelli. Usa meglio il piar, i
gropitt.
gropolént, agg. = nodoso, ronchioso ;
pieno di nodi.
gropòn, s. m. = groppa; accr. di gròpa.
Del linguaggio fam. e scherz,
gropp, s. m. = nodo, quell'avvolgimento
che una cosa fa in se medesima, dif-
ficile a sciogliersi.
1) Annodatura: effetto dell'annodare
e il punto dove una cosa è annodata.
grò
2) fa on gropp sul fasolètt = faro un
nodo sulla pezzuola, sul fazzoletto; per
ricordarsi di qualche cosa.
3) fa sii '/ gropp = ingruppare, an-
nodare.
4) fàs.^ sii in d' on gropp = aggomi-
tolarsi. Detto di persone.
5) gropp àsaa = accappiature, nodo
scorsoio.
6) gropp de lana o de seda = nodo
doppio.
7) gropp de piàs = nodo in sul dito.
8) tuti i gropp èe ridusen, regnen
ài pèten = tutti i nodi vengon al pet-
tino: tutte le male azioni si scoprono
e si pagano.
9) streng i gropp = A^enire alle strette
concludere; specialm. di affari, di con-
tratti.
10 vègli on gropp ^la gola, ài sio-
megh = avere un nodo alla gola ; per
commozione, specialm. quando non si
può piangere.
11) Interrompimenti nel fusto di certe
piante; * gropp del bambù' = i nodi del
bambù.
12) Nodo, nocchio: nodo nel legname;
ed anche certe parti dure e legnose che
a volte si trovano nello frutto.
13) Brocco, bozzolo : inuguaglianze
nel filato, specialmente di lana.
14) Gruppo; riunione di figure. T. pit-
tor. toatr. scult, e sim.
gròsa, s. f. = grossa; T. commerc, do-
dici dozzine.
grosésa, s. f. = grossezza, spessore; qua-
lità di ohi o ciò che è grosso.
grosìsta, * s. m. = grossista : chi vende
merci all'ingrosso.
grosolàn, * agg. = gi-ossolano, rozzo; di
qualità ordinaria, e se pers. di modi or-
dinari, rozzi.
gròss, agg. = grosso : che ha molto vo-
lume; contrario di sottile o minuto.
1) Atticciato; di persona grossa, tra- /
versa, tarchiata. Lo stesso che /
2) grand e gròss = grande e grosso/
3) àndà gio de gròàé = farla alia
grande; spendere senza riguardo; in ge-
nerale, abbondare. '
6) dila, fàla gròsa = dirla, farla grossa,
dirla, farla marchiana ; dire, fare uno
sproposito.
7) vegnt gròés = ingrossare ; farsi
grosso.
i
— 377
B
8) de gròàs = alla grossa, grossa-
mente, seaza finezza.
9) dàc/h de gròss = dar passata, ti-
rar giù alla buona; di cosa che si faccia
senza molta accuratezza.
10) Di fiume; gonfio, pieno più del
solito.
gròta, s. f. = grotta; caverna nella roccia;
ve no sono di artificiali per ornamento
dei giardini.
gru, s. f. = gru, grue: grosso uccello di
passo.
1) Macchina per sollevare pesi. Si
dice anche grfia.
grubiàn, agg. = villano, rozzo, zotico;
di pers. che ha modi ordinari e rozzi,
grill) Làiiàda, s. f. = villania, garbacelo;
atto sconveniente e scortese.
griibiànìsmo, s. m. = impolitezza, roz-
zezza, incoltezza: natura di chi è rozzo,
scortese, zotico.
griìèra, (forinàgg de) = formaggio di
gruera dal frane, grwjère. Specie di
formaggio salato.
griign, s. VI. = grugno, grifo : muso del
porco e d'altri animali sim.
1) Per dispr. anche del viso dell'uomo.
2) Broncio; mètt gid el grùgn = im-
bronciare. Vedi grinta, Ij.
3) Busse, botte: specialm. pugni; dàgh
di griign = picchiarlo, dargli dei pugni.
griignetòn, s. m. = chinilo grosso. Vedi
arcàsa.
grugnì, V. att. = grugnire : lo stridere del
porco, 0 per estens. le voci che gli so-
migliano.
griigiiolént, agg. = nodoso, nocchioso:
pieno di nodi e di nocchi.
grilli, s. m. = cala pranzi : arnese pra-
ticato entro il vano di un muro maestro
per tirar su dalla cucina a terreno in
sala da pranzo le vivando.
grilmì, V. att. = aggrumarsi; formarsi in
grumi; el édngu, el làtt griimìsen = il
sangue, il latte s'aggrumano.
1) Abbozzolarsi; agglomerarsi di fa-
rine, ecc, a uso bozzolo.
grilmni,- s. m. = grumo: un po' di san-
gue 0 latte rappreso.
griipètt, s. m. = gruppetto. T. musicale.
1) Anche diminutivo di gruppo.
griipp, s. m. = gruppo: involto di mo-
neto.
1) Quantità di figure, per lo più scol-
pite, unite insieme.
guaa, s. in. = guazzatoio: luogo dove si
conducono a bere ed a guazzare i ca-
valli e sim.
1) Vado, guado, glastro: erba da tin-
gere in azzurro.
gnàda, s. f. = guade, vangai ola : impecio
di rote da pescare. Anche guàdiim.
gnàdàgn, s. m. = guadagno, lucro: ogni
sorta di utilità ottenuta da traffico, pos-
sessione, industria.
1) Vantaggio, utilità.
2) Iron., ho faa on bèli gnàdàgn =
ho fatto davvero un bel guadagno:
quando da una azione se n'ha più svan-
taggio che utile.
3) fa i guadàgn di Frances in Mosca
= fare i guadagni dei Francesi a Mosca:
cioè non far che perdere, non aver che
danno.
guadagna, v. att. = guadagnare, far gua-
dagno : acquistar danari con industria
e fatica.
1) Meritare; el me post Vhoo guadà-
gnaa = il mio posto l'ho meritato.
2) guadagna terèn = guadagnar ter-
reno: acquistar forza credito, fiducia.
3) gnàdàgnà nunca l'acqua de bcv =
non guadagaaro neanche l'acqua per
lavarsi le mani.
4) guadagnàss ci pan = guadagnarsi
il pano, guadagnar la vita.
5) Vincere; al gioco, una scommossa,
una causa, e sim.
guadìua, s. f. = guaina : piegatura cu-
cita attraverso a cui si passa un nastro
e col nastro si stringo e si allarga il
vestito per meglio adattarlo alla vita.
gnadinn, (i) s. f. pi. = lo guado, le van-
gaiolo. Vedi guada.
guài, esci. = guai ; guai à ti, à ntin, à
vidlter, e sim. = guai a te, a noi, a voi,
0 sim.; è esclamazione di minaccia.
guàia, esci. = guai : lo stesso che guài,
ma va disusando.
guàj, s. m. = guaio, malanno, inciampo:
danno che viene a portare ostacoli, dif-
ficoltà non prevedute.
1) Inciampo, ostacolo; el guàJ /'è che
domàn Ve doménica = l'inciampo è cho
domani è domenica.
2) on òmm pien de guàj = un uomo
pieno di guai; disgraziato.
3) veSs in guàj = essere in colpa.
4) Lite, discordia; Tè in guàj coni
el fràdèll = è in lite col fratello.
gualdràpa,* s. f. = gualdrappa : drappo
che copre la groppa del cavallo.
gua
— 378 —
gua
gualirà, -v. alt. = uguagliare, spianare,
forbire. T. di gioiolL e oriuol. ma
credo non s'oda quasi piii.
guano,* s. m. = guano: concio composto
d'escrementi d'uccelli, che viene dal-
l'America.
gruaut, s. m. = guanto : calzatura della
mano che copre le dita sei)aratamento.
1) vègli sic i fjuant = essere inguan-
tato, in guanti.
2) mòti sii i giicmt = inguantarsi,
mettersi i guanti.
B) guant de red = guanto a rete, a
midano.
giiantee, s. m. = guantaio: chi fa o vendo
guanti.
gruautìn, s. m. = manicotto: arnese di
pelo per tener caldo le mani alle si-
gnore d'inverno.
1) Guantino; dim. di guanto: piccolo
guanto.
guarda, v. att. = guardare : dirizzare lo
sguardo verso un oggetto.
2j guà-rdt indree = guardare addietro:
voltare il capo iadiotro per vedere.
3) guarda per travèrè = guardar torto,
atti'averso, con occhio bieco.
4) guarda ndnca, pie = non guar-
dare, non guardar più una persona: es-
sere scorucciti con quella, mostrarsi in-
differenti.
4) se gudrden pii = non si guardano
più: di persone che hanno rotto rela-
zione, l'amicizia.
5) guarda nò tròpp de fin, de me-
nUder = non la guardar tanto per il
minuto, per la sottile.
6) guarda d'alt in base = guardar
d'alto in basso: trattare con alterigia.
7) Prender notizia, far ricerca; guar-
da, se te troeiìvet el me teniperin =
guarda, se trovi il mio temperino.
8) Badare: stare attenti a quel elio
. si fa, per non sbagliare, evitare un pe-
ricolo; guarda de no boria gio = bada
di non cadere; guarda quèll che te fec =
bada a quello che fai.
9) guarda minga à spend = non guar-
dare a spesa: sopportarla volentieri.
10) guarda! = bada ! usato per ecci-
tar l'attenzione, avvertir d'un pericolo
ed anche, secondo i casi, in senso di
comando e minaccia; guarda che, se te
set minga àavi, te castighi = guarda
che, se non sei bono, ti castigo.
11) guardi ben, guàrdec ben = niente
affatto. È imperativo proibitivo.
12) guarda! guarda! = bada! bada!
avvertimento incalzante perchè uno si
scansi da lui pericolo imminente.
13) guarda àdree = invigilare, cu-
stodire; anche: governare ; intani che
mi éont via gudrdcgh àdree ti àia eà
= durante la mia assenza, badaci tu
alla casa.
14) bisógna minga guarda tiitt còse
= è sapienza doppia lasciar talora ire
tre pan per coppia ; col soverchio ve-
dere non si può mai godere.
15) Di case, finestre e sim., volgere
rispondere; i me fiiièster gudrden vèrs
giàrdin = le mio finestre guardano, ri-
spondono verso giardino.
16) guàrdàss, V. rifl. = astenersi; vie
guardar 00 ben dal ripètt sti parali =
mi baderò bene, mi -asterrò dal ripetere
tali jjarole.
17) Difóndersi, staro in guardia; guàr-
dàss delj'rèec^ del vent = badarsi dal
freddo, dal vento.
guardàbòsch, s. m. = guardaboschi:
guardia delle bandite.
guardàda, s. f. = guardata, occhiata: il
guardare, e piuttosto in fretta, di fuga;
anche vistàda.
giiardàiuàn, s. m. = guardamacchia: pezzo
d'alcuni fucili che tien fermo il gril-
letto, perchè tra cespugli e piante non
scatti.
1) Guardamano, manopola: parte delle
armi bianche manovpli che ripara la
mano.
guardàportòn, s. m. = guardaportone :
servo che sta alla custodia della porta
noi palazzi dei ricchi.
guardaroba, s. f. = guardaroba: armadio
a più ante dove si conservano i vestiti,
la biancheria e sim.
1) étànsa di giiardàròbb = guarda-
roba: stanza degli armadi.
guardarobee,s. ??i. e guardarobèra, s. f.
= il 0 la guardaroba: chi ha cura della
guardaroba : meno bello, guardarobiere
e guardarobiera.
guàrdàss, v. rifl. = guardarsi, badarsi,
astenersi. Vedi guarda. Iti e 17).
guàrdàvòi, = attenti ; voce militare di
comando.
guàrden, s. m. = tramezza, forte, guar-
dione: pozzi nella scarpa posti per so-
gua
- 379 -
gue
stenere il tomaio, e il calcagno. T, di
calzol.
guàrdia,* s. f. = gaardia, custodia: atto
e ufficio del vigilare , custodire ; fa là
guàrdia, vcsé de guàrdia = fare la gaar-
dia, esser di guardia. Lo stesso che
àndà^ vèàà sii de guàrdia.
1) La persona che sta a guardia; mètt
dna guàrdia = mettere una guardia ;
guàrdia Urbana = una guardia urbana
0 civica.
2) Olia guàrdia, i guardi = una guar-
dia, le guardie; assol. lo guardie di pub-
blica sicurezza; ciàmà i guardi = ctiia-
mare, far venire le guardie.
3) Una posizione speciale che pren-
dono i tiratori di scherma, e una parte
della spada o della sciabola elio ripara
la mano del tiratore dai colpi dell'av-
versario.
4) Mei in guardia = stare in guardia,
all'erta: stare attenti per evitare in-
sidie.
5) là guàrdia del mòre = la guardia
del morso: la parte che non entra nella
bocca del cavallo.
guàrdiàn, s. m. = guardiano, custode:
chi ha in custodia un luogo. Anche di
animali, specialmente so parano una
mandra.
1) pàder guàrdiàn = ^guardiano : in
alcuni ordini religiosi il capo del con-
vento.
guardina, s. f. = guardiole: stanza in cui
si forma il guardiano della i)rigione.
guari, V. att. = guarire, sanare: ricupe-
rare e restituire la sanità.
guàribìl,* agg. = guaribile: che può gua-
rire.
guàrig'iòu, * s. f. = guarigione: l'effetto
della cura modica; il termine della ma-
lattia, il ritorno alla sanità.
guàrìsc, s. m. = guidalesco : piaga per
sbucciature o per altro di cavalli mal
ridotti.
guàruà, v. att. = riporre, serbare ; met-
tere in serbo.
guàrnàcc, s. in. = governale ; timone dello
barche.
guàrnàscia, s. f. = camiciotto : quello,
per lo più di rigatino rosso, che por-
tano i macellai; è voce che disusa.
guàrnèri, s. vi. = armadio a muro : è
un vuoto fatto nella grossezza del muro
con imposte, per riporvi roba.
1) Anche: credenza; un armadio qua-
lunque.
guarnì, V. att. = guarnire, adornare, prov-
vedere una cosa d'una parte accessoria
cho serva a crescerne il pregio, l'ele-
ganza.
1) Mettere attorno a una pietanza
guarnizioni accessorie.
guàruigión,* s. f. = guarnigione : sol-
dati di presidio in una città, fortezza,,
e sim.
guàrnisión, s f. = guarnizione, guarni-
tura: tutto ciò che serve d'ornamento
alle vesti o ad altro.
guàst, s. m. = guasto, danno, rovina:
l'effetto del guastare.
1) Agg.; guasto, malconcio, sformato.
2) Avariato : si dice in ital. delle
merci alterate dall' acqua del mare, e
per esteus. di derrate che abbiano sof-
ferto e non siano piiì buone : d' altro
cose non si dice.
guasta, ». att. = guastare, sformare, sciu-
pare : far danai, quasi da rendere in-
servibile l'oggetto.
1) guasta i oiuv in del càvàgnoiù =
guastare le ova nel paniere ; disturbai'e
un affare combinato.
2) guàétàés, riti. = guastarsi ; andare
a male, sciuparsi.
3) no me tochee che me guàstee =*
non mi toccar ohe mi guasti ; lasciami
stare ; si dice di chi sia in tale stato
di salute cho ogni minima cosa gli fa
danno.
guàstàmestee, s. m. = guastamestieri :
chi si pone a fare ciò che non sa e
specialni. chi, lavorando per poco prezzo
fa danno agli altri artefici.
1) Imbrattamondo, imbroglione.
guera, «. f. = guerra : dissidio fra due
stati che si definisce colle armi, al-
meno finche non trionfi il sano prin-
cipio dell'arbitrato cho tolga la vergo-
gna del gran delitto che la guerra ò.
1) Per simil. discordia, contesa :
anche tra persone.
2) fa. là guèra = osteggiare, opporsi
in qualunque modo a qualche cosa.
8) Entra la parola nella canzonetta
infantile; Tògn, Tògìi, lìèla rògn pela
figli, capitàìii di formigli, capitàm
déla guèra, eitipa el s'ciòpp e boria
in tira.
guèrc, agg. = guercio : chi ha gli occhi
torti.
gue
— 3S0 —
gui
1) Monocolo : chi manca d'un occhio
o vedo da un occhio solo.
2) vèsé on guère in ììièéé ài òrb =
essere un guercio fra ciechi, fra un
esercito di ciechi un guercio è re.
gueriér, acjg. = guerriero ; atto alla guerra ;
che spetta alla guerra.
\) s. m. = uomo che fa per mestiere
la guerra.
gu?ee, s. m. = agoraio, spillettaio : che
fa e vende aghi e spilli.
gugèla, s. f. = infìlacappio, infilaguaine :
sorta d'ago grosso e stiacciato con punta
ottusa, che serve a infilare nastri e
sim. nelle guaine.
1) Puntale ; punta dell' aghetto o
stringa.
2) Libella, damigella, sposa : insotto
lungo, sottile con grandi ali.
gQgia, s. f. = ago : piccolo strumento
d'acciaio con punta e cruna per cucire.
1) infilù, là (jugia = infilar. l'ago.
2) fin come dna gorgia = fino, sot-
tile come un ago.
3) làorà faa à gugia = lavoro a ago ;
cioè non fatto a macchina.
4) òna carta de giicc = una grossa
d'aghi.
5) vlèé in àia gilec = essere sullo
spine ; star sulla gruccia.
6) gugia de eàlsètt = ferro da calze.
7) gugia de màtàràéee = quadrello.
8) gugia de inlàrdà = lardatoio.
9) vèss come cerea òni gingia in d'on
pàiee = esser come cercare un ago in
un saccone : di cose difficilissime a
trovare.
10) gugia = palo di ferro : asta di
ferro che usano i muratori.
11) Sviatore ; nelle rotaie quella che
si sposta opportunamente, perchè il
carro s'avvii per una strada, piuttosto
che per un'altra.
12) Specillo : strumento per assaggiar
caci 0 salami.
giig'ià, v. att. = dimergolare : tentennare
un chiodo per assicurare se è ben
piantato.
1) Scalzare : smuovere un chiodo
perchè si possa facilmente levare.
2) Spracchiare : T. dei caciai.
gUgiàda, s. f. = agata, gugliata : quantità
di filo da poter cucire con una distesa
di braccio.
1) tegnì à man i gilgiàd e tra vìa
i remiéej = guardarla nel lucignolo e
non nell'olio : risparmiare il poco e
scialaquare il molto. Vedi bondòii, 1).
2) tanti gitgidd fan on remièèll =
ogni prun fa siepe ; tutta l'acqua va al
mare : non bisogua trascurar nulla per-
chè tutto giova.
giig-ìn, s. m. = spillo, spilletto : punta
di ferro o acciaio con capocchia che
serve per appuntare.
1) pomèll del gilgln = capo dello spillo.
2) dormì, bàia éui giljitt = dormire,
ballare sui pettini da lino : si dice di
chi a far quella cosa è tratto da una
naturai disposizione invincibile. Vedi,
dormi, 12).
3) vèss éui gvgitt = stare sui pruni;
stare in disagio, in pena, attendendo
con ansietà.
4) coàinètt di gilgitt = guancialino
da spilli : piccolo sacchetto di stoffa su
cui le donno piantano gli spilli grossi
0 piccoli.
giìgìòii, s. m. = spillone, accresc. di
spillo, con capocchia grossa e usato per
lo più come fermaglio.
1) Dirizzatoio : stnimento per far la
dirizzatura dei capelli.
giigirceu, s- m. = agoraio : bocciolo dove
si mettono gli aghi.
guglia, s. f. = guglia, aguglia : piramide
di pietra, marmo o granito, anche a
base quadrata. Il nostro Duomo ne
conta 106.
giiida, s. f. = guida: chi accompagna
alcuno per insegnargli la via e spec.
chi conduco per vie di montagna poco
note.
1) Libro cho insegna il modo di gi-
rare per una città, per un paese e le
cose notevoli in quello.
2) Soldato scelto cho in tempo di
guerra fa il servizio fra i diversi corpi
d'un esercito.
3) Guidaiolo, guidaiola ; la bestia che
guida il branco.
4) gilìda si chiama qualunque stru-
mento che serve nelle arti come di
norma e di guida e aiutano 1' opera
d'altri strumenti.
5) Le strisce di cuoio che fanno parte
della briglia e son tenute dal guidatore.
Meglio rèdin.
guida, V. att. = guidare ; insegnare, ad-
ditare la via a chi non la conosce.
1) gilidà = guidare : guidare i ca-
valli, reggerli, dirigoili colla briglia.
grui
381 —
2) Educare, allevare, insegnare la
via d'un 'arte, d'una scienza, e sim.
giiidàsa, s. f. •= madrina, comare : donna
che tiene un bambino al fonte battesi-
male. Oggi usa meglio madrina.'^
gtiidàss, s. m. = padi'ino, santolo : chi
tiene a battesimo. Meglio pàdrìu.'*'
gusa, s. f. = guscio : involucro dei semi,
0 legnoso, come nelle noci e sim. o
coriaceo, come delle castagne.
gusa, s. f. = punta ; la parte più accumi-
nata d'un oggetto. Anche pùnta.*
griisà) V. att. = aguzzare, auzzare, ap-
puntare ; fare aguzzo ; giisà on pài =
aguzzare un palo.
1) Assottigliare, rendere fine, figur. ;
là bolèta là gusa el tdlènt = la bol-
letta aguzza l'ingegno. Vedi bolèta^ 2).
2) giisà là vista = aguzzare la vista ;
farla più intensa.
3) giistt l'àpetitt = solleticare l'ap-
nefito : incitare a mangiare chi per av-
ventura non ne senta la voglia.
giisèta, s. f, = puzzola : animale simile
alla faina, che spira cattivo odore.
1) Pispoletta, prispolino ; anthus
pratensis = specie di uccello.
2) Faloppa : bozzolo incominciato e
non terminato dal baco.
giiss, s. m. = guscio ; involucro del semi
animali, uovo, lumache, ecc.
1) vèss anmò in del giiés = avere il
guscio in capo : esseroy ancora troppo
bambino, troppo ingenuo.
giiss, a'tq. = aguzzo, auzzo, acuto, ap-
puQtato ; che finisce in punta o; molto
appuntato ; pài giiés, punta guéc^.f palo
aguzzo, punta aguzza.
1) Fig. acuto, fino, intelligente. Il
mil. in questo significato usa spesso
giiss ironie, e dice anche ; giiss còme
òna hògia = acuto come una palla,
tondo di pelo ; cioè tondo, di poco in-
gegno.
giist, s. in. = gusto : il senso del palata
per cui si distinguono i sapori.
1) Facoltà di sentire e giudicare del
bello ; vègli giist per là musica = avere
gusto por la musica ; vèss de bon giist =
essere di buon gusto, aver buon gusto.
2) Soddisfazione, piacere ; che giist
te g'hee à tormenta i beati = che gu-
sto hai a tormentare le bestie.
3) ciàpà giist à fa = provarci, pren-
derci gusto a fare ; far volontici'i e con
piacere una cosa.
4) ciàpàgh minga giièt = non averci
gusto ; trovare amara una cosa che si
credeva di fare in barba ad altri.
5) giiét màtt = gusto matto ; piacere
straordinario.
6) g'hoo giist = ci ho gusto : quando-
si sente che a qualcuno gliel' hanno-
fatta 0 gli è successo quel che si merita.
?) tati i giiét hin giist = tutti i gu-
sti son gusti ; ognuno ha i suoi gusti.
8) in éiil giist de... = sul gusto di...;
dolio stesso genere di...
9) che giiét! = esclamaz. di rimprovero
a chi per capriccio fa cose non buone,
gusta, V. att. = gu.stare ; aver a grado,.
provar diletto.
gustibus. Si ha nel detto : de gùstibils
non èst dispUtdnduiìi, = i gusti sono
vari come sono i visi ; è tolto di pianta
dal latino.
gustón. s. m. = gusto matto ; gran pia-
cere, diletto sommo.
giistòS; agg. = gustoso, gustevole ; pia-
cevole al gusto.
giitàpérca, * s. f. = guttaperca : so-
stanza gommosa, resinosa, simile alla
gomma elastica, della quale si fanno
parecchi oggetti. Vedi gotapérca.
I
h, = acca : ottava lettera doli' alfabeto.
Non ha suono nel nostro dialetto e non
si usa che in alcune voci del verbo
vègh: g'hoo, te g'hee, el g'ha. g'hèmm,
g'hàn ; e per rinforzo dopo il e e il g
in fin di parola mtlnieh, càregh, seiocch,
fìòech.1 figh, riigh , liimdgh o seguiti
da i, 0 e, so devono aver suono duro
cAe, ghèll, bochèll. chichera, chichìnger,
ghiribiéé, ghìrla, laghetti lilghii.
- 382 -
idr
j, = i : nona lettera dell'alfabeto.
1) Artic. plur. di e^ = il e di là =
In ; i fiiimm = i fiumi ; * dònn = le
donne.
i])is e redibis, s. m. = andirivieni, con-
tmdizioni continue nel parlare.
1) Viavai ; un va e vieni dì persone
e di cose.
ics, s. /. = iccase, iccasso : nome della
lettera x.
idèa,* s. f. = idea : immagino che la
mente si forma di una cosa.
1) Concetto, pensiero : quello che co-
stituisce l'invenzione di un'opera d'arto
specialm.
2) Capriccio, fantasia ; che idèa t' è
'vegniiii incmi de vorè nò mangia =
che idea t'è venuta oggi di non voler
mangiare.
8) Forma, modello ; se el me dà
ridèa de qu'ell che 'l voRiir, ghel foo •=
se mi dà 1' idea di ciò che vuole,
glielo fo.
4) vcgh idèa = iraniaginai'e ; se po'
mtnga vègh idèa del ben che '/ me
voeùr = non si può immaginare il bene
i)he mi vuole.
5) de eòa idèa = di sua testa. An-
sile : idealmente, immaginariamente.
6) Cera, viso, aspetto, faccia ; cara
ti^ el g'iià on' idèa che me pias propi
nò = caro mio, ha una faccia che mi
piace punto.
7) Tantino, un minimo che ; dàmm
on idèa de sueher = dammi uu tantin
di zucchero.
Idea,* «'. att. = ideare, architettai"e, con-
cepire il disegno di uu lavoro o im-
presa.
1) Immaginare. Vedi idèa, 4).
2) Proporsi di far qualche cosa ;
avarìen ideaa de àndà siil Resegòn
domali matina = avrebbero ideato d'an-
dar domattina sul Rosegone.
ideal, * agg. = ideale ; che esisto solo
noli' idea, immaginario : contrario di
reale.
1) s. m. = ciò cho si desidera ar-
dentemente -, ed anche tutto un ordine
di pensieri elevati di un uomo, o una
grande e feconda idea.
idealismo,* s. m. = idealismo, idealità:
la qualità di chi pensa idealmente e
vaglioggia molti ideali.
ideàss, «?. rifl. = idearsi, immaginarsi ;
mettersi nella mento.
idem, s. m. = idem ; lo stesso : dal la-
tino idem.
idéutich,* agg. = identico ; uguale per-
fettamente. Più che compàgrn.
idili,* s. m. = idillio : sorta di corapon.
poetico campestre.
1) Figur. scena che possa essere sog-
getto di tale componimento e per esten-
sione qualunque scena di soavi affetti
domestici.
ìdol, s. m. = idolo : oggetto di una foi-te
passione, il più amato ; el me fioeù Ve
ci me ìdol = mio figlio è il mio idolo.
1) Vivole : malore nelle gambe dei
cavalli.
idolatra,* i\ att. = idolatrare, idoleg-
giare ; amare perdutamente.
idolatria,* s. f. = idolatria : amore esa-
gerato, non guidato dalla ragione.
idràìilicli, * agg. = idraulico : apparte-
nente all' idraulica.
idròfob, * agg. = idrofobo ; malato di
idrofobia.
l)Trasl. arrabbiatissimo, adiratissimo.
idrofobìa, * s. f. = idrofobia ; malattia
terribile dei cani e di chi è morsicato
da un cane idrofobo.
idrogeu, * s. m. = idrogeno : uno dei
gas costituenti l'acqua.
idr
583 —
idrópicli,* agg. = idropico : malato di
idropisia.
idropisia, s. f. = idropisia : morboso ed
eccessivo raccoglimento di umore acqueo
e sieroso in alcuna parte del coi"po.
idroteràpici!,* agg. = idroterapico : ap-
partenente all' idroterajìia e specialm. ;
edra idroteràpica, étàbiliment idrote-
ràpich = cura idroterapica, stabilimento
idroterapico.
ie pron. = a lo : al pHir. usato come ogg.
e nel terzo caso accompagnato da partic.
pronomi n, ie vceur minga comprtt =
non li, le vuole comperare; gìii'iedis
giò ciàr = gliele canta chiare ; mi ie
darti doniàn = me li darà domani.
iena, s. f. = iena : bestia feroce.
1) Fig. di persona crudelissima.
ier, avv. = ieri : il giorno che immedia-
tamente è preceduto a quello in cui
siamo.
iermatìua, * aw. = iermattina ; la mat-
tina di ieri.
ìersèra, * ave. = iersera ; la sera di
ieri.
igene, * s. f. = igiene ; parte della me-
dicina che prescrive le regole per con-
servare la sanità, e 1' applicazione de'
suoi precetti.
ig'ènicli,* agg. = igienico, salubre : che
giova a mantenere la sanità.
ìgna, ignà (fa), = far lima, lima. Vedi
ghigna,
ignomìnia * s. f. = ignominia: vituperio,
infamia, vergogna.
ignominiòs, * agg. = ignominioso : che
reca ignominia.
ignora, v. att. = ignorare, non sapere;
ma più specialm. lìngero di non sapere,
far lo gnorri.
ignorànsa, s. f. = ignoranza, ignoran-
taggine : difetto di cognizioni.
ignorànt, agg. = ignorante ; privo di sa-
pere. Talvolta anche: idiota, stupido.
ignorantìsia, s. f. = ignorantaggine:
l'essere ignorante.
igrométer, s. m. = igrometro: strumento
che misura l'umidità dell'aria e spe-
cialm. quei frati col cappuccio, o quelle
signoro col parasole, che alzano ed ab-
bassano a indicare so il tempo sarà o
no bello.
ilegàl, * agg. = illegale: contro la legge
umana, non legale.
ilagàlilaa, * s. f. = illegalità: atto il-
legale.
ilegìtim, * agg. = illegittimo; che non
ha lo qualità volute dalla leggo, o non
fatto secondo la logge.
ilimitaa, * aggi = illimitato : che non
ha limiti.
iltìd, * V. att. = illudere : ingannare con
falsa apparenza ; V America là Uud
tanta gènt = l'America illude molti.
iludes, V. rifl. = illudersi : faro inganno
a se, inconsciamente ; poer diàol el se
ilùd de vèéà on grand òmm = pove-
retto, si illude d'ossero un grand' uomo.
ilUniinà, * v. att. = illuminare : dar lu-
me 0 luce quanto serva a vedere.
iliiminasiònj s. f. = illuminazione : l'il-
luminare artificialmente.
1) Quell'apparato di lumi che si fa
nelle chiese, piazzo, strade in occasione
di gran festa o di pubblica allegrezza.
Il popolo dice più volentieri : là lii-
minàsiòu.
iliìs, * s. f. = illuso : chi è vittima di
illusioni.
iliisiòu, * s. f. = illusione : apparenza
ingannevole, e pensiero vano ; à vini
min se g'Iià di gran ilUsión = a ven-
t'anni si hanno di molte illusioni.
iliisòrì, * agg. = illusorio, fallace, in-
gannevole ; ivàntàgg dèla colònia Eritrea
hin del tiitt iliisòri = i vantaggi della
colonia Eritrea sono affatto illusorii.
iliistrà, '•' V. att. = illustrare : aggiungere
ligure a un libro o giornale.
iliistràsiòn, * s. f. = illustrazione : fi-
gura aggiunta a libri o a giornali.
1) Nomo di parecchi giornali illu-
strati.
iliìstrisim, * agg. = illustrissimo; dà
de l'ilustrlsim = dar dell'illustrissimo,
ironicamente. Qualcuno dice ancora lii-
strisem.
ìniàgin, * s. f. = immagine: la figura
della Vergine o di un Santo disegnata
0 dipinta sulla carta. Usa meglio niai-
staa.
imàginà, * v. att. = immaginare: pen-
sare, inventare, congetturare, stimare.
imaginàbil, * agg. = immaginabile : che
si può immaginare.
imàginàri, * agg. = immaginario : che
non è se non nell'immaginazione.
imàginàsiòn, * s. f. = immaginazione:
la facoltà di immaginare.
1) Fantasia, pensiero vano, utopia,
ubbia.
384 —
ìuib
ìinàgiiiàss, V. rifl. = immaginarsi: cre-
derò all'immaginazione, darsi a eroderò.
1) Mettersi in ìq%ì& \el s'è imàginaa
de vèés malviàt de tùli = s'è immagi-
nato d' essere malvisto da tutti.
ìnibàcucaa, agg. = imbaccuccato : col
capo nascosto nel cappuccio, nel ta-
barro e sim.
ìmbàcttcàss, v. rifl. = imbaccuccarsi,
impastranarsi : avvolgersi nel pastrano.
iiubàg'ìig'ià, V. att. = imbagagliare : ca-
ricar di bagaglio*
imbàgolà, v. att. = infinocchiare : con-
tar frottole, sballar fandonie.
iinbàlà, V. att. = imballare, abballare :
incassare mettere in balla mercanzie
involtandole in tela, o incassandole per
sicurezza di trasporto ; imbalà là ééda,
et cànof^i oìi èervìsi de tdola, e sim. =
imballare la seta, la canapa, un servi-
zio da tavola, e sim.
1) Ammagliare: legar balle, colli,
bauli con funi incrociate in modo da
formar quasi una rete ; e anche avvol-
gere in panni grossolani fermati con
cuciture.
2) Impallare: fare che i birilli o il
pallino rimangano fra la propria palla
e quella dell'avversario sicché questi
non possa colpire direttamente quella.
T. di bigliardo.
imbàlàddr, s. m. = imballatore : chi por
mestiere imballa merci, e si in.
imbàlàdura, s. f. = imballatura, amma-
gliatura : 1' operazione dell'imballare,
dell'ammagliare.
imbalàgrg', s. m. = imballaggio, imbal-
latura : atto dell'imballare e ciò che
serve ad imballare ; el pagarti tre tir
per rinibàlàgg = pagherà tre lire per
l'imballaggio.
imbàleiià, v. att. = steccare: mettere
nei busti delle donne le stecche di
balena.
imbalordì, -v. att. = imbalordire, stordire :
rendere balordo.
iiubàlordimènt, s. m. = sbalordimento,
stordimento: l'effetto dell'imbalordire.
imbalsama, f. att. = imbalsamare: pre-
servare dalla corruzione con sostanze
opportune i corpi animali.
imbàlsàmàdòr, s, m. imbalsamatore :
chi imbalsama i corpi degli animali.
imbàlsàmàsióii, s. f. = imbalsamazione ;
l'atto e l'operazione dell'imbalsamare.
imbàràsà, v. att. = imbarazzare, impac-
ciare : frapporre ostacoli ; per dìnci !
sto contratémp el ine. imbàràsà minga
de pòcch = per Dio! questo contrat-
tempo mi impaccia non poco.
imbàràss, s. m. = imbarazzo, impaccio,
disturbo : ostacolo che ingombra, im-
pedisce. Anche : infesciàdura.
1) imbàràés de étò megli = gravezza,
poso allo stomaco.
imbarbaià là rista, = abbarbagliare,
abbagliare: l'effetto della luce troppo
viva sui nostri occhi.
imbarca, v. att. = imbarcare : mettere
in barca.
1) Far andar via persone che davano
qualche . noia.
imbarcadèro, * s. m. = imbarcatoio,
imbarco, sbarcatoio : luogo presso maro
0 lago dove si imbarcano e sbarcano
persone e cose.
imbarcassi, v. rifl. = imbarcarsi : salir
sulla nave.
1) Fig. : mettersi in una impresa;
el à'è imbàrcaa in vùna de quij fà-
cènd che eoo minga come ée le càmrà
= s'imbarcò in tale faccenda che non so
come ne uscirà.
imbàsàda, s. f. = ambasciata, imbasciata.
Usa però meglio ora ambàsciàda.
Vedi, e imbàsciàda. Ha il signif. di-
plomatico e anche semplicem. di ciò
che si manda a dire.
imbàsàfiàss, v. rifl. = rimpinzarsi : spc-
cialm. di minestra, latte, e sim.
imbàstardà, v. att. - imbastardire : d»
animali e di razze che guastano, con-
fondono il tipo.
1) Per estens. : di tutto ciò che noi
guastiamo.
imbàstardàss, v rifl. = imbastardire,
degenerare, tralignare.
imbastì, v. att. = imbastire : unire pezzi
di vestimento con punti lunghi, per
poterli più acconciamente cucire.
1) Feltrare : T. dei cappellai .
2) imbàétì sii quàter eiàcer = im-
bastire un discorso, accozzar quath'o
chiacchiere.
imbàstidura, s. f. = imbastitura: cuci-
tura a punti lunghi.
imbàtes, v. rifl. = abbattersi ; darsi il
caso ; se ée imbàtt de vene ài lòtt, van
tiice in campagna = se s'abbatte, se
si dà il caso di vincere allotto, vanno
tutti in campagna.
1) Aver bone o cattivo incontro;
ìaib
386 -
iiub
imhàtes ben o mal = abbattersi bene o
male.
2) là mal niàriddda e là pesg im-
bàtùda = modo popolare por diro che
di duo donue se una è male accasata,
l'altra lo è peggio.
8) Imbattersi : incontrarsi a caso e
i naspottatamente.
iiiibecà; * V. att. = imbeccare: mettere
il cibo in becco agli uccelli.
imbecàda, s. f. = imbeccata: suggeri-
mento, istruzione di quanto s'ha a dire
o faro.
ìnibecilàda, s. f. = citrullaggine, stol-
tezza : atto 0 detto da citrullo , da
stolto.
imbecilài^iii, * s. f. = imbecillaggine:
detto 0 atto da imbecille.
imbecìlitaa, * s. f. = imbecillità : debo-
lezza di mento.
imbecill, ar/ff. = imbecille, babbeo, stu-
pido, idiota, citrullo : debole di mente,
imbeletàss, ». ri fi = imbellettarsi : li-
sciarsi il viso col belletto.
ìmbcliss, V. rifl. = imbellirsi, illegia-
drirsi: divenire o farsi bello, leggiadro.
imbèves, * «>. rifl. = imbevei-si inzup-
parsi riempirsi di umori.
iiiibiàcà, V. alt. = imbiaccai'e: dar la
biacca.
imbibì, v- (iti. = imbevere, inzuppare:
faro assorbire nn li(|uido.
1) Im])eclierare : tirare' uno con ar-
tifizi e lusinghe a far cosa di nostro
giovamento o forse di suo danno.
linbindà, v. alt. = bendare: metter la
l)(!nda.
1) Imbondaro, fasciare: fasciare con
lìondo, spocialm. di ferite.
iiubiiidadura, *\ f. = bendatura, fascia-
tura : il fasciare con bende.
ìmbiiidùss, s. m. = bendatura alla grossa;
fatta senz'arte e senza cura.
imbioudi, * '0. alt. = imbiondire : fare
diventar l)iondo o diventarlo.
iiubirulà; 'V. alt. = incavicchiare : foi-
mare, assicurar con cavicchio. T. degli
artefici,
iiiiboascià, v. alt. = imbovinare : metter
la bica sull'aia.
imbocà) V. alt. = imboccare: metter il
cibo in bocca, specialm. ai bambini.
1) Imboccare, indettare; suggerirò
ad altri ciò che deve dire.
2) D'una strada, fiume, condotto, ecc.
che mette in un altro o in altro luogo.
25
iiubocàdura, s. f. = imboccatura : il
modo come s'imbocca uno stramento
da fiato.
1) vèsii largii de imbocàdùra = aver
la bocca grande, larga.
2) Beccatura : il principio delle ballo
di carbone dove i carbonai mettono i
pezzi più belli e più grossi, perchè
danno nell'occhio.
3) Parte della briglia e del morso,
che si mette in bocca al cavallo.
4) Foce , sbocco , imboccatura : di
strado, condotto e sim, il punto in cui
entra.
imboeusmà, v. att. = imbozzimare : dar
la bozzima all'ordito dello telo peram-
morvidirle.
Imbe3iism:ida, s. f. = imbozzimatura :
l'operazione di imbozzimare.
ìmbog'aa, agg. = impastoiato, impacciato,
intrigato : specialm. di cani che si im-
paccino nel guinzaglio e di poUi che
si intrighino in filamenti di canapa o
d'altro. Non è vocabolo di largo uso.
iiuboìacà, V. att. - rinzaffatui-a : l'ope-
razione del rinzaffare.
iiubonì, V. att. = abbonire, imbonire ;
placare amorevolmente ; soni reiisii à
imbonill, ma là gli'ù vorUda tuta =
m'è riuscito d'abbonirlo, ma mi ci è
voluta tutta.
imboràg'ià, v. att. = panare, indorare :
intridere in uovo sbattuto o rivoltare
nel pan grattato ciò che si vuol friggere.
imborni, v. att. brunire : operazione con
cui si dà un pulimento e un lucido
particolare ai metalli già lavorati.
imbornldòr, s. m. = brunitore: l'ope-
raio che brunisce.
1 ) Brunitoio : lo strumento con cui
si brunisce.
imbornidura, s. f. = brunitura : l'ope-
razione dol brunire e il lustro stesso
dell'oggetto brunito.
imborsàss, v. att. = dar nelle sacche :
di uccelli e pesci che incappano nelle
reti.
imbosca, v. att. = infrascare : metter la
frasca ai bachi da seta, od anche a
legumi arrampicanti.
imboscàda, * s. f. = imboscata : agguato,
insidia o nascondiglio anche fuori del
bosco.
imbosmà, v. att. = imbozzimare. Vedi
imboeusmà.
ìmb
— 386 —
imb
imbotà; V. alt. = imbottare: mettere il
vino nella botte.
iuibòtegrlià e anche : imbotelià, v. att.
= imbottigliare : chiudere entro botti-
glie, specialm. di vini prelibati per
meglio conservarli.
1) machina de imboteltà = macchina,
macchina da tappare.
iinbotì, ■v. att. = imbottire : riempire di
bambagia, crine, e sim.
1) Di panni: riempirli in qualche
punto d'ovatta per maggior garbo alla
persona.
2) Stozzare : lavorar collo stozzo. T.
d'orefice.
imbotidòr, s. m.
imbottitore : chi
imbottisce, specialmente i mobili da
sedere.
1) Stozzo: strumento per fare la
parte convessa a un metallo.
imbotidura, s. f. = imbottitui-a : l'azione
dell'imbottire e l'effetto suo.
1) Ovatta, imbottitura : ciò che si
adopera per imbottire.
imbrag'à, ». att. = imbracare ; metter la
braca a un uccello.
1) Fasciar le cosce di un bambino
perchè non vi si recida.
2) Calzare : porre le calze ai polli.
imbràgràss , t>. ri fi. = rimbalzare: del
cavallo quando mette le gambe fuori
dalle tirelle.
imbràgrUetà, v. att. = imbrachettare :
mettere una strisciolina di carta su un
foglio lacero, per fortificarlo, o aggiun-
gere una striscia a un foglio per in-
collarlo all'insieme di un libro.
iiubràsàl, s. m. = bellico, belliconcio:
funicolo ombelicale.
imbr<àscàdura, s. f. = difetto del cacio
lodigiano non cotto a dovere, che per
alcuna parte cola un umore bianchiccio
" ed oleoso.
imbràscàss, v. rifl. = del cacio, quando
prende quel difetto che noi diciamo :
imbràscàdura.
ìmbrià, ». att. = imbrigliare : mettere la
briglia.
imbriagrà, v. att. = imbriacare, ubriacare;
far divenire ubriaco.
imbriàg'àda, s. f. = imbriacatura : stato
di chi è ubriaco.
ìmbriàg'àss, •v. rifl. = imbriacare, ubria-
carsi : divenire ubriaco.
ìmbriàgrh; agg. = briaco, ubriaco : alte-
rato dal vino.
1) mèss imbridgh = alticcio, brillo.
ìmbriaghee, s. m. e meglio ora
imbriagrón, s. in. = briacone, accresc.
di briaco : chi ha il vizio di ubriacarsi.
Al femm. imbriagòna.
imbrocà; v. att. = imbroccare, imber-
ciare: colpire nel segno.
1) Fig. : indovinare, apporsi al giusto.
imbrocàss, v. rifl. = posarsi : degli uc-
celli che calano sugli alberi, specialm.
al richiamo del cicciatore.
imbrodàss, v. rifl. = imbrodarsi; chi se
loda, se imbroda = chi si loda s'imbroda.
imbroià) v. att. = imbrogliare, intricare;
disordinare, confondere una cosa col-
r altra.
1) Prendere in mezzo, ingannare con
sotterfugi.
2) Impacciare, impedire; imbroià el
giàrdinee in di so face = impacciare
il giardiniere nelle suo faccende.
3) Ingombrare; i ràmm sècch im-
broidven el pàsé = i rami secchi in-
gombravano il passo.
inibroiàda, s. f. = bindolata, intrigo,
raggiro, inganno; ho rompraa i eàlsòn
ma hin staa dna bela imbroiàda = ho
comperato i calzoni, ma furono un fior
d'un inganno.
imbròìàmestee, s. m. = guastamestieri.
Vedi guàstàmestee.
imbroiàss, «. rifl. = imbrogliarsi, con-
fondersi, an'uffarsi.
1) Impapinarsi, imbrogliarsi, confon-
dersi nel parlare.
imbroiòn, s. tn. = imbroglione: che im-
broglia, chi ha l'abitudine di fare im-
brogli.
1) Bindolo, inti'igante, aggiratore. Di
pers. che trova pretesti e ammennicoli
per non pagare i debiti, o che manca
di parola.
2) Si usa come aggettivo; on àocàtt
imbroion = un avvocato bindolo.
3) Appaitene, faccendiere, mestatore;
chi appalta colle parole.
imbrSj, s. m. = imbroglio: affare con-
fuso, intrigato, che non lascia veder
chiaro e non dà uscita.
1) Intrigo, difficoltà; tnc traimi in
d'on bèli imbrùj = mi trovo in un bel- fl
l'imbroglio. 1
2) Broglio; pratica segreta, maneggio
illecito per ottener qualche cosa ; l'ha
otegniiii el post à fiiria de itnbròj -
ottenne il posto a fm-ia di brogli.
1
inib
imbriigaa, agg. = scradito ; di verdure
appena messe a bollire nell'acqua sen-
z'altro.
1) Incolto, reciso: part. pass, di
iinbrugàss, v. rifl. = incuocersi; il ros-
seggiar della pelle fra lo cosce ai bam-
bini per effetto di leggera infiamma-
zione prodotta daUe loro orine.
1) Anche: recidersi; quando la pelle
incotta si rompo. In questo senso usa
meglio intàiàss.
imbrìisclii; v. att. = inacerbare, inacer-
bire ; rendere più acerbo il sapore di
una cosa.
imbr&tiss, «>. intrans. = imbruttire, di-
venir brutto; in del diventa grdnda là
é'è imbriitìcla = crescendo s'è imbrut-
tita.
imbiiscionà; v. att. = tappare ; mettere
il tappo allo bottiglie, specialm. per
conservarvi vini di qualche pregio.
imediataiuèiit, avv. immediatamente, su-
bito, diviato.
imita,* V. att. = imitare: faro come al-
tri fa.
1) Contraffare ; imitare le coso in
modo che si possano scambiare.
2) imita dna persona = contraffare
una persona: imitarla nelle mosse o
nella voce.
imitàsióu, * s. f. = imitazione: l'imitare,
0 la cosa imitata. '
1) Contraffazione: il contraffare e la
cosa contraffatta.
imdbil, agg. = immoto: che non si muove.
iniòbilitaa, s, f. = immobilità : lo stare
immoto, senza movimento.
imoudìsi, s. f. pi. = bruttui'a, sudiciume,
pattume.
imoràl,* agg. = immorale ; contrario alla
buona morale.
imorbidì,* v. att. = immorbidire, am-
morvidire: rendere morbido.
impàcà, V. att. = appaccare, impaccare:
far pacchi, mettere in pacchi separati.
ìmpàcbetà, v. att. = appacchettare, im-
pacchettare : faro, accomodare in pac-
chetti .
1) Ammanettare: metter le manette;
è modo scherzevole.
impàdrouiàs, v. rifl. = impadronirsi, im-
possessarsi, farsi padrone.
1) Fig., conoscere a fondo una scienza,
un'arto.
impàgàbii, * agg. = impagabile, inesti-
— 387 — iiup
mabile, che non ha prezzo: di cose che
si apprezzano assai.
imptàgiuà, v. att. = impaginare. T. di
stamp.: formare le pagine giuste coi
caratteri messi insieme a dilungo dal
compositore.
impàg^inàdòr, s. m. = impaginatore: ope-
raio tipografo che impagina.
inipagriuàdura, s. f. = impaginatura: l'atto
e l'effetto dell'impaginatura. Si dice an-
che impàginàsiòn.
impàgnotà e inipàguotàss, v. att. e rifl.
= rinfagottarsi : coprirsi con molte ve-
sti e gravi.
iiupàià, ^^ att. = impagliare : coprire o
rivestire di paglia.
impàiàdura, s. f. = impagliatura, e spe-
cialmente la copertura di lisca fatta ai
fiaschi e allo damigiane.
iinpàiàss in lett, = crogiolarsi, covarsi
in letto: poltrire nel letto per pigrizia.
impala, v. att. = palare, impalare, met-
tere i pali por sostegno allo viti.
impàlaa, agg. = impalato, ritto, impet-
tito, senza muoversi.
impaltà, V. att. = infangare, inzacche-
rare, sporcar di fango.
impaltàda, s. f. = panziora ; grande im-
brattamento di mota nel lembo poste-
riore di vestito lungo.
impana, ». att. = impanare, indorare.
Vedi imboràgià.
impàperàss, v. rifl. = impappinai'si: im-
brogliarsi in un discorso.
impara, ». att. = imparare : apprendere
coir intelletto, studiando, ascoltando, fa-
cendo, e spesso anche fallando.
1) fa impara = insegnare, fare ap-
prendere.
2) col fàlà ée impara = guastando
si impara.
imparentasi, v. rifl. = imparentarsi: di-
venir parente col matrimonio.
impari, avo. = a fianco, a lato; camintt
impari à viin = camminare a fianco di
uno.
1) A petto, al paragone, a fronte di..,;
impari à mi l'è piscimn = al paragone
mio è piccino.
2) età impari = stare aUa pari.
inipàrsiàl,* agg. = imparziale : chi usa
imparzialità.
impàrsiàlitaa,* s. f. = imparzialità; equità
di chi non prendo parte a favore di uno
piuttosto che di un altro.
impàsì, V. att. = appassire, avvizzire: di-
imp
venir passo, cioè perdere la freschezza,
intristire, languire; propriam. dello erbe
fiori, foglie.
1) el gel Vimpasisé = i geloni sce-
mano, sgonfiano: quando cominciano a
guarire,
iliipàsibil, * agg. = impassibile: non sog-
getto a passioni.
1) Che ha fermezza di proposito, che
è irremovibile.
impàsibilitaa, * s. f. = impassibilità:
qualità di chi è impassibile, indifferente.
iinpàsiènsa,* s. f. = impazienza: il con-
trario di pazienza:
impàsiént,* agg. = impaziente: che non
ha pazienza, che facilmente si spazien-
tisce.
iliipàsieutàss, v. rifl. = impazientarsi,
spazientirsi: perdere la pazienza.
impàst, s. m. = impasto : composto di
coso bene amalgamato.
1) Di pers.; Ve on impàst de impo-
storàrìj = è un impasto di finzioni.
impasta, v. alt. = impastare: far la pa-
sta mescolando farina, acqua, sale e
simili.
1) Coprire di pasta.
2) Attaccare con pasta fogli, o sim.
8) impàétà là calcina, = intridere la
calce.
4) T. pitt. : preparare i colori sulla
tavolozza.
impàstaa, agg. = impastato, unito, at-
taccato colla pasta.
1) Messo insieme; vèéé impààtaa de
bostj = essere impastato di menzogne.
impàstisà, V. alt. = impasticciare. Vedi
pàstisà.
inipàstocià, v. alt. = impastocchiare :
dare ad intendere una fandonia, infi-
nocchiare,
ìmpàtà, V. att. = impattare: non vincei'e
né perdere al gioco.
1) impattila coni vùn = impattarla
con uno; eguagliarlo,
2) podè nò ne toeula, né impalala =
non poter vincere imo; anche non po-
terne aver ragione in alcun modo; non
poterla, ne vincere ne impattarla.
impàtasen, v. rifl. = rifarsi, rivalersi,
ricattarsi, far bandiera di ricatto ; ri-
prendere, riguadagnare ; rendere pane
per focaccia.
impedi, V. att. = impedire: vietare, op-
porsi, contrariare in guisa da rendere
388 - imp
l'azione altrui difficile o talora impos-
sibile.
1) Impacciare, ingombrare, togliere
spazio e dar disturbo.
impedii, agg. = impedito, occupato: chi
per qualche occupazione non può atten-
der subito a cosa a cui venga chia-
mato.
1) impedìda = gravida: di donna ge-
stante. Boll' eufemismo del nostro dia-
letto.
impediméui, s. m. = impedimento, in-
ciampo, ostacolo, forza maggioro o legge
che arrosta il corso di un'azione,
impediisà, v. att. = fare il peduccio alle
volte.
impedìiss,
luccio : la pietra
sulla quale posano gli spigoli doUe
volte.
impègu, s. m. = impegno, promessa, ob-
bligo,
1) mètcs d'impègn = mettersi con
cura, diligenza.
2) fa imp^gn = averci tutto l'inte-
resse a fare una cosa,
'ò) dà pàsé ài éò impégn = soddi-
sfare agli impegni.^
4) làorà, leéion d'impègn e sim. =
lavoro impcgnoso, lezione impegoosa :
che richiedo impegno, cura.
impegna, v. att. = impegnare: dare qual-
che cosa in pegno per sicurtà.
1) impegna là pàrdla = impegnar la
parola, promettere.
2) impegna vun = obbligare uno :
metterlo noli' impegno, in puntiglio di
faro,
3) impegna ài moni = mettere a Gesù
pietoso: ai Monte di Pietà.
impcg'uaa, agg. = impegnato: che ha già
({«.alche impegno.
1) /'è impegnàfla = è impegnata: di
ragazza che ha promosso di ballar con
altri, 0 che è in ti'attativa di matri-
monio.
impegnàss, v. rifl. = impegnarsi, obbli-
garsi : assumere un incarico con pro-
mossa di fare ogni sforzo per riuscirvi.
1) Avventurarsi, arrisicarsi in qual-
che cosa non scevra di pericoli; el s'è
impegnaa in d'Óna Ut che flnisé pii =
si è impegnato in una lite intermina-
bile.
impeguàtàri, s. m. = pignorataiio: chi
metto gravamento o sequestro sulla roba
altrui. Anche peguàtàri.
imp
- 389 -
imp
impelisà^ v. ntt. = impiallacciare: co-
prir lavori in legno ordinario con pial-
lacci di legno gentile.
impeliSiàdòr, s. m. = impiallacciatore:
l'operaio che impiallaccia i mobili.
impelisàdura, s. /'. = impiaUacciatoi-a;
atto ed effetto dell' impiallacciare.
1) Piallaccio: sottilissima assicella di
legno no))ile per impiallacciare.
impeuàda, s. f. = impennata : telaio di
legno allo finestre, con carta o tela in-
voce di vetri.
1) Vetrata : porta o gran finestra a
vetri.
2) l'impenMa = le barelle, gli oc-
chiali. Dicesi por celia.
impeiiàss, ^'. rifl. = impennarsi, inalbe-
rarsi: reggersi dei cavalli sui piedi po-
steriori, levando in aria quelli davanti.
impeuerà; v. att. = calettare, immorsare:
fermare a dente duo pezzi di legno si
che il dento dell'uno entri nell'incastro
fatto nell'altro.
impenetràbil, * ayg. = impenetrabile :
che non può essere penetrato.
impensàtàiiiènt,* avv. = impensatamente,
scapatamente: in modo non preveduto.
iinpenserì, v. att. = impensierire : dar
pensiero, fastidio.
impeuseriss, v. rifl. = impensierirsi: en-
trare in gran pensiero ; de quHa ma-
latta me s'era prdpi imptnserii = di
quella malattia m'ero proprio impen-
sierito.
iinperàtÌT, * agg. = imperativo; màndaa
impcràtìv = mandato imperativo: quello
che tassativamente dico ai rappresen-
tanti quel che devono fare.
1) s. m. = T. gramm. : il modo del
verbo che esprime comando, i)reghiera.
imperàtór, s. m. = imperatore: titolo del
capo d'uno Stato che comanda a molti
popoli e per lo più in modo assoluto.
imperatrice, * s. f. = imperatrice: mo-
glie dell'imperatore o colei che è a capo
di un impero. Usa ancora il vecchio:
imperàtrìs.
ìmpercetìbil, * agg. = impercettibile :
cho non si può scorgere ad occhio nudo.
impertlonàbil,* agg. imperdonabile: che
non può perdonarsi.
iiiiperfesìòu, s. f. = imperfezione: man-
canza di qualche cosa al compimento
di un'opera.
1) Difetto fisico che per lo più de-
turpa alquanto il corpo.
imperfett, agg. = imperfetto: non finito,
incompiuto, a cui manca qualche cosa.
1) Si dice anche di chi fa fare un
lavoro e vien lasciato col lavoro incom-
piuto, mentre gli è necessario che lo
sia.
2) T. gramm. ; uno dei tempi dei
verbi.
imperiai, agg. = imperiale; di impero o
di imperatore.
1) tlcqua imperiai = acqua imperiale:
specie di pm-gante con cremor di tar-
taro.
2) s. ni. = imperiale: grande cassa o
cesto sul cielo d'una carrozza per met-
tervi lo robe dei viaggiatori.
ìmpcrmeàbil, agg. = impermeabile; di
corpo a traverso del quale i liquidi non
possono passare.
1) s. m. = una stoffa impermeabile
e il pastrano che se ne fa.
impernia, v. att. = impernare e imper-
niare metter sul perno.
impèro,* s. m. = impero: paese cho ha
per sovrano un imperatore.
impersonai, * agg. = impersonale : T.
gramm. agg. di verbo che si coniuga
solo nella terza persona.
impèrtérit,* agg. = imperten-ito: che non
si lascia atterrire, non si lascia disto-
gliere da ciò che sta facendo.
impertinènsa, s. f. = impertinenza, in-
solenza: atto 0 parola che offende per-
chè non conveniente alle persone o alle
circostanze nello quali si fa o si dice,
e perchè non rispettosa.
impèrtinént, s. m. = impertinente: chi
fa impertinenza.
impesà, v. att. = impeciare, impegolare:
spalmare di poco.
impesta, v. att. = appestare, ammorbare,
appuzzare straordinariamente, infettare.
impet, s. m. = impeto, impetuosità : modo
violento, ma di breve durata.
1) Accesso: impet de tóse, de còlerà
= accesso di tosso, di collera.
impètolà, V. att. = impaciuccare, irapa-
chiuccaro, imbrattare : macchiare con
qualche materia liquida o quasi.
impètolàda, s. f. = panzana: le macchie
di fango di cui sia impillaccherato il
vestito.
impètolàss, V. rifl. = impelagarsi, en-
trare in affari scabrosi da cui uno non
sappia come uscirne.
imp
— 390 —
imp
impetiiòs, agg. = impetuoso: pieno d'im-
peto, furioso, violento.
impererà, v. att. = impepare: metter del
pepe.
iinpereràda, s. f. = impepata : vivanda
dove occorra di molto pepe.
1) r è piisee el péver che l'impcveràda
= è pili r apparecchio che la vivanda,
vale pili il giunco che la carne, più
l'accessorio che il principale. Delle cose
che hanno molta appariscenza e poco
valore.
impiànt, s. vi. = impianto: il primo or-
dinamento di una scrittura, di un ne-
gozio, di un lavoro e sim.
1) de primni impidnt = sul principio.
impianta, «?. att. = impiantare: fare l'im-
pianto, mettere in piedi e avviare un
ufficio, un'azienda.
impiàster, s. m. = imbratto, impiastro:
specie di medicamento, fatto con intriso
di farina, pappa e sim.; e per estens.,
di tutto ciò che come quel medicamento
sporca.
1) Camorro: pcrs. sempre malaticcia
e fastidiosa molto.
2) impiàster nel senso di tàràbàcola.
Vedi.
impiastra, v. att. = imbiutare, imbrat-
tare, impiastricciare : impiastrare con
materia attaccaticcia, come pece, e sim.
1) Semp] . insudiciare: render sudicio
in qualunque modo.
2) Impiaccirottaro : imbrattare con
piaccichicci.
impicà, V. att. = impiccare, appiccare :
sospendere per la gola con capestro
strangolando. Scherz. si dice anche: al-
lungare il collo.
1) l'impicària éò pàder = e' porte-
rebbe la sporta al boia: di chi per bi-
sogno 0 per avidità di guadagno fa-
rebbe qualunque servizio, benché ver-
gognoso e abbietto.
2) va t'impica = vatti a impicca,
vatti a impiccare; imprecazioni.
3) Costringere, metter la corda al
collo; l'è ììiìnga questa là manèra de
impicà là geni = non è questo il modo
di costringer la gente.
impicaa, agg. = impiccato: chi fu appeso
al laccio.
1) Stretto, scarso ; specialm. di ve-
stito 0 di luogo.
2) Scannato; di prezzo a cui si debba
vendere qualche cosa con poco o nes-
sun guadagno.
impicc,* s. m. = impiccio, impaccio; im-
broglio, noia, fastidio.
impiega, v. att. = impiegare, allogare,
dare impiego; hoo mài podilii impiega
el me fioiù = non ho mai potuto allo-
gare mio figlio.
1) impiega el capital^ i dànee = im-
piegare il capitale, il danaro: metterlo
a frutto.
impiegraa, s. m. = impiegato: chi ha un
pubblico ufficio.
1) fa l'impiegaa = far l' impiegato:
essere nella carriera d' impiegato.
impiegàdèll, s. m. = impiegatuccio: spe-
cie di quel!' impiegato le cui mansioni
non sono importanti e lo stipendio è
poco.
impiègli, s. m. = impiego: uffizio stabile
e per lo più pubblico.
1) Di danari; l'impiegarli a frutto, e
spesso anche il frutto che danno.
impieuì, V. att. = empiere, e più com.
empire: occupar tutto uno spazio con
materia che ci si versi o che ci si metta.
1) impienì là pdnscia = rimpinzare il
buzzo: di chi mangia molto.
impieiità, V. att. = impiantai-e. Vedi im-
pi.àutà.
impiguà, 'v. att. = atterrare: detto di le-
goame segato; mettere i pezzi gli uni
sopra gli altri in modo che il tutto
formi una specie di torre.
1) Ammonticchiare : mettere oggetti
l'un sopra l'altro.
impiomba, v. att. = impiombare : riem-
pire, saldar con piombo.
1) impiomba i dent = impiombare i
denti: chiuderli con oro o altro quando
son guasti.
impiombaa, agg. = impiombato: saldato
con piombo.
1) bàétòn impiombaa = mazza im-
piombata, col pomo impiombato.
2) Briaco fradicio: nello stadio in cui
non si capisce più nulla, e non si può
muoversi.
impipàsen, v. rifl. = imbuscherarsi, in-
fischiarsi, e volg. anche impiparsi; ri-
dersi di tutto, non curarsene, essere in-
differente.
impirotà v. att. = rimpinzare, impinzare:
riempir di cibo, troppo.
implora, * v. att. = implorare: chiedere
1
imp
- 391
imp
umilmente con preghiera, quasi implo-
rando.
iinpodè§:lien, v. att. = averne colpa, es-
sere responsabile,
iiupóla, s. f. = ampolla; boccetta di ve-
tro 0 cristallo, molto sottile, con o senza
manico da uno dei lati, usate specialm.
negli ospedali per somministrare le me-
dicine.
1) Di chi è facile ad ammalarsi.
2) sgonfia impoU = pallone di vento.
Vedi bofànt.
iuipoltià, V. att. = impiastricciare, im-
piastrare.
1) Avviluppare, impappinare, imbro-
gliare, impigliare.
iinpoltiscìà; V. att. = impiastricciare,
impiastrare, intridere, lordare.
impoltroniss,* v. rifl. = impoltronire :
diventar poltrone, impigrire.
impolveraa, * agg. = impolverato : im-
brattato di polvere.
impolveràss, v. rifl. = impolverarsi ;
imbrattarsi di polvere.
impomesà) v. att. = impomiciare ; stro-
picciar con pomice.
impùmesàdura, 5. f. = pomiciatura : l'o-
perazione dello stropicciar con pomice.
iuipomesò, s. m. = impomiciatore : chi
dà la pomice a pietre, metalli e sim.
per lisciarli.
imponènza, s. f. = imponenza, imposta-
tura : portamento grave, altero.
iinponèut, agg. = imponente ; grandioso,
che obbliga a riverenza, ammirazione.
impouìbil, * agg. = imponibile: che si
può imporre, cioè grav^are d'imposta.
iiupònii; V. att. = imporre, nel senso di
comandare.
1) Sopraffare con apparenti ragioni
0 colla propria autorità.
2) Obbligare a riverenza, ammira-
zione, suggezione.
iinpopolàr, * agg. = impopolare ; non
popolare : igaoto ai piìi ed anche mal-
visto dai più.
import, s. m. = importo ; avanzo. T.
aritm, quello che noU'addiziono si ri-
porta come unità dell'ordine immedia-
tamente supcriore, quando la somma
delle cifro d'una colonna supera il nove.
1) L'ammontare della spesa, del
prezzo dovuto.
importa, v. att. = importare ; essere
d' interesse o di qualche considerazione,
premere.
1) vie ne importa nàgòtt = non me
ne importa affatto, non me no cale.
2) importa on fitfh sècch = impor-
tarne un' acca. Vedi flg'li, 7).
3) Di prezzo, costare ; l' è dna ope-
raéiòn che impòrta dna spèsa minga
de pòceh = è un'operazione che importa
una spesa non lieve.
importànsa, s. f. = importanza ; 1' im-
portare, il premere.
1) persóna cV importànsa = persona
d' importanza : che ha valore ed è te-
nuta in molta considerazione.
2) quèicòéé d' importànsa = cosa di
rilievo.
3) dagli importànsa à quèieòàs =
dare, annettere importanza a qualche
cosa, tenerla in conto.
4) dàéé de l'importànsa = darsi im-
portanza: volere apparire uomo di conto,
anche non lo essendo.
ìiuportànt, s. m. e agg. = impoiiante,
rilevante ; che importa di conoscere, di
sapere.
1) Che ha molto valore, molta au-
torità, che conta assai.
iinportàsiòii, * s. f. = importazione ; in-
troduzione nello Stato di merci stra-
niere.
importiiuà, * v. att. = importunare ;
stancare con domando o con visite in-
sistenti : usa meglio seca.
ìuiposìbil, agg. = impossibile ; non pos-
sibile, che non si può faro.
1) Iperb. : difficilissimo, tanto diffì-
cile da parer quasi non possibile.
2) fa rimposibil = fare tutto il pos-
sibile, per ottenere un intonto.
iinposibilitaa, * s. f. = impossibilità ; il
complesso di condizioni cho rondo im-
possibile il fare una cosa.
imposisiòu, * s. f. = imposizione ; co-
mando, ordine : non usa ancor larga-
mente.
imposta, * s. /■. = imposta; l'obbligo cho
lo Stato impone ai cittadini di pagare
somme proporzionali per i servizi pub-
blici.
1) Anche ciò che si paga per tale
obbligo.
imposta, V. att. = impostare ; mettere
alla posta lettere o plichi.
1) Dare 1' impostatura a chi s' ac-
cinge a imparare a suonare uno stm-
mento.
imp
2) Accordare, formare, far accordo,
noleggiare.
impostòr, s. m. = impostore, ipocrita,
ingannatore ; chi usa impostura.
1) Anche in senso meno cattivo, di
chi finge, magari por celia.
impostoràrìa, *\ f. = impostura : astr.
di impostore ; del vizio come del fatto.
impotèca, s. f. = ipoteca ; diritto legale
di un creditore sopra i beni immobili
del debitore, por la somma dichiarata.
Ora meglio ipoteca.*
ìmpotecà) r. att. = ipotecare ; mettere
uà' ipoteca su uno stabile per garantire
uu credito ; tanto del creditore che si
cautela, quanto del del)itore che offre
la cautela. Ora meglio ipoteca.
impotéusa, * s. f. = impotenza ; man-
canza di potere, di forza, di podestà.
iiupotèut, * agg. = impotente ; che non
può fare ; l'è impotént à fàéè ilbedì =
è impotente a farsi iibbidire ; manca
della necessaria autorità.
iuipràticlii, V. att. = impratichire, ad-
destrare ; esercitar bone uno in una
cosa e fargli prender pratica.
1) Rifl. impràtichiss = addestrarsi,
impratichirsi ; prender pratica di una
cosa.
impregnila, r. att. = impregnare ; imbe-
vere, riempire.
1) Ammorbare, rendere infetto ; detto
di esalazioni, miasmi, odori cattivi o
troppo acuti.
inipréud, «•. att. = imparare, apprendere.
Vedi impara.
iiuprendista, s. ??^. = apprendista; l'im-
piegato che lavora, senza averne sti-
pendio, aspettando un posto ; rèéé im-
prendìsta in rf' on studi = essere in
uno studio come apprendista. Anche si
dice : volontario, aspirante. Vedi àpreii-
dista.
imprésa, s. f. = impresa ; cosa alquanto
notabile che uno piglia o si mette a
l'ara ; coian ! V è on' imprèsa minga
de pòeeh = corbezzoli ! non è un' im-
presa da poco.
1) Società che si costituisce per so-
stenere un' impresa ; /' impresa del
tetder = 1' impresa del teatro ; V im-
présa dela ferovla = l' impresa della
strada ferrata.
impresàri, s. m. = impresario, appalta-
tore : chi assume qualche impresa o
appalto.
- C92 - imp
impresiòn, s. f. = impressiono ; l'effcrt.'
elio una cosa o un fatto lascia nella
mento o nell'animo.
1) rèse de prima impreàiòn = essere
di prima impressione ; cioè tali da giu-
dicare e sentire alla prima.
imprèsiouà, v. att. = impressionare;
fare impressione, eccitare il sentimento.
1) Rifl. impressionarsi : lasciarsi vin-
cere dalle impressioni ; V è nervos ài
ecèss ; per nàgòtt el .se impreéidnri =
è nervoso di soverchio ; si impressiona
per nulla.
imprèss, agg. = impresso ; di ciò che
resta nella mente o nell'animo per ef-
fetto dell' impressiono ; quèll fioHn
insci mugher ci m' è reétaa pilrdnca
imprèss = mi è pur rimasto impresso,
quel fanciullino cosi macilento.
impresta, v. att. = imprestare, prostai'e;
dare alcuna cosa per uso con jìatto di
renderla a un dato tempo e senza averne
compenso.
1) chi imprèàta pèrd là rèéta = chi
presta tempesta ; chi presta malo an-
nesta.
imprèstìt, s. m. = imprestito, impre-
stanza, impresto, prestanza, prestito :
la cosa prestata e il prestare.
imprevedìbil, * agg. = imprevedibile :
da non potersi prevedere.
imprevidèiisa, * s. f. = imprevidenza ;
mancanza di previdenza.
imprevidènt, * agg. = imprevidente ;
on ptLder che, èe el pò, V asicura minga
i éò ficeu l'è imprevidènt = un padi'e
che, potendo, non assicura i figlioli è
imprevidente.
impreyìst, agg. = imprevisto, impreve-
duto, inaspettato: quindi anche im-
provviso ; aveva promisà de andà à
Roma, ma on caso imprevlst el m'ha
tegniiii à Milàn = aveva promesso d'an-
dare a Roma, ma un avvenimento im-
previsto mi trattenne a Milano.
imprimidòr, s. m. = mesticatore ; ohi
spalma tele con mestica, perchè vi si
possa dipingere.
imprimidura, s. f. = mestica : composto
di varie terre e olio di noce e di lino,
per sjìalmai-lo sulle tavole o sulle tele
da dipingere.
imprimm, v. att. = imprimere : scolpire
nella mente o nel cuore.
improbàbil, * agg. = improbabile ; che
luip
- 393
manca di probabilità ; contrario di pro-
babile.
iniproiuètt, v. ott. = promettere ; dar
promessa o promesso. Ora quasi sem-
pre promètt.
imprónta, s. f. = impronta ; il risultato
e r effetto dell' impressione ; imagine
impressa, il segno che lascia un corpo
impresso in un altro. In qucst' ultimo
caso usa più largamente sègrii.
impropèri, * s. m. = improperio : rim-
provero con villania, con insulto ; an-
che : invettiva, villania; Se s'hin ditt
tanti de qitìj improperi che el par
minga vera = si dissero tali improperi
che non par vero.
improvìs, agg. = improvviso : non pre-
veduto, subitaneo.
1) à V improrìs = all' improvviso, im-
provvisamente.
2) Ve mòri de mòri impromsa = è
morto di morte improvvisa. Lo diciamo
spesso, celiando, quando qiialcuno in-
terrogato a raccontare un fatto, se no
esime con ])ocho ])arolo, perchè gli
preme di attendere o di pensare ad altro.
iiiiproTisà,* V. att. = improvvisare ; pre-
parare lì per lì : iìnprovisà on distia,
òna fèèta = improvvisare un pranzo,
una festa.
1) Comporre versi o altro all' im-
provviso, y
improvisàda, s. f. = improvvisata, sor-
presa ; visita 0 cosa che fa piacere o
capita quand'uno non se l'aspettava.
improrisàment, nw. = improvvisamente :
all' improvviso, inaspettatamente.
improrisàdór, s. m. = improvvisatore ;
poeta estemporaneo.
improrisàsiòii, * s. /". = improvvisa-
mento, improvvisazione ; poesia ostom-
poranoa.
impriidènsa, s. f. = impmdenza ; in-
consideratezza neir operare e poco ri-
guardo noi fare ; ve preghi neh, fìcee ;
fee nò di imprildéns = vi prego neh,
figlioli ; non commettete impradenze.
impriidènt, agg. = imprudente, improv-
vido, incauto, avventato ; cho non prov-
vede ciò che può abbisognare, o chi
agisce alla leggera, sconsideratamente,
0 anche chi non sa prevedere o pre-
vede male.
impttdénsa,* s. f. = impudenza, sfaccia-
taggine, petulanza ; la mancanza di pu-
dore e di rispetto ; per rièpòndegh in-
sci ài àò maèéter ghe vceiir dna bela
impiidénéa = per risponder così al pro-
prio maestro ci vuolo una bella impu-
denza.
impiidént, agg. = impudente, sfacciato,
svergognato ; senza pudore e senza ri-
spetto.
impiigrnà, * v. att. = impugnare. T. le-
gale : contradire, negare le ragioni e
gli atti dell' avversario.
impiigroàdura, s. f. = impugnatura ; la
parto ondo si impugna la spada, lo
stile e sim. Della spada si dice anche
propriamente : elsa.
impuntàss, v. ]>ron. = impuntarsi, osti-
narsi, incocciarsi ; attenersi a una cosa
puntigliosamente.
1) I)i bestie : non voler più andare
avanti .
2) Buttarsi sull' imbraca ; ostinarsi
a non voler diro o fare qualche cosa.
impuntiliàss, v. pron. = impuntigliarsi,
impuntarsi: voler vincere un puntiglio.
iiiiptitàbil,* agg. = imputabile: che può
essere imputato, cioè attribuito come
colpa.
impiitasión, s. f. = imputazione, accusa,
incolpameuto. Ancora usa più larga-
mente àcusa. Vedi.
in, prep. = in ; preposiz. di stato e di
moto, cogli artic. il, lo = in del; col-
l'artic. la » in déla e in là; cogli ar-
tic. i, gli, le, = in di. Ha tutti gli usi
dell'in in italiano.
inàbil, agg. = inabile, inetto: che non è
atto a fare : specialm. di chi è dichia-
rato inabile al servizio militare.
insibilitaa,* agg. = inabilitato. T. legale:
dichiarato dalla legge o dal tribunale
inabile a reggere il suo o ad altri atti.
(Cod. civ., art. 339).
inàcesìbil,* agg. = inacossibile: di diffi-
cile e quasi impossibile accesso. Usa
spesso, ora ohe prese voga l'alpinismo
a indicare la qualità di alcuni luoghi
alpestri.
inacidì, v. att. e inàcìdiss, v. pron. =
inacidire, inacetire, imbriischiro : farsi
acido, brusco. Si dice però, forse più
comunemente ciàptL l'acid, el briiéch.
inàisà,* V. att. = inalzare; nel senso fig.
di esaltare, celebrare.
inàlteràbil, * agg. = inalterabile : cho
non si altera, che non si muta.
iuàmedà, v. att, = inamidare, insaldare:
— 394 —
me
dare l'amido, la salda alle biancherie
prima di stirarle,
inàmisibil; * agg. inammissibile . non
ammissibile, che non si può ammettere;
questa l'è dna reson inamisìbil = que-
sta è una ragione inammissibile.
inamorà, v. alt. - innamorare, inspirare
amore, dare un compiacimento gran-
dissimo; el canta che l'inàmora = canta
così bene che innamora.
iuàiuoraa, agg. = innamorato: chi è preso
da amore. Volgarm. si dice ancora ine-
iiioraa.
ìnàmoràss, v. pron. = innamorarsi : es-
ser preso d'amore cosi per le persone
come per lo cose. Volgarm. si dice an-
cora ineinoràss.
ìnàmovibil, * agg. = inamovibile : che
non può essere rimosso da un ufficio,
e sim,
Inàns, prep. = avanti, innanzi; correlat.
di dedree, àdree = didietro, addieh'o.
1) d'àlòra inane = da quel giorno
innanzi, da quel giorno in poi.
2) de ehi inane = da qui innanzi.
3) d'ora inane = d'ora innanzi.
4) àndà indns = andare innanzi ,
avanti: proseguire e precedere.
5) méà mólto, pòech inane = essei'e
molto, poco innanzi, aver progredito
molto, poco.
6) fa andò, indns = mandare innanzi,
far progredire ; di negozio , bottega,
casa, ecc. Ed anche: inoltrare, far pas-
sare innanzi.
7) fàss inane = farsi innanzi, farsi
avanti, mettersi in evidenza.
8) tira indns = andare innanzi, se-
guitare la strada. E' celebre merita-
mente la frase di Antonio Sciesa : ti-
rèniìn inane.
9j indns e iìidree = avanti e indie-
tro, esci e torna.
ìnàpeténsa, * s. f. = inappetenza, di-
sappetenza: mancanza d'appetito, spe-
cialmente per malessere.
inàpuutàbi], * aqg. = inappuntabile, in-
censurabile: che non ha alcun difetto
da poter censurare.
inarca, v. att. = inarcare, arcare, cur-
vare: piegare in arco.
inàrcaa, agg. = inarcato, intorsato : di
vesti, stoffe e sim. che fanuo sbuffi e
gonfi.
ìnàrgeutà, v. att. = inargentare : coprir
con argento.
inàriTàbil; * agg. = inarrivabile, impa-
reggiabile : che non può essere pareg-
giato, specialm. in merito, in bravura.
inàsà, V. att. = ingangherare, imperniare :
mettere, fermar nei gangheri. T. di
falegaami.
inàsàlà, v. att. = acciaiare, inacciaiare,
inacciarire: unire il ferro all'acciaio.
Vedi àsàlà.
inàseta, ». att. = inacetai'e : spargere
d'aceto.
ìnàspà, V. att. = annaspare : avvolgere il
filo sul naspo.
1) inùspà là vista = abbagliare : si
dice dell' effetto della luce viva sui
nostri occhi.
inasprì, v. att. = inasprire, fare aspro,
irritare: specialm. di persona che si
renda più irata, più stizzosa.
inasprii, agg. = esasperato : di persona
inasprita con malgarbo o maltratta-
menti .
inàspriss, v. pron. = inasprirsi, irritarsi :
divenire esasperato, adirato.
1) Inacerbire : diventare aspro, più
aspro, acido.
inatiiàbii, * agg. = inattuabile : non at-
tuabile, che no a si può attuare.
ìnàiig'ìirà, * v. att. = inaugurare: dare
principio a un corso di lezioni pubbliche,
0 di nuova istituzione ; oppure scoprire
un monumento con una certa solennità,
aprire una bottega, una strada, un teatro
e sim.
iniigiiràl, * agg. = inaugurale : fatto per
inaugurazione : di discorso, banchet-
to, ecc.
inatigriiràsiòn, * s. f. = inaugurazione :
cerimonia dell'inaugurare.
1) Apertura: di bottega, caffè, tronco
di strada ferrata, teatro, il cominciare
la vendita, i trasporti, le rappresenta-
zioni.
incàdenà, v. att. = incatenare: mettere
in, 0 legare con catena.
incàgàsen, v. pron. = infischiarsene,
imbuscherarsene : non importarne nulla.
E' voce molto triviale e ripi'ovevole in
bocca di persone a modo.
incàgniss, v. pron. = arrabbiarsi, arro-
velliirsi, stizzirsi. Ormai disusato.
incalcina, v. att. = incalcinare: d'un
muro, dargli la calcina alla lesta.
ijacàlcolàbii, * agg. = incalcolabile : che
non si può calcolare.
— 395
incàli) * s. m. = incaglio, inciampo,
ostacolo: ciò ch.o intralcia e impedisce.
incàlìà, * V. att. = incagliare : opporre
inciampo, impedire.
incàlsà; V. att. = incalzare : di avveni-
menti che spingono a fare, e sono im-
minenti, urgono.
iucàniinàss, v. rifl. = incamminarsi :
cominciare ad avviarsi.
ìncàmisàda, s. f. = incamiciatura, ca-
micino : il muro che internamente ri-
veste la fornace.
incànà; v. att. = incannare; della seta,
avvolgere il filo sopra cannelli o roc-
chetti.
iucàuàdòr, s. m. = incannatore : chi fa
il mestiere d'incannare il filo e spe-
cialmeuto la seta.
incanàdòra, s. f. = incannatora : femm.
di incannatore.
1) Incannatoio. Vedi incàuàtòri.
incanala, v. att. = incanalare: restrin-
gere in un canale acque correnti.
1) Se sono le acque di un fiume si
dice meglio : inalveare.
ìncànàtdrì, * s. m. = incannatoio : specie
di arcolaio per incannare.
1) Accannatoio. T. e arnese dei tes-
sitori : bastoncello di legno per far
mulinare il pettine.
incancrenì, * v. att. = incancrenire : di
piaga che diviene cancrenosa.
incàndescènt, * agg. = incandescente :
infocato a segno da essere bianco.
incànt, s. m. = incanto: cosa meravi-
gliosa e- stupenda; el lagh Màgiòr Ve
on incdnt = il lago Maggiore è un in-
canto.
1) d'incànt m^oAo avverb. = d'incanto,
ottimamente: là va iV incdnt = la va
d'incanto.
2) Incanto, asta : pubblico modo di
vendere, o comperare, o prendere in
accollo lavori, o darli per la maggiore
offerta.
incanta, v. att. = incantare, affascinare ;
far provare il fascino ; sedurre, traspor-
tare : dna dona che incanta = una
donna che affascina; ti te me incàntet
= tu mi affascini ; V Aida, là glia de
qui) moment che incànten = l' Aida ha
certi momenti che trasportano.
1) Mettere all'incanto, all'asta.
incantaa, agg. = incantato, part. pass,
di incantare ; sbalordito, abbagliato.
1) reétt incantaa = acciuchire : re-
stare sbalordito straordinariamente.
2) oeucc incantaa = occhi abbambo-
lati.
incantàss, v. rifl. = incantarsi, starsene,
baloccarsi: distrarsi in un lavoro e
non seguitare; l'è minga el moment
de incantàss = non è il tempo d'in-
cantarsi, di baloccarsi.
1) incantàss àdree à tiitt còss =
far come l'asino del pentolaio.
incantèvol, * agg. = incantevole : che-
incanta, che produco una sensazione
di molto piacere e di meraviglia.
incanto, * s. m. = nella frase : sta d'in-
canto = star d'incanto, magnificamente,
incantonàss, v. rifl. = incantucciarsi,-
rincantucciarsi : mettersi in un can
tuccio.
incàpàrà, = v. att. = accapparrare. Vedi
àcàpàrà.
incàpelà, v. att. = accappellare, rincap-
peliare. T. dei vinaioli : porre nuove-
vinacce sopra le già strette nel torchio.
incàpelàss, v. rifl. = accapponarsi, in-
cappucciarsi, mettere il cappello : di
votte che son ravvolte nello nuvole.
incàponiss, v. pron. = incaponirsi, osti-
narsi, incocciarsi : specialm. in un'idea
poco giusta.
incàprisìàss, v. rifl. = incapricciarsi :
venire ad alcuno il capriccio di qual-
che cosa.
1) Invaghirsi , innamorarsi : esser
preso di qualche cosa o di qualcuno.
incàregàss, v. rifl. = incaricarsi, assu-
mersi un incarico. Anche, e meglio :
ittcàricàss; me incarichi mi de ri-
spondegh = m'incarico io di rispon-
dergli.
incàregli, s. m. = incarico : ora molto
diffuso il più moderno : incàricli. Vedi,
incarica, * v. att. = incaricare : dar
commissione ad uno di fare, e special-
mente di fare in sua vece.
incàricaa, * agg. = incaricato : colui al
quale fu affidato un incarico.
incaricàsen e ìncaricàss, v. pron. =^
incaricarsene, incaricarsi. Vedi incà-
regàss.
incàrich, s. m. = incarico : commissione
un po' delicata, mandato, cura, uffizio,
incombenza.
1) dà OH incàrich = dare, affidare
un incarico.
593 —
2) ciàptl on incàrieh = assumere,
prendere un incarico.
ìncàprisiàss, r. pron. = incapriccirsi :
venire un capriccio ostinato; el s'è in-
f'àpriéiaa de vorè nò àndà vìa de Mi-
làn = s'è incapri coito di non voler an-
dar via da Milano.
lì Innamorarsi capricciosamente.
lucàrbouìss, t. pron. = imporrare, im-
porrire : dei pannilini che por esser da
troppo tempo riposti o sporchi si gua-
stano, mandando fuori dello bollicine.
Più usato scàrbonti.
ìncài'isuàss, «'. pron. = coprirsi di fu-
liggine, diventare fuligginoso.
incàruàdn, agg. f. = incarnata: di un-
ghia che si incarni.
iucàrnàss, v. rifl. = incarnirsi : pene-
trare nella carne : di unghia, spocialm.
dei piedi.
iucàruàdiu, agg. = incarnatino, carni-
cino; d'un bel color roseo come quello
del viso di persona bianca e rossa.
incàrogiiiss, v. jv-on. = incarognirsi :
diventare una carogna, un buono a
nulla.
1) Fig. : radicarsi profondamente;
el me à'è incarognii in cà e no gh'è
vèréo de dcsfesciàll = mi si è piantato
in casa o non c'everso di liberarsene.
2) Innamorarsi perdutamente. E' però
modo basso.
incarta; v. alt. = incartare: ravvolgere
in carta.
incàrtàda (fceùia), = foglia granita, in-
cartata : quella del gelso quando secca.
iiicàrtàpegorìi, agg. = incartapecorito :
arido come la caria pecora ; dicesi della
pelle umana.
incàrtoncnt, agg. = incartato, rigido.
Vedi càrtonént.
incàsà; v.att. = incassare: mettere in
cassa, chiudere dentro una cassa.
1) Di danaro, riscuoterlo
2) Incastonare. T. oref. : mettere o
fermar nel castone.
3) Inalveare, incassare: di fiumi,
tjhiuderli con argini.
4) Intarsiare: fare intarsi, speciahn.
con oro o argento nell'acciaio o nel
ferro.
iiicàsaa, agg. = incassato: di strada e
sim. che sia fra rive assai alte.
Incàsàdura, s. f. = incassatui-a ; l'ope-
razione d'incassare.
1) Incavo, incassatura : luogo dove
si incassa o è incassato.
incàscià, v. att. = accalcare, stipare
molta gente in poco posto.
incàsciàsen, v.pron. = corracciarsi: darsi
pensiero, accorarsi. V. càsciàss 6), 10).
ìiicàsciàss, v. rifl. = accalcarsi, affol-
lai-si: di molta gente in piccolo spazio.
ìncàssj s. m. = incasso : riscossione di
danaro e il danaro incassato ; fa di
màgher incàsé = far magri incassi.
ìucàstelaa, agg. = incastellato ; dicesi il
piede del cavallo quando ò troppo
stretto 0 alto.
iiicàster, s. m. = incastro ; luogo dove
si incastra.
1) Incastro, rosetta ; stnimento di
ferro tagliente per pareggiare le unghie
alle bestie che si ferrano.
2) Incastratura, l'incastrare.
incastona) v. att. = incastonare ; met-
tere una gioia nel castone. Anche in-
càsà.
incastra, t>. att. = incastrare ; commet-
tere bene una cosa dentro l'altra.
1) Inserire quasi por forza.
incàtr.àmà; v. att. = incatramare ; im-
piastrare con catrame.
1) Fig. insudiciare, incrostare : quando
la roba è sudicia così da parere spalmata
di catrame.
incav, s- m. = incavo, cavità, incava-
tura ; il punto dov'è incavato.
incàyaa, agg. = incavato, affossato : spec.
degli occhi in denti'O nell'orbita.
incàvàdura, s. f. = incavatura ; la ca-
vità nei corpi incavati.
incàràlàss, v. pron. = imbalzarsi : del
cavallo, intraversare una zampa su una
delle stanghe del legno.
1) Accavallarsi ; dei tendini e cor-
doni delle gambe nostro, quando pare
che l'una s'accavalli sull'altra o danno
un dolore acutissimo.
incàvig'iaa, agg. = incavicchiato, ed an-
che : fortunato. Vedi ciiyig^iaa.
inceneriss, v. pron. = incenerirsi ; di-
ventar cenere, della legna che brucia
sul caminetto.
incOns, s. m. = incenso : resina o com-
posizione di resina che si binicia spec.
nelle cerimonie religiose. •
incensa, v. att. = incensare ; dare l' in-
censo col turibolo nelle funzioni reli-
giose.
1) Fig. lodare astutamente, adulare.
397
iucensàda, s. f. = incensata, incensa-
mento ; atto del dare l'incenso.
iucensàmèut, * s. m. = incensamento ;
atto del dare 1' incenso.
ìiiceusuràbil, * agg. = incensurabile ;
che non può essere in alcun modo cen-
surato.
iuceutìv, * s. m. = incentivo, stimolo a
fare tanto il bene che il male ; non
come in ital. solamente stimolo al male.
Si dice ancora molto spìnta.
incepà; v. att = inceppare, incagliare,
impacciare ; portare degli impedimenti
nocivi.
incera, * v. att. = incerare ; dar la cera,
^e macchiare con cera.
inceràda (téla) = incerato : tela inco-
rata, impermeabile.
iucéi't, agg. = incerto, dubbio : di quanto
non si può appiu'aro o non è stato ap-
pm-ato e non siamo sicuri elio sia.
1) Non sicuro, variabile ; temp in-
eèrt, stàgiòn incèrta = tempo incerto,
stagione incerta.
2) Indeciso, non risoluto a faro ;
soni itieèrt ^e lioo de ància incceù ù
domdn = sono incolto se devo andar
oggi 0 domani.
incért, s. m. = incorto ; guadagno che
capita straordinariamente oltre il fisso.
incèrtèsa, * s. f. = incertezza, dubbio,
dubbiezza ; il non essere certo, 1' esser
dubbioso. ^
incetà, v. att. = incettare, fare incetta ;
ricercare, raccogliere coso che costino
una certa cura e fatica.
inchièsta, * s. f. = inchiesta : prendere
un' informazione accurata e specificata
sopra una persona, un fatto, uno scom-
piglio ; hall faa on' indiièsta, ma
come ài sòlit l'è flnìda in nàgòtt =
hanno fatto un inchiesta, ma come il
solito finì in nulla.
incliin, * s. m. = inchino ; segno di ri-
verenza fatto piegando la persona e il
capo, Usa ancora la più antica parola
riverènsa.
inchinàss, «;. rifl. = inchinarsi ; fare
inchini.
1) Abassarsi, umiliarsi. Vedi abà-
sàss.
inciampi, v. att. = attirare ; spocialm.
con lusinghe e promosse per lo più false.
inciàpàss, v. rifl. = attingersi, inciam-
pare, incavallare : dei cavalli che si
feriscono da se alle gambe.
incid, * v. att. = incidere, intagliare,
come arte.
iucidènt, * s. m. = incidente ; caso che
viene a interrompere incidentalmente,
e questione accessoria fatta durante un
giudizio.
inciochì, V. att. = ubriacare, avvinaz-
zare ; far diventare ubbrifico, specialm.
dando a bere molto.
1) Acciuchire, imbalordire, sbalordire :
di cosa elio faccia grande impressione,
od anche di percossa al capo.
iuciocliimònt, s. tn = acciuchimento,
sbalordimento.
iucioda, s. /. = acciuga, alice ; pescio-
lino di mare che per lo più si mangia
salato.
1) Di pors. secca, magra, allampa-
nata.
2) édlsa d'ineidd = acciugata; sorta
di salsa d'acciughe.
3) vèéà come i inciòd in del bàri =
essere in bastai-delia. Fig. essere in
una stanza o in una carrozza dove si
stia pigiati e si soflVa caldo.
iucioda, V. att. = inchiodare ; formare
con chiodi.
1) Fig. obbligare, costringere ; g'hoo
àvilii on ràfredòr che 'l m luì inciodaa
in lètt = ho avuto un' infreddatura che
mi inchiodò in letto.
2) ineiodet ; va t'inciòda = affogati,
appiccati, va t' impicca.
inciodaa, agg. = inchiodato ; fermato
con chiodi.
1) Fig. obbligato, costretto ; legato-
da occupazioni.
2) l'èsé inciod-aa ài tàol = essere in-
chiodato al tavolo ; starvi per lungo
tempo al lavoro,
iuciodàda, s. f. - inchiodatura ; l'inchio-
dare.
1) Affannata ; di cose fatte alla svolta
per il tempo che ui'ga.
iucioster, s. m. = inchiostro ; liquido
nero o d'altri colori per intingervi la
penna e scrivere.
1) vìn che par inciòéter = vino conio
l'inchiostro ; torbe, nero.
2 ) smàgià d' inciòéter = sgorbiai'o,
far sgoi'bi ; inchiostrare.
8) inciòéter de étdvipa = inchiostro-
da stampa, quello più denso che serve
a stampare nello tipografie.
incis, agg. = inciso, intagliato, come arte.
iucisiòn, * s. f. = incisione : lavoro di
ine
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disegno fatto su lastra metallica, ó di
legno e riprodotto per le stampe.
iu« isòr, s. m. = incisore ; chi esercita
r ai-te dell' incidere.
incita; V. alt. = incitare, eccitare, esor-
tare ; spingere a fare.
jncitàmènt, * s. m. = incitamento, esor-
tazione ; r incitare, lo stimolare e fai'e
una cosa,
incivìl, agg. = incivile, sgarbato, villano :
malcreato ; che non è urbano.
incìvilitaa, s f. = inciviltà, malcreanza;
mancanza d'urbanità.
. 1) Atto, azione incivile, inurbana.
inclina, v. att. = inclinare, propendere ;
avere inclinazione, propensione per una
cosa.
inclinàsiòn, * s. f. = inclinazione, pro-
pensione, tendenza ; stato dell'animo o
della mente che propende naturalmente
a una cosa ; vègh inclinàsiòn per là
mùsica = avere inclinazione alla musica.
inclùd, * V. att. = inchiudere, includere :
comprendere persone o cose in un altro
numero, genere, serie.
incociss, V. rifl. = incocciarsi, ostinarsi,
impuntarsi; specialm. in cosa non buona.
incoeù, avv. = oggi, oggidì : il giorno
che corre, presente.
1) ìncceu vòtt, quhidcs, e sim. = oggi
a otto, a quindici, e sim.
2) prdpi incoeu = oggi stesso.
3) incceu ò domdn = oggi o domani ;
in breve tempo.
4) dà l'ineoRÙ ài donidn = dall'oggi
al domani ; in breve tempo.
5) là geni, i ròbb d'incmù = la gente,
i fatti d' oggi, dell'oggi ; moderni.
6) vòtt dì incmu, on mes incmù, e
sim. = oggi fa otto giorni, oggi fa un
mese ; otto giorni sono ; un mese ter-
minato con oggi.
7) el di d' incoeù = oggi giorno,
adesso ; i Uberai del dì d' incom = i
liberali d'adesso.
8) ài di d' incoeù = al giorno d'oggi,
in adesso.
incoia, V. att. = incollare, conglutinare,
agglutinare : attaccare con colla, con
glutine.
incolàda, s. f. = incollamento ; 1' incol-
lare, l'attaccare con colla.
incolàdura, s. f. = aria, presenza ; aspetto
del cavallo.
1) Accollatura, l'apertura di un abito
intorno al coUo ; el vestii el me va
ben de incolàdura = l'abito mi va bene
d'accollatura.
incolàss, V. pron. = alloppiarsi ; non
andare o venir maT via. bi dice di chi
si pianta in una conversazione o sim. ;
pareva che 'l àe fii^s incolaa ehi sta-
séra = pareva si fosse alloppiato qua
stassera.
incolpa, V. att. = incolpare, accusare ;
accagionare ; dar colpa a qualcuno di
qualche cosa.
incombènsa, s. f. = incumbenza, inca-
rico, commissione. Vedi incàrich.
inconibensà, v. att. = incumbenzare,
incaricai'e : dare un incarico. Vedi in-
carica. ,
incòniod, s. m. = incomodo, fastidio,
noia, scomodo, seccatura.
1) ghe levàroo V incòmod = le to-
glierò r incomodo : frase di congedo,
quando si è in visita.
incomoda, v. att. = incomodare, dare
incomodo, scomodare, seccare.
in confrónt, = appetto, al paragone ;
el me mài in confrónt ài tò l'è pòcch =
il mio male appetto al tuo è poco.
inconsolàbil, agg. = inconsolabile : che
non può essere consolato.
incontentàbil, agg. = incontentabile :
che di nulla mai si accontenta.
incònter, s. m. = rincontro, incontra-
mento, scontro : 1' incontrarsi.
1) Collazione, revisione. T, di tipogr.
2) Combinazione, caso : avvenimento
casuale.
incontra (àndà) = farsi incontro, alla
volta, verso. Anche àndà ala contra.
1) Di fatti spiacevoli, affrontare ; el
va incontra à di gran fastìdi = va
incontro a dei grossi fastidi.
2) Andare a incontrare ; andare a
posta incontro ; ghe sèmm àndaa in-
contra àia stàsiòn = siamo andati a
incontrarlo alla stazione.
incontra, v. att. = incontrai-e, scontrare,
abbattersi ; trovare per via, o a caso,
senza aspettare.
1) Scambiare merci, pagare in na-
tura, non in danaro.
2) incontra el gUst = incontrare il
gusto ; piacere, gradire a qualcuno.
incontràri (à 1'), w. awerb. = al con
trario, a rovescio, all'opposto.
incontràss, v. rifì, = incontrarsi, tre
varsi per la via, quasi a caso.
inconveniént, s. m. = inconveniente ;
me
— 399 —
iud
cosa, azione che non conviene, che di-
sturba ; quHa stànsa chi scura l'è on
bèli inconvenimt = questa camera oscura
è un beli' inconveniente.
incoràg'ià, r. alt. = incoraggire, ani-
mavo, inanimire; dare, far coraggio,
faro animo.
incoràgiàmènt, * .<?. m. = incoraggia-
mento : tutto quel che si fa per dar
coraggio.
incorda, v. att. = accordare •, ridurre più
istrumenti musicali, o le corde di uno
stesso istruniento alla medesima into-
nazione.
incordàdòr, s. m. = accordatore : per
antonomasia, accordatore di pianofoiii.
incordàdura, s. f. = accordatura : ope-
razione od effetto dell'accordare istru-
menti ; hoo pàgaa iér V incordàdura
del cémbol = pagai ieri 1' accordatura
del pianoforte.
incòrges, v. rifl. = accorgersi, addarsi
di qualche cosa. Anche inàcòrg'es ,
àcòrg:es. Vedi.
incornisà, v. att. = incorniciare : porre
in comico.
incorona; v. att. = incoronare : mettere
una corona in capo a qualcuno.
incorpora, ^'. atf. = incorporare, amal-
gamare ; far tutto un corpo di cose di-
verse, od anche di un corpo che si
componotra in un altro.
incostànsajL* s. f. = incostanza, incoe-
renza : contrario di costanza ; Ve sta
incostdnèa del tenip che riiìna là sa-
liid = è questa incostanza del tempo
che sciupa la saluto.
incostànt, agg. = incostante, incoerente,
chi è facilmente mutabile.
incòster, 5. m. = inchiostro. Vedi ìn-
cìòster.
incotii, agg. = imporrato, imporrito. Di
albero che va marcendo.
incràponiss, v. pron. = incaponirsi, in-
caparsi ; ostinai'si. Come incàponiss,
incoci.àss.
incredibil, agg. = incredibile : da non
potersi credere ; là geni che gh'éra V è
incredibil = è incredibile quanta gente
c'era.
incretinì, v. alt. = incretinire ; far di-
ventare e diventai" cretini.
1) Inasinire ; diventar simile all'asino,
cioè più ignorante di prima.
increspa, v. att. = increspare, corrugare.
Specialm. della fronte. Anche: raggrin-
zare.
incrèspàdura, s. f. = increspamento,
raggrinzatura, corrugazione.
incropaa, agg. = sudicio, inzavardato.
Vedi incatrama, 1).
incrosegià, v. att. = incrociare, incro-
cicchiare ; unire a mo' di croce.
ìncrosegiàdura, s. f. = incrociamento,
incroci atui-a.
1) Di strade: crocicchio, incrociatura:
il punto dove si incrociano.
incrostaa, agg. = incrostato ; di una su-
perficie ricopeiia come d'una crosta di
pietre e marmi.
incriisciàss, v, pron. = accoccolarsi : se-
dersi coccolone sulle calcagna.
inciilcà, * v. att. = inculcare ; fare en-
trar nella mento, insistendo nel ripe-
tere : specialm. di buone massime e di
buoni principi di morale.
incliràbil, * agg. = incurabile : cui più
nessuna cura può essere utile.
1) piaga incilràbil = calia, canchero.
Vedi fiàsca,
incuria, * s. f. = incuria : trascuratezza
delle proprie cose e dei propri obblighi.
incusgeu 0 meglio ora incfig'in 0 in»
cudin, * s. f. = incudine. T. di fabbr.
ferr.
1) vèsé tra V incùgin e H màrtèll =
essere tra 1' incudine 0 il martello ;
essere tra il ferro e la forca : non es-
serci scampo, esser battuti da due parti
opposto.
inciisgrenèla, ing-uginéla, inciidinela,
s. f. = caccianfuori : ])iccola incudine
con duo cornette lunghe e sottili.
inctttt, V. att. = incutere ; far nascere
nell'animo timore, spavento, 0 senti-
mento che soggioga e specialm. rispetto.
indàg'à, V. att, = indagare, ricercare :
cercar di scoprire, ed anche fam. in-
dagare con curiosità indiscreta.
indàgio, * s. f. = indagine, ricorca ; dòpo
tanti indàgin Fhà fenii per troà nà-
gòtt = dopo tanto indagini fini per non
trovar nulla.
indèbitàss, v. rifl. = indebitarsi, far de-
biti ; caricarsi di debiti.
indebolì, v. att. = indebolire, affievolii'e;
render debolo, togliere le forze : spoc.
di malattie che infiacchiscono il corpo.
indebolimént, s. m. = indebolimento ;
l'indebolirsi ; el tifo el g'hà làéaa on
ind
400 —
ind
indebolimént general = il tifo gli ha
lasciato un indebolimento generale.
indeboliss, v. rifl. = indebolirsi, infie-
volire, affievolirsi : scemar di forza ;
glie se indebolisé là vos = gli si affie-
volisce la voce.
1) Illanguidirò ; divenir languido.
indecèusii, * s. f. = indecenza, spudo-
ratezza.
indecèut, agg. = indecente, spudorato;
che è in ogni modo sconveniente al
pudore.
indecorós, * agg. = indecoroso ; non de-
coroso, sconveniente in generalo ed
anche in particolare allo stato, al grado
della persona.
ìndèg'ii, agg. = indegno, immoritovolo ;
non moritovole. Usa molto corno in-
vettiva contro chi si mostra ingrato al
nostri benefici.
ìndègriiàmèut, avv. = indegnamente : in
modo indegno, infamo, ingiusto.
ind egli itaa, * s. f. = indegnità, azione
indegna ; l'è on' indegnitaa = è un' in-
degnità.
indeuioniaa, agg. = indemoniato ; di
l)ors. presa dalla rabbia, ed anche di
ragazzo che sia un nabisso.
1) Di coso : vent, tcmporitl indemo-
niaa = vento, temporale indemoniato.
indenisà, v. alt. = indennizzare, com-
pensare di un danno ; rifare i danni e
le spose.
ìndeniss, s. m. = indennità: il comspet-
tivo di spese e di danni.
indènt, prepos. = dentro, indentro, ad-
dentro. Anche: indéuter.
ìndes, od ora spesso indice^ * s. m. =
indice, tavola, repertorio : la parte del
libro che registra i titoli dei capitoli, o
delle materie trattato e la pagina dove
si trovano.
India, (àueda d') = caporosso maggioro.
1; càna d' India = canna d' India :
specie di legno da bacchetto.
indiàn, (fa 1') = fare l'indiano, lo gnorri,
0 il grasso legnaiuolo : fingere di non
sapore una cosa, non darsi per inteso.
Vedi intès.
indiana, s. f. = indiana: specie di tela.
indiàolaa, agg. = indiavolato: d'ogni cosa
in grosse proporzioni.
1) Spiritato: di ragazzo troppo vivace.
indica, * v. att. = indicare : insegnare
dove sia una cosa, o ciò che sia più
conveniente ; te indichi mi on brdo
dotar = ti indico io un bravo medico.
indicaa, agg. = indicato, opportuno; spe-
cialm. di rimedi che convengano al
male.
indicàtìv,* agg. = indicativo. T. gramm.,
uno dei modi del verbo.
indiferènsa,* s. f. = indiffen-enza: stato
dell'anima che fa guardare le cose con
apat'a.
indiferènt,* agg. = indifferente: che prova
indifferenza ; od anche ciò che non ci
fa alcuna impressione e che non ci ap-
passiona affatto.
iudigrést, agg. = indigesto, indigeribile:
diffìcile da digerire, che grava sullo
stomaco.
indiarèstiòn,* s. f. = indigestione: imba-
razzo di stomaco per cattiva digestione.
iudiriss, s. VI. = indirizzo, soprascritta,
ricapito: quello che si scrive stdla parte
della busta opposta alla suggellata, per-
chè si sappia dove è mandata la let-
tera.
iudiscipliuaa, * a^g. = indisciplinato :
che non sta e non sa stare allo regole
della disciplina.
indiscresiòn, s. f. = indiscrezione, indi-
scretezza: l'essere indiscreto, senza mi-
sura e discrezione.
iudiscrètt, agg. = indiscreto, immodico,
senza discrezione.
1) Chi vuol sapere i secreti altrui, e
intriga per saperli.
indisi, s. VI. = indizio, segno: fatto certo
che no fa sospettare altri non certi.
indispensàbil, * agg. = indispensabile;
necessario assolutamente; per eèrti im-
2)iègh l'etaa l'è dna condisión indi-
spensàbil = per certi impieghi l'età è
una condizione indispensabile.
indispetii, agg. = indispettito, adirato,
offeso, mal disposto.
1) indispètisé = imbizzirsi, indispet-
tirsi: prendere stizza, dispetto.
indispònu, V. att. = indisporre, mal di-
sporre : disi)orre non bene contro uno.
1) Incomodare leggermente di salute.
iudisposisión, * s. f. = indisposizione,
malessere: alterazione non grave di sa-
luto!
indisposi, agg. = indisposto: che sta poco
bene in salute.
indivia, s. vi. = indivia, endivia: insa-
lata di vario specie e specialm. quella
ricciuta.
1) indìvia rìsa = indivia crespa.
ìiid
— 401
ìnd
2) indivia sóteràda = indivia ricori-
cata.
iiidivìduv, 5. m. = individuo: un essere
lireso da sé, in relazione delle sue
specie.
1) Spreg., persona che non sappiamo
chi sia, che ci piace poco, o non ci
jnace.
ìiidivisibil, * agg. = iadivisibile : che
non si può dividere.
1) Fig., di due che stanno sempre
insieme in buona armonia.
indoeùia, s. f. = gorbia : foro circolare
per cui si introduce il manico nei ba-
dili e sim.
ìudolènsa, s. f. = iadolenza, pigrizia,
svogliatezza ; glie tnànca minga l' in-
gègn, ntà el ricss nò per là àòa indo-
léìièa = non gli manca 1' ingegno, ma
non riesce per la sua indolenza.
iudolensii, * agg. = indolenzito, afflitto,
dolente. i)i rado iudolcutaa, di chi ha
una parte del corpo intormentita.
iudolèiit, agg. = indolento, pigro, svo-
gliato; di pers. che non si dà pensiero
di far nulla.
indolsì, V. alt. = addolcire, raddolcire:
rendere dolco e meno aspro.
indora, v. att. = indoraro, dorare: sten-
der l'oro ridotto in foglia sopra una
superfice e farcela aderire.
1) nànea à indoràmm = tioppure se
mi coprissero d'oro: quando diciamo
di non voler fare una cosa per nessun
patto.
iudoràdòr, s. m. = adoratore, doratore,
mettiloro: che fa il mestiere di dorare.
iudoràdùra, s. f. = indoratvira, doratura:
l'operazione e l'effetto dell'indorare.
1) àndti giò V indoràd&ra = perdere
la doratura.
iudormént, figg. = addormentato, indor-
mito.
1) troà el Signor indormènt = aver
fortuna, aver Dio o il diavolo dalla sua.
iudormeutà, v. att. = addormentare, far
prender sonno, far dormire; l'è dna co-
lìiédia che imlorménta = ò una com-
media che addormenta.
1) fa indormentà = fare addormen-
tare; di tiritere noioso.
2) Acciocchire; far dormire comò un
ciocco; vìu che indorménta = vino che
acciocchisce.
iiidonueutaa, agg. = addormentato: che
dorme.
20
1) Fig. ; òm?n indornientaa = per-
sona addormentata: che non è sveglia,
non è attiva, è pigra, neghittosa.
2) fa l' indornientaa = fare l'addor-
mentato, il dormi, il minchione, il grullo,
il balordo.
iiidormeutàss, v. ri/i = addormentarsi,
appalparsi, prender sonno ; se lègi in
lèti, me indormènti = se leggo in letto,
m'addormento.
1) indormentàsé sii qitèj còse = ad-
dormentarsi su qualche cosa; farla lento
e svogliatamente; indormentàsé sui li-
ber = studiare di malavoglia.
2) Di meccanismi che talvolta inter-
rompono il loro movimento; el me oro-
lògg quèj vQlta el se indorménta = il
;nio orologio talvolta s'addormenta ; si
fa lentissimo nel .suo movimento, si
forma.
3) indormentàsé éùi giigitt = addor-
mentarsi sui pettini da lino: si die» dei
dormiglioni.
iiidòss, prcp. = addosso, sul dosso: sulla
persona, con sé. Vedi àdòss.
iudree, aìn). = indietro, addietro ; te see
Oli sècol indree = sei un secolo addietro.
1) éta indree = staro indieti'O, ritar-
dare: dell'oriolo che ritarda. Vale an-
che: staro al disotto, rimanere inferiore,
non progredire.
2) dàgh indree = dare indietro, ac-
culare ; dotto di cavalli, muli, car-
rocci, ecc., farli andare all'indietro.
3) dà indree = dare indietro, resti-
tuire, rendere. A^alo anclie: dissuadere,
sconsigliare.
4) torna indree = dare addietro: ri-
tirarsi dal primo proposito ed anche
ricadere in una malattia della quale si
era incominciato a guarire, ed anche :
tornare indioti'o, retrocedere, tornare sui
propri passi.
5) torna indree = tornare indietro:
ricominciare a vivere; ée podeéé tornti
indree farla pii tanti épropòsit = so
potessi tornare indietro, non commet-
terei piìi tanti spropositi.
tì) vèsé indree = essere addietro, cioè
distante dal punto a cui si tende; soni
indree col làorù, = sono addietro col
lavoro.
7) vèsé indree = esser bazzotto; di
vivanda che non ha finito di cuocere,
ed anche di chi non è bene istruito in
una scienza o in un'arte.
ìud
402
ine
8) làsà indree = omettere, tralasciare;
quèll elle te seti nò bon de fa làsel indree
= quello che non sai fare tralascialo.
9) làsà indree = lasciar la passata:
avanzare uno col quale si andava del
pari, anche in senso ligur.
10) làéà indree = lasciare addietro ;
di un lavoro che si smotta o sospenda,
per occuparsi d'altro.
11) resta indree = restare addietro.
a) non riuscire a camminare o non
volor camminare quanto gli altri che
son con noi ;
b) esser da meno ; trattandosi di
onestà, regali, sforzi, sfoggi, ecc ;
e) non aver la parte come gli altri;
* creditor hin tanti che quèidùn bisógna
ehe el rista indree = son tanti i cre-
ditori che qualcuno deve restare ad-
dietro.
12) éfà indree = trattenersi delibera-
tamente; stoo indree del mangiti = mi
trattengo dal mangiare.
13) tegnì indree = tenere addietro :
impedire che una cosa o persona venga
0 vada avanti, anche in senso figur.
14) tiràsé indree - allargarsi : sco-
starsi per far lai-go ; tirèv indree gioi-
nòti, che pttsa i càròés = = allargatevi,
giovinetti, che passano le carrozze.
lo) sti temp indree = tempo addietro,
tempo fa.
16) boria indree = cadere, cascare
all' indietro, battendo la schiena o la
nuca.
17) àndà indree = andare, cammi-
nare all'indietro: dalla parte della schie-
na. Figuratamente di chi non fa pro-
gressi.
ìndrisà, ^'. att. = radrizzare, dirizzare :
rimettere dalla parte diritta.
indrìsàss, r. ri fi. = rasserenarsi, rischia-
rarsi, riconfortarsi: deporre il malumore.
ìiidriss e iiidrìtt,* = ritto, diritto, con-
trario di rovescio.
indù, v. att. = indurre; persuadere a fare
anche ciò che non piace.
indiibitàbil; * agg. indubitabile ; che è
fuor d'ogni dubbio.
iudùcàs, nella frase no glie n'ha ne in
nenòs ne indiicds = non ha cervello,
è vano più che una canna. Dal lat.
inducas nell'oraz. domenicale.
ìndiiìii, s. m. = indovino: chi fa profes-
sione di indovinare il futuro.
ìndiiinà; v. att. = indovinai'e, azzeccare.
I coglierci, coglier nel sogno; ne indiana
I minga vùna = non ne azzecca, non ne
indovina una.
1) tirti à iìidiiinà = tirare a indo-
vinare: di chi non sa una cosa e dice,
guardando se ci azzecca.
2) Entra in un indovinello popol.:
sola ài poni de cipp e ciàpp - ghe sta
sòtt Bàrgniff Bàrgnàff - cola vHta
xerdesìna - Ve on dolor chi T indiiìna;
è la rana. Vedi bàrguiff.
3) Vedi càvàlhi, 2).
indiiinèll, s. m. = indovinello ; dotto
oscuro per fare che altri ne indovini il
significato.
1) Anche tutto ciò che è oscuro e
non si capisce.
indiilg'ènsa, s. f. = indulgenza: disposi-
zione mite dell'animo verso gli altrui
difetti.
iudOlgréiit) agg. = indulgente: che ha in-
dulgenza, che non è severo.
indiilt; s. w. = indulto: la dispensa dei
digiuni rigorosi della quaresima. T. ec-
clesiastico.
indurì, r. att. = indurire, rassodare: far
diventar duro, sodo; ed anche diventar
duro.
indurii, agg. = ammazzerato; di terreni.
ìudiiriméutj* s. m. = indurimento: l'in-
durire, lo stato di ciò che è indurito.
industria, s. f. = industria : tutte le
operazioni che concorrono alla produ-
zione della ricchezza.
1) tìv de indùstria = campare d'in-
dustria: di mezzucci non sempre leciti
0 onesti. ':
2) càvàlier d' indùstria = cavalier&j
d'industria: giuntatore, truffatore. '
indiistriàl, * .s. m. = industriale: chi si è'
dedicato all'industria.
1) Agg., appartenente all'industria
indìiètriàss, t\ rifl. = industriarsi, in-j
gegnarsi: vivere coli' industria.
1) Anche iron. per rubare, truffare. j
indiistriós, agg. = industrioso: di per-^
sona che ha industria, solam. nel si-
gnific. buono.
indiivìu, s. ni. = indovino, indovinatore.
Vedi indiiìu.
ìndiivinèll, s. m. Vedi indiiiuèll.
inebì, e inibì,'*' v. att. = inibire, proi-
bire, vietare: di chi con autoritcà proi-
bisce alcuni atti.
inèdia, s. f. = inedia, pigrizia; noia tre-
menda.
ine
— 403
iuf
1) morì (f inedia = annoiarsi mor-
talmente; iperbol.
inedit, agg. = inedito, non pubblicato
per lo stampe, o non pubblicato prima
di quello che si annunzia.
ìnerèiit, * ngg. = iuereate : che appar-
tiene di necessità a una cosa, a una
qualità.
inèrsia,* 5. f. = inerzia, pigrizia, accidia.
ìiiesàiirìbil, * agg. = inesauribile : che
non può essere esaurito, che non fini-
sce mai.
inèsia, s. f. = inezia, bagatella, i^iiseria;
cosa da poco, di nessun pregio 0 va-
lore.
inesig'ìbil,* agg. = inesigibile; di crediti
che non si possono esigere.
inesoràbil, * agg. = inesorabile: che non
si lascia smuovere da preghiere, da la-
menti ; el me pàdròn de cà l'è ineso-
ràbil = il mio padrone di casa è ine-
sorabile.
inespért,* agg, = inesporto: senza espe-
rienza 0 con poca esperienza.
inesplicàbil, * agg. = inesplicabile : che
non si può spiegare, che non si capi-
sce; per mi l'è ineéplicàhil come on
òtnni còme ti l' tibia podiiii fa on'ivi-
priidénsa sìmil = è per me inesplica-
bile come un uomo par tuo, abbia po-
tuto commettere una tale imprudenza.
iuèst, s. m. = annostatura, ^-annesto, in-
nesto: l'operazione dell'annestare, spe-
cialm. delle pianto. Vedi iusèd.
1) Del vaiolo, e solam. del vaiolo
anche annostamento.
iuestà, «'. alt. = annestare, innestare: ap-
plicare a una pianta occhi 0 marze
preso da un'altra in modo ohe v'alli-
gnino. Anche insedi.
1) inèstà el varmil = annestare il
vainolo: vaccinare.
ìnfà, V. alt. = calere, premere, importare;
me ne infà nàgòti = non m' importa,
non mi cale; mi me ne infà = non me
ne cale.
infàcendaa, agg. = affaccendato: chi ha
0 fa vista d'aver gran faccende.
infàgotà, V. alt. = infagottare, raffardel-
lare: far come un fagotto, avvolger male
e in frotta.
1) infàgotàsé sii = infagottarsi : ve-
stirsi male, come un fagotto.
infàlanteiiiént, avp. = infallibilmente,
infallantemente: senza fallo.
infàlibìl, agg. = infallibile ; che non può
fallare, che non può mancare. Al mil.
manca il contrario fàlibil.
infama; r. alt. = infamare, vituperare :
far apparire infame.
1) Diffamare : sparlare contro la fama
altrui.
infàmia e infàmitaa = infamia, nefan-
dità : azione riprovevole, che rende in-
fami.
infàmm, agg. = infame, cattivo. Di pers.
e di cose.
1) Al femni. infama : strada, dona
infama = strada, donna cattiva, pessima.
infàng'à, v. alt. = infangare, inzacche-
rare, immotare : sporcare di mota.
iufàutàrìa, s. f. = fanteria: milizia a
piedi. Usa poco e solam. fra il più
basso volgo.
infarina, t\ att. = infarinare : sporcar di
farina 0 avvolgere nella farina.
1) chi va ài molin èe infarina =
chi va al mulino bisogna che si infa-
rini : della conseguenza di cattive pra-
tiche.
infàrinàdura, s. f. = infarinatura, ver-
nice, spruzzatura : 1' infarinare e l'es-
sere infarinato.
infàtììaa, agg. = infatuato ; enormemente
illuso.
infatìià, V. att. = infatuare : rendere
quasi fatuo con lusinghe, con adesca-
menti.
infedèl, agg. = infedele, sleale. Anche :
ladro, se chi ruba godeva la fiducia
del derubato.
infedeltaa, s. f. = infedeltà, slealtà :
contrario di fedeltaa.
infelice,* agg. = infelice.
1) Disgraziato, sventurato; l'è on póer
infelice = è un povero infelice; Ve staa
infelice tiita là vita = fu infelice per
tutta la vita.
2) Di avvenimenti, imprese, azioni,
e sim. mal riuscite; ona fèsta, on àpe-
iàcol, on liber infelice = una festa, uno
spettacolo, un libro infelice.
3) Di raccolte scarse e di terreno ste-
rile; òna vendèmbia, on fóndo infelice
= una vendemmia, un campo infelice.
4) on ànn infelice = un anno infe-
lice, di carestia.
5) on ànn, on mes, dna éetimàna
infelice = un anno, un mese, una set-
timana infelice: quelli nei quali sia ac-
caduto qualche fatto contrario ai nostri
desideri di bene, di prosperità.
inf
404 -
inf
infenocià, v. att. = infinocchiare, gab-
bare : dare ad intendere cose non vere,
fandonie.
inferiór, agg. = inferiore : di minor
pregio 0 grado ; ginàsì inferiór = gin-
nasio inferiore ; on mn mólto inferiór
= un vino molto inferiore.
inférma e inférmo, * agg. = infermo,
cronico: che non guarisce più.
infermarla e infermeria, * s. f. = in-
fermeria : le stanze di collegi e si ni.
dove si cm-ano i malati.
infermee, s. m. = infermiere : chi assi-
ste i malati.
1) infermee de l'ospedaa = pappino,
spedaliere : astante o servo negli ospe-
dali.
inférmo, agg. = allettato : infermo da
molto tempo ; là mìa marna l'è infér-
ma, là pò m-ìnga regola là eà = la
mia mamma è allettata, non può re-
golar la famiglia.
infèrno e ancora volgarm. inférna, s.
m. inferno : luogo, secondo le credenze
cristiane, di punizione ai cattivi nel-
l'altra vita.
1) Di stato intollerabile, di confu-
sione deplorevole ; là mìa vita l'è on
infèrno = la mia vita è un inferno.
2) dolor, laorà, bòtt, d'infèrno e sim.
= dolore, lavoro, botte d'inferno e sim.
come accrescitivo e peggiorativo.
3) àndà, manda à V infèrno = andare,
mandare a gallina: in rovina.
4) andà tiitt còse à V infèrno = an-
dar ogDÌ cosa in subisso.
inférna e infèrno, * s. m. = inferno.
infèsc, s. m. = impaccio, imbroglio,
guaio , attrazzo : impedimento, , inco-
modo, quindi anche oggetto che non
serve e ingombra una stanza.
1) Di uomo: impiccione, neghittoso.
ìufèscià, V. att. = imbrattare: sporcare,
render sudicio.
1) Impicciare, imbarazzare, impac-
ciare.
2) infescià el étómegh = gravare lo
stomaco, con cibi o bevande di difficile
digestione.
inflàmà, v. att. = infiammare, avvampare
accendere : levarsi con fiamma.
1) infmmàss = infiammarsi. T. med.
iuiiàmàsiòn, s. f. = infiammazione : T.
med. : processo morboso, che dà origine
a molte malattie e si presenta special-
mente con rossori.
inilàmàtòri, agg. = infiammatorio : ac-
compagnato da infiammazione.
infiasca, v. att. = infiascare : metter nei
fiaschi.
infila, V. att. = infilare, infilzare : spe-
cialm. dell'ago, far passare il filo per
la cruna.
1) Dei chicchi che devono essere di-
sposti in fila per corone e sim, ; in-
fila i margherititt = infilare le marghe-
ritine.
infilerà, s. f. = filarata, fila, filata: di
cose messe in fila.
infllèta, s. f. = punto avanti, basta,
tessitui-a : una specie di punto nel cu-
cire.
infilètà, V. att. = imbastire, infilzare :
fare una filza, infilare : di castagne,
fichi, perle e sim,
infilsà, V. att. = infilzare, trafiggere ;
passar uno da parte a parte, trapas-
sarlo.
1) infilzare : fare una filza o delle
filze ; dei polli, degli uccelli allo spiedo,
0 fig. di bugie, di panzane, ecc.
infilsàdura, s. f. = infilzatura : atto e
effetto dell'infilzare.
inf in, prep. = alfine, alla fine : oh ! in-
fin gh'è niéùna resón de tràtàmm
in età mànéra = oh! alfine non c'è
alcuna ragione di trattarmi in questo
modo; in fin km vegnini anca lor del
me parer = alfine son venuti anch'essi
del mio parere.
ìnfìna, prep. = sino a, fino a.
infinìtaa, s. /. = infinità: quantità gran-
dissima.
infinito, agg. = infinito ; di cui non si
vede, non si conosce il fine.
1) àndà à r infinito = andare alle
calende greche o al dì di San Bellino,
0 a tre d: dopo il giudizio: di cose che
non terminano mai,
infinocià, r. att. = Vedi infenocià.
infiora, v. att. = infiorare : ornare, spar-
ger di fiori.
inflesìbil, * agg. = inflessibile : che non
piega. Nel solo signif. morale, per ine-
sorabile, tenace.
inflesiòn, * s. f. = inflessione : dei vari
toni della voce e del modo di emet-
terla ; là g'hà di infleéión de vos che
hin grasiós come = ha delle inflessioni
di voce che sono graziosissime.
infiiiénsa, s. f. = influenza; l'influire,
iiif
- 405 -
ingr
e la sola potenza, l'autorità : di pers.
Di cose come clima, libeiià, amore e
sim. influsso.
1) Specie di malattia dell'organismo
generale.
iufllieusà) ^'. att. = iutluenzare : avere,
esercitare influenza.
iiifliiensaa; agg. influenzato : chi subisce
l'influenza d'altri o d'altro, e chi è
ammalato d'influenza.
ìnfluènt,* agg. = influente : che può in-
fluire, clie ha dell'influenza, dell'auto-
rità.
ìufliiìj V. att. = influire : agire su qual-
che cosa in modo che ne risenta negli
effetti : el tò càtìv umor l'infhciss èii
tuta là cà = il tuo cattivo umore in-
fluisce su tutta la famiglia.
infogrà, V. att. = infocare : riscaldare co-
me foco.
infolàrmaa, agg. = riscaldato, infervo-
rato : eccitato nel fervore, animato.
infolànnàss ; v. rifl. = infervorarsi :
prender fervore ; riscaldarsi nel fare
una cosa.
iufònd; V. att. = infondere : far nascere
in altri; el tò esèmpi el me infònd on
poo de coràgg = il tuo esempio mi in-
fonde un po' di coraggio. Usa però più
largam. dà.
inTorcà, 'V. att. = inforcare ; prendere,
infilare colla forca. '
1) inforcasi, v. rifl. = ostinarsi, in-
caponire, intestarsi.
informa; v. att. = informare : rendere
consapevole, dar notizie.
ìnformàsìòu, s. f. = informazione, no-
tizia : il complesso delle notizie che
informano di un fatto , di una per-
sona.
informàss, v. rifl. = informarsi: pren-
dere istruzioni sufficienti di un fatto
che si racconta, di una notizia.
inrornà) v. att. = infornare: mettere in
forno a cecero.
iuforiiàda, s. f. = infornata: la quan-
tità di pane o altro che si inforna in
una volta.
iufosàmèiit, s. m. = infossamento: av-
vallamento d'una superficie.
iufosàss, v. rifl. = affossarsi : delle gote
e degli occhi in cui per malattia re-
stano le fosse; ghes'è infosaa i orucc
tremendàmént = gli si sono affossati
gli occhi maledettamente.
iufòsclii, V. att. = abbuiare, oscurarsi,
infoscarsi : diventar fosco.
infrasca, v. att. = infrascare: coprir di
frasche, ed anche sostenere con frasche
certe piante come fagioli, piselli e sim.
infrègiàss, v. rifl. = infreddare : pren-
dere un'infreddatura.
infrèjjfó, s. m. = infreddatura : leggera
flussione alla membrana della gola o
della mucosa nasale con scoli nasali e
a volte gravezza di capo o febbre. Va
disusando.
infrolì, V. att. = froUare, infrollire: di-
ventar frolla. Di carni da mangiare.
infuria; v. att. = infuriare, imperver-
sare : di venti e tempesto.
infiiriàda, agg. = infm-iato, adirato : di
chi ha molta fui'ia, fretta o rabbia.
infiirìàda (à 1'), alla sfuriata, infuria-
tamente.
infiiriàss, v. rifl. = infui-iarsi, arrovel-
larsi, adirarsi : dar nelle furio.
infiisiòn y s. f. = infusione : il tener
per un certo tempo qualche sostanza
in un liquido perchè dia a quello o
riceva certe qualità.
1) stàa in infusione infuserato: te-
nuto in fusione.
inga, s. f. = loglioreira : pianta grami-
nacea.
ingàbià; V. att. = ingabbiare: mettere
nella gabbia.
iugàgià; V. att. = ingaggiare : fare in-
gaggio 0 ingaggi ; far fare ad uno un
contratto per cui appalta la propria
opera.
ingàgliàrdiss, e ingàiàrdiss, v. rifl. =
ingagliardire, rinvigorirsi : prendere ga-
gliardia.
ingàliisisS; V. att. = ingalluzzirsi, rin-
galluzzirsi, insuperbire, gonfiarsi : met-
tere una certa baldanza da gallo.
iugràmbii, agg. = indoglito: del lungo
stare a sedere specialm. in carrozza.
ingànà, v. att. = ingannare : abusare della
credulità o della semplicità altrui a
proprio vantaggio ; quindi : accalappiare
mettere in mezzo, giuntare.
1) Di chi delude l'aspettativa d'altri :
i tò esàmm m'kan ingànaa = i tuoi esa-
mi mi hanno ingannato.
2) Abbagliare, accileccare : ingannare
coir apparenza del bello e del buono.
Vedi ciàpà 35).
3) Fare in modo che una cosa noiosa
ing
- 406 -
ing
lo sia meno : inganti là fàmm, là set =
ingannare la fame, la sete.
ingrànàdòr, s. m, = ingannatore, giunta-
tore: chi fa inganni.
inganàmònd, s. m. = gabbamondo : obi
vive ingannando il terzo e il quarto.
ingànàTÌlàii) agg. = gabba villani. Di
alcuni frutti in apparenza ifi-utti o
immaturi e che invece sono buoni a
mangiarsi.
ingàiiU) s. m. = inganno, giunteria, im-
postura , finzione, dolo, frode : azione
fatta per ingannare.
1) 11 ritroso : quella parte del berto-
vello, che imprigiona i pesci.
ingàrbià, v. att. = ingarbugliare, armf-
fare, imbrogliare : mettere disordine,
segnatamente tra cose contigue, cosic-
ché l'una si cacci e si intrighi nel-
neir altra.
1) Fig. : d'affari; no l'è bon che de
ingàrbià i ròbb = non sa che arruffar
le cose.
2) Aggrovigliare: l'avvolgersi o ar-
ruffarsi del filo e sim. ; el m'ha ingàr-
biaa tuta l'ascia = mi ha aggrovigliato
tutta la matassa.
iugàrbiàda, s. f. = garbuglio, viluppo,
aggrovigliatura, arruffamento.
ìngàrbìàss, v. rif. = arruffarsi, aggro-
vigliarsi: l'avvilupparsi e l'intricarsi
del filo 0 d'altro.
1) Accatricchiarsì , incatricchiarsi :
dei cappelli quando s'arruffano per mo-
do da essere difficile a stricarli.
iugàtià; V. att. = acchiappare, cogliere,
accalappiare, trappolare, irretire.
1) Accivettare : delle donne che al-
lettano con lusinghe gli uomini.
ingàtiàmént, s. m. = acchiappamento,
trappolata, accivettamento .
ingégn, s. m. = ingegno, talento : di-
sposizione naturale a fare cose che
escono dal comune.
ingègnàss, v. rifl. = ingegnarsi, indu-
striarsi, arrotarsi : adoperarsi per fare,
per riuscire ; el uoRur minga ingègnàss
à miliorà là soa posisión = non si
vuol adoperare a migliorare il suo stato.
ingegnee, s. m. = ingegnere : chi pro-
fessa per la parte tecnica l'arte delle
costruzioni e ne attende l'esecuzione.
ingegnòs, agg. = ingegnoso, industrioso :
dotato d'ingegao, ed anche detto e fatto
con sottile ingegno.
ingelosiss, v. rifl. = ingelosirsi, pren-
der gelosia, insòspettii*si.
ingenera ^ v. att. = ingeaerare , gene-
rare, produrre.
ingènov, agg. = ingenuo, candido. Fig.
l'è Oli' tLnima ingènoa = è un' anima
candida.
ingentilì^ v. att. = ingentilire : diroz-
zare, addolcire ; di voce, di maniere,
farlo meno aspre e ruvide.
ìngeniigiàda, s. f. = inginocchiata, ge-
nuflessione : l'atto dell' inginocchiarsi.
ingeniigìàss, v. rifl. = inginocchiarsi,
genuflettersi : mettersi in ginocchio per
pregare, riverire.
iugeniigiàtòri, s. m. = inginocchiatoio :
mobile per inginocchiarcisi.
ingenìiitaa, * s. f. = ingenuità, candore,
schiettezza : qualità specialm. prege-
vole nei giovanetti.
ingerà, v. att. = inghiarare ; coprir di
ghiaia strade, viali e sim.
1) ingeràés = rimpinzarsi, mangiar
troppo gravando lo stomaco.
iugerìss, V. rifl. = ingerirsi, inframmet-
tersi ; impacciarsi in una cosa.
ingèsà, V. att. = ingessare : assicurar nel
muro chiodi e sim. con gesso, ed an-
che imbrattare di gesso.
1) Anche avvolgere nell'apparecchio
di gesso un arto, per neces.sità chirur-
giche.
ingèsàdura, = ingessatm-a : l'operazione
dell' ingessare.
ìngliiotì, * V. att. = inghiottire, trangu-
giare, ingollare ; mandar giù per la
gola. Usa da poco e solo in questo
senso.
inghìrlàndaa, agg. = inghirlandato : or-
nato con ghirlande.
iugiàldisS; V. rifl. = ingiallire : diventar
giallo.
ingio, pi'ep. = in giii, all' ingiù.
ingiuria, s. f. = ingiuria, insolenza,
offesa : atti e più specialm. parole che
offendono.
ingiiirià , v. att. = ingiuriare : mal-
trattare con ingiurie.
ingitirios, agg. = ingiui'ioso : che con-
tiene ingiuria.
ingiust, agg. = ingiusto, iniquo : fatto
con ingiustizia, ed anche persona che
giudica, 0 agisce senza giustizia.
ingiiistìsia, s. f. = ingiustizia : azione
ingiusta.
inglésa, s, f. = l'inglese; luogo comodo
mg
— 407
a irrigatole : cesso costmito ia modo
che con un meccanismo esce dell'acqua
che tutto lo lava.
iiignechiss, v. rifl. = infalotichire : di-
ventar di cattivo umore, rannuvolarsi.
iiigrnncliiss, ». rifl. = ostinarsi, incapo-
nirsi : fissarsi in un' idea, specialmente
non buona.
iiig'Olfaa, agg. = assorto, ingolfato : vèss
ingolfaci in ci' on pensér = essei'e as-
sorto in un pensiero ; tenere ad esso
rivolte tutte lo potenze dell'anima.
ingolfàss, V. alt. = ingolfarsi, profon-
darsi, immergersi, tuffarsi : specialm.
in affanni, pericoli, danni e sim.
ingolosì, V. alt. = allettare, ingolosire,
indisiare ; far venire la gola.
iugonià, V. citi. = ingommare : attaccare
colla gomma, e dare la gomma.
ingombra, v. att. = ingombrare, impac-
ciare : di cose che portano impedimento
dove si deve passare o tenere altre
cose.
ingord, agg. = ingordo, avido : d'una
ghiottoneria incontentabile.
ingordìsia, s. f. = ingordigia, avidità,
ingordaggine : l'essere ingordo.
ingorga, v. att. = accecare : buttare in
un canale o condotto delle materie che
lo ostruiscono ; ingorga là latrina =
accecare la latrina.
ingorgàda, .9. f. = conserva, gorata, mar-
gone, colta. T. dei mugn. ; bottaccio
di un molino, luogo dove si raccoglie
l'acqua che muove il molino.
ingorgàss, v. rifl. = ingorgarsi, inta-
sarsi : di condotti , canali che si o-
struiscono e impediscono la circolazione.
ingòrgli, s. ni. = intasamento, acceca-
mento : invasamento di condotti, ca-
nali e sim. V ingórgh cléla canee del
làvàndìn = l'accecamento del condotto
dell'acquaio,
1) Ingorgo. T. med. : 1' ingorgai'si
degli umori ; el g' ha on ingórgh ài
potmon = ha un ingorgo ai polmoni.
ingdsa, s. f. = schifo, nausea : turba-
mento di stomaco quasi eccitante il
vomito.
lugosà, V. a't. = far nodo nella gola, af-
fogare, ingozzare.
ingosàda, ingosànièut, s. m. = affoga-
mento, ingollata, ingozzata.
ingrana, v. att. = ingranare, imboccare.
T. dei meco, l'incastrarsi vicendevole di
varie moto per movimento.
ingranàgg, s. m. = ingranaggio, sistema
di ruote dentate che ingranano.
ingrandì, v. att. = aggrandire, ingran-
dire ; di case e sim. far grande, e più
grande.
1) Fig. esagerare ; V ingrandisA i
ròbb = ingrandisce le coso.
ingrandimènt, s. m. = ingrandimento,
aggrandimento; el negdsì l'è étaa, èaraa
on pèés per l' ingrancllment = il ne-
gozio è stato chiuso molto tempo per
causa d' ingrandimento.
ingràsà, v. att. = ingrassare, impinguare;
far diventar grasso, specialm. di ani-
mali bovini e da cortile.
1) Di terreni, concimarli con letame.
2) Intrans. : diventar grasso, pingue ;
me par che l'ingrtiéa à vista cl'ceucc =
mi par che ingrassi a vista d'occhio.
ingràss, s. ni. = governime, concimo :
la materia che serve d' ingrasso alla
terra.
1) In specie : fimo, concio, letame,
stallatico : letame fatto di escrementi
di bestie grosse.
ìngràtitudìn, * s. f. = ingratitudine :
l'essere ingrato.
ingrati, agg. = ingrato, sconoscente ;
che è senza gratitudine.
ingrediènt, s. in. = ingrediente : quello
che entra nella composizione di ima
vivanda, di un medicamento.
ingrèss, s. m. = ingresso, entrata, adito :
la porta per cui si entra in un luogo.
ingrintàa, agg. = aggrottato, rannuvo-
lato, ingrugnato ; che ha il cipiglio, il
grugno.
ìngrosiss, v. rifl. = ingrossare : diventar
grosso.
ìngròss, (à 1') = all' ingrosso ; in gran
quantità, e anche : all' incii'ca, press' a
poco.
1) mercttnt à l' ingròéé = grossista,
gi'ossiere.
ingriignà, v. att. = accalcare ; di roba
che si faccia stare a forza in una cassa,
in un baule, in un tiretto dove lo spazio
sia scarso.
inguantaa, agg. = inguantato ; colle mani
coperte dai guanti.
inguàribil,* cigg. = inguaribile ; che non
si può guarire.
inguènt, s. ni. = unguento, ompiastro ;
composto untuoso, che spesso serve
per medicamento esterno.
1) gùmtàgh l'inguénte i pèés = gettar
mg
408
via ranno e sapone ; perderò il mosto
e l'acquerello ; perder tutto.
2) ingiiént inalbili = unguento di
malva ; vèss còme l' inguènt malbin =
esser come acqua fresca ; di rimedio
uon efficace.
iiigiigèlà, V. alt. = ferrare le stringhe,
gli aglietti.
iugiiìla, s. f. = anguilla: sorta di pesce.
1) pari on' ingiilla = jiarere un' an-
guilla ; di pers. svelta e agilissima.
2) ingiilla marinàda = ciocolina ma-
l'inata.
ingttiu,* s. «t. = inguine : la piega della
coscia al basso ventre. Si dice anche
vàrcli.
ingOria, s. f. = cocomero, angaria ; cu-
curbita citrullus.
1) 'càstèll d' ingUria = midollone,
gramolo. In Toscana però non tagliano
così il cocomero.
2) campagna de ingUri = cocomeraio.
iugiiriàtt, s. m. = cocomeraio : chi vende
i cocomeri.
ìuiiiS) agg. = incominciato, incignato :
di roba da mangiare o da bere di cui
si è^ incominciato a prendere una parte.
ìuiusà, D. att. = incignare, manimettere,
incominciare : Vedi sopra ìuius.
ìniròlàss, v. rifl. = annuvolarsi; di-
ventar nuvoloso, del cielo che si copre
di nubi.
ìiilàrdà, V. att. = lardellare ; mettere
pezzetti di lardo dentro o intorno a
pezzi di carne per cuocerli.
iiilècàrdì, v. att. = inghiottonire : render
ghiotto, far diventar ghiotto.
inliscàdura, e liscàdura, = impaglia-
tura ; delle sedie.
ìiilochì, V. att. = assordare, sbalordire :
render balordo con chiacchiere o i-u-
mori.
ìulochiss, V. pron. = fare 11 capone, far
la testa come una campana ; confon-
dersi per rumore che annoi, o per ap-
plicazione troppo prolungata.
inliiminà^ r. att. = illuminare. Vedi
iliiiuiua.
iiiluiniuàsìóii, s. f. = luminaria, illu-
minazione. Vedi iliiminàsión.
iiimàgonàsS) v. jjron. = accorarsi ; far
greppie. Spec. dei bambini.
iiiiuàucàbil, agg. = immancabile ; che
non può mancare ; che e' è sempre e
sempre si trova.
inmàucàbilméiit, avr. = immantinente;
subito, senza indugio.
ìiiniàsimàss, v. rifl. = immassimarsi ;
ficcarsi nel cajjo una massima.
iniuàtì) V. att. = immattire, ammattire ;
avere ammattimento, fastidio.
l) fa inmàtl = fare ammattire ; dar
molta briga e pensiero, infastidire.
ìumàtìmént, s. m. = ammattimento, im-
pazzamento ; di lavoro che richieda
una grande attenzione e non torni alla
prima.
ìnmedesimàsS)''' v. pron. = immedesi-
marsi, identificarsi : esser tutto compreso
d'una cosa.
iiimediàtàmènt^''' at^v. = immediatamente:
senza intervallo tra mezzo, subito ; Vhoo
màndaa in lèti mmediàtàmént = l'ho
mandato a letto immediatamente.
inme usamente * aw. = immensamente,
smisuratamente.
ìiimensitaa, s. f. = immensità : esten-
sione immensa, e quantità grandissima :
r inmensitaa del ciél, del mar = l'im-
mensità del cielo, del mare ; in del
me giàrdln de fior ghe n' è dna in-
menéitaa = nel mio giardino di fiori
ce n' è una immensità.
iniiiènso,* agg. = immenso, smisurato,
gi'andissimo ; el ben che ghe roeilri ài
me fèceu V è innienéo = il bene che
voglio a mio figlio è immenso.
inmontià; v. att. = ammontare, ammon-
ticchiare, ammucchiare ; riunire come
in un monte, far monte o mucchio di
cose sparse.
1) Abbarcare, ammucchiare ; am-
massare covoni, fieno, tavole e altre
cose.
inmortài,* agg. = immortale : che non
muore mai. Il mil. preferisce etérao.
inmìicià, «>. att. = ammucchiare, ammas- ;
sare ; metter cose dello stesso genere ;
le une sopra le altre e per lo più senz'or-
dine ; fare un mucchio.
ìnmiisouaa, agg. = imbronciato, broncio :
di chi tiene il broncio ; el sta tiitt in-
milsonaa = sta là broncio, broncio.
iuocénsa, * s. f. = innocenza : età in-
nocente e assenza di colpa.
1) Ingenuità, candore ; di chi non
ha e non sa alcuna malizia.
inocént, agg. = innocente, ingenuo : che
non ha e non sa alcuna malizia.
1) Non colpevole, senza colpa, e non
reo di colpa appostagli.
— 409 —
ìnòcuo,* ngg- = innocuo: che non nuoce;
ma più specialmente nel senso di inu-
tile, di nessuna efficacia.
inolia, v^ att. = inoliare ; spargere d'olio.
inonda^ v. att. = inondare, allagare, stra-
ripare.
iiioltràsS) T. rifl. = inoltrarsi, adden-
trarsi ; entrare, penetrar dentro.
inondàsiòn, s. f. = innondazione, illu-
vione, straripamento : delle acque che
straripano.
1) Fig. di grande affluenza di per-
sone 0 di cose.
inerbi, v. att. = abbagliare, accecare :
render cieco, togliere la vista.
1) inorbi i vàsèj = ristoppare la spina.
inorgoglì,* V. att. = inorgoglire ; far ve-
nire orgoglio.
1) luorgoglirsi ; sentire, prendere or-
goglio.
inovasiòn,* s. f. = innovazione : 1' in-
novare, gli usi, i costumi, gli oggetti
nuovi.
inpàri, avv. = a paro, di fianco, a lato.
iuqnàliflcàbìl,'^ agg. = inqualificabile ;
che non si può qualificare : di azioni
e cose cattive.
inquàrtaa, agg. = fatticcio ; di pers. e
specialm. ragazzo robusto.
inquartasi, r. rifl. = impinguare, di-
ventar grasso, pingue.
1) Farsi robusto, tarchiato, fatticcio.
inqiierì, v. att. = inquisirei fare inchie-
sta, inqueriro : assumere informazioni
precise intorno a una pers. a un fatto.
inqiiietà, v. att. = inquietare, tiu-bare,
seccare : dare inquietudine, turbamento.
inquiètt, agg. = inquieto : senza quiete,
che non ha quiete.
1) Di pers. molesta, brontolone.
2) Preoccupato, timoroso: soni in-
quiètt per quHa tosa = sono preoccu-
pato per quella ragazza.
inquietudin, * s.f. = inquietudine: l'es-
sere inquieto, vivace ; ma specialm.
dell'animo por cose morali.
inqiiilin, s. m. = affittuario, pigionale :
rispetto al padrone di casa, chi prende
in affitto camere, appartamenti.
1) Casigliano : rispetto agli altri in-
quilini. Diciamo più volentieri yesin.
inqiiigisiòn, s. f. = inquisizione : lo di-
ciamo di tutto ciò che sia opprimente,
crudele contro le opinioni, per ricordo
ancor vivo delle atrocità dell'Inquisi-
zione spagnuola.
inqiiìsìtòr, s. m. = inquisitore : chi op-
prime di domando qualcuno e cerca di
scrutarlo nell'animo.
inrabiss, v. rifl. = arrabbiarsi : alterarsi
per cosa che altri faccia, o non ci
riesca e non vada come si vorrebbe, e
mostrarlo con atti di impazienza, rim-
proveri e sim.
1) Adirarsi, stizzirsi, inquietarsi: la-
sciarsi prender dall'ira, dalla stizza.
2) Aversi per male di una cosa e
stare scorracciti : me soni inrabii coi
Scolar = mi sono adirato cogli scolari.
inrangliii, agg. = intormentito, intiriz-
zito, aggranchiato : che ha il granchio,
contrazione dolorosa dei muscoli, o che
è assiderato per freddo.
inranghiss, ^?. pron. = aggranchiare,
aggranchire, assiderarsi, intirizzirsi:
per freddo o per posizione incomoda;
specialm. delle mani, dei piedi, delle
gambe e sim.
inredà, v. att. = irretire : prender con
rete, nella rete.
inriclii, = V. att. = arricchire : fig. di
cose; unirvi altre cose che ne accre-
scano il valore, il pregio e anche so-
lamente il volume e il numero.
inrocà, v. att. = appcnnecchiare, arroc-
care. Disusato.
inrodà, «'. att. = arrotare, rotare : tirar
sotto le ruote, ed anche solo urtare col
mozzo della ruota.
inriiginiss, v. rif. = arrugginire, inrug-
ginire : prender la ruggine.
inriivìdì, v. att. = arruvidire, irruvidire :
far diventar ruvido : el frèce l'inrilvi-
diàé là peli = il freddo arruvidisce la
pelle.
inriividiss, v. pron. = arruvidire, irru-
vidire : intrans, diventare, farsi ruvido.
insàcà, "v. att. = insaccare : mettere in
un sacco.
1) Imbudellare, imbusecchiare : cac-
ciar la carne trita neUe budella per
farne salsiccia, salami, ecc.
insalata, s. f. = salata, insalata: nome
di varie erbe che si mangian crude e
condite.
1) là bòntaa Ve bòna in l'insalata
= chi pecora si fa il lupo se la mangia.
2) mangia viin in inéàlàta = man-
giar la torta in capo ad alcuno.
3) ceéttn de V insalata = scotitoio :
reticino o vaso bucherato o tutto di fil
ins
- 410 -
Ins
di ferro, per scuotei-vi l'insalata lavata
ed asciugarla.
4) Noi sogliam dire : per fa ona
bdna inààlàta ghe voeur àèit F: on
Paèiént à netàla, on Polid à lavala, on
Pruclént à salala, on Prodiga à ino-
liala, on Parch à inàsetàla, on Pass
(màtt) à voltala, on Pòrch à mangiala.
Non lo traduce, ma gli corrisponde
l'ital. : insalata ben salata, poco aceto
e ben oliata e da un pazzo rimestata.
iosàlàtèra, s. f. = insalatiera : il vaso
dove a tavola si fa l'insalata e serve
anche a mettervi altro.
ìnsàngruàiià , v. alt. = insanguinare :
macchiare di sangue.
lusàonà; V. alt. = insaponare : dare il
sapone a una cosa,
1) Imburrare, dare il burro ; adulare :
che insàoìiàda ! = quanto burro. Come
sarebbe a dire : quante lodi ! e sottin-
tende che qualche cosa ci deve esser
sotto.
insàrsf, v. alt. = inserire, annestare :
mettere una cosa dentro un'altra.
1) Accoccarla ad imo, servirlo: l'hoo
inéàrsii à doer = l'ho servito a do-
vere.
insààiàbil; * agg. = iusaziabile : che
non si può saziare; di chi è troppo
ingordo.
iiiscàiubi; s. V. = in quel cambio, invece.
inscàrtòsà) v. alt. = incartocciare: met-
tere, avvolgere in cartoccio,
insceiuì, V. alt. = immelensire : diventar
melenso.
insci, avv. = così, in questo modo : Vha
ditt, l'ha cominciaa insci = disse, in-
cominciò così.
1) Nelle interrog. che hanno qualche
cosa di rimprovero ; ée pària insci al
papà? = così si parla al babbo?
2) Con espressione di rincrescimento;
e insci van in riiina! = e così vanno
in rovina!
3) Ve insci = così è : confermando
quel che uno ha detto, e anche in senso
di rassegnazione.
4) d'insci = di così : nelle locuzioni
comparat.; se te see nò fa mèj d'insci^
desmètt = se non sai fare meglio di
così, smetti.
5) e insci ? = e così ? chiedendo la
risposta a chi indugia a darla, o do-
mandando l'esito di un'imbasciata.
6) Nel signif. di « tanto » correlat.
di « che, come » ; el làorà l'è faa insci
mal che se pò minga giiistàll = il la-
voro è fatto così male che non si può
accomodare, jìòsè nò vegni insci prèsi
come te crédei = non posso venir così
presto come credi.
7) Unito ai nomi ha il signif. di
« come questo, questa, questi >; de fioeii
insci mi n'hoo mai vist = figli così
non ne ho visti mai.
'8) vèss insci, vèss faa insci = esser
così, esser fatto così: di pers. parlando
del carattere, delle inclinazioni.
9) Col verbo ciàmà = chiamare, si-
gnifica: con questo nome o soprannome;
el ciàmen t&tì insci = lo chiaman tutti
così.
10) insci me pias = così mi piace,
modo di approvare.
11) viij insci = voglio, mi piace così:
modo risoluto di esprimere la propria
volontà.
12) In forza di pron,; el credeva che
là primavera là fuss càtiva e insci l'è
ètdda = credeva che la primavera fosse
cattiva e così fu.
13) Innanzi agli avverbi e modi av-
verbiali; se là toeùien sii insci à pian,
ghe riiisiàen pii = se la pigliano così
pian piano non ci riescon piìi.
14) Pleonasmo che dà una certa en-
fasi al discorso ; lià ditt insci el papà
de màndàgh el éò càpèll = ha detto
così il babbo che gli mandiate il suo
cappello.
15) Nelle espressioni di desiderio e
di rammarico; insci podèsé tornàgh! =
così potessi ritornarvi !
16) Ripetuto s'usa come riepilogo di
una commissione o istnizione ; el m'ha
ditt de fa insci e insci = mi disse di
fare così e così.
17) insci, insci = così, così, medio-
cremente; ma accenna più verso il male.
18) chi insci voeur nient ghe doeur
= chi è causa del suo mal pianga sé
stesso.
inscìàtàss, v. rift. = rimpinzarsi, rim-
pipparsi: empirsi soverchiamente di cibo;
han mai à fin à insciàtàss giò e poeu
crèpen de indigèstión = non han mai
finito di rimpipparsi e poi voglion mo-
rire d'indigestione.
inscirótàss, v. rifl. = covar la cenere,
incantucciarsi, rannicchiarsi.
inscrisiòn^ * s. f. = iscrizione, epigrafe:
ins
411
scritto breve e concettoso improntato
in legno, in marmo, in bronzo a me-
moria di qualche cosa.
1) Inscrizione: l'inscrivere, di ipo-
teche, in elenchi, di società, compa-
gnie e si ni.
inscrìv, V. alt. = inscrivere: scriver
dentro.
1) Più comunom. : scriverò una per-
sona in un elenco insieme ad altre, e
aggregarla a una società, a una com-
pagnia e sim.
iusciirìy iK att, = abbrunire, far diven-
tar bruno : specialm. della pelle.
1) insciiriss el dl^ el tèiiip = annot-
tare, oscurarsi. Anche per temporale.
iiiséd ora per lo più iiiést; s. m. =
inseto, innesto.
1) imèd à chignonì, ò à tàioeil, ò à
tàsèll, ò à spàccli = innesto a spacco
0 a fessolo.
2) inséd à péna, ò à corona, ò tra
carne e peli = innesto a zeppa, o a
bucciolo, a corona, a penna.
3) inséd à gema ò à ceùcc = innesto
a occhio.
4) inéèd à biiserèll ò à sifòl = in-
nesto a cannello o a anello.
iusedì, V. att. = innestare, inserire, an-
nestare. T. agrario. Vedi ìnestà.
insegioiià) «?• att. = mettere in bigoncia,
in tinozza, e specialm. dei pannilini
per lavarli, dei quali allora si dice :
far la concata.
insegna, s. f. = insegna, ditta: quadro,
segno che si motte su botteghe o isti-
tuti a rappresentare il genere di com-
mercio 0 l'arte che vi si tiene.
1) gh'è ncinca l' inségna = non c'è
nemnien l'ombra.
iuseguà, v. att. = insegnare, istruire :
istruire uno in qualunque arte o scienza.
1) Ammaestrare : insegnare il modo
di regolarsi in cosa che richieda molta
avvedutezza.
2) Additare, indicare : di strada e
simili.
ìusegruàmént, s. m. = insegnamento,
ammaestramento.
iusèlà; V. att. = insellare, sellare, bar-
dare : metter la sella al cavallo per
poterlo cavalcare.
iusema, avv. = assieme, insieme: che in-
dica unione compattezza ; hìn séniper
intèrna = son sempre insieme.
1) Nello stesso tempo; hin rivaa in-
tèrna = sono arrivati insieme, cioè allo
stesso tempo; vèéé bon e cativ insèma
= esser buono e cattivo a un tempo:
vosà tuli inshna = gridare in coro.
2) inséma cont., à... = insieme con,
a..., in compagnia di...; te vceil vegm
à spàsa insèma coni mi ? = vuoi ve-
nire a passeggio con me.
3) sta insèma = stare assieme, le-
gare; di cosa le cui parti hanno la coe-
sione necessaria perchè non si disfaccia^
e specialm. della pasta messa insieme
colle ova, o con burro, o con altro sim,
4) tra insèma = accomunare, mettere
insieme: mettere in comune fra diversi
quello che è proprio d'uno.
5) mètt insèma = accumulare : fare
un cumulo di cose dello stesso genere.
Anche semplicem. accoppiare, unire.
6) ànd(i insèma = impazzare; dicesi
del latte e d'altre vivande liquide fatte
con tuorli d'uova sbattute che, o per
troppo bollire o per altro vengono gra-
nellose.
insensibile* agg. = insensibile : ohe non
sente.
insensibilitaa, s. f. = insensibilità, la
qualità dell'essere insensibile.
insensibilmènt, avv. = insensibilmente;
in modo che non si sente.
inseparàbil,* agg. = inseparabile : che
non può essere separato.. Anche di ohi
si vede sempre insieme.
InserenàsS; v. att. = rasserenarsi, farsi
sereno: del cielo quando scompaiono le
nubi.
inserì, v. att. = inserire. Vedi ìnsàrsir
insersiòn, s. f. = inserzione: l' inserire,^
specialm. nei giornali.
inservìbil,* agg. = inservibile : che non
può servire. Manca al mil. il contraria
servibìl.
insèryiént, s. m. = inserviente, servo,
bidello: chi attende ai servigi più umili
in un istituto e sim.
insigà, V. att. = aizzare, annizzare ; spin-
gere qualcuno addosso a qualcun altro.
1) Provocare, istigare anche contro
di noi.
2) Attizzare, stuzzicare ; accozzar
colle molle o altrimenti lo legno e i
carboni già accesi in modo che bru-
cino meglio.
iusìgàdór, s. m,. = attizzino ; colui che
attizza, muove a sdegno lo persone le
une contro le altre.
IIIS
412 -
ins
insila, T. att. = incerare. Vedi incera.
ìnsilàda, = Vedi inceràda.
ìnsiniià; r. att. = insinuare : metter nel-
l'anima una insinuazione.
insiniiànt, agg. = insinuante, allettativo,
che si insinua, alletta; mànér insiniiànt
= maniere allettative.
insist, ■v. att. = insistere : battere su un
argomento con ostinazione e indiscre-
tezza.
ìnsisténsa, s. f. = insistenza: l'insistere.
insofribìl,* agg. = insoffribile : che non
può essere sofferto, sopportato.
insòg'n) s. m. = insogno, sogno : so-
gnando.
\) ndnca per insògn = nemmen per
sogno, neppur per ombra.
insognassi, v. rifl. = sognare, sognarsi:
aver visioni nel sonno, vedere nel sogno.
1) el se insogna ndnca = non se lo
sogaa nemmeno.
ti) inéognàès de quèidiin = sognarsi,
sognare qualcuno.
ìnsogrnènt, agg. = sonnacchioso, sonno-
lento, assonnacchiato, assonnato: che è
pien di sonno.
1) Fig., grullo, mogio: che stenta a
capire le cose.
insolénsa, s. f. = insolenza, ingiui'ia.
insolent, agg. = insolente : chi usa ter-
mini non rispettosi, verso i superiori.
insolenti, v. att. = insolentire, ingiu-
ri ai"e : dir male parole.
insòma, wvv. = insomma, infatti : come
conclusione e riassunto.
insoportàbil,* agg. = insoppoi-tabile : da
non potersi sopportai'e.
insordi, v. att. = assordare: render sordo
specialm. nel senso fig. di imbalordire,
acciocchire ; detto dei rumori forti e
continuati.
insormentìi, v. att. = tramortito, intor-
mentito: che per freddo o per posiziono
forzata, disagiata, ha perduto il senso,
la facoltà di agire.
insospetì, v. att. = insospettire, mettere
in sospetto; quèl'ogittdà che ée é'hin
daa là mlià insoèpetii = quell'occhiata
che si son data, mi ha insospettito.
insospetiss, v. pron. = insospettirsi, pren-
dere, venire in sospetto.
inspèsi, ■v. att. = spossare, rassodare,
condensare , addensare : rendere piii
denso, meno liquido.
inspira, v. att. = ispirare: far nascere in
altri, di pensieri, sentimenti, affetti; el
me inéplra pòca fidUcia = mi ispira
poca fiducia,
inspiràsión, s. f. = ispirazione: l'estro,
l'essere ispirato.
1) che b?la ispiràsion che fé vegniin!
= che buona ispirazione, idea, t'è ve-
nuta!
instàclieta, v. att. = imbroccare. T. dei
calzol. e dei falegn.; imbullettare: met-
tere le bullette alle scarpe, seggiole, e
simili.
1) inétàchetà de làrd = inlardare ;
instàchetà d' àj = inagliare ; mettere
spicchi d'aglio nella carne.
instalàss, v. rifl. = insediarsi, mettei-si
a posto.
instàncàbil, * agg. = instancabile : che
non si stanca mai.
instila,* V. att. = instillare, procurar di
infondere quasi a stilla a stilla.
instòra o meglio à sfora, = adesso, or
ora, per adesso.
instorni, t>. att = stordire, assordare. Lo
stesso che insordì. Vedi.
instrià, v. att. = ammaliare, stregare :
produrre sulla volontà altrui una strana
influenza.
instriràlaa, agg. = stivalato: calzato con
stivali.
instriràlàss, v. rifl. = stivalarsi, prov-
vedersi di stivali, mettere gli stivali.
instriii, V. att. = addottrinare, istruire:
comunicare la dottrina. Vedi istriiì.
instiicà, V. att. = stuccare: mettere dello
stucco per turar buchi o altro.
instiipidi, r. att. = istupidire : diventar
stupido. In mil. ha spesso anche il si-
gnificato transitivo.
instìipidiss, V. rifl. = istupidirsi.
insiì, prep. = sopra, oltre, al di là, con-
trario di in gio.
insiibi, r. att. = esibire. Vedi il meno
volgare esebi.
insìicaa, agg. = intasato, infreddato ;
malato di infreddatura.
ìnsilcherà,* r. att. = inzuccherare: metter
lo zucchero su o in qualche cosa.
insìils,* agg. = insulso : che non ha sa-
pore, specialm. figui*. di discorsi, rac-
conti e sim.
insiilt, s. m. = insulto: atto o parola di
grave offesa.
1) insiilt àpoplètieh = insulto, colpo
apopletico, che però non è mortale.
insiiltà, V. att. = insultare: fare insulti,
offendere gravemente.
413 —
iut
insupà, V. att. = inzuppare: d'una cosa
che si imbeve completamente di un
liquido,
insiipèrbiss, v. att. = insuperbirsi, inor-
gorglirsi : salire in superbia.
intàbàcàss, v. rifl. = intabaccarsi : spor-
carsi di tabacco.
ìiitàMràsS; v. rifl. = inferraiolarsi, am-
mantellarsi, impastranarsi : ravvolgersi
nel ferraiuolo, mantello, pastrano.
iutàcà) V. att. = intaccare, attaccare :
l'agire di una cosa sopra di un'altra
in modo da intaccarne la superfìcie ;
là lima là intàca el fèr = la lima in-
tacca il ferro.
1) Di male, estendersi fino a un
punto pericoloso; là cancrèna là g'hà
intàcaa l'osé = la cancrena gli ha intac-
cato l'osso.
2) Di danai'i, cominciare ad adope-
rarli -, l'ha doviiii intàcà ci capital =
ha dovuto intaccare il capitale,
3) intacà l'onòr = i ntaccare l' onore :
offenderlo con maldicenza.
intàcàdùra) s. f. = intaccatura ; il segno
che resta dell' intaccare.
intàia, V. att. = intagliare: scolpire in
legno.
intàiàdòr, s. m. = intagliatore: chi la-
'- vora d'intaglio, chi scolpisce in legno.
1) Scalpello che usano gli intagliatori.
intàiàss, V. pron. = incuocersi. Vedi
imbrìigrass.
1) Addarsi, accorgersi, presumere.
Vedi àcòrges.
2) Incavallarsi : di cavalli ohe si fe-
riscono da so col ferro d'una zampa.
iutaj, s. m. = intaglio: l'arte, il lavoro
e l'opera intagliata.
intànàss, v. rifl. = intanarsi : ficcarsi
come in una tana.
1) Fig. : andare in posti reconditi,
non si sa dove.
iatànt 0 iutànta, a-vv. = intanto : indica
un' operazione che accade contempo-
ranea a un'altra espressa o sottintesa.
1) intànta che = intanto che, nel
tempo che.
intàolà, V. att. = intavolare; fig. di que-
stioni, discussioni, trattative, introdurre
> su quelle il discorso.
intàrdià, v. att. = tardare, indugiare:
mettere tempo in mezzo. Usa nello
stosso senso anche il pron. iutàrdiàss.
intarsia, v. att. = intarsiare: fare in-
tarsi, cioè lavori con pezzetti di legno
0 altre materie commessi a disogni.
intàrsiàdura, s. f. = intarsiatura: l'in-
tarsiare e il lavoro d'intai-sio.
iutàselà, V. att. = tassellare: mettere
un tassello.
iutàto e intàtt, agg. = intatto : non sciu-
pato, non offeso, non manomesso ed
anche che non ha sofferto nessun cam-
biamento ; sto qimder de Ràfàèll el
glia el color frèsch, intàto còme se 'l
fiiss faa ier = questo quadro di Raf-
faello ha il colore fresco, intatto come
so fosse fatto da ieri.
iutsivelaa, agg. = impianellato: coperta
di pianelle : di impiantiti e solai.
intelàrà, v. att. = intelaiare: mettere
sul telaio.
intelàràdura, s. f. = intelaiatura. T,
legn. : ossatura, unione di diversi pezzi
di legnami,
iutemeràda, s. f. = intemerata, raman-
zina, sgridata, lavata di capo: ecces-
siva e improvvisa riprensione.
iiiteiupèrì, s. m. = intemperie, mal
tempo ; temporale.
iiitéud, V. att. = intendere, capire, com-
prendere : chi mal inténd peg rispònd
= chi male intende, peggio risponde,
1) ftla inténd = farla intendere.
2) daéé d'inténd = darsi ad inten-
dere, pensarci, immaginarsi; me doo
d'inténd de fàtt on piàsè = mi penso^
di farti un favore.
3) dà d'inténd = dare ad intendere:
persuadere di una cosa, ed anche far
credere una cosa per un'altra; dà d'in-
ténd Udina per toma = dare ad inten-
dere lucciole per lanterne.
4) inténdes = intendersi, capirsi, an-
dar d'accordo: di intesa tanto o quanto
segreta; anche di inclinazioni o gusti
consimili.
5) intendèmes; intendhnes ben = in-
tendiamoci ; intendiamoci bene : sopra
un punto che ci piace venga rischiarito.
6) se là inténden = sola intendono:
vanno d'accordo, ci pensan loro a mot-
tersi d'accordo.
iutèiidesen, v. rif. = intendersi, cono-
scere : avere la capacità di dare uiv
giudizio, conoscer bene una cosa.
inteudéver, agg. = intelligente, aporto :
che facilmente comprende.
inteneri, v. att. = intenerire, commuo-
vere.
int
— 414 —
int
iuteusióii, s. f. = intenzione : disposi-
zione dell'animo e della volontà verso
qualche cosa e specialmente di rag-
giungerò uno scopo.
intènta agg. = intento, attento: coll'a-
nimo rivolto a una cosa ; l'era intént
àguàrdàmm = era intento a gaardarmi.
intènta (sta sii 1'), = star sull'intesa,
0 sull'intese: procurar d'essere infor-
n^ati su quanto si dice di una cosa che
preme.
intercalar, s. m. = intercalare : parola
che uno ogni tanto ripete discorrendo.
intercèd , ». att. = intercedere : far
pratiche per ottenere grazie e perdono
per altii.
intercesiòn, s. f. = intercessione, in-
tromissione : azione dell'intercederò.
intercetà, v. att. = intercettare : seque-
strare qualche cosa; impedire che ar-
rivi dove è mandato.
ìnterdètt, agg. = interdetto: di uno a
cui furon tolti i diiùtti civili.
interdi, v. att. = interdire : togliere ad
uno i diritti civili.
1) Di una chiesa : proibirla al culto.
interdisiòn, * s. f. = interdizione : l'in-
dire, il togliere i diritti civili a uno.
jnterèsà, r. att. = interessare : essere di
utilità, di interesse; * notisi de l'A-
frica interèéen tuti = le notizie d'A-
frica interessano tutti.
1) Far partecipe degli interessi, far
prendere a uno interesse, amore, anche
senza profìtto di chi si interessa ; el
t/lià òna eonvermsiòn che interèsa =
ha un discorrere che interessa,
2) interest in di utìl = interessare
negli utili : dare una parte degli utili
di un capitale impiegato.
jnterèsaa, agg. = interessato, 'avido : che
guarda in tutto e per tutto il suo in-
teresse, od anche di azioni e cose fatte
a scopo di interesse.
interèsàmènt, s. m. = premura, solle-
citudine : l'interessarsi a una cosa o
persona.
interèsànt, * ngg. = interessante: che
interessa. Vedi interesa -1).
1) vèsà in stato Ì7itèrèsdnt = essere
incinta : di donna gestante.
interesénsa, * s. f. = interessenza: la
parte di utile che spetta a qualcuno.
jnterèsà, s. m. = interesse, affare, ne-
gozio.
1) Utile che si ricava dai danari
prostati.
interinai, agg. = interinale, temporaneo,
provvisorio.
Inter in alniént, am\ = interinalmente,
temporaneamente , provvisoriamente :
per adesso.
interior, s. pi. = le interiora, le viscere.
Di animali e specialmente polli.
interlinea, v. att. = iaterlineare. T. ti-
Ijograftco : porro le interlinee fra le ri-
ghe, 0 nel comporro, o dopo composto.
interlìnea, detto da alcuni anche inter-
linia, s. m. = interlinea. T. tipogr :
lamina di piombo o altro di varie lun-
ghezze e grossezze,
intermèss, s. m. = intermezzo: breve
composiziono letteraria o musicale da
eseguirsi tra un atto e l'altro di una
azione drammatica.
interniitènt, agg. = intermittente ; d'a-
ziono continua che di tanto in tanto è
intoiTotta, e specialm. di polso, di
febbre.
intèrno, agg. = interno, interiore: di
quanto si trova dentro.
1) s. m. La parto interna.
intèrnàss, v. rifl. = internarsi, adden-
trarsi , approfondire : penetrar molto
addentro.
interogà, v. att. = interrogare, doman- i
dare a qualcuno spiegazioni o notizie. '
1) All'esame, far domande per giu-
dicare del sapere,
intero^«àtori, s. m. esame, interrogatorio ;
Vedi esànim 4). j
intèrpret, s. m. = interpreto. Vedi in- !
tèrpeter.
interpretàsión,* s. f. = interpretaziono,
r interpretare.
interòmp, v. att. = interrompere: ces-
sare 0 far cessare per poco o por molto
un'operazione avviata, un discorso.
1) Di chi obbliga a interrompere chi
legge 0 parla.
interompiiii o interòtt, agg. = inter-
rotto : part. pass, di interrompere.
interpelà, v. att. = interpellare: do-
mandare a qiialcuno la sua opinione.
iirterpelansa, * s. f. = interpellanza:
l'atto per cui nello discussioni civili si
formulano da una parte i fatti e le
accuse e si chiede risposta punto per
punto.
intèrpeter, s. m. = interpreto, drago-
manno : chi interpetra. Da noi è spe-
int
— 415 —
int
cialmente chi negli alberghi parla di-
verse lingue e intende e si fa inten-
dere dai forestieri.
interpolàtainént, aw. = interpolata-
monte ; a intei' valli.
interqiierì, 'v. att. = Vedi intreqtterì.
intersà, v. att. = incavallaro : di calze
noUe quali si inca vallano le maglie.
1) Terzare. T. d'agricolt. : arare la
terza volta nell'anno.
intervàll, s. m. = intervallo : spazio fra
due termini di luogo o di tempo.
iiités, agg. = inteso ; shnm intès = sia-
mo intesi, siamo d'accordo: l'usiamo
come minaccia, quando l'accordo non
è reciprocamente spontaneo.
1) dàieu ndnea per intés = non
darsi per inteso : non far segno alcuno
d'aver veduto o udito una cosa, né
che essa ci importi o poco o punto.
intesta; V. att. = attestare, intestare. T.
dei falegn. e dei murat. : avvicinare le
testate su un muro o altro, dove de-
vono posare.
1) Intitolare: porro il titolo a iin
libro.
2) Scrivere ia un libro a conto di
qualchcduno, in testa di uno.
intestjiss, v. jn-on. = intestarsi, incoc-
cirsi, incaponirsi, incaparsi : ostinarsi
in una cosa. ^
intèstàsiòn, s. f. = intestazione , in-
titolatura : l'intestare a libro.
intestìu, s. m. = intestino : canale de-
gli alimenti digeriti. Vedi bìiseca.
intevedì, v. att. = intiepidire, attiepidire
render tiepido : lo diciamo tanto dello
scaldare un po' ciò che è freddo, quanto
del raffreddare ciò che è caldo.
ìntim,* agg. = intimo, intrinseco : di
due 0 i>iCi pers. che vivono nella più
grande intrinsechezza.
1) rìta intima = vita intima, vita
interiore ; degli affetti più riposti.
2) in del so intim = nell'intimo suo ;
dentro di sé.
intima, v. att. = intimare: ordinare
in modo assoluto e con autorità,.
intirisii, part. = intirizzito. Vedi in-
ràng'hii.
intiuiàniéut, avv. = intiniamente ; pro-
fondamente, neir intimo.
intimàsiòn, s. f. = intimazione ; 1' in-
timare.
intisà, V. att. = aizzare, istigare. Vedi
insigà.
iutisegrltiss, v. rifl. = intisichire, immi-
serire : diventar tisico, consunto.
intitola; V. att. = intitolare : dare un
titolo, specialm. a libri, a capitoli di
libri, e sim.
intoleràbil,* agg. = intollerabile ; che
non si può tollerare : di mali, fastidi
troppo gravi.
intona, v. att. = intonare: mettere a
tono istrumenti musicali.
1) Dare il tono a un suono, a un
canto: han intonaa Vino de Oàribtildi
= hanno intonato l'inno di Garibaldi.
intonàsiòu, s, f. = intonazione: l'essere
bene intonati, o le prime note che
danno il tono.
1) Fig. : il modo di cominciare un
discorso.
intontì, «7. att. = acciacchire : sbalordire
straordinariamente.
1) restcL intontii = acciucchire, in-
trans.
intontidura, s. ./. = accapacciatura : stato
di chi è accapacciato.
intontii, agg. = accapacciato : di chi per
troppa applicazione o per infreddatura
0 per altra cagione provi un senso di
gravezza alla testa.
intorbida, v. att. = intorbidare, intor-
bare ; far diventare torbo.
1) intorbida l'aria = intorbar 1' ac-
qua; fig.: metter discordie e guai.
2) intoì-bidàss = intorbarsi : di li-
quidi che si fan torbidi.
intormentii, agg. = assiderato : di ani-
mali in cui restino sospesi tutti gli
atti della vita per effetto del freddo o
d'altra simile cagione.
intòrna, prcp. = intorno, attorno : di
cose che circondano. Vedi àtòrna.
1) stàgh intorna à vun = star sempre
allato a uno.
2) intorna à... = attorno a...; indi-
cando una cosa che sia nel mezzo o
stia ferma ; vèss intorna al fceugh =
stare attorno al fuoco ; là tèra là gira
intòrna ài so = la terra gira attorno
al sole.
3) tra intòrna là z^os = divulgare,
far sapere dovunque.
intoruidòr, s. ni. = tornitore, tomaio:
l'operaio che lavora al tornio.
intornidura, s. f. = trucioli : le falde
iiit
— 416
iiit
che si traggono dal legno che si lavora
al tornio.
intórno, * prep. = intorno. Vedi in-
tórna.
intòrt, s. m. = torto, sopruso, inganno,
cavalletta : azione ingiusta a danno di
qualcuno.
jntortià, v. alt. = attorcere, attorciliare,
aggrovigliare, torcere molto : di corpi
molto lunghi facendone girare in senso
opposto i due capi, o avvolgendoli piii
volte sopra sé stessi.
1) Accavigliare : avvolgere filo sulla
caviglia, 0 anche una fune con più
nodi intorno a qualche fascio o carico
da trasportare.
ìntortiadura, s. f. = grovigliola : ritor-
cimento sopra sé stesso del filo troppo
torto.
intortiàss, v. pron. = attorcigliarsi : di
cosa che si ripieghi sopra stessa e
rigiri por ogni verso, come filo torto
più del dovere, o si avvolga a un'altra
cosa stringendola forte.
intra; prep. = fra, tra : hoo ditt intra
de mi = dissi fra me; vèss intrt l'in-
cÈgiìi e 'l mài-tèli = essere tra l'incu-
dine e il martello.
intràclien, s. m. = camorro : cosa che
va male perchè guasta; sta liicèrna
l'è on intràchen = questa lucerna è un
camorro.
intralcia, v. att. = intralciare, impe-
dire, inceppare : di cosa che si infram-
mette e impedisce l'ordine regolare.
intrauiesà, ■v. att. = intramezzare, tra-
mezzare: mettere un tramezzo per di-
videre una stanza.
intrànsigrént, * agg. = intransigente :
chi non transige nelle opinioni politi-
che e religiose.
intrànsitìv,* agg. = intransitivo. T. gram-
maticale : di verbi che non hanno il
complemento diretto.
intràprendènt, agg. = intraprendente :
che si dà operosamente e con coraggio
a imprese lucrose.
1) Anche chi è molto ardito nel far
la corte alle signore.
intràtàbil, * agg, = intrattabile ; di chi
per il carattere bisbetico , difficile, non
si può trattare.
intràtànta, ave. = frattanto, intanto.
Vedi intànt.
intrècc, s. m. = intreccio, argomento :
breve sunto delle cose trattato.
1) L'orditura, la tela di un racconto,
romanzo e sim.
intrecìa, * v. att. = intrecciare: avvol-
gere a uso treccia.
intrègrli, agg. = intiero, intero : d'un
tutto a cui non manca nulla.
l) Impacciato, pigro, lento: di chi
non è destro nel moversi o nel cavarsi
d'impaccio.
intrépìd, * agg. = intrepido, impavido,
coraggioso.
intrequeri, v. att. = inchiedere, inda-
gare : fare una inchiesta.
ìntrèsà, v. att. = intrecciare. Vedi in-
trècià.
intrig'à, V. att. = brigare, brogliare :
metter brighe, imbrogli; raggiungere
per ottener qualcosa.
intrig'àa, agg. = dappoco, imbrogliato :
di chi non sa divergersi dalle difficoltà.
ìntrigànt, s. m. = intrigante, inframet-
tente: chi fa intrighi, che s'intriga per
fare o mettere scandali o screzi nelle
faccende altrui,
1) Impaccioso : che si prende brighe
che non gli spettano.
intrigràss, v. rifl. = immischiarsi, intri-
garsi, impicciarsi : intromettersi nelle
faccende altrui.
intrig-àtóri, s. m. = impiccione, dap-
poco : uomo che non si sa levar dagli
impacci.
iutrìg-h, s. m. = intrigo: mezzo non re-
golare, non leale di conseguire una
cosa.
intrìnsecli, s. m. = intrinseco: d'oggetti
di valore, il valore della materia sem-
plicemente.
intristì, V. att. = intristire, attristirsi :
divenir triste, perdere il buon umore.
Se la tristezza è più intensa si dice :
attristarsi.
introdu, v. att. = introdurre: fare en-
trare cose 0 pers. in un luogo.
1) Di novità, costumanze, introdurlo
nell'uso,
introdiisión, s. f. = introduzione. T.
mus. pezzo che precede uno o più com-
ponimenti.
introit, s. m. = entrata, reddito, incasso :
quel che si prende in danaro per una
vendita, per un affitto, e sim.
introita* v. att. = incassare: prender
danaro.
intrométes, v. rifl. = intromettersi, in-
frammettersi ; mettersi in mezzo.'
ìllt
417 -
HIV
intrus, agg. = intruso : di pers. che si
introduce arbiti'ariamente in un luogo.
intuii,* s. m. = intuito ; prontezza di
percezione.
inumedi e inumidì, * -v. ati. = inumi-
dire, umettare : fare umido.
inutil, * agg. = inutile : clic non è utile,
che è buono a nulla,
i) Che si è reso inservibile, o che
non produce effetto.
invàlid, * agg. = invalido, malezzato :
di pers. che non ha forza, specialm.
por malattia o per vecchiezza.
invàriàbil, * agg. = invariabile, immu-
tabile, costante : non soggetto a variare.
invàriàbiliiièut, * avv. = invariabil-
mente, costantemente : sempre, e sem-
pre allo stesso modo.
invàsela, v. att. = imbottare : mettere un
liquido nella botte.
invàsiòn, s. f. = invasione: l'atto e
l'effetto dell'invadere, specialmente di
folla che entra precipitosa in un luogo,
0 di cose che abbondino straordinaria-
mente; l'ami pàsaa gli' è staa oìi' invà-
siòn de scirés = l'anno scorso ci fu
\in' invasione di ciriege.
invéce, co)i,g. = invece, in cambio, in
luogo. Anche: al contrario.
invedriàda, s. f. = vetriata, invetriata :
qualunque chiusiu'a fatta con diversi
vetri. y
invedriee, s. m. = vetraio : venditore di
oggetti di vetro e specialm. di lastre
per le finestre.
inveg'ì, V. att. = invecchiare : diventar
vecchio.
1) Trans. Far parere o diventar vec-
chio : là barba là te invegiss = la barba
ti invecchia; i dispiasè inveglseu = i
dolori invecchiano.
invelenì, v. att. = Fig. : invelenire, ina-
sprire: irritare o fare irritare veleno-
samente.
invelòpi), s. m. = busta. Vedi anvelopp.
invensiòn, s. f. = invenzione : l'inven-
tare e la cosa inventata; el cinematografo
Ve mia bela invensiòn = il cinemato-
grafo è una bella invenzione.
1) Cose inventate a danno, per ca-
lunnia e sim. : crhlegh nàgòtt, hin
tuli invensiòn so de Hi = non gli cre-
dere : son tutte sue invenzioni.
inventa, v. att. = inventare : trovai-e di
suo capo cosa nuova; el Vòlta l'ha
inventaa là pila = Volta inventò la pila.
27
1) Comporre, mettere assieme, com-
binare : lil l'inventa séniper quèj còsti
per legni àléghcr = esso inventa sem-
pre qualche cosa per tenere allegri.
2) Uhà poeu minga inventaa el fiiìnm
de ras = non ha inventato la polvere:
di pers. di non molto ingegno e anche
di scoperte non utili e non difficili.
3) Di fandonie, frottole, calunnie :
inventa sii doma di bàli = inventar
fandonie a tutto spiano.
inventàri, s. Wlj'=' inventario : registro
di masserizie 0 ^d'altro.
1) àcetà Verèditaa col benefìsi de
Vinventdri. Vedi àcetà B).
inventaria, v. att. = inventariare: faro
inventario. Usa più comunem. : fa
l'inventàri.
inventòr, s. m. = inventore, scopritore :
chi inventa, scopre di suo capo qualche
cosa di nuovo.
inverna, s. m. = inverno. Vedi inverno. *
invèrnàda, s. f. = invernata : durata o
stagione dell'inverno.
invèrnéngrh, agg. = vorncroccio, vernino:
che suol venire in tempo d'inverno.
inverni jliént, agg. = infuocato, acceso,
infiammato : ma di un calore irritante
che dù gran prurito alla pelle.
invernìn (de san Giòrgr). Noi chiamiamo
così i giorni intorno al 24 di aprile i
quali por solito son freddi e piovosi o
sembrano un ritorno all'inverno.
invernisà, v. att. = verniciare, inverni-
ciare : dar la vernice.
invernisadòr, s. m. = in verniciatore
verniciatore: chi fa il mestiere dell'in-
verniciare. Diciamo anche molto in-
vernisoetìr.
inverno, * s. m. = inverno, verno : la
stagione fredda che va dal 21 dicembre
al 21 marzo. Ora usa assai più larga-
mente che inverna.
1) pàgn, coèrt d'inverno = panni,
coperte da inverno.
2) bòa per V inverno = vernereccio,
buono pel verno.
i) per, briign, pòmm d'inverno =
pere, prugne, mele vernine, da inverno :
che si mangiano d'inverno.
4) pàsà V inverno in d'on sif = svei-
nare : passare il verno.
5) chi fàbrica d'inverno, fàbrica in
etèrno. Vedi etèrno 5),
inverà, agg. = buzzo, torbido, paturnioso:
— 418
di chi sta serio, perchè è di cattivo
umore o si sente male.
1) leva sic int'èrs = alzarsi dal letto
colle lune a rovescio.
invèrsa, v. att. = arrovesciare, rovesciare:
voltare sottosopra, metter fuori la faccia
che era dentro: invèrsa i niànich =
arrovesciare le maniche.
1) Indisporre, mettere di malumore.
2) invèrààéé, v. rif. = sonare a mat-
tana.
iiiversàsc, s. m. = buzzonaccio : dispreg.
di buzzo. Vedi invèrs.
iiiTersón, s. m. = buzzone: accresc. di
buzzo. Vedi invérs.
iiivèscà, «'. att. = invischiare, impaniare,
invescare: imbrattar di pania o vischio.
1) Prendere al vischio.
investi, V. att. = investire: di danari
impiegarli in terre o in altri valori
fruttiferi.
1) Affrontare, assalire: urtare con
violenza.
iiiTestìss, V. rif.. = investirsi : compor-
tarsi in modo da mostrare di sapere e
conoscere la parte, il gi"ado che uno ha :
bisógna inveètiss dèla mìa. posisiòn =
bisogna investirsi del mio stato.
investitura, s. f. = investitui'a : contratto
d'affìtto.
invia, ^'. att. = avviare, incamminare :
preparare e cominciare in modo da po-
ter continuare così fino all'ultimo.
1) inviti Òn negòsi = ravviare un
negozio.
2) inviti ona candéla, on vàsèll de
mii = avviare una caadela, una botte
di vino ; doUa prima volta che si ac-
cende, del primo vino che se ne cava.
Della candela dicesi anche : appicciare.
3) invia el faugh = avviare il fuoco:
accender le legna in modo che segui-
tino a bruciare da sé finché siano con-
sumate.
inriàda (ài'), = diviato, diviatamente,
prontamente.
inviàmènt, s. m. = avviamento: l'av-
viarsi, il cominciare.
1) Abitudine : Vhà eiapaa on bèli
inviàmént = ha preso una bella abitu-
dine : ironie.
2) Di negozio : la clientela, il modo
come rende.
ìnriàss, v. rif. = avviarsi, inviarsi :
mettersi in via, prender l'aire.
1) Abbrivare: della barca che comincia
a muoversi.
invid, s. m. = invito : preghiera fatta a
voce 0 in iscritto a pers. perchè venga
da noi, e anche il biglietto scritto o
stampato che serve d'invito.
1) Invito. T. di giuoco: la chiamata
a una carta, a un seme.
invida, V. att. = invitare : fare invito.
1) invida à dienti = convitare.
2) T. di gioco : accennare ; chiamare
a una carta, a un seme.
3) Attirare, indm-re allettando : sto
bèli tenip el me invida à andà in cam-
pagna = questo bel tempo mi invita
alla campagna.
invida, v. att. = invitare: mettere in
una vite, stringere in, con una vite.
1) vèsà invidaa = essere invitato,
stretto con una vite. Usa più largam.:
vèés sii à vìd.
invidia, s. f. = invidia: rincrescimento
di chi^vede mal volentieri il bene al-
trui. E uno dei sette peccati mortali.
1) V invìdia l'è mài morta = se l'in-
vidia fosse febbre, tutto il mondo n'a-
verebbe : cioè 1' invidia è sentimento
comune.
invidiàbil, * agg. invidiabile : che desta
invidia.
invidiòs, agg. = invidioso: che sente
invidia, che è roso dall'invidia.
inviolàbil, * agg. = inviolabile: che non
si può toccare, violare.
inviperiss, * v. rif. = inviperire: ar-
rabbiarsi, infuriare come una vipera.
invis'cià. Vedi. Invesca.
invisià, V. att. = inviziare : lasciar pren-
dere un vizio, dei vizi, specialm. a
bambini capricciosi.
invisìbil, * agg. = invisibile: che non
può esser veduto.
invoca, * V. att. = invocare : chiamare
in aiuto pregando : l'invocava tùti i
èant e là Màdona = invocava tutti i
santi e la Madonna.
invocàsiòn, * s. f. = invocazione : pre-
ghiera a Dio, alla Madonna, ai santi è
per ottenere il loro aiuto.
invodàss, v. rif. = affidarsi completa-
mente ad uno, cui si prega di aiutarci :
mi me invodi à Hi; che '/ me iUta =
io mi affido a lei; m'aiuti.
1) Votarsi, dedicarsi : obbligarsi con
voto.
2) qitand el diàol ne pò jm el s'in-
419
irò
vòda ài bòli Gesù. = il diavolo si vuol
far capuccino, quando la carne diventa
frusta, anche l'anima s'aggiusta. Vedi {
diàol 14). Gesù 3). I
iiiyoltià, 'V. att. = involgere, involtare ;
metter dentro carta, panno o sim. ri-
piegato più volte.
iuvoltiàda, s. f. = involtura, viluppo,
raggiro.
iddio, * s. m. = serve come medicinale.
ipecacuana, s. f. = ipecacuana : radice
medicinale di un albero del Brasilo.
ipnotisà, * V. att. = ipnotizzare : indurre
nei soggetti l'ipnotismo. T. med.
ipiiotisàdòr, * s. ni. = ipnotista : chi
ipnotizza.
ipiiotisiiio, * s. m. = ipnotismo: son-
nambulismo artificiale, prodotto col fis-
sare oggetti luminosi, o sim. T. med.
ipocondria, * s, f. = ipocondria : specie
di malattia che rende assai malinconici.
ipocrisia, * s. f. = ipocrisia, impostura:
finzione e affettazione di sentimenti che
uno non ha per ottener grazia o favori.
ipocrita, * agf;. = ipocrita, impostore :
chi opera con ipocrisia.
ipodròmm, * s. m. = ippòdromo : anfi-
teatro destinato agli spettacoli equestri.
ipotéca, * s. f. = ipoteca. Vedi impo-
téca.
ipoteca, * v. att. = ipotecar^. Vedi im-
potecà.
ipòtesi, * s. f. = ipotesi, supposizione
della possibilità d'una cosa. È ancora
del dialetto colto, ma usa ogni giorno
di più.
1) per ipotesi = per ipotesi, per mo-
do di dire, supponiamo.
ira, s. f. = ira: uno dei setto peccati
capitali.
1) Odio: t'ègh tra con vUn = aver
odio a qualcuno.
2) éàltà àdree coni ira = inveire.
3) di àdree l'ira di Dìo = dire ira
di Dio di una persona : parlarne male,
dirne corna, dirne plagas.
4) l'è Vira di Dìo = è un'ira di Dio:
di persona cattiva.
5) fa ira = fare ira: di cose o per-
sone che suscitan la bile, l'ira.
iràgionèvol , agg. = irragionevole , di
persona che non usa bene della ragione.
1) on prèsi, on pàti, dna pretèsa
iràgiomvol = un prezzo, un patto, una
pretesa irragionevole; non ragionevole,
non giusta.
iràscìbil, * agg. = irascibile, iracondo ;
che s'arrabbia facilmente.
iregolàr, * agg. = irregolare, anormale ;
contrario di regolare, di normale.
1) A sbalzi, a capricci ; vègh el pois
molto iregolàr = avere il polso molto
irregolare ; che batto a sl)alzi.
iregolàritaa,* s. f. = irregolarità, anor-
malità.
1) Mancanza a una prescrizione di
legge, di regolamento.
iremoTÌbil,* agg. = irremovibile, di
persona che non cambia proposito,
irepàràbil,* agg. = irreparabile : che
non si può riparare, rimediare.
irequiètt, agg. = irrequieto, inquieto ;
che non può mai star formo e reca di-
sagio, molestia.
iresistìbil,* agg. = irresistibile ; a cui
non si può resistere.
iresponsàbil, * agg. irresponsabile : che
non ha la responsabilità delle proprie
azioni.
ìreiis, 5. m. = ireos, giaggiolo, iride ;
iris fiorentina = pianta perenne, la
cui radice seccata che sia, manda un
odore gratissimo e si tiene perciò fra
la biancheria.
irevocàbil,* agg. = irrevocabile : non
revocabile, cosa che non si può far che
non sia.
iricoiioscibil,* agg. = irriconoscibile;
che non si può riconoscere, specialm.
perchè di molto mutato.
irigà, V. att. = irrigare : mandare ai ter-
reni l'acqua per la relativa cultura.
irigàsión, s. f. = irrigazione : l'irrigare ;
el paga dna bela srima per l'irigàéion
di éò fóndi = paga una bella somma
per r irrigazione dei suoi poderi.
irìgratóri, agg. = irrigabile, adacquabile ;
facile a irrigare ; l'è on fonia irigà-
tdri = è un podere irrigabile.
irità, V. att. = irritare ; far crucciare,
sdegnare, inquietare.
1) T. med. iritare, esacerbare ; ina-
cerbire il male.
iritànt, agg. = irritante ; che irrita.
iritàsiòu, s. f. = irritazione : provoca-
mento a sdegno.
1) Stimolo : azione che irrita e pro-
duce calore e prudore.
ironia, s. f. = ironia : senso contrario a
quello che suonano le parole.
ironich, agg. = ironico : con ironia.
isa
— 420 -
ist
Isàccli) s. m. = Isacco : nome proprio
d'uomo.
1) fa còme el dotòr Isàceh che el
stràsciàva i camìs per giusta i sàcch =
far cattivi guadagni, e specialm. ri-
mediar male se gli affari procedono
non bene.
iscrisión, s. f. = iscrizione, epitaffio :
iscrizione sepolcrale. Vedi inscrisìòii.
iscriv, V. att. = iscrivere. Vedi iuscriv.
ismo, * s. m. = istmo : tratto di paese
che unisce duo continenti e separa due
mari.
isola, s. f. = isola: terra circondata da
ogni parte dall'acqua.
1) Isola, coppo di case : aggregato di
molte case attigue le une alle altre e
formanti un gruppo compatto.
isola, * V. att. = isolare: separare una
cosa 0 pers. da quelle che la circondano.
isolaa, s. m. = isolato, isola, ceppo di
case. Vedi ìsola 1).
isolamént, * s. ni. = isolamento : di
persona che non ha amici, né appoggi
ed è lasciato solo.
ispesiòu, s. f. = ispezione : l'esaminare
con autorità o con missione speciale.
ispesiouà, V. att. = ispezionarle : fare
un'ispezione.
ispetor, s. m. = ispettore : sorvegliante
capo di qualche pubblico servizio.
1) Chi è incaricato di fare una ispe-
zione.
ìspid, * agg. = ispido : dei peli del capo,
della barba, irto, duro.
ispira, V. att. = ispirare. Vedi inspira.
ispiràsidii, s. f. = ispirazione. Vedi in-
spiràsiou.
istàntàiii, agg. = istantaneo : che dura,
avviene in un momento. Al femm.
istantànea.
istànsa,* s. f. = istanza : la domanda
scritta colla quale uno si rivolge a
un'autorità pubblica chiedendo qualcosa.
I costumi civili alquanto migliorati
hanno allargato l'uso di questa parola,
debellando il non dignitoso, suplica =
supplica.
istéricli, agg. = isterico : cagionato da
isterismo. T. med.
1) (Idna, tosa isterica = donna, ra-
gazza isterica ; che soffre d' isterismo.
i stèsa, pron. = stesso, medesimo, eguale,
uguale.
1) Avv, : ugualmente, parimenti ; el
ptLrla iétesé = paria ugualmente.
2) l'è iétess = è la stessa, tanto fa,
non c'è differenza.
ìstìnt, s. m. = istinto : impulso natu-
rale a far le cose senza che vi con-
corra la riflessione.
1) Indole, carattere, natui'a.
istìtiii,* V. att. = istituire : dar fonda-
mento a una cosa d' ordine morale e
sociale.
istitUsién, s. f. = istituzione : ciò che
è istituito regolarmente a conseguire
un fine di interesse pubblico ; * ciisinn
economich e là Càmera del lavoro hin
dò gran bèj istitiisìón = le cucine eco-
nomiche e la Camera del lavoro sono
pur due belle istituzioni.
istitutòr, s. m. ^ istitutore, istitore : chi
dirige l'educazione di uno o più gio-
vani in famiglia o in collegio.
1) Anche chi, senza esserne il pro-
prietario, dirige una farmacia.
istìtutt, s. m. = istituto: l'istituzione
nel fatto, e anche il palazzo dove ri-
siede ; ma quasi sempre nel senso sco-
lastico.
istruì, V. att. = istruire, insegnare, am-
maestrare. Vedi inse!j:nà.
istriiii, agg. = istruito, dotto : di per-
sona che ha molta istruzione, dottrina.
istriimènt, s. m. = istrumento, stru-
mento. Anche : istromento ; arnese da
lavoro che non sia macchina.
1) Atto pubblico redatto da notaio.
2) là eoa paròla l'è on istriimènt =
la sua parola è un istrumento, un con-
tratto : ci si può fidare.
3) * istrumént, assol. = gli i stru-
menti, gli istrumenti musicali.
istriimentà, * v. att. = strumentare :
comporre la musica istrumentale se-
condo le leggi del contrappunto. T.
music.
istrìimentàslòn, * s. f. = istrumenta-
ziene : il modo come un pezzo di mu-
sica è strumentato.
istriisiòu, s. f. = istruzione ; 1' istruire
e il complesso delle cognizioni acqui-
state.
1) istriisión obligàtòria = istruzione
obbligatoria ; 1' obbligo dei genitori di
dover mandare a scuola i ragazzi.
2) Norme, consigli, regole per sa-
persi condur bene in una faccenda.
3) Breve scritto unito ad alcuni og-
getti messi in vendita, per indicare
come vanno usati.
ita
421
lac
itàliàit^ agg. e s. m. = italiano : in tutti
i significati di questa parola nella lingua.
iterìsia, s. f. = itterizia : malattia che
dà alla pelle un colore giallastro.
itineràri, s. vi. = itinerario : descrizione
della strada che si deve percorrere per
fare un viaggio, indicando i mezzi del
viaggio e i luoghi di fermata, opportuni.
iuta, * s. f. = iuta : sorta di stoffa di
corteccia per mobili e tappeti.
iiita, V. att. = aiutare ; dare aiuto.
1) el diàol r iuta i so = ai porci
cadono le migliori pere in bocca ;
spesso, pur troppo, ehi fa male sta
meglio di chi fa bene.
2) Aiutare con danaro ; el m'ha éém-
per iiitaa in dì moment crìtich = m'ha
sempre aiutato nei momenti critici.
3) iuta i tceù e pceu i alter se te
pmu = aiuta i tuoi e gli altri se tu
puoi.
4) Dare efficacia, forza ; giovare ; el
rid el iuta à fa bdna sàlàd = il ridere
aiuta a far la buona salute ; là tira
bisógna iiitàla = la terra bisogna aiu-
tarla.
iiitàss, V. rifl. = aiutarsi, industriarsi,
ingegnarsi, rifarsi : quand el vtn V è
pÒGch bisogna iiitàss cont l'acqua =
quando il vino è poco bisogna rifarsi
coir acqua.
1) iutet che te iiitaroo = aitati che
Dio t'aita; chi s'aiuta il ciel 1' aiuta;
chi va lecca e chi si sta si secca.
2) chi pò iiitàss §e iuta = chi ha Io
spago aggomitola.
% s. f. = elle, decima lettera dell'alfabeto.
P avi. = r : è l'art, determ. masch. e
femni. lo e la apostrofato davanti alle
parole che cominciano per vocale.
là, art. = la : art. femra. sing. determ.;
ha tutti gli usi del « la » ital., ma non
assimila mai la r e in mil. si ripete
sempre dopo il sostantivo; là m^àma là
parla, là polènta là scota, là minestra
là coeus = la mamma parla, la polenta
scotta, la minestra cuoce.
là, avv. = là: indica distanza da chi parla
e da chi ascolta, più esteso di « lì » .
1) el de là = al di là.
2) àndà ài de là = trasmodare, tra-
scendere, eccedere.
3) càscia là = sospingere, mandare
innanzi.
4) àndti là, cor là = esser passabile.
5) là va là = va discretamente ; di
salute.
6) ón scià e là = Mn uomo da bosco
e da riviera, un rompicollo.
7) tii-à in là = scostare, allontanare.
8) tira là = vivacchiare: vivere come
si può, non troppo agiatamente.
9) là! = basta!
10) de là = di là; nell'altra o in un'al-
tra stanza.
11) de là de... = di là da...; l'è de
là del lagh = è di là dal lago.
12) el mond de là = il mondo di là:
dopo la morte.
13) vèès piisee de là che de chi = es-
ser più di là che di qua: di pers. che
sta per morire, o anche di chi è vinto
dal dolore.
14) fastìdi fati in là = schiva le
noie: lo diciamo di quelle persone paci-
fiche che non si danno fastidio di nulla.
15) là sii, gid là = lassù, laggiù: in-
dicando in alto 0 in basso; quèll là sii
= quello di lassù: Dio.
làberìnt e làbirint, * s. m. = labirinto.
Vedi làmbirìnt.
laboratòri, s. vi. = laboratorio: luogo
dove si fanno preparazioni chimiche e
farmaceutiche e dove si fanno in ge-
nere espei'imenti scientifici.
làca, s. f. = lacca : specie di gomma di
color rosso che serve per vernici.
làcc, ora sostituito quasi interamente da
làtt,* s. m. = latte. V. latt.
Iacee, e latee, s. m. = lattaio, lattiven-
dolo: chi vende latte.
lac
— 422
la ni
làcètt, s. m. = acqua di latte.
1) Animella: nome volgare di alcune
glandolo di animali da macello.
làciàda, s. f. = frittella, farinata, mi-
gliacciuola: specie di vivanda fatta di
farina nell'acqua o nel latte, con zuc-
chero e sale e poi messa in padella
con olio e cotta come la frittata. Vedi
cràpa, 1).
làciàdìn, s. m. = migliacciuola, dim. di
laciàda, e più comunem. usato al plu-
rale, i làciàditt.
1) Sputacchio, sornacchio: espettora-
zione catarrosa.
làciàrèll, s. m. = titimalo, lattaiuola :
erba che, tagliata, getta latte.
1) Cicerbita, grispignolo: erba da in-
salate.
làcìàròtt, s. in. = cardo latteo, cardo
sauto: specie di pianta.
làcidii, s. m. = galiopsi: specie di ortica.
laconich,* agg. = laconico: succinto, con-
ciso, di poche parole.
lacrima e làgrima, s. f. = lacrima e la-
grima; le gocce come d'acqua che stil-
lano dagli occhi.
1) nlio faa de làgrim ! = ne ho fatte
delle lacrime ! ho pur pianto tanto !
2) el m'ha faa fa tanti làgrim = mi
ha fatto far tante lacrime: mi ha dato
tanti dispiaceri.
3) làgrim de cocodrill = lagrime di
coccodrillo: di gente che prima provoca
il male e poi finge dolersene.
4) Stilla; òna làgrima de vin., d'oli,
d'alee, e sim. = una stilla di vino, d'o-
lio, d'aceto e sim.
làgrima, v. att. = lacrimare: dell'umore
che cola dagli occhi per malattia o per
altra causa fisica.
làder, s. m. = ladro: chi ruba. Al femm.
ladra.
1) de làder = da ladri, brutto, cat-
tivo, specialm. del tempo; fa on frèee
de làder; Ve on temp de làder = fa un
freddo da ladri, è un tempo da ladri.
2) Di bottegai, padroni d'ofi'cina e
sim. che impiccano nelle mercedi i la-
voratori, per troppa avidità di guada-
gno, 0, per la stessa ragione, sono esosi
nel prezzo della merce.
3) dà del làder = dar di o del ladro:
ingiuriare con questo nome.
4) làder = ladro, o lucignolo ladro :
quel lucignolo o parie di lucignolo che
si separa e strugge tutta la candela da
una parie.
làdìn, agg. = latino, scorrevole, facile,
agevole.
1 ) làdin de boca = sboccato, maldi •
conte: di lingua sciolta.
2) làdin de man = lesto di mano: di
chi facilmente dà busse.
làdràda, s, f. = ladroneria, azione di chi
ruba abusando dell'altrui buona fede.
làdràrìa, s. f. = ladreria, rubex-ia, ba-
ratteria, furto : azione o più azioni da
ladro, da barattiere.
làgà) V. att. = allagare, innondare; del-
l'acqua, coprir gran tratto di terra.
làgli, s. in. = lago : raccolta piuttosto
estesa d'acqua dolce con sorgenti o cor-
renti proprie.
laghista, s. m. = littorano di lago, la-
ghigiano: chi abita alle rive di uà lago.
làgnàusa, s. f. = lagnanza, lamentela.
laguna, s. f. = laguna : spazio di mare
poco fondo con acqua stagnante.
làidi,* agg. = laico : contrario a eccle-
siastico, chi non appartiene all'ordine
ecclesiastico.
làléla, * esclam, = diamine ! cuccù ! Per
esprimere meraviglia e specialm. mera-
viglia incredula.
l'àltrér, atfv. = ier l'altro, avanti ieri.
Vedi àltrèr.
lama, s. f. = lama; nelle armi da taglio
la parte che esce dall' elsa e dal ma-
nico.
1) Sottile lastra d'acciaio con che il
legnaiuolo raschia il legno per lisciarlo
bene.
2) Lami netta d'oro o d' argento che
s'adopera pei ricami.
lama, «?. att. = raschiare colla lama. V.
lama, 1).
Làmber, s. m. = Lambro: fiume di Lom-
bardia che attraversa la provincia di
Milano.
1) ciàr còme V acqua del Ldniber =
chiaro come le acque del Lambro, cioè
torbide.
2) sincer, rnoeént come V acqua rlel
Làmber = uomo finto, ingannatore: per-
chè il Lambro spesso ingrossa repenti-
namente e si intorbida.
làmbicà, v. att. = lambiccare, filtrare,
distillare: far passare per lambicco.
1) làmbicàéé el cervèll = lambiccarsi
stillarsi il cervello, studiarsi di trovare
il bandolo di una cosa.
laiu
- 423
lan
làmbìcch,* s. m. = lambicco: apparecchio
speciale per raccogliere la pui'a essenza
delle pianticelle trattate colla distilla-
zione.
làml)iriiit, s. -in. = labirinto, laberinto :
luogo intrigato di strade da render dif-
ficile l'uscita. Usa abbastanza anche
làbìrìiit.
làinbd; s. m. = stampo per l'imbastitura.
T. de' cappell. dal francese lambeau.
làiiiént) s. m. = lamento : il lamentarsi,
il lagnarsi.
làineiitàss, v. rifl. = lamentarsi, lagnarsi:
far lamenti per dolori fisici o morali,
per cose che non ci soddisfanno.
1) làmentàss de gamba sana = la-
mentarsi di gamba sana : di chi è in
uno stato auche troppo buono e si la-
menta.
laniera, s. f. = lamiera, bandone: lastra
di metallo, come ferro, rame, zinco
pili grossa della latta per fare utensili
da cucina o doccio, foderare usci e si-
mili usi.
làiiip; s. in. = gherone, falda, lembo:
l'estremità di una veste. Usa pochis-
simo.
làinpànt, agg. = lampante, lucente; nuo-
vi, parlando di danari.
1) Perspicuo, chiarissimo ; di verit<à
di dimostrazioni e sim.
lampàss, s. m. = lampasso : sorta di
stoffa di seta della China. Dal frane.
lampas.
làmped, o meglio lìmpid, * a^g. = lim-
pido, chiaro : chiaro trasparente, con-
trario di torbe.
làiiipeda, s. f. = lampada, lampana :
sorta di lume fatto a orcio e sospeso
con catenelle davanti agli altari.
1) Lampione, fanale ; lanterne che
alle cantonate e in altre parti delle
contrade sporgono per illuminare di
notte.
2) Frittella : larga macchia, speci alm.
di untume sulle vestimenta.
làiiipedàri; s. m. = lumiera : elegante
arnese che penzola dal palco di una
stanza per sostenere candele o altri
lumi.
1) Lampadario; so invece di candele
ha lampade.
làmpedee, s. m. = lampionaio, accen-
ditore ; chi ha ufficio di accendere i
lampioni delle contrade.
1) Gassaiolo : se i lampioni sono a gas.
2) Lumaio, illuminatore ; chi fa il
mestiere di accendere i lumi in luoglii
pubblici, per es. in teati'O.
3) Di ohi ha l'abito tutto a frittelle.
làiupedin, s. m. = lampanino ; lampana
piccola.
1) Lampioncino : piccolo lampione,
specialm. quelli usati per illuminazioni
pubbliche.
làmpegià, * v. att. = lampeggiare, b<t-
lenare ; mandar lampi.
làiupiòn, s. m. = lampione: grossi lumi
con vetri, messi sul davanti delle car-
rozze.
1) Lanternone : quei lumi con vetri
0 circondati da una lastra di metallo,
sorretti da un'asta e portati nello pro-
cessioni ecclesiastiche.
lampo,* s. m. = lampo, baleno, meteora :
lume vivo che un tratto divampa nel-
l'aria e si spegne.
1) in d'on lampo = in un battiba-
leno ; in un attimo.
2) Ve staa on lampo = fu un lampo:
di cosa che passa presto, che succede
rapidamente.
lamprèda, s. f. = lampreda ; soi-ta di
pesce piccolo che vive nei laghi.
làmpredòn, s. m. = lampreda fluviale :
che vive nei fiumi.
làaa, s, f. = lana : il pelo della pecora,
la stoffa di lana, e la lana filata o nei
tessuti.
1) lana in fiòeeh, fina, mesàna, or-
dinària = lana in bioccoli, agnella,
bozza, bistosa.
2) lana éorafìna a éopràfìna = fio-
retto: lana finissima.
3) mercànt de lana = lanaiuolo: chi
vende lana.
4) pién de lana = lanoso : abbon-
dante di lana.
5) rdba de Itina = panno lano: abito
fatto con stoffa di lana.
6) scemi là lana = spelazzare la lana.
7) Fig. lana = svogliatezza, fiacchezza,
malavoglia.
8) bona lana = bona lana: di un tri-
sto soggetto.
9) La peluria che si forma sotto ai
letti e negli angoli delle camere.
landò, s. m. = landò : sorta di carrozza
elegante, tirata da due cavalli. Dal
frane, landati.
lanèta, e. f. = lanetta : dim. di lana ;
sorta di lana più leggera.
lan
424 -
lao
lajicèr, * s. m. = lanciere: soldato a ca-
vallo armato di lancia.
lanciàda, * s. f. = lanciata: colpo di
lancia.
lància,* s. f. = lancia: asta guornita in
cima da un ferro appuntato.
1) Specie di barchetta lunga e stretta.
làiig'uìd, agg. = languido, debole: che ha
perso la sua naturale energia.
làiig'uidèsa, s. f. = languidezza, languore,
debolezza: lo stato di chi languisce.
lànsèta, s. f. = lancetta : strumento dei
chirurghi per levar sangue.
1) Linguelle: striscette triangolari cu-
cite lateralmente alle dita di un guanto.
lausiàn, s. m. = ufficiale sanitario, mae-
stro dei funerali.
làiiterua, s. f. = lanterna: arnese per far
lume con varie facce di vetro o d'altra
materia a riparo del vento.
1) Lucernario: finestrone sopra il tetto.
lànteruiu, s. m. = lanternina, lanter-
nino : dim. di lanterna.
1) eercàj col lànternm = cercare col
lanternino ; andare in cerca di danni,
botte e sim. per il gusto di averle.
làiiternòn, s. m. = lanternone, lampione.
1) Lanterna : di pers. magra e lunga.
lànticc. s. m. = lenti, lenticchie : semi
deìVermim lens, pianta leguminosa ;
son piccoli, schiacciati, rotondi.
làntigia, s. f. al plur. lànticc, = len-
ticchia, ciascuna delle macchioline della
lentiggine, o crusca ; macchie giallastre
simili a lenticchie.
làntigriaa, agg. = lentigginoso : di pelle,
viso coperto da lentiggine.
làó, .<?. m. = lavoro : usa ormai soltanto
nella frase on dì de lào = un giorno
di lavoro o feriale, o nel senso di nin-
nolo, oggetto grazioso, leggiadro, ma di
poco valore.
làor, 8.171.= labbro : ognuno dei due
orli che formano l'apertura della bocca.
1) règh i làor crepaa del frèce =
aver le labbra crepolate, la bocca scop-
piata dal freddo.
2) làor s'eèpp = labbro leporino; il
labbro superiore spaccato.
làor, s. m. = alloro. Vedi làur.
làorà, r. att. = lavorare : fare un la-
voro 0 dei lavori.
1) fa e desfà l'è t&tt làorà = fare e
disfare è tutto lavorare : si dice d' or-
dini e contrordini ; di chi è costretto
a rifar più volte lo stesso lavoro.
2) làoi'tL de gòmhet, de pescidd, de
piign = giocar di gomiti, di calci, di
pugni.
3) chi ladra g'hà dna càmisa e chi
ladra nò ghe n'ha dò = chi fila ha una
camicia e chi non fila ne ha due ; op-
pure : chi lavora fa la roba a chi non
lavora. Vedi càmisa, 1).
4) làorà de... = lavorare di... Spe-
cificando la professione ; el ladra de
éart, de càléoldr = lavora di sarto, di
calzolaio.
5) Di molta occupazione nella sua
arte, professione ; nello studio, e sim. ;
l'è on fioeu che ladra volentera = è un
ragazzo che lavora volentieri ; /' è on
àocàtt che ladra àoéèmi = è un avvo-
cato che lavora molto.
6) Di botteghe che hanno molti clienti
e quindi molto spaccio di roba.
7) Eseguir una parte : di artisti da
teatro ; el primm òmni el ladra pòlid =
il primo attore recita bene, eseguisce
bene la sua parte ; là bàlerìna là ladra
polìd = la ballerina balla bene.
8) Uiorà à bòli = lavorare a cottimo.
9) làorà à fàtUra, à giornàda = la-
vorare a compito, a giornata.
10) Abbozzolarsi : dei bachi da seta
quando alla frasca fanno il bozzolo.
11) làorà /àp<l.s'/a = gramolai"e la pasta.
làorà, s. m. = lavoro : 1' esercizio del
corpo e della mente rivolto a uno scopo.
1) rtp del so làorà = campare, vi-
vere del suo lavoro; campare di che
si lavora.
2) L'esecuzione stessa in particolare :
on làorà lungh, noids, intìtil = un la-
voro lungo, noioso, inutile.
3) compari el làorà = comparire il
lavoro ; far buon effetto a chi vede.
4) veéS éiil làorà = essere sul lavoro.
5) tàolìn de làorà = tavolino da la-
voro.
làoraa, agg. = lavorato, elaborato ; di
cosa intorno a cui si sia messa opera
diligente, ed anche semplicemente di
un oggetto prodotto dal lavoro dell'ope-
raio, 0 del contadino.
làoràdór, s. m. = lavoratore, laborioso,
alacre: che lavora molto e volentieri.
làorànt, s. m. = lavorante, operaio: chi
lavora a prezzo in opere manuali.
làoréri, s. m. = officina, lavorerio : opi-
ficio il luogo dove si fanno i lavori.
1) Lavorio, lavorerio ; lavoro intenso
lao
— 425
las
e continuato, qualche volta con idea
di tramestio.
làorìn, .<!, m. = lavoretto, lavorino : cosa
di poca mole o di poco momento, ma
per lo più leggiadra : dim. di làó.
làorsèll, s. m. = bimbo, mimmo. Vezz,
làpa, s. f. = loquela, parlantina: di chi
parla molto, troppo.
làpà) V. att. = leccare: mangiare tirando
il cibo in bocca colla lingua.^Dei cani,
gatti, ecc.
làpàgrg-, s. m. = babbeo, ciondolone : di
uomo un po' sciocco, dappoco.
lapida^ s. f. = lapide : pietra sepolcrale
0 mortuaria con iscrizione. Si dice già
da molti làpide.*
lapida; V. att. = lapidare : ammazzare a
sassate.
1) Fig., perseguitare atrocemente.
lapidàri, agg. = lapidario : che si rife-
risce alla lapidaria.
làpis, s. m. = matita. Vedi àpis.
làpislàser, s. m. = lapislazzuli, lapi-
slazzolo ; pietra preziosa azzurra.
làpsiis lìagrUe, s. m. = scorso di lingua;
parola errata per essere sfuggita di
bocca. Dal lat. lapsus linguae.
làrd, s. m. = lardo: grossa falda di grasso
che ricopre sotto la cute la parte su-
. periore del maiale, e si adopera strutto
a molti usi di cucina.
làrdusc, s. m. = lardo vieto, cattivo.
làres, s. m. = larice. Vedi àres.
làresìna, s. f. = resina : materia attac-
caticcia che cola dalla scorza di molti
làrg'a,* agg. femm. = larga.
1) sta Ma larga = stare alla larga,
discosti.
2) Ma larga ! esclam. = alla larga !
parlandosi di pers. o cose colle quali non
vogliamo contatti.
làrg-h, agg. = largo ; che ha larghezza.
1) vesé de mànega larga = essere
di maniche larghe ; perdonare con molta
facilità ; non esser troppo sofìstico in
fatto di morale o di castighi.
2) Ampio, largo, commodo : di ve-
stito.
3) m lungh e in làrgh = in lungo
e in largo ; comodamente.
làrghèsa, s. f. = larghezza : una delle
dimensioni di un corpo solido, o di una
superfice pivi piccola della lunghezza.
làrghìsia, s. f. = larghezza : lo stesso
che làrghésa.
làrg-o, s. m. = largo : larghezza.
1) ciàpcl 'l largo = prendere il largo ;
allontanarsi, fuggire.
2) fàés largo = farsi largo ; aprirsi
con forza la via tra la gente.
3) fa fa largo = far fare largo ; far
lasciare il passo libero.
4) chi gh'è on bèli largo = qui c'è
un bel largo ; molto spazio.
làsà, ». alt. = lasciare, abbandonare ;
lasciare per lungo tempo, e per sempre
e con animo deliberato ; el soldaa doe
'Iva, morosa el fa, dove el pàsa, mo-
rosa el làsa = il soldato dove va,
l'amante fa, dove passa 1' amante la-
scia ; làsà là fàmtlia = abbandonare,
lasciar la famiglia.
1) Di pers. 0 di cose che si fanno
rimanere in un posto ; làéà là miee in
campagna = lasciar la moglie in cam-
pagna ; là§ti i liber in sili tàol = la-
sciare i libri sul tavolo.
2) Far rimanere ; el chintn el me
làsa bàlòrd = il chinino mi lascia ba-
lordo ; l' àrticiòcch el làsa là boea
bòna = il carciofo lascia la bocca buona.
3) làsà in là pena = lasciar nella
penna ; dimenticare di scrivere o non
volere.
4) làsàgh là péli, i osé => lasciarci
la pelle, le cuoia ; morire.
5) Di quel che la.scia chi muore ;
el g'hà làsaa là eà à l'asilo infantìl =
lasciò la casa all'asilo infantile.
6) làsà el éègn = lasciare il segno :
in senso cattivo.
7) Far stare ; el mane el va làsaa
éill foeugh àlmén tre or = il manzo
va lasciato al fuoco almeno tre ore.
8) làéà à baila el fioeu = lasciare a
balia il bambino ; non riprenderlo men-
tre si potrebbe.
9) Affidare, consegnare ; guarda che
là eà te là làsi à ti ; gudrdegh àdree =
bada che la casa la lascio a te ; cu-
stodiscila.
10) Permetter di fare, lasciare che...
non curare che altri faccia ; el m' ha
làsaa pica fina che sont étaa étiiff =
mi lasciò picchiare, lasciò che picchias-
si fino a che non mi venne a noia.
il) làsà fceùra = lasciar da parte,
escludere. Anche: pubblicare render noto.
12) làsà indree = lasciare addietro ;
trascurare, ed anche : lasciare addietro,
nel senso di passar davanti ad uno.
las
- 426 -
las
13) làsà à mèés = lasciare a mezzo ;
non terminare.
14) làsà sui épin = lasciar uno sulla
corda ; farlo aspettare inutilmente.
15) làsà cor = lasciar correre ; chiu-
dere un occhio sulle cose che sareb-
bero da castigare ; per opportunità o
per paura.
16) lasà cor = speteggiare ; far peti.
17) laèd, ànàA = lasciar audace \ non
impedir che uno parta.
Ì8) lasà àndà = lasciare ; posare
una cosa che si tiene, cessar di tenerla.
19) làsà àndà, e làsà àmia gid =
lasciare a se stessa una parte del corpo,
lasciarla cadere per effetto del proprio
peso ; lasà ancia gid i bràsc = lasciar
cadere le braccia.
20) làsà àndà = trascurare, abbando-
nare, non curar più ; han làsaa àndà
tanto el giàrdin che 'l fa pietaa = han
trascurato tanto il giardino che fa pietà.
21) làsà gid = calare ; abbassare un
grave regolandone il moto cosicché non
cada ; làsà gid el càvàgn = calare la
sporta ; han làsaa gid i dònn déla fi-
nèstra perchè brilsàva là cà = hanno
calato le donne dalla finestra perchè
bruciava la casa.
22) làsà gid i càlsón = calarsi le
brache, i calzoni ; abbassarli. E fig.
cedere per pochezza d'animo.
23) làsà = concedere ; che 'l me làéa
bev àia eòa tromba = mi conceda di
bere alla sua pompa.
24) el me làsa? = si contenta? mi
concede che.. ?
25) che 7 làsa fa de mi = lasci fare
a me ; si fidi di quel che farò io.
26) làsà in libertaa = lasciare in
libertà ; licenziare.
27) làsàla àndà còme là vosur = la-
sciare andar l'acqua alla china ; legar
l'asino dove vuole il padrone.
28) Gettare, rendere, scrivere ; di
inchiostro, penna, e sim.
làsà; V. alt. = allacciare, affibbiare, le-
gare ; làsà i stringh di scarp = al-
lacciare gli aghetti delle scarpe ; làsà
i vènn = legare le vene ; perchè non
vada via il sangue.
làsàdura, s. f. = allacciatui-a ; 1' allac-
ciare ; l'è dna làsàdùra stagna = è una
allacciatui'a tenace.
làsàgrn, s. m. = lasagne ; paste che sono
come larghi nastri arricciati.
1) Per celia : litanie ; là procesion
di làsàgn = la processione delle Lita-
nie. Fu abolita dopo 1886.
làsàg'nà) ». att. = bighellonare ; fare il
bighellone, la vita del bighellone. Vedi
làsàgriiòn.
lasagna, s. f. = svogliataggine, malavo-
glia, pigrizia.
làsàgnéut, agg. = lonzo, spossato, svo-
gliato ; di pers. che va ciondoloni per
pigi-i zia.
làsàgnòn, s. m. = lasagnone, bighellone:
persona grande e dìsìKiatta, o anche chi
non avendo voglia di far nulla, va in
giro formandosi e osservando ogni cosa,
ma senza scopo e interesse.
làsàgiionàsc, s. m. = bighellonacelo ;
peggior. di bighellone.
làsàrètt; s. m. = lazzaretto : ospedale
degli appestati e dei cantagiosi in ge-
nere ; a Milano e' era bellissimo fuori
di Porta Venezia ; ma fu distrutto e
suir area sorsero magnifici quartieri
nuovi.
làsàrìn, s. m. = lazzcruolo, azzeruola:
specie di frutto.
1) làsàrìn salvàdegh = primo gazze-
rino, agazzino.
làsàròn, s. m. = lazzarone, fannullone :
che non ha alcuna voglia di lavorare
e non lavora.
1) Sudicio, malvestito: uomo abbietto,
vile.
lasàsS; V. pron. = lasciarsi ; lasàés in-
gànà = lasciarsi ingannare ; non op-
porsi a che altri ci inganni, perchè
non ce ne accorgiamo.
1) làsàss = prestai'si : della pelle dei
guanti e delle scarpe che cede.
2) Affettarsi : dei panni che si reci-
dono, perchè di lana vecchia o bru-
ciata, 0 di seta logora.
3) lasàés gid = calarsi ; el muràdòr
el s'è làsaa ^id in del pass = il mu-
ratore si calò nel pozzo.
4) làsàsS àndà = abbandonarsi.
a) Perdersi d'animo e però non far
nulla di quanto si potrebbe per aiu-
tarsi a scansare un pericolo o a sop-
portare un'avversità. Un ammalato ; el
se làsa àìidà = si abbandona.
b) Trascurare la propria salute, e
anche di chi è trascurato nella persona.
e) Darsi interamente a una cosa cat-
tiva 0 buona ; el se làsa àndà ài bev =
si abbandona al bere.
las
- 427 -
lat
5) che' l §e làsa vede = si lasci ve-
dere ; modo di invitare cortesemente.
6) Abbandonarsi reciprocamente ; se-
pararsi.
làsàsS; V. rifl. = allacciarsi ; affibbiarsi,
abbottonarsi.
làsàtiv, s. m. = lassativo, clistere, ser-
viziale. T. med.
làscit, s. m. = lascito ; legato fatto per
testamento.
làss, s. VI. = laccio ; qualunque cosa che
leghi.
1) Calappio : laccio a cui si pigliano
gli uccelli.
làss, agg. = burrona, spicca, spiccagnola;
di pesca che si apre facilmente ,- la cui
polpa tutta e nettamente si stacca dal
nocciolo.
lastra, s. f. = lastra: un cristallo grande
da finestre, vetrate.
1) Può essere di metallo ; dna lastra
de fèr, de sìnch, de tdla = una lastra
di ferro, zinco, latta.
3) Urti i làster = laminare ; ridurre
in lamine un metallo, mediante il la-
minatoio.
làsu, ave. = lassù, in quel luogo alto, di
sopra.
1) qtièll lààtt = quello di lassù: Dio.
lata, V. att. = allattare, allevare : nu-
trire il bambino e prestargli le cure
necessarie, finché non è divezzato.
làtaa, s. m. = lattato. T. chfm.: sali for-
mati dall'acido lattico colle basi salifi-
cabili.
làtàda, s. f. = lattata, orzata : latte di
mandorle.
làtàiii, s. ni. pi. = litanie. V^edi litàni.
làtee, s. m. = lattaio, lattivendolo: ven-
ditore di latte, panna, e burro.
làtcrìa, * s. f. = latteria: luogo dove si
vende il latte.
làtimél, s. in. = lattemiele, panna mon-
tata, capo di latte.
làtìu, s. m. = latino : la lingua latina.
1) dà el làtìn^ dà in baca el latin =
indettare, imbeccare, accennare.
2) fa capì el latin = far intendere il
latino: far capire quel che è sottinteso.
3) pària latin = parlare latino : di
chi non si fa intendere.
làtiiiitt, s. m. pi. = latinucci, latinetti:
traduzioncolla di semplici frasi in latino
degli scolari principianti per imprati-
chirsi.
làtìtudin,* s. f. = latitudine. T. geogr.:
distanza di un luogo dall'equatore mi-
surata sulla carta in tanti gradi.
lato,* s. m. = lato, parte, punto di vista:
el considera i ròbb domti dal lato de
Vinterèss = considera le cose solamente
dal lato dell'interesse.
làtòs, agg. = lattiginoso: che fa latte ed
anche che è nel colore simile al latte,
latrina, s. f. = latrina, cesso, luogo co-
modo, stanzino ; il luogo dove si va a
fare i bisogni corporali.
1) latrina à l' inglésa = luogo co-
modo a irrigatole. Vedi m^lèsa«
làtt, s. m. = latte.
a) liquido bianco che secernono le-
gianduia dello poppe delle donne, e
delle femmine negli animali mammiferi
perchè possano nutrire i loro nati.
1) làtt legér = latte sciolto, acquoso;
làtt càtìv = latte cattivo, grosso ; làtt
frèsch = latte fresco, della donna che
ha partorito di poco ; làtt pòss = latte
stanco: della donna che allatta da un
pezzo.
2) càia el làtt = sdegnarsi il latte r
che non vien più nella quantità solitii.
3) fa àndà indree, fa àndà via el
làtt = causare il latte : deviarlo dalle
mammelle, sì che poco per volta non
se no produca nel seno.
4) tceu el làtt ài fiolm = levare il
latte al bambino : divezzarlo. Usa con
maggiore frequenza disiata.
5) fràdell de làtt = fratello di latte:
fra di loro i bambini che hanno avuto-
dalia balia lo stesso latte.
6) dent de làtt = dente di latte, lat-
taiolo: dei primi denti che mettono i
bambini di latte.
7) vègh anmò el làtt àula bóca = avere
ancora il latte alla, o sulla bocca : es-
sere ancora molto giovine e voler fare
l'uomo.
8) vègh tanto làtt = esser lattaia: di
vacche che hanno di molto latte.
b) Il latte munto dalle bestie e che-
si prende per cibo.
1) làtt de vaca, de eàvra = latte di
vacca, di capra.
2) làtt frèsch, briisch, càgiaa, spà-
naa, dàcquaa = latte fresco, infortito,
accagliato, spannato, annacquato.
3) làtt de gàlina = latte di gallinai
ova sbattute con latte e zucchero o con
brodo.
lat
428
lav
4) roba de ìàtt = latticini : vivande
di latte.
5) làtt à là crènim = crema. Vedi
càolàtt.
6) coatti dna eidea de làtt = non co-
stare un aglio; costar pochissimo.
7) el làtt el va inéèma = il latte im-
pazza. Vedi iusèma 6. ,
làtuga, s. f. = lattuga: pianta della fa-
miglia delle composte.
l)làtùga de scirmù = lattuga a palla
cappuccia.
2) làt&ga romàna o lunga de eòàta
= lattuga romana o flagellata.
3) làtuga rìsa = lattuga crespa.
làiidèiiii, s. m. = laudemio : sp. di tri-
buto 0 livello rapporto ai fondi.
làiideii, s. m. = laudano : liquido me-
dicinale fatto con oppio, zafferano, ecc.
làur, s. m. = alloro, lauro regio, albero
sempre verde ; laurus nobilis : èrnia,
tipa e làur = edera, muschio ed alloro:
piante usate per formare i presepi alio
feste di Natale.
1) làur roéé = agrifoglio, lauro spinoso.
làurea, s. f. = laui-ea : grado dottorale
che vien conferito nelle Università.
lava, s. f. = lava: materia in fusione che
sbocca dai vulcani.
1) La stessa materia raffreddata, pie-
trosa di cui si fanno ornamenti.
lava, V. att. = lavare : pulire con acqua
0 altro liquido.
1) ddna che lava = lavatrice.
2) lava foeura l'àmid = levar la salda
alla biancheria, rammorbidire.
3) lava fceùra i pàgn = dimoiare i
pannilini.
4) l-àvà i hiciér = risciacquare i bic-
chieri.
6) lava i pàgn = imbucatare i panni
lini.
6) lava i piàtt = rigovernare le sto-
viglie, i piatti.
7) lava là fàcia = dar le mani sul
muso; figur. dare schiaffi.
8) lava là fàcia = lavare il viso:
parlandosi di murature, imbiancare ;
tf'han làvaa là fàeia àia cà = hanno
lavato il viso alla casa.
9) òna man lava l'altra = una mano
lava l'altra e tutt'e due lavano il viso:
bisogna darsi aiuto l'uno coli' altro.
10) dà à lava = dare a lavare: dai'e
dei panni alla donna che lava.
làvaa, agg. = lavato; part. pass, di lavare.
1) rig., tutto molle, fradicio, bagnato.
2) smòrt come on pànn làvaa = bian-
co come un panno lavato ; di persona
sbiancata, pallida per paura o altro.
lavabo* s. m. = catino, catinella. Anche
stanzino dove ci si lava.
1) Lavatoio nelle sagristie.
2) Abluzione: il lavarsi che fa il sa-
cerdote nella messa.
làvàda, s. f. = lavatura: il lavare.
1) lavàda de eoo = lavata di capo,
lavacapo: solenne sgridata.
làràdùra di piàtt, s. f. = lavatura,
sciacquatura, rigovernatura.
lavagna, s. f. = lavagoa, ardesia: sorta
di schisto duro, nericcio o turchino
scuro.
1) Tavola nera: lastra di pietra nera,
0 tavola annerita per scrivervi col gesso.
làràmàn, s. m. = lavanese, capraggine;
specie d'erba.
lavanda, s. f. = abluzione, lavanda dei
piedi. T. eccles., l'abluzione dei piedi
che si fa al giovedì santo in Duomo.
làvàndàrìa e lavanderia, s. f. = lavan-
deria, cura : il luogo dove si fa il bu-
cato.
làràndee, s. m. = lavandaio, lavatore,
curatalo: chi fa i bucati per mestiere.
1) nota i pàgn del làvàndee = scri-
vere il bucato.
2) tàcà i pàgn del làvàndee = appun-
tare i panni del bucato.
làvàndéra, s. f. = lavandaia, bucatala:
la donna che per mestiere fa i bucati.
\) là tàbUa, là nota déla làvàndéra
= lista, la nota del bucato ; una ta-
bella apposita dove sono stampati i
nomi della biancheria e di fianco tanti
relativi buchi per segnare i vari capi
che son dati volta per volta al lavandaio.
2i rieév i pàgn déla làvàndéra = ri-
scontrare il bucato.
3) càttva làvàndéra = scopamestieri.
Vedi bàràtàinestee ; là càtiva làvàn-
déra là trceCiva mài là prèia bòna = la
cattiva lavandaia non trova mai la buona
pietra : chi non vuol agire, dà colpa
sempre alle cose invece che a se.
làvàndin, s. m. = lavatoio, acquaio: pila
0 vaschetta di pietra dove si rigover-
nano stoviglie.
1) là càna del làvàndin = gola del-
l'acquaio: il condotto per cui se ne va
la rigovernatura delle stoviglie. Vedi
càna, 6).
lav — 429 —
2) sàvè de làvàndìn - saper di lezzo:
aver cattivo odore, come dell'acquaio
non pulito.
3) vèés on làvàndìn = essere un ac-
quaio : si dice a chi è ingordo e tutto
manda giù, i)urchè mangi.
4) piitòét che tràll in del làvàndìn =
si dico quando si mangia una cosa con-
tro voglia.
làyàpiàtt) s. tn. = lavascodelle, sguattero,
guattero: chi fa i servigi di cucina più
ordinari.
làvàriii, s. rn. ^- cardellino , cardello.
Sp. di uccello. Anche ràvàrin.
1) bàgnaa come on làvàrìn = ba-
gnato da capo a piedi.
làvàss, V. ri fi. = lavarsi: pulirsi il corpo
0 parti del corpo con acqua.
1) lavàsé, làvàsen i man = lavarsi,
lavarsene le mani : non volersene im-
picciare.
làvàtìv, s. m. = clistere. Vedi clistér.
1) Fig. sofistico, noioso. In questo
signillc. usiamo molto dire làvàtìv cola
pìdrìa.
hiveesc, s. m. = laveggio; sp. di pietra e
le stoviglie fatte di quella pietra.
1) Guazzo: quando s'è sparsa molta
acqua in terra, o sui muri.
leànder, s. m. = oleandro, leandro: pianta
da giardino; nerium oleanjier.
lèca, V. alt. = leccare : passar la lingua
su qualche cosa.
1) lècà = leccare, accarezzare: curare
nei minimi particolari.
2) lècà gih = leccare, adulare, acca-
rezzare qualcuno.
lècàda, 5. f. = leccata: il leccare; eont
dna lècàda Vhà nètàa el piàtt = con
una leccata ha pulito il piatto.
lècàpee, s. m. = leccapiedi : detto vol-
gare usato anche come ingiuria.
lècàpiàtt, s. m. = leccapiatti, leccasco-
dello: persona ghiotta o scroccone.
lòcàrd, agf/. = ghiotto,, goloso, leccarde.
Vedi gòrmàii.
lècàrda, s. f. = leccarda, ghiotta. Sp. di
tegame per raccogliere l'unto nel gi-
rarrosto.
lècàrdària, s. f. = ghiottoneria, ghiot-
tornia, leccornia: pietanza, bocconcino
ghiotto.
lècàrdèra, s. f. = mestoliera: arnese ap-
posito di metallo per attaccarci i mestoli,
o una doccia in fondo per ripararne gli
scoli .
leg
Iccàss, V. rifl. = leccarsi : passar colla
lingua sopra una parte del proprio corpo.
1) lecàss i bàrbls = leccarsi i baffi,
le labbra; di cibo saporito.
léce, s. m. = letto. Ormai quasi sempre
sostituito da lètt.* Vedi.
lècèra, s. f. = lettiera. Vedi lètéra.
lecliee, s. m. = lacchè : servitole che
precedeva, correndo, la carrozza del sua
padrone.
1) cor come on lechee = correre come
un lacchè: di camminatore molto svelto,
lèchètt, s. m. = malvezzo, uso, consue-
tudino.
1) ciàpà el lèchètt = abituai'si a fare
0 a ricevere una cosa.
lècit, agg. = lecito : d'ogni cosa che si
può faro senza offendere il buon co-
stume, il decoro.
1) fàés lècit = farsi lecito : di cosa
che sia al tutto lecita.
2) l'è minga lècit = noQ è lecito:
riprovando gravemente.
3; se l'è lècit = se è lecito: se è per-
messo, so si può fare.
lee, pron. = ella, essa, lei, quella: come
pronomo se precede è sempre seguito
da là ; le là dis = ella dico; lee là cred
= essa credo; non è più seguito da là
se vion dopo qualche altra parola ; l'è
lee che cred = è lei che crede ; come ?
V è chi lee ? = come ? è qui lei '?
log-, s. f. = legge: la regola costante sta-
bilita dalla natura o dalla convenzione,
1) i àrtìcoi déla lég = gli articoli
della legge.
2) fàeoltaa de lég = facoltà di legge,
di giurisprudenza.
3) necesitaa no g' ha lèg = nocessiti'i
non ha legge: il bisogno obbliga, trascina,
4) dett lég = dettar legge: comandare
• imporsi.
6) per lég = di leggo, per legge: ob-
bligato dalla legge e non per propria
volontà.
6) fdda là lég^ troaa l'ingànn = fatta
la legge, trovato l' inganno ; fatta la
logge, pensata la malizia.
7) vèss déla lég = essere senza pre-
giudizi, buon comi)agnone. Lo diciamo-
specialm. dei proti che non stanno con
soverchio rigore agli obblighi canonici
0 son liberali.
8) * lég de Milàn dùren dà l'ineceAl
ài dimàn = le leggi di Milano sono poco
osservate dai cittadini; oppure anche: a
legr
430 —
. legr
Milano oggi si fa una legge, domani la
si disfa.
Jèg, V. alt. = leggere : rilevare le parole
di uno scritto o colla mente scorrendo
le pagine, o dicendo forte le parole.
1) lég in càtedra = leggere in cattedra;
essere molto pratico.
2) lég in fheia o in di oeuec à vUn
òna rdba = leggere altrui qualche sen-
timento in fronte o nel core.
3) lég à fòri = leggere a voce alta ;
ùdàsi = a voce bassa.
4) lég stentaa = legicchiare.
5) sàvè lég e scriv = saper la scrittui'a.
6) lég Vinglés, el fràncés, e sim. =
leggere 1' inglese, il francese e sim.:
capirlo, leggendo.
jLègra, s. f. = lega : unione di due o più
persone per lo più a scopi illeciti; hin
tuli òna léga de Mieter = son tutt'uua
lega di birbaccioni.
1) Composto di metalli fusi e me-
scolati.
legàa, s. m. = legato: lascito, disposizione
testamentaria.
Jegàl, s. m. = legale: uomo di legge, cu-
riale, procuratore, avvocato, giurecon-
sulto.
1) Agg., legale, secondo la legge, e
che riguarda la legge.
legàlìsà, «'. alt. = legalizzare: render le-
gale un atto, un documento.
legràlmènt, aw. = legalmente : secondo
la legge e col consentimento della legge.
legatàri, s. m. = legatario: quello u cui
favore è stato fatto il legato.
legènda, s. f. = leggenda, storiella, epi-
grafe.
legendàri, agg. = leggendario: che è di-
ventato soggetto di leggenda, ed anche
che è passato alla storia.
legèr, e ancora qualche volta Unger, agg.
= leggero, lieve : che non pesa molto.
1) Di cibi, alimenti che non gravano.
2) Di vino poco alcoolico.
3) sdgn legér = sonno leggero: di chi
6i sveglia facilmente.
4) Di mali, dispiaceri e sim., piccolo,
di poca importanza.
5) Figur. di uomo ; inconstante, vo-
lubile.
legerésa, s. f. = leggerezza: l'essere leg-
gero, in tutti i significati della parola.
legermént, am. = leggermente: -senza
pesare troppo, ed anche senza ponde-
rare, senza pensare.
legeròtt, s. m. = girandola, girandolino:
di pers. volubile, leggera, incostante,
che va colla testa a vettura.
legitìm,* agg. = legittimo: non fuori dalla
legìtinia, s. f. = leggittima: ciò che spetta
por legge.
1) dà là eòa legìtima = emancipare.
legiiiii, pari. pass. = letto: part. pass, di
leggere.
legìuda, s. /. = lettura, letta: il leggere
una volta e in fretta.
légn, s. m. = legno : la sostanza dura,
solida e compatta degli alberi.
1) lègn édnt = legno santo, guaiaco.
2) lègn s'giàndòs = legno stiante-
reccio.
3) Ugn de sàsé = legno fossile, li-
gnite.
4) tro^ l'iiss ò là fàcia de lègn = tro-
vare la porta di legno: la porta chiusa.
5) diir cóme on lègn = duro come il
legno: di cosa o pers. dura molto.
6) tèsta de lègn = testa di legno, fi-
gurante: chi figura per un altro in un
affare.
7) Pezzo di legno spaccato; mètt èii
on lègn èiil foeùgh = mettere un legno
sul fuoco.
8) Bastone, mazza; eiàpt on légn =
prendere un bastone : per picchiare
qualcuno.
9) mèda de lègn = catasta di legna,
0 legnaie.
10) ciàpti el lègn = pigliare o saper
di secco: del vino che nelle botti sceme
ha preso l'odore della parte di legno
che resta asciutta.
11) Di carrozze in genere; l'è vegniiii
in lègn = è venuto in legno, in cai-
rozza.
legna, s. f. = legne, legna : i pezzi di
legno per bniciare.
1) fceura del bdsch à fa legna = la
volpe intorno a casa non fa danni.
2) legna mòrta in pèe = legna morta,
legname morticino.
.8^ legna è'ceptlda = legne spaccate.
4) legna seca, vérda = legne secca-
ticcie, verdi.
5) el pàdron déla legna V è mòrt
del frèec = ognuno patisce del suo
mestiere : gli mancano le cose appunto
dhe fa. Si dice, per es. : vedendo un
sarto cogli abiti in cattivo arnese, un
calzolaio colle scarpo rotte, ecc.
les
- 431 -
leu
legna sii, v. att. = bastonare : picchiare
col legno.
legnàda, s f. = legnata, bastonata: botta
con un legQO.
1) Procella, battosta, disgrazia, sven-
tura.
legiiàmee, s. ni. = falegname, legnaiuolo:
chi fa il mestiere di lavorare il legno
per mobili usuali, affini della casa, im-
piantiti di legno.
1) gàrsdn de legnàniee = marangone.
2) legnàniee de eàròés = carrozzaio,
carrozziere.
3) legnàniee de cdr = carradore.
4) legnàniee de mòbil = fabbricatore
di mobili, ebanista, stipettaio : chi fa
mobili di pregio.
legnàmm, s. m. = legname.
1) legnànim d'opera = legno da co-
stnizione, legno da fabbrica.
2) legnànim de resegà = legname se-
gaticcio.
3) legnànim lemedòs = legname sal-
cigno, scontroso.
4) legnàmm mèss mar se = legname
fungoso.
5) legnàmin vece = legname scom-
raentato.
6) Ve quiàtion del legnàmm = fig.,
dipende dal carattere.
7) diir de legnàmm fìg. = duro di
cervice: che capisce poco. ^
Legnàn, s m. = Legnano: nome proprio
di un borgo vicino a Milano, celebre
nella storia per la famosa sconfitta del
Barbarossa.
1) àlida à Legndn = andare a Legnaia:
essere bastonato.
2) manda à Legnàn = mandare a Le-
gnaia: bastonare.
leguàss, s. m. = sughero, suvero : la
scorza leggera, spugnosa, elastica del
sughero.
1) Luminello. Piccolo cerchio di fil di
ferro con quattro sugheretti pei lumini
0 per le lampade.
legnerà, .s. f. = legnaia : stanzone a ter-
reno dove si tiene le legna da bru-
ciare.
legnètt, s. m. = legnetto, dim. di legno.
1) Saltatoio, ballatoio: sottili bac-
chette di legno che attraversano a varie
altezze il vano della gabbia, perchè vi
saltino su, e vi posino gli uccelli.
legnoetì, s. m. = trefolo : ognuno dei
fili onde si compone una fune.
legnoeùra, s. f. = cordicella, archipen-
zolo.
1) Lenza : cordellina di seta torta e
setole per attaccarci l'amo.
legnòs, agg. = legnoso : duro, tiglioso
come il legno.
lègor, s. f. = lepre : mammifero selva-
tico dei rosicanti.
1) dà là légor in di bàlìn = cascare
il cacio sui maccheroni.
2) quànd la légora V è in peé, tati
i cdn glie clan àdrée ; oppure : quand
là légor l'è mòrta, tiitt i cdn ghe sàl-
ten àdòsà = alla nave rotta ogni vento
è contrario ; quando l'albero è in terra,
tutti corrono a farci legna : ognuno
cerca di godere del danno altnii.
3) eiàpà là légor col cdr = pigliar
la lepre col carro. Vedi car, 3).
legoràtt, s. m. = leprotto, lepretta.
1) Capragginatoio, zinnatoio. T. dei
bottai.
legorìn, s. m. = lucherino ; fringilla
spinus = uccello grazioso di vari co-
lori.
legoròtt, s. m. = leprotto, lepratto ;
dim. di lepre, lepre piuttosto grossetta.
legrìa, s. f. = allegrìa, allegrezza, ila-
rità, ricreazione. Vedi àlegria.
1) fa legrta = festeggiare. Anche
rallegrare.
2) legrìj del lèla = allegrezze di pan
caldo.
3) legriéta = ricreazioncella.
legrìceiì, s. m. = briosino, dim. vezzegg.
di brioso ; bambìn Icgriaiù = ragazzino
briosino.
legriòs, agg. = ameno; di luogo.
1) Ilare, allegro ; di persona.
léla (del) = di poco momento, di poco
valore, di poca serietà.
1) àmis del lèla = amico di vetro,
da buiia.
léne, agg. = luccicante : dioesi di chi è
molto grasso.
léndena, s. f. = lendine: l'uovo del pi-
docchio.
1) Per celia e volgar. : i capelli
lunghi ; sazzera.
lendenérJi, s. f. = capelliera, zazzera.
leudenon, s. m. = lendinoso, pidocchioso:
che ha i capelli lunghi.
1) Dappoco ; di persona.
lèngua, s. f. = lingua ; muscolo della
bocca, strumento principale del gusto
len
- 432 -
les
e negli uomini della parola. Comincia
a usarsi abbastanza largamentelìiigua.*
1) vègli longh là léngua = essere lin-
guacciuto.
2) ve pére là lèngua = aver lasciato
la lingua a casa o al beccaio : non
saper parlare e parlar poco.
8) vègh sula punta o sul plsigh déla
léngua = aver sulla punta della lingua,
0 sulle labbra : star per dire una cosa
e non ricordarsene più.
4) càscia là léngua de per tùtt »=
mettere la lingua in molle.
5) là léngua là bàtt dóe dceùr el
dént = la lingua batte dove il dente
duole.
6) là léngua l'è sèns òss.^ ma là fa
rómp i òsi' = la lingua non ha osso,
ma fa rompere il dosso.
7) lèngua de foeugh, o che tàja el
fèr = lingua che taglia e fora ; lingua
lunga ; mala lingua ; linguaccia.
8) léngua pagana o gròsa = lingua
impacciata.
9) menti là léngua = sparlare, mor-
morare.
10) m(yri minga là léngua in boca =
non morire la lingua in bocca : aver
sciolto lo scilinguagnolo.
11) stagli ben là léngua in boca à
vun = esser grande e eloquente parla-
tore: aver buona parlantina, aver pronte
le risposte.
12) -vègli nò de pei sii là léngua =
averne pochi degli spiccioli e meno da
spicciolare : di pers. franca che dice il
pareie suo e non sopporta scherzi.
13) chi g'hà léngua in boca va fina
à Róma = Vedi bòca^ 31).
14) léngua imbroiàda = lingua ap-
pallottolata, annodata, avviluppata.
15) léngua impàltàda = lingua pati-
nosa, sudicia, brutta : quando è sporca
per imbarazzo gastrico.
16) léngua de Siirigh = lingua di
Zurigo ; sp. di salame.
17) lé'ngua= lingua, idioma, lignaggio.
18) Lingua di vacca; sp. di incudine.
T. dei ramieri.
19) Coltello : parte della maciulla.
20) léngua de pdsera = centinodia,
correggiuola, poligono. Specie di erba.
lenguàgrg, s. m. = linguaggio : il com-
plesso dei segni usati per farsi inten-
dere, ed anche il modo di esprimersi.
lenguàscia, s. f. = linguaccia : lingua
maledica.
lenguàscióu, s. m. = linguacciuto ; sboc-
cato, maldicente : che ha lingua facile
alla maldicenza e al parlare meno pudico.
lenguéta, s. f. = linguetta : dimin. di
lingua.
1) Di pers. colla lingua lunga.
2) La laminetta del baule che si in-
castra nella ferritoria, per chiuderlo a
chiave o col lucchetto.
lensoBÙ, s. m. = lenzuolo : ciascuno dei
due pannilini distesi sulla materassa
fra i quali si giace.
1) fa sòtt i lensceu = rincalzar le
lenzuola.
2) tira i lenèoeii = stirare le len-
zuola.
3) Fig. Qualunque grande avviso o
foglio di cai*ta grande.
lènta e meglio lènte,* s. f. = lente, cri-
stallo che serve ad aiutar la vista, in-
grandendo all'occhio gli oggetti, e serve
anche alla fotografìa.
lentìgia, s. f. = lentof lenticchia. Vedi
lanti^ia, e deriv.
1) Lentiggine : macchia sulla faccia.
Xeon, s. m. = leone : bestia feroce.
1) bòcch de ledn = bocca di leone.
Sp. di fiore.
2) coeur de ledn = crudezza leonina,
insensibilità di cuore. Anche : coraggio.
leonèsa, s. f. = leonessa : la femmina
del leone.
leopàrd, s. m. = leopardo : bestia fe-
roce, colla pelle macchiata.
lèpid, agg. = lepido : piacevole, faceto,
giocondo.
lesèna, s. f. = contracolonna, pilastro,
aggetto. T. d'architett.
lesìgn, s. m. = tasta, filaccia : quantità
di filo di tela per tenere aperte le piaghe.
lesiòn, s. f. = lezione: l'insegnamento
che dà il maestro agli scolari a quelle
date ore.
1) fa lesiòn = far lezione, degni in-
segnamenti pubblici.
2) dì là lesiòn = ripetere la lezione ;
ripetere all' insegnante lo spiegazioni
avute.
3) dà là lesiòn = assegnare la le-
zione da studiare.
4) toeu lesiòn = prender lezione ;
staro alla lezione di un maestro.
5) Punizione ; lavata di capo ; el
les
433
let
g'hà daa dna bòna lesìòii = gli ha
dato una buona lezione.
6) Fatto spiacevole che serve a am-
maestrare per un' altra volta ; gli' è cà-
pitaa dna lesion che le tèn à . ment
per on pese = gli è toccata una le-
zione che la ricorda per un pezzo.
lesìòn, * s. f. = lesione : ferita prodotta
sulla persona da qualche percossa ,
botta, malattia.
lèsila, s. f. = lesina : ferro appuntato da
calzolaio per far buchi.
1) Avaro, spilorcio, lesina, tacca-
gnone.
lèss, s. m. = lesso, lessato, bollito : fatto
bollire nell'acqua.
1) el lèss = il lesso : la carne les-
sata e specialm. quella di manzo.
2) à lèss = a lesso, allesso, lessato.
3) el se mètt à lesa e àròst = si può
mettere a lesso e arrosto : di chi s'ac-
concia volentieri al desiderio degli altri,
lesiott, s. m. = treggione, civoa. T. d'agr.
arnese di vimini per trasportar roba.
lesiva, s. f. = ranno, rannata : mistura
di cenere ed acqiia bollita per fare il
bucato.
1) fa lesiva = imbucatare.
2) Maestra, T. dei saponai.
léta, s. f. = mano. T. di gioco. Vedi
elèta.
1) vèss de lèta = aver la' mano.
letamili, s. m. = letame, ingrasso, stal-
latico, concio : il letto dello bestie dopo
che è infracidato e mescolato collo
sterco e si raccoglie e ammonta per
concime.
lètèra, s. f. = lettiera : il fusto del letto.
lètera, s. f. = lettera : ognuno dei segni
che formano l'alfabeto.
1) pàrld. à lèter de scàtola- = parlare
a lettere di scatola ; parlare chiara-
mente.
2) La parte scritta dello monete e
dello medaglie.
3) àia lètera = alla lettera ; di chi
intende meccanicamente la parola e la
frase in sé, non il contesto.
4) copia àia lètera = copiare alla
lettera ; senza cambiar nulla, senza
far di suo.
5) giilgà à erosi e lètera = giuocare
a palle e santi.
<)) Lo scritto per mezzo del quale
comunicliiamo cogli assenti.
28
7) fa òna lètera = fare una lettoj'a;
di presentazione, o per documento.
8) per lètera = per lettera ; al con-
trario che a voce.
lèteràlniéiit, avv. = letteralmente, alla
lettera.
lèteràto, s. m. = letterato : chi è am-
maestrato nelle lettere e ne ha nomo
e vi è appassionato.
letigà 0 litiga, v. alt. = stuccare, nau-
seare. Dei cibi.
letiglièiit e litigliènt, slitighéiit, agg. =
viscido, stucchevole. Dei cibi e di altri
oggetti.
letiii, s. m. = lettino : dim. di letto,
specialm. quello dei bambini.
1) letìn de l'oépedaa = letto porta-
tile, portantina.
lètor, s. ìli. = lettore : la pers. ignota a
cui si rivolge chi pubblica libri, su])-
ponendo che leggerà il suo.
lètorin, s. m. = leggìo: qualunque mo-
bile per tenerci aperti libri, mastri,
musica, e sim.
1) Badalone: leggìo a duo o tre facete
imperniato e girevole su una, base.
2) Caldino, caldina. T. d' agricoltui'a
3) lètorin de écriv = scannello.
lètra, s. f. = lettera. Ora si dice anche
lètera. Vedi.
letrina, s. f. = latrina. Vedi latrina
meno volgami, usato.
lètt, s. m. = letto : mobile della camoiu
dove si dorme.
1) ètànsa de lètt = camera. È pedan-
tesco il dire camera da letto, stanza
da letto.
2) lètt matrimoniai = letto matri-
moniale ; lètt d'óna persòìia e ìnèsa =
letto bastardo, lotto di un posto e mezzo :
lotto largo per uno, ma al bisogno può
servir per due ; lètt gemèj = letti ge-
melli : duo letti uguali che al bisogno
si possono raccostare.
3) àss del lètt = asserelle, assicelle :
le assi del letto sullo quali posa il
saccone.
4) testàna del lètt = spalliera.
6) strècia o strèeioeùra del lètt = cor-
sello, vicolo, vicoletto: quella piccola
corsia 0 spazio fra il letto e il muro,
0 fra due letti.
6) fa sii '/ lètt = fare, rifare il letto ;
prepara 'l lètt = preparare, acconciare il
letto.
7) bUlàsé éiil lètt = buttarsi sul letto.
let
434
ley
8) niHes in Ictt = allettarsi, mettersi
a letto ; per malattia non breve : tegnì
in lètt = tenere a letto, obbligare a
letto: di malattia.
9) càscia fceùra i gatnb del lètt =
tirar le gambe fuor del lotto ; àaltà sii,
fosiira del lètt = saltare il letto : levarsi
in fretta, svelto.
10) morì in del so lètt = morir nel
suo letto : in casa sua, non all'ospe-
dale 0 per la strada o in esilio.
11) mètt in lètt = mettere a letto :
accompagnare uno a lotto, aiutarlo
([uando si spoglia.
12) fa eiàpà ària ài lètt = abballi-
nare il letto : levarne le lenzuola ed
alzarne le materassa per renderle di
nuovo soffici e far loro prendere aria.
13) inciodàèè in lètt = cacciai'si in
un fondo di letto: per malattia lunga
e forse mortale.
14) manda in lètt cont èètt biis in
là tèsta = mandare a letto scalzo : si
dice per celia ai bambini.
15) on mal de sta in lètt = un male
da fermare, da dover tenere il lotto;
da curarlo stando a letto.
16) fioeic del jjrimm, del second lètt =
tìgli del primo, del secondo letto : avuti
dal primo, dal secondo matrimonio.
17) lètt à moschètt = letto parato, a
baldacchino.
18) sta in lett fin che canta là vaca
= alzarsi all'alba dei tafani: quando il
sole è già alto.
19) et 2)o' pisà in lètt e poeu di che
l'è sudaa = può pisciare in letto e dir
che è sudato : di pers. agiata e fortunata.
20) né à l'osterìa, né in. léce no se
ren mài véce = chi va alla taverna, va
in vita eterna,
21) né à tàola né in lètt no ghe
voeur rispétt = ne a mensa ne in letto
si può aver sempre rispetto : ci si può
permettere qualche maggiore confidenza,
purché non si offenda la creanza.
22) Letto: strato di paglia o foglie
0 altro che si mette sotto le bestie
perchè vi si possano coricai'e.
23) vèseghen de fa lètt ài cavai =
essercene a iosa, a carra, a bizzeffe.
24) Gli avanzi della foglia mangiata
dai bachi : biitS, via el lètt di càvàlee
= buttar via il letto dei bachi.
2-5) Letto, alveo : spazio compreso
fra le ripe nel quale scorrono le acque
di un fiume.
letuàri, s. m. = lattovario, elettuario. T.
farmaceut. : sorta di medicamento.
leturìn, s. m. = leggìo, badalone. Vedi
lètorin.
léya, s. f. = leva: spranga in genere
per alzare e muover pesi.
1) dà là lèva = affrettare, sollecitare;
di persone.
2) Leva, coscrizione. T. milit.
leva, V. att. = levare, alzai'e.
1) lectl de piànta = levar di pianta.
T. d'ingegn. Si dice anche di quando
si dà a qualcuno una forte ramanzina.
2) leva 'l buj = levare, alzai'e, spic-
care il bollore: della pentola che co-
mincia a bollire.
3) Levitare, lievitare. T. dei fornai :
il fermentare della pasta inti'usa con
lievito.
4) Allevare, educare: dare i principi
di educazione.
5) Rallevare : dei bambini che si
tiran su grandicelli.
6) leva sii = alzarsi, levarsi. Specialm.
del letto : àpèna levaa sii = di levata ;
leva su bonora, bonòra = fare una le-
vataccia : alzarsi troppo di buon mat-
tino. È però modo un po' troppo spe-
cialmente toscano.
7) leva el sàWt = levare il saluto :
non salutar più.
8) Dei venti : ée ée lèva el vent, àèmm
fritt = se si leva il vento, siam fritti.
9) Del sole : el so el se lèva ài eìnqii
or = il sole si leva alle ore cinque.
10) Alzare al gioco delle cai-te divi-
dere il mazzo in due e metter sopra
la parte che ora sotto.
11) levàéà = alzarsi: degli uccelli, ì
spiccare il volo da terra, e del fumo]
che salo per la sua leggerezza.
leTaa^ s. m. = lievito, fermento : pezzetto
di pasta inacidita con che si mescola
la pasta per fare il pane.
1) levaa de nev = nevaio, nevazzo.
levàda, s. f. = sveglia.
1) dà là levàda = svegliare.
2) levàda di bigàtt = muta.
leTàdin, s. m. = levatore. T. dei car-
tieri : colui che, dopo sopressata lai
pesta ne separa i feltri dai fogli, po-|
nendo questi sulla predola o sulla po-
nitora.
1) Ponitore. T. dei cartiori : quel la
lev
— 435
lil)
voraute che mette successivamente i
fogli sulla ponitora, lasciata alquanto
sgocciolare la forma sul burattino.
leràdòr (pònt), = ponte levatoio : di
ponte che s'alza e si abbassa.
levag'ìoeùg'li, s. m. = zimbello: uccello
che, legato, serve ed allettare gli altri.
levàiida, s. /. = spigo, lavanda: erba
profumata.
levàiit, s. m. = levante, oriente, l'Est.
leyantìna, s. f. = levantina: specie di
stoffa di seta.
levàtìv, s. m. = clistere, scrviziale, la-
vativo. Vedi làvàtiv. *
1) Di persona: seccatura, sofìstico.
leYàtrìce * e anche levatrìs, s. f. =
levatrice, ricoglitrice : donna patentata
che assiste alle partorienti.
levrìér, * s. m, = levriero : cane spc-
cialm. adibito alla caccia delle lepri.
lì, avv. = lì: di luogo relativamente vi-
cino a chi parla e chi ascolta, dove si
può come accennare: più limitato che là.
1) lì insci = quivi.
2) vèss lì lì per fa = essere in pro-
cinto di fare.
3) vèss lì per lì = esserne a un pelo.
4) te lì! = bada lì ! badate lì ! : escla-
mazione di maraviglia e di nausea spe-
cialm. per cose fuori d'ogai ragione;
te lì còéa el ine fa àio stùpicl = bada
che mi fa questo scioccone.
6) tant come de chi e lì = quanto di
qui a lì: accennando breve distanza.
7) finì lì = fmir lì : non esserci se-
guito.
8) éèmm lì = siamo lì: di cosa che
sta per finire.
9) resta lì = rimanere, allibire : re-
staro meravigliati.
10) pientà lì = cessare, smettere.
lìber, s. m. = libro : quantità di fogli
cuciti insieme ; lìber de kg, de écriv
= libri da leggere o stampati, da scri-
vere.
1) àndà gio del lìber = fig. : cascar
di collo, uscir di grazia. Perdere la
stima e la benevolenza di una persona.
2) vègli minga àiil lìber viln = non
nver uno sul proprio calendario : essere
mal prevenuti, mal disposti contro una
persona.
3) vèsà giò del lìber à min = non
•essere nel calendario di alcuno ; essere
nel libro verde di alcuno.
4) mètt à lìber = allibrare : notare
a libro conti e sim.
5) pària còme on lìber ètampaa =
parlar come un libro stampato; parlar
bene, assennatamente.
6) lìber de éàcòcia = libro tascabile.
7) lìber desligaa = fìg. : le sfogliate,
libro del paonazzi, libro del quaranta,
il mazzo delle carie da gioco.
8) lìber di riectt = ricettario: dove
son scritte le ricette.
9) lìber tnìnga taiàa = libro intonso :
colle pagine non tagliate.
10) ìniss in èiil lìber di ricevuii =
infognito. inesigibile.
11) lìber de casa = quaderno di
cassa.
12) lìber mtister = libro mastro.
13) sta ài lìber o legni i lìber -
tenere i libri.
14) Libretto. T. dei battiloro.
lìber, agg. = libero : che ha libertà, che
può agire a modo suo ; vèss lìber de
àndà dòe ée voaur = esser liberi d'an-
dare dove si vuole.
1) Di pers. : che non è impegnato
con donne, che non è coniugato e in.
generalo che non è vincolato da alcun
impegno : àpèna che sont lìber, voo
subii in campagna = appena sono li-
bero, vado subito i a campagna; la cà~
ròsa l'è lìbera = la carrozza è libera;
non impegnata.
2) Licenzioso: on diseòré iròpp lìber =
un discorso troppo libero ; troppo licen-
zioso.
3) Senza suggezione, seccatura: mi
vUj vèss lìber de stiidià in cà mìa,
sénsa fastìdi = io voglio essere libero
di studiare in casa mia senza rompi-
capi ; ètànéa lìbera = stanza libera, di -
simpegnata.
4) movimént lìber = movimenti li-
beri, non impacciati.
5) vègli i man lìber = aver le mani
libere, poter fare a modo suo.
6) carta lìbera = carta lìbera: con-
trario di carta bollata.
7) Immune : esonte da obbligo e pe-
ricolo.
liberà, v. att. = liberare : sottrarre a
pericoli, a prigionia, a schiaviti!, a
mali qualunque.
1) Aifrancare, liberare da u.n vincolo :
liberà là casa dà on livèll = liberare,
affrancar la casa da un livello.
lib
- 436 -
liff
2) ìiberààs = levarsi d'attorno ; li-
beràsà (T on pensér, d'on làorà = le-
varsi d'attorno un pensiero, un lavoro:
si dice di faccenda o pensiero grave,
noioso.
liberal, agc/. = liberale : chi ò largo del
proprio. Ed anche chi in politica segue
idee di libertà e di progresso.
lìberàlitaa, s. f. = liberalità, genero-
sità: l'essere largo del proprio, bene-
fico.
liberamente ave. = liberamente, franca-
mente : con libertà, con franchezza.
1) Anche senza impedimenti, senza
vincoli.
liberàsiòn, s. f. = liberazione : il libe-
rare.
libercol, s. m. = libercolo : spregiat.
di libro.
libèrtaa, s. f. = libertà : facoltii d'agire
secondo il nostro volere.
1) làsà in libèrtaa = licenziare, la-
sciare in libertà.
2) làsti in libèrtaa el pàdròn = li-
cenziarsi, congedarsi.
3) mètes in libèrtaa = spogliarsi,
mettersi in panciolle.
libertìn, s. m. = libertino : giovane,
uomo rotto al vizio.
libidòcch, s. m. = baggeo.
libràda, s. f. = librata : colpo dato con
un libro.
librària e libreria, * s. f. = libreria,
biblioteca. Anche scaffale dei libri.
libree, s. m. = libraio: che vende libri.
librétt, s. m. = libretto : dim. di libro.
1) librètt di memori^ dela spesa =
libro da ricordi, delle spese.
2) librètt de l'opera^ e assol. el li-
brètt = le parole d'un 'opera in musica.
3) librètt dèla casa de rispàrmi^
dela banca = libretto della cassa di ri-
sparmio, della banca: quadernetto di
credito che emettono vari istituti e dove
vengono segnate le somme depositate.
liceàl, agg. = liceale : del liceo : la li-
cénsa lieedl = la licenza liceale.
licéusa, * s. f. = licenza : permesso o
congedo degli impiegati ; l'è àndaa in
licensa = andò in licenza.
1) Il permesso di caccia e il foglio
che la contiene.
2^ Confidenza soverchia.
3) T. scolast. : approvazione ottenuta
per esami o per merito di passare agli
studi superiori.
licensià, v. att. = licenziare, conge-
dare, mandar via.
licèo, s. m. = liceo: istituto di educa-
zione secondaiia.
lìchen, s. m. = lichene, lichene islan-
dico : foglia secca per decotto.
liènda, s. f. = stampita, tiritera, sec-
caggine : di cosa lunga, noiosa e ripetuta.
lifròccli, s. 7)1. = merendone, scioperone,
rompicollo, bietolone.
ligrà, V. att. = legare, vincolare : con-
trapposto a sciogliere : legare con fune
0 altra cosa flessibile.
1) ligà i llber = rilegare i libri : cu-
cire insieme i fogli e metterci la co-
pertina.
2) ligt l'àsen dde voRiir el pàdrvn
= legar l'asino dove vuole il padrone.
3) tigà man e pee = legare le mani
e i piedi ; togliere a uno la facoltà di
agire.
4) T. oref. : di pietre preziose : le-
garle, incastonarle.
5) Allegare: dell'effetto delle cose
agie 0 aspre sui denti.
6) Allegare, attecchire.
7) Andar d'accordo, legare: contini
el Ugo, pòcch = con me lega poco ; va
poco d'accordo.
ligraa, agg. = legato, vincolato. Di libro :
lilegato.
1) Ve ligaa ciirt = fig. : le acque
sono basse: è tenuto a stecchetto. i
ligàda, s. f. = funata: arresto in massa. '
l) fa Olia ligàda = fare una f anata.
ligràdòr de liber, s. m. = legatore di
libri; e anche semplicemente legatore.
lig'àdura, s. f. = legatura, allacciatura,
fasciatura, rilegatura.
ligàniént, s. w. = allegamento: Fallo-
gare dei denti.
1) Incastonatura. T. dei gioiellieri.
2) Trocciuole. T. dei legat. di libri
e dei cart.
lig'àmiu, s. m. = imparaticcio : il primo
lavoro a calz j che si fa fare alle bambine.
ligànim, s. m. = legame, vincolo : quanto
serve per legare, ma specialm. in si-
gnific. di impedimento morale.
1) ligàmm de càlèètt = legacciuolo,
legacela, legaccio, cintolino : striscia di
cotone 0 di seta con elastico per al-
lacciare le calze alla gamba.
ligàscioeù, s. m. = correggiuolo. T. dei
leg. di libri.
lig'ér, agg. = leggero, lieve. Vedi legèr.
lìff
437 —
liii
lig'iKBÙ, s. in. = leganolo, cordone; trec-
cinoli di canapo che formano la fune.
1) Anche il treccinolo di capelli per
fare la treccia.
lisfiioeùra, s. f. = cordicella, archipenzolo.
Vedi leg-uoeiìra.
lìg'osòn, s. m. = gingillone, bighellone,
ciondolone: di uomo poco laborioso.
Illa, afffj. = gridellino, lilla : di colore
somigliante al violetto, ma più. chiaro.
lima, s. f. = lima: strumento di le-
gnaiuolo, fabbro, orefice, ecc., per as-
sottigliare legno, ferro, e sim.
1) lima à eoa de rdndina = lima a
coda di rondine, lima da oriuolai.
2) liìtia à cortèll o cortèlìna = lima
a coltello.
3) lima à triàngol = lima a triangolo.
4) lima cariòta o piàttna = lima da
egualire.
5) lima à foeiiia d'oliva = lima a
foglia di salvia, o d'oliva : degli oriuolai.
6) lima card o quadra = lima fj^ua-
drella, o quadrilatera.
7) lima à eoa de ràtt = lima da
straforo.
8) lima ingeniigiàda = lima mezza
tonda da voltare.
9) lima Sorda = lima sorda : quella
che sega senza far rumore.
10) lima de rochitt = jima da roc-
chetti.
11) lima à poni = lima a punte.
12) lima del tàmbor = lima da tam-
buro, 0 da strisciare i tamburi : è degli
oriuolai.
13) là ciislna e là tàola Imi òna
Urna sorda Vedi ciisiiia.
14) Lumia : specie di limone bernoc-
coluto.
15) Fig. : di un sentimento doloroso
che logori : rodio, rodura, roditura.
lima, V. alt. = limare e fig. correggere,
rivedere un lavoro.
limadura, s. f. = limatura: roi)erazione
del limare, e la raschiatura prodotta
dalla lima.
limbo, ?. m. = limbo: nelle frasi; vess
ài limbo dèi Santi pàder = essere al
buio di qualche cosa : rà al Ihìibo =
va al limbo ; a una seccatura.
limàia, s, f. = limatura: la raschiatura
prodotta dalla lima. Dal frane, limaille,
limit, s. m. = limite : linea di confine
specialm. in signific. morale.
limita, V. att. = limitare, contenere, cir-
coscrivere: assegnare, porre dei limiti.
limoli, s. m. = limone : specie di agrume
che ha i frutti simili al cedro, e il
frutto stesso.
Ij èclitscia limón = strizza limoni,
matricina: arnese per strizzare i li-
moni.
2) àeqiia de limon = limonata.
limonàda, s. f. = limonata; acqua eoa
succo di limono e zucchero. Per scherzo
0 spregio anche : limonea.
limonàtt, s. m. = limonaio : chi vendo
limoni.
limonerà, s. f. = aranciera: serbatoio o
luogo dove si custodiscono i limoni o
altri agrumi nell'inverno.
limonsiiia, s. f. = cedronella, citraggine,
melissa : specie d'erba.
limdsna, s. f. = limosina, elemosina.
Vedi rlcmòsina.
limpid, agg. = limpido; chiaro, traspa-
rente : contrario di torbo.
lìii, s. m. = lino: pianta che secca e
macerata dà materia atta a filarsi per
far tela : Unum usitatissimum, e il
lino che so ne cava, e la tela che se
ne fa.
1) Un maràirceù, o nostràn, o linètt
= lino marzuòlo, stio.
2) Imràvàgn = lino vernino, ravagno.
3) campagna de Un = lineto.
liiiàrcefl, s. m. = linaiuolo : chi vende
0 lavora, il lino.
linea, * s. f. = linea: l'ordinanza di un
esercito sul campo e nella marcia, o
schierato in battaglia.
1) La fanteria: prima ptiéa là lìnea
e poeu i berààliér = prima passa la
linea e poi i bersaglieri,
2) Di strada ferrata, la strada stessa
e la sua direzione: Vingegnee l'è in
éii là lìnea = l'ingegnere è lungo la
linea ; là linea de Bèrgom = la linea
di Bergamo.
3) éil tuta là linea = su tutta la li-
nea : completamente.
liufàticli,* agg. = linfatico : delle persone
che hanno un temperamento in cui
predomina la linfa.
ling-ér, agg. = leggero, lieve. Vedi legér»
linghèra, «. f. = ballatoio, terrazza, rin-
ghiera ; terrazza elevata per cui si giri
intorno al muro esterno di un edificio.
Se ne vedono di simili anche nell'in-
liti
- 43S
lis
terno delle chiese e in qualche sala
molto sfogata, vicino al palco.
ling'ua, * s. f. = lingua: l'idioma d'una
nazione, d'una razza.
1) Usa anche: lìngua in tutti gli
altri significati dell'ital. « lingua » ma
per essi vedi léngrua.
linoeucC) s. m. = bircio, guercio: corto
di vista. In senso fig. e volgami, è
parola di scherno e vale: poco di
buono ; talvolta anche : imbecille.
linia e meglio lìnea, * s. f. = linea.
Anche : interlinea. T. da stamp. Vedi
lìnea.
liniàmént, e lineaménti * s. m. = li-
neamento, fattezze: le lineo del viso.
linón, s. m. = fiore, linone: sp. ditela.
Dal francese linoii.
linósa, s. f. = lin seme, seme di lino :
si usa specie per far decotti e cavarne
olio.
lión, e spesso anche: lión, s. m. = co-
glia, elegante, ganimede : di chi cura
ti'oppo la toeletta e veste sempre se-
condo r ultimo figurino della moda.
Dal frane. : lion.
lìpa, s. f. = lippa: specie di giuoco che
si fa, facendo saltare in aria un ba-
stoncello, picchiandolo ad una estre-
mità con un altro.
1) àndà à giughi Ma itpa = andare
a quel paese : di chi secca e annoia.
lipp làpp (fa), = far lappe lappe o lappi
lappi : dei golosi ingordi che divorano
e fanno schiocchi colla bocca.
1) Ciacche, ciacche : suono che fan
certe cose allorché si schiacciano.
lìquid, agg. = liquido : dei corpi visibili
che tendono a scorrere e a livellarsi :
contrario di solido.
liqìiidà, V. alt. = liquidare. Di conti :
appurarli e veder chi deve avere.
1) Di pensione : stabilirne la cifra e
darnela.
2) Dei commerc. : ritirai'si dal com-
mercio.
liqiiidàsiòn, s. f. = liquidazione. T. di
comm. : il liquidare, e specialm. il ri-
tiro dal commercio e vendita relativa.
liquor, s. in. = liquore. Specialm. bibite
alcooliche.
liquorista, s. m. = liquorista : venditore
di liquori, specialmente al minuto, a
bicchierini.
lira, s. f. = lira: moneta: cento cente-
simi, venti soldi.
1) paga lir, éòld e qitàtrin = pagare
a lire, soldi e denari : puntualmente.
2) Peso. Libbra : peso corrispondente
a tre quarti circa del chilo.
3) fa bdser de lira = farne di quelle
coll'uiivo.
4) Piagnuccolamento, frignatura : il
piagnuccolare uggioso dei ragazzi.
liràscia, s. f. = lirata : libbra abbondante.
lirelà, "V. att. = gingillare, dondolarsi :
star bighelloni, senza far nulla.
lìri, s. m. = giglio, fiordaliso : lilium
candidum ; vèès bianeh còme el Uri =
esser candido come un giglio.
1) giaggiuolo, ghiaggiuolo, iride. Vedi
ìreus.
liritt, s. m. pi. = mughetto : fiore gen-
tile detto anche : gilio delle convalli.
Convallaria maialis. Ora assai più
usato moneghèll.
liron, s. m. = piagnitore, belatore : chi
piange efiigna; specialm. dei bambini.
1) àndà liron liràn = e anche: li-
ron lirèla = andar giò giò, girellare,
menare il pan per l'asse.
lis, agg. = logoro, liso, ragnato : di panni
consumati dall'uso.
lise, agg. = liscio, piano, contr. di scabro :
che ha la superficie morbida, non arruf-
fata, 0 piana senza scabrosità, levigato.
1) Di cose che non presentano diffi-
coltà; àndà ma lise = andar piani,
senza scosse, senza contrasti.
2) Semplice, senza complicazione e
senza troppi ornati.
3) pasàla lìscia = passarla liscia;
senza castighi e rimproveri.
4) àndtl ma lise = passar liscio : non
curarsi, tirar via.
5) S. m. = liccio, licciata: filo torto
usato dai tessitori.
6) bàchèit de lise = licciaruoli.
lisca, s. f. = esca: materia vegetale che
s'accende battendo un ferro o una selce
e si mantiene accesa anche al vento.
1) Sala, salone, ciperoide, caretto :
serve a impagliare sedie.
liscliee, s. m. = giuncheto, caiiceto :
luogo piantato a giunchi.
lischèta, s. f. = caretto, carice : dim.
di lisca.
liscòn, s. m. = erba paduliua: cyperus
langus; erba che ha il colmo con tre
angoli terminanti in ombrella.
1) Stianola: sorta d'erba per impa-
gliare, specialm. fiaschi.
J
lis
- 439 -
loc
] lista, s, f. = lista: striscia staccata di
I carta o di panno. Piìi comunem. si
■ dice striscia.
1) Di peli d'animali : el g'hà dna
lista bianca sili còli = ha una lista di
peli bianchi sul collo.
2) Elenco di pers. o di cose.
3) Nota, conto : specialm. se lungo.
lista, f. alt. = listare ; fregiar di liste.
1) Imbracare: saldare con una stri-
scia di carta un foglio lacero di un
libro.
listèll, s. m. = listello, regoletto : modi-
natura prima e quadrata accompagna-
toria 0 di divisione. T. architi.
listìn, s. m. = solini delle mani, polsini:
parte della camicia che stringo i polsi.
1) Colletto, cinturino, goletta: nella
camicia l'estremità superiore che cingo
il collo.
lisòu, s. m. = tentennone, gingillone,
ciondolone: chi va bighellando e non
ha voglia di lavorare.
lisonà, ^'. att, = indugiare, ciondolare,
girellare, tempellare : perdere il tempo
senza lavorare.
, Ut, s. f. = lite: controversia piuttosto
animosa fra pei'sone.
1) Rissa, alterco : lite violenta e vol-
gare.
2) tiicà Ut = quistionare, rissare,
altercare, venire a lite, a rissa, pren-
dersi a parole e anche spesso venire
allo mani.
litàiii e litanij, s. f. pi. = litanie, ro-
gazioni : invocazione a Dio o ai santi.
liter, s. m. = litro: unità di misura di
capacità.
1) ànd(L à béven on liter = andarne
a bere un litro : sottint. di vino.
litiga, V. att. = litigare, piatire, quistio-
nare.
1) Vedi letica.
litigràtt, s. m. = accattabrighe, piatitore,
^ litigioso : che ama i litigi.
litografa, v. att. = litografare : ripro-
durre colla litografia.
litografìa, s. f. = litografia : modo di
riprodurre quante volte si vuole, tras-
sportandolo su pietra apposita, uno
scritto, 0 un disegno.
litografo, * s. m. = litografo : chi pro-
fossa l'arte litografica.
litoii, s. m. = belletta, melma, fangac-
cio : la posatura che è nelle paludi, nei
fossi, nei fiumi, dovunque è acqua tor-
bida.
litòs, agg. = limaccioso, melmoso : pieno
di limo, di fango, per lo più viscido.
livèlà, V. att. = archipenzolare, livellare :
misurare col livello, ed anche metter
le cose a uno stesso piano orizzontale.
1) Allivellare. T. forense : darò un
fondo, una casa a livello.
livèlàri, s. m. = livellarlo, censuario,
enfiteuta : chi ha beni a livello.
livèlàsioii, s. f. = livellazione: l'opera-
zione del livellare.
livéll, s. m. = livello, piano orizzontalo.
1) Archipenzolo : livella : strumento
per livellare.
2) vèss à l'istèss li-vèll = essere allo
stesso livello : essere di pari grado.
3) Livello, peso, aggravio : il denaro
che si paga per un dominio ceduto.
lìvid, agg. = livido : colore speciale cho
prende la pelle por cadute, battiture,
malanni e sim.
1) s. m. Macchia che è sulla pelle
per percossa o malattia.
2) fa deventà lìvid = illividire; far
livido.
3) deventà lìvid = allividire, diven-
tare, farsi livido.
livree, s. m. = levriero: cane, specialm.
adibito alla caccia delle lepri. Anche
levriér.
livrèia e livrea, * s. f. = livrea: uni-
forme dei servitori alti e bassi.
liiitt, s. in. = liuto : strumento da tasto
a corde come la chitarra.
lòa, s. f. - lupa : la femni. del lupo ;
el mal dela Ida = gran fame, fame
insaziabile.
loàta, s. f. = ovatta ; cotone in falde
spalmato con chiaro d'ova per fodere.
loàtà, V. att. = ovattare ; foderare d' o-
vatta.
loàtèll, s. m. = lupacchiotto : lupo gio-
vane ; dim. di lupo anche nei signific.
^figur.
lòbia, s. f. = loggia, ballatoio.
lobidn, s. m. = piccionaia, paradiso :
l'ultimo ordine in un teatro, dove per
lo più non ci son palchi.
Locaa, s. m. = Locate: nome proprio di
un villaggio presso Milano, che dà le
frasi : vèss de Locaa, vèèé hciilii à Lo-
caa = essere balordo, acciucchito, alocco.
locàda, s. f. = balordaggine, sbadatag-
loc
- 440 -
log:
gine : cosa fatta senza pensarci, incon-
sideratamente.
locai, agg- = locale: di luogo, del luogo;
proprio di un luogo.
1) s. m. Edifizio 0 parte d'edifizio
che deve servire a quel che si richiede.
locàlitaa^ s. f. = località, posizione: la
situazione di un luogo che deve ser-
vire a un dato uso.
locanda, s. f. = osteria, locanda : casa
dove si dà alloggio e vitto a paga per
qualunque tempo ; ma in mil. per lo
più di gente bassa.
locàndee, s. m. = locandiere : chi tiene
locanda.
loccli, agg. = allocco, sbadato, smemorato,
balordo : che facilmente dimentica ; che
ha le idee annebbiate,
1) fa el loceli = fare orecchio da mer-
cante, fare la gatta morta o di Masino ;
far lo gnorri.
2) Acciucchito , immelensito ; per
sonno e chiasso.
3) tra locch = acciucchire, sbalordire ;
per effetto di forte impressione.
4) locch. s. m. = bravaccio. Vedi
buio.
lochili, s. ììi, = alloccarello, smemoratino.
lochisia, s. f. = sbalordimento, intro-
namento.
loco et fòco, = frase dal latino che vuol
dire, a casa e bottega : di chi si in-
stalla del tutto in una casa per vitto,
alloggio e sim.
locóii, s. 711. = alloccaccio: peggiorat.
di allocco nel senso fig. di uomo ba-
lordo.
loda, V. att. lodare, encomiare; dare, far
lode.
1) chi se loda, se imbroda = chi si
loda, s'imbroda; chi si battezza savio,
si intitola pazzo ; lo stimarsi savio è
principio di pazzia.
2) no vègh che de lodàss de vùn =
non aver che a lodarsi di uno, non
aver che a dirne bene.
lodola, s. f. = allodola, lodola. Sp. di
uccello insettivoro dell'ordine dei pas-
seri.
loertis, s. m. = luppolo, livertino, livor-
tizio: humulus lupus. Specie d'ei'ba.
loeùgia, s. f. = scrofa, troia : femmina
del verro.
1) Di pers. : porco, animale, che fa
porcherie.
loeiigh, s. m. = luogo, spazio limitato.
Anche : sit.
1) à tèmp e loeugh = a tempo e
luogo, al tempo o posto opportuno.
2) loeugh de desténd ròba = stendi-
toio : stanza dove si stende roba.
3) loeugh de deévestiéé = spogliatoio :
luogo destinato a spogliarci si.
4) loeugh éolìv = luogo solatio : esposto
molto al sole.
5) fceùra'de loeugh = inopportuno,
fuori di luogo.
0) el loeugh pìj = il luogo pio Triulzi :
ospizio pei vecchi.
7) Luogo, spazio, posto.
8) Luogo, podere, fondo , campo :
terreno coltivato.
loeughtenént, * s. m. = luogotenente :
grado nella milizia.
loeuj, s. m. = loglio : genere di piante
graminacee.
1) Anche : svogliataggine, tedio, son-
nolenza.
loeiìva, s. f. = spiga, pannocchia : spiga
del grano turco.
1) i bàrbìs déla loeuva = le barbe
della pannocchia.
lòfa, s. f. = vescia, loffa, loffia: correg-
gia sorda.
1) fa là lòfa = sfiatare: della po-
lenta.
loff, s. m. = lupo : bestia feroce, del ge-
nere dei cani. Vedi luflf.
Ioli, s. m. = frasca, fola, ciancia, braca.
1) Moine, smorfie : carezze affettate
per ingraziarsi qualcuno.
2) dà di lòfi = raggirare : far rag-
giri.
logà^ V. att. = allogare, collocare : mettere
a posto qualche cosa o qualcuno in
modo che ci si trovi bene, a suo luogo.
logàss, 1}. rifl. = acquartierarsi : pren-
dere alloggio, accomodarsi \ el s'è logaa
in cà mìa e se pò pii desfesciàll = si
acquartierò in casa mia, ne si può più
liberarsene.
loghètt, s. m. = loghetto, poderino; po-
deretto.
logia, V. att. = alloggiare, albergare,
ospitare. Vedi àlogià.
1) Bersi : credersi una cosa ; ghe Idgi
minga = non me la bevo, non te l'ab-
bono.
logica, s. f. = logica : la scienza del
ragionamento, e specialm. l'ordine del
ragionamento.
log
- 441 -
lot
1) vèhg dna bdna logica = essere pa-
rolaio, aver buona parlantina.
log'ògi'ìf, s. m. = logogrifo: sorta di
enigma che consiste nel prendere in
diversi significati le diverse parti di
vma parola.
log'orà, V. att. = logorare : consumare
per lungo uso e frequente.
Loiulbàvd, .9. m. = Lombardo: abitante della
Lombardia.
lombàrdee^ s. m. = alabardiere, lanzi-
chenecco. Disusa la parola a gran passi.
lomber, s. m. = lombo, filetto di maiale :
parte del lombo nell'animale macellato.
loinbrètt, s. m. = scamerita : parto della
schiena del porco più vicina alla coscia.
loiulrìna, s. f. = londrino : sp. di panno.
long'àlong'hèra, s. f. = lunghiera. Vedi
lung'helunghèra.
lougrh, agg. = lungo, Vedi luiigrli.
1) i ròbb tir (la à la long a vdn mai
ben = Io indugio piglia vizio.
2) Di spazio : lungo, allungato.
loughèsa, s. /". = longhezza. Vedi lun-
ghèsa.
loiig'hig'nàu, s. m. = tentennone. Vedi
lung^liignàii.
longitudìn, * s. /". = longitudine: mi-
sui'a d'un luogo da un meridiano al-
l'altro, 0 dal primo meridiano.
Idngo. Vedi lùngro.
lònsa, s. f. = lombata. T.'dei macellai.
lo II tali; agg. = lontano : che è relativa-
mente a una gran distanza.
1) Di grandi, forti differenze d'opi-
nioni, di desideri.
2) Nei contratti : di differenza grande
fra il prezzo chiesto e quello che si
vuol offrire.
3) Alieno: che non ha inclinazione
a una cosa ; éont per nàtUra lontdn de
là polìtica = son per natura alieno
dalla politica ; èont minga lontdn dal
eonprtL quèla cà lì = non sono alieno
dal comperar quella casa,
4) Di parentela: vèsS parént lontdn
= esser parenti lontani.
5) ttla lontana, de lontdn = alla lon-
tana, in lontananza.
6) de lontdn da lontano: a una di-
stanza relativamente grande.
7) chi va pian va édn e va de lon-
tdn = chi va piano va sano e va lontano.
lontànànsa, s. f. = lontananza: astr. di
lontano.
lontra,* s. f. = lontra : specie di animale
la cui pelliccia è assai pregiata e pre-
gevole.
lòpp (el), = latti, loppe, scoria. T. di
ferriera.
lor, pron. = essi, esso, loro : plur. di
lU, lee = egli, ella : usato nei casi ob-
bliqui e nel soggetto.
Lorena, s. m. = Lorenzo : nome proprio.
/ colami de San Lorena = le colonne
di san Lorenzo : monumento dell'epoca
romana, pregiatissimo .
1) Sa?i Lorena déla gran caldura,
san Vicénà déla gran fredùra. V. cal-
dura.
loriùn, s. in. = mirtillo nero, bagolo,
uva orsina : vaccinium myrtillus :
pianta perenne.
loròccli, s. m. = allocco, gufo, barba-
gianni. Sp. d'uccello.
1) Fig. d'uomo che abbia poco cer-
vello e sia distratto.
losca, V. att. = stralunare. Degli occhi,
stravolgerli in qua e in là, aperti più
che si può.
lòscli, agg. = guercio, strabico, losco :
che ha lo sguardo deviato dalla dire-
ziono naturale.
Iòta, s. f. = zolla, gleba. Di terra da
coltivo.
2) Iòta o còdega = piota, zolla erbosa.
Di prato.
3) Lotta, contesa : combattimento di
forza e destrezza, e in generale qua-
lunque contrasto.
Iota, V. att. = lottare : fare, sostenere
una lotta, specialm. nel senso morale.
lotàrìa 0 loterìa, * s. f. = lotteria, lotto,
1) mètt in loterìa = allottare : fare
un lotto di un dato oggetto.
lotiroeiì, s. m. = botteghino : dove si va
a giocare al lotto.
1) Prenditore, ricevitore del lotto :
chi tiene il banco dove si va a giuo-
care al lotto.
lóto, s. m. = lottino, tombola. Dal frane.
loto.
lotòn, s. m. = ottone : lega di rame e
zinco 0 altro metallo, di color simile
all' oro.
lotonee, s, m. = ottonaio: chi lavora
d'ottoni.
1) Fontaniere: venditore di cannelle
di piombo e di altre cose da far fon-
tane.
2) Docciaio : chi fa doccie e doccioni
di latta per condurre via l'acqua.
lot
— 442 —
luf
3) Lumaio : chi fa e acconcia lumi,
come lucerne, ecc.
lòtt, s. m. = lotto : sorta di giuoco ille-
cito e immorale che qualche Stato man-
tiene.
1) biliètt del lòti = polizza del lotto.
2) l'è 0)1 gioeugh del lòtt = è un
fungo di rischio.
lòtt, lòtt, avv. = quatto quatto, cheto
cheto: alla chetichella.
lorà, V. alt. = spigare, fare la spiga, la
pannocchia. Dei grani.
Ili, pron. = egli, esso, ei, lui: pron. pers,
masch. di 3* pers. Anche : lei, non
però femm.
1) el fa bèli dì ìu à vHegh minga
dént = a niun buon confoi*tatore dolse
mai testa.
2) intra de lii = fra se, dentro di sé.
3) dà del lù = dar del lei.
4) è^■ lii! = 0 lei ! Chiamando pers.
non rozza che non conosciamo.
liicelìna, s. f. = lucilina : sorta di com-
bustibile usato per lo piiì come illu-
minante.
liicérna, s. f. = lucerna : vaso di di-
verse forme e materia por illuminare
con petrolio, olio e lucignolo o calza.
1) Lampada : lume a olio, o a pe-
trolio, senza piede che si tiene sospeso.
2) veder de la lucèrna = tubo, scar-
toccio : cilindro di cristallo che si pone
sui lumi perchè ardano meglio.
lucernàri, s. m. = lanterna, lucerna:
specie di finestra su del tetto, ovvero
torricella aperta e difesa da vetri e rete
metallica per dar lume alle scale o a
una camera che non abbia finestra,
Iflchètt, s. m. = lucchetto : specie di
serratura posticcia per chiudere bauli,
catene, valigie e sim.
1) mètt el lilchètt = allucchettare :
fermare con lucchetto.
liicià, V. alt. = imbambolare, piangere :
inumidirsi gli occhi per lagrime.
lucid, s. m. = lucido, lustro.
1) levti el lùcid ài pànn = toiTe, le-
vare il lustro ai panni.
2) Materia da lustrare e specialm.
la ceretta per le scarpe.
3) Agg. lucido, lustro, terso, lucci-
cante: di superficie che lustra.
liicidà, V. alt. = lucidare, ricalcare. T.
dei disegnatori. Ricopiare esattamente
un disegno e sim. con un foglio o tela
trasparente.
lAder, s. m. = Indro : furbone, astuto,
in senso piuttosto cattivo.
1) Si dice dal nostro popolo anche
in senso non tristo per indicare chi sia
fortunato nelle sue imprese.
2) Birba, birbante. Riferito anche a
cose: liider d'on temp = birbante d'un
tempo.
lùdria, s. f. = lontra: aaimale acquatico.
Dal lat. lutra.
1) Fig. ingoiatore, lupaccio, diluvione.
ghiottone.
Liidìiìg'h, s. m. = Lodovico ; nome proprio
di persona.
1) Mattolina: specie di lodola.
luff, s. iìi. = lupo : bestia feroce del ge-
nere dei cani. Qualcuno dice ancora liiff.
1 ) bisógna mostra i dént ài lujf = a
cane di lupo zanne di cane.
2) dà i pégor in consegna ài luff =
dare le pecore in guardia al lupo ; fare
il lupo pecoraio ; dar l' insalata da
guardare ai paperi : affidar cose a chi
ne abusa indegnamente.
3) el luff el mangia tinca i pégor
ciintaa = dalle pecore annoverate man-
gia il lupo.
4) el luff el pérd el pél, ma minga
el visi = il lupo cangia il pelo, ma
non il vizio : i birboni non cangian
natura per invecchiar che facciano.
5) là fàmm là càscia el luff fceura
de là tana = la fame caccia il lupo
dal bosco : il bisogno aguzza le facoltà
degli uomini.
6) mangia conte on luff = fare come
il lupo, a occhio e croce ; mangiar co-
me un lupo ; diluviare ; divorare : di
gran mangiatore.
7) l'ha criaa àdrée ài luff, l'ha vist
el luff = egli ha veduto il lupo : di
chi è affiocato e non ha quasi più voce,
0 per spavento o per infreddatura.
8) né H frècc, né 'l càld le mangia
minga el luff = né caldo, né gelo non
restò mai in cielo.
9) se no l'è luff el éàrà càn = se
non é lupo é can bigio. E' non si grida
mai al lupo, ch'ei non sia in paese.
10) vèsegh seùr cóme in bòca ài
luff = esser buio fìtto, fitto.
11) borlt in boca ài luff = mettersi
in bocca al lupo ; in potere del nemico
0 in luogo pericoloso.
12) vègh dna fàmm de luff = avere
una fame da lupo.
Ing
443 —
lini
13) gli'è 'l luff = c'è il lupT, vèn
el luff = viene il lupo : lo dicono gli
sciocchi per far paura ai ragazzi.
14) Met. luff' = lupo : avido, gargan-
tua, gran mangi atoi'e.
15) pètt de luff = vescia, loila di lupo,
sorta di fungo.
liigànega, s. f. = salsiccia : specie di
salame a carne tritata finissima e in-
saccata: si mingia fresca.
liigàueg'hee, s. m. = salsicciaio : chi fa o
vende salsiccia.
liigàneghin, s. m. =salsicciuolo: specie di
salame cotto particolare alla Lombardia.
lug'ànegòtt, s. m. = salsicciotto: specie
di salsicciuolo grosso.
lugrlièra de foeugli, = favilla : parte mi-
nutissima di un corpo acceso.
1) liighera de nev = sprazzo, fioc-
chetto di neve.
liighii, agg. = vispo, vivace, allegro.
liigriisèiit, agg. = allampanato : secco, ri-
finito. Disusa sempre più.
luÌD) s. VI. = lupino; canaiuoli : il senio
del lupino.
liiinàtt, s. m. = lupinario: chi vende i
lupini dolci.
liiinusc, s. m. = canna di lupino.
Liiisa (erba). Vedi, èrba 46).
liij, s. m. = luglio: il 7° mese dell'anno.
liimà) V. att. = occhiare, alluciare : guar-
dar fisso qua e là avidarfiente.
1) Accorgersi : capir presto una cosa.
2) Lumeggiare, campare il lume. T.
dei pittori.
liìmàgi), s. f. = chiocciola, lumaca, mar-
tinaccio: specie di molluschi gasteropodi.
1) Di pers. lenta : el va ài pàsé de
liimàga = va a passo di lumaca; l'è
dna, liimàga = è una lumaca.
2) scala liimàga = scala a chiocciola :
quella che si rigira intorno a una colonna.
luinàg'aa, agg. = lumacoso, allumacato :
segnato dalla bava delle lumache, o da
qualunque altra cosa lustra e bavosa.
1) Si dice anche di un panno che
gli sia stato levato male il lustro.
liimàg'hitt; s. m. pi. = bisciole : verme
che si annida nel fegato delle pecore
ed anche delle bestie bovine.
luuiàgòii, fig. s. m. = lumacone, pentolo-
ne, bietolone: uomo lento nel far le cose.
1) Soppiattone: furbo che fa da min-
chione.
liimàgòtt) s. m. = lumacone : accresci-
tivo di lumacone.
liiiiiin, s. in. = rocca : lume a mano, di
ottone con cipolla per l'olio e manico-
fisso in un piede.
1) Stoppi niera a vasetto o ad asta :
piccolo arneso portatile da adattarvi
moccoli 0 stoppino ad uso di girar per
le stanze col lume.
2) liimìn de nòti = luminello, lumina
da notte : cerchietto di fil di ferro o
di latta con sugheri per tenere a galla
il lucignolo delle lampade, e il cerine
che si mette nell'animella.
luininàsidii; s. f. = luminaria, illumina-
zione. Vedi ìlìiminàsiòii.
luinin, s. f. = lume a mano, lampadina:^
sorta di lume formato da una scatole ta
di latta a uso navicella con manico di
ferro mobile.
1) mocà là liimm = scarbonchiare il
lume.
2) el liimm de la resòn = il giudizio,.
la facoltà di pensare e giudicare.
3) Allume: composto salino, astrin-
gente di molto specie; liimm de ròca =
allume di rocca.
4) Lucerna : il cappello a navicella
che portano alcuni ufficiali superiori -
dello Stato e di Corto.
luna, s. f. = luna : pianeta il più vicina
al|a terra e suo satellite.
1) luna nceiiva = novilunio, luna
nuova: il primo quarto.
2) primm quàrt de luna = luna cre-
scente: le prime due fasi.
3) luna pièna = plenilunio.
4) ùllim quàrt de luna = luna scema.
calante.
r») fa vede là luna in del pòse = mo-
strar la luna nel pozzo: far vedere luc-
ciole per lanterne.
6) Lunazione: tempo del corso della
luna.
7) àiuià à luna = essere a quaiii,
a punti di luna: di chi è facile a cam--
biare. Anche: a volate, a scatti.
8) vègh là luna = aver le lune, far
la luna, essere di cattivo umore, essere
lunatico,
- 9) Mattana: specie di malinconia.
10) bàtt là luna = sonare a mattana.
11) à èli eiàr de luna, iron. = a que-
sti lumi di luna: a questi tempi tristi^
non belli.
12) vèss in del niond déla luna »
aver la testa nel mondo della luna; di
pers. che fa, o parla a caso.
luii
444 -
luii
13) fàciòn de luna = faccia, viso di
luua, di luna piena o in quintadecima:
di pars, bolla grassa col viso tondo.
14) vè^s de bòna, de càtiva luna =
■essere in buona, cattiva luna: di buono
0 cattivo umore.
lunàri, s. m. = lunario, almanacco, tac-
cuino.
liinàticli,* agg. = lunatico: chi di tanto
in tanto s'arrabbia e si intristisce senza
ragione.
liiiiedì, .''. in. = lunedì : il primo giorno
della settimana.
1) fa el lunedi = lunediare, far la
lunediana, far festa il lunedì.
2) lunedì è nasuti Oiànìn, màì'iedl
ifhan daa 'l tètìn, mercoldì Vhan faa
lità in pee, gioedì g'han daa miee, ve-
nerdì el s' è tnalaa, .iàbet l' è mori,
doménica g' kan fa 'l còrp. Frottola
«he i milanesi sogliono narrare ai ra-
gazzi , non senza intenzione morale
quasi alludendo alla brevità e rapidità
dello umane vicende.
liiiièta, s. f. = lente. T. d'orolog., la
l>iastrella di metallo attaccata all'estre-
mità del pendolo.
1) Lunetta. T. arcliit. , l'arco sepa-
rato dall' apertura rettangolare , o lo
ijpazio tra un peduccio e un altro delle
volte: quindi e più specialm. finestra
a luna sopra una porta.
Iniig'h; agg. = lungo: che ha assai lun-
ghezza, relativamente. Contrario di curt
= corto.
1) Indicando la misura ; lungh trii
mvter, on chilòmetro, e sim. = lungo
ire metri, un chilometro, e sim.
2) fa el pààs minga puàee lungh de
là gamba = non fare il passo piii lungo
delia gamba, stendersi quanto il len-
zuolo è lungo ; spendere in proporziono
dei propri guadagni, delle proprie entrate.
3) vègh i ung lungh = aver l'unghie
lunghe: di chi ruba.
4) lévgua lunga = lingua lunga: mal-
dicente.
5) Di pers. che indugia troppo a fare
una cosa; lungh à vestiss, à mangia, à
dì mèéa = lungo a vestirsi, a mangiare,
XV dir messa.
6) lungh còme là fàmm = lungo co-
me la fame, come la quaresima: di cosa
che non finisce mai.
7) càlsòn lungh = calzoni lunghi:
quelli che arrivano fino alla scarpa.
8) Di tempo, quando ci sembra lento
a passare.
9) tira in lungh = allungare, tirare
in lungo; tira in lungh dna Ut = allun-
gare una lite; per minga tirala in lungh
= per non allungarla. Oomunem. quando
si vuol tagliar corto col discorso. In
questo significato anche : Urtila Ma
lunga.
10) i ròbb tiraa tlla lunga van mai
ben = l'indugio piglia vizio.
11) legni lungh = prolungare; tegni
lungh on discòré, dna màlàtìa = pro-
lungare un discorso, una malattia.
12) tmCila èli àia lunga = prenderla
dalla lunga.
13) ààvèla lunga = saperla lunga ;
essere molto istruito in una data cosa.
Di pers. di molta capacità e anche di
pers. molto furba, che sa trarre altri
al suo volere.
14) pàsegidda, gita lunga = passeg-
giata, gita ariosa, lunga.
15) là lunga, s. f. = la lunga : stecca
più lunga delle altre, della quale si serve
a volte chi gioca al bigliardo.
16) lungh, s. m. = il lungo, la lun-
ghezza: per el lungh = per il lungo, dalla
parte della lunghezza.
17) in lungh e in largh = per il lungo
e per il largo, pienamente.
18) àia pie lunga = al piìi lungo, alla
più lunga: indicando il termine più lon-
tano.
19) àia lunga = alla lunga, a lungo
andare.
lunghelun^liéra, s. f. = lunghiera : è
ima specie di gioco come l'arcolaio, che
si fa dai nostri ragazzi, i quali si pren-
dono per mano in circolo e girano can-
tando lunghelunghera, pane panerà,
panerà e pànerìn, là contrada del scià-
vàtìn, e nel dire l'ultima parola s'ac-
coccolano sedendo sulle calcagno; ma il
più delle v(Tlle qualcuno finisce per se-
dere in terra. In Toscana fanno questo
giuoco dicendo : giro, giro tondo - un
pane e un pan tondo - un mazzo di
viole - lo do a chi lo vuole - lo vuole alla
Sandrina - s' inginocchi la più piccina.
lun^liignàn, s. m. = ciondolone: chi im-
piega troppo tempo a far qualche cosa.
1 ) Anche di pers. lunga e magra. V.
bisloiigdn.
liìngro,* s. m. non usa mai solo, ma spesso
si ode nelle frasi :
luii
445 —
lut
1) dagli de lungo = far gli occhi
grossi; sdegaaro, ed anche fare agiro a
UQ tanto la canna, faro come il lupo
a occhio e croce.
2) tirii de lungo = andar di lungo,
di filo, di seguito.
3) dagli de lungo = girare alla larga,
considerar poco.
lunóU; s. m. = lunona. Vedi luna. 13Ì.
lus, s. f. = luco : fluido imponderabile
per cui si distinguono le cose.
1) Spera: la lastra di cristallo degli
specchi.
2) Luce. T. degli archit., il vano di
un'apertura d'un arco.
liisc e liiss, ò\ m. = luccio.: sp. di pesco
di lago.
luscia, s. f. = vinello: vino annacquato
oltre al dovere.
liisèrta, s. f. = lucertola, lucerta: genere
di rettili sauri ovipari che vivon nei
muri e nelle siepi.
1) Catriosso: di pors. magrissima della
quale si può dir che ha mangiato lu-
certole.
Ittsi, V. alt. = lustrare, risplendere, luc-
cicare: di metalli o pietre che hanno
la superfìcie liscia e lucida.
1) Brillare. Specialm. di occhi; el ved
che bèi ogitt? cóme lilsìsèn? vede che
begli occhiai V come brillano?
Lusia;.s. f. = Lucia: nomo proprio di donna.
1) che édnta Lilsla là te consèrva là
vista = che il cielo ti conservi l'appe-
tito: lo diciamo a chi mangia molto.
2) lontra nolla canzonetta da ragazzi:
damlàrànddn LUsla - sòta à quèll cà-
sinòit - gh'c sòtt là vègia strìa che fa
baldi i pigòtt.
lusinga, * s. f. = lusinga, adescamento:
il lusingare, l'adescare.
liìsiugà, V. att. = lusingare, allettare,
allucinare; l'ha liisinjaa cont l'idea de
Vereditaa = l'ha allucinato coli' idea
dell'eredità; l'ha lusingaa quéla poera
tósa e pnett l'ha pientdda = allucinò
quella povera ragazza poi la piantò.
1) Adescare: attirar con promesse.
Ittsìroeu, s. m. = ardenti. T. dei fornai.
1) Chiarelle, luccioli. Sp. di bachi da
seta.
liisiroeùLa, s. f. = lucciola: coleottero lu-
minoso.
lusnàda,s./'. = lampo, baleno. Vedi lampo.
lusOj s. tu. = lusso, sontuosità, sfarzo:
sfoggio di ricchezza elegante.
luster, agg. = lucido, terso, lustro, bril-
lante: di superfìcie che lustra.
1) vèss luster = rilucere il polo. Fig.
di persona grassa.
2) s. m. = ceretta, per lucidare le
scarpe.
3) Lustro, lustratura, lucentezza, lu-
cidezza.
4) eiàpt '/ luster = battere il calca-
gno, andarsene.
liistrà V. att. = lustrare, polire : dare il
■ lustro e far luccicare.
1) liistrà i pànìi = dare il cartono e
il lustro ai panni.
2) liistrà i écarp = allucidare, lu-
strare le scarpe: dar la cera alle scarpe.-
liistràdura, s. f. = lustratura, politura :
operazione del lustrare.
liistrìn, s. m. = lustrino, lisoiapiantc. T.
dei calzol.
1) Lustrino : specie di stoffa di seta
0 di cotone leggerissima.
liistrìsim, agg. = illustrissimo. Va di-
susando rapidamente. Vedi iliistrisiiii»
1) l'è còme dagli del lilst risivi = sta
sodo al macchione ; so la passa in leg-
giadria. Di chi ò indifferente a offese
e sim.
lìistritt, s. m. pi. = lustrini, bisantini.
T. dei ri cani.
liistrój s. m. = lustratore: chi dà iMu-
stro ai panni e la vernice ai mobili.
lUsuria, s. f. = lussuria : lusso, super-
fluità.
l)che /Mii2ria.' = che lusso! che scialo!
luto, s. in. = lutto, bruno, gramaglia: l'a-
bito nero e anche quella striscia di vela-
nero che si porta al braccio o al cap-
pello in segno di lutto, per la moi'te di
parenti.
1) porta el luto, vèàs in luto., mètt,
desmètt el luto = portare il bruno, es-
sere in bruno, mettere, lasciare il bruno,
2) lieto jìcsdnt = bruno grave; mès^
luto = bruno leggero, mezzo bruno.
3) Il tempo in cui si porta il bruno;
finii el luto ée sposàrdn = finito il
bruno si sposeranno.
4) Ssgno di lutto che si mette ad
altri oggetti; viètt ci luto ài bàndér, ài
càròàs = mettere il bruno allo bandiere,
alle carrozze.
5) de luto = a bruno : vesti de luto
= vestire a bruno.
6) in luto = abbrunato : * lèter in-
luto = le lettere abbrunate.
m
- 446 -
mac
aj:
jii, = emme; la undecima lettera dell'al-
fabeto.
jiia, cong. = ma: avversativa che distin-
gue, eccettua, modifica. Usa in tutti i
significati del «. ma » ital.
jiiaa, dotto ora assai meglio mài, s. m.
= male, tristizia: quanto è conti'ario al
bene.
1) àmia del maa = andare a male,
guastarsi, infracidirsi.
2) ehi se l'ha à maa, so dàgn - chi
l'ha per male, si scinga: chi se l'ha a
male s' allenti : non curandosi di chi
possa avere a male una cosa.
3j del maa no wn che maa = il lupo
non caca agnelli.
4) fa del maa à min éòt'àequa = far
la pera, la barba di stoppa.
5) fa pòcch maa = castigare col ba-
stono della bambagia.
6) maa no fa e paura no g'àbia =
non è timore dove non è delitto: piscia
chiaro e fatti beffe del medico.
7) in tiltt còss gh'è el so bòn e el so
maa = ogni farina ha crusca, ogni uovo,
guazza: in questo mondo non si trova
il bene senza il male. .
8j vèghen à maa = averne a male,
adontarsi: ritenere come onta.
9) meno maa = meno male, manco
male: notando un danno evitato o che
si poteva aggiungere a un altro.
10) pensa maa = pensar male: aver
cattiva opinione, o cattivi pensieri.
11) parla maa = parlar male: di
mormorazioni, biasimi.
12) maa = male, malattia, morbo.
13) àiiltt , àiiitt! che el maa Ve
briltt = chi ha spago aggomitoli : ci
pensi cui spetta.
14) àndà à cercàèè lòr el so maa =
corcare il male come i medici.
15) briltt maa = brutto male, malca-
duco, epilessia : specie di nevrosi cro-
nica, caratterizzata da convulsioni pe-
riodiche.
IG) conosè el maa o el vìài déla
bestia = conoscere da che pie zoppichi
il suo cavallo.
17 maa che se ciàpa = male attac-
caticcio 0 contagioso.
18) maa de fa canta i prét = malo
che il prete ne goda.
19) maa dèla eros = spallacce, male
del garrese. Di cavalli.
20 7naa del patron = matrone, ipo-
condria, ipocondriasi.
21) maa del vèrmen = verme muro.
Di cavalli.
22) maa de éanV Antoni = fuoco sa-
cro, mal di santo Antonio.
23) maa d'ceucc = mal d'occhi, of-
talmia.
2i) vegnt maa à tmn = svenirsi: per-
dere i sensi.
luaa, am. = malo, malamente, in malo
modo.
1) fa mai i ròbb = fare a occhio a
croco: acciabattare.
2) tròta maa = agire disonestamente
0 anche solo sconvenientemente ed an-
che maltrattare.
3) àìidà maa = andar male: aver cat-
tivo esito, svolgimento.
4) fml maa - finir male: o di morte
misera, o di improse andate male.
5) età maa = star male : essere in
condizioni gravi di salute.
6) minga maa = non c'è male: in-
dicando che si sta mediocremente, o
antifrastico, accennando con meraviglia
0 ironia a mali grossi, a pretensioni
straordinarie.
màca, s. f. = abbondanza, macca.
1) à màea = a macca, gratis, gratui-
tamente, a ufo.
I
— 447
mad
Iliaca^ «'• dtt, = ammaccare, acciaccare:
schiacciare qualche corpo solido in modo
che una parte rimanga comin'essa.
inàcàbee, (bruto) = mascherone: figura
da cimbali. Ora si dice molto anche
màcàbéo. *
inàcàcO) s. m. = bei-tuccione, babbuino.
luàcàdura, s. f. = ammaccatura, conta-
sione, acciaccatura: l'effetto dell'ammac-
care.
1) Nei corpi artefatti : fitta, cozzo,
cosso.
màcàrà; v. att. = piangere, piagnucolare,
belare: piangere piano, a lungo e noio-
samente.
màcàràda, s. f. = piagnisteo, lagrimata.
inàcàréut, agg. = piagnoloso : chi ha sul
viso le tracce d'aver pianto molto.
màcàróu, s. vi. = cannoncino, macche-
rone, cannellone: paste da minestra in
forma di grossi cannelli.
1) màcàron rigaa = strozzapreti, spe-
cie di maccheroni scanalati.
2) épecià che vègìta già el fòrmtij siti
màcàron = aspettare a bocca aperta le
lasagne.
2) vegnt el formtij éili màcàron =
cascare il cacio sui maccheroni, aver
tre pani per coppia.
3) Fig.; moccio: talvolta anche sgorbio.
4) Piagnolone, piagnoloso: chi piange
per ogni nonnulla. '
5) Marrone, errore, sbaglio.
màcàronitt e màcàroiisitt, s. m. j>l. =
cannoncotti: minestra di paste più pic-
cole dei cannelloni.
inàcelàr, s. m. = macellaio, beccaio: chi
macella le bestiie o vende carne ma-
cellata. Vedi bechee.
1) Ve Oli màceldr = è un macellaro:
di chirurgo spietato o che taglia senza
criterio.
macelàrìa, s. f. = macelleria : bottega
dove si vendo carne macellata. Vedi
becarìa.
inàcèll, s. m. = macello, ammazzatoio:
stanza o locale dove si macellano le
bestie.
1) "par che 'l ràga ài màcèll = va
come il ladro aUa forca: fa una cosa
malvolentieri.
2) carnificina , macello : ammazza-
mento di molte persone, segnatam. in
poco tempo e in uno spazio ristretto;
rè minga ètuda dna guh-a, l'è staa
on màcèll = non fu guerra, ma carni-
ficina.
machina^ s. f. = macchina: nome gene-
rico di qualunque ordigno ingegnoso
che serva ad usi meccanici.
1) Qualunque strumento di fisica, di
meccanica, di guerra, e sim.
2) Macchina , vaporo, locomotiva :
quella su cui stanno il macchinista e
il fochista e che trascina il treno.
3) machina de imboteglià = macchina,
macchina da tappare, calca toraccioli.
4) m,àchina de cilsì = macchina da
cucire, la Santacroce.
5) La bicicletta ; Ve ona bela ma-
china = è una bella macchina.
0) Uomo grande e grosso, ed anche
cosa di grandi dimensioni.
7) Figur. Persona che operi per im-
pulso altrui, 0 senza propria volontà e
coscienza.
8) dà fveugh tlla machina = dar fuoco
alla girandola.
machina; v. att. = macchinare, abbacare,
ordire: disporre il pensiero agli inganni.
inàchinèta, s. f. = macchinetta. Dim.
, di macchina.
1) m.àchinèta del cà/è = macchinetta,
fornellino.
màchinista, s. m. = macchinista : chi
attende alle macchine o le fa lavorare.
màchinòs, agg. = macchinoso, grandioso
e complesso.
macia, s. f. = piallaccio: assicelle sotti-
lissime di legname nobile da coprire
altri legnami.
macia; v. att. = amarezzare, marezzare,
dare il marezzo; di drappi, carta, e sim.
ai quali si dia coi colori quell'ondeg-
giamento come fa il tiglio del legname.
màciàvèleg'a, s. f. = machia; arte di
fingere e dissimulare.
1) Accortezza; disposizione naturale
di chi è accorto.
2) Destrezza; l'abilità di pensare il
piiì dritto modo di operazione.
màciS; s. m. = mace, macis. Sp. di droga
myristica moschata.
màdàmin, s. f. = crcstaina, modista:
diminut. vezzegg. di màdàmm, e in-
dica specialmente lo operaie che lavo-
rano da una modista.
màdàmm, s. f. = crestaia, modista, cuf-
fiaia: operaia o mercantessa di mode,
che attende principalmente agli orna-
mad
— 44S —
inae
menti supei*flui delle donne, cioè monta
cappelli e fa cose simili.
inàder, s. f. = madre, genitrice : donna
che ha partorito.
1) màder bàdésa = madre badessa;
pari òna màder badèsa = parere una
madre badessa: di donna agiata e ben
messa.
2) Madre. T. delle arti : stnimento
che porta una impronta e la comunica
a altre, o serve di guida.
3) Madre : nei bollettari, quella che
rimano nel libro e da cui è stata stac-
cata una ricevuta corrispondente, che è
detta la figlia.
4) Mamma, capomorto: la feccia del-
l'aceto che serve, messa nel vino, a
farne dell'altro.
5) Ritocco: T. dei forn.
luàderperla e meglio madreperla,* s. f.
= madreperla : conchiglia nella quale si
formano le perle.
luàdervit e meglio màdrevìt, s. f. =
chiocciola, madrevite: la parte con ca-
vità a spire in cui entra la vite maschia.
luàdòna, s. f. = madonna, la madonna :
la madre di Gesù Cristo.
1) pari là màdòna àdolortita = pa-
rere la madonna dei dolori o addolorata;
di pers. sempre afflitta e mesta.
2) dona e màdòna = donna e ma-
donna; padrona assoluta.
niàdoiiin, s. m. = madonnina: di donna
che abbia viso gentilissimo ed espres-
sione grande di dolcezza.
màdonìna, s. f. = madonnina. Dim. di
madonna.
1) Lagrimetta, luccicone; vegnl i nià-
donìnn = venire i lucciconi, luccicare.
2) fa là màdonina = jjortare a pre-
delllne, a predellucce: intrecciare in due
le mani e pollarci a sedere un terzo.
màdornàl, * agg. = madornale, badiale:
molto più grande delle altre cose della
stessa specie; nas, eròr, spropdsit m,à-
dornàl = naso, errore, sproposito ba-
diale.
màdrégua, s. f. = matrigna : la moglie
del padre rapporto ai figli d'altro letto,
e pei" sim. donna che maltratta i fi-
gliuoli.
madrina, s. f. = madrina, comare, san-
tola; la donna che tiene al battesimo,
o accompagna alla cresima, od anche
quella che accompagna la sposa all'al-
tare.
luàdróii, s. m. = fittone: barba o radice
maestra della pianta.
niàdiìr, agg. = matui-o : di frutte e spe-
cialm. di frutte amvate al punto per-
fetto per gustarle.
1) I)i tumori, foroncoli e sim., vicino
a suppurazione.
2) Attempato, maturo : di pers. che
è in là cogli anni, ma pure non vec-
chia.
3) Assennato: di ragazzo che per età
0 por precocità di sviluppo ha il cer-
vello matui'o.
4j quand elpòmm l'è màd&r bisogna
che 'l eroda = quando la pera è ma-
tura casca da sé.
5) minga màdùr = immatui'O : non
maturo.
iu<àdiirà, v. alt. = maturare : diventar
maturo.
1) Del vino novo, tenerlo nelle botti
perchè si purifichi e prenda corpo.
2) Di tumori e sim. venire a capo,
a suppurazione.
3) piànta che màdUra polito el frilt
= pianta che abbonisce il frutto.
niàdiiràusa, s. f. = maturazione matu-
rità: il maturare.
niàdiiròtt, agg. = attempatello, dim. di
luàdur, 3;.
niàéstér, s. m. = maestro: chi sa e può
insegnare agli altri qualche disciplina
0 arte e specialm. chi insegna nella
scuola.
1) Chi in qualche disciplina è riu-
scito a formarsi valenti imitatori.
2) màèster concertàdór = maestro
concertatore : chi dirige le prove dei
cantanti, di un'opera.
3) màèster de càpèla = maestro di
cappella; compositore di musica addetto
ad una chiesa per insegnare ai cantori
e dirigerli.
4) màèster del lèla = maestruccio,
maestro scipa: che non vale un lu-
pino.
6) màèàter, assol. = maestro: chi com-
pone e insegna la musica.
6) de màèster = da maestro : di cosa
fatta con molto accorgimento e riuscita.
màèster, agg. = maestro ; strada maè-
stra = strada maestra : la principale e
più vasta da luogo a luogo; miir màè'
éter = mui-o maestro : quello che assai
massiccio muove dai fondamenti fino
al tetto.
mac
449
m&g
màestòs, agg. = maestoso, imponente,
grandioso: che ha della maestosità.
maèstra^ s. f. = maestra: femm. di mae-
stro; nel sigoific. di chi insegaa qual-
che disciplina.
1) La modista, la sarta e sim. che
ha dello lavoranti sotto di sé.
2) Maestra. T. di tipogr. segno a un
lato del timpano del torchio per rego-
lare l'impuntatura dei fogli.
3) Trave maestra : una dello parti
dell'organo.
maestrìa , s. f. = maestria , abilità :
eccellenza, capacità da maestro.
niàèstrón, * s. m. = maestrone; accre-
scitivo di maestro compositore di mu-
sica : celebre.
màg*; s. m. = maggio: il quinto mese del-
l'anno.
1) mdg ortolàn tanta paia e pòech
gran = maggio ortolano assai paglia e
poco grano: se piovo di maggio andrà
bene per gli orti, ma non per. le gra-
naglie.
2) màg éiiec gran per tilec = maggio
asciutto, gran per tutto.
3) aprii ndiica on fil, màg àddg
àddg, giiign slarga 'l jnlgn = d'aprile
non t'alleggerire, di maggio non te ne
fidare, di giugao fai come ti pare.
4) i fèst de mdg = le feste di maggio:
(quelle che a Milano da pqj-ecchi anni
si fanno per le corse dei cavalli all'ip-
podromo di San Siro.
5) el prinim de màg = il primo
maggio: la festa del lavoro iatrodotta
dagli operai come sintesi delle loro aspi-
razioni giustissime a un rinnovamento
sociale, dove sia maggiore equilibrio e
più vera fratellanza.
maga, s. f. = maga, strega, fata: specialm.
di donna che riesce a far tutto.
1) Anche donna spilungona e secca.
mìigrà^na, s. /". = magagna: difetto fisico
0 morale.
m<àgr<àg'iiéiit, agg. = magagnato, guasto:
che ha magagne.
màg'àla, v. atl. = masticarla , rimuggi-
uarla : quando a una cosa ci si pensa
molto non senza fastidio e dolore.
luàg'àra, esclam. = magari : esprimo af-
fermazione di probabilità, augurio, de-
siderio; te andar iéet volente ra in cam,-
pàgtm? - Màgdra! = andresti volen-
tieri in campagna ? - Magari !
1) Chi sa, forse: l'è màgdra bon de
23
l'iva domdn = chi sa che non arrivi
domani; forse arriva domani.
2) Piuttosto, pili volentieri ; màgdra
paghi mi, ma viij che te vdghet = piut-
tosto pago io, ma voglio che tu vada;
ciàpi qnèll li màgdra = accetto quello
più volentieri.
màg'àsiu, s. m. = magazzino : stanza o
locale dove si tiene merce all'ingrosso,
0 il grosso della merce.
1) Arsenale : luogo dove si trovino
molte cose in quantità.
màgràsìnàg'g', s. m. = magazzinaggio :
quel che si paga per uso di magazzino.
niàgàsinér, s. m. = magazziniere : chi
soprintende al magazzino.
màg'àtelàtt) s. m. = burattinaio: quello
che va in giro coi burattini.
magateli, s. m. = burattino; al plurale
. i màgàtéj = i burattini, i fantocci di
legao 0 di cencio ai quali si fanno ese-
guire brevi rappresentazioni dramma-
tiche.
1) bàràea di màgàtèJ = castello dei
burattini: specie di torricella in cui sta
l'uomo che fa agire i burattini, davanti
a un'apertura a guisa di scena; qiièll che
fa bàia i màgàtèj = burattinaio : chi
rappresenta commedia coi burattini.
2) Fantoccio, fantoccino : figura uma-
na di legno o cencio, per divertimento
dei ragazzi.
3) Figur., barattino, fantoccio : chi
opera per impulso d'altri, senza esame
ne deliberazione propria; od anche chi
manca di parola e non sta mai fermo
in un'opinione.
4) sàlttL còme on magateli =■ saltare
come un burattino: l'agitarsi, il cani-
mi nar concitato.
5) pari on magateli = parere un bu-
rattino : di chi parlando gestisce o si
agita molto.
6) Naccherino: di bimbo vispo e pic-
cino.
7) La parte meno buona, meno com-
patta dello spicchio di vitello.
magatoli) s. in. = soppiattone, sorbone,
fintone.
màgéugh, agg. = maggese, maggengo :
di alcuni prodotti di maggio e specialm.
fieno e cacio.
mageta, s. /'. = macchietta : dimin. di
macchia.
1) Macchietta, macchia, macchiato.
T. di pitt., figurina che si metto in un
paesaggio per accrescere effetto e vi-
vacità.
2) Lustrino, T. di ricam.
3j Nasello: parto del catenaccio, e
specialm. quel ferro con un dente cho
ferma il saliscendi.
4) Coglia. Vedi magia. 3).
luàg'hèla, s. f. = gangola, gonga: le glan-
dulo del collo che, gonfiate por malattia
vengono a suppurazione. Al plurale ga-
vine.
inàg-heléiit, agg. = gangoloso, gavinoso:
che ha o ebbe le gangole. Vedi iiià-
ghèla.
màg'g', s. f. plur. = parate: specie di reti
per uccelli.
màg'lier, agg. = magro, magherò: contr.
di grasso, cho non lia punto grasso.
1) dì de màgher = giorni magri: as-
segnati al digiuno dalla chiesa cattolica.
2) ìuàngià de màgher = far magro.
fig. : star male a mangiare , averne
poco.
3) màgher còme òn stn'lss o màgher
in picch = magro allampanato, magro
strinato : magio tanto che sembra tra-
sparente.
4) deventà mtlgher = imniagrire: di-
venir magro.
5) Scarso; di ciò che rende ricchezza
0 sim.; guàdàgn, àfdri, Stipendi wa-
/7/?er = guadagno, affare, stipendio magro.
6) màgher éciis = scuse magre ; che
non si possono ammettere.
7) tèra magra = terra magra: di terra
poco concimata o che rende poco.
niàg'ia, s. f. = macchia, segno brutto di
tinta 0 sudiciume liquido o untuoso cho
rimane su una cosa e toglie unità di
colore.
1) Macchia, macchiatura, marezzo :
ondeggiamento di color variato cho ha
il tiglio nel legname a guisa delle ondo
del mare e quello che artificialmente
gli fa il verniciatore.
2) Certi segni naturali sulla pollo di
peivs. 0 sul pelo degli animali.
3) Coglia, bellimbusto : giovine che
vesta con soverchia eleganza, o in qua-
lunque altro modo affettato.
4) càvàmàgg = cava macchie, smac-
chiatore.
5) Maglia: di rete e reticolati 1' in-
trecciatura continuata.
6) Aiuola, spartizione dei giardini in
campetti per fiori o altre piante.
450 — iiiag
màgm, s. f. = magia, prestidigitazione,
negromanzia: arte colla quale si fanno
cose che paiono miracoli e non son che
abili trucchi o giuochi di destrezza.
Miàgicli,* agg. = magico: da magia.
1) bàehèta mùsica = bacchetta ma-
gica: che usavano nelle operazioni ma-
giche e che usa costantemente i) pre-
stigiatore.
2) Di cose che fanno molta impres-
sione, un grande effetto.
màgrìii; s. m. = teccola: piccolissima mac-
chia, un minimo che di cattivo.
màg'iór, s. m. = maggiore : uno dei gradi
superiori della milizia.
1) i mùgiòr = i maggiori, i superiori.
2) Agg. maggiore, e anche maggio-
renne.
3) ràltàr màgiòr = l'aitar maggiore:
quello che è circondato dal coro.
4) Quelli che hanno più anni; fràdèll
màgior = fratello maggiore; Vha sposaa
òna dona màgiara de Hi = ha sj^osato
una donna maggiore di lui.
5) forèr màgiòr = forier maggiore :
sottufficiale generalmente addetto alla
maggiorità.
0) el stai màgidr^= il coi-po di stato
maggiore. T. milit. corpo speciale di
ufficiali coadiuvatore del comando.
màgioràna, s. f. = maggiorana, amaraco,
sansuco, maiorana: pianta aromatica.
1) màgioràna sàlvàdega = regamo,
origano.
màgiorànsa, * s. f. = maggiorauza : la
maggior parte di un popolo, di una
assemblea che è concorde nel delibe-
rare.
màgiordònini) s. m. = maggiordomo .
maesb'o di casa: chi nelle case signo-
rili soprintende alle servitù.
màgioritaa,* s. f. = maggiorità: ufficio
militare per la contabilità.
màgióstra, s. f.; pi. iiiàgióster, = fra-
garia: pianta che fa le fragole.
1) Fragola : il frutto della fragaria.
2) màgiòster d' inverno = albatro,
corbezzole.
3) càtà màgiòster = raccattar fragole.
4) màgiòster! frèéch'e bela! e l'è
doma càtMa! È il grido de' nostri ven-
ditori di fragole.
màgiostrèra, s. f. = fragolaio: luogo
piantato a fragole.
màgiostrìua, s. f. = fragole: è il nomo
usato dai nostri venditori di fragole
mag
— 451
mai
quando girano por la città gridando la
loro merco.
1) Per celia : il cappello di paglia.
luàgistraa^ s. m. - magistrato: lo pers.
addette all'amministraz. della gius'izia.
iuàg"iià, 2'. atl. = mangiare. Vedi iiiàng-ià.
màg'uàii, s. m. = calderaio, magnano,
ramiore, ramaio : chi lavora il rame.
A^odi ràmee.
1) Met. : calabrino, scaltrito, fur-
l)accio.
magnato, s. m. = maggiorongo. ottimate,
altolocato.
magnèsi,* s. m. = magnesio : nietallo che
dà la magnesia e in lamine, acceso,
dà una luce vivissima, quantunque
breve.
magnèsia, s. f. = magnesia: sostanza
bianca medicinale, purgativa.
màgnetisA, * v. att. = magnetizzare:
comunicare il magnetismo, 1' addor-
mentatura magnetica.
màgnetisàdòr, s. m. - magnetizzatoi-e :
chi magnetizza altri e se ne assoggetta
la volontà, so pure ò vero che ciò si
possa fare.
màgnetisàdòra, s. f. = magnetizzatrice :
donna che magnetizza.
magnetismo, * s. m. = magnetismo :
virtù d'ottenere sul corpo umano mi-
racolosi effetti di simpatia e di sonno,
secondo credono alcuni. ^
màgli ificli,* «^^. = magnifico: splendido
e grandioso nel suo genere.
maguoeù, s. m. = barbatella, magliolo :
vitina tolta al vivaio per trapiantarla.
magnòlia, s. f. = magnolia: albero e
fiore ; il nome gli viene dal botanico
Pietro Magnoli ; magnolia grandiflora.
mago, s. ni. = mago: chi dà ad inten-
dere 0 si crede che eserciti l'arto ma-
idica. Noi diciamo scherz. anche mago
sabino.
1) Nelle novello dei ragazzi è una
specie di orco.
2) Figiir, : persona che opera con
arti segrete e tira la gente al suo in-
tento.
3) pari on mago = parere un mago ;
di un vecchio che ha aspetto strano e
la barba lunga.
màgòga (àndà in oga e), = nuotare in
un mar di latte ; andare in broda di
giuggiole, in solluchero. Vedi góga 1).
màgòlc, agg. = mucido, floscio : di carni
che prendono un saporaccio vieto e
stantìo. Usa poco.
1) sàvè de màgole = essere moscio,
saper di tanfo.
màgdn, s. m. = accoramento, afflizione,
passione ; patema d'animo.
1) L'essere lì lì per piangere.
2) Stomachino: l'animella attaccata
alla lingua, al fegato e alla milza dei
buoi e dolio vacche.
màgonàss, v. rif. = accorarsi, affliggersi :
essere li lì per piangere.
màgòss, s. m. = gavina, gongola, scro-
fola. Vedi màgliéla.
magra, s. f. = magra: il tempo in cui
l'acqua dei canali navigli, e dei laghi
è bassa.
1) Femm. di màgher = magro.
màgrésa, s. f, = magrezza : astr. di
magro.
magrìn, agg. = magrolino, magretto: di-
min, vezzegg. di magro : riferito a per-
sona.
màgiitt, s. m. = muratore : operaio cho
fa lavori di muratura.
1) Manovale : chi serve il muratore
portandogli il materiale occorrente per
murare.
mài, avv. = mai, giammai : in mil. è
negativo anche senza il e non >.
1) l'ànn del dUil, el nies del mài.
Vedi duiì 4).
2) m,di 2iu = mai più, giammai.
3) mai e poeu mai = mai e po' mai :
esprimendo il proposito e anche l'osti-
nazione di non voler fare una cosa.
j 4) quanto mai = quanto mai ; mol-
j tissimo.
5) Nelle intorrogaz. che esprimono
meraviglia o rimprovero ; cdsa '/ dis
m,di ? = che dice mai ?
6j se 7ìidi = so mai, nel caso cho.
màia,-^ s. f. = maglia: l'intrecciatura con-
tinuata, più 0 meno lenta o serrata
che si fa con qualunque sorta di filo
per comporro tessuti o reti.
1) La camiciuola.
2) Quello che portan le ballerine e
i ballerini del teatro per simulare le
nudità.
màià, t>. att. = mangiare : volgarissimo
e non troppo usato.
maiàl, s. m. = maiale ; porco castrato
da ingrassare, per ammazzarlo e man-
giarlo.
mai
452 -
mal
màiee, s. m. = magliaio : chi lavora le
maglie.
màiocàj v. att. = pacchiare, taffiare,
mangiare- Anche: pigliar l'ingoffo.
màioeù, s. in. = magliuolo, mazzuolo.
T. dei macellai : il mazzapicchio per
ammazzare i buoi.
màiòle^a e maiòlica, * s. f. = maio-
lica : soi-ta di terra che serve a far
stoviglie.
1) Maioliche, stoviglieria : gli oggetti
di maiolica.
2) làorti per là maiòlica = lavorar
per mangiare.
3) vèsegh intorno là maiòlica = es-
serci intorno la maiolica, le bricciole;
badar che il tetto è basso. Si dice
qiiando non si può parlare di certe
cose perchè i bambini stanno a sentire.
màisàsC) s. m. = risipola : soiia di ma-
lattia costituita da intensa infiamma-
zione della cute. Usa meglio rosipola.
màistaa, s. f. = santino, immagine.
1) coi màistaa = istoriato, illustrato :
di libro.
màistei'y s. m. = muratore, mastro : chi
esercita l'aiio del murare.
màìstra, s. f. = maestra : colatura rac-
colta dal letame, dal muricce e da altre
materie donde si ricava il salnitro.
màiuscol, agg. = maiuscolo, grande : di
lettore dell' alfabeto , di caratteri di
stampa,
màj, s. m. = maglio: specie di enorme
martello di ferro che vien mosso dal-
l'acqua 0 dal vapore.
1) Magona: ferriera e magazzino in
grande di ferro.
2) giilgà ài màj = giuocare a palla
a maglio : gioco in cui i duo pai-titi
hanno per fine di cacciare la palla
dentro la porta degli avversari, posta
in fondo al campo, percuotendola con
un martello di legno a guisa di maglio.
mài, s. m. = male. Va sostituendo ogni
giorno più il vecchio maa. Vedi.
1) fase del mal = farsi del male.
2) el mal de dent, de center., de ètò-
megh, de tèsta, e sim. = il mal di
denti, di ventre, di stomaco, di testa,
e sim.
.3) fa mài - far male, sciupar la sa-
lute : di roba da mangiare o bore che
sia guasta o in qualunque modo nociva.
Anche : dolere: me fa mal i pè = mi
dolgono i piedi, mi fanno male.
4) bisógna proù, 'l mal per eognoàs
el ben = bisogna provare il male per
conoscere il bene.
ó) fa ben per mal = render bene per
male.
6) de mal in peg = di male in peggio :
quando il male cresce nonostante i ri-
medi.
7) pensa mal = pensar a male.
8) no vedègh on gran mal = non
vederci un gran male : trovando che
una cosa sarebbe alla fin fine oppor-
tuna.
9) l'è minga mal = non c'è male.
10) mètt mal = metter male ; metter
discordie fra persone.
11) vare mal = voler male ; sentire
avversione e quasi odio contro qual-
cuno.
12) éentiéé mal = sentirsi male ; di
indisposizioni.
13) vegnì mal = venir male ; di mali
improvvisi, svenimenti e sim.
14) fdés vegnì mal ■ = farsi venir
male ; fingere uno svenimento.
lo) el mal el ven in préàa, ma H
étànta a andà = il malo viene a ca-
vallo e so ne va a piedi.
16) mal de mar = mal di mare : in-
disposizione prodotta in alcune pers.
nei viaggi per mare.
17) àndà del mal = andare a male
una cosa : perder la sua freschezza,
guastarsi nella bontà.
18) vègkcn à mal = avere a male
una cosa, impermalirsi.
mài, aw. = Vedi maa, aw.
mala, agg. f. = entra nelle sole frasi :
ciàpà in mala 2ìci'i't = prendere in cat-
tivo senso ; fa òna mala fin = fare
una cattiva fine ; vèéé de mala vmuia
= essere di cattiva volontà ; vègh mala
gràsia = essere sgarbato.
màlan,'*' agg. sostituisce il vecchio mà-
raa = malato, ammalato : chi ha male,
una malattia.
1) tràss viàlaa = buttarsi malato :
di chi non vuol fare il servizio, l'ob-
bligo cho gli spetta.
2) màlaa de borsa = malato di borsa :
chi non ha danaro.
3) Di piante, che per certe altera-
zioni non fanno frutti.
4) Sost. masch. : le persone amma-
late : àndtl à troà i màlaa = visitare
gli ammalati, i malati.
mal
— 453 —
mal
màlàcreàusa, s. f. = malacreanza, in-
creanza, villania : contrario di creanza.
màlàdètt; agg. = maledetto. Anche:
màledètt. * Si aggiunge per dir grande
molto.
1) Accorto, astuto, furbo.
2) Improbo, ostinato, durissimo : di
fatica, di lavoro.
3) rispond de màlàdètt = rispondere
attraverso ; con cattivo garbo.
4) àlida de ìnàlàdctt = andare alla
peggio.
6) faa de màlàdètt = fatto malissi-
mo, fatto coi piedi.
6) Ma màlàdèta = alla maledetta:
indicando intensità furibonda ; crèpen
giò tila màlàdèta = crepano alla ma-
ledetta, come le mosche.
7) dna màlàdèta = modo avv. una
maledetta ; nulla affatto.
màlàdì^c, agg. = malaticcio, malezzato:
un po' malato: di malattia non forte,
ma lunga e che strascica.
màlàfèd,* s. f. - malafede, contrario di
buona fede : tendenza ad ingannare e
il proposito deliberato di ingannare.
màlàfiii, s. f. = mal fine, cattivo fino.
màlàfìsì e màlefìsi, * s. m. = malefi-
cio: azione malvagia.
1) Anche semplicem. : malestro.
màlàg'a; * s. m. = malaga : vino che ci
viene, p si dico che vengaf, da Malaga,
in Spagna.
màlàgràsia ,«./". = graziaccia , sgar-
batezza, malagrazia : cattiva gi'azia ; di
pers. che non ha grazia.
màlàléiigua, .<!. f. = cattiva lingua, ma-
lalingua: di pers. maldicente per abi-
tudine.
màlàméut) aw. = malamente : in malo
modo, non bene.
màlànàgia, esci. - malannaggio, male-
detto ! Per dinci ! Esclam. di maravi-
glia incresciosa.
màlàndà, s. m-. = malandare ; andar male.
1) gh'è del màlàndà = le coso s'in-
camminano male.
màlàndaa, agg. = malandato, malassetto,
malconcio: ridotto in cattivo stato.
malandrà, s. f, = malandrò, crepacci,
rappe: crepo nella pelle degli equini.
màlànim,* s. m. = malanimo ; animo-
sità, maltalento.
màlàiin, s. m. = malanno : malo noioso
e anche fatale, fisico e morale ; ma più
specialm. in senso fisico di malattia.
1) chi tard àriva el màlànn l'àldgia
= chi tardi arriva trova il diavolo nel
catino.
2) ccreti i màlànn col lànternm =
cercare i malanni col fuscellino. Di chi
si mette nelle occasioni di capitar male.
malapéna, «w. = a mala pena : appena,
appena.
màlàrbètt, agg. = accorto, astuto, furbo.
Vedi màlàdètt 2) 6).
malària, * s. f. = malaria : aria cattiva
di maremme o luoghi paludosi: gh'è
vegnUii i fèver déla malària = l'han
preso lo febbri di malaria.
niàlàsc, s. m. = malaccio : pegg. di male;
per malattia pericolosa e difficile a cu-
rarsi.
1) minga màlàse = non malaccio.
màlàsion, s. f. = maltratto, cattiva azione;
fatta coir intenzione di nuocere.
màlàtia, s. f. = malattia, infermità: di-
sturbo di salute.
1) Delle piante : alterazioni che im-
pediscono i frutti.
màlàvoeùia, s. f. = malavoglia : la poca
voglia di fare.
màlba, s. f. = malva : malca vulgaris :
genere di pianta con proprietà emol-
lienti usata in medicina come rinfre-
scante.
màlbìn, agg. = malvato, malvaceo.
1) vèsé còme l'ingiiént m,àlbin = es-
sere inefficace.
màlcàpitaa, agg. = malcapitato : di pers.
cui capita la peggio.
màlcàpitàda, agg. = malcapitata ; di
donna capitata male nel prender ma-
rito.
1) vèéé là màlcàpitàda e là pesg im-
bàtùda = aver avuto il diavolo e il
malanno e l'uscio addosso.
màlconsciaa, agg. = malconcio, malor-
dinato : conciato male.
màlcontént, agg. = malcontento, scon-
tento: di persona non contentata.
1) s. m. Stato inquieto dell'animo
per cose che non vanno a modo nostro :
in Italia gh'è del gran màlemitént per
là guèra d'Africa = in Italia c'è un
gran malcontento per la guerra d'Africa.
màlcòtt, agg. guascotto : poco o mal
cotto.
màlcreaa, agg. = malcreato : villano,
ineducato.
màidccoo, s. m. = maldicapo : male al
capo, dolor di testa.
mal
— 454
mal
màldevòtt, agg. = indevoto : che è assai
poco devoto.
màldicèuàa.
/••
maldicenza : lo
sparlare delle persone.
màlditt, agg. = maldetto : di locuzione
usata male.
màldicèut, * s. m. = maldicente : che
sparla delle persone.
màledètt, * agg. = maledetto. Vedi mà-
làdètt.
màledì,* v. att. = maledire : esprimere,
imprecando, il proprio rancore contro
qualcuno o qualche cosa : màledìsi
l'ora e'I moment che sont vegnuii chi
= maledico l'ora e il momento in cui
son qui venuto.
m.àlè(lica,* (lèiigua) = lingua maledica:
molto maldicente.
màledìsiòn, s. f. = maledizione : l'atto
e l'espressione del maledire.
1) Improperi, bestemmie: ci g'hà
traa àclree tant de quij ìnàledisiòn !
= gli mandò dietro tante maledizioni !
2) Disdetta, sfortuna tremenda : l'hoo
iroaa per là mìa màledisiòn = l'ho
trovato per mia maledizione.
màlefìsi, * s. m. = maleficio. Vedi mà-
làfìsi.
màlèser, * s. m. = malessere: indispo-
sizione vaga, generica della persona.
inàlfaa, agg. = malfatto .; fatto male, con
poca 0 nessuna cura o perizia.
màlfàtt, s. m. pi. = ravioli : specie di
frittura fatta con spinaci o altre erbe.
màlfidaa, agg. = malfidato, diffidente,
sfiduciato: che non si fida.
màlfoudaa, agi^. = malfondato, vacillante:
con cattivo fondamento.
luàlfotiiii, agg. = malfatto, malassettato :
di chi è proprio malconcio del tatto.
malguàriiaa, agg. = malguardato, male
riposto: che non è ben custodito.
niàliflsiaa) agg. = malificiato, ammaliato:
che subisce l'influsso di malefizio o
malìa.
màlìgu, agg. = maligno : che vede delle
pers. e delle cose solamente il male e
tutto interpreta sinistramente.
1) Di cosa : che porta mal cattivo.
2) Di malattia : di cattiva natura :
gh'è vegnuii on tifo màlign = gli venne
un tifo maligno ; el g'hà on tUmòr ma
l'è minga màlign = ha un tumore ma
non è maligno.
3) Malizioso: che ha l'arte sottile di
fare il malo.
màlig'nà^ v. att. = malignare: pensare
e dire cose maligne ; faro il maligno,
esercitare la malignità.
1) Interpretare sinistramente una
cosa.
luàli&Tuitaa, * s. f. = maligoità : la qua-
lità dell'essere maligno.
1) Malizia : arte sottile di fare il
male, e conoscenza del male.
inalili, s. m. = maluccio : dim. di male.
màliucoeiìr (à), modo atv. = a malin-
core ; a malincorpo ; malvolentieri.
màliucóiiegrli e màliacdnicb, * agg.
malinconico, triste, mesto: di pers. che
è presa dalla malinconia.
1) Dal tempo quando il cielo è ran-
nuvolato e minaccia pioggia.
2) Di luogo che ispira tristezza.
luàliucoiiìa, s f. = malinconia, tristezza,
mestizia : dolore, abitudine di medita-
zioni contrarie all'allegria.
inàliuformaa, ngg. = mal notiziato, che
ha avuto notizie non esatte o non vere.
màling'lier, agg. = malaticcio, cagione-
vole, malescio: un po' malato, di ma-
lattia non folle; ma lunga e cho stra-
scica.
luàlingruri, s. m. = malaugurio : cattivo
augurio.
màliiiteligrènsa, s. f. = equivoco, in-
ganno, scambio.
màliutés,* s. m. = malinteso: interpreta-
zione sbagliata di un discorso e specìalm.
tale che dà origine a screzi.
màliuviaa, agg. = male avviato: di cosa
cominciata male e che dà ragione di
credere avrà esito non buono; me par
che in ét'àmi à scola siem màlinviaa =
mi pare che quest'anno a scuola si sia
male avviati.
màlìsia, s. f. = malizia, arte sottile di
fare il male o la conoscenza del male.
1) Contrario di ingenuità; l'è on fimn
sénàa mdlisia = è un ragazzo senza
malizia: ancora ingenuo.
2) Astuzia per ingannare; el g'hà mia
màlìsia che l'è di fidi càtàll in màron = j
ha tanta malizia che è difficile coglierlo^
in fallo.
3) Il pensare a male; metèmegk 7iòì
là màlìsia = non ci mettiamo la ma-|
lizia.
4) insegna i màliài = insegnar laj
malizia; cioè cose cho non si devono
sapere da' ragazzi.
mal
455 —
mani
5) coni màlisia - con malizia, ap-
posta, con astuzia.
luàlìsim, * superi, di mal, avv. = malis-
simo.
màlisids, agg. = malizioso, maligno.
1) deventà màlisios = immalizzire,
divenire malizioso.
màlmàridàda, agg. = malmaritata: ma-
ritata male.
1) vèss là ììiàlmàridàda e là pesg
imbàtùda. Vedi imbatuda, 2).
màlmiss e anche màlmetiiii, agg. = ma-
lassettato, malmesso: male accomodato.
màlniostòs, agg. = scontroso, malgrazioso,
che è sgarbato specialm. nelle risposte.
1) fàeia de màlnioàtòs = faccia da
malcontento.
màlnàtt, agg. malnato, malcreato: edu-
cato male, screanzato.
màloencc, (de) = di malocchio, di cattivo
occhio ; vede de maloeucc = veder di
malocchio ; malvolentieri, con dispiacere.
malóra, s. f. = malora : perdizione, ro-
vina.
1) àndà in malóra = andare in ma-
lora, perdersi, rovinarsi.
màlpàgfa, s. m. = mal pagatore, cattivo
pagatore.
màlpài'àda, s. f. = malaparata ; nalla
frase: vede là màlpàràda = veder la
malaparata : accorgersi che la cosa ha
cattivo esito. ^
malpràtici!, agg. = malpratico, inesperto,
imperito: che non sa fare una cosa e la
fa male per imperizia.
màlsàbàdaa, agg. = malassettato, in cat-
tivo arnese.
1) Di pers. malaticcio, pieno d'ac-
ciacchi.
màlsàn, agg. = malsano: di pors. ch.e ha
poca salute, ma specialm. di luoghi,
di cose di abitudini contrarie alla sa-
lute.
màltegriiuu, agg. = maltenuto, mal cu-
stodito, curato male.
màlten^iiiii, agg. = maltinto: tinto male.
màltesiiii, agg. = mal tessuto : tessuto
male.
màltràtà, v. alt. = maltrattare, malme-
nare: trattar malo, con ingiurie e cat-
tive maniere.
1) Conciare, ridurre male, in cattivo
stato.
màltràtaa, agg. = maltrattato, malme-
nato.
màltràtt, s. >u. = sgarbo, maltrattamento:
cattivo trattamento.
maliimòr,* s. m. = malumore, cattivo
umore. Si dice di chi è triste, non ha
voglia di ridere ed è contro il solito,
alquanto scontroso.
malva, s. /'. = malva. Vedi màlba.
màlvàgfitaa,* s. f. = malvagità ; aziono di
malvagio, e il sentimento del malvagio,
malvasia, s. f. = malvagia: vino bianco
dolce. In italiano è maschile. Anche
vàlmàsia.
màlvedè, v. ait. malvedero, vedere di
mal occhio.
màlvivèiit, s. m. = malvivente, birbante,
ladro: persona di mala vita.
màlvòleiitèra, avv. = malvolentieri, di
mala voglia. Anche màlvolontéra.
màlvòn , .<?. m. = bismalva, malvone,
malsavischio, altea. Sp. di erba.
màlvoré, v. alt. = malvolere, avere in
uggia: voler malo.
1) fàèè màlvorè = farsi malvolere,
farsi prendere in uggia.
marna, s. f. = mamma: lo stesso che ma-
dre, ma più affettuoso e familiare e in
mil. assai più largamente usato.
1) Di cosa superiore a qualunque al-
tra; là nostra l'è là vtàma de tùli i
lingiiH = la nostra è la mamma di tutto
le lingue.
2) Protettrice; l'è là viàma di pooer
= è la mamma dei poveri.
3) mania di gàtl = mamma dei gatti:
di donna che li ami molto e molti ne
abbia.
4) Mamma : là mania de l'àsee = la
mamma, la madre dell'aceto ; il fondi-
glielo 0 posata dell' aceto, in quanto
serve poi a far diventare aceto altro
vino.
5) là marna del vln = la feccia del
vino.
miàmàgfrànda, s. f. = avola, nonna : la
mamma del babbo o della mamma. Dal
frano, grand' mère.
màmàlttccli, agg. = mammalucco , te-
stardo, ostinato per ignoranza.
1) Stupido, che ha una faccia ottusa.
màmàliicòn, s. m. = babbuasso, buac-
cione, ignorante, sciocchissimo; che non
sa, non capisce nulla.
màmàii, s. f. = avola, nonna. Lo stesso
che màmàgrànda.
màméta, s. f. e màmiii, s. f. = mam-
mina, manimetta. Dim. di mamma.
man
456 —
man
man, s. f. = mano e volgarm. mana:
l'estremità delle due braccia dell'uomo,
dal polso in giii.
1) tira à man = addurre, mettere
innanzi, allegare : detto d' argomenti
scuse e sim.; te g'hee niént d'alter de
tira à man = non hai altro da addurre.
Anche: citare; ah/ ée te tiret à man el
Càrd&ci rè on alter àfàri = ah! se ad-
duci, se citi il Carducci è un altro
affare.
2) vègli tant in man = aver bone in
mano; avere ragioni, argomenti per cre-
dere una cosa, per tenersi sicuri di riu-
scire in un intento: g'hoo tant in man
de proàgh là mìa inocénéa = ho bono
in mano da provargli la mia innocenza.
3) boria foRÙra de man = cader di
mano. Fig., dare in ciampanelle, com-
mettere sbagli,^ non rispondere all'aspet-
tativa.
4) borlt in di man = cadere in mano,
in potere di alcuno.
5) vègli i man ligaa = aver le brac-
cia legate, non poter faro quello che
uno vorrebbe, perchè mancante dall'au-
torità 0 dei mezzi necessari, o perchè
impedito.
6) legni i man à cà. Vedi cà, 11).
7) ten giti quìj man e anche sem-
plic. gìò i man = abbassa le mani: giìi
le mani : comando e minaccia a chi ci
vuol percuotere, se per proibire di toc-
care oggetti: indietro, dentro le mani.
Lo dicono anche le donne a chi al-
lunga le mani.
8) coi man in oresion = a mani
giunte, in atto di preghiera.
9) làorà faa à man = lavoro fatto a
mano, a braccia, senza far uso di mac-
chine.
10) òna man lava l'altra = una mano
lava l'altra e tutt'e due lavano il viso.
11) toeu sii, fàgli éii là man = far la
mano a una cosa: abituarcisi ; pèrd là
man = perdere la pratica.
12) àvègli dènt a éii là man = aver
pratica, aver buona mano.
13) vègh i man bàs = aver la mano
larga, le mani bucate: spendere e span-
dere.
14) làvàéen i man = lavarsi le mani
di una cosa: non volerci più entrare.
15) métegh man = metter mano a
lina cosa, cominciare a farla. Anche :
metterci lo mani, prender parto in una
operazione.
16) àvegli man in pasta = fig. aver
lo mani in pasta: aver che fare in una
cosa, mestarci.
17) métes ona ìndn sula coscénsa =
mettersi una mano sulla coscienza, sul
cuore : di compassione che uno deve
avere.
18) bàtt i man = battere le mani
plaudire, applaudire.
19) vègh i man che tàehen come là
pésa = aver le mani fatte a uncino,
esser ladro. Anche : vègh i man limgh.
20) vègli pièn i man = avere in cin-
ghiata la mula. T. di gioco.
21) àvèghen come glie n'è éii dna
man = esser povero in canna.
22) vègh à là man = avere alla mano,
aver pronto, comodo.
23) vègli i man de céra, de stràsc,
de pàstàfrola = aver le mani di lolla,
di burro: che non sanno tener saldo.
24) piirisnà i man = pizzicar le mani:
per freddo, per setole, per geloni, efìg.,
dalla voglia di picchiare. Da noi, an-
che del presentimento di ricever doni.
25) dà là man = dare la mano, ce-
dere il luogo. Anche: dar mano, aiutare;
in questo senso anche: dàgh òna man.
26) d১ là man = dare la palmata:
di mercanti che si danno parola di con-
cludere un contratto.
27) dàéé là man = darsi su la mano,
impalmare.
28) pdden dàéé là man = possono
darsi la mano: di due che si somigliano
in vizi, difetti.
29) à man éàlva = a man salva: a
tutt' andare, arditamente, senza ostacoli;
roba à man salva = rubare a man salva.
80) fa man basa = far man bassa,
rubare; di nemici: disperdere.
31) resta, àndà coi man vceuj = re-
stare , andare colle mani in mano :
vuote.
32) sàvi fa de tiitl di so man = aver
le man sante, le mani benedette.
33) coi èò man = di sua mano, collo
sue proprie mani ; V ha ricàmaa là
marna coi éò man = lo ha ricamato
la mamma di sua mano.
34) fa tòcà con man = far toccar con
mano, provare alla evidenza ; tocà coni
man = accertarsi, rendersi certo di una
cosa, assicurarsene.
man
457
man
35) dàgh l'ultima man = dare l'ul-
tima mano, fiaire, dar l'ultimo tocco.
36) menti i viàn = menar di mani,
picchiare.
37) cambia i cari in man = scam-
biare, barattar le carte in mano; ba-
rattar le parole.
38) mètes dent coni i man e coni i
pee = mettercisi colle mani e coi piedi,
arare col bue e coll'asino; con tutto lo
sforzo.
39) mas, mètes in di man de v&n
= mettersi nelle mani di uno, abban-
donarsi nelle braccia di uno, gittarsi
in grembo ad alcuno : rimettersi, affi-
darsi interamente a qualcuno.
40) mètt inane i man = fig. metter
le mani avanti, pigliar campo innanzi,'
pigliare i passi innanzi per non cadere.
41) pària in là man = frastornare,
romper l'uovo in bocca.
4'2) sta li coi man siil conàolaa, coi
man in man = star colle mani alla
cintola, in mano.
48) legni à man = tener mano, te-
ner bordone, tenere il sacco: essere ma-
nutengoli, complici: dare aiuto in cose
disoneste.
4i) tant l'è à robtL, còme à legni à
man = tanto no va a chi ruba, quanto
a chi tiene il sacco.
45) tegni à man = risparmiare, spa-
ragnare.
46) legni de man = tener per mano.
47) toett là man = guadagnare, vin-
cere, prendere la mano: del cavallo che
non sonte più il morso e corre sfrena-
tamente.
48) vègh, loeu, coniprtl de prima, de
éegonda man = avere, comperare di
prima, di seconda mano : più o meno
direttamente dal produttore della merce.
49) dà man fòrta = prestar mano
forte, dar valido aiuto.
5U) vUng i man = ungere le mani:
fam. dar danaro per ottener favori.
51) àentiàè dna man in del àdngu =
sentirsi dare un tuffo nel sangue.
52) vègli i man nèlt = aver le mani
nette, pulite : di chi si comporta con
probità nelle amministrazioni pubbliche
0 private.
53) sporcàés i man = insudiciarsi le
mani. Fig. prender parte in affari di-
sonesti; vor^ minga éporcàss i man =
non volere insudiciarsi le mani : non
volere aver che fare con persone spre-
gevoli.
54) mètt là man in del fmigh = met-
ter lo mani sul foco : garantire della
verità di un asserto, dell'onestà di una
persona.
55) veés in bònn man = essere in
buone mani: fidarsi a chi merita la no-
stra fiducia.
56) 'veéé largii de bòca e sirene de
man. Vedi bocti, 38).
57) benedèta quèla man ! = bene-
dette quelle mani! Esolamaz. lodando
chi ha dato un castigo meritato e da
noi anche chi ci ha fatto qualche cosa
di buono.
58) man gréva = mano grave: di chi
la preme troppo nello scrivere, nel far
la barba, nel pettinare e sim. e anche
nel percuotere. Il contrario è man le-
géra.
59) à quàter man = a quattro mani.
T. music; di sonate che si eseguiscono
sullo stesso piano forte da due persone
insieme. Contrario à dò man = a duo
mani.
60) giaiugli de màn^ gioeugh de oilàn
= scherzo di mano, scherzo da villano.
61) palmo déla man = palma della
mano; j.ortà in palmo de man = por-
tare in palma di mano; d'una cosa,
dirla, vantarla con tutti.
62) àdree à là tndn = alla mano alla
mano: a mano a mano.
63) à là man = alla mano, affabile,
cortese, alla buona.
64) gel ài man = manignone: enfia-
gione, malattia per il freddo.
65) gid de man, foeura de man = fuor
di mano, remoto : distante dal centro,
dalla nostra strada.
66) man mànsìna, Sinistra, drlsa o
dì-ita = mano mancina, sinistra, destra
0 dritta.
67) mètt tLla man = manimettere;
metter mano a una cosa.
68) de man in man = a mano, a
mano. Anche demenemàn.
69) dànee à là man = danari alla
mano, pronti, contanti.
70) bHa man de écriv = buona mano
da scrivere; che ha bella calligrafia.
71) bòna man = mancia. Vedi bò-
nàmàii, mància.
72) Mano, metacarpo.
73) Mano, girata. T. di giuoco.
man
458 -
74) Mano, passata. T. d'imbianc. pitt.
vernic, quanto serve per ricoprire.
inàna, s. f. = manna : sugo biancastro,
dolcigno che cola da olmi, frassini e
sim. si condensa ed è usato corno me-
dicinale.
1) Cibo che, secondo la Scrittura, nel
deserto Dio mandò dal cielo agli Ebrei.
2) Di cosa opportuna o molto pro-
fittevole; là nev d'inverno rè dna véra
màna = la neve d'inverno è una vera
manna.
3) dols come là ìnàna = dolciastro,
troppo dolce.
4) Di vino, vivande, o altra cosa
prelibata.
5) Melata, meluggine : specie di ru-
giada dolce e consistente che talora cade
nel mese d'agosto.
6) Ruggine: macchio che appaiono
sui vegetali quando intristiscono.
inànàda, s. f. = manciata: tanta roba
quanta ne sta in una mano.
1) Manata : quella quantità di righe
che gli apprendisti tipografi pigliano
in una volta colla stecca per scomporle.
2) Tutta quella quantità di canapa
corta che in una volta il filatore delle
funi si lega alla cintola.
mànàscià) v. att. = essere delle mani;
esser pronto a menar le mani.
luànàsciòn, s. m. = toccatutto : chi tutto
tocca e mette le mani per tutto.
1) Manesco: facile a menar le mani,
a percuotei'e.
manca; v. att. = mancare : aver difetto,
non avere a sufficienza di qualche cosa.
Vedi anche càia.
1) Essere assente, non esserci.
2) manca de parola = mancar di
parola, di fede.
3) Eufemismo per dir morire : Ve
già on ann che 'Ipoerpàpà l'è màn-
caa = è già un anno che è morto il
povero papà.
4) manca 'l fiaa = mancare il fiato:
sentiss d mancti = = sentirsi a man-
care : venir meno le forzo, per sveni-
mento.
5) bàlòss chi manca ! = birba chi
manca ! per assicurare che non si man-
cherà.
6) màncti = mancare : commettere
errori e colpe.
7) manca de rispètt = mancar di
rispetrto : di parole o di atti sconve-
nienti verso persone di condiziono su-
periore.
S) manca pòcch = mancar poco:
non ci voler molto a...
niàucàdór, s. m. = mancatore. Nella
frase mancàdòr de paròla = mancatore
di parola.
màncàmènt, s. m. = mancamento, di-
fetto. Specialm. : màncàment de flaa,
de respìr = mancamento, difficoltà di
respiro.
niancàusa) s. f. = mancanza, assenza:
il non essere in un luogo e ognuna
delle volte che uno abbia mancato di
trovarsi in un luogo.
1) in mancànéa de... = nell'assenza
di...; in maneànsa del éìndech ha
pàrlaa l'àsesòr = in assenza del sin-
daco ha parlato l'assessore.
2) Difetto : sesent là màncànsa d'ac-
qua = si sente la mancanza dell'acqua.
3) Il mancare ai propri doveri : l'è
dna maneànsa che se pò minga per-
dona = è una mancanza imperdonabile.
mandi, = Manco, meno. Anche e meglio :
mèn.
1) vcgnì ài manch e ài mèn = ve-
nire al basso, decadere.
2) mandi o mén parali e pìlsee fàtt
= i fatti sono maschi e le parole fem-
mine ; i fatti sono frutti, le parole foglie.
mància, s. f. = mancia, bonamano. Vedi
bonàmàn.
1) Benandata : quella che si dà par-
tendo al servitore, ai garzoni della lo-
canda, e sim.
màncipà, v. att. = emancipare, manci-
cipare : svincolare da certi obblighi di
soggezione.
màncomaa, avv. = menomale, manco-
male, gran mercè.
manda, v. att. = mandare, inviare: far
che persona o cosa vadano in un luogo.
1) manda già = ingollare, inghiot-
tire, trangugiare, ingoiare : mandar giù,
per la gola.
2) manda via = mandar via, discac-
ciare, allontanare, licenziare.
3) Se è il padrone di casa che li-
cenzia un inquilino in ital. si dice:
scasare.
4) manda à toeu vun = mandare per
uno.
5) manda à di = mandare a dire.
6) mandala minga giò = non man-
darla giù, tornare a gola; biascicarla,
J
man
459 -
man
masticarla male : di parole, cose che
non riesciamo a dimenticare.
7) chi voeur vaga e chi no vceiir
mància = chi vuole vada e chi non
vuole mandi : se ci sta a cuore qualche
cosa la dobbiamo far noi.
8) che Dìo ine le manda bòna = Dio
me la mandi buona ! Esclam. e invo-
cazione.
9) piociìv che Dìo le manda - piove
come Dio la manda : dirottamente.
10) manda à qui la bela tira = man-
dare a quel paese.
H) manda à cà = mandare a casa.
Di soldati, congedarli ; di scolari, non
trattenerli nella scuola.
12) manda à scola mandare a scuola:
dei ragazzi, farli istruire fuori di casa
propria.
18) manda à épàss = mandare a
spasso: disfarsi di pers. inutile o mo-
lesta.
14) Del modo come si fanno andar
vestite le pers. della famìglia ; el me
fimil cérchi de mandali écmper restii
polìd = mio figlio cerco di mandarlo
sempre ben vestito.
15) Di esalazioni: che odor che màn-
den quìj gelsilmitt! = cho odore man-
dano quei gelsomini !
16) mcmdà indree = rimandare, rin-
viare. Anche: far retro«edere.
17) manda intòrna = mandare at-
torno: propalare, divulgare.
18) manda sòtt = mandare uno a
scalzare, a tirar su le calze ad un al-
tro: perchè sappia quel cho pensa, che
intenzioni ha.
màndaa, agg. = mandato, inviato, messo.
1) s. m,. = mandato, commissione,
avviso di pagamento.
2) el màndaa d'àrèst = il mandato
d'arresto : l'ordine scritto di arrestare
una persona.
màndàda, s. f. = mandata, girata, giro :
il mandar della chiave nella toppa:
rè dna ciav à dò m,ànddd = è una
serratura a doppia mandata, a doppia
girata.
^màndàmént, * s. m. = mandamento :
circoscrizione giudiziaria.
[màndàrìn, * s. m. = mandarino : specie
di arancia piccola e di sapore più dolce
e delicato degli altri.
juàndàtàri, s. m. = mandatario : chi ha
avuto legalmente il mandato di agiro
per un altro.
niàndolin, * s. m. = mandolino : stru-
mento a corde simile alla mandola.
Ormai ha sostituito quasi del tutto il
vecchio àrmàndolìn.
màndópera, s. f. = mano d'opera: l'o-
poraio, il giornaliero che occorre per
un certo lavoro.
màndràarora, s. f. = mandragora. Specie
di pianta medicinale.
1) Pettegola. A donna per ingiuria.
màndriàn, s. m. = bestiaio, pastore :
chi conduce al pascolo le mandre.
màadrill, s. m. = mandrillo : specie di
scimmia alta quanto un uomo = eyno-
cephalus Mormon.
1) Di pers. molto sensuale.
màndrìn, s. m. = allargatolo, spina. T.
delle arti : zeppa di ferro por bucare,
e per allargare ì buchi nel ferro.
màuègr, s- ni. = maneggio : cavallerizza,
la rotonda dove si fanno gli esercizi
di cavalcatura.
1) Raggiro, intrigo.
2) Chiasso, fracasso, buscherio : fa
mànég = fare un buscherio : rimpro-
verare, sgridare con molta vivacità.
Anche : mèli gid mànég.
mànegra, s. f. = manica. Comincia a
usare anche mànica * spec. al pi. :
mànìch. La parte del vestito che si in-
fila sul braccio e arriva fino al polso.
1) vègh in mttnega = avere in ma-
nica, avere in serbo.
2) l'è on alter jìàra de mànich = è
un altro paio di maniche: la cosa o
ben diversa ; sentendo cosa che non
ha che vedere colla prima.
3) mànich à gòff = maniche stroz-
zate, a nodi.
4) mànich à pendolerà = manicot-
toli : manica che ciondola per orna-
mento.
5) vohà indree., volta éii i mànich =
sbracciarsi, se della camicia : rimboc-
carsi, se della camicia o del vestito..
In senso fìg. anche : distrigarsi, inge-
gnarsi ; mettersi coll'arco della schiena
a una cosa.
6) tra fceura i mànich déla gipa =
alzarsi i manichetti, oscir dal manico :
saper distrigarsi in faccende difficili.
7) discors ètrasciaa coni foeura l
mànich = discorso scucito, sconclu-
sionato ; anche sciocco.
man
— 460 —
mail
8) de mànega larga = di manica
laiga: di chi non è sofistico in fatto
di morale o di castighi,
9) in mànega de càimsa = in ma-
niche di camicia : senza giacchetta o
soprabito.
10) mànega = mano, una manata, una
certa quantità : hin dna mànega de
impoétór = sono una mano di ipocriti.
mànegrévòl,* agg. = maneggevole, ma-
neggiabile, manevole : da potersi facil-
mente maneggiare.
màiieg]ij^ s. m. = manico. Vedi màniclu*
màueghèta, s. f. = maniche posticce :
quelle che si sovrappongono alle ma-
niche per tener queste più riguardate.
mànegliin, s. m. = manichino : piccolo
manico.
manégia, s. f. = maniglia: di bauli,
casse e sim. Disusa e si dice invece
màneta.
1) Broncone: servo per sostegno alle
viti.
màuegìà; v. ait. = maneggiare, adope-
rare ; trattare facilmente colle mani.
1) mànegià dànee = maneggiar da-
naro : di chi tiene una amministraz. o
una cassa.
mànegiàbil, agg. = maneggevole. Vedi
mànegrèvol.
mànegiàsS) v. rifl. = adoperarsi, inge-
gnarsi, sforzarsi.
mànegiàtt) s. m. = faccendone, affan-
none : chi si dà gran daffare per ogai
piccola cosa ; l'è on boti òmm ma l' è
on gran viànegiàtt = è un buon omo,
ma è un affannone di prima riga.
màuegiòn, s. m. = faccendone, affan-
none ; Io stesso che manegiàtt.
1) Agente, ministro maggiore : spe-
cialm. il rappresentante del padrone
nei negozi di vino.
màuéra, s. f. = maniera : modo di fare.
1) vègli bòna viànéra = essere ma-
nieroso.
2) cònt bela mànéra = a bel modo,
gentilmente, con bel garbo.
3) fceura de mànéra = fuor di modo,
di misura, smodatamente.
4) mànéra de pària = dicitura, stile.
5) bèj mànér = bone maniere : modo
di trattare usato fra persone educate ;
che non offende, né irrita quand'anche
si dicono cose spiacenti ; briiti mànér
= brutti garbi, modi bnischi.
6) in quèj viànéra = pui' che sia,
in un modo qualunque.
7) veéà bón àia eoa mànéra = es-
ser buono a suo modo : di pers. che
per altri sarà buona, ma per noi lo è
solo relativamente.
8) fa i ròbb coni mànéra = fare a
modo : far piano, con riguardo.
9) in che mànéra? = in che ma-
niera ? Modo fam. di domandare la ra-
gione di un fatto.
10) Maniera : difetto di convenziona-
lismo, maocanza di naturalezza.
màneta, s. f. = maniglia: sporgenza per
lo più mobile di ferro o altro metallo,
che serve a alzare o tirare un oggetto
per trasportarlo.
1) Di usci : pallino, graccia, cricca :
pomo metallico o d'altro, che serve a
tirare a sé gli usci o ad aprirli. Vedi
mòla.
2) Di porte ; campanella : grosso
anello di ferro pendente dalla porta per
tirar questa a sé e chiuderla.
mànètt (i), s. f. pi. = le manette : stru-
mento di ferro con che gli agenti di
polizia stringono le mani della persona
arrestata.
mànetón, s. m. = passamani, cordoni.
T. dei carrozz.
màngàgua, s. f. = magagna, difetto.
Vedi magagna.
màngàgnaa, agg. = magagnato : pieno
di difetti.
mangana; v. alt. = manganare : dare il
lustro col mangano.
màngàntàdòr^ s. m. = manganatore :
l'operaio che dà il lustro col mangano.
niàngànèll) s. m. = randello, bastone
corto e piuttosto gi'Osso.
1) màngànèll di ciàv = materozzolo :
per attaccarvi le chiavi.
mànghen, s. m. = mangano : strumento
per dare il lustro ai panni alle tele, ai
drappi.
mangia, s. f. = mangime : il cibo per
le bestie ; dei polli : becchime.
mangia, s. m. = il mangiare ; ciò che
si mangia e l'azione del mangiare : si
dice specialmente della quantità di fo-
raggio che si ammanisce alle bestie.
1) misura 'l mangia = contare i
bocconi a uno ; dargli poco da man-
gi «are.
2) rimonta 'l mangia = tornare il
mail
461
luau
boccone a gola, alla gola : di roba mal
digerita.
8) on mangiti de pitòcch = un degao
mangiare : di cosa molto ben cucinata,
saporita.
màngriàj v. att. = mangiare : masticare
e ingollar qualche cosa.
\) ve màngiaa tiitt el so e tinca i
ciòd déla cà = aver dato fondo a tutto
il suo ; aver mangiato il suo pane sino
agli orlicci.
2) chi le fti le mangia = chi imbratta
spazzi ; chi ha fatto il male, faccia la
penitenza,
3) mangia à crèpa pànscia, mangia
de crepa = mangiare a crepapelle, a
crepapancia.
4) mangia àdàsi, àdàsi = mangiare
ad agio, consolatamente.
5) mangia tila càciàdòra = man-
giare in pugno.
6) mangia à quàter gàncvss = ma-
cinare a due palmenti.
7) mangiti tila belemèj, còme se èia
= magnuculare alla peggio.
8) mangia de màtina = asciolvere :
far colazione.
. 9) mangia de stràngolaa = mangiar
coir imbuto 0 a strappabecco : in poco
tempo, per fretta che ci iacalzi.
10) mangiti jìdn e épita o pan e
cortili = mangiar pane e pane, opp.
mangiare pane e coltello.''
11) mangia e bev = mangiare e bere:
far vita epicurea, spensierata.
12) mangiti dòpo Sèna = pusigaare;
mangiare a ora tarda, dopo cena.
13) mangia ci fén in èrba = bere
il vino in agresto.
14) mangia imprèsa = maciullare,
avere il pettine ed il cardo.
15) mangiti fòri, come on luff = man-
giar forte : molto e con appetito. Vedi
luff 6).
16) mangiti nò = non mangiare : non
prendere cibo.
17) Dei pasti consueti : mangiti in
('(i, tila tràtorla, ài eàfè = mangiare in
casa, alla trattoria, al caffè.
18) ée bev e éc mangia = si bove e
si mangia : quando il caffè non ha de-
posto tutta la polvere e la ci si trova
in bocca, intanto che si bove.
19) ròba de mangia = roba, cosa
da mangiare, commestibili : di tutto
ciò che serve di cibo per l'uomo.
20) dà de mangiti = somministrare
gli alimenti.
21) fa de mangia = far da mangiare;
cucinare.
22ì bon de mangia = bono a man-
giarsi.
23) mangia on bocóii = mangiare un
boccone : fare una refezione, per lo più
frugale o breve.
24) Delle pinzature degli insetti :
poer bàmbin ! l'è tiitt màtigiaa di pu-
ree = povero bimbo ! è tutto mangiato
dalle pulci.
23) Consumar molto : dna liieèrna
che mangia tanto petròli = una lu-
cerna che mangia molto petrolio ; dna
àtùa che mangia la legna = una stufa
che mangia la legna.
26) mangia vun in insalata = man-
giar la torta in capo ad alcuno.
27j edn no mangia cdn = corvi cou
corvi non si cavan gli occhi; cane non
mangia cane : i cattivi per lo più so
la intendono.
28) mangia à uff ò a màea = man-
giare a ufo, a spese altrui, a scrocco.
29) mangiti de basiti = mangiarsi a
baci 0 mangiar coi baci.
30) màngiàès i ung = mangiarsi le
unghie ; rosicchiarlo.
31) màngiàéé el fìdegh, r ànima,
mangia cadènn = mangiarsi il coro,
il fegato, l'anima, un'ala di fegato:
dalla stizza, dalla rabbia, dalla bile.
32) Sperperare, consumare ; V ha
màngiaa t&ta là éoètdn^a = ha man-
giato tutto il patrimonio.
33) mangia = rubai'o, fraudare ; g'han
màngiaa tiiécòsé = gli hanno mangiato
tutto.
34) Prenderò, vincere. T. di gioco.
màngiaa di càmol = intignato : roso,
danneggiato dalle tignole.
màiigriàcàpàra, s. m. = gabba compa-
gno : chi inganna altrui con molta fa-
cilità.
màngiàdn, s. f. = mangiata : il man-
giare in una volta abbondantemente.
màngiàdora, s. f. = mangiatoia, grep-
pia : recipiente appoggiato al muro
nelle stalle da mettervi il mangiare.
Anche la rastelliera dove si motto il
fieno perchè le bestie ne lo mangino.^
mangi igTopp, s. m. = sarto : detto però
in modo spregiativo. Lo diciamo anche
dei tessitori.
- 462 -
màugiàiudlta, s. m. = muratore, e spe-
cialm. il gai'zone del muratore. Vedi
màgiitt.
luàiigriàpàlpee, s. m. = mozzorecchi,
cavalocchio, legulèio : d'un legale poco
onesto e che vai poco.
màng'iàpàU; s. ni. = mangiapane, man-
giaufo : di persona disutile e che vive
allo spalle degli altri.
inàiig'iària, s. f. = mangeria, ladroneria :
guadagno illecito, specialm. nei pub-
blici uffizi.
luàiigrióii, s. m. = mangione : chi man-
gia molto, per bisogno o per gola^
manìa, s. f. = mania : passione irre-
sistibile, forte inclinazione.
mànica,* s. f. = manica : le persone più
civili lo dicono invece di mànegra, Vedi.
mànicli,* s. vn-, = manico : parte di uno
strumento o di un arnese, che serve
por poterlo prendere e usare. Usa an-
cora màneg'Ii. Vedi.
1) el mànich dèla tromba = mena-
toio : manubrio, 1' asta terminata in
manubrio colla quale si mette in moto
lo stantuf j di una pompa.
il) ci mànich del bàstòn, de V om-
brèla = gruccia, imi)ugnatura in forma
di T. che talora si fa alla mazza e al-
l'ombrello invece del pomo.
3) el mtLnich del lànternln = ma-
niglia della lanterna da tasca : quella
pieghevole dalla parto opposta al vetro,
por la quale si porta.
5) el mànich del scola = manico,
bastone della granata : il legno che si
infila nella granata di saggina o di
scopa per adoperarla più facilmente.
màniclién, .'^. m. = fantoccio, modello.
T. di pitt. di modista e sarte. Dal frane.
mannequin,
manicòmi,* s. m. = manicomio : lo spe-
dale dei pazzi.
mànieraa,* ayg. = manierato : d' artista
0 di scrittore che si discosta dalla na-
turalezza.
mànifàtura, s. f. = manifattura : lavoro
d' industria in grande o a mano o a
macchina.
mànifèst, s. m. = manifesto ; avviso
messo in pubblico per manifestarle cose
che lo riguardano.
manifesta,* v. alt. = manifestai'e ; fare,
render manifesto.
1) mànifeètaéé = manifestarsi : farsi
conoscerò.
mànifèstcàsiòn,* s. f. = manifestazione :
il manifestare.
màni^old, s. m. = manigoldo : uomo di
natura feroce e abbietto.
màuigriiéta, s. f. = meleghetta, carda-
momo. Sorta di medicinale ; disusa
sempre più,
mànìli, s. m. = smaniglio, maniglia,
braccialetto :, disusa.
manina, s. f. = manina: dimin. vezzegg.
di mano.
mànipol, s. m. = manipolo: fra i pa-
ramenti da chiesa, la striscia di drappo
simile alla stola, ma più corta, che il
prete porta al braccio sinistro quando
dice la messa.
manipola, v. alt. = manipolare : lavo-
rare colle mani. Di cose dove entrino
vari ingredienti.
1) Mestare con poca ingenuità i vini,
e in genere sofisticare, adulterare,
màniscàlcli,* s. m. = maniscalco : chi
fa il mestiere di ferrare i cavalli.
màniHÌn, s. m, = manichino, polsino :
la parte della camicia e del vestito cbc
fascia i polsi. Anche staccati.
manovra, s. f. = manovra: esercizio mi-
litare, Hata operazione guerresca.
1) Le operazioni per dare al basti-
mento una direzione.
2) Nelle strade ferrate le operazioni
per attaccare e staccare più caiTi.
3) Fig. Il maneggiarsi con astuzia
e simulazione j^er giungere a un in-
tento.
manovra, v. alt. = manovrare : far ma-
novre in tutti i significati della parola.
mans, s. m. = manzo, bue, e special-
mente il bue che si macella per cibo.
mànsciòn, s. m. = manichino, polsino,
manichette : manichino staccato di pan-
nolino addoppiato. Dal frane. : maii-
chon che veramente significa mani-
cotto.
màn^erlòu, s. m. = spilungone : pers.
lunga assai.
1) Anche : bue, buaccioue : persona
lunga e goffamente grossa.
mànsèta, s. f. = giovenca : vacca giovine
che macellata dà buona carne.
niiànsètt, s. tu. = giovenco, bue giovane
d'un anno poco più.
mànsin, agcf. = mancino, sinistro : che ^
adopera la mano sinistra invece della
destra.
iiinii
- 463 -
luau
uiàiisòtt, s. m. = buaccio : di persona
gfossa, igQorante e rozza.
luàiisidn, 5. f. = incarico, incombenza:
quel che spetta a uno di t'aro.
inàusiòuàri, «. m. = ' mansionario. T.
ecclcs. : cappellano corale.
mànsiièttj agg. = mansueto; tranquillo,
docile, quieto.
mànsuetudiii, * s. f. = mansuetudine:
docilità, tranquillità.
niànt ora meglio manto, * = manto:
veste da sovrano cbe copre le spalle e
avvolge la persona.
mantèca, s. f. = manteca, pomata : un-
guento fatto di grasso per ungere spe-
cialmente i capelli.
1) Ricino: specie d'erba.
mantèca, v, att. = mantecare, amalga-
mare : unir bone insieme sbattendo.
Di pomate, gelati, ecc.
1) mantèca i càvèj = unguentare, un-
gere i capelli.
màntecliee, s. m. = unguentiere : chi fa
e vende manteca, unguento.
àntègna, s. f. = appoggiatoi o brac-
ciaoli della scala, maniglia : appoggi
che ha la scala, di pietra, ferro o le-
gno per tonervisi colla mano salendo o
scendendo.
mantenni, v. att. = mantenere, nutrire, ali-
mentare : dare gli alimenti.
1) Conservare: ci v'in l^ón el màn-
tén là bòna sàlùt = il buon vino man-
tiene la buona salute.
2) Mantenere, tenere la promessa.
3) Tener vivo : hin pàròll che niàn-
tén là sperànsa = son parole che ali-
mentano, tengono viva la speranza.
4) màntegnt % besti = avvittare le
bestie, alimentarle.
5) diti e màntegnill = asseverare:
affermare con insistenza.
màntegniiii, agg. = mantenuto: chi ò
mantenuto da altri.
mcàutelèta e màutelina, s. f. = bavera:
piccolo mantello da donne che dal
collo scendo fino a mozza vita.
1) Mantelletta : distintivo di digaità
ecclesiastica.
niàntèll, s. m. = mantello, pelame. Sp.
di cavalli.
1) ììumtèll bàléàn, càstàn, fàlp,
grìs, mmcàrìn, morèll, pomaa, ràbi-
cdn, ràtin, sàor., ételaa, étomèll, ti-
graa, sàma = mantello balzano, ca-
.stano, falbo, grigio, sfacciato, morello,
pomellato, rabicano, topino, sauro, stel-
lato, stornello, leardo moscato, saino.
2) mùnteli tnorocdff = cavezza di
moro.
8) màntèll che bév in bidneh., o còni
el frontdl bidneh = cavallo segnato di
cometa.
4) incinteli sùcher e cànèla o càfè e
pcinera = mantello ubèro.
màntèll, s. m. = mantello, ferraiuolo,
tabarro : specie di vestito senza mani-
che che si può gettar sulle spalle.
1) màntèll de pret = ferraiuolo.
2) Cappotta : mantello lungo con ba-
vero, con cappuccio o senza e affib-
biato da collo. Scende fino al ginocchio.
màntes, s. m. = mantice, soffione : stru-
mento che attira in sé l'aria e la ri-
caccia.
■ 1) bofà cóme on màntes = soffiar
come un mantice: di chi ansima o
sbuffa.
màntìlia, s. f. = mantiglia : specie di
mantellina di seta, per lo più nera,
che copre alle signore le spalle e la
vita, con falde che sul davanti scen-
dono fino al ginocchio.
màntìn, s. m. = -tovagliuolo, tovagliolino:
pezzo di pannolino che a mensa si
tiene dinanzi per non sporcarsi gli
abiti e per pulirsi la bocca e le dita.
1) càntón del màntìn = cocca del
tovagliolo.
màntiràscia, s. f. = telo da pane. T.
dei forn. : striscia di tela grossa por
coprirò il pane.
niiàntoàna, s. f. = balza, bandinella :
falbalà che rigira intorno al palchetto
di una finestra a cui stanno attaccato
le tende.
1) Pendaglio , pendone : cosa che
penda o ricaschi per ornamento. T. dei
fabbri ferr. dei carrozz. e dei i)anierai.
mànu (brevi), modo avr. = a mano :
di cose che non si fanno recapitare
per posta : ma si danno a mano. Dal
latino.
màniiàlj s. m. = manuale: libro o com-
perMio da servire spesso per gli studiosi.
1) Manovale : il lavorante del mu-
ratore.
màniibri, * s. m. = manubrio : manico
applicato a un congegno meccanico per
metterlo in moto.
1) Anche quei pesi formati da duo
palle di ferro congiunte da un baston-
— 464
mar
cino pui-e di ferro, ohe usano come ar-
nese di ginnastica.
niàiiuèla, s. f. = manovella: sorta di
leva per girare strettoi e sìm.
inànìiscristis, s. m. = manuscristo : spe-
cie di zuccherino.
mànttscritt, s. in. = manoscritto : qua-
lunque scritto. Contrario a stampato.
màniiteusiòU) s. f. = manutenzione:
mantenimento di case, edifici, strado
e sim.
iiiào màOj = miao, miao : miagolamento.
Il verso del gatto.
màpa, s. f. = mappa, pianta, tipo. T.
googr. 0 cens. : carta geografica o topo-
grafica.
1) Borchia, gioia, bottone: scudetto
colmo di metallo con che si affibbia il
piviale.
2) Broccolo, taUo del cavolo.
3) on bròeol con tanta màpa = ca-
volo broccolo ben broccoluto.
màpàuiónd, s. m. = mappamondo, globo :
globo su cui e disegnata la terra.
1) Scherz. bel di Roma ; culo.
mài'; s. m. = mare: le acque che ab-
bracciano il globo nei loro nomi parti-
colari fra le varie terre.
1) Fig. : mare, gran quantità: on
inilr de miseri = un maro di guai.
2) jjortà ticqua ài mar = portar ac-
qua al mare ; poiiar legne alla selva,
0 al bosco: portar cose dove ce n'è
anche troppe, o dar consigli a chi non
ne ha bisogno.
3) in alto mar = in alto mare; lon-
tano dal lido. Fig. in alto mare, in
baraonda : nel periodo acuto di cosa
fastidiosa.
4) àndà ài mar = andare al maro ;
per i bagni o per respirar l'aria.
5) cerca jter mar e 2>er tèra = cer-
care per mare e per terra ; cercare per
monti e per valli, per piano e monte :
dovunque e in ogni luogo.
6) me pids el mar, ina stoo taecui
tikt, tèra = lodo il mare ma mi tengo
alla terra.
7j prornètt mari e monti = promet-
ter mari e monti : di chi fa grandi
promesse. '
8) on mar de làgrim, de parali =
un mar di lagrime, di parole : iperbol.
una gran quantità.
luàr, aqg. = amaro. Vedi amar,
màràbo, s. m. = frangia arricciata, spe-
cie usatissima di guernizione per abiti
femminili.
màràg'noeii, s. m. = posta: mucchio di
fieno che si lascia la notte nei prati
per sciorinarlo il giorno appresso.
màràmào ! = gatti, gatti.
màràn,* s. m. = marrano; di chi è zo-
tico, ruvido, villano.
màràscli, s. m. = mazzuole, gambe maz-
zuole. T. di mascalgia.
màràscliiu, «. m. = maraschino, ama-
raschino: specie di rosolio col sapore
di amarasche.
Màràvèj, s. vi. pi. = Meravigli : nome
di una via di Milano.
màràvìlia e meràvìlia, s. f. = mera-
viglia: sentimento di sorpresa piace-
vole 0 no, prodotto da cose inaspettate,
jii anche nome di un fioro.
1) àndà ti màràvìlia = andare a
meraviglia, benissimo, senza intoppi.
marbré, s. m. = galantina, marmorato :
pasticcio fatto con carne di fagiano, o
di lepre, più saporito e ghiotto della
galantina di cappone. Dal frane : marbré.
marca, s. f. = marca, contrassegno: per
distinguere oggetti, per poter ritirar
della roba e sim.
1) Scritto convenzionale dei com-
mercianti per leggere il prezzo di fab-
brica.
2) Puntiscritto : segno con lettere
sui pannilini per riconoscerli.
3) Fiscia, gettone, quarteruolo. T. di
giuoco.
marca, v. att. = marcare, segnare : met-
tere un contrassegno, un sogno di ri-
riconoscimento.
1) marca i pàgn = fare il ])unti-
scritto.
2) Se il segno è fatto a fuoco : mar-
chiare.
3) Notare, osservare, fissare.
luàrcaa, agg. = segnalato, notevole : che
risalta facilmente.
màrcàdètt, agg. = maledetto. Veli mà-
làdètt.
màrcàdòr, s.m. = marcatore, sognatore:
chi segna i punti fatti al bersaglio.
1) Pallaio : chi allestisce il biliardo,
dà le palle ai giuocatori, segna i punti
delle partite.
màrcàdóra, s. f. = cartella : quadro di
legno, attraversato da fili metallici pa-
ralleli, in cui con pallottole si segnano
i punti nel gioco del biliardo.
— 465 —
mar
Màrcautòni, s. m. = Marcantonio. Nome
proprio di pers.
1) on bèli tòceh de Marcantòni = un
bel pezzo di donna ; di donna alta e
grassa, non priv^a di bellezza.
inàrcàpunt, s. m. = girellino, marcapuuti:
ferro con rotelle dentate collo quali i
calzolai improntano i segni del punto
fisso.
march) s. m. = marco, peso e moneta
non nostra. Special, germanica del va-
lore di lire 1,25.
march, s. m. = Marco : nome proprio.
1) San March Ve dna bÙa gésa.
Vedi gésa 8).
màrchéS; s. m. = marchese ; titolo di
nobiltà. Al femm. marchésa,
màrcheséta, s. f. = marcassita, pirita,
marchesita : globetti delFarenaria.
màrchèta, s. f. = gettono : pezzo di me-
tallo 0 d'altra materia, liscio o coniato
a uso moneta, che serve al gioco, con
un valore convenzionale.
Màrchiònn, s. m. = Melchiorre : nome
proprio d'uomo.
1) pari Màrchiònn di gamb àvèrt
= andar largo : di uomo colle gambe
storte all' infuori.
màrcia, s. f. = marcia T. milit. e mu-
sicale : il marciare, e il pezzo di mu-
sica che lo regola.
màrcia, v. att. = marciare :,eseguire una
0 più camminate ordinatamente e mi-
litarmente.
màrciàdii, s. f. = marciata: il marciare,
l'aver marciato.
màrciàpè, s. m. = marciapiedi, andari :
due liste, talvolta più alte, di lastre
di qua e di là d'una strada acciotto-
lata, 0 di un ponte, per uso dei pe-
doni.
màremàgna (fa), = far mari e monti,
fare ogai sforzo..
màrèiia, s. f. = marasca, amarasca:
frutto dell' amarasco o prunus cerasus,
sorta di ciliegio, e la pianta stessa,
r amarasco.
1) qicdnd s'è in tròpp à mangiti mà-
rènn là va niaa per ticGC = gli storni
son magri perchè vanno a storno.
Quando uno stesso mestiere è eserci-
tato da molti i guadagni riescono me-
schini per ciascheduno.
2) voRuren tùcc niàngià màrènn =
ogni cencio vuole entrare in bucato.
màrènàda, s. f. = marena : siroppo fatto
30
di ciliege amarasche e l'acqua acconcia
con tale sciroppo.
1) Una vivanda di marene cotte con
vino e zucchero, che si serve distesa
su fette di pane, che vi si inzuppano.
màrénda, s. f. = merenda : mangiare
ti'a la colazione e il pranzo : lo fanno
specialmente i ragazzi per i quali sa-
rebbe troppo lungo l'intervallo.
1) vègh à che fa cótne i vere à mà-
rénda = averci che far quanto il ca-
volo a merenda, o quanto la luna coi
granchi : non averci che vedere, non
entrarci per nuUa.
màréng'h, s. m. = marengo ; moneta
d'oro di venti lire. Così chiamate da
Napoleone I in memoria della famosa
vittoria di Marengo del 14 giugno 1800.
màrésa, s. f. = amarezza. Vedi àmàrèsa.
màresciàll, s. m. = maresciallo : dignità
militare in vari Stati d'Europa e spe-
cialmente in Francia.
1) Grado tra l'ufficiale e il sott' uffi-
ciale, in cei-te armi nostre.
màrenoeùra, s. f. = bisciola, bisciolina :
specie di ciliegia.
màrèndn, s. m. = bisciolona, ciliegia
bisciolona.
màresgiàn, s. m. = petonciano. Vedi
meresgiàn .
màrfìsa e bruta màrfìsa, s. m. = monna
baderla, sninfia.
màrgài, s. m. sornacchio, scaracchio;
sputo catarroso.
màrgàià, v. att. = somacchiare, sputar
sornacchi. d' uso più frequente :
smàrgàià.
màrgòtt, s. m. = margotto, margotta,,
mergo : ramo che propaggina in un
vaso di terra da coltivo.
Margarita, s. f. = Vedi Margherita.
màrgàritiu, s. m. = bellide, primavera,,
pratolina, margheritina : fior di prato-.
1) màrgaritinn dopi = margheritine,
doppie.
màrgàrititt, s. m. pi. = margheritine,,
conterie, globettini di vetro traforata
per ricami.
1) Acciaini: palline d'acciaio forato
per passarvi il filo ; servono a ricami.
Margherita,* s. f. = Margherita : nomo
proprio femmin.
1) Fiorellino bianco e giallo : bellis
perennis. Vedi màrgàritfn.
2) Specie di spillone a imitazione del
fiore.
mar
466 -
3) pasta margherita = pasta mar-
gherita ; una specie di pasta dolce si-
mile al marzapane.
màrgherìtitt,* s. m. pi. = Vedi màr-
gàrititt.
inàrgrÌD) * 5. w- = margine: l'estrema
pai te d'una superficie.
1) Margine: la parto bianca nelle
pagine dei libri di fianco allo scritto o
allo stampato.
2) rèsegli màrgin = esserci agio per
poter fare e specialm. poter spendere.
màrginàdura, s. f. = marginatura. T.
di stamp. : pezzo di metallo che metton
8ul torchio tra una pagina e l'altra per
formare i margini.
màrgniff e màrgnifòn, s. ni. = scaltri-
tone, dirittone. Assai più usato di
bàrguifòii. Vedi.
mari, .s. m. = marito, coniuge: l'uomo
congiunto in matrimonio in relaziono
alla moglie.
1) tosami de mari = ragazze da ma-
rito: in età d'essere maritate.
2) tceu mari = prender marito.
3) dolor de gòmbct., dolor de mari.
Vedi gómbet.
4) Caldauino, laveggio, veggio : vaso
di terra per tenervi il fuoco, con co-
perchio bucherellato o senza.
Maria, s. f. = Maria, la Vergine : nome
proprio di persona.
1) el mes de Maria = il mese ma-
riano, di Maria : il mese di maggio.
2) pari Maria desciislda = essere
tutta sfatta, essere una margoffa.
Maria (fa là). Lo diciamo di quello
donne di casa agiate, o ragazze o mas-
saie, che rigovernano le stoviglie. Ne
venne una canzonetta da ragazzi : Maria
- l'acqua là cria -l'acqua là scòta -
Maria pigola.
in<àridà; r. alt. = maritare, dar marito,
accasare : collocare in matrimonio. In
milan. si usa per le donne, come per
gli uomini, mentre in ital. non si usa
che per le donne
1) maridàss = maritarsi : prender
marito, andare a marito.
màrldàa, agg. = ammogliato : lo diciamo
dell'uomo che diventa marito, come
diciamo niaridàda, della donna che
prende marito.
1) Di brodo, minestre, quando le
mescoliamo con altre cose, e specialm.
con ova.
màriu, agg. = marino ; da mare : sài.
vent, cavali màrhi = sale, vento, ca-
vallo marino.
marina^ s. f. = marina: l'aspetto, la su-
perficie del mare.
marina, v. alt. = marinare : mettere in
fusione nel sale e nell'aceto roba da
cucina e si)ecialm. pesce.
marinar, s. m. = marinaio, di tatti quelli
che compongono 1' equipaggio di una
nave.
1) marinar d'acqua ddlsa = mari-
naio d'acqua dolce, cioè da poco.
2) Bagnaiuolo. Vedi bàgnin.
3) Èia marinara, modo avv. = alla
marinara ; vestii^ eàpèll, bàretin àia
marinara = vestito, cappello, berretto
alla marinara.
mariòlo, s. m. = mariolo, furbo, dirit-
tone : che commette azioni disoneste,
truffe.
1) Scberzosamente come bàlòss. Vedi.
màrionéta , s. f. = marionetta: burat-
tino mosso coi fili per azioni comiche,
drammi , balli e sim. Difl'erisce dal
magateli = burattino, perchè questo può
anche essere mosso a mano, la mario-
netta sempre coi fili.
màriòss, s. m. = maritaggio, matrimonio.
Voce che va disusando.
màrìtim, * agg. = marittimo : che si ri-
ferisce al mare, che è del mare.
mannàia e màrmària, s. f. = marma-
glia, minutaglia ; gente spregevole. Il
vocab. màrmària però s'usa anche per
indicare una gran quantità di fanciulli,
: e allora perde ogni significato spregia-
tivo.
màrmelàda, s. f. = marmellata : conserva
di pere e mele e sim. cotte come il
cotognate.
màrmita, s. f. = zuppiera: il vaso di
terraglia in cui si versa dalla pentola
: la minestra per servirla in tavola.
màrmitòn, s. m. = zui^pierona; accre-
scitivo di marmila.
1) Lavaceci, lavascodelle, sguattero:
chi fa i servizi da cucina piii ordinari.
Anche : goffaccio, uomo buono a nulla.
Dal francese : marmiton.
marmo e màrmor, s. m. = manne :
tutte le varietà di pietra calcare facili
a prendere un bel pulimento.
ì.) de marmo = marmoreo, di marmo.
2) vèsé minga de màr»io = non es-
ser di marmo; non essere insensibile.
mar
467 -
mai*
3) el marmo = il marmo : la lastra
che ricopre il disopfa de' cassettoni,
de' tavolini, de' )3anchi.
màrmorà, v. att. = marmorizzare, ma-
rezzare, amarezzare : colorire in modo
che il legno 0 la carta colorata paia
avere le ondeggiaturo del marmo.
iiiàrmoriU) s. m. = marmista, scalpel-
lino, srjuadratore : lavoratore di marmi
per lavori umili e di pietre di squadro.
1) Lapidario : chi fa lapidi colle
iscrizioni, con ornamenti, ecc.
màrmorisà,* v. att. = marmorizzare, nia-
. rezzaro.' Vedi màriuorà.
màrmòta, s. f. = marmotta, topo alpino ;
arctomys marmota: animale rosicante.
1) Fig. di persona poltrona, poco so-
cievole.
2) Valigia speciale da portar cam-
pioni di merce.
màrinotiua, .s. f. = marmottina : dim.
di marmotta.
1) (jli'è là màrmotìna vìva = c'è la
marmottina costi : si dice a bambini
quando vogliono vedere o prendere
qualche cosa nascosta.
marna, s. f. = madia, cassamadia, mae-
stra: gran cassa di legno in cui si
impasta per fare il pane.
màrnètt, s. in. = trogolo: legno scavato
0 pila di pietra dove mangiano i maiali.
1) el par ài màrnètt = f grufola : di
chi mangia sconciamente.
màruó, s. m. = impastatore. T. dei for-
nai : chi impasta nella madia il pane.
màrndn, s. m. = farinaio : cassone dove
si ripongono lo farine.
maro, s. m. = maro, erba gatta : tene-
'• riwn maro : erba aromatica.
màrdcii, s. f. = marame, sceltume : roba
che vai poco.
màròccli, 5. m. = tozzo, so parliamo di
un pezzo di pane. Spesso però usiamo
la parola ad indicare i massi, e i cio-
toli che scendono, specie por frana-
mento, dalle montagne.
màrochìn, s. m. = marrocchino: specie
di pelle di capra concia colla galla.
1) Inceratine : striscia che gira nel-
r interno dei cappelli per guardarli
dalla untuosità.
màrochiuà, v. att. = marrochinare -, con-
ciare la pelle del montone in modo da
farne marocchino.
màrògna, s. f. = rosticci, scorie del ferro.
Anche morogna.
marò 11, s- m. = marrone: albero di ca-
stagne pregiate per grossezza e dolcezza.
1) Marrone: frutto del marrone.
2) Marrone, errore, granchio, sbaglio,
fallo scoperto.
3) Bruciata : marrone o castagna ar-
rosto : fa el scivi che te compri i ma-
ròn = fa il bono che ti compero le
bruciate ; là jxidèla di màron = la pa-
della delle bruciate.
4) màròn glàse = marrone giuleb-
bato, candito. Dal frane, marron glacé.
5) pela i màròn di Wer = ripescar
le secchie; rimediare ai mali fatti da-
gli altri.
6) Marrone, tanè, monachino. Agg.
di colore.
7) Entra nella canzonetta popolare
infantile -, din don, Cèca màron - mà-
ron di fraa è mòri on a - on a de
Pavia, è mòri Lilsia - Liisìa de Mi-
làn, è mórt on cdn - on cdn rabiós,
è mòri on tos - on tos tosòtt, e mòri
là dona del higolòtt - bigólòtt, bigoloiec^
è mòrt la dona del capelee. Alla quale
corrisponde, quantunque non la tra-
duca, quest'altra tiritera toscana: Tracci,
trucci cavallino - mena l'asino al mu-
lino - il mulino è rovinato - il mu-
gnaio s'è impiccato -s'è impiccato alla
catena - e la moglie si chiama Lena -
e la Lena ha fatto un bimbo - che si
chiama Piccirillo - Piccirillo è andato
in Francia - colla spada e colla lancia -
col coltellino in mano - per ammaz-
zare il capitano - il capitano è andato
a Roma - a comprar dell' erba bona -
- l'erba bona col finocchio - e la mamma
ha perso un occhio - un occhio, un'oc-
chiaia - gli venga l'anguinaia - l'an-
guinaia è mala cosa - e più su ci sta
una sposa - e più su ce ne sta un' altra
- una La fila, una la fa la calza.
màronàda, s.f. = marrone, errore, gran-
chio, fallo scoperto da cui- ci venga
buona dose di ridicolo.
màronee, s. m. = bruciataio, caldarro-
staio, buzzuiTo. E per estens. : - frutti-
vendolo.
màrosee, s. vi. = sensale : chi si intro-
mette fra compratore e venditore por
agevolare il contratto.
m.àròss, s. m. = senseria : l'opera dèi
sensale e il compenso.
1) de édra màròéà = sopra il mer-
cato, por soprappiù, giunta.
mar
468
mar
mars, s. m. = marzo : il terzo mese del-
l'anno.
1) mars Ve fkeu d'òna bàlirdca, on
dì el pioeuv, on di el fèdca, on di el
tira veni, on di el fa bèli temp = marzo
marzeggia, marzo malafede, quando
piange e quando ride : per indicare lo
scapricciarsi mattesco del mese di marzo.
2i el trèdesin de mare = il tredici
marzo : festa celebrata a Milano nella
Chiesa del Paradiso in Porta Vigen-
tina, perchè si crede l'anniversario del-
l'essersi qui innalzata la croce per la
prima volta.
Marsala, s. m. = Marsala : vino bianco
e spiritoso che viene di Marsala, città
di Sicilia.
màrsàpàn, s. m. = marzapane : soiia di
pasta dolce fatta di farina e ova, e
cotta nel forno.
marsC) s. m. = golpe, volpe : malattia
contagiosa del grano.
marsc, agg. = marcio : che si decompone
0 è decomposto nell'organismo.
1) éàéé, lègn marsc = sasso, legno
marcio : che si sbriciola tutto.
2) oeuv marse = ovo barlaccio : di
uovo andato a male.
3) el marsc^ s. m. = il marcio: la
parte marcia.
màrsc ! = vattene ! via ! dal francese
marche.
màrscètt, s. m. = golpe, volpe: lo stesso
che marsc.
1) Mai-cioncello, fracido: che comin-
cia a marcire.
màrsci, ». alt. = marcire, diventar mar-
cio; el lègn minga invernisaa el màr-
scièè aia svèlta = il legno non verni-
ciato marcisce presto.
1) Ammattire, inquietare intisichire:
coi tò càtivèri te me fee màrscì = colle
tue cattiverie mi fai mai'cire, mi fai
intisichire.
2) Fracidare, putrefare, ammezzire:
specialmente delle cose bagnate e delle
frutte.
màrscia, s. f. = marcia, marciume; umore
marcio, putrido che si genera nei tu-
mori, nei bubboni e sim.
1) Icore: umore sanguinolento e fe-
tido che esce da certe ulcere.
mar sci da, s. f. = marcita : prato allagato
con Un velo d'acqua per averne l'erba
pili rigogliosa.
màrsciòn, s. m. = fitta, terreno marcio
che sfonda.
1) Anche di uomo tisico, per spregio
volgarissimo.
màrscifira, s. f. = marciume : quantità
di cose marcie o di marcia.
màrsiliésa,* s. f. = marsigliese : cauto
patriottico militare dei Francesi com-
posto sul principio della Rivoluzione.
marsina, s. f. = abito, giubba, falda:
abito da uomo per società corto davanti
e con due falde dietro. Vedi fràcch.
1) d'ona màréìna fa fceura on gipon
■= fare d' una lancia m\ zipolo, o un
punteruolo: far d'una trave un nottolino.
màrsinin, s. m. = giacchetta, giubbetto:
abito corto d'uso comune specialmente
fra i ragazzi e i giovinetti. Vale presso
a poco come griàchè. Vedi.
màrsinòn, s. m. = zazzerone, uomo che
va all'antica.
1) vèèè el màrèinon = essere il paga,
uno che paga sempre e per tutti.
marsiroen, agg. = marzolino, marzaiuolo :
di marzo, che capita ia marzo.
màrsocàda, s. f. = scempiaggine: azione,
atto, parola da scempio, da sciocco.
marsupi, s. m. = il morto: molto danaro;
è modo scherzoso; dal lat. tnarsupium
che vuol dir borsa, borsello.
màrtedi, s. m. = martedì : il secondo
giorno della settimana.
màrtelà, ». att. = martellare : picchiare
col martello.
1) Di forti pulsazioni accompagnate
da dolori alle tempie.
màrtèlàda, s. f. = martellata : colpo di
mai'tello.
màrtèlàméut, s. m. = martellamento: il
martellare con colpi frequenti e anche
il suono del martellare.
màrtèlàsc, s. m. = martellaccio : spre-
giat. e accresc. di martello,
màrtelèta, s. f. = mortella: nome di
mirto comune : genere di piante. An-
che: morteletta, mortellina, al dimin.
martclètt, s. m. = martelletto, martel-
lino: piccolo martello.
1) Salterello, martello : legaetto che
negli strumenti da tasto fa sonare la
corda.
martelina, s. f = martellina, sorta di
martello da scalpellino, colla penna da
tutt'e due le parti.
1) Beccastrino, piccone a lingua di
botta. Per ciottolare e pavimentare.
mar
- 469 -
mas
2) màrtèlìna de dò ptmt = picchie-
rello. T. degli scult.
martèll) s. m. = martello: strumento per
picchiare, formato di un pezzo di ferro
all'estremità di un manico per lo piii
di legno, qualche volta di ferro an-
ch'esso.
1) là bàia, là phiera, l'oeucc del màr-
tèll = la bocca, la penna, l'occhio del
mai-tollo : cioè la parte piiì forte del
ferro, la parte schiacciata, la parte dove
entra il manico.
2) màrtèll de lègn = mazzapicchio,
martello di legno per vari usi, specialm.
per cerchiare le botti, e per ammazzare
i manzi.
3) màrtèll de tèéta piata =• martello
a bocca dolce.
4) làortt à màrtèll = lavorare a mar-
tello: non adoperando che il martello.
5) éo7ìà càmptina e màrtèll = sonare
a martello, a tocco a tocco lo campane
per radunare il popolo. Vedi cam-
pana, 1).
6) vèèè tra l' incùgin e 'l màrtèll =
esser tra l'incudine e il martello : tra
due pericoli, tra due malanni. Vedi in-
cusgen, 1).
7) mètt dent el màrtèll in d'òna cà
= metter la martellina in una casa :
metter mano ai lavori di ristauro.
8) sta à bota de màrtèll = tenersi,
reggere al martello : reggere alla prova.
9) giiigà à càmptina e màrtèll =
Vedi campana, 17).
10) Bossolo, bosso: pianticella sempre
verde che serve a siepe.
màrter, e più comunem. màrtor, s. m. =
martora, mustela martes : mammifero
notturno della famiglia delle mustele.
1) La pelle della martora conciata
per farne pellicce e manicotti.
2) mtlrter gibilìn = zibellino : mam-
mifero del genere delle martore.
3) Agg. spreg. sciocco, stupido; che
màrter de viln! te minga de capila?
= che sciocco! non l'hai da capire?
JHàrtìn, s. m. = Martino: nome proprio
di pers.
1) fa san Martin, = sgomberare, slog-
giare: mutar domicilio.
2) Martin tàcdgn = lamentone, bron-
tolone.
3) per on punt Martin l'ha ph'è la
capa = per un punto Martin perde la
cappa : per una circostanza vanno a
monte tante cose, tante combinazioni e
fortune.
4) martìn sècch = pera martin secco.
5) Berta, battipala: macchina per af-
fondare i pali.
6) màrtin à còrd = berta a nodo ;
màrtìn à àrghen = beiia a scatto ; mttr-
tìn grand = castello gatto.
7) giiigà à Màrtin bèè = specie di
gioco che fanno i nostri ragazzi e che
somiglia alla mosca cieca.
8) màrtin pesco = Vedi sotto màr-
tinpescò.
màrtiuétt, s. m. = vespa terragnola ;
vespa vulgaris.
1) Binda argano, martinello: ordigno
di ferro composto di una vite o asta
dentata, mossa da un rocchetto per tirar
su pesi.
martingala, s. f. = martingala : striscia
di pelle che si attacca al muso do'
cavalli, perchè tengano alta la testa.
màrtinin, s. m. = bigallino: bambino al-
levato nell'Orfanotrofio in cui si rac-
colgono i bambini orfani o abbandonati
dai genitori. Noi li chiamiamo così dal
convento e dalla chiesa di S. Martino
dei Somaschi ove furono da Francecco
Sforza allogati, poi nutriti e vestiti.
màrtinpescò, s. m. = uccello santa Ma-
ria, ispida.
màrtir, s. m. = martire, tribolato.
1) Chi ha sofferto per una idea grande.
màrtiri, s, m. = mai'tirio, dolore, h-ibo-
lazione.
màrtirisà, v. att. = mai-toriare, marti-
rizzare: dare il martirio, tormentare.
màrtor, s. m. = martora. V. màrter.
màrtoràda, s. f. = sciocchezza, scem-
piaggine: azione o detto da sciocco, da
scempio.
màrtoràsc, s. m. = un povero scempio:
un buon pastricc'ano.
màrtorèll, s. m. = sempliciotto : che si
lascia facilmente gabbare.
màrtoròtt, s. m. = Vedi màrtoràsc.
màrtfìfr, s. m. = babbuaccio, sciocco:
chi è non solo ignorante, ma zotico.
màriìbi, s. m. = marrobbio; marrubium
vulgare : specie di pianta delle labiate.
màsa, s. f. - massa: cumulo indetermi-
nato di coso 0 di pers.; óna màéa de
foenj, de geni, de fàsoeù = una massa
di fogli, di gente, di fagioli.
1) dna mtlàa de càvij = una ciocca
di capelli.
mas
— 470-
inag
2) dna màéa de pàgn, de fregon, e
slm. = un mazzo di panailini, cano-
vacci, e sim.
3) riva tuli in màsa - arrivare in
massa: tutti in una volta.
4) là màéa = la massa. T. milit.:
l'ondi speciali d' ogni reggimento per
determinate spese a cui contribuiscono
tutti i soldati.
5) là màsa di cori = la massa dei
cantanti, dei cori : nelle opere melo-
drammatiche.
6) Mazza : specie di bastone nodoso
e ferrato che portavano anticamente in
guerra.
7) Grosso martello piatto da una parte
conico dall'altra, per uso di spezzare
sassi 0 macigni.
8) Mazzapicchio : maiiello di legno
con cui i macellai colpiscono il bue
sulla testa per ucciderlo, o di cui si
servono i bottai per cerchiare. le botti.
10) Vomere. T. d'agricoltura : ferro
tagliente dell'aratro, per rompere il ter-
reno.
luàsà; V. att. = ammazzare, uccidere; to-
glier la vita con mezzi violenti.
1) Essere in qualunque modo cagione
di morte; l'han màèaa à fùria de tne-
desinn = l'hanno ammazzato a furia di
medicine.
2) Anche di cose: quèll che no màsa
ingràsa = quel che non ammazza in-
grassa: di chi mangia d'ogui cosa e
senza riguardo né scelta.
3) Iperbol.: di cosa che cagiona mo-
lestia, fatica eccessiva; sto cald el tnàsa
= questo caldo ammazza; Ve ona sàltda
che màéa i cavai = è una salita che
ammazza i cavalli.
4) Sopraffare; là vos del bàéé là màéa
t&ti i alter = la voce del basso am-
mazza tutte le altre.
5) màéài tiicc = ammazzare bestie e
cristiani : di chi minaccia per fare il
bravo o per ira che presto gli passi;
par che 'l voeura tnàéài tiicc e l'è nànca
bon de fàgli maa à ona mòéca = par
che voglia ammazzare bestie e cristiani
e non è capace di far male a una
mosca.
6) ona étrada, on làorà^ ona fàdìga
che màéa = una strada, una fatica am-
mazzatola, un lavoro ammazzatoio, cioè
eccessivamente faticoso.
7) màéàéé = ammazzarsi : levarsi la
vita con mezzi violenti ed anche sem-
plicemente far cosa che ci cagioni la
morte.
8) Asso!.: macellare, scannare. T. dei
macellai, uccidere le bestie.
9) màéàéé = sfacchinare : adoperarsi
con ogni mezzo per riuscire ad uno
scopo specie dei mezzi materiali.
inàsaa, agg. = affranto, spossato, rifinito
di forze; éont étràcch màéaa = sono
affi'anto; l'ha làoraa tiltt el di e Ve ve-
gniiii à cà màéaa = ha lavorato tutta,
la giornata e venne a casa affranto.
màsàclier, s. m. = massacro, macello,
scempio, strage.
màsàcò; s. m. = girino: specie d'uccello.
inàsàcràj v. att. = massacrare, trucidare,
rovinare.
1) Percuotere barbaramente ; Vhan
màsàcraa de bòtt = 1' hanno massa-
crato colle busse.
màsàgàtt, s. m. = salumiere: si dice me-
glio anche per celia triàgàtt.
luàsàlcgumiii) s. m. = succiamele; oro-
banche ìuaior: specie d'erba nociva.
màsàinént, s. m. = ammazzamento, mas-
sacro, strage.
luàsàpréj, s. m. = calcese: sorta di car-
rucola che serve a tener basso il ca-
napo nel muovere i pesi.
masàraj s. f. = bagnolo; legni in màsara
on dit, dna man = tenere in bagnolo
un dito, una mano: tenerli immersi in
qualche acqua medicinale.
1) mètt in màsara el cànof, el Un
e sim. . = mettere a macerare la canape,
il lino, e sim.
luàsàrà; v. att. = macerare : tenere nel-
l'acqua a sciogliere il tiglio, la durezza.
1) Bagnare : spargere abbondante-
mente d'acqua.
3) Impolpare: delle bruciate dopo che
son ritirate dal fuoco.
màsàraa, agg. = bagnato: sparso abbon-
bondantemente d'acqua; Ve àndaa ài
fòéé e 'l é'è viàsaraa tiltt = andò al
ruscello e si baguò tutto.
1) Molle, fradicio: bagnato specialm.
di sudore o per pioggia.
màsàràiuènt, s. m. = macero, macera-
zione, infradiciamento: il macerare.
màsàràss, v. rifl. = bagnai-si, immollarsi.
iiiàsàròu, s. m. = cataplasma, impiastro,!
medicamento fatto con intriso di farina,]
0 di farine, con pappa, o altro.
luàsài'òtt, s. m. = fradicio, bagnato, umi-1
471
mas
daccio; età col màsàròtt indòsè = stai-
col fradicio addosso.
màsàsètt, a cui si aggiunge comunem.
e volentieri strupia quàtòrdes, = am-
mazzasette, ammazza tutti, abbaiatore:
chi si vanta di gran forza e fa il bravo
e minaccia senza effetto.
1) vèsé on rnàsàsètt strupia qtiàtdr-
des = essere il gigante di Cigoli che
bacchiava i ceci colle pertiche.
inas'c, s. m. e agg.- = maschio: il sesso
che promuove la fecondazione.
1) Strumento solido di metallo o di
altra materia per inserirsi in anello o
in altro strumento.
2) T. dei carrozz. : grossa chiavarda
che unisce lo sterzo al rimanente del
carro.
3) cì'ttv mas' eia = chiave maschia:
quella che non ha il buco.
màscàràda, s. f. = mascherata: compa-
gnia di gente in maschera.
màscàree, «. m. = mascheralo: chi vende
0 dà a nolo maschere.
luàscàrìii, agg. = del mantello del ca-
vallo. Y. inaliteli, 1).
luiiscàrina, s. f. = spunterba, spunter-
bino. T. dei calz., quel pezzetto a guisa
di mascherina soprammesso in punta
alle scarpe per ornamento, per fortezza
e a volte per coprire le rotture.
1) Mascherina, maschgretta ; diminut.
vezzegg. di maschera e specialm. dei
bambini in maschera.
luàscàroii, s. m. = mascherone : testa
e faccia che ha del goffo e del contra-
fatto, che si mette alle fontane.
màscàròtt, s. m. = mascherone : brutta
faccia, specialm. se sformata da ma-
lattia 0 da botte,
1) Faccia contraffatta scolpita per or-
namento di fontane e sim.
2) Mascherotto : persona mascherata.
iiiàscàrpènt, agg. = cisposo, cispellino,
lippe: degli occhi che hanno la cispa.
inàscàrpoii, s. m. = mascherpone, ma-
scarpone, ricotta : specie di latticinio
bianco, delicatissimo, che non si ha
che nelle campagne lombarde; la ricotta
di Eoma, e d'altre regioni è ben di-
versa.
1) Tignosa bianca. Sp. di fungo.
màs'cètt, s. m. = maschietto, ragazzetto.
luàscher, s. m. = maschera , persona
maschile mascherata.
màschera, s. f. = maschera: faccia di
carta pesta o d'altra materia per co-
prire il viso e non essei'e riconosciuti,
e la persona che porta la maschera.
1) Morettina: la maschera nera che
si mette al viso come quella d'arlecchino.
2) Quella di rete metallica che di-
fende il viso agli schermidori.
3) Quella che gli scultori rilevano
dal viso dei cadaveri.
mascherina,* s. /. Vedi màscàrina.
màschérpa, s. f. = ricotta: specie di lat-
ticinio che si ricava dal siero bollito,
levato il cacio.
1) restt. come quèll dela màschérpa
= cascare il pan di mano: dicesi di
cosa che rechi meraviglia e dolore im-
provviso.
2) Cispa: umore vischioso che vion
dagli occhi e risecca sulle palpebre.
niàs'cìori, (i) s. m. pi. = i maschiotti,
ragazzoni, ragazzetti.
màs'ciòtt, s. m. = bomboccione, bonr-
bocciotto, maschiotto.
inàsecònich, s. m. = canonico maestro
delle scuole in chiesa.
màsee, s. m. = massaio, fattore: il con-
tadino che ha in cura i fondi del pa-
drone.
màsèll, s. m,. = massello : piccola massa
di ferro già colato che si vuol ridurre
a manifattura.
maser, s. m. = mazziere : portiere che
porta una mazza ed apro e regola la
processione.
maser, s. m. o màseva, s. f. = mace-
ratoio: fossa dove si mette la 'canapa o
il lino a macei'are.
màsèra, s. f. = massaia, fattora: la mo-
glie del màsee. Vedi,
màserìa, s. f. = masseria ; possessione
di poderi o di bestiame,
màsètt, s. m, = mazzetto: dim. vezzegg.
di mazzo.
1) on màsètt de fior = un mazzolino
di fiori.
2) giùgà à robààs el màsètt = giuo-
care a ruba monte, a ruba mazzi: spe-
cie di gioco semplicissimo che si fa
colle carte.
màsiàcch, agg. = massiccio; grosso, peso.
1) Talvolta prendesi in cattivo senso:
dinn de màsiàcch = dirne dello mas-
siccie: delle marchiane, delle grosso.
màsigòtt, s. m. = batufolo : involto di
cenci 0 altro spesso soffice, fatto alla
peggio.
mas
— 472
mas
1) fa màsigòtt = ingoffire: di vestito
ohe fa goffa la persona.
2) Fig.; goffo; di pors. mal formata,
qon snella.
3) Macco: specie di polenta.
mftsim, agg. = massimo, grandissimo:
che è al più alto punto, nel proprio e
nel figurato.
1) Avv.: massimamente, soprattutto.
màsima^ s. f. = massima: una sen-
tenza, un motto che serve di regola.
1) in màSima, per màéima = in
massima, per massima, nell' insieme:
contrapposto a fatti speciali.
màsiss, agg. = massiccio, solido, sodo.
màsoa^ s. f. = macinatoio e anche la
macinatura: dicesi dei mulini per le
olive.
màsnà, v. att. = macinare: triturare,
spolverizzare colla macina o col maci-
nino.
1) vìàsntl ben = macinare a due pal-
n\enti; mangiar con tutte e due le
ganasce,
2) Ruminare, ghiribizzare : pensar
tra se e sé, specialmente cose cattive.
masnada, 5. /l = macinatura, macinata:
il macinare in una volta.
1) dna masnada de bòtt = un sacco,
un rovescio di botte.
màsnin, s. m. = macinino : arnese per
macinare il caffè tostato.
1) niàsnìn del péver = macinino, pe-
paiuola.
màsocà, V. att. = ammosciare : di riso,
zuppa, legumi o troppo cotti, o lasciati
troppo in molle senza mangiarli, co-
sicché impoltigliano.
màsceù, s. m. = mazzuolo, magliette,
mazzapicchio.
1) Mazzuolo: martello da scalpellini
0 taglia pietre.
màsoeùla e màsoeùra, s. f. = mazza,
maglio, martellone di legno.
1) Scotola: sorta di stecca di legno
o di ferro per battere i mannelli della
canapa e del lino.
2) Entra nella canzonetta numera-
trice ne' giuochi : ara bèl'dra - disóésa
cornàra - de l'or, del fin - del cont
Màrìn - stràpàéa bordòcch - di trii
pitòech • d^Òna màsmùra • quèèt Ve
dénter - e quèàt V è foeura ; che il to-
scano dice invece così : Sotto la pergola
nasce l'uva - prima acerba e poi ma-
tura - cenci cenci rattoppati - riven-
duti, ricomprati - rivenduti in Barbe-
ria - salta fuori, bella Maria. Oppui-e:
Quindici , quindici per V appunto , -
quando il diavolo fu raggiunto - fu
raggiunto in un cantuccio, - quindici,
quindici per l'appunto.
màsòn, s. m. = massone : che appar-
tiene alla massoneria.
1) màson = mazzone : accrescit. di
mazzo, specialm. di fiori.
màsoiieria, * s.f. = massoneria : società
segreta di liberi muratori.
màsoràda, s. f. = mazzata : colpo di
mazza, di mazzuolo, di mazzapicchio.
màsotà, V. att. = ammoscire. Vedi mà-
socà.
mass, s. m, = mazzo : piccolo fascio di
cose lunghe e sottili che si può por-
tare in mano.
1) Di fiori : on màèè de fior frèàch =
un mazzo di fiori freschi.
2) Di altri oggetti : on mààà de ciàv,
de spàrg, de carotai e sim. = un mazzo
di chiavi, di asparagi, di carote e sim.
3) Delle carte da giuoco : càiubià '/
màéé = mutare il mazzo ; vègh, legni
el màis = avere il mazzo ; dare le carte.
4) àndà a toeic fosura del màéé =
ricapare ; scegliere fra parecchie cose.
5) fa àu in d'on màéé = ammazzolai'e.
màstegà; v. att. = masticare : tritai-e coi
denti.
1) màstegà velén = masticar veleno :
esser pieno di stizza.
2) Biasciare, masticare : parlai* fra
sé e sé senza farsi sentire o facendo
vedere che uno non ha il coraggio di
dire quel che vorrebbe ; cosa te ma-
étéghet? di éu in prèéa = che biasci?
dillo in fretta.
màstegàda, s. f. = masticamento : dopo
dna bona màstegùda el mangia el ée
éigeriéé mèj = dopo un buon masti-
camento il cibo si digerisce meglio.
Credo si possa dir però anche: ma-
sticata.
l) dna màstegàda de bòtt = una ser-
qua di legnate ; un sacco, un rovescio
di botte.
màstegàdura, s. f. = masticatura: la
cosa masticata.
mastelètt, s, m. = mastelletto, bugliolo :
specie di bigonciolino.
màstèll, s. m. = mastello : specie di gran
catino di legno a doghe.
mas
- 473 —
inat
1) Bigoncia: vaso di legno a doghe
per vari usi della vendemmia.
màster, s. vi. = mastro : il libro mastro
dei conti che riassume le partite d'altri
libri.
màstice opp. màsticli, s. m. = mastice :
soi-ta di colla o pasta per turare buchi
specialm. dei danti. Servo ad unirò
pezzi di vetro o porcellana: per tu-
rare buchi e crepature l'usa special-
mente il legnaiuolo.
màstìn, s. m. = mastino : specie di cane
di guardia aggressivo.
màstinà} v att. = allucignolare, sgual-
cire : sciupacchiare in tutti i versi un
panno o vestito ; guarda come l'ha
mààtinaa éto tàpee = guarda come ha
allucignolato questo tappeto.
1) Brancicare : palpare con poca
grazia, guastando, sciupando.
2) Acofacciare : detto di cose dove
uno si posi a sedere.
màstinàdfirà) s. f. = brancicatura, sgual-
citura: l'elfetto del brancicare, dello
sgualcire.
màstinént, agg. = sgualcito, acofacciato,
abbiaccato.
mastra, ."?. f. = màdia ; da tenervi il
pane cotto.
mastra, agg. = mastra: di carne di
manzo o di vitello.
màstràfola, s. f. = persopa goffa, ed
anche donna di poco conto.
màstrànsc, agg. = malaticcio, cagione-
vole, cagionoso : che è di salute mal-
ferma, va soggetto ad incomodi più o
nieno gravi. Vedi màlingher.
màsiicàda, s. f. = capata: colpo preso
nella testa battendola in qualche luogo.
màsiicch, agg. = capocchio, scimunito.
Si sente ormai molto di rado,
màsurca, s. f. = mazurca: ballo noto.
mata, s. f. = pazza, matta: femminile
di màtt.
1) éàltt là mata = saltare il ticchio,
il ghiribizzo, il grillo.
'Z) mata biràga = pazza, strana ; di
donna incostante, variabile. Per estens.
di uomini o di cose.
màtàda, s. f. = mattata : azione da matto,
mattana.
1) Matteria : scherzo vivace, mattesco.
màtàrela, s. f. = matterella, pazzarella:
di giovinetta allegra e molto vivace.
màtàlò (àia), modo avv. = alla mari-
naresca. Dal frane. : à la matelot.
màtàràsee, s. m. = materassaio, batti-
lano, scamatino : che fa il mestiere di
batter la lana e fa, vende materassi e
sacconi.
màtàràsin, s. m. = materassina : dim.
di materassa, e specialm. quella pei
bambini.
1) Ginocchiello. T. dei sellai : guan-
cialetto di cuoio che si mette ai gi-
nootihi dei cavalli, perchè cadendo non
si feriscano.
màtàràss, s. m. = materassa: gi*an sacco
ripieno di lana o crino, impuntito, che
si pone sul saccone del letto per dor-
mirvi.
1) bàtt i màtàràéé = battere, divet-
tare le materasse : batterne la lana col
camato per renderla soffice.
2) dàgk aria ài màtàràéà = abballi-
nare, sprimacciare lo materasse : quel
colpeggiarle e scuoterle perchè si man-
tengano soffici.
B) vèsè el màtàraès di bòtt = essere
il bersaglio delle busse; esser quello
che le piglia per tutti.
matèria, s. f. = materia, bruttura, mar-
cia : quella che osco dallo piaghe e dai
Agnoli spaccati. Vedi màrscia.
1) Matteria, pazzia, follia : azione o
cosa da pazzo, da folle.
material, s. m. = materiale, materia:
la quantità della materia che serve a
un lavoro, a un impianto a un ufficio.
1) Agg. : materiale, grossolano, rozzo.
màtìna, s. f. = mattina : la prima parte
del giorno dall'alba a mezzodì.
1) màtìna bonora, bonòra = bruzzico,
bruzzolo: il crepuscolo della mattina.
2) dìirt dàla mà'ìna tla aera = du-
rare dalla mattina alla sera o dalla
sera alla mattina: di cosa che dura
poco.
3) Mattinata : ter à Mònàa èmm pà-
éaa dna bela màtìna = ieri a Monza
abbiamo passato una bella mattina.
4) vèsé à màtìna = essere a levante,
ad oriente; rivolto verso l'Est.
5) dimàn màtìna in éiil frèàeh = le
zucche marine ! Si dice per negar cosa
che ci paia impossibile, sebbene fer-
mamente sostenuta da altri.
màtòcch, s. m. = matacchione, bello
spirito, bell'umore: uomo allegro che
ama divertirsi e tien divertiti gli altri
con facezie e bizzarie.
luat
474
mat
màtolegrh, s. m. = pazzaggio, mattac-
chione : quasi come iiiàtòcch.
màtòii , s. m. = caposcarico, celione,
burlone, allegronaccio : uomo allegrone
0 non cattivo, piuttosto sguaiato.
1) Fungosità : falso rigoglio onde ta-
lora è infestato il formentone.
2) Mattone : pezzo quadrangolare di
terra cotta per pavimenti e muramenti.
Dicesi di preferenza: quàdrèll, medòii.
iiiàtràsS; s. ni. = matraccio : vaso di
vetro col collo lungo per distillare.
màtricària, s. f. = amarella ; matrica-
ria parthenium. Specie di camomilla
usata molto in medicina.
matrìcola, s. in. = matricola: attestato
d'appartenenza a un corpo , special-
mente universitario.
1) Registro dove è scritto il nome,
il casato, il paese nativo, ecc. del sol-
dato.
luàtricolaa, agg. = matricolato, solenne,
famoso: in senso spregiativo; di pers.
molto conosciuta per male qualità.
1) Furbo, astutissimo, destro.
matricolili,* s. ni. = matricolino : lo stu-
dente che fa il primo anno d'univer-
sità.
màtrig'iàii, s. m. = bacchillone, fanciul-
loue, bambinone.
iiiàtrig'iii, s. m. = mazza : asticciuola
colla quale si giucca alla lippa.
matrimoni, s. ni. = matrimonio: con-
tratto fra l'uomo e la donna di vivere
insieme fino alla morte.
1) Sposalizio : la cerimonia colla
quale si celebra il matrimonio.
matrimoniai, agg. = matrimoniale : che
spetta al matrimonio.
màtrimoniòn, s. ni. = matrimonione :
di matrimonio ricco.
màtris, s. f. = matrice, madre. T. dei
fondit. di carattere.
matrona, s. f. = matrona : signora au-
torevole per autorità e nobiltà.
1) Scherzev. e iron. di donna anche
giovane, ma grassa e che sta sul grave.
2) legna matròna = legne di rami
madornali.
inàtt, agg. e s. ni. = matto, pazzo: che
ha smarrito la ragione, che è alienato
di mente.
1) deventà màtt = ammattire, im-
pazzare ; diventar matto. In senso fìg.
si dico anche di chi afferma, o propone,
0 fa cose strane, o sconvenienti o pe-
ricolose.
2) fa deventà màtt = far diventar
matto. In senso iperb. di noie, fastidi,
e sim.
3) vèss niàt, àndà màtt per quéi-
còss = andar matti, impazzare per una
cosa ; esserne straordinariamente inva-
ghiti.
4) fa de màtt = fare il matto, far
mattie. Di cavallo vuol dire: imbiz-
zarrire.
5) var pUsee on màtt à cà eòa che
on stivi à cà di alter = sa meglio un
matto i fatti a casa sua che un savio
a casa d'altri. Vedi cà 18).
6) tra màtt - far passare per matto;
dir che uno è matto quando non lo è.
7) tùti i edn menen là eoa e luti
i màtt voeùrcn dì là eoa = e' non si
lega bene la bocca se non a' sacchi ;
ognuno vuol dir la sua. Insegna a non
curarsi delle dicerie dei pettegoli.
Q) àndà màtt per. . = andar pazzo
per... ; aver gran propensione per qual-
che cosa.
9) de màtt = da, di matto; idèj,
pensér., ròbb de màtt = idee, pensieri,
azioni da matto.
10) cavali màtt = cavallo matto, biz-
zarro.
11) l'è màtt come on cavali = è matto
come un cavallo ; V è màtt de ligà =
è matto da legare, da catena ; di chi
fa 0 pensa cose strane, irrealizzabili.
12) giiét màtt = gusto strano. Il
mil. però dice : giist màtt anche nel
signific. di molto gusto, gusto grande.
13) vèss on poo màtt = pizzicar di
follia, dar nel matto.
14) Di danari, metalli preziosi, gem-
me, signif. falso.
15) no vari on ghèll màtt = non va-
lere un lupino.
16) temp màtt = tempo pazzo : in-
costante, variabile.
17) color màtt = colore che non
regge ; èueòria mata = cicoria salva-
tica ; fung màtt = fungo velenoso.
3IàtfìsàÌèmiii, s. m. = Matusalem ; scam-
pa, vègli i ànn de Màtùsàlèmm = cam-
pare, avere gli anni di ilatusalem ;
moltissimi.
1) Da noi Màtusàlèmm, vale quanto
màtòcch, màtòlegh, luatòn.
màtiitìn, s. m. = mattutino : la prima
me
475 —
inert
parte dell'uffizio obbligatorio degli ec-
clesiastici.
iiiè, pron. = mio : corrisponde a io. Al
femm. mia = mia ; el me liber, el me
aàrimaa, el me cavali = il mio libro,
il mio calamaio, il mio cavallo.
1) Anche in mil. davanti a pàder,
fràdèll , iievòd , ciisin, mari non
prende l'articolo: me fàder, me frà-
dèll. ecc. = mio padre, mio fratello, ecc.
2) el me = il mio ; sottinteso patri-
monio, avere.
3) Sta anche come plurale di mio ;
miei, mie ; i me fineù, ì vie sorcll, sii
dànee chi hin vie = i miei figli, le mie
sorelle, questi danari sono miei.
me, pron. = mi, a me, me ; vii vèn
maa = mi vien male ; me disen = mi
dicono ; me creden = mi credono ; me
tràten = mi trattano. Davanti a vocale
qualche volta perde 1' e e si apostrofa :
la perde sempre davanti alle voci del
\evho ave: m'àvéven diti = mi avevano
detto ; m'àvii crcduu bosdrd = mi avete
creduto bugiardo; e davanti alle voci
del verbo vcés che cominciano per e ;
m'era pare = m'era parso; el m' è
minga piàsuii = non mi è piaciuto.
Quando è enclitico perde sempre la e ;
vceiibiem = vogliami ; credem = cre-
dimi ; l'ha roréim làsàmm = volle la-
sciarmi ; l'ha minga pódiiil scrivem =
non ha potuto scrivermi.
mèca, s. f. = figuraccia ; brutta figura,
qualche cosa più che càpelàda. Vedi.
mecàiiica,* s. f. = meccanica : una delle
scienze matematiche collo studio della
quale si agevola il movimento dei gravi
coir uso delle macchine.
1) Martinicoa : ordigno con che si
fermano quasi le ruote quando il carro
0 la carrozza va alla china. Taluno dice
anche francesemente mecàniccli, da
méemique.
2) Meccanismo: tutto il complesso di
saltarelli e tasti col telaio che li com-
prende e tiene insieme, da togliere e
mettere nel pianoforte.
mecànich,* s. m. = meccanico ; chi di-
rige il lavoro di una macchina, ed an-
che chi inventa, costruisce macchine.
1) iìigegnee mectlnie'i = ingegnere
meccanico: che pratica un'arte o un'in-
dustria di molta precisione e che ri-
chiede l'uso di certo macchine.
mecaaismo ; s. m. = meccanismo; i
congegni di una macchina.
mècia, s. f. = saetta : ordigno de' for-
mai per praticare nelle forme delle
scarpe il foro da passarci il filo.
mèda, s. f. = catasta : detto di roba fatta
a pezzi affatto disgregati ; òna mèda
de riiff = una catasta di immondizie ;
dna meda de liber = una catasta di
libri.
1) Olia mèda de lègn = una catasta
di legno, ed anche legnaia. Vedi lègiu
2) 7nctt in mèda, fa dna mèda =
accatastare ; metter cose una sopra
l'altra purchessia.
medàia, s. f. = medaglia: pezzo di me-
tallo rotondo coniato per memoria di-
qualche fatto memorabile, per onoranza
di persone illustri o per divozione.
1) el rovere dèla medàia = il rove-
scio della medaglia ; il contrario di
checchessia.
2) te dàrdn là meddia = ti daranno
la medaglia. Ironie, a chi fa cosa sciocca,.
ri dicola.
3) fa erosela e medàia = mangiar
pane e coltello ; pane asciutto, per lo-
più per castigo.
medàìòu, s. m. = medaglione : T. d'ar-
chitt. ornamento in cui sta effigiato il
volto di un principe, di un personag-
gio illustre, 0 qualche impresa memo-
rabile.
1) medaglioncino: gioiello o ciondolo
tenuto come porta ricordi o al collo-
co n catena, o alla catena dell' orologi o-
0 come spillone.
médegra (èrba) = erba medica. Vedi
èrba, 22).
medegrà, v. alt. = medicare : curaro cori)
medicine.
1) medegàla = ripescar le secchie :_
rimediare al mal fatto.
medeg-àmènt, s. m. = medicamento, me-
dicina, rimedio, farmaco ; la cosa iit
generale usata per rimedio.
medeghètt verd, s. m. = assenzio. Assen-
zio. Vedi àbsèiis.
medegòss, s. m. ^ cataplasma, impia-
stro 0 sim. disteso su pannolino e ap-
plicato alla parte ammalata.
1) Mestura, cera da innesti : impa-
sto per coprire il taglio, fatto che sia
r innesto.
medèmm , pron. = modosimo : disusa
ogni giorno più.
med
- 476 -
mei
inèder, s. m. = modano ; T. d' arti e
mest. ; misura o modello di vario ge-
^nore secondo i mestieri.
1) toRu gid el méder = ritrarre il
modello, fare il modello di...
medèsim,* pron. = medesimo ; che ac-
cenna r identità, stesso.
1) Tè istèàà, tal e qual^ medéslm =
è proprio la medesima cosa.
2) in del viedésim temp = nel me-
desimo tempo ; al tempo stesso.
medesìua, s. f. = medicina : ogni rime-
dio che si dà per cura.
1) inedesìna de cavali = medicina
da cavalli ; forte in modo sti*aordinario.
mèdi, s. m. = medio : il dito medio, cioè
il più lungo della mano.
inedia,"^ s. f. = media : quanto è calco-
lato che sia tra i due estremi, mas-
simo e minimo ; fa là media, vègh in
media, ecc., = far la media, avere in
media, ecc.
1) Punto di passaggio, di idoneità,
di profitto, di studio ; g'hoo minga
àvUii là media per l'esdnero = non ho
avuto la media per l'esonero.
«lediànteché, cong. = purché ; concede
sotto condizione.
mediàsión, s. f. = mediazione, senserìa:
l'opera del sensale e la mercede di
essa.
mediàtòr, s. m. = mediatore, sensale :
chi si intromette fra il compratore e il
venditore per agevolare il contratto.
medicàsiòn,* .«. f. = medicazione, medi-
catura ; l'applicazione del medicamento.
mSdicli, s. m. = modico. Usa meglio
dotór.
medita; v. alt. = meditare ; riflettere
seriamente, a lungo.
1) Anche : macchinare, ordire ; pen-
sar di fare, spocialm. il male.
Jiieditàsiòn, s. f. = meditazione : il me-
ditare.
mediòcritaa, s. f. = mediocrità ; astr.
di mediocre : specialm. dell' ingegno e
della capacità. Si dice anche della per-
sona stessa.
Medio Evo,* s. m. = il Medio Evo :
epoca storica che per lo più si fissa tra
il 476 e il 1492 dell'Era volgare.
Mediteràni, agg. = Mediterraneo ; che è
in mezzo alle terre : del mare che è
tra l'Europa, l'Asia e l'Affrica.
medòn, s. m. = mattone. Vedi màtòn 2).
1) msdon miéé in edita = mattoni
posti per coltello.
2) fiori i medòn = spuntare il fiore
sui mattoni : quando sbullettano.
3) medon de seénten = mattone ac-
centinato ; ossia di forma curva.
4) medon éàgomaa de écàla = mat-
tone da modonatura.
mee, pron. = miei. Plur. del pron. me =
mio : va sostituendolo sempre più lar-
gamente la forma più snella me. Vedi
me, 3).
meìn, s. m. = Vedi pandemein.
meiàna, s. f. = panicasti-ella ; panico
selvatico.
mèj, s. m. = miglio ; panicum milia-
ceum : pianta simile al panico span-
nocchiato. Serve per lo più come cibo
di polli, uccelli e sim.
1) pan de mèi = pan di miglio : di-
ciamo il pane fatto con farina di grano
tui'co invece che di frumento. Si usa
specialm. dai contadini ; vèéé éiice come
el pan de mèj = asciutto come l'esca;
di chi è piuttosto burbero.
2) àe luti i pàser conosèéen el mèj...
= Modo proverbiale che vale quanto
dire : se tutti fossero buoni giudici, se
tutti sapessero distinguere il bene dal
male...
mèj, s. m. = meglio ; più buono, mi-
gliore : per tutt'e due i generi e nu-
meri ; fé là mèj cArta che g'he pòéà
dà = è la meglio carta che le posso
dare ; l'è el mèj che me podéva ca-
pita = è il meglio che mi poteva ca-
pitare ; l'è tiitt quèll mèj che pose fa =
è tutto il meglio che possa fare.
1) Avv. : più bene ; scriv, teg, m.an-
git, viv mèj = scrivere, leggere, man-
giare, vivere meglio ; Vhàfaa mèj d'on
dotòr = fece meglio d'un medico.
2) mèj ! = meglio ! meglio così !
Esprimendo compiacenza del modo come
è andata la cosa.
3) tbla mèj., (Lia bèVe m,èj = alla me-
glio ; alla meno peggio, quasi male.
mei, s. in. = miele : sostanza liquida
zuccherina prodotta dalle api per mezzo
dei succhi che raccolgono dalle orbe e
dai fiori.
1 ) veiè dola come 'l mei = esser dolco
come il miele ; di cosa dolcissima.
2) mangia fel e épuà m,el = ingol-
lare amaro e sputar dolce : quando ci
tocca sopportar soprusi, per il meno
mei
- 477 -
mem
peggio e far buon viso alla cattiva for-
tuna.
3) mei rosaa = miele rosato : miele
conciato per medicina,
mela, s. f. = duiiindaua, cinquadea, dra-
ghinassa : scherzos. ogni spada.
melaa, agg. = melato ; condito col miele,
dolce.
1) Fig. di parole, di discorsi.
melàsa, s. f. = melassa : specie di sci-
roppo, residuo dello zucchero raffinato.
mélgra, s. f. = saggina, melica : pianta
simile al granturco, ma più alta, colla
pannocchia in cima e i chicchi più
piccoli.
1) mélga de èeov = saggina scopa-
jola ; quella che serve a far scope e
granate.
2) melgàsc dèla melga = sagginale :
il fusto secco della saggina.
melgàsc, s. m. pi. = granturcali, sag-
ginali : fusti riseccati del formentone
per ardere.
melg'àscee, s. m. = mucchio di gran-
turcali 0 di sagginali,
Melgràsciàda, = nome di un cascinale
vicinissimo a Milano, dove ci si reca
di primavera e d'estate in liete comi-
tive, specialm. per mangiare gli aspa-
ragi, che vi sì trovano freschi, eccel-
lenti. ,
melgrhèta, s. f. = sagginoli^, saggina se-
rotina ; la saggina da foraggio.
melgrón, s. m. = granotui-co, formen-
tone, gran siciliano : specie di grano
che fa una pianta di gambo grasso con
pannocchie ravvolte in cartocci. Lo di-
cono anche càrldn, perchè ne fu rac-
comandata la coltura da S. Carlo Bor-
romeo, e se ne hanno varie qualità ;
melgon d'Egitt = grano siciliano bianco ;
melgon genovés = siciliano rosso ; mel-
gon oàtdn = siciliano agostano o grosso ;
melgon màgéngh o invernéngh = mag-
gese, che si semina tra maggio e giu-
gno; melgon giàldìn, négher = siciliano
bianchiccio, nerastro.
melgouaa, agg. = di terreno, campo pian-
tato a granturco o a melica.
melgonìn e melgrotìu, s. m. = sici-
liano agostano o grosso : è una specie
di grano turco più corto e dolce del-
l'ordinario.
mel?òtt, s. m. = lo stesso che melgron.
Vedi.
meli sa, s. f. = melissa, cedronella, T.
botan.: genere di labiate, la cui più nota
è la melissa officinale, da cui fanno
un'acqua distillata e una tintura. Noi
chiamiamo così però specialmente que-
sta tintui-a di melissa. L'erba diciamo
limonsina.
mélma, s. f. = melma, belletta, mol-
letta : mota lasciata specialmente dalle
piene e per antonom. qualunque fan-
ghiglia.
melodràma, s. m. = melodramma : com-
ponimento drammatico messo in mu-
sica, detto anche òpera = opera.
melòn, s. m. = popone : pianta cucur-
bitacea che fa frutto rotondo e grosso
con polpa gialla o bianca sugosa e sa-
porita, che si mangia crudo : e il frutto
stesso.
1) éùceh e melòn ttla eoa étàgiòn =
ogni frutto alla sua stagione; ogni cosa,
va fatta a suo tempo.
2) quèll che vend i melón = popo-
naie.
3) melón = testa rapata : alla quale
han tagliato i capelli a cotenna.
4) fààè fa 'l melón = farsi zucconare^
rapare: farsi tagliare i capelli a cotenna.
melonà, v. alt. = zucconare, rapare, to-
sare: tagliare i capelli a cotenna.
melonàtt, s. m. = poponaie : chi vende
poponi.
melonéra, s. f. = poponaia: luogo col-
tivato a poponi.
1) veéè el pàdròn déla melonéra =
essere l'arbitro di qualche cosa : poter
deliberare con libertà, come da padrone
assoluto.
memoràbil,* agg. = memorabile : da do-
versene ricordare.
memorandum, s. m. = memorandum. Dal
lat. memorandum : carta che si dà a
qualcuno perchè si ricordi di quanto de-
sideriamo che faccia.
memòria, s. f. = memoria: facoltà di ri-
tenere e richiamare a mente lo idee.
1) impara à memòria = mandare, im-
parare a memoria.
2) àdvè à ìnemdria = sapere a me-
moria: di cosa saputa da tutti.
3) Ricordo; quel che si ricorda o che
fa ricordare: là memòria déla mia mà-
m,'i glie l'hoo éémper in del coeur = la
memoria della mia mamma l'ho sempre
nel core.
4) mètt óna memòria = porre una
memoria, cioè una lapido, xin' iscrizione.
meni
— 478 -
. 5) fa òna memòria = prender me-
moria, prendere appunto; fare annota-
zione di una cosa per ricordarsene.
6) vècjh òna memòria de gàtt = avere
una memoria assai labile.
7) fàgli memòria à villi de quèieòsè
- = ricordare ad uno qualche cosa; far
€h.e si rammenti,
8) rinfresca là memòria = ricondurre
nella mente.
9) òna memòria = una memoria, un
ricordo: un oggetto che per aver appar-
tenuto a qualcheduno, lo rammenti se
lontano e specialm. se morto.
10) j)er memòria = per memoria, per
ricordo, per segno di ricordo; éto oro-
lògi el tègni per memòria del me pà-
pàgrand = questo orologio lo tengo per
memoria del mio nonno.
luemoriàl, «. m. = memoriale, supplica.
iiién, avv. = meno: compar. d' inferiorità
contrapposto a più.
1) per lo mén, dal ini ài onèn, nien-
temén = per lo meno, dal più al meno,
nientemeno.
2) cìnqu ghèj pii clnqii ghèj mén =
soldo più. soldo meno, contrattando.
3) ciintà, vari, savè, fa mén de niènt
contare, valere, sapere, fare meno di
niente, cioè niente affatto.
4) fa, fànn à mén = fare a meno,
far di meno; far senza, ed anche fare
in altro modo.
5) vegnì ài mén = cadere, ricadere
al basso: figur. di pers. e di fam., im-
poverire.
6) in mén che no se disa, se pénèa =
in men che non si dica, si pensi : cioè
prestissimo.
mena; r. att. = condurre, menare: an-
dare insieme con pers. per essergli guida;
menti i flosil à àcòla = condurre i ra-
gazzi a scuola. Detto anche di bestie;
mena i cavai à hév = condurre, me-
nare i cavalli a bere.
1) Nel senso di accompagnare; menti
là miee à teàter = condurre la moglie
a teatro.
2) Di sti-ade per cui si va in uu dato
. luogo ; luti i strad mènen à Róma =
tutte le vìe conducono, menano a Roma.
3) menti frècc, pioeùva e sim. = me-
nar freddo , pioggia e sim. portarla,
prodiu-la.
4) mena bòna = menar buono, ab-
bonare: accettar per vera una cosa. Si
usa comunem. in senso negativo; que-
sta te là meni pròpi minga bòna =
= questa proprio non te l'abbono.
5) mena, à spàès, per el nas = me-
nare a spasso, per il naso : cercar di
tirare in lungo colle promesse per non
mantenerlo.
6) mena i man = menar le mani :
picchiar botte.
7) menò, là léngiia = menar la lin-
. gua: sparlare.
8) finì pii de menala = mestarla e
rimestarla.
y) làéàss menti vìa = lasciarsi aggi-
rare 0 levare in barca: lasciarsi indurre
in errore, lasciarsi abbindolale. Anche:
lasciarsi distrarre.
10) menò, via, nienti sé = arrestare
uno ; condurlo in prigione. Anche :
distrarre, abbagliare.
11) menti dent = rubare. T. delle
cucitrici : quando nel cucire accorciano
senza avvedersene la lunghezza degli
orli, 0 del vivagno.
12) menti = suppurare, far marcia :
di piaghe che fanno materia.
mena mena (el), s. m. = menatoio,
manovella: specialm. quella degli or-
ganetti.
menabò, s. m. = guida, traccia : norma
scritta por l'ordine da tenersi in uu
lavoro di tipografìa.
mènàcuu, s. m. e /". = anitrino, anitrina:
- chi noll'andar dimona l'anca.
luenàda, s. f. = mossa : il muovere in
certi giuochi una pedina, un pezzo e
- simili.
1) Fig. mena, raggiro, viluppo, ca-
bala.
2) Tergiversazione; menata nel senso
del verbo mena 5).
3) Rimestata. Vedi mena 8).
mènàdìt (à), modo avv. = a menadito,
benissimo, con precisione.
1) àndti à tnènàdìt = diciamo per
iron. degli orologi i quali non segnano
le ore, se gli indici non son mossi
colla punta del dito.
mènàdòra, s. f = menatoio: stram, per
dimenare. Vedi mena ména.
1) Scalmo : cavicchio nella barca a
cui si appoggia il remo.
2) Vedi menerà.
mènàfrécc, agg. = freddoloso: chi ha
freddo e cogli atti suoi mette freddo
agli altri.
men
479
rncii
1) s. m. - pappafredda : chi non si
accalora mai di nulla, e anzi spegne
l'entusiasmo altra! .
menala, v. att. = rimenarla, rimestarla ;
seguitare a battere sullo stesso argo-
mento, specialm. se fastidioso.
mènapólt, .s. m. = appaitene, faccendone,
intrigante: di chi ama inframmettersi
negli affari altrui.
iiiènàrdst, s. m. = girarrosto: arnese
- da cucina che, caricato, fa girar lo
spiede.
menàsción, s. m. = manesco : facile a
menar le mani.
luènàtoròn, s. m. appaitene, faccendone.
Tedi 'mènàpóIt.
mènda , s. f. = rimendatura, rimendo.
menda; v. att. = rimendare , rammen-
dare : ricucire strappi senza lasciarne
traccia.
niendàda, .<?. f. = rimendatura, rammen-
datura: r operazione del rimendare;
chi glie femm dna bela niendàda e se
cognosà pii nàgòtt = qui ci facciamo
una bella rammendatura e non si ca-
pisce più dove sia lo strappo.
meudàdura, s. f. = rimendo : la rimen-
datura special, eseguita.
mendéra, s. f. = rimendatora, rammen-
datrice : donna che per mestiere ram-
menda.
mendica; * v. att. = mendicarje : nel senso
figurato di mendicar scuse, ragioni,
pretesti.
mendosà, t. att. = sfrinzellare : far ram-
mendi malfatti.
Menegrliin, .9. m. = Meneghino : la ma-
schera milanese e il nostro dialetto.
menegrhina, s. f. = zombata, rivellino :
percossa forte e sonante; ed anche forte
rabbuffo.
1) l'à tòlt sii òna bòna meneghina
= ne toccò delle buone ; di busse.
2) dàgh là meneghina à viln = soi'-
bare, Borbottare uno : dargli delle botte,
menèmàn, avv. = pressoché, quasi : l'è
menemàn vòra de disnà = è quasi
l'ora di pranzo.
mèner, s. m. = randello: serve a serrar
bene le funi colle quali si legano le
some.
1) nièner déla tromba = menatoio.
Anche: niàuich déla trómba.
2) Bastone : quello con cui si fa gi-
rare la morsa.
menerà 0 mènàdùra, s. f. = aspo, an-
naspo : strumento per formarvi lo ma-
tasse del filo; e specialm. il manico di
tali strumenti.
1) Chiave, T. delle arti e mestieri.
2) Cavigliatoio. T. dei tintori.
menescàlcli, s. m. = maniscalco. Vedi
màniscàlch, *
menéstra, s. f. = minestra. Vedi mi-
nestra. *
menestrà , menestree , menestrìna.
Vedi minestra, ecc.
menisc, s. m. = piastriccio, poltiniccio:
sudicio, specialm. in cucina quando si
versano untumi.
1) Fig. nel senso di mànèg'. Vedi.
menomai, * esci. = meno male : sentendo
un fatto che compensa altre cose brutte;
menomai ! àlmén ti te glie see = meno
male ! almeno tu ci sei.
mensa, s. f. = altare : il parallelepipedo
che costituisce l'altare nelle chiese.
mensìòn,* s. f. = menzione: il rammen-
tare; nome che si fa di pors. 0 cosa;
l'ha nànca faa mension de ti = non
fece neppur menzione di te: non ti ha
neppui' nominato.
1) Attestato che ha signific. di onore,
di premio a esposizione, nella scuola, ecc.
mensionà,*«'. att. = menzionare, far men-
zione, rammentare: il nominare che si
fa una pers. 0 cosa.
ment, s. f. = mente : la facoltà che dà
all'uomo il pensiero.
1) pàsà per là ment » passare per la
mente; pensare, fantasticare.
2) vègh in ìuent = avere a mente, ri-
cordare, ed anche : avere in mente,
cioè nell'idea, nel proposito.
3) àndà foRÙra de ment = cader di
mente, partirsi dalla mente, dimenti-
carsene: ci ms va mai fceùra déla
ment = non mi si parte dalla mento
mai.
4) fa on Glint à ment = faro un
conto a mente: non colla penna.
5) mètes ben in ment = ficcarsi in
mente : fare in modo di ricordarsene
per un pezzo 0 sempre.
6) impara., di sii à 'tnent = imparare,
dire a mente, a memoria.
7) di sii qul'll che ven in là ment =
dire quel che viene alla bocca : parlare
senza riflessione, a casaccio.
8) vegni in ment = venire, presen-
iiieu
— 480
iiier
tarsi alla mente: di cosa di cui ci si
ricorda.
9) fa à meni = por mente ; prestare,
volgere l'attenzione.
10) tegni à meni = tenere in mente ;
ricordare.
luéiita, s. f. = menta : pianta odorifera
di più specie, e 1' estratto che se ne
ricava.
1) ménta éàlvàdega = mentasti'O.
mentàl, agg. = mentale : della mente.
Usato specialm. come T. med,
iiientàlmént, avv. = mentalmente : colla
mente, non colla parola, non nel fatto.
mente dèi, (vèss in) = essere nella mente
di Dio: cioè non ancora nati. Dal lat.
luénter, am. = mentre, in questo tempo
che, intanto che. Usa meglio intànta
che.
1) ménter che = mentre che, dove,
dovecchè, avversativa ; el vceur che 'l
mhia à spàéé nienter che el me fa
sémper inrabì = vuol che lo conduca
a passeggio, mentre che mi fa sempre
ammattire.
2) ménter che = purché ; nd éont
proni à vegnì ménter che te me àélcUret
che èe torna indree prèét = io son pronto
a venire, pui'chè tu m' assicuri che si
ritorna presto.
meutìn, s. m. = zuccherino di menta.
meuuder, agg. = minuto, piccolissimo.
Al femai. meuudra.
1) Di corpi viventi, sottile, tenue,
esile, mingherlino.
2) Avv. minutamente; tridà men&der
= triturare, tritare minutamente.
3) guarda de tnenUder = guardare a
minuto, per la minuta a fondo e in tutti
i particolari, sottilmente.
4) càffà de menÈder = stillar sottile:
modo volgare che si dice di chi sta sul
tirato e spende poco.
5) i mentìder = biade minute, biade
baccelline: nome collettivo di quei ce-
reali che si coltivano e maturano nei
campi dopo mietuto il grano.
lueniidràìa, s. f. = minutaglia, minutame,
spicciolame: una certa quantità di cose
minute, spicciole; ha sempre signif. un
po' spregiativo.
inenfìs, s. m. pi. = rigaglie, fegatini: le
interiora dei polli.
meopàtich; agg. = omeopatico : che ap-
partiene alla omeopatia e quindi per
estensione tutto ciò che si mangia e
si beve in dosi piccolissime, minime.
meràvìlia, s. f. = maraviglia. Vedi mà-
ràvìlia.
lueràyilià, v. att. = maravigliare: ecci-
tare la maraviglia.
meràvilìòs, agg. = maraviglioso, che eccita
la maraviglia.
inercaa, s. m. = mercato: radunanza di
molta gente in un luogo particolare per
vendere e comperare grani, buoi, casta-
gne, ecc., e il luogo dove si raduna.
1) à bòn mercaa = a buon mercato:
si dice del compratore che paga la merce
un prezzo basso o per lui conveniente.
2) à étràscia mercaa = a buonissimo
mercato; di chi vende la merce gua-
daguando pochissimo.
3) dò dòmi e on'dea fan on mercaa
= tre donne fanno una fiera e due un
mercato; oppure, tre donne e un pollo
fanno un mercato, ed anche : due donne
e un gatto e il mercato è beli' è fatto;
perchè ciarlano e quistionano.
inercànt, s. m. = mercante: chi compra
e rivende cose di uso comune per com-
modo altrui e per suo proprio guadagno.
1) mercànt de vìn = mercante di vino,
vinattiere: chi rivende vino al minuto.
2) mercànt d-. gran = granai uolo :
chi rivende grani.
3) Pannaiuolo, fondacaio: chi vende
a ritaglio panni e drappi. Anche: mer-
cànt de bràéé.
4) mercànt de àèda, de tìla = se-
taiuolo, telamelo.
5) mercànt de mèle = merciaiolo.
Vedi niercàntell.
6) fa orègia de mercànt = fai'e orec-
chie da, 0 orecchi di mercante: far vi-
sta di non sentire.
7) giiigà ài mercànt in fera = giuo-
care al mercante alla fiera specie di
giuoco che si fa colle carte e per lo più
in numerosa brigata.
mercanta, s. f. = mercantessa : moglie
del mercante e donna che esercita la
mercatura. j!
mercanta, o mercàntegrià, ». att. = ^1
mercatare, mercantare, contrattare ; sti-
racchiare il prezzo di checchessia.
mercàntèll, s. m. = merciaiuolo, spil-
lettaio, mereiaio: chi vende tutte le cose
minute che occorrono o ai sarti o alle
donne per cucire, come aghi, refe, co-j
tene, bottoni e sim.
iiier
— 481 -
mes
1) botèga de mercàntèll = merceria,
la bottega del mereiaio.
luercànsia, s. f. = mercanzia, merce: quel
che si mercanteggia.
luercàutìl, agg. = mercantilo: ohe si ri-
ferisce al commercio.
] ) Di regione, città. Stato e sim. dove
lìorisce il commercio.
luèrcoldì ed anche mercoledì,* s. m. =
mercoledi: il terzo giorno della setti-
mana.
mercuri, s. nt. = mercurio, 1' argento
vivo: corpo semplice, metallico fluido,
volatile.
merciiriàl, agg. = mercuriale : dove ea-
tra il mercurio.
merda, s. f. = merda: gli escrementi. T.
triviale anche nel dialetto.
mèrdàda, s. /! = cacata. Vedi càg^àda.
nièrdee, s. m. = merdaio : luogo pieno
di escrementi, e fig. ogni cosa o luogo
straordinariamente lordi.
l) Culo, deretano ; specialm. se di
dimensioni più grosse dell' ordinario.
merémur, s. in. = tieniamente, lezione,
ramanzina : una sgridata abbastanza
aspra : dal latino.
meresgriàna, s. /'. = una finestrata di
sole. A'oce popolanesca e quasi morta.
iueresg:iàn, s. m. = petonciano, melan-
zana ; solanuni insammi = pianta er-
bacea che fa un frutto come una spe-
cie di zucchetto, di buccia 'paonazza, e
il frutto stesso.
Mèrica, s. f. = America. Vedi America.
Si usa specialm. se preceduto da prep.
che terminano per conson, ; vès.% ància
in Me ricci = essere, andare in America.
meridiana, s. f. = meridiana, gnomone :
orologio solare.
meridional, agg. = meridionale : delle
parti di mezzogiorno, del sud.
1) Colle qualità o i difotti della gente
0 dei paesi del mezzogiorno ; el g' ha
')na proaumia, ineridioncìl - lia una
pronuncia meridionale.
merinos, s. m. = merino : sorta di lana
tolta da una sorta di pecore spagnuole,
molto pregiata. Dallo siìagnnolo merinos.
mèrit, s. m. = mei-ito : qualità ohe ci
fa degni di stima e di rispetto.
1) Ragione, sostanza di una causa ;
entrà^ pària in inerii de... = entrare,
parlare in merito a...
2) !ièn!ici mèrit = imnieiùtamcnte ;
senza ragione o merito.
3) vegnt ài mérit de = venire al
punto, al termine di....
inerita, v. att. = meritare ; aver merito,
essere «meritevole di...
ineritèvol,* agg. = meritevole : che si
merita, che ha meriti.
mèrla (i trii dì déla), = i tre ultimi
giorni di gennaio, che per ordinario
sogliono essere freddissimi. Perchè si
chiamino cosi dal nostro popolo è in-
certo.
merlàda, s. f. = scempiaggine, impru-
denza ; azione fatta senza riflettere
prima.
merli (cipeli), = maramao.
merlo, s. m. = merlo : uccello della fa-
miglia dei tordi.
1) canta c()me on mèrlo = cantare a
distesa.
2) mèrlo àcciuiroìil = Vedi màrtìu
pescò.
3) Noi lo diciamo ad uà uomo sciocco,
semplicione, babbeo ; va là che te éee
on gran mèrlo = va la che sei un gran
scempio ; mentre i Toscani lo dicono
di persona assai maliziosa o furba.
mèrlòtt, s. m. = merlotto ; accrescit. di
merlo .
1) Fig. minchione, grullo, sempli-
ciotto.
merliiss, s. m. = merluzzo ; sorta di pe-
sce di mare che i Toscani volgami,
chiamano baccalà.
merliisàtt, s. m. = baccalario ; venditore
di baccalà o di merluzzo,
mersa, s. f. = marza, messa : tralcio di
vite novella.
mes, s. m. = mese : la dodicesima parto
di un anno, di trenta o trentun giorni
ciascuna, salvo febbraio che ne ha ven-
totto e negli anni bisestili ventinove.
1) l'ànn del clilil e 7 mes del mài =
il giorno di San Bellino; per significare
un termine di tempo che non giunge
mai e non può giungerò.
2) te glie rniés nneuv mes à nà-àé ! =
Roma (o il mondo) non fu fatta in un
giorno ! Ci vuole il suo tempo a faro
ogni cosa.
Illésa, s. f. = messa : il sacrifizio che of-
feriscono i sacerdoti cattolici.
1) mèèa bà-sa, mèéa càntàda = messa
piana, messa cantata ; mésa grdnda =
messa grande ; quella cantata ; mè^a
noeùva = messa novella : la prima messa
che dice chi si fa sacerdote.
:ì1
lues
482 -
11168
2) vegnì fceùra là nièéa = entrare la
messa.
8) èonà mesa = toccheggiare, sonare
a messa.
4) tàctL èil là m^m = bruciare, sa-
lare la messa ; non andarci per quel
giorno ; pèrd mèéa = perder la messa,
non arrivare in tempo a sentirla.
5) àndà, àndà minga à mesa = an-
dare, non andare alla messa, essere o
uo buon cattolico.
6) sbaglia tinca 7 prct à di rn^sa =
sbaglia il prete all'altare e il contadino
all'aratro; tutti sono soggetti a sba-
gliare.
7) èénsa dànee i pret eànten minga
mHa = senza danaro nulla si fa, bisogna
ungere per mungere.
8) g'hoo minga levaa là mèèa = non
gli sarà caduto uno spicchio di croce;
non ho poi fatto cosa per cui si debba
offendere tanto.
mésa, s. f. = messa, posta : quel danaro
che ognuno mette per una giuocata.
1) Acchito : la posizione della palla
0 del pallino quando uno si è acchi-
tato nel giuoco del biliardo.
ines>à<la, s. f. = mesata : salaiio, stipen-
dio di un mese.
mèsàl, 8. m. = messale : il grande libro
in cui il sacerdote legge la messa, e
])er simil. qualunque altro librone di
grande formato.
mèsàlàna, s. f. = mezzalana: panno or-
dinario di lana e cotone o lana e filo.
inèsàlira, s. j. = mezza libbra : pane
di mezza libra o 403 grammi. Vaio
quanto dir mica. Tedi.
«lèsàluna, s. f. = lunetta, arco: apertura
semicircolare che è invece dell' aj.'chì-
trave in alcune porte, dette « arcate. »
Vedi lììnèta, 1).
1) lunetta, mezzaluna : coltello in
forma di mezzaluna, con due manichi,
per tagliare, tritare carne o altro sul
tagliere.
mèsàn, agg. = mezzano : di mezza o me-
diocre qualità 0 statura.
mèsàiièll, agg. = mezzanotte : dimin. di
mezzano, indica anche chi è di mezza
età.
inèsàniu, s. m. = mezzanino : piano di
una casa di mezzo tra il nobile e il
superiore o tra il pianterreno e il no-
bile.
1) fìtà i mèsànitt = dar nelle giran-
dole, nelle girelle, impazzire. Anche :
mancare ad uno più. d'un venerdì; di
chi non è veramente pazzo, ma fa cose
con poco criterio e strane.
mèsànòtt,* s. f. = mezzanotte: il punto
fra una metà e l'altra della notte ossia
l'ora 0, e, secondo il modo di contare
le ore che si teneva prima, la 12* ora
di notte. Il modo nuovo però dura fa-
tica a divenir popolare.
mèsàrìa, s. f. = il mezzo : la linea che
separa in due parti uguali una su-
perficie.
1) Mezzeria, mezzadria: il lasciare
al contadino da coltivare il campo fa-
cendo a metà della raccolta.
mèsàsoeùla , s. /". = mezza piantella,
mezza suola. T. dei calz. : la suola ri-
messa alle scarpe.
luèsàtiuta, s. f. = mezzatinta: colore
tra il chiaro e l'oscuro.
mèsbàstòn, s. m. = sponderola a baston-
cino : specie di pialla col taglio a mezzo
cerchio; ma pili piccola della sponde-
rola a bastoni.
mès'c, agg. = mescolo, mescolato, mi-
schio, mischiato.
mescliìn, agg. = meschino, poveretto:
povero di stato o di spirito.
1) Esile, gracile : di chi ha comples-
sione molto debole.
mes'cià, ^'. alt. = mescolare, mischiare :
mettere insieme, confondendole, cose
diverse.
1) meà'eiti i cari = mescolare le
carte, scozzarle.
2) mes'eiàèé = accomunarsi: mesco-
lai'si con persone di diverso ceto come
se fossero pari.
mes'ciàda, s. f. = mescolata, mescola-
mento : il mescolare e l'atto del me-
scolare.
mes'ciòss, s. m. = miscuglio, mescuglio :
l'effetto del mescugliare, cioè fare un
cattivo mescuglio.
méscola, s. /. = mestola, romaiolo : ar-
nese da cucina per prender liquidi.
m^sedà, V. alt. = mestare, tramestare :
mescolare, dimenando col mestolo, o
con altro.
1) dai., tira, mòla, meéeda = dagli,
picchia, risuona, martella. Anche : da-
gli oggi, dagli domani. Cioè: tenta e
ritenta.
mesee, s. m. = nonno, avolo: il padre
d'uno dei genitori.
mes
483
lues
1) Zazzerone : uomo che va all'an-
tica.
2) Suocero: il padre della moglie o
del marito. Disusa.
luesèna, s. f. = mezzina : la metà di
un porco salato.
luesici; s. m. = il messia: spccià 'l mesta
= aspettare a gloria ; con molto desi-
derio.
Illeso, s. m. = bacino, catino : vaso di
ramo più grande della catinella e della
bacinella. Dal latino.
meso,
messo,
del
messaggero,
tribunale e
specialm. T usciere
messo municipale.
Illéso, * s. m. = mezzo, modo : troà el
méso de fa = trovare il mezzo, il modo
di faro ; no gli e mèso = non c'è mezzo,
non c'è modo : è impossibile.
1) i mesi = i mezzi ; i mezzi finan-
ziari, il danaro, il patrimonio : el vo-
rèva ància à Roma, ma \l g' aveva
minga i mési = voleva andare a Roma
ma non aveva i mezzi.
iiicsola, s. f. = mensola. T. d'archit. :
sostegno di trave, cornice o altro che
.sporga dalla parete.
1) Beccatello : mensole o peducci o
regoli di legno confitti nel mnvo per
reggere a traverso assi sulle quali si
posano alcuni utensili della cucina, che
non si possono appendere.,
mesolèta ora meglio mensoléta, * s. f.
= beccatello. Vedi sopra iiièsola, 1).
mesolìna, s. f. . = rastrelliera : arnese a
. regoli dove nella cucina si tengono le
stoviglie.
mèsoiisa, s. f. = ganascino : quando si
fa sulla guancia tanaglia delle dita.
mèsòra, s. f. = falcinola: falce da mie-
tere 0 messoria.
inèss, agg. = mezzo. Fomm. luèsa: una
delle parti divise ugualmente, ed anche
parte che s'avvicini alla metà.
1) vièss éàòr, mèés briisaa, mèss
còtt^ mèss ynòrt = mezzo sapore, mezzo
abbruciato, gaascotto, mezzo morto :
indica che s'avvicina ad essere quel
che si dico.
2) tness busi = mezzo busto: colla
testa e parte del petto, senza braccia.
3) mèés dì = mezzogiorno : il punto
ohe segna la metà del giorno, la 12»
ora del giorno.
4) mèss moRUsg = mezzo moggio :
misura specialm. del carbone. E fig. :
batufolo, tappo di botte: pers. troppo
piccola in confronto alla grossezza.
6) mése punt = mezzo punto, punto
scempio : quello che si fa non in croce
sull'ordito del canovaccio.
6) mèss sopràn = mezzo soprano : chi
ha la voce tra il soprano e il contralto.
7) mèss méter = il mezzo metro:
misura lunga 50 centimetri.
8) mèss tèrmiìi = mezzo termine :
espediente.
9) mèss color = mezzo colore : colore
di mezzo tra due colori.
IQ) dò vòlt mèss = due volte mezzo :
lo stesso che tutto.
11) de mès'etaa = di mezz'età : fra
i trenta e i quarant'anni l'uomo, la
donna fra i venticinque e i trenta.
12) vèÉs vièss dolor, mèss àocàtt,
nùés spesiee = essere mezzo medico,
mezzo avvocato, mezzo farmacista; sa-
perne assai di medicina, di legge, di
farmacopea , quantunque non se né
professi.
13) invida à mésa loca = invitare
a mezza bocca : per puro complimento,
senza spontaneità d'affetto.
14) mésa calsela = calzino : calza
che non giunge alla polpa. Fig. : si-
gnor di maggio : chi vuol far credere
di esser gran che, non lo essendo.
15) mésa fèéla = semiferia, mezza
vacanza.
16) à mesa vos = a mezza voce;
non a voce distesa.
17) mès'òra = mezz'ora: 30 minuti
primi.
mèss, s. m. = mezzo, metà, centro: termi-
ne ugualmente distante da duo estremi.
1) àndà de mèss = andarne di mezzo,
patirne.
2) là vìa de mèss = la via di mezzo :
il giusto termine.
3) vèss de mèèé = esserci in mezzo,
entrarci, averci parte.
4) fa à mèss coni vùn = fare a mezzo,
bottinare: accomunare con alcuno.
5) in mèss à Ulti quèst = non per
tanto, con tutto ciò.
6) el piali de mèss = tramesso, fram-
messo : di pietanza che si porta a
mezzo pranzo. In senso volg. anche :
mezzano.
7) on mèàà = un mezzo : elitt. sot-
mes
484 -
luet
tintendo litro, boccale ; vhnm à be-
ven on mèss ? = andiamo a berne un
]nezzo ? ; el paga trii mése = paga ho
mezzi litri.
8) per inèsé = per mezzo, col mezzo,
a mezzo : te màndàroo i searp per
mèÉs del corér = ti manderò le scarpe
per mozzo del corriere.
luestee, s. m. = mestiere : l'esercizio
dell'aitigiano, e per estensione, qua-
lunque lavoro materiale per guadagnarsi
la vita, esclusa la penna.
1) vèéé del meétce = essere del me-
stiere : conoscerlo, saperlo far bene,
ed anche appai'tenere a quella deter-
minata classe di artigiani.
2) lè'l so mestee = è il suo mestiere ;
di cosa che a uno riesco bene, tanto
se buona, quanto se cattiva.
3) robà'l mestee = levar k mano :
imparare da un altro la sua arto e
fargli poi concorrenza.
4) ofelce, fa 'l tò mestee = ognun
faccia il suo mestiere : chi esce fuor
del suo mestiere, fa la zuppa nel pa-
niere.
5) mestee òrb = mestiere lucroso,
profittevole, di guadagno.
6) itnbroià 'l mestee = guastar la por-
rata.
7) el mestee' de Fra Fàgòtt l'è quell
de tcettès fastidi de nàjòtt = e' prende
il mondo come viene, e d'altro non si
cui-a.
8) on mestee de morì del sògn = un
mestieruccio di poca risorsa ; un la-
voro da morir d'inedia.
9) no gli' è gràmm mestee die à vo-
règìi temi no se glie vìva adree = chi ha
un mestiere in mano non gli manca un
tozzo di pane ; chi ha arto ha parte.
Diciamo anche : ehi g'hà on mestee in
man no glie càia un tòeeh de pan.
10) Faccenda : fa i mestee de eà =
far le faccende di casa.
11) Iron. : l'ha faa on bèli meàtee !
= ha fatto un bell'affare, una bella cosa !
Di chi commette qualche malestio.
12) Cassa : legai del telaio che stanno
sospesi 0 contengono il pettino.
IH) giiigà ài mestee = fare ai me-
stieri : specie di giuoco da ragazzi che
devono indovinare dai gesti del com-
pagno a che mestiere cga accenna.
inesteràsc, s. m. = mostioraccio : me-
stiere ordinario, grossolano ; meàteràse
dàneràse = mestiere grosso, danari
molti ; mestiere poco fine è una ma-
gona.
luestìerànt, * = mestierante : chi eser-
cita una professione nobile come fosse
un mestiere.
mestirolìii , s. m. = mestieruccio : dim.
di mestee special, nel signif. 10) di
faccenda douiestica.
mestiiràj ». att. = mescolare, mischiare.
Vedi nies'cià.
luesura, s. /. = misura. Vedi misura,
che oggi l'ha quasi interamente sosti-
tuito.
mèta, s. f. = tariffa, calmiere : il limite
stabilito dall'autorità al prezzo di al-
cuno derrate. Dallo spagnuolo mida.
1) dà, fa là meta = criticare: tagliare
i panni addosso.
metà, s. f. = metà : famigliarmente la
moglie.
metaa, s. f. = metà, mozzo: il termine
equidistante da due punti.
1) à metaa strada = a mezza, a
metà strada ; à metaa del viàgg = nel
mezzo del cammino.
2) là metaa di dànee, dèla ròba e
sim. = la metà dei danari, della roba
e sim.
B) fa à metaa = fare a mezzo: di-
vidersi la roba metà per ciascuno; ac-
comunare la roba.
4) ilànee e pecaa, metaa dèla metaa
= quattrini e sanità, metà della metà :
non è a credere a quanto si dice.
5) dà vìa i bèsti à metaa = dare a
soccida e a socoio : dare il bestiame a
mezzo guadagno e a mezza perdita a
chi lo custodisca o cresca.
6) Metadella: misura disusata, che
serviva per cose solide; come grani,
castague, e sim.; corrispondeva alla se-
dicesima parte dello staio.
mètàdòr, s- m. = criticone. Sor Appun-
tino : uno che trova sempre da ri-
diro.
metàfora, *•. /'. = metafora: figura ret-
torica che è una similitudine abbre-
viata.
1) pària in metàfora = parlare ve-
lato 0 allegorico, perchè non intenda
che chi deve intendere.
metàll, s. m. = metallo: sostanza mi-
noralo semplice. I più noti sono: Z'òr,
l'àrgènt, el fèr. el ràmm, el mercùri.
met
- 485 -
inet
el piòinb, el stàgn = l'oro, l'argento,
il ferro, il rcime, il mercurio, il piombo,
lo stagQO.
metamorfosi, s. f. = metamorfosi; tras-
formazione.
mète^h, v. att. = pensarci, indugiare :
ghe ììièti minga tant à clàgh on piign
= non ci penso molto a dargli un pugno.
1) mètegh nò sii ne sai ne péver =
non mettervi ne sale, ^ né pepe: far
presto qualche cosa senza riflessione.
2) Impiegare, consumare: el dirètt
de Mildn à Róma el ghe mctt trèdes
or = il diretto da Milano a Roma im-
piega tredici ore.
metèmm! = per ipotesi, supponiamo.
mèter, s. m. = metro : unità di misura
di lunghezza.
méter, s. m. = padrone, principale : il
capo del negozio, dell'uffìzio. Dal fran-
cese: maitre.
metes e métes àdree, r. rifl. = porsi,
mettersi, accingersi : incominciare a fare
una cosa: el s'è oniss de bòna voeùia
à studiti = s'accinse di buona voglia
a studiare; quand l'è che te se niètet
àdree à fa éto doer ? = quando ti metti,
incominci a fare questo tuo compito?;
mètes à pioeiw, à floeà = incominciaro
a piovere, a nevicare.
1) mètes già = porsi a lotto: di chi
si alletta per malattia Del tempo di-
ciamo : el se mètt gio, quando ci pare
ohe la pioggia debba durare a lungo.
2) vìèies = acchitarsi. T. di giuoco
del biliardo : mandare colle stecca la
palla in un punto del biliardo a pia-
cere, acciocché l'avversario la batta.
metìcolòs, * agg. meticoloso: di per-
sona che osserva tutto con troppa sot-
tigliezza.
métod, s. m. = metodo, sistema : modo
di dire o di fare una cosa con ordi-
nate regole.
1) Abitudine, costumanza : regolarità
negli atti.
2) Libro in cui sono alternate le re-
gole agli esercizi.
metddicli, agg. = metodico , ordinato ,
abitudinario. Vedi, àbitudin.
métrìch, agg. = metrico: da metro.
metropolitana, * .s. f. = chiesa metro-
politana, cattedrale : la chiesa princi-
pale della città.
mètt, r. att. = mettere, porre: dare un
l)Osto in genero.
1) Contribuire colla propria quota
alla massa del capitale : el me sìo el
ghe mètt 'vintmUa franeh = mio zio
mette ventimila franchi.
2) Assegnare il prezzo di un lavoro
0 di una merce ; àio veétii ghe'l mètt
àpèna quaranta franeh = codesto ve-
stito glielo metto appena quaranta lire.
3) Stabilire, imporre: tpà^< viij mèti
mi = i patti li voglio mettere io ; el
me mètt di condision imposibil = mi
mette condizioni impossibili.
4) Produrre, far nascere ; el me mètt
dna gran sudiéiòn = mi mette una
gran soggezione ; el g'hà metiiii dna
paura màlàrbèta = gli ha messo una
paura maledetta.
5) Cominciare a nascere; mètt ident,
i barbls = mettere i denti, i baffi;
mètt pànscia = metter pancia.
6) Comunicare, dare, sboccare; là
étràda che mètt in piàsa = la strada
che motte, che sbocca in piazza.
7) Supporre, immaginare.
8) mètt'àcqua .siti faugh = mettere
acqua sul foco; mitigare l'ira altrui.
y) mètt insèma = mettere insieme
e assieme: unire, connettere, accop-
piare. Anche : mescolare, raccogliere,
accumulare.
10) mètt à botéga = allogare, mandare
a bottega, a mestiere.
11) mètt on fóndo à gran, à vit e
sim. = mettere un campo a grano, a
viti, e sim. ; coltivarlo in quel genere.
12) mètt in étràda = mettere in una
strada: abbandonare senza mezzi di
sussistenza, rovinare.
13) mètt pè in d'on éit = mettere
il piede in un posto: andarci.
14) mètt sii cà = metter su casa;
piantar casa : allogarsi in casa pro-
pria.
15) mètt .iil botéga = metter su bot-
tega : aprirla.
16) mètt sii = indossare : di vestiti ;
mettere, di cappelli.
17) ììiètt éii = metter su, aizzare,
incitare contro qualcuno.
18) mètt éii = scommettere, caricare
la posta in un gioco.
19) mètt éii = arrestare, mettere in
prigione.
20) mètt éii i punt di càU-ett = in-
cominciare lo calze, metterle in ferri.
met
— 486
21 niètt éii 'l éucher, el jKver, el
saa, e sim. = aspergere di zucchero,
di pepe, di sale. Invece: niètegh el su-
cher, el pécer, el saa = vuol dire inzuc-
cherare, impepare, insalare, cioè far
penetrare nell'interno lo zucchero, il
pepe, il sale. In questo significato di-
ciamo anche : insiieherà , impevert ,
salti.
22) mètt èii i veder, i ant, l'antiport
= ingangherare le invetriate, gli scuri,
l'uscio.
2'i) mètt gi3 = metter giù, posare,
adagiare. Anche : quietare , rendere
meno adirato. Ed anche: aver recapito;
di corriere, procacci, e sim,
24) mètt già tàola = apparecchiare
la tavola.
25) mètt gio inVàsee, in del spirit
e sùn. = acconciare in aceto, nello spi-
rito, e sim. : di funghi, cipollette, fagio-
lini, peperoni, marasche, ciliege e sim.
26) mètt gid el làorà = deporre, ces-
sare il lavoro : smettere di lavorare.
27) mètt già = seminare, piantare;
hoo miss gid on giràni e dna ròsa =
ho piantato un geranio e una rosa;
hoo miàà gid el bàsilich e 7 timm =
ho seminato il basilico e il timo.
28) mètt càrdia = metter su, metter
carrozza : acquistarla cominciare ad
averla.
29) mètt = mettere, apporre : della
firma o del sigillo che si mette in fine
di una scrittura : hoo miàs là mìa
firma àia procura = apposi la mia
firma all'atto di procura.
30) mètt = impiegare: applicare cosa
0 persona a tale o tal altro uso o ser-
vizio : el mèli ài banch = l'impiego al
banco; el me ficeu foo ciint de mètel
in di fèrovij = mio figlio fo conto di
impiegarlo nelle strade ferrate.
31) de mètt = da mettersi: da do-
versi mettere; Ve 'l vestii de mètt Ma
fèsta = è il vestito da mettersi alla
festa; l'è on bisgiò de mètt éiil tdol
in sala = è un ninnolo da mettersi
sul tavolo in salotto.
82) de toeu e de mètt = da levare e
mettere ; di infissi che siano movibili.
33) métes cont vun = mettersi con
uno : a repentaglio, a lite, a contrasto,
a paragone.
31) Indossare, vestire : métes i écarp,
i càléètt, el càpèll, i ogiaa = mettersi
le scarpe, le calze, il cappello, gli oc-
chiali.
35) mètt dènter = a) accludere : chiu-
der dentro, se si tratta di una' lettera
0 plico che si chiuda in altra lettera
0 plico ; b) metter dentro, se si tratta
di qualunque altra cosa che si chiuda
in un'altra; e) arrestare, imprigionare ;
se si tratta di pers. che si chiudono
in carcere.
36) mè't i ORUce àdòsé = metter gli
occhi addosso ; far dei progetti su una
cosa che si desidera.
37) mètt vìa = ripoiTC : collocare in
un posto dove una cosa sia custodita.
Anche: seppellire ; accompagnare al ci-
mitero.
38) mètt fmira sUi càntòn, mètt
fomra i àvìs =, pubblicare su per i muri,
appiccare ai canti delle vie.
89) mètt in nòta = scrivere in un
elenco : ascrivere nel numero.
40) mètt in ciint - mettere in conto:
ascrivere a debito.
41) mètt maa = metter male, semi-
nar zizzania.
42) vèsegli nient ne de toeu, ne de
mètt = non esserci né leva ne poni,
andare a capello : di cosa che sia pre-
cisa, precisa quel che deve essere.
43) de primm mètt = di primo indos-
sare: pàgnitt de primm mètt = vesti-
tucci a crescenza : quelli che si fanno
larghi apposta, perchè il bambino li
possa mettere anche cre.scendo.
44) mètegh del so = metterci del suo :
pagare con danari suoi. Ed anche:
metter di suo, metterci di sua bocca ;
aggiungere delle paiole, delle circo-
stanze, raccontando qualche cosa, ri-
portando un'imbasciata e sim.
inètuda, s. f. = messa: il mettere delle
piante che germogliano : là metuda rfi^
fosuj = la messa dello foglie.
1) messa, acchito. T. di biliardo.
2) mètùda di càvàlèr = la posta dèi
bachi.
inèiìs, s. m. = scioccone , babbeo. Di-
susa.
mi, pron. = io, pron. di prima pers,
soggetto ed anche : me, nei casi obli-
qui, de mi, à mi, cont mi, per mi <
sim. = di me, a me, con me, per m<
e sim.
1) de mi e mi, intra de mi, dènter
de mi = tra me e me, dentro di meJ
- 487
luid
2) l'è mèj dì poer mi che poer nun
= è meglio dii-e povero a me che po-
verini a noi. E' buon proverbio altrui-
stico che non dovrebbe essei-e dimen-
ticato mai.
3) ilo vèss ne ti ne mi = non esser
né carne ne pesce : di nature o cose
indecise, ambigue.
4) segònd mi = secondo me, a mio
giudizio.
mi, s. m. = mi; nota musicale.
mi, part. pron. = me ; mi e, te mi =
me li, me le ; nelle frasi : mi e dis,
tni e scriv, te mi véndei, te mi troeuvet^
e sim. = me li dice, me lo scrive, me
li vendi, mele trovi: quando l'oggetto
della proposiz. in cui entra la partic.
pronom. come complem. indiretto, è
plurale. Se è singolare si dice me:
me le dis, me le fa = me la dice, me
la fa.
mìa, pron. = mia; pron. pos.sess. femm.
di prima persona. Al plur. me. Diciamo
spesso : mìa de mi.
mìa, s. m. = miglio: misura stradale,
vecchia, per noi pari a km, 1784 circa,
ora quasi interamente sostituita dall'u-
nità di misura itineraria chilometro.
Il mil. mìa, sempre mai/ch. al sing.:
on mìa, può essere anche femm. al
plur. dò mìa, tre mìa.
1) vda che fa 'l diàol de nòti =
miglia che fa il lupo a digiuno; cioè
lunghe, che pare non finiscan mai.
2) vèàé lontdn mila mìa dà dna
ròba = esser lontano mille miglia, es-
ser lontano quanto gennaio dalle more.
3) ve§§ on quindes dì, quàtòrdes mìa
= essere una lumaca, una tartaruga : di
chi è lentissimo nel camminare.
iiiiàra, s. m. = migliaio : mille o mille
circa.
miàr(BÙ, s. m. = granito : roccia dui'is-
sima punteggiata di nero e rosso.
1) miàrceù bidnch = granito a feld-
spati bianchicci ; miàroeu rosé = gra-
nito a feldspati rossigni.
mica, s. f. = pagnotta, pane : un pane
del peso di 400 grammi, che sono la
nostra ni^sa lira = mezza libbra. Dal
frane. : miche. Al plur. miceli. Ne
abbiamo di forme variissime, ma in
buona parte non comuni alle altre città
ital. : quindi i molti nomi restano in-
traducibili.
1) vègh dent là mica = aver tre pani
per coppia; vantaggiarsi.
2) vèss come àndà ài preàtìn à toeii
dna mica = essei'e come comprare un
pane dal fornaio : cioè non poter di-
scutere sul prezzo di una merce, fìsso
quasi da una tariffa.
3) di che i mieeh hin minga pan =
dir che San Cristofano era nano; ne-
gar la luco del sole; cioè negare le
cose più evidenti.
michéta, s. f. = panetto : piccolo pane
del peso di circa 80 grammi, di varie
forme anch'esso.
1) michèfa lustra = semel o semello,
panino fatto con fior di farina e lie-
vito di birra; michèta à grigncBil =
panino a orlicci.
michètìna, s. f. = panino : piccolo pa-
netto di fior di farina, di pasta bian-
chissima.
Michee, s. m. = Michele : nome proprio
di persona. Al femm. Michelìua.
1) fa San Michee = far San Mar-
tino : sgomberare, sloggiare ; cambiar
di casa. Noi diciamo cosi, perchè lo
sgomberature si fanno non l'il di no-
vembre, ma il 29 settembre, e il nome
restò anche per quelle che si fanno al
29 marzo o in qualunque altro giorno.
Michelàss, s. m. = Michelaccio : nel
prov. fa ' l meètee del Michelàss, man
già e bev e àndà à spàse = far la vita
di Michelaccio, mangiare, bere e an-
dare a spasso : far la vita oziosa.
micliiii, s. m. = panellino, ciambella:
piccolo panino di pasta dolce.
1) Cavallina : sterco di cavallo.
mìcia, s. f. = miccia: corda di salnitro
per dar fuoco alle artiglierie, alle mine,
ai fochi artificiali.
micotéla, s. f. = pagnotella: una pa-
gnotta di mezzana grandezza.
micrània, s. f. = emicrania : malo di
testa fortissimo.
mìcrobo, usato da noi specialm. al plur.
microbi, s. m. = micròbio, micròbi :
animaletti microscopici nel corpo umano
cagione di molte e por lo più terribili
malattie.
microscòpi, s. m. = microscopio : stru-
mento ottico che ingrandisce assai i
piccoli corpi.
midòla, * s. m. = midolla, midollo : la
sostanza grassa dell'ossa delle bestie
macellate.
mie
488 -
in il
tniee, s. f. = moglie : donna congiunta
in matrimonio. In mil. non ammette
il pronome possessivo posposto.
1) dà miee = ammogliare : dar moglie.
2) tceu miee = ammogliarsi, prender
moglie ; tmu per miee = prendere in
moglie, per moglie.
3) di rè bela ìnìa miee l'è on cer-
erei de bàdee = non si deve mai lodare
la bella moglie ; chi loda la moglie
bella ha fastidi.
4) de miee en càia minga = mogli
non mancan mai.
5) dolor de gombed dolor de miee =
doglia di moglie morta dura fino alla^
porta.
6) toeu miee se no l'è bona^ per là
prima se perdona, là segònda se ba-
stona = chi ha 0 prende una moglie
merita una corona- di pazienza, chi due
una di pazzia.
7) chi tati miee coni niént fina fila
mòri ne seni = chi mal si marita non
esce mai di fatica.
8) omm tiltt miee = mogliaio : che
è tutto moglie.
niierìna, s. f. ■■= moglietta, moglina:
vezzegg. di moglie ; el glia dna mie-
rina gràéiòsa come = ha una moglina
veramente graziosa ; ini g' hoo dna
brtiva mierina = ho una brava mo-
glietta.
miètt, s. m. = un miglio corto.
miglior, * agg. = migliore : più buono.
Cominciò da poco ad usare nei lin-
guaggio scelto.
migliora, * «'. cdt. = meglioraro, miglio-
rare: mettersi o trovarsi in uno stato
migliore.
1) Di ammalati, quando il male scema
alquanto della sua gravità.
2) Ha anche signif. trans.: migliora
là àòa posisiòn = migliorare la propria
condizione.
miglioràméut, * s.m. = miglioramento :
il migliorare.
1) Abbellimento: ciò che si fa. per
render migliore una cosa.
migliorìa, s. f. = abbellimento, miglio-
ramento : ciò che si fa per render più
bella una cosa ; specialm. in case,
fondi, ecc.
migndna, s. f. = mignona. T. tipogr. :
sorta di carattere in corpo sette.
mila, s. m. = mille : dieci centinaia ; ed
anche: mila plur. di mille.
1) Iperb. volendo dir molto, molti :
ghe l'hoo ditt mila vòlt = gliel'ho detto
mille volte.
2) te là doo in mila = te la dò in
mille, sottinteso anche: a indovinare.
Milàn, s. vt. = Milano: la nostra cittii.
capitale della Lombardia detta capitalo
morale d'Italia; certamente la prima
per slancio di iniziative ed amore al
progresso.
1) ehi vòlta 'l ciiil à Milàn le vòlta
ài pan = il fumo della patria riluco
più che l'altrui foco : chi abbandona
Milano, abbandona fortuna.
2) Milàn e poeu pii = lo diciamo noi
per amoi'o alla città natale come i Na-
poletani dicono : vedi Napoli e poi
mori, e i Cefalutani dicono : Koma è
caput munni (mundi) e Cifalù sccunni
(secondo). Per dire soltanto di due.
3) i leg de Milàn d&ren de Vincoeii
ài domàn = le leggi di Milano durano
dall'oggi al domani. Come del resto le
leggi di tutto il mondo per i prepo-
tenti.
4) hin longh i nòtt de Milàn = sono
lunghe le notti a Milano! Lo diciamo
per celia a chi sbadiglia.
milànés, agg. milanese, che appartiene
a Milano.
1) à dita in bòn milàriés = a dirla
schietta, a parlar chiaro.
2) milànés, pisa viin, pisa des = i
milanesi in compagnia si ferman tutti
a orinare, se uno si ferma. E' detto
che significa la nostra socievolezza
anche un po' buon tempona, e trae,
come aiTerma il Cherabini, da un an-
tico precetto latino.
milàntass, v. rifl. = millantarsi, van-
tarsi ; esagerare con vantazione i propri
meriti.
milàrigli, agg. = rigatino; stoffa tessuta
in finissime e moltissime righettine.
milèsim, * agg. = millesimo: ordinale di
mille.
1) s. m. : la millesima parte, ed an-
che: lo spazio di mille anni.
miliàra, s. f. = miliare. T. med. : febbre
accompagnata da una forte eruziono
cutanea di vescichette rosse e perlaceo.
miliàrd, s. m. = miliardo: mille mi-
lioni, specialmente di lire.
miliardàri, * *-. m. = miliardario : chi
possiede almeno un miliardo di lire.
Ve ne sono parecchi in America.
mil
— 489
min
lailióii, s. ììt. = milione : mille migliaia.
In senso assoluto: on, diiii, trii mi-
liòn, ecc. = uno, due, tre milioni di
lire, ecc.
milionàri, s. m. = milionario: chi pos-
siede uno 0 più milioni.
milionètt, s. m, = amorino : reseda odo-
rata; pianticella odorosa.
milioiiìn, s. m. = milionoino: dimin.
vezegg. di milione.
milizia, s. f. = milizia: l'esercito: là
milléia mòbil, teritoridl = la milizia
mobile, territoriale.
militar, s. m. = militare, soldato: chi
è ascritto alla milizia.
1) Agg. che si riferisce alla milizia :
tribunal, éàlùt, colég, comanda ediicà-
éiòn militar = tribunale, saluto, col-
legio, comando, educazione militare.
milfloeur (acqua de), s. f. = acqua di
mille fiori: sorta d'acqua odorosa: dal
francese: millefleurs.
milimetroj * s. m. = millimetro : la
millesima parte di un metro.
milord, 5. m. = lord : signore, gran si-
gnore. Dall'inglese.
1) dna milord = una milord : è il
nome d'una specie di carrozza signo-
rile.
milordiii, s. m. = signorino, milordino.
milsa, * s. f. = milza. Vedi iiìisa.
mima, * s.f. = mima: l'attrice dram-
matica che agisce coi gesti nelle azioni
coreografiche.
mimica, * s. f. = mimica: l'arte dei
gesti.
mimo, * s. m. = mimo: l'attore dramma-
tico che agisce coi gesti nelle azioni
coreografiche.
mina, s. f. = mina : sorta di misura ;
mezzo staio ossia circa dodici litri:
non usa più la misura e la parola è
([nasi morta anch'essa.
mina, s. f. = mina : buco nel terreno,
nella roccia, che poi si riempie di pol-
vere pirica, perchè scoppi e rompa la
compagine di quel terreno, di quella
roccia.
mina, r. att. = minare: far scoppiare o
andare all'aria con mine.
1) minti là sàliid = logorare, sciupare
la salute ; anche : insidiare alla salute.
minàcia, * s. f. = minaccia : annunzio
di pencolo, di vendetta, o castigo.
miiiacià, r. att. = minacciare : far mi-
nacce.
1) Dimostrare da certi segnali; el mi-
nàcia de pioeuv = minaccia di piovere ;
el minàcia 'l tifo = gli minaccia il
tifo.
minadór, s. m. = minatore : chi lavora
nello miniere.
minción, agg. = minchione : uomo troppo
ingenuo.
1) chi è mineiòn so dami = chi è
minchione suo danno, il mondo è di
chi se lo piglia; chi non s'aiuta suo
danno.
2) fa 'l mineiòn per no paga dàsi
= far da minchion per non pagar gabella:
chi fa vista di non intendere le offeso
0 altro, per scansare di peggio.
8) chi è mineiòn sta à cà eòa =
testa di vetro non faccia a sassi : chi
ha paura di passere non semini panico.
4) fa de mineiòn^ fa 'Z mineiòn =
faro la gatta di Masino, far lo gnorri,
l'indiano: fingere di non capire.
5) ogni fedél mineiòn = ogni fedel
minchione: la persona più semplice e
baggiana.
(j) vèss nò on mineiòn, fa nò H min-
eiòn = non fare il minchione : di chi
non si lascia sfuggire le occasioni.
minciouà, v. att. - minchionare, canzo-
nare: pigliarsi giuoco d'uno per qualche
suo difetto naturale o azione più degna
di riso che di biasimo.
1) fàss mineionà = farsi minchionare
canzonare: diro o far cosa per cui altri
abbia a ridere di noi, segnatam. di chi
essendosi messo a fare una cosa che
richiedeva qualche abilità, non c'è riu-
scito.
2) Burlare; ingannare altri per poi
pigliarsene giuoco, ed anche ingannarlo
con suo pregiudizio, segnatam. col dar-
gli buono parole.
3) Accileccare, far la cilecca: accen-
nare di voler dare o far cosa grata e
poi deludere e burlarsi di chi ci aveva
creduto.
4) soo ben che H me miìicionaf =
= la mi canzona ? Esclamazione di me-
raviglia.
5) mineionà minga = non minchio-
nare; non far per burla : far davvero
con molto più impegno e riuscita.
mincionaa (rèsta), = rimanere colla
barba di stoppa, con un palmo di naso.
miiicionàda, s. f. = minchionatuia, burla:
cosa detta o fatta a fine di tirar altri
490
min
in un inganao, non per fargli del male
ma solo per riderne poi e pigliarsene
giuoco.
1) Minchioneria: azione da minchione.
mincionàdòr, s. m. = minchionatore,
corbellatore, burlone: chi minchiona.
inincionàdura, s. f. = minchionatura,
burla. Lo stesso che miiicioaàda.
inincionària, s. f. minchioneria, cor-
belleria, scerpellone : azione da min-
chione.
1) òna mincionàrìa de nàgòtt = una
bagatella, una ciammengola, un non-
nulla.
minciònet! (te) = tu non minchioni !
sentendo raccontar cosa che non si cre-
derebbe.
minciòni! esci. = minchioni! corbez-
zoli! capperi! Esclam. di meraviglia.
minee, s. f. = abbaiata: quel gridare che
fanno i ragazzi dietro qualcuno.
1) fa là mime = dar la baia.
2) ceuh, là minee! = lima, lima :
quando si canzonano specialm. i ragazzi
che della canzonatura si stizziscono.
minerai, s. m. = minerale: nome collet-
tivo di tutti i corpi greggi che si tro-
vano sulla terra allo stato natui'ale.
1) Agg. tt-'qua minerai = acqua mi-
nerale ; in cui sono disciolte materie
minerali e che hanno azione terapeutica.
mineràlog'ìa,* s. f. = mineralogia: scienza
dei minerali.
minere (àndà à farsi), = andare a farsi
friggere, a farsi benedire, anlare a ro-
toli.
minestra, * s. f. = minestra: piatto di
pasta cotta o riso che solitamente si
mangia sul principio del desinare.
1) che 'l vègna à màiigià là mine-
stra in de nuìi = venga a mangiar la
minestra con noi: invitando a desinare.
2) éémper là étésa minestra là stii-
fise = sempre la stessa minestra viene
a noia: l'uniformità delle cose è noiosa.
3) ò mangia sta ìninèstra, ò éàlta
età finèétra. Vedi finèstra, 2).
4) mangia la minestra in eoo à vù,n.
Vedi eoo, 13).
5) minestra riseàldàda là sa de filmm
= cavolo riscaldato e garzon ritornato
non fu mai buono: diffìcilmente le ami-
cizie ricomposte son come prima cor-
diali.
6) épiià in là minèétra = darsi il
dito nell'occhio: farsi il proprio danno.
7) tira fcetìra là minèétra = scodel-
lare la minestra.
minestra, v. att. = scodellare, minestrare:
metter la minestra dalla zuppiera nelle
scodelle.
minèstree, s. m. = minestraio: che man-
gia volentieri molta minestra.
1) Anche chi fa o dispensa la mine-
stra.
minestrina, s. f. = minestrina: vezzegg.
di minestra; hoo màngiaa dna bòna
minèétrìna de ris e erborinn = ho man-
giato una buona minestrina di riso e
prezzemolo.
1) Scodella. Vedi fondina.
minèstròn, s. m. = minestrone: sorta di
minestra di riso, fagioli, cavolo bianco
cotenne di maiale, ecc. ; è piatto ve-
ramente milanese.
1) Fig., miscuglio strano di cose.
minga, avv. = punto, non ; Ve minga
vera = non è punto vero : l'è minga
poèibil = non è possibile.
1) Nelle interrogaz. Ve minga rivaa?
= non è arrivato ?
mingàmàl, avv. = così così, piuttosto,
anzichenò, abbastanza, non c'è male ;
el età mingàmàl = sta così così ; Ve
mingàmdl seiòr = è abbastanza ricco.
mìngràmalìn, agg. = belloccino: piuttosto
bello; Ve mirigàmalin sto sit = è bel-
loccino questo posto.
mini, s. m. = minio : ossido salino di
piombo: se ne fa vernice che preserva
il feiTO dalla ruggine.
minia, v. att. = miniare: dipingere deli-
catamente sopra cartapecora, cartoncino,
avorio 0 porcellana, con colori finissimi.
miniatura, s. f. = miniatura : il lavoro
miniato e l'arte del miniare.
1) in miniatura = in miniatura, in
piccolissime proporzioni.
minièra,* s. f. = miniera : cava sotter-
ranea di minerali metallici.
mìnini, * agg. = minimo, piccolissimo.
1) vess ridott ài minim = essere ri-
dotto ai minimi termini.
2) el minim = il minimo, il mini-
mum, il meno possibile; Ve el minim
che po' capita = è il minimo che può
capitare.
minima, s. f. = minima. T. mus. Nota
che è la metà della semibreve.
minin, s. m. = micio, gattino, micino :
il gatto piccolo, e molto giovane.
1) Entra nella canzonetta infantile:
m
min
- 491 -
tnhiìn minèll, - barba càétèll, - barba
Mildn^ - foca éii là man. - Doe te Éee
staa? - à cà déla cemaa. - còsa là t'ha
daa? - pàli e formàgìn. - e de bev? -
pisa d'àsnìn: - gratin, gratin^ gratin.
Corrisponde in toscano : guarisci, gua-
risci - la gatta ci pisci - la gatta e" ha
pisciato - è beli' e guari sciato
iiiìiiìster, s. m. = ministro : chi ammi-
nistra gli affari dello Stato: il segretario
di Stato.
1) Ambasciatore o inviato presso una
nazione estera.
ministèri, s. in. = ministero : il consi-
glio dei ministri di uno Stato formato
dal presidente del Consiglio stesso.
1) ci publich ministèri = il pubblico
ministero: l'avvocato della legge.
ministeriàl, agg. = ministeriale, del mi-
nistero.
1) Di deputato, giornale e sim. che
' tiene dal ministero, gli ò favorevole.
minoàr, s. m. = laminatoio: arnese dei
gioiellieri, orefici e sim. per ridurre il
metallo in lamine sottili.
minón, s. m. = gattono: accrescit. di gatto
e specialm. di gatto cho abbia bella
pelliccia.
minor, agg. = minore, coi)ii)ar. di piccolo.
Nel senso di pi» piccolo usa meglio
mén. Usa invece sempre nel senso di
minore d'età; el fràdcll minor, la so-
réla minor, = il fratello, la sorella mi-
nore; mi sont minor de me ciisin =
io sono minore di mio cugino.
1) Ton minor = tono minore. T.
music.
minorànsa, * s. f. = minoranza : nelle
assemblee la parte che può contare i
minori voti.
minoréne, * agg. = minorenne : d'età
minore, che non ha raggiunto l'età
maggiore.
minoritaa, s. f. = minorità, età minore:
per i maschi i 21 anni, per le donne
i 18.
minuètt, * s. m. = minuetto : sorta di ballo
elegante e grave dei tempi di Luigi XIV
fino al principio del secolo nostro.
miniiscol, agg. = minuscolo: il piiì pic-
colo; di carattere di stampa, di lettere
dell'alfabeto.
miuusia, s. f. = minuzia , piccolezza,
briciolo, bagatella, inezia. Usa meglio
inèsia.
luiniisios, * agg. = minuzioso : ohe sa
troppo di minuzia, ed anche che bada
troppo alle minuzie.
minuta, s. f. minuta: bj-utta copia.
miniltà, V. att. = minutare. T. di segret.
stendere la minuta, fare la brutta copia
di un atto.
minuti piacéri, s. m. pi. = i miauti
piaceri: le piccole esigenze della vita.
miniìtt, s. m. = minuto : la sessantesima
parte di un'ora. .
1) minuti segond = minuto secondo:
la sessantesima j)arte di un minuto.
2) orològg che no sbaglia on miniìtt
= orologio che non fa un minuto, che
va bene. Anche che 'l àpàca 'l miniìtt
= che spacca il minuto.
3) eu)ità i or e i miniìtt = contar lo
ore e i minuti : di cose o pers. ohe si
aspettano con impazienza.
4) in d'on miniìtt = in un minuto:
iperb. per dire in tempo brevissimo.
5) Agg. minuto , piccolissimo. Usa
però ancora più largamente menuder»
6) compra, vend ài ìniniitt = com-
prare, vendere a minuto, a libbra, a
poca roba per volta.
minìitt, s. f. = rigaglie: pietanza fatta con
un miscuglio di fegatini, animelle, e
sim.
mìope, * s. m. = miopo : chi ha vista
corta e non vedo so non gli oggetti
molto vicini.
mira, s. f. = mira: il punto a cui si volge
la mira dello armi da fuoco, e la vista
del tiratore che sa coglier nel segno.
1) ciàpà là mira = pigliar la mira:
per tirare.
2) toRU de mira = pigliar di mira:
fig., pigliar come bersaglio, per colpire
pers. 0 cosa. Anche: perseguitare.
8) in mira = di rimpetto, di faccia.
mira, v. a't. mirare: prender la mira col
fucile 0 sim.
1) Fig. volgere il pensiero; lii l'è là
che 'l mira = lui mira là.
miràbil,* agg. = mirabile, ammirabile,
da far meraviglia e da ammirarsi.
mirabilia, * s. m. pi. = mirabilia: coso
mirabili, degne d'essere viste ; cunten
éii mirabilia de Paris = raccontan mi-
rabilia di Parigi.
miràbilmènt, * avo. = mirabilmente: in
modo mirabile.
miràbocliin, (g'iiìg'à à) = giuocare a mi-
rabocchino, a palla a calice, a palla
americana. Si fa cercando di raccoglierò
— 492 —
in ima specie di scodelletta posta in
cima a un bastoncino, una palla legata
al bastoncino stosso e mandata per aria.
miràcol) s. vi. = miracolo, prodigio, por-
tento: fatto che sfugge alle leggi ordi-
narie della natura e pare operato da
forza soprannaturale.
1) fa miràeol = far miracoli, far cose
superiori a quanto si poteva aspettare.
2) che mìrà^olf cos'hin Mi miràeol/
= che miracolo ! che miracolo è questo!
Vedendo pers. o cosa che non s'aspet-
tava.
aniràcolós, agg. = miracoloso : che fa
miracoli.
1) Straordinario, meraviglioso; l'è dna
mcdeshia che glia on efètt miràeolos
= è una medicina d'un effetto miraco-
loso.
^nirdld, s. m. = biacco ; coluber milo:
specie di serpe non velenoso. Diciamo
anche smirold, biló.
mirìade, * s. f. = miriade: un grandis-
simo numero. Comincia ad usare tra le
persone colte invece di infinitaa.
Jiiiriii, .<f. m. = mira: segno nel fucile o
altro che si fìssa per colpir giusto.
^nisàntrop, s. vi. = misantropo : uomo
che fa vita solitaria, odii o no il pros-
simo.
«lis'c, ngg. = mescolato, mischiato. Vedi
mès'c.
•iniscelània, s. f. = miscellanea, miscu-
glio: in senso quasi sempre spregiativo.
Quindi anche guazzabuglio.
niis'cià; V. alt. = mischiare, mescolare.
Vedi iiiès'cìà.
.misciii, .<?. VI. = micino, gattino. Come
minili.
miscmàsc, s. vi. = buglione, confusione
di cose, nella quale difficilmente ci si
raccapezzi. Dall' ingl. mishmash.
miscio, .<». m. micio, gatto.
mìsculi,* s. VI. = miscuglio, mescolanza:
in senso buono e in senso cattivo.
miser, agg. = misero, meschino: special-
mente di cose fatte con gretteria o con
soverchia parsimonia ; l'è étaa on mi-
ser càrnoaa = fu un misero carnevale;
l'è on épetàcol miser = è un misero
spettacolo. Diciamo nello stesso signi-
ficato anche màgrlier.
aniseràbìl,* agg. = miserabile : pieno di
miseria, senza reddito alcuno.
1) Fig. e spreg. da miserabile: on'o-
ferta viiseràbi/ = un'offerta miserabile.
miseràbilitaa,* s. f. = miserabilità: l'es-
sere miserabile.
1) feci de miseràbilitaa = fede di mi-
serabilità: certificato che si rilascia dal-
l'autorità, attestante la condiziono mise-
rabile, povera, di una pers. di una fa-
miglia.
miserére, s. m. = miserere : un salmo
della Chiesa cattolica che si recita poi
morti.
1) el maa del miserére = il mal del
miserere: il volvolo: gravo malattia in-
testinale per cui si vomitano anche gli
escrementi.
2) fa vegnì el maa del miserére =
far venire il mal del miserere. Di pers.
0 di cose seccantissime, che ci indu-
cano nausea per il tedio, la noia che
ci danno.
misèria, s. f. = miseria, povertà, indi-
genza: stato di estrema povertà.
1) i m,iséri = le miserie, le tristezze,
i dolori della vita anche in senso mo-
rale.
2) guarda m,mga miseri = far senza
miseria, non fare a miseria, trattai'si
0 trattare senza economia veruna.
3) Meschinità, miscea, bagatella, una
cosa da nullfl. Come iuésìa.
4) onaviisériad'ónacà. Vedi cà, 26).
misericòrdia, s. f. = misericordia, com-
passione.
1) vess òn' òpera de misericòrdia =
essere un'opera di misericordia, essere
una vera carità.
2) viisericòrdia I = misericordia !
esclam. di maraviglia.
miserili, agg. = scriatello, graciletto, po-
chino: di bambini, ragazzi ed anche tal-
volta di adulti ridotti per gracilità grande
in poco florido stato di ssvlute.
misiòn, s. f. = missione: l'essere man-
dati a predicare il vangelo in paesi lon-
tani, ed anche ufficio flato dal Vescovo
ai sacerdoti di predicare o altro.
1) In senso civile qualun<iuc incai'ico
d'ufficio delicato.
misiooàri, s. vi. = missionario: sacer-
dote addetto allo missioni.
miàolta, s. f. = nuvolo, subisso, fruscio,
gran quantità. Vedi bordoléri, 1, 2).
1) Misalta: carne di porco salata pri
ma che sia rasciutta e secca.
misoltà, t\ att. = niisaltare: far misalta.
Vedi misòlta, 1).
i
I
inisoltitt, s. m. pi. - agoncini salati in
barilo.
misS) part. = messo, posto : da mètt =
mettere.
1) bea mi.is = tarchiato, bene im-
piantato: se di figura. Se d'abiti: rav-
viato, bea vestito. Il contrario è inai
7niss.
2) mt'M- sii, = aizzato, istigato.
uiìst, (iffg. = misto, mescolato : di cosa
che tragga di più altre o abbia in sé
l>iù altro.
mistèri, s. m. = mistero : cosa di cui
non sappiamo, «lè paro possiamo spie-
gar la ragione.
1) Specie di meditazioni o contem-
plazioni nel rosario.
2) Di cose che adombrano qualche
sospetto, inganno, astuzia, e sim.
3) fa misteri = far misteri: non voler
spiegare, voler tenero occulta una cosa.
4) quanti misteri inUtil ! = quanti
misteri inutili! Diciamo a chi non si
spiega e risponde in modo evasivo, per
incitarlo a meglio e più chiaramente
spiegiirsi.
misteriòs, njg. = misterioso , che ha
del mistero.
1) Di pers. che ha qualche cosa di
cattivo, di tenebroso, che riuscirà forse
a qualche brutta sorpresa.
mistifica,* V. alt. = mistificare, ingannare
ciui'mare : ingannare con impostare.
mistìflcàsiòii,* 5. f. = mistificazione, in-
ganno, ciurmoria.
mistrà, s. m,. = mistrà, anesonc, anisette:
acquivite d'anaci. Io alcuni luoghi lo
chiamano anche fumo, fumetto, per il
rannuvolamente bianco azzurrognolo che
lìroduco nell'acqua.
mistura, s. /". = mistura, miscuglio, me-
scolanza.
1) mistura de salda = saldatura. T.
doi latto n.
2) pàli de mistura = pane mescolo,
fatto di farina di frumento e di farina
di granoturco.
3) Ferrana: miscuglio d'erbe da fo-
r.iggio.
mistiìrà, v. att. = mescolare, mischiare.
Vedi mès'cìà.
misiìra, s. f. = misura : quel che serve
a determinare lo spazio, il tempo, la
materia.
1) Oggetto, strumento itsato pei- mi-
surare.
- 493 - mit
2) tcEÙ là misura = prendere la mi-
sura: delle scarpo o di un vestito per
farlo.
8) bòna misura = buona misura,
giunta, soprammercato.
4) dà minga giilst i misùr = fognar
nelle misuro.
5) misÈra giusta, cómora, rasa =
misura piena, colma, lasa o spianata..
6) misura de biada = prebenda, mi-
sura abbondante.
7) Provvedimenti, espedienti legali,.
morali; Ve dna misura tròpp sevèra e
minga util = è una misura troppo se-
vera e non utile ; chi insci bisogna
ciàpà di misur on poo seri = qui bi-
sogna prender delle misure un po' serie.
8) fceiira de misura = fuor di mi-
sura, smisurato, eccessivo.
misiirà, v. att. = misurare : prenderò le
misure.
1) Limitare, darò a compito; misiirà
'l mangia ài per san de servisi = dare
il mangiare a compito alle persone di
servizio.
2) bisógna misiiràss scgònd i so fòrs
= chi si misura la dura: bisogna misu-
rarsi bene prima d' accingersi a una
impresa.
3) * amen se misuren nò col bràsètt
= gli uomini non si misuran col metro;
non è la statura, né l'apparenza fisica
un buon elemento di giudizio, nel giu-
dicar degli uomini.
4) misiirà àgòrd = misurare con lar-
ghezza, con abbondanza.
5) misiirà dna scàia = ruzzolar da.
una scala ; misiirà là strada, là ètdasa
e sim. = cadere distosi in terra su una
strada, in una stanza e sim.
misiiràdòr, s. in. = misuratore : chi ha
per ufficio di misurare, od anche di
macchine , strumenti che servono a
misurare.
misiiràsióii, * s. f. = misurazi:)nc: il mi-
surare di tei'rcni.
misiirìu, s. Vi. = misurino . piccolo va-
setto di latta per lo più, che scrv§ a
prendere di una data cosa una quantità
piccola che vuol essere sempre la stessa;
on misilrin de épirit, de càfé, d'oli, ecc^
= un misurino di spirito, di caifò, di
olio, ecc.
mitaa, s. f. = metà. Vedi iiietaa.
mitén, * s. m. = mittene : sorta di guanti
por donna, aporti in cima, scn:'.a sepa-
lllit
494 -
nioc
zioae di dita, eccetto un mezzo dito pel
pollice. Dal francese mitaine.
mitologìa,* s. f. = mitologia: complesso
dei miti dell'antichità.
niitològricli, * agg. mitologico : che ap-
partiene alla mitologia.
iiiitraa, agg. mitrato: che porta mitria.
niitràlia, * s. f. = mitraglia : palla da
cannone ripiena di schegge o di pallette.
1) Volgami, si dice nlitrcLlia la mo-
neta spicciola di rame.
inìtria, s. f. = mitria, mitra: ornamento
a mo' di cappello a punta che portano
i vescovi nelle sacre funzioni.
1) Uropigio, portacoda: negli uccelli:
dalla sua forma somigliante un po' al-
l'ingrosso a una mitria.
mitriòtt, s. m. = uropigio. Vedi mi-
tria, 1).
moàr, s. m. = amoerre, moerro, moarè ;
stoffa di seta molto consistente e a
onde. Dal francese moire, dall'inglese
mohaire.
mòbil, s. m. = mobile : oggetto che è
paTte della mobilia.
1) Come agg. si usa nelle frasi : fè-
sta mòbil = festa mobile, che non ri-
corre alla medesima data; richèàa mò-
bil = ricchezza mobile, la tassa impo-
sta sui redditi ; oeuce mòbil = occhio
mobile, che si muove molto e facilmente.
Negli altri significati dell' agg. mobile
jtal. il mil. dice movibil.
2) bèli mòbil = bel cero, bel soggetto,
bell'avnese. Fig. di pers. cattiva.
mobilia, s. f. = mobilia, masserizia, am-
mobiliamento : tutto quanto nelle case
serve di utilità e ornamento mobile di
stanza.
mobilia, e alt. = mobiliare, ammobi-
liare, fornir di mobilia una casa, una
stanza e sim.
mobiliaa, ogg. = mobiliato, ammobiliato,
fornito di mobili.
1) stane mobiliaa = camere mobiliate
quelle che si affittano provviste già di
mobilia.
móca, s. f. = usato per lo più al piar.
mocch, = boccaccia, visaccio, musata,
smorfia, scontorcimento della bocca fatto
per celia e per lo più per sgarbo imper-
tinente a qualcuno.
1) Moca : sorta di caffè.
mocà; «-'. att. = smoccolare: levar la moc-
colaia a candele, lampade e sim.
1) Spuntare; levare, togliere la punta.
2) moctila = zittire, troncare il di-
scorso, smettere di rispondere in con-
tesa che s'abbia con qualcuno: farla fi-
nita.
mocc, s. m. = mozzicone, tronco, tron-
cone: quel che rimane d'un tutto mozzo,
troncato.
1) Cicca, mozzicone di sigaro; avanzo
di sigaro fumato : àndO, à cerea i vioee
= raccattare le cicche ; cerea mocc =
ciccaiuolo : chi di notte col lanternino
va attorno per le vie a cercar cicche o
mozziconi di sigaro.
2) Mozzicoda: di cavallo, gatto, cane,
e sim. a cui sia tagliata la coda.
3) moee de stala = mozzo, garzone
di stalla. Disusa.
mocc, agg. = mozzo, mozzato, spuntato:
tagliato un po' più della punta.
1) fitil mocc mocc = troncare : di
cosa 0 di azioni che sono terminate
prima che finite.
mocch, agg. = spuntato, ottuso, mozzato:
di cose cho dovrebbero finire in punta,
e questa o non fu fatta o fu tolta.
1) pària mocch = scilinguare ; bal-
bettare, essere scilinguato.
mochèta, s. f. = smoccolatoio : sorta di
forbici con cassottina nel gambo che
servono per smoccolare. Dal frano, mou-
chettes.
mocliètt, s. m. = moccolo : pezzo corto
di candela, massime quando è già stata
arsa.
1) Mozzicone di candela: quel pezzo
che rimane di una candela quando si
è consumata la maggior parte.
2) foriti 'l mochètt = reggere, tenere,
il lume; fare il mezzano d'amori e por
noi anche soltanto l'essere presenti allo
cortesie, meglio alle sdolcinature reci-
proche di due innamorat'.
mocbiroeùla, s. f. = spegnitoio, smocco-
latoio. Vedi mochèta.
mocià, V. att. = mozzare : tagliare un po'
più della punta e meno della metà di
un tutto.
1) fase mocià i càvèj = farsi moz-
zare i capelli, farseli tagliare senza
farsi rapare.
2) mocià i al = tarpare le ali, ta-
gliarle per modo cho non si possa vo-
lare.
mocìlia, s. f. = zaino: valigia da soldato
che si porta con cinghie sulle spalle.
Dallo spagnuolo.
moc
- 495 -
mffi
mocìn, s. m. = cicchettina: dim. di cicca.
Vedi luocc, 1).
inocój, s. m. pi. = gelse, moriuole : i
frutti del gelso.
1) « pisà e mocój = a spizzico, a
spiluzzico, a miccino : a piccole dos".
mdcol, s. m. = moccolo. Vedi mocliètt.
mocolòtt, s. m. = candelotto : candela
tozza e corta.
1) Anche moccolo, avanzo di can-
dela.
mocusc, s. n>. = fungo, moccolaia: quel
bottone carbonoso che si forma in cima
dello stoppino nelle candele accese.
1) Smoccolatura; la parte smoccolata,
la moccolaia tolta dalla candela.
moda, s. f. = usanza della giornata.
1) là moda d'incoeù = la moda d'og-
gidì.
2) vèsè giò de moda = essere fuori
di moda, fuori dell'uso; non usarsi più.
3) Al plur., mòd = mode : abbiglia-
menti donneschi alla moda: nella frase:
mereànt de mòd = mercante di modo.
inodàcc, s. ìli. pi. = smorfie, visacci,
atto svenevole o significativo colia bocca.
Vedi mòca.
modèla,* s. f. = modella : donna o ra-
gazza che va per modello a un pittore
0 a imo scultore. '
modèlà; V. alt. = modellare : fare il mo-
dello di un lavoro.
inodèll, s. m. = modello, esemplare : qua-
lunque cosa seiTa come campione che
si debba imitare.
1) Uomo che posa davanti a un' ar-
tista per aiutare la verità del disegno.
2) Agg. modello; che può servire d'e-
semplare; on fìceii modèll = un figlio
modello; ona maina modèll = una ma-
dre modello.
3) Modano : legnetto con che si fer-
mano le maglie delle reti.
4 ) modèll de pipa = muso da pipe :
spreg. di pers.
modera,* v. alt. = moderare ; temperare,
frenare ; modera là vos = moderare la
voce ; non gridar troppo.
1) sàvèss modera in del mangia, in
del spend, in del bev = sapersi mode-
rare nel mangiare, nello spendere, nel
bere; saper tenere la giusta misura.
moderaa, * agg. = moderato; chi sa aver
moderazione.
1) Chi non è democratico, non è ra-
dicale in politica, ma piuttosto conser-
vatore.
moderàsiòn , s. /". = moderazione : il
sapersi moderare, conservar la misura.
moderàtàmént, avv. = moderatamente,
con moderazione.
modèrno,* agg. = moderno, recente:
che è de' tempi nostri, non è antico.
modést, agg. = modesto : chi non sup-
pone troppo di se, e non mena vanto
dei propri meriti uè degli onori che li
accompagnano.
1) Temperato, moderato, limitato ;
mangia modèàt = mangiare modesto,
moderato.
2) Anche in senso d'avverbio : man-
gia modèàt = mangiare moderatamente.
modèstàinènt,* avv. = modertamente ;
con modestia.
modèstia, s. f. = modestia: la virtù
dell'essere modesto.
modèstìua, s. f. = modestina. Vedi
bèrta, 2).
modiliòii, s. m. = modiglione: T. d'ar-
chit. specie di mensola che è sotto il
gocciolatoio de' cornicioni.
modista , s. f. = modista, a-estaia ; la-
voratrice di cappelli e d'altri abbiglia-
menti pel capo delle signore.
modo , s. m. = modo, mezzo ; troà el
modo de vìv = trovare il modo di vi-
vere.
1) maniera ; Ve minga queél èl mòdo
de jìàrlcL = non è questo il modo di
parlare.
2) fa in mòdo de... = fare in modo
di...
3) à dgni mòdo = a ogni modo, in
ogni maniera : comunque sia, avvenga.
mòdiila , s. f. = modula, modulo ; mo-
dello di scritto che deve servire per
norma.
moeud, s. m. = modo, maniera, guisa;
cosa, via per giungere a una cosa ;
no gii" è moeud de fall ilbedi = non c'è
modo di farlo obbedire.
1) Co.stumanze, usanze, abitudini :
vìv, fa à so moeud = vivere, fare a
suo modo ; come si vuole.
2) te vmut fa à moeud d'on miìi-
ciòn ? fa à tò "ìnmud = vuoi fare a
modo d' un minchione ? fa a tuo modo.
È dettato nostro col quale vogliamo
dar del minchione a chi si intesta di
volere agiro di suo capriccio.
moeùia, s. f. = le molle; strumento di
— 49t) -
inol
ferro ripiegato in modo da prender
tizzoni e carboni accesi.
1) de toeu éii coni là moRiìia = da
])rendersi colle molle : di persona cat-
tiva.
2) là mmuia del pose = la molletta
del pozzo : il gancio a molla che ab-
branca il secchio, perchè sia calato
colla corda nel pozzo.
iiiaeuj (à), mod. avo. = in molle, in
liagno ; essere i)Osto in un liquido a
inacerare, o anche semplicem. a im-
beversi.
1) vesé à nixuj = essere nelle peste,
nell'orcio; di chi è in gravo impiccio,
da non sapere come districarsene.
iiiiBul, ora più comune mòlo,* s. m. =
molo : muragliene praticabile che dal
Ijorto s'avanza nel mare, o anche nel
lago, per difender le navi dai venti.
inojùla, s. f. = macina, macine, mola ;
pietrona rotonda che serve a macinare,
a frangere.
1) Rota ; il disco di pietra su cui si
arrotano i feni ; pietra da arrotare.
iiiJBUsg', s. m. = moggio -, misura di ca-
pacità che servo specialmente per il
carbone.
moeiiv, V. att. = muovere ; mettere in
juovimento, cambiar di posto.
1) luoetw i gàmb = mover le gambe,
<;amminare ; podè minga mceuv i gàmb
= non poter muover lo gambe ; di chi
ò malato, impotente, 1' ha intirizzite,
aggranchite o sim.
2) moiuii el còrp = movere il corpo ;
far andar di corpo.
inosùves, v. rifl. = moversi ; darsi o pi-
gliar moto ; guarda còme se mneiw /
fceiij = guarda come si movon le foglie.
1) Agitarsi : quànd el pària el se
lìfeuv che 'l par on osèsé = s' agita,
ijuando parla, ohe pare un ossesso.
2) Avviarsi ; me soni riiomii à: qim-
fr'ur per vegnì chi = mi son mosso
alle quattro oro per venir qui.
;-3) Abrivare: della nave che comincia
a muoversi por xiscire al largo.
inorili, s. m. = musino, faccino: di bam-
l)ino avente il viso tondetto e molto
espressivo. Si estende anche a ragazze,
a giovinette, a donne.
iiiò^lieii, s. m. = mogano : sorta di le-
gno compatto, rossiccio, molto pregiato
l)er mobili.
iiiògrii, s. m. = baffo : macchia sul viso
d'uno, specialm. di color bruno, pro-
dotta dall' essersi in qualunque modo,
ma inavvertitamente, tinto.
iiiogrnà, V. att. = gnaulare, miagolare :
del gatto cho emette la voce.
1) Scacchi are : T. agrar. levare alla
Vito i talli superllui, troppo rigogliosi
0 d innosi.
luogruàda, s. f. = gnaulata, miagolata :
il miagolare strascicato.
mo^iiàdura, s. f. = soacchiatura : puli-
tura delle viti.
mo^uàga, s. f. = meliaco : una varietà
di albicocco, ed anche meliaca, frutto
del meliaco.
mo^iiàniént, s. m. = guaulamento, mia-
golamento : il miagolare dei gat*^i.
moia, ». att. = ammollare, immollare,
immergere r mettere o tutto o parte di
checchessia in un corpo liquido, perchè
si inzuppi.
1) Intingere ; moia là péna = iatin-
gore la penna.
2) Dimoiare i pannilini o sim. nel-
l'acqua.
iiioiaa, agg. = immollato : fatto molle
per bagnatura.
luoièta, s. f. = mollette : molle piccole
per vari usi, come per asparagi, zuc-
chero, ecc.
1) pinzette : T. di tipogr. e d'altre
arti : strumento a molla per agguan-
tare e tener ferme cose minuto.
luoimèiit, s. ni. = movimento. Vedi
movimènt.
moia (pan), s. m. = pano inzuppato
nel vino.
moina, s. f, più usato al plur. uioluii, =
carezza, juoina : vezzi, carezze affettate
per ingraziarsi qualcuno.
uioi(eù, s. in. = fragola moraiola o sel-
vatica ; fraga vesca silvestris : specie
di fragola.
moisc, (tgg. = molliccio : un po' molle.
1) s. m. = mollume : umidità cagio-
nata dalla pioggia.
mola, s. f. = molla : lama che com-
pressa si piega e, lasciata libera, torna
allo stato di prima, servendo cosi a
dare energico impulso ; là mòla de
Vorològg, del càpipànln occ. = la molla
dell'orinolo, del campanello, ecc.
1) mòla de f ombre la = moUettine :
quelle che tengono aperto o chiuso
l'ombrello.
2) miilti do r«.^.'5 = pallino, cricca,
IttOl
— 497
lUOl
gruccia (interna) : pomo metallico o
d'altro oho serve per prendersi in mano
per aprire le serrature a colpo e tirare
a sé gli usci : maniglia (esterna).
d) indll dèla fàscia, del còrp = stecca :
lamina sottile ed elastica, di varia ma-
teria, ohe, ficcata in una gaaina, aiuta
a tenere a sogno il busto o la vita del
vestito.
4) * mòli de la finèstra = grucce.
Vedi fèr, 9j.
mola, f. att. = allentare, mollare, am-
mollare : di canape o fune con cui si
innalzino pesi, contrario di tira = ti-
rare. Onde il grido : tira, mola = tira
molla, 0 ammolla,
1) Allentare, affibbiare, appioppare;
di pugni, ceffoni e sim. darli : el g'hà
ìitolaa Oli piign = gli ha allentato un
pugno ; se te vègnet vesìn, te viòli dna
pesciàda = se vieni vicino, t' affibbio
un calcio.
2) Addipanare : movere spesso le
gambe ))er staro a passo con altri che
lo ha più lunghe : anche soltanto cor-
rere, aftrettarsi.
8) Arrotare : ravvivare il taglio dei
ferri. Detto di lastre o vasi di cristallo,
significa lavorarli alla ruota per po-
lirli ; bicièr molaa = bicchiere ari'otato.
4) Scomare, diminuire ; mola i prèsi =
diminuire i prezzi ; el frece el mòla =
il freddo scoma.
5) molti 7 prèsi = peteggiaro, far
poti.
molaa, agg. = arrotamento : l'arrotare.
1 ) més àpèna molaa = esser di rota,
jnolàda, .«. f. = arrotamento : l'arrotare.
1) Addipanata ; il correre por stare
a passo con altri o por arrivai- presto.
Hioladura, s. /'. = arrotatura, affilatui-a :
l'arrotare ferri.
nioIà^iiOii, s. m. = filaccione : specie di
lenza.
inolàsc, s. m. = midollone : la rete tutta
a semi del popone e delle zucche.
molata, s, f. = macinatoio : nrulino ver-
ticale con cui si frangono le ulive.
molerà, s. f. = arenaria: specie di pie-
tra per costruzioni.
molesta, r. att. = molest ire : dare, ap-
jioitar molestia.
molèstia, s. f. = molestia : senso di
giave noia, infastidi mento.
moléta, s. m. = arrotino : chi arrota col-
telli, forbici, ecc.
molèta, s. f. = molletta, molla : dim. di
mola e specialm. la lama di ferro ripie-
gata come maglia, bislunga, per assi-
curare la secchia alla fune del pozzo.
molètòn, s. m. = cammellotto finetto :
specie di stoffa.
moliflcà,* ^'. att. = mollificare, ammol-
lire, rammorbidire : rendere molle,
morbido.
molìg'a, = nel gioco che si fa ai bambini,
pizzicando loro ogni dito o dicendo :
piàiga, mollga, là gàta là pìga ; pin
pignmù, dagli on para di tò bau, Méa
là eòa e va à cà tòa. In Toscana lo
stesso gioco lo fanno dicendo : giii
nella piazza, passa una lepre pazza ;
uno la vide, uno la prese, uno 1' am-
mazzò, uno la pelò, e uno la mangiò.
moliu, s. m. = molino : lo stabilimento
dove si macinano grani, olive, ecc.
1) m,olìn d'ingorgàda = molino a
ricolta 0 a raccolta : quello mosso dal-
l'acqua di un piccolo torrentello rac-
colta in una gora e guidatavi da un
canaletto detto gorello.
2) chi va ài molìn s' infarina =
chi va al mulin s' infarina ; chi si
mette in impicci, ne sente sempre qual-
che danno. Ed anche : chi va col lupo
impara ad urlare; chi dorme coi cani
si leva collo pulci ; le male compagnie
guastano sempre.
3) tira l'acqua ài so molla = tirar
l'acqua al suo molino ; fare una cosa
indirizzandola al proprio interesse, senza
darsi pensiero dell'altrui.
4) molìn à veni = molino a vento :
quello mosso dalla forza dell'aria. Fig.
diciamo mdlìn à veni = remola, bat-
tola, di chi chiacchiera molto e in fretta.
moliu, usato più frequent, al pi. molitt,
s. ni. = caruocchio, torsolo, tutolo : il
torso della pannocchia di grano turco
spogliato dei granelli : si usa molto,
specialm. in campagna come combu-
stibile.
moliuèll, s. m. = mulinetto : piccolo
molino.
1) mulinello ; T. ginn, e scherm. :
il rotare della spada e del bastone so-
pra sé e intorno.
moli, s. m. = mollica, midolla ; la parto
intorna e più molle del pano.
1) midollo ; la parto più intorna delle
piante.
mòli, agg. = mollo tenero, morbido ;
lUOl
— 498 —
nion
contrario di dm"o, secco: d'ogni corpo
cedevole ad ogni minima forza.
1 ) Floscio, fiacco : di carattere poco
energico, di uomo che non abbia vo-
lontà d'agire.
2) Vincido : del pano quando, per-
duta la freschezza, si ammollisce la
crosta 0 diventa quasi pieghevole.
3) Lento : non stretto ; ìàsà mòli =
allacciar lento.
uiolón, s. m. = cornocchio, tutolo, tor-
solo. Vedi molin.
molta, s. /'. = malta, calcina : l' impa-
sto di calce e sabbia per murare.
1) ònini faa de molta = uomo di
stracci, di pasta frolla ; che non ha al-
cuna energia di volontà né di carattere.
moltìplica, s. f. = moltiplicazione : una
delle quattro operazioni fondamentali
dell' arimmetica.
moltipllca, t'. alt. = moltiplicare ; au-
mentar di molto una cosa.
1) T. arim. fare la moltii^licazione.
moltiplicando, s. m. = moltiplicando.
T. arim. nella moltiplicazione uno dei
fattori.
moltiplicàsiòii,* s. /". = moltiplicazione:
il numero dello parti o degli addendi.
moltiroeù, s m. = calcinaio : chi spe-
gno la calce e chi la impasta insieme
alla rena, rimestandola colla mazza.
moltitudiii,* s. f. = moltitudine : gran
quantità ai jjers. e di cose.
mólto,* avv. = molto ; accompagna sem-
pre un aggettivo : mollo bòn, mólto
bèli, molto sàvi, mollo lontdn, e sim. =
molto buono, molto bello, molto savio,
molto lontano e sim.
1) Solo, l'usiamo nelle risposte per
dire : molto, assai ; te pias i màgio-
àter ? - molto = ti piacciono le fragole ? -
molto.
molusr, agg. = molliccio ; un po' molle.
E del pane : vincido. Vedi mòli, 2).
momèut, s. vi. = momento, istante :
piccola porzione di tempo brevissimo.
1) on tnomènt ! un momento ; tron-
cando un discorso, o interrompendosi
per aggiungere o correggere qualche
espressione.
2) del moment = del momento; mo-
mentaneo, passaggero, della circostanza ;
èe sa, l'è 'l dolor del moment, ma
poeu 'l pàsa = si sa ; è il dolore del
rnonicnto, ma poi passa.
8) in d'on moment = in un mo-
mento ; in un lampo, in brevissimo
tempo,
4) dal moment che = giacche, poicliè.
5) à ììiomént = a momenti; secondo
i momenti.
6) dà on moment à Valter = da un
istante all'altro; ad un tratto, all'im-
provviso.
7) per el moment = per ora, per
adesso.
8) Intervallo : el g' ha di moment
che l'è éàvi come = ha dei momenti
nei quali è savio assai.
momentàueàméut, * aw. = momenta-
neamente ; sul momento, in questo mo-
mento.
momentàni, agg. = momentaneo, istan-
taneo : che dura un momento brevis-
simo.
moménti (à), * = a momenti: tra poco;
à moménti l'è vòra de diana = a mo-
menti è ora di pranzo.
1) ffl moménti ! = per un filo ! Quando
si vuol diro che per pochissimo non ò
accaduta una cosa : . s' usa por lo più
di pericoli scampati.
momentin, s. m. = momentino: dimin.
vezzegg. di momento.
monarca, s. m. = monarca: capo d'una
monarchia.
1) pàrVl montlrea profèta = fare il
satrapo: creder d'essere una divinità;
fare il barbassoro: darsi arie.
monarchia,* s. f. = monarchia : governo
di un solo e il paese con quel governo.
monàrchici!,* agg. = monarchico : che ò
della monarchia, ed anche chi parteg-
gia per la monarchia.
monàtt, s. m. = monatto: infermiere di
appestati. Voce più storica che dell'uso.
Mondiceli, s. m. = Moncucco: nomo pro-
prio di un paese vicino a Milano. En-
tra nella frase vèss àndaa in del bàlón
de Monciicch = essere andato in fumo,
in nulla.
mond, s. m. = mondo, universo. Anche
solam. il globo terrestre, la vita che
vi si fa, la gente che vi si trova.
1) à sto mond el Signor el Doenr ni-
sùn de contént = ognuno ha il suo dia-
volo all'uscio.
2) ff sto inond chi va èli e chi va
gid = a questo mondo chi va in su o
chi va in giù: è una ruota.
3) ci mond bisogna làsàll come 'l ss
trceàva = il mondo va lasciato andare:
iiion
— 499 —
lUOU
non darsi troppo affanno delle miserie
del mondo.
4) ci mond bisógna ciàpàll come Ve
= il mondo va preso così com'è, biso-
gna accontentarsi.
5) el mond l'è de chi le sa god = il
mondo è di chi lo sa godere, di chi se
lo piglia.
U) sàvè còsa zorAir dì el mond =
avere esperienza del mondo, sapersela,
aver pisciato in più d'una neve.
7) sàtè fa à sta ài mond = saper
vivere: conoscere l'arte di viver bene.
■ 8) el mond Ve grand = il mondo è
largo, ci si sta tutti. Avvertendo che
non è obbligo noiaro o tormentare il
prossimo.
9) àndà à Valter mond ò ài mond
de là = andare all'altro mondo; morire.
10) Ve ài mond jjerckè glVè post =
campa perchè mangia : di chi non è
buono ad altro che a mangiare.
11) 'vesÉ là fin del mond = ossero il
finimondo; guài se saltava Òna mòla!
là sàrìa stàda là fin del mond = guai
se una molla scattava ! sarebbe stato un
finimondo.
12) borlàss giò 'l mond.' = cascasse
il mondo ! Di chi non si scrolla per pi-
grizia 0 per fermezza. '
13) ^)ar che tibia de boria giò 'l mond
= paro che caselli il mondo : a chi temo
troppo gli effetti di qualche cosa.
14) in eoo del, ài mond = in capo
al mondo: chi sa dove, lontano.
15) de che mond è mond = da cho
mondo è mondo: sempre e sposso.
16) sta al mond = vivere ; fin che
Moo à éto mond = fin cho starò a que-
sto mondo.
17) el gran mond = il gran mondo:
la società dei ricchi, dei nobili.
18) là giiistìsia de éto mond = la
giustizia del mondo.
19) mèit ài mond = mettere al mondo,
creare; di figliuoli.
20) vegni ài mond = venire al mondo,
alla luce; nascere.
21) i^èss òmni de mond = essere
uomo di mondo; di chi conosce il mondo,
ne ha larga esperienza.
22) tiitt el mond = tutto il mondo;
ipcrb. tutta la società, gran parto della
società in cui uno vive; Ve conoiiiii de
tiitt el mond = è conosciuto da tutto il
mondo, da tutti.
23) el mond Ve bèli perchè Ve vàri =
è bello il mondo perdio è pien di ca-
pricci e gira tondo: è bello perchè va-
riato.
24) el Signor ie mèli ài mond e lor
èe compàgnen = Dio fa gli uomini ed
essi si appaiano: la gente simile facil-
mente si unisce : in S2)ocio la poco
buona.
25) gira 'l mond = andar per il
mondo, viaggiare.
26) Ve 7 mond à V incontràri = è il
mondo alla rovescia.
27) tiUt el mond Ve paes = tutto il
mondo è paese, in qualunque parte del
mondo l'uomo può trovarsi bene. Di-
cono anche: dove è il pano è la patria.
28) rèse in del mond de la luna =
essere nel mondo della luna, esser stor-
dito; vegni giò del mond dcla lùìia =
venire dal settimo ciclo : essere forte-
mente meravigliato.
29) vèss nun èl pàdròn del mond =
esser noi i jìadroui del mondo : essere
felici tanto da parer che tutto il mondo
sia nostro. Ed auclie : credersi padroni
del mondo por propotenza e superbia.
30) el mo7id = il mondo : una delle
figuro principali nel giuoco do' tarocchi
0 delle minchiate.
mond) s. m. = monte di ])ietà. Per la
gran somiglianza della pronuncia del d
e del t finale, specialmente se prece-
duto da consonante, la parola mont
diventa inoud, (Quindi la frase inse-
gnagli à sia ài mond che letteralmente
significa insegnargli a staro al mondo,
cioè a vi vero, ed è lepido giuoco di pa-
rola per indicare che un oggetto è stato
impegnato al Monte di pietà.
monda; v. att. = mondare, pulire, net-
tare, sceverare fragole, insalata, piselli
e sim. da foglio, gambi, fuscelli cho non
si possono mangiare.
1) Scoltellare: nettare col coltello le
biade dallo orbo nocivo.
2) monda H ris = vagliare, nettare
il riso : rimondarlo, i)ulirlo dei sasso-
lini, grani d'altra specie, ecc.
niondàdura, s. f. = mondatura: il mon-
dare 0 il tempo e la spesa.
mondàìa, s. f. = mondiglia, nettatura:
la ptirte inutile e cattiva che si toglie
dal riso, dalla foglia, dai ceci e sim.
che si mondano.
luondusc, s. m. = inon i. accio : po^g. dì
nion
500 —
uton
mondo, nel signif. di gente, d'avve-
nimenti, disgrazie che accadono.
inondeghili, s. m. pi. = ammorsellati,
piccatigli, crocchette: specie di vivanda
fatta di carne tritata, impastata con
cacio , pane grattato, uova , pignoli ,
zibetto, e cotti nel burro.
luondèllj agg. = calvello, gentile : di
grano.
inondìn, s. m. = mondatore, vagliatore:
l'uomo che monda, vaglia, specialm. il
grano.
mondo, s. m. = mondo ; on mondo de
de geni = un mondo di gente; el gran
mondo = il gran mondo, la gran so-
cietà; el mondo novo = il mondo novo,
il cosmorama, ed anche per celia il culo.
nionèda, s. f. = moneta, spiccioli; la mo-
neta minuta, gli spiccioli di rame.
1) tra in monéda = mettere in spic-
cioli, spiegare minutamente e molto
chiaramente.
2) paga, rari, costà òna monèda =
pagare, valere, costare una somma; una
gran quantità di danaro.
3) fa monéda falsa = far monete
false : far di tutto, anche un delitto, per
ottenere un intento.
4) * monéd = le monete, i danari,
specialmente lo antiche, oggetti di nu-
mismatica.
mòiiegra, s. f. = monaca, suora : donna
ascritta a un ordine religioso regolare.
1) àndà à monega, màndtl à mdnega
~ monacarsi, monacare.
2) monega falsa = monna schifa il
poco. Da noi si denota anche una donna
0 uomo finto, ipocrite, che faccia il
santoccio.
inoneglièll, s. f. j)l. = mughetto : fiore
gentile detto anche giglio delle. convalli;
convallaria ìtiaialis. Dicesi anche mo-
iie^hiu e monichéll.
monestee, s. m. = monastero, chiostro:
lo stesso che « convento » ma più pro-
priam. di monache, che non di frati.
moufrìua, s. f. = monferrina : specie di
danza popolana.
1) bàia là manfrina = ballar la mon-
ferrina: non star mai cheto.
niouotonìa e luonotomìa, s. f. = mo-
notonia : asti-, da monotono : veèé mo-
nòtoni, = essere monotono ; ton mo-
ndton = che è sempre sullo stesso tono,
noioso.
monsciòr, s. m. = monsignore: titolo
dato ai prelati. Da noi specialm. i
monscior del Dòmm = monsignori del
Duomo, canonici ordinari.
montj s. m. = monte : grande solleva-
mento del teiTeno non minore di tre-
cento metri sul livello del mare.
1) àndà, irà ó manda à moni = an-
dare, mandare a monte: di una partita
di giuoco che non si conta, e per estens.
di tutto ciò che non si combina defini-
tivamente, pur essendo incominciate le
pratiche.
2) àndà ai o sui moni = salir pei
monti, a far legna, a raccoglier casta-
gne, noci, ecc.
,S) el moni = il monte di pietà; portty
vègli ài moni = portare, avere al monte.
4) Gran quantità; on mont de fastìdi,
de gent = un monte di fastidi, di gente.
mónta, s. f. - carica, scatto : à mesa
monta,, à tUta monta = a mezzo scatto,
sullo scatto: di una molla caricata per
metà 0 interamente.
1) iìi monta = tutt' insieme, in blocco,
in complesso.
monta, v. alt. = montare, salire: di sti'ada
ripida per andare in un luogo più alto.
1) monta à cavali = montare a ca-
vallo: di chi sa 0 si prova a cavalcare.
2) monta là guàrdia = montare la
guardia, farla quando tocca.
3) là me monta = la mi monta, sot-
tinteso, la stizza.
4) monta in càrosa = montare in
carrozza; salirvi, mettervisi.
5) monta là cà = montar la casa:
provvederla dell' occorrente.
6) monta on capèll, óna scufm =
guernire, fare un cappello, una cuffia
con fiori, nastri, ecc.
7) monta = montare: T. d'art, e me-
stiere e meccan. mettere insieme le di-
verse paiii di una cosa.
8) Caricare : di ordigni destinati a
produrre certi movimenti per opera di
molle e di pesi; monta là tràpola, l'o-
rològg, el mènarost = cai'icai'e la trap-
pola, l'orologio, il girarrosto.
9) montasi = montarsi, esaltai'si, la-
sciarsi montare il capo da capricci, da
passioni, e sim; se ' l comincia à mon-
tàss, gli' è pii niéun che le tén = se co-
mincia ad esaltarei, non lo frena nes-
suno.
montaa, agg. = armato, arredato, cari-
cato : di cosa che sia fornita di quanto
lUOU
501
mol-
le occorre, e che sia i)ronta ad agire
come dove.
1) Esaltato ; appassionato troppo ;
incoRU l'è montaa, bisógna mgh pa-
Ménsa = oggi ò esaltato, bisogna aver
pazienza.
montàda, s. f. = montata, salita, erta :
di strada che sale rapida sul fianco di
una montagna; guarda g io, che bela
montàda hhniii faa = guarda in giù,
la bella salita abbiani fatto.
montadùra, s. f. = montatura: T. d'arti e
mest. ; il montare di mobili, attrezzi,
cappelli, tende, ecc.
moutàg'iia, s. f. = montagna, monte ;
specialm. se occupa largo tratto di paese.
1) là montagna = la montagna : in
opposizione alla pianura.
2) /' ària de montagna = 1' aria dei
monti.
3) hiii doma i montagli che sta à
èò post = i monti stanno fermi e gli
uomini camminano ; incontrando pcrs.
che non si sarebbe creduto di vedere.
inontàgnee, s. m. = montanaro, alpi-
giano : chi abita fra le montagne ; i
montàgnee g' han el cervèll éUtìl = i
montanari hanno il cervello fino ; sèmm
Étaa minga mal anca in di montà-
gnee = non siamo stati malo neanche
fra quelli alpigiani.
montàg'néta, s. f. = montagnetta, mon-
tagnola ; piccola, talvolta piccolissima
montagna.
ì) là montàguèta di giàrdìn pùblich
= la montagnetta del giardino pub-
blico ; un piccolo rilievo del suolo dove
la banda musicalo dà concerti.
2) là Montàgnèta = la Montagnetta :
una osteria fuori di Porta Ticinese,
posta su un leggerissimo rilievo di
terra, e dove si va volentieri a man-
giare il pesce fritto.
montàss, v. rifl. = insuperbirsi, gon-
fiarsi ; credersi dappiù.
1) esaltarsi. Vedi monta, 9).
montesèll; s. m. = monticollo, monti-
cino : di ni. vozzegg. di monte.
montoenr, s. m, = montatore, allesti-
tore, preparatore : chi mette insieme
le diverse parti di una macchina, per-
chè agisca. Dal francese montear.
montdu, s. m. = mucchio : riunione di
persone o di cose ammonticchiate.
1) Gran quantità ; te l'hoo ditt on
vionton de vòlt = te 1' ho detto cento
volte.
2) fàlà 'l monton = non azzeccarla,
sbagliarsi, non indovinare.
3J tra à monton = scompigliare, man-
dare a monte. Vedi mout, 1).
montouàj v. att. = ammucchiare, am-
monticchiare : fare i mucchi, ridurre
in mucchi.
montoiiscèll} s. m. = mucchietto, muc-
chiettino : dim. di mucchio.
1) Monticino, monticello : dim. di
monte, come monteséll.
montriicòtt, agg. = ruvido, zotico : di
chi ha modi sgarbati e incivili.
moutiìòs,* agg. = montuoso, alpestre,
erto : di luogo pieno di monti.
montura, s. /. = assisa, uniforme, di-
visa: vestimento de' soldati che distin-
gue il grado di chi la porta.
monìimènt, s. m. = monumento : opora
d'arte fatta, perchè resti a memoria e
insegnamento dei posteri.
1) Mausoleo : edifizio sepolcrale gran-
dioso.
monumentai, * agg. = monumentale ;
che ha del monumento, ed anche che
è ricco d' monumenti ; el cimiteri mo-
niimentM = il cimitero monumentale.
moniimentìn,* s. m. = monumentino :
piccolo monumento.
1) Cippo ; colonnino senza capitello, o
qualche cosa di simile, piantato in terra
come segno di sepoltura.
mora, s. f. = mora : giuoco notissimo
che si fa per lo più nelle osterie, but-
tando aperta la mano e cercando in-
dovinare la somma delle dita che com-
plessivamente distenderanno i giuoca-
tori.
1) giiigà àia mòra = faro alla mora.
mòra, s. f. = mora : frutto della spina,
mora prugnola. Al plur. mor e mor.
1) Dormiglione : insetto roditore delle
mele.
2) Agg. femm. di mòro = donna
mora : di razza negra, ed anche ap-
pena di pelle i)iù scura dell'ordinario.
3j vèàé in mòra = essere in mora :
T. forense, tardare a pagare un debito.
moràia, s. f. = morsa, mordacchia : stru-
mento per stringere il labbro superiore
al cavallo che non si vuol lasciar fer-
rare, per obbligarlo a star fermo.
moràl, s. f. = morale ; moralità, buon
mor
502 -
mor
costume : ofénd là mordi = offenderò
la morale.
1) là mordi d'óna fàvola, d'on rà-
cont = la morale d'una favola, d' un
racconto ; V insegnamento morale che
se ne può ricavare.
2) Conclusione, riassunto; inéoma^
là mordi del tò discors l'è che te veni
di dànee = insomma ; la conclusione
del tuo discorso è che tu ^'lloi danaro.
3) là mordi = il danaro ; i soldi.
moràìitaa, s. f. = moralità : la pratica
della morale.
moralista, s, in. = moralista ; chi sfog-
gia massime di morale ; oh ! fa piàsè,
fa minga 7 moralista! = oh! fammi
la grazia, non farmi il moralista ! Spe-
cialm. a chi fa come il padre Zappata.
moràlmènt, ape. = moralmente, asso-
lutamente ; rè moràlmént impoéibil =
è assolutamente impossibile.
morbid, * agg. = morbido ; cho cede al
tatto, e anche liscio, senza asperità.
1) Soffice ; scàgn., lètt morbid = se-
dia, lotto soffice.
niòrcìa, e mòrda vìa, csdam. = via !
passa via ! va via !
mòrd, V. att. = mordere, addentare : ag-
guantare coi denti por offendere.
1) mordcs i bàrbìs = mordei-si i baffi ;
di chi se li morde per un po' di stizza
cho abbia.
2) mordes là lèngua = mordersi la
lingua : nel mangiare, nel battere il
mento, por non ridere, per non par-
lare, 0 pentendosi d'aver parlato.
mordént, agg. = mordente : che morde
0 pizzica forte.
1) Fig. di parole, di frasi acute, an-
che se non hanno intenzione di of-
fendere.
2) Impasto di sostanze atte a fissare
i colori sui tessuti o la doratura o l'ar-
gentatura sugli oggetti dorati o argon-
tati.
3) T. mus. : appoggiatura inferiore
di brevissima durata.
mordignà, v. alt. = morsicare : dim.
frequent. di mordere ; mordignà on
pòm^m = morsicare una mela.
mordigriiàda, s. f. = morsicatui'a : il
morsicare e il segno che ci resta.
mordigrnón, s. m. = morditore : che fà-
cilmente morde, morsica. '-l - •"
mordOda^ s. f. = morso : il mordere een
una boccata e l'effetto.
1) La parte ferita col morso e il so-
gno ; el s'è faa brilsà là mordUda =
si fece cauterizzare il morso ;eZ g' ha
siila fàcia una morduda de gàtt = ha
sul viso un morso di gatto.
moréla, (carta) = carta turchina: specie
di carta sugante colla qualo da noi i
drogliiori involgono zucchero e caffè. In-
zuppata nell'aceto il nostro popolo la
applica alle echimosi prodotte da per-
cosse 0 ha fede che sia eccellente te-
rapeutica.
morèll, agg. = morello : di colore ten-
dente al nero e specialm. del mantello
di cavalli.
1) s. in. = livido, lividore, echimosi,
pesca. Vedi boli, 2).
2) deventà morèll = illividire.
moreìòna, s. f. = schiarea ; salvia sal-
vatica; salvia sclarea. Specie di pianta.
morèlòn, agg. = morello: di color oscuro,
moro.
1) morèlòn de persegh = pesca reale.
morèna, s. f. = spalletta, sponda; la
parte piana del parapetto dei pozzi.
morécd, avv. = a poco a poco, bel bello,
insensibilmente: sempre di cosa che di-
minuisce, degrada.
moresìn, agg. = morbido, molle, cede-
vole, liscio, manoso: d'ogni cosa che
al tatto non oppone resistenza, rigidezza,
asperità.
morètìn, s. m. = merino, branetto, bru-
nettino: di colore piuttosto caldo che
tende al nei'o. M foni ni. morètìna.
luorètt, agg. = brunetto: di colore piut-
tosto nero.
1) s. m. = saltimpalo, fornaiolo, sal-
timpunta, pigliamosciie : motaciUa ar-
bìeola. Uccello silvano.
2) Moretta turca, anitra folaghetta ;
anas fuligula cì-istata; ucc. acquat.
morfina, * s. f. = morfina; uno degli
alcaloidi dell'oppio, ed è il più attivo.
morgnin, s. m. = quietino, mammamia:
di chi si dimostra timido e quieto, ma
spesso si finge con molta arte.
morgninn, s. f.pl. = moine. Vedi moiun.
morgnòn, s. vi. = chetone, soppiattone:
chi parla pochissimo, ma macchina,
specialm. pel proprio interesso e a danno
altrui.
mori, s. m. pi. = morette: specie di ci-
liege di color molto cupo.
mori, V. att. = morire, cessar di vivere,
uscir di vita.
mor
— 503
mor
1) àndti à ris'e de mori = essere in
bocca alla morte; in gran pericolo di
morire.
2) che mocùra chi = vo' morire, io
possa morire ; maniera di giaramento.
Volgami, dicósi in ital. anche: cli'i af-
foghi.
3) morlgh àdrcc à quèicoss = cascar
morto sopra una cosa, morirci sopra o
su: struggersi dalla voglia di posse-
derla.
4) gh'è de morì = c'è da morire: c'è
da pat're molto, da impazientarsi , con-
sumarsi di noia. Anche: Ve ròba de morì
= c'è da morire, da cascar morti.
5) mori del rid = morir dalle risa:
ridere smoderatamente , smascellarsi
dalle risa.
6) mori dèla vceuia = morir di vo-
glia: aver gran desiderio.
7) Por estens. morire, dei vegetali.
8) Detto di lume, di fiamma, di foco:
venir meno, spegnersi.
9) In certi giochi : morire, uscir dal
gioco.
inoribOnd, agg. = moribondo : che è in
termine di morte, presso a morire.
morìg'iosu, s. m. = topetto, topolino,
topo casalingo: mus museulus .
1) Nottolino : arnese per serrare gli
sportelli delle finestre.
iiiorisna, v. alt. = mollificare, ammollire,
ammorbidire: render morbido, molle.
iiiorisiiént, agg. = emolliente, mollifi-
cante, mollificativo: che ha la proprietà
di ammorbidire.
itiODiiorà, V. att. = mormorare : biasi-
mare altrui; dirne malo pili che la ca-
rità non vorrebbe.
morinor<àsión , s. f. = monnorazione :
il dir male d'altrui e le pai-ole dette in
detrazione altrui.
moriiee, s. m. mugnaio, mulinaio : chi
jiiacina il giano.
1) pari on mornee = parer nevicato :
essere tutto imbiancato o macchiato di
bianco.
mòro, s. m. = moro, affricano: uomo
nero d'Etiopia, negro.
1) Per estens. chi è molto bruno di
carnagione.
2) tàbàceh del mòro, e assol. el moro
= tabacco moro: cosi chiama il popolo il
trinciato di seconda qualità.
morocòflF, s. m. = morello,- cavezza di
moro: il colore del manto di un ca-
vallo.
iuorÒ8:iia, s. f. = rosticcio: materia che
si separa dal ferro ribollito. Anche: mà-
ròg'iia.
moroid, s. m. pi. = nnroidi, emorroiii,
le vene dell'ano, special m. quando sono
ingorgate di sangue.
iiioròu, s. in. = moro, gelso : albero la
cui foglia alimenta i bachi da seta.
1) spoitL i moròn = sfrondare, stru-
sciare i gelsi.
Morón, (vìa del) = via Morene: una delle
nostre vie intitolata a Gerolamo Morene,
uomo di Stato che, come vico-cancel-
liere, amministrò il Ducato di Milano
sotto gli ultimi Sforza.
iiioronaa, agg. = gelsato : piantato a
gelsi, a mori.
moronàda, s. f. = piantagione di gelsi.
moronérii, s. f. = gelsato : vivaio o ne-
staiuola di gelsi.
iiiorós, s. m. = amante, anroroso, damo :
chi ha pratiche, corrispondenze amo-
rose. Per lo più di relazioni illecite:
delle lecite spòs, fldàusaa.
1) moros = amoroso : nelle compa-
gnie comiche quello che fa le parti di
innamorato.
2) Moroso. T. forense : chi indugia
lungamente e oltre il termine dovuto
a pagare il proprio debito.
morósa, s. f. = amante, amorosa, ganza :
l'amante d' un uomo, con significato
piuttosto illegittimo,
morosa, v. att. = amoreggiare, vagheg-
giare : fare all'amore per spasso.
morosàment, s. m. = amoreggiamento :
l'amoreggiare.
morosàtt, s. m. = accatta amori, amo-
reggiatore ; chi ha molte amanti.
mòre, s. m. = morso, freno : pezzo di
ferro che si mette in bocca al cavallo
per guidarlo.
1) Mta del mòrs = guardia.
2) dola de mòra = delicato di morso :
di cavallo che sente il morso e gli ub-
bidisce.
mòrsa, s. f. = morsa : arnese di ferro
0 di legnò a guisa di grossa tanaglia
che si serra con una vite e del quale
si servono i fabbri, i legnaiuoli, gli
orefici ed altri, per stringere e tonei"
fermo il lavoro che hanno nelle mani.
1) Morsa a banco : presso i legna-
iuoli è una macchina a sinistra del
nior
- 604
nior
banco per stringervi fra mezzo 1' asse
da piallarsi per ritto sui due lati.
2) Morsa, e meglio al plur. morse,
addentellato : quelle pietre o mattoni
che sporgono in fuori dai lati dei muri,
per potervi collegare nuovo muro.
morsee, s. m. = frenalo, morsalo: chi
fa 0 vende morsi.
morseli, s. m. = bocconcello, morsello :
una piccola parte di roba da mangiare,
e specialm. di i)ane.
1) Rosicchiolo : pezzetto di pano avan-
zato e secco.
inorsèta, s. f. = morsetta ; piccola morsa,
specie di tanaglietta a vite che usano
gli orefici.
inòrt, s. f. = morte, la cessazione della
vita.
1) Il modo di morire ; fa ona bòna
Tuòrt = fare una buona morte ; òna
fììòrt onoràda = una morte onorata.
2) quistiòn de vita ò de tnòrt = que-
stione di vita 0 di morte ; importan-
tissima, dalla quale dipende la sorte
di chicchessia.
3) ààvè, ciintà vita, viòrt, e mirti-
col de quèid&n = sapere, raccontare di
alcuno vita, morte e miracoli, cioè ogni
più piccola cosa.
4) La figura con cui si rappresenta
la morte, che è uno scheletro umano.
5) pari là mòri in pee = parere la
morte, o la morte secca, essere il ri-
tratto della morte ; di chi è secco ri-
finito.
6) condànà à mòri, péna de ntòrt =
condannare a morte, pena di morte ;
condannare alla pena capitale.
7) pài't Oli condànaa à ìuòrt = pa-
rere un condannato a morte ; di chi
fa cosa a malincuore.
8) in punt de niòrt = in punto di
morte ; sul morire, nell'atto di morire.
9) odia à mòri = odiare a morte,
mortalmente ; moltissimo.
10) vèéà irà là vita e là mòri = es-
sere tra la vita e la morte : di chi è mo-
ribondo, e fig. di chi è tra speranza e
timore.
11) rèss dna mòri = essere una
morte : di cosa che arrechi sommo di-
sgusto 0 noia.
12) rèéS là mòrt de quèiditn = es-
sere la morte d' uno : di cosa che ca-
gioni la morte.
13) l'è là eoa mòrt = è la sua morte :
si dice famigliami, di vivanda fatta
come si conviene.
14) torna de mòrt à vita = tornare
da morte a vita : chi da tristissime
condizioni fisiche o morali, ritorna a
stato migliore.
15) tègh là mòrt in cà = aver la
morte all' uscio : vèss li coni là mòri
in bóea = essere colla morte in bocca :
essere in pericolo di morire.
16) morte .' = morte ! lo diciamo an-
che imprecando a cose che non hanno
vita ; morte tll-a misèria = morte alla
miseria.
17) là mòrt = la morte : nel giuoco
deU'Oca.
mòrt, agg. = morto: uscito di vita de-
funto.
1) fa 'l mòrt = fare il morto, fare
la gatta morta: del nuotatore che sta
sull'acqua lungo e disteso, immobile.
2) acqua ritòrta = acqua morta : ac-
qua ferma stagnante. Fig. mammamia :
che si mostra mansueto, docile, timido,
ma finge con molta ai-te.
3) dance mòrt, capital mòrt = da-
nari morti, capitale morto ; che non
danno frutto.
4) lìngua mòrta = lingua morta :
quella che non si parla più.
5) pes mòrt = peso morto : un peso
che riesce assai difficile l'alzare.
6) étràech mòrt, inàmoraa mòrt ,=
stanco morto, innamorato morto : stan-
chissimo, innamoratissimo.
7) pàès mòrt, citaa mòrta = paese
morto, città morta : che non ha la vita
che potrebbe avere, dove c'è scarso
movimento di persone e di commercio.
8) mòrta stàgion = stagione morta :
quella in cui un commerciante, un ar-
tefice ha mono lavori, e quindi meno
guadagni .
9) bàia mòrta = palla morta : che^
ha perduto l'impeto della corsa e però
cade languida e innocua.
10) vèss on mort de fàmm = essere
un morto di fame, un tritone, un mi-
serabile.
11) àìidà àdree mòrt à dna ròba =
andar perduto dieti'O qualche cosa, mo -
rirci sopra.
12) mòrt mi, mòrt tilee = chi vien
dietro serri l'uscio; morto io, vadali
mondo alla malora; campato io, cam-
pati tutti.
— 505 —
mos
13) foeugh mòrt, cidr mòrt = fuoco
spento, lume spento: che non è più,
0 non è ancora acceso ; vèsè fregia
V acqua e mòrt ci faiugh = esserci il
gatto nel camino : quando non è stato
acceso per farci da mangiare.
14) chi è mòrt è mòrt e ehi viv se
dà eonfòrt = chi muor giace e chi vivo
si dà \)SXQQ.
15) man morta pica là porta, pica
Vilss, man miisé, man muse = ò can-
zonetta cho accompagna un giuoco in-
fantile per il quale prendiamo la mano
abbondata del bambino, e di sorpresa
gliela facciamo battere sul viso.
mòrt, s. m. = morto, cadavere, salma :
il corpo dell'uomo morto.
1) pari on mòrt, on m,òrt in pee =
parere un morto, un morto che cam-
mina : di chi è scarno, sparuto, pallido.
2) cràpa de mòri = testa di morto :
il teschio vero o rappresentato che sia.
3) ciirà 'Ir mòrt = guardare il morto:
di chi veglia in sua guardia, pregando.
4) Chi è passato all'altra vita, ò de-
funto : i nòster póar mòrt^ là mesa de
mòrt = i nostri poveri morti, la messa
da morto.
5) el di di Mòrt o semplic. i Mòrt
- il giorno dei Morti, i Morti : il 2 no-
vembre. ^
6) pària di mòrt à tàola = rammen-
tare i morti a tavola; faro dei discorsi
inopportuni.
7) el fa reàiiscità on mòrt = farebbe
risuscitare un morto : di cibo o bevanda
confortante e saporita.
8) son^ de mòrt = sonare a morto :
sonare le campane per avvisare il po-
polo che è morto qualcuno.
9) el mòrt = il morto ; fam. per
somma di danaro.
mòrta (ali), = al% è segno nei giochi
de' fanciulli o specialm. in quelli dove
si corre, che il gioco si deve inter-
rompere.
luortàdèla, s. f. = mortadella: specie
di salame.
mortài, agg. = mortale : che è soggetto
a morte, cho muore.
1) peeaa mortài = peccato mortale;
l'è propi peeaa mortài à fàtt on piàsè
= è proprio peccato mortale a farti
piacere.
2) briitt come ' l peeaa mortài =
brutto quanto il peccato mortale ; brut-
tissimo.
3) salt mortài = salto mortale : quello
del saltatore che fa una capriola nel
salto.
4) àndà già mortài = ammalarsi
mortalmente : di malattia cho fin dal
principio si mostra grave e irrimediabile.
mortàlitaa, s. f. = mortalità, morìa :
il morire in breve tempo molta gente,
per cagione di malattia, di fame, di
guerra.
mortàlmènt, avv. = mortalmente : in
maniera che cagiona la morte.
1) odia mortàlmènt = odiare mor-
talmente, fieramente.
2) noiàss mortàlmènt = annoiarsi
mortalmente, annoiarsi in sommo grado.
3) ìnètes già mortàlmènt = amma-
larsi mortalmente. Vedi mortài, 4).
mortàrètt, * s. m. = mortaletto : specie
di fuoco artificiale che acceso fa uà
grande scoppio e si usa per far segno
di festa.
mortee, s. m. = mortaio : vaso di varia
materia in cui col pestello si postano
diverse coso per ridurle in polvere, o
in poltiglia.
1) peUà l'acqua in del mortee =
pestar l'acqua nel mortaio: far cosa
veramente inutile.
2) Mortaletto : cannoncino pieno di
polvere che si spara per segno di festa
nello sagro.
mortifica, v. alt. = mortificare: attri-
stare alcuno, specialm. con rimproveri,
riprensioni o sim.
1) Umiliare; con tanti ringrasià-
mènt el me mortifica = con tanti rin-
graziamenti, mi umilia.
mortiflcaa, agg. = mortificato : umiliato,
confuso.
mortiflcàsión, s. f. = mortificazione,
umiliazione , avvilimento : meritava
prdpi nò sta mortificàsiòn = non me-
ritava proprio questa mortificazione.
mortili, s. m. = morticino : bambino o
bambina morti.
mortòri, s. m. = mortorio ; onoranze,
preci, cerimonie che si fanno in omag-
gio di chi è morto.
1) Fam. ritrovo, conversazione, spet-
tacolo senza allegria, malinconico.
mòsa, s. f. = mossa : atto ed effetto del
movere al gioco della dama e degli
scacchi.
mos
506 —
mos
1) Delle evacuazioni del corpo: là
verdura là glie fa vcgnt là mom = la
verdura gli fa venire la mossa di corpo.
uiosà; v. att. = mussare, spumare, far la
spuma: dei vini che spumano.
mosàìch, s. m. = mosaico : lavoro fatto
a disegno a colori con pietruzze di
pregio commesse insieme, in modo da
parere un quadro dipinto.
mósca, s. f. = insetto alato notissimo.
1) ài cali mar se glie rà àdree i
mosch = le mosche si posano sui, o
danno addosso ai cavalli magri, e sulle
carogne ; le disgrazie si accumulano sui
disgraziati.
2) dna mosca là glie par on cavali
= d'ogai mosca fa un elefante: di chi
si esagera l'importanza delle cose anche
minime.
3) sàvè nò quanti para fan tré mosch
= non sapere quante dita uno ha nelle
mani : essere un minchione.
— sàvè quanti ptira fan tre mosch
= saper quante paia fauno tre buoi :
saper le cose che tutti sanno.
4) podè senti à vola dna mósca =
= poter sentir volare una mosca : per
gran silenzio di gente attenta.
5) salta là mósca ài nas = saltare
la mosca , montare il moscerino al
naso: impermalirsi, incollerirsi.
6) resta coni on piign de mosch in
man = rimanere collo mani piene di
mosche: rimaner deluso, non conse-
gaire il fine desiderato.
7) boria gio cóme i mosch = morire
come le mosche : esserci grande morìa.
8) mósca bianca = mosca bianca :
modo prov. per persona o cose raris-
sime, che non si vede mai ; l'è rar
cóme dna mósca bianca = è raro come
una mosca bianca.
9) pari Óna mósca in del làtt =
sembrare un corvo nella neve : di cosa
non solita e soprattutto isolata, singo-
larissima.
10) mosca de Mildn = mosca di
Milano : specie di vescicante.
11) mósca cavatina = mosca canina
0 cavallina, assillo: specie di mosca
che punge e molesta più fieramente.
12) i mosch morden = le mosche
pinzano.
13) fa via i moàcli = scacciare le
mosche ; mandaiie via.
14) Quel ciuffetto di peli che molti
portano sotto il labro inferiore.
moscaa, agg. = moscato : picchiettato,
macchiettato ; del mantello del cavallo
sparso di macchiette nere come mosche.
inoscaa e moscato (vìn), s. e agg. = vino
moscado, moscadello : fatto con uva
moscadella, di sapore molto dolce. »
moscàda (nòs), s. f. = noce moscada o .'|
moscata : sorta di frutto aromatico. «
moscàrdina, s. f = moscardina: ceram-
bice moscato. Sp. di insetto. Si usa
metterlo nelle scatole di tabacco da
naso, perchè gli dia l'aroma che gli è
particolare.
moscardìn, * s. vi. = moscardino, ga-
nimede, zerbinotto.
moscàtèll, s. m. = moscadello : aggiunto
d'una soiie d'uva molto dolce, ed anche
d'altri fratti che traggono a quel sapore.
mosclièr (ì), f. pi. = paramosche : strisce
di cuoio appiccate a certi finimenti,
per parar lo mosche ai cavalli.
moschéri, s. m,. = moscaio : quantità
di mosche.
moschèta, s. f. = pizzo : ciuffo di barba
lasciata isolata sul mento.
moschètt, s. m. = sopraccielo : la parte
superiore del cortinaggio del letto a
mo' di baldacchino, e tutto il parato,
cioè l'addobbo del letto a cortinaggio.
moschiii, s. m. = moscerino : insetto
volatile assai piccolo.
1) salta 'l moschln = montare, sa-
lire, venire il moscerino al naso. Vedi
mosca, 5).
2) Permaloso : di chi facilmente si
lascia montare la mosca al naso.
moschiroeùla, s. f. = moscaiola : specie
di cassetta coi lati di tela metallica por
tenervi le vivande riguardate dalle mo-
sche.
1) Guardavivande: arnese da custo-
dire le vivande.
2) Scacciamosche : folto mazzo di
lunghi crini di cavallo, che si usa per
cacciar le mosche, specialm. dai cavalli.
moscón, s. m. = moscone: qualità di mo-
sca più grossa della comune e che ronza
assai forte.
1) Fig., chi ronzi intorno a qualche
ragazza.
2) Spillo doppio: specie di spillone o
fermaglio agganciato.
3) moàcón d'or = moscone d'oro; nm-
sea cupraria.
mos
507 —
mot
moséta, s. f. = mezzetta: sorta di bavero
prelatizio di vari colori secondo i gradi
0 la liturgia,
iiiosión, s. f. = mozione : proposta mossa
da qualcuno in una adunanza.
most, s. m. = mosto: sugo tratto dall'uva
pigiata e che, quando ha bollito, si fa vino.
1) Presmone: mosto che cola spon-
taneo dalle uve ammonticchiate.
mostsicc, s. in = mostaccio, ceffo, gru-
gno: dispreg. per viso.
\) Piastra a cassetta. T. dei fabbri:
è parte delle serrature.
2) * mostàcc = i mustacchi, i baffi;
specialm. i baffi arricciati.
mostàcià, ». att. = rimbrottare, sgridare,
rinfacciare: dire in faccia cose spiace-
voli e noiose.
iiiostàciàda, s. f. = rabbuffo, sgridata,
mortificazione.
luostàrdu, s. f. mostarda: mescolanza di
frutte di varie qualità cotto con zuc-
chero e senape.
1) Per celia: il sangue dal naso ; te
doo Oli àciifiòlt che te foo vegni giò là
nioétcLrda = ti do un mostaccione che
ti fo venir sangue dal naso. Vedi
bro3ù(la, 3).
iiiostàsàda, s. f. Vedi sopra inostàciàda.
mostàsìii, s. ni. = mostacciolo: sorta di
pasta dolce con molte droghe.
iiióster, s. m. = mostro: di uomo o donna
eccessivamente brutti.
1) Persona di qualità singolari dalle
altre, sì in bene che in male.
móster, (i) s. f. pi. = mostreggiature: le
manopole delle maniche di diverso co-
lore: le usano specialm. i militari.
mostòs, agg. = sugoso: di cibi che a man-
giarli non sono tigliosi, né duii alla
masticazione, di frutti non legaosi di
polpa.
mostra, s. f. = mostra : l'atto del mo-
strare e spesso con qualche ostentazione.
1) mUes in mòétra = mettei'si in
mostra: di chi cerca di tirare sopra di
sé l'altrui attenzione.
2) fa à mostra = far le visto, mo-
strare, figurare, fingere; et fa à moétra
de capi nò = fa le viste, figura di non
intendere.
3; fa mòàtra de nàgòtt = fingere di
non capire, passarsela, non curare.
mostra) v. att. = mostrare: mettere una
cosa innanzi alla vista di alcuno, met-
tere a nudo.
1) mostra i dent = mostrare i denti:
far vedere ad altri che non si ha paiu-a
di loro.
2) moétràés = mostrarsi: darsi a di-
vedere tale, quale indica la voce ap-
posta al verbo; el s'è mostraa on ver
àmìs = si mostrò un vero amico; l'ha
cominciaa à moétràss indiferènt = co-
minciò a mostrarsi indifferente.
mostrili, s. m. = mostra, campione: quel
po' di mercanzia che si mostra ai com-
pratori, perchè si assicurino della qua-
lità. Vedi càmpioii. Di liquidi si dice
sempre: saggio.
1) Mostrino, mostricino; diin. di mò-
ster, = mostro.
mostrina, s. f. = mostreggiatura, para-
mano. Vedi mòster (i).
mostriiòs , agg. = mostruoso , esorbi-
tanto.
mostriiositaa, = mostruosità, esorbi-
tanza: l'essere mostruoso.
mota, s. f. = mucchio ; òna mola de
pòmm, de nòs e sim. = un mucchio di
mele, di noci e sim.
1) Gran quantità; è vegnuu dna mota
de geni = venne un mucchio, una folla
di gente; de storìèll de cilntà ghe n'hoo
dna mòta = di storielle da raccontare
ne ho un mucchio.
motaa, agg. = afflitto, mazzero: di pane
mal lievitato e cotto in forno non ab-
bastanza caldo.
motètt, s. m. = motetto : un versetto
spirituale latino messo in musica.
motiv, s. m. motivo: causa, ragiono; el
motlv déla vìsita = il motivo della vi-
sita; me piàsària èàvè el motto de sta
stràpasàda = mi piacerebbe sapere il
motivo di questa sgridata.
1) dà motiv = dar motivo, provocare;
mi g'hoo minga daa motiv de pensa
mal de mi = io non gli ho dato mo-
tivo di pensare male di me.
2) T. music: l'espressione di un'i-
dea 0 pensiero musicale.
motiva, V. att. = menzionare, far men-
zione, accennare.
1) Motivare, addurre i motivi o le ra-
gioni che mostrano la bontà e la ne-
cessità di una cosa.
mótoj s. m. = moto, movimento: il pas-
sare, il trasferirsi che fanno i corpi da
un luogo a un altro; fa del mòto = far
del moto; on poo de mòto el ghe vceur
mot
— 508 —
muf
per là sàWd = un po' di moto è ne-
cessario alla saluto.
1) vèii.^, luétes in mòto = essere,
mettersi in moto, in movimento; ossero,
mettersi in faccende, ed anche sempli-
cem. cominciare a camminare, a an-
dare ; oì'a che H s'è miss in mòto ghe
vceur on éècol = prima che cominci ad
andare ci vuole un secolo.
2) (le moto pròpri, mod. avv. = di
proprio moto; spontaneamente.
3) l'è 'l mòto perpétilv = è il moto
perpetuo: di chi non si ferma mai o
non trova posa.
motòii, s. VI. = montone: il maschio della
pecora. Dal francese mouton.
motòr, * s, m, = motore: di apparecchi
meccanici che servono a produrre mo-
vimento ; on motor à gas, a vapor,
elètrich = un motore a gas, a vapore,
elettrico.
inótria, s. f. = mutria : sostenutezza af-
fettata di chi fa broncio altrui per certo
orgoglio 0 anche per isdogno.
1) Anche semplicem. muso, broncio.
Vedi grinta, bronsòu, app, luiisdn.
inotriènt, agg. = imbronciato.
motrióii, s. m. = imbronciato, buzzone:
chi sta pensieroso e taciturno.
movènt, p. pr. e agg. = movente, forza,
motivo : cagione o cosa che move, dà
impulso.
movìbil,* agg. = movibilo, mobile ; cho
può esser mosso.
movili] ènt, s. m, = movimento, il mo-
vere e l'esser mosso.
1) vess lìber, intrigaa in di movi-
mént = essere libero, impacciato noi
movimenti.
2) nwvimént del personal = movi-
mento del personale ; trasferimento di
persone da un luogo all'altro.
3) li' affluire di molte persone che
vanno e vengono per un luogo; à Mi-
làìi gli è séniper on gran movimént =
a Milano c'è sempre un gran movi-
mento.
4 ) movimént de còrp = mossa di corpo;
delle evacuazioni dei corpo.
movOii, pcurt. pass. = mosso : dal verbo
moeuv, = muovere.
miicc, s. m. = mucchio, ammasso: quan-
tità di cose ammassate. Vedi montòii.
miicilàg'in,* s. f. = mucilaggino : sugo
viscoso, spremuto per lo più da semi,
orbe, radiche, otc.
mQda, s. f. = muta ; abito intoro per di-
stinguerlo da altri.
1) Di panniliui, si intende quella
quantità e qualità che occorre volta per
volta; ona mUda de fc;^s«^ì = una muta
di lenzuola.
2) dàés là muda = darsi la muta;
di pers. che si succedono l'una all'al-
tra in qualche operazione, ufficio e sim.
3) Di animali s' intende coppia per
coppia; ona mtida de cdn = una muta
di cani.
4) Chiusa, muda. T. di caccia; mètt
i i'isèj in niÈda = metter gli uccelli in
chiusa, in muda: cioè al buio, perchè
aspettino a cantare al tempo dell' uccel-
latura.
miidà, V. att. = mutai'o: mettere una cosa
in luogo di un'altra, sempre dello stosso
genere.
1) Eiferito a vesti. Togliersi di dosso
quelle cho si portavano e mettersene
altre.
2) miidà 'l mn = mutare il vino
dallo botti: travasarlo in modo cho la-
sci la fondata.
3) miidà vita = mutar vita; cambiar
tenore di vivere.
4) san Oioànn m&da -visi = addriz-
zatore, moderatore. Vedi (TÌoànn, 2).
miidàda, s. f. = mutatura ; atto ed ef-
fetto del mutare ; dòpo là miidàda ci
? In l'è diventaa piisee bòn = dopo la
mutatura il vino è migliorato.
miidànd, s. ni. pi. = mutande: brache di
pannolino o di pannolano che si por-
tano sotto agli abiti, così dagli uomini
come dallo donne, per riparo dal freddo
0 anche per pulizia.
miidàiidiiiii, s. f. pi. = mutandine : lo
mutande da bagno.
miidàss, V. ri/I. = mutarsi: cambiarsi la
biancheria della persona.
mufa, s. /*. = muffa: specie di vegetazione
ohe nasce sui corpi dove si trova una
materia vegetabile in certe condizioni
di umidità e di incipiente putrefazione.
Detto segnatam. del cattivo odoro di
tale vegetazione: rln che ha ciàpaa là
iniLfa = vino che ha preso la muffa ;
vàsèll còni là mufa = botte colla muffa.
1) Borracina, musco: vegetazione mi-
nuta che viene sulla scorza degli al-
beri vecchi e in luoghi umidi ; i tècc
hin pién de mufa = i tetti son pieni di
borracina.
iiiuf
509
mar
2) T. piti. : rifioritura di colori pro-
dotta dalla calcina nelle pitture fatte
a fresco.
miiif, offg. = muffato, muffito : pieno di
muffa.
inìifì; V. att. = muffare, muffire, ammuf-
Jìre : pigliar la muffa, diventar muffato.
1) sta in casa à ni ufi = stare in casa
a muffire : di chi non esce mai di casa.
2) tegm à miifì là ròba = tenere a
candirò ; i dànee hin minga faa per
tegnì lì à mìlii = i danari non son
fatti per tenerli li a candire.
luiigri, v. att. = muggire, mugghiare, e
fain. mugliare : mandar fuori la voce
che fa il bestiame bovino.
1) Fig. anche in mil. delle onde del
maro, del tuono, dei venti.
iitu^ia, s.f. = mucchio. Vedi mota, miicc.
miisrìàda, s. f. = mugghio, muggito : il
muggire.
mula, s. f. = mula : la femm. del mulo.
1) viula de l'ospedaa = nocentina,
mula.
2) Pedignone : specie di gelone che
viene ai calcagni.
miilàrìa, s. f. = mulaggine , ostinazione,
caparbietà.
miilàtee, s. nt. = mulattiere : quello che
guida i muli.
miilàtt,* s. m. = mulatto : cplui che è
generato da un bianco e da una mora.
miiléta, s. f. = budello ; intestino cieco.
T. dei pizzic. e dei beccai.
1) Muletta : dim. di mula,
2j Magliuolo : sarmento tagliato dalla
vite e che si pianta por allevar viti
nuovo.
niiilètt, s. m. = muletto, dim. di mulo.
miill, *-. m. = mulo : animale infecondo
nato d'asino e di cavalla o di cavallo
I' d'asina.
^_ 1) oHinaa^ gnucch, come ou miill =
ostinato, caparbio come un mulo.
2) fa 'l miill = ostinarsi, incapo-
nirsi, fissare il chiodo : fissarsi in
uu'idea si)ecialmente non buona.
3) (/ sclìcna de mieli = a schiena di
mulo ; di strado convesse, per lo scolo
dello acque piovano.
4) à schènct de miill = a bastina :
detto di gite o trasporti di roba fatti
con bestie da soma per luoghi dove
non si può con veicoli.
5) Salsicc.iuolo : specie di salsiccia.
Vedi liig'nnegrliin.
multa,* s. f. = multa : pena pecuniaria.
milita,* «'. att. = multare ; condannare
a multa ; l'kan miiltaa de des franch =
lo multarono in dieci lire.
miìmia , s. f. = mummia : cadavere
umano colle carni dissecate da balsami.
1) Di pors. secca e brutta ; el par
óna mùviia, l'è dna véra mUniia =
pare una mummia, è una vera mummia.
mung', V. att. = mungere ; spremere le
poppo di animali per cavarne il latte;
hoo mungìilu là vaca = munsi la mucca;
Ve àndaa à mung là càrra = è an-
dato a mungere la capra.
1) Fig. mung = vuii mungere uno
mùngegìi là bórsa = mungergli la borsa;
cavargli destramente di sotto i danari.
mìluicipàl, agg. = municipale ; appar-
tenente al municipio.
muuicipàlitiia , .9. f. = municipalità :
la magistratura stesso del Comune.
1) Qualche volta lo diciamo per pa-
lazzo del Comune.
municìpi,* s. vi. = municipio, comune:
il complesso delle autorità comunali di-
rigenti 0 il palazzo del Comune.
miinì,* V. att. = munire ; fornire, prov-
vedere ; Z't' àndaa via miinii de tiltt
el neeesàri = andò via munito di tutta
il necessario.
muuisìòu,* s. f. = munizione : tutto ciò
che serve per caricare lo armi come
palle, pallini, polvere, e sim.
1) pan de miinision = pane da mu-
nizione : quello che si dà ai soldati.
2) miinision de bòca = munizioni da
bocca : noi diciamo così scherz. le vet-
tovaglie.
miir, s. m. = muro : mattoni o sassi col-
legati con calco l'un sopra l'altro per
divisione interna di un edificio o per
recinto di esso.
1) miir à sè:ch = muro a secco ;
senza calcina.
2) miir de tàolaa = muro sopram-
mattone, 0 semplic. soprammattono :
della grossezza di un mattone.
3) miir màèéler = muro maestro :
dai fondamenti al tetto.
4) miir divisòri = muro comune,
divisorio : che divide due case o duo
quartieri, ed è per ciò comune a duo-
inquilini.
5) miir voeiij = nìuro a cassetta :
vuoto nel mozzo.
6) miir de cìnta = muro di ricinto :
- 610 -
mus
quello che cingo un podere, un giar-
dino.
7) Parete: quelle ohe racchiudono in
senso verticale una stanza.
8) sarei in quàter miir = chiudere
ira quattro mura; spccialm. di fanciulla
ohe si metta iu convento.
9) bau, pica 'l eoo in del miir =
battere, dare il capo nel muro: darsi
alla disperazione.
10) pariti ài miir = diro al muro:
, parlare a chi non vuole ascoltare né
<lar retta.
11) surucch a e miir = indietro te
tì il muro: di prepotente, ignorante che
non vuole udir ragioni.
12) meies coi spali al miir = met-
ter le spalle, o i piedi al muro: star
fermo, duro: non si lasciiire smuovere.
13) vèss, sta diir come on miir =
essere, star duro, fermo come un muro,
essere tenace e anche ostinato.
14) tirala àdree ài miir = stiracchiare
le milze : piatire il pane, star terra a
terra.
16) sta à miir à miir - essere a
muro con altri, aver la casa contigua.
Anche: stare a uscio e muro.
16) cava sdngu dà on miir = cavar
sangue da un muro: voler cose da chi
non può 0 non vuol darne.
17) diir coni diir no fa bon miir =
duro con duro non fa buon muro: di
due ostinati.
18) tira sii on miir = alzare un
muro ; irà giò òn miir = smurare.
mura; s. f. sing. = mura: quelle che cin-
gono la città.
luiiràdór, .«. m. = muratore: chi esercita
l'arte del murare. Vedi màìster.
miiràia, s. f. = muraglia: muro piuttosto
alto e grosso.
muraiòli, s. m. = muragliene: accrescit.
di muraglia; g'kan tiraa sii dendns on
miiràiòn, che 7 po' pii ■vede nàgòtt =
gli hanno innalzato davanti un mura-
gliene che non può piiì veder nulla.
murèll, s. m. = muretto: piccolo muro.
1) Muricciolo : piccolo muro basso,
coperto di pietra, sul quaie si può se-
dersi.
rniis, s. m. = muso : la testa degli ani-
mali dagli occhi all' estremità delle
labbra.
1) Fani, per broncio; niètt giò 'l miis
= metter su muso, tener muso.
2) romp el miis = rompere il muso,
il viso ; percuotere brutalmente.
miìs'c e miisch, s. m. = muschio : ma-
teria odorifera che si trae da un pic-
colo quadrupede, detto anch'esso mu-
schio.
muscol, s. m. = muscolo : organi del
corpo animale che servono a eseguire i
diversi movimenti.
miiscolàdura, s. f. = muscolatura: l'ag-
gregato dei muscoli ; vèss fòì-t de mii-
scolàdura = aver gagliarda muscolatura.
miiscolòs,* agg. = muscoloso: che ha mu-
scoli forti, sporgenti.
miisèla, s. f. = labbrone: labbro arrove-
sciato e sporgente.
miiselòcch, s. m. = labbrone: chi ha lab-
bra grosse 0 sporgenti.
1) Fig. imbronciato, musone, mu-
sorno.
miiséo, s. m. = museo : galleria, collo-
zione di cosa insigni per arte, o rarità,
0 antichità.
miiseràgn, s. m. = museragnolo : sorex
araneus ; animaletto selvaggio, grosso
come un topo e col muso molto ap-
puntato.
musica, * s. f. = musica: arte di formar
coi suoni la melodia e l'armonia.
1) profesor, maèster de musica =
professore di musica : chi la insegna;
m,aester, compositor de musica = mae-
stro di musica, compositore.
2) dirìg là viùsica = battere, dirigere
la musica: notare colla bacchetta o al-
tro il tempo, l'andamento agli esecutori.
3) Pezzi di musica staccati ; g'hoo
pii de mÉsica noeùva = non ho più mu-
sica nuova.
4) Esecuzione dei pezzi musicali :
staséra gh'è mUsica in casa del sto =
questa sera c'è musica in casa dello zio.
6) vèss Vistèsa mùsica = essere la
stessa musica: di inconvenienti che sus-
sistono sempre anche quando si potrebbe
ragionevolmente crederli scomparsi: onde
il detto: ^''è càmbiaa el màèster de cà-
pèla, ma là mUsica Z'è sémper quèla =
è cambiato il maestro di cappella, ma
la musica è sempre quella.
mìisicà, * V. att. = musicare: mettere in
musica.
miisicàbil,* agg. = musicabile: da potersi
convenientemente musicare.
miisicàl,* agg, = musicale: attenente vT,lla
musica.
mus
511
iiiìisicànt, s. m. = musicante: clii fa pro-
fessione- di sonare. Anche bandista.
in tisi dièta,* s. f. = miisichetta: dim. di
musica; musica senza pretese.
musicista,* s. in. = chi si occupa di mu-
sica, anche senza farne profess'ìone.
niiisin, s. m. = musetto, musino: dimin,
vezzegg. di muso.
niiisirceùla, s. f. = museruola, musoliera:
arnese cha si mette al muso dei cani per-
chè non mordano. Usa anche per i buoi.
1) Striscia di cuoio legato alla bocca
del cavallo per obbligarlo a tener alta
la testa.
2) mefcgh là milsiroetila à vuu = met-
ter la museruola a uno: vietargli di par-
lare a modo suo, o troppo liberamente.
niQso, s. m. = muso: riferito a uomo;
vess muso de /a, de dì = esser muso
di fare, di dire: esser tomo, esser ca-
. paco di faro cosa per cui occorra ardi-
mento.
1) dìghel siti muso = dirglielo a viso
aperto, francamente.
Miisòccli, s. m. = Musocco: nome proprio
di un paese vicino a Milano e dove
fu costruito il nuovo cimitero.
miisùn, s. )ii. = musone, muso, broncio.
Vedi niiis, grinta: il contegno di chi
sta serio con qualchoduno e non gli
parla per essersi avuto a m^o di qual-
che cosa.
1) fa 7 miison = imbronciare, im-
broncire, far segno di corruccio.
2) miison del pòrch = grugno.
8j Mazzocchi: radici di spinaci.
mìisouènt, agg. = immusonito, imbron-
ciato: che tieno il muso, il broncio.
musola, s. f. = mussolina, mussoliao;
sorta di tela sottilissima.
niiisulòn, s. m. = mussoline radono :
specie di fodera ingommata, molto or-
dinaria.
iniita, (ala) ìnodo avv. = alla muta: con
segni, alla maniera dei muti.
miitt, s. m. = muto, mutolo: privo della
favella.
1) dolor miitt = dolore cupo, intenso.
2) sàia mtìta = sala muta : non ar-
monica, poco risonante.
3) fa i so ròbb àia muta = far fuoco
nell'orcio: agire alla chetichella.
4) te éee miitt? = sei muto? Hai lasciato
la lingua al beccaio?
mutiio, s. m. = mutuo: prestito in danaro
che renda frutto o per cui bisogna pa-
gare interesse.
1) Agg. scambievole: mutiio socoré
= mutuo soccorso.
2) là Mutila = la Mutua : così si
chiama da alcuni qiialunquo società di
mutuo soccorso.
niutlis, nella fraso cìtus muiils et non
borbotàvèrunt : latino maccheronico col
quale noi si suole ingiungere ad altri
che taccia, e non si dolga di ciò che
gli avviene.
IST
n = enne: la dodicesima lettera dell'al-
fabeto. Si pi'onuncia èna.
NN. = abbreviatura che significa : « non
nominato a . Vedi èna.
nà, inter. = là, via, sia pure. Inter, con-
cessiva.
nàchera, * s. f. = nacchera : usasi per
lo più al plur. ^ ntclier = le nacchere:
due pezzetti di ebano o bosso a fonna
di conchiglia, che, battendoli insieme
stretti nelle dita, mandano un suo:io.
nàcòrgres, v. rifl. = accorgersi, addarsi.
Vedi àcòrges.
nàcorgìiiii e nàcòrt , ji'^^'t- pnss. di
nàcòi'gres.
naftalina, * s. f. = naftalina : sostanza
che fortemente odora di catrame e che
si usa molto a difesa dei pannolani
contro le tarme.
nagròta, particella di negazione = niente,
G s. m. : il nulla ; la negazione del-
l'essere. Vedi niènt.
iiag
1) òn bèli nagota = un bel niente,
quel gi'an niente; nulla affatto, asso-
lutamente nulla.
2) Per qualche cosa : l'è àndaa foeùra
coni nàgdtt in eoo = andò fuori con
niente in capo.
3) vèéé nàgòta = essere niente, un
niente ; non valer nulla, cedere al con-
fronto ; vèàs mèli che nàgòta, pesg che-
nàgòta = esser mono che niente, poggio
che niente.
4) coàtà nàgòta, vàri nàgòta = non
costar niente, non valer niente.
5) vend per nàgòta = vendere a
prezzo bassissimo.
6) per nàgòta = per niente : gratui-
tamonte, senza prezzo alcuno.
7) vorè nò dna ròba nànca per nà-
gòta = non volere una cosa neppur
per niente, non volerla neppure per
cacio bacato ; non saper che farsene.
8) fa nàgòta = non fa niente, non
fa caso : di cosa che noa ha importanza,
non guasta ; ée 'l vestii l'è on poo lungh
fa nàgòta = se il vestito è un po' lungo
non fa niente, non fa caso.
9j fa nàgòta = non far niente; non
venire a nessun effetto ; el me càn el
j)àr catto ma H fa nàgòta = il mio
cane sembra cattivo, ma non fa niente,
non morde. Di rimedi, non avere effi-
cacia; glian meiiiii el vèsigàìit^ mà^l
glia faa nàgòta = gli han messo il
vescicante ma non gli fece niente.
10) àndà, finì in iiàgòta = finire in
niente : di cosa che vada scemando e
riducesi in nulla.
li) còme nàgòta = come niente, a
bocca baciata: con facilità, senza fatica.
12) Ve dna ròba de nàgòta = è cosa
da niente, di poco valore, di poca im-
portanza.
13) fa nàgòta = non far fiato: di
bottega che non lavora per mancanza
di avventori.
14) me fa nàgòta = non me no im-
porta, non mi cale.
nàgrotiu, s. m. = nulla, niente: te regà-
làroo on bèli nàgotln d'or = ti regalerò
un bel nulla d'oro: lo diciamo per celia
ai bambini.
nàg'òtt, lo stesso che uàgòta, specialm.
nella frase éàvè nàgòtt de nàgòtt = non
saper niente di niente; essere ignoranti
affatto.
512 — iiap
nàn, s. m. = nano: mostruoso per la sua
piccolezza.
1) Nachero: che è piccolo della per-
sona e colle gambe storte.
2) Nanne: vezzegg.; cara '/ me ndnf
= caro il mio nanno !
nana, s. m. = nanna: voce infantile per
sonno, dormita, letto.
1) canta là nlna nana = cantar la
ninna, nanna.
2) fa nana, àndà in nana = fare la
nanna, andare a nanna: sempre di bam-
bini, dormire, andare a dormire.
nànàn, s. m. = vezzeggiativo che noi
usiamo molto specialm. coi bambini;
poer nànàn, cara 7 me nànàn, che bèli
nànàn, e sim. In Toscana dicono: ani-
ma mia.
nànca, partie. negai. = neanche, nean^o,
neppure, nemmeno : glie nànca óna
jncmta = non c'è neppure una pianta.
1) nànca per éògn = neanche, nem-
mcn per sogno.
2) Anche: coU'infin. nella negazione;
nànca à pagali el me farla Mo pìase
= anche a ])agarlo non mi farebbe que-
sto favore; benché, quantunque lo pa-
gassi 0 lo pagassero.
3) 7ne par nànca véra = non mi par
manco vero.
nàucàniò, avv. di tempo = anulie, per
anche; fin qui, fino ad ora : non aa-
cora; ghe soni minga nàncàmò staa =
non ci sono anche (o per anche) stato;
Ve nàncàmò de vegnì = non è per an-
che venuto.
nànchèn, s. m. = anchina. Vedi àncliéu.
nànìn, s. m. = nanino, nanotto, nane-
rello: dimiu. vezz. di nano.
nànmd, avv. = peranche. Lo stesso che
nàncàmò.
nàpi, s. m. = nappa, nasone: naso grosso.
uàpiòn, s. m. = nappone: l'uomo ohe ha
il naso grosso.
nàpola, s, f. = napoletana, verzicola: al
gioco del tresette e sim. j il due, il tre
e l'asso dolio stesso seme e nella stessa
mano.
1) Nasone; naso lungo o grosso.
uàpoledn, s. m. = napoleone : moneta di
oro da venti lire. Vedi màrèng-li.
1) Napoleone : nome proprio di pors.
uàpoletàn, agg. = napoletano; di Napoli.
1) Il nostro popolo chiama nàpoletdn
i fannulloni, gli accidiosi e fa male,
perchè mantiene nel linguaggio la tra-
nap
- 513
nas
dizione di quei lazzaroni napoletani che
il novo regime a poco a poco va di-
struggendo.
uàpoliii; s. wi. = arancina, arancia della
*;iua: sorta d'arancia forte, piccolissima
che non mangiasi se non confettata,
uàràns, .s\ m. = arancio, arancia, mela-
lancia; citrus aurantium; frutto dell'a-
rancio.
1) peli de nàrnnà = buccia o scorza
d'arancio.
iiài'àusàtt, •>>•. m. = aranciaio : chi vende
arancie.
uàrcìs, s. m. = narciso: pianta che ha i
fiori a modo di cappa, bellissimi.
uàrcótich, * 5. m. = narcotico: sostanza
medicinale che induce sonno.
narice, s. m. = moccio: escremento che
esce dal naso.
iiàrigèntj agg. = moccioso, moccicoso ;
che è sudicio di moccio.
iiàrigiàda, s. f. = moccicaia, moccica-
"lia: materia molle, un po' viscosa si-
mile a moccio, ed anche l'atto e l'ef-
fotto del mandar fuori il moccio dal
naso.
iiàrig'iàtt, s. m. = moccione, moccolone:
si dice ai bambini piangolosi, onde
hanno sempre il moccolo al naso.
1) Per ischerno a pers. adulta: uomo
da nulla. '
iiàrìs, s. f. pi. = narici, nari : i buchi
del naso per cui si respira e che danno
sfogo alla pituita.
1) Quelle del cavallo si chiamano
froge.
nas, s. m. = naso: prominenza del viso
che è organo dell'odorato.
1) ims càleàgnin = naso camuso,
schiacciato ; nas che par on peverón =
naso come un peperone ; nas col scà-
gnHl de sciàmtin = naso arcionato,
sgrignuto; nas groporént = naso a bi-
torzoli, a globetti; nas rispetàhil = naso
badiale.
2) àndà ài nas = dar nel naso ; sa-
perne male.
3) -iàltà là niòèea ài nas = montare
il moscerino al naso. Vedi mósca.
4) càscia 'l nas = metter bocca, o
il becco in un discorso: ficcare il naso;
in un luogo, in una cosa. Fig. di per-
sona indiscreta ed entrante.
5) bagna 'l nas = mettere in calcetto;
superare gli altri di gran lunga in abi-
lità; Verdi el glie bagna 'l nas à luti
■a
i ììiàèsier de musica = Verdi metto
tutti i maestri di musica in un cal-
cetto.
6) j}ÌGà 'l nas, pesta el nas = bat-
tere il naso, la bocca, picchiarlo, ca-
scare in avanti.
7) bàtt el nas = incappare : imbat-
tersi a caso.
8) mena per el nas = menare o pi-
gliar pel naso: far fare a qualcuno come
piace a noi: dargli a credere quel che
si vuole, abbindolarlo. Anche : dondo-
lare uno; rimandargli da un giorno al-
l'altro la soddisfazione del debito. An-
che: tenere a erba trastulla, a bocca
dolce: tenere uno a baia senza conclu-
der mai.
9) fàgk éii 'l nas , refignà 'l nas =
torcere o arricciare il naso; torcere la
bocca, fare la bocca acerba : far boc-
cuccia, dimostrare scontentezza di una
cosa.
10) vèss doma anice e nas = essere
tutt' occhi e bocca : magrissimo, este-
nuato.
11) regordàés nò dal nas àia baca =
non rammentarsi dalla bocca al naso:
non ricordarsi le cose neanche più i-e-
centi e vicine. Vedi bòca, 26).
12) pària in del nas = parlar nel
naso.
13) vègh bon nas = aver naso, o buon
naso, essere di buon naso; aver molta
sagacia, essere di giudizio acuto.
14) mètt foenra là pùnta del nas =
= metter fuori la punta del naso : af-
facciarsi appena, appena uscire di casa.
15) vedègh minga à dò dìda del tias,
puéee in là del nas = non vedere piiì
là del naso. Fig, di chi non ha grande
discernimento e non è perspicace.
16) resta cont tant de nas = rima-
nere 0 restar con un palmo di naso;
rimaner col danno e colle beffe, di cosa
non conseguita,
17) pàèà édta H nas = passar sotto
il naso: di cosa che passa molto vicino.
18) de nas = da naso; che serve per
il naso : fàsolètt del nas = pezzuola
da naso ; tàbàcch de nas = tabacco da
naso.
19) à morì là farà impresa, ma à
nas! = a morire farà in fretta, ma a
nascere! Gioco di parole che si dice
per celia a chi ha il naso lungo e pos-
sibile soltanto in dialetto per la semi-
nas
- 514
nat
glianza del nostro nàsè = nascere, con
nas = naso.
20) à liinim de nas = a occhio e
croce, a colpo d'occhio: di giudizio che
si faccia senza molta analisi.
21) Sfogatoio : T. de' murat., filan-
dieri e strumentai.
uàsà, T. att. = annusare, fiutare: tirar su
col naso per odorare.
nàsàda, s. f. = fiutata, annusata : l'atto
dell'annusare, del fiutare.
1) Nasata: urto dato col naso.
nàsàsc, s. m. = nasaccio: pegg. di naso,
naso deforme.
nàscita, s. f. = nascita: il nascere: fed
de nàscita, àtt de nàscita = fede, atto
di nascita.
1) Origine, famiglia : vèés de bòna
ììàscita = esser di buona nascita.
nàscondon (de), avv. = di nascosto, na-
scostamente, colatamente.
nàscòst, agg. = nascosto, celato, segreto:
tegni nàscòst queicòss = tener segreto
qualche cosa.
nàsin, s. ni, = nasino, nasetto: dim. di
naso.
nasional, agg. = nazionale : di nazione
della nazione.
nasiòn, s. f. = nazione : popolo della
stessa razza unito di sentimenti, di
lingua e di leggi.
nasón, s. m. = nasone, nasuto : accr. di
naso.
nàss, s. m. = tasso: taxus bacata: specie
d'albero alto e a fronde d'un verde cupo.
nàss, *•. att. = nascere; venire al mondo,
uscire alla luce.
1) niéùn nàsè màèster = nessuno
nasce maestro.
2) nàss cavigiaa, veétii, coni la ca-
mma = nascere vestito : di chi è for-
tunato e tutto gli va bene.
3) Ve ànnid de nàss = non è ancor
nato: di chi vuol far cose superiori alla
sua età.
4) nàès còme i fung = nascere come
i funghi : di pers. e di cosa che par
vengan su troppo facili e in gran quan-
tità.
5) torna à nàés = rinascere.
6) Di biade, semi, fiori e sim. Dei
grani specialm. tallire.
7) Di difficoltà, questione, discordia,
guerra; nascere, sorgere, intervenire.
8) Del sole, della luna, degli astri;
levarsi sull'orizzonte, spuntare, sorgere.
9) Dì fiume, fontana e sim. nascere,
scaturire.
10) Pullulare: spuntare, sorgere, ve-
nir fuori in gran quantità.
nàsta, s. f. = fiuto, olfatto: il senso del-
l' odorato.
1) i)ègh bòna nàsta = aver buon
naso. Vedi nas, 13j.
nàster, * s. m. = nastro: tessuto di po-
chissima larghezza e di lunghezza in-
determinata a uso di legare o di ornare.
Anche bindèll.
nàstiirsi, s. ni. = nasturzio: pianta odo-
rosa e fiore noto; volgarm. crescione.
nàsìiìi, agg. = nato: part, pass, di nàss =
= nascere.
1) àpèna nàsilU = neonato ; appena
nato. Anche : non ancor nato. Vedi
nàss, 3).
2) el par nàsiiu per... = par nato
apposta per una cosa: quando uno la
fa con ogni cura e insistenza.
nàta, s. f. = natta: tumore che suol
venire sul capo.
Xàtàl, s. m. = Natale : il giorno nel
quale si celebra la nascita di Gesù.
nàtàlisi, agg. = natalizio : del giorno in
cui uno é nato. Vedi compleàmus.
nàtiv, agg. = nativo, natio : di luogo,
dove uno è nato, ed anche di persona
che trae la sua origine da un luogo ;
oriundo.
nàtìvitaa,* s. /". = natività, nascita: ma
si usa solo parlando della nascita di
Gesù e di Maiùa.
natura, s. f. = natura: l'universalità
degli esseri che compongono l'universo.
1) La personificazione delle leggi e
delle forze che regolano l'universo ;
rè natura che tilcc àbien de morì =
è natura che tutti debbano morire.
2) Per tutte le forze fisiologiche : in
cèrti màlàtlj bisogna làsàgh fa àia
natura = in certe malattie bisogna la-
sciar operare la natura.
3) Ingegno, genio, indole : vègh dna,
natura bòna = avere una buona natura,
una buona indole. Vedi nàtiiràl.
4) istìnt de nàtflra = istinto di na-
tura: tendenza, disposizione invincibile.
5) de nàtùì-a, jìer natura = di na-
tura, per natura : naturalmente.
6) in natura = in natura: di cose,
come le dà la natura, -non rappresen-
tate in moneta.
nat
515
nav
uàtiiràl, agg. = naturale: di natura, che
appartiene a natura.
1) Opposto ad artificiale : w>, acqua,
làtt naturai = vino, acqua, latte na-
turale.
2) Conforme alla ragione, al senso
comune : fé nàtUràl che ehi no ghe
n'ha, no mttgna = è naturale che chi
non ne ha non mangia.
3) rè nàtiiràl, o solam. nàtiiràl ! =
è naturale ! naturale ! : nelle risposte,
affermando con maggior forza.
nàtiiràl; s. m. = naturale : una certa di-
sposizione di natura a virtù o a vizio ;
indole, natura.
1) Nel linguaggio delle arti, l'aspetto
giusto, la grandezza vera di una persona.
2) piiiirtL, disegna ài nàtiiràl = di-
pìngere, disegnare al naturale o dal
naturale: dipingere, disognare dal vero,
secondo l'aspetto naturale. Ora si dice
però assai meglio, pitUrà dal véro.
iiàtìiràlàsc, s. m. = naturacelo, caratte-
raccio, mala indole.
nàtiiràlesa, * s. f. = naturalezza: faci-
lità con cui nelle arti si nasconde l'ar-
tifìcio, così, che par cosa fatta natu-
ralmente.
uàtiiràlisà) v. att. = naturalizzare : dar
la naturalità, la cittadinanza.
nàtiiràlista, * s. m. = naturalista: chi
attende allo studio delle cose naturali.
nàtiiràliuént, avv. = naturalmente, pei-
natura.
1) Con naturalezza, al vivo.
2) Fani. : di cosa probabile, facile,
debita, che va da se.
3) Per naturale conseguenza : ée Hi
el me provoca, mi nàtiiràlmént devi
riépònd = se egli mi provoca io debbo
naturalmente rispondere.
uàiifràgrà) * v. att. = naufragare : far
naufragio. E' voce d'uso nuovissimo,
ma già abbastanza diffusa.
iiàiisea, * s. f. = nausea : alterazione di
stomaco e voglia di vomitare.
1) Fig. : fastidio, avversione che si
prova per cose non piacevoli, insipide.
2) règh nàiisea = avere gli stoma-
chini : dì pers. leziosa a cui nulla
faccia appetito e per ogni pìccola ca-
giono dia segno dì alterazione dì sto-
maco.
uàtisea, * v. att. = nauseare : indurre,
cagionare, dar nausea; me nàiiseàva
come Vodòr de mus'c = mi nauseava
assai l'odor dì muschio; el glia on
contégno insci clnich che 'l nàiisea =•
ha un contegno cosi cinico che nausea.
uàiiseànt , * agg. = nauseante ; che
nausea.
nar, s. f. = nave : ogni sorta di legno
atto a navigare e specialmente una
sorta di barca.
navàda, s. f. = navata, nave: lo spazio
di una chiesa tra il mui'O e un ordino
di colonne o pilastri, o ti"a un'ordine
e l'altro.
nàTàsccC) s. m. = bottinaio, votacessi,
nettacoBsi : ohi vuota i bottini.
1) ora de nàvàscee = ora da botti-
nai : alla mattina prestissimo, perchè
una volta era proibito vuotare ì bottini
a giorno fatto.
nàyàscia, s. f. = benna, bennaccìa, na-
vaccia, carratello : gran vaso di legno
di forma quadrangolare per trasportare
uva e pigiarvela.
nàvàscioeiì, s. m. = tinella : piccolo tino.
1) Bigoncione : per pprtare e spar-
gere sui campi il cessinò.
nàTàsción, agg. g s. m. = nachero: che
è piccolo della persona e colle gambe
storte. Dim. nàvàscìn. Vedi nàii.
nàvèll, s. m. = pila: vaso dì pietra o
di metallo che riceva e tenga l'acqua.
1) nàvtll déla tromba = vasca, pila
della tromba : gran vaso per lo più di
pietra ia cui va l'acqua che sì spande
nel trombare.
2) Abbeveratoio : la vasca o pila
quando serve per abbeverarvi ì cavalli.
3) Avello, tomba: arca sepolcrale.
4) Pozzetta : specie dì catino o di
tinozza in cui sì immolla lo spazzatolo
dei forni.
nàTeta, s. f. = spola : sorta di navicella
di legno che serve per tessere. Dal
francese : navette. So ne fanno dì varie
fogge e servono per lo macchine da
cucire e per certi lavori dì trina molto
fini.
nàvicèla, * s. f. = navicella : quella dove
si tiene l'incenso da ardere nel turi-
bolo.
nàvig'à) V. att. = navigare : usa poco nel
significato proprio; molto invece nel
fig. ; sàuè navigala = saper navigare,
barcheggiare; saper regolarsi nella vita
cercando di andare a versi de' potenti.
nàvigraa, agg. = navigato : chi sa navi-
gare, regolarsi astutamente nella vita.
naT
-516 -
neg
1) vin nàvigaa = vino navigato :
che ha fatto gran tragitto di mare.
iiàvigàbil, * agg. = navigabile : che si
può navigare.
uàTigàsion, * s. f. = navigazione : l'atto
del navigare.
Hàvìlì, s. m. = naviglio: canale navi-
gabile che corre nell'interno della città.
1) nètt cóme l'acqua del nàvìli =
pulito come un baston da pollaio : cioè
punto pulito.
MÈTiroeù, s. m. = bardotto : l'uomo che
tira l'alzaia.
nàviséla, s. f. = navicella. Vedi nàvi-
céla.
1) Spola. T. dei tessit. Vedi nàvèta.
nàviselìn, s. ni. = specie di dolce fatto
a forma d'uccellino o vuoi di navicella,
che si compera come chicca ai bambini.
ne, partic. negai. = ne. In milan. si pro-
nuncia coir e stretta e non accentata.
ne, partic. p'onom. = ne. In fine di pa-
rola e dinanzi a vocale l'è si elide:
soo minga come vegntghen foRÙra =
non so come uscirne ; chi ne dis ben
e chi ne dis mal = chi ne dice bene
e chi ne dice male ; ghe pids el vìn :
ne bevària dna brenta = gli piace il
vino : ne berrebbe una brenta ; ehi no
ghe n'ha ne cérca = chi non n'ha, ne
raccatta.
1) Sta per « ci, a noi > ne ddscn
tanti robb = ci dicono molte cose. Con-
giunta al pron. el = lo diventa nel:
se ghel cerchem, nel dan éUbit = se
glielo cerchiamo ce lo danno stibito.
nèbia, s. f. = nebbia: vaporo acqueo
sulle ten'o umide e basse.
1) nèbia de tàià col cortèll = nebbia
che s'affetta; straordinariamente fitta.
2) nèbia grMa quèll che là troeuva
là làsa = la nebbia lascia il tempo
che trova.
3) Scriato, scriatello, un cria: di
fanciullo malaticcio e molto esile.
4) Ruggine delle biade e delle piante.
nebiaa, agg. = annebbiato, caliginoso,
intristito.
1) Nebbioso : dei giorni nei quali fa
molta nebbia.
nebiàscia, s. f. = nobbiaccia, nebbione:
accr. di nebbia.
necesàri, agg. = necessario : senza il
quale non si può fare ; el dormì, el
bev, el mangiti hin necesàri ttla vita =
il dormire, il bere, il mangiare son
necessari alla vita.
1) Di cosa 0 pers. di cui paia che
non si possa far senza •, ci tàbàcch, el
eàfè hin necesàri = il tabacco, il caffè
son necessari.
2) s. m. il necessario : ghe manca ' l
necesàri = gli manca il necessario.
necesàriàmént, * avv. = necessariamente:
in modo necessario.
necesitaa, s. f. = necessità, esigenza :
quanto è necessario al buon andamento.
1) Bisogno estremo che più o meno
fa forza al volere : neceàitaa no g'hà
leg = necessità non ha legge ; fa de ,
necesitaa virtù = far di necessità virtù :
~ rassegnarsi alle contrarietà che ci ven-
gono addosso.
necròfor, * s. m. = necroforo, becchino:
l'incaricato dall'ufficio delle pompe fu-
nebri di andare a prendere nelle case
i morti, e curarne tutte le convene-
voli operazioni della sepoltura.
nedru?rà,
att. = sbuzzare : levai'e le
interiora a un pollo.
nefrite, * s. f. = nefritide ; infiamma-
zione dei reni.
nega, v. att. = negare : dire che non è
vero ciò che altri afferma.
1) Di negatori assurdi e sfacciati :
el negarla el Signor in eros = neghe-
rebbe il pasto a un oste colla forchetta
in mano, e col boccone in bocca \ ne-
gherebbe il sole, la luco del sole.
2) Non concedere, rifiutai'e : mai
che 'l m'tLbia negaa on piàsè = non ac-
cadde mai che mi negasse un favore.
3) Non riconoscere gli altrui pregi ;
el ghe nega l'àbilìtaa = gli nega l'abilità.
4) Dire di non aver ricevuta una
cosa : nega 'l dèbit = negare il debito.
5) Non voler dare ciò che ad altri
è dovuto: negàgh i dance del mes =
negargli i danari, lo stipendio del mese.
nega, v. att. = annegarsi, affogare : chiu-
dere il respiro proprio o la vita nel-
l'acqua ; l'è negaa in del lagh de Còmm
= annegò nel lago di Como.
1) nega del cald = affogar dal caldo :
iperb.
2) nega in d'on cilgiaa d'acqua =
affogare in un bicchier d'acqua, morir
di fame nell'Altopascio; perdersi nelle
minime difficoltà.
3) fa nega = affogare, trans.
nei
- 517
neu
negasi f agg. = annegato, affogato : chi è
morto por annegamento.
1) ròèt negaa = arrosto annegato :
arrosto cucinato in una maniera spe-
ciale per cui rimane con intingolo e
non disseccato alla superfìcie.
iieg'àsiòn; * s. f. = negazione : di cosa
che sia l'opposto assoluto di un'altra ;
rè la negaàiòn délct, pitilì'a = di chi
vuol dipingere e non ha alcuna delle
doti indispensabili al pittore.
uegàtiv, * agg. = negativo : che dice di
no : rispòéta negativa, voi negàtìv =
risposta negativa, voto negativo.
ueg'àtìra, s. f. = negativa: il negare,
negazione : sta àula negativa = star
sulla negativa : di chi, accusato, per-
siste a negare l'accusa.
1) Quella lastra dei fotografi dalla
quale ritraggono l'immagine dell'oggetto
stampandola su carta apposita.
iièglier, agg. = nero, negro, moro. An-
che : abbronzatene : di pelle stata al
sole.
1) tleventà ìiégher = ammorire: di-
ventar moro, abbronzire: della pelle a
cagione del sole.
2) deventà nigher = annerirò : pi-
i^'liar colore oscuro che s'avvicini al
nero. y
3) ànima negra = empio, cattivo :
di uomo molto malvagio.
4) Tinto : cangiato di colore a ca-
gion d'ira.
5) temp négher = tempo nero, scuro,
minaccioso.
6) vin négher = vino nero, contrario
di bianco; vino rosso.
7) boli, sègn négher = lividui'a : mac-
chia turchiniccia che prende la pelle
per cadute, battiture, ecc.
8) vede tiitt négher = veder tutto
uoro : di chi giudica le coso peggiori
della realtà.
9j mètt el négher Sul biànch = mettere
il nero sul bianco : scrivere, firmare
per garanzia.
lOj fa vede biàneh per négher = mo-
strar bianco por nero: dare ad inten-
dere il falso.
11) el négher, s. m. = il nero : colore
per dipingere.
12) négher, diciamo noi a un prete,
e négher chiamiamo anche chi ò ere-
tico 0 miscredente.
negli^éiisa, s. f. = negligenza, trascu-
ratezza : viziosa abitudine di far le
cose trascuratamente o contro voglia.
negligènte agg. = negligente: trascu-
rato in ciò che deve fare.
negligentàsc, s. m. = negligontonaccio :
chi è ncgligentissimo.
neglisgé, agg. = negletto, trascui-ato.
uegósi, s. m. = negozio, luogo, bottega
in cui si vendono le mercanzie.
1) Affare, faccenda.
negosià) v. att. = negoziare : trattare ne-
gozi mercantili ; negosià in capej = ne-
goziare in cappelli; negosià de gran,
de vin = negoziare di grani, di vino.
1) Detto di cai-telle del debito pub-
blico,' di cambiali, ecc., cederle a un
altro che no paga il valore, ritenendosi
lo sconto.
negosiànt, s. m. = negoziante: colui
che negozia.
1) negosidnt de staff = drappiere;
mercante di drappi, cioè seta, velluto,
raso, ermisino, e sim.
negra, a^r^f. = nera; femm. di négher.
1) oh fìòl d'óna negra = per bacco,
poffarbacco.
negrèsa, s. f. = nerezza: astr. di nero.
negrologìa, * s. f. = necrologia : com-
memorazione di pers. morta di fresco.
negroldgich, * agg. = necrologico ; tivis,
ceno negroldgieh = avviso, cenno ne-
crologico.
ne?ròn, s. m. = carbone, ruggine, fu-
liggine: una malattia del grano.
nel, partic. pronom. = ce lo, a noi lo.
Vedi ne 1).
nemén,* part. negat. = nemmeno, nom-
manco, neppui'e. Vedi nànca.
nemis, s. m. = nemico : che dimostra
inimicizia, o che ne prova in se il sen-
timento.
1) on nemis V è tròpp e cent àmis
hin minga àéee = un nemico è troppo
e cento amici non bastano.
2) à l'àmis pélegh el figh ài nemis
mòndegh el péréegh = all'amico monda
il fico e la pesca al nemico.
3) Di esercito contro cui si combatte.
4) Per estens. di chi ha avversione
a una cosa : vèés nemis di bosìj =
esser nemico delle menzogne ; vèés ne-
mis del laortL = esser nemico del la-
voro.
nèn, part. inter. = neh ? né ? : domàn
te vègnet éénsa fall, nén ? = domani
vieni sicuramente, neh ?
neo
518
nev
lieo, s. m. = neo : piccola maccliia ne-
riccia sulla pelle del corpo umano e
spesso alle donne dà grazia.
uepiiiieiiiànc e uepiiaemèn, * = ne più
ne meno; per l'appunto, senza ag-
giungere, ne levar nulla.
iier,* agg. = nero : comincia a usare lar-
gamente in parecchi dei significati di
négher. Es. vestiéà de ner = vestirsi
di nero ; càfè ner = caffè nero ; on
pànii che g'hà on bèli ner = un panno
che ha un bel nero, ecc.
nére, agg- = scriato, decimo : ragazzo
patito.
nèrcin, agg. = scriatello, cosina : dimin.
di nére.
iierèsa,* s. f. = nerezza. Come negrésa.
iierfttmm,* s. m. = nerofumo ; filiggine
che serve per tingere in nero. Anche
fiimm de ràtt.
uèrv, s. m. = nei-vo : ligamenti e ten-
dini che se molto pronunziati sono in-
dizio di forza ; éeiit che nèrv in di
hrasc ! = senti, che nervo nel braccio !
Vedi gnerv.
1) Quei sottili filamenti che trasmet-
tono al corvello le sensazioni, alla cir-
conferenza le volontà.
2) mal de nèrv = mal di nervi ; un
malessere vago, penoso, che porta tri-
stezza.
3) dà ài nèrv., Urta i nèrv = dare
ai nervi, urtare, irritare i nervi ; di
cose che ci danno noia, ci mettono di
malumore.
iierYàdura,* s. m. = nervatm-a : tutti i
nervi insieme.
uervétt, s. m. = nervetto : dim. di nervo :
chiamiamo così specialmente i ligamenti
e i tendini degli animali macellati.
nervòs, agg. = nervoso : di nervo, o dei
nervi.
1) Delle pers. ; òmm nervós, dona
nervósa = uomo nervoso, donna ner-
vosa : che soffrono di affezioni nervose,
che hanno i nervi eccitabili. Anche :
bisbetico, insofferente.
2) el nervòs, s. m. = il nervoso, il
mal di nervi ; specialm. la eccitabilità
dei nervi.
nèspola, s. f. = nespola ; albero ; e ne-
spola ; frutto.
1) col temp e coni là pAia niàdura
i nèspol = col tempo e colla paglia
maturano le nespole ; chi ha tempo ha
vita ; di cosa nasce cosa e il tempo le
governa.
2) nHpola ! pdca nèépola ! = nespola!
è una nespola ! corbezzoli !
netà, V. alt. = nettare, pulire, forbire :
toglier via il sudicio, le brutture.
1) netàéé i man, el nas, là baca -
nettai'e, nettarsi le mani, il naso, la |
bocca. J
2) nett 7 tàol = nettare, lavare il
tavolo.
3) netd i pàgn = nettare, spazzolare
e smacchiare gli abiti.
4) netà foetìra = ripulire V interno
dei corpi.
netàda, s. f. = ripulita, nettatura, cen-
ciata.
netàpènn, s. m. = nettapenne : pezzi
di stoffa sovrapposti per pulire le penne. \
netésa * e netisia, s. f. = nettezza, pu-
lizia : astr. di netto.
nètt, agg. = netto, pulito : forbito da
ogni macchia, sudiciume, bruttura.
1) netto, illibato ; incontaminato,
senza macchia, nel senso morale.
2) fa nètt = far repulisti, ripulisti,
tabula rasa.
3) nètt come l'acqua del NàvUi, o
del Lamber = pulito come un baston
da pollaio ; per antifrasi, di cosa molto
sudicia ; perchè l'acqua del Naviglio o
del Lambro non è mai troppo limpida
né troppo pura.
4) pes nètt = peso netto ; da cui si
è detratta la tara.
5) rendita nèta, guàdàgn nett =
rendita netta, guadagno netto ; quel
che rimane detratte le spese.
6) fedina nèta = fede netta di spec-
chietto : attestato di Polizia di buona
condotta.
7) vègh nètt là eoscensa = aver la
coscienza netta ; scevra di colpe.
8) vegni fceura nètt = uscir netto ;
uscir da un affare, da una impresa
senza danno della persona, delle so-
stanze, del buon nomo.
9j dtla nèta e s' cita = lìarlax chiaro;
dir pane al jiane e vino al vino.
nètiter e nèiitro,* agg. = neutro ; che
non ha genere detenninato.
nèiìtràl, agg. = neutrale; che non par-
teggia né i)er l'uno né per l'altro.
nèutràlìtaa,* s. f. = neutralità : 1' es-
sere, il rimanere neutrale. j
nev, s. f. = neve: pioggia gelata chffi
1
ner
- 519
me
cade a falde bianche e leggiere. Vedi
fioca.
1) giàgà ài bàli de nev = fare alla
neve ; dei ragazzi che ne formano palle
e le tirano gli uni contro gli altri.
2) biànch come là nev = bianco come
la neve.
3) fa sii là nev = spalar la neve.
4) qilìj che fa àii là nev = paladini,
spalatori, spalaiuoli : quelli che colla
pala levano via la neve nelF inverno.
ò) ginee e feeree là nev ài pee ; là
nev Vè\ madrigna e mare l'è legna;
là nev V ingrtéa i càmpàgn = prov.
a cui corrispondono : anno di neve,
anno di bene ; sotto l'acqua fame, sotto
la neve pano ; quando la neve sverna
in piano, vai più il sacco che non vale
il grano : perchè la neve feconda il
terreno e fa le raccolte abbondanti.
6) dita sbrofàdìna de nev = una
fiorita di neve : una nevicata breve e
leggiera.
7) fa i omitt de nev = fare i fantocci
di neve.
nevedìiia; s. f. = nepitella, nepita : erba
odorifera che somiglia alla menta.
nevéta, s. f. = nevischio : neve fina, fina.
nevica,* v. alt. = nevicare : cader giù
la neve dal cielo.
uevicàda, s. f. = nevicata : ^il nevicare.
nevòd, s. m. = nipote : al femm. ne-
vòda = nipote : il figliuolo o la figliuola
del fratello o della sorella e anche il
figlio 0 la figlia, del figlio o della figlia.
nevodìn, s. m. = nipotino : dim. di
nevòd.
itiàda, s. f. = nidiata, nidata; tanti uc-
celli q nauti stanno in un nido ; quanti
nascono in una covata.
1) ona niàda de fìoeil = una nidata
di figliuoli.
iiìàroeù, agg. = nidiace; di uccello tolto
dal nido, poi allevato.
iiiàsc, s. m. = covaccio, covacciolo, ca-
nile : fig. di letto misero e mal fatto,
quasi cuccia da cani più che giaciglio
per uomini.
uiascià, V. alt. = annidiare, nidificare :
fare il nido.
uiàsciàss, V. rifl. = accovacciarsi, ac-
coccolarsi.
niàscioeù, s. m. = scria : F ultimo uc-
cello che resta nel nido.
iiìbi, s. m. = nibbio : uccello di rapina;
falco milvus.
1) pari on ntbi = parere un cria.
iiibiaa, agg. = afato, annebbiato: di frutte
strizzate dall'afa o dalla nebbia.
1) Di uomo stento; l'è on nibiaa de
vUn = è un povero afato.
nibioeìi) s. m. = scricciolo : di persona
esile ed anche un po' malaticcia.
nìcliel, * s. m. = nichel, nikel : sorta di
metallo.
niclielà, * v. alt. = nichellare : dare il
colore del nichel a un metallo.
niclielìn, * s. m. = nichelino : le mo-
nete da 20 centes. fatte di nichel.
nicliil transit,... = non se ne fa altro,
non si va più innanzi. Dal latino.
nicia, s. f. = nicchia : vuoto o incavo
fatto nel mufo per mettervi statua o
altro.
1) Fig. : il posto 0 l'ufficio che è
adatto per uno, che fa per lui; el é'è
faa là eoa bràea ntcia e l'è contenton
= s'è fatto la sua brava nicchia ed è
contentissimo.
nicià, V. alt. = nicchiare : ciurlare nel
manico; de ciàee)' ghe n'ha tanti, ma
quand l'è 'l bon de moeùocs el rìicia
che l'è on piàsè = chiacchiero n'ha
molte, ma quando è il momento di
agire, nicchia che è una bellezza.
niciàsSj V. rifl. = rannicchiarsi, accoc-
colarsi : quasi come ripiegarsi in una
nicchia. È sempre in senso figurato.
nicotina, s. f. = nicotina : principio e
alcaloide velenosissimo del tabacco.
nid, s. m. = nido: il covo che si fanno
gli uccelli per metterci l'ova, e gli uc-
celli stessi del nido.
1) à ogni ilsèll el éò nid el ghe par
bèli = a ogni uccello suo nido è bello:
ciascuno ama il suo paese natio.
2) fa el nid = annidare, fare il nido :
* rondin han faa 'l nid sili tècc déla
teràsa = le rondini hanno annidato sul
tetto della terrazza.
3) fàéé el àò nid = farsi un nido,
procacciarsi vita comoda e quieta.
4) Appaiatolo, stanzino: certo scom-
partimento in una gabbia dove gli uc-
celli, depongono le ova, e le covano
perchè nascano gli uccellini.
nidóla, s. f. = midolla. Vedi uiidòla.
uielà, * V. att. = niellare : lavorare di
niello. Vedi nièll.
nièll,* s. m. = niello : intaglio a disegno
sopra un metallo, ripieno poi di una
me
- 520 -
nis
mistura nera di metallo ordinariamente
prezioso.
niént; part. di negax. = niente, nulla.
Vedi nàgdta, che è voce più volgare
ma di identico significato.
1) 071 bèli niènt = un bel niente,
quel gran niente; che 'l dìsa qucll che 'l
vmur] ma mi no ghe credi on bèli niént
= dica quello che vuole, maio non gli
credo un bel niente.
2) come niènt = come niente: senza
alcuno sforzo, o disagio, o difficoltà :
ci mangia écs oeuv in ciàpa come
niént = maagia sei ova sode come
niente.
3) come niènt en fiisé = come niente
fosse, a faccia fresca, a bocca baciata.
4) j)er niènt = per niente; gratuita-
mente; per niént mhia minga là eoa
jitinca i càn = per niente non canta
neanche il cieco.
5) per niènt = inutilmente, senza al-
cun effetto: el ni' ha faa àndà là dò
ròlt per niènt = mi fece andar là due
volte inutilmente.
6) Ripetuto attenua il significato :
un pochino, appena che : niént niént
che 7 intingìa el età sUbit pòeeh ben
= niente niente che mangi, sta subito
poco bene.
7) niént'àfàtt, niènt del tùtt = niente
affatto, punto punto.
8) àndà in niènt = finire in niente,
andare in fumo, svanire.
niente mén, esci. = nientemeno, niente-
dimeno: non ha il signif. avverb. ha
quello di esclamaz. di maraviglia; g'han
daa de fa nientemèn che tri disègn in
d'on di = gli hanno assegnato, niente-
meno, che tre disegai in un giorno.
MÌls, agg. = dolce: di una specie di for-
maggio.
nilsa, s. f. = milza: viscere molle e spu-
gnoso che sta sotto il diaframma e che
gli antichi medici reputavano sede del-
l'umor malinconico.
1) dori la ntléa = dolere la milza:
quando si corre troppo, o per trojjpo
tempo.
nin, s. m. = cova, covo : buche nei pol-
lai dove le galline covano l'ova.
nin, s. m. = nino: è voce carezzevole
por carino: si dice ai bambini e per af-
fetto anche agli adulti.
nìna nana, s. f. = ninna, nanna: quella
cantilena colla quale si sogliono ad-
dormentare i bambini. Vedi càntà^ 6).
ninà, ■v. att. = ninnare, canterellare per
fare addormentare i bambini cullandoli.
1) Anche: cullare; agitare la culla al
bambino, perchè s' addormenti e non
pianga.
2) ninà el cilii = dimenar l'anca.
uiuìii, s. m. = cecino, carino : dimin.
vezz. di nin = nino.
1) Nannina; fa ninin = far la nan-
nina ; àndà in nintn = andare a nanna,
a nannina. Indi la canzonetta per ad-
dormentare i bambini; fa nintn popò,
- che vegnàrà 'l papà - ci portarà l
coed - per ci éò bèli popò, a cui può
corrispondere : fate la ninna nanna o
miei tesori - che Fangiol del Signor, -
porta le chicche e i fiori - alla capanna,
- fate la ninna nanna. 0 anche : fa la
nanna, bimbin - che ora viene il papà
- che ti porta il chicchin - fa la nanna,
bi mbin .
niuàsS; V. rifl. = fare la ninna nanna,
muoversi barcollando, andare qua e là:
camminai' dondolone.
uìiioeil, s. m. = nino. Vedi nin.
ninsà; v. att. = incignare, intaccare, ma-
nimettere. Vedi ini usa.
niorìn, s. m. = afato, scriato. Vedi ni-
biaa.
niscioeula, s. f. = nocciuolo, avellano:
albero; nocciuola, avellana: frutto.
nisciolàna, s. f. = nocciuola lunga: spe-
cie di nocciuola bislunga e grossa più
dell'ordinario.
nìsciolìn, s. m. = moscardino: ghiro più
piccolo di un topolino modesto: ed an-
che il topolino piccolo, per lo più di
color nocciuola.
niss, agg. = mezzo, guasto: dicesi delle
frutta, ma va disusando.
nisùn, agg. negai. = nessuno, nissuno.
Anche in mil. non si usa che nel singol.
no règh niàùn rimòrs = avere nessun
rimorso; niéiin goèrno pò resUt = nes-
sun governo può resistere.
1) In forza di sost. ; nisUn sa come
là finirà = nessuno sa come l'anderà
a finire; è vegniiii niàQn = non venne
nessuno.
2) In signific. di alcuno, qualcuno;
gh'è ètaa nisUn à cercàmm? = c'è stato
nessuno a cercarmi ?
3) Eufat. ; por diro poche persone;
Hit
521 -
uob
I
in teàter gli' era niéùn = in teatro non
c'era nessuno.
4) Alcuno, preceduto da negativa :
sénsa nisun rigitàrd = senza alcun ri-
guardo; gli' è nisùna resòn de di insci
= non c'è alcuna ragione di dir cosi.
5) on poo per un fa maa à nièUn =
un po' per uno non fa male a nessuno.
iiiter, s. m. = nitro: sale composto d'a-
cido nitrico e potassa : il volgo chiama
uìter, qualsiasi efflorescenza bianca
salina.
nitid,* agg. = nitido: di stampa, carat-
teri e sim. netto, distinto.
nitraa^ * s. m. = nitrato : sale formato
coli' acido nitrico; nitraa d'argént = ni-
trato d'argento.
nitrì,* V. att = nitrire : del cavallo, il
mandar fuori la voce.
nìtrici!, (acid) * s. m. = acido nitrico
T. chim.: l'acqua forta no l'è che acid
nitrieh = l'acqua forte non è che l'a-
cido nitrico.
uìvol, agg. = nuvoloso : di tempo, di
stagione nella quale il cielo è coperto
di nubi.
1) dòpo 'l nwol fén el seren = dopo
la pioggia torna il ciel sereno.
2) s. m. = nuvolo : nuvola molto
, densa ed oscm-a.
1 3) vegni nivol = annui\'olare, rannu-
volarsi.
nìvola, s. f. = nuvola: massa di vapori
sospesi nell'aria.
1) àìxdtL in di nìvol = andare su per
le nuvole, o su pei nuvoli, di chi sot-
tilizza troppo 0 dice cose vane, seb-
bene con apparenza di sublimità.
2) rèse in di nwol = essere sulle o
tra le nuvole; di chi non sta alla realtà
delle cose.
3) vègli el eoo in di nivol = aver la
testa nello nuvole : essere molto di-
stratto.
4) vegnl giò di nìvol = cascar dalle
nuvole: mostrare gran meraviglia come
di cosa inaspettata.
5) Nuvola, brulicame: gran quantità
di insetti riuniti e tutti in movimento.
G) ona nwola de polver = una nu-
vola di polvere: una gi'an quantità.
niroléri, s. m. = nuvolaglia: quantità di
nuvoli.
ni voi in, s. m. = nuvolette, nuvoletta:
dim. di nuvolo, nuvola.
1) Con bella immagine chiamano così
a Milano quello schizzo di panna o
latte che si mette nel caffè per dargli
un po' di saper di latte senza che pro-
prio ne venga il caffè e latte.
nò, avv. di ncga%. = no : contrario di
« sì ».
1) A maggior forza, nò e poeu nò =
no e poi no.
2) come nò ? = come no '? Ripren-
dendo la risposta negativa data da al-
tri; ineoeu mi el doér el fo nò - Còme
nò? sigùra che te 'l faree = oggi il
compito io non lo fo - Come no'? lo
farai di sicuro.
3) se nò, èe de nò = se no ; altri-
menti, in caso diverso.
4) dì de nò = dir di no, negare.
5) vèès minga bon de di de nò =
non saper dir di no; concedere facil-
mente.
6) A maggior efficacia: on bèli nò =
un bel no; el m'ha riépoét on bèli nò
dar e nètt = mi rispose un bel no chiaro
e tondo.
7) vUn ài, e viln nò = uno sì, e uno
no; alternativamente.
8) Non : quando è posposto al verbo:
el voRur nò = non vuole; mangia nò =
non mangiare; credéven nò = non cre-
devano. Con tale forza negativa si usa
anche minga.
no, atw. di negax. = non; no me tochee
che me guàstee = non mi toccate che
mi guastate; mi no glie n'ho = io non
ne ho; l'è on pèés che no '/ vedi = è
un pezzo che non lo vedo; no te càlet
che ti = non manchi che tu; no vxwri
sàvèghen = non ne voglio sapere; mi
no podi dati che di bònn pàròll = io
non ti posso dare che buone parole.
noà, V. att, = nuotare. Vedi nodà.
ndbil, s. m. = nobile : chi ha titolo e
grado di nobiltà.
1) Agg. che ha nobiltà: di pers. fa-
miglie, e delle azioni; di tutte le cose
degne, ragguardevoli.
2) pian nòbil = piano nobile: il piano
più agiato e più bello della casa; da
noi il primo piano sopra gli ammez-
zati.
3) pàcler nòbil = padre nobile: nelle
compagnie drammatiche la parte d'uomo
maturo e grave.
4) Delicato, gracile: d'aspetto, spe-
cialm. del volto e delle mani.
nobilàss e nobilòn, s.m.= nobilaccio:
uob
- 522 -
uoi
spreg. di uobil. Usa per lo più al
plurale nel senso di nobiìea, nobilume;
gKéra in teàter iUti i nobilàsà = c'era
in teatro tutto il nobilume, tutta la
nobilea.
nobilìii, * agg- = delicatiao, gracilino:
dim. di iidbil, nel signif. 4).
nobilinènt, * avv. = nobilmente: con no-
biltà, dignitosamente.
nobiltaa, s. f. = nobiltà : qualità e con-
dizione di nobile, e tutti i nobili d'un
luogo presi insieme.
uoblèss, s. f. = nobiltà. Tedi nobiltaa.
UÒCC) s. f. = notte: ormai disusato e so-
stituito da nott. Vedi.
iiociv, * agg. = nocivo : che nuoce, che
fa danno, specialm. alla salute.
iiocoràlter, = non occore altro ; sta bene,
va bene, senza più.
Il oda; e presso il volgo noà, v. att. =
nuotare: staile a galla e andare per
acqua mediante il moto regolato delle
braccia e delle gambe.
1) nodt à quadrèll = nuotare come
una gatta di piombo : ironico, di chi
non sa nuotare.
2) nodà in V àbondàma = nuotare
nell'abbondanza, nel grasso, nel lardo;
essere largamente provveduto del biso-
gnevole.
3) Di cosa immersa in molto liquido:
sta fritùra là noda in del biitér = que-
sta frittura nuota nel bui-ro.
iiodàdòV; s. m. = nuotatore : chi nuota
e specialm. chi sa nuotar bone.
iiodàr, s. m. = notare, notaio; pubblico
ufficiale che roga, distende istrumenti
pubblici, autentica atti privati.
ii(Bud, s. m. = nocca: congiuntura delle
dita delle mani e dei piedi.
1) i nmicd di did = le nocche ; le
falangi delle dita.
2) nmud^ còli dèla man = nocella o
nocellina : l'osso del polso.
3) Nodo, galano ; specie di fiocco o
cappio di nastro di seta, per ornamento
al capo, al petto e sim.
iioeùra, s. f. = nuora : la moglie del fi-
glio.
IKBUS, V. att. = nuocere: recar danno.
1) Seccare, annoiare: recar fastidio.
iiOBUY) agg. num. = nove ; noeuv ànn,
nreuv mes, noeuv étané = nove anni,
nove mesi, nove camere.
1) Il numero e la cifra che lo rap-
presenta; scriv on bèli nceiw « scrivere
un bel nove; èeriv i nmii/c cóla eoa in
àil = scrivere i nove colla coda in su;
cioè scrivere i sei.
noeuT) agg. = nuovo, novo: venuto, visto,
apparso, preso, portato di fresco. Con-
trario a àutigta, véce, = antico, vec-
chio.
1) Non adoperato: lìber nceiiv = libro
nuovo ; non ancora tagliato ; lenéoeu
noeuv = lenzuoli novi, nei quali non
si è ancora dormito.
2) noeuv novént, noeuv de trinca,
fiamdnt = novo di zecca; novo novo.
3) lilna noeuva = luna nuova. Vedi
luna, 1).
4) vèéé noeuv in quèicòéé = essere
nuovo di una cosa: essere poco esperto.
5) rieéi tiosuea dna ròba = giunger
nova una cosa : non averla saputa in-
nanzi. Anche: la m'è noeuva = mi giunge
nuova: di cosa inaspettata.
6) de bèli noeuv = di bel nuovo, di
nuovo, daccapo.
noBÙva, s. f. = nuova, novella, notizia :
annunzio, avviso di fatti recenti ; no
vedeva là éànVÒra de vègh noeuna di
fati toeù = = non vedevo l'ora d'aver
novella de' fatti tuoi; ona bona noe uva
= una buona nuova. Comincia a disu-
sare e lo sostituisce uotisia.
1) quièta l'è nceùva = codesta è nova!
Modo di dissentire, contradire, prote-
stare.
noeuTcént, num. novecento : nove cen-
tinaia.
noèla,* s. f. = novella : racconto scritto
per altrui passatempo.
noeléta,* s. f. = novelletta : piccola no-
vella, racconto.
noèll, agg. = novello, nuovo ; de noèti
tùtt è bèli =■ scopa novella fa la stanza
bella : le cose nove, piacciono sempre,
poi ce ne stanchiamo.
noémber, s. m. = novembre : l'unde-
cimo mese dell'anno.
noena, s. f. = novena: nove giorni avanti
una festa, nei quali si ripete la stessa
funzione paiiicoiare.
noia, s. f. = noia, increscimento, fa-
stidio, molestia. Al plui'. uòj.
1) Briga: occupazione che reca noia
e disgusto; el me dà doma di nòj •=
non mi dà che delle noie.
2) morì dèla noia = morir di noia;
non poterne più.
noi
— 523
non
noia) V. trans. - noiare, annoiare, dar
noia, molestare.
1) Aduggiare, uggire ; ch'ti màmtn
à furia de brontola nòien i fioeii = certe
mamme col continuo brontolare adug-
giano i bambini.
2) noiàéà = annoiarsi : sentire, provar
noia.
nolaa, agg. = noiato, annoiato : che è
sazio di tutto, che non prende più pia-
cere a nulla.
noiòS) agg. = noioso: che dà noia; fa-
stidioso, molesto.
1) s. m. persona noiosa; Dio! l'è
chi quèll noiòs = Dio ! è qui quel
noioso.
noiositaa, * s. f. = noiosità : astr. di
noioso ; che noiositaa che hin qulj éi-
gàll ! = che noiosità sono quelle cicale !
noìsi, s. m. = novizio: non ancor pra-
tico nell'esercizio di cosa che ha preso
a fare.
noiàiaa, s. m, = noviziato, tirocinio :
studio che uno fa per apprendere un'arte
0 professione.
1) In senso religioso le prove per
entrare in convento, e il tempo per cui
durano.
noitaa, s. f. = novità : cosa nuova, in-
solita.
1) Segnatam. di mode : i noitaa vè-
gnen de Parts = le novità vengono da
Parigi.
2) Nuova, annuncio : che noitaa el
me cùnta ? = che novità mi racconta ?
nòli, s. m. = nolo: pagamento che si fa
per l'uso temporaneo di una cosa.
1) dà, trntt à nòli = dare, prendere
a nolo : dare, prendere una cosa da
usarne per un certo tempo e per un
prezzo stabilito; a giornata, a mesi, ad
anno.
2) vèéé minga vìa à nòli = non es-
ser venduto: di uno da cui altri pre-
tenda più lavoro di quel che può fare,
0 di quel che corrisponde alla mercede.
3) OH bèli nòli = uq bel Colpo, un
bell'affare: iron. oh/ hoo prdpi faa on
bèli nòli = oh ! ho proprio fatto un bel-
l'affare.
nóme, s. m. = nome. Nella esclama-
zione, in nóme di Dìo ! = in nome di
Dio ! Modo esortativo.
nomenclatura,* s. f. = nomenclatura:
collezione di parole o termini partico-
lari di una scienza o di un'arte.
nomina, s. f. = nomina, il nominare a
UQ posto.
1) Fama; vègh bòna, càtiva nòmina
= aver buona, cattiva fama.
nomina, v. att. = nominare: dire, dirne,
fare il nome di una pers. o cosa.
1) Dare la nomina, eleggere a un
posto, a un ufficio.
uominaa, agg. = nominato : di cui fu
fatto il nome, e che fu eletto a un po-
sto, a un ufficio.
1) Famoso, celebre ; l'è on éeiiltòr
nominaa = è uno scultore nominato;
famoso.
nominàtìv, s. m. = nominativo: T.
gramm. il primo caso, quello in cui sta
sempre il soggetto della proposizione,
nominepàtris, (vèss tocch in del) = pa-
tire nel comprendonio; non avere il cer-
vello a posto : di chi, un po' pazzo,
commette stranezze.
nòmm, s. in. = nome: vocabolo col quale
si denotano cose o persone.
1) bon nòmm = buon nome; reputa-
zione di onestà.
2) ciàmtL per nòmm = chiamar per
nome: chiamare alcuno col suo nome.
3) ciàmtL i ròbb col éò nòmm = chia-
mare le cose col loro nome; parlar chiaro
senza riguardi; dire le cose come stanno.
4) cambia nòmm = prendere un al-
tro nome.
5) càm,biem el nòmm. = cambiami il
nome: modo di affermazione, specialm,
nelle proposizioni condizionali ; .^e do-
mdn vègni nò, ctLm,biem el nòmm = se
domani non vengo, cambiami il nome.
6) fààs dà ^l nòmm, = prendere il
nome d'alcuno: appuntarlo; farsi dire il
nome.
7) vègh in nòmm = aver nome; met-
tegh in nòmm, = dargli il nome.
8) mètegh el nòmm del 9idno, deC
papà, déla sìa e sim. = rifare il nonno,
il babbo, la zia e sim. ; quando si dà
ai bambini il nome stesso del nonno,
del babbo, della zia.
9) in nòmm de... = in nome di...;
da parte di, per incarico di qualcuno.
10) fà§s on nòmm = farsi nome; ac-
quistarsi fama.
11) Puntiscritto: quello Che si fa sui
pannilini.
nòna, s. f. = nonna: la madre dei ge-
nitori. Vedi màmàn e màmàgràn<la.
nonèta, s. f. = nonnina: dim. di nòna»
non
- 524
not
nonin,* s. m. e nonìna,* s. f. = non-
nino, e nonnina: dim. di nono e nòna.
nduO; s. in, = nonno : il padre dei ge-
nitori. Dicesi ancora molto pàpàgrànd.
nono,* agg. = nono: numero ordinale di
nove.
uonostànt, avv. = nonostante, malgrado,
quantunque.
nonsochè, = un certo che, qualcosa : el
g'hà on nonsoehè de antipàtich = non
so perchè riesce antipatico.
uorànta) agg. num. = novanta : nove
volte dieci,
\) s. in. il numero e la somma di
novanta; ài lòti è vegnuii éii 7 norànta
= al lotto è sortito il novanta.
2j Per accennare probabilità gran-
dissima: norànta vòlt éù cent el rièés
minga = novanta volte per cento non
riesce.
noràutèna, s. f. - novantina : il com-
plesso di novanta cose.
norma, s, f. = norma : avvertenza che
può servir di guida; quèst el me servirà
de norma = questo mi servirà di norma;
per tèa, per vòstra, per eòa ndrma =
= per tua, per vistra, per sua norma.
1) à norma de... = a norma di...;
secondo, conforme a...
noruiàl,* agg. = normale: ciò che è fatto
secondo la norma; l'è in del so état
normal = è nelle sue condizioni nor-
mali, solite ; el tifo el fa 'l so core
norniùl = il tifo fa il suo decorso nor-
male, regolare.
1) * SCOI normal = le scuole ele-
mentari comunali: il nostro popolo non
chiama « normale » la scuola che dà le
norme per l'insegnamento, cui chiama
invece màgìstràl: chiama « normale »
quella dove acquistan le norme i di-
scepoli.
normalmente * avv. = normalmente; so-
litamente, di consueto.
normàna (tàiaa ala), = scodato : di ca-
vallo.
noróncol, s. m. = ranuncolo : sorta di
fiore.
nòs, s. m. = noce : albero che produce
la noce, frutto notissimo.
1) Il legno di quest'albero , on tàol
de nós = un tavolo di noce.
nòs, s. f. = noce: il frutto del noce.
1) pertegà i nòs = bacchiar le noci.
2) 2iàn e nòs mangia de èpos = pane
e noci mangiar da nozze: noi diciamo
così perchè troviamo eccellente cibo il
pane mangiato colle noci.
3) tànt còme Òna nòs = quanto una
noce: quanto è grossa una noce: di pic-
cola quantità.
4) mi glioo i vos e lii 'l g'hà i nòs =
io ho le voci e lui ha le noci; altri ha
gli utili che s'attribuiscono a me.
5) nos moscàda, nòs vomica = noce
moscada, noce vomica.
6) nòs strencéra = noce malescia :
quella i cui tramezzi sono aderenti al
guscio in modo che il midollo non si
può cavare che a pezzettini.
7) nòs verd = noci recenti, fresche.
8) nòs che .sa d'oli = noce oliata.
Vedi òli, 8).
9) romp, pesta i nòs = schiacciare
le noci.
10) fa foenra i nÒs = smallare le noci:
toglierle dal maUo.
11) nòs del pè = noce del piede, mal-
leolo: l'estremità inferiore della tibia.
12) nòs d'India = noce d' India, noce
di san Cristoforo: anche cocco ; coeos
nucifera; noce di cocco.
nosìna, (giiigà à) = fare, giuocare a no-
cino, alle noci : gioco che i fanciulli
fanno colle noci.
nòster, agg. = nosti'o, di noi: che ci ap-
partiene e a cui noi apparteniamo.
1) el nòster temp = il nostro tempo;
quello in cui viviamo.
2) ai nòster temp = ai nostri tempi;
quelli della nostra gioventù.
3) vèéS di nòster = esser dei nostri;
sentire e pensai-e come noi.
4) tegni dèla nòstra = tenere, essere
deUa nostra: sottinteso parte, opinione,
e sim.
nostràn, agg. = nostrale: del nostro pae-
se, dei nostri luoghi. Specialm. di ver-
dure, legumi, frutti ed anche di ma-
nifattuie.
1) Ordinario, poco fino; ròba nostrana
= roba ordinaria; téla noètrdna = tela
ordinaria, grossa, poco fina.
2) fa 'l noétrdn = fare lo gnorri,
l'indiano: fingere di non sapere una
cosa, di non intendere una domanda.
Vedi indiàn.
nòta,* s. f. = nota: indice, catalogo, li.sta,
0 sim. Al plur. nòtt.
1) mètt in nòta = scrivere in un elen-
co. Vedi mètt, 3J).
not
525 —
nnl
2) là ilòta di pàgn = la nota del bu-
cato. Vedi làvàudéra, 1).
3) Annotazione : bravo avvertenza
che si mette por lo più a pie di pa-
gina per spiegare o illustrare con passo
del testo; el Cesare coi nòti = il Ce-
sare collo note; fa i nòti = annotare;
fare le annotazioni a un libro.
4) T. mus.; segno, carattere rappre-
sentativo dei suoni.
5) canta a chiare nòte = cantare a
chiare note : apertamente il vero.
nota, V. att. = notare: richiamare l' altrui
attenzione sopra un oggetto, una cosa
qualunque, apponendovi un segno; nota
i eror con l'tipis bleu = notar gli er-
rori colla matita turchina.
1) Avvertire : richiamare parlando,
l'attenzione sopra un punto speciale
del soggetto.
2) Appuntare ; pigliar ricordo per
iscritto in un libi'o delle cose vedute e
dei debitoii.
3) fa ìtotà = comperare a credenza.
iiòtàbèn, *■. m. = notabene : il segno N.B.
iiotàbil, agg. = notabile, notevole ; che
è degno di nota.
iiotàda, s. f. = nottata, il corso di tutta
intera xina notte.
1 ) fa notàda = vegliare tutta la notte.
uotàril) agg. = notarile : (Ji o da notaro.
iiotàscia, s. f. = nottataccia: peg. di not-
tata: una notte passata male.
iiotàsidu, s. f. = annotazione, nota, ap-
punto: quel che si scrivo per ricordarsi
di una cosa, di un fatto.
note, (felice) s. m. = felice notte : sa-
luto per la notte.
1) Si usa anche per indicare che una
jjers. 0 cosa è spacciata, va a finir male.
notes, s. m. = agenda, taccuino, diario:
libro di noto, di appunti. Il mil. leggo
come ò scritto notes, parola frane, che
sta come titolo di tali libriccini.
uotiflca, .<f. f. = notificazione : il notifi-
care e la cosa notificata; gh'è rivaa là
notìfica del falimènt = gli ai'rivò la
notificazione del fallimento.
notifica, V. att. = notificare: render noto,
far noto ; bisogna notiftefl i réndit =
bisogna notificare lo rendite ; domdn
voo à notifica el càn = domani vado
a notificare il cane.
notina, s. f. = nottina : dim. di notte:
in senso ironico però per notte passata
male.
notìsia, s. f. = notizia: cognizione piìi o
meno estesa d'una data persona o cosa,
di fatti ; on giorndl pièn de notisi =
un giornale ricco di notizia; domanda
i notisi = domandare, chiedere lo no-
tizie; m'han daa dna bela, dna bruta
nottsia = m'hanno dato una bella, una
bratta notizia.
uotomìa, s. f. = anatomia. Vedi iitoniìa.
notori, agg. = notorio : che è general-
mente noto : oramai l'è notòri còme
l'àbia faa à guadagna tanti dànee =
ormai è notorio come abbia fatto a gua-
dagnare tanti danari.
notorìetaa, * s. f. = notorietà ; astr. di
notorio; àtt de notorìetaa = atto di no-
torietà.
nòtt, * s. /". = notte: lo spazio di tempo
fra il tramontare e il nascere del sole.
1) de nòtt = di notte: in tempo di
notte ; de nòtt §e dorma = di notte si
dorme.
2) de nòtt = da notte: che si usa la
notte; là càmisa de nòtt, el liimftì de
nòtt, e sim. = la camicia da notte, il
lumino da notte e sim.
3) di e nòtt = giorno e notte: conti-
nuamente.
4) fa dèla nòtt el dì = fare di notte
giorno: vegliare molto innanzi nella
notte 0 per lavoro o per spasso.
5) bòna nòtt = bona notte; saluto per
la notte. Como note (felice).
6) bòtta nòtt, ài sonàdòr = chi s'è
visto, s'è visto.
7) sta nòtt = ier notte, la notte pros-
sima passata.
8) Per nottata; hoo pàsaa dna noli
pèsima = passai una notte pessima;
ha pioviiii tuta nòtt = piovve tutta la
notte.
9) àtà àù de nòtt = far nottata: per
assistere infermi o per altra cagione.
uovèghen, = avere nulla: scherz. signor
di maggio, da burla.
novìsim,* agg. = nuovissimo : superlat.
di noeur, = nuovo.
novitaji, = novità. Vedi noitaa.
niid, * agg. = nudo. Vedi biòtt.
1) à ceucc niid = a occhio nudo: senza
aiuto di lenti.
2) niid e criid = nuda e cruda; tale
e quale , senza alcun temperamento,
senza riguardo.
nulatenèut, s. vi. = che non ha nulla.
nul
- 526
obe
uiilitaa^ * s. f. = nullità : persona da
nulla, che non ha alcun valore.
uiìmer, s. m. = numero: l'unità, più
unità, parti dell'unità.
1) Per quantità indeterminata, mol-
titudine; gh'éra on bèli nùmer de per-
iònn = c'era un bel numero di per-
•sone.
2) vèsé, 0 vèés minga in n&mer = es-
sere 0 no in numero ; essere o no in
quel numero di persone che è richiesto
per la validità delle deliberazioni.
3) per fa nUmer = per far numero:
senz' altra ragione migliori; vèéè li per
fa nUmer = esserci per ripieno, en-
trarci come il finocchio nella salsiccia.
4) nitmer vùn = numero uno; primo
grado, al sommo, buonissimo.
5) t(KU fallirà i nùmer = rilevare i
numeri; dalla cabala, dai sogni per gio-
carli al lotto.
6) Il numero che è segnato sulla
porta di casa; à che nitmer el sta ? =
a che numero sta ?
nttmeràri ^ s, m. numerario : danaro
contante.
uumeràtór , s. w. = numeratore. T.
arimm. : uno dei termini dello frazioni
ordinarie.
iiUmerisà) ». att. = nuQierare : apporre
un numero alle varie cose.
numismatiche agg. = numismatico : chi
professa la scienza delle medaglie e
monete antiche.
nùn, pron. = noi : plur. del pron. io.
1) vegnimm à nUn = veniamo a noi:
veniamo a quello che ci preme, alla
conclusione del nostro discorso.
2) nun éèmm ò no sèmm = siamo o
non siamo noi: siam pure una per-
sona da poter contar qualche cosa.
3) sta con nun = esser con noi; del
nostro parere, di parte nostra.
4) inrìdem tiiéHn, sèmm àéee nUn =
non si invita nessuno, bastiamo noi :
detto egoistico che significa vogliamo
goder tutto noi quel che c'è da godere.
5) fàla de sdori pòer n&n = far le
nozze coi funghi, coi fichi secchi ; di
chi dà feste, ma lesina nelle spese o
perchè non ne ha o perchè non vuol
spendere.
uiitrì; «'. att. = nutrire, alimentare: for-
nire l'alimento che sostenga la vita.
1) niitriès = nutrirsi; cibarsi, pigliare
alimento.
niitriént, agg. = nutritivo: che dà buon
nutrimento.
niitrimént, * s. m. = nutrimento: il mi-
trire e il nutrirsi.
niitrìsión, s. f. = nutrizione: lo stesso
che nutrimento.
1) T. fisici, queir atto naturale pel
quale gli animali e anche le piante si
nutriscono.
o
o, = o: tredicesima lettera dell'alfabeto,
di genere maschile. Ha suono largo ò
come in por, farsa, còti, mòli, ed ha
suono chiuso o, come in moli, fona,
sponda, góla.
1) vèsé nanca bon de fa l'ò = non
saper fare neanche un o; di chi non sa
scrivere affatto.
2) vèés faa à ò = essere fatto in cir-
colo, circolare.
ò, cong. = 0, ovvero, oppure, ossia: ha
forza disgiuntiva ; ò vùìi ò l'alter = o
l'uno 0 l'altro; ò dénter ò foeùra = o den-
tro 0 fuori. S
1) Come segno di vocativo; ò mAmaM
= 0 manima; ò Dìo = o Dio. "
obeliscli,s.m. = obelisco: guglia, piramide
tutta d'un pezzo e con base quadra.
obès,* agg. = obeso, abbuzzito: troppo
pieno di cibo ed anche straordinaria-
mente pingue.
1) sentile obés = abbuzziro, abbuz-
zirsi: sentirsi abbuzzito, troppo pieno
per mangiare.
obe
527
oca
obesitaa^ * s. f. = obesità. T. med. l'es-
sere troppo pingue: ed è una specie di
malattia; là soa l'è pii gràseéa, l'è obe-
sìtaa = la sua non è più pinguedine,
è obesità.
obiaa, s. m. = ostia, cialda: quella pa-
sta ridotta in sottili e piccole falde ro-
tonde di diverso uso, come per pren-
der polveri, e sim.
obiadin, s. m. = ostia : ostie colorate
per sigillar lettere o sim, ostie gom-
mate da sigillare.
obiesiòn , s. f. = obbiezione : opposi-
zione che si fa all'altrui opinione o ra-
gione.
Òbis, s. m. = obice ; specie di cannone
corto 0 di piccolo mortaio nelle batterie
di campagna.
oblàsiòn, * s. f. = oblazione, offerta: di
pie offerte a Dio, alla Chiesa.
oblàtòr, s. m. = oblatore: chi fa qual-
che offerta per .scopo di beneficenza.
oblàtt, s. m. = oblato : ordine speciale
di frati, che da noi specialm. son noti,
come quelli ai quali è affidata la Bi-
blioteca Ambrosiana.
obligà) ». alt. = obbligare, costringere;
sto temp insci bruti el me dbliga à età
in cà di setimànn = questo tempo così
bratto mi obbliga a stare in casa per
delle settimane; el me voréva obligà à
firma dna cambiai = mi voleva co-
stringere a firmare una cambiale.
t 1) reitàgh obligaa à min = restare
• obbligato a uno; sapergli grado, esser-
gli riconoscente.
oblig'àut; agg. = obbligante: che obbliga,
che lega l'animo, cattiva la simpatia.
1) vèsé pilsee éincer che obligdnt =
essere più sincero che obbligante: non
volersi cattivare la simpatia tacendo il
vero.
obligràsiòn, s. f. = obbligazione: l'ob-
bligarsi, l'essere obbligato; vorè minga
fa di obligàsión = non voler fare delle
obbligazioni; non voler accettar favori,
che poi obblighino al ricambio.
1) Atto con cui uno si obbliga di
pagar danaro.
2) Di cartelle bancarie e dello Stato;
* obligàéidn di ferovij = le obbligazioni
delle Strade Ferrate.
obli^àto, esclam. = obbligato ! grazie !
grazie mille.
dbligh, s. m. = obbligo : atto doveroso
che Siam tenuti dì adempiere.
1) l'eéè in obligli = essere in obbligo;
riconoscersi obbligato, sentire l'obbligo;
éont in obligli de ringràsià là m,aèéira,
de tUti i ciir che là g'hà aviiii per mi =
sono in obbligo di ringraziare la mae-
stra per tutte le cure che ebbe per me.
Òboe, s. m. = oboe: specie di clarinetto.
obròbri, s. m. = obbrobrio, ignominia,
vergogna : disonore , nota d' infamia
procedente da malvagie azioni.
òca, s. f. = oca: grosso uccello mange-
reccio; anas auser domestica.
1) péna d'oca =« penna d'oca; da scri-
vere.
2) veéé òn'òea = essere un'oca; aver
poco comprendonio. Al contrario; vèsà
minga on'dca = non essere un'oca; di
pers. che ha senno e sa il conto suo.
3) veéS òn'òea • essere distratto,
astratto, stordito, smemorato: essere un
alocco. *"
4) vègli l'oca e i pèrni = avere il
pesce senza le lische ; i vantaggi senza
gli svantaggi.
5) giuntagli Vòca e i pènn = met-
tervi l'unguento e le pezze ; andar per
la decima e lasciare il sacco ; di cat-
tivi affari.
6) àndà in d^a = dimenticarsi, scor-
darsi di cosa che si debba fare ; sont
àndaa in dea de imposta là lètera =
mi son scordato di impostare la lettera.
I) dò dònn e Òn' òca fan on mercaa =
dove son femmine e oche, non vi son
parole poche.
8) èco fato il bèeo à l'oca = ècco
fatto il becco all'eoa ; ecco fatta la mi-
nestra : di affare beli' e concluso, di
cosa finita.
9) i pàver mhien à bev i òccli = i
paperi voglion menare l'oche a bere;
quando gli inesperti, i giovani, pre-
tendono insegnare a chi ne sa più di
loro.
10) pària quànd pim i òcch = par-
lare quando piscian le galline ; cioè
mai : si dice specialm. a' bambini che
voglion metter becco in ogni discorso.
II) òca éàlvàdega = oca salvatioa,
ottarda.
12) el giceugh de Vòca, o semplic.
Vòca = il gioco dell' oca, l'oca: giuoco
fanciullesco che si fa con due dadi
sopra una tavola spartita in 63 casello
figurate.
ocàda, s. f. = dimenticanza, balordag-
oea
— 528 —
odi
gine, sbadataggine. Vedi òca, 6) e lo-
cada,
ocàsiòn, s. f. = occasiono destro ; op-
portunità, idoneo di fare una cosa.
1) vègli ocàsion de di, de fa, de
pària = avere occasione di dire, di fare,
di parlare.
2) me se presenta r ocàsion » mi
viene il destro, mi si presenta l'occa-
sione, r opportunità.
3) capita V ocàsion = capitare, ve-
nire il bello ; quànd me capita l' ocà-
sion ghe vceUri pària del so màtri-
mdìii = quando mi capita il bello gli
voglio parlare del suo matrimonio.
4) Tempo nel quale si fa o avviene
una cosa ; poesìa d'ocàsion = poesia
d'occasione ; incceu l'è dna bona ocà-
sion de fa l'àfàri = oggi è una buona
occasione per concluder l'affare.
5) tLla prima ocàsion = alla prima
occasione ; per quel mezzo che primo
si presenti.
òcc, s. m. = occhio. Vedi oeucc.
ochèta, s. f. = oca piccola : dim. di oca,
1) Al plur. i ochètt = le pecorelle ;
le onde piccine e sul lago quelle grosse
che fanno schiuma.
ociài, s. m. pi. = occhiali : due lenti
incastrate in un'armatm-a di metallo
per servir d'aiuto alla vista.
1) ociài del so = occhiali da sole ;
verdi, azzurri, affumicati.
2) Paraocchi : due pezzi di cuoio a
guisa di ventola che coprono gli occhi
ai cavalli, perchè non adombrino.
ocór, v. att. = occorrere, bisognare ; far
di bisogno.
1) n'ocór alter = non occoito altro ;
ho inteso, non fa bisogno aggiunger
parola.
ocorènsa^ s. f. = occorenza, bisogno :
specialm. di bisogai materiali.
1) à l' ocorénéa = all' occoiTonza ;
ove occorra ; al bisogao, quando faccia
bisogno.
ocorént, s, m. = occorrente : ciò che
occorre, bisogna ; compra r ocorént per
là fotografìa = comprare 1' occorrente
per la fotografia.
òcria, s. f. = ocra : terra di color giallo
e alle volte rossiccio che si trova nelle
miniere.
oculista, s. m. = oculista; chirurgo che
si dà singolarmente alla cura delle ma-
lattie degli occhi.
ociìpà, V. att. = occupare : prendere pos-
sesso di un terreno, di un edifizio, ed
anche solamente tenere uno spazio ; el
tàol Vdciipa tuta là stdnéa = il tavolo
occupa tutta la stanza.
1) D'onori, uffici, dignità, sostenerli,
esercitarli ; Vdciipa ona posiéiòn invi-
dittbil = occupa un posto invidiabile.
2) ociipà quèidiin = occupare qual-
cuno ; dargli da fare, da lavorale, im-
piegarlo.
3) Riferito e tempo; spenderlo in
qualche cosa ; P ocilpa tiitt el di à
giiigà = occupa tutto il giorno a gio-
cai"e.
ociipaa, agg. = occupato ; part. di oc-
cupare ; tati i post éren giamo ociipaa =
tutti i posti eran già occupati.
1) Di pers. intenta a far checches-
sia ; éont ociipaa à scriv i lèter de
ringràsiament = sono occupato a scri-
vere le lettere di ringraziamento.
2) Assol. di pers. che ha delle fac-
cende, a cui non manca da fare.
ociipàslòn, s. f. = occupazione ; nego-
zio, faccenda di rilievo ; pòé.^ minga
vegnl, perchè éont tròpp pién de ocii-
pàsiòn = non posso venire perchè son
troppo pieno di occupazioni.
ociipàss, V. rifl. = occuparsi ; spendere
l'opera propria in qualche cosa ; el sé
voetir minga ociipà de polìtica = non
vuole occuparsi di politica.
1) ociipàéè di àfhri di tllter = oc-
cuparsi dei fatti, delle faccende altrui ;
volerli sapere, parlarne a vanvera.
2) Occuparsi, trovar da fare, impie-
garsi ; el s'è ociipaa in d'on stUdi de
seda = si è occupato in uno studio di
seta.
ode, *•. /. = ode : poesia da cantarsi :
poesia lirica.
òdèss, esci. = no, cibò ; tutt' altro : ne-
gativa energica.
Òdi, 5. m. = odio : passione che fa de-
siderare e volere il male aitimi.
1) vègli in Mi = avere in odio :
odiare, aborrire.
2) ciàpà in òdi = cominciare ad
odiare, ed anche odiare.
3) Odio, abbominazione ; 1' abbomi-
nare ; el s'è tiraa àdòsà Vòdi de tilec =
s'è tirata addosso l' abbonii aazione di
tutti.
odia, V. att. = odiare : portare odio a
qualcuno.
odi
529 -
<eu
1) Avere in odio, in aborrimento.
2) oditi à mòri = abbominare ; mi
oda à mòri i fànigotoni = io abbo-
mino i fannulloni ; oditt à mòri i im-
poàtòr = abbominarc gli impostori.
odióS; agg. = odioso, ingrato, antipatico,
odiositaa, s. f. = odiosità : odio che uno
si procura ; vorè minga ciàpàéé di
odiositaa = non volere andare incontro
a delle odiosità.
odor, s. m. = odore : sensazione perce-
pita dall'odorato.
1) Sostanza, cosa odorifera ; m,ètt on
poo de odor sili fàéolètt = mettere un
po' di odore sulla pezzuola.
2) vègli odor = rendere, gettare odore ;
odorare.
3) éeìiti l'odor = mangiar col naso.
4) éàvè d'odor = sentir d'odore.
B) Aroma : odore forte e insieme de-
licato, proprio di alcune sostanze.
6) Afrore : l'odore forte che viene
dal vin recente, dall'aceto e anche dal
carbone. Però, odor de càrbon, dicesi
anche : puzzo di cai'bone.
7) tlequa d' odor = acqua odorosa,
profumata.
8) càttv odor, hon odor = fetore o
puzzo, fragranza o olezzo.
9) èénsa odor = inodoro.
10) vèéè in odor de sàntitaa = essere
in odore di santo ; essere in concetto
di santo.
odorós, agg. = odoroso, olezzante, odo-
rifero ; che ha odore, non però cattivo.
òe ! oé ! e oéì I inter. = oh I ehi ! : chia-
mando persone di confidenza o che non
si conoscono.
oèè, (fa) = belare : piangere de' bambini
appena nati e lattanti.
oéra, .?. f. = Vedi ovèra.
oèrtur, s. f. = Vedi ovèrtur.
(Bucc, s. m. = occhio : l'organo della
vista ; oeuec négher, celèàt, castàn =
occhi neri, celesti, castani-.
1) el biànch de Voeucc = il bianco,
la palla dell'occhio.
2) oeuec bèli nètt = occhio scai'ico,
non appannato : ceuce ineantaa = oc-
chi fìssi.
3) ceuec jnscinitt = occhi ammam-
molati ; languidi e socchiusi come di
chi abbia sonno o sia leggermente ac-
ciuchito dal vino. Anche, in senso
proprio, occhi piccoli.
4) ceuec sbàràtaa = occhi sgranati ;
spalancati: càscia foeura dna épàna
d'oeucc = far tanto d'occhi, sbaiTare gli
occhi.
5) mucc màécàrpent = occhi cisposi,
scerpellini ; oetccc piàngiorént = occhi
imbambolati, lagrimosi : in questo senso
anche t^ucc liléter, pién de làgrim.
6) (xucc de bocu o de bò = occhi di
bove, glossi 0 sporgenti ; oeiicc de gàtt =
occhi di gatto ; e per il color grigio e
per l'attitudine di vedere al buio.
7) fa tant d' ceuec = far tanto di
bocca ; allargare gli occhi in segno di
meraviglia.
8) fregààé i oeuec = stropicciarsi,
strofinarsi gli occhi.
9) desgarbià i oeuec = spicciar gli
occhi ; vègh i oeucc ingàrbiaa = aver
gli occhi tra peli ; esser sveglio d' al-
lora.
10) tra là pólcer in di oeuec = dare
la polvere negli occhi ; ingannare colla
apparenza.
11) l'oeuec del pàdròn V ingràéa el
cavali = l'occhio del padrone ingrassa
il cavallo ; alle coso proprie badarci
da se.
12) lontàn di oeuec, lontàn del ccetir
= lontàn dagli occhi, lontàn dal core ;
sovente l'assenza scema l'affetto. Que-
sto prov. spesso lo diciamo adirittura
in italiano.
13) oeuce no ved coeur no dceur =
occhio non vede, core non dole. An-
che questo diciamo spesso in italiano.
14) sarà on oeuec = chiudere un oc-
chio ; far le viste di non vedere.
15) sarò, i oeuec = chiudere gli oc-
chi. Fig. morire. Anche : hoo minga
sàraa oeuec = non ho chiuso un oc-
chio; non ho dormito.
] 6) dervl i oeuec, vègli i ceuec àvért
» aprire gli occhi, aver gli occhi aperti ;
star vigilante, all' erta. Vedi dervì, 9).
Anche : cader la benda, cader la benda
dagli occhi ; conoscere che si era in
inganno.
17) dervìgh i ceuec à vùn = aprire
gli occhi a uno ; avveiiirlo, farlo ac-
coiio, toglierlo d' inganno.
18) veghen fin deàoravia di oeuce,
vegnt foeura di oeuec = averne sino
agli occhi ; di pers. 0 di cosa esserne
stufo.
19) schiscià V ceuec = chiudere l'oc-
chio a uno ; dar d'occhio a uno, sti'iz-
— 530
«en
zar l'occhio : ammirare, far cenno co-
gli occhi.
20) se scàrpàrUen foeura, se càvà-
risen i ceucc = si caverebbero gli oc-
chi un coir altro ; di persone ti"a sé
nemicissime.
21) salta à l'oeucc = balzare, saltare
agli occhi ; quando una cosa richiama
a se l'attenzione in modo che non si
può non vedere.
22) (là in l'cpucc = dar nell' òcchio:
di cosa appariscente.
23) dàgh on anice = dare un occhio,
far d' occhio ; a cosa o pers. badarci,
invigilarla \ dàgh on ceucc à sto fornii,
clic l'tihia minga de boria gid = dà
un occhio a questo bambino che non
abbia a cascare.
24) àsiiefàgh dent Voeuce = farci
l'occhio a qualcosa; assuefarvi la vista.
25_) guarda, vedi eont là eoa de
l ceucc ^ guardare, vedere colla coda
dell' occhio.
26) làétLgh àdree i ceucc = lasciarci
gli occhi sopra ; di pers. o cosa che si
miri con desiderio intenso.
27) mangiti eòi oeuee = mangiar co-
gli occhi : guardare bramosamente. An-
«he : guardare con occhio molto adirato.
28) vègli i fètt de sàlàmm sui ceucc
= aver gli occhi foderati di prosciutto:
aver la benda agli occhi. Vedi binda.
29) vègh jrìiàee grand V ceucc che
'l boeucc = mangiano più gli occhi che
la bocca; aver gli occhi più grandi del
ventre : di chi a tavola, specie i bam-
bini, si mette sul piatto più di quanto
può mangiare.
30) fa quèicòés à ceucc sàraa =
fare una cosa a occhi chiusi, di sotto
gamba ; con facilità e sicurezza, spec.
per gran pratica.
31) costtL on oeuce del eoo = costare
un occhio, esser caro un occhio ; avere
un prezzo molto elevato.
32) vèsegh sémper dendns di oeuee =
star fitto negli occhi a uno.
33) vègh % tràv in di oeuce = aver
le traveggole.
34) vègh i càvij fceura di oeuce =
mostrare il viso aperto : rispondere
francamente, arditamente.
35) tegnì d' oeuce = tener d'occhio;
tener gli occhi addosso a uno, sorve-
gliarlo.
36) l'oeucc el voeur là eòa pàrt =
l'occhio vuole la parte sua: anche l'ap-
parenza è necessaria.
37) paga l'oeucc = soddisfare gli oc-
chi, soddisfare a vederlo.
38) sàvè fàss i biisch fceura, di ceucc
= sapersi levar le mosche dal naso;
non lasciarsi posare le mosche sul
naso ; non soffrire ingiurie, soprusi.
39) vèèà l'oeucc driéé de viin = es-
sere l'occhio diritto di alcuno ; essere
il suo prediletto, esserne il cucco.
40) àndà àtòrna i ceucc = offuscarsi
la vista ; hàlà i ceucc = abbagliarsi la
vista.
41) volta l'oeucc à viin = prendere
in uggia, in odio qualcuno.
42) fa i oeuee pietos = far 1' occhio
pio ; dare delle occhiate affettuose a
qualcuno.
43) in (Voti hàter cV oeuce = in un
batter d' occhio, in un batti baleno.
Anche : dal vedere al non vedere, in
un ammen, in un batter d'ali : di cose
che accadono rapidissimamente e du-
rano un attimo.
44) vègh sòtf oeuce = aver sott' oc-
chio, presente.
45) à quàtr' oeuce = a quattr'occhi;
da solo a solo.
46) i ciuàtr'cBUcc = gli occhiali: modo
scherz. : le barelle. Vedi iiiipenàda.
47) vecU de bon ceucc = vedere di
buon occhio ; volentieri, con piacere.
48) à oeuce = a occhio e croce : alla
grossa.
49) fa girci on ceucc = far girare il
boccino.
50) ceucc 2ìolm = occhio di pernice,
lupinelle ; specie di callo tra le dita
dei piedi. Anche : male del lupino ;
specie di malattia del pollame.
51) oeuce = occhi, scandelle. Vedi
br(Bud.
52) ceucc = gemma : dolio piante, la
parte per la quale la pianta rampolla.
53) oìuce = apei-tura ; di bottega.
54) ceucc = polla, scaturigine, sor-
gente, vena.
ceucc de bò, s. m. = eccola, camomil-
lone ; authemis cota, specie di pianta.
1) Fiorrancio, fiorrancino, regolo ;
regulus vulgaris, uccello silvano.
2) Piattello : quello di porcellana o
terraglia in cui si stemperano i colori
per dipingere all' acquarello.
3) Specchietti che si mettevano alle
I
oeu
531 —
ofe
paste dolci e ai cavallucci di pasta clie
si vendevano nelle sagre de' villaggi.
ceucc de mósca, s. m. nome di un
carattere di stampa dei più piccoli, ora
in disuso.
oeuY, s. m. = ovo, uovo : parto di di-
versi animali, dove sta l'embrione.
1) Assol. quello della gallina.
2) eitir d'oeuv = albume, la chiara
dell'evo. Quando è cotto : il bianco ;
ì-oàs d'osuv = tuorlo doli' ovo.
3) csuv in ciàpa = ovo sodo ; fa
eoptcs i oeuv in citipa = assodar l'ova;
farle cuocere nell'acqua.
4) (Kuv ài làtt = ovo a boro ; poco
più che riscaldato nell'acqua bollente.
5) auv mognàga = ovo bazzotto; cotto
nell'acqua bollente, nò sodo, né da bere.
6) a;uv in càmtsa = ova affogate ;
lasciate cader fuori dal guscio nell'ac-
qua bollente.
7) oeuv stràpàéaa = ova in tortino o
tortino d'uova: quelle che nel tegame
al fuoco si van tramestando fino a cho
abbiano una sufficiente sodezza.
8) cetiv ròsta o in cercghìn = ova
affrittellate, al tegame.
9) (Bue màrsc = ovo barlaccio ; quando
il tuorlo si spappola, puzza.
10) (KUV gàlaa = ovo gallato.
11) ceuv del eàrtelàmm = ovo sper-
duto 0 aboi-tivo.
12) cetw de pula = ovo di tacchina.
13) speriti i muv = sperare l'ova:
osservarle attraverso alla luce per ga-
rantirsi che siano buone.
14) càveéà, comoda i oeuv in del ca-
■vàgnoeu = acconciar l'ova nel paniere,
accomodar bene i fatti suoi.
15) vèsè- come bev on oeuv = esser
come bere un ovo: di cosa agevolis-
sima a faro, a riuscire.
16) cercti 'l pel in l'oeuv = cercare
il polo neir uovo : voler trovare per
acutezza o per sofisticheria, vizi dove
non ci sono ; troti el pel in Voeuv =
vedere, conoscere il pelo nell'uovo ;
d'acutissimo ingegno a cui nulla sfugge.
17) vèss pién come on oeuv = esser
pieno come un ovo, pieno zeppo, come
un'otre; pienissimo.
18) àndà éiii oeuv = camminare sulle
ova: con molta precauzione e lentam.
19) vègli trédes ceuv per don^èna =
aver tre pani per coppia ; aver van-
taggio gi-andissimo e sovrabbondante.
20) fa on ceuv foeùra del càvàgnoeù
= fare un ovo genuino ; far cosa inso-
lita, straordinaria.
21) là prima gàlina che canta l'è
quèla che ha faa l'oeuv = cui di pa-
glia piglia foco subito.
22) pelA i oeuv = mondare le ova.
23) porta oeuv = ovaiolo : calicino
di maiolica o d'altro per mettervi l'evo
a bere o bazzotto, per mangi^-lo in-
tridendovi il pane.
24) oiuv de trUta = veccia piscila;
vieta saliva alba : specie di legume
piccolissimo. Anche : occhi di pernice ;
pasta minutissima per minestra.
ofèla, s. f. = offella, stiacciatina : sorta
di pasta dolco sfoglia.
ofelee, s. m. = ciambellaio, pasticciere:
chi fa e vende ciambelle, pasticci di
paste, dolci, confetture.
1) ofelee /a '/ tò mestee = lascia i
fusi a chi ne usi; chi vuol far l'altrui
mestiere, fii la zuppa nel paniere.
ofelerìa, s. f. = biscotteria, pasticceria :
bottega dove si fa e si vende biscottini
Q altri dolci fatti con pasta e zucchero.
ofènd, V. att. = offendere : fare offesa,
ingiuria.
1) Recar danno: ofènd in Vonor =
offendere nell'onore: recar danno al-
l'onoro, alla reputazione.
2) ofèndes =■ offendersi, affrontarsi: re-
carsi a ingiuria, a offesa, pigliar per
affronto checchessia ; el se ofènd per
nagota = s'offende per nulla; di pa-
rali de eèrta geni bisogna minga ofèn-
des = di quel che dice certa gente non
bisogna affi'ontarsi.
ofensìv, agg. = offensivo : atto ad of-
fendere, cho offende.
ofensòr,* s. m. = offensore: colui che
offendo.
ofért, part. = offerto ; particip. pass, del
verbo ofrì = offrire.
ofèrta, s. f. = offerta: l'atto dell'of-
frire, l'offrire.
1) Quei doni che in alcune feste si
fanno alla Chiesa e la pompa stessa
colla quale si recano.
2) Il prezzo proposto di ciò che si
vuol comperare : mi g'hoo faa là di-
manda : éentimm V ofèrta = io ho fatto
la domanda: sentiamo l'offerta.
ofèrtóri, s. m. = offertorio: le preci
che il sacerdote dice nella Messa quando
fa l'offerta.
ofe
532 -
ogri
ofés, agg. = offeso ; part. pass, di offen-
dere ; el colp l'ha ofès in la Ungua =
il colpo l'ha offeso nella lingua; éont
ofés per là eoa lètera = sono offeso
per la sua lettera.
1) s. m. = l'offeso, cìii ha ricevuto
offesa : l'ofés soni mi = l'offeso sono io.
ofésa, s. f. = offesa: ingiuria, oltraggio
di fatti, di parole : quésta chi l'è òn'ofésa
che me Ughi ài dìt = questa è uq' of-
fesa che mi lego al dito.
off!, inter. = gnaffe!, naffe!, ah!, che!,
ma no !
off, (à) = a nessun costo: a scrocco.
oflciàl, s. in. = ufficiale. Vedi nflciàl.
oflcina, * s. f. = officina: la bottega
dove gli operai fanno lavori meccanici
ofìsi. s. m. = ufficio. Vedi ufìsi.
oflsìa, v. = uffiziare: T. eccl. celebrare
gli uffici divini.
ofrì, v. alt. = offrire: presentare, pro-
porre una cosa ad alcuno, perchè l'ac-
cetti come sua: quànd ci ven de mi,
ghe ofri sémpcr de màìigià, de bev =
quando viene da me, gli offro sempre
da mangiare, da bere.
1) Profferire ad alcuno una cosa,
perchè se ne sei-va : pìlèee che ofrtgh
là mia cà sàwirièè nò cosa fa = pili
che offrirgli la mia casa, non saprei
che fare.
2) Di prezzo, di patti e sim. ; farne
la proposta: ghe ofri cent frànch de
quell'aneli II cont là pèrla = le offro
cento lire, per quell'anello li colla perla,
ofriss, V. rifl. = offrirsi : di pers, esi-
bire i propri servigi : el s'è ofèrt Iti
de fàmm perdona del papà = s'è offeiio
lui di farmi perdonare dal babbo.
OgetÌT, * agg. = oggettivo : che appar-
tiene 0 che si riferisce all'oggetto, o
da esso dipende,
1) Quel vetro convesso del canoc-
chiale da cui ricevonsi le immagini
degli oggetti,
ogetìvàmènt, * avv. = oggettivamente :
in modo oggettivo : el giùdcs el dev
considera i ròbb ogetivàmént = il giu-
dice dove considerare le cose oggetti-
vamente.
ogrètt,* s. m. = oggetto : ciò che si pre-
senta alla vista, che si può toccare,
1) T. gramm, : il tonnine su cui va
a cadere l'azione propria o figurata
espressa da un verbo transitivo,
ogiaa, s, m. pi. = occhiali. Vedi ociài*
ogriàda, s. f. = occhiata, guai-data : l'atto
e anche il modo del guardare,
1) dà òn' ogitida = dare un'occhia-
tina, un occhio : badare a una cosa,
custodirla.
2) dà òn' ogitida à on lìber, ài giorndl
e sim. = dare un'occhiata a un libro,
al giornale, e sim, ; scorrerlo più che
leggerlo attentamente,
3) òn'ogiàda de so = una sperata,
una finestrata di sole,
ogiàdìna, s. f. = occhiatina : dim, di
occhiata,
ogriài, s. m. pi. = occhiali. Vedi ociai.
ogialàtt, s. m. = occhialaio : chi fa e
vende occhiali,
Ogiàtà, V. att. = occhieggiare, guardare
con compiacenza.
ogiàter, s. m. pi. = occhiacci : occhi
grandi e sgranati.
ogìn, s. m. = occhietto, occhiolino, oc-
chi uccio : dim, di occhio.
1) T, de'macellai, de' cuochi, ecc,
Ogiòu, s. m. = occhione : accresc. di oc-
chio,
ogioeù, s. m. = occhiello , ucchiello ;
piccolo taglio nelle vesti per allacciarle.
1) là maèstra d'ogioeù = occhiellaia :
donna che cuce gli occhielli dei vestiti
per i sarti,
2) Campanellina, maglietta: cerchietto
d'ottone che si introduce nei bucolini
per dove si infila l'aghetto o stringa.
8) Maglietta : quella colla quale si
appendono quadri, attaccapanni e sim.
4) Bandella : spranga di ferro che si
ferma all'estremità di usci e finestre,
munita di anello che infilasi nell'ar-
pione, reggendo così l'imposta.
5) Boncinello : piccolo pezzetto di
ferro fermato al manico del chiavistello,
con un buco in cima, dove entra la
stanghetta della toppa quando si chiude.
6) Anello : ferro in cui entra il ba-
stone del catenaccio, e anche quelli
delle forbici in cui si infilano le dita
per tenerle.
1) fa on ogiosù in del vénter = dare
una coltellata nel ventre,
ogiolèra, s, f. = occhiellaia : donna che
fa gli occhielli dei vestiti per i sarti.
ogìolitt, s. m. pi. = buchi, bucolini :
quei molti fori che sono nei due mar-
gini della fascetta o delle tomaie nello
scarpe a uso di allacciarle coli' aghetto.
OSI
533 -
ols
ogriolin, s. m. = occhiellino ; dim. di
og'ifleù, = occhiello. Vedi.
og'itt, s. m. pi. = alborellino : le albo-
relle appena nate. Vedi àlbora.
1) Occhietti, occhiettini: dim. di oc-
chi.
Ògui, agg. = ogni : qualunque, ciascuno ;
dgni cà g'hà i éò fastìdi = ogni casa ha
i suoi guai.
1) ogni tànt, dgni pòcch, dgni seti-
mtLna, ógni mes e sim. - ogni tanto,
ogni poco, ogni settimana, ogni mese,
0 sim. ; accennano a intervalli di tempo.
òg'nidun, pron. = ognuno: ciascun uomo
e ciascuno di quelli che sono nominati
nel discorso ; ognidùn prefcriss là eòa
cà = ognuno preferisco la sua casa ;
ognidùn pénm còme vceur = ognuno
pensa come vuole.
òguun, * pron. = ognuno. Lo stesso che
ognidun.
òli bei, òli bèi ! = fiera ohe si tiene in
Milano nel mese di dicembre sulla
riazza di S. Ambrogio: si chiama così
dal grido dei venditori.
òibd, inter. = ohibò o oibò : interiez.
di forte negazione, di disapprovazione,
di ripugnanza e di sprezzo.
oimè) e òioiiié, inter. = ahimè ! oimè !
ohi : esclamazione di pena.
oìn, s. m. = Vedi OYÌu.
ola, s. f. = orcio : vaso grosso di terra
cotta, con ventre rigonfio, per tenervi
olio, peperoni e sim. Dal latino.
1) vèsépiéti còme òn'òla = esser pieno
come un'otre : di chi ha mangiato molto.
2) bev còme ònòla = essere un'otre :
bere molto, senza patirne.
3) pari òn' ola = parere un'otre, una
botte : di pers. che ha gran pancia.
oleós, * agg. -- oleoso, olioso , oliato :
che ha in sé dell'olio.
oli, s. m. = olio : liquido che s'esti'ae
dalle ulive od anche da altre sostanze
vegetabili, corno il ricino, il lino, il se-
samo, le noci, le mandorle, ecc.
1) ròba à Vóli = roba sott'olio:
come tonno, salmone, acciughe, sardine.
2) àndà gid còme on òli = sdruccio-
lar giù come l'olio : detto di bona be-
vanda che va giù.
3) àndtL còme on òli= scorrer bene:
andar bene, a meraviglia.
4) mètt òli §iil foeugh = gettar olio
sul fuoco, aggiunger olio alla fiamma:
attizzare ire, ecc.
5) Voli el sta deéoràma de V acqua
= l'olio sta a galla. Vedi acqua, III, 16).
6) oli de briósa = olio da ardere, da
lumi.
7) oli vergin = olio vergine: cavato
dalle ulive poco mature.
8) nòs che sa d'oli = noce oliata,
guasta, che pare sia stata inzuppata
nell'olio ed ha cattivo sapore.
9) pitiirà à òli = dipingere a olio,
con colori stemperati nell'olio di noce.
Quindi quader, ritràtt à òli = quadi'o,
ritratto a olio.
10) fa l'oli = piagnucolare, frignare.
11) i òli sànt; s. m. pi, = l'olio santo;
l'estrema unzione.
12) vègh i òli sànt in éàcòcia = aver
l'olio santo in tasca : essere in gran
paura per qualche pericolo. Anche: ave-
re un cocomero in o^rpo.
olia, V. alt. = inoliare: metter l'olio sulle
vivande.
olina, agg. = oliato: condito con olio.
oliee, s. m. = oliandolo: chi rivende olio.
oliera,* s. f. = oliera: arnese per reg-
gere le ampolle dell'olio e dell'aceto.
Si dice dai più i àmolitt.
olili, s. m. = barattolo, vaso, orciolino:
sei-ve per riporvi conserve, zucchero
e sim.
olirà, s. f. = ulivo; alea europea^ pianta
che fa le ulive e il frutto stesso, da cui
si cava l'olio.
1) l'oliva = la palma; il palmizio che
si benedice nella domenica delle palme.
2) oliva = oliva, agg. di coloi-e.
3) échiva l'oliva ! = Dio ti salvi !
oliràster, agg. = olivastro: che pende
nel color d'uliva, cho tende all'oscuro:
detto di carnagione.
oliTéta, s. f. = bruco : attacagnolo dei
segnali che si mette nei messali, bre-
viari e sim.
1) Ligustro: specie di gelsomino.
2) Nappina: specie di alamaro.
3) T. d'orefic. granata faccettata a
mo' d'oliva.
4) Al plur. olivètt, = Olivetto: spe-
cie di piccole polpettine.
oliuèra, s. f. = olmeto: terreno piantato
a olmi. Anche: olmaia; quantità d'olmi.
ólmo, s. m. = olmo; ulmus campestris
albero fronzuto.
oldgraf, agg. = olografo: testamento tutto
scritto di proprio pugno.
olsà, V. att. = osare, ardire; l'òlàa minga
olt
- 534 -
ome
vegnt chi, perchè 'l g'hà paura = non
osa venir qui perchè ha paura.
oltana, s. f. = altana: specie di rete per
pescai'e.
dltcr, avv. = oltre, al di là, attraverso.
Usa soltanto nella frase ée ghe ved olter
= ci si vede al di là; quando lo sguardo
passa attraverso corpi trasparenti per
lo più per sottigliezza.
óltra, (vegnì à) = venir fuori: coli' idea
dell'uscir d'improvviso; à éentì à éontL
liin tcgniiil à oltra tiicc = sentendo so-
nare vennero faori tutti.
oniàgg,* s. ni. = omaggio : segno d'os-
sequio, rispetto, venerazione.
omàsC) s. m. = omaccio, omone: uomo
di grande e grossa corporatui-a.
1) poer ovitise = pover uomo: detto
con affetto di uomo buono.
omàsciou, s. m. = omaccione, omone :
uomo grande e grosso.
omàsciòtt, s. m. = omacciotto : uomo
gl'osso e tarchiato.
dmber, (ì) s. f. pi. = ombro : plui-. di
ómbra. Sono uno spettacolo che si fa
facendo riflettere su una superfìcie bian-
ca illuminata l'ombra di figure ritagliate
nella carta, o fatte con intrecciamenti
delle mani.
1) Ombre, chiaroscuri: il colore più
0 meno scuro che serve a dar risalto
alle pitture e ai disegni.
ombra, s. f. = ombra : oscurità cagionata
dai corpi opachi che interrompono la
luce.
1) età, vèèà, mètt, àndà à V ombra =
stare, essere, mettere, andare all'ombra,
in luogo riparato dal sole.
2) Ombra, accolito : di chi sta con-
tinuamente dappresso ad altri e lo ac-
compagna ; l'è l'ombra del mintéter =
è l'ombra, l'accolito del ministro.
3) L'apparenza del corpo umano; m'è
comptLrS l'ombra del me papà = mi
comparvo l'ombra del mio babbo.
4) vèéé nasuti à l'ombra del Dòmm
= esser nato all'ombra del Duomo: cioè
a Milano, come i fiorentini dicono al-
l'ombra del Cupolone, per significare
nato in Firenze.
5) Di pers. s^^raia; el par ón' ombra
= pai'O un'ombra.
6) Lieve segno, orma, apparenza di
una cosa : el g' ha nànca V ombra déla
comjìàéion = non ha neppui- l'ombra
della compassione.
?) dà ómbra = dare ombra; mettere
in sospetto.
8) giilgti à l'ombra = giocare alle
ombre : una specie di gioco di carte,
che ora non si fa quasi più.
9) ìianea per ombra = neppure, nem-
meno per ombra; punto, niente affatto,
nemmen per idea.
10} on'oinbra = un grano, un bric-
ciolino: di quantità più che minima.
ombregià, v. alt. = ombreggiare : faro
ombra, coprir d'ombra.
1) T. pittor. Dai"e rilievo colle ombre.
ombregiàdura, * s. f. = ombreggiatura ;
l'atto e l'effetto dell'ombreggiare.
ombréla, s. f. = ombrello, paracqua :
strumento da pai-are la pioggia e la
neve.
1) el pòrta ombrèll = il poiiombrelli;
quello nelle anticamere o altrove dove
si mettono gli ombrelli, perchè non la-
scino la riga dell'acqua e non bagnino.
2) l'ombrèla di cdn = la grondaia.
ombrèlàda, s. f. = ombrellata: colpo dato
coir ombrello.
ombrèlee, *. m. = ombrellaio : chi fa gli
ombrelli e li vende o accomoda.
ombrèlìn, s. m. = ombrellino : quello
con cui ci ripariamo dal sole.
ombrèlòn, s. m. = ombrellone : quello
fra noi coperto di tela incerata che di-
fende dall'acqua e dal sole le botteghe
posticce sulle piazze.
ombria, s. f. = ombra, specialm. nel
senso di ómbra, 1).
1) Il vizio del cavallo che impaurisce
di coso insolite che incontra per via.
ombrós,* agg. = ombroso, pieno d'ombra,
riparato dal sole.
1) Fig. di pers. che facilmente piglia
sospetto.
2) Di cavallo che patisce l'ombra.
omelia, s. f. = omelia. T. ecclesiastico.
omeopati eli, * agg. = omeopatico ; che
appartiene alla omeopatia.
1) Di qualunque cosa data o presa
in dosi più che minimo.
omen, (i) s. m. pi. di òmm, = gli uo-
mini ; * omen de botéga = gli uomini
di bottega, i garzoni; on esercii de qua-
rantamila omen = un esercito di qua-
rantamila uomini.
1) Birilli: ciascuno dei cinque piccoli
rulli d'avorio o d'osso che si mettono
in piedi in mezzo del biliardo, perchè lai
ome
- 535 -
omo
palla li faccia cadere, secondo le regole
del gioco.
2) àmia in di omen eont là eoa =
faro i birilli colla sua. In mil. significa
anclie fare il proprio danno, darsi la
zappa sui piedi, specialm. adducendo ar-
gomenti elio si credono favorevoli a noi
0 ci sono invoco dannosi.
omeiiàri, s. m. pi. = ominacci : usato,
specialm. dalle donne, in senso peg-
giorativo.
oiuenòu; s. m. pi. = le cariatidi, che so-
stengono il primo piano di una casa
fabbricata da Leone Aretino, nella via
che appunto da loro si chiama: di Ome-
non = dogli Omenoni.
oiuètt, s. m. = ometto : uomo di mez-
zana statura.
1) Omino: di fanciullo savio, giudi-
zioso, serio.
2) Cappellinaio, attaccapanni, attac-
cavestiti : arnese di ferro o legno per
appendervi vestiti, cappelli o altro. Ce
n'è di vario fornie.
3) Grucce: arnesi di legno in forma
di T con gancio di ferro per appendere
gli abiti negli armadi.
4) Trabiccolino o fungo.: bastoncello
per posarvi noli' armadio cappelli da
donna.
5) Birillo. Più comunen^. usato al plui'.
i omen, i oniitt. Vedi óiueu, 1).
0) Monaco : travotta di mezzo d'un
cavalletto di tetto.
omicidi, * s. in. = omicidio : uccisione
di un uomo commessa da un altro uomo.
omìn, Ò-. m. = omino: omo piccolo della
pers. ma non senza garbo.
omisiòn, s. f. = ommissiono : l'omet-
tere e la cosa omessa : specialm. nella
frase: stLÌvo erór e omisiòn = salvo er-
rerò od omissioni.
omitt, (i) = i birilli. Vedi omètt, 5).
òmm, s. m. = uomo : animale ragione-
volo e parlante: s'intende del maschio
e della femmina ; l'òmm l'è éogètt à
sbàlià = l'uomo ò soggetto ad errare ;
i omen hin minga etèrni =■ gli uomini
non sono eterni.
1) Il maschio dell'umana specie : on
bòn òmm = un buon uomo ; omm pi-
seinln = uomo piccolo; òm,m càlcaa =
uomo bassotto ; òmm de niesàtta étà-
tura = uomo fra le duo selle, di mezza
tacca; ne grande nò piccolo.
2) on mès'òmm = un mezz'omo, una
cicca d'omo: piccolissimo.
3) òmm in etaa = uomo in età : vec-
chiotto.
4) òmm de tèéta = uomo di testa:
che ha senno e dottrina.
5) òmm de mond = uomo di mondo,
dedito allo coso del mondo.
6) el me òììwi = il mio omo: lo donno
del volgo lo dicono invece di marito.
7) òmm éénèa danee l'è on mòri in
pee = uomo senza quattrini è un morto
che cammina.
8) Chi ò addetto a qualche bottega
0 negozio; ghe màndàroo el me òmm
= lo manderò il mio uomo; Vòmm che
età ài baneh = l'uomo che sta al banco.
Anche di chi è a servizio d' una fa-
miglia.
9) vèsà on òmm = essere un uomo:
persona di senno, dogaa di stima.
10) ci primm òmm = il primo attore:
nello compagnie drammatiche quello che
fa le primo e più difficili parti.
11) C Omm de prèia = l'uomo di pie-
tra : tra noi ò una statua antica con
testa dei tempi rozzi, e posta non lungi
dal tempio di S. Carlo; ed ò anche un
ottimo giornale umoristico che mantiene
alta la tradizione della nobile, onesta
satira meneghina.
12) bèi òmm = balsamine: fioro noto.
13) òmm, àsen e por eh se pésen
dòpo mòri = dammi l'uomo morto; il
giudizio sugli uomini va dato dopo la
morte.
14; * òmen e i tortèj hin sémper
bèj = l'uomo è sempre bello.
omnia pòsa, (fa) = faro tutto il possi-
bile, ogni sforzo ; far tutto quanto sta
in noi. Dal latino.
omnibiis, s. m. = omnibus: gr-andi car-
rozze cho noUo città per un dato prezzo,
conducono le persone lungo un itine-
rario assegnato.
1) on trèno òmnibus = un treno om-
nibus: cho non ò dirotto, cho si forma
a tutto lo stazioni.
2) òmnibus di cdn = omnibus dei
cani: la carretta collo gabbie dove l'ac-
calappiacani rinchiudo per via i cani
accalappiati.
omo, s. m. = l'uomo, l'amico ; l'è chi
l'dmof = è qui l'amico!
1) el vcn l'omo = il nibbio cala.
omogéni, agg. = omogeneo, simpatico,
omo
- 536
ono
geniale: specialm. di lavori che si fanno
volentieri.
omóu; s. in. = omono: accrescit. di uomo.
on, art. = uno, un : artic. indetermin. ma-
schile singolare; on per, on pòmm., on
òmm, on pàlàsé = un pero, un pomo,
un uomo, un palazzo.
óna, art. = una: artic. indetermin. fem-
min. singol. ; Óna dCma, dna cà, dna
S'tràda, Òn'àninia^ un'ara = una donna,
una casa, una strada, un'anima, un'ora.
onc, s. m. e agg. = unto. Vedi une ; an-
che pei derivati.
ónda, s. f. = onda : acqua agitata dal
vento e anche da una corsa violenta.
1) Moltitudine grande di persone: on-
data ; è rivaa on' onda de pdpol, che
Vhà sehisciaa tiiscòés = arrivò un'on-
data, un'onda di popolo che ha tutto
calpestato.
2) Stria, ondatura: dei capelli ondu-
lati.
3) risoti à ronda = risotto all'onda;
appena cotto, ancora bollente, levato
dalla pentola, mentre ancora bolliva.
on<1aa) agg. = ondato : segnato, fatto a
onde.
oiulàda, s. f. = ondata: colpo di onda.
ondegiàmcnt; * s. m. = ondeggiamento:
l'ondeggiare nel fig. cioè l'essere dub-
bioso, incerto: pendere tra un pensiero
e un altro.
ondiilàsiòn, * s. f. = ondulazione, mo-
vimento prodotto dall'alzarsi e abbas-
sarsi delle ondo e d'ogui altro movi-
mento che gli somigli.
Oiidiilàtòri,* agg. = ondulatorio : del ter-
remoto che agita la terra orizzontal-
mente.
onèst, agg. = onesto : di ciò che è e di
chi opera conformo alla probità, alla
virtù, all'onore.
1) Che vive secondo le leggi del pu-
dore.
onèstaa, s. f. = onestà, probità: astratto
di onesto, e più particolarm. per la pu-
dicizia.
Oiièstàmént,* avv. = onestamente : con
onestà, secondo le leggi dell'onestà.
onèstìna, s. f. = bavaglino. Vedi bàii-
scìua.
ong, V. att. = ungere. Vedi ungr, anche
pei derivati.
ongia, s. f. unghia. Vedi ùngia. Anche
pei derivati.
dnibiis, s, m. = omnibus. Vedi òmnibus.
ònice, s. m. = onice: pietra preziosa.
onipotènsa, s. f. = onnipotenza: la virtù
di poter tutto quanto si vuole.
onipotènt, agg. = onnipotente: che può
molto presso altri.
óuisC) s. m. = ontano, alno: sorta d'al-
bero, e il legno di quell'albero.
onor, s. m. = onore: la stima, la ripu-
tazione in cui uno ò tenuto: ed anche
ciò che torna ad onore.
1) Riputazione di probità, di onestà,
e riferito a donna : pudicizia, castità.
2) parola d'onòr = jjarola d'onore :
impegno solenne.
3) piint d'onòr = punto d'onore: quel
sentimento che uno ha dell'onoro pro-
prio.
4) in onòr = in onore, di festa, ri-
cevimento e sim. fatto per onorare ta-
luno.
6) vègh Vonor de fa o de di = aver
l'onore di faro o di dire : tenersi ono-
rato di faro o di dire.
6) fàgh onòr à tnin = fare onore a
uno: riuscir d'onore. Anche di cose :
l'è on giòin che ghe fa onòr àia écòla
= è un giovine che fa onore alla scuola.
7) fàgh onòr = fare onore ; lo diciamo
anche di cosa che si sia offerta, e vale
mostrar di gradirla, farle buona acco-
glienza.
8) fàéé onòr = farsi onore : riuscir
bene in una cosa ; fase onòr éénsa nierit
= farsi bello del sol di luglio.
9) fa i onori de cà = far gli onori ;
di chi a una festa, a un convito fa lo
accoglienze di padrone.
10) cavasela eont onòr = uscire, riu-
scire a onore, con onore in alcuna cosa;
conduiia a fine onorevolmente.
11) fàss òn bèlUonòr = farsi un bel-
l'onore: iron. far cosa che non ci onora.
12) Onoratezza : qualità di chi vive
con onore ; èii l'onòr de quèla persona,
gh'è niént de di = suU' onoratezza di
quella persona, non c'è nulla a ridire.
onora, v. att. = onorare : fare onoro,
rendere onore, ossequio.
1) Dar fama, onore, lustro.
onoraa, agg. = onorato : colmo d'onore.
1) Ohe ticn conto del proprio onoro:
t'èés on òmm onoraa = essere un uomo
onorato.
onoràri, s. m. = onorario : stipendio,
Olio — 537 —
provvisione per ufficio d'arte e profes-
sione liberale.
1) Agg. eletto a solo titolo d'oaorc,
senza obblighi ; socio, presidènt ono-
ràri = socio, presidente onorario.
oiioràtèsa, s. f. = onoratezza, onestà.
onorévol,* agg. = onorevole : degno di
essere onorato : meritevole di onore ;
l'ha éèmper tcgnilu òna condòta ono-
révol = ha sempre tenuto una condotta
onorevole.
1) Che fa onore ; g'han daa on in-
erir idi onorévol = gli hanno dato un
incarico onorevole.
ouorevolmènt, * avv. = onorevolmente:
con onoro, in modo onorevole.
ouorìflcéiisa, * s. f. = onorificenza, ono-
ranza: segno d'onore e speoialm. de-
corazione.
onorìflcli,* agg. = onorifico : che porta
onore; l'è on ineàrick onorifìch = è un
incarico onorifico.
òiisa, .«. fi = oncia: la dodicesima parto
di una libbra.
1) Di piccolo poso in generale : et
g'Iià minga àdòss ón'òma de càrna =
non ha indosso un'oncia di carne.
2) à ons à om = a once : a poco a
poco ; morì a ons a ons = fare una
morte lenta, penosa. y
ónta, (ad) = a onta, a malgrado, a di-
spetto: ad ónta de tuli i sàcrifisi, l'ha
minga podilii ricsìgh = a onta di tutti
i sacrifici, non ha potuto riuscirvi.
opàccli, * agg. = opaco: che non è tra-
sparente, non è diafano.
1) Di suono 0 voce : velata, non
chiara.
opàla, s. f. = opale: pietra preziosa, di
colore bollissimo e cangiante.
opàlìii,* agg. = opalino: che ha il colore
dell'opale.
Òpera, s. f. = opera, lavoro : ciò che è
fatto dall'uomo o dalla natura.
1) opera de misericòrdia = opera di
misericordia : sette azioni morali che
hanno per fine di soccorrere altrui. E
per estons. qualunque altra opera van-
taggiosa ai bisognosi.
2) Per lavoro segnatani. letterario o
artistico; el monilmént del Ròsa à Vi-
tdri Emànuèll l'è òna gran bela òpera
= il monumento del Rosa a Vittorio
Emanuele è una gran bolla opera.
3) Assol. per opera in musica ; el
ope
Vérdi l'ha seritt tanti dper = Verdi
ha scritto molte opere.
4) càpp d'opera = capo d'opera; l'o-
pera più lodata, più bella.
6) òpera pia = opera pia: istituzione
avente uno scopo caritatevole, pio.
6) lìer compi l'opera = per coinpir
l'opei'a: come coronamento dell'opera.
Spocialm. nel senso di: quasi non ba-
stasse il resto, anche questa capitò.
7) mrAt in òpera quèicòs.s = mettere,
porro all'opera checchessia, servirsene,
valersene, ed anche metter qualche cosa
in condizione da poter ossero adoperato.
8) vede vUn à l'opera = vedere uno
all'opera, ai fatti.
opera, v. att. = operare: produrre effetto,
fare il suo effetto, agire: di medicina.
1) T. chirurgico : faro l'operazione
richiesta dal male : in Italia gh'è ni-
éùn brào de opera come el Baimi = in
Italia non c'ò alcuno valente nell'ope-
raro come il Bottini.
operaa, agg. = operato: di panno, tova-
glia, tela e sim. quella lavorata in modo
che vi siano rappresentati fiori, fogliami,
animali e altri disegni.
1) Part. pass.: chi ha subito un'o-
perazione chirurgica: * operaa del dolor
Marconi giiarìsen quasi éèmper = gli
operati del dottor Marconi, guariscono
quasi sempre.
operàbìl, * agg. = operabile: che si può
operare. Nel linguaggio chirurgico che
può essere sottomesso a un'operazione.
operìidòr,* s. m. = operatore : il chirurgo
che opera, dato alla pratica dell'ope-
rare.
operàri, s. m. = operaio, artiere, arti-
giano: chi esercita un'arto meccanica,
manuale, un mestiere.
operàsìòn, s. f. = operazione: l'atto e
l'effetto dell'operare.
1) Per i banchieri e i negozianti :
negozio, affare.
2) T. chirarg. l'operare del chirurgo
sull'ammalato.
3) T. aritm.: calcolo; i primm quà-
ter operàéiòn = le primo quattro ope-
razioni; g'han daa on quesiti con tré
operàsión = gli hanno dato un quesito
con tre operazioni: a risolvere il quale
occorrono tre operazioni.
operèta, s. f. = operetta: dim. di opera.
Comunem. nel senso di rappresenta-
ope
- 538 -
or
/iono teatrale mista di musica e prosa,
di soggetto giocoso, e anche burlesco.
operali, s. m. e più sposso operóiia, s. f.
= operone, operona : opera in musica
grande, che richiedo molto apparato
scenico: qiiìj del Vàghner hin tùli ope-
rònn = quello di Wagner .son tutte
operone.
òpì, s. VI. = oppio: sostanza estratta dal
papavero o forte narcotico.
opinion, s. f. = opinione : acconsenti-
mento dell'intelletto in un dato giudizio,
non senza dubbio. Molti dicono iipì-
niòn.
1) Stima, riputazione che si ha di
\ina persona; del tò àoeàtt g'ìio poca
opinion = del tuo avvocato non ho molta
opinione.
2) mgh ci coràgg di éò opinion =
avere il coraggio della propria opinione;
manifestarla francamente, senza rispetti
umani.
3) vèsé d'opinion = essere d'opinione,
portare opinione ; credere, stimare, pen-
sare.
4) vèés de l'opinion d'on tLlter = es-
sere dell'opinione di un altro ; erodere
quel medesimo che un altro credo.
opònes, ». rifl. = opporsi, contrastare,
avversare ; cercar di impedire.
opònn, V. alt. = opporre ; addurrò con-
tro, contrapporre ; di ragioni, argo-
menti e sim. Molti dicono però ancora
più volentieri dì cóntra.
oponjiii, pari. = opposto, da opporre.
oportun, agg. = opportuno ; di tempo,
comodo, utile a far checchessia : di cosa,
che viene a tempo ; di luogo, comodo,
vantaggioso, «acconcio.
oportiìnist:!,* s. m. = opportunista : chi
si regola più secondo l'opportunità, che
secondo coscienza.
oportiinitaa, s. f. = opportunità : cosa,
tempo opportuno.
oposisiòn, s. f. = opposizione, contradi-
zione, contrarietà.
1) Nel linguaggio politico la parte
che si oppone alla politica di chi go-
verna.
oposìtór,* s. in. = oppositore : chi fa
opposizione, nel significato politico.
opost, pari. = opposto ; à l'opòst = al-
l'opposto, all'incontro.
oprèsiòn, s. f. = oppressione, oppres-
sura, ambascia: l'opprimere e l'essere
oppresso, ma più specialm. quel sen-
timento di peso doloroso al petto che
ci fa compierò j)enosamente la respi-
razione.
oprimènt, * agg. = opprimente : che
opprimo, specialmente nel senso di
oprìmm, 2).
opri nini, v. alt. = opprimere : aggravare
con superiorità di forze o con soprusi.
1) Di peso ; aggravare assai o quasi
schiaccìai'o chi lo porta,
2) Fig. di noia, caldo, afa ; l'è dna
giornàda che oprimm = è una gior-
nata che opprime.
opta, V. alt. = optare, preferire.
òpur, * cong. = oppure, ovvero, o ; cong.
disgiuntiva.
opuscol, * s. ni. = opuscolo : operetta di
poca mole.
5r, s. m. = oro : metallo prezioso ; òr
niàsiés = oro sodo, tutt'oi'O, oro massic-
cio ; or fin, òr bàés = oro fino, oro
basso ; òr fàls = oro falso ; metallo che
imita l'oro ; òr giàld = oro velato.
1) paga in òr = pagare in oro : usando
monete d'oro,
2) on àfàri d'or = un affare d'oro;
molto lucroso.
3) boeu d'or = bue d'oro : ricco ed
ignorante.
4) vèss come V òr e 'l fèr = esser
cent' ori a petto, al confronto, al para-
gone di un altro, o di un' altra cosa ;
valere assai di più, essere molto mi-
gliore.
5) nànea à qiiàtàìnm d' òr = neanche
a coprirmi d'oro ; nànea per tiltt l'or
del moìid = neanche per tutto l'oro del
mondo. Frasi che si usano per dire che
per nessun premio, utile, onore, si fa-
rebbe una data cosa.
6) vàri tànt'òr, o vàri tànt'òr come
'l pésa = valer taut'oro, e valer tan-
t'oro quanto pesa ; avere molta capa-
cità, molto pregio : di pers. o di cosa.
Si dico anche ; vèàé dna góta d'or =
essere una gocciola d'oro.
7) à pes d'or = a peso, a bilancia
d'oro ; comprare, vendere a carissimo
prezzo.
8) òmm d'or, eoeur d'or = uomo d'orOj
cuor d'oro ; pieno di bontà.
9) l'è minga tiitt òr quèll che lii
siss = non è tutt'oro quel che riluce;
non si deve stare allo apparenze.
10) òr de Nàpoli = oro di Napoli ;
oro basso ; òr de Bologna = oro di Be';
ora
539 —
ora
logna ; falso. Noi diciamo ; or de Bo-
logna ch'el diventa roàé per là vergo-
gna = oro di Bologna che arrossisce
por vergogna.
11) Vòr, = gli ori: orerie, oggetti
d'oro: el g'hà compraa l'or de sposa
= le ha comperato gli ori da sposa.
12) fa i 2)ont d'or = fare il ponto
d'oro : usare tutti i riguardi.
13) giUét cóme l'or = esattissimo in
peso e in misura.
óra, .s'. f. = ora ; spazio di tempo ; la
ventiquattresima parte di un giorno.
1) òr = ore : al plur. per indicare
che ore sono; ài des or = alle dieci
ore ; hin quàtr'or = sono le quattro ore.
Si può tacere il nome or. Per le mez-
z'oro in mil. si dice m^sa, non mezzo
come in ital. ; ài noeuv e mesa = alle
novo 0 mezzo.
2) o«' ora d'orològg = un'ora d'oriolo,
un'ora intera ; precisa lo spazio del
tempo. Invece ; òn'òra = un'ora, indica
uno spazio di tempo non proprio pre-
cisato ; ghe voeiir òn' óra à dectdes =
ci vuole un'ora a decidersi.
3) vèés là eoa ora = essere la sua
ora ; esser giunti al momento di mo-
rire.
4) L'ora della giornata nella quale
siamo soliti faro tale o tal' altra cosa ;
Vora del disnti = l'ora del pranzo ;
l'ora de àndà in lèti = l'ora d'andare
a letto.
5) fa vegriì l'ora de... = far 1' ora
di...; impiegare il tempo che manca a
queir ora.
6) Ve óra! el sàriés óra! = è ora!
sarebbe ora ! Dice con un po' di risen-
timento che sarebbe tempo di fare una
cosa.
7) l'è óra = è in tavola ; siam pronti.
Anche : è arrivato il momento di fare
qualunque altra cosa.
8) vègh minga d'ora = non avere
ora ; non aver recapito fìsso a una
data ora.
9) no vede l'ora = non veder 1' ora
di fare una cosa, parere ogni ora mille ;
un'ora di mille ; tardarci assai che una
cosa desiderata si faccia ; no vedeva
l'ora de vcgnì à cà = mi pareva ogni
ora mille che venissi a casa.
10) fa i ór = passare le ore del ri-
poso : di operai quando riposano per
la colazione, e a mezzogiorno.
11) à bon' óra = a buon' ora, di
buon'ora : di buon mattino.
12) à bàs' óra = verso sera : nelle
ore tarde del giorno.
13) à or = a oro; a un tanto all'ora*,.
tceu à nòli là biciclèta à ór = pren-
dere a nolo la bicicletta a ore.
14) à et' óra = a quest'ora ; a quel
punto in cui una cosa deve essere av-
veimta; ed anche di tempo troppo lungo
che duri una cosa ; à et' óra éèra giàma
àndaa e tornaa des vòlt = a quest'ora
era già andato e ritornato dieci volte.
15) d'ora in Óra, da on'óra à V fil-
tra = d'ora in ora, da un'ora all'altra;
di momento, in momento ; fra poco.
óra, avv. di tempo = ora. Non si usa
che ripetuto ; Óra 'l dis óna ròba, Óra
ón' altra = ora dice una cosa, ora un'al-
tra ; óra rè chi, Óra l'è là = ora è
qui, ora è là. Di cose che seguono a
si fanno a non lunghi intervalli.
oràcol, s. m. = oracolo ; di pers. di gran
sapere ed autorità ; V è tegniiU cóme
V oràcol = è tenuto come l'oracolo.
oràda, s. f. = orata ; sparus aurattts ;
sorta di pesce di mare.
oràdèll; s. m. = orlo, orlatura ; lembo
di tela, panno, ecc., rivoltato sopra di
se, poi cucito a soppunto, perchè la
tela 0 il panno non si sfilacci.
1) oràdèll à sgiór = orlo afllato, a
giorno ; quello che si fa levando dalla
tela alcuni fili, e così esso viene come
a traforo.
orai,* agg. = orale : a viva voce. Me-
glio si dice à >'ós = a voce : di lezioni,
esami, risposte, ecc. *
oramai,* avv. = oramai, ormai : arrivati
fin qui ; oramai l'è mèj penéàgk pie =
ormai è meglio non pensarci più.
oràngotàn, s. m. = orangutan, orangu-
tango ; una delle scimmie antropo-
morfo ; simia satyrus ; el g' ha óna
gran fàcia d' oràngotdn = ha pur la
faccia di orangutan.
oràosg, agg. = arancio, aranciato ; di
colore simile a quello del frutto dello
stesso nome. Dal frauc. orange.
oràri, s. m. = orario : quella tabella, o
quel libro di tabelle, che determina le
ore in cui si farà qualche cosa ; l'oràri
di esàmm = l'oi'ario degli esami ; l'o-
ràri di mésa = l'orario delle messe ;
V oràri déla ferovia = V orario della
ferrovia.
ora
- 540 -
ord
oràsióii, s. f. = prece, preghiera. Vedi
oresìòn.
«ràtòr,* s. m. = oratore ; chi sa parlare
in pubblico.
oratòri, s. m. = oratorio ; luogo sacro
dove si fa orazione e si celebrano an-
che le messe ; cappella.
1) Kicreatorio annesso per lo più a
tali luoghi dove alle feste si radunano
i fanciulli per spasso.
Òrb, s, VI. = cieco ; che non ci vede.
1) ròbh che ved anca on drb = cose
che vede anche un cieco; evidentissime.
2) bòtt, legnaci de drb = botto, le-
gnate da orbi, molto e sode.
3) drb = buio, senza luce: coridòr drb,
stànsa orba = corritoio buio, stanza buia.
Òrba, (à 1') = al buio ; ■vèsé, tegnì à
l'orba de tiitt = essere, tenere al buio
d' ogni cosa ; non saperne, non lasciarne
saper nulla.
1) àndà à V òrba = procedere, fare
a moscacieca ; agire senza riguardo a
nessuno.
orbesin, *■. m. = cecilia, lucignola. Vedi
gÌ<àS(BU.
«rbètt, s. m. = cicchino : lo diciamo
spocialm. di quelli che per guadagnarsi
il pane vanno intorno suonando qual-
che strumento, od anche semplicemente
' di quei ciechi che vanno limosinando.
«rbìu, s. m. = ciechino : dim. di cieco.
Vedi orbètt.
1) vègh nànea on quàtrin de fa canta
l'orbìn = non avere il becco d'un quat-
trino, non aver da far cantare un cieco.
^bisèll, s. m. = abbaino : finestra sopra
tetto per uscire su questo e per dar luco
alla soffitta.
orbisoeù, s. m. = cecilia, lucignola. Vedi
gìàsoeù.
«rbisoeùla, (gifìgà à 1') = giocare a mo-
scacieca : sorta di gioco puerile.
orchèstra , s. /". = orchestra : luogo presso
il palcoscenico dove stanno i suonatori
0 tutti i suonatori presi insieme.
orchestrai,* agg. = orchestrale : aggiunto
di musica da eseguirsi in orchestra.
1) societaa orchèètràl = società or-
chestrale ; composta da suonatori.
orchestrina,* s. f. = orchestrina : di
pochi suonatori, ma buoni.
orchèstròna,* s. f. = orchestrona ; com-
posta di bravi suonatori.
òrco,* s. m. = orco: l'è on òrco, là par
on drco^ l'è briitt, o bruta come on
orco = è un orco, paro un orco, è brutto
0 brutta come un orco ; di uomo o
donna bruttissimi.
ordègii, s. m. = ordigno, ordegno : nome
generico di qualunque arnese o stru-
mento meccanico.
1) La struttura e il congegno di
checchessia ; l'è on ordègn eomplicaa
come = è un ordigno complicato assai. \
ordì, V. alt. . = ordire : distendere i fild
sul telaio per far la tela. ^
ordii, s. m. = ordito : i fili distesi sul
telaio per far la tela, il panno, o il
drappo.
ordidóra, s. f. = orditora; donna che
ordisce.
ordidura, s. f. = orditura, ordito : lo
fila distese sull'orditoio.
órdin, s. m. = ordine : disposiziono e
collocamento delle cose secondo un de-
terminato concetto.
1) mètt in órdin o à l'òrdin = met-
tere, porre in ordine, ordinare, asse-
stare, accomodare ; mettere ogni cosa
al suo posto, in buon ordine.
2) métes in drdin = ravviarsi ; il
lavarsi, vestirsi appena che si è alzati
dal letto.
3) in drdin = in ordine, in sesto, in
assetto ; vèèé in ordin^ à l'òrdin = es-
sere in ordine, all'ordine; essere ap-
parecchiato, assettato, pronto.
4) vèèè ài so drdin = essere ai suoi
ordini ; essere suo dipendente, stare ai
suoi comandi.
5) Per comando ; l'ha ricemiu l'òr-
din de partì sUbit = ha ricevuto l'or-
dine di partir subito.
6) Per il grado in cui si pone una
persona o una cosa secondo il merito
0 il pregio di essa ; Ve on albèrgo de
segónd drdin = è un albergo di secondo
ordine.
7) Per commissione ; el </' ha daa
l'òrdin de fàgli tré para de scàrp =
gli diede l'ordine di fargli tre paia di
scarpe.
8) òrdin del giórno = ordine del
giorno. Vedi griòrno.
9) i òrdin = gli ordini sacri.
ordina, v. att. = ordinare : disporre, met-
tere le cose in ordine.
1) Comandare, dare ordini; e si usa
anche assolutam. senza l'oggetto.
2) Eiferito a prescrizioni mediche ;
el dotòr el m'ha ordinaa là cura del
ord
541
ore
fèr = il modico mi ha ordinato la cura
del ferro.
3) Di cibi, di bevande ; dare ordine
che siano fatte, farsele portare ; de éò-
lit ordini dna cotelèta = por solito or-
dino una costoletta ; f hee ordinaa i
sorbètt ? = hai ordinato i sorbetti '?
4) Por comandar che uno faccia :
g'hoo ordi'/ma ài sari on para de càl-
àón = ho ordinato al sarto un paio di
calzoni.
ordiuaa, agg. = ordinato: di chi ama
l'ordine e tiene in ordine le proprie
cose.
ordinànsR) * s. f. = ordinanza, dome-
stico ; il soldato addetto al servizio di
un ufficiale,
ordinàri, agg. = ordinario, consueto ;
che per solito si fa, o avviene ; l'è là
mia vita ordinària de tùli i dì = è\&
mia vita ordinaria di tutti i giorni. Usa
meglio però ancora solit, femm. sòlita.
1) Koba dozzinale, di poco conto ;
téla ordinaria = tela ordinaria ; péli
ordinària = ijelle ordinaria ; eoràmm
ordinàri = cuoio ordinario.
2) on ornili ordinàri = un uomo or-
dinario, di maniero grossolane, rozze.
ordinàriòtt, agg. = ordinarione : un po'
dispregiat. di ordinàri, nel signific. 2).
ordinàsión, s. f, = ordinazione; com-
missiono, incombenza, comando.
1) Prescrizione del medico, ricetta.
ordiò, -s-. m. - orditoio ; quell'i strumento
a modo di subbio sul quale si ordisce.
ordìoetìla, ordiroeiila, s. f. = panca,
cannaia : strumento di legno a guisa
di panca, con corte cassetto, nelle quali
gli orditori mettono i gomitoli per ordire.
orégìa, s. f. = orecchio ; al piar, orècc :
organo dell'udito ; vèès dilr d'orègia =
esser duro d'orecchio ; stentare a per-
cepire i suoni.
1) Per il padiglione, o la parte estorna
dell'orecchio ; el gràéèll, el polpàètrèll
de Vorègia = il lobo dell'orecchio.
2) vègli orègia = avere orecchio : ri-
ferito a cose musicali, aver la facoltà
di percepire e ritenere i suoni, 1' in-
tonazione, l'armonia, le frasi melodiche.
3) canta, Sona a orègia = cantare,
sonare a orecchio, a aria ; talvolta non
sapendo neanche la musica.
4) fa orègia de mercànl = fare orec-
chio da mercante ; far vista di non in-
tendere una cosa che a noi non garba.
5) éonà i orèce = cornai-e, fischiare
gli orecchi ; immaginare che altri parli
di noi, sia in male che in bene.
Q) vegnt à Vorégia = giungere agli
orecchi ; venire alle orecchie, sentir
dire.
7) mètt on pùres in l'origia = met-
tere altrui una pulce negli orecchi, in
un orecchio ; far sospettare, mettere in
sospetto fastidioso e doloroso.
8) dì in d' on' orègia = dire in un
orecchio ; confidare, dire in segreto.
9) vesè tiitt orice = stare cogli orec-
chi, a orecchi levati o tesi ; stare in
orecchi ; stare intentissimo per ascol-
tare.
10) tira i orècc = tirar gli orecchi ;
per scherzo nel giorno onomastico, e
fig. fare ad altri una ramanzina.
li) éentl coi so orècc = sentire co-
gli orecchi propri ; essere testimonio-
di udita.
12) fa là boea fina ài orèce = far
la bocca fino agli orecchi: di chi si
compiace dei danni altrui.
13) nèta orècc, spàsa orècc = stuz-
zicorecchi ; piccola asticciola d' avorio
0 d'altro, terminata in cucchiaio, per
togliersi il cerume degli orecchi.
14) de éf orègia no glie senti = tu
parli al muro, parli a un sordo.
15) scalda i orècc = scaldare Io orec-
chie, dare alla testa ; di vino generoso.
16) Branchie : quello dei pesci.
17) La parte prominente di molto
cose, fatta a gaisa d'orecchio.
18) Penna ; la coda del martello.
19j La ripiegatura che si fa agli an-
goli delle pagine.
20) Quella parte dell'aratro che im-
pedisce alla terra tirata su di ricascare
nel solco.
oregriàda, ò\ /'. = orecchiata ; tirata d'o-
recchi.
oregiàtt, agg. = orecchiuto : clie ha
grandi e grosse orecchie.
1) Orecchiante ; che canta o suona
a orecchio, senza conoscere la musica.
oregrìn, s. m. = orecchino , pendente,
boccola : ornamento delle donne. Vedi
bòcola.
1) L' orecchio dell' animale elio si
condisce o cucina.
oregìna, s. f. = orecchina, orecchietta ;
dim. di orecchio, orecchio piccolo o
grazioso.
- 542 -
ori
1) Entra nella canzonetta infantile ;
oghi bèli, éo fràdèll, ecc. Vedi delìn,
delin, 1).
«región, s. m. pi. = orecchioni, gattoni :
nome volgare della carotide, che è gon-
fiezza di glandule.
orelògg, s. m. = orologio. Vedi orològg.
orendèsa,* s. f. = orrendezza, orrendità.
«rendo, agg. = orrendo, ombile ; che
desta orrore: specialm. di pers. o cose.
■oresióu, s. f. = orazione, preghiera,
prece.
1) legni i man in oràsiòn = stare
a mani giunte, far Gesù colle mani.
2) di polid i so oreéion = farsi onoro
a tavola, mangiare molto e di gusto.
oréta, s. f. = oretta : dim. di ora ; ora
non bene completa.
■oréves, s. m. = orefice, orafo : chi fa
lavori d'oro e d'argento, lega gioie e
fabbrica gioielli.
1) Gioielliere : chi ne fa mercanzia.
2) orévcs de fin = minutiere : chi fa
i gentili lavori di minuteria ; oreaes de
gròéè = grossiere.
orfàiiotrofl, s. m. = orfanotrofio ; luogo
pio ove si ricoverano ed educano gli
orfani. Vedi màrtinitt.
Òrfen, s. m. = orfano : fanciullo privo
di padre o madre, o d'uno dei due.
orgànich,* agg. = organico, organizzato:
che ha organi.
1) s. m. : il complesso degli elenchi
del personale di una grande azienda e
delle norme che lo dirigono.
orgànìsà, v. alt. = organizzare : ordinare,
disporre ; organisti dna bela fèsta =
organizzare una bella festa.
-orgànisàsiòn, s. f. = organizzazione :
la maniera con cui un corpo è orga-
nizzato.
orgànsin, s. m. = orsoio : seta stata torta
due volte al filatoio, la quale serve a
ordire.
■orgasmo, s. m. = orgasmo. T. med.
straordinaria e impetuosa eccitazione
dell'organismo.
1) Fig. grande agitazione dell'animo;
l'è in d^on orgasmo de no dì per i
esàmm = è in un orgasmo da non si
dire per gli esami.
irglieli, s. m. = organo : strumento a
tastiera, composto di canne, alle quali
si d.à fiato per mezzo di mantici e si
adopera nello chiese.
1) Organo, cantoria ; palco o rin-
ghiera, nelle chiese dove è l'organo ;
àndà sii l'drghen = salire sull'organo.
2) vèàé come i cànn d'òrghen = os-
sero come le canne degli organi, es-
sere come lo dita ; di bambini scalati
0 piccoli.
3) ronip, éecà i orghen = rompere
i timpani, seccare molto, noiare.
orghenìn, s. m. = organetto ; dim. di
òrgheii = organo.
1) Organino : so il mantice è menato
dallo stesso sonatore. Dicesi più vo-
lentieri fisarmonica.
2) Quello portatile a forma di ar-
madio : organetto a manovella.
orglienìsta, s. m. = organista: sona-
tore d'organo.
1) Organaio: artefice che fa gli or-
gani, fabbricante d'organi.
Òrgia, * s. f = orgia : qualunque scostu-
mato 0 sfrenato tripudio.
orgnètt, s. m. = occhialetto, occhialino:
occhiali che non si tengono fissi agli
occhi, ma si mettono al bisogno. Dal
frane. : lorgnette. Si dice anche al plur.:
* orgnètt = le lenti.
orgdli, * s. m. = orgoglio : il troiipo ■
presumere di sé stesso.
1) Vanto, onore di altri; elmèfio&h
Ve el me orgdli = mio figlio è il mie
orgoglio.
2) Alterezza : sentimento per cui uno
si tien lontano da ogni atto che, seb-j
bene dovesse tornargli utile, potesse
anche solo parere men degno.
orgoliòs, * agg. = orgoglioso, altero
pieno d'orgolio, altiero.
1) Che mostra orgoglio ; l'è dna ri-
spdéta orgoliósa = è una risposta or-
gogliosa.
2) vèàé orgoliòs de... = essere orgo-
glioso d'una cosa o d'una persona;
andarne superbo, tenersene; éont or-
goliòs déla amicìzia del Petrdehi, déla
afesiòn de l'Ascoli = sono orgoglioso
dell'amicizia del Petrocchi, della affe-
zione dell'Ascoli.
orìbil, * agg. = ombile; che fa inorri-
dire, spaventoso, orrendo : di coso, di
pers. ; in senso proprio e in senso
figurato.
òrì«ì, agg. = orrido: che desta orrore,
per gran bruttezza.
1) s. m. Luoghi belli noi loro orrido ;
l'drid de Oéten = l'orrido di Osteno.
ori
543
oro
oridèsa, s. f. = orridézza; l'essere or-
rido, la qualità dell'orrido.
oriènt, * s. m. = oriente: dei punti
cardinali quello da cui i)are che levi
il solo, e i luoghi della terra corrispon-
dente a quel punto.
orientili, * agg. = orientale ; che è dalle
parti d'oriente.
orieiitàss, * ^'. rifl. = orientarsi : tro-
vando l'oriento riconoscere il proprio
punto geografico.
1) Fig., raccapezzarsi, chiarire le
proprio condizioni per sapersi regolare.
orìg'in,* s. f. = origino : principio, co-
mincianiento qitèll fàlimènt l'è èiàda
Vorìgin de tùli i me màlànn = quel
fallimento, fu l'origine di tutte le mie
disgrazie.
1) in orìgin = in origine : nei prin-
cipi, agli inanzi.
originai, * agg. = originale: tutto ciò
che non è stato copiato o imitato da
altri: e di scrittore, di artista che fa
di suo, che non imita.
1) Di pensiero, idea, partito che ha
del nuovo.
2) càràier, ùmm, iosa, mari origi-
nai = carattere, uomo, ragazza, marito
originale: che ha dello strano, del
bizzarro. Si dice anche : stravagante,
topico, bizzarro. ^
originai, s. m. = originale: quella
scrittura, o quell'opera che è uscita
dallo mani dell'autore e dalla quale si
traggono lo copio.
1) Il manoscritto dal quale gli stam-
patori compongono.
2) Di persona rispetto al suo ritratto.
3) Di opera in lingua straniera, ri-
spetto allo traduzioni.
4) Cajìo armonico, capo ameno ; di
cervello bizzarro, anche festivamente
bizzarro.
originàlitaa, * s. f. = originalità : stra-
nezza, bizzarria.
originàri, * agg. = originario: che ha
origine, che prende origine.
orina, * s. f. = orina: liquido escre-
mentizio che si secorne dai reni. Si
comincia a dire con qualche frequenza
invece del più volgare pìsà.
orina,* v. att. = orinare: mandar fuori,
■ far l'orina. Anche questo invece del
più volgare pìàs.
orinàri, s. m. = orinale, pitale: vaso
nel quale si orina.
orisónt, * s. m. = orizzonte : la linea
la quale intorno intorno termina la
nostra vista e dove paro che terra o
cielo si tocchino.
orisontàl, * = agg. = orizzontale : pa-
rallelo all'orizzonte, opposto a verticale.
orisontàlmént, *a«'y. = orizzontalmente:
in situazione parallela al piano dell'o-
rizzontale.
orìsontàss, v. rifl. = orientarsi, raccapez-
zarsi. Vedi orientàss.
orla, v. att. = orlare: fai'o l'orlo.
orlaa, agg. = orlato : di cosa che ha
l'orlo fatto.
orladura, s. f. = orlatura; l'orlare, e
l'orlo stesso. Vedi oràdòll.
oi'léra, s. f. = orlatora: colei che per
mestiere orla lo scarpo.
orlètt, s. m. = orluccio : dim. di orlo.
1) Cornice: la cicatrice che rimano
al punto ove fu fatto Fìunesto ad una
]nanta.
Orlo, s. m. = orlo: estremità di qua-
lunque siasi cosa; e specialm. di un
burrone, di uà precipizio.
1) vèss in éil Vario tléla rilìna =
essere sull'orlo del iirecipizio : in grave
e imminente pericolo di rovina.
orlogee, s. m. = oriolaio, orologiaro :
chi fa 0 rassetta orioli.
orlogÌH, s. m. oriolino : orologio piccolo.
ornali, s. m. = ornato: la pittura o scul-
tura che s'occupa di fare ornamenti,
come foglie, piccoli animali, occ.
ornarne nt,* s. m. = ornamento : abbelli-
mento, cosa che si aggiunga ad altra
per darle belleEza e farla vaga.
orològg, 5. 7n. = orologio, orinolo : stru-
mento por misurare il tempo.
1) montti V orològg = caricare l'oriolo;
tenderne colla chiave la molla.
2) vègli V orològg in eoo = avere l'o-
rologio in testa: di chi sa che ore sono
senza guardarlo.
3) ància còme on orològg, vèss ou
orològg = andare come un oriolo, essere
un oriolo : di ciò che va con precisione,
e di chi è preciso.
4) sta eont l'orològg in man = stare
coir oriolo alla mano : di chi bada che
le cose siano fatto all'ora stabilita.
oròr, s. VI. = orrore: sentimento cagio-
nato da qualche cosa di terribile o di
bruttissimo, e le cose stesse in quanto
destino tal sentimento ; òna comMia,
on quàdcr che l'è oìi ordr = una com-
ors
— 544 — osp
media, un quadro che è un oiToro ;
ré dna donèta de épìrit, ma Ve on
gran or or - è una donnetta di spirito,
ma è un grande oiToro.
ors, s. m. = orso : grosso e feroce qua-
drupede dei carnivori.
1) Fig. di pors. rozza, di maniere
selvatiche e che non ama il consorzio
degli uomini.
ors, s. in. = orzo : sorta di grano minuto.
orsàda, s. f. = orzata : bevanda fatta
con mandorle peste e zucchero. Vedi
làtàda. Anche: minestra d'orzo.
orsflefi, s. m. = orzaiolo : bollicina che
viene tra i peli degli occhi, delia forma
di un chicco d'orzo.
1) Al plur. i or^cBÙ = le ampolline :
quelle dove si tiene il vino o l'acqua
per la messa.
orhiolinn, s. f. pi. = orsoline: monache
che tengono in Milano parecchi edu-
candati.
òrt, s. m. = orto : terreno cintato dove
si coltivano erbe da mangiare e piante
da frutte.
1) vèéé minga là via de l'òrt = non
essere la via dell'orto: di strada lunga
anziché no.
ortàìa, s. f. = ortaglia, orto : in mil.
un orto più vasto e vicino all'abitato.
ortènsia, s. f. = ortensia; hortensia
iaponiea ; pianta da giardini con fiori
a cespuglio di color rosa o lilla.
ortìg'a, s. f. = ortica ; nrtica urens :
pianta selvatica molto comune.
1) vèis gràsios come i ortigh = esser
come l'ortica; di pers, molto sgarbata
e rozza.
ortig'liee, s. m. = orticaio: luogo pieno
d'ortiche, inculto.
ortigrhéra, s. f. = orticaia e orticaria ;
malattia della pelle.
ortografìa, s. f. = ortogi-afia; la ma-
niera corretta di scrivere le parole di
una lingua : eror d'oìiogràfia = errore
d'ortografia.
ortolàn, s. m. e ortolana, s. f. = or-
tolano e ortolana : chi coltiva e lavoi'a
l'orto, e anche rivendo erbe da man-
giare, frutta, ecc. Chi però tiene bot-
tega per venderle dicesi treccone, trecca,
erbivendola, civaiuolo, crbaiolo.
1) màg ortolàn tanta paia e pòech
gran. Vedi niàg*.
ortolàn, s. m. = ortolano : uccelletto
che si ingrassa nel serbatoio e si mangia.
osa, V. alt. = osare, ardire. Vedi olsà.
osàdura, s. f. = ossatura, carcassa, sche-
letro.
1) Anima, intelaiatura. T. delle Arti.
osàri, * s. m. = ossario : luogo ove sono
deposte le ossa di molte persone, specie
per venerazione,
oscenitaa, s. f. = oscenità: atto che
ofl'ende il pudore, ed anche cosa tanto
malfatta che desta ribrezzo.
osci là, * V. alt. = oscillare : muoversi
in qua e in là, da un punto all'altro.
oscilàsiòn, * s. f. = oscillazione: l'o-
scillare.
osciiritaa, * s. f. = oscurità : privazione
0 mancanza di luce.
oservà, v. att. = osservare : fermare gli
occhi su qualche cosa, ed anche : no-
tare.
osèrvàsiòn, s. f. = osservazione: l'atto
e l'effetto dell'osservare.
1) tegnl in osèrvàsiòn = tenere in
osservazione : di cosa che bisogni os-
servare con diligenza,
2) Eimarco, rimprovero : el m'ha faa
on^ oàèrvàHon che meritava minga =
mi fece una osservazione che non me-
ritava-
oservàtori, = osservatorio : luogo dove
si fanno le osservazioni astronomiche
e meteorologiche.
oséso, * agg. = ossesso, indemoniato :
el pareva on osèào = pareva un ossesso.
osètin, s. ni. = ossicino, ossicello; di-
minutivo di osso.
osètt, s. m. = ossetto, ossicciolo : osso
piccolissimo.
òsi, s. m. ozio : l'abito vizioso di non
far nulla,
osidà, * V. alt. = ossidare : coprire di
ossido, spocialm. i metalli.
osidàsiòn, * s. f. = ossidazione: opera-
zioue ed atto dell'ossidare.
osìgen , s. iii. = ossigeno : gas , che
forma la parte respirabile dell'aria.
osigenS, * V. att. = ossigenare : saturai'©
di ossigeno, e quindi readero piii re-
spirabile.
osiòs, agg. = ozioso : che sta in ozio. \
1) Oggi si sente diro da noi anche»
di cosa, discorso, occupazione da nulla,;
di nessuna conclusione : hin tiitt citi-
cer osiòs = son tutte chiacchiex'e oziose.
ospediia, s. m. = ospitale, spedale : luogo
dove si ricoverano e curano gli amma-
lati poveri.
osp
545 —
ost
1) l'ospedaa el fa lumni àia cori =
la chiesina f;\ la carità al domo : quando
chi ne ha meno aiuta chi ne ha di più.
2) vèss fimi de l'ospedaa = essere
un nocentino, un trovatello.
3) là tònega de l'ospedaa = la gab-
banella: quella che indossano i medici
dell'ospedale quando fanno le visite
agli ammalati.
©spisi, * s. m. = ospizio: pio istituto
ove si alloggiano gli infermi, i poveri,
i pellegrini.
ospitai, * s. m. = ospitale, spedale. Lo
stesso che ospedaa.
òss, s. m. = osso : parte solida del corpo
animale. Al plur. i òss = gli ossi, le
ossa.
1) ròmpegh i òss à vun = -rompere
le ossa a uno : percuoterlo fortemente.
2) Degli animali ; i òss hin bòn per
i eàn = gli ossi si danno ai cani.
3) chi ha godilil la polpa goda anca
i òéè = chi ha mangiato la carne, roda
l'osso; chi ha mangiato il pesce sputi
lo lische; beva la feccia chi ha bevuto
il vino ; chi ha avuto i vantaggi abbia
gli svantaggi relati \"i.
4) là lèngim là g'hà minga d'òss,
ma là fa ronip i òss = la lingaa non
ha osso, ma fa rompere il dosso. Vedi
lèngua, 6).
5) vèss de càrna, peli e, òss = esser
di carne e d'ossa ; sottoposto alle umane
fragilità come gli altri.
6) vèghel o vèghela in l'osé = averlo,
averla nell'osso; di cosa, e specialm.
di vizio, che ci domini e di che non
possiamo guarire.
7) vègli V òss in là s' chia = aver
l'osso del poltrone ; essere accidioso.
8) fa on àfàre in sii l'òss = conclu-
dere un affare con pochissimo guadagno.
9) on òss diir de pelucà = una mala
gatta a pelare: un negozio non facile,
che arreca fastidi.
10) ròmpes V òés del còli = fiaccarsi il
collo.
11) vend per on sàcch d'osé = ven-
ìere per un sacco d'ossa.
12) fàgh dent Vose = farci il callo,
Bibituarsi a una cosa così da non sen-
irne la fatica o il disgusto.
13) * òss del stomegh = lo sterno.
14) lùsàgh i osé = lasciarci le ossa,
la pelle: perderci la vita.
15) i òss = i birilli : pozzetti di le-
35
gno lavorati al tornio con che si gioca
facendoli cadere colla palla. Se sono
alti e grossi si dicono : rulli, gaglioffi.
16) i osé de balètta, e sempl. i osé
= le stecchine : quelle laminotte di le-
gno 0 d'altro pieghevoli che si cuciono
nella vita dei vestiti, perchè stiano
meglio attillati. Vedi baléna, 1).
17) osé bils = osso buco, maestro :
osso pieno di midollo che è attaccato
alla polpa della coscia e delle spalle
nelle bestie macellate ; è parte ghiotta
che servono specialm. alle trattorie.
18) òés de mòri = stinchetto, osso
di morto; specie di dolce croccante che
trae il nome dalla sua forma.
òst, s. m. = oste : colui che dà cibo, o
qualche volta alloggio a pago, a gente
per lo più di povera condizione.
1) fa i clini éénéa l'òét = fare i
conti senza l'oste : fare assegnamento
sopra cose o fatti che dipendono dalla
volontà d'altri o dal caso.
osta, s. f. = ostessa, albergatrice: ed an-
che la moglie dell'oste.
ostàcòl, s. m. = ostacolo: impedimento
a qualsiasi azione o effetto.
ostali, agg. = agostano, che viene d'a-
gosto.
ostarla, s. f. = osteria: luogo dove si
mangia e si alloggia a pago ed anche
hiogo dove si vende il vino al minuto :
in tal caso anche : bettola, cànova, mé-
scita.
1) logia, fermàéé àia prima ostarla
= alloggiare, fermarsi alla prima osteria:
fìg. : credere cecamente alla prima,
starsi contento alle prime ricerche.
ostàriàtt, s. m. = bettolante, crapulone :
chi frequenta lo bettole e vi si ferma
a lungo.
ostegrià, * V. alt. = osteggiare : dar con-
tro, contrapporsi, frapporre ostacoli.
ostensori , s. m. = ostensorio : vaso
sacro in cui si espone l'ostia consacrata.
ostenta, v. alt. = ostentare : far pompa
di qualche pregio o virtù, e più ancora
mostrare virtù e pregi che non si hanno.
ostentàsiòn, s. f. = ostentazione : mo-
stra pomposa, finzione di sentimenti
che si vuol far credei'e d'avere.
osterìa, * s. /". = osteria. Vedi ostarla.
ostèsa, * s. f. = ostessa. Vedi osta.
ostétricli, * s. m. = ostetrico : il medico
che esercita l'ostetricia.
òstia, s. f. = ostia : quel pano azzimo
ost
— 546 —
ova
ridotto in sottilissima falda, che il sa-
cerdote consacra alla messa, e che non
consacrata serve ad altri usi, come ad
involgervi medicine di cattivo sapore,
l^er poterle prendere senza disgusto.
ostiàri, .9. m. = ostiario: chi ha l'ostia-
riato cioè il primo dei quattro ordini
minori. A Milano sono i custodi della
Metropolitana.
(ìsticli, * agg. = ostico : duro, difficile a
tollerare; te ine fec fa on niestee che
'l me rièàè dstich debón = mi fai fare
un mestiere che mi riesce ostico dav-
vero.
oslil, * agg. = ostile ; avverso, contrario.
Più comun. nemis.
ostilìtaa, * s. f. = ostilità, contrarietà ;
el ììihà sémper dimostraa 071' ostilitaa
càìna = mi ha sempre dimostrato un'o-
stilità accanita.
ostiuaa, ngg. = ostinato ; di pers. che si
ostina, è caparbia.
1) Di cosa, persistente : l'è dna fèver
osHnàda = è una febbre ostinata, per-
sistente.
ostinàdèll, ogg. = ostinatello ; detto dei
bambini e anche di chi è ostinato ma
non troppo.
ostinàsiòn, s. f. = ostinazione, capar-
bietà, caparbiaggine: l'essere ostinato.
1) Di cose: persistenza, tenacità;
qìiì'll che me impenseriàs l'è Vostinà-
sidn de sto dolor in di spali = quel
che mi impensierisce e l'ostinazione di
questo dolore nelle spalle.
ostinàss, 'V. rifl. = ostinarsi, incaparsi:
stare formo, irremovibile senzauna buona
ragione.
òsti'eg:a, s. f. = ostrica: genere di mol-
luschi ; frutto di mare.
1) A'olgarm. lo scaracchio.
ostrcg'àtt, s. m. = ostricaio: chi vende
ostriche.
ostricìi, * s. f. = ostrica : detto dalla
gente più civile per óstreg'a.
ostrìcài'O, * s. m. = ostricaio. Detto
dalla gente più civile por ostreg'àtt.
otàg'ou, s. tn. = ottagono figura piena
di otto lati, ed anche una stanza, un
crocicchio di vie di figura ottangolare,
1) l otàgoii dèla gàleria = l'ottagono
della galloriìi : il mezzo, da cui diver-
gono i quattro bracci.
otàiifa, * agg. num. = ottanta: che con-
tiene otto diecine,
otàv, agg. =" ottavo ; ordinale di otto.
1) vèéé l'otàva mermllia = essere
l'ottava maraviglia. Per celia, di cosa
di che altri si tenga 0 vanti ti'oppo.
2) on otàv, s. m. = un ottavo, l'ot-
tava parte.
otàva, s. f. = ottava : spazio di otto
giorni, e più coniunem. quelli che se-
guono una solennità; Votava del Cor-
pusdomin = l'ottava del Corpus Do-
mini.
1) T. lett. : stanza di otto versi en-
decasillabi , rimati alternativamente i
primi sei, gli ultimi dire fra loro.
2) T. music, la voce che ò distante
da un'altra per una intera scala di
note, e la scala stessa.
otàvìn, s. m. = ottavino : strumento si-
mile al flauto, più corto e di suono
molto più acuto.
1) Misura pel vino di Chianti intro-
dotta fra noi dalle fiaschetterie toscane,
e corrisponde a un ottavo di fiasco,
cioè a circa un quinto e mozzo di litro.
otegriiì, ■(>. att. = ottenere; conseguire
quel che uno desidera 0 chiede.
otegraiiii, part. = ottenuto: di ciò che
si ottenne.
otica , s, f. = ottica : la parto della
fisica che tratta della Ince : /'è onefètt
d' otica = è un effetto d'ottica.
dtich, s. m. = ottico : chi fabbrica istru-
menti d'ottica.
otiin,* agg. = ottimo; superi, di buono.
1) rèss sèmper de quèVdtima = es-
ser sempre d'ottimo appetito; esseue
sempre pronto a mangiare di buona
voglia.
otóber, s. vi. = ottobre : il decimo mese
dell'anno.
otomàua, s. f. = ottomana: divano a
letto.
1) Sultana: specie di canapè senza
spalliera, né bracciuoli, che si metto
nel mezzo della sala per uso di sedervi
più persone.
ottìs, agg. = ottuso: d'uomo, d'ingegno
lonto noli' apprendere.
1) Di suono cupo, sordo, e specialm.
di luogo dov^e lo ondulazioni sono scarso I
e i suoni non rispondono bone. 1
òva, s. f. = forra : profondo scoscendi-
mento operato dalle acque, specialm.
alla riva dei laghi.
ovài, * agg. = ovale; di figura elittica,
come quella dell' ovo.
ovàsiòn, * s. f. = ovazisne: accoglienze
ora — 547 —
festose che si fanno a taluno per ono-
rarlo.
ovata e oyàtà. Vedi loàta e loatà.
ovéra, s. f. = ovaia : organo nel quale
stanno chiuse le ova nella femmina
degli animali ovipari e anche dei mam-
miferi ; l'ovèra di pèss, di gàniber, di
gàìnn = l'ovaia dei pesci, dei gaaiberi,
delle galline.
pac
1) i over = gli ovaccini : parecchie.
ovaie di gallina uccisa, di che se ne
fa un ottimo e delicato cibo.
òverosìa, cong. = ovvero, ossia, oppure :
congiunz. disgiuntiva.
overtur, s. f. = sinfonia, preludio : quella
con cui comincia un molodi'amma. Dal
frane, ouverture.
ovìn, s. m. = ovicino, uovicino : piccolo
ovo.
p, = pi : la quattordicesima lettera del-
l'alfabeto ; si pronuncia Pe ; di genere
masch. ; seriv col pe grand o viaiu-
■ scoi = scrivere col pi grande o maiu-
scolo.
pà, = pa' ; scorciatura plebea di padre :
va però sempre restringendosi l'uso di
questo vocabolo.
pàbi, s. m. = panico peloso ; erba dei
prati.
1) Botta campaiola : rana bufo.
pàbiòn, s. m. = panicastroUa ; specie di
panico salvatico.
paca, s. f. = pacca ; percossa data, per
lo più a mano aperta.
1) Ammaccatura: Vedi g-ibòl.
pàcàtésa,* s. f. = pacatezza, tranquillità,
placidezza ; lo stato di chi non si la-
scia alterare dalle passioni.
pace,* voce italiana che il milanese usa
' soltanto nelle seguenti frasi : shnim
■pace = Siam pari; fa là pace = fare
la pace, invitare chi ha vinto a fare
l'altra partita: p^ce ! buon annoi fe-
sta! felice notte.
pàceui abéte ! = pazienza ! sia pure. Dal
lat. pacevi liabete ; l'è 'l me destin die
' tiltt me vaga àtràvèrs, e pàcem abéte =
è mio destino che tutto mi vada alla
rovescia e pazienza !
pàcch, s. m. = pacco ; involto o piego
bene assicurato.
1) fa sii on pàcch = impaccare ; faro
un pacco, involgere qualche cosa In
• pacco. ,..'<,■
pàchètt, s. m. = pacchetto ; dim. di pacco.
1) fa sii on pàchètt = imjìacchettare ;
fare un pacchetto.
pàcér, s. m. = paciere, paciere ; chi si
mette di mezzo per riconciliare persone
adirate,
paci, (àndà à) = andare a mimmi ; lo
dicono i bambini per andare o essere
portati attorno a diporto : qualche volta
si dice anche ; àndà à pàcia.
pàcià, V. att. = pacchiare, pappare ;
mangiar del bone, in abbondanza, senza
pensieri ; glie pò capita qualunque ròba,
che Hi 'l pàcia^ el bev eH fte ne càsicia
minga = gli può capitare qualunque
evento, che egli pacchia, bevo e non
se ne cura.
1) pàcia ti che paci anmì = pacchia
ch'i' pacchio.
pàciàda, s. f. = pacchiata, pappata : fam,
mangiata di gusto, abbondante, senza
pensij,r6 a guai.
1) Fig. pappatoria, mangeria ; gua-
dagno illecito.
pàciàròtt, s. m. = pacchierono, pacchie-
rotto ; ohi mostra al viso d'essere ben
- nutrito e specialm. di ragazzo prospe-
roso e paffuto. In mil. il vocab. vale
anche pei- il femm. pacchicrona, pac-
chierotta..
pàcìàtórìa, s. /. = pacchiata, pappatoria:
voce di scherzo; il mangiare.
pacifica,* V. att. = pacificare : ' rimettere
in pace chi è adirato con altri»-
pac — 548 —
pàciflcàmèiit,* avv. = pacificamente, trau-
quillameute ; senza disturbi o contrasti.
pàcìflcli,* agg. = pacifico ; che è amante
delia pace, che è alieno da brighe, con-
tese.
1) Di luogo; quieto non turbato da
rumori, da movimento di persone, carri,
carrozze o sim.
pàcìòn, s. m. = pacchione : chi pacchia
con troppo gusto.
1) Mangione, pappone : che mangia
molto.
pàcìugra, s. f. = lattughe : gaio o guer-
nizione di merletto, di trina, di tela
insaldate e piegoliuate che si cuciono
allo sparato della camicia da uomo.
Or son fuori di moda,
pàciìig'à, V. att, = impacchiucare, im-
brattare ; sporcai'e qualche cosa.
1) Lavoracchiare, lavoricchiare : la-
vorare svogliatamente e tanto e quanto
per passare il tempo.
2) Dicesi de' pittori malpratici che
imbrattano le tele ; qiièll lì el pitùra
nò, el paciuga = quello li non dipinge,
imbratta.
pàciiigàdo, s. f. = imbratto, pacchiuco ;
di lavoro sconvolto e mal condotto.
1) Di cancellaticci, macchie d' in-
chiostro, cadute sulla carta e sim.
pàciugh, s. m. = pacchiuco. Vedi pà-
ciugàda.
1) Mota, fanghiglia ; che pàci&gh
gh'è in sta contrada = che pacchiuco
c'è in questa via.
2) Iml»-attatore, acciarpatore, sciac-
quino : chi lavorando, fa malo, e im-
bratta ; te set on gran pàciUgh d'on
ficeu! = sei un gi-ande imbrattatore, o
figliolo !
pàciiigliéri, s. m. ^ pacchiuco, mota,
fanghiglia.
1) Guazzo. Vedi làvésg".
pàciugrhìiij s. m. = imbrattino ; detto ai
fanciulli.
paciugróii; s, m. = sciacquino, imbrat-
tatore, acciarpatore. Vedi paciugh, 2).
pàcfònd, s. m. = argentone ; composi-
zione metallica che imita grossolana-
mente l'argento : se ne fanno per lo
pili posate per tavola.
pàdéla, s. f. = padella ; vaso di ferro,
largo e poco fondo con lungo manico
pur di ferro, o con manico ricurvo a
mezz'arco, a uso di friggere alcune vi-
vande.
pad
1) Teglia, tegghia: largo vaso di ramo
con sponde basse, come un piatto da
cuocervi torte, migliacci, e sim. Que-
sta diciamo anche tortéra.
2) là pàdèla di màròn = la padella
delle braciate : col fondo tutto forato
per cuocervi le castagne.
3) boriti fiala pàdèla in di bràs =
cascar dalla padella nella brace ; scan-
sare un male e incontrarne uno peg-
giore.
4) Noi diciamo per celia di donna
che dicono bella, o questa risponde fa-
migliarm. per modestia ; còme 'l cilii
déla pàdèla: ho risi là tòa tósa : còme
la s'è fàda bela.' - .H, còme 'l ciiil
déla pàdèla = ho visto tua figlia : come
s'è fatta bella ! - sì, come il fondo della
padella.
5) Vaso di maiolica, per lo più in
forma bislunga, dove i malati possano
fare i loro agì.
6) Frittella : macchia d' unto, spe-
cialm. sugli abiti ; che pàdcll che te
gltee siii càlsòn = che frittelle hai sui
calzoni.
pàdelàda, s. f. = padellata : quanta roba
c'entra o si frigge in una volta nella
padella ; òna bela pàdelàda de pése =
una bella padellata di pesci.
pàdèlìu; 5. ni. = padellino, padellina :
dim. di padella.
pàdelòtt, ••>•. fìi. = padellotto, casserola :
casseroia grande per cuocervi specialm.
il tacchino.
pàder, s. m. = padre : quello dal quale
si è generati : è del linguaggio eletto;
on bòn pàder l'è on tesòr per òna cà
= un buon padro è un tesoro per una
casa ; on ptlder el mantén des ficeu,
ma des fioeù mantègnen minga on pà-
der = un padre mantiene dieci figli,
ma dieci figli non mantengono un padre.
1) jìàder nòbil = padre nobile : colui
al quale nelle compagnie drammatiche
sono affidate le parti serie.
2) Titolo di frati e monaci ; el pàder
Nàpi = il padre Nappi ; famoso me-
dico dei Fate- bene-fratelli; pàder Gioà-
chimm = padre Gioachimo.
3) hoo minga màsaa me pàder ! = non
ho ammazzato mio padi'e ! Rispondiamo
noi a chi ci dice di far cosa strana o
difficile, 0 poco buona, che noi non
vogliamo faro.
pàdiliòn, s. m. = padiglione : gran tenda
pad
549 —
pae
di tela 0 di drappo che, distesa, di-
fende dal solo 0 dalla pioggia.
1) Gran conopeo : drappo dietro l'al-
tare nelle chiese : si usa solamente nel
rito ambrosiano.
2) Quello del letto, segnatamente
nella parte da capo, sino alla metà.
pàdimà; V. att. = calmare, mitigare :
rendere meno intenso, specialni. un
dolore, ed anche acquietare 1' ira di
alcuno.
pàdoànaj ogg. = padovana : di Padova.
Ma noi l'usiamo come aggiunto di gà-
lìna, per indicare una specie di gal-
line.
1) gàlìna pàdoàna = nanerottola :
di donna piccola e nana.
pàdoànèll; s. m. = padovanello : cales-
setto con cassino scoperto, senza spor-
tello, retto sulle stanghe e a un sol
posto.
pàdrég'n, s. m. = patrigno : il marito in
seconde nozze della propria madre.
pàdriii) s. m. = padrino, compare : colui
che tiene a battesimo, o a cresima l'al-
trui figliuolo.
1) Chi rappresenta e assiste un duel-
lante, por accordi, condizioni, ecc., del
duello.
pàdròU) s. m. = padrone ;, proprietario i
di case, ville, poderi ed anche di cose |
mobili.
1) In relazione alle persone di ser-
vizio ; rè Oli pàdron ràgionevol = è
un padrone ragionevole.
2) vcés, sta, àlida à ])adrdn = es-
sere, staro, andare a padrone ; di chi
si trova, resta, o va a servizio ; rèsa
gid de pàdron = essere fuori di pa-
drone ; di chi non è a servizio.
3) pàdron de eà = padrone di casa,
affittatore : chi dà in affitto la casa.
4) wéé el pàdron dèla melonera =
essere il maestro della fabbrica, il pa-
drone, l'arbitro di tutto.
5) b'gà l'àsen dòe voeiir el pàdron =
legar l' asino dove vuole il padrone.
Vedi àsen, 2).
6) éermtór de cent pàdron = servi-
tore di cento padroni : di chi dove o
vuole fare il servitore di troppi, e non
troppo d'accordo.
7) Di chi è molto perito in un'arte ;
rè pàdron del patch scènich = è pa-
drone del palcoscenico ; dita eoa vos
l'è pàdron Hi = della sua voce è pa-
drone lui ; ne fa quel che ne vuole.
8) jmdròn déla cUpa, del tela = pa-
dronella; padi-one di poco conto, che
non ha i quattrini necessari al buon
andamento della proprietà.
padrona, s. f. = padrona: femm. di pa-»
drone, ed anche la moglie del padrone.
pàdrouàusa, s. f. = padronanza : pieno
possesso, autorità di padrone.
1) Di servitori e in genere di .infe-
riori che per troppa confidenza si com-
portino arrogantemente.
pàdronegiàss,* v. rif. = padroneggiarsi :
frenare le proprie passioni, moderarsi ;
l'àndàrm in fùria de èpèsà, ma 'l Sa
pàdronegiàsé = monterebbe spesso in
furia, ma sa padroneggiarsi.
pàdronisim,* s. m. = padronissimo : su-
peri, di padrone : specialm. quando
s'usa nelle concessioni ; pàdroniéimr
de fa quèll che H voeur; btiàta che 'l
me làsa sta mi = padronissimo di far
quello che vuole ; purché lasci stare me.
pàdttuim, s. m. = padule : palude pic-
cola.
1) fàés on pàdiimm = impaludare.
pàèS; s. m. = paese: regione e il popolo
che la abita ; là Sviserà Ve on gran
bèli pàés = la Svizzera è un gran bel
paese.
1) Il luogo natio, o adottivo : per el
pàés se fa qualunque sàgrifiài = per
il paese si fa qualunque sacrificio.
2) Villaggio : gruppo di poche case
in campagna.
3) màìidà riln à quèll pàés = man-
dar uno in quel paese : mandarlo alla
malora, a farsi benedire.
4) tiltt el mond l'è pàés = tutto il
mondo è paese : ogni paese e patria
all'uomo onesto. Anche : nel senso che
daportutto ove sono uomini, vi sono
lo stesse virtù e gli stessi vizi.
pàesàgg, s. m. = paesaggio : tratto di
paese che si offra alla vista, e la pit-
tura che lo ritrae ; el étudia là flgUra
ò 'l pàesàgg ? = studia di figura o di
paesaggio V In questo senso si dice an-
che : paese.
pàesèll, pàesètt, pàcsìn, 5. m. = pae-
sello, paesetto, paesino : dim. vezz, di
paese.
1) Casale : mucchio di poche case,
paesista, .<;. m. = paesista : pittore o
pittrice di paese ; el pitòr Lèti Ve éta»
paf
min di pmee bravi paesista del nòster
temp = il pittore Lelli è stato uao dei
più valenti paesisti del tempo nostro.
pàff, = paife, paiftìte: suono imitativo di
cosa che caschi in terra, o di colpo
dato su cosa cedevole.
.pà'J^a, s. f. = paga: retribuzione in da-
naro a tempi determinati, per presta-
zione d'opera. È alcun che nobilitata
dalla parola stipèndi = stipendio.
1) Guiderdone : premio o mercede,
anche non in danaro, dato in ricom-
pensa di servigi prestati o altro me-
rito.
pàgrà; V. att. = pagare : sborsare il prezzo
convenuto, sodisfare un debito.
1) pàgti à respir = pagare a respiri :
un poco alla volta ; paga à vièta = pa-
gare a vista, subito.
2) fàss paga = farsi pagare : volere
essere pagato.
3) paga ài bandi = pagare a marmo :
quando gli avventori vanno da se a
pagare al banco, segnatam. in un caffè.
4) fagliela paga à vùn = farla pa-
gare a uno, fargliela scontare.
5) pàgàriés no soo còsa ! = paghe-
rei non so quanto ! Enfut. per espri-
mere un desiderio grande di cosa che
vorremmo fosse, accadesse.
6) chi ronip paga = chi rompe paga;
chi rompe pnga e i cocci sono suoi.
7) fa de miìieidn per no jìàgà dàsi
= fare il minchione per non pagar ga-
bella. Vedi dàsi.
8) eror no ptlga dèbit =ieiTore non
fa pagamento ; salvo errore ed omis-
sione : l'aver sbagliato n eli' esporre un
conto non è ragione per cui non lo si
debba pagare.
9) Appagare ; render pago, soddi-
sfatto ; Vii dna resón che me paga nò
= è una ragione che non mi appaga;
Te on làortl che 'l ptlga minga V anice =
è un lavoro che non appaga l'occhio.
pàgàbil,* agg. = pagabile : da pagarsi,
da potersi pagare ; l'è on bon pàgàbil
àia banca General = è un bono paga-
bile alla banca Generale.
pàgàdòr, s. m. = pagatore : chi ha per
ufficio di pagare altri, ed anche chi paga
puntualmente.
pàg:àmè]it, s. m. = pagamento : sodi-
sfazioue del debito e ciò che si fa per
sodisfarlo.
1) Ricompensa in generale, spesso
— 550 — pag
ironie. ; in pàgàmént de tiltt quèll che
hoo faa te me tràtet insei ? = per pa-
gamento di tutto quanto ho fatto mi
tratti così ?
2) à pàgàmént, s. m. = a pago; per
mercede.
Pàgànìii, (sau) = il giorno della paga.
pàgètt, s. m. = paggetto : dim, di pag-
gio : ragazzo al servizio dei prelati,
specialm, nelle solenni cerimonie. È
uso feudale ed è una teatralità censu-
rabile.
pagri na, s. f. = pagina : faccia o facciata
d'un libro o quinterno.
pàgio,* s. m. = paggio : certi gancetti di
metallo per tenere alzate le vesti da
signora, quando la strada è fangosa.
pàgn, s. m. pi. = panni : gli abiti, i
vestiti; i pàgn d'inverno, d'eétaa = i
panni da inverno, da estate.
1) i pàgn sporch = i panni, i pan-
nilini sudici.
2) nota i pàgn = appuntare il bu-
cato : far la nota, capo per capo, dei
pannilini che si danno in bucato.
3) mètes, vcés in di pàgn de vùn =
mettersi, staro noi panni di uno : met-
*tersi, stai'e nella sua condizione, al suo
posto.
4) tàià i pàgn àdòéé = tagliare i
panni addosso : dir male di uno, ta-
gliargli la giubba.
5) fàgli ciàpà ària ài pàgn = met-
tere i panni a asolare.
6) àéa de làvcl i pàgn = vassoio :
quella su cui si inginocchia la lavan-
daia dinanzi alla ])ietra, lungo il fosso.
7) pàgn che hin ne làvaa, ne de
lava = il bucato di donna Oliva, mette
la pulce morta e la leva viva ; quando
il bucato è mal fatto.
8) bàtt i pàgn = scamatare i panni ;
perchè ne esca la polvere.
9) inilmedì i pàgn = inumidire il
bucato : spruzzare d'acqua i pannilini
prima di stirarli, perchè la stiratura
riesca a dovere.
10) tàcà i pàgn = appiccare, appun-
tare i pannilini : cucirli insieme a due,
a tre e farne mazzi per poterli mettere
in bucato con maggior sicurezza che
non si sperdano.
11) à bàtt i pàgn eompàr là strìa
= persona rammentata, o l'è per via,
0 l'è i^er casa. Vedi bàtt, 20).
12) sarei i pàgn adòsé à viin = sor
pag
rare i panai addosso a uno; metterlo
colle si>alle al muro.
13) Al sing. pàgn = abito, vestito ;
hoo faa fa on fàgn intrégh = ho fatto
fare un abito completo ; mètt sii el
pàgn gns = mettiti il vestito grigio.
Ma però soltanto per abito, vestito da
maschio.
pàgrnìu, s. m. = abitino, vestitino : abito
da bambino e da ragazzo.
pàgnóta, s. f. = pagnotta: pane piccolo,
tondo e uà po' schiacciato : specialm.
quello che danno ai soldati.
1) Famil. ciò che serve pel campa-
mento ; làorà per là pàgnòta = lavo-
rare per la pagnotta.
l)àgiiotìsta,* s. m. = pagnottista, mar-
mittone : chi nulla fa se non per il
pensiero della vita materiale, e spec.
chi adatta le sue opinioni a quelle di
chi lo paga.
pagòda, s. f. = cosino : di pers. e spe-
cialm. di donna un po' piccola e ve-
stita con intenzioni di eleganza, ma con
effetto ridicolo.
paia, .s. f. = paglia : stelo o gambo del
grano e simili biade, mietute e bat-
tute che siano.
1) col temp e còla paia màcMra i
nèspol = col tempo e colla paglia si
matui'a le sorbe e la canaglia ; col tempo
s'accomodano le cose e si vincono le
resistenze dei tristi.
2} foeugh de jjàia = foco di paglia :
ardore improvviso e passeggero ; molta
apparenza e poca sostanza.
3) monda là paia = nettare, scatti-
vare la paglia.
4) màngiàss là ptLia foeilra del bàét
= mangiarsi il fieno in erba : consu-
mare innanzi tempo le cose. V. bàst, 3).
5) vègli pòca paia in bàét = essere
debole, fiacco. Vedi bàst, 2).
6) bisogna minga mètt là paia ve-
stii ài foeugh = non bisogna mettere la
paglia accanto al foco ; si devono fug-
gire le occasioai pericolose.
7) gran pièn de paia = grano pa-
glioso : che ha molta paglia e pochi
chicchi nelle spighe.
8) fa ò paia ò fén = cavarae o cappa
0 mantello.
pàiàsc e pàiàss, s. m. = pagliericcio,
saccone : il saccone da letto. Vedi
pàión.
paiate, s. m. = pagliaccio : nome d'una
— 551 — pai
maschera dell'antico teatro che faceva
la parte di servo sciocco e buffone ;
ora non usan più che nei circhi eque;
stri, col nome inglese di clown.
1) Chi pretende fare lo spirito e non
ci riesce.
2) Chi non mantiene le promesse
fatte.
3) In generale : buffone, pazzerellono.
pàiàsciàda, s. f. = pagliacciata : atti e
parole da pagliaccio, da buffone.
1) Di festa 0 spettacolo mal riuscito
e disordinato.
pàiee, s. m. = pagliaio : massa grande
di paglia formata a guisa di cupola in-
torno a un grande stilo.
1) càn de pàiee = cane da pagliaio :
quelli che i contadini tengono legati
presso il pagliaio, a guardia della casa
e non hanno pregio.
pàièta, s. f. = pagliucola : piccolo filo
di paglia.
1) Pagliolo : quella parte della pa-
glia del grano battuto dove resta sem-
pre qualche chicco.
pàiètòu, s. m. = falaride arundinacea :
erba di prato, con pannocchia a forma
di spiga.
pàiuàgh, s. m. = becero, villano : di
uomo rozzo, di modi contadineschi.
pàioca, s. f. = pagliucola, pagliucolina:
un minuzzolo di paglia.
1) Gambo : stelo sul quale si reg-
gono le piante graminacee.
pàiòcch, s. m. = bruscolo : piccola pa-
gliucola che entra negli occhi © vola
per l'aria o s'attacca ai panni e sim.
1) Noi lo diciamo anche d'uomo gros-
solano di maniere ed anche un po'
zotico,
pàioetì, s. m. = aiata : la quantità del
grano disteso sull'aia per essere battuto.
l)ài(BÙ, s. m. = tondello : fascio di sar-
menti che si pone all'imboccatura della
brenta perchè il vino trasportato a spalla
non ne esca. L'usano anche i lattai
allo stesso scopo nelle loro bigonce.
pàiòn, s. m. = pagliericcio, saccone :
quello pieno di paglia o di cartocci del
formentone che si tiene sul letto sotto
le materasse.
1) briósa 'l pàiòn = bruciar pagliac-
cio, il pagliaccio, far billèra : di chi
manca a un appuntamento o non man-
tiene un impegno preso ; el doeva Degni
coni nùn^ 7nà '/ ni' ha briisaa 'l pàiòn.
pai
- 552 -
pai
= doveva venire con noi ma ci ha bru-
ciato pagliaccio, ci ha fatto ima billèra.
pàiroeù, s. m. = paiolo, calderotto: vaso
di rame assai cupo, non stagnato, in
cima pili largo che in fondo, da farvi
bollire acqua, farvi la polenta o altro.
pàirolàda, -«. f. = paiolata: quanta roba
si può cuocere ed entra in un paiolo ;
m'ett sii dna pàirolàda de castègn à
lèss = mettere a cuocere una paiolata
di ballotte.
pàisàu, s. m. = contadino, uom di villa,
villano : che fa il mestiere del conta-
dino, che lavora la terra.
1) Detto in generale di pers. di modi
rozzi e scortesi. In questo caso si dice
anche bifolco; Ve on véro pài san = è
un vero contadino, un bifolco.
2) pàisàn qiiàder = vilIanacH3Ìo, zo-
ticone.
3) 2^àrl el Signor di pàisàn = avere
i capelli arruffati.
4) l'è on pàisàn ves-tii de la fèsta =
è un villano rifatto : di chi in abiti si-
gnorili ed eleganti, mosti-a assai poca
creanza. '.'-/>
5) i comàndàmént di pàisàn = il
decalogo dei contadini. Per celia noi
diciamo tali i seguenti : mna, liis pii-
see 'l so che là luna; rfò, el mangia e
beo el fa bon prò; trè^ el mari el bàli
inai là miee se no gh'è 'l éò perché;
quàter^ l'è piisee bòn 'l vin che l'acqua-^
cìnqu, l'è on. gran mal el mal di dine;
sés, el dì de San Péder se càia i sei-
rés; sèi, dòpo là mòri gh'è 7 càtelètt;
ròtt, in boca on sciòtt; nceiw, là gaina
negra la fa biàne I'cbuv; des, segond
l'entràda se fa i spés. Al quale co-
mandamento nulla corrisponde in To-
scana: si può tuttavia tradurre: ed una,
brilla pili il sole che la luna; secondo,
mangiare e bere fa prò a dovere; e tre,
il marito non batte mai la moglie senza
perchè; quattro, è miglior il vino del-
l'acqua; cinque, è un gran male il mal
di denti ; sei, a San Pietro si raccol-
gono le ciliege ; sette, del dipoi non
ti dar pensiero ; otto , uno stronzo
in bocca a chi vuol troppo ; nove, la
gallina nera fa bianco l'ovo; dieci, se-
condo l'entrata si fanno le spese.
pàisànàda, s. f. = villania, sgarbo, zoti-
cheria: atto da contadino, da bifolco,
da zotico,
pài, s. »/?. = palo: legno rotondo, non
molto gl'osso, che si mette a sostegno
delle viti o d'altre piante tenero e pie-
ghevoli.
1) salta de pài in frasca = saltar di
palo in frasca; passare da un discorso
all'altro fuor di proposito.
2) Palo, stilo, abetella; lunghi alberi
rimondi per costruire ponti da muratori.
3) Ciascuno di quei legni o grosse
travi che si conficcano nel terreno per
far palizzate.
4) pài del telègrafo = palo telegra-
fico: palo di legno sul quale si racco-
mandano i fili del telegrafo elettrico.
5) vègh on pài in là s'cèna = star
li come un palo, impalato, impettito.
6) tceu via i pai = spalare, levare i
pali che furono messi.
pala, s, f. = pala: stretta assicella con
lungo manico a uso di infornare e sfor-
nare il pane e sim.
1) Timone: nelle barche del naviglio
e dei laghi lombardi.
pala, V. alt. = palare: ficcar pali in terra
a sostegno delle viti e d'altre piante
piccole.
pàlàda, s. f. = palata : quanta roba si
leva colla pala, o sta sulla pala.
1) Colpo dato colla pala.
2) à pàlàd = a palate: in gran quan-
tità; el tra vìa i dànee à pàlàd = butta
via i quattrini a palate.
pàlàfreniér,* s. m. = palafreniere: il si-
gnificato meno nobile però dell'origi-
nario, perchè significa chi governa i
cavalli nella stalla.
palanca,"^ s. f. = palanca: la moneta di
rame di cinque centesimi,
palancò n,* s. m. = palancone, bagherone:
la moneta di rame di due soldi.
pàlàndràii, * s. m. = palandrana o pa-
landrane: gabbano, abito lungo e largo;
el va èémper intòrna con quèll pàlàn-
drdn che ' l sta vial come = va sempre
in giro con quel palandrane che sta male,
male,
pàlàrìa, s. f. = palina: gran quantità^ di
pali per palare le viti.
pàlàsiua, s. f. = palazzina : bella casa
per lo più di campagna che sta fra il
palazzo e la casa.
pàlàss, s. m. = palazzo : casa signorile,
grande, magnifica, e per lo più isolata.
palatina, s. f. = pelliccia: quella che le
signore mettono sulle spalle e scenda-
fino a mozza vita.
pai
— 553 —
pai
pillato^ s. m. = palato : la parte di so-
pra nell'interno della bocca ; ine sont
scotaa el palato = mi sono scottato il
palato.
1) Gusto; stusictL H palato = stuz-
zicare il palato; guàétàss el pàlMo =
fjuastarsi il palato.
pàlch; .s, in. = palco : tavolato posticcio
elevato da terra dove si danno spetta-
coli 0 dove si sta a vederli: questi son
fatti per lo più a gradini.
1) pàleh scènich = palco scenico:
quel luogo del teatro dove gli attori
danno le loro rappresentazioni.
2) Palco, palchetto: ciascuna di quelle
stanzucce dalle quali si assiste agli
spettacoli in teatro.
3) pàleh de societaa = barcaccia,
palco tenuto al teatro da una società
di amici e dove non vanno che no-
mini.
pàlché, s. m.^ = impiantito, pavimento
intarsiato. È corruzione un po' volgare
di parche. Vedi.
pàlchètìsta) s. m. = palchista : il pro-
prietario di un palco al teatro.
palcliètóu, s. tu. = palchettone: gran
palco nelle sale di spettacolo: noi teatri
sta generalmente sopra la porta d'in-
gresso.
palesa) «'. att. = palesare:' manifestare,
mettere all'aperto, far conoscere ; l'ha
minga pàlesaa el nòìnm di compàgn -
non ha palesato il nome dei compagni.
palestra,* s. f. = palestra : salone dove
si trovano attrezzi convenienti e vi si
fa ginnastica per istruzione o per di-
vertimento.
pàléta, s. f. = paiettina: paletta piccola
assai e gentile per isbraciaro il fuoco
negli scaldini.
1) Mestolina: arnese di ferro stagnato
che è un rettangolo con lungo manico
di ferro e servo, specialm. a rimuovere
la roba mossa a friggere nella padella.
2) Racchetta: retino di minuzia con
cui si giucca al volante.
3) Aletta, scapola: l'osso piatto pro-
minente delle spalle.
4) Ealla : istrumento dei contadini
per pulire l'aratro della terra.
5) Spatola: arnese con che si rimesta
la pasta di cioccolata, lo zucchero li-
quefatto e sim.
6) cada coni là pàlèta = caccia colla
ramata. Vedi càcia, 5j.
pàletàda, s. f. = palettata, mestolata,
spatolata, e sim.; colpo dato colla pa-
letta, col mestolo, colla spatola, e sim.
pàlètt, s. m. = paletto : dim. di palo :
piccolo palo che si usa per sostenere
le viti e altre piante leggere.
1) Asticella di ferro che si mette agli
usci in luogo di chiavistello.
2) Gruggia: quella su cui si posa la
civetta, mentre con essa si uccella.
pàli, s. m. = pallio : striscia di lana
bianca, distintivo dei metropolitani.
1) Paliotto: arnese di stoffa o d'altro
messo davanti all'altare.
pàliàtìy, s. m. = palliativo: rimedio che
addormenta il male senza sanarlo.
pàlid, agg. = pallido : di colore sbian-
cato, smorto; rerd, rosa, òr pàlid =
verde, rosa, oro pallido. Del volto di-
ciamo pili volentieri smòrt.
palina, s. f. = biffa. Vedi bìfa.
pàlisàda,* s. f. = palizzata, steccato: ri-
paro fatto di pali e di assi.
pàlisón, s. m. = stecca : pala di ferro
usata dai pellattieri.
palma, s. f. = palma : specie di pianta
che produco i datteri.
1) là doménica déle palme = la do-
menica delle palme; quella che precede
la Pasqua di Resurrezione.
2) i pàlm, 0 i palma = i fiori; vasi
di fiori finti per ornamento degli altari
nelle chiese.
pàliiiàr, igg. = palmare: fig. grande, no-
tabile, evidente: di verità, errore, bu-
gia e sim.
palmo, s. m. = palma ; il concavo o la
parte sotto della mano.
1) jiortà in jìàlmo de man = portare
in palma di mano: tenere alcuno in gran
pregio.
2) Palmo; nètl come 'l palmo dèla
man = pulito come il palmo della mano.
8) palmo per palmo = palmo por
palmo, palmo a palmo: a poco a poco,
e anche: minutamente.
pàlòtt, s. m. = pala di legno, mestolone:
specialm. usata per spalare la neve,
rigovernare le stalle, ecc.
palpa, v. att. = palpare, toccare, branci-
care, tasteggi(ire.
1) Soffriggere ; fa palpa la scigola =
soffriggere la cipolla.
pàlpàbìl, agg. = palpabile: che ha corpo,
che si può palpare.
1) Chiaro, evidente, da cader sotto
pai
- 554 -
pan
il naso ; dna •veritaa pàlptbil = una
verità palpabile.
pàlpàda, s. f. = palpata : toccata colle
mani.
pàlpebra, s. f. = pàlbebra e palpebra :
quella parte che serve a chiudere l'oc-
chio parte di sopra e parte di sotto.
pàlpee, s. m. = cartoccio; tanto di roba
da mangiare, che di danaro. Vedi an-
che pàlpiroeù.
pàlpig'uà, V. att. = palpeggiai-e: palpare
continuato.
pàlpignàna, s. f. = peluzzo, perpignano:
specie di tela di cotone sfilacciata o la-
nosa da una parte. Trae il suo nomo
da Perpignan.
pàlpiroeù; s. m. = cartoccino, mancia,
cortesia: fàgh scàrb'gà in di man el
pàlpiroeu = fargli scivolare fra le mani
la mancia, il cartoccino.
pàlpit, * s. in. = palpito: moto del core
che palpita ; el glia on pàlpit tròpp
àeeleraa = ha un palpito troppo acce-
lerato.
1) ància ài pàlpiti. Trase figur. e
gioco di parole che vuol dire: palpare,
toccar colle mani. Specialm. d'uomo
manesco colle donne.
palpita, 'V. att. = palpitare : il battere
più frequento e più forte del cuore.
pàlpltànt,* part. = palpitante : specialm.
aggett. di attualità, l'è dna àtiiàlitaa
pàlpitdnt = è una attualità palpitante.
pàlpitàsiòii, = palpitazione : moto forte,
violento, frequente del cuore, con dif-
ficoltà di respiro.
pàlta, s. f. = fango, mota : terra fatta
quasi liquida dall'acqua e dal passarvi
sopra gente, carrozze, ecc.
1) strolà de patta = impilaccherare;
ètròll de patta = pilacchera, schizzo di
fango.
2) vèss on òmm de pàlta = esser un
uomo di mota che non sente nulla,
che di nulla si richieste.
pàltina, s. f. = moticchio, moliglio: mota
non molta, ma incommoda, e che quasi
appiccica.
1) Bobbia: materia liquida, piuttosto
densa e d' ordinario in gran quantità;
in del càriniaa gKè tuta là pallina
de l'incioster = nel calamaio c'è tutta
la bobbia dell'inchiostro; qnànd pioeuv
in strada gh'è ona pattina alta iìiscì =
quando piove nella strada c'è una bob-
bia tanto alta.
2) Belletta: posatura che fa l'acqua
torba dei fiumi, ed anche la fanghiglia
che rimane sul terreno dopo la pioggia.
3) Fig. Pàtina : roba appiastracciata
in bocca per indigestione.
paltò, s. m. = palton, dal frane, paletot.
Meglio: cappotto, soprabitone: sorta di
tunicone di panno grosso che scende
fino ai ginocchi e anche più.
1) Quello per signora dicesi cappotta.
2) paltò de mesa stàgiòn = sopra-
bito leggero, cappa; quello che si metto
in primavera e autunno.
— Per scherzo chiamiamo così an-
che la bara, la cassa da morto.
pàltiiium, e pàltusc, s. m. = pattume,
piaccichiccio: luogo o cosa dove vi sia
del fradicio e dell'attaccaticcio.
pàlùd,* s. f. = palude: luogo basso, esteso,
dove l'acqua rimane stagnante.
pàludos,* agg. = paludoso : aggiunt. di
luogo, da palude.
pàmpàlugra, s. m. = zugo, citrullo : Ji
buon compagnone, ma sempliciotto.
pàmporsìn, s. m. = ciclamino: specie di
fiore delicato e silvestre di bel colore
e soavissimo odore, cijclameneuropoeum.
pan, s. m. = pane: alimento dell'uomo,
fatto di farina di grano, e anche d'altro
biade; pan biànch, de IQso, négher, de
lira = pane bianco, di lusso, nero,
grosso.
1) pan croeànt = pane arrivato; ben
cotto, colla corteccia o crosta che croc-
chia; pan motaa = pane afflitto, maz-
zero, pasta morta, pane che sa di buca:
cotto in forno non scaldato abbastanza;
pan ben levaa ò sòr = pane allumi-
nato, boffice.
2) pan brustolii ò tostaa = crostino:
pane arrostito o abbrustolito da intin-
gersi nel caffè, nella cioccolatta, ecc.
3) on erostin de pan, on grignceù de
pan = un orliccio di pane, un cantuccio
di pane.
4) pan frèéch = pane fresco : quello
fatto da poco, nella giornata ; pan pòsa
= pane d'un giorno : quello non più
fresco, senz'essere secco..
5) pan moìn, = pane inzuppato nel
vino.
6) pan giàld o de mÀj = pane di gi'au-
turco, di meliga.
7) pan de mistura = pan mescolo ;
fatto di farina di grano, mescolata a
quella di granoturco.
pan
- 555 -
pan
8) 2^^n de rògioeil = pane di segale
0 di tritello; ^J»'* d^ sémola = pane di
iior di farina.
9) pan pur ò soli = pane solo ,
asciutto, scusso: senza companatico.
Anche: pan e cortèll o pan e spùa nello
stesso significato. Vedi cortèll, 9).
10) pan vane = pane unto, panunto;
su cui si fa sgrondare l'untume dello
carni.
11) pan gràtaa = pan grattato, pan-
grattato ; pane sminuzzolato alla grat-
tugia.
12) pan trìd = pangrattato : la mi-
nestra fatta di pan grattato ; pan còti
pancotto; pane bollito nell'acqua.
13) pan luster = pane lucido: quelle
ciambelle, sopra le quali fu spalmato
il chiaro dell'uovo prima di cuocerle.
14) digli jKÌn al pan e vìn ài vìn =
dire, chiamar pane, il pane: chiamar la
gatta, gatta e non micia; esser sinceri,
chiamar le cose col loro nome.
15) vèés bon còme 'Ipdn = essere me-
glio che il pane: di buonissima indole.
16; vèéé minga pan per i so, i tò,
dent = non essere pane, boccone, carne,
per i suoi, per i tuoi denti ; di cosa che
uno desideri ma che non possa toccar-
gli. Anche: non essere poliotto per il
suo, per il tuo altare ; detto di cosa
non adatta o non meritata.
17) règh nànca pan de màngiù, = non
aver pane pei sabati: essere in grande
miseria.
18) dà dna legnàda e on tòcch de
pan = dare il pane con la balestra; dare
il pane e la sassata, dare una calda e
una fredda : fare un beneficio zotica-
mente.
19) rend pan imprèàtaa, oppure fa
pan restituii = rendere pan per focac-
cia; il contraccambio più salato, di of-
fese e sim.
20) legna vèrda e pan fresche se va
in malóra prèsi = appunto son come
le legno verdi che utile di cavarne in-
van tu speri.
21) vèàs on mangia pan à tràdiment
= essere un pan perso; un buono a nulla;
mangia 'l pan à tràdiment = mangiare
il pane a tradimento ; a ufo, senza gua-
dagnarlo. Di chi vive a carico degli
altri e prende il salario senza fai'e il
proprio dovere.
22) se rè mììiga éUpa Ve pan ba-
gnila = tant'è zuppa che pan lavato:
è una zuppa, tutt'una zuppa e un pan
molle, di due cose che si equivalgono,
specialm. non belle, non buone. Anche:
se no hin fràsch hin foeiìj.
23) vàr pilsee on tòech de pan diir che
on figli màdur = meglio un evo oggi
che una gallina domani.
24) mangiti 'l pan di Mter = man-
giare il pane altrui, il pane degli altri;'
di chi è al servizio.
25) Pane, alimento, vitto; -vèss onpàn
sicùr = essere un pane sicuro; ^jèrrf el
pan = perdere il pane; perdere l'im-
piego.
26) pan che g'hà sètt erosi = pane
del dolore: guadagnato con molto stento
0 molti sacrifici.
27) 'vèés à pan e peéìn = essere a
stecchetto: stentare la vita e anche vi-
vere con gran parsimonia.
28) trii de pan, trii de vln, trii de
codeghìn = sette o diciotto di vino;
modo usato per mostrare la invariabile
ostinazione di alcuno in un dato pro-
posito.
29) l'è minga pan de mangia = non
ò indispensabile, non è di assoluta ne-
cessità.
80) pinpìn, càvàlìn, sòia 'l pè del
tàolin, pan pòse pan frèsch indiana
che l'è quèst Vedi càvàlìn, 2).
31) Massa di altre cose, in forma di
pane ; on pan de àùclier, de biltèr, e
sim. = un pane di zucchero, di burro
e sim.
32) giiigà ài pan briisaa = . giocare
al pan bruciato: è gioco infantile che
ormai si usa poco. Vedi prèstinee.
l)ànà, V. alt. = appannare, velare ; far
perdere il lustro, la trasparenza; l'acqua
fresca là pana el bicér = l'acqua fresca
appanna il bicchiere.
1) Della vista, renderla men chiara
e distinta, quasi un velo leggero si sten-
desse tra l'occhio e gli oggetti.
pàuaa, agg. = appannato, annebbiato, ve-
lato.
1) Panato: avvolto nel pan grattato.
Vedi iiuboràgià.
pànàdòra, s. f. = credenza : specie di
armadio, tutto ben lavorato, dove si ri-
pongono le cose da mangiare, con più
palchetti pel cristallame, ecc.
1) Peluzzo: pannolano con cui si li-
scia il pelo ai cavalli.
pan
— 556 —
pan
pàn<àdura, s. f. = appannatura; l'appan-
nare, l'appannarsi.
pànàrèta, 5. f. = velo: quel velo di fior
di latte che si va formando sulla su-
perficie del latte, allorché sta posando
per indi quagliarsi.
pànàrìs, s. vi. = panereccio, patereccio,
coronella: tumore che viene intorno a
un dito, fra UQghia e carne 0 suppura.
pànàrceiila, s. f, = pannarola, spanna-
tola: mestola bucherellata, per racco-
gliere la panna del latte.
pàuàsc, .*>■. m. = panacelo: pegg. dì pane:
pane cattivo, mal fatto.
1) Anche ia senso di molto pane:
tiitt quèll pànàse el te pò minga fa
ben = tutta quella gran quantità di pane
non ti può far bene.
panateli, s. m. = panetto: dim. di pane,
nel seaso di pan, £0).
pànàtón, s. m. = panettone : sorta di
dolce che si fa specialmente a Milano
e che si mangia a Natale specialm. A
Milano è segno di estrenìa miseria far
Natale senza mangiare il panettone,
1) fa regni sii 7 pànàton de Nàtàl =
far venire il latte alle ginocchia, far
stomaco, ed anche: stuccar tanto da di-
sgustare e -produrre la nausea.
2) rèse on bòn pànàton = essere un
pastricciano, un uomo semplice e quieto.
pàncociòn, .«. m. = pappa e latte; pane
bollito nel latto che molti usano invece
dell'impiastro di seme di lino per far
venire a suppurazione i paterecci.
pàncòtt, s. m. = pancotto, pan bollito,
pappa : minestra di pane a tocchetti
cotto nel brodo 0 nell'acqua condita
con burro.
pàudàn, s. m. = riscontro, contrapposto:
quàder che fa pàndàn = quadri che si
fanno riscontro. Dal frane, pendant.
pàndemèìn, s. m. = panello di miglio;
panello di farina di granoturco, di
forma cii'colare e schiacciato, impa-
stato con zucchero, e burro.
pànegriàinént, s. m. = pendone : drappo
in cima della tenda tagliato a disegno
e continuato con frange. Se della stoffa
della tenda, dicosi : drappellone.
panegiriche * s. m. = panegirico: di-
scorso laudativo.
pànèll, s. m. = sansa : la pasta delle
ulive, mandorle, noci e sim. che ri-
mano dopo essere stata sotto lo stret-
toio.
pànepànéra, s. f. = Vedi lungrlielun-
ghèra.
pàuer, (i) s. f. pi. = lenticchie, lentig-
gine, crusca. Vedi làntigia e lenti-
^gria, 1).
panerà, s. f. = panna, crema, fior di
latte, capo di latte : la parte più. bur-
rosa del latte di mucche, pecore, ecc.
1) fa sii là panerà = appannarsi.
2) panerà dopia = panna doppia;
molto densa, consistente.
3) éciimà vìa là panerà ài làtt =
spannare, disfiorare il latte.
pànètt, s. m. = pezzuola, fazzoletto : co-
mincia a disusare.
1) Fazzoletto da testa: specie di pic-
colo scialle che mettono in testa le
contadino.
pànfeta, esci. = panfota, patatrac. Voce
imitante il rumore di un corpo che
cade.
pànfort, s. m. = panforte : impasto di
mandorle, cedro candito, cioccolata, ecc.
di cui si fa un dolce molto gustato in
Toscana, e da noi non ancor troppo
comune.
pani, V. att. = ammollirsi : dei legnami
che, tagliati 0 lasciati sotto la scorza,
si fanno molli.
1) Spegnersi lentamente il lume, per
mancanza d'olio 0 di lucilina.
pànie, s. m. = paniera: cesta rotonda
di vimini che si tiene presso la scri-
vania per gettarvi i fogliacci che si
buttano via. Serve anche alle signore
per riporvi il lavoro. Dal frane, panier.
1) Panierone, paniere da bottiglie:
quello per lo più di stuoia nel quale i
garzoni del mercante di vino porta in
giro bottiglie.
pànigàda, s. f. = fior di sambuco, sam-
bucato.
pànigrli, s. m. = panico : specie di pianta
che fa un frutto buono per nutrire uc-
celli.
pànin, s. m. = panino : dimin. vezzegg.
di pane; usa specialm. nel linguaggio
dei bambini.
1) Pannino , pannicino : dimin. di
panno.
pànina, s. f. = pannina : nome collettivo
d'ogni sorta di pannilani in pezza.
paniseli, s. m. = gattono, orecchione:
male dietro le orecchie.
1) Pennecchio, roccata. T. delle fi-
latrici.
pan
- 557 -
pap
pàniss, V. rifl. = imporrire : il cuocerò
del legno per causa dell'umidità.
pànu, s. m. = panno : tessuto di lana,
e qualche volta di lino.
1) smart come on pàmi làvaa =
bianco come un panno lavato.
2) pànn pàstòs^ ràsaa = panno ma-
noso, cimato.
3) ingànà à bràés de pànn = in-
gannare a partito.
4) Calza, filtro. T. dei confett. li-
quoristi e sini.
panorama,* s. m. = panorama: veduta
dipinta 0 fotografata in modo che dia
Tillusiono del vero, e la veduta stessa
nella sua realtà.
pànpòss, .f. m. = pane d'un giorno.
Vedi pàli, 4).
1) Meggione e meggiona : persona
grassa e lenta, pigra nell' operare.
pànsàueg'a, s. f. = panzana, fiaba : sto-
riella che non ha verisimiglianza.
1) han faa l'insalata cont Voli cT o-
liva e là pànsànega Ve bela e fìnìda
= stretta la foglia e larga la via, dite
la vostra, ho detto la mia : modo po-
polare nella chiusa delle novelle e
delle fiabe.
pàitscèta, s. f. = serra, tarantella, ven-
tresca: carne della pancia del tonno.
1) Lardone: specie di lardo venoso
e carnoso.
2) Pancetta di vitello.
3) Pancetta, dim. di pancia : spesso
in ischerzo di pancia piuttosto grossa.
4) La persona stessa con pancia :
gii' è chi 7 pànscèta = c'è qui il pan-
cetta.
pàuscia, s. f. = pancia: la parte dinanzi
del corpo, dalla bocca dello stomaco al
pube, specialtn. in pers. grasse molto,
e per estens. e siniil. anche di vasi,
bottiglie, e sim.
1) fa -ptlnscia = far pancia : di muro
che, uscendo dalla sua drittura, sporge
in fuori.
2) gràtàéà là pànscia = grattarsi la
pancia: stare ozioso.
3) mangia à crèpa pànscia = man-
giare a crepa pancia: moltissimo.
4) à pànscia à tira = a briglia
sciolta, a tutta briglia : modo avvorb.
coi verbi àndà, cor = andare, correx'e;
più che si può spronando il cavallo, e
non rattonondolo punto colle briglie.
5) impresta vìa là pànscia = ap-
poggiare l'alabarda; mangiare a ufo.
6) La parte piìi larga dei vasi, cam-
pane, botti, ecc.
pànsciòii, s. m. = pancione; grossa
pancia.
1) Pancione, buzzone : chi ha gran
pancia.
pàntàlòn, s. m. = pantalone : maschera
veneziana.
1) jJàga Pàntàlòn = pantalon pagi
pei' tutti ; paga il più largo e min-
chione.
2) Pacione: persona d'indole tran-
quilla e tutta pace: Ve on bòn pàntà-
lòn = è un buon pacione.
3) Pantaloni, calzoni. Vedi càlsón.
Usa per lo più al plur. i pàntàlòn.
Pànteon, s. m. = Panteon : nome d'un
tempio famoso dedicato in Roma a
tutti gli Dei, e per estens. nome di
un luogo dove siano riunito le salme
0 i ricordi di molti uomini illustri.
pantèra, s. f. pantera: animale feroce
del genere felino.
pantofola, s. f. = pantofola, pianella,
mula: scarpa di lana, o di canovaccio
ricamato, per tener caldo il piede.
pàntomìna, s. f. = pantomima : azione
scenica rappresentata coi gesti invece
che a parole.
pàntrìd, s. m. = pan grattato. Vedi
pan, 12).
pàòn, s. m. = pavone : uccello dell'or^
dine dei gallinacci, assai bello.
1) el pàòn 'l fa là ronilda = il pa-
vone spiega lo penne della sua coda
a ventaglio.
pàona, s. f. = pavona, pavonessa: la
femmina del pavone.
pàonàss, agg. = pavonazzo, paonazzo;
colore tra l'azzurro e il rosso.
papa, s. un. = . papa : sommo pontefice
dei cattolici.
1) àndà à Róma sema vede ' l papa
= andare a Eoma e non vedere il papa :
non conseguire l'effetto più notevole.
2) età de papa = stare come un
papa 0 da canonico : non poter desi-
derare di meglio ; mangia de papa =*
mangiar bene e lautamente.
3) m,òrt on papa se n' fa on alter
= morto, 0 dopo un papa, so ne fa un
altro : non manca mai ohi comanda,
od anche, per noi, nessuno a questo
mondo è necessario.
pair
558 —
par
4) Papa: nomo di quei busti di rame
inargentato o d'argento che si espon-
gono sull'altare, secondo il rito am-
brosiano.
6) Nome di una delle figure nel gioco
di tarocchi.
6) Papa: quella anticipazione che il
l)roto dà ai lavoranti la sera del sa-
bato sul lavoro che faranno al lunedì.
7) papa de gèss = papa di gesso:
busto di gesso che figura il papa; fàcia
de papa de gèsé = faccia franca, sfac-
ciato; sta li come on papa de gèss =
star di sasso: non muoversi; specie per
gran meraviglia.
papa, s. f. = pappa; vezzegg. di mine-
stra. Usa specialm. parlando eoa bam-
bini.
1) invida à mangiti la papa = invi-
tare a pranzo.
papà, s. m. = babbo : lo stesso che pa-
dre; fam. 0 spesso vezzeggiativo. Non
si usa mai senza l'articolo.
1) vègh nò ne pàptL ne marna = non
avere ne babbo, né mamma : essere
orfano.
2) fàgh de papà à vQn = far da
babbo a uno: fare con lui le veci del
padre.
3) Il maestro più autorevole, il crea-
tore di una scienza : el papà di dolor,
di ingegnee, di speéiee = il babbo dei
medici, degli ingegneri, dei farmacisti ;
l'Alcoli l'è 'l papà dèla linguistica in
Italia = l'Ascoli è il babbo della lin-
guistica in Italia.
pàpàgràll, s. m. = pappagallo : specie di
uccello che impara a ripetere le parole.
1) l'è on pàpàgàll = è un pappagallo :
: di chi ripete ciò che sente dire o che
ha studiato, senza comprendere.
2) Storta : vaso di vetro storto da
orinaivi, per uomini ammalati.
pàpùg-òr^ia, * *•. f. = pappagorgia : quel
grasso cho pende ad alcune persone
sotto la mascella inferiore, a guisa di
doppio monto. Vedi bàrbòss-, 2).
pàpàgràud, s. m. = avo. nonno : il pa-
dre del padre o della madre. Dal fran.
grand pére.
1) mètt el nòmm del pàjxigrdnd =
rifare il nonno.
pìtpàl, agg. = papale; dato, scritto del
])apa.
1) benedisiòn pàpàl = benedizione
papale : data dal papa o per delega-
zione del papa.
pàpàlin, agg. = papalino : dei soldati
del papa e di quelli, che privi d'ogni
buon sentimento di italianità e di ci-
viltà, parteggiano ancora per il poter
temporale.
papalina, s. f. = papalina: piccolo ber-
retto tondo di lana o seta, spesso ri-
camato, por casa.
pàpàrèll, (i) s. /. pi. = pappardelle,
nastrini; certo pasto da minestra ta-
gliate a guisa di piccoli nastri.
pàpàrin, s. m. = babbino ; vezzegg. di
babbo.
pàpàtàs, s. m. = pappataci, tranquillqne,
meggione : chi si gode la vita e lascia
che il mondo vada come vuole.
1) Culice : ciilex ciliaris : insetto
pili piccolo della zanzara, ma ugual-
mente molesto.
pàpàver, s. m. = papavero; fiore noto.
pàpeterì, s. f. = calaniaio a scrivania,
0 a cartella, o a scatola. Dal francese
papeterie.
pàpiliòtt, s. m. = diavoletto: quei ro-
tolotti di bambagia o di carta usati
dalle donne per farsi o per mantenersi
i riccioli.
pàpin, s. m. = gotata: colpo dato sulla
gota colla mano aperta.
pàpina, s. f. = pappa, pappina: specie
di minestra per bambini di latto o ac-
qua e farina.
pàpis, s. m. = gotata. La stessa cosa
cho pàpìu.
papista, s. m. = papista, papalino: chi
tien dal papa e vorrebbe ritornasse al
poter temporale.
pàpóss, s. m. = scarpcrotto: scarpa
molto accollata, con uno sparo sul to-
maio che si stringe con laccetti.
para, s. m. =' paio, paro : due di una
cosa stessa, cho si usano per lo più
insieme o che si vendono appaiati, a
due a due.
1) sàvè nò quanti para fan tre inoàcli
= non sapere quante paia fanno tre :
di persona sciocca, idiota.
para, v. att. = parare : coprire con pa-
ramenti, con parati: para là gèsa =
parare la chiesa.
paràbola,* s. f. = parabola : racconto
fatto per via di similitudini e di alle-
gorie, speciahn. quelli del Yangelp.
pàràboll, s. ni. = cércine : cuscinetto
par
559 —
par
circolare alla testa dei bambini, por
ripararli dallo cadute.
pàr«àbràsca, .<?. m. = guardabrace : ferro
ricurvo noi forni per tener raccolte le
brace.
pàràcàdud,* s. m. = paracadute: conge-
gno a guisa d'ombrello, per non ca-
dere i)recipitosamente.
pàràcàmiu, s. vi. = paravento: quella
specie di quadro con cui chiudesi sta-
bilimento r apertura del caminetto ,
quando non vi si accende il fuoco.
pài'àcàr, s. m. = pinolo , paracarro :
ognuno di quei piuoletti che sono a
intervalli lungo le strade di campagna.
1) sta II còme on pàràeàr = star li
come uno stollo: di chi è quasi impa-
lato 0 non si muove.
pàràda, s. f. = parato : drappo o altro
con clic si p'irano le pareti e le fac-
ciate delle chiese.
1) vèss vestii de jja?-d(/a = essere
in arredo da poter comparire a fare
onoro ad altri.
2) redè là mài pàràda = vedere la
mala parata : conoscere che la cosa
può avere cattivo esito.
pàràdìs, s. vi. = paradiso: il luogo di
premiazione pei giusti nel mondo di là.
1) àndà in pàràdls = andare, salire
in paradiso, al cielo: morire, specialm.
parlando di bambini. ,
2) Di luogo pieno di delizie, aniono ;
f/Jiè là. on giàrd'm che l'è on pàràdis
= c'è là un giardino che è un paradiso.
3) de pàràdls = di paradiso : di bel-
lezza straordinaria e soavità; là g'hà
ona ras de pàràdls = ha una voce di
paradiso.
4) Uscii del pàràdls = uccello del
paradiso : uccello belliasimo.
pàràdór, s. ni. = paratore, addobbatore,
banderaio : colui che para le chiese per
le feste.
pàriidòra, .s. f. = coronella : argine curvo
a difesa di una ripa corrosa e che mi-
naccia di franai-e.
pàràdòss, s. m. = paradosso : proposi-
ziqpe falsa, o almano contraria all' opi-
nione comune.
1) Asinelio : la trave che reggo le
altro travi del tetto a un. solo piovente.
parafatila, s. in. = parafango : tutto ciò
■ che serve, specialm, nelle carrozze, a
i'il>ararc dal fango della strada.
pàràfwùgh, .«. m. = parafuoco, arnese
che si pone innanzi ai caminetti per
difendersi dal soverchio calore. Vedi
ecràn.
1) Ventola, parafuoco : quegli arnesi
a guisa di ventaglio , che reggiamo
colla mano per difonderci dal calore
del fuoco.
pàràfrèdd, s. in. guancialetto : specie
di sacchetto bislungo, pieno di lana o
capecchio o crine , che si mette sul
davanzale delle finestre per riparare il
freddo.
pàràfulniìn, * s. m. = parafulmine: pala
di ferro con punta che si pone sugli
edifici, per difenderli dai fulmini.
pàr<àfiiiniu, s. m. = caminetto : tubo di
vetro applicato ai lumi a calza, perchè
non facciau fumo e la fiamma sia più
vivace.
pàràg'ón, * s, w. = paragono, agguaglio,
comparazione , confronto : atto della
mente per cui si raffrontano due o più
cose e persone tra loro.
1) no vèsegh fàràgòn = non esserci
paragono tra due cose o persone ; si-
gnifica l'eccellenza d'una delle duo so-
pra l'altra; tra 'l làgh de Lucèrna e
qiièll de Còmm gh'è nànca pàràgòn =
fra il lago di Lucerna e quello di Como
non c'è paragone, non c'è agguaglio.
2) Paragono ; pietra di paragone ;
saggio alla toc ;a : quella pietra colla
quale gli orefici saggiano l'oro.
paragona,* v. att. = paragonare : far pa-
ragono, confronto fra due coso o per-
sone.
1) pàràgoìiàss = paragonarsi, aggua-
gliarsi : credersi o affermarsi uguale in
merito ad altri.
pàràg-onàbil, * agg. = paragonabile :
che si può paragonare.
pàrà?ràf, s. m. = paragrafo: ciascuna
dolio parti in cui si divide un capitolo
d'un libro, d'una scrittura.
pàràlèll,* agg. = parallelo, equidistante :
di linee o piani che non hanno con-
vergenza.
1) * jxlràlèll =. le parallele : attrezzo
di ginnastica.
pàràlisà; » att. = paralizzare : impo-
■ dire il corso di un'impresa, sospendere
il moto di una forza ; qtcèll càld chi
el me pài'àllsa tUta là bona vneuia =
questo caldo mi paralizza ogni buona
volontà.
paràlisi,* s. f. = paralisi : diminuzione
par
— 5tì0 —
par
0 cessazione della contrattilità musco-
lare di lina parte del corpo.
pàràlìtich,* agg. = paralitico : cki è in-
fermo di paralisi.
pàràluiuiii, s. m. = paralume, ventola :
qualunque cosa in generale che difenda
gli occhi dalla luce d' un lume qua-
lunque.
pàràmàj; s. m. = pallamaglio : specie
di giuoco.
pàràmàn, s. m. = mostreggiatura, ma-
nopola, mostra : rivolta di panno che
si suol faro alle maniche dei vestiti.
1) Guardia, elsa : la parte della spada
che difende la mano di chi la impugna.
paraménti s. m. = paramento, parato :
vesto 0 abito sacerdotale, ed anche
drappo con che si parano le chiese o
gli altari.
pàrìnnósch,* s. m. = paramosche : co-
perchio di rete sottilissima di fil di
ferro con che si coprono le vivande
per impedire che vi si posino le mo-
sche. Anche còpràpiàtt.
pàràngòn, s. m. = paragono : termine
tipografico, ora quasi interamente di-
susato. Vedi pàràgòn.
pàrcéla, s, f. = nota, conto; d'avvo-
cato, di legale e sim.
pàràpètt, s. m. = parapetto : quel muro
che lungo fiumi, ponti e sim. arriva al
petto d'un uomo e impedisce che esso
caschi giù.
1) Parto del muro dal pavimento
fino al cominciare della finestra.
pàràscintill, s. m. = paracenero, guar-
dacenero, rete, camminiera : arnese di
metallo che mettasi dinanzi al fuoco
sulla soglia del canmiinetto, per impe-
dire che il fuoco si spanda o schizzi
nella stanza.
pàràsciceùla, s. f. = cingallegra, cincia:
specie di uccello.
1) ciàpà i pàràscioeùl = battere lo
gazzette, tremar dal freddo.
pàràsciolin, s. m. = cinciarella, cincia
piccola: specie di uccello.
pàràsól,* s. VI. = parasole, ombrellino:
quello con cui ci ripariamo dal sole.
E' però più dell'uso ombrelìn.
paratola, s. f. = giogaia : la pelle pen-
dente dal collo dei buoi e delle vacche.
pàràvént,* s. m. = paravento : asse che
in piedi, allo stipite degli usci ripara
l'aria.
pareli, s. m. = parco : luogo chiuso in-
torno 0 vicino alle ville, per lo più
tenuto a bosco, dove sì mantengono
animali per la caccia.
1) Il giardino nuovo e grandioso fatto
a Milano suU' area di piazza d' armi,
tra l'arco del Sempiono e il Castello.
parche, s. m. = impiantito, pavimento
intarsiato : quello di tavole con lavoro
di tarsia. Dal frane, parquet.
pàrchetìsta, s. m. = correntaiolo : chi
fa i palchi di legname allo stanze.
pàrècc, agg. = usato per lo più al plur.
parecchi e parecchie : molti, molte.
pàregfià, v. att. = apparecchiare, prepa-
rare ; V ha pàrejiaa là tàola = ha ap-
parecchiata la tavola ; bisógna pàregià
'l bauli = bisogna prepai'are il baule.
1) Pareggiare, agguagliare ; Ve brào,
ma 'l pàrégia minga so pàder = è
bravo, ma non agguaglia suo padre.
pàrént, s. m. = parente : congiunto di
parentado, di consanguineità, e di af-
finità.
1) Del padre e della madre insieme ;
el g'hà àncàmd i éò pàrént = ha an-
cora i suoi parenti, i suoi genitori.
2) vèsé pàrént de vuu = essere, ri-
manere compare d'uno : quando si pre-
stano danari ad uno e quei non li
rende o quando in qu.alunque modo si
devono danari ad uno.
parentèla, s. f. = pai-entela, parentado :
l'esser parente e tutti i parenti ; el
g'hà dna parentèla che finisé pie = ha
una parentela numerosissima.
1) Cognome, casato, nome di fami-
glia ; el g'hà dna parentèla francesa,
ma Ve itàliàn = ha un cognome fran-
cese, ma è italiano.
parentesi, s. f. - parentesi; parole con
un senso a se intercalate in un pe-
riodo.
1) Il segno della parentesi.
parentóri, s. m. = parentado, parentela :
tutti i parenti.
parer, s. m. = parere, opinione, giudi-
zio, avviso ; vèàs del parer = esser di
parere, d'avviso ; sont del tò parer =
sono del tuo parere, della tua opinione.
1) Per consiglio ; voo à fàmm dà
on parer de Vàocàtt = vado a farmi
dare un parere dall'avvocato.
2) metaa parer e metaa dàtiee =
metà consiglio e metà danari: non ba-
sta consigliare, bisogna aiutare.
3) Ramanzina, rabbuffo, parlatina,
par
- 561
par
rimprovero ; ghe doo vun de qiiìj pa-
rer, che le tèn à niènt jjer on pese =
^\\ dò una di quelle ramanzine che la
ricorderà per un pezzo,
pari, agg. = pari, uguale ; on bosàrd
pUri tò l'hoo mài visi = un bugiardo
pari tuo non l'ho visto mai.
1) Usa a modo di sostantivo ; el
vcnur uègh à che fa donict eoi so pari =
vuole aver che fare coi suoi pari sol-
tanto.
2) de pari à ptiri = da pari a pari :
quando si tratta uno senza riconoscer-
gli alcuna superiorità.
3) nùmer ptiri = numero pari : che
si può divider per due.
4) gìiigà à pari e dlnper = giocare
a pari e caffo. Vedi dìsper, 1).
5) ài pari = al pari : egualmente,
come.
6) sta in pari = esser del pari :
eguali ; in màtemtitica stan in pari =
in matematica son del pari.
7) vèss in pari = essere a lato, a
fianco ; i ficeu càminiiven vù,n in pari
à l'alter = i ragazzi camminavano l'uno
a fianco dell'altro.
8) in pari = al paragone, in con-
fronto ; in pari à Hi mi soni on gi-
gànt = in confronto a lui, al paragone
con lui io sono un gigante.
9) vègli bèli pà^i = aver tempo ;
(pmnd el tèee el g'hà i còpp ìnàtt, là
g'hà bèli pari à vegnì gio là temjìe-
sta, là glie fa nàgòtt = quando il tetto
n a embrici ha tempo a venir la tem-
pesta, non guasta.
pari, V. alt. = parere, sembrare : aver
l'apparenza ; el par fòri, ma l'è minga
= pare forte, ma non lo è ; pareva che
rorrss pioiùv, 7nà è torna fceitra '/
so = pareva volesse piovere, ma è ri-
tornato il sole.
1) Apparire, rendersi manifesto ; dà
qucll che te dìset par che i ròbb sten
insci = da quanto dici appare che Io
cose stiano così.
2) Reputare ; vie par che 7 sia mèj
partì doìndn = mi pare, reputo, sia
meglio partir domani.
3) m,e par e no me par = mi pare
e non mi pare : di cose molto indecise.
4) pari e no vèss = parere e non es-
sere : di chi ha molta apparenza e
poca sostanza; jj«?y e no nèés l'è cóme
ordì e no tèés = parere e non essere
è come filare e non tessere.
5) me par e piàs = mi aggrada, mi
pare ; foo come me par e piàs = faccio
come mi pare, come m'aggrada.
6) pari minga vera = non parer
vero : essere ben contenti ; me par
minga vera d'ave finii i esàmm e de
vèss in campagna = non mi par vero
d'aver finito gli esami e d'essere in
campagna.
pària, V. alt. = pareggiare, appaiare :
render le cose pari, eguali.
pàriaa, lo stesso che pari, 9). Vedi.
pàrig'ìna,* s. f. = parigina : una specie
di stufa a carbone cock, che ò molto
in uso presso di noi.
1) Una sorta di giuoco al biliardo.
pàrilia, s. f. = pariglia : una coppia di
cavalli da tiro di forme simili. Usa
ancora molto cobia. Vedi.
pàrioetìla, s. f, = toiioro di paglia : servo
a pulire il mantello de' cavalli.
pàrisiènn, (ala) = alla parigina : alla
moda parigina. Dal frane, à la pari-
sienne.
pàritaa, s. f. = parità, uguaglianza ; à
pàritaa de m,erit = a parità di mei'ito.
pària, V. alt. = parlare, favellare : ar-
ticolare delle parole, pronunziarle.
1) Manifestare i propri concetti per
mezzo della parola ; pària polid = par-
lar bene, con eleganza.
2) Tenere discorso intorno a qualche
cosa ; el profesor iér Vhà 'pàriaa de la
rivolilsidn francèsa = ieri il professore
parlò della rivoluzione francese.
3) pària sòtt ms = bisbigliare : par-
lare senza quasi emetter la voce.
4) pària francés, tedésch, inglès, ecc.
= parlare francese, tedesco, inglese,
ecc. ; pària francés come dna vaca
spàgnoiula = parlare il francese cojìie
una gatta spagnola : di chi parla malo
il francese.
5) pària con vÈn = parlare ad uno :
trattare con esso di qualche cosa.
6) pària sènsa sàve còsa àe dis =
parlare a casaccio, senza riflessione ;
pària fodraa = parlar collo strascico :
lasciando intendere più che non si dica ;
pària foeura di dent = parlare fuor dei
denti : non solo con libertà e franchezza,
ma anche con risentimento ; pària
turcit = parlare come un turco : di chi
non si fa intendere ; pària in punt e
par
562 —
par
vìrgola o in pereè = parlare in punta
di forchetta, con le seste ; con gran
precisione, ed anche con affettata ele-
ganza; 2^àrlà in di dent = parlare fra
i denti: con reticenze; pària in là
man = frastornare; distrarre altrui da
ciò che fa, parlandogli d'altro.
7) pària àdree à vùn = tirarla giù
a uno. Vedi àdree, 7). Anche : me-
nare, portar per bocca uno ; dirne male
a questo e a quello ; ?j^* là eòa ava-
risi a glie pàrleìi àdree tilcc = a ca-
gione della sua avarizia è portato per
bocca da tutti.
8) pària come on liber àtàmpaa, e
per celia, come on liber stràsciaa =
parlare come un libro stampato : di
chi parla bone, in modo da essere ap-
provato, e ironie. : come un libro strac-
ciato.
0) 2)àrlàgh à dna, tosa, à on giòin
= parlare a una fanciulla, a un giovi-
netto : fare all' amore con essa, con
lui. del tempo in cui son fidanzati.
10) Cantare : detto di scritture, con-
tratti e sim. nei quali siano molto in-
dicati gli obblighi 0 diritti delle parti ;
el coniràit el pària ciàr = il conti-atto
canta chiaro.
11) i-ori pària = alludere: accennare
col discorso, spesso con intenzione cri-
tica, a cose 0 a persone senza farne
menzione; de ehi 'l voréva pària '/
predieàtor in là prèdica de doménica?
= a chi alludeva il predicatore nella
predica di domenica?
12) sen pària nànca = non se ne
domanda : di cosa notissima e facile a
immaginarsi ; pàrlèmen pii = non se
no parli altro !
18) femm minga pària! = non mi
fate parlare! per non dir eose spiace-
voli 0 a carico di qualcuno.
14) pària à l'anima, ài cceur = par-
lare all'anima, al cuore : fare impres-
sione.
15) con licénàa pàrldnd = con ri-
si)etto parlando : modo di scusa. Anche
pàrldnd con pòceh rispètt.
16) el pària perchè 'l g'hà là hòca
= parla proprio perchè ha la bocca;
favella come i pappagalli.
17) fa de diiii, de cinquanta pària
= aver due lingue : non aver carat-
tere, dire e disdirsi; l'è eàtìv contràtà
con qiiìj che fa dUu pària = con quelli
che hanno due bocche mal si può pra-
ticare.
pàrlàdór, s. m. = parlatore: chi o che
parla facilmente.
pàrlàmént, * s. ni. = parlamento : le
assemblee legislative, e specialmente
la Camera dei deputati.
parlamentàri, * s. m. = parlamentario :
chi è inviato dal Capo dall'esercito a
parlar col nemico.
pàrlànt, agg. = parlante : di ritratto,
molto somigliante e così ben fatto che
par che parli.
parlantina, * s. f. = parlantina : loqua-
cità smoderata.
parlatóri, s. m. = parlatorio : quella
stanza nei monasteri dove si parla alle
monache attraverso a una grata ; e per
estensione la sala dei conventi, dei
collegi, ecc., dove si sta a parlare colle
educande, coi convittori e sim.
pàrocli, s. m. = parroco, curato : sa-
cerdote che regge una paiTOcchia. E' •
ancora del linguaggio eletto.
pàròchia, s. f. = parrocchia: chiesa
che ha cura d'anime e il luogo sog-
getto a queUa chiesa.
1) ghe n'è tinca per i pòver dela
pàrdchia = ce n'è per tutti, in grande
abbondanza.
pàrochiàn, s. m. = parrocchiano : chi
appartiene al popolo d'una parrocchia.
parodia, * s. f = parodia : travestimento
d'opera o lavoro altrui ri ducendo il
serio al ridicolo.
paròla, s. f. = parola : voce umana ar-
ticolata, esprimente il pensiero.
1) vègh là paròla fàcil = avere la
parola facile: la loquela, la facoltà di
pai-lare ; vègh el don dèla paròla =
avere il dono della parola: la facilità
di parlare all'improvviso.
2) ta-ii là parola, roba là paròla =
= cavare o levare le parole di bocca a
uno ; dir cosa che l'altro stava per dire.
3) toRu là paròla = togliere la parola
nelle assemblee, impedire che uno se-
guiti a parlare ; dà là paròla = dar la
parola: del presidente d'un' assemblea
che concede a uno di parlare.
4) tàià là paròla in bòca = rompere
la parola in bocca: interrompere uno
bruscamente.
5) mètt dna bòna paròla = mettere,
dire una buona parola; raccomandare
che un affare abbia buon esito.
par
— 563 —
par
6) vèsé de pòcch ijàròll = esser di
poche parole: solito a parlar poco.
7) mètt i pàròll in boca = accomo-
dare le parole in bocca a uno : sugge-
rirgli quel che deve dire, indettarlo.
Anche : barattar le parole in bocca a
uno : fargli dir quello che non aveva
detto.
8) mangia i 'pàròll = mangiare le
parole: non esprimerle bene.
9) vèsegh mai staa òna mè^a parola
= non esserci stata mai una mezza pa-
rola: tra persone che non abbiano
avuta mai cagione di lagnarsi l'una
dell'altra.
10) vcgnt à pàròll = venire a parole :
a contesa di parole.
11) l'Ultima paròla l'è minga nàn-
càmd dita = l'ultima parola non è an-
cor detta, le palle non sono ancora
ferme ; può ancora accadere quello che
si 0 non si vorrebbe.
12) coni ona bòna parola se giftsta
tanti ròbb = le buone parole aggiustano
i mali fatti.
13) gimiigh, schèrà de pàròll = allit-
terazione, anagramma : incontri di suoni
e di sillabe affini. Anche : combinazione
di sillabe che danno un senso diffe-
rente da quello che appare. Il volgo
se ne serve per parlare equivocamente;
g'hoo bòn (gobon) trii nàmer ài lòtt :
si dice a chi ha la gobba. Letteralmente
vorrebbe dire : Ho tre numeri buoni da
giocare al lotto ; ma l'incontro delle
prime sillabe produce il suono della
parola gobon = gobbone ; ma glie l'ha
ditt de tàsè : si dice a chi abbia nel
collo lo 'gonghe o gongolo. Letteral-
mente: ma glie l'ha detto di tacere;
ma l'incontro delle primo sillabe swona
maghila = gonga, gongola.
14) 7ion tati i cavai hin de pòsta,
non tùli i pàròll meriten riàpòsta =
tutti i cavalli non son da posta, e tutte
le parole non voglion risposta; giova
talvolta non rispondere.
15) pàròll de fmugh = parolacce.
16) Parola, promessa: manca de
paròla = mancare alla parola, mentir
parola.
17) là eòa paròla l'è on iétrUmént =
la sua parola è un contratto.
18) dà 2)àròla, impegnai là jiàròla =
dar parola, impegnar la parola ; pro-
mettere; ciàptL in paròla = prendere
sulla parola; accettare subito le offerte.
19) paròla d'òrdin = parola d'ordine:
quella che si dà negli eserciti per ri-
conoscersi.
20) paròla per paròla = parola per
parola: con esattezza, precisione.
21) à pàròll = a, in, di parole: con-
trapposto a fatti ; à pàròll me dàrìéen
anca r ànima, ma à fati no me clan
nàgòtt = a parole mi darebbero anche
l'anima, ma a fatti non mi danno nulla.
22) mésa pàròll = mezze parole; di
chi parla e lascia intendere più di quel
che non dica.
pàrolàscia, s. f. = parolaccia; brutta
parola, di cattivo, di turpe significato.
pàrpàj, s. m. = crisalide, fai-falla : bruco
trasformatosi nel bozzolo.
1) Falena del grano.
2) Alia, mastiettino: ingegno di ferro
di varie fogge.
8) Luminello ; serve pei lumi ad olio.
pàrpàidn, s. m. = farfallone : insetto
grosso e peloso.
pàrpoeùla, s. f. = parpagliuola : una
vecchia moneta del valore di 10 cent,
ormai disusata da un pezzo.
pàrpòtera, s. f. = panzana, fiaba, fa-
vola, fanfaluca. Vedi pànsànega.
pàrsiàlitaa, s. f. = parzialità : la pas-
sione 0 l'affetto che ci rende parziali,
anche l'ingiustizia che commettiamo
sotto l'impero di tale affetto o passiono.
pàrt, s. m. = parto : l'atto del partorire,
il partorire.
1) àndà à fàss leva de pàrt = an-
dare in santo : delle donne che si re-
cano alla chiosa la prima volta dopo
il parto, per ricevervi la benedizione
del sacerdote.
pàrt, s. f. = parte : porzione di un tutto,
e ciò che tocca di checchessia a una
persona,
1) Lato, banda: el dorma ééniper
dàla pàrt del coettr = dorme sempre dalla
paiie del cuore.
2) per pàrt de... da parte di... ; el
rèéta so parént per pàrt de mMer =
resta suo parente da parte, da canto
della madre.
3) fa pàrt del so doer = fare parte
dell'obbligo suo, del suo dovere.
4) mètt, làsà de pàrt = mettere, la-
sciar da parte, da banda ; pàéà de pàrt
e pàrt = passar da parte a parte, da
par
- 564 -
par
banda a banda ; mètt de pàrt = met-
tere da pai-te, mettere in serbo : se di
danari, accumulare, fare economia.
6) Quel che ognuno dei personaggi
di un dramma deve dire; sàvè là
pàrt = saper la parto ; fa là pàrt =
far la parte: eseguirla.
6) pài't odiósa = parte odiosa: che
reca altrui dispiacere ed è fatta contro
voglia.
7) là pàrt contrària = la parte con-
traria: l'avversario in giudizio.
8) vièfcs dàla pàrt del tòri = mot-
tersi dalla parte del torto : di chi, pur
avendo ragione nel fondo, sciupa la
sua condizione con false argomenta-
zioni, condotta sbagliata, ecc.
9) vèsé à pàrt de quèicòsà = essere
a parte di checchessia : avervi parte,
parteciparvi .
10) l'cBucc el voeur là eoa pàrt =
l'occhio vuol la sua parte: si deve
badare anche all'aspetto, alla bellezza
esterna.
11) à pàrt = a parte, separatamente.
12) dà 071 ànn à sta pàrt = da un
anno in poi, da un anno ad oggi.
13) per mia pàrt = da parte mia,
a mio nome.
14) d'oìta pàrt = da una parte: per
un certo rispetto, riguardo ; d'ona pàrt
voo in campagna volontéra, de l'altra
■voràrisà sta a Milàn = da una parte,
da un canto vado volentieri in cam-
pagna, dall'altra, dall'altro voiTei stare
a Milano.
15) ciàptL in bona, in mala pàrt =
prendere in bona, in cattiva o in mala
parte ; in senso buono o cattivo.
16) là mìa, là tòa, là sòa pàrt = la
mia, tua, sua parte: molto; el glia
finca Hi là eòa pàrt de tòri = anch' egli
ha la sua pai-te di torto.
17) fa pàrt e volentaa = far differenze,
non essere imparziali: usar due pesi e
due misure.
18 j còsa 1 fa de éti pàrt ? = che fa
lei in questi mari? Incontrando qual-
cuno in luoghi lontani da quelli che
osso frequenta.
19) àndàgh nttnca per là pàrt = non
andare affatto in un luogo; non lasciarsi
manco vedere.
20) sàvè pii de che pàrt voltasi =
non saper da che parte volgersi, come
uscire di i^ruai.
21) /a là lìàrt, i pàrt = far la parto,
le parti ; scompartire, distribuire.
22) Scotto : pagamento per la man-
giata che si fa in comune.
23) fa dò pàrt in comédia = aver
due facce; esser finto.
pàrtàniént, s. m. •= appartamento. Vedi
àpàrtàmént.
partecipa, * «'. att. = partecipare : pren-
dere parte a una cosa e più spesso far
noto, significare.
pàrtecipàsiòn,* s. f. = partecipazione:
il partecipare e 1' atto del significare :
avviso, notizia.
pàrteg-nì, r. att. = appai-tenere. Vedi
àpàrteg-uì.
pàrténsa, s. f. = partenza: il partirsi,
il momento in cui si parte.
pàrtér, s. m. = aiuola : spazio di terreno
fiorito nei giardini. Dal frane, parterre.
1) Trionfo : specie di ornamento delle
mense sontuose.
partì, V. att. = partire: andar via da un
luogo.
particola, s. f. = particola : l'ostia con
la quale si amministi-a l'eucaristia.
pàrticolàr, agg. = particolare: che è pro-
prio di una tale cosa ; l' inéàlàta in
campagna là glia on giist tiitt so pàr-
ticolàr = l'insalata in campagna ha un
gusto tutto suo particolare.
1) ctlsa pàrticolàr = casa particolare;
di persone private.
pàrticolàr, s. m. = particolare : persona
privata, non d'alto grado.
1) Circostanza di una cosa, di un
fatto, di un'opera: ho èàviiii certi piàr-
ticolàr de qioèll matrimoni che hin bèj
come = ho saputo certi particolari di
quel matrimonio che sono bellini assai.
pàrticolàregìaa,* agg. = particolareg-
giato: di racconto, rapporto in cui l'au-
tore si fermi sui particolari, sulle mi-
nuzie,
pàrticolàritaa, s. f. = particolarità, sin-
golarità; qualità o circostanza partico-
lare.
1) Maniera speciale di uno un po'
strano: qtièsta Ve runa di tanti .§ó pàr-
ticolàritaa = questa è una delle tante
sue particolarità.
pàrticolàrmènt,* avv. = particolarmente;
in modo particolai-e.
pàrtida, s. f. = partita, impostatura:
quella nota o memoria di debito o cre-
dito che si fa sui libri dei conti; el
par
- 565 -
pas
nMi Illa eoa pàrttda = lo segno alla
sua partita.
1) Quaatità più o meno grande di
mercanzie; dna pàrtlda de vm, de gran
o sim. = una partita di vino, di grano
e sim.
2) T. di gioco : partita, giocata ; fa
una pàrtlda à scopa = fare mia partita
a scopa.
3) fa dna pàrtìda de ciàccr = fare
una partita a chiacchiere; scherz. pai-
lare del più e del meno per passare il
tempo.
4) Petto, busto : ciascuna delle due
parti della giubba che coprono il petto
e si sovrappongono l'una all'altra.
5) Lama. T. dei coltellin., ognuna
delle duo lame di una forbice.
6) Lama, foglia. T. dei carrozz. nome
di quelle lame che forraan le molle.
7) vèàà là sóa pàrtìda = essere il
suo pano: quel ramo di sapere o di
arti che altri conosca per eccellenza.
pàrtidìiia, s. f. = partitina : dimin. di
partita.
pàrtidòu, s. m. = partitone : buon par-
tito di matrimonio.
1) Partitona: quando al gioco si vince
in pochi tratti la partita.
y^pàrtidòr, s. m. = partitore ' chi divide
in parti; chi fa le parti e specialmente
colui che nelle zecche separa o parto i
metalli.
pàrtidura, * s. f. = partitura. T. music,
scrittura o stampa musicale, dove sono
una sotto l'altra, misura per misura,
tutte lo parti vocali o istrumentali.
partii, pari. = partito: dal verbo partire.
partii, s. m. = partito: occasione di ma-
trimonio.
1) vèss ridòtt à mal partii = es-
sere ridotto a cattivo, a mal partito:
in tristi condizioni, in pericolo.
2) ìnètt el eoo à partii = mettere il
cervello a partito; far giudizio, pensare
ai casi suoi.
3) Partito: in politica, unione di più
persone consenzienti in date opinioni e
tendenti a un medesimo fine; ed anche
per estens. tutte insieme le persone che
sostengono un' idea o favoriscono una
persona.
4) quii del partii = gli aderenti, che
prendono il partito di uno.
5) tra partii de tìitt còse = cavar
partito d'ogni cosa.
pàrtisiòn, s. f. = partizione, affinamento:
il separare i metalli. T. di zecca.
pàrtiirì, v. att. = partorire : mandar fuori
dal corpo il proprio figliuolo.
pàrtilriénta, s. f. = partoriente, puer-
pera: donna che partorisce, o ha ap-
pena partorito.
pàrur, s. f. = finimento. Dal frane, pa-
rure. Vedi flniinènt, 1).
pas, s. f. = pace : tranquillità d'animo;
mori in pas = morire in pace; viv in
pas = vivere in pace, tranquilli; man-
gia, bev e tàs e viv in santa pas =
mangia, beve e taci e vivi in santa
pace.
1) Quiete, riposo; éto dolor de dent
no 'l me dà pas ne di ne nótt = que-
sto dolore di denti non mi lascia pace
ne di giorno, ne di notte; podè minga
dàss pas = non saper darsi pace; es-
sere tribolati da forte angoscia.
2) Pazienza, rassegnazione; i disgràsi
biéògna eiàpàj in santa pas = le di-
sgrazie bisogna prenderle in santa pace.
3) Di Stati il non essere in guerra
con altri, e il godere tranquillità in-
terna,
4) va in pas = va in pace : licen-
ziando uno quasi con augurio che non
ritorni.
5) dàs^ pas = darsi pace ; mètt el
coeùr in pus = mettere il core in pace:
rassegnarsi, acconciarsi a ciò che suc-
cede anche se non ci soddisfa.
6) mètt pas, fa fa la pas = metter
pace, accordare: conciliare persone che
discordano.
1) fa pas = far pace, la pace ; tor-
nare in pace, rimpaciarsi con uno; fa
là pus = far la paco. T. di gioco.
Vedi pace.
8) là societaa déla pus = la società
per la pace: ottima istituzione che ha
per scopo di diffondere sempre più il
concetto, che la guerra è iniqua e sol-
tanto nella pace risiede la felicità dei
popoli.
9) Palmizio : olivo della domenica
santa o delle palme.
pàsà, v. att. = passare: I. Intrans., andare
da un luogo ad un altro ; pàéi iùti i
dì déla Gàleria = passo tutti i giorni
per la Galleria; pàsa 'l vapor = passa
il vaporo.
1) Di vento, aria, luce, acqua, ecc./
pas
- 566 -
pas
finH'ter che làsen pàéà Vària = fine-
stre che lasciano passar l'aria.
2) Di fiume, strada, e sim., el Pò 'l
pòsa de Piacènsa = il Pò passa per
Piacenza; el étràdon ci pàsa pròpi de-
ndns àia nostra eà = lo stradone passa
proprio dinanzi a casa nostra.
3) Riferito a discorsi, a ragionamenti;
pàéà da on diseoré à Valter = passare
da un discorso all'altro.
4) pàsà per... = passare per..., essere
tenuto nell'opinione altrui per...: elpàsa
per el mèi pi-ofesÓr de Milàn = passa
per il miglior professore di Milano.
5) pasti per là ment = passar por la
mente: venire il pensiero.
6) Passare in una casa, in una stanza;
entrarvi; sònt àndaa per fàgli vìsita
ài étndech, ma làsàven minga pàéà =
sono andato per far visita al sindaco,
ma non lasciavano passare; el cdr trdpj)
alt el paéàpa minga de la pòrta = il
carro troppo alto non passava per la
porta.
7) Del tempo, trascorrere: iànnpà-
éen àia svèlta = gli anni passano ra-
pidamente.
8) Di male, dolore, passioni, pioggia
burrasca, ecc., finire, cessare; gh'è pà-
saa là fèver = gli è passata la febbre;
Ve dna fùria che pàsa prèét = è una
furia che passa presto.
9) Di cose da mangiare e segnata-
mente di carni che hanno perduto la
freschezza: el melòn el fa prèsi a pàéà
= il popone fa presto a passare.
10) Di legge, di proposta, essere o
no approvata; se pàsa là leg éUi dàèi
semm bèi e fritt = se i)assa la legge
sui dazi, Siam fritti.
11) pàéà i esànim = essere pro-
mosso agli esami; riscuotere l'appro-
vazione; pàéà per el biis déla ciàv =
passare a scapellotto, per essergli stata
usata un'indulgenza estrema.
12) pàéà coni là scàpola = passare
a scapei otto; a un teatro, a iiuo spet-
tacolo, senza pagare l'ingresso.
13) podè pàéà = poter passare : di
cosa che ò passabilmente buona.
14) pàéà sora à quèicòéé = passar
sopra a una cosa, non fermarci l'atten-
zione.
15) pàéà àtàech, àtàech = rasentare.
16) pàéà dent = intromettere, inse-
rire, entrare.
17) pàéà = sballare: passare un dato
punto al gioco per cui invece di vin-
cere si perde.
II. Trans. 18 ) Attraversare : han
pàéaa '/ Gotàrd lunedi = hanno pas-
sato il Gottardo lunedi.
19) Oltrepassare, andare al di là :
Ve on coràgg che pàsa i lìmit = ò
un coraggio che passa i limiti; Ve
on' attèsa che pàéa i trénta m.éter éi-
cur = è un'altezza che passa certa-
mente i trenta metri.
20) Vincere, essere superiore: el tò
fimi ie pàéa tiicc per diligenéa = tuo
figlio passa tutti gli altri in diligenza.
21) Di tempo, spenderlo, consumarlo :
eoo minga còme fàroo à pàéà àncàmù
Óna éetimàna chi insci = non so conio
farò a passare ancora una settimana
qui.
22) Somministrai'e ; segnatamente di
alimenti : el ghe pàéa trii franch ài
di, là legna e 'l Din = gli passa tre
lire al giorno, la legna e il vino.
23) Tollerare, sopportare; n'hoo pà-
éaa tanti de dispiasè ! = ne ho passati
molti dei dispiaceri !
24) pàéàéela ben o mal = passarsela
bene o male; condurre la vita bene o
male.
25) pàéàla liscia = passarla liscia,
pulita : scampare castigo o danno o
pericolo impradontemente affrontato : se
là pàH ben = se la scampo.
26) fa, pàéà = passare ; di lenti, pa-
tate, fagioli, ecc., che, dopo cotti si
comprimono nello staccio per estrarne
la pasta che contengono. Anche: far
passare, aiutare la digestione di cibi
non facilmente digeribili.
27) tùli i dì ne 2iàsa viin = ogni
dì ne passa uno : il tempo vola.
28) Concedere, non far caso : là pri-
ma te Vhoo pàéàda, nm quèéta te là
jiàéi pròpi no = la prima te l'ho pas-
sata, ma questa proprio non te la passo,
a questa poi non do passaporto.
29) Rivedere , osservare, scorrex'e:
fàmm el piàsè, pàéi ti sii bòéé de
élàvipa = fammi il favore, passale tu
questo bozze di stampa.
pàsa, (e) avv. = oltre, più : esprime su-
periorità di numero, di prezzo e sim.
= el g'hà dna rèndita de quaranta-
mila frànch e pàéa = ha una rendita
di 40,000 lire e piiì.
pas
- 567 -
pas
pàsaa, agg. = passato, scorso che è tra-
scorso; l'ànn pàsaa, là éètimàna pà-
éàda = l'anno passato o ugnanno, la
settimana passata.
1) per el pààaa = per il passato, per
r avanti.
2) Di carni, o altro da mangiare,
quando hanno cominciato a andare a
male. Anche: stracotto; che ha passato
la cottura giusta.
3) òna tosa pàsàda = una ragazza
attempatella. Vedi popolana.
pàsàbil; agg. = passabile, comportabile,
mediocre : da potersi passare.
pàsàbroeiid, s. m. = colabrodo, staccio,
colino : serve per passare il brodo e
nettarlo dagli ossicini che la carne vi
può aver lasciato.
pàsàcórd, s. m. = passacorda: arnese
di ferro che il sellaio, e il materassaio
adoperano a mo' d'ago.
pàsàda, s. f. = passata, passo, passag-
gio : là pàsàda di quàj = la passata,
il passo delle quaglie.
1) dà^fh òna pàsàda = dare una pas-
sata, di scritti, libri e sim, scorrerli,
senza troppo fermarvisi, ed anche ri-
vederli per rinfrescarli nella memoria.
2) * lìàsàd del bàselhi di càròsé = i
battenti del predollino/
3) dà pàsàda = passarsela : non cu-
rarsi, non darsi pensiero di una cosa.
pàsàdéla, agg. = passatella : di donna
non pili giovane ; l'è pàsàdèla, ma là
se eonèerva ben e l'è àneàmd simpà-
tica = è passatella, ma si conserva
bene ed è ancora piacente.
pàsàdèll, agg. = passatotto ; di uomo
piuttosto avanzato in età.
pàsàddra, s. f. = passatoio : piccolo pon-
ticello.
1) Quella lista di tela stampata larga
un due terzi d'un metro che si tira
da un uscio all'altro di una sala per
non passare tutte le volte sui tappeti
a sciuparli.
pàsàgér,*s. m. = passeggiero: chi viaggia
da luogo a luogo in legno.
pàsàgg,* .9. m. = passaggio: il passare
per un luogo, da un luogo all'altro,
il luogo stosso per cui si passa, e l'an-
dirivieni di molta gente che passa.
pàsàmàn, s. m. = passamano: sorta di
guarnizione.
pàsàmàntee,* s. m. = passamanaio : chi
fa passamani, fiocchi, frange, coso si-
mili.
pàsamàntéra, * s. f. = passamanaia, e
trinaia : donna che fa trine.
pàsàmontàgu, s. m. = pappafico : specie
di berretto che copre anche gli orecchi.
pàsànt, agg. = passante : di cibi o be-
vande, facilmente digeribili.
pàsàport, .9. m. = passaporto : permesso
di uscire liberamente dallo Stato.
pàsàréla, s. f. = passerella : specie di
cavalcavia attraverso a strade ferrate.
1) Tirante codato : serve a tenere in
sesto abetelle, antenne e sim.
pàsàréra, s. f. = colombaia : parte più
alta delia casa a mo' di torre, dove
vanno a por nido i colombi e altri
uccelli.
pàsàrìn, s. m. = passerino : il figlio della
passera.
1) *■ pàsàritt = gli uccellini, gli uc-
celletti : quelli in genere dal becco gen-
tile, che si mangiano.
pàsàròtt, s. m. = passerotto: ciascuno
dei pulcini della passera levati dal nido
e non per anco cresciuti.
pàsàtéinp, * s. m. = passatempo : tutto
ciò che diletta e serve a passare il
tempo senza noia.
pàscénsa, s. f. = pazienza. Voce quasi
interamente disusata per pàsiéusa.
Vedi.
pàscol, s. m. = pascolo : luogo dove le
bestie possono pascere.
pascola, V. att. = pascolare, pascere :
il mangiare che fanno gli animali
l'erba nei campi.
pàségr, s. m. = passeggio: il luogo dove
si passeggia.
pàsegià , V. att. = passeggiare : cam-
minare con passo moderato e per sem-
plice diporto, per far del moto.
pàsegiàda, s. f. = passeggiata: il pas-
seggiare e il luogo dove si passeggia :
à Mendrts gh'è tanti bèj pàéegiàd =
intorno a Mendrisio ci sono di molte
belle passeggiate.
pàsegiàdìua, s. f. = passeggiatina, pas-
seggiatella : dim. di passeggiata.
pàsera, s. f. = passera: piccolo uccella
di color grigio e ce n'é di più specie.
1) pàéera éolitària = ji^ssera soli-
taria : uccello più grosso della passera
comune; non va mai in branco e canta
soavemente.
2) pari dna niàda de pàser = faro
pas
568 —
pa»
un passeraio, uq passerio; di un con-
fuso cicaleccio, di persone raccolte in-
sieme.
3) 2^àri 'l nid di pàser = parere il
nido delle passere ; di testa coi capelli
ariuffati e accatricchiati.
pààerìn, s. m. = giilletto: ferretto che
fa scattare la molla di un'arma da
fuoco.
pàsètt, s. m. = fioretto : spada per eser-
cizio di scherma. Usa ormai pochis-
simo.
1) Pernio: asticella o cilindretto di
legno 0 di ferro che tiene uniti due o
più pezzi di un congegno.
2) Anello corsoio : strisce di cuoio
che nelle cinghie servono a tener fer-
me le estremità che sorpassano la fìbbia.
pàsia, s. f. = pazzia: atto, discorso
strano, irragionevole ; fa di pàMJ =
far pazzie ; el tmiir àndà sui giàéee à
fa Notài, ina là me par dna pasta =
vuole andare sui ghiacciai a far Natale,
ma la mi pare una pazzia.
1) l'è pasta = è inutile ; se te vègnet
minga ntinca ti, l'è pasta = se non
vieni neppur tu, è inutile.
pàsiénsa, * s. m. = pazienza: virtù che
insegna a sopportare con rassegnazione
avversità, dolori, e ogni cosa molesta ;
per fa 'l màèster ghe voeur dna gran
pàsiénsa = per fare il maestro occorre
una gran pazienza.
1) Cura dilcgente, assidua nell'ese-
cuzione di qualche lavoro : Tè on ri-
càmin fintsim; gh'è voriiii dna gran
pàsiénsa à fall = è un ricamo finis-
simo; ci voUe una gran pazienza a
farlo.
2) tibia, obice pàsiénéa = abbi, ab-
biate pazienza: è modo di chiedere
scusa di un biasimo: àbia pàsiénsa,
inìt te ghet tòrt = abbi pazienza, ma
hai torto.
3) /rir pèrd là pàéimsa à on èànt =
far rinnegare la pazienza.
4) In senso di concessione : che tosa
pièna de càprtsi! Pàsiénsa là g'àvèss
di dànec, inà là g'hà nàgota = che
ragazza piena di capricci ! Pazienza,
se avesse denari, ma non ha niente.
pàsiéut, agg. = paziente : chi ha pazienza
è tollerante, e anche chi fa le cose con
diligenza con amore.
pàsin, s. m. = passettino, piccolo passo,
1 ) Passiccio : alquanto passo ; sti
fior kin on poo pàsitt = questi fiori
sono un po' passicci.
pàsio,* s. m. = passio. T. eecles. : quella
parte del Vangelo dov' è naiTata la
passione e la morte di Gesù Cristo.
pàsiòu, s. f. = passione : affetto disor-
dinato dell'animo.
] ) Amore intenso, affetto vivissimo ;
e la persona, o la cosa oggetto di tale
amore, di tale alfetto : el g'hà dna pà-
éidn per là tdsadel stndech = ha una
passione per la figlia del sindaco ; el
pèss fritt l'è là sda pàsidn = il pesce
fritto è la sua passione.
2) Afflizione, dolore dell'animo, pena,
travaglio: póer òmm ! l'è mòrt de pà-
sidn = pover uomo! ò morto di pas-
siono.
3) là jìàsidn = la passione : i pati-
monti e la morto di Gesù Cristo.
pàsionàss, v. rifl. = appassionarsi : pren-
dere passione a qualche cosa, e acca-
lorarsi nel discorrere di qualche cosa.
pàsioniii; s. m. = fior di passione: fio-
rellino con cinque foglie bianche, e la
pianta che la produce.
pàsiv, agg. = passivo : che soffre l'ef-
fetto dell'altrui azione, che non opera
da sé : contrario di attivo.
1) pàstv, s. ni. = passivo, passività :
debito.
pàsivitaa, s. f. = passività: debito, ipo-
teca.
pàsmàn, s. m = fioretto. T. di ballo, il
quale però non usa quasi più.
paso, s. m, = passo : nella canzonetta
dagliela avanti on paso. Vedi da-
gliela, 2).
pàsón, s. ni. = passone, palo : troncone
per lo più con ghiere di ferro nelle
testate clie si affonda nel terreno per
rendere più saldi i fondamenti, o gli
argini.
pàsoiià, v. att, = palificare, palafittare :
ficcar pali in terra.
pàsonàda, s. f. = passonata, palafitta :
riparo fatto di })ali confitti in terra per
istabilire e assicurare i fondamenti de-
gli edifizi 0 gli argini.
pàspà, V. att. = palpare, toccare e ri-
toccare stringendo parti morbide.
1) Brancicare : toccar colle mani al-
lentandole e stringendole spesso.
2j Tastare, toccare ripetutamente con
certa arte, riguardo, premura.
Pàsqua, s. f. = Pasqua, Pasqua di Ee-
pas
569 —
pas
suiTezioae, Pasqua d'ova : il giorno in
cui i cristiani credono sia risorto Gesù.
1) fa Pàèqita = rendere, prendere
la Pasqua : confessarsi e comunicarsi
secondo il precetto della Chiesa.
2) Ve contént còme dna pàsqua =
ò contonto come una Pasqua : di chi
si trova assai contento.
3) de Faiqnci = pasquale ; i fcst de
Pàsqua = le feste pasquali.
pàsquàl, agg. = pasquale, da Pasqua.
p.àsquee, s. m. = piazza. L'origine del
vocabolo milanese, ormai rimasto in
pochissime frasi, è latina, e trae da
pascila, perchè sullo piazzo cresceva
l'erba quasi come su pascolo. Si dice
ancora con qualche frequenza : el pàs-
quee di gàlnn = la piazza galline.
pàsquèta, et. f. = l'Epifania: la festa dei
Ke Magi, il 6 gennaio.
Pàsquìn, s. •?». = Pasquino: nome di un
torso di marmo in Roma, su cui ap-
piccavansi motti satirici, arguti, come
sul nostro Uomo di Pietra.
1) Nomo di un giornale umoristico
torinese.
pàsqiiìuàda, s. f. = pasquinata: motto
satirico, arguto che appiccavasi al Pa-
squino. Vedi sopra Pàsqfiìu.
1) Por cstons. in gener. ogni breve
satira.
pàsqìiiroeù, s. m. = Pasqualino : chi si
accosta ai sacramenti soltanto per la
Pasqua.
1) Pasquirolo : piazzetta, piazzola :
rimase soltanto nel non^e di una via.
l)àsS) «. m. = passo : quel moto do' piedi
che una persona o un animale fa an-
dando, e anche lo spazio compreso tra
l'uno 0 l'altro piede quando si fa il
passo : slongà '/; pass = allungare, ac-
celerare, allestire il passo ; de cà mìa
à r tifisi gli' è minga cent pàéè = da
casa mia all'ufficio non ci sono cento
])assi ; àndti d' on bèli pass = studiare
il passo; on pass dòpo l'alter = passo,
passo : piede innanzi piede, passo in-
nanzi passo; adagio, adagio.
1) fa diiii pass = far due passi : una
breve passeggiata.
2) àndà del àò j)àss = camminare
andantemente.
8) gh'è quàter pàSé = c'è un piccol
tratto, ci son pochi passi.
4) fa H pààs segond làgtmba = fare
i bocconi a misura della bocca; rego-
larsi coi mezzi che uno ha.
5) L'andatura, il modo di cammi-
nare, la camminata : conoss vun al
pass = conoscere uno al passo, alla
camminata.
6) àndà ài pass = andar di passo :
del passo solito, ordinario, non di corsa.
Dei cavalli è la più lenta andatura.
7) pàés à diiii = passo a due : il
ballo eseguito da un ballerino e da una
ballerina insieme.
8) Partito, risoluzione : el màtrimtini
Ve on gran pass = il matrimonio è un
gran passo.
9) Ijuogo per dove si passa, adito,
passaggio : ed g'hà làsaa lìber el pàsé
= gli ha lasciato libero il passo, gli
aperse l'adito.
10) Callaia, callare : quell' apertura
che si fa nella siepe per potere entrare
nei campi.
11) Guado: luogo basso del fiume
dove può passarsi senza barca o ponte.
12) Le pratiche necessarie per otte-
nere checchessia: per fàmm paga hoo
doviiii fa i me pass = per fanni pa-
gare ho dovuto ricorrere allo autorità,
amministrative o giudiziali.
13) dà pài-s à on inipègn = soddi-
sfare, compiere un obbligo.
14) se là fa inàm de sto pass = se
, continua così, se progredisce a questo
modo.
15) bòn de mètt à on pass doepàéa
nisùn = uomo da nulla, buono a nulla.
16) pass del bàselln di càrò§§ =
montate del predelliuo.
17) Spallo: il passare un dato punto
al gioco per cui invece di vincere si
perde.
pass, agg. = passo, appassito : di frutta,
fiori, erbe quando non sono più freschi.
1) Alido : di frutto che por mancanza
di umore diventano rasciutto e gi-inze.
pàst, s. m. = pasto, nutrimento, cibo :
ciò di cui si ciba l'animale.
1) H mangiare che si fa una o più
volte al giorno abitualmente; sta ài
pàst = mangiare ai pasti : cioè non
mangiare se non nelle ore stabilite per
le colazioni e per il ])ranzo.
2) ài pàst = al pasto : nel mangiare :
ài pàst bévi vin legér = al pasto bevo
vino leggero ; foeùra de pàst = fuori
di pasto, dopo il pasto : non mangiando.
pas
570 -
yas
3) vm de pàst = vino da pasto :
vino buono da pasteggiare.
4) tegni pàst = nutrire : soddisfare
l'appetito.
5) à tiitt pàH = a tutto spiano : in
abbondanza e senza interruzione.
pasta, s. f. = pasta: farina intrisa con
acqua e fatta densa quant' occorre ri-
menandola, della quale si fa specialm.
il pano.
1) Paste: pasta che ridotta in pic-
cole parti e di varie forme, si cuoce
per minestra con svariatissimi nomi.
2) pasta fresca, = pasta da minestra
fatta in casa a cui si aggiunge ovo.
3) ptUa conàìda = paste asciutte
con cacio e burro.
4) là cànèla déla pasta = spianatoio,
matterello : bastone a cilindro per ispia-
nare la pasta.
5) *■ pàst = le paste : dolci fatti di
pasta con ova, zucchero e altro.
6) j)àsta sfoiàda = pasta sfoglia:
pasta dolce a strati sottilissimi,
7) pasta fròla = pasta frolla o reale:
pasta con zucchero e burro per pasticci.
8) vèss de pasta fròla = essere di
burro, èsser fatto di buiTO ; fìg.: avere
una costituzione molto delicata che si
risente d'ogni più leggera impressione.
9) vèss de bòna pasta = essere di
pasta dolce, di cai'attere buono ; vcsè
de ristésa pasta = essere d'una buc-
cia, d'una stampa.
10) vègh i man in pasta = avere le
mani in pasta: trattare un negozio,
fare un'affare; ed anche: averci pra-
tica in una cosa.
11) Intriso di farina e acqua, al-
quanto consistente, per appiccicare la
carta.
12) Intruglio di stracci macerati e
sminuzzati nell'acqua, col quale si fa
la carta.
13) La carne tagliuzzata per farne
salami e sim.
14) fa là pasta = pigiare : del gatto
quando preme colle zampe che strìnge
e allenta.
pàstee, s. m. = pastaio : chi fa e vendo
paste da minestra e quindi si può chia-
mare con vari nomi : vermicellaio, la-
sagnaio, ecc.
1) Pastorello: pallottole di sudore
appastato sulla persona di chi non è
netto.
pàstegià; V. att. = pasteggiare : prenderò
il pasto, mangiare una data cosa al
pasto.
1) Del vino che si beve mangiando
a pranzo o a colazione : vln de pàste-
già = vino da pasteggiare, da pasto.
pàstéll,* s. m. = pastello : i colori as-
sodati coi quali i pittori, senza scio-
glierli coloriscono sulla carta le loro
figure.
pàstilia, ?. f. = pasticca : pezzetto ro-
tondo, 0 a quadrelli, che si fa con zuc-
chero, gomma e materie medicinali, per
prendersi come rimedio.
pastina, s. f. = pastina : dim. di pasta,
nel senso di paste da minestra.
1) Panicela : pasta liquida.
2) Grumato grigio o Prugnolo ba-
stardo : specie di fungo.
pastina, V. att. = impasticciare : far doi
pasticci, cose abborracciato ; fai'e qual-
che cosa grossolanamente, senza garbo
né grazia.
pàstìsee, s. m. = pasticciere, pasticcialo :
chi fa e vende paste dolci.
pàstiserìa,* s. f. = pasticceria : la bot-
tega deve si fanno e si vendono paste
.dolci, pasticcini, pasticci. Si dice però
più largamente ofeleria.
pàstisìu, s. m. = pasticcino : pasta dolce
in forma di piccolo pasticcio.
pàstisòn, s. m. = pasticcione: accresciti
di pasticcio.
1) D' uomo bonaccione che fa le coso
senz'arte, alla rinfusa.
2) Aggeggione : chi aggeggia o non
conclude nulla.
pàstiss, s. m. = pasticcio : specie di vi-
vanda ghiotta e delicata.
1) Qualunque lavoro abborracciato,
senz'arte, confuso.
2) Imbroglio, avviluppamento ; km
geni tròpp pién de pàstisé = son gente
troppo piena di pasticci.
3) Aggeggio: cosa equivoca; in che
pàstiss te me mHet? = in quale ag-
geggio mi metti ?
pàstòcch, s. m. = intmglio : quando ò
denso più del bisogno.
pàstòcia, s. f. = pastocchia, inganno,
finzione.
pàstòn, s. m. = pastone, bozzima : in-
triso di crusca, o farina e acqua che
si dà ai polli, agli uccelli e ai cavalli, i
1) Anche di una minestra troppo- I
densa ; questa ehi l'è minga minestra^
pas
— 571 —
pat
l'è pàston per i gàinn = questa non
è minestra, è bozzima per le galline.
pàstòr, s. m. = pastore, mandriano, be-
stiaio : colui che custodisce e mena a
pascolare gli armenti e le greggio.
pàstoràl, s. m. = pastorale, ferula : ba-
stone 0 mazza vescovile alta e ricurva
in cima.
1) Agg. pastorale : da pastore ; spe-
cialmente le sonato por organo che si
usano alle feste di Natale.
pàstorisia,* s. f. = pastorizia ; l'ai-te di
custodire, allevare, pivscolare il be-
stiame e trarne guadagno.
pàstoròtt, (on bòli) = una buona pasta
di zucchero : d'uomo o di ragazzo af-
fabile, docile e buono.
pàstós, agg. = pastoso, molle, morbido ;
trattabile come la pasta.
1) In arte ciò che non è ruvido, che
fa dolco impressione.
pàstrugn, s. in. = intruglio, piaccicotto,
pacchiuco : cosa fatta senza cura, in
modo confuso.
1) Pottiniccio : qualsiasi accomoda-
tui'a mal fatta, mal riuscita.
I)àstrug'nà, v. alt. = brancicare, man-
trugiare : ravvolgere fra le mani una
cosa con poco garbo : toccarla qua e
là stringendo e allontanando le mani
più volte.
Iiàstriig'naa, agg. = mantrugiato, bran-
cicato : di frutte a buccia liscia che
hanno perduto il naturai fiore, cioè
quella polvere o velo bianchiccio che
lo ricopre fresche.
pàstriignàda, s. f. = piaccicotto, bia-
sciotto : cosa malfatta.
1) Pottiniccio. Vedi pàstrug'ii, 1).
pàstriigriiìn, s. m. = brancichino : dim.
di brancicone.
pàstriiguón, s. m. = brancicone : chi ha
il vizio di brancicare.
1) Imbrattone: chi facilmente imbratta.
2) Imbroglione : chi fa imbrogli bene
e volentieri.
pastura, s. f. = pastura : luogo di pa-
scolo, e l'erba di cui le bestie si pascono.
pàstiirà, V. att. = pasturare, pascere :
condurre alla pastura, dar la pastura.
pasturai, s. m. = impastura : parte del
piede dei cavallo, dove gli si legano le
pastoie.
pàta, s. f. = bracchetta, toppa, toppino:
pezzo tagliato a guisa di sportello, che
chiude lo sparato dei calzoni e si ferma
con due bottoni alla cintola. Ora se ne'
vede di rado assai.
1) fa pata = impattare: far pari e
patta; non vincer ne perder al gioco. -
pàtàca, s. f. = patacca, frullo : cosa da
nulla affatto.
pàtàfla, s. f. = epitaffio. Vedi epitàfl."
1) Macchia larga. A^edi pàdéla 6).
2) Lenzuolo; avviso grande e largo.
pàtàìa, (in) = in gonnella, in gonnelle :
delle donne e dei bambini quando sono
mezzo vestiti e non hanno che la gon-
nella, e talora neanche quella.
pàtàn, s. m. = bamboccio: fam. di bam-
bino grasso e fresco. Anche bàdàu^
pòer pàtun ; come Ve bèli! = caro bam-
boccio ; quant'è bello !
pàtàttflàua, s. f. = ciondolona : di donna
grassa, che lavora poco, malvolentieri
e lentamente.
pàtària, s. f. = ciarpe, ciarpame : sferre
vecchie, vecchiume, raccolta di arnesi,-
oggetti, vesti vecchie e poco utili.
patata, s. m. = patata : pianta comunis-
sima i cui tuberi si mangiano cotti, e
il tubero stesso.
pàtàtoccli, s. ni. = patatucco : voce di
spregio colla quale si chiamavano da-
noi i soldati austriaci.
pàtàtin, pàtàtóii, = picchia eh' i' pic-
chio : quando si danno busse senza mi-
sericordia.
pàtàtràch, esci. = patatrac : quando si
indica lo sfasciarsi subitaneo di qual-
. che cosa che per conseguenza precipita.
pàtee, s. m. = rigattiere : rivenditore di
vesti ed altre cose usate.
1) Ferravecchi : chi compera e ri-
vende sferre ed altre cose vecchie.
pàteléta, s. f. = rivolta : strisce di panno
che si sovrappongono alle tasche delle
giacchette, dei palton e sim.
1) Mostra, mostreggiatura : la rivolta
del petto negli abiti maschili.
pàtèll, s. ni. = pezza : pannolino o lana
in cui si rinvolgono i bambini in fasce.
1) Braca: la pezza che si mette ai
bambini fra le cosce, perchè non si in-
sudicino e non si recidano.
2) Fazzoletto ; coni on étràsc cV on
pàtèll in eoo = con uno straccio di
fazzoletto in capo.
patema, e. m. = patema, afflizione, do-
lore amaro.
patena, s. f. = patena : disco di me-
tallo che copre il calice sopra la palla.
pat
- 572 -
pat
pàteutà) «'. citt. = patentare : munire
della patente per esercitare un ufficio,
un mestiere.
pàtènta e meno volgarm. patènte,* s. f.
= patente : carta che attesta della fa-
coltà di esercitare un ufficio, una pro-
fessione, un commercio.
1) dàgh à vun là patente de ciàll^
de ksen, de stttpid, e sim. = dare ad
uno la patente di stolto, d' asino, di
imbecille, e sim., qualificarlo tale.
pàteutaa, agg. = patentato : che ha la
patente.
pater, s. m. = pater : voce latina per
indicare l'ovazione del Paternostro.
pàtera; *•. att. = spaternostrare ; biasciar
paternostri ; Ve dna bigotdna ; invece
de ciirà i fioeu, l'è sémper in gésa à
pàtera = è una bacchettona ; invece di
curare i figlioli, è sempre in chiesa
a spaternostrare.
patèrna e pàtèrnàl, s. f. = paternale:
grave rampogna fatta a persona infe-
riore.
pàtèriiàmènt, * atw. = paternamente :
con affetto di padre.
pàtèrnitaa^ s. f. = paternità : l'essere
padre, lo stato e la qualità di padre.
paternòster, s. m. = paternostro : ora-
zione domenicale.
1) Ogni pallottolina maggiore della
corona per dire il rosario che fra die-
cina e diecina d'aveniarie segna la re-
cita di un paternostro.
2) éàvè óna ròba còme 'l paterno-
ster = sapere una cosa come il pater-
nostro : saperla benissimo, senza sba-
gliare.
3) dì àdree el paternòster di ràtt =
dire il paternostro della bertuccia : be-
stemmiare, maledire altrui fra i denti.
pàtètich, agg. = patetico : che desta
malinconia.
1) àndà in del pàtètich = dar nel
patetico : cominciar a dire o far cose
che destino malinconia.
pàti, V. att. = patire : soffrir dolore.
1) finì de pàti = finir di patire : di
chi iiiuore per fiera malattia.
2) fa pàti = far patire : cagionar
dolore.
3) pàti on mal = patir d'un male :
andare soggetto ; mi pàttèi el mal de
feéta = io patisco di mal di testa.
4) Di cosa che riceva in qualunque
modo danno, detrimento ; là carne col
càld là pàtisé = la carne col caldo pa-
tisce.
5) bisogna pàti per compatì = corpo
satollo non crede al digiuno : la pancia
piena non pensa a quella vuota.
pàtibol, * s. m. = patibolo : palco dove
si dà la morte per mano del boia.
1) el par cìie ' / vaga ài pàtìbol = par
che vada al patibolo : di chi fa cosa
contro volontà, con grande avversione.
patibolar,* agg. = patibolare, da pati-
liolo : si dice come aggiunto di faccia ;
l'è ona fàcia patibolar = è una faccia
da patibolo: d'uomo da forca.
patirli, V. att. = adirarsi, adontarsi, aver-
sene a male : aversi per male di una
cosa e stare scorracciti ; se 7 ghe pà-
tisé che '/ vaga ài frèsch = chi se l'ha
a male s'allenti : non curandoci di chi
possa avere a male una cosa ; à digli
là veritaa el gite pàtiss = a dirgli la
verità se ne adonta.
patii, agg. = patito : smunto per ma-
lattia 0 sofferenze avute.
lì Afato : di frutte state strizzate
dall'afa.
2) Guasto : della carne, del vino, o
sim. che abbia avuto danno, detrimento.
pàtimènt, * s. /«. = patimento, il patire.
pàtin, s. m. = pattino : sorte di ferro
che si applica al suolo della scarpa per
scivolare sul ghiaccio.
pàtina, s. f. = patina : inverniciatura,
vernice.
1) Strato d'olio di pesce, nerofumo e
sego strutto, per dare il lucido alle
pelli.
2) Di roba appiastracciata in bocca
per indigestione.
pàtina, s. f. = presa, pugnetta : specie
di guancialino di cenci con cui le sti-
ratore, i sarti, i cappellai prendono la
maniglia del ferro per non iscottarsi.
1) Guiggia : parte superiore dello
zoccolo e della pianella, dove si infila
il piede.
pàtina , V. att. = pattinare : scivolare
sul ghiaccio coi pattini.
pàtoà, s. m. = dialetto : la lingua spe-
ciale di un paese in rapporto alla lin-
gua comune. Dal frane, patois.
pàtòccli, agg. = bazzotto, coccio, cagio-
noso, aociaccoso.
1) deventà pàtòcch = imbozzacchire,
incatorzolire, intristire.
pàtona, s. f. = toppone : pili pezzi di
pat
573 -
pat
pannolino soprapposti 1' uno all' altro,
cuciti insieme a guisa di coltroncino.
Si mette sotto ai bambini e ai malati,
perchè le orine non guastino il letto.
1) Tela da pane : quella tela grossa
che servo a coprire il pane in sul-
l'asse.
2) Panno delle bruciate : il coltrone
sotto cui si mettono le bruciate appena
cotte a impolpare.
3) Coltrone : quella specie di por-
tiera che è all'uscio delle chiese e an-
che di certe botteghe da vinai per pa-
rar l'aria e il freddo : onde era cele-
bre fra noi 1' Osterìa déla pàtdna.
pàtoiiìn, s. VI. = toppino : dimin. di
patoua = toppone.
pàtouiua, s. f. = stomachino : pezzo di
tela fino, addoppiato, imbottito di co-
tono 0 trapuntato che si porta talvolta
sul petto per tenerlo caldo.
pàtràss, (àndà à) = andare a patrasso ;
morire.
pàtria, s. f. = patria : il paese dove uno
è nato e vissuto ; l'amor de ptitria l'è
gimt, ma l'è piisee yiuàt e sànt l'amar
de Vìimànitaa = F aniore di patria è
giusto ; ma è più giusto e santo l'amore
dell'umanità,
patriarca, s. un. = patriarca : nome che
si dà ai primi padri, ai santi perso-
naggi dell'antico testamento.
1) pari on pàtritLrca = parere un
patriarca : d' un vecchio venerando,
colla lunga barba.
2) Titolo di dignità ecclesiastica ; el
patriarca de Venèsia = il patriarca di
Venezia.
pàtriàrcàl,* agg. = patriarcale : di o da
patriarca ; l'è òna fàmilia pàtriàrcàl
= è una famiglia patriarcale.
patrimoni, s. m. = patrimonio : beni
ereditati dai genitori e dagli antenati,
ed anche le sostanze accumulate col
lavoro e col risparmio ; el s'è faa on
bèli patrimòni = s'è messo insieme un
bel patrimonio.
patriòta,* s. m. = patriotta : chi ama la
■ patria, pronto a sacrificarsi per lei.
pàtriòticli,* agg. = patriottico : da buon
patriotta.
1) Di cose che riguardano la patria,
la gloria, la fortuna di lei ; ona càn-
àòn jìàtriòtica = una canzone patiùot-
tica ; on ino pàtriòtich = un inno pa-
triottico.
pàtriotìsnio,* s. m. = patriottismo : sin-
cero e caldo amore di patria.
pàtriòtt, s. m. = patiiotto, compatriotto :
della stessa patria. Spesso anche com-
paesano, dello stesso paese.
pàtrisà, v. att. = padreggiare, patriz-
zare : tirar dal padre ; i màse màtri-
sen e i tosami pàtrisen = i maschi
madreggiano e le ragazze padreggiano.
pàtrìsi, s. m. = patrizio, nobile.
1) Nome proprio di persona.
2) vèés el poés de san Pàtrièi = es-
sere il pozzo di San Patrizio : di pers.
0 cosa inesauribile, specialm. nel bene.
patron, s. m. = patrone. Vedi pàdrón
ora assai più largamente usato.
pàtronaa,* s. m. = patronato : protezione
del maggiore -sul minore.
pàtt, s. m. = patto, accordo : conven-
zione con cui si accomoda una ver-
tenza, specialmente di interesse. Al
plur. qualche volta pàti.
1) Condizione che si metto per fare
0 permettere ad altri che faccia qual-
che cosa.
2) l'è in di pàtt, o in di pàti =
slam di patti ; V è iìi di pàtt che 'l
vègna in càmpàgìia coni mi = siam
di patti che venga in campagna con me.
pàtùlia,* s. f. = pattuglia : guardia di
soldati, 0 sim. che va scorrendo per
la città, 0 per le campagne, a difesa
dell'ordine o della sicurezza pubblica.
pàtur^na, s. f. = paturaa, tristezza, malu-
more, malinconia.
pàtusc, s. m. = pacchiuco : intriso di
varie sostanze, e per estons. : mota,
fanghiglia.
1) Di lavoro sconvolto e mal condotto.
2) Di cancellaticci, macchie d'in-
chiostro cadute sulla carta, e sim.
3) Pattume : quantità di cose sozze
fradice, che fanno ingombro e lordura.
pàtiiscént, agg. - fangoso, poltiglioso,
motoso : imbrattato di pacchiuco.
pàtiiscéri e pàtiinim, s. m. = piacci-
chiccio, paltume.
pàtiiscià, «?. att. = imbrattare, imbrodo-
lare, gualcire : spoi'care di poltiglia, di
pacchiuco.
1) Impasticciare, Vedi pàstisà.
p<àtiisciàda, s. f. = imbratto, inibrodo-
1 atura.
pàtiiscìu, s. m. = imbrattatene: detto ai
bambini che giocando coU'acqua o con
altro si sporcano.
pan
— 574
]>àura, s. f. = paura, spavento, timore :
forte commozione dell'animo per grave
pericolo prosente o sovrastante. An-
che: fifa, spàg'hètt. Vedi.
1) Di sospetto 0 dubbio grave ; g'hoo
paura ma ùicoaiì tempèsta = ho paui'a,
ma oggi grandina.
2) trema de paUra = ti'emar di o
dalla paura.
3) vègli minga pà&ra = non aver
paura : esser sicuro di sé.
4) podè nànca fiàdà per là paura =
non aver manco balia di rifiutare per
la paura.
5) i pàùr = le paure : esseri imma-
ginari che il volgo crede frequentino
certi luoghi.
pàiirèsgr, s. m. = pauroso : che è sog-
getto a paura.
pàiisa, s. f. = pausa : interruzione mo-
mentanea, di breve dui'ata, in una lunga
operazione.
1) T. music. : le battute, i quarti, i
momenti d'aspetto.
pàviniènt,* s. tn. = pavimento : il piano
0 suolo della stanza su cui si cammina,
e propriamente lo strato di mattoni o
d'alti'o cho sta sopra tale piano.
paviòii, s. m. = padiglione : tenda per
lo più spiovente da una lancia.
pàvionee, s. m. = addobbatore, tapez-
ziere: chi addobba parete di chiese e
case, 0 acconciatore di tende e di drappi.
pàróii; s. m. = pavone. Vedi pàòu.
pàvòua,* s. f. = pavona, pavonessa. Vedi
pàòna.
1) Fig. donna vanitosa; specialm.
in arte.
pàvonàss, agg, = paonazzo, pavonazzo.
Vedi pàou<àss.
pàvoiiegriàss, v. rifl, = pavoneggiarsi :
fare il pavone.
pè, e pee, s. m,. sing. e pi. = piede, e
qualche volta pie: il membro del corpo
congiunto all'estremità della gamba, che
serve per reggersi e per camminare.
1) Sostegno, base, e anche la parte
inferiore di checchessia, anche di una
montagna, di una pianta.
2) àndà coi pè de piòmb = andare
col calzare di piombo: con molta pru-
denza e circospezione.
3) on bocòn in pec = un bere lesto,
tosto: un po' di desco molle.
4) càscia, manda fceùra di j)ec = le-
varsi di tra i piedi, d'attorno, di torno:
pe
allontanare, licenziare. Anche: trattare
uno bruscamente perchè se ne vada, o
sim. ; el me secava e l'hoo mandaa
fceiìra di pee = mi annoiava e l'ho al-
lontanato. Si dice d' un importuno, di
un imbroglione e sim.
5) va faiùra di pee! = escimi di tra'
piedi ! levamiti dinanzi !
G) -vèés sémper per i pee = star sem-
pre tra i piedi.
7) in di pee, capita per i pee = dar
tra' piedi, v-enir tra' piedi : inciampare
in uno 0 in una cosa.
8) vègh i pee giàld = essere Martino:
essere ammogliato.
9) tegnì 'l pè in dò seàrp = tenere
il piede in due staffe: star preparato a
due 0 più partiti.
10) vègli ne eoo ne pee = non avere
né capo né coda, né principio, né fine:
d'un lavoro sconclusionato.
11) ciàpà pè = pigliar piede, campo:
prendere forza, consistenza; el mal el
va eiiraa èubit e àpeciti nò che 7 citipà
pè = il male va curato subito e non
aspettare che pigli piede, campo.
12) làààés mètt i pè siil còli = la-
sciarsi venire coi piedi sul collo : la-
sciarsi ferrare: lasciare che altri ci so-
prafaccia.
13) ée fàpè = si tocca : se nell'acqua
s'arriva coi piedi al fondo.
14) dàss là sàpa siii pee, sili pè =
darsi della scure in sul pie, aguzzarsi
il palo sulle ginocchia: far cosa che ne
incolga male, operare a nostro danno.
15) slogasi, stràmbàsé on pè = stra-
collarsi un piede : slogarselo, storcerlo
dolorosamente.
16) mètt., poìidà j)è = mettere, porre
piede in un luogo: entrarvi; per mi in
cà toa no ghe mèli pU jjè = per conto
mio, in casa tua non ci metto piede.
17) mètes coi pè al miir = mettere
i piedi al muro: star fermo in quello
che è risoluto, senza recedere.
18) boria già in pee = cadere, ca-
scare in piedi: cavarsela bene.
19) àndà coi éò pè = andar coi suoi
piedi: andare regolarmente, come deve.
20) levt éil in pee = alzarsi in piedi,
rizzarsi da sedere.
21) fa coi pee = far coi piedi, ac-
ciarpare: fare senza diligenza : peggio
che abbon'acciai'e.
pe
- 575 -
ped
22) età in pee = reggersi, stare in
piedi, star ritto: non cadere.
23) àndà éii coi pee = calpestare :
calcare ripetutamente coi piedi per ira,
dispetto, ecc.
24) mètt éòta ài pee = mettersi sotto
i piedi, calpestare, vilipendere: non far
caso di una cosa spezzarla.
25) viètt sota à on pè = mettere sotto
a un tacco: non pensarci pili.
26) fa 7 bàgn ài pee o mètt i pee
à mceéj = mettere i piedi in molle:
fare i pediluvi.
27) de pee = appiè: nella parte più
bassa di una cosa che s' alzi da terra.
28) de càpp à pee = da capo a piedi,
dal principio alla fino.
29) eoi man e coi pee = colle mani
e coi piedi; el glie s'è pròpri miss dent
coi man e coi pee = ci si è proprio
messo collo mani e coi piedi.
30) à pè càléèta = in calzo. Tedi cài-
se ta, 1). Anche: in peduli.
31) à pè biòtt = a piedi nuli, sgam-
bucciato: chi sta senza calze colle gambe
nude.
32) éui diiii pee = sui due piedi, a
bruciapelo, sull'istante, a frullo, a bat-
tiscarpa; ciàj)à vùn sÈi diiii pee = pi-
gliare uno a bruciapelo ;'ry?à«(;*a élii
diiii pee = mangiare a battiscarpa, cioè
alla lesta, in piedi, senz' apparecchio;
manda ria sui diiii pee = licenziare
sull'istante, sui due piedi.
33) à joè = a piedi: coi propri piedi,
senza aiuto che ci porti.
34) à pee = mediocre: che è rimasto
al disotto degli altri e di ciò che si
aspettava.
35) in pè del tal = invece, in luogo
del tale: al suo posto.
36) in pee = ripido, erto, scosceso:
di sti'ado montanine, di scale e sim.
37) de pee del lètt = da pie del letto:
quella dove volgono i piedi, opposta
alla testana.
38) pee dols = pie ciocci : cicciuti,
senza fiosso.
39) pee in del ciiii = calcio. Vedi
pesciàdn.
40) nita pè = cassetta a setolino,
ed anche: ferro da piede, secondo la
sua forma: quegli arnesi appena fuori
dagli usci, perchè vi si puliscano i piedi
quando le strade sono impiastricciate
di mota.
41) scalda pè = guarda piedi: specie
di cassetta di legno o anche borsa di
pelo per mettervi i piedi a fine di con-
servarli caldi, quando si sta lungo tempo
allo scrittoio o in viaggio.
42) pè = pedule, piede: quella parte
della calza che vesto tutto il piede della
persona.
43) pè de cà = casamento. Vedi cà, 20).
44) j:>c colombin = erba roberta, ge-
ranio; geraniiim robertianuìn.
45) pè de nìbi = pie corvino, piede
di leone : spilli d'oro, margheritine :
specie di fiori.
46) jjè de r iteli = gichero: pianta tu-
berosa dei fossi.
pecà; r. att. = peccare, errare, sbagliare;
commetter peccato, errore, cadere in
peccato.
1) Di difetti ; l'è on brdo fioBU, ma
'l pèea on poo in V àmbiéiòn = è un
bravo ragazzo, ma pecca un po' d'am-
bizione. Anche di cose ; Ve bòna età
fritUra^ ma là pica on poo in del éàl
= è buona questa frittura, ma pecca
un po' di sale, cioè abbonda.
pecaa) s. m. = peccato, colpa: azione
che viola una legge e merita castigo o
rimprovero.
1) l'è on peeaa ! = è un peccato ! Di
cosa bella e buona e non curata.
2) ehi ha faa 'l pecaa, fcLga là pe-
nitensa = chi ha fatto il peccato, faccia
la penitenza.
3) pecaa véce, penitéma ncewva =
peccato vecchio, penitenza nuova : il
castigo può tardare, ma non si scansa.
4) briitt còme 'l pecaa. Vedi briitt.
pecàcuàua, s. f. = ipecacuana: radice di
una pianta delle rubiacee usata in me-
dicina.
pecàdor, s. m. = peccatore : verbale da
peccare.
péce, s. m. -■ capezzolo; appendice delle
poppe nelle vacche, capre, pecoi'e, e
sim. dalle quali si spreme il latte.
pecèna, s. m. = nome aggiunto alla no-
stra maschera Meneghin, a quella ma-
niera che dicono Arlechin Batooio,
Pantalon de' Bisognosi, e sim.
pècia, r. tr. = aspetta. Vedi specià.
pecòndrìa,* s. f. = ipocondria : malattia
che ha per effetto e sintomo una grave
malinconia.
pecunia, s. f. = denaro, scherz.
pedàda, s. f. = staffa, montatoio: arnese
ped — 576 —
di ferro su cui posa il piede per salire
in carrozza e discenderne.
pedàgg; s. m. = pedaggio: dazio o tassa
che si paga per passare da qualche
luogo.
pedàgrn, s. m. = gonnella: veste femmi-
nile dalla cintura alle calcagna.
1) Corpo : nella camicia da uomo la
parte che copre il busto, escluse le ma-
niche, lo sprone e il collo.
2) pedàgn del IHt = tornaletto: stri-
scia di stoffa che, attaccata al saccone
0 alla coperta, gira intorno al letto per
nascondere il sotto. Va ognor più di-
susando la parola insieme colla cosa.
pedagogìa, * s. f. = pedagogia: scienza
doli' educare e dell'ammaestrare i fan-
ciulli; in dì, noiter scoi gh'è cèrti iisàns
che hin contràri del tiitt Ma pedagogia
= nelle scuole nostro ci sono certi usi
che sono affatto contrari alla pedagogia.
pedagògici!, * agg. = ])edagogico : atti-
nente alla pedagogia; congrèss, giornàl
pedàgògich = congresso, giornale peda-
gogico.
pedàl, s. ni. = pedale: T. nnisic. In pa-
recchi istrumenti ordigno a leva che,
pigiato col piede, modifica i suoni.
1) Calcola: regoli sui quali si preme
col piede per mettere in moto i licci
delle tessitore e la macchina da cucire.
2) Ora anche quelli nelle biciclette
su cui posano i piedi per mettere in
moto le ruote.
pedala, v. alt. = pedaleggiare : muovere
coi piedi i ])edali delle biciclette.
pedalerà, s. f. = pedaliera: serie di pe-
dali, specialm. nell'organo e nell'arpa.
pedana, s. f. = camminata, passo; co-
noss viln àia pedana = conoscere uno
alla camminata, al passo.
1) Pedata: larghezza, ossia la parte
piana dello scalino.
2) Pedana: striscia di panno interno
da piedi degli abiti.
pedàut, s. VI. = pedante, abitudinario:
chi si mostra schiavo delle regole, delle
minuzie senza importanza, e va troppo
dieti'o alle abitudini prese.
pedanteria, * s. f. = pedanteria : affet-
tazione pedantesca, atto e abito da pe-
dante.
pedàntòu, * s. m. = pedantone: uno che
sia molto pedante.
pédegli, agg. = lento, pigro, agiato: che
ped
fa le cose piano, piano; Dio! che ònim
pèdegh! = Dio! che uomo agiato!
Péder, s. m. = Pietro: nome proprio di
persona, maschile.
1) el siir Péder, gamba de veder,
gamba de stràse , Péder botàsc. Vedi
botàsc, 2).
pedesiu, s. m. = pellicino: quelle estre-
mità dei sacchi e delle balle, dove si
pigliano per scuoterli.
pedestàll, s. m. = piedistallo: la pietra
quadrata sulla quale posa la colonna, e
qualunque sostegno di statue o altro.
1) Pianta: la base di un calice. An-
che pè.
pediluvi , s. m. = pediluvio : immer-
sione più 0 meno prolungata dei piedi
nell'acqua riscaldata o semplice o me-
dicata.
pedina, s. f. = pedina : uno dei pezzi
nel gioco degli scacchi e della dama.
1) Aderenza, relazione, amicizia au-
torevole, altolocata, a cui si cerca ap-
poggio per riuscire in un affare ; /' è
riilsii perchè el g'hà di pedìnn bònn
= è riuscito perchè ha buone pedine,
aderenze buone.
pedina,* v. att. = pedinare, codiare : se-
guitare uno senza farsi vedere, per
i spiarne i fatti ; l'han pedinaa tiitt el
dì e siil piisee bèli Vhan perdiiii de
■vista = l'hanno pedinato tutto il giorno
e sul più bello l'hanno perduto di vista.
pedóca, s. m. = pedantone, ma un pe-
dantone seccante, noioso. Vedi pcdànt.
pedòcc, s. m. = pidocchio. Vedi picencc.
pedociàrìa, s. f. = pidocchieria, tacca-
gneria ; grettezza , avarizia lesinosa ,
estrema.
1) Fatto, pensiero d' uomo gretto,
avaro; riià faa tinca ter vuna di so
sòlit pedociàrij = fece anche ieri una
delle sue solite pidocchierie.
pedocids, agg. = pidocchioso : che ha
dei pidocchi.
1) Avaro, sudicio : l'è un pedociòs
che 'Z niangiaria nò per no spend =
è un pidocchioso che non mangerebbe
per non spendere.
pedón, s. m. pedone: chi fa cammino a
piedi, e in luogo assegnato a persone
che vanno a piedi.
1) Procaccio, procaccino: colui che a
piedi porta la bolgetta da luogo a luogo
in paesi campestri.
ped
577 —
pel
pedona, ^^ att. = Lo stesso che pedina.
Vedi.
pedrioeu, s. m. = imbuto: arnese di uso
comunissimo per spillare e riempire le
bottiglie.
1) Vasetto da inzuccherare: vaso di
latta col coperchio sforacchiato, da cui
esco lo zucchero per aspergere i dolci,
le torte, e sim.
pee, .<!. m. sing. e pi. = piede. Vedi. pè.
peg', ngg. = peggiore: avv. peggio. Vedi
il più comune pesg.
Ijegriorà, v. att. = peggiorare; farsi'peg-
giore , e di malati , aggravarsi ; pa-
reva che ier el stààs nièj, ma stàmà-
ilna l'ha pegioraa = pareva che ieri
stesso meglio, ma stamane ha peggio-
rato.
pegrioràniènt, * s. m. = peggioramento,
il peggiorare, specialm. di malattie.
gn, s. ni. = pegno: la cosa che si dà
in mano del creditore per sigurtà del
suo credito.
1) La cosa che si deposita al Monte
di Pietà per averne danari in prestito.
2) biliètt de pègn = la polizza del
prestito.
8) giilgà ài pègn = giocare o fare ai
pegni: specie di giuochi che si fa in
molti e svariati modi.
pegrnàtari, s. m. = pignoratario, usuraio.
Vedi iuipègnàtàri.
pègora, s. f. = pecora, agnella: noto qua-
drupede lanoso ed anche la sua carne
jnacellata.
1) Persona debole e fiacca : in IttLlia
hin tutt pégor, se nò àe ne vedàrìa de
hèj = in Italia son tutte pecore, se no
so ne vedrebbero delle beUe.
2) fase pégora = farsi pecora, impe-
corire: farsi servile.
3) dà i pegor in consegna ài luff,
ci luff el mttngia anca i pégor ciintaa.
Vedi luff, 2, 3).
peg-oràtt, s. ni. = agaellaio: chi vende
carne d'agnelli o capretti.
pegoree, s. m. = pecoraio: colui che ha
in custodia le pecore e le mena a pa-
scere.
pegrorin, s. m. = pecorina : dim. di pe-
cora.
1) Agg., pecorino : di pecora, o di
roba fatta col latte di pecora.
pegroròn,^ s. m. = pecorone: accresc. di
pecora e di pecore. Uomo senza viri-
lità, energia.
37
pegrisia, s. f. = pigrizia. A'edi pigrìsia,*
ora sulle bocche de' più.
pegrislòs, agg. = pigro, accidioso. Vedi
pigher.
pel, s. m. = pelo: filamento sottilissimo,
insensibile che spunta in diverse paiti
della cute. Spesso diciamo anche : pélo.
1) Pelame : tutti i peli di un ani-
male, riguardo alle loro qualità.
2) pel màtt = peluria, caluggine : la
prima lanugine che spunta negli ani-
mali in sul metter dei peli.
3) Un minimo che, una cosa da
niente : gh' e càlaa on pel che no 'l
ghe vegnisé sul eoo ^ ci mancò un
pelo che non gli cadesse sul capo.
4) vègh el pel sili étòniegh = avere
il cuore con tanto di pelo : durissimo,
insensibile alle altrui miserie.
5) ceretl 'l pel in Vaniv = cercare il
pel nell'uovo : guardar la cosa in un
filare d'embrici, guardarla troppo per
la sottile.
6) vèsà à on pel ò à on pelo de fa,
de dì = essere a un pelo di fare, di
dire : essere sull'undici once, essere 11,
lì ; sul punto di .
7) ètàgh ài pélo à vUn = stare alle
costole d'alcuno : sorvegliarlo perchè
faccia ciò che deve.
8) vtdègh el pel = rivedere il pelo,
le bucce: sindacare, censurare.
pelàj V. att. = pelare, spelare: levare il
pelo, e anche levar le penne.
1) Pelare, scorticare : di mercanti
che fanno pagar caro.
2) Sbucciare , mondare : levare la
buccia alle frutte, come le mele, lo
pesche e sim.
8) Sfrondare, sbrucare: di albeii a
cui si levan le foglie.
4) Sgusciare : di ovo a cui si toglie
il guscio.
5) pelti là gàìna sema fàla cria =
pelare la gazzera, la cornacchia, senza
farla stridere : fare a uno del danno
senza che se ne accorga.
pelaa, agg. = pelato, calvo : che non ha
capelli.
1) Pelato, sbrucato, spennato, sbuc-
ciato, sgusciato: part. pass, di pola-
re, ecc.
2) s. m. Ferondo, coglia, zerbinotto:
giovane elegante, tutto per l'appunto
che sta troppo sull'attillato.
pelàbròccli, s. m. = Vedi stràpelaa.
pel
pelàca, s. f. = giogaia. Vedi paratola,
pelàda, s. f. = pelata : dàgh dna pelàda
= dare una pelata : pelare.
1) cràpa pelMa = raperonzoli e ra-
dicchio, ziiccamonda : di una testa ra-
pata, tosata.
2) là cràpa pelàda Vhà faa i tor-
te j, ece. Vedi cràpa, 1).
pelàdèll, s. m. = perondino , coglia,
zerbinotto, vanesio: dim. di pelaa, 2).
pelàdéj, s. m. j)l, = pelate, tigliate,
mondine ; castagne mondate dalla buc-
cia e messe a bollire nell'acqua infi-
nocchiata.
pelàg'ra, s. f. = pellagra : triste malattia
della pelle dei contadini lombardi, do-
vuta alla miseria e alle fatiche.
pelàgróSj agg. = pellagroso : ammalato
di pellagra.
pelàmiu, s. in. = pellame : quantità o
assortimento di pelli, per lo più conce.
pelàuda, s. f. = brucatura: la sfronda-
tui'a dei gelsi.
1) Palandra, panicona: lunga e larga
sopravveste da camera : si usa scher-
zevolmente.
pelàndròu, s. m. = palandrane, palan-
dra, palandrana: vestito d'uomo con
molta falda, ed anche : gabbano, veste
lunga e larga.
IJ Sor Palandra, chi porta la pa-
landra ; chi l'è quèll pelàndroii là? =
chi è quel sor Palandra?
pelàtee, s. m. = pellaio, conciatore, pe-
lacane, cuoiaio : chi concia le pelli. ■
peleg'àta, s. f. = pelletica: pelle floscia
e ricascante.
1) Carne grossa da mangiare dove
ci sia troppa pelle: chi Ve che le
mangia quèla ì^elegùta ehi? = chi la
mangia questa pelletica?
pelegàtinn, (ì) s. f. pi. = poppuzze,
])oppelline: dim. di poppe.
pele^rìiij s. m. = pellegrino: colui che
va per devozione alla visita dei luoghi
santi, 0 a Roma dal Pontefice.
pelegrìua, s. f. = pellegrina, bavera:
corto mantelletto a mo' di bavero, che
scende fino alla cintura, o poco più su.
pelegrinàgg- , s. m. = pellegrinaggio:
il viaggiare del pellegrino visitando
luoghi santi o andando a Roma per
omaggio al Pontefice.
pelesìna, s. m. = pellicina : pelle piccola
e sottile.
1) Pellicola: membrana sottile che
578 - pel
involge 0 copre alcuna cosa a guisa di
pelle: là pelesìna de l'ceuv = la pelli-
cola dell' uovo ; el làtt quànd el ée
scalda el fa èii là pelesìna = il latte,
quando si scalda, fa in alto una pelli-
cola.
pèlg'ora, s. f. = pergola. Vedi il più
usato pèrgola. *
pelicàn, s. m. = pellicano : uccello del-
l'ordine dei palmipedi.
peligóruia, s. f. = mattana : lo stato
dell'animo di chi ha dei pensieri ug-
giosi e si sente disposto a montare in
collera per il più leggiero motivo.
pelìsa, s. f. = pelliccia : pelle eoncia che
abbia il pelo lungo. Vedi anche: pa-
latina.
1) Abito 0 veste foderata di pellicce,
pelicciata.
2) Almuzia : distintivo canonicale.
peliscioeù, s. rn. dittamo: origanum die-
tamnunt: inantA odorosa delle rutaceo.
pelisee, s. m. = pellicciaio : colui che
vende le pellicce.
pèllj s. f. = pelle : la membrana che
copre tutte le parti del corpo animalo.
1) Anche la pelle d'un animale morto
conciata e preparata.
2) sàlvci là péli, giimtàgh o làsàgh
là péli, prèmm là péli = salvare, ri-
metterci, premere la pelle : salvare, per-
dere, premere la vita.
3) mss domtL peli e òés = essere
tutt'ossa e pelle: socco allampanato.
In senso dispregiativo : essere una car-
cassa.
4) vegnt là péli de càpon = fare,
venire la pelle d'oca, di cappone: cor-
-rugarsi che fa la polle per brivido,
freddo, timore, raccapriccio.
5) età, pii in là péli = non capire
nella pelle, in se; non entrar più nella
pelle: esultare d'allegrezza.
Q)'m,ètegh là péli = arronzarsi : affa-
ticarsi molto, stare assiduo al lavoro.
7) fa stringh dela peli = esser l'a-
sino; lavorare ad ogni faccenda por
poter campare la vita.
8) vèghen qtcttter sitla péli = star
fresco, essere in guai.
9) Sugatto. T. d'orefic. grossa striscia
di cuoio, per mettere in movimento il
tiratoio. In generale ogni pelle concia
da cigne.
10) Pelle. T. d'orefic. ; quella poco
tesa che sostituisce la cassetta nel ta-
pel
- 579 -
pen
volollo, dove cadono lo limatui-o e altre
particelle d'oro o d'argento.
11) Buccia : la parte superficiale ,
l'involucro esterno delle frutto ; peli
de fìgh, de nàràns, del pòmm, ecc. =
buccia di fico, d'arancia, del pomo, ecc.
Por le arance, i limoni, i cedri, dicesi
anche: scorza. La buccia dell'uva si
dice : fiocine.
12) péli seca di piàgh = schianza.
13) fànn dna péli de scriv, de leg,
de làoì'à, de mangia, ecc. = scrivere,
leggere, lavorare, mangiare, ecc., mol-
tissimo e continuatamente.
14) per là péli = per la pelle: a
ogni costo ; Ve on montirchich per là
péli = è un monarchico per la pelle.
15) Otre: pelle tratta intera dall'a-
nimale e che servo per portarvi olio,
vino e sim.
16) Corteccia: superficie per lo più
legnosa di alcune j)iante.
17) vèss dna péli = essere un cattivo
arnese, un soggettaccio.
pelo, s. m. pelo. Vedi pel.
pelocàsu, V. alt. = scapaccionare, schiaf-
feggiare : scappellottare, prendere a
scappellotti.
pèlòccli, s. m. = scaimaccione, scap-
pellotto : colpo a mano aperta nel capo.
pelòs, agg. = peloso : che ha pelo, molto
pelo.
1) pclòs 0 tnàtt 0 virtiios = uomo
peloso 0 matto o virtuoso.
2) càritaa pelosa = carità pelosa : la
carità di chi fa del bene per interesse
proprio.
3) Peluto : di panno che ha pelo :
el pànn tròjtp pelos el me va nò = il
panno troppo peluto non mi va.
pelòtt, s. m. = pelle. Vedi péli, 2).
pélter, s. m, = peltro : un metallo fatto
di stagno raffinato e argento vivo: se
ne fanno più spesso stoviglie, posato,
catini, ecc.
1) Si usa anche volgar. per denaro,
quattrini.
pèltree, s. m. = stagnaio, stagnarolo :
chi fa e vende lavori di peltro, di
stagno e di latta.
peltréra, s. f. = scansia, scafi"ale: dove
si mettono le stoviglie di peltro nella
cucina.
peliicà, v. alt. = piluccare : spiccar dal
grappolo i chicchi uno a uno.
1) Mangiare a poco a poco, a pez-
zetti : specialm. togliendo il cibo dal-
l'osso.
2) Levar quattrini a spizzico : ài
càfè el é'è miss à giiigà e Vhan pe-
liicàa polìd = al caffè s'è mosso a gio-
care e l'hanno piluccato bone.
3) Piluccare, guadagnucchiare: far
qualche gaadagnuccio : se trceuva sem-
per de iielucti quèieòés = si trova som-
, pre da piluccare, da guadagnucchiare
qualche cosa.
4) peliictL de chi e de là = pusignare :
mangiare dopo cena, fare un pusigno ;
prima de àndà in lèti quèicòss el pe-
luca semper = prima d'andare a letto
pusigna sempre un po'.
pelilcch, s. m. = poluzzo, peluia : dim.
di pelo, e particelle minute di lana e
sim. ; el g ha on pelilcch sili vestii -
ha una peluia sull'abito.
p eluse, s. ni. = pelaccio : pelame cattivo,
incolto : peggior. di pelo.
pena, s. f. = pena, punizione : castigo
di mali commessi ; là pena de mòri
= la pena capitale, di morte.
\) i pénn de l'infèrno, del purga-
tòri = le pene dell'inferno, del purga-
torio.
2) àcnéa phta = impunemente, im-
punitamente: con impunità, senza pu-
nizione.
3) Qualunque afflizione così del corpo
come dell'anima ; el vedètt à pàti el
me fa dna pena de no di = il vederti
a patire, mi dà una pena da non si
diro.
4) Briga, incomodo : ée te ée dee là
jìèua de leg, te càpirett = se ti dai la
pena di leggero, capirai.
5) vàri là péna = valer la pena :
metter conto.
6) phia là vita = a pena della vita.
pena, s. f. = penna : istrumento appiui-
tato per scrivere intingendolo nel ca-
lamaio.
1) pena d'asti = penna d'acciaio,
oltre che acciaiola si dico pennino.
2) làst in là pena = lasciar nella
penna: dimenticarsi di scrivere.
3) eròr de phia = scorso di penna:
errore, svista commessa nello scrivere.
4) èàvè minga legni là pena in
man = non saper tenere la penna in
mano ; non saper scrivere.
pena, s. f. = penna : veste del corpo e
strumento del volo degli uccelli: òna
peu
- 580 -
peu
jjèn<i (le paón^ de fàsàn, de gàlìna
faraona = una penna di pavone, di
fagiano, di gallina faraona.
1) vègli Vòea e poeu tinca i pèrni =
= avere il pesce senza le lische: i
i vantaggi senza gli svantaggi.
2) giuntflgh Vaca e i pèrni = met-
ter l'unguento e le pezze; gittare il
ranno e il sapone : non aver che danno
da una cosa.
pena, V. in. = penare:, piatir pene.
peiiàcc, s. m. = pennacchio : ciuffo di
penne attaccate al cappello o all'elmo.
1) Anche quello di certe piante, come
del granoturco quando comincia a fio-
rire.
penàg'ee, s. m. = pennaio : chi vende
0 accomoda penne per ornamenti don-
neschi.
peuàg'ia, s. f. = zangola : vaso di legno
dove sbatton la panna per fare il burro.
peuàl) s. f. = penale : ciò che uno
paga in più del suo debito per avere
indugiato il pagamento, e ciò che uno
paga per contratto dovuto sciogliere
per una colpa.
1) Agg. Che concerne la pena o le
pene ; diritt, còdes pentii = diritto, co-
dice penale.
pene e penciorà^ v. alt. = invaiolare,
sai'acinare : dell' uva che comincia a
colororarsi maturando.
1) uga che pene = uva ghezza.
peiid, V. att. = pendere, pencolare : non
istar diritto, e di cosa che accenni di
cadere : pend d' dna pàrt = pendere da
una parte, inclinare.
pendénsa, s. f. = pendenza : il pen-
dere, lo stato di una superfìcie che
1) Per controversia : hèmm nàncà-
mò de comoda i ndster pendine = non
abbiamo ancora accomodato le nostre
pendenze.
2) Partita di credito non saldato :
^ còla fin de l'ànn de pendéns ghe n'hoo
pu = colla fine dell'anno pendenze non
ne ho più.
3) in pendénèa = acclive, in salita.
pendènt, agg. = pendente : ciò che pende.
1) s. m. = buccola, ciondolino, perino :
gioiello che le donne portano agli orec-
chi. Usa per lo più al plur.
pendisi, s. m. = patti, vantaggi, giunte :
ciò che i massai pagano, specialm. in
polli, ova, lino e sini. al loro padrone
per soprappiù del fitto.
1) Fastidio, noia, tedio; quèst Ve on
bèli pendìéi che t'è càpitaa = questo è
un bel fastidio che t'è capitato.
péndol, s. m. pendolo : il peso che,
oscillando, mette in movimento il mec-
canismo dell'orologio.
pèndola, s. f. = orologio a dondolo, o
a pendolo : per lo più si mette sul
piano del camino.
pendolént, agg. = penzolante, pendente:
che pendo dall'alto, per lo più dondo-
lando.
pendolerà o peudolòn, (à) = penzoloni :
penzolando a maniera delle cose che
penzolano.
pendolin, s. vi. = forcella del pendolo,
forchetta: dove entra la spranga del
pendolo.
peuelà, p. att. pennellare : distendere
col pennello qualche cosa di liquido
su qualche altra cosa solida.
penelàda, s. f. = pennellata : tanta tinta
quanta ne prende il pennello in una
volta.
1) Colpo, tratto di pennello : in qua-
ter penelàd l'è bon de fa on quttder =
in quattro pennellate è capace di fai'o
un quadro.
penelàdùra, s. f. = pennellata, pennel-
latura: il distendere col pennello; g'han
faa dna penelàdùra de iddio = gli hanno
applicato una pennellata di iodio.
penelésa, s. f. = pennellessa: pennello
di pelo di martora che adoperano i do-
ratori.
penèll, s. m. = pennello : stmmento che
adoperano i pittori, gli imbianchini e
sim. fatto di setole di peli d'animali.
1) penèll de strofa = pennello: fa-
scette di setole corte di cui usa il mu-
ratore.
2) fa quèicòss à penèll = fare una
cosa a pennello : benissimo.
3) penèll de impàétà i càrton =
pennella : arnese di setole con piccolo
manico che adoperano i librai e car-
tolai per impastar cartoni.
4) àìidti à penèll = andare, conve-
nire a cappello : appuntino. Di un ve-
stito : àndti à penèll = star dipinto:
éto vestii el te va à penèll = questo
abito ti sta dipinto.
5) Pignone: riparo di mui-o fatto
lungo la riva dei fiumi.
pon
penerà» s. f. = penna: la estremità del
martello che pende al tagliente ed è
opposta alla balla = bocca.
1) Augnatura : quelle parti di un la-
voro di logaamo tagliato a scancio per
poterlo connettere con altre parti del
lavoro stosso.
penetra, v. alt. = penetrare : passare
dentro a una cosa, attraversarla: chi
de liis ne penetra 2^ii = qua di luce
non ne penetra più. Ancke penetra ma
e usato meno.
penetràsìòn, s. f. = penetrazione : il
penetrare; dell'intelletto, intuizione.
penili e penina, s. m. e f. = pennino:
la punta d'acciaio che si innesta nel
cannello della penna.
peninsiilàr, * agg. = peninsulare : che
appartiene a penisola.
penìroeù, s. m. = pennaiolo : bocciolo
di maiolica o di metallo, per tenervi
lo penne d'oca da scrivere o le astio -
ciuole colla penna d'acciaio.
penìsola, * s. f. = penisola : terra cir-
condata da tre parti dal mare.
penitènza, s. f. = penitenza : ciò che
il sacerdote impone al penitente in
espiazione dei peccati commossi ; el
g'hà daa là peniténsa ^e dì per vòtt
dì des avemàrij tlla èira e fila màtina
= "gli ha dato la penitenza di dire per
otto giorni dieci avomaria alla sera e
alla mattina.
1) Pena, castigo, in gcner. : quèla
vittLscia chi bisogna che là soporta in
peniténsa di me pecaa = questa vitac-
cia bisogna che la toUeii in penitenza
dei miei peccati.
2) Nei giuochi di sala, quel che si
fa fare a chi abbia mancato in qualche
cosa e abbia dovuto metter pegno.
3) el thi de ini à fa on poo de pe-
niténsa ? = viene da noi a fare un pò
di penitenza? Invitando a desinare.
4) chi ha faa 'l mal che fàga là
peniténàa = chi ha fatto il mal faccia
la penitenza.
5) pecaa vece, peniténsa noewva =
peccato vecchio, penitenza nuova.
penitensìèr, s. ni. = penitenziario : casa
di penitenza, di pena, carcere.
penitènt, s. m. = penitente ; chi abi-
tualmente va a confessarsi da un sa-
cerdote.
pènn, s. f. ])l: = penne maestre : lo
penne più grosse delle ali, e del codione.
— 581 — pen
1) giunttgh Vòea e i pènn. Vedi
péna 2).
2) vègh foca e pmu ^nca i pènn.
Vedi péna 1).
3) el siir ènn ènn, tèmpera pènn =
il signor enne, enne che tempera lo
penne: quando non si sa o non vo-
gliamo esprimere il nome di colui al
quale si riferisce il discorso.
4) quàtaa de pènn = pennuto.
penombra, * s. f. = penombra : sfuma-
tura d'ombra.
I)en6s, agg. = penoso: pieno di pena,
che apporta pena; per mi gh'è niént
da piisee penós^ che 'l doè éeparàmm
del me fixiì = per me non c'è nulla
di più penoso che il dovermi separare
da mio figlio.
pens, s. m. = penso, penitenza : lavoro
che si dava e pur troppo ancora si dà
da taluno, per castigare gli alunni di
qualche mancanza. Dal lat. pensum.
1) pens = piega : piegatura che va
morendo o che si fa per lo più alla
vita dei vestiti da donna.
pensa, v. att. = pensare, meditare, con-
siderare : concepire colla mente le idee
ed esaminare i rapporti.
1) pénsegh nò .' = non ci pensare !
Vedendo uno assorto in qualche pen-
siero.
2) Del rivolgere le proprie cure in-
torno a persone o cose e del provve-
dere al bisognevole : bisogna che i
ftoeù ghc pénsen à pàder e màder =
bisogna che i figli ci pensino al padre
e alla madre.
i>) chi glia de fa ghe pensa = chi
ci ha a pensare ci jiensi, chi l'ha a
mangiar la lavi : a chi tocca strigare
una faccenda la strighi.
4) ^;ews9. per lor = pensare a sé :
occuparsi soltanto dei fatti propri, spec.
per egoismo.
5) Deliberare, determinare; /«oo ^jen-
saa de àndà nò in campagna quèél'
ànn = ho pensato di non andare in
villa quest'anno ; hoo pensaa de mètt
ci ficBU in colég = ho pensato di met-
tere il ragazzo in collegio.
6) Opinare, stimare, credere ; se tati
pensàsen tila stèsa mànéra, el mond
el sàì'isé nànca bèli = se tutti pen-
sassero a un modo, il mondo non sa-
rebbe bollo ; ti come te là pénset ? =»
pen
tu come la pensi ? ; pensa ben, pensa
mal = avere buona o cattiva opinione.
7) dà de pensa = dar da pensare :
dar cagione d'apprensione ; sto ritàrd
el me dà de pensai = questo ritardo mi
dà da pensare.
8) Esclamaz. di maraviglia o di rim-
pianto ; e pensa che 'l doveva riva do-
màn ! invéce l'è mòri = e pensare che
doveva arrivar domani ! invece è morto.
9) àndà à pensa / = e chi voleva
pensarlo !
10) sénsa pensagli = senza pensarci,
impensatamente.
11) penstlgh sóra = riflettere : prima
di prendere una decisione.
12) vuj intriga pensa maa = non
vo' far giudizio temerario e falso.
pensamént, s. m. = riflessione: nella
sola frase sema pensamént, = sbadata-
mente, senza riflettere, inavvertitamente.
pensèr, s. m. = pensiero : la facoltà e
l'atto del pensare; quanti ròbb nun se
imàginem col pensèr ! = quante cose
ci figuriamo col pensiero !
1) Ciò che la mente pensa; dà on
piensér ne vén mila = da un pensiero
ne vengono mille.
2) Grattacapo, pensiero spiacevole,
cura ; Ve dna màlàtìa che me ten in
pensèr = è una malattia che mi tiene
in pensiero.
3) Prima idea di un lavoro, con-
cetto, trovata ; r è on gran bèli pensèr
quèll del moniimènt di cinqu giornàd
= ò un gran bel pensiero quello del
monumento delle cinque giornate.
4) Concetto melodico, motivo musi-
cale.
5) làsà i pensèr foeùra de Viiss =
attaccare i pensieri alla campanella
dell'uscio : non pensar più. agli affari,
alle seccature di fuori, una volta che
si è entrati in casa.
6) dà minga pensèr = non dar pen-
siero una cosa ; non sgomentar- i a faiia
agevolmente ; el fa sès chilo metri à
l'ora el me dà nisùn pensèr = il fare
sei chilometri all'ora non mi dà nes-
sun pensiero. '
7) vèés idra pensèr = essere sopra
pensiero : mostrarsi turbato da gravi
pensieri e anche soltanto pensieroso,
immerso in un pensiei'o ; scusa, hoo
minga capii coàé te ditt ; séra éòra
— 582 — peii
penéér = scusa, non ho capito cosa hai
detto : era sopra pensieri, pensieroso.
penseròs e peiisos, a^g. = pensieroso :
assorto in un pensiero.
pensión, s. f. = pensione : assegnaziono
0 rimunerazione fissa che si dà ai pub-
blici impiegati, messi a riposo, ed an-
che por servizi prestati a privati.
1) Pensione, retta ; quel tanto che
pagano i convittori per stare in un
convitto.
2) sta in pension, fa penèiòn = stai'O
a pensione, far pensione : di chi sta
ad albergo in una casa anche per il
vitto, 0 di chi dà a pago alloggio e
vitto.
pensiona, v. att. = pensionare : asse-
gnare a uno la sua pensione.
pensionànta e pensionarla, s. f. = edu-
canda: ragazza in collegio o in pen-
sione.
pensionèta, s. f. = pensioncina : pic-
cola pensione.
1) In senso vezzegg. e un po' iron.
pensione non tanto scarsa ; el se gòd
là eoa pensionèta de sès lira al di =
si gode la sua pensioncina di sei lire
al giorno.
penta, s. f. = cincia codona, codilungo:
specie di uccello.
pentecost, s. f. = pentecoste : la festa
dello Spirito Santo : Pasqua di rose.
pentì, V. att. = pentire : s' usa sempre
riflessivo tranne nelle frasi col verbo:
fa = fare ; te me fee pentì, ci t'ha faa
pentì, e sim, = mi fai pentire, ti ha
fatto pentire, e sim.
pentii, agg. = pentito : che prova pen-
timento.
pentimént, s. m. = pentimento : il do-
loro ohe affligge l'uomo per un fallo
commesso.
1) Mutazione di proposito, di pen-
siero ; 77i' è vegnuii on pentimént e
sont minga àndaa via = m' è venuto
un pentimento e non sono partito.
pentiss, V. rifl. = pentirsi : provar do-
lore, sentir rimorso del fallo commesso.
1) Mutar proposito; el vorèva àndà
in America, ma pmit'l s'è pentii e
l'è àndaa nò = voleva andare in Ame-
rica, ma poi si è pentito e non andò.
2) te àndàree minga à Róma à pen-
titi = non tarderai a pentirti : minac-
cia a chi ha fatto qualche cosa che
danneggia o non ci piace.
peli
— 583
per
penultiiu, agg. = penultimo : avanti l'ul-
timo.
penììria, s. f. = penuria: scarsezza di
cose utili alla vita : inscm gli' è penu-
ria de pan = oggi c'è penuria di pano.
peònia, s. f. = peonia: pianta alpestre
coltivata nei giardini, e il suo fiore.
pepe, s. m. = scarpina, scarpettina :
voce infantilo.
pepsina, s. f. - pepsina: principio fisio-chi-
mico contenuto nel succo gastrico.
per, prep. = por : in tutti gli usi della
prepos. ital.
per, s. VI. = pero : l' albero che fa lo
1^. pei'B e il suo legname ; dna bela bà-
'^ cheta de per = una bella mazzetta di
pero.
1) vèss incapù sii on per e domati
sii on pòmm = essere, saltare, passare
di palo in frasca : di persona molto in-
stabile.
2) Pera : frutto del pero, dolce e pol-
poso, benissimo a^ mangiare e ve n'ha
di più sorte.
3) à per = a pera : a modo, a foggia
di pera.
4) per d'invh-no = pera vernereccia ;
per càvàlér = pera caro velia ; per spà~
don = pera coscia ; per gnòce » pera
bugiarda ; 2)ér de San Jdartin = pera
ruggine.
5) el càgnon di per = il gialloso :
specie di verme.
6) per de tira = patata salvatica :
specie di patata oblunga e bianca.
perbàco, esci. = poffare il cielo, corpo
del mondo.
percàll, s. m. = percalle : specie di tes-
suto di cotone. Dal frane, percale.
percepì, v. alt. = percepire, guadagnare ;
el percepiss on bèli stipendi = guadagaa
un buon stipendio,
perche, partic. interrog. = perchè : per
qual ragione ? ; perchè te vègnet mai
à troàmm? = perchè non vieni mai a
trovarmi ?
1) Come partic. responsiva ; perchè
te me guàrdet no ? - Perchè te see staa
càtìv = perchè non mi guardi ? - Per-
chè sei stato cattivo.
2) Anche senza interrogazione nel
senso di : per questa ragione che...
perchè rè sciór el cred de vèss Hi el
pàdron de luti = perchè è ricco crede
di essere lui il padrone di tutti.
3) Acciocché, affinchè ; pe avèrti
perchè tibiev minga de vègh di fastidi
= vi avverto perchè non abbiate ad
aver noie.
4) perchè, perchè = modo di reticenza,
per dire che una cosa non la si fa per
alcuni buoni riguardi; se' l filss minga
perchè perchè, te dàrìa on sciifiòtt =
se non fosse perchè perchè, ti darei
uno scappelotto.
5) perchè de ài, perchè de nò = per-
chè si, perchè no : quando non si vuol
rispondere alle altrui interrogazioni.
6) perchè là gamba Ve tacàda ài
pè = perchè le due non fanno le tre :
fam. quando non si vuol rispondere.
7) perchè e per còmm = perchè e per
come : modo fam. preceduto anche dal-
l'articolo e vale, tutte le ragioni e i
modi ; èénsa sàvè ne 'l perchè ne 'l per-
còmm = senza sapere né il perchè, né
il percome.
8) giiigà ài perchè = fare il giuoco
del perchè : è un giuoco di sala con
domande fitte : perchè questo V perché
quest'altro ? Le risposte devono essere
pronte, senza ripetere « perchè » altri-
menti si dà pegno.
percòntra, aw. = dirimpetto, di faccia.
pèrd, ». att. = perdere : restar privo di
cosa che si aveva, si possedeva, e si
riferisce a cose tanto materiali quanto
morali .
1) Non fare a tempo a profittare d'una
cosa, a intervenire là dove uno doveva ;
pèrd là corsa = perdere il treno ; pèrd
mèéa = perdere la messa.
2) Riferito a battaglie, contese, gare;
el Bàràtieri Vhà perdila là bàtàlia de
Abàgàrìma = il Barai ieri ha perso la
battaglia di Abba-Carima ; hèmm per-
diiù là càiisa tinca in Apèll = abbiamo
perso la causa anche in Appello.
3) pèrd l'ànn = perdere l' anno : di
scolari non ammessi alla classo supe-
riore.
4) pèrd el temp, la giornàda = per-
dere il tempo, la giornata : spenderli
invano, ninnolare.
5) vègh niènt de pèrd = non aver
nulla da perdere : di chi non possiedo
nulla, e nel fig. di persona screditata
che non teme di macchiare il proprio
onore.
6) pèrd là bitèola = perdere la bus-
sola. Vedi busola, 1).
7) pèrd là tramontana = perdere la
per
— 584
per
tramontana : non raccapezzare in che
luogo uno si sia.
8) 'pèrd de vièta. = perder d'occhio:
perdere la vista di una persona o di
una cosa.
9) pèrdegh in del con front = perderci
al paragone : di persona o cosa inferiore.
10) pèrdegh = perderci, scapitarci :
à cambiti cinqu frànch de carta in
ùrgént se gke pèrd trentàcìnqu ò qua-
ranta ceìitésim = a barattar cinque lire
di carta con argento, ci si perdono
trentacinque o quaranta centesimi.
11) Smarrire: perdere temporanea-
mente ; Vài: èva perdila V orològg^ ma
()he l'han portaa àncàniQ = aveva smar-
rito l'orologio, ma gliel' hanno portato
ancora.
12) rè mèj perdei che trovali = e'
sareltbe meglio perderlo che trovarlo.
perdee, s. m. = ventriglio, buzzo : lo
stomaco dogli uccelli.
1) seca perdee = mozzafiato, seccatore.
pèrrtes, v. rifl. = perdersi, smarrirsi, ca-
der d'animo.
1) Perdersi, perder l'anima, dannarsi.
2) pèrdes in ciàcèr, in ciànciàfrU-
.vro/ = perdersi in chiacchiere, in futilità.
'à) pèrdes = smarrirsi, smarrir la via,
essere sviato.
4) pèrdes ma = ninnolarsi, baloc-
carsi ; di chi si lascia distrarre da ogni
minimo che e perde il tempo.
perdiana e perdinci, esci. = perdinci:
ouf. invece di perdio.
perdisiòn, s. f. = perdizione : danno
grave, rovina ; tira ttla perdisidn = ti-
lare in perdizione. Anche : dannazione
dell'anima.
pèrdita, s. f. = perdita, il perdere ; i
giMidàgn coìiipénsen minga i jjèrdit =
i guadagni non compensano le perdite ;
i'èés in 2ìèrdita de cent, de mila lìr =
essere in perdita di cento, di mille lire.
1) Di persone care ; dòpo là pèrdita
de la maina l'è étaa pii lil = dopo la
perdita della mamma non è stato più lui.
pèrditémp, s. m. = perditempo, scio-
perio : vano impiego del tempo, tempo
male speso.
perdòn, s. m. = perdono : remissione
dell'offesa ricevuta ; dotnàndà perdòn
= chiedere il perdono.
1) Per atto di scusa ; perdòn, se in-
coìnodi = perdono, se incomodo.
2) Indulgenza ; andà à toeu éii 'l
perdòn = andare a farsi concedere la
indulgenza.
perdona, v. tr. = perdonare : dar perdono.
1) g'ho bèi e perdonaa = gli ho fatto
grazia ; gli ho perdonato.
perdonàbil,* agg. = perdonabile : che si
può perdonare ; V è stàda dna màn-
ctinéa pròpd minga perdonàbil = ò
stata una mancanza proprio non per-
donabile.
perdonànsa, s. /. = perdono, indulgenza ;
atidà à toeu là perdonànSa = andare
al perdono : a farsi dar l' indulgenza.
perdiìii, pari. pass. = perduto, perso,
smarrito : part. dal verbo perdere.
perentori, agg. = perentorio, decisivo.
perfesiòn, s. f. = perfeziono : 1' essere
perfetto, qualità di cosa perfetta.
1) à perfesiòn = a perfezione, in
modo perfetto.
perfèsionàmènt,* s. m. = perfeziona-
mento : il perfezionare, il perfeziona-
mento ; là .scola de perfèsionàmènt =
la scuola di perfezionamento.
perfètàmènt,* aw. = perfettamente : in
modo perfetto, compiuto ; ci tedèsch Ir
pària jierfètàmènt = il tedesco lo parla
perfettamente.
1) Affatto ; Ve perfètàmènt inulil =
è perfettamente inutile.
perfètt, agg. = perfetto : che non ha bi-
sogno gli sia aggiunto niente, intero,
compiuto.
pèrfld, agg, = perfido, pessimo, catti-
vissimo : specialm. di condizioni clima-
tiche e di commestibili.
perfldàniént, aw. = perfidamente : alla
peggio, nel peggiol- modo.
perfidia, i\ att. = perfidiare : persegui-
tare ostinatamente.
perfil, s. m. = profilo. Tedi il più co-
mune profil.
perfiimà, v. att. = profumare. Vedi il più
comune profiimà, anche pei derivati,
pèrgola,* s. /', = pergolato : pergola molto
estesa 0 più pergole che ^si continuano
quasi a formar galleria. È ancora d'uso
molto largo topia.
pergotà, V. att. = pillottare : versare del
grasso 0 dell'olio bollente sull'arrosto,
mentre gira nello spiede,
perìcol, s. m. = pericolo : minaccia di
qualche danno.
1) Probabilità sgradevole ; domdn
gKè perìcol che pioeiiva = domani c'è
pericolo che piova.
per — 585 —
2j Iroii, gh'è minga pericoli = non
c'è pericolo I Di cosa che si preveda
che uno non farti.
3) à so rise e perieol = a tutto suo
rìschio e pericolo : affrontando tutte le
responsabilità e le conseguenze.
pericola, v. att. = pericolare : correre
pericolo, essere in pericolo, a rischio ;
Ve Olia ctt che pericola = è una casa
clie pericola : che è a rischio di rovinare.
pericolòs, agg. = pericoloso : pieno di
pericoli ; dna strada pericolósa = una
strada pericolosa.
perìcòti, s. m. = perecottaio : chi va
attorno a vendere le pere cotte. Lo
chiamiamo così dal grido con cui an-
nuncia la sua merce ; ma diciamo an-
che molto quèll che vend i per còti.
perìn, s. m. = perina : dimìn. vezz. di
pera; periti moscàtèj = perine moscadelle.
1) Ferino : specie di orecchino, di
pendente che portano per ornamento
le signore.
2) Arnese dì gomma in forma di
l)oro, per dare piccoli clisteri, special,
ai bambini.
perìod, s. m. = perìodo : un dato nu-
mero d'anni che compiono un avve-
nimento.
1) rè staa ci perlod pw§ee brUtt déla
mìa vita = fa il periodo più brutto
della mia vita.
2) Le fasi d'una malattia ; sèmm in
d'on period on ])00 pericolòs = siamo
in un periodo \\n po' pericoloso.
3) Varie frasi congiunte che formano
un senso compiuto ; * fràneés glian
OH 2)erÌod roti, à sàltitt = i francesi
hanno un periodo rotto, saltellante.
periòdìcli,* agg. = periodico : di cosa
che ritorna a periodi ; óna fèver pe-
riodica = una febbre periodica ; Óna
piiblicàsión periodica = una pubblica-
zione periodica.
IKM'ipesìa, s. f. = peripezìa : vicenda
umana più specialmente sfortunata.
perìsia, s. f. = perizia : la stima, por
lo })ìù in iscritto, fatta dal perito.
perita, v. att. = stimare fare una perìzia,
attribuire il valore per gli effetti legali;
là cà riian peritàda diisentmlla lir = la
casa l'hanno stimata duecento mila lire.
peritai, agg. = peritale : di perizia ;
ràlòr pjeritdl = valore peritale : quello
attribuito dal perito.
perito, s. m. = perito, stimatore: chi
per
dà giudizio del valore di una cosa,
specialm. in contestazioni legali.
pèrla, s. f. = perla : globuletti preziosi
che si formano in certe conchiglie ;
jìèrla orientai = perla orientale.
1) Di cosa pregiata, ottima, e spe-
cialm. dì persone ; g'àvéra on èervitór
che l'èra óna perla = aveva un ser-
vitore che era una perla ; Ve là pèrla
di dòmi = è la perla delle donne.
2) color gris pèrla = perlaceo, color
di perla, color perla : grigio pallido.
8) còli e colie de pèrla = vezzo di
perle.
perlina, s. f. = perlina: dimin. dì perla,
1) àrmàndol àia perlina = mandorle
confettato, caramellate, toste : specie di
mandorle involto nello zucchero cotto.
perliistrà, v. att. = perlustrare : andare
in perlustrazione : percorrere luoghi
sospetti e visitarli por scoprirvi i ma-
landrini che vi si annidano.
perliìstnàsiòn, s. f. = perlustrazione :
ispezione di guardie o soldati armati
fuori di città ; è pàsaa i càràhiniér
in perliiètràsión = son passati i cara-
binieri in perlustrazione.
permaa e perniai,* avi\ = perniale ;
vèghen pe'rmaa d'òna ròba = aversi
pcrmale d'una cosa : prenderla in mala
parte.
permàlòs, * agg. = permaloso, piccoso,
garrese : di persona facile a aversi per-
male delle cose, che si picca per nulla ;
bisogna minga vèss tròpp p^armàlòs =
non bisogna essere troppo permalosi.
permanént,* agg. = permanente : che
è stabile, che rimane, che dura ; espo-
sisiòn permànènt = esposizione per-
manente ; mi per el teàter g'hoo '/ bi-
liètt pennànent = io per il teatro ho
il biglietto permanente.
permesso, permis-
permess, s. m.
sione : il permettere.
1) Concessione data a un impiegato
di staro assente dall'uffìzio, a un sol-
dato di allontanarsi dal corpo ; Ve ve-
gnùri sìil làgh à fa i èò vòlt di de
pèrmèss = è venuto sul lago a passare
i suoi otto giorni dì permesso.
2) vèss in permèss = essere in per-
messo : dì impiegato o di soldato che
l)assa lontano dall'uffizio o dal corpo
il tempo accordatogli.
permètt, v. att. = permettere, conce-
dere : dar facoltà di fai'e ; permètt ài
per
fioeù de giiigà = permettere ai ragazzi
di giuocare ; mi permèti nò che i éco-
làr cieiàren in scola = io non per-
metto che gli scolari chiacchierino nella
scuola.
1) Di cose, non riescire d' impedi-
mento a ciò che si vuol fare ; écH
temp el permctt àndàrènim ttla Ca-
gncsUla = se il tempo permette, an-
dremo alla Gagnola.
2) l'è. pèrmèss ? = permette ? è per-
messo? Si dice per creanza nell'atto
di prendere un oggetto, che è lì per
uso comune, e di entrare in casa o in
camera d'altri.
perniciósa, s. f. = perniciosa : febbre
del genere intermittente, ma violentis-
sima e spesso mortale.
peruìs, s. f. = pernice : sorta d' uccello
dell'ordine dei gallinacci : silvaao, della
grossez?a di un piccione e colle gambe
rosse; è eccellente a mangiarsi.
perno, s. ni. = perno : pernio congegno
di metallo o di legno, che unendo due
0 più pezzi, fa che , possano essere sor-
retti e girare.
1) Fig.: sostegQO, fondamento di chec-
chessia ; l'economia l'è el perno déla
fàmìlia = l'economia è il pernio della
famiglia.
2j Albero: asse di ferro o legno su
cui gira un meccanismo.
pero, prep. = però, per altro; g'hoo im-
prestaa là mia machina, però eoi pàti
che me le reètitilìsa domdn = gli ho
prestato la mia macchina, però col patto
che me la restituisca domani.
perora, v. att. = perorare: difendere con
discorso oratorio, e per esteus. di qua-
lunque difesa fatta con molto calore.
perpendicolàr, agg. = perpendicolare :
che cade a piombo.
perpetra, v. tr. = perpetrare: di delitti,
mandarli a effetto.
perpétov, agg. = perpetuo: che ha prin-
cipio e non fine mai o colla vita.
Perpètiia,* s. f. = Perpetua: i)or antono-
masia, dopo il Manzoni, si chiamò cosi
la serva di un prete, e per estens. ora
qualunque altra.
perpètiièll, s. f. = rascia: specie di panno
di lana grossolana. Dal frane, perpétuel.
1) Amaranto: fiore d'autunno : ama-
ranthus.
perplèss, agg. = porplos.so, incerto: di
chi non sa risolversi.
586 — per
perqiiisisión, s. f. = perquisizione: ri-
cerca minuta da parte dell'autorità in
luoghi so.spetti.
pèrs, pdrt. pass, di pèrd, = perso, per-
duto.
1) troàss pèrs = trovarsi sperso : di
chi per la mancanza di qualche per-
sona non si sente ad agio.
perscimm, s. m. = lattime: malattia dei
bambini che poppano e consiste in cro-
ste alla testa o alla faccia.
1) ave ànmd de irà vìa el perseimm
= avere ancora il latte alla bocca: fig.
essere ancora molto giovane.
2) dolor del perscimm = dottore de'
miei stivali, da nulla.
perseciisión, s. f. = persecuzione: il per-
seguitare.
persegàda, s. f. = persicata: marmellata
di pesche.
1) Zoticheria : atto da villano. Vedi
pàisanàda.
pèrsegrli, s. m. = pesco: l' albero delle
pesche.
1) Pesca: frutto del pesco, polposo
e gustoso.
2) àll'àmìs pèlegh el figh., ài nemis
mòndegh el peràegh. Vedi nemis, 2).
3) pèrsegli diirds = pesca duracine.
Vedi diiràs, pèrsegli làss = pesca bur-
rona, spiccagnola. Vedi làss.
4) pèrsegh = rustico, contadino: di
chi ha fare e modo da paesano, da
villano.
pèrseghètt, s. m. = sanguisorba, pim-
pinella maggiore ; sanguiso>-ba offici-
nalis\ pianta o radice, ramosa.
persegliinii, s. f. = cresta di gallo: spe-
cie di erba: rhinanthus crista galli.
perseguita, v. att. = perseguitare : cer-
care insistentemente di nuocere, di mo-
lestare.
1) Tribolare: dar de' triboli, tormen-
tare.
perseli del càr, s. m. = verricello :
specie di curro dietro ai carri, con fori
per cacciarvi i randelli a stringere con
funi il carico del carro.
persevera, v. in. = perseverare: essere
costante nell'esercizio o esecuzione di
lina cosa, special, buona.
perseverànsa, s. f. = perseveranza : co-
stanza nell'esercizio o esecuzione di una
cosa, specialmente buona.
1) Nome d' uno dei nostri giornali
del mattino, molto autorevole.
per
587 —
per
II
persiana, *•. f. = stoino di cannucce:
specie di tenda.
persicli, s. m. = pesco e pesca : voce
del dialetto scelto invece di pérsegrh.
Vedi.
persìpità) v. att. = noiare, tormentare:
seccare con atti ripetuti e fastidiosi.
persisi, V. alt. = persistere : continuare
con insistenza, durare a lungo. Voce
nuova.
persona, s. f., = persona: uomo o donna
in genere.
1) Ve, Ili in persona = è lui in per-
sona: è lui stesso.
2) vèss el diàol in persona = essere
il diavolo in persona, personificato.
3) i tre persònn déla Sàntìsinia Tri-
nitaa = le tre persone deUa Santissima
Trinità.
pèrsonàgg', ngg. = personaggio: persona
d'alto grado, d'importanza.
1) Persona d'un dramma, d'un ro-
manzo e sim. ; i personàgg di Pro-
illési Sposi pàrcn tiltt vìv = i perso-
naggi dei Promessi Sposi, sembrano
tutti vivi.
personal, agg. = personale : della per-
sona, attenente alla persona; ofèsa per-
sonal = offesa personale.
1) in-vit personal = invito" personale:
quello fatto a una determinata persona,
in cui è scritto il suo nome e cognome.
personal, s. m. personale: lo stesso che
persona, forma e struttura del corpo;
l'è òn personal de bela presénsa = è un
personale di bell'aspetto.
1) Più persone di uno stesso uffizio,
d'una professione; cèrti negoéidnt trà-
ten pi-òpi de cdn el peréoncil = certi
negozianti trattano proprio da cani il
personale.
2) el bààé persònAl = il basso per-
sonale: quelli che attendono a lavori
manuali, ad umili servigi di un ufficio.
pèrsouàlitaa, s. f. = personalità: parole
0 scritti che feriscono, che offendono
una persona o manifestano odio, ani-
mosità.
)èrsonàlmént, avv. = personalmente :
in persona, da se medesimo; Ve ve-
gnilii pèrsonàlmént à fàmm i àilgùri
= venne personalmente a farmi gli au-
guri.
pèrsoniflcàsión, * s. f. = personifica-
zione: il personificare, o di chi perso-
nifica in sé qualche vizio o virtii.
persiiàd, v. att. = persuadere : indurre
altri a credere o a fare checchessia.
1) persiiàdes = persuadersi: indursi
a credere, farsi una ragione di una
cosa, di un'opinione; pòss minga pcr-
suàdem che sia pàsaa giàmd tri ànn
= non mi posso persuadere che già siau
passati tre anni.
persiiàs, part. pass, di persiiàd, = per-
suaso, convinto.
persiiàsiòu, s. f. = persuasione: il per-
suadere e il persuadersi ; vègli la- per-
éilàsiòn = avere la persuasione: essere
persuasi, convinti di una cosa ; g'hoa
là persiiàsiòn de vèlVofès in nagdta =
ho la persuasione di non averlo in nulla
offeso.
persiiàsÌT,* agg. = persuasivo: atto a per-
suadere, che persuade; ci Gàvàloti àia
Càmera Vìià faa on discórs bèll^ ele-
gànt, persiiàsiv = Cavallotti alla Ca-
mera ha fatto un discorso bello, ele-
gante, persuasivo.
pèrtega, s. f. = pertica : bastone lungo,,
per lo più rozzo, appena pulito dai
rami.
1) Di persoaa, fam. lunga e secca;
che pèrtega d'on ficeu! el finiss pii de
vegnì grami = che pertica di un ra-
gazzo I non la finisce più di crescere.
2) Bacchio: lungo bastone che servo
a uso di bacchiare.
3) Canna con dello stoppino o eoa
dello spirito per accendere lumi alti.
4) Staggio: bastone lungo che regge
i pinoli nella scala a mano e la reto
nello reti.
5) Sorta di misura pei terreni, equi-
valente da noi a mq. 654,52.
6) vèss al càvip di cinqu pèrtegh^
Vedi camp, 2).
l)èrtegà, v. att. = abbacchiare: picchiar
con bacchio {pèrtega) olive, noci o al-
tro per buttarle giù; sèmm ehi ài temp
de pèrtegà i nos = slam qui al tempo
di abbacchiare le noci, o alla abbac-
chiatura delle noci.
pèrteglièta, s. f. = lancia ; quella che
portano i lanceri, i quali appunto per
ciò si dicono; quij déla pèrteghèta.
2) Pertichetta: piccola pertica.
3) el tram déla pèrteghèta, diciamo-
noi il tramvai elettrico per quella spe-
cie di pertica che lo congiunge ai fili
trasmissori della energia eletti'ica.
pèrtejliin, s. m. = trapelo : bestia da
per
- 588 -
pes
tiro cho s'aggiuage provvisoriamente a
quella o quelle ordinarie per aiuto in
strade ripide o cattive.
pèrte^róii, s. m. = perticone: accrescit.
di pertica, spocialm. nel signif. fig. di
persona lunga e magra.
pertocà, r. att. = appartenere, spettare:
essere ufficio, dovere di qualcuno ; l'è
minga on mestee che me pertoea à mi
= non è una faccenda che spetti a me.
Perù, s. m. = Perù: regione dell'Ame-
rica meridionale.
1) vàri on Perù = valere un Perù:
valor tant'oro, moltissimo. Si usa an-
che molto in senso ironico ; per romp
i scàtol te vtiret on Perù = per sec-
care vali un Polii.
peruca, ff. f. = parrucca, perrucca: ca-
pigliatura posticcia.
1) Porracea, gridata: acerba ripren-
sione; el (fhà faa voeuna de qiiij pc-
rùech! = gli ha fatto una di quelle
paiTUCche !
2) fa dna peruca = faro una faccetta;
una non bella figura.
3) servì vùn de barba e permea = ac-
conciar bene uno: servirlo di cappa e
di mantello.
4) Saldatoio (se di fil di ferro). T.
d'orcfic.
periicliee, s. m. = paiTucehìere: chi tiene
bottega da barbiere piuttosto elegante.
1) Anche chi fa le parrucche, fa la
barba, pettina e acconcia i capelli.
periiclièra, s. f. = pettinatora. Vedi pe-
tenà<lòra«
periicliìii, s. m. = parrucchino, fiatino:
quella mezza parrucca cho si confonde
coi capelli veri.
periicòn, s. m. parruccone: accrescit. di
parrucca.
1) Scherzovolm. di persona vecchia
e grave.
pervérs, ogg. = perverso, pessimo osti-
natamente: mal volto. Pi coso e di
persone.
pervertì, * ^'. att. = pervertire: corrom-
pere, guastare: riferito al morale ; kin
i càtiv compàgn che ha pervertii el tò
fèmu = sono i cattivi compagni che
hanno pervertito tuo figlio.
pès, s. m. = peso, gravità, gravezza; el
pés déla roba el se misUra cola sta-
dèra = il peso delle cose si misura
colla stadera.
1) ^?es mòrt = peso morto : la resi-
stenza che la forza d'inerzia oppone al
sollevamento d'un corpo : quindi ogni
peso difficile a sollevare.
2) pés ìùtt, pés lord = peso netto,
peso lordo: levata la tara, colla tara.
3) bon pés = buon peso: aggiunto di
chilogrammo vale vantaggiato, ardito,
e quello che si dà in più; l'èra diiil èti
bon pés = erano due ettogrammi van-
taggiati.
4) La stessa cosa pesante, carico,
soma; V tsen el porta di gran j^és, sèma
reagì = l'asino porta di molti posi senza
reagire.
5) Fig.; * pés = i posi, le gravezze,
le tasse, lo imposte ; hin tròpp i pés
che gh'è incmu in Italia = son troppi
i pesi che oggi ci sono in Italia.
6) Por aggravio, peso di spesa ; ci
g^hà '/ pés di nevod e el pò minga
mètt via = ha 1' aggravio dei nipoti e
non paò far risparmi.
7) Peso: molesta sensazione allo sto-
maco 0 alla testa, come di cosa pe-
sante ; me fa pés el mangia = mi fa
peso il cibo.
8) Gravezza di cui-e, di pensieri e
sim. ; el pés déla fàmìlia, l'è minga
pòcch = il peso della famiglia non v
poco.
9) pés, e più coman. al pi. i pés =
peso, i pesi: pozzi metallici cho si pon-
gono su un piattello della bilancia per
pesare.
10) a pés = a peso; vend, compra à
pés = vendere, comperare a peso: non
con altre misure.
11) à pés de carta = a peso di carta:
di libri senza valore cho si vendono
per il peso della loro carta ; chisà se
sto me vocabolàri, dopo tanta fàdiga,
no 7 vendàrtln à pés de carta! = chi
sa se questo mio vocabolario, dopo tanta
fatica, non lo venderanno a peso di
carta !
12) à pés d'or = a peso d'oro: a ca-
rissimo prezzo.
13) vègh dna pés e dò misur = aver
due posi e dae misure: non essere im-
parziale nei giudizi.
14) dà '/ pés giust = dare il peso
giusto: quel tantj di roba che il com-
pratore deve avere e non meno.
15) levtl de pés = levar di peso: al-
zare interamente da terra. Fig., dare
una sgridata solenne.
pes
- 589 -
pes
16) portti 'l pes = portare il peso:
sopportare i carichi e anche la pena di
qualche cosa, anche non nostra.
17) Contrappeso: quel poso che re-
gola il movimento dogli orologi e dei
girarrosti meccanici.
pesa, s. f. = stadera : specie di bilancia
grande con un piatto solo da una parto
e dall'altra il romano.
pésa, s. f. = pece: pece nera.
1) pésa gréga o greca = pece greca,
colofonie. Si dico anche: pésa de violìn
perchè serve anche a uso di spalmare
i crini dell'arco da violino perchè ade-
riscano alle corde.
jtésa, s. f. = pezza: pezzetto di panno o
stolta.
1) óna pesa de pànn, de téla, de
percàll, e sim. = una pezza di panno
di tela, di percalle: l'intero panno, tola,
percalle, di un corto numero di metri.
2) òna pèm de bindèll = una pozza
di nastro: un determinato numero di
metri di nastro.
3) Sciavero : ritaglio di stoffa avan-
zato dal tagliare vestiti e sim.
4) Pezza, pezzetta: quei pezzi di tola
che servono per medicare le ferite, le
piaghe.
5) pesa déla barba = barbino. Vedi
barba, 7).
6) pesa del stòmeph = toppi no, sto-
machino: pozzo di flanella o altro che
si porta sul petto per difenderlo dal
freddo.
7) pesa = toppa: pezzo di panno lino,
lana, o altro che si cuce in sulla rot-
tura di vestimento, o di che sia d'altro,
di simile stoffa,
8) Pocetta, toppicina , vantaggino :
piccola toppa e pezzo di pelle che si
cuce sulla rottura delle scarpe.
9) mètegh òna pesa = ripescare le
secchie: riparare i falli. Ed anche : evi-
tare in una malattia il pericolo di morte,
senza guarirne del tutto.
10) pééa d'tLsen = pezzo d'asino : asi-
naccio.
11) pesa d'ovini, de giòin, de dona
= pezzo d'omo, di giovane, di donna:
di grande e robusta persona, ben tar-
chiata.
pesa, V. att. = pesare: gravitare, ossero
grave: el fer el pésa piisee del bombds
= il ferro pesa più del cotone.
1) Pesare, gravare, dar molestia ; el
irà ma là nòti el me pésa come = il
buttar via la notte mi pesa assai.
2) Misurare il peso d'una cosa collo
bilance o colla stadera.
3) pesa i parali = pesar le parole :
non metterle fuori avventate.
4) pesàss sic = posare, gravitare : pro^
]nere col proprio peso.
pésa, V. att. = rattoppare, rabberciare :
mettere dello toppe, agli sdruci.
pesaa, pari. pass, di pesa, = pesato.
pèsaa, part. pass, di pésa, — rattop-
pato, rabberciato.
1) Macchiato : dna fàcia tUta pèéàda
de gitlld = una faccia tutta pezzata di
giallo ; por mal di fegato o altra ma-
lattia.
2) Luniacato : di biancherie stirate in
cui si vedano macchio d' amido o di
turchino qua e là.
pesànt, agg. = pesante, peso : che posa»
grave.
1) tiria pesante e piìi volgami, pc-
sànta = aria pesante, affogatola, afosa,
affannosa, grave.
2) Di pers. e de' suoi modi, grave,^
uggioso, noioso. Anche dello stile d'una
scrittore.
pesàda, s. f. = pesamento, pesata : il
pesare, e specialm. il pesare alla lesta.
pèsca, s. f. = pesca, pescagione: il pe-
scare.
1) La quantità di pesci pescati : dna
pesca bondànsiosa come qiièla d'incoed
là capita de ràr = una pesca abbondante
come quella d'oggi capita di rado.
2) Lenza ; arnese per pescare : è una
cordicella lunga cogli ami attaccati.
pésca, v. att. = pescare:' prendere i pesci
con reti, coll'amo, o altrimenti.
1) Por simil. cercare o trovare una
cosa : doe te l'hee pescàda sta bela éto-
rièla? = dove l'hai pescata questa bella
storiella ?
2) Nei giochi di carte, di dominò,
prenderò dal monto, cercare la carta
che ci bisogna.
3) Sommergersi più o meno nei li-
quidi : là barca là pèsca minga piisee
de mèss méter = la barca non pesca più
di mezzo metro.
4) peéctl in del torbid = pescare nel
torbido : provocar guai per cercarvi van-
taggio.
5) vMeVà pdéca = vattel' a pesca:
fam. di cosa malagevole a indovinarsi.
pes
— 590 —
pes
pescàda, s. f. = pescata; quantità di pesce
preso in una retata, o preso in quel
giorno, in quella notte.
pèscadòr, s. w. = pescatore : chi vive
di pesca.
pèscàrèll, s. m. = pescaiola, monachetta,
monaca bianca: uccello acquatico.
pescarla, s. f. — pescatello, pescatelli,
pesciolini, pesce minuto : pèscàrìa frìta
= un fritto di pescatelli.
1) Pescheria: luogo dove si vende
il pesce; mercato del pesce.
pèscàròtt, s. m. = smergo minore,
smergo oca: uccello acquatico.
l)èsclièra, s. f. = peschiera: riccetto d'ac-
qua per tenervi i pesci vivi.
1) Specie di rete colla quale si pe-
scano i pesci persici.
X)èscia, s. f. = abete bianco, pino bianco:
e legno dolce d'uso ordinario.
pesciàda, s. f. = pedata, calcio : colpo
dato col piede : ciàpà vun à pesciàd =
prendere uno a pedate, a calci ; manda
ria a pesei^d in del ciiii = mandar via
a, calci nel sedere.
1) Degli animali i soli colpi dati coi
piedi di dietro. Vedi scàlciàd.
2) dàgh dna pesciàda à quèicòss =
dare un calcio a una cosa, respingerla,
staccarsene per sempre : glie doo dna
pesciàda ài àfàri e voo in càmpùgna
= do un calcio agli affari e vado in
campagna.
3) fa per dà dna jìesciàda = accen-
nare una pedata.
pesciàn, pescìàna, (à) = a piedi, col
cavallo di S. Francesco : senza l'aiuto
di alcun mezzo di trasporto.
pesciàtà sii, r. att. = pigliare a calci e
a pedate.
pesciàter, s. ??2. = piedone: piede grosso
e largo.
pescìn, s. m. = piedino : vezzegg. di
piede.
pescìceiì, s. m. = peduccio: tutta la parte
dal ginocchio in giù del maiale, mon-
tone, agnello, ecc., staccata dall'animale.
Del vitello dicosi anche: zampa.
1) Sbercia : persona incapace non pra-
tica nel suo mestiere o nel fare una
cosa, e specialmente nel gioco.
pesciòu, s. m. = abete rosso; albero alto
da legname.
pescò, agg. verb. = pescatore : uccello
Santamaria. Vedi màrtinpescó.
pesee, s. m. '^ pesciaiuolo, pescivendolo :
chi vende pesci.
peserà, V. att, = affrettarsi, sollecitare:
continuare alacremente ciò che si sta
facendo.
peserà, s. f. = pesciaiola; vaso di rame
0 d'altro, lungo, stretto e cupo per
farvi lessare grossi pesci.
1) Pescivendola : venditrice di pesci.
pesg, agg. = peggiore, peggio.
1) de pesg no capita ! = di questo
desse sempre il convento !
2) di vòlt pesg se fa e piihe là va
ben = chi peggio la fa, meglio la concia.
3) tàcàm ftémper ài pesg = far come
la mosca d'oro; gira, gira e finisce che
si posa sullo sterco.
4) cont pii te se ven àdree, cont pil
te fee pesg = fai come l'ova: più bol-
lono e più assodano : dicesi di bambino
indocile, riottoso.
5) gli'è niént de pesg de... = non c'è
la peggio di... ; ghe niént de pesg de
quànd pioettv in campagna = non c'è
la peggio di quando piovo in campagna.
6) pesg per mi, per ti, per Iti e sim.
= peggio per me, per te, per lui e sim.;
mio, tuo, suo danno.
7) àìidt de mài in pesg = andar di
male in peggio ; del male quando cresce.
8) Ala pesg di pesg = al peggio dei
peggi, alla peggio; nella peggiore ipotesi.
9) pesg che pesg = peggio che peggio;
esprime maggiore disapprovazione.
pèsim, agg. = pessimo ; superi, di càtìv,
= cattivo.
péso duro, s. m. = pezzo gelato ; un sor-
betto diu'o fatto in piccolo forme.
pesoeil, s. ni. = pezzetta; piccolo pozzo
di tela, per lo più da metter sullo
piaghe.
1) Fig. Limbello, scilinguagnolo ; la
lingua.
2) Sciavero: ritaglio di stoffa avan-
zato dal tagliare vestito o sim.
3) Pappino : servo di ospedale, in-
fermiere. In questo senso però si ode
assai di rado.
pesòn, s. m. = forte ; pezzo di cuoio
che si mette dentro o fuori della parte
di dietro dello stivale, dove si suol
fermar lo sperone.
1) pesati de soràtista = Pozzo di cuoio
addoppiato che sovrapponesi alla te-
stiera della sella.
pes
591 -
pet
pesiu, s. m. = pesciolino: diminut. di
pesce.
1) à pan e pesin = alle strette, fra
r uscio e il muro.
2) tegnì à ptn e pesìu = tenere a
stecchetto.
pèspèrsich, s. m. = pesce persico : perco
di fiume.
pèss, s. m. = pesce; gli animali verte-
brati a sangue freddo che nascono e
vivono nell'acqua.
1) ci vas di pese = l'acquario: vaso
elegante di vetro pieno d'acqua con
pesciolini di bellissimi colori.
2) i pèss gròss màngen i piscinitt =
i pesci grossi mangiano quei piccini :
i prepotenti pur troppo si fan sempre
ragione.
3) vèss un pèss foeura de l'acqua =
essere un pesce fuor d'acqua; in una
condizione, in un ambiente che non è
il nostro.
4) vèès ne ctirna, ne pèés = non esser
ne carne, né pesce ; di nature o cose
indecise, ambigue,
5) vèés àlégher, svòlt còme on pèss =
essere vispo, svelto come un pesce ;
molto vispo, molto svelto.
6) fa là boea de pèss = boccheggiar
come un pesce. y
7) T. di stamp. il lasciare che fa il
compositore qualche parola e la parola
inavvertentemente lasciata.
pèss, s. m. = pezzo: specialm. pezzo di
musica, componimento musicale.
1) Al gioco della dama, degli scac-
chi, del dominò e sim., ciascuna pe-
dina 0 figura con cui si gioca.
2) pèss gròés = pezzo grosso : uomo
di importanza, di grande autorità.
3) pèss de àrtilierla = pezzo d'ar-
tiglieria, cannone.
4) pése in modo avverbiale, quantità
di tempo; l'è on gran pèss che no vedi
mìa sorèla = è un gi-an pezzo che non
vedo mia sorella.
pèst, (càstègn) s. f. pi. = vecchierelle,
castagne secche. Vedi càstégrna.
pesta, s. f. = peste, pestilenza: male epi-
demico e contagioso.
1) Peste: di persona cattiva, insolente,
molesta.
2) Nabisso, frugolo, serpentello, de-
monio: di ragazzo irrequieto e distur-
batore.
pesta, V. att. = pestare: ammaccare una
cosa percuotendola, per ridm-la in mi-
nuzzoli, 0 in pesta, o in polvere; pésta
'l péver, là sai, el sùcher = pestare il
pepe, il sale, lo zucchero.
1) pesiti e peétà sii = pestare, pic-
chiare, percuotere; l'ha pestaa el fioeù
sènsa misericòrdia = picchiò il ragazzo
senza misericordia. Anche pesta giò.
2) Calcare coi piedi, calpestare: pas-
sare sopra coi piedi ; l'ha pestaa tuta
Vh'ba = calcò, calpestò tutta l'erba.
3) pesiti l'ùga = calcare, pigiar l'uva:
per spremerne il mosto.
4) pestù. i nòs = schiacciare, rompere
le noci: togliere il gheriglio dal guscio.
ó) pesta 'l cémbol = bastonare il pia-
noforte: suonarlo malissimo.
6) Acofacciaro, gualcire: detto di cose
dove uno si pose a sederò; l'è on vestii
tUtt pestaa = è un vestito tutto aco-
facciato, gualcito.
7) jìestti legermént = acciaccare, con-
tundere; per fa 'l vin chinaa bisogna
pesta legermént la scòrsa de china =
por fare il vin chinato bisogna acciac-
care la china.
8) pesta l'àcqica in del mortee = pe-
star r acqua nel mortaio : perdere il
tempo e la fatica.
9) jjestà in del eoo = pestare nella
mente, nella testa; far entrare un'idea
nella mente di alcuno a forza di ripe-
tergliela.
pestaa, agg. = pestato, pesto ; sgualcito e
gualcito: dei vestiti malmenati, piegati
malamente, grinzosi. Anche: incignati,
allucignolati.
pèstàda, s. f. = pestata : l'atto del pe-
stare.
1) Battuto : composto di cipolla, erbe
minute, aglio o lardo, battuto fine fino
por condimento delle pietanze. Anche :
pèstàda de làrd.
péstàpèTer, s. m. = postapepe : dicesi
per disprezzo ai giovani di farmacie o
di drogherie.
pestèll, s. m. = pestello : strumento per
lo più di legno che serve a pestare
nel mortaio.
pèstìfer,* agg. = pestifero : dannoso,
esiziale ; specialm. di odori cattivi.
pèstòn, s. m. = fiasco : però senza paglia.
1) Pestone, pestello grande.
petà e petegià, = v. att. spetezzare :
tirar peti. De' buoi si dice : corneggiare.
pet
— 592 —
pet
1) Appioppare ; glie V hoo petàda
polid = gliel'ho appioppata beno.
2) petà dent = cacciar dentro, fic-
care.
8) petàsé giò = coricarsi, allettarsi :
cader malato.
pètàbàll, s. m. = boccione. Vedi ba-
lista.
petàca, s. f. = patacca ; no vàrt dna
petàca = non valere una patacca : non
valore un'acca, non valer niente,
1) Plettro : laminetta di legno colla
quale si suona il mandolino e la chitarra.
petàch (filaceli e). Vedi g-nàccli.
petàrd, s. m. = petardo : scatola di ferro
carica di polvere, che esplode : l'usano
come avvisatore sullo ferrovie nelle
giornate di nebbia.
1) Agg., paffuto, grasso ; lene e pe-
tàrd = luccicante.
petàsc, s. m. = buzzo : lo stomaco e gli
intestini degli animali ; el g'/ià pièn
'l petàse = ha pieno il buzzo.
petàscioeù, s. m. = buzzino, dim. di
petàsc.
1) raspa 'l petàscioeù = rinfacciare
i torti ad uno. E' modo volgarissimo.
petàsciòn, s. m. = pancione, trippone :
d' uomo che ha molta pancia ed è molto
grasso.
petàsin, s. m. = pett' azzurro : codirosso
con petto ceruleo. Specie d'uccello sil-
vano.
petècc, (i) s. f. pi. = le petecchie : mac-
chiette cutanee rosse e nere che ac-
compagnano certe malattie.
petecliiàl; agg. = petecchiale : di ma-
lattie manifestate dalle petecchie ; fèver,
tifo petechiàl = febbre, tifo petecchiale.
petegàsciàss, v. rifl. = infangarsi, im-
pilacoherarsi : imbrattarsi di fango, di
mota.
petègrol, agg. = pettegolo, brachino : che
sta sulle chiacchiere, su tutte le brache,
che s'ingerisce dei fatti altrui, che ri-
porta ogni cosa ; l'è on mond petégol
= è un mondo pettegolo.
1) petégola, s. f. = pettegola, remola,
- battola : donna che fa di molte chia-
chiere.
petegrolà, V. att. = pettegolare, bracare :
andare attorno raccogliendo brache sul
conto di questo e di quello ; l'è éem-
per chi à petegolà = è sempro qui a
bracare.
peteg'olàda, s. f. = pettegolata, chiac-
chierata : discorso di pettegole.
i) Braca, brache : futili notizie di
fatti e interessi altrui, ricercati con
molta curiosità.
petegolàmènt, s. m. = pettegolume :
quantità di pettegolezzi e anche di per-
sone pettegole ; l'è on petcgolàmènt
che fmiés pù = è un pettegolume che
non finisce mai.
peteg'olèss, s. m. = pettegolezzo, braca:
ciarla vana, frivola, che può recare
altrui danno.
1) Discordie, dispute per cose da
poco ; l'è étaa on petegolèsà che mètt
ìninga ciint de ocupàsen = fu un pet-
tegolezzo che non mette conto di oc-
cuparsene.
péten, e anche molto pètin,* s. m. =
pettine : strumento dentato d'osso, bos-
solo, avorio 0 altro per strigare o rav-
viare i capelli e ])ulir la testa.
1) Quello per semplice ornamento
delle donne.
'2) Strumento a punta di ferro per
raffinare la canapa, il lino, la lana e
sim.
3) Regolotto nelle macchine da scar-
dassare.
4) T. tessit. strumento per farci pas-
sare i fili della tela.
5) i&'ti i gropp tègnen ài pèten =
tutti i nodi vengono al pettine. Vedi
gropp, 8).
6) stiice de peten = pettiniera : quel-
l'arnese dove si tengono i pettini.
pètenà, v. att. = pettinare : ravviare e
pulire i capelli col pettine.
1) Di lino, canapa, lana, raffinarla
col pettine.
2) Rimproverar forte, ed anche far-
gli una ripassata e critica coi fiocchi.
' 3) petenàss = graffiarsi, percuotersi:
venire alle mani.
pètenàda, s. f. = pettinata : 1' atto del
pettinare in tutti i suoi significati. j
1) dàés dna pètentlda = darsi una
pettinata : percuotersi, graffiarsi.
pètenàdòra, * s. f. = pettinatora : che pet- ,
tina signore per mestiere.
pèteuàdura, s. f. = pettinatura : accon- .
datura del capo.
pètenee, s. m. = pettinalo, pettinàgnolo : ;
fabbricatore e venditore di pettini.
pèteiiéra, s. f. = pettinatora. Vedi pè-
tenàdòra.
pet
I>èteiiin, s. m. = pettiniao : dira, di
pettine, Specialm. quello che gli uo-
mini usano per lisciarsi i baffi.
pètenina, s. f. = pettiuella, pettinina :
pettine fitto clie serve a levare la for-
fora dal capo.
pètèra, s. f. = pappagorgia. Vedi pàpà-
gorgia.
peti, V. tr. = appetire, desiderarle : aver
voglia di una cosa.
petisión, s. f. = petizione : domanda
nello forme legali.
petitòs, agg. = appetitoso : segnatam, di
cibo, che appetisce, che stuzzica l'ap-
petito.
1) Di pors. desideroso : chi ha gran
voglia di una cosa e la ricerea.
petitt, s. m. = appetito : voglia che viene
da istinto, ma solo dell' uomo. Più
propriam. in mil. : piccole voglie, spe-
cialmente delle donne gravide.
1) scceudes quàj petitt = levarsi qual-
che gusto.
pètola, s. f. = pesta, imbarazzo, impic-
cio : usato quasi sempre al plur.
1) ncsà in di pèiol = essere nelle peste,
esser nel!' orcio : di chi non si può aiu-
tare per sottrarsi a un pericolo, a un
danno.
2) mètes in di pUol = entrar nella
calca e farsi pigiare : mettersi a im-
presa che non ci appartiene e dalla
quale si risica di non uscir senza danno
0 disgusto.
3) tira fccura di petol = cavar d'in-
trigo, d'impiccio.
petoràl, agg. = pettorale, petto : di me-
dicamenti per le malattie di petto.
1) s. rn. pettorale : striscia di cuoio
sul petto del cavallo, parte del fini-
mento.
pètt, s. m. = i)eto : il rumore che fa
l'aria uscendo dal corpo per di dieti'o;
on pètt el fa rid e dna slòfa là fa
tàcù, Ut = un petto fa ridere e una
loffia è cagione di brighe : lo diciamo
noi, perchè, la loffia uscendo senza ru-
more, nessuno vuol confessare d'averla
fatta.
1) giàld còme on pètt = fegatoso,
giallo, isterico : del viso di ammalato.
2) tra l'ultini pètt = dare i tratti,
tirar l'aiuolo : morire, volgare.
3) pètt vestii = peto vestito : cioè col
resto.
pètt e péto, s. ni. = petto : parte del
38
593 — pev
tronco animale che contiene i polmoni
e il cuore.
1) àtàcch, tnaa de pètt = attacco,
malattia di petto.
2) toeus'S à pètt = avere, pigliarsi a
petto una cosa, averla a cuore, interes-
sarsene. Usa poco ormai.
8) vos, nota de pUt = voce, nota di
petto : la voce che nel canto esce dal
petto, non è di gola né di testa ; e la
nota intonata con voce di petto.
4) punta de pètt = spicchio di petto :
la carne del petto della bestia macel-
lata.
5) jìètt = petti : le duo parti davanti
di un abito o del panciotto che si so-
vra])pongono e si abbottonano.
petiilàusa, s. f. = petulanza : arroganza
presuntuosa : baldanza.
petiilàut, agg. = petulante, arrogante :
di pers. a cui manchi la modestia e il
rispetto dovuto specialmente ai supe-
riori ; 0 pigli animo a offendere e so-
verchiare altri dal sentirsi più forte.
petulàntèll, s. m. = petulantello, arro-
gantello : dim. di petiilàut.
pètiirìna, s. f. = pettino, pettina : la
parto del grembiale che sale sul petto.
1) Pettorina : pezzo triangolare del
busto che sta sul petto negli intervalli
delle allacciature lente.
2) Zanca : quella parto della razza
nelle ruote che rimane schiacciata o
appiattita.
3) pètikrina de mèrliiss = baccalà :
un baccalà come lo vendono sparato,
e seccato.
4) pètiirìna, T. tipogr. specie di gia-
citura della fine di un titolo, di un
capitolo, 0 sim. la quale rassomiglia a
una piramide arrovesciata, ed è for-
mata da linee che vanno diminuendo
ai due lati.
péver, s. m. = pepo : frutto coloniale in
piccoli chicchi e s'usa in polvere per
condimento.
1) mètègh minga sii ne sai ne péver
à fa, à di quèieòss = non avere un
callo a fare, a dire qualche cosa : es-
sere pronto a farla, a dirla senza ri-
guardi, senza difficoltà. Anche : senza
dire né ai ne bai, non far né ben no
male ; el ghe mett sii ne sai ne pév§r
la à àndh in America = punto punto
ci pensa lui a andare in America.
2) vèsà on grantn de péver = esser
per
- 594 -
pia
x;n gran di pope, essere tutto pope, un
pepino : di chi ha molto ingegno, e
molto spirito.
3) l'è piisee 'l pérer che l'impeve-
rMa. Vedi impeTeràda, 1).
4) gh'è su 'l péver = è pepato, sa
di rame, è caro saettato : di cosa che
vien fatta pagare carissimo.
pevera, * r. att. = impepare : condire con
pepe.
peveràscia, s. f. = mordigallina, centon-
chio : orba bellica, erba che fa cantar
le galline; fiorisce quasi tutto l'anno
noi luoghi coltivati e lungo i muri
delle strade non selciate.
peverèla, s. f. = eaglio bianco, robbia
salvatica : erba che trovasi pei campi
e per le siepi e le radici della quale
danno una tinta rossa.
pereriu, s. m. = pepaiuola: arnese pic-
colo di legno o d'altro in cui si tiene
il pepe macinato ; e anche quella specie
di macinino col quale si schiaccia il
pepe li per lì a tavola.
1) Pepino : si dice di persona vivace,
spiritosa e anche maliziosa.
peveróii, s. m. = peperone : pianta er-
bacea i cui frutti e le bacche si man-
giano acconci sott' aceto.
1) Scherz. di naso grosso e lungo.
2) roÉs come on peveron = rosso
come un peperone : di chi è molto
rosso speci alm. per troppo bere.
pevida, 5. f. = pipita. Tedi piiida.
p'ià, r. att. bazzicare : percuotere col
becco.
1) Frizzare, mordere : del vino che
spuma, e in generalo anche di roba
forte come senapa, aceto, peperoni e sim,
pìàcévol, * agg. = piacevole : collose,
trattabile, affabile.
1) Di chi ha umore lieto, solazze-
vole: in compagnia l'è piàcevol come
= in compagnia è piacevole assai.
2) Atto a piacere, che piace : n'hoo
vist pòcrh de èit piàcevol come el tò
giàrdìn = ne ho visti pochi di luoghi
piacevoli come il tuo giardino.
piada, s. f. = bezzicata, frizzamento :
l'atto e l'effetto del pia.
piaga, s. f. = piaga, ferita : disgiungi-
mento nelle parti molli del corpo, co-
municante coir esterno.
1) medegà i piàgh = medicare le
piaghe : curarle.
2) piaga e loitiga incilrtibìl = piaga,
piaga incurabile, seccafistole, canchero :
di persona che dà noia, molta noia,
e che è incontentabile. Anche di per-
sona che ò sempre in un mar di guai.
3) mètt el dia mia piaga = mettere
il dito sulla piaga: additavo il vero
male, e anche : toccar sul vivo.
piàghèta, s. f. = piaghetta, piaghina :
dim. di piaga.
piala, s. f. = pialla: strumento del le-
gnaiolo por appianare e ripulire i le-
gnami.
piala, V. att. = piallare : pulire e lisciare
i legni colla pialla, e assolutamente
lavorare di pialla.
pian, agg. = piano : che ha la superficie
liscia, uguale : contrario di montuoso,
rotondo, ineguale, erto.
pian, s. m. = piano: luogo piano, pia-
nura.
1) * pian dèla cà = i piani della
casa : gli ordini di stanze le une so-
vrapposte alle altre: el prinim pian
éòta ài copp = r ultimo piano ; pian
terèn = a terreno.
2) in pian = in piano : orizzontal-
mente.
piali, avv. = piano : senza rumore ; pària
pian = parlar piano : a bassa voce.
Anche : lentamente : andtl pian = an-
dar piano.
1) chi va pian, va san e va de lon-
tàn = chi va piano, va sano e va lon-
tano.
2) pitin pian = piano, piano : adagio,
adagio : a poco, a poco.
piana, s. f. = piallone : sorta di grossa
pialla.
1) Presa : gli spartimentì del terreno
quadri e regolari, per diverse culture:
una piana l'è mim (t formènt, l'altra
à patate = una presa è messa a frumento,
l'altra a patate. Anche: campo.
2) Spianatoia : la parte inclinata del
banco del fornaciaio.
3) Perro piano : uno degli arnesi del
tornito]'e.
piana, v. att. = piallare. A'edi piala,
piànàdòr, s. m. = pianatoio : specie di
cesello che gli orefici adoperano per
tirare il lavoro in piano.
piànéda, s. f. = pianeta : vesto che il
sacerdote mette sopra il camice quando
dice la messa.
piànéla, s. f. = pianella: un mattone
pia
più levigato e più sottile per i palchi
0 pavimenti delle case.
]>ijuiéta, * s. m. = pianeta : corpo celeste
ch.0 gira intorno a un astro maggiore. ■
1) Oroscopo : augurio : ciò che pre-
dice l'avvenire.
piàiielòna, s. f. = quadrone: sorta di
mattone che servo por fare la corona
circolare verticale dei forni, e anche
dei pavimenti.
}>iàiig'; »• chtt. = piangere: versar lagri-
me, por un doloro fisico o morale.
1) me piàng el coeur = mi piange
il cuore: ho grande doloro, rincresci-
mento.
2) ròbb de fa pi^ng i sàss = cose
da far piangere le pietre, i sassi ; cose
sommamente dolorose.
3) Versar lagrime por altro che per
dolore ; piàng per el fiimm = piangere
])er il fumo; el scgiiitàva à piàng,
perchè el tàiàva, i scigoll = continuava
a piangere, perchè tagliava le cipolle ;
ho pìàngiilii déla giòia = ho pianto
per la gioia.
4) chi rid in venerdì piàng in do-
mhiiea = chi ride in sabato piange la
domenica.
5) Del cane : uggiolare : poera bestia!
el piàng perchè 'l traciivà pil 'l so
pàdròn = povera bestia ! piange perchè
non trova più il suo padrone.
6) Dei tizzoni verdi : cigolare.
7) (jomere : della botte quando stilla
dalle commessure leggermente il vino.
8) s. m. = il pianto: Vera on piàng
soli = era un pianto solo.
piàngrènt e piàiigriorént, a^^r. piangente,
])iangoloso.
piàngistéri, s. m. = piagnisteo : il con-
tinuo piangere, specie delle donne o
bambini.
piàugìuda, s. f. = pianto ; dàgh dna
bela piàngiUda = rompere in pianto
dirotto.
piànìu; avv. = pianino, adagino : negli
stessi significati di pian al quale spesso
si unisce : pian piànìn = piano pia-
nino.
1) Pialletto : nome generico di pic-
colo piallo di varie forme.
pianista, * s. m. e f. = pianista: suo-
natore 0 suonatrice di pianoforte.
piano, s. m. = piano, disegno, pensa-
mento, progetto.
1) Piano, pianoforte: stniniento a
— 595 — pia
corde che si suona coi tasti ; piano à
coda, uerticdl, à tàol = pianoforte a
coda, verticale, a tavolino.
l)iànta, s. f. = pianta: nome di ogni
sorta d'alberi e di vegetali.
1) piànta de fa àss = pianta sega-
ticcia : piànta de àomee = pianta da
travi.
2) piànta che vén sii de per lee =
pianta spontanea.
3) là piànta del pè = la pianta del
piede : soltanto dell'uomo : il disotto,
la parte che posa sulla terra.
4) piànta = pianta: il disegno che
sì fa sopra la carta d'un edifizio, di
una città, d'un terreno.
5) fa de piànta = faro di pianta, di
sana pianta: dai fondamenti, per intero.
6) inventa de jnànta = inventar di
sana pianta: narrare cose interamente
false.
7) Pianta, ruolo, elenco : vòss no-
minaa in piànta stàbil = essere no-
minato in pianta stabile : di un impie-
gato che è nominato stabilmente al
suo ufficio.
piànta, V. att. = piantare. Vedi pientà,
picàntàgriòn, * s. f. = piantagione, albera-
tura : gli alberi che sono sopra un
terreno; Ve bela là piàntàgión de quèll
fóndo = bella è l'albei-atura di quel
fondo.
l)iàntàscia, s. f. = piantaccia, alberone :
pegg. di pianta, albero.
piàntela, s. f. = pianticella, pianticina,
arboscello; dimin. di pianta, di albero:
pianta legnosa, bassa, con tronco fles-
sibile.
1) Alboretto: piccolo albero: veshi
àia cà gh'è ona bela piàntela depòmtn
accanto alia casa c'è un bell'alboretto
di pomi.
piàntòn, s. m. = piantone: soldato messo
fisso in un luogo senza fucile, a fare
la guardia.
piantona, s. f. = alberone: accrescit.
di albero.
piantona, v. tr. = vigilare : esercitare
l'osservazione, non perdere di vista una
casa.
pianura, s. f. = pianura: piano esteso
di terreno ; là pianura del Pò = la
pianura del Pò; Ve on paés iti pia-
nura = è un paese in pianura,
piàntìsa, s. f. = itialletta: altra sorta di
piccola pialla per lavori gentili.
pia
- 596 -
pia
piàsa, s. f. = piazza : luogo pubblico,
spaziato, libero da case ; là piàsa del
Dòmni, là piàsa Montana e sini. = la
piazza del Duomo, la piazza Mentana
e sim.
1) piàsa d'armi = piazza d'arme o
d'armi; luogo spazioso e pianeggiante,
per lo più fuori dalla città, dove i sol-
dati si esercitano nelle armi.
2) el par dna piàm = pare un'aia:
di letto di cui si voglia dire che è
molto grande.
3) In signific. mercantile : piàsa =
piazza : vuol dire il luogo, la città dove
si fanno gli aifari,
4) Impiego, posto : Véra dna bòna
piàsa e l'ha minga éàvilil stagli = era
un buon posto e non ha saputo starci.
5) bèli in fàsa briitt in piàsa e vi-
ceversa = bello in fasce e brutto in
piazza e vicev. Vedi fàsa, 3).
6) piàsa = calvizie, testa calva, pe-
lata.
7) àìidà in piàsa = incalvire : di-
venir calvo ; vòss in ^nàsa = essere
calvo.
piàsàda s, f. = piazzata, piazzaiolata ;
chiassata, cosa, azione, atto da uomo
di piazza.
piàsàl s. ni. = piazzale; spazio grande
a uso jjiazza non selciato e non sempre
regolare.
piàsè s. m. = piacere ; giocondità d'animo,
diletto, godimento : el sàvè che te me
voeuret ben l'è dna roba che me fa on
gran piàsé = il sapere che mi vuoi bene
è cosa che mi fa gran piacere.
1 ) Volontà, desiderio vivo : per fàmm
piàsè V andarla in del fceugh = per
farmi piacere andrebbe nel fuoco.
2) Servizio, favore; el m'ha cercaa
on piàsè = mi ha chiesto un favore ;
el me fa, prdpi on piàsè = mi fa una
vera grazia.
3) vèg'h piàsè = aver piacere, godere ;
sentir piacere.
4) à piàsè = a piacerò, secondo il
piacere, a volontà.
piàsè V. att. = piacere, aggradire, aggu-
stare ; dar gusto : el sorbètt el me piàs
= il sorbetto mi piace, m'aggusta: me
piàs minga àndà foeura de eà àia sìra
= non mi piace uscir di casa alla sera.
1) Garbare; piacere per la figura,
l'impressione: l'è un ònim che me piàs
prdpi nò = è un uomo che proprio non
mi garba.
2) piàsèéé = piacersi : reciproco : tro-
varsi a vicenda d'aggradimento. Spe-
cialm. di due che si vogliono bene e
si sposano.
3) come me, te, ghe par e piàs ='
come mi, ti, gli pare e piace; secondo
la mia, tua, sua volontà.
4) là, el me finiss nò de piàsè = non
mi finisce di piacere ; non mi piace in
tutto, mi lascia qualche cosa a desi-
derare.
piastra s. f. = piastra; metallo ridotto
in lastra.
piàstréla s. f, = piastrella; quelle pietre
piatte che usano i ragazzi per giocare
e specialm. per farlo saltare sull'acqua.
1) Ambrogetta; lastricina di marmo
0 di qualunque altra composizione di
varia figura e colore, da far pavimenti.
piàstiii part. = piaciuto ; part. pass, di
piàsè = piacere.
piàtàfòrma * s. f. = piattaforma ; quel
tondo nelle stazioni di strade ferrate su
cui si girano le locomotive per mutarle
di binario.
piatarìa s. f. = piatteria ; tutt'insieme i
piatti per uso della casa; servito di
piatti.
piàtee, s. m. = piattaie, stovigliaio; chi
vende piatti scodello, stoviglie : chi
vende soltanto vasi di terra cotta dicosi
cocciaio.
piateli, s. m. = piattello; dim. di piatto,
specialm. quelli per stemperarvi i co-
lori a guazzo.
piàtèra, s. f. = piattaia, stovigliaia; la
moglie del piattaie, o anche la donna
che tiene negozio di piatteria.
1) Piattaia, scanceria ; specie di scan-
sia a palchetti su cui si tengono per
coltello in bella mostra piatti e stoviglie.
Anche la rastrelliera dove si pongono
i piatti. j
piàtin, s. m. = piattino ; piccolo piatto^
e specialm. quello su cui si posa 1^
tazza prendendo il caffè.
piatola, s. f. = piattola; insetto che sta.
sulla persona e si annida fra i peli,
1) Di pers. noiosa, incontentabile di*
ciamo : fé dna piatola = è un pialtone,
una piaga; è un canchero.
piatoli, s. m. = piattone ; piatto grosso
pesante.
pia
- 597 -
pie
1) Anche piatto abbondante, nel quale
vi sia molta roba.
piàtonà,* V. att. = piattonare; dare colla
. sciabola dei colpi di piatto.
> piàtonàda, s. f. = piattonata; colpo dato
di piatto con la sciabola.
piàtt; s. m. = piatto ; vaso dove si man-
giano le pietanze.
1) piàtt de 2)ortMa = vassoio; piatto
più grande degli altri e più fondo in
cui si portano in tavola le vivande e,
se non è già fatto, vi si scalcano.
2) Il contenuto : hèmm màngiaa on
piàtt die Vera dna bontaa = abbiam
mangiato un piatto che ora una bontà ;
me fàroo insegna dèla coeuga à fa on
piàtt noeuv = mi farò insegnar dalla
cuoca a fare un piatto nuovo.
3) i piàtt = i piatti, lo stoviglie: ter-
mine generico di tutti i vasi di terra
cotta da cucina.
4) làvti i piàtt = rigovernare i piatti,
le stoviglie; lavarli nell'acqua ben calda,
dall'unto delle pietanze.
6) el stràse di piàtt = il ceneracciolo;
pezzo di tela appallottolata con cui si
strofinano i piatti per rigovernarli.
6) àsa di j-jiàtt, de colà i piàtt =
piattaia, rastrelliera; asse inclinata su
cui si posano i piatti per" coltello a
sgrondo, affinché sgocciolino bene dopo
essere risciacquati.
7) on piàtt = un' acca, niente ; M-
vènn, vèghen on piàtt = saperne, averne
niente, un'acca.
8) on piàtt de bona céra = un piatto
di buon cuore: buona accoglienza.
9) i piàtt déla bàlànsa = i piatti della
bilancia: quei dischi un po' concavi sui
quali si mette da una parto la merce,
dall'altra i pesi.
10) i piàtt = i piatti. T. music, quei
duo dischi di metallo che si fanno suo-
nare picchiandoli o strisciandoli l'uno
contro l'altro.
11) piàtt de mèès = cozzone, arruf-
famatasse, ]nezzano di matrimoni, e
mezzano in generale.
piàtt, agg. = piatto: schiacciato e quasi
piano; gh'è cèrti càn che g'han el nàs
piàtt = ci son certi cani che hanno il
naso piatto.
pica, s. f. = picca : gara puntigliosa ; fa
dna ròba per pica = far qualche cosa
per picca, per dispetto,
pica, r. att. = picchiare : battere alla
poi'ta 0 su corpi duri; pica, che te dervi-
rdn = picchia e t'apriranno.
1) chi l'è che pica? - el Tòni mica
- ehi l'è che sona? - là padrona - chi
l'è che bàia? - là càràla. È un gio-
chetto infantile che diciamo per. tenerci
quieti i ragazzi d' intorno, ma che in
Toscana non c'è, e non è traducibile,
so non letteralmente, e senza sapore.
Così ò quest'altro; m'àn mòrta, pica là
pòrta pica Vilss, mànmiisé, mdnmìlsé.
2) Dare, urtare, dar di cozzo; Vhà
picaa el geìimiicc in del spìgol = ha
picchiato il ginocchio nello spigolo.
3) Percuotere, dar busse; el g'hà là
bruta àbitudin de pica i fla"u = ha la
brutta abitudine di picchiare i ragazzi.
4) ;>«Va 7 so = battere il sole: esserci
spesso.
5) pdcà 'l nds in quèicòss = battere
il naso in qualche cosa: trovarsela da-
vanti e quasi urtarci contro.
6) pica 'l eoo in di milr = battere
il capo nel muro; fig., darsi alla dispe-
razione.
7) Martellare: di forti pulsazioni ac-
compagnate da dolori in qualche parte
del corpo.
8) pica i cecc in fàcia = piantare gli
occhi in viso: fissare uno con insistenza.
picaa, agg. = offeso, impermalito, im-
bizzito; rè picaa minga de pòcch per
i par òli che te gliee ditt = è offeso
non poco per le parole che gli hai dette.
picàcuàna, s. f. = ipecacuana. Tedi pè-
càcuàua.
picàdii, s, f. = picchiata: l'atto e l'ef-
fetto del picchiare: specialm. di botte.
1) frittìra picMa = piccata di vitello,
frittura i^iccata.
picànèll, s. m. = picciuolo, gambo : la
parte delle cose che serve a tenerle, a
infilarlo.
picànt, agg. = piccante: che picca, pun-
gente, frizzante; hin paròll on poo pi'
cànt = son jìarole un ])o' piccanti.
1) Del vino, che frizza, che morde
il palato.
picàpréj, s. m. = scalpellino: chi lavora
la pietra collo scalpello.
1) Lastricatore: chi lastrica le strade:
od anche sqiiadratore; quello scalpellino
che lavora le pietre di sqiiadro.
picàss, v. rifl. = piantarsi: mettersi fisso
in un luogo ; el se pica in siili' Usa e
pie
àe pò pii desfesciàll = si pianta sul-
l'uscio e non si può liberarsene.
1) picàss de... = pretendere di... pre-
tenderla a... el se pica de vèss on le-
tcràto = la pretende a letterato.
picàrdìa, s. f. = contadinume: molti con-
tadini insieme.
picch, s. m. = fitta, martellata : pulsa-
zione dolorosa, doloro acuto e inter-
mittente.
1) Contadino, villico, rustico. Anche
di chi non conosce le regole dell'eti-
chetta e si comporta un po' zoticamente,
contadinescamente.
2) Picche: uno dei semi delle caiic.
3) nega sii ràss de piceli = negare
il paiuolo in capo. Vedi eros, 1), ne-
4) éilcc còme l'àss de picch = guitto,
meschino, pitocco: senza un quattrino.
5) inàgher còme Vàés de jnech, o
uiàgher in piceli = magro allampanato,
magro strinato. Vedi iiiàgrlier, 3). An-
che: secco come una gratella.
(j) el va già à piceli = scende a
picco ; verticalmente , perpendicolar-
mente.
7) Piccone: stramento di ferro che
serve a rompere sassi.
picètt, s. m. = pettirosso, pettiere: spe-
cie d'ucc. e in generale qualunque uc-
cello piccolo dal becco gentile.
piche, s. m. = coltroncino d'InghilteiTa:
specie di stoffa di cotone. Dal frane.
piqué.
pìchetà, v. att. = picchettare: punteg-
giare fitto, smerlando o tagliuzzando
strisce di seta, di crespo o altro per
guarnizione.
piehètt, s. m. = picchetto: piccolo nu-
mero di soldati staccati a corpo speciale
e propriamente quello di guardia, d'i-
spezione.
1) Legnetto che gli ingegneri mettono
a distanze lungo le strade che trac-
ciano.
2) Giuoco di data con 32 carte.
picià, V. att. = snocciolare: dare, contar
danaro disinvoltamente; elg^hàpiciaa
lì in d'on moment dès bilictt de mila
còme nagòtt = gli snocciolò lì in un
momento dieci biglietti da mille come
niente.
picio pàcio, s. m. = piaccichiccio : si
dice di fango o poltricchio delle sti*ade
molto battute in tempo di pioggia.
598 — pid
piciura, picìiirà, modi volgari e quasi
interamente disusati per pitura, pi-
- tiirà. Vedi.
pìcol, agg. = piccolo: di poca quantità,
entità, corpo : contrario di grand, =
grande, e di gròss, grosso.
1) Di età; vèss pìcol = esser piccolo,,,
aver pochi anni, esser ragazzo.
2) pìcol, s. m. = garzoncello, fatto-
rino: ragazzo che in bottega rendo pic-
coli servigi, ed eseguisce alcuno fac-
cenduole in aiuto del padrone e dei
garzoni.
3) òtui pìcola = una porzione ; quel
tanto di pietanza che portano per una
persona alla trattoria.
4) in pìcol = in piccolo : in piccole
proporzioni.
5) in del me, in del so pìcol = nella
mia, sua coudizione non larga: facendo
un paragone con chi sta meglio di noi.
pieolaa, agg. = picchiettato : punteggiato
di vario colore.
pieolàss, V. rifl. = imporrai*e, imporrire:
del guastarsi i pannilini e altre cose
per l'umido.
picolésa, s. f. = piccolezza: cosa piccola,
meschina.
1) Frivolezza: cosa frivola, di poco,
nessun conto.
picoll, s. m. = picciuolo: gambo di frutta,
foglie, fiori 0 sim.
1) cìnqu e cìnqit dés. ti el picoll e
mi i scires Vedi dès, 3).
pieòn, * s. m. = piccone: specie di zappa
a due punte coniche che serve per sfon-
dare il terreno, scalzar macigni e sim.
picosà, V. att. = picchiettare: picchiare
spesso con un corpo duro checchessia,
lasciandoci delle tracce; hoo faa picosà
i colami déla cort = ho fatto picchiet-
tare lo colonne della corte.
picòss, s. m. = picchio rosso: uccello
rampicante.
1) Piccozza: maiiello tagliente da una
parte.
pìdria, s. f. = pevera: imbottavino, im-
bottatoio: arnese di legno a mo' di na-
vicella con foro e tubo in fondo, per
imbottare il vino.
1) seca là pìdria = romper le sca-
tole: infastidire.
pidrioeu, s. m. = imbuto. Vedi pedrioen.
pidi'ìòtt, s. m. = imbottatoio: grosso im-
buto di latta per imbottar vino.
1) Cappellina; specie di imbuto che
ine
599 —
pie
ponesi da capo ai doccioni per raccorre
lo acque dei tetti.
piedàtéi'j s. vi. = spogliatoio, posapiede:
dal frane, pied-à-terre: quartiere o an-
che lina sola camera che si ha in città
0 alla campagna, non propriamente ad
uso di continuamente abitarvi, ma per
aver dove fare qualche breve fermata,
ripararvisi, ricomporsi, mutar qualche
parte del vestimento, ecc.
pièga, s. f. = piega : la parto di una
stoffa che si ripiega sopra sé stessa, e
il segno che ci rimano.
1) Segno che rimane piegando caria
e sim.
2) Fig. il modo come vanno le cose;
me par clie i esàmni ciàpen òna bruta
pièga = mi pare che gli esami pren-
dano una brutta piega.
3) Garbo, grazia; ei ghe va àdree eont
dna piega ài so papà che 'l glie fa fa
tiitt quèll che 'l voeùr = sta dietro al
suo babbo con un garbo tale che gli fa
faio tutto quello che vuole.
l)iegà, V. alt. = piegare: fare una o più
pieghe a ])anni, drappi, carta e sim.
1) piegò, òna lètera = piegare una
lettera, chiuderla.
2) Di panni, fogli, ecc., ripiegarli per
dar loro la forma occorrente; piega là
tomàia = piegar la tovaglia ; piega in
quàter el lenéoeii = piegar in quattro il
lenzuolo.
3) piegàss, rifl. = piegarsi, curvarsi,
torcersi ; Vasài el se piega minga =
l'acciaio non si piega; l'ala del eapèll
la é'è piegàda indree de per lee = la
tesa del cappello si piegò all' indietro
da sé; diventàtul véce, pòer òmm, el
ée pièga che '/ par on e = diventando
vecchio, pover'uomo, si piega che i^are
un e.
pìegaa, agg. = piegato, curvo.
1) àndà tiitt picgaa = andar grondon,
grondone: con andatura curva o lenta-
mente.
piegàdura, s. f. = piegatura, addoppia-
tura: il piegare e il punto e modo in
cui si piega, si raddoppia ; là seda là
àe slìsa in di piegàdùr = la seta si lo-
gora nelle addoppiature.
piègrli, s. m. = piego : involto ben pie-
gato, specialmente di fogli da trasmet-
tere.
pìeghetà,* v. att. = pieghettare, appie-
ghettare, piegolinare : dei petti di ca-
mice, delle gale, ecc., dicono le stira-
tore delle piogoline che vi fanno dopo
averli insaldati e che fermano col pas-
sarci sopra il ferro caldo.
1) Piegheggiare. Anche piegare a
macchina.
pieghèvol, * agg. = pieghevole : che si
piega facilmente. Di cosa, e di persona
che si lascia persuadere, che cede fa-
cile all'altrui consiglio, preghiera, ecc.
pièn, agg. = pieno: che contiene quanto
può; botèlia, bott, braca pièna = botti-
glia, botte, brocca piena; fìter, càsètt,
peston pièn = litro , cassetto, fiasco
pieno.
1) bóca pièna = bocca piena : dove
c'è ancora cibo da masticare, e che fa
i bocconi troppo grossi.
2) Completo : che contiene quanto
persone può ; el tràmm, l'omnibus, el
vàgòn l'è pièn = il tram vai, l'omnibus,
il carrozzone è completo.
3) Di gran quantità; là sàia Ve pièna
de belee = la sala è piena di ninnoli;
el giàrdtn Vera pièn de ficeti = il giar-
dino era pieno di ragazzi; el m'iui seritt
dna lètera pièna de gentilèsà = mi scrisse
una lettera piena di cortesia.
4) Sazio ; pièn de fàsmu, de pààta
comodàda = pieno di fagioli, di pasta
asciutta col burro ; vèss pièn come
òn' ola = essere pieno come un'otre.
5) à jiànscia pièna = a pancia piena,
dopo aver bene mangiato e ben be-
vuto.
6) pièn éèpp e pièn pienlse = pieno
zeppo, pieno pinzo; pièn ras = pieno
raso; pièn cornar = pieno colmo, pieno
a cupola.
7) pièn de voiàmtn = affatto voto.
pièn, s. tn. = ripieno : quanto sei've a
riempire; el pièn di polpètt = il ripieno
delle polpette; el pièn del pàétiss = il
ripieno del pasticcio.
1) Scandalo, putiferio ; se vègnen à
savè che Ve àndaa in America éiiced
on pièn = se vengono a sapere che è
andato in America accade un putiferio;
là prima dona Vhà minga vorilii canta
e àia èira in tcàtcr è sileèss an pièn
de no di = la prima donna non vello
cantare e alla sera in teatro è accaduto
uno scandalo da non si dire.
pièna, s. f. = piena : aumento d'acqua
ne' fiumi o sim. solitamente cagionata
da piogge o nevi disciolte.
l)ie — 600
1) Folla; l'altra séra in teàter gh'éra
dna pièno, che se sofogàva = l'altra
sera in teatro c'era tale piena che si
soffocava.
pìeuàsc, agcf. = pienotto : di ragazzo e
di uomo piuttosto pieno : robusto e
grasso.
l)ìenésa, s. f. = pienezza: astr. di pieno:
pienesa de sàngit = pienezza di sangue;
di chi ha il sangue troppo ricco di glo-
buli rossi e che affluisco troppo al cer-
vello 0 al cuore.
piouòtt, (tgg. = pienotto. Vedi pienàsc.
pièiit, agg. = frizzante, mordente: di cibo
0 bevanda che frizza, morde, come pe-
peroni, senape, vino, aceto e sim.
pieutà, V. att. = piantare : mettere una
pianta sotto terra perchè alligni.
1) Per simil. collocare, ficcare; pientà
i pài in tèra = ficcare i pali in terra.
2) Abbandonare: l'è àndà in Amtrà-
lia e Vhà picntaa chi pàder e nitider
in miseria = andò in Australia e ab-
bandonò qui il padre e la madre in
miseria.
3) Lasciare in asso: lasciare uno solo
sili piii bello e quando non se l'aspetta;
ci m'ha pientaa lì sénsa di ne biff ne
hàff = mi piantò lì senza dirmi né ahi
nò bai.
4) pientà li mcch e fiisèla = pian-
tar baracca e burattini: andarsene senza
far discorsi e senza troppi riguardi.
5) pientàla - rimanere, finirla, smet-
terla; no le piénta mai nànea on mo-
ment de tormenta 'l prdsim = non ri-
mane mai neanche un momento di in-
fastidire il prossimo.
6) piéntelaf e jntintela = abbozza!
tira a monte ! smettila ! finiscila !
7) pientàss = annidarsi; stabilirsi in
un luogo, specialm. in casa d' altri.
8) pientàss = ingambarsi, far fortuna,
arricchirsi.
pieutaa, agg. = piantato; part. pass, di
pientà = piantare.
1) ben pientaa = tarchiato, ben com-
plesso, tarcagnotto.
pìentàgriòn, s. f. = piantagione. Vedi
pìàntàgrión.
pientèna, s. f. = listello, regolo. T. ar-
chit. : modinatura piana e quadrata ac-
compagnatoria 0 di divisione.
1) Staggio: bastone che regge i pinoli
nelle scale a mano.
pìf
pientenaa^ agg. = li stellato: che ha i li-
stelli.
pieutòn, s. m. = piantone; ramo d" al-
bero che si trapianta per riproduzione.
1) Broncone : gi-osso ramo non ri-
mondo, con cui sostengonsi le viti nel
mezzo dei campi.
2) Perno: ordigno d'acciaio appuntato
ad uso di fermar qualche pezzo.
3) Palmone; pertica grande di ramo
d'albero verde che ha da capo tre o
quattro verghe un po' elevate su cui
s'affiggono dei paniuzzi per prendere
gli uccelli.
4) dàgh on pienton = piantare, dar
la gambata : abbandonare, lasciare in
asso.
pientonà, v. att. = fare i piantoni, tra-
piantare: educar rimessiticci.
pierò, s. m. = pierotto: maschera in co-
stume bianco col viso infarinato. Dal
frane, pierrot.
piesà, V. att. = spalettare, dal- forma colla
paletta alle tese di un cappello.
pièss, s. m. = paletta: di rame, di legno
0 d'ottone che usano i cappellai.
pìetaa^ s. f. = pietà; nobile disposiziono
d'animo a benevolenza e misericordia;
fa pietaa = far pietà ; tibia pietaa de
mi! = abbi pietà di me !
pìetòs, agg. = pietoso : che ha, sente
pietà; ed anche: che muove a compas-
sione.
1) là gMa pietosa là fa i gàtitt
òrb = la madre pietosa fa la figliuola
tignosa: in certi casi la pietà è malin-
tesa e nuoce.
piètra,* s. f. = pietra: ogni sostanza mi-
nerale che non è sale, metallo, o com-
bustibile, e più specialm. quelle delle
rocce.
1) Gemma: gioiello come rubino, dia-
mante, zaffiro e sim. o pezzi di vetro
che vi assomigliano.
2) mal dèla piètra = mal della pie-
tra: i calcoli della vescica. Dicesi an-
che; vègh el mal déla piètra = avere
il male del calcinaccio : di chi ha la
smania di fabbricare.
pietriBcà,*«7. a^^. = pietrificare: far di
venir pietra.
pifània, s. f. = epifania. Vedi epifania,
pìfer, s. m. = piffero, e pifero : piccolo
flauto di suono acuto.
1) Anche: pifferaro ; suonatore di pif-
ing
601 — pil
fero. E sempre ia senso dispregiativo
l)Ov indicare un uomo babbeo, citrullo.
pig'ài'oetì, s. f. = rete: mandasi in acqua
con sugheri o sassi.
pìg'àsìn, s. m. = [)otatoio: roncolo ferro
curvo che servo per potare.
pìgher, agg. = ])igro : lento per vizio o
|)er inerzia volontaria; on scolar plgher
l'è dna gran disgràsia per là scola e
per là fàmìlia = uno scolaro pigro è
gran disgrazia por la scuola e per la
famiglia.
pìg'hiroeùla, s. f. = stecca: jnegatoio di
osso 0 di legno col quale si ripiegano
0 lisciano i fogli di carta.
pigmeo , s. m.
pigmeo 0 pimmeo:
uomo di ])iccola statura
pigna, s. m. = ])igna: parte massiccia di
])iotra che forma l'estremità delle cu-
l)ole.
1) pien coni sii là pigna = pieno a
cupola, pieno cu])olo.
2) Mucchio, monte formato di oggetti
soprapposti l'uno all'altro.
3) fa sii là pigna, ìuètt in pigna =•
accastellare: mettere ova, frutte e sim.
le une sopra le altre in modo che for-
mino una ])iramide.
pigliata, s. f. = ])ignatta, pentola, cal-
derotto, marmitta. Il mtl. li comprende
tutti i)orchè col nome pignàta non di-
.stingue la materia di cui è fatto l'ar-
nese.
1) el diàol ci fa i pignàtt e minga
i coève. Vedi diàol, 7).
pigliata, V. alt. = cucinare: proparare e
cuocere le vivande, in cucine non si-
gnorili dove si faccia un mangiare molto
casalingo.
pignàtàda, s. f. = pentolata : quanto ci
sta in una pentola.
pigliatili, s. m. = pignattino, pignattina:
dim. di ])ignatta.
1) Paiuolina, vaso a guisa di paiolino
dove si scalda la colla.
pignoeù, s. m. = pinocchio, i)inolo ; il
frutto del pino, che si trova nello ])ine.
1) fa i pignoeH = far pepe: accozzare
insieme tutti i cinque polpastrelli delle
dita.
pignòli, s. m. = rocchetto, jiirone : ro-
tellina cilindi'ica i cui denti ingranano
in quelli d'una ruota maggiore.
1) Fusto: pezzo d'acciaio sul quale
sono fermate le ruote dell'orologio per-
chè vi girino sopra.
2) pignòn lungh de bofètt = riposo :
quel ferro a squadra su cui si ripiega
0 posa il soffietto delle carrozze.
pignora, v. alt. = pignorare : gravare,
sequestrare la roba altrui per pegno di
pagamento.
pignoràinènt,* s. m. = pignoramento: il
lìignorare.
pigota, s. f. = bambola : specie di ba-
locco. Fantoccio di legno, carta pesta,
0 altro, vestito da donna.
1) giiigà tlla pigola, = faro alle bam-
bole : il baloccarsi che le bambino fanno
colle bambolo.
2) pàrt dna pigola = sembrare un
bambin di Lucca, un figurino : di chi
ha il viso bianco e rosso, ma senza
es])ressione, senz'anima.
.S) là cà déla pigola. Vedi cà, 43^.
pigotee, s. m. = bambocciaio : chi fa e
vende le bambole.
pigotin, s. m. = bambolina, bamboletta:
piccola bambola.
1) l'è on bèli pigotin = è una bella
bambolina : di ragazza o donna gentile
e di volto grazioso.
pigrìsia, * s. f. = pigrizia : il vizio del-
l'essere pigro: là pigrisia l'è siàda là
ri'dna de tanti e tanti fioeti = la pigri-
zia é stata la rovina di molti e molti
ragazzi .
I*ìj, (Lffiugli) s. agg. = Luogo Pio: ri-
covero pei vocclii indigenti; istituzione
milanese.
pila, s. f. = pila: il vaso dove con pe-
stoni si frantumano le ulive, si brilla
il riso e sim.
1) Pila; la pila elettrica: l'apparec-
chio trovato dal Volta per sviluppare
l'elettricismo.
pila, V. att. = brillare: togliere il riso
dalla sua scorie e mondarlo.
pilàdòr e pilo, s. m. = ])ilatoro, bril-
latore : chi la S'ora alla brillatura del
riso, dell'orzo, ecc.
pilàdiira, s. f. = brillatura: l'operazione
del brillare l'orzo, il riso, ecc.
pilàster, s. 7n. = pilastro: niuramento
in forma quadrilatera dello stesso or-
dine dello colonne e che fa ufficio di
colonna.
pilàstrin, s. m. = pilastrino, pilastretto :
dimin. di pilastro.
pilàtàda, .s'. f. = sciatteria, sucideria:
cosa fatta male e senza pulizia.
pil
- 602 -
pio
pilàtàss, V. rifl. = insudiciarsi, sciattarsi,
sciamaauarsi, trascufarsi.
pilàtèll, s. in. = sudicetto,, sudiciotto :
dim. di pilàtt.
pilàtènt, agg. = sbortucoiato, strucio,
sudicio : che non lia alcuna cura della
])ulizia e della nettezza.
pilàtt, agg, = sciatto,, sciamannato, su-
dicio : di chi per pigrizia o per tra-
scuratezza si lorda con facilità.
1) Acciarpone: chi ha l'abitudine di
acciarjìare.
2) cà de pilàtt = casa disordinata,
mal tenuta.
3) Pilato, s. 1/1. = manda dà Eròd
à Pilàtt = mandare da Erode a Pilato.
Vedi Erod.
pile, (sficlier) agg. = zucchero bianco,
pìleri, (i) s. m. pi. = i soldi, i danari.
piléta, s. f. = ralla: dado di ferro a li-
vello del pavimento con un incavo
tondo sul quale posa il bilico dogli
usci, perchè vi girino.
1) Lucerna: parte del torchio da
stampatore.
pilòn, .v.
= pila : pilastro dei ponti
sul quale posano i fianchi degli archi.
piloro, s. m. = piloro: piccolo orifizio
dello stomaco presso il collo della ve-
scica biliare ; vègh on cancro ài pilòro
= avere un cancro al piloro ; on'infìa-
màsiòn ài piloro = un'infiammazione
al piloro.
pilòta, * s. m. = pilota, piloto : ufficiale
esperto della navigazione, che guida
la nave scientificamente.
1) Anche, quel marinaio che, cono-
scitore di iin porto esce a prendere e
a guidare le navi che vi vogliono en-
trare.
pimpin. Entra nella canzonetta: pim-
pin, cavalìn, éòta ài pè del taolin, ecc.
Vedi càvàliii, 2).
pìmpinéla, s. f. = pimpinella, salva-
strella: erba perenne.
piiupirimpàra, (pólver del) con pii
se Yed e màiicli se impara = la
polvere del bi ribara, dove chi più vede
meno impara: frottola dei saltimbanchi.
pìn, s. m. = pino : genere di piante delle
conifere, sempre verdi, e il legname
che se ne cava.
l) Anche nome proprio per Giuseppe.
pinacotèca, * s. f. = pinacoteca: galle-
rie di quadri e statue : là pinacoteca
de Brera = la pinacoteca di Brera.
pine, s. m. = pince : cane piccolo dal
pelo lungo e fine.
pinciorà e piucirolà, v. alt. = raspol-
lare, racimolare: raccogliere da terra
i chicchi dell'uva.
1) Piluccare: mangiare l'uva spic-
candone chicco per chicco dal grappolo
non colto dalla pianta.
pinciroeù, s. m. = chicco, acino : cia-
scuno dei grani dell'uva.
pineta, s. m. = piccino, bambino, ra-
gazzo; éont vegniiii col me pinela =
son venuto col mio piccino, col mio
ragazzo.
pinéta, s. f. = pineta: selva di pini.
1) Anche nome proprio per Giusep-
pina.
pinola, s. f. = pillola : medicamento ri-
dotto a pallottola.
1) pìnol de desina e deeòtt de can-
tina. = Vedi ciisina, 3).
2) l'è dna pinola àtnàra = è una
pillola amara : un passo disgustoso.
3) indora là pinola = dorare, indo-
rare la pillola : fare accettar con gai'bo
con grazia o palliativi un partito amaro.
4) pinola f = capperi ! corbezzoli !
Esclam. di maraviglia.
pinsa, s. f. = pinzette, mollette : stru-
mento a molla per agguantare e tener
ferme cose minute.
plnseta, s. f. = pinzette, mollette : spe-
cialm. nell'uso della chirurgia.
pinsòcliera,* s. f. = pinzochera: bacchet-
tona, bigotta.
pinta, s. f. = pinta: sorta di misura di
un litro circa ; restò la parola ma la
misura non usa più.
pióda, s. f. = lastra: pietra piatta e
grande da far muri a secco e da la-
stricare.
pioeucc, s. m. = pidocchio : insotto pa-
rassita che vive in capo e addosso alla
gente sudicia.
1) àndti tiitt à piosucc = impidoc-
chire.
2) fa dànee àUla peli d'on pioeucc
= levare la pelle alle pulci per ven-
derla. Vedi pures 1): far danari sul-
l'acqua: far d'ogni cosa danaro; stil-
lare la nebbia.
3) ghe eroda nànca là peli d'on
pioeucc = non gli scappa un quattrino ;
non se ne può sperare la croce di
un centesimo ; non darebbe fuoco a
cencio.
pio
- 603 -
pir
4) Fig. : nomo avaro o sudicio.
5) pioRuec polììi = pidocchio pollino :
quelli che prendon le galline.
pìoeùv, V. att. = piovere : cader la pioggia.
1) pioBÙv à slùns, 0 pioRÙv che Dìo
le manda, o pkeilo à éèec = venir giù
l'acqua a orci, piovere a dirotto, a bi-
gonce, a rovesci grossi.
2) 2)àr che voeicra piceiìv ! iron. =
pare che voglia piovere! Quando piove
bene o da un pezzo.
8) D'acqua cho trapela per muraglie,
finestre o por il tetto : in studi me
pioeùv (/io àula éerivànìa = nello stu-
dio mi piove sullo scrittoio.
4) pigilo sili bàgnaa = piovere sul
bagnato : capitare delle disgrazio a chi
ne ha già troppo.
pioeùya, s. f. = pioggia : acqua che vien
dalle nuvole.
piog'ìàda, s. f. = pidocchieria, spilorce-
ria: atto da pidocchio, spilorcio.
piogiàtt, s. m. = pidocchioso: pieno di
pidocchi e anche, spilorcio, avaro.
piòinb, s. m. = piombo : metallo mal-
leabile, biancastro, turchiniccio.
1) (inda coi pè de piòmb = andar
coi piedi di piombo : con molta cautela
e prudenza.
2) Piombino. Vedi sotto piombìu.
3) « piòmb = a piombo, perpendico-
larmente.
4) de piómb = di piombo, violente-
mente, a peso morto-, el gk'è borlaa
(idòs^ de piómb = gli precipitò addosso
di piombo.
pioiubàj V. in. = piombare, scagliare :
cadere a piombo e special, con impeto,
e in senso traslato.
piombatili; * s. f. = piombaggine, gra-
fite: sostanza metallica che serve a
faro i lapis e le matite.
piombili, s. m. = piombino, perpendi-
colo: pezzo di piombo, di pietra o di
altro legato a un filo per misurare la
profondità di un luogo o trovar la di-
rittura di una parete. Anche per te-
nere abbasso le reti, o altro.
piosa, s. f. = pis^jola: famiglia d'uccelli
cantori .
1) Bezzica: picchia col becco.
piovana, (acqua) = acqua piovana: quella
ohe piove, raccolta in bigonce o in ci-
sterne.
piovènt, s. VI. = acquapendente, pendio:
nei tetti, nei colli, nei monti, quel
declivio per cui scorre giù. l'acqua.
liiovisnà, V. att. = piovigginare, piovi-
scolare, limicare: piovere leggermente,
minutamente.
piovìsnèiit, (Kjg. = piovigginoso : del
tempo quando pioviggina, pioviscola.
piovisaéta, s. f. = luraacaglia, lamicata,
acquerugiola : acqua lenta e minutis-
sima, che appena si vede.
piovòs,* agg. = piovoso: di tempo, quando
piove con insistenza o frequenza.
piovuda, s. f. = scossa d'acqua, pioggia;.
Óaa bela piovuda = una guazzata.
pipa, s. f. = pipa : arnese per fumarvi
tabacco.
1) el v(ìsctt clèla pipa, = il bocciolo,
quello dove sta il tabacco.
2) vèss on modèll de pipa = esser
muso da pipe : spregiativo.
pipa, v. att. = pipare : fumare tabacco,
specialmente colla pipa.
pipàda, s. f. = pipata: il fumare a ])ipa.
pipadòr, s. m. = pipatore : chi fuma
molto nella pipa.
Piperita, agg. = pepe o peperita e pe-
periua: monta.
pipéta, s. f. = pipina : dim. di pipa.
1) pipèta, s. ni. Lo diciamo noi di
quegli ometti piccoli di statura e br ut-
tini che pur vogliono tenersi sullo pre-
tensioni e si dirizzano stecchiti i)er
parere più alti.
pipi, s. m. = bilie : voce fanciullesca per
diro un uccellino, un pollo, sia viva
che morto, vero o dipinto.
pi, pi, = pi, pi, billi billi ; voce imita-
tiva d'alcuni uccelli e usata anche per
richiamo a caccia o quando si voglion
raccogliere i polli.
1) fa pi pi = far pi pi, pipilare.
pipili, s. m. = pipino : dim. di pipa.
piràiiiida e piràmide, * *\ f. = pira-
mide : monumento a base rettangolare
e facce triangolari.
piramidàl, * agg. = piramidale : che ha
forma di piramide.
pirla, V. alt. = torcere, rotare : far gi-
rare come ruota, e girare a guisa di
ruota.
1) Ballare, danzare : è modo popo-
laresco e volgare.
pirlòu, s. m. = ciondolone, prolisso,,
seccatore : di chi impiega molto tempa
per fare cose che non ne richiedono
tanto.
pir
— 604
pis
pirlonà, v. alt. = girellare, ciondolare,
cincistiare, indugiare : tirare in lungo
le cose; star fermo in un luogo per
lentezza nel partirsene.
pirloiiàda, s. f. = tiritera, stampita, fi-
lastrocca : una tirata lunga e noiosa.
pìroéta, s. f. = giravolta : il girare della
persona su sé stessa.
piroètà, V. att. ■^ far giravolte.
pirota^ .<>•. f. = mortaio : vaso di pietra,
bronzo, ferro, e sim. in cui col pestello
si tritano o riducono in i)olvero varie
sostanze.
1) là pirata déla èaa = bacioccolo
del sale : vaso di cucina dove si tiene
il sale.
Pisa, (vegli! qiiìj de) = aver la lucia:
di bambini che non ne i)ossono pili
dal sonno.
pìsa, s. /". = orina, piscia : liquido ani-
male che dalla vescica esce per i' uretra.
1) pim Clara e mèrda dura, là tòa
rita l'è sicura = piscia chiara e merda
dura, la tua vita è sicura: aforisma
medico attribuito al celebre dottor Pa-
letta. I Toscani dicono : chi piscia chiaro
ha in tasca il medico.
2) che 'l Signor te benedìsa cont
V aspèrges déla ptsa. Vedi àspèrg'es, 1).
pisà, V. att. = pisciare, orinare: emet-
tere l'orina.
1) te pòdet pisà in lètt e lìceu di
che te sce éiidaa = puoi pisciare a letto
e dire che hai sudato: di fortunato a
cui tutto riesce bene.
2) te se accorgiàrét in del pisà =
ti accorgerai al far dei conti; a dige-
rirli ti voglio, diceva la volpe al lupo
che mangiava rasoi.
B) toezc sii à jjwà = pigliarle, pren-
dere a gabbo; beffare.
4) Accendere : dar fuoco a qualche
«osa che nel bniciare sia utile o la
crediamo tale : pisà 'l eìàr, el fceugh,
el sigher, là stua = accendere il lume,
il fuoco, lo sigaro, la stufa; pisà óna
candéla ài Signor e l'altra ài Didol =
ivccendere una candela a Dio, una al
Diavolo ; tenere da due partiti opposti.
5) Fig. Versare, sgocciolare, buttar
fuori.
pìsàcàii; s. m. = pisciacane : nome di
una specie di fungo.
pisàcc, s. m. = piscia, orina : nel parlar
famigliare e volgare.
pìsàda, .*?. f. pisciata, orinata : atto del
pisciare e l'orina che si fa in una
volta.
pisàfoeùg'Iu s. m. = attizzino: chi at-
tizza liti.
pisàmochètt, s. m. = abatonzolo, aba-
tucolo : dispreg. di abate.
pìsàiièll, s. m. = pisciancio, piscianico:
vino rosso di poco colore.
pìsàrèla, s. f. pisciarella, pisciarello :
lo stesso che pisàiièll.
pìsàss, 1). rifl. = accendersi, prender
fuoco ; là legna seca là se pìsa àia
svèlta = le legno secche s'accendono
in fretta. Anche da se : gh'è cèrti ròbb
che se piéen ècnàa feeùgh = vi sono
certe materie che s'accendono senza
fuoco.
1) Con un complem. : àdòss, in di
eàlsoìi, e sim. pisàss adòsé = pisciarsi
indosso; farsi la piscia addosso, ori-
narsi indosso: scompisciarsi.
pisàtój,* s. m. = pisciatoio, e meglio:
orinatoia, smaltitoio: luogo por orinare.
pisciiiiu, agg. = piccolo, piccino : è più
usato di pìcol. *
1) Bambino, citte; el tò jnscintn
come el età ? il tuo piccino come sta ?
l'è 0)1 piscinin gràsiòs come = è un
piccino molto grazioso.
2) Angusto, stretto, che non basta
al bisogno : detto di spazio ; éit pisci-
nin, lèti piscinin = luogo, letto an-
gusto.
3) piscintna = ragazzetta, fattorina :
corrisponde tra le fomm. al picol, ma-
schile e s'usa special m. per indicare
quelle delle sarte e delle modiste.
4) Di mente, d'animo meschino.
5) de piscinin = da piccino, da ra-
gazzo.
pisciiiela, s. m. = piccinaccio : specialm.
di bambino vispo, un po' monello.
piscinerìa, s. f. = piccineria : cosa gretta
e meschina.
piscìnèsa, s. f. = angustia, strettezza:
si dice dolio spazio.
1) piscine sa de eoo = angustia di
mente, piccineria.
piscinòtt, s. m. = tozzo, tappo di botte :
di chi è piccolo e tarchiato, robusto.
pìsetìn, s. m. = bigherino: specie di
trina molto stretta, per guarnizione ai
vestiti da donna.
pisìde, * s. f. = pisside : vaso dove
stanno le ostie consacrate nell'altare.
pis
— 605
l)ìt
pisigà,* V. att. = pizzicare : induiTe piz-
zicore.
1) Dare dei pizzigotti : el so de fa
rè quèll de pisigà là geni = il suo
da lare è pizzicar la gente.
2) Sbocconcellare: mangiar qualche
bocconcello leggermente , togliendolo
anche a pizzico colle dita.
3) Frizzare; mordere ; sto vtn biànch
chi el pièiga = questo vino bianco
pizzica, frizza.
4) pisiga, mollga, là gàia là ptga ;
pìn pignceu, dagli on para di tu bmu,
Élsa là eoa e va à cà tòa = questa è
una bolla piazza, che ci passa una le-
])ro ])azza : uno la vide, uno la prese,
uno l'ammazzò, uno la pelò e uno la
mangiò. E' gioco che se non si corri-
sponde nelle parole, si corrisponde nel
fatto, perchè cosi noi come i Toscani,
dicendo le parole, chiudiamo verso il
palmo successivamente lo dita della
mano , finché da ultimo son chiuse
tutto.
pìsigrh,* s. m. = pizzico: quanta roba si
prende coi cinque polpastrelli riuniti.
1) Arzillo : del vino che pizzica :
vili che g'hà 'l ptsigh = vino coli' ar-
zillo.
2) vègh àiil pìsigh déla lèngua =
avere sulla punta della lingua : star
per diro una parola e non potere, per
averla al momento dimenticata.
pìsig'òn, s. m. = pizzicotto: lo stringere
con due dita la pelle altrui tanto da
fargli male.
1) dà di pisigon = pizzicottare : dare
dei pizzicotti.
pìsìs, s. m. = contadino. Lo stesso che
piceli 1).
pìsocà, V. att. = appisolarsi. Lo stesso
che
pisola e pisorà,* v. att. = pisolare, appi-
solarsi: prender sonno, ma leggeris-
simo e di poca durata.
pisolili,* s. 7)1. = pisolo, pisolino: sonno
leggiero, breve.
pisoli, s. m. = piscioso, piscialletto ;
spccialm. di bambini che orinano in
letto 0 nei calzoni, o sono quindi spesso
imbrattati di piscia.
piss, agg. = acceso, ardente; dar piéé
= lume acceso; càrbòn piàé = carbone
acceso, ardente; Ve piss el foeugh? =
il fuoco è acceso ?
1) giilgà à piss te l'doo, piss te V
màntegni = giocare a sempre vivo te
lo dò ; oppure : giuocare a ben venga
e ben vada il signor Bonaronzolo, a
giuocare a passa passa, messer Gio-
vanni.
piss, s. m. = pizzo: merletto, trina;.
òna guàrnisiòn de piss de Brìlsèll =
una guarnizione di jiizzo di Bruxelles.
pista, * s. f. = pista : la striscia di ter-
reno dove corrono i cavalli e le bici-
clette negli ippodromi e nei velodromi .^
pìst.i, (carta) s. f. = cartapesta. Vedi
càrtàpista.
piataceli, s. m. = pistacchio : albero-
deli' Italia merid. sempre verde con
frutti dolci del medesimo nome.
pistàg'iia, s. f. = pistagna: striscia im-
bottita che forma il collo del soprabito,
palton 0 sim.
pistòla, s. f. = pistola : sorta d'arme da
fuoco per lo più tascabile.
1) èia còla pistòla Ma man = star
colla pistola alla mano : essere rigorosa
neir esigere.
piatoli,* s. m. = pistone : tubetto metal-
lico negli istrumenti d'ottone per mo-
dificare l'intonazione.
pìta, s. f. = chioccia : la gallina quanda
cova e quando ha i pulcini.
1) Per celia noi lo diciamo della
madre, allorché le si fanno intorno i
figliuoli.
pitàusa, s. f. = pietanza: piatto servito
per companatico ; el tò eoettgh el fa di
pitcms che hin bònn come = il tuo-
cuoco fa delle pietanze che sono buo-
nissime.
1) Companatico : ogni cibo che sì-
mangia col pane; là pitflnm fé sèrn-
per àsce = il companatico é sempre
abbastanza.
pitàiisìii, s. m. = manicaretto : vivanda
appetitosa, delicata.
pitigTÌ, s. m. = dosso, vaio : la parte
della schiena del vaio molto nota e
usata per far pellicce. Dal frane, petit-
gris.
pitima, s. f. = pittima: persona noiosa,
che non si spiccica; el glia mài à fin
à mceùves, quèla pitima = non si de-
cide mai a moversi, quella pittima.
1) Canchero, piaga: chi non è mai
contento di nulla e tutto sprezza.
pitocà, V. att. = pitoccare, mendicare,,
fare il pitocco : andare accattando an-
che senza bisogno.
pìt
- 606 -
piv
pitocàda, .<«. f. = pitoccheria ; azione da
pitocco, spilorceria,
pitòcch, s. m. = pitocco, mendico : strac-
cione ctie va accattando. Anche sem-
plicemente bisogaoso, povero.
1) el jìàr on pitócch = pare un pi-
tocco : di pers, d'aspetto miserabile,
malvestita.
2) l'è on ìnàngià de pitòcch = è un
cibo ghiotto, una vivanda saporitissima.
pitòr, s. m. = pittore: chi fa l'aito
di dipingere.
1) pitor à fresca = frescante : pittore
che dipinge a fresco ; pitor de figura
= figurista ; pitor de teàter = sceno-
grafo, pittore di scene ; pitor de pàe-
aàgg = paesista ; pitor d'ornaa = orna-
tista; pitor de quadratura = riquadra-
tore di stanze.
pitorèsch, agg. = pittoresco : che ha
della pittura, che ritrae al vivo le cose.
1) Di luogo bellissimo, ameno, degno
d'esser ritratto dal pennello.
l)ìtrìce, * s. f. = pittrice, e scherzevol.
pitto ressa : donna che esercita l'arte
della pittura.
pitt, s. pi. -• peto, volgare,
1) Piedi, volg.: àndà coipitt all'Èri
= cadere coi piedi in aria,
pitiìra, s. f. = pittura: l'arte del dipin-
gere e roi)era dipinta.
1) àndti de pitùra = andare a pen-
nello, andar benissimo.
2) i pitti r = i colori: pezzetti circo-
lari e rettangoli di pasta colorante in-
durita; dna scàtola de pitur = una
scatola di colori.
pitiirà,
aft.
pitturare : dar su la
tinta, il colore, per lo piìi a olio.
1) Dipingere : rappresentare oggetti
corporei per mezzo di segni e colori ;
pitiirà à oli, à frcsch = dipingere a
olio, a fresco; pitiirà sili veder, sili
lègn, stòla porcelàna = dipingere sul
vetro, sul legno, sulla porcellana.
2) l'è de pitiirà = è da dipingere:
di cosa 0 pers. di bellezza singolare.
3) pitiiràss = dipingersi : darsi il
colore al viso.
4) sta lì à pitiirà = star lì a dipin-
gere : di chi scrive mqlto adagio, ba-
dando troppo alla calligrafia.
5) ghe étàrta nànca pitUraa = non
ci starei dipinto, non ci starei neppure
in pittura : di un luogo che non pos-
siamo patire.
piuma) s. f. = piuma : la penna córta e
fina degli uccelli.
1) dormi siila piuma = dormir sulle
piume : sulla materassa riempita di
piuma.
2) leger còme ona piÈma = leggero
come una piuma, come la paglia : di
pers. volubile.
3) i piiimm = le piume, le penne,
i pennacchi : quelle degli uccelli usate
come ornamento dei cappelli o del capo.
4) Frasca : tutta la ramatura degli
alberi d'alto fusto.
piiiinàsc, s. m. = piumaccio : guanciale
da letto che usava per lo più di piume.
piìiiuàscioeù, s. m. pi. = le due testate
che da capo e da piede attraversano e
collegano tutto il letto di un barroccio
0 di un carro.
1) Piumacciolo : il tendono di paglia
su cui appoggiano il ginocchio i sel-
ciatori mentre stanno lavorando.
piiimàsìn, s. m. = piumacciolo : pez-
zetto di tela ripiegata a più doppi, o
fascette di fila serrate insieme, per
mettere sulla vena d'onde s' è levato
sangue, o in generale sopra un taglio,
una ferita, una piaga,
piiiniin, s. m. = piumino : guanciale ri-
pieno di piume che si tiene sul lètto
per riscaldare i piedi.
1) Fiocco di cotone o piume di ci-
gno per darsi la cipria.
2) Peluria : quella lanugine che ri-
mano agli uccelli dopo che sono pelati.
piiimìsta, s. m. = pennaio : chi acconcia
e vende penne da ornamento femmi-
nile.
piya, s. f. = piva, cornamusa : strumento
rustico da fiato che consiste in tre o
quatti'o canne i)nboccate in un' otre,
una per gonfiarlo, e le altre sfiatando,
per suonare.
1) Gozzo gozzaia : gozzo grande e
pendente.
2) piva = diciamo noi a un ragazzo s
che per nulla piange.
3) mètt i plv in del sciceli - andar
colle pive, colle trombe nel sacco :
senza aver ottenuto nulla.
4) romp o seca là piva = romper le
scatole, infastidire.
5) Pastorale, pastorella : sonata che
suol farsi coli' organo in chiesa per la
novena di Natale o alla messa mattu-
tina del giorno di Natale.
piv
— 607 —
poc
pivèllj s. m. = giovincoUo : l'uomo tra
ragazzo e giovine.
pivìaa e piviàl,* s. m. = piviale : para-
mento sacerdotale fatto a mantello, usato
nel vespro o altro funzioni.
1) borsa del pimàl = borsa del pi-
viale.
2) Vestito di festa ; nictt sii 'l pi-
viàl = mettersi l'abito della festa, ab-
bigliarsi con lusso.
piriòii) s. m. = piccione. Vedi piiTÌdn.
placa, s. f. = placca, piastra : lastretta
di metallo piii o mono grossa.
1) Afta : quello bianche o Verdastre
che l'angina produce in gola.
placa, v. tr. = i)lacare-: togliere o miti-
gare l'ira altrui.
1) Placcare : rivestire di metallo pre-
zioso un metallo che non lo è.
piaceli, s. m. = piastra : grosso pezzo
di ferro che ricevo i diversi pezzi com-
ponenti la forma dei caratteu'i.
placènta,* s. /■. = placenta. T. d'ostetricia,
piacile, agg. = placcato : lavoro incami-
ciato d'una lastrina di metallo prezioso.
Dal frane, plaqucr.
plàcid , agg. = placido : quieto, tran-
quillo, non commosso, non agitato.
plàfòii, s. m. = soffitto, palco, stoiato :
il ciolo della stanza che nasconde il
palco ; 0 il palco stesso riguardo alla
parto di sotto. Dal frane, plafond.
1) plàfón cààetonaa = palco scom-
partito : se i legnami sono disposti con
arte in vari scompartimenti.
2) plàfón de cànètt = stuoiato di
canne.
plàfonà, ì^. alt. = stuoiare un soffitto.
piata, s. f. = ciancione, chiacchierone :
chi ciancia di molto. ^ ^^
1) Ciaccino : di bambino) o di donna
che Ciaccia. 1
piata, V. alt. = cianciare, chiacchierare :
parlare molto e spesso a sproposito.
1) Ciacciare : chi vuol discorrere, en-
trare, e sentenziare, insegnare in tutto,
anche se non lo sa, e non gli appar-
tiene.
platèa, s. m. = platea : parte più. bassa
del teatro per gli spettatori che forma
la piazza del teatro stesso.
plàteàl, agg. = plateale, volgare, triviale.
piateti, s. m. = platano; platanus orien-
talis = genere di pianto arboree.
plàtin, s. m. = platino : il piii pesante,
il meno combustibile o fusibile di tutti
i metalli.
plàtón, s. m = appaitene, chiacchie-
rone : chi di tutto giudica e sentenzia
per darsi aria d' importanza.
plàtdiiicli, * agg. = platonico: ideale.
plebàia, s. f. = plebaglia : la feccia della
plebe.
plebiscito,* s. m. = plebiscito : voto
popolare.
plètora, s. f = pletora: T. medico; so-
vrabbondanza sanguigna.
plèiirite,* s. f. = pleurite : malattia de'
polmoni che è una infiammazione della
pleura.
plèccli, s. m. = fare d' importanza, gra-
vità \ el se dà on gran plèceh = si dà
grandi arie.
plenariji, agg. = plenario, pieno. T. ec-
clesiastico.
pliàn, s. ni. = sodia a libro, seggio a
icasse 0 pieghevole. Dal frane, pliant.
pliccli,
plico : pili lettere o fo-
gli chiusi insieme, specialni. di fogli
da spedire, mandare.
plòccli, s. m. = masso : grosso sasso,
fitto sotto terra, o sporgente, o stac-
cato ; el torént ci mena giò de qiiìj
plòcch che fa pau>-a = il torrente mena
giiì di quei massi che fanno paura.
1) Ciottolono : grosso ciottolo, sasso
portato giù. dalla corrente e da essa
già arrotondato.
ploif, s. m. = tonfo : caduta di un corpo
molle in terra, o di un corpo duro su
terreno molle.
plotòii,* s. m. = plotone : T. milit. : di-
visione 0 parte d'una compagnia.
pliiràl, agg. = plurale : contr. di sin-
golare ; il numero del più,
plurimi, (in tanti) = in tanti plurimi,
a danari contanti.
pneuniàticli,* agg. = pneumatico ; ma-
china pneumatica = macchina pneu-
matica : che serve per estrarre l'aria
da un recipiente.
pdbia, s. f. = pioppo : genere di piante
dello salicinee ; populus dilatata ; ha
la scorza quasi bianchiccia e i rami in
fomia piramidale.
1) vèsè sègn de pdbia = essere cat-
tivo segno.
pòccli, agg. = poco : contrario di molto,
relati vani.
1) pòcch., s. m. = poco ; g'à-véva pòcch
pan e quèll pòech l'era tniiff = aveva
poc
— 608 —
pod
poco pane e quel poco era ammuffito ;
el g'hà quèll pòcch e coni qnèll bisd-
gna che 'l viva = ha quel poco, e con
quello deve vivere.
2) tùti i pòcch fan el àoèènn = molti
pochi fanno il molto : chi busca meno,
busca pivi.
3) Avv. mangia, làorti, guàdàgntL
pòcch = mangiare, lavorare, guadagnar
poco.
4) càia, manca pòcch = andare, man-
car poco : esser vicino a accadere ; è
càlaa pòcch che l'àndàsé coi gàmb in
tiri = c'è mancato poco che non an-
dasse a gambe all'aria.
5) eàlària anca quèla pòca ! = ci
mancherebbe quest'altra !
6) vhss pòcch de che = valer poco :
specie in senso morale. Anche : vèéé
on pòcch de hòn.
7) pòcch pòcch = poco poco : pochis-
simo.
8) per pòcch = a poco : a poco prezzo ;
el vend là fr&ta per pòcch = vende le
frutte a poco.
9) à pòcch, à pòcch, à pòcch fila
■vòlta 0 per vòlta = a poco, a poco : a
poco alla volta.
10) pòcch fa, pòcch temp fa = poco
fa, poco tempo fa : pochi momenti sono,
or non è molto, non è molto tempo.
11) pi-èss à pòcch = press' a poco :
a un dipi'esso, quasi ; sèmm press à
■pòcch déla stèsa etaa = siamo press' a
poco della medesima età. Anche : pòcch
sii, pòcch giò !
12) de pòcch = da poco, di fresco :
da poco tempo ; hin rivaa de pòcch =
sono arrivati da poco, di fresco. An-
che : poco rilevante; Ve ròba de pòcch
= è cosa da poco, di poco momento.
pochètì ma toclièti, = pochi maledetti
e subito ; meglio pochi ma pronti : di
danari. Si dico anche nello stesso senso;
■pòcch, ma mondtLj = pochi, ma pronti :
un soldo meno, ma pronti.
pòcliìn, agg. = gracilino, esile, mingher-
lino : di ragazzo o giovinetto in non
troppo buona salute, magro e debo-
luccio.
pochitt, (Tèghen) = averne pochi : sott.
quattrini.
pòcia, s. f. = intinto, salsa. Vedi bàgrna,
bàgnìfa.
pocià; V. att. = inzuppare, ammollare,
immollare, immergere : mettere in molle
nel vino biscotti o pane o altro. Vedi
moia.
1) Intridere ; pocià 'l pan in l'oeuv,
in là bagna = intridere il pane nel-
l'uovo, neir intinto.
pociaa, agg. = immollato : fatto mollo
per bagnarne nto.
pocìàca e pociàchera, s. f. = potti-
niccio, fango, mota.
1) Fondiglielo : il vino o altro li-
quido che resta in fondo alla botte,
alla bottiglia, al fiasco e sim.
pociàda^ s. f. = impennata : quanto in-
chiostro ritiene la penna tuffata ; cont
dna pociàda el scriv ■mdsa pàgina =
con una impennata scrive mezza pagina.
pocìàngiiera,* s. f. = pozzanghera, pozza;
le buche delle strado ripiene d'acqua
piovana.
pocica, s. f. = intruglio : mescolanza di
varie cose che mal combinano insieme,
cosicché ne riesce cosa non buona ; ed
anche e specialm. pottiniccio : mesco-
lanza di cose fangose e torbide.
pocòndrìa, s. f. = ipocondria. Vedi pe-
còndria.
podà, V. att. = potare : tagliare il su-
perfluo e il nocivo alle piante ; e senza
complem. si dice delle viti.
podagra, s. f. = podagra: gotta dei piedi.
Più coni. gota.
podè, V. att. = i)otere : aver facoltà, forza,
modo.
1) podènn pii, podi pil = non po-
terne più, non potere più : essere stanco,
finito, anche moralmente ; quànd àc ne
pò pil, crèpa l'tisen e quèll che gh'è
sii = quando non si può più si torna
al buon Gesù ; podènn piò del rìd =
non poterne i)iù dal ridere.
2) Si può sempre sottintendere l'idea
che sappiamo dover esprimere ; se pò ?
= si può? specialm, entrando in una
casa,
3) el pò vèéé = può essere : è pos-
sibile,
4) Ve tati quèll che 'l pò vèéé de...
- è quel che può essere di.,. : è in
sommo grado,
5) bèli, briltt^ éàci, bòn ée H pò vèéé
= bello, brutto, savio, buono quanto
può essere,
6) Di probabilità, dubbio ; podàrìa
ingànàmm, podi àvè sbàgliaa = potrei
ingannarmi, posso aver sbagliato.
pod
7) à pii non pòss = a più non posso :
straordinariamente, a tutta violenza.
podestà, s, m. = podestà. Usa solo nella
locuzione; èco fato 'l beco à l'oca e
l(\ barba ài podestà = ecco fatto il becco
all' oca 0 lo corna al podestà. Vedi
òca, 8).
lìodiroetì, s. m. = potatoio : arnese per
potare.
podisnaa,
= dopo pranzo, dopo
desinare.
1) Pomeriggio : le ore tra il mezzo-
giorno e la sera.
podiiii, pari. pass. = potuto : da podé =
])otere.
posu, aw. = poi, dopo ; el vegnàì'à posu
^ ven'à poi ; e poeu ? = e poi ? Per
chiedere che cosa segue, che cosa vien
dopo ; prtma màngem là minestra e
poeu 'l niàns = prima mangiamo la mi-
nestra 0 poi il manzo.
1) quèst poeu nò ! = questo poi no !
poeusg', s. m. = soprosso, aggravio : spe-
cialm.^ di figli, di persone dappoco, e
sim. E voce quasi interamente disusata.
poèma, s. m. = poema: narrazione di
fatti meravigliosi.
1) Ve on poema = è un poema, an-
che detto scherzosamente.
póer, agg. = povero : chi ha a])pena il
necessario ; poera gent = povera gente ;
l'è on póer paès = è un povero paese.
1) póer òmm = pover' uomo e po-
vero uomo : compassionando.
2) Se è iron. vale : di poco intel-
letto, minchione ; te see on póer fioiiì
= sei un povero ragazzo.
3) Minacciando ; poer ti, póer à ti
= ])Overo a te.
4) Esclam. di sciagura ; pòer nùn !
■póer mi ! opp. pòer à min ! pòer à
mi ! = poveri noi ! povero me ! opi).
]iover' a noi ! pover' a me !
5) Di animali e di cose ; pòer cà-
gnosu ! = povero cagnolino ! ; poera ctl
= povera casa ! Sempre di compassiono.
poeràia, s. f. = poveraglia : molti po-
veri insieme.
poerètt, agg. = bisognoso ; Ve on òmm
poerètt com% = è un uomo molto bi-
sognoso.
1) s. 7n. ; poverello, mendicante, ac-
cattone ; te g'hee daa el sòld ài poe-
rètt ? = hai dato il soldo al poverello ?
2) là poeréta déla gésa = l'aocattina
della chiesa : donna che sta a custo-
- 609 - po^
dij'o la chiesa e vive d'elemosina ; pari
là poeréta déla gésa = parer la vecchia
0 la vecchina dell'aceto : di donna pic-
cina e rifinita che ha l'aria di vecchia,
poerìn, agg. = poverino : dim. di pòer
= povero : speci_alni>^ compassionando ;
o/i, poerìn ! cÒme^Ve^ Intlgher ! = oh,
poverino ! come è magro !
poèrtaa, s. f. = povertà : astr, di povero,
l'ossero povero.
1) Meschinità ; el glia Òna poertaa
d'idèj che spaventa = ha una povertà,
una meschinità d'ideo che spaventa.
poesìa, s. f. = poesia : arte di espri-
mere le cose con ricchezza di imma-
gini e per lo più in versi.
poeta, s. m. = poeta : chi e nato e edu-
cato alla poesia.
poetésa, s. f. = poetessa : donna nata
ed educata alla poesia.
poetici!, * agg. = poetico : di poeta, che
appartiene alla poesia. Anche poèticli;
licènsa poètica = licenza poetica : quello
che talvolta è permessa al linguaggio
poetico, non al prosastico.
poetusc, s. m. = poetastro, poetonzolo,
poetucolo : dispreg. di poeta.
pofàtt, s. m. = pianta chiodi, imbro-
glione, mal paga : chi 'per abitudine
fa debiti, anche sapendo di non i)oterli
pagare, o non pagandoli quando lo può.
poff, s. m. = pierotto : specie di maschera
che ora quasi da tutti si chiama pierò.
Vedi.
1) càpèll Ma poff = cappello a cen-
cio : quello non incollato, che si può
piegare come si vuole.
2) Cestino : nel vestito da donna lo
sgonfio che la moda vuole subito sotto
la schiena.
3) Chiodo : debito che si lascia a una
bottega, 0 sim. ; fa o piente poff =
fare o piantar chiodi ; far debiti.
4) Sultanina : specie di canajtè, ro-
tondo 0 di sgabello imbottito, basso,
senza spalliera, che si motte nella sala
per sedervisi.
5) poff, poff = voce imitante il ru-
more che fa il vaporo uscendo dagli
stantuffi.
pog'ià, V. att. = appoggiare : accostare
una cosa a un'altra, sicché questa le
serva di sostegno ; pogitl là sctda ài
miir = appoggiare la scala al muro.
pògiàposàd, s. m. = cavalletto, ponti-
cello, rocchettino: piccolo arnese di
39
pog
- 610
poi
metallo o cristallo sul quale a tavola
si appoggiano le posate, perchè non
insudicino la tovaglia.
pog-ioeù, s. m. = balcone, terrazzino :
finestra piii grande delle ordinarie,
aperta fino a terra con balaustro o con
ringhiera, e talvolta sporgente.
pogriorìn, s. m. = balconcino : dimin.
di balcone.
poiàii« (àndà in man ài) = morire, an-
dare al cimitero.
poiana, s. f. = poiana : sorta di falco.
pola, 5. f. = gallina d' India, tacchina ;
la femm. del tacchino.
1) Chioccia : gallina covaticcia.
2) po/rt fregia = pappafredda : più
freddo di una tramontana.
polàcch, s. m. = scarponcello, scarpe-
rotto : scarpa molto accollata con uno
sparo nella parte superiore del tomaio,
per poterla calzare e che poi si stringe
con laccetti o stringhe, o correggiuoli.
polànca^ s. f. = capponessa : pollastra
accapponata e ingrassata.
polàr,* agg. = polare : da polo.
polària, s. f. = pollame : quantità dì
])olli, i polli in genere.
polàster, s. m. = pollo : nome generico
dei volatili domestici della famiglia del
gallo e della gallina.
1) àlida in lèti à l'ora di polàster
= andare a letto quando i polli : pre-
sto, appena buio.
2) i mentis de polàSter = i fegatini,
le rigaglie dei polli.
3) fa rid i polàster = far ridere i
polli : di cose ridicole, senza senso.
4) sventra on polàster = sbuzzare
un pollo : levargli le interiora.
poléder, s. m. = puledro : cavallo, asi-
no, mulo giovane, non ancora domo.
polee, s. m. = pollaio, gallinaio : luogo
dove si tengono i polli,
polenta, s. f. = polenda e polenta : in-
triso di i:arina di granturco o di sag-
gina mestato e cotto nel paiuolo.
1) mena là polenta = dimenare, me-
stare la polenta.
2) cànèla déla polenta = mestone :
specie di matterello o randelletto col
quale si rimesta la polenta nel paiuolo.
polentàtt, s. m. = polendaio, pattonaio :
chi fa 0 vende pattona o polenta.
polentina, s. f. = pappina : intriso di
farina e acqua, ma tenuto allo stato di
pasta liquida ; polentina e làtt = pap-
pina e latte ; polentina de linosa =
pappina di linosa : fatta colla farina
dei semi di lino.
1) Poltiglia : si dice di qualunque
cosa ridotta come pasta liquida.
polentòn, s. m. = polentone, poltrone :
chi è pigro, si muove lentamente e mal
volentieri. Anche : Sant'Agio, Ser Agio
di Val Eiposo.
polerìa,* s. f. = pollame. Vedi polària.
polid, agg. = pulito, lindo : vestito con
nettezza e accuratezza.
1) Avv. acconciamente, ammodo, per
bene, per benino, con accuratezza, con
garbo.
Polittòr, (el siir) = il signor Polidoro:
diciamo noi a chi ha gran cura della
pulitezza, e dell'accuratezza della casa,
0 della persona.
polidór, s. m. = pulitore :,verb. da pu-
lire.
poligràna, s. f. = acqua tepida, acqua
cheta, sornione : di pers. che non lascia
scoprir nulla di quel che pensa.
pòlìn, s. m. = tacchino, billo : il pollo
d'India ; ghe n'è pòceh che fa 'l Nàtàl
sénèa polin = ce n'è pochi che fanno
il Natale senza tacchino.
polina, s. f. = tacchina : la femm. del
tacchino ; là palina o polinèta à lèse
rè ecelénte = la tacchina a lesso è ec-
cellente.
1) Cavallina : sterco del cavallo ;
■van à càia sii là polìna per ingràsà
= vanno a raccattar cavallina per con-
cimare.
polinàtt, s. in. = spazzatui-aio : chi va
per le strade a raccattai- cavallina.
polipo, * s. m. = polipo classe d'ani-
mali raggiati.
1) Tumore dello membrane mucose.
poliroeù, s. m. = pollaiolo : chi vende
polli da mangiare. Anche : gabbiaio o
gallinaio, se alleva e vende galline ;
ovaio, se vende ova.
polis, s. m. = cardine, ganghero: quelli
su cui le imposte girano.
1) Pollice: misura, lunghezza circa
della falange estrema del pollice.
2) Ago, lingua: parlando della stadera.
polisa, s. f. = polizza : piccola caiia di
ricevuta o di conti'asseguo.
polisàj, s. m. = birre, poliziotto: agente
della bassa polizia. E per estens. chiun-
que esercita ufffici di polizia, con ma-
niere vessatorie.
poi
611
poi
polisìa, s. f. = polizia: quanto regola e
vigila l'ordino pubblico.
lì Pulizia, pulitezza: astr. di pulito.
politècnìcli, * af/f/. = politecnico: che
concerne molte arti che dipendono dalle
scienze.
polìtica, * s. f. = politica : la scienza
di governo.
1) Furberia nel parlare e nell'agire.
2) pària de polìtica = spoliticare.
politicli, * agg. = politico: che spetta
alla i)olitica; discòrs polìtieh = discorso
politico; opinion politica = 0])inione
• ])olitica.
polltigròn, s. m. = politicone : di pers.
furba, astuta.
polito, avv. = acconciamente, per bene,
ammodo: con accuratezza e garbo.
poli, (§:ìugà àia) = giocare alla corda;
fare una corda. Dal frane, potile.
poliuón, s. m. = polmone : organo dop-
pio del torace che serve alla respira-
zione.
1) slàrgàès i poimon = allargarsi i
polmoni, per buona aria, e fìgurat. per
buone notizie.
polmonàr,* agg. = i)olmonare : dei pol-
moni.
pòlo, s. m. = polo: estremità, dell'asse
di rotazione della terra.
1) àndà al pòlo = andare nelle re-
gioni polari.
polouésa, s. f. = polacca: specie di ballo
0 musica analoga. Dal frane, polonaise.
1) Legno alla polacca : sp. di car-
rozza.
pólpa, s. f. = polpa : Li parto carnosa
dell'animale.
1) chi ha godiiil là polpa goda tinca
i òès. Vedi òss.
2) Sostanza molle delle frutto, tolta
la buccia e il nocciolo o torso.
3) polpa de càsia, de tàmàrìnd =
polpa di cassia, di tamarindo: conserva
di cassia, di tamarindo.
polpàsc,* s. m. = polpa, polpaccio : la
jiolpa della gamba.
polpàstrèll,*^. w. = polpastrello: la parte
più carnosa dell'ultima falange del dito.
1) polpàstrèll di orice = lobo delle
orecchie.
polpeta, s. f. = poli)etta: rotoletto di carne
trita con pane e altri ingredienti fritto
0 cotto nel tegame,
1) Boccone velenoso, cibo con veleno.
2) Guadagno lauto; gh'è càpitaa dna
bela polpeta cont quèll màlaa de Ger-
mania = gli è capitato un l)el guadagno
con quell'ammalato di Germania.
3) dà H color ài polpètt = dar colore
alla cosa, dar fede all'oste : presentar
la cosa in modo che altri la creda come
noi vogliamo, non la veda com'è.
4) polpètt = rocchi: i capelli avvolti
a mo' di polpette.
5) Braciolina ripiena: fetta di carne
ripiegata e fatta come un piccolo ci-
lindro, tenuto insieme con refe, dentro
la quale si mette altra carne battuta e
odori.
polpetòn, s. m. = grossa jjolpetta.
1) Di persona grassa e poltrona.
polpìn, s. m. = polpicina: i)iccola polpa
e piccolo pezzo di polpa ; tira già on
tilter polpìn de poltLèter = prendi un
altra ijolpicina di pollo.
polpós, agg. = polposo, da polpa.
pois, s. m. = polso: la parte del braccio
che è congiunta alla mano e ne batte
l'arteria.
1) 11 battito stesso che si trova an-
che in altra parte del braccio.
2) * jìols = le temiiia: parti laterali
della fronte dove pulsano le arterie.
3) Forza, anche morale; òìmn de polé
= uomo di polso: gravo e di carattere,
polshi, s. m. = polsino: la parte della
camicia e del vestito che fascia i polsi.
Anche staccati.
polt e pòlta, s. f. = papi)ina, intriso :
miscuglio di farina e acqua o latte.
1) Intrigo, raggiro ; menti là polt =
faro intrighi, far le carte : maneggiare
0 guidare alcun affare.
poltìua, s. f. = poltiglia. Vedi polen-
tina.
poltiscià, V. att. = ap])iastricciare, lor-
dare, insudiciar con poltiglia.
poltròn, agg. q s. m. = poltrone: chi ha
il vizio di non far nulla.
1) quànd l'è ètra el polir on el s'invia
= Cecco suda e fa faccende : suoniamo
le campane che s'è deciso, o si è mosso.
poltrona, s. f. = poltrona: grande sedia
a braccioli, generalm. imbottita.
1) poltróna che dònda = dondolona:
sedia lunga dove ci si può sdraiare e
dondolarsi.
poltrona, v. att. = poltrire, poltroneg-
giare, fare il poltrone, vivere da pol-
trone.
poi
poltronària o poltronerìa,* s. f. = pol-
troneria: il vizio del poltrone.
1) tra via là poltronerìa = spoltrirei,
spoltronirsi: levarsi la poltroneria.
pólver, s. f. = polvere: terra arida e fine
facilmente sollevata dal vento; là Mrtida
Ve pièna de pólver = la strada è piena
di polvere.
1) trà^ biità là pólver in di oeuce =
= gettare, dar della polvere negli occhi ;
cercar di ingannare mostrando quel che
non è, 0 \^\i\ di quel che è.
2) fa giti là pólver = spolverare: le-
vare la ])olvore dai mobili su cui si è
posata; stràse déla pólver = spolverac-
cio; pannolino ordinario, col quale si
spolvera.
3) Polveri, cartoline, prese : medici-
nale ridotto in polvere e involto in un
pezzetto di cai-ta.
4) pólver de ù'ciòpp = polvere da
schioppo: composiziono di salnitro, zolfo
e carbone.
polvei'ee, s. m. polverista : fabbricante
di polvere da fuoco.
polverént, agg. = polveroso: pieno, co-
perto di polvere.
polverèra, s. f. = polveriera: fabbiùea e
deposito di polvere da fuoco.
polvei'èri, s. m. = polverone, polverio :
gran quantità di polvere sollevata.
polverina, s. f. = spolverina : soprav-
veste leggera, specialm. da viaggio, per
la polvere,
1) Polvere sottilissima.
polverisà, * v. att. = polverizzare : ri-
durre in polvere.
pomàda, s. f. = pomata. Vedi manteca.
pomelaa, * agg. = pomellato: del mantello
del leardo, o sim.
ponièll, s. ìli. = pomo: cosa rotonda si-
mile a palla, mossa per ornamento o
per presa.
1) Pallino, gniccia, cricca. Vedi luà-
néta, 1) mòla, 2).
2) pomèll del giigìn = capo dello
spillo.
poméra, s. m. = pomaio, pometo; luogo
piantato ad alberi da frutte.
pomeridiana,* agg. = pomeridiana : agg.
di ora: le ore dopo mezzogiorno.
pómes, s. m. = pomice; pietra vulcanica
molto porosa e bianca, per dar l'ultimo
pulimento al legname e per altri usi,
pomìn, s. m. = melina: piccola mela.
- 612 - pon
1) i pomztt = le meluzze dello gote:
rossoretto delle guance.
pònini, s. m. = pomo, melo e mela, al-
bero da frutto e le frutta che produce.
1) pòmm grànaa = granato, mela-
grano e melagrana: pianta delle mirtacec.
■ 2) pòmm d'Adàììim = pomo d'Adamo:
protuberanza ossea della gola.
3) pesa i pòmm = ammammolarsi,
aver la lucia; di chi non no imo più
dal sonno, e s'addormenta seduto, ca-
scando la testa sul petto.
4) quànd el pòmm l'è màdur el eroda
= quando la pera è matura casca: da-
gli e ridagli, arriva la catastrofe.
5) fa cor à pòmm = rincorrere a
melate.
6) pòmm de tèra = i)omi di terra,
patate: tubero della patata, e pianta.
7) pòmm d'or = pomodoro, pomi-
doro: pianta delle solanacee il cui frutto
è usato molto per cucina.
8) pòmm *coddgu = melo cotogno,
albero, e mela -cotogna, frutto.
9) e on pòmm = e coda, e il resto:
dicesi per indicare che c'è di più ; là
g'àvàrà treni' ànn - E on pòmm - avrà
trent'anui - E coda, e il resto.
10) pòmm pòmm = paura, timore,
tremarella.
pómpa, * s. f = pompa, tromba : stru-
mento per tirar su l'acqua.
1) fa pòhipa = pompeggiare, osten-
tare, vantarne.
pompa, V. att. = pompare; tirar l'acqua
colla pomjta.
pompér, s. m. = pompiere: guardia del
fuoco che colle pompo spegne gli in-
cendi.
pompièr, s. m. = pompiere. Lo stesso
che pompèr.
pompon, s. m. = nappa: sp. di palla di
lana, che anticamente i soldati porta-
vano sul chepì con sognato il numero
della compagnia.
pomponìn, s. m. = nappina: i fiocchettM
di cotone che si sovrappongono all<
trapunture nei lavori trapuntati.
pone, s. m. = ponce : bibita fatta coi
acqua bollita e rum.
1) Poncio: sorta di mantello che di-
cesi anche pipistrello: e un pastram
con lunga bavera. Vedi i)unc>
poncignà, v. att. = agucchiare. Vedi pun
cignà, anche poi derivati.
poudà, v. att. = appoggiare : accostai
poli
613
pop
una cosa a un'altra, sicché questa lo
serva di sostegno; pondtL là scàìa ài
mùr = appoggiar la scala al muro.
1) pondàgli dna bela dormìda =
schiacciare un bel sonno.
2) pondàgh on pucjn, on s'giàff =
appioppargli un pugno, uno schiaffo.
pondàbràsc, s. m. = appoggiatoio : quello
che si applica ai davanzali delle fine-
stre 0 alle ringhiere dei balconi, per
appoggiarvi le braccia.
ponéiit, s. m. = ponente: la ])arto dove
apparentemente va sotto il sole.
ponsò, s. m. = ponsò : specie di color
rosso vivo.
pont, s. m. = ponte : costruzione che
serve di passaggio di pedoni o di vei-
coli d'un fiume, fosso, valle e sim.
1) Quel palco fatto di antenne e travi
delle fabbriche in costruzione, o quello
dei pittori per dipingere.
poiit e ponto, s. m. = punto. Vedi puiit.
Iiònta, s. /■. = punta. Vedi pùnta.
pontà, V. att. = puntare. Vedi punta.
pontàda, s. f. = puntata. Vedi pun-
tàda.
poiitadòr, s. m. = puntatore. Vedi pua-
tìidòr.
pontàdura, s. f. = appuntatura. Vedi
puntàdura.
pontàl, s. m. = puntale, gorbia, cal-
zuolo. Vedi puntai.
pontàmént, s. m. = appuntamento. Vedi
piintanient.
pontàss, V. rifì. = impuntarsi. Vedi puii-
tàss.
pontegià, i\ ali. = punteggiare. Vedi
puntegìà.
I)Ontèlà, V. att. e pontèll, s. m. = pun-
tellare e puntello. Vedi puntela e pun-
toli.
pontifica, v. att. = pontificare : celebrare
le sacro funzioni pontificalmente.
pontiflcaa, (inétes in) = mettersi in
pontificale, in gala, in pompa magna.
pontili, s. m. = puntiglio. Vedi puntili.
pontiliós, agg. = puntiglioso. Vedi pun-
tiliòs.
pontii'ceù, s.
= punteruolo. Vedi
puntirceiì.
pontiroeù, s. m. = quelli operai che si
adunavano a certi ponti attraversanti
il naviglio, corrispondenti a corsi, ad
aspettare d'essere chiamati a qualche
lavoro.
politiseli, s. m. = ponticello, ponticino :
jiiccolo ponte.
1) Negli istrumenti ad arco, tavo-
letta d'acero che si mette sotto alle
corde per esaminarne le voci e le di-
stanze.
pontonér, s. m. = pontiere : soldato del
genio addetto alla costruzione dei ponti.
pontiiàl, agg. = puntuale: fatto con scru-
polosa diligenza.
pontiiàlitaa, s. f. = puntualità, astr. di
puntuale.
pontura, s. f. = puntura. Vedi pnntura*
poo, s. m. = poco, alquanto, un po' ;
on poo de mobìlia = un poco di mo-
bilia ; on poo d'ficqua = un poco d'acqua;
on poo de pii che 'l duràss = un po'
più che durasse.
1) on poo indns = poco innanzi ;
on poo inen = poco meno ; on poo àia
volta = a poco alla volta ; on alter
poo = un altro po', ancora un poco.
2) on poo de... = alquanto di... ; una
certa quantità; un poo de òmen, de
cà, de pan = alquanti uomini, alquante
case, alquanti pani.
3) on poo e diiù poo = un poco e
un altro poco : lo dice chi si impa-
zienta, quasi a voler diro : per un po'
ho pazienza, ma poi !...
pòpa, s. f. = poppa. T. marin.; la parte
di dietro del bastimento, rotonda e
larga.
pope, s. f. = testiera, testa : testa di
legno a viso d'uomo o di donna a uso
di lavorarvi sopra parrucche, ecc. Dal
frane, poupèe.
popò, s. m. = bambino, bimbo, mimmo:
voce del linguaggio infantile.
1) Entra nella ninna nanna ; fa nintn
popò, ecc. Vedi ninìn.
popoeu, .9. m. = pupilla, bulbo dell'oc-
chio : il globo dell'occhio.
pòpol, s. m. = popolo : tutte le persone
d'un medesimo ])aeso colla stessa lin-
gua e gli stessi costumi.
1) Anche quelle d'una città, d'un
villaggio ; el pòpol milànes., genovea,
cornaseli = il popolo milanese, geno-
vese, comasco.
2) La parte degli abitanti, esclusa
la nobiltà e la borghesia; l'è dna dona,
• l'è Òna familia del popol = è una
donna, è una famiglia del popolo.
3) le èà 'l pòpol e 'l comUn = è noto
pop
- 614 -
por
Uppis et tonsoribus ; lo sanno sui canti
delle vie : di cosa che nessuno ignora.
popola, s. f. = ragazza, fanciulla : donna
che non ha preso marito.
1) vèss pesg d'òna popola = faro il
lezioso, il canchero : essere una calia :
di chi si ha troppi riguardi e non si
contenta di nulla.
popola, V. alt. = popolare : far venire
in un luogo molti abitanti.
popolaa, agg. = popolato, popoloso : di
luogo dove sono molti e spossi gli abi-
tanti.
popolana, s. f. = rosolaccio : specie di
papavero salvatico, dai fiori rossi, che
cresce fra i campi.
1) Zitellona, pulzellona: che non ha
preso marito od è innanzi cogli anni.
popolar, agg. = popolare, di popolo.
popolàsiòii, s. f. = popolazione : tutti
gli abitanti di un paese.
popòna, s. f. bambinona : di donna fatta
e grossa che vuol far la bambina.
poporà, V. att. = vezzeggiare, careggiare :
far vezzi e carezze a un bambino.
poporóii e poporòtt, s. m. = bambi-
none, bamboccione: specialm. di per-
sona adulta che ha modi da bambino.
por, s. m. = porro: pianta da orto delle
gigliacee; usa come cibo e specialm.
come condimento.
1) Escrescenze carnose attaccaticce
che vengon sulla persona.
2) Puliga: boUicciattola noi metalli
fusi e in ogni altro lavoro di fusione
come gesso, vetro, ecc.
3) Poro : condotti delle glandule su-
doripare della pelle e anche i meati
dei corpi solidi.
porcàda, s. f. = porcheria: un'azione,
un' espressione sporca od oscena; fa
minga di poreàd = non far poi'cherie;
no l'è bòn che de dì di poreàd = non
sa che dir porcherie.
1) Un lavoro; un'opera, una poesia
mal riuscita.
porcàrìa, s. f. = porcheria : sudiceria,
illuvie, sporcizia: una cosa sudicia.
1) Mala azione.
porcàsciòu, agg. = porcaccione, accr.
spreg,
porcèlàna, s. f. = porcellana : il più
pregiato e cui'ato prodotto ceramico.
1) vèsé iìi tòeeh come la porcèlàna
esser povero come Giobbe ; esser più
povero di San Quintino che sonava la
messa coi tegoli.
pòrch, s. m. = porco: mammifero do-
mestico e la sua carne.
1) Di pers. : gràss còme on pòrch =
grasso come un porco.
2) l'è mi pòrch = è un porco: si
dice di chi è sudicio, o di chi parla o
agisce in modo disonesto, immorale,
osceno,
porchee, s. m. = porcaio : guardiano di
porci.
porcherìa, * s. f. = porcheria. Vedi
porcàrìa,
porcinéla, s. in. = pulcinella: maschera
napoletana,
porco, s. m. = porco. Vedi pòrch.
1) Esci, pòrco! pòrco càn = corbez-
zoli ! maledizione I
porcón e porcòtt, s. m. = porcone:
accrescit. di jìorco : è ingiuria.
poresìn, = s. m. = pulcino : il nato della
chioccia.
1) vèss còme on porestn in là stòpa
= essere come un pulcino nella stop])a;
di pers. impacciata, confusa, che non
sa distrigarsi,
2) vèss el poresìn nègher = esser la
panca delle tenebre : di chi sia bistrat-
tato da tutti, 0 cui tocchino tutte le
colpe, tutti i rabbuffi.
porfld, s. m. = porfido: sp, di rocce
a vari colori.
pormoné, s. m. = borsa, borsello, bor-
sellino : tasca in cui si tengono i da-
nari. Vedi borsìn. Dal frane: porte-
monnaie.
1) Portamonete: arnese di pelle con
cerniera per moneta metallica e bi-
glietti di banca.
porós, agg. = porroso : pieno di porri,
porscelìn, s. m. = porcellino : porchet-
tino: dim. di porco.
1) dà ma on iiselìn per ciàpa on
porscelìn = dare un pulcino per avere
un cappone, dare un pasticcino per
avere un piccioncino, dare un ago per
avere un pai di ferro : fare un regalino
per avere un regalone,
2) fa i porseelitt = rigettare, vomi-
tare.
porscèll, s. ni. = porco, porcello, maiale:
porco castrato da ingrassare e ammaz-
zare. Usa in tutti i significati di pòrch.
Vedi.
1) fa i (Buce de porscèll niòrt = far
por
— 615 —
por
Vagnus dei: guardarsi amorosameate.
2) fdhcia de fwsceU niòrt = faccia di
pesce lesso : specialm. di chi vuol fare
l'addolorato e non vi riesce.
porscèlòn, s. m. = porcone, sudicione.
Vedi porcóii.
porsiòu,* s. f. = porzione: parte di una
cosa distribuita.
1) Di pietanze, di vivande specialm.
nelle osterie: dan di porsiòn tròpp pi-
seininn = danno le porzioni troppo
piccole.
pòrt, s. 7)1. = porto : tratto di mare
0 di lago, dove le navi si mettono al
sicuro.
1) vèss à bon jjòrt = essere a buon
porto; essere abbastanza innanzi in un
lavoro.
pòrt, s. m. = porto: la spesa della por-
tatura; paga el jiòrt = pagare il porto;
fràncli de pòrt = franco di porto, porto
fianco ; già pagato ; pòrt àèegnaa =
porto assegnato; da pagarsi nell'atto
della consegna.
1) pòrt d'arnia = porto d'arme; per-
messo di portarla e il foglio del per-
messo.
porta, s. f. porta: apertura per la quale
si entra in una casa. Se la^porta grande
0 di casa civile è tale da passarvi una
carrozza si dice : portone.
1) Imposta : chiusura per lo piìi di
legname connesso che chiude la porta.
2)- Quelle per cui si entra in città ;
poìia Venésia, Cinés^ Ludovìga, ece.
= porta Venezia, Ticinese, Lodovica, ecc.
3) ànd(l à fictl là pòrta = battere
all'uscio di monna Morte; correre gra-
vissimo pericolo di morire.
4) ciàptl là pòrta = pigliar la porta,
andarsene.
5) fa porta = aprire il teatro, dare
accesso, e aspettare che aprano.
6) sta in là stèi-a pòrta = abitare la
medesima casa.
porta, v. att. = portare : tenere o soste-
nere con mano o addosso qualche cosa ;
el pòrta el gèrlo = porta la gerla; el
Nàpoleòn del Canova el pòrta 'l niond
= il Napoleone di Canova porta il
mondo.
1) Tras])ortare : el veni l'ha portaa
cMèà in dee o chisà dòe = il vento
l'ha portato chi sa dove.
2) porta vìa = portar via : levar da
un luogo e metterlo in un altro. E an-
che : togliere: levare, rubare, carpire :
portù, ma di gran maa = incontrare,
superare gravi malattie: essere cagio-
nevoli ; portcL foeilra = asportare, espor-
tare, liberare.
3) Sedurre, lusingare : el s'è làsaa
porta via dai eiflcer de quèll imbroiòn
= si lasciò portar via dalle chiacchiero
di quell'imbroglione.
4j Di quanto si porta per coprirci o
per ornamento : el pòrta sèniper i eal-
sòn làrgh = porta sempre i calzoni
larghi .
5) Cagionare, essere cagione : el tem-
poràl l'ha portaa on gran dànn fila
campagna = il temporale cagionò un
grave danno alla campagna.
6) Allegare, addurre, mettere innanzi
per dimostrare una cosa ; porta dna
reson, di proeùv, di testimoniàns = por-
tare, allegare una ragione, delle prove,
delle testimonianze.
7) j)ortà ben i ànn = portar bene gli
anni: parer più giovine che uno non
sia.
8) Ridui're; g^ho paÈra, ma quèla
tose li le pòrta ài fopon = temo, ma
quella tosse lì lo porta al cimitero.
9) Eeggere, tollerare; Ve on vln che
pòrta minga Vtiequa = è un vino che
non porta l'acqua.
10) Nutrire dimostrare ; portd. òdi,
rispètt, e sini. = portare odio, rispetto
e sim.
li) Favorire, proteggere: l'ha otegniiil
el post, pèrche l'ha portaa el niiriìster -
ha ottenuto il posto perchè l'ha portato
il ministro; là mtLma là porta doma 'l
màgiòr = la mamma porta soltanto il
maggiore: favorisco il maggiore.
12) Di contegno ; portàss ben, mal,
dignitosàmént e sim. = portarsi bene,
male, dignitosamente e sim.
13) portala foeilra = andare, u.scir
netto: camparla, scamparla.
14) porta sii = montare, sommare,
e anche: far crescere la somma; là fa-
miglia là me pòrta sui tresènt ò qua-
tercént lir ài mes = la famiglia mi fa
sommare dalle trecento alle quattro-
cento lire al mese; el so laorà le pòrta
sui trénta frànch là setimtLna = il suo
lavoro lo porta sui trenta franchi alla
settimana.
portaa, agg. = inclinato, propenso, pro-
clivo: inclinato con favore, simpatia.
por
616 —
por
portàbàstòn, s. m. = portamazze : ar-
nese dove si tengono le mazze per non
lasciarle intorno per la casa.
portàbicér, s. m. = portabicchiere, ton-
dino: piattino che si mette sotto il bic-
chiere perchè non macchi la tovaglia o
il tavolo.
portàbil, agg. = portabile : che si può
l^ortare; lèti portàbil = letto portabile.
Usa piìi largamente portati!.
portàbit, s. m. = attaccapanni, attacca-
vestiti. Se è mobile: servo muto, ser-
vitore.
portàbotéli, s. m. = portabottiglie; ton-
dino da metter sotto alle bottiglie.
portàcàdèun, s. m. = cappelletto : sco-
dellino rovescio dal quale pendono le
catouolle dello lampade, dei turiboli o
si in.
portàcàdin, s. m. = lavamano : arnese
che porta la catinella per lavarsi le
mani e il viso.
portàda, s. f. = portata, servito: la vi-
vanda che volta per volta si porta in
tavola al pranzo.
1) vèsà tila portàda de qiieidUn =
essere alla portata di uno: addatto alle
sue forze, alla sua intelligenza: l'è mingo,
Oli spetàcol àia portàda de tuce : l'è
tròpp càr = non è uno spettacolo aUa
portata di tutti: è troppo caro.
2) Portata : T. artigl. : peso della palla
e la distanza che percorre.
portàfoeiij, s. m. = portafoglio : arnese
di pelle a libro per annotazioni e per
tenervi danari.
portalàpis, s. m. = portalapis, matita-
toio, toccalapis: arnese di metallo dove
si mette la matita e la si ferma con
un anello corsoio.
portàlèter, s. m. = portalettere, postino:
fattorino della posta: chi porta le let-
tere, i i)lichi, ecc. al domicilio del re-
capito eletto.
l)Ortàliicèriia, s. m. = sottolume, posa-
lume: oggetto per lo piii di stoffa ri-
camata su cui si posa la lucerna, per-
chè non insudici il tavolo.
portàmàntèll, * s. m. = attaccapanni.
Vedi portàbit.
portàmént, s. m. = portamento: l'at-
teggiare della persona camminando; là
g'ìià Oli portàmént nòbil e graéiós in
Visiterà temp ■= ha \va. portamento al
tempo stesso nobile e gentile.
portàmolìn, s. m. = oliera o ampolliera:
arnese che porta incastrate le ampolle
per l'olio e per l'aceto.
portàmoiiéd, s. m. = portamonete. Vedi
pòrinoiié.
portàmórs, s. m. - poiiamorso : fini-
mento del cavallo.
portàntiii, s. m. = portantino: colui che
porta la portantina.
portàutìua, s. f. = portantina, bussola:
sedia portatile.
1) Barella. Vedi bàréla.
portàoeùv, s. m. = ovaiolo: calicino di
maiolica o d'altro per mettervi l'uovo
bazzotto 0 al latte, quando si vuol man-
giare intridendovi il pane.
portàpènn, s. m. = pennaiolo: bocciolo
0 tubo di legno, o metallo per tenervi
le penne.
pòrtàritràtt, * s. m. = portaritratti: ar-
nese per reggere o custodire ritratti in
fotografìa.
pòrtàrud e pòrtàriiff, s. m. = cassetta,
cassetta delle spazzature, pattumiera:
arnese di legno o altro i)er raccogliervi
le spazzature o immondizie, che si tro-
vano spazzando colla granata.
1) vèss ciintaa come 'l pòrtàrud =
esser considerato uno zero.
2) Così per similitudine chiamiamo
il sedile posto dietro alla carrozza dove
siedono i servitori.
pòrtàsigrarètt,* s. m. = portasigarette: e
pòrtàsigrher, s, m. = portasigari: astuccio
e custodia per lo più. di ])clle per por-
tare sigari 0 sigarette in tasca senza
romperli.
1) Bocchino: arnese di corno, ambra
od altro })er fumare le sigarette o i
sigari.
pòrtàspéd, s. m. = fattorino: arnese di
ferro con piede e varie tacche, alle
quali si appoggia l' altro capo dello
spiedo, che non è congiunto al girarrosto.
pòrtàstàfa, s. m. = staffile: la striscia
di cuoio che regge la staffa.
pòrtàstècch, s. vi. = portastecchi : boc-
ciolo di porcellana, cristallo od altro,
di varie forme, \^Qx mettervi gli stecclii
o stuzzicadenti in tavola.
portàtilj * agg. = portatile : che può es-
sere facilmente portato da luogo a luogo.
portàtiràut, s. m. = reggitirelle : parte
del finimento dei cavalli da tiro che
sono come staffe di cuoio che sorreg- -
gono le tii-elle.
pòrtàvirànd, s. m. = portavivande: tam-
por
— 617 —
pos
burlauo per portare le vivande da luogo
a luogo, mantenendole calde.
pòrtàYÒs,* s. m. = portavoce: tubo di latta
0 gomma ])er comunicare da un piano
all'altro della casa: ed anche strumento
in forma di gran tromba che porta lon-
tano il suono della voce.
1) Di chi parla per bocca d'altri, e
chi riporta.
portegaa, s. m. = porticato, perticale :
porto ampio e lungo.
pórteg'li, s. m. = portico: luogo coperto
nel piano inferiore degli edilìzi e lungo
le facciate, o anche isolato, sorretto da
colonne.
porteg'hètt, s. m. = portichetto: dim. di
portico.
1) Pronao, vestibolo, loggiato: luogo
come portichetto che è dinanzi aUa
porta delle chiese e dei templi, soste-
nuto da colonne.
porteli) s. m. = sportello: piccolo uscio
nelle porte e principalm. nel portone,
che serve per la notte quando i due
battenti son chiusi; l'è anmò on bàgaj
e ci voeur là eiàv del porteli = è an-
cora un ragazzo e vuole la chiave dello
sportello.
portènt, s. m. = portento : avvenimento
0 cosa maravigliosa : quèll fioeù li l'è
Oli portèìit = quel ragazzo è un prodigio.
portér, s. m. = portiere : chi sta alla
porta dei palazzi.
1) Tavolaccino: servo di magistrati.
2) Bigliettinaio. Vedi bìgliètàri.
porterà, s. f. = sportello : 1' apertura o
imposta della carrozza a cui sono i cri-
stalli e le tendine.
1) Portiera : tonda di velluto, di seta
0 altro, che si suol mettere alle porto
delle stanze.
pòrtìcli,* s. m. = portico. Vedi pórtegrli.
1) Loggiato; edifizio aperto, sorretto
da colonne.
2) Atrio: spazio coperto davanti alla
jjorta d'ingresso d'un edificio.
portinàda, (fa òna) = uscita: uscire tutti
dalla porta in una volta sola.
portlnàr, s. m. = portinaio: custode della
porta. Se di ])alazzi, specialm. pubblici,
portiere.
portlnàrìa, s. f. = portineria, la stan-
zetta dove stanno i portinai. Se di pa-
lazzi, porteria.
portceùr, s. m. = portantino, lettighiero.
Dal frane, jmrteur. Vedi portàntìn.
pòrtombrèll, s. m. = posombrelli, por-
tombrelli : arnese di metallo dove si
posa chiuso l'ombrello bagnato, perchè
non isgoccioli sul pavimento.
portoli, s. m. = portone : porta grande.
pòrtorològrg, s. m. = portorologio: arnese
per posarci l'orologio.
poi'tiigràll, s. m. = Portogallo : arancia,
il frutto dell'arancio.
portura, s. f. = portatura, porto, tra-
sporto: il portare e la spesa del porto.
pòsa, * s. f. = posa : il posare, lo staro
fermi specialmente davanti alla mac-
clvina fotografica.
1) L' atteggiamento della persona in
atto di posare; l'era là coni dna pòsa
^entimenttil che l fasèva rid i polMter
era là con una posa sentimentale che
faceva ridere i polli.
2) L'aria che uno si dà: el gh'à dna
2msa che 'l par el pota de Modena =
si dà una posa che pare il Re di Picche.
posa, * V. att. = posare: di chi sta a mo-
dello 0 a farsi ritrattare.
1) Di chi si dà un'aria da quello che
non è 0 da più; el posa à grand'ònim
eH fa rid = posa a grand'uomo e fa ri-
dere.
X)0sà, v. att. = posare, riposare: prender
quiete, riposo.
posaa^ agg. = posato, serio, grave : di
pers. che ha costumi buoni; l'è on òmm>,
l'è on giotn posaa = è un uomo, è un
giovane posato.
posàda, s. f. = posata: nome collettivo
dei tre piccoli strumenti da prendere
il cibo: coltello, forchetta, cucchiaio.
1) Un posto apparecchiato a tavola;
gh'è gio dna posàda de pil: chi Ve che
gh'è chi à disnà? è messa una posata
di più: chi c'è a pranzo?
2) òna bòna, posàda = un buon man-
giatore: di chi a tavola mangia molto.
3) pògìa pofiàd, porta posàd = pon-
ticello, rocchettino, cavalletto. Vedi pò-
giàposàd.
pòsàpiàii, s. m. = posapiano : si scrive
sopra le casse contenenti oggetti fra-
gili, che si mandano in viaggio.
1) Per ischerzo si dice di chi fa tutto
adagio, quasi avesse paura di sciuparsi.
posàtésa, * s. f. = posatezza: l'esser po-
sato, quieto.
poscritt, s. m. = poscritto : ciò che si
aggiunge alla lettera, facendovi prece-
dere P. S.
POS — 618 —
posdomàn, avv. = doman l'altro, posdo-
mani.
posèd, V. att. = possedere: avere ìq pro-
prietà, essere in possesso ; el poséd
nfliica on mèter quàdraa, e 'l par el
pàdròn del niond = uon possiede un
nietro quadrato e pare il padrone del
mondo.
posedimént, * s. m. = possedimento: di
terreni, campagne ; l'è àndaa fceura,
in di so posedimént = è andato fuori,
nei suoi possedimenti.
posèsióu, s. f. = possessione, possedi-
mento. Vedi posedimént.
posèsòr, s. VI. = possessore : chi pos-
siede; Ve posèsór d' on bèli patrimoni
= è possessore di un bel patrimonio.
posèss, s. m. = possesso : il possedere
una cosa.
1) vèés in posèss = essere in pos-
sesso: possedere, avere in proprietà.
2) toeu sii H posèsé = prendere, en-
trare in possesso.
3) ciàptl poàess = prender possesso,
farsi padrone, spadroneggiare.
4) Aria autorevole, gravità, albagia,
fasto; là va via cont on posèsé ehe là
par là regina del Mogòll = cammina
con una gravità che pare la regina del
Mogol.
posibil,* agg. = possibile: che può essere,
che può avvenire, che può farsi.
1) fa 'l poàìbil = fare il possibile:
fare ogni sforzo.
2) posibil! QSG\a.m. = possibile! escla-
mazione quasi di inci'edulità.
posibilìtaa * s. f. ^ possibilità : modo,
maniera possibile, comodità.
posibìlinènt,* avv. = possibilmente : in
modo possibile.
posidènt; s. m. = possidente, abbiente:
proprietario di stabili.
posision, s. f. = posizione, positura:
modo di stare; ho dormii in d'una po-
sisiòn discòmoda = ho dormito in una
positura scomoda.
1) Collocazione, luogo; Ve dna cà in
d'una posisiòn piirànca bela = è una
casa in una posizione pur bella.
2) fài'S dna posisiòn = farsi una po-
sizione: riguardo a condizione sociale.
Così ; là mia posisiòn me le permètt
nò = la mia posizione non me lo per-
mette: ed altre.
3) Condizione in cui uno si trova,
stato: vèss in d'ona posisiòn trista =
pos
ossero in cattiva posizione; là mìa Ve
òna posisiòn delicàda = la mia è una
posizione delicata.
4) posisiòn falsa = posizione falsa:
di chi si trova in uno stato che non
è per lui, a cui non ò adatto e che lo
motto in imbarazzo.
B) T. milit. In atto di saluto, di at-
tenzione, per ricevere ordini ; el s'è
miss subit in posisiòn = s'è mosso su-
bito in posizione.
6) posisiòn = posizione: luogo tattico.
7) uficiàl in posisiòn ausiliaria = uf-
ficiale in posizione ausiliaria: a riposo
ma che può essere richiamato.
8) T. leg. Tutti gli atti di un pro-
cesso, d'un affare: una pratica, un in-
serto.
positÌT, * agg. = positivo : pratico, che
fugge l'ideale.
1) Ve positìv = è certo, è sicuro, ('■
fuor di dubbio.
positivàmènt, avv. = apposta, a posta:
con intenzione di riuscire in quello di
cui si parla.
pospóni!, ^'. att. = posporre: stimar meno ;
te g'àvàrìet el coràgg de pospònn là
tòa mttm-a à qiièla dona lì ? = avresti
il coraggio di posporre la tua mamma
a quella donna?
pòss, agg. = avvizzito, passato: di frutte,
di fiori, anche di abiti che abbiano
perduto la loro freschezza.
1) diventa pòss = avvizzire: diventar
vizzo,
2) tLcqua posa = acqua calda: da un
pezzo attinta ; j^dn pòse = pane d'un
giorno.
pòss, * (à pti non) aw. = a più non posso,
a tutto potere: con ogni possibile sforzo,
quanto è possibile.
poss, s. ni. = pozzo: buca tonda e pro-
fonda in terra per trovare e raccogliere
l'acqua di polla.
1) prèia del poss = pozzale: il pa-
rapetto 0 sponda del pozzo.
2) roeuda. del pose = carrucola: stru-
mento a cui si affida la corda per ca-
lare la secchia e ritirarla piena.
3) ci poss de San Pàtrisi = il pozzo
di San Patrizio : di richiesto che non
vengono a fine : di cosa o di persona
che costi continuamente danaro.
4) vèss on poss de scensa = essere
un pozzo di scienza: averne molta.
5) on poss e on praa el spesiee Ve l
pos
— 619 —
pos
faa = un pozzo o xin prato e il farma-
cista è fatto: perche, specie una volta
i farmachi si riducevano a succhi di
erbe.
post, s. m. = luogo: ma con senso più
determinato, circoscritto; luogo d'onde
s'assiste a uno spettacolo, e luogo dove
uno potrebbe stare ; hoo iòlt on post
Ma Scàia per stàUra = ho proso un
posto alla Scala per questa sera ; à
tàola gii' è post àpèna per sès = a ta-
vola c'è posto appena per sei; ài mond
gh'è post per ticce = al mondo c'è po-
sto por tutti.
1) Spazio da poterci mettere qualche
cosa; in là vàlìs gh'è pie post nànea
per on para de càlscit = nella valigia
non c'è più posto neanche per un paio
di calze.
2) Il luogo del fatto ; àndà^ portàss
sili post = andare, portarsi sul posto.
3) siti post = sul posto : di merci,
luogo d'origine, di produzione.
4) vèsé ài so post = essere al suo
posto; di pers. o cosa, essere dove sta
bone.
5) sta ài so post = stare al suo po-
sto: di pers., non ingerirsi di ciò che
non gli tocca.
6) mètt à post = allogare; trovare il
posto a una pers. o cosa e mettercela;
edme fàrèmm à mètt à post tÉta sta
geni ? = dove allogheremo tutta questa
gente ?- Anche : dar marito; riià miss
à post polito i so tosami = allogò bene
le sue figliuole. E di danari, metterli a
frutto; l'ha miss à post i so capitai =
ha allogato bene i suoi capitali.
7) mètcs à post = allogarsi, trovarsi
il posto, maritarsi.
8) mètt à post = accomodare, asse-
stare; dar sesto, mettere ogni cosa al
suo posto, in buon ordine.
9) quèll lì l'è 'l me post = quello è
il mio posto. I toscani dicono anche:
non sapete il paternostro questo posto
non ò vostro. Di chi reclama il posto
prima occupato e che altri abbia preso,
perchè noi per un momento ce ne siamo
allontanati.
10) Impiego ; l'è minga bòn de sà-
vèss conserva 'l post = non è capace
di sapersi conservare l' impiego ; Phà
ciàpaa on bòn post = ha ottenuto \in
buon posto, un buon impiego.
posta, s. f. = posta: quel laogo dove si
pone il cacciatore per aspettare l'ani-
male al passo, e il luogo prefìsso per
fermarvisi.
1) dàss là pòsta = darsi la posta:
fissare il ritrovo; fàgh là pòsta à vùn
fare la posta a uno ; aspettarlo, atten-
derlo al varco.
2) Luogo, casa ove si fermano le
vetture in viaggio e mutano cavalli; ed
anche il legno di vettura che fa viaggi
da un luogo a un altro in ore deter-
minate, e porta le lettere ; à che óra
riva là pòsta ? = a che ora arriva la
posta ?
3) Ufficio governativo dove si rice-
vono, si spediscono, si distribuiscono-
le lettere, i giornali, i pacchi, e la casa
0 palazzo dove risiede.
4) Il carteggio, le lettere che uno-
spedisce e riceve per la posta.
5) T. di gioco: la scommessa, la i)un-
tata.
6) à pòsta = a jìosta, a bella posta;
apposta, a bello studio, appositamente.
7) nànea à fall à pòsta = noancho
a farlo apposta ; d'una cosa che poggio»
non poteva riuscire, o anche d'un caso
fortunato e inaspettato.
8) de età pòsta = di questa posta :
per indicare una grossezza o grandezza
più dell'ordinario, col gesto che ac-
compagna la parola.
9) fa insci de pòsta = far per celia,
per scherzo, non seriamente. Contrario-
di fa de bòn. Vedi bòn, s. m. 4),
agg. 30, e deboli.
10) Avventore, cliente, bottegaio : chi
va per solito a comperare nella stessa;
bottega.
postai,* agg. = postale: di posta, atte-
nente a posta ; pàccìi, vàglia, ilfiéi
pastài = pacco, vaglia, ufficio postalo.
postee, s. m. = rivendugliolo, pizzica-
gnolo : chi rivende cose minute man-
gerecce, oltre ai salumi.
posticipa, V. att. = posticipare : fare una
cosa dopo il tempo consueto o prefìsso ;
hoo dovUii posticipa à àndà in cam-
pagna in càusa del temp = ho dovuto-
posticipare l'andata in campagna por
cagione del tempo.
posticipaa, agg. = posticipato ; pàgà-
ment, stipendi posticipaa = pagamento,,
stipendio posticipato.
posticipàsiòii, s. f. = posticipazione: il
posticipare.
pos
620 —
pra
postila, «•. tr. = postillare : far postille,
faro aggiuute.
postin, s. m. = postino, i)rocaccio, pro-
caccino : impiogato della posta che ri-
capita lo lettere. Vedi pedòn.
posticeli, s. m. = posticino : dimin. di
posto, e specialm. di uffizio piuttosto
lucroso.
postiòii, s. m. = postiglione : quello che
guidava i cavalli delia posta stando a
cavallo, e quello che a cavallo guida
in campagna i cocchi signorili.
posti ss, agg. = posticcio : di cosa posta
in un luogo che non è il suo naturalo,
dove non dove rimanere.
Pota (de aiòdena), = Fotta, il Fotta di
Modena ; el par el Pota de Mòdeìia =
pare il Fotta, il seccnto, un gi-an che.
potàbil,* agg. = potabile : d'acqua, che
si può bore, buona da bore.
potàsa, s. f. = potassa : un sottocarbo-
nato di i)otassa che ò in commercio e
serve a parecchi usi anche domestici.
poténsa, s. f, = potenza, forza, consi-
derazione, potere.
potént, e potente,* agg. = potente, ga-
gliardo, efficace ; lioo ciàpaa sii on rà-
freclór potént = mi son preso un raf-
freddore potente ; l'ha tòlt on potente
piirgànt = ha iiroso un i)otente i)ur-
gante.
potére,* s. m. = potere : la potenza, la
facoltà di fare, autorità, influenza ; el
g'Iià minga potére = non ha potere,
non può.
potig'iià, f. att. = accarezzare con troppa
sdolcinatura i bambini. Vedi cocorà.
potìnfia, s. f. = pittima, leziosa: che
fa smancerie, e leziosaggini.
pott pott, (fa) V. att. = grillare, gril-
lettare : il rumore di ciò che comincia
a bollire.
pover, s. m. = povero, meschino, indi-
gente, accattone; hoo trovaa tanti pdver
che m^/tan siigaa el borsln = ho tro-
vato tanti poveri che m' hanno sec-
cato il borsellino.
1) Anche agg. quando però non s'ac-
compagna con un nome, perchè allora
si usa nella forma póer. Vedi.
2) derentà poter = impoverire : di-
venir povero.
praa, s. m. = prato : teri*eno ricoperto
d'erba.
1) fa i tòmm sul praa = fare i ca-
pitomboli sulle prata.
2) écàrpti el praa = rompere il })rato :
levarlo per farvi altra sementa.
3) mètt à praa = ap])ratiro : coprir
d'orba un campo.
pràdària, s. f. = prateria : tratto di ter-
reno tenuto a ] irato.
pràdiroeù, s. m. = segatore : chi fa il
mestiere di segare i fieni nei campi.
1) Frataiolo : di certi funghi cho so-
glion fare nei prati : agaricus campe-
stris.
pràns,* s. m. = pranzo : desinare lauto,
signorilo, generalmente con convitati.
pràtica,* s. f. = pratica : facilità acqui-
stata coll'usOj nel fare checchessia.
1) Dar pUsee là pràtica che là grà-
mitica = vale di più la pratica, che
la grammatica : altro la pratica, altro
la grammatica ; il fare insegna più che
le regole.
2) ciàpà pràtica = prendere, acqui-
star pratica : addestrarsi, impratichirsi.
8) mètt in pràtica = mettere in ])ra-
tica : mettere a effetto, in uso.
4) Esperienza ; w'gh pràtica del mond
= avere pratica del mondo.
5) in pràtica = in pratica : all'atto,
nella realtà dell'esecuzione, contrario
di : in teoria.
6) vcgh pràtica de queicòsà = aver
pratica di una cosa : conoscerla bene.
7) Negozio, affare, t)-attativa ; g'hoo
imr i man óna pràtica de minga pòca
importànsa = ho tra le mani una pra-
tica di non poca impoi-tanza.
pràtica,* ■p. att. = praticare : bazzicare
con qualcuno, conversarci abitualmente.
pràticàbil, agg. = praticabile: da esser
praticato. Anche T. teatr.
pràticànt, s. m. = praticante, appren-
dista: chi sta a far ]iratica di una pro-
fessione, presso un maestro.
pràticàscia, * s. f. = praticacela : pegg.
di pratica.
pràticli,* agg. = pratico, addestrato : di
l»ers. che ha pratica, esercizio di una
cosa.
1) Che va coli' esperienza, non si la-
scia ingannare : positivo ; à Sto mond
bisogna vèsà pràtich = a questo mondo
bisogna essere pratici.
2) Di cosa : che si può mettere in
pratica ; l'è on bèli càrimaa, ma l'è
minga pràtigh = é un bel calamaio,
ma non è pratico.
3) l'àto pràtich = l'atto pratico ; el
pra
- 621 -
pre
g'hà di gran eiàcer, ma à l'ttto prà-
ticìi l'è bori de fa nàgòtt = ha di molte
chiacchiere, ma all'atto pratico non sa
far nulla.
praticoli,* s. m. = praticone : chi lavora
per pratica, senza cognizioni scienti-
tiohe ; el tò dotar l'è on pràtieon, ma
come studi el vàr pòeeh = il tuo me-
dico è un praticone, ma come studio
vai poco.
pràtiv, agg. = prativo : di luogo tenuto
a prato.
preàdàmìticli,* agg. = preadamiticO; an-
tidiluviano : di remota età.
preàinbol, s. m. = preambolo : ciò che
uno dice per avviare il discorso ; àn-
dèmm ! ptirla eiàr, sénsa tanti pretLm-
bol = andiamo ! parla schietto, senza
tanti preamboli.
1) Anche quel discorso che si fa nella
scuola della dottrina cristiana dagli
scolari scelti.
preàvìs,* s. m. = preavviso : il fatto e
il foglio dell'avviso dato.
preàyisà, * v. att. = preavvisare. T. banc.
chiedere per qualche giorno dopo il
pagamento di una data somma.
precàri,* s. m. = precario : concessione
temporanea, revocabile ad arbitrio.
1) Agg. non stabile, per il momento,
temporaneo. Usa più largamente in
questo senso provisori.
precàiisìòii, .v. f. = precauzione : cautela
])er ])revenire il male.
precéd,* v. att. . = precedere : andare,
essere innanzi.
i) fa precèd = far precedere : rife-
rito a discorsi, dire innanzi, porre prima.
2) Càvoilr Vhà sàviiii precéd i àve-
niniént = Cavour seppe precedere gli
avvenimenti.
precedèiisa, s. f. = precedenza : il pre-
cedere altri e il diritto di prender posto
innanzi ad altri nella cerimonia ; i
dòmi g'han sémper là precedensa in
cmifrònt ài amen = le donne hanno
sempre la precedenza appetto dogli
uomini.
precedènt, * s. w. = precedente : un fatto
che precede, e che può esser tenuto
come norma dei successivi ; vcKÙri nò
stàbili on precedènt = non voglio sta-
bilire un precedente.
1) Al plur. i precedènt = i prece-
denti, gli antecedenti : gli avvenimenti
passati che servono come elemento del
giudizio su una persona.
prècetà, v. att. = precettare : dare a uno
il precetto di polizia di faro o di non
fare qualche cosa.
prècetaa, agg. = precettato : colui che
dalla polizia ebbe precetto di non faro-
una cosa.
prècetòr, s. m. = precettore, aio : chi
sta in una casa signorile per vegliare-
all' istruzione e alla educazione dei fi-
gliuoli.
precètt, s. m. = precetto, comando, co-
mandamento.
precipìsi, s. m. = precipizio, burrone :
sfondo chiuso fra balze, o rupi alte e
scosceso.
1) à precipìsi = a precipizio : pre-
cipitosamente.
precipita, v. att. = precipitare : pren-
dere u.na risoluzione subitanea, senza
ponderazione.
1) Fare una cosa in furia, abbrac-
ciarla, tirar via.
2} Di racconto, azione drammatica :
affrettarne troppo lo scioglimento.
precìs, agg. = preciso : esatto per ogni
parte ; se va à tàola ài sètt precìs =
si va a tavola alle sette precise.
1) Di pers. che opera con jn-ecisione,
esatto; l'è on^ònim tànt precìs in di
éò ròbb, che l'è fina pedani = è un
uomo cosi iH'eciso nelle cose sue, ohe
è persino pedante.
2) Avv. di confermazione ; ma l'è
propi insci là tòa cà ? - Precìsa ! =
ma è proprio così la tua casa '? - Pre-
cisa !
precisión, s. f. = precisione, esattezza.
preconcètt,* s. m. = preconcetto : ])en-
siero, proposito avuto innanzi, senza
esame sufficiente dei fatti.
preciirsòr,* s. m. = precursore : specialm.
chi precede nel mondo dello idee.
predecesór,* s. m. = predecessore, ante-
cessore : chi è stato avanti ad un altro
in un ufficio, in un grado. Op[)Osto a
silcesòr = successore.
predèla,* s. f. = predella : piano di le-
gno un po' alto da terra, a guisa d'am-
pio scalino, innanzi all'altare, dove il
prete sta durante la messa.
predestinaa, àgg. = predestinato : desti-
nato avanti.
prèdica, * s. f. = predica : discorso fatta
al popolo in chiesa, di solito dal pul-
pre
l)ito, e per estens. discorso, ammoni-
zione lunga.
predica, v. att. = predicare : far prediche
in chiesa.
1) predicti ài desèrt, ài so7'd = predicare
al deserto, a' porri, al vento, ai sordi.
2) Discorrere, ammonire in tono en-
fatico, con molte parole.
3) Di chi parla o legge a voce alta,
in tono di predica.
predicàtOj s. m. = predicamento ; vèss
in predicato = essere in i)redicamento :
essere in voce di venire eletto a un
ufficio, a una dignità.
1) Anche : essere in progetto, ven-
tilarsi ; gli" era in predicato ona gita
ài Oeneròs, ma l'è andàda à mont =
si ventilava una gita al Generoso, ma
andò in fumo.
predicatór, s. m. = predicatore : che
predica ; el par on predieàtor = pare
un predicatore : di chi declama parlando.
predicòtt, s. m. = predicozzo : ammo-
nizione uggiosa.
predìlesiòn, s. f. = predilezione : af-
fetto parziale ; là mania là g'Iià ona
■predilesion special per el fimi màgior
= la mamma ha una predilezione spe-
ciale per il figlio maggiore.
predilètt, agg. = prediletto, preferito :
l'amato con preferenza. Vedi càrtefl.
predìsposìsìón,* s. f. = prodisposizione:
l'essere predis])Osto, preparato.
predomìni,* s. in. = predominio, pre-
valenza ; l'ha eiàpaa on predomini in
oà, che ghe stan sòta tiiec = ha preso
tal predominio in casa che tutti gli
stanno sottoposti.
prefàsiòii, s. f. = prefazione: scritto che
si prepone a un'opera, a un libro.
preferénsa, s. f. = preferenza : il pre-
ferire.
1) à preferensa = a preferenza : più
volentieri.
preferi, «>. att. = preferire : scegliere una
cosa piuttosto che un'altra.
1) Volere piuttosto, amar meglio ;
preferìsi là niUsica de Vérdi à quèla
de Vàghner = preferisco la musica di
Verdi a quella di Wagaer.
preferìllil,* agg. = preferibile : da pre-
ferirsi.
prefètt,* s. m. = prefetto : il capo di
una provincia.
1) Nei collegi o convitti : chi vigila
-alla disciplina. Vedi istitiitòr.
- 622 — pre
prefetura, s. f. = prefettura : l'ufficio
e la residenza del prefetto, e anche il
territorio sottoposto a un prefetto.
prefllàdòr, s. m. = profilatoio : stru-
mento por cesellare.
preflss, agg. = profisso : determinato,
fissato innanzi ; da qitcll che l'è prefisé,
la no 'Z dectlmpa = da quel che è pre-
fisso, egli non s'allontana.
prega, v. att. = pregare : chiedere per
grazia una cosa ; prega Dìo che H te
consèrva là bona sàlùd = prega Dio
ohe ti conservi la buona salute.
1) prega Dio ! = prega Dio ! minac-
ciando, a chi fa cosa oltraggiosa ; prega
Lio che 'Z me te manda minga in di
pee ! = prega Dio clic non mi ti mandi
tra i piedi.
2) Assol. ; recitare le preci della
Chiesa; el età tiitt ci dì in gésa à
preg'à = sta tutto il giorno in chiesa a
pregare.
3) te jìréghi ! sii prcgaa ! = ti prego !
siete pregati : a chi si arbitra di fare
cosa che non ci va, sottintendendo : di
smettere.
4) fàéà prega = farsi pregare : di chi
non cede pronto alle proghiere per ri-
trosia.
5) séfzéa fàss pregd^ = seuza farsi
pregare : degli impacciosi, che si fanno
avanti da sé.
pregio,* s. m. = pregio, valore, stima.
pregiiidicà, v. att. = pregiudicare: dan-
neggiare, recar danno.
pregiiidicaa, agg. = progiudicato : di chi
è sospetto alla polizia.
pregiiidìsi, s. m. = pregiudizio, su-
perstizione ; idea erronea, senza base,
accolta senza ponderazione ; gh'è àn-
càmò tròpp pregiiidìsi à àto m,ond =
ci sono ancora troppi pregiudizi a que-
sto mondo.
1) Danno alle persone e alle cose:
l'ha vendilii là cà, ma con pregiiidièi
del me interèss = ha venduto la casa,
ma con pregiudizio del mio interesse.
E' poco usato ancora.
pregiiidisiàl, agg. = pregiudiziale : che
precede al giudizio.
prègn, agg. = pregno, gravido, pieno.
1) fa 'l prègn = fare il prezioso.
2) vèss mài prègn = non essere mai
pieno, essere insaziabile.
préia, s. f. = pietra : concrezione di ma-
terie terrestri per lo quali si produ-
pre
uoiio in varie maniero, corpi di diversa
durezza, i quali si possono spezzare,
ma non tirare a martello a guisa dei
metalli.
1) La lastra di pietra che forma il
marciapiede delle strade ; sta stila prèia
= star sulla pietra, sul marciapiede.
Contrario di sta sui sàss = camminare
■sui ciottoli del selciato.
2) prèia del càmìn = frontone : la-
stra di sasso 0 ferraccio, posta verti-
calmente in fondo al focolare contro il
muro per preservarlo dai guasti della
legna e del fuoco.
3) prèia dèla cistèrna = chiusino, e
so più grande, lapida : la pieti-a che
copro la buca del pozzo nero o serve
di coperchio alle fogne, alla cisterna.
4) prèia de horus = boraciere : ar-
nese d'orefice.
5) prèia = pietra di paragone e scm-
plicem. paragone. Su questa pietra l'ore-
. fice saggia l'oro.
0) ci mài dèla prèia = il mal di
pietra : quella rena pietrificata che si
genera nei reni e nella vescica od an-
che in altra parte degli animali. Chia-
miamo così per celia, la smania di
fabbricare.
7) vègli dna prèia de moUn sUl stò-
megh = avere una macina sullo sto-
maco : avere un peso forte per indi-
gestione 0 per affanno.
preleva, v. tr. = prelevare : T. banch.
levare una parte di somma, distrarla.
prelibaa , agg. = prelibato , squisito :
Iniono, eccellente.
preliniinar, s. m. = preliminare : la
baso, la condizione principale di un
trattato da fare.
preludi, s. vi. = preludio : introduzione.
T. music.
premètt, v. att. = premettere : anteporre,
dire prima.
premi, s. m. = premio : ciò che si dà
in ricompensa o riconoscimento di me-
rito superiore ad altri.
1) Le vincite nelle lotterie, e la quota
che si paga a una società d'assicurazione.
premia, v. att. = premiare : dare il pre-
mio, rimunerare di premio.
prèmiàsión,* s. f. = premiazione : la di-
stribuzione dei premi.
prèmit, (i) s. m. pi. = i premiti : di-
consi gli sforzi che si fanno andando
di corpo.
— 623 — pre
prèmm, v. att. = premere : importare.
1) me prèmm là mia cà = mi preme
la mia casa ; ne ho premura, pensiero ;
me prèmm el me fioeU = mi preme mio
figlio : ne ho cura, me ne dò pensiero.
premouisión y s. f. = premonizione ,
preammonizione, preavviso. Vedi preà-
v!s.
premiiiiiss, Vi rifl. = premunirsi, assi-
curarsi : provvedersi anticipatamente ;
ci s'è prciniinii cantra 'l pericol del
temporàl = si ò premunito contro il
pericolo del temporale.
premura, s. f. = premura : desiderio
vivo, cura di chi brama fare od otte-
nere ; el studia con ben poca premura
= studia con ben poca ])remui'a.
1) Riguardo, attenzione ; me usen
dna qiiantitaa de premÈr = mi usano
una quantità di premure.
2) fa premura = far premura : sol-
lecitare, raccomandare.
premtiròs, agg. = pronnu'oso : che ha,
che mette premura ; el me piàs come,
perchè l'è on giòin tanto premilrós =
mi piace molto perchè è un giovine
tanto itremuroso.
prenota, v. att. = prenotare : iscrivere,
notare prima ; el s'è faa prenota, per
vègli el pàlch Ma prima déla Boèmm
= s'è fatto pronotare per avere il palco
alla prima della Boheme.
prenotàsiòn, sost. da prenota.
l)reociipaa,* agg. = prooccupato, impen-
sierito: compreso da pensiero molesto.
preocìipàsión, * s. f. = preoccupazione :
l'essere ])reoccupato o ciò che preoccupa.
preociipàss , * v. rifl. = preoccuparsi :
prendersi troi)po pensiero di una cosa
con un certo timore ; el se preòciipa
éèmper tròpp di esàmm = si preoccupa
somiere troppo degli esami,
prepara, v. att. = proparare, apparecchiare:
mettere in pronto, apprestare, allestire,
disporre ; prepara là tàola = ])roparare,
apparecchiare la tavola ; prepara i liber
per là scòla = preparare i libri per la
scuola; prepara 'l lètt = apprestare il
letto.
1) Di pers. : disporne la mente, l'a-
nimo : soo nò cóme fa à prepara là
marna à dna notìèia insci tremenda =
non so come fare a preparare la mamma
a una notizia così terribile.
2) T. medico : comporre, ammanire
medicamenti, e T. anat. : mettere allo
pre
624 -
pre
scoperto, sezionare un cadavere per
studio.
prepàraa, s. m. = preparato: prodotti
farmaceutici, o pezzi che servono per
lo studio dell'anatomia.
preparasi òn, s. f. preparazione : il pre-
parare, il prepararsi e la cosa prepa-
rata.
prepàràss, v. rifl. = propararsi : fare
ciò che occorre al nostro fine; prepà-
ràss ài esàniìu = prepararsi agli esami ;
prepàràss à àndà via = prepararsi alla
partenza.
prepàràtìv, s. m. = preparativo, prepara-
mento : le cose preparate a un dato fine ;
han faa di magnìfich prepàràtìv per là
fèsta = hanno fatto preparativi magnifici
per la festa.
preparatòri, * s. m. = preparatorio:
che prepara ; specialm. di corsi di
scuola che preparano a un corso su-
periore che sia il primo di quella
scuola.
prepondera, v. att. = preponderare,
prevalere : avere pili forza.
preponderàusa, s. f. = preponderanza,
prevalenza : il preponderare.
prepònta, s. f. = coltrone, trapunta, im-
bottito : specie di coperta imbottita
di cotone e impuntita, per parare il
freddo. Anche : tenda imbottita agli
usci delle chiose per parare il freddo.
prepontà, v. att. = imbottire, trapuntare :
fare le trapunte o le imbottiture alle
materasse.
prepontìn, s. m. = coltroncino, piumino :
quello che si tiene sui piedi in letto.
Vedi piiimìu.
prepoténsa, s. f. = prepotenza, soper-
chieria ; azione del prepotente ; cara
ti questa l'è dna prepoténsa bela e
bona = caro mio, questa è una prepo-
tenza bella e buona.
prepotènt, s. m. = prepotente, sover-
chiatore, che abusa della sua forza ;
el mètàroo ài doèr mi, quèll prepotènt
d'on càrosee = lo metterò io al dovere
quel prepotente d'un cocchiere.
prerogativa, s. f. = prerogativa : privi-
legio, facoltà, diritto speciale.
1) Dote, buona qualità d'animo, di
ingegno.
2) Proprietà, efficacia: * lesiòn del
profesòr de neolatine., g'àvéven là pre-
rogativa de fa dormì tuli i iklitór =
le lezioni del professore di neolatine.
avevano la prerogativa di far dormire
tutti gli uditori.
présa, s. f. = quanto si può prendere
fra i polpastrelli di due dita ; òna
présa de tàbàcch = una presa di ta-
bacco; ona présa de étpria = una
presa di cipria.
1) vèss on cdn de présa = essere un
cane da presa : cane che insegue e
prende l'animale.
2) fa présa = far presa : il coUegare
della calcina coi sassi, e l'attaccarsi o
assodarsi della pasta, della colla.
prèsa, s. f. = fretta, sollecitudine : la
mania di finir presto.
1) fa prèsa = sollecitare: spingerò
a fare in fretta.
2) in prèsa e in fùria = in frotta
e furia. Vedi furia, 7).
presàgi, v, att. = presagire : far presa-
gio, lasciar supporre; Ve òna cèrta
fevereta che me presàgiés niént de bon
= è una certa febbriciattola che non
mi presagisce nulla di buono.
presànt, p. pr. e agg. = pressante : da
pressare, urgente.
prèsàpòccli, aw. = pressappoco : a un
di presso.
prèsbit e prèsbite,* s. m. = presbite :
chi vede bene da lontano e male da
vicino.
presbitèri , s. m. = banco presbite-
rale, presbiterio : dove siedono i preti
durante la messa.
Prescentenee, (vegnì de) v. att. = ve-
nir da Peretola ; cascar giù dal mondo
della luna: arrivare come un pesce
fuor d'acqua.
prescìnd, v. att. = prescindere: lasciar
da parte ; àdèss dimm, prescindènd dà
qualunque filtra rdba, se g'hoo minga
resón de àndà nò = ora dimmi, pre-
scindendo da qualunque altra cosa, se
non ho ragione di non andare.
prescrisióu, s. f. = prescrizione : spazio
di tempo, passato il quale s'acquista
0 si perde un diritto, o cessa l'efficacia
di una condanna.
prescrÌT, v. tr. = prescrivere; ordinare,
limitare.
presémpi, aw. = presempio, per esem-
])io a cagion d'esempio : allegando qual-
che passo 0 qualche modello.
presénsa, s. f. = presenza: l'essere pre
sente.
1) presénéa de épirit = presenza di
pre
— 625 —
pre
spirito : prontezza, franchezza. Anche :
presenza d'animo, coraggio, ardimento.
2) òmm de nisùna presensa = uomo
di poca, di meschina presenza : piccolo,
mingherlino.
3) l'è là presensa di Dio = è come
la malerba : di chi è prosente in ogni
luogo, sempre si vedo o pare che possa
essere da por tutto nel medesimo tempo.
presènt, ac/f/. = presente : cho è nel
luogo dove, di cui si parla ; éren pre-
sént in dilii o irli = erano jn'esenti
due 0 tre ; S'éra presént mi quànd l'è
rivaa = era presente io quando è arri-
vato.
1) vègli presali = aver presente :
avere in mente, ricordarsi.
2) vèf!^ presént à lor Hèss = essere
presente a sé stosso : colla tosta a se-
gno, non distratta.
3) ci presént, s. m. = il presente: il
tempo attuale, contrapposto al futuro
0 al passato.
4) presént mi, IH, ti, e sim. = pre-
sento me, lui, te, e sim. ; alla mia, alla
sua, alla tua presenza.
5) ài presént = al prosente: presen-
temente, in questo momento, per ora;
ài presént g'hoo pròpi in vìHa tmgòtt
= al presente non ho proprio in vista
nulla.
6) presént = presente, regalo : una
cosa che si regala.
presenta, v. alt. = presentare : condurre
alla presenza, far conoscere ; s-e'lper-
mètt, glie presentàroo mìa miee = se
permette, le presenterò mia moglie.
1) Mostrare, porgere, offrire; ci g'hà
presentaa dna bela ^-càtola de bombòn
che colava cinquanta tir = lo presentò
una bolla scatola di dolci, che costava
cinquanta Uro.
2) Affacciare : di bambini prenderli
in collo e ])rosentarli al pubblico, da
finestre o balconi ; oppiu'o anche met-
tere innanzi una quistione ; presenta
dna qicistiòn = affacciare una questione.
3) presenta l'arma = presentar l'ar-
me : rendere il saluto col facile o con
le armi.
presentàbil, * agg. = presentabile : cho
può ossero presentato, specialm. comò
dono, come regalo.
preseutàsiòii, s. f. = presentazione: il
presentare nel senso di dire il nomo
por far conoscere.
presentàss, r. rj.fl.^= presentarsi : an-
dare innanzi ad' una peTsona. farsi co-
noscere, farsi vedere ; ed anche : com-
parire in un luogo.
1) el -S'e presenta ben, el s-c presenta
maa = si presenta bene, sì presenta
male ; ha apparenza buona o cattiva.
presentemént, avo. = presentemente :
nel punto, nell'ora attuale.
presentì,* v. att. = presentire: immagi-
narsi che una cosa sta per accadere.
presentimént, * s. m. = presentimento :
il presentire.
presepi, s. m. = presepio : la capan-
nuccia che si fa nelle chiese o altrove
per le feste di Natale.
preservàtìy, s. m. = preservativo: ciò
che è atto a preservare, a tener lon-
tano naie o danno che possa accadere:
el tàbàech e là naftalina liin diiil bòn
pre^ervàtiv cantra i càmol = il tabacco
e la naftalina sono due buoni preser-
vativi contro le tignole.
prèsi, s. ni, = prezzo : quello che co-
stano le cose.
1) fa H prHi d'ona roba = fare il
prezzo di una cosa: determinarlo.
2) prHi corént, fis-s- = prezzo cor-
rente, fìsso ; quello della merce in un
dato giorno e quello cho non dù luogo
a diminuzione ; mangiti à prèH fis^ =
mangiare a pasto.
3) Urti 'l prè^i = stiracchiare il
prezzo, lesinare sul prezzo : conti'attaie
sottilmente.
4) prèH d'àfeHòn, de coèt = prezzo
di affeziono, di costo : quel più che uno
paga sul costo reale dì una cosa, o
quello pagato dallo stesso mercanto
alla fabbrica.
5) càia de presi = rinvilire ; là seda
rè càlàda de prèsi = la seta è rinvilita.
6) prèsi in blòceh = prezzo andante :
di oggetti che si paghino un tanto
l'uno, sebbene meriterebbero ciascuno
un prezzo diverso.
7) mola '/ j)rèsi = calare, agevolare,
facilitare il prezzo. Anche volgarmente ;
far loffie o spetezzare.
presidènsa, s, f. = presidenza : l'atto
0 l'ufficio del presidente, il luogo dove
esso risiede, e il presidente con tutti
quelli che lo coadiuvano nell'ufficio.
presidènt , s. m. = presidente : chi ò
a capo di un'assemblea, di un consi-
glio 0 di una repubblica.
pre
— 626 —
pre
presiéd, * v. alt. = presiedere, prese-
dorè : essere capo e regolatore di una
asseniblea, di un consiglio, e sim.
l»resiós, agg. = prezioso : di gran pregio,
valore o stima.
1) fa 'l presiòs = fare il prezioso,
farsi desiderare.
presoli, s. f. prigione, carcere : luogo,
stanza dove si tengono chiusi gli accu-
sati 0 i condannati, e la pena della
prigione ; l'han condànaa àia preson
per on ami = l'hanno condannato alla
prigione per un anno.
1) mètt in presòn = carcerare, in-
carcerare, imprigionare.
presoiiee, s, m. = prigioniero : chi è in
prigione o chi in guerra è preso da'
nomici.
1) Per ostens. e fìg. chi è chiuso in
casa, chi è obbligato a trattenersi in
un luogo più in là del tempo prefìsso.
presoutuòs, agg. = presuntuoso. Vedi
presi! iitiiòs.
prèspàpiè, s. m. = calcalettere, calca-
fogli. Del frane. : Presse papier. Vedi
fermàcàrt.
prèst, avv. = presto : prestamente, su-
bito , con sollecitudine; bisogna fa
prèU à mHes in Òrdin tila màtìna =
bisogna far presto a mettersi in ordine
alla mattina.
1) In breve, fra breve, fra poco
tempo : vegnàroo prèst à troàtt = verrò
presto a trovarti.
2) Di buon ora : levi semper sii prèsi
àia màtìna = mi alzo sempre presto
alla mattina; là scola là comincia
tròpp prèét = la scuola comincia troppo
presto.
3) prèèt ! prèst ! = presto ! presto !
per esortazione.
4) ò'e fa prèst à di, à fa = sì fa
presto a dire, a fare: ci vuol nulla,
si precipita nel risolversi, ma poi ce
ne accorgiamo, se ne vedono le con-
seguenze.
5) po-èU ò tàrd = presto o tardi; di
cose che devono accadere di cei-to.
prestigiàt6r,*s. >/«. = prestigiatore, ba-
gatelliere : chi fa giochi di prestigio,
di prestezza di mano.
prestìn, s. m. = forno : la bottega dove
si vende il pano; el prestìn di tré
Màrìj = il forno delle tre Marie.
prestili, aw. = prestino; vezzegg. dim.
di presto; el me par on poo prestìn
per àndà à fa vìsita = mi pare un po'
prestino per andare in visita.
prestinee, s. m. = fornaio : chi fa e
vende il pano fatto nel suo forno.
1) Panicuocolo : se cuoce il pane al-
trui, ma non lo vende.
2) giiigà ài prestinee. Gioco che i
ragazzi fanno dicendo : preètinee, l'i
còti el pàn'ì - él ma l'è on poo briisaa
- chi Ve staa? - quèll pòrco lì - et
eiàpàrèmm, ci ligarèmm, còla frusta
ci friistàrèmm. In Toscana non fanno
questo gioco e quindi manca loro la
corrispondenza.
prèstìt, s. m. = prestito: il ]ircstare ;
l'ha faa on prèstit = ha contratto un
prestito, e anche ha prestato danaro.
presiimìbil, * agg. = presumibile: che
può presumersi, che era da presumere.
da supporre, immaginare; in quèll stài
l'era minga presùmìbil che l podèsi
guarì = in quello stato, non era pre-
sumibile che potesse guarire.
presiiniiu, v. tr. e in. = presumero :
avere presunzione ; supporre.
presuiisiòn, * s. f. ^ presunzione ; il
presumere di sé ; avere un' opinione
esagerata del proprio valore, della pro-
pria importanza.
presuiituòs, * agg. = presuntuoso : che
ha presunzione, che presume di se.
pret e volg. prèvi, s. m. = prete, sa-
cerdote: chi è ordinato ad anrmini
strare le cose sacre e agli ufflci divini
1) ciàmà 'l pret = chiamare il prete
star malo, star per morire ; vorè minge
'l pret, no vort èàvighen de pret =
non volere il prete, non voler saper»
di preti : morire senza chiamare il prete
perchè non si ha fede nell'utilità dell;
sua assistenza.
2) sbaglia anca 7 pret à dì mesa
sbaglia il prete all'altare; si sbadii
tutti.
3) pret viciilrìn = prete scagnozzo
mancamoccoli : che va qua e là a bu
scarsi una messa o un mortorio o altn
da guadagnarsi. Detto volg. ,
4) Arnese di legno come gabbia, doi
si metto uno scaldino per scaldare»
letto. Dicesi anche : trabiccolo.
pretààcioeù, s. m. = pretonzolo, pretu
colo: dim. spreg. di prete.
preténd, v. att. = pretendere: chiedere
volere checchessia, sostenendo d'avei
diritto ; el pretendeva de podé droà .
pre
dota déla mìee = protendeva di poter
adoperare la dote della moglie.
1) Aspirare a cosa al di sopra delle
nostre forze : el pretènd de pària fràn-
eès, sénsa èàvcll = pretende di parlar
francese senza saperlo.
2) preténd de vègh resòn = preten-
dere d'aver ragione: parlare con asse-
veranza.
3) Arrogarsi : eoss- te pretèndet ? Che
tibia de àndà in tòeah mi per ti? =
che cosa pretendi? Glie abbia io da
rovinarmi ])or te?
I)reteiiduu, part. pass. = preteso : hoo
pretendiiil mài nàgòtt = non ho mai
preteso nulla.
pretensìón, s. f. = pretensione, pretesa.
Vedi pretèsa,
preterii,* s. m. = preterito ; il sedere,
il culo ; ragiona col preterii = ragionar
male, senza conclusione.
pretésa, s. f. = pretesa; pretensione:
il pretendere , special, con alterigia,
superbia, prepotenza.
pretèst, s. m. = protesto : motivo appa-
rente che nascondo il vero.
pretìn, s. ni. = pi'etino : dim. di prete ;
prete, piccolo, mingherlino, o molto
giovine.
1) Agg. pretino : da pre^, pretesco.
2) Pretaio, pretaiolo : che se la dice
coi preti : /' è on pretìn de viln jnii-ee
pàpU'ta del papa = è un pretaiolo più
])apista del papa.
pretór , s. m. = pretore: giudice di
cause minori.
pretura, s. f. = pretura : ufficio e giu-
risdizione del pretore, ed anche la sua
residenza; Vhoofaa ciccmà in pretUra
l'ho fatto chiamare in pretura.
prevàlènt, * agg. = provalente : che
prevale, vince, rimane superiore.
prevàlèss,* v. rifl. = prevalersi : appro-
fittarsi, servirsi di pers. o cosa, quasi
abusare ; el ée prevàl tròpp déla mìa
bontaa = si prevale troj)po della mia
bontà ; lii el s-à che mi ghe voetìri ben
e S'6 ne prevtìl = egli sa che io gli vo -
glio bene e se ne prevale ; oh ! l'è on
é'àlàmm de viin; se pò minga prevà-
lèàen in nàgòtt = è un piaccianteo;
non si può prevalersene in nulla.
prevàls, pari. pass. = prevaluto, pre-
valso.
prevarica, v. att. = prevaricare: uscir
de' precetti, delle regole, dei limiti;
— 627 — pri
se se vcEur sta ben, bisogna mài pre-
varicai in del mangia e in del bev =
se si vuol star bene, non bisogna pre-
varicar mai nel mangiare e nel bere.
prevàricàsiòn s. f. = prevaricazione : il
prevaricare.
prevàriss, v. rifl. = prevalersi. Vedi
prevàlèss, che è voce più nuova e
che va usando sempre più largamente.
prevéd, e prevede, v. att. = prevedere,
antivedere: vedere innanzi, conoscere
in antecedenza ; chi l' è che podéva
prevede dna fòla compagna = chi po-
teva mai provedere uno sproposito si-
mile.
preveg'nì, v. att. = prevenire : fare pri-
ma d'alti-i; ed anche prendere misure
contro un danno nella supposizione
che ci debba toccare.
prevensìòn, s. f. = prevenzione : giu-
dizio anticipato preoccupazione; dispo-
siziono del' animo ostile o favorevole;
àl'esàmm el profesòr el dev giiidictl
sénsa prevensiòn = all'esaino il profes-
sore deve giudicare senza prevenzioni.
preventìv, s. m. = preventiv^o : la pre-
visione del bilancio ; e in genere il
calcolo preventivo di una spesa.
preventiva,*?', att. = preventivare: fare
il preventivo d'una spesa.
previsiòn, * s. f. = previsione: il pre-
vedere ; in previsiòn del frccc , hoo
compraa legna e carbòn per on pèss
= in previsione del freddo, ho compe-
rato legna o carbone per molto tempo.
prevìst, part. j)ass. = provisto: da pi'e-
vedere; là fin de quèll pòer fioeu Và-
wva prevista dà on pèss = la fine di
quel povero ragazzo l'aveva prevista
da un pezzo.
prevòst, s. m. = proposto, prevosto,
parroco : dignità ecclesiastica con cura
d'anime.
prevòstura. s. f. = propositura, prevo-
stura: ufficio, dignità di proposto ed
anche la sua casa.
prima, avv. = prima, avanti, innanzi :
indica un tempo anteriore; Vànn, el
di, el més prima = l'anno, il giorno,
il mese prima , avanti ; ttinto temp
prima = molto tempo avanti ; pensàgh
prima = pensarci prima, avanti, ri-
fletter bene a quello che si fa ; prima
de di = prima, di giorno, avanti giorno ;
prima de disnà = avanti pranzo.
pri
1) prima del temp = prima del tempo,
antici patainente .
2) Cominciando un discorso, un ra-
gionamento; prima de tùtt = inima di
tutto, primieramente.
3) còme prima = come prima; come
era prima.
4) prima ò dòpo = prima o poi,
prima o dopo; è incerto quando, ma
è certo che verrà.
6) prima i tceu, e pceu i alter se te
poeu = prima i tuoi e gli altri so tu
puoi ; sottinteso : aiutare.
6) de prima = di prima; d'una volta,
d'innanzi ; dà che l'è tornaa de càm-
pàfjna l'è pil quèll de prima = da che
è tornato dalla campagna, non è più
quello di prima.
7) à tuta prima = a tutta prima,
alla prima, alla bella prima; subito,
sul principio, di prim' acchito.
priinàndtn, s. f. = prima nota, quader-
naccio, scartafaccio : quel libro su cui
il bottegaio o il negoziante fa di volta
in volta le sue annotazioni che poi re-
gistra a mastro.
primàri, agg. = primario : primo, supe-
riore, principale.
1) s. ììi. Il medico primario, diret-
tore di una sala nel nostro ospedale.
primavèra, s. f. = primavera : la prima
delle quattro stagioni e per estens. il
tempo tiepido come a primavera.
1) on fior et fa viìiìga primavèra
= una rondine non fa primavera : un
caso non fa regola.
priiiiàverìl, * = primaverile: di prima-
vera.
priiuàyerìna, s. f. = primaverina: fiore
che somiglia molto alla margherita.
primièra, s, f. = primiera: specie di
combinazione di carte nel gioco di pri-
miera 0 a scopa.
primirceùla, s. f. = primaiola, primi-
para : donna che partorisce la prima
volta.
priiiiisia, * s. f. = primizia: frutto prima-
ticcio e quindi raro.
primm, femm. prima agg. = primo :
numero ordinale, corrispondente a uno.
1) Principale, cospicuo ; /'è viin di
primm cerésigh d' Eiiròpa = è uno dei
primi chirurghi d'Europa.
2) Il cominciare di una cosa; l'istante
in cui ha principio : ài primm leva
sii me dceur éémper on poo là tèsta =
G28 — pri
al primo levarsi mi duol sempre un
po' il capo ; in del primm sògii = nel
ptimo sonno; al principiare del sonno.
3) Prossimo : che ha da venir presto ;
àia prima ocàsion te ìnàndàroo i pagri
= alla prima occasione ti manderò gli
abiti.
4) de prima man = di prima mano :
della fabbrica, senza intermediari.
5) el primm de l'ànn = capodanno, il
primo giorno dell'anno.
6) là prima là se perdona, là se-
gònda là sx bàHdna = la prima si per-
dona, e la seconda si bastona : sottint.
colpa.
7) l'è minga ne là prima, ne Vul-
tima = non è ne la prima, ne l'ultima:
di chi è uso a faro una cosa, e si in-
tende non buona,
8) chi è primm <-e ^pèta = chi ])riina
arriva, prima aspetti ; dando un con-
vegno.
9) là prima = la prima : nelle pro-
duzioni sceniche, la prima rappresen-
tazione ; là prima de l'Aida = la pri-
ma dell'Aida.
prìua, s. f. = brina. Vedi brina.
prinà, V, att. = brinare. Vedi brina.
prinàda, s. f. = brinata. Vedi brinàda.
prìncip,* .f. m. = principe: membro di
una casa regnante ; el princip de V2.-
jìoli, del Montenegro = il principe di
Napoli, del Montonegi'o; princip eredi-
tàri -= il principe ereditario,
1) Titolo nobiliare; el princip Triulà
= il principe Trivulzio.
2) età de pì-incip = stare come un
principe; signorilmente, benissimo.
principàl, agg. = principale: maggiore,
primo in grado, in importanza; di mag-
gior forza, efficacia.
1) s. m. Capo, padrone d'un negozio,
di un'arte, di un'impresa; è'è àmàlaa
el principàl e fa tilscòàà el primm
gioin = si è ammalato il principale e
fa tutto il primo giovane,
principàlmént, avv. = principalmente :
da principale.
principèsa,* s. f. = principessa : la mo-
glie di un principe.
principi, * s. m. = iirincipio: comincia-
mento, origine.
1) bona fin e bòn principi = buona
fine e buon principio; augurio che si fa
al cadere di un anno e al cominciare
di un nuovo.
pri
- 629 -
prò
2) del principi Ma fin = dal jirin-
cipio alla fine: da capo a fondo.
3) T(;ès ài princìpi dèla fin = essere
al pnncii)io della line, di un discorso,
di un' operazione, di un' inii)resa che
volge al line.
4) vègh i hòn princìpi = avere buoni
])rincipi: moralità, buoni costumi.
priiicipiàiit, agg. = principiante chi in-
comincia a l'are o studiare qualche cosa
od ò ancora maldestro.
prìucipìu,* s. m. = principino: dimiu. di
]irincipe.
prìacisbèccli, * s, m. = pri nei sbecche :
rame inargentato e in generale metallo
prezioso falso.
1) 1-es-tà lì (le princisbèeeh = restare,
rimanere di princisbecclie: restar male,
sorpresi.
priòr, s. m. = priore: dignità inferiore
a pievano, ed anche il Capo di un or-
dino religioso.
prióra, .s'. f. = priora; carica, in corte
Com])agnie, nelle parecchie di campagna
e qualche volta anche di città.
1) Priora, superiora ; dignità dello
monaclio.
prìv, agg. = privo, privato, ^mancante;
l'è Oli pHs che sont prw di notisi de
cà = è un ])ezzo che son privo delle
notizie di casa; Ve on poer òmm prìv
dcla rista = è un pover' uomo, privo
della vista: cieco.
1) bisógna vèss priv de sens comun
= bisogna essere privi di senso comune:
Itisogna essere mentecatti.
priva, V. alt. = privare: togliere, levare,
lasciar senza.
1) privasi', V. rifl. = privarsi : S])0-
gliarsi volontariamente di checchessia:
togliersi; me privi mi d'oii tòecii de
pan, piitòst de vede el me fimi à pàti
là fàmm = mi privo io d' un tozzo di
pane, j)iuttosto cho vedere mio figlio
soffrir la fame.
privaa, agg. = privato: di pers. contrario
di pubblico; chi non ha uffici, dignità
pubblica; l'è on privaa qualùnque = è
un i)rivato qualunque.
1) Di cose; vita privàda, diritt pri-
vaa., scòla lìrivàda, càpèla privàda =
vita privata, diritto privato, scuola pi-i-
vata, cappella privata.
2) eàrosa privàda = carrozza privata,
di patronato.
3) in privaa = in privato, privata-
mente.
privàsiòn, s. f. = privazione: il [trivarsi,
l'essere privo, e per estcns. sacrifizio,
astensione volontaria, mancanza, as-
senza.
privàtàmént, avr. = privatamente, da
privato: contrario di pubblicamente.
privativa , .s. f. = privativa : facoltà
esclusiva di fabbricare o vendere certi
prodotti e specialm. quelli di cui lo
spaccio ò riservato allo Stato, e in modo
IKirticolare sale, tabacco, polvere e sim.
privile^, s. m. = privilegio: jn-erogativa,
vantaggio: la particolare condizione che
uno ha di poter fare, dire, avere, ciò
che altri non possono.
privilegia, v. alt. = privilegiare : dare,
accordare un privilegio, un favore.
privilegriaa, agg. = privilegiato: che gode
di un i>rivilogio.
1) crédit privilegicm = credito privi-
legiato: che va innanzi agli altri.
prò, s. m. = \)xo: favoi'e, vantaggio, gio-
vamento, utilità ; à che prò stri'tsiàss
tànt ? = a clic prò logorarsi tanto.
1) hòn prò = buon prò; del cibo, di-
gerirlo bone.
2) hòn prò glie fàga = buon prò gli
faccia; augurio, spesso ironico.
3) prò e còntra = prò e contro: le
ragioni in favore e in disfavore.
proà, V. att. = provare : far prova di
checchessia: dare la prova o le provo:
esporimentare ; proà l'orològg sé 'l va
ben = provare l'orologio, se va bene.
1) proà ròr, Vargènt, e sim. = pro-
varo l'oro, l'argento e sim.; saggiarlo,
determinarne la purità.
2) proà '/ vestii, i seàrp = provare
l'abito, le scarpe: vedere se son fatto
bone, so vanno come devono.
3) l'rovarsi, tentar di fare ; vceuri
2)roà à noà = voglio |)rovarmi a nuo-
tare; proàj tiice = provarlo tutte, per
riuscire.
4) Mostrare, dimostrare con prove;
quest el proeiìva che là resòn l'è mìa =
questo prova cho la ragione è della
parte mia; quèst te pì-criìva se mi g'hoo
resòn ò tòri = questo ti mostri se io
ho ragione o torto.
5) proà còme diiii e dilil fa quàter =
l)rovare come quattro e quattro fa otto;
in modo da convincerne ognuno.
6) te proàree ! = tu proverai ! Quando
prò
— 630 —
prò
si vuole avvertire alcuno che tutto non
aadrcà comò s'aspetta.
7) proe-ùva ! s-e te g'hee coràgg =
in-ova ! so hai coraggio: a ctii minaccia.
proàdìna, s. f. = addossata. Il sarto
dice: dàgh dna proàdina = dare un' ad-
dossata, provare un vestito so torna
bene; domdn ghe dèmm una proàdina
ài gilè e sòmm in ordin = domani si
dà un' addossata al panciotto e siamo
all'ordino.
probàbile * agg. = probabile : che può
darsi accada, verisimile, più che pos-
sibile.
probàbilitaa, s. f. = ])robabilità : l'es-
sere probabile.
problèma, * s. m. = problema: questione
da risolverò matematicamente , e per
estens. una questiono difficile.
problemàtìch, * agg. = problematico :
oscuro, incerto, dubbio; Ve, mólto pro-
hlemtitich se podàroo vcgnt in càìn-
ptLgna tinca èt'ànn = è molto proble-
matico, se ])otrò venire in villa anche
quest'anno.
probòscida o probòscide, * .9. f. = pro-
boscide: il prolungamento flessibile del
muso dell'elefante.
procéd , ». att. = procedere. T. leg.
intentare a uno un ]»rocesso penalo,
una lite.
1) procéd à 011 ^•equH-ter = procedere
a un sequestro: venire agli atti esecu-
tivi di un sequestro.
procedura , s. f. = procedm-a: il modo
di condurre, ordinare un processo lo-
gale.^^
procesà, v. att. = processare: mettere
uno sotto processo, intentargli un pro-
cesso.
l>rocesì6ii, s. f. = processione: lunga
fila d'ecclesiastici 0 devoti, che vanno
salmodiando. Vedi fuiisìòn.
procèss, s. m. = processo: procedimento
giudiziario, il procederò contro alcuno.
1) Censure lunghe, esame minuto;
per ròbb de nagota et fa on procèss =
per cose da nulla ci fa un processo.
procint. Nella frase: vè.s'S in procint =
essere in procinto; ossero lì li per faro
una cosa.
proclama, s. m, = proclama ; pubbli-
cazioue solenne, editto, bando.
proclama, * v. att. = proclamare: piib-
blicaro, far noto solennemente.
proclàmàsiòn, * s. /". = proclamazione:
l'atto del proclamare; han faa là pro-
clàmàsiòn di depiltaa = hanno fatto la
proclamazione degli eletti a deputati.
procflra, s. f. = procura: atto legale con
elio uno si fa rappresentare da altri ;
el tri'hà faa procura general per luti
i éò àfàri = mi ha fatto procura ge-
nerale per tutti i suoi affari.
1 ) per procura = per procura : per
mezzo d'altri.
2) procura general, procura del rè =
procura generale, procura del re; l'uf-
ficio del Procurator Generale, del Pro-
curatore del re.
prociirà, v. att. = procurare, procac-
ciare: cercare, aver cura di fare, di ot-
tenere, di far avere, di riuscirò in un
intento; proeiiràgh on impiègh a quèi-
dùn = procurare ad uno un impiego.
1) prociiràss, ri fi. == procurarsi, pro-
cacciarsi; el éc procura de viv = si pro-
cura da vivere.
prociiràdòr, s. m. = procuratore : chi
ha facoltà di rappresentare altri presso
i tribunali, negli atti giudiziari.
1) procuràdòr general, del rè = pro-
curatore generale, regio : il rappresen-
tante della logge dinanzi ai tribunali.
prodèsa, s. f. = prodezza: specialm. nel
senso ironico che vale : atto imbollo,
opera vile.
pròdigh, * agg. = prodigo: che dà, che
spende senza misura.
prodig'iós, * agg. = prodigioso, maravi-
glioso: straordinario, raro; l'è prodigios
el làortL che 'l fa quèll òmin = è pro-
digioso il lavorare che fa queir uomo.
produ, V. att. = produrre, generare: darò
origino; la malària là produs là féver
= la malaria genera la febbre.
prodott,* s. m. = prodotto : il frutto del
lavoro.
1) In aritmetica ; il risultato della
moltiplicazione.
proèd, V. att. = provvedere: procacciare
quello che fa di bisogno; hoo proedilii
el càrhòn per là parigina = ho prov-
visto il carbone per la parigina.
1) àndà à procd = andare a fare la
sposa: recarsi al mercato a comperar
roba da ammanire ai pasti.
2) Dìo ved e proèd = Dio vede 0 prov-
vede: dicono quelli che hanno fiducia
nella provvidenza di Dio.
proedèss, v. rifl. = provvedersi, procac-
ciarsi, munirsi di quel che fa bisogno;
à.
prò
631 —
prò
se 'l pioeuv me proedàroo d'óna bòna
ombrUa = se piove mi provvedere di
im buon ombrello.
proeditòr,* s. m. = provveditore : spe-
cialm. il Provveditore agli studi : il
capo di tutte le scuole pubbliche di una
provincia, escluse le superiori.
proécc, s. m. = incerto, ripresa, vantag-
gio : quel guadagno eventuale che si
può faro nel condurre un negozio, un
affare, o noli' esercitare una professione.
proeg'nì, v. att. = provenire, derivare,
aver cagione, origine.
proeniènsa, 0*. f. = provenienza, deri-
vazione: accenna al luogo di dove viene
0 deriva una cosa; de che proeniènsa
l'è sto mn ? = di che provenienza è
questo vino ?
proèrbì, s. ni. = proverbio : motto ar-
guto, sentenzioso, per lo più figurato,
usato popolarmente.
1) vègh in proerbi = aver per dettato.
2) pàsà in proerbi = passare in pro-
verbio: diventar proverbio.
proèrbiàl, * agg. = proverbiale: noto a
tutti, passato in proverbio ; là bontaa
di riiilànès l'è proèrbiàl = la bontà dei
milanesi è proverbiale.
roeùsa, s. f. = presa : spartimenti del
terreno per diverse culture, ^^di piana.
proeùva, s. f. = prova : esperienza per
riscontrare checchessia ; han faa là
proeùva dà la machina e là va benòn =
hanno fatto la prova della macchina 0
va benone.
1) Attestato , dimostrazione, segno ;
in proeùva d' ànnciàia = in prova d'a-
micizia.
2) mètt on veétii in prceùva = met-
tere un vestito a prova 0 in prova :
provarlo, condurlo al punto d'essere
provato.
3) mètt vun àia prceùva = mettere
uno alla prova; al caso di mostrare la
sua abilità; vede vùn àia proRiiva = ve-
dere uno alla prova, all'atto, nell'eser-
cizio delle sue qualità.
4) là proetìva = la prova: quella re-
cita di ima commedia, di un dramma,
di un'opera fatta por studio, per ve-
dere se riesce.
5) Testimonianza conformativa; te doo
subii dna prmiìva che quèll che t'han
ditt l'è minga véra = ti dò subito una
prova che quel che t'hanno detto non
ò vero.
6) prceùva ne èia che... = prova no
sia che...: adducendo un fatto a prova
di quanto si dice.
7) vèès à prmuva de bomba = essere
a prova di bomba, a tutta j)rova: che
non si ò mai smentito, non ha mai
fallito nelle prove.
8) dà proeiiva = dar prova, dimo-
strare; sperèmm che 'l daga prmlva
de vèsé on brào fioeiZ = speriamo òhe
dia prova d'essere un buon ragazzo.
proffinàsiòii, * s. f. = profanazione :
profanità ; il violare la reverenza do-
vuta alle cose sacre.
profano, * agg. = profano: di chi è nuovo
a una scienza, a un'arte, non la conosce.
proferì, v. att. = proferire: pronunziare,
dire; cara ti, te pi'oferii dna gran pa-
ròla = caro mio, hai proferito una gran
parola.
profèsìa, s. f. = profezia : prodizione,
congettura avverata; là tèa l'è pròpi
étàda òna profèsìa = la tua fa dav-
vero una profezia.
profèsión , s. f. = professione : eser-
cizio di un'arte, dì una scienza.
profèsionàl, * agg. = professionale : ri-
ferito a professione, che concerno una
professione; doér profèsionàl = dovere
professionale.
1) là profèsionàl = la professionale;
la scuola professionale femminile.
profesionìsta, * s. m. = professionista:
chi esercita una professione.
profesòr, s. vi. = professore : chi in-
segna una scienza, una disciplina non
volgare.
1) Titolo che si dà a xva. medico
molto reputato.
2) Eccellente: bravo, dotto, maestro.
3) profesòr d' orchèstra = professore
d'orchestra: chi suona in orchestra 0
specialm. le prime parti.
profesòra e profesorésa, s. f. = pro-
fesserà: donna che professa qualche di-
sciplina, che fa da professore.
profeta,* s. m. = profeta : chi antivedo
e annunzia il futuro.
profìl, s. m. = profilo; disegno della li-
nea estrema di un oggetto.
1) de profU = in profilo, per profilo:
di cosa veduta 0 ritratta di fianco, per
pai"te, non di faccia.
2) Profilatura : orlo, ornamento di
abito.
prò
- G32 -
prò
profila,* V. att. = profilai-e : orlare, filet-
tare.
profllaa, * agg. = profilato, affilato: magi'o
per malattia: fino, sottile; nàs, dìt pro-
filaci = naso, dito profilato, affilato.
l>rofltà,* V. att. = profittare: far profitto;
aciiuistare, progredire; l'ha studiaa on
ànn el frànces, ma l'ha profìtaa nà-
gòtt = ha studiato un anno il francese,
ina non profittò niente.
1) profitàéen = profittare, avvantag-
giarsi, approfittare.
l>rofltt, s. m. = profitto: utile, guadagno,
giovamento, progresso; l'ha ciàpaa des
in eondota, via in profitt el vàr pròpi
uàgòtt = ha preso dieci in condotta,
ma in profitto non vale proprio nulla.
profluvi, s. m. = profluvio: gran quan-
tità; gK èra on profilivi de geni à vede
f iliiminàsidn = e' era un profluvio di
gente a vedere l'illuminazione.
l>rofòiid, agg. = profondo: piìi ohe fondo;
che va molto a basso, molto in giii.
1) T. music. Delle voci gravi del
contralto e del basso; l'è on bàss pro-
fond = è un basso profondo.
profonditaa,* s. f. = profondità : di luogo
jirofondo; chi Ve in dóe gh'è là jmsee
gran profonditaa del làgh = qui è dove
(• la maggiore profondità del lago.
profiimà,* z>. att. = profumare : dare il
l)rofumo: spargere o cospargere di pro-
fumo; l'ha voriiil profiimti 'l fàsolètt =
ha voluto profumar§-.il fazzoletto.
profiimerìa, * s. /. '= profumeria: es-
senze odorose, profumi ; ed anche la
bottega del profumiere, l'officina dove
si fabbricano e vendono profumerie ;
([uéla del Migóne l'è dna bona jjrofii-
merìa = quella del Migone è una buona
profumeria.
profiisión, * s. f. = profusione, abbon-
danza; gh'ira dna profiisión de fior
che Véra òna màràvìlia = c'era una
profusione di fiori che era una mara-
viglia.
1) à profiisión = a jìrofusione : in
abbondanza.
progetà, ^'. att. = progettare : proporre
specialm. un negozio, un lavoro, un'o-
pera; j)i'ogetà dna gita éiil làgh = pro-
gettare una gita sul lago.
progètt, s. m. = progetto : proposta,
siiecialm. di un affare , di un negozio;
/'(' rùn che segUita à fa di progètt,
ma '/ conelUd mài nàgdta = è uno che
continua a far progetti, ma non con-
clude mai nulla.
1) Disegno, piano da eseguire : per
ci teàter han scèlt el progètt del me
ingegnee = i)er il teatro hanno scelto
il progetto del mio ingegnere.
progràma, s, m. = programma : avviso
che si distribuisce por far sapere i par-
ticolari di qualche cosa da farsi; gene-
ralmente di uno spettacolo.
progredì, * v. att. = progredire; proce-
dere in meglio, crescere, avanzarsi.
1) Riferito a studi, arto, discii)lina:
farvi dei progressi; quèsfàìin i me sco-
lar han propi progredii tanto = que-
= sfanno i miei scolari hanno proitrio
progredito molto.
progrèsìsla,* s. m. = progressista : par-
tito di coloro che amano, favoriscono
il progresso.
progrèsìv,* agg. = progressivo : che pro-
cede con progressione ; impdsta pro-
grèèìva = tassa progressiva : che va
crescendo proporzionatamente ; paràlisi
progrèsìva = paralisi progressiva.
progress, s. m. = progresso : il ])rogrc-
diro nel bene, avanzamento ; là chi-
mica Vhà faa di gran pi-ogrèsè = la
chimica ha fatto grandi progressi, avan-
zamenti.
1) Miglioramento politico, morale ;
vèss amante del progress = essere amante
del progresso.
2) Andare al fine ; me par che quèll
mài li Vàbia faa di progress = mi
paro che quel male li abbia fatto pro-
gressi.
proibì, V. att. = proibire, vietare : co-
mandare che . non si faccia, impedire
che si faccia una cosa ; el dolor el m'ha
proibii de mangia V inSàlàta = il me-
dico mi ha proibito di mangiar l' insa-
lata; el qiièstùr V Ila proibii là funèiòn
= il questore ha proibito la processione.
proibisidii, s. f. = proibizione, divieto,
impedimento.
proidénsa, s. f. = provvidenza : il sa-
pere, la saggezza attribuita a Dio.
1) rè dna proidènéa = è una prov-
videnza : di cosa o persona cho rechi
del bene.
proigiòu, s. f. = provvisione. Vedi pro-
vigiòn.
proìn, s. m. = provino : strumento per
provare la densità dei liquidi.
prò
- 633 -
prò
1) Macchinetta por ])rovare i titoli o
il gi'ado di forza della seta.
proiiicìa, «. /'. = provincia : circoscri-
zione amministrativa o politica del
Eegno che ha a capo un prefetto.
proiiiciàl, cuig. = provinciale : abitante
della provincia, che non sta in città
principale.
proisòri, agg. = provvisori : fatto, ordi-
nato a tempo, non stabilmente.
proìsta, s. f. = ])rovvista, provvisione :
lo cose provvedute e specialm. quello
necessarie al mantenimento.
proletàri,* s. m. = proletario : chi non
possiedo nulla, ed è stato da tutti fin
qui tenuto in infimo grado, ma tende
ad acquistare finalmente anch' esso i
suoi diritti d'uomo.
pròlogrh,* s. m. = prologo : la prima
parte di un lavoro drammatico, che
servo di introduzione.
prolunga, v. att. = prolungare : allun-
gare, fare più lungo.
proluug'siiuèiit,* s. ?M. = [ìrolungamento :
il i)rolungare, l'essere prohingato ; col
prolungàment dèla strada, l'ha acqui-
staa tinca ci ìiiè fóndo = col prolun-
gamento della strada ha acquistato an-
che il mio fondo. y
proliisióii, s. f. = prolusione : discorso
che serve di introduzione a un corso
di lezioni.
pronieiuoria,
promemoria
quel che si scrive per ricordarsi, o
perche altri si ricordi di qualche cosa.
proiiiésa, s. f. = promessa: assicura-
zione data di fare o diro qualche cosa.
promètt, V. att. = promettere : fare pro-
messa ; te promèti che vigni à troàtt
à Roma = ti prometto che vengo a
trovarti a Roma ; ci m'ha promiss che
.'/ vi' avarìa ràcomàndaa = mi promise
che m'avrelAe raccomandato.
1) promètt mari e mónti = promet-
tere mari e monti, promettere Koma e
toma : fare promesse straordinarie.
2) promèti minga = non prometto,
non volendo impegnarsi assolutamente;
se podi tei darò, ma promèti niìnga =
se posso te lo darò, ma non prometto.
promontòri,* s. m. = promontorio : i)ro-
minenza del terreno che sporge nel
mare o nel lago.
promceùv, v. att, = promuovere : ecci-
tare, provocare ; l'amaro el promoeuv
Vàpetitt = l'amaro promuove l'appetito.
1) Far andare innanzi di grado, o
nelle scuole di classe ; mi spéri che
prèsi me promcenvàrdn titolar deprìma
class = io spero che ]u-esto mi pro-
muoveranno titolare di prima classo ;
se te studici nò te promoeu'ven minga
ài esànim = se non studi non ti pro-
muovono all'esame.
promosiòu, s. f. = promozione : il pro-
muovere e r ossei'e promosso ; àdèsé
ùìica in r esercii, per àvègh òna pro-
motion bisogna siildià = ora anche
nell'esercito per avere una promozione
bisogna studiare ; i esàmm de promo-
sión = gli esami di promozione.
proiuòss, agg. = promosso : avanzato di
grado, e approvato all'esame.
prouevód, s. yn. = pronipote : il figlio
del nipote.
1) Abiatico, nipote : il figlio del fi-
glio 0 della figlia.
pronòiuin, *•. m. = pronome: parola che
si usa invece del nome.
pronostica, v. tr. e in. = pronosticare:
far pronostici.
pronòsticli, * s. m.= pronostico, presa-
gio : ciò che si predice.
pront, agg. = pronto : presto, ai)parec-
chiato, acconcio, preparato.
1) bèli e proni = bell'o pronto: pron-
tissimo.
2) vèss pront = essere in pronto, in
]ninto ; là colesión Ve pronta = la co-
lazione e in pronto, in punto. Di per-
sone, anche : esser lesto.
pronta, v. att. = allestire, preparare :
mettere in tutto punto con qualche sol-
lecitudine ; hoo dovilil pronta là cole-
sión per i vòlt = ho dovuto allestire
la colazione per le otto.
prontèsa, s. f. = prontezza, sollecitu-
dine : l'operare senza indugio, con ala-
crità ; * operàsión de chiriirgìa van
faa coni prontèsa, se nò van minga
bèli = le operazioni di chirurgia devono
esser fatte con prontezza, se no non
vanno bone.
pronti , nelle frasi ; pàgti, compra à
prónti = pagare, comperare a pronti
contanti : pagando subito.
prontuàri, s. m. = prontuario, pron-
tuari: T. scoi. Tit. d'alcuno raccolto
di nomi o citazioni disposti in modo
da potersi trovare prontamente.
pronuncia, s. f. = pronunziare : profe-
rire chiaramente e speditamente le pa-
prò
- 634 -
prò
role ; Ve mmga hón de pronuncia l'èra
= non è capiice di pronunziare 1' erre.
pronùncia o proniìnsìa, s. f. = pro-
nuncia e pronunzia : il modo di profe-
rire le parole, e il tono della voce.
1) Accento : cadenza o calata di una
pronunzia, di un dialetto, di una lingua ;
ci j}àrla fràncés coni òiia bela pronùn-
fiia = parla francese od ha buon ac-
cento.
propaganda,* (fa) v. alt. = far propa-
ganda : di chiunque cerchi propagare
delle idee.
propèns,* agg. -= propenso : inclinato
con favore, simpatia ; Cànn pàsaa Véra
prdpi pòcch propèns à àndtl in càni-
pàgna = l'anno scorso egli era proprio
poco propenso all'andare in campagna.
própi, agg. = proprio. Al femm, fa
pròpria,* amor pròpi, nòmm pi'opi =
amor proprio, nome proprio.
1) Avv., proprio propriamente, ap-
punto, davvero : per confermare ciò che
altri dice, o per avvertire che ciò che
uno dico è vero e non detto per celia
0 con secondo line ; V è étaa In che
Vhà diit? - prdpi = è stato lui che l'ha
detto ? - davvero ; me dispiàs pròpi =
- mi dispiace proprio ; pròpi nò = no
davvero.
2) pròpi ? ma pròpi ? = proprio ? ma
proprio ? desiderando conferma di cosa
poco credibile.
3) pròpi insci = proprio cosi, così
davvero.
4) Ironie. Ve pròpi bèli! ^ bello
davvero!
5) Si unisce a parecchi verbi ; làorà
pròpi, pensagli pròpi^ bev pròpi, àndà
pròpi = lavorare, pensarci, bere, andar
davvero.
tì) Appunto : di cosa dispiacente,
rammaricandosi quasi che delle tante
possibili, sia accaduto proprio quella,
in quel momento ; glie maticàva pròpi
là guèra ! = ci mancava appunto la
guerra !
7) còme ée là fiiàs pròpi là eòa
mtima = come se fosse • proprio sua
madre.
propina ^ s. f. = propina : compenso
speciale dato a un insegnante, per l'as-
sistenza agli esami.
propina,* v. alt. = propendere, inclinare :
aver propensione, essere propenso.
propìsi, * agg. = propizio, favorevole, op-
portuno ; Ve mitiga el ienip propisi
per fa èecà i fimg = non è il tempo
propizio per disseccare i funghi.
proponimént, 5. m. = proponimento,
proposito : quello che uno si propone ;
Vhà faa el proponimént de bev minga
de vìn = ha fatto proponimento di non
ber vino.
propònn, i\ alt. = proporro : mettere
innanzi un'idea, un progetto, un af-
fare da esaminare, scegliere, eseguire;
éont chi per propònet on àfàri bòn =
sono qui per proporti un buon affare;
mi te proponària de vend là tua cà à
on prèài conveniént = io ti proporrei
di vendere la tua casa a un prezzo
conveniente.
1) Mettere innanzi come idoneo ;
spéri che te me proponàree mi per
quèla leéion lì = spero che proporrai
me per quella lezione li.
2) Far proposito ; V òmm el propònn
e Dio'l dispònn = l'uomo propone e
Dio dispone.
proporsiòn, s. f. = proporzione : armo-
nica convenienza di parti fra loro o
col tutto.
proporsionà, v. alt. = proporzionare :
fare che una cosa sia in proporziono
con altra ; bisogna proporsionà i spés
ài entràd = bisogna proporzionare lo
speso alle entrate.
proporsionaa , agg. = proporzionato :
che ha le debite proporzioni.
1) Adeguato, proporzionato : detto
di prezzo, di trattamento, di cosa dove
c'entri la convenienza, la giustizia;
Ve minga on disnà proporsionaa ài
so fòrs = non è un pranzo adeguato ai
suoi mezzi ; V è minga on stipèndi
proporsionaa ài so mèrit = non è uno
stipendio adeguato ai suoi meriti.
proposisiòn, s. f. = proposizione : giu-
dizio espresso con parole.
propósi!, s. m. = proposito : pensiero
fermo, maturo di fare una cosa.
1) òmm., dona de propòsit = uomo,
donna di proposito : di carattere fermo,
risoluto.
2) à propòsit = a proposito : conve-
nientemente alla cosa, al tempo, al
luogo di che si tratta.
3) rispònd à propòsit = rispondere
a proposito : secondo la materia pro-
posta e secondo 1' interrogazione.
4) vegnì, capita à propòsit = ve-
prò
636
prò
nire, capitare, cadere in acconcio, a
proposito : nel momento opportuno.
5) à proposit = a proposito : diciamo
quando si passa a parlare di cosa che
ci viene in mente lì per li e che ci
preme.
6) de proposit = di proposito : se-
riamente, d'impegno.
7) fmùra de proposit = non a pro-
posito : di ciò che non è opportuno.
propòst, p. p. e agg. = proposto.
proprietaa, s. f. = proprietà : l'essere
proprio, qualità propria di una cosa.
1) Il diritto per il quale una cosa
appartiene in proprio ad alcuno e la
cosa che appartiene in proprio.
2) Docenza, convenienza ; el se ve-
stws- Mmper cont dna gran proprietaa
= vesto sempre con gran proprietà.
proprietàri, s. m. = proprietario : chi
ha la proprietà di una cosa, e assol.
chi possiede beni stabili, immobili.
proroga, s. f. = proroga, aggiornamento,
dilazione : il prorogare, rimandare a un
tempo più lungo e più lontano; el inlià
concediiil dna pròroga dèla càmhitll =
mi concesse una proroga per la cam-
biale; el podéva minga partì sUbit e
g'han eoncèss dna pròroga = non po-
teva partire subito e gli'hanno con-
cosso una pi'oroga.
proroga, v. alt. = prorogare, dilazio-
nare: protrarre il tempo stabilito per
una cosa, quindi anche : aggiornare :
mandare a un altro giorno, anche lon-
tano ; proroga el dibàtinient = aggior-
nare il dibattimento.
pròsa, s. f. = prosa : discorso disteso,
sciolto : senza legature di metro ; ed
anche il componimento in prosa.
prosàich,* agg. = prosaico : di cosa senza
soffio di poesia, d'immaginazione.
1) Di persona volgare per sentimenti,
maniere ; còme Ve prosàich quòll òmm!
Noi phiùa che à màngi'à e bev = come
è prosaico quell'uomo ! Non pensa che
a mangiare e bere.
prosceni,* s. m. = proscenio : la parte
anteriore del palcoscenico dove gli at-
tori recitano.
prosegìiimèiit,* s. m. = proseguimento :
il proseguire. L'usiamo negli auguri
del principio dell'anno ; boti pro^ègid-
mènt = buon proseguimento, ed anche
augurando buona la continuazione del
pranzo, del viaggio, ecc.
prósim, * s. m. = prossimo : tutti gli altri
uomini.
1) tribillà 'l pròèim = tormentare il
prossimo : gli altri.
2) Agg. parént pròHm = parente
prossimo ; te g'hee minga on pàrènt
piésiee pròéim = non hai altri? Sottint.
da tormentare, da seccare, e sira.
prosit, = prosit, buon prò : alla fine
del desinare, augurando bona digestione.
E' voce latina.
prosmà, v. att. = presumere : addarsi,
supporre, immaginare.
prosopopèa,* s. f. = prosopopea : gra-
vità presuntuosa ed affettata ; el se
presenta èémper cont dna gran proso-
popèa = si presenta sempre con una
gran prosopopea.
prosperós, agg. = prosperoso, prospero,
robusto : di sanità, di età, di persona.
1) Arzillo, vispo, vivace, rubizzo ;
Ve on vegeti proi-peròs = è un vec-
chiotto arzillo.
prospètìva, s. f. = prospettiva : arto di
rappresentare gli oggetti nello loro pro-
porzioni, distanze e colori, E il disegno
stesso.
prospètt, s. m. = prospetto : tavola o
scritto dove con cifre e numeri si di-
mostra la materia di un'opera e la sua
distribuzione per sommi capi ; fa 'l
prospètt di capitai de V Eiiròpa = faro
il prospetto delle capitali d'Europa.
1) de prospètt = di prospetto, diret-
tamente, di facciata.
prostràsiòn,* s. f. = prostrazione, ab-
battimento : diminuzione di forze.
protCg, «'. att. = proteggere : dare altrui
appoggio e difesa, aiutare, soccorrere.
1) A significare parzialità ; se ti tei
protegèset minga, el sàvia nò insci
càtìv = se tu non lo proteggessi, non
sarebbe tanto cattivo.
protegiiiii, V. jmss. = protetto: da pro-
teggere.
próten, s. m. = santolina : genere di
pianto delle composite ; è molto odo-
roso. Dicesi anche : èrba cipr esina.
protèsiòii, s. f. = protezione, egida : il
protoggoi'e ; ti te see sòta fila mia pro-
tcsión = tu sei sotto la mia protezione,
sotto l'egida mia.
1) Assol. ; favore parziale, non sem-
pre lecito : se no se g'hà di protèsiòn,
se otén nàgòtt del ministeri = so non
pio
— mG
pu
si hanno protezioni, non si ottiene nulla
dal ministero.
2) trgh (iria de protH-iòn = avere
aria, tono di protezione, di albagia, di
sussiego.
protesi, s. m. = protesto: atto col quale
si dichiara ai firinatori di una cam-
bialo che son tenuti al risarcimento dei
danni per il non effettuato pagamento.
1) àndà in protèsi = andare in pro-
testo : di cambiale non jìagata.
protesta, s. f. = protesta: atto d'ojipo-
sizionc altrui : contro gli altrui senti-
menti, le altrui opinioni.
protesta, v. att. = protestare : dichiarare,
affermare, asseverare positivamente.
1) protcs-tà óìia cambiai = protestare
una cambiale : mandarla in protesto.
protestànt, s. ni. = protestante : chi
professa la religione riformata.
l>rótètòr, s. VI. = protettore : chi pro-
tegge -, l'è 7 j-ò èànt protètòr = è il suo
santo protettore.
proto, s. VI. = proto : chi nelle stam-
perie è il primo e fa da direttore nel-
l'arte.
protocol!, s. VI. = protocollo : libro ma-
stro dove i notari registrano i testa-
menti e gli atti che rogano.
1) Libro, registro dove giorno per
giorno si notano gli atti, gli affari di
un pubblico ufficio,
protocolìsta, s. vi. = protocollista : chi
tiene il protocollo e chi vi registra gli
affari; Vò protocolìsta àia Càmera de
eomèrc = è protocollista alla camera di
commercio.
protomàrtir,* s. m. = protomartire : il
primo martire.
protra, t. att. = protrarre : tirare in
lungo, mandare piìi oltre ; se sègiiita
tuli i di à protra 7 disnà = si con-
tinua ogni giorno a protrarre il desi-
nare, a desinare più tardi.
prova, V. att. = provare. Vedi proà, au-
dio pei derivati.
provèd, r. att. = provvedere. Vedi procd,
anche pei derivati,
proveiiiénsa, s. f. = provenienza. Tedi
prociiièiisa.
provèut, s. VI. = provento: utile in de-
nari che si ricava da certi e incerti, e
forma poi la rendita.
I>rovérbi , s. m. = proverbio. Vedi
proérbi, anche pei derivati.
providènsa, s. f. = provvidenza. Vedi
proidènsa.
provìgiòn, s. f. = provvisione, aggio :
vantaggio sopra contratti o riscossioni
percepito dalla persona che li fa per
conto d'altri.
provili, s. VI. = provino. Vedi proìii.
provìncia, s. f. = provincia. Vedi proiii-
cia.
provìiiciàl, ngg. = provinciale. Vedi
proinciàl.
provisòri, agg. = provvisorio. Vedi proi-
sòrì.
provìsta, s. f. = provvista. Vedi proista.
provoca, v. tr. = i)rovocare : procurare
elio succeda, nasca, operi qualcosa di
male.
priidèusa, s. f. = prudenza, cautela, con-
sideratezza.
priìdéiit, agg. = i)rudente : che ha pru-
denza, che fa quanto è opportuno e
scansa i pericoli e i rischi ; vcsé pril-
dcnt v(Kur viinga di ■vègli 2)àùra = es-
sere prudente non vuol diro aver paura.
priiibi, r. att. = proibire. Vedi proibi,
anche pei derivati.
ps, pst, = ps, pst: voce imitat.: espres-
sione delle labbra per indicar silenzio
0 per chiamare.
pii, avv. comp. = più : contrario di meno,
1) Indica cessazione dell' azione ;
parla pii, vede irii, rid pii, bév pii =
non parlar più, non veder più, non ri-
dere più, non bere più.
2) per de pii = per di più, per giunta,
oltre a ciò.
3) j}cr lo pii = per lo più : il più
delle volte,
4) mài pii = mai più, rinforza la ne-
gativa ; guàrdeten ben de fall mài
pii ! = guardati bene di non farlo mai
più.
5) te me eiàpet pii = non mi ci pi-
gli più,
6) ne pii ne mén = né più né meno ;
precisamente, appunto, appunto ; dal
pii ài mén = dal più al juono, poco
più poco meno.
7) de sòra pii = di sopra più, per
di più; al di là della quantità, misura,
numero determinato ; ed anche oltre
a ciò.
8) parla del pii e del mèn = parlar
del più 0 del meno : di cose di nes-
suna importanza.
9) tiitt ài piì-= tutt'al più ; l'estremo
pub
- 637 -
pui
limite; el podàrà rari tiitt ài pu on
fini lir = potrà valere tutt'al più un
venti lire.
10) vèss de pii = essere un di più ;
superfluo, inutile ; rèsegh per on de pii
= esserci per un di più ; di persona
senza autorità, inutile, come se non ci
fosse. 0 anche incomodo, che dà noia.
piiblicà; ». att. = pubblicare; far cono-
scero al pubblico, mettere in pubblico
])or mozzo della stampa; V Italia del
Pòpol là .<'6 publica tùli i dì, e l'è
rùn di boli giornài che publichen à
Mildn = l'Italia del Popolo si pubblica
tutti i giorni ed è uno dei buoni gior-
nali che si pubblicano a Milano.
piiblicaa, agg. = pubblicato, edito, di
libri a stampa messi in vendita.
publicàsiòii, s. f. = pubblicazione: l'o-
pera, il librò pubblicato.
1) Di matrimonio : denunzia.
publìch, s. ni. = pubblico : tutta la gente
di una città, di un ])aese, di una na-
zione; quànd l'ha sàvilil el ptlblich,
gh'è itaa on gran frecàH- = quando
l'ha saputo il pubblico, se ne levò un
i!;ran rumore.
1) La gente che va al teatro, a uno
spettacolo, a una festa : ài Mànsoni
gh'è quasi fiémpcr on publich mólto
elegànt = al Manzoni c'è quasi sempre
un pubblico molto elegante.
2) in publich = in pubblico, pubbli-
camente.
publicli, agg. = pubblico : che spetta,
appartiene al pubblico : contrario di
l)rivato ; el giùrdìn publich = il giar-
dino pubblico ; ofUi publich = ufficio
|)ubblico.
piiblicìsta, * s. m. = pubblicista : scrit-
tore 0 compilatore di giornali e riviste.
piiblicitaa, s. f. = pubblicità: l'essere
0 far ])ubblico.
1) Clamore in pubblico, richiamando
la gente ; no hin bon che de fa di pil-
hlicitaa = non son capaci che di fare
pubblicità.
piìcia, s. f. = intinto, intingolo. Vedi
pócia.
pìiciàiia, agg. = ladro: di cose brutte,
indiavolate, cattive, pessimo; onfrècc,
una fatimi, ona set pilc.iàna = un
freddo ladro, una fame ladra, una sete
ladra.
piidór,* s. m. = pudore : sentimento che
ci fa aborrire dalle cose sconce, disc
neste.
piìerìl, * agg. = puerile ; di o da fan-
ciulli : se di cosa fatta da uomini, si-
gnifica : degno di ragazze, di fanciulli.
piierilitaa, *«./■. = puerilità: cosa o
atto leggero, di nessuna gravità, da
fanciulli ; ctlra ti inslst minga in quèla
roba chi, perchè Ve òna piierilitaa
minga degna de ti = caro mio, non
insistere in questa cosa, perchè è una
puerilità indegna di te.
puèrpera,* s. f. = puerpera : donna che
ha partorito dì fresco.
puèrperàl,* agg. = puerperale : relativo,
conseguente al parto, al puerperio ; là
fèver puèrperàl = la febbre puerperale.
puerpèri, * s. m. = puerperio : il tempo
0 rincomodo del parto e dopo il parto,
il quale dura por quaranta giorni.
pug"!), s. m. = pugno : la mano serrata;
fa 'l piign, dèrvì 'l piign = fare il pu-
gno, aprire il pugno.
1) Il colpo che si dà colla mano
chiusa, cartoccio, cazzotto ; ed anche
quanto sta nel pugno, manciata, bran-
cata; el glia daa on tremèndo piign
sula fàcia = gli diede un terribile pu-
gno sul viso; rhà miss dcnter on
piign de ris à tèsta = ha messo a
cuocere un pugno di riso per ciascuno.
2) fa à piign = fare a pugni, a cozzi,
a calci : si dice di cose incompatibili
e repugnanti ; stùdi e diverti meni hin
dò ròbb che fa a piign = studio e di-
vertimento son due cose che fanno a
calci.
3) fa à piign = fare a' pugni : darsi
reciprocamente dei pugni, ed anche :
accalcarsi, spingersi a un ingresso, a
una porta.
4) tra i piign in cièl - dare i pugni
in cielo ; fare sforzi inutili.
piig'uàtà, V. att. = cazzottare ; dar ])u-
gni, cartocci e sim.
piig^nìua, (g'iiig'à à) v. att. = faro a
pugnino : gioco dei bambini che fanno
col pugno chiuso, mettendolo 1' uno
sull'altro a vicenda.
pUìda, s. f. = pipita : filamento cutaneo
che si stacca di cima alle dita dello
mani, dove è l'attaccatura dell'unghia.
1) Malattia elio viene alla lingua noi
polli e gallinacei.
2) Gnagnerino, calia, cancherino : di
pui
persona che non s'accontenta di nulla,
mangia pocliissimo, ma è di gran noia.
pùì e piii, s. m. pi. = polli. Vedi po-
làster.
1) puj purgaa = polli stiati ; temiti
su nella stia.
puléder e piìlèder, s. m. = puledro.
Vedi polèder.
piìlpit, * s. VI. = pulpito : luogo elevato
dove il prete predica.
pulisìa,* s. f. = pulizia: l'esser pulito,
netto: il pulire, il nettare; l'è dna
dona che glia minga de pulisia = è
una donna che non ha pulizia, alla
quale manca il sentimento della net-
tezza.
puuc, s. m. = pastrano : specie di fer-
raiolo con maniche, bottoni e bavero.
puuciàtei*, s. m. puntacelo : punto lungo,
cattivo.
puiicigriià; v. alt. = potinicciare, aguc-
chiare : fare una cucitura male, a punti
lunghi.
punci^iiàda, s. /. = potiniccio, frinzello:
aggiustatura mal fatta.
puusòu; * s. m. = punzone : arnese di
acciaio con rilievi per battere i coni
delle monete, medaglie; per fare i ca-
ratteri da stampa, ecc.
pniit,* s. m. = punto : del cucito, ogni
tratto di filo che coli' ago si passa e
ripassa sulla stoffa, nel panno, nella
pelle.
1) dà on punt = mettere un punto,
cucire.
2) punt à rebàtt = costura spianata;
jnmt de gipàdura = impuntura ; punt
d'ogiceti = punto intrecciato, a occhiello,
allacciato ; punt èora = sopraggitto ;
2)unt sòtt = soppunto, punto andante.
3) fa i pilnt d'or = fare il ponte
d' oro : accarezzare, vezzeggiare ; far
patti vantaggiosi ad uno per levarselo
d'attorno.
4) Maglia ; nello calze : ància già i
pwit = cadere le maglie.
5) T. ortogr. : segno di posa che si
mette nella scrittura, dove termina la
proposizione : dùil punt, punt e vìrgola,
punt d'eéclàmàéion, punt d'interogà-
éiòn = duo punti, punto e virgola,
punto esclamativo, punto interrogativo.
6) T. commerc, : fa punt = fai' punto;
fiospondere i pagamenti.
7) Parte, luogo di scrittui'a : hoo
doviiii desmètt de lég ind'on punt in-
— 638 - pun
teresànt come = ho dovuto smetter di
leggere in un punto interessantissimo.
8) * punt = i punti : al gioco, i vari
numeri che uno fa o guadagna nella
partita.
9) per on punt, per ptint. I gioca-
tori del lotto dicono cosi quando sor-
tono due numeri che precedono o se-
guono il numero giocato da loro. I To-
scani li chiamano numeri accanto.
10) dà di punt à vun = dar i)appa
e cena ad uno; essere da più di lui
in qualche arte, scienza, ecc.
li) punt de vista = punto di vista :
lato, aspetto d'una cosa; ed anche lo
spazio che si domina da un luogo.
12) in punt de mòrt = in punto di
morte. Vedi inòrt, s. f. 8).
13) Spunto : quel sapore di forte che
piglia il vino al cambiare della stagione
quando non è ben custodito.
pùnta; s. f. = punta: un'estremità ac-
cuminata.
1) Punta, 0 mal di petto.
2) Sorta di bullettina o chiodino
senza capo, che usano per lo più i
calzolari.
3) Saettuzza : estremità del trapano.
4) Eebbio, punta: quelle dell'ardi-
glione in una fibbia, che si piantano
nei fori appositi della cinghia.
6) à punta, in pùnta = a punta,
terminato in punta, accuminato.
6) in pimta de pè = in punta di
piedi-: senza far rumore.
7) 'Pègh dna roba àula punta déla
léngua = avere una cosa sulla punta
della lingua : essere lì lì per dirla, e
dimenticarsene.
8) Sabbia, sbozzino : scarpello ap-
puntato. T. di scult, murat. e sim.
punta, v. alt. = appuntare l'ago : la-
sciarlo nella tela o nel panno, facen-
done passare più volte la punta di
sopra e di sotto quando si sospende il
lavoro.
1) puniti coi man e coi pè = pun-
tare, appuntare mani e piedi : far forza
colle mani e coi piedi contro un punto,
per sollevarsi, spingere; o resistere
essendo spinti verso di quello.
2) Puntare , mirare : prendere la
mira colle armi da fuoco.
puntàda,* s. f = puntata: T. di scher-
ma, colpo di punta.
pilli
— 639 —
pur
1) T. di gioco : il puntare in una
volta.
2) T. libr. puntata, dispensa.
puutàdòr, s. m. = puntatore, verb. di
puntare.
puntàdiira, s. f. = appuntatura, fermare
colla punta d'un ago o d'uno spillo
qualcosa.
}»untàl; s. VI. = puntale : finimento por
lo più di metallo alla punta di certi
strumenti. Por le mazze da passeggio
dicesi meglio calza, gorbia da bastoni,
calzuolo, ghiera, ed è quel ferro per lo
pili piramidale che si pone in fondo
al bastone.
puiilàmènt, s. m. = appuntamento. Vedi
àpiintàmént.
pimtàsSj V. rifl. = puntarsi, impuntarsi,
appuntare i piedi : per non volersi
muovere dal luogo dove siamo, e da
dove ci vogliono togliere.
punteria, v. att. = punteggiare: sognare
con punti e mettere la punteggiatura.
T. lettor.
puntela, v. att. = puntellare : metter
puntelli a una cosa, perchè non cada.
punteli, s. m. = puntello : trave di le-
gno 0 di ferro messo a sostegno o rin-
calzo d'un muro, d'un edificio che mi-
nacci cadere. ^
1) Appuntamento, convegno. Scherz.
e famigliare.
puntili, s. m. = puntiglio: jranto d'o-
nore basato su coso futili o sorretto
da meschinità.
1) Sdegno e stizza di chi crede non
gli sia fatto il debito onore.
2) Amor proprio : el g'hà minga de
puntili = non ha amor proprio.
puntiliòs, agg. = puntiglioso : che sta
sui puntigli.
1) Chi ha amor proprio, e mette
gran cura nel farsi onore.
puntili, s. m. = puntino, punto : piccola
macchia; el g'hà là fàcia jì^^na de
puntitt rosé = ha la faccia piena di
punti rossi.
1) Capolino, puntino: quello sopra
gli L
puntiroeiì, s. m. = punteruolo : arnese
a punta, fatto per bucare il legno, la
calia e sim.
puntiiàl, agg. = puntuale, assiduo : chi
fa le cose appunto, con precisione;
preciso nei suoi impegni.
puntura, s. f. = ago puntura. T. chirurg.
sorta di operazione che si fa con ago
d'oro 0 d'argento, oche fanno per dare
sfogo alle acque, agli umori del corpo
malato. Anche l'iniezione.
plipila, s. f. = pupilla : apertui'a centrale
dell'iride per cui l'occhio vede.
1) Femm. di pupillo: una minorenne
orfana.
piipill, s. m. pupillo : il minorenne,
privo dei genitori e sottoposto all'altrui
tutela.
piir, agg. = puro: schiotto, sincero: che
non ha mescolanza d'altre sostanze;
vin piir, d^cqua imra, càfè jmr, tLria
pura = vino pui'o, acqua pui'a, caffè
puro, aria pura.
piir, partic. Gong, e avv. = pure, tutta-
via, nondimeno.
1) Per affermazione enfatica : hisò-
gna piir viv à sto tnond! = bisogna
pur campare a questo mondo !
2) Affermando, promettendo : che 'l
se fida piir, che l'ingàni vitnga = si
fidi pure, clie non l'inganno.
3) piir tròpp ! = pur troppo ! Escla-
mazione di vero rammarico.
piiràniènt, avo. = puramente, solamente,
iinicameute : mi te Vhoo ditt piilì-à-
mént per fa 'l me doér = io te l'ho
detto puramente per fare il mio dovere.
piirànca, cong. = pur anche, anche : per
rafforzare l'affermazione; g'àvii pii-
rànca resòn se ve làmentee = avete
anche ragione se vi lagnate.
purè, s. m. = purè, macco, purea: le-
gumi passati allo staccio e special m.
le patate. Dal frane, puree.
pures, s. m. = pulce : insetto noto e
noioso.
1) fa dànee àula péli d'on pUres =
levare la pelle alle pulci per venderla,
spellare lo pulci per vender la pelle :
chi di tutto farebbe danari.
2) 77iètt on pures in Vorègia = met-
tere una pulce in un orecchio. Vedi
©règia, 7j ; vèss on pures in Vorègia
à quàidun = essere una pulce nell'o-
recchio per qualcuno, essere un bru-
scolo negli occhi a qualcuno; dargli
ombra, sospetto.
3) fàgh i pUres à vUn = rivedere le
bucce ad uno ; scoprirne, rilevarne i
difetti, gli errori, senza pietà, né ri-
guardi.
4) luti i pures g'han là toss = ogni
cencio vuole entrare in bucato : di chi
pur
— 640 —
puv
si intromette, si fa avanti a volere,
sol perchè altri ha avuto.
piìresin e puresìn, s. ni. = pulcino.
Vedi poresìii.
piirgà, V. att. = purgare : togliere la
parte impura, nociva di una cosa;
piirgà l'aria = purgare l'aria: renderla
pura ; piirgà 'Isàngii = purgare il sangue.
1) Di medicina atta a fare evacuare,
purgativa: là magnèsia là purga = la
magnesia purga.
2) Affinare, purificare : detto di me-
talli preziosi, purificarli d'ogni materia
eterogenea: piirgà l'or = affinar l'oro.
3) Espiare: di colpe, delitti e sim.,
portar la pena per colpe proprie o al-
trui: Ve étaa on làder, ma l'ha piir-
gaa i so làdràrij = fu un ladro, ma
espiò le sue ruberie.
4) Suppurare : di piaghe venuto a j
suppurazione.
5) Stiare : dei polli che si tengono
nella stia perchè se ne migliori la
carue.
piirg'ànt, s. m. = purgante, purga : so-
stanza purgativa, atta a provocare l'e-
vacuazione degli intestini.
piireràss, v. rifl. = purgarsi : i)rendere
un purgante.
piirgàtiv, * agg. = purgativo : atto a pur-
gare, che purga : acqua purgativa =
acqua purgativa.
piirg-àtóri, s. vi. = purgatorio: luogo
dove la fedo insegna che le anime si
fanno pure dei peccati.
1) rè on 'Vero piirgàtdri .' = è un
vero purgatorio ! Si dico di qualunque
pena 0 travaglio grande.
piiriAcàj V. att. = purificare: rendere
[>uro ciò che non lo è.
piirlflcàdòr, s. m. = purificatoio : pan-
nolino che sta immediatamente sopra
il calice e servo a ripulirlo prima e
do])0 che vi sia versato il vino e
l'acqua nel celebrare la messa.
piirìsiià, V. att. = bucare, pizzicare,
prudere : dar prudore : di cosa che
cagiona alla pelle una sensazione si-
juile a quella di piccole punture; porti
nò là càmìsa de lana perchè là me
piirisna = non porto la camicia di lana
perchè mi buca.
1) piirisna i man = prudere, pizzi-
car le mani. Vedi luau; 21).
parìglia, s. f. = prudore, prurito, pizzi-
core: quella sensazione molesta che
induce a grattarsi.
piisee, avv. = più, di più : piiéee grand,
piisee bèli, piiéee sàvi = più grande,
più bello, più savio.
1) piisee già, piisee sii., piisee in chi,
piisee in là = più giù, più su, più qua,
più là.
2) Aggiunto a cifre indica aumento
indeterminato : piiiee de mila = più d i
mille.
3) à chi piiéee = a chi più : indica
gara; fàsévcn à chi ne disiava piisee
facevano a chi più ne dicova.
piistèiua, s. f. = postema, ascesso : tu-
more che viene specialmente nelle oioc-
chie.
piistèrla, s. f. = antiporta: quella che
dimezza l'androne nelle case signorili.
pustola, s. f. = pustola : boUicciattola
piena di pus.
puta, = puta : ptda metèmm el càs = puta,
puta caso, per ipotesi, supponiamo.
Dal lat.
piitàua, s. f. = puttana : femmina da
conio.
1) Il mil. lo usa molto come escla-
mazione.
piitàrdia, piitàsca e piiciàsca, esclam.
come ptttàna 1).
piitàtìv, agg. = putativo : del padre, ri-
tenuto per tale. Riferito specialm. a
san Giuseppe, padre putativo di Cristo.
piitóst, avv. = piuttosto : più presto, in-
vece, in luogo di.
1) Alquanto: l'è on llber piitòst
noiòs = è un libro piuttosto noioso.
2) veghen nànca per piitòét = non
importarne affatto.
piiviaa e pìiviàl, s. m. = piviale. Vedi
piviàl.
puviòn, s. m. = piccione, colombo : uc-
cello domestico, che si mangia.
1) Rustico, contadino. Vedi ghìrla,
piceli e pìsis,
2) piivion de Biiét. Da noi alcuni
chiamavano così lo mammelle scher-
zando colla parola biist che vuol tanto
dire Busto, cittadina di Lomliardia,
quanto busto, fascetta. I piccioni del
busto sarebbero appunto le mammelle.
641
qua
Q
<|. = qu:' quindicesima lettera dell'alfabeto
di gen. maschile. Si pronuncia eoo e gìIìI:
si unisce sempre colla vocale u.
quaa, pron. = quale : solamente nel si-
gnificato interrogativo : qitaa te voeùret
de qiiij dò càmìs chi ? = quale vuoi di
queste due camicie ?
qiiàcc, agg. = chiotto, quatto : quieto,
tranquillo, mogio.
quàciàss, v. rifl. = acchiocciolarsi : porsi
a guisa di chiocciola, rannicchiarsi re-
stringersi nella persona per nascondersi,
0 per scaldarsi più facilmente : el s'è
qtmciaa in del càldìn del lèti = s'è
acchiocciolato nel calduccio del letto.
(lUiiciii, s. ni. = cascino, Vedi quàgriroeil.
quàder, s. m. = quadro, dipinto : telaio
0 cornice entro cui è una pittura o
incisione, col suo vetro o senza.
1) Scena teatrale : l'è on bàli in dés
quàder = ò un hallo in dieci quadri.
2) Descrizione, pittm-a poetica, de-
scrittiva ; el in' ha faci on quàder di
.<•() miseri che 'l i-tràsciàva Vànivia =
mi fece un quadro delle sue miserie che
straziava l'anima.
3) quàder plàHich = quadro vivente,
]3lastico : fatto con persone vive in po-
sizione pittorica.
4) Figura quadrata; quindi perestens.
gli spartimenti che si fanno in terra
nei giardini, nei campi, con varie cul-
ture di fiori 0 d'altro.
5) Quadri, mattoni : uno dei quattro
semi nelle carte da gioco.
6) ròbb de fànn di quàder = cose
ridicole, strane, cui'ioso.
7) Squadra zoppa, pifferello. T. dei
falcgn.
8) Quella parte del torchio da coniare
monete che è base al torchio.
quà«ler, agg. = quadro : che ha quattro
lati e quattro angoli retti.
41
1) Di spalle, omeri : largo, traverso.
2) tèèfa quadra = testa quadra : d'i
uomo ingegnoso, assestato, di forti pro-
positi.
'ò) vilàìi, pàisdn quàder = villanaccio:
molto villano.
quaderna, s. f. = quaderna : quattro nu-
meri giocati al lotto.
1) Quattro numeri di una quintina
0 al gioco della Tombola : quattro nu-
meri che si segnino in una stessa fila,
quadèrno, * s. m. = quaderno : libro
bianco e special, i libri da scrivere per
uso degli scolari.
quadra, v. alt. = quadrare : ridurrre in
forma quadra.
1) quadra ' l eoo = quadrare la testa :
abituarla ad un ragionamento sti*etto,
severo.
2) Piacere, soddisfare capacitare: /"('
minga dna dona che me quadra molto =
non è una donna che mi quadri molto.
Ora diciamo meglio squadra. '
quàdraa, agg. = quadrato: di cosa clie
sia 0 sia stata fatta diventar quadra.
1) spali quàdraa = spalle quadrate :
larghe, di persona ben formata, robusta.
2) ràdis quàdràda = radice quadrata :
quel numero che moltiplicato per si"-
stesso produce il numero dato.
3) fa on quàdraa = formare un qua-
drato : di coso 0 persone disposte su
quattro lati.*
4) quàdraa = quadro : velo grande
che le donne mettono in capo e spe-
cial, le ragazze alla cresima e alla co-
munione.
qu<àdràdura, s. f. = quadratura : forma
quadrata.
1) Il torso del cavallo, bove e sim.
dalle spallo alla groppa : el gh'à òna
quàdràdùra svèlta quèll sàiir = ha una
quadratui-a snella quel sauro.
qUii
- 642 -
qua
2) La quantità, il complesso dei vari
quadrati e quadratini di un carattere.
T. di stamp.
quàdràngrolài', * agg. = quadrangolare :
di superfìcie che ha quatti'O angoli e
l)erò quattro lati.
(Xuàdràiit, s. VI. = quadrante, mostra :
nell'orologio la parte dove sono segnate
le ore con numeri romani e i minuti
con piccolissime lineette.
quàdrària, s. f. = quadrerìa : raccolta
di molti quadri.
quàdràsc, s. m. = quadraccio : pegg. di
quadro : mal dipinto, brutto.
quadrati; s. m. quadrato : T. di stamp.
sorta di spazio.
1) Quadraio, quadrare : chi vende
quadri.
qucàdrèlàda, s. f. = colpo di mattone:
dato con un mattono.
quàdrèlàtt, s. m. = mattonaio : chi fa
i mattoni.
(luàdrèlin, s. in. = aguglione : specie
d'ago che usano i sellai ed affini,
quàdrèll, s. m. = quadrello, quadruccio,
mattone: parallelepipedo di terra cotta
a uso di murare.
1) quàdrell in coìtta = matton per
coltello, per taglio, por ritto; posati
l'uno sull'altro dalla parte stretta.
2) scàrtiL 'l quàdrell = tagliare il
mattone per piano, onde farne un cu-
neo grosso.
3j sniiisà 'l quàdrell = tagliare il
mattone per lato onde averne un cuneo
sottile.
4) tài^ 'l quàdrell à pè d'àsnìn =
bipartire il mattone e tagliare diago-
nalmente i due mezzi.
5) quàdrèj fàrioeù o ètràcòtt = mat-
toni ferrigni o sferruzzati ; che hanno
hontito troppo l'azione del foco.
6) sosul (le quàdrèj = filare, fìlaretto
di mattoni : ognuna di quelle linee di
mattoni colle quali si va erigendo un
muro.
7) fa trii j)àss in sii on quàdrell =
far tre passi in o sopra nn mattone ;
di chi per pigrizia o per impotenza
cammina pochissimo.
8) nodà à quàdrell = nuotare come
una gatta di piombo ; di chi non sa
nuotare e va in fondo.
quàdretà, v. att. = graticolare, retare ;
coprire di quadrettini un disegno da
ricopiare o una carta per disegnarvi o
far tabelle.
1) Misurare a braccia quadre, e a
braccia cubiche ; quadrare: determinare
quanti quadrati contenga una super-
ficie.
quàdretaa, agg. = a quadrettoni: di sof-
fitta lavorati a scompartimenti con ro-
soni 0 altri ornati.
quàdrètàdura, s. f. = quadratui-a, cu-
batura ; T. geom. : il quadrare.
quàdrètìn, s. m. = quadrettino: piccole
quadro.
1) sto fa à quàdrètìn = stoffa a qua-
drettini; staccino ; tessuta o stampata £
piccoli quadi'etti.
quàdrètòu, s. m. = i veccioni: pallini
più grossi da schioppo,
1) Sala ; erba padulina. Vedi lisca 1'
e liscòn.
2) Quadrettino ; specie di barattolo
di vetro grosso.
3) Villanaccio ; è voce d'ingiuria.
quàdrètt, s. m. = quadi'etto; dim. di
quadro.
1) Quadi-ello; arnese usato per rigar'
la carta.
2) quàdrètt del miràcol = quadretto:
quello che si appende nelle chiese.
agli altari por grazia ricevuta.
3) à quàdrètt = a quadretti ;, retico-
lato.
quàdrilia, s. /". = quadriglia : specie di
ballo che si fa in più, disposti in cop-
pie, e la musica che l'accompagna.
1) quàdrìlia d'onor = quadriglia d'o-
nore : quella colla quale si aprono i
balli a corto o nelle case signorili.
quadrine, (à) aw. = a quadriglie : di
stoffe a quadrettini, a scacchi.
quàdrimèster,* s. m. = quadrimesti'e :
dello spazio di quattro mesi,
quàdrón, s. m. = quadi-one : quadro
grande, accresc. di quadro.
1) Quadro di grande composizione •
anche di gran merito.
quàdròtt, s. m. = scodellino : quello d
forma quadra con vano poco cupo dovi
si stemperano i colori per dipingere.
quàdrfìped,* s. m. = quadrupede : ani-
male di quattro piedi.
quàdruplo,* s. m. = quadruplo : quattro
volte maggiore ; età étànsa chi Ve 'L
quadruplo de quHa che g' àvh'em prhna
= questa camera è il quadruplo di quella
che avevamo prima.
qua
— 643 —
qua
quàgiroetì, s. m. = cascino. Vedi àsa, 13).
4][uàia, s. f. = quaglia : uccello della fa-
miglia dello pernici o starne.
qnàicosa o quàicòss, pron. = qualcosa:
qualche cosa, una cosa, una cosa qual-
siasi ; demm quàicòss de mangia =
datemi qualcosa da mangiare.
1) Ve ééinper quàicòss = anche que-
sto è qualcosa ; che può giovare, me-
glio di niente.
2) gh'è séniper qualcosa de nceuv =
c'è sempre qualcosa di nuovo.
3) diventti quàicòss = diventar qual-
cosa : d'importante, di fuor del comune.
4) "vègh quàicòss = aver qualcosa :
che dia dolore, dispiacere ; ti incesti te
g'kee quàieòss, 'perche te g'hee minga
là fàeia éolita = oggi tu hai qualcosa,
perchè non hai la faccia solita.
5) vègli quàicdéa coni vùn = avere
■qualcosa con uno : avercela, averci che
dire.
6) quàicòsa d'alter = qualcos'altro :
qualche altra cosa.
€|uàicosorìna, pron. = qualcosina, qual-
cosellina, qualcosetta : dim. vezzegg. di
qualcosa.
•quàidun, proti. = qualcuno, qualche per-
sona, alcuno; àlmèn ghc fiiss quàidun
che ven à troàmm = almpno ci fosse
qualcuno che viene a trovarmi. Al
femra. quàìvuna.
quàicheduii, pron. Lo stesso che quài-
dun.
quàid; s. m. = minchiono, bietolone,
• babbeo.
qnàiquàiòtt, = quaquariquà : il verso
della quaglia.
quàiroeù, s. m. = quagliere : strumento
con cui si imita il canto della quaglia.
jquàj e anche quèj, pron. = qualche, al-
cuno, qual che si sia. E' spesso pre-
ceduto da on 0 da òna ; on quàj di =
qualche giorno ; oìia quàj volta = qual-
che volta.
1) quàj còés = qualche cosa, qual-
cosa : una cosa qualunque, non bene
determinata ; g'hoo cercaa quàj cosà
de bév = gli ho chiesto qualche cosa
da bere.
quàl, pron. = quale ; tal e quàl = tale
e quale : il medesimo, la stessa cosa,
somigliantissimo.
qualifica) v. att. = qualificare : espri-
mere, manifestare la qualità di una
cosa 0 persona ; mi l'era on pesa che
l'aveva quàlificaa per on bàlòés = io
da un pezzo l'aveva qualificato per un
birbante.
quàlitaa, s. f. = qualità, specie ; vcss
de bòna quàlitaa = essere di buona
qualità ; l'è dna tela d'òna quàlitaa fh-
nisima = è una tela d'una qualità fi-
nissima.
1) Pregio, dote : qualità notevoli
buone.
quàlmént, am. = qualmente : per rin-
forzo dei come.
qualora , avv. = qualora : ogai volta
che, quando.
qualunque,* pron. = qualunque : una o
un'altra cosa, senza distinzione, senza
scolta ; qualunque ora per mi l'è bona,
perchè soni in libertaa tiitt el di =
qualunque ora mi va bene, perchè sono
in libertà tutto il giorno.
qnànd, ave. = quando : nel tempo che,
allora che ; quànd el èàrà vora, te cià-
màroo = quando sarà ora, ti chiamerò ;
quànd se diventa vece V è on àfàri mà-
gher = quando si invecchia è un magro
affare.
1) Interrogando : in qual tempo ;
quànd Ve che te vegnàree à Milàn? =
quando verrai a Milano ?
2) de quànd = da quando : dal tempo
che ; Ve de quànd l'ha tòlt miee che
noi vedi = è da quando ha preso mo-
glie che non lo vedo.
3) Posto che : quànd V è insci, te
g'hee mitiga tòri = qu.ando è così, non
hai torto.
4) quànd Se sìa = quando che sia :
prima o poi.
5) Traduce l'a ital. seguito da un in-
finito ; quànd eroda i fceuj = al cader
delle foglie ; quànd épUnta 'l dì = allo
spuntar del giorno.
quan quàn, = ani, ani : verso con cui
si invitano le aniti'e, le oche.
quànt, agg. = quanto : dinota quantità.
Oggi però usa sempre più largamente
quanto, come correlat. di tant.
quàutitaa, s. f. = quantità : un dato
numero, una somma, o parto ; speri
che in sto vocabolàri, mancarti minga
òna quàntitaa de pàròll tròpp grtinda
= spero che in questo vocabolario, non
mancherà una quantità di parole troppo
grande.
1) iti quàntitaa = in quantità, in
abbondanza, in gran numero, in copia.
qua
- 044 -
qua
quàntitàtiv, agg. = quantitativo, di
quantità : che concerne la quantità.
quanto,* agg. = quanto; quanto temi) che
no se vedem! = quanto tempo che non
ci vediamo ; quanto te jiàghet ài mès
per là stànsa ? = quanto paghi al mese
per la camera ?
1) In corrispondenza di tant = tanto
g'hoo dna tant quanto 'l m' ha do-
màndaa, perchè Vhoo troaa onHt = gì:
ho dato tanto quanto mi ha domandato;
perchè l' ho trovato onesto ; tant co
bév, quanto col mangiti bisogna andà
àdàsi = tanto col bere quanto col man-
giare bisogna esser parchi.
2) quanto jn-ìma = quanto prima :
al più presto possibile.
3) in quanto à = quanto a, in quanto
a : rispetto a, per quello che concerne,
s'attiene, dipende ; iìi quanto à mi te
podet vèss éicHr = in quanto a me,
puoi esser sicuro.
quantùnque,* atw. = quantunque, ben-
ché, sebbene, ancorché : si usa spesso
per correggersi e modificare un'espres-
sione ; te far 00 compagnia, quantùnque
incocù g'tibia 2>fSpi pòceh temp = ti
farò compagnia, quantunque oggi abbia
proprio poco tempo.
quaranta, agg. = quaranta : num. card,
indeclin. di quattro diecine.
1) Iperb. te l'hoo ditt quaranta vòlt
= te l'ho detto quaranta volte.
2) * quartina òr = le quarant'ore,
quarantore : l'esposizione che si fa in
chiesa del Santissimo per tre giorni di
seguito a varie ore ; vègli giò i quà-
rànt'or = essere imbronciato, avere il
broncio.
3) vèsé sui quaranta = essere sui
quaranta ; sott. anni.
4) vèé'S in di quaranta dì = essere
nei quaranta giorni del puerperio. Vedi
puerpèri.
quarantèna, s. f. = quarantena, qua-
rantina : serie di quaranta cose ; el pò
costà òna quarantèna de lir = può co-
stare una quarantina di lire ; stàroo in
campagna òna quarantèna de dì =
starò in campagna una quarantina di
giorni.
1) Quel tempo piìi o meno lungo in
cui tengonsi in osservazione cose e per-
sone provenienti da luoghi infetti, per
constatarne la incolumità.
quàràntin, agg. = quarantino, cinquan-
tino : fnimento detto così perché dà il
suo frutto molto più presto del formen-
tone, cioè nello spazio di circa un mese
e mezzo.
quàràntotàda, s. f. = quarantottata : una
cosa del quarantotto, tutta festa evviva
e gridi, di che era piena la rivoluzione
italiana del 1848.
qnàràntòtt, agg. mtm. = quai'antotto.
1) Abbaruffio, confusione, disordine ;
insòma V era prdpi on qnàràntòtt =
insomma era proprio un abbaruffio.
quàrAòca, timininfUs quàrdòca. Frase
di scherzevole rimprovero : birichino !
qu<àr<lònsa, s. f. = quarto d'oncia.
quàrdòra, s. m. = quarto d'ora: laquaiia
parte di un'ora, quindici minuti.
1) Fig. : tempo breve, un momento,
un po' di tempo.
quàrdorèta, s. m. = spazio di tempo
qualche minuto più breve di un quarto
d'ora.
quàre, = nella frase; quànd no ghe n'è
qtiàre contùrbàs mi = quando non ce
n'è bisogna aver pazienza e rassegnarsi.
quàrèla, (vèss in) = essere in guaio :
per cosa non buona commessa.
quarésima,* s. f. = quaresima : i qua-
rantasei giorni di digiuno che prece-
dono la Pasqua.
quàresìmàl, agg. = quaresimale.
1) s. m. = il quaresimale : le pre-
diche che si fanno in quaresima, e il
libro delle prediche.
quàrt, agg. e s. m. = quarto : num. ord.
di quattro ; el quàrt ànn de ginàsi =
il quart'anno di ginnasio ; l'è el quàrt
déla class = è il quarto della classe.
1) ci tèrs e 'Z quàrl = il terzo e il
quarto : questo e quello ; fa minga bi-
sògn de àmia à eiintàghel ài tèrs e ài
quàrt = non fa bisogno di andarlo a
raccontai"e al terzo e al quarto.
2) La quarta parte di checchessia ;
ore qtuìrt de polà.§ter = un quarto di
pollo ; on quàrt de càvrètt = un quarto
di capretto.
3) vèss on nòbil de quàter quàrt =
essere un nobile di quattro quarti : per
parte delle quattro famiglie del padre,
della madre, dell'avo e dell'ava.
4) qmlrt de luna = quarto di luna :
ciascuna delle lunazioni.
5) in quàrt = in quarto. T. degli
stamp. il foglio piegato in quattro.
G) * quàrt = le parti di un abito
qua — 645 —
ch.0 pendono dalla cintola in giù ; j^èrd
i quàri = cader l'abito a brani ; i quàrt
dcdree = schienali : lo parti di dietro
del vestito.
7) 2>ortà i quàrt de min = proteg-
gere, difendere uno.
8) ciàptl i quàrt denàns = pigliare
i passi innanzi : antivenire.
9) 971671(1 i quàrt = dimenar l'anca:
camminando.
<|nàrta, (dormì déla) = Vedi dormi, 11).
quàrtàl, * s. m. = quartale : una delle
quattro rate dello stipendio agli artisti
da teatro.
quartana, s. f. = quartana: di febbre che
si ripete di tre in tre giorni.
quàrtee, s. m. = quarto: misura di ca-
pacità, ora disusata: la quarta parto di
uno staio.
1) Per celia: il deretano.
quàrtér, s. m. = quartiere, sestiere: cir-
coscrizione della città, cioè aggruppa-
menti di isole 0 ceppi di case.
1) Quartiere. T. mil. caserma: luogo
dove i soldati alloggiano in città e in
campagna.
2) quàrtér general = quartiere gene-
rale: del comandante in capo.
quàrtìn, s. m. =' quartuccio : misura di
capacità che era la sessantaquattresima
parte di uno staio ; ìioo comjjraa on
quàrtìn de eàstègn = ho comperato un
quartuccio di castagne. Ora è disusato
e in sua vece usa qtiintiu.
quàrtiroeiì, s. m. = quartirolo: sorta di
cacio lombardo.
1) Pastura, pasciona: l'erba che ri-
mette nei prati dopo l'ultima tagliata
a fieno e che si fa pascolare dalle
bestie.
quasi, am. = quasi: poco meno che; l'è
quasi vint'ànn che se conosem = son
quasi vent'anni che ci conosciamo; l'è
quasi vòra de disnii = ò quasi ora di
pranzo; Ve qutLsi fimda là prMiea =
è quasi finita la predica.
1) Incirca, ititorno ; el glia quasi
quàrànt' ànn = ha quasi quarant'anni.
2) qutLsi^ quasi = quasi, quasi: come
se fossimo sul fare una cosa; quasi
quasi làsàrìa sta de àndà vìa de Mildn
= quasi quasi tralascerei di andar via
di Milano.
quàtà, V. att. = coprire, ricoprire, metter
sopra qualcosa a qualcos'altro, in modo
qua
che questo non si veda, o in modo che
lo ripari dal freddo.
1) Palliare, scusare, mantellare: te-
ner nascosto quel che di male altri fa,
perchè non venga punito.
qnàtàda, s. f. = coprimento: 1' atto del
coprire.
qnàtàdura, s. f. = copertura, coperta;
ciò che serve a coprire.
quàtàss, V. rifl. = coprirsi, ricoprirsi,
rimpannarsi : mettersi indosso vesti-
menti più gravi a riparo del freddo.
quàtàstràsc, s. m. = copricenci, copri-
miserie, paraguai.
quàter, agg. num. = quatb-o: due volte
due, 0 tre più uno.
1) Dinota un piccol numero di chec-
chessia, poca quantità: fa quàter pààé
= far quattro passi; mangia quàter cà-
étègn = mangiare quattro castagne; di
quàter parali = dir quattro parole,
2) in quàter jìàròll = in quattro pa-
role, brevemente: con brevità. Solo di
chi parla ; riàsiimm in quàter parèli
riassumere brevemente.
3) dàglien quàter à vUn = darne quat-
tro a uno: dargli busse, scappellotti.
4) dìghen quàter = dirgliene quattro:
di jiarole acri, forti.
5) come dilli e diiil fa quàter = come
duo o due fan quattro : con certezza,
con evidenza.
6) in quàter = in quattro: sottinteso
l)ersone.
7) inventàj, j)cnsàj à quàter à quàter
= inventarle, ])ensarle a quattro a quat-
tro: con abbondanza.
8) àonà à quàter man = suonare a
quattro mani. Vedi man, 59).
9) à quàter à quàter = a quattro a
quattro: in file di quattro ciascuna.
10) tir à quàter o de quàter = tiro
a quattro: carrozza tirata da quattro
cavalli.
11) fa 'l diàol a quàter = fare il
diavolo a quattro : fare un putiferio,
un gran chiasso.
12) fàés in quàter = prestarsi con
grande premura.
13) quàter in tàola = calabraghe:
gioco di carte che si fa in due.
quàtercènt, agg. mini, = quattrocento:
quattro centinaia.
quàterpee, s. m. = quattropiedi: sostegno
di ferro a quattro piedi.
quàtordes, agg. num. = quattordici; viààa
qua
- 646 -
qiie
éèif , étrUpia quàttrdes = ammazza-
sette, ammazza tutti. Vedi màsàsètt.
quàtràss, s. m. = specie di navicello in
uso sui nostri laghi.
quàtrin, s. m. = quattrino : piccola mo-
neta di rame che valeva poco più di
un centesimo.
1) vègh nànca on quàtrin, on quà-
trìn màtt = non avere un quattrino
da far cantare un cieco : non averne
affatto.
2) bàia èie on quàtrin = ballare su
un quattiùno: dalla contentezza.
3) vari ntlnca on quatrìn màtt = non
valer neanche un quattrino bucato : di
una cosa di poco valore.
4) sta éiil quàtrin = star sul quat-
ti'ino: essere avido di danaro. .
5) tira ài quàtrin = tirare al quat-
trino, squartar lo zero.
6) (là ciint fina à l'ùltim quàtrin =
dar conto fino all'ultimo quattrino.
7) rcstti éénsa on quàtrin = restar
brallo.
8) tocti mài là eros d'on quàtrin =
non toccar mai la croce d'un quattrino.
quàtrceucc, s. m. pi. = occhiali: le ba-
relle. Modo famigl. e scherzev.
qiièicosorìna, s. f. = qualcosina. Vedi
quàicosoriua.
qiìèicòss, pron. = qualcosa. Vedi qual-
còsa.
quèidùn^ pron. = qualcuno. Vedi qnài-
dùn.
qiièìghedfln, ì)ron. = qualcuno. Vedi
quàighedun.
qìiéj, pron. = qualche ; otia quèj volta =
qualche volta. Vedi qnàj.
quéla, entra in parecchie frasi ; on poo
de quèla = un po' di discrezione, di
creanza, di criterio.
1) iìi mén de quèla = in men che
non si dica.
2) età in èli quèla = star sull'intesa
o in sull'avviso.
3) vèsè à qiièla = essere al punto :
esser quel caso.
4) E' il pronom. femm. di quèll =
quello.
quèll, p}-on. = quello : di cosa e di per-
sona egualmente distinta da chi parla
e da chi ascolta. Al plur. quèj e qiiìj
= quelli.
1) quèlcheéeéìa = quel che si sia,
qualunque.
2) manda à quèll pàés = mandare
a quel paese : al diavolo.
3) Per esclamaz. di cosa da ammi-
rarsi ; quèll l'è on brào fioeù ! quello
è un bravo figliolo ! ; quèll Ve on bà-
lòèé ! = quello è un birbante !
4) Anche : l'uomo ; quèll che tàca
fcBura i àvls = l'uomo che affigge i
manifesti, tavolaccino ; quèll di giice =
l'uomo che vendo gli aghi, gli spilli :
agoraio, spillettaio, e sim.
quercia,* s. f. = querce, quercia : albero
d'alto fusto che produco ghiande; e il
legao di osso albero.
querèla,* s. f. = querela : richiamo alla
giustizia contro alcuno che ci abbia
offeso.
1) dà qìierèla = dar querela : accu-
sare in tribunale ; glie dàroo querèla
per i imolèm che 'l m' ha ditt = gli
darò querela per le insolenze che mi
ha detto.
2) ritira là querèla = ritirare la que-
rela : fare come se essa non fosse stata
fatta.
qiiesitt e quesito, * s. m. = quesito :
questione da sciogliere , e specialm.
quello di aritmetica che danno da scio-
gliere nelle scuole per esercizio.
qiièst, s. m. = questo : di cosa o per-
sona vicina a chi parla. Al plui'. fa
qiièsti e anche qiiist e qiiisti; hin
minga reson de dì quésti = non sono
ragioni da dire queste.
1; Questa cosa ; qUèét poeu tei per-
mèli jìròpi nò = questo poi, davvero
non te lo permetto.
2) qiièst e alter = questo e altro :
molte più cose e diverse.
3) qiiès-t e qiièst = questo e questo :
quando si espongono varie cose.
quésta, s. f. = questa : il femm. di quèst;
qiièsta Ve dna medesina che te fa ben
de sicùr = questa è una medicina che
ti fa bene eoliamente. Al plur. fa an-
che qiièsti, qiiist, qiiìsti.
qiièstòr,* s. m. = questore : l'ufficiale
che è a capo della questura.
qiièstiia, s. f. = questua, accatto, ele-
mosina.
qiièstiìra,* s. f = questura: ufficio di]
polizia 0 la sua residenza.
qiièstiirìn, * s. ni. = questui'ino, birre,]
guardia di questura : agente della bassa]
polizia.
qiièstiiròtt, s. m. Lo stesso che qiiè*
qui
- 647 -
qui
stiirìii, ma con intenzione più spre-
giativa.
4iuìd (ad) ì interr. = a che proposito ?
a che prò ? Dal latino.
quidsìmil, (vèss oii) = essere un quis-
simile : un qualche cosa di simile ; l'è
on qunléìmil dèla nòstra cà = è un
quissimile della nostra casa. Dal latino.
qttièscèusa, s. f. = quiescenza : riposo
a tempo.
(quieta, v>. att. = quotare, chetare : ac-
quietare e quietarsi, sedare, calmare,
porre in calma ; dmnm quàicòi-ù che
me quieta el mal de dent = dammi
qualcosa che mi quoti il mal di denti ;
hoo mài podilU quieta tuta nòti = non
ho mai potuto quietarmi tutta notte ;
el m'ha diti dò pàròll che m'han éubit
qUietaa = mi disse due parole che m'han
tosto calmato.
1) qiiietà i ereditar = chetare i cre-
ditori : indurli a desistere dalle vie
giudiziali con garanzie, acconti, ecc.
2) qiiietà dna Ut = quotare, acche-
tare una lite.
3) Appacificare, abborrire : qiiietà on
ònim fceùra de Iti per là ràbia = ap-
pacificare un uomo fuori di sé per la
rabbia.
4) qiiietàéé = chetarsi, calciarsi, star
cheto: cessar di parlai'e, di piangere
di rammaricarsi.
qiìiète, * s. f. = quiete, tranquillità,
calma; per stiidià polìd ghe vceur là
qiiìéte = per studiar bene ci vuole la
quiete.
1) Riposo : tranquillità dell'animo,
della coscienza; se Dio vcnur, dòpo
tanti fastìdi, pòdem vègh on poo de
qitiéte = finalmente, dopo tanti affanni
possiamo avere un po' di quiete.
qiiietésa, s. f. = quiete, tranquillità ;
/'è on fioeii d'ona qiiietésa esemplar
= è un ragazzo di una quiete esem-
plare.
qliiètt, agg. = quieto, cheto, tranquillo,
placido ; l'è qiiiètt come on papa, eòm,e
on pàpàtàs = è quieto come una pa-
squa.
1) sta minga qiiiètt nànca de nòti
quànd ée dorma = non star cheto, non
fermarsi nemmen la notte quando si
' dorme.
2) sta qiiiètt! = ti cheti ! A chi è
troppo vivace e si muove sempre.
3) età qiiiètt = sta quieto ; assicu-
rando ; età qiiiètt, che quànd ghe sont
mi de àsnàd ne fa minga = sta quieto,
che quando ci sono io sciocchezze non
ne fa.
qiiìj, pron. = quelli, quelle : plur. di
qiièll, e di qiiéla =^ quello e quella.
quinci e sqiiiiici, (sta siil) = stare
sull'onorevole, sul grande, sul grave.
1) vèéà 'veétii in quinci e squlnei
= essere in quinci e squinci, in ghin-
gheri : vestito con ricercatezza.
qiiindeS; agg. nuni. = quindici: quat-
tordici più uno, tre volte cinque.
qiiindesàda, s. /. = quindicina : la paga
che si riscuote ogni quindici giorni.
qiiindeséna, s. f. = quindicina, quindici
cose 0 press'a poco.
qiiiut) s. m. = quinto : la quinta parte.
1) Agg.: l'è al quint pian = è al
quinto piano.
qiiiiita; s. f. = quinta : ciascuna delle
scene laterali del palcoscenico.
1) sta dedree di qidnt = stare dietro
le quinte : fare qualche cosa di nascosto.
2) T. music. : uua delle consonanze ;
intervallo di cinque gradi.
qiiintàl, 5. m. = quintale : cento chi-
logrammi .
qìiinternètt, s. m. = quinternetto : dim.
di quinterno.
qiiintéruO) * s. m. = quinterno : cinque
fogli l'uno dentro l'altro; vàmni à t(eu
per piàsè on quintèrno de carta de
Uter = vammi a prendere, per favore,
un quinterno di carta da lettere.
qiiìntesénsa,* s. f. quintessenza: il grado
superlativo di una cosa, di una qua-
lità ; l'è là qiiìntesénsa déla màlignitaa
= è la quintessenza della malignità.
1) Noi l'usiamo anche per dire una
gran quantità, un subisso: ét'ànn de
per ghe n'è dna qilintesénsa = que-
st'anno di pere ce n'è un subisso.
qiiintètt, s. m. = quintetto : componi-
mento musicale per cinque voci o stru-
menti.
qiiintiii, s. m. = quintino : la quinta
parte di un litro: misura di capacità
per solidi e liquidi.
Qiiintìii) s. m. = Quintino : nomo pro-
prio ; vèàs in éàn Qiiintln = esser
poveri come san Quintino : di chi non
ha danari; ridù, in éàn Qiiintln = ri-
durre sulle cigno, ad estrema povertà.
qiiintina, s. f. = quintina, cinquina:
cinque numeri giocati al lotto, o cinque
qui
- 648 -
rab
numeri su una stessa linea nelle car-
telle della tombola.
<iniproqud, s. m. = equivoco, sbaglio,
errore : il credere una cosa che non è,
por abbaglio.
({iiirinàl; * s. m. = Quirinale : il pa-
lazzo, residenza del Re in Eoma.
(liiist, qiiisti; agg. = questi, queste.
Vedi qìièst.
1) dà de qiiist = dar delle busse,
delle percosse.
2) vègli de qiiist = aver di questi :
dei danari.
3) fàgh qiliM = fare le corna: di
coniuge infedele.
Tutte e tre le frasi suddette accom-
pagniamo con relativo gesto esprimente
la cosa.
quistà; V. att. = acquistare : procacciarsi,
venire in possesso ; quièta credit, nòmm
= acquistar credito, fama.
1) quièta tevip = acquistar tempo:
differire cou qualche scusa la conclu-
sione di un affare, per aver agio a
deliberare.
2) qiiiètà = migliorare : crescere in
pregio ; qitèll quMer li, in età liis el
quièta tanto = quel quadro lì, in questa
luce migliora molto ; qiiiètà in sàlut =
acquistare, migliorare in salute ; in
ràmj)àgna i fioeu qiiièten = in campa-
gna i ragazzi migliorano.
3) Guadagnare; hoo qiiistaa on bèli
eompénè, à iisàtt tanti dir = ho guada-
gnato un bel compenso coli' usarti tanto
cure.
quistiòn, s. f. = questione, quistione: ,
contesa di parole viva, disputa.
1) vegnt à qiiiètión = venire a que^
stione ; venire a contesa.
2) là qùiétión Ve minga quièta
non usciamo dall'argomento.
3) l'è qiiiMión de tenip = si tratta
di tempo.
qiiìstioiià; V. att. quistionai'e, litigare;
far questione, contendere.
1) Portar la cosa ai tribunali.
qììitàusa, s. f. = quietanza: dichiara?
zione fatta per scritto di un ricevute
pagamento.
qiiitàiisà, v. att. = quietanzai'e : scrivere
la quietanza, la ricevuta.
quòndam, = quondam : voce latina colla
quale si accenna a persona morta.
1) pàèà ài quondam = morire.
quduìain, (fa el) v. att. = far lo gnoni
0 l'indiano. Dal latino.
qnosiéiit, s. m. quoziente, quoto: il ri-
sultato della divisione.
quòta, s. f. = quota : porzione che tocca
a ciascuno, in un pagamento, o in una
divisione.
quotisà, V. att. quotare: assegnare ad
uno la quota che deve dare ; assegnare
lo scotto.
r = erre: sedicesima lettera dell'alfabeto
di genere femminile. Si pronuncia èra.
ràbàdàu, s. m. = baccano, badanaio,
chiassata : rumore fatto da molti in-
sieme con disordine e confusione; stam-
burìo, strombettìo: il rumore che si ode
alle fiere.
ràbàrbor, s. m. = rabarbaro : pianta le cui
radici amare si usano come medicinali.
ràbia, s. f. = rabbia : malattia, in specie
dei cani ; idrofobia.
1) Eccesso d'ira ; furore.
2) chi èe sposa d'amor, èe consuma
de ràbia = chi si piglia per amore, si
consuma di rabbia; chi per amor si
piglia, per rabbia si scompiglia.
3) ciàpà rtlhia = arrabbiarsi, pigliar
sdegno.
4) fa màrscì déla rùMa = far rodere
di rabbia.
5 ) smàngiàèè déla ràbia = rodersi dalla
rabbia, mangiarsi il cuore dalla saetta.
ràbiaa, agg. = arrabbiato : che ha la
rabbia.
rab
- 649 -
rad
1) can ràbiaa = cane arrabbiato :
idrofobo, rabbioso.
2) ci pàpti rè ràbiaa = il babbo è
arrabbiato, stizzito, adirato.
ràbiàdòii; s. m. = arrabbiatissimo : tutto
stizza.
ràbìii; s. m. = rabbino : dottore e mae-
stro della legge ebraica.
1) Garoso, cruccioso, arrapinato, rab-
bioso.
ràbiòs, agg. = rabbioso, arrabbiato, pieno
d'ira, e facile all'ira.
ràbiòsa, s. f. = acquavite. Vedi àcquà-
Tìta.
ràbotà) V. alt. = bricconeggiare, furfan-
teggiare: fare il briccone, buttarsi al
birbone.
1) Piallare colla pialla dentata.
ràbotàda, s. f. = birbonata, bricconata,
monelleria.
ràbotàia, s. f. = ciurmaglia, gentaglia,
racca : raccolta di gente cattiva , di
monelli.
ràbotòn, s. in. = fui-fantone, birbone.
Vedi locch.
ràbòtt, s. m. = piazzaiuolo, monello.
Vedi locch.
ràcàgna, s. f. = acquavite. Vedi àc-
qiiàyìta.
ràcàgiiàtt, s. m. = beone ^ bevitore di
acquavite.
ràchéta, s. f. = racchetta: arnese di
corde di minugia, a rote, per giocare
a palla.
rachitidi, * agg. = rachitico: che soffre
e ha soiferto di rachitide.
ràcola, s. m. = lite, taccola, guaio ;
àndà à cerca di ràcol = andar a cercar
gatta da pelare.
ràcola, v. att. = litigare, taccolare : cer-
car litigi, beghe.
ràcòlt, s. m. = raccolto, la raccolta :
ciò che è stato raccolto.
1) Agg. di luogo, come casa, quar-
tiere: che ha stanze comode, l'una
accosto all'altra.
2) Di persona concentrata, intenta
in un pensiero, a una cosa ; étàven in
scola ràcolt che Véra on piasi = sta-
vano nella scuola raccolti, che era un
piacere.
ràcdlta, s. f. = raccolta, collozione: rac-
colta di oggetti della medesima specie
e di un coito pregio.
racomàudà, f. att. = raccomandare: pre-
gare istantemente altrui di fare o dire
in favore d'una cosa o d'una persona;
te ràcomàndi tànt là mia eà = ti rac-
comando tanto la mia casa.
1) Di lettere, plichi e sim,, pagare
una sopratassa per essere sicuri della
consegna, o risarciti dei danni per lo
smarrimento.
ràcomàndàbil,* agg. = raccomandabile:
che merita d'essere raccomandato.
ràcoiiiàudàda, s. m. = raccomandata :
lettera che si è voluto raccomandare.
ràconiàudàsiòn, s. f. = raccomandazione:
il raccomandare; ini g'hoo hisogn dna
ràeomàìidàsión p)er el sìndech = io ho
bisogno una raccomandazione per il
sindaco.
1) Tassa che si paga per raccoman-
dare una lettera.
ràcomàndàtàri, * s. m. = raccomanda-
tario: la persona a cui uno è racco-
mandato.
ràcOnt,* s. m. = racconto: narrazione di
un fatto semplice, immaginato o vero
che sia.
ràda, v. att. = radere. Vedi rasa.
ràdica, s. f. = radica, radice : sorta di
legno specialmente per scatole e pipe.
radicai, * agg. = radicale: da radica.
1) T. med. di cura o rimedio che
combatte il male nella sua radice o
sorgente.
2) T. polit.: di partito estremo che
vuol rifare lo Stato dalla radice, e chi
ai)])artiene a questo partito.
ràdìs, s. f. = radice, barba: la parte sot-
terranea delle piante.
1) Di capelli, peli e sim. il loro bulbo:
la parte interna che li tiene alla pelle
2) Causa, principio; l'è èttida questa
là ràdìs de tttti i nòàter disgràsi = fu
questa la radice di tutte lo nostre di-
sgrazie.
3) ràdis del dent = radice, barba del
dente.
4) àndà àia ràdìs = farsi alla radice:
dall'origine.
5) àndà in malora de ramni e de
ràdls = fallir nelle barbe: dicesi quando
la rovina ò completa.
6) pientà i ràdìs in d'óna eà = met-
ter le barbe in una casa : assicurar-
cisi in modo da non dover temere di
esserne scacciati.
ràdisàmm, s. m. = sterpame, sterpalo:
molti sterpi insieme.
ràdopià,* v. att. = raddoppiare: crescere.
rad
— U50 —
aumentare del doppio, cosi nel numero
come nella grandezza, tanto di cose fi-
siche quanto di morali.
raduna,* v. alt = radunare : convocare,
invitare piii persone in un luogo: adu-
nare.
1) Raccoglierò: di coso e oggetti: rà-
dunàroo tuta là mìa ròba e vegnàroo
à sta coni ti = radunerò tutta la mia
roba, e vorrò a stare con te.
ràfà, t>. att. = arraffare, arraffìare: strap-
par di mano, portar via con una certa
violenza.
ràff, (de rìff ò de) = o di cenci o di
cianci ;,o di ruffi o di raffi: a tutti i
costi, 0 in un modo o nell'altro.
ràfltià, v. att. = raffinare, affinare, ren-
dere più fine, migliore, levando la sco-
ria 0 altro ; ràflnà 'l éUeher = raffi-
nare lo zucchero.
1) Fig.; perfezionare, migliorare; rà-
fmé, là vièta = affinare la vista; el glia
on ingègn ràfìnaa = ha un ingegno af-
finato.
ràflnària, s. f. = raffineria : l'arto del
raffinare e il luogo dove si raffina.
ràflnàtèsa,* s. f. = raffinatezza: lo stato
della cosa raffinata, e anche : delica-
tezza; in citaa se viv cont tanti rafi-
nàtèés che in campagna se sa nànca
cosa sten = in città si vive con tante
raffinatezze che in campagna non si sa
nemmeno che cosa siano.
ràfrèdaa, * agg. = raffreddato, infreddato;
di chi ha il raffreddore, l'infreddatura.
ràfredòr, * s. m. = raffreddore, infredda-
gione, imbeccata, incapacciatura : tutti
nomi del malanno che ci piplia quando
per freddo si produce la tosse e un in-
tasamento delle vie nasali, con peso
alla testa e lacrimazione.
1) tceu sic on ràfredòr = infreddare,
pigliare un'imbeccata.
ràgèra,* s. f. = raggerà; l'ornamento fatto
di tanti spilli che portano in capo le
contadine in Lombardia.
ràsria, s. f. = ruspa: arnese per traspor-
tare terra nei campi da livellare o col-
mare, simile a una cassetta da spaz-
zature.
1) Treggia : specie di carro, veicolo
senza ruote, fatto per andare a salita
coi bovi. La chiamiamo anche : darà.
ràgia, V, att. = ragliare: la maniera e il
suono con che l'asino manda fuori la
ràgrg, s. m. = raggio : fascio dì luce ;
*■ ràgg del éo, di stèli = i raggi del
sole, delle stelle.
1) * ràgg dèi a roiitda = i raggi o
razzi 0 razze della mota : quelli che,
partendo dal mezzo reggono e collegano
il cerchio esteriore.
2) l'è on rcigg = è un caso, una
mera combinazione.
3) T. di gioco : giro : ciascuna delle
tre partite speciali che costituiscono la
partita completa nel giuoco della bri-
scola.
ragiona, v. att. = ragionare : giudicare,
argomentare con ragioni, servendosi
della ragione.
1 ) Tener discorso ; trattare intorno
a uno speciale argomento, e anche :
raziocinare, discorrere, discutere.
ràgiouàda, (l'è) = è ragionata: di cosa
ragionevole.
ràgionàtt, s. m. = ragioniere: colui che
fa e rivede i conti di un'azienda, di
una amministrazione; Ve ràgionàtt Ma
Casa de Riépàrmi = è ragioniere alla
Cassa di Risparmio ; bisògnàrà incà-
rico on ràgionàtt de tnètt in ordin i
ciint de Vcrcditaa = bisognerà incari-
care un ragioniere di mettere all'ordino
i conti dell'eredità,
1) In senso spregiativo : abbachista :
sentimm ci éilr Ràgionàtt = sentiamo
il sor Abbachista.
ragionerìa, * s. f. ragioneria : l'arte del
ragioniere, ed anche l'uffizio, la resi-
denza del ragioniere ; l'ha ciàpaa qiiè-
sfànn là patente in ragioneria = ha
preso quest'anno la patente in ragio-
neria.
ràgionèrol, agg. = ragionevole : che si
lascia guidare, governare dalla ragione.
1) Di cosa che è conformo alla ra-
gione ed è giusta, conveniente ; l'è
dna lunghèm ràgion^vol qiièla del tò
màntèll = è una lunghezza ragionevole
quella del tuo mantello.
2) Fondato, che ha giusta causa :
el so l'era minga on soàpètt ràgioné-
vol = il suo non era un sospetto ra-
gionevole, fondato.
ràgìr, * s. m. = raggiro: avvolgimento
ailificioso di parole o di fatti per in-
gannare altrui ; à fùria de ràgìr el g'hà
màngiaa tuta là éostànsa = a furia di
raggiri gli ha mangiato tutto il patri-
monio.
ra?
— 651 —
ràgirà, * v. att. = raggirare, abbindolare :
trarre qualcuno in inganno con raggiri.
ràgiràdòr,* s. m. = raggiratore, imbro-
glione: chi raggira.
ràgìùng, * V. att. = raggiungere : arri-
vare alcuno, andando dove egli si trova ;
l'è àndtlda à Palermo à ràgitmg el
ìnàri = andò a Palermo a raggiungere
il marito.
1) Conseguire : gh' è niMn che pò
^perà de rùgiilng là perfèsiòn = non
c'è alcuno che può sperare di raggiun-
gere la perfezione.
ràgli; s. m. = ragno : insetto che fa
una specie di tela per pigliare altri
insotti di cui si ciba.
ràgnéra, s. f. = ragaatolo : quella specie
di tela che fanno i ragni.
1) vèès dna ràgnèra = essere una
tela di ragno : si dice di tela logora,
lisa.
ràgo, s. m. = ragù: vivanda composta
di i)ezzetti sodi, por lo più di carne.
ràgrnmaa, * agg. = raggrumato, coagu-
lato, rappreso.
ràgnàli,
ragguaglio : notizia
paiiicolareggiata, informazione precisa
el giorntd el porta i ràgutli deV in-
cèndi di ter = il giornale sporta i rag-
guagli dell'incendio di ieri.
ràgiiàlià; v. att. = ragguagliare : infor-
mare, rendere conto di una cosa.
ràia, s, f. = raggio, circondario, distretto :
di torre che stanno attorno ad un paese.
Non è più dell'uso vivissimo.
ràlegrà, v. att. = rallegrare, esilai-are:
rendere allegro, lieto, ilare ; on ràgg
de so el ràlègra pròpri el cceur = un
raggio di sole rallegra proprio il core,
ràlegràss, v. rifl. = rallegrarsi : sentir
piacere del bene altrui e congratl^larsi
con chi l'ebbe.
1) me ne ràlègri = me ne rallegro
tanto. IroD.
ràleiità, * v. att. = rallentare : rendere
più lento ; scomare d'impeto, di forza,
di corsa.
1) In musica battere il tempo più
lentamente.
rama, s. f. = rama : ramo non tanto
grosso ben fronzuto.
ràmaa, agg. = ramoso : fornito di rami,
con molti rami.
ràinàda, s. f. = rete, reticolato : lavoro
di fili metallici intrecciati e rattorti a
mo' di rete : serve di difesa a finestre,
armadi, librerie, e sim.
1) Kinghierina : piccolo parapetto di
metallo dinanzi al camino per impe-
dire ai fanciulli di accostarsi troppo al
foco.
ràmàdìn, s. m. = grattugina, retino :
lamiuetta di ramo foracchiato che di-
fende il buco della pila nell'acquaio.
ràmàsg, s. m. pi. = damasoatui'a a fo-
gliami ; à ràmttsg = a rabeschi. Dal
frane, ramage.
ràniee, s. vi. = ramaio, ramiere : chi
lavora il ramo e vende utensili pur di
rame. Dall' essere questi per lo più
caldaie, calderotti e sim. si dice anche :
calderaio. Vedi màgiiàu.
ràmètt, s. ni. = rametto, ramicello :
piccolo ramo.
1) Fil di ferro, passaperla : tàctigk
el ràmètt ài càmpànìn = attaccare il
filo di ferro al campanello.
2) el maa del ràmètt = è una delle
malattie del gelso, di cui muoiono i
rami ad uno ad uno..
ramina, s. f. = ramino : vaso di rame,
fatto a guisa d'orciolo, per scaldare
r acqua. Da noi l'usano specialm. i
barbieri.
1) Ramina : la scaglia che si fa
battendo il rame rinfocolato.
ràmm, s. m. = rame : sorta di metallo
rossastro, cedevole, malleabile.
\) el ràmm = il rame, i rami: gli
utensili di rame che servono in cucina ;
fa étàgnà el ràmm = far stagnare il
rame.
2) Rame, intaglio, incisione.
ràmm, s. 7ti. = ramo : parte dell'albero
che sporge dal tronco a guisa di braccio,
e anche il ramo staccato.
1) Di commercio : parte speciale di
commercio : el vorèva mètt el fioeù i-iU
corner ciò , ma 'l èàvèva minga che
ràmm, càtà fceùra = voleva mettere il
figlio sul commercio : ma non sapeva
che ramo scegliere.
rampa, s. f. = rampa, erta, salita : un
piccolo tratto di salita ripida.
1) Branca : ognuno dei tratti nei
quali è divisa una scala nelle case o
il tratto compreso fra due pianerottoli.
rampa, v. att. = narpicare, inarpicare,
rampicare. Vedi ràmpegà.
ràmpàda, s. f. = rampa, rampata : tratta
di salita; dà Sàlorin à Somààà gh'è
1)52 —
óna bela ràmptida = da Salorino à
Somazzo c'è una bella rampa.
1) Pettata: se è una salita grande
0 faticosa.
rampai; s. m. = rampino: ferro fatto a
uncino, con che si stacca il ghiaccio
dalle ghiacciaie.
ràmpegrà, ». att. = ramiiicaro, arrampi-
carsi, narpicare, inarpicare : salire su
por luoghi erti e scoscesi usando delle
gambe e fin delle mani.
1) Dello jtianto e frutici che vanno
su per gli alberi, e per i muri ; guarda
qmll edera come là ràmpèga sili miir
del giàrdìn = guarda quell'edera come
si arrampica sul muro del giardino.
2) Di bambini che salgono su e giù
per sedie e tavoli : l'è sémper àdree à
ràmpegà étti càdrégh = è sempre a
narpicare su por le seggiolo.
3) ràmpegà sui i}éder = attaccarsi a
cavilli : cavillare.
ràmpegàda, s. f. = rampa, rampata,
pettata. Vedi ràiiipàda.
ràmpeghìn, s. vi. = rampioliino mag-
giore, cerzia: specie d'uccello.
1) Fig. : cavilloso, cavillatore: chi
s'attacca volentieri ai cavilli.
2) Di fiori rampicanti e specialra.
di una sorto di garofani.
r.àiupèta e ràmpètola, s. f. = il ma-
nico dell'erpice.
rampili, .<?. VI. = rampino, graffio ; stru-
juento di ferro uncinato.
1) Gancio : uncino per attaccarvi
qualche cosa ; tàc^ sii à on ràmptn =
agganciare.
2) Ganghero, gangherelle : specie di
piccolo uncino per affibbiare gli abiti
agganciandosi alla gangherella o alla
maglietta. Vedi àséta, 1).
3) Appicco, appiglio, attaccagnolo :
pretosto a cui uno ricorre per difen-
dersi da un'accusa, liberarsi da un ob-
bligo o sim.
41 tàcàès à luti i ràmptn = essere
uno stillino, un cavillatore.
5) Vcl'àocàtt ràmptn = è l'avvocato
cavillo: di chi s'appiglia ad ogni at-
taccagnolo per farsi dar ragione.
6) Uncino: strumento per lo più di
ferro, sottile e ritorto, così da prendere
con esso la roba in alto, o per tenerla
e tirarla a se o giù ; el calava i briign
font on ràmptn = coglieva le susine
con un uncino.
7) àsctt e ràmptn = i rampini, gli
uncini, il raspaticcio : dicesi per cat-
tiva 0 brutta scrittura.
ràmpinà, v. att. = agganciare : fermare
con ganci.
1) Pretestare, cavillare ; Iti, se noi
ràmpìna, l'è minga contcnt = lui, se
non cavilla, non è contento ; ti^ per
minga fa '/ compii, te ràmpinet in
luti manér = tu i)er non fare il com-
pito, t'attacchi ad ogni pretesto.
ràmpiuaa, agg. = uncinato, adunco :
piegato a guisa di uncino.
ràmpinàss, «'. rifl. = auncinarsi : tor-
cersi a guisa di uncino ; specialm. per
dolori acuti.
ràmpinàttj s. m. = attacchino, stillino,
cavilloso : di chi s'appiglia ad ogni at-
taccagnolo pur d'aver ragiono di una
lite 0 altro.
ràmpiiièra, s. f. = graffio, raffio, un-
cino : arnese di ferro a più branchie
per pescare la secchia, se rimane nel
pozzo.
. 1) bisogna tiràgh foiura % pàròU
coni là ràmpinéra = bisogna levargli lo
parole cogli argani : di chi si fa pregar
molto a parlare o è per natura taciturno.
ràmpiiiètt, s. vi. = roncolo : potatoio
da vite.
1) Gancetto, uncinetto. Dim. di ram-
pili.
ràmpoeùsgen, s. m. = raperonzolo, ra-
peron/,0 : sorta d'erba di campo, che
si mangia in insalata ; campanula ra-
punculus.
ràmpóii, s. VI. = rampone : gran palo
con un ferro uncinato, cui usano i bar-
caiuoli per formare le barche.
1) Rebbio : uno dei rebbi del forcone.
2) Contrafforte, bandella : verga di
ferro uncinato che, fermata al muro,
s'aggancia in un anello dell' imposta
per toner più sicuramente chiusa la
porta, 0 la finestra.
rana, s. f. = rana : animale anfibio, che
vive nei pantani : rana cseidenta.
1) piàrt dna rana = parere una rana :
di chi canta e non sa, ed ha cattiva
voce. ,Noi lo diciamo anche di chi,
piccolo di statura, sgambetta correndo.
2) Botta, rettile simile alla rana, che
si dice anche rana.
3) Di pers. corpulenta colle gambe
corte ; el par dna rana = pare una
botta.
— 653
raii
ràuà, V. att. = sgambettare : dicesi dei
fauciuUi, spocialni. in lotto o nel bagno.
ràuca, V. att. = agguantare : pigliai'e e
stringere ; Vhà ràncaa on més e gìie
riià tiraa àdree = agguantò un sasso
e glielo tirò. Vedi branca.
ràncér, ^. di. = ranciere : soldato che
fa e distribuisce agli altri il rancio.
ràncòr,* s. m. = rancore : odio celato, co-
perto contro alcuno ; l'è on òmni on
poo fiirids, ma H consèrva r ancor coni
nisUn = è un uomo un po' furioso,
ma non conserva rancore con nessuno ;
hàn faa di eiàcer, tua se s'hin làéaa
sema ràncòr = son venuti a parole,
ma si sono lasciati senza rancore.
ràndèll; * s. ni. = randello : grosso e corto
bastone ; guarda che ciapi on ràndèll
e ten doo dna fréga = guarda che pi-
glio un randello e te ne dò una serqua.
ràndevò, s. m. = convegno, appunta-
mento. Dal francese rendex-voits. Vedi
àpiiutànient.
rància, s. f. = raporella, ghiera, viera :
cerchietto in capo al manico dei ba-
stoni, dello mazze, per ornamento.
rànf, s. m. = granchio : ritiramento di
muscoli ; l'è staa on pèss in quèla po-
sisiòn e gh'è vegnilit ci rànf in là
gamba = rimase un pezzo in quella
positura 0 gli è venuto il granchio in
una gamba; l'era àdree à nodà egh'é
ciàpaa 7 rànf = stava nuotando e gli
ò preso il granchio.
1) vègh el rànf = aggranchiare.
ràugrià, V. att. = accomodare, aggeggiare :
rimettere in buono stato una cosa guasta
e accomodarla alla meglio ; hoo ràngiaa
on poo sto càpHl, ma 7 ciàparan
còme Tè = ho aggeggiato un po' questo
cappello, ma lo piglioranno com'è.
i) Rassettare, raccomodare : correg-
gere un lavoro sbagliato, non riuscito
bene alla prima ; quèll vestii chi bi-
sógna che '/ ràngia mi = questo ve-
stito bisogna che l'accomodi io.
2) Agghindare : accomodare addosso
vestiti eleganti con galanteria ; l'è sém-
per ràngiàda che là par dna contèsa
= è sempre agghindata cosi che paro
una contessa ; là ràngia sic i so fioeH
còme iwìncip = agghinda i suoi fi-
gliuoli come principi.
3) Aggiustare, condire, conciare uno:
fargli del danno ; j)er quèll lì glie pensi
mi à ràiìgiàll = quanto a quello lì ci
penso io ad aggiustarlo ; te irìngiàroo
mi! = t'accomoderò, ti condirò io!
4) Agguantare, rubare ; g'han ràn-
giaa V oròlògg = gli hanno agguantata
l'orologio.
ràngiàss, v, rifl. = agghindarsi, acco-
modarsi con eleganza gli abiti ; còme
te see ràngiàda polìd : te pàret dna
spòsa = comò ti sei agghindata bene :
pari una sposa.
1) Rifarsi, accomodarsi ; quànd gh'è
pòcch vin bisogna ràngiàsé cont P acqua
= quando il vino è poco, bisogna ri-
farsi coli' acqua.
2) Fare quanto si può, provvedere
come si può ; che ògnidun se ràngia
còme 'l pò = ognuno dal canto suo
cura si prenda.
ràng-o, s. m. = rango, grado, condizione,
ordine. Dal frane, rang.
1) vcss in rango = essere in rango ;^
nello file. Dicesi di soldati.
ràngo^n, s. m. = lamento, lagnanza,
brontolamento : l'esprimere il proprio
malcontento per l'altrui condotta.
ràngogrnà, r. att. = arrangolare, bron-
tolare, lagnai'si : esprimere il proprio
malcontento por l'altrui condotta ; l'è
on benedètt òmm che 'l ràngògna tiitt
el di = è un benedetto uomo che ar-
rangola, brontola tutto il giorno.
ràng'Ognòn, s. m. = brontolone, arran-
golone : chi di nulla è contonto e si
lamenta sempre, o. trova sempre a ri-
dire.
ràngotàn, s. m. = orangutan : l'omo
salvatico.
r?,nòncol, s. m. = ranuncolo: sp. di pianta
erbacea.
rànsc, agg. - rancido, vieto : quasi pu-
trido ; di vivande, olio, burro.
1) eiàpà 'l rànsc = irrancidire, in-
vietire.
rànsc, s. m. = rancio : il vitto che si
dà ai soldati.
rànscètt, s. m. = marciume, guasto :
di cose mangerecce irrancidite, il luogo,
la parte non buona.
rànsa, s. f. = falce fienaia, o frullana:
quella colla quale si tagliano i fieni
nel prato.
rànsà, v. att. = falciare, frullare : segare
le orbo nei prati per farne fieno.
rànsàdor, s. m. = falciatore : chi nei
prati falcia l'erba.
1) Topo, grisatoio : strumento per
654 —
rap
rodere i margini dei vetri. T. di ve-
traio.
rànsàdura, s. f. = falciatura, friUlatura :
l'atto e l'effetto del falciare i fieni.
rànsàj, s. m. = ritaglio, sciavero : pic-
coli avanzi di un panno, di un drappo
di cui si è fatto un abito, una veste
o altra cosa.
1) Resumé : la paglia o fieno avan-
zato dinanzi allo bestie che non hanno
buona bocca.
2) A.vanzo, avanzaticcio, avanzuglio,
rifreddo : ciò che rimane di qualunque
cosa e si)ecialm. del pranzo ; domati
godàrèmm i ràmtlj = domani godremo
i rifreddi.
rànsèta, s. f. = raschiatoio : strumento
del fornaciaio por lisciare il terreno.
rànsin, s. m. = topo, grisatoio. Vedi
rànsàdòr, 1).
ràntegrà, v. att. = ansare : respirare con
aifanno, pigliando fiato frequentemente.
1) Rantolare, avere il rantolo. Vedi
ràuteg'li.
2) Brontolare, lamentarsi. Vedi ràa-
jrogiià.
ràiitegli, s. VI. = rantolo : ansameato
frequente e molesto con risonante stri-
dere del petto, prodotto da catarro.
1) Asma : malattia dei polmoni ac-
compagnata da brevità e difficoltà di
respiro.
2) Rancore, odio celato coperto con-
tro alcuno ; rccjh di rtntegh = aver
rancore, aver voglia di litigare.
ràntegrhént, agg. = rantoloso : cho ha il
rantolo.
ràpaa e rapè, -'. ni. = rapè : sorta di
tabacco da naso.
ràpèg'a, s. f. = erpico coi denti di legno.
ràpeg-à, r. att. = erpicare. Vedi erpegà.
ràpid, agg. = rapido, celerissimo : molto
veloce.
1) Anche : ripido, erto : malagevole
a salire.
ràpida,* s. f. = rapida: luogo di un fiume
con fortissima pendenza.
ràpidìtaa,* s. f. = rapidità, celerità :
l'esser rapido; el tcinp ci va coni dna
ràpidìtaa che sbàlordiss = il tempo
passa con una rapidità sbalorditola.
ràport, s. vi. = rapporto : relazione in
scritto 0 a voce che si rende altrui di
cosa commessa, o riguardante l'ufficio;
el prèside Vhà màndaa el so ràport
ài ministeri = il preside ha mandato
il suo rapporto al ministero.
1) T. milit., àndà à ràport = andare
a rapporto : presentarsi al superiore a
riferire di cose d'ufficio, ricevere or-
dini, avanzare domande.
2) Fig., relaziono, amicizia; tra de
niin gh'è mài staa nisUn ràport = tra
noi non ci fu mai rapporto alcuno.
3) in ràport à... = per rapporto a...
relativamente, comparativamente. E più
spesso; a proposito di...: in ràport àia
campagna cn pàrlàremm domdn = a
proposito della villeggiatura no parle-
remo domani.
ràportà, «?. tr. = rapportare: riferire
piuttosto con sollecitudine, segreto e
animosità.
ràpresentà, t>. att. = rappresentare: delle
arti, figurare una cosa, renderne l'im-
magine coi coloi'i, col disegno, coi ri-
lievi; el base rilèv del moniiniént à Vi-
tòrio Emanitele el ràpresentà VentrtLda
di Fràncés in Mildn, in del 1859 = il
basso rilievo del monumento a Vittorio
Emanuele , rappresenta 1' entrata dei
Francesi in Milano nel 1859.
1) ràpresentà on dràma, dna come-
dia, on bàli, on'òpera = rappresentare
un dramma, una commedia, un ballo,
un'opera: produrli sulla scena, eseguirli.
2) ràpresentà vun = rappresentare
alcuno: farne le veci, tenerne il luogo;
gii" era l'àéeéòr à ràpresentà el slndecli
= c'era 1' assessore a rai)presentare il
sindaco.
ràpresentàusa,* s. f. = rappresentanza :
il rappresentare altri o i diritti altrui;
Vhà ciàpaa là ràprcsentànèa d'òna
bòna dita de Paris = ha preso la rap-
presentanza d'una buona ditta di Parigi.
ràpresentànt, s. m. = rappresentante: co-
lui che rappresenta un altro o altri ;
l'ha màndaa el èò ràpresentànt à tceu
i comisidn = ha mandato il suo rap-
presentante a ricevere le commissioni;
gWèra el ràpresentànt del prefètt = c'era
il rappresentante del prefetto.
ràpresentàsiòn, s. f. = rappresentazione,
recita : il rappresentare che si fa in
teatro un dramma, una commedia,
simile.
ràpresentàtÌY, * agg. = rappresentativo;
che rappresenta, atto a rappresentare;
là Càmera V è on' àéembléa ràpresen-
— 655 —
ras
tàtìva = la Camera è un'assemblea rap-
presentativa.
ràr, agg. = rado: di cose tessute o a ma-
glia, le cui parti uou si toccano, non
si stringono insieme; Ve ónci téla rara
come dna ràgnèra = è una tela rada
come un ragnatele.
1) Di cose che siano a una corta di-
stanza fra loro; in quela cà lì gii' è i
finèèter iròjjj) ràr = in quella casa lì
ci sono le finestre troi)po rade.
2) càvèj ràr, barba rara = capelli
radi, barba rada: non folti, non spessi;
fèten ràr = pettine rado; non fìtto, che
ha i denti un po' distanti.
3) de ràr = di rado, radamente: che
capita poche volte; de ràr dna disgrà-
éia là capita de jier lee = di rado le
disgrazie capitano sole; se vèdem tròpp
de ràr = ci si vedo troppo di rado.
ràr, agg. = raro, contr. di denso: di parti
non tenacemente unite ; là minestra
rara = la minestra rara.
1) Di cose che non si trovano facil-
mente, dì pregio o prezzo singolare;
07i quàder de Ràfàcll ài dì d' incanì
l'è ràr = un quadro di Raffaello al
giorno d'oggi è raro.
2) ràr come dna moéca bianca =
raro come i can gialli, carne le mosche
bianche, come i campanili nello selve:
rarissimo, impossibile a trovarsi uguale;
l'è on pàés doe i gàlàntomen hin ràr
còme dna mosca bianca = è un paese
nel quale gli uomini onesti sono rari
come le mosche bianche.
rara, s. f. = arara rossa del Brasile, a-
rara; psittacus macao: uccello del ge-
nere del pappagallo.
ràrètt, agg. = rarotto: piuttosto raro, un
poco raro; fàmm on pàntrìd ma on poo
ràrètt = fammi una panata, ma un po'
raretta.
ràroeùra, s. f. = canovaccio, buratto :
specie di tela rozza e rarissima, spe-
cialmente per farvi i punti scritti.
ràritaa, s. f. = rarità: di cose non fa-
cili a trovarsi e che capitano di rado;
on tisèll compàgn de quèst Ve dna rà-
ritaa = un uccello come questo è una
rarità; el dòmm de Milun l'è dna rà-
ritaa = il duomo di Milano è una rarità.
ras, s. m. = raso : specie di drappo di
seta ben liscio e lucente.
1) ras de cotdn, de lana = raso di co-
tone, di lana: fatto di lana, di cotone.
ras, agg. = raso, rasato, pieno, pieno
zeppo. Anche pién ras. Vedi àràs.
rasa, V. att. = rasare: ridurre pari, to-
gliendo ciò che sopravanza; rasa ci lìter
= rasare il litro: togliere il colmo del
grano passandovi sopra un bastoncello
0 la rasiera.
1) rasa 'l vàsèll = abboccare, riab-
boccare la botte : riempirla quando ò
calata.
2) rasa i càvèj., là barba = rasare i
capelli, la barba: tagliarli a cotenna.
3) Accappare : togliere il polo alle
pelli per farne il feltro. T. dei cappell.
ra^, (acqua) s. f. = acqua ragia. Vedi
àcquàràsa.
rasa, s. f. = razza: tutti i discondenti dì
una famiglia, d'una schiatta ; 'vèss de
bona rasa = essere di buona razza.
1) Dispreg.: classe d'uomini; che fi-
nìàa là rasa ! possa perire quella razza I
2) Dì cose strane, grosso ; che rasa
de idèj che te g'iiee! = che razza di
idee hai tu !
3) rasa de càn = razza di cani, di
vipere: modi ingiuriosi; l'è on rasa de
càn, che ice fa tribillà tiicc = è un
razza da cani che lì fa tribolar tutti.
Noi lo diciamo anche in senso non cat-
tivo; el ladra cdme on rasa de eun =
lavora come un dannato.
4) fànn de tùti i ràss = farne di
pelle di becco : fare coso stranissime,
sconvenientissime.
rasa, v. att. = far razza, procreare; in di
noster paés cèrti bèsti ràsen minga =
nei nostri paesi certe bestie non fanno
razza.
1) Allignare, di piante ; in del me
giàrdìn no vce^lren rààà i tiiberos = nel
mio giardino non vogliono allignare lo
tuberose.
ràsaa, agg. = rasato: fatto a mo' del raso.
ràsàpàia, s. f. - razzamaglia, razzuma-
glia, marmaglia, ciurmaglia : accozza-
glia di persone non omogenee e tristi;
mi inéèma à tuta quèla ràéàpàia ghe
roo minga = io insieme a quella raz-
zamaglia non ci vò.
ràs'cià, v. att. = raschiare: portar via.
strisciando con ferro o altro che di ta-
gliente, dalla superficie di un corpo per
pulirlo; el ras' eia tUta là vernìs déla
pòrta per torna à invernisàla = raschia
tutta la vernice della porta per tornarla
a verniciare.
ras
— 65G
rat
ràs'ciàdura, s. f. = raschiatura: l'effetto
del raschiare o la materia che si toglie
via raschiando; là ràs'ciàdura de loton
là par polver d'or = la raschiatura di
ottone pare polvere d'oro.
ràsègnaa, agg. = rassegnato: chi si ras-
segna; morì ràsègnaa = morir rasse-
gnato: chi sa di morire e ci si è pre-
parato.
1) bisogna ràsegnàss e fa come se
pò = bisogaa rassegnarsi e fare come
si può.
ràsegnàsiòn, s. f. = rassegnazione: virtù
per la quale si patiscono con pazienza
e senza proteste i mali, i danni, rimet-
tendosene ad una volontà superiore;
con cèrti scolar ghe voRur dna gran
ràsegnà^-iòn = con certi scolaiù ci vuole
una gran rassegnazione.
ràsegfiiàss, v. ri fi. = rassegnarsi, accon-
ciarsi a checchessia; farsene contenti.
ràsgia, s. f. = razza, razzo, raggio della
ruota. Vedi ràg'g', 1).
ràsiciirà, * v. alt. = rassicurare: togliere
ad uuo dall' animo il sospetto, il dub-
bio, la paura di checchessia; meno mài
che là eòa lètera là di' ha ràèiciiraa
Oli poo: ma g' aveva ònà gran paura =
meno male che la sua lettera mi ha
rassicurato un po': ma aveva una gran
paura.
ràsiocìni, s. m. = raziocinio, ragiona-
mento, argomentazione, ragióne.
rasión, s. f. = raziono: la parte di vitto,
bevanda, foraggio che tocca a ogni sol-
dato 0 marinaio.
rà><ol, s. m. = barbatella, magliuolo: ser-
mento tagliato dalla vite, e piantato
per allevare viti nuove.
ràsp, s. m. = rancico ; irritamento alla
gola prodotto da certi cibi fritti nell'olio
non buono o cotti con burro un po'
vieto.
raspa, s. f. = raspa, raspina, radimadia:
lamina di ferro con impugnatura e serve
a rastiare la madia e dividere la pasta
in pani della voluta grandezza.
1) Stregghia, streglia: strumento com-
posto di tante lame dentate con cui si
fregano e ripuliscono i cavalli.
2) Specie di lima per affinare lo
statue,
3) Rasiera: strumento simile alla ra-
dimadia e si usa a raschiare le botti.
raspa) V. alt. = raspare : pulire con la
raspa.
1) Dei polli : il razzolare che fanno 1
coi piedi dove cercano da mangiare. ì
2) Grattare : dei cani, gatti e simili,
che colle zampe producono sull'uscio
un rumore simile a quello che fa la
raspa.
3) Il battere che fanno i cavalli coi
piedi davanti il terreno.
4) D'un vino o altra bevanda piut-
tosto acida; el rtlspa in góla = raspa
in gola : produce il rancico, allappa.
Anche di cibi fritti nell'olio non bono
0 nel burro un po' vieto.
5) Scaraare : consumar le pelli dalla ■
parto della carne.
ràspàda, s. f. = raschiata, raspata: l'atto
del raschiare e del raspare.
ràspàdura, s. f. = raschiatura ; iìi eèrti
piàtt ghe dis molto ben on poo de
ràspàdura de lìmòn = con certe vi-
vande s'accorda molto bene un po' di
raschiatura di limone.
ràspìn, s. m. = sarchiello : piccola marra
che serve a nettare i campi coltivati
dalle male erbe, dallo erbe salvatiche.
1) Raspino: T. arm. orof. e sim. ar-
nese di ferro tondo e piegato.
2) Raspa da spazzacamino.
ràspiisc, s. m. = cucciolo, forasiepe:
ragazzetto senato, gracile.
ràss,* s. VI. = razzo : sorta di fuoco ar-
tificiale che va dritto in aria e s'apre
in alto in più forme o parti lucenti,
schizzanti foco.
rasura, s, f. = scar altura: la carne che
si stacca o scarnisce dallo pelli con-
ciate.
rata, s. f. = rata: parte di checchessia
cho tocca a pagare o a riscuotere ad uno.
1) pàgtL à ràtt = pagare a rate : a
parti, a un tanto per volta.
ratafià, s. m. = ratafià, amarasco : li-
quore fatto di ciliege e aromi.
ràtàtòia, s. /. = marame, scegliticcio,
avanzume, rimasuglio : la parte guasta
0 peggiore di una cosa : cose di nes-
sun valore ; in quèll negòéi lì, no gh'è
che dèla ràtàtòia = in quel negozio
non c'è che del marame.
1) Gentaglia, marmaglia. Vedi geii-
tàia e ràsàpàia.
ràtèlà, V. att. = gattigliare : pungersi
di continuo volgarmente e per cose da
nulla.
1) Beccarsi, bisticciarsi : scambiarsi
motti, parole pungenti ; contrastare per
rat
— 657 —
rav
cose di iDOCo conto ; staro a tu per tu :
i fioeu ràtèlcn de spèéé tra de lòr =
i ragazzi bisticciano spesso tra loro.
2) Piatire, litigare ; esporimentare le
suo ragioni in giudizio.
ràtelàtt, s. m. = riottoso, litigioso, ac-
cattabrighe : chi facilmente si bisticcia,
si becca e gattiglia.
ràtèra, s. f. = bugigattolo, topaia, stam-
berga, topinaia : stanzino sottoscala o
in una parte segregiita della casa;
come se fa à vìo in d' dna ràtèra com-
pàgn? = come si fa a vivere in un
bugigattolo, in una topaia simile?
ratìfica, s. f. = ratifica, ratificazione:
approvazione o conferma di un atto
compiuto da alti'i in nome nostro.
ratifica, v. att. = ratificare: confermare
ciò che uno ha detto ; ti te vamt che
ini ratifica quèll che fhee ditt ; ma
l'è imposlbil = tu vuoi che io ratifichi
quel che tu hai detto ; ma è impos-
sibile. Usa però pochissimo.
ràtiu, s. m. = topolino : piccolo topo.
1) Per similit. noi chiamavamo ràtln
quella macchinetta che girava intorno
alla cupola della Galleria Vitt. Eman.
ad accenderne i lumi a gas.
2) Granchio a secco, pulce secca : il
segno nero che resta dall' oss^ersi stretta
la carne o pelle, nel chiudere uscio,
baule, 0 altro.
3) Gnaulino : dicesi per gioco di un
bambino piccolo; là glia onràtìn d'on
fimu che no le làsa quièta on moment
= ha un gnaulino di ragazzo che non
lo lascia un momento di pace.
ratina, v. att. = rattinare, accotonare :
tirar fuori il pelo dai panni di lana,
col cardo.
ratina, s. /'. = rovescio, saia rovescia:
sorta di pannolano avente il pelo lungo
da rovescio.
ràtiuàdura, s, f. = rattinatura : il ratti-
nare dei panni di lana.
ràtòn, s. m. = topone, sorcione, topac-
oio ; ràtòn di càntàrànn = topo o sorcio
di fogna, delle chiaviche.
1) Topone, chetone, sornione : uomo
che va e fa di soppiatto.
ràtt, s. m. = topo, sorcio : piccolo mam-
mifero dell'ordine dei roditori, ve n'ò
di più specie; ràtt biànch = topo sal-
vatico, 0 campestre o di bosco ; ràtt
d' acqua = topo campagnuolo o d' acqua ;
ràtt de campagna = topo terragnolo,
42
agrario ; ràtt de colmègna = topo tor-
raiolo ; ràtt de montagna = topo al-
pino, marmotta.
1) bceucc di ràtt = topinaia.
2) color pel de ràtt = color grigio.
3) càld come on ràtt = caldo conio
\\n fegatello ; di chi ò ben riparato dal
freddo e sta bene al caldo.
4) di àdree là corona di ràtt. Vedi
àdree, 7) e coróna, 9).
5) fa cor i ràtt = sgomberare, slog-
giare: cambiar di casa.
6) fa là mòrt del ràtt = rimanere
schiacciato.
7) ràtt tàpon = talpa; insettivoro,
scav^atore.
8) gli' è pilsee tràpol che ràtt = vi
son più trappole che topi ; vi sono più
insidie che gento da insidiare.
ràiicédin, * s. f. = rocaggine, rauce-
dine : r esser rauco, 1' aver la voce
rauca.
ràucli, agg. = rauco, di voce non chiara,
reco.
1) diventa ranch, fa diventa ràuck
= arrochire : diventare e far diventar
roco.
ràva, s. f. = rapa : brassica rapa : pianta
erbacea di cui si mangia la radico,
bulbosa, bianca zuccherina.
1 ) ràva, tèsta de rttva = rapa, testa
di rapa : di persona di corto intendi-
mento.
2) cava sàngu dà dna ràva = levare
0 trar sangue da una rapa : richiederò
quello che uno non può dare.
3) spirit de ràva = spirito di rapa :
quando chi non ha spirito vuol farne
e dico non spiritosaggini, ma insul-
saggini .
rùvànà, v. att. = sgambettare. Vedi
rana.
1) Frugare : dicesi, specialm, dei
bambini che frugano collo mani in
cesti, casse, e sim.
ràvànèll, s. in. = ravanello, ramolaccino :
di min. di ramolaccio : sorta di radico
che si mangia.
1) Cecino, naccherino : di ragazzo
vivace e grazioso.
ràvàrìn, s. m. = cardellino, calderine :
uccello che ha il capo rosso, lo ali
macchiato di giallo o nero e canta
bene.
ràvedèss, v. rifl. = ravvedersi: ricono-
rav
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reb
scere i propri falli, i torti : i propri
errori .
ràvediiu, x'^.rt. pass. = ravveduto : da
ravvedersi.
ràvèta, s. f. = piccola rapa: dim. di
ràva e anche semenza di rape.
1) fànn pmee che Ràveta = farne di
ogni colore.
ràvètón, s. m. = navone selvatico, ra-
vizzone, rapoccio ; sorta di rapa con
radici molto profonde, il cui seme è
buono per cavarne olio.
ràvioeiì, s. in. per lo più plur. = agne-
lotto , raviggiolo ; al plur. : ravioli,
cappelletto : minestra di pasta spianata
e ripiena di carne trita, ricotta, cacio
e simili.
ràvisc, s, m. = ravacciuolo, ravice :
broccoli, tallonzoli o foglie di rapa che
si cuociono nel brodo per farne mi-
nestra.
ràviscioeù, s. m. = rapicella: fronde e
talli di rape.
ràvisciòn, s. m. = ravizzone, rapaccio.
Vedi ràvètón.
rèj s. m. = re : il capo del regno.
1) me par de vèéà on rè = mi pare
d'essere un re : dice chi è contento e
non ha nulla da desiderare.
2) el rè di galantòmen, di dolor, di
]jrofesdr, e sim. = il re dei galantuo-
mini, dei medici, dei professori, e sim.
chi per onestà e sapere è perfetto ga-
lantuomo, abile medico, valente pro-
fessore.
3) E di cosa, la più eccellente; el
rè di rin, el rè di fiìinim, el rè di
bèsti, ecc. = il re dei vini, dei fiumi,
degli animali, ecc.
4) Il pezzo più importante nel gioco
degli scacchi.
5) Una delle figure nel gioco delle
carte.
6) *■ Rè Màg = i Re Magi: nel Van-
gelo i tre personaggi che dall'oriente
andarono a Betlemme per adorare Gesù
Cristo.
re, s. m. = re : la seconda delle note
musicali nella scala di do.
reagì, * v. alt. = reagire : agire, rispon-
dere in modo conti-arie e con una certa
efficacia; quindi anche opporsi, rivol-
tarsi.
reàgént, * s. vi. = reagente : sostanza chi-
mica che, mescolata ad altre, provoca
delle mutazioni che ne svelano la na-
tura; per i àntllis ehìmieh i reàgént
hin necesàri = per le analisi chimiche
i reagenti sono necessari. ;
reàl, agg. = reale, regio: da o di re,
appartenente al re.
1) pMta reàl = pasta reale: sorta
di pasta dolce.
reàl, agg. = reale, vero, effettivo : con-
trario di apparente, ideale.
realismo, * s. m. = realismo : scola o
dottrina che ripongono l'arte nella sola
riproduzione o imitazione della natura.
reàlisà, 'V. att. = realizzare: di ben^
mobili quando si trasformano in capitale.
realìsàss, v. rifl. = avverarsi, diventar
reale.
reàlinènt, ari). = realmente, di fatto.
reàltaa, s. f. = realtà: l'essere reale;
effettivo d'un oggetto : là reàltaa l'è
quasi sémper divèrèa de quèll che se
imàgina = la realtà è ben diversa da
quello che si immagina.
reàsiòn, * s. /*. = reazione: l'atto e l'ef-
fetto del reagire; dòpo 'l bàgn frèdd
bisogna fa là reàsion = dopo il bagno
freddo bisogna fare la reazione.
1) T. polit. : el partii déla reàfiiòì\
= il partito che in politica parteggi^
per xin antico ordine di cose.
reàsionàri, * s. m. = reazionario, retroi
grado : chi in politica vorrebbe tornare
ad ordini antichi e ostacola ogni pro-
gresso veramente civile. '
reàtìii, s. m. = scricciolo. Vedi riotìu.
reato, * s. m. = reato : ogni infrazione
alla legge penale.
rebàita, s. f. = ribalta : quell'asse che
s'alza e abbassa davanti ai lumi sul
davanti del palcoscenico, e quella estre-
ma parte del palcoscenico dove sono i
lumi; V han ciàmaa tré ròlt àia re-
bàita = l'han chiamato tre volte alla
ribalta.
rebàltà, v. att. = ribaltare : dar la balta,
rovesciare: di carrozze, di veicoli e
delle persone che sono nel legno che
ribalta o è ribaltato.
rèbàiiibì, v. att. = rimbambire: perdere
il senno, quasi tornar bambino ; ogni
ànn el rebàvibiss éémper 2^tsee = ogni
anno rimbambisco sempre di più.
rebàiubiì, agg. = rimbambito ; ormai
l'è on véce rebàmbii = ormai è un vec-
chio rimbambito.
rebàtidura, s. f. = ribattitura: l'operai
zione e l'effetto del ribattere.
reb
659 —
ree
1) Costura: tutta la serie dei costu-
rini formante una lunga riga lungo la
parte di dietro delle calze fatte coi
ferri.
rebàtt, v. att. = ribattere : far la co-
stura : T. di cucitrice.
1) rebàtt on ciod = ribattere iin
chiodo, ribadirlo.
2) Del giuoco della palla : rimandare
la palla a colui che l'ha battuta.
3) T. di sarti : fare doppio cucito
all'orlo di un panno.
rebàtòn, (à) = a sfuriata ; à rebàtòn de
80 = sotto la sferza del sole.
rebecà; «?. att. = rimbeccare, ribadire,
stare a tu per tu, rispondere per le
rime ; tàs òna volta^ ò sàcàgntn ; re-
bèea minga sèmper! = taci una volta,
• rapino ; non rimbeccar sempre !
rebelàss, v. rifl. = riaversi, rifarsi, rim-
pannucciarsi: tornarsi a mettere nelle
condizioni non cattivo di prima.
l'ebelidn, s. f. = ribellione, rivolta, scom-
piglio, disordine; àpèna vegniiu dent
el bidèll Ve stàda dna vera reheliòn =
appena entrato il bidello fu un vero
scompiglio.
rebèll, s. m. = subisso : gran quantità ;
ét'ànii d'Uga glie n'è on rebèll ma l'è
-vegnuda coni l'acqua e là vàr nàgòta
= quest'anno d'uva ce n'è un subisso,
ma è venuta coli' acqua e non vai
niente.
rèbélòtt , (à) = arrovescio , a male ;
st'ànn m'è àndaa tiiscòsè à rebelòtt =
q^uest'anno mi è andato tutto a rovescio.
1) càscia dénter à rebelòtt = imbu-
secchiare : cacciar dentro alla rinfusa
e pigiandovi.
rebocà, i^. att. = rinzaifare : dare la
prima e ruvida crosta di calcina sul
muro : od anche arricciare : dare una
seconda mano di calcina, prima di in-
tonacarlo.
reboiubà, v. att. = rimbombare. Vedi
rimbomba.
rebiìfaa, agg. = rabuffato, scompigliato,
scarmigliato.
rebiiì, «'. att. = ribollire, tornare a bollire.
rebiiìda, s. f. = ribollitura; il far ri-
bollire 0 la cosa ribollita; broda: l'ac-
qua dove sono stati cotti maccheroni,
0 fagioli, 0 ceci, o sim.
rébiìs, * s. m. = rebus: sorta d'indovi-
nello fatto con figure, segni, lettere.
rebiitt, s. m. = rimessiticcio : ramo nuovo
rimesso nel fusto vecchio. Quel della
vite dicesi : femminella.
rebiitàss, v. rifl. = arrabattarsi, urtarsi :
fare agli urtoni ; spingersi violente-
mente l'un l'altro un po' qua e un po' là.
rebiitonà, v. att. = urtai'e, spingere : cac-
ciare innanzi qualcuno aui'toni,'a spinto.
recàpit, s. m. = ricapito : il luogo o la
persona a cui è diretta una cosa.
1) Indirizzo: di una lettera.
recapita, v. att. - ricapitare. Vedi ri-
capita.
reciàmm, s. m. = richiamo. Vedi ri-
ciàinm.
recidiv, agg. = recidivo : chi ha com-
messo uno stesso delitto una seconda
volta.
reciòccli, s. m. = contentino, vantaggio :
quel po' di festa che si fa in più ri-
stretta comitiva dopo una festa pivi
grande. In questo senso è piii usato
reciochìn.
1) Gridata, rabbuffo, ramanzina ;
l'ha tèli sii vùn de qillj reciòccli de
so ptider che ' l se le regordàrà pei' on
pèss = s' è preso uno di quei rabbuffi
da suo padre che se lo ricorderà per
un pozzo.
reciòss, s. m. = tanfo, puzzo : odore di
muffa, di rinchiuso. Vedi riciòss.
recipièiit, s. m. = recipiente : vaso atto
a ricevere, a contenere qualunque cosa ;
g'iiènim el vln e g'hèmm nò i recipiént
de mètel = abbiamo il vino o non ab-
biamo i recipienti dove metterlo.
recìproca, s. f. = reciprocanza, ricam-
bio ; g'hoo regàlaa l'orològg per là re-
cìp'oca de quèll che 'l m'aveva daa Hi
= gli ho regalato l'orologio per il ri-
cambio di quanto m'aveva dato lui.
reciprocàmènt, avv. = reciprocamente,
scambievolmente : in modo reciproco.
recìprocli, agg. = reciproco, scambie-
vole, vicendevole ; §e l'amor l'è minga
reciproch Ve on torméìzt = se l'amore
non è reciproco è un tormento.
recita, s. f. = recita : il recitare ; rap-
presentazione di una commedia di un
dramma ; ài àbonaa g'han daa quttter
. rècit de pil = agli abbonati hanno dato
quattro recite in più.
recita, v. att. = recitare : rappresentare
un lavoro drammatico ; quànd rèciten
polid Ve on gran bèli àndt, à teàter
= quando recitan bene è pur bello l'an-
dare a teatro.
ree
- 660 -
red
recìtàtìv, s. m. = recitativo: T. music,
sorta di declamazione con note, fre-
quente in modo speciale nelle opere
buffe.
reclama) v. att. = reclamare : far pub-
blico lamento di una cosa e farsi dar
soddisfazione di torti o compenso di
danni ; hoo reclàmaa ài Municipi per
fa desmèit on àbiiso tròpp sfàeiaa =
ho reclamato al Municipio per far ces-
sare un abuso troppo sfacciato.
reclamili, s. m. = reclamo : il modo e
r atto con cui si reclama ; fàroo el me
reclàmm, perchè qiièst V è minga là
mànéra de irata = farò il mio reclamo,
perchè questo non è il modo di trat-
tare.
reclàmm, s. f. = pubblicità, richiamo,
reclamare : è voce tutta nuova e fran-
cese che vuol dire tutto quanto si espone
al pubblico per richiamarlo a uno spet-
tacolo, a un negozio, a comperare libri,
oggetti, ecc. ecc. ; ài di d'incoeii là
reclàmm là sa pil cosa inventa = al
giorno d'oggi la reclame non sa più
che inventare ; han miéè foeilra tilit
qiii quàder ^jer reclàmm = hanno espo-
sto tutti quei quadri per richiamo.
recliisión, s. f. = reclusione : la pena
del carcero, od anche semplicem. l'es-
sere, lo star rinchiuso ; coni quel tem-
pàse chi sèmm àia reclusiòn = con
questo tempaccio siamo alla reclusione.
reclusòri,* s. m. = reclusorio : il luogo
dove si rinchiudono i condannati a
spese del pubblico.
recliità, v. att. = reclutare : aiTolar sol-
dati, raccogliere gente per il servizio
militare.
1) Eaccogliere, assoldare: anche per
altri servizi che non sia il militare.
recòtt, (1) s. m-, pi. = i bozzolacci : gu-
sci 0 spoglie di bozzoli rimasti al fondo
nelle caldaie, dopo trattane tutta la
seta possibile.
reciilà, v. att. = rinculare, piegare : dare
indieti'O, specialm. di animali da tiro.
reciiperà, v. att. = ricuperare, riavere :
ritornare in possesso, riacquistare la
proprietà di una cosa perduta o toltaci.
red, s. m. = rete : arnese di filo o fune
tessuta a maglie per pigliare pesci, uc-
celli od altri animali.
1) red bastarda = ragna mezzana da
uccellini e tordi.
2) red ciàra = rete rada : a maglio
larghe per pescare le trote.
3) red de ciàptt i lodol = rete aperta
0 da allodole.
4) red dordéra = ragna da tordi.
5) desfà i bore ài red = spannare
le reti : calare il panno dalla ragna
perchè non faccia sacco. Contrario ; fa
i bore ài red = appannare la ragna :
farlo fare il sacco.
6) magia corcnta di red = maglia
scorsoia delle reti.
7) mètt gid 'l red = tendere la reto,
il laccio.
red, s. f. = rete : ogni tessuto fatto a
maglie larghe. Serve a molti usi ; a
portar pano o altro come borsa, sacco ;
a coprire il corpo come giubboncino ;
a riparare dalle mosche come tenda,
ecc., ecc.
redà, v. att. = rendere, far comparita :
esser godibile tutto. Vedi àrèd.
redàda, s. f. = retata: una gettata di
rete e il pesce che si piglia in una
volta colla rete.
1) Al paretaio : quanti uccelli si pi-
gliano a un tirare delle reti.
2) Fig. di u.n guadagno molto grande,
in una vendita, in uno spettacolo o
sim. ; domenica à r Arèna han faa
dna bela redàda = domenica all'Arena
hanno fatto una bella retata,
3) L'arresto di molta gente o di molti
malfattori in una volta ; sta nòtt han
faa òna bona redàda de locch = questa
notte hanno fatto una buona retata di
bravacci, di barabba.
redàsióii, s. f. = redazione, il redigere :
specialm. di un giornale ; compilare.
1) Tutti coloro cho attendono alla
compilazione di un giornale, e l'ufficio
dove questo si compila.
redàtòr, s. m. = redattore : chi redige
un giornale, chi lo metto insieme.
Rèdefòss, s. m. = Redifosso, Redcfossi :
quel canaio a Milano cho comincia
fuori di Porta Nuova, rasenta il piede
dei bastioni fino a Porta Venezia, Vit-
toria, Romana, poi costeggia da sini-
stra lo stradone fino alla Gambaloita,
alla Rampina ed al Lambro.
rédena, s. f. = redina, redine, briglia :
una delle due strisce di cuoio o corda
cho dal morso del cavallo arrivano alle
mani del cocchiere.
redensiòn, s. f. = redenzione: l'atto
red
661 -
ref
del redimere, e com. il riscatto del ge-
nero umano fatto da G. C.
redentòr, s. iti. = redentore : antonom.
Gesù Cristo ; là fèsta, là gésa del Re-
dentòr = la festa, la chiesa del Reden-
tore.
rèdescèr, s. f. = scriminatura, drizza-
tura : lo scompartimento artificiale che
si fa colla seta color carnicino nello
parrucche. Dal frane, raie de cliair.
redìbìs, (on ibis e) s. m. = andiri-
vieni. Vedi ibis.
reàìgf V. att. = redigere : compilare,
stendere ; V hoo incàricaa lii de redìgeni
l'isttLnm = l'ho incaricato lui dì redi-
germi l'istanza.
redimìbil,* agg. = redimibile : che si
può redimere ; fóndo redimibil = fondo
redimibile.
rèdìii, s. f. -pi. = redini, briglie. E' il
plur. di rédena. Vedi sopra.
rediii, s. m. = reticella, rete : cuffia fatta
a maglie come la rete, di seta o di
refe o d'altro filo finissimo.
1) Reticella, rotino : dim. di rete,
piccola rete.
reding-òtt, s. in. = buonsignori : specie
di giubba colle falde mozze. Dall'inglese
. riding-coat.
rediroeù, s. m. = retaiuolo : chi fa le reti.
rédit, s. m. = reddito, entrata, rendita:
quello che si ricava da una posses-
sioQO, da un podere, dall'esercizio, di
un'industria, o d'uaa professione.
redòiid, agg. = rotondo, toado : di forma
circolare. Disusa ed ò sostituito quasi
del tutto da rotónd.
redondin, s. m. = randello. Vedi re-
gondin.
redriss, s. m. = malanno, guasto : danno
grave per cui una cosa non può pivi
faro il suo ufficio.
1) Malestro : di qualunque danno
facciano i ragazzi per casa come rom-
pere, guastare, ecc.
refàss, v. ri fi. = ricattarsi, rifarsi : ri-
storarsi del danno o di una cosa che
si è patita ; hoo minga podiiil fa eo-
leàión, ma me soni refaa à disnà =
non ho potuto far colazione, ma mi
sono ricattato a pranzo. Disusa e lo
sostituisce rifàss.
refetòrì, s. m. = refettorio : stanza dove
i frati, i convittori e sim. si riuniscono
a tavola a mangiare.
rèffj s. m. = refe : filo di lino, da cu-
cire ; dna giigiàda, on' tiscia de rèff =
una gugliata, una matassa di refe.
1) fa gio 'l rèff = dipanare.
2) scàrtosèll de fa sii 'l rèff = vol-
golo, bigherino : quel cartoccino su cui
si aggomitola il refe.
3) 0)t remiseli de rèff desfaa gid =
la lunghezza di un gomitolo di refe ;
i'an intés ma de lontdn on remiseli
de rèff' desfaa gio = van d'accordo, ma
da lontano per la lunghezza di un go-
mitolo di refe.
reflciò, s. m. = affittatore : chi affitta
per subaffittare, sublocatore,
refign, s. m. = aggrinzatura, gualcitura,
grinza: la traccia e l'effetto dell'ag-
grinzare, gualcire ; in che mànéra el
tò vestii l'è insci pién de refign ? = in
che modo il tuo abito è tanto pieno di
grinze.
reflgiià, V. att. = aggrinzire, gualcire :
far prendere a una stoffa brutte grinze ;
te refignet tiitt el vestii = tu aggrinzi-
sci tutto il vestito.
refilà, V. att. = raffilare, pareggiare colle
forbici 0 altro ferro tagliente : di libri,
carte, pelli e sim.
1) Rifilare, dare, menare, affibbiai*e:
di legnato, botte ; el g'hà refilaa on
éciiflòtt = gli affibbiò uno scapaccione;
el g'hà refilaa on pilgn in del eoo =
gli rifilò un pugno nella testa.
2) Ammollare, appiccicare, affibbiare:
dare per inganno una cosa per un'altra
0 roba cattiva per buona; el cervelee
incoeù el m'ha refilaa margarina per
biltèr = il salumiere oggi mi ha am-
mollato margarina per burro; i càmpee
cerchen tiiec de refdàj ài primm che
capita = i fondiglioli corcano tutti di
affibbiarli al jirimo che capita.
refllàda, s. m. = raffilatura: il raffilare.
1) Ramanzina parrucca: sgridata piut-
tosto aspra.
refllè, s. m. = sgridata, ramanzina: la-
vata di capo.
refltò, s. m. = affittatore Vedi reflció.
refràtàri,* s. m. = refrattario, renitente;
di chi si sottrae a un obbligo : di chi
non tollera una cosa, che vi rifugge;
mi sont refràtàri àsoliitàmént à V ip-
notismo = io sono refrattario assoluta-
mente all'ipnotismo.
re fregi, v. att. = rafreddare: far diventar
freddo.
ref
- 662 -
reg
refrescà, v. att. = rinfrescare. Vedi rin-
fresca.
refud, s. m. = rifiuto, il rifiutare.
1) T. di gioco: le carte che si scar-
tano, che si gettano via perchè non
fanno al proprio giuoco.
refiidà, v. att. = rifiutare: non accettare,
non volere una cosa offerta o data.
refiidàsS; v. rifl. = rifiutarsi, ricusarsi
di fare una cosa, non volerla fare ;
quànd mi glie cérchi on piàsè el se re-
fuda sémper = quando io gli cerco un
favore, si rifiuta sempre.
régr, V. att. = reggere: sostenere, soi^por-
tare uno sforzo, soffrire ; Ve on dolor
che pòdi pii reg = è un dolore che, a
cui non posso reggere.
1) Di cose: sopportare un peso ; Ve
dna scàia dèbola, là règ viinga ài io
pés = è una scala debole, non regge al
tuo peso.
regàda, s. f. = regata : gara o corsa di bar-
che, battelli nei fiumi, nei laghi, in mare.
regala; v. att. = regalare, donare: dare
una cosa in regalo, in dono ; el m'ha
regàlaa sés bèj cràràtt = mi ha rega-
lato sei belle cravatte; ée te pàset polid
i esàm,rn, te regàlàroo Vorològg = se
passi bene agli esami, ti regalerò l'o-
rologio.
1) regala là ròba = regalare la roba:
di mercante, negoziante che vende la
merce a pi'ezzo inferiore al costo.
regàlia, s. f. = regalia, regalo, gratifica-
zione: quel danaro che si dà ad uno
in pili del suo stipendio, per attesta-
zione di soddisfacimento o per com-
penso di lavoro straordinario.
regàlin, s. m. = regaluccio : piccolo re-
galo e di poco valore.
regali, s. m. = regalo, dono, presente,
e la cosa donata.
1) fa on regali, vèss on regali = fare
un regalo, essere un regalo : fare, es-
sere cosa molto gradita; se ' l ée férma
à disnà cont n&n, el m,e fa pròpi on
regali = so si ferma a desinare con noi,
mi fa proprio un regalo.
2) de regali = in rogalo, in dono:
gratis,
regata,* s. f. = regata. Vedi regàda.
regént, s. m. = reggente: chi governa
lo Stato in caso di minorità, assenza o
malattia.
1) Agg. Anche clii regge momenta-
neamente una cattedra.
règia, * s. f. = regìa : società che ha un
appalto regio come quello dei tabacchi
e sim.; i àigher déla regìa = i sigari
della regìa de' tabacchi.
regimént, s. vi. = reggimento: un certo
numero di soldati divisi per compagnie,
battaglioni, squadroni.
1) vèés, àndà ài regimént = essere
entrare al leggimento: essere soldato,
prendere servizio militare.
regina, s. f. = regina: la moglie del re,
e anche colei che governa uno Stato
con autorità di re.
1) là par dna regina, Ve tràtàda
come òìia regina., là crea de vèss dna
regina = pare una regina, è trattata
come una regina, crede di essere una
regina. Di una donna che è conside-
rata 0 si considera dappiii e meglio
delle altre.
2) Al giuoco degli scacchi, il pezzo
pili importante dopo il re.
regir, s. m. = raggiro. Vedi ràgìr.
regirà, v. att. = raggirare, aggirare, ab-
bindolare : imbrogliare uno, tirandolo
dove non vorrebbe.
regìràdòr, s. m. = raggiratore, aggira-
tore, bindolo, rigirone: di chi vive di
raggiri e di imbrogli.
register, s. m. = registro: libro dove si^
notano le entrate e le uscite d'ogni
giorno, dove si appuntano nomi, indi-
rizzi, ecc.
1) ufisi del register = ufficio del re-
gistro: ufficio governativo dove si re-
gistrano certi atti, perchè abbiano va-
lore di documento pubblico.
2) Quelle stecche o sbarre nell'or-
gano che aprono o chiudono i A'ari re-
gistri.
3) cambiti register = mutar registro,
mutar contegno, modo d'agire.
4) T. d'oriol. Quella parte d'oriolo
che serve ad accelerarne o rallentarne
il moto.
5) La perfetta coincidenza delle pa-
gine nelle due parti del foglio da stam-
pare, cioè: bianca e volta.
6) register del telar = telaio: quattro
spranghe di ferro riunite in quadro
divise in mezzo da un' altra stanga
ferro movibilc.
7) * register = le guide: due regoli
conficcati uno per parte nelle fiancate
del cassettone o sim, e sui quali scorre
ciascuna cassetta.
663 —
reg
8) Guide, canali: due regoli di legno
sodo, con solco, sul quale scorre cia-
scun paio delle ruote semplici dol letto.
registra, v. att. = registrare, allibrare:
scrivere, notare nel o sul registro; re-
gistrtb i indirU-s = registrare gli indi-
rizzi; bisogna registra anca i spéspiisee
piscininn = bisogna registrare anche le
spese pili piccole ; registra i partici =
registrare, allibrare le paiiite.
1) D'orologio 0 altro simile ordigno,
rimettere, mettere in punto il registro.
2) T. dei libr.; riscontrare le segna-
ture di un libro e vedere so l'ultima
pagina di un foglietto di stampa attac-
chi bene colla prima pagina del foglietto
seguente.
registràdfir?., s. f. = registratura: l'atto
e il resultato del registrare.
regna, v. in. = regnare : avere il regno.
1) Avere autorità e special, di cose
non buono, predominare.
2) Durare a lungo, allignare, reggere .
regnàcaa, agg. = bacaticcio, malezzito:
che sta poco bene, non però tanto da
credersi ammalato e mettersi in letto.
regnàcàdura, s. f. = malessere, mala-
voglia: qualche cosa più che gnàgnera.
Vedi.
regnala, v. att. = mestarla e rimestarla.
Vedi mena, 8). '
1) Stuccare, venire a uggia: seguitare
nella provocazione.
regoeiìj, p. att. raccogliere: di biade, erbe,
frutti e sim., raccattarlo sul campo.
1) àndà à regalili = pigliarle : di
busse, di percosse.
2) ehi sémina e chi regaifd = chi
semina e chi raccoglie.
3) ehi mài sémina, mài regceùj =
chi mal semina, mal raccoglie.
règol, s. m. = rasiere, rasiera. Vedi
cànèla.
ri''gola, s. f. = regola, ordine che servo
all'uomo di guida nell' operare, nel vi-
vere.
1) Principio, legge da osservarsi in
un'arto, in una professione, in una di-
sciplina; règola de gràmàtica = regola
di grammatica.
2) là regola del trii, de seiint, d'in-
terèsé = la regola del tre, di sconto,
d'interesse.
3) ógni regola là g'hà là eòa ece-
siòn = ogni regola ha la sua eccezione.
4) mètt i ròbb in règola = mettere
le cose in regola: in ordine, come de-
vono stjvre.
6) vèsé in règola = essere in regola;
secondo le prescrizioni.
6) per mìa, toa, eoa règola = per
mia, tua, sua regola: per mio, tuo, suo
governo.
regola, v. att. = regolare : dar regola,
sottoporre a regola ; el presidènt l'ha
regolaa benìsim là diàcilsión = il pre-
sidente ha regolato benissimo la di-
scussione.
1) Dirigere, consigliare; làset consi-
gliti de mi = lasciati regolare da me.
2) Mettere in regola, in buon ordine;
regola i cunt, i spès = regolare i conti
le spese.
8) Rifless., condursi con regola; el
sa mitiga regolàss e Tè àèmper màlaa
= non si sa regolare ed è sempre am-
malato.
regolaa, agg. = regolato, assegnato; òmnt
regolaa = uomo regolato, assegnato: che
non spende piìi di quello che ha e tiene
i suoi affari in buon ordine.
regolàdor, s. m. = regolatore, registro;
chi, 0 che regola.
1) D'orologio: che è così perfetto da
servire a rimettere gli altri.
regolàmént, s. m. = regolamento : un
complesso ordinato di regole da seguirsi
per un ordinato fine; à sta ài regolà-
mént §e sbaglia de ràr = a stare al re-
golamento, di rado si sbaglia.
regolar, agg. = regolare, normale, di
regola : che è, sta, procede in regola ;
fa vita regolar = far vita regolare ; el
poU Ve regolar = il polso è regolare.
1) minga regolar = anormale : di
cosa che si trovi o succeda fuori dello
stato 0 andamento suo naturale.
regolàrisà, v. att. = regolarizzare : porro,
mettere in regola, in ordine.
regolàritaa, s. f. = regolarità : astr. di
regolare.
regolisi, s. m. = regolizia, liquirizia ;
liquiritia offieinalis = pianta legumi-
nosa dei cui semi si compone una pa-
sta medicinale chiamata collo stesso
nome.
1) regolisi nègher = sugo di liqui-
rizia; regoliéi de Icgn = legno di li-
quirizia.
regolsà, v. att. = rincalzare : rammon-
tare la terra intorno agli steli delle
reg
piante, percliè si rafforzino e mettano
meglio.
rei?ondin, s. m. = randello, bastono :
querciolo tondo, pedagnolo. Vedi ràii-
dèli.
i'eg"ordàss, v. rifl. = ricordarsi, ram-
mentarsi : ritornarsi qualche cosa o
qualche persona nella monte o nel cuore.
rèla, (gìugà ala) = giocare alla lippa,
0 a mazzascudo. E giuoco di bambini.
relàsiòu, s. f. = relazione : dipendenza
Ira pili cose o persone.
1) Riferito a persone : commercio,
corrispondenza e sim.; l'è in rèlàsión
coni vàri cà de Paris, Londra e Berlin
= è in relazione con vario case di Pa-
rigi, Londra, Berlino.
2) Ragguaglio, rapporto a voce o in
iscritto, d'una cosa, d'un fatto, d'una
quistione e sim. : Vhà lyrepàraa là rc-
làéion sii V inchièsta = ha preparato
la relazione suH' inchiesta.
3) rcgli dna relàsion = avere un
amante : essere in rapporti intimi con
una donna.
4) Aderenze, amicizie autorevoli, al-
tolocate : el t'ègh di relàsion ài mini-
steri l'è on vàntàgg = avere aderenze
al ministero è un vantaggio.
relàtìv, agg. = relativo : che ha rela-
zione con altri oggetti, considerato in
relazione d'altre cose: là belèsa Ve
relativa = la bellezza è relativa ; l'ha
gnàdàgnaa qimicòéà, ma Ve onguàdàgn
relàtìv = ha guadagnato qualcosa, ma
(' un guadagno relativo.
1) Che riguarda, concerne la cosa di
cui si discorre ; i documènt relàtìv tila
ctliisa = i documenti relativi alla causa.
relig'iÓD; s. ni. = religione : i donimi, i
riti con che si riconosce e si onora
Iddio 0 l'Essere supremo, ed anche:
sentimento di sommissione a Dio, che
si fa regola della vita.
1) Fig. rispetto, amore a cose degne,
nobili, alte ; el g^hà àdritùra dna re-
ligión "per là sòa famìlia = ha addi-
rittura una religione per la sua fa-
miglia.
religrlòs, agg. = religioso : che ha reli-
gione, che osserva i precetti della re-
ligione.
1) Che si riferisce alla religione ; el
matrimòni religiós = il matrimonio
religioso.
reliqiii, (i) s. f. 2)1. = rilievi, rifreddi : gli
— 664 — rem
avanzi di un pranzo, di una cena, di
una colazione ; à éan Steven se man-
gia i relìqui del di de Nàtàl = a san
Stefano si mangiano i rifreddi del giorno
di Natale.
reliquia, s. f. = reliquia : tutto ciò che
resta di un santo e si conserva per
onorare e venerare la sua memoria.
1) Di cose care come ricordi : legni
còme dna relìquia = tenere come una
reliquia.
relìqiiiàri, s. m. = reliquiario : custo-
dia di reliquie.
rema, v. att. = remaro : far andare una
piccola nave coi remi.
1) 7-emti à tiitt remtL = remare a
voga arrancata.
reinàda, s. f. = remata, palata : colpo
di remo nell'acqua ; niossa del remo,
ed anche il remare per alquanto tempo
a scopo di sollazzo ; voo à fa ona bela
remàda per fàmvi vegnt fàmm = vado
a fare una bella remata per farmi ve-
nire appetito.
remàdór, s. m. = rematore : colui che
rema, e specialm. chi rema con va-
lentia.
Reinàgr, s. m. pi. = i re Magi. Vedi
re, (3).
1) i Femàg = la Befana : il 6 gen-
naio, giorno dell'Epifania. La Befana
è un essere fantastico che si fa cre-
dere ai bambini che venga a poi"tar dei
regali ; noi invece della Befana lo fac-
ciamo credere dei Re Magi.
remài'oeiìla, s. f. = scalmo, scarmo :
forcelle nelle barche per appoggiarvi i
remi.
reiiiédi, s. m. = rimedio. Vedi rimedi.
remiseli, s. m. = gomitolo : filo avvolto
in palla.
1) fa sii à remiseli = aggomitolare :
ravvolgere il filo dipanato in gomitolo :
fa già on remiseli = sgomitolare.
2) fàss éii à remiseli = ritorcersi in
se stesso, raggomitolarsi.
3) tegnì à man i gilgitid e tra vìa
i r emise j = guardarla nel lucignolo e
non nell'olio. Vedi bondon, 1), gu-
grlàda, 1).
4) tanti gilgiM fan on remiécll.
Vedi giig-iàda, 2).
remisidn, s. f. = remissione, perdono :
di colpe che non si castigano.
1) sénsa remisión = senza remis-
sione : irremissibilmente.
rem — 665 —
remisìv,* a(jg. = remissivo : di chi fa-
cile si rimetto all'altrui consiglio, vo-
lontà ; l'è on folèit cVon fimù, ma però
Vii àbàstàìisa reniiéìv = è un nabisso
di ragazzo, ma è abbastanza remissivo.
remiss, agg. = posticcio. Vedi riinèss.
reinìta, s. m. = eromita, solitario. Vedi
ereDiìta.
rèmm, s. m. = remo : lungo legno di
faggino, frassino o abete, foggiato a
pala da un'estremità, con cui si voga,
cioè si remiga, per fare andare piccola
nave.
remolà, v. att. = dighiacciare, dimoiare :
di nove che si scioglie, e sgocciola
dalle grondaie e fa nelle strado gran
potiniccio.
remolàsìn, s. m. = ramolaccino, rava-
nello : dimin. di ramolaccio. Vedi rà-
Tàuèll.
remolàss, s. vi. = ramolaccio : radice
bianca che si mangia col lesso, co-
sparsa d'un po' di sale e pepe o con-
dita con olio.
remoli, s. m. = dimoiamonto, disgolo,
squaglio : struggimento del ghiaccio e
della neve.
remoudà, v. att. = risarchiare : sarchiare
di nuovo. T. d'agricolt. ^
remoudiiia, (ària) .s. f. = aria finissima,
sottilissima, saluberrima.
remondur, s. f. pi. = rimondature, raf-
filatura, trucioli di carta : quelli che
sono prodotti dal rimondare, dal raf-
filare.
remònta, s. f. = rimonta: il rimettere
a novo un paio di scarpe rifacendolo
in parte.
reinoutà, v. att. = vimont&ve : di scarpe,
farne nova una parte.
remontàdura, s. f. = rimonta. Vedi re-
mòuta.
remontuàr, s. m. = remontuar : sorta
d'orologio che si carica girando un bot-
tone al gambo. Dal frane, remontoir.
reiid, V. att. = rendere, fruttare : dar
frutto, interesse ; di poderi, terreni,
capitali ; ài di d'ineceii i fóndi rèndcn
quasi nàgota = al giorno d'oggi i fondi
non rendono quasi nulla.
1 ) Far diventare ; el càlci el me rend
m,òll còme on stràsc = il caldo mi
rende floscio come un cencio.
2) rend ciint = rendere conto : dare
altrui giustificazione.
rep
rendicfmt, s. m. = rendiconto : il ren-
der conto, rendimento di conti.
rendita, s. f. = rendita : il frutto d'un
podere, d'una casa, d'un capitale, ne-
gozio e sim.
1) viv de rendita = campar di ren-
dita ; senza guadagnare.
2) là rendita = la rendita ; la ren-
dita pubblica : il frutto corrisposto dallo
Stato sulle sue cartello di debito.
Réna, s. f. = Arena : il nostro anfiteatro ;
incoeii fati i foeugh in là Rena = oggi
si accendono i fuochi d'artifizio nel-
l'Arena. Lo dice il volgo.
rengrli, s. m. = aringa ; clupea haren-
gus = pesco che da noi viene salato e
seccato.
rèiin, s. f. pi. = reni : la parte estrema
del corpo, opposta al petto e al ven-
tre, e comincia sotto le spalle ; me
doetir i rèmi = mi dolgono le reni.
rens, s. m. = ronsa ; tela bianca, molto
fine, che viene dalla città di Reims.
rensciòtt, s. m. = ronca : strum. rurale
ad uso di svellere e recidere le piante
dannose ed inutili.
repertori, s. m. = repertorio : libro,
registro dove si notano le coso che si
vogliono poi facilmente ritrovare.
1) Nota dei componimenti dramma-
tici che una compagnia teatrale suole
rappresentare.
repesà, «?. alt. = rappezzare, ripezzare :
racconciare una cosa rotta, rimettere
un pezzo dove è mancante, strappato.
repèss, s. m. = rappezzo, rappezzatura;
quel che si mette per rappezzatura : la
parte rappezzata e il punto dove la
cosa è rappezzata.
repetón, s. m. = garbacelo, sgarbatezza :
azione sgarbata, specialm. per dispetto.
1) fa doma repetón = essere dispet-
toso, far sgarberie.
repià, V. att. = rimbeccare: stare a tu
per tu, rispondere a tono e acremente.
repiàn, s. m. = pianerottolo, ripiano :
piccolo piano fra due branche di scala
ed anche lo spazio che è in capo allo
scale; voaUri nò che se stàga à giilgti
sili repiàn = non voglio che si stia a
a giocare sul pianerottolo.
repicch, s. m. = rimpallo : il rimpallare
delle palle al biliardo. Quando, battuta
la palla dell'avversario, le duo palle si
ribattono ancora una volta.
1) Ripicco, dispetto : puntiglio che
rep
— 666 —
res
uno fa per ricattarsi di qualche ingiu-
ria ; el m'ha riftpoét de nò per repicch
= mi ha risposto di no per ripicco.
replica, •>'. f. = replica: il replicare e
la cosa replicata.
1) Di commedie, drammi : il ripe-
terli un'altra sera: elBàrchètt de Bo-
fàlòra el g'hà amili piisee de diisént
rèplirh = il Barchette di Bofalora, ebbe
più di duecento repliche.
2) Risposta per lo più sgarbata:
quànd parli vùj minga de rèplich =
quando parlo non voglio repliche.
replica, v. alt. = replicare : ripetere una
cosa, tornare a faro.
1) Contradire: insòma, vùj nò che
se rèplica paròla = insomma non vo-
glio che si replichi.
repòrter, s. m. = referendario, fiutone,
bracone : chi va in cerca di notizie 6
di informazioni precise sui fatti citta-
dini, per riferirli ai giornali. Dall'inglese.
repostili, s. m. = ripostiglio. Vedi l'ora
più usato ripostili. *
reps, s. m. = specie di stoffa di seta
vergata o di lana.
republica, s. f. = repubblica : Stato retto
a popolo, con a capo un Presidente,
non un re ; e la forma di governo più
confaciente allo sviluppo morale ed eco-
nomico di una nazione.
1) Luogo, casa, famiglia dove tutti
.comandano, dove è confusione.
2) cinqu, dés ghèj de republica =
cinque, dieci centesimi di avanzaticci.
Vedi bàslèta, 4).
repiiblicàii, agg. = republicano : di re-
pubblica ; in Italia dà on- poo de
temp se esténd el partii repiiblicàn =
in Italia da qualche tempo si estende
il partito repubblicano.
1) s. m. : chi parteggia per la re-
pubblica, 0 vive in repubblica.
repiidorà, v. alt. = rimondare, rammen-
dare: ricucire le rotture di panno di
calza 0 d'altro, che abbia buchi, ov-
vero che ragni, correggendone il difetto
con artifizio d'ago.
repiidiilà, i\ att. = aggiustare, rifare coi
ferri i peduli alle calze.
repiigrna, v. att. = ripugnare. Vedi rì-
piigruà, anche pei derivati.
rèqiii, s. m. = requie, quiete; no gli' è
rèqiii = non c'ò requie ; dà rèqùi =
dar requie.
reqiiià, v. att. = quietare, riposare; el
mài de tèsta noi ni' ha làsaa requià
tuta nòit = il mal di capo non mi la-
sciò quietare per tutta la notte.
réciiiieiii, s. m. = requie, requiem: la
prece por i defunti ; digh on rèquiem
ài pòer papà, àia pòera ìnàma = dire
un requiem al povero babbo, alla po-
vera mamma. Dal latino.
reqiiisi, V. att. = requisire : chiedere o
prendere sequestrando per urgente bi-
sogno pubblico.
1) m'iian requisii per sona el cém-
bol = mi hanno sequestrato perchè suo-
nassi il pianoforte.
reqtiisisiòii, s. f. = requisizione, richie-
sta : il requisire ; han faa là reqiiisi-
siòn di cavai e di càr = hanno fatto
la requisizione dei cavalli e dei carri.
requisito, * s. m. = requisito : qualità
ricliiesta a un dato fine ; Vhan minga
àcètaa in studi , perchè 'l g' aveva
minga tUti i requisiti necesàri = non
l'hanno accettato nello studio, perchè
non aveva i requisiti necessari.
rèsa, s. f. = T. milit. : il rimettere, o
r arrendersi di città, di fortezza, al
nemico.
rèsca, s. f. = lisca : la spina del pesce ;
sta àtènt à spila foeura i rèsch = sta
attento a sputare le lische.
1) resta là rèsca in gola = rima-
nere la lisca in gola, aver l'osso in
gola. Vedi àj, 1) e gola, 6). In questo
stesso significato anche : vègh là rèsca,
òna rèsca.
2) là rèsca del formént = la loppa,
la pula, la guscia.
b) là rèsca del Un, del cànov = la
lisca del lino, della canapa: la mate-
ria legnosa che si stacca quando si
maciulla o si pettina o si scotola.
rèscàdòr, s. m. - raschiatoio : arnese
per affinare, raschiando, oggetti saldati .
rèschee, s. m. = vagliatui-a, liscame : il
mucchio delle loppe e delle ariste ohe
lascia in sull'aia il grano battuto o
trebbiato.
rèschig'nòii, agg. = spennacchiato: d'uc-
cello, 0 sim. che abbia perduto molte
penne. Usa poco.
resela, v. att. = aggrinzare, stazzonare,
gualcire. Vedi reflgnà, màstinà.
1) Accof acci are, gualcire : detto di
cose dove uno si posi a sedei^e.
2) rescià su i gàmb = rannicchiarsi,
acchiocciolarsi.
res
— 667 —
res
resciàss, v. ri fi. = aggi'inzirsi, stazzouarsi,
gualcirsi.
1) Attrappire, rattrappirò, imbozzo-
lire: ritirarsi le membra come in se
stesse ; divenire incapace di stendersi
0 di piegarsi ; * pòer màlaa del tètano
àe resclen sii tiitt = i poveri malati di
tetano rattrappiscono tutti.
résegra, s. f. = sega : strumento por ta-
gliar legnami, la cui parto principale
è una lama dentata.
] ) résega col mànich = gattuccio :
specie di sega col manico di legno in-
vece del telaio.
resegrà, v. att. = segare: dividere colla
sega.
1) toiit à resegà = seccare, infasti-
dire con brontolamenti.
resegàdura, s. f. = segamento, sogatui-a :
il segare.
resegàùsc, s. m. = segatura. Vedi re-
sei^usc.
reseglièta, s. f. = seghetta : piccola sega.
1) T. d'orol.: rastrellino del eclisso
0 guida.
2) Listerella di legno intagliata a
sega, la quale dà modo di mutare a
piacere la posiziono dei palchetti mo-
bili di una scansia.
resegón, s. m. = segone; sega grande.
1) Nome del noto monte che sopra-
sta al lago di Lecco e trae dai molti
suoi cocuzzoli in fila il suo nome.
resegòtt, s. m, = segatore, segantino :
chi sega in genero, e colui che fa il
mestiere di segare, special, riducondo
in tavole i grossi alberi.
resegusc, s. m. = segatui-a : quella parte
di legno che ridotta quasi in polvere
grossa casca nel segare alberi o le-
gname.
1) mèlt giò 'l rcsegùsc = dare la se-
gatura.
l'esenta, v. att. = risciacquare, sciacquare:
lavare con acqua più. e piii volte vasi
da bere.
1) Sciabordare, sciaguattare, diguaz-
zare : battere con forza un panno, o altro
che di simile in un trogolo o vaso qualun-
que pieno d'acqua, per levargli il troppo
ranno o il colore soverchio.
2) resentàss la bòca col vln, coni
l'acqua, e sim. = risciacquarsi la bocca
col vino, coir acqua e sim.
3) resentà vun = mandar via uno,
liberarsene.
4) resentà = far repulisti : mangiar
tutto quello che era in tavola.
resentàdura, s. f. = risciacquatura, soiac-
quatui'a : quel che resta dell'acqua che
ha servito per risciacquare i fiaschi del
vino, i bicchieri, ecc.
1) resentàdura de bicèr, de botèli =
risciacquatura di bicchieri, di fiaschi ;
cerboneca, vino delle cent' una botti :.
il vino allungato o che ha perso del
suo sapore. Vedi ciorlìna.
resentéra, (vègli à che fa à) = far
repulisti. Dal nome di Kesenterio, fra-
zione del comune di Locate, nella no-
stra provincia, per la somiglianza di
suono con resentà, cavammo il gioca
di parole. Vedi reseutà, 3).
resentì, v. att. = risentire. Vedi, ri-
sentì.
rèsgia, s. f. = staffa, banda : una specie
di nastro di ferro di varia lunghezza
e larghezza, che adoperasi specialm.
per fasciare gli ascialoni allo abetelle,
0 per altro.
rcsgiò, s. m. = capoccia, massaio; il
marito della massaia : il capo di casa,
segnatam. fra i contadini.
1) Uomo giudizioso per la casa.
resgiòra, s. f. = massaia : la moglie dei
capoccia, quella che manda avanti la
casa.
1) Donna che ha cura della roba
e l'aumenta.
resìa, s. f. = eresia. Vedi eresìa.
resìa, v. att. = attaccar brighe, andarlo
a corcare : pigliarsela con questo e
con quello per ragioni frivolo e anche
per cose nello quali non abbiamo nes-
sun interesse.
resiatt, s. m. = attaccalite, attacchino :
chi letica di tutto e con tutti per ra-
gioni futili, 0 anche solo per voglia
di contradire, per puntiglio e sim.
1) Litigioso: chi ama i litigi.
resìdov, agg. e s. = residuo, rimanente:-
quello che resta.
resignà, v. att. = rosicare, rosicchiare ^
rodere leggermente e a poco a poco ;
Z'è tùtt resignaa di ràtt = è tutto ro-
sicato dai topi; s'era àdree à resignà
on toclicll de pan sèccìi = stava rosi-
cando un pezzo di pane secco.
1) Rg. : mangiare, guadagnare ; l'è
on àfàri elte gh'è niènt de resignà =
è un negozio che non c'è niente da-
rosicare.
res
668 -
res
resig'nàda, s. f. = rosicchiata, rosicchia-
tura : il rosiccliiare, l'effetto del rosic-
chiare.
resìgnóii , s. m. = rosicchiatore : chi
volentieri rosicchia.
rèsina e resina, s. f. = resina, ragia:
materia attaccaticcia che cola dalla
scorza di corti vegetali.
resiós, agg. = litigioso, leticone, attac-
cabrighe: chi ha l'abitudine di attac-
car brighe.
resìpola, s. f. = risipola. Vedi rosì-
pola.
resisi e resìst, «'. att. = resistere: star
forte contro altra forza : non lasciarsi
smuovere, vincere; llià sàimii resUt à
tùti i promèss = seppe resistere a tutte
le promosse, a tutte le lusinghe ; hoo
Dìinga ■podiiii rcsièt àia Untàèion de
àlida à fa dna pàscgiàda = non ho po-
tuto resistere alla tentazione di andare
a fare una passeggiata.
1) Reggere, durare, perseverare; mi
resisti minga tanto tenip à eàminà in
ìnonttLgna = io non resisto molto tempo
a camminare in montagna; fa on càld
elle pddi pii resìst = fa un caldo che
non posso più resistere.
resisténsa, s. f. = resistenza : la forza
por la quale pors. e cose resistono a
un'altra forza; fé dna téla d'òna resi-
itensa còme glie n'è pòcch = è una tela
d'una resistenza come ce n'è poche.
resistéiit,* agg. = resistente, che resiste,
che non cede alla pressione, ai colpi,
all'attrito, ecc.
reso, s. ni. = rasoio: strumento d'acciaio
con taglio finissimo per far la barba.
1) tàià come on reso = tagliare come
un rasoio: moltissimo.
2) el se tàcci ria à on reso = s'attac-
cherebbe al filo d'un rasoio, a un filo
di paglia, non sa dove dar del capo,
spora dove non c'è speranza.
resola, v. att. = risolare : rimettere un
nuovo suolo alle scarpe.
reàolàdura, s. f. = risolatiira: il rimet-
tere il suolo nuovo alle scarpe.
l'esòn, s. f. = ragione: facoltà dell'uomo
di giudicare, di scernere il vero dal
falso.
1) vègli VettL de la resòn = arrivare
all'uso della ragione, all'età del giu-
dizio.
2) Motivo ragionevole, causa; mi ca-
pisi nò là resòn del tè màliimor = io
non capisco la ragione del tuo malu-
more.
'ò) fa vàri i éò resòn = far valere
le sue ragioni, il suo diritto.
4) vègli resòn = aver ragione: essere
in diritto, nel giusto.
5) dà resòn = dar ragione : ricono-
scere il diritto di uno, assentire allo
sue ragioni.
6) Di coso che comprovano il detto
di alcuno; i esànim ni'kan daa resòn;
gli esami mi hanno dato ragione.
7) Proporzione; * èpés bisogna fàj in
resòn di entràd = le spese bisogna farle
in ragione dello entrate.
8) ehi vòsa piisee g' ha resòn = chi
più urla più ha ragione.
9) fàsen òna reson = farsi ragione o
una ragione di una cosa: rassegnarvisi,
darsene pace.
10) iìi resòn de... = a ragione, in
ragiono di...: in proporzione; * hoo pà-
gaa in resòn de dUu frànch ài para =
li ho pagati in ragione di due franchi
al paio.
11) de santa resòn = di santa ra-
giono: con abbondanza; = ghi hoo ditt
de éànta resòn = glie le ho dette di
santa ragione: senza risparmiargliele.
12) à chi de resòn = a chi di ra-
gione: a chi si deve; bisogna dàghel à
chi de reson = bisogna darlo a chi si
dove.
13) là resòn del bechee, che à toeu là
eàrna ghe voeur i dànee = la ragione
sovrana è quella dei quattrini.
resonà, v. att. = ragionare: giudicare, ar-
gomentare con ragioni, servendosi della
ragione. Vedi ragiona.
1) el resòna ben = ragiona bene, di-
scorre bene.
2) resonti eòi pce = ragionar coi piedi,
colle ginocchia, con le gomita.
resonètt, s. f. pi, = frasi, detti di bam-
bino che denotano intelligenza e spirito
d'osservazione acuto; el vén faeùra coni
cèrti resonètt che l'è ròba de mangiali
de basiti = esce in certe frasi che l'è
cosa di mangiarlo a baci.
resoràda, s. f. = colpo di rasoio.
respìr, s. m. = respiro ; fiato l'atto del
respirare : il movimento che si fa re-
spirando.
1) màncàmcnt de reàptr = mancanza
di respiro, di fiato, asma.
2) paga à reépìr = pagare a respiro:
res
- 669
res
a poco a poco, ed anche con qualche
dilazione.
3) T. music: respiro; segno che fa
sospendere i suoni per breve tempo.
Vedi àspètt, 3).
respira, v. att. = respirare, fiatare; ti-
rare a se l'aria esterna e rigettarla fuori
dai polmoni; vèmm à San Salvador
sora Erba à respira on poo d'aria
bona = andiamo a San Salvatore sopra
Erl)a a respirare un po' di aria buona.
1) Intrans; l'han troaa che 'l respi-
rava ancàmo = l'hanno trovato che re-
spirava ancora.
2) Ricrearsi, prender ristoro ; sotit
vegniiii à Bee per respirti on poo =
sono venuto a Bee per respirare, por
ricrearmi un pò.
3) vèscffh, megli ntLnea temp de re-
spirti = non esserci, non aver neanche
tempo da respirare : essere sopraffatto
dal lavoro, dalla fatica.
respiràsiòu, * s. f. = respirazione : la
funzione fisiologica per la quale si re-
spira; el glia dna dificoltaa de respi-
ràsión straordinària = ha una diffi-
coltà di respirazione straordinaria.
respònd, v. att. = rispondere. Vedi ri-
spònd.
responsàbil, * agg. = responsabile : che
deve rispondere e render ragione di ciò
che fa, 0 di una qualsiasi cosa.
responsàbilitaa s. f. = responsabilità;
l'ossero responsabile.
rèst, s. m. = resto: ciò che resta, rimane:
avanzo; el rèst dèla giorntula Vhoo ini-
piegaa in del cercati el lìber = il re-
sto della giornata l'ho impiegato nel
cercarti il libro.
1) La fino d'un discorso, ciò che ri-
mano a dire; el rèst vel cilntàroo pmu
dn'tdtra vòlta = il resto poi ve lo rac-
conterò un'altra volta.
2) La differenza in più tra il prezzo
della roba e la moneta con cho si vuol
pagare; restituì el reét = rendere il re-
sto. Anche: rifare il resto; el m'ha daa
indree el rèsi de diiil frànch - m'ha
l'ifatto il resto di due lire.
3) del rèàt = del resto, d' altronde ;
pigliando, considerando la cosa da un
altro lato.
resta, v. att. = restaro: rimanere in un
luogo, dove uno si trova: trattenersi ;
el voréva àndtl via incceH e invéce el
rèsta chi fin domdn = voleva [partire
oggi e invece resta qui fino a domani.
1) Riferito a discorso, a un'opera-
zione qualsiasi, rimanere interrompersi;
ììie regòrdi pie cioè soni restaa iér à.
lag = non mi ricordo più dove sono re-
stato ieri a leggere.
2) Di luogo, casa, e sim ; esser posto,
trovarsi; te see dóe là rèsta là vìa Asà-
roti à Genoa, = sai ta dove resta la
via Assarotti a Genova?; Bee ci rèsta,
à on'Óra de strada de Intra,, tra Intra
e Premènn = Bee resta a un' ora di
strada da Intra, tra Intra e Premono.
3) Stupire, restare maravigliato; cara
ti, mi rèsti, à qnèll che te me ctìntet =
caro mio. io stupisco, a quanto mi rac-
conti .
restàbilì, v. att. = ristabilire: rimettere
in assetto o in modo stabile ; è vegniiu
ci papà e l'ha resiàbilii i ròbb in drdin
= è arrivato il babbo o ha ristabilita
lo cose in ordine.
1) restàbiliss in sàlUt = ristabilirsi
in salute, recuperare la sanità.
2} Rintonacare: rimettere l' intonaca
su un muro.
restagli, v. att. = restarci, rimanerci: di
donna che ingravidi.
1) Perderci la vita; elpòer Galiano Ve
àndaa in Africa e 'l gli' è restaa = il
povero Galliano è andato in Africa e
c'è restato.
restàiir, * s. m. = ristauro: quel che si fa-
a un quadro, a una statua, a un edi-
ficio deperiti o guasti por rimetterli in
buono stato.
rèstelà, v. att. = rastrellare: raccogliere
col rastrello; el Mario Ve àdrcc à rè-
sela el giàrdln = il Mario sta rastrel-
lando il giardino.
rèstelàd.i, s. f. = rastrellata: quanta roba
si piglia 0 si tira a so col rastrello;
pòrtegh dna rèstelàda de fèn ài cavali
= porta una rastrellata di fieno al ca-
vallo.
rèstelàda, s. f. = cancellata : cinta for-
mata d'aste 0 verghe, per lo più di
ferro, piantato per ritto a uguale di-
stanza, con traverso dello stesso me-
tallo, assicurato dalle parti a pilastri
di muramento.
rèstelàsc, s. m. = cancellaccio: pegg. di
cancello,
rèstelèra, s. f. = rastrelliera : dove si
pone da mangiare allo bestie, fatta a
res
670 -
reu
stecche e a piuoli come una scala messa
a traverso.
1) Rastrelliera: fam. e scherz. per ì
due ordini di denti; el glia on fior
d'onci rèHeUra = ha un fior d'una ra-
fitrelliera.
2) Cappellinaio: arnese di ferro o al-
tro con beccatelli, per appiccarvi nelle
scuole i cappelli e i berretti.
rèstelètt, s. m. = cancelletto : dim. di
cancello.
rèstelìii, s. m. = rastrellatore : chi ra-
strella, chi raccoglie roba col rastrello.
1) Rastrellino: piccolo rastrello.
rèstèll, s. m. = rastrello : arnese fatto
con denti di legno o di ferro, per pren-
dere e tirare a sé sassi, paglia, foglie,
fieno e sim. ; ciàpa 'l rès-tèll in piàsè
e nèta on poo di foeiìj el viàl = prendi
il rastrello por piacere e pulisci un po'
dalle foglie il viale.
rèstèll, s. in. = cancello : affisso a uno
0 due battenti, all' ingresso di corti,
giardini e sim., formato per lo più di
aste 0 di verghe sottili di ferro riunito
mediante traverse dello stesso metallo.
Ce n'è anche di legao. Serve anche a
dimezzare l'androne nelle case sigaorili.
rèstèll, (càcìa à) = cacciarella. Vedi
càcia, 3j.
rèstelò, s. m. = spigolatore di fieno: quel
contadino che, dopo levato tutto il fieno
del prato dai fienaiuoli, va rispigolando
il rimasto.
rèstelòii de riga, s. m. = rigatore: ar-
nese a guisa di rastrello per rigare il
terreno, per piantarvi alberi a righe, a
quadrati.
restili, agg. = restio: di bestie da tiro o
da soma che non ubbidiscono al co-
mando e restano come impedite d'an-
dare avanti.
restittii, V. citi. = restituire: rendere al-
trui ciò che è suo, ciò che si ebbe da lui.
restitiisiòn, s. f. = restituzione : il re-
stituire; soni chi à fàtt là restitiisiòn
di tò lìber = son qui a farti la resti-
tuzione dei tuoi libri.
1) reàtitili el sàlUd = rendere il sa-
luto, rispondere salutando a chi ci ha
salutato.
restóbi, s. m. = ringrano: il r ingran are
il ristoppiare.
restobià, «•. att. = ristoppiare, ringra-
nare: seminare di novo il campo che
ha la stoppia senza lasciarlo riposare.
rèstòn, s. m. = resta: tumoretto che
viene talora nei piedi ai cavalli.
restréiigr, i\ att. = ristringere. Vedi ri-
strèiigr, anche pei derivati.
resuscita, v. att. = risuscitare: tornare
alla vita e fig. tornare in bone stato,
riaversi.
retaià, v. att. = ritagliare. Vedi ritàjà.
retàj, s. m. = ritaglio. Vedi ritài.
retecià, ». att. = rintegolare : riandare
embrici e tegoli di un tetto per bene
raccomodarli.
rètècìn, s. m. = conciatetti : chi rianda
ombrici e tegoli per accomodare il tetto.
retifll, s. m. = dirittura: la linea dritta
sulla quale si allineano le case fron-
teggianti una via.
retirà, v. att. = ritirare. Vedi ritira.
retiràda, s. f. = ritirata. Vedi ritiràda.
retiràss, v. rifl. = ritirarsi. Vedi ritiràss.
retòr, s. m. = rettore: titolo di chi reggo
e governa una università, un istituto.
retorica, * s. f. = rettorica e retorica :
l'arte del dire.
1) Ornamenti vani del discorso: sfog-
gio di belle frasi, ma vuote; in quèla
pì-èdica gli' era vùnga on j^ensér; l'era
tuta retòrica = in quella predica non
c'era un pensiero: era tutta rettorica.
retoricli, * agg. = rettorico e retoxico:
attenente a retorica, e specialm. di uno
scritto, di un discorso vuoto.
rètro 0 retrobotèj^a, * s. m. = retrobot-
tega: la stanza dieti'o la bottega.
1) 1-étro = somma retro; il già som-
mato.
retrocàrica, (à) = a retrocarica: di fu-
cili, cannoni e sim., che si caricano
dalla parte della culatta.
retrògrado, * agg. = retrogrado? chi in
politica non ama il progrosso e vor-
rebbe tornare al passato.
retroguàrdia, * s. f. = retroguardia :
corpo di soldati che marcia dietro un
esercito.
réiima, s. m. = reuma: malattia mu-
scolare ; l'bà ciàpaa on rèiima in del
còli che le fa spasima = s'è preso un
reuma nel collo che lo fa spasimare.
reumàtica, * s. f. = reumatica: sottiut.
febbre, malattia e sim.: quando si ha
un reuma.
reiiniàtich,* agg, = reumatico : di reuma;
el g'hà di dolor reiimàtich che 'l fan
tribiilà come = ha dei dolori reumatici
che lo fanno tribolare assai.
- r;7i -
rìb
reiisì, t\ att. = riuscire. Vedi riiisì.
revàiigà, v. att. = rinvangare. Vedi ri-
vàugrà.
revegnì, v. att. = rinvenire. Vedi riii-
vegiiì.
reverendo, s. m. = reverendo : titolo
d'onoro dei i)reti ; che 'l se còmoda,
reverèndo = s'accomodi, reverendo.
reverìsì, s. m. = riverisco. Vedi rive-
risco.*
1) Per celia : reverìsi, quànd el mdi
ine stremisi. E' modo di saluto bur-
lesco e famigliare.
revisiòn, s. f. = revisiono : esame ac-
curato che si fa per correggere.
revìsór, s. m. = revisore, censore: chi
fa la revisione.
revìsta, s. f. = rassegna. Vedi rivista.*
revoca, v. att. = revocare, annullare ;
èont riilsii à fa r&ooeti 'l dccrètt =
sono riuscito a fare revocavo il decreto.
revoltà, r. att. = rivoltare. Vedi rivolta.
revoltàss, v. rifl. = rivoltarsi. Vedi ri-
VOltflSS.
revoltiàj t\ att. = voltolare, avvoltolare :
frequentativo di voltare ; voltare e ri-
voltare.
revolver, s. m. = revolver, rivoltella :
pistola con tamburo per le cariche gi-
revole. Dall'inglese revolver.
ri... = ri... : particella che promossa ai
verbi indica la ripetizione dell'azione
e usa molto nelle frasi ; dì e ridi =
dire e ridire ; ^xt^a e ripàs-à = passare
e ripassare ; fènéa e ripensa = pensa
e ripensa ; bàtt e ribàtt = battere e
ribattere ; fa e rifa = faro e rifare, e
sim.
riaa, s. m. = stillicidio : il cadere l'ac-
qua a stillo da un tetto mal coperto,
0 altro liquido da checchessia altro.
1) Spigolo : la sommità dello due
spalle nel bue.
riàna, s. f. = stroscia : il rigo dell'acqua.
Vedi ariana.
riàlsà, V. att. = rialzare di nuovo e di
più ; hin, pàròll che riàlsen el moràl
don òmm = son parole che rialzano
il morale d'un uomo.
riàsiimm, * v. att. = riassumorc : racco-
gliere l'esposizione di ideo, di fatti.
])er venire ad una conclusione.
l'iàsùnt, * s. m. = riassunto : lo scritto o
il discorso col quale si riassumono fatti,
0 idee esposte ; el ni" ha faa oii beli
riàsunt del romàna nceuv del Fogà-
sàro = mi ha fatto un bel riassunto
del novo romanzo del Fogazzaro.
riàvè,* V. att. = riavere : avere di nuovo,
ricuperare ; sont rie<-i à riàvègh là
mìa ombrèla = sono riuscito a riavere
il mio ombrello.
1) Rifl, tornare in se, ripigliare animo,
conforto e sim. : el comincia àpèna
àdèss à riàvèss déla màlàtìa = comin-
cia appena ora a riaversi della malattia.
ribàdi, * V. att. = ribadire : imprimere
bene nella memoria ; cérchi sèmper de
ribadì i régol in là mhit de tiicc i
me ècolàr = cerco sempre di ribadire
le regole nella monte de' miei scolari.
ribàita,* s. f. = ribalta : sportello oriz-
zontale che chiude o apre la bodola o
cateratta.
1) Quell'asse che s'alza o abbassa
dinanzi ai lumi, sul davanti del pal-
coscenico, e quella estrema parte del
palcoscenico dove sono i lumi.
ribalta,* v. att. = ribaltare, dar la balta,
rovesciare : di carrozze, veicoli, e sim.
1) Delle pers. che sono nel legno che
ribalta o è ribaltato ; épèri die incoeu
ribàltàrèmm minga = spero che oggi
non ribalteremo.
ribàltada,* s. f. = ribaltatura : il ribal-
tare.
ribàsà, v. att. = ribassare : calare i prezzi,
far pagar meno la roba.
ribàss, s. ìli. = ribasso : il tanto di meno
che si paga in confronto al prezzo di
prima.
1) vè§s in ribàss = essere in ribasso,
essere in meno credito.
ribatidura, s. f. = ribattitura : la cu-
citura fatta nel ribattere.
1) Rovescino : nelle calze le maglie
fatte a rovescio che formano la costura.
2) Ribattuto, costura : parte di un
abito ripiegato un poco sull'orlo, e ri-
cucita.
ribàtt, V. att. = ribattere : fare la co-
stura ; prima se fàH punt e poeu H ée
ribàtt = prima si fa il punto, poi si
ribatte.
1) ribàtt ori ciod = ribattere un
chiodo, ribadirlo : ritorcerne la punta
ribattendola verso il capo, perchè non
possa allentarsi e stringa di piii.
2) Fig. contradire, opporre ; /' è re-
staa li sénsa podi ribàtt nànca ona
parola = è restato lì senza poter ri-
battere nemmeno una parola.
rib
— 672
3) Del giuoco della palla : rimandare
la palla, a colui che l'ha mandata.
4) T. dei sarti : far doppio cucito
all'orlo di un panno.
l'ìbelioU) * s. f. = ribellione : resistere
coUa violenza, spocialm. agli agenti
della leggo.
1) Putiferio, baccano : il fracasso, la
confusione di molta gente che grida e
si muove senza freno.
ribes, s. m. = ribes : uva dei frati, ge-
nero di pianta che produce un frutto
simile a chicchi d'uva. Diciamo anche
ii^héta,
ribrèss, s. m. = ribrezzo : certa repul-
sione dell'animo a qualche cosa o per-
sona, accompagnata da un tremito e
quasi orrore, di tutto il corpo.
ribiità, V. att. = ributtare, ripugnare :
far nausea, dar fastidio ; gh'è certa
gent che^ à vedèj à tdola, ribùten =
c'è certa gente che, a vederla a tavola,
ributta.
ricàduda, s. f. = ricaduta, recidiva : di
malattia, il ricadérvi ; in del tifo guài
•s'è se fa Òlla ricàd&da = nel tifo guai
se si fa una ricaduta.
ricalca,* ». att. = ricalcare, calcare : pas-
sare con una punta sui contorni di un
disegno, aggravando molto la mano,
perchè ne resti l'impronta in una carta
che si metta al di sotto, oppiu'o met-
tere su un disegno una carta traspa-
rente, per copiarlo andandoci sopra ;
l'kà ricàleaa là carta geogràfica = ha
ricalcato la carta geografica.
ricama, v. att, = ricamare : fare sul
panno, sul lino, sul drappo dei disogni
coir ago ; là m'ha rieàmaa dna càniisa,
che Ve dna belèsa = m' ha ricamato
una camicia che è una bellezza ; là
ricama iànt ben che par che là pitùra
= ricama tanto bene che pare dipinga.
ricàinàdòra, s. f. = ricamatrice e rica-
matora : donna che fa l' arte di rica-
mare ; bisogna Tuàndàgh i fààolètt Èia
ricàmàdòra = bisogaa mandare i faz-
zoletti alla ricamatora.
ricambia,* v. att. = ricambiare, contrac-
cambiare ; ci m'iià iisaa tanti genti-
lèsa che eoo minga come ricambia] =
mi ha usato tante cortesie che non so
come ricambiarle.
ricàmm, s. m. = ricamo : 1' arte del ri-
camare e il lavoro ricamato ; là vanir
minga impara 'l ricàmm = non vuolo
imparare il ricamo ; l'è àdree à fa on
ricàmm bèli come = sta facendo un
ricamo assai bello.
1) el par, Ve on ricàmm = paro, è
un ricamo ; d' arte finissima : d' un
opera che abbia minuti ed eleganti la-
vori ; el nòster Dòmm el par pròpi
on ricàmm = il nostro Duomo par
davvero un ricamo.
ricàpit,* s. m, = ricapito : luogo dove
una persona ricapita, e indirizzo, spo-
cialm. di una lettera.
ricapita,* v. att. = ricapitare e recapi-
tare : far pervenire, portare una cosa
a chi la debba avere ; che le làsa chi
là létera che ghe pensi mi à ricapi-
tala = la lasci qui la lettera, che ci
penso io a ricapitarla.
ricàtt,* s. m. = ricatto : l'obbligare uno
a dar danaro, minacciandolo di scandali
se non lo fa.
ricàv, s. m. = ricavo : il ricavato, lo
cose ricavate, l'utile.
ricava, v. att. = ricavare : trarre utile,
guadagno ; V ha compraa on negasi che
'l ne ricavava ben pòcch = è un ne-
gozio dal quale ricaverà ben poco.
riccli, agg. femm. rìca, = abbondante,
copioso ; Ve on acqua rica de fèr = è
un'acqua ricca di ferro.
1) Di vestito : ampio, largo, com-
modo, agiato.
ricèrcaa,* agg. = ricercato, richiesto, de-
siderato.
1) Studiato, manierato ; Ve on òmm
ricèrcaa in tuli i so moimènt = è un
uomo ricercato in tutti i suoi movi-
menti.
ricérca,* s. f. = ricerca : il ricercare, ri-
chiedere, desiderare ; édta ài fèst gh'è
óna gran ricérca de légor = vicino allo
foste (di Natale) c'è gran ricerca di
lepri ; gJVè dna gran ricérca de bravi
dàìin (le servisi = c'è gran ricerca di
bravo donne di servizio.
ricéta,* s. f. = ricetta : prescrizione in
iscritto fatta dal medico per lo spe-
zialo che ha da prepare un medica-
mento.
1) Indicazione per fare un dato com-
posto ; me soni faa dà là ricèta per
ci rosoli de china = mi son fatto dai'
la ricetta per il rosolio di china.
ricetàri, * s. m. = ricettario : libro di
ricette.
ricetòr, s. m. = ricevitore: quegli nei
ne
673
ne
botteghini del lotto presso cui si fanno
lo giocate.
ricév, V. att. = ricevere : avere ; ricév
dna lUcra, ricév el Signor = ricevere
una lettera, ricevere i Sacramenti.
1) Ricevere, tenere ricevimento : ac-
cogliere, fare accoglienza ; perchè te
ricévei insci fr^da i àmis ? = perchè
accogli così fredda gli amici?
2) Controllare, riscontrare, riguar-
dare: di roba portata da altri, vedere
se e' è tutto quanto deve esserci ; ricév
i pàgn déla làvàndéra = riscontrare,
riguardare il bucato.
ri»eevimént, s. in. = ricevimento, acco-
glienza.
1) Conversazione : invito a convegni,
ritrovi famigliari, privati, solenni ; in
st'ànn el Prefètt l'ha fcoa nis&n riee-
vimènt = quest'anno il Prefetto non ha
fatto alcun ricevimento.
rìcevitòr, s. m. = ricevitore. Vedi ricètòr.
ricevuda, s. f. =■ ricevuta, appuntino.
Lo stesso che qiiitànsa. Vedi.
1) àcusti là ricevuda = accusare la
ricevuta : dire d'aver ricevuto una cosa.
2) mètt éill lìber di ricevùd = con-
siderare un credito come non riscuo-
tibile : fare andati i danari,
riclièsa, s. f. = ricchezza : abbondanza
di beni di fortuna.
1) richèsa mobil = ricchezza mobile:
quella che non proviene da beni sta-
bili, ed anche la tassa che si paga per
tale ricchezza.
2) Lusso : gh'éra ài core on eqili-
pàgg d'óna richèsa étràordinttria =
ij'era al coi"so un equipaggio d'una ric-
chezza straordinaria.
rieiàmà, ». att. = richiamare : chiamare
una seconda volta ; han riciàmaa là
dàés del éetàntàtrii = hanno richia-
mato la classe del sottantatre.
1) Di alcun segno della scrittura che
rimandi il lettore ad altro luogo ; te
gho niètet on éègn che ricittma à
pag. 102 e bààta = ci metti un seguo
che richiami a pag. 102 e basta.
2) Ricordare : di cosa che richiama
la memoria di un'altra ; là ricitLma là
nòna = ricorda la nonna.
riciàinin, s. m. = richiamo, rimbello :
"• gli uccelli che si tengono in gabbia,
perché cantando attirino gli altri.
1) Di libri, 0 scritture : quel segno
che rimanda il lettore altrove.
rìcin, s. m. = ricino : gen. di piante
erbacee, i cui semi danno il noto olio
purgativo. ■ ?'
riciòss, (savé de) = saper d' anguilla :
cattivo odore dei piatti lavati e non
bene risciacquati. '•'~=^- .
1) Saper di rinchiùsp.-.: cattivo odore
delle stanze rimaste molto tempo chiuse
e disabitate.
ricoeràj v. att. = ricoverare : dare al-
trui ricovero, ricevere altrui in casa ;
ni'kà ricoeraa on pàstòr in là §òa
Casina = mi ricoverò un pastore nella
sua cascina.
rìcog'nìsióii, s. f. = ricognizione : veri-
ficazione di un fatto ; perlustrare.
ricognoss, v. att. = riconoscere. Vedi
riconoss.
ricompènsa, * s. f. = ricompensa : il
contraccambio, il in-eraio di servigi, di
opere meritorie ; dòpo tanto làorà te
g'hee àvUii dna bela ricompènsa ! =
dapo tanto lavoro hai avuto una bella
ricompensa !
ricompensa,* v. att. = ricompensare :
dare la ricompensa; meno mài che 'l
mìi floeu el me ricompensa di mcri-
fìsi che fènim per Hi = meno male che
mio figlio mi ricompensa dei sacrifici
che facciamo per lui.
riconciliàsìòn,* s. f. = riconciliazione :
il riconciliarsir il far pace.
riconciliàss,* v. rifl. = riconciliarsi :
tornare in pace, in amicizia ; finàlmènt
el s'è riconciliaa còni là nòna = fi-
nalmente s'è riconciliato colla nonna.
riconferma,* v. att. = riconformare :
confermare di nuovo in un ufficio, in
una carica ; l'hàn riconfermaa regènt
per trii ànn = l'hanno riconfermato
reggente per tre anni.
riconoscènsa,* s. f. = riconoscenza : il
sentimento per cui si riconosce il be-
neficio ricevuto e se ne mostra grati-
tudine ; mi per Paolo Bosetti g'àmroo
àémper ona gran riconoscènsa = io
per Paolo Boselli avrò sempre una
grande riconoscenza.
rìconoscént,* s. m. = riconoscente : chi
dimostra animo grato pei benefizi ri-
cevuti.
riconoscibil,* agg. = riconoscibile : ohe.
può essere riconosciuto ; quànd Ve
tornaa indree de l'Africa Vera pii ri-
conoscibil = quando tornò dall'Africa
non era piii riconoscibile.
674 -
rid
riconosciinènt,* s. m, = riconoscimento :
il riconoscere ; el g'hà mise on sègn
de riconosciment = gli ha messo un
segno di riconoscimento.
riconoss, * -v. att. = riconoscere ; rav-
visare, raffigurare cosa o persona già
conosciuta.
1) Conoscere, discernere, ed anclie :
ammettere, dichiarare, confessando ;
l'Iiù dovùil riconoss Q,nea '/ doiór che
l'era dna tose nervosa = ha dovuto ri-
conoscere anche il medico che era una
tosse nervosa ; l'ha rieonosiiu anca lù
de fègh tòri = riconobbe anch' esso
d'aver torto.
2) riconoss per fioeu = riconoscere
per figlio : dichiarare di essergli padi-e.
ricopia, * 'V. att. = ricopiare, copiare.
Usa però assai più largamente copia.
rìcór, «'. att. = ricorrere : andare da qual-
cuno per chiedere aiuto, difesa, grazia
0 benefizio qualunque ; quànd g'àvàroo
bisogn ricoràroo à Hi = quando avrò
bisogno ricorrerò a lei.
1) Eiferito a cose : adoperarle, va-
lersene ; quànd se g' ha minga de
hroeud, se ricor ài Lièbig = quando
non si ha brodo, si ricorre al Liebig.
2) rieór ài tribunal, ài èindech, ài
ministeri, e sim. = ricorrere al tribu-
nale, al sindaco, al ministero, e sim.
invocarli per farsi rendere giustizia.
3) rieòr el tècc = rintegolare : esa-
minare le tegole del tetto per rimettere
a posto le spostate e sostituire le rotte.
ricorda, * v. att. = ricordare : recare a
memoria altrui. Si dice però più spesso
tira in in e ut.
1) Di cosa che richiama la memoria
di un'altra: là glia quàicòàs chs ri-
corda eoa màder = ha qualche cosa
che ricorda sua madre.
2) Far menzione : mi te ricordi èem-
])er in fàmilia = io ti ricordo sempre
in famiglia.
ricordàss,* v. rifl. = ricordai"SÌ: avere,
recarsi in memoria; me ricordi mài
coinè 'l se ciàma el dolor déla sia =
non mi ricordo mai come si chiama il
medico della zia. Vive ancora vigoroso
regordàss.
1) ricor dàsà nò dal ntis Ma boca =
non ricordarsi dal naso alla bocca :
non ricordarsi di qui a lì : di nulla,
di ciò che è accaduto poco prima.
2) Per raccomandare , richiamare,
raccomandarsi : ricdrdet de mi = ri-
cordati di me.
ricordo, * s. m. = ricordo, memoria :
cosa che tien viva la memoria di un'al-
tra cosa 0 di una persona ; l'è on ri-
cordo del moni Oenerós = è un ricordo
del monte Generoso; Ve on ricordo
déla mia poera marna = è un ri-
cordo della mia povera mamma. Vedi
luemoria, 9).
ricorènsa, * s. f. = ricorrenza: di festa
0 solennità che ricorre nel giro di un
anno. Comincia appena a usare e usa
poco.
ricòrs, s. m. = ricorso : rappresentanza
a qualche persona o autorità superiore,
perchè ci sia fatta giustizia.
1) Il ricorrere ad alcuno per aver
grazia, difesa.
ricover, s. m. = ricovero: luogo dove
uno si ricovera, si mette al riparo.
ricovera, v. att. = ricoverare. Vedi ri-
coerà.
ricoveràss, v. rifl. = ricoverarsi, rifu-
giai'si.
ricreàsiòn, s. f. = ricreazione : riposo,
sollievo dalle occupazioni con qualche
spasso e trattenimento piacevole.
1) Nei collegi, nelle scuole: l'ora del
riposo, di giorno.
ricrédes,* v. rifl. = ricredersi ; ripudiai'e
un'opinione riconosciuta erronea ; el
pensava mal de mi, ma 'l s'è doviiii
ricréd = pensava male di me, ma s"è
dovuto ricredere.
riciiperà,* v. att. = ricuperare : riacqui-
stare la proprietà di una cosa perduta
0 toltaci ; iìi V ària fina el ricuperarti
là sàlùd = nell'aria fine ricupererà la
salute .
riciisà,* V. att. = ricusare : negare di ac-
cettare, rifiutare. Usa ancora più lar-
gamente rifudà. Vedi.
rid, V. att. = ridere : moti e atti della
faccia e specialm. della bocca , per
esprimere allegria, e per scherzare;
à sentili à pària insci el s'è metiiii à
rid = sentendolo parlare così, s'è messo
a ridere,
1) crepa, s'ciopà del rid = ridere a
crepapelle, sbracatamente ; fuor d'ogni
misura.
2) rid sòia ài bà/rbis = ridere sotto.
i baffi. Vedi bàrbis, 3).
3) rid ben chi rid per VMtim = rida
bene chi ride l'ultimo; chi prima si
rid
- 675 -
rid
•compiace del danno altrui, presto poi
piange,
4) fa vegnì de rid = eccitare, muo-
vere il riso.
5) jji'Msi àdòss del rid = scompi-
sciarsi dalle risa.
6) rid àdree = deridere, beffare:
farsi beffe d'alcuno.
7) tegnt in éàld el vénter del rid =
regger le coste dal ridere ; l'idere molto.
8) tra, ciàptb tiitt còse in rid = es-
sere uno scorbellato ; di chi tutto can-
zona : rider di tutto, pigliar tutto in
ba)'zelletta.
9) fàss rid àdree = farsi beifare:
far cose che muovono altri a ridere
di noi.
10) vegli voeUia de rid = aver voglia
di ridere : mettere le cose in ischerzo,
anche quelle che non si dovrebbe.
11) mi rìdi nò! = io non rido!;
con un certo risentimento e minac-
ciando.
12) chi rid in venerdì piàng in do-
ménica = chi ride il venerdì e non ha
cherica, spesse volte piange la dome-
nica.
13) rid s&la fticia = ridere ad uno
nel muso. y
V 14) fa s'cioptL del rid = far sbellicar
. dalle risa.
15) fa rid i éàss, i jìolitt, o i polìn =
. far ridere le panche, le pietre, le tel-
line : di cose o persone ridicole al mag-
gior segno.
16) per rid = per celia, da burla,
por ischerzo.
17) Bagnare d'abiti; scarpe od altro
che cominciano a rompersi : * scàrp
riden = le scarpe ridono ; * mànich
eomìncen à rid = le maniche comin-
ciano a logorarsi.
rid, s. m. riso : il ridere e il modo di
ridere; el g'hà on rid sàrcttstieh, mà-
lìgn = ha un riso sarcastico, malizioso.
1) el rid el fa bon sàngu = il riso
fa buon sangue : ogni risata leva un
chiodo alla bara: stare allegri giova.
2) l'è on cèrto rid che rèsta in gola
- è un riso che non si cuoce, che non
va giù, che non passa la gola: non
sincero, forzato, fìnto.
3) é'ciopòn de rid = scroscio, scop-
pio di risa: il ridere molto e d'un
tratto.
ridàda e riduda, s. f. = risata: il ri-
dere forte e segnatam, per beffa.
ridéut, agg. = ridente : che ride ; l'è
vegnilii à casa tiitt ridènt = è venuto
a casa tutto ridente.
1) Di luogo dilettevole, ameno :5a«
Salvador; Bee e Mendrìs hin i Ht
piisee rident che mi tibia vist = San
Salvatore, Bee e Mendrìsio sono i luo-
ghi più ridenti che io abbia veduto.
ridesen,* v. rifl. = ridersene, ridersela :
non importarne nulla di pers. o di
cosa, non temerla.
ridicol, agg. = ridicolo : che fa ridere ;
l'è dna fticia ridìcola = è una faccia
ridicola.
1) Strano, eccessivo : là tòa l'è dna
pretèsa ridicola = la tua è una, pre-
tesa, una pretensione ridicola.
2) mètt in ridicol = mettere in ri-
dicolo : schernirò, ridere di uno.
ridicolàgin, s. f. = ridicolaggine : atto
0 detto da far ridere, da persona ri-
dicola.
rìdoi, s. m. pi. = ridoli : i lati a rastrel-
liera di un carro.
ridott, s. m. = ridotto : luogo di passa-
tempo, di giuoco.
1) Nei teatri una sala dove si va a
passeggiare negli intervalli fra gli atti :
el ridoto déla Scàia, del Ltrieh = il
ridotto della Scala, del Lirico.
2) Agg. e part. pass, dì ridù = ri-
durre ; r è ridott à mài partii = è ri-
dotto a cattivo partito ; /' ha ridott
quela càséta che Ve dna belèsa = ha
ridotto quella casetta che è una bel-
lezza.
ridu, V. att. = ridurre : far divenire,
mutando, cambiando condizione, forma
e sim. ; hoo fa ridù là giàchèta in
d'on gilè = ho fatto ridurre la giacca
in un panciotto; hoo voriiil ridù là
cort à màgàsìn = ho voluto ridurre la
corte a magazzino.
1) Far mutare indole, costumi ; in
del colèg Bàràgiola de Riva San Vi-
tal ho vist à ridù bon di fèceu che
cren tempèst = nel collegio Baragiola
a Riva San Vitale, ho visto ridurre
buoni, ragazzi che erano tempeste.
2) T, music, : adattare un componi-
mento musicale, a uno o ad un altro
istrumento,
3) ridu dn' ernia = ridurre un'ernia;
rimetterla al posto.
rid
- 676 -
rif
ridQses, * v. rifl. = ridui'si : mutare stato,
condizione , comunem. in peggio ; à
fù,ria de épàntegà dàiiee^ el s'è ridott
éènéa ntLnea on quàtrin = a forza di
sperperar danaro, si è ridotto senza
neanche un quattrino ; se te stùdiet
■minga, te se ridUset à fàH sciàvàtin
= se non studi, ti riduci a fare il cia-
battino.
riepilog'à, * v. att. = riepilogare : fare
epilogo di ciò che si è detto o scritto.
riesi, * V. att. = riescire, riuscire.
1) Di discorsi, ragionamenti, parole;
andare a parare : finire ad una con-
clusione.
2) Avere buon effetto, conseguire il
fine : hoo tentaa de fa el rosoli de
naràné ; ma 'l ni' è minga rieàii = ho
tentato di fare il rosolio d'arancia, ma
non mi è riescito.
3) Essere abile in checchessia : el
me fèceu el rièsè polid à scola = mio
figlio riesce bene a scuola.
4) là me rièss nceuva = mi giungo
nuova : di cosa inaspettata. Vedi
noeuT, 5).
riesida, s. f. = riuscita : il riuscire, suc-
cesso, evento ; là rieéìda d' dna bàtà-
lia là dipènd qtitLsi sémper dal gene-
ral = la riescita d'una battaglia dipende
quasi sempre dal generale.
rifa, s. f. = lotto, riffa; giuoco che è una
specie di lotto, il quale si fa tra i pri-
vati e il cui premio non è danaro, ma
un oggetto di qualche valore.
rifa; * v. att. = rifare ; fare di nuovo,
1) fa e riffa l'è tiitt làorù, = fare e
rifare è tutto lavorare : di chi con fa-
cilità, disfa il fatto per rifarlo.
rifaa, * part. pass. = rifatto ; fatto per la
seconda volta.
1) vildn rifaa = villan rifatto ; chi
di condizione bassa è salito in alto e
scioccamente ne insuperbisce.
rifàss,* ». rifl. = rifarsi; ritornare in buona
condizione economica, ed anche: rivin-
cere al gioco quel che si è perduto
prima.
riferì, v. att. = riferire: riportare, signi-
ficare aitimi ciò che si è visto, saputo,
udito : Vhoo màndaa à informàéé e
'l m'ha riferii de qiiìj ròbb che in in-
credìbil = F ho mandato ad informarsi
e mi ha riferito cose incredibili.
riferìss, v. rifl. = riferirsi : aver rela-
zione, attinenza : l'è minga on diàcors
che ée riferisa à vitilter = non è di-
scorso che si riferisca a voi.
rifermà, v. att. = confermare : special,
far tenere per noi qualche cosa, o con-
fermare un ordine dato. Va sempre
più fuori d'uso.
riff o de ralf, (o de) = o di ruffi o di
raffi: a tutti i conti, o per dritto o per ■
traverso.
rìflesìòn, s. f. = riflessione : 1' attenta
considerazione sopra qualche cosa e
l'abito di considerare attentamente le
cose.
riflesìv, agg. = riflessivo : d'uomo che
usa molto riflettere alle cose.
riflèss, s. m. = riflesso: il riflettersi deUa ;
luce.
riflètór, * s. m. = riflettore : che rifletto .
i raggi della luce.
riflètt, v. att. = riflettere : ritornare in-
dietro de' raggi di luce ribattuti da un
corpo.
1) Inti'ans. Considerare attentamente
una cosa ; bisógna minga pària sema
riflètt = non bisogna parlare senza ri- \
flettere.
Dai due significati della parola ne
venne un gioco di parole che se non
è sempre giusto, è però grazioso ; el
àpècG el riflètt éènéa pària, là dona là
pària sénéa riflètt = la spera riflette
senza parlare, la donna pai-la senza ri-
flettere.
rifliiss, s. m. = riflusso : il rifluire ; il
ritirarsi delle acque del mare in certo
ore determinate.
rifond, v. att. = rifondere, rimborsai-e ;
rifònd i épés, i dànn = rifondere le
spese, i danni: rifarle, rimborsarle.
rifórma, s. f. = riforma : il riformare
e l'effetto del riformare ; l' è on colég
che g'hà bisogn d'ona rifórma radi-
cai = è un collegio che ha bisogno di
una riforma radicale ; quèla de fa i
esàtnm in princìpi de lilj l'è étttda
ona bona rifórma = quella di fare gli i
esami in principio di luglio è stata una
buona riforma.
riforma, r. att. = riformare: correggere,
migliorare, togliendo via i difetti, gli
abusi, gli errori, e dando nuovi ordini
e migliori.
1) T. milit. Licenziare uno dal ser-
vizio militare, perchè divenuto inabile.
2) De' cavalli, muli, vendere, dare
via i non più buoni al servizio.
rif — 677 —
riforniss, * «'. rifl. = rifornirsi, fornirsi,
procacciarsi quanto occorre, o quanto
si vuole.
rifrèscà,* v. att. = rinfrescare ; fare fre-
sco, fare che si abbassi la temperatura
di una cosa ; là pì-im' ùequa d'àgóst
là rifrHea el boéch = la prima acqua
d'agosto rinfresca il bosco, l'aria.
1) Anche della temperatura interna
del corpo ; el tàmàrind ci rifrèéca =
il tamarindo liofresci.
2) Di cavalli ed altri animali, risto-
rarli, dar loro da mangiare e da bore:
el se fermaa à rifrèseù, i cavai = si
fermò a rinfrescare i cavalli.
3) Rinnovare, rendere novo e come
fresco ; /' ha rifreècaa i mobil déla
starna de lòti = ha rinfrescato i mobili
della camera da letto ; l'ha faa rifre-
sctl el quAder in éàla = ha fatto rin-
frescare il quadro in sala.
l'ìfrèscàda, s. f. = rinfrescata: un po' di
pioggia che tempera il caldo dell'estate.
rìfrèscànt, agg. = rinfrescante: che rin-
fresca ; d'estaa se g'hà on gran bisogn
de bev di blbit rifreseànt = d'estate si
ha gran bisogno di bere delle bibite
rinfrescanti.
rìfrìlt,* (frìtt e) = fritto p rifritto : di
cose dette e ridette; risapute da tutti.
rifud, s. m. = rifiuto. Vedi refud.
rifìidà^ V. att. = rifiutare. Vedi refiìdà.
rifudàss, V. rifl. = rifiutarsi. Vedi refii-
dàss.
rifug' 0 anche spesso rifugrio, * s. r...
rifugio: luogo di scampo e di sicurezza,
dove uno può rifugiarsi.
rifUg'iàss,* v. rifl. = rifugiarsi: andare in
un luogo per corcarvi rifugio.
rìfiisiòn, s. f. = rifusione, rimborso, il
rifondere, il rimborsare spese, danni
e sim.
riga, s. f. = riga, linea: quella nel corpo
degli animali e quelle tracciate su piani
con punte.
1) Stecca di legno o d' altro molto
diritta colla quale si tirano le linee
sulla carta. Se è quadi'angolata dicesi:
quadrello.
2) Verso di scrittura : in d' dna jìtL-
gina gh'è einqtoàntàéès righ = in una
pagina vi sono cinquantasoi righe.
B) Rigo, riga, lettera, scrittura breve:
te scrivàroo dna riga àpèna rivaa =
ti scriverò una riga appena arrivato.
4) sta in riga, tegni, fa sta in riga
ri^
= stare in riga, in fila, tenere, far staro
in riga, in fUo, staro in ordine, tenere
all'ordine, fare ubbidire.
5) de prima riga = di prima riga,
di prini' ordine ; l'è on imbroion de
prima riga = è un imbroglione di pri-
ma sfera.
6) riga bianca = riga di quadrati o
di quadratini che si frammette nello
stampato o che nella stampa lascia spa-
zio bianco.
7) falsa riga = falsariga. Vedi fal-
sa rìgra.
rìg-à, V. att. = rigare: segnare con righe
0 righi, specialm. la carta.
1) rigti dritt = rigar dritto: agir bene,
condursi rettamente.
rigàda, s. f. = rigata : colpo dato colla
riga.
ricadili, s. m. = rigatino, bordatino: tes-
suto di lino 0 canapa, a righe bianche
e turchine, per vestiti usuali.
rigàdòr, «•. m. = rigatore : chi por me-
stiere riga la caria.
rigàdurìi, s. f. = rigatui-a : il rigare e
l'essere rigato.
rigàverdura, s. m. = taglia legumi: spe-
cie di coltello di una forma particolare
col quale i cuochi tagliano i legumi in
svariate forme.
rigetà, V. att. = rigettare, vomitare: get-
tar fuori dallo stomaco.
rigliètt, s. m. = mazzuolo: arnese del
maniscalco, per segnare e scanalare i
ferri.
righiroeù, s. m. = graffietto: arnese dei
falegnami.
1) Segnatoio: ferro a una o più punto
con cui gli artieri segnano punti e ri-
ghe sui loro lavori.
rigor, s, m. = rigore: severità grande.
1) à rigor = a rigore : secondo le
strette regole.
2) de rigor = di rigore: obbligatorio;
l'àbit nér rè de rigor = l'abito nero è
di rigore.
rigoròn, (à) = rotolone, ruzzoloni : ro-
tolando.
1) tira à rigoron = tirare un passa-
tello. T. di bigliardo.
2) Pugno : colpo dato colla mano
chiusa.
rigoronà, v. att. = mandar rotoloni.
rigoròs, agg. = rigoroso : che opera con
rigore, e di cose che procedono dal ri-
gore.
rig
riguarda s. m. = riguardo.
1) Della salute: mgh riguàrd = aversi
riguardo, riguardarsi.
2) usti di riguàrd = usar dei riguardi:
mostrar premura.
3) rè dna persona de 7-iguàrd = è
una persona di riguardo; meritevole di
ogni riguardo, di ogni considerazione.
4) sènsa riguàrd = senza riguardo :
liberamente.
5) coni riguàrd = con riguardo, con
precauzione, con prudente avvedutezza.
riguarda, v. alt. = riguardare : appar-
tenere, concernere a qualche cosa o
persona; qiiìèti hin minga ròbb che
me riguarda = queste non sono cose
che mi riguardano ; * ròbb che riguarda
l'ufiéi i cUnti minga in cà = le cose
che riguardano l'ufficio non le racconto
in casa.
riguàrdaa, agg. = riguardato, cawto.
1) Chi si tiene in riguardo con pre-
mura della propria salute.
rìguàrdós, * agg. = riguardoso: pieno di
riguardi, che ha riguardi.
rigurgita, * v. att. = rigurgitare, tra-
boccare, specialm. di luogo che ha tante
persone o cose da non contenerle quasi
più ; g'hoo là casa che là rigurgita de
lìber = ho la casa che rigurgita di libri.
rilàsa, r. att. = rilasciare, dare: fàtt ri-
làsà là ricevuda del fitt = fatti rila-
sciare la ricevuta, il riscontrino dell'af-
fitto.
rilàsaa, agg. = floscio, rilassato, cascante;
chi è snervato, rammollito.
rilàsàtèsa, * s. f. = rilassatezza: lo stato
e l'abito di chi è rilassato : i gioin de
là gioimàda g'han dna rilàsàtèsa prò-
pi antipàtica = i giovani dell' oggi hanno
una rilassatezza davvero antipatica.
rilég,* V. att. = rileggere: tornare a leg-
gere, anche piìi volte.
1) Leggere quando s'è finito di scri-
vere; l'ha consegnaa l'esperimént éénéa
nànca rilégel = consegnò l'esperimento
senza nemmeno rileggerlo.
rilèy, s. m. = rilievo : la parte d' una
cosa che sporge in avanti, rilevato.
1) bàés rilev = di me^zo, basso ri-
lievo; bassorilievo delle figure o d' al-
tro che non rilevino interamente dal
piano.
2) san Gioàntn de rilév = Cireneo,
chi aiuta a portare il peso di un uf-
ficio un po' grave.
— 678 — riiii
rileva, v. att. = rilevare : notare, met-
tere in evidenza ; di pregi o difetti in
uno scritto; in un'opera d'arte; fhee
rilevaa là màncànéa de liis in sto
quàder ? = hai rilevato la mancanza di
luce in questo quadro?
1) Mostrar di sentire le offese e cruc-
ciarsene, tenerne conto; 7iii ne rilevi
ntLnca vùna di so pàròll = io non ne
rilevo nessuna delle sue parole.
2) rileva run = sottentrare o porre
un altro nel suo ufficio, nel suo posto.
3) Comperare la roba già comperata
da altri che se ne vuol disfare; hoo
compraa là casa e ho rilevaa insèma
tuta là mobìlia = ho comperato la
casa e ho rilevato insieme tutta la
mobiglia.
rima, s. f. = rima, plur. riniui, con-
sonanza e armonia procedente dalla
medesima desinenza o terminazione di
parole che, per lo piii, stanno al ter-
mine dei versi fra loro legati.
1) rimm obligaa = rime obbligate :
quelle che si danno per lo più agli
improvvisatori con le quali devono
trattare un tema.
2) fa rima = rimare.
3) riépond per le rime = rispondere
per le rime, alle rime : quando uno
risponde con acerbità, forza.
4) vèghen dna rima = averne un
ramo, patir di girelle.
rimanda, v. att. = rimandare: rimettere
il lettore da uno ad altro luogo del
medesimo luogo, del medesimo libro e
da un libro a un altro; l'è iìidispen-
èàbil che on vocabolàri el rimanda de
spèse dà dna paròla à l'altra = è in-
dispensabile che un vocabolario ri-
mandi spesso da una parola all' altra.
1) All'esame: respingere, disappro-
vare; non concedere l'approvazione, la
promozione.
2) Differire, rimettere; far qualche
cosa in tempo posteriore a quello che
si era fissato ; han ritnàndaa là prima
ràpresentàsiòn à èàhet = hanno ri-
mandato la prima rappresentazione a
sabato.
rimànénsa, s. f. = rimanenza : ciò che
avanza, il resto ; l'ha vendini là ,ri-
mànènéa di stòff d'inverno à étràsc e
bonmercaa = ha venduto la rimanenza
delle stoffe d' inverno a buonissimo
mercato.
rim
679 —
rim
rìmànéiit, (del) = del rimanente, del
resto; per ciò che spetta ad altre
cose.
rimarca,* v. alt. = rimarcare, notare, os-
sei-vare ; el ée fa rimarca per i so
origìnàlitaa = si fa notare per le sue
originalità.
rimàrch, s. m. = rimarco, appunto :
censui-a che si fa a qualche atto o pa-
rola; g'han faa sÈbit el rimtlrch, per-
chè in campagna l'andava à l'osteria
= gli hanno subito fatto il rimarco,
l'appunto, perchè in campagna andava
all'osteria.
rimàri, s. m. = rimario, rimari : raccolta
di parole disposte secondo la loro desi-
nenza.
1) I versi d' un autore disposti in
rima.
rimàridàss, v. rifl. = rimaritarsi : mari-
tarsi un'altra volta.
rimbàlsà,* v. att. = rimbalzare : balzare
ripercuotendo su qualche cosa di so-
lido.
rimbambì,* v. att. = rimbambire: quasi
tornar bambino. Anche : imbarbogire,
rimbarbogire ; perdere il senno per
vecchiezza.
rimbambii,* agg. = rimbambito, imbar-
bogito, rimbarbogito. ,
rimbòmb, * s. m. = rimbombo : suono
che resta per l'aria dopo un forte ru-
more ; el rimbomb del trón., del canon
= il rimbombo del tuono, del cannone.
rimbomba,* v. att. = rimbombare: far
rimbombo; è borlaa gid on'ààa e l'ha
faa on frecàés che ha rimbombaa tuta
là cà = cadde un'assa e fece tale ru-
more che ne rimbombò tutta la casa.
rimbórs, s. m. = rimborso : il rimbor-
sare e il rimborsarsi di danari.
rimborsa, 'V. att. = rimborsare: resti-
tuire i denari che uno ha speso o
spende per conto nostro ; per àdèss
paga ti^ che dòpo te rimboréàroo =
per ora paga tu, che dopo ti rimbor-
serò.
rimborsàsS) v. rifl. = rimboraarsi : ri-
prendere i danari che si sono spesi
per altri ; me vceùri rimborsa di dànee
che g'hoo foeura = mi voglio rimbor-
sare dei danari che ho sborsato.
rimèdi,* s. m,. = rimedio: ciò che è
atto 0 s'adopera por guarire d'un male,
0 riparare a un danno ; per el tò mài
gh'è prdpi nò rimidi = per il tuo
male proprio non e' è rimedio ; per i tò
càprìsi ghe l'hoo mi el rimèdi che va
ben = per i tuoi capricci l'ho io il ri-
medio che va bene.
1) à éto mond à tiitt còse gh'è ri-
medi = a tutto e' è rimedio fuorché
alla morte : di nulla ci dobbiamo sgo-
mentar troppo.
rimedia, * v. att. = rimediare : riparare
al danno ; porre rimedio.
rimediàbil,* agg. = rimediabile : dire
cosa a cui può esser messo rimedio.
rimésa, v. att. = rimessa : stanzone a
teiTcno per tenervi riparate le caiTozze.
1) càrosa de rimesa = carrozza da
nolo: quella che si noleggia.
rimescola, * v. att. = rimescolare : del
sangue, turbarsi per qualche paura ;
te me faa rimescolaci sàngit = mi
hai fatto rimescolare il sangue.
rimèsia, s. m. = fronte : Vedi frontin.
rimèss, agg. = fìnto, posticcio: di capelli,
denti e sim.
rimétes, v. rifl. = rimettersi : ristorare
la propria condizione; tornare in buono
stato, in essere; el spèra de podè ri-
métes sta primavèra = spera di po-
tersi rimettere questa primavera.
1) Affidarsi pienamente ad uno ;
mi me rimèti à Hi ; Hi che ' / ghe
pènéa = io mi rimetto in lei; Ella ci
pensi.
2) Di tempo, della stagione: Tornare,
darsi al bono ; sto tenip el se rimètt
pu = questo tempo non si rimette più.
3) Cedere dalla propria opinione ;
gh'è minga perlcol cho'l se rimèta.'
non c'ò pericolo ohe egli ceda!
rimètt, t>. att. = rimettere:
1) rimètt on bràsc, dna gamba, i
dent, i cmèj, ecc. = rimettere un
braccio, una gamba, i denti, i ca-
pelli, ecc. ; sostituire i boni con altri
finti e posticci.
2) Rigettare, vomitare. Vedi rigètà.
3) Perdere, scapitare, di danari :
in quèll negòài li el ghe rimètàrà àl-
mén on para de mila frànch = in quel
negozio lì ci rimetterà almeno un paio
di mille lire.
rimira, v. att. = rimirare; mirare più
intensamente.
rimoderna, v. att. = rimodernare, am-
modernare, togliere a una cosa il vec-
chio, quel che ha di antico ; l'kà faa
— 680
rimoderna ci vestii de ééda = ha fatto
rimodernare il vestito di seta.
rìiiionta,* s. f. = rimonta; il riaccomo-
dare le scarpe col cambiarne il to-
maio.
rìmontàdfìra* s. f. = rimontatm-a ; il ri-
jiioutare e l'essere rimontato; el voeur
quàter frànch per dna rimontàddra de
smrjj = vuole quattro lire per una ri-
iuontatura di scarpe.
rimorchia,* v. att. = rimorchiare; fare
andare una nave tirandola a forza con
un'altra, e fig. conduri-e, guidare.
1) làsàés rimorchiti = lasciarsi, farsi
rimorchiare; tirare a fai'e una cosa con-
traggenio, quasi per forza.
rìmord, i>. att. = rimordere; della co-
scienza, che pungo; sentir dolore, pen-
timento; ghe rìmord anmo là coscènèa
= gli rimorde la coscienza.
rìmórs, v. in. = rimorso: il rimordere,
della coscienza: riconoscimento d' un
errore, d'un fallo commesso, di cui si
sente il dolore e il pentimento.
1) Pentimento di non aver fatto cosa
buona e debita.
l'impasta,* ^'. att. = rimpastare : rifare,
rinnovare in jiarte.
rlmpiàng',* v. att. = rimpiangere: ram-
mentare con rincrescimento una cosa
perduta; el rimpitbng i bèj dì che Vhà
1)àma à Nàiìoli cont n&n = rimpiange
i bei giorni che ha passato a Napoli
con noi.
rimpiàsà, v. att. = rimpiazzare : sosti-
tuire, surrogare uno in un ufficio.
riiupròer e rimprover, s. m. = rim-
provero : parola o discorso di biasimo,
con cui si rimprovera; no l'è bon che
de fàmm dì rimprover = non sa che
farmi rimproveri.
rimproera e rimprovera, v. att. = ri-
prendere, ammonire, rimproverare: dire
ad alcuno parole di biasimo o di cen-
sura per cosa detta o fatta di male.
riii, s. m. = giacchio : rete tonda che,
gettata nell'acqua, s'apre e si restringe
avvicinandosi al fondo.
rinàscimènt,* s. m. = rinascimento: il
rinascere.
rinàss, v. att. = rinascere, e speoialm.
ridestarsi delle passioni.
1) Riaversi, rifarsi d' animo e di
forza; in sta bancària me éénti à ri-
nàss = in questa buona aria mi sento
rinascere.
rincresciiuént,* s. m. = rincrescimento:
quel sentimento di pena o di dolore,
che provasi per cosa che rincresce.
riucrèss, v. att. = rincrescere : avere a
noia: essere gl'ave.
1) Sentir dispiacere, essere cagione
di dispiacere: dolere: nel signif. morale
me doeùr.
riuciilà,* V. att. = rinculare, tirarsi, farsi
indietro senza voltare il corpo, indie-
treggiare.
rìnegàif*^^. att. = rinnegare, abiurare: apo-
statare, abbandonare la propria fede, la
patria, tutto ciò che l'uomo dovrebbe
amare e rispettare.
rinegaa,'* agg. = rinnegato, apostata: col-
pevole d'apostasia: chi abbandona una
religione, una dottrina o un pai'tito per
passare ad un altro.
rlnfàcià, v. att. = rinfacciare: rimprove
rare, rammentando, un benefizio o un
utile recato.
rinfòrs, s. m. = rinforzo: il rinforzare,
e quanto rinforza.
rinforsàss, v. rifl. = rafforzarsi, met-
tersi in forze: di malati convalescenti,
di bambini deboli.
rinfràucà,* v. att. = rinfrancare, rinfran-
chire, assodare dar novo vigore, ren-
dere più difficile a cedere.
1) Eifless. rinfrancai-si: pigliai'e nuovo
vigore, nuova forza, siciu'ezza ; quànd
te se sàree rinfràncaa in là leàìòn te
interogàroo = quando ti sarai rinfran-
cato nella lezione ti interrogherò.
rinfresca, v. att. = rinfrescare. Vedi ri-
frèscà, anche pei derivati.
rinfréscli, s. m. = rinfresco: apparecchio
di gelati, liquori, confetti e altro simile,
in occasione di qualche festa, solennitÈi.
rinfusa,* (ala) ai^v. = alla rinfusa: disor-
dinatamente, confusamente.
ringàliisiss,* v. rifl. = ringallettare : dar
segni di una certa baldanza.
1) Ringalluzzire: dar segni di alle-
grezza e soddisfazione.
ringrliéra, s. f. = ringhiera : riparo di
bacchette di feiTO per non cascare.
ring'ràsià, v. att. = ringraziare: rendere
grazie, significare in qualsiasi maniera
l'animo grato.
1) sàvè nò chi ringràéitL = non sa-
per chi ringraziare o si ringraziare: non
saper donde o per che cagione ti ac-
cada una cosa buona : e ironicamente
anche una cattiva.
681 —
rip
riugrràsiàmént, s. m. = ringraziamento:
il ringraziare e le parole colle quali
si ringrazia ; ghe ècrivàroo i ringrà-
siàmènt 2)er el bèli regali che 'l m'ha
faci - gli scriverò i ringraziamenti per
il bel regalo che m'ha fatto.
rinoà,* ». alt. = rinnovare: tornare a far
di nuovo una cosa, a nominare un Con-
siglio, un magistrato, ecc.
1) rinoà dna càmbitll = rinnovare
una cambiale: estinguerla con un'altra
cambialo della stessa somma.
2) rinoà l'aria in di étàné = rinnro-
var l'aria alle stanze,
rìiiocerònt,* s. m. = scarabeo rinoceronte;
scarabcaus silemis; insetto col corno
rivolto.
1) Rinoceronte: animale del genere
dei pachidermi.
rinomaa,* a^r^/. = rinomato, famoso: che
ha molta fama, che è conosciuto da
molti.
l'inlàuàsS) * r. rifl. = rintanarsi : ridursi
in luogo nascosto, rientrare nella tana:
àia aera i conili ée rintànen e se vé-
den pii = alla sera i conigli si rinta-
nano e non si vedono pili.
rintrona,* v. alt. = rintronare: fortemente
scuotere: di rumore, grido o altro qual-
siasi forte suono; s'è sentivon colp tànt
fòri che ha rintronaa tuta là cà = s'è
udito un colpo tanto forte che rintronò
tutta la casa.
rinuncia,* s. /'. = rinuncia: l'atto e le pa-
role colle quali si rinunzia; l'ha màn-
daa là eoa rinuncia à l' impiègh =
mandò la sua rinunzia all'impiego.
rinuncia,* ». att. = rinunciare, rinun-
ziare : rifiutare spontaneamente una
cosa, un ufficio, un incarico.
1) Parlando di cose di poca impor-
tanza; vorèva àndà à spàès, ma ghe
rinunci = voleva andare a spasso ma
vi rinuncio; Ve vegia oramai, e biso-
gna che là rinuncia à cèrti càprisi =
è vecchia ormai e bisogna che rinunci
a certi capricci.
rinvegnì,* v. att. = rinvenire : ritornare
in se, ricuperare i sensi; l'è rinvegniiil
dòpo mès'èra = rinvenne dopo mez-
z'ora,
1) Ammollire e rigonfiare che fanno le
cose secche messe nell'acqua ; * fung
àècch in l'acqua calda rinv^gnen po-
lid e àia svèlta = i funghi secchi nel-
l'acqua calda rinvengono bene e presto.
rinvia, * v. att. = rinviare, aggiornare :
mandare a un altro giorno anche lon-
tano; rinvia dna càusa = rinviare, ag-
giornare una causa,
rinvìo, * s. m. = rinvio, aggiornamento:
il rinviare, il differire.
rión, s. m. = rione, sestiere, quartiere.
Vedi quàrtèr.
riordina, * v. att. = riordinare: rimettere
in ordine, assestare; hoo riordinaa tUta
là mìa librerìa = ho riordinato tutta
la mia libreria.
riotin, s. m,. = scricciolo, forasiepe: spe-
cie d'uccello.
ripàr, s. m. = riparo: il riparare, difen-
dere, provvedere ; Ve on'òmm pim de
giildU'i, che 'l sa mètegh ripàr à tiitt
CÒSE = è un uomo pieno di giudizio che
sa metter riparo a tutto.
1) Ciò che serve a riparare; l'ha mièè
èii 'l ripàr cantra 'l so e àdèss chi se
età benon = ha messo su il riparo con-
ti'o il sole ed ora qui si sta benone.
ripara, v. att. = riparare, difendere, pro-
teggere.
1) ripara del sol, del veni, del frècc
= riparar dal sole, dal vento, dal fred-
do: impedire che i raggi del sole o il
vento 0 il freddo colpiscano, facciano
male, diano noia.
2) quèll che ripara el frècc ripara
'l càld = quel che ripara il freddo ri-
para ancora il caldo.
3) Porre riparo, rimediare ; l'è dna
disgràsia che nis&n pò ripara = è una
disgrazia a cui nessuno può riparare.
4) Impedire che un colpo, una per-
cossa ci colpisca; l'ha faa per dàgh
dna legnàda, ma l'è riesii à riparala
= ha fatto per dargli una legnata, ma
egli riuscì a ripararsi.
ripàràsiòn, s. f. = riparazione: il ripa-
rare.
1) esàmm de ripàrààiòn = esame di
riparazione: diconsi quegli esami che
si fanno subire ai giovani non passati
nel primo.
2) Restauro, risarcimento ; l'è dna
bèta spésa doma quéla per i ripàrà-
àiòn = è una bella spesa soltanto quella
per le riparazioni.
rìpàrt, s. m. = reparto. T. comm. e
burocr. distribuzione, divisione.
ripàsà,* V. att. = ripassare: riandare, leg-
gendo, un libro, un passo per meglio
fissarselo in mente; domdn màtìna ri-
rip
— 682
rip
pàààroo là leèidn = domani mattina
ripasserò la lezione.
1) Dar nuova mano di tinta, colore
e sim.
ripàsàda,* s. f. = ripassata: àcigh dna
ripàéàda Ma lesion = dare una ripas-
sata alla lezione.
1) Il rivedere accm-atamente ; g'hoo
daa mi dna ripàsàda ài sòmm e an-
dateti benon = ho dato io una ripas-
^sata alle somme e andavano benone.
ripètént,* s. di. = ripetente: l'alunno che
ripete la classe, perchè non fu pro-
^niosso a quella superiore.
rìpétes,* V. rifl. = ripetersi, rinnovarsi:
accadere, avvenire di nuovo; cara ti,
quièti hin scènn che se ripèti tròpp de
Spèàs = caro mio, queste son scene che
^si ripetono troppo di frequente.
ripetidór, s. m. = ripetitore : insegnante
che ripete a uno scolare a casa le le-
zioni di scuola, 0 che gli insegna ciò
in cui è rimasto indietro ; g'han tòlt
el ripetidór, ma l'ha impàraa nàgòtt
= gli hanno preso il ripetitore, ma non
imparò niente.
ripetisiòn, s. f. = ripetizione: la lezione
che fa 0 che dà il ripetitore.
1) ripetisiòn = ripetizione : quell'o-
rologio da tasca che, premendo una
molla alla campanella, suona le ore e
i quarti ; .</' hoo dna ripetisiòn dora,
che va benìsim = ho una ripetizione
^ d'oro che va benissimo.
ripèti, V. att. = ripetere: tornare a dire.
1) Dire ciò che è stato detto da al-
tri; soo nò ée Ve, ò no l'è véra; mi ri-
pèti quèll che m'han diti = non so se
sia 0 non sia vero, io ripeto quello che
m'hanno detto.
2) ripèti de pàpàgàll = ripetere a pap-
pagallo : ridire una cosa senza inten-
derla.
3) Eispondere al suono, alla voce ;
se vosi « còme se fa à fa ròba?.. »
l'eco el ripeti « roba » = se grido « co-
me si fa a far roba ? » 1' eco ripete
« roba » cioè ruba. È gioco di parole
non possibile in ital.
4) Rifare qualche cosa; han ripetuti
là àinfoma = hanno ripetuto la sin-
fonia; g'han faa ripèti el diiètt = gli
hanno fatto ripetere il duetto.
5) Opporsi, conti-adire, ridire; fa quèll
che te disi e ripèti minga = fa quel
che ti dico e non ripetere.
ripetiiii, pari. pass. = ripotuto : da ri- i
potere. |
rìpid, * agg. = ripido: malagevole a ^
salire.
ripièghi s. m. = ripiego, compenso,
provvedimento; ho troaa on ripiégh per
el moment = ho trovato un ripiego per
il momento.
riport, s. m. = rapporto: quei pezzi
che s'adattano a qualunque lavoro, per
ornamento o per supplire a ciò che
manca, e specialra. quei pezzi che si
sovrappongono a' panni, a' di-appi, co-
me disegni.
riporta, v. att. = riportare: riferire,
rapportare, rifischiare ; sta minga ben
che i ficeù riporten tiitt qi^ll che àèn-
ten à di = non sta bene che i ragazzi
riportino tutto ciò che sentono dire.
1) Rapportare : di disegni, piante e
sim. trasportare sulla carta colle do-
vute proporzioni e rapporti.
2) Rapportare: di ricamo, traspor-
tarlo da un pezzo di tela o stoffa in
un altro.
riposa,* V. alt. = riposare; prender ri-
poso, cessare dalla fatica.
1) Doi-mire : el papà l'è àndà à ri-
posa? = il babbo è andato a riposare ?
2) Di terreni, non essere coltivati
per alcun tempo, perchè riprendano
vigore; in ét'ànn hoo làsaa riposa H
me fondo = quest'anno ho lasciato ri-
posare il mio fondo.
riposo, * s. m. = riposo : quiete di corpo
e d'animo dopo cessato la fatica o
l'affanno; i profeéór qitànd Ve 'Imés
de lUj g'han propi bisogn de ripdso =
i professori quand'è il mese di luglio
hanno proprio bisogno di riposo ; Ve ,
mitiga màlaa. Ve étràcch ; coni on poo !
de ripdso. Ve bèli e guarii = non è
ammalato, è stanco; con un po' di ri-
poso è bell'e guarito.
1) D'impiegati: la giubilazione, l'e-
senzione dal servizio : Ve on màgidr
à ripdso = è un maggiore in riposo.
Vedi ritìr, 2); mèli à ripdso = met-
tere in 0 a riposo; giubbilare, dispen-
sare un impiegato dal servizio. Si dice
per celia anche di abiti, di vestimenti.
ripostili, * s. m. = ripostiglio : luogo
piccolo, appartato, dove si può o si
suole riporre della roba.
riprép, (i) s. f. pi. = le branche ; i pezzi
rip
— 683 —
ris
di una stessa scala interrotti da piano-
rottoli.
riprodu,* v. alt. = riprodurre : di nuovo
imprimere, rappresentare la stessa cosa
in disegno, in rilievo e simili.
riproduses,* v. rifl. = riprodursi, rige-
nerarsi ; ghe poden fa iUti i operàsion
che voeuren, 'ina l'è on maa che ée ri-
prodùs = gli possono fare quante ope-
razioni vogliono, ma è un male che si
riproduce.
riprodiisiòii, * s. f. = riin-oduziono : il
riprodurre, il riprodursi, e anche la
cosa riprodotta.
riprométes, * v. rifl. = ripromettersi,
sperare; Ve on operàsion déla quàl
me ripromUi on discrètt guàdàgn =
è un'operazione dalla quale mi ripro-
metto un discreto guadagno.
ripiidià; * '/;. att. = ripudiare : mandar
via, allontanar da se come cosa non
piii sua, specialm. la moglie.
rìpiignà,* v. att. = ripugnare, repugnare ;
lare, destare avversione, ribrezzo; el
glia on fa che me ripugna = ha un
fare che mi ripugna ; hin ròbb che ma
ripugna pensàj = son cose che mi
ripugna pensarle.
rìpiigiiànsa,* s. f. = ripugpanza: senti-
mento d'avversione; mi voo ài bàgn
ma Too sèmper in l'acqua coni dna
eèrta ripilgn'ànàa = io vado al bagno;
ma entro sempre nell'acqua con una
corta ripugnanza.
ripiignànt,* agg. = ripugnante, nauseante,
che fa nausea, ribrezzo; ^'/i' è niént de
piléee ripiign^nt d'òna dona eidea =
non c'è nulla di più ripugnante d'una
donna ubriaca.
rlpiilsìv,* agg. = ripulsivo : che respinge
che allontana ogni ombra di desiderio.
ripiitàsiòn, s. f. = riputazione : stima,
opinione che uno ha nel pubblico, e
assolut. intendesi di buona fama.
rìSj s. ni. = riso : oryx,a sativa : pianta
delle graminaceo il cui frutto del me-
desimo nomo si mangia cotto, per lo
più come minestra; minestra de ris e
vere = minestra di riso e cavolo; in-
ccBil ho màngiaa on bón ris e erborinn
= oggi ho mangiato un buon riso e
prezzemolo.
1) ìis in càgndn = pilìlo : sorta di
riso cotto in acqua e condito con burro
e cacio. Vedi càg'uón, 3)
2) Varietà principali di riso : rts
biànch = riso bianco, brillato ; vis ber-
tòn = riso mutico o zucco ; ris déla
China = riso secco, o di montagna o-
della Cina; ris de écùma = riso fiore,
il riso migliore, sgusciato cho sia; ris.
giàsoeu = riso patito per la nebbia ;
ris morètt = riso di color bianco na-
turale, serbatoio, assai reputato ; ris
ross = riso rossigno; ris iisiiàl = riso-
mercantile.
3) rebàtt el ris = vigliare il riso :
trebbiare una seconda il riso sfuggito
alla prima trebbiatura.
4) fa on ris e fàsom = fare un pot-
tiniccio, andare a brodetto ; farsi d'ogni
cosa un miscuglio.
risa, V. att. = selciare, imbrecciare : co-
prire di ghiaiottoli grossi por lo ritto-
una strada.
1) Arricciare : fare i j'iccioli ai capelli
e le pieghette ai pannilini.
risàda, s. f. = acciottolato, ciottolato :
la strada imbrecciata di ciottoli.
risàdìn, s. vi. = stradino : chi lavora
attorno alle strade, selciandole, lastri-
candole, ecc.
risàlt, s. m. = risalto, spicco, compa-
rita ; quèll spèco li el ghe dà on bèU
risàlt Ma sàia = con quella spera li,
fa un bel risalto la sala.
risalta, v. att. = risaltare : fare spicco,
fare molto effetto ; l'è on color che ri-
salta come = è un colore che risalta
molto.
1) fa risalta = far risaltare : mettere
in bella vista, far notare ; l'è dna tó-
pèéària che fa risalta come là mobilia
= è una tapezzeria che fa risaltare assai
la mobilia.
risarei, * v. att. = risarcire: ristorare
danni e spese.
risàrcimént, * s. m. = risarcimento : il
compenso di danni e speso.
ris'c, s. in. = rischio, pericolo, risico»
1) vèsegh ris'c, àndà à ris'c = es-
serci rischio, correre rischio, esserci^
pericolo, pericolare, correr pericolo.
2) à ris'c = a rischio : col pericolo,
nell'eventualità,
3) à ris'c e perieol = a rischio e-
pericolo: di imprese o tentativi cho
uno faccia.
4) Alea : rischio eventuale a cui va
incontro chi firma un contratto por
possibili perdite o lucri ; cor el rié'c «
ris
^ 634 -
ris
correrò l' alea : si dice di chi accousento
a quel rischio.
rise, s, m. = riccio l'invoglio spinosis-
simo della castagna.
riscàld, s. m. = riscaldamento : ribolli-
mento del sangue: l'effetto del sover-
chio moto che induce sudore ; l'kà
fiiàpaa òna tose de riseàld = si prese
una tosse di riscaldamento.
riscalda, v. att. = riscaldare : rimettere
al fuoco ciò che era freddato.
riscàldaa, agg. = riscaldato : accaldato ;
infervorato.
1) là minestra riscàldtlda là m
sémper de fi'mim. Vedi minestra^ 5).
riscàldàmciit, s. m. = riscaldamento :
il riscaldare, specialm. stanze, teatri,
magazzini e sim.
riscaldasi, r. rifl. = riscaldarsi : riac-
quistar calore.
1) Di stagiono, di tempo e sim.:
cominciare a far caldo; àpéna che se
riscalda l'aria l'è on bèli riv in mon-
tagna = appena si riscalda l'aria è
bello vivere in montagna.
2) Inanimirsi, infervorarsi in chec-
chessia ; gutLi se el se riscalda/ l'è
hon de àìidà in furia àdritùra = guai
se si riscalda! è capace di montare
addirittura in furia.
riscéra, s. f. = ricciaia: luogo dove sì
ammassano i ricci delle castagno.
riscìà, V. att. = acciottolare, selciare.
Vedi risa.
rìsela, V. att. = aggrinzare. Vedi rescià,
anche pei derivati.
ris'cià, V. att. = rischiare, arrischiare,
avventurare: mettere a risico, in pe-
ricolo ; riè' citi là vita = rischiare la
vita; el riè' eia là eoa fortuna = av-
ventura la sua fortuna; el riè' eia Vim-
piègh = arrischia rimi)iego.
i) Correr rischio, pericolo; à dormi
eoi finèéter àvèrt se ris' eia de ciàpà on
ràfredor = dormendo colle finestre aperte
si rischia di pigliarsi un' infreddatura.
riseiàda, s. f. = acciottolato, selciato.
Vedi risàda.
risciàdìu, s. m. = selciatore, stradino.
Vedi risàdìn*
ris'ciàss, V. rifl. = rischiarsi, arrischiarsi,
azzardarsi: risolversi a far cosa che
abbia in sé qualche rischio ; de nòtt
bif^ògna minga ris'ciàsà in di stràd
perdùù = di notte non bisogna arri-
-schiarsi nelle strade deserte.
1) Di coso da cui si ripugni per
modestia e pochezza d'animo; el ée
rié'ciàva minga à pària = non s'ar-
rischiava a parlarle.
2) Correre il rischio : à àndà on poo
tàrd, se ris'cia de troà là fèsta finìda
= se si va un po' tardi, s'arrischia di
trovar la festa fi ulta.
ris'eiòs, agg. = rischioso, azzardoso : che
ha in sé molto rischio ed anche chi
azzarda molto e facilmente.
riscònter, s. m. = risposta : quella che
si scrive rispondendo a una lettera.
1) Riscontro : confronto delle corre-
zioni fatte sulle prove, per vedere se
furono eseguite dallo stampatore,
riscontra, v. att. = rispondere : ad una
lettera ; el m'iià riècontraa subii = mi
ha risposto subito.
1) Eiscontrare : verificare la copia
coir originale, oppure verificare il peso
di una merce, o il numero di certi og-
getti ; àpèna à cà là riècòntra sùbit
là spésa = appena a casa riscontra su-
bito le spese.
risènt, agg. = frizzante, del vino.
risentì, * v. att. = risentire : ritenere,
sentire l'azione, l'influenza; el ne ri-
sènt àncàmò de la màlàtìa de l'ànn
pàsaa = ne risente ancora della ma-
lattia dell'anno scorso.
1) fàss risenti = risentirsi : far ri-
chiamo d'una cosa, dir contro ad essa;
el è' è faa risentì perchè Vhan tràtaa
cont pòca gentilèéa = si è risentito,
perchè lo trattarono con poca gentilezza.
risentìmènt,* s. m. = risentimento : il
dolersi d'una cosa, il rammaricarsene,
e il conseguente corruccio ; tra fràdèj
bisogna minga vègh de sti risentiment
= tra fratelli non bisogna avere di tali
risentimenti.
risèra, s. f. = risaia : terreno, luogo
dove si semina il riso; l'aria di riser
rè malsana = l'aria dello risaie ò mal-
sana ; riséra de ara = risaia aratia ;
riséra à vicènda = risaia alterna ; ri-
séra de sàpa o de vali = risaia di valle ;
riséra stàbil = risaia permanente ; ri-
séra de còdega = risaia nuova, fatta
in terreno che l'anno prima era prato.
1) inàrsci dna riséra vègia = farvi
scorrer su l'acqua durante l'inverno a
fine di prepararla alla sementa per la
successiva primavera senza bisogno di
concimazione.
— 685
ris
2) mètt dna riséra à màrseìda mas'' e
r fèniina = ridui-re una risaia in modo
t'ho i rigagnoli scolatoi della risaia su-
] ieri ore entrino nei rigagnoli adaoquatori
dell' inferiore.
3) ùsèll de riséra = pagliiiolo ; mo-
tacìlla acquatiea ; uccelletto.
I toscani non hanno che poche risaie
permanenti epperò mancano le corri-
spondenze toscane della fraseologia che
concerne le risaie nostre.
riserva, s. f. = riserva. T. milit. sol-
dati in disparte per essere adoperati al
bisogno, come rinforzo.
1) Fig. di cose tenute por certe oc-
casioni, per sopperire a' bisogni ; g' hoo
sétnper el me fondo de riserva = ho
sempre il mio fondo di riserva.
risèrvaa, agg. = riservato : particolare,
speciale.
1) càcia risèrvàda = caccia riservata :
bandita.
2) teiera risèrvàda = lettera riser-
vata : che non deve essere aperta o
letta che dalla persona a cui è indi-
rizzata.
3) pòét risèrvaa = posto riservato :
nei teatri o in altri luoghi quelli che
non possono essere occupati che da
certe persone ; per lo più da quelle che
li hanno acquistati avanti.
4) Eiguardoso: che ha riservatezza, cir-
cospezione conveniente al propriostato.
risèrvàtésa, s. f. = riservatezza, riser-
batezza : moderazione, riguardo, circo-
spezione conveniente al proprio stato ;
eì me pitls perchè 7 pària sémper con
molta risèrvàtésa = mi piace, perchè
parla sempre con molta riservatezza.
risguàrd, s. m. = guardia : foglio ripie-
gato in duo parti di cui l'una è impa-
stata alla parete interna del cartone,
l'altra protegge il frontespizio del libro.
risica,* abbiamo il proverbio : chi no ri-
sica no risica = chi non risica non
rosica, trasportato di pianta dalla lin-
gua nel dialetto. Significa : non e' è
commercio senza rischio : chi vuol gua-
dagnare qualcosa deve lischiare.
risin, s. m. e risìua, s. f. = risine :
riso di qualità piii piccola, o rottame
di riso che diamo per lo più da man-
- giare ai polli.
risirfleiì, s. m. = coltivatore, purgatore
di risi.
1) Pagliuolo. Vedi riséra, 3).
risma, s. f. = risma : della carta, venti
quaderni, ossia cinquecento fogli da
stampa, e di quella da scrivere, ottan-
tacinque quaderni di cinque fogli l'uno.
1) Fig. qualità, genere, specie ; hin
tati d'òna risma = son tutti d'una
risma.
2) Serqua, quantità, numero grande;,
póer diàol ! el g'hà dna risma de fioau
povero diavolo ! ha una serqua di fi-
glioli.
risola, * V. att. = risolare : rifare le solar
alle scarpe.
risolili, * s. m. = ricciolino : piccolo ric-
cio, ed anche bambino coi capelli ric-
ciuti.
risolòn, * s. m. o f. = ricciolone, riccio-
Iona : che ha o porta i riccioli.
risòlt , agg. = risolto : da risolvere ;
èco el quesito bèli e risòlt = ecco il
quesito beli' e risolto.
risoliisiòii, s. f. = risoluzione, delibe-
razione, decisione : proposito pronto ef-
fettivo.
1) ciàpà dna riéoliisiòn = prendero..
fare una risoluzione : risolversi.
risoluto, agg. = risoluto, coraggioso, ar-
dito, pronto all'operare.
1) on fa de riéolùto = un piglio-
fermo, animoso.
risolv, V. att. = risolvere : di problemi,,
quesiti, trovare il valore dell' incognita
che risponde ai dati del problema, del
quesito.
1) Decidere, definire, schiarire : là
quistión là risòlvi mi in quàter pa-
rèli = la quistione la risolvo io in quat-
tro parole.
risolvènt, pari. pres. = risolvente : che
risolve, specie di medicamenti.
risòlves, v. rifl. = risolversi, deliberare,
decidere : determinar di fare, prenderò
una risoluzione.
1) Di una malattia : chiarirsi, speci-
ficarsi, determinarsi ; i gran fèver che
'/ g' aveva so é'hin risoli in d'on tifo
= le grandi febbri che aveva si sona
risolte in un tifo.
risolviiii, pari. pass. = risolto. È forma
antiquata e presso a spegnersi.
rison, s. m. = risone : specie di riso i
cui chicchi sono più grossi di quelli
del riso comune.
risòrg", V. att. = risorgere ; rièórg de
ììiòrt à vita = risorgere da morte a
ris
686 —
ris
vita : di miglioramenti grandi e im-
provvisi.
l'isorgrimént,* s. m. = risorgimento : il
risorgere. E quasi per antonomasia, il
risorgimento d'Italia, per cui s'affrancò
dalla dominazione straniera.
l'ìsòrsa, s. f. = risorsa, rincalzo : van-
taggio, per cui ci sentiamo riavere, ci
possiamo aiutare ; V àvè vcngiiiii ài lòti
l'è étàda dna riéorèa = l'aver A'into al
lotto è stata una risorsa.
1) Partito, espediente, ripiego, ri-
presa ; r è on òmni che glie mtLnca
minga de visore = è un uomo che non
^li mancan riprese.
2) se no te g'het ttltra riéorèa = se
non hai altra ripresa, se non hai altri
moccoli.
rìsòtt, s. m. = risotto : minestra fatta
di riso asciutto, condito con burro, for-
maggio zafferano ed altri ingredienti.
1) Quelli che vanno in teatro, pa-
gati per applaudire.
rispàrmi, s. m. = risparmio : lo spen-
dere parcamente e con profitto ; fare
avanzi del proprio danaro.
1) E il danaro risparmiato : coi so
rispù,rmi l'ha compraa el càpèll noeuv
= coi suoi risparmi ha comperato il
cappello nuovo.
2) sénsa rispàrmi = senza risparmio,
con profusione.
l'ispàrmià; 'v. alt. = risparmiare : far
risparmio d'una cosa, non usare, non
fare, serbare ad altro tempo ; riàpàr-
mitl i dànee = j'isparmiare i danari ;
risparmia 'l fìaa = risparmia il fiato :
consigliando che è inutile parlare ; ri-
sparmia là vòs = risparmiare la voce,
non la sforzare.
1) no ghe le risparmia à nisùn =
non la risparmia a nessuno : non la
perdona ad alcuno.
2) risparmiti mtoiga fàdìga = non
risparmiar fatica : non perdonarla a
fatiche, lavorare indefessamente, fati-
cando.
3) Tralasciare ; domdn te pddet ri-
sparmia de vegnt de niin perchè éèmm
via Ititi = domani puoi tralasciare di
venire da noi, perchè siamo via tutti.
risparmiati, (tanti) = tutto risparmio !
Dicesi quando per qualunque ragione
non spendiamo quel che avevamo de-
terminato di spendere.
rispètà; V. att. = rispettare : portare ri-
spetto, avere in rispetto : ed anche non
offendere, non ledere ; bisógna rispètà
là roba di Alter = bisogna rispettare
la roba degli altri.
1) fase rispètà = farsi rispettare: farsi
valere, non farsi mancare di rispetto.
rispètàss, V. rifl. = rispettarsi: aver ri-
spetto a se medesimo; astenersi da tutto
ciò che offenda il proprio onore, la pro-
pria riputazione ; on òmm che ée ri-
spètà le pensa nànea dna ròba com-
pagna = un uomo che si rispetti non
la pensa neppure una cosa simile.
rispètàbil, * agg. = rispettabile; che me-
rita rispetto, riguardo.
1) Per scherz. e iron. grande, grosso:
el g'hà on gceubb rispètàbil = ha una
gobba rispettabile.
rispètós, * agg. = rispettoso: che ha ri-
spetto, mosti-a rispetto.
rispètt, s. m. = rispetto; sentimento di
deferenza, di riguardo verso una per-
sona.
1) rispètt l'iman = rispetti umani:
paura d'offendere l'opmione degli altri
la quale ci impedisce di agire.
2) pèrd el riépètt = perdere, togliere
il rispetto: non aver più stima a uno,
mancargli d'ogni riguardo. Per celia e
famigliarm. noi lo diciamo anche di un
figlio che cresce più alto di babbo e
mamma o dei fratelli maggiori.
3) cont pòcch rispètt pàrlànd = con
rispetto parlando: dicesi pronunziando
palmole e frasi contrarie alla decenza,
per farsele scusare.
4) rispètt à.... = in rispetto, a ri-
spetto, in confronto, al paragone : ri-
spètt à ti el par piscinin come = in
confronto a te par molto piccolo.
5) à tàola e in lètt ghe voeur m inga
de rispètt = né a tavola, ne in letto, ci
vuol rispetto : prov. un po' ti'iviale per
dire che a tavola e in letto si devo po-
ter stare con libertà.
risplénd, v. att. = risplendere ; rinfor-
zativo di splendere.
rispònd, * v. att. = rispondere, parlai'e o
scrivere ad alti'i, secondo che uno è stato
inteiTOgato.
1) rispònd à ton = rispondere a tono;
conforme alla domanda.
2) rispdnd ài èàlud = rispondere al
saluto : salutare chi ci ha salutato.
3) rièpond à l'àpèll = rispondere alla
687 —
ris
chiama: nelle riunioai, nello assemblee,
dire che si è presenti.
4) Eibattere, rimbeccare ; i fiau polìd
glie rispondeu minga ài papà e alla
marna = i ragazzi di garbo non rispon-
dono ai genitori ; mss vun ò vuna che
rispònd = essere rispondioro, rispon-
diera ; che ò facile a rispondere.
5) T. di gioc: giuocare la carta del
. medesimo seme di quella giocata da
altri.
6) riépond d'ona persona = rispon-
dere di una persona: esserne malleva-
dore. Si dice anche di coso.
risporscèll, s. m. = riccio, spinoso, por-
cospino: animale che ha la pelle mu-
nita di aculei ; specie di spine.
1) vèss gràsios come on risporscèll
essere gentile come uno spinoso : di per.
ruvida, sgarbata.
rispósta, s. f. = risposta : il rispondere
e il modo di rispondere, e la lettera
che serve a rispondere a un' altra let-
tera.
1) bota e risposta = botta e risposta :
il rispondere con prontezza; ad un motto
pungente. Vedi bota, 3).
riss, s. m. = riccio, ricciolo : ciocca di
capelli inannellati e cadenti,
1) La parte superiore ricurva del ma-
nico del violino.
riss, agg. = ricciuto, crespo, arricciolato:
càvH risa = capelli arricciolati.
ristabilì, v. att. = ristabilire. Vedi re-
stàbili.
ristàbiliss, v. rifl. = ristabilirsi : riac-
quistare la salute.
ristagli, s. m. = ristagno, ristagnamento:
del sangue che si ferma, quasi impa-
luda tra carne e pelle e produce un
malanno.
1) Fig. Impedimento al procedere del
commercio, d'un negozio, d' un affare;
gli'è 011 gran riètàgn in di àfàri ; se
guàdtlgna pil nàgòtt = c'è un gran ri-
stagno negli affari ; non si guadagna
più nulla.
ristampa, s. f. = ristampa : nuova edi-
zione di un libro, o nuova stampa di
un'edizione vecchia.
ristampa, v. att. = ristampare : pubbli-
care nuovamente un libro ; g'hoo tòrt
se spéri che 'l me vocabolàri el riétàm-
pen ? = ho torto se spero che il mio
vocabolario lo ristampino ?
ristocràticli, agg. = aristocratico. Vedi
àristocràtich.
ristor, s. m. = ristoro: conforto mate-
riale 0 morale ; quèla bela àrièta chi Ve
on gran ristdr = questa bella arietta è
un gran ristoro.
ristora, v. att. = ristorare, dar ristoro :
recar conforto, sollievo ; quànd èè g'hà
set dna bona tàéa d' àcqica frièta là
ristora propi-i = quando si ha sete una
buona tazza d'acqua fresca, ristora dav-
vero.
ristoràiit, s. m. => ristorante: luogo dove
uno, mangiando e bevendo, si può ri-
storare.
ristréng-, * v. att. = ristringere, restrin-
gere: di sostanze medicamentose, indurre
stitichezza, arrestare il flusso del ventre;
el tàmàrtnd el ristreng = il tamarindo
restringe.
ristrénges,* v. rifl. = ristringersi : farsi
pili stretto, ridursi a minor larghezza;
là càrna à cceus là sé ristreng = la
carne cuocendo si ristringe.
1) Fare maggiore economia, rispar-
miare nelle spese di casa ; hèmm do-
mili riàtrénges per no fa brìitt figUr =
abbiamo dovuto ristringerci per non far
brutto figure.
2) Rientrare : di cosa che si accorci,
e specialm. del panno che si accorcia
bagnandolo. Si dice più spesso ritiràss.
ristretésa, s. f. = ristrettezza: condi-
zioni domestiche non buone, mancanza
di mezzi.
ristrètt, agg. = ristretto : augusto , dì
poca estensione ; g'hèmm on àpàrtà-
mént on pò riàtrètt = abbiamo un ap-
partamento un po' ristretto.
1) Di prezzo: il minor di cui si possa
vendere una cosa. Usasi anche assolut.
el ristrètt = il ristretto.
2) Di brodo, vivande, etc, concen-
trato, cotto con poco liquido, con tutto
il proprio sugo.
3) Bisognoso ; in istrettczzo.
risiiltà, v. att. = risultare: mostrarsi evi-
dente, venire di conseguenza ; à mi me
risalta che iér gK èra in pàés pòca
gent = mi risulta che ieri in paese c'era
poca gente.
risiiltaa, s. m. = risultato : ciò che ri-
sulta, il fatto che risulta ; el g'hà perd
àviiii on bel risiiltaa del éò làorà = ha
però avuto un bel risultato dal suo la-
voro ; là màgiór pàrt di vòlt ée fàdìga.
ris
688 —
rit
se inèegna e àe g'hà minga de risilltaa
= la maggior parte delle volte si fatica,
si insegna e non si hanno risultati.
risuscita, v. att. = risuscitare. Vedi re-
siiscita.
risvolt, s. m. = manopola; ciascuna delle
liste traversali nelle maniche, che co-
prono i polsi.
ritàià,* V. att. = ritagliare : di un dise-
gno, tagliarlo secondando le linee ester-
ne, che lo chiudono.
rìtàj,* s. m. = ritaglio: pezzo non grande
di panno, di drappo o simil. tagliato o
rimasto d'una pezza. Anche scàinpol.
1) Sciavero : ritaglio di stoffa avan-
zato dal tagliare vestito, o sim.
2) Biracchio: pezzetto, ritaglio, avanzo
di roba.
3) Tritoli: rimasuglie, limature di ori-
ficerie.
ritàrd, s. m. = ritardo: ritardamento, in-
dugio.
1) vès§, vegnl, riva in ritàrd = es-
sere, venire, giungere in ritardo ; cioè
di quel che s'aspettava o è fissato.
ritarda, v. att. = ritardare: indugiare a
giungere ; me par che ineoeu el pòrtà-
lèter el ritarda = mi pare che oggi il
procaccino ritardi.
1) Dell'orologio: andare troppo lento,
andare in dietro ; el me orològg el ri-
tarda éémper de clnqu miniitt = il mio
orologio ritarda sempre di cinque mi-
nuti. Anche tarda.
ritég'u, s. m. = ritegno, riparo, ostacolo:
éénéa ritègn = senza ritegno: senza modo
né misura.
ritegni, v. att, = ritenere : credere, sti-
mare, essere persuaso ; mi ritegni che
el guarirà = io ritengo che guarirà.
ritensiòn d'orina,* s. f. = ritenzione di
orina, o ritenzione: iscuria, difficoltà
di emettere l'orina.
ritentiva, s. f. = ritentiva: la facoltà di
ritenere a memoria.
ritìr, s. m. = ritiro: luogo ritirato, ap-
partato, dove uno vive isolatamente.
1) Convento dove ci si ritira dal
mondo o dove alcuni mettono lo fan-
ciulle ad educarsi e istruirsi.
2) in ritìr = in ritiro, in riposo: di
impiegato giubbilato ; l'è on giÈdes, on
capitani in ritìr = è un giudice, un
capitano in ritiro, in riposo.
ritira, v. att. = ritirare : tirare in den-
tro, far rientrare in se stessa alcuna
cosa.
1) Di denari, riscuoterli, metterli in
tasca 0 in cassa; èont àndaa à ritira
el me étipmdi = sono andato a ritirare
il mio stipendio.
2) Di lettere, merci, roba, prenderlo
dalla dogana, dai luoghi d'arrivo, dalla
posta, e sim.
4) ritira la paròla = ritirar la pa-
rola: annullarla, disdirla.
ritiraa, agg. = ritirato, appartato.
ritiràda, s. f. = ritirata: il ritirarsi dei
soldati al quartiere la sera, e il cenno
che se ne dà colle trombe, colla mu-
sica.
1) Il ritirarsi dell'esercito in campo
contro al nemico.
2) bàtt in ritiràda = battere in ri-
tirata ; andarsene da un luogo.
3) Luogo comodo, gabinetto, latrina.
ritiràss, v. rifl. = ritirarsi , ritirarsi : ti-
rarsi, andare , farsi indietro : mi me
sont ritiraa per làsàll pàsà = io mi
sono ritirato per lasciarlo passare.
1) Desistere, cessare da ciò che uno
ha intrappreso : ritiràsà à fa 'l scior
= ritirarsi a fare il signore.
2) Ritiràsà dai esàmm = ritirarsi
dagli esami ; non prender più parte
agli esami e sim.
3) Rifuggirsi, ricoverarsi in un luogo.
4) Da un ufficio, incarico o altro;
lasciarlo, rinunziarvi.
5) Rientrai-e : di panno o drappo o
sim. che, bagnato, si accorci.
ritocà, V. att. = ritoccare. T. dei pittori.
ritornèll, s. in. = ritornello : verso o
strofa intercalare ; che si fa di quando
in quando, a intervalli.
1) T. music. Il ripetere che si fa
un ti'atto di musica a intervalli.
ritorno,* s. m. = ritorno: il viaggio
che si fa per ritornare.
1) Ritorno, rimeno; càrQéa, cavai
de ritorno = cai'rozza, cavalli di ri-
torno, di rimeno ; che tornino al luogo
d' onde sono partiti, avendo portato
. passeggeri a un luogo.
2) fà'l bàli del ritorno = fare il
ballo del ritorno, del ritessere ; tornare
indietro.
ritràtà, v. att. = ritrarre, ritrattare:
fare il ritratto a uno.
ritràtàsiou, s. f. = ritrattazione, il ri-
trattarsi disdicendosi; se Vhà voriiii
rit
— OSO
càràsrla Vhà doinlii fa on fior cVóna
ritràtàsiióii = se ha voluto uscirne ha
dovuto fare un fior di ritrattazione.
rìtràtàss, v. ri/I. = ritrattarsi, disdirsi:
dire il contrario di quello che si è
detto.
riti'àtìsta, s. m. = ritrattista : pittore
cilio fa e che ò valente nel fare ri-
tratti.
ritràtt, s. m. = ritratto, effige : la ri-
produzione artistica di una figura.
1) ■«(■§§, pari l ritràtt de mn = es-
sere, parere il ritratto di uno; somi-
gliargli molto così da parer lui.
2) vèss pàrV l ritràtt dèlcc sàlud =
essere, parere il ritratto della salute ;
avere aspetto florido.
3) fài-s,fà't ritràtt = farsi ritrarre;
farsi fare il ritratto.
rìtroàto, s. m. = ritrovato : invenzione,
ritrovamento di qualche cosa; là mi-
f/rinlna per el mài de tèUa Ve staa
on gran bèli ritrotito = la migrinina
per il mal di testa , è stato un gran
bel ritrovato.
rifluì,* V. att. = riunire, ricongiungere,
mettere insieme.
1) Accentrare, concentrare : far che
in un sol luogo o in una ^ola persona
siano tutte lo attribuzioni e le cariche
amministrativo di uno Stato, di una
città, di un Istituto.
rinuión, * s. f. = riunione, adunanza:
persone riunito a caso o por convegno.
riuniss,* t\ rifl. = riunirsi, radunarsi in-
sieme.
riiisi,* V. att. = riuscire. Vedi : riesì.
riusìda,* s.f. = riuscita: successo, evento;
quèll fioeil pareva minga che'l doèèè
fa dna riusìda insci bòna = quel ra-
gazzo non pareva dovesse fare una
così buona riuscita.
riva, s. f. = riva, proda: il terreno che
termina al mare o a un corso d'acqua
qualsiasi; el .Ha àula riva à giiigà à
fa Salta i piòd = sta sulla riva a gio-
care a rimbalzello.
1) Eipa, riva: luogo scosceso.
2) Proda, sponda, ripa: la parte
esterna, l'orlo di checchessia: là riva
del viti, dèla strada = la proda del
_ viale, della strada.
riva, V. att. = arrivare, giungere: es-
sere al termino del cammino : nel
luogo a cui si ora dirotti.
4t
1) Di cose, merci, lettere, o sim. ;
è rivaa 'l pese = è arrivato il pesce.
2) Bastare al bisogno: di misura, di
numero; là eòrda là riva nò = la
corda non arriva.
3) Di chi vada in uq luogo coli' in-
tenzione di non fermarcisi che pochi
momenti ; rivi Ma pitsa e torni =
arrivo alla piazza e torno.
4) riv(l «... arrivare a...: di cose:
arrivare a qualche cosa: essere vicino
tanto da poterla toccare o prendere ;
el vàs l'è tròpp alt; ghe rivi minga =
il vaso ò troppo alto ; non ci arrivo.
5) Parlando di tempo, durare, con-
servarsi, vivere fino a quel tempo ;
el pàpàgrtind l'è rivaa ài vofànt' ànn
= il nonno arrivò agli ottant'anni.
6) Di numero , misura , compirla :
el forment el riva minga à cent éàccli
= il frumento non arriva a cento sacchi.
7) riva à... = arrivare a...: riuscire
a...; rivi à guadagna cent frànch al
inés = arrivo a guadagnare cento fran-
chi al mese.
8) Ammontare, ascendere, sommare:
detto di un conto di più partite o del-
l'insieme di più valute: là spèsa là
l'iva minga à trenta frànch = la spesa
non arriva a trenta franchi.
rivàgrli, V. att. = arrivarci: capire quel
che altri dice in modo un po' velato ;
l'è tròpp ignordnt; el ghe rica minga
= è troppo ignorante; non ci arriva.
rivai, s. ni. = rivale: chi concoiTe con
le stesse pretensioni d'altri allo stesso
amore, e per estens. emulo.
rivalsa, s. f. = rivalsa, ricambio. T. di
commercio.
rivanga, v. att. = rivangare: riandare
una cosa spiacente.
rivede, v. att. = rivedere: esaminare di
nuovo per correggere.
1) rivede i eiint = rivedere i conti:
tornare a farli, vedere se essi tor-
nino.
rivedérci (à), = a rivederci: commiato
che si danno gli amici.
rivelàsión,* s. f. = rivelazione: quanto
balena alla mente richiamando fatti
prima ignoti.
rivèiid,* V. att. = rivendere: vendere al
minuto ciò che uno ha comperato al-
l'ingrosso.
1) Vendere di nuovo; l'ha compraa
on cavali per cent màrèngh e Vhà ri-
— 690 —
rob
vendilii per centciiiquànta = ha com-
perato un cavallo per cento marenghi
e l'ha rivenduto per centocinquanta.
rivéndita,* s. f. = rivendita: il riven-
dere, e il luogo dove uno rivende la
roba, la merce; paga là tàsa (Veser-
ctsi e rivendita = pagare la tassa di
esercizio e rivendita.
riveuditór,* s. ni. = rivenditore : chi
rivende al minuto la merce comperata
all'ingrosso.
rivérber, s. m. = riverbero, reverbero:
quel disco di metallo che si mette ai
lumi, perchè riflettano maggior luce.
1) L'effetto di riverberare: el ri-
vérber del éo el me inMpa là vièta =
il riverbero del sole mi abbaglia la
vista.
2) eitir col rivérber = lume a river-
bero ; il lume munito di riverbero.
rìverénsa, s. f. = riverenza, reverenza,
inchino: saluto d'onoro che si fa chi-
nando la testa e la persona.
riyerì, v. att. = riverire: far segno di
rispetto 0 d'ossequio con atti o parole.
1) riveriéi = riverisco, la riverisco;
si dice incontrando una persona.
riverisco, riverita e riverito, = riveri-
sco, riverito. Vedi sopra : ri veri 1).
rivesti,* *•. att. = rivestire : incorniciare
con mattoni, pietre o altro, muri, for-
, tifìcazioni. e sim. ; l'èra on bàstiment
tUtt' rivestii d' àsàl = era un basti-
mento tutto rivestito d'acciaio.
rivi, s. m. = capecchio : la materia
grossa e liscosa che si trae dalla pri-
ma pettinatura del lino e della ca-
napa, avanti la stoppa ; impienì de
rivi dna poltrona = riempire di ca-
pecchio una poltrona.
rivìncita,* s. f. = rivincita: la partita
che si fa, perchè il perdente possa ri-
farsi.
1) Vendetta, ricambio ; hoo faa dna.
figura minga tròpp bela ma prèsi
g'àvàroo là rivincita = ho fatto una
figura non troppo bella, ma jìresto
avrò la rivincita.
rivista,* s. f. = rivista, rassegna: l'ispe-
zione dei soldati che si fa da un su-
periore.
1) E' anche il titolo di qualche
giornale o periodico.
rivòlg,* V. att. = rivolgere, volgere, di-
rizzare; rivòlg là parola = rivolgere
la parola ; indirizzare a uno una do-
manda ; parlargli.
1) rivolge s à quèidun = rivolgersi
ad alcuno; richiederlo d'aiuto di con-
siglio, di difesa.
Rivòlta, s. f. = Eivolta: borgo di Lom-
baidia suIl'Adda. Ne abbiamo cavato
i giuochi di parole; andà à Rivòlta,
manda à Rivòlta = per dire che si
fa per so o si fa fare per altri un
abito rivoltato perchè un po' logoro
sul suo ritto.
rivolta, * V. att. = rivoltare, rivolgere :
volgere sottosopra.
1) rivolta H stòmegh, e semplic. ri-
volta = rivoltare lo stomaco, rivoltare :
di cose schifose o turpi che muovano
il vomito.
rivoltàss,* V. rifl. = rispondere con ar-
roganza: ribellarsi, far rivolta, som-
mossa.
rivoliisiòn, s. f. = rivoluzione: solleva-
zione del popolo per distruggere o mu-
tare il proprio governo; là famósa ri-
voliisiòn di cinqu giorntid.
rivoliisionàri, s. in. = rivoluzionario :
chi ò del pai-tito della rivoluzione.
riviilsiv, * agg. = rivulsivo: medica-
mento atto a deviare una malattia, un
umore.
roba, s. f. piar, robb, = cosa, roba:
nome di termine generalissimo e si
dice di tutto quello che è o che può
essei'e in qualunque modo.
1) D'oggetti materiali che servono
ai bisogni materiali dell'uomo: i ròbb
nece^àri tlla vita = le cose necessarie
alla vita.
2) Di tutto ciò che avviene; l'è stàda
pròpi dna ròba importuni, incredibil =
cosa importante, incredibile; l'è on al-
tra ròba = è un'altra cosa.
3) Di tutto ciò che si fa; bisógna fa
dna ròba Ma vòlta = bisogna fm:e una
cosa alla volta; fa dna ròba = fa una
cosa ; fam, nel consigliare, proporre, eÀ
anche con aria di comando; hin mingaT
ròbb de fa = non sono cose da farsi:]
])er correzione più che per rimprovero;!
ami de sti ròbb? = a me queste coso'?
con senso di rimprovero e di minaccia.
4) Di tutto ciò che si dice; te diroo
dna ròba = ti dirò una cosa: per chia-
mar l'attenzione su quello che si vupl
dire; di di bèj, di briitt ròbb = dir delle
belle, dolio brutto cose.
rob
G91
rob
5) Di (luanto può formare oggetto di
una cogaizione o d' altra operazione
della mente; pensa à dna ròba^ desmen-
iegàéè (Vòna ròba = pensare a, dimen-
ticarsi di una cosa.
6) vèss là stèàa roba = essere la stessa
cosa; non esserci differenza.
7) tùt' filtra ròba = tutt' altra cosa:
diversissima.
8) i éò ròbb = le sue cose; le proprie
occupazioni, i propri interessi ; mèti à
post i so ròbb = assestar le suo cose.
9) vègli i so ròbb = aver le sue cose,
rivedere: di donna, le sue ricorrenze.
10) qiièla ròba = quella cosa: indi-
cando cosa nota alla persona con cui
si parla, quando non si vuol nominarla
0 non se ne ricorda il nome; règh on
poo de quella ròba = avere un po' di
criterio, di discernimento o prudenza.
11) vègh dna ròba = avere una cosa:
detto di qualità, requisiti particolari,
sui quali si vuol richiamare l'attenzione;
Ve on bòn fioeu, via ^Ig'hàòna ròba;
Ve on 2)00 testàrd = è un buon figliuolo
ma ha una cosa; è un po' testardo.
12) cèrti ròbb = certe cose: di cose,
poco regolari, alle quali si accenna senza
indicarle; cèrti ròbb on ffmu polìd ie
dis minga = certe cose un ragazzo a
modo non le dice.
13) dna ròba giusta, polìda = una
cosa giusta: né troppo, né poco.
14) vèss minga dna grati ròba = non
essere gran cosa: di persona o di cosa
per dire che ha sì certo qualità, ma
non nel grado che si crede.
15) ròbb de... = cose di, del...: indi-
cando un ordine determinato di cose;
ròbb de scòla = cose di scuola; ròbb de
Valter mond = cose dell' altro mondo:
le soprannaturali, le stranissime. In
senso spregiat. anche ròbb de ciòd =
cose da orbi, robe da chiodi ; ròbb che
bisa Vària = cose che fìnano l'aria.
16) là prima ròba = la prima cosa;
per prima ròba = per prima cosa: in-
nanzi tutto.
17) pòca ròba = poca roba; pochis-
simo.
18) Esclamaz.; che ròba! o ma che
ròba ! = che cosa ! ma che cosa ! espri-
mendo rincrescimento o meraviglia.
19) Ve dna ròba de nièiU ! = è una
cosa da niente I é affar da nulla ! Per
antifrasi, di cosa grave, di molta im-
portanza.
20) Ve minga roba per ini = non è
affar mio: di cosa di cui non vogliamo
occuparci assolutamente.
21) còme se fa à fa ròba? - ròba!
Vedi ripètt, 3).
22) i ròbb de cà = le faccende di
casa.
23) fa i so ròbb = fai" le sue cose:
far testamento, prendere i sacramenti,
prima di morii-e.
24) fa dna ròba éànta = fare una
santa cosa: di buona azione che faccia
molto bene a qualcuno.
25) mctt i ròbb in grand = esagerare:
aggrandire le cose.
20) tra, àdree là ròba = gettar via la
roba: darla o venderla per meno del
valore.
27) là ròba Ve de chi le gòd = la
roba non è di chi la fa, ma di chi la
gode.
28) là par ròba robMa = par roba
di ladri, del Comune.
29) Ve ròba trotlda = è roba trovata:
quando ci vengon dati danari che non
s'aspettavano.
roba, V. att. = prendere, agguantare: ap-
propriarsi 1' altrui indebitamente e di
nascosto; nVhan robaa H borèìn = mi
hanno rubato il borsellino.
1) Ve tànt làder chi ròba còme chi
tén à man = tanto è ladro chi niba
quanto chi tiene il sacco.
2) i ròbi minga ve! opp. voo minga
à robtij = non li rubo mica! I quat-
trini : dice chi non vuole spendere più
di quanto può ed é accusato d'avarizia
ingiustamente.
3) roba siil pés = rubare nel peso ;
di chi vende o dà meno di quel che
dovrebbe.
4) roba 'l mestee = rubare il me-
stiere; entrare in un campo che non è
il nostro, che ò d'altri.
5) roba coi oeucc = nibar cogli oc-
chi: guardare attentamente, appassio-
natamente.
6) Sottrarre, levare : el ròba i or ài
èògn per studiti = ruba le ore al sonno
per studiare.
7) robtl sUla spésa = furfare: rubare
sulla spesa, mangiare sulla sporta.
robàcoeùr, s. m. = rHbacori: d'uomo o
rob
— 692 —
roi
di donna che innamori facilmente;
bello, buono, da farsi voler bene.
robàda, (ròba) = roba rubata: si dice
della merce venduta a vilissimo prezzo.
robàia, s. f. = robaccia: pegg. di roba.
robàlìsi, s. m. = rubamento, rapina,
furto, ladroneccio: il rubare.
l'òbàmàsètt, s. m,. = rubamonte: sorta
di giuoco colle carte dove, secondo
celie regole, 1' uno prende il monte
dell'altro e vince quegli a cui rimane.
ròbàmestee, s. m. = guastalarte, gua-
stamestieri. Vedi ^nàstàntestee.
robàtà, V. att. = rubacchiare : freq. di
l'ubare.
ròbb, s. m. = coso : uomo stupido o
malfatto: cos'hoo de fànn de quèll
ùmtn li; Ve on ròbb = cos'ho da farne
di quell'uomo li; è un coso.
1) Arnese: cattivo soggetto; F è on
bèli ròbb, va là ! = ò un liell' arnese,
va là!
robéta, s. f. = robina, coserella: dim.
vezz. di roba.
1) Robetta: con senso un po' dispre-
giativo; roba di poco conto.
robetìii, s. m. = e
robin, s. m. = cosino, cosettino: Di
pers. e specialm. di bambini e di
donne, magrine, mingherline, esili.
ròbia, s. f. = robbia: rubia tinctorum ;
pianta colorante di macchia, la cui ra-
dice è usata dai tintori.
robioeùla, s. f. usato per lo più al
plur. = formella : panello tonde e
piane di corteccia di quercia o corro,
già usata per la concia del cuoio. Si
usano come combustibile, specialm.
per le stufe.
1) Raviggiolo: cacio freschissimo, te-
nero, fatto di latte di capra.
robiolàtt, s. m. = venditore o fabbri-
catore di formelle da ardere.
robioliU) s. m. = raviggiuolo: specie di
piccoli formaggini: sono celebri quelli
di Montàvègia = Montevecchia.
1) Pioppino: specie di cappello da
uomo che rassomiglia a una cappella
di fungo.
robiòn, s. m. = scotano: specie di le-
gno giallo venato di verde.
robìoràtt, s. tn. = fungacelo anneb-
biato: di cappellone grande e man-
trucciato.
robiorìn, s. m. = fanghino annebbiato:
fungo con piccolo cappello mantiucciato.
robust, agg. = robusto: forte, gagliardo
di membra, sano ; mi preferìsi vègh
on fioeù robust che on fioeu bèli = io
preferisco avere un figlio robusto che
un figlio bello.
l'obiistèsa, s. f. = robustezza: forza, vi-
gore di membra sane.
rdca, s, f. = ròcca, conocchia: arnese
per lo più di canna, del quale si ser-
vono le donne per filare.
1) pari dna ròca = avere il corpo
come una canna: di persona secca e
lunga.
rocàda, s. f. = roccata, conocchiata:
quanta lana si mette sulla rocca per
filare in una volta.
1) Colpo dato colla rocca.
rocadìu, s. m. = sinighella: seta infima
che si trae dai bacacci e che si fila in
guindane.
rocàtt, s. m. = fabbricatore di rocche.
rochetee, s. ?n. = Fabbricatore, vendi-
tore di rocchetti.
1) Voce di grande spregio, da non
sentirsi sulla bocca di persona dab-
bene.
rochetéra, s. f. = rocchettiera : disco
con piantati in giro grossi aghi su cui
si infilano i rocchetti: l'usano le sarte
perchè le operaie lavorino con mag-
giore comodità e lestezza.
rochètt, s. VI. = accappatoio : manto di
pannolino increspato da capo, che si
mette indosso quando uno si pettina.
1) Roccetto : cotta con le maniche
lunghe e strette al polso. Serve ad
alcune dignità ecclesiastiche e ai Ve-
scovi.
2) Rocchetto: piccolo pezzo di legno
cilindrico, forato per il lungo, su cui
è avvolto il filo : si usa negli incan-
natoi e, più piccolo, dalle donne per
cucire e lavorare.
rococò, s. f- = roccoccò : sorta d' orna-
mento bizzarro usato nella seconda metà
del secolo xvii. T. d'arch.
1) E' il nome nostro di una specie
di carrozza a quattro ruote, con spon-
de bassissime e col guscio che posa
sulle sole molle.
rococò, (ala) avv. = alla roccoccò, alla
gi'ottesca, grottescamente : di tutto ciò
che è un po' goffo, carico d'arzigogoli.
ròcol, s. r)i. = paretaio: quell'aiuola dove
si distendono due reti che per mezzo
di un ordigao si fanno scattare su un
roc
- 693
boschetto situato in mezzo e dove si
posano gli uccelletti clie si chiappano,
e il boschetto stesso.
1) Di luogo pericoloso, o dove si
può incontrar danno : quela cà II Ve
propi el rdcol di gioin = quella casa
è proprio il paretaio per i giovani.
rocolàj V. att. = irretire, uccellare: chiap-
par nelle reti ; specialm. nel fig. cir-
condare di lusinghe e ingannare.
rocolà ben, v. att. = formarsi un bel
palco : degli alberi, spandere la chioma
in sfera.
rocolaa, agg. = Di pianta coi rami a
trcijpiedi od opposti, o tricotomi.
rocolàda, s. f. = uccellazione, irreti-
mento: il prendere uccelli al paretaio,
e la quantità di uccelli presi.
rocolàdor, s. m. = uccellatore: chi prendo
al paretario.
roda, iS. /". = arenaria: nome di una are-
naria di Viggiù che si usa per arrotare
i marmi, ossia per dar loro il pulimento.
roda, r. att. = scroccare, andare a spa-
gliare: di pers. che mangiano e bevono
gratis, a spese altrui.
1) Euttare, eruttare: dell'aria che
esce con impeto e rumore^ dallo sto-
maco.
2) roda, 0 specialm. rodmé = rodere,
rodersi: di abiti che per sfregamento
specialm. agli orli riescono come rosic-
chiati.
ròdàbiisèccli, s. m. = uggioso, leva fiato,
mozzafiato: di pers. noiosa, che uggi-
sce. Meglio roseg-àbiisècch.
rodeg'à, v. att. = tormentare, seccare:
specialm. di chi secca, uggisce con
continui brontolamenti .
rodegàss, v. rifl. = rodersi: consumarsi
dentro per rabbia, rancore e sim, : el
pò minga età ben; noi fa che rode-
gàss = non può star bene; non fa che
rodersi.
rodèla, s. f. = rotella: piccola ruota.
1) Eotellina: specialm. quelle che si
mettono ai piedi delle poltrone, dei letti,
ecc., per condurle qua e là.
2) Spronella: la stelletta dello sprone,
colla quale si punge il cavallo.
8) rodèla di ràviaeù = sprone: piccolo
disco metallico per recidere i lembi de-
gli agnolotti e d' altre paste si che ri-
mangano frastagliati a smerlature o a
festoni.
rodili, s, m. = ruotino: una delle ruote
piccole davanti al legno.
rodòii, s. m. = ruotona: gran ruota.
1) Scroccone, cavalier del dente: che
va a spagliare.
2) Eitrecine : sorta di macchina che
serve a facilitare il moto in alcuni nio-
lini a acqua.
roèiit, agg. = rovente, infocato, arroven-
tito.
roeiità, ». att. = arroventare, roventare :
scaldare al fuoco ferro o alti'O metallo
tanto che diventi rosso.
ròer, s. f. = rovere. Vedi róg'or.
roèrs, agg. = rovescio: on man roèn- =
un man rovescio.
roeud, s. m. = rutto, llato: aria che esce
dallo stomaco.
roetìda, s. f. = ruota, rota : strumento
circolare che gira volgendosi intorno a
un asse e serve al movimento d' altri
oggetti.
1) tèsta déla roeuda = mozzo della
ruota: quella da cui partono i raggi.
2) roeuda del poH- = carrucola: stru-
mento a cui si accavalla la corda per
calare la secchia e lùtirarla piena di
acqua.
fi) vèss là quinta rcBuda del cdr =
essere la quinta ruota del carro ; che
non c'è ; essere inutile e trascurato.
4) ung i rczud = ungere le ruote :
corrompere con mance.
5) cerca là quinta roeuda in del cdr
= cercar cinque piedi a un montone,
non contentarsi del convenevole, o met-
tere difficoltà dove ella non è : Dicesi
anche; cercai cinqu roeud in d'on cdr.
6) mètt el bàéton in di roeud. Vedi
bàstón, 13).
7) Capriola: forza che fanno i ragaz-
zi puntando le mani in terra e slan-
ciando i piedi in aria per ricadere di
nuovo ritti a una certa distanza: è un
capitombolo, ma di fianco.
8) D'uccelli quando spiegano ed al-
zano la coda a ventaglio, fa là roeuda
= far la rota. E fig. di chi si pavoneg-
gia; el par on polìn che fa là roeuda
= pare un tacchino che fa la ruota.
9) mena là roeuda = andare a spa-
gliare : di persone che vanno a scroc-
care in casa altrui.
10) roeuda = stella : quella che fa
girare i cilindri' del laminatoio. T. di
orefic.
— 694 —
rosiìsa, s. f. = rosa. E' la forma anti-
quata ora quasi interamente sostituita
da ròsa. Vedi.
rogàsiòn, s. f. = rogazioni. T, eccles.
ro^it, s. in. = rogito : l'atto e la so-
lennità del rogare. T. de' notai.
rògrn, s. m. = taccole, disputa, querela,
lagnanza, dissapore ; Dìo / ehe cà.' gli' è
sémper di rògn ! = Dio ! che casa ! non
ci son che querele !
1) vègh di rògn coni viin = essere
in uggia, in dissapore con uno.
ròg'na, s. f. = rogna, scabbia : malattia
cutanea che dà un forte purito.
1) cerca rogna de gratti = pigliare,
prendere una gatta a pelare, cercar
Maria per Ravenna : entrare in brighe
e noie senza fine e senza costi'utto,
cercare il proprio danno. Vedi g'ràtà,
6). Di clii provoca : cercar Maria por
averne.
rogna, v. att. = brontolare ; lil el rogna
sèmper, se po' mài contentali = ei bron-
tola sempre, non si può mai accon-
tentarlo.
1) Belare : di bambino che si la-
menta. Vedi frigrnà.
2) Del cane, ringhiare : il far sentire
fra i denti digrignati, certa voce cupa
e rantolosa, quando mostra di non
voler esser toccato.
rognéta, s. f. = curasnetta : ferro ri-
curvo e tagliente in cima con cui net-
tasi neir interno il piede del cavallo,
0 si scarna a solchi.
rogriiòHj s. m. = rognone, arnione, lombo:
parte carnosa dell'animale che è nelle
reni .
1) vègh i rognùn diir = essere ricco
sfondato : non esser facile ohe uno pa-
tisca troppo di rovesci. Lo diciamo an-
che nel senso di esser forte, sano, ro-
busto. Per celia : oh ! quèll li el crèpa
pii, el glia i rognòn diir = oh ! quello
lì non more più, è duro di cuoio.
2) Brontolone. Si dice più volentieri
però tontogndn.
rognòs, agg. = rognoso : che ha la rogna.
1) frittida rognosa = frittata cogli
zoccoli. Vedi fertàda 1).
rògor e rógora, s. f. = rovere : querce
comune, e il legno che se no ha.
ròj, s. m. = giunco angoloso a fior giallo ;
cyperus flavescens , erba palustre :
mangiata dallo pecore crcdcsi faccia
venir loro quel male che pur si dico
el ròj.
1) Porco, animale : detto specìalm.
di chi vive o parla animalescamente.
rolà, V. att. = rullare : inchiostrare le
forme da stampa col rullo.
1) Picchiare, dar busse, sonare, per-
cuotere ; ghi ha rolaa sénsa miseri-
còrdia = gliele ha picchiate senza mi-
sericordia.
roléta, s. f. = roUetta : specie di giuoco
d'azzardo. Dal frane, roulette.
rolètt, s. m. = roUetto, bastone. T. dei
cappell. Dal frane, roulet.
ròU, s. ni. = rullo : quel suono conti-
nuato di tamburo fatto percuotendo al-
ternativamente colle bacchette, e con
moto accelerato.
rolo, s. m. = rullo : cilindro per distri-
buire l'inchiostro alle forme di stampa,
e anche quello che sulla forma premo
il foglio per averne una prova di stampa.
Roma; s. f. = Roma: la capitale d'Italia.
1) Ve còme àndà à Roma sénsa
vede el papa = è come andare a Roma
senza vedere il papa : quando si va in
un luogo per concludere un affare e
non lo si conclude ; quando non si
consegue il fine di una cosa.
2) viln el dis Roma e r alter toma
dice uno pari e uno caffo : di due per-
sone che non s'accordano nei giudizi.
3) ciàp^ Hònia per tòma = confon-
dere gli Ebrei coi Samaritani : una
cosa con una ben diversa.
4) luti i stràd mènen à Roma =
tutte le strade, o le vie, conducono a
Roma : in più maniere si può riescire
alla stessa cosa.
5) dà d'inténd Roma per toma =
far vedere lucciole per lanterne : ven-
der carote per raperonzoli.
6) àndà minga à Roma à pentiés =
non andare al prete per la penitenza :
saper alcim che d'aglio, d'agnime.
romàna, (ala) = alla romana : secondo
il rito romano.
1) Accozzando i pentolini : di quando
si prende parte a un divertimento, a
una gita, a una festa, pagando cia-
scuno la propria parte.
romàiiàda, (fa òna) = accozzare i pen-
tolini, 0 il pentolino : far tavola co-
mune portando ciascuno il suo.
romànitt, s. m. pi. = burattini ; là ha-
1 OHI
GD5
l'Oli
rtca di romànitt = la baracca dei bu-
rattini.
roiiiàiiòtt. Nomo volgare di quel timpano
a corda piana e a lati semicircolari o
curvi, 0 troncati, o frastagliati che al-
cuni architetti hanno introdotto invece
del timpano vero e proprio.
romàtica, s. f. = reumatica. Voce vol-
gare che si va perdendo e si diffondo
reumàtica. Così pei derivati.
roiiiàiis, s. m. = romanzo: specie di com-
ponimento in cui con una favola in-
ventata 0 un racconto favoloso si cerca
di dilettare e istruire ; i romàne del
Vèrne fer i ficeù hin iltilisim = i ro-
manzi del Verne per i ragazzi sono uti-
lissimi.
1) Di vita piene di avventure, da
non si credere, che paiono inventate ;
là mìa vita rè on romàns = la mia
vita è un romanzo.
2) on gran romtms = un romanzone:
romanzo buono, eccellente; i Miserabili
jicr mi hin on gran romàns = i Mi-
serabili per me sono un romanzone.
romàiisa, s. f. = romanza: aria semplice
e affettuosa. T. music.
romàiisièr, * s. m. = romanziere : chi
compone o scrive romanzi.
roiuàusiua, s. f. = ramanzfina, gridata ;
acerba riprensione : el m'ha daa vùna
de quij romànsinn che me là regordàroo
per on pèés = mi ha dato una di quelle
ramanzine, che me la ricorderò por un
pezzo.
roiuàntich,* agg. = romantico: chi affetta
gran sentimento: chi troppo si tien dietro
alla fantasia; là voeur fa là romàtitica
= vuol fare la romantica.
1) Di luogo, paese passeggiata amena,
solitaria.
rómbo,* s. ni. = rombo: specie di pesce.
1) Losanga: figura geometr. quadri-
latero, equilatero ma non rettangolo.
romita, s. m. = eremita. Vedi ereiuita.
roiup, V. alt. = rompere : di una cosa
guastarne, sconnetterne le parti; romp
i /-cder = rompere i vetri; romp i écàrp
= rompere le scarpe ; romp el eoo =
rompere la testa.
1) romp, e r'òmpes dna gamba, on
bràsc = rompere e rompersi una gamba,
un braccio; spezzarne, o averne spez-
zato l'osso.
2) romp là fòla = rompere la folla;
aprirsi in mezzo ad essa la via.
3) romp i nós = rompere, schiacciare
le noci.
4) ròmpela coni riln = romperla con
imo: guastare l'amicizia con lui.
5) romp el digiun = rompere il di-
giuno : guastare il digiuno mangiando
0 bevendo alcun che.
6) romp el giàss = rompere il ghiac-
cio. Vedi g'iàss, 4).
7) rómpes el eoo = rompersi la testa.
Vedi eoo, 24).
8) chi romp ptiga = chi rompe paga,
chi rompe paga e 1 cocci son suoi: chi
ha commesso un errore o una colpa
prima o poi ne paga il fio.
9) Scompletare : di libri quando si
perde un volume di un' opera in più
volumi.
roinpàcòll, (à) = a rompicollo: all'im-
pazzata, a precipizio.
rompàscàtol, s. m. = rompiscatole, rom-
pistivali: chi secca molto e infastidisce.
rompàtòrta, s. m. = guastamestieri, gua-
stacavoli, guastafeste, guastalarte : chi
si impiccia in cosa non sua e secca gli
altri e guasta le loro faccende.
rompicoo, s. m. = i-ompicapo : cosa che
obbliga a pensare, a riflettere molto.
rompiuòs,* s. ni. = rompinoci: arnese por
schiacciare le noci a tavola.
rompimèiit, s. m. pi, = pendoni : tutte
quello tele isolate che insieme col telone
di prospetto, formano quasi il soffitto.
roucaa, agg. = inciglionato: di giardino
messo a scaglioni, a ripiani.
roucàsc, s. m. = roncaccio : vigna in
poggio trasandata.
roncàsgeii, s. m. = fusaggine, silio, ber-
retta di prete, specie d'albero.
ronch, s. m. = ronco: colle inciglionato,
vigna in poggio, a gradinate.
1) mètt à ronch = inciglionaro.
2) piente 'l ronch = russare. Per
celia.
roud, s. m. = rotondo, ronde: sorta di
carattere in calligrafia, tondo, calcato,
forte. Dal frane, rond.
ronda, s. f. = ronda: guardia che fanno
i soldati passeggiando per l'interno di
una fortezza, della città o all'aperto
della campagna, e i soldati stessi cho
la fanno.
1) fa là ronda = far la ronda: gi-
rare attorno ad uno o ad una, per lo
più per amore.
rondella, s. f. al plur. ròn'len e rón«-
ron
696 -
roj*
din * = rondiae: piccolo uccello can-
tore che viene a noi in primavera.
1) à eoa de. ròndena = a coda di
rondine, di ferri, legno o altro fatti ad
una estremità a somiglianza della coda
di una rondine. E anche si dice : eoa
de ròndena Ik giubba.
rondeniii, s. m. = rondinino, rondinotto:
il pulcino della rondine.
rondili,* s. f. = rondine. Vedi róndcna.
roudeuòii, s. m. = rondone: uccello in
tutto simile alla rondine, ma più grosso
assai e più forte.
rondò, s. m. = piazza, portico o spiazzo
che abbia una parte circolare ; ci rondo
del Semj)iòn, ci rondo de Lorètt = il
rondò del Sempione, il rondò di Lo-
reto ; quello fuori di porta Sempione,
questo fuori di porta Venezia.
ronfà, v. aft. = russare : mandar fuori,
dormendo, un suono più o meno ru-
moroso.
i) Fare le fusa: del gatto quando
se no sta in quiete, e nel respirare fa
un certo rumore simile al rantolo, o a
fusa che ruzzolino per terra.
rongèta, s. f. = gorello, fossicino : dim.
di gora.
ròngria, s. f. = gora : piccolo fossatello.
ronsà, v. att. = ronzare : far per aria un
rumore sottile e confuso, proprio del
valore che fanno le zanzare, vespe,
mosconi e sim.
1) Andare attorno, girare e rigirare.
ronsgèta, s. f. = gorello. Vedi ron^eta.
rònscìa, s. f. = gora. Vedi róng'ia.
ronsìn,* s. ni. = ronzino : specie di ca-
vallo piccolo, di vettura, non da corsa
e a mal partito.
rosa, * s. f. = rosa : genere di pianta er-
bacea die produce un fiore bello, odo-
rosissimo, e il fiore di tal pianta ; el
m'ha regàlaa on bèli mass de ròs =
mi ha regalato un bel mazzo di rose.
1) par? dna ròsa = parere una rosa ;
di persone e in specie di giovinetta o
giovinetto fiorente di salute e molto
colorito.
2) acqua de ròs = acqua di rose:
acqua che si fa colle rose.
3) no gh'è ròsa sénéa épln = non
c'è rosa senza spine; non c'è bene
senza che costi qualche pena.
4) vèès minga in d'on lèti de ròs =
non essere in un lotto di rose, non
trovarsi bene.
5) vede ròsa, vede tiltt còse ròsa =
veder le cose dal loro Iato migliore.
6) ròsa incàrnàda = rosa imhalco-
nata.
7) fa là ròsa = far la rosa: dicono
i cacciatori della munizione che si al-
larga e si spande.
rosaa, ogg. = rosato: del colore delle
rose, 0 fatto colle rose ; làver rosaa =
labbra rosate; mei rosaa = miele ro-
sato.
rosàda, s. f. = nigiada: vapore acqueo
che in specie la notte e al sorgere del
sole, si posa sull'erba, sulle piante,
sul terreno.
rosàri, ^. m. = rosario: devozione dei
cattolici per cui ricordano i nristcri
della Vergine.
1) l'è minga àdree à dì el rosàri =
non dice il rosario : di chi si crede
faccia tutt' altro che pregare.
rosbiff, .s. m. = rosbiffe : pezzo di manzo,
per lo più nella lombata, che si coce
ed è cotto arrosto. Dall'inglese rost-
beaf.
ròse, s. m. = .stormo: folata d'uccelli.
i) Branco, gregge, armento. È fig. :
frotta, crocchio, capannello : di gente.
2) Corata, frattaglia: tutt'insieme le
interiora degli animali.
3) Penzolo : piii gi'appoli d'uva ser-
bevole legati insieme e appesi al palco.
4) ròse cVàvi = sciame d'api.
5) ròse de cà. Vedi ca, 27).
rosciàda, s. f. = scossone d'acqua. Vedi
dàcquada.
rosegà, i\ att. = rosicare, rodere, noiare.
Usa pili largamente tosegrà.
rose^àbiìsècch. Vedi ròdàbiisèccli.
rosegàcoetìr, s. m. = uggioso, seccatore.
Vedi ròdàbiisèccli.
rosegràdQra, s. f. = seccatura, noia, ro-
dimento.
rosegàmènt, s. m. = rodio : rodimento
continuato.
roseghìn, ^. m. = rodio: lo stesso che
rosegàmènt.
rosela, s. f. = rosetta, rosellina : sorta
di piccola rosa, scempia o doppia.
1) Goccinola : piccolissima enfiagione
dei piedi pei geloni.
2) Girello. T. macoli. Taglio di carne,
nel dietro della coscia.
3) Rosetta : disposizione di più pietre
in un anello.
ros
- 697 -
ros
4) Occhio : piccola apertura nell'uscio
di casa, attraversata da spranglictte di
ferro o formata con una gratellina, por
vedere clii picchia o suona.
rosètt, s. m. = rossetto : sostanza colo-
rante usata per belletto e belletto in
genere.
1) Solfato di rame; vetriolo.
rosgiceii, s. m. = tritello : crusca mi-
nuta che esce per la seconda stacciata ;
pan de rosgioeil = pan di tritello.
rosignceiì, s. m. = usignuolo : specie di
uccello cantore di molto pregio.
1) canta còme on rosiyncEn = can-
tare come un usignuolo, molto bene.
Rosina, s. f. = Rosina : nome di donna,
dimin. di Rosa.
1) fàgh còme Rosina ài é-ò òmm, =
far come la nebbia che lascia il tempo
che trova : di cosa che non fa nò ficca.
2) ci me fa coinè Rosina = me ne
imbubbolo, non me ne curo.
rosìpola, s. f. = risipola : sorta di ma-
lattia costituita da intensa infiamma-
zione della cute. Anche : resipela ed
eresipela.
rosmàriii, s. m. = ramerino, rosmarino :
sorta di pianta aromatica che si usa
negli arrosti.
rosòli, s. m. = rosolio : sorta di liquore
fatto d' acquavite finissima con zuc-
chero, e aromatizzato con varie es-
senze. .
rosòli, s. m. = rosone : T. archit. di-
consi alcuni ornamenti, per lo più nel
soffitto 0 sotto i gocciolatoi del corni-
cione, fatti a guisa di grandi rose.
1) Borchia : rosetta di metallo, per
lo più d'ottone, che serve d'ornamento
e di finimento allo portiere, alle tende,
alle cassette del cassettone e sim.
2) Finali : fregi di lamina dorata,
fatti a fiorami o altrimenti, che si in-
filano e si conficcano al bastono a cui
son raccomandate le tende delle fine-
stre, 0 così si dicono anche quegli or-
namenti che si mettono ai letti parati.
rospètt, s. m. = glossite : infiammazione
che viene alla lingua dei buoi,
ross, s. in. = risega : quel segno rosso
che lascia nella pelle una legatura troppo
stretta.
ross, acjg. = rosso : colore, simile a quello
del sangue e della porpora.
1) roso (li sera bèi tempo si spéra
= aria rossa di sera bel tempo ne mena.
2) vèss biànch e rosé = essere bianco
e rosso ; biànch e ross come on pjòmrn
= bianco e rosso come una melagrana,
per salute.
B) bùndéra ròsa = bandiera rossa :
dei repubblicani,
4) rosé d' cenv = rosso dell'evo : tuorlo
d'ovo.
5) fa vegnl rosé = arroventare, af-
focare : detto di ferro che si scalda.
(j) diventa rosé = arrossare : detto
di corpi e di sostanze, divenir rosso
per effetto di azioni chimiche. Arros-
sire : diventar rosso in viso per ver-
gogna e anche per modestia.
7) el diventa ne roéé, ne sinòrt =
non muta colore : di chi sfacciatamente
dice bugie o ascolta rimproveri,
8) fa roéé = rincuocere. T. d'orefic.
rinfuocare una o più volte un pezzo
d'ai'gento, sia per condizionarlo, sia
per restituirgli il necessario grado di
caloi'0, perchè continui a reggere al
martello.
9) che tra del roéé = rossigno, l'os-
siccio.
10) eiàpà del roéé = rosseggiare :
cominciare a diventar rosso.
11) roéé écàrlàtt = rosso vermiglio:
molto rosso, rosso vivo.
rosiiiiiàda, s. f. = rossumata, latte di
gallina, brodetto : secondo che il tuorlo
d'ovo è sbattuto con acqua o vino,
latte, 0 brodo.
rosiiinm, s. m. = anima : la parte più
interna del legno dogli alberi, la quale
viene subito dopo l'alburno.
ròst, s. m, = arrosto : carne cotta sullo
sjpiedo 0 in casserola senza umido e a
fuoco vivo.
1) ròét negaa = arrosto moi"to.
' 2) ^'c jnlsee 'l filmin ò là éàléa che
'l ròét = è più il fumo che l'arrosto;
è più la giunta che la derrata ; è più
l'apparenza che la sostanza.
8) à ròét, avv. = arrosto ; fa eceUs
à ròst = cuocere arrosto.
4) niètt à lèés e à ròét = mettere in
tutte le salse : far di qualcuno quel
che meglio piace per la sua troppa ar-
rendevolezza.
5) àndà à ròst = avvampare : quando
si ò sotto il sollione,
6) fa àndà à ròsi = arrostire, cuo-
cere aiTOsto.
7) 'Pèéé Oli ròét = essere un cosacelo,
ros
69S
rov
uno sciattino, nn rosticcio : di una
persona che riesce male in checchessia,
e che fa male qualunque cosa ; di
donna secca, non bella, da poco.
rostàda, s. f. = ciucheria , asineria :
cosa fatta male, riuscita male, da noi
specialm. azioni drammatiche male pen-
sate e peggio scritte.
rostì, V. atl. = arrostire, cuocere senza
umido e a fuoco vivo.
1) Fig. : gabbare, corbellare, friggere :
se comincia à pingue, te see bèli' e ro-
ètii = se incomincia a piovere, sei
bell'e fritto.
rosticerìa, * s. f. = rosticceria : la bot-
tega dove si cuoce e si vende la carne
arrosto.
rostìda, s. f. = arrostitura, arrostimento :
l'atto dell'arrostire.
1) Soffritto : la roba battuta e soffritta,
posta poi a condimento di vivanda da
cuocersi insieme.
rostisciàua, s. f. = rosticciana (?) : vi-
vanda fatta di carne, per lo più di
maiale, cotta insieme con salsiccia in
un soffritto di cipolle.
Entra nella canzonetta che si dice
a' bambini, quando li si fanno saltare
sulle ginocchia : eciUvim , eciilmm,
eciiimm, fàrèmtn là rostisciàna coni
VQli (lèla lilmm.
vota, s. f. = rotta : 'vèss in rota = essere
in rotta o alle rotte, essere in valigia:
essere scorrucciato e in collera con
uno ; àndà in ròta coni quàidUn = ve-
nire alle rotte, guastarsi con alcuno ;
inimicarsi.
1) à rota de còli = a rotta di collo:
andare precipitosamente, con pericolo.
rotàj V. alt. = sgranocchiare: macinar
coi denti.
rotàia, * s. f. = ^ida, rotaia : una delle
due liste o piuttosto cordoni di ferro
su cui passa il convoglio o treno.
rotàmm, s. m. = rottame : quantità di
roba rotta, e specialmente oro, argento
vecchio.
roti, (i) s. m. pi. = i rotti : i numeri
frazionari, le frazioni; g'hoo daa dès
lir e roti = gli ho dato dieci lire e
rotti : cioè e centesimi, frazioni di lira.
ròtol, s. w. = rotolo : grande striscia di
carta o altro avvolta sopra se stessa.
1) ròtoi = rotoli, si dicono quelle
lunghe castelline di monete della stessa
specie , che ravvolgonsi nella carta
come un cilindro.
2) àndti à ròtoi - andare a rotoli :
andare in malora.
rotola, V. att. = rotolare, arrotolare : av-
volgere sopra se stesse carte, panni e
sim. ; farne un rotolo.
1) Intrans. : rotolare, cadere, andare
girando su sé medesimo; quèll éàss
chi Ve rotolaa giò dèla montagna =
questo sasso rotolò dal monte.
2) rotolàès, v. rifl. = rotolarsi, av-
voltolarsi ; rotolàès per tira, in là pól-
ver, in là pàlta = avvoltolarsi per terra,
nella polvere, nel fango : detto di per-
sone e di animali distesi in terra:
quasi ruzzolare voltandosi sopra un
fianco e poi sopra l'altro.
3) rotolàès = abatufolarsi : venire
alle mani e voltolarsi per terra.
rotolàmént, s. m. = rotolamento : l'atto
e l'effetto del rotolare e del rotolarsi.
rotolòu, (à) rtw. = rotolone, rotoloni :
rotolando, ruzzolando; a capitomboli.
1) àndà à rotolòn = andare a ro-
toloni : in malora.
rotdnd, agg. = rotondo, tondo: che è
circolare, se piano ; e sferico, se di un
solido.
1) tàol-a rotonda = tavola rotonda:
quella negli alberghi, dove pranzano
insieme più persone pagando ciascuno
la sua parte. Si dice ancho aUa fran-
cese tàbeldòtt.
2) Pieno, in pari : cifra rotonda =
cifra rotonda, senza frazioni ; senza
rotti: che compie lina diecina, o un
centinaio e sim.
rotonda, v. att. = arrotondare : far diven-
tare rotondo.
ròtt, part. jjass. = rotto, da rompere:
disunito, guasto.
rotura, s. f. = rottura: il rompere un
oggetto e la parte dove un oggetto è
rotto.
1) Inimicizia o principio di inimicizia
fra due.
2) Scasso : guasto di cassa o sim.
rovéd, s. m. = roveto: luogo pieno di
rovi ; prunaio.
rovèiit, agg. = rovente. Vedi roént.
roventa, v. att. = roventare, arroventare.
roentà.
róver, s. f. = rovere. Vedi rògror.
rovèrs, agg. = rovescio. Vedi roèrs.
rub
- 699 -
rui
riibiu, j?. m. = rubÌQO : pietra preziosa
rossa e tfaspareute.
riibìiia, s. f. = robinia, acacia : robinia
psettdoeacia ; pianta spinosa che, sel-
vatica, serve nei luoghi dinipati per
sostenere il terreno, e, innestata, d'or-
namento e d'ombra lungo i viali. Il
popolo toscano la dice Càscia.
l'iibinètt, s. m. = cannella : corto tubo,
cannoncello o boccinolo d'ottone spor-
gente, che dà e toglie a piacere l'ef-
flusso dell'acqua delle canne interno.
1) riibinètt = le cannelle : per l'ac-
qua calda e fredda nel bagno. Le più
piccolo per gas, acqua, ecc. : chiavette.
2) Rubinetto : chiavetta che apre o
chiude il foro della cannella.
3) riibinètt dèla spina = mastio,
chiave, chiavetta : legno conico con un
foro attraverso alla cannella, con u,Da
gruccia per volgerlo e spillare il vino
dalla botte.
rubrica, s. f. = rubrica: partizione d'un
Trattato, d'un libro, d'un giornale ; (//f è
de ràr là rubrica di tetLter = e' ò di
rado la rubrica dei teatri.
1) Alfabeto, repertorio : libro che nei
margini ha segnate le lettere dell'alfa-
beto, perchè si possa aprire alla pagina
corrispondente ad ogni lettera.
riid, s. m. = immondizia, sporcizia. Vedi
ruir.
riiee, s. m. = spazzaturaio : chi racco-
glie le spazzature per le strade e per
le case.
1) Letamaiolo, se raccoglie il letame :
merdaiolo, se va attorno raccogliendo
per le strade storco per vendere.
riièra, s. f. = letamaio, mondezzaio :
luogo della casa dove si raccolgono le
spazzature, le immondizie.
riifàld, agg. = arrogante, insolente, pre-
potente.
riiff, s. tu. = spazzatura, scoviglia, la-
menta : ciò che si toglie via dal pavi-
mento nello spazzarlo.
1) Concio, letame : lo sterco degli
animali macerato per farne concime da
campi .
2) Sudiciume, porcheria : in qualun-
que luogo si trovi, 0 specialm. la spor-
cizia della pelle di chi ha poca sim-
patia per l'acqua.
3) Forfora : quella cruschetta che fa
la cute della testa.
4) porta rilff = cassetta delle spaz-
zature.
riiflànàj v. att. = arruffianare : accomo-
dare cose che si mettono in mostra in
modo da farle parer più belle di quello
che sono. E' però modo triviale.
rug-a, (èrba) s. f. = erba ruta : specie
d'erba di sapore amaro, che si usa met-
tere nell'acquavite.
ruga,* 5. f. = ruga, grinza : solco nella
superfìcie della pelle proveniente dal-
l'età.
riigà, V. att. = frugare, tramestare : di
luogo in cui si suppone che sia una-
cosa nascosta ; cacciarvi dentro le mani
e correrne minutamente ogni parte a
fine di trovarla.
1) riigtL sii = mestare, rimestare.
2) Noiare, seccare ; Gioànìn^ te ine
rughet, opp. Teresin, te me riìghet =
mi secchi, mi infastidisci.
3) Rimproverare : quando si digeri-
sce male : hoo tòlt dna roi'iimtlda, ma
àdèss là ine ruga = ho preso una ros-
sumata ma ora mi rimprovera.
4) riigà sii H écàldàlètt.. et formll,
e sim. = sbraciare lo scaldino, il fornello
e sim.: allargare, rivoltare, rimestan-
dola, la brace, perchè prenda sempre
più fuoco.
riigàda, s. f. = frugata : 1' atto del fru-
gare.
1) Rimestata : l'atto del rimestare.
riigàtà, V. att. = frugacchiare, frugolare.
riigh, (dà el) v. att. = avviare : dare
lo sfratto, mettere alla porta.
riighiroeùla, s. f. = giradito, coronella :
tumoretto doloroso che viene intorno
all'ultima falange di un dito.
riigi,* V. att. = ruggire : del leone quando
manda fuori la voce.
1) Grillare : cominciare a bollire del-
l'olio, burro, strutto, e sim.
rugin,* s. f. = raggine : ossido che si fa
sul ferro e altri metalli e li consuma.
1) Odio, rancore, mal animo ; tra
de nÈìi gh'è dita rugin che là pò minga
fini = fra noi c'è una ruggine che non
può finire.
2) Ruggine, roggio : di colore cho
somiglia alla ruggine : per, pòmm
rugin = pere, melo rogge.
ruid, agg. = ruvido, aspro : di superficie,,
polle, terreno non uguali, non uniti,,
non lisci.
— 700 —
1) Di modi, parole non cortesi nò
benevoli : non educati, ma rozzi.
riiiiia, s. /. = rovina, disastro.
riiiiià; 'V. ali. = rovinare, perdere, fai'e
andare a male.
riiminà;'^ 'v- att. = ruminare: tornare a
masticare il cibo già introdotto nello
stomaco.
1 ) Ruminare, almanaccare ; fanta-
sticare colla mente senza conclusione :
rè tre or che rUmini per troà chi ha
sen'ft sta lètera ànonitna = è tre ore
che almanacco per scoprire chi ha scritto
questa lettera anonima.
riiiuin, s. ra. = rum, rumme : liquore
esti'atto dalle canne di zucchero.
riimòr,* s. in. = rumore, fracasso : suono
cupo, indistinto, forte, senza armonia.
rtìs, ^. f. = astuzia, scaltrezza, malizia.
Dal francese ruse.
riisà; V. att. = ruzzare : attaccar briga
con qualcuno. Vedi ràtelà.
1) Strascinare : tirar strasciconi.
2) Spingere, spingere in là, o in su
colle spalle.
3) se rtisa là = la va là, la va come
Dio vuole : di salute non prospera.
4) rilsà sii = strapazzare; rispondere
sgarbatamente.
rusàda, s. f. = strascinamento, sti"ascico.
riisc, s. m. = gorgiera, soggolo, gala,
lattughe : guarnizione da collo, incre-
spata a cannoncini.
rusca, s. f. = baccello, guscio : quello
dei piselli, fagioli, delle fave, e sim.
1) Scorza, corteccia : degli alberi.
2) Forfora : quella che fa la cute
della testa.
3) Fig. e per spregio : scorza ; la divisa
del soldato ; qimnd Ve che te Itiset giò
quèla rusca =quando deponi quella scorza.
4) rusca de fèr = scoria del ferro :
i detriti del ferro.
5) r&sca de ramni = ramina : i de-
triti del rame.
TÌiséla, *\ f. = carrucola: rotella gire-
vole intorno al suo asse, sospeso me-
diante una staffa e sulla quale si fa
passare la fune per alzar pesi.
1) el temp che ée tirtiva sii i càlsòn
eont là riisèla = quando usava tirarsi
su i calzoni colle carrucole ; a tempo
dei nostri vecchi, volendo accennare
alla loro ignoranza e rozzezza.
riisgrì, 'V. att. = ruggire. Voce vicina a
spegnersi, cacciata da TÌigì. Vedi.
rfisgìn, s. f. = ruggine. Anche questa
parola, quasi morta, diede il passo a
rubili. Vedi.
Rusia, 8. f. = Eus-sia: il grande impero
dell'Europa settentrionale.
1) Tèsegli là Rùsia = essere al verde
come le candele ; se pò nò àndti in
càmptigna gli'è dna Elisia màlàrbèta
= non si può andare in villa: si è al
verde come le candele.
riispà, r. att. = razzolare : il raspar che
fanno i polli in terra.
1) Ruscolare: guadagnare cercando
qua e là : quèicòés se rièàé sémper à
riiàpà sii = qualche cosa si riesce sem-
pre a ruscolare.
riìspàn, s. m. = villano, ruvido, screan-
zato, zotico.
riiss, s. m. = ruzzo : capriccio, voglia
d'attaccarla. Si dice anche riis.
1) Screzio, dissidio, ruzza.
riiss, (téla). Vedi tela.
riistegà, r. att. maltrattare : trattare ru-
vidamente.
rustegh, s. m. e agg. = rustico. Vedi
rusticli. *
riisteglièsa, s. f. = rustichezza, ruvi-
dezza , rozzezza : qualità di rustico,
villano.
riistegòtt, s. m. = burbero: di contegno.
Può indicare superbia, ma Spesso an-
che collera passeggiera o austerità o
certa stranezza di naturale che può
accompagnarsi anche colla bontà: l'è
on riiétegòtt ma boti = è un uomo
burbero, ma buono.
rustici!, * agg. = rustico : rozzo, zotico :
l'è dna bela seiora, ma Ve on poo
rùstica = è una bella signora, ma è
un po' rustica.
1) tlla rustica = alla rustica: in
modo rustico, e specialmente di un
modo di legare i libri senza il cartone
e semplicemente cucendoli.
2) Di un modo particolare di archi-
tettura, che s'addice alle costruzioni di
campagna.
3) rùstich., s. m. = casa rustica:
abitazione di contadini, nella quale
sono anche luoghi per tenere il bestiame
grosso 0 minuto, e quella parte più
riposta nelle case civili dove sono la
stalla, il fienile, la legna da ardere e
simili.
ruyid, agg. = ruvido. Vedi ruid.
701 -
sab
'S = esse : la dieciasettesima lettera del-
l'alfabeto. Si pronuncia èm. Per i vari
suoni e i vari segui di questa lettera.
Vedi èsa.
saa; s. f. e m. = sale: cloruro di sodio
che si usa comunemente per le vivande.
1) éaa fina = sale bianca, sale in
polvere.
2) ciàpà '/ ma = pigliare il sale :
essere penetrato dal saie.
3) ìnHt gio in ma = mettere in sa-
lamoia : neir acqua salata per conser-
vare le vivande.
4) là buéera déla saa = alberello,
portasale: vaso di teiTa o cassetta di
legao; dove si tiene il sale in cucina.
5) fa de loeeh per no pàgtt là saa
= fare lo gnorri per non pagar gabella.
Vedi dàsi, 3).
saa, s. f. corruzione di àsaa = sala della
ixiota: ferro o legao intorno a cui si
aggira la ruota.
1) còrp de saa = guscio della sala :
grosso ascialone squadrato sotto di cui
ò incassata e fermata la sala di ferro
delle ruote.
sàbàdìna, s. f. = sabatina : la cena di
grasso che si fa talvolta al sabato dopo
la mezzanotte, veniente la domenica.
sàbàión, s. m. = zabaione, zambaione:
dolce fatto con tuorli d'ova sbattuti
con qualche liquore forte o con vino
e scaldato appena fino al bollore.
!Ìàbet, s. m. = sabato : nome del sesto
giorno della settimana.
1) el sàbet mnt = il sabato santo:
il sabato della Settimana Santa, che
precede la Pasqua di Eesurrezione ; el
sàbet gràss = il sabato grasso: l'ultimo
giorno del nostro carnevalone ; il sabato
che precedo la prima domenica di qua-
resima.
sàbeta, s. f. = pettegola, donnicciuolay
trecca. Vedi petègola.
sàbeta, v. alt. = pettegolare, chiacchie-
rare. Vedi petegrolà.
sabetàda, s. f. = cianata, treccolata : di
molte chiacchiere fatte intorno a coso
che per lo più non ne valgon la spesa.
sàbetàiiiéut, s. m. = chiacchierio : il
molto chiacchierare di molte pettegola
insieme.
sàbetàia, s. f. = cianume, pettegolume :
molte ciane, pettegole insieme.
sàbetòn, s. m. = pettegolone, ciano, be-
cero : di uomo che, a guisa di femmi-
netta, si compiace di pettegolezzi.
sàbìa, s. f. = sabbia, rena : la parte
arida della terra rilevata dalle acque
che si trova lungo il lido del mai'e,
nei greti dei fiumi, si mescola col gras-
sello 0 calce colata.
1) Polverino, sabbia : limatura di me-
tallo 0 sabbia finissima per mettere sullo-
scritto fresco, perchè non si cancelli.
2) viètegh Sic là sàbia = metterci il
polverino : sanzionare una cosa, ma-
gari senza neanche averla letta.
sàbià, v. att. = interrare ; spargere la
rena sulle strade.
1) Impolverare : mettere il polverino-
sullo scritto.
ààbiéta, s. f. = renella: materia simile
a rena che si emette colle orine.
1) Rena finissima.
sàbiìu, s. m. = polverino : vasetto dal
coperchio foracchiato, in cui si tiene
la limatura di metallo o sabbia finis-
sima per mettere sullo scritto fresco^
affinchè non si cancelli.
sàbionee, s. m. = renaiuolo: chi fa il
mestiere di cavar la rena da' fiumi e
venderla.
sab
— 702 —
sa e
sàbiòs> agcj. = sabbioso : che ha, coq-
tiono della sabbia.
sàbò, s. m. fi. = scarperotti : specie di
scarpe grosse.
sàcàg'iià, V. att. = contendere, piatire.
litigare, rampognare. Vedi ràtèlàt
sàcàgriiiti) s. m. = rapino, rapinoso : di
ragazzo o d'uomo piuttosto rabbioso,
stizzoso.
sàcàpàii; s. ni. = saccapane, bisaccia :
T. milit. : tasca o borsa che portano i
soldati per il pane.
sàcàréla, s. f. = mandorla spaccarella:
quello il cui giiscio è tenero e sottile.
sàccli; s. m. = sacco : recipiente di
grossa tela, aperto di sopra, alla bocca,
e in fondo e dalle parti cucito forte ;
per trasportare, grano, farina, civaie,
pannilini, ecc.
1) Quanta roba vi sta dentro, vi può
•essere contenuta ; hoo compraa quàter
Miceli de pòmtn de lèva = ho compe-
rato quattro sacchi o sacca di patate.
2) E per misura del grano, tre staia,
oioò circa 75 chilograaimi ; el forment
l'hcm pàgaa iér fina 25 fràneh ài
Éàcch = il frttuiento l' hanno pagato
ieri fino 25 lire al sacco.
3) vcM minga farina del s-ò mceh.
Vedi farina, 2).
4) vèfis ò diventa on éàcch d'òsè =
■essere o diventare un sacco d' ossa :
■di persona molto magra.
5) mceh vmuj età minga in pee =
sacco vuoto non sta ritto : senza man-
giare non ci si regge.
G) viv, àndti, mangia col eoo in del
Éàcch = vivere, andare, mangiare col
capo nel sacco; di chi fa le cose spen-
sieratamente.
7) di ilo trentun se no l'è in del
éàcch = non dir quattro se non 1' hai
nel sacco : non si deve fare assegna-
mento sopra una cosa, se non l'ab-
biamo sicura.
8) stinta Caterina là pòrta on éàcch
de farina: noi lo diciamo per indicare
-che al 25 nov. l'inverno incomincia e
e il più delle volte nevica.
9) fa cóme el dotòr Isàcch che 'l
stràscitLva i càmìs per giiistà i éàcch.
Vedi Isàcch, 1).
10) picntà li éàcch e fiisèla. Vedi
fiiséla, 1).
11) mètt vUn tu d'on éàcch = met-
eore uno in un calcetto : sopraffarlo
colle ragioni si che non sappia che ri-
spondere. E anche : superarlo di gran
lunga in abilità.
12) dervi 'l éàcch = sciogliere, vuo-
tare il sacco : dire liberamente tutto
quello che uno sa o che ha sul cuore.
13) on éàcch = un sacco : una gran
quantità ; l'Iut ciàpà on éàcch de dànee
= prese un sacco di quattrini ; ghe n'ha
ditt on éàcch = gliene disse quante ha
voluto.
14) éàcch de nòti, de viàgg = sacco
da notte, da viaggio : sorta di sacco
largo e corto per riporci roba da por-
tare, viaggiando.
15) fa éàcch = far sacco, saccaia :
delle piaghe quando, per essersi rac-
chiuse, non danno sfogo alla materia,
che internamente si accumula, e anche
di rete o d'altro che insacchi.
16) là corèa in di éàcch = il palio
ne' sacchi : gioco in cui si corre in-
saccati.
17) giiigà à éàcch = fare al sacco :
è un certo giuoco che i ragazzi fanno
sulle piazze e consiste nell' obbligare
uno a rincorrere gli altri fin che ne ha
potuto toccare uno sulle spalle. Tocca-
tolo egli diventa fuggente e il toccato
si fa inseguitore e cosi via ; sàech =
toccato : è la parola che deve dir sem-
pre ad alta voce il giuocatore, quando
tocca leggermente 1' avversario nelle
spalle.
sàcliég, s. tn. = saccheggio : il saccheg-
giare, il depredare.
sàchegià, v. att. = saccheggiare, svali-
giare : portar via, spogliare.
sàchéla, (fa) = far sacco o saccaia. Vedi
sàccli, 15).
sàchera, s. f. = zacchera, bagatella :
cosa di pochissimo valore e pochissimo
pregio ; hin tiitt sicher e sàcJier = son
tutti ninnoli, tutte fruUe.
sàchèta, s. f. = borsa : quella che in
cima ad una stanga serve a raccogliere
le elemosine in chiesa.
1) tLtiima éàchèta. Vedi ànima, 4).
sàcliinipàcch, .i. m. = sacco, zaino. Vedi
niocìlia.
sàcocia, s. f. = tasca, saccoccia: sac-
chetta negli abiti per tenervi lo cose
necessarie durante il giorno.
1) vègìiela in éàcòcia = farsela si-
cura; di cosa che si prevede con cer-
tezza.
- 703
saf
2) tegni i man in sàeòcia = tener
le mani in tasca: metterle in tasca per
averlo calde.
3) m'ett i man in sàcocia = mettersi
la mano a tasca : frugarsi in tasca ;
prende!'» dalla tasca i danari per spen-
dere ; vègli sémper i man in éàcoeia
= avere sempre le mani in tasca : spen-
dere continuamente : pagare sempre
danari o darli in elemosina.
4) giuntagli de sàcocia = rimetterci,
perderci del suo.
5) àndà àdrce ài milr coi man in
sàcocia = essere in terra di ladri e
convenire aver occhio continuo alle
robe sue.
6) i sàcòce = le borse: si fanno nel-
l'interno degli sportelli delle carrozze.
sàcocia; «'. att. = intascare : mettere roba
in tasca.
sàcociàda, s. f. = tascata: quanta roba
sta in una tasca.
sàcocìii, s. m. = taschino ; specialm.
quello dove teniamo l'orologio.
sàcoròto! esclam. = saccorotto ! escla-
mazione di minaccia o di giuramento.
sàcràmènt, s. m. = sacramento. T. eccle-
siastico. Il segno sensibile della grazia
divina istituito da Gesù/ Cristo.
1) L'ostia consacrata.
2) ricév i sàcràmènt = ricevere i
sacramenti, sacramentarsi : di chi sta
morendo, e si confessa e comunica.
sacramenta, r. att. = sacramentare :
amministrare il sacramento dell'Euca-
ristia per viatico ai moribondi.
1) Bestemmiare, tirar moccoli.
sàcràuóii, esci. = saccorotto, perdiana.
Dal francese : sacre nom.
.sacràri, s. m. = sacrario : buco interra,
pozzo a fondo perduto dove si buttano
le lavature dei vasi, i panni che hanno
servito al sacrificio, e gli avanzi di
cose sacre.
sacrifica, t\ att. = sacrificare : far sacri-
fici, privarsi di ciò che preme a van-
taggio altrui.
Scàcrif ìsi, * s. m. = sacrificio : priva-
zione, concessione forte con scapito
proprio per vantaggio altrui.
sàcrilèg', s. m. = sacrilegio : violazione
delle cose sacre ; turpitudine, delitto
verso persona o cosa sacra.
1) Anche semplicemente : mancar di
rispetto a chi non lo merita e merita
invece molta considerazione.
sàcrìlegrli , agg. = saci-ilogo : che ha
commesso o commette sacrilegio.
1) Malvagio, turpe : /'(' ona lingua
sacrìlega = è una lingua sacrilega ; che
taglia il ferro.
sacro, agg. = saero, inconcusso, indu-
bitato, certo.
1) l'fiso sacro = l'osso sacro : dove
finisce la spina dorsale.
sàcrosànt, agg. = sacrosanto : d'ogni
cosa che non si debba violare o ma-
nomettere.
sàèta, .f. f. = saetta; folgore, fulmine,
baleno, lampo: la scintilla elettrica,
uno dei fenomeni elettrici dell'atmo-
sfera. Vedi lampo.
1) Saetta, saeppola: di ragazzo vi-
vace, cattivo.
2) Dardo, freccia: il proiettile del-
l'arco.
3) Puntone : ogni traversa diagonale,
posta a rinfoi'zo nei lavori di legno.
4) T. d'art, e mest. : la punta di
acciaio dei trapani; il ferro col quale
i legnaiuoli fanno il minor membro
delle cornici ; l'asta tronca della zan-
gola a curro che agita il bastone che
rai)piglia il fior di latte in buiTO.
5) Razza, monachetto : per calzare i
puntini del cavalletto del tetto.
6) Di donna, cattiva, arrogante.
7) cor, àndà come dna sàèta = cor-
rere, andare come o a guisa* d'una
saetta; come un fulmine, velocissimo.
sàetòn, s. m. = molle dei mantici.
sàfa, s. f. = tana, squarcio; nei vestiti
0 altro : buco grande.
1) Ferita : Ve borlaa giù e ^l s'è faa
dna éàfa in del eoo = cadde e si fece
una ferita alla testa.
sàfairna, s. f. = zaccagna: la cotenna
dinanzi del capo.
1) tirtt per là éàf^gna = tirar la
zaccagna : dicesi quando preso un
ciuffo dinanzi si fa staccar la pelle
dall'osso.
2) vigli dna gran éàfàgna = aver
l'osso del poltrone.
sàfàiitt, s. m. = pacchione, mangione;
ed anche uomo che tutto prende, cui
tutto servo : è vocabolo assai di rado
udito oramai.
sàfìr, s. m. = zaffiro : pietra preziosa
pellucida di color porporino se è zaf-
firo maschio, turchino se è zaffiro fem-
mina.
^af
— 704 —
sai
sàfi'àii, s. m. = zafferano o croco di
Ijrimavera : seme d' un fiore, che si
secca e tritura e serve per lo più a
dare il colore giallo e il sapore al ri-
sotto giallo alla milanese.
sàg'g:, s. m. = saggio, prova: piccola
parte di una cosa che si dà per mostra,
jier farla assaggiare.
1) dà on éàgg dèla sóa bràura =
dare un saggio, far prova della propria
valentia.
sàgià, «'. att. = assaggiare, assaporare,
gustare : apprendere e giudicare per
mezzo del gusto la qualità dei sapori,
1) Mangiare o bere . poco più di
quanto si farebbe assaggiando : iér à
tàola hoo àpèna sàgiaa '/ mangia =
ieri a tavola ho appena assaggiato il
cibo.
2) Saggiare ; fare il saggio : accer-
tare se un metallo sia puro o no, in
specie dell'oro.
sàgìn, s. m. = spillo: piccolo foro nel
fondo di una botte per assaggiare il
vino.
1) Saggiolo : piccolo fiaschetto in cui
si porta il vino per saggio.
sàgoll, agg. = satollo, sazio : che ha
soddisfatto interamente , esuberante-
mente l'appetito.
sàgoma, s. f. = sagoma: profilo d'ogni
menrbro o modanatura d'architettura.
1) -Forma, stampo, modello : la forma
su cui si modellano gii oggetti, e an-
che la forma che questi hanno preso.
2) vèss dna sàgoma = essere un coso,
un arfasatto, un muso da pipe. Ed
anche essere un canchero, una calia.
Vedi piaga.
sàgoma, v. att. = sagomare: dar la sa-
goma, la forma ad oggetti.
sàgomaa, (mài) agg. = abbozzato, abor-
tito : di pars, mal formata.
sagrestìa, *«./". = sagrestia, sacrestia :
stanza unita alla chiesa dove si ripongono
gli arredi e si parano i sacerdoti prima
d'uscire alle funzioni.
sàgriflcà, v. att. = sacrificare. Vedi sa-
crifica.
sàgrifìsì, s. m. = sacrificio. Vedi sà-
crifisi.
sàgriiià, V. att. = granire : picchettare
la carta e la pelle a punti in rilievo,
l) Eodersi, assaettarsi, arrabbiarsi.
sàguàcià, V. att. = sciabordare, guazzare,
sciaguattare : dibattere cose liquide in
modo che si intorbidino, rimettendo a
galla la posatura che ha fatto ; i botèli
de vi)i on poo fin bisógna nò sàgiià-
eitij = le bottiglie di vino un po' fino
bisogna non guazzarle ; prima de bev
el (lecòit tei sàguàcet on poo = prima
di bere il decotto lo guazzi un po'.
1) sàguàeià là bóca = risciacquare
la bocca.
sàia, s. f. = saia : sorta di panno o
stoffa di seta spigata per farne abiti.
sàiua, s. f. = zaina: misura di liquidi
che contiene la quarta parte di un
boccale. E' voce lombarda che a Mi-
lano va disusando col diffondersi sem-
pre più largo del sistema metrico de-
cimale. I Toscani hanno il quaituccio,
la terzarola.
sàinéra, s. f. = cerniera, mastietto : due
pezzi di metallo o altro fermati da un
l^ernio, per aprire e chiudere coperchi
di casse, cassette, ecc.
fàino, s. m. = zaino: soi-ta di sacco di
pelle peloso esternamente che portano
addosso i soldati per le cose più ne-
cessarie al viaggio.
sàiuter, s. m. = singhiozzo : moto con-
vulso del diaframma con violenta ispi-
razione.
sài, * s. m. e f. = sale : viètegh minga
tropp sài sii l'insalata ~ non metterci
troppo sale sull'insalata.
1) L'usiamo sempre quando si parla
di sali chimici: sài gema, sài àniàr,
ààl d'Inghiltèra e sim. = sai gemma,
sale amaro, sale d'Inghilterra, e sim.
sàia, s. f. = sala : la camera meglio
arredata dove per lo più si riceve.
1) stia mànsgé = sala o salotto da
pranzo; stila de ricèv = salotto bono;
quello fatto e ammobiliato per ricevere.
2) Bottega : nelle cartiere è quella
stanza in cui si dispongono in quin-
terni e risme i fogli.
B) làorànt de sàia = botteghini e
botteghine : operai ohe nella bottega i
della cartiera fanno l'abbinatura e l'ac-
quidernatura dei fogli.
sàia, V. att. = salare, insalare: dare il
sale a una cosa, condirla o acconciarla
col sale 0 sotto sale.
1) sàia H màns, el càldàr = salar
la pentola : mettere il sale nell'acqua
della pentola per darlo al brodo e alla
carne insieme.
2) Assol. : faro uso del sale : bisogna
sai
- 705 -
sai
digli ài co'àgh die 'l fiala minga tròpp
= bisogna dire al cuoco che non sali
troppo.
sàlaa, agg, = salato : che è stato condito,
acconcio col sale.
1 ) tlcqua éàlàda =• acqua salata :
'juella del maro. Contrario di acqua
dal sa = acqua dolce.
2) Che è eccessivamente salato : con-
trario di sciocco, scipito : incoeii là mi-
nestra l'è on poo éàlàda =• oggi la
minestra è un po' salata.
3) mlaa còme dna brtsa = salato
arrabbiato, amaro di sale.
4) Fig. : arguto, spiritoso, frizzante ;
qiiesta l'è sàlàda / = questa è salata!
5) fàla pàgtl càrna salMa = farla
pagare salata, dare castigo o pena foiie
])iìi che la colpa.
6) mlaa, s. m. = salato : salame ;
yn piàtt de sàlaa = un piatto di sa-
ziato, di salame ; quando è affettato per
servire in tavola.
sàlàmelèccli, s. m. = baciabasso: atto
di sommissione, dimostrazione di osse-
quio verso persona di cui si ricerchi
il favore o si tema la. potenza.
1) Salamelecche, usato per lo piìi al
plur.: voce usata per scherzo: compli-
mento, saluto cerimonioso.
sàlàiiiìn, s. m. = salamino ; piccolo sa-
lame, ma un po' differente dal vero sa-
lanre: per lo più si cuoce.
1) i éàlàmitt déla vcrs*Lda = sala-
mini piccoli che si cuociono nella zuppa
di verze.
sàlàium, s. m. = salame: carne di porco
trita, salata e insaccata in grosse bu-
della di maiale.
1) ligà come on mlàm>n = legare
come un salame: di pers. legar stretto
che non si possa muovere.
2) sàlàmm de tèsta = soprassata: te-
sta di maiale pesta e cotta.
3) Fig., d'uomo goffo, zotico: che
non sa che si dire o che si fare. Il
nostro mlàmvb in questo senso corri-
sponde a molte espressioni toscane: ma-
laccorto, incauto, capocchio : uomo di
cervello grosso che non capisce nulla;
piaccianteo: omo t<irdo, grasso e dap-
poco; grullo, giucco : che ha il capo
vuoto, stordito, scemo.
4) vèéà on sàlàmm = essere un sa-
lame, essere battezzato in domenica:
essere uno sciocco.
salàri, s. m. ■= salario: mercede pattuita
che si paga mese per mese a chi ci
serve.
sàlàriaa, agg. = salariato: chi per vivere
è obbligato a servire, e ne riceve un
salario, non sempre proporzionato al
lavoro, all'opera prestata,
sàlàsà, 'V. att. = salassare: cavar sangue
con arte.
sàlàss, s. m. = salasso : cavata di san-
gue toccando la vena.
sàlbriiuètt, s. m. = salprunella : nitro
fuso con un poco di zolfo che si dà
come medicamento.
sàlcràut, .9. m. = salcrùutte: cavolo sa-
lato, cavolo agro. Dal tedesco saner-
kraut.
sàld, s. in. = saldo : intiero pagamento
di un debito, di un conto e sim.
1) Dichiarazione, ricevuta dell'intiero
pagamento. Oggi usa sempre più larga-
mente saldo. *
sàld, agg. = saldo, sodo. Nelle frasi; te-
gnì sàld ò in sàld = tener fermo, forte;
•vèss dent bèli sàld = essere infisso saldo,
sodo: fermamente.
salda, V. att. = saldare : appiccare, riu-
nire cose rotte e disgiunte: farle stare
insieme fortemente.
1) Di debiti, conti, pagarli per in-
toro, farne il saldo.
sàldàdòr, s. m. = saldatoio: arnese per
saldare: è fatto come un martello senza
penna e con bocca a punta ettusa. Sì
fa arroventare nel fuoco e con esso si
strugge il piombo o lo stagno o altro
nel punto da saldare.
sàldàdtira, s. f. = saldatura: il saldare e
la pai-te saldata.
saldo, * s. ni. = saldo. A^edi sàld.
sàldura, s. f. = granaglia, saldatura: sorta
di fusione o preparazione d'oro e d'ar-
gento in minutissimi granelli.
sàlètìn, s. m. = salottino: piccolo salotto,
sàlgréiua, .5. m. ^ salgemma: saie che si
estrae dal seno della terra.
sàlicilaa,"^ s. m. = salicilato. T. chim.:
ogni sale dell'acido salicilico.
sàlìda, s. f. = salita, erta, montata: luogo
per cui si sale.
sàlin, s. m. = saliera : vasetto dove sta
il sale che si mette in tavola.
1) éàlin del péver = pepaiuola.
salina, s. f. = salamoia: acqua salata i)er
uso di conservarvi pesce, olivo, ecc.
saliscéndi, s. m. = rota: meccanismo in
sai
— 706
sai
forma d' armadietto girante, usato nei
conventi, in certe sale, per far passare
la roba da una stanza da basso ad un'al-
tra superiore, senza esser visto chi la
porge.
saliva, s. f. = saliva: selezione di certe
glandule che sono nella bocca.
1) manda gio là éàllva = ganghire,
venir l'acquolina alla bocca.
sàlivàsióu, s. f. = salivazione : il sa-
livare: quella funzione animale per la
quale si forma e si separa la saliva.
salma e salmo, s. m. = salmo : canto
sacro.
1) tÈti i salmi fbiìsen in glòria =
ogni salmo finisce in gloria, tutti i salmi
finiscono in gloria: la lingua batte dove
il dente duole: di certi discorsi che fi-
niscono sempre a un modo, specialm.
chiedendo qualche cosa,
sàlmàtràcclijS. m. = sciamannato, sciatto:
scomposto negli abiti e nella persona.
1) Piaccianteo, grullo : uomo goffo,
malaccorto.
salmi, s. m. = salmi. T. cuc. Specie di
intingolo.
salnjìstraa, agg. = messo in salamoia.
Ve:i salina.
salmo, * s. m. = salmo. Vedi salma.
sàlniter, s. m. = salnitro: lo stesso che
nitro. V^edi nìter.
salòli, .^. m. = salone: sala grande, per
lo più da ballo, e anche per grandi. adu-
nanze.
sàlotìii, * s. m. - salottino: quello dove
le signore ricevono in maggior confi-
denza.
sàls, s. m. = salsedine: iimore salso del
corpo che si manifesta il più delle volte
in un erpete fastidioso.
salsa, s. f. = salsa, intingolo, savore :
condimento con che si preparano o si
servono certe pietanze.
1) èàlàa picànta e pictintc = salsa
piccante: specie di salsa con capperi e
acciughe.
salsamentàri, s. m. = salsamentario,
pizzicagnolo, salumaio: venditore di sa-
lami e salumi.
sài séra, s. f. = salsiera: vasetto di for-
naa ovale per tenervi salse.
sàlsisòn, s. m. - salsiccione: specie di
salame crudo proprio della Lombardia.
sàlsòs, agg. = salsedinose; che ha della
salsedine nel sangue.
sàlt, s. m. = salto; il moversi scattando
co" piedi, ricadendo su lo stesso punto,
0 portandosi più innanzi o da parte,
senza toccare lo spazio di mezzo.
1) mìt mortài = salto mortale: quello
del saltatore che fa la capriola nel salto.
Anche capitòndolo: salto che si fa lan-
ciandosi colle mani in terra e i piedi
per aria, imprimendo così alla persona
un moto di rotazione, ])er modo che
essa si ritrovi, compiuto il salto, nella
posizione di prima.
2) à sàlt = a salti, saltando.
3) fa dUil, qiiàter èàlt = far due,
quattro salti: fare i ballonzoli : ballare
un poco, alla buona, senza apparenza
di festa.
4) in d'on sàlt, in diiil, in quàter,
sàlt = in un botto, in duo in quattro
battute: in due, in tre salti: in un mo-
mento, prestissimo; el g'hà prèsa? el
sbrighi in quàter kilt = ha fretta V in
quattro battute la sbrigo.
5) Balzo: il balzare della palla e del
pallone.
6) fa on sàlt = fare, dare un balzo:
di persona che, essendo seduta, s'alzi
a "un tratto e con impeto.
7) Fig., fa on sàlt = fare un salto:
parlando di promozione di grado, di
sti])endio, e sim.
8) sàlt de gàtt = l)otte, tromba sot-
terranea: canale che, conduce 1' acqua
a passare sotto una strada o un altro
canale e poi la ritorna al livello di
prima.
salta, V. att. = saltare: spiccare il salto,
0 salti: far dei salti.
1) Di cose; salta via = saltar via;
cont dna màrtelàda l'ha faa salta ria
on tòech de cotona = con una martel-
lata fece saltar via un pezzo di colonna.
2) salta fmlra = saltar fuori: venir
fuori all'improvviso, d' un colpo, d'un
tratto. Anche venire in campo; guarda
che aòrta d-on imbròj salta fccùra =
guarda che sorta d'un imbroglio salta
fuori.
3) sàM àdòss = avventarsi; detto
d'uomini e d' animali : muoversi con
imiieto per saltare addosso e per lo più
con intenzione di offendere.
4) Iporbol. sàltàgh àdòss ài mangia
avventarsi al cibo: mettersi a mangiare
con grande avidità.
5) mlt(i àrlds.i = saltar su, saltare
*al
707 —
sai
I
addosso: di creditori clie si fanno in-
torno al debitore per avere il suo.
6) iàlM in tria = saltare in aria:
di cose clie vanno in rovina per qual-
che esplosione.
7) i-àltà in eoo, in tèsta = saltare in
capo: venire il pensiero improvvisa-
mente. Anche : .<-e là me salta = se
mi viene il ticchio.
8j salta ài còli = saltare, avventarsi
al collo: dell' abbracciare uno per im-
peto d'affetto.
9) salta dèla giòia = saltar dalla con-
solazione.
10) Scattare: di una molla; là mola
là salta = la molla scatta.
11) salta ria = trasalire : riscuotersi
improvvisamente.
12) salta H fòsé = scalzare uno, dare
alle buche. Vedi fòss, B).
13) fa salta = far correre: far lavo-
rare con alacrità.
14) cosa te éàlta? = che ticchio ti
viene ?
15) salta vìa vun = saltare, scavalcare
uno : non dargli la carica, 1' avanza-
mento che gli spettava per anzianità.
16) Omettere nel discorso, nella let-
tura, nello scritto una parola, un passo,
una cosa; l'è tànt distrati che hin pil-
see i parali che 'l salta de qiiìj che '/
lég = è tanto distratto che son più le
parole che salta, di quelle che legge.
17) salta là bara = saltare la barra.
T. mil.: fuggire dal quartiere la notte.
18) salta ài cBUcc = balzare all'occhio,
venir sott' occhio: rendersi a un tratto
chiaro, evidente. Anche: saltare agli
occhi : avventarsi al viso d'uno, graf-
fiandolo.
19) Balzare : dei corpi elastici e spe-
cialm. delle palle di gomma; dna bàia
là, salta tanto ò pòcch = una palla
balza molto o poco.
20) salta in qtiàj sii = balzare in
un luogo.
21) $àltà già de cavali = balzar di
sella.
22) éàltti giò del lètt = balzar giù
dal letto : alzarsi in gran furia.
23) voré salta fmira 'l coniir = bal-
zare il cuore : battere per emozione
forte e improvvisa,
24) salta àdree = rispondere con
arroganza, rimbrottare.
25) saliti là strada = assaltare, ag-
gredire : commettere una grassazione.
sàltàcolonètt, (giiigrà à) = fare a salta
ragazzo, o a salta paracarri ; secondo
che nel gioco si saltano via ragazzi o
paracarri.
sàltàdòr, s. m. = saltatore, funambolo,
acrobata : forzatore che cammina sulla
corda, fa giochi sui cavalli, o altri
giochi ginnastici dinanzi al pubblico.
sàltàforinàgia, (gritigà à) = giocare a
saltarsi via ; gioco simile al salta ra-
gazzi. Vedi sàltàcolonètt.
sàltàfòss, (fa on) = tirar giù le calze
a uno : faro una cavatina d' ingegno
per scoprir terreno.
sàltàmàrtin, s. ni. = cavalletta, locu-
sta, grillo verde : specie di insetto dei
campi.
1) Saltamartino : giocattolo da bam-
bini, fatto con un mezzo guscio di
noce, che per un filo avvolto e uno
stecchetto in mezzo, salta e si rovescia
come un ranocchio.
sàltàméiit, s. ni. = assassinio, grassa-
zione, aggressione ; età nòti gh'è staa
on èàltàmént sul stràdón de Lorètt =
questa notte ci fu una grassazione sullo
stradone di Loreto.
1) Usa anche come correzione di
sàcràmént, che, essendo bestemmia,
sta male sulla bocca di jìersone a modo ;
sàltàment ! me ne va ben ntinca rUna
= accidempoli ! non me ne riesce manco
una ; Ve on sàltàment d^on floeii che
no se po' fall iibedl = è un accidente
d'un ragazzo che non si può farlo ub-
bidire.
sàltàrèj, (i) s. m. pi. = grucce. Vedi
fèr dì g-elosìj.
saltarèlli s. m. = saliscendi : serratura
ordinaria delle porte, usata por lo più
nelle case dei contadini.
sàltimbàucli; s. m. = giocoliere di piazza,
saltatore, acrobata : ciarlatano.
sàltón, (fa '1) v. alt. = fare il salto :
dei bambini che si fanno saltar giù
dal tavolo, da una sedia, ecc.
saltuàri, agg. = saltuario : a salti, senza
ordino regolare.
sàlM, s. f. = salute, sanità : 1" essere
sano, in buono stato fisico.
1) Per augurio di sanità, bevendo ;
fila àòa éàlùd = alla sua salute.
2) l'è là eoa sàlM = ò la sua sa-
sai
— 708 —
Iute : si dice di cosa che fa molto bene
a uno e lo tien sano.
3) spiist là éàlud = puzzare il be-
nestare,, la salute : non far nulla per
conservarselo.
sàlud, s. 7)1. = saluto, il salutare: l'atto
e le parole con che si suole salutare.
1) restimi el sàlud = rendere il sa-
'vito.
2) leva 'l éàlud = levare il saluto a
uno : rompere ogni rapporto d'amicizia
con lui ; non salutarlo più.
3) on bèli sàlud = un salutone : sa-
luto di cuore, amichevole.
sàliidàj 'i^. alt. = salutare : pregare ed
augurare felicità e salute ad altrui con
parole o con cenno di riverenza ; ed
anche fare colla destra atto di saluto
a chi si incontra.
1) Dire addio, non pensarci più ;
mluda '/ gioeùgh e i divertiment se te
'vosiìret jìàsà i esànim = saluta il gioco
e i divertimenti, dì addio al giuoco e
ai divertimenti, se vuoi passare agli
esami.
sàludemel ! iron. = addio fave ! saluta-
melo I
salute ! = salute ! salve ! Dio vi salvi !
Ad uno quando starnuta.
sàlv, agff, = salvo : fuori di pericolo,
scampato da morte : che ha cessato di
soffrire un male, un danno e sim.
1) san e sàlv = sano e salvo : in-
colume.
2) sàlv eror = salvo en'ore : eccetto
che vi sia errore.
salva, v. att. = salvare : far salvo, trarre
di pericolo : dar salute.
1) salva l'anima = salvar l'anima:
procurarsi l'eterna salute; anzi lo di-
ciamo anche per celia, quando vogliamo
giustificare ciò che stiamo facendo ; se
fa de tùtt per salva VtLnima = si fa
di tutto per salvar l'anima.
2) sàlvt là vita ò là peli = salvar
la vita 0 la pelle : scampare da peri-
colo imminente di morte.
3) sàlvti là ptLnseia per i fìgh. Vedi
figli, 18).
4) salva i àpàrené = salvar 1' appa-
renza 0 le apparenze : nascondere ciò
che farebbe torto sotto l'apparenza del
contrario.
5) Serbare, consei^are ; sàlvegh diiil
pèrsigli ài pàp^ = serba due pesche
lìev il babbo ; perchè te me ne minga
ààlvaa on tond de risoti? = perchè
non me ne hai serbato un piatto di
risotto ■?
sàlràcondott, s, m. = salvacondotto :
sicurtà data ad uno di passare o stare,
escire, entrare, in o per un luogo, che
gli sarebbe vietato.
sàlvàdàuea, s. m. = salvadanaio, sal-
vadanaro : vasetto di terra cotta, fatto
a guisa di un piccolo coppo, dove si
introducono le monete per uno spacco
0 fessura che v'ò in alto.
sàlvàdegli, agg. = salvatico : di piante,
non coltivate, non innestate ; tali quali
nascono e crescono naturalmente.
1) òmm sàlvàdegh = uomo salvatico :
che vive ritirato, che ha con la gente
modi ruvidi.
2) .»?. m. sàlvàdegh = selvaggina :
animali selvaggi boni a mangiare, come
fagiani, pernici, lepri, camoscio, ecc.
3) sàvè de, vcgk del sàlvàdegh =
saper di salvatico, aver del salvatico :
avere odore di salvatico, cioè di cosa
0 d'animale che cresce e sta nei boschi.
salvàdegòu e sàlvàdegòtt, s. m. = sal-
vaticone : pers. molto rozza e di ma-
niere dure.
sàlvàdegiisc, s. m. = salvaticume : cose
che hanno del salvatico.
Salvador, (San) = San Salvatore : nome
di parecchie chiese, santuari, monta-
gne e sim.
sàlvàgént,* s. m. = salvagente : corpo
galleggiante che si butta in acqua,
quando alcuno pericola, perchè vi si
aggrappi.
salvaguàrdia, s. f. = salvaguardia, cu-
stodia.
sàlvànd, = salvo, eccetto, tranne ; sài-
v^nd el bàtésim Pè dna bestia = salvo
il battesimo, è una bestia : di prete ;
éàlvtmd quèll che 'l mànègia, l'è on
porscèll = salvo quel che ei maneggia
è un porco.
sàlvàss, V. rifl. = salvarsi : scampare a
un pericolo.
salvo, cong. = eccetto che, tranne che.
sàiubruca, s. f. = basta, sessitura, ri-
treppio : piegatura orizzontale fatta alla
veste e ad altro per poterla accorciare
senza tagliare.
sàiiibucli, s. m. = sambuco : pianta da
siepe e da ornamento, i cui rami pieni
di una midolla bianca, tenera e copiosa,
facilmente si vuotano per far cannelli.
sani
- 703 -
1) fior de sàmbùcli = fiori di sam-
buco : fiori biancki che hanno virtù
diuretica.
sàmpèll, s. m. = inciampo, intoppo. Voce
che disusa ogni giorno più.
1) Trama, insidia ; mètt vùn in d'on
fiàmpèll = mettere uno nell'inti'igo.
sàmpètt, s. m. = zampetto, zampone :
carne di maiale, accomodata nella pelle
della zampa porcina.
ssìu, agg. = sano : che non ha malattia,
che com])ie bene tutte le sue funzioni ;
cosi d'una persona, come d'un mem-
bro o d'una parte di essa.
1) Salubre : che conferisce alla sa-
nità, di cibi, bevande, aria, luogo e
sim.
2) color san = coloro sano : d'uomo
sano.
3) Di frutta e sim. senza magagne :
non cominciate a infracidare.
4) éàn cóme on corno = sano come
un pesce, come una lasca : sanissimo.
5) cJd rà pian va san e chi va fòrt,
va fila mòri = chi va piano va ratto :
chi va piano va sano e va lontano.
san, agg. = san : apocope di santo, che
si usa dinanzi al nome del santo ; san
Péder, San Carlo, san 'Gioànn, éan
Rodòlf, ecc. = san Pietro, san Caiio,
san Giovanni, san Rodolfo, ecc.
sànca, c<f. f. = coda dell'arpione : quella
che serve per immurare l'arpione stesso.
sàiicàrliu, s. in. = zingarlino : specie
di cacio che sogliono fabbricare su quel
di Como. Va disusando fra noi.
1) Margherita; fiore bianco a seme
giallo, che fiorisce specialmente sui
primi di novembre, d'onde il suo nome.
sancii, (i) = s. f. pi. = le forbici : le
bocche dei gamberi.
sandàlìiia, s. f. = pendone : drappo,
festone che penda in alto e ricaschi
per ornamento.
sàndol, s. m. = sandalo : albero di legno
duro, odoroso, di vario colore che ci
viene dalle Indie.
sàndolìii,* s. m. = sandolino : specie di
barchetta snella e leggiera da una sola
persona.
sàndràca, s. f. = sandracca : gomma di
ginepri colla quale si fanno vernici e
la cui polvere serve a più usi.
sàndrìè, s. m. = raccattacenere : piccolo
arnese di ceramica o di metallo, per
mettervi la cenere degli sigari. Dal
frane, cendrier.
sànéver, s. vi. = ginepro : specie di
pianta aromatica.
sàufàson, (ala) = alla buona : senza ca-
ricatura. Dal francese à la sans facon.
sànfoiu, s. in. = lupino salvatico, fieno
sano.
sànfdrgrna, s. f. = cacciapensiero, spas-
sapensiero, grillone : sorta di piccolo
strumento di metallo ; si suona appog-
giandolo fuori alle labbra e facendo
oscillare più o meno una linguetta di
ferro che v'è nel mezzo e batte sui denti.
1) Voltolo : specie di campanelle al
morso dei cavalli.
sànforgnàtt, s. vi. = chincagliere : che
però traffica soltanto in chincaglie di
Norimberga e di Germania.
saligli, s. m. = sangue : liquido di color
rosso che circola nello arterie e nelle
vene degli animali.
1) àndà stmgu = andar del corpo
sangue : per lo più per forte infiam-
mazione.
2) àndà '/ éàngn tila tèsta = salire
il sangue al capo: specialm. per ira.
3) àndà sòtt éora, seàgiàsé et sàngu
= rimescolarsi il sangue, stare col san-
gue rimescolato ; specialm. per paiu-a.
4) sentiss à dà dna man in del
Sàngu; gela, càgifl 'l stlngu = sentirsi
dare un tuffo al cuore, agghiacciare il
sangue nelle vene.
5) sboecli, sgorgh de ààngu = sbocco
di sangue.
6) àndà 'l sàngu in acqua = andare
il sangue a catinelle : provare un gran
dispiacere per cosa che non si può im-
pedire 0 non si può rimediare.
I) el sàngu l'è nnnga dequa. Vedi
acqua, 14).
8) piirgà 'l sàngu = assottigliare il
sangue : renderlo più scorrevole.
9) biii el sàngu = bollire il sangue :
essere ancor giovine, facile alle pas-
sioni, agli entusiasmi e comunem. al-
l' ira.
10) vegli pii de sàngu àdòss = non
rimanere sangue addosso : di grandis-
sima paura.
II) àndà à éàngu = andare a san-
gue : piacere, andare a genio.
12) cài-à sàngu = cavare, trar san-
gue : fare un salasso, salassare.
710
san
13) Stirpe, progenie : l'è d'ori bòn
sàngu = è d'un sangue bono.
14) Carne : dei figliuoli e congiunti
di sangue si dice ; Vè'l me sàngu =
è mia carne ; l'ha tradii H ed sàngic
= ha tradito la sua carne.
lo) sàngu frèce = sangue freddo :
calma nelle passioni.
16) ààngu blmu = il divino antichis-
simo sangue, il sangue purissimo ce-
leste: il sangue nobile.
17) cava sàngic d'on miir = cavar
sangue dal muro; voler l'impossibile.
18) glie Vhà in del èàngu = l'ha
nel sangue; l'ha per natura sua.
19) fa i ròbb col sàngu àia gola =
lavorare coli' acqua, col sangue alla
gola; con fretta per finire' in un tempo
molto vicino a scadere.
20) siidà sàngu =>= sudar sangue; fare
una fatica grande, improba.
sàiiguàna; v. alt. = sanguinare: far san-
gue, gemere, stillare sangue.
1) sànguànà 'l eo;ur = sanguinare il
core : sentire viva afflizione, dolore e
sim. per qualche cosa.
sànguànènt, agg. = sanguinolento, san-
guinoso : c&e getta sangue, cospai-so di
sangue.
sàuguànòu ! esci. = cospetto ! corpo di
bacco.
sàngnèta, s. f. = sanguisuga, mignatta:
verme bislungo che sta nei fossi e si
usa in medicina per levar sangue.
1) Sanguisuga, segavene, vampiro :
di persona che sa fai*si dare quattrini
da un'altra.
sàiigiiètàda, s. f. = una applicazione di
mignatte.
sànguìg'n*, agg. = sanguigoo; di molto
sangue.
sanguinàri; * agg. = sanguinario : di
uomo, crudele, feroce ; facile e pronto
a sparger sangue, uccidendo o ferendo.
sàngiiin<àss, s. m. = sanguinaccio, ro-
ventino. Vedi biisècliin.
sàngiiinéla, s. f. = sanguinaria, san-
guinella: specie di gramigna che a
metterne un po' per il naso fa uscirne
il sangue.
sàngiiinòs,* agg. = sanguinoso : di io-
giurie, parole, libelli : che lacera la
fama d'un uomo.
sanitàri, s. m. = sanitario : che riguarda
la pubblica sanità.
san Marcii ! e san Marcii l'è òna bela
gésa. Vedi gèsa, 8).
san Martin, s. m. = san Martino: l'il
novembre, epoca delle sgomberature.
1) fa san Martin = far san Martino :
mutar di padrone, di fondo, di casa.
2) l'estua de san Martin = l'estate
di san Martino : il bel tempo che suol
fare per qualche giorno nella prima
metà di novembre.
san Michee, s. m. = sau Michele : il 29
settembre epoca delle sgomberature a
Milano. Anche: sgomberatura, il mutar
di casa.
san Qiiiutìn, s. m. = san Quintino; tra
in .san Quintln. Vedi Oiìintìn.
sànsàra, s. f. = zanzara : genere d' in-
setti, molestissimi nella notte a chi
dorme, succhiando il sangue e lasciando
il segno ovunque punge.
sànsàrèra,* s. f. = zanzariere : vario ar-
nese fatto di velo per difendere il letto
dalle zanzare.
Sànsòn, s. m. = Sansone: nome proprio
di un personaggio biblico, e per anto-
nom. uomo fortissimo.
sànsosi, s. ni. = spensierato, indifferente,
freddo: che non si entusiasma per nulla,
che per nulla si accalora, di nulla si
cura. Dal francese sans-souei.
sànt, agg. = santo : di chi si crede sia
eletto da Dio fra i beati e dalla Chiesa
è canonizzato per tale.
1) Di quelle cose che riguardano Dio
0 che a Dio in qualunque modo si ri-
feriscono; che Dìo 'l te legna là eoa santa
man in testa, = che Iddio ti tenga la
sua santa mano in capo.
2) el spirito sànt = lo spirito santo:
una delle persone della Santissima Tri-
nità.
3) là santa eros = la santa Croce:
su la quale spirò Gesù Cristo.
4) sètimàna santa = settimana santa:
quella che precede la Pasqua; anche
agg. d'ogni giorno di essa settimana.
5) el dì di sànt = ognissanti: giorno
delle solennità di tutti i santi: il 1 no-
vembre.
6) tira già i sànt = attaccar moc-
coli, bestemmiare: strizzare i limoni da-
vanti ai santi.
7) vègh qiiej sànt dèla eòa = avere
qualche santo dalla sua.
8) èàvè minga à che sànt vodàss =
non sapere a qual santo votarsi, o rac-
711 —
gap
tìomandai'si : non sapere a qual partito
appigliarsi.
9) OH qilèj sànt me iiltàrà = qual-
(.^lio santo aiutorà: dicesi per dimostrar
fiducia nell'avvenire.
10) (le chi à domdn on quàj sànt
proedàrà = cavami d'oggi e mettimi in
domane.
11) vorè àndà o sta in cjèsa à di-
spètt di sànt. Vedi g'èsa, 9).
12) gh'è on sànt anca ^jer * ciocch
= c'è un Dio, nn angelo custode anche
l)or gli ubbriaclii.
sìiiitàsàiitòrum, s. m. = santasantorum :
luogo 0 stanza in casa dove uno non
introduce che i più stretti suoi amici,
lo persone d'intima confidenza. Dal la-
tino.
sàutiflcètiir, s. m. e /". = santificetm-,
santerello: mammamia, agnus dei: per
lo più in celia. Dal latino : el par on
■sàntificétur = pare un agnus dei.
sàutìsim,* (el) s. m. = il santissimo, il
Sacramento: l'ostia consaci'ata: Gesù sa-
cramentato.
1) Ostensorio: arnese d'argento o al-
tro metallo in cui si pone l'ostia per le
benedizioni al po])0lo. Vedi ostensori.
sàutitaa, s. f. = santiti\ : qualità di ciò
che è santo.
sàiitòcc, s. m. = santocchio, bigotto: che
fa il sàntificétur.
sàntociàrìa, s. f. = santocchieria, ipo-
crisia, bigottismo.
sàntiiàrì, s. vi. = santuario : chiesa o
luogo sacro dove si vanno ad adorare
famose reliquie di santi.
sànto^ agg. = santo : s' usa nelle frasi
ci stinto ciod = il santo chiodo ; ttltt
el stinto di = tutto il sauto giorno ; el
fa ci éànto nàgòtt = fa il vero niente
e sim.
sàntouiua, * s. f. = santonina: polvere
antelmintica o vermifuga; là santonina
là fa vede giàld = la santonina fa ve-
der giallo.
sàóii, s. ììi. = sapone: composizione che
si scioglie facile nell'acqua e si adopera
nel lavarsi.
1) dà on poo de sàon = adulare : dir
I30S0 favorevoli più di quanto uno me-
riti. Anche: dar la soia, ungere gli sti-
vali.
sàonàda, s. f. = saponata: acqua nella
'juale sia sciolto il sapone e che fa della
schiuma agitandola.
sàoiiàtt, s. m. = saponaio: che fabbrica
0 vende sapone.
sàouèta, i?. f. .= saponetta: piccolo pezzo
di sapone per lavarsi.
1) Nome di una speciale forma d'o-
rologio.
sàór, s. Hi. = sapore : la sensazione del
gusto : la proprietà che hanno certe
cose di produrre questa sensazione.
sàorì, v. att. = assaporare: di cibi e be-
vande gustose: trattenerle in bocca cer-
cando di prolungare e rendere più viva
una sensazione piacevole.
1) D'opere d'arte ; sdori là musica
= assaporare la musica; l'è on liber che
hoo pròpi morii = ò un libro che pro-
prio ho assaporato.
sàorii, agg. = saporoso, saporito: che ha
molto sapore.
1) Un po' troppo salato; /'è on poo
sàortda ineoeu là minestra = ò un ])o'
saporita oggi la minestra.
sàpa, s. /'. = zappa, mazza, arnese rusti-
cale con ferro largo e piatto per ribat-
tere il terreno seminato e lavorarlo alla
superficie.
1) dàsà là stipa sui pee = darsi la
zappa 0 l'accetta sui piedi; detto di chi
volendo difendersi, dice cose che pos-
sono invece fornire argomento all'ac-
cusa. Anche: rompersi le noci sul capo;
tagliarsi le legna addosso; darsi del dito
nell'occhio.
2) Ascia da botto, rasiera. T. dei
bottai.
sàpà) V. att. = zappare, marreggiare: la-
vorare il terreno colla zappa o colla
marra.
1) sàpA 'l formentón = sarchiare :
ripulire il terreno dalle male erbe col
sarchio.
sàpàdòr, s. m. = zappatore : chi zappa
nei campi.
sàpèll, s. ni. = callaia, valico, passo :
apei-tui-a fatta nella siepe per passare
nei campi.
sàpéta, s. f. = sarchio : sorta di marra
piuttosto ])iccola ohe serve a nettare i
campi coltivati dalle male orbe, estir-
pandole.
sàpètt, s. ìli. pi. = semitoni : piegatelli
d'ottone che mossi da pedali di con-
serva coi capitasti, stringono le cordo
dell'arpa quanto basti a produrre i se-
mitoni.
sap
- 712 -
sàpiènsa; s. f. = sapienza : il sapere,
la dotti-ina.
sàpiènt,* agg. = sapiente : che sa, che è
dotto, che ha sapienza.
sàpienton, agg. = sapientone: usato per
lo più ironicamente: saccentone.
sàpìn, s. m. = sarchiello, sarchiellino :
piccolo sarchio che si adopra per pulire
l'aia 0 le prode negli orti.
sàpoeùr, s. m. = zappatore, guastatore.
T. mil. stor. Ora, cessato r^uesto genere
di milizia, va perdendosi anche il nome
che a noi venne dal francese sapeur.
sàpdu, s. ìli. = zaijpona, beccastrina :
sorta di zappa più gi'ande.
saponària, * s. f. = saponaria : genere
di pianto che hanno radici saponacee,
e le radici stesse.
1) Saponaria, steatite: pietra tenera,
untuosa al tatto, che serve per scrivere
sulle lavagne.
sarà, r. att. = chiudere, serrare: impe-
dire che per l'apertui-a entri o esca cosa
alcuna, opponendo a ciascheduna lo stru-
mento 0 l'ordigno suo proprio, come
coperchio alle casse, imposte e spor-
telli agli usci, alle finestre, agli ar-
madi, etc. Noi l'accompagniamo volen-
tieri colla preposiz. sii.
1) mrà là bòcci, sàrtL i orucc = chiu-
dere la bocca, chiudere gli occhi: avvi-
cinando le labbra, abbassando le pal-
pebre; sarti i oeucc = serrare gli occhi,
vuol dire anche morire.
2) sàrd. l'iiss in ftlcia à vun = ser-
rare l'uscio in faccia a uno: per fargli
sgarbo, perchè non si provi a tornare.
3) Ile cdn ne rildn sarà mài l'iiss
coni i man = cani e villani non sor-
nano mai l'uscio.
4) sarà sii e assol. sàrt = serrare: per
chiudere la bottega ; tlla festa el sàì-a à
méscli = alla festa chiude a mezzogiorno.
5) sarà f ranch = agganciare, fermar
con ganci ; èàrà frànch là fmèétra =
agganciare la finestra.
6) sarà vìa = riporre: mettere in serbo.
7) Intrans. serrare, incassare, com-
baciare : chiudere bene : di coperchi
, usci, etc ; Ve dna finèstra che sarà
minga ben = è una finestra che non
serra bene.
8) éàràsà giò 'l tenip = chiudersi il
tom]W : far culaia, farsi sempre più
brutto 0 j)er un pezzo.
9) Di ferite: rimarginarsi, saldarsi,
cicatrizzare.
10) Pareggiare il dente: del cavallo,
quando non si può conoscere quanti
denti abbia.
sàraa, agg. = serrato, chiuso; hoo troaci
rUss sàraa = ho trovato l'uscio chiuso,
l'uscio di legno.
1) Di vestito: accollato, che copre il
petto fino al collo.
2) dormi sàraa = dormir sodo, ser-
rato.
sàràccli, s. m. = salacca: pesce di mare
che si secca sotto sale per conservarlo
e mangiarlo come si fa delle ai'inghe.
1) Sagrato, moccolo, bestemmia; tira
sàràcch = attaccar moccoli, bestem-
miare.
sàràdiira, s. f. = serratura, toppa: con-
gegno che si chiude e si apre colla
chiave.
sàràj, s. ni. = zappa, calzatoia: ogni pez-
zetto di legno tagliato in forma di pri-
sma triangolare che pongono sui sedili
contro ciascun lato della botte perchè
non giri o rulli da sé.
sàràmàuegrli, s. m. = serramanico: spe-
cie di coltello la cui lama è girevol-
mente imperniata sul manico.
sàràméut, s. ni. - impostame, serrame:
tutto ciò che serve a tener serrati gli
usci, le porte, le finestre e sim.
1) Intasamento, intasatura, costÌ2>a-
zione. Vedi ràfredòr.
21 Ambascia, affanno. In questo senso
si dice spesso sàràmint (le fìaa, dr
stòniegh.
sàràiit à dì 1 (cóme) = vale a dire r
Come sarebbe a dire ?
sàràsàra, s. ni. = un serra serra, un
bolli bolli: un tafferuglio, un tumulto.
sarcasmo, s. m. = sarcasmo : ironia^
mordace e offensiva ; parola sarcastica. ^
sàrcàsticli,* agg. = sarcastico : che ha
del sarcasmo.
ààrdela, s. f. = sarda, sardella, sardina :
piccolo pesce della famiglia delle arin-
ghe, molto comune nel Mediterraneo.
1) v'ess come i sàrdèll = essere pi-;
giati come le sardine, essere in bastar-
della; fam. essere in una stanza o in
una carrozza dove si stia pigiati e si
soffra il caldo.
2) rcss màgher come dna ààrdèla =
essere una salacca : di persona molto
magra.
— 71B —
sat
i
sàrdoiiicli, * ayg. = sardonico : di riso
amaro, uialigao, provocatore.
sàres, s. m. = salcio, salice: sorta d'al-
bero che fa nei luoghi umidi o palu-
dosi, con rami flessibili, lunghi, sottili
che servono per legare lo viti e sim.
1) S(Lres piàngént = salcio piangente:
specie di salcio che usasi nei giardini,
di fusto più grande e di rami che
spiovono in giù: mettesi anche per
ornamento ai sepolcri.
2) i sàres = i salcioli : verbene di
salcio con cui si legano le viti.
?y) éit jnéìi de ^àres = salceto : luogo
piantato a salci.
sàreséra, s. f. = salceto : luogo piantato
a salci.
sàresèta, s. f. = salterello, razzo: spe-
cie di piccolo fuoco artificiato.
1) sàresèta à bìsa = raganelle, razzo
matto.
àrgént, s. m. = sergente: grado infe-
riore di sotto ufficiale neir esercito;
quello immediatamente sopra al capo-
rale.
sàriss, s. m. = selce, gneis: pietra che
è un f|uarzo argilloso stratificato colla
mica argentina.
1) Granito nero : a gi-ana pìccola e
in pezzi erratici.
sàròii, s. m. = siero : parte acquosa del
latte.
sàrt, s. VI. = sarto, sartore : chi fa i
vestiti, in specie da uomo.
sarta, s. f. = sarta, sartora: donna che
fa da sarto ; che taglia e cuce i vestiti
S]ieeialmente da donna.
sàrtàg-na, s. f. = allodola da prato:
sjiecie d'uccello.
sartina, s. f. = sartina : ragazza che va
a imparare il mestiere di sarta.
1) Sarta da poco i)rezzo, non tanto
capace.
sartorìa, s. f. = sartoria: la bottega
del sarto, o la stanza dove esso lavora.
sàsàda, s. f. = sassata: colpo d'un sasso
tirato a forza contro uno ; ciàpt vùn
à sàsàd = pigliare uno a sassate : ti-
rargli contro dei sassi.
1) Botta, frizzo, fiancata : allusione
che si fa nel discorso alla persona con
cui si parla, perchè intenda e a fine
di punzecchiarla.
sasi, affff. = sazio, soddisfatto del cibo.
1) Nauseato, stucco.
sàsià, r. att. = saziare : soddisfare a
sazietà.
sàsina, v. att. = assassinare, guastare :
fig. di danno grave e irreparabile che
si rechi a persona o a cosa.
1) sàsiiiti 011 làortL = assassinare un
lavoro ; farlo malissimo : per mancanza
di diligenza o per fretta.
sàsonia, s. f. = sasseto. E' modo nostro
fam. e scherz. per dire un luogo sas-
soso, pieno di sassi.
sàss, s. m. = sasso, ghiaietto: pietra non
grossa troppo, di nessun pregio, senza
una forma particolare ; ed anche una
[lietra qualunque.
1) òli de mas = olio di sasso, can-
fìno ; olio minerale.
2) resta de sàss = rimaner di sasso,
stupito, attonito : preso da tanta ma-
raviglia 0 stupore da rimanere immo-
bile e muto.
3) vèss dilr come on sàss = esser
duro come un sasso; durissimo.
4) dormì come on sàss = dormire
come un masso : profondamente.
5) fasi cor à sàss = fare a sassi,
alle sassate : fare la sassaiola.
6) rè roba de àndà à compagna i sàss
màs'e e fèmina = Di chi proprio non
ha niente da fare e gli si vuol indi-
care una occupazione qualsiasi ])er
amazzare il tempo.
7) fa jìiàng i sàsà = far pianger le
pietre : di cose straordinariamente do-
lorose.
8) Sasso da battere: quello che il
calzolaio tiene sui ginocchi per battervi
il cuoio bagnato.
d) Ciottolo: sasso tondeggiante per-
chè lungamente rotolato dalle acque,
clie si usa per selciare le vie.
sàtànàss, s. m. = satanasso : di persona
infuriata, indemoniata.
sàteii, e satin, s. -m. = raso di cotone
0 di lana. Dal francese satin.
satina, v. att. = cilindrare : appianare i
fogli col cilindro. Vedi cilindra.
sàtine, agg. = cilindrato : passato sotto
i cilindri. Dal frane, satiné.
sàtira, s. f. = satira: specie di poesia
che morde e deride il vizio o il vizioso
per ossequio alla virtù, e cosi corregge
i mali e indirizza al bene.
1) Anche: poesia unicamente diretta
a infamare della gente ; libello.
2) Fig. : censura acerba, beffarda.
sat
714
sba
sàtirich, * agg. = satirico : ciò cho ha
qualità di satira, ed anche : uomo fa-
cile a censurare, mordace.
satrap, s. m.
satrapo; solitario, mi-
sauro : colore del mantello
santropo
sàiìr, agg. =
del cavallo.
sàus e sàiiss, agg. = segugio: di cane.
sàfiter, .s', m. = singhiozzo. Vedi sàiuter.
sàvàgìà, V. ait. = guazzare. Vedi sà-
guàclà.
sàvàià, 'V. att. = scioperare: andare in
volta senza uno scopo.
1) Canzonare, burlare, scherzai"e.
sàvàj, s. m. = savalì: persona da non
farne conto : semplice, irriflessivo.
1) Eandagio, girovago, girellone.
sàvé, V. att. = sapere: aver cogaizione
d'alcuna cosa; conoscerla appieno.
1) Assolut. : esser dotto ; l'è on òmm
che sa = è un nomo che sa.
2) sàvi à memòria = sapere a me-
moria : poter ripet-ere a memoria una
data cosa.
3) forèghen pu sàvè = non voler
più sapere di una cosa o di una per-
sona : averci levato il pensiero, averla
abbandonata.
4) fa sàvi = far sapere, far consa-
pevole : riferire, annunziare, informare.
5) vègli de sàvè, cioè sàvè = aver da
sapere, dover sapere : quando si fa al-
trui qualche dichiarazione o si dà
qualche ammonimento ; te g'hee de sàvè
che domdn voo à Paris = hai da sa-
pere che domani vado a Parigi.
6) se m che ; se sa = si sa che ; si
sa : volendo dire che una cosa è nota,
saputa da tutti.
7) en soo tànt = so per molto, so
di molto: maniere ironiche per signi-
ficare cho uno ignora una cosa ; en
àoo tànt mi dòe el va sémper Ma sìra
= so per molto dove va sempre alla
sera. Anche : le sa 'l Signor = lo sa
Iddio.
. 8) éàvè nò = non sapere, ignorare.
9) sàvèla liiuga = sapersela, saperla
alla lunga.
10) le èà anca quèll che ptLàa, tinca
'l Bìgia càpelee = lo sanno anche i
muricciuoli: è cosa notissima.
11) bèli sàvè? = chi lo sa? chi lo
può sapore?
12) Aver sapore di qualche cosa : sàvè
de rds = saper di rose ; sàvè de nàgòtt
= saper di nulla ; sàvè de inufa = sa-
per di muffa.
13) Iramucidire, diventar mucido,
vizzo, vicino a putrefarsi ; mccetl sta
càrtia là sa = oggi questa carne è mu-
cida ; l'è on polttster che sa = è un
pollo che ammucidisce.
sàvi, agg. = savio, buono, quieto, docile:
dello star fermi, del non toccare.
1) Di bambini. Vedi bou, 3).
2) Detto anche di adulti : che 'l stàga
sàvi ! che 'l tégna à cà i man ! = stia
bono ! tenga le mani a se.
3) vàr piisee on màtt à cà sòa che
on sàvi à cà di tdter. Vedi cà, 18).
sàvia, (erba) s. f. = salvia : pianta aro-
matica delle cui foglie si fa uso nel
cucinare.
sàviésa, s. f. = saviezza, posatezza,
quietezza, docilità.
sàvòra, s. f, = zavorra, savorra : deno-
minazione generale delle materie pe-
santi che pongonsi nel fondo della sen-
tina del bastimento per farlo affondar
nell'acqua e procui-argli 1' equilibrio
stabile.
sàviiii, part. pass. = saputo : da sajtere.
sbàccJi, (à) avv. = a biscia: in gran
quantità: vèghen à sbàcch = averne a
biscia.
sbàciocà, V. att. = sbatacchiare, dime-
nare, tentennare: delle ruote d'un carro
non ben solidamente imperniate, e di
qualunque altro oggetto che si muova
in cassetta, o altro.
sbàdìlì,* s. m. = sbadiglio : l'atto e l'ef-
fetto dello sbadigliare.
sbadilià,* v. att. = sbadigliare : racco-
gliere il fiato e poi mandarlo fuori colla
bocca spalancata, quasi convulsa o i)er
fame, o per noia, o per sonno.
sbà?àscià, V. att. = sbevazzare. Vedi
bagàscia.
sbàgr^, 5. m. = morsa : tiene a forza
dilatata la bocca al cavallo, e, piiì
aggraziato, si mette a chi impara il
canto, perchè tenga bene aperta la
bocca.
1) Freno, randello : quello che serve
a tener ferme le ruote di un carro nello
discese.
2) Puntello : trave messa orizzontal-
mente fra due muri, ])erchè non ri-
pieghino uno sull'altro.
sbàgrola, s. f. = scotola: specie di col-
sba
— 715
sbii
tcllo di legno o di ferro, con che si
batte il lino prima di pettinarlo.
«bagola, V. att. = scotolare : battere il
lino colla scotola prima di pettinarlo.
sbcàlaa, agg. = spallato, aereo: che non
lia fondamento; ctLiis ébàlaa = cause
spallate ; iliision sbàlaa = illusioni
aeree.
sbalestra,* «'. att. = balestrare : mandare
lino che non se l'aspetti o con suo di-
sagio a staro in un paese diverso e
lontano : l'han sbàlèstraa d'on eoo à
l'alter cr Italia = l'han balestrato da
un capo all'altro d'Italia.
sbàli, s. m. = sbaglio, abbaglio, orrore :
il pigliare una cosa per un'altra. Ri-
ferito a donna, ha senso morale e più
grave : l'ha faa on sbàli ma l'ha pur-
gaa poera diaola! = commise uno sba-
glio, ma l'ha pagato, poveretta!
1) Tutto ciò che si faccia contro lo
j'egole e i precetti di una scienza o
ai'te : l'è on tràtaa d'aritmètica pièn
de sbàli = è un trattato d'aritmetica
])ieno di errori; l'è on sbàli de grà-
màtiea = è un errore di grammatica.
3) in sbàli = per errore ; V è staa
invidaa in sbàli = è stato invitato per
errore. ^
8bàlià, ■v. att. = sbagliare : pigliare una
cosa per un'altra, prendere abbaglio,
cadere in errore, ingannarsi.
1) se sbàlia nò = non si sbaglia :
di cosa che si è corti di dire o di far
senza errare.
.sbalordì, v. att. = sbalordire : far per-
dere il sentimento, attutirlo fortemente,
con frastuono o altro che introni il
cervello.
1) ròbb de fa sbalordì = cose da sba-
lordire, da far sbalordire : cose assai
maravigliose.
sbalordii, agg. = sbalordito, intontito,
grullo.
sbalotà, 'V. att. = acciottolare : di piatti
e di scodelle, maneggiarli senza ri-
guardo in modo da farli cozzare in-
sieme.
1) Sballottare, abballottare : tenere
nelle braccia un bambino, facendolo
saltarellare.
sbàls, s. m. = sbalzo, balzo, rimbalzo :
lo sbalzare, l'atto dello sbalzare.
1) de sbàU = di sbalzo, sbalzando :
ed anche di promozioni che poiiano in
su non per i debiti gradì.
2) inventa de sbàls = inventare di
sana pianta. Vedi piànta, 4).
sbàisà, V. att. = sbalzare : gettare con
violenza lontano da so.
1) Mandare da un luogo ad un altro
in una certa distanza. Vedi sbalestra.-
sbanca, v. att. = sbancare : mandar giii
di posto ; soppiantare altri nel posto-
che occupa.
sbàiidaa, agg. = sviato, dissipato, sca-
pestrato : di chi ò dissoluto, discolo,
traviato.
sbànfà, V. alt. = ansimare. Vedi bàiifà.
sbava, s. f. = sbarra : tramezzo alto che
si mette por separare o impedire il
passo ; siila {strada de san Salvador
han miss dna sbàra, ma l'è tànt come
se là gke fuse minga = sulla strada di.
san Salvatore hanno messo una sbarra,
ma è come se non ci fosse.
1) I ferri, le inferriate delle prigioni.
2) Quello strumento che si mette per
traverso onde sorreggersi, tenersi, sal-
tare.
3) sbàra di scàl = maniglio, appog-
giamento, braciuolo delle scale.
sbàra, v. att. = sbarrare : chiudere, im-
pedire il passo ; sbàrà là strada = at-
traversare la strada : mettersi o metter
cose attraverso, sicché non ci si possa
passare.
sbàràlia, (ala) avv. = alla scoperta, al
sereno, all'aperta.
sbàràsà, v. att. = sbarazzare, districaro,
sgomberare : toglier di mezzo ciò che
può esser d' impedimento, d' ostacolo,
d'ingombro.
1) sbàràsàss de vùn ~ sbarazzarsi
d'uno : levarselo d'attorno, liberarsene.
sbàràtà, v. att. = sbarrare, spalancare :
di porte, finestre, aprirle quanto è pos-
sibile, senza riguardi.
sbarba, v. att. = sbarbare, radere : dei
peli della barba, toglierli col rasoio.
sbarbateli, s. m. = sbarbatello : giovi-
netto imberbe che non ha messo an-
cora la barba e la pretende a giovinetto.
sbarca , v. att. = sbarcare : uscire o-
scondere di barca, venire a terra. An-
che approdare : accostarsi alla proda^
venire a riva.
sbàrcli,* s. m. = sbarco : lo sbarcare.
1) Sbarcatoio. Vedi imbarcadèro.
sbàsà, V. att. = sbassare, abbassare : di-
minuire l'altezza, ossia la dimensiono
sba
fl6
i^hì
dalla base alla sommità ; sbàsà ' / w?Sr
= sbassare, abbassare il muro.
rsbàsàda, s. f. = abbassata ; dctgh óna
bela sbcUàda à qiicll niiir = dà una
buona abbassata a quel mui'O.
sbàsàss, V. rifl. = sbassarsi : farsi più
basso.
1) Chinarsi: chinar la persona, spe-
cialm. per raccattar qualche cosa in
terra.
2) Abbassarsi, umiliarsi.
:j*bàsì, V. att. = basire, svenire ; cadere,
in deliquio.
sbasii, agg. = spossato, languido lasso.
sb<àt<àg:ià, i\ att. = sbatacchiare ; sbat-
tere, battere impetuosamente con forza
e prestezza.
i»bàtt, i\ att. = sbattere : battere, per-
cuotere violentemente contro chec-
chessia.
1) Agitare con violenza, frettolosa-
mente : di liquidi.
2) Disciogliere, agitando, detto di
ova e simili; sbàtt el ciàr (T oeùv Ma
fiòca = sbattere l'albume d'uovo fino
a farlo diventar come neve.
3) Battere, sbatacchiare, scagliare :
spinger con forza una cosa contro un'al-
tra ; Vhà sbàtiiii mi miir = lo battè
nel muro.
4) nò gli è de sbàtt = è inconcusso,
non c'è che dire.
5) sbàtt gtò = abbattere, demolire.
6) sbàtt fceura i lìàgn = sciabordare,
sciacquare. Vedi resentà.
7) ébàtt i gelosi] = sbattacchiare le
persiane : delle persiane che spinte dal
vento sbattono contro la finestra e
contro il muro.
sbàtiroeiì, s. m. = palloncino : specie
di frusta fatta di fili d'ottone per sbat-
tere uova 0 far la panna montata.
«bàtuda, s. f. = sbattuta, sbattimento :
l'atto e l'effetto dello sbattere.
sbàvesà, v. att. = doi)pieggiare: T. stamp.
difettosamente imprimere.
sbecàss, V. rifl. = sbocconcellarsi : di
piatti che all'oi'lo per qualche colpo
perdono lo smalto.
«bérgiia, (guarda de) v. att. = guardar
con occhio sprezzante.
1) mùngiti de sbèrgna - mangiar
svogliato : criticando tutto.
.sbèrla, s. f. = guanciata, mostaccione :
colpo dato colla mano aperta sulla
guancia.
sbèrlàss fceura, v. alt. = spettorarsi,
sciorinarsi : aprirsi gli abiti e la ca-
micia sul petto per troppo caldo.
sberlèff, s. m. = sberleffo: atto o gesto
di sft-egio, di scherno; el me fa doviti
di sberle ff = non mi fa che sberleffi.
sberlugià, r. att. = sberluciare, sbiilu-
ciare : guardarle di sottecchi e con in-
tenzione.
sberliisént, agg. = rilucente : che in-
flette i raggi della luce e si)lende.
sberliisì, v. att. = rilucere : risplcnderc,
perchè si riflettono i raggi della luce.
Vedi barliisì.*
sbevàsà,* v. att. = sbevazzare : bere
spesso e bere molto.
sbianca, s. f. = cura, bianchimento : la
materia colla quale si imbianca.
sbianca, v. att = imbiancare : far di-
ventar bianco, specialm. la seta, il
refe, la tela, e sim.
1) Dipingere le pareti delle camere
0 i muri delle case.
sbiàncàdura, s. f. = imbiancatura, im-
bianchimento : l'operazione dell'imbian-
care.
sbianchi, v. att. = bianchire, imbian-
chire : far diventar bianco.
1) Di carni : fermare ; far prendere
il bollore e ritirarle tosto dal fuoco :
dicesi specialm. di polli.
sbiàncliìn, s. m. = imbianchino : l' im-
biancatore di muri.
sbiàsegà. Vedi biàsà.
sbiàvaa, agg. = sbiadito, dilavato, smorto :
di colore che ha perduto la vivacità.
sbiéla, s. f. = tavolone : forma per fare
la tesa del cappello. T. dei cappell.
sbièss, agg. = sbieco : fuori di squadra,
storto.
1) in sbièss = a sbieco, in isbieco :
obliquamente ; l'ha fàbriena ci m ilr in
sbièss = tirò su il muro a sbieco.
2) Di traverso : obliquamente ; no
se pò pàsà che in sbièss = non si può
passare che in isbieco.
3) guarda in sbièss = guardare a
sbieco : dare un'occhiata torta per ira
0 minaccia.
4) tàit, in sbièss = augnare : tagliare
il legno 0 altro a scancio, obliquamente ;
tàj in sbièss = augnatura : taglio fatto
a scancio.
5) Cìàptl là bàia de sbièss = frisare:
toccare leggermente la jìalla di scancio
e mandarla per obbliquo. T. del biliardo.
Sfiì
717 —
slir
sbilàuc,* 6\ ni. = sbilancio, disquilibrio.
Qualche volta usa anche a indicare i
passaggi lopontini dal caldo al freddo
e viceversa.
sbilàuciàss, V. ri/I. = sbilanciarsi, dis-
sestarsi : di iiJteressi, spese e sim.
sbìls, s. rn. = zampillo : sottil filo d'acqua
o d' altro liquido, che schizza fuori
da piccolo canaletto. Anche : spruzzo,
schizzo.
sbilsa, '-'. (Ut. = zampillare, schizzare :
l'uscir di un liquido da piccolo foro
in zampillo.
sbiòcch, acfg. = fischione, rifischione,
sbricio ; meschino, gretto: di chi è po-
vero in canna.
sbiotà, V. att. = ignudare, denudare :
spogliare dei panni, delle coperte.
sbìr, .5. m. = sbirro, birre, sgherro. Vedi
polìsàj. Fig. arrogante, petulante.
sbir, s. m. = bruscolo, favilla. Vedi
busca.
1) Monachina : scintille che noli' in-
cenerirsi la carta bruciata, si dileguano
0 a poco a poco si spengono.
sbiràJa,* s. f. = sbirreria, sbirraglia :
tutti i birri insieme.
sbircia, * v. att. = sbirciare : guardare
cogli occhi socchiusi, e anche guardare
alla sfuggita.
sbirciàda,* s. f. = sbirciata : lo sbirciare,
l'atto dello sbirciare.
sbisàriss, v. rifl. = sbizzarrirsi, sbiz-
zirsi : sfogare la propria bizzarria, il
proprio capriccio, le proprie bizze.
:ibitisc, s. VI. = scusso: quegli a cui non
è rimasto niente.
1) vèés sblilse = essere al verde, po-
vero in canna.
sbocà, «7. att. = sboccare, imboccare :
dell'acqua dei fiumi ; far capo, metter
foce. Anche di strada, via e sim.
1) Della gente indirizzata ad un
luogo : irrompere ; hin sbocaa tuti dal
Brolètt in piàm Mercànt = sboccarono
tutti dal Broletto in piazza Mercanti.
2) sboefi là botèlia, el fèàseh = sboc-
care la bottiglia, il fiasco: gettarne via
il vino presso la bocca.
sbocàscee, s. m. = sboccato : largacelo
di bocca, sboccatacelo : chi non ha ri-
tegno nel parlare.
sboccb, s. m. = sbocco : lo sboccare e
il luogo dove sbocca un fiume, una
strada.
1) sboecìi de sàngit = sbocco di san-
gue: il gettare molto sangue dalla bocca.
sboff, ò\ Di. pi. = sgonfi: le parti di un
vestito da donna rialzate in modo che
paiono rigonfie.
sbogià, V. att. = bucare, forare: fare un
buco.
1) Del vaiolo: buttcrare, tarmare: la-
sciar le tracce delle pustole specialm,
sul viso.
2) sbogià failra = uscirne.
sbogiàdura^ s. f. = bucatura, foratura:
l'atto del bucare, del forare.
1) Buttero: il segno del vaiolo.
sbolsegà, V. att. = tossicchiare : tossire-
con qualche insistenza.
sboudoiià, V. att. = scocchiumarc: stap-
pare, togliere alle botti il cocchiume.
sbòruia, * s. f. = sbornia, ubriacatura:
l'ubriacarsi.
sbors, s. ììi. = sborso, disborso, paga-
mento: lo sborsare danari.
sborsa, v. att = sborsare, levar dalla
borsa danari, pagar de' quattrini.
sbosà, V. att. = sbozzare, abbozzare: dare-
la prima forma imperfetta, specialm. a
un'opera d'arte,
sboss, s. m. = sbozzo, abbozzo, bozzetto,
schizzo: opera d'arto nella sua prima
forma imperfetta.
sbotàsciaa, v. att. = spaccato, spiatel-
lato, pretto, sputato : specialm. di un
dialetto parlato con vocaboli e pronun-
zia del tutto idiotica.
sbotì , V. att. = prorompere : romper
fuori; di vesciche, sacchi o sim. ti"oppo
pieni.
1) Fig. di ira compressa che non si
pirò pili contenere.
sbotonà, V. att. = sbottonare. Vedi de-
sbotonà.
sbràgàlà, ^'. att. = gridare, far baccano,,
vociare: parlare alzando molto la voce
ma senz' altra intenzione che di chiac-
chiere e d'allegria.
sbràgàlàda, s. f. = gridata, vociata, bac-
cano": l'effetto, l'atto del sbràgàlà.
sbràgàlón, s. m. - chiassone : chi fa-
cilmente vocia, grida.
sbràgrià, v. att. = berciare, sln-aitare: al-
zar molto la voce e sgarbatamente par-
lando, cantando o lamentandosi.
sbràgiàda, s. f. = berciata, sbraitamento,
il gridare fortemente.
sbi'àg'iòn, s. m. = bercione: chi bercia,,
sbraita molto e volentieri.
sbr
718 —
<Ì)U
i«bràiià, V. att. = sbranare, dilaniare: fare
a brani, uccidere lacerando e straziando.
jibreg'à, v. att. = sciupare, guastare, roni-
])ore: specialm. di vestiti dei quali non
s'abbia alcuna cura.
*»brèii(lol, * (à) avt\ = a sbrendoli, a
brindelli: di vestito a cui cascano i
pezzi rotti, strappati. A'edi sotto anche
sbrìndol.
sbriaa, ac/g. = sbrigliato. Vedi desbriaa.
sbrigràss, V. ri fi. = sbrigarsi, distrigarsi,
sollecitarsi: fare in fretta.
1) Levarsi dalle mani, d'attorno una
faccenda.
•iibrindoi, * s. m. = sbrendolo, brindello:
pezzetto d'un abito d'un drappo e sini.
lacero, che non sia anche strappato af-
fatto dall'abito, dal drappo stesso.
sbriiuloliiia, * s.- f. = brindellona. Vedi
sbrìiulolòn.
iiibrindolòn,* s. m. = brindellone: che se-
mina brindelli, e iporbol. sciatto nel
vestire.
1) à shrindolòn = brendoloni, in modo
di vestire sciatto e cattivo.
iibrius, s. m. = sbrinze: di formaggio e
specialm. di un formaggio svizzero che
fanno a Brienz.
*ibrìs, s. in. - gretto, meschino, povero
in canna.
sbrìsìgà, v. att. = scivolare, sdrucciolare,
scorrere del piede su cosa che non regge.
sbrocà, v. att. » sbrancare, brucare i
rami, togliere ai rami la foglia.
imbrodola, r. att. = sbrodolare, imbrodo-
lare, sbrodare, lordare, insudiciare con
l)rodo, ed anche con unto, bava e sim.
1) Di scritto, giornali e sim. buttar
giìi alla lesta, senza correttezza, alla
rinfusa e sopratutto senza interesse per
il lettore.
sbrodolàda, ». /". = sbrodolatura, imbro-
dolatura: l'atto e l'effetto dell' imbro-
dolare.
sbrodolàmént, s. m. = imbrodolamento,
imbrodolatura,
sbrodolàss, v. ri fi. = imbrodolarsi: lor-
darsi di roba liquida in più luoghi sulle
vestiraenta, specialm. nel mangiare e
nel bere.
^brodolòii, «. m. - brodoloso: chi è im-
brodolato 0 è solito imbrodolarsi.
1) Brodolone: chi mangia o beve in
• modo che dalla bocca la roba gli coli
giiì per il mento.
isbroeùsgor, agg. = greggio, rozzo, secco:
senza ornamenti, non solo senza il su-
perfluo, ma anche con qualche scarsità
del necessai'io.
1) Di cibo: asciutto, scipito, malcan-
dito.
2) Di modi un po' troppo semplici,
asciutti, quasi rozzi.
sbrofà, V. att. = sbruffare, spruzzare,
aspergere : bagnare leggermente la su-
perficie di un corpo ; sbrofà d'àsee =
inacetare, spruzzar d'aceto.
1) Sfoggiare, grandezzate.
sbrofàda, .<?. f. = spruzzata: l'effetto dello
spruzzare.
1) Passata: di pioggia piuttosto ab-
bondante, ma di breve durata e senza
violenza.
sbròff, s. ni. = sbruffo, spruzzo, asper-
sione, sprazzo : il liquido sottilmente
spruzzato e il semplice spruzzare.
1) Zaffata : quella schizzata di vino
che salta intorno e addosso a chi tura
la botte 0 il tino, quando ne esce forte
lo zampillo.
sbrofìn, * 5. m. = sbruffino, spruzzino:
piccolo spruzzo.
1) Mela, cipolla: specie di palla stiac-
ciata e foracchiata che applicata all'in-
naffiatoio, spande minutamente 1" acqua
con che s'innaffia.
sbrofolènt, agg. = bitorzoluto : che ha
bitorzoli; l'è tiitì sbrofolènt in fàcia =
è tutto bitorzoluto sul viso.
sbroià; «•. att. = scottare : il leggiero
bruciare del fuoco e dell'acqua bollente
e d'altro che bruci sulla carne; el càfè
el scòta = il caffè scotta; là ròba eh' è
staa sul foeugh là écota = la roba che
è stata al fuoco scotta.
1) Scottare, fermare: cuocere legger-
mente: dare una lieve cottura.
sbroiàda, s. f. = scottata: l'atto e l'ef-
fetto dello scottare.
sbròscera, s. f. = piantastecchi. T. dei
calzol.: lesina i)er fare i Ijuchi in cui
ficcare le bullettine di legno per le
scarpe. Questa parola che danno i vo-
cabolari io non l'ho sentita dalla bocca
di nessuno dei calzolai, ai quali mi
sono rivolto.
sbrotà, (no) v. att. = non batter parola,
star cheto come un olio : non rifiatare.
sbiisà, r. att. = bucare: forare fare uno
0 più buchi; sbiisà on mùr = bucare
un muro.
1) sbilstL là péli, sbiisà 'l vcnter =
sbu
— 719
sca
bucare la pollo, il ventre, dare delle
coltellate.
2) sbììsàss = sfarfallare: dei bozzoli;
gorgogliare, intonchiare ; dei legnami;
intignare: delle pelli.
sbiisàtà, V. att. = bucacchiare; fare mólti
0 piccoli burchi.
sbiisecà, v. att. = sbudellare, sventrare;
ferire nel ventre cosi che no escano lo
budella.
sbiisircetì, s. m. = foratoio : strumento
con cui si fora.
.sbiitòn, s. ni. = urto, spintone: ulia spinta
data con molta forza. Vedi biitòn.
1) Spinta: lo spingere e l'effetto dello
spingere ; coni on shilton l'ha traa per
tèra = con una spinta lo gettò in terra.
2) Fig. aiuto che uno presta a un
altro; l'è àndaa indns à fària de shii-
tón = è andato innanzi a forza di spinte.
sbiitoiià, V. att. = urtare, spingere : dare
spintoni. Vedi bìitouà.
.scàbi, s. m. = vino : vóce venuta dal
gergo nel dialetto e usata qualche volta
nel parlar molto famigliare.
scàbros,* agg. = scabroso: erto, malage-
vole: di salita, cammino.
1) Fig., arduo, diffìcile.
scàcaa agg. = scacoato: f^tto a scacchi,
a quadretti.
.scàccli, s. VI. = scacco, quadretto, ognuno
dei quadrelli di diverso colore della
scacchiera e della dama.
1) * écàech = gli scacchi, il giuoco
che si fa con vari pezzi figurati sullo
scacchiere.
2) à écàech = a scacchi: di quei la-
vori, tessuti, dipinti a guisa di tanti
scacchi, di tanti quadratini.
3) vede 'l so à écàech = vedere il
sole a scacchi : essere in prigione, ve-
dere il sole da una inferriata.
4) Disappunto , soangeo : quando le
cose vanno male , inentre si poteva
credere che andassero bene; qucll l'è
étaa on écàech, pder dittai! = quello
fu un disappunto poveretto !
5) écàech viàtt = scaccomatto; quando
si minaccia il re dell'avversario così
che non si può difendere, per cui la
partita ò vinta.
scàcliéra,* s. f. = scacchiera e scacchiere:
tavola sulla quale si giuoca a scacchi.
scàd, V. alt. = scadere : di pagamenti,
cambiali, obbligazioni, patti: essere spi-
rato il termino assegnato.
scàdèusa, s. f. = scadenza : il tempo
in cui una cambiale, un effetto devo
essere pagato: il termine fissato al pa-
gamento.
scàdensàri, * s. vi. = scadenzario e sca-
denziere: libro dove i commercianti ten-
gono nota e registro delle scadenze delle
cambiali da essi accettate o ad ossi gi-
rate.
scàdènt, agg. = scadente : non affatto
buono nel suo genere : deI)ole, imper-
fetto; gh'éra on tenòr écadénf = c'era
un tenore scadente; là tela di me cà-
viìs l'è viinga déla piiéee àcàdénta = la
tela delle mie camice non è della più
scadente.
scafai, .<t. m. = scaffale : arnese, mobile
per lo pili di legno, a vari palchetti o
scompartimenti, per tenervi in ordine e
conservare libri, carte, biancheria o
altro.
scàgià, V. att. = intimorire, impaiirire:
quasi far gelare il sangue nelle vene.
schggf s. VI. = paura, timore, batticore:
l)alpitazione di cuore , per eccessiva
paura.
scàgu, s. VI. e scàglia, s. f. = sedia,
seggiola, sedile, scanno.
i) quànd là merda là vionta in Pcàgn
è là épùsa ò là fa dàgn = la gente ri-
fatta è superba sem])re. Vedi dàgn.
2) àndà giù del écàgn = andar giù
di scanno: cader di collo: uscire o ca-
dere di grazia : quando si perde roi)i-
nione e l'affetto di uno.
3) écàgn sgàngàraa = seggiola sper-
niata: quella che non è ben soda, per-
chè i perni sono usciti fuora, o perchè
cominciano a lenteggiare e più non ser-
rano bene: dal che proviene un molesto
cigolare della seggiola.
4) Desco, scranno : sgabellotto su cui
i caciai posano la forma del cacio lo-
digiano, per ripulirla o assestjirla.
5) Predola: asso inclinata che usa
nelle cartiere.
scàgnèll, s. m. = scannello : ])iccolo
scanno.
1) T. dei carrozz.: due legni sopra e
sotto la sala.
2) Deschetto, sgabello: sodile di legno
su quatti"0 piedi e piuttosto alto.
3) Scannello : uno dei tagli del cu-
laccio del bove, della vacca, ecc.
scàia, .s. VI. = scjiglia. Disus. e sostituito
da scheia.
— 720 —
sca
SL'àiaa, agg. = scheggiato , ronchioso,
scheggioso: di legno, rupi e sim.
1) Fig., rauco, arrantolato, rantoloso.
scàiàdura, s. f. = rinzaffo : che si fa
riempiendo di sverze i vani che sono
tra pietra e pietra.
scàiàsc, s. m. = pagliaccio, buUaccio :
quello che resta dalla ventilatui-a del
grano già trebbiato.
scàiass, V. rifl. = scheggiarsi, sverzarsi.
Vedi sclieiàss.
scàioetì, s. m. = vigliolo, vigliaccio: spi-
ghe 0 baccelli separati dal gl'ano, o
biade battute dopo la prima trebbiatura.
scàicetìra, s. f. = scagliola. Vedi sche-
icexìla.
scala; s. f. = scala: lungo ordine di sca-
lini fatto per salire o scendere da un
piano all'altro di una casa; boria gid
(léla scàia = ruzzolare la scala.
1) scàia lilmàga = scala a chiocciola:
«lucila che si rigira intorno ad una co-
lonna.
2) scala à man = scala a pinoli: è
fatta di due staggi nei quali per sca-
lini sono infissi pinoli.
3) scàl = branche : i pezzi di una
stessa scala interrotti da pianerottoli,
e che prendono spesso direzioni oppo-
ste; se m sii de tre scàl e l'ilss in fàeia
Vi 'l so = si salgono tre branche e l'u-
scio di faccia è il suo.
4) scàia de corda = scala di eorda:
quella formata con grosse funi.
5) rig. scala: ordine di checchessia,
che vada scemando o crescendo di nu-
mero, d'intensità di forza; là Scala mu-
sical = la scala de' suoni.
6) Nelle carte geografiche, topogra-
fiche, quella che serve a misurare le di-
stanze, proporzionata alle miglia, ai chi-
lometri .
7) sii larga scàia = su vasta scala,
in grande: è del dialetto scelto, ma usa.
scàia, v. att. = scalare : scemare, dimi-
nuire : specialm. di danaro, togliere
dall'avere o dal dare quel che si è già
avuto 0 già dato.
scàlàcàvàll, s. f. = scaleo : scala di le-
gno, dì pochi scalini che si regge da
sé e non ha bisogno d' appoggiarsi al
muro.
scàlàda, * s. f. = scalata: lo scalare un
muro, una fortezza : il montarvi sopra
per mezzo di scale posticcie, o facen-
dosi scalini di sporgenze o rientri che
vi si trovino naturalmente.
scalar, agg. = scalare: che procede per
gradi; on ciint scalar, i interèss scalar
= un conto scalare, gli interessi scalari.
scale, «. m. = calcio : la parte dello
schioppo opposta alla bocca.
i^càlcàg'uà, V. att. = scalcagnare : ab-
bassare i quartieri dello scarpe dalla
parte del calcagno, cosi che i tacchi
vanno fuori di pernio e son buttati tutti
da una parte. Per celia dicono i Toscani:
mettere da parte.
1) Porre il piede sulle calcagna a uno
ncir andargli dietro, e quindi figuratam.
scalzare, sprezzare, tribolare, conculcare.
scalcia,* V. att. = scalciare: tirar calci,
scalciare ; el cavali ci scalcia = il ca-
vallo calcia, tira calci.
scàlclàda, s. f. = calcio : degli animali
i soli colpi dati coi piedi di dietro :
miill che dà scàleiàd = mulo che tira
calci.
scalda, v. att. = scaldai-e, far caldo, ri-
scaldare, accendere ; el so el scalda =
il sole scalda, accende.
1) scaldagli el eoo à vùn = accen-
derlo, attizzarlo ; metterlo su ; mettergli
qualche passione addosso.
2) Affocare, arroventare : el feree el
scalda el fèr per podè làoràll = il fab-
bro arroventa il ferro per poterlo la-
vorare.
3) Incalorire, infervorire; el m'ha
scàldaa de àndà in Germania = mi
ha incalorito ad andare in Germania ;
mi ha messo addosso forte la voglia di
andarvi.
4) Agitare, dare smania; Ve là fèver
che le scalda = è la febbre che lo
scalda, lo agita; Ve on liquor che
scalda el stomegh = ò un liquore che
agita lo stomaco; in modo non igie-
nico; scalda Hpopol = agitare il popolo.
5) scalda 'l stomegh = abbracciare lo
stomaco : in modo igienico di vino ge-
neroso che fa bene allo stomaco, non
di liquore che lo irrita.
6) Riscaldare: tornare a far divenir
caldo ciò che s' era raffreddato : spe-
cialm. di vivande.
7) scalda i orècc = scaldare lo orec-
chie; di vino che dà un po' alla testa.
scàldàbàiicli, s. m. = scaldapanche,' fru-
stamattoni, pordigiorni : scolaro cho
non studia affatto ; fannullone.
sca
r2i
sca
scàldàda, s. f. = scaldata: lo scaldare
e lo scaldarsi.
scàldàlètt, s. ni. = scaldaletto: arnese
olle serve per scaldare il letto; per lo
])iù fatto in forma di padella, o casse-
rola chiusa con coperchio traforato e
dentro piena di brace accesa, che si
struscia più volte sulle lenzuola.
1) Noi chiamiamo così scherzevol.
un orologio di tasca grande e poco
aggraziato.
scàldàmàu,* s. ih. = scaldamano, scal-
damani, 0 scaldamano : palla di metallo
vuota, che s'empie d'acqua calda, e si
tiene fra lo mani per riscaldarsele.
scàldàss, V. ri fi. = scaldarsi : stare in-
torno al fuoco, al sole per temperare
il freddo.
1) Accaldarsi : di chi per esercizio
violento 0 prolungato, specialmente al
sole, si riscalda eccessivamente e ne
dà segno col rossore del viso.
2) Riscaldarsi : rifarsi caldo. Vedi
scalda, 6).
3) giiigil à scàldàss i man = fare,
giocare a scaldamani : giuoco che fanno
i ragazzi battendosi le mani a vicenda
l'una contro l'altra e intanto si riscal-
dano, y
4) Fermentare; di biado, farine, uva
e sim.
5) scàklài-ela = prendersela a cuore.
scàldàvivànd, * s. m. = scaldavivande:
vaso di metallo che serve, con del
fuoco 0 dell'acqua bollente dentro, a
mantener calde le vivande.
scaldi! ia^ s. f. = cassetta, cassettina.
Vedi càséta, 2).
1) Scaldapiedi : cassetta di metallo,
jiiena d'acqua calda e ben chiusa, sulla
quale si tengono i piedi per riscaldarli.
scaldili, s. m. = scaldino, caldo : vaso
di rame o di terra cotta da mettervi
il foco per scaldare il letto col trabic-
colo 0 prete; inètt el àcàldin in lètt =
mettere il caldo nel letto : il foco per
iscaldarlo.
scàlèta, s. f. = scaletta: piccola scala.
1) i écàlètt = le scale : le inegua-
glianze lasciate nell'altezza dei capelli
quando si tagliano.
2) fa scàlèta = far scala: aiutare
uno a salire, facendogli scala delle
proprie mani, spalla e testa.
3) in écàleta = a scala, gradata-
mente.
scàlètt, s. m. = scaletto, scaleo : piccola
scala di legno, manevole, di 3 o 4
scalini 0 poco di ])iù, che sta in piedi
da se : serve per potere arrivare i libri
0 altro nei più alti palchetti degli scaf-
fali e le fratte sugli alberi di fusto sot-
tile, che non sosterrebbe la scala ap-
poggiatavi.
scàlf, s. >H. = scollo : apertura del collo
nelle camice e nei vestiti da donna ;
in quelli da uomo si dice : scollatura.
1) Scavo delle maniche negli abiti.
2) Fiosso : la parte stretta della
scarpa fra il tacco e la pianta. •
scàlf à, V. alt. = scollare: far l'apei-tui'a
del collo negli abiti, e specialm. quella
molto ampia nei vestiti da donna, che
lascia veder nude le spalle e parte del
petto.
1) Scavare : per noi anche : allai'gare
il giro delle maniche.
scàlfaa, agg. = scollato : di abito cui sia
stato fatto lo scollo.
scàlf àda, agg. = scollata : tanto di veste
scollata, come di donna che la porti.
scàlfàdura, ••?. f. = scollatura: dell'abito,
la parte superiore che lascia vedere il
collo.
scàlfàrotìn, s. m. = calzerottino : dim.
di calzerotto.
scàlfàròtt, s. m. = calzerotto, calzino:
calza corta che arriva lino allo stinco.
1) Scarpa di feltro, pantofola di ci-
niossa.
scalfii!, .5. m. = scappino, soletta : la
parte della calza che propriamente co-
pre la punta e la pianta del piede, e
per lo più si rimette.
scalili, s. m. = scalino : gradino della
scala, e anche un gradino solo.
1) Gradino: di gradinata, di chiese,
palazzi, ecc. Vedi gradili, 1).
scàliiiàda, s. f, = scalinata : un ordine
di scalini piuttosto grandi ; gli scalini
pei quali si accede a un monumento,
ad un altare e sim.
scalmana, s. f. = caldana: caldo che
monta improvvisamente al viso, alla
testa.
1) Scalmana : malanno in seguito a
strapazzo, al raffreddamento istantaneo
0 quasi del sudore.
scàlmànàss, v. rifl. = scalmanarsi, af-
fannarsi : darsi gran moto, gran da fare.
scàlòn, s. m. = scalone: scala signorilo
e pai'ccchio volto monumentali.
722 —
sca
scàlosà, V. att. = trabalzai-e : pigliar de'
trabalzi, dei ribaltoni in carrozza.
scàlòss, *•. ìu. = trabalzo, sbilancione,
ribaltone : salto grande, fuori di tempo:
movimento violento, quasi del ribaltare;
se citlpa éu dì gran éeàlòèé in sfa
càrdm = si pigliano di gran ribaltoni
in questa carrozza.
scàlòtt, s. m. = scaleo : di pochissimi
scalini, che s'usa per arrivare alle
botti e sim.
scàlsà) V. att. = scalciare. Vedi scalcia.
1} Scalzare : levare la terra intorno
alle barbe degli alberi.
2) Di muro, scassinarlo sotto, nel
fondamento.
scàlsàcàn, s. m. = scalzacane, mascal-
zone : uomo di condizione e di costumi
bassi, vili.
scàlv, s. m. = diramamento, scamozza-
tura : il taglio delle ramature minori
degli alberi.
scàlvàj v. att. = diramare, scamozzare :
spiccare, troncare, tagliare i rami mi-
nori di un albero.
1) Togliere la parte rotta di una
oal/;:\ lasciando smagliato tutto un giro,
affinchè vi si possano infilare i ferri e
rifare il pezzo tolto.
ècàlsàdòr, s. m. = scalzatoio: stramento
che adoperano i dentisti per scalzare i
denti,
scàmbi; s. m. = scambio, cambio : cam-
bio di merci, di oggetti.
1) ciàpà in sctimbi = accettare in
scambio, in vece; in scàmbi del liber
hoo ciàpaa dna ctLrta geogràfica = in
cambio del libro ho accettato una carta
geografica.
2) in Ècàmhi de... = in iscambio,
scambio : in vece ; in Scàmbi de vegnt
la. el mila màndaa ci servitòr =
scambio di venire da se, mi ha man-
dato il servitore.
3) Baratto, scambio: congegno col
quale si fa passare il treno da un bi-
nario ad un altro.
scambia; v. att. = cambiare: di denari
quando si dà un biglietto o una moneta
di un dato valore per avere lo stesso
valore in altrettanti biglietti o monete
più piccoli.
scàmòn, s. m. = taccone : pezzo di cuoio,
cucito al tomaio rotto della scarpa, o
simile.
1) Coppone : ogni pezzo di legno che
casca nel riquadrare.
2) Groppa di culaccio : parto del bove
macellato.
3) Sciavero. Tedi ritàj.
scàmotà; V. att. = furacchiare, trafugare :
portar via ad uno qualche cosa, o da-
naro senza che se ne accorga.
^càmp) s. m. = scampo ; rifugio , sal-
vezza da pericolo : no gh'è écàmp =
non c'è scampo.
scampa; ; v. att. = campare, vivere :
mantenersi in vita ; quasi che il vivere
non sia altro che un continuo scampar
dalla morte ; V è ècmnpaa tròpp = è
campato, ha vissuto troppo ; pM-ee che
vece se écàmpa nunga - più che vec-
chi non si campa.
scàmpàg'nàda, s. f. = scampagnata: spasso
0 gita in campagna, fatta per diver-
timento, svago.
scampana, t. alt. = scampanare: fare
un gran suonare di campane ; quànd
l'è doménica el ciirdt el scampana
tiitt el dì = quando è domenica il ca-
cato scampana tutto il giorno.
scàmpànàda; s. f. e scàmpàiiàménty
s. m. = scampanata : lungo sonar di
campane a festa.
scàmpànelàmèiit, s. m. = scampanellio:
un lungo sonare di campanelli.
scàmpàninà; s. f. = scampanellare : so-
nare a lungo e con forza il campanello.
scàmpàninàda, s. /". scampanellata : lun-
go e forte sonai-e di campanello.
scàmpol,* s. m. = scampolo, ritaglio :
quel tanto che avanza da una pezza di
tela 0 di panno, di cui s'è venduta la
maggior, parte. Vedi anche : ritàj.
scànà; V. att. scannare : uccidere tagliando
la gola, la canna della gola ; ed anche
uccidere ferocemente, atrocemente.
1) scànà indi prèsi = star sull'osso,
esser tirato nel prezzo: pagare così
poco la roba, che il guadagno sia pic-
colissimo.
scànìilàdura,* s. f. = scanalatura: l'in-
cavo che si produce scanalando.
scàncèlà,* t\ att. = scancellare, cancellare:
far sopra una parola dei freghi per
indicare che non si ha a leggere.
scàncelàdura,* s. f. = scancellatura: dove
è cancellato, e la parola scancellata.
scànchigrnà; f. att. = tentennare, tra-
ballare, barcollare, di cose mal ferme,
che non stanno diritte, ferme.
sca
- 723
sca
1) Tentennare, girar nel manico : dì
chi si mostra incerto, che non è fermo
nel suo proposito.
2) Pencolare, vacillare ; di chi mi-
naccia di volgere al malo o di cader
di grazia.
scàndali , s. m. = scandaglio : stru-
mento per conoscere la profondità delle
acque.
1) Fig. : le ricerche, le infonnazioni
che si prendono per poter giudicare
della convenienza di una cosa.
scàndàlisà, v. alt. = scandalizzare: dare
scandalo.
scàndàlòs, agg. = scandaloso: che è
cagiono di scandalo, che dà scandalo.
scàndoi, s. m. = scandalo; quel che è
occasione di colpa, di peccato ; mal
esempio di colpa grave.
scàndion, s. m. = cannapùli: i fusti
stigliati della canapa.
ìicànelà) v. att. = scanalare, scannellare :
fare lo scannellato, la scanalatura o
incavo per lungo ad ornamento di al-
cun lavoro.
scànelàdura, s f. = scannellatura, scan-
nellato. Vedi scànàLàdura.
scàns, (à) am. = a scanso : per evitare,
per scansare. ^
scansa) v. att. = scansare, causare, evi-
tare : sfuggire checchessia cosa ; scansa
fàdlga = causare la fatica.
scànscéta, s. f. = gruccetta: piccola
gruccia che usa il fornaio per tirare a
sé i pani dal forno.
1) Gruccia : la stecca corta in cima
fatta a gruccia, colla quale ael gioco
del biliardo si tiran vicini i birilli e le
palle.
scanscia, s. f. = gruccia, stampella :
bastone forcuto per appoggiarvisi gli
storpiati .
1) àndà coi é-cànsc = camminar collo
grucce, a griccia.
2) ci presttn di semise = il forno
dello grucce. Reso celebre dal Manzoni
nei «• Promessi Sposi. :»
Scànsciàda, s. f. = grucciata : colpo dato
con una gruccia.
§cànsci<àfàdiga, s. m. = scansafatiche,
sbucciafatiche : che sfugge la fatica ;
chi è tanto pigro che non vuol far
niente.
scansìa, s. f. = scansia; specie di scaf-
fale.
scàntòn, s. m. = smerlo, dentello: il
lavoro dello smerlai'e, e la parte smer-
lata di un vestito, di un panno.
scantona) v. att. = smerlare : ricamare
i lembi di un panno e ritagliarli se-
condo il ricamo per modo che termini
a punte, a curve, e sim.
1) Della carta, smerluzzare: tagliare
la carta nei margini come smerlandola.
2) scantona = sfuggire ; àpèna che H
m'ha rist l'ha écàntonaa = appena mi
vide, mi sfuggì.
scapa, V. att. = scappare: fuggire, an-
dar vìa da un luogo dove uno era rite-
nuto 0 da persone che lo ritenevano.
1) Andare quasi di corsa, a modo
di chi fugge: doe te scàpet insci de
f&ria? = dove scappi così di furia?
2) làsàss scàptL l'ocàsiòn = lasciarsi
scappar l'occasione: lasciar che passi
r opportunità di fare una cosa, senza
approfittarne.
8) scàjjà, scàptL de bóca = scappare,
scappar dì bocca : venir detto a uno
una cosa involontariamente, senza ri-
fletterci.
4) ècàpù, la pàsiènéa = scappare la
pazienza ; perderla : entrare in collera.
5) àcàpà là piSa, scàpt là etica =
scai)par da orinare, scappare da andar
di corpo. Si dice anche assolut. : là
me échpa = mi scappa.
6) è-càpaa i boau., ètren là sitila =
chiuder la stalla quando sono scappati
i buoi : di provvedimenti presi troppo
tardi, quando non c'è più tempo a im-
pedire il danno.
7) Evadere : fuggire da un luogo di
pena.
8) Scampare : di un pericolo che sì
eviti: l'ha scàpàda bUa = l'ha scam-
pata bella; ée glie rièsi à écàptlla, Ve
on miràcol = se la scampo, è un mi-
racolo.
9) Cascare : no glie ne écàpa inina =
non gliene casca una : di chi nota con
finezza e malignità tutto (quello che
nei discorsi o nei portamenti degli al-
tri possa offrire occasione di censura o
di riso.
10) làsà ò làsàss scapa = lasciarsi
cascare, o lasciarsi cascar di mano.
Fig. : perdere per colpa o dapocaggine
pro])ria ciò che avrebbe potuto conser-
varsi.
11) fa écàptt dent = introdurre dì
sotterfugio ; el g'hà faa scàptL dent dna
sca
— 724 —
sca
teiera tinca per mi = gli ha introdotto
di sotterfugio una lettera anche per me.
12) fa ficàpti roba = far scappare,
rubare.
13) ^càptL de rtd = non poterne più
dal ridere.
14) scàpt 'l èo = nascondersi il sole ;
dietro le nuvole.
15) é'càpà on pò = scivolare, sdruc-
ciolare, cadere.
ècàpàda, s. f. = scappata : una corsa
breve quasi a scappa e fuggi ; foo ona,
seàpàda à Moma e per disnh èont in-
dree = fo' una scappata, dò una corsa
a Monza e per desinare sono di ritorno.
1) Trascorso, eiTore non grave e non
preveduto ; l'ha faa de qiiij scàpàd in
gioentù, che ée po' nànca eiintàj = fece
di quelle scappate in gioventù, che non
si possono neppur numerare.
scàpàmènt; s. m. = scappamento : quel
meccanismo che serve a regolare il
movimento degli orologi.
scàpàtória, s. f. = scappatoia : sotter-
fugio : scusa ti'ovata lì per lì per rico-
prire un fatto, fuggire un pericolo.
scàpelàda, s. f. = scappellata : saluto
fatto col levarsi il cappello, allonta-
nandolo molto dal capo.
scàpol,* s. m. = scapolo : che non ha
moglie.
scapolagliela, e anche scapolala, v. att.
= scamparla, evitarla; l'hoo scàpolàda
polid = l'ho scampata bene.
scàpusc, s. m. = scappuccio, orrore,
sbaglio : Qgni tànt el fa on qilèj seìx-
pmc tinca el pàptL = ogni tanto com-
mette qualche scapuccio anche il babbo.
1) Per estens. inciampata, inciam-
pone : l'urtar coi piedi in un ostacolo
in modo da cader quasi.
2) Monello, birichino ; fa 'l scàpUsc
= buttai'si al monello ; fàcia de scà-
pusc = viso furbo, da matricolato.
3) pret éeàpùsc = prete buontem-
pone, buon compagnone : che non sta
in tutto ai canoni ; anche un po' di-
scolo.
scàpiiscià, V. att. = inciampare, ince-
spicare : urtare coi piedi in qualclie
cosa in modo da quasi cadere.
scàpiiscìàda, s. f = scapuccio, inciam-
pata : toeu sii ona seàpiiscitLda = inciam-
pare, incespicare.
scàràbòcc, •■?. m. = scarabocchio : mac-
chia d'inchiostro fatta scrivendo.
1) Scarabocchio, abbozzaticcio : scrit-
tura fatta alla peggio, da chi impara.
scàràbocià, ». att. = scarabocchiare,
schicchera,re, scombiccherare: macchiare
di scarabocchi, fare degli scarabocchi
sopra un foglio, in un libro e sim.
1) Per sfregio altrui o per modestia
di sé, scrivere, disegnare ; éont àdree
à scàràbociti gio qiiàicòss = sto sca-
rabocchiando qualche cosa.
2) Rabescare : di fantocci e figure
d'ogni genere che i ragazzi fanno sui
margini dei libri, o sul banco della
scuola.
scàràbociàda, ò\ /". = scarabocchiatura,
scarabocchio, scombiccheratura, sgorbio:
macchia d' inchiostro, ed anche scrit-
tura inintelligibile, che pare un in-
sieme di scarabocchi.
scài'àbocìii, s. m. = impiastrafogli, scrit-
to raccio.
scàràboclòu, s. m. = scarabocchione :
che fa molti scarabocchi ; chi non fa
che scarabocchiare.
scàrbonti, v. att. = imporrare, impor-
rire : guastarsi dei pannilini o d'altro
per l'umidità interna.
scàrcà, V. att. = scaracchiare, scrac-
chiare : fare degli scaracchi. Vedi màr-
gàlà.
scàrdàsà,* v. att. = scardassare : raffinare
la lana cogli scardassi.
scàrdàss, s. m. = cardo da lanaiuoli.
scàrdol, s. m. scàrdola, s. f. scàr-
dova, s. f. = scardova : sorta di pesce
d'acqua dolce, con molte scaglie, ma
buono a mangiare.
scàrdoléta, s. f. = brugliola : la scar-
dova quando è giovane e minuta.
scàregà, v. att. Vedi descàregà.
scàrega, s. f. = scarica : lo scaricare di
più armi da fuoco in un tempo.
1) Scarica di ventre, scarica : F andai-
del corpo ; el g'hà àmiii dna icàrega
iér nòti e poRU pio = ha avuto una sca-
rica ieri notte e poi più.
scàregàbàri, s. m. = scaricabarile ; fa à
ùcàregàbàri = fare a scaricabarile ; ri-
versare su altri la colpa.
scàregàdor, s. m. = scaricatoio : luogo
dove si scaricano le acque.
scàregàlàsen, s. m. ■-■ scaricalasino :
sorta di gioco col quale i ragazzi fanno
a portarsi a cavalcioni sopra lo spalle.
scàrica,* v. att. = scaricare. Vedi de-
scàregà.
s*ca
— 725 —
sca
scàrica,* s. f. = scarica. Vedi scàrega.
scàriòn, *■. m, = pruno : frutice spinoso.
scàrlàtina, s. f. = scarlattina : malattia
della pelle.
scàrlàtt, agg. = scarlatto : di color rosso
vivo, acceso.
scàrligà, V. att. = scivolare, sdruccio-
lare : scorrere del piede su una cosa
che non regge.
1) Correre leggermente sopra una
superfìcie lubrica e inclinata,
2) ècàrligti foeùra di man = scivo-
lare di mano : fuggire, cadere, escire
di mano, leggermente scivolando. Anche
lìg. di chi non corrisponde alle speranze
in lui riposte.
3) scàrligà ma = scivolare sopra un
argomento : toccarne alla sfuggita, non
trattenercisi.
4) me là Penti à scàrligà giò per i
li'pàll = me la sento a sdrucciolare giii
per le reni, o per le spalle : quando
si teme che avvenga cosa che ci di-
spiaccia.
scàrligàda, s. f. = sdrucciolone : una
caduta sdi-ucci dando.
scàrlìghènt, agg. = sdrucciolevole : in
cui si sdrucciola, lubrico.
scàrligrlièta, s. f. = sdrucciolamento,
sdracciolo : lo sdrucciolare, l'atto dello
sdi-ucciolare.
scarna, v. att. = scarnare : levare ixn
po' di carne alla superficie.
scàrocià, v. att. = scarrozzare : far delle
trottate in carrozza.
scàrociàda, s. f. = scarrozzata : gita
piuttosto lunga fatta in carrozza.
scàrÒJi, s. m. = scalinata, scaletta : il
palco su cui si pongono le tavole o
graticci per distendervi i bachi da seta.
1) Scaglione: specie di scansia a molti
palchetti per mettervi le forme di cacio
lodigiano.
scàrós, agg. = delicato, facile a sentire
l'azione dolorosa: specialm. della cute
della testa che non può reggere il pettine.
scàrp, s. m. = schianto, strappo : il rom-
persi violento di una stoffa, e il luogo
dove la rottura è fatta.
.scarpa, s. f. = scarpa : calzatura del
l)iede, fatta per lo più di cuoio o di
pelle con suola e tacchi.
1) rèhg el giildU-i Pota là Poetila di
scàrp = avere il giudizio sotto la siiola
dello scarpe : averne jìoco.
2) Acarpa larga e biccr pien e ciàpdla
cóme là vm = chi vuol vivere e star
bene prenda il mondo come viene ; pi-
glia la via come i tempi danno ; ne
di tempo ne di signoria non ti dar
malinconia ; pigliare il mondo come
viene ; tutti proverbi che significano
che di ciò che avviene nel mondo non
s'ha a darsi uè briga, ne dolore.
8) tegnl 'l pò in dò sctirp « tenere
il piede in due o in più staffe : di chi
in un negozio tiene più pratiche, s'ap-
poggia a più partiti, per essere più
sicuro,
4) Per simil. il pendìo che si dà a
un muro, ad un terrapieno, che viene
a sporgere in fuoi'i.
0) Quel feiTO o legno che stringe la
ruota, quando si vuole che non giri
per fermare o moderare il moto del
veicolo.
6) à acarpa = a scarpa, a pendio.
scarpa, v. att. = schiantare, lacerare,
strappare, stracciare : fare a brani, pro-
durre una rottura violeilta in drappi,
carta e sim.
1) scarpa vìa = strappare : portar
via con violenza, lacerando.
scàrpàda, s. f. = strappo, lacerazione,
schianto : l'atto dello strappare, lace-
rare, schiantare.
scàrpàsa, s. f. = erbolata, erbato : torta
di erbe e specialm. di spinaci.
scàrpeta, s. f. = scarponcello, scarpa
scollata, scarpino : specie di scarpa più
0 meno bassa che non sale fino al
collo del piede,
1) scàrpeta bàéa = calcetto : scarpa
molto scollata e leggiera.
2) Vaso da orinarvi le donne gra-
vemente ammalate.
scàrpiàtol, s. m. = scerpellone, sva-
rione : errore grosso, madornale.
1) Pottiniccio : lavoro, specialm. di
cucito, mal fatto.
scàrs, agg. = scarso : che manca, al-
quanto manchevole.
1) Di misui'a : minore del giusto,
che non è pi'eciso : el làtee el me dà
sémper el làtt écàrs = il lattivendolo
mi dà sempre il latte scarso.
scàrsegià, v. att. = scarseggiare: es-
sere scarsi di una cosa, averne scarsità.
scàrsela, s. f. = scarsella, saccoccia.
Vedi sàcdcia.
scàrsitaa, s. f. = scarsità : l'essere scarso,
il non avere abbondanza di una cosa»
sca
— 726 —
sca
scàrt, s. m. = scarto, rifiuto, sceltume :
cosa rigettata dopo aver scelto il meglio.
1) 7-dba de scàrt = roba da scarto :
non scelta, non della migliore.
2) Sbalzo: del cavallo che sbalza da
una parte con atto improvviso.
scarta, V. att. = scartare : gettare a
monte le carte che non fanno o che
non servono.
1) Scozzare : mescolare il mazzo delle
carte.
2) Eifiutare, appartare : mettere in
disparte.
3) scarta = scartare. T. mil. dichia-
rare non abile al servizio militare.
4) scarta bàgàtt = abbassar visiera,
sciorre i bracchi : non aver più riguardo
e dire francamente e liberamente le
proprie ragioni.
scàrt àbelà, v. att. - scartabellare : scor-
rere un libro, voltandone e l'ivoltan-
done le pagine senza porvi grande at-
tenzione.
scàrtàfàss,* s. m, = scartafaccio : libro o
fiuaderno di più fogli, dove uno prende
degli appunti, fa delle mi auto.
scàrtàgìn, s. tu. = scardassino, scardas-
siere ; pettinatore di lana : ohi raffina
la lana cogli scardassi.
scàrtàri, s. m. = scartafaccio, scarta-
bello : f|uaderno di poco pregio per le
minute. Anche scàrtàfàss.
scàrtegià, v. att. = scardassare : raffi-
nare la lana cogli scardassi.
scàrtófìa, 5. f. = cartaccia, cartiglia,
cartina : carta da giuoco che vale meno
delle altre.
scarto sàda, s. f. = cartocciata : quanto
n'entra in un cartoccio.
scàrtosèll e scàrtosìii, s. m. = cartoc-
cetto, involtino : piccolo cartoccio.
scàrtòss, s. ììi. = cartoccio : carta rav-
volta con roba messavi dentro ; involto
di carta.
1) Anche : involto, fogliata ; un fo-
glio ])ieno di cose involtate in esso ;
on ècàrtòsé de sàlànim = una fogliata
di salame.
2) fa sii et scàrtòss = incartocciare,
involtare : mettere in cartoccio, ravvol-
gere in carta.
3) fàès èie còme on scartasi' = ac-
cartocciarsi, imbozzolire.
4) fa gto Oli seàrtòs-i = svoltare,
sfare un involto, xin cartoccio.
scasa, t\ att. = scassare, cassare, can-
cellare, dar di penna. Vedi scalicela.
scàsiu, 5. m. = sfregatoio : quel rotolo
di cimossa con che si sfregia lo scritto
fatto col gesso o colla steatite sulla ta-
vola nera.
scàtà,* V. att. = scattare : di molla che
si lascia andare, che si distende ; e di
cose che agiscono come molle o per le
molle.
scàtola, s. f. = scatola : recipiente che
si può chiudere col suo coperchio, di
varie forme e materia per tenere o ri-
porci roba.
1) scàtola del tàbàcch = scatola del
tabacco, tabacchiera : scatoletta in cui
si tiene il tabacco da naso.
2) scàtola de solfànèj = scatola di
fiammiferi : piccolo recipiente pieno di
fiammiferi, che si porta in tasca, per
lo più di cartone e con delle figurine
dipintevi sopra.
3) à lèter de scàtola = a lettere di
scatola, cubitali ; di chi parla molto
chiai'amente.
4) romp i écàtol = rompere le sca-
tole, le tasche : rompere, vuotare il
capo ; riuscir noioso, grave ; seccare,
infastidire.
scàtolee, s. m. = scatolaio : chi fa e vende
scatole di legno sottile e simili lavori.
scàtolin, s. m. = scatoline : piccola sca-
tola, scatolina.
1) tegnt in d'on scàtolin = tenere
nello scatoline : riguardato, non esposto
all'aria, alla vista della gente.
scàtolòn, s. m. = scatolone: specialm.
quello in cui le fattorino delle sarte e
delle modiste portano per le case i ve-
stiti 0 i cappelli finiti.
scàtt,* s. m. = scatto : lo scattare dì
una molla.
1) Atto improvviso, subitaneo, come
lo scattare di una molla ; el g'hà de ^
qilìj scàtt, che se fò minga prevéd =
ha di quegli scatti che non si possono
prevedere.
scàv, s. m. = scavo, escavazione: l'ope-
razione dello scavare e la parte scavata
di qualche cosa.
scava, -v. att. = scavare : cavare di dentro
alla terra, al masso, colla zappa o col
piccone.
1) Fare una buca, andare a fondo ;
formare cavando ; far più cavo.
2) scava terén = scoprir paese : in-
- 727 -
sce
dagare con accortezza cose clic ci pre-
ma di sapere.
3) Venire con astuzia a sapere, a cono-
scere una cosa; adoperarsi con destrezza
a cavar di bocca ad uno un segreto.
scàvàlcli, s. in. = callaia; quell'apertura
che si fa nelle siepi per entrare nei
campi.
scavalca; V. att. = scavalcare; passare
al disopra di qualche cosa.
1) Fig. scavalcare, soppiantare ; far
cadere di grazia, di grado, sottentrando
in suo luogo.
2) Oltrepassare altrui in una carriera,
in una professione.
scàvèsà, ■v. att. = rompere, spezzare,
infrangere ; dividere con violenza in
due pezzi o pili, qualche cosa di rigido
come legno.
scàvèsàcòU,* s. m, = scavezzacollo ; omo
dato ad ogni vizio.
scàvèss, agg. = tronco, spezzato, divelto ;
di ciò che ò rotto in due o piìi pezzi.
scàviaa, (cgg. = scarmigliato, arruffato ;
di capelli non ravviati, in disordine.
scàviòn, s. in. = arruffone, scarmiglia-
tone ; chi ha i capelli non ravviati ;
in molto disordine. Usiamo accompa-
gnare la parola coli' aggiunta di fràneès.
scèccli, s. m. = bono per"* pagamento.
Dal frane, chèque.
scefè e scèff, agg. = ottimo, esimio ; che
risponde ad ogni convenienza di colore,
sapore, gusto estetico, etc: l'è on spe-
tàcol scèff = è uno spettacolo esimio,
coi fiocchi.
sceleràtàmèiit, avv. = scelleratamente;
in modo scellerato, pessimamente.
sceleràto, .<?. m. = scellerato, malvagio,
cattivo. Di pers. e di cosa.
scèlt, agg. = scelto, eletto; di ciò che
si è preferito fra più cose, part. pass,
di scegliere : on disnù, scèlt = un pranzo
scelto ; squisito ; non grossolano.
scélta, * s. f. = scelta, elezione ; lo sco-
gliere, il preferito; ed anche il risul-
tato dello scegliere : riià tòlt mari,
ma Vhà minga faa dna bona scèlta = ha
preso marito, ma non ha fatto una
buona scelta.
1) La parte migliore di checchessia :
ghe màndàroo là scelta di àrnitindol =
lo manderò la scelta delle niandorle ;
che là créda che in tutt piàtt de prima
scèlta = creda, che son tutti piatti di
prima scelta.
2) à scelta, avv. = a scelta ; a pia-
cere ; secondo il proprio gusto.
scèiuin, agg. = scemo; sciocco, di poco
senno, scempio, scimunito.
scempiàgin,* s. f. = scempiaggine, scem-
piataggine ; azione, atto da scempio,
da scimunito.
scémpi, s. m. = subisso ; gran quantità,
grande abbondanza : in sVànn de me-
lòn ghe n' è on scémpi = quest' anno
di poponi ce n'è un subisso.
1) fànn di scémpi = far le grasse
risa, ed anche qualche volta farne d' ogni
qualità.
scèna, s. f. = scena; la parte del teati'O
dove agiscono gli attori, e rappresenta
il luogo dove si finge avvcnxrto il
dramma, la commedia e sim.
1) Scena, scenario : ciascuna delle
tele dipinte che rappresentano il luogo
finto dal poeta; in l'Aida gh' èra di
gran bèj scènn = nell'Aida c'erano di
gran belle scene.
2) Ciascuna dello parti in cui è di-
visa la commedia, il dramma in ogni
atto : l'Ultima scèna del tèrs' àtt l'è
pilrànea bela = l'ultima scena del terzo
atto e pur bella.
3) Caso: fatto che ha del comico,
del curioso : .se te éàvèàct che bela scèna
è siicèss iér ! = se sapessi che bella
scena è accaduta ieri !
4) Chiasso, litigio che richiami gente;
fatto grave : iér hoo visi dna scèna
che m' ha faa dristL in pee i càvèj =
ieri ho veduto una scena, che nr' ha
fatto rizzare i capelli in capo.
5) Scena, campo : vegìii in scèna =
venire in scena, in campo, farsi in-
nanzi in un affare : de chi on poo ve-
gnàrù, in scèna mila dificoltaa = fra
poco verranno in campo mille difficoltà.
s'cèna, s. f. = scheggia: pezzo di legno
lungo due buone spanne spaccato colla
scure.
s'cèna, s. f. = schiena, dorso : è modo
un po' troppo volgare. A'edi schèna.
scénderà, s. f. = cenere. Vedi séner.
scenderee, s. m. = Generandolo : chi
compera la cenere, girando casa per casa.
1) Il luogo dove si mette in serbo
la cenere.
scenografo, * s. m. = scenografo, pit-
tore di scene.
scénsa, s. f. = scienza, complesso di
cognizioni ordinate ; sapere.
sce
— 728 —
8ce
1) òmìii de scénsa = scienziato, uomo
di scienza.
scènteii, a. vi. = centina, arco di legno
con cui armano le volte per sostenerle.
scentenà, 'V. att. = centinare : armar la
volta di centina.
s'cèpa, s. f. = sbercia Vedi pescioeù.
s'cepà, V. att. = schiantare, rompere,
spezzare ; fare a pezzi.
scepa, V. att. = cestire, accestire : far
cesto di piante.
s'cèpàcàsuii, (à) = a bandiera spiegata,
a guerra rotta.
1) fa i ròbb à s' cèpàeàmii = far le
cose col maglio, a rotta di collo, senza
riguardi.
liicepàda, s. f. = ceppata: più jìcdagnoli
di piante che scappano fuori subito
sopra terra da un medesimo ceppo.
s'cepàda, *•. f. = spaccata, spezzatura,
rottura: l'atto dello spaccare, e l'eifetto.
s'cèpàdora, s. f. = spaccherello : ferro
dei panierai per spaccar le bacchette e
i virgulti coi cui si tessono le paniere.
s'cèpàdura, s. f. = fenditura, spaccatura,
spezzatura : quella special, delle legno.
s'cèpàlègrn, e s'cèpàlugn, s. m. = bo-
scaiuolo : chi fa il mestiere di tagliar
boschi per conto altrui.
1) Spaccalegna, taglialegna: chi va
per le case cogli arnesi necessari a
spaccare le legne.
scepàri, s. m. = sipario ; tenda per lo
dipinta, che chiude il proscenio ; che
si tira su o s'abbassa secondo che co-
mincia 0 finisce la rappresentazione.
s'cepàss, V. rift. = spezzarsi, fendersi,
schiantarsi : separarsi violentemente di
due parti di cliecchessia prima unite.
scepèll, .^. m. = marmino, pietrine, pun-
tello : picciol pezzo piramidale di legno
0 d'altro, che si mette sotto all' uscio
a sdrucciolo per tenerlo aperto.
è'cepin, s. m. = sbercino ; ciabattino :
poco abile.
1) Di suonatori: strimpellatore, pe-
statore.
SCèpp, s. m. = mozzo : pezzo di legno
grande nel quale sono incassati i ma-
nichi della campana, per tenerla so-
spesa nei campanili.
1) Cespo, cesto : delle erbe che si
dilatano ad uso di cespuglio ; on scèpp
de inoeul, de pàmporàitt = un cespo
di viole, di ciclamini.
2) Ceppo: gi'osso tronco o ramo d'al-
bero, e fìg. stipite, origine; l'è del no-
èter scèpp, el pò minga PfàUtL = è del
nostro ceppo, non può fallire.
s'cèpp, agg. = fesso, schiantato, rotto.
Ij hontL de è'cèpp = essere in peri-
colo, non lasciar sperar bene.
2) ms è' cipa = voce fessa, in falsetto.
scèr, s. m. = cerro : albero che dà una
legna forte da ardere, e le legne stesse.
scéma, s. f. = cernita, scelta : l'azione
dello scegliere.
scemi, ». att. = scegliere : prendere tra
più cose 0 persone quella che si pre-
ferisce, che si vuole.
1) Separare il meglio dal peggio, di
una cosa in certa quantità; scemi i gà-
lètt = scegliere i bozzoli.
2) gh'è pòcch de scernt = c'è poco
da scegliere : di cose in quantità molto
scarsa.
scernìgrora, s. f. = sanguinella. Vedi
sàngruìuèla.
scemìi, part. pass. = scelto. Vedi il più
usato scèlt.
scerpa, .«?. m. = serpe. T. caiTOzz. sede-
rino sul dinanzi e per noi anche sul
didietro delle diligenze, omnibus,' car-
rozzoni da viaggio, più alto della cas-
setta del cocchiere.
s'cèrvelàss, v. rifl. = scervellarsi, dicer-
vellarsi, lambiccarsi il cervello.
scès, s. f. = siepe: sorta di riparo su i
ciglioni di campi, fatto con de' pruni
0 altri sterpi.
1) dna stràscia d'ona scés = siepaglia:
una siepe malfatta o consumata dal tempo.
2) scòndes in là scès = insieparsi,
internarsi nella siepe.
3) cinta de scés = assiepare: circon-
dare, cingere un campo con siepe.
4) scés viva, scés mòrta = siepe viva,
siepe morta : secondo che è fatta di
piante vive, o di pruni e sterpi secchi.
5) à santa Agnés cor là lusérta per
là scés = a santa Agnese corre la lu-
certola per la siepe: per indicare che
il giorno di santa Agnese, il 21 di gen-
naio, l'invernaccio è finito.
scèsta, s. f. = cresta: quella carne rossa
a merluzzi che hanno sulla testa i galli
e lo galline.
s*cètt, agg. = schietto, sincero ; vin é'cèlt
= vino schietto.
1) dìla nUa e è'cHa = dirla netta e
schietta: parlar sinceramente dir le cose
come sono.
^cli
- 729
scli
2) vegnì vìa scètt = procedere schietto;
di cosa che si fa senza sotterfugi, e
conseguentemente.
scheda * s. f. = scheda: quella caria che
serve per le elezioni, dove si scrivono
i nomi di coloro che si vogliono eletti.
schéìa, s. f. = scheggia, scaglia : falda
che vien via dalle pietre, dai marmi ai
colpi del martello.
1) Scheggia : pezzetto più o meno
grande di legno che si spicca dal le-
gname, quando si taglia a colpi d'ac-
cetta, senza segarlo, ed anclie qualunque
altro pezzo che si spìcea nel rompere un
corpo duro.
2) Scheggia di dente rotto.
3) Dirizzatura, scriminatura, divisa:
quel rigo che si fa separando i capelli
in due parti.
schèìà, V. att. = scheggiare, mandare in
schegge.
«clièìàss, V. rifl. = scheggiarsi : andare
in schegge, farsi in schegge.
schèiceù, s. m. = viglinolo. Vedi scàioeù.
sclièioeiila, s. f. = scaglinola : sorta di
stucco gessoso, adesivo e resistente a
cui si aggiungono materie coloranti per
imitare sassi venati.
1) Scandella, orzo salv^tico : specie
d'orzolo che mette in cinquanta giorni.
schèiòs, agg. = scheggiato : pieno di
schegge.
schèlter, s. m. = scheletro, le ossa di
un uomo morto o di un animale.
1) diventa on schèlter = farsi sche-
letrito, ridursi a scheletro.
2) pari on àchèlter = parere uno sche-
letro: di chi è magrissimo e lascia ve-
dere gli ossi.
3) L'ossatura di checchessia; el schei-
ter déla barca, del teàter, ecc. = lo
scheletro della barca, del teatro, ecc.
scheiia, s. f. = schiena, dorso, tergo: la
parte di dietro negli uomini, quella di
SO] tra dalle spalle alla groppa de' qua-
drupedi, e tra il collo e la coda negli
uccelli.
1) à .scMna de miill = a schiena d'a-
sino, a schiena, a comignolo: di strade
rialzate nel mezzo, perchè le acque vi
scorrano verso i lati, nei canaletti.
2) vègli Z'òs'.v in là (tellina. Vedi
<)ss 7).
3) làorà de schhia = lavorar di
buona lena ; mettercisi coli' arco della
schiena.
4) Pezzo di catasta, scheggia, stecca.
schènàl, s. m. = dorsale, tergo, spalliera:
la parte dei sedili a cui può appog-
giare la schiena chi vi sta seduto.
schérma, s. f. = scherma : l'arte dello
schermire, del servirsi della spada o
della sciabola per difendersi e per of-
fendere.
1) tira de sehèrma = tirar di scherma,
secondo le regole della scherma.
2) màèster de schérma = maestro di
scherma, schermidore : chi insegna la
scherma.
schèrà, s. vi. = scherzo, beffa : atto o pa-
rola giocosa per ridere, per burlare,
per beffa; l'è on schèrs de càtìv ghier
= è un brutto scherzo.
1) Una figura, un disegno fatto per
bizzarria, senza dargli importanza.
2) schèrs de natura = scherzo di na-
tura; qualunque singolarità curiosa,
3) Burla, scherzo, celia, barzelletta:
ciò che si dice per far ridere.
4) Acchiaparello, chiaparello: inganno
ma non doloso: e anche discorso pre-
parato in modo che uno rispondendo
caschi a dir cosa per cui vien inesso
in canzonella; g'han ditt che 'l prefett
l'invidùjva à disnà, ma Ve staa on
schèré = gli hanno detto che il prefetto
lo invitava a pranzo, ma fu uno scherzo;
per fàgh on schèrs g' han faa di in
frànces là mtlma d'Adda e lil Vhà ditt:
la mère d' Adda {là mèrdàda) = per
fargli uno scherzo, gli han fatto dire
in francese la mamma d'Adda e lui lo
disse.,, ecc.
5) fa schèré = riprovare, del legname
non stagionato che screpola, schianta,
si piega, ecc,
schèrsà, v. att. = scherzare: fare scherzi,
ruzzare.
1) Bui-lare: dire o fare per ischerzo:
èclitrsi nò = non burlo, dico davvero,
parlo sul serio; l'è on òmm che ghe
piàs à schèréà = è un uomo che gli
piace a burlare: a far cose per celiai
2) Canzonare, berteggiare: mettere in
canzonella, in burla, dare la berta, bef-
fare; el me schèrsa Mmper, perchè Pont
minga boti de di rèsse = mi canzona
sempre perchè non so dir bene Tesse,
3) ,ichèrsà nò = dir davvero: fare una
cosa in modo da produrre il maggior
effetto che si possa; quànd el se wMt
t>ch
— 730 —
SCJl
à làorà el S'chh'm nò = quando si mette
al lavoro dice davvero.
4) s-e schèn-a minga/ = non si bui-la!
non si canzona! c'è poco da scherzare!
Dicosi a chi prende in ischerzo cose
serie. Ed anche significa: mettersi di
proposito. Usa anche riferito a cose ;
st'ànn ve scheH-a minga col frècc =
quest'anno col freddo non si canzona.
5) eoo ben che te ^chèrset, che H
fichèrm, che là i-ehèrm, ecc. = che ? mi
fai? mi fa celia? che? mi burli? mi
burla? Suol dirsi parlando di cosa che
a noi pare strana.
6) Contraifare: specialm. dei fanciulli
dispettosi: imitare gli atteggiamenti, i
modi di dire e sim. di altre persone.
schiàrimént, * s. m. = schiarimento :
dichiarazione, schiarimento d'un dubbio
d'una difficoltà.
schìcherà, v. att. = schiccherare: pale-
sare altmi tutto quello che uno sa, ma
che sarebbe stato bello tacere.
1) Spiattellare: dire alcuna cosa chia-
ramente, senza riguardi, senza circon-
locuzioni.
schifòs,* agg. = schifoso, sporco, lordo;
che fa schifo nausea.
1) Di pers,: che è eccessivamente
gretta, avara.
sciiifositaa, * s. f. = schifosità, schi-
fezza, qualità di ciò che è schifoso, lai-
dezza, sporcizia. Riferito anche a qua-
lità morali.
schìribiss, s. m. = ghiribizzo, schiri-
bizzo, capriccio. Vedi gliirìbiss.
1) Arzigogolo, ghirigoro: intrecciatui-a
di linee fatta colla penna.
scliirpa, s. f. = corredo, dònora: quella
roba di vestimento che si dà per lo più
dai parenti ad una giovane quando si
marita o si fa monaca.
schisa, V. att. = schizzare : saltar fuori
con forza, a spruzzi violenti: d'acqua e
d'altri liquidi,
1) Disegnare alla grossa, alla brava.
2) Schifiti fmigh, velén, = schizzar
foco, veleno: fare atti della più grande
stizza: fremere di sdegno.
schise, agg. = schiacciato, stiacciato,
comi)resso: che ha preso una forma
piatta.
. 1) vénter ftehise = ventre piatto, vuoto:
che non è teso, perchè non si ha man-
giato.
2) el Schise, s. m. = l'amante, il damo.
schiscéta, s. f. = gibus, sottobraccino:
cappello a molla, che si schiaccia, e si
porta sotto il braccio.
1) Guscetto, faloppa, sinighella: boz-
zolo mal sortito.
2) Fiaschetta: piccola fiasca, impa-
gliata 0 no da portare in viaggio: è
schiacciata per comodo di portarla.
sciuscià, v. att. = schiacciare o stiac-
ciare: comprimere, far prendere a un
coi'po più 0 meno cedevole una forma
piatta; el s'è ùetaa gio sili me càpèll e
me l'ha schisciaa = s'è seduto sul mio
cappello e me l'ha schiacciato.
1) Pigiar tanto da far male ; èren
dènter schisciaa còme sàrdèll = eran
dentro schiacciati come sardine.
2) schisciàgh on i-ognètt = stiacciare
un sonnellino: fare una dormitina bre-
vissima.
3) schiscià on pè = schiacciare, pe-
stare un piede,
4) Spremere: premere con forza fino
a farne uscire tutto ciò che v'ha di li-
quido; sciuscià i limòn, i tomMes^ ecc.
= spremere i limoni, i pomidoro, ecc.
schisciàda, s. f. = schiacciatura, schiac-
ciamento; l'atto dello schiacciare.
schisciàliiuòu, s. m. = strizzalimoni,
matricina : piccolo strettoio per strin-
zare, spremere i limoni.
scliisciàmént,* s. m. = schiacciamento,
pigio: l'essere schiacciato, pigiato.
schisciòn, s. m. = camuso : di chi ha
il naso schiacciato o rincagnato.
schisetà, V. att. = schizzettare: umettare,
bagnare collo schizzetto.
schisètt, s. m. = schizzetto, schizzatolo:
strumento fatto per schizzare.
schiss, s. m. = schizzo ; specie di disegno
abbozzato, senz'ombra.
schità, V. att. = schizzare. Vedi scliisà,2).
schiva, V. att. = schivare, scansare, evi-
tare; schiva i fàdigh = causare le fa-
tiche; schwù, on perìcol = schivare un
pericolo ; schiva là gent = schivare la
gente.
1) schiva à malapena = far vola a
tempo ; l'ha faa per dàmin òna pe-
sciàda, ma Vhoo schivàda à malapena
= fece per darmi una pedata, ma a
tempo feci vela.
scliivàfàdig'a, s. m. = sbucciafatiche,
scansafatiche, schifanoia. Vedi scàn-
sciàfàdiga.
I schivi, *\ m. = schifo, schifiltà, schi-
scli
— 731 —
fezza, ripugoanza; tiis-còH- gite fa Schivi
= tutto gli fa schifo.
scliiviòs, agg. = schifiltoso, ritroso : che
di tutto ha schifo, e specialm. trattan-
dosi di mangiare.
sciàbàlèut, s. m. = nano, bilenco, na-
nei'ottolo: chi ha le gambe storte.
sciàbalóu, s. m. = nanerottolo, ranco :
di chi cammina arrancando colle gambe
storte.
sciàbol, s. m. e sciàbola, s. f, = scia-
bola : sorta d' arme tagliente, piatta e
alquanto falcata.
1) i sciàbol = le bilie, le gambe storte.
Per celia e similit.
sciàbola, V. att. = sciabolare: percuotere,
ferire colla sciabola.
sciàbolàda,* s. f. = sciabolata : colpo di
sciabola e ferita fatta con la sciabola;
el g'hà dna sciàbolàda in del còli =
ha una sciabolata nel collo.
sciàcquàda,* s. f. = sciacquata: lo sciac-
(juare alla lesta: il lavare con nuova
acqua: dàgh dna sciciequàda ài bicèr
= dare una sciacquata ai biccliieri.
sciàcquàss,* v. rifl. = sciacquarsi, ri-
sciacquarsi: specialm. la bocca, i denti.
scialala, 'V. att. = scialare, scialarsela:
darsi bel tempo, spendendo assai; far
scialo.
sciàlàpa, s. f. = scialappa, sciarappa:
radice medicinale d'una pianta delle
Indie, assai purgativa.
sciàlètt, s. ni. = scialletto: piccolo scialle
che copro solo le spalle.
sciali, s. m. = scialle: ampio panno qua-
drangolare che portano le donne per
coprirsi le spalle, e di dietro quasi tutta
la persona.
scialo . s. m. = scalogno ; allium asca^
lonicum: sorta di cipolla e aglio.
sciàmbola, s. f. = scialo: lo scialare, il
darsi bel tempo.
1) fa sciàmbola = fai'e ri^ta: suol
dirsi quando alcuno fa un desinare o
una cena più grossa dell'usato in oc-
casione di prosperità, d'invito e sim.
sciànipa, s. f. = zampa: piede d'animali
specialm. quadrupedi.
1) scitLmpa de gàina = raspatura di
gallina. Vedi gàìna, 12).
2) Zampetto, di agnello o di lepre
che si usa per spolverare.
sciàinpà, V. att. = ghermire, agguantare,
rubare; àia fera g'han sciàmpaa Vo-
rològg = alla fiora gli hanno agguan-
tato l'orologio.
sciàmpàda, s. f. = zampata : colpo di
zampa.
1) Manata, manciata : quanto sta in
una mano.
2) à sciàmpàd = a manciate: in gran
quantità.
sciàmpàg'ii, s. m. = sciampagna : vino-
spumante e gentile della prov. francese-
di Champagne.
sci<àmpeta< s. f. = zampetta : dim. di
zampa.
1) fa là sciàmpUa. Modo speciale-
di attaccare gli apparati in chiesa, a
festoni.
sciàiiipètt, s. m. = zampone. Vedi sàm-
pètt.
sciàinpìn, s. m, = zampino; ])iccolo zam-
pino.
1) mètegh on sciàmpin = entrarci
per qualche cosa.
sciàn, s. VI. = gatto : modo famigliare-
per chiamare il gatto. Al femminile :
sciàua.
s'ciàncà, V. att. = schiantare, spezzare:
rompere violentemente.
s'ciào, esci. = addio, senz'altro: digli
de nò e s'ciào = digli di no e addio ;
màngiàroo on tòcch de pan e s'ciào
= mangerò un pezzo di pane e addio.
sciàràbàn, s. m. = carro a panca : sjie-
cie di calessino senza sportelli. l)al
frane, char-à-banes.
sciàràbàtàua, s. f. = cerbottana : specie
di straniente da tirare agli uccelli.
sciarada, s. f. = sciarada e sciarrada:
sorta d'indovinello. Si fa d'una parola
composta, sciogliendola in quelle che
la compongono, e facendo una perifrasi
di ciascuna di queste per dare a trovare
la parola intera.
s'ciàrì, V. att. = schiarire : far diventar
chiaro; mettere in chiaro checchessia,
chiai'ire.
1) é'ciàriés = serenarsi : del tempo
che da piovoso e cupo si mette al
bello.
s'ciàriméut, s. m. = schiarimento. Vedi
schiàriinéut. *
sciàrlòtt, s. f. = pasticcio, melato, char-
lotte : fratta cotta con zucchero e vino
bianco, e messa in una crosta di pasta
frolla: poi ricotta al forno.
sciarpa, s. f. = sciarpa, fusciacca: fa-
scia di seta o d'altro che si cinge alla
S»Cl
- 732 -
SCI
vita e si porta ad armacollo ia segno
della carica che uno riveste, o della
tìua autorità.
1) Golettone : grossa e lunga striscia
di maglia che si avvolge al collo nel-
l'i averne.
é'ciàsech e s'ciaser, agg. = fitto, ser-
rato, compatto.
.sciatoli) s. f. = scatola, stipetto : serve
a vari usi, per viaggio, per dolci, etc.
Dal tedesco.
■scìàtt, s. m. = rospo : una botta grossa
di colore cenerino, giallognolo.
1) Agg. Tozzo.
2) boria là come on sciati = cader
boccone, bocconi. Vedi vénter.
3) e dàj che l'è on sciati = qui giace
nocco ; e dalli ! Tedi camp. 2)
^ciàtòu, s. m. = ingordo : che vuole tutto
per so.
*ciàvàtà, V. alt. = andare a zonzo ; an-
dar girelloni, bighellonare.
iscìàvàtiu, s. m. = ciabattino, ciaba:
calzolaio che fa le rattoppature.
1) Fig. : ciabattiere, ciarpone: poco
abile.
«ciàvàtòn, s. m. = bighellone, randagio :
colai che va volentieri senza necessità.
.scìàvàtt, s. f. pi. = ciabatte; scarpe
rotte e logore.
1) Pantofole, mule: sorta di scarpe
di casa fatte coli' ago, o di stoffa.
2) dolor, profesor di me sciàvàtt =
dottore , professore dei miei stivali :
che vai nulla, del quale non abbiamo
nessuna stima.
sciceli, agg. = egregio, esimio, elegante:
che esce dal comune, dall'ordinario.
*cifòu, s. m. = orinaliera, tavolino da
notte. Anche: cìfóu.
iicifonà, V. att. = sgualcire, gualcire,
accofacciare. Vedi màstinà.
•-scigrhèra, s. f. = caligine: nebbia fìtta;
vapori che oscurano l'atmosfera.
1) Alone, cintura. La ghirlanda di
luce non sua che vedesi talvoHa in-
torno alla luna.
*cigriiòii, s. m. = mazzocchio, fintino,
parrucca : specie di capigliatui"a rimes-
sa. Dal francese chignon.
:SÇrola, s. f. = cipolla: specie d'aglio
che si coltiva pei suoi bulbi adoperati
nelle vivande.
1) Bulbo, cipolla : rigonfiamento car-
-noso della radice di alcune piante er-
bacce, come rape, carote, bai"babietole,
e simili.
2) Caccianfuori, mozzamela: d'orologi.
3) Piccolo lume con recipiente di
vetro 0 altro in forma schiacciata, co-
me il bulbo d'una cipolla.
scivolili, s. m. = bulbetto; dim. di bulbo.
1) Carino, bottoncino: di bambino
grazioso e bello, e di ragazza gentile
e leggiadra.
scigrolìua, s. f. = bulbettino: dim. di
bulbetto, sottodim. di bulbo.
scigriieta, s. f. = civetta : uccello rapace
che serve per richiamo nella caccia
col vischio.
1) Donna sfacciata e ardita nel trat-
tar cogli uomini e nell' uccellarli,
2) cticia coni là sciguèta. \eii
càcia, 6.
scigriiètàrìa, s. f. = civetteria : il civet-
tare delle donne.
scigiiètòuj s. m. = birracchio ; vitello
dal primo al secondo anno di età.
scilòster, s. m. = candelabro e cero pa-
squale.
scìmà, s. f. = cima, vetta : la parie
estrema di una montagna di un bastone,
di una pianta, ecc.
1) Selma del moni = cima, vetta,
cimolo del monte.
2) de serma à fond = da capo a
fondo; dal principio alla fine.
3) Tèi-é nò dna sclma = non essere
un barbero; non essere un gi'an che;
di persona poco sveglia d'ingegno.
sciinà, r. att. = cimare : degli alberi,
del panno : tagliarne le sporgenze.
1) Tarpare : delle ali.
scimàsa, s. f. = cimasa. T. archit. : li-
neamento o membro che sta sopra
qualsivoglia membro d'architettui-a per
finimento.
scimbia, = s. f. = scimmia, bertuccia :
animale quadrumane assai noto.
1) Fig. : figuraccia; brutta figura.
sciinbioefi, s, m. = scimiottino, bertuc-
cino.
1) Entra nella canzone infantile ;
tròta, tròta scimb'iceu - che domdn fa-
rènim fàscen - dòpodomàn fàrèmm
bàsgiànn - per fa i-tà àlegher i bèj
tosànn. Corrisponde in toscano. Traci,
truci, cavallino - mena l'asino al mu-
lino; il mulino è rovinato - il mu-
gnaio s'è impiccato. Oppure: Din, don.
SCI
- 733
SCI
campanou - la Diana del Simon - e
iSiraon Simonella - che avea una cam-
panella - che sonava le ventitre. - Tutte
lo donne dicono : pover a me ! - Son
canzoni che si dicono facendo saltare i
bambini sulle ginocchia.
cìmes, ò'. m. = cimice. Insetto schifoso.
1) scìmes mlvàdegh = gorgoglione:
piccolissimo insetto verde che si trova
sui rosai.
2) Fig. Uomo senza cuore, insensi-
bile.
sciiuìu di solètt = cappelletto : la parte
della soletta che fascia le dita del piede.
sciiiiiotà, v. alt. = scimmiottare, scim-
inieggiare : imitare servilmente e senza
senno, come fanno le scimmie.
scimiòtt, s. VI. = scimmiotto: di per-
sona goffa e brutta.
sciniisèta, s. f. = camicino : parie del
vestiario, per lo più di tela molto fine
che lo donne portano sopra la fascetta,
al di sotto del vestito, ed esce fuori
dal collo con una bavera per lo più
ricamata che si rovescia sulle spalle.
licimósa; s. f. = cimossa, vivagno ; orlo
dei tessuti e s])ecialm. del ])anno.
1) fèH- Hui seimo<-<- = essere sullo
scorcio, sul finire; «ssere ^lla porta coi
sassi.
scimostóiij s. ìli. = tronco, mozzicone,
zingone : ramo d'albero tagliato.
scili, (inverà còme oii) = da umore ne-
rissimo.
s'ciiicà, ». att. = schiantare, spezzare,
rompere. Vedi scàvesà.
scindiroeù, s. m. e /". = cova il fuoco,
cenerentola: di donna che sta volen-
tieri nell'angolo del camino.
scine, agg. = picchiettato, picchiolato,
brizzolato: di tutto ciò che sia ])un-
teggiato di qualche colore sopra altro
colore ; fttòfa scine = panno brizzolato.
scinivèla, s. f. = cervello : quello degli
animali macellatii, che si cuoco special-
mente in frittura.
scintila, s. f. = scintilla, favilla molto
accesa, viva.
1) el g'hà nò là scintila = non ha
la scintilla: il genio, l'ispirazione.
sciòccli, s. m, = ciocco, ceppo, toppo:
grosso tronco da bruciare e anche da
tagliarvi le carni in beccheria e da' sa-
lumieri.
1) tal e quàl l'è ci seiòcch, venfoeàra
i tàpp = la scheggia ritira del ceppo ;
d'un cattivo legno non può venire una
buona scheggia ; di chi non traligna-
dai suoi ; ma si dica sempre di gente
cattiva. Anche: il frutto cade poco-
lontano dall'albero.
2) dormì come on seiòcch = dormir
sodo, profondamente. Vedi donni 2),
sciochèsa, * s. f. = sciocchezza, grulle-
ria : atto e detto da sciocco, da grullo^
sciocliina, s. f. = giucchina : di ragazza;
un po' troppo semplice.
sciólt, agg. = sciolto, disinvolto, franco:
non maniei'ato.
sciònsgia, s. f. = sugna: gi-asso levato-
d'attorno agli arnioni del maiale.
scionsg'ià, V. att. = sonare, picchiare :
di busse. E' modo volgare ; se te tàsef
nò ti scionsgi = se non taci te le-
suono.
sciousgin, s. m. = cicerbita, grispi-
gnolo: specie di insalata selvatica.
s'ciopà, V. att. = scoppiare : spaccare,,
aprirsi, i-ompersi violentemente e con-
forte rumore, di cose troppo igiene a
nelle quali all'intorno si sprigiona una
gran forza.
1) Rompersi, incrinarsi violentemente;
bisogna sbMà quèla lucèrna, perche
fte nò 'Z veder el s' doparti = bisogna
abbassare quella lucerna, perchè se no-
li caiioccio scoppierà.
2) ù'cioptb d' itivìdia, de rtbia =
scoppiar d'invidia, di rabbia: essere
pieno d'invidia, di rabbia.
3) s'ciopa ! = che tu scoppi ! che tu
possa scopi)iare! Imprecazioni pleblee.
4) s'ciopa del eàld = scoppiar dal
caldo; per caldo eccessivo.
5) ft'ciopti del rid = scoppiare, sbel-
licarsi dalle risa : ridere smoderatamente.
6) voi'è ^'ciopti 'Z ccBiir = scoppiare
il cuore : sentire vivissimo dolore.
7) Dei tumori, gonfiori e sim., aprirsi
e gettar fuoil la marcia.
8) s'ciopti foeura à piàng = scop-
piare in pianto, prorompere in pianto.
s'ciopàda, s. f. = scoppiata : lo scop-
piare, e il suono dello scoppiare.
s'ciopètà, V. att. = fucilare: uccidere
col fucile.
s'ciòpetada, = s. /". = schioppettata, fu-
cilata : lo scaricare, lo scaricarsi delio-
schioppo, del fucile.
s'ciopètt, s. m. = scoppietto, schiop-
petto : piccolo schioppo.
1) Canna di sambuco vuota nella.
»Cl
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SCI
quale si introduce una bacchetta per
farne uscire con scoppio una palla di
capecchio.
s'ciopiroeùl, s. f. pi. = ravaglione: vaiolo
selvatico.
s'ciopòn, s. m. = scoppio : di pianto,
di riso.
1) Garofano sbocciato molto e grosso.
s'cìòpp, s. m. = fucile : arma da fuoco
che adoperano i soldati. Se è per i
cacciatori, schioppo.
1) vès'^ proni cóme on s-'ciòpp = es-
sere prontissimo.
«ciòpp, s. m. = sciop : bicchiere grande
che s'usa i)er la bin-a. Dal tedesco.
*»ciòr, s. m. = signore, ricco: che ha
molti possedimenti e molti danari.
1) Padrone : el me seior = il mio
padrone.
2) fa diventa sciòr = aiTicchire, far
diventar ricco.
3) ^ont on sciòr = sono arcicontento,
sono a posto.
sicióra, s. m. = signora, padrona. Il
femm. di sciòr.
1) fa là sdora = far la ruota. Del
tacchino, del pavone, rialzare le penne
della coda tenendole allargate a ven-
taglio.
sicioràrìa, s. f. = ricchezza, fasto, lusso
signorile.
sciòstra, s. f. = sostra (?) : magazzeno
di materiali come legaa e pietre.
sciostree, s. m. = sostraio : negoziante
di legno o di pietre.
scioràsé, s. m. = signorazzo: gran si-
gnore.
■s'ciorlì, V. att. = chiurlare: lo stridere
della quaglia covaticcia.
.*ciòtt, s. m. = meta o micca: la quan-
tità di sterco che fa in una volta l'a-
nimale.
scipàri, s, m. = sipario, tela. T. da teati'o.
Vedi 8cepàri.
scirés, s. f. pi. = incotto, vacche: livi-
dori stille cosce di chi cova il fuoco.
i»cirésa, s. f. = ciliegio e ciliegia: specie
d'albero e di frutte notissimi.
1) llioo conosim scirésa = lo co-
nobbi a' suoi tempi : quando era in
cattive condizioni di fortuna.
•sciresònn, s. f. pi. = ciliege marchiane.
sciro, s. m. = scirro : specie di tumore
duro che spesso degenera in cancro.
*ciròcch, .9. m. = scirocco: nome di un
vento di sud est, e della parte da dove
spira esso vento.
scirceu, s. m. = gazzuolo, grumolo, co-
sto : le foglie aggrappate a uso mazzo
che certe piante buttano dalla radice :
on sciroRU de veré^ de làtùga = un
grumolo, un cesto di cavolo, di lattuga.
1) Broccolo: grumolo che il cavolo
e le rape fanno in mezzo al cesto,
quando son vicine a fiorire.
scìrósa, s. f. = matton pesto, cirossa,
mattone arrotato : la polvere di mattone.
sciròtt f s. m. = cerotto , piastrello :
composto medicinale fatto specialm. di
cera, o materia tenace perchè s'ap-
picchi sui malori.
scirpia^ s. f. = lesina, avaraccio, gretto :
d'uomo assai ritenuto nello spendere.
scirpiària, s. f. = grettezza, lesineria:
risparmio eccessivo, sordido.
scirpiòn, s. m. = lesinone, avarone,
sordido; che non spende un quattrino
se non con dispiacere.
scisela; V. att. = succhiare, succiare:
attrarre a sé colle labbra l'umore e il
sugo.
1) Fig. : pocciare, trincare : bere con
gusto.
2) Poppare : di bambini lattanti.
3) scìscia bobò = pagheresti ! dicatti !
aver dicatti, star contento, dover esser
soddisfatto.
scisciaa^ agg. = sparuto; di chi par suc-
ciato per vita troppo licenziosa.
scisciàna^ s. f. = domestichezza : rela-
zione di famigliarità ; V è tuta scisciàna
cont me cilsìn = è in tutta domesti-
chezza con mio cugino.
sciscioeu, s. m. = assiolo chiù: uccello
simile alla civetta.
sciscióii; s. m. = poppatoio, tiralatte :
strumento che serve all'allattamento
artificiale.
1) Bordone, pennina d'uccello piena
di sangue.
2) Succio, rosa: sangue che viene
a fior di polle e rosseggia tiratovi da
succhiatura delle labbra.
scìsger, s. m. = cece: specie di legume
notissimo che si mangia da noi con
carne di maiale, specialm. il giorno della
Commemorazione dei defunti.
1) aììdà in brceud de scìsger = non
capir nella pelle, andare in brodo di
giuggiole ; per grande contentezza e
soddisfazione.
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2) vèPs- sctsyer e biiòll = essere paae
e cacio ; intimi, amicissimi.
^cistèrna, s. f. = cisterna, fogna, cloaca,
chiavica: luogo scavato sotterra per
raccogliervi l'acqua piovana e gli scoli
delle latrine.
1) Bottino 0 pozzo nero. Vedi ci-
stèrna. *
s'ciuma, s. f. = schiuma. Vedi scuma.
sciusc, s. m. = putiferio, fracasso. Vedi
spiièll.
scoa, s. f. = granata : mazzi di saggina,
di scopa 0 sim. legati strettamente in-
sieme dalla parte dei fusti, e infilatovi
nel mezzo un bastone ; serve per ispaz-
zare.
1) écòa de lègn = scopa : granata
grossolana fatta di vimini, di ramoscelli,
per spazzar stalle, cortili, strade, ecc.
2) benedì rùn cont là seda = bene-
dire uno col manico della granata ;
bastonarlo.
3) ròbb de benedì cont là écòa =
cose di poco momento, da prendersi
alla leggera.
4) Di dipinto ; faa cont là ècoa =
dipinto colla granata ; malissimo.
5) Miehelàngiol bòna scpa = il pittor
Granata; di cattivo pittore.
6) ciàpà là écòa = pigliar la granata;
mandar via tutti in una volta, i servi-
tori, gli impiegati di un ufficio, o sini.
7) Ve òna Pcòa = è un tocca e sana;
di rimedio efficace.
8) Scopa. T. gioc: sorta di gioco che
si fa in due o in quattro con tre carte
per uno e quattro in tavola scoperto.
Fa scòa = fare scopa ; dicesi allo stesso
giuoco quando non si lascia punto carte
in tavola.
scoà, r. att. = scopare: pulire, spazzare
colla granata.
-scoàsS) s. m. = fraciandolo ; pertica con
pannuccio in cima per pulire il forno.
"Scdca s. f. = biciancola, o biciancole :
altalena che si fa con un asse o trave.
1) Altalena : tavola sospesa sulla
quale due siedono ai due capi alzan-
dosi e abbassandosi a vicenda ; o tavo-
letta fra due funi sulla quale a solere
0 ritti si va a guisa di pendolo.
2) cavali de scdca = cavallo a don-
dolo : quello di legno su cui i ragazzi
vanno a cavallo.
3) Cassa : la parte della carrozza che
posa sui cignoni o sulle stanghe e dove
stanno le persone.
scoca, V. att. = altalenare; fare all'alta-
lena ; giocare sull'altalena.
scocorà, r. att. = bevucchiare : bere vo-
lentieri.
scodegà, V. att. = scotennare : levare la
cotenna.
scodidura, s. f. = storno: lo spazio che
occorre perchè un mobile possa girare
su se medesimo o volgersi comodamente:
,<-e pò ilo porta sii là guardaroba perche
gli è minga àsce scodidura sui scàl =
non si può portar su la guardaroba
perchè non e' è abbastanza storno per
lo scale.
scoèrt, agg. = scoperto : di ciò che non
ha né veli, ne coperchio, ne altro che lo
copra; càròsa scoèrta = carrozza sco-
perta, senza mantice.
sc(Bud, r. att. = riscuotere. Di danaro,
cambiali e sim.: ricevere il pagamento
d'una somma dovuta.
1) Avere storno, esserci storno : di
mobili 0 altro che hanno spazio per poter
girare su sé medesimi.
2) seoBud là fàmm, là set, on càprìsi
= soddisfare la fame, la sete, un ca-
priccio.
scceugria, s. f. = madrevite : parte del
torchio 0 pressoio da vino.
scoeuì, s. m. = scoglio : masso alla riva
0 in mezzo al mare ; fuori o dentro
alle acque.
1) Di persona dura, lenta a muoversi.
scoin, s. m. = granata. Vedi scòa.
scoinàda, .f. f. = granatata: colpo dato
colla granata.
scoinàtt, s. m. = granatalo: chi fa le
granate da spazzare e le vende.
scoinètt, s. m. = granatino : dim. di
granata ; specialm. quello per l'acquaio
e per il luogo comodo.
1) Spazzola, spazzola da padulo ; maz-
zetto di canne da padule che serve a
spolverare i palchi e lo pareti.
scoi, s. m. = scolo, scolatoio.
scSla,* s. f. = scuola : luogo dove si in-
segna a leggere e scrivere, qualche
scienza o qualche arte.
1) Scolaresca : nome generico per
dire tutti gli scolari di una scuola.
2) bigia scòla = far forca : mancare
alla scuola.
scola, V. att. = scolare, sgrondare : an-
dar giù colando ; detto di liquidi.
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1) Trans, far scolare : tenere alcuna
cosa in modo che n'esca l'acr^ua o al-
tro, scolando.
2) Schiccherare : bere il fondo del
vino 0 d'altro restato nei bicchieri.
i^colaa, agg. = sgrondato : part. pass, di
sgrondare.
écolàdòr, s. m. = scolatoio, colatoio :
arnese per scolare.
1) seolàdòr de P insalata = scuotitoio.
Vedi scolàinsàlàta.
scolàiusàlàta, s. m. = scotitoio : arnese
di fil di ferro per scuotervi l' insalata
lavata, affinchè s'asciughi.
scolàorsoeù, s. m. = abatucolo, abaton-
zolo, chierichetto : dispr. di abate,
chierico.
scolar, s. m. = scolaro, scolare : allievo,
alunno ; chi è nella scuola per impa-
rare : el màèfster de spèss el se cognoss
dtLi scolar = il maestro spesso si co-
nosce dagli allievi.
1 ) Confratello : chi appartiene ad una
confraternita.
scolàstich, agg. = scolastico; che appar-
tiene alla scuola.
scòlcióii, s. m. = bordone : le penne
che cominciano a spuntare agli uccelli.
1) Calugine, pelui'ia, bordoni: il pelo
matto de' giovanetti sul mento.
2) Sterpacchi : cai)elli corti, radi, irti.
scòlciònéra, s. f. = radicchio : grosse e
lunghe radici cotte che si mangiano in
insalata , private dell' interna anima
un po' legnosetta.
scolpì, V. att. = scolpire : fare, formare
immagini, figure di tutto rilievo, in
materia solida, levando il soverchio,
per lo più in marmo.
1) scolpi i pàròll = scolpire le pa-
role : pronunziarle bene, spiccandole
fortemente.
2) scolpì in del ecetir, in là meni =
scolpire nel cuore, nella mente, impri-
mersi bene e conservar lungamente
qualche cosa nel cuore, nella mente.
scolta, «7. att. = ascoltare : stare a sen-
tire con attenzione ; e anche : dar retta,
fare a modo d' altri. In questo senso
si usa anche; dei à scoli = dare ascolto.
scombàtt, V, att. = quistionare, disputare.
scomésa, s. f. = scommessa": il patto
che si fa scommettendo, e la somma
scommessa al gioco.
1) scomesa ! = scommetto ! scommet-
tiamo ! Per meglio e più affermare quel
che si dice.
scomètt, V. att. = scommettere : pat-
tuire di pei-dere o pagare una data cosa,
se non avviene o non è vero quello
che si dice o si vorrebbe.
1) Prender parte al gioco con una
somma in favore o contro l'uno o l'altro
dei giuocatori.
scoiupàginàss, v. rifl. = scompaginarsi,
turbarsi : mettersi in disordine.
scoinpàgruà, v. att. = Vedi descompàgnà.
scomparì, v. att. = scomparire : perdere
al paragone, comparire da meno ; e di
pers. fare non buona né bella figui-a.
1) Disparire, sparire : non essere ve-
duto più, togliersi allo sguardo.
scompàrt e scompàrtimènt, s. ni. =
compartimento. Vedi compàrtimént.
1) Palchetto : quello delle librerie.
scompìàcéut, agg. = scompiacente: non
compiacente ; contr. di compiacente.
scompìli, s. m. = scompiglio, confusione.
scompònn, v. att. = scomporre : gua-
stare, disordinare ciò che é composto,
r insieme di una cosa.
scomunica,* s. f. = scomunica: censura
ecclesiastica ; pena che itriva della par-
tecipazione dei sacramenti e della co-
munione dei fedeli.
sconcért, s. m. = sconcerto, disappunto,
scangeo : tristo caso ; sinistro che ar-
resta 0 impedisce il procedere di qual-
che cosa.
sconcerta, v. att. = sconcertare, distm--
bare, mettere sossopra : impedire il
procedere di una cosa.
scond, V. att. = nascondere, celare, ap-
piattare : riporre un oggetto in un luogo
dove sia difficile che altri lo trovi.
scòndes, v. rifl. = nascondersi, celarsi,
non lasciarsi ti'ovare.
1) giiigà à scòndes = fare a capan-
niscondere, a rimpiattino, a rimpiat-
tarsi, a rimpiatterello : gioco dei ragazzi
nel quale tutti vanno a nascondere,
fuorché uno che riman fuori e deve
scoprire dove si sono nascosti gli altiù.
2) àndà à scòndes = andarsi a ri-
])orre. Per vergogna.
3) va à scòndes .' va, scòndet ! =
vatt' a riporre ! a chi si vanta, a chi
fa delle sguaiataggini.
sconfònd, v. att. = negare, confondere :
mettere allo scopeiio l'impostura di uno.
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scoiigriiirà,* V. att. = scougiiirare : pre-
gai'e, supplicare sti'aoi'dinariamente.
^coiiquàsà, v. att. = scoiiquassaro, seas-
siuave : buttare all'aria, rovinare con
violenza ogni cosa.
scouqnàss, s. m. = sconquasso, con-
quasso : rovinio d'ogni cosa con vio-
lenza, baccano.
^contórc, V. att. = contorcere, attorti-
gliare : rivolgere sopra se stesso.
scontrili, .?. m. = riscontrino : quello
che danno nelle stazioni registrando i
bagagli, perchè il viaggiatore possa ria-
verli alla stazione di arrivo.
1) Polizza che danno ai teatri a chi
osco negli intermezzi, perchè possa
l'ientrare.
2) Zipolo : legnetto ravvolto in poca
stoppa, col quale si tura la cannella
di una botte, spingendovelo dentro colla
mano spiralmente.
scopàsòii, s, m. = scapaccione : colpo
dato colla mano aperta sulla testa.
1) ciàpiì à sropàéòn = prendere a
scapaccioni ; scapaccionare.
scopàsiiii, agg. = grande e grosso. Usa
nella sola frase : grand e gròH- e sco-
pàmil, dove non fa che ripetere rin-
forsando il significato delle jiarole che
precedono.
scopèll, s. m. = scalpello, scarpello :
arnese di ferro o acciaio tagliente in
cima, a ralla, con cui il legnaiuolo
scava canali nel legno, o gli scultori
lavorano il marmo.
s'copelòtt, s. m. = scappellotto, scapac-
ciono : colpo dato leggermente colla
mano aperta sul capo.
scopért, agg. = scoperto. Vedi scoért.
scopèrta,* s. f. = scoperta : il ritrova-
mento di cose ignote o nascoste ; di
nuove verità, o applicazioni nuove di
verità conosciute.
scopi,* s. m. = scoppio : il rumore che
fa una cosa scoppiando.
Scopo, * s. m. = scopo, oggetto : il fine
che uno si propone ; gh'è nisùn ècòpo
per àndà à épààs con sto tempàse =
non c'è alcun scopo d'andare a pas-
seggio con questo tempaccio.
scòpola, s. f. = scopola, schiaffo, scap-
pellotto : colpo dato colla mano aporta
sulla guancia.
1) entra coni tà scòpola = entrare
'■olla scopola, alla portoghese : di chi
va a teatro e passa per sotterfugio,
senza pagare.
scopri,* V. att. = scoprire : togliere di
sopra ad una cosa ciò che la copre, la
nasconde, la toglie alla vista della gente.
Usa specialm. di pittura, statua, mo-
numento e sim. per togliere quei ri-
pari che erano fatti apposta i)er na-
sconderlo. Negli altri Usi comuni, vedi
(lesqUiàtà.
1) Arrivare a sapei-e, a conoscere ciò
che si ignorava o che non si sapeva :
tanto di cose fisiche e materiali, quanto
morali.
2) Trovare nuove terre, nuovi paesi,
viaggiando.
scoràg'ià,* 'e. att. = scoraggiro, scorag-
giare : togliere altrui il coraggio.
scoràgiàmèiit,* s. m. = scoraggiamento :
lo stato di chi è scoraggiato ; el i-e
àbàndòna à on seoràgiàmént che Ve
pròpi tròpp = si abbandona a uno sco-
raggiamento che è davvero eccessivo.
scoràgriàss,* v. rifl. = scoraggirsi, sco-
raggiarsi : perdere il coraggio.
scoràsà, v. att. = scarrierare : andare
di carriera, correre qua e là all' im-
pazzata.
scòrba, s. /. = corba, spoi-ta : cesta in-
tessuta di vimini o sim.
scorbàtt, s. m. = corvo : specie d' uc-
cello dalle piume nerissime.
1) Prete: voce di spregio.
scorbiitt, s. ni. = scorbuto : malattia ca-
ratterizzata da indebolimento di forze,
e da emorragie por cattiva assimila-
zione di cibi, aria malsana, ecc.
scordaa,* agg. = scordato : di istrumenti
a corda che hanno perduto 1' accorda-
tura, e anche degli altri che non sono
accordati fra loro.
scorènsgia, s. f. = correggia, peto : vento
che esce dall'ano.
scorént, agg. = inzuppato: molle d'acqua
• 0 di sudore.
scorlàcoo, s. m. = dissipato, scapestrato,
rompicollo, discolo: di chi tiene una con-
dotta leggiera e troppo spensierata.
scorlèra, 5. f. = maglia scappata : l'ac-
cavallare 0 saltar qualche maglia nel
far le calze, per distrazione o imperizia.
scorli, V. att. = scuotere, scrollare : smuo-
vere e agitare una cosa violentemente
con moto interrotto ; scorti là piànta
= scuotere la pianta.
1) srorlì el eoo = crollare, scuoterò
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la testa: per accennare di no o per
accennare a dubbio, a preoccupazione.
2) scorllj già = scotere le busse, le
bastonate: non curarle, non farsene caso.
3) Agitare : detto di un liquido nel
suo recipiente ; scorti ci decòtt = agi-
tare il decotto.
scorlìda, s. f. = scrollata: l'atto e l'ef-
fetto dello scrollare.
1) Bussata. Nel fig. cosa che rechi
danno grave nella salute o negli inte-
ressi ; pòer diàol ! el g' ha àvidi dna
bela seorlìcla ! = poveretto ! ebbe una
bella bussata !
scorpioii, s. m. = scorpione : genere di
animali degli aracnidi.
scòrsa, s. f. = corsa, scorsa : il correre
in un luogo e non fermaroisi, o fer-
marcisi brevissimo tempo.
1) dàgh òna scòrsa = dare una scorsa :
lo scori'ere, di un libro, uno scritto, ecc.
scorsa, s. f. = scorza, buccia : la scorza
delle piante e dei rami giovani.
1) La parte supei-ficiale, l'involucro
esterno delle frutte ; òna ècòrm de me-
tòn, de limòn^ d'inguria, e sim. =
una buccia, una scorza di popone, di
lini me, di cocomero e sim.
■J) vèss diir de scorsa = essere di
scorza dura, aver la buccia dura : re-
sistente alla fatica e insensibile al do-
lore così fisico come morale : quindi
non cura le ammonizioni, ecc.
3) vàri òna scorsa = non valer nulla.
scòrta, s. f. = scorta : provvista di da-
naro e di quanto altro può bisognare
alla vita.
1) scorta morta, vìva = scorta morta,
viva : secondo che è di semenza, fieni
ecc., 0 di pollame, bestiame, ecc.
2) de scòrta = di rispetto : di cavallo
0 d'attrezzo che si tenga per supplire
aUa mancanza o al difetto di uno si-
mile che ci sopravvenga.
scorta, V. att. = fornire, provvedere :
procurare il necessario e più a qualcuno.
scortaa, agg. = fornito : provveduto e
non scarsamente di ciò che occorre.
scortàss, V. rifl. = munirsi, approvec-
ciai'si : fornirsi del necessario.
scortegà, v. att. = scorticare : togliere
0 levare la pelle.
scortegàda, s. f. = scorticatura : lace-
razione della pelle ; la piaga che si
forma dove è scorticata.
scortès,* agg. = scortese : senza cortesia,
iTistico, villano.
scortesìa,* s. f. = scortesia : l'essere
scortese; l'usar villania, atti rustici.
scosa, s. f. = scossa, crollo : l'atto e
l'effetto dello scuotere e dello scuotersi.
1) scosa de teremòtt = scossa di ter-
remoto : agitazione, scotimento della
terra con moto ondulatorio o sussultorio.
2) Disgrazia, sventura ; là mòrt déla
m'ama per mi l'è stàda òna gran
scòsa = la morte della mamma per me
è stata una gran scossa.
3) scosa elètrica = scossa elettrica :
quello scotimento che produce F elet-
tricismo con la macchina.
scosaa, s. m. = grembiale, zinale, grem-
biule : pezzo di pannolino o sim. che
le donne si cingon dinanzi, ed anche
alcuni artefici per riparo dei calzoni.
1) Parafango, grembialino da calesse.
T. dei carrozz. : specie di grembiale di
cuoio sul davanti di una caiTozza aperta
che ripara la pioggia e il fango.
scosàràda, s. f. = grembialata, grem-
biata : quanta roba si può mettere in
un grembiale.
scosés, agg. = scozzese : di disegno di
stoifa a quadretti di colori vaii e vi-
vacissimi.
scosètìna, s. f. = scosserella, scossetta:
dim. di scossa.
scosìna, (in) = in gi-embo. È voce in-
fantile e vezzeggiativa.
scòss, s. m. = grembo : le ginocchia
della madre, della nutrice o di chiun-
que altri.
1) Soglia, limitare: pieti-a sulla quale
posano gli stipiti, o la parte inferiore
della porta, parallela all'architrave.
2) Davanzale : delle finestre, qirella
parte di parapetto che corrisponde alla
soglia delle porte ed è per lo più for-
mata da un parallelepipedo di pietra
sporgente.
scota, V. att. = scottare, bruciare : della
sensazione che produce, toccandolo, un
corpo troppo caldo ; el càfè tròpp eàld
el m'ha seotaa là léngua = il caffè
troppo caldo mi ha scottato, bruciato
la lingua.
1) Cuocere leggermente: dare una
lieve cottura, in specie nell' acqua a
bollore.
2) Di parole che pungono, che fanno
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scr
male ; hin resoti che scota, etra ti =
sono frasi che scottano, caro mio.
3) ftcot^ là tèra é-dta ài pee = scot-
tare la terra sotto i piedi : di quando
in un luogo non si può più stare ;
quando si mostra fretta d' andarsene.
4) chi è è-cotaa de V ticqua ctLlda,
g'hà paura tinca déla fregia = il cane
che fa scottato dall' acqua calda, ha
paura della fredda.
5) Delle carni per febbre o altra ca-
gione ; me scota là tèsta = mi scotta,
mi brucia la testa ; el écdta come per
là féver = scotta assai per la febbre.
«cotàda, s. f. = scottata : lo scottare ;
dàgh dita scotàda ài vitèll = da' una
scottata al vitello.
scotàdéo, ngg. indecl. = scottante, bol-
lente: che scotta : di vivande che son
buone appena levate dal fuoco.
scotàdura, s. f. = scottatui'a, bruciatura :
vescichetta, piaga in qiialche parte del
corpo prodotta dal fuoco o da qualun-
que materia scottante, e il segno che
ne rimane.
scotàss, * V. rifl. = scottarsi, bruciarsi :
farsi una bruciatura, una scottatura ;
el s'è scotaa in del fa el càfè = s' è
bruciato nel fare il caffè.^
scotént, agg. = scottante , bruciante :
specialm. di vivanda troppo calda.
scotoli, s. m. = birracchio , vitellone :
vitello un po' vecchio. Vedi scig-iletòn.
screànsaa, agg. = screauzato, villano,
malcreato : senza buona educazione.
scredita, v. att. = screditare, svilire :
diminuire il valore, il credito di una
azione, o di una cosa.
screpola,* v. att. = screpolare: fondersi
in più crepe : si usa specialm. degli
intonachi, della mestica e vernice.
1) E delle mani o della pelle che si
apre qua e là ; col frèce ghe screpola
tati i man = col freddo gli screpolano
le mani.
scrèpolàdura,* s. f. = screpolatura : la
fessui-a prodotta dallo screpolare.
scribàscià, v. att. = scribacchiare : scom-
biccherare.
scribàscin, s. m. = scrivano : chi scrive
0 trascrive libri o altre carte per me-
stiere.
scrisà, t\ att. = stridere, scricchiolare,
sgrigiolare, cantare : del suono che fa
la penna sulla carta o che fanno le
scarpe nel camminare o qualche volta
i denti.
scritòr, s. m. = scrittore, e anche scri-
vano : chi fa la professione di scrivere.
scritt, s. m. = scritto : ciò che è scritto.
scritura, s. f. = scrittura, carattere : il
modo particolare con cui uno scrivendo
forma le lettere.
1) Scritto, istromento, patto: atto pri-
vato, e specialm. in lingua teatrale il
patto fra artista e impresario.
2) tisen de natura conoss mtnga là
sòa scritura = asino di natura non co-
nosce la sua scrittura ; diciamo a chi
stenta a leggere per fino i propri scritti.
scritiiràsiòii, s. f. = copia, scrittura:
scritturazione.
scrìv, V. att. = scrivere: significare, espri
mere le parole, i numeri, i suoni, coi
caratteri dell'alfabeto, coi numeri e lo
note in sulla carta e altrove.
1) scrw dna pàgina, on foetij = scri-
vere una pagina, un foglio: empirli di
scrittura.
2) CompoiTo scrivendo; me piàs pòccli
come 'l scì'tv el Càntù = mi piace poco
come scrive il Cantù.
3) seriv à qileidun = scrivere ad uno;
scrivergli una o più lettere.
4) scrìv sola dètàtUra = scrivere a
dettatura: scrivere le parole che uno va
dettando, perchè altri le scriva.
5) sàvè tég e scrìv = saper di scrit-
tura, saper leggere e scrivere.
6) scrìv sénsa pensàgh = scrivere a
casaccio, senza riflessione.
7) scrìves = carteggiare : di persone
che abitualmente si scrivono.
scriràn, * s. m. = scrivano; più nobile
di scribàscin. Vedi.
scrivanìa, s. f. = scrittoio, scrivania:
banco fatto apposta per scrivervi e ri-
porre carte.
scrocà, V. att. = scroccare : godere a
macca, andare a scrocco, mangiare e
bere alle spese altrui.
scrocàda, s. f. = mangeria, scroccheria,
scrocco: l'atto dello scroccare e l'azione
di chi scrocca.
scròcch, agg. = furbo, accorto: di uomo
avveduto, sagace.
scrofola,* s. f. = scrofola: malattia alle
gangole, gangola.
scrostàss, V. rifl. = scrostare. Di un
muro : lo spiccarsi dal muro e anche
scr
— 740
scu
cadere a terra l' intonico a larghi pezzi
irregolari.
1) Sbullettare : scrostarsi per mezzo
di piccoli rigonfiamenti dell'intonico.
scrfipol, s. m. = scrupolo : inquietezza,
dubbio di coscienza.
1) fàés' minga i-eìiipol de di o de fa
= non aver scrupolo di dire o di fare:
non peritarsi, non credere di fare o di
dii' male.
2) Eiguardo, delicatezza nel modo di
procedere; Ve on òmm àénsa scrupol
= è un uomo senza scrupoli.
scriipolòs, agg. = scrupoloso: chi si la-
scia sopraffai- dagli scrupoli, che ha
molti scrupoli,
scriìsciàss, v. rifl. = acchiocciolarsi: rac-
cogliersi come una chiocciola nel guscio.
Vedi quàciàss.
1) Accoccolarsi: ripiegarsi col capo
«iuasi alle ginocchia e il sedere sulle
calcagno.
scriisciòn, (in) = coccolone, coccoloni:
sedendo sulle calcagna.
scrutìni, * s. m. = scrutinio : verifica-
zione di voti in elezioni, esami, ecc.
sciid, s. m. = scudo: arma di difesa che
portavasi al braccio per coprire e di-
fendere la persona.
1) Moneta, della quale oggi non ri-
mane che il nome e questo serve a de-
nominare i pezzi d'argento da 5 lire.
sciidèla, s. f. = ciotola: vaso da bere
senza piede con forma sferoidale e per
lo più di terraglia o porcellana.
1) Giara: vaso di cristallo o porcel-
lana con due manici per bere brodo.
scttdèlèra, (bìsa) s. f. = gongola: specie
di rettilo, che si trova nei campi.
sciiderìa,* s. f. = scuderia: stalla signo-
rile, ampia, comoda, con tutti gli an-
nessi e connessi.
sciieléra, s. f. = scanceria : specie di
scansia a palchetti su cui si tengono
per coltello in bella mostra i piatti e
le stoviglie.
scufla, s. f. = cuffia, ben-etta : specie di
copertura del capo, specialm. da donna.
ì) Cappuccio: specie, di cuffia di pelle
che si mette in testa al cavallo quando
piove.
2) veghen pién là àcufia = averne
piene le tasche : essere . stufi di noie
e sini.
3) sectl, romp là écufia = rompere
il cantino, o il boccino, o il capo a uno:
importunarlo.
scìiAà, V. alt. = pecchiare: bere di molto
e con gusto; bisógna vede còme H scùfia
= bisogna vedei'e come pecchia.
sciifìn, .9. 771. = berrettino: copertura or-
dinaria del capo dei bambini; el g'hà
el écilfìn per tràvèrs = ha il berrettino
di traverso.
sciifiòtt, s. m. = mostaccione: colpo forte
dato colla mano aperta sul volto.
•S'Ciilàtà sii, V. att. = sculacciare : percuo-
tere colle mani i bambini sulle parti di
dietro.
sciilàtàda, s. f. = sculacciòne: percossa
data con tutta la mano aperta sulle
parti di dietro.
sciiltòr, s. ni. = scultore: artista che scol-
pisce 0 fa delle sculture.
1) sciiltòr in lègn = intagliatore, scul-
tore ia legno.
scìiltiìra, s. f. = scultura: l'arte di rap-
presentare figure di rilievo nel marmo,
nella pietra e sim. e l'opera scolpita.
scùma, s. f. = spuma, schiuma: l'unione
di piccole bolle d'acqua piene d'aria
che fanno l'acqua e aitai liquidi agitati
0 battuti.
1) Spuma di mare : pasta minerale
di color bianco lattato, di cui si fanno
pili specialmente bocchini e pipe.
2) Stumia, stummia: la schiuma della
pentola e fig. persona trista, arrogante.
3) scuììia = schiumino , spumino :
specie di pasta dolce molto porosa e
friabile, fatto di poca farina e zucchero
uniti a molta chiara d'ova sbattuta.
scìimà; V- att. = schiumare, stummiare :
levare la schiuma del bi'odo, della carne
dalla pentola che bolle.
sciiiuàroeiila, s. /. = schiumarola: me-
stola da schiumare: mestola bucherellata
per levare la stummia e tirar su dalla
pentola le paste in acqua quando son
cotte.
sciimèta, s. m. = schizzinoso, permaloso,
ritroso, schifiltoso.
sciimòss, s. m. = schìumaccia: specialm.
quella che vien dalla bocca quando si
hanno disturbi di stomaco.
sciint, s. m. = sconto, abbuono: ciò. che
si rilascia di un credito nell'atto di ri-
ceverne il pagamento.
sciintà, «'. att. = scontare : detraiTe dal
conto in ragione di pagamento o lavoro.
1) scilntà Òna cambiai = scontare una
scu
- 741
cambiale, pagiirae la valuta al posses-
sore prima della scadenza, facendovi
fare la gira.
2) scuntdi i pecaa = scontare i pec-
cati: pagarne il fio.
scur, agg. = scuro, oscuro, con poca luce,
quasi buio; me piàs minga sta in (Vona
s-tànéa scura = non mi piace stare in
una stanza scura.
1) Di colore, cke pende al nero, quasi
nero; là g'hà quasi sémper sii di vestii
ècHr = ha quasi sempre indosso abiti
oscuri.
2) Buio, clie manca di luco ; sttlné
scur = stanze buie: quelle interne che
non hanno finestre.
3) temp scur = tempo scuro, buio: lo
stesso che tempo nero: quando il cielo
coperto di nuvole.
4) Bruno: poco illuminato; tiria écura,
nòti scura = aria, notte bruna; càstdn
écùr = castano bruno. Del coloro dei
capelli.
scùr^ s. m. = scui'O, buio, oscurità: man-
canza di luce; gh'è scQr in età stànsa
= c'è buio in questa stanza.
1) Per notte; sèmm levaa sii che Véra
ànmd scur = ci siamo alzati che era
ancora scuro, buio; d'inverno el diventa
scur prèsi = d'inverno si fa buio presto.
2) ài scÈr = all'oscui'o, al buio; àndà
in lèti ài scur = andare a letto al buio;
ài ècÈr hin bèj tiicc coniptLgn = al buio
tutte le gatte son bigie; oppure: al buio
la villana è bella quanto la dama.
3) mètt ài àcùr = mettere al buio :
in gattabuia, in prigione.
4) vèss scdr come in baca ài luff =
essere buio fitto, buio pesto.
5) fa diventa scÈr = abbuiare : ren-
dere buio.
6) diventa àcur = abbuiarsi, farsi
buio. Ed anche: imbrunare, farsi scuro,
farsi sera.
7) fa là fàcia scura. Vedi fàcia, 2).
8) i scHr, s. m. pi. = gli scuri, le
imposte. Vedi anta, 2).
9) vèsegh di dar e scùr = esserci un
po' di temporale, esserci nubi ; quando
fra due o più e' è del malumore.
sciiràtàda, s. f. = sculacciata. Vedi àcii-
làtàda.
sciirciàtoj, s. m. = scorciatoia, accor-
ciatoia: via più breve, tragitto scorcio.
sciirì, V. att. = oscurare, abbuiare : ren-
dere SCUl'O.
sciiriàà, V. rifl. = annebbiarsi, offuscarsi:
abbuiare, farsi buio: specialm. del tempo
che si annerisce.
1) me se àeilrisé là vista = mi si
abbuia, mi si annebbia la vista.
sciiriàda, s. f. = frustata, sferzata : colpo
dato colla fnista, colla sferza.
sciiroeu, s." m. = sepolcro. Nelle chiese
il sepolcro del giovedì santo.
1) Confessione: cappella sotterranea
sotto l'aitar maggiore, colle reliquie dei
santi .
sciirta, V. att. = scorciare, accorciare :
far corto o più corto ; r ha faa sciirtti
el vestii = fece scorciare il vestito.
1) sciirtà là strada = scorciare la
strada, il cammino: prendere qualche
traversa che la renda più breve.
2) Abbreviare, render più breve ; se
le sciirtàss on poo là éinfoma là éàriés
piisee bela.
3) Far parere più breve: dna bòna
compagnia là scurta là slra »= una
buona compagnia abbrevia la serata.
4) sciirtà là vita = scorciare la vita,
renderla di minor durata ; quèll ficeu
coi so bàlosàd el glie scurta là vita =
quel figliolo colle sue bricconate le ac
corcia la vita.
sciirtàda, s. f. = raccorciata, accorcia-
mento: raccorciare e l'effetto dell'ac-
corciare.
sciìrtàtòj, 5. m. = accorciatoia, scor-
ciatoia. Vedi scttrciàtój.
sciirtàss, V. rifl. = accorciarsi, scorciarsi:
diventar corto, breve ; me é'è sciirtaa
i mànich dèla càmisa = mi si scorcia-
rono le maniche della camicia ; in liij
i dì comincen giàmd à sciirtàss = in
luglio i giorni cominciano già ad ac-
corciarsi.
sciìsa, s. f. = scusa, pi-etesto: la ragione
il motivo che uno adduce pei' scusai'o
se ed altri, e le parole che uno ado-
pera per scusare o scusarsi.
1) ciàmtL scÈsa = chiedere, doman-
dare scusa.
2) tira sii di scùs = allegare pre-
testi, mendicar scuse.
3) porta là scUsa = portare la giu-
stificazione. T. scoi.
éciisà, V. att. = scusare: addurre ragioni
e motivi di una cosa, por scolpare so
0 altri, per rispondere a un'accusa.
1) sciisee se l'è pòcch ! = scusate se
è poco ! Si dice ironie, quando si vede
- 742 -
sec
0 si ode una cosa detta o fatta in ec-
cesso.
2) scusa! che 'l scusa/ = scusa!
scusi ! Si dice quando o si contraddice,
0 si fa cosa che si teme rechi noia o
fastidio.
3) Fai- senza, non aver bisogno, fare
a meno; ho èciisaa sema dolor = ho
fatto a mieno del dottore ; troeuvi nò de
limòn; te pddet sdisti ? = non trovo li-
moni; puoi farne senza?
4) l'è cóme dì sciisemin = non se ne
fa più nulla.
sciisàbil, * agg. = scusabile: da potersi
0 da doversi scusare.
sdegna f V. alt. = sdegnare : avere a
sdegno, sprezzare.
sdegnòs, * agg. = sdegnoso: che mostra
sdegno nelle parole e negli atti.
sdeiitaa, agg. = sdentato: che non ha
più denti.
sdogana,* v. alt. = sdoganare: cavare una
merce qualsiasi dalla dogana, pagan-
done il dazio,
se, cong. = se. Particella condizionale
ohe vale: dato che, posto che.
1) E anche cong. dubitativa ; soo
minga se foo ben ò mal = non so se
faccio bene o male.
2) se r è mtbi bèli! = quanto è bello! ;
bèli., bòn, sàvi, càtìv se ghe n'è = bello,
buono, savio, cattivo quanto è possibile
essere.
sé, pron. = sé, pron., personale di terza
persona; in sé, de sé = in se, da se.
1) torntl in sé = tornare in sé: ria-
versi da uno svenimento.
se, pari. pron. = si, pron. aggiuntivo:
se pò m:mga = non si può; se dis = si
dice; se sedarti = si vedrà; el se guarda
in del spècc = si guarda nella spera.
seàtica, s. f. = sciatica, ischialgia: ma-
lattia delle gambe, che prende al nervo
ischiatico.
seca, s. f. = zecca: officina^ pubblica dove
si coniano le monete.
seca, v.att. = seccare: perdere l'umore,
■ prosciugarsi ; i fior sèchen tiicc cotit
sto càld = i fiori con questo caldo sec-
cano tutti.
1) fa sèctl = seccare : togliere l'u-
more, prosciugare, levare la freschezza
0 la vita; fa éectL i fìgh, i fung = sec-
care i fichi, i funghi.
2) Asciugare : se si toglie l'umidità
esterna.
3) Inalidire , disseccarsi : divenire
alido : specialm. di frutta.
4) Noiare, importunare: stancare spe-
cialmente con domande insistenti. An-
che: assediare, stare intorno ad uno con
istanze continue, importune. Ed impic-
ciare, essere d' impiccio a qualcuno ;
gh'é sta càdrega che là me seca = c'è
questa sedia che mi impiccia.
sècàbàll, s. m. = rompiscatole, seccatore :
di chi noia molto.
secàda, s. f. = seccaggine, seccata, im-
piccio, impedimento, imbroglio. Anche:
noia, uggia, fastidio.
1) Impiccione: chi suole impicciare
altrui.
sècàdòr, s. m. = seccatore : colui che
secca, annoia, infastidisce.
secàdiìra, s. f. = seccatura, impiccio.
Come secàda.
secànt, agg. = seccante, noioso : tanto di
chi secca quanto di cosa che ci secchi
di fare.
sècàperdee, s. m. = straccammelli, sec-
catore: specialm. di vagheggini assidui
e importuni,
sècàrèla, s. f. Vedi sàcàréla.
sèccli, agg. = secco, arido: privo d'u-
more, di umidità ; là legna seca là brusa
mèj = le legno secche bruciano meglio.
1) Di frutti seccati al sole o al forno;
figh sècch, fung sèceh, = fichi secchi,
funghi secchi.
2) sèceh còme on ciòd = secco im-
prosciuttito, allampanato : di persona
magrissima.
8) diventai sècch = assecchire: dive-
nir secco, magro.
4) tèrno sècch = terno secco; quando
si giocano al lotto ti'e numeri colla con-
dizione che escano tutti e tre.
5) f/ày, pictj éécch = darle, picchiarle
sode; di busse.
sechìn, s. m. = zecchino : sorta di mo-
neta veneta antica.
1) àsnìn càgasechtn. Vedi àsnin, 3).
sécol, s. m. = secolo: lo spazio di cento
anni, ed anche per iperb. un lungo
spazio di tempo.
1) àndà col sècol = andar col secolo:
di chi nacque il primo o uno dei primi
anni del secolo.
2) vèss indree on sècol = essere in
arretrato di un secolo: essere ignoranti,
non aver seguito il progresso delle
scienze, né della vita civile.
.sec
- 743 -
sea-
secòlài') s. m. = secolare, laico: che vive
al secolo, che non è ecclesiastico.
secòiiil, agcj. Vedi segònd.
secretàri, s. m. = segretario. Vedi se-
gretàri.*
secretèr, s. m. = scrigno, stipo: piccolo
armadio mobile di legno prezioso, la-
vorato con vari sconipai-ti e cassettini
jior conservarvi cose minute,
secreterà, s. f. = segretezza : il tenore
segreto.
1) in tuta secretèsa = colla massima
segretezza.
decreti, s. m. = segreto, arcano: cosa
occulta 0 da doversi tenore occulta, né
da palesarla a nessuno.
1) Ricetta, 0 modo di fare checchessia
.saputo da uno solo o da pochi.
2) Chiusino, ripostiglio, segreto: una
cassetta in un mobile che non apparo
die ci sia o che non si vede come si
possa aprire.
3) Agg. di cosa che non è conosciuta
0 saputa che da uno o da pochi.
4) ^-ctila secreta = scala segreta: che
serve imicamente per i padroni, per
dove non passa chi vuole.
5) i secréti = le segrete : quelle parti
della messa che il sacerdote dice sot-
tovoce.
secrìsta e segrìsta, s. m. = sagrestano:
chi ha la cura e il servizio della sa-
grestia e della chiesa.
secristìa, s. f. = sagrestia, sacrestia. Vedi
sagrestìa.
secai! (lu 111 luiiaiu, avv. = secondo la luna,
secondo il caiiriccio. Dal latino.
seda, s. f. = seta: il filo che fanno i fi-
lugelli e il tessuto cho se ne fa.
1) Anche la seta filata e torta per
cucire.
2) vèss dna seda = essere una seta:
di roba morbida e lustra.
sedagli e sedàgiia, s. f. = lenza: arnese
per pigliare i pesci all'amo.
sedàsà, V. att. = stacciare, tamigiare: pas-
sare por Io staccio sostanze in polvere.
sedàss, s. m. = staccio: cerchio piuttosto
alto con stesovi un tessuto di crino o
seta, e serve a stiacciar farina, patate,
colar latte e sim.
1) Colino, colatoio, colabrodo: arnese
por colarvi il brodo, perchè so ne tol-
gano gli ossiccini, 0 per passarvi i po-
midori, le patate e sim. Da noi è per
lo più fatto come lo staccio.
2) Ciabatta: se è fatto di legno e tela
da staccio in forma oblunga.
3) pàsù, ài sedàss = ripassare, ripas-
sare allo staccio: spremere qualcosa at-
traverso il setaccio, il colino, e sim.
sedenO; cong. = altrimenti, in caso di-
verso, so no ; se vegnii ben, sedeno
voo vìa de per mi = se venite bene,
altrimenti vado via solo,
sedentàri, agg. = sedentario: della vita
di chi siede molto e poco si adopera
negli esercizi del corpo,
sèdes, agg. = sedici. Agg, ntim, cardi-
dinale, che si compone di dieci e sei.
1) el sèdes = il culo, il sedere.
sèdia, s. f. = calesso : specie di carroz-
zella jnolto leggiera a due posti e senza
mantice.
1) Posto riservato al teatro, o ad uno
spettacolo qualunque.
sédol, s. f. pi. = setole, crepacci : scop-
piature alle mani, alle labbra specialm.
per l'azione di rapidi mutamenti della
temperatura.
sèdola, s. f. = setola : pelo grosso che
hanno sulla schiena i maiali e i cin-
ghiali ; ed anche i peli lunghi e più
grossi degli altri, che gli animali, comò
i cavalli, hanno alla coda.
sedu, V. att. = sedurre : condurre con
arto 0 false apparenze al nostro volere,
0 a far male ; specialm, di donne e
fanciulle,
sedMa, s. f. = seduta : adunanza di due
0 più persone per trattare ordinaria-
mente di cose da deliberarsi ; per lo
più fatte stando a sedere.
1) Anche il posare davanti al pittore
por farsi fare il ritratto.
sega,* V. att. = segare : mietere il fru-
mento, 0 tagliar l'erba.
segéla, s. f. = botticelle : vaso di legno
noi castello dell'arrotino del quale a
goccia cade l'acqua sulla ruota.
segèll, s. m. = secchiello : piccolo secchio.
1) Einfrescatoio , cantinetta : reci-
piente dove si tiene in fresco nell'ac-
qua 0 nel ghiaccio il vino a tavola.
segèta, s. f. = cantero, seggetta: mobi-
letto che ha tutto l'occorrente per i
bisogni corporali.
seglièss, s. in. = falce, segolo : specie
di pennato più piccolo, per potare gli
alberi.
ségia, s. f. = secchio : vaso di legno a
doghe assai cupo, di fondo più stretto
- 744
sei
che la bocca con manico arcato e mo-
bile per tenervi acc[ua, mungere le
vacche, ecc.
1) vegnhgiò à sègg = venir giù l'ac-
qua a orci : piovere dirottamente.
2) làéà giù là sègia = vuotai-e il sacco,
confessare: spiattellai-e tutto quanto si
sa e che non si vorrebbe, ne si do-
vrebbe dire.
sègriòn, s. m. = bigonciolo, tinozza, ma-
stello, bugliolo: arnese di legno a do-
ghe, ovale 0 rotondo, d'uso nelle ti-
naie : serve anche ai curandai per fare
il bucato.
1) Da noi è anche ingiuria grosso-
lana e volgare detta a uomo che si
disprezza.
sègionee, s. m. = bottaio, mastellaio :
chi fa e accomoda le botti e altri vasi
da vino.
segionin,
bugliolo, ramiere :
piccolo bigonciolo che serve per il
bucato.
sègn, = s. m. = segno : tutto ciò che
serve a richiamare alla mente una
qualche idea, memoria, o cosa diffe-
rente.
1) Impronta lasciata su qualche cosa ;
gh'è chi àncàmo el sègn del bicér =
c'è qui ancora il segno del bicchiere.
2) làéàgh el sègn = lasciar traccia;
diciamo noi quando alcuno mettendo
mano a quattrini ne porta via molti,
0 sedendo a tavola mangia assai, co-
sicché il vuoto fatto sia segno dell'o-
pera di lui.
3) Linea, rigo e sim. fatto per no-
tare checchessia o anche per nulla;
fàgh on siègn coni l'àpis = fagli un
segno colla matita ; copiàroo quèla pà-
gina chi fina ài sègn = copierò questa
pagina fino al segno.
4) Il pezzetto di carta o che altro si
pone in un libro per segnale del dove
siamo rimasti a leggere o del dove c'è
un brano che ci interessa.
5) à l'ultim sègn = all'xiltimo segno;
estremamente.
6) el sègn déla eros = il segno della
croce : V atto del cristiano del farsi la
croce sul petto.
7) Cenno, accenno : segno che si fa
col capo, 0 cogli occhi, o colla mano
per farsi intendere senza parlare, per
comandare, imporre: elm'hàfaa sègn
de tàst = mi ha fatto cenno di stare
zitto; per on fi<£,u ìibediént basta oìt
sègn = per un figlio obbediente basta
un cenno.
8) Cenno dato con istrumenti : là
campana l'ha giti daa i trii sègn déla
mè%a = la campana ha già suonato i
tre cenni della messa.
9) Segno, indizio : * io làgrim hin
sègn de pentimènt = le tue lagrime
sono segno di i)entimento ; quànd i
rondin vòlen à ter a, l'è sègn d^tlcqua =
quando le rondini volano a terra è in-
dizio di pioggia.
10) dà on sègn = dare un segno : fare
un piccolo dono che attesti l'amicizia,
l'affetto.
11) fa sègn = accennare, additare:
far cenno, segnar col dito ; fa sègn de
si = affermare col capo.
12) sègn = bomba: luogo d'immu-
nità in certi giuochi fauciuUeschi.
^egnà; «'. att. = segnare : notare con un
segno ; fare o lasciare un segno.
seguàcol, s. m. = bruco; segnale da
messali, breviari e sim.
seguàl; s. ni. = segnale : segno o ac-
cenno speciale da vedersi bene anche
da lontano per dare altrui avviso di
qualche cosa o di qualche fatto.
1) Indizio, pronostico : là stila co-
mèta Ve éegnàl de disgràsia = la co-
meta è segnalo di disgrazia ; el tra vìa
el saa in tàola l'è on càtìv segnai =
il versare il sale in tavola è un cat-
tivo segnale. Per fortuna la più diffusa
istruzione, va ogni dì più distruggendo
simili pregiudizi irragionevoli.
segnàroeùla, s. f. = segnatoio : stru-
mento per imprimere un segno su
checchessia.
segnàss, v. rifl. = segnarsi : farsi il se-
gno della croce.
1) te se sett minga segnaa stàmà-
tìna ? = non ti sei segnato stamane V
Oppure : ti sei segnato male, stamane ;
si dice a chi ha una giornata cattiva,
che non gliene va bene "una.
2) podè segnàss col gòmbet = poter
baciarsene i gomiti. Vedi gómbet, 1).
segónd, agg. num. ordin. di due = se-
condo : che seguita dopo l'uno, che
viene dopo il primo.
1) miniitt segond = minuto secondo :
la sessantesima parte di un minuto
jjrimo.
2) là segònda de ctìnbì = la seconda
!!*e:r
745 -
sei
di cambio : di cosa non grata, fatta da
capo, ed anche di cosa che capita peg-
giore di una cattiva già capitata.
3) s-egond fin = secondo fine ; inte-
resse velato, non espresso, ma che
pure uno ha di mira nel fare una cosa,
un benefizio aitimi .
4) de ^-effónda man = di seconda
mano : di ciò che si compra dai riven-
ditori.
5) Conforme , rispettivamente : se-
guendo un indirizzo : là i-pesa là va
fMa iegònd i entrttd = la spesa deve
essere fatta secondo le entrate ; ì-egond
là boca che ie dis se giudica i parali
= secondo chi le dice si giudicano le
parole.
6) segònd là luna = secondo la luna;
secondo iL capriccio.
7) iegond mi, ti, lii e sim. = a giu-
dizio mio, tuo, suo e sim. ; secondo
che penso io o pensi tu, o pensa lui
e simili.
8) §egònd ! = secondo I se potrò ; se
le circostanze lo permetteranno, e sim,
9) à segòìida de o che... = secondo
che; conforme a ciò che...
10) ànd^ in ùegonda = rinnovare,
ripetere; servirsi i)er la gfeconda volta
di una vivanda a tavola.
segondà, v. att. = secondare, assecon-
dare :^andar dietro, andare a seconda.
segondàri, agg. = secondario : che viene
in secondo luogo.
seg-oiidin, s. m. = guardiole: il guar-
diano nelle prigioni ; guardia carceraria.
segraa, s. m. = sagrato, piazzuola: lo
spiazzo innanzi alla chiesa ; specialm.
in campagna.
segretàri, s. m. = segretario: chi con-
serva, dispone e distende gli atti, di
accademie, di magistrature," di comu-
ni, ecc.
segretària, s. f. = segreteria : luogo ove
sta a scrivere il segretario, e si con-
servano gli atti di una magistratura,
di un'accademia, ecc.
sogretèsa, s. f. = segretezza. Vedi se-
cretèsa.
segrètt, .«J. m. = arcano : cosa che non
ò possibile di sapere o di intendere.
Vedi secrètt.
negri, 5. m. = sagrì : pelle di pesce con-
ciata e raffinata per diversi usi.
segrigioeula, s. f. = santoreggia dome-
stica 0 erba acciuga: specie d'erba
aromatica.
segrin, s. m. = granitoio : specie di ce-
sello appuntato in cima, oppure inta-
gliato quasi a foggia di lima, a uso di
granire. T. d'orefice.
segrlnà, v. att. = granire. T. dei cesel-
latori. Vedi sàgrlnà, granì.
1) Eugumare, rodere il freno.
segrìnaa, agg. = sagrinato, granulare;
formato come da piccoli granelli, pic-
chettato a punti in rilievo come il
sagrì.
ségìiit, s. m. = seguito : le persone che
accompagnano o tengon dietro ai prin-
cipi, ai grandi personaggi, alle cariche.
1) de i-éguit = di seguito : senza in-
terruzione : l'ha pioviiii qutndes dì de
ségìiit = piovve quindici giorni di se-
guito.
2) Continuazione : ciò che continua
una cosa incominciata : per incceu ba-
sta ; el ségiiit el vegnàrtl domàn = per
oggi basta ; il seguito verrà domani.
segiiìtà, V. att. = seguitare : continuare
in checchessia, nel fare o nel dire una
cosa; quànd el comincia el ségiiita à
pariti, per di or = quando incomincia,
seguita a parlar per delle ore. Anche :
durare di...; l'ha éegùitaa à sputi
sàngu otta settimana = dui'ò di sputar
sangue una settimana.
sègiira, s. f. = chiurlo grosso. Vedi ar-
cala.
segiirìn, s. m. = accetta, scure, manna-
rola, ascia : arnese di ferro tagliente
per tagliar legno e digrossare le assi.
segiirinàda, s. f. = accettata: colpo di
accetta, di scure.
sèla, s. f. = sella : arnese che si pone
sopra la schiena del cavallo per meglio
cavalcarlo.
1) càràll de sèla = cavallo da sella ;
buono 0 domato per la cavalcatura.
2) bàit là sèla per no bàtt el cavali
= batter la sella non potendo battere
il cavallo ; chi non può dare all'asino
dà al basto : chi non se la può pigliare
0 non si può vendicare- con chi vor-
rebbe, se la piglia o si vendica con un
altro che abbia che fare in qualche
modo con quello.
sèla, s. f. = ascella: il concavo dell'ap-
piccatura del braccio colla spalla.
1) sòtt èUa = sotto le ascelle, sotto
braccio.
sei
746 -
seii
selàiit, agg. = zelante: chi ha e dimostra
zelo.
selàrìa, s. f. = selleria : bottega di selle
e d'altii finimenti da cavalli.
selee, s. m. = sellaio, brigliaio- fabbri-
catore 0 venditore di briglie, selle e
cose simili.
sèler, «. m. = sedano : pianta erbacea con
lunghe e grosse costole, di sapore piut-
tosto acuto, e si mangia cotta, oppure
condita come in insalata.
sèlìn, s. m. = sellino : la parte del fini-
mento che posa sulla schiena del cavallo.
sélva, * s. f. = selva, foresta : luogo per
lo pili di poggio dove non sono che
alberi spessi e grossi.
1) Assol. selva, castagneto.
selvàtleg'li, agg. = salvatico, selvatico.
Vedi sàlvàdegh.
seinàda, s. f. = semata, orzata, lattata:
sciroppo di semi di popone, o di man-
dorle.
semèusa, * s. f. = semenza, seme : le
biade o altra cosa che si semina.
1) Il seme dei bachi ; le ova dalle
(juali nascono i bachi da seta.
semèster, * s. m. = semestre: lo spazio
di sei mesi.
1) Ciò che si paga o si riscuote se-
mestralmente; l'ha pàgaa doma on
iemèster = ha pagato soltanto un se-
mestre.
semicupi, * s. m. = semicupio : specie di
bagno clie si fa stando seduti in un
vaso da ciò, per modo che l'acqua
giunga sino alla metà del corpo.
semifrédi, s, m. = unguento di semi-
freddi : fatto coi semi di cocomero,
popone, zucca e sim.
sémina, * v. att. = seminare, sementare :
spargere il seme nel terreno perchè
nasca.
1) qiièU che se sémina se regoeuj =
quel che si semina si raccoglie : di chi
soffre le conseguenze del male che ha
fatto.
seminàri, s. m. = seminario : istituto
dove si tengono e si istruiscono coloro
che si tiran su per preti.
seminarista, s. in. = seminarista: il
giovane che sta a convitto in seminario.
semitòn, s. m. = semitono : mezzo tono.
T. music.
sèmm de melòn, s. m. pi. = semi di
popone.
sèmm sànt, s. m. = seme santo : dicesi
una semenzina confettata che si dà ai
bambini, come medicamento per i bachi
0 vermi del corpo umano.
se)uola, s. f. = fior di farina: la stac-
ciatura della farina più fine.
semolina, s. f. = semolino, semoletto.
Sp. di pasta da minestra formata di
piccolissimi granellini.
sèmper, am. = sempre : senza interru-
zione, senza cessare.
1) Talvolta indica ripetizione di un
atto e di un avvenimento al ripetersi
di altro atto o avvenimento col quale
si connette o è Qpnnesso ; tuli i vòlt che
mi voo in campagna pioeuv sémper =
tutte le volte che io vado in campagna,
piove sempre.
2) sémper che = sempre che ; a con-
dizione che ; mi promèti de àndà, ma
sémper che poda = io prometto di an-
dare, ma sempre che possa.
3) per sémper = per sempre ; di du-
rata perpetua.
4) tei disi Olia volta per éémper =
te lo dico una volta per sempre; che
basti por tutte.
semperyèrd, s. m. = sempreverde : di
pianta che conserva sempre le foglie.
sempervìv, s. m. = semprevivo : nome
di un fiore che difficilmente si secca
e si adopra per lo piii nello corono
mortuarie.
sémpi, agg. = semplice, scempio ; sci-
pito, sciocco, scimunito, goffo. Anche
semplicemente: inesperto, senza malizia.
sémplic, * agg. = semplice: non com-
posto di parti, e contrario di doppio.
semplicemént, avv. = semplicemente :
con semplicità, in modo semplice.
1) Solamente, non d'altro.
semplicitaa, s. f. = semplicità : la qua-
lità di chi 0 di ciò che è semplice.
sempliflcà, v. att. = semplificare, sem-
plicizzare: rendere più semplice un'o-
perazione.
sèn, s. m. = seno. Usa in poche frasi: mètt,
legni in séti = mettere, tenere in seno.
sèna, s. f. = sèna. T. botan. arboscello
i cai follicoli detti pure sèna si usano
come purgativi : decòtt de sèna = de-
cotto di sèna.
sèna, s. f. = cenj^: il minore dei pasti
giornalieri che si fa la sera. Usa an-
che per quel mangiare che si fa alla
notte in occasiono di veglie o di feste.
seu — 747
Ha sostituito l'antico scèna che nou
si ode quasi più.
bèuà) V. att. = cenare : mangiare a cena.
ééuàpe, * s. f. = "senapa e senape:
pianta il cui seme tritato e macinato
minutissimo serve per fare della mo-
starda, i senapismi e sim. E il some
stesso.
senapismo, s. m. = senapismo : catapla-
sma fatto di farina di senapa, aceto, ecc.
senato, * s. vi. = senato : uno dei due
rami del Parlamento, nominato dal re
sulla proposta dei ministri.
1) ècnhto, diciamo noi per celia al
petto delle donne so è abbondante.
senàtòr, s. m. = -senatore: membro del
Senato.
senàvra, s. f. = senape, senapa. Vedi
sènape.
1) vegnì là senàvra àl^ nds = salire
il pizzicore al naso.
2) Senàvra : edifìcio fuori di Porta
Vittoria dove tempo fa si custodivano
i pazzi, e per conseguenza per noi Se-
nàvra venne a significare Ospedale dei
matti.
3) minga tuli i màtt hin tlla sena-
fra = non tutti i pazzi sono all'ospe-
dale : molti sono pazzi o qliasi e son
liberi fra la gente.
4) l'è otta senàvra de vHn = é un
mattacchione, un pazzarellone.
seudàlìna, s. f. = festone, filza. Vedi
sàndàlìna.
seller, s. f. = cenere : quella polvere che
rimane della legna bruciata.
senerìu, agg. = cenerino : di colore molto
simile al bigio.
seuéver, s. m. ginepro: una pianta delle
conifere e il frutto molto aromatico.
1) (lord col senéver = tordi che hanno
mangiato il ginepro.
seus, s. m. = senso : sentimento, sen-
sazione.
1) sene eomun = senso comune: la
facoltà che hanno tutti gli uomini di
giudicare di certe cose che più atten-
gono alla vita.
2) bón sens = buon senso, senso
retto ; la facoltà di giudicare rettamente
delle coso.
3) Significato d' una parola, d'un
modo di dire, di un discorso ; capisi
minga H sens = non capisco il senso.
4) pird i sens = perdere i sensi:
svenire.
5) fa sens = far senso: fare una
forte impressione.
6) moeùves in sens contràri = muo-
versi in senso opposto ; in direziono
opposta.
sensaa, agg. = sensato, saggio, giudi-
zioso : che manifesta retto senso.
sènsa, prep. = senza : accenna a man-
canza, privazione di alcuna cosa di
cui si palli 0 che si nomini; Ve dna
dona sensa eoeur = è una donna senza
cuore; rèon fimii sensa tèsta = è un
ragazzo senza testa ; sensa diploma
se pò nò fa 'l dolor = senza diploma
non si può fare il medico.
1) Oltre; non computando; /'M ere-
ditaa cinquantamila lir, èénsa là cà
= ereditò cinquantamila lire senza la
casa ; el guadagna tresént lir ài mès
sensa i inceri = guadagna trecento lire
al mese senza gli incerti.
2) séns'àlter = senz'altro; subito.
Anche : certamente.
3) fa sensa = far senza : fare senza
bisogno di una tale cosa che ordina-
riamente occorre.
4) sensa tanti ciàcer, o complimènt
= senza tanti discorsi, o complimenti ;
alla spiccia, in confidenza.
5) sensa fall = senza fallo, imman-
cabilmente.
sensàl, s. m. = sensale, mediatore. Vedi
niàrosee.
1) Cozzone : mediatore o sensale di
cavalli.
sensàra, s: f. = sanzara. Vedi sànsàra.
sensàrìa, s. f.= senseria: la mercede
il premio dovuto al sensale.
sensàsión, "* s. f. = sensazione: impres-
sione che l'anima ricevo per mezzo dei
sensi : l' ha proaa còme là sensàsiou
del frègg = provò quasi la sensazione
del freddo.
sensìbil, agg. = sensibile, notevole,
gravoso : non mediocre.
]) Che ha squisita attitudine a sen-
tire certi affetti.
sensitiva, s. m. = sensitiva, mimosa:
pianticella che toccata abbassa lo foglie.
1) Fig. di pors. sensibilissima che di
nulla soffre fisicamente o moralmente.
sensiiìn , s. m. = giuggiolo , rizzolo :
specie d'albero di Siria.
1) E il nomo d'una delle nostre vie.
senta, ò\ /. = cintura, cintola, fascia :
striscia di seta o pelle, ovvero nastro
seii
748 —
seii
con che le donne cingono la veste in-
torno alla vita.
1) Se la cintola è lai'ga e si annoda
di dietro o sui fianchi, dicesi fusciacca.
2) Serra : tutta la cintura dei cal-
zoni con che si abbottonano e si strin-
gono alla cintola.
seiitee, s. m. = sentiero : stretto viottolo
a uso di camminarvi a piedi o a ca-
vallo, ma non sufficiente al passaggio
dei carri.
1) Callaia; viottolo per i campi.
éentènsa, s. f. = sentenza : giudizio
pronunciato da uno o piìi giudici, in
specie nelle cause civili e criminali.
1) l'è ìi'éj on mttgher àgiiiétàment
che dna gràsa ientènsa = è meglio un
magro accordo che una grassa sentenza;
il litigare costa e rovina sempre anche
a chi vince, e l'accordarsi giova a tutti
anche a chi qualcosa ci rimette.
2) spUa S'enténs = sputa sentenze :
di chi sdottoreggia, non sempre a pro-
posito.
8) senténsa cl'^sen no va in cièl =
raglio d'asino non sale al cielo.
senteiisiàj v- att, = sentenziare : dare
sentenza, giudicare.
sentì, f. att. = sentire: provare, avere
la sensazione di qualche cosa : sentì
el càlci., el frèec, l'odor, el dolor = sen-
tire il caldo, il freddo l'odore, il dolore.
1) Aver l'animo commosso da affetti,
passioni : el éent nàgòtt per nisun =
non sente niente per nessuno ; non ha
sentimento.
2) Sentire, udire; percepire i suoni.
3) senti rnèm = sentir messa ; ascol-
tarla, udirla.
4) el vie sentirti ! = mi sentirà !
Modo col quale si minaccia di gridare
ad uno.
5) fàss senti = farsi sentire : dire
le proprie ragioni con forza, con sen-
timento, e anche gridando.
6) sentila = sentirla : avere opinione :
mi là senti minga insci = io non la
sento così : non ho questa opinione.
7) Aver l'uso dell'udito: el glie éent
2)òcch = ci sente poco.
8) senti 'léàór = assaggiare: gustai-e
leggermente per distingaere il sapore.
9) Rifl. sentiès = sentirsi : stare di
salate ; iér me èont éentii mal comi =
ieri mi son sentito male assai.
10) éentìés = sentiisi ; essere dispo-
sto a fare una cosa ; el ée sentiva
minga de vegnl éii fina chi = non si
sentiva d'inerpicarsi fin quassù.
11) S. m. seìitì = sentimento: /"('
rf'o« seìiti delìcàtisim = è di un sen-
tire, di un sentimento delicatissimo.
12) fa briltt sentì = far bratto sen-
tire; di cosa brutta a udirsi.
sentilión, s. m. pi. = fedine : quella
parte della barba che cresce sulle
guance degli uomini fra le orecchie e
il mento.
sentimént, s. m. = sentimento: affetto,
tendenza, inclinazione dell'animo; ci
g'hà di sentimént tiit'tilter che generOs
= ha dei sentimenti tutt' altro che ge-
nerosi.
1) Senso: el g'hà mise tuli i cìnqu
sentimént = ci ha messo tutti i cinque
sentimenti; fece la cosa colla massim
attenzione.
2) Pensiero, opinione : el me senti-
mént l'è qiièst: viàltcr pe7isee come
vorii = il mio sentimento è questo:
voi pensate come volete.
3) fa pèrd i sentimént = cavare,
levare di sentimento; stordire uno,
specie facendo remore o parlando forte
0 a lungo.
4) vèsé^ o ■vcss nò in di éentimént
essere o non essere in sentimento; di
un malato che sente o non sente più
nulla.
sentimentàl, agg. = sentimentale: che
accenna a un sentimento romantico,
femminile, affettato.
1) Di persona, di volto, di modi e
sim. : che rivelano sentimenti delica-
tissimi : là glia on bèli fàcìn senti-
mentàl = ha un bel visino sentimentale.
sentimentalismo, * s. m. = sentimen-
talismo : affettazione del sentimento.
sentinèla, s. f. = sentinella: soldato
armato, di guardia a un luogo.
1) sentinèla morta = sentinella morta:
dicesi in tempo di guerra quel soldato
che si pone più avanzato degli altri,
più vicino al nemico, per spiarne ogni
movimento.
sentiroeu, s. m. = viottolo, stradicciuola:
piccolo sentiero nei campi e sui monti.
sentòn, s. m. = cinghia di trasmissione;
quelle strisce di cuoio che avvolte sulle
ruote 0 sui volanti trasmettono il mo-
vimento dalia macchina ai vari con-
sen
F49
sei'
gegni di un meccanismo, di un oi>ifi-
cio, ecc.
seatòr, s. in. = sentore : un certo sen-
timento della cosa ; indizio o cono-
scenza della cosa avuta quasi a caso.
sentiirìu, s. m. = cintura, cinturino :
fascia, per lo più di cuoio, colla quale
l'uomo si cinge i panni o la spada
intorno alla vita.
1) Coda : listerella di stoffa cucita
di dietro ai calzoni, a ciii è attaccata
la fìbbia.
seiitiiròu, s. m. = codino : listerella che
si infila nella fibbia della coda per
stringere alla vita la serra dei calzoni.
seuttiu, v. pass. = sentito : da sentire.
Si dice però anche ; sentii.
separa, v. att. = separare, dividere :
mettere uno o una cosa da una parte,
e una cosa dall'altra.
1) Scompaiiire due o più che siano
in rissa fra loro.
sepàràsiòn, s. f. = separazione : il se-
pararsi del marito e della moglie con
atto di tribunale.
sepàràss,* v. rifl. = separarsi. Vedi di-
vìdes. Spocialm. il separarsi della-
moglie e del marito con atto di tiù-
bunale. ,
sepeli, V. att. = seppellire : mettere un
morto nella sepoltura, nel suo sepolcro.
1) sepeliss = seppellirsi ; nascondersi,
tapparsi in casa.
sépia, = * s. f. = seppia : specie di pesce
di mare, e l'osso bianco e friabile che
noi usiamo specialm. nelle gabbie, per-
chè gli uccelli vi arrotino il becco.
sepòlcher, s. m. = sepolcro, tomba,
avello, tumulo : luogo di sepoltura di-
stinto dalla fossa comune.
sepoltura, s. f. = sepoltura: luogo dove
uno si seppellisce, e le cerimonie che
si fanno per seppellire un morto.
sequèla, * s. f. = sequela: un lungo
succedersi di cose , di avvenimenti
simili; gh'è càpitaa àdòss dna sequèla
de disgràài = gli è piombata addosso
una sequela di disgrazie.
seqiièster, s. m. = sequestro: l'atto con
che si sequestra una cosa.
sequestra, v. citt. = sequestrare : assi-
curare per via legalo una cosa, perchè
il proprietario non la possa ne vendere,
nò comunque alienare, se prima non
ha soddisfatto al debito.
1) seqitèiirà vun = sequestrare al-
cuno: obbligarlo a non uscire di casa.
2) Staggire : prendere por forza di
legge una cosa che in pubblico si credo
farebbe del danno : fermarne la vendita,
l'uscita ; iér han sequèiiraa l' Italia del
Popol = ieri hanno sequestrato l'Italia
del Popolo.
sera, * s. f. = sera : la parte del giorno
quando il sole va o e andato sotto; le
prime ore della notte.
1) in prima m-a = in prima sei'a ;
appena il sole è andato sotto.
2) Ha séra = questa sera, stasera: la
sera del giorno stesso in cui si parla;
domàn de séra = domani sera, doman
da sera ; la sera di domani ; iér séra =
ieri sera : la sera di ieri.
3) sér fa = sere sono ; qualche sera fa.
4) bona séra = buona sera ; saluto di
chi si trova con altri alla sera.
5) dàla màtìna Ma séra = dalla mat-
tina alla sera ; tutto il giorno, senza
interruzione.
6) ròss de séra hòn témp se spéra =
rosso di sera buon tempo si spera ;
aria rossa di sera buon tempo ne mena :
ò segno che il tempo si rifa.
séra, s. f. = serra : tepidario, stufa da
piante nei giardini.
seràda, s. f. = serata : lo spazio della sera
in cui per lo più si veglia.
1) T. teatr. serata, beneficiata. Vedi
beueflciàda.
aerai, * agg. = serale ; che si fa nella
sera; là scòla seràl = la scuola serale.
serali, -s-. m. = serraglio ; luogo dove si
tengono in mostra ben chiuse con spran-
ghe di ferro belve feroci.
serànda, s. f. = piastra : disco di lamina
di ferro, girevole entro il tubo della
stufa per dare e togliere la comunica-
zione della pai"te inferiore di esso colla
superiore e coli' aria esterna.
1) Valvola del caminetto : lamina
di ferro imperniata che s'alza e abbassa
e quindi apre e chiude la gola del ca-
mino : la si chiude quando tutta la legna
è bruciata, perchè non si disperda il
calore troppo rapidamente.
sèrb, agg. = acerbo. Vedi àsèrb.
sèrb, s. m. = sodaglia. Vedi gèrb.
sèrbid, s. m. = sodaglia. Vedi g'èrb.
sèrbìn, s. m. = stoino : la piccola stola
che si motte agli usci dei quartieri, delle
ser
750 —
ser
sale, degli uffici e sim. anche per pu-
lirci le scarpe,
sèrbinòtt, ò\ m. = beUimbusto, zerbino,
zerbinotto. Vedi magia.
sere, •«. m. = cerchio, circolo, circonfe-
renza.
1) .s-erc déla luna = alone; cerchio
formato da vapori intorno alla luna.
2) Cerchio della botte: dà dna bota
ài éerc e runa ài ràsèll = dare un
colpo al cerchio ed uno alla botte.
3) vègh^ sentiss el sere tila fèsta =
avere, sentirsi la spranghetta, la stan-
ghetta : quella accapacciatura, o quel
leggiero dolor di capo che produce
l'aver bevuto o troppo o vino che fac-
cia male.
sercià sii, v. att. = accerchiare, circon-
dare: chiudere come in un cerchio.
serciàdùra, s. f. = cerchiatura : lavoro
del cerchiar raote, botti, tini, ecc.
sercìòn, s. m. = cerchione: quello che
tiene insieme i quarti della ruota : è
quasi sempre di ferro.
serèii, agg. = sereno : agg. di cielo :
senza nubi e senza nebbia.
1) on fùlmin à ciél serèn = fulmine
a ciel sereno: di una disgrazia o di
che altro di tristo che ci colga all'im-
provviso.
2) gota serena = gotta serena. Vedi
gota 8).
3) S. m. Lo stato dell'aria o del cielo
senza nubi, senza nebbie ; che bèli serén
gli' è ineoRu ! = che bel sereno è oggi !
4) dòpo 'l nwol ven el serèn = dopo
la pioggia torna il ciel sereno : dopo il
cattivo viene il buono.
5) l'è on seren ételaa = e un sereno
che smaglia : di cielo serenissimo la
notte.
serena, (ala) = all'aperto, a cielo aperto,
al sereno.
1) dormi ttla serena = dormire al-
l'aperto; all'albergo della stella,
serenàda, s. f. = serenata: concerto che
si fa di sera sotto le finestre di qualche
casa, 0 all'aria aperta, come in giardino
0 sim.
1) fa ona serentjda coni moeuia e
bàrnàss = fare una scampanata : un
sonare di ferri, come molle, palette e
sim. per canzonatura.
serenela, s. f. = lilla: frutice che fiorisce
in primavera e i cui fiori sono fra il
violetto e il turchino.
seri, agg. = serio: che usa gravità, che
non ride.
1) Di cose, che fanno pensare, che
hanno gravità.
2) Grave, pericoloso; l' è dna màlàtìa
seria = è una malattia seria.
3) Austero: di persona rigida nell' os-
servare e nel fare osservare strettamen-
te le regole, e indifferente por tutto ciò
che piace e diletta. Detto anche di atti,
pratiche, maniere nelle quali si mani-
festi una tale disposizione d' animo ;
eostumm, studi seri = costumi, studi
austeri: contrario di ameni, piacevoli.
4) Accigliato, serio ; che ha le ciglia
aggrottate dando al viso una espressione
severa e pensosa ; fàeia seria = viso
accigliato.
5) siil sèri = sul serio ; da senno,
seriamente, di proposito.
6) 2}àrlà siil sèri = parlar sul serio,
dir davvero; non burlare.
7) Efficace; che produce l'effetto vo-
luto ; r è minga dna ciàrlcdànàda, l' è
on rimèdi sèri = non è una ciurmeria,
è un rimedio serio.
serietaa, s. f. = serietà : contegno grave,-
serio.
cerimonia, s. f. = cerimonia, compli-
mento. Vedi complimént.
serioeula, (là) s. f. = la Candelaia, Can-
delara. Candelòra: la festa della Puiù-
ficazione che cade il 2 febbraio.
1) Ma Serioeula de l'inverno sèmm
foeura, se sari à vèn sèmm dent piisee
ben = Santa Maria di Candelora, o che
nevichi o che plora dell'inverno siamo
fuora ; se gli ò sole o solicello siamo
ancora a mezzo il verno. Proverbio
pronostico del tempo.
sèro, s. m. = zero ; la cifra in significativa.
1) l'è on sèro = è uno zero ; non vale
nulla ; di persona dappoco.
serpa, s. f. = serpentina ; ruotella nel
meccanismo dell'orologio.
serpàn, s. m. = biscione inglese, serpen-
tone; specie d'istrumento da fiato. Dal
frane, serpent.
serpént, s. m. = serpente; serpe assai
pili grossa delle ordinarie, per lo più
velenosa o feroce ; ce ne sono di varie
specie.
1) Dicesi anche di donna brutta e
dispettosa e di chiunque risponda con
soverchia arroganza.
ser
75]
ser
2) càvàlièr i-erpent = cavalier ser-
vente : detto per scherzo.
-crpentiii, s. m. = serpentina, serpe :
specie di fuoco artificiato ; sorta di sal-
tarello.
-erra, .s-. f. = serva: la donna che fa i
servizi in casa.
1) tec/nì còme ona i-èrra = tenere per
0 come una serva ; la donna a cui si
faccia fare ciò che dovrebbe la serva,
avvilendola.
2) pari là serva de Filati - essere
una sudiciona.
3) pàrt 'l fioeù dèla serva = parer
figlio di nessuno : di chi è trascurato,
considerato in casa come nulla o ben
poco.
servènt, (càvàlièr) s. m. = cavalier
servente. Vedi càvàlièr 1).
servéta, s. f. = servetta, servina: serva
giovane e piuttosto leggiadra.
1) Nelle commedie, colei che fa la
parte di serva.
servi, «'. ait. = servire: fare il servitore
0 la sen'a : T è via à servì = è via a
servire ; V è quàtr'ànn che là me éèrv =
son quattro anni che mi serve.
1) Detto di soldati : essere al servizio
militare, sotto le armi.
2) ànddi via à éervì = atidare a ser-
vire, acconciarsi per servitore.
3) el pan del servì el g'hà èètt crost
= il pan degli altri ha sette croste; è
pane arrotato, è pane del dolore.
4) servi d'àmis = servir da amico :
bene, con premura.
5) Di cosa ; che è atta a un servigio,
disposta a un fine ; V è dna étànsa che
éèrv de ripostili = è una stanza che
serve di ripostiglio.
6) à còsa 'l éèrv ? = a che serve ? a
che giova? a che è utile?
7) servì de... = servir da...; tener
luogo di una cosa, farne le veci ; el fà-
seva éervì de bàéton el ìnttnich del écoìn
= faceva servir di bastone il manico della
gi'anata.
8) D'un artefice che presta l'opera
propria, e di un negoziante che fornisce
dei suoi generi una casa, un particolare;
el me càléolàr el éèrv i primm fàmìli
de Mildn = il mio calzolaio serve le
prime famiglie di Milano.
9) ée}-vì el càfe, el broeud, el sàlàmm
= servire il caffè, il brodo, il salame ;
apprestarli, porgerli.
10) éervì mesa = servire la messa ; di
chi ministra e risponde al sacerdote
durante la messa.
11) servì vùn = servire uno : tagliar-
gli la vita addosso; maltrattarlo con
parole o con fatti.
servìbilj * agg. = servibile : che può ser-
vire, di che uno si può servire.
servièta, s. f. = asciugamano, sciuga-
mano, asciugatoio : pezzo di tela per
asciugarsi il viso e le mani, o altra
parte del corpo, dopo essersi lavati.
servii, agg. = servito : da servire.
1) fa resta servii = far restar servito;
]n'offerire ad altri di quel che uno man-
gia 0 beve.
2) el bon servii = il ben servito, il
benservito: dichiarazione di buon ser-
vizio, onesto e premuroso.
servisi, s. m. = servizio, servigio : il
servire specialmente in casa altrui e
con salario ; l' è on bon éervìéi = è un
buon servizio.
1) perédna., dona de servisi = persona,
donna di servizio ; servitore, serva.
2) L'opera che uno presta allo Stato.
al Comune, ad una Istituzione qualsiasi ;
g' hoo giamo dersètt' ànn de servisi =
ho già dieciasette anni di servizio.
3) fa i servisi =• fare i servizi : di-
cesi di chi disimpegna alcune partico-
lari ed umili incombenze, comunicazioni,
faccende in una casa, in una bottega,
ufficio e sim.
4) fa on viàgg e dilil éervìsi = fare
un viaggio e due servizi ; prendere due
piccioni a una fava; conciliare in una
operazione più cose.
5) gràéie tìbi dàgo del tò servisi me
ne ineàgo = il riposo del Calenzuoli,
una pedata... dentro e fuori : a chi,
dopo un servizio, si manda via senza
alcuna ricompensa.
6) servisi de tàola = servito, servizio ;
tutti i vasellami che servono per appa-
recchiare una tavola. Finimento di bian-
cheria: il complesso di tovaglie e to-
vaglioli della stessa opera o disegno.
Finimento di posate : il complesso dei
cucchiai, forchette, coltelli, ecc. Appa-
recchio poi si dice r insieme di tutte
le cose occorrenti ad apparecchiare la
tavola.
7) éervìéi de eàfè = servito da caffè;
il complesso delle chicchere con zuc-
cheriera, lattiera, caffettiera, ecc.
ser
r2 -
ses
8) fa servlH = rendere servizio, gio-
vare, essere utile ; étài-èra el màntèll
el te fa cèri sewU-i = stasera il man-
tello ti fa certamente servizio.
9) Gli agi del corpo : vie écàpa qiièll
servisi = ho voglia di andar di corpo.
10) vègh vùn in qiièll éerméi = avere
uno in un calcetto, aver uno dentro
d'un sacchetto : non curarsene, disprez-
zarlo.
servii; iàl, s. m. = serviziale, clistere,
lavativo. Vedi clistèr.
servisiètt, s. m. = serviziolo: piccolo
servizio ; dimin. di servizio.
servìsièyol, agg. = serviziato : pronto al
nostro, al vostro piacere, che fa e rende
volentieri servigio.
seryiss v. rifl. = servirsi ; di una cosa,
0 di una persona, valersene ad alcun
fine, farne uso.
1) Prendere sul proprio piattello dal
piatto grande la vivanda a tavola, o
prendere da un vassoio i dolci, il bic-
chiere, ecc.
2) Kiferito a medico, legale, artigiano
operaio e sim.: valersi abitualmente di
un tal medico, legale, artigiano, ope-
raio e sim.
3) Riferito a bottega, negozio e sim.;
provvedersi a una tal bottega, a un tal
negozio.
4) che H se serva; che 7 se serva
piir = si serva pure, si serva a suo
piacere ; modi che si usano per dire
cortesemente che uno prenda di quello
che gli si offre quanto e come vuole.
servitòr, s. m.
servitore, domestico
chi servo in casa altrui a stipendio.
1) Fig.: chi è costretto a fare a modo
d'altri.
2) servitòr in prèsta = servitore di
scambio : servitore che prendesi per un
certo tempo, mentre se ne cerca un
altro definitivo.
3) Servo muto: quell'arnese di ferro
0 legno che serve a reggere piatti, pane
e altro vicino alla tavola, a comodo di
chi vi siede.
4) servitòr de piàSa = servitore di
piazza : quello negli alberghi che ac-
compagna i forestieri per la città e ne
mostra loro le cose degne a vedersi.
5) l'è mèj vèés on nittgher pàdrón
che on gràsé servitòr = è meglio esser
capo di gatta che coda di leone : me-
glio uccello di bosco che in gabbia d'oro.
servitorèll, s.m. = servitorino: dimin.
vezzegg. di servitore ; quando chi serve
è un ragazzo, un giovinetto.
servitù, s. f. = servitù : servizio cura ;
l'è on niàlaa che glie vceur Òna gran
servitù, = è un malato che richiede una
gran servitù.
1) Tutti i servitori di una casa : domti
in là servitù el spend di bèj dànee =
soltanto nella servitù spende di bei
quattrini.
2) T. leg. Diritto sopra uno stabile
a benefìcio d'un estraneo: Vèonfòndo
che'l g'hà là servitù del pass = è un
fondo che ha la servitù del passaggio,
del transito.
3j Obbligo; legame: quéll doè com-
pagna à scola i fiorii quàter vòlt ài di
rè òna servitù, intoleràbil = quel do-
vere accompagnare a scuola i ragazzi
quattro volte al giorno, è una servitù
intollerabile.
servòta, s. f. = servona : serva grassa,
rigogliosa, tarchiata.
sés, agg. num. card. = sei ; che è com-
posto di cinque più uno.
1) S. m. quantità del numero sei e
anclie la cifra che la rappresenta : sciiv
i éés coni là eòa in gid = scrivere i
sei colla coda all' ingiù; cioè scri-
vere dei nove ; me càia 'l sés à fa
tómbola = mi manca il sei a far tom-
bola.
2) Il giorno sesto del mese : el éés
febràr = il sci febbraio.
3) i sés = le sei ; delle ore, 1' ora
sesta dopo la mezzanotte, e prima della
riforma che conta fino alle ventiquattro,
anche l'ora sesta dopo il mezzogiorno.
sesàiita, agg. num. card, e s. m. = ses-
santa ; che contiene sei diecine.
sesàntàinìla, agg. num. card. = sessan-
tamila ; che contiene sessanta migliaia.
sesàntésim, agg. num. ord. = sessan-
tesijuo.
sesàutèna, s. f. = sessantina: quantità
di sessanta o che s'avvicina ai sessanta;
òli! el glia ben là eòa sesàntèna d\ìnn
= oh! li ha bene la sua sessantina
d'anni.
sesèni, s. m. - sessennio: lo spazio di
sei anni.
sesia, s. m. mezzo soldo : moneta da due
centesimi.
1) Ano ; orificio dell' intestino retto.
753
set
sesìón s. f. = sezione, anatomia; opera-
zione anatomica: fa là seéion d'on cà-
dàver = far la sezione, l'anatomia di un
cadavere.
1) Una delle parti nelle quali si di-
vidono certi pubblici uffici, o le classi
troppo numerose di una scuola.
2) Sessione : congresso, convegno di
|)iìi persone per consultare, deliberare,
ecc., come tribunali, commissioni d'e-
same, il parlamento, ecc.
sesionà, v. att. = sezionare; fare la se-
ziono di un cadavere, notomizzarlo,
sèst, s. m. = sesto : T. archit.; cui-va degli
ardii : l'è dna cà coi finèster à éèst
àciitt = è una casa colle finestre a sesto
acuto.
1) T. dei carrozz. Traversa anteriore
di volticella e della posteriore di coda
del carro delle carrozze, sulla quale sono
invitati i T delle moile.
2) Num. ord. di sei : el fa 'l sèst
ànn de medicina = fa il sesto anno
di medicina.
sèsta, s. f. = cresta. Vedi crésta.
sestiga,* s, f. = sestiga : cocchio a due
ruoto alla romana tirato da sei cavalli.
E una sestiga quella di bronzo sull'Arco
della Pace i cui cavalli furono model-
lati da Giovanni Putti.
sestina,* s. f. = sestina : stanza di sei
versi rimati i primi quattro alternati-
vamente e gli ultimi due fra loro.
set, s. f. = sete : bisogno di bere ; niént
scceml là sèi nièj d' on bieér d'acqua
frHca = nulla leva la sete meglio di
un bicchiere d'acqua fresca.
1) morì de set = morir di sete, af-
fogar di sete : avere intensissimo biso-
gno di bere.
2) brilsti de là set = assaettar dalla
sete ; aver gran sete.
3) g'hàn set = hanno sete ; diciamo
!ig. delle piante, dei vasi da fiori che vo-
gliono ossero annacquati, perchè troppo
aridi.
4) droà eàrna ààlàda per seoRud là
■<-èt = cavarsi, levarsi la sete col pre-
-oiuvto : far cosa che ci accresco il danno.
aelaa, a(/g. = seduto : di sedere.
setàuta, agg. num. ord. = settanta: nu-
mero che contiene sotte diecine o quan-
tità che somma a sette diecine.
setàutèna, s. f. = settantina : quantità
di sottanta, che s'approssima o di poco
supera il settanta.
setàss, V. rifl = sedere, sedersi: mettersi
a sedere. Spesso si accompagna colla
prep. g-id.
1) dà de éetàss = dar da sedere, por-
gere una sedia, una poltrona, uno sga-
bello perchè altri segga.
2) fa séta gid = mettere, porre a
sedere ; acconciare uno sulla seggiola e
dicesi per lo più di bambini.
3) Assettarsi : di fabbrica la quale
col suo peso va a trovare il suo sodo.
sètcént, agg. num. = settecento : il nu-
mero e quantità composta di sette cen-
tinaia.
setèmber, s. m. = settembre: il settimo
mese dell'anno astronomico o il nono
dell'anno civile.
1) de setèmber nòti e dì., già H sàvii
sòtéòra hin lì = di settembre la notte
e il di contende: son lunghi press' a
poco ugualmente.
setembrin, agg. = settembrino : dei frutti
che maturano in settembre.
sètenàri,* 5. m. = settenario: verso di
sette sillabe : i l'èrs del ('tnque Màgio
hin sètenàri = i versi del Cinque Maggio
son settenari.
sèténì,* s. m. = settennio: spazio di sette
anni. Usa ancora assai scarsamente.
setentriòu,* .«. m. = settentrione ; quello
dei quattro punti cardinali opposto al
al mezzodì.
setentriouàl,* agg. = settentrionale : che
è posto al settentrione di un particolare
orizzonte : i pdrtieh setentriontti de
piàsa del Dònim = i portici settentrio-
nali di Piazza del Duomo ; V Italia éè-
tentrionttl = l'Italia settentrionale.
1) Chi è delle parti del settentrione,
del nord.
sétim, agg. num. ord. = settimo; ordin.
di sette.
sètima, s. f. settima: spazio di'^sette
giorni che si computa special, nel de-
corso di certe malattie come il tifo, il
vainolo, ecc.; ée 'l rièsé à pàsà là tèréa
sètima l'è foeiìra de perìcol = se riesco
a passare la terza settima è Jfuori di
pericolo.
setimàna, s. f. = settimana; spazio di
sette giorni ; tempo che corre fra il lu-
nedì e la domenica inclusivi.
1) fìQj d'óna setim,tLna! = corpo di
bacco! Bsclam. di impazienza e qualche
volta di minaccia.
2) rè intréga là éetimttna = diciamo
set
— 754 —
sii
di chi è lento, impacciato. Vedi in-
irègh, 1).
3) setimàna gràsa = settimana grassa :
l'ultima di carnevale.
4) setimàna santa = settimana santa :
quella nella quale si celebrano i mi-
steri della passione di Cristo e termina
colla domenica di Pasqua. '
6) vèéÉ de setimttna = essere di set-
timana : adempiere a certi uffici du-
rante una tale settimana.
sètimiii, s. m. = settimestre : di sette mesi
e dicesi di bambino nato a sette mesi.
setina^ s. f. = cecce : fa setìna = fa cecce :
si dice sempre solamente ai bambini
setòn, (in) avv. = a sedere sul letto.
Sètt, agg. num. card. = sette ; che con-
tione sei più uno.
1) Quantità che ammonta a sette e la
cifra colla quale si scrive.
2) Anche noi diciamo §ètt uno strappo
una ferita, che abbia la forma di un 7 :
l'ha fa dent on i-ètt in del vestii che
g' e sarà de fa à giiiàtàll = ha fatto un
sette nel vestito che ci sarà da fare ad
accomodarlo.
3) trii sètt e anche trisètt = tre setti,
tresetti: specie di gioco di carte.
4) sètt e mèss = sette e mezzo ; altro
gioco di carte, però più d'azzardo.
5) vègh sètt ànim e on ànimin =
regger l'anima coi denti; di chi per
robustezza di fisico, muore con stento
0 di chi, pur facendosi gran male, non
muore.
6) vend per sètt ò per dersètt = bac-
chettare : V era mèj regalai i quttder
piitdst che vendi per sètt o per deréètt
= era meglio regalarli i quadri piuttosto
che bacchettarli.
7) mflsa sètt strùpia quàtdrdes. Vedi
màsàsètt.
8) sètt fa nètt = piazza pulita; fa sètt
fa nètt = fare piazza pulita; finire ogni
cosa specialm. di roba da mangiare.
sér, s. m. = sevo, sego: grasso d'alcuni
animali con che si fanno certe candele,
0 si unge il cuoio, il tomaio delle scarpe
e altro.
sevér, agg. = severo : che è rigoroso con
sé e cogli altri; rigido, un po' aspro.
séver, .?. m. = bigonciolo, bigoncino : pic-
colo bigoncio con due manichi formati
da due doghe sporgenti e forate per in-
filarvi un bastone e portarlo.
sereritaa,* s. f. = severità, rigore: qua-
lità astratta di chi è severo, e il suo
modo di essere, di trattare.
sfàciaa, agg. = sfacciato, sfrontato : senza
vergogna
1) Di colore, non modesto, molto ap-
pariscente ; Ve minga on ve§tii per mi..
Ve tròpp sfàciaa = non è abito per me;
è troppo sfacciato.
2) Àbbordone; chi usi abbordare di
primo acchito le persone, anche senza
averci confidenza.
3 Rispondiero ; facile a rispondere,
a rimbeccare: l'è òna bòna tosa ma
V è on poo sfàciàda = è una buona
ragazza, ma è un po' rispondiera.
sfàciàdón, s. m. = sfacciatone : chi è
molto sfacciato, sfrontato.
sfàciàtàgrin, s. f. = sfacciataggine, sfron-
tatezza: l'essere sfacciato, impudente
sfàdigà, V. att. e sfàdigàss, v. rifl. =
faticare, affaticarsi ; lavorare con fatica
e molto per riuscire a uno scopo : poer
dìàvol! el éfàdiga tiitt et di per gua-
dagna, diin frànch = poveretto ! fa-
tica tutto il giorno per guadagnare due
franchi.
sfalsa; iK att. = tralignare, dissimigliare,
dirazzare : di chi agisce diversamente
dal come lo dovrebbero portare ad
agire le tradizioni di famiglia o dal
come ci si potrebbe aspettare dalla sua
vita antecedente.
sfàrso,* s. m. = sfarzo: pompa, sfoggio
borioso, di molto lusso È parola nova
al dialetto, ma già abbastanza larga-
monte usata.
sfàrsós,'^ agg. = sfarzoso : fatto con sfarzo.
sfàrorévol,* agg. = sfavorevole, contrario.
sfera, -s. f. = lancetta, ago, indice, saetta; i
quella che nella mostra dell' orologio ]
segna le ore.
1) de prima éféra = di piima riga,
di prim' ordine.
sfèria, s. m. = squarcio, strappo, sdni-
cio ; lacerazione subita e violenta di
una pai'te del vestito o d'altro panno
che si impigli in chiodo, sterpo o altro.
sfèrlà, V. att. = sti'acciare, squarciare,
strambellare : di drappi, tele, panni e
simili.
sflàdàss, V. rifl. = sfiatarsi ; buttar via
il fiato: di chi parla per nulla, poiché
non lo ascoltano.
sfida, .s. f. = sfida : 1' atto dello sfi-
sfl
- 755 -
sfo
dare a duello, a un cimento, a una
prova qualsiasi.
sfldà, v. att. = sfidare : invitare, provo-
care; chiamare uno a un cimento, a
una prova, a un duello e sim.
1) sfidi mi! = sfido io! dicesi a di-
mostrare l'impossibilità di una cosa o
dei suo contrario: el 771' ha pàgaa p'un-
tiiàtmént, ma, sfidi mi! g^hoo minà-
eiaa là eitàsion = mi ha pagato pun-
tualmente, ma sfido io ! gli ho minac-
ciato la citazione. Se invece si vuol
dire di cosa certa, si dice elitticamente :
domando ! el t'ha daa el fàtt tò ? sfidi
mi! = t'ha dato il fatto tuo? Domando.
sflg'iirà, v. att. = sfigurare : far cattiva
figura ; così di persona come di cosa ;
qiiànd voo in societaa me pitLs à sfì-
gilrtL nò = quando vado in società, mi
piace a non sfigurare ; in quèla éflla
chi el tò quàder el Éfègura = in que-
sta sala il tuo quadro sfigura.
sfilàj v. att. = sfilare : marciare in pic-
cole fronti e anche 1' un soldato dopo
l'altro, e dicesi di qualsiasi moltitudine
che cammini in siffatto modo ; per lo
più dinanzi a qualche alta autorità, a
qualche monumento e simili.
sfllàda,* s. f. = sfilata: lungo ordine 0
fila di persone 0 di cose.
sfllàprà; V. att. = filacciare, sfilacciare ;
ridurre in filaccia.
1) Rifless. perder le fila ; di panno,
di stoffa.
sfllàprént, agg. = sfilacciato, sfioccato.
Anche: a brindelli, a brendoli.
sfinii,* agg. = sfinito ; di uno a cui sono
venute meno le forze, per mancanza di
cibo, 0 per fatica.
sflnimènt,* s. tyi. = sfinimento : il sen-
tirsi mancare, venir meno.
sfiora, V. att. = sfiorare: di un'arma,
di una palla e sim. , lievemente toccare
più che altro strisciando sopra la pelle.
sfiorì, V. att. = fermentare, lievitare.
Della calcina, della pasta e sim.
1) Sfiorire; perdere il fiore, i fiori.
s<'oeùia, s. f. = sogliola : sorta di pesce
di mare che si mangia fritto.
èfoefii, (fa \)v. att. = perquisire: frugare
una persona, una casa, specie per man-
dato del tribunale 0 della questura.
sfoga, V. att. = sfogare: d'una passione,
d'un affetto; darle corso soddisfarlo.
gfogaa, agg. = sfogato : di voce 0 di
, cantante ohe arriva bene alle note più
alte della sua chiave: V è on éopràn
èfogaa = è un soprano sfogato.
sfogàda, s, f. = sfogamento: l'atto dello
sfogarsi.
sfogàss, «J. rifl. sfogare : d' umori non
sani nel corpo umano e di certe ma-
lattie; venire alla pelle, uscirne fuori,
produrre delle eruzioni : là milittra l'è
on ben che là se sfoga = la miliare è
bene che sfoghi ,
1) sfogàss con vHn = sfogarsi con
uno; manifestare ad esso ciò che ci
cagioni dolore, risentimento. Ed anche:
dar libero corso all' ira contro di uno,
ma solo con parole.
2) sfogàss à piAng = sfogarsi in la-
grime ; sfogàss à pariti = sfogarsi in
parole: lo stegso che dare sfogo al proprio
dolore piangendo, 0 al proprio desiderio
vivo di parlare.
sfog'iày V. att. = sfoggiare : vestire son-
tuosamente e far mostra 0 sfoggio di
ricchezza spendendo molto in cose vane ;
per 8 f agiti cóme sfdgen bisogna che ghe
n'tlbien ben tanti o che vòlen à dèbit =
per sfoggiare come sfoggiano bisogna
che ne abbian di molti 0 ohe affoghino
nei debiti.
sfocio, s. m. = sfoggio: lo sfoggiare;
mostra soverchia e fatta per vanità di
qualunque cosa sia 0 simuli ricchezze.
sfógo, s. m. = sfogo : l'uscire dell'aria,
acqua, vapore e sim., che sopravanzano
e il punto da cui hanno esito.
1) Il manifestare che uno fa il proprio
dolore, le proprie afflizioni.
2) T. med. Il venire alla pelle in
forma di pustole, bolle, calore e sim.
di malsani umori.
3) fa 'l 80 éfSgo = fare il debito
sfogo, spurgo.
sfoià, agg. = sfogliare ; levar le foglie,
sfrondare : l'ha sfoiaa là vid perchè là
fàseva trdpa ombra = ha sfogliato la
vite perchè faceva troppa ombra.
1) sfotti 'Iformentdn = sfogliare, scar-
tocciare il grano turco; togliere la spiga
secca dalla pannocchia.
2) sfolti on liber = sfogliare un libro;
sooiTcrlo, voltandone le pagine ; scar-
tabellarlo.
sfoiàda, s. f. = sfogliata: pasta dolce,
una specie di torta di pasta sfoglia, che
diciamo anche pà.§ta sfoiMa ed è una
pasta dolce, sottilissima, latta a modo
di tanti fogli l'uno sull'altro.
sfo
— 756 —
sfu
sfoiàsà, v. att. = sfogliare , scartabel-
lare; scorrere alla lesta dei fogli : fre-
quent. di sfoià 2).
sfoiàss, V. rifl. = sfogliarsi : perdei'e le
foglie 0 i fogli.
sfoiàss, s. m. = scartafaocio, vacchetta:
quaderno o più fogli riuaiti in quantità
per appunti, primi conti, prime note, ecc.
sfolla, s. f. = sogliola. Vedi àfoeùia.
sfoud, s. m. = sfondo : un fondo un po'
lontano, e quel vano lasciato per di-
pingervi una prospettiva; Ve on giàr-
diìi che g'hà on fìiàgnìfich sfond = è
un giardino che ha un magnifico sfondo.
sfonda, V. att. = sfondare : rompere il
fondo ; e anche rompere una cosa pas-
sandola da una parte all'altra; à furia
de mètegh dènter ròba - V ha sfondaa
el càèetdn del eiimd = a furia di met-
tervi roba ha sfondato il cassetto del
cassettone.
sfòr, s. m. = traforo: il lavoro e l'ope-
razione del traforare.
1) Sorta di lavoro fatto di seta, refe
e simili con l'ago, oppure di metallo o
di legno traforato.
2) Luce, apertura : ogni vano nelle
fabbriche.
sfora, V. att. = traforare : lavorare di tra-
fori, ricami, intagli e altro.
sforàg'laa, agg. = scalmanato, accaldato :
rosso in faccia, affaticato.
sforàgrlàss, v. rifl. = scalmanarsi, accal-
darsi: darsi gran da fare e affaticarsi
fino a diventar rosso in faccia, sudato.
sformaa,* agg. = sformato : di cattiva e
brutta forma, senza forma conveniente.
sfòrs, s. m. = sforzo : atto di forza, fa-
ticoso e talvolta pericoloso e dannoso.
1) Frova, argomento per giungere a
checchessia, ottenerla.
2) fa tuli i sfòrs = fare ogni sforzo
possibile, sbracciarsi.
sforsà, V. att. = sforzare : forzare, co-
stringere.
1) Obbligare qualcuno a fare contro
sua volontà.
2) RoDipere, guastare sforzando; han
èforèàa là sàràdura = hanno sforzato
la serratura.
sforsàss, v. rifl. = sforzarsi, ingegnarsi,
affaticarsi ; per ottenere qualche cosa,
per fare ciò che ci costa fatica materiale
0 morale.
1) Farsi forza per celare l' animo
proprio.
sfortiinaa, * agg. = sfortunato : che ha la
fortuna contraria.
sfràgèll, s. m. = infinità, subisso, nu-
volo: di gran quantità di cose; in sfami
de seirés ghe n'è on àfràgell = que-
st'anno di ciliege ce n'è un subisso.
sfrasca, v. att. = sfrondare, sfogliare :
toglier le frasche, le fronde, le foglie
agii alberi.
sfràtàbàj, s. m. = acciarpone: chi è so-
lito acciarpare.
sfrégi, v. att. = raffreddare, far diventar
freddo.
1) Soffreddare : far divenire un po'
freddo, scemare di calore: specialm. di
vivande.
sfrèsfisé, v. rifl. = raffreddarsi: perdere
il calore, specialm. di roba stata al
fuoco.
1) Raffreddarsi: inaridire, di affetti,
\ scemare di intensità, mancar di fervore.
sfreg'ulà, v. att. = sminuzzare, sbricio-
lare : ridurre in minuzzolo, in briciole
cose dure e friabili.
sfrenaa,* agg. = sfrenato, senza freno:
in significato specialm. morale,
sfresura, s. f.= incassatura; T. d'orolog.:
piano 0 incavo che si fa negli oriuoli
per collocarvi alcun pezzo o alcuna ruota.
sfrìs, s. m. = intaccatura, scalfitnra: se-
gno lasciato da un corpo duro e per lo
più acuto su una superficie di altro
corpo meno duro.
1) vègh on àfris ài eoo = "avere un
po' di spranghetta; specialm. per vino
bevuto.
sfrlsà, 'V. att. = intaccare, scalfire: pro-
durre una scalfitura, un' intaccatara.
sfròs, s. m. = frodo, contrabbando : il
far passare cosa soggetta a dazio, senza
pagarlo.
1) Sotterfugio: cosa fatta di nascosto
e contro le leggi.
2) de sfros = furtivamente, di na-
scosto.
sfrosà, v. att. = frodare: far passare cosa
soggetta a dazio, senza pagarlo.
sfrosàdòr, s. m. = contrabbandiere: chi
fa contrabbandi, chi froda la roba al
dazio, per mestiere.
sfrug'àtòn, (de) avp. = di soppiatto, aUa
sfuggita: in modo da non farsi scorgere.
sfiimà, V. att. = sfumare: andare in fumo,
di cosa che si sperava riescisse e non
riesce.
sfa
- 757 -
8ga
1) Fumeggiare, sfamalo : far degra-
dare i colori col chiaroscuro.
sfiimàdura, s. f. = sfumatura : lo sfu-
mare, il digradare, sminuire legger-
mente, ed anche una tinta leggera.
sfumìn, s. in. •= sfumino : un pezzetto
di carta o di pelle fatto a cono, del
quale si servono i pittori per fumeg-
giare, sfumare i dipinti, i disegni.
sfuriàda, *«./".= sfuriata : manifesta-
zione un po' violenta, ma fuggevole d'ira,
di risentimento, di collera.
sg'àbelìn, s. m. = panchettino, predella:
arnese di legno da posarvi i piedi.
1) Posapiedi: se è fatto con ricami,
imbottitura, frangia, ecc.
ggàbèll, s, m. = panchetto. Lo stesso che
sgàbèlìu; un po' più gi-ande.
1) Sgabello: sedile di legno su quat-
tro piedi e piuttosto alto.
scàglia, p. att. = addentare, mordere :
prendere e staccare coi denti.
1) Mangiare ; gh'è nient de sgàgntt
incceu = non c'è nulla da mangiare
oggi. — Anche nel senso di far man-
gerie, guadagni.
sgàgnón, s. m. = mangione, pacchione.
sgàiòsa, 5. f. = sagratina, sagratona: ple-
beismo usato per fame, specialmente se
grande.
sg'àlflon, s. in. = ciliegia d«.racine o lu-
strina, ciliegia pistoiese : specie di ci-
liegia grossa, polposa di colore giallo-
gnolo rosso.
sgàliS; s. m. = spavaldo, ardito: con un
po' di furberia.
$§ràmbà(la, s. f. = sgambata: lunga cam-
minata pedestre, corsa, camminata.
sg'àiubetà; v. att. = sgambettare, scar-
pinare: dei bambini che muovono le
gambe come quando camminano ed an-
che camminar frettoloso.
s^ànàsà) v. att. = mangiare: macinare a
duo palmenti.
sg'àiidolà, V. att. = mangiare : di chi
mangia di gusto e con una certa avidità.
isgàn^àraa, agg. = sgangherato : uscito
dai gangheri; di uscio, porta e sim.
1) Sgangherato, scosciato: con le ossa
ohe non stanno più insieme, che non
si reggono.
2) Sganasciato : di mobili sconnessi.
sgràngàràss, v. rifl. = scosciarsi: allargar
lo gamlio, fino a slogarsi le cosce.
1) Sganasciarsi; di mobili, rompersi,
sconnettersene le parti.
sgànsérla, s. m. = gambuto, grandiglione:
di chi è di statura grande, ma è magro.
sgànserlón, s. m. = gambuto, gi-andi-
glione. Lo stesso che sgànsérla.
sgài> s. m. = grido, strillo, strido : l'e-
missione violenta, acuta della voce di
chi è fortemente spaventato o prova
acuto dolore.
s^àrà, p- att. = gridare, strillare: il man-
dar fuori stridi, strilli per forte spavento
0 per acuto dolore.
sgàrbèlà, v. att. = graffiare, escoriare:
portare una leggera sbucciatura alla
pelle.
1) Agguantare, rubare: portar via.
2) sgàrbelàss = graffiarsi, escoriarsi.
s^àrbelàda, s. f. e
sgàrbelàdtìra, s. f. = graffiatui-a, esco-
riazione : 1' effetto dell' escoriare, del
graffiai'e.
sgarberìa,* s. f. = sgarbatezza, bischenco,
mal garbo, sgarbo : modo e atto sgar-
bato, parola contraria alla civiltà, senza
grazia ed educazione. Anche talvolta:
sguerguenza.
sgàrgàrisà, v. att. = gargarizzare, sgar-
garizzare: fare gargarismi.
sgàrì, V. att. = gridare, strillare. Lo stesso
che sgàrà.
1) Piangere dirottamente : accompa-
gnando il pianto con lamenti.
sgarsa, ». att. = raschiare, gi-attare: can-
cellare lo scritto fi'egando la carta fino
a portarne via una leggiera superficie.
1) Cardare, di lana, lino, canapa, ecc.
Vedi scàrtegià.
sgàrsàdfira, s. f. = cardatui-a: l'opera-
zione del cardare e la materia che si
leva coi cardi.
1) Easchiatura : la materia che Ì5i leva
raschiando e il segno dell'osservisi ra-
schiato.
sgàrsìn, s. ni. = grattino, raschino, ra-
schietto: arnese d'acciaio per raschiare
lo scritto.
sgàrsnetì, .s. m. = gargiolo, rampollo : il
ramoscello della vite che serve alla ri-
produzione della pianta.
sgàrsorin, s. m. = zerbinotto, damerino:
chi sta dietro alle ragazze e le coi*teggia.
1) Forosetta: ragazza, anche donnetta
vispa, leggiadra.
Sgàrsotà, fi. att. = celiare : di chi fa
qualcosa per celia per tentare se il caso
di far poi per davvero.
sga
- 758
sgo
s. m. = gagliolo, baccello, siliqua:
la buccia dei piselli, delle fave, dei fa-
gioli, ecc.
1) Torso, torsolo. Vedi càrùspi.
sg'àTàsg'ià) V. att. = sganasciarsi, sma-
scellarsi, scompisciarsi dalle risa: ridere
a più non posso.
ggàvàsgriàda, s. f. = risata, sghignazzata :
il ridere smoderato.
ggàTàsg'ìòn, s. m. = ridancione: che ride
volentieri e smoderatamente.
Sgè, s. m. pi. = canutiglia, giaietto :
piccoli cannellini di vetro che usano
per ricami e sim.
sgenà) v. att. = impacciare, tediare, mo-
lestare. Dal frano, gener ; l'è dna vìsita
che ine sgèna come = è una visita che
mi tedia assai; l'è on vestii che me
sghia = è un abito che mi impaccia.
sgeuàduraj s. f. = impaccio, molestia,
tedio.
gghigaàsà) * v. att. = sghignazzare: ri-
dere con un certo rumore , e anche
trattenendosi a forza e malamente.
g'giàcà) V. att. = scagliare, gettare: lan-
ciar lontano e con una certa violenza.
Qualche cosa più che btità.
s'giachè, s. m. = giacchetto: giacchetta
meno elegante e più grossolana.
1) Carniera, giaccotto. Vedi carne.
s'giàfa, s. f. = schiaffo. Vedi s' giàff.
s'giàfà sii, V. att. = schiaffeggiare : dar
schiaffi.
s'giàlf, s. m. = schiaffo, gotata : colpo
dato colla mano aperta sulla faccia,
sulle gote.
1) vèsà on tira s'giàff = essere muso
da schiaffi: ohe fa venir voglia di darli.
2) fa cor à s'giàff = schiaffeggiare ;
dar schiaffi.
3) Fig. : insulto, affronto, umilia-
zione; Vàvèll ìninga àcètaa l'è étaa on
bèli s'giàff per IH = il non averlo ac-
cettato è stato un bello schiaffo per lui.
s'giàfòn, s. m. = mostaccione, scapac-
cione. Accrescit. di s'giàff.
s' gicch s' giàccli f e anche s' gigrh
s'giàgli. Voci imitanti lo schioccar
della frusta.
s'giòiif, agg. = gonfio. Vedi sgónfi.
sgiùr, là) = a giorno. Dal francese àjour.
1) punt à sgior = punto o impun-
tura a giorno: quello che si fa in modo
che i punti formino dei bucolini come
una specie di ricamo,
2) ligaa à sgior = legato a giorno :
di brillante legato colle due facce vi-
sibili.
sgiosg-ò, s. m. = geggè, caramella: spe-
cie di caramelle di gomma usate come
ammolliente per la tosse,
s'giss I (elle) = che lusso !
sgnépa, s. f. = beccaccino: specie d'uc-
cello, eccellente a mangiarsi.
sgnicà, V. att. = accoccare : di scapac-
cione 0 pugno; el glia sgnieaa on piign
= gli ha accoccato un pugno.
Sgobà, v. att. = sgobbare: faticare assai,
fare un lavoro di gran fatica,
sgobàda, s. f. = sgobbo: studio faticoso
e materiale, in cui poco lavora la mente.
1) Lavorata, faticata; incceu g'hèmm
prdpi daa dna bela sgobàda = oggi ab-
biam proprio fatto una bella lavorata.
ggobòn, s. m. = sgobbone : quello sco-
laro che studia di sgobbo, o gli scolari
dicono anche per spregio quello che
studia molto,
sgola gió, V. att. = ingollare: di liquidi
che si bevono d'un fiato,
sgoltèra , s. f. = orecchioni, gattoni :
nome volgare della parotide che è gon-
fiezza di glandule.
sgomentàss , v. rifl. = sgomentarsi ,
sbigottirsi: perdersi d'animo, non sapere
quei che uno si debba fare.
sgónfi, agg. = gonfio, enfiato: di ciò che
rileva ingrossando, e specialm. della
pelle per malanni.
1) s. in., enfiagione, enfiatura, gon-
fio: l'enfiarsi per malattia una parte
del corpo.
sgonfia, V. att. = gonfiare: far diventar
gonfio, far rilevare ingrossando, em-
piere d'aria; sgonfiti el bàlòn = gon-
fiare il pallone.
1) Lodare uno molto, solleticandone
l'orgoglio,
2) Esagerare, ingrossare ; sgonfiti i
ròbb = gonfiare le cose, far d'una mo-
sca un elefante: ingrandirò le cose.
3) Inbubbolare : dire altrui bubbole,
menzogne; mi te ine sgonfiet nò = me
non mi imbubboli.
4) Imbrogliare, bindolare : aggirare,
ingannare, prender dentro : specialm. .
di chi trova pretesti o ammenicoli pe
non pagare i debiti.
sgonfiàdùr, s. m. = gonfiatore, imbro-:
gliene, bindolo : secondo i vari signifi-
cati di sgonfia. Vedi sgonfiòn.
1) Gonfia, soffia: operaio che lavora
sgo
— 769
sgu
vetri soffiandoli alla fiamma di una
lacerna.
sgouflàdura, s, f. = gonfiatura, esage-
razione: specialm. nel lodare qualcuno;
disen, disen de sto pitór, ma no l'è
che dna gran sgonfiàdxira = dicono,
dicono di questo pittore, ma non è che
una gran gonfiatui'a.
sgonfiàss, V. ri fi. = enfiare: del corpo o
parte, crescere, ingrossare per concorso
di umori.
8goiifiesa, s. f. = gonfiezza : 1' essere
gonfio: specialm. di parti del corpo en-
fiate per malattia.
ggouflòn, s. m. = carotolaio, bombone:
chi suole piantar carote, dir bonibe ;
ehe sgonfloni che hin i giornài = che
bomboni sono i giornali ; mi à ti te
erMi nàgòtt, perchè te see on sgonfion
= io a te non credo nulla, pefchè sei
un carotolaio.
1) Imbroglione, bindolo: di chi trova
pretesti e ammenicoli per non pagare
i debiti, ed anche di chi facilmente
manca di parola.
sgoràtà, V. att. = svolazzare: andar vo-
lando (^[ua e là, e fig. andar qua e là
correndo per spasso e per gioco.
sgorgli, s. m. = sbocco. Vedi sàngu, 5).
sgràff, s. m. = graffa, grappa. Vedi
gràpa, 2).
sgrà figli, s. m. = graffiatoi-a, graffio,
sgraffio : lo straccio che fa il graffiare.
sgràflguà, «'. att. = graffiare, sgraffiare:
stracciare la polle colle unghie o altro.
1) Sgraffignare, aggraffignare, aggran-
fiare: portar via, rubare, ma lesti e di
soppiatto.
sgràflguàda, s. f. = graffiata: atto del
graffiare.
1) Sgraffignata, aggranfiata: ruberia.
Sgràdgruòn, s. m. = graffiatore: chi graf-
fia ; sgraffignatore : chi sgraffigna.
1) àngiol sgràfignòn = il diavolo.
Lucifero. \
Sgrana, v. att. = sgranare: cavare i gra-
nelli 0 i chicchi dal guscio, e dicesi
comunem. del grano tai'co.
1) sgrana fuga = schiccolar l'uva;
levare i chicchi dal graspo.
Bgràudì, V. att = ingrandire, aggrandire:
far diventare più ampio; detto di case
e sim.
Sgràndiss, v. rif. = ingrandirsi, aggran-
dirsi : farsi grande in ricchezza, potenza.
Bgrànfà, V: att = aggranfiare: pigliar colle
granfie, e fig. rubare con propotenza
frodolenta.
sgràsà, V. att. = digrassare, sgrassare :
levare, separare il grasso dal magro.
1) sgràsti el broeéd = digrassare il
brodo: togliervi il grasso che galleggia
a scandelle.
sgràsa, s. f. = grappolo. Vedi gràpa.
sgràràss,* v. rifl. = sgravarsi: diminuire
la propria responsabilità, la propria colpa;
per sgravasi Iti, el ghe tra tuta là colpa
àdòss à quèll'ttlter = per sgravarsi getta
tutta la colpa su quell'altro.
1) Di donna, partorire.
sgràvi, * s. m. = sgravio: lo sgravare e
lo sgravarsi : diminuzione.
1) per .sgràvi de cosciénsa, de re-
sponsàbilitaa = per sgravio di coscienza,
di responsabilità: per non arere rimorsi
per aver detto o fatto tutto quel che si
doveva.
sgreg 0 sgresg, agg. = greggio. Vedi
greg.
Ij Di pers. ruvido, rozzo, rustico.
sjiTifif, s. m. = artiglio: l'unghie adunche
di alcuni animali.
1) vèés in di sgriff = essere negli
artigli; fig. essere aUa balìa di uno che
sia crudele, prepotente, o esoso,
sgrinfia, s. f. =. granfia, sgranfia, ranfia:
artiglio di uccello rapace, o zampa ar-
mata di artiglio. Vedi sgrifT; te see
borlaa in di me sgrtnfl! sei cascato
nelle mio ranfie !
sgrisol, s. m. pi. = brivido, brividi : il
ribrezzo della febbre.
sguàgn, s. m. = guaito: grido di dolore.
sguàg'ni, V. att. = guaire, guattire, ga-
gnolare: il mandar fuori la voce che fa
il cane quando si duole. I tre verbi
italiani dicono tre diversi modi di la-
mentarsi secondo tre diverse cause del
dolore; ma il milan. le esprime tutte e
tre con un solo verbo. In Ital. si dice
anche, invece di guaire, far caino; g^han
schisciaa on pè e l'ha sguàgnii = gli
hanno schiacciato un piede e fece caino.
Si estende anche a persone, e specialm.
a' bambini.
sguàiaa, agg. = sguaiato, sfrontato, spu-
dorato.
sguàndàlin e sguàndàrin, s. ni. = grem-
biale da cucina: quello di tela grossolana
che si mette davanti il cuoco o la cuoca
per riparare le vesti dall'untume che vi
potrebbe cadere cucinando.
— 760 —
SIC
sguardo, * s. m. = sguardo, guardatura,
occhio : l'atto e il modo col quale si
guarda; el g^hà on sguardo insci dols
che Vinàmòra = ha uno sguardo cosi
dolce che innamora.
sguàsà; v. alt. = sguazzare, diguazzare,
guazzare : essere, trovarsi in guazzo.
1) sguàètigh dénter = sguazzare in
una cosa : essere nell' abbondanza di
quella, averne di sopra più. Per noi"
anche : pigliarci molto gusto a una cosa.
sguàsee, s. m. = grassaccio, adiposo,
corpulento : Z' è on sguàsee d' dna ddna
= è una grassaccia.
sguàsètt, 5. m. = guazzetto : manica-
retto bi'odoso con salse e intingoli ; noi
ci cociamo specialm. le rane.
sguàss, s. m. = guazzo : luogo pieno
d'acqua dove si possa guazzare, e per
similit. ogni grande ammollamento che
si faccia nelle case o altrove per acqua
versata.
sguàter, s. >ii. = guattero, sguattero, la-
vascodelle : uomo che fa i bassi ser-
vizi in cucina, il servo del cuoco.
sguerci, v. ntt. = accecare : levare o far
perdere un occhio.
sgìigià, V. att. = agucchiare.
1) Lavorar d'ago con assiduità ; là
sgugia dèla màttna Ma ètra = aguc-
chia da mane a sera.
2) Lavorucchiare coli' ago, detto di
chi sa poco; Z'è brtlra de làorà? là
sgugia = è brava per il lavoro ? agucchia.
Sgiiìsà, «'. att. = guizzare : muoversi che
fanno i pesci nell'acqua, e il balenare
che fa tra le nubi il lampo.
1) sgiiisà fopura di man = sguiz-
zare : propriam. dei pesci che scappano,
sgusciano di mano a chi li abbia presi.
sgiiìser, agg. = svizzero ; della Svizzera.
Sgiirà, i}. att. = arrenare, strofinare: nettare
fregando con rena o con ranno o con
pomice, .specialm. oggetti di metallo.
sgiìràda, s. f. =■ strofinata, stropicciata:
pulitura diligente e completa ; anche
fatta alla nostra pei'sona.
sgìiràlàtàsa, s, m. = guancialin d'oro:
specie di gioco infantile, che si fa fa-
cendo indovinare a uno che abbia gli
occhi bendati o chiusi, chi l'ha per-
cosso sulla schiena.
sgiisà, V. att. = sgusciare, sbaccellare,
sgranare : di fagioli, piselli, fave, che
si levino dai baccelli, dai gusci.
1) Appuntire, aguzzare. Vedi giisà.
si, s. ìli. = si: nota musicale.
sì, avv. = sì : per affermazione, contra-
rio di no.
1) di de si, rispond de si = dir di
sì, rispondere di sì : affermare, rispon-
dere affermando.
2) e si che = e sì che : eppure : e
ài che 'l m'aveva promiss de màncQ,
nò = e sì che m' aveva promesso di
non mancare.
3) .siche = sì che, sicché : congiun-
zione che esprime o indica conclusione ;
siche, la 'l vosur pròpi àndtt via do-
main ? = sicché, lei vuol proprio par-
tir domani ?
4) E anche sostantivo masch. ; tànt
vàr el me sì come el tò nò = tanto
vale il mio sì come il tuo no : non
bastano le dichiarazioni degli aventi
interesse in causa ; Vhà diti el so si
ciàr e nètt = disse il suo sì chiaro e
netto : del sì che si pronuncia dichia-
rando al sindaco o al prete di volersi
unire in mati'imonio.
sia, s. f. = zia : la sorella o la cognata
del babbo o della mamma.
sia, cong. = sia, oppure, ovvero ; sia
che '/ incBìiva, àia che ftga bèli temp
domdn bisogna che vaga via = sia che
piova, sia che faccia bel tempo, do-
mani bisogna che io parta.
1) sia còme se sìa = avenga che può,
sia come si voglia, ad ogni modo.
2) gent come se sìa = gente da poco.
3) vèés bon de fa conte se sia =
esser uomo da bosco e da riviera.
sibètt, s. m. = zibibbo : specie d' uva
passa.
sibi, s. m. = subbio : quel cilindi'O di
legno sul quale si avvolge via via nel
telaio la tela tessuta, o il panno, o il
drappo e sim.
sibréta, s. f. = babbuccia, pianella, pia-
nellina : calzamenti sottili da tener per
casa senza quella parte che copre il
calcagno.
sibrètee, s. m. = pianellaio : chi fa e
vende pianelle.
siche. Vedi sì 3).
sicóme, avv. = siccome, come, subito che.
sictìr, agg. = sicuro : che non teme e
non ha da temere pericolo o danno
qualsiasi ; in cà mia me senti sictìr
= in casa mia mi sento sicuro.
1) Di luogo dove non si corre nessun
pericolo ; l'è on pàés tànt sictìr, che
SIC
e un
tenere
^■pse pò làstl àvèrt Anca de nòtt
^^^^ paese così sicuro, che si può
aperto anche di notte.
2) Di cosa per la quale non si debba
temer danno ; qiièla pèndola lì là me
par viìnga tròpp sidlra = quella pen-
dola non mi pare troppo sicura.
8) Di chi è corto d'una cosa ; soni
sicUr che domdn rwa el pàpÈ = sono
sicuro che domani arriva il babbo.
4) Di cosa che avverrà sicuramente ;
mi te propani dna ^■peciilàHon sicura
= io ti propongo una speculazione sicura.
5) de sicùr = di sicuro : sicui'amente,
alla sicura ; hoo promiùs de vegnt e
■vcgnàroo de HcHr = ho promesso di
venire e verrò di sicuro, alla sicura.
In questo senso avverbiale anche sieùr:
l'è minga èieUr d'itwèrno che màdura
i scirès = non è di certo d'inverno che
maturano le ciliegie.
6) che 'l étàga sicUr ! = vada libero !
Non dubiti, non abbia paura.
sicfir, s. m. = sicuro, sicurezza, sicurtà:
in specie nei modi ; vèss, viv. sta ài
éicHr = essere, vivere, stare al sicuro.
1) àndà, làorà siil sicÉr = andare,
lavorare sul sicuro : procedere in chec-
chessia senza alcun pericolo.
siciìrà, «'. atf. = assicurare, accertare.
Vedi àsiciirà.* y
sìciirèsa, s. f. = sicurezza
sicxiro, la condizione di chi
1) p&blica éicurèsà = pubblica si-
curezza : l'ufficio che vigila alla sicu-
rezza di ciascun individuo e della pro-
prietà contro i malfattori ; i guardi de
pÈblica àicilresa = le guardie di pub-
blica sicurezza : quelle addette a tale
ufficio.
sìcutèrat, s. m. = sicutera. Nelle locu-
zioni ; vèss, torna ài èiciitèrat = es-
sere, tornare al sicutera : alle solite,
come prima. Dal latino.
sidela, s. f. = secchio : vaso cupo di
rame in forma di cono tronco capovolto,
0 stagnato nell' interno solamente : serve
por tenervi l'acqua in cucina.
sidèlìn, s. m. = secchierello, secchiolino :
dim. di secchio, e specialm. quello
dove si tiene l'acquasanta.
sidèll; s. m. = secchio : vaso di rame
tondeggiante stagnante di dentro e di
fuori per tenervi l'acqua in cucina.
sìfoi, .s. m. = zufolo, piffero, zampogna:
761
sig-
r essere
è sicuro.
strumento da fiato rusticale fatto a
guisa di flauto o di trombetta.
1) Lo zufolare, il fischiare; Dio!
còme te Mòret con t qiièll tò sìfol ! =
Dio ! come stucchi con quel tuo fi-
schiare, ziifolare !
2) Di pers. citrullo, baggeo ; l'è on
gran àifol à làéàés mena per el nas
in quèla mànèra = è un gran baggeo
a lasciarsi menare pel naso in quel modo.
sifolà, ». att. = zufolare, fischiare : man-
dar fuori il fischio dalle labbra oppor-
tunamente chiuse.
sifolàri. s. m. = citrullo, baggeo, sciocco.
Vedi sìfol, 2).
sifolìn, s. m. = zufoletto, fischietto :
piccolo strumento di legno, di metallo
0 di terra cotta per fischiare. Ce n'è
di quelli specialm. usati per richiamo
degli uccelli a caccia.
SÌfolòtt, s. m. = ciuffolotto, monachino,
fringuello marino : sp. d'uccello.
sifón, * s. m. = sifone : boccia o vaso di
cristallo munito di sifone che usasi per
l'acqua gasosa.
sigiala, s. f. = cicala : insetto altrettanto
noto quanto noioso.
1) Sigaro. Vedi sìglier.
siffàrèta, s. f. = sigaretta, spagnoletta :
cartoccmo di tabacco da fumo leggero
e odoroso che si fuma come il sigaro.
sigrli sàgh, s. m. = zig-zag : voce imi-
tativa di cose che vanno tortuose, a
zeta.
sfgher, s. m. = sigaro : rotolet.to di fo-
glie di tabacco ravvolte che si fuma.
sigrilà, V. att. = sigillare, sugellare : chiu-
dere, fermare col sigillo ; e anche chiu-
dere ermeticamente.
\) là botèlia per Hgilà = la botti-
glia per sigillare, per chiudere ; 1' ul-
tima di vino fino che si porta in ta-
vola per chividere bone il pranzo.
sigili,
sigillo : arnese col quale
si preme sulla ceralacca molle per darle
l'impronta.
1) Suggello : r impronta in rilievo
fatta dal sigillo sulla ceralacca.
2) mètt i èigtj = mettere i sigilli :
chiudere per ordine del tribunale e coi
suoi stemmi, per sequestro, fallimento
e sim.
signiflcà, V. att = significare : espri-
mere qualche cosa, essere segno di
qualche cosa.
sig'niflcaa, ."?. m. = significato : il si-
Slg
762
gnifìcare, concetto, espressioae, senso;
el lég, ina 'l càpiéè minga ' ' significaa
di pàròll = legge ma non capisce il
significato delle parole.
1) Accezione : significato e ognuno
dei veri significati nei quali un voca-
bolo è ricevuto ; là paròla « pàder »
in di so vàri significaa = la parola
« padre » nelle sue varie accezioni.
2) sarà signifieaa = sarà detto ;
quando si assicura di dire ciò di cui
veniamo incaricati.
siguòu, s. m. = parrucca. Vedi scig'nòn.
Signor, s. m. = Signore : il Signore,
Gesù, Dio ; oh ! Signor ! = Signore !
Signore Dio, Signoreddio : esclamaz.
di dolore, d'impazienza e sim.
1) porta 'l Signor = portare la co-
munione, il viatico.
2, s'è setaa '/ Signor in eà. Vedi
cà, 35).
3) el negàrìa el Signor in eros =
negherebbe il paiuolo in capo : neghe-
rebbe il pasto all' oste colla forchetta
in mano. Vedi eros, i), nega, 1).
4) el Signor el dis iutet che te iii-
tàroo = a tela ordita Dio manda il filo.
5) el Signor el làsa fa, ma minga
strafa = Dio non paga il sabato.
6) el Signor el ■vceur nisun de con-
tènt = ognuno ha la sua croce.
7) l'ha troaa 'l Signor indorm,ènt.
Vedi iudorméut 1).
8) el Signor ie mètt ài mond e lor
se compàgnen = Dio fa gli uomini ed
essi si appaiano. Vedi anche com-
pagna.
9) no gh'è ne Signor tie Màddna =
non c'è che dire, non si ripete, di qui
non s' esce : è inutile ogni protesta.
10) cdr Signor, compàgnee qiiij de
per lor = modo d' esclamaz. tutto nostro.
11) che '/ Signor te le manda bòna!
= Dio te la mandi buona !
12) Anche fuori del suddetto signi-
ficato nelle frasi ; sì, signor^ nò, si-
gnor = sì, signore ; nò, signore, op-
pure sissignore, nossignore : parlando
a persone di riguardo per dire sì o no.
SÌt?ttorìl,* agg. = signorile : da signore ;
là g'hà on fa tiitàlter che éignoril.
qiièla sdora li = ha un fare tutt' altro
che signorile quella signora lì.
signorina, s. f. = signorina : vezzegg.
di signora. Titolo che si dà alle ra-
srazze di condizione civile.
sigoin, * s. m. = zigomo : ciascuno dei
due ossi sporgenti della guancia sotto
gli occhi.
siguria, avv. = sicuro, si, certamente ;
certo, di certo : in una risposta affer-
mativa ; sigùra de si, de nò = certo
che sì, che no ; ma sigùra ! = ma certo !
sigiirtaa, s. f, = sicui'tà, cauzione, mal-
levadoria ; chi fa sigiirtaa paga = chi
fa sicurtà paga.
sij, s. m. pi. = ciglia: la parte supe-
riore all'occhio con un piccolo arco di
peli ; là se teng i sij coni on solfà-
nèll briisaa ^- si tinge le ciglia con un
fiammifero bruciato.
Sila, s. f. = cera. Vedi céra.
1) Sila frùéta = cera arsa, cera ar-
siccia : le candele e le torce che già
sono state accese e che per ciò si com-
perano a minor prezzo.
2) sita vèrgin = cera vergine, greggia :
non lavorata.
3) élla de Spagna = ceralacca : com-
posizione resinosa, che ammollita col
calore serve a suggellare lettere, pli-
chi, ecc.
silàba, s. f. = sillaba : T unione di due
0 più lettere che si pronunziano con
una sola emissione di voce.
1) di nànea silàba = non profferir
sillaba : non dir nulla.
silàba, V. att. = sillabare : leggere le
pai'ole 0 profferirle, staccando sillaba
da sillaba.
silàbàri, s. m. = sillabario. Vedi àbe-
cedàri.
silee, s. m. = ceraiuolo, candelottaio :
chi fa e vende candele e torce di cera.
silénsi, s. m. = silenzio : l'assenza d'ogni
rumore.
1) fa silénsi = far silenzio : chetarsi,
cessar di parlare.
2) silénsi ! =■■ silenzio ! dicesi per
imporre silenzio.
silin, s. m. = cerino, stoppino, cande-
letta : piccola candela di cera, ed an-
che un fiammifero di cera.
sìlri, s. m. = silvie ; sorta di carattere
da stampa detto anche corpo 14.
simàra, s. f, = zimarra : toga talare ad
ampie maniche ridotte a striscio chia-
mate dàndinn.
siuibol, s. m. = simbolo : cosa o ani-
male usato a significare altra cosa mo-
rale, come vizio, virtù, affetto e sim. ;
là nivola Ve 'l éimbol del tò senti-
siili
- 763-
mént^ perchè 'l cambia èémper = la
nuvola è il simbolo del tuo sentimento,
perchè muta sempre.
simboli ih}* ayg. = simbolico, allegorico:
attenente a simbolo.
SÌiuil) agg. = simile : che somiglia, che
ha somiglianza con altra cosa o per-
sona ; hoo mài visi dna roba shnil =
non ho mai veduto una cosa simile.
1) on quidsìmil = un quid simile,
un quissimile : press'a poco lo stesso.
Dal latino.
2) éliuil cont èimil = simili con si-
mili e gente di su' pari : prov. che
significa che ciascuno deve stare con
gente della sua condizione.
similór,* s. m. = similoro : lega di zinco
e rfli rame che assomiglia per colore
all'oro.
simitria, s. f. = simmetria, euritmia:
ordine di vari corpi disposti con un'arte
e secondo somiglianza ; àdhss se usa
pii guarda tànt àia simitria = oggi
non usa più badar molto alla simmetria.
siuiòn, s. n^. = vezzeggiatore: chi fa vo-
lentieri vezzi e moine.
simojià; «>. att. = vezzeggiai-e, lusingare :
far vezzi ; sjìecialm. de' bambini che
si carezzano, baciano e fanno essi poi
a noi mille vezzi.
siiuoiiàrìj, s. f. pi. = moine. Vedi iiioiun.
simpatìa, s. f. = simpatia : tendenza
affettuosa che uno prova verso un altro ;
e riferito a cosa; inclinazione, amore.
simpàticll,* agg. = simpatico : che desi;a
simpatia, che si fa ammirare e voler bene.
1) Avvenente, accetto: di persona che
ha un aspetto piacevole, una grazia na-
turale.
simpàtisà, * '0. att. = simpatizzare: aver
simpatia con uno; àpèna che se s'hin
eonósiiil han simpàtisaa èUbit = appena
si sono conosciuti hanno subito sim-
patizzato.
simiilà, V. att. = simulare, fìngere: mo-
strare una cosa per un'altra, un sen-
timento diverso da quello che uno ha.
Simillàsiòu, s. f. = simulazione : il si-
mulare.
simiiltàneàmènt^ow. = simultaneamente:
ad un tempo.
sinàg-ógra, s. f. = sinagoga : la chiesa,
il tempio degli Ebrei.
1) Qualunque adunanza , luogo di
(confusione; pari là sinagòga di ebrèj.
Vedi ebrèj, 4).
siiicér, agg. = sincero, candido : che è
schietto, non doppio, non finto.
1) Di cose, specie sostanze come vino,
olio, latte e sim: non mescolato d'altro,
puro, schietto.
2) pariti sineér = parlare aperto,
schietto.
sinceràiuént, am. = sinceramente, can-
didamente: con sincerità, schiettamente.
sincerasi, ». rifl. = sincerarsi : accertarsi,
convincersi ; me n' han ditt ttinti che
hoo vorilii àndù, mi à éinceràmm siil
post = me ne hanno dette tante che ho
voluto andar io a sincerarmi sul luogo
del fatto.
siuceritaa, * s. f. = sincerità: l'essere
sincero; abito sincero dell'animo.
sindaca, v, att. = sindacare : rivedere
altrui il conto minutamente.
sìudech, s. m, = sindaco : colui che è
deputato a rivedere i conti.
1) sindech del ,àlifnént = sindaco del
fallimento: colui che è nominato d^l
tribunale ad esaminare tutti i conti, i
libri, l'amministrazione del fallito.
2) sindech = sindaco : il capo del-
l' amministrazione comunale che un
tempo fra noi dicevasi podèétaa = po-
destà.
sinfonia , s. f. = sinfonia : preludio
istrumentale alle opero in musica ; là
sinfo .ia del Tànàiiser l'è piirttnca bela
= la sinfonia del Tauauser è puranche
bella.
1) Concerto di voci e di istrumenti :
gh'è pòcch ròbb piiéee gràndiòs dèla
nòna sinfonìa, de Betòven = ci son poche
cose pili grandiose della nona sinfonia
di Beethoven.
slnfónich,* agg. = sinfonico : di sinfonia ;
on concert sinfònich = un concerto sin-
fonico .
sìn;^lier, s. m. = singaro : razza vaga-
bonda, senza patria, senza domicilio,
senza religione, che vive di fui-ti e in-
ganna il credulo volgo con far la buona
ventura e con suoi oroscopi.
singrliioss * 0 singrioss, s. m. = singhiozzo:
moto convulso del diaframma con vio-
lenta ispirazione d'aria.
1) Per dolore, piangendo : domt, à
vostigh àdree on tnomentin glie vén
Mbit i làgrim e 'l singhioss = solamente
a sgridargli un momento, gli vengono
subito lo lagrime e il singhiozzo.
sin
- -764 -
sia
singolàr, agg. = singolare: speciale, non
comune, straordinario.
1) T. gramm. il numero della decli-
nazione che si riferisce a una cosa o a
una persona sola.
sinister,* agg. = sinistro: che è dalla parte
della mano sinistra; bràsc, ceucc, pè
siméter = braccio, occhio, piede sini-
stro ; orègia, gamba sinistra = orecchio
sinistro, gamba sinistra.
1) toeu i ròbb in sinistra pàrt =
pigliare in mala parte le cose.
sinistra, s. f. = sinistra: la mano dalla
parte del cuore, o la parte del corpo
dove sta il cuore.
1) Delle cose considerate dal punto
di chi le guarda.
2) In politica il partito d'opposizione
al Governo.
sinivè], .5. m. pi. = cervello. Vedi cer-
vèll".
1) fàss sàltcl i sinivèj = farsi schiz-
zar le cervella.
sinivéla, s. f. = cervella. Vedi cervéla.
sinònim, * s. m. = sinonimo : d' una
parola che ha significazione quasi simile
a un' altra, cosichè si può adoperare
nell'uso l'una per l'altra.
sintàsi, s. f. = sintassi : T. gramm. col-
legazione e ordine delle parole nel di-
scorso.
sintom, s. m. = sintomo : fenomeno o
accidente che manifesta o pronunzia una
malattia.
sio, s. m. = zio : il fratello o il cognato
del babbo o della mamma.
1) Tato, zio : appellazione generica,
colla quale i bambini indicano ogni
persona che loro non sia babbo o mam-
ma, specialmente quella che li porta a
mimmi e colla quale essi hanno mag-
giore domestichezza.
sipàri, s. tn. = sipario. Vedi scepàri.
sipoli, s. m. pi. = tritoli : pezzetti di
legna che fa la scure fendendo legname.
sìpria, s. f. = cipria : polvere di riso per
spolverarsi la faccia o i capelli.
sira, s. f. = sera. Vedi séra.
1) quànd l'è sìra elpoltron el é'inma
= la vecchia mal ridotta quando è sera
piglia la rocca. Vedi poltròn.
2) ne i dònn, ne là tila gutlrdei mfti
de èira = ne donna, ne tela non guar-
dare al lume di candela ; le donne e la
tela bisogna vederle di giorno per sco-
prirne i difetti.
siringa, s. f. = siringa: cannello per in-
trodurre nella vescica. T. chir.
1) Arnese simile per dare forma alla
pasta. T. dei past.
siropin, s. m. = giulebbe: sciroppo che
si dà per calmante ai bambini.
siròpp, s. m. sciroppo: zucchero sciolto
nell'acqua, ridotto per via di bollore a
una certa densità, unitovi poi sugo di
frutta ed altre sostanze, che gli danno
sapore e odorej: éiròpp de ftlmbros, de
màrènn, ecc. = sciroppo di lamponi,
d'amarene, ecc.
sisània, s. f. = zizzania : le discordie
sjjarse dai maligni.
1) somentb là §istlnia = seminare,
spargere zizzania : metter discordia nelle
famiglie, tra amici e sim.
sisola, s. f. = sizza, sizzettina: brezza
forte, fredda, acuta; stàmàttna gh' era
sii dna sìsola che là tàiàva là fàcia =
stamane c'era una sizza, una sizzettina
che trinciava il viso.
sistema, s. m. = sistema: ordine nell'e-
sporre, nel vivere, nell' insegnare, ecc.
1) càmbit sistema = mutar di sistema,
di vita.
sistema, v. att. = dar sistema: acconciare
qualcuno.
Sisto, esci. = corniz. di Cristo.
sit, s. m. = sito : posto, luogo, posizione
soggiorno.
1) in d'on tLlter sU = altrove, in un
altro luogo.
siti, V. att. = zittire, disapprovare : inti-
mare ad uno di tacere.
sitiià, V. att. = situare, collocare.
sitiiàsidn, s. f. = situazione, posizione:
il sito dove una casa, un fondo, una
vigna, ecc., è posta.
shàdinàss, v. rifl. = allentarsi: diventar
meno difficile a far scorrere.
slànciàss,* «>. rifl. = slanciarsi; mettersi
ad un" impresa arrischiata; el s'è slànciaa
in di àfàri e là gh'è àndttda ben = si
è slanciato negli affari e gli è andata
bene.
slàncio,* s. m. = slancio, ardore, vi-
vezza, impeto : han eàntaa cont on
slàncio màràviglios = cantarono con
uno slancio maravigli oso.
slàns, (à) aw. = a orci, a catinelle:
dell'acqua quando piove dirottamente;
là ven giù à slàns = la vien giù a orci.
slànsaa, agg. = slanciato, agile, snello :
di persona o personale svelto.
^l;i
— 766
slo
slarga, v. att. = allargare, slargare ; fare
più largo: slarga on vestii, on para de
■scàrp, òna Uànm = allargare uq vestito,
iiu paio di scarpe, una camera.
1) Se la capacità della camera si au-
lueata ])er larghezza o lunghezza slarga
là starna = ingrandire la camera.
2) slarga 'l eceùr = allargare, slar-
gare li cuore ; aprirlo grandemente alla
speranza, alla consolazione.
3) slarga i man = allargar la mano;
concedere, spendere troppo.
4) me se slarga 'l flaa = mi si al-
larga il respiro ; respiro piìi facilmente
per soddisfazione, per essoro all'aria
aperta e sim.
5) slarga el tetup = allentare, allar-
gare il tempo. T. mus.
slàrg'àda, s. f. = allargata ; un allargare
alla lesta : g'hoo faa dà òna slàrgÈda
ài càpèll = ho -fatto dare un' allargata
al cappello.
slàr^àdìua, s. f. = allargatina : dim. di
allargata.
slàrg'àdura,* s. f. = allargatura: l'opera-
zione dell'allargare oggetti di vestiario
e di calzatura, e il punto dove la cosa
è allargata : koo pàgaa on fraiich per là
slàrgàdura del gilè = ho pagato un
franco per l'allargatura del panciotto ;
l'è in là slàrgàdura che m^ fa inai i
seàrp = è nell'allargatura che le scarpo
mi fanno male.
ulàrj^àiuèut,* s. ni. = allargamento : l'al-
largare; slàrgàinént d^ on fòès, d'ona
strada, d'Ónapiàsa, d'ona contrada, ecc.
= allargamento di un fosso, strada,
piazza, via, ecc.
slàr^àss, V. rifl. = allargarsi.
1) slàrgààs in di spés = allargarsi
nelle spese ; poter spendere di più, per
maggior benessere.
2) se slarga 'l temp = s'allarga, si
rasserena il tempo.
3) slàrgàsé = allargarsi: detto di abi-
tazione, andare a stare in una casa più
larga, più ampia.
4) slàrgàsé dna man = stracollarsi,
slogarsi una mano ; farsi una lussa-
zione alla mano.
dàràg'iaa, agg. = slavato, dilavato: che
ha perduto ogni sapore per ossero troppo
ammollato nell'acqua.
ilàviòu, s. m. = scapaccione. Vedi sctt-
lìòtt.
slég^ued, agg. = alido, tiglioso : della
carne specialmente fresca.
slépa, s. f. = guanciata: colpo di mano
sull a guancia. Entra nel seguente modo
scherzoso d'impori'e silenzio ai ragazzi:
silènsio perfèto, chi pària òna slèpa,
ehi pària de bòa on bèli ècopàsòn. Non
ha che la traduzione letterale ; ma
questa non ha più neanche il sapore
della rima.
1) Fotta. Vedi féta. Si dice special,
dello fette di carne.
slèpìU) s. ni. = schiaffo : piccola mo-
stacciata.
sligerì e sliug-eri, v. att. = alleggerire:
far più leggero, sgravare : sligerì òna
mésola^ on cdr, òna barca, on bàsti-
niént = allegerire una mensola, un carro,
una barca, una nave.
1) sligerì vùn = allegerire uno ; ru-
bargli.
sli^erida e slingerìdà, s. f. = alleg
gerimento ; l'alleggerire.
sligeriss, v. rifl. = alleggerirsi. Dotto di
panni, levarseli: bisogna minga sli=
geriàs ài primni càld = non bisogna
alleggerirsi ai primi caldi. Prov. Aprii
nànca on fèl, Màg àddg, àdàg, Oiùgn
s larga ' l piign = d'aprile non t'allegge-
rire, di maggio non te no fidare, di
giugno fai pur quel che ti jjare.
1) Levarsi gli impacci : el s'è sligerii
de tÉti i dèbit = si è alleggerito di tutti
i debiti.
slisà, iy. att. = logorare, ragnare: di panni,
di drappi, di tele e sim.
slìsàdura, s. f. = ragnatura : quella tra-
sparenza nelle calze, nei panni o di'appi
prodotta da logoramento.
slìta, s. f. = slitta : traino tirato da ca-
valli, renne o sim.
sldfa, s. f. = vescia , loffia : correggia
sorda. Vedi pètt.
slisàss, V. rifl. = ragnare, sperare: lo
stato di calza o di tessuto che mostra
una difettosa trasparenza, prodotta da
logoramento.
slog'aa) agg. - slogato : di articolazioni
che escono dalle loro cavità.
slog'àdura, s. f. = slogatura : lo slogarsi
dello ossa.
slo8"àss, v. rifl. = slogarsi : delle ossa
quando escono dalle loro cavità.
sloiaa, agg. = svogliato, annoiato, fiacco.
slou^a, V. att. Vedi slungà.
slo
- 766 -
sma
slÓMsa, s. f. = falda: la carne attaccata
alla lombata e alla coscia del maiale.
slonsà, V. att. = rilassarsi, slembare :
§/di pezzi di tela che, sparati presentano
ondeggiamenti di fili.
slonsàdura, s. f. = ammarezzatura : di-
fetto del panno quando il ripieno non
è in tutti i punti serrato ugualmente.
slontàuà, V. att. = allontanare, slontanare:
mandar lontano o discosto : slo7itàntL
dna ècàgna = allontanare una sedia.
slontànààs, ». rifl. = allontanarsi, slon-
tanarsi : slontànàss de cà = allontanarsi
da casa.
1) Non frequentare : slontànàss di
àmìs = allontanarsi dagli amici.
sluugà, ». att. = allungare : far più lungo,
aggiungere di lunghezza: slungà Òna
corda, on diseors, on vestii = allun-
gare una fune, un discorso, un vestito;
slungà là vita = allungare la vita.
1) slimgti là strada = allungare la
strada: pigliar la strada pili lunga.
2) slungtL 'l pass = allungare, alle-
stire il passo ; farlo più lungo per cam-
minare più svelti. Vedi pass.
3) slungtL 'l mn, el làtt e sim. = al-
lungare il vino, il latte e sim.; an-
nacquarlo.
4) slungà i man = allungare le mani ;
stenderle per pigliare ; toccare impron-
tamente, portar via, picchiare.
slungràss, V. rifl. = allungarsi: farsi più
lungo : el di el se slùnga = il giorno
s'allunga.
1) Dar busse, picchiare.
slfìscìa, s. f . = acquazzone, dirotta, sfu-
riata : di pioggia forte e di breve durata
8111 àcch, s. m. = smacco: cosa che torna
a vergogna invece che a onore, e torto,
parola, che reca vergogna ; per Ite l' è
staa on bèli smàeeh = è stato per lui
un bello smacco.
sniàgèyol, agg. = macchiabile: facile a
macchiarsi.
smàgia, s. f. = macchia : segno o traccia
d'untume, d'inchiostro o altro ohe de-
turjoa una supei"ficie. Le macchie d'olio
si dicono fam. frittelle.
smàgià; V. att. = macchiare: far delle
macchie sopra una superficie.
smàgiàss, V. rifl. = macchiarsi, sfrittel-
larsi : farsi frittelle sullo vestimenta,
STìiàgri e gmàgrìss, v. att. = smagrire,
dimagrire, immagri re : divenire, farsi
magro, dimagrare.
gmàlisià, V. att. = ammalizzire : detto di
fanciulli ; fare che acquistino oeiie co-
gnizioni prima del tempo, toglierli alla
loro ingenuità.
1) Scaltrire: rendere uno scaltro.
smàlisiaa, agg. = ammalizzito : di persona
scaltrita dall' esperienza, e così anche
d'animali e special, uccelli, che, essendo
altre volte scampati dalle reti o dalla
pania, è più difficile di chiapparli.
smàlisìàss, v. rifl. = ammalizzire, scal-
trirsi: acquistare le cognizioni necessarie
per non essere ingannato nel comprare,
vendere ed altri simili affari.
smàlt) s. m. = smalto: sorta di vernice
di più colori che si dà col fuoco ai
metalli.
1) La superficie dei denti : eèrti pòl-
ver nèten polìd i dent, maghe i-ùinen
el smàlt = alcune polveri, puliscono
bene i denti, ma ne rovinano lo smalto.
smalta; V. att. = smaltare: coprire di
smalto.
smalti, V. att. = smaltire : di roba, mer-
canzie e sim. spacciarle, venderle tutte.
smangia, v. att. = rodere, corrodere :
consumare a poco a poco : di lima,
raspa, polveri, acidi ed altre sostanze :
là rùgin là smtingia el fèr = la rug-
gine rode il ferro.
1) Di ulceri, cancri e altre malattie
che consumano a poco, a poco la carne,
i visceri e sim.
2) Di dolore, passione : l'invidia le
sìuttngia = l'invidia lo rode.
smàngiàss, v. rif. = rodersi: consumarsi
dentro per rabbia, rancore e sim. : mi
me smàngi à vede quèll firpu inoeì
ostinaa = io mi rodo al vedere quel
ragazzo così ostinato ; à fùria de smàn-
giàés in quèla mànera, el finirti per
crepti = a furia di rodersi a quel modo
finirà per morire
smània, s. f. = smania: molesta agita-
zione prodotta per lo più da malattia
0 da qualche cagione fisica : el g'hà
aviiii tuta nòtt dna smània che s'è
inai podUii qiiiètà = ha avuto tutta
notte una smania che non s'è potuta
mai chetare.
1) Desiderio eccessivo, brama intensa:
là g'hà trdpa smània de màridà.^s,
qiièla tosa = ha troppa smania di ma-
ritarsi quella ragazza.
smàniàss, v. rif. = smaniare, smaniarsi:
sraa
767
sino
essere turbato da smania, dar nelle
smanie.
smàniòs, agg. = smanioso: che ha sma-
nia, forte desiderio di qualche cosa.
smàrgàià, v. att. = scatarrare, sornac-
chiare. Vedi màrgràià.
smàrgràiòn, s. m. = scaracchione, sorac-
chione: chi scaracchia spesso: chi non
fa che scaracchiare.
smàrgàj, s. m. = scaracchio, sornacchio :
sputo catarroso.
smàrsTèsòn, s. m. = smargiasso : spac-
cone, millantatore, prepotente.
1) Casista, casoso ; chi in tutto vede
pericoli e difficoltà e d'ogni cosa fa
caso.
smàrgrèss, .5. m. = chiasso, chiassata,
putiferio : molto rumore , specialm.
sproporzionato alla cosa per cui si fa.
smàrg'inà; v. att. = smarginare : tagliare
i margini dei libri.
siiiàri, V. att. = smontare : di colori, per-
dere la vivezza, sbiadire.
Sinàsiicàss, v. ri fi. = dicei-vellarsi, sca-
parsi : fare ogni sforzo coli' intelletto.
smemoraa, * agg. = smemorato : che
non ha memoria, che non si ricorda.
smentì, v. att = smentirei convincere
uno di falsità; provare che una cosa
asserita non è come si dice ; negare
ciò che uno assevera.
smentida, * s. f. = smentita : lo smen-
tire ; usasi nelle locuzioni ; dà, ricév
ona smentìda = dare, riceveie una
smentita.
smentiss, v. rifl. = smentirsi : fare, dire
cosa non conforme alla propria indole,
al proprio modo di pensare, di agire.
smeràld, s. m. = smeraldo: pietra pre-
ziosa di color verde.
smèrcio, s. m. = smercio, esito: spaccio
della merce : l'è on àrtìcol che g'hà
pòceh smÉreio = è un articolo che ha
poco smercio, poco esito.
smerdàcàmìsa, s. m. = giovinetto che,
non ancora rasciutto il latte sulle labbra,
posa ad uomo.
smergèss, s. m. = chiasso, rumore. Vedi
sniàr^èss.
smerìli, * s. m. = smeriglio : sorta di
polvere minutissima e durissima, per
lavorare le pietre dure: bi-unire l'ac-
ciaio, ecc.
smerilià,* v. att. = smerigliare : lavorai'e
una pietra coUo smeriglio. Di vetro :
appannare, renderlo quasi opaco.
smèsà, V. att = dimezzare: dividere in
due parti uguali 0 press' a poco.
smingol, agg. = mingherlino, sottilino,
magri no : scarso della persona.
smìntisà, * v. att. = sminuzzare: fare,
ridui-re in minuzzoli. Nel dialetto è
parola nuova.
smiróld, s. m. = biacco, saettone : specie
di serpente non velenoso.
smocà, V. att. = ottundere, spuntare:
•togliere la punta a un oggetto acuto;
el g/i'è rièèii à smocti là gUgia = c'è
riuscito a spuntare l'ago.
smocià, V. att. = scapezzare : tagliare i
rami di un albero 0 la sommità di
qualche cosa.
1) smocitL i tLl = tarpare le ali;
spuntnre le penne delle ali agli uccelli.
2) smociti i càvèj = tagliare i capelli.
smoenj, .s. m. = ranno : acqua bollente
pnssata sulla cenere ; si usa per fare
il bucato.
smoftuv, V. att. = smuovere : muovere
con forza, a stento, ed anche sempli-
comente muovere.
s ni olà, v. att. = allentare, mollare : ren-
der lenta un'allacciatura, 0 altra affib-
biatura, si che il vestimento sia men
serrato alla persona.
1) Render piir lento un corpo che
era teso, stretto, tirato : smolt là cdrda
allentare la corda.
smolàdura, s. f. = allentamento : l'al-
lentare.
smolàss, V. rifl. = allentarsi: diventare
meno teso, meno stretto, meno tirato.
1) Avvincidire ; divenir vincido, per-
dere la freschezza: del pane quando
la crosta si rammolisce, e diventa quasi
pieghevole.
2) Smottare, franare, scoscendere:
detto della terra in pendìo.
smont, agg. = smontato, scolorito : di
colore scialbo, che ha perduto la vi-
vezza ; l'è on vestii ànmd bon^ ma
tiitt smont = è un vestito ancora buono,
ma tutto smontato.
smonta, v. att. = smontare, scolorire;
detto dei colori ; perdere la vivezza,
sbiadire.
1) Smontare, discendere: da carrozza,
da cavallo
2) Di macchine, stmmenti e sim. :
SIUO
768 -
so
mettere in pezzi, ma senza rompere ;
disfaro parte a parte,
smorbi; agy. = ruzzante, gaio, baione ;
che ha voglia di ridere, di scherzare.
smorbìà, v. att. = ruzzare, galluzzare;
far baie, scherzare, giocare,
smòrfia, s. f. = smorfia, lezio, moina :
atto svenevole, leziosaggine.
1) Piaga. Vedi piàg'a 2).
smorllaa, ayg. = mogio mogio; resiti
smorflaa = rimaner mogio mogio ; per
qualche forte impressione o mortifica-
zione. Anche : restar brutto ; di chi
resta mortificato per qualche brutta
figura che ha fatto o che si aspetta
di fare.
smorflàda^ s. f. = mortificazione : umi-
liazione, avvilimento.
smorflòs, agg. = smorfioso : che fa delle
smorfie, lezioso ; l'è dna smorfiosa eke
ine pitis jM'opi nv = è una smorfiosa
che proprio non mi piace.
1) Daddolino : pieno di daddoli, cioè
smorfie, leziosaggini.
smorsà, v. att. = smorzare, ammortire :
rendere meno vivo, meno forte : stnoréà
i color = ammortire i colori ; sinorsà
on colf = ammortire un colpo: sco-
rnarne 0 anche toglierne quasi affatto
la forza.
1) Estinguere, spegnere: smorsà 7
foRugh, el eiàr = spegnere il fuoco, il
lume.
smorsiroeflla, s. f. = spegnitoio : piccolo
arnese di metallo a cono per spegnere
la candela,
smòrt) agg. = smorto, pallido : quasi del
pallore della morte.
1) smòrt ednie on pànn làvaa =
bianco come un panno lavato ; del co-
lore del viso per malattia e forte com-
mozione.
2) diventa smòrt = impallidire, fare
il viso bianco ; per malessere o per
turbamento dell'animo.
3) Sbiadito ; colore smorto : l'è on
verd smòrt = è un verde smorto.
4) pan smòrt = pane afflitto ; di pane
cotto a forno poco caldo.
smortésa, s. f. = pallidezza, pallore :
l'essere smorto, pallido.
smortòn, s. m. = pallidone : persona
pallida di natura, che denota floscezza,
Volgarm. da noi si usa come ingiuria.
smiisà , v. att, = smussare : tagliare
l'angolo, la punta, il canto di choc- [
chessia, specialm. di mobili in legno,
di cornici in muro e sim.
smiiss, s. m. = smusso : l'angolo, la
punta smussata.
snegTÌ, V. att. = annerire: far diventar
nero ; el filmm V ha snegri i tiitt el
miir = il fumo, ha annerito tutta la
parete.
snèll, * agg. = snello, agile, svelto : fa-
cile e leggero nei suoi movimenti.
snerva, v. att, = snervare: privare di
forze, ammollire.
snidolà, V. att. = snervare, indebolire :
levar la forza, quasi la midolla della
spina dorsale.
snoda, * v. att. = snodare : piegare le
giunture in modo che siano piii facili
le più difficili flessioni.
so e sol, s. m. = sole: l'astro mag-
giore che illumina la terra.
1) Luce e calore che emanano dal
sole : sta ài so per scaldasi' = stare al
sole per riscaldarsi; ine dà fàétidi el
éo = mi dà noia il sole; Vhà ciàpcut
tròpp éo = ha preso troppo sole.
2) so = occhio di sole, soie: di ra-
gazza di rara bellezza.
3) no gilè sàbet sénsa so = non c'è
sabato senza sole.
4) fa i ròbb àia liis del èo = far le
cose alla luce del sole ; in modo che
tutti lo vedano, le possano giudicare;
senza alcun sotterfugio.
5) mètegh i ràdis ài so = metter
le barbe al sole; d'una pianta che si
sradica.
6} quànd el éo el se vdlta indree,
àia màtina g'hèmm V acqua ài pee =
tempo rifatto di notte non vai tre pere
cotte.
7) sol che brùsa, che cceils = sole
che coce la carne sull'ossa.
8) ripara ci sol = far solecchio : di
cosa che para il sole, come la laj'ga
tesa del cappello e sim. i
9) àlida gid col éo = non potere ac- ■
cozzar la cena col desinare : sbarcare ;
appena il lunario ; quando i guadagni <
bastano appena alle necessità della vita. ]
10) à rebàton de éo. Vedi rebàtò».
11) vègh qiièicòés ài éo = aver terra .
al sole: aver qualche po' di terra, di
fondo.
12) ciàr come 'l so = chiaro come
la luce del sole, di cosa evidentissima.
so
— 769 —
soc
13) colp de so = insolazione, solata;
male iirodotto dall' esporsi troppo al sole.
14) àndà cóme lì nev ài éo = con-
sumare come neve al sole: rapidamente.
15) òii'og ti'la de ò'o. Vedi ogiàda, 3).
16) mèi al éo = assolare, soleggiare:
porre qualche cosa al sole perchè a-
sciughi.
17) veèegli irti éo = splendere il sole
smagliante.
18) sàvè de che pàrt leva 'l so = sa-
pere il fatto suo, il conto suo.
19) seàpà '/ so. Vedi scapa, 14).
20) ghe càia '/ éo qiiànd el gh'è nò
= gli manca il sole quando non c'è; di
chi ha tutto quel che gli bisogna, non
manca di ciò che si può avere.
21) eoi smòrt, sbiàvaa = solicello :
sole languido e mezzo coperto di nuvoli .
22) tiltt à so = assolato, soleggiato:
battuto dal sole.
23) de qiièl'tlcqua che no me bagna,
ne de qiièl §o che no me sedia me ne
importa on bèli nàgota = tant'è il mal
che non mi nuoce quanto è il ben che
non mi giova.
so, pron. = suo : pron. poss. di terza
pors. di lui, di lei. Al plur. éò = suoi;
el so pensér, coi éò pè, jjer i éò fra-
dèj, in di so fondi, ài éò ])àptl = il
suo pensiero, coi suoi piedi, per i suoi
fratelli, nei suoi fondi, al suo babbo.
1) vìv à éò moeud = vivere a modo
suo : come piace a ciascuno.
2) vèés sicùr del fati éò = essere si-
curi del fatto suo : di ciò che avviene,
della cosa fatta.
3) el so = il suo, il patrimonio.
4) rig. dà via del so = non farsi in-
salata che non vi sia della sua erba :
a chi insulta, e dice titoli ingiuriosi che
a lui starebbero bene.
5) vèés tiltt el so = è il suo pane ;
ò cosa che gli spetta e gli si attaglia
bone.
6) irotL 'l fàtt éò = trovare il fatto
silo; quel che si merita.
7) * éò = le sue : i)lur. femm. di
sua ; i éò éorèll = lo sue sorelle ; i éò
ìdèj = le sue idee ; i so nevodinn =
lo sue nipotino.
8) ne fa sémper dì so = no fa som-
iere delle sue ; l'è vuna di so = è una
delle sue : di azioni, fatti propri di
lui : che mostrano la sua indole.
9) Loro, di loro : spocialm, in forza
49
di sostantivo ; el éò = il loro, il pa-
trimonio, ciò che spetta ; i éò = i loro,
i parenti, ed anche : quelli del proprio
partito.
10) Come agg. i éò àbitudia = le loro
abitudini; i éò dànee = i loro danari.
sóa, pron. femm. = sua : femm. di suo ;
là sóa marna, là sóa cà, là sóa miee
= la sua mamma, la sua casa, la sua
moglie.
1) dì là sóa = dir la sua : quel che
pensa, il proprio giudizio.
2) sta sula sóa = star sulle sue : in
sussiego, senza dare o volere confidenza.
3) vègh el diàol déla eoa = aver fatto
patto col diavolo. Vedi diàol 5).
soàré, s. m. = serata, veglia. Dal frane.
soiree.
soàvitaa,* s. f. = soavità, dolcezza, pia-
cevolezza : l'essere soave.
sobàtidura, s. f. = contraccolpo, abbat-
timento : il dolore che si prova, lo
stato di abbattimento in cui si è dopo
una caduta, dopo un'operazione chi-
rurgica, dopo aver preso un rimedio
forte.
sobórgli, * s. m. = sobborgo : borgo
prossimo alla città, quasi sotto le mura.
sóca, s. f. = gonna, gonnella : veste o
abito da donna che dalla cintura giunj^
alle calcagna.
1 ) Sottana : veste che le donne por-
tano sopra la camicia o sotto la gon-
nella del vestito.
2) vèés cilsii àia sòca déla marna,
sta sémper ài sòcch déla marna = es-
ser cucito alla sottana della mamma,
stare attaccati alla sottana della mamma:
del figliolo che non si scosta mai dalla
mamma.
soci, s. m. = socio, camerata : compagno
di divertimenti, di spassi.
1) Socio, associato : compagno in una
azienda, in un negozio, in un com-
mercio.
societaa, s. f. = società : il vivere degli
uomini con certe leggi e patti e co-
stumi a loro imposti o da essi accettati.
1) Di commercio, industria e sim. :
compagnia di traffico, d' industria, di
interessi.
2) àndà in éoeietaa = andare in so-
cietà : in compagnia amichevole, in
conversazione di signori, distinta.
sociévol, agg. = socievole : che ama la
soc
— 770 —
sof
società, che ama di stare in comi^agnia
degli altri.
sòcio,* s. m. = socio. Vedi sòci. Usa
la t'orma nuova specialm, nel sigaifìcato
commerciale.
sòcol, s. m. = zoccolo, base, basamento :
la parte che sostiene un monumento,
una casa o si presenta a mo' di fascia
che si appoggia in terra. Anche quella
dipinta sulle pareti delle camere.
s6cor, s. m. pi. = zoccoli : pianelle di
legno : specie di calzatura che usa
molto fra gli operai e specie fra i con-
tadini.
socór, r. att. = soccorrere, aiutare : por-
gere soccorso altrui ; Ve ìidster doer
de èvcor el lyrdsim = è nostro dovere
di soccorrere il prossimo.
éocoràtt e socoree, s. m. = zoccolaio:
chi fa e vende zoccoli, pianelle di legno.
socórs, s. in. = soccorso, aiuto, sussidio.
soda, .';. f- *= soda : alcali minerale, os-
sido di sodio.
1) Bicarbonato di soda. Usa come
efficace rimedio per aiutare la dige-
stione, attivando le funzioni dello sto-
maco.
sodàss, V. rifl. = posarsi : farsi posato,
diventar serio, assestato ; de gidin Véra
on poo on èeorlàcoo, ina àdèéi- el ^-'è
Podaa = da giovine era un po' un dis-
sipato, ma ora si è posato.
sodèsa, s. f. = sodezza, compostezza,
modestia : serietà di carattere.
sodisfa, V. att. = sodisfare, appagare :
rendere pago, sodisfatto.
1) Pagare : dare altrui quel che deve
avere ; Vhà èodif:faa luti i éò creditór
= ha sodisfatto tutti i suoi creditori ;
àont chi à éodis-fà '/ me dèbit = son
qui a sodisfare il mio debito.
soilisfàcènt, agg. = sodisfacente, con-
veniente, ciicevole: in modo da con-
tentare.
sodisfàsiòn, s. f. sodi sfazione : il so-
disfare 0 il rimanere sodisfatto.
1) domanda^ vorè, dà èodisfàsion =
chiedere, volere, dare sodisfazione ; chie-
dere, volere, dare ammenda o ripara-
zione di un torto o di un'offesa fatta o
ricevuta.
2) dàgh i-odU-fàHòn à min = dare
sodisfazione a uno : adempiere con esso
al debito d'onore, comunom. battendosi
in duello.
sopisfàss, V. rifl. = sodisfarsi, appagarsi, I
scapricciarsi, saziarsi : rimanere pago,
contento.
sòdo, agg. = composto, grave, serio, mo-
desto: si)ecialm. di vestiti non appa-
riscenti.
soeu, pron. = suoi. Voce antiquata, ma
non ancor morta. Vedi so.
sceuj, s. m. = colatoio: vaso che, pieno
di cenere serve per il bucato.
SiBÙl, s. m. = pavimento: il piano o
suolo della stanza su cui si cammina.
1) Impiantito ; se il pavimento è fatto
con pianelle o mattoni posti di pianta.
2) éocùl d'ài'è = tavolato o assito in-
tavolato ; quello fatto di tavole connesse.
3) Sfosùl à ichèioeula, tila i^enei-ià)ia =
suolo a mosaico ; con figure di pietruzze
di diverso colore.
4) Sfsul de quadri/ = filare, filaretto
di mattoni ; ognuna di quelle linee di
mattoni colle quali si va ergendo un
muro.
5) Suolo, strato : il piano di una cosa
sopra l'altra, come frutta, mercanzie e
altro: se fa on soeul de per e vùn de brilgn
= si fa un suolo di pere e uno di susine.
soeùla, s. f. = suolo: nella scarpa la
parte di cuoio grosso e forte che tocca
la terra.
1) quhll che no rà in soeula va in
tatuerà = quel che non va nel suolo,
va nel tomaio, quello che non va nelle
maniche va nei gheroni, quel che non
va nel manico va nel canestro ; quando
va in una cosa la spesa risparmiata in
un'altra.
sofà, s. m. = sofà : ampio canapè ad uso
di sdraiarvisi.
sofegrà, v. att. = soffocare : sentirsi sof-
focare ; dicevi per il troppo caldo o per
mancanza d'aria, quando uno non re-
spira bene. Vedi sofogà.
1) Trans, soffocare : impedire il re-
spiro, uccidere togliendo il respiro.
2) Opprimere : aggravare, togliere il
respiro ; va via che te me koféghet = va !
mi soffochi !
3; Soverchiare, sopraffare ; vantag-
giare uno con la forza, l'ingegno, ecc.
Ed anche: umiliarlo con maggior lusso,
sfoggio e sim.
sofegràinént, s. m. = soffocamento : il
soffocare,, l' impedire il respiro.
sSfe^h, '»i m. = afa: quell'affanno che
per mancanza d'aria o soverchio caldo
- 771 -
sog
par che renda difficile la respirazione.
Vedi sòfog'h.
sofért, part. pass. = sofferto : da soffrire.
sofia, r. aft. = soffiare, Isella sola frase
i-ofià 'l nas = soffiare il naso, per pu-
lirselo.
so lìce, agg. = soffice: che cele, avalla;
morbido.
sofistica,* V. att, = sofisticare, fisicare,
cavillare : usar cavilli per criticare ogni
cosa ; voler ridire su tutto.
sof istich,* agg. = sofistico: di persona che
sofistica facilmente, che sopra tutto trova
a ridire.
sofità, V. atl. = impalcare, soffittare : fare
la soffitta a una casa, a una stanza.
sofitt, s. m. = soffitto: la parte d'ogni piano
di qualunque stanza che si vede al-
zando gli occhi e che per lo piiì na-
sconde il palco.
1) Solaio : tutto quanto forma il palco
e il soffitto.
2) Palco : il piano superiore o coper-
tura di una stanza che è a sopraccapo
a chi vi sta dentro, e sostiene il pavi-
mento delle stanze di sopra.
sòfocli, s. m. = afa : aria calda, soffo-
cante, che opprime : Dìo! che édfoeh,
stàéérd = Dio ! che afa, stassera.
sofogà, «'. aft. = affogare: negli stessi
significati di neg'à.
1) sofogà de ciàcer = affollare dì
chiacchiero, sopraffare di chiacchiere.
sofogaa, agg. = affogato.
1) vós éofogàda = voce affogata : cupa.
2) ctisa èofogMa = casa affogata:
senza luce e senz'aria.
3) Sopraffatto: Ve tròpp àofogaa in
di biìiinghitt = è troppo affogato dai
frónzoli.
sofrànèll, s. m. = fulminante, zolfino,
fiammifero. Tedi solfànèll.
sofrì, V. att. = soffrire, patire: soppor=
tare, provar qualche cosa di doloroso,
di violento : là éòfre di gran dolor de
Étdmegh = soffre di grandi dolori allo
stomaco.
1) Sopportare, tollerare : pòss minga
s-ofrì i floiu minga sineér = non posso
soff l'ire i ragazzi non sinceri.
sofribil,* agg. = soffribile, comportabile:
da potersi soffrire senza troppo dolore.
Usa per lo più preceduto da minga in
significato negativo.
sòfrich, .9. m. = zolfanello, fiammifero.
Vedi solfànèll.
sogrètàss, T. rifl. = assoggettarsi, sotto-
porsi: accettare le condizioni che ci ven-
gono imposte dalle persone o dalle con-
dizioni delle cose. Quasi un rassegnarsi.
sogètt, s. m. = soggetto: sottoposto.
1) àndà sogètt à... andare soggetto
a..., in specie a qualche male, infor-
tunio e sim.: esserci o andarci esposto
facilmente.
2) Uomo 0 persona rispetto alle suo
«[ualità morali, spocialm. in cattivo senso;
l'è on càtlv sogètt = è un cattivo sog-
getto.
3) T. gramm.; quella parte essenziale
della proposiz. di cui si dice, si affer-
ma, si enuncia qualche cosa col pre-
dicato.
sogìòrno, * s. m. = soggiorno: il luogo
dove uno soggiorna o può soggiornare
piacevolmente; Mendris l'è on gran bèli
éogiòrno = Mendrisio è un gran bel
soggiorno. In dialetto è modo nuovis-
simo, e si dice invece dai più: à Men- .
dris rè on gran bèli étàgh, on gran
bèli vìv.
sògn, s. m. = sonno: il dormire ; appa-
rente assopimento dell'attività animale.
1) sògn quièti = sonno bono, natu-
rale: non agitato.
2) Bisogno di dormire; tlla séra me
vén sògn prèsi = alla sera mi vien
sonno presto.
3) ciàpd. sògn = attaccare il sonno,
prender sonno, addormentarsi ; sta nòti
hoo mài poduil ciàpà sògn = questa
notte non ho mai potuto attaccar sonno.
4) sehiseiàgh, pieàgh on sògn = schiac-
ciare un sonno: fare una dormita.
5) fa, on sògn soli = far tutto un
sonno: dormire tutta la notte, senza
interruzione.
6) vèsé pién, mòri, ciocch de sògn,
eroda del sògn = esser pieno di sonno,
cascar dal sonno; non ne poter più per
il sonno.
7) pèrd el sògn = perdere il sonno:
non poter più dormire.
8) mètt sògn = assonnare, addor-
men!:are: specialm. di pers. o spettacoli
0 musica che annoiano.
9) on mestee de mori del sògti. Vedi
mestee, 8).
10) pària in éògn = parlare nel sonno:
dormendo.
11) torna à ciàptL sògn = rappiccare,
— 772 —
^<0l
ripigliare il sonno ; tornare a dormire
dopo un sonno interrotto.
12) romp el éògn = rompere il sonno;
svegliare di soprassalto.
13) dÈr, legèr de éògn = duro, leg-
gero di sonno : che diffìcilmente o fa-
cilmente si sveglia.
14) impàstaade èògn = fatto di sonno:
di chi ha sempre sonno, non farebbe
che dormire.
sògli, s. m. = sogno: immagine di i)er-
sone e di cose reali che si rÌ2)roducono
stranamente nell'animo durante il sonno;
hoo faa on éògn bèli come = ho fatto
un sogno bellissimo.
1) Fantasia, immaginazione vana,
irrealizzabile ; j)cr mi Ve on éògn là
càriéra épléndida de qilèll giòin = per
me è corno un sogno la carriera splen-
dida di quel giovino.
2; ntnca per éògn = neppure, nem-
men per sogno: dicesi per negai'e riso-
lutamente una cosa.
B) pcvrì on éògn = parerò un sogno:
non potersi persuadere di una cosa.
sogna, V. alt. = sognare : immaginarsi
ciò che si brama ; lu el éògna domù,
grandèés = egli sogna soltanto gran-
dezze; lu noi éògna che l éò fìoeu =
egli non sogna che suo figlio.
sognali, s. m. = soppiattone, acqua morta:
chi fa le cose di soppiatto. Vedi mor-
gnòn. Ormai s'ode poco.
sognètt, s. m, = sonnellino: piccola dor-
mita.
sòia 0 sòie mi 2 = che ne so io? io non
ne so nulla. Interrogazione impropria
negativa.
soìn, A', m. =ranniore: doglietto che ri-
ceve il ranno dal colatoio.
sòl, s. m. = sole. Tedi so.
sola, V. alt. = impalcare, pavimentare :
fare il palco, il pavimento.
1) Ammattonare: fare il pavimento
di mattoni o di pietra o d'altro.
2) éolà i écàrp = risolare, solettare
le scarpe: rifar loro il suolo.
solàdura, s. f. = solatura, risolatura:
l'azione del risolare le scarpe od anche
il nuovo suolo rimosso.
solàment, avv. = solamente, soltanto.
Usa ancora molto in sua vece <lonià.
soldi, s. m. = solco : qualunque fon-
ditura 0 fossa lasciata da checchessia
nel terreno o altrove.
1) Specie d'uccello. Vedi àstSrg.
sòld, s. m. = soldo: moneta di rame equi-
valente oggi a cinque centesimi di lira
e per il passato valeva meno.
1) vàri nànca on éòld = non valere
un soldo: valere poco, quasi che nulla.
2) ghe vaeìlr on éòld à cominciò, e
dès a finì = fa come la vecchia di Ve-
rona; se le dava un quattrino perchè
cantasse e due perchè restasse ; come
Meino che non voleva la pappa e mangiò
anche il mestolino ; ci vuol molto a
farlo incominciare, ma quando comincia
non la finisco più.
3) càia desnoeuv e mèés à fa vini
éòld = mancargli due e mezzo a far
tre, aver ben poco, aver quasi nulla.
4) l'Ila pàgaa tre lir e vintoti sòld
= l'ha pagato soldi e quattrini: quando
non si vuol dire il prezzo che s'è pa-
gata una merce.
5) paga lir, éòld e quàtrìn = pagare
fino al centesimo.
0) éòld = soldi, quattrini ; Ve vùn
che g'hà di éòld = è uno che ha dei
soldi, dei quattrini, che è ricco.
soldaa, s. m. = soldato : colui che è
ascritto alla milizia di terra e no riceve
il soldo, e comunem. quello che non
ha grado nella milizia.
1) àndà à éoldaa = andar via por
soldato: andare a fare il soldato.
2) Ordinanza : il soldato addetto al
servizio di un ufficiale ; l'ha màndaa
el éò éoldaa à toeii H liber = mandò il
suo soldato a prendere il libro.
soldàioefi, s. m. pi. = quattrini: poco da-
naro; el g'hè rieéii à mètes vìa quàter
éoldàifvil = è riuscito a mettere in serbo
un po' di quattrini.
soldàràsc, s. m. = soldataccio: spreg. di
soldato.
sòldo, s. m. = soldo, stipendio : spe-
cialm. quello degli impiegati pubblici;
el éòldo che ' l goèrno el ghe dà ài prò-
feéòr Ve àdritura vergognòs = il soldo
che il governo dà ai professori e addi-
rittura vergognoso.
solecità,* V. att. = sollecitare: spingere,
stimolare alcuno a far presto una cosa.
1) Di cosa: sbrigarla, farla sbrigai'e.
2) Far presto, prima del solito ; so-
lecità el disnti., perchè glioo de àndà
via = sollecita il desinare, perchè devo
partire.
solène, agg. = solenne: splendido, gran-
dioso, magnifico.
sol
— 773
sol
1) Forte, grande; l'ha ciàpaa dna
sbòrnia éolène = prese una sbornia so-
lenne.
solènitaa, s. f. = solennità : giorno di
festa solenne; el mètt éu i gicànt doma
in di solcnitaa = non metto i guanti
che nelle solennità.
1) Modo solenne di fare qualche cosa
di importante ; l'ha ricevuu coni òna
solènitaa che 'l pareva on diplomàtich
= l'ha ricevuto con una solennità che
pareva un diplomatico.
2) Sollione, stellone: calore grandis-
simo''di sole, il gran sole d'ostate; coni
sta solènitaa Ve imposìbil moeuves de
m = con questo stellone è impossibile
muoversi di casa.
solèta, s. f. = soletta, scappino, pedule:
la parto della calza che copre la punta
0 la pianta del piede e per lo pivi si
rimette.
soletìcà,* V. att. = aleccorniro, allettare,
solleticare: far venire voglia, eccitare i
desideri.
solètt, agg. = soletto : usasi per rinfor-
zare soli, = solo ; Véra à èpàsà soll^
solètt = era a passeggio solo, soletto.
soler, s. m. = sollievo: il riaversi, il sen-
tirsi riavuto moralmente e fisicamente.
soleva, V. att. = sollevare: alzare, ele-
vare da terra energicamente; el soleva
de qiiìj pés che H par incredìbil = sol-
leva certi pesi che paro incredibile.
1) Ricreare: rialzare l'animo, far ria-
vere; eont sta notìsia te me solévet
prdpi de bòn = con questa notizia mi
sollevi davvero.
2) Aizzare, instigare, sobillare : sti-
molare a far qualche cosa non buona,
0 specialm. a ribellarsi.
solfànelàtt, s. m. = zolfanellaio, fiam-
miferaio: chi fa e vende zolfanelli.
solfàuèll,* s. m. = zolfanello, fiammifero,
fulminante: stecchino di legno con mi-
stura di fosforo per accendere i lumi e
il fuoco.
1) che solfànèll che te see = come ti
bolle il pentolino presto: di chi monta
facilmente in collera.
solfèg', s. m. = solfeggio. T. music:
specie d'aria senza parole.
éolfeg'ià, V. att. = solfeggiare: esercitarsi
nel solfeggio.
.solfo,* s. m. = solfo, zolfo: minerale giallo,
friabile, infiammabilissimo.
solfora, * V. att. = solforare : dare a una
cosa lo zolfo, come alla vite, ai fiori, ecc.
perchè guariscano da certe malattie pa-
rassitarie.
solfdricli, * agg. = solforico : aggettivo
di un acido liquido risultante dallo zolfo
e l'ossigeno: veleno violento.
sóli, agg. = liscio, levigato: di corpo che
non presenta alcuna asperità al tatto.
solià, V. att. ^ lisciare, levigare: rendere
liscio, togliere ogni asperità dalla su-
perficie di un còrpo.
solid, agg. = solido: saldo, sodo, forte,
resistente; Ve dita scàia éòlida = è una
scala solida.
solidàl, agg. = solidale : che è obbligato
in solido cioè insieme cogli altri.
solìdàrietaa, * s. f. = solidarietà: l'es-
sere solidale o solidario.
soliditaa, s. f. = solidità: fermezza,
stabilità; in cèrti ròbb bisogna minga
guarda là bèlèsa, bisogna guarda là
soliditaa = in certe cose non si deve
badare alla bellezza, ma alla solidità.
solilòqui,* s. m. = soliloquio: il parlare
da se solo, quasi tra se e se, ma a
voce alta.
solìn, s. m. = squadrino : l'operaio che
squadra le pianelle, connette insieme
l'ammattonato del pavimento.
solit, agg. = solito : usato, consueto, abi-
tuale; se dìsna à Vora sòlita = si de-
sina all'ora solita; el glia sii el éò àd-
lit càpèll = ha il suo solito cappello;
Ve là mia pàsegitida sòlita = è la mia
passeggiata solita, abituale.
1) s. m. Ciò che è solito essere, ac-
cadere, e riferito a persona : costume,
abitudine; Ve 'l so sòlit = è il suo so-
lito, è suo costume ; còntra '/ sòlit =
contro il solito: di ciò che accado fuori
del consueto.
2) de sòlit = abitualmente, secondo
l'abitudine.
3) éegond el éòlit = secondo il so-
lito, al solito: come per sempre, come
usualmente; Ve on pater e on'àve ée-
gond el sòlit = la va là secondo il so-
lito: di condizioni che non mutano mai.
sòlitàmènt, * avv. = solitamente: di so-
lito, abitualmente: éòlitàmént ài eìnqu
or Ve in gàleria = solitamente alle ore
cinque è in galleria.
solitàri, s. m. = solitario, romito: che
vive lontano dal mondo, appartato dalla
gente, per indole o per devozione.
sol
— 774 —
1) solitàri = pazienza : sorta di giuoco
colle carta che si fa da una persona sola,
solitàri, agg. = solitario: di luogo non
frequentato da gente, lontano dall'abi-
tato; el me piàs perché l'è on giàrdin
solitàri = mi piace, perchè è un giar-
dino solitario.
1) ■vènnen solitàri = tenia : specie di
verme intestinale.
2) pàsera solitària = passera soli-
taria: uccello selvatico che fa il nido
sui monti.
solitèr, s. m. = solitario : un brillante
solo, piuttosto grosso. Dal francese so-
litair.
1) Pazienza. Vedi solitàri, s. m. 1).
solitudin, s. f. = solitudine: luogo dove
non frequenta la gente, deserto: ed an-
che lo stato di chi vive solitario ; là
solitudin riià faa diventa sàlvàdegh =
la solitudine l'ha reso salvatico.
haW^agg. =solo: senza compagnia, senza
altri 0 senz'altro; Ve àndaa foeùra soli
= ò uscito solo; mi glioo on fioeu eoli
= io ho un figlio solo.
1) 7nej soli che mài compàgnaa =
meglio soli che male accompagnati :
prov. noto e chiaro.
2) .5. m. el papà l'è 'l soli che se
séta in poltrona = il babbo è il solo
che sieda in poltrona ; là miee l'è là
sola che pdda otegnl quèicòés = la mo-
glie è la sola che possa ottener qual-
che cosa.
3) on à soli = un solo, un a solo.
T. music, la parte che non si canta o
che non si suona che da uno solo.
sóli, s. m. = sol: nota musicale.
solubil, * agg. = solubile: che si può scio-
gliere, che è facile a sciogliersi.
soliisiòu, s. f. = soluzione : scioglimento
di parti.
1) Di un problema: risolverlo.
solvìbil, * agg. = solvibile: che può pa-
gare i debiti che contrae ; dàgh piir
anca là botéga; l'è óna persóna sol-
vìbil = dagli pure anche la bottega, è
persona solvibile.
sòma, s. f. = somma, addizione: la prima
operazione fondamentale dell' arimme-
tica ; l'è nànca bon de fa là éòma =
non è capace neppure di far la somma.
1) Quantità di danari ; l' ha doviiii
paga dna éòma minga de pòcch = ha
dovuto pagare una somma non da poco.
soma, V. ait. = sommare: faro la somma,
raccogliere sommando.
somàr, s. m. = somaro, giumento: asino
da soma.
1) Di pers. ignorante, stupida: detto
per ingiuria.
somari, s. m. = sommario: sunto, com-
pendio: breve ristretto di vasta materia.
somàriàmènt, avv. = sommariamente :
in sunto, in compendio.
somàss, V. rifl. = scemare: detto dello
botti, quando il vino scema.
somee, s. m. = somiere, trave. T. dei
fabbri.
somèià, V- alt. = somigliaro, assomigliare,
rassomigliare: essere simile; tùli dìsen
che 'l me fioeti el me éomèia = tutti di-
cono che mio figlio mi somiglia.
1) fa éomèià bon = far parer buono;
far che uno trovi buono.
someuà, v. att. = seminare. Vedi semina.
1) mi g'hoo 'Ibon tenip e ti tei so-
menet = io ho il buon tempo e tu lo
godi: a chi rimprovera gli altri di stare
in ozio mentre osso non lavora punto.
somenéri, s. m. = seminagione, semi-
natura, sementa: l'operazione del se-
minare e il terreno seminato.
èomènàbontèmp, s. m. = buontempone,
sfaccendato: scioi>erato, che non ha da
far nulla.
so mènsa, s. f. = semenza, seme, se-
menta. Vedi seménsa.
1) àmia in àomcnàa = semenzire, far
seme; di frutto che non son più bone
a mangiarsi perchè troppo maturo, co-
minciano a scoprire il seme.
somensàtt, s. m. = venditor di semenze.
somes, s. m. = pollice, somniesso : la
misura del pugno chiuso col dito grosso
alzato.
sométa, s. f = sommetta, sommarella:
dim. di somma.
somilià, * V. att. = somigliare. Vedi
someià.
somiliànsa,* s. f. = somiglianza: il so
migliare, così di persone come di cose;
l'era tanta là somiliànsa che Se Stati-
tàva à distingu r&n de l'alter = eri
tanta la somiglianza che si faticava
distinguere l'uno dall'altro.
sòmm, agg. = scemo : di botto che è ca-
lata, 0 fatta calare, o non empita.
sòn, s. VI. = suono : vibrazioni che
percossa d'uno o più corpi manda
nostro orecchio ; el sòn del campani
SOll
- 775 —
sop
= il suoQO del campanello ; el éon del
erìMàll = il suono del cristallo.
sona, V. att. = sonare, suonare : rendere,
mandar suono, far che un oggetto suoni.
1) sont, assol. = sonare : dicesi del
campanello di case e delle campane ;
ìian sonaa, m à clervl = hanno so-
nato, va ad aprire ; han giamo sonaa
meéa ? = han già sonato la messa ?
2) àonà 'l tàmbòr = sonare, battere
il tamburo : dar segnali col taniburo.
3) Dell'orologio ; ionà i òr, i mè-
sor, i qitàrt = sonare, battere le ore,
le mezz'ore, i quarti. E intrans, assol. ;
sona i noRuv, i vùnde3 = suonano le
nove, le undici.
4) come éònen bisogna baiti = biso-
gna ballare secondo il suono, tal la
sonata, tal la ballata. Per noi ha due
significati : agire secondo la ricompensa,
e agire secondo impongono lo persone
0 le condizioni di tempo e di luogo.
5) iont àia gronda = sonare a dop-
pio, alla distesa : di campane.
6) éonà de erèpp = sonare a fosso,
crocchiare. Vedi crèpp, 1;», 2).
7) sona i orìiCG = fischiare gli orec-
chi: di un ronzio speciale dell'orecchio
che par di sentirci un fischio. Noi di-
ciamo per celia che sona i orèce^ quando
alcuno parla di noi.
8) Frecciare, ingannare, giuntare,
danneggiare : anche quasi rubare ; V è
fàlii e ' l m' ha s-onaa in mila frànch =
falli e mi danneggiò in mille franchi ;
el g'hà daa afra ài so eiàeer e Hi V ha
sonaa d'ineàtit e meràvllia = gli diede
retta alle sue chiacchiere ed egli 1' ha
ingannato d' incanto e meraviglia.
9) sonàghi à vùn = picchiarlo.
sonaa, agg. = sonato : specialm. degli
anni compiuti; el g'hà trenfànn sonaa =
ha trent'anni sonati.
sonada, s. f. = sonata : il sonare, con
una certa lunghezza e forza ; tila se-
gònda sonàda dèla campana se va à
disntt = alla seconda sonata della cam-
pana si va a desinare.
1) Giunteria, inganno, danno ; che
sonhda che Vhà eiàpaa ! = che giun-
teria gli han fatto !
2) Trecciata: l'azione compiuta del
frecciare, cioè levar di sotto i danari a
qualcuno per inganno; el m'ha daa dna
sonàda de cent lir éto bàlòés = mi ha
dato una frecciata di cento lire quel
birbante.
souàilòr, s. m. = suonatore, sonatore :
colui che suona.
1) bòna nòti ài sonàdòr = bona notte :
nella fine d'un racconto, dopo aver
detto come la cosa fini ; hin rivaa à
casa contént e bòna nòti ài sonculòr =
arrivarono a casa contenti e bona notte
ai sonatori. Vedi nòtt, 6).
2) sonàdòr de cèmbol = pianista :
suonatore di piano-forti per professione.
sonàj, s. m. = sonaglio, bubbolo : pic-
coli campanelli che si attaccano ai fi-
nimenti dei cavalli. Vedi ciochìn.
1) sonàj = sonagli : diconsi anche lo
bollicene che fa l'acqua piovana ca-
dendo sulle lastre delle strade. In que-
sto senso non è però voce di largo uso.
sonàmbol, * s. m. = sonnambulo, son-
nambolo : chi dormendo fa, inconsa-
pevole, atti di persona sveglia.
1) Ut sonàmbola = la sonnambula,
la magnetizzata : donna- cui il volgo
crede magnetizzata e capace di indo-
vinare il futuro, di vedere nell'interno
del corpo, e quindi tiene in conto di
profetessa e di medichessa.
sonèll , s. m. = zufolo, sufolo. Vedi
sìfol.
sonerìa, s. f. = suoneria : meccanismo
dell'oriolo che suona le ore.
sonètt, s. m. = sonetto : breve poesia di
14 versi endecasillabi divisa in due
quartino e due terzine ; i sonètt del
Renàto Fucini se legen purànca vo-
lente r a = i sonetti di Renato Fucini si
leggono pur volentieri.
sonflà. Vedi sofia.
sònsg'ia, .«. f. = sugna. Vedi sciònsgia.
sonsg'ìu, s. m. = cicerbita, grispignolo.
Vedi scionsgrìn.
sònso,* (àndà à) v. att. = andare a zonzo,
girandolare, star girandoloni : girel-
lando qua e là a spasso, senza scopo
e più del bisogno.
sontuòs, agg. = sontuoso : di grande
spesa, di gran lusso.
sopà, V. att. = azzoppire : far diventar
zoppo; Ve minga bòn de gilidà e Vhà
sopaa H cavali = non è bone di gui-
dare ed ha azzoppito il cavallo.
1) sopàss = azzoppire, intrans. ; pòera
bastia el s'è èopaa ! = povera bestia,
si è azzoppito !
sopedàni, s. m. = suppedaneo, posa
sop
776 -
sor
piedi : panchettino per i piedi. Noi
l'usiamo anche ad indicare il tappeto
che si stende nella corsia del lotto, per
posarvi i piedi quando ci si alza.
sopèta, (àndà à) v. att. = andare a
pie zoppo : tenendo, o per giuoco o
per bisogno, un piede levato, che non
appoggia in terra. Si dice anche sopìu
sopèta.
fciopigna; V. att. = zoppicare : andar zoppo;
l'è óìia bela tosèta, ma là sojìigna on
poo tròpp = è una bella ragazza, ma
zoppica un po' troppo.
sopii,* agg. = sopito, assopito. Vedi àsopii.
sopinn, (vicofll) s. f. pi. = violo mam-
mole : specie di viole gentilissimo o
odorosissime.
sopiss,* V. rifl. = sopirsi, assopirsi. Vedi
àsopiss.
sopori a, V. att. = sopportare, tollerare,
patire : sentire, prendere con sofferenza;
Vh on mài che pòès pròpi pu soportà
= è un male che non posso proprio
più sopportare, tollerare.
Soporlàbil,* agg, = sopportabile : che
può essere sopportato ; fina che ' l dura
insci, l'è ànmd on dolor soporttibil =
fin clie dura così, è ancora un doloro
sopportabile.
sòpp, agg. = zoppo : chi ha un piede o
tutt'o due storpi o malati, sicché non
può camminare naturalmente bene.
1) Di oggetti che abbian le gambe
come tavole, sedie, letti, ecc., quando
una delle gambe non lo regge.
sopràbit, * s. m. = soprabito leggero,
cappa : il leggero soprabito che si metto
in primavera e autunno. Vedi paltò, 1).
èopràcìli,* s. m. = sopracciglio : i due
archi di pelo che sono sopra gli occhi.
sopràfìn,* agg. = sopraffino : più che
fino, finissimo ; di qualità eccellente.
sopràn, s. m. = soprano. T. mus. : la
voce più alta della musica ; àdèés cèrti
^■oprdn còme gh'éra dna volta se sén-
ten pii = ora certi soprani come c'erano
una volta non s'odono più.
sopràDàtiiràl,* agg. = sopi-annaturale :
che è sopra la natura, che opera senza
apparentemente obbedire alle leggi della
natura.
éoprèsa, s. f. = soppressa, pressa, stret-
toio. Strumenti che adopera il legatore
di libri per stringere le mani battute
dei fogli per raffilarli, dorarli, tingerli.
tagliarli, ecc. Si dice
de streng.
anche soprésa
sopresa, v. att. = sopressare : compri-
mere fra due assi con pesi o jnacchina
per dar la pressa.
1) Stirare : passare il ferro caldo
sulla biancheria perchè si distenda bene
e perda ogni grinzn,
2) sopresà d'àmid = dar la salda :
stirare biancheria che sia stata prima
immollata noli' acqua d' amido, nella
salda.
3) sopresà i spali = sonare, picchiare :
ripassare le spalle, dar busse sulle spalle.
sopresàda, s. f. = stirata: l'atto com-
piuto dello stirare.
1) Soprassata, sopressata: specie di
salame fatto colla testa, i muscoli, lo
zampe e le cotenne del maiale.
2) Tambussata, bastonatui'a.
soprèsàdòra, s. f. = stiratrice, stiratora :
donna che stira per mestiere. Qualche
volta anche insaldatora.
soprèss, (fèr de) = s. m. = ferro da
stirare : quello che ben scaldato, s'im-
pugna colla pugnetta e si passa sulla
biancheria per stirarla.
soprimm, «?. att. = sopprimere : annul-
lare, toglier di mezzo con forza legale
0 violenza.
àoprinteudént,* s. m. = soprintendente :
che soprintende e quasi per antono-
masia di assessore municipale che so-
printende alle scuole del comune.
sòr, agg. = boffice, soffice: di lana, co-
tone e alti-i corpi molto leggeri che a
comprimerli perdono gran parte del
loro volume.
1) Di pane, pasta che sia ben lie-
vitata e acquisti tali qualità.
sòra, prop. = sopra, sovra : prep. di
luogo che indica l'essere di una cosa
relativamente a quello che la sostiene
0 è inferiore ; Bee l'è sor a Intra., San
Salvador l'è sòra Erba = Bee è sopra
Intra, San Salvatore è sopra Erba ;
sòra là gè sa g'han miss el pàràfUlmin
= sopra la chiesa hanno messo il pa-
lafulmine ; han metiiil òna casa sòra
l'altra per fa on poo de jwst = hanno
messo una cassa sopra l'altra per faro
un po' di spazio.
1) sòra tiitt = soprattutto, sopra ogni
altra cosa.
2) boria sòra qHèidUn o qiìèicòés =
1
sor
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sor
cascare sopra qualcuno, o qualcosa :
cascare addosso,
3) t'èsé èóra quèidùn = essere, star
sopra a qualcuno : essere superiore di
grado ; sòra de lu gh'è el càpp divi-
sìon = sopra lui c'è il capo divisione.
4) vèès sòra = soprintendere ; idra
i ì'còl déla proìneia gh'è 'l proeditòr
= sopra le scuole della provincia c'è
il provveditore.
5) fa etint sora quèidìln o qilèieòéè =
fare disegno, assegnamento sopra una
persona o una cosa : calcolarci, contarci.
6) vèsegh minga sora = non averci
il pensiero: non ci si racapezzare.
7) pàéàgh sora = compatire, sorpas-
sare; non farci caso, non darci impor-
tanza.
8) Tema, materia di ragionamento,
di studio ; Ve on discorè éòra i con-
diHotìj^i emigrànt = è un discorso
sopra Te condizioni degli emigranti.
9) de sòra de = al di sopra di ; de
éora de nùn gh'è 'l ciél = al di sopra
di noi c'è il cielo.
10) el de Sora = il di sopra : la parte
di sopra.
11) de éora = di sopra : nei piani su-
periori ; contrario a de bàé$^= dabbasso.
sera, V. att. = sfiatare, svaporare : la-
sciar che l'aria sfugga per qualche foro
0 fessura.
1) Raffreddarsi ; intani che éòra là
mineétra ghe doo on' ogiàda ài gior-
nàl = intanto che la minestra si raf-
fredda, dò un'occhiata al giornale.
2) Asolare, esilararsi ; voo fmicra à
éorà on momentìn jjerehd éont locch
= esco ad asolare un istante, perchè
son balordo. Diciamo anche in questo
senso éorà i vere.
3) làét éorà '/ lèti = abbalinare il
letto : perchè asoli, e le materasse si
rinfreschino.
soràcàsa, s. f. = sopracassa: degli orologi.
soràcòll, s. m. = reggipetto, sopraspalla:
parto del finimento dei cavalli.
soràdènt, s. m. = sopraddente : dente
che spunta sopra un altro ; ghe ven
fmura quìj diiii éoràdént che étan mal
come = le sporgono quei due soprad-
denti che stanno malissimo.
soràdór, s. m. = asolo, sfiatatoio, sfo-
gatoio : fori, solchi, canali per cui
l'aria sfiati liberamente. Ne hanno le
cantine per mantenersi fresche, e gli
apparecchi dei fonditori, degli orefici,
perchè la fusione del metallo riesca a
dovere.
soràèrba, s. m. = copertoio, erpicatolo :
sorta di reto.
soràmàDicli, s. m. = Diciamo noi per
colia con questo nome chi suona un
istrumonto a manico, come il violon-
cello, il contrabasso e sim.
soràm.VròsS) s. m. = soprammercato :
quel che talvolta si dà per soprappiù,
oltre al dovuto, nelle vendite.
sorànòmm, s. m. = soprannome ; nome
aggiunto al proprio e al casato, per
vezzo, usanza, scherzo, scherno, satira ;
per lo pili ricavandolo da qualità fi-
siche 0 morali ; el Barbistn, el Bion-
din, el Bàslèta = il Baffino, il Bion-
dino, il Bazza. Molti poi dei sopran-
nomi nostri sono intraducibili ; el Pi-
éàgxigg, el Tègna, el Pàciàsàéé, el
Bàrbàpedàna, ecc. ecc.
sorànumer, s. m. = soprannumerario:
fuori del numero stabilito.
soràòss, s. ni. = soprosso : osso ingros-
sato per malattia o cattiva rimettitura.
soràpeusèr, (vèss) = essere soprappen-
siero, impensierito.
soràptì, s. m. = soprappiù : il di più ;
de soràpÈ = di, per soprappiù.
soràschèna, s. m. = sopraschiena, reg-
gitirelle : uno dei finimenti del cavallo.
soràscrìta, s. f. = soprascritta, indirizzo :
su lettere e sim.
soràstànt, s. ni. = soprastante, sopro-
mini : chi assiste, invigila uomini che
lavorano. Anche : capofabbrica. Vedi
càpfàbrica.
soràtutt, avv. = soprattutto : principal-
mente, specialmente, anzitutto.
soràvèsta, s. f. = sopravveste, soprav-
vesta : veste che si porta sopra.
sorbètee, s. m. = sorbettiere, diacciatine :
chi vende qua e là gelati, acque ce-
drate, ecc.
sorbètéra, s. f. = sorbettiera: vaso dove
si fa i sorbetti ed anche la quantità di
sorbetto che vi si contiene.
sorbètt, s. m. = sorbetto, gelato: sughi
di frutta, panna e sim. congelati con
zucchero e aromi e servito in bicchierini
0 piattini.
1) sorbètt misi = arlecchino : perchè
ha più colori come il vestito di questa
maschera.
2) Accidente spiacevole, negozio : gh'è
sor
— nb —
fiàpitaa on bèli è-orbèti, poer diàol!
l'ha perdiiii el borsìn coni dénter quà-
tercént lir = gli è capitato un bel ne-
gozio, poveretto ! ha perduto il borsel-
lino con dentro quattrocento lire.
3) sorbètt e sorbettn de campagna =
= zuccherini: specie di dolci che si squa-
gliano in bocca e vi lasciano l'impres-
sione come del fresco.
4) éorbètt de V tlngia =. sorbetto;
quello venduto qua e là per le vie dai
sorbettieri.
5) Fig.; Ve on'^Èria, on'tieqiia che l'è
on sorbètt = è un'aria, un'acqua fresca
comò un sorbetto.
sorbì, * ^'. att. = sorbire, assorbire : l'im-
beversi che fa un corpo poroso messo
in un liquido.
1) Sorbire, prendere, ingoiare : detto
di liquidi 0 di cose quasi liquide ; sorso
a sorso, per gustarne meglio il sapore.
sord, agg. = sordo, privo dell'udito, od
anche di chi, senz' esserne privo del
tutto, ci sente poco.
1) Urna éòrda = lima sorda, che
opera senza rumore ; quindi per sim. di
dolori che rodono 1' anima a poco a
poco, di spose che consumano a poco
a poco l'intero patrimonio.
2) diventa sord = assordire, divenir
sordo.
3) te see éord? = sei sordo? Chie-
diamo con qu.alche risentimento a chi
non risponde alle nostre domande.
sordina, s. f. = sordino : sor. a di ra-
strellino per sonar più dolcemente il
violino e la viola.
1) Ma éordina = alla sordina : di
soppiatto, di nascosto, alla chetichella.
sordità», * s. f. = sordità: l'essere sordo,
il difetto d'essere sordo.
soree, s. m. = palco morto, solaio: pic-
colo ricetto nella parte più alta di una
stanza ; ripostiglio fra piano e piano di
una casa, e per lo più fra il tetto e
l'ultimo piano; i èoree hin àéniper
còmod = i palchi morti fan sempre
comodo.
sorèla, s. f. = sorella : femmina nata
dagli stossi genitori, o da uno dei due.
1) dò èorèìl in d' òna cà, gh'è 'l didol
e noi se sa. È proverbio correlativo al-
l'altro; amor de fràdèj, amor de cortei,
e significa che anche tra sorelle spesso
non regna buona e amorevole pace.
2) Fig., compagna, simile ; oh ! che
bela scàtola! - g'hoo à cà mi là eòa
éurèla = oh ! che bella scatola ! - ho a
casa io la sua sorella, la sua compagna.
sorèlàstra, s. f. = sorellastra, sorella
nata da altro padre o da altra madre.
sorg, V. att. = sorgere, scaturire, uscir
fuori, derivare, nascere; V acqua che
sorg dal fontànin = l'acqua che sorge
dalla fontànin a.
sorgrènt, s. f. = sorgente : acqua che
sorge dal terreno, specialm. dal sasso.
1) Per estens. tutto ciò che è causa
di qualche cosa ; * àpàlt di ferovlj hin
ètaa là sorgént de la eòa richeéa = gli
appalti delle strade di ferro furono la
sorgente delle sue riccLezze.
sorgrìva,* agg. = sorgiva : di acqua di sor-
gente.
sorìàn, agg. = soriano : d'una specie di
gatti bigi con striscie nere.
soriana, agg. = vaccina: della carne di
vacca macellata.
sorid,* V. att. = sorridere: ridere un poco,
d'affetto, di dolore, d'ironia; quànd là
sorid Ve pilrànea bela = quando sor-
ride è pur bella.
1) Arridere, favorire, essere propizio :
là fortuna là ghe sorìd = la fortuna
gli sorride, gli arride.
sorimpòsta, s. f. = sovrimposta: imposta
aggiunta a un'altra.
sorinténd, v. att. = soprintendere, sor-
vegliare ; curare che altri faccia come
deve il proprio lavoro.
soricsula, (in) am. = in gonna, discinto;
vestito con molta libertà per godere un
po' di fresco.
sorìso, * s. m. = sorriso : il sorridere ;
Ve minga bela, ma là g'hà on sortso
dols come = non è bella, ma ha un
sorriso dolcissimo.
sormonta, v. att. = sormontare : mon-
tare sorpassando, specialmente di ve-
stiti.
sornión, * s. m. = sornione, soppiat-
tone, fintone. Vedi morgnòn.
sorpàsà, V. att. = sorpassare, sopravan-
zare : tanto nel significato materiale,
quanto nel morale.
sorprènd, v. att. = sorprendere : pren-
dere all' improvviso su un fatto ; là
marna Vhà sorprès intànta che Véra
àdree à toeu sii 'l sùcher = la mamma
lo ha sorpreso mentre stava pigliando
lo zucchero.
1) Cagionar meraviglia: Ve Òna no-
sor
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SOS
tuia che me èorprcnd, perchè l'hoo
séììiper erediiU on gàUmtòmm = è una
notizia cho mi sorprende perchè l'ho
sempre creduto un galantuomo.
sorpreudèut, agg. = sorprendente : elio
cagiona sorpresa, ammirazione.
soi'près, agg. = sorpreso, maravigliato,
stupito.
sorprèsa, s. f. = sorpresa ; fàgh à vun
dna, èorprésa = fare ad uno una sor-
presa ; faro una visita inaspettata ; fargli
un regalo o altro di grato e inaspettato.
Voce nuova: diciamo ancora molto e
più volentieri : fa on'iniprovisàda.
sors, s. m. = sorso, sorsata : quel tanto
che si beve d'un tratto senza riprender
fiato, ed anche poca quantità, un po-
chino. A^edi gott.
1) à sors, à àors = a sorsi ; un poco
alla volta, un sorso dopo l'altro.
sorsà,* v. att. = sorsare, sorseggiare, cen-
tellare, centellinare: bere a sorsi, a
sorsate.
sorsàda,* s. f. = sorsata, gorgata : quel
tanto di liquido che si manda giù in
una volta.
sòrt, s. f. = sorto, fortuna, destino, com-
binazione : per bQna éòrt, gh'è scàmpaa
on pèM' pàder e tnàder = per buona
sorte, gli camparono merito tempo il
padre o la madre.
1) i sdrt hin dò = o guasto, o fatto ;
la fortuna è doppia; i casi possono es-
sere favorevoli o no.
2) tirù, sii à sòrt = tirare, estrarre a
sorte ; eleggere, scegliere per mezzo di
polizze, numeri, secondo il caso, la
fortuna.
sòrt, s. f. = sorta, sorto, qualità, specie:
ne fa on poo de luti i sòrt = no fa
un po' di tutte le sorta ; de eàpèj ghe
n'è de tanti èòrt = cappelli ce n'è di
molte sorta ; gh'è ógni sòrt de fritta =
c'è ogni sorta di frutta.
1) Assortimento : una partita di cacio.
T. dei cascinai, o negozianti di for-
maggio ; in del formàgg là bàtt de
vèss fortànaa in là sòrt = nel cacio
dipende dall'essere fortunati nella sorto.
sórta, .9. f. = sorte, caso. Nella frase ;
se sorta vèn = se la sorto vuole, se si
dà il caso.
sortègr,* s. m. = sorteggio: l'operazione
del tirare a sorte.
sorti, V. att. = sortire, uscire: andar
fuori e uscir dall'uma, da casa, ecc.
1) Di sformati : riuscir bene, colla
debita forma.
sortida, s. f. = scappata: di parole, di
frasi, argomenti ; el glia di éortid
che 7 tira bòtt lontàn on mia = ha
certe scappate cho tira le busso un
miglio lontano; el g'hà de qiiìj sortld
qiièl fimil che l'è roba de mangiali de
bàsitt = ha di quello scappate quel ra-
gazzo che è da mangiarvelo a baci.
sorto, s. m. = vestito, abito : la parte
del vestito che copre la persona di
fuori. Dal francese surtout.
sorvelià, v. att = sorvegliare, invigi-
lare, soprastare. Tener gli ocelli addosso
a persona o cosa, per vedere quel cho
ne avviene o perchè male non avvenga.
sorveliànsa, s. f. = sorveglianza, vigi-
lanza: il vigilare, l'invigilare.
sorveliànt, s. m. = sorvegliante, so-
prastante, assistente : guardiano, cu-
stode: chi invigila qualche lavoro.
1) Specialmente il vigile urbano, la
guardia urbana.
sorvola,* v. att. = sorvolare, passare sopra
una difficoltà o altro senza fermarsi,
senza prestarvi troppa attenzione ; Vii
mèj sorvola sii cèrti àrgomént = è
meglio sorvolare su certi argomenti.
sosènn, s. m. = assai, molto : luti i pòcch
fan on àoéènn = molti pochi fanno
l'assai ; molte piccole quantità mésse in-
sieme no fanno una grande.
1) sosènn avv. = a dovizia, iù abbon-
danza.
sospéud, V. att. = sospendere : interrom-
pere, lasciare a mezzo un lavoro o ches-
sisia.
1) D' impiegati, pubblici ufficiali o
sim. ; allontanarli temporaneamente dal-
l'ufficio loro; e di scolari, allontanarli
dallo lezioni.
sospensiòn, s. f. sospensione : il sospen-
dere 0 l'essere sospesi.
sospensiva, s. f. = sospensiva : atto cho
sospende, che interrompe un'oporaziono,
una deliberazione.
sospés, agg. = sospeso : da sospendere ;
interrotto, allontanato dall'ufficio, dalla
scuola, ecc.
1) vèss éospés = pendere : essere o
star sospeso, appiccato in alto a fune o
ad altro che sostenga.
2) viv éèmper sospés = stare corno
l'uccello sulla frasca; in una vita in-
certa 0 penosa.
SOS
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sot
3) tegnì -in èoépés = tenere ia so-
speso: quando si aspetta a decidere de-
finitivameato una cosa.
sospètà, V. att. = sospettai'e : aver so-
spetto, avere in sospetto, in dubbio :
diffidare.
1) Credere, supporre cosa che non ci
garbi.
sospètós, agg. = sospettoso: che ha, che
vive in sospetto.
sospètt, s. VI. = sospetto : opinione dub-
bia, paurosa di o su persona o cosa.
1) chi è in di fèti è in sospètt = chi
è in difetto è in sospetto ; chi fa malo
è sempre in timore di essere scoperto
e incorrere nel castigo.
2) dà sospètt = dar sospetto, far -so-
sospettare.
3) peréona éospèta = persona so-
spetta: della quale si diffida.
SOSpir, s. m. = sospiro: respirazione forte
cagionata da dolore, affanno, desiderio
intenso.
sospira, V. att. = sospirare : mandar
sospiri ; V ha éegiiitaa tuta nòti à so-
spira = seguitò tutta la notte a sospirare.
1) Sentir gran desiderio d'avere, d'ar-
rivarci a una cosa o persona ; noi so-
spira che ^ l moment de àndà in cam-
pagna = non sospira che il momento
d'andare in campagna.
2) fa sospira qiièicòàs = far cascare
una cosa da alto o dall'alto; farla aspet-
tare, desiderare un pezzo.
3) chi prima no pensa in Ultim- so-
spira = chi tosto giudica, tosto si pente;
ed anche: chi prima non pensa in ul-
timo sospira.
,Sostànsa, s. f. = sostanza : la parte più
nutritiva di checchessia.
1) Sostanza, avere, patrimonio : quei
beni che uno possiede.
2) in sostànsa = in sostanza, in-
somma, in conclusione.
sostànsiòs, agg. = sostanzioso, succoso:
che ha della sostanza ; dicesi comunem.
di cibi di sostanza nutritiva.
sostanti V ,, s. m. = sostantivo : nome
che indica la cosa. T. gramm.
sostégru, s. m. = sostegno, aiuto : cosa
che sosciene.
1) Fig. on fbmù sostègn de fàniUia
= un figlio sostegno di famiglia ; che col
suo lavoro mantiene la famiglia.
sostegni, V. att. = sostenere, tenere, reg-
gere su, 0 sopra a sé ; hia diiii pilàster
che éostègìien tùia là cà = son due pi-
lastri che sostengono tutta la casa.
1) Sorreggere in qualsiasi modo ; sont
cors là à sostegnill, se de nò el boriava
2)er tèra = son corso là a sostenerlo,
se no cascava in terra.
2) Difendere, aiutare qualcuno : mi
spéri die in là càiisa te me soétègnàree
= io spero che nella causa mi sosterrai,
mi aiuterai a difendermi, a vincerla.
3) Affermare, asseverare : mantener
fermo quel che si è detto.
sostègrniiiì, agg. = sostenuto : che si so-]
stieno da sé, rigido ; /' è dna bela M-7
cheta sostegnùda = è una bella mazza
sostenuta, rigida, dura. Anche di stoffe
ben compatte e resistenti.
1) Contegnoso, grave, non senza
qualche affettazione.
2) fa H sostegniiU = stare sul soste-
nuto : mostrare del dispetto.
sostènibii, * agg. = sostenibile : che può
essere sostenuto ; di opinione, argo-
mento, questione e sim. Ve minga on'opi'
niòn sostenibil questa chi = non è un'opi-
nione sostenibile questa.
sostenta,* z'. ai^. = sostentare: alimentare,
nutrire.
sosteniitèsa, s. f = sostenutezza: qua-
lità di ciò che è sostenuto, e di chi si
mostra grave e riservato verso la gente.
sostitiii, V. att. = sostituire : metter per-
sona 0 cosa al posto di un'altra: se me
amali, me sostitiiiés gentilmént vHn di
m.è colèga = se mi ammalo, mi sosti-
tuisco gentilmente uno dei miei colleghi.
sostitiisiòn, s, f. = sostituzione : il so-
stituire; l'atto e l'effetto del sostituire.
sostitiitt, s. m. = sostituto : chi sosti-
tuisce un altro: l'ha minga podiiii àndtt
lii e l'ha màndaa on sostitUtt = non
ha potuto andar lui e ha mandato un
sostituto.
sóta, prep. o avv. = sotto. Vedi sòtt.
sòtàbràsètt, avv. = a braccetto : àndà,
ciàpà , tegnì sòtàbràsètt , = andare ,
pigliare, tenero a bracotto : passando
la mano tra il gomito e la vita di una
persona, per appoggiarsi all'avambraccio
che questa tiene ripiegato sul petto.
sòtàcqua, avv. = sottacqua : sotto il li-
vello dell' acqua. Anche in senso di:
di soppiatto, in modo nascosto, subdolo.
sotàna,* s. f. = gonnella, sottana; il vestito
dello donno dal fianco in giù.
1) Sottana: veste che le damo por-
à
sot
— 781 —
sot
taao sopra la camicia o sotto la gon-
nella del vestito.
sotàniiij s. ni. - sottanina e sottanino :
sottana molto corta ed elegante, che si
fa vedere ; l'è on pisi- ìnàgnifioh per
guarnì on èotànln = è un merletto ma-
gnifico, per guarnire una sottanina.
1) sotànìn oàtaa = coltroncino : sot-
tana ovattata e impuntita per l'inverno.
sòtcàpp; s. m. = paragrafo. T. degli stamp.
una dello parti in cui si dividono lo
scritture per capitoli.
1) Sotto capo : chi sta immediata-
mente sotto il capo di una ammini-
strazione in ordine gerarchico.
sòtcòa, s. m. = posolino : arnese di cuoio
imbottito in cui si infila la coda dei
cavallo.
sòtcoeùgli, s. m. = sotto cuoco : che
aiuta il cuoco in cucina.
sotèrà, V. att. = sotterrare, seppellire,
tumulare : mettere sotto terra, specialm.
i morti.
1) Sopravvivere: V ha giàmd soteraa
dò miee = ha già sotterrato due mogli.
2) Ricoricare ; ricoprir l'erbe colla
terra per imbiancarle.
soteràni, s. m. = sotterraneo: luogo
scavato o murato sotto torr'a, e la parte
di un edificio che rosta sotterra.
soterò, s. m. = becchino, affossatore,
beccamorti : l'uomo addetto ai campi-
santi per seppellire i morti.
sòtgràinba, s. m. = sottogamba. Vedi
gamba, 14).
sòtgròla, s. in. = sottogola, soggolo : stri-
scia di cuoio che p issa sotto la gola e
tien fermo il berretto al soldato. Anche
il soggolo delle monache.
1) Giogaia, pagliolaia : la polle pen-
dente dal collo dei bovini.
sòtgTÓiidji, s. VI. = sottogrondale. T. ar-
chitt. : la parte di sotto del gocciolatoio.
sotinténd, v. att. = sottindere: inten-
dere cosa non espressa, lasciarla in-
tendere.
sotolineà,* v. att. = sottolineare : segnar
sotto con una linea.
sòtinàn, s. m. = sottomano : di nascosto.
sotométes, v. rl/l. = sottomettersi, as-
soggettarsi : farsi dipondente. Ed anche :
inchinarsi, umiliarsi.
sotomètt, V. att. = sottometterò : fare,
rendere soggetto : bisogna che i ficBu
ftotomèten sémper là sòa volontaa fila
poloittaa (li genitór = bisogna che i
figli sottomettano sempre la loro volontà
alla volontà dei loro genitori.
sotoinèss, agg. = sottomesso: che si sot-
tomette alla volontà altrui.
sotopòiies, V. rifl. = sottoporsi, sobbar-
carsi : è'el vcBitr guarì, bisogna che 'l
se sotopòna à dna cura radicai = se
vuol guarire bisogna che si sottoponga,
sobbarchi a una cura radicale.
sotopònii, V. att. = sottoporre: ridurre sotto
la propria autorità, soggiogare.
1) èotopònn «... ^ sottoporre a...;
all'opinione, al giulizio d'altri.
sotopòst, agg. = sottoposto : che si sot-
topone, 0 chi alti'i sottopose.
sotoscrisiòii, s. f. = sottoscrizione: l'in-
vito che si fa ad altri di sottoscriversi
per una determinata cosa.
1) La somma di ciò che è stato sot-
toscritto.
sotoscrìv, V. att. = sottoscrivere, firmare:
approvare e obbligarsi scrivendo il pro-
prio nome sotto un atto, una nota, una
obbligazione e sim. Anche firmare una
lettera.
1) Dai'e il proprio nome ia segno di
approvazione e assumendosi degli ob-
blighi per una qualsiasi cosa.
sòtpàgrn, avv. = al nudo, sotto i panni,
sòtpàiiscia, s. m. = sottopancia : parte
del finimento del cavallo, che, passando
sotto il ventre della bestia, serve a te-
ner fermo il sellino sul dorso.
sòtpe, s. m. = tramezzato, tramezza. T.
dei calzo].: striscia di cuoio che si cuce
fra il suolo e il tomaio per rinforzo.
sòtprefètt, * s. m. = sotto prefetto : il
capo del circondario, che dipendo dal
prefetto, capo della provincia.
sotrà, V. att. = sottrarre. T. aritm. fare
la sottrazione.
sotràsiòn, s. f. = sottrazione : la seconda
operazione che consiste nel levare un
numero da uno maggiore. T. aritm.
sòtscala, s. m. = sottoscala : lo spazio
vuoto sotto la scala, che può servire a
riporvi sferre o ad altro uso.
1) Bugigattolo: stanzino sottoscala o
in una parte segregata della casa.
sòtsela, s. m. = ascella, gavigna : la fos-
setta che rimane sotto la spalla fra il
braccio e il torace.
sòtsquàder, s. m. = sottosquadro: qua-
lunque rilievo che abbia bisogno di
zeppe e tasselli per cavarne la fórma.
sòtsòra, ave. = sottosopra, sossopra : la
sot
782 -
spa
parte di sopra messa di sotto : a ca-
tafascio.
1) Press'a poco; a un dipresso : el
coétàrà ftòtéora dna centina de lir =
costerà press'a poco im centinaio di
lire.
2) vèH- èòtètira = essere disturbatis-
sinio, aver l'animo sottisopra.
sòtt, prep. e avv. = sotto, di sotto : in-
dica luogo di continua inferiorità alla
cosa accennata : sòtt ài eopp, éòtt ^la
eoèrta, sòtt ài poni = sotto il tetto,
" .sotto la coperta, sotto il ponte.
1) 0 nel piano o località sotto: el
dotòr el età chi sòtt = il dottore abita
qui sotto.
2) Fig. : non cbiaro, non dotto, na-
scosto: mi me par che ghe sìa sòtt
qitèieóés = mi pare che ci sia sotto qual-
che cosa.
3) gh'è sòtt cantina = gatta ci cova.
Vedi cantina, 6).
4) Di doniinii, governi, padronanza,
superiorità : sòtt ài Todèseh èe ])àg(tva
mén tàss = sotto i Teleschr si paga-
vano meno tasse ; sperèmm che lidma
là toma mài pii sòtt ài papa = spe-
riamo che Eoma non ritorni mai più
.sotto il papa.
5) vèsé sòtt = essere vicino, presso :
di tempo; sòtt ài esànim, éòtt ài fest
de Kàtàl. éòtt à càrnevaa = sotto gli
esami, sotto le feste di Natale, sotto
carnevale : quando sono imminenti.
6) éòtt vos = sotto voce; a voce
bassa.
7) de éòtt = di sotto ; pàéà de sòtt =
])assar di sotto, sotto.
8) àndà ài de éòtt = venire al meno ;
di famiglie che soadono in ricchezza.
9j vèàé éémper sòtt = essere due
volpi in un sacco; esser sempre in
lite, a battibecco con qualcuno.
10) àndà éòtt = sommergersi.
11) àndà sòtt = coricarsi, andar sotto
le coltri.
12) vègh sòtt = avere alle proprie
dipendenze.
13) l'è sòtt 2361' to&u miee = è in ti'at-
tative di matrimonio.
14) dàgh sòtt à vUn = istigare, aiz-
zare uno.
15) fànn de sòtt e dòés = farne di
ogni erba fascio, d'ogni sorta: specialm.
di cose non buone.
16) fàéé éòtt à piign = fare a pu»QÌ.
17) fa éòtt i coert. Vedi eoèrta, 1).
18) manda éòtt vun = mandare un
uomo di paglia : uno che finga di trat-
tare l'affare per sé e lo tratti per altri.
19) éòtt, entra a comporre molto pa-
role che indicano chi è immediatamente
sotto a un altro in ordine gerarchico e
ne fa le veci ; éotsegretàri, éòtcoeugh,
sòtpriòr, ecc. oppure ciò che si mette
sotto ad altra cosa; sòtcópa, sòtvàs, ecc.
soturno, agg. = ottuso, malinconico. A^edi
siitiìrno.
sòtrìa, am\ = sottomano ; di soppiatto.
Còme sòtmàn.
sòtròs, avv. = sottovoce. Vedi sòtt, 6).
sovegnì, V. att. = sovvenire, ricordarsi.
sovensiòn, s. f. = sovvenzione:" il sov
venire in danaro, o la somma sov-
venuta.
sovènt, * avv. = sovente, spesso ; me par
che l me vigna on poo tròpp de so-
vènt sto mài de tèsta. = mi pare che
mi venga un po' troppo sovente questo
mal di capo.
soventór, s. m. = sovventore: chi pre-
sta aiuto di danaro a qualcuno.
spàcà, V. att. = spaccare, fendere : aprire
una cosa con violenza; fare uno o più
spacchi; el vent l'ha épàeaa tuta là
guardaroba = il vento spaccò tutta la
guardaroba.
spàcaa, s. m. = spaccato. T. archit. : la
sezione sulla carta.
1) agg. ; fesso, rotto.
spàcàda, s. f. = spaccatura: lo spaccare,
lo spaccarsi e il punto dove una cosa
è spaccata.
spàcàdura, s. f. = spaccatura: l'effetto
dello spaccarsi, il punto dove una cosa
è spaccata.
spàcàss, V. rifl. = spaccarsi, fendersi :
della pietra e del legno.
spàcià, V. att. = spacciare : di affari,
faccende e sim. : compirle, sbrigarle.
1) Far figurare; le spada per on
gran brào fivu e Ve on tànghen = lo
spaccia per gran bravo ragazzo ed è
un tanghero.
spàciàdura, s. f. = disinvoltura, sciol-
tezza: e qualche volta anche in cat-
tivo s3nso: sfacciataggine.
spàciàss,* V. rifl. = spacciarsi: darsi per...,
farsi credere : el èe épàoiàva per dolor
e Véra nànca épeéiee = si spacciava
per medico, e non era neppur farma-
cista.
4
spa
— 783 —
spa
spàcìiig'à, V. att. = imbrattare. Vedi pà-
citìgà.
spada, s. f. = spada : arma offensiva di
varia lunghezza, per lo più come la
t sciabola, ma dritta.
1) à spada tràla = a spada tratta ;
con tutta possa, coraggiosamente.
2) épàda = pala. Tedi pala.
3) s-pàd = spade : uno dei semi delle
carte del gioco di tarocchi.
spàdee, s. m. = spadaio : chi fa e vende
le spade.
1) * Spàdee = gli Spadari : nome
storico di una delle vie della nostra
città. Vedi àrmoree.
spàdérna, s. m. = spadcrno: strumento
per pigliar pesci all'amo.
spàdìua f s. f. = spadina : spada piiì
corta e piii stretta della comune ; od
anche quella di legno o di latta che
serve per giocattolo ai fanciulli.
1) Spadina : spillo a spada pei ca-
pelli, specialm. usato dalle contadine
lombarde.
2) Infilacappi, infila guaine. Vedi
grUgèla.
spàdoii, agg. = spadona. Agg. di pera:
ì)ér s-pàdon = pera spadona,
spàdroueg'ià; * v. att. = spadroneggiare,
spadronare : esercitare autorità di pa-
drone, farla da padrone.
spàgrli, s. m. = spago : filo rinterzato,
che serve per lo più a cucire le scarpe.
spàghéti, * s. m. pi. = spaghetti, bavet-
tine : specie di pasta per minestra.
spàg^hètt, s. m. = spago, pauriccia, paura:
el g'hà vun de qilìj spàghètt = h.a uno
spago ! ; ha una di quelle paui'e !
Spagna, (sìla de) s. f. = cera di Spa-
gaa; la ceralacca: composizione di re-
sina, lacca, spirito, trementina, ecc. :
serve a sigillare.
Spagna, (pan de) s. m. = pan di Spa-
gna : specie di dolce, molto simile al
marzapane.
spàgnoléta, s. f. = spagooletta, spa-
gnola: bastone o asta di ferro pel
lungo dell' imposta , che serve per
cliiudere alzandosi e abbassandosi. Se
e ritorto alle due estremità e chiude
girando, dicesi anohe torcetta.
1) Agganciatolo : nottolino che servo
a,d agganciare usci, finestre e sim. e
muove la spagnuola.
2) Tabacco avvolto in un rotolotto
di foglio per fumare.
spàiàss, s. ni. = battitoio, sguscio: sca-
nalatura 0 incavatura, per lo più cir-
colare, a uso di incastrarvi qualche cosa.
spàiàss, V. ri/I. = spagliare : perder la
paglia.
spala, s. f. = spalla : la parte più alta
del braccio e negli animali delle gambe
davanti. Dell' uomo dicensi anche :
òmero.
1) càresà i épàll = accarezzare le
spalle; iron. : bastonare.
2) vègh^ vèsi- ài spali = avere, essere
alle spalle; vicino, minacciante.
3) btità dedree di épàll = buttarsi,
gettarsi dietro le spalle; trascurare,
non pensarci più a una cosa.
4) vìv, divertile ài spali de quèi-
duìi = campare, divertirsi alle spalle,
alla barba d'uno; a ufo, a spese di lui.
5) volt^ i spali = voltare le spalle ;
andarsene da uno con dispetto, cruccio.
6) vcgh i épàll gròsé = aver buone
spalle ; di uno a cui attribuiscono una
responsabilità che non ha.
7) impara à spali di ttUer = farsi
saggio all'altrui spese.
8) tirtl sii i épàll = stringersi nelle
spalle : chi alza le spalle non sapendo
0 non curandosi di rispondere. Anche:
fare spalucce , quando si alzano le
spalle por dispetto. Fare una spalluc-
ciata, si dice quando si fa uno scatto
con una spalla, alzandola con sdegno
0 stizza.
9) tceu sii là eà in épàl». Vedi cà, SO).
10) sentisé à cor, à scàrligà giò per
i spali. Vedi scàrligà, 4).
1 1) vègh sui spali = aver sulle brac-
cia; aver da mantenere , da far le
spese ; el glia sHi épàll là fàmìlia de
éò fràdèll = ha sullo braccia la fami-
glia di suo fratello. E anche di lavoro,
faccende : m^han làsaa sui spali tiitt
còss à mi = mi hanno lasciato tutto
sulle mio braccia.
12) pària àpos ài épàll = parlare
dietro le spallo, parlar malo di un as-
sente.
ld)mètt iépàllàlm&r. Vedimur, 12).
14) mctt i gàmb in spala = affret-
tarsi a spron battuto : camminare di
buon passo.
15) La parte degli abiti, delle camice
che copre le spalle.
16) Specie di salame : la spalla del
maialo salata.
spa
— 784 —
»pa
17) Stipite: Vedi stìpit.
spàlàda^ s. f. = spallata : urto colle
spallo.
spàlàss, V. rifl. = spallarsi : dislocarsi
una spalla.
sp.àleg'ià, V. att. = spalleggiare: fare
spalla a uno, aiutarlo.
spalerà^ s. f. = spalliera: parte d'un
mobile destinata all' appoggio delle
spalle.
1) Verzura che copre le mura negli
orti e nei giardini: per, brugn tiraa
èli à spalerà = peri, susini tirati su a
spalliera.
2) èpàléra de éoldaa = spalliera : le
file dei soldati che fanno siepe alla
gente nelle vie.
spàléta, (porta in) v. att. = portare a
cavalluccio: portar altrui accavalciato
sulla schiena, sorreggendogli con cia-
scuna mano le cosce ; ed anche portare
uno seduto sulle spalle a cavalcioni
del collo.
«pàlìn, s. m. = spalla: nella camicia
una lista di pannilino che sulla spalla
va del collo all'attaccatura delle ma-
niche.
1) Spallina. T. milit.: ornamento della
spalla negli ufficiali e il grado stesso.
2) là frànga di èpàlìn = i grillotti ;
fili d'oro 0 d'argento a mò di bruchi
per farne spalline da ufficiali.
spalma, * v, att. = spalmare: stendere
uno strato di pece, sego e sim. su
qualche cosa.
1) SpàlmtL de buter = imburrare ; di-
stendere il burro sul pane o altro.
spàlòUj s. m. = contrabbandiere, froda-
tore: chi fa entrare i colli di merce
frodando il dazio , portandoli sulle
spalle.
Spampana, v. att. = propalare, divulgare:
fare che tutti sappiano una cosa.
spàmpànàda, s. f. = spampanata : van-
teria, millanteria.
spana, s. f. = palmo, spanna : quanto si
allarga la mano del dito pollice, al-
l'estremità del mignolo.
1) i òtnen ée misùren minga à àpànn
= gli uomini non si misurano a canne:
non si deve giudicare degli uomini
dalla statura, e in gener. dall'appa-
renza.
2) càscia ftxura ona spana d'ceucc
= sbarrare gli occhi; far tanto d'occhi.
B) grand dna àptina = alto un soldo
di cacio, piccinaco.
spana, v. att. = spannare, scremare:
levar la panna, la crema del latte.
spànd , V. att. = spandere , emanare ,
diffondere : éti viceul épànden on odor
delicàtìéim = questo viole spandono,
emanano un odore delicatissimo.
1) épeiul e épànd = spandere e span-
dere: scialacquare.
spàndes,* v. rif. = spandersi, diffondersi,
allargarsi : là magia d'oli là &e épànd
come = la macchia d'olio si spande
assai ; ée comincia à spàndes là vòs,
l'è fìntda = se incomincia a spandersi
la voce, è finita.
spàndiiii, p. pass. - spanto: da spandere.
spànèta, (g'iiìgà à) = giuocare al sussi,
0 alle murielle : specie di gioco che
fanno i ragazzi.
spànsciàda, s. f. = spanciata, scorpac-
ciata, corpacciata, strippata: una gran
mangiata.
1) Panciata: colpo battuto colla pancia
specialm. quando si salta nell'acqua e
vi si cado bocconi.
spàntegà, v. att. = spandere, dissemi-
nare, spargere: gettare intorno a sé; di
roba, di odori e sim.
spàntegón, s. m. = spaccone, vendifumo.
Vedi spàrón.
spai',* s. m. = sparo: lo sparare delle
armi da fuoco, il colpo che si fa spa-
rando.
spara, v. att. = sparare: scaricare armi
da fuoco ; sjìàrà 'l é'ciòpp, et canon.,
là pistòla = sparare il fucile, il can-
none, la pistola.
1) Schioccare : sparti là frUUa =
schioccare la frusta.
2) Vantare, millantare: far lusso,
specialm. quando non si è convene-
volmente ricchi.
spàràda, s. f. = sparata: lo sparare dello
armi da fuoco. ,
1) Sparata, sbraciata, sbracionata,
spacconata: millanteria di parole ed
anche : spesa inconcludente e spro-
positata.
spàràvég:, s. m. = spaventacchio. Vedi
spàventìipàser.
spàrg", s. m. = sparagio; asparagus of-
fbcinalis ; pianta erbacea i cui talli son
mangerecci.
1) t^egni ma, erèéé come on .^pàrg =
spi
— 785
spa
crescer bene ; di ragazzo ohe diventa
alto presto e in buona salute.
2) driés cóme on épàrg = dritto come
uno sparagio; di'ittissimo.
spàrgrèra, s. f. = sparagiaia: luogo pian-
tato di sparagi.
spàrgitt spàrgiòtt, è il grido con cui si
annunciano e invitano i nostri vendi-
tori girovaghi di sparagi.
spari, V. att. = sparire: il levarsi rapido
e inosservato da dinanzi agli occhi; il
non vedersi più. Come scomparì.
1) fa sparì = far sparire: rubare, in-
volare.
spanni, v. att. = risparmiare. Vedi
rispàriuià.
spàròn, s. m. = spaccone, vendi fumo:
chi la fa da grande, da forte, da po-
tente.
spàrouàda, s. f. = spacconata, grandez-
zata: millanteria di grandizia.
spàrpàlà, V. att. = sparpagliare: spar-
gere in qua e' in là disordinatamente e
piuttosto distanti.
spài's, agg. = sparso, disperso : che si
trova un po' qua e un po' là, su una
superficie; gKc i moròn spari- per tiitt
ci fóndo = ci sono i gelsi sparsi per
tutto il fondo.
spài't, (à) avv. = a parte, seilaratamcnto.
sparti, V. att. = spartire: far lo parti,
dividere nelle parti a cui spetta ; épàr-
tirèmm i giiàdàjn = dividei'emo i gua-
dagni ; vègni tinca mi col i)àtt che se
spàrtisa là spesa = vengo anch'io, col
patto che si divida la sposa.
1) Scompartire ; dividere due che at-
taccano lite ; r è core à spàrtìj, se de
nò se copàvcn = corse a scompartirli,
se no s'ammazzavano.
2) Aggruppare: spartire più cose in
gruppi .^
.3) vègli niént de sparti cont vùn =
non essergli dissimile, esser tutt' uno
con lui: spocialm. nel male.
4) sparti i cilgiau. Vedi ciig'iaa, 2).
spartii, s. m. = spartito: l'insieme dello
])arti cavate dalla ])artiturà. T. music.
1) Agg., diviso, tagliato in duo.
2) l'è on pòm,m spartii in dilii =
sono due gocce d'acqua: di due che si
somigliano assai.
spàrtisiòn, -s. f. = spartizione: special-
mente di beni, lo scompartire.
spàrtiss, ». rifl. = dividersi, separarsi :
spocialm. di coniugi. Vedi sepàràss.
spàsa, V. att. = spazzare: pulire con la
granata il pavimento delle stanze,
1) Scasare, traslocare, sgomberare:
togliere i mobili da una casa, da una
stanza per portarli in un'altra.
2) spàst là pipa = nettare la pipa;
pulirla dal fondiglielo di tabacco.
3) spàsa là cà, là botéga = spazzare,
pulire la casa, la bottega, nel senso di
portar via, rubare.
spàsaa, agg. = chiaro, sereno: del cielo.
1) Spazioso, ampio: di campagna.
spàsàbàslòtt, s. m. = pappone: chi man-
gia molto e spazza il proprio piatto o
quel degli altri.
1) Anche chi ruba tutto ciò che trova.
2) Lo diciamo per celia, senza om-
bra di ingiuria, ai commessi, ai giovani
di mercante.
spàsàcà, s. m. = solaio, palco morto.
A^edi soree.
spàsàcàiuin, s. m. = spazzacamino: che
fa il mestiere di pulire i camini dalla
filiggine.
1) négkcr come on spàéàeàmìn =
nero come uno spazzacamino, sudicio
molto, con le mani e il viso neri.
spàsàdóra, s. f. = pala: quella lai-ga dei
fornai per infornare e sfornare il pane.
spàsàfòss, s. m. = fossaiolo: chi ha cura
dei fossi lungo le strade.
spàsàposs, s. m. = votapozzi : chi fa il
mestiere di vuotare i pozzi.
spàsegià, •/;. att. = passeggiare. Vedi
pàseg-ià. Anche poi derivati.
spàsèta, s. f. = spazzola, setola: arnese
fatto di molti pennelli di setolo o di
crini 0 altro con cui si nettano i panni
dalla polvere.
1) spààèta dèla tèsta = spazzola da
capelli, per la testa ; quella fatta di
setole che serve a lisciarsi o a pulire
i capelli.
2) spàsèta del càpèll = spazzola da
cappelli ; una spazzola fatta apposta por
i cai)pelii da uomo, di felpa.
spàsèta, V. att. = spazzolare: pulire con
la spazzola.
spàsètàda, s. f. = spazzolata: lo spaz-
zolai'c ; dàgh dna spàéètàda = dargli
una spazzolata.
1) Colpo dato colla spazzola ; elg'kà
tìraa dna spàsètàda in del eoo = gli
ha tirato una spazzolata nella testa.
spàsètee, s. m. = setolinaio: chi fa e
vende le setolo o spazzole.
spa
spàsetìu, s. in. = spazzolino, setolino:
piccola spazzola, e in ispecie, quello
piccolissimo di crini sottili di clie uno
si serve per pulire le unghie, i denti
e simili.
spa^i; s. m. = spazio: tempo e luogo fra
due termini.
1) T. tipogr.: pezzetti metallici più
bassi dello lettei'c che servono a dividere.
2) T. music: T intervallo fra l'una o
l'altra delle cinque righe dove è scritta
la musica.
spàsìàj V. att. = spaziare : mettere gli
spazi per dividero le lettere. T. di tipogr.
spàsicàmin, s. ni. = spazzacamino. Tedi
spàsàcàmin.
spàsiin,* s. m. = spasimo: dolore intenso,
che fa sospirare.
spasima, V. att. = spasimare: avere, sof-
frire spasimo, acuto dolore.
1) fipàsimcL per vUn = spasimar d'a-
more per qualcuno.
spàsìmànt, s. m. = amante, innamorato:
spasimante d'amore.
spàsin, s. m. = spazzino, spazzatore,
paladino: chi spazza e scopa le pub-
bliche vie 0 chi colla pala leva via la
neve dalle strade nell'inverno.
spàsionaa, agg. = spassionato: non par-
tigiano, sereno nei giudizi.
spàsiós, agg. = spazioso: di grande spa-
zio, che ha molto spazio.
spàsmódicli,* agg. = spasmodico: di ma-
lattie, di dolori che danno spasimo.
spàsorècc, s. m. = stuzzicaorecchi : pic-
colo arnese d'avorio o d'altro por stuz-
zicarsi gli orecchi.
spàse, s. m. = spasso : lo spassare o
spassarsi: Vlioo faa insci per spàéà =
l'ho fatto così per spasso.
1) menti à spàse = condurre, menale
portare uno a spasso; menare il can
per l'aia; portarlo per le lunghe dal-
l'oggi al domani per non concludere.
2) opertiri, impiegaa à spàse = ope-
raio, impiegato a spasso; disoccupato,
senza lavoro.
3) Passeggio: àndà à spàsi- = andare
a passeggio, passeggiare; camminare per
svago 0 salute.
spàsura, s. f. = spazzatura, tritume. T.
degli oref. : quei detriti d'oro e d'ar-
gento che restano sul banco per aver
lavorato gli oggetti.
spàtola, s. f. = mestichino. T. dei pitt.
786 - spe
strumento d'acciaio per portare e me-
scolare i colori sulla tavolozza.
1) Spatola; piccolo strumento di ferro
sottile che usano gli speziali per levare
dai vasi gli unguenti e simili materie,
e per lavorarli o spalmarli.
2) Mestola, spatola: arnese di legno
piatto per impastare il torrone, il sor-
betto, ecc.
spàtolòn, s. m. = pie dolci : chi cam-
mina doglioso, buttando i piedi infuori.
spaiirésg', agg. = pauroso. Vedi pàiirésg.
spàrént, s. m. = spavento; paura terri-
bile : fa spàfént = fare, mettere spa-
vento.
1) Subisso , nuvolo : grandissima
quantità.
spàyentà, t\ att. = sparentare fare, met-
tere spavento: atterrire: segnatam. di
ogni forte impressione che ci induce ad
abbandonare un disegno.
spàreiitàdèll, s. m. = spaventaticcio :
un po' spaventato.
spàveutàpàser, s. m. = spaventacchio,
spauracchio : fantoccio, ombra, cosa da
far paura.
spàyentàss, ». rifl. = si)aventarsi, at-
terrirsi, allibire : restare sbigottito.
spàventéyol,* agg. = spaventevole: che
fa e mette spavento.
1) Iperb.: grandissimo, forte, terri-
bile : in èV ànn gh' è dna quàntitaa
épàventévol de fung = quest'anno e' è
una quantità spaventevole di funghi.
spàventós, agg. = spaventoso : che fa
spavento.
spècc, s. m. = spera, specchio : lastra di
vetro amalgamato in cornice: spesso
aggiunta a un tavolino.
1) là lils del spècc = bambola : il
vetro dello specchio.
2) nètt, luéter come on èpècc = netto,
pulito come uno specchio : nettissimo.
-spècià, V. att. = aspettare, attendere :
fermarsi in un luogo coll'anima di ri-
manervi fino all'arrivo di una persona
0 di cosa.
1) Xel senso di appostare: l'ha speciaa
sul càntòn e 'l g ha daa dna cortelMa
= l'aspettò alla svoltata e gli menò un
colpo di coltello.
2) Tenersi quasi certo che una per-
sona arrivi, o una cosa succeda tra non
molto : àpècià l'àumént del stipèndi =
aspettare l'aumento dello stipendio.
spe
787 —
spe
3) Formarsi, rallentare il passo, perchè
altri ci possa arrivare e teaerci dietro.
4) Differire, indugiare : à viètes àdree
à fàhricti spèei che vegna 'l bèli temp
= a metter mano alla fabbrica aspetto
il bel tempo.
5) e Speda, e èpèeia ! = aspetta,
aspetta! Dopo aver aspettato molto.
6) Speda email, che l'èrba là crèSa;
itpècia pòcch tre or e mésa; éiìèeia
poco = aspetta cavai che l'erba la cre-
sca ; puoi aspettare un pezzo: ironie,
per diro a uno che la cosa che aspetta
non succederà.
7) Assol.: fermarsi, sospendere una
operazione : spècia on moment che tòmi
éubit = aspetta un momento che torno
subito.
8) fàss Spècià = farsi aspettare : non
arrivare all'ora convenuta, o preveduta
o annunziata.
9) spècia, ve ! aspetta ! e aspetta ve !
Dice chi sospendo un racconto e si rac-
coglie un momento per rammentarsi di
qualche circostanza.
10) Speda mi ! aspetta ! Ed anche
ripetuto, aspetta, aspetta ! Con signifi-
cazione di minaccia. Si dice anche ai
bambini nel fare il chiasso.
special,* arjff. = speciale, particolare : di
una specie particolare, che si distingue
dalle cose simili: el g^ ha ona Simpatìa
Special per mi = ha una simpatia spe-
ciale per me.
specialista,* s. vi. = specialista: chi at-
tende solamente a studi, rami speciali,
specialmente a qualche ramo della me-
dicina e della chirurgia: l'è on specia-
lista per i ceucc, per i màlàtìj del nas
e sim. = è uno specialista per gli oc-
chi, per le malattie del naso, e sim.
speciàlitaa,* s. f. = specialità: nomo di
quei vari prodotti dell'industria, e spe-
cialmente dei medicinali, fabbricati da
caso, da stabilimenti, che li hanno come
particolarità propria; i pìnol de eàtrà-
mtna Berteli hin dna bòna Speciàlitaa
= le pillole di catramina Bertelli sono
una buona specialità; là farmacia Zàm-
belèti là g'hà tuli i Speciàlitaa inglés
= la farmacia Zambelletti ha tutte le
specialità inglesi.
speciàlméiit, avv. = specialmente, mas-
sime: in modo speciale.
spèciàss, V. rifl. = aspettarsi : credersi,
immaginarsi che ci debba avvenire una
cosa buona o cattiva; l'era dna fin de
spèeiàSS qiièla lì. Véra on ficeii tànt
eàtìv ! = quella era una fine da aspet-
tarsi: era un ragazzo tanto cattivo !
spècie, s. f. = specie, sorta, qualità.
Vedi sòrt.
1) me fa, me fa minga èpeeie = mi
fa, non mi fa meraviglia, stupore.
specìfica, s. f. = specifica: nota specifi-
cata: per noi specialm. il conto, la par-
cella degli avvocati, notai o medici.
specifica,* V. att. = specificare: spiegare
meglio, mettere in chiaro.
specill, s. m. = specillo, specolo. T. chi-
rurg. : strumento per dilatare qualche
cavità, per esplorare qualche parto
malata.
spècola, s. f. = specola: luogo eminente
da dove si può contemplare il cielo a
scopo scentifico. Per noi.tó Spècola de
Brera.
specilla, V. att. = speculare: guardar di
guadagnare, di far affari : non sempre
onestamente ; el speeiilàrla Sfila péli
d'òn pioRÙcc = speculerebbe sul nirlla.
speciilàdòr, s. m. = speculatore : colui
che specula nel commercio.
speciilàsiòn, s, f = speculazione, im-
presa, rischio.
speciinià, v. att. = squartar lo zero: staro
anche sugli utili minimi.
spèd, s. m. = spiedo, schidione: asta di
ferro appuntata da un'estremità per in-
figgervi carne da arrostirò sul fuoco.
1) Fig. Paccianteo, o canchero : di
persona che impacci, e che non sia bona
a nulla.
spedì, V. att. = spedire: mandare, inviare
roba, merci, e sim. ad una persona.
1) Sbrigare, dar termino a un affare.
Vedi despedì.
2) spedi dna ricèta = spedire una
ricetta, dicosi dei farmacisti, per ese-
guirne la ordinazione.
3) Spedì on màlaa = spedirò un ma-
lato : quando il medico dichiara cho
non c'è più speranza di guarigione.
spedisión, s. f. = spedizione: lo spedire,
l'inviare di merci in qualche luogo.
1) T. milit. invio di tmppe, l'andar
di soldati in un luogo : là Spedisión de
Gàribù,ldi in, Sicilia l'è Òna glòria
d'Italia = la spedizione di Garibaldi
in Sicilia è una gloria d'Italia.
2) i Spedisión = guarnizione, forni-
spe — V
tura: quel che mettono di refe, bottoni,
nastri, ecc., i sarti nel faro un vestito.
spedisionee, s. m. = spedizioniere: chi
fa la spedizione della mercanzia di al-
tri negozianti.
spegàsc, s. m. = sgorbio, scarabocchio:
macchia d'inchiostro fatta sulla carta.
1) Bambocci, fantocci: quei disegni
che fanno i ragazzi sui margini dei li-
bri, sulle coportino, sui frontispisi, ecc.
2) Imbratto: cattiva jjittura ; qilèll lì
l'è minga on quàder, fé on spegàse =
quello non ò un quadro, è un imbratto.
3) Parola troppo libera, sconcia.
spegràscìà, •v. alt. = scarabocchiare: im-
brattare d'inchiostro, cancellare lo scritto
di fresco.
1) Imbrattare: di pittore cattivo che
non sa far che brutti quadri.
spegràscìn, s. m. = imbrattatele, pittor
da chiocciolò o da sgabelli
pittore.
cattivo
spegàscìòn, s. in. = scarabocchione: chi
non fa cho scarabocchiare.
1) Sboccato: che parla troi)po licen-
ziosamente.
spegètt, 5. m. = specchietto. Dim. di
specchio.
1) ctLcia eont el sj>cgctt. Vedi cà-
cìa, 7).
spegìàss, V. rifl. = specchiarsi: vedersi,
guardarsi nelle si)occhio.
1) se pò épegiùM dent = ci si può
spccchiare: di cose tersissime.
spegìu, s. m. = specchietto: piccolo spec-
chio e per lo più quello che si appende
alla finestra per potersi radere la barba.
1) Finestrino, occhio: quello sul fondo
posteriore delle carrozze,
spela, V. att. = spelare: far perdere, le-
vare il pelo. Anche pelare. Vedi pela.
1) Spellare: levare la buccia della pelle
produrre escoriazione.
spelàdura, s. f. = spellatura, escoria-
zione: lo spellarsi.
speLàss, V. rifl. = spellarsi: perdere la
buccia della pelle.
1) Mostrar la corda: di abiti vecchi,
logori.
Spelonca, s. f. = spelonca: luogo buio,
umido, malsano: lo diciamo specialm.
di camere ampie, ma oscuro e brutte.
épeliicàss, V. att. = spelarsi: perdere i
])oli: di panno, drappo e sim.
speiid, V. att. = spendere: dare i danari
in cambio d'altra cosa, opera, ecc.; hoo
5 — spe
àpés dés f ranch per dilii chili de pèèé
= ho sposo dieci franchi por due chilo-
grammi di pesce ; cosa Se spend jìer
àndti de Mildn à Lilcèrna? = quanto
si spende por andare da Milano a Lu-
cerna ? Se ée voeur on profeéòr che vara
queicòèé bisógna spend àlmén quàter
frànch per leéiòn = se si vuole un pro-
fossore di qualche valore, bisogna spen-
dere almeno quattro franchi per lezione.
1) chi pii spend, men Spend = dal
becco vien l'uovo: col pagar bone si
ottiene più e meglio lavoro, roba di
miglior qualità e maggiore durata.
2) spend e épànd = spendere e span-
dere: scialacquare.
3) spend là parola = spender la pa-
rola: profferirsi in nome proprio o d'altri.
spendasela, ?'. att. = spenducchiare ,
sbraciare: spendere assai più del dovere.
speiiiàsciòn, s. m. = spendaccione: chi
spendo troppo, senza risparmio.
speudolà, V. att. = penzolare, essere so-
speso.
spendolèra, (h) aw. = penzolone, pen-
zoloni.
spendiiìi, pari. pass, di spend, = speso.
spènser, s. m. = sponsor: specie di giubba
usata per lo più da alcuni ufficiali. Dal-
l'inglese.
spensierjia, agg. = spensierato, trascu-
rato: chi agisce senza riflessione, con
trascuratezza.
1) Prodigo, scialacquatore : chi spen-
ducchia, sbracia e va presto in rovina,
perchè non si dà pensiero dell'avvenire.
sperà ^'. alt. = sperare: avere speranza
d'una cosa, credere che avverrà ciò cho
si desidera; Speri che 'l me vocabolàri
el froàrdn faa polld = spero che il mio
vocabolario lo troveranno ben fatto.
speràbil, * agg. = sperabile: che si può
sperare; /'è Speràbil che domdn fàga
bèli temp = è sperabile cho domani
faccia bel tempo ; Se te studici àlnien
òn'ora ài di, l'è Speràbil che te pàset
i esàìnm = se studi almeno un'ora al
giorno, è sperabile che passi agli esami.
sperànsa, s. f. = speranza: aspettazione
di qualche cosa di nostra soddisfazione;
ci me /ice« l'è là mìa sperànSa = mio
figlio è la mia speranza ; g'hoo sperànèa
de vèss promòks prèét = ho speranza
di essere presto promosso.
1) Probabilità di buon esito ; g'hoo
Sperànéa de rieSì in del eoncoré = ho
spe
789 -
spe
speranza di riuscire nel concorso; gh'è
àperànsa che là ìnàma là riva domdn?
= c'è speranza che la mamma arrivi
domani '?
2) fin che gh'è vita, gk^è sperànéa =
fin che c'è fiato c'è speranza; non bi-
sogna mai perdersi di coraggio, vedendo
anche malati gravi.
3) èperània dora = speranzina di
mole, mio bene, cuor mio: per vezzo ad
una persona amata.
spèrges, s. f. Vedi aspèrges.
spergiura, v. alt. = spergiurare: fare
spergiui-i, giurare il falso.
1) Asserire con sempre nuovi argo-
menti e giuramenti la verità di una
cosa; el giura e '/ épergiÈra che Hi el
ghe entra nùgòtt = giura e spergiura
che egli non c'entra punto; el giura e
'/ èper giura che i dànee i ha épedii =
giura e spergiura che i danari li ha
spediti.
spèrla, V. att. = sperare: guardare atti'a-
vcrso alla luce qualche cosa per meglio
osservarlo, e specialm. doUe ova per
veder se son buono.
1) Per estens. osservare con molta
diligenza, per scegliere^
sperluscént, agg. = aiTuffato, scarmi-
gliato, scapigliato: coi capelli non pet-
tinati, scomposti.
sperliiscià, v. att. = scapigliare, scaruf-
faro, scarmigliare: arruffare i capelli.
sperliisciàda, s. f. = arruffata, scaruf-
fata : l'atto e l'effetto dell' arruffare,
dello scaruffare.
1) Fig. picchiata; el g'hà daa dna
i-perliiseiàda màlàrbèta = gli diede una
piccliiata maledetta.
spermaceti, s. m. = spermaceti: una so-
stanza bianca, oleosa tratta dal capo di
alcuni cetacei.
speróii, s. m. = sperone, sprone: arnese
di metallo pungente per incitare il ca-
vallo alla corsa : lo tiene il cavaliere
attaccato al calcagno.
1) T. veter. Cornetto nel fiocco del
cavallo.
2) Unghione conico dei polli dietro
le zampe.
3) Mozzicone di tralcio secco, scep-
polo, brocco.
4) Legni che si mettono di i)untello
alle muraglie.
5) Il muro di rinforzo, sporgente nel-
l'acqua che nelle pile dei ponti serve
a rompere la corrente e a difender le
pile da' grossi legnami .che porta la
piena.
6) là g'hà i speróii = di vecchia gal-
lina: di donna molto in là cogli anni
0 che pure la pretenda ancora all'ele-
ganza, al parere più giovane.
speronee, s. m. = spronaio : artefice di
sproni, morsi, e sim. finimenti metallici.
1) % Speronee = gli Speronari: nome
d'una delle nosti'e vie. Vedi Armoree.
spés, pari. pass. = speso: di spendere.
spèsa, s. f. = spesa: lo spendere ed an-
che il danaro speso ; l'è dna Spésa de
lUso = è una spesa di lusso ; el fa di
spés inutil = fa delle sjìcse inutili ; Ve
(ina spésa tròpp fòrta = è una spesa
troppo forte.
1) fa là spésa = far la spesa, le spese:
di quel che occorre per l'ordinario della
tavola.
2) roba sii là spésa = furfaro, rubare,
mangiare sulla sporta. Vedi roba, 7).
3) càvtL i épés = cavar le spese: gua-
dagnare almeno quanto si spende.
4) condànà in di épés = condannar
nello spese: di speso legali.
5) paga dànn e spés = pagar danni
e spese : compensare i danni o pagare
in più le spese del giudizio.
6) impara à éò spés = imparare a
proprio spese: a proprio danno.
7) àmia in di spés = incontrare grave
spesa : spendere molto. Spesso si usa
ironie, a significare il contrario.
8) porta minga là spésa = non fran-
care la spesa, non tornar conto : non
meritare che sì faccia alcuna sposa per
una cosa.
9) sta sui spés = stare a spesa: vi-
vere in un luogo, che nOn è casa pro-
pria, pagando.
spesa, V. att. = spesare : far lo spese a
uno: dargli il mantenimento.
spesaa, s. m. pi. = spezzati : moneta
spicciola.
spesegrà, v. att. = sollecitare. Vedi pe-
serà.
spesela, s. f. = spesetta, speserella: pic-
cola spesa.
spesi, s. f. pi. = spezie: aromi (cannella,
garofani, noce moscata, ecc.).
spesiee, s. m. = speziale, farmacista: co-
lui che vende e fa le medicine ordinato
dal medico.
spe
— 790 —
spi
1) eiint de épeéiee = conto da spe-
ziali: molto caro.
2) dal fcree no loca, dal speèiee no
mètt in bòea. Vedi buca, 31).
3) on posa e on praa e ' l spesiee l'è
bèli e faa = acqua e prato e lo spezialo
è fatto: per dire che la materia prima
dei prodotti farmaceutici, costa po-
chissimo.
spesièra, s. f. = speziala: la moglie dello
speziale, ed anche: donna che esercita
la farmacia.
spesierìa,* s. f. = spezieria, fai-macia: la
bottega dello speziale, del farmacista.
1) Spezio, aromi: per condimento di
vivande.
spèsìsini,* avv. = spessissimo, molto spes-
so; in campagna me sikedèva épèéìéim
de ricév minga i lèter = in canijìagna
mi accadeva spessissimo di non rice-
vere le lettere.
speMr, * s. m. = spessore, spessezza:
la grossezza di un corpo.
spèss, agg. = sposso : denso ; ci brceiid
spèse, là panerà spèsa = il brodo sposso,
la panna spessa.
1) là ée fa spèéa = la matassa s'ar-
ruffa, il temporale si fa nero, la cosa
incalza.
2) de spèse, avv. = spesso, sovente,
spesse volte: di frequente.
spètà, V. att. = aspettare, attendere. Vedi
specià.
spètàcol, s. m. = spettacolo: rappresen-
tazione pubblica che ha del grandioso,
del .meraviglioso, del movimento e in
specie le rappresentazioni a teatro.
1) rè on spètàcol! = è uno spettacolo!
Si dice in genere di tutto ciò che ec-
cita 0 può eccitar meraviglia.
spetàcolòs,* ogg. = spettacoloso: di ballo,
dramma, giuochi ed alti-o che abbiano
dello spettacolo, del grandioso.
spetàsc e spetàscéri, s. m. = schiac-
ciata, schiacciamento: lo schiacciarsi.
1) Subisso, nuvolo: grande quantità
che quasi schiaccia.
spetàscia, v. att. = schiacciare, spiac-
cicare: far prendere a un corpo più o
mono cedevole una forma piatta, anche
rompendolo, sfracellandolo.
spetàsciaa, agg. = squarciato ; el pària
milànés épetàsciaa = parla milanese
squarciato.
spetàsciàda, s. f. = schiacciata: lo schiac-
ciare.
spìa, s. f = spia : chi indaga i fatti al-
trui e. riferisco per mestiere o por viltà:
può essere stipendiato dalla polizia e
può farlo per proprio piacere; si dico
d'uomini e anche di ragazzi.
1) fa là èpla = far la spia, soffiare,
soffiare nel pan bollito: riportare le coso
udite 0 veduto.
2) là épta del vàsèll = la spia della
botte; quel foro che si fa in alto doUa
botto por vedere quando è piena.
8) là Spia de l'ués = la spia dell'u-
scio: il foro cho si usa fare negli usci
e nelle porte, perchè di dentro si veda
chi picchia e suona.
spia,* V. att. = spiare: investigare e rife-
rire quel cho altri fa : soffiare, trom-
bettare.
spiàg:ia, * s. f. = spiaggia: la terra ra-
sente il mare.
spiana, v. att. = spianare: ridurre piano,
agguagliare al suolo ; han épiànaa là
cà = hanno agguagliato al suolo la casa.
1) Della pasta: lavorarla o stenderla
collo spianatoio.
spiànàdii, s. f. = spianata : luogo spia-
nato, piano.
.spiàss, s. m. = spiazzata: spazio vuoto,
' radura in campi, boschi e sim.
spiatela, v. att. = spiattellare: dire una
cosa corno sb, apertamente, senza al-
cun riguardo.
èpica,* V. att. = spiccare, risaltare: fare
spicco, risalto; mettersi in molta evi-
denza; come '/ èpica qiièll fior ross
èiil càpèll de j)àia ! = come spicca quel
fioro rosso sul cappello di paglia.
àpice, agg. = spiccio, sollecito, sbriga-
tivo, spicciativo.
spicch, s. m. = spicco : risalto che una
cosa fa tra lo altre.
1) Miracolo, cosa straordinaria; che
spicch ! te èee vegnilii sii à pè\ = che
si)icco ! sei venuto su a piedi !
spìcia, (ala) avv. = alla spiccia, alla le-
sta: senza andar per le lunghe.
spicolì, V. att. = impiccinire. Vedi spi-
scinì.
spiega, V. att. = spiegare: fare intendere
0 intender meglio il significato riposto;
mi me par de épicgà ciàr i régol de la
gràmàtiea = a me sembra di spiegar
chiaro le regole della grammatica.
spiegaa, agg. = spiegato: aperto, chiai'o;
càràter spiegaa = carattere aperto ; et
spi
— 791 —
spi
tèmp el s'è spiegaa = il tempo s'è fatto
chiaro.
spiegàbile * agg. = spiegabile: che si
può spiegare.
spiegàsiòii, s. f. = spiegazione: lo spie-
gare; il dichiarare una difficoltà, un
enigma, un mistero e sim.
1) Dichiarazione di un senso, di un
passo di scrittore.
spieiità^ V. alt. = disfare : nella frase :
spientà là cà = disfare la casa.
spieutaa^ agg. = spiantato : che ha con-
sumato ogni avere, o che è in miseria.
spiferà, v. att. = spifferare, schiccherare:
palesare altrui tutto quello che uqo sa,
ma che sarebbe stato bello tacere.
spiga, s. f. = spiga: la parte alta del
fusto del grano e sim. che contiene i
chicchi.
1) in spiga = a spiga, a spina, spi-
gato: di tessuto, lavoro fatto a modo
di spiga.
spiglièta, s. f. = spighetta, spighina,
spigolina : una specie di nastro o cor-
doncino fatto 0 tessuto a spiga.
spiglietaa, agg. = spigato : di abito or-
nato di spighetta all'orlo.
spigol; * s. m. = spigolo :^ canto vivo
dei corpi solidi; l'ha picaa 'Igenoeucc
in del spìgol del tàol = ha battuto il
ginocchio nello spigolo della ta^ ola.
spigorà, V. att. = spigolare : raccogliere
le spighe rimaste, o cadute nel campo.
1) Racimolare: andar raccogliendo i
racimoli.
2) Raspollare : andar cercando i ra-
spolli d'uva.
spigoriM, s. m. = cosino : di donna pic-
cina, esile, ma leggiadra e graziosa ;
l'è on épigorhi dona doneta che là par
on bàgàj = è un cosino di donnetta
che pare un fanciullo.
spila, s. f. = spilla, fermaglio: spillo
artistico.
\ spilàtegh e spilàtich,* s. m. = spilla-
tico: assegno che un signoro fa alla
moglie per lo piccole spese.
spilòrc,* agg. e s. ni. = spilorcio, caca-
stecchi ; avaro sordido, uomo stinti-
gnoso.
rgpin, s. ni. = spina, spino : appendice
puntuta di certe pianto e animali; *
mòr g'han i épin = le more hanno le
spine.
1) no gh'è ròsa éénéa éptn = non
c'è rosa senza spine.
2) vèés, legni éUi éptn = essere, te-
ner sui pruni, sullo spine: staro, te-
nere in disagio, in pona, in una attesa
ansiosa.
spina, s. f. = spina: il filo delle reni,
meglio detto : épina doréàl = spina
dorsale.
1) épina ventosa = spina ventosa :
malattia congenita delle ossa dilatato
e perforate.
2) Cannella : tubo di legno poi quale
si spilla il vino dalla botte. Ed anche:
zipolo, quel legootto conico col qualo
si tura la cannella; ed anche: spina:
quel buco nella botto in cui si ferma
la cannella.
3) spina déla éàràdUra = ago della
toppa : quello dove si infilano le chiavi
femmine.
4) Spina, perno. T. d'arti e mest. :
quel ferro o legno prominente por lo
più arrotondato, su cui si imperniano
parti di un lavoro, di un meccanismo.
5) vègli dna épina in del eosiìr =
avere una spina nel cuore : un pen-
siero molesto e fastidioso molto.
spina, v. att. = spillare : fare uscire il
vino dallo spillo della botto.
spinàss, s. m. pi. = spinaci : spinacia
oleracea : sorta d'erba, da orti, che
variamente cucinata dà un cibo nutri-
tivo e sano.
spinènt, agg. = spinoso, prunoso : che
spina.
spinèta, s. f. = spinetta : specie di stni-
mento che usava prima del pianoforte.
Ora se ne dà il nomo ai pianoforti
cattivi, 0 scordati, che danno suoni
fessi.
1) Spinetta: dimin. di spina.
spin£
att. = spingerò : )nandaro,
cacciar innanzi con forza, puntandovi
le mani: v&n el tirava e l'alter el
épingéva dedree ài càrètt = uno tirava
e l'altro spingeva di dietro il carretto.
1) Fig. eccitare, muovere, indurre a
far checchessia; bisógna épingel col
ghiaa per fall étiidià = bisogna spin-
gerlo col pungolo por farlo studiare.
2) Sbirciare, spiare ; l'è vegnilii à
éping à l'iléé = venne a spiare all'uscio.
spinite, * s. f,= spinite : infiammazione
alla spina dorsale.
spìnòn, s. ni. = pettino: quello che usano
i cardatori.
spi
- 792 -
spi
spiiiós, * agg. = spinoso : che ha delle
spine, pieno di spine.
spinta f s. f. = spinta , impulso : èe
no gh'è là Spinta l'è bòn de fa nàgòtt
= se non c'è la spinta non sa far nulla.
épión, s. m. = spione : accrescit. di
spia.
1) Gelosia : la parte bassa della per-
siana che s'alza e s'abbassa come uno
sportello, per dare più o meno luce
alle stanze, e da cui si può guardar
fuori senza essere molto visti.
2) Ogni foro o graticcio, o congegno
donde si possa spiare all'esterno inos-
servati.
spioiià, V. alt. = spiare, spioneggiare :
far lo spione.
spira, V. alt. = spirare: mandar l'ultimo
respiro, morire; Ve prdpi rivada in-
tani che 'l Spirava = è proprio aiTÌvata
mentre spirava; el pareva che 'l spi-
ràéS dà on moment à l'ttlter = pareva
spirasse di momento in momento.
spirai, * s. f. = spirale: la molla che
regola il moto negli orologi da tasca.
spirali, * s. m. = spiraglio : fessura,
breve apertura per vedere, sentire, la-
sciar passare aria e luce.
spirindìo, s. m. = scriatello: di persona
esilissima, che pare quasi debba da un
momento all'altro spirare.
spirit, s. m. = spirito : alcool che ha
gradi sopra il 55" ; comunem. dicesi :
Spìì-it de vtn = spirito di vino.
1) màrènn^ mogntigh, seirés, Uga, e
sim. in del é-ptrit = marene, meliache,
ciliege, uva e sim. in guazzo ; nel-
l'alcool.
2) Brio, vivacità di carattere : l'è on
òmm de Spirit = è un uomo di spirito.
3) fa del Spirit = fare il bello spi-
rito ; di chi mostra o affetta una certa
argutezza di modi, di pensieri.
4) Coraggio , vigore : bisdgna fàSS
Spirit e decides à pàrlàgh = bisogna
farsi coraggio e decidersi a parlargli.
5) presénéa de épìrit = franchezza,
prontezza, imperturbalità.
6) spirit de ràva = spirito di rapa.
Vedi ràva, 3).
7) Naturale disposizione dell'anima :
le fa per Spirit de càritaa = lo fa per
spirito di carità; l'èel Spirit de eontrà-
disiòn = è lo spirito di contradizione.
8) i spirit = gli spiriti ; esseri in-
corporei , immaginari , che si crede
siano le anime dei trapassati. In que-
sto senso diciamo anche : Spirit folètt
= spirito folletto.
spiritismo, * s. m. = spiritismo: cre-
denza della comunicazione dei viventi
cogli spiriti dei morti.
spiritós, o^g. = spiritoso : che ha, che
contiene dello spirito : vin, rosòli spi-
ritós = vino, rosolio spiritoso.
1) Di persona : ingegnoso, vivace :
cosi degli atti, delle parole che hanno,
che dimostrano dello spirito. 1
2) fa '/ épiritòs = fare lo spiritoso,!
mostrarsi spiritoso.
spiritosànt, s. m. = spiritosanto : una
delle tre persone della Trinità.
spiritositaa, s. f. = spiritosaggine : atto,
0 parola di chi vuol far dello spirito;
coi so Spiritositaa el tén àlégher là
compagnia = colle sue spiritosaggini
tiene allegra la comitiva.
spiritiiàl, agg. = spirituale, incorporeo:
contrario di corporale ; là vita Spiri-
tiiàl = la vita spirituale.
1) diretòr spiritati = padre spiri-
tuale : il confessore, quello che dirige
il penitente nelle cose spirituali.
2) el potére spiritual = lo spirituale ;
contrario di temporale ; elpàpa bisógna
che 'l Se contenta del potére spiritual
= il papa bisogna che s'accontenti del
potere spirituale.
spirlougóu, s. m. = spilungone: lungo
lungo; magro, magro.
spisciui, V. att. = impiccinire, impic-
ciolire : render piccino ; 5^2sc««? 'Itàol
= impicciolire la tavola.
1) Rifl. spisciniSS = impiccinirsi :
diventar piccolo ; quànd el bév ghe Se
SpisciniSS i ceuee = quando beve gli si
impicciniscono gli occhi.
spisig'à, V. att. = pizzicare. Vedi pisigà.
spisigòu, s. m. = pizzicotto. Vedi pi'
sigón.
splàngrliéta, s. f = maglietta, asola: la
femmina del ganghero, se è di filo
1) Anche la cucitui'a ai capi d'un uc
chiello, all'estremo di uno sparato, per-
chè restino saldi.
spléudid, * agg. = splendido : pieno dà
luce viva.
1) Magnifico, bellissimo: di cosa
bella, grandiosa, ecc.
2) Munifico, liberale, generoso: largo
nello spendere.
spi
spleiididàmènt, * avv. = splendidamente:
in modo splendido, con splendore.
spleudòr, s, m. = splendore : luce in-
tonsa 0 viva.
1) Magnificenza nel vivere, nel trat-
tarsi.
2) éplendor di me seiàvàti = bellezza,
occhio di sole: in senso sempre ironico,
per dire il contrario.
spceùla, s, f. = spola: arnese a foggia
di navicella, mediante ava il filo del
ripieno si fa passare fra quelli dell'or-
: dito nell'operazione del tessere.
spoetisà, V. att. = spoetizzare: far ces-
sare ogni illusione.
spoià; V. att. = brucare: spogliare il
ramo dalle sue foglie, strisciandovi so-
pra la mano.
1) Spannocchiare; togliere la pan-
nocchia al grano turco : L'è on gran
bèli in campagna, quànd ala èira ée
époia = è pur bello in campagna,
quando alla sera si spannocchia.
spdli) s. m. = spoglio: abito che uno non
mette più e regala ad altri, o lascia
morendo.
1) fa '/ spdlì = fare una scelta: spe-
cialm. di brani d'autore, ^i nomi di un
elenco, lettere e sim.
spolmonàss, r. rifl. = spolmonarsi : af-
faticarsi, stancarsi i polmoni per cam-
minare troppo in fretta o all'erta o
per urlare, gridare, parlare a lungo ;
el noèter l'è on meàtee de épolmonàéà
tiitt el dì = il nostro è un mestiere da
spolmonarsi tutto il giorno.
spolpa, V. att. = spolpai'e: levar la polpa.
spolpasi, V. rifl. = spolparsi : dar tutto
il proprio per gli altri.
1) èpolpet = spolpati, impiccati : in-
vettiva volgare.
spòlvei', s. m. = spolvero : lo spolverare,
e la materia spolverata.
1) Sacehetto pieno di carbone trito
0 di gesso 0 sim. che, scosso su un
disogno bucherellato serve a riportare,
alla decorazione e sim.
spolvera, * v. att. = spolverare. Voce
nuova per fa gid là polver. Vedi pòl-
yer, 2).
spolverili, s. m. = spolverina : soprave-
ste da viaggio per riparo della polvere.
1) Spolverino, polverino: arnese sfo-
racchiato in cui si tiene zucchero in
polvere, o polvere di cipria, o altre
— 793 — spo
polveri per spolverizzarne torte, pasticci,
guanti, scarpe e altro.
spolverisà, ». att. = spolverizzare: co-
prire, aspergere come di polvere, con
dello zucchero macinato, con farina o
altro.
spónda, s. f. = sponda, riva: le parti
laterali di fiume, fosso e sim.
1) L'estremità di alcune cose : éont
setaa àula éponda del lètt = sono se-
duto sulla sponda del letto.
2) T. di biliardo : mattonella ; cia-
scuna delle quattro spondo imbottite
dalla parte di dentro.
3) Fig. dna bòna Sponda = un buon
appoggio: sia morale che materiale.
spontàni, agg. = spontaneo : da natiu"a,
senz'arte; che procede dalla volontà,
senza coercizione : i gentilèéé han de
vèès spontàni = le cortesie devono es-
sere spontanee.
spopola, * V. att. = spopolare : scemare,
diradare la popolazione di una città,
d'un paese e simili.
1) spopolàsé, rifl. = spopolarsi : per-
dere di popolazione, rimanerne scemo.
spopolaa, agg. = spopolato : con poca
gente.
sporca, r. att. = sporcare, insudiciare,
lordare, imbrattare, illaidire ; rendere
sporco, laido, sudicio, lordo.
sporcàciòn, s. m. = ignobile, vilo, ab-
bietto.
spore h, agg. = sporco : lordo, sudicio.
1) Di atto, parola oscena, laida.
sporchìsia, s. f. = sporcizia: l'essere
sporco, e anche la cosa che sporca ;
sudiciume, laidume.
spòrg, «'. att. = sporgere, emergere: uscire
dal piano o perpendicolo; ed anche di
cosa tuffata, ricoperta dall'acqua; tor-
nare a galla.
1) Essere, stare in accollo. Vedi
fceùra, 6).
sporgénsa,* s. f. = sporgenza, aggetto.
1) La parte che aggetta, spoi'ge : in
qiièll pàlàsé gh'è Iròpp éporgéné = in
quel palazzo ci son di troppi aggetti.
2) Lo sporgere della parte che ag-
getta : per qiièll cornisòn ghe voréva
on poo mén de èporgénsa = per quel
cornicione ora necessario un aggetto
minore.
sporgiiuént , s. m. = offerta , tratta-
mento : fa éporgimént = far tratta-
mento ; servire rinfreschi, dolci, ecc.
spo
sporgiiiii, p. p. = sporto: da sporgere.
spoi'scelènt, agg. = sporco, sudicio, lordo.
sporteli, s. m. = spoiiellino : dove nelle
stazioai vendono i biglietti per lo corse
e dove in molti uffici sta un impiegato
che riceve le comunicazioni del pub-
blico.
àportìna, s. f. = sporta: arnese piutto-
sto fondo, a sacco, di giunchi, paglia,
sala 0 altro, con due manichi, usata
specialmente per far la spesa.
spós, s. m. = sposo : sposato di fresco o
prossimo, quindi el me èpos = il mio
fidanzato.
spòsa, s. f. = sposa: donna maritata di
fresco 0 vicina a. maritarsi. Anche :
moglie specialm. giovane.
1) Libelhila. Vedi g'ugela, 2).
2) pari òna sposa = parere una sposa:
essere in gi'an gala.
sposa, V. att. = sposare : condurre sposa,
0 prender marito, fare il matrimonio;
là voPAir àpostl on scior = vuol sposare
un ricco ; bisógna sposa Òna bòna tosa,
minga òna bòna dota = bisogna spo-
sare una buona ragazza, non una buona
dote.
sposàlìsl, s. m. = sposalizio : la ceri-
monia dello sposarsi : ineoe,u gli' è on
èposàUéi in grand = oggi c'è uno spo-
salizio in grande.
sposàss, V. rifl. = sposarsi: unirsi in
matrimonio.
1) se scmm minga sposaa = non ci
siamo sposati : si dice per significare
che non si hanno vincoli indissolubili.
spostaa,* agg. = spostato: persona che,
sbagliato indirizzo, non sa cosa fare.
spólicli, agg. = assoluto, indipendente:
di proprietà senza condizioni ; ì7ie Vhà
regàlaa per mi épòtich = me l'ha re-
galato per me assolutamente, in asso-
luta proprietà.
spranga, s. f. = . spranga : ferro lungo,
messo per lo piii a rinforzo.
spranga, v. att. = sprangare: mettere
una 0 più spranghe ; épràngt Viiéé =
sprangare l'uscio.
spregiiidicaa, agg. = spregiudicato: di
uomo che giudica, opera secondo la
realtà, senza pregiudizi.
sprèla, s. f. = sgarbataccia, rozza, ru-
vida : di donna rispondiera, che ha
cattivi modi ed arroganti.
sprèmni, v. att. = spremere, strizzare :
premere con forza fino a farne uscire
— 794 — spr
tutto ciò che v'ha di liquido, d'umore;
éprèmm on limòn, on nàràns = s])re-
mere un limone, un'arancia.
1) E delle erbe o altro per levarne
l'umido, farne uscire l'acqua.
spremuda, s. f. = spremuta, limonata.
Vedi litnonàda.
1) Strizzata: lo strizzare.
spreumii, agg. = spremuto.
1) vèéè on limÒn épremilii = essere
un limone spremuto ; dicesi di persona
da cui si sia cavato tutto quello che
si poteva, e della quale si mostri di
non fare più conto.
sprèsà, V. att. = sprezzare, disprezzare :
non curare.
1) chi spì-èàa tLma = chi biasima
\Tiol comprare : detto di chi mostra i
difetti di persona, segnatam, di sesso
diverso per la quale ha dell'inclina-
zione.
sprèso * e sprèss, s. m. = sprezzo, di-
sprezzo : lo sprezzare e l'effetto dello
sprezzare.
spretaa,* agg. = spretato : che si è levato
il collare di prete, che ha cessato di
essere prete. Xon l'usiamo mai solo,
ma sempre preceduto da prét.
sprisà,* v. att. = sprizzare, spicciare : di
liquido che sgorga impetuoso, specialm.
da una apertura piccola.
sprofonda,* «?. att. = profondare : cadere
nel fondo, andare in giù rovinosa-
mente.
sprofondi, * v. att. = approfondare, ap-
profondire : rendere più profondo, sca-
vando di più ; qiièla fòpa chi bisógna
sprofondila, se nò 'l pài el glie sta nò
= questa fossa bisogna approfondaiia,
altrimenti il palo noa ci sta.
sproìst,* agg. = sprovvisto, sprovveduto :
non provvisto, sguarnito ; che non ha
quello di cui abbisogna.
sproporsiòn, s. f. = sproporzione : man-
canza di proporzione.
sproporsionaa, agg. = spropoi"zionato : .
fuori di proporzione.
1) Inadeguato : non confacenti al
soggetto ; el fa di sjjés che hin tròpp
sproporsionaa ài so étàt = fa delle
spese che sono troppo inadeguate al
suo stato.
sproporslonàtàmént, * avv. = inade-
guatamente : in modo inadeguato, spro-
porzionato.
sproposit, s. m. = sproposito, errore,
spr
- 795 -
spu
sbaglio, farfallone : cosa fuor di pro-
posito 0 del vero ; quànd l'è interogaa
noi fa che dì di sproposit = quando
è interrogato non fa ohe dir spropositi.
1) Azione, parola imprudente, teme-
raria, ardita ; fa on sproposit = fare,
commetterò uno sproposito : anche di
cosa riprovevole
2) eiàmà on spropdsit = domandare
uno sproposito, un prezzo spropositato :
di marcanti che chiedono un prezzo
troi)po caro per la loro merce.
3) on sproposit = un subbisso, una
gran quantit.à, un' infinità. Come avv,
moltissimo, in modo enorme.
spropositaa, ctgg. = spropositato, esor-
bitante, enorme.
sprovìst,* agg. = sprovs'isto. Vedi sproist.
spriiss, s. m. = spruzzo. Usa meglio o
vedi sbròff. -
sptì.i, s. f. = saliva : liquido un po' vi-
schioso che si separa dalle glandule
della bocca '; à mangia certi ròbb
brilsch se se impienisé de spUa là
hòca = mangiando certe cose acide, ci si
riempio di saliva la bocca. Vedi saliva.
1) tàcaa per là spUa = accomoda-
ticcio : cosa accomodata in modo che
si vedo la fretta e 1' accouiodatura, e
non ò stabile.
2) spUa = sputo : la saliva sputata ;
se traiùva épua de per tiltt in età
stànéa = si trovano sputi da por tutto
in questa camera.
3) mangia pan e àptia. Vedi pan, 9)
cortèll, 9).
^pfià, V. alt. = sputare : cacciar la saliva
dalia bocca.
1) spiià. fceùra = sputare : cacciar
fuori ; se te piàs nò, spua fmàra = se
non ti piace, sputala. Anche in senso
hg. di cose che non accomodano e che
bisogna por forza mandar giù.
2) mangiti fèl e spila mei = masti-
caro amaro e sputar dolce. Vedi mèi, 2).
>pfiaa, agg. = sputato ; spUaa épiiise =
nato e sputato : scrivo scrivo, o serio
serio ; di persona somigliantissima o
che si crede tale.
spiiàsc, s. m. = sputo : saliva, sputata,
specialmente in discreta quantità.
spiiàscià, V. alt. = sputacchiare : fre-
quent. di sputare.
Bpiidoraa, arjg. = spudorato, senza pudore.
spiièll, s. m. = chiasso, remore : spec.
quello che si fa per nulla o per poco ;
han faa on gran spiièll per on gàròfol
= hanno fatto un gran chiasso per un
garofano.
spttìn, s. m. = sputacchiera : vasetto di
maiolica o cassetta di legno con sega-
tura, da sputarvi dentro.
spuuion, s. m. = spumone: lattemiele ge-
lato in uno stampo.
spuaci^uà, V. alt. = rattoppare, potti-
nicciare : mettere delle toppe, fare do'
pottinicci , delle raccomodature alla
buona, a frinzelli.
spùng', v. att. = pungere, bucare : ferir
leggermente di punta ; el g'hà épun-
giilil on did coni on giigtn = gli ha
punto, bucato, un dito con uno spillo ;
i spln épilngen = le spine pungono.
1) Per siniil. e fìg. di asprezze mo-
lesto ; el giponln de lana àula péli el
me épimg = il giubboncino di lana
sulla pelle mi punge.
2) Dir parole che urtano, offendono :
el m'ha ditt di parali che spimgen =
mi ha detto delle parole che pungono.
spùnga, s. f. = spugna : materia molle
e assorbente che presa nel mare devo
forma Io scheletro d'una sostanza vi-
schiosa dello stesso nome dopo vario
purghe è messa in commercio e serve
a molti usi, in specie per lavare, asciu-
gare l'acqua.
1) Fig. i ficeic hin dna èpilnga = i
ragazzi sono spugao : assorbono quasi
0 si imbevono di tatto ciò che vedono
e sentono, dell'ambiente in cui vivono.
spùiiges, V. rifl. = pungersi, bucarsi :
ferirsi leggermente di punta ; el s'è
épungiiiU cont là fòrbes = si e punto,
bucato, colle forbici.
spnugrig'uceù, s. m. = spugnolo : specie
di fungo.
spuugigiiòn, s. m. = pungiglione, acu-
leo : stimolo, pungolo.
1) Spunzone : punta forte e resi-
stento ; ferri quadrati o tondi, non
grossi, ma acuti che si mettono specialm.
per difesa di inerte, muri, ecc., e lo
spine grosso, acute delle piante.
spung'iuda, s. f. = puntura, bucatura:
il buco fatto 0 l'atto del pungersi, fe-
rita di punta ; el à'è faa dna spungiuda
cont là gùgia= s'è fatto una bucatura
coU'ago.
1) Fig.; motto pungente, frizzo.
spangiudina, s. f. = punturina, buca-
turina : dim. di puntura, di bucatura.
spu
spunta, V. alt. = spuntare, intrans. :
cominciare a venir fuori corno in una
punta, a poco por volta ; spunta el
formént = spunta il frumento ; spùnta
el di = spunta il dì.
1) Di persona che apparisca, si mo-
stri ; riioo mata à Spunta in foncl àia
contrada = l'ho vista a spuntare in
fondo alla via.
2) ài èpuntà del dì = allo spuntar
del giorno, all'apparita dell'alba.
b'puntà, u. att. = spuntare, transit. : to-
gliere la punta a una cosa appuntata.
1) Riscontrare, verificare: esaminare
attentamente.
2) Spuntala = spuntarla, spuntare
una cosa : vincere qualche difficoltà.
spuntiroeu, s. m. = sbrocco, sbroccone,
sfondino, punteruolo : ferretti aguzzi
come lesine coi quali i calzolai fanno
buchi nel tacco, o nel suolo.
1) Forabuchi : asticciuola appuntata
per far buchi nella tela o altro.
spuutÒD, s. m. = spillone : grande spillo
per appuntare i capelli e i cappelli.
1 ) Spuntone, agone : asta grossa e
forte munita di lungo ferro, quadrato
0 tonde, non grosso ma acuto.
2) Ago dei gabellieri.
spurg-o, v*». ni. = spurgo, sfogo. Vedi sfógo,
spusa, s. f. = puzza, puzzo, sito, lezzo:
cattivo odore.
spiisàj V. att. = puzzare : mandar sito,
lezzo, cattivo odore; spocialm. di escre-
menti, di roba corrotta, ecc.
1) Ammucidire : diventar mucido ;
di carne vicina a putrefare ; ineoiil là
cervèla là épùsa = oggi la cervella ò
ammucidita.
2) fa spiisà = appuzzare-: empir di
puzzo ; l'ha faa épiisà tuta là stànsa
de éìghcr = ha appuzzato di sigaro tutta
la camera.
3) comincia à spiisà = impuzzare,
impuzzire, impuzzolire : diventar puz-
zolente.
4) spiiéà minga = non guastare, pa-
rer buono: di cosa che si crede inutile
e invece giova.
5) spiisà là sàlud = trascurare la sa-
lute: non averne riguardo.
spttséta, s. m. = coglia, vanesio, zerbi-
notto.
spusolént, agg. = puzzolente: che puzza,
che manda molto puzzo.
796 — squ
1
scxuàdra^ s. /. = squadra : strumento di
legno per segnare angoli retti.
1) vcsé fcRura de squadra = essere
fuori di squadra : non essere tracciato
secondo lo buone regole. Anche in senso
figur.
2) T. milit. : metà di un plotone,
da 12 a 25 soldati e per estens. frotta.
squadra, v. att. = squadrare : aggiustare
colla squadra.
1) Fig. guardare con attenzione da
capo a piedi.
2) Quadrare, piacere, soddisfare, ca-
pacitare. Vedi <xuà<1rà.
squàdròn, s. m. = squadrono. T. mil. :
la sesta parte di un reggimento di ca-
valleria.
1) Squadrone, sciabolono : la scia-
bola dei soldati di cavalleria.
squàìà) V. att. = scoprire, propalare. Vedi
desq^àtà, 1).
squàiàss,* v. rifl. = squagliarsi, strug-
gersi, liquefarsi : di roba che al calore
della bocca si disfa, si strugge. Meglio
deslenguà.
squama,* s. f. = squamma, scaglia : la-
minetto dui'O che copron la pelle di
alcuni animali e spocialm. rettili e pesci.
1) i squàmni = alette di pesce, le
pinne : quelle collo quali guidano il
loro nuoto.
squama,* v. att. = squammare, squamare :
levar le scaglie ai pesci, per poterli
cucinare.
squànquànà, v. att. = arrancare : cam-
minare colle gambe storte, come le
anatre.
sqaàrc, s. m. = sguancio, strombatura, ■
strombo : quell'apertura nella grossezza
del muro ai lati della finestra che va
allargandosi verso l'intorno della stanza,
affinchè le imposte, meglio spalancate
diano meno ingombro e più lume.
squarta, v. alt. = squartare : spaccare
in quarti, spocialm. di animali macel-
lati, od anche semplicemente sparare,
spaccare.
squàs e squàsi, aw. = quasi. Vedi quasi.
squàtrinà, v. att. = guadagnucchiare: far
piccoli guadagni; àia fèsta cóla banca
de frUta squàtrìnen = alla festa col
banco della frutta, guadagnucchiano.
squinterna, v. alt. = sconquassare, scon-
nettere, sgangherare ; rhà squintenma
là càdréga in del sctàsé giò = scon-
quassò la sedia nel sedervisi.
squ
797 -
sta
«liiilibràss, v: rifl. = sbilanciarsi. Vedi
sbilànciàss.
^iiìlibraa, agg. = squilibrato, fuor d'e-
quilibrio.
1) Anche di chi ha perturbato il sonno,
guasto il corvello.
ìiqnìiici. Vedi cilici e qiiìuci.
squìnsia, .s. f. = smorfiosa, leziosa. Vedi
' piaga, 2).
sqiiisìto,* agg. = squisito : di gusto per-
fetto, eccellente ; là pttnera col sucher
vànUiaa Ve fiquisìta = la panna collo
zucchero vanigliato ò squisita.
sqiiitàrela e sqiiitirla, s. f. = cacarella.
Vedi càglièta.
sr.agionà, v. att. = sragionare : ragio-
nare con cattive ragioni.
sràrì, V. att. = diradare : far più rado ;
Eràri i ràmm d'òna piànta = diradare
i l'ami di un albero ; àràrl i fineu in
di bànch = diradare i ragazzi nei banchi.
srejolaa, agg. = sregolato : che non ha
misura, spocialm. nella vita.
ssc, = friggio : strepito o schioppettio del
liquido 0 di altro che frigge ; scnt che
bèli sse che fànn i cotelètt = senti che
bel fi'iggio fanno le costolette ; sent el
ssc del biltér = senti il friggio del burro.
st' e sss, = st' : csclamaz. per indicare
silenzio. Come cito.
sta, pron. = questaj codesta. Si usa invece
di qiiésta, quando precode immediata-
mente il nomo a cui si riferisco ; sta
aera = questa sera ; sta dona chi =
questa donna qui ; .sta lètera'làvàspedìda
in giornàda = questa lettera deve os-
sero S])edita in gioi'nata .sia; casa chi
Ve malincònica come = questa casa è
assai malinconica ; sta màtina g'hoo
■minga fàmm = questa mattina non ho
tàmo.
sta, V. att. = staro : essere in un luogo
con deliberazione o volontà, od anche ;
trovarsi, star fei'mo, rimanere in un
luogo ; à li orna ghe sèmm e ghe sta-
rèmm = a Roma ci siamo o ci staremo.
1) Acconsentire, partecipare ; ghe
stoo tinca mi à fa on bèli disnà in
del Sàvini = ci sto anch'io a fare un
l)cl pranzo dal Savini.
2) sta ben = star bene : di buona
salute, sentirsi bone. Anche dello star
bone economicamente, di finanza.
3) digli qiièll che età ben = dirgli
quel che sta bone : quello ohe gli si
conviene, che gli spetta, che merita.
4) Rimettersi ; mi étoo à qiièll che
fee viàlter = io sto a quello che fate voi.
5) Tardare ; el po' sta minga tànt
à Degni = non può star molto a venire.
6) Abitare, dimorare ; àdèss el età
pie à Mildn, el sta à Paris = ora non
sta più a Milano, sta a Parigi.
7) Dipendere ; se là stasa de mi,
éàfièé giti àndaa in America dés vòlt
= se dipendesse da me, sarei già an-
dato in America dieci volte.
8) Vivere, far la vita ; età minga
mal in d'on sii = non farci vita a male.
9) Stare in un luogo, capirci, en-
trarci ; là mia mobìlia là ghe età nò
in sto àpàrtàm,ént chi = la mia mo-
biglia non ci sta in questo apparta-
mento ; ghe stèmm minga tùli in cà-
rdia = non ci stiamo tutti in carrozza ;
Ve on pàcck tròpp gròéé, el ghe età
minga in sàcòcia = è un pacco troppo
grosso, non ci sta in tasca.
10) sta in sii quèla = star sull'av-
viso, stare in continua attenzione, per
profittare di un'occasione che si presenti.
11) sta de papa, de princip = stare
in barba di micio, far vita gaudente.
12) sta cont... = attenersi... Di per-
sone in quanto si seguono le loro dot-
trine, i loro insegnamenti : di cose che
si proferiscono ad altre ; mi stoo coi
liberai = io sto coi liberali ; Hi el àtà
con Rosmini = egli attiene a Ro-
smini ; stee cont là ciisìna casalinga,
àe vorii sta ben = attenetevi alla cucina
casalinga, se volete star bene.
13) el sa com2 'l sta = sa quel che
gli spetta: si aspetta quello che le sue
azioni gli hanno meritato.
14) Jà sta éii = furare, rubare: pren-
dersi più del dovuto, senza che chi
vendo se no accorga.
16) là ghe età, là ghe età minga =
ò conveniente, equo, onesto o no.
16) làsà .sta = non toccare. Anche
tralasciar di fare.
17) ghen sta sii pii = è ì\ colmo: di
ciò che si erode abbia raggiunto l'ul-
timo limito del possibile.
18) àtà cantra = far coatro, essere
avversario.
19) sta sii = vegliare: stare alzato la
notte invoco di coricarsi; ed anche:
star sul grave, tenero il broncio.
20) sta. lì = durare, poter essere con-
servato senza ammucidire.
sta
- 798 -
sta
21) sta = noQ chiedere altre carte.
T. di giuoco,
^tàbièll; 5. m. = stabbiolo, stalletto,
stalluccio : specialm, quello del porco.
1) Per estens. di qualunque luogo
sporco, sudicio.
.stàbil,* agg. = stabile : che non è prov-
visorio ; rè oti inipiegaa in pitLnta
stàbil = è un impiegato in pianta stabile.
1) Fermo, coerente nelle proprio idee ;
rè minga on legeròtt, Ve on omni
étàbil in di so opinion = non è un
leggierone; è un uomo fermo nelle suo
opinioni.
2) s. m. Proprietà stabile, e specialm.
una casa, un edificio.
stàbili,* V. att. = stabilire: creare, decre-
tare stabilmente ; han stabilii de co-
mincia i làori sta jjrimàréra = hanno
stabilito di incominciare i lavori que-
sta primavera.
1) Intonicare : dare una terza ed
ultima copertura piìi liscia alla mura-
glia arricciata ; ed anche semplic. : ar-
ricciare, dare al muro rinzaffato {re-
bocaa) una seconda mano di calcina
per meglio pareggiare le ineguaglianze
del rinzaffo.
stàbilidura, s. f. = arricciatui-a, intonico :
la calce mescolata a rena finissima
colla quale si arriccia o intonica il muro.
stàbilimènt, s. m. = stabilimento : isti-
tuto di pubblica utilità ; ètàbilimènt
tipogrtlfich, stàbilimènt de bàgn = sta-
bilimento tipogr,, stabilimento di bagni.
^tàbiliss,* V. rifl. = stabilirsi : farsi sta-
bile ; et temp el se stàbilisé pil = il
tempo non si stabilisce piii, non Ngi
mette più al bello.
1) Andare a stare, fissar la dimora;
/' è on min che s' hin àtàbiUi à Tilrin =
è un anno che si sono stabiliti a To-
rini); Vànn che ven van à stàbilisé à
Genoa = l'anno venturo vanno a sta-
bilirsi a Genova.
stàclièta, s. /". = bulletta: sorta di chiodo
liiccolo con capocchia larga : specialm.
quelli dello scarpe e dei tappezzieri.
1) bau stàcheta o stàchètt. Vedi bi'O-
chètt, 2).
2) tegnì à àtàehèta = tenere a stec-
chetto : tenere a corto, far vivere uno
con gran parsimonia.
3) .<-tò à étàckèta. Vedi pan, 27).
4) stàchètt de gàrdfol = chiodi o chiovi
di garofano. Vedi gàlòfer, 2).
stàchètìna, s. f. = buUettina : dim. di
bulletta.
stàclietóna, s. f. = buUettone : bulletta
grossa, spesso con capocchia d'ottone a
volte dorata per ornamento di mobili
antichi o all'antica.
stadèra, s. f. = stadera: lo stesso arneso
che la bilancia, più grande, con un
piatto solo sostenuto da catenelle che
si legano all'estremità di un'asticciuola
di ferro e un peso che si fa scorrere
a volontà su questa asticciuola ad in-
dicare il peso corrispondente sul piatto.
stadere©, s. vi. = stadoraio, bilancialo :
chi fa e vende stadere.
stara, s. f. = staffa: specie di anello pen-
zolo d'ambo i lati della sella, in cui
il cavaliere mette il piede.
1) Staffa 0 montatoio: arnese di ferro
su cui si posa il piede per salire in
carrozza e discenderne. Anche: paletta
del predellino.
2) Canale per le lamine : quello la
cui cavità è pochissimo fonda e molto
larga: le sottili piastre che so ne cavano
sono così già avviato ad essere tirate
in lamine col cilindro.
3) Staffa: specie di forma composta
di due pezzi simili di bronzo o di le-
gno, quasi a foggia di due telaietti nel
cui vano si calca e si spiana argilla
umida e su questa si fa col modello
l'impronta di ciò che si vuol gettare.
4) Quella parte della calza che passa
fra il collo del piede e il calcagno.
5) Striscio di pelle o di stoffa sotto
la scarpa per impedire che i calzoni
vadano su.
6) Chiamasi cosi un bicchiere di vino
che ci si fa dare dall'oste.
7) perà i staff = perdere la staffa:
uscir di se, perdere la misura.
8) ^1?^/?^ 'l pè in dò staff. Vedi
scàrp, 3).
stàfèta, s. f. = staffetta: uomo a cavallo
spedito a portare in qualche luogo o a
qualche persona una lettera, un plico,
una notizia.
1) La locomotiva che precede il trono
reale suUa strada ferrata.
stàfi e st.àfil, * s. m. = staffile: sferza
di cuoio.
stafilà, V. att. = staffilare: battere collo
staffile.
àt<àfllàda, s. f. = staffilata: una percossa
di staffile.
sta
- 799 -
sta
1) Motto pungente, satirico ; in del
éò diécorè el g ha daa di gran étà/ilàd
ài clericài = nel suo discorso diede di
gran staffilate ai clericali.
j-tàgli, V. att. = starci, entrarci. Vedi
sta, 9).
1) étàgh = acconsentire a prender
parte a qualche cosa.
2) a sttLghela lì = a far molto, a dir
molto.
stàg'ia, s. f. = staggio: bastone che regge
i pioli nelle scale a mano, o qualunque
lista di legno o ferro trasversale a so-
stegno di qualche cosa.
stàgióu, s. /". = stagione: ognuna delle
quattro parti dell'anno.
1) mesa Stàxfiòn = mezzo tempo: l'au-
tunno e la primavera; el j^àltò de mesa
étàgiòn = soprabito leggiero, di mezza
stagione. Vedi paltò, 2).
2) siieck e melón Ma eòa stàgiòn.
Vedi inelóii) 1).
stagiona, v. att. = stagionare : di cose
che acquistano le volute proprietà in
un dato tempo, come, per esempio, il
legno.
stàgionaa, agg. = stagionato : del legno
quando non è nuovo e che è adatto per
far mobili.
1) Di persona : che è, quasi fatta
. vecchia.
stàgiouàdura, s. f. = stagionatura : lo
stagionare, lo stagionamento.
stagli, s. m. = stagno: corpo indecom-
posto: sorta di metallo grigiastro.
stagli, agg. = sodo, saldo, consistente :
che resiste abbastanza al tatto, alla
pressione; càrna ètàgna = carne soda;
ligà àii on fàgòtt bèli Stàgn = legare
un involto- ben sodo.
stagna, i\ att. = stagnare, ristagnare :
coprire u.n altro metallo collo stagno, e
specialm. l'interno dei rami di cucina.
1) Tener duro: conservare un segreto,
tener mano a una burla.
2) Saldare: con giungere coUo stagno
0 il saldatoio pozzi metallici.
B) s-tàgnà H èàngu = ristagnare il
sangue: quando cessa di buttare. Per
noi anche nel senso transitivo di far
cessare il sangue.
4) Màgntl 'l ràsèll = far ristagnare
la botte: impedire che ne esca per fes-
sure il contenuto.
iitàgnàdura, s. f. = stagnatura : lo stJi-
gnare.
stàgnoeùla,* s. f. = stagnola : foglia di
stagno battuto.
stala, s. f. = stalla : stanza a terreno
dove si tengono le bestie, cioè cavalli,
buoi, vacche, muli e sim.
1) iicàpaa i bxu, stlren là stala. Vedi
boeu, 3).
2) te éee minga in stala = non sei
in una stalla: si dice da noi a chi fa
troppo i suoi commodi e fa il villano.
3) pari dna stilla = essere come una
stalla: di luogo sùdicio, sporco.
stàlàss, s. m. = stallatico, stallaggio :
luogo dove si danno i cavalli a vet-
tura, 0 dove si dà ricetto a cavalli di
fuori in viaggio.
1) Rimessa : quella dove i barocciai
e i vetturini rimettono i loro veicoli a
un tanto il giorno o l'ora.
stàlee, s. m. = stalliere, mozzo di stalla:
famiglio e servo che ha cura delle cose
della stalla e delle bestie che vi sono.
stàlòn,* s. m. = stallone: cavallo intero,
da razza.
stàmàtìiia, avv. = stamattina, stamane,
stamani : questa mattina, la mattina
d'oggi.
stamina, s. f. = stamina, stamigna: pezzo
di tela di stame per colare.
starnili, s. m. = stame: la parte più fine
e più consistente della lana.
stàmp, s. ni. = stampo, stampa ; stru-
mento da imprimere o stampare il drap-
po, il cuoio, e sim.
1) Stampo: disco bucherellato in va-
rio modo per dar forma alla pasta da
minestra.
2) Forma, cavo: la cavità dove si fa
la fusione e che ha la forma dell'og-
getto che ne deve riuscire e qualunque
altro recipiente che dà la propria forma
al contenuto,
3) Petrella: forma di pietra o altra
materia, per gettarvi piatti di stagno
e sim.
4) * omen hin faa tiicc sii nàtesi-
stàmp = gli uomini son tutti filati a
una rocca: son tutti compagni.
stampa, s. f. = stampa : immagine im-
pressa con niacchina o rame, acciaio e
sim. e la figura impressa.
1) L'impressione dei caratteri tipo-
grafici e di figaro sulla carta, l'arto
dello stampare e l'atto dello stampare.
2) Il modo dello stampare: il carat-
tere di che si servono por stampare.
Kta
800 —
sta
3) vèsé- de V istèsa stampa = ossero
della stessa, della medesima stampa:
di cose fatto allo stesso modo o che si
somigliano in tatto e per tutto, e di
persone ugualmente buone o cattive.
4) dà Ma stampa = darà alle stampo;
fare stampare un qualche scritto da
pubblicarsi .
5) vHeghen pu nànca là stampa =
non Qssercono nemmeno la stampa: di
cosa della quale si manchi affatto.
6) se n'è perdiiil là stampa = se n'è
perduta la stampa : di cose o persone
singolari, rarissime.
stampa) V. alt. = stampare : imprimerò
colla stami)a.
1) Comporre coli' arte tipografica e
anche pubblicare.
2) Di rami, acciai, incisi col bulino
0 altrimenti.
3) Fig. , pòss minga fall étàmpti ;
dòe voo à stampali? = non posso stam-
parlo ; dove vado a stamparlo '? non
posso trovarlo lì per lì, farlo essere
subito come uno vuole : di impieghi,
danari, oggetti, e sim.
stànipàdór, s. m. = stampatore : colui
che stampa.
1) Assol. tipografo: colui che stampa
libri, carte e sim. ed anche colui che
lavora in una stamperia.
stàiupària, s. f. = stamperia, tipografia:
officina 0 bottega dove si stampa ; là
stàmpària del Màèimln l'è fùria di
mèj de Mildn = la stamperia del Mas-
simino è una delle migliori di Milano.
stampateli,* s. m. = stampatello : carat-
tere a mano che imita quello della
stampa.
stàmpéla,* s. f. = stampella: le gruccie
colle quali si aiutano a camminare gli
zoppi e storpiati.
stamperìa,* s. f. = stamperia, tipografia.
Vedi stàmpària.
stàmpìlia, s. f. = stampiglia: stampa vo-
lante d'annunzi e sim.
stanga, s. f. = stanga : lunga e grossa
asta piallata e lavorata per vari usi.
1) Un travicello che si pone attra-
verso le imposte entro duo anelli per
chiudere.
2) dàgh là attinga = metter la stanga:
chiuder l'uscio e forte.
3) i étàngh = le stanghe: duo lunghe
asto di legno della carrozza fra cui si
attacca il cavallo.
4) Battifianco: quello che divido nella
stalla il posto di un cavallo e quello
d'un altro.
5) vèéé vUn à stanga e r alter à bà-
lànsin. Vedi bàlànsin, 3)
stàngàda, s. f. = stangata, legnata: colpo
dato colla stanga.
stànghéta, s. f. = arpese: pezzo di ferro
per tener insieme a catena le pietre
d'un edifìzio. .
1) Stanghetta: ferretto della toppa
che, volto colla chiave serra od apre.
stànghètt, s. m. = batacchio: grosso ba-
stone.
stàngóu, ."?. m. = stangone : accresc. di
stanga.
1) Fig., di persona alta e forte ; Ve
on étàngòn de vUn che '/ par on grà-
nàtèr = è uno stangone che pare un
granatiere.
stànócc e stànòtt,* avv. = stanotte, questa
notte : tanto la notte passata quanto la
prossima.
stànsa, s. f. = stanza: ognuna delle parti
per lo pili quadrangolari, nelle quali
è divisa una casa.
1) stlnsa de lètt, e assol. étànsa =
camera : stanza ad uso principalmente
di dormirvi; stànsa de èpos = camera
da sposi: bella, ben messa.
2) étànsa à pian teren = stanza, ca-
mei'a terrena.
3j starna mobiliàda = camera am-
mobigliata: che si appigiona, per lo più
a mese, colla mobilia ; sta éHi stàns
mobiliaa = stare a dozzina.
4) dà òrdin là stànsa = far la ca-
mera: rifare il letto, spazzare o fare gli
altri servizi occorrenti a mettere in or-
dine la camera.
5) étànsa impegnàda = stanza di
passo: quella per dove si passa p«r an-
dare in un'altra.
6) stànsa di ^guardar òbb = guarda-
roba, stanza degli armadi. Vedi guar-
daròba.
stànsàscia, s. f. = stanzaccia, cameraccia;
pegg. di stanza, camera : l'è óna àtàn-
éàscia Umida come = è una cameraccia
molto umida.
stànséta, s. f. = stanzetta, cameretta :
dimin. vozzegg. di stanza, camera : l'è
óna bela étànsHa tanto carina = è una
bella stanzetta tanto carina.
stànsètìna, s. f. = camerina, stanzettina.
stànsià,* 1^. att. = stanziare : assegnare
sta
83]
sto
stabilmente una somma, uno stipendio
e sini.: han étànsiaa inìla lir per el
càrnovaa = hanno stanziato mille lire
per il carnevale.
stàusìn, s. m. = stanzino : stanza picco-
lissima ; el stànéin de toelètt = lo stan-
zino di toeletta; el stànéin de làorà =
lo stanzino da lavoro.
stànsòu, s. m. e stànsòiia, ò\ f. = stan-
zone, camerone, stanzona, camerona :
accr. di stanza, camera. Nell'uso stàn-
éòn è più che étànèòna; Ve minga doma
dna étànèòna, Ve on étànéòn = non è
solamente una stanzona, è uno stanzone.
stàiisuscia, s. f. = stanzucoia, camoruc-
cia : dim. dispreg. di stanza, camera.
stàntà, v. att. = stentare : durar fatica,
arrivare con stento : con qùèll pòceh
étipéndi che H g'hà el étànta à vìv =
con quel poco stipendio che ha stenta
a vivere ; attuti minga à cred = non
stento a credere : credo senza difficoltà.
stàutiì, agg. = stantio, invietito : di cose
che han perso freschezza e bontà.
starni, V. atl. = starnazzare, sparnazzare :
il battere delle ali che fa la starna e
gli altri uccelli; por noi specialm. delle
anitre e delle oche. y
staséra,* e stàsìra, avv. = stasera : questa
sera, la sera d'oggi, del giorno che corre.
stàsidn, s. f. = stazione : grande o pic-
colo edifìcio dove ogni treno si ferma
per lasciare o prendere passeggieri o
merci, e dove sono gli uffici della strada
ferrata.
1) T. occles.: quelle della Via Crucis.
stàsioiiàri, agg. = stazionario : che ha
interrotto il suo movimento, progresso;
che non procede. Per lo pili dello stato
di un ammalato.
stàt, s. m.. = stato : 1' essere, condizione
d'una persona o cosa: ài étàt di ròbb
come hin ineoeu, gli" è pòech de sperà
= allo stato presente delle cose c'è
poco da sperare : el me càpèll Ve àn-
eàmò in bòa àtàt = il mio cappello è
ancora in buono stato, in buone con-
dizioni.
1) Di salute, di finanze : vèéé in bon
étùt = trovarsi in buono stato.
2) Stato: paese retto da una società
civile, e la società stessa: foeùra de
Stàt se pò nò àndti éènéa pàéàpòrt =
fuori di Stato non si può andare senza
passaporto; òmm de étàt = uomo di
stato ; che ha le qualità opportune per
reggere, governare uno Stato.
3) Ve mi'ìga on àfàri de àtàt = non
è un affare di stato; si dice a chi fa
gran scalpore per un nulla.
4) étàtmàgiòr = stato maggiore. Vedi
màgiòr, 6)..
statàri, agg. = statario : di giudizio che
si fa prostamonte e con procedura piìi
sollecita, e specialm. per noi quelli che
il governo austriaco facova per condan-
nare con apparenza di legalità i pa-
triotti.
statìstica,* s. f. = statistica : scienza dei
fatti sociali espressa con termini nume-
rici, e l'enumerazione di cose, di fatti
di persone, volta a scopo di scienza.
stàtua, s. f. = statua: figura a tutto ri-
lievo rappresentante un essere umano,
divino, 0 uno spirito o un animale.
1) pari òna statila = parere una
statua ; di chi sta immobile e in si-
lenzio.
2) là stàtua del sur Ineiòda. E' il
titolo di una delle pivi graziose e al-
legre conimediole del teatro milanese.
E' di Ferdinando Fontana.
stàtiiéta, s. f. = statuetta, statuina : dimin.
vezzegg. di statua.
statura, s. f. = statura : altezza del corpo
dalla pianta dei piedi al vortice (negli
animali misurano la parte più elevata),
stàtiitt, s. m. = statuto : corpo di leggi
che uno Stato dà a sé stesso.
1) Regolamento, legge che governa
una società, un'Accademia, un Collegio
e sim.
2) el di del étàtùtt = il giorno dello
statuto: la prima domenica di giugno
nella quale si commemora l'emanazione
dello statuto di Carlo Alberto.
steàrica,* agg. femm. = stearica: di can-
dela di grasso depurato. Vedi ceróffiu.
steca, s. f. = stecca: bastone diritto di
più pezzi di legno commessi insieme
che comincia grosso come un soldo o
finisce come un centesimo circa, per
• spinger le palle al biliardo.
1) Oggetto fatto a lama di coltello
d'avorio, d'osso, di legno o metallo,
per lo più a uso di piegare o tagliar
carta.
2) Per sim. quella usata dai calzolai
per lustrare il suolo.
3) 0 altro legno di poca dimensione,
ste
802
ste
per vari usi, spesso piatto; i stecch de
Vombrèla = le stecche dell'ombrello.
4) stècch déla fài-èta. Vedi mola, 3).
5) Voce stonata in chi canta o suona ;
Swca 7 Tàmtigno quèj vòlta l'ha eiàpcia
dna quttj stèca = anche TamagQO qual-
che volta fece qualche stecca.
6) Paraguanto, mancia ; l'ha tràtaa
ben Vàfàri, ma 'l g'hà àviiii tinca dna
étèca de mila frànch = trattò bene
l'affare, ma ebbe però un paraguanto
di mille franchi.
7) ciàpà là stèca = avere avuto,
prendere, pigliare il boccone : di chi
si lascia corrompere da donativi.
stecà, V. att. = inlardare, inagliare. Vedi
instàchetà, 1).
stècàda, s. f. = steccato, palancato, im-
palancata : chiusura di stecche, d'assi
0 panconi in piedi, con pali per tra-
verso, per impedire il passaggio,
stèccli, s. m. = stecchino, stuzzicadenti :
piccolo stecco e sottile per nettarsi tra
dente e dente dopo aver mangiato.
1) màgher come on stecch = magro
come un chiodo : magro allampanato,
magassimo.
2) hin dìiii étècch = son due stecchi,
due canne : diciamo noi delle braccia
e delle gambe sottilissime per magrezza.
3) tiraa còme on stècch = stecchito:
morto, finito ; coni dna corteltida l'ha
traa là tiraci coyne on stècch = con
una coltellata lo stese stecchito.
stechèta, (tegni à) = tenere a stecchetto.
Vedi pan, 27).
stecola, s. f. = stecca : strumento dei
fornaciai.
stee, s. in. = staio : misura di capacità
delle biade e civaie ; è 1' ottava parte
di un moggio e contiene litri 18,25. Va
disusando.
1) Deretano. Voce famigliare.
2) ètàgh à tUti étee = stare ad ogni
partito^ accomodarsi a tutto.
stèla, s. f. = stella : qualunque astro
luminoso che par fisso nel cielo.
1) stèli càdént = stelle cadenti : cor-
puscoli materiali che circolano come i
pianeti intorno al sole e formanti grappi
che urtati dalla terra si infiammano.
2) stèla comèta, = cometa, stella co-
meta : noto corpo coleste che sta fra
il pianeta e le nebulose con nucleo e
chioma o coda.
3) stèla comèta = aquilone: balocco
consistente in un pezzo di carta mon-
tato su cannucce, che tirato contro
vento per mezzo di un filo, jniò in-
nalzarsi e sostenersi per aria.
4) étèla d'dra = splendente amorino :
modo affettuoso col quale ci rivolgiamo
specialm. a' bambini.
5) vede i stèli = veder le stelle :
quando per percossa o altro si sente
un gran dolore e acuto.
6) nàsiiii éòtt dna bòna, ò dna cà-
tìva stèla = nato sotto buona, sotto
cattis^a stella : fortunato o no.
7) porta ài stèli = alzare alle stelle :
levare a cielo ; lodare eccessivamente.
8) /' albèrgo déla stèla = albergo
della stella : è insegna comune di molti
alberghi, ma si usa anche scherz. per
dire di chi dorme all'aperta, non sotto
tetto.
9) orfanotròfi dèla Stèla = il nostro
orfanotrofio femminile.
10) Asterisco. T. di stam]).
stelèta, s. f. = stellina, giacoraina : pa-
sta da minestra tagliata in forma di
stelle piccole.
steliua, s. f. = bigallina : bambina alle-
vata nell'orfanotrofio della Stella.
1) Innocentina : se è figlia dell'ospe-
dale e non conosce i genitori.
stèrna,* s. m. = stemma, arme : arme
gentilizia, o quella di una città.
steinègiia, s. m. = stillino, avaraccio,
taccagno, gretto : che nello spendere
teme sempre di spender troppo.
stemègnària, s. f. = gretteria, tacca-
gneria, spilorceria : meschinità nello
spendere.
steiuègiióu, s. m. = gretto, taccagno.
Come stemégua.
stènd, r. att. = stendere. Noi l'usiamo
soltanto nella frase èténd el contràtt =
stendere il contratto, e sim.
stendàrd, s. m. = stendardo, gonfalone:
vessillo ecclesiastico ; el stendàrd déla
Màdòna, l'è tiitt ricàmaa in òr = lo
stendardo della Madonna è tutto rica-
mato in oro.
stenografa,* v. att. = stenografare : scri-
vere con segni stenografici.
stenografìa, s. f = stenografia : l'arte
di scrivere con segni abbreviati delle
parole.
stenogràflcli, * agg. = stenografico : di
discorsi, relazioni, prediche, ecc., rac-
colte dalla viva voce dell'oratore colla
ste
- 803 -
sti
stenografia ; el resocunt stenogràfich
dèla Càmera = il resoconto stenogra-
fico della Camera.
stenògrafo,* s. m. = stenografo : colui
che scrive stenograficamente.
stenta, f. att. = stentare. Vedi stàntà.
stentàrèll, s. m. = stenterello : maschera
del teatro fiorentino, e 1' attore che la
rappresenta.
stenti, (a) = con stento, con pena, con
gran fatica.
stereotipa,* v. att. = stereotipare : ri-
produrre per mezzo della stereotipia.
stereotipia, s. f. = stereotipia : la ri-
produzione delle pagine composte coi
lipi mobili in lastre fisse che si stam-
. pano senza scomporsi mai.
1) Le pagine stesse così riprodotte :
là étereotipia èe pò minga corégela =
la stereotipia non si può correggere.
sterilisà, * «-'. att. = sterilizzare : ren-
dere immune da microbi dannosi alla
salute. E' nova la voce del dialetto,
come e nova nella lingua ed è nova
la cosa.
sterlina, s. f. = sterlina: di moneta
0 lira inglese d' oro, che vale circa
venticinque lire italiane; Ve on cavali
de còrsa che vàr di éterlin tanti = è
un cavallo da corsa che vale di molte
sterline.
sterni, r, att. = fare l'impatto, il letto,
per il bestiame.
sterno, s. m. = pagliuolo: tavolato mo-
bile che si fa sul fondo delle barche.
stérsa, s. f. = sterzo: l'ordigno sul quale
gira la parte dinanzi della carrozza,
quella dove sono le ruote più piccole.
stèrsà, V. att. = sterzare: girare sullo
sterzo un veicolo, uoa carrozza.
stèrsàda, s. f. = sterzatura : lo sterzare
e l'effetto dello sterzare; Vhà podiiu
échivti el pàràcàì\ ma cont òna stèr-
sàda del cliàol = ha potuto schivare il
paracarro, ma con una sterzatura del
diavolo.
stèsa,* agg. al femm. stésa = stesso,
stessa; il medesimo, la medesima;
ètan tiitt diiii in là étèàa cà = stanno
tutt'e due nella stessa casa. Usasi per
lo più al femm. e se precede imme-
diatamente il nome. Se novedi istèss.
1) Proprio lui, lei, loro : el dtsen i
fìreii ètèèà, che Ve on brào profeéòr =
lo dicono gli stessi ragazzi che è un
buon professore; me Vhà ditt so 2ìà-
der stèse che le tira faeùra de colég =
me lo disse suo padre stesso che lo
leva di collegio.
Steven, s. m. = Stefano : nome proprio
di uomo.
1) Voce scherz. per deretano deriv.
da stee.
stevenin, nella frase pàder, fioeù e ste-
ventn, che diciamo per celia, vedendo
tre persone insieme.
sti, pron. = questi, codesti. Usa invece
di qiiésti 0 qiiisti quando precede
immediatamente il nome a cui si rife-
risce : hin bònn sti briign = son buone
queste susine ; hin éàvi sti fioeu ? =
son savi codesti ragazzi?; mi vceUri
ilo èentinn de éti ròbb = io non ne
voglio sentire di codeste cose ; à sti
eiàr de luna gh'è pòcch de sia àlègher
= a questi lumi di luna c'è poco da
stare allegri.
stifèlius, s. m. = soprabito: veste che
si serra a vita e ha falda che scende
fino a mezza coscia e copre tutt'intorno
la persona quasi corto gonnellino.
stil, s. m. = stile : modo di scrivere di
un autore rispetto all'arte; el ètti del
d'Animsio Ve on poo tròpp àmpolòs =
lo stile dol D'Annunzio è un po' troppo
ampolloso.
1) Stile, costume ; el g'hà là mobì-
lia in stil àntich = ha la mobilia in
stile antico ; àdèss per i mòbil gh'è
de moda el stil àia Lii% chèns = ora
per i mobili è di moda lo stile alla
Luigi XV.
stilètàda, s. f. = stillettata : colpo dato
collo stile; ferita prodotta con lo stile.
Anche in senso fig.
stilètt, s. m. = stiletto : stile un po'
più piccolo; el g'hà daa òna stilètàda
cont on stilètt che èe vedeva quasi
nàìica = gli diede una stilettata con
uno stilletto che quasi non si vedeva.
stili, s. m. = stile: specie di pugnale,
arma micidialissima ; van èéniper àtomo
col stili anca i dònn in ehii élt =
vanno intorno sempre collo stile anche
le donne in corti luoghi.
stima, s. f. = stima : lo stimare e il
prezzo assegnato; l'ha venduU là cà à
on prèsi ài de sòtt déla étìma = ha
venduto la casa a un prezzo al di sotto
della stima.
1' Fig. Buona opinione: el gòd òna
gran stima à Milàn Vàoeàit Liiìgi
sti
- 804 -
sti
Rdéi = gode una gran stima a Milano
l'avvocato Luigi Rossi.
2) vègli stima di' dna perédna = fare
stima di una persona, averla in buon
concetto, in buona opinione; mi g'hoo
dna gran stima de V Aècoli per el so
ingégn e per là eoa bontaa = io ho
una gran stima dell'Ascoli per il suo
ingegno e per la sua bontà.
3) vègh étima de vUn = aver stima
d'uno ; stimarlo dabbene, galantuomo :
cosà te vceutt? mi del tò ragionati
g'hoo niéùna stima = cb.e vuoi? io
del tuo ragioniere non ho alcuna stima.
stima, V. att. = stimare, valutare : asse-
gnare il valore di una cosa : el me oro-
lògg d'àrgént Vhan stimaa trénta lir
= il mio orologio d' argento l'hanno
stimato trenta lire.
1) Avere stima, opinione ; pregiare
tenere in conto : mi ètimi pusee on
gàlàntòmm che on seior = io stimo di
più un galantuomo, che un ricco si-
gnore ; r è jnisee de àtimtl dna dona
bona che dna dona bdla = è più da
stimare una donna buona che una
donna bella.
2) étimti i ànn = dare gli anni ad
alcuno: indovinare quanti anni ha.
stiiuàbil, * agg. = stimabile : degno di
stima.
stiiuàdòr, s. m. = stimatore, perito: per-
sona dell'aite chiamata a stimare il va-
lore di oggetti.
stimàss.
rifl. = stimarsi : credersi,
ritenersi; el se étima on gran brào,
ma invéce el vàr pòech = si stima
molto bravo, ma invece vai poco.
1) Ingarzullivo : compiacersi per una
cosa senza fondamento e fatua.
2) Tenersene: Ve on brtto fiosu: là
eòa marna là pò stimàès = è un bravo
figliuolo ; la sua mamma se ne può
tenere.
3) Pavoneggiarsi ; fare il pavone ;
mostrarsi vanaglorioso: perchè l'è ve-
stida polid qiièla sdora li là Se Stima
come = perchè è ben vestita, quella
signora li si pavoneggia assai.
stiinui, (à) avv. = a giudizio, a discrezione
a occhio e croce : mi ha tninga m,i-
siiraa i càstègn, mi ha daa insci à
stimm = non me le ha misurate le ca-
stagne, me le diede così a occhio e
croce.
stiucaa, agg. = stecchito, finito. Vedi
stècch, 1).
stìucli, s. m. = stinco: osso deUa gamba
dal ginocchio in giù : l'ha prdpi pieaa
' l ètinch in del spigol del mar e l'ha
éentii on dolor fortìèitn = ha proprio
battuto lo stinco enti'o lo spigolo del
muro ed ha sentito un dolore foi-tissimo.
1) Agg. rigido, duro : non pieghevole:
gKè restaa là gamba Stinca = gli è
rimasta la gamba rigida.
stipèndi, s. m. = stipendio, emolumento:
quel tanto di danaro che vien dato an-
nualmente 0 mensilmente a un impie-
gato: in Italia qiiìj che ladra men,
hin qiiij che ciàpa i stipèndi piisee
gròss = in Italia quelli che lavorano
meno, pigliano gli stipendi più grossi:
quànd on profeéor el g'hà tremila lir
de Stipèndi^ el pò ciàmàss fortilnaa =
quando un professore ha tremila lire di
stipendio, può dirsi fortunato.
stipendiaa, agg. = stipendiato: che riceve
uno stipendio.
stìpit, s. m. = stipite : le parti laterali
dell'uscio che poggiano sulla soglia e
reggono l'architrave, ed anche il rive-
stimento di legno verniciato di esse
parti.
stipula, V. att. = stipulare : distendere,
redigere un contratto, colle formule
legali.
stiramént, s. m. = stiramento : lo sti-
rarsi della persona, dei nervi.
stìsa, s. f. = stizza, collera, bizza : ira
momentanea, superficiale e per cose di
poco conto: à vede cèrti ròbb me ven
òna stisa de no di = vedendo certe
cose mi viene una stizza da non si dire.
1) stisa bile = atrabile : umor nero
che ci rende acri e stizzosi. E anche
amarezza e disin-ezzo contro persone
che si manifesta più che altro nelle
parole e nel modo di trattare.
stisiss^ V. rifl. = stizzire, imbizzire :
prendere stizza, montare in collera, in
stizza.
stisós, agg. = stizzoso, bizzoso: che si
lascia pigliar dalla stizza, dalla bizza;
che fa delle bizze. *
stìsosèll, agg. = stizzosetto, bizzosino ; «
dimin. di stizzoso, bizzoso.
stìticli, * agg. = stitico : che va rado di
corpo e con qualche fatica.
1) Stillino; di persona che stilla su
tutto, tirata per il denaro.
sti
805
sto
stivali,* s. m. = stivale. Vedi il più usato
strivàll, anche pei derivati.
sto, pron. = questo, codesto. Usa invece
di ([iiést, quando precede immediata-
mente il nome a cui si riferisce.
stóbia, s. f. = stoppia : la paglia che ri-
mane sul campo, segate le biade.
1) i étobi = le stoppie : il campo con
la stoppia.
stocàda, s. f. = stoccata: colpo di stocco
e al fig. richiesta di denaro. Se il de-
naro non è solamente chiesto, ma è
levato di sotto per inganno, si dice :
frecciata. El m'ha daa òna stocàda de
mnt lir = mi diede una frecciata di
venti lire; me le portò via levandomele
per inganno.
stocàdòr, s. m. = frecciatore, chiedono.
Vedi bàtidòr.
stòcàflss, s. m. = stoccafisso : pesce sa-
lato più secco del baccalà.
stòccli, s.m. = stocco : arme bianca ma-
nevole di varie sorti e vari usi e so-
litamente per ferir di punta.
1) La spada entro il bastone e il
bastone con quella : el va vitii fomra
de cà éema H stòcch = non esce mai
di casa senza lo stocco.
2) Stecca: pezzo di legno, anterior-
mente tagliato a schiso, sul quale l'o-
refice appoggia i pezzi da lavorarsi per
lo più colla lima.
stcetìrla o meglio stoeùra, s. f. = stuoia;
tessuto di sala col quale si ricopre di
iuverno il pavimento, e in qualche
luogo d' estate si riparano le finestre
dal sole.
1) Cercine: panno avvolto a uso cer-
chio che mettono sul capo per portarvi
roba.
stòfa, s. f. = stoffa: drappo di seta, lana,
velluto e sim. per fare abiti da donna
0 per uso di tappezzeria: el me éàrt
el glie mètt doma là fàtùra; là stòfa
ghe là doo vii = il mio sarto non ci
mette che la fattura; la stoffa gliela dò
io ;domti in là étòfa V è on veétii che
costa pusee de cent lir = soltanto per
la stoifa è un vestito che costa più di
cento lire.
1) étòfa càneté = cordellone ; drappo
di seta o lana a corde rilevate.
2) negosiànt de àtòff. Vedi nego>
siant, 1).
3) gh' è poca stòfa, gh' è minga de
Stòfa = c'è poca stoffa, non c'è stoffa;
di pers. a cui manca qualche cosa per
riuscire quello che vorrebbe, o a cui
sarebbe indirizzato.
4) Capitale, bel soggetto , arnese :
qilèll iiìj che stòfa ! = quello che stoffa,
che capitale!
stoich, agg. = filosofo, strano, originale.
stolrceii, s. tn, = ciambella: quel cerchio
di sala che talvolta si sottopone alle
pentole perchè non insudicino la tavola.
stola, s. f. = stola : striscia di drappo
che il sacerdote mette sopra il camice
0 sopra la cotta.
1) Per simil. le strisce degli abiti don-
neschi e specialm. delle mantiglie.
stoich, s. m. = gallo 0 fagiano alpestre
minore. Vedi àstórg.
stomatlch, * agg. = stomatico : di cose
che confortano lo stomaco.
stoiiiegà, V. att. = stomacare, dare allo
stomaco; rivoltare lo stomaco per nausea.
stómegrli, s. 771. = stomaco: viscere del
petto che è l'organo principale della
digestione : vèsé fòrt, delicaa de étò-
Tnegh = essere forte, delicato di stomaco.
1) giUétà '1 stòmegh = accomodare,
raccomodare, abbracciare lo stomaco ;
si dice di bevanda e specialmente di
vino che gusti e conforti. Diciamo anche
tirtL sii 'l stòmegh.
2) gioàétà 7 stòmegh = sconcertare,
scomodare lo stomaco : dare allo sto-
maco cibo 0 bevanda che ne disordina
0 impaccia le funzioni.
3) Martin bòn stòmegh = buon sto-
maco: chi mangia senza ripugnanza
cose anche disgustose. Fig. che accetta
vantaggi senza far nessun conto della
sua dignità.
4) vègh on stòmegh de struse, de fèr
= avere uno stomaco da struzzo, di
ferro : che digerisce facilmente le cose
più indigeste. Invece vègh el Stòmegh
àndaa, desfaa = avere lo stomaco ro-
vinato, a mal partito: che non digerisce
se non con grande stento.
5) rivolta 'l étòmegh = rivoltare lo
stomaco : muovere lo stomaco, far venir
voglia di vomitare. Anche invèrsa 7
étòmegh.
6) hi boca del stòmegh = la bocca
dello stomaco; la parte superiore, il
punto dove l' esofago mette nello stomaco.
7) Stomaco, petto ; la parto della per-
sona che sta nello stomaco, il davanti
sto
- 806 -
sto
vèss làrgh de étdmegh = essere largo
di stomaco.
8) vègh éiil étdmegh = aver sul petto,
sul cuore : di pensiero, di cura, che ci
pesi, ci affanni.
9) bàtes el étdmegh = battersi, per-
cuotersi il petto ; dàgh on piign in del
étoviegh = dargli un pugno nel petto,
nello stomaco.
10) là pèéa del Uòmegh = toppino.
Vedi pésa, 6).
11) eiàpti vHn per el étdmegh = pi-
gliare, prendere uno per il petto; af=
ferrarlo per le vesti che coprono il petto.
12) Delle donne, il seno, le mam-
melle; là g'hà tanto étdmegh = ha molto
petto : là pò m,ìnga àlàtà perchè là
g'hà 'l étdmegh tiitt pién de éédol = non
può allattare perchè ha il petto tutto
pieno di setole.
13) vègh el pel éiil étdmegh = avere
il cuore con tanto di pelo.
Vedi pel, 4).
14) Coraggio, ardore ; el g'hà ' l étd-
megh de fall, qiièll li = ha lo stomaco
di farlo, quello lì.
15) fa di étdmegh. Di chi fa cose
che rivoltano lo stomaco, specialm. nel
curare gli ammalati, i vecchi, gli sce-
mi, eco.
stomeghìn, s. m,. = pettino : piccolo
petto. Dim. di stómeg'h, 12).
stomegòn, s. m. = pettone : petto ab-
bondante. Accresc. di stómeg'h, 12).
stona, V. alt. = stonare : escir di tono ;
non essere in tono: el càuta con sen-
tim.int, viàH étdna qicàsi sémper =
canta con sentimento, ma stona quasi
sempre.
1) Di cose: non convenire alle altre;
non attagliarsi : qiiHci eràvtta lì là
stdna col rcét del veétii = quella cra-
vatta stona col resto dol vestito; el verd
évi rdsa l' è on color che étdna = il
verde sul rosa è un colore che stona.
stoiiàdura,* s. f. = stonatura: lo stonai-e.
stòpa, s. f = stoppa, capecchio: ciò che
avanza dopo pettinato il lino o la ca-
napa, che serve per imbottiture di mo-
bili, per fare stopacci e sim. e anche
per filare.
1) vègh i man de étopa = aver le
mani di lolla : che non sanno tener
saldo nulla.
2) Di .carne tigliosa, dura: éto màrié
incoeu l'è étopa = questo manzo oggi è
stoppa.
3) vèéé imbroiaa còme on poresìn
in là étopa = essere imbrogliato come
un pulcino nella stoppa: molto confuso:
di chi non si sa districare da difficoltà
anche non grandi.
4) òmm de stòpa = uomo balordo,
insensato.
5) Stoppa, cotta, balla: sbornia, ub-
briachezza: l'ha ciàpaa dna stòpa che 'l
pò ntinca età in pee = ha preso una
stoppa che non si può regger dritto.
stopà, V. att. = stoppare: turare con la
stoppa 0 con altro che di simile : étopà
là botèlia = stoppare la bottiglia; étopà
i boeucc = stoppare i buchi.
Ij Accecare : étopà dna fèniàtra =
accecare una finestra: murarla o fare
un muro dirimpetto, tanto da levar la
luce; étopà on fòss, on canài = acce-
care un fosso, un canale: farci entrare
0 buttarci delle materie, riempirlo.
stòpàboeucc, s. m. = comodino: di per-
sona che è adoperata in qualche affare
in modo indiscreto, umiliante per co-
prire chi lo fa : ed anche di persona a
cui si usa una cortesia, si fa un invito
che dovrebbe e non può essere usata,
fatto ad un altro; oppure di chi si in-
vita per riempitivo, per es., il quat-
tordicesimo, per non essere in tredici.
Vedi comodin.
stòpàg'òss, s. m. = ingesso: boccone che
fa intoppo alla gola.
stopàsc, s. m. = zaffo. Vedi stoporón.
stopàss, V. ri/I. = ingorgarsi, turarsi: di
canali, che restano accecati per materia
che v'entri da sé.
stopin, s. m. = stoppino, lucignolo ; filo
di bambagia a più doppi che forma
come l'anima delle candele, o che si
immerge nell'olio e si accende.
1) étopìn déla lùeèrna = calza, lu-
cignolo a calza : quello in forma di
nastro per le lucerne, o quel piccolo
tubo di bambagia fatto a maglia che
nelle lucerne fa le veci di lucignolo.
2) étopìn del càrimaa = stoppaccio:
stoppa 0 bambagia messa nel calamaio,
perchè si inzuppi d'inchiostro e sia men
facile il versarlo.
stoporón, s. m. = tappo, zaffo : turac-
ciolo grosso per botti, damigiane e sim. |
stopòs,* agg. = stopposo : chi è come la
sto
— 807 —
sto
I
I
stoppa: specialin. di carni cotte, tigliose
e dure.
storà, V. alt. = aduggiare, uggire, aug-
gire: dar fastidio, seccare: cèrti profe'
à()r stòren rànima di scolar = certi pro-
te.--3ori aduggiano l'anima degli scolari.
sitoràda, s. f. = noia, fatica, affaticamento:
l'essere stanchi e noiati insieme,
stòràpèver, s. m. = aduggiatore, secca-
tore, noioso: chi assedia qualcuno e lo.
ad uggia, lo secca, lo annoia.
stòrbàluna, s. m. = lunatico : che è di
cervello poco stabile e di tanto in tanto
si arrabbia anclie senza ragione.
stordì, V. att. = stordire: produrre nella
mente uu senso di sbalordimento o di
stupore : con tuti i so ciàcer el me
stordiss = con tutte le sae chiacchiere
mi stordisce.
stordii, agg. = stordito, balordo, rinton-
tito : che non sa quel che si fa, che di
tutto molto facilmente si dimentica.
storee, s. m. = stuoiaio: venditore e fa-
citor di stuoie, ed anche: tappezziere:
quello che mette in opera e leva i tap-
peti sui pavimenti delle stanze: bisogna
ciàmà el storee per mètt giò i tàpee =
bisogna chiamare lo stuoiaio, il tap-
pezziere, perchè metta i tfippeti.
stòrg', s. m. = gallo o fagiano alpestre
minore. Vedi àstorg'.
stòrg', V. att. = storcere, torcere: voltare
dalla dritta linea o condizione naturale:
torcere a forza e stravolgendo.
1) Spremere torcendo: stòrg i pàgn
spremere i panni: quando sono inzup-
pati, per farne uscire l'acqua alla grossa.
2) stòrg ròsa del còli = stoi'cere il
collo, impiccare, tirare il collo: d'uomini
e d'animali.
torgiuda, s. f. torcimento, torcitura :
l'effetto e l'atto del torcere.
stòria, s. f. = storia: racconto dei fatti
dei popoli degni di memoria : là étòria
romàna = la storia romana ; là étòria
dèla Rivolusiòn fràncésa = la storia
della Rivoluzione francese.
1) Di persone singole o di famiglia :
e qiièsta V è là mìa dolorosa stòria !
= e questa è la mia dolorosa storia!
2) Canzone, leggende che si cantano
dal popolo : là stòria del mago che
robàva i fioeil = la storia del mago che
rubava i bambini ; g'hoo ciintaa àie là
étòria di trii nàràns = gli ho raccon-
tato la storia delle tre melarance.
3) l'è là sòlita étòria = è la solita
storia, la solita canzone ; di fatti e di-
scorsi ripetuti, segnatam. di ripetizione
noiosa e inutile.
4) hiìi tiitt étòri = son tutte storie ;
diciamo a chi racconta cose non vere,
non credibili.
5) fa tanti stòri = far mille o tante
storie ; fare un monte di storie : di-
ciamo a chi si fa pregare tanto e tanto,
prima di acconsentire a uiia preghiera,
a un invito.
6) Cose favolose, lungagnate, peri-
pezie, avventure ; l'è dna stòria mài
pii ftntda = è una storia non mai finita.
stòricli, * agg. = storico : che appartiene,
si riferisce alla storia.
1) Autentico, reale, vero : là par
minga véra e l'è stòrica = non par
vera ed è storica.
storiéla, ò\ f. = storiella : una cosa non
vera e di nessuna importanza.
stornèll, s. m. = storno, stornello ; ge-
nero d'uccelli cantatori.
stornì, V. att. = imbalordire, assordare :
di gran fracasso, che faccia rimaner
come sordi ; coìit qilèll so éegìiità à
sona i campami m'han quasi àtornii
= con quel loro seguitare a sonar le
campano, mi hanno quasi assordato.
stórno, agg. = sordo. Vedi sord.
1) Storno : quei biglietti del lotto
che si prendono anche dopo chiuso il
botteghino staccandoli da una tavoletta,
dove il padrone del botteghino stesso
li tiene esposti, dopo di averli giocati
per conto proprio.
2) Stornello. Vedi stornèll.
stòrt, agg. = storto: non diritto, con-
torto; Ve on fhoeii tiitt start = è un
ragazzo tutto storto; l'è dna piànta
étòrta = è una pianta storta.
1) Di idee non giu.ste, non rette;
Ve òn'idèa Stòrta el cred che se pòda
fa in d'on mès qiièll che é'è minga
faa in d'on ànn = è un'idea storta
credere che si possa fare in un mese
quello che non si è fatto in un anno.
stòrta, s. f. = storta: lussazione mu-
scolare del piede per contorcimento,
per averlo messo male in terra.
1) Vaso di vetro per distillare, il
collo del quale si ripiega su sé me-
desimo.
storta, V. att. = torcere, scontorcere:
deviare dalla linea diritta ; Vhà stor-
lo
Bl'S
■iti-
taa là eicLv = torse la chiave; el veni
Vhà stortaa tùli i gelostj = il vento
ha scontorto tutte le persiane; quànd
el camma, el étorta i gàmb = quando
cammina torce le gambe.
stòrtàcòll, s. m. = storta di collo, tor-
cicollo : dolore muscolare cagionato da
reumatismo, da qualche frescura e sim.
stortàdura,* s. f. = torcitura, torcimento:
il torcere e la parte torta.
stortisia, s. f. = stortezza : la qualità
dell'essere storto.
strà, = stra : particella che usasi com-
ponendola con altra parola, al signifi-
cato della quale aggiunge forza : étràor-
dintiri, stracòtta stràcontént = straor-
dinario, stracotto, stracontento; l'ìioo
ditt e str àditi = l'ho detto e stradetto;
l'è giamo faa e stràfaa = è già fatto
e strafatto.
stràbàls, s. m. = sbalzo, ti-abalzo, tra-
ballone : grande e improvvisa scossa ;
el treno el s'è fermaa tiltt'à on tràtt
e hoo ciàpaa Sii on stràbàlà = il treno
si fermò tutt'a un tratto e ho preso
un traballone, un ti'abalzo.
strabilia,* v. att. = strabiliare: meravi-
gliarsi straordinariamente ; el eunta sii
de qilìj ròbb de l'Africa che fan étrà-
bilià = racconta cose dell'Africa che
fanno strabiliare.
stràbiifaa, agg. = rabbuffato, scompi-
gliato : anche scalmanato , agitato ;
quànd Vhoo visi mi Véra tiitt strà-
biifaa = quando l'ho visto io era tutto
scalmanato.
stràcàj V. att. = straccare, stancare, af-
faticare : rendere stanco, spossato di
forze ; ètràcà i oeitcc = affaticare gli
occhi ; étràcti i eàvtii = stancare i ca-
valli ; stràcà i gàmb = sti'accare le
gambe : di strada faticosa ; V è dna le-
sion che stràea = è una lezione che
stanca, che affatica.
stràcàda, s. f. = straccata, stancata :
fatica che stanca, stracca molto ; ami
tòlt iii dna bela Ètràctida = vi siete
presi una bella straccata, una bella
fatica.
stràcàss, v.rifl. = straccarsi, stancarsi:
à fa diiii 2MSS el se stràea = a far due
passi si stanca; el se Hràca mài de
lìàrlà = non si stanca mai di parlare,
stràcch, agg. = stracco, stanco, affati-
ticato: spossato di forze; soni àndaa
àula /Seda, e sont stràcch = sono andato
sulla Zeda e sono stanco ; hoo làoraa
tiitt el dì e éont stràcch = ho lavoraco
tutto il giorno e sono stanco, stracco.
1) Annoiato, infastidito: ée vénfoenra
de qiièla lesion tròpp stràcch = si esce
da quella lezione troppo stracchi.
2) Di terreno : esausto, svigorito ;
l'è dna ter a stràea = è un terreno stracco.
3) vèès stràcch mòri = essere stanco
morto, stanco allenito.
4) fa i ròbb de étràceh = far le cose
da allenito, a straccabraccia : come chi
ha perso la lena,
5) Arrembato : de' cavalli e d' altre
bestie da lavoro che per debolezza
hanno i ginocchi leggermente piegati
in avanti.
6) T. tip, càràter stràcch = carattere
sciupato.
stràcliésa, s. f. = stanchezza: lo stato
di chi è stanco. Se la stanchezza è
prodotta da fatiche materiali, si dice
anche: stracchezza.
stràchin, s. m. = stracchino : sorta di
cacio lombardo morbidissimo, fatto per
lo più col latte delle vacche stracche
dal viaggio, calando dai monti ; étrà-
chin de Gorgomoeula = stracchino di
Gorgonzola ; ètràehin erborinaa = strac-
chino verderognolo.
1) stràchtn gelaa = gelato : il dolce
gelato, per lo più di panna e uova, che
si serve alla fine del pranzo.
2) étràchin de tegàsc = pane di vi-
nacce: tutto quel complesso di vinacce
che si leva dal torchio dopo ogni stretta.
3) Agg. : stanchetto : dim. di stanco.
stràcontént, agg. = stracontento : più
che contento, contentissimo.
stràcòtt, agg. = stracotto : più che cotto,
molto, troppo cotto.
strada, s. f. = strada : via tracciata con
arte e comodità relativa dagli uomini :
étràda jyrovinciàl, comiinàl --= strada
provinciale, comunale ; strada bàtùda
= strada battuta : quella più frequen-
tata, che fa la maggior parte della
gente ; strada groSa = strada maestra,
1) La strada di una città e paese :
à Tiirìn gh'è tùli i àtràd dritt = a To- '■
rino ci sono tutte le vie diritte. In '
questo senso diciamo però più volen-
tieri : contrada.
2) Strada, cammino: la strada e l'an-
dare che fa uno verso un luogo ; à
str
— 809
str
metaa étrMa = alla metà del cam-
mino ; étràda lunga = lungo cammino.
3) àrida per là eoa étrMa = andare
per la sua strada, per il suo cammino :
senza curarsi di quel che altri dica o
faccia.
4) Mezzo, maniera di fare una cosa,
di conseguire un fine ; §e trpàés là
étrtlda de guadagna di dànee sàriés
minga viàlcontént = se trovassi la
strada di guadagnar de' quattrini, non
sarei malcontento.
5) tùli i stràd mènen à Roma =
tutte le strade conducono a Roma :
tutti i mezzi son buoni, pui'ch.è si per-
severi .
6) fa étrtida = acquistar terreno :
migliorare di condizione rispetto a un
fine che si abbia in mira : prendere
vantaggio sopra gli altri ; viàlter ètee
lì coi man in man e intani i àver-
sàri fan étràda = voi ve ne state colle
mani alla cintola e intanto gli avver-
sari acquistan terreno.
7) 2^2rrf là strttda, tèàé fceura de
étrtida, sbagliti étrtida = essere smar-
rito di via, non trovar pili la strada
che ci conduca dove vogliamo andare,
aver presa un'altra strada da quella che
si doveva.
8) vèés giò, fceura de étrtida = es-
sare fuori di strada : fig. di chi usa
mezzi non atti al suo fine o di chi ha
deviato dalla strada retta, dal vero, e
dal buono.
9) mètt éilla étràda, vèéé àula étràda
= mettere, essere in istrada : insegnare
0 sapere la via di ottenere ciò che uno
desidera.
10) mètt in étràda = mettere uno
in mezzo di una strada : licenziarlo
cacciarlo dal proprio servizio, o dalla
propria casa, riducendolo all' estrema
miseria. Vedi anche mètt, 11).
11) de qiièla étràda = a un tempo,
contemporaneamente ; intani che te
vee à écòla, de qiièla étràda te me
pdrtet quèla lètera chi = intanto che
vai a scuola, mi porti a un tempo
questa lettera.
12) vede tiànca là étràda = 'divorare
la via: percorrerla così rapidamente
che quasi non si veda.
13) étràda de fèr = strada di ferro,
ferrovia.
14) tàià là étràda = tagliar la strada.
chiudere il cammino impedire uno nella
sua via. Anche figur.
stràdéla, s. f. = stradetta, stradicciuola :
piccola sti'ada.
stràdèlìna, s. f. = stradello : strada pic-
colissima.
stràdÌD, s. m. = selciaiuolo : chi selcia
le strade.
1) Fossaiuolo. Veci spàsàfòss.
stràdòii, s. m, = stradone : grande strada.
1) Viale, stradone fiancheggiato da
due 0 più filari di alberi per uso di
passeggio.
stràfàlàrì, s. m. = avventato, disutile,
sciammannone : chi opera alla sciam-
mannata, alla peggio, senza cura ; l'è
on étràf alari d'on òmm, el fa mài
nàgòtt de bon = è uno sciammannone,
non fa mai nulla di buono.
stràfelaa,* agg. = strafelato, agitato, af-
fannato : di chi si è riscaldato lavo-
rando, camminando.
stràfogna, ». att. = abbaruffare, man-
trugiare, aggrinzire : far prender la
grinza ; te glie étràfògnei tùii el càpe-
lìn = le abbaruffi tutto il cappellino ;
Vhà étràfognaa tiitt el vestii = ha
mantrugiato tutto il vestito. Vedi re-
flg-nà.
stràfoià, V. att. = barbugliare : parlare
interrotto, confuso e con parole blese :
specialm. dei bambini.
stràfoión, s. m. = barbuglione : chi
parla barbugliando.
stràfòj, s. m. = ciarpa, rimbrenciolo ;
anche ninnolo : cosa di poco valore,
ma per lo più graziosa.
1) Cosino : donnina o bambino pic-
colo, leggiadro.
stràfòr,* (de) avv. = di straforo : di na-
scosto, copertamente,
stràforsìn, s. m. = sferzino, sverzino :
spaghetto all'estremità della frusta per
farla schioccare.
1) Cordicella rinforzata ; bisógna li-
gàll col étràforéìn, perchè là cordèta
l'è minga fòrta àéee = bisogna legarlo
colla cordicella rinforzata, perchè la
cordellina non è forte abbastanza.
stràfotàsen, v. rifl. = imbuscherarsi, in-
fischiarsi : non importarne nulla di una
cosa, non curarsene. E' modo volgare.
stràfusàri, s. m. = unguento di strafi-
sagra, strafizzeca : s' usa per ammaz-
zare i pidocchi e le piattole.
itr
- 810 -
str
1) Sciammaanoue, cout'asionario. Vedi
stràfàlàri.
strage,* s. f. = strage : uccisione straor-
dinaria, e flgurat. di grande mortalità;
el t'àroeiU el fa àncàmò strage = il
vainolo fa ancora strage.
stràlàtàuiént, s. m. = sciupìo : lo sciu-
pai'e continuato ; come han de fa à
ància nò in malora, se in qiiéla cà
gli' è on stràlàtàmént coniìnov = come
possono non andare in maloja, se in
quella casa c'è un continuo sciupìo.
stràlàtòn, s. m. = sciupone, dissipatore :
chi sciupa, dissipa la roba, non aven-
done alcuna cura.
strale, f>. m. = stralcio: T. mero, pezzo
di stoffa tagliato dalla pezza prima di
venderlo, nella misura presunta neces-
saria per ciò a cui deve servire. Si fa
quando un negoziante si vuol disfaro
un po' presto della merce, per liqui-
dazione volontaria o forzata.
stràliinà, * v. att. = stralunare : degli oc-
chi, stravolgerli qua e là spaventati ;
Vhà cominciaa à straluna i oeucc e
poeii gli'è ciàpaa 'l mal = ha comin-
ciato a stralunare gli occhi e poi gli
prese il male.
stràliinàmènt, * s. m. = stralunamento :
lo stralunare ; el primm segnai del
ììiaa l'è on gran stràlwiàmen t f/' oeucc
= il primo segno del male è un gran
stralunamento d'occhi.
stràlusc, s. m. = lampo, baleno. Vedi
lampo.
stràlùster, s. ni. = allumacatura : quel
complesso di strisce lucide lasciate dal
ferro sulla stoffa quando il sarto stira
male gli abiti, o prodotto dallo sfrega-
mento per il lungo uso.
stràmàss, s. m. = strapunto : specie di
materassa di capecchio impuntita a qua-
dretti, da metter per lo pivi in terra: o
saccone impuntito per dormirci.
strànibàss, v. rifl. = stracollarsi : slo-
garsi un piede o una mano ; prendere
una storta a un piede o a una mano.
stràmbàda, s. f. = slogatura, stracoUone:
storta ad un piede o ad una mano.
stràmbàlaa, agg. = strampalato: strano
eccessivamente.
stràmbàlàda, s. f = strampalateria: azio-
ne, atto, detto da strampalato.
strambo, agg. = strano, bizzarro, mez-
zomatto: ed anche qualche volta, sciocco,
imbecille ; dàgh tnìnga atra, l'è on
strambo de vun = non gli dar retta, è
uno sciocco.
stramberìa, s. f. = bizzaria, stranezza:
sciocchezza, scempiaggine.
stràmésa, s. f. = tramezzo, divisorio :
assito e muro fine per dividere una
stanza e sim. ; là stànsa l'è grànda,
glie fèmm dna stràmésa e divènten dò
= la camera è grande, facciamo un
tramezzo e diventano due.
1) Solaio : il piano orizzontale, com-
posto di travi, panconcelli ed assi che
separa due stanze sovrapposte, sì che
all'una serve di palco e alla superiore
faccia da pavimento.
slràmesà, v. att, = tramezzare: dividere
con tramezzo.
stràmm, s. m. = strame: i foraggi in
genere.
1) '(isen che g'hà fàmm el mangia
d'dgni stràmm = asino che ha fame
mangia d'ogni strame: il bisogno toglie
i capricci, la fame è il miglior condi-
mento.
stràmusc, s. m. = spellicciatura : ri-
prensione aspra, ramanzina, rabbuffo.
1) Stentino, scria : di bambino che
vien su male, a stento, patito ; l'è on
stràmusc d'on bàgtij, che col fiaa el
se ho fa via = è uno stentino di ragazzo
che col fiato si butta via.
strangola, v. att. = trangugiare, man-
giare coir imbuto: ingollare avidamente;
hi étràvgóia giò di tòcch de mese chilo
l'iiìi = trangugia di quei pezzi di pane
che sono mezzo chilogrammo ciascuno.
stràugoióu, s. m. = nodo, groppo : quello
che si fa alla gola, per cibo che non
va giii 0 per commozione, specialmente
(Quando non si può piangere.
strànèsa,* s. f. = stranezza : fatto strano,
cosa insolita e strana ; el temp in
àVànn el glia de qiiìj ètrànèàà incre-
dìbil = il tempo quest' anno ha stra-
nezze incredibili.
strangola, v. 'att. = strangolare, stroz-
zare : uccidere serrando ad uno la gola.
1) Costringere, metter la corda al
collo ; el m ha stràngolaa li in ma-
il era che hoo podilii pil moemem = mi
ha costretto lì in modo ohe non ho più
potuto muovermi.
2) Dare comperando un prezzo molto
basso che lascia ben poco guadagno.
stràngolàda, agg. = strangolata : di nota,
m
str
SII -
str
voce troppo alta, che non esce quindi
bene dalla gola.
1) s. m. sti'angolatura, strangola-
mento : lo strangolare.
strànafolàprèt, s. m. pi. = gnocchi: è
parola volgare.
stràni, agg. = straneo : di persona, che
è di fuori : appartiene a un' altra fa-
miglia 0 società ; nun de stràni en
vceiirem viìnga = noi estranei non ne
vogliamo ; hin mari e miee e l'è còme
se fùsen cluii Stràni = sono marito e
moglie ed è come fossero estranei l'uno
all'altro.
strànocià, v. att. = pernottare, buttar
via la notte in gozzoviglie.
strànud, s. m,. = starnuto : movimento
convulso accompagaato da un certo
ramore dei muscoli espiratori ; l'ha faa
éètt stràntld vùn in fila à l'alter =
fece sette starnuti, uno di seguito al-
l'altro.
strànttdà, v. att. = starnutire : fare de-
gli starnuti ; òìia présa de tàbàceh le
fa strànildà per cinquanta = una presa
di tabacco lo fa starnutire per cinquanta.
stràntidìlia, e stràniidina, s. f. = star-
nutiglia : certa polvere che eccita Io
starnuto ; e stranutella, i^orta d' erba o
di tabacco che pure fa starnutire.
straordinàri, agg. = straordinario : non
ordinario, non solito ; ed anche molto
fuori dell'ordinario, grande, notevole ;
l'è qiièieòss de àtràordinàri = è qual-
che cosa di straordinario.
stràpà, V. att. = strappare, sbarbare,
estirpare : di piante, levarle con tutte
le barbe; perchè non si riproducono.
1) Levare, estrarre : stràpà i dent
= levare, estrarre i denti,
2) Estorcere, di promesse, dichiara-
zioni, ecc. : el m'ha étràpaa là pro-
mèsa che l'avari sé ràeomàndaa ài
éhidech = mi strappò, mi estorse la
promessa che l'avrei raccomandato al
sindaco.
3) Stràpà via = strappare, spiccare:
levare con violenza ; l'ha stràpaa via
tati i botòn déla giàchèta = strappò
tutti i bottoni della giacchetta.
4) Stràpà fcBura = strappare ; étràpà
foeUra de boca = strappar di bocca,
costringere a dire : far confessare per
forza una cosa.
stràpaa, s. m. = pitocco, straccione.
Vedi stràpelaa, 1).
1) Svelto, divelto, estirpato. Part.
pass, del verbo stràpà.
stràpàda, s. f. = strappata: una forte ti-
rata; el glia daa dna Stràpàda ài cor-
dòn del càmpànin = diede una strap-
pata al cordone del campanello.
straparla, v. att. = farneticare: il par-
lare fuori di se; per là féver fòrta l'ha
stràpàrlaa tUta nòtt = per la febbre
forte farneticò tutta notte.
1) Fig. Di chi dice cose irragione-
voli, cervellotiche ; ma, cara lù, el
étràpàrlal = ma, caro mio, lei far-
netica !
sti'àpàsà, V. att. = strapazzare : maltrat-
tare, sgridare uao fortemente ; el me
stràpàsa come on cdn = mi strapazza
come un cane : moltissimo ; qiiànd el
vén à casa, el stràpàèi mi còme ée dea
= quando viene a casa, lo strapazzo io
come si deve.
1) étràpàsà i cavai = strapazzare i
cavalli: affaticarli.
2) étràpàsà Òna ròba = strapazzare
una cosa: non curai'la, iLsarla senza ri-
guardo; el àtràpàéa i pàgn che l'è òna
vergogna = strapazza gli abiti che è una
vergogna; el àtràpàéa i liber e ie còn-
scia tùli = strapazza i libri e li fa tutti
malconci.
3) étràpàsà on làorà = strapazzare,
acciabattare un lavoro: lavorare in fretta
e senza cura.
stràpàsaa, agg. = strapazzato, affaticato:
l'è tornaa indree tànt étràpàéaa che,
Se H ée amala nò, V è on miràcol = ri-
tornò così strapazzato, che, se non si
ammala, è un miracolo.
1) Affrettato : difettoso perchè fatto
in fretta ; làorà étràpàSaa = lavoro
affrettato.
2) oeuv étràpàsaa. Vedi oeùv, 7).
stràpàsàda, s. f. = strapazzata: sgridata,
acerba riprensione.
stràpàsàss, v. rifl. = strapazzarsi : alfa-
ticarsi troppo, non aver cura della pro-
pria salute ; el po' nò sta ben; el Se
StràpàSa tròpp = non può star bene:
si strapazza troppo.
stràpàss, V. rifl. = strapparsi : levarsi
d'addosso con violenza qualche cosa;
el Se àtràpàva i càvèj = si strappava i
capelli; el S^è Stràpaa vìa òn'ilngia =
si è strappato un'unghia.
1) Fig., étràpà 'l cmir = strappare
str
- 812 -
str
il cuore: di cosa che commuova molto
fortemeate.
stràpàss, s. m. = strapazzo: lo strapaz-
zarsi, l'aversi poca cura nella salute; *
stràpàss de gioentu è-e pàghen quànd
se diventa vece = gli strapazzi di gio-
ventù si pagano quando si diventa vec-
chi; àndà e vegni dal Qeneròs in d'ona
giornàda l'è on stràpàss = andare e
tornare dal Generoso in una giornata
ò uno strapazzo ; el g'hà dna féver de
stràpàsè = ha una febbre di strapazzo;
presa per il troppo strapazzarsi.
1) ròba de ètràpàSs = roba da stra-
pazzo: non di suggezione, da non farne
gran conto e di poco valore.
stràpàdèut; s. m. = cavadenti. Modo
scherz. e spesso anche spregiativo in-
vece di dentista.
stràpelaa, agg. = sciamannato, sciatto:
scomposto negli abiti e nella persona.
1) s. m. = Pitocco, straccione, strac-
ciato: di persona miserabile; l'è on poer
stràptlaa de vHn = è un povero strac-
cione.
stràpientà, v. att. = trapiantare. Vedi
strepientà.
strapiomba, *. att. = uscire di perpen-
dicolo.
stràpòn, s. m. = strappo, strappone: una
scossa violenta; el seguitava à dagli di
stràpon per podè liberàss = seguitava
a dar sti'appi per potersi liberare.
stràportà, v. att. = straportare, traspor-
tare. Vedi trasporta.
str a sa, s. f. = catarzo, sbrocco : seta
grossa, meno buona, adoprata oggi spe-
cialm. a far nappe e una volta per vesti.
Dal frane, strasse.
1) stràsa de lana = borra : cardatui'a
della lana.
2) Diamante artificiale. Dal francese
stras.
stràsa, v. att. = scialacquare : spendere
profusamente, da prodighi : dissipare il
proprio ; Phà stràsaa in pòech temp
tuta là sostànsa = scialacquò in poco
teinpo tutta la sostanza.
1) Buttar via, adoperare con nessuna
utilità, con nessun profitto : sciupare;
droà là rdba va ben ma stràstLla l'è
prdpi peeaa = adoperar la roba sta bene,
ma buttarla via e proprio peccato.
2) Strubbiare, strucinare: consumare,
malmenare, guastare : di abiti, panni,
e sim.
stràsaa, agg. = sciupato, sperperato: l'è
roba strasàda = è roba sciupata.
1) rè tiitt temp stràsaa = è tutto
tempo sciupato, perso.
stràsc, s. m. = straccio, brandello, brano,
pezzo stracciato.
1) hin ééniper i stràsc che va àia
fola = gli stracci vanno sempre all'aria,
son sempre i più deboli che ne bu-
scano.
2) Straccio, sdrucio : la parte strac-
ciata; rhà faa dénter on étràse in del
vestii = ha fatto uno sdrucio nell'abito.
3) Cencio: pezzo di tessuto logoro, o
usato, 0 ordinario ; el stràsc dela pòl-
ver = il cencio da spolverare; el stràsc
de lava gio = il cencio da rigovernare.
4) tra in di stràsc = mettere, buttar
ne' cenci, tra' cenci : di biancheria o
panni non più servibili.
5) i Étràse = i cenci, gli stracci: quelli
adoprati per far la carta.
6) hin jJocch stràsc = son cenci, po-
chi cenci: di poca roba.
7) on stràsc d'on càpèll, d'on vestii,
. d'ona cà e sim. = un cencio di cap-
pello, di vestito, di casa, e sim., una
meschinità; on stràsc d'on tinibo = un
ambuccio: una vincita di poco valore.
8) Fig. di pers.; perchè l'è riesìda à
troà on Étràse d'on màrt là fa tànt
freeàss = perchè è riuscita a trovarsi
un cencio di marito mena tanto scalpore.
9) l'è Étràse = è un cencio : di chi
si trova in cattive condizioni di salute;
poer bagàj ! l'è prdpi stràsc = povero
ragazzo ! è proprio un cencio !
10) on sàcch de stràsc, = una balla
di cenci ; di pers. vestita goffamente,
affagottata.
11) òmm, dona de étràse = uomo, j
donna di lolla, di calze disfatte: fiacco,
slombato.
12) stràsc = ciarpe, carabottole: nome
collettivo di vestimenta logore e smesse
0 di masserizzuole di poco pregio.
Spesso si sogliono chiamare così le robe
proprie benché ne vili, ne logori; tmn .^
sii i me stràsc e voo = prendo i miei m
stracci e me ne vado. TI
stràscee, s. m. = cenciaiuolo : chi fa il
mestiere di comprare e rivendere cenci.
1) dà fceiira cóme on stràscee = mon-
tare in bestia, adirai"si, uscir dìii gan-
gheri.
stràscià, V. att. = stracciare, lacerare.
str
- 813 -
str
strappare, ridurre in brani, in pezzi,
di stoffe, tele, carta e sim.; el stràseia
i lìber = straccia i libri ; àtràscià i eal-
sòn = lacerare, strappare i calzoni ; el
m'ha étràsciaa 'Z doer = mi ha lace-
rato il compito.
1) Fig. ; stràscià 'l coRÙr, l' ànima
= strappare, lacerare il cuore, l'anima;
di spettacolo , o fatto, grandemente
pietoso.
stràsciaa, agg. = stracciato, lacero, cen-
cioso: di cosa fatta a brani e di per-
sone che abbia gli abiti in cenci.
stràsciàda, s. f. = stracciatura, strac-
ciameiito.
1) ógni làvtLda rè dna stràsciàda =
= ogni panno che va in bucato, ne ri-
torna pili stracciato: lo diciamo noi per
significare che la roba più si lava e più
si consuma.
stràsciàniercaa, (à) avv. = a prezzo di-
sfatto, a prezzo rotto: di chi vende la
roba a prezzo bassissimo, magari al di
sotto del costo.
stràsciària, s. f. = cenciaia : ammasso
di cenci; cosi' ho de fànn de tUta quèla
àtràseiàrìa li? = che ne debbo fare di
tutta quella cenciaia ?
1) Bagatella, cosa da poco, frullo: un
nonnulla,
strascina, v. alt. = strascinare, strasci-
care: tirarsi dietro una cosa senza che
sia alzata, per lo meno in parte.
stràsciòn, s. m. = straccione: colui che
ha vesti lacere, stracciate: povero, mi-
serabile.
strasecola, v. att. = strasecolare, stra-
biliare: essere fortemente meravigliati.
stràsi,* s. m. = strazio: dolore forte, tor-
mentoso che dilania l'anima, la strazia.
stràsiàj* V. att. = straziare : addolorare
fortemente, quasi lacerando l'anima; Ve
ona scena che àtrààia = è una scena
che strazia; gh'è niént che étràHa piléee
del penàér de l'imprésa d'Africa = non
c'è nulla che strazi di piii, che il pen-
siero dell'impresa d'Affrica.
étràsiòu, s. f. = estrazione : specialm.
quella del lotto,
stràsón, s. m. = scialacquatore, sciupone,
struscione : chi scialacqua il suo, chi
sciupa, consuma molto la roba.
:stràsòra, avv. = fuori d'ora; d'ora e i-lrà-
sòra = a qualunque ora, specialm. di
ora inopportuna.
stràsordinà, v. att. = disordinare, stra-
viziare: essere intemperanti.
stràsordinàri, agg. = straordinario. Vedi
straordinàri.
stràsudòr, s, m. = sudore eccessivo: ve-
gni i Urààiòdòr = sudar freddo.
stràtàgéina, s. m. = strattagemma : ri-
piego astuto per uscir dalle peste e li-
berarsi.
stràtàià, v. att. = ritagliare: tagliare in
pezzi minuti stoffa, carta, e sim.
1) Smerlare, frastagliare : far ricami
coi quali termina il lembo.
stràtàj, s. m. pi. = ritagli, minuzzoli :
quelli che restano dopo la ritagliatura.
strato, * s. m. = strato: suolo di materia
disteso orizzontalmente, per deposito,
ribollimento, ecc.
1) m,ètt à strati = assolare: mettere
a suoli, a strati come i fichi nei pa-
nieri e sim.
stràtt, s. VI. = strato, coltre, tappato:
coperta di panno o drappo nero per co-
prire la bara o il catafalco; se il morto
è un giovinetto o una giovinetta, il
drappo è bianco.
stràvàcà, v. att. = rovesciare, versare
rovesciando ; Vhà ètràvàcaa el bicer
iuta toàia = rovesciò il bicchiere sulla
tovaglia.
1) Ribaltare : di carrozza. Vedi ri-
bàita.
2) étràmeà 'l pè = stracollare il piede.
Vedi strànibàss.
8) Traviare, disviarsi: uscir dal retto
cammino. In senso morale.
stràyàcaa, agg. = rovesciato, arrovesciato:
di ciò che fu versato rovesciandosi.
1) Licenzioso, scurrile : di parlar
troppo libero e senza riguardo alla
decenza.
stràvàcàss, v. rifl. = arrovesciarsi : di
cosa, cadere per disgrazia sopra uno
dei lati ; .9 'è ètràvàcaa là màrmlta =
s'è arrovesciata la zuppiera.
stràvàgrànsa, s. f. = stravaganza : atto
di persona stravagante: azione strava-
gante; coi §ò stràvàgàm l'ha finii per
fàis màndcl ma = colle sue stravaganze
finì por farsi licenziare.
stràvàgànt, agg. = stravagante, bizzarro:
stranamente fantastico.
stràvàs, s. m. = travaso, stravaso, stra-
vasamento : degli umori di corpo vi-
vente che traboccano morbosamente in
altri vasi ; gh'è vegniiil on stràvàs de "
str
814 —
str
bile, de sàngu = gli è venuto uno stra-
vaso di bile, di sangue.
stravasa, v. att. = travasare : tramutare
un liquido da un vaso in un altro, o
por lo più da uno grande in altri più
piccoli.
stràvècc, agg. = stravecchio, vecchis-
simo : proprio dei caci e dei vini che
quanto più sono vecchi e sono migliori.
stràvént, s. m. = buffo, turbine, bu-
fera : vento impetuoso con acqua, neve
0 grandine.
stràvestii, agg. = travestito : vestito con
panni che simulano un' altra persona ;
* guardi étràveétii = le guardie tra-
vestite. Vedi travestii.
1) Mascherato : vestito in costume
da maschera.
stravisi,* s. m. = stravizio : disordine e
abuso di vino, cibo, e altri piaceri ma-
teriali ; coi àò étràvisl el finire mal
= coi suoi stravizi fiairà male.
stràvólt, agg. = stravolto: di chi in viso
manifesta lo spavento, o la pena di un
dolore intenso sia fisico che morale.
ètrècc, agg. = stretto. Tedi 1' ora più
usato strètt.*
strècia, s. f. = corsello : quella piccola
corsia 0 spazio fra il letto e il muro
0 fra due letti ; in là strècia del me
lèti ghe età nànca oiia sctigna = nel
corsello del mio letto non ci sta nem-
meno una sedia.
1) Chiasso, vicolo: via stretta.
strècioeiì, s. m. = chiassuolo : una con-
trada molto stretta e cortissima.
strèoioeùra, s. f. = corsello. Vedi strecia.
stremi, (fa) v. att. = spaventare, sbi-
gottire, impaurire : far spavento, paura.
Anche stremi sii.
stremisi, s. m. = spavento : paura ter-
ribile, terrore ; ciàptL èli on stremisi
= avere uno spavento ; ghe vegnìiU el
briltt mài per on stremUi = gli è ve-
nuto il mal caduco por uno spavento.
1) Uno specie di giuoco che si fa
colle carte, pescando nel mazzo scom-
posto sul tavolo la carta fissata.
stremìss, v. rifl. = spaventarsi, impau-
rirsi : essere preso da spavento, da
paura ; là èe stremiés per n àgata =
s'impaurisce per nulla ; là s'è stre-
mida come qiumd è s'ciopaa là éàèta
= si spaventò assai quando scoppiò il
fulmine.
stremitaa, s. f. = estremità. Vedi estre-
mitaa.
stréua, s. f. = strenna : libro dove sono
raccolti vari componimenti, fatto per
essere dato in dono. Ora speci alm. dai
giornali ai propri abbonati.
strenc, agg. = stretto. Ormai è quasi in-
teramente sostituito da strètt, ed usa
solo alla frase : tegni strenc = tener
stretto, saldo.
strencéra, (nós) s, f. = noce malescia.
Vedi nós, 6) e biisàròtt.
strenciroetì, s. m. = carruccio : arnese
di legno con quattro girelle, con un'aper-
tura tonda di sopra, dove si mettono
ritti i bambini, perchè imparino a cam-
minare.
streugr, 1-. att. = stringere : riunire con
forza le parti, o chiudere, serrare con
forza una cosa; streng el piign = strin-
gere il pugno ; strenq là eòrda = sti'in-
gere la corda.
1) ètreng là man à rù.n = stringere
la mano a uno : prendere per lo più
la destra di uno e stringerla nella de-
stra propria in segno d' amicizia e
d' affetto.
2) ètreng on vestii, on càpèll e sim.
= ristringere, strettire, un vestito, un
cappello e sim. : renderlo meno largo,
meno agiato.
3) i'treng i g ropp = venire alle strette,
raggruppar le fila.
strénges, «?. rifl. = stringersi, ristrin-
gersi : diventar stretto.
1) ètrenges el cmur = stringersi il
cuore, annodarsi il cuore : per troppo
forte commozione.
2) Accostarsi di più persone l'una
all' altra così da lasciare del posto ; se
shnm strengiiiii in del bànch e Vhà
podilil stagli ^nca Iti = ci siamo stretti
nel banco e ha potuto trovar posto an-
ch'esso.
strengimént, s. m. = stringimento ;
strengimént de coeur = stringimento di
cuore ; strengimént de flaa = stringi-
mento di fiato: asma, affanno.
1) strengimént d'orma = strangùria:
emissione dell'orina a gocce a gocce con
sforzo e dolore.
strengiuda, s. f. = stretta : el g'hà daa
dna bela strengiuda de man = gli diede
una bella stretta di mano.
strengiiiii, p. pass. = stretto, ristretto :
da stringere, ristringere ; Vhà strengi/iiil
str
— 815 —
str
7 fréno = ha stretto il freno ; sto ve-
stii chi el va strengiiiii = questo ve-
stito va ristretto, strettito.
strèpa, s. f. = svincolo : distorsione dei
legamenti intervertebrali, prodotta da
lino sforzo, come dal sollevare un peso
e sim.
strepa, v. att. = strappare, estirpare,
sbarbare. Vedi stràpà, anche pei de-
rivati.
strepenaa , agg. = arruffato , malme-
nato : scomposto per essere stato mal-
trattato, percosso.
strepìeiità, v. att. = trapiantare : met-
tere una pianta da un luogo a un altro.
strepita, v. att. = strepitare : fare stre-
pito, far rumore aspro, grande, risen-
tito ; jyeì' nàgòtt el Hrepita cóme on
tiqiiila = per nulla strepita come un'a-
quila.
strepitò», agg. = strepitoso, meraviglioso.
stréta, * s. f. = stretta. Tedi strécia.
stretàj, ."?, m. pi. = ritagli, sciaveri.
Vedi stràtàj.
strèto, * agg. = stretto. Nella sola frase
a strèto rigor = a stretto rigore, di-
ritto: secondo lo scrupolo della legge,
della realtà.
strètt,* agg = stretto, seil'ato : on gropp
strètt = un nodo stretto ; on 'vestii strètt
= un abito stretto ; dna éctirpa strèta =
lina scarpa stretta.
1) Angusto; che non basta al biso-
gno : contrario di ampio : strada, stànsa
strèta = strada, camera stretta; pòrta
strHa = porta stretta.
2) rèse étrètt de étò megli = avere il
petto stretto; che non arriva alla mi-
sura normale.
3) Di vesto, troppo scarsa, angusta:
i càlèòn strètt = i calzoni stretti ; el
paltò rè tròpp étrètt de spali = il cap-
potto è troppo stretto nelle spalle.
4) vèàs de mtinega strèta = essere
di maniche strette; essere rigoroso,
stare strettamente alla morale , alle
leggi, alle regole fissate.
5) ì'cés étrètt = essere ristretti, in
ristrettezze; in condizioni economiche
assai poco floride.
6) vèss Ma strèta = essere in angu-
stie, avere scarsa fortuna: anche essere
in una casa non sufficiente per lo spa-
zio a quanto bisogna.
stria, s. f. = strega, fatucchiera, ma-
liarda : donna che si credeva facesse
malie; el temp di strìj Ve pàèaa = il
tempo delle streghe è passato.
1) Fig. : donna vecchia, brutta, cat-
tiva ; bàdegh nò à gitela bruta Strìa =
= non ci badare a quella brutta strega.
2) pari, vèss dna stria = parere, es-
sere una befana; di donna brutta e
sgarbata, anche se non vecchia.
3) à bàtt i pàgn compàr là strìa . =
persona rammentata o l'è per via o
l'è per casa; persona rammentata per
via va : si dice quando sopraggiunge
persona di cui si ragionava.
stria, V. att. = stregare : far malia ad
uno, ammaliare, affatturare ; piir tròpp
gh'è àncàmò qilij che cred die se pòda
ètrià i fimi = pur troppo c'è ancora
chi crede che si possano stregare i
ragazzi.
1) Fig. : di passione che soggioghi
l'animo : qiièla tosa V ha àdritUra striaa
= quella ragazza l'ha addirittura am-
maliato.
striaa, agg. = stregato, ammaliato: che
si crede sia vittima di malia.
1) Secco, smunto, patito; òA signóri
cóme Ve striaa qiièll ficeu = o signore!
come è patito quel ragazzo !
striàmènt, s. m. = stregoneria, streghe-
ria : azione, atti della strega.
1) Stregamento ; l'effetto dello stre-
gare.
striceli, s. m. = filetto: quello che infi-
lato nelle campanelle delle cigno serve
a tener alta la testa del cavallo.
strìgria, s. f. = striglia : strumento di
ferro a lamine dentate per levare la
polvere dalla pelle dei gi'andi quadru-
pedi domestici, specialm. solipedi.
strigrià, V. att. = stregghiare: ripulire
colla stregghia, specialm. i cavalli.
strigòss, s. m. = brandello, cencio, struf-
folo : pezzo strappato di panno, di tela
0 sim., e specialm. quelle parti più so-
lide che si trovano in certi liquidi,
come nel vino, nel latte e sfm.
strila, V. att. = strillare : fare o man-
dare strilli ; gridare, piangere forte e
con voce stridula.
1) fa étrilà là geni = far stridere: an-
gariare altri in modo che ne debba me-
nar scalpore.
strili,* s. ni. = strillo, strido: voce, urlo
che penetra ; quànd ghe fan el bàgn
el fa de qiiij strili che H sénten in
étràda = quando gli fanno il bagno fa
str
— 816 —
sfi-
di quegli strilli che lo sentono dalla
strada.
strilòu, * s. m. = strillone : chi strilla
molto.
1) Chi va vendendo i giornali per
la strada e ne strilla il titolo.
strimpelà,* v. att. = strimpellare : sonare
malamente uno strumento a corde ;
clìsen che l'èona 'Z piano, ma no l'è
bòn che de Strimpelà = dicono che
suona il pianoforte, ma non sa che
strimpellare.
strlmpèlàdòr,* s. m. = strimpellatore :
colui che strimpella; tànt de podi bàia
hall faa vegni on àtrimpèlàdór qua-
lùnque = tanto per poter ballare hanno
fatto venire uno strimpellatore qua-
lunque.
strimpelàmènt,* s. m. = strimpellamento,
striinpellio : lo strimpellare continuato :
quànd comincia 'l càrnoaa in quèla
cà l'è on gran ètrimpèlàmént = quando
incomincia il carnevale in quella casa
è un gran strimpellìo.
strilla, * V. att. = strinare, arrabbiare,
avvampare: di vivande cotte con fuoco
molto vivo e senz'umido o con poco;
cotolètt Urinaa = costolette arrabbiate,
avvampate.
strìnga, s. f. = stiinga, aghetto : cordel-
lina 0 cordoncino con punta o puntale
di metallo per allacciare il busto delle
donne o lo scarpe.
1) Correggiuolo : se la stringa per le
scarpe è formata con una striscia di
cuoio.
2) fa àtringh déla peli = esser l'a-
sino. Vedi péli, 7).
stririgaa, agg. = stretto, ristretto: chi
è in ristrettezze economiche.
striòii, s. m. = stregone, maliardo, ne-
gromante : colui che fa la strega.
striòss, s. m. = stregoneria, malefìcio,
incantesimo ; quel che fanno le streghe
e gli stregoni.
striscia, v. att. = adulare, piaggiare,
strisciarsi ad uno: secondare servil-
mente l'opinione d'altri per acquistar-
sene l'animo e trarne benefìcio.
strisciànt, s. in. = strisciante, striscione:
chi si striscia ad uno, lo adula fregan-
dosi a lui per ottenere ciò che desi-
dera: è da vile.
stritola,* V. att. = stritola.Te : rompere in
minutissimi pezzi.
strivàlìn, s. m. = stivaletto, tronco,
tronchetto : piccolo stivale che arriva
alla noce del piede o poco sopra.
strivàll, s. m. = stivale : scarpa che
copre tutto o gran parte dello stinco.
1) ct/oa strivàj = cavastivali : arnese
per levare più facilmente gli stilali.
2) étrivtlj à trombìn, tila dràgdaa,
Ala soaròf = stivali colle rivolte, alla
scudiera, alla Soarow.
stròfa,* s. f. = strofa, strofe : stanza di
una canzone.
strolà, V. att. = buUettare ; spruzzare:
sporcare con schizzi di mota o d'altra
materia per lo più densa che venga
addosso per cagione di qualche corpo
duro che vi cada dentro d'improvviso.
1). Étrolà de pàlta = impilaccherare;
empiere di pilaccheri o spruzzi di fango.
strolàdura, s. f. = spruzzata, bulletta-
tura : lo sporcare e lo sporcarsi con
schizzi di mota o altro.
1) Abborracciatara ; detto di quando
si insegna a qualcuno in fretta, un
po' in qua, un po' in là, perchè im-
pari di tutto ; el g'hà dna sirolàd&ra
de fràncés e de inglés, ma 'l sa minga
ne vùn, ne Valter = ha una abbon-ac-
ciatura di francese e di inglese, ma
non sa ne l'uno, ne l'altro.
strolàss, V. rifl. = buUettarsi: sporcarsi
con schizzi di materia per lo più densa.
1) ètrolàéé de ptlta = impilacche-
rarsi, inzaccherarsi ; empiersi di zac-
chere 0 schizzi di fango che uno si
getta su per le gambe camminando.
stròlegli, s. m. = strolago ; astrologo,
indovino : che si credeva arguisse gli
eventi umani dalla osservazione degli
astri.
1) Uomo accorto, ma tristo; V e on
étrolegh de vUn che ée po' minga fi-
dàéé = è uno strolago che non e' è da
fidarsi.
2) crèpa 'l stròlegh = crepi l' astro-
logo ; diciamo per celia ad uno che ci
pronostichi male o cosa non desiderata.
stròll, s. m. = schizzo : la materia che
schizza, spiccia, e il segno che lascia;
el g'hà là càmlsa pièna de stròll de
rln = ha la camicia piena di schizzi
di vino.
1) étròll de palla = zacchera, pilac-
chera. Vedi pàlta 1).
strologa, «'. att. = astrologare , strolo-
gare, almanaccare ; pretendere di pre-
dire il futuro.
str
817 —
stu
1) Strologa 'l temp = strologare il
tempo; guardare di qua e di là il tempo
per indovinare o vedere se voglia pio-
vere 0 no.
strombètà,* v. att. = strombettare, strom-
bazzare, far sapere quasi a suon di
tromba ; suonar molto o noiosamente
tromba o trombetta.
1) Spifferare; dire e ridire senza ri-
tegno ; riferire tutto quanto si sa.
strombétàmént, s. m. = strombettio :
un grande strombettare; tila fera gh'èra
on àtrombètàmènt che inloehtva = alla
fiera e' era uno strombettio che sba-
lordiva.
stropàj, ò*. m. = ritorta, ritortola : ver-
mena verde, che attorcigliata serve per
legame di fastella.
stronS; s. m. = stronzo, stronzolo: pezzo
■ di sterco sodo e tondo.
àtrosà, V. att. = strozzare, strangolare.
Vedi strangola.
1) Dell'usuraio che presta il danaro
a un interesse enorme.
2) strdset = affogati. Imprecazione.
strosaa, agg. = strozzato, strangolato.
1) Arrabbiato : in fretta e senza il
tempo che pur ci vorrebbe; mangia
itroéaa = mangiare arrabbiato; vègh el
temp Ètroéaa = avere appena appena
il tempo; quasi non averne abbastanza.
strosiii,* s. m. = strozzino, usuraio; co-
lui che presta il danaro a enorme fratto.
strnbidu, s. m. = faticatore, lavoratore:
chi fa tutte le fatiche più grosse in
una casa.
strupi^ agg. = storpio, stroppio : chi ha
qualche membro storpiato, storto.
sti'ìipià ) V. att. = storpiare : rendere
storpio ; guastare le membra così da
non poterle adoperare.
striipiàsètt iiiàsa quàtòrdes. Vedi mà-
ààsètt.
strusa, s. f. = sinighella : prodotto se-
condario della trattura della seta, ca-
scami dei bozzoli: se ne fanno per lo
più coperte da letto.
1) Strascino ; sorta di rete per gli
uccelli e di giacchio per prendere i
pesci.
2) àndd à, in àti-Usa = andare a
zonzo, andar bighellonando.
striisà, V. att. = strisciare : el strusa
tèra = striscia in terra.
; 1) Per lo più si accompagna con
' àdree: ètriistL àdree = strascicare, stra-
52
scinare ; tirarsi dietimo una cosa senza
che sia alzata ; el ée étrilstiva tcdrce
on sàech = strascicava un sacco ; el
étrùsa àdree là gamba = strascina la
gamba.
2) striisà dent = rasentare ; andar
rasente; el glia àpèna étriisaa dent =
lo ha appena rasentato.
3) Fig. toccare, rivolgere la parola
a uno; V è invh'S come ; se po' nfinca
striisdgh dent = è assai di malumore ;
non si può neanche rivolgergli la parola.
4) Accennare , toccare di un argo-
mento ; àpina à strilsàgh dent de po-
lìtica^ el va éUbit in fùria = appena
ad acoenar la politica, monta subito in
furia.
strusi, s. m. = travaglio, pena , fatica :
quella che si dura per ottener cose
diffìcili, specialm, per guadagnarsi il
pane; el tira intins là cà à filria de
StrUéi , poer diàol = tira innanzi la
casa a furia di fatiche, poveretto.
striisiaa, agg. = arrangolato, arrapinato:
che costa fatica e crucci ; l' è òna vita
àtrilàitUla = è una vita arrangolata.
striisiàss, V. rifl. = attapinarsi , arra-
pinarsi; affaticarsi molto intorno a un
lavoro che non riesca o s' abbia gran
fretta di finire.
1) Confinilo lamentarsi di chi non
potendo impedire un male non sa dar-
sene pace.
2) striisìn = aiutante: garzone di bot-
tega da fornaio.
strusòu, s. m. = bighellone, randagio,
girovago: chi tutto il dì è in giro senza
uno scopo, per puro spasso o per am-
mazzare il tempo.
striiss, s. m. = struzzo: uccello dell'or-
dine dei corridori.
1) ètòmegh de étrusè = stomaco di
struzzo; che digerisce molto.
striitt, s. m. = strutto : lardo strutto
non salato, conservato in vasi o ve-
sciche per uso della cucina ; là ròba
frtta col étriitt là me bUta tròpa pe-
sànta = la roba fritta collo strutto mi
riesce troppo grave allo stomaco.
stua, s. f. = stufa : specie di cassa di
terra cotta inverniciata , o ghisa , con
piccolo focolare, in cui si accendo il
fuoco.
1) Camino chiuso, spostabile, con
tubi per riscaldare le stanze.
2) Stanza con intavolato tenuta calda
stu
- 818 -
stu
con stufa, caldano o calorifero qua-
lunque.
3) Forno ; edifìcio cilindinco usato
nei setifici per uccidere le crisalidi e
impedirne la sfarfallatui'a.
stuaa, s. m. = stufato, stracotto : specie
di vivanda fatta con carne di bove
messa in fusione nel vino e cotta con
odori in umido.
1) Ciaccione ; chi Ciaccia di molto e
per nulla fa strepito.
2) mètt giò étiiaa = ciacciare; darsi
da fare in tutto quanto non sa e non
gli si appartiene. Anche : darsi aria,
avere gran prosopopea.
stiicà; V. att. = stuccare : riempire, tu-
rare collo stucco ; l'ha faa stiicà i ge-
losìj = fece stuccare le persiane.
stiicàdòr, s. m. = stuccatore: chi lavora
di stucco.
stu ce, s. m. = astuccio, busta, custodia:
scatoletta o cassettina di varie forme,
con guide o incavi neUa parte interna
per riporvi gioie, finimenti, posate, ferri
chirurgici, occhiali, ecc.
stiiccli, s. m. = stucco: composizione di
" calce spenta, argilla, marmo polveriz-
zato e sim. che impastato serve a tap-
pare buchi e fessui-e, appianare e sim.
per fare ornati, cornici, mosaici, figu-
rine colle forme, ecc.
1) Altra composizione di gesso e
coUa forte che usano i falegnami e i
verniciatori.
2) Mestura; mastice dei vetrai.
3) reàtà, rèse de éliicch - rimanere
di stucco ; restare molto sorpresi, me-
ravigliati.
4) fa on mur à stuech = fare una
parete a stucco; applicandovi uno strato
di stucco che coi ferri caldi si tira lu-
cido e imita il marmo.
stiichévol, * agg. = stucchevole: noioso
fino al fastidio ; come te ée ètùehévol
coni qilèll tò sifolti ! = come sei stuc-
chevole con quel tuo zufolare !
stiiciàtt, s. m. = astucciaio : che fa o
vende astucci.
stiidént, s. m. = studente : chi va alle
scuole per studiare, e specialm. quello
che va a studiare alle Università.
studi, s. Tìi. = studio: occupazione della
mente alla ricerca del vero e dello
scibile nella riuscita di una cosa; iiénéa
étudi ée i-ièsé nàgòtt à èto mond =
senza studio non si riesce nulla al
mondo.
1) Osservazioni piuttosto accurate
sopra qualche soggetto; el fa on studi
pàrticolàr èHi iécriéion etruàch = fa
uno studio pai-ticolai-e sulle iscrizioni
etrusche.
2) Disegno di una testa o paesaggio
fatto da un artista a scopo di studio ;
gh'è cèrti stùdi del Leli e del Cremona
che rtiren cent qutlder = vi sono ceiii
studi del Cremona e del Lelli che val-
gono cento qu.adri.
3) Stanza più o meno grande dove
si sta a studiare o dove avvocati, no-
tai, ragionieri e sim. trattano gli affari
e ricevono i clienti, o dove gli aitisti
lavorano intorno alle loro opere.
studia, v. att. = studiare : applicarsi
allo studio 0 a UDO studio : à qiimdes
ànn V ha pientaa li de studia = a quin-
dici anni smise di studiare ; el Studia
medicma, màtemtltica e sim. = studia
medicina, matematica e sim..
1) Occuparsi con intensità, cercare,
riflettere, guai-dar con attenzione ; Ve
àdree à stiidià on metodo piiéee fàeil
per insegntl là gràmtLtica = sta stu-
diando un metodo più facile per inse-
gnare la grammatica ; te par nò vora
de ìnètes à stiidiÈ ? = non ti pare ora
di metterti a studiare ?
2) studiti i pàròll, i frtLs, i gèst =
studiar le parole, le frasi, gli atti : cal-
colare le parole che uno dice, misurare
i discorsi, i gesti per non essere presi
in fallo 0 perchè facciano proprio quel-
l'éfTetto che si vuole.-
stìidìaa, agg. = studiato : ponderato, cal-
colato bene ; là se capiva dna roba
stUditida = \& si capiva una cosa studiata.
stiidìètt, s. m. = studiolo, studiolino,
studietto : piccolo studio, nel signif. di
stanza dove uno' studia.
stiidiòs, agg. = studioso : chi attende
allo studio, che studia volenterosa-
mente ; l'è ìntnga tànt d' ingègn, ma
Ve ttinto stiidiós che'l ghe rièss in
tmeòss = non è di grande ingegno, ma
è tanto studioso che riesce in tutto ;
i scolar studiòs hin sémper i piisee
benmst = gli scolari studiosi sono sem-
pre i più benevisi.
stiifaa, s. m. = stufato, sfaracotto. Tedi
stiiaa.
stiiff, agg. = stufo, seccato, annoiato,
stu
819 —
su
stanco, sazio : sont stiiff de tiitt sti
citicer = sono seccato da tutte queste
chiacchiere ; éont stuff de fa età vita
= sono stanco di far questa vita ; bévi
pii perchè èont stiiff = non bevo più
perchè sono sazio ; là ìn^ma Ve stufa
de doètt shnper dì i iètèss ròbb = la
mamma è stufa di doverti sempre dire
le stesse cose.
stufi, V. att. = stufare, noiare, infasti-
dire : el vent el me stùfèss pilsee dela
piceiiva = il vento mi stufa più della
pioggia ; c^-a ti, te me stiiftset coi tò
domànd = caro mio, mi stufi colle tue
domande ; i fioeu se déven regordà che
bisogna mài stufi là geni = i ragazzi
si devono ricordare che non bisogna
mai stufare le persone.
stUfìda, s. f. = noia, noiosità, infastidi-
mento : l'essere noiato, l'annoiarsi, l'es-
sere infastidito ; che stufìda quèla co-
media ! = che noia quella commedia !
hoo mtii proaa dna stiiftda compàgn
in vita mia = non ho mai avuto una
noia simile in vita mia.
stiifiss, V. rifl. = stancarsi, annoiarsi.
Rifl. di stiifì.
stiiin, s. m. = pentola : vaso d' argilla
cotta con ventre gonfio, laf bocca e il
fondo più stretto con due manichetti
pure di terra a guisa d' orecchie, da
cuocere il lesso.
1) Bastardella : vaso di terra cotta
ordinaria più alto del tegame, con due
manichi e coperchio per cuocervi vi-
vande in umido.
2) coèrc del stilin = testa o copri-
cella : se però è anche lui di teiTa cotta.
stiiìstH, s. m. = fumaiolo : chi fa le stufe.
1) Fumista : chi accomoda stufe, ca-
minetti, ecc.
2) Caloriferaio : chi mette a posto
ed accomoda caloriferi.
stupèndo, agg. = stupendo : bellissimo,
magnifico ; dal Qeneròs se gòd dna vièta
stupenda = dal Generoso si gode una
vista stupenda ; VEeelsior l'è on bàli
stupèndo = l'Excelsior è un ballo stu-
pendo ; là g'hà sii ona vista stupenda
= ha indosso una veste stupenda.
, stQpid, agg. = stupido, insensato : senza
criterio ; l'è bSla, ma l'è àltertttnt sttl-
- pida = è bella, ma è altrettanto stupida.
1) fa 'l stUpid = far l'asino, il va-
gheggino. Vedi giàvàn.
stiipidàda, s. f. = stupidaggine : azione
0 parole da stupido.
1) Giuccheria, scempiaggine : azione
di nessun valore e che pretende d' averlo.
stiipidela, s. f. = giucchina : detto in
modo un po' spreg. un po' vezzegg. a
ragazzo ; là fa de qiltj ròbb sta stiipi-
dela, che par imposìbil = fa certe cose
quella giucchina, che paiono impos-
sibili.
stììpiss, V. rifl, = stupire: rimanere preso
da grande stupore ; me stilpiss de ve-
dètt insci àlégher dòpo là bruta figura
che t'Irne faa = stupisco di vederti così
allegro dopo la brutta fìgui'a che hai
fatto.
1) me stiipìsì pii^ de nàgota = non
stupisco più di nulla : nulla mi fa più
stupore.
stiìpor, s. m. = stupore : senso di me-
raviglia che lascia quasi muti ; me fa
grand stiipor de vedètt ànmo ehi =
mi fa gran stupore il vederti qui an-
cora ; m'ha faa stiipor de troàll insci
fila mtln = mi fece stupore il trovarlo
cosi alla mano.
stiiriòn, s. m. = storione : pesce di mare
benissimo a mangiarsi.
sii, avv. e prep. = su, sopra : contrario
di giò = giù. Indica luogo alto, su-
periore.
1) sii ! = su ! ; dicesi a chi giace per
invitarlo ad alzarsi ; éU, che l'è vora,
poltroni! = su, che è l'ora, poltroni!
2) levtL sii = alzarsi, levarsi su ; farsi,
drizzarsi in piedi ; anche alzarsi dal
letto: quànd ven in Scola el prèéid
tuti i ficeU léven sii = quando entra
in i scuola il preside tutti gli scolari si
alzano su; stàmàtina sont levaa èii
pUsee prèét del sdlit = stamane mi
sono alzato più presto del solito. Si usa
spesso la forma Glittica sii : àpèna sii,
quànd Ve sii = appena alzato, quando
è alzato dal letto,
3) vegni sii = venir su ; crescere ;
Itlsen vegriì sii i fioeu cóme i beati = la-
sciano venir su i ragazzi come bestie.
4) tir^ sii = alzare, tirare più in su;
tirtb èii on pian = alzare un piano;
tira sii 'l eoo = alzare il capo; se 'l
podèss tirti sii 'Z eoo = se potesse al-
zare il capo : di chi è morto e vale se
potesse rivivere.
5) tira sii i spali = alzar le spalle,
820 —
sub
far spallucce : modo di mostrare non-
curanza e disprezzo.
6) tira sii 'l vestii = alzare il ve-
stito : tirarlo un po' in su per non
insudiciarlo.
7) tira sii = raccomodare, riassestare :
tirtt sii el piss = raccomodare la trina,
il pizzo.
8) tira sii = recere, vomitare.
9) tegniss sii = tenersi su, tenersi
alto : fare grande stima di sé, anche
troppo; quànd s'è in cèrti posision
bisógna tegniss on poo sii = quando
si è in certe condizioni bisogna tenersi
un po' su.
10) guarda in sii = guardare in su,
in alto.
11) àndti in sii = salire : di erta, di
strada che sale ; e di chi la percorre ;
de Intra à Bee là strada là va sém-
per in sii = da Intra a Bee la sti-ada
sale sempre ; V àndti in sii el me strtea
tròpp i polmon = il salire mi stanca
troppo i polmoni.
12) di sii = dire, raccontare. Vedi
di, 20).
13) vSghela sit cont viin = aver mal-
fiele con alcuno : averlo in uggia, ve=
derlo di malocchio.
14) àndti SU = crescere, ammontare:
di somme di denaro, sia di prezzi, sia
di debiti o crediti.
15) fa su. Vedi fa dal 39 al 42) ;
lètt, 6); bauli, 2).
16) mèt sii. Vedi mètt dal 14 al 22).
17) pòceh sii , pòceh gid. Vedi
pòccli, 11).
18) gh'è sii 'l gàtt. Vedi gàtt, 17).
19) sii e gid = saliscendi : strada
tutta scese e salite e casa dove le
stanze non sono allo stesso livello e
si va dall'una all'altra per delle scale
e degli scalini ; l'è dna bela strtlda,
ma là sàriss mèj, se là fiiss minga
on sii e giti contmov = è una bella
strada, ma sarebbe migliore se non
fosse un continuo saliscendi.
20) sii e gid = alternativa : il passare
e ripassare più volte da uno stato a
un altro, specialm. di malati ; l'è staa
per on m'ès on sii e gid che se sàveva
pii nànca cosa di = è stata per un
mese una alternativa che non si sapeva
più neanche che dire.
21) là ghe m sii bela = tutte le
ciambelle gli riescon col buco, ed anche
si dà buon tempo : si dice di persone
a cui riescan bene le cose e faccia vita
allegra anche un po' spensierata.
22) àndà sii per sii = non aver sta-
bile dimora.
siiàld, agg. = arrogante, impertinente.
Vedi riifàld.
siibàfità, V. att. = subaffittare; riaffittar
le cose prese in affitto ; in là cà doe
stoo mi l'è minga permèss siibàfità =
nella casa dove sto io non è permesso
subaffittare.
siibàfltt, s. m. = subafitto : il subaffittare.
siibàltérno, * s. m. = subalterno : che
dipende da un alti'O nell'ordine del
suo lavoro ; el tratti d'alt in bàés i su-
baltèrni l'è sègn d'on càràter briitt =
il trattar d'alto in basso i subalterni
è indizio di brutto carattere.
éiibentrà, v. att. = subentrare : entrare
in luogo d'altra cosa o persona; l'in-
qUilin che subentra el rileva on poo déla
mia roba = l'inquilino che subentra
rileva un po' della mia roba.
siibì, V. att. = subire, sopportare, patire :
ghe toca à subì de qiiìj iiniiliàsidn!
= le tocca subire di quelle umiliazioni !
stibicBÙ, s. m. = bocciolo : pezzetto di
buccia in forma di canna, cavato dalle
mazze per innesto.
siibìsà, V. att. = subissare, subbissare:
mandare in subisso, a precipizio ; el
m'ha guàrdaa cont diiu omcc che H
pareva che ' / 7ne vorèsà mbisà = mi ha
guardato con due occhi che pareva
volesse subissamii.
siibit, avv. = subito, subitamente : di-
viato, difilato, senza alcun indugio ;
vègni sUbit = vengo subito ; quànd là
marna là pària bisógna iibedì siibit =
quando parla la mamma bisogna ob-
bedir subito.
1) l'è sÈbit chi = è vicinissimo: di
luogo.
siibliiuaa, s. m. = sublimato : e specialm.
il sublimato coiTosivo , biclorurp di
mercurio : potente veleno che si usa
come antisettico.
sublime, * agg. = sublime : il più alto,
l'ottimo ; noi l'usiamo iperbol. anche
per cose materiali , specialm. cibi e
bevande ; l'è on vin sublime = è un
vino eccellente, ottimo.
sublimitaa,* s. f. = sublimità : la qua-
lità del sublime, specialm. nel signif.
sub
— 821 —
sue
iperbolico nel quale l'usiamo noi. Vedi
sublime,
subodora, v. att. = subodorare: aver
sentore di cosa accaduta o che stia per
accadere.
subordina, v. att. = subordinare : far
dipendere una cosa da un'altra; el
àiibordintiva Vàndtl in càmptLgna' ài
come starisi eoa miee = subordinava
l'andare in campagna al come starebbe
sua moglie.
1) Rassegaare, presentare, sottoporre:
T. degli uffici : di suppliche, istanze,
pratiche, ecc.
suca, s. f. = zucca : genere tipo della
famiglia delle cucurbitacee che ha frutti
voluQiinosi di varia forma e diversi usi.
1) l'è ona suca = è zucca : diciamo
di un popone, di un cocomero, di un
ananas che sia scipito.
2) é-Qea, sùea màrUea = zucca, zucca
baracca, al vento: persona vana, senza
prudenza, ed anche testarda, di testa
ottusa.
3) siieeh e melon Ma eoa stàgion.
Vedi luelòn, 1).
4) mas minga ito fior de èiicch -
non essere fior di farina^ non valere
poi tanto quanto altri vorrebbe far
credere.
5) éuea = cucuzza, celloria ; voce di
celia per dir testa, cervello.
sìicada, s. f. = capata : colpo dato colla
testa ìq un corpo duro.
siiec, agg. = asciutto: contrario di umido,
bagnato, molle, inzuppato, fradicio.
1) Detto di stagione e terreno, anche
arido, alido : mancante dell' umidità ;
temp, inverno, mes èiiee = tempo, in-
verno, mese asciutto: quando non piove
terén silce = terreno alido.
2) minestra, pasta s&cia = minestra
asciutta, paste asciutte : condite con
burro, cacio, sugo ecc., ma senza brodo.
3) pati siicc = pane asciutto, solo,
senza companatico.
4) làsà, resiti à boca sÈcia = restare,
rimanere a bocca asciutta: perdere, non
ottenere cosa molto desiderata e di cui
uno si teneva sicuro.
5) òmm siicc = uomo di maniere ri-
servate e di poche parole ; Ve èiiec
come 'l pan de mèj = è asciutto come
l'esca.
Gj siiec, diciamo noi di chi è rimasto
senza danari, o senza le cose che prima
aveva.
7j s. m. eZ ^Mce = il secco, l'asciutto;
pàti 'l éiice = patir l'asciutto.
siicéd, V. att. = succedere, avvenire, av-
verarsi : accadere quello che si era
previsto.
1) siicéda qiièll che vceur éiiced =
nasca quel che sa nascere, avvenga che
può.
1) Accadere, toccare. Vedi capita.
siicèsión,* s. f. = successione : il succe-
dere ad altri, specie nel senso legale;
el diritt de sueèéion, là tàsa de silcè-
sion = il diritto, la tassa di successione.
siicèsòr,* s. m. = successore: chi succede
ad una persona, specialm. dei negozi,
0 di alte cariche.
siicèss, s. m. = successo, esito, risultato:
l'accadere qualche cosa in modo favo-
revole; l'ha faa ttinti operàsion dificil
e cont siicèss = fece molte operazioni
difficili e con successo ; el Falstaff el
g'hà àviiii on bèli siicèss = il Falstaff
ha avuto un bel successo.
sueher, s. m. = zucchero: sostanza dol-
cissima che si estrae da molti vegetali
e si trasforma bollito in una sostanza
cristallizzata solubile nel liquido.
1) s&cher candid = zucchero di Candia;
lo zucchero candito.
2) pan de éilcher = pane di zucchero;
grosso cono di zucchero raffinato.
3) vèèé no sto fior de éucher. Vedi
suca, 4).
4) piirgtL H éilcher = chiarire lo zuc-
chero, raffinarlo.
5) l'è ttLnto stòcher = è tutto zuc-
chero : è cosa ottima, opportunissima.
siieherà,* ». att. = inzuccherare, zucche-
rare: metter lo zucchero in una sostanza
perchè diventi dolce; siiehertl 'Z càfè =
inzuccherare il caffè.
siieheréra, s. f. = zuccheriera: vaso per
riporvi lo zucchero, da portare in ta-
vola col caffè, col latte e sim.
siicheta, s. f. = zucchetta, zucchine: dim.
di zucca: piccola zucca: specialm. quelli
ancora in erba quasi che si affettano
e si friggono o si cucinano in altri vari
modi.
sticia, s. f. = aciuttore: stagione che va
molto asciutta, cioè senza pioggia si
che la campagna ne soffra ; se ditra là
éUcia Ve on àftiri seri = se dura l'a-
sciuttore è un affare serio.
sue
- 822 -
sug
1) èiloia del nàvtli = l'asciutta del
naviglio ; di quando gli si leva l'acqua
per poterne pulire il fondo.
2) Fig. noia, fastidio ; specialm. re-
cato con narrazioni insulse, lunghe ;
el me n^hà daa dna éueia coi so àtestaa
de benemerenza, cola storia di so bàttili
= mi inflisse gran noia coi suoi atte-
stati di benemerenza, colla storia delle
sue battaglie.
siicìnt, (in) avv. = in succinto, in breve;
concisamente.
sticoeu, s. m. = zucchettina ; cucurbita
melopepo : novellina che si mangia ac-
concia in più modi.
sìicòn, s. m. = zuccone, testone, testa
grossa.
1) Fig. Di poca intelligenza e capa-
cità, ostinato, caparbio.
siicoria, s. /".= cicoria, radicchio; eicho-
rium intybus ; pianta erbacea che si
mangia per lo più in insalata.
1) càfè de siicoria = caffè di cicoria;
polvere fatta colla cicoria abbrustolita
che serve come un surrogato del caffè.
2) ronip là siicoria = rompere il
capo, seccare, aduggire. Vedi scàtol.
siìciirsàl,* agg. = succursale: che dipendo
e viene in soccorso d'altri, specialm.
di negozi, di chiese, di scuole, ecc.; i
Bocòni g^han sUeiirsài depertiitt = i
Bocconi hanno succui'sali dapertutto.
siidà, V. att. = sudare : mandar fuori il
sudore; d^eàtaa se suda tinca à fa nà-
gòtt = d'estate si suda anche non fa-
cendo nulla.
1) sieda étiìtgu = sudar sangue : fati-
care e pensare per conseguire una cosa.
2) siidà = sudare : di vasi, bicchieri
che si appannano in luogo caldo, se
contengono liquido freddo.
siidaa, agg. = sudato: che è in sudore.
1) fa àndti l'anta intLns e ìndree fin
che l'è siidàda = prendi una mosca e
falla ballare: diciamo a chi non sa come
ammazzare il tempo e ci secca lamen-
tandosi della noia.
sudàda, s. f. = sudata, camiciata: il su-
dare, il mandar fuori molto sudore, tanto
da doversi magari mutar la camicia.
siidisidn, s. f. = suggezione, soggezione:
quel sentimento di rispetto, di inferio-
rità che uno prova dinanzi a un mag-
giore, a una persona di gran riguardo,
a molta gente insieme.
1) persóna de siidisiòn = persona di
molto , di grande abbordo ; che alla
prima vi impone.
2) persóna minga de éudision = per-
sona accessibile.
3) toeuss éiidiéion = prendersi sug-
gezione , peritarsi ; vergognarsi , non
aver ardire.
sQdit, s. m. = suddito: sottoposto all'au-
torità sovrana ; l'è sùdit inglés, fràn-
cés e sim. = è suddito inglese, fran-
cese, e sim.
sudòr, s. m. = sudore : traspirazione
cutanea; siigàsé el siidòr = asciugarsi
il sudore ; vèss tiitt in d'on sildor =
essere tutto in sudore ; i goti de siidor
= le gocce di sudore.
1) siidór frèec = sudore freddo :
quello della morte, o quello di chi ha
forte paura.
siidorifer, agg. = sudorifero: bevanda
rimedio che provoca il sudore ; el tè
rè on bon siidorifer = il thè è un buon
sudorifero.
siièfà, V. att. = asuefare, abituare : far
prendere un abitudine ; * ficeU bisógna
silèfàj à iibedi = i ragazzi bisogna
assuefarli ad ubbidire; rhan sOèfàda
à dna vita tròpp de sciór = l'hanno
abituata a una vita troppo signorile.
siiefaa, agg. = assuefatto, abituato : chi
ha l'abitudine di una cosa.
sìièfàsión, s. f. = assuetazione, abitudine,
consuetudine : l'essere assuefatti, abi-
tuati.
siièfàss, V. rifl. = assuefarsi, abituarsi :
prendere l'abitudine di una cosa; bi-
sógna minga sUèfàss tròpp golos =
non bisogna assuefarsi troppo golosi ;
i me scolar bisógna che se sìièfen à
làoró. = i miei scolari bisogna che si
assuefino a lavorare.
sttèll; s. m. = acciarino : specie di chiodo
fìsso nel mezzo delle ruote, perchè
non escano dalla sala.
siiff, s. m. = prepotente, arrogante : chi
spadroneggia e impone la propria vo-
lontà.
suflcént,* agg. = sufficiente : che basta
allo scopo.
sufiimìgio, * s. m. = suffumigio : il
profumare medicamente persona o cose
per preservarla da infezioni epidemiche.
La dicono ancora pochi, quantunque
s'oda abbastanza nel dialetto : i più
dicono nello stesso senso profumili.
suga, (carta) s. f. = carta sciuganto,
su^
823
Slip
[■ assoibente; carta bibula: quella che si
mettt sullo scritto di fresco, perchè non
si caLcelli.
èngàf V. att. = asciugare: rendere asciutto;
§iigtl '\ tàol = asciugare la tavola ;
mgti i hicér, i poèàd = asciugare i
bicchieri, le posate.
1) Intrans. divenire asciutto ; i pàgn
à l'tLria sUglien = i panni all'aria
asciugano.
2) là vernts, el color el é&ga = la
vernice, il colore asciuga ; si dissecca,
perde V umidità che contiene quando
s'adopera.
3) Di una superficie bagnata che si
asciuga con panni o salviette dicesi :
astergere.
siìgàmàn, s. m. = sciugamano, asciuga-
mano, sciugatoio : pezzo di tela per
asciugarsi il viso, le mani o altra parte
del corpo, dopo essersi lavati. Vedi
servièta.
1) sìigàmttn de cilsina = torcione :
asciugamano di tela grossa appeso a
un chiodo per asciugarvi le mani la
cuci ni era o altri.
sììgàss, V. rifl. = asciugarsi : di qualche
parte del corpo ; silgàss là ftlcia, i
man, i gàmb = asciugarsi la faccia le
mani, le gambe. '
1) silgàsà i polmon = rimetterci
un'ala del polmone: di quando ci vo-
gliono molte parole e gran fatica a
persuadere uno.
siig'elà; * V. att. = suggellare : lo stesso
che sigillare. Vedi sigrilà.
sfigrèll, * s. m. = suggello, sigillo. Vedi
sigili.
èiigerì, V. att. = suggerire ; proporre,
insinuare : consigliare un partito a chi
si trova in impiccio; cosa te me suge -
rìset de fa? = che mi suggerisci di
fare ? ; el vi'hà èiigerii de senti on
parer del Botìni = mi suggerì di sen-
tire un parere dal Bottini.
1) Rammentare a voce bassa a chi
ha da parlare, predicare, recitare, ciò
che ha da dire, la predica, la parte.
Igeridòr, s. m. = suggeritore, ram-
mentatore : chi nei teatri ha per ufficio
di rammentare la parte ai comici.
Ifigreriiuént, s. m. = suggerimento : il
suggerire ; consiglio, proposta; el m'ha
sémper daa di bon siigerimént = mi
ha sempre dato buoni suggerimenti ;
degli sémper àtrtt, fimi^ ài siigerimént
de pMer e mMer ! = ascoltate sempre,
ragazzi, i suggerimenti del padre e
della madre.
siìgèstión, * s. f. = suggestione : insi-
nuazione 0 ispirazione fatta coll'ipno-
tismo.
siigestìv,* agg. = suggestivo : che sug-
gestiona; interogàsion sugèstìva = in-
terrogazione suggestiva.
sugli, s. m. = sugo, succo : umore so-
stanzioso e saporito della carne o al-
tro. Vedi gius.
1) Agi-o : il sugo che si spreme da-
gli agrumi : siigli de limòn, de nàrtinà
= agro di limone, d'arancio.
2) sénsa sUgh = senza sugo ; di di-
scorso e sim. ; che non conclude a
nulla, da cui non si apprende niente.
3) gli'è minga de sUgh = non c'è
sugo ; con che sugh !? = con che sugo I ?
dicesi di cosa, di azione che non con-
duce a nulla.
èugher, * s. m. = sughero : specie di
quercia il cui legno diiro è rivestito
d'una scorza leggiera, spugnosa e ela-
stica; la scorza stessa, e gli oggetti
che se ne fanno, come suoli per le
scarpe , tappi per le bottiglie , ecc.
Vedi legnàss.
siìgliilo, s. m. = sugo : umore che esce
dalla carne nell' arrostirla. Adoperiamo
la parola specialm. a indicare un con-
dimento particolare della pasta per mi-
nestra.
sfìgo,* s. m. = sugo. Vedi sugli.
siigòs, agg. = suggoso, succoso : che ha
molto sugo, che può dar molto sugo.
siìicidi,* s. m. = suicidio : l'uccidersi,
il darsi la morte volontariamente.
sul, prep. = sul, sopra il, composta da
sii e el. Vedi sòra e sii.
siiltàna, agg. femni. Di uva secca e
dolcissima, che diciamo anche: %a mtL-
làga = uva malaga.
sìiltàuo, s. m. = sultano, il Gran Turco :
l'imperatore dei Turchi; fà'l siilt^no
= fare il sultano, fare il despota : co-
mandare a bacchetta.
sQpa, s. f. = zuppa : specie di minestra
fatta di fette di pane inzuppato nel
brodo ; stipa de làntice = zuppa di
lenti ; sùpa de vérs = zuppa di verze.
1) Tiritera, abburattata : cosa noiosa,
noia : che sùpa là tragèdia d'iér èira
= che zuppa la tragedia di ieri sera !
Slip
824 -
*up
2) se l'è mtnga éìl])a Ve pan bàgnaa.
_ Vedi pan, 22).
sìipà> 'V. att. = abburattare, noiare : par-
lar lungamente e noiosamente ; eome
'/ éUpa coi èò lesion, qiièll profesor =
come abburatta colle sue lezioni quel
professore.
siipàdór, s. m. = abburattone, noioso,
mozzafiato : chi abburatta cbiaccliiere
0 fa racconti noiosi o dice cose, trite
e ritrite.
supera, v. att. = superare : arrivar so-
pra, passar sopra.
1) Vincere alcuno, riuscirgli supe-
riore ; l'ha siiperaa i comptign à fùria
de bona volontaa = superò i compagni
a forza di buona volontà.
2) Di difficoltà, ostacoli, e sim. ;
sormontarli : l'ha Mlperaa i primm di-
fieoltaa del violìn e àdèèè el studia
volentéra = ha superato le prime dif-
ficoltà del violino ed ora studia a'o-
lentieri.
3) Di malattia pericolosa, uscirne a
salvamento ; là mperaa là tèrsa sètima
e §e comincia à Urti 'l fiaa = superò
la terza settima e si comincia a re-
spirar pili tranquilli.
siìperàbil,* agg. = superabile: che può
essere superato.
siiperàsiou, s. f. = suppurazione : il
suppurare, il maturar di tumori, fi-
gnoli, ecc.
siiperàss, f. rifl. = frenarsi, contenersi:
vincere l'impeto della propria ira; on
òmm el dev ùàvè èilperàsè = un uomo
deve sapersi frenare.
siipèrb, agg. = superbo, borione, altero,
muffoso : che ha un gran concetto di
se e lo dimostra con alterigia, che ha
molta superbia. Muffoso lo dicono i
toscani specialm. della gente rifatta.
1) àndà sUpèrb = essere, andare al-
tero, superbo di una cosa : tenersene
onorato.
supèrbia, s. f. = superbia, alterigia :
contegno sostenuto o sprezzato di chi
si tenga o mostri di tenersi per molto
da più degli altri.
1) là supèrbia l' è tosa de . l' igno-
rtLnsa = la superbia viene da ignoranza.
2) mètt supèrbia = metter superbia,
inalberarsi, insuperbire, inorgoglire :
dimostrare alterezza.
3) tràtfl con supèrbia = trattare con
superbia, alteramente.
supèrbo, agg. = superbo, squisito, ec-
cellente, magnifico.
siipèrf ice,* s. f. = superficie e saperfice :
il di fuori d'ogni corpo ; bisdgrM minga
guarda i ròbb doma àia superfìce =
non si devono guardar le cose soltanto
alla superficie.
siipèrflciàl, agg. = superficiale : ciò
che è alla superfice.
1) Di persona, che non va a fondo
delle cose : che delle cose ha una tin-
tura e non la scienza.
siìpèrfol, e assai meglio ora supèrfluo,*
agg. = superfluo : che è più del biso-
gno. L'uno e l'altro usano poco : rxsa
in loro vece de ptì, el de pii.
stiperiór, agg. = superiore: che supera,
è sopra per ordine, grado, merito, in-
telligenza; in là linguìstica ,gh^ è ni-
sÈn in Italia stiperiór à l'Ascoli =
nella linguistica nessuno in Italia è su-
periore all'Ascoli. I
1) Chi è gerargicamente sopra, e \
specialm. per età : tibia rispètt per i
tò éilperiòr = abbi rispetto pei tuoi
superiori.
2) fàss Stiperiór = essere superiore:
d'animo che non bada a dolori, dicerie,
fastidi, calunnie, ecc.
superiora, s. f. = superiora : monaca
che dirige un monastero.
siiperioritaa, s. f. = superiorità : 1' es-
sere superiore.
siiperlàtiv, agg. = superlativo : più su-
periore di tutti, che per qualità ec-
celle su tutti ; l'è superlàtw sto càfè
= è superlativo questo caffè.
siipèrstisiòn, s. f. = superstizione : cre-
denza 0 paura vana di cose religiose.
1) Pregiudizio, superstizione : cu-
riosa e vana osservanza di auguri sor-
tilegi, e sim. ; el g'hà là silperstiéión
de viàgià nò in venerdì = ha la su-
perstizione di non viaggiare di venerdì ;
el cred in d'óna disgrttsia qucind $e
tra ma là saa o Vóli, a se romp on
spèec, ò se seni à eànttt là scigilèta
hin titti siipèrstisiòn = il credere in
una disgrazia quando si versa il sale
0 l'olio, 0 si rompe uno specchio, o si
sente cantare una civetta, son tutte
superstizioni.
silpèrstisios, agg. = superstizioso: che ha
superstizione ; se 'l fiiss mén igìiorànt
el sàriss à?ica mén silpèrstisios = se
sup
825 —
sur
fosse meno ignorante, sarebbe anche
meno superstizioso.
siipii, agg. = assopito. Vedi àsopii.
siipin, s. m. = zuppino: poca zuppa, una
piccola porzione di zuppa.
supleniéiit, s. m. = supplemento: il sup-
plire e la cosa che supplisce e che s'ag-
giunge ; el suplemmt àia diligénèa =
il supplemento alla diligenza: quel le-
gno che si fa partire dietro la diligenza
quando questa non basta a trasportare
tutti i passaggieri.
1) Il foglio che talora si pubblica in
aggiunta d'un giornale già uscito in-
nanzi per recare notizie più. recenti;
ho legiiiu el suplemént de V Italia del
pòpol = ho letto il supplemento del-
l'Italia del popolo.
siìplénsa,* s. f. = supplenza : ufficio di
supplente in un ufficio; g'han ofèrt là
siiplénèa de làitn ài Liceo = gli hanno
offerto la supplenza di latino al Liceo.
1) Il tempo in cui uno è stato sup-
plente; g'han tegniiii cìint déla siìplénsa
come on ànn de servisi = gli han te-
nuto conto della supplenza come d'un
anno di servizio.
siìplént, s. m. = supplente : colui che
supplisce, fa le veci di un altro nel
suo ufficio. y
siiplì; 1). alt. = supplire: sovvenire al di-
fetto, alla mancanza o assenza; quànd
gli'è minga de màns se silpliss col liè-
bigh = quando non c'è manzo si sup-
plisce col liebig; quànd se g''hà pòcch
ingigli, bisógna siiplì cola bòna volontaa
= quando si ha poco ingegno bisogna
supplire colla buona volontà.
1) Fare le veci ; quànd me àmttli,
me supliss sémper on quèj coléga gen-
til = quando mi ammalo mi supplisce
sempre qualche gentile collega.
sGplica, s. f. = supplica : lo scritto col
quale si fa una domanda di grazia, di
soccorsi e sim. là voréva presenta là
eoa sUplica ài rè = voleva presentare
la sua supplica al re.
siiplicà, «'. att. = supplicare: pregare cal-
damente, umilmente. Accompagna per
lo più con significato intensivo il verbo
prega ; l'àmlil bèli pari à prega e siip-
plicà^ Vhà otegnuu nàgòtt = ebbe un
bel pregare e supplicare, non ottenne
nulla.
siiplìsi, .5. m. = supplizio : pena, tor-
mento grande; vedi quèla pdera ddna
à sopri tàìit l'è on sUpliéi = vedere
quella povera donna soffrir tanto è un
supplizio.
siiponént; agg. = presuntuoso : che pre-
sume troppo di se, che crede di essere
gran cosa.
siiponìbil; * agg. = supponibile; che si
può supporre; V è minga silpontbil che
in d'on més se pò da fini quéla ftbrica
lì = non è supponibile che in un mese
si possa finire quella fabbrica li.
sìipònU; V. att. = supporre, credere: fare
una congettura, un'ipotesi; mi silponéva
che viàlter sàvèsev giàmd tiittcòss = io
supponeva che voi sapeste già tutto ;
me ripugna siipònn che i fimu poden
di di bosij = mi ripugna supporre che
i ragazzi possan dire bugie.
siiposisiòn, s. f. = supposizione: il sup-
porre : ipotesi; à fUria de sUposiéion
ée riva à cred di gran fàlsitaa = a
forza di supposizioni si arriva a cre-
dere delle grandi falsità.
siipost, agg. = supposto: da supporre.
1) s. m. ipotesi : metèmm per on
silpoét = ammettiamo per ipotesi.
siiprèmm, agg. = supremo, il più alto:
anche l'estremo, l'ultimo.
siipurà) V. att. = suppurare: maturare
di tumori, di fignoli, ecc.
siipiìràsìón , s. f. = suppurazione : il
suppurare. Vedi superàsión.
siir, s. m. al femm. àura, = sor; signore:
si dà tanto alle persone la cui signoria
è famigliare, come a una conoscenza
di Lei: el siir Felisìn = il signor Fe-
lice; el siir Forménti = il signor Fer-
menti; là sÈra FertLndi = la signora
Ferrandi; là stira Pepìna = la signora
Giuseppina.
surba, s. f. = tromba: bigoncia. La voce
usa nelle frasi seguenti:
1) el bev come dna s&rba = beve a
bigonce, imbotta: beve soverchiamente.
2) l'è dna stlrba = è una bigoncia,
una botta: gran bevitore.
siirbì, V. att. = assorbire, imbeversi. È
voce che va sempre più disusando.
Vedi àsorbi.
siirbiiì, V. att. = fermentare, ribollire:
del mosto, della birra, del fiamiento:
di tutto ciò che è soggetto a ^rnien-
tazione.
1) siirbiiì inéèma = saldare a calore,
rammarginare: unire insieme du.e pezzi
fondendoli alle due estremità.
- 826 -
sva
siirbuj, s. m. = fermento, ribollimento.
1) Fig., subbuglio, fermento di po-
polazione, di persone.
siirogà, V. att. = surrogare : mettere uno
0 entrare in luogo d' un altro ; se me
amali, me fàroo sùrogà = se mi ammalo
mi farò surrogare.
Siisàna; s. f. = Susanna: nome di donaa.
Entra nelle frasi seguenti :
1) pari là eàs'ta Siisàna, fa là càéta
Susina = parere, fare la casta Susanna:
donna che ostenta castità, pudore.
siisc, s. m. = fracasso. Vedi sciusc.
siiscetìbil, * agg. = suscettibile: capace
di prendere, di ricevere ; l'è on càpèll
pii siiscetìbil de nisUn miglioràmént
è un cappello non più. suscettibile di
nessun miglioramento.
1) Di pers.: troppo facile a offendersi;
se pò nànca digh dna paròla ; V è sii-
scetìbil come = non gli si può dire
nemmeno una parola; è molto suscet-
tibile.
siìscètibilitaa, * s. f. = suscettibilità :
r essere suscettibile ; facilità d' impres-
sionarsi.
suscita, V. att. = suscitare : far nascere,
far sorgere ; el siiscita domtL di guttj
= non suscita che guai.
siisi, "V. att. = ganghire : vedere altri
mangiare, specialm. qualche ghiottor-
nia, e avere gran voglia di fare altret-
tanto, e aspettare come grazia che ce
ne diano un poco: specialm. dei bambini.
1) fa siisi = far cilecca : quando al
bambino si mostra una chicca e non
gliela si dà così presto, per accrescer-
gliene il desiderio.
siisldi, s. m. = sussidio, aiuto : soccorso
per lo più finanziario e dell'autorità.
siisidiària, agg. = succursale, annessa:
chiesa dipendente da una chiesa paroc-
chiale, a cui serve come d'aiuto.
siiéiègh e siisiégo,* s. m. = sussiego,
albagia : gravità, sostenutezza boriosa
0 dura.
sii.sist, * ». att. = sussistere : durare a
lungo, mantenersi ; Ve ori' imprèsa che
po' minga siisìst smèa àiiitt = è im-
presa che non può sussistere senza
aiuti.
siisiiltori, * agg. = sussultorio : di ter-
remoto che scuote la terra dall'alto al
basso.
siisur, s. m. = sussurro, sussurrìo, mor-
morio : il rumore che si fa sussurrando.
E' più usato bàcàn.
siitil, agg. = sottile : di poca grossezza;
càvéj siitil = capelli sottili; ramni siitìl
= ramo sottile. Vedi il più usato fin.
1) mài .siitìl = mal sottile ; l'etisia.
2) guarda i rdbb per el siitìl = guar-
darla nel sottile ; di chi si mostra
troppo difficile e minuzioso.
3) ària siitìla = aria sottile, fina
pura; specialm. quella dei monti.
siitilià, V. att. = assotigliare : render
sottile 0 più sottile.
1) siitiliti el sàngu = assotigliare il
sangue, renderlo più fluido.
siitiliesa, s. m. = sottigliezza: l'essere
sottile : ed anche acutezza d' ingegno e
di mente.
siitt, agg. = asciutto, secco. Vedi stìcc.
siiturno, agg. = ottuso , malinconico :
luogo oscuro, di poca luce; me pitbs
minga ?nà7tgitL in (V dna stànsa sUtérna
= non mi piace mangiare in una ca-
mera ottusa, malinconica.
svàgàss, V. rifl. = svagarsi, divagarsi :
distrarsi dal lavoro, dallo studio, da
una idea fissa; sont vegniiii in cam-
pagna per svàgàmm on poo = sono
venuto in campagna par svagarmi un po' .
svago,* s. m. = svago : cosa che svaga ;
e l'effetto dello svagarsi; on poo de
svago ógni tànt el fa ben = un po' di
svago ogni tanto fa bene.
svàlisà, V. att. = svaligiare : spogliare
altrui violentemente delle cose sue, ed
anche rubare tutto in una casa, in un
negozio ; ièr nòti g'han svàlisaa là
botéga = ieri notte gli hanno svaligiato
la bottega.
svàni, V. att. = svanire : perdere la forza,
il colore, l'odore, il sapore e sim. ; ài
so svànìsen tUti i color = al sole sva-
niscono tutti i colori ; sto rilmm or-
mM Ve svanii = questo rum ormai è
svanito.
svanii, agg. = svanito : di colore, sa-
pore, odore e sim. che ha perduto la
forza.
1) Svanito di mente ; di persona
che ha perduto della sua intelligenza,
della memoria.
svànimént, s. m. = svanimento. Vedi
sveniniént.
svànsega, s. f. = svanzica: moneta au-
striaca che vale circa dieciasette soldi
italiani. Per fortuna cessò fra noi la
sva
827 —
sve
dominazione sti'aniera e anche il nome
della moneta non si sente quasi più.
svàntàgrg', s. ni. = svantaggio, incomodo,
pregiudizio, danno : contr. di vantag-
gio ; mi no g'ìioo che i svàntàgg de
sti noitaa = io non ho che gli svan-
taggi di queste novità.
svàntàgriòs,* agg. = svantaggioso : che
non ha per noi vantaggio.
svapora, v. att. = svaporare, evaporare,
sperdersi, esalare ; di un corpo la cui
essenza si disperde invisibilmente nel-
l'aria; el cloroformi, se Ve minga
Uopaa palici el svapora = il clorofor-
mio, se non è ben tappato, svapora.
svàrgelà, v. att. = sferzare, flagellare:
colpire, percuotere col flagello, colla
sferza in modo che ne restino i segni.
svàrgrèll, s. m. = sferzata : il segno che
resta dopo una percossa di flagello,
scudiscio, ecc.
STàrìàss, V. rifl. = svariarsi, svagarsi.
A'edi svàgàss.
svasa. V. att. = accecare: far entrare il
capo dei chiodi nel legno.
STàsàdura, s. f. = brachetta: nelle armi
da fuoco.
svegnì, V. att. = svenire : perdere il
sentimento; àpèna vedèy'lsàngu, certi
svègnen = appena a vedere il sangue
alcuni svengono; el é'è làsaa tàià ma
là gamba sema svegnì = s'è lasciato
tagliare la gamba senza svenire.
svélia, s. f. = sveglia : suono di stru-
mento atto alla mattina a svegliare ;
in colég sonava là svélia tli ctnq or
= in collegio suonavano la sveglia alle
ore cinque.
1) L'orologio stesso con una soneria
che scattando, sveglia all'ora fissata :
'monti là svélia per leva sii pi-èst do-
main màtina = carico la sveglia per
alzarmi presto demattina.
sveliaa, agg. = svegliato, sveglio, aperto,
intelligente : di spirito pronto, perspi-
cace; el me fioeil rè sveliaa = mio
figlio è svegliato.
SYèlt, agg. = svelto : di pers. slanciato,
agile ; anche sollecito nel far le cose ;
ehi ghe voeur on càmerér svèlt = qui
occoiTe un tavoleggiante "svelto.
1) Accorto, astuto ; se no .s'è on poo
svèlt à sto morul se crèpa de fàmm =
se non si è un po' accorti, a questo
mondo si muore di fame.
, 2) Di ingegno agile : l'è on gioinòtt
svèlt =-• è un giovinetto svelto.
3) càmintb svèlt = camminare spe-
dito, andar lesto.
svèlta, (ala) avv. = brevemente, alla
lesta : con brevità, lestamente.
1) fa tila svèlta = fare alla svelta,
abbreviare ; tirela minga in liingh, fa
tila svèlta = non andar per le lunghe,
abbrevia. Anche : affrettarsi, spicciarsi,
esser breve.
2) camini tila svèlta = andar lesto,
lesto : lesti, lesti.
sveltésa, s. f. = sveltezza, agilità: l'es-
sere svelto ; Ve d'óna sveltésa straor-
dinària = è di una agilità straordinaria.
svelto, svelto ! = lesto, lesto ! lesti,
lesti ! Per incitare a far presto.
sveltòn, s. m. = dirittone, furbaccio :
chi usa la propria accortezza a fine
egoistico, spesso cattivo.
svena, v. att. = svenare : tagliare le vene
così che ne esca tutto il sangue ; g'hàn
minga fàsaa ben là f erida e Ve mòri
svenaa = non gli hanno ben fasciato
la ferita ed è morto svenato.
STenimént,*s. m. = svenimento : lo sve-
nirsi, il perdere il sentimento, il venir
meno ; àia séra ghe citlpa sémper i
svenimént e ditren on pèss = alla sera
gli pigliano sempre gli svenimenti e
durano molto tempo.
sventa, v. att. = sventare : impedire gli
effetti di una congiura, di una trama.
sventaa, agg. = sventato : di pers. che
opera senza considerazione, senza cri-
terio ; Ve on gióin sventaa = è un
giovane sventato.
sventola,* v. att. = sventolare : alzare
in aria, agitare in aria fazzoletti, ban-
diere, ecc., in segno di festa, di saluto,
e sim.
sventra, v. att. = sventrare : aprire il
ventre degli animali morti per levarne
le budella.
1) Dei polli : sbuzzare ; svenirti on
polàster = sbuzzare un pollo : levargli
le interiora.
svergogna, v. att. = svergognare : far
vergognare uno della sua colpa, e comun.
in pubblico, dinanzi a molta gente ;
Vhà svèrgognaa in fàcia à tuta là
sedia = l'ha svergognato in faccia a
tutta la scuola.
svergina, v. att. = sverginare : comin-
ciare l'uso di qualche cosa; soni staa
sve
- 828
svo
mi à svergina là èttnéa = io ho sver-
ginato la camera : cioè vi dormii per
il primo.
1) Anche servirsi per il primo di un
piatto ancor non toccato; el me fa
svergintt de m,i tiitt qiièll che vén in
itola = fa sverginar da me tutto quanto
portano in tavola.
svérgna, s. f. = pittima, leziosa. Vedi
potìnfia.
evèrsa. Nella locuzione ; vàri dna svérsa
= non valer nulla, non avere affatto
valore.
svignasela,* ». att. = sbiettare, svignar-
sela : fuggire , é-énèa di ne vàn ne diiii
se rè svigntda e felice ndte = senza
dire ne ai ne bai se l'è svignata e fe-
lice notte.
sviliipàsà,* V. rifl. = svilupparsi : pren-
dere sviluppo, forza : avere il debito
accrescimento delle membra.
1) Di malattie : manifestarsi ; glie
s'è smliipaa el tifo = gli si è sviluppato
il tifo.
2) Fiorire, prender vigore : specialm.
di commerci, di industrie.
sviliipp,* s. m. = sviluppo : lo svilup-
pare, sviluppamento.
1) etaa del sviliipp = età dello svi-
luppo : quando uno diventa forte, ga-
gliardo.
svincola,* V. att. = svincolare : levare
dai vincoli ; l'kà svincolaa là roba in
dogana = svincolò la roba in dogana.
Tedi liberà.
svirgola, V. att. = sbiecare, storcere :
deviare qualche cosa dalla linea sua ;
el vcnt Vhà smrgolaa tiitt i àéè = il
vento storse tutte le assi.
svirgolaa. agg. = storto, storpio : sbi-
lenco^ poer ditLol, l'è tiitt svirgolaa
= povero diavolo, è tutto storto.
svisa,* V. att. = svisare : cambiare aspetto
a una cosa, presentarla sotto un aspetto
diverso ; per svtst i ròbb l'è famoso =
è famoso per svisare le cose ; ti àdèss
te sviset là quiétiòn = tu ora svisi la
quistione.
sviscera, v. att. = sviscerare : trattare
a fondo una quistione, un argomento ;
Vhà propi svisceraa el procèss in tUti
i màner = ha proprio sviscerato il
processo in tutti i modi.
svisceraa, agg. = sviscerato, esagerato :
di amore, di dimostrazione d'affetto.
svista, s. f. = svista : sbaglio per non
aver guardato bene ; à dama se pèrd,
perchè se fa sémper dna qiièj svista =
a dama si perde, perchè si fa sempre
qualche svista.
svola, V. att. = vuotare, evacuare : ren-
der vuoto ; svoit, là botUia - vuotar
la bottiglia : versarne tutto il conte-
nuto ; svolti 'l bàiill = vuotare il baule :
levarne tutto il contenuto.
1) svoià H gòsé. Vedi gòss, 5).
svoiaa, agg. = svogliato : senza voglia, chi
non ha voglia di lavorare, di studiare.
1) Vuotato: pari. pass, di vuotare.
svoiàda, s. f. = vuotata, vuotamente ;
g'hèmm daa dna bela évoiada ài ma-
gàsin = abbiamo fatto un bel vuota-
mente nel magazzino.
1) el g'hà daa dna bela svoitlda =
andò abbondantemente di corpo.
svoiàss, V. rifl. = vuotai'si: diventar vuoto.
1) Evacuare. Di pers. andar di coi-po.
svolàsà, V. att. = svolazzare : volare qua
e là senza direzione fìssa ; e anche di-
battere le ali frettolosamente come vo-
lando.
svolàss, s. m. = svolazzo : fascia o na-
stro che i pittori rappresentano svo-
lazzante.
1) Tratteggio ornamentale calligrafo.
svòlg,* V. att. = svolgere : d'argomento,
trattarlo distesamente, ordinatamente ;
per svòlg el progràma de geografia,
hin tninga àsee tré dr là setimtiKi =
per svolgere il programma di geografia
non bastano tre ore la settimana.
svolgimént,* s. m. = svolgimento : lo
svolgere, lo svolgersi ; in del svolgi-
mént del progràma ghe vceur drdin =
nello svolgimento del programma ci
vuole ordine.
— 829 —
tab
'T
t, = ti: la dieciottesima lettera dell' alfa-
fabeto, si pronuacia te; di genere ma-
schile.
tàbàcà) V. att. = tabaccare, pigliare ta-
bacco; là ndna là tàbàea tiitt et dì =
la nonna tabacca tutto il giorno.
1) Andarsene, svignarsela; senàa di
ne vùn ne diiii, quànd Ve là eoa ora
'l tàbàea = senza dir ne ai ne bai,
quando è l'ora se ne va, se la svigna.
tàbàcch, s. m. = tabacco: pianta esotica
e divenuta indigena in Eux'opa, la cui
foglia manipolata si brucia per pren-
derne il fumo, 0 si riduce in polvere
per tirai'la su pel naso; el dàsi èiil tà-
bàeeh l'è fòri = il dazio sul tabacco è
forte ; i fo&ùj del tctbàcch Imi làrgh e
épdrehen i man = le foglie del tabacco
sono larghe e sporcano le mani.
1) tira tàbàcch = tirare, prender ta-
bacco: tirarlo su per il naso.
2) là scàtola del tàhàech = la tabac-
chiera, scatola; scatoletta in cui si tiene
il tabacco da naso.
tàbàchee, s. m. = tabaccaio : chi vende
il tabacco e i generi di privativa; àndti
in del tàbàchee à toeu on f(BÙj de carta
bolàda = andar dal tabaccaio a pren-
dere un foglio di carta bollata.
1) Tabaccone, tabacchista: chi per uso
prende molto tabacco da naso, e ha
spesso sudicio il naso e imbrattato il
vestito.
tàbàchént) agg. = tabaccoso : lordo, puz-
zolente di tabacco.
tàbàchéra, s. f. = tabaccaia : la moglie
del tabaccaio, o la donna che vende ta-
bacchi e generi di privativa.
tàbàcon^ s. m. = tabaccone : colui che
abusa del tabacco da naso, e ha spesso
sudicio il naso e imbrattato il vestito.
tàbàloeùri, 5. m. = giucco, scempio, za-
vali, baggiano: chi ha poca testa, poco
criterio; l'è on poer tàbàloeuri de vùn
= è un povero giucco, un povero zavali.
tàbàr, s. m. = tabarro, mantello, ferraiolo:
ampio panno con bavero, senza ma-
niche che nell'inverno si porta sulle
spalle per involgervi la persona.
tàbàrèll; s. m. = mantelletto : dim. di
mantello, usato per bambini.
1) Ferraiolo, tabaiTO dei preti.
tabe, s. f. = tabe : T. med. consunzione,
marcia, infezione.
t.àbéla, s. f. = tabella, specchio, prospetto:
carta scompartita in tanti colonnini che
hanno in cima il titolo di ciò che essi
contengono.
1) tàbèla déla Imàndèra = Vedi là-
vàndèra, 1).
tàbeldòtt, s. f. = tavola rotonda: il pranzo
che si fa a prezzo e ad ora fìssa negli
alberghi di qualche considerazione. Dal
frane, table d'h'òte.
tabernàcoli s. m. = tabernacolo, ciborio:
tabernacolino nel mezzo dell'altare dell©
chiese cattoliche per l'ostia consacrata.
tàbió, s. m. = ritratto, quadro, pro-
spetto, tavola. Dal frane, tableau.
1) Esci, dinanzi a qualche colpo di
scena, o fatto inatteso ; éren àdree à
spartì là ròba robàda, ée vdlten e gh' è
lì dò guardi sii l'ilés, tàbld ! = sta-
vano dividendo il bottino, si voltano
e vedono due guardie sull' uscio ,
quadro !
tàboré, s. m. = panchetto: sedile di le-
gno con quattro o tre gambo e senza
spalliera, come si vedono nei caffè ;
el càmerér l'ha portaa diiii ò trii la-
bore = il tavoleggiante portò due o tre
panchetti .
tàbula rasa, (fa) = far tavola rasa e
tab
- 830 -
tac
dicesi anche tabula rasa : far piazza
pulita. Fig. senza nulla : vota.
tàbiiscià e tàmbiiscìà) v. att. = armeg-
giare, rovistare, frugiare : ricercai'e mi-
nutamente con premura.
tàca, s. f. = tacca, augnatura ; piccolo
mancamento nel filo tagliente : Ve on
cortèll pién de tàech = è un coltello
pieno di tacche.
1) Taglia, tacca : legnetto diviso pel
lungo con piccoli segni a riscontro per
memoria di chi non sa scrivere; là ittca
di càrètt de èàbia = la tacca dei cani
di sabbia : quella su cui è segnato il
numero dei carri portati.
2) de mdéa tàca = di mezza tacca:
di mediocre statura, di mediocre qualità.
3) Intaglio : T. di stamp.
tàcà, 'V. att. = attaccare: fermare, fissare
una cosa a un altra ; tòcà on boton =
attaccare un bottone; tàeti on msigànt,
i sanguetta, i copètt = attaccare un ve-
scicante, le sanguisughe, le coppette :
applicarli.
1) tàcà ' l cavali, e assol. tàeà ; an-
che tàcù iota = attaccare il cavallo,
attaccare: unire il veicolo alla bestia in
modo che questa lo tiri.
2) tàcà sott = por mano, dar prin-
cipio : cominciare a fare una cosa, un
lavoro.
3) Trasmettere , comunicare ; iàctL
foeiìgh = attaccare il fuoco. E segna-
tani. dei mali contagiosi; el glia tàcaa
et tifo, là rdgna = gli attaccò il tifo,
la rogna.
é) Intrans. ; di materie collose ; el
mù'c che tàca = pania ehe attacca; là
gòma rara là tàca nò = la gomma
troppo liquida non attacca.
5) Attaccare, attecchire, allignare: di
vegetabili che cominciano a prendere
il nutrimento e vengon su bene ; hoo
pientaa on giràni, ma 'l tàca nò = ho
piantato un geranio ma non alligna;
el gàròfol l'è tàcaa polìd = il garofano
attaccò bene.
6) Di idea, dottrina, proposta, opera
la quale sia o non sia bene accolta; al-
lignare, abbarbicarsi, allegare; Z'è dna
mdda che tàca nò = non è moda che
alligni; l'è dna fórma de goérno che
tàca nò in quèll pàés là = è una forma
di governo che in quel paese non al-
lega; òn' opinion, on'àbitàdin ehe tàca
= un'opinione, un'abitudine che si ab-
barbica.
7) Aggiungere : unire una cosa a
un'altra; bisogna tàcàgh cent Ur àn-
càmo = bisogna aggiungere altre lire
cento.
8) tàcà fceùra = affiggere, attaccare
in pubblico fogli, avvisi ; hàn tàcaa
foRìira ràvis del teàter = hanno affisso
l'avviso del teatro.
9) tàcà gid = arrivare : di vivande a
cui nel cuocerle si faccia sentire il fuoco
più del dovere.
10) tàcà gid el temp = il tempo si
è messo al brutto.
11) tàcà gid = diciamo noi di due
giovani che si piacciono e incominciano
ad amarsi.
12) tàcà in gola = dare il rancico: di
cibi fritti nell'olio non buono o nel
burro vieto.
13) tàcà iné-èma = appozzare; unire
più pezzi ; là pelièa Ve fàda de tanti
peli tàcaa insèm,a = la pelliccia è fatta
di più pelli appczzate.
14) tàcà lìt, tàcà bàrUfa^ tàcà i-dta
= abbaruffarsi, pigliarsi a parole e ve-
nire alle mani specialm, per cagione
leggera e improvvisa. È breve zuffa e
finisce senz'altro danno, per lo più, che
i panni e la persona scomposti e qual-
che sgraffiatura. Si dice anche del pi-
gliarsi solamente a parole ; in rersee-
tàchen lìt tùli i moment = in verziere
s'abbaruffano tutti i momenti.
15) tàcà Ut, = azzuffarsi, attaccar
lite: quando non si tratta più di 1)a-
mffa soltanto, ma la cosa è più seria
e finisce peggio.
16) tàcà su = appendere, sospendere;
attaccare in modo che l' oggetto resti
nella posizione che prende per effetto
del proprio peso; tàcà su là liicèrna =
= appendere, sospendere la lucerna ;
tàeà sii i quàder = appendere i quadri
alla parete ; tàcà sii H càldàr = porre
a fuoco il calderotto,
17) tàcà sii là mtèa = bruciare, sa-
lare la messa ; tàcà sii là écdla = ma-
rinare la scuola : non andarci per quel
giorno.
18) tàcà éii 'l càpèll = usiamo dire
d'un uomo che possedendo poco o nulla
sposa una donna ricca, e va ad abitare
in casa della sposa.
19) tàcà in Vondr = diffamare, de-
tac
831 —
tac
nigrare : cercar di levare , offuscare
parlando della riputazione d'una per-
sona, dicendone male.
20) tàcò, i pàgn = appuntare, attac-
care i panni a due, a tre per metterli
in bucato.
21) tornù, à tàcti = riattaccare : at-
^gi taccare di nnovo.
^B' 22) tàctt dent = impigliarsi: di stoffe
specialm. che son strappate da uncini,
da punte in cui urtano.
23) là me, te, ghe tàca = la mi, ti,
gli brucia: di cose che seccano, offen-
dono; rhà gh'è tàeàda perchè te g'ìiet
•vosaa àdree ài so fimu = la gli è bru-
ciata, perchè hai sgridato suo figlio.
tàcaa, agg. = attaccato : òmm tàeaa ài
doér = uomo attaccato al dovere, esatto
neir adempierlo; òmm tàcaa ài dànee =
uomo attaccato al danaro : interessato.
1) Part. pass, di tàcà in tutti i suoi
significati.
2) Addetto : che appartiene per ele-
zione 0 per forza a un dato corpo; l'è
tàccia Èia Cort = è addetto alla Coi-tc.
3) Annesso, aggiunto ; che fa parte
di una cosa, ne dipende, la segue ; là
cà col giàrdìn tàcaa = la casa col giar-
dino annesso; là càrtèla coi copòn tà-
caa = la cai-tella coi tagliandi annessi.
. 4) vèéé tàcaa sii = pendere, essere
sospeso. Vedi sospès, 1).
5) àvègh tàcaa nàgòtt = essere magro
assaettato ; vèsegh tàcaa nàgòtt = non
esserci utile alcuno.
tàcàgrii, * agg. = taccagno, avaro, spi-
lorcio; hoo mài vedUii on òmm tàcàgn
come quèll li = non ho mai visto un
uomo taccagno come quello lì.
tàcàpàgu, s. m. = attaccapanni, attacca
vestiti : arnese di varie forme per ap-
pendervi cappelli' e vestiti.
tàcàss, V. rifl. = attaccarsi. Oltre ai si-
gnificati di attaccare in senso lùflessivo:
1) Prendere affetto a persona cara;
el s'è tàcaa à quèla sta che noi pò età
on di senéa àndtL à trottla = s' è attac-
cato a quella zia tanto che non può
stare un giorno senza andarla a trovare.
2) tàcààs ài hicér, ài fèàsch = attac-
carsi al bicchiere, al fiasco: mettersi a
bere con avidità.
3) tàcàéà ài càmpàntn, ài eàvipànn
= attaccarsi al campanello, alle cam-
pane: mettersi a sonare in fretta e con
forza.
4) tàcàès à qiièicòsà = attaccarsi a
una cosa: stare, attenersi a quella, po-
tendo sceglier fra molte; ?ni me tàchi
ài fànàtòn e ve làéi tuli i alter p)àst
= io m'attacco al panettone e vi lascio
tutte le altre paste.
5) Fig. afferrarsi, agrapparsi, appi-
gliarsi : scegliere fra pivi partiti quello
che sembra il migliore ; tàcàss à tUti
i ràmptn = appigliarsi a pretesti, ca-
villi : cercare sottilmente scuse.
6) Attenersi, aggrapparsi: reggersi a
qualche cosa per non cascare ; el s'è
minga màsaa perche 'l s'è tàcaa tila
linghera = non s'accoppò perchè s'ag-
grappò alla ringhiera.
7) tàcàss sii = impiccarsi, appic-
carsi : darsi la morte attaccandosi con
un laccio alla gola.
tàcch, s. m. = tacco: rialto di suolo che
si pone nelle scarpe sotto il calcagno.
1) àlsti i tàcch = battere il tacco,
battersela : andai- via a precipizio ; se-
gnatam. per scansare una compromis-
sione, senza prender commiato.
2) T. di stamp. rialzo di cai-ta che
si mette sul timpano per correggere
una mancanza d' impronta. Anche T.
di cappell. e fabbri.
tàchént, agg. = tenace, viscoso, attac-
caticcio : che agevolmente si attacca,
che aderisce agli altri corpi.
tàcheta, = toppete : voce imitativa di
un colpo di bacchetta, o nimore secco,
breve.
tàchìn, agg. = tirato, taccagno, avaro,
spilorcio.
1) éàvè de tàchtn = aver sapore agro,
aspro.
tàcch, tàcch, = tich tac tich, toc :
voce imit. il bussare a una porta o
altro colpo secco, forte.
tàcita, V. att. = chetare, pagare : con
adeguato compenso o pagamento fai'e
che altri si cheti e taccia ogni sua
pretesa.
tàcdgU; agg. = brontolone, borbottone :
chi brontola continuamente.
tàcola, s. f. = taccola, cornacchia, tac-
colino, ciarlone : di chi ciarla molto,
troppo.
1) Baccello, pisello baccellone : fava
dal guscio fresco e giovine che si man-
gia cotta.
tàcolà, V. att. = cicalare, fig. gracchiare :
tac
- 832 -
tai
parlare di cose frivole, vane, importune
contro alcuno.
tàcón, s. m. = taccone : pezzo di pelle
che si attacca alle scarpe rotte.
1) Frinzello, rappezzo : ricucitura, o
rammendo mal fatto.
tàconà; V. att. = rattoppare: metter toppe,
e tacconi; l'ha Uiconaa éìi i càlàon à
quèj mànéra = rattoppò i calzoni in
qualche modo.
tàcouàda, s. f. = rappezzatura, rabber-
ciatura : accomodatura alla meglio o
alla peggio.
tàcuin, s. m. = taccuino, almanacco, lu-
nario, calendaiùo: tavola o libretto dove
sono registrati tutti i giorni dell'anno
divisi per mesi, e innanzi al numero
progressivo del giorno, il nome di esso
giorno nella settimana, e il santo che
in quel dì si commemora.
tafanàri, s. m. = tafanario: lo stesso che
deretano, culo.
tàfeta, = espressione di un atto che si
fa presto e con forza. Vedi anche tà-
cheta.
tàflàda, s. f. = zaffata, effluvio : fetore
che esce improvviso da alcun luogo.
1) Motto, zaffata, cinghiata: detto
pungente ; el ven via di vòlt coni de
qilfj tàfiàd, che pélen là fàcia = ar-
riva alle volte con certe zaffate che
sferzano il viso.
tàftà; s. m. = taffetà: tela di seta leg-
gerissima.
1) Specie di drappo , detto anche
drappo inglese, che si usa per mettere
sulle piccole ferite, i tagli, ecc.
tàglia,* s. f. = taglia : prezzo promesso
con pubblico bando a chi consegni in
mano alla giustizia un malfattore.
tàia, s. f. = taglia: natura, qualità, sta-
tura, grandezza, tacca ; l'è déla tnia
ttia = è della mia taglia.
1) Strumento meccanico composto di
piii cari-ucole per sollevar pesi.
2) Taglia. Vedi tàglia.
3) Stramento con che i ceraiuoli ta-
gliano i lucignoli.
4) Forbici di zecca, colle quali si
tagliano lastre da fare monete. E il luogo
dove si lavora con dette forbici.
tàià, v. att. = tagliare : far più parti di
una quantità continua con istrumento
tagliente; tàitb ^l pan = tagliare il pane,
tàià là tela in trii tòcch = tagliar la
tela in tre pezzi.
1) tàià i càvèj = tagliare i capelli:
tosarli.
2) Ferire, incidere la pelle, una parte
della persona; el g'hà tàiaa là fàcia =
= gli tagliò il viso; g'hoo patirà de
tàiàmm dna man = ho paura di ta-
gliarmi una mano.
3) Di un ferro, di un istmmento
qualunque che taglia bene, è affilato;
l'è dna fdrbes che tàia benòiv = le son
forbici che tagliano benissimo. E fig.
l'è dna lèngua che tàia '/ fèr = è una
lingua che taglia il diamante: maledica.
4) tàià gid = fare i bocconi; affettare,
sminuzzare la carne o il pane a un
bambino, a un vecchio che non lo pos-
sono fare da sé.
5) tàià à fèti = affettare; tàià à fètt
el giàmbon, el pan, là polenta e sim.
= affettare il prosciutto, il pane, la po-
lenta e sim. E iperbol.: ammazzare con
una 0 più sciabolate ; i Ulani l'han
tàiaa à fètt = gli Ulani l'affettarono.
6) tàià là péli = segare la carne, re-
ciderla : dicesi specialmente di un le-
gaccio che stringa troppo.
7) tàià vìa = amputare: recidere un
membro malato o pai-te di esso; biso-
gna tàiàgh TÌa el bràsc = bisogna am-
putargli il braccio ; el se tàiaa via nètt
on did = si tagliò via netto un dito.
8) tàià i càst^gn = castrar le ca-
stagne: intaccarle, perchè non scoppino,
volendone far bruciate.
9) tàià = potare : detto del tagliare
le piante a tempo opportuno perchè
crescano più rigogliose.
10) tàià sii, = troncai'e: tanto nel
senso di farla breve , tagliar corto :
come nel senso di smettere, interrom-
pere; Vhà vist che là conferènsa là diven-
tava tròpp lunga e l'ha tàiaa sii = vide
che la conferenza si prolungava ti'oppo
e tagliò corto; han tàiaa éii i ràpre-
sentàsion pèrche andava nisUn in teà-
ter = han troncato, hanno smesso le
rappresentazioni , perchè non andava
nessuno in teatro ; l'ha doviiii tàià éii
col negQsi pèrche i àfàri àndàven mal
= ha dovuto smettere il negozio perchè
gli affari andavano male.
11) tàià foeiìra = ritagliare : di un
disegno tagliarlo secondo le linee esterne
che lo chiudono. Ed anche riferito a
corpi militari : separarli dal resto del-
l'esercito.
I
tai
833
tal
12j tùia i (jàmb à vun = tagliare i
nervi, le braccia a uno : togliergli le
forze, impedirgli di operare con efficacia.
18) tàitL là paròla in boca à vun =
tagliare lo parole, rompere la parola in
P bocca a uno: interromperlo bruscamente.
14) tàit là Uràda = tagliare la via,
impedire il cammino. Specialm. nel fìg.
15) tùia i pàgn àdòss = tagliare i
panni addosso a uno, parlarne male,
censui'arlo.
16) tàid. 'l vin = tagliare, ritagliare
il vino: i)renderlo di diverse qualità e,
mescolandolo, dividerlo in più vasi.
17) gli'è on veni che tata là fàcia
= c'è un vento che pela la faccia,
18j tata ! = smettila ! Vedi piéntela.
19) tàiti = frisare : toccare legger-
mente una palla coli' altra nel giuoco
delle bocce e al biliardo ; tagliare le
carte dicono i giuocatori per dividere
il mazzo in due mucchi.
tàiaa, p. p. = tagliato : tàiaa gid coni
là corlàéa o coni là fòle = Vedi cor-
làsa, 1).
1) Agg. temp tàiaa = tempo tagliato.
T. mus. tempo ordinario ridotto a due
ijuaiii.
tàìàcàrt,* s. m. = tagliaca/te, stecca :
strumento da piegar carte o tagliare la
piegatura delle pagine e dei fogli.
tàiàrta, s. f. = tagliata : il tagliare.
1) jj%a el ciint del èàrt ma dagli
dna bela tàìMa = paga la nota del
sarto ma con una forte riduzione.
tàiàdéj, s, m. pi. = taglierini, tagliolini,
tagliatelli: paste da minestra piatte come
nastrini. Anche tàiàdiu.
tàiàdòr, s. m. = tagliatore : colui che
taglia nelle sartorie, calzolerie, macel-
lerie e sim.
1) Chi tiene e scozza le carte perchè
fa il banco.
tàiàdura, s. f. = tagliatura: l'atto, l'ef-
fetto, il modo di tagliare.
tàìàpàsta, s. VI. = tagliapasta, stampo:
arnese da cucina di varie forme per ta-
gliare i fogli di pasta.
tàìàpioeucc, s. m. = parracchiere. Voce
scherz. o spreg.
tàiàràv, s. m. = taglieretto : sottile as-
sicella di legno gentile, lunga e larga
circa un palmo con allungamento a
guisa di manico ; nel mezzo è un'aper-
tiu'a stretta, trasversale, rettilinea, cui
è adattata una lama tagliente lungo la
quale si affettano le rape, i tartufi,
e sim.
tàiàràvioeiì, s. ni. = tagliapasta: rotella
dentata per tagliare e dar figura ai pezzi
di pasta spianata per farne agnolotti.
tàiàss, V. rifl. = tagliarsi, incicciare :
farsi un taglio, ferirsi con arma ta-
gliente.
tàiee, s, ni. = carello, cariello; tondone
che tura la bocca del cesso.
tàìètt, s. m. = taglietto : piccolo taglio,
piccola fenditura.
tàiòn, s. m. = specie di malattia dello
ungtiie delle bestie bovine.
tàj, s. m. = taglio: ferita che si fa nel
tagliare ; in del tàià l'èrba el .v'è faa
on gran tàj in là gamba = nel segar
l'erba s'è fatto un gran taglio nella
gamba.
1) L'atto 0 la maniera di tagliare o
la cosa tagliata ; l'è on mrt che y'hà,
on bèli tàj = è un sarto che ha un bel
taglio; l'ha compraa on tàj de vei-tii
])er pòch dànee = comperò un taglio
d'abito per pochi danari.
2) La parte tagliente di strumento
destinato a tagliare. Diciamo più spesso
in questo senso fìl.
3) Braciuola : taglio, più specialm.
sul viso nel farsi la barba.
4) vegni à tàj = cadere, venire in
taglio, a puntino: esser zucchero sulle
fragole: venire a momento opporttino.
Anche e più: venire a bisogno, spe-
cialm. di cose che si tengono in serbo:
venire il caso di doverle adoperare ;
tiltt ven à tàj, fina i ung de petti l'àj
= tutto può venire a bisogno.
5) vend à tàj = a taglio : aggiunto
di roba che si vende tagliandone quanto
uno desidera ; non intera, a pezzi.
6) dagli dent on tàj = incidere : fare
dei tagli poco più oltre la superflce.
7) tàj de bosch = il taglio dei boschi
e la tagliata.
8) colp de tàj = fendente. T. scherni,
colpo di sciabola.
9) dàghen on tàj = finirla, smetterla:
cessar di fare una cosa, specialmente
che arreca noia o costa fatica.
10) tàj = T. lett. kg. rescissione,
annullamento.
tal, agg. = tale, cosiffatto, di tal modo:
l'èra on tlsen tal che de pilsee tisen
gli è ìiisthi = era tale asino che più
asino di lui non c'è nessuno; hoo èen-
tal
- 834 -
taiu
tik 071 tal dolor che à nioménti me vén
fìd-tldi = ho sentito un dolore tale che
a momenti svengo.
1) tal e quàl = tale e quale: uguale,
somigliantissimo; Ve tal e qtiàl s-ò 2}à-
der = è suo padre tale e quale.
2) Riferito a cose di cui si parla o
si scrive; tttl e quàl vuol dire: qual'è,
senza nulla di più o di meno; mi te
là cùnti tal e qtiàl me l han cUntàda
à mi = io te la narro tale e quale
l'hanno narrata a me.
3) Pron. indet.; el tal di tài = il tal
dei tali ; por significare una persona
qualsiasi.
tàlàr, agg. = talare : di veste lunga fino
ai piedi ; tonaca o abito da prete.
tàlcli, s. m. = talco : specie di minerale,
silicato di magnesia, che si divide fa-
cilmente in foglie sottili e trasparenti
di variati colori.
1) I droghieri chiamano talco anche
certe sottilissime lamine d'ottone va-
riam. colorate.
tàlént, s. m. = talento : ingegno, facoltà
intellettuale, attitudine ad una cosa: l'è
on òmm de tàlént = è un uomo di ta-
lento; l'è on tàlént = e un talento: ha
molto ingegno.
tàlentón, s. m. = talentacelo : omo di
gran talento : spesso usato iron.
làler, s. m. = tallero : moneta di Ger-
mania, del valore di circa cinque lire
italiane.
tàlìàu, agg. = italiano. Usa però quasi
esolusiv. nel signif. metaf. per astuto,
dirittone, furbacchione e sim. ; quèll l'è
on tàliùn! = quello è un dirittone !
tàlis et quàlis, = tal e quale: assolu-
tamente come è.
tàlmént,* avv. = talmente: in modo tale:
l'èra tàlmént màlaa, che ' l pareva che
H doèéì- mori d'on moment à l'alter =
era talmente ammalato che pareva do-
vesse morire da un momento all'altro.
tàldu, s. m. = tacco, calcagnetto : rialto
del suolo della scarpa che risponde al
calcagno del piede. Anche tàccli.
tàloiiì, s. m. = telonio : qualunque banco
da lavoro, da studio, e comunem. la-
voro, studio ; 6*^00 ài tàlòni dàla ma-
tina Ma èira = sto al telonio dalla
m^ina alla sera.
talpa, s. f. = talpa: animaletto quasi si-
mile al topo che vive sotterra.
1) Fig. persona materiale, stupida,
inerte; el càpii-s nàgòtt; l'è dna talpa
= non capisce nulla: è una talpa.
2) Tèsi- sord còme dna talpa = essere
molto sordo.
tàmàrin e tamarindi, s. m. = tamarindo:
specie di pianta leguminosa il cui frutto
è medicinale, e per noi specialm. il
frutto del tamarindo, o la polpa di ta-
marindo.
tàmbàrlàu, agg. = grullo: che ha il capo
vuoto, stordito, scemo.
tàmbèrla, agg. = sciocco. Tedi bàdee
e tàiubàrlàu.
tàmbiir, s. m. = tamburo: strumento mi-
litare che si suona con bacchette, com-
posto di una cassa cilindrica, chiusa di
sopra e di sotto da una pelle ben tesa
su cui si battono le bacchette.
1) Cilindro nel quale sta chiusa la
molla dell'orologio.
2) Fig. un uomo piuttosto grosso e
di poca levatura; l'è v&n de qilìj tàm-
bilr che se pò minga ered = è un tal
tamburo da non credersi.
3) vègli ci vénter come on tàmbùr =
avere il ventre come un tamburo: gon-
fio e teso ; specialm. per troppo man-
giare.
4) à tàmhùr bàtént = a tamburo bat-
tente, e sul tamburo; in fretta e im-
mantinente.
5) tàmbtìr di pàgn = tamburlano :
arnese di legno leggero, piuttosto alto
per mettervi a rasciugare e scaldare la
biancheria.
6) Tombolo : cuscino cilindrico ; quello
usato dalle donne per far pizzi, ricamare.
7) Tamburo, timpano : T. archit.
tàmbiirèll,* s. ?». = tamburello: tambu-
rino, piccolo tamburo, specialm. quello
che serve come giocattolo.
tàmburiu, s. m. = tamburino: quello che
suona il tamburo, specialm. se è un
ragazzo.
1) tàmburin de polàster = coscina
di pollo : dim. di coscia.
t<àiiibnrón, s. m. = gran cassa : il tam-
burone grande delle bande militari ,
delle orchestre.
tampina, r. att. = noiare, importunare
dar molestia.
tàmpon, s. m. = stuello : specie di tappo'
fatto di garza per chiudere una ferita,
un vaso, il naso e sim.
t<àmpouà, T. att. = stuellare : impedire
emorragie con garza e sim.
J
talli
— 835 —
tan
taluni taluni, s. m. = tamtam: istrii-
mento orientale, sp. di cembalo tutto
di metallo, il quale martellato rende
un suono acutissimo, eccheggiante.
tana, s. f. = tana : buco che serve di
nascondiglio alle bestie selvatiche.
tànàbus, s. m. = bugigattolo, biscanto,
stambugetto : luogo appartato ; stanzino
per lo più scuro e per ripostiglio.
tànàscìn, s. m. = nanerottolo, tangoc-
cino, picei naco: di chi è piccolo di sta-
tura e piuttosto goffo.
tànàsciòtt, s. m. = tozzo, tangoccio: chi
è nano, piccolo, ma anche tarchiato,
grassotto.
tàndem, s. m. = tandem : bicicletta a
due posti.
1) fegm ài tàndem = venire alla
conclusione.
tànderàndàn, agg. = babbeo. Vedi
bàdee.
1) tàììderànddn Liiéla sòia quèll
càsinòtt, glie età dna vègia étrla che
fa baiti i pigòtt. Non c'è la corrispon-
denza italiana.
tàndoeù^ia, agg. = baggeo. Vedi tàiu-
berla.
tàuf, s. m. = tanfo: puzzo forte di mu-
cido, di mixffa: odor di linchiuso; gh'è
on tànf in sta ùtànm che se pò minga
resUt = c'è un tanfo in questa stanza
che non si può resistere.
tànfeta, = toppete. Vedi tàfeta.
tànfog'uà e tànfiiscìà, r. att. = rovi-
stare. Vedi tàbuscià.
tàngènt, s. f. = tangente : quota, por-
zione, parte; ciò che tocca a una parte
0 ad una persona nella divisione d'una
eredità, d'un credito e sim.
tànghen, s. m. = tanghero, zotico: per-
sona grossolana e rustica.
tànt, agg. = tanto : denota grandezza al
singolare e quantità al plurale; fa minga
tànt f recasi = non far tanto baccano;
l'è inUtil fa tanti citicer = è inutile
far tante chiacchiei'e ; l'ha guùdcignaa
tanti dance = guadagnò molti danari.
j 1) Assai ; tanti vòlt, tanti parali,
f ttnta geni = assai volte, assai parole,
assai gente.
2) glie sta 'l tànt e 'l pòcch = c'entra
il poco e l'assai: di un recipiente molto
più grande di quel che bisogni.
3) Sì grande, seguito dalla particella
che: rhà màngiaa tanta polenta che
rè étaa mal = mangiò tanta polenta
che si sentì male; ghe nlià ditt tanti
die piiéee se podéva nò = gliene disse
tante che più non si poteva.
4) Assol. una somma, un prezzo fisso;
tànt ne guadagna e tànt ne spend =
tanto guadagna e tanto spende.
5) on tànt ]}cr cent., on tànt ài méter
- un tanto per cento, un tanto al me-
tro: vale quel tanto di frutto, di prezzo
pattuito.
6) ogni tànt., de tànt in tànt = ogni
tanto: di quando in quando, a inter-
valli ; ogni tànt el «vi à Paris à com-
pra = ogni tanto va a Parigi a far
compere.
7) règh tànt in man = aver tanto,
aver bono in mano. Vedi man, 2).
8) §e tànt me dà tànt = se tanto mi
dà tanto: se la cosa va così, se procede
di pari passo.
9} à di tànt, à fa tant = a dire
molto, a fare assai.
10) s' el fa tànt de àndà vìa el tòma
pii indree = se egli ha il coraggio di
partire non ritorna più indietro.
11) Avverbio: significa lunghezza di
tempo, grandezza di spazio, quantità
di cosa; mangia, dormi, studiti, pàti
tànt = mangiare , dormire, studiare ,
patir tanto.
12; Così, in siffatto modo; Vhàpiàn-
giiiil tànt che el g'hà sgonfi e rosé i
ceuce = ha pianto tanto che ha gli oc-
chi gonfi e rossi.
13) Cosicché, tantoché ; el s'è faa
sfiecià on gran pèàs; tànt che mi cre-
deva che l ri'càsé pii = si fece aspet-
tare un gran pezzo: tanto che io cre-
deva non arrivasse più.
14) tànt e tànt = tanto : dicesi per
mostrare una certa indifferenza, il non
prendersi pensiero di una cosa ; tànt e
ttmt pioeùv; dònca pòse sta in cà àénsa
éàgrifiéi = tanto piove, dunque posso
restare in casa sènza sacrificio; tànt te
glie n'kee à fa insci = tant' è che tu
faccia così.
15) ne tànt ne pòcch = né poco, né
assai: punto.
16) me ne impòrta tànt! = mi im-
l)orta assai ! Detto di cosa che ci sia
indifferente.
17) eoo tànt. el sa tànt = so, sa
assai; so, sa per molto, di molto; di
persona che né sappia, né abbia modo
di sapere.
tau
tàuto, * avv. = tanto, di molto, assai.
Come tàiit; Ve òn' òpera che me piàs
tanto = è un'opera che mi piace tanto;
ài me ficett glie vmìri propi tanto ben
= a mio figlio voglio proprio bene di
molto, assai; l'è tanto bèli iibedì e vèsè
rispetos = è assai bello obbedire ed es-
sere rispettoso.
tàol, s. m. = tavola: mobile fatto d'uno
0 più assi orizzontali, retto da una, tre
0 fj^uattro gambe, per più usi, ma spe-
cialmente per la mensa, e per lavorarci
sopra. Il piano per lo più ò quadran-
golare, talora tondo od ovale.
1) tàol de slàrgù, = tavola a ribalta:
quella il cui piano si può allungare o
allargare inediante una parte di esso
mastiettata che sta pendente, e che al-
l'uopo si alza orizzontalmente e le si
dà il sostegno di due mensoline che si
tirano. Oppure: tavola da allungarsi se
si allarga con altro sistema.
2) franca 'l tàol = rincalzare la ta-
vola: mettere qualche cosa sotto i suoi
l)iedi, perchè non tentenni, non si
muova.
3) Banco: la tavola che nello studio
serve per starvi a scrivere e a tenervi
tutto quello che abbisogna a chi studia.
tàola, s. f. = mensa: tavola apparecchiata
per mangiare.
1) prepara là tàola = apparecchiai'e
la tavola: metterci sopra la tovaglia, i
piatti e quanto occorre per mangiare
e bere,
2) vèsé à tàola, àndà à tàola, leva
ùii de tàola = essere a tavola, andare
a tavola, alzarsi da tavola, essere, an-
dare a desinare, aver finito di desinare.^
3) porta, mètt in tàola = portare,
mettere in tavola: cominciare a man-
giare, servire le pietanze e specialmente
la minestra con la quale si suol co-
minciare il desinai'e.
4) à tàola ée diventa nò véce = a
tavola non s' invecchia, mangiando si
passa bene il tempo.
5) tàola rotonda = tavola rotonda :
alle locande dove a una cert'ora si
mette per chi vuol desinare.
6) èerDléi de tàola = servito, forni-
tura, fornimento da tavola. Vedi ser-
visi, 6).
7) là ciisìna e là tàola hin dna Urna
èòrda = Vedi ciisiua, 2).
8) Canniccio, stoia: piano formato di
- 836 - tap
cannucce o giunchi della stessa lun-
ghezza, messi uno accanto all'altro e riu-
niti insieme: usano per allevarvi bachi
da seta, o per mettervi la frutta ser-
bevole.
9) tàola e molìn = filetto : sorta di
gioco che si fa con nove pedine cia-
scuno da due giocatori su una tavola
su cui sono disegnati tre quadi-ati, uno
dentro l'altro coi lati tagliati per metà
da una linea trasversale. Fig. guada-
gnare da due parti nello stesso tempo
e sulla stessa cosa.
tàolaa, s. m. = tavolato : parete o pavi-
mento di tavole: assito. Ed anche quella
parete fatta di mattoni messi per col-
tello, cosicché riesce sottile molto.
tàolàda, s. f. = tavolata: tatti quanti
sono a desinare a una medesima tavola,
specialm. se molti ; guarda, che bela
tàolàda! = guarda, che bella tavolata.
tàolàss, s. m. = tavolaccio, pancaccio:
tavolato nei corpi di guardia e nelle
prigioni per mettervisi a giacere.
tàolèta, s. f. = tavoletta : specie di pa-
nini più lunghi che larghi fatti di cioc-
colata 0 altro, che si tengono avvolti
nel talco o nella carta ; tàolèta de ci-
colàtt, de toròn = tavoletta di ciocco-
lata, di torrone.
1) Piccola tavola apparecchiata per
desinare; éèrem dna tàolèta de cìnqu
perèònn doma = eravamo una tavoletta
di appena cinque ])ersone.
2) Teletta, abbigliamento, ecc. Vedi
toàlètt.
tàolìn, s. m. = tavolino: mobile di legno
più piccolo della tavola, fatto di vai'io
forme e per vari usi ; tàoltn de càfè
= tavolino da caffè: quello dei caffè al
quale sediamo per prendervi il caffè, il
gelato 0 altro, ed anche per desinarvi.
1) tàolln de làorà = tavolino da la-
voro, è alcune volte diverso dagli altri
tavolini per avere cassetto.
2) sta ài tàolln, ài tàol = stare a
tavolino, stare a studiare.
3) piti pln càvàlìn ; sòta ài i)è del
tàolln, ecc. Vedi càTàlin, 2).
tàolósa, s. f. = tavolozza : sottile assi-
cella sulla quale i pittori tengono e me-
scolano i colori, mentre dipingono.
tàpa, s. f. = tappa, fermata: luogo dove
i soldati 0 altri si fermano per man-
giare 0 riposarsi ne' viaggi ; hèmm faa i
dna tàpa d'òn'òra in sii on bèli praa^
tap
837
tar
= abbiali! fatto una fermata di un'ora
su un bel prato.
1) Gita: il tanto di cammino fra una
tappa e l'altra.
2) Scheggia: quella che salta via da
un legno spezzato o tagliato coli' ascia.
3) Tastiera degli istrumenti ad arco,
o a corda come il mandolino, la chi-
tarra.
4) sorci eòme dna ttpa = sordo molto;
che ode pochissimo.
5) tal e quàl l'è^l seidcch veti fceùra
i tàpp. Vedi scìóccli.
6; Talpa, zotico: di chi capisce poco
e impara meno; se glie ne cava nàgòtt^
l'è dna iàpa = non se ne cava nulla,
ò una talpa.
tàpàscèll) s. VI. = bamberottolo: di bam-
bino che comincia a muovere con si-
curezza i passi.
tàpàscià; V. alt. = camminare, addipa-
nare, sgambare: muover spesso le gambo
per andar lesto e specialm. per stare
a passo con chi lo ha più lunghe ; el
tàpàseiàva sto pòer brighila che l'era
on j>iàsè à vedèll = addipanava quel
povero brighella ch'era un piacere a
vederlo.
tàpàsciàda, s. f. = cammijiata, addipa-
nata. Vedi c<àininàda.
tàpàss,* V. rifl. = tapparsi : imbacuccarsi
nel mantello, coprirsi bene con abiti
per ripararsi dal freddo; te se ttpet éii
p)olìd e, pàsa frècc, se te pò = ti tappi
bene e, passa freddo, se puoi.
1) Chiudersi in casa ; eont giornàd
insci orìbil el mèj l'è tàpàés in cà e
guarda fceùra là nev che ven già = con
così orribili giornate, il meglio ò tap-
parsi in casa e guardar fuori la neve
che cade.
tàpee, s. m. = tappeto : sorta di panno
grosso a opera, di vari colori, per uso
di coprir tavole o pavimenti di stanze.
1) métt giò i tàpee = tappetare: co-
prire di tappeto una stanza.
2) mètt fceiira i tàpee = mettere i
tappeti alla finestra : ornare le finestre
mettendovi sulla via dei tappeti, delle
stoffe, arazzi e sim.
tàpèla^ s. f. = parlantina: loquacitti mo-
derata; el doveva fa l'àocàtt, perchè el
g'hà dna gran tàpèla = doveva far
ì avvocato perchè ha una gran par-
lantina.
1) Anche ciaccionc, chiacchierone :
chi parla facilmente e troppo ; te see
dna gran tàpèla f no te tàset on mi-
niltt = sei un gran chiacchierone ! non
taci un minuto.
tàpelà, r. att. = ciacciare, ciambolare,
chiacchierare; Ve tuta màtìna che tà-
pèlen = è tutta la mattinata che ciam-
bolano.
tàpelàda, s. f. = chiacchierata, ciarlata :
cianciare a lungo specialm. senza sugo.
tàpèll, s. m. = calzatoia, puntello: quella
bietta di legno, o quel pezzo di car-
tone a più doppi che si mette sotto
un mobile per rincalzarlo.
tàpelóiij s. rìi. = ciaccione, ciambolone,
chiacchierone: chi chiacchiera facilmente
e troppo.
tàperìiij s. w. = tappetino: piccolo tappeto.
1) Pedana: pezzo di tappeto sotto il
tavolino 0 accanto al letto per non po-
sare i piedi in terra.
tàpesà; T. att, = tappezzare: parare con
tappezzeria ; hoo faa tàpeéà là sàia =
ho fatto tappezzare la sala ; là stànsa
de lèti là me piàs nò tàpesàda = la
camera da letto non mi piace tappezzata.
tàpesarìa, s. f. = tappezzeria : stoffa o
carta con che si ricopron le pareti.
1) fa tàpei-àrìa = figurare senza pren-
dere parte attiva in una festa di balio.
tàpesee, s. m. = tappezziere: chi acco-
moda e addobba le stanze : chi mette
tappezzerie, tende, tappeti e anche mo-
bili imbottiti e coperte ; hoo fa regni
'Z tàpesee à mètem in drdin là sàia =
ho chiamato il tappezziere a mettermi
all'ordine la sala.
1) Addobbatore: chi addobba pareti
di chiese e case. Vedi pàrionee, pà-
ràdòr.
tapina, t'. att. = camminare : andare
colle sue gambe , parlando sempre di
bimbi; el tnè bàgti el comincia à tà-
pinti per cà = il mio bambino inco-
mincia a camminare, a trotterellare.
tàpòii) s. m. = scempione, babbione,
zuccone: di cervello duro, tardo.
tara, s. f. = tara : diffalco che si fa al
peso della merce levandone il peso del-
l'involto, ecc.
1) Marame : la parte di una merce
che si rifiuta, perchè meno buona, o
non buona affatto, o inutile.
2) Pecca, o macchia, o difetto morale.
3) fàgh là tara = tenere in quaran-
tar
— Bas-
tar
tena: di notizie, vagliarle, non crederle
ciecamente, ma toglierne le esagera-
zioni e le inverisimiglianze.
tàràbàcol, s. f. pi. = carabattole: le mas-
serizie. Si intonde cose di poco valore;
à s-àn Michee porti i me tàròMcol in
piàè-a CùMèll = a san Michele porto le
mie carabattole in piazza Castello.
tài'àbàcola, s. f. = aggeggio: oggetto di
poco conto, di poco valore, che non
funziona bene, che non si capisce alla
prima che sia; che tàràbàcola te ìii'hee
porlaa? = che aggeggio m'hai portato?
l'è viinga dna machina (le eiist, Fé
òna tàràbàcola = non è una macchina
da cucire, è un aggeggio.
1) Archileo: vecchio mobile, grande,
passato di moda che non serve più e
ingombra inutilmente; te gliee ìincàmo
quHa tàràbàcola d'on veùtee in clislna?
= hai ancora quell'archileo d'un armadio
in cucina ?
2) Trespolo: d'un veicolo, caiTettino
e sim. che male si regge, sconquas-
sato.
tàràbèscolà; v. att. = ammestare : ope-
rare confusamente e con disordine; lil,
w noi tàràbèicola, Ve minga eontént
egli, se non ammesta, non è contento.
tàràinòtt, s. m. = piaccianteo, impac-
ciato: di chi non sa moversi svelto, o
di chi, quando si move, non sa far che
malestri.
tàràiitèla, s. f. = tarantella, tarantolismo:
sorta di malattia nervosa, che produce
una strana irrequietezza ; sta on poo
fèrtìio, te g''1iee àdòH- là tàràntèla? =
sta un po' fermo : hai indosso la ta-
rantella ?
1) Tarantella: specie di ballo conta-
dinesco, e la sonata con cui si accom-
pagna.
tàrd, agg. = tardi, fuor di tempo, dopo
il tempo convenevole, passata l'ora = inr-
c(eH vèmm in lètt tàrd = oggi andiamo
a letto tardi; se dev minga ?-ivà tàrd
à scòla = non si deve arrivar tardi a
scuola.
1) Per ora tarda; el vén èémper à cà
tàrd àia nòtt = vien sempre a casa tardi
la notte.
2) siil tàrd = in sul tardi, verso sera.
3) ài pie tàrd o àia pii tarda = al
più, alla più tardi, il tempo più lon-
tano 0 l'ora più tarda in cui avverrà
0 si farà una cosa; ài pii tàrd àndàroo
via gioedi = al più tardi paiiirò gio-
yedì ;_ àia pii tarda, eomineiàroo col
més (le setémber = alla più tardi co-
mincerò col mese di settembre.
4) l'è mèj tàrd che mài = meglio
tardi che mai.
tarda; v. att. = tardare : star molto a
fare, a venire ; indiigiare ; capisi nò
perchè incanì là marna là tarda insci
tànt = non so capire perchè oggi la
mamma tarda tanto; se tardi on mo-
ment, fàmm el piasi épètem = se tardo
un momento fammi il favore, aspettami.
Vedi ritarda.
tàrdètt, avv. = tardetto : un po' tardi,
piuttosto tardi; Ve già tàrdètt per se-
mina 'l bàsilieh = è già tardetto por
seminare il basilico.
tardi,* avv. = tardi. Lo stesso che tàrd.
tàrdii, agg. = tardivo, tardo: non solle-
cito, che arriva tardi ; specialm. di
frutte, legumi, civaie, ecc.; in sfami i
épàrg hin tàrdii = quest'anno gli spa-
ragi son tardi, tardano a spuntare, a
potersi mangiare.
tàrèlàda, s. f. = randellata : colpo di
randello.
tàrèll, s. m. = randello : bastone corto
e piuttosto grosso.
tàrifa, s. f. = tariffa : determinazione
fatta da alcuna autorità dei prezzi di
alcune derrate o di dazi da pagarsi ;
ed anche nota dei prezzi assegnati a
merci o a servizi ; i briimìsta pddcn
minga preténd pilsee (lèla tàrifa = i
fiaccherai non possono pretendere di
più della tariffa.
tàriaa, (vèss) v. att. = intarlare, tarlare :
essere roso internamente dalla larva di
minuto coleottero che chiamasi tarlo;
si dice del legno. Dei legumi dicesi
intonchiare ; delle pelli, pellicce e pau-
nilani, intignare.
tàrlàntàna, s. f. = tarlatana : tessuto
di velo per abiti da ballo, guai'nizioni
e sim.
tàriìs, s. m. = traliccio : grossa tela,
ordinariamente di lino, che usasi per
le materasse.
tarlo, s. m. = vermicciuolo che vive noi
legno e lo rode.
1) Fig., ciò che rode l'animo, come
invidia, odio, passione, ecc.
tàrliiccli, s. m. = baggiano, babbeo, sci-
pito : di poca svegliatezza di mente e.,
poco criterio.
tar
- 839 -
tas
tàrueg"à, v. att. = puzzare come un
avello, mozzaro il fiato, puzzare molto :
più che altro di persona a cui puzzi
il fiato 0 che abbia piaghe puzzolenti ;
à sfàgli vcsln el tàrnèga = a stargli
vicino mozza il fiato ; in qiièla è-tàma
.<'e tàrnegàva = quella camera puzzava
come un avello.
tàrocà, V. att. = taroccare : al gioco di
tarocchi rispondere con tarocchi per
non aver cartacce.
1) Barbugliare : specialm. di una
lingua che non si conosca bene ; el
tàròea iil qitèicòH- in inglès, ma le
m minga polld = bai'buglia qualche
po' di inglese, ma non lo sa bene.
tài'òcch, s. m. = tarocco, tarocchi, min-
chiate : sorta di giuoco composto di 78
carte divise in quattro semi con 14
carte cadauno, 21 carte figurate e nu-
merate dette tarocchi, ed una detta :
il matto.
1) el trèdes de tàròcch = la morte :
perchè è appunto la figura di uno sche-
letro che nel gioco dei tarocchi porta
il numero 13.
tàrtàià, V. att. = balbettare, tai-tagliare.
Vedi betegà.
tàrtan, s. ìu. = specie di stoffa molto
in uso per foderare abiti da uomo.
tartàrji, s. f. = specie di torta cotta in
tegame, composta di latte, zucchero e
uova.
tàrtàrug'a, *\ f. = tartaruga, testuggine :
rettilo anfibio involto in una cassa os-
sea che sempre porta con se, ed in
cui si rannicchia in caso di pericolo.
1) L'osso stesso in cui sta chiuso
l'animale e che lavorato serve per vari
mobili e utensili, come pettini, sca-
tole, ecc.
2) Santagio, pigro, posapiano, tar-
taruga: persona lenta assai nell'operare.
tàrtasà, v. att. = tartassare, malmenare,
tambussare : maltrattare con angherie.
tàrtàéàda, s. f. = malmenio: un mal-
menare continuato.
tàrter, s. m. = tartaro, taso, gi-omma
di botte : crosta che fa il vino dentro
la botte di cui i chimici fanno molto
preparazioni, specialm. per la medicina.
Vedi cremortàrter.
1) tàrter emètìch = tartaro emetico :
medicamento che si dà per eccitare il
vomito.
tartina,* s. f. = tartina, pantondo gra-
vido: quello nel cui mezzo è del burro,
della carne, e simili.
tàsa, s. f. = tassa, imposta, balzello :
quella che si paga al governo o al co-
mune e quella che si paga per entrare,
stare in una società, compagnia; ecc. :
là tàsa de richésa mòbil = la tassa di
ricchezza mobile ; gli'è pòcch paes dòe
<-e paga tanti tàss odine in Italia = in
pochi paesi si pagano tante tasse quante
in Italia ; bisognarci paga là tà<-a d'à-
misión = bisognerà pagare la tassa
d' ammissione ; glie voeur paga dna
tàsa d'ingrèss = si deve pagare una
tassa d'ingresso.
1) Tara : diffalco che si fa ai conti
quando si voglion saldare ; ài ciint di
spesiee se glie fa sémper dna tàsa del
15 per cent = ai conti dei farmacisti
si fa sempre una tara del 15 per cento.
2) Tazza, romaiolo : arnese di me-
tallo in forma di ciotola con lungo ma-
nico, per prendere l'acqua dai secchi.
3) Anche : bicchiere grande di vetro
0 cristallo per bere per lo più acque
acconce, birra e sim.
tàsa, V. att. = tassare : sottopoiTe a tassa ;
on poo che vàgliem inàns tàsen ànea
'l pensér = un po' che si vada avanti
e tassano anche il pensiero.
1) tàsà vHn = tassare uno : imporgli
una tassa.
tàse, V. att. = tacere : non parlare, star
cheto ; non rispondere, finir di parlare.
1) mètt in tàsè = mettere in silen-
zio, addormentare, mettere in tacere :
fare che non se ne parli più ; han
miss in tàse l'àfàri déla Banca =
hanno addormentato l'affare della Banca.
2) vèss nò bón de tàsè = non saper
tenere un cocomero all'erta : non es-
sere capace di mantenere nessun se-
greto. FA anche : non essere capace di
non risentirsi ; mi à vede cèrti abusi
sont nò bón de tàsè = io al veder certi
abusi non son capace di tacere.
tàsèì, s. m. pi. = chiavi : specie di ghe-
roni nel busto delle donne, per allar-
garlo di sopra e di sotto perchè meglio
si adatti.
1) Tasselli. T. d'orefic. e argent. :
pozzi della stessa materia che la ma-
dreforjna che si usano nel plasmare,
nel gettare gli oggetti.
tàéelà, V. att. = tassellare : fare, met-
tere un tassello.
tas
»4u —
te
tàsèlìn, s. m. = biettiua, biettolina, clini,
di bietta.
\) ì tmelitt del pedtgn = i qiiader-
lettini : pezzetti di tela quadra cuciti
per rinforzo agli sparati nel fondo delle
camice.
tàsèll, s. m. = bietta : pezzo di legno
spianato, per turare le fenditura dei
mobili ; bisogna metegh on tàMll ài
veMee che 'l .v'è ft'cèpaa i-iil dentini- =
bisogna mettere una bietta all'armadio
che s'è spaccato sul davanti.
1) Quaderletto : pezzo quadrato nella
manica delle camice, cucito sotto l'a-
scella per rinforzo.
2) Tassello. T. de' caciai, fruttiv. ;
pozzetto cuneiforme che vien tolto alle
forme di cacio, ai cocomeri' e sim. per
riconoscerne la qualità, e poi si rimette
in posto.
tàsìn, s. m. = piattino: il piattello che
sta sotto la chicchera, della medesima
materia e del disegno uguale ; Hti
minga ben bev el càfè in del tài-ìn =
non sta bene bere il caffè nel piattino.
tàsiiia, s. f. = ciotola, scodella : vaso
da bere capace, senza piede, di forma
rotonda come una semisfera.
tàss, s. m. = tasso : animale di genere
dei mammiferi carnivori, pianti gradi
del quale è specialm. pregiato il grasso.
1) dormì còme on tùM- = dormire
come un tasso : profondamente.
2) T. bot. albero d'alto fusto; taxus
baccalà: tàsé bàrbàM = tasso barbasse,
verbasco.
3) Tasso. T. dei magn. oref. e arm.:
s])ecie di incudine senza corni.
tàst, s. m. = tasto : ognuno di quei le-
gnetti in fila dell'organo, pianoforte e
sim. che si toccano per suonare.
1) Fig. loca on làii, on cèrio IMI =
toccare un tasto, un certo tasto : toc-
care col discorso un argomento, ac-
cennare ad un certo fatto determinato.
_ 2) Tatto. Tedi tato.
tasta, «•. alt. = tastai'e : nella frase tà-
i-là lerén = tastare il terreno : cercare
di conoscere ixno, indovinarne l'animo,
l'inclinazione.
1) Assaggiare, provare. Vedi sàgrià.
tàstàda, s. f. = assaggiatura, assaggio:
l'atto dell'assaggiare.
tasterà, * s. f. = tastiera : registro, or-
dine di tasti in un organo, pianoforte, ecc.
tàstón, (à) art: = a tasto, tastone : usasi
col verbo àndà = andare ; àndà à td-
stòn = andare a tasto, brancolare : an-
dare al buio aprendo e movendo at-
torno le braccia e le mani come chi
nuota, per non urtare nei corpi circo-
stanti. Ed anche : guidarsi toccando
via via gli oggetti circostanti.
1) àndà à làiiòn = andare a tasto :
fig. andare a caso, senza sapere a che
si riesca.
tàtera, Vedi bàrlàfus.
tàtica, s. f. = tattica : accortezza nel
procedere, nel condm-si in qualsiasi cosa.
tato,* s. in. = tatto : uno dei sensi este-
riori pel quale si apprende la qualità
tangibile dei corpi, toccandoli.
1) vègli x>àcch tàlo, vègli, tato = aver
poco tatto, aver tatto : non essere o
essere prudente, accorto nel trattare le
proprie faccende in relazione con altri.
tàvàil, s. m. = tafano : insetto volatile,
pili grosso della mosca, assai noioso
agli animali, e agli uomini.
1) Noi figurat. chiamiamo : tàràn =
chi fa vita ritirata, non si lascia quasi
mai vedere, e s'appiatta volentieri.
tàvàiià, r. ali. = corbellare, minchio-
nare, canzonare : prendersi beffe di
qualcuno.
1) Frugare. Vedi ràTàiià, 1).
tàrela, s. f. = pianella, campigiana, am-
brogetta, formella, mezzana : vari nomi
per indicare pezzi di marmo o di terra
cotta per fare gli impiantiti.
tàvol, s. m. = tavola. Vedi tàol, anche
pei derivati.
te, x>^'on. = tu : nomin. te diset = tu dici ;
te credei = tu credi.
1) Ti : accus. te tedi = ti vedo ; le
mandi ma = ti mando via.
2) Ti, dativo : a te ; te voeiìri ben =
ti voglio bene ; le dàroo dna bela ròba
= ti darò una bella cosa. Vedi il cor-
risp, di 1''^ pers. me.
tè, s. m. = tè 0 thè : genere di pianta
orientale, delle cui foglie si fa un' in-
fusione e si beve come il caffè. E la
bevanda stessa fatta con le foglie del
thè ; el m'ha invidaa à bev el tè =
mi ha invitato a bere il thè; mi el
tè el me picLs coni là panerà = a me
il thè piace colla panna.
1) i bis-còtt del tè = le pastine da
thè : quelle che specialmente si man-
giano immollate nel thè.
tè, r. alt. = tieni : tò, prendi.
te.a
— 841
tes
teàter, s. m. = teatro : edificio destiuato
ai pubblici spettacoli.
1) geni de tetlter = gente di teatro :
che vive recitando, o cantando, o bal-
lando in teatro.
2 àndà èiil teàter = dedicarsi alla
scena per carriera.
3) l'è on teàter = l'è una scena: di cose,
di avvenimenti che paiono commedie.
4) teàter anatomie k = teatro anato-
mico : la sala dove si danno lezioni di
anatomia.
5) La gente che si 'trova in teatro ;
gh'éra on teàter màgm fieli = c'era un
teatro magnifico : molta gente in teatro
e molto elegante..
teàtràl, agg. = teatrale : di teatro, ap-
partento al teatro e per noi anche ciò
che arieggia lo spettacoloso.
teàtrànt, s. m. = comico, istrione : la
gente di teatro.
teàtrìu, s. m. = teatrino : teatro piccolo,
grazioso.
1) fa 'l teàtrtn = fare il teatrino : il
recitare qualche commedi ola colle ma-
rionette che fanno i bambini su piccoli
teatrini da giocattolo.
teàtrón, s. m. = teatrone: teatro molto
grande ; là Scàia se ^jò di che l'è on
teàtrón = la Scala si può dirlo un tea-
trone.
1) Un gran numero di spettatori,
molta gente. Tedi teàter, 4).
tècc, s. m. = tetto : coperto delle case
fatto di embrici, tegoli, o altro.
1) sòta ài tèce = a tetto : si dicono
quelle stanze che sono subito sotto il
tetto, senza palco.
2) mètt, làorà, vèés à tècc = mettere,
lavorare, essei'e al coperto ; al riparo
delle intemperie.
3) èpecià à fa giilètà H tècc qiiànd
inoeùv = ridursi all'olio santo.
4) gii' è giò là cà e 'l tècc = c'è un
putiferio,
5) pòera cà èénèa tècc. Vedi cà, 5).
6) fègh nò ne cà ne tècc. Vedi cà, 4).
7) là mòri là età siti tècc, ecc.
Vedi véce, 7).
tecètt, s. m. = tettino, tettuccio : pic-
colo tetto.
tècnicli, agg. = tecnico : appartenente
alle arti, o che è proprio di questa o
quell'arte o mestiere.
1) scòla tècnica, iétitiltt tècnich =
scuola tecnica, istituto tecnico : dove
si insegnano le arti e le scienze che
si riferiscono alle arti o mestieri.
tedéum, s. m. = teddeum : l' inno com.-
posto da sant' Ambrogio , però dotto
anche inno ambrosiano.
tedèsch, agg. = tedesco. A'edi todéscli.
tedia, V. att. = tediare: dar tedio, noiare
alcuno.
tediòs, agg. = tedioso: che reca tedio,
noioso : rincrescioso.
tèèra, s. f. = tettiera, teiera : vaso di
metallo per fare e dare il tè.
tegàsc, s. m. pi. = graspo, raspo : grap-
polo da cui è stata levata l'uva.
1) Anche vinacce : raspi, bucce e
vinaccioli rimasti, uscito il mosto.
tègna, s. f. = tigna : malattia, erazione
sulla cotenna del capo che tramanda
un umore marcioso.
1) Uomo molto avaro, spilorcio, ti-
gnoso ; l'è óna tègna de vììn che no
glie eroda on quàtrin = è una tigna
che non gli casca un centesimo.
tegnì, V. att. = tenere : avere nelle o
fra le proprie mani, reggere, portare ;
quànd V lià podilii pii legnili l'ha làsaa
àndà in tèra = quando non l'ha più
potuto tenere lo lasciò cadere in terra.
1) Di servitori, operai e sini. averli
e mantenerli al proprio stipendio, alla
proprio dipendenza ; l'ha tegnilii on
cceùgk sés ànn = tenne un cuoco sei anni.
2) legni ben ò mal dna roba = tener
bene o male una cosa : averne cura o
no, usarne o no con diligenza ; là mia
miee là tén là cà cóme on bomhòn =
mia moglie tiene la casa che pare un
gioiello, che è una vaghezza.
3) Portare, avere indosso ; l'è de
pàisàn tegnì 'l càpèll in eoo anca in
cà = ò da villano tenere il cappello- in
capo anche in casa.
4) legni insèma, d'àcord = tenere
insieme, d'accordo ; l'è l'interèss che
ie tén insèma, minga l'amor = è l'in-
teresse che li tiene insieme, non l'amore.
5) legni de vùn = tenere, o tenerla
da uno : essere, stare dalla sua parte.
6) legni sòtt = tener sotto : far che
uno ci sia sottoposto, ubbidiente.
7) Eitenere, contenere, impedire :
eoo minga chi me tègna de dagli on
éciiflòtt = non so chi mi ritenga dal
dargli uno scappellotto.
8) tegnt là ptéa = ritenere 1' orina ;
non spanderla, rattenei"la.
teg
- 842 -
tei
9) tegnì vun = ritenere uno in un
luogo : fare che uno non esca ; impe-
dirgli di andarsene.
10) tegni i man à cà = tener le
mani a casa : tenerle a se.
11) Di vasi e sim. contenere, essere
capace di...; Ve on msèll che tèn tré
brent = è una botte che tiene tre brente ;
sta botèlia là tèn àlmen diiil liter =
questa bottiglia tiene almeno due litri.
12) Allegare : degli alberi ; mante-
nere i frutti promessi ; éVànn i per
lian minga tegniiii = quest'anno i peri
non hanno allegato.
13) Prendere : riferito a spazio, a
luogo nel senso di occuparlo ; el tin
tiltt el post = prende tutto il posto ;
el vefttee el tén tiltt el mur = l'armadio
tiene tutta la parete.
14) tegnì già = abbassare; ten gid el
eoo = abbassa la testa.
15) tegnì gid = tarare : trattenere del
denaro pagando un conto.
16) tegnz gid pie nàgòta = non poter
più digerire.
17) tegm li = tenere, mettere in sorbo.
18) legni lì = tenere in soggezione,
tenere in freno.
19) tegni pii ne vìn ne acqua = scop-
piare dalla gioia.
20) tegnì èli = allevare : d'animali
che non si vendono e non s'ammaz-
zano, ma si fanno crescere per pro-
fìtto; tegni sii i conili = allevare i
conigli. Dei polli si dice anche stiare;
tegni sii i polàster in càponéra = stiare
i polli.
21) fàghela legni àvùn = far filare,
far stare uno: non gli lasciar fare
quello che vuole contro la nostra vo-
lontii.
22) ito vorè ne tegni, ne scortegà =
non voler né dormire, nò far la guar-
dia ; non volersi impacciare in una
faccenda.
tesrnìsc e tegnìss, s. m. = tignoso.
Vedi teguón, 1).
tegniss, V. rifl. = tenersi, ritenersi, con-
tenersi ; hoo minga podiiii tegnimm
de digli el fàtt so = non ho potuto
tenermi di dirgli il fatto suo.
1) tegnisé tlla corda, ùla mànita,
fila sbàra, ecc. = tenersi alla corda,
alla maniglia, alla sbarra, ecc. ; sor-
reggersi a quella, appoggiarvisi per non
cadere.
2) Attenersi : tegniss ài consili, à
dna règola e sim. = attenersi ai con-
sigli, a una regola, e sim. : seguitarli.
3) tegnisé de ciint = curarsi, pren-
dersi cui-a della salute.
tegnoeùla e tègnoetìra, s. f. = nottola,
pipistrello: piccolo mammifero in for-
ma di topo con ali membranose.
tegnóii, s. m. = tignoso : che ha la tigna.
1) Tigna, tignoso, cacastecchi : uomo
avaro, sordido. Vedi spilórc.
tegniiii, /). jj. = tenuto: obbligato nel senso
di grato, ricoribscente ; glie éont propi
tegniiii per tuli i éò gentilèss = gli sono
proprio tenuto per tutte le sue cortesie.
1) vèss tegniiii à fa dna ròba = es-
sere tenuto, obbligato a fare una cosa:
specialm. di obbligo morale.
te'l, pron. = te lo, tu lo ; tc'l disi, te'l
seti = te lo dico, tu lo sai.'
1) te'l chi = eccolo.
téla, s. f. = tela: tessuto di lino, ca-
napa 0 cotone. Si pose vittoriosamente
accanto al vecchio tìla, pure non debel-
landolo; càniìsa de téla = camicia di
tela; compra là téla jier i lensoeiì =
comperare la tela per le lenzuola.
1) téla bàtisa = tela batista : sorta
di tela finissima. Vedi bàtisa.
2) téla d' Olanda = tela d'Olanda ;
specie di tela d'ottima qualità che si
fa in Olanda.
3) téla rusa = tela russa, roscendoc-
che : tela greggia, grossa.
4) tela de colon = tela bambagina.
5) téla de sàcch = traliccio, sacco.
6) téla d' imbàlàdór = tela d'invoglio.
7J téla operàda = tela a rinfranto,
alla gramignuola.
8) téla rigàda = bordato, vergato di
filo.
telar, s. m. = telaio: ordigno di legna-
me 0 altra macchi aa per tessere la
tela, drappi, maglie, ecc.
1) Legname commesso in quadro o
sim. su cui si distende o tela, o carta,
0 altro, per ricamare, disegnare e sim.
2) Quell'arnese di ferro o di legno .
nel quale gli Stampatori stringono lo
forme che poi mettono sul torchio.
3) Armatui-a, sostegno, ecc. ; el telar
dèla finèstra = il telaio della finestra ;
quella su cui girano le imposte.
4) Graticolato. T. di giard. : legnami
incrociati per sostegno di piante da
spalliera.
i
tei
843 —
teiu
telèfon, * s. m, = telefono : strumento
per il quale si trasmette lontano la
voce, il suono ; l'Edièòn l'è quèll che
ha inventaa l telèfon = V Edison è
l'inventore del telefono.
telefona, * v. alt. = telefonare: parlare
con uno lontano per mezzo del telefono ;
-S'e pò telefona de MilCin à Marna = si
può telefonare da Milano a Monza.
telegTàfà, * V. att. = telegrafare : tra-
smettere per telegrafo, dare avviso,
notizia e sim. per mezzo del telegrafo ;
et m'ha telegràfaa là rèvoca del de-
creti e che mi restava ài me pòU =
mi telegrafò la revoca del decreto e
che io restava al mio posto.
telegràflch, agg, = telegrafico: appar-
tenente alla telegrafia , al telegrafo ,
od anche trasmesso per mezzo del te-
legrafo ; dispàcc telegràfich = dispaccio
telegrafico; notisi telegràfich = notizie
telegrafiche.
telegrafista, * s. m. = telegrafista: ad-
detto al telegrafo, che trasmette i di-
spacci telegrafici.
telègrafo, * s. m. = telegrafo: mac-
china che da lontano per mezzo del-
l'elettricismo trasmette con lettere o con
segni notizie, avvisi, parole, discorsie
sim. ; ne à Bee ne à San Salvador gh'è'l
telegrafo = ne a Bee, né a San Salva-
tore c'è il telegrafo ; fàtorin del telè-
grafo = fattorino del telegrafo; quello
che lo porta alla persona cui è man-
dato ; i ptii del telègrafo = i pali del
telegrafo ; quelli che sostengono i fili
metallici trasmissori della elettricità
nel telegrafo.
1) L'ufficio telegrafico; hoo màn-
daa ài telègrafo à spedi on dispàcc =
ho mandato al telegrafo a spedire un
dispaccio.
2) fa ' l telègrafo = fare il telegrafo :
comunicare con qualcuno lontano per
mezzo di segni convenzionali ; fàsèven
el telègrafo eont el crespln = facevano
il telegrafo col ventaglio.
telegràma, * s. m. = telegramma: no-
tizia mandata per telegrafo ; è rivaa
on telegràma del pàpti = è arrivato n.n
telegramma del babbo ; hoo ricevuii on
telegràma che 'l sìo el riva mercoldi =
ho ricevuto un telegramma che dice
che lo zio arriva mercoledì.
telerìa, *«./".= teleria: quantità di tele,
mercanzia di tele.
telescopi , s. m. = telescopio : sorta
di grande canocchiale che fa vedere
come vicine le cose lontane e servo
specialm. allo studio degli astri.
telòn, * s. m. = telone : il sipario che
chiude 0 apre alla vista del pubblico
il palcoscenico. E' voce molto nuova
nel dialetto che dice più volentieri :
scepàri.
telóni, s. m. = telonio. Vedi tcàlóni.
téma, * s. m. = tema, argomento: sog-
getto di discorso, di un libro, ecc. ;
fé 'l tèma de luti i convèrsàéiòn =
è il tema di tutte le conversazioni;
Ve minga fàcil troà di bèj tèma de
composiàiòn per i fioeil = non è facile
trovare dei bei tomi di composizione
per i ragazzi.
tèma, s. f. = tema, timore; el glia minga
tèma di so genitor = non ha tema dei
suoi genitori.
temeràri, agg. = temerario, troppo ardito,
inconsiderato , sfacciatamente audace.
1) giildìsi temeràri = giudizio teme-
rario : giudizio senza prove, senza ar-
gomenti, che uno fa sulle azioni altrui.
tèmola, s. f. = amante, amorosa, druda :
amica in mal senso ; l'han visi sili
hàstiòn cont là tèmola = l'hanno ve-
duto sui bastioni coli' amante.
tèmp, s. m. = tempo : successione dei
fenomeni nel mondo sensibile.
1) Stagione : bèll^ briitt tèmp = bello,
brutto tempo, bone o cattivo tempo,
dicesi della stagione buona o cattiva ;
el tèmp el vmur cambia = il tempo
vuol cambiare.
2) el me, el §ò, el noster, el voéter
tèmp = il mio, suo, nostro, vostro
tempo; il tempo di che uno può di-
sporro ; quello che uao spende in varie
operazioni, studi o cose.
3) Usasi a significare la durata di
un ufficio, di un'operazione ; Phà pà-
saa, tiitt el tèmp dèla càmjìàgna à
stadia = passò tutto il tempo della
campagna a studiare.
4) i tèmp = i tempi : le condizioni
della vita pubblica; hÌ7i tèmp crìtick
i noster = sono tempi critici i nostri.
5) Agio, comodità di . fare ; dàm,m
tèmp e fàroo tiitt quèll che te voeilret =
dammi tempo, agio, e farò tutto ciò
che vuoi.
6) vègli nànca tèmp de fiàdà = non
teiu
844
teiu
aver tempo neppur di mangiare, di
fiatare.
7) el témp = il tempo : detto degli
orologi: ciò che ne regola il moto.
8) tèmj) = tempo : dicesi in musica
la misura del suono delle voci e anche
del moto. Di qui la maniera : àndà à
tèmp = andare a tempo ; sonare, can-
tare ed anche ballare a regola di suono.
9) mesa tèmp = mezzi tempi ; quando
non è ne troppo freddo, né troppo
caldo.
10) vègli el bau témp = avere, darsi
il buon tempo ; passare allegramente
il tempo, la vita.
11) te gliee bon témp = tu parli fuor
di proposito.
12) Ve minga à cor Ve à riva à témp
= non vale correre per aver fortuna.
13) giitstàs-è el témp = il tempo si
rimette, si rischiara.
14) vèsé temp traa vìa = essere tempo
sprecato, perso.
15) ciàpà témp = cogliere il tempo;
cogliere l'occasione, prendere l'oppor-
tunità propizia. Anche.: prendere tem-
po : indugiare, aspettare a fare una
cosa.
16) tegnl a riiàn el témp = acquistar
tempo ; far cose che non sarebbe ne-
cessario fare addesso, ma che in tutti
i modi s'avrebbe a fai" poi.
17) dà témp ài tèmp = dar tempo
al tempo : fare, terminare comodamente
un negozio; frenare l'impazienza, at-
tendere il momento opportuno ad una
cosa.
18) vèsegh témp à... = esserci tempo;
esserci lo spazio di tempo che ci vuole
a fare una cosa.
19) pàsà 'l témp = passare il tempo ;
passarlo non senza piacere, diverti-
mento, sollazzo.
20) pèrd, tra vìa H témp = perdere,
sciupare, gettare il tempo, ninnolare :
trattenersi in cose da nulla.
21) pèrd minga témp = non mettere
tempo in mezzo ; non trattenersi nel
fare una cosa : farla subito, senza in-
dugio.
22) el témp Ve gàlàntòmm = il tempo
è galantuomo ; perchè passa per tutti
e passa ugualmente.
23) ingànti 'l témp = ammazzare il
tempo ; far qualche cosa per passare il
tempo senza noia.
24) riva à témp = arrivare a tempo ;
al momento oppoiiuno.
25) ài me, ài tò, ài so, ài nosfcr
témp = ai miei, al mio, ai tuoi, al tuo,
ai suoi, al suo, ai nostri, al nostro
tempo ; in gioventù o nel tempo felice.
26) rSba che ha faa 'l so témp =
cosa del tempo andato.
27) à témp = a tempo; all'ora op-
portuna; al tempo fissato, debito.
28) à témp e loeùgh = a tempo e
luogo ; secondo che il tempo e il luogo
lo concedono, lo permettano.
29) témp écùr, tèmp èàraa giù =
tempo buzzo ; nuvoloso.
30) Temperie, condizione di tempo :
Pc on témp piovòs = è un tempo pio-
voso ; st'estaa l'ha sèmper faa on témp
del diàol = quest' estate ha sempre
fatto un tempo del diavolo.
tempera, s. f. = temperare, appuntare: far
la punta a penne, matite, ecc. ; tempera
VUpis = appuntare la matita, il lapis.
teinperàdura, s. f. = temperatura : stato
dell'atmosfera e dei corpi secondo il
grado di calore.
temperalapis, * s. m. = temperalapis:
una macchinetta fatta apposta per ap-
puntare gli apis.
temperàmént, s. m. = temperamento :
complessione, qualità o stato del corpo
umano ; el g'àvéva on temperàmént
tròpp linfàtich = aveva un tempera-
mento troppo linfatico.
1) Fig. mitigamento , espediente ,
compenso ; Ve on temperàmént che se
po' àeètà = è un temperamento che fii
può accettare.
temperànsa, s. f. = temperanza: il sa-
persi moderare, il saper mantenere in
tutto la misura.
temperàpènn, s. m. = macchinetta da
temperare: congegno di legno con un
ferro tagliente, per temperare le penne
d'oca.
temperi, s. m. = temporale senza gran-
dine ; gran vento con scossoni d'acqua.
temperiu, s. m. = temperino : sorta di
piccolo coltellino per temperai'e le penne
ed altri usi.
temperinàda, s. f. = temperinata: colpo
0 taglio netto col temperino.
tempèsta, s. f. = gragnuola, grandine:
gocciole d'acqua congelata nell'atmo-
sfera che cadono nelle stagioni calde
sulla terra.
teiii
- 845
teli
1) tempèsta, tempèsta de mcuj = na-
bisso : di ragazzo special, che faccia il
diavolo a quattro por giuoco o per
cattiveria.
tempesta, v. att. = grandinare: cadérla
grandine ; mdg e giùgn Imi i més che
tempèsta = maggio e giugno sono i
mesi nei quali grandina.
1) Importunare , sollecitare alcuno
con troppe, insistenti domande.
tempestaa, agg. = tempestato, gioiellato:
di cosa su cui stiano per ornamento
molte gemmo e specialm. brillanti.
tempestàda, s. f. = grandinata: il gran-
dinare, il cader della grandine ; e vc-
gniiil òna tempestàda che l'ha jjortaa
via, tiiécòss = venne una grandinata
cbe portò via tutto.
tempia, s. f. = tempia : parte della faccia
tra l'occhio e l'orecchio; se 'l bàtéva
là tempia l'era bèli e mòri = se bat-
teva la tempia era beli' e morto.
1) La carne delle tempie nel maiale ;
hoo màngiaa là tempia coi scìsger =
ho mangiato la tempia coi ceci.
tempiètt, s. m. = ciborio : tabernacolo
a forma di tempio. Vedi tàbei'nàcol.
1) tempiètt = chiosco: padiglione alla
foggia di quelli chinesi.
tempìii,* s. m. = tempino , tompetto ,
tempettino : dimin. di tempo per sta-
gione ; usasi ironie, con senso di tempo
cattivo ; chi l'è che m à spàse cont
^to cdr tempìii = chi va a spasso con
questo caro tempino ; l'è on més che
fa on tempin deliéiós = è un mese
che il tempettino è delizioso.
tempista, * s. m. e f. = tempista: chi
conosce bene il tempo della musica,
chi va bene a tempo.
tèmpor, s. f. pi. = le tempora: i di-
giuni di tre giorni prescritti dalla
chiesa nelle quattro stagioni o tempi
dell'anno.
tempora!, s. m. = temporale, bufera :
tempesta improvvisa o brutto tempo in
generale ; temportil in viontàgna =
temporale in montagna ; sfeètaa ha
fàa temperai de épèss = quest'estate vi
furono di frequente temporali. Vedi
stràvént.
1) gh'è te^nportll = c'è temporale, è
buio : diciamo fìgurat. quando in una
casa c'è del malumore.
2) Agg. : caduco ; contrario di spi-
rituale.
3) el poter temperai = il poterò tem-
porale: il governo che il Pa^ia aveva
sulla romagna e che finì nel 1870.
temporàneàmènt, * avv. = temporanea-
mente : in modo temporaneo, per un
certo tempo.
temporii, e temporìv agg. = precoce,
primaticcio : di frutte che maturano
per le prime.
1) Mattutino, mattiniero: chi si alza
presto alla mattina.
tèmpra,* s. f. = tempra, tempera: durezza
che si dà all'acciaio riscaldandolo e raf-
freddandolo improvvisamente.
1) Fig., indole , carattere d' uomo
forte, risoluto e fermo ; l'è on òmm
d'otta bòna tempra = è uomo di buona
tempra.
2) tétnpra = tempera : quel liquido,
0 colla 0 chiaro d'uovo col quale i pit-
tori sciolgono i colori, ed anche i co-
lori così disciolti.
tenàia, s. f. = tenaglia, tanaglia : stru-
mento fabbrile per uso di stringere, di
sconficcare, o trarre checchessia con
violenza,
1) Stampino : quello con cui il bi-
gliettinaio fora i biglietti nelle stazioni
delle strade ferrate.
teuàin, s. m. = tenaglietta : dim. di te-
naglia.
tene, agg. = tinto, macchiato, bruttato : ci
g^hà là fàcia tènda = ha il viso tinto.
1) Bruno: del colore quasi bronzeo
di chi sta molto al sole.
tènca, s. f. = tinca : sorta di pesce di
fiume 0 di lago, buonissimo a mangiare.
tencheta, s. f. = tincolino: piccola tinca.
tenciòn, agg. = nero, bruno : di chi ha
la pelle di colore oscuro.
teiid, V. ait. = attendere, accudire, ba-
dare; tend ài fàtt so = attendere ai fatti
proprii.
tènda, s. f. = tenda : tela che si distende
in aria allo scoperto per riparare dal
sole, dall'acqua, dall'aria qualche cosa.
1) Cortina : drappo che si appendo
alle finestre per riparare la troppa luco
0 per ornamento.
2) tira àìi i tend = rialzare le tende:
raccoglierle in alto con un meccanismo
qualunqire, perchè non impediscano la
luce; ed anche : aggruppare le tende,
cioè ripigliarle in qualche punto, per so-
stenere certe parti e lasciarne pendere
certe altro.
teli
— 846
teii
3) Drappellone: quei pezzi di drappo
che pendono dal cielo del baldacchino
o che si mettono agli archi o alle porte
delle chiese in occasione di paramenti.
4) i tend del lèti = le tende da letto;
il parato che serve per lo più come or-
namento.
5) Tendale: gran tenda, specialm. in
uso nelle barche.
téndegh, v. att. = attendere: accudire a
faccende che richiedono cura continua;
el glie tend intriga ^la botéga = non
accudisce alla bottega.
tendénsa, s. f. = tendenza: propensione,
inclinazione dell' animo verso chec-
chessia.
tènder, e tener, agg. = tenero. Vedi
tener.
tènder, s. m. = traino, tender: carro di
scorta: il carro del treno su cui si porta
l'acqua e il carbone occorrenti per la
caldaia. Dall' ingl. tender.
tèndinj s. m. = tèndine: cordone di fibre
che lega i muscoli alle ossa; ghe s'è
inflàmaa i tèndin del bràse = gli si
sono infiammati i tendini del braccio.
tendina, s. f. = tendina: dim. di tenda:
piccola tenda e specialm. quella che si
mette ai vetri della finestra e alle fine-
strino delle carrozze.
1) Quella tela con che in chiesa si
copre una sacra immagine, che suol
essere anche di seta, d'oro e sim.
tendòn, s. m. = tendone: tenda molto
grande e specialm. quella che si mette
a guisa di padiglione fuori dalle botte-
ghe per ripararle dal sole.
tenént, s. m. = tenente : uffiziale mili-
tare sotto il capitano di cui talora fa
le veci; Ve pàsaa de tenént à capitani
in pòceh ami = jiassò da tenente a ca-
pitano in pochi anni.
tener, agg. = tenero: contrario di duro,
di sodo: che cede al tatto, ohe facil-
mente si comprime.
1) Di membra, non forti, delicate; i
fiolitt, g'han i bràseitt tener come = i
bambini hanno i braccini tenerissimi.
2) Fig. dell'animo: ailettuoso, sensi-
bile, di modi dolci ; el g'hà '/ coetir
tener = è tenero di cuore.
tenerésa, s. f. = tenerezza: affetto deli-
cato verso una persona o una cosa; là
^ìa là g'hà ona gran tenerem per el
me fimi = la zia ha una grande tene-
rezza per mio figlio.
1) tenèrèss = tenerezze : gli atti, le
parole che dimostrano tenerezza verso
qualcuno.
tengr, r. att. = tingere: far pigliare a qual-
che cosa un colore che prima non aveva;
rhà faa teng de négher el vestii ceUst
= fece tingere in nero il vestito celeste.
1) Macchiare, insudiciare ; el glia
tengiiiu lei fàcia de néglier = gli tinse
di nero la faccia.
ténges, V. rifl. = tingersi: macchiarsi,
prendere un colore; à sta vesin ài càl-
dàr l'è fàcil ténges = stando vicini alle
pentole è facile tingersi.
1) ténges i càvèj, là barba, i bàrbts
= tingersi i capelli, la barba, i baffi:
rendere ai capelli, barba o baffi il co-
lore che hanno perduto: rifarli di bianchi
neri o biondi.
tengiuda, = tinta : fig. accoccamento di
un debito.
tenor, s. m. = tenore: soggetto, concetto
del discorso, di una lettera; conòsi nò
el tenor de la lètera che H Vhà Periti
el pàpt^ = non conosco il tenore della
lettera che t'ha scritto il babbo.
1) Modo, forma; el g'hà on tenor de
fila che me pìàs prQpi pòcch = ha un
tenore di vita che mi piace poco dav-
vero.
2) Tenore: voce da canto fra il basso
e il contralto e il cantante stesso ; el
Tàmtigno el g'hà dna gran bela ros
de tenor = il Tamagno ha una gran
bella voce di tenore.
tenorèll,* s. m. = tenorino : tenore di
poca forza, ma di una certa grazia.
tensiòn,* s. f. = tensione: l'essere molto
teso, specialm. di nervi e di muscoli.
tenta, v. att. = tentare: far prova, sjio-
rimentare; hoo tsntaa tanti vòlt de sta
in casa Ma séra, tnà ghe riHi nò =
ho tentato parecchie volte di stare in
casa alla sera, ma non ci riesco ; hoo
tentaa de perniàdel à stadia, ma no
gh'è vèrso = ho tentato di persuaderlo a
studiare, ma non c'è modo.
1) Fig., istigare al male, al peccato;
l'è 'l diàol che m,e tenta = è il diavolo
che mi tenta; làéààs tenttt dal gioeùgh
= lasciarsi tentare dal giuoco.
2) Anche semplicem. allettare, sol-
leticare, senza l'idea del male; ài Dàl-
Vèrme gh'è on épetàcol che me tenta =
al Dal Terme c'è uno spettacolo che
mi tenta.
ten
847 -
ter
3) Attentare: fare azioni dirette con-
tro r altrui bene o diritto comunfiiie
non segua l'effetto ; tenta fila vita, à
l'olir))' = attentare alla vita, all'onore.
4) rès<- tenfaa de fa, de di = essere
tentato di fare, di dire nna cosa: avere
grandissima voglia di fare o di dire
una cosa; éont te?itaa de digh.en qiititer
in doH- e briléck = sono tentato di dir-
gliene quattro in agro dolce.
tentàdòr, s. m. = tentatore. Vedi ten-
tàtòr.
tentàsión, s. f. = tentazione: il tentare:
l'istigare, specie al male ; in mèé-è à
tanti tentààiòn còme ée fa à resìst? =
in mezzo a tante tentazioni come si fa
a resistere"? Ve cantra i tentààiòn = ò
contro le tentazioni : di cosa brutta cosi
che non può piacere proprio a nessuno.
teiitàtìv, ."?. m. = tentativo : azione per
tentar qualche cosa; l'ha faa tanti ten-
tàtiv per otegni '/ post, ma 'l gKè
minga rièsii = fece molti tentativi per
ottenere il posto, ma non c'ò riuscito.
tentàtòr, * s. m. = tentatore : chi o che
tenta.
tenuda,* s. f. = tenuta: estensione di ter-
reno; el g'hà dna mcigntfica tenUda éitl
lodesàn - ha una magni^ca tenuta sul
lodigiano.
tenuta,* s. f. = tenuta: l'abito militare:
montura; in tllta, in bàSa tenuta =. in
alta, in bassa tenuta.
teodolitt, s. m. = teodolite : istruraento
degli ingegneri.
teologrh,* 8. m. = teologo : chi ])rofessa
teologia: dotto o dottore in teologia.
1^ teologia, s. f. = teologia : la scienza
p che tratta di Dio e dei suoi attributi.
teológicli, * agg. = teologico, teologale;
che si riferisco alla teologia.
teorèma, * s. m. = teorema: proposi-
zione che ha bisogno d' essere dimo-
strata per divenire evidente; g'han daa
de rièòlv diiii teorema fàeilikini = gli
han dato da risolvere due teoremi fa-
cilissimi.
teorìa, .s. f. = teoria: la i)arte specula-
tiva di una scienza, e l'insieme di co-
gnizioni che spiegano un certo ordine
di fatti.
1) in teorìa = in teoria, teoricamente;
contrario di praticamente.
teòrìcli,* agg. = teorico : di uomo che
non è pratico: che s'attiene soltanto
alla teorica e fa professione di teorie.
tèpa, s. f. = borraccina: musco che na-
sce sulle scorze degli alberi, sopra al-
cune pietre e nei luoghi umidi, om-
brosi.
1) Musco, muschio: piante crittogame
minute e delicate che coprono come un
tappeto fitto e mordido il fondo delle
foreste a volte i massi e i tronchi de-
gli alberi.
2) compagnia dèla tèpa = compagnia
della teppa: una compagnia di giovi-
nastri, prepotenti e crudeli che fanno
il male per amore del male e per sma-
nia di sbravazzare.
tèra, s. f. = terra: pianeta che si aggira
periodicamento intorno al sole e sul
quale noi abitiamo il mondo.
1) Il terreno su cui si cammina, da
cui nascono e crescono tutti i vegetali ;
là tèra là dà Pe ée ghen dà = la terra
dà se gliene vien dato ; l'è dna tèra
grtLéa = è una terra grassa; tèra col-
tiva = terj-a seminale , da coltivare ;
tèra vérgin = terra vergine, sodaglia.
2) Suolo : boria in tèra = cadere in
terra ; dormi in tèra = dormire in terra.
3) tèra cdfa = terra cotta, terracotta :
terra indurita al fuoco con che si fanno
vasi, piatti ed anche oggetti d'arte.
4) tèra de Frància = terra da foi'mare.
5) l'è dna tèra promèsa = è una
terra promessa : di qualunque terreno
fertilissimo.
6) àndà in tèra, per tèra = andare
in terra, per terra : cadere.
7) viàgitL, àndcL per tèra = viag-
giare, andare per terra : facendo il
viaggio per terra, non per mare.
8) vèèé in tèra = essere in terra ;
fig. d'averi, di condizione : essere ro-
vinato 0 pressoché rovinato ; se glie
èiicéd qiièta disgràsia li l'è dna fà-
m,ilia in tèra = se le succede quella
disgrazia lì, è una famiglia in terra.
0) ròbb che età nò ne in cièl ne in
tèra = cose che non stanno né in cielo
né in terra : che non hanno né babbo
né mamma, di cose strane, fuori d'ogni
proposito.
10) vèès ntlnca dègn de basa là tèra,
dde 'Z mètf i pee = non esser degno di
legargli le scarpe : essergli grandemente
inferiore.
11) tra à tèra = allettare, gettare in
terra : dotto di l)iade o fieni, stenderli
come in un letto, senza che si possano
ter
— 848
ter
rialzare; là tempèsta Vhà trema (èra
fiitt el formént = la grandine ha al-
lettato tutto il frumento, il grano.
12) glie càia là tèra .'iota ài pè =
gli manca il terreno sotto ai piedi : gli
manca il necessario. Noi lo diciamo
anche di chi è insaziabile, e desidera
sempre di più.
13) cerctl j)er mar e per ter a. Vedi
mar, 5).
14) tèra = polvere ; gh'h on càr de
ter a sui mobil = c'è molta polvere sui
mobili.
15) còme tèra, avv. = moltissimo,
assai ; fa dànee come tèra = arricchire
assai, guadagnare moltissimo.
16) temp de giièra bàli cóme tèra =
in tempo di guerra bugie come terra.
17) Podere, campo ; el g'hà on poo
de tèra, ma roba de pòdi = ha un po'
di terra, ma affar da poco.
18) tèra càtu = caccili : sugo della
mimosa cateclm, mescolato a zucchero,
cannella e altri aromi e serve specialm.
a togliere il cattivo odore del fiato.
tèràlia, s. f. = terraglie, s. 2}l. vasi e
altre stoviglie di terra cotta ; in del
fa San Michee han ròtt quasi tuta là
flràlia = nella sgomberatui'a hanno
rotto quasi tutte le terraglie.
tèràpiéii, s. m. = terrapieno: bastione
fatto di, 0 ripieno di terra, ed ogni
elevazione artificiale di terra.
teràgg, s. m. = terraggio : nome nostro
di parecchie contrade dietro il naviglio.
Dal lat. terragium.
te rasa, s. f. = terrazza, altana, belve-
dere : parte alta della casa, scoperta o
aperta da uno o più. lati ; àndà èula
fertLsa à bev el càfè = andar sulla ter-
razza a bere il caffè.
1) Loggia, verone : specie ai terrazza
anche non in alto.
tereinòtt, * s. m. = terremoto, tremoto :
veemente scossa di qualche parte della
terra per causa naturale ; mvàrìa nò
.ve Vh ùtaa piisee tremèndo el tcremòtt
de Càiàmìciola; o qucll de Diano
Marina = non saprei se è stato più
tremendo il tremoto di Casamicciola o
quello di Diano Marina.
1) teremòtt = diciamo anche a chi
è lento, intrigato nel muoversi.
terén, s. m. = terreno : la ten-a che si
coltiva ; l'è rriìnga on terén prodiitiv
= non è un terreno produttivo.
1) Fig. Scoprì, ^càvà terén = sco-
prire paese, terreno : indagare con ac-
cortezza cose che ci prema di sapere.
2) guadagna terén, pèrd terén =
guadagnare, acquistar terreno ; perder
terreno : di persona che acquisti o
perda infiuenza, di cosa che acquisti
0 perda il credito presso la gente.
3) Agg. della terra, vicino a terra ;
el pian terén = il piano terreno :
quello d'una casa più prossimo a terra,
appena fuor di terra. Dicesi anche : il
terreno.
téreo,* agg. = terreo : che è color della
terra, specialm. del volto.
toréster, agg. = terrestre : della terra ;
pàràdis terèster = paradiso terrestre :
luogo ])ieno di delizie.
terìbil, * agg. = terribile : che apporta
terrore ; el .(petàcol d'òna bàtàlia l'è
qiièicòis' de terìbil = lo spettacolo d'una
battaglia è qualche cosa di terribile.
1) Assai grande, eccessivo ; l'è on
floetì d'una vivàcitaa terìbil = è un
ragazzo di una vivacità terribile ; in
America i treni van cont dna velocitaa
terìbil = in America i treni vanno con
una velocità terribile.
teribol, s. m. = turibolo. Vedi turibol.
teritòri, s. m. = territorio : quel tratto
di paese a cui si estende il dominio,
la giurisdiriziono di un municipio, di
un principe, ecc.
teritoriàl,* agg. = territoriale : spettante
a territorio, di territorio.
1) là teritoriàl = la milizia territo-
riale.
tèrinàl, * agg. = termale : di terme :
stàbilimént tèrmàl, cura tèrmiti = sta-
bilimento termale, cura termale.
tériiien e tèrinin,* s. m. = termine : vo-
cabolo proprio di alcuna scienza o arte ;
el x>àrla cont di tèrmin tècnich, che
se càpiss pòcch o niént = paila con
termini tecnici che si capiscono poco
0 nulla.
1) Pietra o altro che sta ad indicare
dove termina una proprietà e ne co-
mincia un'altra ; g'han portaa via tiiti
i tèrmin = hanno portato via tutti i
termini.
2) Tempo assegnato e fissato per il
pagamento di un debito, il compimento
di un atto e sim. ; hàn minga àcètaa
Vistànsa, perchè èra scadila el tèrmin
per là presentàéiòn = non hanno ac-
ter
849 -
tes
cettato la domanda perchè era scaduto
il termine per la presentazione.
3) là ròba Ve in sii termin = la
cosa è in questi termini ; in questo
stato, in queste condizioni.
4) à termin = a maturanza, al punto
ultimo di una cosa.
5) à termin de lèg = a termine di
legge ; secondo dispone o vuole la
leggo; à termin de ìég el doeva paga
nànca on sòld = a termine di legge
non doveva pagare neppure un soldo.
6) in termin d'on més, d^on ànn,
e sim. = in termine d'un mese, d'un
anno, e sim. ; nel decorso, nel tempo
di un mese, di un anno e sim.
7) Titolaccio , improperio, insulto ;
denominazione d'ingiuria, ingiuria ; el
m'ha daa de luti i termin = mi diede
f- d' ogni sorta di titolacci ; mlj minga de
th-min = non voglio ingiurio.
termòinetro, s. m. = termometro : stro-
mento por conoscere il grado della tem-
peratura di un luogo 0 dei corpi.
tèma, s. /. = terna : scelta di tre per-
sone, specialm. quella che si propone
per la scolta da una commissione d'e-
same in un concorso ; in del concoré
ài colèg retll di tosànn sqnt staa in
tèrna = nel concorso al collegio reale
delle fanciullo fai in terna.
tèrnèta, s. f. = tagliarini, tagliolini :
pasto da minestra a liste piatte e strette
come nastri.
1) Trinetta : piccolo orlo che finisce
la trina.
tèrnOj s. m. = terno : la combinazione
di tre numeri al giuoco del lotto o sim.
1) tèrno éècch = torno secco : terno
giocato solo, escluso l'ambo.
2) rè on tèrno ài lòti = è un torno
al lotto ; diciamo d'ogni avvenimento
fortunato, specie se ci produce gua-
dagno .
terOr, s. m. = terrore : grande spavento.
ters, agg. = terzo; agg. num. ordin.
di tre, ed una delle tre parti in cui si
divida un intero.
1) òna tersa persona = una terza
persona ; un estraneo, una persona che
si interpone fra due che trattano.
2) el tèrs e 'l quàrt = il terzo e il
quarto; questo e quoUo, chiunque.
3) el tèrs incomod = il terzo inco-
modo : chi entra o si trova fra altri
importuno, non gradito.
51
4) tèrùa = terza: intervallo musicale.
tèrsàua, s. f. = terzana : febbre che
viene un giorno si e un giorno no.
tèrsètt, s. m. = terzetto : composizione
musicale a tre voci o a tre parti.
tèrsili, * .■?. m. = terziglio : sorta di gioco
di carte che si fa in tre.
tèrsìiia, s. f. = terzina: tre versi le-
gati insieme dalla rima, per lo più
endecasillabi ; i tersimi d'on sonètt =
le terzine d'un sonetto; el Mùnti Phà
cercaa de ignita là teréìua de Dante =
il Monti cercò di imitare la terzina di
Dante.
1) Terzina : T. music. : tre note della
stessa specie del valore di due.
tèrsiroetì, agg. = settembrino : di fieno
che tagliasi per la terza volta.
1) Trevoltino : di bachi che mutano
la pelle solo tre volte.
tèrsiìitim,* agg. = terzultimo, antepenul-
timo : quello che viene prima del pe-
nultimo, che dopo lui ce n'è ancora
due prima di finire.
tés e tésa, s. f. = palude : è uno stagno
artificiale por andarvi a caccia di uc-
celli acquatici,
tési, *«./■. = tesi: proposizione scien-
tifica che si sostiene e si sviluppa
nelle scuole.
1) tési de làurea = tesi di laurea:
r argomento che uno nel!' esame di
laurea tratta in iscritto e sul quale poi
si fa l'esame.
2) eomédia à tési = commedia a tesi:
una commedia che intende dimostrare
una tesi.
teserà, s. f. = tessera, schedina : carta
0 simile di riconoscimento ; là teiera
de giornalista = la tessera di giorna-
lista ; là teserà déla Societaa di ini-
piegaa = la tessera della Società degli
impiegati.
tesidòr,* s. m. = tessitore, tesserandolo:
chi fa il mestiere di tessere.
tesidòra,* s. f. = tessitrice, tessitora,
tossaudora, tesserandola : colei che fa
il mestiere di tessero.
tesidura, s. f. = tessitura: l'operazione
del tessere e il modo di fare il tessuto.
Tesili, s. m. = Ticino : fiume affluente
del Po.
1) càscia Tesin = maestralare: sof-
fiar vento di maestro, che per lo più
porta a noi il bel tempo.
I tesòr, s. m. = tesoro: cumulo di rie-
tes
— 850 —
tes
chezze ; oro, argento, gioie e altre cose
preziose.
1) Il luogo dove si custodiscono
molte ricchezze ; el tesòr del Dòmm
= il tesoro del Duomo.
2) tesòr ; el me tesòr = tesoro ; te-
soro mio : dicesi di persona molto cara;
el me Mario Ve '/ me tesòr = il mio
Mario è il mio tesoro.
3) l'è on tesòr = vale un tesoro :
diciamo di persona clie abbia tutte le
buone qualità e clie ci giovi molto.
tesoreria, * s. f. = tesoreria: luogo ove
sono gli uffici del Tesoro pubblico.
tèss, V. att. = tessere : comporre la tela
mediante il telaio.
test, s. m. = testo : coperchio per pen-
tole, casseruole, padelle. Da noi pro-
priam. quello di ferro per poterci met-
tere fuoco quando si cuoce una vivanda
sotto e sopra.
test, s. 7)1. = testo : ciò che è contenuto
in un libro, parola per parola, punto
per punto.
1) lìber de test = libri di testo : quelli
che si adoperano nella scuola per la
lettura.
2) test = testo : specie di carattere
di stampa, superiore al silvio.
testa, s. f. = testa, capo. Per molti si-
gnificati vedi eoo.
l'I Fig. mente, intelletto, ingegno ;
el Càvàlòti l'è ona bela tèsta = Ca-
vallotti è una bella testa, una bella
mente ; in Italia gh' è bisògn de òìnen
de testa = in Italia c'ò bisogno di uo-
mini di ingegno.
2) tèsta qtiàdra, bòna = testa quadra:
uomo di molto acume, e sodo sapere.
3) tèsta voeiìia = testa piena di pappa
frullata; uomo di poco ingegno,- e di
minor criterio.
4) tèsta cMda = testa calda : chi è
esaltato ed anche collerico, impetuoso.
5) à tèsta = a testa. Nella frase oìi
tànt à tèsta = un tanto a testa, per
significare un tanto a persona, un tanto
ognuno; han faa on disntt che 7 co-
stava trénta fr aneli à tèsta = hanno
fatto un pranzo che costava trenta
franchi a testa.
6) àia tèsta = alla testa, in testa :
innanzi agli altri, prima degli altri,
quindi anche a guida degli altri.
7) de soa tèéta = di sua testa: se-
condo la propria testa, il proprio pen-'
siero ; senza tener conto dell' altrui
consiglio; el fa sémper i ròbb de soa
tèsta e mi me loca rimedia = fa sem-
pre le cose di sua testa, e a me tocca
rimediare.
8) règh là tèéta in di nit'ol = aver
la testa in campagna ; essere distratto.
9j vègli là tèsta à casa = aver la
testa con se: aver giudizio, senso pratico.
10) pèrd là tèsta = perdere la testa ;
smarrirsi, perdere il senno.
11) sàvè nò dòe se g'iià là tèsta =
non sapere dove uno abbia la testa:
non saper più che si faccia ; non esser
buono a niente.
12) chi no g'kà tèsta, tibia gàtnb =
chi non ha testa, abbia gambe : chi
non si ricorda delle cose, rifaccia la
strada.
13) ée mi foo 'l càpelee, nàss là
gent sènsa tèsta = se mi metto a far
cappelli , nascono gli uomini senza
testa : dicono gli sfortunati a cui nulla,
proprio nulla va bene.
14) dà tila tèsta = dare al capo ; di
odori troppo forti.
15) tèsta de lègn = uomo di paglia :
che finge di trattare interessi propri e
li tratta invece per un altro che non
vuol comparire.
16) tèéta déla rceùda = mozzo della
ruota: quello da cui partono i raggi.
17) éàlàmm de tèsta. Vedi sà-
làmin, 2).
testàmént, s. m. = testamento : sci'it-
tura, per lo pili in forma pubblica, per
cui uno dichiara l'ultima sua volontà
e si costituisce l'erede; fa testàmént
far testamento ; làsà in testàmént =
lasciare in testamento ; impiignà on
testàmént = impugnare un testamento :
cercar di farlo dichiarare non valido.
test.àmeiitàri, agg. = testamentario : che
si ]-iferisce a testamento ; eseciitòr te-
stamentàri = esecutore testamentario.
testàna, s. f. = testata : 1' estremità
della lunghezza di una cosa piuttosto
grossa.
1) là testàna del lètt = spalliera,
capoletto : la parte dalla quale, stando
a letto, si tiene il capo : il daccapo
del letto.
testàrd, agg. = testardo, capai-bio, coc-
ciuto : chi vuol far tutto di sua testa
e rifiuta l'altrui consiglio.
tes
— 851
tet
testàrdàgiu, * s. f. = testardaggine: la
•qualità d'uomo testardo, caparbio.
testerà, s. f. = spalliera. Vedi testàiia, 1).
testìcol, s. m. = testicolo : organo della
ri])roduzione nell'animale maschio.
testifica,* v. att. = testificare : fare testi-
monianza di una cosa ; attestare una
cosa; gh'è dés pcr^'dim che pòden te-
stifica là mia inocenèa = vi sono dieci
persone che possono testificare la mia
innocenza.
•testimóni, s. m. = testimonio, teste,
testimone : chi fa o può fare testimo-
nianza, specialm. dinanzi ai tribunali;
è finii iér V interogàtòri di testimotii
= è finito ieri l'interrogatorio dei te-
stimoni.
1) Chi è 0 fu presente a qualche
fatto 0 a qualche cosa ; r è i-taa el me
testimòni, qìiànd me ^-ont i-posaa = fu
mio testimonio quando mi sono spo-
sato ; han faa on diteli Sénm testi-
moni = hanno fatto un duello senza
testimoni.
testimonia, * v. att. = testimoniare :
rendere testimonianza, far fede, atte-
stare d'una cosa ; soni jjroìit à testi-
moniali qiiòll che hoo viét = di quel
che ho visto son pronto a testimoniare.
tèstìn, s. m. = capino : dim. vezzegg.
di capo; là g^hà on bèli tèstln = ha
un bel capino.
1) Testino: sorta di carattere tipo-
grafico di occhio assai piccolo.
testina, s. f. = testina : dim. vezzegg.
di testa; l'è dna bela teètìna = è una
bella testina : di donna molto leggiadra.
Anche : capino.
1) Come vezzeggiativo bambinesco ; te
doeiir là testina? = ti duolo la testina?
testiroetì, s. m. pi. = orecchi : le due
doghe sporgenti e forate del bigonciuolo
per infilarvi un bastone e portarlo.
tèstòn, s. m. = testone, capone: accre-
scitivo di testa, capo.
1) Zuccone, ostinato, caparbio, te-
stardo ; te see on gran tèstòn, quànd
te se fiset in d'ona roba = sei un gran
' testardo quando ti fissi in una cosa.
2) Persona che capisce poco : Ve on
hon fioeiì, ma come seolàr l'è tròpp
tcstdn = è un buon ragazzo, ma come
scolaro è troppo testone.
3) Mascherone : quella maschera raf-
figui'ante una testa grossa molto più.
del naturale.
tèsto, ^. m. = gravina: arnese da mu-
ratore come martello, il cui ferro di
qua fa da zappa, di là da piccone.
tèstiiàl, * agg. = testuale : di parole,
tali e quali furono dette o scritto.
tesiiii, s. m. = tessuto : qualunque stoffa,
panno, drappo tessuto.
1) Agg. : l' è minga stàmpaa, l'è
tesilii = non è stampato, è tessuto : di
stoffe a disegni formati tessendola, non
stampativi dopo.
téta, s. f. = poppa, mammella, tetta,
cioccla: la parte del corpo che nelle
femmine è la parte secretoria del latte.
1) dà de tèta = allattare : dare il
latte ai poppanti ; tcBU là tèta = svez-
zare.
2) ftoeit de tèta = bambino lattante.
tèta, ■v. att. = poppare : succhiare il latte
dalle poppe: dei bambini che si nu-
trono col latte della nutrice.
1) Buggere, succhiare: di chi tiene
la bocca in modo che pare stia sempre
succiando.
2) el ghe tèta dent = ci si pascola :
diciamo di chi gode assai facendo o
vedendo una cosa.
3) el mn Ve là tèta di véce = il vino
è la poppa de' vecchi.
4) à toeu èie à creta ée tèta, à pàgti
ée crèpa = comperare a credito ingrassa
e a pagare ammazza.
5) Pecchiare : bere molto vino. Vedi
sciifià.
tètàda, s. f. = poppata : il poppare.
1) Pecchiata, bevuta : il pecchiare.
Vedi tèta, 5).
tetano, * s. m. = tetano : malattia mor-
tale che ha per carattere una rigida
tensione dei muscoli.
tètàtèt, s. m. = colloquio a quattr'occhi,
da solo a solo : il trovarsi in due soli
a pranzare, a discorrere, ecc.
tètìua, s. f. = poppina : vezzegg. di
poppe ; usato specialm. al plur.
1) Zinna : le poppe della mucca mac-
cellata che servono a parecchi usi in
cucina.
2) Luminello : quello su cui sta il
fulminante e su cui batte il cane del
fucile perchè ne esca il colpo.
tètircetì, s. m. = dentarolo, zanna, branca,
pestellino, ciambella, bubbolino, se-
condo le sue varie forme ; è arnese da
porre in bocca ai bambini nel tempo
della dentizione, perchè la agevolino.
tet
- 852 -
tini
tètòu f s. m. = poppone : il bambino
che poppa volentieri e molto.
1) s. m. = popputa: di donna che
lia grosse poppe.
tetro, agg. = teti-o , tenebroso , cupo ,
oscuro, tristo : specialm. di luogo.
téved, agg. = tiepido e tepido: tempera-
tamente caldo, un po' caldo, o percbè
poco riscaldato, o perchè quasi raffred-
dato ; me pitis nò mangia là mi?ièstra
téveda = non mi piace mangiare la
minestra tiepida; l'è minga ne bèli,
ne igihiieh lavasi' coni V acqua iévecla
= non è ne bello, ne igienico lavarsi
coir acqua tepida.
ti, pron. = tu: noni, del pron. di seconda
persona ; ti te m,e voeuret ben = tu mi
vuoi bene; ti te see on brdo ficeu = tu
sei un bravo ragazzo. Lo si accompa-
gna sempre col te,
1) Te, preceduto da proposiz. ; coni
ti, per ti, de ti, à ti, in ti, ecc. = con
te, per te, da te, a te, in te, ecc.
2) no vèsè ne ti ne mi. Vedi mi, 3)
3) segone ti = secondo te, a tuo
parere.
4) dà del ti = dare del tu ; trattare,
parlare ad uno con confidenza.
5) dàss del ti = darsi del tu; essere
amico di tu.
ti, pari. pron. = te li, te le ; se no te
tègnet i liber polid, ti porti ma = se
non tieni bene i libri te li porto via ;
i càstègn ti dàroo quànd hin còtt =
le castagne te le darò quando saranno
cotte.
1) Partic. pron. che in italiano non
si traduce ; i nivol ti védet à cor = le
nubi le vedi correre ; i éedrp ti lustret
luti i màtinn = alle scarpe dai la cera
ogni mattina.
tìbé, s. m. = tibet: sorta di stoffa di
lana che usasi per i vestiti da donna.
tìbia, s. f. = tibia : lo stinco.
tibilori, s. m. = mai-toro. Vedi tàbà-
loeùri.
ticch, s. m. = ticchio : capriccio, ghiri-
bizzo; àdèès el g'hà 'l ticch de pària
sémper fràncés = ora ha il ticchio di
parlar sempre francese.
1) Tic, ticche: malattia dei nervi
della faccia.
2) ticch tàech = tic tac e tic toc ;
voce imitativa di colpo secco.
tifo , s. m. = tifo : sorta di malattia
gravissima e contagiosa.
tifoidèa,* s. f. = tifoidea : specie di feb-
bre che ha molta somiglianza al tifo.
tìg-lier e tigre, * s. f. = tigre: mam-
mifero ferocissimo col manto d'un giallo
sbiadito, a macchie e strisce scure.
1) Fig. Persona crudele.
tigraa, agg. = tigrato: macchiato a più
colori come la pelle della tigre.
tila, s. f. = tela. Vedi téla. *
Ij de èira cànevàss per tila, opp.
ne i dònn, ne là tila giottrdej mài de
èira = ne donna, ne tela a lume di
candela. Vedi èira, 2).
tilbiirì, s. tn. = tilburi : bagherino leg-
gero. Dall' ingl. tilbury.
tìli, * s. m. = tiglio : sorta di pianta le
cui foglie servono per fai-e dei decotti.
tildn, s. m. = telone. Vedi telon.
tìmber, * s. m. = timbro, bollo: specie
quello che si usa negli uffici pubblici.
1) timber de ms = timbro di voce :
corpo di voce.
timbra,* v. att. = timbrare : segnare col
timbro, bollare.
timbro, * s. m. = timbro. Vedi timber.
tìmid, agg. = timido : ritenuto, che ha
soggezione, che non ardisce.
timidèsa, s. f. = timidezza, timidità :
atto, qualità ed abito di chi è timido.
timininfiìs qnàrdòca. Vedi quàrdóca.
timm, s. m. = timo, popolino : erba
odorifera che serve a molti usi, spe-
cialm, in cucina.
timón, s. m. = timone : arnese di legno
con cui si governa la direzione della nave.
1) Nella carrozza l'asta di legno a
cui si attaccano i due cavalli.
2) timòn del cdr = tiro del carro.
3) mdinich del timon = ribolla.
timonéla, s. f. = timonella: carrozza a
quattro ruote con mantice tirata per lo
più da un cavallo solo.
timoniér, * s. m. = timoniere : colui
che navigando regola il timone.
timor, s. m. timore, paura : perturba-
zione d'animo cagionato dalla proba-
bilità di incorrere nel male, di aver
qualche danno, ecc.
1) timor di Dio = timore di Dio : il
rispetto che i credenti gli devono e la
paura di offenderlo.
2) vèi'S sèma timor di Dio = esser
senza timore di Dio : essere uomo cat-
tivo, bestiale.
3) timor pànich = timor panico :
una specie di costernazione improvvisa.
tini
- 853 -
tir
timoraa, agg. = timorato : chi ha timore
di non essere abbastanza giusto, chi ha
. il timor di Dio.
' timpen, s. m. = timpano, timballo: stru-
mento di suono strepitoso risultante
■ da percosse date su una pelle secca
fortemente distesa sopra gli orli di un
vaso sferico e cancavo di rame.
1) Timpano : delle orecchie ; ì-omp i
Umpen = rompere i timpani.
2) T. tipogr. : parte del carro del
torchio dove si appuntano i fogli che
vanno stampati.
lina, s. f. = tina, tino: gran vaso di
legno a doghe in cui si pigia l'uva
affinchè diventi vino.
1) Pila: recipiente dove si pestano
i cenci nelle cartiere.
tiuèll; s. m.. = tinello: nelle case si-
gnorili la stanza dove mangiano le
persone di servizio.
tinéra, s. f. = tinaia, tinaio : il luogo
dove si tengono i tini per fare il vino.
tinivelin, s. m. = succhiello, succhio :
ferro con manico di legno a gruccia ;
serve a far buchi nel legno per con-
ficcarvi chiodi.
tinta) s. /. = tinta : il colore ; i ààrà-
mént hin invernisaa polìd^ ma là
tìnta Ve trdpa ciàra = i sferrami sono
verniciati bene, ma la tinta è troppo
chiara.
tintàra. Vedi tintóra.
tintilo, s. m. = ticchio, capriccio, ghi-
ribizzo. Vedi tìcch.
tintimilia, s. f. = leziosa, smorfiosa.
Vedi smorfla.
tintili, = tintin : voce imitativa di suono
di campanello. Vedi din din.
tintòr,* s. m. = tintore : chi esercita
l'arte di tingere panni, drappi e sim.
tintóra, tintàra in del fàlà s' impara
= chi fa falla, e sbagliando s' impara.
tintoria, * s. f. = tintoria: la bottega
dove si prendono a tingere o si tin-
gono i panni; sul poni Beàtrìs, in
fond de Borghnoeuv gii' è dna bòna
tintorìa = sul ponte Beatrice, in fondo
a Borgo nuovo c'è una buona tintoria.
tintura, s. f. = tintura, tinta : il tingere
e la materia colorante colla quale si
tinge; specialm. si dice degli specifici
per tingere capelli, barba e baffi.
1) Anche T. medie. : tintura d'tir-
niea, d'iodio, e sim. = tintura d'arnica,
di iodio, e sim.
tiòrba, * s. f. = gironda, ghironda:
rozzo strumento musicale a corda, so-
nato colla manovella.
1) chi sona là tiorba guadagna on
sòld de pan, e mi che l'hoo sonàda no
g'hoo nàgòtt in man ; e qualche volta
con maggiore sprezzo e maggior scon-
forto : guadagni on stroné in man =
ogni fatica ha compenso e la mia ri-
mane senza; lo dice chi vede il pro-
prio lavoro infruttuoso o mal retribuito.
2) Bilurchio, bircio : corto di vista ;
Ve on tiòrba de vÈn che H ghe véd
tntnga dò dìda in là del nds = è un
bircio che non ci vede due dita al di
là del naso.
tipo , s. m. = tipo : modello , forma
originale; l'è ona^ gàleria fàda in éiil
tipo de qiièla de Mildn = è una gal-
le]ia fatta sul tipo di quella di Milano.
1) Fisonomia caratteristica; l'è 'l
vero tipo di ciàrlàtdn = è il vero tipo
dei ciarlatani.
2) rè on bèli tipo, on gran tipo! =
è un gran tipo! ; che tipo! Ve on cèrto
tipo = che tipo ! ; è un certo tipo ; si
dice familiarmente di un uomo strano,
bizzarro, ed anche poco promettente.
tipografia, * s. f. = tipografia, stampe-
ria: l'arte della stampa dei libri e
l'officina dello stampatore.
tipogràflch, * agg. = tipografico: ap-
partenente a tipografia.
tir, s. m. = tiro: l'atto del tirare e il
colpo stesso ; Vhà faa trii tir, màgni-
- fieh = fece tre tiri magnifici ; el glia
'l tir sicàr = ha il tiro sicuro.
1) Tiro a segno, esercizio al bersa-
glio ; Vhà eiàpaa '/ premi ài tir fede-
rai de Liigdn = ebbe il premio al tiro
federale di Lugano. Vedi bersàli.
2) Azione cattiva, mal tratto : el ìnlià
faa vÈn de quij tir prdpi de birichin
= m'ha fatto uno di quei tiri proprio
da biricchino.
3) vèss à tir = essere a tiro, essere
presso al termine di qualche cosa, es-
sere al punto giusto.
4) tir à diiil, à quttter, à sés = tiro
a due, a quattro, a sei : una carrozza
a due, a quattro, a sei cavalli.
5) tir d'oRucc = veduta : per quanto
può comprendere l'occhio in giro.
tira, V. att. = tirare : condurre o muo-
vere dietro a sé o verso di so qualche
cosa con forza; * bcetì tiren el cdr =
tir
-854 -
tir
i buoi tirano il carro ; quànd i cavai
tìren pii Vèéègnche hin propi stràeeh
mòrt = quando i cavalli non tirano
più è segno che sono stanchi morti :
tivù, àprèéé ài mur el tàol = tirare la
tavola accosto al muro.
1) Allungare, tirando con forza; bi-
sogntl'va tira i lensoetì per podèj fa
^ota = bisognava tirare le lenzuola per
poterle rincalzare.
2) tir^ ' l còli = tirare il collo : rom-
perlo , slogarlo ; uccidere tirando il
collo.
3) tira i ténd, là porterà e sim. =
tirare le tende, la portiera e sim. :
chiuderle o aprirlo secondo i casi, ti-
rando una corda che le fa scorrere in-
nanzi 0 indietro.
4) Gettare a forza lontano ; el glia
tiraa on sàss in là tèsta = gli tirò uu
sasso nella testa.
5) tirti i daa = tirare i dadi : get-
tare i dadi giocando.
6) Urti là bògia = tirare la palla:
lanciarla nel gioco delle bocce.
7) tira éiitìl, piàtt, fin = tirar sot-
tile, piano, fine : di ferro o altro me-
tallo, distenderlo, allungarlo a colpi di
martello o facendolo passare per la
trafila.
8) tirù,, tira de prèsi = tirare : nel
prezzo di una cosa che si compri, van-
taggiarsi, cercai- di fare il proprio gua-
dagno pagando il minor prezzo possibile;
tira indree = diffalcare : pagar meno
di quel che ci è richiesto.
9) tirti foeùra o à Óltra ma roba
. = tirar fuori una cosa : levarla di den-
tro, di dove è chiusa, riposta, nascosta.
10) tira foeura o tirti sii scus =
tirar fuori scuse : addurle, esporle.
1 1) tir^ foeùra on ciint = tirar fuori
un conto : trascriverlo dal libro mastro
in foglio separato.
12) tira fo^ura = deviare, scansare.
T. dei cocchieri.
13) tira foeùra = provocare : spin-
gere agli eccessi dell'ira.
14) tir'à l'ticqua ài so molìn = tirar
l'acqua al suo mulino; tirare ogni cosa
al proprio utile. Vedi acqua 11), mo-
lìn, 3).
15) tirti infine = tirare avanti: se-
guitare, procedere innanzi ; l'è celebre
oràmp^i el famoso « tirèmm intins »
del pòer Scie sa = è celebre ormai il
famoso « Tiriamo avanti :;■ del povero
Sciesa.
16) tirti là góla = tirare la gola;
me tirtlva la gola de ància ài bàgn =
mi tirava la gola di andare ai bagni.
17) Degli abiti : essere stretti, impe-
dire i liberi movimenti della persona;
on vestii chi tira in di spali = xm
abito che tira alle spalle.
18) tirt = tirare : dicesi di una stufa,
di un camino, quando il famo va su
per la cappa o per il canale libera-
mente.
19) tir^ = tirare : esplodere un'arma
da fuoco; ài iisèj piscinitt, mi glie
tiri nò = io non tiro agli uccelli pic-
cini.
20) Di vento : soffiare un po' forte ;
tirava on veni étàmàtina, che se étàn-
tàva à sta in pee = tirava un vento
stamane che si dui-ava fatica a stare
in piedi.
21) tira de spada, de scherma = ti-
rar di spada, di scherma: saper ado-
perare la spada, giuocare di scherma.
22) tirti là come Dìo voeùr = reggersi
alla meglio : vivere come si può.
23) tirù, là = campare : vivere cosi
così, alla meglio: e si dice della sa-
lute e dei guadagni.
24) tirala coi dént e tirti àdree ài
mur, e assol. Urtila = strappare la
vita : campare , tirarsi innanzi alla
meglio, mediocremente, con stento.
25) Esercitarsi al bersaglio.
26) iir-à dent. Tedi dent, 11), bà^ii
maria, 1).
27) tirk àprèsé = arieggiare; avere
qualche somiglianza. Anche : tirti de
vùn = tirare da uno, ritrarre da uno,
rassomigliargli.
28) tira àdree = stare accanto : si
dice di cosa che si avvicini in merito
a un'altra. La persona di cui si dica
che là tira àdree à òn. altra, nel con-
cetto dei piiì è inferiore. Anche: tra-
scinare. — Tirt àdree lo diciamo anche
per sgocciolare, delle bottiglie dalla cui
bocca uscendo il liquido, scorre lungo
il collo e la pancia invece di cadere a
parabola nel recipiente.
29) tirti èit = raccogliere : specialm.
di danari in colletta.
30) 'tir'à sii = caricare : d' orologi e
altri meccanismi simili.
31) tirti àie 'l ficc = Vedi lìce, 1).
tir
- 855 -
tir
82) tira ■vìa = levare, portar via, to-
gliere da una cosa.
8B) tira sii = tirar su, campare :
nutrire, per le spese ; el tira sii i ficeil
à pòmm de tèra = campa i figliuoli a
patate.
84j tirti sic = tirar su, educare, al-
levare. In questo significato anche :
tira grand.
35) tira sii = aggruppare, fare in
gruppo ; tira àii i càvèj = aggruppare
i capelli ; tirti sii i ténd = aggruppare
le tende ; rannodarle in qualche punto
per lasciar pendere il rimanente.
86) tira sii = erigere, costruire, in-
nalzare. Anche semplicem. alzare, sol-
levare, quando non si tratta di edifici.
37) tir^ sii = estrarre: dei numeri
del lotto, della tombola, ecc.
38) tira sii OH càpèU = rimontare
un cappello : rimetterlo a nuovo, rifa-
cendolo in parte ; tira sii piés = in-
saldare, raccomodare un merletto.
39) tira giù = abbassare una cosa,
scemare l'altezza, calare, far discen-
dere ; tirtl giò là liicèrna, tira già on
qiiàder = abbassare, staccare la lucerna,
un quadro.
40) tira giò = servirsi : prendere a
tavola la vivanda dal piatto comune.
41) tira giò = copiare, ricopiare :
dal vero e da un disegno.
42) tira giò che te 'vengiilii o che te
g'hee reson = chetati ! te la dò vinta.
43) tirtt giò 'l càpèll = levarsi il
cappello.
44) tira indree 'l ciiii = ritrarsi :
disdire quel che si aveva promesso.
45) tird. là paga = tirare la paga :
riscuotere la paga.
46) tii-à là péli in eoo = scannare,
prendere per il collo : fig. far pagare
ad uno una merce o fargliela vendere
a un prezzo che sia molto maggiore o
molto minore del giusto. Anche stroz-
zare : di chi pretende da contadini, pi-
gionali, ecc., più del possibile.
47) tirtL in lungh o tila lUnga = ti-
rare in lungo, indugiare, procrastinare.
48) tirct de lungo = passar via, non
badare : non curar checchessia.
49) tivù, = rendere, far diventare ;
tirti lUcid, noeiw, grand, driss, e sim.
= rendere, far diventar lucido, nuovo,
grande, diritto, e sim.
50) tira driss = arar dritto : non
sgarrare dalla via retta ; in senso ma-
teriale e morale.
51) tirti i càlsètt^ tira 7 fiaa = Vedi
càlsètt, 2) ; flaa, 2).
52) Urti per i pee = tirare, mettere
in campo, tirare in ballo : farci entrare
uno che non lo voglia.
53) Attirare : tirare a se persone o
animali, per voglia che, con azioni no-
stre, se ne faccia nascere in loro ; tira
i àventor = attirare gli avventori ; tir^
là gent = attirare la gente ; tirù. i ba-
siti = attirare i baci. Anche di coso
materiali, quando, non essendo visibili
le ragioni del moto, par questo l'ef-
fetto di un atto spontaneo ; i pitlnt
tiren el fÈlmin = lo piante attirano il
fulmine.
54) Allettare : attirare colla speranza
di godimento ; el m'ha tiraa coi citicer
= mi ha allettato colle chiacchiere.
Vedi ingàtià.
55) tira = tirare ; T. tipogr. : di fogli
imprimerli, stamparli.
56) tii-(i = salire : di strada erta che
si inerpica su per il monte.
57) tira sii = Vedi sii, dal 4 all' 8).
58) càì-na che ée tira là ràr ntlnca
on quàtrin là lira ; ma quànd l' è b&it
tiràda l'è mài pie pcigàda. Lo diciamo
noi per celia quando uno si sta stirando
a significare che l'atto dello stirarsi ò
brutto e ineducato ma l'effetto ò soddi-
sfacente per chi si stira.
tiraa, agg. = tirato, part. pass, di tirare.
1) tiraa còme on stècch = stecchito,
rigido.
2) tiraa = tirato, spilorcio, avaro.
tiràbràsca, s. m. = tirabrace, rastione:
ferro ricurvo, a lungo manico, a uso
di cavar la brace dal forno.
tiràbiisciòu, s. m. = cavatappi, tira-
tappi, tirabusciò, cavaturaccioli : arnese
per stappare la bottiglia quando è ben
stoppata colla macchina.
tiràca, s. f. = pellancica.
tiràda, s. f. = tirata : discorso lungo,
noioso.
1) dna tiràda = una tirata: un se-
gaito di cose.
tiràdòr, s. m. = tiratore : colui che tira
bene di fucile, pistola e sim.
tiràdiìra, s. f. = tiratura, il tirare.
1) là tiràdùra d'on giornàl, d'on
lìber = la tiratura di un giornale, di un
libro : lo stampare il giornale, il libro-
tir
— 856
tìs
tìràlàtt , s. ni. = poppatoio : arnese
por succiare il latte da sé quaado è
troppo e fa male.
tiràlìui) s. m. = tiralinee : piccolo stile
d'acciaio sottilmente appuntato, che si
pone ai due bracci delle seste per ti-
rare delle linee.
tìràiuàntcs, s. m. = tiramantici : chi sugli
organi ha per ufficio di tirare i mantici.
tìràiuént , s. m. = tiramento : 1' atto
e l'effetto del tirare.
tìràniòla, s. m. = tiremmolla : di cosa
che s'allenta e cede; del dire e disdire,
del volere e disvolere e sim.
tii'àiiìa, s. f. = tirannia : atto ingiusto del
tiranno o atto prepotente di chicchessia.
tirano, s. vi. = tiranno: persona in-
giusta e crudele coi suoi inferiori.
tirànt, s. m. = tirante, laccetto: na-
stro 0 striscia di pelle addoppiata, al-
l'estremità del collo della scarpa per
calzarla facilmente.
1) Tiranti, tirastivali: gancetti di
ferro che servono a calzare lo stivale,
tirandolo su con essi.
2) Tirelle: due strisce di cuoio o
d'altro da attaccare il cavallo perchè
tiri la carrozza.
3) Stracche, cigno. Vedi bràtèj.
4) T. delle arti : tirante, ogni pezzo
di macchina o altro che serve a te-
nerne in sesto le varie parti.
5) Cordiera : l'cgoletto, verso il fondo
degli strumenti ad arco, a cui si rac-
comandano le corde.
6) tirtint = nottola. Vedi bàtiroeù, 10).
tiràpé, e ancora in qualche famiglia
tiràpee, s. m. = pedale: striscia di
cuoio con che i calzolai tengono forme
sui ginocchi le scarpe.
1) Tirapiedi : garzone del boia.
2) fa 'l tiràpee, vèsà el tiràpee de
vun = faro il tirapiedi ad uno : com-
piacerlo anche in cose basse e abbiette,
servilmente.
tii'àsa, (coiupàguìa del) = compagnia
di sonatori ambulanti : suonano male
e senz'arte, sono laceratori d'erecchi
che accattano in tal modo la vita. Vanno
scomparendo.
tiràss, V. rifl. = stirarsi, allungarsi, pro-
tendersi , prostendersi : allungare le
membra, le braccia distendendo i nervi ;
l'è minga creànsa tiràss in ftleia àia
geni = non è creanza stirarsi in faccia
alla gente.
1) tiràés de lìàrt = tirarsi, farsi da
parte : portarsi da parte ; me soni tiraci
de pàrt per làsà pàèà 'l tràmm = mi
son tirato da parte per lasciar passare
il tranvai.
2) tiràss in là = tirarsi in là, scan-
sarsi : fare un po' di posto ad altri dove
siamo noi.
3) tiràss foRiXra = fare eccezione :
essere diverso dagli altri della stessa
specie ; l'è on cavali che se tira fceiìra
de luti i càvtli = è un cavallo che fra
tutti i cavalli fa eccezione.
4) tiràsé foRwra = aprirsi : del tempo
minaccioso che poi si rasserena e fa
bello.
5) tiràss fcenra = levarsi, togliersi
da...; el s'è tiraa foeiìra déla societaa
= si levò dalla società.
6) tiràés indree = arretrarsi, tirarsi
indietro. Fig. sottrarsi, scansarsi da
un obbligo.
7) tiràss in mént = rjcordai'si e
sforzarsi di ricordare.
8) tiràéè àdòss = tirarsi addosso,
procacciarsi : far che ci avvenga una
cosa, specialm. spiacevole.
9) tirààà àdòéà è àprèèà ; avvici-
narsi, accostarsi.
10) tiràss sii = alzarsi, e specialm.
mettersi a sedere sul letto.
11) tiràsé èli = riaversi, rifarsi : di
convalescenti che vanno riacquistando
le forze.
12) tiràss àii = ringalluzzire : met-
tere una certa baldanza da gallo.
tirént, agg. = tirato, sodo : della carne
contrario di floscia.
1) Di pers. : ritenuto nello spendere,
un po' avaro.
tirètt, s. m. = tratto, trattuzzo : il filetto
che taglia il ti minuscolo (t) verso la
testa.
tiriuciàpp e tiriuciììi, s. m. = abitino
strozzato, scarso: che stringe da ogni
parte ed è assai corto.
tiritèra, s. f. = tiritere, stampita : una
tirata lunga, noiosa; un discorso che
non conclude a nulla.
tirliudàiia, s. f. = lenza : strumento per
pescare all'amo.
tirocìni, * s. m. = tirocinio : il novi-
ziato che uno fa in una professione,
in un'arte.
tiròs, agg. = tirante. Vedi tirént.
tisana, s. f. = tisana, decotto.
tis
857 -
toc
Tisi, s. ni. = Tizio : nome proprio ve-
nuto ora a significare persona in ge-
nere ; è vegnuìi on Tisi = venne un
K Tizio, un tale.
1) Tisi, Semprdni e Mmiìn = Tizio,
Sempronio e Martino : questo e quello.
tisich, * cigg. = tisico, etico : che è af-
fetto da tisi.
1) fa crepti tìsich = far morir tisico :
di chi tormenta altri in modo assai fa-
stidioso.
tisiguscj agg. = tisichello, tisicuccio ;
dimin. di tisico : si dice anche di chi,
malfermo in salute accenna di dar nel
tisico.
tìtol, s. m. = titolo : iscrizione di libro
0 d'altro, denominazione.
1) Eapporto fra il metallo fine e la
lega in oggetti d'oro e d'argento.
2) Epiteto, aggiunto, mala parola;
ingiuria: el g'hà daa de triti i titol =
gli disse epiteti, male parole d'ogni
sorta ; dàss di tìtol = gettarsi in faccia
di male parole.
3) Nome generico di grado, dignità,
principato, ecc.; el g'hà 'l tltol de
duca = ha il titolo di duca.
4) tltol = titolo : una carta o altro
che attesti del merito o del diritto che
uno ha o crede di avere per un ufficio,
una dignità e sim.; l'ha minga sàviiil
fa vàri i so tìtol = non ha saputo far
valere i suoi titoli.
5) T. econom. Nome generico di
qualsiasi carta di credito o di valore,
6) Pretesto, motivo : gh'éra "nirnn
tìtol per podèll inviati = non c'era alcun
motivo di poterlo invitare. Disusa.
tivàn, s. m. = tivano : nome d'un vento
che sul Lario spira da Colico.
titola, s. ni. = baggeo, babbione, grullo:
uomo di poco criterio, credenzone e
scipito.
titolaa, agg. = titolato : chi è investito
di un titolo nobiliare di signoria, di
dignità, di cavalierato, ecc.
titolar, agg. = titolare : chi è investito
del titolo di un ufficio, di un beneficio
e sim. ; Ve 'Z profesor titolar = è il
professore titolare ; Ve '/ titolar déla
pàrdchia = è il titolare della parrocchia.
titiibà , V. att. = titubare , esitare :
stare ambiguo, dubbioso, non si risol-
vere ; tl7ica dòpo luti i prceilv che
g'hoo daa el titubava àncàniQ, noi me
voréva créd = anche dopo tutte le
prove che gli diedi, titubava ancora,
non mi voleva credere.
titiibàiit, * agg. = titubante, incerto,
dubbioso, perplesso : chi è come colui
al quale il si e il no nel capo gli ten-
zona.
tò, jìvon. = tuo, tuoi, tue. Per i vari
usi vedi so.
tòa, pron. = tua : femm. del pron. tò =
tuo : toa niiee = tua moglie ; là tòa cà
= la tua casa.
1) Al plur. fa anche questo tò;
càrtiìna coi tò gàmb = cammina colle
tue gambe; i tò idèi = le tue idee;
i tò viriti = le tue virtù.
toàia, s. f. = tovaglia : largo pannolino
con cui si copre la tavola per appa-
recchiarla.
1) Ampio pannolino guernito di tulle
che si stende sulla mensa degli altari.
toàià, v. att. = svignarsela : andarsene
senza che altri se n'accorga, o anche
fingendo di non accorgersi d'altri.
toàiàn, s. m. = cicmdolone, soppiattone :
chi fa il baggeo per non pagar gabella ;
per averne vantaggio.
toàléta e toàlètt, s. f. = teletta, toe-
lette, toeletta : è una tavola a modo
di cassa con coperchio, entro la quale
sono pettini, specchio e quant' altro oc-
corra per pettinarsi ed acconciarsi il
capo. Talvolta è una piccola tavola
guarnita di tela e merletti che serve
allo stesso uso. Dal frane. : toilette.
1) Specchio : quando lo specchio è
aggiunto a un tavolino con lavamano
e catinella e l'occorrente per pettinarsi
e lisciarsi.
2) stànsìn de toàlètt = abbigliatoio,
camerino : stanzino con tutto il comodo
per abbigliarsi. L'hanno i signori.
3) Abbigliamento, acconciatura; là
contèéa là g'àvéva dna toàlètt elegàn-
tìsima = la contessa aveva un abbi-
gliamento elegantissimo ; fa toàlètt =
faro 0 farsi teletta; abbigliarsi, vestirsi,
lavarsi, pettinarsi.
tobìs, s. m. = bircio, miope : che ci vede
poco. Vedi tiòrba.
1) Brillo, altetto, alticcio: di uno a
cui il vino ha dato un po' alla testa.
tobisceùra, s. f. = cecilia, lucignola.
Vedi giàsoeù.
tòca, s. f. = paragone, pietra di para-
gone : una pietra di colore nericcio, a
grana fina, inattaccabile dall'acido ni-
toc
— 65S —
toc
trico. Su questa pietra l'orefice prova
il titolo dell'oro.
tocà, V. att. = toccare: accostai'e una
mano o parte qualunque del corpo ad
una cosa, ed anche di cose, essere a
contatto ; là càdrega là idea 'l mur =
la sedia tocca il muro ; i coèrt tóchen
in tira = le coperte toccano in terra.
1) Fig. : di anni, esservi giunto,
averli ; ormài el loca i quaranta =
= orinai tocca i quaranta.
2) toeù, con man = accertarsi. Vedi
mail, 34).
3) toeà dal vlv = toccar sul vivo, ar-
recar dispiacere con le parole ; trattare
di cose che scottano altrui.
4) tocà 'l del coni on did =• toccare
il cielo con un dito. Vedi ciél, 2).
5) tocà 'l cceilr = toccare il cuore:
commovere, fare impressione. Anche
detto di Dio ; tocà ' l cceilr à vQn =
toccare il' cuore ad uno : indurlo a
pentimento, farlo buono.
6) Toccare , spettare , appartenere :
esser debito di uno ; ineoeil tóca à ti
à sta de guàrdia = oggi tocca a te
star di guardia; tóea àia marna à
guardagli àdree ài fioeu = tocca alla
mamma custodire i figliuoli.
7) tocà 'l pois = toccare il polso :
tastare il polso per sentire se uno ha
0 no la febbre.
■ 8) no me tochee che me guàstee =
non mi toccate che mi sciupate. Vedi
guasta, 3).
9) vede e no tocà l'è dna rdba de
impara = vedere e non toccare ò una
cosa da imparare : lo diciamo ai fan-
ciulli, perchè non mettano le mani su
tutto ciò che vedono e spesso- lo di-
ciamo adirittura colla forma italiana,
diventata così del dialetto.
10) el toca = ruba; Vhà mandaa
ria el servitòr perchè '/ locava = li-
cenziò il servitore perchè rubava.
11) ti toca = tocca a te a sbrigartene :
arrangiati.
12) lochimela Èli = stringiamoci la
mano.
13) tocà sii = eccitare, spingere :
delle bestie far che corrano di più.
14) tocà = toccare in sorte ; el quà-
der el gh'è tocaaà Hi = il quadi'O toccò
a lui.
tocch, s. m. = tocco: il toccai'o, l'atto del
toccare e specialm. quello del battaglio
sulla campana.
1) Il modo con cui uno suona un
istrumento a corde, il pianoforte, l'arpa
e sim,; el g'hà on tocch delicàtisim el
me màèster de piano = ha un tocco
delicatissimo il mio maestro di piano-
forte.
2) dà Vultim tocch = dar l'ultimo
tocco, l'ultima mano, finire.
tocch, agg. = ammaccato : di fratte sode
che ricevono e conservano certo livi-
dore 0 altro segno cagionato da per-
cossa 0 da sfregamento.
1) Noi diciamo: Ve tocch = è tocco,
magagnato, di chi abbia i polmoni
bucati.
tòccli, s. m. = tocco: pezzo grosso di
checchessia, brano; el m'ha daa on
tòech de pan = mi ha dato un pezzo
di pane.
1) Brano, pezzo: di tela, stoffa,
carta e sim. ; l'è on tòech del to vestii
= è un pezzo del tuo vestito.
2) Parte, tratto ; l'è on -tòech de
Idgh màgnìfich quèll de Moltrds = è
un tratto di lago magnifico quel di
Moltrasio.
3) boria già à tòcch= cascare a brani,
a pezzi: di cosa vecchia, lacera, che
non sta più insieme. Anche à tòech e
bocòn,
4) tàià à tòech = tagliarle a pezzi ;
dividere in pezzi: se si fa con una
certa regola si dice : appczzare.
5 ) oìi tant ài tòech = a occhio e croce,
a casaccio, a fànfera, a quattro quat-
trin la calata, coll'accetta: locuzione
avverbiale che vale alla peggio, all'in-
grosso, all' incirca, senza fare le ope-
razioni necessarie. Vedi bràss, 4); fa
qùèicòss on tant ài tòech = fare una
cosa a occhio e croce : con poca atten-
zione e poca diligenza.
6) oti tant ài tòech = a mal aggua-
gliare : di confronto che si faccia o
serva, sebbene non torni in tutto.
7) giudica on tant ài tòech = dal*
sentenze coll'accetta, coli' ascia: giudi-
care alla cieca, senza un esame suffi-
ciente.
8) tòech d'on òmm, de tósa, d'on
fioeil e sim. = è un tocco d'omo, di
ragazza, di ragazzo ; è un bordello cioè
grosso, rubusto, forte, fatticcio e tar-
chiato.
toc
— 859
tee
9) tòceh d'on tisen = pezzo d'asino :
di persona scempia, dura ad intendere
0 che mal sa provvedere al proprio
interesse. Vedi àsen.
10) ància in tòcch = andare in ro-
vina : di stato economico della famiglia.
11) vèsS in tòceh = essere bazzotto,
coccio : di salute non buona.
12) l'è on tòceh cVÒna vergogna = è
una gran vergogna, un vitupero.
toclielìn, s. ni. = brincello, pezzettino,
bocconcino. Vedi boconìn.
toclièll, s. m. = brandello, pezzetto:
diniinut. di tòccli = brano, pezzo.
1) Di roba da mangiare, boccone,
frusto : e se è pane ancbe : tozzo.
tochesàua, s. m. = tocca e sana : me-
dicamento portentoso, istantaneo.
tochèti, (pocliéti ma) = Vedi pochéti.
tòder, s. m. = tedesco, straniero. Lo
stesso che todèsch ma più volgare.
Todescàrìa, s. f. = Tedescheria, Germa-
nia : il paese dove sono i tedeschi.
todèsch, agg. e s. m. = tedesco: che o
chi è di Germania, e specialm. gli Au-
striaci : quàncl ghiera ehi i Todèseh =
quando c'erano qui i Tedeschi; studia
el todèseh = studiare il tedesco, la lingua
tedesca.
1) pària todèsch ! =y parlare in te-
desco. Per noi significa anche parlare
in modo da non esser capiti.
2) te see on gran todèseh! = sei un
gran zuccone ! E' traccia ancora del-
l'odio nostro per la dominazione au-
striaca e non ripassò le Alpi con loro.
toeù, pron. = tuoi. Vedi tò.
1) prima ti e poeu i toeu e pceu i
ttlter se te pceu = stringe più la ca-
micia che la gonnella, più vicino è il
dente che nessun parente : significa
che gli interessi propri stanno sempre
più a cuore che quelli degli altri e che
la prima carità è la carità di sé me-
desimi.
ì. toeu, v. att. = prendere, di rado: pigliare;
toiu on sorbètt, el càfè, e sim. = pren-
dere, pigliare un sorbetto, il caffè e sim.
1) Offrendo; toeul che 'l tceuia ! =
t to' ! prendi ! prenda ! Non, piglia! pigli !
2) toeu lesiòn = prender lezione: farsi
dare lezione da un maestro.
3) toeti on bàgn, là medestna = pren-
dere un bagno, la medicina.
4) Di pers.; hoo tòlt là cameriera
noe uva = ho preso la cameriera nuova,
ho fatto venire al mio servizio una ca-
meriera nuova.
5) Andare da uno per accompagnarsi
con lui, per condurlo seco; ància à toeic
'Z dotòr = andare a prendere il medico;
andarlo a chiamare perchè venga; hiu
vegnull à toeumm de àndà in barca =
sono venuti a prendermi per andare in
barca.
6) Provvedersi ; mi tceui el vìn dal
Clèrici in del vìcol de Santa Maria
Segreta, = io prendo il vino dal Clerici
nei vicolo di Santa Maria Segreta.
7) Sposare; tceu miee, mari = pren-
der moglie, marito : ammogliarsi, ma-
ritarsi.
8) toeio in àfdt = prendere a pigione,
in affìtto: specialm. della casa che abi-
tiamo quando non è proprietà nostra.
In questo senso anche toeu cu = pren-
der casa, abitazione.
9) toRU là misÈra = prendere la mi-
sura: del sarto, del calzolaio che mi-
surano la persona, il piede per adat-
tarvi gli abiti, le scarpe; e in generalo
di chi misura qualunque cosa per adat-
tarvene un'altra.
10) vègh el tceu e poeu toeu = avere
tre pan per coppia : più di quello che
si poteva sperare.
11) toeu sic = raccogliere, raccattare;
prendere ciò che ora in terra,
12) toetc sii = prendere, buscarsi: toeu
sii di bòtt = prendere delle busse; tceu
sic on màlànn = prendere, buscarsi un
malanno, una malattia; toeu sii once fià-
mtida = prendere una fiammata.
13) tceu sii e mètt gio = piglia e posa:
di lavoro interrotto spesso, sia per poca
volontà 0 per impedimento d' altrui.
14) toeu sii à creta = comperare a
credenza, a respiro.
15) toeu sii à nòli = prendere a nolo.
Vedi nòli, 1).
16) toeu àie di ciance = prendere a
mutuo, mutuare danari.
17) tceu Sii 'l dna de copp = batter-
sela, spulezzare : andarsene lestamente.
18) tceu sii à piati = Vedi plsà, 3),
gamba, 14), gir, 7).
19) de toeu e de mètt = Vedi mètt,
32), 42).
20) sàvi toeu vun = saper prendere
uno per il suo verso.
21) toeu clent = prendere in cambio :
t(B
- 8(30 -
tol
quando si vende qualclie cosa e se ne
ha tutto 0 parte del compenso in natui'a.
22) toRU fmira = scegliere, distin-
guere. Anche : estrarre, e cavare. Vedi
tira).
23) t(»u giò = prendere ingollare ;
Vlìà tòlt gio l'oli de rtcin = ha ingol-
lato l'olio di ricino. Vedi anche : tira,
39, 40. 41, 43).
24) fàèé minga tmu ma = non la-
sciarsi scorgere : non far capire le pro-
prie intenzioni.
25) Togliere, levare; el m'ha tòlt tuli
i spertLnè = mi tolse tutte le speranze;
Vhà m'ha tòlt làpds = VQ.i ha toltola pace.
26) tmu 'l sàlild = togliere il saluto;
non salutare più uno, non rispondere
nemmeno al suo saluto
27) tceu là paròla, = togliere la pa-
rola ; impedire ad uno di parlare : lo
diciamo tanto di un presidente d'as-
semblea che intimi ad uno di tacere,
quanto di altre cause che per meravi-
glia 0 dolore impediscano di parlare.
28) toeu 'l fìaa = mozzare il fiato,
seccare, infastidire.
29) Scemare, ridurre a meno, dimi-
nuire; l'etaa là tcBU i fora = l'età scema
le forze; el càld el me tceu là fàmm =
il -caldo mi scema l'appetito.
30) Comperare per uno qualche cosa;
g'hoo tòlt on bèli lìber ài me fioBU =
ho comperato un bel libro per il mio
figliolo.
31) tceu per = scambiare, prendere
imo per un altro ; el m'ha tòlt per éò
ciisin = mi prese per suo cugino. An-
che reputare, credere ; el me tceu per
on niàtt = mi reputa pazzo.
32) tmila coni ■vÉn = prenderla, ric-
cattarsi con uno : averci che dire, op-
pure sfogare con lui la propria rabbia.
33) tabula de ehi, mètela de là = gi-
rala come vuoi : in qualunque modo
consideri la cosa: da qualunque verso
la pigli.
34) tmùla èil cont fiàca = prender-
sela comoda : senza affannarsi.
35) podè minga toeùla ne impattila.
Vedi impàtala, 2).
36) éàvè minga doe àndà à tcsull =
non sapere dove andarlo a pescare.
Vedi pesca 1).
toeu! esclam. = toh! Denota meraviglia;
toeuf chi vedi mi chi! = toh! chi vedo
io qui !
toeuftaa, s. m. = sfondastomaco, mozza-
fiato: di cose, di persone che riescono
gravi, noiose, moleste.
toeùniel e dàniel, (rèss on) = essere un
dire e disdire, un tira e allenta.
t(£nss, t). rifl. = prendersi, pigliarsi: è il
riflessivo di toeu, in tutti i suoi signi-
ficati.
toeuss, agg. = incurvito : di persona che
si piega nelle spalle o per abitudine o
per malattia, o per età.
1) àndà gid tceuss = incurvirsi: e in
modo scherzoso anche: imbarcai'si.
toeutoeù, s. m. pi. = voce infantile per
busse, botte.
toff e tofìn, s. m. = cane, cagnolino :
usiamo queste parole per vezzeggiativo,
tdg'a, s. f. = toga : veste lunga di ma-
gistrati, avvocati, e sim. in funzione
solenne.
Tògn, s. m. = Tonio: corruzione di An-
tonio, nome proprio di uomo.
1) Beco: chi si mostra grossolano e
malaccorto; te §ee étaa pròpi on tògn
à làsàiela fa in sta màneraf = sei
proprio stato beco a lasciartela fare cosi!
2) Tògn, Tògn, pela rògn, ecc. =
Vedi griiéra, 3).
tognitt, s. m. pi. = gli austriaci. Noi
chiamavamo così per dileggio i soldati
che l'austriaco teneva qui a mantenerci
sul collo la catena del suo governo. Li
chiamavano anche pàtàtoccìfi^ Surncch
ti e iiiiir.
lòia, s. f. = latta: lamiera di ferro sot-
tilmente distesa e coperta di stagno.
1) Stagnata : recipienti cilindrici per
portarvi minestra, latte e sim. o per
cuocervi il caffè, scaldarvi acqua, ecc.,
e conservarvi olio, biscotti e altro.
2) Audacia, sfacciataggine; ghe voeùr
dna bela tota à vegnì foeùra cont sti
diécoré = ci vuole una bolla audacia a
venir fuori con codesti discorsi ; se 'l
torna in qiièla cà dòpo là scèna dHér,
el g'hà dna tdla de l'alter moml = se
torna in quella casa dopo la scena di
ieri, ha un'audacia dell'altro mondo ;
el g'hà minga àviiii là tdla de nega
l'evidénéa? = non ebbe la sfacciatag-
gine di negare l'evidenza?
3) vdr piièee là tota che Vàrgent =
al mondo vale più essere audaci che
buoni. E' proverbio troppo pessimista.
4) fa tdla = fare a' visi : gioco per
tol
861
toii
cui due si guardano fissi in faccia e
fanno a chi primo sorride.
5) vègli el eànàriiss fodraa de tdla =
avere la gola lastricata. Vedi eànà-
riiss, 1).
tolàléla, s. m. = baggeo. Vedi bàdee.
tólbor, agg. = torbido. Vedi tòrbid.
tolee, s. m. = lattaio, stagnaio : chi la-
vora e vende oggetti di latta.
1) Fig., audace, sfacciato: chi di nulla
si fa riguardo e non ha por nulla ri-
spetto.
tolerà, V. att. = tollerare, sopportare :
sostenere senza ri mpiaiito e senza ram-
marico cose che non soddisfano, che
non piacciono, che riescono dolorose.
1) Riferito a persona: sopportare con
pazienza i suoi costumi, i suoi difetti,
le sue parole, anche quando potrebbero
dispiacere. Vedi sofrì.
toleràbil,* agg. = tollerabile : che può es-
sere tollerato: specialm. di dolori fisici.
tolèta, s. f. = secchiolino: il piccolo sec-
chio di latta, cilindrico, che serve a
trasportar minestra, latte e sim.
1) Bricco: vaso da preparare il caffè.
Da noi però ha forme vai'ie e diverso
da quella del bricco propriamente detto.
tolipàn, s. m. = tulipano. Vedi tulipàu.
tòlt, agg. = tolto, levato, ''scemato, com-
perato ; part. pass, di toeu, = togliere
in tutti i suoi significati.
tòma, s. f. = caduta : il cadere, segna-
tam. di persona; l'ha faa dna toma e
'l è' è slogaa on bràse = fece una ca-
duta e si slogò un braccio.
1) Cimbottolo, cascata : colpo che si
dà in terra cascando.
2) ciàpti Roma per toma = veder
lucciole per lanterne.
Tomàs, s. m. = Tommaso: nome proprio
di uomo.
1) Beco: chi si mostra grossolano e
malaccorto: è come Tògn.
2) vèéé cdme san Tomàs, no cród se
no se glie mètt el ntis = essere come
san Tommaso, che non credeva se non
ciò che vedeva o toccava.
tornasela, s. f. = ammorsellato, picca-
tiglio di carne di maiale.
tomàtesa, s. f. = pomodoro, pomidoro:
frutto di pianta ortense, rosso il cui
sugo agretto è condimento gustoso in
molte vivande.
tomba, s. f. = tomba, sepolcro: arca mo-
numentale per sepoltui'a.
1) Cripta : volta sotterranea in una
chiesa dove si sepelliscono persone o
famiglie particolari.
2) Ve dna tomba = è una tomba: si
dice di luogo umido, scuro.
tombìn, s. m. = chiavica , smaltitoio:
fossa copeiia che riceve le acque su-
perfle e le immondizie della casa.
1) coerc del tombm = chiusino: pie-
tra forata che copre la chiavica.
tombiuà, V. att. = fognare : far fogne,
smaltitoi.
tómbola, s. f. = tombola : noto giuoco
che si fa con cartelle di 15 numeri cia-
scuno e con novanta numeri che si
estraggono da una borsa.
1) fa tombola = far tombola: vincerò
il gioco della tombola segnando prima
degli altri i quindici numeri di una
delle proprie cartelle.
2) Caduta, cascata. Vedi toma,
tombòn, s, m. Così chiamiamo due
grandi archi sotto cui passa il naviglio ;
tombòn de san March, tombòn de
Viàrèna.
tomborlà, v. att. = tombolare, rotolare,
voltolarsi, razzolare : cadere, specialm.
col capo all'ingiii e rigirando sopra so
stesso.
tomborlon, s. m. = tombolone, ruzzo-
lone: caduta precipitosa per terra.
1) à tomborlon = ruzzoloni, a rotoli.
tornerà, s. f. = tomaio : la parte supe-
riore della scarpa.
1) qiièll elle no va in sceiìla va in
tornerà. Vedi soeiìla, 1).
tomètt, s. m. = temette, buona lana :
capo ameno, furbo, ardito.
tòmm, s. m. = tomo, volume : uno dei
volumi nei quali è stampata un'opera.
tomo, s. m. = tomo: capo amono, furbo
ardito; Ve on tòmo el tò ficeu = tuo
figlio è un tomo.
tòn, s. m. = tono. T. music: grado di
elevazione o abbassamento di voce o di
suono; tòn màgiòr o minor = tono
maggiore o minore.
1) Il modo di chi parla; dàss el tòn
d'artista, de seensiàto e sim. = darsi
il tono d'artista, di scienziato e sim.:
tenerne il linguaggio, darsene l'aria.
2) m,ètes in tòn = mettersi in gala.
3) vèàs del bòn tòn = essere del buon
tono, della buona società.
4) gràss e in tòn còme 'l mtlnich
ton
— 862 —
tor
(Von làmpiòn = magro allampanato,
assaettato.
5) rispond à ton = rispondere in tono:
dare una risposta adeguata alla do-
manda.
tòn, s. m. = tonno: grosso pesce di mare
ch.e si mangia fresco, salato, e sott'olio;
mangia ^l tòn cont V insalata = man-
giare il tonno coir insalata.
1) pànsceta de ton = ventresca, ta-
rantelle: la pancetta del tonno sott'olio.
toud, s. m. = piatto, tondo: i vasi dove
si mangiano le pietanze. Vedi piàtt.
Anche la quantità di roba contenuta
nel piatto ; ho màngiaa on tond de
gnòcch = ho mangiato un piatto di
gnocchi.
tónda, agg. Vedi rotòud, 2).
toudèll, s. m. = tritello. Vedi tridèll.
toiidiu, s. m. = piattino: piccolo piatto
e specialm. quello su cui si posa la
tazza.
1) Tondino, astràgalo : tondino che
orna l'estremità superiore delle colonne.
tònega, s. f. = tonaca: la veste de' clau-
strali e scherzos. anche la zimarra dei
preti.
1) Gabbanella: abito lungo dei giovani
medici praticanti negli spedali.
tonfa, s. f. = sacco, carico : di legnate,
busse e sim. ; l'han ciàpaa e te ghe
n'han daa dna tonfa = 1' han preso e
gliene hanno dato un sacco.
tònfeta, = toppete : voce imitat. di colpo.
Tòni, s. m. = Tonio. Vedi Tògn.
tonìua, s, f. = tonnina. Nella frase fa
tonìna = far tonnina: di cose e di per-
sone: tagliarlo a pezzi, trattarle senza
riguardo.
tOnsila, s. f. = tonsilla: glandola vasco-
lare sanguigna delle fauci.
tonsura, s. f. = tonsura : la chèrica.
tontoguà, V. att. = brontolare, borbot-
tare : lagnarsi a lungo con parole in-
distinte, confuse.
tontognòn, s. vi. = brontolone: chi sem-
pre brontola.
topàsi e topàss, s. m. = topazio: sorta
di pietra preziosa di color giallo più o
meno cupo.
topé, s. m. = ciuffo, rocco: qualche volta
anche tupè : quei capelli sul dinanzi
della testa che si pettinano rivolgen-
doli indietro a guisa di polpetta. Dal
frane toupet.
1) tope = audacia, sfacciataggine.
^Vedi loia, 2).
tòpia, s. f. = pergolato: ingraticolato di
pali 0 simili, su cui si mandano le viti
e forma come una galleria per la suc-
cessione delle pergole.
topica, s. f. = granchio, abbaglio, sba-
glio, errore.
1) Brutta figura fatta per qualche
sbaglio si sia commesso nel dire, nel-
r operare.
2) Vóra tòpica = l'ora del pastore ;
l'ora opportuna e comoda per qualche
cosa.
topica, «'. att. = inciampare, incespicare,
scappucciare : ui-tare camminando in
qualche cosa ; l'ha topieaa in d'on
sàsè e l'è borlaa già = inciampò in
un sasso e cascò.
1) Fig., trovare intoppo nel parlare,
nel leggere, nel fare.
topicch, s. m. = inciampata, scappuc-
cio : r inciampare; il colpo dato colla
punta di un piede in un sasso o sim.
l'ha tèli sii 'VÙn de qiiij topieeh che
l'è staa in pee per miràeol = prese
una tale inciampata che stetto ritto per
miracolo.
tòpich, agg. = critico, decisivo : di mo-
menti nella vita, in malattie, ecc.
1) figura tòpica = fìgui'a zotica : di
pers. E figura barbina. Vedi topica, 1).
topiàtt, s. m. = becero: voce di sprezzo
e volgare, detta specialm. ad uomini o
avari, o vigliacchi, o per qualsivoglia
altra ragione indegni di stima.
topografìa, * s. f. = topografia: descri-
zione particolareggiata di un luogo spe-
ciale; l'ha nàncàmò de cognoss là to-
pografìa déla cà! = non conosce ancora
la topografia della casa!
topogràflcli, * agg. = topografico : che
si riferisce alla topografia ; iètitiitt to-
pogràfich - istituto topografico; là carta
topogràfica déla citaa = la carta topo-
grafica della città.
tor, s. f. = torre : edifizio elevato, più
lungo che largo, tondo o quadrato a
difesa di città e castelli, o per fare cam-
panili, prigioni, ecc.; là tor de Pisa =
la torre di Pisa; i tor de Còmm = le
torri di Como.
1) frànch còme dna tor = fermo come
una torre.
2) Eocco, torre: pezzo nel gioco de-
gli scacchi. ■
tor
— 863
tor
tòr,
= toro : il mascliio delle be-
^
stie vacci ne.
1) iàitl là tuta ài tòr = tagliare il
nodo gordiano : decidere risolutamente
una quistione, togliendo la possibilità
di qualunque obbiezione.
2) vos de tòr - vociona, vocione :
voce profonda.
toràss, s. m. = torrazzo: edifizio a torre.
torba, * s. f. = torba il più. recente dei
combustibili fossili: materia bruna pro-
dotta dall' alterazione di piante acqua-
tiche.
torbéra, s. f. = torbiera : luogo dove si
trova molta torba.
tórbid, (iffg. = torbido, torbe : non chiaro;
el Tìn tòrbid = il vino torbido, torbo;
l'Acqua là vm già torbida = l' acqua
viene torbida.
1) S. m. pi. i tòrbid = sommosse,
l)olli bolli, subbuglio.
2) peèctL in del tòrbid = pescare nel
torbido: di chi s'approfitta del disor-
dine.
1 erborili, s. m. = mosto : il vino che
non ha ancora bollito, e per noi spe-
cialm. il vino bianco.
tòrc, s. m. = torchio, strettoio, torcolo :
macchina per comprimere o stringere
qualche cosa, e specialm. quella per
spremere le vinaccie pigiate per trarne
tutto il vino.
1) Strettoio: ordigno da dare forma
alla pasta.
torcerà, s. f. = palmento : luogo ove è
il torchio da vino.
'i^rcètt, s. m. = torcoletto, torchietto:
■ piccolo torchio: serve a molte arti e usi.
torcia, s. f. = torcetto: quattro lunghe
[,- candele bianche attaccate che formano
un pezzo solo ; e in generale ogni fìac-
- cola grande sia di cera, sia di resina.
1) tòrcia à veni = torcia a vento,
torcia : grossa fiaccola di resina che
sta accesa anche quando tira vento.
^torcia, V. att. = torchiare : mettere sotto
f^ . il torchio.
■'torciàdeg'h, agg. = strizzo: del vino
spremuto nello strettoio, nel torchio.
toreiòn, s. m. = cero : cera lavorata in
. grosso cilindro con lucignolo da accen-
dersi nelle chiese.
torcolee, s. m,. = torcoliere : l'uomo che
lavora al torchio nelle tipografie e nelle
litografie.
torèll, s. m. = torello : dim. di toro.
1) rè on torèll = è toroso : diciamo
di uomo forte, gagliardo.
torént, s. m. = torrente : piccolo fiume
che nasce non da sorgente, ma da sù-
bite pioggie, sì che cresce e manca in
brevissimo tempo : e anche il letto di-
rupato e sassoso, per lo più asciutto,
in cui scorre.
tórg, V. att. = torcere : avvolgere un
corpo lungo e flessibile dalle due estre-
mità in senso contrario; tòrg el fìl =
torcere il filo.
toriàii, agg. = terraiuolo : di colombi che
stanno per le torri.
toriòu, s. m. = torrione : torre piuttosto
bassa e merlata nella quale per lo più
s'apre la porta di un castello, di un
forte.
tormént, s. m. = tormento : dolore con-
tinuo, acuto ; V è on gran tormént el
mal de dent = è un gran tormento il
mal di denti.
1) Fig. Grave afflizione dell'animo,
travaglio ; el pemér de qilèll fioeu l'èra,
2)er la on tormént = il pensiero di
quel figliuolo era per lui un tormento.
2) Chi e ciò che reca noia grave ;
per certi scolar càttv là scòla Ve on
tormént = per certi cattivi scolari la
scuola è un tormento. In questo senso,
ma più seriamente e con maggior gra-
vità si dice anche : carnefice ; che mari!
l'è 'l tormént de eoa miee = che ma-
rito ! è il carnefice di sua moglie.
tormenta, v. att. = tormentare: recare
tormento altrui, farlo patire.
Intrans. : soffrire , patire : provare
tormento : hoo tormentaa tuta nòti per
el mal de tèsta = ho patito tutta la
notte per il mal di capo.
torna, v. att. = tornare : ricalcare la via
fatta prima, ritornare ; quànd el torna
de Venèèia el me pòrta on bèli regali
= quando torna da Venezia, mi porta
un bel regalo.
1) Ricuperare lo stato o la qualità
di prima ; el temp el tòma nìvol = il
tempo torna annuvolato ; là sta là tòma
à derentà magra = la zia torna a dima-
grare; torna cóme prhna = tornar co-
me prima.
2) Noi usiamo il verbo tornti a in-
dicare il ripetersi di una azione, che
l'italiano esprime mediante la parti-
cella ri innanzi al verbo ; tornA à dì,
à nàH-, à sentì, à àndà vìa, ecc. =
tor
864 —
tor
ridire, rinascere , risentire , ripartire ;
torna dént = rientrare; tortiti sii = ri-
salire, ecc.
3) torna indree = tornare indietro,
0 addietro: riprendere, rifare la via
fatta, prima di essere giunti dove si
voleva.
4) Fig. : rimuoversi da una im-
presa ; là ée pentiéà de àvè vendiiii là
cà, ma adèsé là pò pii tornti indree =
si pente d'aver venduto la casa, ma
adesso non può piii tornare addietro.
5) torna de moda = tornai'e in, uso,
0 di moda : di una cosa che era stata
dismessa e che torna a usarsi.
6) torna de càpp = tornar da capo :
ricominciare, rifarsi dal principio.
7) àndà in d'Óna càéa e torna in
d'oìi bàiill = andare vitello e tornar
bue: di chi va in un luogo per istra-
zione e ne torna più ignorante di prima.
. 8) tornti à cà = essere restituito,
tornare al padrone.
9) torna pii = non ripetere il fallo,
non ricadere nell'errore.
tornàcunt, s. m. = tornaconto: guada-
gno, utile, vantaggio; se 'l fa insci
l' è sègn che ' l ghe trotuva el so tornà-
cunt = se fa così è segno che ci trova
il suo tornaconto.
tornèll, s. m. = verricello, burbera:
specie d'argano per calare la corda
colla secchia nel pozzo.
tornì, V. att. = tornire : lavorare al tor-
nio, e dare a qualche cosa col tornio
forma tondeggiante.
toruiché, s. m. = via a giravolte, a zig
zag : strada che sale a spira per arrivare
senza erta troppo ripida ad una altui'a.
Dal frane, tourniquet.
1) Strettoio : istrumonto ghirurgico
oramai quasi disusato.
toraidòr, s. m. = tornitore: chi per
mestiere lavora al tornio. Vedi intor-
nidòr.
tórno, s. m. = tornio: ordigno col quale
si fanno lavori rotondi od ovali di le-
gno, d'osso, d'avorio o metallo.
1) Rota: quella cassetta ik) tonda nella
quale si deponevano i bambini dal di
fuori, perchè girandola venivano all'in-
terno dell'ospizio senza far vedere e
sapere chi ve li avesse messi.
2) Rota ; passapiatti : meccanismo in
forma di armadietto girante, usato nei
conventi e in certe sale per far passare
la roba da una stanza ad un'altra,
senz'esser visto chi la porge.
torniìr, s. f. = sgonfio, culo posticcio :
quel rialto che le donne mettono un
po' sotto la vita, per rialzare le vesti
sul di dietro. Dal frane, tournure.
toron, s. m. = torrone : dolciume di
mandorle, miele ed albume, ridotto in
tavolette molto solide, ma che al caldo
e all'umido si sciolgono facilmente.
torototéla, s. m. = nome d' uno stru-
mento monocorde antico, che da gran
pezzo non usa più. Il nome rimase a
indicare le persone leggere senza ca-
rattere. Mi pare si possa tradurre col
toscano : girella.
1) Per la stessa origine l'usiamo come
scherzo per indicare ritornello, poesia
noiosa^
torpédin, * s. f. = torpedine: macchina
da guerra che, nascosta sotto l'acqua
nel mare, scoppia se toccata e manda
sossopra la nave nemica.
tòrt, s. m. = torto: ingiuria, offesa; te
se fee tòrt à dì de sti pàròll = ti fai
torto a dire di codeste parole.
1) vègk tòrt = aver torto, avere il
torto: lo stesso che non aver ragione.
Anche : vcss de là pàrt del tòrt = es-
sere dalla parte del torto.
2) vcgh di tòrt vèrs qiibidiin = aver
dei torti verso alcuno : avergli recato
danno o ingiuria; non essersi portati
bene con lui.
3) fàgli on tòrt à vHn = fare nu
torto ad uno ; preferirgli un altro nel
fare una cosa,
4) dagli tòri à vun = dare il torto
a uno : riconoscere che egli non ha ra-
gione, che agisce male.
5) vègli minga tuli i tòrt = non aver
tutti i torti: dicesi di chi ha qualche
buona ragione a fare o dire quello che
fa 0 dice.
6) fa tòrt = far torto : dicesi quando
chi è solito servirsi a una bottega, per
qualsivoglia ragione, compera in altra
bottega.
tórta, * s. f. = torta : vivanda di coso ;
sbattute, o di uova ^ latte che si cuoce
in teglia.
1) roìnp là torta = rompere le sca-
tole: seccare, infastidire, riuscire im-
portuno.
2) me>itt là tòrta = affaccendarsi, in-
trigare.
é
tor
835
tos
3) vis de tòrta = brutto figuro : frase
assai spregiativa.
tortelitt,* s. m. pi. = tortellini: picco-
lissimi pezzi di pasta ripieni di carne
che poi si cociono nel brodo o col
sugo e si servono come minestra.
torteli, s. m. = tortello : usa per lo più
al plui'. tortéj e sono pezzi di pasta
ben lievitata e sbattuta, messa a pez-
g zetti a friggere nell'olio bollente. Se ne
, hanno di varie specie ; tortèj noiirdti
= tortelli nostrani, fatti di farina e
acqua; tortèj fin = tortelli fini, pasta
: siringa; se vi si aggiungono ova sbat-
tute e si lasciano cadere nell'olio dalla
siringa; tortèj de rts = tortelli di riso;
'_ se la pasta è fatta di riso cotto, ecc., ecc.
1) là cràpa pelàda là fa i tortèj, ecc.
Vedi cràpa, 1).
iiortèra, 5. f = teglia. Vedi pàdéla, 1) .
[tortìlia, s. f. = vergola : seta addoppiata
e torta.
tortili, s. m. = migliaccio: specie di
torta di sangue di pollo.
tortiòn, s. m. = grovigliola : il filo
troppo torto che si aggrovigliola.
tortoréla, s. f. = tortora, tortorella : uc-
cello molto simile al colombo, ma più
piccolo e di piume bigio. '
1) color tortoréla = color tortora :
di roba che abbia il colore simile a
quello delle penne della tortora.
tortura, s. f. = toiiura: pena afflittiva
che si dava in antico per far confes-
sare i misfatti.
1) Fig.: tormento, afflizione gravis-
sima.
tósa, s. f. = tosa, fanciulla, ragazza; Ve
òna bela tosa = ò una bella ragazza.
1) Pòrta Tósa = Porta Tosa: una
delle porte di Milano detta oggi Porta
A'^ittoria, in ricordo dell'eroismo dei
Milanesi nelle Cinque Giornate del 1818
perchè fu da quella porta che gli Au-
striaci uscirono, fuggendo.
2) de tósa = da ragazza: prima di
maritarsi.
3) tósa de ctL = ragazza da casa:
che attende volentieri alle faccende di
Pcasa.
4) Ioga ona tósa = collocare, allogare
una ragazza : maritarla.
tosa, V. att. = tosare: tagliare la lana alle
pecore, il pelo ai cani, ai cavalli, ecc.,
e i capelli quasi fino alla cute.
tosami, s. f. pi. = ragazze, fanciulle.
E' il plur. di tósa.
toscàu,* agg. = toscano : che è della To-
scana; detto specialm. di una qualità
di sigari. Diciamo anche : toscano.
toscàneg-ìà, v. att. = toscaneggiare, fio^
rentineggiare : affettare parlando la to-
scanità, il fiorentino.
tosegà, V. att. = intossicare, amareggiare,
importunare : molestare , specie con
brontolamenti.
tòsegh, s. m. = tossico. Vedi tósicli.*
toséta, s. f. = bambina: là mìa tosèta
là g'kà in nòmm Maria = la mia bam-
bina ha nome Maria.
tosi, V. att. = tossire : spingere con vio-
lenza e rumore l'aria dal petto, per
cacciarne ciò che impedisce la respira-
zione, 0 per initazione.
tòsicli,* s. Tìi. = tossico : veleno cattivo,
micidiale. Fig. : amarezza.
1) àndti in tànt tòéich = andare fra
la camicia e la giubba, o fra la camicia
e la gonnella : di cibo che non faccia
prò : qiìèll eicìn de disnti el me àndaa
in tànt tòHch = quel po' di desinare
mi è andato fra la camicia e la gon-
nella.
toss, .9. f. = tosse : il tossire : respira-
zione affannosa e rumorosa prodotta da
varie cause; toàs nervosa, convulsiva.,
de ràfredór, e sim. = tosse nervosa,
convulsiva, d'infreddatui-a, e sim.
1) toéà àsnìna. Vedi àsnìna, 1).
2) luti i pÈreà g'han là toéà. Vedi
pfires, 4).
3) Vàmor, là fàmm e là toH-, sé
fan conos'S = amor ne tosse, non si
può celare : il fuoco, l'amore e la tosse
presto si conosce.
tòst, a^g. = abbi-ustolito, rosolato, tostato:
cotto a fuoco vivo, senza liquido in
modo che si formi una crosta legger-
mente colorita.
tosta, V. att. = tostare, abbrustolire, ab-
bronzare: specialm. del caffè, cacao,
mandorle o sim. che si tostano per
macinarli e farne decotti.
tostaa, agg. = tostato, abbrustolito, ab-
bronzato.
tostàdura, s. f. = abbronzatura: l'effetto
dell'abbronzare caffè, cacao, ghiande
e sim.
tostin, s. m. = tostino : tutto il fornello
col tamburlano per tostare il caffè.
1) Tamburlano, tamburlanino, tam-
tot
- 866 -
tra
bui'O : arnese di ferro a foggia di tam-
buro con manico da una parte e con
naso dall'altra dove si tosta il caffè
ponendolo su un fornellino e rigiran-
dovelo continuamente.
total; agg. e s. m. = totale, intero : di
tutta l'estensione, in tutta la somma ;
e l'intero, la totalità.
totàlmént, avv. = totalmente: intera-
mente, affatto, in tutto e per tutto.
totòj s. m. = tette: il cane. E' voce
fanciullesca.
totorà) «'. att. = careggiare, accarezzare :
specialm. dei bambini che si accarez-
zano troppo e stanno volentieri in
grembo.
tovàia, s. f, = tovaglia. Vedi toàia.
toraià, v. ait. = svignarsela. Tedi toàià.
tovàiàu, s. VI. = ciondolone. Vedi toàiàn.
tra, prep. = fra, tra : preposiz, che in-
dica interposizione, intervallo.
1) tra de nitn = tra noi, in famiglia,
fra amici.
2) tra tiltt = tra tutto, fra tutto :
valutato tutto.
B) tra per riguàrd, tra per pàUra,
el se decid mM à nàgòtt' = tra per
riguardo, tra per paura, non si decide
mai a nulla.
tra, (dà à) v. att. = dar retta, ascoltare:
prestare attenzione.
tra, V. att. = gettare, buttare. Vedi biità.
1) tra in tiri = buttare all'aria, met-
tere sossopra , in disordine. Anche :
sollevare, aizzare.
2) tra fcsura = buttar fuori ; fig. per
dire.
3) tra fceura = addestrare: render
desti'o nell' esercizio di un'arte o di
una disciplina ; qilèll profesòr li el
t'ha traa foeura in latiti = quel pro-
fessore ti ha addestrato nel latino.
.4) tra fceura on use = fare il vano
per un uscio.
5) tra gid, tra in tèra = buttai' giù,
abbattere, indebolire; * féver Vhan
traa giò come = le febbri l'hanno but-
tato giii molto.
6) Anche screditare, avvilire; cér-
clien de tràll giò per invidia = cer-
cano di buttarlo giù per invidia.
7) tra giò = abbattere, demolire,
gettar giù; hàn traa giò là gésa per
fànn sii vÈna noeuva = hanno gettato
giù la chiesa per fabbricarne una nuova.
8) tra giò = bandire : annunziare
pubblicamente, a viva voce, nelle chiese
sia celebrazioni di riti, sia matrimoni,
sia la perdita di oggetti, sia indulto
e sim.
9) tra giò 'l làorà = acciarpare:
farlo in fretta, senza cura, senza dili-
genza.
10) tra giò = ammazzare. T. da ma-
cell. : è proprio l'uccidere il bue con
un colpo di mazza.
11) tra intórno, à torno = divulgare,
far correr voce; ha7i traa intórno là
vós che i presonee de l'Africa cren
staa liberaa = han fatto correr voce
che ì prigionieri d'Africa erano stati
liberati.
12) tra indree = respingere, ammor-
bare : di odori cattivi che obbligano
col puzzo loro a ritrarre prontamente
la faccia.
13) tra = scagliare, lanciare : tirar
con forza, con impeto lontano da se,
contro alcuno; el g'Iià traa on sàséin
del eoo = gli ha scagliato un sasso
nella testa.
14) tra = pendere : di cosa materiale,
averne aspetto, somiglianza, qualità ;
rè on festa che tra ài roéè = è un
abito che pende al rosso.
15) tra hràsc de per tiitt = sbrac-
ciare : agitare molto le braccia, cam-
minando, declamando, discorrendo.
16) tra in rid = pigliare o pigliar-
sela in canzonella : el dolor el g'ìià
ràcomàndaa de vègh rigutird per là
tose, ma Hi le tra in rid = il dottore
gli ha raccomandato che badi alla tosse,
ma lui se la piglia in canzonella.
17) rèsa minga nancàmò de tra fìa
= non essere ancora da buttar nei
cenci : non essere ancor tale da non
j)0ter essere più utile.
18) tra via = gettar via, rifiutare.
Anche : spargere.
19) tra via V acqua = spander acqua :
orinare.
20) tra via i fior = ammalare : spar-
gere per terra fiori ed erbe in gran nu-
mero e senz'ordine.
21) tra vìa el colàrtn = Vedi co-
làrin, 2).
22) tra via = sperperare, scialac-
quare : di roba, danaro e sim.
23) fa tra on hilj = scottare : far
levare il bollore.
J
tra
- 867 -
tra
i
24) tra àdòés = versare su uno.
Anche fìg. incolparlo.
25) tra fceiìgh e fùimm = gettar
fuoco e fiamme.
26) tra sii = vomitare, recere. Anche :
fig. ; l'ha de tràj sii i dànee che 'l
m'ha robaa = li deve rendere i danari
che mi ha rubato.
27) tra su on sgàr = gridare, man-
dare un grido.
28) tra in 7noneda = sminuzzare.
Vedi monéda, 1).
29) tra in tòceh = rovinare : man-
dare uno in rovina.
80) tra màtt = far passare per matto.
31) tra = scalciare, sparar calci. Vedi
scalcia,
tràbàlà, v. att. = traballare: l'andare in
qua e in là come fa chi non può reg-
gersi in piedi, por debolezza, per ter-
rore, per ubbriachezza, o per alti'a
causa.
1) Anche di cose che non stanno
ferme su sostegno e di cose poco stabili.
2) Brandire : si dice di una trave o
altro corpo appoggiato per una dello
sue due estremità o per tutt'e due, che
piega e ripiglia più voltola sua figura
per effetto di una pressione intermit-
tente e variabile. ^
tràbàlàniént, s. m. = traballio : il moto
di ciò che traballa.
tràbisònda, (sàvè de) v. att. = sapere
per cerbottana: sapere per via indi-
retta, di rimbalzo.
tràbiicàdór, s. m. = nome di quegli
uomini che accompagnano gli ingegneri
nei lavori in campagna.
tràbiicch, s. m. = misura agraria, e che
. serve agli ingegneri quando livellano
il suolo.
tràbiichèll, s. m. = trabocchello, tra-
becchetto : luogo fabbricato con insidia,
nel quale si precipita con inganno.
1) Fig. : insidia, tranello : frode or-
dita con sottile malizia.
tràcàgnòtt, s. m. = tarcagnotto, tar-
chiato, tozzotto, appannatotto : di per-
sona piuttosto robusta o traversa.
tràcheta, = crac: voce imitat. il suono
che fanno gli ingegni d'una serratura
quando si chiude.
tràcia, s. f. = traccia: segno lasciato
da qualunque corpo sia tratto, oppure
si muova sul suolo.
1) L'abbozzo, il primo disegao che
uno fa di un componimento, di uno
scritto, d'un' opera.
2) Di stoffe: radura: il segno la-
sciato dall' ammanco di un filo nel
tessuto.
tràcia, * v. att. = tracciare : segnare la
traccia, specialm. di una strada, di un
canale e sim.
tràciaa,* agg. = tracciato, tracciamento :
il fare o segnare la traccia.
tràccia, s. f. = tracolla : striscia di cuoio
0 d'alti'o da cui pende la sciabola dei
soldati, 0 alla quale è attaccato il
fucile.
1) à tràcdla = a tracolla, ad arma-
collo : a guisa di tracolla; di oggetto
che si porta attraversante il petto, scen-
dendo da una delle spalle al fianco
opposto.
tràcòll, s. m. = tracollo, casco, rovina :
fa on tràcòll = fare un casco, avere
un tracollo : di chi a un tratto va giù
di salute> e di chi ha fatto grosse per-
dite, ha avuto gravi danni.
tràdi, V. att. = tradire : usar frode nelle
persone che si fidano.
1) Parlandosi d'una ragazza, man-
carle della promessa di matrimonio : e
della moglie, venir meno alla fedeltà
che le si deve.
2) Fig.: rivelare, far conoscere una
cosa nascosta, dissimulata; rè stàda
qiièr ogiàda che Vhà tradii = fu quel-
l'occhiata a tradirlo.
tràdimént, s. m. = tradimento, il tradire:
l'ingannare la buona fede altrui, e il
rivelare secreti con danno d'altri.
1) à tràdimént, avv. = a tradimento,
all'improvviso : quando uno meno se
l'aspetta ma di cosa che reca danno o
poco meno.
2) mtngia pan à tràdimént = Vedi
pan, 21).
tràditòr, s. m, = traditore : colui che
tradisce.
1) Anche di cose che producono ef-
fetti cattivi, quando meno si aspettano ;
el l'in l'è tràditòr, el Itigh rè tràditòr
= il vino è traditore, il lago ò traditore.
tràditóra, s. f. = traditora, traditrice :
colei che tradisce.
tràdott, p. pass. = tradotto: da tradurre;
me pids pòech à lég i libar tràdott =
mi piace poco leggere i libri tradotti.
tràdu, V. att. = tradurre, spiegare: por-
tare da una in altra lingua, e specialm.
tra
868
tra
da una lingua antica o straniera nella
propria; in Liceo ée conimela à tràdUt
V Ilìade de Omero = in Liceo si co-
mincia a tradurre l'Iliade di Omero; el
tràdus Virgili polìd come = traduce
Vergilio bene assai; Ve piisee difìcil
tìrulù dal fràneés che dà Vinglés = è
più difficile traduiTe dal francese che
dall'inglese.
tràdiisióu, s. f. = traduzione, spiegazione,
versione : traduzione da altra lingua
nella propria; Tè borlaa giti in là trà-
duéidn dal latin in itàliàn = cadde
nella versione dal latino in italiano.
1) Anche il libro che traduce un au-
tore classico usato come testo nella
scuola. Yedi bigin.
tràdiitòr, s. m. = traduttore: chi traduce,
specialm. per mestiere, libri da una
lingua in un'altra.
tràèut, s. m. = traente. T. cambiario :
colui che fa tratta di cambiali.
tràflch,* s. m. = traffico: l'arte e l'eser-
cizio del trafficare, del mercanteggiare,
ed anche il luogo, la bottega dove uno
traffica.
1) pienttL on trùfich = impiantare una
azienda. Per celia anche far degli im-
brogli.
2) Aggeggio, archileo. Vedi tàrà-
bàcola.
trafila, s. f. = trafila, scala: progressione
di regola.
1) pàsd per là trafila = passare per
la trafila: passare per' lunghe e difficili
prove, per una quantità di cose o di
persone, per ottenere ciò che si desidera.
trafóro,* s. m. = traforo: il lavoro e l'o-
perazione del traforare, specialmente le
montagne per farvi passare una strada.
1) Sorta di lavoro fatto di seta, refe
e sim., con l'ago, oppui-e di metallo o
di legno traforato.
tragèdia, s. f. = tragedia: rappresenta-
zione teatrale con azione seria, impor-
tante, con ternilno funesto ; i tràgédi
del Cosa hin pilì-^nca bèj = le tragedie
del Cessa sono pur belle.
1) Un avvenimento o fatto sangui-
noso, terribile ; iér in contrada è éii-
cèM dna tragèdia = ieri nella nostra
via è accaduta una tragedia; qutisi tUti
i dì se lég sili giorntil dna quàj trà-
. gèdia = ogni giorno quasi sul giornale
si legge di qualche tragedia.
tràgliètt, s. m. = vigna : modo di gua-
dagnare con facilità ; inmtti on bèli
tràghètt= troxare, avere una bella vigna.
tràgich, agg. = tragico: di tragedia, con- s
veniente a tragedia. i
1) dna ròba tràgica, on fàtt tràgick *
= un fatto tragico : fatto che ò finito
tragicamente, dove s'è sparso sangue.
tràgitt, * s. m. = ti-agitto: cammino da
luogo a luogo; l'è on tràgitt de pòcch
se pò fall tinca à pè = è un tragitto
breve, si può farlo anche a piedi.
tràlàsà, V. att. = tralasciare: sospendere,
metter da parte, lasciare e anche omet-
tere ; qiiòll che no te jìo' fa tràlàsa =
quello che non puoi fare, tralascia.
trama, s. f. = trama: T. tessit. il ripieno
del tessuto: ripieno.
1) Fig. , macchinazione, maneggio
occulto; g'àveven pientaa dna trama
màlàrbèta = gli avevano ordito una
trama maledetta.
trama, v. att. = tramare : ordire, fare
una trama: macchinare qualche cosa
contro uno.
tràmbust,*s. m. = trambusto, confusione,
disordine, grida, rumori ; el di de san
Michee gWè on gran trànibùst in di cà
= il giorno di saniMichele c'è gran tram-
busto nelle case.
tràmèsa, s. f. = tramezzo. Vedi strà-
mesà.
tràmm, s. m. = tranvai : veicolo, caiTOzza
che è tirata o dai cavalli o per forza
del vapore su rotaie o guide di ferro.
1) ciàpti '/ tràmm = prendere il
tranvai : farsi condui're da un luogo al-
l'altro dal tranvai.
2) tràmm elètrich = tranvai elettrico:
quello che va per forza d'elettricismo.
3) Baggeo , piaccianteo , pentolone,
dappoco, inerte : uomo tardo, pigro,
impacciato in ogni sua azione ; di
donna: baggiana, tarda, intricata ; g'hoo
dna dona de servisi che l'è on gran
tràmm = ho una donna di servizio,
che è di molto baggiana.
tràmònt, s. m. = tramonto : il tramon-
tare del sole; éiil Idgh de Còmm gh'è
di tràmdnt che hin dna màràvilia =
sul lago di Como ci sono tramonti che
sono una maraviglia.
1) Fig., il venir meno della giovi-
nezza, della bellezza, della freschezza
e sim. d'un uomo, d'una donna ; Ve
dna bela dona, ma Ve sul tràmdnt =
tra
— 869 —
tra
è una bella donna, ma è al suo tra-
monto.
tramonta, v. att. = tramontare : dicesi
del sole, della luna, delle stelle quando
spariscono dal nostro orizzonte; quànd
tramonta 7 so, ven sii on'àriètct fresca
che l'è on piàsè = quando tramonta il
sole, si leva una brezza fresca che è un
piacere.
tramontana, s. f. = tramontana, tramon-
tano: uno dei quattro punti cardinali
. dell'orizzonte, quello detto il Nord, al
quale si volge l'ago calamitato della
, bussola.
1) Bacìo : luogo a tramontana dove
non batte il sole ; à tràmonttina = a
bacìo.
2) pèrd là tràmonttna = perdere la
• tramontana. Vedi pèrd, 6).
tramortii,* agg. = tramortito : privo di
sensi, svenuto; Ve r estua li tramortii
- per el spàvènt = rimase tramortito dallo
spavento.
tràmpelin, * s. m. = trappolino, trampo-
lino ; arnese di ginnastica per spiccare
il salto.
tràmpoi,* s. m. pi. = trampoli: due aste
lunghe con una staffa a una certa al-
tezza, sulla quale si posano i piedi,
per farsi più alti camminando.
1) càminà éui tràmpoi = camminar
sulle ova: camminare non sicuri. An-
che fig. di chi tentenna nelle sue azioni.
tràne, * at-v. = tranne, eccetto, meno;
tràne là domenica Ve à Milàn tUti i
dì = tranne la domenica, è a Milano
tatti i giorni.
trànèll,* s. m. = tranello, inganno : in-
sidia tesa ad altri; in mese à qiiUa
geni li glioo sémjjer paura d'on qtiàj
trànèll = in mezzo a quella gente lì ho
sompre paura di qualche tranello.
trànqiiilàmént, avv, = tranquillamente:
in modo tranquillo, senza fretta, senza
darsi pensiero di nulla ; intànta che
ghe tàiàven ma là gamba, lu el sègiii-
ttlva trànqiiilàment à fmntl = intanto
che gli amputavano la gamba, segui-
tava tranquillamente a fumare.
trànqiiilisà, v. att. = tranquillizzare,
tranquillare : fare, render tranquillo ;
inccBU H dolor el mhà trànqiiilisaa =
oggi il medico mi ha tranquillato.
tràuqìiilitaa, s. f. = tranquillità, quiete:
l'essere tranquillo, in pace, senza sec-
cature e lontano dai rumori.
1) trànqiiilitaa d'ànim = tranquillità
d'animo: lo stato dell'animo non tur-
bato da preoccupazioni, rimorsi, pen-
sieri tristi.
trànqiiill, agg. = tranquillo : iu calma,
senza turbamento nessuno, lontano dai
rumori. Noi usiamo però nello stesso
senso più volentieri qiiiètt.
trànsàsiòn, s. f. = transazione: contratto
fatto per accomodare, i patti di un ac-
comodamento ; tant per fènìla hin te-
gnidi à dna trànsàsión.
trànseat, = transeat: voce latina che si-
gnifica passi, sia pure ; che te g'àbiet
pòca voeiìia de studiti trànseat, ma àl-
mén iibediss = che tu abbia poca voglia
di studiare, transeat, ma almeno ol)-
bedisci.
trànsìg', «'. att, = transigere : fare una
transazione ; per podè ciàpà qUèicòss
me tocaa de trànsig e contentàmm de
cent frànch = per poter pigliare qual-
che cosa, m'ó toccato transigere e con-
tentarmi di cento franchi.
1) trànsig minga = non transigere:
essere inflessibile, non cedere.
trànsit, s. m. = transito , corridoio :
passo, passaggio da luogo a luogo ;
el g' ha on cence déla botéga che guarda
in del tràìisit = ha un'apertura della
bottega che guarda nel transito.
transita, v. att. = transitare : passare
per una via, per un luogo e simili. Si
dice specialm. di merce in rapporto
alla stazione di transito.
trànsiti V, agg. = transitivo. T. gramm.
dei verbi che significano un'azione che
dal soggetto passa nell'oggetto.
transitori , agg. = transitorio, tempo-
raneo : che dura poco. Usiamo con
maggiore frequenza provisòri.
tràntràn, *. m. = andazzo : il solito pro-
cedere di negozio, affari, vita, ecc.
trànvàj,* s. m. = tranvai. Vedi tràmm.
trapana, v. att. = gemere, gemicare,
trasudare, trapelare : parlandosi di botti
0 sim. è lo stillare leggiero e sottile
del vino o altro liquore dalle commes-
sure delle doghe ; il venire del liquido
da un recipiente come il sudore della
pelle ; capisi nò 'l perchè là lucèrna
là trapana insci tànt = non capisco
perchè la lucerna trasudi tanto ; bi-
sogna stagna 'l vàsèll pierchè 'l tra-
pana = bisogna ristagnare la botte
perchè gemica.
tra
870 —
tra
1) Trapanare : forare col trapano
0 sim.
tràpànànt, s. m. = contrabbandiere. È
voce piuttosto del gergo.
trapela,* v. att. = trapelare : compren-
dere da piccoli segni, da qualsiasi pic-
cola cosa ; no glie trapela ntLnca on
ètt = non gli trapela un ette.
tràpen, s. m. = trapano : strumento con
punta d'acciaio, che facendola girare
violentemente, serve a forare il ferro,
la pietra, il legno e simili.
1) Lo strumento del quale i chirur-
ghi si servono per la trapanazione
del capo.
2) Menarola : specie di succhiello da
legnaiuolo con manico piegato ad arco.
tràpés, s. in. = trapezio : un legno oriz-
zontale appeso a due corde raccoman-
date a una trave in alto, o al palco
d'una stanza per esercizi ginnastici.
trapela, s. f. - trappola : arnese per
acchiappare i topi.
1) Agguato, inganno teso al nemico ;
el credeva de vesé fìirb ma l'è borlaa
in là trapala = credeva d'essere astuto,
ma incappò nell'agguato.
2) tii-tl in trapala = mettere in
mezzo, giuntare ; far con inganni che
altri operi con proprio danno a nostro
vantaggio.
3) ^'è dna trapala d'ona cà = è una
casupola, una casaccia.
trapela, v. att. = trappolai-e, ingannare :
far cascare in un' insidia, in una trap-
pola ; per trapala là geni l'è famosa
= per trappolar la gente è famoso.
tràpolàrìa, s. f. = trappoleria : l'azione
di chi trappola ; inganno, insidia ; V è
jnén de tràpolàrij = è pieno di ti'ap-
polerie.
tràsà, V. att. = sciupare, scialacquare.
Vedi stràsà.
tràsàndà, v. att. = trasandare, trascu-
rare: lasciar andare, non fare con cura;
l'ha tràsàndaa tròpp i àfàri e àdèèà
le pÈrga = ha trasandato troppo gli
affari ed ora ne paga il fio.
tràsàndaa, agg. = trasandato : chi è
trascurato in ogni cosa, così nei pro-
pri uffici, come nella cura della per-
sona, della casa ; el farti mtii ben in
nisitn sit perchè l'è tròpp tràsàndaa
= non farà mai bene in nessun luogo,
perchè è troppo trasandato.
tràscénd,* v. att. = trascendere : passare
i limiti della convenienza, del decoro;
§e ée vceur vègh reson, bisogna mài
tràscénd = se si vuole aver ragione,
bisogna non trascendere mai.
trascina,* v. att. = trascinare. Vedi stra-
scina.
tràscór, v. att. = spargersi, spandersi,
diffondersi : specialm. dell' inchiosti'O
su carta che sia appena appena assor-
bente ; Ée pò minga écrtv, perchè trà-
éeór tiltt rincdster = non si può scri-
vere perchè l'inchiostro si spande tutto.
tràscriy,* v. att. = ti'ascrivere : copiai-e
una scrittura e anche copiare da un
libro. Diciamo più spesso copia.
trascura, v. att. = trascurare : essere
negligente verso una cosa, una per-
sona : non cui'are, non darsi pensiero ;
el tràscUra là écòla e 'l pensa mitiga
ài esàmm = trascura la scuola o non
pensa agli esami.
1) tràéeiirà dna persona = trascu-
rare una persona : non usarle i dovuti
riguardi, mancare ai doveri verso di
lei ; voo pii in qiièla cà, perchè hàn
caminciaa à tràsciiràmm tròpp = non
vado più in quella casa, perchè hanno
preso a trascui-armi troppo.
tràsciiraa, agg. = trascurato, trasandato.
A edi tràsàndaa.
tràsciiràtesa,* s. f. = trascuratezza : il
non aver cura d' una cosa che la ri-
chieda.
trasferì, * v. att. = traslocare, trasfe-
rire : di impiegati, soldati, ecc. : mu-
tarli di residenza. Vedi trasloca.
trasferta,* s. f. = transferta : quel tanto
che si paga ad un impiegato in più
del suo stipendio come compenso delle
spese da lui sostenute nel compiere un
ufficio affidatogli fuori della sua resi-
denza.
trasforma,* v. att. = trasformare : mu-
tar la forma ad una cosa. Anche e
specialm. in senso fig. ; Pè tornaa de
V America àdritura tràéformaa = tornò
dall'America addirittura trasformato.
trasgredì,* v. att. = trasgredire : non
rispettare, violare ; l'ha vorilil trasgredì
i òrdin déla mtima e gh'è tocaa de
pilrgàla = volle trasgi-edire gli ordini
della mamma e gli toccò pagarne il fìo.|
trasloca, v. att. = traslocare : parlando!
di impiegati, soldati, e sim. mutarli!
di residenza, farli andare da un luogo^
ad un alti'O ; me vorévcn trasloca
tra
— 871 —
tra
Tortona^ ma 'l minUier Ve ètaa giust
e Vhà revocaa 'l decréti = mi volevano
traslocare a Tortona, ma il ministro
fu giusto 0 revocò il decreto,
tràslòcch, e traslòco,* s. m. = tra-
sloco , traslocamento , trasferimento :
l'essere mutati di residenza.
tràsmètt,* v. att. = trasmettere : far pas-
sare, mandar fuori, comunicare ; là
pila là tràsmètt là fòréa elètriea ài
fii del càmpànin = la pila trasmette
la forza eletti-ica ai fili del campanello.
tràson, s. m. = sciupone, sciupatore,
scialonc : chi sciala molto, chi spende
con prodigalità e spreca il danaro,
sciupa la roba.
tràspàrénsa, * s. f. = trasparenza : la
■ qualità di ciò che è trasparente ; quèll
che è bèli in Vàlàbàster rè là tràéiìà-
rénéa = quel che è bello nell'alabastro
è la trasparenza.
tràspàrént, agg. = trasparente, diafano :
di quei corpi attraverso ai quali passa
la luce e che lasciano vedere al di là
di esso. Di quarzo e cristallo di rocca
si dice anche : ialino.
1) te see bèli ma Tnlnga tràspàrént
= sei bello, ma non risplendi : diciamo
quando uno ci toglie la luce, per av-
vertirlo che si sposti alquanto e non
ci intercetti i raggi luminosi.
2) s. m. Trasparente : specie di tenda,
di tela dipinta che si mette alle fine-
stre per lo più per ornamento.
traspari, v. att. = trasparire : dar segno,
fare intendere, capire ; le ^à, ma l
ItLsa trààpàrt nàgòtt = lo sa ma non
lascia trasparir nulla.
tràspìràsiòii, s. f. = traspirazione, il
traspirare, il , sudare : 1' uscire degli
umori dai pori della pelle del corpo
animale ; ci decòtt de tilt el facilita
là tràspiràiion = la tisana di tiglio
facilita la traspirazione.
tràspórt, s. m. = trasporto: il traspor-
tare ; el tràs-pòrt déla mobìlia el gKè
eostaa on ceucc del eoo = il trasporto
della mobilia gli costò un occhio del
capo.
1) Trasporto e trasporto funebre : il
portare onorevolmente con accompa-
gnatura un morto alla sepoltura ; qtièll
del presidént déla Cort d'Apèll Ve étaa
on bèli trààport = quello del presidente
della Corte d'Appello fu un bel tra-
spoi'to.
2) Smania, passione : propensione
grande ; el glia sémper àviiii on gran
tràépdrt per là musica = ebbe sempre
una grande smania per la musica.
3) Eccesso ; in d'on tràépdrt de ie-
nerèsa, à moménti le èofèga à basiti =
in un eccesso di tenerezza, a momenti
lo soffoca coi baci.
trasporta, v. att. = trasportare : por-
tare da un posto all'altro ; hoo trà-
sportaa tuti i llber in stànéa de lèti
= ho trasportato tutti i libri in ca-
mera da lotto.
1) làéàéà trasporta = lasciarsi tra-
sportare ; lasciarsi vincere dalla pas-
sione, dall'affetto; non sapersi tempe-
rare; el é'è lààà iràéporitL à de qutj
titi che ghe fan propi on gran tori =
si lasciò trasportare ad atti tali che
davvero gli fanno gran torto.
2) T. comput. Portare una partita da
una colonna ad un'altra nel libro dei
conti, da un titolo a un altro nel bi-
lancio ; qiiUa soma chi là va trààpor-
iàda dai épés fàcoltàttv ài spés obli-
gàtòri = questa somma va trasportata
dalle spese facoltativo alle spese ob-
bligatorie.
3) T. music, mutar di tono : bisogna
trasporta tuta là pari in d^on ton
piiàee alt = bisogna trasportare tutta
la parte a un tono più alto.
4) Rimaneggiare le pagine. T. di
tipogr.
tràsportàbil,* agg. = trasportabile : cho
può essere trasportato.
tràss, v. rifl. = buttarsi, gettarsi : la-
sciarsi cadere dall'alto in basso ; tràss
gid del Dòmm = buttarsi dal Duomo.
1) tràsé àdòès on veétii = buttarsi
un vestito addosso : metterselo in fretta,
senza cura.
2) tràss in ièra = buttarsi, gettarsi
per le terre. Vedi biitàss, 2).
3) tràéè vìa = traviare : prenderò
una cattiva strada, nel senso morale.
4) tràss vìa = buttarsi via : di chi,
parlando, agita molto la persona, ge-
stisce troppo e sgarbatamente ; el pre-
dica ben, ma 'l se irà via tròpp =
predica bene, ma si butta troppo via.
5) tràSé àmàlaa = darsi ammalato :
far credere di esserlo.
tràsvestii, agg. = travestito. Vedi tra-
vestii,
tràta, s. f. = tratta : lettera di cambio ;
tra
872
tra
el m'ha faa dna tràta per el so bàn-
clièr e 'Z m'ha pàgaa coni qùeìa = mi
fece una tratta per il suo banchiere e
ini pagò con quella.
1) Tratto, estensione : distanza spa-
zio fra un luogo e l'altro.
tràtà, v. att. = trattare : comportarsi con
una persona ; eì tràta là geni on poo
iròpp tila bona = tratta la gente un
po' troppo alla buona ; el glia dna
mane r a de tràtà i so pàrént che me
jnàs pi-òpi nò = ha un certo modo di
trattare i suoi genitori che davvero
non mi piace.
1) Maneggiare, specialm. di oggetti
pericolosi ; i tirma de foeùgh vàn tràtaa
coni on gran rigiitird = le armi da
fuoco Yanno trattate con un gran ri-
guardo.
2) tratti = trattare : di un soggetto,
di un argomento parlarne o scriverne
distesamente con studio ; àf ànn el
profesòr d'itàlidn el trelta de la ortgin
de la lingua = quest'anno il professor
d' italiano tratta della origine della
lingua.
3) Discutere, ventilare ; el tràtàva
là véndita déla cà, Vhà p-xu vendùda?
= trattava la vendita della casa, 1' ha
poi venduta ?
4) ée tràta de... = si tratta di..., è
quistione di ; se tràta de capitai minga
indiferent per fa là strada feràda =
si tratta di capitali non indifferenti per
fare la ferrovia.
5) tràtà = far trattamento : offrire
da mangiare, da bere. Yedi tràtàmèut,
sporg-iiuènt.
tràtaa, s. m. = trattato : libro o scrit-
tura dove si svolge una scienza o un
ramo della scienza ; Vhà ècritt on bèli
tràtaa de filosofìa = scrisse un boi
trattato di filosofia.
1) Pratica : trattativa fra due o pivi
governi o potentati per appianare delle
difficoltà, venire ad un accordo ; el
tràtaa de Viòla, de Berltn., de Paris,
ecc. = il trattato di Vienna, di Berlino,
di Parigi, ecc.
tràtàbil,* agg. = trattabile, affabile, alla
buona : di persona colla quale si tratta
bene e volentieri ; Ve molto piièee trà-
tàbil III che sòa miee = è molto pivi
trattabile lui che sua moglie.
tràtàmént, s. m. = trattamento : ciò che
si dà a mangiare, pranzo, convito ; mi
s''éra in d'ona pensión doe gh'éra on
tràtàmént ecelénte = io era in una pen-
sione dove c'era un trattamento ec-
cellente; Valter dì in casa del sto gh' è
staa tràtàmént = l'altro giorno in casa
dello zio ci fa trattamento. j
tràtàss, v. rifl. = trattarsi : dare, pro--|
curare a se stesso un determinato modo ^
di vita, e specialm. un modo agiato ;
el se tràta de prìneip = si tratta da
principe.
tràtàtiva, s. f. = trattativa : pratica in-
torno a speciali negozi ; Ve in tràtà-
tiva de trnit on negasi = è in trattativa
per acquistare un negozio ; rèse in
tràtàtiva de matrimòni = essere in
trattativa di matrimonio.
tràtegnì, v. att. = trattenere, ritenere :
di paga, 0 parte della paga, non darla,
tenerla per rimborsarsi o far rimbor-
sare altri.
tràtegniss, v. rifl. = trattenersi, rite-
nersi, frenarsi, contenersi ; sont minga
Staa bòn de tràtegnimm de digìien
quàter = non fui capace di ritenermi
dal dirgliene quattro.
1) Fermarsi in un luogo.
tràtenìméiit, s. m. = trattenimento, ri-
trovo : festa, ma senza sfarzo ; fami-
liare ; sont invidaa per étàsèra à on
tràtenimént = sono invitato per questa
sera a un trattenimento.
tr<àtoeur, s. ni. = trattore : colui che,
facendosi pagare, dada mangiare e da
bere a chiunque. Dal frane, traiteur.
tràtorìa, s. f. = trattoria : luogo dove,
pagando, si va a mangiare e a bere.
Per noi è qualche cosa piii dell'osteria,
qualclie cosa nieao del ristorante.
tràtt, s. m. = tratto, trattamento : co-
stume modo di comportarsi; Ve minga
on tràtt de persóna pollda = non è
tratto di persona a modo.
1) in cl'on tràtt, tiltfà 'n tràtt, avv.
= ad vvn tratto, in un tratto, tutt'a un
tratto : subitamente, in un attimo.
2) de tràtt in tràtt = di tratto in
tratto : spesso, di quando, in quando.
Anche à tràtt = a riprese, a intervalli,
interpolatamente.
3) tràtt de pena = svolazzi : fregio
ghiribizzoso fatto di tratto in punta di
penna.
tràr, s. m. = trave : fusto d'albero d"una
certa grossezza e lunghezza, riquadrato
e pulito per uso di palchi, ponti e sim. ;
tra
- 873 -
tra
gh'b minga pertcol che'ì fece el bòria
gid ; gliati miss éòtt de qiiìj tràv che
hin etèrni = nou c'è pericolo che il
tetto rovini ; gli hanno messo sotto
certo travi che sono eterne.
1) età in lètt à cilntà i tràv del
sofitt = stare a letto a contaro le travi
e i travicelli, fare il poltrone.
2) el ved là buèca in di ceucc di
tilter e minga 7 trae in di so = nota
il fuscello nell'occhio altrui e non vede
la trave nel proprio : di chi conosce i
difetti altrui, non i propri.
tràvàdura, s. f. = travatura : lo travi
collegate a reggere il tetto.
1) Travata : un insieme di più travi
collegato a qualunque altro scopo.
tràvàli, s. m. = travaglio, lavoro, fa-
tica. E' modo alquanto scherz. ; ah !
àndèmm ài tràvàli = ah ! andiamo al
lavoro, al travaglio. Ci viene forse dal
frane, travail.
tràvàs,* s. m. = travaso, travasamento :
il travasare ; on tràvàs de sàngu, de
hUa = un travaso di sangue, di bile.
travasa, v. att. = travasare : versare da
un vaso in un altro, da uno in un
altro recipiente ; el fin cèrti stàgion
bisogna travasali = il vino in certe
stagioni bisogna travasarlo".
traverà, s. m. = traversa : una sbarra
di legname o anche di ferro posta at-
traverso di alcuna cosa per dare mag-
gior forza, per assicurare.
1) Mazza : i bastoncelli delle seggiole
tra gambe e gambe o tra i due staggi.
traverà, prep. = attraverso: in direzione
obbliqua.
1) Di cose frapposte ; Vària là pàsa
traverà ài veder = l'aria passa attra-
verso ai vetri.
2) de traverà = attraverso, obliqua-
mente : contrario di, a diritto ; el
gàniber el camma, de traverà = il gam-
Jjero cammina attraverso.
3) àndà in traverà = andare attra-
verso, andar male. Anche si dice di
cibi e bevande quando nell' inghiottirli
s'affacciano alle vie del respiro.
4) guarda in traverà, de traverà =
guardare attraverso, biecamente, con
occhio bieco: mostrar malanimo in ai'ia
di minaccia.
5) ciàpà òna ròba in traverà = pren-
dere una cosa attraverso : prenderla
malo, in mala parte.
6) mangia per traverà = mangiare
ingordamente e molto.
7) mangia per traverà vHn = man-
giare uno: consumare ad uno tutto il suo.
travèrsa, s. f. = toppone : pezzi di tela
in qualunque modo sovrapposti l'uno
all'altro da porre sotto ai malati, per-
chè non insudicino.
travèrsa, v. att. = traversare, attraver-
sare : passare attraverso ; guarda i
càròss in del travèrsa là àtràda = guar-
dati dalle carrozze nel traversare la
strada; Vhà voràiiii travèrsa 'l fiiiìnvt
in sàndolìn e l'è borlaa dènter = volle
attraversare il fiume in sandolino e vi
cadde dentro.
1) Passare in tutta la sua lunghezza
un paese, un territorio, una città, da
un capo all'altro ; hoo tràveràaa t/'iff
Milàn = ho traversato tutta Milano ;
per àndà à cà l'ha doviliò travèrsa i
càmpàgn = per andare a casa ha do-
vuto traversare i campi.
tràvèrsìn, s. m. = capezzale : guanciale
che si mette a capo al letto stretto e
lungo quant'è la larghezza del letto
stesso.
1) i tràveràilt dèla gàbia = posatoi:
quelle cannucce che si mettono nelle
gabbie perchè vi saltino su gli uccelli.
2) T. dei macoli, scannello: taglio di
carne di bestia macellata, e specialm.
del culaccio più vicino alla coscia.
traversina,* s. f. = traversina: ognuno
di quei forti sciaveri di legno, grossa-
mente riquadrati, collocati trasversal-
mente sul suolo per porvi le rotaie
della ferrovia o del tranvai.
traversali, s. ìu. = traversone: quel grosso
legno che regge per traverso le stanghe
del carro.
1) Guida: un legno per traverso in-
canalato nelle due cosce del torchio da
vino, cui appoggia la vite.
travestii,* agg. = travestito : vestito in
modo affatto diverso dall' usuale per
non essere riconosciuto; i guardi trà-
veàtii = le guardie travestite; Ve scàpaa
tràveàtii de dona = scappò travestito
da donna.
tràvestimèiit, * s. m,. = travestimento:
il travestirsi ; l'è dna scèna à- tràve-
àtimhit bela come = è una scena a tra-
vestimenti assai bella.
tràvètt, s. m. = travicello: corrente fra
tra
874
tre
trave e trave nel palco delle stanze. Al
plur. traviti.
1) Travet, travetto : un semplice e
povero impiegato. Dalla commedia del
Bersezio che nel monsu Travet creò o
inventò il tipo; Ve on póer tràvètt à
mila e diiù = è un povero travet a
mille e due.
tràvòn,* s. m. = travone: grossa trave;
l)er tegnt éii 'l tèee déla sàia g'han
miéé dilii tràvòni enormi = per soste-
nero il tetto della sala ci hanno messo
due travoni spropositati.
tré, agg. = tre, il num. tre al femmi-
nile ; tre dòmi, tré tosami, _ ecc. = tre
donne, tre ragazze, ecc.
trebìsónda, (vèss gi5 de) = essere sviato,
aver perduto l'orizzonte.
trebtilà, v. att. = tribolare. Vedi tri-
biilà,* anche pei derivati.
trédes, agg. = tredici : num. card, che
si compone di dodici più uno, di dieci
più tre ; à trMes ànn l'era grand come
là eòa mttma = a tredici anni era alto
come la sua mamma; l'è dna étilpidtLda
vègli patirà se s'è iti trMes à tao la =
è una sciocchezza aver paura se si è
in tredici a tavola.
1) el trédes de tàròcch = la morte.
trèdesìn, s. m. = Vedi luàrs, 2).
trefoexìj, s. m. = trifoglio : specie d'erba
da pascolo.
trèlira, s. m. = Vedi contént, 2).
trema, v. att. = tremare : essere agitato
da più 0 meno scosse; trema déla pàUra
= tremar dalla paui'a; tremti del frècc
= ti'emar dal freddo; tremti come dna
fceùia = tremar come una vetta; quànd
ptisa on cdr trema tUti i veder = quando
passa un carro tremano tutti i vetri.
1) Rimballare, sussultare: scotersi di
sotto in su; quànd pàsa on càrètt trema
fitta là cà = quando passa un carretto
rimballa tutta la casa.
trèniàcda, s. m. = batticoda, cutrettola:
nome di un uccello piccolo, dal mo-
vere che fa spesso la coda.
trèiuàgrg, s. m. = tramaglio: sorta di rete
fatta a tre fili di reti l'una sovrapposta
all'altra e di maglie 1' una più stretta
dell'altra, per pescare e uccellare.
trèniàrèla, s. f. = tremarella, tremerella;
paui'a che non accada qualche cosa di
grosso, di male; el g' aveva indòsé dna '
trèmàrèla del diàol = aveva una, stava
con una gran tremarella.
tremendàmènt, * aw. = tremendamente,
atrocemente: in modo tremendo, atroce;
incoRU là mia gamba là me fa tre-
mendàmènt mal = oggi la mia gamba
mi fa male atrocemente.
tremèndo, agg = tremendo, atroce, im-
mane, gi'andissimo, veemente; è vegniiU
èli on tremèndo temporàl = si scatenò
un tremendo temporale; el g'hà on tre-
mèndo mal de tèsta = ha un tremendo
mal di capo.
1) l'è tremèndo = è tremendo : di-
ciamo di chi 0 è gran seccatore o ec-
celle in qualunque altra cosa cattiva.
2) quésta l'è tremènda! = questa è
atroce! Di cosa che ci addolori e ci
- offenda profondamente.
trementina, s. f. = trementina : resina
del terebinto e d'altri alberi, come la-
rici, pini e sim.
tremila, agg. = ti'emila: num. card.: tre
volte mille.
tremit,*s. m. = ti-emito: il tremare. Moto
convulso delle membra o d'una parte
del corpo animale prodotto dal freddo,
dalla paui-a, da un male; gli è dùraa
'l trèmit dèla fèver piisee de mÀs'óra
= gli durò il tremito della febbre per
più di mezz'ora.
trèmoeugia, s. f. = ti-amoggia : cassetta
quadrangolare a piramide tronca rove-
sciata, che versa regolarmente sopra
la macina il grano o la biada che si
vuol macinare.
treno, * s. m. = treno, convoglio: la fi-
lata dei carri e delle caiTOzze, aggan-
ciati l'uno all' altro e trascinati dalla
macchina.
1) Lusso d'abiti, di masserizia, d'ad-
dobbo; g'han on màgnìfich trèno de cà
= hanno un magnifico treno di casa.
2) trèno retil = treno reale : quello
fatto appositamente per i viaggi del re
e della sua famiglia; el trèno reàl l'è
pàsaa de Mildn à mèsànòtt = il treno
reale è passato da Milano a mezzanotte.
trénta, agg. = trenta: num. card.; tre
volte dieci ; hoo compraa i scirès à
trénta centèsim ài chilo = ho compe-
rato le ciliege a trenta centesimi al chilo.
trentèna, s. f. = trentina: si usa a si-
gnificare un numero approssimativo di
trenta; per compra on discreti orelògg
d'àrgènt glie voeUr dna trentèna de
frànch = per comperare un discreto
tre
— 875 —
tri
orologio d'argento ci vuole una tren-
tina di lire.
trentèsim, * agg. = trentesimo : nuni.
ord. di trenta.
trentun, agg. = trentuno : num. card.:
trenta più uno.
1) Del giorno ultimo dei più lunghi
mesi dell'anno; el trentun de gendr, de
mtirè, de mag, ecc. = il trentuno di
gennaio, di marzo, di maggio, ecc.
2) àpnl n'ha trénta, piovèsé trent&n
fa mal à niéHn = aprile ne ha trenta
se piovesse trentuno non farebbe male
a nessuno ; aprile n' ha trenta, tutti i
'- giorni una brenta : prov. per dire che
l'acqua di aprile fa bene ai campi.
3) L'anno ti'entunesimo del secolo ;
i cospìràéidn del trentun = le cospi-
razioni del trentuno (1831).
4) giiigà à trentun = giocare a tren-
tuno: sorta di gioco a carte nel quale
si vince non passando il numero tren-
tuno dei punti, o facendo trentuno, o
approssimandosi a questo più degli altri.
5) di nò trentun ée no Ve in del
sàeeh = non dir quattro se non l'hai
nel sacco, non bisogna dir gatto finche
non è nel sacco: le cose bisogna aspet-
tare che sian sicure prima di farci as-
segnamento.
6j già che s'è faa trénta se fa tren-
tun = dacché s'è fatto un sacrifizio,
so ne faccia un altro per raggiungere
lo scopo.
trésa, s. f. = treccia: tutto ciò che è in-
sieme intrecciato, ma particolann. i ca-
pelli delle donne ; se Usa quasi pti
portti là trèéa già per i spali = non
usa quasi più portar la treccia giù per
lo spalle.
tresént, agg. = trecento: num. card.:
ti'O volte cento.
L) in del tresént = nel trecento: nel
secolo XIV dal 1301 al 1400.
tresìa, s. f. = migliarola, migliarina :
qualità più minuta di pallini da schioppo.
1) Treggea : confetti minutissimi di
varie sorte.
trià, V. alt. = tritare, tritui'are, sminuz-
zolare : ridurre in tritoli o minuzzoli;
triti là carne, i tomtites, i erborinn e
sim. = triturare la carne, i pomidoro,
il prezzemolo e sim. Anche triù, gid.
triaca, s. f. = triaca: medicamento com-
posto di varie sostanze medicinali e che
si diceva guarisse da molti mali; àdèéé
là triaca là ée Usa quasi pie = ora la
triaca non si usa quasi più.
triàda, s. f. = tritata, tritatura, triturata:
l'atto del tritare; te ghe dee dna bela
triàda ài scigòll = dai una bella tri-
tatura alle cipolle.
1) Anche la cosa tritata; in del mi-
nèétron bisogna niUegh dna bela triàda
de làrd =- nel minestrone bisogna met-
terci una bella tritatura di lardo.
trià^àtt, s. m. = salumiere: voce scher-
zosa e non senza una intonazione spre-
giativa.
triàngol, s. m. = triangolo : poligono di
tre lati che formano tre angoli, e la
sua figui'a ; l'è minga bon de disegna
on triàngol = non è capace di disegnare
un triangolo.
1) Oggetto di forma triangolare co-
perto di rosso, posto dietro all'osten-
sorio sull'altare. Si usa solamente nel
rito ambrosiano.
2) Saettia: triangolo di legno sul quale
la settimana santa si infiggono le can-
dele che SI spengono ad una ad una
prima di battere le tenebro colla ra-
ganella.
3) Triangolo: specie di lima formata
a triangolo.
4) Triangolo : strumento formato da
un triangolo di fer]-o non uniti da uno
dei vertici, sul quale con una bacchetta
pure di ferro si batte traendone un
suono come di campanello.
5) Nicchio: il cappello da prete.
triàràv, s. m. = pialletto : per tagliare a
fette rape, tartufi e sim. Vedi tàiàràv.
tribiilà,* "v. att. = tribolare, affliggere;
dare dei triboli ; là fànini e là giiéra
tribulen el pàés = la fame e la guerra
tribolano il paese.
1) Affannare : dare affanno ; perchè
te tribUlet insci quéla poera ddna? =
perchè triboli, affanni così quella povera
donna?
2) Intrans. : tribolare : soffrire molto,
avere dello tribolazioni ; à sto mona
no ée fa che tribiilà = a questo mondo
non si fa che tribolare.
3) Stentare : trovar difficoltà a fare ;
hoc tribillaa come per troàgh dna bona
écòla ài me fioeil = ho stentato assai
per trovare una buona scuola a mio
figlio.
tribiilaa, agg. = tribolato, affannato :
pieno di tribolazioni, d'affanni.
tri
876 -
tri
tribiilàsiòu, s. f. = tribolazione, il tri-
bolare : la cosa ohe tribola, che af-
fligge l'anima e il corpo; no g'hoo che
di tribulàèiòn e pòcch consolàsión =
non ho che tribolazioni e poche con-
solazioni.
1) Di persona che è cagione di tri-
bolazione ad altri ; là g'ìià on mari
che Ve là eoa tribulàsiòn = ha un ma-
rito che è la sua tribolazione.
tribiilèri, s. m. = bordello, chiasso, bi-
sbiglio: d'ogni rumore che disturbando
tribola ; euàa V è sto tribiilèri = che è
questo chiasso?
1) Tribolazioni ; el vìv in mèss à di
gran tribiilèri = vive in mezzo a grandi
tribolazioni.
tribuna, s. f. = tribuna, cantoria: specie
- di pulpito dove stanno i musici e i
sonatori in chiesa, e per analogia an-
che «quello dove stanno come in pal-
chetto a sentir la messa.
1) Luogo fatto appositamente per
assistere ad un'assemblea, ad uno spet-
tacolo e sim. ; rè àndaa à redè i core
in di tribiinn de cìnqii frànch = andò
a vedere le corse nella tribuna da cin-
que franchi ; l' ha éentii el dis'cdrè de
Cara lofi in là tribuna di giornalista
= sentì il discorso di Cavallotti nella
tribuna dei giornalisti.
tribunal, s. m. = tribunale : luogo dove
risiedono i giudici per rendere ragione,
e i giudici stessi; Ve staa condànaa
dal tribiintLl de Genoa = fu condannato
dal tribunale di Genova.
1) Clama vùn in tribiinàl = mettere
uno al tribunale : chiamarlo in giudizio,
sporgere contro di lui querela.
tribiiuaa e tribiiuàto, * s. m. = tri-
bunato : presso noi il Tribunato operaio
istituzione popolare nell'interesse degli
operai.
tribiitt e tributo, s. m. = tributo : se-
gno di ossequio 0 di omaggio.
trìcàutòii, s. m. = biodo : sorta di
giunco da fare stuoie.
1) Nicchio, lucerna : il caijpello del
prete.
triccli e tràccli, s. m. = crotalo, cre-
pitacolo, raganella, tabella : arnese di
legno che nella settimana santa si suona
invece delle campane.
1) tric-trac : voce di chi imita colla
voce il rumore di chi cammina cogli
zoccoli, 0 di una imposta che rumoro-
samente si chiude o si apre, o altro
simile rumore.
2) Anche: T. di gioco: tavola reale,
e sbaraglino.
tricliina, * s. f. = trichina: verme che
si trova nell'intestino e nei muscoli
del maiale, per l'uomo velenoso.
tricolòr, (i) s. m. pi. = il tricolore : la
bandiera italiana.
tricorno, s. m. = lucerna, nicchio o
meglio triade: il cappello a tre punte
dei preti.
tricotè, s. m. = camiciuola, giubbon-
cino : farsetto di lana o di cotone a
maglia. Dal frane, tricotè.
trìd, agg. = trito : sincope di tritato.
Noi l'usiamo specialmente come ag-
giunto di pan e di formàgg; el pan trìd,
el formàgg trìd = il pan trito, il for-
maggio trito.
tridà, V. att. = tritare : vedi trià, anche
pei derivati.
tridèll,* s. m. = tritello: crusca più mi-
nuta ; màutegnéven i vàcch à tridèll
= nutrivano le mucche col tritello.
trìdov, s. m. = triduo : funzione reli-
giosa che si ripete per tre giorni con-
tinui : Vhà faa ontrulov Ula Màdona,
per fa che là glie fàsèss giiàrt ' l fìoeH
= fece un triduo alla Madonna, perchè
le facesse guarire ii figlio.
triènàl, agg. = triennale : che si fa o
che ricorre ogni tre anni ; Vànn che
vèn fan à Milàn l'esposision triènàl
di quttder = l'anno venturo fanno a
Milano l'esposizione triennale di pittura.
trieni, s. m. = triennio: corso o spazio
di tre anni; l'è staa nominaa regènt
per on trieni.
trifoetìj, s. m. = Vedi trefoeiìj.
trifola, s. f. = tartufo : genere di funghi
compatti e polposi, una dello tuberacee;
trifola bianca, negra = tartufo bianco,
nero ; el risoti coi trlfol = il risotto
coi tartufi.
trifolaa, agg. = trifolato, a mo' di funghi :
di una maniera di cuocere le vivande
con olio e aglio ; i pattiti trifolaa, ci
rogìion trifolaa = le patate trifolate,
il rognone trifolato.
trifolòtt, agg. = tarcagnotto, tarchiatotto,
tappo di botto : di pers. piccola, e grassa.
trii, agg. m. = tre: num. card, che in-
dica due unità piii una; * trii di déla
mèrla = i tre giorni della merla : i tre
giorni ultimi del gennaio; rhàgiiigaa
tri
- 877 -
tri
trii numer ài lòti = giocò tre numeri
al lotto.
trilà, V. att. = trillare, fare dei trilli :
di cantante, o di uccelli cho cantando
facciano, battano trilli.
trilla, * s. f. = triglia: sorta di pesce
di mare di carne squisita, che per lo
più si mangia fritto all'olio.
trill, s. ìli. = trillo : abbellimento della
voce e del suono, che consiste in due
note contigne che si succedono con
grande rapidità.
triméster, s. m. = trimestre : lo spazio
di tre mesi ; pàg^ à triméster = pagai'e
a trimestri.
1) La somma che uno paga o riscuoto
ogai trimestre ; l'è àndaa à scmud el
triméster = andò a riscuotere il tri-
mestre.
trimèstràl, * agg. = trimestrale : che si
fa 0 ricorre ogni tre mesi ; in cèrti
ficòl fan i esàmfìi trimcètrài = in ta-
lune scuole fanno gli esami trimestrali .
trinca, (ikbùv de) = nuovo, nuovo.
Tedi iioeùv, 2).
trinca, v. att. = trincare : bere avida-
mente , bere al boccale ; tlla èira el
trinca che Ve on or or = alla sera ti'inca
che è un oiTore, in modo orribile.
trincèa,* s. f. = trincera e trincea : strada
scavata nel terreno, difesa da parapetto.
trinceràss, v. rifl. = trincerarsi : mu-
nirsi, difendersi con trincea ; ed anche
rimanere in un'opinione non opponendo
che un solito argomento alle ragioni
avverse.
trlncètàda, * s. f. = trincettata: colpo
dato con un trincetto, ferita di trin-
cetto ; l'è mòri per dna trincèiàda in
del còli = è morto per una trincettata
nel collo.
trincètt, s. m. = trincetto: lama di
acciaio che usano i calzolai per tagliare
il cuoio. Lo chiamano però più volen-
tieri cortèll.
trincia, v. att. = scalcare : tagliare la
carne cotta, i polli e sim. per servirli
in tavola ; minga tuti hin bòn de trin-
cia poUd i polàÉter = non tutti sono
capaci di scalcare bene i polli.
trinciàdòr, s. in. = scalco: colui che
per solito scalca le vivande a tavola e
chi lo fa con maestrìa; Vèon trincià-
dòr de prima fòrsa = è uno scalco di
primo ordino.
trìnciànt, s. m. = trinciante : gi'OSSO
coltello per iscalcare la carne, le vi-
vande; ho doviiii fa molti 'l trinciànf
ho dovuto far arrotare il trinciante.
trinitaa, s. f. = trinità: le tre persone
divine in una sostanza sola.
trio, * s. m. = trio: T. music. : terzetto,
pezzo di musica a tre parti.
1) La seconda delle due parti in
ceiii ballabili; g'han faa ripèti el trio
dola pòlca = gli hanno fatto ripetere il
trio della polca.
trionfa, v. att. = trionfare: riportare
sugli avversari una vittoria grande:
in del concors l'ha trionfaa de tiicc =
nel concorso trionfò su tutti.
1) Fig. : essere portato in auge, gran-
deggiare; IH intenta el fa '/ bàlòéé e
'l trionfa = egli intanto fa il briccone
e trionfa.
trionfai, agg. = trionfale ; pòrta, àrch,
cÈr trionfai = porta, arco, carro trionfalo.
trionfànt, agg. = trionfante, soddisfatto.
Vedi gloriò», 1).
triónfo, ''^ ni. = trionfo : le acclama-
zioni che si fanno ad uao per qualche
suo atto, 0 qualche sua opera ; quèll de
Vérdi coni V Otèlo l'è pròpi étaa on
triónfo = quello di Verdi coli' Otello
fu davvero un trionfo.
1) porta in trionfo = portare in
trionfo, alle stelle: glorificare con pa-
role, con acclamazioni, con scritti l'o-
pera di uno.
2) t,ria de trionfo = aria di trionfo ;
l'aria che uno si dà quando crede di
avere vinto gli altri in qualsivoglia cosa.
3) trionfo = trionfo, trionfo da ta-
vola : certi piatti fatti in modo da riu-
scire d'ornamento alla tavola stessa.
trìpa,* s. f. = trippa, pancia.Vedi pànscia.
tripee, s. m. = treppiedi:' arnese di ferro
triangolare con tre piedi da posare sul
fuoco e addattarvi sopra tegami e sim.
stoviglie 0 altro.
1) Fig. : pentolone, dappoco, inerte.
tripilà, V. att. = guizzare, sguizzare,
sgambettare : di bambini specialm. che
non stanno mai fermi, e dimenano lo
gambe.
1) tripilà dèla contenterà = non star
più in sé per la gioia.
triplica, ■v. att. = triplicare : aumentare
del triplo ; in pòcch temp Vhà tri-
jìlicaa i so dèbit = in poco tempo tri-
plicò i suoi debiti.
triplico,* (là) s. f. = la triplice : diciamo
tri
— 878 —
tro
noi ora ad iadicare la triplice alleanza
che lega diplomaticamente insieme Ger-
mania, Austria e Italia.
triplo,* s. m. = triplo : quantità tre volte
maggiore d'un' altra ; qiièll pànàtdn chi
l'è 'l triplo de quèll de rami pàéau =
questo panettone e il triplo di quello
dell'anno scorso.
tripol, s. ìli. = tripoli, tripolo: sorta di
minerale silicioso che si usa specialm.
per pulire gli ottonami.
tripòtt, s. m. = trippone, pancione :
uomo che ha la trippa grossa spor-
gente. Noi diciamo anche: l'è ona tri-
2)òU de mina = è una trippona.
trisètt, s. m. = tressette, tressetti, ca-
labresella : un gioco a carte che si fa
in quattro, o in tre persone ; §e troeùven
tati i air à fa là pàrtida à trisètt =
si trovano tutte le sere a far la par-
tita a tressetti.
trlst, agg. = tristo, cattivo : disposto al
mal fare ; l'è on mond trist = è un
mondo tristo, cattivo : che^ brutto vi-
verci.
1) fa dna trista figura = fare una
figura cattiva, una figuraccia.
2) Triste, malinconico, mesto, sparuto;
perchè incoeu te éett insci trist? = per-
chè oggi sei così tnste ?
tristèsa,* s. f. = tristezza, mestizia, ma-
linconia : l'essere triste, mesto, malin-
conico ; iér g' aveva àdòàs ona triétèàa
che avaria piàngiiiil tiitt el dì = ieri
aveva indosso una tristezza tale che
avrei pianto tutto il giorno.
Triuls, s. m. = Trivulzi : casato d'una
delle più. antiche famiglie nobili di
Milano.
1) vèsè, àndù, in di Triùlè = essere,
andare al pio albergo Trivulzi. Vedi
Iceù^li pij.
triviàl, agg. = triviale, volgare : da trivio,
abbietto ; ^jàro/a , mànèra triviàl =
parola, modo triviale.
triviàlitaa,* s. f. = trivialità: l'essere
triviale ; Ve dna dona d'òna triviàlitaa
tremenda = è una donna d'una trivia-
lità enorme.
1) Parola o atto che dimostra tri-
vialità ; el créd de fa rid cont cèrti
triviàlitaa che ripàgnen = crede di
far ridere con certe trivialità che ri-
pugnano.
troà, V. att. = trovare : scoprire, rinve-
nire una persona o una cosa che non
si sapeva dove fosse, che si andava
cercando ; chi cerca troeiiva = chi cerca
trova ; hoo pii podiiii troà el me liber
= non ho piii potuto ti-ovare il mio libro.
1) Scoprire, inventare ; el Volta l'ha
troaa là pila = il Volta trovò la pila ;
el Vérdi Vhà troaa di penèér d'óna
delicàtèéa straordinària = Verdi ha
trovato dei pensieri di una delicatezza
straordinaria.
2) Giudicare, stimarle ; Vhoo minga
troàda tanto bela là comèdia noeùra
= non l'ho trovata molto bella la com-
media nuova.
3) troà vHn = trovare uno : sorpren-
derlo in un luogo, incontrarsi inaspet-
tatamente con lui ; rhoo troaa che '/
tràvèréàva là Gàlerta = 1' ho trovato
che attraversava la Galleria.
4) ré mèj pèrdei che troàll. Vedi
pèrd, 12).
troàda, * s. f. = trovata : il trovare un
ripiego, un' invenzione e sim. ; el Vèrne
in di so liber el g'hà di troàd che
hin bèj come = il Verno nei suoi libri
ha certe trovate bellissime.
troààs, V. rifl. = trovarsi : essere in un
luogo ; el ée troàva à Genoa per V e-
sposiéion = si trovava a Genova per
l'esposizione.
1) Eiferito allo stato proprio, alle
sue particolari condizioni di salute,
d' interessi e sim. ; el se troàva ben
doma in cà eoa = si trovava bene sol-
tanto in casa sua ; ée te vee inane insci
te se troàree pi-èst à on partii brlitt =
se seguiti così ti troverai presto a mal
partito.
trofèo, s, m. = trofeo : ornamento d'armi
e bandiere unite insieme a fascio o
d'armi e teste d'animali ; el g'hà in
sàia mànsgé on bèli trofèo de càcia =
ha in sala da pranzo on bel trofeo da
caccia.
troia, s. f. = porco, schifoso : è titolo
fortemente ingiurioso che suona sulla
bocca di volgarissimi.
troiàda, s. f. = porcheria, troiata: azione
0 cosa siidicia.
trómba, s. f. = ti-omba: strumento a
fiato, d'ottone, ripiegato due volte che
dà suono chiaro e squillante.
1) Colui che suona la tromba nella
banda, nell'orchestra ; el nòéter Falda
rè dna gran bona trómba = il nostro
Falda è una gran buona tromba ;
tro
tromb han stonaa de màlàdètt = le
trombe hanno stonato alla maledetta.
2) Tromba, tromba idraulica : quello
strumento cbe si usa per tirare l'acqua
dal fondo del pozzo ad una certa al-
tezza ; l'è debàéé che ' l vihia là tromba
= è abbasso che mena la tromba ; n&ti
g'hèmvi là tromba in cà = noi abbiamo
la tromba in casa ; mtLnich déla tromba
= menatoio.
3) tromba marina = tromba, tromba
marina : meteora, o vortice turbinoso
d'aria che tutto svelle e rovina.
4) tromba = nasone, nappa : naso
gl'osso.
5) Bombarda : uno dei registri del-
l'organo.
trombaa, agg. = strombato. Di finestra.
Vedi squàrc.
tronibàda, agg. femm. = sporgente : di
finestra ferrata i cui ferri arrotondan-
dosi sporgono in fuori.
tronibee, s. m. = trombaio, cannaio,
idraulico : chi fabbrica e mette le trombe
per tirar su 1' acqua, e ne fabbrica i
tubi e altri attrezzi.
trombèta, s. f. = ti'ombetta : dim. di
tromba, strumento musicale.
1) Trombetta, trombetto, ^rombettiere:
sonatore di tromba tra i militari.
2) Tromba, ciarlone, rifischione : chi
facilmente riporta le cose ; bisogna fàgli
sàvè nàgòtt perchè Ve on trombèta di
primm = bisogna non lasciargli saper
nulla pei'chè è una tromba tra le prime.
3) Trombino : specie di paste dolci
fatte a forma di piccole trombettine che
si vendono per le vie fra la gente del
popolo e i ragazzi.
trombèta, v. att. = strombettare : sonar
molto e noiosamente tromba o trom-
betta ; el trombèttva tiltt el santo di
= strombettava tutto il santo giorno.
1) Strombazzare : far sapere quasi a
suon di tromba.
2) Rifilare, rifischiare : riferire, ri-
portare una cosa ; fare la spia : Vàn-
dàva à trombèta tuécòsé in qUeétUra
= andava a rifilar tutto in questura.
ronibòn, s. m. = trombone, bombardone.
'Vedi bombàrdòii.
1) Uno schioppo più corto dell'ordi-
rnario colla bocca più larga : * brigtnt
g^àvéven el trombon = i briganti ave-
vano il trombone.
tròll, s. m. = tuono : strepito cagionato
879 - tro
nell'atmosfera dall'esplosione delle nubi
elettriche ; ddpo H lampo gli è qutLsi
éémper el tron = dopo il lampo c'è
quasi sempre il tuono.
troiià, V. att. = tuonare, tonare, ragliare :
lo scrosciare del tuono ; Ve r^r che 7
tròna che noi pioeuva = di rado tona
che non segna pioggia.
1) Buccinarsi, sussurrarsi ; tronen de
fa dna dimoètràéion étàstra = si buc-
cina che questa sera ci sia una dimo-
strazione.
tronàda, s. f. = tuono, tonamento : il
iTimoreggiare del tuono ; tiitVà 'n tràtt
é'è èentii dna tronàda màlàrbèta =
tutt'a un tratto s'udì un tuono male-
detto.
tronca,* ». att. = troncare : smettere, in-
terrompere di fare una cosa, ed anche
rompere una relazione, un'amicizia, le
trattative ; pàrèiia che se doèsen éjjosà
e tiilVà 'w tràtt han troneaa tUscòss =
pareva si dovessero sposare e tutt'a
un tratto hanno troncato tutto.
tronch, s. m. = ti'onco, troncone, fusto :
quel che rimane di un albero tagliato
anche quando il taglio non si fa; han
incts el nòmni Sili tronch d'óna piànta
= hanno inciso il nome sul fusto d'un
albero.
1) Tronco : tratto di ferrovia , di
strada.
tròno, s. m. = trono : seggio reale ; ci
rè Véra éetaa sili trono = il re stava
seduto in trono.
1) étla del tròno = sala del trono :
quella dove è il trono.
tròpa, s. f. = branco, frotta : un certo
numero d'animali della stessa specie,
riuniti, all'aperta campagna; ona tròpa
de pégor, de cttver, de vàcch = un branco
di pecore, di capre, di mucche.
1) Per simil. un gran numero di
persone riunite ; lièmm viét à pasti
dna tropa de gent = abbiamo visto pas-
sare un branco di gente.
tropìn, agg. = troppino : dimin. di
troppo ; el me par on poo tropìn qiièll
éàlàmm = mi pare un po' troppino
quel salame.
tròpp, agg. = troppo : che è più del
giusto, del convenevole, di ciò che si
richiede ; Vhà màngiaa tròpp pan =
ha mangiato troppo pane ; el me voeilr
tròpp ben = mi vuol troppo bene ;
tro
- 880 -
trn
qiièll che Dìo vceiìr l'è mài tròjjp =
quel che Dio vuole non è mai troppo.
1) tUti i tròpp hiii tròpp = il troppo
stroppia, il troppo guasta la festa, il
troppo non giova mai.
2) tLnca tròpp = anche troppo, d'a-
vanzo ; te Vhoo ditt tinca tròpp = te
l'ho detto anche troispo.
3) fin tròpp = dicatti, anche troppo;
te glie n'hee fin tròpp de liber = di
libri ne hai dicatti, anche troppi.
4) tròpp, avv. = troppo ; el mangia,
el dorma, el be-v tròpp = mangia, dorme,
beve troppo.
5) minga tròpp = non troppo : poco,
non abbastanza ; éont minga tròpp
content dèla mia Scola = non sono
troppo contento deUa mia scuola.
6) ^jwr tròpp = pur troppo : affer-
mazione di cosa spiacevole, dolorosa.
7) el éàrta tròpp = ti'oppo sarebbe,
sarebbe assai ; el éària tròpp se fusen
tùt-i eàtìv i scolttr = troppo sarebbe se
tutti gli scolari fossero cattivi.
trosoeiìj s. m. = rocchio : dei pezzi d'an-
guilla e specialm. dell' anguilla mari-
nata; de coleéion hoo màngiaa on ptira
de trosoeu de ingitila àròét = per co-
lazione ho mangiato un paio di rocchi
d'anguilla arrosto.
trota, V. att. = trottare: andare di trotto;
si dice del cavallo, ma anche di chi è
a cavallo; me più,s piisee trota che gà-
lopti = mi piace di piii trottare che ga-
loppare.
1) rig., di chi cammina con passo
celere, quasiché di corsa. Vedi luolà,
tàpàscià.
2) trota, tròta scimbioeu che doman
fàrèmm fàsoRii, dopo dimàn fàrèmni
bàsgiànn, j^^}' fa sta àlégher i he} to-
sami = trucci, trucci cavallino, mena
l'asino al mulino, il mulino è rovinato,
il mugnaio s'è impiccato, s'è impiccato
alla catena, e la moglie si chiama Lena.
La canzonetta toscana che corrisponde
alla nostra è piir lunga. Vedi màrón, 7)
ed anche scimbiceu, 1).
trotàda, s. f. = trottata : una corsa o
l)asseggiata fatta al trotto.
]) /a dna trotMa = fare una trottata:
andare a spasso in legno, o a cavallo;
se in legno dicesi anche: fare una sca-
rozzata.
trotàdòr, s. m. pi. = guide, rotaie, bat-
tute : le due liste di lastra nel mezzo
della contrada per i carri; Ve dna citaa
mòrta dóe gh^è i coìitràd sénàa trotà-
dòr = è una città morta, dove le vie
non hanno le battute.
trotola, * s. f. = trottola: giocattolo da
fanciulli : piccolo arnese di legno in
forma di una pera colla punta di feiTO
che si fa girare su sé stessa, tirando
fortemente una cordicella avvoltavi in-
torno. Non è il bìrlo, = palèo.
1) vèsé in trotola tt'itt el di = gi-
ronzolare , andar qua e là tutto il
giorno.
tròtt, s. m. = trotto: andatui'a del ca-
vallo tra il passo e il galoppo, e la
maniera di trottare.
1) ài tròtt = di trotto, trottando; han
faa là strada ài tròtt = hanno fatto la
strada di trotto.
trova, 'V. att. = trovare. Vedi troà. An-
che pei derivati.
triicà, V. att. = cozzare, urtare. Vedi
triisà.
1) Mazzerangare, pillonare, mazza-
picchiare: battere il selciato, il terreno
colla mazzeranga.
trucàss,* V. rifl. = truccarsi: accomodarsi
la persona così da rappresentare con
più verità il personàggio di cui uno fa
la pai'te in teatro ; el Novèli el se truca
piirànca poHd, = il Novelli si trucca
pui" bene.
triicch, s. m. = stratagemma, imbroglio:
negozio immaginato, ordito per ingan-
nare altrui. Dal frane, irne.
1) Mazzeranga, mazzapicchio, pillone:
sorta di pestone por terreno, ciottolato,
massicciato, ecc.
trufa, s. f = truffa, inganno, frode :
danno procurato altrui, sorprendendo
la sua buona fede; qiièla fàda tlla Pòsta
Vèstàda dna trufa tremènda = la truffa
fatta alla Posta fu enorme; Vhan con-
dànaa tre vòlt per trufa = l'hanno con-
dannato tre volte per truffa.
triifà, * V. att. = truffare : commettere
una truffa a danno altrui; rubare, sot-
trarre ad alti'i roba o danari con in-
ganno; el s'è làéaa triifà diisènt tir =
. si lasciò truffare duecento lire.
triifàdór, s. m. = ti-uffatore : colui che
truffa; el pareva on gàlàntòmm e in-
vece Véra on triifàdór coi fiòcch = pa-
reva un galantuomo e invece era un
truffatore coi fiocchi.
triig'ii, s. m. = caparbio, ostinato, duro:
tru
881
tum
rè on gran triign qiièll òmm ■= è pure
ostinato quell'uomo.
1) Anche : pentolone, piaccianteo :
uomo lento a muoversi, ad agire.
triiind; s. in. = cassettiera: mobile piut-
tosto alto e stretto a molti cassetti per
riporvi biancheria, abiti e sim.
trupa, s. f. = truppa: esercito, gente ar-
mata- han faa vegnt là trQpa per paura
di hordej = hanno fatto arrivar la truppa
per paura dei subbugli.
triisà, V. att. = cozzare :" dei montoni e
d'altri animali che ui'tano collo corna.
trflscifl, s. f. = trascia, fretta, affaccen-
damento: l'affaccendarsi.
1) vèsè in tr'ù,scia = ossero in fac-
cende, affaccendati.
triiscià, V. att, = affaccendarsi, acciac-
cinarsi, ammostare : darsi un gran da
fare, affannarsi in un modo frettoloso;
là trùscia per prepara 'l disntU = si
affaccenda per preparare il pranzo.
triiscìòn, .5. m. = ammestone, faccen-
done; chi molto e volentieri ammesta;
l'è on truscion che 7 ptlr che tiltt el
de fa ghe l'àbia Hi = è un ammestone
che pare tutto il da fare l'abbia lui.
truta, s. f. = trota: specie di pesce squi-
sito e finissimo d'acqua dolco; gh'è de
qiiij che preferìèen là trùta^àl hrànsìn
= ve n'ha di quelli che preferiscono la
trota al nas Ilo.
1) ceuee, ceilv de trùta.Yeài oeÙT, 24).
tu, pron. = tu. L'usiamo nella sola frase
à tu per iti = da solo a solo, a quat-
tr' occhi ; e vèés ài tii per tu = stare a
tu por tu, contrastare o contendere con
alcuno ribattendo ogni sua proposta o
ragione, stare di fronte ad uno o a qual-
che cosa.
tiibàtòr, s. m. = banditore : annunzia-
ti tre pubblico nello aste o incanti.
tiibèrcol, s. m. = tubercolo : ogni pic-
colo ascesso o tumoretto cho formasi
noi corpo e più pai-ticolarmente nel
polmone.
tubèrcolòs, * agg. = tubercoloso: cho ha
i tubercoli; poer diàol! §e vèd lontàn
■cnt mìa che l'è tiibcrcolós = poveretto!
si vede lontano cento miglia che è tu-
bercoloso.
tubercolòsi, * s. f. = tubercolosi : il
principio di tisi tubercolare ; là tilbèr-
coldsi piir tròpp l'è dna màlàtìa ere-
ditària = la tubercolosi pur troppo è
una malattia ereditaria.
tuberósa, s. f. = tuberoso: soita di fiore
candido ed odoroso con radice tuberosa:
l'odor di tUberds Ve tròpp àciitt - l'o-
dore dei tuberosi è troppo acuto.
tUbètt,* s. m. = tubetto: piccolo tubo per
lo più contenente colori, o brodo con-
densato, 0 medicine; ront on tilbètt del
Màgi "ée fa on broeud ecelènte = con un
tubetto del Maggi si fa un brodo ec-
cellente; on tiibètt de àiéro àntidiftérich
el còsta di dànee tanti =■ un tubetl o di
siero antidifterico costa di molti danari.
tubo, s. m. = scartoccio : quei cilindri
di cristallo che si mettono ai lumi ad
olio, a petrolio, a gas. Li chiamiamo
anello tubo déla lucèrna, Tèder
dèla liicérna.
1) Tubo, canna: * t^bi de l'acqua
potàbil = i tubi dell'acqua potabile.
tiicc, agg. pi. = tutti, tutte; plur. di tiltt
= tutto. Vedi tutù*
tiiff, s. m. = tufo: sorta di roccia calca-
rea, porosa che s'usa speoialm. come
ornamento nei giardini.
1) Tanfo, sito : puzzo forte di mu-
cido, di muffa.
2) odor de tiiff = puzzo di rinchiuso.
tugruri, s. m. = tugurio: povera casetta,
piuttosto squallida.
tìiìn, s. m. = sgricciolo: specie d'uccello
piccolo.
1) Giacchetta: piccola giacca corta o
stretta.
tnlipàn, s. m. = tulipano: pianta che ha
cipolla e un fiore non odoroso, ma vago
per la diversità dei colori.
1) Fig. Persona dappoco, grullo,
trullo.
tiiH, s. m. = tulle: sorta di tessuto rado
a mo' di volo, per guarnizione di vesti
femminili ed anche per abiti da ballo;
l'era vestlda de tiill biàneh e là parerà
dna nwola = era vestita di tulle bianco
e pareva una nuvola.
tiimòr, s. m. = tumore: enfiamento mor-
boso, sporgente alla superficie di qual-
che parto 0 anche nell'interno del corpo
animalo ; ghe dà faùra éémper di tii-
mòr in èill còli = gli sortono sempre
dei tumori sul collo ; l'è mòrta per on
tiimòr in del vénter = è morta per un
tumore nel ventre; g'han faa l'opera-
éiòn e g'han tòlt fceura on tiltnòr che,
H pestiva mèés chilo = le hanno fatto
l'operazione e le hanno levato un tu-
more che pesava mezzo chilogramma.
tum
882
tut
tiimult, s. m, = tumulto : rumore di
molta gente che grida, strepita e al-
l'occasione si picchia, e anche specie
di rivolta ; càsees minga in mèéé ài
tiimtlU = non cacciarti in mezzo ai tu-
multi.
tùnel, s. m. = traforo, galleria : quello
per cui la ferrovia o qualunque altra
strada passa attraverso una montagna,
forandola, non valicandola; el t&nel del
Cenìs, del Oott^rd, del Sempion = il
traforo, la galleria del Cenisio, del Got-
tardo, del Sempione ; che fila de Mnel
gW è éùla lìnea de Mildn Ohiou- Pisa
che seguito di gallerie c'è sulla linea
Milano-Grenova-Pisa.
tiìueséla, s. f. = tonachella, tonachetta:
paramento del diacono e del suddiacono.
tunica,* s, f. = tunica: la giubba dei mi-
litari 0 alla militare ; l'ha faa rimo-
derna là tùnica = fece mettere a nuovo
la tunica.
turba, s. f. = turba : moltitudine con-
fusa di persone, per lo più di gente
volgare.
tiirbànt, s. m. = turbante : copertura
del capo degli orientali formata con piiì
fasce avvolte l'una sull'altra.
turbili, s. ni. = turbine : vento impe-
tuoso e vorticoso; è vegniiii éii on thr-
bin che Vhà traa giò tUti i piani de
Vòrt = sorse un turbine che abbattè
tutte le piante dell'orto.
tiirbìna,* s. f. = turbina, turbine : mac-
china motrice a ruote orizzontale o ver-
ticale; iiren sii l'acqua coni dò tiirbinn
= tirano su l'acqua con due turbine.
turca , (ala) avv. = alla turca : alla
maniera dei turchi; setàés giò Ma turca
= sedersi alla turca: in terra colle gambe
incrociate.
tttreli, agg. = turco, della Turchia ; là
lìngua, là pipa tUrca = la lingua, la
pipa turca ; el tàbàech ticrch = il ta-
bacco turco; bév el càfè tur eh = bere il
caffè turco.
1) s. m. Abitante della Turchia; i
tilrch hin indree di èècol in confrónt
ài rèSt de rEurdpa = i turchi sono in
arretrato di un secolo in confronto al
resto d'Europa.
2) La lingua che parlano i turchi ;
impara, studiti, pària H tilrch = im-
parare, studiare, parlare il turco.
8) pariti tiirch = parlar turco : in
modo da non farci intendere. Diciamo
anche; pariti tiràbo.
4) bèsteìnti, bév^ fiimti còme on tiirch
= bestemmiare, bere, fumare come un
turco : di chi bestemmia molto e, be-
stemmiando dice eresie orribili; di chi
beve, fuma molto.
tìirchèsa, s. f. = turchese, turchina :
una pietra preziosa di colore turchino
e talvolta di verde azzurrino non af-
fatto trasparente ; m' han regàlaa on
bèli aneli eòi' turchis = m'hanno rega-
lato un bell'anello coi turchesi.
turi boi e tiìrìbol, s. m. = turribolo, in-
censiere: vaso metallico con catenelle
in cui si arde incenso nelle sacre fun-
zioni.
turliil•u,^s. m. = turlum, baggeo, sto-
lido; te see étaa on gran tiirliirH à ve-
gnì via de botega = sei stato un gran
turlurù ad abbandonar la bottega.
turno e turno, s. m. = turno: rincorri-
mento dell'alternativa nell'esercizio di
qualche ufficio; qioànd vén el me turno
soni proni = quando viene il mio turno
son pronto.
1) per turno = per turno : per giro,
dopo l'uno l'altro; i eiàniàven per turno
à fa i eserciéi ài àtrèés = li chiama-
vano per turno a fare gli esercizi agli
attrezzi.
turquàss, s. m. = una specie di stoffa
di seta leggera, per guarnizione spo-
cialm. di cappelli da signora.
tiiscòss e tiitcòss, s. m. = ogni cosa,
tutto; el troeiiva tiiécòéà bòn = trova
tutto bono; hoo mst, soo tiitcòéà = ho
veduto, so ogni cosa; iiiàcòàé me va mài
= tutto mi va male.
tìitèla, s. f. = tutela : T. leg. assistenza
e cura della persona ed amministra-
zione dei beni e diritti di un pupillo ;
vèés fceilra de tutèla = essere uscito da
sotto tutela: essere maggiorenne.
tiitelà,* V. alt. = tutelare, proteggere, di-
fendere : specialm. di chi deve curare
gli interessi propri od altrui; g'hoo rà-
comàndaa à Vàocàtt de tiitelti 'l mi
interèsé = ho raccomandato all'avvocato
di tutelare il mio interesso.
tuti,* agg.pl. = tutti, tutte: plur. di tiitt
= tutto; tùti voeùren dì là sòci = tutti
vogliono metter becco ; tUti i dmen
g'han i éò fastìdi = tutti gli uomini
hanno i loro fastidi; in tùli i cà gh'c
'/ éò bòn e 'l éò gràmm = in tutte le
tot
- 88b -
tut
case c'è il suo bene e il suo male; el
vedi tùli i di = lo vedo tutti i giorni;
el va tùti i èer à teàter = va tutte le
sere a teatro ; tUti i sani =■ tutti i santi:
ognissanti.
1) tdti = tutti: per tutti o quasi tutti
gli uomini ; tùti pòden sbàlitL = tutti
possono sbagliare.
2) Anche: tutti coloro di cui si parla
senza eccezione; i me àeolàr qilèst'ànn
hin pàéaa tati = i miei scolari que-
st'anno sono stati tutti promossi.
tiitòr, s. m. = tutore : chi o per testa-
mento ovvero per legge ha la tutela di
un pupillo ; el g'hà on tutor che ghe
voeùr ben come on pàder = ha un tu-
tore che gli vuol bene come un padre,
l) mètt èdta à tiltor = mettere sotto
tutela.
tilt óra, avv. = tuttora, ancor ora. Più
spesso però noi lo diciamo per: appena
che; tiitora che riva i dànee, phrtem
= appena che arrivano i danari par-
tiamo.
tutrìce,* e tiitrìs, s. f. = tutrice : là
tUtrice di fioeu l'è là mtlma = la tu-
ti'ice dei figli è la madre.
tiitt, agg. = tutto: indica 1' interezza di
una cosa; la sua quantità senza man-
camento, senza deflcenza ; hoo legiilii
tuta là OerUsàlhne Liberata in d'ona
■Hra = ho letto tutta la Gerusalemme
Liberata in una sera; l'ha invidaa à
disntt tata là fàmìlia de éò fràdèll =
invitò a pranzo tutta la farfiiglia di suo
fratello; /'/?à éegùitaa tiitt eldìàpiceùn
= seguitò tutto il giorno a piovere; là
(empietà l'ha riiinaa tiltt el giàrdtn
= la tempesta guastò tutto il giardino.
1) Si prepono,per aggiungere efficacia
a intrégh = intero, tilter = altro ; el
màìula gid i cànim,éi tiltt iìArégh = in-
ghiotte lo caramello tutt' intero; l'è tiitt
Alter che àlégher éto SU chi = questo
posto è tutt' altro che allegro.
2) vèsé tiltt = essere il tutto: ossero
l'essenziale; là fedeltaa Ve tiltt in d^ on
cài'er = la fedeltà è il tutto per un
cassiere. Vedi anche yèss, 10),
3) tiltt el di = tutto il giorno, tutto
dì: continuamente, del continuo ; éé-
giliten tiitt el di à àonà i càmpànn =
seguitano tutto il giorno a suonar le
campane.
4) cont tiltt qiièàt = con tutto questo,
con tutto ciò: nonostante, tuttavia, non-
dimeno ; quànd t'hee disiibedii te ée
éett Sémper troaa màlcontént e con tiitt
qilèét te disiibedìèet àncàmd = quando
hai disobbedito ti sei sempre trovato
malcontento, e con tutto ciò disobbe-
disci ancora.
6) del tiitt, in tutt e per tiltt = del
tutto, al tutto, in tutto, affatto, appieno:
interamente, totalmente ; l'è ròtt del
tiltt = è rotto del tutto, affatto; l'è drh
del tiitt = è cieco affatto, al tutto.
6) de per tiitt = da per tutto, per
tutto: ovunque, in ogni parte; càscia
H nds de per tiltt = mettere il naso
dovunque.
7) tutt qiièll mài, tiltt ài pii = tut-
t'al piiì, al più al più.
8) fa de tutt = far di tutto, arra-
battarsi, darsi gran moto: volgersi da
ogni paiie per ottenere una cosa.
9) quànd s'è ditt qilèét s'è ditt tiitt
= quando s'è detto questo, è finito il
discorso.
10) tiltt à 'n tràtt = tutto a un tratto,
in un tratto: subitamente, in un istante;
ci temporàl l'è vegniiii sii tiltt à'n tràtt
= il temporale si scatenò tutto a un
tratto.
11) là ghe voeùr iUta = la ci vuol
tutta; è una gran sfacciataggine. Vedi
Yorèg:!!, 2 .
1 2) sta ài iiitt = adattarsi al tutto ;
contentai si di tutto.
13) à tiitt = a tutto spiano ; cor à
tiitt cor = correre a tutto spiano, a
rotta di collo ; pioeuv à tiltt pioeuu =
piovo dirottamente.
14) in tiitt e per tiitt = in tutto, in
tutto assolutamente : sotto ogni rispetto.
15) Ve tiltt la = è tutto lui: gli so-
miglia moltissimo.
16) Ve iiitt el me, el tò, el éò = è
proprio quel elio mi ci vuole ; è pro-
prio secondo il mio desiderio. Spesso
l'usiamo ironicamente.
17) vèsà tiltt in d'on àcqua^ in d'on
dolor e sim. = esser tutto sudato, tutto
in un dolore ; esser molto sudato, sen-
tir un dolore molto acuto e sim.
tiitùna, agg. = tutt' uno, la medesima
cosa, la cosa' stessa.
884 -
ufi
U
n, = u: diciottesima lettera dell'alfabeto.
Ha due suoni; P ii: suona come l'u to-
scano in quasi tutte le parole derivate
dall'italiano, che hanno dopo l'u un
gruppo composto di nasale più conso-
nante; p. es. ; pimt, fung, giunta,
épuvga, mimg, ungia, vunc, da punto,
fungo, giunta, spugna, mungere, un-
ghia, unto ; 2^ il: suona come l'ii fran-
cese in tutte le parole che derivano
dall' italiano coli' u non seguito dal
gruppo suddetto; pilr, étriitt, milr, miicc
muli, mula, miida, niid, àpiià, criidél,
stùa, imlpit, sUbit, fiinicolàr, ecc., da
puro, strutto, muro, mucchio, mulo,
mula, muta, nudo, sputare, crudele,
stufa, pulpito, subito, funicolare, ecc.
Non mancano però eccezioni come tam-
bùr, turibol, da tamburo, turribolo,
ìibedi, V. alt. = ubidire, ubbidire, obbe-
dire, eseguire: faro ciò che uno comanda
adempiere l'altrui volere; per sàvè co-
manda bisogna tmpàrtL à Ubedi = per
saper comandare bisogna imparare a
ubbidire.
ubedièusa, s. f. = ubbidienza, obbedienza:
il faro ciò che viene imposto o coman-
dato dai superiori, dalla legge; in d'on
ficeil l'iibediénsa l'è là prima di virtù
= nei ragazzi l'ubbidienza è la prima
delle virtù. •
iidièusa, s. f. = udienza: ammissione di-
nanzi a principi o gran personaggi ;
l'haa otegniiii dn'iidiénéa dal prefètt =
ha ottenuto una udienza dal prefetto.
1) L'udire che fanno i giudici le ac-
cuse e le discolpo degli accusatori; in-
corH l'era minga dì d'udiénéa ài tri-
bUìitLl = oggi non era giorno d'udienza
in tribunale.
iibediéut, agi;. = ubbidiente : chi ubbi-
disce volentieri.
udito, * s, m. = udito : uno dei cinque
sensi, l'organo dei quali è l'orecchio;
el g'Ità on Udito finiéim = ha un udito
finissimo.
iiditor, s. m. = uditore : scolaro am-
messo solo ad udire le lezioni con corta
libertà; l'è étaa àmèéé come ilditòr ài
politéeme de Siirìgh = fu ammesso
come uditore al politecnico di Zurigo.
iiditòri,* s. m. = uditorio : tutti coloro
che stanno ad udire un oratore e spo-
cialm. un predicatore ; el g'hà éémper
on Uditòri enórme = ha sempre un
uditorio grandissimo, affollatissimo.
uflciàl, agg. = ufficialo, officiale: che
emana dagli uffici pubblici e quindi ne
ha la conveniente autorità ; là notista
oràmti Ve uficitLl = la notizia è or-
mai ufficiale.
1) Graduato superiore dell' esercito;
Ve iiflcitil de càvàleria = è ufficiale di
cavalleria; el circol di ilficiài = il cir-
colo degli ufficiali.
Ullciàlitaa,* s. f. = ufficialità: il complesso
degli ufficiali dell' esercito, o di una
pai-te dell'esercito: VUficiàlitaa del re-
gimént, del bàtàlion = V ufficialità del
reggimento, del battaglione.
ufisi, s. m. = ufficio, officio : il luogo
dove stanno a lavorare gli impiegati
pubblici; V ufisi del register = l'ufficio
del registro ; V ufisi de ricevitorìa =
l'ufficio di ricevitoria ; càpp d'ufìéi =
capo ufficio.
1) Funzione religiosa che si fa in
suffragio dei morti; el filneràl ghe Vhan
faa ineoetl, ma Vufièi ghe ' l dìsen do-
mdn màtìna= il trasporto gliel' hanno
fatto oggi, ma 1' ufficio glielo cantano
domattina. ^
2) Preghiera quotidiana a cui è te|
nuto il sacerdote e consiste nella vr
cita delle ore canoniche fatta in coi
0 privatamente.
uflsià, v. att. = ufficiare, uffiziare: cel(
u.?a
— 885 —
ult
brare i divini uffizi in una chiesa: eser-
citare, mantenere il culto in una chiesa.
Oga, s. f. = uva: frutto della vite da cui
si cava il vino; l'Éga là màdùra d'àii-
tun = l'uva matura d'autunno.
1) grana d'Uga = chicco d'uva.
2) là péli de Vttga = buccia o fio-
cini; grànelitt o gàndolitt de l'Uga =
vinaccioli.
3) uga biciolàna = uva galletta: spe-
cie d'uva a chicchi grossi ed oblunghi;
Uga americana = uva ananas : specie
d'uva dolcissima, con sapore d'ananas,
buona a mangiarsi, ma che non fa vino
buono; Uga sjieron de gali = uva spina;
%a pàsa = uva passa, passula.
4) peata, àchiscià l'itga = ammostare,
pigiar l'uva: por farne il vino nei tini.
5) Uga che péne = uva ghezza. Vedi
pene.
6) dols come Vfiga = dolcissimo : di
sapore e fig. anche di cai-attere.
7) che Uga! esclamaz. nostra volgare
che ha molti significati : per es. che
arie ! quanto chiasso ! che noia ! ecc.
iighèta, s. f. = passula, uva tui-ca, uva
passerina: specie d'uva secca che usa
in parecchie vivande, specialm. nelle
vi va ade dolci.
1) Eibos : pianticella che fa grappe-
letti con piccoli chicchi di piacevole
sapore dolcj agl'etto ; iighèta bianca,
iighèta rosa = ribes bianco, ribes rosso.
ugìa, s. f. = uggia: eiàpà, vègh in Ugia
= avere in uggia, di ciò che ci riesce
uggioso.
iigriòs, * agg. = uggioso : che dà uggia,
noia, fastidio; cóme l'èiigios qUèll'òmm
coni tati iéò pedàntertj / = come è
uggioso quell'uomo con tatte le sue pe-
danterie.
jigola, *«./■. = ugola: parte glandulosa
all'estremità del palato, presso le fauci;
ghe S'è infiàmaa l'ugola = gli si è ir-
ritata l'ugola.
1) àndà in éii V ùgola = andar por
traverso: di cibo o bevanda che arri-
schi di entrare nel canal del fiato e che
dà una fastidiosa sensazione in gola e
produce la tosse violenta.
ugual, agg. = uguale, piano, liscio: senza
asprezze, senza scabrosità ; éent come
l'è bèli Ugual àio tàol = senti come è
ben liscia questa tavola. Yedi egnàl.
iignàlà e ìiguàlià) v. att. = agguagliare.
pareggiare : rendere due o più cose
uguali, pari fra loro.
iiguàliànsa, s. f. = uguaglianza, egua-
glianza. Vedi eguàliànsa.
iij, iij là, fiia = arri, arri là. Voce con
cui si incitano specialm. gli asini.
filcera, s. m. = ulcera: piccola piaga ca-
gionata non da colpo o ferita, ma da
umore acre, e maligno; gh''è vegniiii i
ùlcer in bòca, in del èidmegh = gli son
venute le ulceri in bocca, nello stomaco.
iìlceràsiÓM, * s. f. = ulcerazione : for-
mazione dell'ulcera, delle ulceri ; gh'è
è' è smlùpaa on' iilceràéidn minga de
pòech = gli si è sviluppata una ulce-
razione non leggiera.
fìlster, s. m. = specie di pastrano agiato,
allacciato di dietro con duo code {éen-
tUritt).
filtim, agg. = ultimo : che nell' ordine
viene in fine; l'è sémper Vùltim a rivtL
= arriva sempre ultimo.
1) Chi è 0 coloro che sono in fino,
all'estremo; ài Ultlni gh'è tocaa pii na-
gòtt = agli ultimi non toccò più nulla.
2) di ùltim = degli ultimi : infimo,
uomo di poco conto. In questo senso
anche Èltim ; l'è Vùltim déla clài'à =
è l'ultimo della classe; il più infimo.
3) Vùltim di penéér = l'ultimo dei
pensieri: la cosa a cui si pensa meno;
Véra prdpi Vùltim di me penéér = a
questo proprio non ci pensava.
4) in ùltim = all'ultimo, in ultimo,
da ultimo: ultimamente; in ùltim el
podéva pii ntnca pària = da ultimo
non poteva più neppur parlare ; àdèSè
in ùltim Véra deventaa bon come =
ora, in ultimo, s'ora fatto buonissimo.
5) in ùltim = in ultimo, alla fine di
un discorso.
6) tirtL Vùltim = dare i tratti^ spi-
rare, morire.
iiltimà, V. att. = ultimare : condurre a
termine, finire; Vhà iiltimaa là cura
e Ve tornaa à cà = ultimò la cura e
tornò a casa.
iiltiniàiuént, avv. = ultimamente, in ul-
timo, poco fa : negli ultimi giorni o
tempi; iiltimàmént Véra à Paris; àdèéù
eoo nò dòe 'l àia = ultimamente era
a Parigi, ora non so dove sia.
filtra, (non plus) = non plus ultra: di-
ciamo anche noi di cose perfette, quando
non si può andare più in là né in malo
né in bene; sto vtn Ve ^Inonpliis ùl-
urna
886
mmo
tra déla bontaa = questo vino è il non
plus ultra della bontà.
Umàii; agg. = umano: di uomo ; el g'à-
veva pii forma umana = non aveva
più forma umana, d'uomo.
1) Affabile, benigno: di modi cortesi
e buoni; el g^hà on pàdron piiàee ùmdn
deità = lia un padrone più umano del tuo.
2) Per estens., sopportabile, mite;
ineoeu 'l frèce Ve on poo piiéee ùmdn
= oggi il freddo è un po' più soppor-
tabile, mite.
iiiaànàménty aiw. = umanamente, beni-
gnamente, cortesemente; * operavi hin
dmen tinca lór e van tràtaa umùnà-
ment = gli operai sono uomini anche
essi e devono essere trattati umana-
mente.
iiiuànìsàss, v. rifl. = umanizzarsi : am-
mansarsi, ingentilirsi: diventar benigno,
cortese, meno crudele.
iimànitaa, s. f. = umanità: tutti gli uo-
mini in generale; Viimànitaa là pro-
grediéà sèmper = l'umanità progredisce
sempre.
1) Benignità, bontà, cortesia, affa-
bilità; el tràta là gent eont pdca iimà-
nitaa = tratta la gente con poca uma-
nità.
ttmànìtàrì, * a^g. = umanitario: che in-
tende al bene generale degli uomini;
là propaganda per là pàs l'è on' opera
umanitària = la propaganda per la pace
è un'opera umanitaria.
fimid, agg. = umido: un po' bagnato,
contrario di asciutto; el glia i man
àémper dmid = ha le mani sempre
umide.
1) Di tempo, quando nell'aria c'è
dell'umidità; ier l'è stà'ia dna giornà-
dtLscia tìmida come = ieri fu una gior-
nataccia umida assai.
2) sttLiiéa umida, éìt ùmid = stanza
umida, luogo umido : dove per qual-
sivoglia cagione è dell'umidità.
3) s. m., Vùmid = l'umido; Vtìmid
el me impieniùà de dolor = l'umido mi
riempie di dolori.
4) ètti, vèèé à Vitmid = stare, essere
all'umido : in luogo umido, dove c'è
dell'umidità.
5) Vùmid = l'umido, lo stracotto:
la carne cotta in guazzetto; el vitèll in
•Qmid coi fung = il vitello in umido coi
funghi.
iimiditaa, s. f. = umidità: l'essere umido;
Ve étàda V Umidita^ déla stànéa che
g'hà faa vegm, Vàrtrtte = fu l'umidità
della camera che gli ha fatto venir l'ar-
trite.
Qmil, agg. = umile , modesto : dimesso,
senza gonfiezza: che non si vanta, né
vanta le cose proprie.
finiilià, V. att. ■= umiliare: abbassare l'or-
goglio di alcuno; el profeéòr V ha iimi-
liaa dentné à tati i comptign = il pro-
fessore l'umiliò davanti a tutti i com-
pagni.
ìimiliàiitj agg. = umiliante: che umilia,
che abbassa; di vòlt hin piiéee ilmilitLnt
i fa che i pàròll ■= alle volte sono più
umilianti i modi che le parole.
umiliàsìonj s. f. ■= umiliazione : atti e
' parole che esprimono umiliazione, l'u-
miliai-si; el fa dgni aorta de iimilià-
éion, piir de rìHéì = commette ogni
sorta di umiliazioni, pur di riuscire.
Ij L'essere umiliato; per on pàpt
vede che 'l So fiosu Ve l pésg de tati
Ve dna gran Umiliàsión = per un pa-
dre vedere ohe suo figlio è il peggiore
di tutti è una grande umiliazione.
iimìliàss,».r*/Z. = umiliarsi: divenire, farsi
umile, abbassarsi; V ha doviiu iimiliàéé
à cerea là càritaa = ha dovuto umi-
liarsi a cercar l'elemosina.
ìimìlmènt, ave. = umilmente : in modo
umile, con umiltà.
ìiinìltaa, s. f. = umiltà: l'essere umile e
la virtù che conduce a farsi, a sentirsi
umile: è il contrario di superbia.
iimor, s. m. = umore : secrezione vege-
tale 0 animale; dna bdna éildàda là
càscia fceura tùti i Umor càtw = una
buona sudata caccia fuori tutti gli umori
cattivi.
1) Stato, disposizione d'jinimo ; vèéè
de bòn Umor ■= essere di buon uQiore;
essere allegri, non malinconici.
2) conosé l'Umor déla bèétia. Vedi
béstia, 6).
3) bèli Umor. Vedi bèli, 32).
iìmorin, s. m. = umorista, bell'umore ;
tóa éorèla Ve vùn de quìj Umorin che
■vàr on Perii = tua sorella è tal bel-
l'umore, che vale un Peni.
iimorìsticli, * agg. = umoristico: che ha
dell'umorismo e dicesi di giornali, scritti
e sim.; VOmm de Prèja e H OHertn
Meschìn hin duii gran bèj giornài Umo-
rìétich = l'Uomo di Pietra e il Guerino
una
— 887 —
Meschino sono due bellissimi giornali
umoristici.
tinànimitaa, s. f. = unanimità: concordia
d'animo e di volere, specialm. nel dare
un voto, che riesce dato ugualmente da
tutti.
une, agg. = imto: di cosa su cui è spal-
mato olio 0 grasso o che ne è mac-
chiata. Vedi vung'.
1) s. m. Cosa unta o che unge e
specialm. il grasso del maiale che si
usa come olio, come condimento."
ung", V. att. = ungere: spalmai'o, aspar-
gere 0 macchiare con olio o grasso.
1) ung i càdenààS, i man = unger
la ruota, mascere: dare sbruffi, danari.
ungàrés, agg. = ungherese: di chi e di
ciò che è d'Ungheria; Ve on ungàrés
= è un UQgherese ; * vìn, i eàvài un-
gài-ès = i vini, i cavalli ungheresi.
ungèla, s. f. = ugnella, cesellino, ciap-
pola: specie di piccolissimo scopello che
usano gli orefici e gli orologiai.
ungeta, s. f. = scarpelletto: piccolissimo
scarpello, proprio dei cesellatori.
1) Dulotta; T. di fabbro-ferraio: sgor-
bietta da forare gli ingegni da chiave.
2) Ugnata, tacoa; T. dei coltellin.:
la tacca nelle lame dei temperini che
serve ad aprirle.
3) Ungula dell'occhio: malattia degli
ocohi.
uttgètt, s. m. = ugnetto: specie di scal-
pello anche questo.
nngia, s. f. = unghia, ugna : appendice
cornea noli' estremità superiore o esterna
dei diti e degli artigli.
1) seiseiàsé i ung = leccarsi i baffi,
por cosa che si affetta di non deside-
rare e che invece si desidera molto di
ottenere; ée te glie Vàvèéet te ée sci-
seiàrìet i ung = se l'avessi tu, ti lec-
cheresti i baffi; te pddet scisciàtt i ung
= hai fatto primiera con peggio caiio:
diciamo a chi parla in modo sprezzante,
specialm. di donna, per sigaificare che
altre volte s'è contentato di peggio.
2) mdrdes i ung = mordersi le un-
ghie: brutto vezzo che molti hanno ed
è da fuggire.
3) Anche: mordersi il dito o le dita:
por dispetto, p3ntimento; rhà voimii fa
à tUti i coati là Eoa volontaa e àdèéà
ghe toeaa à mdrdes i ung = ha voluto
fare ad ogni costo la sua volontà ed
ora si trova a doversi mordere il dito.
4) Ungia incàrntida = unghia incar-
nita. Vedi incàrnàss.
5) boria in di ung = dare nelle un-
ghie; vèéé in di ung = essere nelle
unghie; vègli in di ung = avere tra le
unghie ; àndd fmùra di ung = uscire
dalle unghie. ITrasi che indicano cadere,
essere, avere nelle mani, uscir dalle
mani, cioè nella o dalla potestà di qual-
cuno; gutli se 'l ine bòria in di ung!
= guai se mi dà nelle unghie !
6) vègh i ung lungh = avere la un-
ghie lunghe : di chi ruba.
7) bitnch de Vilngia = lunetta.
8) piirisnà i ung = pizzicar lo mani :
sentirsi voglia di picchiar busse.
9) tiùtt vén à tàj tinca i ung de
peli l'àj. Vedi tàj 4).
10) ungia = zoccolo : dei cavalli,
dei bovini e sim.
ungià<Ia, s. f. = unghiata : colpo dato
coll'unghia e ferita fatta coll'unghia ;
el g' aveva òn'ttngiàda in del còli =
aveva un'unghiata nel collo.
unì, V. att. = unire: formare l'unione,
congiungero due o più cose insieme.
1) Aggregare: unire a qualche asso-
ciazione, oppure una amministrazione
a un'altra ; voeuren Uni i telèfoni ài te-
lègrafi = vogliono aggregare i telefoni
ai telegrafi.
uuicàmént, avv. = unicamente, sola-
mente, soltanto.
unich, agg. = unico, solo: che non ha
altra compagnia; Ve tósa Unica = è fi-
glia unica; Vùnich sit dòe 'Iva Ve in
casa mia = l'unico luogo dove egli
vada è casa mia.
1) Sommo : che non temo paragone
con altri; in del so gèner Ve Unich =
nel suo genere è unico.
2) Ve V unica = è l'unica : è la mi-
gliore maniera, di tutti i partiti è il piìi
opportuno e conveniente.
iinifòrma e uniforme, * s. f. = uni-
forme, divisa, assisa. Vedi montura.
iìniformàss, v. rifl. = unifomiarsi adat-
tarsi: conformarsi della volontà, dell'a-
nimo alla volontà e all'animo altrui;
el vmur minga iìniformàss ài àbittldin
dèla sedia = non vuole uniformarsi alle
abitudini della scuola.
uniformitaa, s. f. = uniformità : ugua-
glianza di forme nelle maniere, nei
modi, nel metodo e sim.
iinii, agg. = unito, congiunto, aggregato:
ani
- 888 -
USI
han unii el ginàsi ài liceo = hanno
uaito il gianasio al liceo.
1) Concordi : uniti nello stesso sen-
timento, nell'intento medesimo.
Uuìòn, s. f. = unione: il congiungersi di
più persone o coso tanto da formare
un'unità, un corpo solo, omogeneo.
1) Unione, alloanza: lega fra partiti
0 persone por qualche fine comune;
r Union di radicai e di socialista =
l'unione, l'alleanza dei radicali e dei
socialisti.
2) V Union là fa là farsa = l'unione
fa la forza: prov. che, indica che la con-
cordia dà vigoria di resistenza, contro
ai pericoli materiali e morali.
tiiiisoii) s. m. = unisono: di suono con-
forme: di due suoni il cui rapporto è
della stessa quantità.
iiiiisSj V. rifl. = unirsi, congiungorsi: le-
garsi insieme due o più cose.
1) Unire le pioprie forze, i propri
danari, colle forze, coi danari dogli al-
tri per riuscire ad un comune i atento;
ée s'hin Unii luti cantra do vii = si
sono' uniti tutti contro di mo.
2) Legare: della pasta o d'altro che
si amalgamano bene insieme.
liuitaa, s. f. = unità: l'essere unito; Vu-
nitaa d Italia = l'unità d'Italia.
^ 1) Unità. T. d'aritm.
iiiiitaiuéut, am\ = unitamente.
iiiiivèrs, s. m. = universo: tutto il creato,
tutta la terra.
fluiversàl, agg. = universale : che com-
prende tutto e tutti; qiièll briitl tempàse
chi Ve iiniversàl = questo brutto tem-
paccio è universale; à Paris ii del
noettfcént fan ón'àltra esposiéión Uni-
vers^l = a Parigi nel novecento fanno
im' altra esposiziono universale
iinivèrsitaa, s. /. = università : studio
di scienze e lettere superiore, dove si
conferisce la laurea per l'esercizio delle
professioni; i ètildènt de Vunivèrèitaa
de Pària = gli studenti dell'università
di Pavia.
uusiòn,* s. f. = unzione: l'ungere deli-
beratamente; g'hàn faa òn'unsión d'oli
de Usciamo = gli hanno fatto un'un-
zione d'olio di giusquiamo.
iipiuiÓD, s. f. = opinione. Veli opiiiión.
uràgràii,* s. vi. = uragano, bufera: tur-
bine, gran buixasca.
ìirbàua, agg. femin. = urbana: di guàr-
dia = guardia; polista = pulizia.
ìirbànitaa, s. f. = urbanità, gentilezza:
de spèéà i guardi Urbànn hin sénéa
Urbànitaa = spesso lo guai'die urbane
mancano d'urbanità.
iirgènsa, s. f. = urgenza, premura: ne-
cessità di fare prestamente una cosa;
che 'l ée éforàgia minga tròpp ; Ve
minga dna ròba de grài Urgénsa =
non s'affanni di soverchio, non è cosa
di grande urgenza.
iirgént, agg. = urgente : che urge, cho
vuole e deve essere fatto prestissimo.
urla; V. att. = urlare: far degli urli, gri-
dar forte, alzare la voce; quànd g'hàn
ètràpaa '/ dent Vhà urlaa per cin-
quanta = quando gli hanno levato il
dente ui'lò per cinquanta.
urlo, s. m. = urlo : forte grido e spc-
cialm. grido di lamento, di rabbia, di
imprecazione, ejc. ; quànd è brUsaa là
cà ée Sentiva de qiiij urli che fàséven
paura = quando s'incendiò la casa, si
udivano urli che mettevan paui-a.
urna, s. f. = urna: vaso per raccogliere
i voti nei suffragi o per le estrazioni,
1) Vaso per riporvi le ceneri dei
morti.
iirtà, r. att. = urtare : darò un urto. In
questo significato proferiamo però pica.
1) Di cose che fanno una sgradevole
impressione ; el g'hà on fa che me
Urta = ha un fare che mi urta ; i n^-
èpol me piàscn nò, ine urta fina l'odor
= le nespolo non mi piacjiono, mi ui^ta
perfino l'odore.
urto,* s. m. = mio : forte spinta ca-
suale 0 deliberata.
1) vèsà in Urto = urtai'e, essere in
Urto, in urta : essere in disaccordo, in
lite con qualcuno, venire in contro-
versia con alcuno.
2) métes in Urto = mettersi in urto,
prendere in urto qualcuno : conti'aiiarlo,
nemicarlo in tutti i modi.
usa, V. att. = usare : essere uso, in uso;
essere soliti, avere in uso ; mi usi
minga dì dna roba pei' l'altra = io
non uso dire una cosa per un'altra ;
rè on càpèll che ée Usa pu = è un
cappello che non s'usa più.
1) Usti di àtensiòn, di gentilèsé -
far cortesie, gentilezze, favori.
iisaa, agg. = usato, adoperato : che non
è più nuovo ; el me voréva refilà per
noeuB de trinca on para de ècàrp
— 839
iisaa = mi voleva appicciccare por nove
di zecca un paio di scarpe usato.
iisànsa,* s. f. = usanza, uso : coso di
consuetudine ; à Milàn gh'è l'ilsànéa
de paga 'l fitt ógni sés més = a Milano
c'è l'uso di pagar la pigione ogni sei
mesi.
iisàsSj v. intr. = usarsi, avozzarsi: es-
sere in uso; esser di moda.
uscér, s. m. = usciere : chi è impiegato
a guardare chi va e chi entra.
1) Usciere, cui'sore : impiegato di
Tribunale il cui ufficio è di notificare
alle parti gli atti del Tribunale.
2) Famiglio, donzello : servo di un
magistrato.
iisciàmo, s. m. = giusquiamo : pianta
medicinale delle solanacoe ; òli d'useìà-
nio = olio di giusquiamo.
iiscida; s. f. = escita, uscita : porta o
luogo da cui si esce.
1) Uscita : nei bilanci, il passivo.
iìs'cioeu, s. m. = mezzule ; apertura nel
fondo della botte per entrarvi a ripulirla.
1) Sportello : quello che, fermatovi
colla staffa, serra il mezzule nello botti.
2) Sportellino ; quello della gabbia
per mettervi gli uccelli.
iisèlà, V. att. = uccellare : tendere agli
uccelli insidie per pigliarli.
iisèlàdór, s. m. = uccellatore : chi uc-
cella, specialm. per mestiere,
iisèlàmiu, s. m. = uccellame : quantità
di uccelli morti.
iisèlànda, s. f. = uccellare, frasconaia,
uccoUiora : luogo preparato apposta per
uccellare ; luogo dove si fa la tesa ai
tordi e ad altri uccelli ; in campagna
el g'hà 'l rò ol e pòech lontàn Viisè-
lànda = in villa egli ha il paretaio e
poco lontano l'uccelliera.
iìsèlèra, s. f. = uccolliera : luogo dove
si conservano vivi gli uccelli.
iisèlìn, s. m. = uccellino : piccolo uc-
cello, dim. vezzegg. di uccello.
1) l'ha diti l'Uselìn = me l'ha detto
l'angioli no, o me 1' han dotto gli an-
giolini : modo famigliare, quasi di celia,
accennando di risapere cose segreto, lo
dicono le mamme con dolce rimprovero
a' bambini che han fatto qualcosa di
male e che tenevano nascosta.
2) dà via on iisèlìn per ciàpà on
porscèlìn = dare un ago por avere un
pai di ferro: poco-por aver molto. Vedi
porscèlìn, 1).
3) ò ctira viàma grànda compremm
on é'ciopetìn - che poàa andare in
Fràttcia - à màéà qiièll'iisclin - qiièl'
ruéèlìn che etnia - che canta nòti e
dì - ò etra mtirna gronda - el me
làéa mtli dormì. E una nostra canti-
lena, che diciamo ai bimbi per ad-
dormentarli.
iisèll,, s. m. = uccello : animale oviparo,
pennuto e colle ali ; on iisèll che vola
= un uccello che vola ; i iisèj cànten
= gli uccelli cantano.
1) iisèll de ricià?nm = zimbello.
Vedi riciàmm.
2) dgni iisèll el Pò nid el ghe par
bèli = ad ogni uccello suo nido è bollo.
Vedi nid, 1).
3) l'è on iisèll. fig. = è svelto, leggero
come un uccello.
4) tè lee visi l'iisèll ? qiièéta l'è l'ala
= canta, merlo ! Vedi cìpelì merli.
5) iisèll = abbaino : finestra sopra
tetto.
user, s. m. = ussaro, ussero : sorta di
soldato di cavalleria con divisa all'un-
gherese.
iìsmà, V. att. = fiutare, annusare : aspi-
raro col naso por sentire un odore.
1) Fig. di pers., indovinarne V in-
dole : g'hoo bon nds e Hsmi sÈbit là
geni = ho buon naso e annuso subito
la gente.
2) fa iismtt à qUèidUn de Vàsee, de
l'acqua d'odor = faro annusare, fiutare
a qualcuno dell'aceto, dell'acqua odo-
rosa : porgergliela perchè 1' annusi,
la fiuti.
iismàda, s. f. = annusata : 1' annusar
leggermente.
iisinàrin, s. m. = ramerino, rosmarino :
pianta odorosa che si adopera per aro-
matizzar le vivande.
iismàss, V. rifi. e recipr. = annusarsi :
dicesi specialm. delle bestie.
1) Fig. di pers., andar d' accordo :
hin diiii che se Èsma pòech = son duo
che non s'annusano : che vanno poco
d'accordo.
liso,* s. m. = uso, esercizio, abitudine ;
rkà perdiiii l'uso di gàmb = ha perso
l'uso, l'esercizio delle gambe.
1) Uso : diritto di servirsi di una
cosa; el in' ha làsaa VUso del é'ciòpp
per tiitt el temp déla eàeia = mi ha
concosso l'uso del fucile per tufo il
tempo della caccia.
U8S
— 890
2) &S0 = all'uso : di imitazioni di
merce ; Aso lontra, uso inglés = al-
l'uso di lontra, all'uso inglese,
iiss, s. m. = uscio : apertura nella parete
per entrare e uscire.
1) uèé fini, ràsaa, ò à fìl mùr =
uscio a muro: quello la cui imposta
si chiude pai'i al muro e spesso, pel
colore 0 per la tapezzeria uguale, si
confonde col muro stesso.
2) iiss che ée ètra de per lù = uscio
a sdrucciolo : quello ch.e si racchiude
dà sé per forma paiiicolai'O della ban-
della inferiore.
3) Vilès de la éàla = la portiera della
sala, del salotto.
4) vèéS sii rués = essere per var-
care la soglia dell'uscio, sia nell' en-
trare che neir uscire.
5) troà pii ntnca l'Osé = non ri-
trovar la strada per tornare a casa :
di chi resta, per una riprensione o
altro, cosi confuso che non sa più dove
andare.
6) mèit là eitiv éota à Viiéé = dare
un canto in pagamento : di chi se no
va senza pagare i debiti.
7j trotL Viiéé de lègn = trovar l'uscio
ghiacciato o impranato : quando non
si trovano quelli che si vanno a cer-
care e la loro casa è chiusa.
8) vèéé à iiéé à iiéé = essere a uscio
e bottega : vicinissimi.
9) vègh min éémper éii rùés = avere
uno sempre per casa.
10) ne ctLn ne vilàn étira mài Viiès
coi mttn. Yedi sarà, 3).
11) éàrti Viiséinfilcia. Vedi sarà, 2).
12) tiràéé àdree l'iìéé = chiudere la
porta: uscendo.
iisiiàlj a^'^'. = usuale, comune: di uso;
l'è 'l éò veétii iisiiàl = è il suo ve-
stito usuale, solito.
1) Ordinario, di meno fine qualità :
rhà compraa on eàpèll iisiiàl = ha
comperato un cappello ordinario, usuale.
usJiàlinèutj avv. = usualmente, comu-
nemente, solitamente.
iisiifriiì) ». att. = usufruttare, usufrut-
taare : aver l'usufrutto di qualche cosa.
Si dice però meglio profilaseli, god,
droà.
iisiifriìt, s. m. = usufrutto : diritto di
godere da padrone roba alti-ui.
MsMfriitiiàri, * s. m. = usufruttuario :
chi gode l'usufrutto; l'ha làiaa eredi
i nevod e iisiifriitiitria là miee = lasciò
eredi i nipoti e usufruttuori» la moglie.
Mslìra, s. f. " usui-a : frutto illegale, so-
verchio ; el dà vìa i dànee à iis&ra =
presta i danari ad usura.
iisMràri, s. ni. - .usui'aio, strozzino : chi
dà a usm-a e rovina così queUi che
dalla necessità son costretti a ricorrere
a lui. Noi lo diciamo anche di chi vende
la merce a prezzi esorbitanti.
tisiirpà, V. att. = usurpare : occupare
ingiustamente l'alti'ui, specialm. di di-
ritti, di vantaggi e sim. ; l'ha iisiirpaa
là fama de gcdàntòmm = ha usurpato
la fama di galantuomo.
iisiirpàddr, s. m. = usurpatore : chi
usurpa, specialm. i beni alti-ui, un po-
tere non suo.
ìisiirpàsiòn, s. f. = usurpazione : l'usur-
pare.
iitensìl,* s. m. = utensile, arnese : ogni
arnese domestico, da cucina, di bottega.
ùter, s. m. = utero : organo della ge-
stazione ; alvo, nella locuzione « alvo
materno. »
iiterin, agg. = uterino : da utero ; còlica
uterina = colica uterina.
1) fràdèll ilterin = fratello uterino :
nato dalla stessa madi-e e di padre di-
verso.
util, agg. = utile : che è di vantaggio,
serve a qualche cosa ; gh'è niént ài
mond che noi éta Util à qiièicòsé =
non c'è niente al mondo che non sia
utile a qualche cosa.
1) s. m., guadagno, di capitali messi
in commercio ; Vhà interèéaa in di
Util = r ha interessato negli utili : gli
concede un tanto per cento sugli utili.
iitilisà, V. att. = utilizzare : trarre uti-
lità* da una cosa che pareva inutile ;
l'ha iltilisaa tUti i mìnim tochèj de
étòfa = utilizzò i più minuti sciaveri
di stoffa.
iitilitaa, s. f. = utilità : profitto che si
trac daUe cose, giovamento, vantaggio.
iitilmént, avv. = utilmente : in modo
utile, con vantaggio.
iitoiuìa, s. f. = anatomia : sezione ca-
daverica. Vedi anatomìa.
iitopia,* s. f. = utopia : disegno di cosa
impossibile, o quasi, nella pratica.
iiràdegh, s. m. = uva. Vedi fìgra.
— 891
V
j = v; vi: la ventesima lettera dell'al-
fabeto; si pronuncia Ve: di genere
masch. : l'è minga bon de fa 'l ve mà~
jHécol = non sa fare il vi maiuscolo,
vaca, s. f. = vacca; mucca, giovenca: la
femmina del bestiame bovino.
1) Da noi entra nel parlar volgaris-
simo in una quantità di frasi' compara-
tivo; l'èmàtt còme dna vàoa = è pazzo
del tutto; mangiti come dna vaca =
mangiar come \\n Gargantua, come un
porco ; ignordnt còme óna vaca = igno-
rante come un bue.
2) dna vaca d'on òmm = un por-
caccio ; ona vaca d'on èàsé = un sasso
così fatto; un bordello d'xin sasso: e
locuz. simili.
3) dormì fin che canta là vaca = le-
varsi all'alba dei tafani; a giorno inol-
trato.
4) pària fràncés come dna vaca §pa-
gnoeula = parlar francese come una
vacca spagnola ; parlarlo male.
5) à eà sda là vaca là fa età 'l bò =
in casa propria la donna è regina : ha
la maggiore autorità.
6) à santa Caterina vén gid i vàcch
Ma Casina = a Ognissanti manicotto e
guanti, oppure: a santa Caterina ma-
nicotto e cassettina: alla fine di no-
vembre ò già freddo come d'inverno.
1) là vaca là g^hà m,àngiaa i liber
= i libri glieli ha mangiati la vacca:
di chi non ha voglia di studiare e non
studia.
8) vaca, = vacca : la carne ' macel-
lata della vacca, ohe pur troppo i ma-
cellai vendono per manzo.
9) ée no Ve boeu, l'è vaca = se non
ò lupo sarà can bigio: se non è zuppa
ò pan bagnato.
vàcàda, s. f. = sudiceria, porcheria : atto,
cosa, detto che fa schifo, che non piace;
rè dna vàctlda sta miniètra = è una por-
cheria questa minestra; Ve on porscèll
che noi fa che di vàcàd = è un porco
che non fa che sudicierie.
1) Oscenità ; detti, racconti osceni,
sconci : ci cred de fa rid disend sii di
grati vàcàd = crede di muovere al riso
dicendo delle grandi oscenità.
2) Anche : cattiva azione, tiro da
malvagio.
vàcànsaj s. f. = vacanza: il tempo in
cui cessano gli studi accademici di uni-
versità, scuole, collegi, ecc.; minga tuli
i aedi ài gioedi g'han vàctLnàa = non
tutte le scuole al giovedì fanno vacanza;
* vàctinS de Pàsqua = le vacanze di
Pasqua.
vàcànt, agg. = vacante, libero : non oc-
cupato : di impiego che è senza il suo
titolare; gh'éra vàcànt là càtedra de
filosofia = era vacante la cattedra di
filosofia.
vàchee, s. m. = vaccaio, vaccaro, man-
driano : guardiano di vacche.
vàchèta, s. f. = vacchetta: dim. vezz.
di vacca: el g'hà dna bela vàcheta
bianca = ha una bella vacchetta bianca.
1) Cuoio del bestiame vaccino: el me
fa i scàrp de vàchèta = mi fa le scarpe
di vacchetta.
2) Melolonta, ronzone: sorta di co-
leottero che volando ronza come una
zanzara.
3) Vacchetta : libro alto e stretto dove
giornalmente si scrivono le spese minute.
Tacila,* V. att. = vacillare : di persona o
cosa mal sicura, ma spocialm. dell" in-
telletto e della volontà : ma ii te và-
cilet = ma tu vacilli ; sei matto.
vàcinà, V. att. = vaccinare : comunicare
0 inoculare il vaccino agli uomini per
preservarli dal vainolo.
vàcinàsìòii, s. f. = vaccinazione : l'azione
e l'effetto del vaccinare: per vèéé àmèSs
in di scoi ghe voeur el certificaa de
rad
- 892 —
vai
vàeinàsión = per essere ammessi nelle
scuole occorro il certificato di vaccina-
zione.
yàda, s. m. = coperchiello, protesto, scusa:
qiièst chi l'è on vada qualùnque per no
paga = questo è un pretesto qualunque
por non pagare.
vàg'a, v. alt. = vada: cong. pros. terza
pers. sing. del verbo àndà = andare.
Tàg'àbond^ agg. = vagabondo: poltrone,
ozioso e senza stabile dimora.
vàghegrià,* v. alt. = vagheggiare : aspi=
rare con desiderio grande a qualche cosa;
l'era on pèss che 'Z vàghegiAva qUèll
post li = da un pezzo vagheggiava quel
posto.
Tàglia, s. m. = vaglia: propriamente il
vaglia postale, cioè il polizzino con cui
la Posta si obbliga di pagare una data
somma in altro ufficio ad altra per-
sona.
1) Valore d'animo, di mente, d'in-
gegao : /' è on profesòr de vàglia = è
un profossore di vaglia; di credito, di
molta autorità e levatura.
vagò II; s. ni. = carrozza, vagone: oguuna
delle vetture d'un treno dove stanno i
viaggiatori. Dall' ing. wagon.
1) Carro : è più grossolano della car-
rozza e servo a trasportar roba; se por
le bestie dicosi gabbia, se per i bagagli
dicesi bagagliaio.
vàiàna, s. f. = palandi-a, palandrana :
abito d'uomo con molta falda. Si dice
anche scherzos. in ital. batticulo.
1) Palandrauo, gabbano : veste lunga e
larga; te rédet che vàiàna l'ha niiés
incoRil che l'è fèèta ? = vedi che po' di
palandra s'è messo oggi che è festa?
Tàiron, s m. = scalbatra : pesciolino dei
fiumi lombardi.
1) Fig. di pors. Furbaccio, astuto :
l è on vàiron del Làmber = e un uomo
matricolato, è un fui'baccio.
vàlàda, s f. = vallata : lo spazio di una
valle.
TàlàugH, s. f. = valanga : gran massa di
nove che si stacca e si precipita rovi-
nosamente dalle montague più alto, in-
grossando nel rotolare.
1) Fig. Valanga, subbisso, nugolo ;
per una gran quantità ; dna volta i fo-
reètee vegnèvcn giò à vàlàngh = una
volta i forestieri calavano a valanghe.
Tàlànsièim, s. f. = pizzo trina. Dal frane.
vxleneiennes.
yàldràpa, s. f. = gualdrappa. Vedi guàl-
dràpa.
Vàlénsa, s. f. = Valenza : nome proprio
di una città del Piemonte.
1) dolor de Vàlénsa che g'hà vièta
lunga e cùria sciénéa = dottore de'
miei stivali, dottore di poco conto.
2) tirala coi còrd de Vàlénéa = ti-
rarla coi denti; stentare a vivere.
vàiéra, = Voce tutta nostra che usiamo
nella fra5e va là vàiéra e corrisponde
all' ital. pazienza! ancora ancora! meno
male! etc. che te dbiet faa di dèbit,
va là vàiéra ! ma che t'tlbiet de éeguità
à fànn V è tròpp = che tu abbia fatto dei
debiti, pazienza ! ma che tu seguiti a
farne è troppo.
valeriana, s. f. = valeriana : pianta me-
dicinale da cui si estrao un efficacissimo
febbrifugo ; el g'hà ordinaa dòdes pìnol
de chinin e valeriana = gli ordinò do-
dici pillole di chinino o valeriana.
vàléta, .s. f. = cortina: parte di fortifi-
cazione fra un baluardo e l'altro; ora
rimase il nome al posto dove dovreb-
bero essere tali fortificazioni sui bastioni
nostri.
vàlévol,* agg. = valevole, valido: che
vale, che ha valore; el biliètt Ve và-
lévol per vòlt dì = il biglietto è vale-
vole, valido por otto giorni. In questo
significato noi diciamo molto anche bon
vàlicli, s. m. = valico : luogo por cui si
passa : el vàlich del Sempión, del Spie-
ga, e sim. = il valico del Sempione,
dello Spinga e sim.
1) Nelle arti : ordigno di legno per
torcere o filare la seta che gira mosso
0 dalla mano, o dall' acqua o dal va-
pore.
vàlid, s. m. = valido, valevole : che ha
valore : on crontràtt V è mi iga vcLlid
se no gh'è là firma de tiit'e dò i pàrt
= un contratto non è valido se non c'è
la firma d'entrambe le parti.
vàlìs, s. f. = valigia: bauletto di pelle,
cuoio per riporvi roba da trasportare
viaggi'ando.
1) fa èli là vàlìs = fare, preparare
la valigia. Vedi bauli, 2).
vàlisàtt e vàlisee, s. ni. = valigiaio :
chi fabbrica o vende valigo, bauli, ecc.
vàlisèta, s. f. = valigetta : quella che
si può portare con sé viaggiando.
Tali, s. f. = valle: spazio di terreno
racchiuso fra duo file di monti là vali
vai
- 893 -
ram
éeritlna = la valle seriana; la vali de
Miigg = la valle di Muggio.
1) là vali de Oiosàfàtt = la vallo di
Giosafatte: il giorno del giudizio uni-
versalo.
2) triàt quell ùsèll che nàéà in càtìva
vali = tristo queir uccellino che nasce
in cattiva valle : poveretto chi nasce
in un ambiente tristo e corrotto.
vali, s. m. = vaglio, ventilabro : arnese
por mondare grano e biade da cattivo
semenze o altre mondiglie.
yàlmàsìa, s. f. = malvasia. Vedi mal-
vasia.
valor, s. m. = valore : prezzo delle cose
e merito intrinseco di un lavoro o cosa :
eàmpiòn éènsa valor = campione senza
valore ; Ve on aneli de valor = ò un
anello di valore, che costa molto ; Ve
on quàder de valor = è un quadro di
valore, che ha molto pregio.
1) Valore, coraggio, fortezza d'animo;
han combàtuu coni on valor àmiràbil
= hanno combattuto con un valore am-
mirabile.
vàloròs, agg. = v.-.loroso , coraggioso ,
animoso: chi è prode in armi.
vàlséut , 3. m. = valsente : il prezzo
che vale qualche cosa, comprata o ven-
duta ; se te perdilu là roba^ dàmm el
vàlsént = se hai perduto la merce, dam-
mi il valsente.
vàlser, s. m. = valzer: ballo a tre tempi
d'origino germanica.
vàlfìta, s. f. = valuta : monete o cedole
di credito o carta monetata.
vàltità, V. alt. = valutare : determinare
il prezzo di checchessia da potersi o
doversi pagare in moneta; g'han vàlii-
taa là cà dmentmila lìr = gli hanno
valutato la casa duecento mila lire.
vàlvola, 9. f. = valvola : specie di co-
perchio che lascia passare un fluido
per poi richiudersi ermeticamente, sic-
ché non rifluisca; el g'hà miss i vài-
voi de éiciirHa = gli ha messo le val-
vole di sicurezza.
lampa, s. f. = vampa: gran fiamma.
1) Gran calore; là vampa del so =
la vampa del sole.
2) vègh i vamp àia fàcia = avere,
sentirsi le vampe al viso: per l'affluenza
forte del sangue.
vanaglòria, s. f. = vanagloi'ia: amore
fatuo di gloria vana. —
vanàdio riòs, * agg. = vanaglorioso: pieno
di vanagloria.
vànegia, v. alt. = vaneggiare: dir cose
vane sognando, farneticando ; quàìid è
rivaa là marna el vàtiegiàva già =
quando arrivò la mamma vaneggiava già.
vànèll 0 vànètt, s. m. = pavoncella :
uccello dei trampolieri.
vanga, s. f. = vanga: strumento agricolo
simile alla pala, ma che ha in fondo al
manico una stecca di ferro per pun-
tarci il piede: serve a lavorar la terra.
1) tra I ìa là vanga = posar la vanga:
smettere il mestiere del contadino.
2) là vanga là g'hà là pùnta d'dr =
la vanga ha là punta d'oro: il lavorare
la terra produce ricchezza.
B) vildn de vanga = zoticaccio, vil-
lanaccio.
vanga, V. att. = vangare, zappare: lavo-
rare la terra colla vanga.
vàngàda, s. f. = vangata: colpo di vanga
e lavoro di vangatura.
vangèli, s. m. = vangelo, evangelio: li-
bro del Novo Testamento dove è nar-
rata la vita di Gesù Cristo.
1) Ve vangèli = è vangelo : è verità
sacrosanta.
vangelista,* s. m. = evangelista: gli scrit-
tori dei vangeli.
vànilia, s. f. = vaiùiglia : orchidea pa-
rassita e sarmontosa del Messico e delle
Indie Occidentali che da dei baccelletti
odorosi di cui si usa per dar sapore
alle vivande dolci.
1) Pianticella con fiori violetti e d'o-
doro simile alla vaniglia.
vano, s. tn. = ambiente, locale; Ve on
àpàrtàmént de quàter vani = è un ap-
partamento di quattro locali.
vano,* agg. = vano , leggiero, volubile,
fàtuo: di pers. di poco o punto corvello.
vànsà, V. att. = avanzare : dover avere,
essere creditore; el vànsa nàgòtt de mi
= da me non avanza nulla. Fig. a chi
ci tratta con arroganza o paia voler
qualcosa da noi, diciamo; el vànsa qiièi-
còsé de mi? = che avanza da me?
1) Di ciò che rimane di una cosa
dopo averne consumato quanto basta
al bisogno; VdU che vànsa tei mètet in
d'ona tàsìna = l'olio che avanza lo
metti in una ciotola.
2) In aritmetica, del residuo della
sottrazione e della divisiono; quàter de
sètt en vànsa trii = quattro da sette no
ran
— 894
rar
avanzano tre; trii per quàter dódes, ài
dersètt ne vtnéa ctnqu = tre per quat-
tro dodici, al dieci asette ne avanzano
cinque.
3) vànsa temp ! = c'è tempo ! Anche
nel senso di esserci margine a faro
una cosa.
4) vànàà fcmra = sporgere ; vànstt
giQ = pendere ; vànéti éii = sopravan-
zare.
5) er^pa ptLnéa piitoét che ròba vànsa
= corpo mio fatti capanna: piuttosto
che avanzar roba si crepi, ma la si
mangi.
g) de carila in becària ne vànsa nò
= non resta mai carne in beccheria per
trista ch'essa sia : significa che presto
0 tardi si maritano tutte le zittelle ; ma
ciò non è vero.
7) vànsàsè de... = ridursi a... me
èont vànsaa de mori de fàmm = mi
son ridotto a dover morire di fame.
rànsàusc, s. m. = avanzaticcio, avan-
zuccio, avanzuglio, rimasuglio: ciò che
rimane d' una cosa usata , specialm.
mangereccia; mi viij nò mangia i vmt-
sàùse di alter = io non voglio man ■
giare gli avanzaticci altrui.
vanta) V, alt. = vantare, millantare: dire,
esaltare con vanto in senso buono o
cattivo; tiiti i negoéitint vànten là eoa
merce = tutti i negozianti vantano la
propria merce ; el vanta i éò càritaa
in cTona mànéra prdpì ridìcola = vanta
le sue carità in un modo davvero ri-
dicolo.
vàiitàgg 0 vàntàcc, s. m. = vantaggio,
utilità: quanto è di soprappiù, di giunta,
di superiorità; el g'hà 'l vàntàgg déla
gioentU = ha il vantaggio della gio-
ventù; el treno Ve rivaa con trii mi-
niitt de vàntàgg = il treno arrivò con
tre minuti di vantaggio. Vedi àyàntàcc.
1) T. tipogr.; assicella rettangola con
lue staggi che serve al compositore por
assestarci le righe.
vàntàgià, v. att. = vantaggiare, avvan-
taggiare: aumentai'e, accrescere il pro-
prio stato, migliorarlo ; dà che rè ve-
gnuii à Mildn Vhà vàntàgiaa pròpi
tanto = da che venne a Milano avvan-
taggiò molto davvero.
Tàntàgiós, agg. = vantaggioso, conve-
niente, utile: che reca vantaggio, uti-
lità; m'hàn faa di propósi minga mài
vàntàgiòs = m'hanno fatto delle pro-
poste abbastanze vantaggiose.
vàntàss, V. rifl. = vantarsi, gloriarsi:
darsi vanto, millantarsi; el ée vantava
tròpp per àm vengiiiii ài berèàli = si
vantava troppo d'aver vinto al tiro a
sogno.
1) foo m,vnga per vàntàmm = non
faccio per vantarmi.
vàntO) * s. m. = vanto, vanteria, mil-
lanteria; el se ne fa on vanto de qiiij
pòceh ròbb che l'iià faa, che 'l àtufiéà
= mona tal vanto di quelle poche cose
che ha fatto, che stanca.
vapor, s. m. = vapore: ogni gas non por-
manente ; vàpdr d' ttcqua = vapore
acqueo.
1) Piroscafo : la navo più o meno
grande che va per forza del vapore.
2) La macchina motrice del trono o
il trono stesso ; voo a vede à riva el
vapor = vado a vedere il treno, il va-
pore ad arrivare.
3) àndà come 'l vapor = andar come
il vapore, come il lampo : in modo
molto celere.
4) mànà à vapor = manzo à vapore:
manzo cotto in un vaso ben chiuso.
5) fornèll, bàgn, filanda à vapor, ecc.
= fornello, bagno, filanda a vapore.
6) Entra nella canzonetta ; là àtèla
comèta là riva ài dés or - oh, che bèli
fior! oh, che bèli fior! - là àtéla co-
mèta là riva in vapor.
7) vapor, chiamavasi, quando usava,
il crinoline. Vedi coregh, 2).
vara, * v. att. = varare: spingere in mare
la navo o nel lago la barca; ttla Spééia
hàn vàraa eh' è pòcch el Cari' Albert =
alla Spezia hanno varato da poco il
Carlo Alberto.
vàrch, s. m. = anguinaia, inguine. Vedi
ìngìiiii.
vàrdà, V. att. = guardare. Vedi guarda.
1) eont pii se vàrda, cont nièn se
véd = più si guarda mono si vede.
2) vàrda ben! = esortazione o mi-
naccia.
3) vàrda ti = pensaci tu ! giudica tu !
Tare e vàri, v. att. = valere: aver va-
lore intrinseco: di persone o cose; là
on òmm che 'l vàr tànfdr come 'l pésa
= è un uomo che vale tanto oro quanto
po«a; l'è on càfè che vàr nàgòtt = è un
caffè, che non vai nulla; Ve on'dpera
yar
895
vas
che vdr pòcch = è un'opera che vai
poco.
1) fààela vàri = farsi valere; farsi
stimare, rispettare.
2) cd§a vdr? = che vale ? a che prò ?
cosa vàr fa tanti ààerifìèi, èe no se
fan per i hlter che pdden c/oden el friltt ?
= che vale far tanti sacrifici se non si
fanno per gli altri che ne possono go-
dere il frutto?
3) vàri là pena = valer la pena:
metter conto di fare.
4) Importare, costare; on bàri de vìn
el po' vàri dai trentàcinqu ài quà-
rtlnta lìr = un barile di vino può im-
portare dalle trentacinquo alle quaranta
lire; l'è on orològg che vdr minga nién
de cent fràneh = è un orologio ohe non
vale meno di cento lire.
5) vdr pùsee on àndà che cent àn-
dèmm = vai più il fare che il diro: le
parole sono foglie e i fatti fratti.
vàri, agg. = vario, variato, diverso: che
non è uniforme, non è costante; el niond
Ve bèli perchè Ve vàri = il mondo è
bello perchè è variato.
1) Al plur. vàri = parecchi: più di
uno; ghe n'è étaa chi vàri à vede V à-
pàrtàmént = ce ne son stati parecchi
a vedere l'appartamento.
vària, v. att. = variare : cambiare diver-
samente, in modo vario; el vària per
là campagna: on ànn el va à Moltràs,
on àltr'ànn à Mendris, ona vòlta el
va à Vàrés^ l'altra el va ài Oeneros =
varia sempre per la villeggiatura: un
anno va a Moltrasio, un altr' anno a
Mendrisio , una volta va a Varese,
l'altra va al Generoso.
Tàriàbil,* agg. = variabile, mutabile :
facile, sottoposto a mutare; el baròmetro
el segna vàriàbil = il barometro segna
variabile.
1) di pers. Leggera, incostante, in-
stabile.
vàrìànt, s. f. = variante : diversa ma-
niera con cui un autore si esprimo nel
tale 0 tal altro passo della sua opera:
l'è tnterèsànt étildià i vàriànt déla
Oeriisàlhne Liberata = è interessante
studiare le varianti della Gerusalemme
Liberata.
Tàriàsiòn, s. f. = variazione ; il variare
e l'effetto del variare: quànd el vén à
cà de eolèg el Sta àthit se'l troema
' oìia qiidj vàriàéiòn in cà = quando
viene a casa di collegio sta attento se
trova qualche variazione in casa.
1) T. music. Diversificazioni di me-
lodia sopra un medesimo tema : i và-
riàéiòn de Tàlbergh siti Mosè hin mà-
gnifieh = le variazioni di Thalberg sul
Mosè sono magnifiche.
varicela,* s. f. = varicella, morviglione,
morbiglione: specie di vainolo benigno;
vainolo spurio.
varicósa, (rena) s. f. = varice : dilata-
zione permanente di vene con pericolo
di rottura.
yàrietaa, s. f. = varietà : lo stato di ciò
che è vario : qilèll che è bèli in sto pàés
l'è là vàrietaa di punt de vista = ciò
che è bello in questo paese è la varietà
dei punti di vista.
1) Cose varie : hoo viét dna bela rà-
còlta die vàrietaa = ho veduto una bella
raccolta di varietà.
2) i vàrietaa = le varietà : rubrica
di giornali.
vàrceùl, s, m. = vainolo : malattia conta-
giosa, epidemica, terribile, con eruzione
pustolosa alla pelle, che lascia i segni
guarendo : là mia pòera màma V è
mòrta del vàrceùl = la mia povera
mamma è morta di vainolo. Noi diciamo
volentieri al plurale i vàroeùL
1) ineètà el vàroeul, i vàroeùl = in-
nestare il vaiolo, vaccinare. Vedi và-
cinà.
vàroeùla, s. f. = bolla di vainolo : la
pustola del vaiuolo.
1) formàgg cont là vàroeùla = for-
maggio colla cancrena.
2) vàroeùla del mùr = sbullettatura.
vàrolaa, agg. = butterato : pieno di but-
teri ; detto di viso butterato del vaiuolo
0 di chi ha il viso butterato.
vàrolòs, agg. = vaioloso: che ha il vaiolo.
vàrs, vàriiii, part. pass. = valso, va-
luto. Dal verbo Tare = valere.
vàs, s. m. = vaso: recipiente in generalo
e specialm. quello per mettere i fiori
sia nell'acqua, sia in terra.
1) Di teatro o chiesa, la capacità,
l'interno.
2) vas déla còmoda = càntero : vaso
di terra che si tiene nella seggetta per
farvi i propri bisogni.
vasca, s. f. ~ vasca : riccetto murato
dove, specialmente nei giardini, si rac-
joglie acqua : l' ha faa fa òna bela
vas
- 896 -
Ted
vasca in mése ài giàrdìn = foce faro
una bella vasca in mezzo al giardino.
1 ) Tinozza : quel recipiente di marmo
0 di metallo nel quale si fanno i bagni.
yàselàmm, s. m. = vasellame : quantità
di vasi, stoviglie, per uso di tavola e
cucina.
vàsèll, s. m. = botte : vaso di legno a
doghe, di forma cilindrica, un po' pan-
ciuto per tenervi il vino in cantina.
1) dà on colp ài sere e vùn ài và-
sèll = dare un colpo al cerchio e uno
alla botte : di chi, avendo più faccende
tra mano, manda avanti un po' questa,
un po' quella. Ed anche di chi, dovendo
pronunziar giudizio fra due parti, si
destreggia dando un po' di ragione e un
po' di toiio all' uno e all'altra.
2) resenttL 'l vàèèll fig. = purgare il
corpo: prendere un purgante.
8) éavè de vàèèll = avere odor o
gusto di botto. Vedi lègii, 10).
vàsètt, s. m. = vasetto, barattolo : pic-
colo vaso di terra o di vetro por tenervi
medicine, conserve, ecc.
vàsiòu, s. f. = evasione. Vedi «vàsiòn.
vàstitaa, s. f. - vastità, ampiezza : stato
di ciò che è vasto ; là vàètitaa del del,
del mar, del mond = la vastità del cielo,
del mare, del mondo.
vàtelacàta e yàtelàpésca, = vattola
pesca , valla a indovinare : di cosa
ignota 0 molto dubbia.
Vaticano,* s. m. = Vaticano : la corte
del PontoficG e il palazzo dove a Eoma
risiede ; el Vaticano el g'hà àncàmd
dna gran poténàa in Eiirdpa = il Va-
ticano ha ancora una grande potenza
in Europa.
vàvà. Nella locuzione : color fiifu fo-
draa de vàvà. Di cosa della quale
non sappiamo dire la qualità.
Vàver, s. m. = Vaprio : nome proprio
di un paesetto lombardo al confluente
del Brembo coli' Adda.
1) làortl per là gesa de Vàver. Vedi
Sésa, 5).
ve, pron. = voi, a voi, vi : pron. di se-
conda pers. plur. Vedi il coirisp. pron.
di seconda pers, sing. te.
ve, eselam. = ve' ! minacciando, ammo-
nendo ; ée te stUditt nò, te pàset nò
i esàmm ve ! = se non studi non su-
peri gli esami ve' !
véce e vègg, agg. = vecchio, annoso :
che ha molto tempo, molti anni relativa-
mente, di animali e di coso ; el ndno
Ve véce = il nonno è vecchio ; el età
in là cà vègia = sta, abita nella casa
vecchia ; vin véce = vino vecchio.
1) vèSs véce de eopH = essere vecchio
a sodo ; véec come Noè = vecchio quanto
il brodetto : vecchissimo.
2) l'è vègia .' = è cosa scritta sui
boccali di Montelupo : è cosa vecchia,
notissima. Anche : è ora di finirla, bi-
sogna smetterla.
3) vééà véce del meétee = essere vec-
chio, pratico del mestiere.
4) gàlìna vègia fa bon brceiid = Vedi
briBùd, 15).
5) ehi làsa là étràda vègia per là
ncBuva Ve ràr ée màlcontent poeu noi
ée trcetiva = chi lascia la via vecchia
per la nuova spesse volte ingannato si
ritrova.
6) ne à tàola ne in léce ée diventa
mài véce = Vedi tàola, 4) e lètt, 20).
7) là mort là età éiil tèee e no là
guarda in fàcia ne ài gióin ne ài
véce = la morte sta dietro la porta e
non guarda in faccia a nessuno.
8) devenià véce = invecchiare : di-
ventar vecchio.
véce, s. m. = vecchio : un uomo vecchio ;
l'è on bèli véce = è un bel vecchio ;
rè on tècc bòn e simpàtieh come = è
un vecchio buono e simpaticissimo.
1) Antenato, ascendente remoto ; *
ndster véce = i nostri vecchi, i nostri
antenati.
2) de giòin ne mceur éoéènn ma de
véce ne écàmpa minga = piii che vec-
chi non si campa : per quanto s'arrivi
in là cogli anni è por forza morire.
3) el vin l'è là tèta di véce = Vedi
téta, 8).
4) càr él me vére ! póer véec ! = ce-
cino mio bello! cecino caro ! Detto per
vezzo ai bambini ; cara là mìa vègia!
pòera vègia ! = cara, povera bimba mia !
5) véce balata. Vedi bàldta.
véce, s. f. = vece : ufficio, incombenza
per un altro. Usa per lo più al plur. ;
fa le eoe véci = far le veci sue.
1) in véce = invece. Vedi invéce,
vede, V. att. = vedere : percepire le im-
magini por mezzo degli occhi, e figur.
delia mente ; vede i montàgn = vedere
le montagne ; vede 'l ciél = vedere il
cielo.
1) Incontrare, trovarsi con uno -, l'è
yed
- 897 -
red
on pèés che no te vedi = da un pezzo
non ti vedo.
2) el vedi e noi vedi = lo vedo e
non lo vedo : di persona che è per
morire, cadere da un impiego e sim.,
0 di roba che sia in pericolo ; quUa
gelosia lì lei vedi e no là vedi = quella
persiana la vedo e non la vedo.
3) età à vede = stare a vedere : stare
in aspettativa.
4) podè minga vede = non poter ve-
dere, avere in uggia, abbominare : è
più odiare che abon-ire ; è avere un
sacro orrore, un profondo disprezzo per
una cosa.
5) fasi', làsàéà vede = affacciarsi,
lasciarsi vedere : farsi vedere dove tutti
vanno o sarebbe obbligo andare ; ddpo
che g'hoo imprestaa i vini lìr el é'è
pu làéaa vede in cà mìa = dopo che
gli ebbi prestate le venti lire, non s'è
più affacciato, non s'è più fatto vedere
in casa mia ; ItLèet vede ! = lasciati ve-
dere ! fa che ti veda ! Diciamo a ohi
desideriamo vedere più spesso.
6) àìultb à fase vede = andare a mo-
stra : detto delle persone di servizio
che vanno a farsi vedere nelle case,
dove vorrebbero essere occupate a ser-
vire.
7) Procurare, cercare : vedàroo de
troàtt on bón impiegh = vedrò di tro-
varti un buon impiego ; che 'l veda lii
de toeumm foeura de èti fastìdi = veda
lei di levarmi da questi fastidi.
8) no vedi l'ora = non veder l'ora:
avere gran desiderio di fare qualche
cosa; noi vedeva Vora de àndà in
campagna = non vedeva l'ora di an-
dare in campagna ; no vedeva là sàn-
f ora de vègh noeuva di fàtt toeù = non
vedevo l'ora d'aver tue notizie.
9) ghe vedi lontdn on mìa = mi
basta la vista lontano un miglio.
10) bisognarti pceu vede = alla prova
si scortica l'asino : tutto va accettato
con benefìcio d' inventario.
11) vede i stèli. Vedi stèla, 5).
12) là mànèra de vede = il modo di
vedere : il proprio punto di vista, il
proprio sentimento.
13) vede = far vedere : di condimento
che si metta in misura troppo scarsa;
in sto pàètiés el siicher ghe Vhà faa
redi = in questo pasticcio lo zucchero
glie lo ha fatto vedere.
57
14) ftlghela vede à vUn = fargliela
vedere, pagare : fargli pagare il fio.
Anche : metterlo, tenerlo al dovere.
15) dna fòrbis che ttiia qilèll che là
véd = una forbice che taglia e cuce :
cioè che non taglia affatto.
16) vedi ! hoo vìst ! = capisco ! ho
capito !
17) eont pii se gutLrda e màneh ée
véd = più si guarda e meno si vede :
talvolta il voler ti'oppo vedere fa che
non si veda nulla.
18) Dìo véd e proéd = Dio vede e
provvede : bisogna affidarsi alla mise-
ricordia di Dio.
19) fa bèli vede, fa briitt vede = far
bella mostra ; far brutto vedere.
20) lÈsa, fàmm vede = mostra ; la-
scia che veda.
21) me là vedi => me la vedo, pre-
vedo : in generale di cose non liete.
Anche: vedela bruta.
redégh) v. att. = vederci : d'estaa se
comincia à vedègh ài tré or = d'estate
si comincia a vederci alle ore ti'e.
1) vedigh pii déla fàtnm = avere una
fame da non vederci lume : avere una
fame assaettata.
2) vedigh dénter in d' ona rdba,
vedégh citr = vederci chiaro, capirla
bene. Anche : trovarci il proprio van-
taggio, il tornaconto.
3) ghe védem ! ? = ohe ! ci vediamo !
Si dice a chi cammina distratto e cam-
minando ci urta, 0 incespica lui in
qualche intoppo.
4) Trovare, scoprire : in qiièll quttder
li ghe vedi qiièicòàs che me par minga
àrtìstich = in quel quadro ci vedo, ci
trovo qualche cosa che non mi pare
artistico.
5) tiiee voetiren vedigh = ogni santo
vuol la sua candela.
veder, s. m. = vetro : corpo trasparente
e fragile che è un composto di sabbia
silicea, soda, potassa e altri ossidi me-
tallici.
1) veder de Vorològg = cristallo del-
l'orologio : quel vetro terso, circolare,
più 0 meno convesso, incastrato nella
intaccatura circolare della lunetta e
serve di coperchio trasparente, che la-
scia vedere l'ora segnata dalle lancette
sulla mostra, senza aprire la cassa.
2) veder déla lileèrna = tubo, scar-
toccio. Vedi àrgàn, e liicérna, 2).
ved
- 898 -
Te§r
3) * veder déla finèétra = invetriata,
veti'ata : i vetri delle finestre ; veder
de ctbrta = impannata : telaio per fi-
nestra con carta oliata invece delle la-
stre di vetro ; i piomb di veder = ì
regoli dei veti-i : quelle strisce di piombo
che tengono unite le lastre di vetro
nella vetrata; veder dopi = contrim-
pannata. Vedi contràréder.
4) slistL i veder = star sempre alla
finestra.
5) vèsS de veder fig. = esser di vetro,
essere fragilissimo.
6) el veder = il vetro : la boccia, il
fiasco, la bottiglia dove sta un liquido.
veder, (Pont) = Ponte voterò: uno dei
larghi, 0 delle piazze di Milano, che
ti'ae il nome da un vecchio ponte che
vi esisteva.
vèdoa, s. f. = vedova : la moglie cui è
morto il marito ; l'ha Sposaa dna vèdoa
= sposò una vedova.
1) polenta vMoa = polenta scussa :
senza companatico.
vedoànsa, s. f. = vedovanza : stato di
vedovo 0 vedova. E' parola nuova e
del dialetto scelto.
redoli, agg. = vedovile : che spetta a
vedova, a vedovo ; Za porttva el veli
vedati fina tti pè = portava il velo ve-
dovile fino ai piedi.
vedoin, s. f. = vedovina, vedovella :
dim. vezz. di vedova.
TèdOT, s. m. = vedovo : il marito a cui
è morta la moglie ; l'è restaa vMov
dòpo diiii ànn de matrimòni = rimase
vedovo dopo due anni di matrimonio.
Vedrà, (la) = la Vetra : largo sul corso
di Porta Ticinese, presso alla chiesa di
S. Lorenzo ; era chiamato là Vedrà di
Citàdìn = la Vetra dei Cittadini.
yedrina, s. f. = vetrina, mostra: luogo,
scansia, armadìno o cassetta a vetri dove
i bottegai tengono in pubblica mostra la
merce.
1) mètt in vedrtna = avvistare : detto
delle merci, metterle in mostra in modo
che facciano bella figura e attirino l'at-
tenzione.
2) m^tes in vedrtna = mettersi in
mostra : farsi vedere con qualche osten-
tazione.
vedrloetì, s. m. vetriolo, vitriolo : ogni
solfato metallico, specialm. del rame,
del ferro, dello zinco.
1) òli de vedrioRu = olio di vetriolo;
acido solforico.
Teduda, s. f. = veduta: la cosa che si
vede per mezzo di strumento ottico ;
ài Panorama gh' è di belìéim vedùd de
l'America = al Panorama ci sono bel-
lissime vedute d'America.
1) Anche la stampa e il disegno
stesso.
regedaa e yegrésa, s. f. = vecchiaia,
vecchiezza : la terza parte della vita,
contrapp. a giovinezza e maturità.
vegeta, v. att. = vegetare : di piante e
sim. vivere e crescere.
1) Pig. di pers. Vivere la vita pu-
ramente materiale.
regetàbil e vegetai, * s. m. = vegeta-
bile, vegetale : tutto ciò che vegeta e
specialm. i cibi vegetali, come verdure
e frutte.
vegetàsiòn * s. f. = vegetazione : il ve-
getare, il crescere delle piante e sim. ;
stòi àlp gh' è dna vegetàéiòn tuta di-
vèréa che in di ndéter piànÈr = sulle
alpi la vegetazione è ben divei-sa da
quella dei nostri piani.
vegetomineràl, (acqua) s. f. = acqua
vegeto-minerale : acetato di piombo.
Sp. d' acqua medicinale per uso esterno.
yèggf agg. e 5. m. = vecchio. Vedi véce.
règh, V. att. = avere: regge qualunque
complemento che significhi uno stato,
condizione, modalità, facoltà del sog-
getto ; vègh èògn, fàmm, frèec = aver
sonno, fame, freddo : vègh mtnga pàs
on moment = non aver pace un mo-
mento. Oppure cosa che sia nel soggetto,
ne faccia parte, ne dipenda, gli sia unita
e segnatam. che si porti in mano o sulla
persona, oppure che stia col soggetto
nella relazione indicata da una prepo-
sizione, avverbio o modo avverbiale ;
vègh denàns dna cà = aver davanti
una casa ; vègh gent à disntL = aver
gente a pranzo. Ovvero una relazione
indicata dal complemento ; vègh miee
e fiaeu = aver moglie e figli ; vègh el
pàpti e là mtma = avere il babbo e la
mamma.
1) D'anni, di età ; vègh dés ànn =
aver dieci anni ; mi quànd ho tòlt miee
g' aveva vintidiiil ànn = io quando presi
moglie avevo ventidue anni.
2) Al giuoco, detto dei punti che uno
accusa o segna, delle partite che uno
ha vinto. Al lotto ; g' hoo diiii, trii nft-
I
mer = ho due, tre numeri, essendo
usciti due 0 più dei numeri giuocati.
3) Ottenere : el épéra de vègh on im-
piégh = spera di avere, di ottenere un
impiego.
4) gh'èmm, g' àmrèmm = abbiamo,
avremo, nell' annunziare o predire av-
venimenti che in qualche modo ci ri-
guardino; cosa gh'èmm de noeuv = che
abbiamo di nuovo?; dimdn g'àvàrèmm
bèli temp = domani avremo bel tempo.
5) vègh de fa, de di, de mangia =
aver da fare, da dire, da mangiare ;
aver modo, occasione, motivo di far
quelle azioni ; vègh el pànàton de man-
gia = avere il panettone da mangiare.
Anche assol. glioo là lesion, g'hoo là
mèéa = ho la lezione, ho la messa ;
sottint. da dire, da sentire. Vègh de...
= avere a o da..., dovere, indicando
gran volontà, bisogno o un impegno
preso, una deliberazione ; ètàmàtina
g'hoo de làortL = stamane ho da lavo-
rare, devo lavorare ; el g' aveva el fitt
de pàgti = aveva da pagare, doveva
pagare la pigione.
6) vagliela, vSghela sii coni qiièidUn
= averla con qualcheduno, avere il baco
con uno ; di malanimo che si abbia
contro persona e segnatam. per torti
ricevuti.
7) vègh = avere ; come ausiliare si
unisce al partic. pass, di tutti i verbi
transitivi e dì parecchi intransitivi per
formare i tempi composti \,hoo crediiil,
hoo ditt, aveva pensàa, avaria màngiaa,
ée l'àvèsé visi, ecc. = ho creduto, ho
detto, aveva pensato, avrei mangiato,
se avesse visto, ecc.
8) vègh on poo del tal = arieggiare
un tale: aver l'aria del tale, somigliargli.
9 chi n'ha àvUii n'ha àviiii = avuta
la grazia, gabbato lo santo: chi ha avuto
il benefizio si dimentica del benefat-
tore. Anche: chi ha avuto ha avuto:
per significare che un affare è finito
che non deve parlarsene più.
10) vègh del màìt = pizzicar di matto:
essere un po' matto.
11) vÈghen = averne, avere: dinota
proprietà, possesso; l'è vdn che ghe n'ha
= è uno che ha; v^ghen minga titnti =
non aver molto.
12) insci véghen ! = averne I dicatti !
Modo di dire per significare che una
fcosa è buona, conveniente; insci vèghen
— 899 — reg
de sii liber ehi = averne di tali libri !
"Vedi cinàfose.
13) qilèll che no pSdi vègh va che
tei dbni = quel che non posso aver va,
che ti dono; quando è caduto di sella
disse: voleva scendere.
vegria, agg. e s. f. = vecchia : di cosa
vecchia, donna vecchia. Vedi yècc.
yegiàbi, s. m. = vecchio, vecchiotto;
spreg. di vecchio.
vegiàda, s. f. = anticume, anticaglia,
vecchiume ; là comedia de stdétra l'è
dna vegittda = la commedia di questa
sera è un'anticaglia.
reg'iàia, s. f. = vecchiaia: l'età dei vecchi.
vegìn, s. m. = vecchino : vezzegg. di
vecchio. L'usiamo per vezzo parlando
a' bambini.
región, s. m. = vecchione, accrescit. di
vecchio.
1) Ognuno dei vecchi accolti nel Pio
Albergo Trivulzi.
2) * vegiòni, i vegiònn = scuola ma-
schile e femminile di dieci maschi e
dieci femmine per l'offerta del pane e
vino nelle messe solenni del Duomo.
vegiòss, (fa minga) v. att. = non aver
da campare un pezzo: aver ancora po-
chi carnevali.
vegiòtt, s. m. = anziànotto : di pers.
piuttosto inoltrata negli anni.
regitt, s. m. pi. = seccumi : frutte sec-
che e specialm. pere, pesche, meliache
e sim.
yeglión,* s. m. = veglione: gran veglia in
teatro con festa da ballo; i ficeH Ve mèj
che vtghen in lètt, m,inga ài veglion =
i ragazzi è meglio vadano a letto, non
al veglione.
regni, v. att. = venire: muovere verso
il luogo dove è, fu o sarà la persona
che parla o a cui si parla; vegnàroo à
Tilrin à troàtt = verrò a trovarti a To-
rino; el m'ha ditt che 'l èàrisè vegnUii
à Mildn = mi disse che sarebbe ve-
nuto a Milano.
1) Arrivare, provenire; el pèéè de mar
à Milàn el vén de Veniéia e de Otnoa
= il pesce di mare a Milano viene da
Venezia e da Genova.
2) Uscire, esser nato, derivare ; el
vén dà dna fàmilia bdna = viene da
buona famiglia ; el vén dàla sedia de
l'Ascoli = viene dalla scuola dell'A-
scoli : l'Ècqua de Moltràs là vén dàla
Veéporina = l'acqua di Moltrasio viene
Teg
— 900
dalla Vesporina. Anche : emanare, di
cosa che proviene direttamente e con-
tinuamente da un'altra; dal tò contégno
mn là neeesitaa di me parali = dal tuo
contegno viene, emana la necessità delle
mie parole; dal tò giàrdìn veti on pro-
fU/mm d'dlea frtlgrans ehe l'è on piàsè =
dal tuo giardino emana un profumo d'o-
lea fragrans che è un piacere.
3) Cadere , sopravvenire , seguire ;
quànd vén aera = quando cade la sera;
quànd sarà vegnuii 'l niés rf' aprii =
quando sarà venuto il mese d'aprile.
4) vegni fila finèstra = venire, affac-
ciarsi alla finestra.
5) Di pensiero, idea, fantasia e sim.
nascere, sorgere, venire in mente; w'è
vegnilu on bon penéér = m'è nato un
buon pensiero.
6) tanti en ven, ttnti en va = tanti
ne nasce, tanti ne more : di chi suole
spendere tutto quel che guadagna.
7) Crescere, svolgersi, e se di piante,
farci; l'Uga là vén benone se le iuta el
càld = l'uva ci fa a perfezione se l'as-
siste il caldo; el làortL el vén polid »
il lavoro viene bene.
8) Diventare; vegnì cóììie noeuv = ve-
nir come nuovo ; el pànn à éegttittt à
d/roàll el vén lùcid = il panno coll'uso
continuato diventa lucido ; el me fimi
et vén grand tUti i dì = mio figlio di-
venta alto ogni giorno di più.
9) Attaccai'e, di ciò che viene subito
dopo; ddpo ona mésa vén l'altra = dopo
una messa attacca coli' altra: delle tre
messe del Natale.
10) vegni gio = calai'e, scendere, ve-
nir giù; Nàpoleon V è vegnuii in Italia
dal Gotàrd = Napoleone calò in Ita-
lia per il Gottardo. Di concorso^ af-
fluenza in un luogo per effetto di qual-
che forte richiamo; vegnéven gid de tùti
i pari à vede el ndàter càrnevàlon =
, calavano da tutte le pai-ti a vedere il
nòstro cai"nevalone.
11) vegtii gid di nivol = cascar dalle
nuvole: di chi è fortemente meravigliato
per cosa che oda, o di chi è sempre
distratto e gli paion sempre nove anche
le cose più solite.
12) vegnt à pàròll, à pilgn = venire
a pai-ole, a pugni.
13) vegm ài tàndem = venire alla
conclusione, alle strette.
— vegr
14) vegnì à óltra = venir fuori, pa-
lesarsi, uscire.
15) vegnimm à nùn = veniamo a
noi, concludiamo.
16) vegm àdòsé = prendere, assalire:
di malanni; gh'è vegnuu àdòàs là féver
= lo prese la febbre.
17) vegnì foeitra = venir fuori, uscire,
mosti'arsi. Anche : risultare, specialm.
di conti.
18) vegnì fceitra = venir fuori, uscire
scoppiare : di espulsioni, di malattie ;
ddpo trii di de féver gh^ è vegniiii fceura
'l vàro&ùl = dopo tre giorni di febbre
gli scoppiò il vaiolo.
19) vegnì giti = struggersi, far cat-
tiva cera; i?i sf inverno l'è vegniiii gid
ben, poer diàol! = quest' inverno ha
fatto una gran brutta cera, poveretto.
20) vegnì èii = crescere ; el vén sii
grand, gròss e scopààuii = cresce grande
grosso e minchione.
21) vegnì sii H temporàl, el vént, el
temp eàtiv. = levarsi il temporale, il
vento, il maltempo.
22) vegnì sii = tornare a gola: di cibi
non digeriti che provocano fortori.
23) vegnì éii di dànee = entrare da-
naro, fare incassi.
24) vegnì sii i càvéj, là barba, i bàr-
bìs = nascere, crescere, i capelli, la
barba, i baffi.
25) vegtiì vìa = venir via, abban-
donare, lasciare: di un luogo dove non
sia la persona che parla ; éont vegniiii
vìa de Nàpoli ài trénta d'àgoét = ho
lasciato Napoli al trenta d'agosto; vè-
gni vìa de teàter ài vUndes or = lascio
il teatino alle ore undici.
26) vegnì vìa = crescere, svilupparsi;
per fortuna el me Mario et vén vìa
polid = per fortuna il mio Mario cre-
sce bene.
27) Capitare, toccare, specialm. di
cosa che capiti o tocchi all'improvviso;
gh'è vegniiii via dna peseiàda = gli
capitò un calcio; vegnéva via di bèj
regài = capitavano dei bei doni.
28) vegnì de éè = venir da sé, natu-
ralmente, spontaneamente.
29) lunedi, martedì, ecc. ehe vén; el
més, Vànn che vén = lunedì, mar-
tedi, ecc., venturo; il mese, l'anno
ventui'O.
30) me vén, te vén, ne vén, ve vén
= mi, ti, ci, vi viene : mi tocca, mi
veg
901 —
Tel
spetta, è dovuto ; vie vén dés lir che
fhoo impreétàa r alter di = mi son do-
vute dieci lire, mi devi dieci lire che
t'ho prestato l'altro giorno ; de mi te
vén pil nàgòtt = io non ti devo più
nulla.
31) là véli = piove: d'acqua, di neve,
di tempesta. Anche: venir giù.
^'2)vegm = costare; coà'el ven? = quanto
costa? el vén duii fràneh = costa due lire.
33) épettl e no vegni Ve dna ròba de
morì = aspettare e non venire è una
cosa da morire. Prov. che denota la
pena dell'aspettare invano.
Tegnuda, s. f. = venuta: il venire; Ma
vegnÈda del ctlld el m in càmptLgna =
alla venuta del caldo, va in villa.
1) vès'è de vegnitda = essere per ve-
nire, essere sul venire.
véi, esclam. = ve lì! ohe lì! Specialm.
di forte ammonimento e minaccia.
1) Anche pronome: ve li, ve le; éti
ròbb véi disi per rdéter ben = queste
cose ve le dico per vostro bene. Pre-
feriamo però oggi la pai-tic. pron. vi.
ve'l, 2^^'on- = ve lo: el personal ve'l rà-
eo7)iàndi tànt = il personale ve lo rac-
comando molto.
Téla, s. f. = vela : vasto panno formato
di teli, usato a utilizzare la forza del
vento per spingere le navi.
1) Randa : vela delle barche pescho-
recce attaccata all'albero e fermata a
poppa.
2) vèàs, pari dna vela = essere, pa-
rere un buratto, una remola, una bat-
tola : di chi parla molto e in fretta.
3) Banderuola. Vedi bàndirceula.
vela, r- att. = veleggiare: navigare a vela.
velaa, agg. = velato, coperto : el ciél
w- l'èra velaa e pareva che piovèéè d'on
\ miniitt à Vtllter = il cielo era coperto
e pareva dovesse piovere da un mi-
j nuto all'altro.
i 1) Di parlare, discorso : misterioso,
oscuro.
- ■ Telàdiira, s. f. = velatur^^ : guarnimeuto
di vele.
Telarla, 5. f. = velame : quantità di veli.
Non usa molto.
Telèitaa, s. /. = velleità : volontà monca,
imperfetta, capriccio ; àdèàs gh'è vegniiu
là velèitaa déla biciclUa = ora gli è
venuta la velleità della bicicletta.
Telén, s. m. = veleno : sostanza malefica
0 mortale d'origine minerale e ^orga-
nica ; el velén déla vipera, di fung =
il veleno della vipera, dei funghi.
1) Essenza o preparazione speciale
che cagiona la morte.
2) Fig. el velén di parali = il ve-
leno delle parole.
3) Stizza, odio, animosità maligna;
l'è domti Ili e velén = è tutto veleno.
Telenà, v. att. = avvelenare : far morire
di veleno ; detto di persone. Di ani-
mali è più comune ; dàgh el boemi, el
velén = dare il veleno.
Telenós, agg. = velenoso : che ha in
se il veleno e avvelena ; i fung velenos
= i funghi velenosi.
1) bisa velenosa = serpe maligno,
velenoso : quello ohe col suo mordere
uccide. E fig. di lingua maledica, in-
solente, cattiva.
Telèta, s. f. = veletta : piccolo velo in
aggiunta al cappellino da signora per
coprire la faccia.
Telìna, (carta) s. f. = carta velina : fina
come un velo.
Telioeùs, s. f. = lume da notte. Dal frano.
veilleuse.
Tèli, s. m. = velo : tessuto finissimo e
trasparente e specialm. quello che por-
tano in testa le donne ; l'è àndàda à
fa spos cont el veli bitlnch = andò a
nozze col velo bianco.
1) Velo : panno che copre il calice
a vari colori.
2) véli del tàberntcol = conopeo : il
velo del ciborio, quello che copre an-
che la piside.
TClóce e Telocìped,* s. m. = veloci-
pede : sorta di veicolo, specialm. a due
ruote, su cui sedendo, e movendo due
pedali si corre velocemente.
Telocipedista,* s. m. = velocipedista :
chi va sul velocipede.
Telocitaa,* s. f. = velocità : la qualità di
ciò che è veloce, celerità, lestezza nel-
l'andare.
1) grt/nda, incoia velocitaa = grande,
piccola velocità : di due modi ohe ten-
gono le ferrovie nel trasporto delle
merci.
Telfi, s. m. = velluto : drappo di seta,
di cotone e di lana velloso da una
parte, ma col pelo corto, spesso, mor-
bidissimo e lucente.
1) on praa che H par on velÈ = un
prato accartato : quando ci si vede
l'erba piccola, folta, fitta fitta.
vel
— 902
veu
2) vègh el eUii siil velii = vivere nelle
piume, nelle agiatezze.
3) négher come 'l velii = nero vel-
lutato, nerissimo.
veliitaa, agg. = vellutato : liscio come il
velluto, tessuto alla foggia del velluto.
reliitìiij s, m. = vellutino : piccolo na-
stro di velluto, usato speciabn. per
guarnizione d'abiti.
1) Fiore velluto : nappa di cardinale.
vena, s. f. = vena: tubo cilindrico nel
corpo animale per cui il sangue dalle
arterie torna al cuore.
1) Sorgente natui'ale sotterranea ;
v^na d'tiequa = vena d'acqua, polla.
2) Di minerali, di legni, il loro
verso ; trofl là véna del lègn = trovar
la vena del legno.
3) el g'hà dna véna de màtt - piz-
zica di matto, ha una vena di matto.
4) vìn che g'hà là véna del dols =
vino che pende al dolce.
5) vèéè, vèés minga in véna = es-
sere, non essere in vena : avere o no
la disposizione a una cosa.
Tenaa, agg. = venato : di legni o pietre
che son segnati di vene naturali ;
mtlrmo venaa tUnto ò pòcch = marmo
molto 0 poco venato.
yenàdura,* s. f. = venatura: di legni e
pietre venate ; il modo, la disposizione
delle vene.
renài; o,gg. = venale: che si compera e
si vende, che si può aver per danaro.
1) òmm venti = uomo ven^e; queUo
che vende sé stesso e la propria vo-
lontà, che per danaro abbandona ogni
scrupolo.
Tenàlitaa, s. f. = venalità: l'essere ve-
nale, di persona; l'è on òmm d'Óna
venàlitaa schifosa = è un uomo di una
venalità schifosa.
vend, V. att. - vendere : cedere a chi
compera, dar per danaro; vend el pan,
el vin, dna cà, ecc. = vendere il pane,
il vino, una casa, ecc.; vend à pronti
= vendere a pronti.
1) vend per èètt ò per dersètt = ab-
bacchiare, bacchettare : vendere a vii
prezzo per bisogno di danari ; V ha
prdpi vendUda per èètt a per dersètt
qiiéla cà = l'ha proprio bacchettata
quella casa.
2) vèghen de vend d' dna rtiha =
avere da vendere una cosa; averne in
gran quantità ; vègh reson de vend =
avere ragione da vendere e da ser-
bare.
3) véndela come ne l'han vendùda
0 come là é'è comprtlda = venderla
come s'è comprata : riferire una cosa
per. quel che vale, come s'è sentita dire.
4) vend per forment éècch. Vedi
forméntj 2).
5) vede come là vénden = vedere che
c'è di nuovo; che si dice, che si fa.
6) fànn de vend = farne da vendere,
d'ogni sorta: sempre in senso cattivo,
0 per lo meno non buono.
7) bisogna comprt éémper e miti
vend = parla poco, ascolta assai e giam-
mai non fallirai; abbiamo due orecchi
per ascoltar molto e una sola bocca
per parlar poco.
8) domandò, ée Milàn l'è de vend =
letteralm.: domandare se Milano è da
vendere: lo diciamo per significare che
uno è assai contento e gli pare di pos-
sedere gran che. Vedi anche Dòmm, 2).
Gli potrebbe corrispondere il toscano :
non toccare la camicia il culo.
Tendéinbia, s. f. ora anche rendémia, *
= vendemmia : la coglitura dell' uva
e il tempo che si fa ; àndt à fa ven-
démbia = andare a far vendemmia.
yendembià e ora anche yendemià, * v.
att. = vendemmiare: far la vendemmia,
cogliere l'uva da metter nei tini per
farne vino.
yendèta, s. f. = vendetta: soddisfazione
d'offesa contro l'offensore.
1) cria vendéta in del = gridar
vendetta al cospetto di Dio: di azione
che merita severo biasimo e punizione,
ed anche di lavori fatti molto male ;
l'ha Scritt on Izber che 'l cria ven-
dita in ciél = ha messo fuori un libro
che grida vendetta al cospetto di Dio.
2) Scherz. fa vendéta = vendere ;
hoo faa dna vendéta general = ho fatto
una vendita generale.
vendìbil,* agg. = vendibile: che si può
vendere.
vendica, v. att. = vendicare : far ven-
detta di pers. e di cose; l'ha vendicaa
èò fràdèll = vendicò suo fratello.
1) vendicàéé,v. rifl.= vendicarsi; pren-
dersi vendetta contro qualcuno di qual-
che offesa; me éont vendicaa coétrin-
géndel à domàndàmm perdòn = mi
sono vendicato costringendolo a do-
mandarmi perdono.
ren
903 -
ren
Tendicàtìv, agg. = vendicativo : incli-
nato, disposto alla vendetta.
Téudita, s. f. = vendita : il vendere, lo
smercio di una mercanzia; prima V era
in màgàstn , àdèàS l'han mise fila
véndita = prima era in magazzino, ora
l'hanno messo alla vendita!; véndita ài
minuti = vendita al minuto. Vedi
miniitt, 6).
Tenditòr, * s. m. = venditore: chi vende;
el venditor el cérca sémper de ciàptL
de pU e 'l compràdor de pàgd mén =
il venditore cerca sempre di intascare
di più e il compratore di pagar meno.
yenduda, (càrna) s. f. = carne venduta:
di gente schiava e qualche volta ser-
vilmente abbietta.
renerà, v. att. = venerare : avere in
gran reverenza ; el venertva el éò mi-
èter cóme se 'l fiiàé el so pàptt = vene-
rava il suo maestro come fosse suo padre.
Teneràbil,* agg. = venerabile: che me-
rita di essere venerato.
reneràsiòn, s. f. = venerazione : il ve-
nerare, la gran reverenza che si ha
per qualcuno; el trtlta eoa mtLder coni
dna gran veneràéion = tratta sua ma-
dre con una grande venerazione.
TCnerdì, s. m. = venerdì : nome del
quinto giorno della settimana.
1) el venerdì éànt = il venerdì santo;
il venerdì della settimana santa; el ve-
nerdì grààé = il penultimo giorno del
nostro cai'nevalone. y
2) chi rid in venerdì piàng in do-
menica. Vedi piàngr, 4) e rid, 12).
3) de venerdì Se vitgia minga = né
di Venere né di Marte non si sposa
né si parte.
Vènere , s. f. = Venere : la dea della
bellezza. Noi l'usiamo ad indicare una
donna molto bella; l'è dna Venere =
è una Venere ; è bellissima.
yeuesiàna, s. f. = veneziana : specie
di panetto di pasta dolco, quasi ciam-
bella senza buco, cosparsa alla super-
Scie superiore di granellini di zucche-
ro ; éont àndaa à toeu on vèrmut coni
dna venesifLna = sono andato a pren-
dere un vermouth con una veneziana.
1) éORiil, pd/vim,ént tLla veneèitLna =
pavimento alla veneziana. Vedi S(BÙI, 3).
veng, V. att. = vincere: portar vittoria,
superare l'avversario; veng dna bàtà-
lia = vincere una battaglia.
1) Fig. e per estens. ; veng ài gioeugh
= vincere al gioco; veng là pàrtìda =
vincere la partita ; veng là ctLiisa =
vincere la causa, la lite.
2) véngela = vincerla, spuntarla: di
puntiglio ostinato ; ée noi rièéé à vén-
gela l'è minga contént = se non riesce
a spuntarla non è contento.
3) veng i càprìsi = soddisfare i ca-
pricci ; = ài ficee bisógna minga là-
ààgh veng tùli i càprìéi = ai ragazzi
non si deve lasciar soddisfare tutti i
capricci.
4) chi le dUra le veng = chi la dui'a
la vince, volere é potere ; la costanza
é il migliore elemento per la riuscita.
vengiiiti, part. pass. = vinto : qictLnti
pàrtìd tliee vengiiiU? = quante par-
tite hai vinto ?
1) tira gid che fhee vengiicii = va
là, te la dò vinta. Vedi tira, 42).
reniàl, agg. = veniale: di peccato non
grave, non mortale.
vent, s. m. = vento : corrente d'aria più
0 meno rapida : tira vent = tira vento ;
vègh el vent in fàvdr = navigar col
vento in poppa ; l' è dna giorntda de
vent = è una giornata ventosa.
\) on boff de vent = un colpo di vento,
una ventata.
2) àndtb cóme 'l vent = andar come
il vento, andar di volo, con molta ce-
lerità.
3) fa vent = far vento : agitar ven-
taglio 0 altro per dare aria fresca al viso.
4) fiegdnd el vent che tira e èegdnd
che 'l tira 'l vent = secondo il vento
che tira, secondo il vento ; di opinioni,
idee, mutarle facilmente, senza coerenza.
5) tòrcia à vent = torcia a vento.
Vedi tòrcia, 1).
6) che bdn vent? = che buon vento?
Chiediamo a chi vediamo con qualche
meraviglia.
Tentala, s. f. = ventola : arnese di car-
tone 0 di penne o d'altro per far vento
sul fuoco e specialm. sul fuoco dei for-
nelli.
vénter, s. m. = ventre, addome : la gi'an
cavità che contiene gli intestini.
1) col vènter in ter a = boccone, boc-
coni, a bocconi ; la posizione di chi è
disteso col ventre e colla bocca volti
all' ingiù. Contrario di col vénter in
tiria = supino.
2) cilrids come 'Z doldr de vénter.
Vedi cilrids.
veu
— 904 —
Ter
3) dori 'l vénter = rincrescere assai,
ti"Ovar molto amaro di fare una cosa.
4) te doe,ur el vénter ì Prega 'l Signor
che 'l te doeura sémper, prega san
Qioànn che 'l te doeura tiitt l'ànn. Let-
teralmente significa : ti duole il venti^e ?
prega Dio che ti dolga sempre, prega
san Giovanni che ti dolga tutto l'anno ;
e lo diciamo a' ragazzi quando vogliamo
mostrare di non credere ai malanni che
dicono d'avere per sottrarsi al compito,
per non alzarsi dal letto, ecc.
b) el vénter pién el conéìdera minga
quèll voeuj = corpo satollo non pensa,
non crede al digiuno ; chi gode non si
dà pensiero di quelli che soffrono.
6) gràtàss el vénter. Vedi pàugcia, 2).
rentilaa) agg. = ventilato, arieggiato: di
ambiente, a cui si sia data aria, di
giornata nella quale spiri la brezza;
incoeù Ve ori. bèli dì ventilaa = oggi è
una bella giornata colla brezza, arieg-
giata.
ventìlàddrj* s. m. = ventilatore: apertura
0 macchina per tirare correnti d'aria e
dare aria agli ambienti.
ventilàsióii; s. f. = ventilazione: il ven-
tilare, specialm. nel senso di esaminare,
discutere; là ventilàHòn d'on progètt,
d'òna ereditaa = la ventilazione d'un
progetto, d'una eredità.
ventiseli, s. m. = venticello, brezza:
vento non impetuoso ed asciutto, ma
freddo penetrante.
ventosa, s. f. - ventosa, coppetta. Vedi
copéta.
1) spina ventosa. Vedi spina, 1).
ventositaa, s. f. = ventosità : aria rac-
colta neU' intestino, e che si sfoga in
venti per l'ano.
ventréra, s. f. = reggipancia: cinto fatto
apposta per tenere sollevata la pancia
0 alto il corpo.
1) Brachiere, allacciatui-a. Vedibrà-
gliee.
ventricol, s. m. = venti'icolo, stomaco.
ventura, s. f. = ventiu-a, sorte.
1) àndt àia ventura = mettersi alla
ventui-a, affidarsi alla sorte, in un'im-
presa.
Tentfìra, (el siir) = il signor Vento. Noi
diciamo così per scherzo quando il vento
apre la porta di casa e ci fa accorrere
come se entrasse qualcuno : accortici
dell'inganno diciamo; Ve 'l èiir Ven-
tura, opp.; bòn giorno, èiir VentUra!
ventiirina, s. f. = ventimna: prodotto
industriale a imitazione di pietre pre-
ziose; è specialm. industi'ia veneziana.
ver, s. m. = vero, reale : guarda come
Ve ver giièll pàesàgg = vedi, come ò
vero quel paesaggio; come Ve vèr el cà-
ràter del Càntàìiréna in là Baraonda
del BovHa = come è vero il carattere
del Cantasirena nel <: Baraonda » di Ko-
vetta.
vera, s. f. = vero: la verità; Ve véra
= è vero, è la verità; véra? = vero?
pari nànca véra = non parer vero; Ve
véra che... = vero è che...
1) come Ve véra Dio = come è vero
Dio: come è vera la Madonna : affer-
mazione assoluta.
véra, s. f. = anello nuziale: l'anello be-
nedetto, del matrimonio.
1) Ghiera: cerchietto di metallo per
guarnire o fortificare in fondo, bastoni
mazze o altri oggetti.
veràniént, avv. = veramente: per verità,
a vero dire, davvero.
vèrb, s. m. = verbo: la parte principale
del discorso che denota 1' esistenza, la
affermazione; v^rb àtiv, pàéìv., trànsi-
tiv, riflesìv, regolar^ difètiv, = verbo
attivo, passivo, transitivo, riflessivo,
regolare, difettivo.
verbàl, agg. = verbale: di ordini, re-
lazioni, contratti dati, fatti a voce; or-
din, contràtt, ràpdrt verbttl = ordine,
conti-atto, rapporto verbale.
1) proeèés verbtLl = processo verbale:
atto scritto che raccoglie il modo come
è proceduta un'azione, come è av\'e-
nuto un fatto, quel che si è detto in
una assemblea e sim.
2) forma, vos^ àgetiv verbttl = forma,
voce, aggettivo verbale: del verbo.
3) s. m. Verbale: il processo verbale;
lég el verbttl déia èedùta àntecedént =
leggere il verbale della seduta antece-
dente.
verbàhttént, avv. = verbalmente: a voce.
verbéna, s. f. = verbena: pianta e fiore
vivace della famiglia delle dicotiledoni
monopetali.
vérd, s. m. = verde: uno dei sette co-
lori dell'iride: è colore dell' oi-taggio e
dell'erba fresca; vérd citLr, écùr, smdrt
= verde chiaro, cupo, pallido; vérd bo-
tèlia = verdone ; vérd bro^iè - verde
bronzo.
1) vèàé vérd come on ghèéé = essere
ver
— 905
ver
verde come un ramarro : per malattia
0 per rabbia.
2) càétègìi, nos, niscio&ùl, àrmtindol
véra = castagne, noci, nocciuole, man-
dorle recenti, fresche: appena colte.
Noi diciamo verd anche delle pelli non
ancora conce.
3) frMa vérda = fratte verdi : non
mature.
4) Ugna vérda = legne verdi: appena
tagliate dall' albero ; non ancora dis-
seccate.
5) eàregàés de legna vérda = pren-
dersi delle brighe: per lo più inutili.
6) ddna in vérd là se fida di éò
belèss = chi di verde si veste d'ogni
beltà si spoglia: il verde non sta bene
alla persona.
7) vèéé ài vérd = essere al verde:
senza quattrini. Diciamo "però più vo-
lentieri; vèéè in bolèta.
verderàmm, s. m. = verderame : sotto-
carbonato di rame, che si forma sugli
utensili di rame o di bronzo; hin étaa
velenaa dal verderàmm - furono avve-
lenati dal verderame.
verdesìn, agg. = verdino, verdognolo:
color verde molto pallido e leggero.
verdètt,* s. m. = verdetto : risultato
della deliberazione del giuri.
verdolìn, agg. Vedi sopra verdìn.
verdòn, s. m. = rigogolo: uccello cantore.
verdura, s. f. = verdura, ortaggio, civaie:
erbe in genere degli ox'tiy e ogni ge-
nere di legumi ; à disntL on fiati de
verdura el pitLs sémper = a desinare
un piatto di verdura piace sempre.
verdfìsc, agg. = verdiccio: un po' verde.
vérga,* s. f. = verga : pezzo d'oro fuso,
d'altro metallo, come stagno, piombo,
argento e sim.
vergili, s. f. = vergine, ragazza, fanciulla:
donna non maritata.
1) oh! $ànta Vérgini = o Vergine
santa I
2) là Beata Ver gin = la Beata Ver-
- gine: la Madonna.
3) céra, dli, mèi vérgin = cera, olio,
miele vergine: di prima fattura, fatto
a freddo.
4) i vérgin = le cosce : i due travi
verticali su cui poggia la madrevite nel
torchio 0 pressoio da vino.
vergiuitaa, s. f. = verginità : stato, con-
dizione di chi è vergine.
vergindn, s. m. = scapolo: uomo un po'
in là cogli anni e non ancora ammo-
gliato.
verginòna, s. f. = zitellona. Vedi po-
polana, 1).
vèrgua, s. f. = garbo, ^ grazia : moineria
ma un po' affettata. È qualche cosa più
che piega. Vedi piega, 3).
Tèrguària, s. f. = moina, carezza, lezio;
coni i so vèrgnàrtj l'otén tiiscòés dal
so pàptL = colle sue moine ottiene tutto
dal suo babbo.
vèrgnón, s. m. = moiniere, lezioso: chi
fa molte moine, ha molta moineria;
l'è on vergnon d'on fìoeu = è un ra-
gazzo tutto moine, un ragazzo lezioso.
vergógna, s. f. = vergogna: turbamento
che si manifesta sul viso per cose che
l'uomo reputa disoneste o di disonore;
el g'hà vergógna de di qiièll che l'ha
faa = ha vergogna di dire ciò che ha
fatto.
1) èénpa vergógna = impudente, im-
pudico : che offende le convenienze e
si fa gioco dei riguardi dovuti alle per-
sone e alle cose.
2) Cosa che fa vergogna; qiièla cà
lì insci sporca e dirocMa Ve ma ver-
gógna = quella casa lì così sporca e
diroccata è una vergogna; Ve dna ver-
gógna per V Italia el vègh tanta geni
eh' è minga bon de écriv = è una ver-
gogna per l'Italia l'avere tanta gente
che non sa scrivere.
3) Le vergogne, le parti pudende; el
g'àvéva àpèna quàtaa là vergógna =
aveva coperte appena le vergogne.
4) vergógna! vergógna mttrscia! =
vergogna ! vergognaccia ! Esclamazione
di disapprovazione di cose brutte.
5) vègh vergógna = essere timido,
scontroso; el va in nisùn éit perche el
glia vergógna = non va in nessun luogo
perchè è timido, è scontroso.
6) el bocontn déla vergógna = il boc-
concino del complimento ; quello che
di una pietanza resta nel. vassoio e che
nessuno vuol prendere per lasciarlo agli
altri.
7) Vór de Bologna el diventa rosé
per là vergógna = l'oro di Bologna di-
venta rosso per la vergogna : si dice
dell'oro basso di Bologna che arrossa
presto.
vergognasi, v. rifl. = vergognarsi, aver
vergogna; el ée vergógna ntnca de àvè
minga pàéaa i esàmm = non si ver-
Ter
— 906 —
Ter
gogna nemmeno di non aver superati
gli esami.
rergognós, agg. = vergognoso : che ha
0 fa vergogna; là tòa eondota in ét'ànn
rè vergognosa = la tua condotta que-
st'anno è vergognosa.
1) Timido, scontroso ; ^è on fioeu
tròpp vergognos = è un ragazzo troppo
timido, ti'oppo scontroso.
2) Ve vergognos el éfàeiàdèll = è ti-
mido lo sfrontatello: diciamo scherzos.
di ragazzo che non è timido affatto,
ma è anzi un po' sfacciato.
yeriflca, * s. f. = accertamento, verifi-
cazione: l'accertarsi verificando ; hàn
faa là verifica de cttéa = hanno fatto
l'accertamento di cassa.
Teriflcà, v. att. = verificare: accertare il
vero, l'autenticità di una cosa; vègnàroo
à écdla mi à verifica §e te glie vee =
verrò a scuola io a verificare se ci vai.
veriflcàss, v. rifl. = avverarsi , effet-
tuarsi: di cose che si speravano o si
prevedevano.
veritaa, s. f, = verità: il vero, il reale;
di là veritaa = dire la verità : non
mentire.
1) à di là veritaa. Vedi dì, 1).
2) vèèé là boea dela veritaa = essere
la bocca della verità: di uomo sincero.
3) me rinerèsè in veritaa, Ve pecaa
in veritaa = mi rincresce in verità, è
peccato in verità, davvero, proprio.
4) à di là veritaa no ée fàla mài =
a dire la verità non si sbaglia mai.
5) tùti i veritaa ée pQden minga di,
opp. minga tùti i veritaa ée pdden di
= non tutte le verità si possono dire :
qualche volta è conveniente, non men-
tire, ma tacere la verità.
6) là veritaa là vén éémper à gàia
= la verità vien sempre a gaUa, le bugie
hanno le gambe corte: il vero prima o
poi si scopre.
vérinen e vèrmiu, s. m. = verme: ani-
male invertebrato il cui tipo è il lom-
brico; quànd el còrp l'è mòri el va tUtt
à vèrmin = quando il corpo è morto
si dissolve in vermi.
1) el vèrmin éolitàri = il verme so-
litario, la tenia.
2) i vèrmin = i bachi, i vermi : i
vermi che si formano negli intestini e
la malattia che ne è 1' effetto. Questa
dicesi anche : verminazione ; bisógna
medegttgh i vèrmin à quèll fi>oe.ù = bi-
sogna medicare i bachi a quel ragazzo.
3) oeucG de vèrmin = occhi abbaci-
nati : si dice d'occhi che dimostrano
patimenti per la malattia de' bachi nei
fanciulli.
4) vèrmen = chiocciola: la parte in-
feriore dell' asti cciuola di ferro nel ca-
vatappi, appuntata e spiralmente con-
torta.
5) biòtt come on vèrmen. Vedi
bìòtt, 5).
6) àndt tiitt à vèrmen = marcire,
infracidire, putrefarsi.
Termiceli, s. m. pi. = vermicelli: sorta
di pasta in fili per minestra. Vedi fl-
delitt.
vermisoetì, s. tn. = vermicciolo, bache-
rozzolo: specialm. 1' esca per i pesci:
. màngen el vermisoeu éti pèés, ma no '
ée làéen eiàptt = mangiano il bache- |
rozzolo questi pesci, ma non si lascian
pigliare.
Tèrmut e yermiit, s. m. = vermouth, ver-
mutte: sorta di vino bianco aromatiz-
zato; te vègnet à bév el vèrmut ? = vieni
a bere il vermut? Dal ted. wermuth.
Ternàcol, * s. w. = vernacolo : dialetto
proprio di una città ; éeriv in verntlcol
= scrivere in vernacolo.
yernerdi, s. m. = venerdì. Idiotismo
volgare per yenerdì.
yernìglia, s. f. = saltaleone : oro e ar-
gento riccio.
yernls, s. f. = vernice: sostanza liquida
vischiosa che si stende a una o più
mani sopra vari corpi per salvarli dal-
l'ai'ia e dall'umido.
1) vègh dna vernis de chimica, de
fràncés, de matemàtica., de tiiseòsé =
avere un' infarinatui'a di chimica, di
francese, di matematica, di tutto : sa-
perne un po', ma molto superficial-
mente.
2) el g^hà là vernis, ma in fondo Ve
càtiv e vilàn = ha la verniciatura, l'ap-
parenza, ma in realtà è cattivo e villano.
yernjsà, yernisàdfìra, yernisceùr. Vedi
iuyeruisà, esc.
yeronès, a^g. = veronese : di Verona,
città del Veneto.
1) veronesi caldi = castagne cotte
nel forno: si chiamano così perchè son
quasi tutti veneti e specialm. veronesi
quelli che le vendono per le vie di Mi-
ver
- 907 -
Tes
lano, e proprio col grido « veronesi
caldi. »
Terosìmil, agg. = verosimile, verisimile:
simile al vero, che ha i caratteri della
verità; Ve minga ver ostruii che on fkeu
el ràgidna cdme te dìset ti = non è
verisimile che un ragazzo ragioni come
tu dici.
TérSj s. m. = cavolo : pianta erbacea a
foglie grandi con cesto, coltivata in
orti ; si mangia cotta.
1) vègh à che fa come i vèr è à me-
renda = entrarci come il prezzemolo
nelle polpette. Vedi anche ìiiàrénda, 1).
2) vèss consideraa còme on fuston
de vére = esser tenuto come un tor-
solo di cavolo : meno che niente.
3) sàlvt là ctLvra e i vére = salvar
la capra e i cavoli : prendere un par-
tito che salvi dalle contrarietà di due
opposti pericoli.
4) vHegh minga de sfoitL véra = non
esserci abbondanza, non esserci da scia-
larla.
5) sorti i véra = asolare, pigliar aria :
darsi un po' di sollievo dopo molto
lavoro.
6) fa màgher i véra = tirarla : sten-
tare la vita, campare magramente, con
disagio.
7) Scherz. à ris e vére = a rive-
derci.
Tèrs, s. m. = verso : riunione armonica
di sillabe e di cadenze; el^fà di bèj
vére ma che 'l sìa poèta se pò prdpi
minga dill = fa dei versi belli, ma
che sia poeta proprio non si può dirlo ^
1) Modo, maniera : no gWè étaa vèrs
de fàgh di de si = non c'è stato verso
di fargli dir sì.
2) ciàptl vùn per el §ò vére = pren-
dere uno per il suo verso : con garbo.
3) Emissione di voce lamentosa o
sgarbata : suono inarticolato ; che vèrs
che han faa i càntànt ter èira = che
versi hanno fatto i cantanti ieri sera ;
i selvtlgi quànd ptLrlen fan doma di
vèrs = i selvaggi quando parlano non
fanno che versi.
4) La voce degli animali : el véra de
l'tisen, del edn, del cavali, ecc., = il
verso dell'asino, del cane, del cavallo,
secc, ecc.
5) vèrs = verso, prepos. ; vègni vére
eà tòa = vengo verso casa tua ; vére
de mi de tdrt glie n'ha minga = verso
ft
di me torti non ne ha : nelle relazioni
con me non ha torti ; vére Pàsqua,
véra Nattil e sim. = vicino a Pasqua,
presso a Natale e sim.
6) àndà in véra à vHn = andar fra
i piedi d'alcuno.
Tersa, v. att. = versare, pagare: fare un
versamento di danaro.
versa da, s. f. = cavoiata : minesti'a o
zuppa di verze cotto per lo più insieme
a piccoli salamini.
versàri, s. m. = versacelo : pegg. accr.
di ygrs, 3).
versee, s. m. = mercato della verdui-a.
V) là pitÀa del versee = la piazza
del verziere : la piazza olitoria.
rerseràta e verseràtt, s. m. = mer-
catina e mercatino: venditore o riven-
dugliolo di mercato.
1) Per simil. Uomo e donna di pa-
role e modi triviali: becero, ciana.
verso = verso: lo diciamo qualche volta
per véra, nel senso del N. l).
vért, p. pass. = aperto : dal verbo dervì
= aprire : diciamo però anche àvért |
rè vèrta là pdrta? = è aperta la porta ?
Vedi àvért.
yerténsa, s. f. = lite vertente : Ve mai
riesii à comoda là verténsa coi eréd
= non è mai riuscito ad accomodar la
lite vertente cogli eredi.
vertì, V. att. = avvertire, avvisare. Vedi
averti.
vèrticàl, agg. = verticale, perpendicolare :
di linea che scende a piombo e forma
col piano su cui cade due angoli retti.
1) pittno verticdl = pianofoxie verti-
cale : quello in cui le corde e la tavola
armonica sono disposte verticalmente
per economia di spazio.
yertìgin, * s. f, = vertigine, capogiro :
specialm. quello che viene guardando
dall'alto.
vesàsiòn, s. f. = vessazione : molestia,
persecuzione.
ves'c e vèsch, s. m. = vischio, visco,
pania : materia tenace contenuta nelle
coccole del vischio per l'uso dell'uc-
cellagione.
Tèscov, s. m. = vescovo : prelato, capo
di una diocesi.
1) ógni mòrt de véécov = per le
Pasque : di cosa che accade di rado ;
ée védem dgni mòrt de véécov = ci ve-
diamo per le Pasque.
yes
- 908 -
ve»
2) el dì de éan Viorìn t'èscov = il
giorno di san Bellino.
vèscovìl, agg. = vescovile : che appar-
tiene a vescovo, alla sua dignità.
vésegh, «». att. = esserci, esistere : ghe
é^éra minga mi in del quàràntòtt =
non c'era io nel quarantotto.
1) Assistere : star presente a un atto
anche senza prendervi parte, per ve-
dere, sentire, invigilai'e, fare da testi-
monio ; ghe é^éra minga mi àia se-
d&ta del Conéìli = non e' era io alla
seduta del Consiglio.
2) Cadere : mcoeii gh'è là leèion, là
pàéegitda = oggi cade la lezione, la
passeggiata ; qiièéf ànn gh'è Vesàmm
= quest'anno cade l'esame.
vesiga, s. f. = vescica : cavità contenente
r orina.
1) La vescica area o natatoria dei
pesci per la respirazione o per galleg-
giare.
2) Afta, bolla : gonfiamento di pelle
per scottature o sim.
3) Fig. vescicante, noioso, fastidioso,
importuno : Ve dna gran vesiga d'on
òmm = è un gran noioso. Vedi piàg'a, 2).
yesigrà e vesigà) v. att. = dolicchiare : di
un male che senza proprio dolere forte,
ci fa accorti di lui.
1) Lavoracchiare : quel lavorare un
po' qua un po' là, guadagnucchiando ;
gh'è minga sto gran làortt, ma tànt
àe veéiga = non e' è un gran lavoro,
ma là, si lavoracchia.
vesighèta, s. f. = vescichetta, afta, bolla :
vescichetta che viene alla pelle, ulce-
retta biancasti'a.
Tesili, agg. = vicino : che è a poca di-
stanza, attiguo, adiacente ; i pdés vesin
à Lilgdn = i paesi vicini a Lugano ;
« vili vesinn hin tùti bèj = le ville
adiacenti son tutte belle.
1) s. m. ; el vesin = il vicino, l'abi-
tante vicino 0 confinante ; el tàca §ém~
per Ut col vesin per i tèrmin = litiga
sempre col vicino per i termini.
2) * vesin déla pòrta, e assol. i ve-
sin = i vicini, i casigliani : quelli che
abitano nella stessa casa.
3) Avv. vicino, allato, accosto, ac-
canto ; ìnUes vesin = mettersi accanto ;
Ve là ctLsa vesin tlla ndétra = è la
casa accosto alla nostra.
4) mètt vesin = avvicinare, accostare.
ò) tiì-à vesin = avvicinare : dimi-
nuire la distanza tra una cosa e un'al-
tra, movendo la prima.
6) vèés vesin = avvicinarsi : di tempo ;
gKè vesin V inverno = s'avvicina l'in-
verno.
7) chi vceur ruxfiis ài vesin piènta
nos grtnda e figh piscinin = chi vuol
ingannare il suo vicino ponga l'ulivo
grosso e il fico picciolino.
Tesinàia, s. f. = viciname: il complesso
dei vicini, specie dei casigliani , in
senso spregiativo.
Tesinànsa, s. f. = vicinanza : l'essere
vicino ; Vhà doviiu tceu cà li, per là
vesinànàa à Vufisi = ha dovuto pren-
der la casa lì, per la vicinanza all'uf-
ficio.
1) Vicinato : il complesso dei vicini,
dei casigliani.
Téspa, s. f. = ape, pecchia : insetto che
produce il miele e la cera ; vespa, in-
setto simile all'ape. Noi non distin-
guiamo col nome le pecchie dalle vespe.
]) Fig. Frugolo, serpentello : di ra-
gazzo molto vivace.
vèspee, s. in. = vespaio : covo di vespe.
1) tra in ttria on vèépee = stuzzicare
un vespaio : promuovere una vasta ir-
ritazione, un gran putiferio.
2) Ginepraio : complesso di difficoltà,
di fastidi, di noie ; el s'è miSè in d'on
bèli vèspee = s'è messo in un bel gi-
nepraio.
3) Vespaio : malattia grave, formata
da vari furoncoli raccolti in un punto.
Noi lo chiamiamo anche faro.
4) Fig. Serpentello, nabisso; V è on vè-
épee d'on bàgtij che sta mài qiiiètt =
è un vespaio d' un ragazzo che non
sta mai fermo.
Tèsper, s. m. = vespro : la penultima
delle ore canoniche, l'uffizio e la pre-
ghiera di queir ora, il segno datone
colla campana ; sona v%sper = sonare
il vespro ; l'è à vèsper = è andata al
vespro.
Tèse, V. att. = essere, esistere ; ài mond
gh'è tanti ròbb bèj e tanti briitt = al
mondo sono molte cose belle e molte
brutte ; bisógna pensa che ghe éèmm
minga doma ntln = bisogna pensare
che non esistiamo solamente noi.
1) Come ausiliare si unisce al part.
pass, dei verbi transit. in significato
passivo ; soni étimaa = sono stimato ;
rè àmiraa de tdti = è ammirato da
ves
909 —
Tes
utti ; éren veduii de lontàn = eran
'isti da lontano ; l'è coltivaa = è col-
• irato. Al part. pass, degli intransit.
iier formare i tempi composti ; Véra
iiiòrt = era morto ; el éàriéé rivaa =
>arebbe arrivato ; hin partii = sono
naiiitì.
2) Nei composti dei pronominali ,
riflessivi e reciproci ; se è'hin indor-
nientaa = si sono addormentati ; me
àont faci mtll = mi son fatto male ; se
è'hin pieaa di bòtt = si son dati delle
busse.
3) el pò vèsé, el sarà si = può es-
sere, sarà : di cosa che ammettiamo
sulla fede di chi la dice, non avendo
noi da negai'e e piuttosto d'asserire.
4) ààràf = sarà: nello stesso signi-
ficato, ma più dubitativo, anzi per noi
quasi negativo.
5) ehi l'è? = chi è? Sentendo pic-
chiare all'uscio, 0 sonare il campanello.
Nella risposta soni mi, éèmm nUn =
sono io, siamo noi.
6) Nei contrapposti : èia che 'l vègna
Iti, sìa che ' l manda, dna riàpdèta ghe
Vàvàrèmm = sia che venga lui, sia che
mandi, una risposta l'avremo.
7) còme sàrtLnt à dì? = come sarebbe
a dire? sarebbe a dire? Invitando uno
a spiegarsi.
8) Accompagnato sempre dal pron.
nelle voci del singolare unisce il sog-
getto col predicato ; là ròsa V è on fior
= la rosa è un fiore ; i fiorii éren mà-
laa = i ragazzi erano ammalati.
9) Eiuscire: là trC è minga no&woa
= non la mi è nuova ; non mi riesce
nuova.
10) Ve tuta cà, tiitt tettter, tUta po-
litica, ecc. = è tutto casa, tutto teatro,
tutto politica, ecc. ha passione solamente
per la casa, per il teatro, per la poli-
tica, ecc.
11) éont pii mi ; V è pii lii = non son
più io ; non è più lui : di persona mu-
tata nella fisonomia, nelF aspetto per
sofferenze sia morali che fisiche.
12) r è àtaa Hi, éont étaa mi, sii
étaa vitilter, e sim. = è stato lui, sono
stato io, siete stati voi e sim.; sottinten-
dendo il nome « la causa, la cagione »
quando si afferma che uno, o noi siamo
stati gli autori di un fatto.
13) Di età ; àont del cinquàntàqutlter
= sono del cinquantaquattro ; V è dna
. botèlia del settantàéés = è una bottiglia
del settantasei.
14) Indicando lo stato, la condizione
del soggetto : l'era in del bàgn = era
nel bagno ; àont à écòla = sono a
scuola ; èren in lètt = erano a letto.
15) vèsé à, in... = essere a... ; arri-
vare, essere arrivato ; ée Dio voeùr
sont quasi tLla fin de sto disiontiri =
finalmente son quasi alla fine di questo
dizionario; à'éra àpèna in principi
dèla contrada = ero appena al princi-
pio della via.
16) Esser ridotto ; éont in miseria =
sono alla miseria ; V è ài Ultim = è
agli estremi.
17) Nei tempi passati : andare ; P è
m,tti étaa à Róma = non fu mai a
Roma.
18) Col pron. person. o col de = di,
esprime la appartenenza, la proprietà,
la derivazione : àto càrimaa Ve me =
questo calamaio è mio ; quUa cà lì l'era
àoa = quella casa era sua ; V èH ficeCt
del Gioànn = è il figlio di Giovanni ;
mi éont de Mildn = io son di Milano.
19) Oppure col de indica la materia :
vèsé de lègn, d'dr, d'àrgént, de mtlrmo,
de ààéé, de pàéta, ecc., essere di legno,
d'oro, d'argento, di marmo, di sasso,
di pasta, ecc. In ital. anche « in » ;
òna stàtua de hrons = una statua in
bronzo.
20) Del modo di vestire ; vèéé in
miidttnd, in càmisa, in paltò de m^sa
àtàgion = essere in mutande, in camicia,
in soprabito.
21) vèsé à pee biòtt, à eoo biòtt =
essere scalzo, essere in capelli, in zucca;
senza scarpe, a capo scoperto.
22) vorè vèsé piiéee de qiièll che é'è
= voler essere più di quello che uno è ;
farsi più grande.
23) Vivere ; qiiij che gh'è incoeiì han
minga viét del cèrt là fin del Prina
= quelli che ci sono oggi non hanno
veduto certamente la fine del Prina.
24) ghe éèmm = ci siamo : arrivando
alla meta, o essendoci vicini. E anche
quand' è vicino qualche pericolo solito
0 preveduto ; ghe doeur on poo là t^àta
- ghe éèmm, V è là àòlita gàstrica =
gli duole un po' la testa - ci siamo, è
la solita gastrica.
25) éèmm o no éèmm = sono o non
ves
- 910
yes
sono un uomo io? Nello stesso signi-
ficato di aan, 1). Vedi.
26) v^éegh pii = non esserci più ;
esser morti ; qtiànd ghe éàront pii ve
regordàree àncàmd de mi? = quando
non ci sarò più, vi ricorderete ancora
di me ?
27) gh' era dna vdlta = e' era una
volta ; nelle novelle.
28) ée Se pò vèsé = quanto ce n' entra,
in sommo grado ; Z' è bàlòsé ée se pò
■vèàé = è birbo quanto ce n'entra.
29) no vèés ne ti ne mi = non essere
né carne, ne pesce ; non aver caratteri
precisi, determinati.
30) msé de eà = essere di casa, fa-
migliare.
81) més de parer = essere di opi-
nione, pensare, giudicare.
32) vèàé pUsee de là che de ehi = es-
sere in grave pericolo ; di salute ; op-
pure ; non aver la testa a segno ; spe-
cialm. di chi è alticcio e più ubriaco
che no.
33) g^hoo ben de vHegh tinca mi =
ho ben da esserci anch' io ; i conti bi-
sognerà ben farli anche con me.
34) gh' è = e' è, ci sono ; gh' è on
pì'ofesòr eoli = e' è un professore solo ;
gK è cinquanta éeolàr = ci sono cin-
quanta scolari.
35) vèèegh = esserci ; essere, trovarsi
in casa ; et gh' è ' / dotòr ? = e' è il
dottore ?
36) /' è chi = eccolo ; l'è chi Iti coi
§ò fredùr = eccolo, coUe sue freddure ;
l'è chi l'inverno = ecco l'inverno.
37) doe ghen' è ghen' va = chi ha
danari ne fa.
38) pari e no vèàé l'è come fila e
no tèèé = parere e non essere è come
filare e non tessere.
39) qutind non ghen' è = quando
non ce n' è, non se ne ha.
40) ée fiisà in Iti = se fossi in lui,
ne' suoi panni, e sim.
41) come niént en fiisé = come se
non spettasse a lui, come se non fosse
affar suo.
42) vèèegh éii = esserci: dei fenomeni
del tempo.
43) vHegh gid = esserci: noi aggiun-
giamo il gid molto usato da noi anche
come pleonasmo.
44) vèàé àdòéé = essere vicinissimo,
e fig. essere imminente.
Tèsta, s. f. = veste, vesta : abito fem-
minile specialm. intero.
1) vHta de ctmera = veste da camera ;
quella da uomo e da donna che si tiene
in casa, specialm. al mattino, per mag-
gior libertà.
2) là vèéta de prdt = l'abito da prete,
la veste talare, sottana, tonaca.
3) chi imprdéta pèrd là vHta = chi
impresta perde il danaro e l'amico; chi
presta tempesta e chi accetta fa festa.
4) dimtLn V è fèsta, tUti i dònn cdm-
hien là vèéta, e mi che éont on pòer
flcm cttmbi nUnca 'l càmisceu. Vedi
càmigoeù.
vestee, s. m. = armadio : mobile di legno,
per lo più con due battenti e con vai-i
palchetti, per riporvi biancheria, vestiti
e simili.
1) veétee à miir = armadio a muro ;
vuoto fatto nella grossezza del muro e
chiuso con uno sportello finto o parato
come le pareti della stanza.
2) Guardavivande ; arnese da custo-
dire le vivande.
Testeràsc, s. m. armadiaccio: spreg. di
veétee = armadio.
resteròn, s. m. = armadione : grande
ai'madio, molto capace.
Testi, V. att. = vestire : mettere una veste
ad altri ; digh tLla mtLma che là te ve-
étìsa = di aUa mamma che ti vesta;
à dés ànn el ée fa veéti àncàmd de
càpp e pè = a dieci anni si fa vestire
ancora da capo a piedi.
1) Provvedere gli abiti occon-enti ;
me fràdèll el màntègni e 'l vestìéi mi
= mio fratello lo mantengo e lo vesto io.
2) Del sarto che fa i vestiti; chi l'è
che te veètiéà ? el Màrtinéngh ? = chi
ti veste ? il Martinenghi ?
3) vèéé veétii de biòtt = esser nudo,
esser vestito da S. Giovanni.
vestiàri, s. m. = vestimento, vesti, ve-
stiario : il complesso deUe vesti che
uno ha ; tutto quello che serve a co-
prire la persona per difesa, decenza,
ornamento.
1) Costume ; in l'Opera gh'éra di ve-
étittri che sttiven ben come = neU' opera
e' erano dei costumi che stavano benis-
simo, erano bellissimi.
Testiàrìsta,*s. m. = vestiarista: il sarto
che fa i costumi da teatro ; el reétià-
riéta déla Scilla, del Filodràmtitich =
ves
911 -
rei
il vestiarista
drammatico.
della Scala, del Filo-
restibol, s. m. = vestibolo : atrio esterno
in forma di portico, di corte, o sim. ;
el veéttbol de San Carlo = il vestibolo
di San Carlo.
vestidin, s. m. = vestitino : vestito gra-
zioso, leggiadro ; vezzegg. di vestii.
restii, s. m. = vestito : abito qualunque
da uomo o da donna ; el g' ha èii on
bèli méta = ha un beli' abito.
1) veiiii riceh = vestito agiato ; quello
che è dovizioso, cioè largo e abbondante
intorno alla persona.
2) veMii dèla fèsta o de pàrMa =
vestito da festa o dal dì delle feste ; il
migliore che, specialm. gli operai e i
contadini, usano mettere nei dì festivi.
3) vestii de bon comtLnd o de étrà-
p১ = vestito ordinario, giornaliero :
quello che si porta tutti i giorni e
non è di gala.
4) veètii ràngiaa = vestito rassettato,
raccomodato.
5) veÈtii peéaa = vestito rattoppato,
rappezzato : quello a cui furon rimessi
i pezzi 0 toppe.
6) veétii àndaa = vestito rifinito :
quello che è logoro, consunto, consu-
mato e non si può più portare.
7) veétii tàiaa in di piégh = vestito
riciso ; che si rompe nelle pieghe.
8) veMii cdmod, pdver, largii, strètt,
noeuv, pèec, smuntaa = vestito, abito
comodo, misero, largo, stretto, nuovo,
vecchio, scolorito. ^
9) veétii ilsaa o fruét = abito usato;
che è stato portato; quantunque non
sempre vecchio , e talvolta in buon
stato.!
10) reètii de lUto, de eondiéion =
brano : vestimento nero che si porta
alcun tempo per onoranza di prossimo
parente, morto da poco.
11) In senso generico, maniera di
vestire propria di una data professione,
condizione, ecc., e in questo senso com-
prende tutte le parti esterne del ve-
stiario, come cappello, calzatura, ecc.
e non si adopera senza l' aggiunto o
complemento che indica la maniera di
cui si parla ; veétii de prét^ de soldaa,
de mtlseher, de èpos, de ctbcia = abito
da prete, da soldato, da maschera, da
sposo, da caccia.
12) tàj de restii = taglio d' abito ;
quantità di roba necessaria per fare un
abito.
13) comprtL on veétii = staccare un
abito ; comprare la roba per farlo.
14) vestii che cìpa = vestito sgar-
giante.
15) inversa on vestii = rivoltare un
abito.
16) veétii de quttter àltèés = la cassa
da morto: lo diciamo per celia, ma è
di cattivo genere.
Testina, s. f. = gonnellino, vestitino :
quello che si mette ai bambini sopra
il camiciolino e i giubbetti, senza di-
stinzione di sesso.
restiroeù, s. m. = armadietto, armadino :
dim. vezzegg. di Testee.
Testisión, s. f. = vestizione, monaca-
zione : cerimonia di quando una mo-
naca lascia gli abiti mondani per ve-
stire l'abito religioso.
TCStiss, s. m. = vestitura, il vestirsi :
la foggia di vestirsi ; là g'hà on veétiss
tiitt so = ha una certa vestitura tutta
particolare.
vestiss, V. rifl. = vestirsi : mettersi in-
dosso le vesti per ripararsi dal freddo,
per coprire le nudità, per ornamento.
1) Anche il mutarsi la veste o l'abito
che uno indossa quando si leva, per
ricevere altrui o uscire di casa ; hla
màtìna là fa i nieétee de cà e per co-
leèion là se vestisé = alla mattina sbriga
le faccende di casa e per colazione si
veste ; in càmptigna el g'hà 'l bon
témp de vestiés màgtira quÈter vòlt ài
di = in campagna ha il buon tempo
di vestirsi magari quattro volte al giorno.
2) giilgtl à veétiéé e disveétiéé. Vedi
desvestiss.
Vetàbia, s. f. = Vettabbia : canale intemo
sotterraneo.
1) Yettucce d'alberi : è voce che in
questo senso disusa.
Teteràn e Tcteràno,* s. m. = veterano:
vecchio che ha prestato servizio mili-
tare e per lo più ha combattuto nelle
guerre per l' indipendenza.
yeterinàri , s. m. = veterinario : chi
esercita la medecina degli animali.
veterinària, s. f. = veterinaria : il pa-
lazzo fuori di Porta Venezia dove ri-
siede la scuola di veterinaria, coli' an-
nesso ospedale per le bestie ammalate.
vetura,* s. f. = vettura : carrozza che si
vet
912
Tia
noleggia perchè ci trasporti dove vo-
gliamo andare, specialm. in campagna.
Tetiirìn,* s. m. = vetturino, calessante.
barrocciaio : chi fa il mestiere di tra-
sportare persone col calesse, col bar-
roccio di vettura.
Ti, partic. pron. = ve li, ve le ; cèrti
ròbb me tdca divi 'perche Ve V me doer
= certe cose mi tocca dirvele perchè è
mio dovere ; i liber vi clan perchè
tbiev de étiidiÈ, minga de giilgà = i
libri ve li danno perchè abbiate a stu-
diare non a giocare.
TÌa, s. f. = via. Nel senso di strada,
contrada lo diciamo soltanto quando
ne denominiamo qualcuna ; via Lenttls,
via Dttnte, via del Roèll, e sim. = via
Lentasio, via Dante, via Eo vello, ecc.
Altrimenti mai.
1) Mezzo ; hoo nàncàmQ de trotL là
via giUéta = non ho ancora trovato il
mezzo opportuno, conveniente.
2) per via déla via = con mezzi oc-
culti, per intrigo : oppure con quei tali
mezzi che son noti.
3) Indica allontanamento, separa-
zione; lonttin via = da lontano, alla
lontana.
4) vèss via = essere assente, non es-
serci ; l'è giti éés més che Ve via de
MiltLìi = già da sei mesi è assente da
Milano.
5) Ve vttn de via = è uno straniero :
uno non dei nostri paesi.
6) àndt ma = andar via, partire,
allontanarsi ; Ve àndaa via ridénd e
cànttind = andò via, s' allontanò ri-
dendo e cantando.
7) S'aggiunge ad altri verbi per in-
dicare azione sollecita, rapida, distrug-
gitrice, ecc. ; porttL via, tra via, cor
via, e sim. = portar via, gettar via,
correr via e sim.
8) dà via = alienare, cedere, spesso
per vendita, beni immobili o rendite.
9) m,orÌ via = morire lentamente :
sensa spasimi, quasi addormentandosi.
Fig. di tagli in scancio quando degra-
dano a poco a poco, o di suoni che si
allontanano.
10) vèsS tLla via = esser pronto ;
mètt tLla via = disporre, mettere al-
l'ordine ; V aveva miss àia via t&ti i
so ròbb = aveva ben disposto ogni cosa.
11) vìa vQn VtLlter = uno dopo l'al-
tro, di seguito.
12) ma, vìa = via, via : continua-
tamente, di volta in volta.
13) Moltiplicando : àés via dodes ée-
tàntàdiiii = sei per dodici settantadue.
14) va via ! = va via ! esclamazione
di repugnanza e di meraviglia incredula.
15) via de = tranne, fuorché.
Tiàggr, s. m. = viaggio : gita relativa-
mente lontana.
1) bon viàgg ! = buon viaggio ! a
buon viaggio ! felice viaggio ! Augurio
a chi si mette in viaggio.
2) fa on viàgg e diiU servièi = fare
un viaggio e due servizi : due affari o
benefizi in una volta.
3) Ve on viàgg = è un viaggio :
quando si parla dell'andare in qualche
posto anche vicino, ma con fatica, con
sacrifìcio.
4) on viàgg, diiu, trii, quàter viàgg,
ecc. = una volta, una cannata : due,
tre, quattro volte, carrate, ecc. ; quando
il trasporto di roba si fa in una volta
sola 0 in più.
5) bon viàgg ! = felice notte ! pa-
zienza ! ; esclamazione di rassegnazione
quando una cosa succede diversamente
da quel che si voleva.
TÌàgià, V. att. = viaggiare : far viaggio ;
me piàs pUrtlnca tànt viàgiàper mtUr
= mi piace pur tanto viaggiar per mare.
yiàgiàdòr e riàgiàtòr, s. m. = viag-
giatore : colui che è in viaggio.
1) Chi viaggia per case di commercio,
per ispacciai'ne la merce.
rial, s. m. = viale : stradone fiancheg-
giato da alberi.
1) Andana : sentiero largo e diritto
compreso fra due file di alberi.
2) Redola: quel viale che, traver-
sando il podere conduce alla villa,
alla casa.
TÌàmòU, s. m. = negozio, affare, fac-
cenda ; Vhà pientaa on bèli viàmòll =
ha impiantato un bell'affare.
1) Ve 'l sdlit viàmòll = è la solita
canzone : di fatti e discorsi ripetuti,
segnatam. con ripetizione noiosa e
inutile.
Yiàrèna, s. f. = Yiarena: uno dei quar-
tieri più popolaneschi di Milano, dove
si parla il dialetto più squarciato.
TÌàtich, * s. m. = viatico: la comunione
somministrata agli infermi in pericolo
di vita.
Tia
— 913
vii
viavài, s. m, = andirivieni: andare e ve-
nire di gente per la medesima via.
vicàri, s. m. = vicario : chi tien luogo
di vescovo o prelato; incceu ha diti
mèéa el vìcttri = oggi ha celebrato la
messa il vicario.
vice, s. f. = vice: prefisso a nome indi-
cando vece ; viceré, viceconsole vice-
retor, ecc. = viceré, viceconsole, vice-
rettore, ecc.
yicefràitei', s. m. = vicescambio : pa-
rola lasciataci dagli austriaci ma che è
ormai quasi morta.
Ticénda, (à) aw. = a vicenda, l'un
l'altro.
Yicéns, s. m. = Vincenzo: nome proprio
di persona. Vedi caldura.
viceversa, aw. = viceversa, al contrario;
credeva de podé vegnì e vicevèréa koo
miìiga poduil = credeva di poter ve-
nire e viceversa non ho potuto.
vìcol, s. m. = vicolo: via stretta; el sta
in d'oti vtcol briitt come = abita in un
vicolo brutto assai ; el glia i finHter
che guarda in del vtcol = ha le fine-
stre che danno sul vicolo.
vìd, s. f. = vite: pianta che fa l'uva;
vitis vinifera; fa i vìd = tagliare, po-
tare le viti; firtbgn de vtd = filare di viti;
pè de vtd = pedale di vite.
1) Cilindro scarialato a spira ripiena,
detto « maschio » che si muove in un
altro vuoto a spire uguali vuote, detto
« femmina » .
2) mètt éii à vìd = invitare, fermare
colle viti.
vidima, v. ati. = vidimare, autenticare,
firmare, legalizzare : mettere il visto
che dia valore a un atto pubblico.
vidiinàsiòu, s. f. = autenticazione, le-
galizzazione: l'autenticare colla firma
un documento, un atto.
vìdol, s. f. pi. = vivole: le parotidi
dei cavalli.
vidòr, s. m. = vitame: quantità di viti,
luogo piantato a viti.
viènèsa, s. f. = viennese: specie di pur-
gante efficacissimo il cui principale in-
grediente è la sèna.
vigrìlia, s. f. = vigilia: obbligo di digiuno
il giorno prima d'alcune feste e il giorno
stesso; là vigìlia de NàttLl = la vigilia
di Natale.
1) Per estens. il giorno prima di
qualche importante avvenimento o di
qualche festa famigliare; là vigìlia déla
bàtàlia de Gustósa = la vigilia della bat-
taglia di Custoza; là vigìlia del com-
plet^miis déla nòna = la vigilia del com-
pleanno della nonna.
vigliaceli, * agg. = vigliacco, abbietto,
vile: degno del massimo disprezzo; Ve
on vigliàceh éénéa dignitaa, éénsa punt
d'onor = è un vigliacco senza dignità,
senza punto d'onore.
vigliàcherìa, * s. f. = vigliaccheria :
azione da vigliacco, azione abbietta ;
el bàtt dna dona Ve dna gran viglià-
cherìa = il percuotere una donna è una
gran vigliaccheria.
vigna, s. f. = vigna: campo o un certo
numero di campi coltivati a vite.
1) dna vigna e dna ctisa de campa-
gna no se éà quèll che là mtlgna = casa
fatta e vigna posta, non si sa quel che
la costa.
2) àv^ troaa là vigna = aver pian-
tato la vigna, aver trovato fortuna.
3) che vigna ! = bazza a chi tocca!
4) Oioànìn déla vigna = bighellone,
ciondolone.
vigneta, s. f. = vignetta : figura illustra-
tiva nei libri a stampa ; ài fioeu ghe
piàs i lìber coi vignéti = ai ragazzi
piacciono i libri colle vignette.
vigògn, s. f. = vigogna: la stoffa fatta
colla lana della vigogna, sorta di ru-
minante americano.
vigor, s. m. = vigore, vitalità, forza,
vigoria: là lég Ve àndtlda in vigor col
prinim de l'ànn = la legge è andata
in vigore col primo dell'anno ; l'è on
àniàlaa che àienta à ciàpti vigor = è
un ammalato che stenta a prendei'e
vigore.
vigoros, agg. = vigoroso: che ha vigore;
rè on gioin vigoros = è un giovane vi-
goroso.
vii, agg. = vile. Nella sola frase vìi d'tL-
nim = pusillanime. Negli altri signifi-
cati diciamo vile. *
vìla, * s. f. = villa: casa civile di cam-
pagna, per lo pili con podere e tenuta
dove il cittadino va a passare qualche
tempo dell'anno ; g'han dna bUa vila
à Moltrds, éUl làgh de Cdmm = hanno
una bella villa a Moltrasio sul lago
di Como.
vilàn, agg. = villano : di persona rozza,
zotica.
1) vildn refaa = villan rifatto, villan
5 8
VÌI
— 914 —
Tin
rivestito : detto per ingiuria anche ai
cittadini - Ciuco, pidocchio riunto : po-
vero arricchito e insuperbito.
2) ne càn ne vilàn ètra mtti Viiss
coi man. Vedi sarà; 3).
3) ctbrta canta e vilàn dorma. Vedi
canta, 9).
4) gioeugh de man gioeugh de vilàn.
Vedi luàu; 60.
5) vilàn qutLder.XQàx qnàder,agg. 3).
TÌlànàda) s. f. = villania, increanza :
azione, insulto da villani \ el fa de
qiitj vilànàd che hin prdpi trópp gròéé
= commetto certe villanie che proprio
son troppo grosse.
vile,* agg. = vile, pusillanime : chi non
ha coraggio ed anche chi si abbassa
ad azioni indegne.
Tìlegià) *". att. = villeggiai'e : passar del
tempo in villa.
TÌlegrìàut, s. m. = villeggiante : chi è
in villa a villeggiare ; à Mendrìs in
sfami gh'éra tttnti vilegiànt = a Men-
drisio quest'anno c'erano molti villeg-
gianti.
vilegiàtùra, s. f. = villeggiatui-a : il
villeggiare, il luogo e il tempo ; el
eolég etichi el fa là eoa mlegiàt&ra
èill Itgh Màgior = il collegio Calchi
passa la villeggiatura sul lago Maggiore.
TÌlin, * s. m. = villino : piccola villa si-
gnorile ; ed anche palazzina con giar-
dino remota dal centro della città.
yìlòta, agg. = villano, contadino.
TÌltaa, s. f. = viltà : qualità dell' essere
vile e azione da vile ; el tribillt chi
se pò minga difénd l'è ona viltaa = il
tormentare chi non si può difendere è
una viltà ; nèéUna viltaa Tè pésg del
ècrtv ona lètera anònima = nessuna
viltà è peggiore dello scrivere una let-
tera anonima.
TÌmiiij* s. m. = vimine, vetrice : ver-
mèna di vinco ; l'è on cèét de mmin
= è un cesto di vimini.
Tin, s. m. = vino : sugo dell'uva schiac-
ciata e fermentata ; vìn bìttnch, rosa
0 négher, cittr, fòri, ecc. = vino bianco,
rosso 0 nero, chiaro, forte, ecc.
1) vm àmtibil ma che pièlga = vino
che bacia e morde ; mn risént = vino
frizzante, austero ; vìn biànch mtgher
= vino bianco asciutto ; vtn bàtesaa =
vino battezzato, annacquato ; vtn che
bùscia = vino spumante ; vm fàtt =
vino scipito, fiacco ; vìn de éigiltt =
vino per sigillare, per chiudere. Vedi
sigila) 1) ; vin d'ftga sgràntLda = vino
raspato ; vtn torcitìdegh = vino stretto;
vìn che fila = vino che fa lo fila, che
diventa viscoso ; vìn erodali = vino ero-
vello, presmone ; vìn de còrp = vino
spiritoso, che ha buon corpo; vìn gniicch
0 miitt = vino diu'O, stitico : sostan-
zioso, ma pesante.
2) vìn pàrticolàr = vino di prima
mano : quello che non si compera dal
negoziante, ma direttamente dal pro-
duttore.
3) vtn brille = vino cotto, ipocrasso:
vino in cui sia stato in fusione o ab-
bia bollito cannella, zucchero, ecc.
4) àvè beviiii '/ vìn ciocch = essere
alticcio : un po' ebbro.
5) càvtl 'l vìn = spillare il vino.
6) legni pii ne vìn, ne ticqua. Vedi
acqua, I, 17).
7) Ve come domandtgh à ori òsi Se 'l
g'hà el vìn bon = è come domandare
a un oste se ha il vino buono.
8) giQ vìn e àii pàròll = buon vino
e favola lunga : più si beve e pili si
ciarla.
9) in vino véritas = in vino veritas :
chi ha un po' bevuto è sincero.
10) miidfi ' l vìn = travasare : tra-
mutare il vino.
11) fa 'l vìn = svinai-e : quando lo si
leva dal tino, perchè al punto giusto.
12) el vìn rè là tela di vece = Vedi
tèta, 3).
13) el pan el ghe voeur, el vìn el
ghe voràrìa = il vino non è necessaiùo
quanto il pane.
14) mercànt de vìn = vinattiere. Vedi
mercànt, 1).
15) épìrit de vìn = alcool, spirito da
ardere, da bruciare.
16) vìn dà quàtdrdes (d" àcquàtdrdes)
= vin di nuvoli : vino troppo annacquato,
ed anche l'acqiia pura ; è un gioco di
parole.
17) di vòlt el vìn dola el deventa
àsce ràbiaa = del vin dolce si fa l'a-
ceto forte ; talvolta il grande amore si
muta in grande sdegno.
18) el vìn bonmercaa el mhia l'òmm
à Voépedaa = il vino a buon mercato J
è più di danno che di vantaggio. |
19) no gh'è mtLgher càmpànìn che
noi dUga pan e vìn = non c'è terra
così misera dove non ci si possa vivere.
vili
915 -
Tir
YÌnàia, s. f. = vino. È modo volgare e
spregiativo ; bevèmm età vint^ia = be-
viamo questo vino.
vìnàsc, s. f. pi. = vinacce : i raspi del-
l'uva pigiata.
1) s. m. vinaccio : vino di cattiva
qualità.
vinàscìoeu, s. m.. pi. = vinacciòlo, acino :
il seme che è nel chicco d'uva.
viiicolàa, ;jaW. pass. = vincolato, legato,
: obbligato: d'obbligo morale.
vìncolàss, V. rifl. = vincolarsi, impe-
gnarsi : assumere un obbligo, un im-
pegno.
A ìiièll,* s. m. = vinello, acquerello : vino
piccolo, leggero molto, anche annacquato.
YÌnt, agg. = venti; num. due diecine.
viiitèna, s, f. = ventina : un venti circa.
vintfìn, agg. = ventuno: num. venti piii
uno.
1) s. m., una specie di gioco colle
carte.
vioeula, s. f. = viola : genere di fiori
che comprende moltissime specie.
1) mmila del penéér = viola del
pensiero : iacea, suocera e nuora.
2) vioeula del còrno = spron da ca-
valiere, fior cappuccio.
3) vimul dopi = viole acciocché.
4) vioRul sopinn = viole mammole.
5) san Bastimi el pòrta là moeula
in man = san Bastiano porta la viola
in mano: porta la primavera.
6) càsciàéà per el Viosula ? = per
chi mi debbo dar pensiero? Perchè
debbo affannarmi.
TÌoeùla, s. f. = viola: strumento musi-
cale, simile al violino ma più grosso.
violàsiòn, * s. f. = violazione: il vio-
lare, il non rispettare il diritto altrui.
TÌolénsa, s. f. = violenza : azione com-
messa colla forza a danno altrui.
TÌolént, agg. = violento: che agisce con
forza impetuosa e non sempre giusta.
Tiolentà) v. att. = violentare: far vio-
lenza, costringere con violenza.
yiolètt, s. m. = violetto, violaceo: co-
lor viola mammola.
Tiolìn, * s. m. = violino: noto stni-
mento musicale con cassa, manico e
quattro corde : sonti 'l violpi = sonare
il violino ; on eoncèrt de molm = un
concerto di violino.
1) Ve on bèli vioUn ò viorm = è
una bella seccatura.
2) eiàpti on violtn per dna càrtcia
= confondere gli Ebrei coi Samaritani,
equivocare: confondere una cosa con
una ben diversa. Vedi càrocia.
3) Anche il maestro che suona il
violino, specialmente nelle orchestre.
TÌolinista, * s. m. = violinista: sona-
tore di violino ; el Sivori l'è ànmd
viin di mèj violiniéta = Sivori è an-
cora uno dei migliori violinisti.
violoncèll, s. m. = violoncello: stra-
mento più grosso del violino e di voce
più bassa.
violoncèlìsta, '^ s. m. = violoncellista:
suonatore di violoncello.
TÌorin, s. m. = violino. Vedi Tiolìn.
1) Scarafaggio, peraiuolo.
TÌoron, s. m. = contrabbasso: strumento
a corda il più grande nella famiglia
delle viole; el Botesìni l'è on grtLn-
brào concertista de vioron = Bottesini
è un valentissimo concertista di con-
trabbasso. Vedi contràbàss.
1) Ve on vioron = è seccante, fa-
stidioso : di persona che annoia.
2) vioron de àtires = tanghero: qual-
che volta anche tempellone, tentennone.
3) mètt in vioron = mettere in ar-
resto, in prigione.
YÌpera, s. f. = vipera: serpentello vele-
noso europeo; Ve mòrt per òna mor-
dUda de vipera = morì per una morsi-
catui'a di vipera.
1) Fig. di pers. e specialm. di donna
bisbetica o maldicente ; èe pò minga
viv cont qiièla dona li ; Ve dna vipera
= non si può vivere con quella donna:
è una vipera.
vira, V. att. = fissare : T. di fotogr. fis-
sare con un preparato chimico la stampa
della fotografia sulla carta apposita-
mente preparata.
viràbàcliin, s. m. Vedi griràbàgliiii.
viràgg, s. m, = viraggio : neologismo
per indicare il fissare sulla cai'ta pre-
parata la stampa della fotografia.
Virgìnia, s. f. = Virginia: nome di
donna.
\) i étgher de Virginia = i sigari
di Virginia ; e anche assolut. : on vir-
ginia = un virginia : sigari di foglia
di tabacco lunghi, sottili che prendon
nome daUa Virginia, regione dell'A-
merica Settentrionale.
vìrgola, s. f. = virgola: segno di breve
posa neUa scrittu)-a.
1) pària in punt e virgola = parlare
- 916 -
T18
sulla punta della forchetta : con esat-
tezza sì, ma anche con qualche affet-
tazione.
Tirgolètt, s. f. pi. = virgolette: quelle
che si mettono in principio e in fine
di riga a indicare il discorso diretto
di una persona.
Tirgiill, (scàpàmént à) s. m. = scap-
pamento a virgola. T. degli orol. Dal
frane, virgule.
Tiriseli, s. m. = serpentello, nabisso,
diavoletto: di ragazzi che, troppo vi-
vaci, non sanno mai star fermi, ma
che tuttavia non corrono pericoli e non
son dispettosi.
Tiriti, s. f. = virtù: la scienza e la pra-
tica del bene.
1) fa de necèèitaa virtù,. Vedi ne-
cèsitaa, 1).
2) Qualità atta a produrre certi ef-
fetti : el chintn el g^hà là viriti de fa
eeéà là féver = il chinino ha la virtù
di far cessare la febbre ; me nevod el
g'hà in di man dna virtù che 'l pe-
rire pii = mio nipote ha tale abilità
che non ha più nulla a temere.
3) in virtù de... = in vii-tù di...; in
forza, in causa di...; in virtù déla
santa boUta = in causa della miseria.
Tirtilds, agg. = virtuoso: che pratica la
virtù.
1) òmmpelos ò màtt o virtuos = omo
peloso, 0 matto, o virtuoso.
vis, s. m. = viso: soltanto in alcune
frasi volgari, come vis de torta, vis de
forca, ecc. = viso di marmotta, faccia
da galera, ecc.
Tisà, V. att. = avvisare, annunciare. Vedi
àvisà.
TÌsàTÌ, s. m. = poltrone gemelle, dirim-
petto : due polti'one attaccate insieme
e pai' si guardino in faccia. Dal fi'anc.
vis-à-vis.
1) Una specie di carrozza elegante.
2) Le pei-sone che ci stanno in fac-
cia: à itola g' aveva on bèli visavì =
a tavola mi stava di faccia una bella
persona.
3) visavì, avv. = a viso a viso: di
due persone che si trovan di fronte.
Anche : dirimpetto, di faccia.
Tis'c, s. m. = vischio. Vedi vès'c.
Tiscàrda, e viscàrdìua, s. f. = tordo
maggiore : una specie d'uccello.
TÌscer, s m. = viscere : organo posto
neUa cavità del capo, del torace e
specialm. dell'addome: qtiànd èe àmtla
on viscer esenSiàl Èe guàriés pii =
quando s'ammala ui^viscere essenziale,
non si guarisce più. Si usa per lo più
al plur. : de viscer l'è àànìéini = quanto
a visceri è sanissimo.
1) vegli vùn in di viscer = avere
uno carissimo.
2) èentiéé à riigtt in di viscer =
sentirsi a rimescolare il sangue.
Tiscéribiis, (in) avv. = con tutte le
forze, istantemente, fervidamente : del
pregare uno: el m'ha pregaa in vi'
seéribiis che 'Z ràeomàndàss ài sìn-
dech = m'ha pregato istantemente che
lo raccomandassi al sindaco.
viscònta, (àrnia) s. f. = Vedi arma, 1).
TÌscor, agg. = vispo, vivace : pieno di
vita : vìécor come on pèés = vispo
come un pesce.
1) età sii viscor ! = stammi su al-
legro ! Ironicamente. Vedi àlégher, 11).
visi, s. m. = vizio : abitudine difettosa,
cattiva; el g'hà 'l viéi de mangiti
tròpp = ha il vizio di mangiar troppo ;
el g'hà ' l visi de sbadigliti éènsa mètt
là man Ma boca = ha il vizio di sba-
digliare senza mettere la mano alla
bocca.
1) Vizio: abitudine cattiva contro
l'onestà e la moralità; el viéi del
giCBugh = il vizio del gioco ; on òmm
pièn de viéi = un uomo pieno di vizi.
2) rdéi rè 'l ptider di visi = l'ozio
è il padre dei vizi.
3) là volp là pèrd el pél tnà minga
'l viéi = la volpe perde il pelo, ma
non il vizio ; il gatto muor sempre
gatto ; è impossibile mutar natura e i
tristi son sempre tristi.
Tisià , V. att, = viziare : lasciare per
troppa indulgenza che altri prenda
cattive abitudini, vizi ; cèrti màmm '
viàien tròpp i fìoeu e fan el àò dànn
= certe mamme viziano troppo i figlioli
e fanno il loro danno.
Tisiaa, agg. = viziato ; troppo accarez-
zato : di figliolo che cresce male pei"
troppa indulgenza dei genitori.
TÌsìbil, * agg. = visibile : chiaro che si
può vedere; l'è visibil là sdora? =
la signora è visibile?
Tisibìli, s. m. = frugolo, saetta, nabisso:
di fanciullo che non sa star fermo.
Vedi Tiriseli.
1) àndà in visibili = andare in vi-
YIS
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TIS
sibilio : strabiliare, andare in estasi ;
specialm. per cosa che faccia molto
piacere.
TÌsièra, 5. f. = visiera: parte dell'elmo
che copriva il viso.
visìgà, V. att. = dolicchiare, doliccicare,
tormentare, seccare. Vedi Tesigà.
TÌsigànt, s. m. = vescicante, vescica-
torio: medicamento che, applicato, pro-
duce come una vescica sulla pelle.
1) Per estens. lo diciamo di secca-
tole grande : te éee on gran visigtmt
de rUn ! = sei un gran seccatore !
TÌsighìu, s. m. = doliccicamento ; il do-
licchiare, il doliccicare : di un male
che , senza dar gran tormento, però
annoia e fastidia,
TÌsin, agg. e s. m. = vicino. Vedi
Tesìn.
visionàri, agg. e s. m. = visionario,
sognatore: chi dà corpo alle ombre.
visiòSj agg. = vizioso : che è pieno di
vizi ; el g^hà dna fticia de visios che
me pitLs ndnca on j)oo = ha una faccia
da vizioso che non mi piace affatto.
vìsita, s. f. = visita: il visitare, l'an-
dare a trovare una persona.
1) fa vìsit = far visite : aver parec-
chie persone da andare a trovare e
andarvi.
2) là visita del dotor = la visita del
medico : quella che il medico fa all'am-
malato per fare la diagnosi della ma-
lattia e in seguito per seguirne l'an-
damento e provvedere al rimedio. Noi
lo diciamo anche di visita qualunque
che sia molto breve.
3) bigliètt de vìsita = carta da visita.
4) reàtitilì là visita = rendere la
visita.
5) vìsita de digeétion = visita di di-
gestione, di ringi-aziamento: quella che
si suol fare negli otto giorni susseguenti
l'essere stati a pranzo in casa di chi
ci ha invitato.
6) àndtl fila visita = andare alla vi-
sita : dei coscritti che si presentano
alla visita militare.
visita, V. att. = visitare: andare a ve-
dere una persona 0 cosa per ufficio,
devozione, cura; visittL i gés = visitare
lo chiese ; visita on àmàlaa = visitare
un ammalato ; visitH ì éctH = visitare
le scuole.
1) visittt i bàHj àia dogana, ài dtéi
= esaminare i bauli alla dogana, alla
barriera.
visorà, V. att. = sonnecchiare, dormi-
gliare, pisolare : dormire un sonno leg-
gero, essere tra la veglia e il sonno.
■visoriii, 5. m. = dormiveglia, pisolino:
lo stare sonnecchiando, l'aver chiusi
per un tempo breve gli occhi al sonno,
senza dormire del tutto.
TÌst, part. pass. = visto, veduto : dal
verbo vedere.
1) chi Va vièt Vhà viàt, opp. : ehi
s'è viét s'è vièt = chi l'ha visto l'ha
visto, opp.: chi s'è visto s'è visto;
oppure anche : bon dì che t'hoo visi
felice notte : frasi che si dicono quando
si sperava da uno che l'aveva pro-
messa una cosa e invece quello mancò
non tenne la parola, 0 quando si spe-
rava in un avvenimento che poi non
accadde.
"Vista, s. f. = vista: uno dei cinque
sensi, la facoltà di veder la luce e le
cose ; ph'd là vièta = perder la vista,
diventar cieco.
1) pèrd de vista = perdere di vista,
perder d'occhio; non veder più, non
sorvegliar più uno.
2) quatti là vista = accecare: offu-
scare la niente, togliere il senno ; là
tòa oétinàéion là me qudta là vista =
la tua ostinazione m'acceca. Anche in-
transit. per forate passione: quàtàéà là
mèta : quànd el §e Idèa ciàptt déla
gelosia ghe ée qutita là vièta = quando
lo piglia la gelosia acceca.
3) là vièta là fa batista = aver la
vista annebbiata: cominciare a vederci
poco per età 0 per malattia 0 per altro.
4) inàèpaéè, bàia là vièta = aver la
vista torbida, restare abbagliato.
5) vèèè in mèta = essere in vista;
in luogo da poter essere veduto.
6) pàgtb à vièta = pagare a vista;
alla presentazione di un effetto.
7) à vista = subito, immediatamente;
quànd ptlrli vceuri vèsè ìibedii à vièta
= quando parlo voglio essere obbedito
subito.
8) à pi-ima vièta = a prima vista ;
al primo guardare una cosa, guardan-
dola superficialmente.
9) à prima vièta = all'improvviso;
càntd, sontL, à prima vièta = cantare,
sonare all' improvviso; leggendo la
parte senza averla studiata prima.
VIS
— 918
vit
10) à vièta de nds = a occhio e croce,
alla grossa : di cosa fatta o giudicata
senza troppa cura.
11) conoéé de vièta = conoscere di
vista, per veduta.
12) che étlnta Liisìa te consèrva là
vièta. Vedi Ltisia, 1).
13) ptcnt de vièta = punto di vista,
modo di vedere una cosa. Anche luogo
donde si può godere una bella veduta.
14) vèsè ciirt, base de vista = aver
vista colia, vederci poco.
15) Scopo, fine ; se el fa insci el gra-
varti là eoa mèta = se agisce così avrà
il suo fine.
16) Apparenza, finzione : fa vièta de
nimt = fingere di non accorgersi di nulla.
Meglio mostra. Vedi móstra, 3).
17) mèta = veduta, occhiata, prospetto,
visuale: tanto spazio di luogo quanto
si può abbracciare cogli occhi : Mia
vièta = bella occhiata. Vedi bèlredé.
TÌstàda, s. f. = guardata, occhiata. Vedi
gnàrdàda.
visto,* s. m. = visto, il visto: la firma
che si pone per mostrare che s'è ve-
duta una calia, una nota e sim.
vìstos, agg. = vistoso: che dà nell'oc-
chio : on càpèll, on veètii tròpp viètòs
= un cappello, un abito ti'oppo vistoso.
1) Considerevole, rilevante, impor-
tante; el fa di àftiri viètòs = fa degli
affari considerevoli, importanti ; el gììà
daa dna dota viètosa = le ha dato una
dote rilevante.
visiiàl, s. f. = visuale, veduta: el m'ha
tòlt là visUtd = mi tolse la visuale,
la veduta.
vìt, s. f. = vite. Vedi vìd.
vita, s. f. = vita: stato d'attività della
sotanza organica; là vita di fior = la
vita dei fiori ; là vita di iisèj = la
vita degli uccelli.
1) là vita eterna = la vita eterna;
V filtra vita = l'altra vita: quella im-
maginata dopo la morte.
2) Pai-te considerevole della' vita;
el ptéa là vita ètti liber = passa la
vita sui libri.
3) Campamento, sussistenza ; il ne-
cessario per campare; guàdàgnàèè là
vita = guadagnarsi la vita, il campa-
mento.
4) fa bòna vita = far buona vita :
viver bene, allegramente, agiatamente.
5) dà vita = dar vita, animare : dare,
infondere l'anima. Anche infondere il
brio, la vivacità.
6) vita còmoda = agiatezza : stato di
chi vive agiatamente: hoo pròpi mtii
de vègh Òn'òra de vita còmoda ? = non
ho proprio mai da avere un'ora di
agiatezza ?
7) vita quièta = vita tranquilla, be-
nestare : il vivere riposato e tranquillo.
8) Di pers. che s'amano: l'è là mia,
là eoa vita = è la mia, la sua vita.
9) fin che gh'è vita, gh'è èperdnsa.
Vedi sperànsa, 2).
10) La storia di persone notevoli :
là vita de Nàpoleon = la vita di Na-
poleone. Vedi Ibiogràfìa.
11) Il tempo per cui dura la vita:
per fa cèrti ròbb Tè minga àéee là
vita ó! on òmm = per certe imprese
non basta la vita d'un uomo.
12) à vita = a vita : tutto il tempo
che uno vive; condànà à vita = con-
dannare a vita.
. 13) La parte del corpo sopra i fian-
chi e specialm. la cintola; làg'hàona
bela vita = ha una bella vita ; bisógna
minga strénges in vita = bisogna non
stringersi in vita.
14) éentiéela à cor per là vita = sen-
tirsela sdiTicciolare giù per le reni :
immaginarsi vicina una cosa spiacevole.
15) ò cara vita.' = oh ! buon Dio !
Esclamaz. di meraviglia.
16) fa dna gran vita = fare una
grama vita, una vita sacrificata o an-
gosciata per qualunque ragione.
17) fa vita = vivere, passar la vita.
18) gh'è pilàee temp che vita = c'è
più tempo che vita : diciamo a chi si
affanna por qualche cosa.
19) là vita rè on boff = la vita è
breve.
20) lég là vita = sparlare di uno, «
censurai'ne gli atti, la vita. 9
21) là vita ! = badati ! bada! Gridano ■
i conduttori di carrozze o carri perchè
altri si scansi.
vitàl, agg. = vitale : che dà o che ha
vita ; l'è minga nàèiiU vitàl = non è
nato vitale.
vìtàlìsì, s. m. = vitalizio : assegnamento
di beni che vien fatto a titolo di man-
tenimento a vita del cedente.
vitàlisià, v. att. = vitaliziare : sottoporre
a vitalizio. !
Tit
- 919 -
tìt
vitelìn, s. m. = redo : il nato da una
bestia vaccina fino a che è di latte.
vitèll, s. m. = vitello: il nato della
vacca, d'un anno, e specialm. la carne
macellata di questo; el mtèll el coàta
diiil frànch ài chilo = il vitello costa
due franchi al chilogrammo ; me piàs
el vitèll in tìmid coi fimg = mi piace
il vitello in umido coi funghi.
1 ) La pelle del vitello conciata :
i étrimlìtt de vitèll = i tronchetti di
vitello.
vitèlòn, s. m. = biracchio : vitello dal
primo al secondo anno ; diciamo anche:
scotón.
TÌtiiiia, s. f. = vittima : l'è là vUima de
éò mari = è la vittima del marito, o
meglio assai: è maltrattata da suo
marito.
1) fa là vttitna = fare la vittima:
atteggiarsi a sacrificato.
2) poera mtima ! = povera vittima !
ironie, di chi al contrario si gode la
vita.
TÌtoria, s. f. = vittoria : il vincere nel
senso proprio e nel figurato.
1) Sorta di carrozza signorile e da
noi ora anche molte carrozze pubbliche
che ne hanno la forma.
TÌtoriós, agg. = vittorioso: che ha ri-
portato vittoria.
vitura, s. f. = vettui-a : parola ormai
disusata. Vedi il piii vivo vetura an-
che pei derivati.
Titiipèri, s. m. = vituperi!) : gran diso-
nore, scorno e specialm. parole di grave
insulto, di offesa grande.
vìv, agg. = vivo : che vive, in vita.
1) fàss vìv = farsi vivo ; presentarsi, '
muoversi, agire, rispondere : hoo cià-
maa per mès'òra e niéÈn é^è faa mv
= ho chiamato per mezz'ora e nessuno
si fece vivo.
2) ctirne vìva = carne viva : con-
trapposta a quella incallita o persa.
8) ìio ghièra (tnima viva = non c'era
anima viva, nata; non c'era nessuno.
4) toctl in éiil vìv = toccare nel, sul
vivo : di offesa molto sensibile.
5) floeù vìv = ragazzo vivo, vivace:
pieno di vita, vispo.
6) fìàina viva = fiamma viva, bril-
lante.
7) fmlgh viv = fuoco vivo, ardente.
8) color viv = colori vivi : accesi,
intensi.
9) piètra vìva, éàsé viv = pietra,
sasso vivo : da battere, da taglio ; che
non si rompe facilmente.
10) àrgént vìv = argento vivo : il
mercurio.
11) rè r àrgént viv = è un nabisso,
l'ai'gento vivo ; lo diciamo di pers. e
specialm. di ragazzo che non stia mai
fermo.
vìv, V. att. = vivere: essere in vita: i
pèès viven in l'tLequa = i pesci vivono
nell'acqua; ^e pò' minga vìv séns'ària
= non si può vivere senz'aria.
1) Campare, mantenersi in vita : per
vìv bisdgna làortL = per vivere bisogna
lavorare.
2) se viv mài = si campa male : non
tanto del vitto quanto delle traversie
che si incontrano nella vita.
3) viv à... = campare a..., vivere
di...: Ve on més che 'l vìv à br oditi
è un mese che campa a brodi, che vive
di brodo.
4) vìv d'aria, de niént = campare
d'aria, vivere di niente : di chi mangia
pochissimo. Anche: vìv coni nàgòtt =
campai'e come le starne di Montemo-
rello; e talvolta s'aggiunge: che si
pascevan di rugiada ; campare con uno
stecco unto ; cioè con nulla , senza
spesa.
5) vìv de... = campai'e, vivere di... ;
se éà nò de cosa 'l vìva = non si sa
di che viva, di che campi.
6) vìv de disprèsi = vivere di di-
spetti.
7) vìv àdree ài mUr = vivere a stec-
chetto : con grande parsimonia e quasi
a cibo strettamente misurato.
8) vìv de màlàdètt = vivere stenta-
tamente, non accozzare il desinare colla
cena.
9) vìv del so, d'entrtda = vivere del
proprio, di rendita.
vìvj s. m. = vita : il vivere ; à RQma el
vìv el còsta piléee ctLr che à Mildn =
a Roma la vita costa più caro che a
Milano.
riva! esclam. = viva! evviva! esclam.
d'applauso, di riconoscenza a persone
e a cose.
1 ) viva là soa fàcia ! = benedetto lui !
vìva, (ali) = cominciate ! : è segnale nei
giuochi che il giuoco si può cominciare.
Tivàcitaa, s. f. = vivacità: qualità di
TIT
920
voe
ciò che è vivace, specialm. nel senso
di irrequietezza di bambini.
vivàmént, avv. = vivamente, vivace-
mente : con vivacità.
TÌTàndér, s. m. e TÌTàndéra, s. f. -
vivandiere e vivandiera : chi vende le
vivande ai soldati.
TÌTàtàj V. att. = vivacchiare, campic-
chiare: vivere stentatamente, campare
alla meglio ; ée mvàta coni qiièll pòcch
che ée gvÀdtigna = si vivacchia con
quel poco che si guadagna.
viree, s. m. = vivaio, peschiera: ricetto
murato con acqua per conservar pesci.
1) Piantonaio : spazio di teiTeno de-
stinato all'allevamento dei piantoni,
ossia rami d'alberi che si trapiantano
per riproduzione.
2) Per estens. significa abbondanza,
copia : de tosànn glie w' èra on vivee =
di ragazze ce n'era abbondanza,
vìver, 3.171. = vivere, vita, vitto: il vi-
vere e ciò che serve a nutrire per
mantenere la vita.
1) conoss el rwer del mond = co-
noscere il vivere del mondo.
vocàbol, s. m. = vocabolo: pai'ola di
una lingua: in sto diéionàri devoct-
boi ghe riè prQpi tanti = in questo
dizionario di vocaboli ce n'è proprio
molti.
vocabolàri, s. m. = vocabolario, dizio-
nario : libro dove son per alfabeto i
vocaboli d' una lingua con relative
spiegazioni, ecc. ; el criticai on vocà-
boltlri rè fàeil, ma 'l fall Ve difìcil
come = il criticare un vocabolario è
facile, ma il farlo è difficile assai.
vocàl, s. f. = vocale : quella lettera che
si forma colla semplice apertura deUa
bocca : a, e, i, o, u.
1) Agg. Vocale ; da voce : concert
•voctil e istrumentàl = concerto vocale
e istrumentale : eseguito cogli istra-
menti e da cantanti.
vocàsión, s. f. = vocazione : il sentirsi
chiamato, inclinato a una cosa : per fa
'l m,àèster ghe voeiir dna gran vocà-
sión = per fare il maestro ci vuole
una gran vocazione.
1) ghe i^ceur ona bela vocàsión f =
ci vuole una bella vocazione ! Ironie,
quando vediamo qualcuno far cosa che
noi non faremmo a nessun patto e che
costa non lieve fatica, non poco sacri-
ficio.
vocàtìv, s. m. = vocativo. T. gramm.
Nome del quinto caso.
vocifera, v. att. = vociferare: sparger
fama ; se vociferava che dovHen di-
minuì i tàss = si vociferava che do-
vessero diminuire i balzelli.
Yociferàsión, s. f. = vociferazione : il
vociferare, il parlar forte e a lungo.
vòdvill, s. m. = burletta: quei pasticci
teatrali misti di prosa e poesia, nei
quali non e' è neppur l' ombra del senso
comune, della decenza e della lingua
e dove la recitazione prosastica si av-
vicenda col canto. Vedi operata. Dal
fi'anc. vaudeville.
voeuj, agg. = vuoto, vóto: che non c'è
niente ; contrario di pieno ; bicér voeuj
= bicchiere vuoto.
1) vénter voeuj = ventre vuoto : senza
cibo.
2) torntb à man vczuj = tornare a
mani vuote: senza nulla, senza regali.
3) pt/nscia pièna cred m,mga à
quèla vmuia = corpo satollo non crede
al digiuno : di chi, essendo ben prov-
visto, non crede all'altrui bisogno.
4) sàcch voeuj el sta minga in pee
= sacco vuoto non sta ritto.
5) te éee voeuj ? = sei libero ? sei scarico?
E la domanda che facciamo ai fiaccherai,
per sapere se ci possono prestar ser-
vizio 0 se sono già con altri impegnati .
6) s. m. vuoto, lacuna : el vèsé àn-
daa vta ti, Vlià làsaa in cà on voeuj
tremendo = 1' esser partito tu ha la-
sciato in casa un vuoto enorme.
voefiia, s. f. = voglia : il volere, per ca-
priccio 0 bisogno natui'ale.
1) toeusé là vcmia = levarsi, cavarsi
la voglia, il gusto.
2) mori dita voeuia = morir di vo-
glia : avere una gran voglia di qualche
cosa.
3) màndtt gio là voeuia = sputar la
voglia: attaccar la voglia al chiodo, o
alla campanella dell'uscio ; non poten-
dosela levare, se ne fa a meno.
4) bùna voeuia = buona voglia, buona
volontà, alacrità, l'essere alacre.
5) de bòna voeuia = di buona voglia,
volonterosamente.
6) vègh pSca voettia = essere di cat-
tiva voglia : sentirsi poco bene.
7) voeuia de làortt sàltem àdòàé =
0 voglia saltami indosso: di chi non ha
volontà di lavorare.
Toar
— 921 —
voi
vog'a, s. f. = voga : uso grande, successo ;
rèU- in vdga = essere in voga; ciàpé
vóga = venire in voga.
vog'a; V. att. = vogare : remare con forza
e per conseguenza l'andar della barca
sull'onda celeremente.
TOià, «'. att. = vuotare. Vedi sroià.
1) voit gid = versare, mescere : far
uscir fuori da vaso che si rovescia e
che trabocca; voitl gid 'Z càfè = me-
scere, versare il caffè; el vtn de botè-
lia el va voiaa gid àdàsi = il vino di
bottiglia bisogna mescerlo adagio. Nello
stesso significato diciamo anche : mia
fcmra, specialm. se il vaso è di bocca
larga.
TOiàmin. Nella frase : pién de voiàmm
=-- vuoto affatto, del tutto vano.
vòlj s. ni. = volo : il volare ; certi UsèJ
gliàn el voi bMs come = certi uccelli
hanno il volo assai basso.
1) eiàptt 'l voi = pigliare il volo.
Anche nel senso fig. di pers. odi cosa,
andarsene via, fuggire, non trovarla più.
2) ài voi = a volo : mentre un uc-
cello sta volando.
3) capì ài voi = capire in aria, in-
tender per aria : presto, prontamente.
4) fa on voi = fare un volo : di tutto
ciò che cade dall'alto.
5) Stormo; on voi de dord = uno
stormo di tordi.
volàj V. att. = volare : sostenersi o tra-
scorrer per aria colle ali : i fàrfàll, i
ilsèj, i moéch volen = lef farfalle, gli
ixccelli, le mosche volano.
1) Cori'ere rapidamente; l'è on cà-
vttli che '/ vola = è un cavallo che
vola ; rè volaa in là eòa mttma = volò
dalla sua mamma.
2) Di cose mosse, portate dal vento :
volava ititi i tend che Véra on àfàri
aeri = volavan tutte le tende ed era
un affar serio.
3) Di cose che cadano dall'alto: l'ha
faa volti giò tUti i piàtt déla finèétra
. = fece volare tutti i piatti dalla finestra.
TOlàda^ s. f. = volata: nota alta del can-
tante.
1) Della palla che va alta al gioco
del pallone.
2) Del cavallo o del corridore in bi-
cicletta quando nelle gare, poco lungi
dalla meta, si spingono a più veloce
corsa per arrivar prima.
Yolànt, s. m. = volante : T. meccan. :
una ruota pesante aggiunta ad un mec-
canismo girevole per aumentarne la
velocità.
1) Balza, balzana, falpalà: guarni-
zione 0 ornamento increspato, quasi
in fondo alla veste.
2) Agg. foeuj volànt, équtidra volani
= foglio volante, squadra volante.
volàtil, s. m. = volatile : atto a volare,
uccello.
YOlàtilisàj * V. att. = volatilizzare: di
quei corpi che si riducono facilmente
in gas 0 in vapore. Preferiamo però
dire : svapora.
Yolentaa, s. f. = volontà, voglia : facoltà
potenza di volere. Nel nostro dialetto
fra volentaa e voRuia non c'è la diffe-
renza chiara e spiccata che passa fra
volontà e voglia in italiano: perciò
s'usano promiscuamente.
1) fa pàrt e volentaa = essere par-
ziale, mostrare parzialità.
Tolentéra, avv. = volentieri : di buon
animo, di buon grado ; àeetti volentéra =
accettar di buon animo ; làorà volen-
téra = lavorar volentieri.
1) vede volentéra = approvare, fare
una cosa di buon grado, volentieri.
Yolgàr, agg. = volgare, triviale: d'ani-
mo, di mente bassa, vile. Vedi tri-
viàl.
Tolgàrmént, avv. = volgarmente, soli-
tamente: di solito, per lo più.
volili, s. m. = volano : palla di sughero
fasciata di pelle con tanti buchi al-
l'intorno dove si metton delle penne;
da mandarsi in aria colle racchette.
Oppure con minor lusso, un pezzo di
piombo, 0 un sassolino avvolto in uno
sciavero di pelle, pure ornato di penne,
da mandarsi in aria col tambui'ello.
volo, * s. m. = usato qualche volta per
voi specialm. nelle frasi: ciàptL ài volo,
àndà de volo = pigliare al volo, andar
di volo.
voloiitaa , .<». f. = volontà. Vedi vo-
lentaa.
volontàri,* agg. = volontario : chi va
spontaneamente soldato; Ve volontàri
de càvàlerta = è volontario di caval-
leria.
volontàriaa,* s. m. = volontariato: il
periodo di tempo per cui dui'a il ser-
vizio militare prestato volontariamente
e specialmente il volontariato d' un
anno.
voi
922 -
TOl
YOloutè, (à) avo. = a suo beneplacito,
a volontà: di cose di cui si abbonda
e si può disporre liberamente; el g'hà
roba e dànee à volontà .= ha roba e
danaro a suo beneplacito. Dal frane :
à volante.
volontéra, aw. = volentieri. Vedi to-
lentéra.
volovàn, s. m. = pasticcino : sorta di
pasta sfogliata da mettervi carne per
servire come piatto di intermezzo.
TOlp, s. f. = volpe: genere di mammi-
feri carnivori della famiglia dei cani :
là vòlp là màngiaa dò gàlinn = la
volpe mangiò due galline.
1) là volp là pèrd el pél ma mitiga
'l vìéi. Vedi visi, 3).
2) Persona astuta, garga; Ve ótia
volp vègia quèll li: ghe le fa à Vàn-
teerìét = è una vecchia volpe quello
lì; gliela fa all' antecristo.
volpin, agg. = volpino : che trae della
volpe : edn volpìn = cane volpino.
volpdu, s. m. = volpone, sornione, fur-
baccio : di pers. astutissima.
volsà) V. att. = ardire, osare : avere il
coraggio di fare, avere un ardire che
può parer temerario ; el volsàva ntnea
guàrdànm in fàcia = non ardiva nem-
meno guardarmi in faccia.
vòlt, s. m. = volta: muro arcuato per
copertura.
vòlta, s. f. = volta, fiata.
1) mia vòlta = una volta, un tempo;
nel tempo passato.
2) mia vòlta = una volta, una buona
volta: di cosa che si faccia o succeda
dopo avere anche troppo indugiato :
finìéela dna vòlta ! = smettila una volta,
una buona volta !
3) VI pu qiièll d'óna vòlta = non è
più quello d'una volta, di prima.
4) di vòlt = alle volte, a volte, delle
volte ; in certi casi, momenti ; el dis
eèrti pàròll di vòlt che pèlen là fàcia =
dice alle volte certe parole che tagliano
il viso.
5) dill mitiga dò vòlt = non dirlo
due volte : quando si vuol esprimere
la propria gran propensione a fare una
cosa che ci vien proposta.
6) per èia vòlta, per dna vòlta tànt
= per questa volta, per una volta sola :
in significato concessivo.
7) in d'òna vòlta, in d'òna vòlta
Sola = in una volta sola, a una volta;
a un tratto insieme.
8) vUn Ma vòlta = uno alla volta,
ad uno ad uno: uno dopo l'altro.
9j otia vòlta per Un = a ciascuno il
suo turno.
10) vòlta per vòlta = volta per volta:
ogni volta che occorre.
11) àndt iti vòlta = andare, cam-
minare, passeggiai-e.
vòlta, s. f. = volta. T. dei murat, : mui'o
arcuato per copertura.
1) T. di stampat. la contropagina di
un foglio di stampa.
volta, v. att. = voltare : muovere da un'al-
tra parte, per lo più con un giro; volttL
'l eoo = girare, voltare il capo, la testa.
1) volta i spali. Vedi spala, 5)'
2) Piegare, volgersi : volta à dèstra,
à éimàtra = voltare a destra, a sinistra.
3) Divergere: delle linee o raggi
che partendo da un punto comune si
vanno prolungando scostandosi sempre
più; à oti cèrto punt là strada là
vòlta à dèétra = a un dato punto la
sti-ada volta a destra, diverge.
4) volta indree i nittnich = smani-
carsi, tirarsi su al gomito le maniche
della camicia. Noi usiamo la frase an-
che per dir di chi si accinge volonte-
roso a qualche lavoro manuale.
5) volta coi gànib à Vàri, col ciiil
in sii = capovolgere, capovoltare. Vedi
gàmb, 11).
6) volta là = battere la capata: mo-
nre. Anche semplicemente cadere.
7) voltàéé itidree = rivolgersi, rivol-
tarsi, volgersi indietro. Noi lo diciamo
anche di chi non è contento di quanto ha
avuto e quasi si rivolge a cercarne
dell'altro.
8) volta foeitra = scantonare : di
pers. : scansare, di veicoli ; el briitnm
Vlm vòltaa fceUra àpèna à temp = la
cittadina scansò appena in tempo.
9) volta giò = rinnovare, confermare:
volta giò 'l cotitràtt = linnovare il
contratto.
10) volta via = andarsene, scompa-
rire. Quindi fig. morire, specialm. di
morire tranquillamente, senza spasimi,
quasi senza che i presenti se ne av-
vedano. Noi lo diciamo anche del far
scomparire, mangiando; el vòlta vìa de
quij cotelètt ! = fa scomparire certe co-
stolette !
voi
- 923
Tor
11) voliti viin = voltare, mutare uno:
fargli cambiar carattere, opinione, modo
di trattare, di vivere, ecc.
12) voliti i dànee = cambiare i da-
nari: di contratto dove non ci si gua-
dagna nulla.
13) voliti bàndéra = mutar casacca :
cambiarie opinione.
14) voliti dent = dare una capatina,
entrare.
15) voltala = mutarla, cambiarla.
TOltàda, s. f. = voltata, mutazione, can-
giamento : il voltare.
1) Svolto, canto : di via, di strada ;
quànd éèmm rivaa tila voltàda Hi l'è
tornaa indree = quando arrivammo
allo svolto, egli ritornò ; àdàsl in di
volittd = va largo ai campi.
YOltér, s. m. = capezziere, capezziera,
capiera: pezzo di tela ricamata o la-
voro all' uncinetto che si pone alla
spalliera di poltrone e canapè, per non
conciarli col capo , appoggiandovisi.
Dal frane. : voltair.
volterò vòltra, prep. Nelle frasi: vegnì
vólter, ò vòlira = saltar fuori.
voltìn, s. m. = volticella, volticina, vol-
terrana. Dim. di vòlta. T. murat.
voltura, s. f. = voltura: il voltare al
catasto i possessi da uno in altro pa-
drone. Si dice anche di debiti e crediti.
volubil,* agg. = volubile, mobile, insta-
bile : del carattere di persona.
voliimètt, s. ni. = volumetto:^libro piccolo.
voluminòs, agg. = voluminoso : di molto
volume, di gi-andi dimensione; Ve on
pàeek voliiminds, ma 'l pésa pòceh =
fi un pacco voluminoso, ma pesa poco.
voliimiu, s. m. = volume: l'estensione
e gi'ossezza di un corpo ; el bombtLé el
fa piièee volilmm che 'l fir = il cotone
fa maggior volume che il ferro.
1) Tomo, libro, quanto alla legatura:
l'è oìi'tipera in trii voliimm = è un
opera in ti-e volumi, in tre tomi.
vòmica, (nòs) s. f. = noce vomica.
vòmit, s. m. = vomito : il vomitare e
la cosa vomitata.
1) ìmpei 0 tlmpii de vomii = arcata
di stomaco : sforzi di stomaco per ec-
citamento al vomito.
2) fa vegnt vdmit, mèii vòmit = ri-
voltare lo stomaco, stomacare. Fig. di
cose che fanno uggia, schifo per la
loro indecenza. Vedi stomegà.
3) vegni vdmit = venir la voglia di
vomitare.
vomita, V. att. = vomitare: rimandar
per bocca quel che era nello stomaco;
l'ha vomitaa iilit el disnù, = vomitò
tutto il desinare.
1) fa vomiitL = far vomitare ; el tàr-
ter emUieh el fa vomiià = il tartaro
emetico fa vomitare. Fig. di cose in-
decenti, repugnanti, far schifo.
vomitàda, s. f. = vomito : la cosa vo-
mitata, e l'azione compiuta del vomi-
tare.
vomitòri, s. m. = vomitorio, vomita-
torio : medicina o altro che fa vomitare.
1) Per celia, di tutto ciò che secca,
infastidisce , aduggia : che vomitQri
vilij qvèll predicàiór = che uggia, che
seccatura, quel predicatore.
vòra, s. f. = ora, tempo : l'è vora de
disnti, l'è vòra de àndtl in lèti, ecc. =
è ora di pranzo, è ora d'andare a letto ;
Ve vòra de éeminti 'l formént = è
tempo di seminare il frumento.
1) Ve vora! el ààriéé vora! = è ora !
sarebbe ora ! Vedi ora, 6).
vòrdin, (dà) v. att. = ordinare: mettere
in ordine la casa.
Yorò, V. att. = volere : aver ferma in-
tenzione di fare una cosa, e anche
semplicem. desiderare ; el voeùr là
marna = vuole la mamma.
1) Di comando imperioso ; el papà
'l voeùr che te vàghei subii à cà = il
babbo vuole che tu vada subito a casa.
2) Avere, dovere, senza che c'entri
la volontà; el voeur mori = vuol mo-
rire : di chi è in fin di vita.
3) Del tempo : el voeur pioRUV, el
voeùr fwcà^ el voeùr minga fa bèli =
vuol piovere, vuol nevicare, non vuol
fare bel tempo.
4) Di cose che agiscono, imperano ;
Ve là lég che vceùr insci = è la legge
che vuole cosi ; bisógna viv còme
voeùren i iemp = bisogna vivere come
vogliono i tempi.
5) vorè ben, vorè mài = voler bene,
voler male, amare, odiare; el m'ha
ciàpaa à vorè ben = m'ha preso a
voler bene, a ben volere.
6) Pretendere : mi voetlri minga
Vimposlbil, §e cerchi Òtta promotion
= io non pretendo, non voglio l'impos-
sibile se chiedo una promozione.
7) èe Dio voeùr! = finalmente! Di-
vor
924 -
TOS
ciamo quando alla fine accade ciò che
da tempo era desiderato.
8) se se ■voeur = se si vuole : l'u-
siamo come forma concessiva.
9) quànd el vosv/r = quando gli piace;
quando crede di poterlo fare.
10) vor^ e no pod^, o non pòse = es-
ser signori colla paglia nelle scarpe :
di chi vuol parere signore e ne ha
pochi.
11) voreva ben dì ini! = mi voleva
meravigliare ! : quando accade contro
l'aspettazione degli altiù cosa che noi
prevedevamo.
12) chi insci voeur niént glie domr
= chi fa a suo modo non gli duole il
capo; uno s'accontenta anche del male
quando l'ha voluto lui.
13) l'è chi che te vuj = qui ti aspet-
tava: a chi parlando e operando in-
toppa in qualche difficoltà che avevamo
preveduta.
14) Esigere , aver bisogno : cèrti
pifLnt vcmren là tèra gràsa = alcune
piante vogliono la terra grassa.
15) come Dio voetìr = come Dio vuole:
di cosa fatta troppo alla buona e con
poca cura.
16) chi Doeur vaga e chi no t)oeitr
manda = chi vuole vada e chi non vuole
mandi: chi fa da sé o per sé fa per tre.
17) ghe vceur Mter! = vuol essere
altro ! ci vuol altro che questo !
18) vourènn pii = non ne voler più;
non poter più stare in sé.
vorègh, V. att. = volerci, abbisognare,
occorrere : per riiisi quèicòss ghe voeur
étiiditL = per riuscire, per diventare
qualche cosa bisogna studiare : ghe
roeur minga tànt à fàsS vorè ben =
non ci vuol molto a farsi voler bene;
Ve qilèll che ghe voeur = é quello che
ci vuole, che occorre.
1) qiièll che ghe vmnr, ghe voBur =
del necessario non si può far senza,
necessità non ha legge.
2) vorègh tUta = volerci tutta : vo-
lerci moltissima abilità. E' detto che
esprime la meraviglia per cosa che
non si pensava potesse avvenire; là
ghe voeùr tUta! noi voeur éftlditL ntlnca
à màààll = la ci vuol tutta ! non atioI
studiare, neanche ad accopparlo.
3) ghe voeur pàsiénéa ! = ci vuol
pazienza ! bisogna aver pazienza.
Torsiitt e TOriiii, part. pass. = voluto:
l'kà minga vorsiiu dimel = non ha|
voluto dirmelo.
1) cóme Dio Vlià vorsiiii = come a
Dio piacque, per grazia di Dio.
YÓrticli,* s. m. = rèmolo, vortice, moli-
nello. ;
vòs, s. f. = voce : il suono che esce dalla ^
bocca dell'uomo ; vos fQrta, grdèa, dì- ■
boia, ecc. = voce forte, gi'ossa, de-
bole, ecc.
1) dà sii là vos = dar su la voce:
sgridare, rimproverare.
2) di à vòs = dire a bocca, parlare
a voce : non scrivendo o mandando a
dire.
3) * esàmm à vos = gli esami orali:
quelli che si fanno rispondendo a bocca
alle domande direttamente fatte dal-
l'esaminatore.
4) cor vos = coiTer voce : spargersi
notizia , la diceria di un fatto ; tra
àtòrna là vos, fa pàsà là vos = far
correre la voce, passar parola, spar-
ger voce.
5) vègh vòs in càpìtol = aver voce
in capitolo: avere influenza, contare
per qualche cosa in una società, cir-
costanza.
6) àndtL gid là vos, vègh là vos in
cantina = affiocare , perder la voce :
quando la voce si abbassa per infredda-
tura 0 altro.
7; sòtt vos = sottovoce, a bassa voce.
8) La voce modificata per il canto ;
el Tàmttgno el g''hà dna gran btla vos
= Tamagno ha una gran bella voce ;
el OàytLre el g'avéva mia vos dolsa,
dòléa = Gayarre aveva una voce dol-
cissima ; el Maini el g' aveva òna bela
vos fQrta = Maini aveva una bella voce
gagliarda ; là vos de tenòr, de éoprmi,
de bàriton, ecc. = la voce di tenore,
di soprano, di baritono, ecc.; cànttb à
mésa vòs = cantare a mezza voce, a
voce non spiegata ; vèés in vòs = es-
sere in voce; aver voce gagliarda, po-
ter cantare.
9) Suono : quello degli istrumenti
musicali; el violoncèll el g'hà òna
gran bela vòs = il violoncello ha un
gran bel suono; l'è on cémbol che g'hà
pòca vòs = é un pianoforte che risuona
poco.
10) i ròs déla tàrifa dàéiària = le
voci della tariffa daziaria, doganale: i
YOS
— 925 —
vul
nomi delle merci soggette a dazio, elen-
cati nella rispettiva tariffa.
11) vègli i vds e minga i nòs = aver
la voce e non le noci : essere in fama
di qualche vantaggio e non averlo,
come ad esempio, passar per ricco e
non esserlo.
12) l'è doma la e vós = è tutta voce,
non ha che voce ; specialm. di bam-
bini che non fanno che strillare ed
empir l'aria dei loro gridi.
13) àlètl là ms = alzare la voce, gri-
dare. Fig. sgridare, rimproverare.
14) vègh éémper là vos per tiri =
aver sempre la voce alzata : esser co-
stretto a sgridare sempre qualcuno.
vosà, V. alt. = giidare : alzare la voce
per essere sentito da lontano, o per
concitazione d'animo; là geni là vosàva
ài Ittcler = la gente gridava al ladro.
1) Prov. : in versee ehi vosa piiiee
là càvtLgna Ve eòa = tra il volgo chi
grida più forte si fa dar ragione.
2) Vociare, bociare : esprimere risen-
timento alzando molto la voce ; se te
feti nò 'l doér el pàptL 'l vosa = se
non fai il compito, babbo grida.
3) vostL àdree à qiièidun = gridare,
sgridare, riprendere una persona ; farle
dei rimproveri con vivacità : detto di
superiore a inferiore.
4) vostt come on ètràseee, on àriàn,
come on'flnima diéperàda = gridare a
squarciagola, disperatamentp.
TOSàda, s. f. = gridata, ramanzina : acerba
riprensione; el g'ha daa dna vosàda
che V à levaa de pés = gli ha fatto una
gridata che lo levò di peso.
1) Grido : suono alto e forte di voce ;
rhà daa fmiìra in d'ona vosàda =
diede in un grido.
Tosàmèiit, s. m. = gridio: rumore di
più persone che gridano e il gridar
prolungato.
Tosàtà) V. alt. = bociare, vociare : alzar
la voce spesso. E' frequentativo di
vosà.
Tosàtàmènt, s. m. = bocio : il frequente
e prolungato bociare.
TOSàtòn, s. m. = vocionaccio : chi non fa
che vociare ; tds dna bòna vòlta, ò vo-
sàtón ! = taci , una volta, o vocio-
naccio !
vSster, pron. = vostro: pron. possessivo
di voi.
1) * vòéter = i vostri: sottint. parenti,
amici, e sim.
vòtj s. m. = voto: promessa fatta libe-
ramente a Dio 0 ai santi di se, o delle
cose sue; l'ha faa vot de éposààs nò
= fece voto di non sposarsi.
1) Per estens. : proposito assoluto ;
hoo faa vot de pondàgh pii pè in qilUa
cà = ho fatto voto di nen metter più
i piedi in quella casa.
2) Oggetto che i fedeli attaccano a
qualche immagine in segno del voto
fatto, di grazie avute o sperate.
3) Dichiarazione libera, segreta o pa-
lese, della nostra opinione ; el mini-
stèri el g'hà àvUii éetànta vot de ma-
giorànsa = il ministero ebbe settanta
voti di maggioranza.
vota,* V. alt. = votare : dare il voto ; vota
in favor, cantra = votare in favore,
contro.
votànta,
= ottanta : otto diecine.
votàsion, s. f. = votazione : il votare,
il risultato dei voti singoli, e il mo-
mento del votare ; quànd dna propósta
Ve in votàsion ée pò pii disciitt =
quando una proposta è in votazione,
non si può più discutere ; el di déla
votàsion = il giorno della votazione.
vòtt, agg. = otto : numero card. : due
volte quattro.
1) de ehi vòlt dì = tra otto giorni.
2) incoeu vòlt = oggi a otto.
3) s. m. el vòtt = specie di compasso
usato per misurare la grossezza di corpi
rotondi.
vii, pron. = voi : pron. pers. singol. usato
parlando con qualche sprezzo, e con
altezzosità a persone soggette, e spe-
cialm. ai servi. Sarebbe bene scompa-
risse l'uso di questo modo superbo.
viij, s. m. = l'erba voglio. Nella frase :
el viij Ve àpos à Vilés = l'erba voglio
non nasce nemmeno in Boboli. Vedi
erba, 12).
Tiiìj, esci. = ohe ! eh ! ehi ! : viiìj, ri-
spònd! = ohe, rispondi.
viilcàuo, s. m. = vulcano: monte da
cui escono gas o materie infiammabili,
pietre, lave incandescenti, fango, ecc.
11) Fig. : di mente molto eccitata,
d'animo appassionato, focoso, anche
facile all'ira.
Tiilnerària, s. f. = vulneraria : anthyl-
lis vulneraria : = sorta di pianta co-
mune buona per le ferite.
Tun
926 —
vuu
Tun, agg. = uno: il primo dei numeri.
1) Pron. indeterminato: uno; «'fiweZ
dìs bitneh, VtUer el dìs négher = uno
dice bianco, l'altro dice nero.
2) IJn uomo qualunque : è staa chi
vHn à cercati = fu qui uno a cercarti.
3) ciàpt v^n per VtLlter = prendere
uno per l'altro: equivocare fra due o
più persone o cose.
4) à vHn à 'VÙn = a uno a uno: il
distributivo di uno.
5) vè§s nUmer viln = esser l'asso:
si dice di cosa clie sia la migliore nel
suo genere.
6) vHn per Un fa maa à niéUn =
uno per uno non fa male a nessuno :
è giustizia.
7) tUti i dì en paia tdn = tutti i
giorni ne va uno.
8) s. m. = un tale; è étaa ehi vHn
= fu qui un tale.
rfina, agg. = una : è il femminile di rfìn,
in tutti i suoi significati.
1) vèghen sémper runa = aver sem-
pre qualcbe malanno, qualche briga,
e sim.
2) vegninn à v&na = venire alla
conclusione, concludere.
3) s. f. vùna = un tale; Véra vUna
che ghe piàséva à àndà à spàèè = era
una tale a cui piaceva andare a spasso.
rune, agg. = unto. Tedi une, anche pei
derivati.
1) dàghela vùncia = fare ì ponti d'oro,
dar grande vantaggio.
yfincia, (à dàghela) m. d. d. = a darla
alta, al più, a dir molto; à dtighela
'vùncia podàrdn resisi àncàmò trii
més = a dargliela alta poti-anno resi-
stere alti-i tre mesi.
vundes, agg. = undici : num. card. : dieci
più uno.
Tun^, r. att. = ungere. Vedi ung.
1) vung i man = ungere le carru-
cole: far dei regali per ottenere la
protezione, il favore di qualcheduno.
Tiità, n. att. = aiutare. Vedi iuta.
Tìifl, part. pass. = avuto : dal verbo avere.
Vedi àvnu.
APPENDICE
àbàtimènt; s. m. = abbattimento, spossa-
tezza, languore. Anche in senso morale.
abominévole agg. = abominevole : degno
di abominazione.
àbordàj v. att. = affrontare : recarsi da-
vanti a una persona all'improvviso, ri-
solutamente, quasi aggredendola.
àbusiràinént, am. = abusivamente : in
modo abusivo, per abuso.
àcentàj v. att. = accentare : mettere
l'accento sulle parole.
àcolà^ V. att. = accollare : addossare un
peso, una spesa a qualcun^.
àcqnirént, s. m. = acqiiirente: chi ac-
quista comprando, e per noi anche chi
aspira a comprare.
àciisàtÌT, s. m. = accusativo. T. gramm.
il caso del complemento oggetto nella
proposizione.
àderèiisa, s. f. = aderenza: relazioni,
amicizie altolocate, delle quali potersi
valere per avere favori o protezione o
difesa.
àdiilteraa, agg. = adulterato, falsificato :
di cibi, bevande e sim.
àfrònt, s. m. = affronto : azione o pa-
rola che offende.
agevola, V. att. = facilitare, render facile.
àgiùut y s. m. = aggiunto : impiegato
che si dà ad un altro o ad un ufficio
per aiuto.
alari, avv. = all'ai'ia: marniti alari tu-
écòH = mandar tutto all'aria.
1) In disordine: vègh là cà alari =
aver la casa sottosopra, in disordine.
àmàss, s. m. = mucchio : cose ammassate.
àmist, s. m. = marmotta: specie di
pelliccia.
àmm. Vedi gnànim nel vocabolario.
àiuortisà, V. att. = mortificare, anestiz-
zare : rendere insensibile una parte del
corpo per poterla operare senza dolore.
anbén. Vedi àncàbén nel vocabolario.
àndaa, agg. = andato, disfatto, finito,
logoro : di cosa e dello stato di salute
delle persone : V è on òmm àndaa = è
un omo finito, disfatto.
àngerotèll, s. m. = angiolino. Vedi àn-
giolìn, 1) nel vocabolario.
àngouìa, s. f. = agonia. Vedi nel vo-
cabolario agonia che ora usa di più.
ansa, s. f. = ansa, presa, e sim.: di
quelle sporgenze nei vasi di terra che
servono a poterli prendere.
àntecesór, * s. m. = antecessore: chi
ha preceduto uno in un ufficio, in una
carica, e sim.
àpèrtàmént, avv. = apertamente, fran-
camente : con franchezza del parlare.
àplicàss, V. rifl. = applicarsi : occuparsi
darsi a un lavoro.
àprètt, s. m. = pappa: la salda che si
dà alle tele di lino, specialm. se nuove.
àràss, s. in. = arazzo: drappo per or-
namento tessuto con lane e oro filato
e istoriato,
àrborèla, s. f. = alborella: pesciolino
argenteo dei laghi lombardi.
àrirà, * v. att. = arrivare. Vedi riva.
àrliatt, s. m. = superstizioso: che ha
molte ubbie e pregiudizi per il capo.
arni
928 -
cas
àriuàuiènt, s. m. = armamento : prepa-
rativo di guerra.
àriuòuiuiu, s. m. = armonium: stru-
mento simile al pianoforte che suona
come un orgaiio a cui si dà l'aria mo-
vendo i pedali.
àsedìà; V. att. = assediare: cingere di
assedio. T. milit.
1) rig.: star sempre intorno ad uno
importunandolo, per ottenerne qualche
cosa.
àstusia, s. f. = astuzia : astutezza, fur-
beria: ma quasi sempre in senso buono.
àteniiàntf * s. f. = attenuante : cosa che
attenua la gravità e la responsabilità
di una colpa.
àiitèutich, * agg. = autentico : provato
autorevolmente che è realmente come
si dice.
àFàlà; * V. att. = avvallare : di cambiale :
firmarla sotto l'accettante per garanzia.
àvàllj * s. m. = avvallo : l'avvallare una
cambiale.
àyid, agg. = avido, bramoso : desideroso
eccessivamente di qualche cosa.
bàclièta, s. f. = posatoio : i bàchètt del a
gtibia = i posatoi: quelle cannuccie
che si mettono nelle gabbie, perchè vi
saltino su gli uccelli.
bàgriànàda, s. f. = baggianata: azione
da baggiano. Vedi bàgiàn nel voca-
bolario.
bà^uàda, s. f. = bagnata, bagno : l'a-
zione e l'effetto del bagnare.
bar, s. m. - bottega da caffè, bar : dove
si bevono liquori o caffè in piedi. Dal-
l'inglese bar.
bàrilètt del tòn = caratello : quelli che
ci arrivano col tonno sott'olio.
Bàrtolàmee, s. m. = Bortolomeo : nome
proprio di maschio. Entra nelle frasi :
infine indree, Bàrlolàmee = un via
vai, un andirivieni ; ed anche : un dire
e disdire; l'acqua dopo san Bàrtolà-
mee l'è bona de lava i pee = il pio-
vere dopo S. Bortolemeo non giova ai
campi.
Batista, s. m. = Battista: nome proprio
di maschio.
1) vègh là vièta che fa batista = aver
lo traveggole, non ci veder chiaro.
beghina, s. f. = beghina, bacchettona,
bigotta.
beni, (i) s. m. pi. = i beni, i poderi, i
possedimenti : in generale i beni im-
mobili di una persona.
berla, s. f. = figuraccia, cattiva figura,
non senza ridicolo: qiiUa l'è étàda dna
bérla.' = quella fu una figuraccia.
biligòrnia, s. f. = mattana: lo stato d'a-
nimo di chi ha dei pensieri uggiosi e
si sente disposto a montare in collera
per il più leggero motivo.
blàga, s. f. = vanteria, millanteria; de
bltga ghe n'ha tanta, ma à l'àto prà-
tich el vàr nàgòtt = di vanteria n'ha
molta, ma all'atto pratico non vai nulla.
Dal frane, blague.
bocìà, V. att. = bocciare. Vedi bocià, 3).
bronsón, s. m. = broncio : cruccio che
uno' tiene a un'altra persona per es-
sersi avuto a male di qualche cosa.
btigàroeù, s. m. = ceneracciolo : grosso
panno di canapa con che si copre la
conca ripiena e su cui si versa il ranno
bollente.
o
càcola, s. f. = minuzia : roba di poco
momento. Usa per lo più al plurale ;
V è on òmm che guarda tUti i cacai =
è un uomo che bada a tutte le minuzie,
càlembòr, s. m. = freddui'a: gioco di
parole. Dal frane, calembour.
càliciitt, s. f. = Calcutta: nome proprio
di città. Noi l'usiamo per significare
un paese molto lontano; el sta fina in
Càliciitt = sta fino a casa del diavolo.
cànàlètt, s. m. = zanella : canaletto o
rigagnolo nella stalla per lo scolo delle
urine.
càràvàna, s. f. = Vedi carovana, nel
vocabolario.
càrpògn, s. m. = raffrigno : ricucitura
mal fatta.
1) Le margini, raffrigno : brutta ci-
catrice di una ferita, di un' apertui'a
alla pelle.
cartina, s. f. = perendo, perondino: tutto
per l'appunto lisciato e azzimato.
càselànt, s. m. = casellante, cantoniere:
chi sta nel casotto a guardia lungo la ,
strada di ferro.
castiga, . V. att. = castigare, gastigare,
punire: dare il castigo, la pena per
correggere, educare.
- 929 -
càstigh, *\ m. = castigo, gastigo: la pena
inflitta por correggere, educare.
1) mhtt in càètìgh = gastigai'o, punire.
2) vèis OH càbtìfjh de Dio = essere
un castigo, un tlagello di Dio : essere
una disperazione, un tormento.
càstór, s. m. = castoro: mammifero an-
fibio.
1) càpèlL ijuànt de costar = cappello
guanti di castoro: fatti col polo o colla
polle del castoro.
crttàlètt e càtelètt, s. m. = cataletto,
bara: lottiiccio che serve a portare i
moiii a spalla dalla casa alla sepoltura.
cataplasma, s. m. = impiastro, catapla-
sma. Nel scuso proprio o nel fig. di
persona molesta, indiscreta.
Càterrna, s. f. = Caterina: nome proprio
di donna.
1) Mnta Catorbia là porta l éàech
déla farina = per santa Caterina la
neve alla collina.
2) iànta Caterina déla roeiìda: rò.y-s'
demtt de S. Caterina = essere scroc-
cone: di chi facilmoutc e volentieri gode
pranzi, ti'attenimonti, ecc., a speso altrui.
càtràmonàcia, s. f. = paturnia, malu-
more: il sentirsi non bene cosi fisica-
mente, come moralmente.
càvàgnee, s. in. = panieraio : chi in-
tesso di vimini panieri, cesti, corbelli,
e sim.
1) Vagliaio : chi fa i vagli intossuti
co)nc i panieri.
càvàlàut, s. m. = vettural'o : chi piglia
^ trasportar con carri e eavalli chec-
chessia da un luogo all'altro.
cavèrna, s. f. = caverna : gran buca
sotto terra, ma per osteus. di buca
profonda e sciu-a dovunque.
Cèca, .9. f. = Francesca : nomo proprio
di donna;
1) fa là cèea, rèse òua ceca = fare la,
essere ambiziosa, smaniosa di fare com-
parita.
2) là Cèca di birlincfhitt = la sora
Rosa de' burattini.
censór," s. m. = censore: colui che nei
collegi è specialm. incaricato di badare
alla disciplina.
1) Chi trova da diro sui costumi de-
gli altri e li correggo.
centrai,"' ngg. = centrale: che è nel
centro o vicino al oonti'o.
ceràlàca, s. f. = ceralacca o cera di
Spagna : sorta di resina oiicntale, na-
as»
turalmcnte rossa, che talora si ritingo
dello stesso o d'altro coloro e riducasi
in bacchettino ad uso di sigillare.
1) cànHa de ceràlàca = bacchettina,
cannello di ceralacca.
cìàpà, f. att. = Al u. 33 di questa voco
nel vocabolario, aggiungasi : le zucche
marine !" Si dico per negar cosa che ci
paia impossibile, sebbene fortemente
sostenuta da altri.
cicatrice,* e cicàtris, *. /'. = cicatrice :
il segno che lasciano lo ferito richiu.se.
cicàtrisàss, o. ri fi. = cicatri/5zaro_, ri-
sarcire : rinchiudersi e ritornare della
carne sulle piaghe o ferito.
citàsiòn,* .s-. f. = citazione : l'atto di
citare e l'atto legale col quale si cita.
1) Il citare, allogare ; d'autori : V^-
on lìber fràpp pièn de cità.Hòn = ò un
libro troppo pieno di citazioni.
cocàrda, s. f. = pasticcino : la cocoarda
che i servitori di nobili case portano
al cappello.
còccli, .9. Dì. = il carI)one coke, si dico
in italiano anche : arso.
cognoss, V. att. = conoscerò. V'odi no!
vocabolario conoss.
oomi^letà,* r. att. = c<mipletaro : a^--
giungorc a una cesa quello che manca
di determinato ; hoo mài podim iroà
de compietti là tóa rà-colta d/,-. holitt =
non ho mai i)otuto trovare da com-
pletare la tua collozione di francobolli.
comporta, v. alt. = importai'e, richie-
dere: valer la sposa.
compra, v. att. = compraro. Vedi nei
vocabolario erompa.
compràdòr,'^ •s\ m. = compratore : olii
compera.
conchiu, s. m. = zangola : grosso catino
di legno per ammollarvi il bawalà, dar
da mangiare alle Ixistie, ecc.
cónsa, s. f. = pinzimiglio : olio, aceto,
sale, pepo por sparagi e carciofi. Vedi
anche cònscia, nel vocabolario.
consnnt, agg. = consunto : ammalato di
consunzione.
copertina, .«. f. = copertina : quella dei
libri, dei giornali in fascicoli, qoc.
coronìu, s. m. = ciambellina : specie di
pasta dolce in forma di anello.
corsìv, agg. = corsivo : specie di carat-
tere adoprato comunem. nello scriverò
e adottato anche a somiglianza nella
stampa : contrario di : tondo.
cos
930 —
est
così, ave. = cosi, in questo modo. Vedi
aei vocabolario insci.
costriitt, s. m. = costrutto, vantaggio;
f/'Jioo àr/iì'i Oli bèli coétriitt de tùti i
ììiè mgn'fìsa' = ho ricavato un bel co-
strutto da tutti i miei sacrifici.
créa, (tèr.a) s. f. = creta. Vedi creda,
noi vocabolario.
cremili, s. f. = il fiore, il fior fiore : la
parte più eletta di una cittadinanza, di
una società,
crèpàcoeur, s. m. = crepacuore, aftlizione.
crìco. A'edi cràco nel vocabolario.
crochet, s, m. = crochet: specie di gioco
che si fa con mazze, palle ed archetti
di ferro. DalU inglese hricket.
cuna, ■•<■ f. ' nella frase giiigà tila cuna
= giocare a ripiglino. Vedi nel voca-
bolario didìiia.
cilràsò s. m. = curassò : liquore fatto
colle luicco delle aranco.
I>
«lavanti, ave. = davanti, innanzi. Tedi
nel vocabolario denàns.
dèli, are. = dentro, A'oce idiotica che
s'ode ancora por deiit, dèiiter.
deiitaa, s. m. = addentellato: ordine, se-
rio di morse in un muro : cioè quei
mattoni che alternatamente si lasciano
>'porgcnti dal muro, per attaccarvi una
eventuale continuazione di fabbricato.
deserà, avv. = di sopra: contrario a de-
bàss = abbasso e a desòtt = di sotto.
diàcoii, s. m. = diacono: prete che canta
il vangelo.
dirama, r. att. = diffamare : sparlare
contro la fama altrui,
difàmàsion, * «. f. = diffamazione: il
diffamare e quanto si ripete a questo
scopo.
diferi, V. att. = differire: rimettere a un
altro tempo.
diflcilòtt, agg. = difficilctto : piuttosto
difficile, quautimque non molto.
difidàsiòn, s. f. = diffida: l'atto del dif-
fidare nel senso legalo. A'edi nel voca-
bolario difldà, 1).
dilàsiòn, * s. f. = dilazione: il differire
e specialm. il tempo che corre fra
quello fissato e quello a cui si rimanda.
dimentica,* t\ att. = dimenticare. Vedi
nel vocabolario desmentegà.
dimètes, ^'. jv'//. = dimettersi: rinunziare
a un impiego, specialm. per pressioni,
per volontà, por forza di cose.
dìnci, (per) esclam. = per Dio, per bacco.
dìrètt, agg. = diretto : specialmente di
treni ferroviari.
dirocaa, agg. = diroccato: di opera mu-
rata, buttata giù, in rovina.
dìsàèter, s. m. = disastro, rovina: gra-
vissimo danno,
disponibilitaa, .<?. f. = disponibilità :
stato d'un impiegato civile o militare
che è dispensato dal servizio a tempo
indeterminato.
distésa, s. f. = distosa: estensione grande
di teiTcno.
1) fila distèsa = a distesa ; sona,
canta Ma distésa = sonare, cantare a
distesa, cantare alla diramata.
disiiàd, r. att. = dissuadere, distogliere:
persuadere uno a non fare una cosa.
dò, ^'. m. = do: nota musicale.
dolile, (or) s. m. = similoro : lega di
zinco e di rame simile all'oro. Dal frane.
doublet.
dondà, V. att. = fare la ninna nanna:
muoversi barcollando, specialm. dei mo-
bili a cui manchi qualche piede o so-
stegno.
dormì, V, att. = dormire : dormì dèla
prima = dormir la pelosina: dei bacili.
1) dormì dèla èegónda = dormir la
cinerina: dei bachi.
2) dormi dèla quarta = dormir la
grossa: dei bachi.
dormida, s. f. = dormitura : dei bachi.
dotrinèta, s. f. = la scuola di dottrina
nelle chiese, specialm. come prepara-
zione ai sacramenti.
diirà, v. att. = bastar bene ; Vv on uga
che dura on ànn = è un uva che basta
bene un anno.
B>
erìges, v. rifl. = costituirsi, farsi; 'vcenrcn
eriges d màèéier d& tilec = vogliono
costituirsi maestri di tutti.
escliisìv, agg. = esclusivo: cho esclude:
di persona o di cosa che non riconosce
che sé stessa o il proprio modo di pen-
sare, 0 che non ammette se non il iiro-
prio modo di essere, escludendo ogni
altro.
éstim, s. m. = estimo: registro delle im-
poste sui teneni e relativa stima.
ève
- 931 -
gof
evenièusa, .«. f. = evento : la cosa av-
fàj, s. m. = nome di una stoffa di seta
per vestiti da donna. Dal frane, faille.
fàlc,* -s'. f. = falce. Tedi fòle nel voca-
bolario.
fàlcètt, * s. m. = falcetto: piccola falce.
faraona, (gàlìua) s. f. = gallina faraona:
una sorta di gallino colle penne nere
picchiettate di bianco, colla carne ros-
sastra, ottima a mangiarsi.
fàsGi'àda, s. f. = fagiolata : una bella
mangiata di fagioli e anche un bel
piatto di fagioli.
fàsàdùra, s. f. = fasciatura: il fasciare
0 cosa fasciata.
favo, s. m. = vespaio. Vedi vespee, 3)
nel vocabolario.
felicita», s. f. = felicità : l'essere felice,
contento.
ferinàpe, ■?. du = cordone : sorta di pietre
che si mettono attraverso a una strada
troppo ripida por poterci puntare il
piede e per sostener bene il ciottolato.
fèstiYàll, s. m. = palco da ballarci, ballo
pubblico : padiglione eretto in occasione
di feste per danzarvi a pago, pubbli-
camente. Anche : festa popolare.
fiàsclieterìa, * s. f. = fiaschetteria: bot-
tega dove si vende vino al minuto e
si dà da mangiare e da bei^e.
iilòn, ••?. »i. = furbacchione e spilorcio,
. stentino.
filòsof, s. m. = filosofo: chi studia, pro-
fessa la filosofia, e volgami, chi piglia
lo cose del mondo con una certa in-
differenza.
filsa, s. f. = sfilata. Vedi iiifllàda nel-
■ l'Appendice.
fognata, V. att. - rimpiattare, api)iat-
tare. Frequentativo di fogna. \"edi
nel vocabolario fogna, 1).
foj, (che fitt che) = Vedi nel vocabolario
■fltt, 6).
foràgià, V. att. = fumarsela, battersela:
andar via in fretta.
1) Eubaro ; quando clii ruba lo fa
con una certa astuzia.
formilion, s. m. = formigliene: arnese
per prendere la misura dei cappelli e
por addattarli alle varie misure.
fornidOr, s. m. = fornitore: chi fornisce
prende a fornire, e per noi specialm.
i bottegai dove si va a far le spese.
fóter, s. m. = coso, arnese : hoo troaa
on fóter che eoo nò còm 'l sìa = ho
trovato un coso elio non so che sia.
frànsa, (tàcà là) i\ att. = ricamare : di
persona che mormora dei fatti altnii ;
far la frangia raccontando i fatti a ca-
rico degli altri.
frasca. Aggiungi nel vocabolario il pro-
verbio se no hin fràPch hin foeuj =
tanfo zuppa che pan lavato. Vedi
pan, 22).
fréga de bòtt, de legnàd, .<?. f. = una
serqua di botte, di legnate ; dàghen
ona frega = darne una serqua,
fung, s. m. = subbiello: pernio del ca-
lesse per allungare o accorciare i ci-
gnoni.
fiirb, agg. = furbo. Vedi nel vocabolario
fiirb.
Oc
galatèo, * .'-•. w. = galateo: le buone
creanze.
gàrboeùsc, agg. = rauco : chi si sente
raspo in gola.
gigolà, V. att. = stridere : del suono cho
danno i cardini girando se non sono
unti .
1) Anche: gridare; se il grido è
acuto.
gir, s. m. = ripesco : intrigo amoroso,
amorazzo.
giràbil, * agg. = girabile: che si può
girare.
Gilìda, s. m. = Giuda: nome dell'apo-
stolo che tradì Cristo e, per antono-
masia traditore.
1) fa là mìM de Giuda = far la
morte di Giuda: impiccarsi.
GiQli, s. m. = Giulio: nome proprio di
uomo.
1) Scherz. : l'orinale, il pitale. Vedi
nel vocabolai'io orinàri,
giiisènt, agg, = succoso : pieno di succo.
goeubb, s. m. = sgobbo : studio faticoso
o materiale in cui poco lavora la mente;
à écMa ' l fa polid. ma V è tiitt gcnuhb
= a scuola fa bene, ma è tutto sgobbo.
1) làorti de gambb = lavoro di sgobbo
di fatica, di studio : in cui non c'è
ispirazione, ne ingegno.
gofré, V. att. = stampare fiori finti.
i?i-a
— !J32 —
ini
gratoar, ••?. m. = grattino : sti'umeoto da
orefici.
Tàcom, (jriaoomo. \"edi nel vocabolario
ti(ià<;om.
iiribàchetà, r. att. = far le filze degli
zoccoli. T. degli xocool.
imbardi, s. m. = imbarco. E, comò
l'imbarcadèro, luogo dove si imbar-
cano persone o cose, ma è più gene-
rale, perchè vi possono andare anche
lo barche e lo barchette.
ìmbosàràsen, v, ri fi. = infischiarsene,
imbuscherarsi : non importainie nulla
di juilla.
imbroión, s. m. = trappolone : colui che
trai)pola questo e quello. .Aggiungi a
iitibroiun nel vocabolario.
imposesàss, v. rifl. = impossessarsi :
prender possesso, impadronirsi.
1) Acquistare pieno possesso d'una
cognizione.
imprendfiii, pari. pass. = appreso, im-
parato. Dal verbo imprèiid = appren-
dere, imparare.
impresa, ovv. = in frotta, lestamente.
impròiit, s. IH. = impronto : foglio di
calta disteso sul timpano e tagliato o
taccheggiato onde adattarne la super-
ficie al piano della forma, perchè non
resti troppo forte, né troppo del)ole qua
e là l'impressione.
impiitau, s. 7n. = iniputato, accusato :
la persona imputata e chiamata in giu-
dizio.
inalberasi, v. rifl. = inalberarsi : di chi
è spinto a movimento risoluto di of-
fesa, di cruccio.
inàns e iiidree: fa àndà intim e in-
dree el ^càldàlHt = strusciai'e lo scal-
daletto sulle lenzuola.
iuàpelàbil,* agft- = inappellabile: contro
cui non è permesso appellarsi : di sen-
tenze giudizi, e sim.
iiiàyerténsa , * s. f. = iuavA'ortenza:
mancanza d'avvedutezza, distrazione.
incapace, * agg. = incapace : non ca-
pace, che non sa faro, che non ha lo
qualità necessario a un dato oggetto.
incdgnit, * agg. = incognito : che non
si conosce.
1) viàgià incògnit = viaggiare inco-
gnito : dei principi che viaggiano senza
gli onori del proprio grado, come pri-
vati.
iucomorìss, r. rif. = imbarcare, pie-
garsi : di tavole, assi, che si piegano
specialmente in senso convesso.
incomplètt, agg. = incompleto : a cui
manca qualche cosa. Contrario di com-
plèti.
ÌMC0re8:ìbil, * agg. = incorreggibile: (/ho
non può essere corretto, che non vuole
correggersi.
increspa, v. att. = increspare: formavo
le crespo.
increspàdura, s. /. = increspatura : ì' in-
crespare 0 l'insieme dello crespo wA
cuciti.
1) Increspamento: l'incresparsi.
incricàla, v. att. = indovinarla, az/, r
caria: trovar la strada Imoua per av. iv
qua]<;ho vantaggio.
incfidin, * >-. f. = incudine. Vedi ìuA
vocabolario : incfisgen,
indecis, agg. = indeciso, incerto: lii
persona che non si decide.
iudecisiòn, s. f. = indecisione: sr,,- .
dell'animo per cui l'uomo non si de oii ,
indipcndènsa, s. f. = indipendenza: -■•
ritato di chi è indipendente.
indìpendènt, ngg. = indipendente: ■ ;?•■
non dipendo da altri, non è soggetto
ad altri.'
iudoè J arv. = dove? Sonpre interro-
gativo.
ìndol, s. f. = indolo: natui-alo inoli' -
ziono 0 disposizione dell'animo.
iudiisiòn, * s. f. - induzione : giudi;cio
che consisto noli" indurre una cosa da
un'altra.
Infesiòn, * s. f. = infezione: l'azione li
un dato virus sull'organismo^ che svi-
luppa la malattia d'infezione.
infliàda, s. f. = sfilata: lungo ordine di
nomi, di parole, di pensieri e sim.
posti l'uno dopo l'altro di seguito.
Vedi anche nel vocabolario infilerà.
insiuiiàsiòn, s. f. = insinuazione: di-
scorsi maligni fatti per indurre il so- '
spetto ncir animo altrui.
insìprià, r. att. = incipriare : dare la
cipria.
iutàponii, agg. = intontito, instupidiro.
inteligrt'usa, •' s. f. = intelligenza : fa-
coltà di intendere, abilità: l'usare nello
operazioni il criterio per gli opportuni
miglioramenti.
ilit
938
m©n
1) Di buona rolazionc. d" intesa fra
persone.
iiiteligrèiit, '' ogrj. = intelligonte : che
intendo molto: ohe dimostra intelli-
genza.
1) intGligmt de... = intelligente di...:
che si intondo di quella cosa, clie è
competente a giudicarne.
iiitensionaa, agg. = intenzionato: che
)ia intenzione.
1) In'n, mal intenéìomm = itene,
male intenzionato : con ìjuone o cattivo
intenzioni.
iuràd, V. ait. = invadere: di folla che
entra precipitosa in nn luogo.
intòpp, s. m. = intoppo, ostacolo, diffi-
coltà.
iutopàss, r. rifl. = otturarsi: quando
una canna si riempie di materie solide
iu modo che ne resta impedita la via
ai liquidi, al suono, alla luce e sim.
iuYàlSj agg. = invalso: di ciò che ha
proso a valere, ad aver forza di esten-
sione.
iuYersàda, s-. f. rinterzo: al biliardo il
colpire la palla avversaria dopo aver
toccato colla propria duo mattonelle.
ìiiTentà. Aggiungi ad inventa nel vo-
cabolario.
1) ne inventa vfma tuti i di = una
no fa e un'altra ne peasa : di chi va
sempre mulinando qualche cosa di nuovo
l>er lo più in senso non buono.
V
la-a, -s. Vi. = la : nome della sesta nota
musicale,
1) dà el lan = doi'e 1' intonazione ;
nel senso proprio e nel figurato.
laciòtt, s. m. = bamberottolo, bamboccio:
di bambino paffuto, ma poco energico:
qualche volta anche d'uomo.
làmeutànsa n. f. = lagnanza, lagno : il
lagnarsi.
lànterniu x. m. aggiungi a lànteruin,
1) nel vocabolario; cerca i fàétidi col
làntermn = cercare i malanni col fu-
scollino.
lijttj s. rn. = latto: compra, vend per
fina ciòca de k'ttt = comprare, vendere
por un tozzo di pane: a prezzo bas-
sissimo.
làudano^ s. m. = laudano. Tedi làfiden,
nel vocabolario.
le, pron. = lo, la: oggetto della preposiz ;
le traùca minga = non lo, non la trova;
le ved de tontdn = lo, la vede da lon-
tano.
Ièna, s. f. = lena : forza di spirito e di
volontà per sostenere fatiche; Utorti de
Una = lavorar di lena, di bona volontà.
libràri, ai/g. = librario: da libro; ci cO'
mercio libràri = il commercio librario.
lineùmént, s. m. pi. = lineamenti. Vedi
lìuiiunènt nel vocabolario.
liscìoàr s. ni. = liscioar, lisciatoio: stru-
mento di legno per dare il lucido ai
cappelli. Dal frane, lissoir.
lord, (pès) s. m. = peso lordo: non ta-
rato, non defalcato.
lorda, (rèndita) s. f. = rendita lorda:
iicnza calcolare i pesi, le spese.
màijèta, s. f. = mugherino: di giovanetto
galante che veste agghindato.
màij arv. = mai : rànn del dliii el més
del mài = il prim'anno che non è neb-
bia: per dire mai.
niàngrÌB. Al verbo nel vocabolario aggiungi
la canzonetta iufantile che noi diciamo;
mi g'hoo fàmm: mangia '/ scàgn - el
écàgn l'è diìr: mangia '/ mur - el mÈr
rè fàft: mangiaci rati - el ràtt el cor:
mangia l' amor - ràmòr el scapa:
màtigia là caca - là caca là èpUm :
niàngela tuta - tÈla rè mtnga à^ee:
màngen on atee - on Hee l'è tròpp: in
bòea on sciòtt. E tiritera volgare che
in toscano non ha l'esatta corrispon-
denza. Tuffai più si può citare come
una approsimazione la canzonetta citata
nel vocabolario a niàròn, 7).
mànica, volta indree i niànich = sma-
nicarsi : tirarsi sir al gomito le maniche
della camicia.
wxòfinter. = mò, un po', ora: noi l'usiamo
spesso senza un vero e proprio signi-
ficato e piuttosto come rinforzativo ;
guarda mo' = guarda un po'; l'è mo'
chi, Ve mò là... = è poi qui: è poi là....;
e niò'f cóme- la fé min = ed ora? come
la mettiamo? E simili.
ntolèta, s. f. = fermaglio: oggetto in due
pezzi fatto a borchia o altra forma ar-
tistica clie serve a formare due capi
separati.
mougrolflè, b. m. ~ acqua acconcia eoa
muf
_ 034 — più
parecchi sciroppi, mareno, ribes, lam-
poni 0 sim.
luufolaj •■*. /*. = inufola : specie di forno
per cuocervi porcellana e terraglie.
Miisòcch^ s. m. àndà à Musòcck = an-
dare a Trespiano : dicono i fiorentini
})or morire, perchè a Trespiano ò il
loro cimitero, come il nostro è a 3Iu-
socco.
1) vcès de Miisòcch = essere sempre
imbronciato, col muso lungo.
n:
nas, 6\ in. = naso: fa on gropp éiil nas
= farsi una tacca sul naso: si dice per
scherzo ad uno, perchè si ricordi di una
data cosa.
nàta, (fa '1) = fare il bravaccio, il gra-
dasso: è modo piuttosto volgare.
!Nàtal) 5. in. = il Natale. Vvox .'. à Nàtdl
et ihàcc d.on gali = al dì di san Tome
cresce il di quanto il gallo alza il pie.
1) seiòcch de Nàtàl = ceppo: il tronco
che si usa l^ruciare sul camino la festa
del Natale.
nercìn, s. ni. = stentino : di bambino
che vien su male, a stento, patito.
UH'oI, vèf/h là testa in di nhol. A'edi
tèsta, 7) nel vocabolario.
Noè, s. m. = Noè : nome proprio di
uomo.
1) pari Vttrca de Noè = i>ai*er l'arca
di Noè: di casa ove si aUeviuo molti
animali, come gatti, cani, uccelli e sim.
nòtt, s. f. = notte: jjà.sà là nòti = per-
nottare : passar la notte dove non siamo
soliti, fuori della propria casa; spe-
cialm. di chi viaggia.
nuovàmèute, * ave. = nuovamente, di
nuovo : modo di saluto, per indicare il
desiderio di rivedere presto una persona.
o
oàl, agif. = ovale. Vedi ovài nel vo-
. cabolario.
«beraa, agg. = oberato, fallito : carico
di debiti insolubili.
odoriisc, s. m. = odoraccio: odore cattivo,
e per noi non ben definibile.
oficiós, agg. = officioso : di notizia che
pur non venendo dalla fonte ufficiale,
si ha ragione di crederla .ispirata> sug-
gerita da chi le cose può saperlo e ,
vuol che si sappiano. j
oleogrràfia,* s. f. = oleografia : riprodu- '
zione di un quadi'O a colori colla pietra, j
olt ràgia, v. att. = oltraggiare: faro ol- j
traggio, ingiuria grave, ingiusta. I
paia, s. f. = 0]>acità : è difetto di splen-
dore nei diamanti. T. di gioiellieri.
pàuscia, s. f. = pancia. Prov. : jfttnscict
jyièna crea ìntnga à qiièla vreiìia. Vedi
nel vocabolario: vceuj, 3).
pàuse, agg. = violetto, violaceo : color
viola mammola. Dal frane. : jienscr.
pàpera, s. f. = papera, sbaglio : errore
commesso specialm. parlando e reci-
tando.
pee. Aggiungi a pee, 18) nel vocabolario:
boria giù in pee = cascar ritto, o ritto
come i gatti : di chi esce con poca
danno da grave i>ericolo. E in fine :
■pt'ss ne à pee ne à carati = essere a
mezz'aria: di chi ha perduto il certo,,
per l'incerto che non lia conseguito.
pesca, r. att. Aggiungi a pesca nel vo-
cabolario: soo minga dòe àndà à pe-
ccali = non so dove andarlo a pescare,
non mi posso rammentare chi sia : di
persona che ci par di conoscere e non
sappiamo rammentarla bene.
pesenterìa, s. f. = pitoccheria, pezzen-
teria : azione da pitocco, da spilorcio.
piàtt, s. m. Aggiungi a piàtt, 4) nel
vocabolario : làvàdùra de piàtt -^ rila-
vatura, rigovernatura: l'acqua che ha
servito per rigovernare i piatti.
plastron, s. m. = piastrone. T. di scher-
ma : arnese di tela d'olona imbottita
che serve negli assalti per insegna-
mento ad attutire, riparando, lo botte
schermendo.
1) Sparato della camicia: la pai-te
insaldata che copre quasi piastra il
petto.
2) Noi chiamiamo cos-i anche una
specie di cravatta larga e piatta elio
copre buona parto del petto sotto alla
sottovesto {jgilè). Dal frane. : plastron.
pliisc, s. m. = felpa, peluzzo: drappo di
seta 0 di lana col pelo più lungo del
velluto, serve per guarnizione d'abiti,
specialni. femminili. Vedi nel vocabor
laiio félpa.
poni
- 935 -
sbr
pompài'dìiia, (in) = iu gala, sgargiante:
di chi è vestito dei migliori abiti e con
galanteria vistosa.
porcelàiia, * s. f. Aggiungi nel voca-
bolai'io : ///i' h intórno là porcdàna.
Vedi màidlega^ 3).
previdénsa, * s. f. = previdenza : il pre-
vedere, l'ossero provvido.
probàbilméiit, * avv. = probabilmente,
con probabilità.
pi'ofésa, .>*. /'. = professa: suora che ha
fatto professione di voti religiosi.
propala, r. att. = pi'opalare: spargere
notizie nel pubblico.
prosperà, * v. att. = prosperare : cre-
scere, divenir prospero.
prosperìtaa, -f. f. = prosperità, flori-
dezza: di condizioni di saluto, o eco-
nomiche che prosperano, fioriscono.
prosimàtiv, agg. = approssimativo. A^edi
aprosìmàtìv nel vocabolario.
piitpurì, s. m. = pupurrl, centone: una
miscela di cose varie e buono. Dal frane.
ììot'pourri.
1) T. music. A'ari pezzi di musica
tolti da un'opera o da vario opero, e
uniti a formare un pezzo solo.
ràbèscli, s. m. = arabesco, rabesco. Vedi
àràbèsch nel vocabolario.
repentàli,* s. m. = repentaglio: rischio
por cimento ; mètt à repentàli = met-
tere, porre a repentaglio : cimentare,
arrischiare.
residèiisa, * .s\ f. = residenza : il risie-
dere, l'aver domicilio temporaneo e di
fatto in un luogo.
residèut, * .s-. m. = residente: chi ha la
residenza, il domicilio temporaneo e di
fatto in un luogo.
rèt, .s. f. e m. = reto. Vedi rèd noi vo-
cabolario.
ridonda, v. alt. = ridoiidare, ricadere:
tornare a danno, di rado a vantaggio,
di uno.
rilevaa, agg. = rilevato: sporgente, con
rilievo 0 ricamo; dna stòfa à fuir ri-
levaa = un drappo a fiori rilevati.
rilevànt, agg. = rilevante, iihportante:
di cosa di f[xwlcho gravità, di qualche
valore.
rilevatàri, s. m. = rilevatario : chi ri-
leva, compera la roba già comprata da
altri che so ne vuol disfare.
romp, i\ att. = roinp là legna = tribbiare
le legna: rompere le legna da arderà
colle mani; romp on poo de Ugna per
là stua = tribbiare due legna per la
stufa.
rfìscà s. f. - là ruéea di càstegn = ti-
glio: la buccia della castagna che ò deu-
tro il guscio e avvolge immediatamente
il frutto.
sàbàdilia, s. f. = sabadiglia: pianta mes-
sicana di cui il seme e frutto sono usati
in medicina contro i parassiti della
pelle.
sàbo. Aggiungi : che deriva dal frane.
sabot.
sàca, s. f. = sacca. Xoi l'usiamo nelle
sole frasi là sàca de viàgg = la sacca
da viaggio, e fa ààea = far saccaia.
Vedi nel vocabolario sàccli, 14) e 15).
sàgrlier, s. in. = tanghero, villanaccio.
jSToi l'usiamo però specialm. nella frase;
làorà còme on i'àgher = lavorare oon\e
una bestia, come un somaro : cioè la-
vorar molto 0 faticosamente.
sago, s. m. = saggina bianca: una specie
di cereale a granelli piccoli, per mi-
nestra.
sàles, s. VI. =
rio sàres.
saliva, V. alt.
dante saliva,
calice. Vedi nel vocabola-
= salivare: fare abbon-
per qualsivoglia eccita-
zione delle glandule salivali.
sàltàfisi, s. m. = aQcidonte, nabisso :
di uomo 0 ragazzo troppo -vivo, non
buono.
sàlveregìna, * 5. /". = salverogina: ora-
zione a Maria.
sanatoria, * .5. f. = sanatoria: sentenza
deliberazione e sim. colla quale si le-
gittima e corregge un atto fatto contro
la legge 0 le regole legali.
sàntàgiistìu, s. vi. = silvie : nome d'un
carattere tipografico, cho equivale ni
corpo 14.
sàvoiàrd, s. vi. = savoiardo : specie di
un biscotto che si inzuppa nello acquo
acconce o nel vino.
sbàndàss, v. rifl. = sbandarsi, dispera
dorsi.
sbrofòii; .5. in. = abboadone, millanta-
:ica
- 936
ten
r-.rc : chi fa graudozzate per osteata-
ziono.
.scàldàlèlt, s. )}(. = fa. àlida inane e in-
tìrcr 7 §e(ikkìlèlf = strusciare lo scal-
daletto sullo lenzuola.
.scii motta, s. f. = uua smorfiosa, una sca-
jnonea: spregiativo, di persona di poca
salute e uggiosa.
scàudàlìà, r. atf. = scandagliare: esa-
jiiinaro collo scandaglio e fig. esaminar
con cura, tentare, assaggiare, specialm.
l'opinione altrui.
scàng"èll, «. III. = piccolo banco sopra il
quale i tipografi depongono le tonno
destinate alla scomposizione.
scansìa, s. f. = scansia : banco ove i
tipografi tengono le casse dei caratteri.
scàrtegiii, s. III. = scardassatore, scardas-
siere: chi fa il mestiere di scardassare
la lana, cio<'' raffinarla cogli scardassi.
sc^^nàri, s. m. = scenario : la scena di-
pinta che foj'iiia il fondo del palcosce-
nico.
Scèves, s. III. = Seveso : il fiume che
passa sotto Milano. Dal raccogliere che
esso fa tutte le immondizie è passato
■A denotare fig. cloaca, fogna; el par on
seeves = pare una fogna, una cloaca.
schiscia, s. f. = morosa: l'amorosa, l'a-
mante.
sciàinoà, s. m. = color camoscio. Dal
frane, chamoift.
sciàmpìrolin, s. in. = zam petti na : lo
diciamo por vezzo allo manine dei
Itambini.
soiàncrà, r. alt. = scavare: far l'incavo
della vita, negli abiti.
scìàncràdui'a, .s. f. = scavo: incavo della
vita, negli abiti.
sciàrlòtt. Aggiungi nel vocabolai'io che
-deriva dal frane, charlotte.
sci gore, s. III. = una parte del cappello
da donna e precisamente quella specie
•■li tesa che dalla testa scendeva un pò*
intorno al collo. Ora non usa più eia
pai'ola va disusando anch'ossa.
!$cimàda, s. f. = cimata : l'atto e l'ef-
fetto del cimare le piante. .
seisciàbobó, esci. = dicatti I Todi cinà-
fòse, nel vocabolario.
«coefila, s. f. = scuola : voce ancor viva,
quantunque quasi interamente sosti-
tuita da scola.* Vedi noi vocabolario.
èei^niidura, s. f. = segnatara: numero o
lettera che si segna in calco a ogni fo-
glio di stampa.
1) Il segno che distingue un oggett,-
dagli altri e lo fa riconoscere fra molti.
semi néri, s. ni. = seminatura: il semi-
nare e il tempo del seminare.
Seneca, s. f. = vipera, serpente: di donna
stizzosa, bisbetica.
sfèrlàda, s. f. = stracciata, sti-appata:
l'atto 0 l'effetto dello stracciare, dello
strappare.
sgrliìrìbiss, s. VI. = svolazzo. Vedi nel
vocabolai'io ghirlbiss.
sgriss, s. m. = pocolino, minima quan-
tità. Vedi nel vocabolario cicìn, fre-
guin.
signeli, (oh) esci. = o Dio I o Signoic !
iSignoriddio !
si ss, s. m. pi. = i soldi, le monete : e
voce usata j tarlando ai bambini.
1) Noi gioco della morra : sei.
socialista, s. rn. = socialista: chi è af-
figliato a idoe di socialismo.
spàrgiàda, ». f. = una buona mangiata
di asparagi.
spila, f. alt. = miingeie : cavar danari
di sotto a uno.
spuda, s. f. e spiidà, r. atf. = Vedi nel
vocabolario spQa, e spiia.
striisiu, s. m. = garzone: quel garzone
di fornaio che va por le case a por-
tare il pane. Oggi la parola disusa.
tàcliegià, v. att . = taccheggiare. T. ti-
pogr.: far l'impronto: aggiungere della
carta dove 1' impressiono riesce debolo
e si vuole più marcata.
tàccli, s. m. = tacco: la parte della scarpa
rialzata che corrisponde al calcagno.
1) àlSà i fàech = battere il tacco: an-
dar via, scappare.
tàpp, (ti tipp e ti) = tippete tappete:
voci colle quali indichiamo il gran
chiacchierare ohe fanno alle volte più
persone insieme e specialmente le donne.
tàpouàda, s. f. = scioccheria, corbel-
leria: azione da baggeo, da scerai»io.
tàponàrìa, s. f. = buaggine, zucconeria.
tàràbìis, s. m. = tarabuso: uccello degli
aironi.
tempàdèll, ò. m. = attempatello, attem-
patotto: non ancora vecchio, ma un po-
chino in là cogli anni. ,
tèn a ment, (on) s. ni. = una lozione coi
fiocchi.
tes
- 937 -
tUM
*cstà<la, 5. f. = capata : colpo dato col
capo.
testai idi, s. m. = testatico: imposta ad
wn tanto per testa.
limona, v. att. = timoneggiare: guidare
il timone,
liiiivéla, s. f. = trivella: specie di grosso
siiccliiollo pcT.- forar corpi duri.
Ilnoli, inler. - signore ! o signore! E
del liugiiaggio che s'usa coi bambini,
vezzeggiandoli.
toìst, a. m. = scavia, porcellino d'India:
animale simile al coniglio, rosiceliiante,
originario del Brasile.
tojiùn, s. m. = tosone : ordine cavalle-
resco istituito da Filippo il Buono duca
di Borgogna nel 1450.
1) Kagazzona ; accros. di ragazza.
tràiiiflpiìg'ia, s. f. = tramoggia. Vedi
tremceùgria nel vocabolario.
tràsbórd, s. m. = trasbordo; il trasbor-
dare: noi l'usiamo non solo per il far
passare da una nave ad un' altra, ma
anche da un treno ad un alti'o.
tràsvèrsàl, agg. = tmsversale, obliquo:
di linee, strade clie attraversano altre
linee o strade.
tràtìu, (Oli) avr. = nientemeno, niente-
dimeno ; i'hà faa on tràtìn desnceùv
iuta' à pò = fece nientemeno che die-
cianove miglia a piedi.
trìquàtrìu, s. m. = cosino, fragolino:
di persona e specialm. di ragazzo o
ragazza piccoli, smilzi.
tunel. Aggiungi nel vocabolario che de-
riva dall'inslese tunnel.
REPERTORIO
I ta.lia.no - IVI ilari e se
a - «
aah ! aan !
abachiuo - àbàchln
abate - àbaa
abatino - àbàdìn
abatonzolo - ghicc. àbaa
ijhicc, àbaa cVon gliicc,
eereglìì'tt, pim mochètt
abatucciaccio - ghiec, à-
baa ghice, àbaa d'on gliicc,
ccrcghctt, pi^àinocìiètt
abatuccio e abatucolo -
gliicc, àbaci gliicc, àbaa
(fon gliicc, ccreghètf, pi-
i^àinochètt [viànàcà
abbacare - machina, àl-
abbaco - àbaco
abbaccliiare - pertegti, di-
ùfcscià, dc<-fe>iciài-fi
abbacchiata - lìcrtegtula
abbacchiato - càmiiff
abbagfliare - inorbl
abbag'liato - incàntaa
abbaiare - bàjà^ boia
abbaiatura - bàiàda
abbaino - àhàln * , càpii-
cina
abballinare - de^fà
abballottare - bàlotà
abbaniba^iare - ovatti
abbanibag:iato - lovàtaa
abbandonare -j^<'e?»^(i, ban-
done, àbàndonà
abbandonarsi - /àws-.v, ban-
do nàh-s;
abbandonato - derelift
abbandono - bàndòn, àbàn-
dòn, *
abbarbagrliare - imbàrbàià
là riita
«abbaruffarsi - hàriifàii,
I bàrììfa, (fàj, bàrilfàmént
abbaruffio - bàrilfàmmt
abbassamento - sbànàda,
à,bà<-àì)ic/i(* sbàmmént
abbassare - Wièti, bàM,
càia
abbassarsi - ^-bàstàii-, bà-
.<Y>.v,v, àbàmss ■*
abbasso - dehà^^
abbastare - bàstd'^
abbattere - àbàtt *
abbattersi - incontra, iin-
bàtes
abbattimento - ^obàtimènt
abbattuto - èobàtiiil, àbà-
abbaxia- àbàUa [tiiii *
! abbecedario - àbeccdAri,
àbcxedàri
abbellimento - àòHiinént*
abbCTeratoio - tìàvèll, be-
j circe lì, albi
I abbici - àbecee
abbiettezza - bài-èm
\ abbietto - basisi
' abbisog-nare - bisogna *
abbig'Iiarsi - mèfes
! abboccamento - àbofà-
niént *
abboccare - ràstb, comhà-
cià^ boctl
abboccato - àbocaa, àbocàto
abboccatura - bàstn
abbonamento - àbonàmcnt
abbonare - àbonà, bonifica
abbonarsi - àbonàss
.abbonato - àbonaa
abbondante - bondànt, bon-
dànàiùs
abbondanza - màca, boii-
dànéa
abbondone - bàgolòn, ci-
eiàron
abbonire - placa, imbonì.
abbordare - bord<i
abborracciamento - boi-
sàda
abb
939 -
HCC
abborraccione - bois
abbottonare - hotond
abbottonarsi - boionàss
abbottonato - botonaa
abbottonatura - botoìtà-
dura, botonèra
il bbozzolarsi- làvord,lùorà
abbozzaticcio - é-càràbùce
abbozzo siò.y.s'
abbracciare - brùscià sii,
circonda
abbracciatutto - brobrò,
regiràdòr
abbracciucchiare - brà-
sefotà, bròscia sii
abbrafiare - brasa
abbrancare -cià]ì% bro7icà,
branca
abbrancarsi - bràncàsé
abbronzare- briisàtà, bron-
.NYÌ, (/rema, tosta [glicr
abbronzato - grèmaa, né-
abbronzatura - yrhnm,
bronsàdùra
abbrostire .- tosta
abbrostito - tósi
abbruciacchiare - briisàtà
abbruciacoda - briisàcda
abbruciare - brasa
abbrustoliniento - briiéto-
lidùra
abbrustolire - brustoli^
briisàtà, gremtt
abbrustolita - briistolìda
abbrutimento - àbrilti-
mmt *
abbrutire - àbriltì *
abbujare - sciirt, confònd,
infoschi
abburattare - bilràià
abburattata - bilràtMct
abburattatore - criisehee,
abburattatura - bilràtà-
dilra
abbattufolarsi - bàrilfàéè
abdicare - abdica
aberrazione - àheràsiòn
abete - àbiè-ìs.-, pèscia
abete bianco - piscia
abile - tibil *. bòn, brào
abilità - mcièstrla, àbilitaa,
belitaa, àbilitaa
abilitazione - pàtènta, j)à-
abisso - àbisé- * [ténte
abitabile - àbitdJjìl
abitante - àhitdnt
abitare - ctbità, sta
abitato - abitua
abitazione - àbitàsiùn *
abiti - 2^ùgn [dei
abitino - tirinciàpp, àgniis-
abito - sorto, vestii, àbit,
abituale - solit [abct
abitualmente - per àbi-
tudin
abituare - siièfà, abitila *
abituarsi -àbitiiàsé*, àsilè-
fàss, silèfà<-s
abituato - sdtit, àsilèfaa
abitudinario - schiàv di
ciJntudin [tÈdin *
abitudine - ilsdnm, àbi-
aborrire - àborì *
abortire - abortì
aborto - àbdrt *
abrotano - pròten
abusare -prevarica, àbilstl
abuso - àbùs, abuso
a caso - desedesè, demdèss
acaciii - àcàsgiò, mdgken
acca - àea
accademia - àcàdèmia
accademico - àcàdhnieh
accadere - dàés, capita,
iìiibàtes, silccd
accag*liare - càgià, càgiàss
accag'liarsi - càgiàU-
accalappiare - ingàtià,
ciàpà
accaldarsi - àforàgiàés
accalorarsi - àrdènm {mè-
tes in) [m'ènt
accampamento - àeàmpà-
accauiparsi - àcànipàss
accannellare - incanì \
accanto - vesìn, àprèss, '
àrènt \
accapacciato - locch
accaparrare - àcàpàrà *, j
fisa, incaparti
accapezzare - deètrigàss,
distrigàss \_i càvèj
accapigliarsi - eiàpàsé per
accappare - ràs^
accappatoio - rochètt
accapponare - càponà
accarezzare- m;-cva, brovà
accarpionare - carpiona
accasare - cologà., coloeà
accasciamento - àvilimènt
accasciarsi - àvilisé, ca-
se iàss
accasciato - àvilii
accattabrighe - litigùtt^
ràtelàtt
accattamori - cièqiiitt
accattare - rerctl àil, hàtèla
accatto - cérca, elemòsina
accattolica - càtòlega
{bàtt là) [sii {eiy
accatto nag'g:io (1') - cercti
accattone - pòver, porrrètt,
poerètt, cercòtt
accavalcare - scavalca
accecare - inorbì
acceg'g'ia - gàlinàm
accelerando - àceleràmlo-
accelerato - àceleraa
accendersi - écàlnìànàsS'
acceudigliolo - bil^'càj .^.
accennare - invida, lìtotivà
accennato - àcènact
accento - àeènt
accentramento - àccntrà-
niènt *
accentrare - centrai isà *
accentuare - àceniiià
accerchiare - serciti sii,
circonda
accerito - àeès
accertare - sicilrà, usi-
dirà, àcertà *, àmntà
accertarsi - àcertàss, vèH'
cèrt
acceso - invèmighènt. àcès
accesit - àcèéit
accesso - àcèss
accessorio - àcèsòri
accestire - scèpà, fiori
accetta - segiirin
accettabile - àcètàbil*
accettante - àcètànt *
accettare - ùcètà, bocà
accettazione - àcètàsiòn
acchiappacani - ciàpàcàw
acchiappare - ciàpti, càia,
ingcitià, blocà
acchitarsi - mètes
accia - àscia [sciàdrc
accìabattamento - filini-
acciabattare - pàciilgà ,
fàràbiità, filstUùcià
acciabattata - pàcUlgàda
acciarpatore - pàcilìgh
accidia - ò^i
acciabattatore - pàciùgh,
pàMisfm . [wàeà
acciaccare - gibolà, pesta,.
acc
9-éO —
acij
racciaecatara - màeàditra
acciaeiiiare - bodèsgià
acciaciiiato - bodèsgiòn
acciacco - ùciàech.
acciaiare - àéàlà
acciai Ili - àstòlitt
acciaio - à<àf
acciauuio - hodèégiàmtnt
acciarino - àmlìn, mèli
acciarpare - pàciiigti^ fà-
ràhiìtà, fiìititscià
accidentalmente - òriden-
fi't/i,>fhit [litaa *
accidentalità - àcidentà-
accidentato - l'icidentan
accidente - iieidènt
accidenti - (n-idènti *
.;u:cidia - fcsaiàrta. foi-
fl.-nnàrta, àr-ldia *
accidioso - fèseiòn, fèscìa.
femlsc, pàntàlòn
■acc'ileccare - ciàpti
accipigliato - viotriénf,
iyìgrinfna
accipreti - àcidènti
^ccinftare - òroncà, branca
accin8:a (erba...) - iegrì-
giicdra
accing'a - inciddfi
accoccare - re fila
accoccarla- ciieà
accoccolarsi - nleiàiè ,
s-/-rifsciàis- già
accoccolato - criisc-òn {in)
accoglienza - rkeiimént^
'fOiflicnsa *
accoarliere - ricév^ àcèià
accolito - àcòlit
accollarsi - àsumes
accollatario - òpàltàdòr *
accollo - àpàlt *
accoltellare - em-telà, eor-
felà .sii
iìCC»ìio-àeòU *
accomoda - fomodln
acconiodameuto - giiistà-
iiirnf . ùcouKHhiment *,
ùil>ii§t(iìnt'nt
-accomodare - quààrti, r àn-
gui, ridÈ, datti, comoda,
ronsciti
:accomodarsl - giiiétàsè,
ù lì l'ita ss, dàtàèi
accomodato - ràmgiaa
accompagnamento - àcom-
pàyìtàmvnt *
accompagruare - àcompà-
gnà, compàgnA *
accompagnarsi - àeompà-
gnàss * [gnaa *
accompagnato - mompà-
accompagnatore • àcom-
pfignàdòr *
acconcialareggi - cons-
fiùlàvesg
acconciare - giiistà
acconciarsi - àdàttt^s, M-
tàss!
accoucìascodelle - con-
I sciàlàvégs
. acconciatore - consciàdéé
I acconcio - àdàtaa
accondiscendere - àcon-
! discend, coneed
accontarsi - eonfàss
acconsentire - làé-àss,
àcondiscénd
acconto - àctint
accoppare - capa
accoppiare - hinà, cobià
accoramento - màgòn
; accorarsi - mcigonàss^ cà-
\ se là. ss
; accorciare - ■sciirtà
accorciatoia - scilrtàtój
accordare - incorda, ùeor-
; dà *, corda, cordìiés
accordarsi - core lati r
I (à/ndà), coiìiplotà
accordatore - incordàdi'ir
accordatura - infordàdììra
accordellato - compi òtt
\ accordo - gii4.<'tù»ìént, àeord
dàcòrd
i ac<*orgersi - incdrges, inà-
corges, intàims, nàcdrges
àcòrges
accorrere - cor
, accortezza - ^cidtlsm, fur-
beria, fìnem
accorto - inàlàdètt, male-
détta poUtich, politigón-,
^cròech, è-vèlt, gilsè., fiirb,
àcorgiiiii, à^Art, inùcòr-
giilii, inòCcòrt , àvediiii,
botgiràdo, desgàrbiaa, de-
èeàìitaa
accostare - bà dir ce ti la
{mètt in), amba, bà<iA;
tira in ckl
; accostati (essere) - btida
{rì's-s- in)
accosto -pttri, tàca-a, àrhit
accostumato - coHUmao
accotonare - cotona, ra-
tina
accovacciarsi - cuciàss
accozzaglia - ciUrmaia
accreditare - àcredità
accreditato - àcreditaa *
accrescere, .iccrescersi -
erèùh-, aumenta *
accrescimento - àiimèni
accudire - ténd
accuratezza - cura
accurato - àeiiraa *
accasare (T. di gioco) -
ciisù,, àciis-à *, incolpa
accusarsi - àciimss
accusata (T. di gioco) -
cusa, àciisàda, *, eiisnri"
accusato - àmsa.a
acerbo - àsh-b, brUich
acero - àccr
' acertello - fùhhètt
acetato, acetaro - à set- fi
acetìni - giardinièra
aceto - ù^^ee
acetone - àseron
acetosa - acetosa, àsedàdrn .
òsetàd^(
achetare - calma
acido - ^cid
acidore - pij
acino - pincirceit, yùndolìn
aconito - àcònit
accfua - acqua
acqua (pioggia) - tc^jua
acqua battesimale - ò"-
quàsànta
acqua ragia - ncqmirà-'<a.
rasa {acqua...)
acqua tiepida - poUgàna
acquacela - àcguàseia
acquaforte - àcquàfmia
acquaio - làKàndin
acquapendente - cdsta
acquapendente (1') - pio-
vént
acqua piovana - piovami
(Jlcqna...)
acquarella - acquala
acquarellare - acquarèlli
acquata - dàcqu<ida
acquavitaio -aia - àcqnù-
i-itee - èra
acquavite - gràpa, branda,
ùcqmìmt^
ac(i
- 941
aff
cicqiiazzone - iluseia. àe-
queri
:i<;{inc(lotto - (/■^'quedott
at'fjucrello - ànqnérèll^ i\c-
qtiàrHa [acqueta
acquenig'gìola - bràmìna,
acquetta - acqueta
jKMiuietare - calma
acquistare - quii-tà
acquisto - àcqiuùt '■'•
acquito - mctUda
acquolina - acqueta, nc-
quolinn *
acquoso - ncquos *
acre - desyàrbaa
acrimonia - acrimònia *
acrostico - iicrfiMich *
acuto - finih-, àciitt, deixjà-
(/iaa, dc9càntaa
atlacqnabile - irigàfòri
adacc^uarc - dàcquà, dàc-
qìl^ f/io {tris
adacquatrice - àdùc^iuì-
adagino - àdàsln
adagio - pian, adusi, àpidn
adamitico - àdàmitich *
Adamo - Adàinm
adattabile - àdàtàòif *
adattare - àdàtà, data
adattarsi - Unifonuà^i ,
ùdàtàis, dùtàs-s
adattato - àdàtaa
addarsi - intàiàys-^ rtàcòr-
ges, jìrosinil
addaziare - dàh-ià '
addebitare - àdèintà. àcrc-
diitt \den-cia
addentare - mòrd, s-gàgnà.
addentellato - iiidrm
addentrarsi - iutèrnic^s-.
penetra
a4dentro - indènt, inden-
terà dent, dènter, den
addietro - iìidrcc, àdi-ee,
dcdrec
addio - àdlo^ ciào
addirittura - òdrit,ura
addirizzare - driià
addizionale - iidi^iondl *
addizionare - iomà
addizione -HÒma
addobbare - Mohà *
addogato - Movact,
addolcire - iìidolH, doma
addolorare - àdohrfl *,
addolorarsi - criistiàsi
addolorata - àdo/oràta
addoniandare - domanda,
dimanda
addomandarsi - ciàmà^s
addomesticabile - domè-
sticcibil
addomesticare - àmàèHrti,
domèstica [dar
addomesticatore - donw-
addoppiare - hincL. cubiti,
dobià
addoppiarsi - dobiàis
addoppiatolo - binàdòra
addoppìatore - hinàdàr
addoppiata ra - binàdiira,
dobiàdùra \ inentid-^-
addormentarsi - indor-
addormentato - indor-
mènt
addossarsi - imprgnà^^-
addosso - àdùiy
addottorare - do torà
adempimento - àdempi-
mènt *
adempire - adempì
aderente - itfil-aa
aderire - àcondiscénd, com-
fxicià [àdìi^-s
adesso - in^fòra, à H'òra^
adiaicenze - dintorni
adiposo - gràH [6*'.<'v
adirarsi - ■infurii(U>t, inrà-
adirato - iìidii-pèlii, infii-
riaa^ ràbian
adito - ingrèss-
adocchiare - dogitl
adocchiata - dogiàflu
adocchioue - dogiòn
adone - àdón
adoperabile - drovàòil
adoperare - ìuànegià, usa
dopi'à, doperà, droà
adoperarsi - inànc-giàsis-,
gcDitmìi ytràfnnìrn p.l.,.^
adoperato - iisaa, drovaa,
droaa
adoprablle - drovàbil
adoprare - drovà, droà
adoprarsi - cerf-a [itsaa
adoprato - drovaa, droaa,
adorabile - àdoràbil *
adorare - adora
adoratore - indoràdòr, à-
doràtor
adorazione - àdorààiòn
adornare - guàriù, decora-.
adottare - àd^tà
adottato - Motaa.
adottivo - àdotlti
adozione - àdoUòn '
ad uggire - noia
adulare - im-àoiià, imensà,^
iidiikl *
adulatore - mouàf.f, slri-
scidut, iuliWttijr *
adulazione -s-àonàdo. àdn-
làs-ióji *
adulterare - mànipolil ^■
fàls-i/i.fà, fàtiirà
adulterino - Ijùi^tàrd
adulterio - adulteri
adultero - àdàUcr
adunanza - iidundn^ ■
adunque - dònca
aereo - aèreo *
aereostato - bidòn
afa - ^Òfegli., iòfocli; òffi ""'.-
àmpi
afato - ìiibiaa, nior'iu
affabile - àfàbil *
affabilità - àfàbilita'-'
aft'acendamento - de/à,.
tr àscia
affaccendarsi - triiscìà
aft'aceudato - infàcendaa
affaccettare - faceta "■
aft'acciare - franta
affacciarsi - compier'/-
affagottaiiieuto - fàgotèri
affamati» - lovaa de la
fàmm, àfnnaa
affannare - cruciti
affannarsi - i<cìdmìinàw,
crds-iàss- [crus-i
affanno - oprèiiòn, àfinm,.
affannone - triisciòn
aft'araccio - gàboìa. à fa-
rase
aff'are - interest-, ociipM-inn,
triicch, it.fàri, fùcènda
atfaretto - itfàrètt
affarone - àfàròn
affarsi - confà, conferì
affastellare - infàgoià
affaticarsi - fculigà
affatto - àfàtt, àfàcc (vol-
gare) [bai
aff'ermare - garantì, àtri-
afferrare - ciàjjfi
affettato - àfètaa *
aff*ettazi(>ne àfdà^ion ''
all'
- 942 -
agu
att'ettuoso - àfètnùs
attozioiiarsì - àfèsioncd-s *
affe/iouato - àfèsionaa
aft'e/ioiie - àfeHòn *
affiatare - concerta
affibbiatura - (Kp-àff
affidare - fiM *
affidarci isi - riìnète.-i
affidarsi - bàndonid-i
affilare - molt, re fila, coda
affilata - codàda
affilato - molai
.affilatura - molàdura, co-
dàdùra, fll
-affluameuto - pàrliHòn,
flnàsiiòn
affinare - fina
affinatore - pàrtidùr
affinità - hfmitaa
affissi (g'ii) - àfhs
affisso - àvìs
affittabile - ùfimu *
afttttaiuolo - fitàol, fitàvol
affittanza - fitàma
affittare - ptà, àfità *
affittare (d') - àfitàrsi * (rZ" )
affitto - àfitt, àfitàns-a, fltt
affittuario - àfdmiri *
affliggersi - màgonài-é ,
cra^ìàss
afflitto - ùdoloraa
afflizione - màgòn, diipìù-
fè, deipiàsè
affluente - àflilènt *
affluenza - àflìiénm *
affogamento - ingosàda,
iugoùàmént
afl'ogare - ingos-à, negti
aft'ogati - crìpa I
affollarsi - folàss
aft'oltarsi - fàrfoiA
affoltata - fàrfoitida
affoltatore - fàrfoìòn
affondare - fondA
attortunato - càvigiaa
affossatore - solerò
aff'rancare - libera, franca,
àfràncà *
affranto - eMenuaa
affresco - àfrUch *
affrettarsi - j)esegft
affrittellare (le ova) - fa
i (PAÌv in cereghln
4iffrontare, assalire, ag-
gredire - frontà, àsàltà,
òordà, investì
affrontarsi - bUfes
affronto - figura
affumicare - à filmica
aff'usolato - fiisèlaa
affusato - fiisèlaa
aff'usto - àfiUt *
africana - africàna
africano - àfricàn
afta - fonsgln, veslga, ve-
éigheta, tlfta *, fitLca
Agata - Agata
agenda - notes [fàlòr
agente - mànegiòn, àgént,
agenzia - àgemìa
agevolare - agevola, faci-
lità [fàcil
agevole - India , còmod
agevolezzi - àgevolèm, fà-
cilitàsiiòn, fàcilitaa
agevolmente - fàcilmènt
aggavignare - branca
aggettivo - àgètlv
agghiacciare - giàèà, gela
aggirare - girivoltà
aggio - àgio
aggiudicare - deliberà
aggiudicazione - delibera
aggiungei'e - giunta
aggiuntatura - gitìnta
aggiunto - tìtol
aggiustamento - àgiilstà-
inent, giiisiàìiiènt [Ma
aggiustare - àdàtà, giii-
aggiiistatura - giiiitàdfira
aggradire - àgràdi, piàsè
aggranchiare - inrànghl
aggrancìre - branca
aggravamento - à grava-
ménti * pegiorànicnt
aggravante - àgràvdnt *
aggravare- càregà, àgràvà
aggravarsi - àgràiwàs, *
pegiorà
aggravato - ùgràvaa *
aggravio - àgrdvi, pendiéi
livèll, posàsg !
aggregare - Uni I
aggressione - àgrès-ión *,
àsàltàmént
aggressore - àgrcì-dr* i
aggrinzare, aggrinzire -
rescià, refignà
aggrottato - ingrintaa -
aggrovigliare - ingàrbià,
cotona
aggrumare - gropì
aggruppare - gropt
agguagliare - confronta.
Ugnai tu iiguàlià
agguaglio - confrùnt
agguantare - ciàpà, hroncà
branca
I agguantarsi - hràncàsè
agguzzacoltelli - molHa.
' aghetto - stringa
agiatamente - comodàménf
agiatezza - bemser *
agiato - riceh, cdmod
agile - slànciaa
I agilità - àgilitaa
; agio - richèsa, còmod
agire - funziona, àgi, di-
j portàss, fa
agitare - agita
\ agitarsi - cigità><s
agitato - ògitaa
agitazione - àgitààión
agli - ài
agliaio - àjee
agliata - àjàda
aglietto - àjoeù
aglio matto - àj màtt
aglio - àj
aglio maschio - ajòn
agnella - pégora
agnellino - bèrhi, àgnèlin
agnello - càrrètt, bèe, à-
gncll
Agnus Deo - Agniisdèi
ago - pòlis, i-pina, gugia.
agocchia - gugia [besèi
agone - spuntòn, àgòn
agonia - agonia
agonizzare - vèss in agonìa
agoraio - giigec, giigircpil
Agostiniano - Agostinidn
Agostino - AoHàn
agosto - àgòst
ago torto - croscè
agrario - agràri
agricoltore - àgrieoltùr *
agricoltura - agricoltura
agrifoglio - làor
agrimensore -àgrimenéòr*
agrimensura - àgrimcn-
i-ùra *
agro - àgher, briii-c/t
agronomia - àgrono>m<i *
agronomo àgrònoni *
agrume - limòn
agucchiare - x>uncignti,
i-giigià
a?u
943 —
alp
ag'ug'Iia - (juglia
aguarliata - giigitda
aguglìoue - quàdnlìn
aguzzare - (lii^-A
aguzzino - ògoshi
aaruzzo - giim
ah ! a ! - à, ah, ah !
ahi ! - tlja !, tlì .'
aho ! - ehoeù !
ai - ài
aia - era, bònn
aiata -pò ire ti , àjàda
aiuola - àjcetìla *, pàrtèr,
lìropiìsa
aiuolo - soràèrba
ajutaute - àjiitànt
aiutaiitessa - òJìUùnta
aiutare -viltà, Jiità, giova,
spàicgià, s-ocòr
aiutarsi - jiifùM
aiuto - àiiitt *, insidi ,
spónda, éoHègn
aizzare - imigti
al, allo - ài
ala - àia.
alabardiere - lomhàrdec
alabastraio - àlàbàstrec
alabastro - àlùhàHer
alamari, aleuiari - àìemdr
alari - ciinìn. brùndinaa
alba - alba * [bàgia*
albagia - prosopopea, àl-
ftlbagio - biiràtòn, fànUa
posès-s, riis-s-
albanella - fàlehefón
albatra - màgioHra
albeggiare - àlbègià *
alberare - albera
alberato - àrboraa
alberatura - àlberàdura
alberese - sù<-<-
albergare - logia, àlogià
albergatore - òlbergàdòr
albergo - albèrgo
alberguccio - àlbèrghètt
albero - àlber
albicocco - àlbicòcch, àr-
bieòcch, àrbicòca
albino - àlbln
albore - ciàr
alborella - tlbora, ogiit
album - àlbum
albuuiiua - albumina *
alburno - biumm
alcalino - àlcàlin *
nlchechengi - chichlngcr
alchernies - àleMrmes
alcione - gàhiàn
alcool - alcol *
alcoolico - àlcoòlieh
alcoolizzare - àlcolisà *
alcova - àlc'ora
al (li là - òlter, iìiéit
ale - pàlètt
aleatico- àl-eàiich, àleàtech
alfabetico - àlfàbHich
alfabeto - àbecee, alfabèti,
rubrica
alfiere - àlftèr, bàìiderdl
algebra - à^lgèbra,* àrabo*
alia - par pài
alibi - àlibi
alice - inciòda
alienare - àlontànà*
alinearsì - àlineàss*
alienazione (mentale) -
àlicnàsiòn*
aligusta - àràgos-ta
alimentare, alimentario -
alimentar
annientare - niitri
alimentato - Ppesaa
alimento - àlimént*
alitare - fìàdà
alito - boff, fiaa
allacciare - làsà, groju
allacciatura - ligàdilra
allagamento - àkìgàmént*
allagare - àlàgà, * làgà,
inonda
.Illa larga - àia larga
allampanato - liigimnt
allargare - slarga
allargatolo - màndrtn ,
bronài
allarmante - àlàrmànt *
allarmare - àlàrmà *
allarme - àlàrme *
allattamento - àlàtàmént,
bàjlidura
alattare - àlàtà, lata, bàjli
allattatura - bàjlidàra
allato - pari
alleanza - i'miòn, àlednéa*
alleato - cìleaa *
allegare - tàcà, ligà
allegato - àlegaa
alleggerire - slingerì, de-
èlingeri
allegramente - àlegràmént
allegrezza - legria,àlegria*
allegria, baldòria, legria
allegro - ùlègher, còce
allegrone •• màtòn
allegruccio - àlègher
alleluia - àleluia
allentare - smolà, mola
allentarsi - slàdinài-è, dir'
viH-
allentatura - apertura.
all'erta - èrta (à V)
allettare - lusinga, ingolosì'
.allettativa - àtràtìva *
allevìimento - àlevàment
allevare - leva, alerà *
allevatura - àlevàment
alleviare -pàlià, deslingert
allievo - bàjlotèll, àliév *
allignare - tàcà, ròsa
allineare - alinea *
alliterazione - ànàgràmn*
allivellìire - lincia
alloccarello - lochìn
allocco - bàlàhiòtt, loroeeh
allodola - sàrtàgna, lòdola
allogare - piàéà, Ioga
alloggiare - logia, àlogià
.allòggio - àlògg*
Jilloutan.ire - divid
«allontanarsi - gira, srlon-
tànàést
alloppio - dòrmia
allora - àlóra
alloro - làor, àlòro *
allucciare - <-berlogià, lii-
[mà
allucignoLare - stràfoitb
allucinazione - àlMeinà'
sion *
allumare - lUmà
«allume dì rocca - liimm
de ròca
alluminio - àliimini
allungare - slongà
allungarsi - tiràsà
allup«ato -
fàmm
allusione -
almanacco
tàcuin
almanco - àlmm
almucia - pelìm
alnaia - oniscee, oniscéra
alno - oìiise
alò - àlun, àlee
aloe - àloè
alone - scighéra, éèrc
«alpe - àlp
lovaa de là
[sion
sài-àdct, àlii-
■ àlmànàch^ *
alp
- 944
attim
alpeggiare - àlfft, àlpegià
alpicello - àlpètt
alpigiano - àlpe-e
alpiiiitsmo - àlpiiilwio *
alpinista - àlpinUta *
alpino - àlpìn
alpini - ('(Ipitt *
alquanto - poo
altalena - altaléna, s-còca
altamente - fràncàmènt
altana - glarièta, bàltrèsca
altare - aitar
altarino - àltàrhi \vón
altea - (Mica, àltèia, mài-
alterare - àlterù, * [tàss
alterarsi - àlterùés, esàl-
alterato - àlteraa, esàltaa
alternare - alterna
altero - silperb
alletto - brill, àUgher
alte/za - l'iltèm
alticcio - àlrghcr
altipiano - àltipiùn *
altissimo - àltìsim *
alto - tilt, fónti, àvòlt
altolocato - magnato
altrettanto - àlterfùnt, -
àltretànt
altrimenti - divèrsàmèìit
altro - alter, òltfir
altura - altura *
alunno - àlic-v
alveare - àlveàr, bigcviì
alveolo - gengìca
alvo materno - utcr
alzaia - ànsàna
alzamantici - àUàmdìites
alzare - àUà, leva
alzata - àltèm, àUàcla,
alzo - àls [ìnònta
amabile - àm^Ml
amabilità - àmàbilitaa
amalgamare - àmàlgàmii,^
tìK'int/x'à, incorpora
amante - mords, morosa.
schise, temala, amante *
amaraco - màgioràìia
amjw'anto - àmàrànt
amarautoidi - àmàrcìnt
amarasca - marcita
amarascbiuo - màràùckln
amare - àmtt
amareggiare - àìnàregià,
ioÈegft
amareggiarsi - àmàregiàés
amareggiola - crHpola
amaretto - àmàrèit
amarezza - àmàrcsa
amarezzare - marmerà,
màrmorìsà
amarino - àmàrctt, amar In
amaro - àìnàr
amatista - àmàtìsta*
amatore - àìnàdor
amazzone - àìnàsou *
ambasceria - àmbàsciàda,
imbàscidda
ambascia - mràment
ambasciata - àmbàseidda,
imbà^'àda
ambasciatore - mandò tari
ambasciatore - àmbàscià-
dòr *
ambasciatrice - ambascia-
trice* àmbàsciàfrìs
ambiente - àmbiènt *
ambio - contràpàss
ambire - àmbi, desidera
ambizione - àmbisiòn *
ambizioncella, ambizion
Cina - àmbi^ionHa *
ambiziosaccio - àmbi-
siosàsc *
ambiziosetto , ambizio-
sino - àmbisiosm*
ambizioso - àmbiiiòs
ambo - timbo
ambra - timbra *
ambrogetta - tàrèla
Ambrogio - Ambrccils
ambrosiano - àmbrosidn
ambulante - àndriiklnt
ambulanza - àmhdlànm
amenità (luogo) - delìzia
ameno - Icgriòs, delisiòs,
e uri OS
America - America
amianto - àm.idnt
amiclievole (all') - à>ni-
chérol (àia)
amicissimo - àmiclsim,
àmisiiim \cisia
amicizia - relàsion^ ami-
amico - àmìs, fido
amicone - àmisòn
amido - ttmed, tlmid
ammaccare - màcà, gibolà
ammaccatura - màcàdura^
gibolùdùra. giboll, paca
ammaestrare - àmàèètrà
ammalare, ammalarsi -
àmàlài'S
animalato - àmàlaa
ammaliare - ìnHriA
ammaliato - /nàlif/h-io't
ammalvata - pàlpàda
ammammolarsi - cocTi
ammanco - dèficit
ammanierato - ùfèiaa
ammansarsi - iimàn/.^àis
ammantellarsi - ini'ùbà-
ammattire (far) - fa di-
ammazzameuto - mìmi-
niciit
ammazzare - màf<à
ammazzasette - màéàsètf,
strììpia iìtt miìi-a quà-
tòrdcs
aminazzerato - inddriì,
moina
ammen, amen - tìmr/i.'
ammencire - palpa
ammenicolone - ciciàràn
ammettere - rieèr, àmidi*
ammezzire - màrscì
ammezzito - mtlr$e
amministrare - àminiitrti
amiuinistrativo - àminì-
ètràfìv *
.amministratore - àmini-
.ìtràdòr *
amministrazione - ami-
nisfràsiòi/ *
ammirabile - miràbil,àrni-
rhhil ■■'
ammiraglio - à mirali *
ammirare -rimira, àmirà
ammirazione - àmiràiinn*
ammissibile - ànmìhil*
ammissione - àmii-iòu *
ammobigliare - mobiliti
ammobigliato •• mobiliari.
ammodo - i-omifò. comilfù
ammogliato - màridcm
ammollare - moiA. bolognfl
ammollarsi - rcvegnì
ammolliente - àmoliént.
ammollire - n/olificà. mò-
risnà.
ammouiaca - àmonìàca
ammonito - ari. "a a
ammonticchiare -«^o/Ji'o^d
ammorbidire - morifnà
ammorsellati - mondeghìU
ammorsellato - polpHa
ammortizzare - àmorlisti.
ammorbare - negti.
amili
945 —
ans
auiiuosciato màsotaa
aiuiiiostare - folti
aiumo/zarsi - motàs^-
aiiuuozzolarsi - viotàM
aiiiiuuccliiare - montonà
aiiiiunfiire - miifì
amnistia - amnistìa
amo - àmiscioeiì, àmin
amove - amor, corln
amoregrgriameiito - moro-
sàmènt
amoreg'giare - tuorostl
amoretto - hriiseglnn
amorino - àmortn
amorosa - morósa, thnola,
bela
amoroso - schise, àmoros,
bàc inceli
ampie/za - vàstitaa
ampio - Itirgh, vàét
ampolla - impala, éonài,
àmolin, àmolitt
ampolloso - àmpolùs
amputare - tùiti vìa
amputazione -àmpMtòs'tó»
anaci in camicia - ànesitt
anacio - tlnes
anagramma - ànàgràma
aiialda (erba) àrhlda
analisi - ànàlis
analitico - ànàlìtieU
analizzare - analisti
analogia - analogìa
analogo - ànttlogh
ananasso - Ananas
anarchia - anarchìa
anarchico - àndrehich
anasetto - ànesin
anatomia - iitoniìa, ana-
tomìa
anatra selvatica - càéilròn
anatra - tincda, coross
anatrino - ànedìn
auatrotto - ànedòtt
anca, ancone - cu/àt>a
anca - ùncheta, Anca
* anche (non) - nàncàmò
anciie - tlnca^ ànch
anch'io - ànmt
anchina - ànchèn^ nànchèn
ancia - Ancia
:tnco - Anca, ànch
:iiicora - àneàmo, ànmò
àncora - Ancora
ancorare - àncorA
iincorchè - àncàbèn
andamento - àndàmènt
andante - àndant
.andantemente - fàcilmènt
andare - àndA
andarsene - gir A
andatura - àndàdura, an-
dana
andazzo - voga
andiamo - àndèmm
andito - pàsàdora, àndà-
dora, coridora
Andrea - Andreia
anella - càneldn
anellino - ànèlìn
anello - ogioeil, Asa, aneli,
didaa
anello nuziale - véra
anellone - ànèldn
anesone - ànesón
aneurisma - èilrisma, aneu-
risma
anfanare - bàjàfA
anfiteatro, arena - rena,
arèna
angelino - àngiolìn
angelico - àngèlich
Angelo - Angiol {{V)
angelus domini - Angèliis
anglieria - angaria
angina - angina
angiolini - Angioi ciistòd
angiolino - épìa^ àngiolòtt,
àngiolìn
angiolo - Angiol
"angolare - àngolAr
angolo - Angol
angoscia - àngosia, ermi
angosciare - criisiA
anguilla - ingiiìla
angnillare - firAgn
anguinaia - vArch
angaria - iìigUria
ani ani - qiiAn qiidn
anice - Anes
anici in camicia - beni-
sitt d'Anes
anicio - Anes
anima - oààdltra, fodrìna,
Aìiema, Anima
animale - Iceiìgia, àniniAl
animalesco - de animai
animare - ànimA
animarsi - ànimàéà
animato - ànimaa
animella - làcèit, lenguèta,
eràpèta
animellata - lenguaa
an inietta - ànimèta
animo - Anim
anisetta - mistrA
anisetto - aniséti
annacquare - dàcquA
annacquata - dàeqiiAda
annaffiare - dàcquA, dàc-
quA giù
annaffiatoio - dàcqmulòr
annasare - nàsA, icsmA
annasata - nàsAda
annaspino, aspino - àspèta
annaspo, aspo - Aspa
annata - ànn, ànAda
annatona - ànon
annebbiato - nebiaa, nibiaa
annegare - negA
annerito - tene
annessi e connessi - ànèés
e conèss
annestare - imàrsl, insedi
annetti - ànitt
annetto - ànòit [siòn
annientamento - distrii'
annientare - distrug
annientato - distriitt
\ anniversario - ànivèrmri
I compleAmiis
j anno - ànn
annodare - gropì
\ annoiare - riigA^ noìA.
annoiato - noiaa
annoso - véce
annotare - comentà
annotatore - comentàdòr
I annotazione - notàsiòn
i annottare - iiiseiirl
annoverare - ci'mtA
annualmente - ànllàlmènt
annuario - àniiAri '
annullamento - ànillàmènt
annullare - àniilA
annunciazione - ànuneià-
annuncio - àvìs [sion
annunziare - visA, àvisA
annunziata (1') - l'ànun-
ciAda, nunHAda
annusata - ilsmAda
annusarsi - ilsmàès
annuvolarsi - inivolààé
ano - eilil
anodino - ànodin
anolino - ànolìn
anonimo - ànònim
ansa - Ansa
aus
ausameuto - bànfàda
ansare - ràntegà,
bcmfà
ànseri - cuni
ansia - àngdsia^ itnsla
ansimare - sbànftb
antecedente - àntecedént
antenna - àntèna, ioti
antenne - bàrbìs, còrni
antenitorio - covèrc, coerc
anteporre - àntepònn
antesito - àntesìn
anticaglia - regiàda
anticamente - àniicchnent
àntigàmcnt
anticamera - anticàmera
anticliità - àntighitaa
anticipare - ànticipti
anticipato - ànticipaa
anticipa/ione - ànticijìà-
i'iòn
antico - àntigh, véce
anticnme - vegiMa
anticristo - àntecrìét
antidiluviano - àntidilii-
t'iàn
antifona - antìfona
antimeridiana - àntime-
ri diana
antimoniale - àntimoniàl
antimonio - antimòni
antipapa - antipapa
antipasto - àntipMt
antipatia - antipatìa
antipatico - àntipàtich,
odiòs
aiitiquario - antiquàri .
lapidàri
antiquato - àntìgli
antisettico - àntièètich
antisito - àntesìn
antivigilia - antivigìlia
antologia - antologìa
Antonio - Tògn
antracite - antracite
anulare - àniilàr
anzi - ànsi
anzianità - ànsiànitaa
anziano - ànsidn
anzitutto - éoràtiitt
aocchi.ire - dogià
ape, pecchia - ava, avi
aperta, (all') - à V averta
apertamente - àmplàmént
apertamente - fràncàmént
aperto - intendèver, àvert,
— 946 —
desgàgiaa , deècàntaa ,
pàlés
apertura - apertura, àver-
aplce - scìnta [tiira
Apollo - Apòll
apologo - àpologh
apoplessia - ùpoplesìa
apoplettico, apopletico -
àpopUtich
apostolico - àpostòlich
apostolo - àpQstol
apostrofare - apostrofa
apostrofo - àpòstrof
apostata - renegaa, rinegaa
appaiare - compagna, à-
compàgnà
appaiato - compàgnaa
appaiatolo - càpimu
appaltare àpàltà
appaltatore - cotimUta,
àpàltàddr, impresàri
appalto - àpàH, imprèsa
.appalto ne, bàjòn, bàjofòn
bàjàfee, bàjàfòn
appannare - àfilm ieà , pana
appannatura - pànadtira
apparamento - pàràmènt
apparare - j)àrà
apparata - jìàràda
apparato - àpàrècc
apparecchiare - pàregià,
pronta, prepara
appareccliio - àpàricc
apparente - àpàrènt
apparentemente - àpà-
rentemènt
apparenza - àpàrénsa,
vista
apparire - comparì
apparizione - àpàriéiòn
appartamento - àpàrtà-
ménf, pàrtàmènt
appartatamente - àspàrt
appartenere - cotnpètt, à-
pàrtegnì^ pàrtegnt
appassionarsi - càsciàss
appassionato - àpàéionaa
appassire - impàsì, palpa
appassito - pàsé
appastare - impasta
appellarsi - àpèlàsà
appello - àpèll
appena - àphia, doma
appendere - impicà
appendice - àpendìce
appendicista - àpendicìsta
app
appennacchiare - inrocà
appennino - àpenìn
appetito - fàmm, àpetitt
appianare - àpiànà
appiattarsi - scdndes
appicagnolo - ràmpìn
appiccare - impicà
appiccarsi - tàcàsé, tàcà
appiccicare - jìctà
appicco - ansa, ràmpìn
appigionamento - àfitt,
àfitànsa
appigionìire - àfdà, fità
appigionasi - cartèlla d'àfi-
tarsi
appigliarsi - tàeàss
appinzante - besiént
appinzare - besià
appinzatura - besidda, bè-
siàdùra
appioppare - boìognà, re-
filà, petà, 2}ondà
appiopparla - dica
applaudire - àplàiidi
applauso - àplMso
applicarsi - mètes
applicazione - àplicàsión
appoggiare - àpogià^ pon-
dà^ pogià, petà
appoggiatoio -pondàbràsc,
àpògg
appoggio - àpògg, èpònda
appositamente - àpòsità-
mént
apposta - àpòàta, àpòsi-
tàniènt
appostare - ciirà
apprendista - àprendìsta,
pràticànt
apprensione - àprension
apprensivo - àprensìv
appresso - dòpo, àrént^
àdree
apprezzamento - àprèéà-
mént
approdare - giova
approfittare - àprofità
profila
approfittarsi - àprofdàèé
approfondire - intèrnàss
appropriare, - àdàtà
approssimativo - àpròH-
inàtìv^ prosimàtìv
approvare - àprovà^ pàsà
approvazione - àprovàèidn
approveccìarsi - scortàès
api>
appuntameuto - rànclevo,
puntàment, àpiintàmént
appuntare - punta, nota
appuntire - gmà
appunto - àpilnt
aprile - aprii
aprire - clervì
aprirsi - dèrviéìt
aquila - tequila
aquilina - firesèi-a
àqiiilino - àqililìn
aquilone - comèta
arabesco - àràbèèch, rà-
arabo - tiràb [bèsch
arancia - nàràns
aranciata - àqiulrdncio
aranciato - ora nse {color...)
arancino - nàpolìn
arancio - nàrtiné
arare - arti
arativo - aratòri
aratolaio - qilèll che fa i
àraa
aratro - ghìaa, àraa
arbitrario - arbitràri
arca - tirca
arcali - bràscimù
arcangriolo - àrcdngiol
arcano - misteri, misteriòs
arcare - inarca
arcata - àrcàda
archegrgrio - àrpég
archeolog"ia - archeologia
a,rcìieologico -àrcheoldgich
archeologo - àrcheòlogh
archi - i àreh
archipenzolare - livèlà
archipenzolo - legnoeura,
lignmlra, live II
architetto - àrchitètt
arcliitettonico - àrchitè-
tonich
architettura - àrchitètura
architrave - àrchitràv
archivio - archivi
arci - arci
arcione - Arch del bàst,
tlrch de là èèla, contrà-
b'àèta
arcivescovo - àrcivHcov
arcivescovado - àrcirè-
Hcovaa
arco - tireh.! àrson
Arco, arcata di stomaco
- kmpi de vdviit
arcobaleno - arcobalèno
— 947 —
arcolaio - bicòca
arcuato àrcilaa
ardente - àrdént
ardenti - lUsircetl
ardere - briisà [nària
ardesia - lavagna, sàpo-
ardiglione - àrdiòn
ardire - o^s-tl, volsà^ àrdi,
coràgg, fidegh
ardito - sgàlis., viv, ardii
arduo - di fidi
area - tirea, ària
arena - rèìia, sàbia
arenaria - molerà
areometro - provln, protn
areonauta - bàlonista
areostatlco - àreoétàtich
argano - àrghen, ài-gin
argenteria - àr genièri
argentiere - argentee
argento - àrgent
argento (denari) - àrsgidn
argentone - pàcfònd
argilla - créda, crèja
arginare - argina
arginatura - àrginàdUra
argine - àrgen, àrgin
arginello - àrgemn
argnone - rogn'ón
argomento - prmiva, téma
àrgomént
arguire - àrgilì
arguto - fin, gUss
arguzia - ùpirit
ària - incolàdura, ària,
ariaccia, - àriàscia
ariano - àridn
arido - àècch
arietta - àrièta
ariettina - àriètìna
aringa - rèngh
arioso - àrids [tich
aristocratico - àristocrà-
aristocrazia - àriétocrà-
sia
aritmetica - àrimètica
arlecchinata - àrlèchinàda
arlecchino - àrlèchìn - bà-
tocio - giardinièra
armadio - guardaròba ,
guàrnèri, veétee, càrdènéa
armadio a specchio - àr-
moàr
armaiuolo - àrmirceu
armare - arma - scentènà
armata - àrmàda
armato - montaa, àrmaa
armatore - àrmàdòr
armatura - telar, arma-
arme - arma [dura
armeggiare - fogna
armellino, a - àrmèltn, èr-
mèlììi
armento - ròse, bèrgàmina
armeria - armeria , ar-
marla
armistizio - àrmiàtìsi,
àrmestisi, mestisi
armonia - armonia
armonica - cembolin
armonico - àrmònich
armonioso - àrmonids
armorari - / àrmoree
arnese - àniès
arnia - bisoeue, àlvcàr
arnica - àrnica
arnione - rognoìz, ròse
aro - giàr
aroma - dròga, aròma
aromatico - àromàtieh
arpa - arpa
arpeggio - àìyég
arpese - ciàvèla
arpia - arpia
arpioncello - càncànin
arpioncino - cànchentu
arpione - càrdin, cànchen
arpista - arpista
arrabatarsi - rebiitàss
arrabbiare - ineàgniss
arrabbiarsi - inràbiàs, bi-
sca, dànà [dòn
arrabbiatissimo - ràbià-
arrabbiato - ràbiaa, ci{ccìt,
arraifare - rdfà
arraffato - sperluscént
arrancare - squànquànà
arrangolare - ràngognà
arrapinarsi - étàgh àdrec
arrapinato - ràbm
arredato - montaa
arredo - fornitit
arrenare - sgiirà
arrendersi - àréndes
arrendevole - dòdi
arrendevolezza - dòcilitan
arresa - résa
arrestare - àrèstà, blocà.
ciàpd, ferma
arrestarsi - tràtegniss
arresto - àrèH
arretrato - àretraa
- 948
ass
arricchire - fa dànee
arriccliirsi - pientààè
arricciare - rebocà, biscia
arricciolare - biscia
arricciolato - bise
arringa - diéeorè [dà
arrischiare - ris'cit, àsàr-
arrischicTole - rié'ciòs
arrivare - rirà, vegnt, ciàpti
arroccare - inrocà
arrocchiare - fàràbiltà
arrocchione - fàràbiltt
arrogante - petillànt, pre-
potént, riifàld, sbi>\ im-
jìèrtinént, àrogtLnt
arroganza - peiiiltmsa , ini-
pèrtinènsa, àrogdnéa
arrolamento - àrolàmént
arrolare - àrolà
arrostire - roétì, brostoU
arrosto - ròét
arrotamento - molMa
arrotare - inrodà, mola
arrotarsi - triiscià, sia à-
dree
arrotato - molaa, soli
arrotino - molèta
arrovellare - crenà, sà-
grinà, cica
arrovellarsi - infiiriàs-s,
des' cervelàéè
arroventare - rovcnttt
arrovesciare - inversa
arruflfare - deépetent
arrxiffato - scàviaa
arruffio - bisàbòsa
arruffone - confusionàri
arrugginire - inriiginisé
arsenale - màgàsm, àrse-
arseuico àréhiich [ndl
arsiccio - grèmaa
arsione - arsura
arso - silcc, ars
arte - mestee, giaeiìgh
artefatto - àrtefaa
arteria - arteria
artesiano (poazo) - àrte-
siàn pose [éiòn
articolazione,- àrtieolà-
articolista - articolista
articolo - àrtìcol
artificiale - àrtificiàl
artificio - àrtifìsi
artifizio - gioeugli
artigiano, artefice, ar-
tiere - àrtesàn
artigliere - àrtiglièr
artiglieria - artiglierìa
artiglio - sgriff
artista - artista
artisticamente - àrtièti-
càmént
artistico - artistica
artrite, artritide - àrtrP
tida
artritico - àrtrìtich
arzigogolo - échiribisè
arzigogolone - dritòn
asce - còrlàsa
ascella - sèla
ascendente, autorità - à-
scendènt
ascensione - sàlìda
Ascensione (l'j - Ascen-
siòn, V Asènsa
ascesso - àscèss
ascia - eorlàsa, folciòn,
folciòtt
asciatone - h-àghee
asciugamano - sOgàmàn
asciugare - éilgà
asciutto - ars, sUce
ascoltare - dà atra
asfalto - àsfàlt
asflsiarsi - àsf/,siàs§
asfisiato, asfìttico - àsfi-
asflssia - àsfisia [siaa
aserellinuccio - ùéètinoeil
asilo - asilo
asina - tLsna
asinaggine - àsinària asi-
neria
asinella, asinina - àsnìna
asinelio - pàràdòsé
asinità, asinata - àsnàda^
àsninùda
asino - somàr, fisen, àsno-
nùn, brilcc
asinona - àsnòna
asiuone, asiiiaccio - àsnòn
asinuolo - àsnonscèll
asma - ràntegh, tisma
asola - éplànghèta
asolare - sorò,, esala
asolo - ogioeiì, soràdòr
asparago - spàrg
asperges - àépèrges
aspersione - sbroff'
aspettare - èpeciti, dirti
aspettativa - àspètàtìva
aspetto - morinèll, idea,
àépctt, rè.^pir
aspiera - menerà, mena-
dora, àspéra
aspirare - ààpirà
aspretto - briléchin
asprino - brilsehin
aspro - tigher
assaettarsi - biàcà
assafetida - àsàfètida
assaggiare - tasta, sàgià
assaggio - tocch, sàgg
assai, abbastanza - àsce
assalire - ciàpà^ invèsti
assalto - àààlt
assame - àmmm
assassinio - sàltàmmt
assassino - ààààin
asse - tlsa
assecondare - segondà
assediare - àsediù
assedio - àsèdi
assegnamento - àéègn, do-
tàsiòn
assegnare - fisa, deétinti
assegno - dotàéiòn
assemblea - àsembléa
assembramento - dimo-
étràéiòn
assennatezza - critèri
assenso - conééné
assentarsi - àsentàss
assenza - màncànsa
asseuzio - àbséns, àbsénsi..
medeghètt rerd
asserella, assicella, as-
sidua - àsèta
asserellina, asserenino -
àsètina, àsètin
asserelle - bànchctina
asserire, assicurare - àsi^
ciirtb
assessore - àsèsór
assestato - ràngiaa
assetato - ars
assicurare - sici(/)% àsi-
eilrà, garanti, franca
assicurarsi - premiinisé^
àéiciiràss [àioni
assicurazione - ài-iciirà-
assile - éaa
assimilare - digerì
assiolo chiù - scisciceù
assisa - Unifórme, Uni-
fórme
Assise (corte) - Asisi
assistente - àsiétént
assistenza - àsistènsa
ass
949
avy
assistere - àéUt
assito - Màda, àmpràda
asso - ms
associarsi - àsoeiàès, àho-
nàss
associato - sòci
associazione - àsociàéiòn.i
àbonàmènt
assodare - franca
assogrf?ettarsi - sogetàés
assoldare - recluta
assolto - àsòlt [niént
assolutamente - àsoliltà-
assoluto - i-pòtieh, MolÈto
assoluzione - àsolusidn
assolvere - àédlv
assopimento - mopimènt
assopire - àsopì
assopirsi - àsopìM
assopito - àsopii
assorbire - bèv
assordare - inlochl, insordì
assortimento - sòrt, àéor-
t'hnén t
assortito - cmigiòn^ àsortii
assortitore di seta - àiior-
tidòr de seda
assotiffliare - i-iltiglià
assuefare - suèfà, abitila
assuefarsi - àbituàss
assuefatto - coétiimaa
assuefazione - àbitudin
Assunta (1') - VAéàntn
assurdo - àmrd ,
asta - incanta g(lmba, ba-
stati, tista
asta curvata - àrson
astegrgiare (1') - àstèg
asteggio - àstèg [gniss
astenersi - tègniàs, aste-
astina - àétina
astinenza - àstinèma
astio - àsti
astore - fàlchètt
astorino - gàvinèll
astratolo - tondìn
astrakan (pelle) - àstrà-
astratto - diétràtt [cdn
astrazione - diétràéiòn
astringente - astringe nt
astrologo - strolegh
astronomia - astronomìa
astronomo - àétrònom
astruso - àstrtòs, difìcil
astuccio - stiicc, bàràchìn
astuto - màlàdètt, màle-
dètt, màtrieolaa, tàlidn^
fiirb, drlto, fin
astuzia - furberìa, drolàrla
ateo - Meo
atlante - atlante
atleta - ercol
atrabibiare - biliùs, bilòs
attaccapanni - omètt
attaccare - tàcà
attaccarsi - tàcàss
attaccaticcia - tàchént
attaccato, aderente, - à-
tàcaa
attecchire - Ugft, tàetL
attendente - ordinànsa
attendere - speda, tènd
attento - ràcdlt, intènta
àtènt
attenzione - àtenéion
atteggiare - gesti
attempatotto - àntigòtt
attergare - àtèrgci
attesa, aspettazione - à-
atte stare - intesta [tèsa
attestato - àteètaa, fedina
attillato - inehickeraa,
cartina
attimo - Mini, boff
attingere - cava
attingersi - inciàpàss
attirare - tirtl
attitudine - àtitudin
attività - àtivitaa
attivo - àtìv
attizzatoio - tiràbràsea
atto - àtt
attonito - estàtich
attorcigliare - intortià,
destortià
attore - àtór
attorniare - circonda
attorno - int'òrna, intorno^
dtòrna, àtomo
attortigliare - intortià
attossicare - veleni
attrarre - tira
attrattiva - edldmìta
attraversare - traversa
attrezzarlo - dtròélèta
attrezzo - dtrèàs
attribuire - dtribuì
attrice - dtrlce
attualità - dtikllitaa
attuare - dtivà
augurare - dilgUrà
augurarsi - diigilrdés
augurio - dilguri
aumentare - crèss
aumento - diimént
aureola - diirèola
aurora - dilròra
autenticare - vidima
autografo - originai
autore - diitor
autorevole - imponèni
autorità - diltoritaa
autorizzare - àiitorisà
autorizzazione - datori-'
sdsiòn
autunnino - diitunìn
autunno - diltììn
avannotti - pescarla, gidn-
chètt, centinbòca
avanti, avanti ! - avanti
avanti!
avanti - dendns
avanzamento - 2}^'og''(-'ss'f
àvdnédmènt
avanzare - reàtà, vànsà
avanzo - scorta
avanzugli - rdtdtoia
avaiizuglio - rdnàài
avaraccio - stemègna, te-
gnon, dvàràse
avarizia - àvdrìsia
avaro - lèsna, dvdr
avarone - dvdrón
avaruccio - dvdrÉse
avellana - niscioeula
avellano - niscioeula
avello - nàvèll, sepdlcher,
tómba
Avemmaria, Ave 3Iaria -
Avemàrìa
avena - biada
avere, possedere, cont«-
nere - avere, ciàpà, de-
sidera, ave, àvegh
avidità - ingordìsia
avido - ingorda intereéaa,
loff, tuff
avo nòno, pàpà-gr^nd
avola - màmàgrànda, mà~
vidn, nona
aTolo - nono, mesce
avorio - avori
avuto - viiii, àviiii
avvantaggiare- - acquista.,
(jUistà
avvedersi - àedrges
avvedutezza - drolàrìa^
dritura -
arr
avyeduto, accorto - drtto,
ùveduli
aTvelenare - velenù,, àvelènÈ
aTTelenire - toèegù
avvenimento - fàtt, cweni-
ììiènt
avvenire (per 1') - -per Và-
vegnt
avvenire (1') - V mentre
avventatezza - impnidéma
avventato - dsdrdós, stròfa-
lari, ris'ciòs, imprudént
avventizio - àrentìéi
avvento - àdvent
avventore - dventor, pòsta
avverarsi - redlisàSé
avverbio - àvh-bi
avversario - dversàri
avversione - àvèréidn
avverso - contrari
■avvertenza - dverténsa
avvert ire, avvisare - avèrti,
giilgtl, nota
avvertito - àvisaa
avvezzare - àbificà
^avvezzarsi - àbitilùss
avvezzato, avvezzo - àbi-
tiiaa
avviamento - inviàmént,
àviàmènt
avviare - inviti, dà el riigh,
boscti, imbosca
avviatura - cominetn
avvicendare - alterna
avvicinare - borda
avvilimento , accascia-
mento - àvilimént
avvilire - aviti
avvilirsi, accasciarsi - bà-
mss, àbàéàss, ùviliès
avvilnppatore - gàrbiijdn
avvinazzare - inciocht
avvisare - vis^
avvisato - àvisaa
avvisatore - dvisdddr
avviso - mdniféét, toceh
avviticchiarsi - rdmpegtt
avvizzire - impósi
avvocatino - dvocdtin ,
docdtìn
avvocato - legai, dvocdtt^
docdtt
avvocatone, avvocato di
grido - dvocdtòn^docàtòn
avvocatuccio - avocateli,
— 950 —
docdtèll, dvocdtusc, do-
cdtuse
avvoltolare - revoltià
azione - fàtt, dsiòn
azionista - dsionUta
azzardo - dstird
azzeruola Idsdrifi
azzimato - ràngiaa
azzuffarsi - ciàpàss per i
cdvèj [tiirchìn
azzurro - dsur, celèèt,
h - b
bsibau - bdbdo
babbeo - bàmba, Idpdgg,
bàdee, gdddn, tàròcch
babbioue ~ titola, tiirliiril,
tdpón [rtn
babbo - b&hi, papà, pdpàr
babbuaccio - mdrtiiff
babbuccia - pàpócia, éi-
hrèta
babbuino - bdbiiìn, macaco
babilonia - babilònia
babuasso - Mbikiss
bacaccio - bordòeeh
bacaio - bigdtee
bacare - cdmolàés
bacca - boi-lìn, borlceu
baccalà - merliiss, bdcdlà
baccalare - bdrbèlàto
baccanella (far) - bdrdcà
baccanerlo - bdcdneri
baccano - silsiir, rdbdddn,
giiibilee , ciòcch, bdedn,
bdcdn eri
baccano (far) - bacanti
baccellina - ghiringhèsa
baccello - bdsgidna, égàusc
tàcoìa
bacchetta - bdchèta, cànèta
bacchettata - bdchètàda
bacchettina - bàehètìna,
giànèta
bacchettino - bàchetìn
bacchetto - bàchètt, bd-
chèta
bacchettone - bigòtt, bd-
sdptl bdehètee, bdchèton,
colarmi, fregdbdlduéter ,
bidéàpàièr
hncchettonerì^-bigotìsmo
bacchinone - bicioldn,
mdtrigidn
bag
baccioccolo - piróta
baccicucca - cidlàda, cid-
Idrii
bacherozzolo - dmbròtola
baciamano - bdsdmdn
baciapile - fregàbàlàuster,
bàsàptl
baciapolvere - fregàbà-
làuster^ bdsdpìl
baciare - bdstt
baciarsi - bdsdés
bacile - bacìi, bdsìla
bacinella bràsciorìn
bacino - forma, btn, big in,
bdsin
bacio - bàsiu
baciocco - bdclcia
baciucchiare - bàsotà
baciucchiarsi - bàsotàsb-
baco da seta - bigàtt, cà-
vàlee
baco - eàgnon^ eàn
bacocco bàcol. bàcol de
Seregn
badalone - el siir dondàsi
badanai - bàdàliicch, bà-
dàluchèri
badanaio - ràbàddn
badananai - bàdcdiicch,
bàdàliicheri
badanio - bàdàlùébh, bà-
dàliicheri
badare - tend, incàntàsé,
guarda, bada
badarsi - ciiràéé
badatore - càscìn
badessa - bàdèsa
badia - àbàsìa
badilante - bàdildnt
badile - badi, bài
baffaccio - bàrbisàsc
baffettino - bàrbisìn
baffetto - bàrbisin
baffi - btlfi^ bàrbi», moàtcìce
bafflno - bàrbisìn
baffo - bài-bis, i bàrbìs
baffone - bàrbisa, bdrbi-
sòn, bdrbisòtt
bagagliaio - cdr di bàgàli
bagaglio - bàgàli, bàgàgg
bagagliume - bàgàgèri
bagatella - bàgdtèla, cid'
làda, inèsia, minuéia
bagatelle! - acqua de be-
legòtt !
bagatto - bdgdft
baggeo - bdlàndràn. libi-
ilòceli, eiòla, hàdee, fird-
rpiòcch, làpdgg, bàmba,
sifoltbri, tdròech^ titola,
tiirlùrU, trdmni
baghero - bàgher
bagrsrisiuata - gidmnàda
baggiano - bdgidn, tdbd-
lòri, tdrliiceh
baggio - bdgg
bagliore - citlsma^ gibi-
giana
bagnaiuolo - bdgndroeiì,
bdgnìn
bagnante - bdgndnt
bagnare - bdgnù,
bagnarsi - mdsdrdsè
bagnato - Mvaa
bagno - bàgn
bagnomaria - bdgnmdrm
bagnnccliiare - hdgnicscitL
bagole - cdndstrèi, loriòn
baia - ftinfer, (rotola, mi-
baietta - bdjHa [nee
baiettone - bdjètòn
baio - M*
baiocco - bdjòceh
baipne - giilgdtón - smorbi
baionetta - bdjonèta
baionettata - bdjonètàda
baita - bàita !
baiuca - hdgdtèla ;
balaustrata - bdldUétra
balaustro - colonèta \
balbettamento - betegàda \
balbettare - betegà, tdr-\
tdià^ fdrfoià i
balbo - hetegòi, tàrttLia I
baldacchino - bdldiichìn \
baldanza - bdldànsa
1)a1doria - baldòria, fdlò
baldracca - donàscia, fi-
ìàpera
balena - bdlèna
balenare - vèss in ed bd-
lèna, bicocà, bisti
))aleno - strdlitsc, mèta,
liisnàda - tltim
balestra - hdlèétra
balestrare - cascia
balestriera - bdlèstréra
balestruccio - ddrddn,
ddrddmll, dtlrden
balia - bàita
baliatico - bdilidUra
balio - bàilòtt
— 951 -
baliona - bàilòta
balla - ciòca, bàia, biònda
ballabile - bàlàbil
ballare - salta, bàia, bà-
ballata - bàlàda [lascia
ballatina - bàlàdina
ballatoi - bàétonitt
ballatoio - Idbia
ballerina - trèmàcda, bà-
làrtna
ballerino - gràtàeuil, bà-
làrìn, bàlerm
balletto - bàlètt
ballo - bàli
ballonchiare - baiasela
ballone - bàlon
ballonzare - bàlàseià
ballonzolare - bàlàseià
ballottaggio - bàlotàgg
ballotte - fàrù, bàlcsiis,
belegòtt, càstègn à lèi'é
baloccaio - beìeràtt
baloccare - incàntàés, cin-
quanta
baloccarsi - giilgà
balocchino - belerin
balocco - bebèll, belèc
balogio - gnce^li
balordaggine - loeàda, bà-
lordìsia \l&rd
balordo - loech, ciicch, bà-
balsamo - bàlsem
balza - màntoàna, fràbàlà,
bòrd, bordura, bàlsàna
balzana - pedana
balzano - bàUàn
balzare - sbàlisà
balze - còv - brieeh
balzo - sbàls
bambagia - hoìubàs, bom-
bàsìna
bambagia - ovata, loàta,
ètopìn
bambara (giuocare a) -
giilgà à bàinbra
bamberottolo - bàmbinòtt,
bàgàiòtt
bambinaia - bònìi, gover-
nante, goèrndnte
bambinata - hàmbinàda,
bàrdàsàda, bàgàiàda, fio-
làda
bambinello - bàgàln
bambino - bàmbìn, flaiìl,
stràfòj [bàmbindn
bambinone - bàrdàéon ,
bar
bambocci - spegàse
bambocciata - bàmbinàda
bamboccio - bàmbòcc
bamboccione >• fàsorou,
pàciàròtt
bambola - pigola, èpeco
banibolino - bàciòceh
bambù - hàmbil
banca - banca
bancarotta - bàncàrdta,
fàliment
banchettare - tràtà
banchetto - bànchètt, ira-
ta tnént
bauchiei'e - bànchér
banchina - scarpa
banco della bambagia
bàtàra
banco - bdnch, bàncaa,
bàncdl del torno, cilntèra,
negòsi
banda - banda, anta
bandella - ràrnpón, ogiceù
baudellone - asmi
banderuola - bàndirmìla,
* gànivèH - vela
banderuolina - bàndertna
bandiera - bàndèra
bandinella - bàndlna, man'
toàna, servièta, teétàna
bandire - bandi
bandista - bandista
bando - grida, notifica
bandolo - bànder, eoo
bara - càrice, càtàlètt
baracane - bàràcdn
baracca - bàràca
baracchina - bàétàrdela
baraccone - bàràcon
baragozzo - blòceh
baraonda - baraónda
barare - bara
barattare - barata, cam-
bia
baratteria - làdràrla
barattiere - bàstrosòn
baratti na - bàétròé<-
barattina (far) - bàstroéà
baratto - cambiamenti bà-
étròi-s, càmbi, bàràtt
barattolo - olìn
barba - ràdls, càvèj del
formenton, bàbi, barba,
bàrbèta
barba dì becco - bàrbà-
biceh, bàsàbicch, erbàbiech
bar
952
bat
barba della saggina -
barba de la vi.èlega
barbabietola - biedràva
barbacane - hàrbàcùn
barbacela - barbàscia
barbagianni - loroech, dH-
go, gran dìlgo
barbagliata - bàrbàiàda
barbara - bàrbara,
barbarie - bàrbàritaa
barbaro - tirano
barbatella - rasoi, mà-
gnoRH [bosdl
barbazzale -bàrboma, bàr-
barbero - bàrber
barberottolo - tàpàscéll
barbetta - flòcch, bàrbèta
barbicare - rasa
barbiere - periichee, bàrbee
barbina - brochètt
barbino - barba
barbio - bàlb, vàiron
barbogio - bàldta
barbone - bàrbón, bàrbln,
barbina
barbozza - bàslHa
barbugliare - fàrfoià
barbugliata - fàrfoiàda
barbuglione - fàrfoiòn
barca - barca
barcaccia - bàrcàseia
barcaiolo - bàrchirceu
barcauienare - bàrcàmènà
barcata - bàrcàda
barchetta - bàrchèta
barchettina - bàrchètìna
barchetto - bàrchètt
barelle - omètt
barcollamento - bicocàda
barcollare - àcànchignà,
dondà, bàreolà, bicocà
barcollata - dondàda
barcone - combdll, bàrcòn
barcuUare - bàreolà
bardare - inéèlà, barda
bardassa - bàrdàsa
bardatura - forniment ,
bò.rdàdura
bardotto - nàviroeu
bardotto di cuciaa - àiil-
tdnt de cilsina
barège - bàresg [lina
barella - bàrela^ portàn-
barellare - fa genogìna ,
dondà, bicocà
barellata - bàrèlàda
barellone - dondàda
bargiglio - coràj, bàrbèll
bargigliuto - bàrbèlàtt
barile - bàri [rilètt
bàriletta, bariletto - bà-
barilotto - bàrilòtt
barilozzo - bàrilètt, bàrilòtt
baritono - bàrtton
barleta - bàrilètt
barletta - piana
barlume - bàrlumni
barocco - hàròech
barocco (lavoro, azione) -
bàrocàda
barometro - baròmetro
baronata - bàronàda
baroncello - bàronscèll
baroncino - bàronsm
barone - bà)-dìi
baronessa - bàròntia
barrettina - bàrètlna
barrettino - bàrètìn
barrettone - bàrèión
barricare - bàricà
barricata - bàricàda
barriera - dàéì, bàriéra
barrocciaio - càmlànt,
bàrosìn
barrocciata - bàroèàda
barroccino - bàrosìn, bi~
rocìn
barroccio - gàbriolè, cà-
retèla, bàrdm
baruffa - bdrfifa
barullo - ciiceh
barzelletta - bàrselUa
basamento - bàsàment,
sòcol
base - fondàmènt, sòcol
basettaccia - bàrbisàsc
basette - bàrbìs
basilico - bàsìlieh, bàsilech
basilisco - bàsillsch
basino bàs-in
basito - sbasii
basofflone - menestree, mi-
neètree, polpetón
bassa (la) - là basa
bassa voce - àpidn
bassezza - bàsèsa, ■viltaa
bassino - bàsln [volgàr
basso - bàés , ordinàri,
bass'ora - bàs'òra
bassorilievo - bàsrilèv
basta - àlsèta, èàmbràca,
imbàétid&ra, in/ìlèta
bastaio - bàstce
bastante - bààtévol
bastardella - bàstàrdHa
bastardo - bàstàrd
bastardo ne - bastar dòn
bastare - diirà, basta
bastevole - bàstèvol
bastimento - bàstimént
bastina - bustina
bastione - bàstiòn
basto - basi
basto rovescio - cilnHa
bastonare — legna sii
bastonata - Icgnàda, bù-
stonàda
bastonatura - bàneàràus
bastoncello - bààtonscèll
bastoncino - bàstonhi, già'
neta
bastone (di carro) - cànsòn
bastone - bàstòn, manga-
nili, mhier , regondtn,
rolètt [màtf
batalmatt (cacio) - bàtèl-
batista - bàtlsa
batistato - bàtisaa
\)^Ì09,Ì2i -briistiàda, batòsta,
battaglia - bàtàlia bàtàia
battaglio - bàtòce, bàtùgg,
bàtàcc
battaglione - bàtàliòn, bà-
tàjòn
battella - bàtUa
battello - bàtoli, combàll
battente - bàtènt, bàtàrèll,
bàtàgg, bàtùcc, bàtuda,
àntipòrt
battere col coreggiate -
bàtàda
battere il pelo coU'arco
- àrsonà
battere - bàtt, bàia, capita,
pesta
batteria - baiarla, bàterìa
battersela - bàtesela, car-
dasela, fibiàsela, gira
battersi - bàtes
battesimo - bàtèsim
battezzare - bàtcsà
battibecco - ciàcer
batticoda - bovàròta
batticore - bàtiemùr, scàgg
battilano - màtàràsee
battiloro - bàtilòr
battimano - bàiimdn
battine - bàtln
bat
953 -
ber
battirame - eonseiàlàvèsg
battistero - bàtistér
battistrada - bàtis-tràda
battitoio - bàtucla
battitore - bàtidór
battitura - bàténda
battoccliio - bàtòce, bà-
iàee
battuta - bàtuda
battuto - bàtilil, caldana
batufolo - fàgòtt
baturiare - bugà
bau, bau - bopjj bopp, bor-
doni séti
baule - bàiill
bauletto - bàillètt
bauliuo - bàUlètt
bautta - domino
bava - bàÈseia, btlva, flàés,
fìl bòa
bavaglino - onèstìna, bàil-
scina
bavagrlio - bàilscìna, bà-
vtLli
bavagliolitto, - bàUscineta
bavarese - bàvàrésa
baveriua - ècimisHa
bavero - bàver, 2}elegrina
bavoso - bàuscént, hàil-
sciòn
baz/a - bàslèta, basa, ffh^ct
bazzar - bàsù.)- [ìàrta
bazzecola - ciàlMa, eià-
bazzeccole - bàràvdj, Uu-
ràbàcol
bazzica - bàsiga
bazzicare - bàsigà
baz/iua - bàslètina
bazzoffia - bdsldfèa
bazzoua bdslètona
bazzone - bàslètòn
bazzotto - bàsgiòtt
bea - b^h! bèk^ caca!
bearsi - beàss, compitLses,
compiàsèM
? beatitudine - beàtitudin
l beato - beat, beato, felice
beatone - betit, beàtòn
becca - càntón
beccabunga - fàvàcin
beccaccia - gàlinàsa, bè-
càsa
beccaccia marina - àreàsa
beccaccino - àgnèpa
beccafico - bècàfìgh, càne-
vàr celila
beccaio - màcèldr, bechee
beccamorti - éoteró, bechìn
becciamoschino - bècàmo-
schin
beccare - bècà
beccarsi - biiscàès
beccastrino - mdrtelina,
mpòìi
beccata - bècàda
beccateli» - càviec
beccatina - bècàdina
beccatoio - àlbicetl
beccheria - becària, mà-
cèlàrm
becchetto - bidànìn, be-
chètt
becchino - solerò, beehln
becco - bècch, càvrón
becco in croce - bèchin-
eros, bècstort
beccuccio -eànàlìn, bcchètt
becero - topiàtt
beduina - bediiinn
beffare - mìncionft
beft'eg'giarc - schèréà
begliuomini - bèidmen
bel bello - àddsi adusi
belare - càrùfjntl, frignai
belatore - liròn
belio - càràgnàda
bell'umore - iimorln
bella - bela
belladonna, belledonue -
bèidònn, bèlàdóna
belletta - litóii
belletto - bidca, bèlètt
bellezza - bèlèsa
bellezzina - bèlèsìna
bellica (erba) - peveràseia
bellico - bàmborìn, bom-
borìn
belliconcio - imbrdsàl
bellide - màrgàritìn
bellimbusto - ganimede
bellino - bèlin
belluria - bèlèsa
bello - bèli, bèj
belmobile - tomètt
belone - frignon
belva - bèlva
belvedere - bèhedè bel-
vedére, glorièta
ben alzato - benlevtLto
benandata - bdnàmàn
benda - binda
bendare - imbindà
bendatura - imbindàdtira
bendina - bindìn, bindìna,
binda [lèthi
benduccio - fàsolètt, fàso-
bene - polii, polito, ben,
bène
benedetto - benedètt, be-
nedèto, benedii, briitÈra
benedire - benedl
benedizione - benedisiòn
benefattore - benefàtòr
beneficare benefica
beneficiata - beneflsiàda
beneflcienza - benefècènéa
beneficio - benefici
benefico - benèfich
benefizio - beneflsi, servisi
benemerito - compèné, be-
nemèrit
beneplacito - beneplàeit
benessere - benèser
benestante - beneétdnt
benfatto - benfacu
bengala - bengMa [min
beniamino - càrcetl, benià-
benignamente - Umana-
mènt
benigno - iimdn, begnlgn
benino - benìn
beninteso - benintés
benone - benone
benservito - benservii
benta - àcquelàtt
bentenuto - in bòn èéer
benveduto - benvediili, ben-
vlst
benvisto - benvlst
benzina - bensìna
benzolina - bensina
beone - gàinàtt, ciochee,
ciocàtee, bàgàscion
bere - bèv, éciifià
bergamasco - bàrtoll
berganiina - bregàmina,
bèrgàmina
bergamino - bèrgdmin
bergamotto - bèrgàmòtt
berlicclie - bèrlicch, bar'
licch, ciàpin
berlina - berlina
bernoccolo - bergndcola
berndcol, bòia
berretta - bàrètin, bàndd
berrettaccia - bàrètàscia
berrettaio - bàrètee
berrettata - bàretàda
ber
— 954 —
bir
berretto - bàrètt, bàrèta
bersagliere - bersàliér, bro
sàlièr
bersaglio - bersàli
bersi - hgià
bersò - berso
bertavellino - comèta
berteggiare - schèrèà
berteli e - bràtèj
bertone - mèla
bertovello - covètdn
bertuccia - schnbia
bertuccione - macaco
bertuello - bèrtàvhll, bàr-
tàvèll, bàrtàbèll
bestemmia - bèèthna, bè-
è tè mia
bestemmiare - bèétèmà
bestia - bestia
bestiaccia - bestiàscia
bestiale - bcétiàl, de animai
bestialità - bestiàlitaa
bestialmente - bestiàlment
bestiame - beUiàmm
bestiola - bèsticsula, bò-
stiolina
bettola - bètola, osiàna,
oèteria, gàrgòta
bettolante - betolinàtt
bettoliere - òst, betolinàtt
bettoluccia - bètolìn
bettonica - betònega
betxilla - dùrìa, béola, onisc
betula pelosa - àlbàròtt
bevanda - bìbita
beveratoio - bevirceCi
bevere - bèv
beverello, beverino - be-
virceii [bidnch
beverone - beveròn, bév in
bevibile - bcvìbil
bevirolo - beviroeu
bevitore - bevidòr
bevola - béola
bevuto - bevuda
))evuta - ciàrida
bezzi - bèH
bezzicare - pifi
biacca - bitica
T)iacco - smiròld, bilo
biada - biada, biava, pi-
ttima
biadaiolo - biadarceli
Biagio - Biàs
bianca - càrtàbiànca - bàr-
bàjàda
biancherìa - j^^gn, biàn-
càrta, biancherìa
bianchezza - biànchèèa
bianchimento - ébiànca,
bilimént
bianco - biànch
biancomangiare - blà-
mùnsgiè
biasciare - sciscìà, biàéà
biascicare - biàsà, dormi
biascicotto, biasciotto -
biàsaa
biasciarosari - biàéapàtèr
biasimare - desàpravt, di-
sàpravà
biasimare - biàsimti
bibbia - bìhia
bibbio, bibbo - coroès
bibliografia - bibliografia
bibliografico - bibliogrà-
fleh
biblioteca - hibiòtéca, li-
brària, libreria [ctiri
bibliotecario = hibiote-
bibliotechetta - hibiote-
bica - Loàscia [chéta
bicchierata - hicerMa
bicchiere - Licer, Lice,
hàrchèta
bicchieretto - hieerin
bicchierino - cichètt, grà-
pm, hicerìn [ceròtt
bicchierone - bicerdn, bi-
biccio - higiogìn
biccicucca - càMna
bicornia - bicornia
bidè - bidè
bidello - bidèll, inèerriént,
portér
bieco - hesios, càtìv
biennale - bièndl
bietola - biéda
bietole - còàt
bietolone - lifròceh, dola,
gàhiàn, fàtòn, hàdee, ci-
làpp, gnòceh, Uimàgòn,
qiiùiò, gorgordn [peli
bietta - chignceu, gèpa, eià-
biette - cuni [limi
biffa - hìfa, lìàlina, pa-
bifolco - bifòlch
biforco - farcela, forchètt
biga - Mg a
bigattiera - bigàtéra
bighellonare - bàlàndrà
bigliellone - strilsdn
bigio - grts
bigìii - bisgio
bigliettino - higliètìn
bigliettinaio - biglietàri,
portér [bigliètt
biglietto - heliètt, biliètt
bigoncia - brènta, nàvà~
scia
bigoncione - nàràsciceu
bignonia - hignonia
bigotteria - bigotìsmo
bigotto - bigòtt
bilancetta - bàlànèìna
bilancia - hilàneiér, bà-
sgier , hàsgiertida, bà'
lànèiè, hilàneiér, bàlànsa
bilanciare - equilibra
bilanciere - bilànciéi-
bilancina - hàlànsìna
bilancino - hàlànsin
bilancio - biidgètt, con-
silntìv, bilànc
bile - bila, bile, fèl
bilenco - sciàbàlént
bilia - busa,, bìlia, bjìla
biliardo - hilittrd
bilico - pòlis
bilie - sciàbol
bilioso - hilids, biliósa
billia - cànsòn
billo - pipi
bilnrchio, tiòrba
bimbo - bàmbin, bàciòecky
brighèltn, popò
bimestre - bimèéter
bimolle - beinoli
binario - binttri
bindellino - bindèlin
bindolata - birichinMa,
berichinàda
bindolo - bicòca, bàlotìn
binoccolo - cànociàl
binoculo - binòeol [lòtt
bioccolo - flòceh, càndi-
biografla - biografia^ vita
biografico - biogràfoch
biondezza - biondèàa
biondino - biondhi, Jnon-
biondo - biòné [dina
bìondone - hiondòn, bion-
dina [boiàca
bioscia - brodàia, hrceuda,
biquadro - hefiutder
biracchio - còrno, màn-
birba ■ birba [sHt
birbaccioue - birbòn
bir
— 955 —
boin
birbante - hàlòèé^ hirJxlnt,
hlicter, hrieòn, gàleòtf,
ììiàlvirént
birbanteria - hirhàna,
MlostLda
birbantello - bàloéctt
birbata - hirhària
birbonata - birhontida
birboncello - hirhonscèll
birbone - ràhotón, blicter,
birbo a
birboneria - birbonàda
bircio - his^ tiòrba
biribissaio - biribisànt
biribissi - hiribiéé
biribisso - càvàgnmila (giil-
f/à à làj
biricchino {P essere) -
bàlosètt, bàràbismo, bà-
ràbìn
biricbinata - herichinMa,
birichinàda
birichino - bericMn, bi-
richin
birilli - omètt [chitt
biroldi - biisèehin, biisè-
birra - bìra
birraio - Uree
birreria - biràrìa, bireria
birro - sbìr
birrone birdn
bis - bié
bisaccia - bisàea
bisantini - liistritt
bisaro, bisavolo - bisnòno,
bisnòna [tigh
bisbetico - bìsbetegh, bishè-
bisbigliare - mormora, ci-
ciorà
bisbiglio - hisbiléri, bi-
sbUi, cieioritt, trebulèri,
mormoràsion
bisbocciare - bàràcà
bisboccione - bàràchee
biscanto - càntón
biscazziere - biliàrdee
bischeraccio, bischerello
- hàciàcol
hischero - birceu
bischetto - bànchètt
biscia - bìsa
bisciole - lumàghitt, pàrptbj
bisciolina - bisèta
bìsciolo - betegòi^ tàrtàia
biscione - biàdn
biscione inglese - èerpàn
biscotteria - bèàcòtàrta,
biéeòterìa, ofèleria
biscottino - bèécotìn, bi-
àcotìn
biscotto - bèécòtt, biàeòtt,
hi^eMi,- gàléta
biscroma - biscroma
bisestile, bisesto - biseètìl
bislaccheria - bislàcMa
bislacco - bislàeeh
bislungo - bislunga
bismalva - màlvdn
bisnonno - bisnòno, hi-
snòna
bisognare - Insogna
bisogno - ocor, esigensa,
bisògn
bisognoso - riUrètt
bissacela - éàchèta
bisteca - hiftèech
bisturi - bisturi
bisunto - bisilne, bisilnt,
besùnc,
bitorzoletto - brosimù,
hrosàioeu,
bitorzolo - bròéol
bitume - bitiimm
bivaccare - hivàcà
bivacco - bivàcch
bizzarro - bàlédn, bisàr,
estròs, eiiriòs, stràvàgdnt
bizeffe (a) - à bisèff
blando - dols
bloccare - blocà
blocco - blóeeh
blu - bleu
blusa - bluse
boa - bòa
bobbia - gèpa
bocca -baca [dama
bocca di dama - bòea de
bocca (di leone) - boceh
de leon
boccaccia - bocàseia
boccaiuola - hochèta
boccale - bocaa, bocal
boccalone - càràgnòn
boccame - bocàmm
boccascena - proscèni
boccata - bocàda
boccetta - flàcòn, gèpa,
bogèta, bogetìn
boccettina - bogètìna
boccettino - bogetm
bocchetta - bochèta, bochin
bocchina - bochèta, bochìna
bocchino - bochèll, bochin,
càntu
boccia - botòn, boi^glico
botèglia , botèlia, bdeia^
bàia
boccina - bogèta
boccino - bògtn, bàlin,^
boccino - biiscìn
boccio - botnn
boccione - balista . LotlgUòn-
botègliòna,
boccinolo - borión, bocbèll(.
bilscidn, biléeròtt
hocco - bàli
bocconcello - morèlli'
bocconcino - bocomn
boccone - hocàseìa, bocnm
boddacchino - bàgàgcll
bodino - fldn
bodola - bòtola
boga - bòga
boia - bòia
bolgetta - borirla
bolla - bòsa, géma, so/iài,.
veélga
bollare - boia, tèng
bollato - bolaa
bollente - biiiént
bollerò - stipa
bolli-bolli - sàrcc-.sàra, cà~
tàbréga, ferment
bolliciattola - calcinar aìu-l
càlcinirceu
bollimento - bilìda
bollire - bill, buj
bollito - lèse
bollitura - bilìda, bUidÉ-
ra, decòtt, perbilidi/ra
bollizione - biiida
bollo - boli, biiserm
bollore - b&J
bolo - bòli
bolso - boia
bomba - bàndèra, bcila\
bómba, éègn
bomba (giuoc.are a) -
bara (giùgà à), qnMer
càntón
bombare - ciàrì
bombarda - trómba
bombardamento - bom-
bàrdàmént
bombardare - bombarda
bombardino - bombàrdìn
bombardone - bombàrdón
bomberò - btlmba
boni
- 956 -
fera
: bombo - honhòn, bohd
bomboccione, boiiib oc-
ciotto - mà§' ciòtt
bombacciottolo - fàsoròtt
boii'ora - honùra [ntisc
bollacelo - hoinhàson, bo-
bouaiuano - bònàmdn ,
mància
bonariamente - bònàmént
bonarietà - bonomia
boncinello - bolson,ogiceu
bondiola - hondiaùra, boii-
dàio'ùla
bonetto - bonHt, tortèra
bono - bòli, écontrln, fin
bononio - bòn òmm
bontà - bontaa, tìtol
borbottamente - bàrbotà-
mènt, hàrbotàda
borbottare - barbata, ma-
cola, rogna, toHtogtià
borbottio - bàrbotàméitt,
borbottone - bàrbotàfà-
sceù, bàriotón, bàrbotòna
borchia - bochèta, mttpa^
molèta
borchie - guàrniéión
borchio - bòlgia
bordello - bordèll, trebii-
. Ièri,
bordo - bordo,
bordone - scolciòn, scì-
sciòn
bordoni - scolciòn
boreale - boreàl [sgioà
borghese - borghès, bor-
borghesia - borghesìa
borghetto - borghètt
borgo - borgh
boria - bòria
borioso - borìds [già
borraccia - bottgia, bora-
borace - bords
boraciere - boràsin
borracina - tèpa, mufa
borraggine - boràgeu
borrana - boràgen, hriigo-
Iòsa
borsa - bórsa, boréèta
b or saccia - borsàscia
borsaiolo - horéiroeu
borse - èàcòcc
borsellino - boréìn
borsettina - borèètìna
borsiglio - bori-in
borsìneri (i) - bori-ime
borsone - bolgiòtt, boréòn
boscaccio - boscose
boscaglia - boseàia
boscaiolo - hoéchir(zu
boschetto - boschètt
boschino - boschina
bosco (uccello acq.) - boi-ch,
còli rosé
bosinata - bosinMa
bosino - bosin
bosso - màrtèll
bossoletto - biiserin
bossolo - bàlotèra, biiào-
lòtt, biiàeròtt, biièerin,
bòsor, épin biànch, codee,
màrtèll
boto - màrmòta, mortee
botola - biiseròtt
botta - bota, colp, paca,
i-ài-àda
bottaccio - gorga
bottaio - i-egionee
bottale - botai
botanica - botànica
bottarga - botàrga
bottatrice - botrisa
botte - bàita bónsa, vàsèll
bottega - negòsi, botéga
bottega (a vento) - banca,
bànchin
bottegaccia - botcgàscia
bottegaia - botegàra
bottegaino - botegàrìn
bottegaio - botegàr
bottegaiuccio - botegàrÈsc
botteghetta - botegkUa
botteghino - lotiroeiì, ho-
teghìn, cààèta
bottegona - botegòna
bottegone - botegòn
bottegaccia - botegùscia
bottellino - etichèta
bottello - bàgàtèla, càrtelin
etichèta
botticella - botesUa, fèààca
bottiglia - 6o%/m, bo-
tèglia, - botèlia
bottiglieria - botiglìeria,
botègliària , botèglieria ,
cantina
bottiglietta - botèglièla
bottinaio - nàvàscee
bottino - eàsèll, màgàsin
botto - bàgàgèll, bòtt
bottonaio - botonàtt, bo-
tonee
bottoncino - bogetìn, bo-
tonin
bottone - bogetìn, botòn,
tnàpa, gropètt
bottoni (botanica) - caper
càpiiscìn
bottoniera - botane r a
bottoniere - botonàtt, bo-
tonae
bottnme - vàselàmm
bove - bò, boeu
bovina - bovina
bozza - boràdòr, proeiìva de
i-tàmpa, bòéa, bòi-i, bugna
bozzetto boàètt
bozzima - bmUsma
bozzolano - bicialdn
bozzolaro - bombonàtt ,
bombonee
bozzoliera - gàletéra
bozzolo - gàlèta
braca - braga, fàléèta
bracalone - bràgàsción
braccetto - bràsètt
bracchiere - eàscin
bracciale - brasai
braccialetto - bràéàUtt,
mànìli; bràeiàlètt
bracciata - bràsciàda
bracciatella - bràsciaii
bracciatura - brài-àdùra
bracciere - bràsér, càcà-
lièr àervént
braccìno - bràscin
braccio - bràse, brasi, dièta,
bàstòn, [dita
bracciolo - bràscioeù, càn-
bracco - bràcch
brace - càrbonìna, brasa,
brasca
braghe - bràgh, mudànd
brachetta - braga, pàta,
ivàsàdura [degheo
brachiere - bràghee, àn-
brachieraio - bràgherìita
braciare - brasa
braciere - braserà [itree
bracino - càrbonee, scio-
braciola - fricàndd
braciuola - coteUta
bradiglio - bràdili
braghetta - braga
brama - brama
bramare - desidera
branca - égriff
brancale - bràncdl
bra
— 957 —
1t»rii
brancata - branca, bràn-
ctlda, pilgn
branchie - bàrhèll
brancicare - màétmà
brajicicatura - màstinà-
b ranco - ròse [dtira
brancolare - pàspà
branda - brfLnda
bi'audellì (a) - à bindolerà
brandello - pàtilèll , pà-
tiièla, strigòàs, bocòn
brani (a) - d bindolerà
brano - ètrigòéà, tòccìi
brasca - bràsii
Brasile - Bràsii
bravacciata - Milàda
bravaccio - bùio
bravare - spara , brava
bravazzata - bràvàda, Mi-
làda
bravazzone - biilàéo
bravo - brào
bravone - billàèo
bravura - bràvUra
breccia - brècia, scèpp,
geron
brendoli (a) - à bindolerà
\ brenna - rttgia, bròcch
\ brenta - brènta
V brentina - hrentìna
I bressanella . - brééànUa,
breèàna
brevag'g'io - brèvàgg
breve - curi
brevetto - brevètt
breviario - breviàri
brevità - cUrtH-a
brezza - brtsa
brezzolone - infrògiò
briaco - cioeeh
bricche - brìeol, bricch
bricciche - bàràvàj
brìcciolo - ndnM-ia
"'•' bricco - càfetèra, cdgoma
bricconaccio - bàlosmi
bricconata - bàlosdda, bri-
conàda, ràbotàda
bricconatella - MloéMèla,
bàlosàdìna
briccone - birb&n, bàlòùé,
bàloédn, bricòn
briconeg'g'iare - ràhotà
bricconeria - bricontida
bricia, briciola, briciolo
- freguia
briga - crùsi, fastìdi, crtca,
mestee, qiiistión, éervtsi
brig-adiere - brigàdér
brigrante - hrigdnt
brigantino - brigàntin
brigata- bregàda, brigàda,
compagnia, cotària
brighella - brighila
brigidini - citicer
briglia - bria, rédencc
briglia io - briee
brillantare - faceta
brillante - brilànt
brillantore - brilcmtà
brillare - breiìià, pila, bri-
là, bdscià, cipti, mosà
brillo - àlégher, brill
brina - brìna^ prina
brinare - brina, prinà
brinata - prinMa
brindisi - brindes, brin-
disi
brio - vivàcitaa, brio
brioso - àlégher
brissa - brìsca
briscola - briscola
briscole - càfè, briscolln
briscolone - briècolòn
briscoluccia briscolèta
brividi - sg'^sol
brividio - bàrbèlàmènt
brivido - brivid, bàrbèlà-
mènt
brizzolato - picolaa
brocca - bròca. càtàflgh
broccatella, broccatino -
brocàdèll
broccato - brocaa
brocclietta - brocheta
brocchetto - brochètt
brocco - braca, bròcch,
gropp, speron
broccolo (di uomo stupido)
- bàcol, bàcol de Serègn,
mtipa
broda - borlanda, brmida,
coróbia
brodetto - roàUmàda
brodiglia - broetlda
brodo - brceud, conàiimè,
corbolion
brodone - Irodòn
brodoso - brodòs
broduccio - brodìn
brogiotto ^ floròn
broletto - brotètt, broètt
bronchi - hrónchi
bronchiale - bronchiM
bronchite -bronchite, broii'
ch/tide, bronchltica
broncio - miisdn, mùtria
broncone - codeghèta, pài,
mànègia
brontolamento - brontola'
mènt, ràngògn
brontolare - brontola ,
ràngognà, rogna, tonto»
gnà, tàcognà
brontolone - hàrbotàfà-
sceù, bàrhotdn, brontolòn,
ràngognòn
bronzina - forma
bronzino - bronn
bronzista - bronsinvà , -
bronsiéta,
bronzo - broni-
broscia - hrodàrìa, bro'uda
brossa - gràtàfànga
broughani - briimm
brozzola - braca
brucare - sbrocà
bruciacchiare - hrllsàtà
bruciacoda - brilsàcóa
bruciaculo - brilsdr
bruciaglia - hàchettn de
brusà
bruciare - bigia, briisà
bruciasiepi - brilsàscès
bruciata - bigiàda, bigià^-
dlna [dèli
bruciate ■ biroeùl. hriisà-
bruciataio - birolàlt. inà-
ronee
bruciatene - hriisàdi-ll
bruciatura - hrnmdùra
brucio - briìs, gàtina
brucioli - bilsctij
bruciore - hesèi, brii^or
bruco (della vite) - bà-
làbiòtt
bruco - àlemàr, .scgn, sè-
gnàcol, càmola, gàtina,
olivata
brughiera - briighèra
brulicame - nìvola
brullo - biòtt, sbliisc
brunellino - brimèll
brunetto - morètt
brunire - imbornì
brunitoio - bomidòr, im- ~
bornidòr
brunitore - imbornidòr
bru
— 958 -
but
1t)ruuo - condisión, luto, tene
brusca - hrùétia
bruscagrlia - hiiscàj
bruscaio - hrUàtiàtt
bruscatura - hrovàdura
briischette (far alle) -
huéchèta
bruscolo - pelUech, filtLpet\
hiischln, hùéca
brusco - hriiéeh
brusio -hordelèri,gàsàghee
brusone - hì-usóu
brutale - hèstiàl
bruto - hèètia
bruttacelo - hrùttse
bruttaccione - brutondn
brnttacchiolo - hrtitòtt
bruttezza - Ja-uteàa
bruttino , hriitìn
brutto - hriitt
bruttomale - hriitura
bruttone - briitòn
bruttura - imondisi
bruzzag'lia - vespee
bu, bu - bop, bop, bob, bob
bua - hobaa
buaccio - boàseiòn , ma-
màliicòn, mànsòtt
buacciolo - bàbiiàsé
buaccioue - niàmàlucòn
bubbola - bìlba^ ciàlàda
bubbolare - bilgà
bubboliera - eiochéra
bubbolini - coniàgitt
bubbolo - eàmpànìn, cio-
chìn, sontti
bubboncino - bilgnotiseèll
bubbone - biibòn, biignòn
buca - f5pa, déficit, bus,
busa, boeitcc, bocheta
bucacori - cisquitt
bucaneve - càmpàuitt
bucapere - cornàbò
bucare - sbiisà, sbogià
bucatino - biigàdma, bii-
gàdìn
bucato - biis, biigàda
bucatura - sbogiàdtìra
bucherattolo - hilsiroeùla
bucherellino - bilsìn
buchettino - bilsin
buchino - bUsìn, bogìn,
boeucc in barba
buccia - pelesina, peli,
.s'cdréa, rùSca
buccinarsi - tronà
buccio grana
buccola - bdcola, i pendént
buccoletta - bocolèta
buci! - cito.'
bucinio - cicioritt
buco - bils, boeucc
buco tò! - ciO^pa ch'el gKè!
bucobia - biicolega, bucò-
lica
bucolino - biism, bogìn
budella - biidèll
budelle - budèll
budello - biièll , biisèca,
biisècch
budiniera - bonètt
budino - bodìn
budriere - bodriee
bue - màns, bò, boeù
bufalo - bufai, bùfol
bufare - fiocQ,
bufera - borimri, iiragàn
buffare - bofà
buffetto - goga, pàpin
buffo - bofàda, buff, strà-
vént
buffonaccio - biifonòn
buffonata - biifontlda
buffoncello - biifonèll
buffone - hiifón, gott
buffonegrgiare - bìlfmiti
buffoneria - pàiàsciàda
bugrliolo - mààtelètt
buglione - niiscmàsc
bugia - bosìa, fandonia,
càrdtola
bugiardaccio - bosàrdàse
bugiarderia - bosàrdàrta
bugiardo - bosàrd
bugiaza - biigitts
bugietta - bosièta
bugigattolo - boeucc, bus
bugione - boétòn
bugna - bugna
bugnato - à bilgn
bugnola - gàbiòtt
buio - foseh^ sdir
bulbo - scigòla
bulgaro - bùlgher
bulino - bolìn
bulletta - bolèta, étàckèta
bullettame - brocàmm ,
stàcìiètàmm
bullettario - boletàri
buUettina - brochèta
buUettinaio - bigliètàri
bnllettino - bolèthi
buUetto - dolèta [dòn
buUettone - brocon, cio-
buon uomo - bon oììiàse
buonalana - tomètt
buon gusto - bontòn
buonissimo - bonént, bon
bonènt
buono - sàvi, hùn
buontempone - bàlàbon-
témp, bontempon, somè-
nàhontémp
burattare - bilràtà
burattinata - bìlràtinàda,
ciribiràda
I burattino - buràtin, ma-
gateli, blìcter
buratto - buràtón, hiiràtt
burbera - hUlbera, bulbora,
burba, tornèll
burbero - btirber, rtiètich
burchiello - eomhàll
bure - bilrètt
burgravio - càfu
burla - burla, sehèrs
burlare - mvàitt, seller ùù,
burletta - burlata
burlone - giugàton
burocrazia - burocrazìa
burraio - biiteree
burrasca - boràsca
burraschetta - boràschèta
burraschina - boràècheta
burro - biitèr
burroso - biiteròs
buscare - cerca, biiseù,
buscate - biièeaa
bnsclierata - àsnàda
buscherio - bàcdn
buscherone - bolgirón
bussare - bàtt, pica
bussata - batòsta
busse - bòtt, bota
bussetto - dàndàld
bussola - bùsera, buèola
bì-ustia, portantina
bussolare - brUàtit
bussoletta - àntiportìn
bussolotto - biiéolòtt, bii-
éeròtt [étiice
busta - ànvelòpp, busta,
Busto Arsizio - BuH
busto - biiM, fàsèta
bustina - ànvelopìn
bustino - bustina
butirro - biitér
butirroso - biiteròs
but
959 -
cai
buttafuori - hiitàfmlra
buttagra - ovèra, ocra
buttare - Imtà, tra
buttarsi - hiitàsé
buttata - Liitàda, hiltt
butterare - shogiti
butterato - càrpogn
buttero - Loeuce, shogià-
dura
butteroso - càrpogn
buzzo - fìoriech, eonsolaa,
cosinètt, giigirceu, molàsc
buzzouaccio - bongé
O
cabala - gtlbola, menàda
cabalare - gàbolà
cabaletta - càbàlèta
cabina - cabina
cabriolè - cabriolè
caca - cìépa
cacadubbi - càgàdubì, eà-
chétich, piUma
cacaiola- càgàrèla, càghèta
cacare - caga
cacarella - càghèta
cacata - càgàda
cacatura - càgher
cacazeccliino - càgàsechìn
cacca - caca
caccao - cacào
caccaos - cacào
cacchione - càgnon
cacchioni - càn
caccia - ctcia {Uòrt
cacciabotte - biitàvàn, fèr
cacciadiavoli - èrba bal-
samina
cacciagione - eiàpàda
cacciamosche - moschi-
rceùla
cacciaufuori - scigóla, in-
clisgnenèla, incuginèla,
inciidinèla {càscia
cacciare (mandar via) -
cacciarsi - càsciàsè
cacciatoia - càseiàciòd
cacciatoio - càsciàcitni
cacciatora - càciàdòra
cacciatore - càeiàdòr
cacciatoruzzo - fàlopee,
brusàscés
cacciavite - càsciàmt
caccola - caper
cacherella ■• boriai
cacherello - càgher
cacheroso - frignaa
caciaia - ceserà
caccialo - formàgee, càsce
cacciaiolo - càsce
caciciolo - formàgèla
cacio - formai, formàgg
caciola - càrsénéa
cacioso - càgiaa
cacìuolo - formàgin
cacone - càgòn
cadavere - càdàver
cadaverico - càdàvérich
cadenza - càdénsa
cadere- capita, boria, eroda
cadetto - minor, càdèti
caduta - crodàda
caffè - eàfè
caffeaus - càfèàns
caffeino - càferìn
caffeista - càferàtt
caffettiera - càfètéra
caffettiere - càfètee
caffeuccio - càfei-Use
caffo - disper
cagione - mottv, càiisa
cagionevole - màlinghér
caglio - càgg, Agra
cagna - cagna
cagnaccio - càgnàse
cagnaia - boiàda
cagnoletto - càgnoeu
cagnolina - càgnèta
cagnolini - ftoeil del càn
cagnolino - càgnoeu, cà-
gnolln
Caino - Càìn
calabraclie (fare a) - giiigti
à càlàbràgh
calabrìno - mùgndn
calabrone - gàlàvròn
calaniaietto - càrimàrtn
calaniaino - càrimàrtn
calamaio - càrimaa, càri-
màréra
calamina - càlàmma
calamita - calamita
calamità - briiàtiMa, di-
sgràéia
calamitare - calamità
calappio - trapala
calare - càia, vegnì
calata - càlàda
calca - calca, fola, fldta
calcafogli - fermàctirt
calcagninolo - dent de càn
calcagno - càleàgn, tàcch,
tàldn
calcalettere - fermàcàrt
calcare - calca, fola
calcato - càlcaa
calcatoio - crivèll
calce - calcina
calcedonia - càlcidòaia
calcese - màsàprèj
calcestruzzo - càlcèéter,
càlcestriiss ■
calcetto - nas, 5)
calchino - càlchin
calcina - calcina, molta
calcinaccio - calcinasi
calcinaio - càlcinee, bagnò
calcinello - calcinarmi,
calcinirceù [sciàda
calcio - pcc-in-del-cilil, pe-
calcolabile - calcolàbil
calcolatore - càlcolàdór,
eàlcolàdòra
calcolare - calcola
calcele - càlcol
calcoliui - bàsgeritt
calcolo - càlcol
caldaccio - càldùn
caldaia - càldàr, caldèra
caldaiata - càldàràda
caldaione - càldàròn
caldaiuola - bràsciortn
caldamente - càldàmènt
calda nino - mari, scalditi
caldano - braserà
caldarrostaio - birolàtt ,
màronee
calderaio - màgnàn
calderottina - càldàrlna
calderottino - càldàrìn
calderotto - càldàr, cài-
caldina - letórìn [dàròtt
caldino - lefortn, càldin
caldissimamente - càldisi-
màmènt
caldissimo - càldiéim
caldo - càld
calduccio - càldÈsc
caldura - caldura
calendario - tàciiln, ca-
lendàri
calende - càlènd, càlènde
calenzuolo - àmoròtt
calere - importa, infà
calessabile - càrosàbil
calessata - càrosàda
cai
- 960
caii
calesse - cdìèss, càlèse
calessino - càlèèìn
Ccilesso - càlèéìn, càlèse,
sèdia
calìa - briisaa
calibratoio - càlìber, cà-
libro
calice - etiles, cftlis
calicetto - càlesìn
caligine - nèbia
caliginoso - nèbiaa
calla - màé'chèrpa
callettino - càlìn
calligrafia - càligràfia
calligrafico - càligrtifich
calligrafo - càlìgràfo
callista - càlìsta
callo - flòeeh, cali
callotta - càlòta
calma - calma
calmante - caimani
calmare - càlmtb, pàdi-
mta, quieta, quieta già,
imbonì
calmarsi - càlmàès
calmo - etimo
calmucco - càlviiicch
calo - cali
calomelano - càlomeldn
calbre - cùlòr
calorifero - càlortfeì-
calorino - càlorìn
caloroso - càloròs
calosce - clàcch
calterire - intàeà
calngine - écolciòn
calunnia - càlùnia
calunniare - càliinià
calvario - calvàri
calvello - mondèll
calvezza - pitléa
calvo - pelaa
calza - baisela, calsela ,
pànn, puntai
calzacela - càlsètàseia
calzare - càléà
calzatoia - tàpèll, torno
calzatoio - còrno
calzatura - càlsàdura ,
ìicàrpa
calzettaio - càlàètee
calzolaia - càlàolàra
calzolai no - càlsolàrin
calzolaio - càlsolàr, cà-
b-olàr
calzolaiuccio - càlsolànusc
calzoleria - cùUolùria
calzouacci - càlsontisc
calzoncini - càlàonitt
calzone - càléòn, pàntàlòn
calzoni - càlàòn^ bràgh
camaleonte - bàndirmtla
cani arra - martingala
cambellotto - càmelòtt
cambia-monete - crìmbià-
vàlut
cambiale - cambiai
cambialetta - càmbiàlèta
cambialtna - càmbiàlèta
cambialuccìa - càmbiàlèta
cambiamento - càmbià-
niènt, vàriàsiòn
cambiare - cambiti, volta,
variti^ miidà
cambiarsi - càmbiàsè
cambiavalute - càmbià-
vàlÈt
cambio - càmbi, scàmbi
cambista - càmbimàlùt
cambrì - cambrì, , cam-
bricch
camelia - camelia
camello - càmèll
camera - càmera, stànèa
cameraccia - càmiisciòn
camerata - càmeràda, cà-
màràda, compàgn
camerella - moschètt
cameriera - donsèla, cà-
meréra, cameriera
cameriere - cìimerèr
camerino ■ càmàrìn, cà-
merln, càmer, cela
camice - eàmes
camicetta - càmièèta
camicia - càmìsa
camiciaio - càmisàtt, ca-
misee
camicina - càmiscetì, cà-
misorìn
camiciona - càmisona
camiciotto - càmisòit ,
blilsc
camìciuola - biàn^hèta
camisaccia - càmisàscia
cammellotto - càmelòtt,
molctòn
cammeo - càrneo
cammiccio - graa
camminare - càminà j
camminata - càminàda i
camminatina - càminà-
dìna [dar
camminatore - càminà-
caniminatnra - àndàdÈra
canini inetto - càmimtt
camminiera - càsèta di
lègn, eàminéra
cammino - càmìn
camomilla - crèépola, cà-
màmèla
camorra - càmòra
camorrista - càmorUta
camoscio - carnose
campagna - campagna '
! campagnaccia - càmpà-
I gnàscia
campagnata - scàmpà-
gnàda
campagnuolo - forèné,
càrnjìàgiMeù
campale - campài
campana - campana
campanaccio - hàgolùn ,
I càmpànèll
i campanaio - càmpànàtt
! campanella - càmpànèla
campanelle - goti, ànelitt
campanelletto - campa-
nclin
campanello - ogireù, càm-
pànìn
campanina - càmpàntna
campano - campanili
campanone - cùmpànón
campanuccia - eiochèta
campanula - càmpànhi
campare - scampa
camparo - càmpee
camparsela - campasela
campata - càmpàda
campeggiare - campegi(%
risalta
campeggio - càmpeg, càm-
piice, càmpusc
campi - fóndi
campione - móstra, mo-
strìn, càmpiùn
campo - losugh, sìt, tèra^
camp , càmpàda , cam-
pagna, fònd, fóndi
camposanto - càpèànt, fo
pan, cimitèri.
camuso - schisción
canaccio - càgnàsc
canaglia • cànàia, bàloiàia^
ràsàpàia
can
961 —
canagliata - cànàiMa
cauaglioue - cànàion
cauaiuoli - liiitt
canala (la) - cantila
canale - canài, cànaa, gàlee
canaletto canalino - ca-
naletti cànàlin
cànapa - cànàvdsa^ cane-
Tosa, ctinef, ct/nov
cànapa maschia - ctneva
mtis'cia [fèmina
cànapa femmina - ctlneva
canaparola - cànevàroeula,
tilinòtt
canapaia - cànevec
canapaio - cànevdn
canapè - cànape
canapeino - cànàpèrm
canapiglia - albera
canapino - cànevàroeula,
cànevtn
canapule - cànevùsc
canapuli - bdrbàj [Un
canarino - cànerln, càne-
canavaccio - cànevàsé
cancellare - càncelà, écàsà
cancellata - rèételàda, cà-
jjonera
cancellatura - càncelàdùra
cancelleresco - bilrocràtich
cancelleria - cànceleria
cancelliere - càncelér
cancherino - cr&éi, fastìdi
canchero - bàràca, càtà-
ntlj\ impiMter, ciànfer,
cdlàncà
cancrena - càncrhia
cancrenoso - càncrends
cancro - ctinero, càgnòn
candela - candéla, càndìla
candelabro - candelabro
candeletta - càndiUta
candelina - cerìn, càndi-
lìna
candelona - càndildna
Candelora - Serimùla
candelotto - càndilòtt
caudelliere - càndilee
candellierino - càndilertn
candidato - càndidaa
candidatura - candidatura
candidezza - biànchèsa
càndido - bitinch ctlndid
candìero - éàbàidn
candire - càrdmelà, càiulì,
càndida
candito - candid, candii
candore - biànchèéa
cane - cdn, ciào
canestraio - càvàgnàtt, ca-
vàgnee
canestrata - càvàgnàda
canestrino - càmìgnceù,
càcàgnìn, ectvàgnorìn
canestro - càvttgn
canestrone - bànàMra, bà-
nàSta, càvàgnòtt
canestruccio - càvàgnUa
canetteria - càgnetéra
canevaccio - fregòn
canfiuo - cànfin
cànfora - ctLnfora
canforato - cànforaa
cangiamento - voltàda
cangiante - càngiànt
cangiare - cambia, mildà
canicola - canìcola
canile - cucia, càgnetéra,
bàlin, niàsG
canina - càgneta
canino - càgnìn, càgncsil
canizza - bàilìda
canna - càna, hàstón, itòbo
cannaio - ordir oeilla, or-
disoeula, trombee
cannella - eàntn, bochìn,
cànela, cànèta, spina
cannellino - cànèta
cannello - cànìn, bochìn,
cànèll, cànèta, époeUla,
àtàsà
cannellone - borlòn
cannotto - beròtt
cannevarola - cànevàroRiila
cannonati - cànonàda ,
bàia
cannoncini - cànonitt
cannoncino - cànonéìn,
mìcàrón
Ciinnone - canon, càna
cannoneggiamento - cà-
nonàmént
cannoneggiare - cànonà
cannoniere - cànonér, cà-
noniér [ciàlàsc
canocchialaccio - càno-
canocchiale - cànociàl
canone - càgnòn
canonica - canònica, cà-
nònega
canonicato - cànonegaa,
cànonicaa
canonico - cànònicìi, cà-
nònegh
canonizzare - canonisti
canotto - cànòtt [gòìi
e movacelo - cànevàéé, fre-
cantabile - càntàbil
cantacchiare - cantasela
cantafavola - bàntbàna
cantafera - lungàl u w-
ghéra
cantaiuolo - càntàdór
cantante - cantante càni'ór
cantare - cànià
cantare, s. m. - canto
cantarellare - càntàrelà
cantaride - càntàrèll
cantastorie - bàrbàpedàna
cantata - càntàda
cantazzare - càntàscià
canterano - càntàrà
cantere - càsètt
canterale -demo
canterella - càntàrèll
canterina - càntàrina, càn-
tàràna
canteo - éegèta, cànter
cantilena - cantilèna
cintimplora - cànevèta
cantina - cantina, cròtt
cantinaccia - càntinàscia
cantiniere - càntinee
cantinella - càntinèla
cantinetta - càntinèta
ciutiuina - càntinìn
cantino - càntìn
cantinone - càntinòn
canto - canto, càntòn, cànt,
canta
cantonata - gàmbàrttda,
gàmber, càntonàda, càn-
tòn
cantone - càntòn, canto
cantoniera - càntonàl
cantoniere - càntoniér ,
càntonér, bàgolòn
cantonierina - càntonàlìn,
etàsgè
cantore - càntòr
cantorino - coràl
cantuccino - cìtntonìn,
càntonscèll
cantuccio - crostìn, cor-
nin, càntòn
canutiglia - càniitìlia
c.muto - grìs
canz "nnccia - cànéonàscia
can
canzonare - càjiéontt, co
ionà, èchèrstl, tàvànt,
sàvàiti, mincionà
canzonatore - mincio-
nàdòr
canzoncina - cànéonèta
canzoae - cànéon
caos - bisàbosa
capaccio - eràpon [àhil
capace - capace, brào^ boti,
capacino - bràotn
capacissimo - càpàcìsim
capacità - càpàcitaa
capacitare - capacitò,
capannotto - càèinòtt
capanella - gàsUn, gàslètt
capauelle - eàstèj
capanna - càpàna, càsìna,
gàbànin
capannetto - gàbànin
capanno - càsòtt [àlp
capannone - fentl. bardi,
capannuccia - càsotèll
caparbieria - ostinàéidn,
cràponeria, fisàsion
caparbietà - gniicàrm, tè-
stàrdàgin
caparbio - gniicch, teèttrd
caparra - càpòra
caparrare - àcàpàrà, fisa
capassone - màsiicch
capata - màsucàda, coéàda
capazza - càpàéa
capelliera - lendenèru
capelliera della saggina
- barba déla mélega
capellini - fidelitt
capello - càwU
capelluto - càviòn
capelvenere - càpilrèner
capestro - càpèèter
capettaccio - càpètìn
capetto - cà^ìètt [sin
capezzale - tràvèrsìn, co-
capezzolo - càpèéol^ bortn,
botonhi
capifuoco - cuntn, cUndta
capìnerino - càponertn
capinero - càpnégher
capino - càpètt, coéìn
capiottare - càèotà sii
capiotto - càsòtt
capire - capi
capirosso - eoo rosé
capitagna - càvedàgna
capitale - capital
— 962 —
capitaletto - càpitàlètt
capitalista - capitalista
capitalizzare - capitalisti
capitaluccio - càpitàlusc
capitanare - comanda
capitaneria - capitaneria
capitano - capitani
capitare - capita, boria.,
tocà, imbàtes
capitello - capiteli
capitolare - capitola
capitolato - càpitolaa
capitolazione - càpitolà-
siòn
capitoletto, capitolino -
càpitolln
capitolo - capital
capitombolo - càpitombol,
toma, sàltmorlàl
capitozza - gàba [ner
capo - eoo, càpp, tèsta., gè-
capobauda - càpbànda
capocaccia - càpeàcia
capocascinaio - càpcàsón
cipocchia - testa, pomèll,
■màsochera
capocchio - mààilcch
capoccia - resgiò
capocomico - càpedm.ieh
capo d'opera - càpdopera
capoè - cacào
capofila - càpfila
ciiiìofabhricii - càpfàbriea
capogiro - bàlorddn
capoinfermiere - càpin-
fermee
capolista - càpliéta
capoluogo - càplceùgh
capomastro - càpmàster
capomorto - mMer
capone - eràpòn, cràpòtt,
teston, coàòtt
caponeria - oàtinàéiòn ,
cràponeria
capoperante - càmpàgnòn
capopezza - testàna
capoposto - càpp post
caporalaccio - càporàlàsc
caporale - càporàl
caporalino - càporàlìn
caporaluccio - càporàMsc
caporione - càporiòn
caporosso - àneda d'India,
eoo 1-oss
caposcuola - càpseceula
caposezione - càpsesión
cap
caposoldo - càpsdld
caposquadra- càpéquàdra
capostanza - càpétànsa
capostazione - càpétàsiòn
capo strada - càntòn
capotasto - captasi
capotorto - becàformtij
cappa - capa
cappamagna - càpàmàgna
cappella - capè la
cappellaccia - calandra
cappellaccio - càpelàsc
cappellaia - càpcléra
cappellaio - càppìee
cappellano - eàpelàn, capo-
lista
cappellata - eàpelàda
cappelletta - càpelHa
cappelletto- capeteti, sci-
viin de solèit, guàrden
cappelliera - càpeléra, cu-
stodia del càpèll
cappellina - càpelèta, bra-
ga, pidriòtt [omètt
cappellinaio - càpeléra,
cappellino - càpelin
cappello - càpèll, càpeUna
cappello cliinese - càm-
pànitt
cappello a staio - cilinder
cappellone - càpelòn, sor-
vèliànt [siila
cappellotto - càpéiill, càp-
cappe - càstèi
capperi - ànima hiiserina /,
tnincióni! , cioéca !
cappero - caper
cappiettino - àsèta
cappio - càbi^ àsa, capi,
gàia
cappita,cappiterina,cap-
piteretta - càspita ! ció-
sca !
capponaccio - càponàse
capponaia - càponéra
capponare - càponà
cayponcello - eàponìn, cà-
ponsccll
capponcino - càponin
cappone - càpòn
cappotina - càpotina
cappotto - càpòtt
cappuccino - càpiictn
cappuccio - càpUcc, eà-
pùsc, feltrìn
capra - càvra
cap
capra de' fiorì - fiorerà
capragrg'ine - làvàmdn
capraio - càvree
capretta - eàvrUa
capretto - càvrètt, càvàlètt
capriata - drmàdÈra
capriccelto - càprisiètt
caprìcciaccio - càprisiàsc
capriccio - eàprtéi, erica,
tintilo, Èchiribiàs, beschì-
si, grì [siostise
capricciosaccio - càpri-
capricciosino - càprisiostn
capriccioso - càprisids,
cervelotich
caprino - de càvra
capriolo - càvrioeii
capro - càvròn
caprugr^ine - gina
capuccio;- càpin [làfus
carabattole - bàràvàj, bàr-
carabina - carabina
carabinata - eàràbinàda
carabiniere - càràbinér,
càràbiniér
caracollare - càrÒAìoltl
caradà - càràdtt
caraffa - càrdifa
carambolo - caràmbola,
carolina [nimèl
caramella - càràmèla, cà-
caramelle - égiosgió
caratello - bàrilètt del tòn
carati - càraa
caratteraccio - càràtertsc,
nàtiiràlàse
carattere - càràter, scri-
tÈra, nàtiiràl
caratterino - càràterin
caratterista - càràteriéta
caratteristico - càràteri-
stich
caratterizzare - càràterisà
caratura - eàràdura, àéiòn
carbonaia - càponéra, car-
bonara [àtree
carbonaio - càrbonee, seio-
Ciirbonato - càrbonaa
carboncello - càrbonina
carboncliiello - càrbonseèll
carboncino - càrbonin ,
. càrboìisin
carbone - càrbon, negron
carbonella - càrbonina
carbònico - càrbdnich
carbònio - carbóni
— 963 —
carbonizzare - càrbonisà
carcame - échèlter
carcassa - càrcàsé, oéàdUra
carcero - preson
carceri - « career
carceriere - càrcerer
carciofaccio - àrticioeàse
carciofaio, carciofeto -
àrticiochéra
carciofotto, carcioflno -
àrticioehìn [siaceli
carciofo - àrticiòcch, bi-
carciofone - àrticiocon
cardamomo - màniguèta
cardare - carda, écàrtegià
cardatore - càrdàdor, scàr-
tegin
cardellino, cardello - rà-
ràrìn, cànerin, làvàrin
cardinale - cardinal, gàr-
dintil
cardinalizio - càrdinàlisi
cardine - càrdin, cànchen
cardo - càrdón
cardo làtteo o santo -
làciàròtt
cardone - càrddn
cardo Santa Maria - brii-
carello - tàiee [écòn
carestia - càreétia. scàr-
èitaa
caretto - liéea, lièehèta
carezza - càrèsa
carezzare - càresà, coeorà,
" totorà
carezze - moinn
carezzina - cara
cariare - caria [noni
cariàtidi - omendn, ome-
càrica - eterica, eàrega
caricare - eàregà
caricatura - caricatura
càrice - liéchèta
cariceto - lischee
carico - eàrich, pes
cariello - tàiee
carigliene - càriliòn, cà-
denààé. càdenàsceii à ca-
rillon
carino - càrin [eàirolaa
carioso - cànós, càriolaa,
carissimo - càrtéim
carità - càritaa [Iona
carlona (alla) - à là car-
Carmine - Càrmin
carminio - càrmin
car
carnaccia - càrnàscia, dc-
rclnse, dàrénsc
carnag■io^e - càrnàgìdn
carne - càma, carne, polpa^
cicia, cici
carnefice - bòia
carnevale - eàmevàl, càr-
nevaa, càrnoaa
carnevaletto - càmoàlìn
carnevalone - càmoàldn
carniccio - camuse
carniera - caritè, s'giàché,
càrnié
carnoso - càrnòs
caro - cdr
carogna - carógna
carognina - càrognèta, cà-
rognon
Carolina - Carolina
carolo - briison
carota - càrdtola, pàtàn-
flàna , pàrpòtera , bàia,
bàmbàna
carovana - carovana, gà-
ràvò^na
carpine - ctirpen
carpinella - càrpànèll ,
càrpàneèa, niseioUn
carradore, carraio - cà-
carrata - càr [ràdòr
carratello - nàvtiscia
carreggiabile - càrosàbil
carreggiata - càrégia, cà^
regiàda, binàri
carretta - càrèit
carrettaio - càretee, eàreto
carrettata - càretàda
carrettella - càretèla
carrettiere - càretee
carrettino - càretìn, cà-
reta
carrettone- càretón, btra,
càriàgina
carrettoniere - bouree, bà-
risón
carriaggio - càriàgg
carriera - càriéra
carriola - càrèta
carro - càr
carro di Boote - càr màtt
carroleva, carromatto -
càrmàtt
carrozza - eàròSa, càrdeia
carrozzabile - càrosàbil
carrozzata - càròéàda, eà-
rociàda
964 —
cat
carrozzella - cabriolè^ ci-
tàdlna, bi'ilmm
carroizetta, carrozzina -
càroseta
carrozzone - eàrocion ,
bàrchètón \rdbi
carruba, carrubbio - càr
carrubo - gàràtola
carrucola - rilsèla , ctir
de prèj, càr de trtiv
carrucole - gàmber
carruccio - étrencirceu ,
eàrethi
carta - carta, pàlpee
cartabìauca - càrtàbitinca
cartaccia - càrtàscia, scàr-
td/ìa, bèrtola. [léta
cartagloria - càrtèla, tào-
cartaia - càrtéra
cartaio - càr tee, folàdòr
cartapecora - càrtàpégora
cartapesta - càrtàpiéta ,
pàpieìnd,^cé
cartavolta - càrtàvòlta
carte. - càrt
carteggiare - càrtegiù
carteggio - eoriépondénéa,
càrtèg
cartella - càrtèla
cartellino - càrtelìn
cartello - càrtèll [son
cartellone - càrtèlón, àvi-
cartiera - fòla, eà-del-màj ,
càrtéra
cartiglia - ptli
cartilagine - càrtilàgin ,
càrtelàììitn [nòs
cartilaginoso - càrtilàgi-
cartina - cartina
cartocci - foeuj
cartocci no - pàlpiroeu
cartoccio - pàlpee, éeàr-
tòss
cartolala - càrtéra
cartolaio - càrtee
cartolare - mimerisà
cartoleria - cartoleria
cartolina - cartolina
cartoncino - càrtonìn, càr-
tonsin
cartone - càrtón, èeàtolón
àprètt
cartuccia - eàrtàtueia
cartucce - pàpiliòtt
casa - casa, cà
casacca - càsàca, giàchèta
casaccliino - eàsàchin
casale - càsina
casalingo - eàsàlingh
casamatta - carnata
casamento - càsegiaa
casata - càsàna
casato - cognòmm, paren-
tèla
cascaggine - fiàca
cascaimpetto - brelòceh
cascami - càéeàmm
cascamorto - càscàmdrt,
bàlotin, cisqiiitt
cascare - eroda, boriti gid
cascata - càéctula, crodà-
da, yìànegiàmént
cascaticcio, cascatolo -
crodiroeù, erodili, croèll
caschetto - bàrèta
cascimirra - càscmìr
cascina - fàééra, càéìna
ca sci naia - càséra
cascinaio - càéinàtt
cascinello - càsinèll
cascino - fàéèra, quàcìii,
quàciroeil , quàciroeilla ,
forma
cascione - càscìn
casco - chepi
casella - càsèla
casellante - càselànt
caseliino - finca
casello - gàrèta
caserma - casèrma, quàrtér
casetta - càsèta
casetto - càsètt
casigliano - vesìn
casimirra - càscmìr
casino - càsin, pàleh
casipola - casupola
casista - càgàdòbi
caspita - ttcqua de behgòtt!
tinima bilsertna !
caso - fàtt, càs, àcidént,
vicenda, incònter
casona, casone - càsòna,
càsòn
casotto - cucia, càsèll, cà-
sòtt, baita, gàrèta
cassa - càéa, còfen, mestee
cassamadia - marna
cassapanca - àrtibtneh ,
àrchibàìich, bàncàl
cassare - ùcàsà, càncelà
casserola - càéiroeilla
cassetta - càsèta, càseión,
càsètt, busera, brèla, brè-
lln, capeteti, scàtola
cassetta delle spazzature
- pòrtàr&d, pòrtàriiff
cassettiera - trihnò
cassettina - càsetina
cassetto - càsètt
cassettone - ciimd
cassettoni (a) - qucidretaa
cassiera - càséra
cassiere - càsér
cassone - càsòn, biiràtòn
castagna - càètègna
castagnaio - càstègnàtt
castagne secche - eàétègn
pèst
castagneto - càstànil, sélva
castagnetta - eàétegnoetlla
castagno - càstdn
castagnola - càétegnceùla
castelletto - càètelètt
castellino - gàslin, gàslètt
castello - càétèll, moimént,
fortèsa
castigamatti, castigapaz-
zi - càstigàmdtt
castigare - castiga
castigo - càstigh, peni'
castone - càstdn |
castoro - eàétòr
castrino - cdnin [mént
casualmente - àeidentàl-
catafalco -tómba, càtdftilch
catafascio (a) - à bàrilòtt,
eòi sur a
cataletto - càtàlèit
catalogare - mètt à cata-
loga
catalogo - cataloga
cataletto - càtàlèit, càrice
cataplasma, cataplasmo
cataplasma , polentina ,
inàsdròn
catarro - gàtàr
catasta - meda
catastino - càtàétrin
catasto - càtàster
catechismo - catechismo,
doirina
catelli, catellini - fiosic
catena - càdèna, ciàv
catenaccio - càdenàss
catenella - càdenèla
caterata - ciùsa, incàéter
cdtàràta
caterattaio - conchee
cat
- 965 -
cer
«aterattiua - àngiolìn
catinaio - buslotee
catinella - lavabo, càdln,
badi
catino - bàslòtt, botàseioeu^
mes'o, insàlàtèra
«atinotto - bdslotèll
catrame - càtràmvi
cattedra - càtedra
cattedrale - metropolitana
cattiveria, cattivezza -
eàtivéria
cattivo - eàtiv, gràmm^
sceleraa
cattolico - càtòlich
catube - pidtt
causa - Ut, viotìv, càiisa
cauterio - fonticol
cauto - rigudrdaa
cautare - càuta
cauzione - cdiisiòn
cava - ctiva
cavabullette - ededstàchètt
cavadenti - càvàdént
cavagnola (fare Ji) - giilgà
à là càvàgnoeula
cavaino - cùvàdln
cavalcavia - bdldvQ
cavaliere - edvdlìér
cavallaro - càvàldnt
cavalletta - cdvdlèta, sàl-
tàmàrtììi
cavalletto - càvriMa, cà-
vàlètt,
cavallina - pollna, cdvàlìna
cavallino - edcàlìn
cavallo - cacali
cavallotto - cavali de bara,
càvàlón
cavolocchìo - giiyèla
cavare - tirtl, cava
cavastivali - càvàétrivài
cavastopacciolo - càvà-
bilsción
cavastoppa - càoàètòpa
cavastracci - càvàétràsc
cavata - càvdda
cavatappi - càvàbiiscidn
cavatore - càvddór
cavaturaccioli - càvàbii-
scidn^ tiràbiisción
cavedano - càvéden, càveéàl
cavedino - càvéden, càveéàl
cayerna - cavèrna]
cavezza - càvèéa [vesàl
carezzino - càvéden, ca-
ca vezzo - cavess
caviale - caviti
cavicchio - càvigiòn
caviccliìotto - eàvicc
caviglia - càvtgia
cavigrliatoio - càvigee, me-
nerà, vienàdòra
cavigliuolo - eàvicc
cavillare - boitti, sofiéticà,
ràtelà, rampine
cavillatore - ràmpinàtt
cavillo - ràmpìn
cavilloso - soflétick, ràm-
pinàtt
cavità - incàv
cavo - càv
cavoiata - versàda
cavolfiore - càvolfiòr
cavolo - bròcol^ vere, gàm-
bus
cavolo salato - cràtiti
Cavour ino - eàorìn
cazzarola - cdsirceilla
cazzola - càsmlla
cazzottare - piignàtà àie
cazzotto - piign
cazzuola - botàràna
ce - ghe
cecca (far) - fa cìflìs
cece - scìsger
cecilia - orbisoeiila
cecina - donin, gognin,
ninìn, ràvànèll
cecolina - biàèta
cedere - ced, concèda réndes
cedro candito - cedraa
cedevole - morestn
Cédola - cédola, copon, po-
lisa
cedolone - pàtàfict
cedroucella - limonsìna
cedronella - melìéa
ceduo - cédov
ceffatella - pàpìn
ceffo - ghigna, gniff, grinta,
mostàcc, miison
celare - scond [dòn
celatamente - da nàscon-
celato - nàécòst [lebrà
celebrare - fonàionà, ce-
celebre - fàmds
celebrità - celebritaa
celeste - celeét
celiare - giiigà
celiatore - giiigàtòn
celibe - gidin
celletta - càscia
cembalo - cémbol
cementare - cementa
cemento - cemént
cemmanelle - piàtt
cena - sèna
conceria - àtràsciàrta
cenciaia - stràseiàrìa
cenciata - besàsciàda, ne-
tàda
cenciaiuolo - stràseee
cencio - besàsc, étràse, stri-
gòss [seion
cencioso - fìlàprént, strà-
ceneraccio - cor
ceneràcciolo - biigàrmi,
stràsc di p)iàtt
cenere - scénderà, sèiier
cenerentola - scindirceil
cenerino - èenerin
cenno - tocch
censimento - cene
censo - cens
censore - censòr
censuare - cenèl
censuario - livèlàri
censura - crìtica
cent aurea - moneghèta
centesimo - ghèll, quàtrin
centinaio - centenee, cen-
tèna
cento - cent
cento?ambe - centpee
centrale - centrM
centro - mèàà, cèntro
ceppatello - cordnvdn
ceppicone - cocòcia, ciri-
bicòcola
ceppo - defèsta, scèpp,
seiòcch
cera - éìla, idèa, ghigna,
céra, bàlèta
cera alleg'ra - cenn
ceraiuolo - éilee
ceralacca - ceràlàca
cerambice moscato - mo-
scdrdina [ioliea
ceramica - màidlega, mà-
cerchio - aere, cìreol
cerclii da barca - drscio-
naa
cercine - pàràboll, foeùsgicu
cerca - cérca
cercante - cercati
cercare - cerca
cercatore - cercòtt
966 —
eia
ceretta - bàlèta, eosmètick,
Ulster
cerimonia - serimonia
cerimonie - compliménti
càtdfàlch
cerino - cerìn
cerniera - ceiitiéra
cernitoio - crosìn, fra-
schéra
cernitore - criischee
cero - torcion
cerona - cerdta
cerotto - seiròtt, cerati
cerozza - cerìn
cerretano - ciàrlàtdn
Cerro - scèr
certamente - sigerà
certificato - certificaa
certo - sicur, sacro, cèri
Certosa - Certosa
cerusicastro - beehee
cervellato, a - cervelaa
cervelletto - cervelètt
cerrellino - cervelìn
cerrello, cervella - scini-
vèla, cervèll
cervelloticamente - cer-
velòticclmént
cervellotico - cervelòtich
cervo - cèrv
cerzia - ràmpeghìn
cesellare - ceselà
cesellatore - ceselàdór
cesellino - angela
cesello - cesèll,
cespo - scèpp
cessare - cesa, finì, fenì,
desmètt, dismètt, fermàéè,
cessato - finii [fornì
cessino - gtinga
cesso - cèsé, càgdddr, cà-
mer, comod, latrina
cesta - cèéta, éèèta
cestino - ceétìn, còregh, cc>-
cestire - scepti, [righ
cesto - càvtLgn, scèpp
ceto - ceto
cetriolo - cocumer
ch'i ti - e che te
charlotte - scidrlòtt
cherica, chierica - cérega,
ceregàda
cherico - céregh
cherichetto - cereghèft
chericotto - ceregòtt
chermisino - crèmes
cheto - qiiiètt, quàcc
cheto (star) - no di ne biff
ne bàff
chetone - morgnon, quàcc,
pàpàtàs
che che sia - chièeéìa
chiacchierare - cieiàrà, bù-
gola, tàpèlà, sàbètà, cin-
qicànttL, pldtà
chiacchierata - ciciàrtda,
bàgolàda
chiaccliiere - ciàcer
chiacchierino - ciciàréta,
bàràbìn
chiacchierio - ciciàràmént
chiacchierone - càscid-
bdll, ciciàron
chiamare - ciàmt
chiamarsi - ciàmàsé
chiamate - ciàmtid
chiappa - ctllàta, ciàpa
chiappamosche - ciàpà-
mòéch
chiappoleria - bàgàtUa
Chiaravalle - Ciàrdvàll
chiarelle - lùsiroetì
chiaretto - ciàrètt
chiaro - visibil, Itimped,
lìmpid, ciàr
chiarore - cidrór, i&s
chiaroscuro - ciàreécur
chiassaiuola - cerca
chiassata - bordèlàniént,
ràbàdtn, piàsàda
chiasso - ciàéè , bodèsg,
bordèléri, bàcàn^ trebiiléri,
mànég, spiceli , strècia,
smergèéé, smàrgèéà
chiasso (far) - bacanti
chiassone - ciciàron, bàià-
fee, bàia fon, bàjòn
chiavarda - menerà, me-
nàdòra
chiavare - ciàvà, ciàvà sii
chiave - ciàv, riibinètt
chiavetta - ciàvèta, cidvèll
chiavica - scistèrna
chiavistello - càdenàsmt,
càdenàés
chicca - cicolàtìn, bombòn
chicchera - chichera
chiccherona - chicheron,
chicheròtt
chicchiriare - fa ciiciiriiciiii
chicchirichì - ciiciiriiciiii
chicco - pinciroeù, grana
chiedere - cerca, domanda,
dimanda
chieder l'elemosina - bà-
tela, cerctL Sii
chiedone - bàtidor
chiericheria - eeregtiia
chiesa - gésa
chiesolastico, chiesola-
stro - geé'iàtt
chifel - chìfer
chifello - chifer
chilo, chilog^ramma-e/«/o
china - discésa, china
chinarsi - sbàéààé
chincagliere - chincàliér
chincaglieria - chincàlie-
chinino - chinìn [ria
chino - toBUéà
chioccare - ciocà
chioccia - pila, fòla
chiocciola - lUmàga, mà-
dervìt, màdrevit
chioccolo - ciòcch
chiodaia - ciodéra
chiodaiuolo - ciodirceil
chiodame, chioderia - cio-
c li lodo - cidd \dària
chioma - ciSma
chioma (della scopa) -
bàrbìs de là seda o del
scoìn
chiosco - edìcola, pàdiliòn
chiostro - monestee, ritìr,
convént
chi ovaia - ciodéra
chirurgia - ceriisìa
chirurgo - cerUsegh
chitarra - ghittira
chiudere - éàrt, sigila,
ciàvà, ciàvtl àii
chiurlo - falcinoli
chiusa - conca, inctléter,
muda
chiusino - ciilson, éegrètt,
éècrètt, sigili
chiuso - ciUs, édraa
ci - ghe
ciaba - bàgàtt
ciabatti ere - seiàvàiìn
ciabattina - sciàvàtìn^ bà^
gàtt, s'cèpìn
ciacche ! - ciàcheta !
ciacchero - bàràbòtt
ciaccino - bodèsg [ron
ciaccione - bodèsg, cicià-
ciacco - porseèll
eia
967 -
cit
ciaccolare - cieiàrà
cialda - obiaa
cialdone - canon
cialtrone - bogher
ciambella - giàmbèla
ciambellaio - ofelee
ciambelliua - coronìn
ciambellotto - càmèlòtt
ciammengrola - cinciàpUa
ciana - dona^ bàltrdca, sà-
bèta
cìanata - éàbetàmént, bàl-
ciance - eiticer [irocàda
ciancia - lofi
cianciafruscole - bàrlàfùs
cianciare - eiciàrti
ciancione - eàscidbdll
ciangottare - fàrfoiti
cianume - bàltroeària
ciappola - ongèla
ciaramella - cieiàròn
ciarlare - tdpelà, cieiàrà
ciarla,ta,iia,t& - ciàrldtdntLda
ciarlatano - ciàrldtdn
ciarliero - gàsgia, cicidron
cìarlìvendolo - bàgoldn
ciarpa - étrdfoj, sciarpa,
fustùse
ciarpame, ciarpe - pàtd-
rìa, bardvàj, bàrlàfus
-cìarpiere - fUstUsc, fàrà~
biitt . [ràbiltt
ciarpone - scidvàtìn, fà-
ciascuno - ogni, ògnidun
ciborio - tàberntlcol
cibreo - minuta, miniitt
cicala - éigàla
cicalare - cicidrà
cicalino - cicidrèta
cicalone - albera, bàgoldn
cicatrice - cicatrice, cica-
tris
cicatrizzare - cicàtri§à,
sdrà
cicca - cica
ciccare - cica
ciccia - dei, cieia
cicciola - cdrnèla, càrni-
sèla
ciccioli - gràton del sév
cicciolo - oregina
ciccione - fonsgètt
cicerbita - èonsgin, scions-
gìn, làciàrèll, gàrsdn
cicero - cicero
cicerone - ciceron
cichino - eiee, bris, brisln
cicigna - orbìsoeuta
cicisbeare - ginginà
cicisbeo - drdgdna, cici-
sbeo
ciclamino - pàmporéìn
cicuta - erborina éàlvàdega
cicchino - orbètt
cieco - orb, étòpp
cielo - ciél
cifra - nùmer, cifra
ciglia (le) - i éij
ciglionare - argina
ciglione - riva
cigna - dàndina, i dàndhin
cigno - bràtèj
cigolare - cria, piàng
ciliegia - sciresa, sgàlfiòn
ciliegio - àrbdroeula, sci-
rèsa [lindrà
cilindrare - borlonà. ci-
cilindi'o - cilinder, borlon,
cima - seima [tllber
cimare - seimtb
cimasa - seimtlsa [boli
cimbotto - gibolàdùra, gi-
cimbraccola - bàltrdca
cimentare - cimenta
cimento - cimént
cimice - scimes
cimitero •- bàbil, fopon,
cimiteri
cimossa - scimoéa
cimurlo, cimurro - ciu-
■ mor
cincia - pàràseioetila
cincia codona- cicè, penta
cincinnarsi - cincinàés
cingallegra - pàràscioeula
cinghia - èènta \tMa
cinghiata - tàfiàda, sen-
cingolo - Gordon
cinguettare - tàpelà, ci-
eiorà
cinigia - bornls
cinismo - cinismo
ciuqnadea - mUa
cinquanta - cinquanta
cinquantino - quàràntin
cinque - cìnqu
cinquina - quintina
ciuta - èènta, cinta
cintare - cintt
cintino - èotànin
cintura - éénta, scighéra
cinturino - senturin
ciocco - bàderon, sciòeeh
cioccolata - eicolàtt, ciò-
colati
cioccolatiera - cicolàtèra
cioccolatiere - cicolàtee
cioccolatino - cicolàtìn
ciondolare - bicocà, lisontb
ciondoli - bacia-; oi, eiondoi
ciondolina - bàrlochina
ciondolo - cióndol
ciondoloi:a - bàrlocdna
ciondolone - bislungdn,
lisòìi, hmghigndn, àn-
deghee
ciondoloni - bàndolèra
cioncare - bocàlà, trinca
ciotola - tàsina, bàia de
ràrmn, bàslòtt, eàràfa
ciotolina - basimi
ciotolona - bàsla
ciottolo - mès, coeùden
cìperoide - lisca
cipiglio - grinta, grondón,
milsòn
cipolla - èeigola, bochèll
cipollaccio - àj de tuff,
àioRil éàlvàdegh
cipresso - ciprèss
circolare - circolar
circolazione - circolàsión
circolo - cìrcol, gir, sere,
cliibb
circondare - circonda,
contorna, sercià éii
circondario - ràia, cir-
condàri
circonferenza - gir, cir-
eonferénéa
circonflesso - circonflèss
circonvenire - eirciii
circoscrivere - limita
circostanza - condiéiòn,
circostdnàa [èiaa
circostanziato - circoètàn-
circonvallazione - circon-
vàldèidn
ciricì - eicioritt
cisale - riva
cispa - ciépa, màécMrpa
cisposo - màécàrpènt
cisterna - cistèrna, sci-
éièrna
citare - cita
citazione - eitàéiòn
cittadina - citàdina, ci-
tàdè la
cit
- 968
col
cittadino - eitàdtn, bor-
sgioà [parsa
citazione - citdéiòn, com-
citracca - fìres
citragrgrine - limonsìna,
meltsa
citrullagiue - coeumeràda
città - citaa
cittadina - briimm
cittadinanza - citàdinànsa
cittadino - eitàdtn
citrullo - dola, cocùnier,
. gàbiàn, bàdee, merlòtt,
pàinpàlÈga, éifolàri
citto - pwèll
ciuco - boriceli, tLsen, briiee^
àsntn, ciucio
ciuffolotto - èifolòlt
ciuino - donismil
ciurlotto - àrcàsa
ciurmaglia - ciiirmtia,
ràbotàia, ràsàpttia
civea - lesiòtt, rtigia
civetta - sciguèta
civetteria - sciguètàrìa
civettino - cisqiiitl
civile - eivll
civilizzare - civilisà
civilmente - civilmént
civiltà - eiviltaa, ereànsa
clarinetto - clàrinètt
classe - clàéà
classico - clàsich
classificare - clàsifieà
classificazione - elàsificà-
siòn
clausola -^ clàusola
clausura - clausura
clavicola - clavlcola
clemenza - cleménsa
clericale - elericdl
clero - clèro
cliente - cliént, posta
clientela - clientèla
clima -- elììiia
climaterico - climàtérieh
climatico - elimàtieh
clinica - clinica
clistere - levàiìv, làmiw,
eliétér
clizia - giràèò
cloaca - cistèrna, scistèrna
cloro - cloro
cloroformio - cloroformi
club - clilbb
coadiutore - cogitòr
coagulare - gropl
coca - còca
cocca - càntón
coccarda - cocàrda
coccare - fa là mdea
cocchetta - cochèta
cocchiere - eàrosee, còeer
cocchio - eqiiipàgg
co celi ione - eàrosòn, cà-
roeiòn
cocchiumatoio - bondonéra
cocchiume - bondòìi, biis,
bceuee
coccia - gnuca
cocci - botiimn
coccio - bòtt, ciàpa, cocòeia
cocciutaggine - gniieàrta
cocciuto - gniicch
cocciuola - bagolerà, bà-
gòtola, besèj
cocciuolo - bòtt, fìàca
cocco - còech, cocò
coccola borlìn, boriceli
coccolarsi - godèéela à
bàdilòn
coccolone - in éeruseion,
coccoloni - écrilseiòn
coccuzza - cocòeia
cocere - eo&us
cociore - briiseghln
cocitura - perbUidùra
cocoia - cipelimèrli
cocolino - cicc, cictn
cocomeraio - ingiiriàtt
cocomerino - bròca
cocomero - ingùria
cocorita - cocorita
coda - eòa
coda (gran) - eoinòn
codesti - sti
codetta - coèta, corderà
codibiauco - cUbidnch
codice - còdes
coflilugliolO; codilungo -
cieé, penta
codino - coìn
codione - òso Mero
codirosso, codirossone -
corosolòn
coditremola - trèmàcòa
codone -ce-ò-eò, còli lùngh,
sòtcòa
coerente - coerént
coerenza - coerénsa
coetaneo - coetàni
cofano - eòfen
cogitabondo - penéeros
cogliere - ciàpà, ingànà,
ingàtià
cogliersela - càvààela
coglitore - càtàdor
cognato - ciignaa
cognisione - cognisiòn
cognome - cognòmm
cola - bàgnoeu
colabrodo - colàbroeild, pà-
éàbroeùd
colare - colti , sbrodola,
fònd
colascione - càlisòn
colatola - feltròn
colatoio - scolàdòr, soeuj,
coràvò
colatura - càndilòtt
colazione - colesiòn, des~
giiinè
colèra - colera
colica -//filica
colino - coràvò, colìn
colla - còla
collaboratore - colàboràtòr
collana - eoltlna
collare - colàrìn, càntlvra,
rilse
collarino - colàrìn
collaudare - eolmidà
collaudo - eolàild
collazione riécònter
colle - dòàs, mont
collega - colèga
collegiale - colegiM
collegio - colég
collera - blla, bile, còlerà
fòla
coUerino - biliòs
colletta - éotoàeriàiòn, co-
lèta
colletto - colàrin, colètt
collezione - ì-àcòlta
collina - altura, colina
collirio - coltri
collo - còli, copln, bricòla
Collocare - colocà, cologtt,
piàsà, Ioga
collostorto - bècdformigh
collottola - croàtin
colmo - 1-ds, fognaa, còmor
colo - crtbi
colofònia - pésa gréga
colomba - colombina
colombaia - colombèra _
colombario - colombàri
col
— 969 —
coni
colombo - colomb, pilvion
colonia - colonia
colonizzare - colonisà
colonna - cotona
colonnata - eàmpis
colonnello - colonèll
colonnetta - colonèta, pa-
ra càr
colonnino - finca
colore - color
colorire - colori
color uccio - coloruse
colossale - colostil
colosso - ìntichina, eolòsà
colpa - colpa
colpetto - colpètt
colpeTole - colpévol
colpire - colpt, ferì
colpo - colp, bott, bota
colta - ingorgàda
coltella - cortUa
coltellata - cortelMa
coltellaccio - corteltLsc ,
cortèla
coltelliera - corteUra
coltellinaio - molèta, cor-
coltello - eortèll [telee
coltellone - cortelòn, trin-
ciànt
coltivabile - eoUwàbil
coltivare - coltiva
coltivazione - coltimsion
coltre - coèrta, dràpp
coltricella - coèrtiroeU
coltroncino d'Inghilter-
ra - piche
coltrone - prepdnta
coltura - coltura, coltiv
comandare - comanda ,
impònn [dàmént
comandaiuento - comàn-
comaudante - comànddnt
comandata - cojw
comando - imposiéión ,
ordiìii comànd
comare - comaa, madrina
combaciare - combacia
combattente - combàtént
combattere - combàtt
combattimento - combàti-
mcnt
combinare - combina
combinazione - incònter,
coìnbindsión
comhricolsi -coìiiplòtt, com-
bricola
combustibile - combiiéttbil
come - come, come
cometa - comèta, stèla co-
mèta, froìitàl biànch
comici - teàtrànt
comico - cdmich
comignolo - colma, col-
mègna
cominciare - comincia ,
comencià
cornino - chimm
comitato - comitaa, co-
mitato
comitiva - comitiva
comizio - comisi
commedia - comédia
commediante - comedidnt,
comediàtt
commediografo - comme-
diògrafo
commemorazione - comc-
moràéiòn \dàtòr
commendatore - comen-
commerciabile - comèrcià-
bil
commerciale - comèreitil
commerciante - comer-
ciànt [me r ciò
commercio - camere, co-
commesso - giòin, comèsi
commessura - giuniilra
commettere - comètt ,
giimtà
commissario - comisàri
commissionario = comi-
sionàri
commissione - incombén-
éa, comiéiòn, ordinàèion
commodo - èerviài
commozione - comoèidn
commuovere - inteneri ,
agita [mént
comodamente - comodà-
comodino - stòpàbosuce
comodità - comoditaa
comodo - còmod , làrgh,
disimpègnaa
compaesano - patriòti
compagine - compàgin
compagnia - compagnia,
cotàrìa
compagno - compàgn
compagnone - bàràchee
companatico - compàtià-
ticli
compare - pàdrtn, compact
comparire - comparì, ve-
gnì voltcr, vegni àòltra,
vegni
comparsa - comparsa
compartimento - écompàr-
timent, compdrtimént
compartire - diétribiil,
spartì
compassato - compàsaa
compassionare - compà-
éionà
compassione - compàéiònj
pietaa, misericordia
compassionevole - pietos,
compàHonévol
compasso - compàèà
compatibile - compdtìbil
compatimento - compàti-
mént
compatire - compatì
CQXSil^titvìoiia.- compatriota
compatto - s'ciàser, com-
puti
compendio - àbresgé, com-
pendi
compenso - compiile, re-
driss, ràdriéà
compera - compera
comperare - erompa, com-
pra
competente - competènf
competenza - competénm
competere - competi
compiacente - compiàcént
co mp iac e nz a - co mpiàcènm
compiacersi - beàèé, gdd
compiangere - compiàng
compieta - compieta
compimento - compimènt
compire - compì. Ultima,
fini
compitare - compitti
compitezza - compitèsa
compito - doér de scola,
fata, compii
compiuto - compii
compleanno - completmils
complemento - complemmt
complessione - complei-iòn
complesso - complèH-
completare - compietà
completo - complèti
complicare - complica
complicazione - complica-
i'inn
complimenti - càtàfUch
coni
— 970 —
con
complimento -eom^/»mm^,
éerimònia [mentos
complimentoso - compli-
complotto - complòtti ga-
mma [nimént
componimento - compo-
comporre - compònn
comportabile - pàsàbil
comportare - porta, règ
compositore - compositói-
compositore di musica -
màeéter
composizione com/)osmo«
compostezza - éodèéa
compostiera - compostéra
composto - compòàt, sodo
comprare - compra
compratore - compràdòr
comprendere - capi, tegnt,
comprénd [mari
comprimario - compri-
comprimere - comprimm,
compromettere - compro-
vnètt
compunto - campimi
C9mT^iiììz.ione-compunsidn
computista - ragionati
computisteria - ràgionà-
teria
comunale - comilnàl
comune - eomiin. general,
ilsiiàl, plàteàl
comunemente - iisiiàhnent
comunicare - comunica
comunicativa - comiini-
càiìoa
comunicazione - comiini-
càsion
comunichino - particola
comunione - comiiniòn
comunità - corporàéión,
comiinitaa
con - cont, con
conca - conca, nàpoli, ctLv
còncavo - incàvaa [eéd
concedere - permea, con-
concentramento - concen-
tràmènt
concentrare - concentra
concentrico - concenirich
concepire - concepì
conceria - conceria
concertare - concerta
concertatore - concèriàddr
concertista - concertista
concerto - concert
concessionario - conceéio-
nàri
concessione - concesiòn
concetto - concètt, pensér
conchig-lia - conchìlia
concia - conscia, conficiàrìa
conciabrocche - conscià-
làvésg
conciare - conficià, con-
scià, ràngiti
conciateste - eonsciàcoo,
càéiigàmàtt
conciatetti - conseiàtèee
conciatore - confido, pe-
làtee
conciatura - gicàétàdUra
conciliabolo - conciliàbol
conciliatore - conciliàddr
concimare - ingrààà
concime - ingràss, letàmm,
cònscia [conscia
concio - itigràss, riiff, vvv,
concisione - concisión
conciso - concìs
concludere - concimi
conclusione - conclUsiòn,
moràl
concola - conchìn
concordato - concordaa,
concordato
concorde - Unii
concorrente - concorènt
concorrenza - eoncorénéa
concorrere - concòr
concorso - concòrS
concretare - concreta
concreto - concrèti
conculcare - scalcagna
condanna - condàna
condannabile - condànàbil
condannare - condenti
condannato - condànaa
condensare - condensa,
inépesì
eondiment - cònscia, ba-
gna, condiment
condire - condì [sion
condiscendenza - eonce-
condiscendere - àcondi-
sc'ènd, eonced
condiscepolo - comptlgn
condito - condii
condizione - condiéion,
rango, partii, pàti, étdt
condogrlianza- condoliànàa
condonare - condona
condotta - condola, dipor-
tàmènt [doti
condotto - cànàrèla, con-
condurre - mena
condursi - diportasi
conduttore - condiitoeur,
cànàlètt
confabulare - confabula
confarsi - confà, conferì
confederarsi - confederàsà
confeil erazione - confede-
ràsiòn
conferenza - conferinsa
conferenziere - conferen-
sièr [ferma
conferma - prceùva, con-
confermare - conferma,
rifermtL
confessare - confesà
confessionario - confesio-
nàri [confèsé
confessione - confesión,
confessore - confesòr
confettiera - bombonèra
confetto^- bcnis
confettucci - benisiti
confettura - confetura
confidare - confida, fidasi
confidente - confidéni
confidenza - confidénsa
confidenziale - confiden-
siàl
confinare - confina
confine - confln, limit
confiteur - confìteor
confondere - confónda mè-
sedà, sconfònd
conforme - conforma
confortare - conforta
confortevold - conforiàbil
confortino - bombòn
conforto - confòrt, ristar
confratello - fràdèll, con-
fràtèll
confraternita - confràtèr-
niia
confrontare - confronta
confronto (in) - impari,
in GonfrÒni, pàràngòn,
pàràgòn
confusamente - confiisà-
niént
confusione - confUsión ,
guàsàb&J, diavolèri, dià-
volàmènt, pàstiéé, misc-
mtLsc, écomptli
con
- 971 -
con
confuso - confÉs
confutare - confuta
congedare - congeda, li-
cenéià
congedo - conged, congee
congegno - gimugh, con-
g'ègn, ordègn
congelarsi - giàst,
congestione - congeétiòn
congiungere" - congiilng,
giunta, uni
congiuntivo - congiuntìo
congiunto - pàrént
cow^ìvLW/AonQ-congiunéidn
congiura - congiura
congiurare - congiura ,
complotà
conglutinare - incoia
congratularsi - congràtU-
làss, ràlegràéé
congratulazione -congrà-
tiUàsiòii [gàsiòn
congregazione - cotigre-
congresso - congrèàs
congruo - eqiiitàtìv
coniglio - conili, donèll
conio - chignoRUj étàmp,
stampa
coniugare - coniuga
coniugazione - coniilgàsidn
coniuge - niiee, mari
connesso - conèàé
connotati - conotaa
conoscente - cdgnit
conoscenza - reìàèidn, eo-
noscènsa
conoscere - conosé, co-
gnosé^ inténdesen
conosciuto - conosHii
conocchia - rdca
conquasso - sconquàès
conquibus - conquìbus
conquista - conqiiìéta
conquistare - conquista
consacrare - conèàcrà
consanguineità - paren-
tèla
consanguineo - pàrént
consapevole - comàpévol
consegna - consegna
consegnare - consegna
conseguenza - conseguénsa
conseguire - otegni
conserva - consèrva
conservare - gucirn% con-
éeì-và,, màntegni
conservarsi - diirà
conservatore - conàèrràtdr
conservatorio - conserva-
tòri
conservazione - consèrvà-
siòn
considerare - conéiderà,
pensa, rimarca
considerato - riguàrdaa
considerazione - conside-
ràsiòn, ì-iguàrd
considerevole - vistós
consigliare - Consilia
consigliere - consiliér
consiglio - consili, siige-
rimént, parer
consimile - consimil
consistente - conéistént,
étàgn
consistenza - comiéiènsa
consistere • conéiét
consolare - consola
consolato - consolaa
consolatore - consolator
consolazione - gioia, con-
solàsiòn
console - cònéol
consolidarsi ^àldàsé
consolle - consóli
consonante - consonàut
consorte - miee, mari
consorzio - consdrsi
constare - consta
consuetudine - lèohètt
consulente - coìiéillèni
consultare - conéiiltà
consultivo - conéiiltiv
consulto - consMt
consumare - conéiim^, mé-
tegh, esàiiri, destriigà
consumarsi - delimà
consumatore - conéiitjiàdór
consumazione - conéilmà-
sion
consumo - consiimm
consunzione - consunéion
contabitità - contàbilitaa
contadino - crosin, bàdin,
contàdìn, pàisàn
contagioso - contàgiòs
contaminare - contàmintl
contanti - contanti
contapassi - ciintàpàss
contatore - contoetlr
contatto - contati
conte - cont
contegno - contègn, soste'
niitèéa, èerietaa
contegnoso - ééì-i, soste-
giìiiii [conéiderti
contemplare - contempla,.
contemplazione - contem-
plàsión [poràni
contemporaneo - contem-
contendere - ràcolà, ràn-
gognti, rateiti '
contenere - ùvègh, legni,
limita
contenersi - fortàss, sii-
peràés, tràtegniàà, conte-
gniàs
contentare - contenta
contentezza - giòia
contentino - contentin
contento - còcc, felice, con-
tètit
conterie - màrgàrititt
contesa - ràngol, Ut, loia'
contessa - contèsa
contessina - contèéina
contestare - contèsta
conticino - ciintàrèll
continente - continént
continentale - continentàl'
contino - contin
continuo - filaa^ continov
continuare - persisi, ée-
giiità
continuazione - continua-
siòn, éègilit
conto - ciint, pàrtida, épe-
cifica, lista
contornare - contorntL
contorno - contórno
contrabandìere - conirà-
bàndér, èpàlòn, àfrosàdór
contrabando - sfròs, con-
tràhdnd
contrabasso - contrabààé
contracambiare - contrà-
càmbià, eorispònd
contracambio - contrà-
càmbi
contraccolpo - contràcolp-
contrada - contrada, étrà-
da, via
contradire, contraddire -
Urta, contràdi [sion
contradizìone - contràdi-^
contraente - contràént
contraffare - àchèrsà
contraffatto - contràfaa
con
972 -
cor
contraffazione - contràfà-
éiòn
contrafforte - contràfòrt,
contràmur, ràmpìn
contragenio - contràgèni
contraltare - contràltàr
contralto - contràlt
contramniantice - contrà-
bofètt
contrappelo - contràpél
contrappeso - contràpés
contrapporre - contràpònn
■contrapposto - contràpost
contrapunto - contràpunt,
pànddnt
contrappunzonare - con-
tràponsonà [ponéon
contrappunzone - eontrà-
contrariare - contrariti,
rosegà
contrarietà - contràrietaa
contrarlo - contràri
contrarlo (al) - àl'incon-
tràri [marca
contrassegno - contràéègn,
contrastare - contrasta,
contesta, bosà
contrasto - contràst, erica
•contrattare - contràtt
contrattempo - contràtémp
contratto - contrdtt
contrauscio - contràntipdi't
contravog'lja - contràvmùia
contruweleno-conti'melén
contravvenzione - contrà-
vensión
contrazione - contràsión
contribuire - contribuì
contribxizione - contì-ibii-
sìòn [veder
contrimpannata - contrà-
contrizione - contrision
contro - cantra
controcolonna - lesena
controdote - contràdota
controllare - ricév, ri-
scontra, rivede
controlume - contràlùs
contromolla - contràmdla
contropagina - contràpà-
gina, càrtdmlta
controprova - cantra-
proeiua
contrordine - contrdrdin
controscarpe - clà^.ch
-controscena - controscèna
controsenso - controsénè
controserratura - contrà-
mostàcG [màcàdÈra
contusione - contiisidn,
contuttoché - contutt che
convalescente - convàle-
scènt [scensa
convalescenza - eonmle-
convalidare - convàlida
convegno - ràndevo, pun-
tàniént
conveniente - conveniente
vàntàgiòs , sodisfacènt ,
eqùitàtì'V
convenienza - conveniènéa
convenire - convegni, re-
convento - convént [sta
convenzionale - conven-
sionàl
convenzione - convensiòn
convenuto - convegniiii,
dàcòrd [éion
conversazione - converéà-
conversione - converHòn
convertire - converti
convertito - convertii
convesso - bombe, botoriiii
convincente - convincént
convincere - persiiàd, con-
vìnc
convincimento - upinión,
opinion
convinto - persiiàs
convinzione - eonvinsiòn
convitare - tràtà
convito - tràtàmént
convittore - eolegiàl, con-
vitòr
convivere - convìv
convocare - convoca
convocazione - convocà-
siòn
convoglio - treno, convdj
convulso - convùlà
convulsione - convUlsion
cooperativa - coperàtìva
coperchiello -vàda^ crèmes
coperchio - coverò, coèrc
coperta - tèec, quàtàiura,
coèrta
copertina - àlèta
copertone - coertòn
copertoio - soràèrba, co-
' vèrtón, coèrtón
copertura - tècc, quàtàdura
copia - copia, écritiiràèiòn
copia lettere - eòpialèter
copiare - copia, ricava
copiatura - copiddùra
copista - copista
copisteria - copistàrla
coppa - copa
coppaibe - copài
coppale - copM
coppe - cojìp, cceur
coppella - copèla
coppetta - ventósa, copèta
coppettino - cvlètt
coppia - jìtlra, parìglia
coppiola - dopiètt
coppo - eopp
coppone - tàpa, scamÒH
copi'amiserie - quàtàétrtLse
coi-ribusto - copribùst
copricenci - quàtàétràsc
coprimento - quàtàda
copripiatti - copràpiàtt
coprire - coprì, quàtà
coprirsi - quàtàéà,
coraggio - coràgg, valor,
épìrit, fìclegh
corale - corhl
coralessa - cordlàsc
corata - ròse
coratella - coràdèla, co~
ràda, ròse, fideghìn
corazza - corààa
corrazzare - coràsà
corazziere - coràsièr
corba - scòrba
corbellare - mincionà, tà-
vànà, cifcà, rostl
corbellatore - mincio-
nàdòr
corbellatura - mincionàda
corbelleria - gàbiànàda,
gibiànàda, mincionàrta
corbelli ! - mincidni !
corbellino - càtàroeu
corbello - còfen, cèsi
corbellone - binòtt
corbezzole - 7nàgidétra
corbezzoli ! - acqua de
belegòtt ! bolgiràda
corculo - germèj
corda - còrda
cordaggio - cordarla
cordaio, cordaiolo - cordee^
cordame - cordarla
cordella - strìnga, cord^}^\
cordellina - épighèta
corderia ^ cordàrìa
cor
- 973
cos
cordiale - corditi, rosil-
màda
cordialità - cordiàlitaa,
cspànèion
cordicella - cordèta, li-
gnmùra, legnoeura, ètra-
forsin
cordiera - corderà
cordiglio - cordòn
cordino - cordomn
cordonare - cordona
cordone - cordòn, lignoeu
contórno, fermàpè
cordoni - mànctòn
cordovano - cordovàn
core - ròse, camr
coregrgiato - btita
corc^giato (colpo di) -
bcitdjda
coreggiuole (da gerla) -
pàlènn
coreografia - coreografia
coreografo - coreografo
coriandoli - benis
coriandolo - coriàndol
corista - corista
corna - bàrbìs
cornabecco - ginèstra
cornacchia - cornàgia, tà-
cola, bèrta
cornamusa - piva
Cornareilo - Cornare
cornata - cornàda
Cornelia - còrni
cornetta - comèta ^
cornetto - gibolàdura, gi-
boli, cornìn, grignoeu
cornettone - cometòn
corni - còma, còrni
cornice - cornis
corniciaio - cornisee
cornicino - cornin
cornicione - comisòn
corniola - coì-naa, cornà-
icBula
corniolo - cornaa
corno - còrno, eodee, brii-
gnòcola, bota [tòruin
coro - cor, còro, éàntàèàn-
corollario - coroltiri
corona - corona, frontàlin,
diadèma
coronalo - coronati
corpacciuto - corpàsciiiii
corpetto - copribusti cor-
pètt
corpisanti - còrpsànt
corpo - còrp, titol
corporale - corporàl
corporatura - corporàdura
corporazione - eorporà-
sión [Dòmin
Corpus Domini - Còrpiis
corredo - corédo, schirpa
correggere - corég, limti
rivede [rénsgia,
correggia - corènsgia, sco-
correggiuolo - ligàscioeù
corrente - corènt, tràvètt,
piateti^ càìitir
correntina - corentèla
corrcntino - costòn de
plàfòn, codeghèta
correre - cor
correspettivo - corispetiv
corretto - coregiiiU, corètt
correttore - corètòr
correzionale - coresiontLl
correzione - corea iòn
corridore - coridòr
corriere - corèr, càvàlànt,
esprèss [dént
corrispondente - corispon-
corrispondenza - cori-
épondènéa [pàsà
corrispondere - corièpònd,
corritoio - coridòra, cor-
ridòr, àndàdòra
corrivo - cortv, credenéòn
corrodere - coròd
corrompere - eoromp
corrosivo - corosìv
corrucciarsi - beschiéiàés
corrugare - increspa,
corrugazione - inerèspà-
dùra
corsa - còrèa, scoréa
corse - peticrina
corsetto - corpètt
corsìa - crosèra
corsivo - corsìv
corso - còrs
corte - còrt [scórsa
corteccia - croata, rùéca,
corteggiare - cortègià
corteggiatore - gàldnt
cortese - gràsiòs, obligdnt,
compii
cortesia - àgremàn, finèéa,
grcisia, cortesia, conipi-
tèéa
cortezza - cdrièsa
cortina - tènda, vàleta-
corto - cùrt, ristrètt
corvo - scorbàtt
cosa - còàa, ròba
coscia - gàlòn, gàròm
cosciali - cosòn
coscienza - conscènéa, co-
sciènéa
coscienzioso - coscenéiòs-
coscritto - coscritt
coscrizione - coscrièiòny
lèva
coserelle - bàràvài, bàrlà-
cosettino - robètìn [fics
cosette - bòlgir
COSÌ - insci [frìn
cosino - robetin, cinchetin"
cosmetico -cosmèiich
coso - fóter
cosone - boiòcch
cospiratore - cospiràdor
cospirazione - cospiràéidn.
costa - còéia
costante - coètànt
costanza - coetànea, fer-
mèsa, perseverànsa
costare - costà, vare, vàriy,
vegrìi
costeggiare - costègiti
costellazione - costelàsiòn'
costerecci - coistàioeul, co-
stàimìr
costipato - costipaa
costipazione - costipàsiòn,
éàrcvmènt
costituirsi - eriges, costi-
tiiiéè
costituzionale - costiiii-
siontl
costituzione - costiiiisiòn
costo - cosi, prèsi
costola - còsta
costole - cornàcc
costolina - cotelèta
costoso - costòs
costretto - obligaa
costringere - condenti, o-
bligà, costring
costrutto - costriitt
costruzione - costriiéiòn
costui - cositi
costume - costiimm
costura - giunta, gitmtUra,.
rebàtidura
costurino - cànèta
COSUCCio - bòlgir
cot
— 974
cru
•cotale - tu
cote - còd, cot
cotenna - càgiòss, codega,
coièna
-cotica - codega
cotichino - codeghhi
•cotognate - codognMa
cotogno - coddgn
cotona - cotona
cotone - bombàà, coton
cotonina - cotonina
coturnice - cottirnìs
coturno - coturno
«otta - bionda, ciòca, cdta
cottimo - bòtt^ còtim
cotto - cdtt
•cottura - cotùra
covare - coti, cova
covata - covàda, pitàda
cova - nm
•covo di ladri - el bos-ch déla
merlàda
•cozzare - bosà, triicà
cozzo - giboll, gibolàdùra,
màcàdura
cozzone - màrosee
cranio - crtipa
crapula - bàgàécitda, ba-
gordi, bàràca
crapulone - oàtàriàtt
crauti - éàlcràut
cravatta - cràràta
cravattaio - cràvàtee
creanza - creànsa
creare - crea
creatura - creatura
creazione - creànòn
credente - credént
credenza - bii/è, créta, fed,
fido, càrdénsa, credénsa,
guàrnéri, pànàdora
credenziale - credenàiàl
credenziere - càrdenèér
credere - créd
credibile - credibil
credito - crédit, créta, fido
creditore - ereditar
credo - crédo
credulo - credenèón
crema - càolàtt, panerà
cremare - crema
crematoio - crematóri
cremazione - cremàsion
^«remisino - crèmes
creinor di tartaro - cre-
mortàrter
cren, crenno - cren
crepa - créna
crepacce - crepàsc
crepacci - malandrà, sédol
crepaccio - crepàsc
crepacuore - crèpdccBur
crepapancia - crèpdpànscia
crepapelle (a) - à cre-
pàpànècia
crepare - crepa, dàgh dna
crepddlna, derviàs
crepatura - crèpp
crepitacolo - tricch e tràcch
crepitare - s'ciopà
crepone - crepon [éént
crescente - crescént, cre-
crescere - crèss^ vegni
crescione - gràsòn
cresciuti (i) - * crèsilU
cresima - cresima, crésma
cresimare - eresimt, cre-
crespa - créspa [smà
crespo - crèsp, erèàpaa,
fioràda
crespone - crcèpon
cresta - crésta, scéàta
cresta di gallo - pèrse-
ghtna [dista
crestaia - màdàmm, mo-
creta - créia, creta
cretino - cretìn
cretto - crèpp
cria - biséta
cribro - cribi
cric-crac - cricch crdcch
cricche - cricch cràcch,
cricch
cricchio - erica, mata
crico, cricri - cricch
criminale - crimintLl
crine - gringa
criniera - crinièra, dòma
crinolina, crinolino - bà-
lòn. còregh, crinolinn
crisalide - gàtòés
crisi - arisi
cristallaio - criétàlee
cristallame - criètàlerta
cristallizzare, cristalliz-
zarsi - criétàlisàés
cristallo - criàtàll
cristiano - Cristian
Cristo - Crièt
cristoforia - criétofòria
criterio - criteri, diéoèr-
nimént
critica - critica
criticare - critica
criticastro, critico - crì-
tich
criticone - criticòn
crivellare - cribià
crivello - crìbi
croccante - crocànt
croccare - ciocà
crocchiare - eàrocià, croca
crocchio - erose, croeusc,
cròtt, gààlètt, gààlìn, ròse
croce - eros, eroséra
crocè - croscè
crocesanta - esiiss
crocetta - crosìn
crocchette - mondeghìli
GVOGÌccYào -incrosegiddùra
crocidare - fa cràerà
crociere - bèehincrós, bèeh-
étòrt
crocifero - crocìfer
crocifisso - crocifiéé
crocione - crosdn
crocrò - cràerà
crogiolare - confina
crogiuolo - erosoeù
croio - crdj
croma - cròma
cronaca - crònica
cronico - crònich, inférma,
inférmo
cronista - cromiia
cronologia - cronologia
cronologico - cronològich
cronometro - cronòmetro
crosciare - s'cìoptt
crosta - crosta
crostino - cròsttn
crostone - croston
erotto - cròtt
crucciare - criiéià
crucciarsi - criisiàès
cruccio - cruài
cruccioso - ràbin
crudele - tirano
crudeltà - bàrbàritaa, crii-
deltaa, tir ama
crudo - criid
cruna - fenéétra, finèétra
crusca - erUsca
cruscaio - eriléeàtt
cruscata - eriiscàda
cruschello - i-osgieeu
cruscherello(giocare a...)
- giiigù, à cruschèll
cru
- 975 -
dee
craschino - bUràtd
cubatura - quàdretàdura
cuccag^na - c/iletigna
cucchiaia - bàiron, ciàpa
cucciiiaiata - ciigiàrMa
cucchiaìera - cUgiàrèra
cucchiaio - ciigiaa
cucchiaione - cilgiàròn
cucchiara - pala
cuccliino - mrcRu
cuccia - cuGÌa , càgnèta,
còda
cucciare - cociàsè
cucciolo - ràépusc
cucco - beniàmtn, càroRÙ^
cieión, coca, coco, cucch
cuccurucù - eiicuriicuu
cucina - cilsina
cucinare - ciiéinti
cucire - ciisì
cucito - cusii
cucitursi - ciisidiira
cucolo - coco
cuffia - càmìsa, sctìfia
cufflaia - màdànim
cug'ina - ciisìna
cugino - ciisìn
culaccino - cillètt
culaccio - culata
culatto - bofètt
culbianco - ciibiànch
culla - cuna, nàvàscia
cullare - cilnd,, dà là dànda,
ninti
culetto - ciilc't [sèdes
culo - cuii, fàbriàn, g ìlice,
cunxolo - meda
cumulativo - cuniillàtìv
cuna - cuna, cuntn
cunei - cuni
cunetta - ciimn
cuocere - c«ms
cuoco cmuqh
cuoiaio - pelàtee
cuoio - coràmm, peli
cuore - eoeur
cuore (di) - cordiàlmmt
cuoricino - corm
cupo - tetro
cupola - bersò, càpelètt,
cupola
cuppè - copé
cura - custodia, c&ra, là-
vàndàrm, lavanderìa,
sbianca
curare - curti
curarsi - curass
curasse - ciiràsd
curatalo - làvàndee
curatela - curatèla
curato - ciiraa, eiiràt, pà-
roch
curatore - curàtòr
curcuma - curcuma
curcussii - modenésa
curia ( la ) - là cura ,
curiale - legai [curia
curiosità - curiositaa
curioso - curiòs
curra curra - cdra cora
currare - ciirlti
curro - curio
cursore - iiscièr
curva - curva
curvare - inarca
curvato - cUrvaa
curvo - tcBuss
cuscinetti - cosinètt
cuscino - cosìn
cuscuta - gringa
custode (di caserma) -
eàsèrniér [guàrdidn
custode - cilàtòd, guàrdia,
custodia - biista, custodia
guàrdia, ètiicc
custodire - cura, cUstodì
cutreccola - bòvàròta, bò-
13
de
d' avvantaggio , davvan-
taggio - depù, d'àvàns
d'avanzo - d'àvàné
da basso, dabbasso - de-
da senno - debon [bàss
da sé - deperlee, deperlu,
deperlòr
dabenaggine - bonomìa
daccapo - decàpp
daddoli - frignàrìj, ftà-
sc.ìrij
dado - pilèta, bàléta, bii-
èeròtt, daa
daga - daga
dagli - di
dahlia - dàlia
dai, dalle - di
dalli dalli - dai dai
dalmatica - dalmàtica
dama - dama, bàcidca
damare - dama
damascato - dàmààcaa
damasc atura - ràmàsg
damasco - damaseli
damerino - moàcdn, galani,
sgàrsorìn
dauiigella - damma
damigiana - damigiana
damiua - damma
damo - nioros, baciaceli
damuzzaccia - dàmàéa
danaro - numeràri, dànee
dando - dàndlna, i dàndinn
dannazione - dànàsiòn
danneggiare - diserta, dà-
negià, bosàrà
danno - preg indisi, redriés,
ràdriss, diécàpit, descà-
pit, disgràsia,guàst, svàn-
tàgg, dàgn, dami
dante - dànt
danzare - salta \lètt
dappiede (il) - el depee del
dappocaggine - ddpocMsia
dappoco - intrigaa, lende-
non , bislàccli , fescion,
dòrmimpee , firàgnòceh,
tripee ■
dare - làsà, pàsà, dà
darsela - dagliela
darsena - dàrsena
darsi - dàsé
data - data
datare - data
dativo - ddtìv
dattero - dàter, dàtol
davanti - davanti, denàns
davanzale - scòss
davvantaggio - d'avàns
davvero - deverà, dàvèra,
debon
debito - dèbit
debitore - debitór
debituzzo - pendisi
debole - dèbol, mòli
debolezza - fèàca, debolèsa
decadenza - decàdénsa
decalogo - decàlogh
decano - deeàn, decano
decantare - decanta
decennio - desèni
decente - decént [mént
decentemente - decente-
decenza - decénsa
decidere - deeid, deliberà
decidersi -WiSfoes, reédlves
dee
— 976
dù
decisione - àtergaa, cleci-
siòn
declamare - deelàmà
declamazione - deelàmà-
sion
declinare-ci!ec//w3., decampa
declinazione - declinàsiòn
decollazione - decolààion
decorazione - deeorààidn
decoroso - decorós
decotto - decòtt
decrepito - dccripit
decretare - decreta
decreto - ordintìisa, de-
dedica - dedica [crètt
dedicare - dedica
dedicarsi - metes, invodàès
dedotto - dedòtt
dedurre - dedu
deferenza - deferénsa
definire - defmt
degenerare - irnhàétàrdà
degnare - degnàés
degnarsi - bàsàès
degli - di
degnazione - degnàsidn
degno - dègn
dei - di
delatore - trombeta
delegare - delega, incarica
delegato - delegaa
deliberare - deliberà, decìd
deliberazione - delibera
delicatezza - delicàtèSa
delicato - delicaa, scàros,
grticil, frtigil
delineare - disegnai
deliquio - svànimént, sve-
nimènt
delirare - iràspàrlà, delira,
vànegià
delirio - deliri, femesìa,
frenesìa
delitto - delitt
delizia - dellHa
delizioso - delisiòs
delle - di
delusione - delilsian
demanio - demàni
democratico- democràtich
demerito - demèrit
demonietto - pésta, ciàpin
demonio - demòni, diàol
denari - beai
densità - còìjt
denso - spèse
dentarolo - dentiroeu
dentata - dencìMa
dentatura - dentàdura
dente - dent, penerà
dentello - dent, dentèll,
scànton
dentice - àdàl
dentiera - denterà, rèste-
dentino - dencin [léra
dentiruolo - tetiroeu
dentista - dentista, càvà-
déìit
dentro - dedént, dent, dén-
ter, indént, indenter, dén
denudare - sbiotà
denunciare - denunéià
denunzia - denUnéia
denunziare - dichiara, re-
feri, riferi
deperire - deperì
deporre - depònn
depositare - deposita, de-
pònn
deposito - depdsit
deposizione - deposisidn
depuratore - depiiràdòr
deputato - depiltaa
deputazione - depiitàsión
derelitto - derelitt
deretano - quàrtee , fà-
britin, gkicc
derivare - provegnt, de-
riva, vegnt
derivazione - derivàsidn
derrata - àntepàrt, géner
deschetto - bànchètt, sca-
gnèll
descrivere - descriv
descrizione - deécrisiòn
deserto - spopolaa, desèrt
desiderare - desidera, vorè
desiderio - desidèri
desinare - disnà, pràné
desistere - mola
desolato - desolaa
desolazione - desolàsiòn
destarsi - deèedàsà
destinare - destinti
destinato - destinaa
destinazione - destìn
destino - destìn , ètèla ,
pianeta
destituire - destituì
destituzione - destitiiéiòn
desto - descàntaa, diseàn-
taa
destra - drìta, drìsa
destreggiarsi- bàrcdnièntt
destrezza - àgilitaa, svèl-
tìsia, fmèsa
destro - svèlt, desgàrbiaa,
descàntaa, politich, poli-
tigon, màtrieolaa
detenuto - detenilii
determinare - precise, de-
termina^ fisa
determinato - fise
determinazione - detèr-
minàèiòn
detrarre - rebàtt
detta - dita
dettagliatamente - detà-
gliàtàvient
dettare - detà
dettatura - detàtùra
detto - confidaa, ditt
deviare - decampa
devoto - fedél
devozione - devoàiòn, di-
vosion, fedeltaa
di - di, de
di mano in mano - de-
mànimdn, demenemdn
di mezzo - demèéé
di per se - deperlee, de-
jjerlù, deperlor
diaccio - giàsà
diaccio marmato - l'è ge-
lida
diaccinolo - cornàgia
diacono - diàcon
diadema - diadèma
diagonale • diàgonàl
dialetto - diàlètt, pàtoù
dialogo - diàlogh
diamantare - diàmàntà
diamante - didtnànt
diamine ! - diàmin ! diàn
sen ! ditìol
diana - diana
diancine ! - diànsen !
diario - diàri, notes, diutit
diarrea - càghèta, diàrèa,
càgàrela
diaspro - diàéper
diavolaccio - cornàbd ,
diàolàsc
diavoleto - diàolàmènt
diavoletti , diavolini
bigolitt
diavoletto - diàolètt
diavolino - diàolòtt
dia
977
dis
diavolìo - diàolàmènt, diào-
lèri
diavolo - dittili, bàrlicch
diavolone - diàolòtt
dibattere - shàtt, rebàtt
dibattimento - dibàtimènt,
■procèès
«librucare - desbroncà
dicattì - einàfose, sciseià-
hobò
dicembre - desèmber
dicervellarsi - è'cervelààs,
snuiéiicàsà, des'cervelàss
dichiarare - dichiaro,, con-
. fèéd,, spiatela, denumià
dichiarazioue - dichiùrà-
éion, notifica
diciannove - desnoeuv
diciotto - desdòtt
didietro - dedree, depòs,
àpós
dieci - d('s
dieciasette - dersètt
diecina - desèna
di esire - dìesira '
dieta - dièta
dietro - dedree, àpós, de-
pòs, àdrce
difalco - (tra, tàéa
difendersi - difèndes
difesa - difésa
difetto - màncàment, màn-
cànsa, mdngàgna, difètti
iàroj visi
d iffamare - difàmà, infàmtt
diifamazione - difàmàHòn
differire - di ferì, prolun-
ga, trasporta [rcjit
differente - divèrè, difc-
differenza - diferènsa, de-
svàri
differenziare - desfercni-ià
difficile - difìcil, hilsUis
dìfflciletto - di f le Ilòti
difttcoltà - dif?,coltaa
diffida - difilùAiùn
diffidare - difidà
diffidente - dl[ldènt, mdl-
fbdaa
diffidenza - difidènèa
<iiffusionc - difUsiòit
difterite - difterite
(lig"erìl)ile - digerìbile di-
gestìv, pàsànt
digferire - digerì
dijjestione - digeètiòn
digestivo - digeétìv
digrhìacciare - desgelà, di-
sgela, retnolà.
digfitale - digitai
digiunare - digiilnà
digiuno - digiàn
dig'nità - dignitaa, onòr
digranellarsì - despigààs
dig-rassare - dcsgràùtt ,
sgrùéà
digrossare - desgrosà
diguazzare- s^fMfi&'a, resentà
dilauiare - sbrana
dilatare - destènd, slarga
dìliitazione - dilàtàsiòn
dilavato - sbiàvaa, slàvaa
dilazione - dilàsiòn, respìr
dileggiare - minciontt
dileggioso - giàvàniiéé
dileiruarsi - épàrì
dilètico - gàlitt
dilettante - dilettnt
dilicatino - delicàdìn, nò-
biiìn
diligenza - diligènsa
dilimare - delimà
diliscare - desrescà
dilungare - slongti
dilungatore - pìrlòn
diluvio - diVàci
diluvione - ludria
dimagrire - smagrì, di-
venttt nittghcr
dimanda - domanda
dimandare - domanda
dimani - dimàn, dorndn
dimenticare - desmentegà^
■* dimentica
dìmeiiticanzi - oeàda, lo-
cala, omisiàii
dimer^'-olare - giigià
dimesso - dtisìnetilii, dismiss
dimesticare - domèstica
dimesticarci - fàmiliàri-
sàss
dimettere - desniètt, di
sinètt
dimettersi - dimètcs
dimezzare - smejà
diminuire - diminuì, mola,
càia, bàlcà
diminuito - càlaa, ròlt
dimissione - dimisiòn
dimiss '• ria - diiniéòria
dimoiamcnto - remali
dimoiare - remala
dimostrare - dimoàtrà
dimostrazione - dimostrà-
sión
dinastia - dinastìa
dintorni - dintórni
Dìo - Dìo. Signor
Dio gnanìil- dininguàrda!
dipendere - dipénd
dipeso - dipendiiii
dipingere - pitUrà
dipinto - quàder, pitura
dipiiitura - pitÉra
dì più - depiè, piisee
diploma - diploma, pà-
iénta, patente
diplomatico - diplomtltich
diplomazia - diplomàsìa
dipoi - preu
diportamento - diporià-
■inènt, deportàrnént
diportarsi - portàsé
dippiìi - Mea
diradare - sràrì, épàri
diramare - dirama
diramazione - diràmàsion
dire - di, pària
direnare - desrenà
direnarsi - desflronàés
diretto - dirctt, dirigiiiii
direttore - diretór
direzidne - diresión
dirigere - dirìg
dirìgersi - contegniss
dirimpetto - dirimpètt ,
perrònira, à visavì, in'
mìrii,
diritto - dritt, driss
dìrìlt'>ne - hàrgnifón, màr-
gnifòn, sveltón, iàlidn,
miiriòlt)
dirizzatura - schèia
diroccato - diroccia, de-
rócaa
dirotta - sluscia
dirozzare - desgroSà, in-
gentilì
dirugginire - drsrilginì
dirupo - darUpéri
disal>itato - dasàbitaa, di-
sabitati
disaccordo - disàcórd
disagiare - descomodà, in-
còmoda [còniod
disagiato - discomod, in-
disagio - discomod^ incó-
mod
i)2
dis
- 978 -
dis
disaminare - desàmintt ,
disàmintL
disastro - disMter
disapprovare - condànù,,
disàproà
disapprovazione - disà-
prodsidn
disappunto - disàptint ^
sconcèrt
disarmare - disarma
disarmato - disài-maa, de-
sàrmaa
disattento - disàtént
disavanzo - disàvàns, dè-
ficit, disàpùnt
disavvezzare - diUiefà
disborso - sborè, disimborà,
dcsimbòì-é
disboscare - desboseà, di-
sboècà
disbrucare - desbroneà
discapito - descàjnt, di-
àcàpit [gid
discendere - smonta, vegnì
discernimento - discer-
nimént
discesa - dìscésor
discinto - in sorioeula
disciplina - disciplina ,
regola
disciplinare - regola
discoli - * bàrrìbitt
discolo - dìscol, scàpùse,
deboscé
discordia - desilniòn, di-
siiniòn [descòr
discorrere - disedr, pària,
discorso - discors, descórs
discreto - discréti, pàéàbil,
niingàmàl
discrezione - discresiòn
discrezione (a)-à stimm
discussione - disciiéidn
discutere - diémtt, ra-
giona
disdetta - dcécàriee, de-
sdiia, ghignón, disdèla.
deèfortuna, deslìpa
disdire, disdirsi - desdt.
disdl, ri(irà§s
disegnare - disegna
diseg'no - disègn , tipo ,
piano
diseredare - discreda
disertare - diserta
disertore - disertar
disfare - de§fà
disfarsi - deèfààé [daa
disfatto -dèsf, desfaa, àn-
disformare - desformà
disg'org'are - dasgorgtt
disgrra'.ia - desgràsia, di-
gràsia, legnàda, deslìpa,
desforiùna, eqiiindéi
disgraziatissimo - desli-
paa
disg'raziato - disgrdsiaa.
desfortiinaa, descàvigiaa,
infelice
disgustare - desgiiàtà, di
sgiistà, revoltà, rivolta
disgusto - desgust, disgust
disgustoso - desgiistds, di-
sgiistòs
disinibrogliare , disim-
pacciare - desbroiO,, di-
sbroià
disimparare - disimpara,
dcsiìnpàrà
disimpegnare - disimpe-
gnà, desim])cgnà
disimpegno •■ disimpègn
disimpiegato - desimpie
gaa, disimpiegaa
disinfettare - disinfetti
disingannare disingànà
disingannarsi - desàbii-
sàs's', deslilsingàss
disinganno - disingànn
disinteressato - disintc-
rema
disinvolto - disinvdlt, sciolt
disinvoltura - dismroliUra
dislacciare - deslàsà «»
di slogato - slogan
dismontare - desmonlà,
sìiwntà
disobbedire - disiibcdì ,
dcsilbeilì
disoccupato - disociipaa.
drsnctipaa - [sonést
disonesto - desonèst, di-
disonnare - deé-càntà, di-
scanta [twmin'à
disonorare -rZ/so72o;'fi, con-
disonore -disonùr, desonòr
disorbitante - csorbitànt
disordine - disórdin. de-
sàrden, rebcliùn, picn^
disossare - disoèà, desosà
disotterrare - dinoterà ,
desolerà
disotto - desoli, desdta
dispaccio diépàee
disparere - disàcdrd
dispari - dìsper
disparire - spari
disparte (in) - despttrt
dispensa - dispensa
disperarsi - disperàss
disperatamente - Ma di-
speràda [éperaa
disperato - desperaa, di-
disperazione - disperàsión
deéperàsiòn
disperso - dispera, despèrs
dispetto - diépètt, repetòn,
deé/wési
despresiòs
dispiàsc, de-
- despiàsUii
desténd
disponibi-
dispettoso
dispiacere
épiàsè
dispiaciuto
dispiegare -
disponibilità
litaa
disporre - dispònn, de-
spònn, prepara
disposizione -rfi^/JOsmòH,
dlitMin
disposto - disposi, prepàraa
disprezzare - spreàà
disprezzo - disprèss
disputa - diseilsiòn, boiàda ,
erica, rògn [sciitt
disputare - scombàtt, di
dissaldare - disàldà, de-
sàldà, destiicà,
dissenteria - flUss, càghSta
diàrèa, corentèla
dissesto - déficit
disseminare - somenà,
semina, èpàrpàià, àpàn-
tcgà
disseppellire - desepelì
dissestare - disestà
dissi migliare - sfalsa
dissimile - divèrs, dcseom-
ptlgn [ daa
dissipato -scorlàcoo, sbàn-
dissipatore - Utràlàtòn
dissodare - dcs-'gcrbà
dissolare - desola
dissolutezza - dcbdse
dissipato - dchoscé
dissuadere - dis>'àd, de
sia-ù, distoma [stà^ch
distacco - distaceli, de-
distanza - distànsa
dis
- 979
don
distare - dista, rèss lontàn
distendere - distènd, de-
stcnd, eompdnn
distesa (alla) - àia distésa
e destèsa
disteso - deMenduil, diétès
distillare - distila
disting'uere - distìnguu,
divìd, desferenàitl
distogliere - distosiì, de-
àtceil^ disiiàd
distrarre - distra, distmil
distrazione - diètràsiòn
distretto - distretta vàia
distribuire - diétribili, de-
strihiii [siòn
distribuzione - distribìi-
districare , distrigare -
sbàràsà, desbroià , des
garbiti
districarsi, distrigarsi -
desvèrgcs, tra fnùra el
germmùj, sbrigasi
distruggere - distrùg
distrutto - distrilit
distruzione - distrUsión
disturb ire - disturba, de-
stiirbà, sconcerta
disturbo - dislÈrb, desturb,
sconrèrt [diént
disubbidiente - dcsilbe-
disubbidìenza - disiibe-
dièma . dcs/iOediènsa
disubbidire - disilbedì ,
de.iìi icdl
disug^elliire - disigilà^
desigi là
disugu ile - desilguM
disumare - deioteì-à
disunione - disiiniùn, de
iiiiniòu ròta,
disunire - disiint, desimi
disusare - dasiisit
disutilaccio - mitngiàpdn,
disu'il
disutile - boìs
disviarsi - ètriirùcà
ditale - diflaa
ditali - did
ditino - didìii
dito - did, dìdit
ditola - didèla, didrlìna,
diiltcùla [segna
ditta - dita, ìnuslra, tii-
dittanio • pdiscioiù,
dittatore - dildlùr
dittongo - ditòngh
diurno - diurno
divagare - divaga
divagarsi - sràgàss, di-
stràss
divano - divdn, sofà
divano turco - dimn, dil-
scèss [rènsa
divario - desràri, dife-
divelto - seàvèss
divenire, diventare - di-
venta^ déventà, vegnl
diverbio - ciàeer
diversamente - divèrsà-
di versi - rari [mènt
diversificare - desferensià
diversità - div'ersitaa, di-
ferèma
diverso - divèrs
divezzare - desiata, di-
éiiefà
divertimento - diverti-
mént, baldòria, tràteni-
mént, àpàss, divèrsiv
divertire - divertì
divertisi - divertiss, giiigà
diviatamente, diviato - à
fiiiviàda
dividere - spartì, divìd,
distribuì, diélìngitu
di vidersi -,sjt>àrfw.s, divìdes
divinamente - divinàmènt
divino - divino
divisa - montura, Unifór-
me, Uniforma
divisione - divisiòn
divorare - divora, ceus
divorziare - épàrtiés, fa
divorai
divorzio - divorai
divoto - devòti, divòtt
divulgare -propala, spcim-
pìtnà
divulgato - general
dizionario - disionàri, vo
(■(ibolàri
dizione - termi'i
do - dò
dobletto - doblètt [noia
di>ccia - ciòcia, rànaa, cà-
docciaio - trombce -
d(K;cione - càna. canon
docile - dòdi, màiisiictt,
rùgionévol, bua
docilità - dòeilitaa
documeutare - documenta
documento - dociimént,
ducilmént
dodici - dòdes
doga' - dòa
dogana - dogana, fmànéa
doganiere - dogàniér, fi-
nànsiér
doglioso - doiùs
dogma - dògma
dogmatico - dogmàtich
dolce - dols, nils, bombòn
dolcezza - dolcèsa
dolci (i) - i dolci, i bombòn
dolciastro - dolsUsc
dolcigno - doléìn
dolcione - bombàsón, bo-
nàse
dolere - dori
dolorare - dolora, pena
dolore - dolor, màrtiri,
crusi
dolo retto - dolorin
domanda - domanda, di-
manda, rieóré
domandare - domanda ,
dimanda, interogà
domani - dimdn, domdn
domare - doma
domatore - domàdòr
domenica - domenica, do-
7nènega
domestica - serva
domestico -fàmiliàr, èèr-
vitór, domèstich
domicilio - domicìli
dominare - domina
dominazione - dominàsion
dominò - dòming
domo - dòmm
don - dòn
donare - regala, dona
donazione - donàsiòn
dondò - din, ddn
dondolare - lirrlà, dondà,
dondignà, dondonà, nas 8)
dondolo - pcndol, dònda,
(loiiHàd'i, dànda
dondolone - el sur dondàéi^
fàiiàgolòn
donna - dona, fé mina
donnaccia - dunàscia
donuiiiuolo - donati
donnetta - dunèta
doiinicciuola - sdbèta
donnina - strafai^ donin-
donnola - bèlora
don
- 980 -
edu
dono - presént, regali, cado,
donora - schìrpa {dòn
donzella -;70/>3/a [pmi
dopo - dopo, dàpós, depos,
dopodomani - posdomàn
dopopranzo - podisnaa,
dopodisnaa, dcpodìsnaa
doppia - dòbla. dobiètt, do-
hión, mmbruca
doppiegrg-iatnra - dopi
doppieri - càntari
doppiezza - fintàrìa, eà-
vàlèta
doppio - filli, dopión, dopi
doppioniento -pàpàgorgia
doppione - dopión
dorare - indora
dorato - dar. dorè, doraa
doratore - indoràdòr
doratura - doràdùra, in-
doràdura
dorè - dorè
dorico - dorich
dornialfuoco - dormimpce
dormicchiare - bicocà
dormigliare - visorà
dormiglione - mora, rà-
molóti, càviolòtt, dormión,
dormiòtt, dormiàtt
dormire - dormi
dormita - dormida, dor-
mitela
dormitona - dormida, dor-
mila
dormitorio - dormitòri
dormitura - dormida
dormiregrlia - visorin
dorsale - dorsàl
dorso - dòsi, gròpa, cròpa,'
scena, spàlèta
dose - ddsa
dossale - éehenàl
dossi era - doàéra
dosso - dòss
dota - dota., dote
dotare - dota
dotazione - dotàsiòn
dote - dota, dòte, dotàsiòn
dottrina - dotrìna
dotto - erudii
dottora - dotoreàa
dottore • dotòr
dottoressa - dotorèsa
dottorino - dotortn
dottorone - dotoròn
4ove - dóve, dóe, doè
dovere - dovè, doè, dover,
docr
dovuto - dovila
dozzina - donsèna
dozzinale - ordinàri
dozzinante - donselànt
dragante - dràgunt
draghinassa - mèla
drago - dràgh
dragona - dragóna
dragone - dràgón
dramma - dràma
drammatico - dràmtltick
drammaturgo - comedio-
gràfo
drappellone - pànegiàmmt
drappo - dràpp
drastico - drtstieh
drittone - dritón
drizzare - indriàà
droga - droga
drogheria - drogheria
dro ghetto - droghètt
drogliiere - fondeghee,
droghee
dromedario - dromedàri
druda - morósa
drudo - morós
dubbiezza - incèrtèm
dubbio dUbi, inceri, in-
cèrlèsa
dubitare - dubita , esita
duca - ddea
duchessa - diiekèsa
due - dilli, dò
duecento - dllsènt
duellare - bàtes
duello - dllèll
duetto - diiètt
dugento - dllsènt
dulcamara - dulcamara
duletta - ongf'ta
dunque - dónca
du»mo - dómm [ber
duplicato - dllplicaa, gàm-
duplicatura - gàmber
dura - cròj
duracine - dliràs
durare - dllrà, resisi
durarla - règ
durastro - dicroti
durata - dlirtida
duraturo - vèss de dUràda
durezza - diirèéa, diirón
duro - dar
durotto - dllròU
ebanista - ebanista
ebano - è ben
ebbene - ebèn, ben
ebete - cretln
ebollizione - bllj
ebbro - imhriàgh
ebraico - ebràich
ebroìno - cbreusc
ebreo - ebrèi
eccedente - esorbitànt
eccedere - ecèd
eccellente - supèrbo, ece-
lènte, divino
eccellenza - ecelénsa
eccellere - emèrg
eccessivo - eccàìv, del diàol
eccesso - ecèsà
eccetera - etcètera, ecètera
eccettuare - ccef.Uà
eccezionale - ccesiontil
eccezione - ecesiòn
eccì - eciiimm
eccitabile - ccitàbil
eccitamento - ecitàmènt
eccitante - eeitdnt, piennt
eccitare - ecitt. eletrisà
eccitarsi - esòltàès
eccitato - esàltaa
eccitazione - ccitàèión
ecclesiastico - cclesiàitiek
ecco - èco
echimosi - morèll
eclissare - eelisà
eclisse - eeliss
eco - èco
economato - economaa
economia - economìa
economico - ccoriòmich
economizzare - economisà
economo - ecònom
eden - èden
edera - édera., èrgna
eileraceo - èrgnós
edicola - edicola
eflillcare - fàbricà
edificio - edifìsi
edilizio - edijìéi
edilizio - edilìéi
editore - editor
ed i Ito - editi
edizione - ciisión
educanda - ch'lrànd/' , pen-
si )nària
oda
— 081
erb
tdacando - pensionavi
educare - educa, leva
educativo - edueàiw
eiliicatore - ediicàtór
educazione - ediicàsiòn
effe - f, è fa
effemeridi - efemerid
eff'ervescente - efèrvescént
effervescenza- eferveseénèa
effettivo - efetìv, reàl
effetto - éfètl
effettone - efètdn
effettuare - efètiià
efflgrie - eflgìe
effimera - e finterà
efflorescenza - espiiUiòn
effluvio - tàfiàda
egrli - ci, Hi
eg'iziano - egiéidn
egroismo - egoismo
es:oista - egoista, esOs
eg'uain^liauza - eguàgliànsa
eguale - eguài
eh ! -eh !
elii ! - ehi
ei - lil
elasticità - elàsticitaa
elastico - clàitich
eldorado - eden
elefante - elefdnt
eleg'aute - elegdnt
eleganza - elegónsa
eleggere - ciàpà, elèg, no-
minà
eleggibile - elcgìbil
elementare - elementàr
elemento - element
elemosina - elemòsina, li-
mosina, limosna
elemosiniere - càritàtevol
elenco - distinta^ elèncli,
lista, nòta, piànta
eletto - nominaa, elegiilil,
elètt, scèlt
elettorale - elètoràl
elettore - elètór
elettricità - eletricità
elettrico - elètrich
elettrizzare - elètrisà
cletluario - lètiiàri
elevare - eleva
elevazione - elevàéiòn
elezione - elèsión
elica, elice - elice
eliminare - elimina
eliotropo - glràsò
elisire - elisir
dìttico - ovài
ella - là, lee
elle - l, èia
ellera - édera, èrgna
elmo - élmo
elogio - elògio [làddr
eloc^uente - eloquente pàr-
eloquenza - eloquénsa, fa-
condia
elsa - pàràmàn
emancipare - emancipa,
màncipà [pdsioa
emancipazione - emànci-
emblemà - emblèma
embrice - copp [mènt
emeudamento - emendà-
emendarsi - emendàsé
emergere - emèrg
emetico - emètieh, romitòri
emettere - rilàsà
emicrania - emicrània,
micrània
emigrare - emigra
emigrato - emigraa
emigrazione - emigràéión
eminenza - eminènéa
emme - m, ^rna
emolliente -emoliènt, àmo-
liént, morisnènt, màsàron
emorragia - emorogìa
emorroidi - moròid
emozione - emosiòn
,empetiggini - es-pUlsidn
empiastro - màsàron^ in-
guént, impiàéter
empimento - impientda
empio - erètich
empire - impient
emporio - empòri
emulazione - emillàsiòn
emulsione - emiilàión
encefalite - eneefàlito, en-
cefàlìtiaa [pédich
enciclopedico - enciclo-
endice - éndes
endivia - indìvia
energia - energia, fermèsa
energico - enèrgich
energumeno - desperaa
enfiare - sgonfia
enfiato - sgònfi, besìnfi,
bismfi
enfiteuta - livelàri
enigma - induvinèll, in-
diiincll
enigmatico - enigmàtich
enimma - enigma
enne - n, èna
enorme - enórme
enormità - enormitaa
entità - entitaa
entrante - càsciànàs
entrare - entra, càsciàsi
entrata - entràda, ingrèssa
intròit [ter
entro - dedènt, dent, den-
entusiasmare - entiisid-
smà, elètrisà
entusiasmo - entusiasmo,
tràspòrt
entusiasta - entiisiàstaf
entiisiàsmaa
epa - tripòtt
epidemia - epidemia
epidemico - epidhnich
epifania - pifànìa, pà-
squèfa, epifanìa
epigrafe - legènda
epilessia - briltura
epilettico - epilètich
episodio - episòdi
epistola - epiÉtola
epitalfto - pàtàfìa, inseri-
epiteto - titol \èiòn
epoca - època
eppure - epur
e<£uamente - oneàtàmént
equatore - equàtòr
etiuazioné - equàsiòn
equilibrare - equilibra
equilibrio - equilibri
equinozio - eqiiinòéi
equipaggiare - eqUipàgià
equipaggiiito - montaa
equipaggio - eqiiipàgg
equità - onèstaa
equivalente - eqUivàlènt
equivoco - equivoch, equi-
equo - equitàtìv fndsi
erario - eràri
erba - erba
erbacce - erbètt
erbaccia - èrbàscia
erbaggio - verdura, erbàgg
erbaio - èrbàdegh
erba pepe - brusàbòca
erba ruta - èrba ruga
erbato - ècàrpàsa
erbicine - erbètt
erbivendolo - ortoldn
erbolato - ècàrpàsa
erb
982 —
est
er bolina, erbicciola - er-
bètina
<?rborista - erboravi
erborizzare - erbora
erboso - erbds, erbddegh
erbacce - i èrb, erbètt
erede - eréd
eredità - ereditaa
ereditare - eredità
ereditari - ereditàri
eremita - eremita, remtia
eresia - eresìa
eretico - eì-ètich
erg-astolo- ergàstol, galera
erica - briigh
ermellino - crmelìn
ermeticamente - ermeti-
càmént
ernioso - ergnos
eroe - eroe
eroicamente - eròicàmént
eroico - eròich
eroismo - eroismo
erpete - dèrbita
erpicare - erpegà, erpesà,
ràmpegà [sa
erpicatolo - soràèrba, strÈ-
erpicatnra - erpegàddra
erpice - erpes
erpicinare - erpegà, èrpesà
errare fàlà, pecà, sbàlià
errata-co irijf e - eràtàcd
erre - r, èra [rigc
errore - sbàli, pecaa, qili
prò quò^ mànaànsa, mà-
càròn, gàìnber, fall, erór
erta (star all') - età in
éiil ehi viv [tàda
erta - sàlida, rampa, mon-
eruca - càrùga, càrùgola,
gàinèta, gàtina
erudito - eriidii
erudizione - erildisiihi
eruzione - eriisiòn
ervo - vedriccu
esacerbare - invelent
esagerare - esagera
esagreratore - esàgeraa
esag'erazìone - esàgeràsiòn
esag'ono - csàgon
esalazioie - esàlàsión
esaltare - esalta
esaltarsi - esàltààs
esaltato - esàllaa, fànàtich
esaltazione - fanatismo,
esàltàsión
esame - esamm
esaminare - esamina
esaminatore - esàminàddr
esamino - esàmin
esamone - esàmon
esantema - espulsiòn
esasperare - invelenì
esattamente - esàtàmént
esattezza - esàtèàa, preei-
siòn
esatto - esàtt, giiist, precìs
esattore - esàtór
esattoria - esàtorìa
esaudire - esàiidi
esaurire - esàuri
esausto - esàUrii
esnzione - incàss
esca - liica [scensa
escandescenza - eècànde-
escara - èscara
esclamazione - eéelàmd-
escl ud e re - eàclud [éión
esclusione - escllisiòn
esclusivo - escliisìD
escursione gita, esciirsiòn
esecutore - eseciitór
esecuzione - eseeiièiòn
eseguire - esegui
esempio - esèmpi
esemplare - eìemjìlàr, mo-
dèll, còpia
esentare - esentila, esonerà
esenzione - esenàiòn, esò-
nero
esequie - esèqiU, mortòri
esercente - esercènt
esercitare - esercì, esercita
esercito - àrmàda, esercii
esercizio - esercisi
esibire - esebi^ insebì
esibizione - esibisiòn
esigente - esigént
esigenza - esigéma
esìgere - esig, incàsà
esigilo - esìli
esiguo - pìcol
esile - rohèta, ésil, gràcil,
esilararsi - sorà [sutil
esiliare - esilia
esiliarsi - àndà in esili
esiliato - esiliaa
esilio - esili
esimersi - esìmes
esistenza - esistéma
esistere - esist
esitare - tituba, esita
esitazione - esitàsiòn
esito - evàsiòn, ésit
esonerare - esonerà
esorbitante - esorbitdnt
esordiente - dehUtdnt
esordio - esordi
esordire - esordì, debuta,
comincia [incita
esortare - esorta, ecità,
esortazione - esortàHòn,j
incita mènt
esoso - esòs
esotico - esòtiche foreétee \
espansione - espàmiòn
espansivo - espànsiv _
espediente - espediént l
esperienza -pràtica, cspe-'
riènsa
esperimento - eàperimènt,:
proeùva
esperto - cògnit, pràtich
espettorare - espetorà ,
smàrgàià, écdrcà
espiazione - espiàsiòn
esplorare - esplora
esplorazione - esploràsiùn
esplosione - e^plosiòn
esporre - eàpònn
esportare - esporta
esportazione - esportàsiòn
espositore - espositòr
esposizione - esposisiòn,
móstra [;mènt
espressamente - esprèsa-
espressione - esprèsiòn
espresso - esprèss
esprimere - esprimm, di
espropriare - espropria
espurgare - disinfètà
essa - lee; là
esse - s, èsa
essenza - esènsa
esseuziale - esensiàl
essere - vèss
esso - Hi, el
est - mdtina, levànt
estasi - tàtàsi
estate - estaa
estatico cstàtich
estendere - eàtmd, càscia
(delle piante)
estensione- c,9<ews/o^^, tràta
estenuato - eéteniiaa
esteriore - esteriòr
esternRìaente- e<'fèrnàmént
esterno - esterno
est
983
fan
estero - èster
esteso - eètés
estetico - eétètich
èstimo - èstim
estinzione - estinsión
estirpare - sitrepà, étràpà,
(lesràsà, disràsà
estraneo - cAtràni, étràni
estrarre - estrà
estratto - elisir, lenguèta,
gius, eétràtt
estrazione - estràsiòn
estremità - eUremitaa, pò,
pee, man
estremo - ultim, eMrèmm
estro - èstro
esuberante - supèrfluo .
éiipèrfol
esulare - àndà in esili
esumare - disotèrà, deèe-
età - temp, etaa [peli
eternità - etèrnitaa
eterno - etèrno
eticlietta - etichèta, bontòn
etico - tìsich, ètich
etimologia - etimologìa
etisia - etisia
ette - ète, ètt
ettogramma - èto
ettolitro - ètòUtro
eucaristia - comiinión ,
ciicàriàtta
euritmia - Hmìtria
evangelico - evàngèlich
evangelio - vangeli
evaporare - svapora
evasivo - evdslv
evento - eveniénéa^ fàtt
evidente - evidént
evidenza - evidénsa
evitabile - evitàhil
evitare - evita, scansa,
schiva
evviva - viva, evtva, evivàsa
ezenia - espiilsidn
fa - nota nius., fa
fabbrica - fàbrica
fabbricare - fàbricà
fabbricatore - fàbricàtòr
fabricere - fàbricèr
faccenda - face, fàcénda,
mestee
faccendiere - imbroiòn
faccendone - mènàpolt ,
mènàtorón , mànegiàtt ,
mànegión
faccenduole - fàcitt
faccenduzze - fàcitt
facchinaggio - fdchinàgg
facchinata - fàchitiàda
facchineria - fàchinMa
facchino - fàchin
faccia - fàcia, idèa
faccia tosta - bróiisa ,
faccia (di) - percòntra
facciaccia - fàcia de Le-
leràtt [nilns
facciata - fàciàda, et de-
faccino - mofln, fàcin
facciola - bàrbèla
faccione - fàciòn
faceto - còmich
facile - fàcil, làdin
facilità - fàcilitaa
facilmente - fàcilmènt
facoltà - fàcoltaa
facondia - fàcdìidia
fac-siinile - fàc-sìmil
factotum - factòtum
faeton - faeton
faggio - fò
fagiana - fàsdnòla
fagiano - fdsdn
fagiano alpestre - ààtdrg,
àt()rg
fagioiala - fàsorMa
'f.^giolettì verdi - corniti
fagiolo - fàsceil
fagioli dell'occhio, tur-
chi - fàsoritt
fagiolone - fàsoròn
fagotto - fàgòtt
fagottone - fdgotèri, fà-
faina - foln [gotdn
falaride - pàietdn
falbo - fàlp
falce - fàlc, fole, èeghcss
falce fienaia o frullana -
rànsa
falcetto - folcìn
falciare - rànsti
falciatore - rànsàdor
falciatura - rdnsàdùra
falco - fàlcòn [chèli
falco fringuellaio - fàl-
falcone - fàlcòn
falda - falda, fòlda, mar-
sina, dàndlna
faldella - fdàper
faldistoro - faldistòri
falegname - legnàmee
fallace - iliisòri
fallace (spiga) - gosèll
fallare - fàlù,
fallimento - fàlimènt
fallire - fàlì
fìillito - fàlii
fallo - fall
falò - falò [sckiscèta
faloppa - fàlòpa, giisèta,
faloppo - fàlòpa
falsariga - falsariga
falsario - falsàri
falsatura - àntredcsH
falsetto - fàlsètt
falsificare - falsifica
falsificato - àdiìlteraa
falsificazione - fàlsificà-
falsità - fàlsitaa [siòn
falso - fdts
fama - fama, nòmina
fame - fàmm [sion
fame assaettata - borlà-
famiglia - fdmìlia, nàscita
f ani i gliare - fàmiliàr, con-
fklensiàl
familiarità - confidénsa
familiarizzarsi - fdmilià-
risàss
famiglio - fàmèj
famiua - fàmlna
famoso - fàmòs, famoso,
nominaa, rinomaa
fanale - fànàl
fanatico - fànàtich
fanatismo - fanatismo
fanatizzare - fànàtisà
fanciulla - bàgàia, popola
fanciuUetto - bàrdàsa
fiinciullo - bàgàj, ficBu
fanciullone - mdtrigidn
fandonia - fandonia, ba-
gola, càròtola
fanello - fànell, fànètt
fanfano - fànfàròn
fanfara - fanfara
fanfaronata - fànfàronàda
fanfarone - fànfàròn
fanfera (a) - à on tantàl
bràss
fango - fango, palla
fangoso - pàtiiscènt
fantasia - fantasia , grìy
idèa, imàginàsiòn
fan
- t)81 -
fé»
fautasm» - fantasma
fantasinag'oria - fanta-
smagoria
fantasticare - fantàstica
fantastico - fàntàitich
fante - fànt
fanterìa - fàntària, fàn-
teHa, infàìTterìa, lìnea
fantino - fàntìn
fantoccino - magateli
fantoccio - magateli, tnd-
nirhèii [§àron
fanullone - fàndgotdn, là-
farabutto - fàràbiitt
faragg-ine - fàràgin
faraona - gàlina faraona
faraone - fàràòn
fardello - fàgòtt
fare - fa, comètt
farfalla - fàrftla, fàrpttj
farfallino - fà^-fàlìn
farfallone - pàrpàión
fàrfara - bàrdèna
farfugliare - fàrlocti, for-
locà
farfug'lione - fàrlocòn .
farina - farina
farina (flor dì) - Semola
farinaccio - fùrinee
farinaio - màrnon
farinoso fdrinòs
farinaccìa ~ biilìn
farneticare - straparla
fiirsa - farsa
farsetto - gilè, giponhi
fascetta - fàsèta^ bochèta,
bilit, bindìn
fascettàia - fascéra
fascia - fàsa, I linda, senta
fasciare - imbindà
fasciatura - fàsàdura, im-
binddd&ra
fascina - fàsìna
fascìnetta - fminèta
fasci II etto - fàsinìn
fascinone - fàsinón
fascinotto • fàsinin
fascio - fàss
fastidio - fastidi, bréga,
crus-i , incòmodi noia,
pendisi, suda
fastidioso - fàslidiòs,noiòs
fasto - sdorai ìa
fatica - fàdìga, strùsi
faticare - fàdigh
faticatore - striibiòn
' faticoso - fàdigos \
, fatta (é) - Ve dada
i fattezze - fàtèss
fatticcio - inquàrtaa
j falto - faa, p.p., fàtt s. m.
fattora - màséra
1 fattore - fàtòr, màsee
i fattorossa - fàtòra
fattoria - fàtorìa
fattori na - àspéra
fattorino - fàtorln, pòrtà-
épéd, càvàlètt
fattotuni - factòtum
fattura - fàtUra
fatturare - fàtìirà
fatuccliiera - stria
fatuo - fàtov, fàtt
fatuone - fàtòn
fava - bàsgiàna
fava g'rassa - èrba bàsgiàna
favaj^ello - èrba maèstra
favella - favela
favellare - pàrlt
faverella - ftbva
faveto - fài-ee
favilla - liighèra de foeiìgh
favo - bàrèta
favola - fàvola
favore - favor, piàsè
favorevole - fàvoréml, pro-
favorìto - favorii [pisi
fazzoletto - fàsolètt, pànètt,
pàtèll
febbraio - febràr
febbre - fèrer
febbricciattola - gnàgnera
feccia - fèscia
fede - fèd, certifìcaa
fedele - fedél, fido
fedeltà - fedcltaa
federa - fodrèta
fedina - fedina
fegrato - fidcgh, fìdigh
fegatello - figàtèll
fegatini - menùs
felce - fircs
felce niag'griore - firesèsa
felice - felice
felicità - felidtaa
felpa - félpa [basti
feltrare - feltra, fola, im-
feltratura - feltràdùra, fo-
feltro - fèlter [làdura
femmina - fèmina
fendersi - crepa, derviss,
s' ce fàss
fenditura - fUidUra, s'ce-
pàdùra
feuomeno - feiidinen, fe-
nònem
feriale - feriàl
feriale (g"iorno) - dì de làò
ferimento - ferimént
ferire - ferì, tàià
ferita - fcrida, piaga
ferma - férma
ferma molla - férma càdènn
termaglìo- fermali, àgràff
fermare - sbianchi, fa tra
on biij, scota, tàcà
fermarsi - fermàés
fermata -fermàda, férma,
alt
fermatina - fermàdina
fermentare - fermenta,
scàldàss, siirbiii
fermentazione - fermcn-
tàsiòn
fermento - fermhit, leraa,
siirbUlj
fermezza - fermHa
fermo, agg. - férmo, co-
ètànt, fiss
fermo, s. m. - càgnèta, 2)
ferraccio - feràsa
ferrag-osto - fàràóst
ferraio - feree
ferraìuolo - mùnteli, tàbàr,
tàbàrèll
ferramenti - fèràmént
ferrana - mistìlra
ferra "-e - fera
ferrare le string-he - in-
giigelà
ferrareccia - feràrèsa
ferrato - feraa
ferratura - fèràdùra
ferravecchi - pàtee
ferretto - ferètt
ferro - fèr [ràda
ferrovia - ferovta, là fé-
ferroviario - ferroviàri
ferruzzo - fèrètt
fesso - s-'ccpp
fessura - filidUra, crèna
festa - fèHa
festa ! - bùtt li !
festa popolare - feMivàll
festeggiare - fèétegìà, fa
Icgria
festicciola - fèètàioeùla
festino - fèétìn
fes
985
lis
festone - scndàllna, éàn-
dalìna
fetore - fetòr
fetta - feta
fettone - fdòn
fettuccia - frisa
fiaba - pànèànega
fiaccheraio - briirriìsta
fìaccherre - càlèsc, càlèss
flaccliezza - ffàca, debo
lèsa
fiacco - fiàcch, mòli
fiacco (essere) - vègli pòca
paia in bàst
fiacco uà - fiàca
fiacre - càlèse o càlèss
fiamma - fiàma
fiammante - fiàmànt
fiammata - fiàmàda
fiaiuuiingfa - fìàmenghìna
fiancata - fìàneontida, éà-
éàda
flanclietta - fàlàèia
fianclietto - fiànchèit
fianco - fiànch
fianco (a) - impari
fianco (di) - àprèés
fiancuto - fiànciiii
fiasca - fiàsca
fiasciietta - fiàéchSta,
échiscèla
fiasclietteria - fiàscheteria
fiasco - fiàsch, pesion
fiatare - f/àià, reàpirà
fiatata - fiàdàda
fiato fiaa
fibbia - flbia
flbbiaio - fibiàtt
ficaio - figàtt [nàs
ficcanaso - ficàntis, càscià-
ficcarsi - càsciàéé
ficato - fighcG
fico - flgh
fidato - fidaa, fido
fiducia - féd
fiele - fel
fienaiuolo - fenàgiòn
flenaruola - èrba màgènga
fienile - fenìl
fienirolo - feniroiil
fieno - fèn [nàgià
fieno (rivoltare il) - fe-
[nàda
fieno (raccolta di) - fe-
flera - fera
fi&rliastro - fiàé-ter
fisflio - fixiì
filioccìo - fiòàs
filinolo - flxu [sgètt
fijjnoletto - fonsgètt, fun-
fi^:nolo - fiiróncol
figura - figura, àspètt
figuraccia - figura gotica^
mica, berla
figurare - figiirà
fig^urina - figtirtna
figrurino - figiirln
figurista - flgilriéta
figuro - fig'dròtt
fila - fìloy filerà, firàgn,
infilerà
filaccia - fìlàper, lesìgn
fìlaccione - molàgnòn
fila loro - filàdr
Alauda - filanda
filandaia - filàndèra
fllandaio - filàndee
filare - fila
filare s. m. - firàgn
filarata - infilerà
filarmonico - filàrmdnìch
filastrocca - filàstròca
filata - infilerà
filatìccio - foriseli, firisèla
filato - filaa
filatoio - filàtòj, fèrèll
filatera - filerà, flréra
filatore - filàdór
filatrice - filerà
filettare - filètà
fllelto - filètt, striceli
filo - fU
filodrammatico - filodrà-
màtich
filog'rana - filigrana
filone - filon
filosofia - filosofia
filosofo - filosof sldich
filtrare - làmbicà, colà
fllug'ello - bigàtt
filza - fllsa
fimo - ingràss
finale - final
finali - roson
finalmente - fuiàlment, à
là fenitiea
finanza - finànsa
finanziere - finànéiér
fine - fin
fLn^.^iYa. -fenèstra, fi,ne§tra
finestrella - bochèta
finezza - finèéa
fingere - fing
finimento - finiménti fl-
nitlva, pàrùr
finire - feul, finì
finito - finii, compii, àn-
daa, ètincaa
finnosteruo - fiimària
fino agg. - gtiéé, fin
fino avv. e p. - fina
finoccliio - fcnòce
finora - finàdèsS
finto - finta
fintino - fintàrèll, perii"
chln, scignòn
finto - fint, rimiss
finto (essere uomo) - vèés
de còcch e de bigna
finzione - finsión, finta,
fintarla
fio (pagare il) -paga 'Ifio
fioccare - fioca
fiocco - fiòccli, gàia
fiòcina - fiòsna
fioraia - fioràia
fioraio - fi'jree
fiorame - fioràmm
fiorato - fioraa
fiordaliso - Uri
fiore - fior, fiorètt, fèòcch,
limon, a'èmm
fioretto - pàsètt, pàsmdn
fiori (i) - i pàlm, i palma
fiorino - fiorili, fiorii
fiorire - fiori, sviliipàss
fiorista - fiorista
fiorito - fiorii, fioraa
fioritura - florida
fiorrancino - bibin, miicc
de bò
fiorrancio - amcc de bò
fiorume - bUla
firma - firma
firmare - firma
fisarmonica - fisarmonica
fisarsi - fisàss
flscliiare - fis'cià, diironà
fischio - fischio [biòti
fiscliione - sbiòcch, bàlà^
fischione turco - àneda
fiscia - marca [d'Itidia
fisciù - fisciù
fisco - fiscli
fisico - flsich
fisonomia - fisonomia
fisoHomista - fisonomìétcu
fissare - fiìà
n»
- 986 -
fra
fissazione - fisàsiòn
Asso - fìsé
ilstierella - eàntàrèll
flstione - càsiirón
fistola - fìstola
fitta - gibolàdùra, giboll,
fliés, mar scimi
fìtto s. m. - fbtt^ ficc, fitàrèsa
fitto agg. è' eiàsegh, s'ciàéer
fiume - fiilmm
fiutare - nàsà
fintata - nàsàda
Anto - nàsta
Untone - reporter
flagellare - svàrgelà
flanella - fàndla
flato - flato
flanto - flàlU
flemma - flèma
flemmatico - flèmàtieh
flemmone - flemón
floscio - flòse, mòli, ma-
gale^ rilàsaa
flussione - fluSiòn
flusso - fliiés
focaccia - fii^àseia, eàr-
àénsa
focaccina - càrsensin
foce - imbocàdura
fochista - foghÌÈta
focolare - fogora%
focone - fogòn
focoso - focos, fogos
fodera - foeùdra, contràfort
foderare - fodrà
fodero - fceùdcr
foglia - fcBiiia
fogliame, fogliatura - fo-
iàmm
foglio - foeuj, ceì-tificaa
fogliolina - foiètìna
fogna - scistèrna
folaga - fòlega
folasse - flortinsg
folgore - sàèta^ stràlUsc
folla - fòla, flòta
follare - fola
follatore - folàdìn
folletto - folctt
follia - matèria
folto - folt
fomento - briiseghtn
fondaco - fdndegh
fondamento - fondàmènt
fondamento (far) - bàsàsé
fondare - fonda
fondarsi - bàsàss
fondato - ràgionèvol
fondelli - fonso
fondere - fond
fonderia - fonderìa
fondigliolo - peeidea. pe~
ciochera, cànipee
fonditore - fonditòr, fon-
dosilr
fondo -fond, fondo, fonduti
fondo di botte - cubi
fonduta - fusa
fontana - fontana
fontaniere - fontànee, lo-
tonee
foiitanina - fontànìn
fonte - fontana
foraggio - foràgg
forare - sbogid, sbilsà
forasacco - biada, 2)
forasiepe - riotìn
foraterra - flcòn
foratoio - sbasirmi
foratura - sbog'àdùra
forbici - forbes, forbesèta,
foresèta
forbiciaio - foresàtl
forbiciata - forb.setàda,
forcsetàda
forbicìone - foresetòii
forbire - netà
forca - fórca
forcata - forcàda
forcella - pendolili
forchetta - forcelìna, pen-
dolin
forchettata - forcelinàda
forchetto - forchetta forcèla
forchettone - forchetón,
forcèla
forcina - forcèla, 1)
forcone - f or con
forestiero - forestee
fossa - fdpa
fossetta - ctlv
fossiciuo - rongèla
fosso - càv, 2)
forfecchia - fòrbes
forfora - fórfora, rùsca,
crùéca, riiff
forfore - crusca
forma - fórma, idea
forma di cacio - formtigia
formaggiaio - formàgec
formaggio - formàgg, for-
màj
formiaio - formèta
formare - forma
formato - formaa
formella - robioeilla
formentone - formentón,
mclgón
formetta - càrotolln
formica, formicola - for-
mìga
fornaio - preétìnee
fornaiolo - morètt
fornello - fogkee
fornire - scorta
fornirsi - riforniéé
fornito - scortaa
fornitore - fornidòr
forno - prestìn, stÈa
fo muoio - crosom, 1)
forra - óva
forte - gàiàrd
forza - fòrsa, poténsa, mo-
ment, robliétèsa
forzierino da posata -
bàràehìn
fra - iìitrà
fracassio - frecà^éri
fracasso - frecàsé, màncg,
scinse
fracidare - màrscl
fracido - màrscètt
fracidume - bàgniiscèri
fradicio - màsàraa, mà-
sàròtt, làvaa
fradicio (bianco) - im-
piombaa
fragaria - màgióétra
fragile - fràgil
fragilità - fràgilitaa
fragola - màgióstra
fragolaio - magioètréra
fragole - magiostrina
fragranza - fràgrtinéa
frammesso - el piàtt de
frana - frana [mése
franare - frana
francamente - fràncàmetity
àpèrtàmént
francare - franca
francatura - fràncàdura
francese (alla) - tila frdn-
cèsa
franchezza - frànchèsa ,
presènsa de splrit
franchino - frtnclin, fràrt-
clin
franco - f ranch, sciolt
fra
- 987 -
fiir
francobollo - fràncoboll,
bolìn [din
francolino - frànclìn, fràn-
fraug'ia - frànsa
frangia arricciata - mei
rubo
frang'iare - borda
frantoio - fràngia
frasario - frasàri
frasca - frà^ea,bosch,pi&ma
frascata - frààeàda, cfàbioeu
fraschetta - frààehèta
frasconaia - boscòn, girceli
frase - irtls
frasi - rosonètt
frassinella - giàvòn
frassino - fràsin
frasta'^liare - stràtàià
fratata - fràtàda
fratellanza - frdtelànsa
frateria - fràtàrta
fraternizzare - fràfèrnisà
frattagrlie - fresàmm
frattanto - intràtànta
fra/ione - fràsión
frecciare - hàtela
frecciata - s-onàda
frecciatore, freccioue -
bàtidor, sitocàdòr
freddo - frèdd, frècc, frègg
freddoloso - fregee, mè-
nàfrècc
freddone - frògiòn
freddai"a - frèdura, frè-
giùra. càlembòr
freddurista - frediirUta,
fregiilrista
freg'agione - fregàgiòn ,
fregàda, friàiòn
fregiare - fregò,
fregata - fregMa
frégola - frégola
fregone, si - briisàpignàtt
frenalo - morsee
frenare - frcntl
frenarsi - siiparàss
frenesia - frenesìa, fer-
nesìa
frenetico - frenètich
freno - frcn, more, sbàgg
frequentare - frequentò,
frescliezza - freschèéa
fresco - fièseh
frescolino - fròseolìn, frè-
scolino
friabile - cròj
fricassea - fricdsè
friggere - frig, frigna
friggibuchi - frigìiàdUra
fringuello - fràngilèll
frinzello - càrpdgn, tàcòn
frisone - frisòn
frittata - fertMa^ frittida
frittella - fritola, làciàda,
làmpeda
frittura - fritura
fritto - fritÈra, fritt
frivolezza - pieolèéa
frizione - frisidn
frizzante - rise ni
frizzare - brilsù, pia, pi-
frizzio - besèj [sigà
frizzo - sàsàda, spungiuda
frode - bosàràda
frollo - fròll
frontale - frontaa
fronte - front, frontin
frontispìzio - frontespìsi
frontista - frontista
frontone - frontdn
fronzoli - berlinghiti, bir-
linghitt
frotta - flòtt., fròta
frottola - fròtqld
frottole - bàli romànn ,
ciàcer
fruciandolo - scoàsé
frugare - ràvànà, rilgà
frugata - riigàda
frugatolo - giàvàròtt
frugatone - fognàtòn
frugnolo - crosceiì,
frugolo (è un) - l'è on
ecèss, rè dna tempèsta
frugone - forgòn
frullana - forldna
frullare - frolà, rànsà
frullare (far) - borì
fruii atura - rànsàdura
frullino - gilàrdina, f rollìi
frullonaio - biiràtò
frullone - càsón, bilràton
frumento - formént
frusone - frisdn
frusta - frusta
frustagno - fiiUàgn
frustare - friistti
frustata - friistàda, scii-
riàda
frustatura - friistàdùra
frustino - foètt, frilétìn
frusto - frUst
frutta - frùta
fruttaiolo - friltirceu
fruttare - friità, friitì
fruttiera - friitèra
frattillcare - friitì
fruttivendolo - frUtirceic
frutto - ànn., friìt
fucilare - f Usila, é'ciopelà
fucilata - fiisitàda, s'cio-
2}stàda
fucila/ione - filsilàsiòn
fucile - fiisill, s'eiòpp
fucina - fiisina
fuga - fuga
f uligine - bisler, càrìsna
fulminante - fUlminànt
fulminare - fulmina
fulmine - fàlmen, fulmini
fumare - jfilmà
fumària - filmària
fumarsela - dàglien dna
fèta
fumata - fiimàda
fumatore - fUmàdòr
fumo - filmm
funaio - cor dee
funambolo - bàlerin de-
còrda, sàltàdór
funame - cordarla
funata - ligàda
fune - corda
funerale - fiineràl
fungacelo annebbiato -
robiordtt
funglietti - funégitt
fnnghetto - funsgìn
funghìno annebbiato -
robiorin
fungo - fung, fong, mocùsc
fungosità - màton
funicella - cordèta
funzionare - funsiontl
funzione - funsidn
fuoco - foRÙgh
fuoco (di) - fochi!
fuori - foedra
fuori via (di) foeuràvia -
furacchiata - Scdmotà
furbaccio - gàinon
furbacchione - bolgiràdo
furberia - furberia., jjo/ì-
tica
furbo - bàrgniff, mdldrbètt,
m,àriòlo, màtrico laa^
scròcch [bón
furbone - furbàseidn, fur-
far
furente - furente
furfante - bàlòss, eriétòn
furfantegr^iare - ràbotà
furfautello - hirbonscèll
furgone - forgòn
furia - fùria
furibondo - furibònd
furiere - forér
furioso - fiirios
furlana - forlàna
furore - fiirdr
fusa (far le) - fa fròn fròn
fusag'gine - roncàsgen.
fusaio - fiiserocch
fusaiola - fusàrcm
fusaiolo - bìrlo
fuscellini - % àét
fuscelli ni (giocare ai) -
giiigà ài bàger, ài legnètt
fuscello pungente - 6ròee/i
fusciacca - sciarpa
fusiera - flisera
fusione - fusa, filsiòn
fuso, agg. - fondiiil, gitaa
fuso, s. m. - fiis, filsèla
fustagnaio - fmtàgnce
fustagno - fiistàgn
fusto - fiist, pignori
O
^ - gì
gabbacompagno - màngià-
càpàra
gabbaloste - briisàpàión
gabbamondo - gàbàmdnd,
gàbàdòr [bàn
gabbano - bàlàndrdn, gà-
gabbare - gàb^, gàbolà,
infenocià, rostì
gabbato - gàbaa
gabbatore - gdbàdór
gabbia - gtibia, càjyia
gabbiaio - càpiee
gìibblano - gàbidn
gabbiola - càpièia
gabbione - càpiòtt
gabella - gàbèla, imposta
gabellino - finànéiér, bor-
iandoti
gabellotto - borlàndòtt
gabinetto - gàbinètt
gaggia - gàsìa, robina
^agliardia - fortèsa, fòrèa
gagliardo - gàiàrd
pagliolo - sgàùsG
— 988 —
gagliuola - tàccia
gag II a - pètola
gagnolare - sguàgnì
gaio - smorbi
gala - gàia, pàciUga
galandri - gàldnder
galanga - gàlànga
galano - gàia, noeud
galante - gàlànt
galanteria - galanteria
galantina - galantina
galantomisuio - gàlànto-
mìsmo
galantomone - gàlàntomon
galantuomo - onèét, gà-
làntòmm
galateo - galateo
galattometro - provin,
proìn
galeotto - gàleòtt
galera - galèra
galiopsi - làeiòn
galla (a) - deèoràvla
gallare - gàia (i oeuv)
gallastrone - gàlàsc, gà-
loeus
galle - i bogitt, fàdigh,
gàletòn
galleggiare - gàlegià
galleria - gàia ria, gàlerìa
gallerone - gàlàsc, gàlmùs
galletta - gàlèta
gallettino - gàletin
galletto - gàlètt, càstelètt
gallina d'Iudia - pala
gallina - gàtna
gallinaccio - picòss gàinee
gallinaio - polee
gallinella - gilàrdìna
Gallinella (la) - * Oàli-
nvùr
gallinetta - gàineta
gallo - gali
gallo d'India - polìn
gallo o fagiano - àMòrg
gallonare - gàlonà
gallone - gàlòn
gallozza - éonài
gallozzole - * bogitt
galoppare - gàlopà
galoppino - gàloptn
galoppo - gàlòpp
galtone - paniseli
gattuccio - filèta
galuppo - gàliipp
galvanico - gàlvànich
grar
galvanizzare - gàlmmisà
gamba - gamba
gambale - càna
gambali - gàìubài
gambero - gàmbcr
gambetta, gambina -^ràwi-
bèia
gambetto - gàmbiroeula,
tàceh
gambieri - gàmbài
gambo - picoll, gàmbèta di
beton
gambone - gàmbótt
gambuto - sgànscrla
gammautte - gàmàiitt
gammella - gàmcla
ganascione - gdnàiun
gancio - ràmpìn
gangheri - bàjonètt
gangherino - càncànin
ganghero - oglaiù, ràmpìn
gangol i - nàta
ganimede - ganimede
gauozze - àsón
ganza - bela
gara - gara, fa là fica.
erica, pica
garagolo - càvàstràsc
garamoncino - gdràmonèìn
garamone - gàràmòn
garante - gàrànt
garantire - garanti
garanzia - gàrànsìa, si-
garba - cribi [giirtaa
garbacelo - desprési
garbare - àndà
garbatezza - fmèsa, fàtòr
garbato - gràsiòs
garbo - gàrb , gràiia ,
méder
garbuglio - ingàrbiàda,
gàrbuj
garganella (bere a) - bev
à eànèta
garganello - gàrgànèll
gargantua - ìoff
gargarismo - gargarismo
gargarizzare - gàrgàri^à,
sgàrgàrisà
gargie - barbali
gargotta - gàrgòta
garofonata - gàrofolàda
garofano - gàldfer, gàrofol
garrese - ereserà
garretto - gàretòn, girètt,
gerètt
ffar
garrire - erià
ararroso - resiòs. ràbln,
/lermàlós
ji'iirza - gàrsa
g-arzare - gàrsà
garzatore - gàrsàddr
garzella - gàrséra
srarzeria - gàrserìa _
garzone - gàrsòn, gàliipp,
liyvordnt, làorànt
garzoiieggiare - crèss
garzuolo - gàrsofAì, seiroau,
gas - gàsé
gasometro - gà^dmetro
gasosa - gcUòsa
gassainolt) - gasista
gasse - gàsé
gastigare - càétigà
gastigo - cààtìgh
gastrite - gàstrica
gastronomico - gàstrond-
micli
gattabuia - gàtàbuia, fì-
hia, càtói
gattaiola - biisiroeula
gatti gatti! - màràmàof
(ifattinara - Oàiinàra
gattino - niintn [gàtt
gatto - mlscio, misción,
gattono - minón, poligàna,
gàtòii
gattuccio - s(^èll
gaudente - gàiklènt, bon-
virda
gaudio - giòia
gavazzare - hàràetL
gavetta - gàmUa
gavina - màgòsà
gavo - gàvèli [scèll
gavoc.chioliuo - biignon-
gavocciolo - biignòn, co-
desèla
gavotta - gàvòta,
gavozza - gàòm
gaz - gàés
^azza - gtiscia
gazzella - gàsela
[g-azzerotto - gàsgiòtt
ìgazzetta - gàsèta, foe,uj
■gea - bàciòca
geggè - sgiosgio
gelare - giàsà, gela
gelatina - gelààìna
gelato - sorbètt
gelo - gel
geloni - gol
— 989 —
gelosia - gelosia
geloso - gelus, écàrds
gelsato - moronaa
gelso - moróìi [siimin
galsomino - gelsiamn, giic-
gemello - gemèll
gemere - piàng, trapana,
gèmm
gemma - gema, pèrla
genuinità - originàlitaa
gendarme - giàndàrma,
gendàrma
gencrsile - general
generare - genera, rasa,
mètt, ingenera
genere - gèner, rasa
generoso - generòs
gengiva - gengiva
gengiovo - gingiiiàri
genio - geni
genitrice - mMer
gennaio - genàr
gentairlia - gentàìa, rà-
botàia, gàliipàia
gente - geni
gentile - gràsiós
gentilezza - iirbànitaa ,
regàlia, gràsièta
genuflessione- -~- ingenii-
giàda
genuflettersi - ingenUgiàsè
geo - bàeiòeeh
geografia - geografia
geografico - geogràfìeh
geometria - geometrìa
geranio - girini, geràni
gerarchia - gerarchla,
gergo - gèrgh, gergo
gerla - girlo, gèrla
gerlala - gerlàda, gèrla
gerii.an marino- còli longh
germe - germèj, biitt
germinare - regni
germogliamento-còsciarfa
germogliare - germeiù.
germoglio - germèj
geroglifico - gcrogllfieh
gerundio - gerondi
gessaiuolò - gesee
gesso - gèss
gessoso - gesiv [gestì
gesticolare , gestire -
gesto - gèst
(Jesìi - Gesù,, Esùàé
gettare - fond, biità, tra,
s'giàcà, làsà, gita
già
gettata - càseiàda
gettato - gitaa
gettatore - gito, fondoeÙT
getto - geròn, mòtta, gitt
gettone - viàrca
gheppio - fàlchètt, gàvinèW
gheriglio - fesa, ciieilrù-
cilil
gheriglio di noce - grimu
de là nvs
ghermire - brànctl
gherone - Mmp, gkeda
ghetta - ghèta [pene
ghezza (uva) - t<ga che
ghiacciaia - giàséra
ghiacciaio - giàsee
ghiaccio - giàss
ghiaccinolo - corntlgia
ghiado - caligo
ghiaggiuola - Uri
ghiaia - gèra
ghiaioso - gerlv
ghiain/za - gerèta
ghianda - giànda
ghiarone - gerón
ghiera - réra, ponibll, rìc-
nèla
ghigliottina - ghigliotlna
ghiotta - lècàrda
ghiotto - lecàrd, gormdn
ghiottone - ludria
ghiottoneria , ghiottor-
nia - lecdrdàrla
ghiozzo - bolina, pescarla
ghiribizzare - màsntt
ghiribizzo - ghiribisé ,
èstro , màta^ échiribisè,
beschisi
ghiribizzoso - bcschìèiós,
èstrós
ghirigolo , ghirigoro -
flrifiss
ghirlanda - sere
ghiro gira
ghisa - - ghisa
già, di già - giù, giamo
giacca - giàché
giacche - degict che
giacchetta - giàchèta,.
s'giàchè
giaciglio - bàita
giacinto - càmpàmn, già^
sint, giàcint
giaconetta - giàeonètt
giaggiuolo - Uri
giallamina - càlàiìilncc
già
gialliccio - giàlduso
giallo - gicild
giallore - giàldusc
irialloriuo - giàldorìn
giammai - mài
giannetta - giàneta, bà-
eheta
gianettina - bàchetìna
giarda - giàvtird
giarde - crost
giardinetto - giàrdmètt,
desèrt
giardiniera - giardiniera,
àrleehìn
giardiniere - giàrdinee
giardino - Sr^, giàrdìn
giardone - giàvàrd
gìargone - giàrgon
giavazzo - giàvàéè
gibus - éehiscèta, gibiis
giga - gigotMa
gigante - gigànt
(irigia - Bigia, bigiii
giglio - tiri
gilè - gilè
ginepro - sànever
ginestra - ginèstra
ginestraggine - ginestroRU
ginestrella - ginèstrmù,
ghiringhèsa
ginestriua - gìnesiroeu
gingillare, gingillarsi -
cilàpà
gingillo ~ ciàlàda, eiàlàrii,
belee, bcbèll
ginocchielli - genogiài
ginocchiello - genogèra,
mdlìtràHn
ginnasio - ginAsi
ginocchio - genaiuce
ginocchioni - genogiòn
giocare - giiigh
giocattolo - belee
gioco - gioeilgh, schèrs
giocolare - glilgàtà
giogai'i - sòtgòla, paratola
gioielliere - gìoelèr
gioiellino - belerìii
gioiello - belee , bisgio ,
galanterìa, gioia
gioia - màpa, gema
gioire - gioì
g'iornale - f'jeuj, giornàl
giornaliero - giornàliér.
mànddpera , diurnista ,
giornàdee
— 990 —
giormlista - giomàlìàta
giornada - giornàda
giornello - gdbàss
giostra - giòstra
giovamento - ^ro
giovane, gioTìne - gidin
Griovanni - Oiovànn, Oio-
ànn
Giovanni (erba S.) - èrba
balsamina, erba, bàsgiàna
giovare - giova
giovarsi - àprofità
giovedì - giovedì, gioedì
giovenca : mànsèta, vaca
giovenco - mìmètt, boàtèll
gioventìi - gioventù
giovevole - util
gioviale - ceros
gicvialone - màton
giovine - gidin
giovinezza - gioventù
giovi notello - pelàdèll
giovino to - giovinòtt, gioi-
nòtt
girabile - gir&bil
giracapo - giràmént
giraffa - girtLfa
girandola - giràsò
girandola (far) - fa bin-
dèll
girandolare - bdlàndrà
girare - birlà^ gira
girar rost» - mènàrost ,
spéd
girasole - bècdformìgh, gi-
ràsò
girata - vidn
giratario' - giratàri
giratora - menerà, menà-
dóra
giravolta - girivòlta
giravoltare - giriv dtà
girella - tomèll, bàlèia,
pedina [ronsà
girellare - bàlàndrà, gi-
girino - botàràiia, màiàcò
gi'-o - gir
gi rondi - tiòrba,
gironsare - gironstt
girovago - strUsòn
gii - gìotòn
gita - eiciirsiò/f. sf'àpàd'i
gìterella - girètf. girclln
gittaione - giotòa
gitto - gitt
gittone - giotòn
già
giìi - giò
giubettino - giponìn
giubbetto - gìpa, giàehetìn,
banda
ginbboncino - giponìn^
corpètt
giubbone - gipòn, gìpa,
banda
giubilamento - gibilèri
giubilare - giubila
giubileo - giiibilee
giubilo - gibilèri
giucco - cicolàtee
giudeo - ebrèi
giudicare - giudica
giudice - giùdes
giudizio - giiidìsi
giudizio (a) - à stimm
giuggiolone - gongordv.
gorgoràn
giug^iulena - giorgiolèni
giugno - giùgn
gìulè - gilè
giulebbare - giulèptl
giulebbe - giìilèpp
giuleone - gileròn
giuncaia - càrècc
giuncata - càgiMa
giuncheto -càrècc, lischee
giungere - rioà
giunta - desoràpù
giuntare -^-iolgirà, ingdnà
giunta
giuntatore - ingànàdór,
gàbàdòr
giunteria - ingànn, bosà-
ràda
giuntura - giuntura
giuocare all'imperiale -
(ir' 'Or iiìiperitil
giuoco - gi lùgli
giuramento - giuràmènt
giurare - giura
giurato - giurato
giureconsulto - legai
giuri lieo - giiiridich
giurisdizione - giiirisdi-
siòa
giastezz i - giiis'èsa
giusti ricare - giusti fica
iiiustificazione - gìiiétìf
càiiùn
giustizia - giiistìHa
giusto - giùst
giusto, ain\ - giusta
gianduia - gondola
già
glastro - guaa
jfleba - Iòta
^li - ghe
g-lìeg-iì - ghi
g"lifo - cànàlìn
1,^0 g-lo - glo glò
i;iobo - bàia, bògia
g'ioria - glòria
gloriarsi - ràntàss
g-Iorioso - gloriòs
g- Il alfe! - off!
g-naulare - mognà
g"!! ani io - mognAda
g-nocchi (bocca da) - bo-
cdgnòcch
g'nocco - gnòcch
grobba - gaeuba, goeubb
gobbette - gobin
gobbo - goeubb, gvuha, bèe
goccia - gota
goccio - goti
gocciola - góta
gocciolare - gotinà, gota,
gèmm
gocciolatoio - frontàlin
gocciole - gott
gocciolino - gotìn
gocciolotto - cornàgia
godere - god
godersela - campasela, fa
cucàgna, fa goghèta
godiiiiento - goduda, piàsè
godiiiioil<iO - bàràchee
goffaggine, gofferia - go-
fàda
i goffo - gòff, èèmpi
gogiiojiiio - gognin
gola - gàia
golata - slèpa
goleria - gormcmderla ,
I gormàndìs
\. goloso - lacàrd
i golpe - fàmm^ màrse, màr-
' scctt
gomitolo - remiseli
;■ ^oiìunQ-bràinèra, hrà>nerdn
[ gonfia !c (del cacio) - dàsé
; g'onftare - é-gnnfià
STO aliarsi - mgàliisiàs,
moìitàss
g'o;: fiat ara - gòff
gonfio - bcsliifi, hisìnfì,
Sgónfi,
g'oulloue - hofiòtl
gonfiore - tu nór
' gonga - màglie la
— 991 —
gongola - bim ècudelèra,
màgòiis
g-ongoso - màghelént
gonna - pedàgn
g-onnella - pedàgn, sòca
gonnelletta, gonnellino -
sochìn
gonzo - picch, vilàn
g'ora - cànàrèla, càv, róii-
sgla
goral a - ingorgàda
gorbia - indceuia
gorello - càrtàda
gorgoglione - fràtìn
gorgozzulo - cànàrmS
g'ota - gallasi
g:otazza - pàlòtt
gotta - gota
gottoso - gotòs
governale - gimmàce
g'overnante - bòrni, go-
vernante, goernànte
governare - goèrnà, go-
verna
governarsi - eontègniés
governutore - goèrnàdòr,
govèrnàdór
g:overnatrice - goernànte,
governante
g'overnìine - ingràss
g'ijverno - goèmo, govèrno,
mànég
gozzo - gòàs
gozzoviglia - bàràea, go-
y dùda
gozzovigliare - bàràeà, fa
goghèta
gracchiare - fa cràcrà
gracchìellacciii- calandra
gracchiola - bèrta
gracchione - gàsgia
gracile - delicaa, gràcil,
ìnàllngher, màs-trànsc
graciletto - niiserì7i,poohm
gracilità - gràcilitaa
gradasso - màià^ètt, niè-
nàfrècc, brùsàeàntón
gr dinata - scàlinàda
gradinetto - bàsèlin
gradino - bàsèll^ gràdìn
gradire - àeètà, àgràiì
grado - bàsèll. gràd,^ rango
graduato - gràlutd
griiffi - gàm'ter, ràmpincra
graHìaiiiento - ungiàda
graffiare - sgàrbèlà, gàtà
gra
graffiatura -ungiàda, ègàr-
bòlàda, sgràfign
graffietto - rigkirceù
graffio - ègràftgn
grag nuota - tempèsta
graiuaglia - condisión
gvamigaa. - gràmègna, gre-
mègna, cornàioeula
graninia - gràmm
grammatica - gràmàtica
gramola - gràmola, grè-
tnola, màsa
gramolata - crepe, grànida
gramo - gràmm
gran dama - dàmàsa
gran mercè - màneomaa
grana - grana
granaglia - mldura, trèsìa
granaio - grànee
granare - grani
granata - grànàda, seda,
scóva, scoìn, scovili
granatiere - granate r
granatiglia - grdnàdìn
granatina - grànàdinn
granato - grànaa
granchiaio - gàmbàree
granchio - gdmber, giova,
rànf
grancia - fonsgìn
granciporro - gàmber
grande - gran, grand,
màiuseol
gvaiìulegsiare-spàcà. Spara
grandez;(a - gràndèéa
grandezzata - gràndoeur
grandiglione - gràndóu
grandinare - tempèsta
grandine - tempèsta
grandioso - gràndiòs, màè-
slós
granire - grani, segrinà
granita - crepe, grànida
granito - grànaa, granii,
niidrmiì bianche roàs
granitoio - grànidòr
granitone - giàndón
grano - ciein, formènt,
gran, mondcll
grano s iriicenico - fràina
grano turco - formentón,
melgòn, còrion
grano di tartaria - fràina
granturcale - mèlgàse
grappolarjB - gràpèlà
grappolino - gràpèll
grappolo - grtpa
grascia - grtLsa
irrassazione - sàltàmént
grrasso - ùgórd, gràss, onc,
petàrd, vonc
grassume - bàciàcia, bd-
eiàsa, gràiuse
grata - fcràda
gratella - graticola
gratìccio - ferMa, graa
graticola - graticola
graticolato - telQir
gratis - gratis , à mtca,
à off
grattaculo - gràtdcuil
grattapngia - gràtàbrustia
grattare - gràia
grattino - gràtoàr
grattugia - gràiiroeùla
gratuitamente -àmoredèi,
à màea, gratis
grave - grév. imponént ,
sodo
gravezza - pés
gravoso - éemìbil
grazia - gràéia, gàrb
graziacela - màlàgrtiùia
graziare - gràsià
grazie - ohh'gàto, gràsie
grazietta, graziola - grà-
sièta
g'razioso - grààids
greca - greca
gregge - ròse
gregario - sgresg
grembialata - scosàràda
grembiale -écosaa, sguàn-
dàlìn
grembialino - seosaa
grembo - scòss
grembo (in) - in scoslna
greppia - màngiàdàra
greppo (far) - fa el càmii
gretole - fèrol
gretto - sbiòcch, sbrìs
greve - grév
griccia - grinta
grìcciolo - ghiribiss
grida - grida
gridare - sbràgàltl^ sgàrà,
sgàrì, ciocà. cria, vosà
gridata - sgàràda, reciòcch,
rosàda, criàda
gridatore - sbràgtdn, bà-
golon
gridellino - lilà
- 992 -
grido - gigol, sbràgiàda,
sgàr, urlo
grifo - miisòn
grigio - grìs
grigiastra - bràmìna
grillare • fa poti pott, riisgl
grillettare - fa pott pott
grilletto - pàsàrm
grillo - mtita, éàltàmàr-
tin, balbi, grl
grimaldello - gàriboldìn
grinza - crespa
grinzo, grinzoso - crèèp,
ereàpaa
grinzume - erespàdàra
grippe - gripp
grispignuolo - songsgìn,
seinngln, làciàrèll
grispigiione - gàrsdn
grogiolare - confina
gromma - crdpa
gronda - gronda
grondaia - cànaa, grónda,
grondàna
grondare - grondonà
groppa - crdpa , grdpa ,
gropòn
groppiera - gropèra
groppone- ciilMa, mitriòtl
gropposo, groppnto - gro-
polènt
gros - grò
grossa - grdsa
grossezza - grosèsa
grossiere - orévcs de gròss
grosso - èrtegli
grossolano - material .
grosolàn
grotta - eròtt, gròia
grottesca - rò'còcd
grovigliuolo - grimcll
gru - grii
grna - grua
grucce - cs'.j [àctnscia
gruccia - pàlètt , erica,
grugnire - rogna
grugno - grilgn, miisòn,
mostàcc
grugnolo - gniff
grulleria - giàvànàda, go-
ftida, ciàlàda
grullo - giàmn, insognent,
ciàll. bàrbàbicch
grumato - pastina
grumo - gnimni, càgiòsé,
gnòcch
gua
grumolo - sriro'u
grumulo - gnòceh
gruppetto - griiprtt
gruppiere - gropcr
gruppo - griipp, gropp
guadagnare - acquistai ,
qiiisfà, guadagna
guadagno - ciàpMa, guà-
dtlgn
guade - guada, guàdinn
guado - guaa
guaime - bàrbèta
guaina - fonilder, guàdìna
guainella - guàdinèta
guaio - guàj, gntlia, infèse,
ràngol, rticola, quàrèla,
guaire - sgiiàgni [pién
guaito - càhi
gualchiera - fòla
gualchieraio - folàdòr
gualcire - màstinà
gualcito - pàtUsciaa
gualdrappa - guàldràpa
guancia - gànàéa^ gànàsin
guanciale - cosÌ7i
guancialetto - cosln, co-
sinètt
guancialino, i - coHnctt,
piiimàsln, cosinitt
guancialino d'oro - sgii-
ràlàlàsa
guanciata - slèpa, sbèrla
guantaio - guàntee
guantiera - gàbàre, cabarè
guanto - guani
guardaboschi - guàrdà-
bòseh . [dònn
guardacatene - ferviàcà-
guard'alpe - àlpàdòr
guardamacchia - guàrdà-
mùn
guardamano - mànèta
guardaportone - guàrdà-
portòn [vàrdii
guardare - dirà, guarda,
guardar losco - guarda in
berlusch
guardaroba - guardaròba
Snardusigìlli- guàrdàsigilt
guardastiuco - cosinètt
guardata - vistàda
guardatura - guàrdàdura
guardia - eiisiòdia, càsc-
ia nt, guàrdia, càntonér,\
càntoniér, bd, sorvegliànt
ronda, pàràmdn
lina
^^uaiMlìauo - giiàrdidn
auardinfaute - còregh
y iianliolo - guardina, se-
iiondin
yiiardìone - guàrden
guardo - guàrdàda, vistàda
guarentig'ia - gàrànsta
Siiart'utire - garantì
j^uarire - guari
j;-uarnello - sotànin
g-uariiire - guàrni
gnai'nitura - guàrniéiòn,
forniiu
g-uarnizìoiie - èpediéiùn,
gimrnisidii
g"uascherino - niàrcBu
g'uascotto - màlcòtt
g'uastal'este - rompàtòrta
g-uastamestieri - imbro-
iàmcstee , guàétàmestee ,
rompàtòrta
gruastare - guàéttl, sàsinti
guastarsi - pàti
guastato - guMt
guastatore - gudstàddr ,
sàpoeiìr
guasto - guàst, patii, re-
driss, ràdriàé, niss
guattarello - fògn
g:uattero - sguMer, làvà-
piàtt
gruattire - sguàgni
g'uazzabugliare - iinpàstisà
g^uaz/abuglio - gàsàbuj ,
guàsàbùj, miscelàuia
gu.azzire - sguàéà
g-uazzatoio - guaa
g"uazzetto - sguàMtt, rògo
g-uazziera - compoètèra
g'uazzo - sguàés, làvèsg
g-uercio - losch, guère
gruernìre - guarnì
guerra - guèra
guerriero - gtieriér
g"ufare - fa là móea
g-ufo - dùgo, gran dugo,
hdlàbiòtt, loroech
n' Il glia - guglia, fdlchètt
gugliata - giigiMa
guida - resegliela, contrd-
càna, giiida
guidaioio - giiida
guidalesco - màrii-ch, guà-
riàck
gnidana - ghindàna •
guiggia - pàta
— 993 —
guindolo - ghindes, bicoca
guisa - manid
guizzare - tripilà, ciocà
guscetto - sehiscèta, giti
guscia - rèsca
guscio - gitt, g&m, gilé§
guscìoni - càUlil
gusto - giiét
gustoso - giistòs
i - t
Iddio - Dìo, Signor
idea - idea, concètti idéia
ideale - ideal
idealismo, idealith. - idea-
lismo
ideare - ideàf imàginà
idearsi - ideàès, imàginàéà
idem - idem
identico - idéntich
idillio - idìli
idiota - ignoì-ànt, cretìn
idolatrare, idoleggiare -
idoldtrà
idolo - idol
idoneo - tLbil, bon
idraulico - trombee
ìdrofoìivà- idrofobia, ràbia
idrofobo - idròfob, ràbiaa,
ràbiòs
idrogeno - idrdgen
idropico - idròpieh
idropisia - idropisìa
idroterapico - idroteràpich
iena - ièna
ieri - ièr
igiene - igéne
igienico - igènieh
ignominia - ignominia ,
obrobri
ignominioso - ignominiòs,
obrobriòs [sia'
ignorantaggine ignoranti-
innovante - ignorànt, bò-
gher, beau
ignoranza - ig norà n è a,
ignoràntìsia
ignorare - ignorò,^ kìtè nò
ignoto - fninga conomil
igrometro - igromèter
il - et [ceròs
ilare - legriòs , àlégher,
ilarità - legria
illegale - ilegàl
.inib
illegiadrirsi - imbclii-è
illegittimo - ilegitim
illimitato - ilimitaa
illudere - ilùd
illuminare - inliimind,
illuminazione - inliimi-
nàsiòn, liitn inàsion
illuminello - gibigiana
illusione - iliisidn
illuso - ilus
illusorio - iliisòri
illustrare - iliistrà
illustrazione - iliisiràsión
illustre - fàmòs
illustrissimo - ìiiMriHm
illuvione - iìiondàsiòn
inibaccuccato - imbàciicaa
imbagagliare - imbctgàgiù,
imballaggio - imbàlàgg
imballare - imbuiti
imballatore - imbàlàdòr
imballatura - imbàlàdùra
imbalordire - storni, im-
balordì
imbalsamare - imbàlsàmti
imbalsamatore - imbàl-
sàmàdòr
imbalsamazione - imbàl-
sàmàsiòn
imbalzarsi - ineàvàlàss
imbambolato - incàntaa
imbandizione - porttLda
imbarazzare - imbroitlf
iiifescià, i>n.bàrdsà
imbarazzo - imbàràss, in-
feseiàdura, infèsc, imbrdj
imbarcare - imbarca
imbarcarsi - gitàèà
imbarcatoio - imbàrcà-
j dèro
: imbarco - imbardi
i i mbastard ire - imbàstàrdà
imbastire - imbastì, infi-
letà
imbattersi - imbàtes
imbeccata - ràfredór, in-
fregiò [làgin
imbecillaggine - imbeci-
imbecille - imbe e i 1 1,
strambo, cretìn
imbellettarsi - imh'elctàés
imbellirsi - imbeliéà
imbendai'e - imbindd,
imberciare - imbroctt
imbercio - diéco [gnà
imbevere - imbibì, impre-
03
imb .
imbeversi - imhéves
imbiaccare - imbiàcà
imbiancare - sbianca
imbiancatura - sbiàncMa
imbiancliino - sbiànchin
imbiondire - imbiondi
imbiutare - impiàètrti
imboccare - ùnbocà, in-
grànti
imboccatura - imhoeàdUra
imbonire - imbonì
imboscata - imboscàda
imbottare - invàsela, im-
bola
imbottatoio - liidria
imbottig-liare - imbotelitL
imbottire - imboli, pre-
monta
imbottitore - imbotidòr
Imborinare - imboàscià
imbozzacchire - ciicàss,
(hidà in erbión
imbozzimare - imbcetismà
imbraca (buttarsi sull')
- inipunfàss [braga
imbracare - fàlsetà, im-
imbrachettare, imbragra-
re - imbraghete
imbrattare - impiastra, in-
fèscià, bordegà, pàstriignà
imbrattascene - fregà-
scènn
imbratto - pàeiiigàda, co-
ròbia, iinpitLster
imbrattone - pàstriignon
imbrentìne - boff
imbriacare - indachi, im-
briàgà
imbriacatura - cidca,
sbornia, biònda
imbrigliare - imbrià
imbroccare - imbraca, in-
stàchefà
imbroccarsi - imbrocàss
imbrodarsi - imbradàèè
imbrodolarsi - bodesgiàsi,
sbrodolàss
iììiìììoHolatvira. -pàciiigàda
imbrog'liacasa - càìàncà
imbrojfliare - imbroià,
bolognà, ingàrbià
imbrog-lio - infèsc, triiech,
i>iìbròj\ impiec
imbrog'lìone - imhroiòn,
fiiétvse, sgonfion, jìàstrii-
gnón. i^àétiéOn
— yy4 —
imbronciato - miisanént,
motrient, inmiisonaa
imbruttire - imbriitièé
imbudellare - insàcà
imbullettare - instàchetà
imburrare - insàonà
imbuscherarsi -impiptisen
imbuto - pedrioeu
imitare - imita
imitazione - imitàsion
immagrinabile - imàgintibil
immag-inare - imàgin^,
inventa, imàginàès
immagriuario - idetl, imà-
ginttri [ideààs
immag'inarsi - imàginàss,
immagrinazione - imàgi-
nàsion, invension
immag'ine - imàgin, mài-
staa
immelensire ■ inscemi
immergere - bagna, po-
eta, moia
immergrersi - ingolfààs
immezzire - pàti
immezzito - j^àtii, pààaa
immischiarsi - intrigàés
immiserire - intiseghiéé
immobilità - imobiUtaa
immodico - indiscrètt
immollare - poeià, moia,
màsàrà
immollarsi - màsàràss
immorale - imordl
immorbidire - imorbidl
immoto - imòbil
impaccare - impàcà
impacchettare - impàchetà
impacchìucare - pdeiiigà
impacciare - iìtibroià
impacciato - intrégh, id-
ra mot t, imbogaa
impaccio - fastìdi, impiec,
gàrbuj, infèsc
impaci uccare - impetolà
impadronirsi - impàdra-
niss
impagabile - impàgàbil
impaginare - impagina
impaginatore - impàgi-
nàdòr
impagliare - impàià
impagliatino - càdrèga
impagliatore - càdregàtt
impagliatura - inliscàdUra,
lis'càdùra, impàiàdura
imp
impalare - pàltL, impala
impalato - impàlaa
impalcare - Sola, éofdtt
impalcato - èoeul
impalmare - promètt
impalmo - màsàròn
impanare - impana
impaniare - innesca
impanico - gàrbuj
impanzauare - gàbolà
impappinarsi - impàperàés
imparare - impara, im-
prénd [tàés
imparentarsi - impàren-
imparziale - impàrsiàl
imparzialità - impàrsià-
litaa, giiistisia
impassibile - impàsibil
impassibilità - impàsibi-
litaa
impastamento - impàét
impastapane - mèndlevaa
impastare - impasta
impastato - impàstaa
impastatore - mènàlevaa,
marno
impasticciare - pàìtisà
impasto - impàst
impastocchiare - impà-
étocià [imbogaa
impastoiato - infeseiaa,
impatta - ftta
impattare - impatti
impatto - pàtusc
impaurire ' - scàgià, fa
stremi
impaurirsi - Hremiss
impazientarsi, impazien-
tirsi - impààientàss
impazienza - impàsiénsa
impeciare - impesti
impedimento - impedi-
mént
impedire - impedi, proibì.
ocUpà, intralcia, imbroià
impedito - impedii
impegnare - impegna
impegnarsi - impegndsé
impegnato - impegnaa
impegno - impègn
impegolare - i?npesà
impelagarsi -' impetalàsi
impenetrabile - impene-
tràbil
impennarsi - impenààà
impennata - impenàda
imp
irapensatauiente - impen-
èàtàìnènt
impensierire - impenéerì
ini pepare - impererà
liupepata - impeveràda
imperativo - imperàttv
imperatore - imperàtdì-,
imperàdor
imperatrice - imperatrice,
iiìiperàtris [cètìbil
impercettibile - imper-
imperdonabile - imper-
donàbil
imperfetto - imperfett
imperfezione - imperfe-
éiòn
imperiale - imperiai
imperioso - imponènt
impermeabile - imper-
meàbil [inàsà
impernare - impernia ,
impero - impéro
impersonale - impersonai
imperterrito - impertèrit
impertinente - imperti-
nént, éfàeiaa^ inèolént
impertinenza - imperti-
nénsa, sfàciàtàgin
impetigrine - dèrbita
impettarsi - it?colàss
impeto ) impetuosità -
impet [gos
impetuoso - impetiiós, fo-
impiaccirottare - impià-
strà
impiallacciare - impelisi
impiallacciatura - impe-
■ lisàdUra [impientà
impiantare - impiàntt,
impiai^to - impiànt
impiastrare - impiastra,
pdétrùgnà, impoltià
impiastricciare - impol-
tià, im,poltiscià, impia-
stra [impiàéter
impiastro - cataplasma,
impiccare - impicà
impiccato - impicaa
impicciare - infèscià, im-
broià
impiccio - crUsi, ràngol,
impiee, fastìdi
impicciolire - spiseinì
impiccione - gàrbilión, in-
tèse [piega, ocilpà
iinpieg"are - mètegh, im-
— 995 —
impieg'alo - impiegaa
impieg'atuccio - impie-
gàdèll
impiego - post, impiégh
impietosire - comwùv
impilaccherare - impHolà
inipilaccherarsi - impè-
tolàss, peiegàsciàss
impig-liare - tira dent
impig-liarsi - ciàpà dent
impig-rire - impoltroniss
imping'uare - inquàrtàss
impinguire - ingràsà
impinzare - impirotà
impiombare - impiomba
impiombato - impiombaa
impiombatura - impiom-
bàdura
impiparsi •- hnpipààen
impippiare - imboeà
implicito - comprés
implorare - implora
impoltronire - impoltro-
niss
impolverare - éàbià
impolverato - impoheraa \
impomiciare - impiomesà I
impomiciatore - impo
mesò
imponente
niàeétòs
imponènt,
imponenza - tmponensa
imponibile - imponìbil
impopolare - impopoldr
Imporrare , imporrire -
incàrboniss , écàrbontì ,
jìànisS
imporrato - incotH
imporre - impònn
imporrito - incotii
importante - importdnt
importanza - importànsa,
entitaa
importare - importa, con-
ètét, prcmm, ciintà, infà,
comporta [éion
importazione - importa-
importo - import
importunare - importuna,
toàegà, seca
importuno - ròdàbiisècch,
piatola^ resiga, secàda
imposizione - imposisión
impossibile - imposibil
impossibilità - impoéìbi-
litaa
imposta - impoéla, iàsa,
sàràmént, anta
impostame - i éà-àmènt
impostare -imposta
impostatura - pàrtìda ,
imponénsa [siilta
impostore - impostar, ge-
impostura - ingànn, im-
poétoràrta
impotente - impotént
impotenza - impotènsa
impratichire - impratichì
impregnare - impregna
imprenditore - impresàri
impresa - imprésa
impresario - impresàri
impressionare - imprè-
sionà
impressione - imprèéión,
imprònt
impresso - imprèés
imprestare - impresta
imprestanza \
imprestito ( impresta
impresto f
imprevedibile ■ impreve-
dlbil [dént
imprevidente - imprevi-
imprevidenza - imprevi-
dènsa
impreveduto, imprevisto
- iììiprevlst
imprimere - imprimm
improbabile - improbàbil
impronto - impi-ónt, stàm-
improperio - tèrmin [pò
improvvisamente - impro-
tisàmént, sénsa dì ne
bi/f ne bàff
improvvisare -improvisà
improvvisata - improvi-
sàda [t-isàdór
improvvisatore - impro-
improvviso - improvìs
imprudente - impriidént
imprudenza - imprildènsa
impudente - sfàeiaa
impudenza - impiidénsa,
tòta, coràgg
impugnare - contràètà ,
impilgnà [nàés
impuntarsi -puntàSà, oàti-
impuntire - gipà, eiisl à
gipàdùra
impuntura - gipàdùra
lU
996 —
me
in un tratto - tisa bruta,
tiUA à '« tràtt
inabile - inàbil, minga
inabissare - bisà [boìt
inacciaiare - àéàlà
inacerbare, inacerbire -
imbriiàchì
inacutire - giièà
inalveare - incàsà
inamidare - inàmedà
inamidato - inàmedaa ,
inàrcaa
inanimire - ineoràgià
inarcare - inarca
inarcato - inàrcaa
inarg-entare - inargenta
inarsicciato - briisaa .
gremaa
inasinire - incretini
inaspettatamente - im-
proisàmént
inaspettato - improìs, im-
pi-evìst [leni
inasprire - inciépri^ inve^
inavvertenza - orbàda ,
ocàda
incagrliare - ineepà, in-
càlià, impedi
incalappiare - holgirà
incalzare - incàUà, éping
incamminare - invia
incanire - incàgniss
incannare - incànà
incannatoio - incànàdòra
incannatore - incànàdòr
incantare - incanta
incantesimo - étriòsi'
incanto - incànt, tista
incautonarsi , incantuc-
ciarsi - incàntonàss, in-
seirotàH'
incaparrare - incaparti
incaponire - ostinàU
incaponirsi - iìigniiclmè,
incràponisà
incappare - borl^, capita
incappucciarsi - incdpe-
làss
incaricare - incarica, in-
combemà
incaricarsi - incàricàèé
incarico - inctirich, incà-
regh, incombènéa, man-
siòn
incarnatino - color incàr-
nàdiii
incartare - incarta
incartato - eàrtonent, in-
càrtaa
incartocciare - inécàrtoéti
incassare - incàéà, in-
troita
incassatura - incàùàdura
incasso - incàss, introit
incastellato - incàételaa
incastellatura - incàstè-
làdura
incastonare - incàéà
incastonatura - ligàdUra
incastrare - incàétrà
incastro - ineàster
incatramare - incatrama
incatramato - incàtràmaa
incatenare - incàdènà
incavallare - ineiàpàss,
in tersa
incavallarsi - intàiàss
incaviccliiare - imbirolà
incaviccliiato - incàvigiaa
càvigiaa
incavi g-liare - imbirolà
incavo - incàv
incendio - fceugh, inchuli
incensamento - incemà-
mcnt, incensàda
incensare - incensa
incensata - incenààda
incenso - incènè
inceppare - intralcia, in-
incerare - insila [cèpà
incerata - inéilàda, ince-
ràda
incertezza - incèrtèéa
incerto - incèrta proccc
inceso - fonticol
incettare - incètà
inchiedere - interguerl
inchino - inchtn, riverénéa
inchiodare - inciodà
inchiodato - ineiodaa
inchiostrare - incioàlrà
inchiostro - inciòstcr, in-
coMer
inchiovatura - inciodàda
inchiudere - includ
inciampare - inciàpàsé ,
scàpiiscià, topica
inciampata - ècàpùsc, to-
picch [diniént
inciampo - tòpica, impe-
incidere - tàià, incid
incignare - ninsà, ininàà
iucig'nato - inlns
incipriare - insiprià
inciprig'uire - beschisiàH-
incisione - incisiòn, ramni
tàiètt, stampa
inciso - incis
incisore - incìsór
incitamento - incitàmcni
incitare - incita i
incivile - incipit, vil<tn '
inciviltà - inciviltaa l
inclinare - j)end, inclina
inclinato - pendént, portaa^
àmbaa
inclinazione - inclinàsiòn,
gèni, tendénèa
incline - fàvorévol, prò»
includere - includ [pène
incocciarsi - ineociss
incoerente - incoertnt, in-
costdnt
incoerenza - incostànsa
incollamento - incolàda
incollare - incoia
incolpare - incolpa
incombenza - incombénsaf
incàrich, mànsiòn
incominciato - imns
incomodare - incomoda,
descomodà, indièpònn
incomodità, incomodo -
descomed^ discdmod in-
comod
inconcusso - sacro
inconsiderato - àsàrdós
inconsolabile - inconso-
làbil
incontentabile - ineon-
tentàbil
incontrameuto - ineontcr
incontrare - incontra
incontrarsi - incontràss
incorag'g'iamento - inco-
ràgiàniènt
incoragg'iare - ineoràgià
incorniciare - ineornisà
incoronare - incorona
incoronazione - incoro-
nàsiòìi
incorporare - incorporà^j
incorsatoio - incàstrìn
fodrinn
incostante - incostànt
ììuitt, vàriàòil
incostanza - incostànéa
incotto - seirés
me
increanza - vilànàda. ina-
làcrcàma
incredibile - incredìbil
increspaiueiito - incrèspà-
(ìùra [crèépti
increspare - reflgntl, in-
increspatura - crespa
incretinire - ineretim
incrinarsi - càvèlàsS
incrinato - càvèlaa, crèpp
incrociamento - incrose-
qiàdura
incrociare - incrosegià
incrociatura - inerosegià-
dùra
incrostare - incatrama
incrostato - incàtràmaa,
incrostaa
incudine - inc&dln, incit-
gin, incùsgen
incunibenza - incombhisa
iucuHibenzare - incom-
beìisà
incuocersi - imhriigàés
incupire - inécilri
incurabile - inciiràbil
incurvare - gitàéé, piegai
incurvarsi - dobiàéè, pie-
indaco - èndegh [gààs
indagrare - inti-eqiierì, in-
dagai
indaghine - indàgin
indebitìirsi - indèbitàés
indebolirsi - indeboliés
indebolito - esteniiaa
indecente - indeeènt
indecenza - indecénsa
indeciso - iwèrt
indegnamente - indègnà-
mént
indegnità - indègnitaa
inilegno - indègn
indemoniato - desperaa
indennizzare - indenisà
indennizzo - indeniàs
indentro - indènt, indénter
indevoto - màldevòtt
indi - poeu
indiana - indiana, fiomba
indiano - indiun
indiavolato - indiàolaa
indice - indes, ìndice
indietro - indree
indifferente - indiferént,
àànsob-ì
indifferenza - indiferénéa
— 997 —
indigeno - nos-trdn
indigente - niiseràbH, pder
indigenza - miseria, mi-
seràbilitaa
indigeribile - indigèèt
indigestione - indigèHión
indigesto -indigèst, pesdnt
indipendente - spdtieh
indirettamente - faturàviu
indirizzo - indiì^iss-, àdrèss
soràscrìta
indisciplinato - indisci-
plinaa
indiscreto - indiserètt
indiscrezione - indiècre-
siùn
in disiare - ingolosi
indispensabile - indiépen-
sàbiì
indispettire - indispetì
indispettirsi - indispetiéé,
beschiéiàés
indispettito - indispetii
indisporre - indièpònn,
inverati
indisposizione - indiàpo-
sisión, gnèchìsia
indisposto - indispQÈt, re-
gnàeaa, gnècch
indivia - indivia
individuo - indilidov
indizio - indiai
iudogliito - ingàmbii
indole - eàràter, ìndol,
temperàment, natura, nà-
tilrhl [indolentaa
indolenzito - indolensii^
indorare - indora, imbo-
ràgiO,
indoratura - indoràdura
indormito - indormènt
indovina - sontLtnbola
indovinalo grillo - vàtel
à càta
indovinare - indiiinà
indovinatore - indilin
indovinello - indiiinèU
indovino - indilin, strolegh
indubitato - étlcro, cèri
indugiare -/e/-mà.S'S, dondà,
intàrdià, lisonà, tarda
indugiarsi - incàntàéé
indulgente - indiilgént
indulgenza - indiUgénàa
indulto - indùlt
indurimento - indiirimént
inf
indurire - indiirì
indurre - indÈ, tira
industria - industria
industriale - indiistriàl
industriarsi - indUUviàss,
ingegnasi, iiitàsé
industrioso - indiiétrios,
ingegnos
inedia - inèdia [nari
ineducato - gdlupp, ordi-
inerpicarsi - ràmptl, ràm-
inerte - tripee [pcgà
inesperto - màlprAtich
inestimabile - impàgàbil
inetto - inàbil, s-pèd
inezia - inèsia
infallantemente - infà-
làntemént [temènt
infallibilmente - infàlàn-
infamare - infama
infamia - infàmia^ infù-
mitaa [fàngà
infangare - impatta, in-
infangarsi - petegàsciàéà
infarinare - infàrintL
infarinatura - infàrind-
dùra
infastidire - seca, étiifi
infastidito - staff
infatti - insània
infedele - infedèl
infedeltà - infedeltaa
infelice - infelice
infermeria - infermarla,
infermeria
infermiere - infermee
infermità - màlàtia
infermo - inférma, inférmo
inferno - infima^ infèrno
inferraiolarsi - intàbàràss
inferriata - ferMa
infervorarsi - infolàrmàsé
infervorato - infolàrmaa
infiammare - infiàmtb
inflammatorio - infìàmà--
tòri [màMon
infiammazione - infiàmà-
inflascare - infiasca.
infievolire - indcbolisé
infllacappi - épàdìna
iufllacappio - giigèla
infilzare - infdsci
infilzatura - infilsàdttra
infingardaggine - fenei-
seiària, fèsciàrìa
infingardo - fenctsc, fèscia
ilif
— 998
ins
influita - on' infinitaa,
sfràgèll .
iuflnoccliiare - infenòcià,
imbàgolà, gàbolà
infinto - fini
inflscldarsene - incàgàsen
ìufischiiirsi - iinpipMen
infocare - infogà
informare - informa, rà-
guàglià
informaz i one - informà-
éiòn^ ragliali [fornàda
infornata - fornàda, in-
infracidire - campana
inframmettersi - ingerire
infrascare - boscà, frà-
sclietà, imboéctt, imbo-
sca i càvdlér
infreddate - infregiàss
infreddato - inéucaa, rà-
frhdaa
infreddatura - infregiò
inframettente intrigànt
infrantolo - frànsa
infrascare - imbosca
infruscare - confònd
infuocato - invèmighént
infuriarsi - infiiriàsé
infuriatamente - à V in-
fiiriàda
infuriato - infiiriaa
infusione -i«/iis2Ò«, fiisiòn
ìng'abbiare - ingàbià
ing'ag'g'iare - ingàgià, im-
pegna,
ingagrliardire - ingàgliàr-
diés, ingàiàrdisS
ingfalluz/ai'si - ingàlìisiéé
ing'ambarsi - pientàés
ingang-herare - inàsà
ing'annare - ingànà, bol-
girà, gàbà, imbroià
ingrannato - gàbaa
ingannatore - ingànàdór,
fàls, impostor
ingannevole - fàlàdise
ingranno - càvàlèta, gioRiìgh,
inibroiàda, ingànn, in-
iòrt, bosàràda
ingrarbugrliare - ingàrbià
ing'eg'narsi - mànegiàsé,
indilstriàsè , ingegnàés,
iiitàsé
ingregrnere - iìigegnee
ingegno - contràec, giosùgh,
ingegn, meni, tàlént
ingegnoso - mgegnos
ingelosirsi - ingelosiés
ingenerare- "«</e?ze/-a, mètt,
genera
ingentilire - ingentilì
ingenuo - inocènt
ingerirsi - ingerièà
ingessare - ingesà
ingessatura - ingòsàdùra
inghiaiare - ingerà
inghiottire - inghiotì
inghiottonire - inlècàrdì
inghirlandato - inghir-
landaci
ingiallire - ingiàldiés
inginocchiarsi - ingenu-
giàss
inginocchiata - trornbàda
inginocchiatoio - ingeno-
giàtòri, genogidtòri
in ginocchio - genogidn
iiigioiellare - gioia àna
in giìi - ingio [dona
in giù (all'...) - ingiù
ingiuria - ingiùria, figura
ingiuriare - ingiuriti
ingiurioso - ingiiiriòs
ingiustizia - ingiiiéliéia
ingiusto - ingiuH
ingoiatore - liidrta
ingolfarsi - ingolfàss
ingoffo - stopàgòs-s
ingollare - càscia giò, in-
ghiotì [gosàmént
ingollata - ingosàda, in-
ingombrare - imbroiù, in-
fèscit
ingordigia - ingordìsia
ingordo - ingord
ingorgarsi - ingorgasi
ingrandire - sgràndi
ingrassabue - vedri'^iì
ingrassare - ingràsà
ingrasso - letàmm
ingratitudine - ingràti-
tùdin
ingrato - ingràt, odios
ingrediente - ingrediént
ingresso - entràda, ingrèèé
ingrossare - iìigroHss
ingrosso (all'...) - à l'in-
gròsi
inguinaia - codesela
inguine - mrch
inibire - inebì, inibì
inibizione - proibision
inimicare - àlontànà
iniquo - iiigiùU
iunaiflatoio - dàcquàdòr
innalzare - ifiàlsà, eleva
innamorarsi - inàmoràs»
innanzi - denàns, inane,
davanti
innaspare - inàspà
innestare - inèètà, insedi
innesto - inèi-f, imèd
innocente - inocènt
innocenza - inocéma
iunondazione -inondmion
inoliare - olia
inoltre - àneàii
inondare - inonda, làgti
inorgoglirsi - inmpèrbiss
inquerire - inqikrt
inquietare - inqiiietà
inquietarsi - inràbiè^, à-
gitàés
inquietudine - inquietit-
din, diàolàmènt
inquilino - inqiiilln, vcsln
inquisire - inqUirì
ìnrugginire - inriiginiès
insaccare - imàcti
insalare - miti
insalata - inkìlàta
insalataio - ortoldn
insalatiera - imàlàtéra
insaldare - dà ràmid, i-
nàmedà
iììssinguìna.re -iimìngiiànyl
insaponare - inéàonà, in-
éàfonà
insegna - arma, dita, in-
segna, móstra
insegnamento - istriisiòn
insegnare - insegna, istruì
insenatura - èòca
inserire - insàrst, insedi^
incastra
insidia - tràbiichèll
insidiare - giilgfi'
insieme - inèèma
in sogno - in sògn
insolente - impertinènt,
petiildnt, riifàld
insolente ( l'essere... ) -
bàràbismo
insolenza - impertinénsa,
ingiuria, petiildnsa
insomma - in sòma
insospettirsi - ingelosiH-
instabile - vàriàbil, volùbil
— 999
iustitore - iétitiltdr
iiistupidirsi - imtupidiss
iusudicLire - bordegà, im-
piastra, s-porcù,
insulto - tèrmìn
ìiisuperbii'e - ingàlimsè
insuperbirsi - imiiperbìH:,
montàsé
iutabaccirsi - ìntàbàeàH-
intaccare - intàeà, inimà,
ninsà
intaccatura - ifris
intag'liare - iìicìd
intagliato - incìs
intag-liatore - ineisòr
intaglio - incision, intài,
ramili
intanarsi - intànàss
intanto - intràttnta
intanto che - inttinta che
intarlare - eàmolàss
intarsiare - intarsia, in-
càsà
intasamento - mràment,
ingòrg
intasarsi. - ingorgasi
intasato - imucaa
intascare - ààcocià, gàiofà
intasatura - iùràmènt
intelaiatura - telar, oéà-
dura
intelligrente - intendéver
intemerata - intemeràda
intemperanza - desorden,
dii-urdin
intemperie - intempèri
intendersi - inténdesen
intendere - intèrni, capì
intenerire - inteneri
intento - fin, intènta mira
intenzione - intension
intercedere - intercèd
intercessione - interceàidn
intercettare - intercetti
interame - ròse [portfL
interessare - interèsà, ini-
interessante - interèidnt
interessato - interèma
interesse - interest
interessenza - intereséma
interdire - interdi
interinale - interina
interiora - interior, me-
niidrtti
interiore - intèmo
interlinea - lìnea, Unta
intermezzo - intermèH'
internamente- dènt, dènter
internarsi - intèrnùss
interno (l'...) - el dedént
interno - intèrno
intero - mn, giUst
interpellare - interpola
interpolato - mltilàri
interprete - intèrpeter, in-
tèrprete
interrogare - intèrogà
interrogsi'£ÌOìie- do màmla
interrompere - intèròmp,
fvspénd
interru'tione - pàiisa
intervallo - interrai
inteso - intés
intestare - intesta
intestazione - intèétàsion
intestino - biièll
intiero - intrègh
intignare - càmolmé, sbiisà
intignato - càmolaa
intimare - intima
intimatore - iiscièr
intimorire - scdgià
intingere - inoià, poeià
intingolo - bàg^m, bàgnèta,
bàgnìfa, conscia^ ràgò
intinto - bàgna^ bàgnèta,
bagni fa, pòcia
intisichire - intiseghisé
intitolare - intitola, in-
• testa
intitolatura - intèstàsiòn
intonare - intona
intonchiare - càmolàss,
sbiisà
intormentito -intormentii
intorno - intoma, intorno^
sòtt
intorpidimento - rdnf
intorpidire - inrànght
intorsato - inàrcaa
intossicare - tosegà
intirizzire - inrànghi
intralciare - intralcia
intramezzare - intràtnèsà
intrecciare - intresà
intrecciatolo - spàdina
intreccio - intrècc
intricare - incèpà, imbroià
intricarsi - intrigàss
intricato - tràmm
intridere - impoltiscià,
spàrg
intrigante - intrigante im.'
broión ; [trigll
intrigai'e - complica, in-
intrigato - intrigaa, im-
bogaa
intrigo - garbiti, gimugh,
imbroiàda, intrtgh, tnà-
neg, pàstisé, pètola, pién,
polt, polla
intrinsicliezza - confi-
dènsa
intriso - pàston
intristire - eucàss
intristito - nebiaa
introdurre - introdH
introduzione - preludi
intromissione - interce-
sion
intronamento - lochìsia
intrugliare - bodèsgià
intruglio - bodèsg, pàston,
pàstr&gn [midi
inumidire - inilmedi, inil-
ìnutile - inùtil
invaiare - pene, penciorà
invacc lamento - giàldòn
invalido - invàlid
invece - inseàmbi, invéce,
scàmbi
inveccliiare - invegì
inveccliiuzzire - cilcàss
invetriata - invedriàda
inventare - inventa
inventariare - inventaria
inventario - inventàri
inventore - inventar
invenzione - invensiòn
invernata - invèrnàda
inverniciare - invernisà
inverno -inverna, inverno
investire - investì
invest5tura - investitura
inviare - invia, manda,
spedì
inviato - màndaa
invicidito - slàvàgiaa
invidia - invidia
invidioso - invidios
invietire - pàti
invietito - stantii
invigilare - sorvèlià
invigilatore - éorvèliàné
invischiare - invesca
invitare - invida
invito - invìd
involgere - involt ià
lOI'O
lau
involtare - '^mpàcà, im-
pàclìèià, ììWulHtL
involtura - mrotfiàda
inzaccherare - impatta,
infanga
iuzavardare - impètolà
inzavardato - incropaa
inzuccherare - inéiicherà
inzuppare - moia, poeta
inzupparsi - imbèvcs
io - mi
ipecacuana - ipecàcilàna
ipocrisia - sàntociàrìa
ipocrita - impoMor
ipoteca - ipotéca, impo-
téca, Ipoteca
ipotecare - ipotéca, im-
ippocastano - càitiln cV In-
dia
ira - fang^ funsg, ràbia
iride - Uri, arcobalèno
irradiazione - ràgg
irreflessivo - sàvàj
irrelig'ioso - erètich
irretimento - rocolàda
irretire - inredà, focaia
iscrivere - imcflv
iscrizione - inscriéidn
isola - Isola
isolamento - isolàmént
isolare - isolti
ispettore - ispètdr
ispezionare - iépèsiontl
ispida - màrtinpèscò
ispirazione - èstro
istante - W.im, moment
istigare insigà
istituto - istitiitt
istitutore - istitiitòr
istorie - étòri
istrioni - tcàtrànt
istromento - iUrilmént,
seriiura
istruire - inségna, istriiì
istru mento - istrilnicnt
istruzione - iétriiéiòn
italiano - tàliàn .
itinerario - itineràri
là! - nà!
là - là
la - la
labbro - làver, làor
labbrone - miisèla, miisé-
lòcch
labirinto - lambirmi
lacchè - lechee
lacciuolo - tràpola
lacerare - siràscià
laccetti - làsitt
lacrima - lacrima, làgri-
lacana - voeuj [ma
ladreria - làdràrta
ladro - màlvivént, làder,
infedèl
ladrocinio - robàlìsi
ladroneria - màngiàma
lagnanza - ràngdgn, rògn
lagnarsi - làmentàss, ro-
lago - Itigli [gìià
lagrima - lacrima, làgrima
lagrimare - lUcià, piàng,
gèmm
lagrimata - màcàràda
lagrimetta - ìnàdonlna
lagume - làvésg
laico - secolàr, làich
lama - lama, pàrtìda
lambiccare - làmbicà
lambiccarsi - é'cervelààé
lambicco - làmbiceh
lambire - làpà
lamentarsi - bercia, la-
mentùsé
lamento - ràngdgn
lamentone - frigna
lamiera - làméra
lamina - lama
laminatoio - cilinder
lampada - lucèrna, làm-
peda
- lampadàri
■ liimin
làmpedìn
làmpànt, fi,à-
lampadario
lampadina
lampanino
lampante -
mànt
lampasso - làmpàsé
lampionaio - làmpedee
lampioncino - bàlón, bà-
loìiìn
lampione - fànàl, làm-
piòn
lampo - slràlusc, sàèta,
liisnàda
lampone - fàmbrdsa
lana - lana
lanaggio - boromee
lancetta - lànsHa, sfera
lanciabue - cicé
anciuola - cortelàna
anguidezza - làngiiidèsa
anguido - Idngilid
anguire - arena
anguore - làngiiidèsa
anterna - lantèrna
anternone - bàlón
anugine - pél
anzichenecco - lombàrdee
api dar e - lapida
apide - sigili, lapida
apis - àpis
appola - piatola
appoleggiare - pàlpignà
ardellare - inlàrdà
ardo - làrd
argliezza - làrghèèa
argo - làrgh, largo
arice - làres, àres
as'tgnaio pàstee
asagne - làsàgn
asagnone - làsàgnòn
ascarsi - slàdinàss
ascato - slàvàgiaa
asciare - làsà, bàndonà,
ascito - legaa, làscit '■
asco - mòli
assii - làsÉ
astra làétra
astra di pietra - piòda
astricatore - stràdìn
astrone - cristàll
at inetti - làtinitt
atino latin, làdln
at inucci - làtinitt.
ato - fiànch
ato (a) - de fiànch, im-
pari
atrare - boia, bàia
atrina - latrina, càmer
atta - tola
aitata - àemàda, làtàda
attaio - làtee. Iacee
attaiuola - làciàréll
atte - làtt, làec
attemiele - làtimèl
atterini - centimboca ,
giànchètt
attiera - càldàrtna
attiginoso - làtós
attime - perscimm
attivendolo - lùtee, Iacee
attoniere - tolee
attovario - letiiàri
attuga - làtuga, pàeiuga
audemio - làiidèmi
lati
laureare - dotorà
lavaceci - màrmì'tón
lavasriia - lavagna
lavanda - levànda, lavanda
lavandaio - làvdndee
lavanderia - làvàndàrìa,
lavanderìa
lavanese - làvàmdn
lavare - Idvà
lavascodelle - Idvàpiàtt,
mànnitòìi, sguàter
lavativo - levàtìv, làvàtiv
lavato - làvaa
lavatoio - làmndin, de-
piiràdór
lavatore - làmndee
lavatura - coròbia, làvùda,
làràdùra (li pidtt
laveg"8"io - làvésg, mari
lavoracchiare - resigà
lavorante - làorti.nt
lavorare - làorà
lavoratore - làoràdor
lavorìo - làorèri, làorà
lavoro - làoréri, opera, lào,
làorà, fàtùra
lazzarone - làsàròn
lazzeruola - Idsdrln
leale - giuèt
lealtà - gàlàntomìsmo
leccapiatti - lecàpiàtt
leccarda - lècàrda
leccarde - lècàrd
leccare - lecà
leccata - lecàda
lecco - bàlin
leccornia - leeàrdàrm
legra - dleànsa
legacciolo - elàsticli
leg-ale - legcil
l^aralizzare - vidima, le-
gàlisà
leg'almente - legàlmènt
legrauie - Hgàmm
K legare - iiniM, tigà, làéà
: legatario - legatàri
■ legato - ligaa, legaa, là-
scit, ineiodaa
legatore - imbàlàdòr
legatore di libri - llgà-
dor de lìber
legatura - Hgddura
. legge - leg
leggenda - legenda
leggendario - legendàri
leggere - lèg
- 1001 -
leggerezza - legerèm
leggermente - legemiént
leggero - legér. Unger
leggiadria - elegànsa
leggio - leidrtn
leggìo (da pittori) - cà'vàlèlt
legittima - legìtima
legittimo - gimt, legitim
legna - legna
legnaia - legnerà
legnaiuolo - legnàmee
legname - legnàmm
legnata - legnàda
legne - Ugna
legno - lègn
legnoso - legnòs
legnuolo - lignoeu
legume - fava
lellare - lisonà, lirelà
lendine - lèndena
lendinoso - lendendn
lentamente - àpiàn, àdàsi
lente - càrdmèla, lentìgia
lìinèta
lenticchia , lentiggine -
lentìgia
lento - mòll^ pigher^ pùn-
tàlòn, lìèdegh.
lenza - legnatura, sedàgn,
ftedàgna
lenzuolo - lenèceil
leone - leon
leonessa - leonèm
Jepre - légor
lepretta, leprotto - Co-
lemia - fiàsca \ì-àtt
lesina - lèsna
lesso - /ès'S-
lesto - svelt [t'uff
letame - ingràs-s-, letàmm,
letamaio - riiéì'a
letamaiuolo - riiee
letamare - ingràsà
lettera - lètera
lettiera - eocèta , lecéra,
letéra, filét del lètt
lettighìero - portoenr
lettino - letin-
letto - còbi, lètt. léce, ni-
mn, legiiiii
lettore - letòr
lettacelo - éofà
lettura - legiuda
leva - lèva, crespai
levante - levànt, màtìna
levantina - levantina
lini
levare - leva, vioeà, strepa,
étràpà, toeu, cava
levarsi - nài-s, leva sic
levatoio (ponte) - poni
leràdòr
lavatore - levàdìn
levatosi - nàsiiil
levatrice - comaa, leva-
trice
levigare - eolia
levigato - i-òli, glàéé
levitare - leva
levriero - livree
lezi - fiàscàda
lezio - smòrfia
lezione - lesión
lezioso - 2)otelaa
le/.zo - spusa
lì - Il
libbra - lira
libella - giigèla
liberale - generds
liberalità - liberàlitaa
liberament - liberàviènt
liberare - liberà, deliberà
libercolo - libèrcol
libero - vàcànt, desimpe-
gnaa, lìber
libertà - libertaa
libraino - bànchinàtt
libraio - libree
librerìa - librerìa, librària
libretto - lìber, librètt
libro - voliimm, lìber
lice lata - lise
licciaiuola - morsela
liccio - lise
licenza - congéd , congee,
licénm
licenziare - licensià
liceo - licèo
lichene - lìchen
licuide dioica - oregèta
lieve - legèr. Unger
lievitare - fermenta, leva,
sfiorì
lievitato - ^o;-
lievito - levaa
ligustro - olivéta, cabraseli
lima - lima
lima ( far ) - fa ghigna
gìiigna, ìgna ìgna
limaccio - pàltiimni, pài-
tùsc
limaccioso - litòs, pallila
scènt
lim
limare - lima
limatura - limàdura, li-
tìiàia
limitare - limita, seòss
limitarsi - reétrènges
limite - lìmit
limo - f cinga
limonaio - limonàtt
limonata - èpremuda
limone - limòn
limonea - limanttda
limosina - limosina
limpido - làmped, lìmpid,
Ièri
lin seme - linosa
linaiuolo - Unàrmit
lindo - in chtchera, cartina,
nètt
linea - riga, lìnia, linea
lineamento - liniàmènt,
lineamént
lineamenti - fàtèsé
linee - conotaa
ling'ua - léngua, polis
ling-uaccinto - lengimsciòn
ling'uetta - lenguHa
lino - lin
linone - linòn
lippo - mmcàrpént
liquefarsi - deéfàss, de-
slenguà
liquefatto - fondiiii
liquerizia - regolisi
liquidare - liqiiidà
liquidazione - liqilidàHòn
liquore - liquor
lira - lira
li rat il - liràscia
lisca - rèsca
lisciapiante - dàndàld
lisciare - deéresc'ià, eòlia
lisciarsi - imbeletàéè
lisciatoio - funsg, fitng
liscio - lise, mòrbid, mo-
resìn, sdii
lisciva - lesiva
liscivio - àsmoeiìi
liso - lis
lista - lièto,
listare - borda, gàlonà
listello - listèll
litanie - litànij
lite - gu^j^ Ut, pièn, qiii-
stion, ràcola
litigare - litiga, qilistionà,
ràtelà, resià, riisà
- 1002 -
litigioso - litigati, ràco-
làtt, resiòs
litografia - litografìa
litografo - litògrafo
liuto - liiiit
livella - livèll
livellare - livèlà
livellano - livelàri
livellazione - livekìsiòn
livello - livèll
livido - morèll, sègn
lividore - morèll
livrea - livrHa, livrea
lobo, lobulo - gràsèll
località - loeàlitaa
locanda - locanda
locandiere - locàndee
locusta - èàltàmàrtìn
locuzione - tèrmin, fràs
I lodare - incensa, loda
! lode - elògio
\ lodola - calandra, Iddola
I lodolaio - fdlchètt
I loggia - bàltrèsea , lòbia,
terMa
I logica - lògica
\ loglìerella - ìnga
I loglio - loeuj
I logoramento - consilmm
logorare - friistà, slisà
logoro - lis, frilst, àndaa
loguccio - loghètt
loia - cròpa
lombaggine - direnerà
lombata - lóma
londrino - londrìna
lontananza - lontànànsa
lontano - lontdn
lontra - lùdria
lonzo - làsàgnent
loppa - rèsca
loppe - el lòpp
loquacità - ciàcera
lord - milord
lordare - pàciiigà, sporca,
impoltiscicL
lordura - sporchìsia, crdpa
losco - tobis, tiòrba
loto - bodèsg
lotta - Iòta
lottare - Iota, scombàtt
lotterìa - lotària, loterìa
lottino - lòto
lotto - lòtt, rifa
lubrico - seàrlighént
lucarìno - legorìn
hip
luccicante - lùcid, lene
luccicare - liist [nina
luccicone - goton, màdo-
luccio - liise, liiéé
lucciola - liisiroeiila
luccioli - lilsircBÙ
lucciolone - gotón
lucchetto - lilchètt
luce - lus
Inceli aa - lilcilina, ilcèlìna
lucente - làmpànt
lucentezza - luster
lucerna - lacèrna, liimm,
tricàntòn
lucernario - lantèrna
Incerta, lucertola - in-
sèrta
lucherino - legorìn
lucidare - liieidà
lucidezza - luster
lucido - IQcid, luster, glàsè
lucietta - càmpee
lucigliela - giàsoeu
lucignolo - stopìn, élsa
lucrare -guadagna, gànàéà
lucro - guàdàgn
luglio - lilj
lumaca - liimàga
lumacone - liimàgón
lumacoso - lilmàgaa
lumacotto - lilmàgòtt
lume - eiàr
lumeggiare - ^m»?4
lumia - lima
lumiera - làmpedàri
luminaria - inliiminàsiòn,
liiniinàHón
luminello - lilmìn de nòtt,
bochèll, legnàsé, pàrptij,
stopìn, giiisilm/in
luna - luna
lunario - tàcìiìn
lunatico - tiinàtigk, stòr-
bàluna
lunedì - lunedi
lunetta - spdiàss
1 un gagnola - pirlonàda
luugagnole - èfori
lungliezza - longhèéa
lungliiera - lungàlunghèra
lungi - lontàn
lungo - longh
luogo - Iceàgh, sìt
luogotenente - Imughte-
nent
lupa - lòa
hip
— 1003
mal
liipnccìo - ludria
lupanare - càsòlt
lupinaio - luinàtt
lupino - lilìii, sànfoln
lupino (canna di) - liii-
nlìsc
lupo - loff, lUi{
luppolo - lovertis, loertìs
Insìng'are - lusinga, éi-
monà
lusso - Itiso
lustraiuolo - picàprèi
lustrare - liisl, liiàtrà
lustrascarpe , lustrasti-
vali - dccroteiìr
lustratore - lustro , de-
crotràr
lustratura - lùéter , lil-
éiràdùra
lustrino - Ulètrin, màgèta,
decrotoeur
lustrini - lustritt
lustro - lùckl^ lùster
lutto - luto, condiHòn
JVX
ma - ma
macca - mtca
macca (a...) - « off
macclierone - màeàron
maccliia - boschtna, làm-
pada , màgèta , mtLgia ,
pàdèla, scés, sègn, snià-
gia, tara
niacchiabiie - smàgèvol
maccliiarc - contàminfl ,
màciii, sniàgià [giaa
macchiato - màgètaa^ smà-
maccliiatura - magia
macchietta - màgèta
maccli iettato - moéeaa
maccliina - machina
maccliinare - machina
macchinetta - màchinèta
maccliinista - màehinìéta
macco - màsigòtt
niace - màcis
macellaio - màcelàr
macellare - mààà
macelleria - màcèlàrìa
macello - màcèll, màéà-
eher
macerare - musarci
maceratoio - maser, mi-
sera
macereto - càràvee
macliia - màciàvèlega
macigno - scèpp
macina - mosùla , prèia
d'i inolln
macinare • mdsnà
macinatoio - titolata, mà-
sna
macinatore - màsnò
macinatura - màsna
macinello - màsnm
macìola - cilbiànch
niacis - màcis
maciulla - màsa
madia - àrcòn, marna
madonna - mdddna
madonnina - màdomna
madre - màder, marna,
màtrìs
madreperla - màderpèrla,
madreperla
madrevite - màdervìt, mà-
drevit {dàéa
madrina - madrina, giii-
maestoso - màèstds
maestra - maèstra, lesiva
maestrìa - maestria
maestro - màster, màster
maestrone - màèstrón
maga - maga [guàst
magagna - màngàgna ,
magagnare - guasta
magagnato - màgàgnaa ,
, tocch
magazzinaggio - màgà-
sinàgg
magazziniere - màgàsiner
magazzino - cà de lègn,
màgàsin
maggengo, maggese -ma-
maggio - mdg [gèngh
maggiorana - màgioràna
maggiordomo - màgior-
dòtìzm
maggiore, maggiorenne
- màgior
maggioringo - magnato
magia - magia
maglia - màia
maglia scappata - scorlèra
maglie - punt
maglietta - ogimù
maglietto - màémit
maglio - hàtiroei(,bàtirosùla,
màj, màsa, mààoeiìla
magliuolo - màiceu
magnano- /«à(/wrt«, ràmee-
magnesia - magnesia
magnetizzata - sonàìtbola
magnitìcare - esalta
magnolia - magnòlia
magola - piana
magrina - robèta
magro - màgher
mai - mài
maiale - pòrch, porseèll
maiolica - màiòlega, ma-
iòlica,
maiorana - màgiordna
maiuscolo - màiùscol
mala indole - nàtiiràlàsc-
malacreanza - màlàcreàn-
sa, pàisàiiàda
malagiato - descdmod, di-
scòmod
malalingua - mdlàléngua
malamente - màlàmènt ,.
ma a
malandato - màlàndaa
malandare - màlàndà
malandrà - malandrà
malanno - briistiàda, ma-
làmi
malassetto - màlàndaa,
màlmiss
malattia - màlànn, ma-
làtia, maa
malaticcio - cròtt, màlà-
disc , màlingher , mà-
strànsc
malaugurio - màlingùri
malavoglia - màlàvoBUia,.
giiàg nera, lana, lasagna
malazzato - cròtt
malcaduco - briltura
malconcio - màlàndaa j
màleonsciaa
malcontento - màlcontént
malcreanza - inciviltaa
malcreato -M^m-?/, screàn-
saa
maldicente - linguàseión
maldicenza - mormordsiòn
maldisposto - indiépètii
male - maa [ledètt
maledetto - màlàdètt, mà-
maledizìone - diàfolàméntf
nìàlediHon
maleficio - mala fisi, ma—
lefisi, ètriòi-s
malescia ( noce ) - biisà-
ròtt, nòs àtreneéra
mal
1004 —
man
anale-icio - gàmbìn
malessere - indisposisidn,
gnàgnera [ làdtse
jiialezzato - ìnvàlid, mà-
i\\si\ez7Aio- màllngher^ mà-
strànse, regnàeaa
malfatto - màlfaa
malflue - màlàfìn
malfondato - màlfondaa
malìa - striòsà
maliardo - striòn
maliflciato - màlifiUaa
malig-nare - maligna
maligrnità - màlìsia
maliafno- niàllgn, màlisiòs
malinconia - malinconia
malinconico - màlincd-
negli , niàlinconich , so-
. turno, saturno
malinteso - màlintés
malizia - màlìsia
malizioso - màlisiòs
malleolo - noeùd
mallevadore - gàrdnt
malleveria - gàrànsìa, si-
giirtaa
mallo - dèrla, derlòn
malmaritata - màlmàri-
dàda
malmenare - maltratti
malmenato - màltràtaa
malnienio - màstinàdùra
malmesso - màlmisé
malaotiziato - màlinfor-
malora - malora [maa
malordinato - màlconsciaa
malpasratore - màlpàga
malpratico - màlpràtich
malsano - grànini, màlsdn
malsavischio - màlvòn
maltempo - intempéri
malte nnto - màltegniiii
maltessnto - màltesilii
maltinto - màltengiilii
maltrattamento - màltràtt
maltrattare - màltràtt .
riistegà, stràpàsà
maltrattato - màltràtaa
ìualnmore - eàtràmonàcia
malva - màlba
malvagia - vàlmàsìa
malvag"io - sceleràto
malvasia - vàlmàsìa^ mal-
vasìa
malvai 0 - màlbìn
mal vedere - màlrèdè
malvestito - làsàron
malvezzo - leckètt
malvivente - màhnvènt
mal volo ntieri - màholen-
tèra, màlvolontera
malvolere - màlvorè
mamalncco - màmàluech
mamma - màder, màma
mammamia - morgnm
mammana - comaa, placa
manimetta, mammina -
màmìn
mammolo - popò
mananna - àspéra
manata - bàsgia, branca,
bràncàda, mànàda, sciàm-
pàda
mancamento - màneàmént
nmncanza - mànctnéa
mancare - càia, manca
mancatore - màncàdòr
mancatore di parola -
bàlàndra
manchevole - imperfètt
mancia - mància, regàlia
manciata - mànàda, piign
mancino - mànàìn
mancìpare - màncipà
manco - m,ànch, mèn
mandare - manda
mandata - bàtùda
mandatario - mandatàri
mandato - màndaa
mandola - àrmàndolèta
mandolino - àrmàndolìn
mandorla (fiore) -àrmàn-
dolèta.
mandorlato - àrmàndolaa
mandorlo - armandola^
mandrag:ora - mandràgora
mandria - boàrèscia
mandriano - àlpàdòr, gui-
da, pàstòr, vàchee
manegrgrevole - mànègévol
manegrg'iare - mànègià
manegr^io - mànèg
manellino - càscia
manesco - mànàseiòn, mè-
nàsciòn
mang'anare - mangana
manganatore - màngànà-
dòr
mang-anella - bànchèta
mangrano - mànghèn
mang'eria - màngiàrìa ,
écrocàda
mangia - gnàmm
mangiapane - màngiàpàn
mangiare - màiocà, man-
gia, roda, sgànàsà, sgàn-
dolà, sgàgnà, tra in cà-
stèll [sciàda
mangiata - pàciàda, spàn-
mangiatoia - màngiàdòra
ma nghne- pài-tìlra, mangia
mangione - pàciòn
maniaco - delirato
manica - mànega, mànica,
mànich
manicaretto - ràgò
manichetlo - bràsciceii
manichino - mànUa, mà-
nii-ìn [nìsa
manicotto - gnàntìn, mà-
manico - mànegh, mànich
maniera - incinera, moeùd,
tràtà, tràtt, vèrgna
manifattura - mànifàtura
manifestare - eèprimm ,
palesa
manifesto - mànifèèt, piì'o-
grama, pàlès
maniglia - bràciàlètt, ma-
negia, mànèta, mànìli,
cord man
manipolare - manipola
manipolo - mànipol, piign
maniscalco - becJice, mà-
niscàlch
manna - màna [sgia
mannella, mannello M-
mano - clèta, lèta, man
mano d'opera - mandò'
pera
manomesso - inins
manomettere - ininsà ,
ninsà
manopola - mànita
manoscritto - màniiàcritt
manoso - morestn
manovale - màgiitt
manovella - màniiHa
manovra - manòvra
manrovescio - copòn,
sbèrla
mansionàrio - mànèionàrii
mansueto - bòn, fàmiliàr,^
mànsiiètt, iimàn
manteca - mantèca
mantellare - qmtà
mantellino coèrtiroefi ,\
corèrtirceù
- 1005 -
mat
III aut elio - inàntèll, tàbàr,
cMa [sostégni
mantenere - màntegni ,
mantenuto - ■màntegnim
mantice - bofètt, viàntes
manticello - bofètt, bofètln
mantÌ8"lia - niàntigUa
manto - farcela, mànt
mantrugiare - stràfoià
manuale - màniiàl
maniiiicrì'èto-màniiscrìitis
manutengola - chi ten à
bordòn
manzetta - vàchèta
nianxo - mtins
nianzotta - màmèta
mappa - màpa
mappamondo - màpàmond
maraarnuola - màràgnocù,
marasca - marina
maraschino - màràschìn
marame - bora, fófa, via-
r'òca, ràtàtóia, tara
marca - marca
marca «la bollo - bolìn
marcare - marca
niarcassita - màrchesèta
marcatore - màrcàdòr
marcliesita - màrchesèta
marchio - boli, ?nàrca
marcia - mtircia, màrscia,
màrsciùra, matèria
marciapiede - màrciàpè
marciata - màrcìàda
marcio, marcioso - màrse
marcire - màrscl
marcitolo - cà di fòli
marciume - màrscia, màr-
sciùra
marco - march
mare - mar
marezzare - macìa, mar-
morei, màrmorisà
marezzo - magia
margheritina - màrgàritìn
margheritine - màrgàri-
titt [dura
marginatura - màrginà-
margine - màrgin
margolato - millHa
margone - ingorgMa
Maria - Maria
marina - mùrìna
marinaio - marinar
marinare - bigi% marina,
voga
marinata - bigitida, bi
gi adi ila
mariolare - folcòtft
marionetta - magateli ,
màrionèta [cologà
maritare - màridà, colocà,
maritato - màridaa
marito - mari [nàtt
mariuolo - bdlosètt, folci-
marmaglia - màrmàia ,
ràsàpàia
marmellata - màrmèlàda
marmino - fermàntipòi't
marmista - màrmorin
marmo - marmo, màrmor
aiarmolino - dént giàéceu
marmotta - àmìèt, màr-
mota, sàsà
maro - maro
maroccliiuo - mdrochìn
marra - sàpa, vanga
marreggiare - sàpti
marrobbio - màrchi
marrone - màeàrón, mà-
ron ■
marsina - marsina
martellare - màrtèlà, p)icti
martelletto - màrtelètt
martellina - fuàrtèlina
martellino - coèrc, covèrc,
màrtelètt
martello - bàtàcc. bàtàgg,
bàtircBÙ, màj, màrtèll
martinetto - cricc'i
/Martino - Martin
martire - mtirtir
martirio - màrtiri
martirizzare - màì-tiriiià
martora - mtirter, mtlrtor
martore - màrtUff, piceli,
martoriare - mdrtirisà
martoro - mtirter, iibilòri
marza - mèrsa
marzaiuolo màrsiroeu
marzapane - màréàpàn
marzenino - balsamina
marzolino - màrsiroeu
marzomino - uga balsa-
mina
mascalcia - màriéch
mascalzone - écàléàcàn
mascarpone - màsedrpdn
mascellare - gànàéàl
maschera - màscher, mtt-
àchera
mascheralo - màscàrce
mascherata - ìuàscheràda
masclierone - mà<-eàrdn^
brùtomàcàbec
mascherotto - màscàròtt
masclierpone - màècàrpòìt-
maschio - màfc
maschiotto - màsciòtt
massa - pdioeiì
massacro - màèticher
massaia - màsera. resgióra
massaiola - c-iibitinch
masserizia - mobìlia
masserizziuola - bàràvài^
bàrldfus
massiccio - ìnàsi^s
massima - mMima
massimamen'e - màsim
mastellaio - segionce
mastello - màstèll
inasticamento - màstegMa
masticare - màstegà
masticaticcio - màstegà-
dura
masticazione - màstegMa
mastice - cola
masti ettatura - cernerà
mastino - màsttn
mastio - biroeù, mortee
mastiolo - birmù
mastiolo tondo - eàri-
giceùla
mastra - mastra
mastro - màster
matassa - àscia
matassetta, matassina -
asceta
matassine - filmii
materassaio - màfàràsee
materasso - màtàràsà
materia - materia
materiale - material
matita - àpis
matraccio - màtràss
matricaria - crèépola
matrice - màtris
matricina - schisciàlimòn
matricola- - viàtricola
matricolare - matricola
matrigna - madrigna
matrimoniale - matrimo-
niai
matrimonio - matrimòni
matrona - matròna
matta - cdmod
mattana - biligórnia. lùna^
peligdrnia
inat
luatterella - màtàrèla
matterello - bàtirceù, cà~
nèla, cane la de la polènta
matterò - tàrèll
matterone - màtùcch
mattezza - màtàda
mattina - màtina
mattiniero - bonorìv, tem-
mattino màtina [porti
matto - màtt
mattonaio - quàdrèUìtt
mattone - màtòn, medòn,
quàdrcll
mattoni - quàder
mattoniero - fornàsin
matiiranza - màdurànéa
maturare - màdilrà
maturità - màdurànéa
maturo - màdùr
mazza - bàstdn, màsa
mazza sorda - hdtàcc, bà-
t-'99
mazzapiccliiare - triicà
mazzapiccliio - màsàbèea,
mdsoeù. triicch
mazzaran^a - bàtircBil,
bàio [stonàda
mazzata - màsoràda, bàr-
mazzerangra - trilceh
mazzerengrare - triictlL
mazzero - màédchera, mo-
mazzetto - viàéètt [taa
mazziere - màsàcrdnegh
mazzocclii - musdn
mazzolino - màiètt
mazzuola - bdtiroeu, bàti-
rceilla
mazzuole - màràsch
mazzuolo - màimù, màs'yu,
me - mi [pàlètt
meccanica - viecànica
meccanico - mecà^nich
meccanismo - viemnìsmo,
bàtàrìa , c/ùftìf/h
medaurlìa - >i>edàia
medaarlione - vièdàion ,
dndec/hee
medaglista - lapidàri
medesimo - istèss-
mediatore - mediàtòr, sen
sài [mént
medicamento - medegà-
medicare - cUrà, medec/à
medicina - medesìna mc-
deijinnènt
medico - dot òr
- 1036 -
mediocrità - mediocritaa,
demèés
meditare - medita, pensa
meditazione - meditàsión
mediterraneo - medile-
medola - mèla [vani
meglio - mèj
mela - bochèll, pòmm
melanzana - meresgiàn
melarancia - nàràns
melassa - melàsa
melata - biànchètt. màna
melato - tnelaa, sciàrlòtt
melazzo - melàsa
mele - mèi
meleghetta - màniguèta
meliaca, meliaco - mo-
gnàga
melica - mélga
melicone - melgòn
melissa - limonéina, me-
lisa
melma - fànga, liton, mel-
ma, pàlta, pàeiugh
melmoso - litós
melo - pòmm
meluggine - màna
meluzze - poìnitt
membrana - pelegàta, pe-
lesina
memorabile - memoràbil
memoria - memòria, ri-
còrdo, ritentiva, éovenìr
memoriale - memoriàl ,
mena - mènàda [ricoré
menadito (a...) -àmènàdit
menare - ména
menarola - giràbàehìn
menarrosto - mènàròét
menatoio - mànieh de la
trómba, inènàdòra, mèner
mendicare - pitocà
meno - mànch, mèn
meno (a...) - condemdnch,
condemcn
menomale - màncomaa
i mensa - tàola, tàvola
\ mensola - mèsola
menta - ménta
mentale - mentàl
mentalmente - mentùlmènt
niente - mcnt
menzionala - motioà
MeraA'ìgli - Màràrèj
meraviglia - viàràriglia,
mlràvlglia
mes
meravigliare - sorprénd,
stupì
meravigliato - edifìcaa
meraviglioso - étrèpitòs
meramente - iniràmént
mercantare - tnèi-càntà
mercante - mèrcdnt
mercantessa - mèrcàtita
mercantile - mèrcàntil
mercantuzzo - mèrcàntèll
mercanzia - mèrcànsìa
mercatino - verseràtt
mercato - fera, mercaa,
misòlta, versee
merce - mèrcànsìa
mercede - paga
mercìadro , merci.iiuolo
- bigolòtt, boromèta
mercoledì - mbrcoldì
mercorella - giàvòn
mercurio - mercuri
merenda - màrénda
merendone - giàiàn, li-
fròcch
meretrice - pelània
mergoniinore, mergo oca
- pèscàròtt
mergone - gàrgànèll
meridiana - meridiana
merino - merìnos
meritare - merita, gua-
dagna
meritevole - dègn
merito - mérit, onor
merlo - mèrla, mèrlo
merlettino - ràmpon
merlotto - merlòtt
merluzzo - merliiss
mesata - mesàda
mesciiino - meschìn, póer,
pòver, sbiòceh
meschio - mès'c
mescolamento - meétiiràda
mescolanza, - mistura
mescolanzina - àrlèchtn,
giardiniera
mescolare - mès'cià. me-
stiirà, mis'cià, mistiirà,
écàrtà
mescolata - mès'ciàia
mescolato - ìniH
mescolo - cornbia
mese - més
messa - 'ìnèsa
messaggero - mesi'
messale - ml'sàl
mes
1007 -
mis
messo - màndaa, mese,
miss
mestare - bolgiràtà, meéedà
mestica - imprimidura
mesticatore - imprimiddr
mestiere - mestee
mestizia - viùlinconìa
mesto - màlincdnegh, mà-
linconigh
mestola - hàterèll, càéoetUa,
càsuréra, mestola, pàlèta
mestolata - càHirMa
mestoliera - lècdrdèra
mestolo - bàrbàgidn, cà-
nèta, càsuu
mestolone - càéuròn
metà - mètna, mèss, mitaa
metacarpo - mdn [mitaa
metadella - mesa mètaa,
metafisica - metafìsica
metafora - metàfora
metallo - tnetàll
meteora - lampo
meticoloso - pedani
metodico - metòdich
metodo - mètod
metrico - métnch
metro - méter, brùsètt
mettere - mètt, bitta
mettersi - metes
mettiloro - ìndoràdòr
mez/:adro - màsee
mezzaiuola - màééra
mezzaiuolo - màsee
mezzamela - scigola
mezzana - favela
mezzanino - àntresòll
mezzanità - demèèé
mezzeria - mesària
mezzetta - mèss
mezzi - bolgètt
mezzo - mèss, niés
mezzomatto - ètrtlmbo
mezzosoldo - éesm
mezzule - iis'ctmd
miagrolamento - mào-mào,
gnào gnào
miagolare - mognà
miagolata - mognàda
miagro - èrba iomenéìna,
giàldina
miao-miao - mào-m,ào
niiaro - èrba iomenéìna,
giàldina
mica - minga
mìcca - fregUia
miccia - ìmcia
micciarella - àsninèla
miccino (mangiare a...) -
coììipesà
miccino - griss, minuàia
micino - cicc, mìnrn, gàtìn
mìcio - minìn, miseio, mi-
se iòn
michelaccio • michelàés
Michele - Michee
microscopio - microscdpì
midolla - nidòla
midollo - moli
midollone - molàsc
miei - mee, me
miele - mèi
miglia - mia
migliaccio - torbln
migliacciuola - làciàdin
migliaio - miàra
miglialsole - perlina
migliarola - tresta
miglio - mèj [coreg
migliorare-?«»7«ora, wiiorS,
mignatta - sànguèta
mignattaio - fàlcinèll
mignolo - didìn
mignone - mignòna, favorii
milanese mitàvés, biisècòn
Milano - Mildn
miliare - miliàra
milione ■ miliòn
milionario - milionàri
militare - militar, éoldaa
milizia - milisia \vàntà
millantare - blàgà, spara,
millanteria - blàga
millantarsi - milàntàsè
millantatore -àrcisbrofóii,
bàiàfee, bàiàfòn
mille - mila
millefoglie - centfceùj
millepiedi - centpee
millesimo - milésim
milza - nilsa
mimmo - brighèlìn, ciàpotin
mimmoso - frignaa
mina - mina
minaccia - minàeia
minacciare - minàcià
minare - mina [tàvànà
minchionare - mincionà,
minchione - ce-o-cò, min-
ciòn, quàiò, gàbiàn
minchioneria - mincionà-
rìa, gàbiànàda, gibiànàda
miuchionatura - minció-
ìiàda
minerale - minerai
minestra - gàlba, minèétra,
menèStrn^ lìàpa
minestraio - bàsolón, mi-
nestree, menèétrce
minestrare - minestra ,
jnenestrà
miiiglierlina - robèta
mingherlino - menuder,
nobiiln, pochin, smingol
miniare - minia
miniatura - miniatura
miniera - cava, miniera
minima - minima
minio - mini
ministeriale - ministeriàl
ministero - ministeri
ministro - minister
minore - minor
minorità - minoritaa
minuetto - minilètt
minuscolo - minuscol
minuta - minuta, brUta,
briltàcòpla
minutaglia - màrmàia
minutaglie - frèsàmm,
meniidrài [mént
minutainent - detàgliàtà-
minutare - minilttL
minutiere - orèves de fin
minuto - menuder^ minuti
minuzia - càcola, minusia
mìo - me
miope - miope
mira - bàlìn, mira
mirabile - miràbil, soi--
prendènt
miracolo - miràcol
miracolosamente - m,irà-
colosd mént
miracoloso - miràcolòs
mirare - mira, punta
mirtillo - loriòn
mirto - màrtelèta
misaltare - misoltà
inis intropo - misdntrop
miscellanea miseèlània
mischiare - mie' dà, mè-
scià, mèstiirà, miétììrà
mischiata - mès'eiàda
mischiato, mischio-wè^'c
miscuglio - mèé'ciòsé, mi-
stura
miserabile - miseràbil
1008 —
miserabilità - miseràbi-
ìitaa, miseria [ria
miseria - inèé-ia, stràscià-
mìserìcordia - misericòr-
misfatto - ecèès [dia
missione - viiéion
misterioso - misteriòs
mistero - miétèri
misto - mist
mistura - miètuì-a
misnra - misura, llniit
misura d'anelli - anelerà
misurare - misUrti
misuratore - misiiràdor
misuriuo - miéilrin d'oli
mite - bcgnìgn, iimdn
mitigare - pàdimà
mitra - nutria
mitrag'lia - miiràlia
mitrato - miiraa
mitria - mitri a
mobig:lia - mobilia
mobile - mobil, movibil,
rolùbil
mobile vecchio - àndeghee,
eàlàncù,
mobiliare - mobiliti
uiobigliato - mobiliaa
uioccicaglia, moccicala -
ndrigitida
moccìclliuo - fàsolètt
moccio - inàcàrun, narice
moccione, moccioso -«à-
rigidtt
moccolaia - fong, fonsg,
tììOCUSC
moccoletto - mochètt
moccolo - mdcol, càndila,
ììioehètt
moccolone - nàrigiàtt
juoda (la...) - bontòn
moda - moda
modanature - sàgom
modano - méder, modèll
modello - modèll, esémpi,
emblèma, méder, màni-
chèn, éàgoma
moderno - modèrno
moderatezza - discrèsidn
moderato - discrètt
modestamente - modèsta-
mént [dHa
modestia - modèstia^ éo-
modestiua - bèrta
modesto - modèét, sòdo
modiglione - modigliòn.
modista-modista, màdàmm,
modo - maild, partii, vèr gna
modulo - modula
mogano - mòghen
moggio - moRÙg
mogio - insognènt
moglie - niiee, dona
moina - smòrfia
moine - moinn, lòfi
mola - mcRtlla , prèia de
molin [étiirbà, tosegà
molestare - deàtiirbà, di-
molinello - giràfiimm
molino - molin
molla - mola
mollare - mola, smolà
molle - moeùia, moresìn,
pàstòs
molle (in) - à mceiij
]nolletta - boréèla, molèta
mollette - moièta, pima
mollica - moli [risn^
mollificare - molificà, mo-
molliflcatiTO; molliflcan-
te - morisnènt
mollone - molòn
mollume - pàciùgh
molo - nioeùl, mòlo
molta - mólta
molti - pàrèce
moltiplica - moltiplica
moltiplicando - moltipli-
cando
wioltiplicare - moltiplica
moltiplicatore - moltipli-
càdòr
moltiplicazione - molti-
plicàéióìt
moltitudine - moltitudin
molto - éosènn, tànt, cor-
diàlmènt [chitobèla
molto tempo - oj bela,
momentaneo - momentàni
momento - moment, cntitaa
mommo - bonbon
monaca - mdncga
monacazione - veéliéiòn
monaclietto - cagna, sàèta
monachina - màròn
monacliino - sifolòtt
monaco - omètt
monarca - monarca
monastero - monàstee
monatto - monàtt
mondare - monda, tiètà ,
brovà
mondatura - mondàdura,
porcìicria
mondezzaio - riiéra
mondine - pelàdej
mondo - mond
monellaccio - bàràbòtt
monelleria - birberia, rù
botàda
monello - bàràba, bàrdàsa,
berichin , birichìn , rà~
bòtt, èeàpùsc [valuta
moneta - dànee, frànch,
mon Terrina - monfrìna
monocolo - gaèrc
monopola - lenguèta
monsignore - .monsciòr
montagna - montagna
montagnetta - inontàgnèta
montanaro - montàgnee
montare - importa^ monta
montata - montàdaf sàlida
monte - mont, montagna,
montòn, pigna
monti - bricch
montone - motón
mora - - mora, mocòj
moraiola - mocòj
morale - moràl
morbetto - gognin
morbidezza - pàètositaa
morbido - mòrbid, moresin
pàstòs
morbiglione, morbillo -
fèlé, fere
morbo - maa, màlànn
morchia - fescia, mòrda
morcia - mòrda
mordente - mordént
mordere - mòrd, bccà, ca-
gna, pia, sgàgìià
mordigallina - peveràscia
morello - morèìl
moretta - morètt
morfina morfina
morìa - mortàlitaa
moribondo - moribond
morigiana - albera, coroéé
moriglione - còli ro§s
morire - mori, àndà à
pàtràss, àndà in man al
poiun, crèpa, dàgh dna
crèpàda, dàgh dna crè-
pàdina
mormorare - mormora
mormorazione - mormo-
rai ión
luor
— 1009 —
miit
mormorio - siisor
moro - negher^ nioron
morogelso - moròn
moroso - morós
moroidi - mordid
morra - mora
morsa - morsa
morsalo - moréee
morse - mdrsa
morsecchiare - morcUgnà
morsello - morseli
morsetta - moréètt
morsicare - mordignà
morsicatura - càgnàda ,
mordUtda
morso - mòre, tnorduda
mortadella - mortàdèla
mortaio - viortee, bronsin,
mortale - mortài [gàie
mortaletto - mortàrètt ,.
mortee
mortalità - mortàlitaa
morte - mòrt
mortella - màrteleta
morticino - mortm
mortificare - mortifica,
àmorti§à
mortificato - mòrt, càniiiff,
mortificaa
mortificazione - morti-
ficàsiòn, mostàciàda
morto - mòi-t
morto (il) - el màrsÈpi
mortorio - mortori, esèqiii
morvidezza - delieàtèsa
mosaico - mosàich
mosca - mòéea
moscaio - moéchéri
moscaiuola - moéehiroeula
moscardino - nisciolln
moscatello - moScàtèll ,
moseàdèll
moscerino - mosehln
moschetto - moéchètt
moscliino - moschin
moscone - moscòn
mossa - menàda, mdàa
mosso - moét, momiii
mostaccio - moétàcc, ghigna
mostacciuolo - mostàsìn
mostarda - mostarda
mosto - moét
mostra - moétra, moétrin,
càmpiòn, vedrìna
mostrare - moétrà, dimo-
stra
mostrarsi - comparì
mostreg'g'iature - hàmrés,
mdster, mostrinn
mostrice (le...) - tireoi
mostrino - rosela
mostro - mdster
mostruoso - mostrilds
mota ■ pMta
motetto - motètt
motivare - motiva
motivo - motiv
moto - moto
motore - motòr [nàdòr
motteggiatore - mineio-
motto - làfiAda
movibile - movìbil, mobil
movimento - movimènt ,
mòto
mozzare , mozzicare -
mocià
mozzicoda - moce
mozzicone - scimoston,
mozzo - m.occ [mocc
mozzoi'ecchi - bro-brò ,
màng iàpàlpee
mucca - 'vàca
macchiettino, mucchiet-
to - montonscèll
macchio - mitec, muda,
montòn , mòta , àmàès,
pigna
mucido - viàgòlc
mucilaggine - miiciltgin
muda, mudagione - muda
lìiuffa - ììiùfa, ghignòn
muffare - viufì
muffato, muffito, muffo -
milff
mufola - mufola
mugghiare , muggire -
milgi [mèla
muglierino - màgUa, ge-
mughetta - liritt, mone-
ghinn, monichèll
mugliare - miigi
mugnaia - mceilla, prèia
de molìn
mugnaio - mornee
mula - mula [già
mulacchia - bèrta, corna-
mulaggine - malària
mulattiere - millàtee
mulinaio - mornee
mulinello - girààò
mulinetto - molinèll, mo-
molino - molìn [linètt
muletta - miilUa
mulo - miill
multa - multa, pentii
multare - milita
mummia - mùmia
mungere - mung, pela
municipale - miiniciptil
municipalità - milnicipct,-
litaa
municipio - milnìcìpi, mii-
nicipàlitaa, comun
munirsi - scortàéé
munizione - muniéìòn
munto - mongiilii
muovere - moeiìv
m\io\ ersi - der dm peSf moeil-
mura - mura [ve$
muraglia - muràglia
muraglie - mura
muragliene - miiràiòn
muraiuolo - becàràgn ,
ràmpeghln de mur
muratore - milràdòr, mà-
giitt, màìster [rèll
murello, muricelo - mii-
muricciolaio - bànchinàtt
murice iuolo - miirèll
muro - miir
musaico - moéàich
muschio - mué\, tèpa
musco - tèpa, mufa
muscolo - muécol, pólpa
muscoloso - miiseolos
museo - tniùséo
museragnolo - milsertgn
museruola - miisiru àia
musica - mùsica
musicabile - miisicàbil
musicale - milsicàl
musicante - miisicànt
musicare - miisicà
musichetta - milsichèta
musino - mofin
muso - bàbi, grondòn, mo-
stàcc, mòtria, mùs, mii-
sòn, muso
musoliera - musircBula
musone - brilgnón
musorno - màrmòta, mo'
triént
mussare - mosà
mussola, mussolina^ mus-
solino - muéola , mii-
àollna
mustacchi - mostàcc
muta - mUda
04
mut
mutamento - càmbiàmhit
mutande - miidànd
mutandine - miidàitdinn
mutare - levtl, mildà
mutarsi - mudàéè
mutatura - mildàda
mutazione - ■voltàda
mutilare - moda
muto, mutolo - miitt
mutria - mdtria
uabisso - diavoléti, foìn^
pesta, vèspee, Tiriseli
nacchera - nàchera, cà-
étegnoeula
nacchere - àsètt
naccherino - magateli., rà-
vànèll
nachero - nàvàseidn
naffe! - off!
naftalina - naftalina
nalda (erba) - àrtilda
nanking: - nìnchén
nanna - ntina, ninin
nano - nan, sciàbàlént
Napoleone - Nàpoleòn
napoletana - népola
nappa - nàpi, cànìpa, eo-
càrda, fidceh, pompon
nappina - oliveta
nappone - nàpidn
narciso - nàrcìs
narcotico - nàrcdtieh, dor-
mentìna, ddrmia
narici - nà7-ìs
narrare - cUntà sii
nascere - nàss
nascita, nascimento - nà-
scita, ortgin
nascondere - ècond
nascondersi - écondes
nascostamente, nascosto
( di... ) - denàéeonddn ,
denoSeondon
nascosto - nàècdàt, écondiiii
nasello - brànsin, màgèta
naso - nàs
nasone - cànìpa, nàpidn,
nàpola
naspare - inàspà
nastri - birlinghitt
nastro - nàster, bàlsànèta,
bindoli
— 1010 —
nasturzio - nàéturèi
natale - nàtàl
natalizio - nàtàlisi
natica - ciàpa, dilata
natività - nàtivitaa
natiro - ìiàtìv
nato - nàéiiii
natta - nàta [tata
natura - natura, nàtiiràl,
naturacela - tiàtiiràlàsc
naturale - nàtiiràl, geniiìn
naturalezza - nàtiiràUsa
naturalista - nàtiiràlìéta
naturalmente - nàtUràl-
mint
naufragare - naufraga
nausea - nàiisca, ingòsa
nauseare - nàUseà, letigà,
litiga
navata - nàvàdrv
nave - ndv, nàvàda
navetta - nàvHa
navicello - bàrcon, ndv
navig'abile - nàvigàbil
navìg'are - naviga
navig'ato - nàvigaa
navig^azione - nàpigàèiòn
naviglio - nàvìli
navone - bàrldnda, ràvi-
seioRÙ, boiòceh, ràveton
ne - èn
neanche - nànca
nebbia - nèbia , borda ,
ghéba, ghibéra, scighèra
neccia (farina) - farina
de càétegii
necessario - necèààri
necessità - necèsitaa, esi-
génsa
necroforo - bechìn
nefandità - infàmia, in-
fàmitaa
negare - nega, contràétà,
èconfónd
neghittoso - infèsc
negligente - negligent
negligenza - negligénàa
negoziante - negosidnt
negoziare - negosià
negoziato - tràtaa, tràtà-
tiva
negozio - negasi, fàcénda,
fàtt, interèéé, àèrvisi,
triicch
negrezza - negrèéa
negro - négher
nip
negromante - strion
negromanzia - magia
nembo - nìvola, sbrofàda
nemico - nemìs
neo - néo [dina
nepita, nepitella - neve-
nerbata - gnèrvàda
nerbo - nèrv, mta
nerboruto - gnèrvént
nero - ncgher
nervo - nèrv, gnèrv
nervoso - nervds, gnèrvént
nespola, nespolo - nèspola
nessuno - nisiin
nestaiuola di gelsi - mo-
ronèra
nettacessi - nàvàscee
nettamento - netàda
nettapenne - nètàpènn
nettare - netà, monda
nettarsi - netdsè
nettatoio - fràtàss
nettatura - porcheria
nettezza - netèsa, netìsia,
poliéia
netto - nètt
neutrale - neUtràl
neutro - nèiiter
nevaio - fiocàda, levaa
nevata - fiocàda
neve - név, fèdca, là siira
bianca
nevicare - fioca
nevischio - nevèta
nibbio - nibi, poiana
nicchia - nicia
nicchiare - frigna
nicchio - àréèla, càpelètt,
tricàntón
nidiace - niàrceU
nidiata - niàda
nidificare - niàscià
nidio - nìd
nido - niàsc, nid
niente - niént, nàgdta,
ndgòtt
niffolo, nifo - gniff
nigella - gioión
ninfeggiare - ginginà
ninnare - ninà, dina, dà
là dànda
ninno - nisù?i
ninnolino - belerin
ninnolo - bàrlàfùs, bebèll,
belee
nipa cinerìccia - foresètòi*
nip
nipote - nevòd ,. nevòda,
biàdegh, biàdega
nipotino-na - biàdegh ,
biàdega
nitrato - nitraa
nitro - nlter
no - nò, ò dèss
nobile - ìidbil, pàtrtsi
nobiltà - nobiltaa
nocca - giuntura, noeud
nocciolo - gàndóla, gàn-
dolìn
nocciuola , nocciuolo -
niscioeula
noce - nos
noce Tomica - nos vòmica
nocione - nos
nodetto - groptn
Kodo - naiid, àsa, gropp,
gringhinèll'
nodoso - gropolént
noi - nun
noia - nòia, briga, fastìdi,
incòmod, inedia, àùcia
noiare - noia, rosegà, se-
ca, storà
noioso - noios, deépresiós,
fàstidios, àilpàddr, piiida,
roddbiisèech, vesìga
noleggiare - corda, cor-
dàss
nolo - nòli
nome - nòmm, nòmina,
pàrentHa, paròla
nominare - nomina
nominativo - nominàtìv
nominato - nominaa
non - minga, nò
nondi)iieno - pur
nomina - nòmina
nonna - nòna, màmàgràn-
da, màmdn [grand
nonno -wono, mèàee, pàpà-
nonostante - epitr
norcino - bechee
norma - nórma, règola
normale - normàl, regolar
nostrale, nostrano - no-
stì'du
nostro - nòàt, nòàter
nota - nòta, contràéègn,
distinta, notdéiòn, tàbèla
notaio - nodàr
notabile - notàbil, viétòs
notare - nota, marca, mètt,
imàrcà
— 1011 —
notevole - notàbil, màrcaa,
sensìbil
notifica - notìfica
notificare - notifica
notizia - notìéia, informà-
siòn, noe,ùva [pàlés
noto - notòri , notòrio ,
notte - nòti, noce
nottola - bàtiroeiì, tegnoeula
nottolino - ìuorigoeu
novanta - novanta
novantina - novàntèna
novella - nceùva^ esémpi
novellatore - novelìéta
novelletta - nevelèta
novelliere - novelìéta
novello - novèll , noèti ,
noeiw
novembre - nohnber, no-
vèmber
novena - noèna, novèna
novennio - nomi, novèni
novissimo - fiàmànt
novità - noitaa, novitaa,
originàlitaa
novizia - noisia, novìàia
noviziato - noviéiaa
novizio - novìzi
novo - noeuv
nube - ìiìvol
nuca - gnUca
nudare - sbiotà [tich
nudità - eostiimm àdàmì-
ulido - biòtt, sbiotaa
nugolo - nìvol
nulla - niènt, nàgòtt
nulla (dir...) - dì ne biff
ne bàff
nullità - nillitaa
numerario - niimeràri
numeratore - niimeràtòr
numerizzare - nilmerisà
numero - nUmer
nuocere - dànegià, nceùs
nuora - nceiìra
nuotare - nodà
nuotatore - nodàdòr
nuova - nmiìva, notisia
nuovi - làmpant
nuovissimo - noent, no-
vént, noìéim, nomsim
nuovo - noetìv, noèti, novèll
nutrimento - niitrimént,
pààt
nutrire - màntegnt, nutrì
nutrizione - niitriéiòn
occ
nuvolaglia - bràmìna. ni'
voléri
nuvolato - nìvol
nuvolette - nivolìn
nuvolo - nìvol, nìvola, mi-
sdita, sfràgèll
nuvoloso - nìcol
O
0-0
obbedienza - iibidiénsa
obbedire - ilbedì
obbiezione - obiesiòn
obbligante - obligdnt
obbligare - obligà
obbligato - obligaa, obli-
gàto
obbligazione - obligàsidn
obbligo - obligli, pendisi
obbrobrio - obròbi
obelisco - obèlìéch
oberato - fàlii
obesità - obesitaa
obeso - obés
obice - òbis
oblato - oblàtt
oblatore - oblàtòr
oblazione - oblàsiòn, ofèrta
obliquo - sbièàs, àmbaa
oboe - òboe
oca - òca
occasione - ocàsiòn
occhiacci - ogiàier
occhialaio - ogiàlàtt
occhiali - ociài, ogiaa,
ogiài, quàtrcBUCc
occhialino - càràmUa, or-
gnett
occhiare - lilmà, sbèrlogià
occhiata - dogiàda, guàr-
dàda^ ogiàda, vistdda
occhiatina - ogiàdìna
occhieggiare - agiata
occhiellaia - ogiolèra
occhietto - ogìn, ogioeil
occhio - oeucc , finestra,
fenèstra, gema, sguardo
occhio di bove - càmèlòtt
occhio e croce (a...) - a
stimm
occhiolino - ogìn
occipite - gnùca
occorrente - ocorént
occorrenza - ocorénsa
occorrere - ocor
occ
1012
ore
occupare - ocilpà
occuparsi - ocupàss
occupato - ociipaa
occupazione - oeUpà&idn
ocra, - ocria
oculista - oculista
odiare - odia
odio - odi
odioso - odids
odorare - iismà
odorato - nàsta
odore - odor
odoroso - odoros
offella - ofela
offellaio - ofelee
offendere - ofènd, feri
offensivo - ofemìv
offerta - ofèrta, esibisiòn,
oblàsion
offerto - ofèrta
offertorio - ofèrtòri
offesa - impertinènéa, in-
giùria
off'eso - ofès, indispèiii
officiare - ufièiti
officina - fùhrica
officio - tifisi, ofìsi
offrire - esibì, insèbì, ofrì
offgi, oggidì - incoRil
ogni - ogni
ognuno - ognidùn
oh! catta! - càtt!
ohe lì - vèi
ohi! - tii!
ohibò - odèsé
oibò! - oibo!
oimè - oiniè
oleandro - leànder
oleoso - oleds
olezzante - odoros
olezzo - fràgrànSa
olfatto - nMta
oliandolo - oliee
oliato - oleos, oliaa
olio - oli
oliosanto - òli sani
olivastro - olivàster
olivo - oliva
olla - ola
olmeto - olmera
olmo - olmo
oltracciò - àncàài
oltraggio - ofèsa
oltre - tléea, inétt, pàsa
oltre (in) - deéoràpU, alter
ombelico - bàmbortn, bom-
borin
ombra - o vibra, ombria
ombrare, ombreggiare -
ombrcgitL
ombrellaio - ombrelee
ombrello - ombrèla, àntoctt
ombrosità - ombrosità
ombroso - ombrids
omelia - omelia
omero - spala
omettere - tràlàsà
ometto, omiciattolo - o-
mètln
omicidio - omicidi
ominacci - omenàri
omino - oniitin, omètt,omÌn
omissione - omisiòn
oncia - oìiéa
onda - onda
ondata - ondàda, ónda
ondato - ondaa
ondatura - onda [meni
ondeggiamento - ondegià-
ondeggiare - ondègià, bi-
cocà, dondà
onestà - onèétaa, gàlànto-
mìsmo
onestament - onèétàmént
onesto - onèst, giùét
onice - ònice
onnipotente - onipotént
onnipotenza - onipoténéa
onorare - onora
onorario - onoràri
onoratamente - onoràtà-
viént [nór
onoratezza - onoì'àtèéa, o-
onore - onòi-
onorevole - onorevol
ontaneta - oniscee, oni-
ontano - ònisc [scéra
opaco - opàech
opala - opàla
opera - òpera, fàtùra, la-
vora, tràtaa [pera
operaio - operàri, màndò-
operante - giornàdee
operare - operài àgi
operato - operaa
operazione - operàsiòn
operetta, operuccia - ope-
rèta
operista - operista
opinione - opinion, iipi-
nion, arila
oppio - òpi, dormenttna
opporre - opònn, ecepi
opporsi - opones, contèsta,.
contrasta
opportunista - oportUniéta
opportunità - oportilnitaa,
ocàsion
opportuno - opurtun
opposizione - oposisidn
opposto - opost, oponiiil
oppressione - oprèsidn
oppresso - oprèéé
opprimente - oprimènt
opprimere - oprimm
opuscolo - opùscol
or ora - à ét'ora, instare^
deéàdèss, desedèéé
ora - ora, àdèés
oracolo - oràeol
orafo - orèves
orale - orai
oralmente - verbàlmènt
oramai - oramai
orata - oràda
oratorio - oratòri
orazione - ormiòn
orbo - òrb
orchestra - orchèstra
orchest»'ale - orchestrai
orcio - ola
orco - òrco
ordegno, ordigno - ordègn
ordinanza - ordindnéa
ordinare - ordina, eàvèéà.
dà vórdin, impònn
ordinariamente - ordina-
riàmént
ordinario - ordinàri^ écà
dént, Usuai
ordinarione - ordinariati
ordinato - ordinaa, càccéé,
metòdiche precis
ordinazione - ordindsiòn
ordine - drdin, ordinànsa
ordinàsiòn , im-pos iéiòn
ordini - òrdin
ordire - ordì, machina
ordito - ordidùra
orditoio - ordidóra, ordi(^ "
orditora - ordidóra
orditura - ordidùra
orditrice - ordidóra
orecchia - orègia
orecchiante - orègiàtt
orecchiata - orègiàdn.
ore
orecchino - orègìn, bòcola,
pendènt
orecchio - orègia
orccchioli - àlètt
orecchioni - orègiòn, gàn-
diòn
oreccliiuto - orègiàtt
orefice - oréms
orfano - orfen
orfanotrofio - orfanotròfi
organetto - orghenìn, gàr-
dinàlètt
organino - orghenin, fi-
sarmonica
organista - orghenUta
organizzare - organisti
organo - orghen
orgasmo - orgasmo
orgia - bagordi, debòsc
orgoglio - orgoli
orientarsi -orientàèà, ori-
sontàss
oriente - oriènt, levànt,
màtìna
origano - màgiortlna
originale - originai, cii-
riós^ ecéntrieh
originare - ereti
origine - orìgin, nàscita
orina - orina, pUa
orinale - orinàri
orinaliera - cifòn, scifòn
orinare - orina, pisà
oriolaio - orologee
orinolo - orològg, moneta,
sàvonèta
orizzontarsi - orisontàsè
orlare - orla
orlatora - orlerà
orlatura - orlàdiira, orà-
dèll
orlicelo - grignoeil, morseli
orlo - orlo, orddèll
0 riuccio - orlètt
orma - pedana, tràcia
ornamento - guàrniùiòn
ornare - para
ornato - ornaa
oro - oro, òr
orologiaio - orologee, or-
logee
orologio - orològg
oroscopo - pianeta
orrendo, orribile - orìbil
orrido - drid
orrore - orar
- 1013 -
orsa maggiore - càrmàtt
orso - ore
orsoio - orgdnsìn
ortaggio - verdura
ortaglia - ortàia
ortensia - ortensia
ortica - ortìga
orticaio - ortighee
orticaria - ortighéra
orticheto - ortighee
orto - ort
ortografia - ortografia
ortolano - ortoldn, filàfus
orzaiuolo - orsoeu
orzata - orsàda, làtàda,
sèmàda
orzo - ors
osare - osà^ àsàrdà, olsà,
oscurare - sciiri
oscurarsi - imcilri, info-
schi
oscuro - scur
ospedale - ospedaa, ospitai
ospitare - àlogià, logia
ospizio - oépìsi
ossario - oèàri
ossatura - oéddùra
osserelli - bàlositt
osservabile - notàbil
osservanza - osèrvànàa
osservare - osèrvà, marca,
pàsà, rimarca
osservazione - oservàéidn
ossetti, ossicini- bàlositt
ossigeno - osigen
osso - òss, gàndóla
OSSO sacro - dso sacro
ostacolo - ostàcol
oste - òst, betolinàlt
ostensorio - oétensdri
osteria - osteria, osterìa
ostessa - ostèsa, data
ostetrico - ostetrich
ostia - òstia, obiaa
ostiaio - obiddee
ostiario - ostiàri
ostile - oÈtll
ostinarsi - ostinàss, iìico-
ciààs, ingniichiss , 2^^*'*"
tàSs^ incacisi
ostinatello - mùlètt
ostinatezza - gniicària
ostinato - oètinaa, gniicch,
teàtàrd
ostinazione - ostindàiòn,
cràponerla, fìsàèiòn
pad
ostrica - òstrega [caro
ostricaio - ostregàtt, ostri-
ostruzione - ostriisidn
otre - o/«, peli
ottagono - otàgon
ottanta - votànta
ottava - otàva
ottavino - otàvìn
ottenere - otèqni
ottenuto - otegniiil
ottimato - magnato
ottimo - òtim
otto - vòlt
ottobre - otòber
ottomana - otomàna
ottonaio - lotonee-
ottone - lotòn
ottundere - smocà
ottuso - otus, cilrt, moce,
mocch
ourangoutang - ordngotàìi
ovaccini - over
ovaia - ovèra, oèra
ovale, ovato - ovài
ovatta - oàta^ loàta
ovattato - loàtaa
ove - dòe, dóve, doè
ovicino - ovin
ovo sodo - ciàpa
ozio - òsi
ozioso - osios, fenedn
p - 2ii
pacca - paca
pacchiare - pàcià, màiocà
pacchiarina - gius
pacchiatoria, pacchio -
pàciàtdria
pacchierone - pàeiàròtt
pacchione - pàcidn
pacchiuco - pàcitògh, pà-
eiiigàda, pàciiighéri
pacciume - pàltiimm, pàl-
pacco - pàccli [tùsc
pace - pàs
paciere - mènàpàs, pàeér
pacifico - pàcifèch, qiiiètt,
bonvivdn [roeUla
padella - pàdèla, briisà^
padellata - pddelàda
padellina - frasca
padellotto - pddelòtt
padiglione - pàdiglidn ,
càmpànitt, campana
pad
padre - pàder
padreggiare - pàtrisà
padrenostro - ptiter
padrino - pàdrin, conipaa,
gilidàéé
padrona - resgiòra
padronanza - pàdronànm
padrone - pàdrón, patron,
prineiptl, meter
padronella - pàdrón del
lèla
padule - pàdumin
paesaggio - pàesàgg
paesano - pdisdn
paese - pàès [terèn
paese (scoprir) - scdvti
paesista - paesista
paffuto - pdciàròtt, petàrd
paga - paga
pagamento - pàgdmént
pagare - paga
pagatore - pàgàdòr
paggio - i^^io
pagherò - pagherò
pagina - phgitia
paglia - paia
pagliacciata - pàiàseiàda
pagliaccio - pàitLsc
pagliaio - pàiee, cààìna
pagliancnlo - cioè
pagliericcio - pàiàriéé ,
pàion, triuse de ptlia
paglierino - pdiàrln
paglietta - pàièta
pagliolaia - sòtgdla
pagliuca, pagliucola - pd-
iòea, pàièta
paglinolaia - partitola
pagliuolo - pàièta
pagliuzza - pàiòca
pagnotta - pàgnòta, mi-
paio - ptra [cdta
paiolata - pàiroltda
paiuola - bàétàrdè la, pàièta
paiuolo - pàiroeiì
pala - ptila, pàlòtt
pala (di ferro) - badila,
bàira
palafitta - pàlàda
palafittare - pàsonà
palafittata - pàéontlda
palanca - codeghèta, ficòn \
palancola - bàncaa
piilandra - bàlàndrdn, pe- \
ltl7ida I
palandrana - hàlàndrdn |
- 1014 -
palaudrano - bàlàndrón,
gàbàn, greca
palare - impala, pala
palata - pàlàda, bàdilàda,
bàirtida
palatina - palatina
palato - palato
palazzo - pàldèè [sgé
palchettino - etàsgèr, età-
palchetto - pàlch, genèfa,
peltréra
palco - pàlch
paleo - bivio
palesare - palesa
palese - pdlés
Palestina - pàleètina
paletò - paltò
paletta - pàièta, àlèta, bàr-
nàéé, bernàsé^ bàjrèta
palettata - bàrnàsàda, ber-
nàsàda
paletto - pàlètt
palettone - bdmàédn, ber-
nùMn, eàéiiróii
palificare - pàsontl
paliotto - ptili, pàràcàmin
palla - bàia, glòbo, àni-
mèta, corportil
palla (dì sapone) - éào-
nèta
pallaio - biliàrdee
pallamaglio - pàràmài
palliare - pàlit, qitàtà
palliativo - pàliàtiv
pallido - smort, pàlid
pallina - bàlèta
pallino - bàlin, bàlèta, bor-
lìn, boriceli
pallio - pàli, mant
pallonaio - bàlonàtt
palloncini - chichìnger ,
fiàcch, bàlonitt
palloncino - bàlonin
pallone - bdlòn, bofdnt
pallottola - borèla, bàia
de piòmb
palloltoliera - bàlotéra
pallottolina - bogèta
palma - palmo, oliva
palmizio - palma
palmo - spana
palo - pài, pàli, pàèdn
palona - bàjrèsn
palpabile - pàlpàbil
palpare - palpa
palpebra - pàlpebra 1
pan
palpeggiare - palpa, pàl-
pignà
palpeggiata - pàlpàda
palpitare - palpita
palpitazione - pàlpitàsión
pampanata -bilgàda, biiìda
panare - imboràgià
panata - pàntrìd, pàncòtt,
polt, pólla
panbollito - pàncòtt
panca - banca, càvàlètt, or-
diroeitla, ordisKula
pancaccia - bàncàscia
pancacciere - écdldàbànch
pancale - banca
pancata - bàncàda
pancetta - botàscèll
panchetta - bànchèta
panchettìna - bànehetina
panchina - scarpa
pancia - pànscia, botàse
panciata - spànsciàda
pancione - pànsción, tri-
panciotto - gilè [pòtt
panciuto - grdsé
pancone - bdncón, àéòn
pancotto - pàncòtt
pane - pan, mica
panegirico - pànegirich
panellino - michìn
panello di miglio - pàn-
demèin [nàrisa
panericcio - pànàrìs, pà-
panetto - panateli, michèta
panettone - pànàtón
pangrattato - pàntrìd
pania - "èscA
panicastrella-^jàè^o», mè-
iàna
panicato - gremegnós
panico - pànigh, gràmègna
panieraio - eàvàgnàtt, cà-
vàgnee
paniere - càvàgn, cèét, sèst
panierino - càmgnoeil, ce-
panorama - vista [stin
panna - panerà
pannaiuolo - mercdnt
pannalbagio - fiànèla
pannarola - pànàroeula
panni - pàgn
pannicolo - gradisela
pannilini - pàgn
panno - pànn, càrtelàmnt
pannocchia - màéòchera
pannocchio - loeùva
pan
pannocchiuto - lovaa
pànnolano - pànn
pannolino - diiiiUn
pantalone - pàntàlòn
pantano - pàltdn
panteon - pànteon
pantera - pantera
pantofola -pantofola, écàl-
fàròtt
pantomima - pantomima
pantrito - pàntrtd
panzana - pànàànega
paonazzo - pàonàés, pà-
papa - ptLpa [vonàèà
papà, padre - pà, papà,
pàpàrm, pàder
papalina - papalina, bàrèta
papavero - pàpàver
Paperino - pàverìn
papero - bàdee, bàlàndran
papilio - fàrftila
papista - papista
pappa - papa, àprètt
pappa e latte - pàncocion
pappafico - pàsàmontàgn
pappagallo - pàpàgàll, èrba
àrlechìna
pappardelle - pdpdrèll
pappare - j^deià
pappataci - pàpàttis
pappatola -pàpàgorgia, pe-
lerà
pappi - càterinètt
pappina - pàpina
pappone - bàsolon, pàcidn
paracenere - pàràscintill
paracqua - ombrèla
paradiso - pàràdìs, lobiòn
paradosso - pàràdòss
parafango - pàràftLnga, à-
letòn, scosaa
parafulmine - pàràfulmin
parafuoco - pàràfceiìgh ,
ecrdn, ecren [ganti
paragonare - mètt, pàrd-
paragone - pàrdgón, pà-
ràngón, pàritaa, loca
paragone (al) - impari
paragrafo - pàràgraf
paraguai - quàtàétrhsc
paralitico - pàràlitich
paralume - àbàsgior
paramano - mòètra, mo-
Urin, moétrina
paramento - pàràmént ,
pàràda
— 1015 —
paramosche -mosehiroetlla,
i m osche r
parangone - pdrdngon
paraocchi - ociài, ogitLi,
ogiaa
parapetto -pàràpètt, écòsé
sponda, morèna
parapiglia - càtàbrega ,
fòra-fòra, fiirUgàda
parapioggia - ombrèla
parare - parti
parasole -àn^oc^, ombrelin
parassita - rodòn
parata - pàrtida, gàia
parate (le) - i màce
parato - pàràda, pàrà-
mént
paratore - pàràddr, bàtin,
eàsctn
paravento - fidmba, pa-
ràcàmin
parco - pàrch
parecchi - pdrècc, vàri
pareggiare - pària
parentado - pàrentori
parente - pàrènt
parentela - pàroitèla
parentesi e claudite - pa-
rentesi e claudite
parere - parer, pari, vèéé,
0 éàvè diwis
parete - m,ur
pari - pari, eguài, soli,
^ Ugual
pariglia - pariglia, cobia
parità - pàritaa
parlantina - ciàcera, tà-
pèla, eloquènsa
parlare - pària, di, de-
S'cor, diécòr
parlata - gorga
parlatore - pàrlàdór
parlatorio - parlatori
paro - para
paro (a) - in pari
parocchìa (la) - eiìra
parola - paróla, vocàbol
parole ,- eSprèéiÓn
parotide - orègión
parotidi - gàndiòn
parpagliola - pàrpoRilla
parpignano - pàlpignàna
parocchiano - pàrochiàn
parroco - pàroch, prevòét,
ciiraa, ciiràt
parrucca - pertica
pas
parrucchiere - perilchee,
consGÌdcoo
parruccone - bàrbelàto
parte - pàrt, tra, intra,
partii, tàngènt
parte (a) - à èpàrt
partenza - pàrténsa
particola - particola
particolare - pàrticolàr,
special [glia
p articolar eggiar e - detà-
particolareggiatameute -
detàgliàtàmént
particolarità - particola-
ritaa, detàli
partire - parti
partita - pàrtida
partito - partii
parto - 2ìàrt, fioeu
partorire - pàrtori
pascere - pascola, pàétiirà
pascolare - pascola
pascolo - pàscol, eàmpà-
■mént
Pasqua di Risurrezione
Pàsqua
Pasqua d'uovo - Pàsqua
Pasqua rosa, Pasqua ru-
giada - Pentecòst
pasquale - pàsquàl
passabile - pàéàbil
passabrodo colàbroeild
passacordone - bàloàr
passaggio - pàsàgg, pàsà-
da, trànsit
passamani - mànetòn
passamano -pàò'àma??, lào-
rin, làvorin
passante - pàédnt
passaperla - ràmètt
passaporto - pàédpSrt
passare - pàéà, transita,
filtra
passata - pàsàda
passatempo - gioeùgh, di-
veràiv
passato - pàsaa
passatoio - pàsàddra
passeggiare -pàéegià, spa-
segià
passeggiata - giràda, c-
éciirèiòn
passeggiatina - girètt, gi-
rètin
passeggio - pàèég, spàse
passera - pàéera
pas
passeraio - pàsàrera, gà-
sàghee
passerino - pàsàrtn
passero - pàsera
passerotto - pàsàrìn
passettino - pàsìn
passetto - jìààìn, brdé'ett
passiccio - pdsìn
passina - eàmpMa, éègn
passione - pàsidn
passività - pàHvitaa
passivo - pàéw
passo - pass
passone - pàsón, fieòn
passula - iighèta
pasta - pasta
pastaio - pàstee
paste - pàst
pastegg-iare - pàstegià
pasticca - pàélìglia
pasticceria - pàstiserta,
ofèlerìa
pasticcetto - })dstisìn
pasticciere - ofelee, ^à-
stisee
pasticcino - pàétiéìn, co-
ctlrda
pasticcio - pààtisè, sciàr-
lòtt^ fèsc
pastiglia - pastìglia
pastina - pastina
pastinaca - gniff
pasto - pàst
pastoia - pastura, bàlsa
pastone - pàstòn, cordbia
pastorale - pàstoràl
pastore - pdstór, pegoree,
bèrgàmin, giiìda, niàn-
dridn
pastorizia - pàètorUia
pastosità - pàstositaa
pastoso - pàstós
pastrano - tàbàr, paltò
pastura - pastura, pàbi,
mangiti
pasturale - pastura
pasturare - pastura
patacca - pàtàna, petàea
patassio - bordèléri
patena - patèna
patente - patènte, pàténta
pateraccliio - gàbola
patereccio - pànàrìs, pà-
nàrìsa
paternostro - pàth-
patetico - pàtètich
- 1016 -
patina - pAtina
patire - p>dtì, éofrl, ponti^
soportà, siibì
patito - patii
patria - pititria
patriarca - j)àtritirca
patriarcato - pàtridrcaa
patrigno - pàdrègn
patrimonio - patrimòni,
sostànéa
patrino - compaa
patriota - jìàtriota
patrizio - pàtrìsi
patrizzare - pàtrisà
pattinare - sbriéigà, pà-
pattini - 2^àti7i [tinti
patto - pàtt, pendiéii scri-
tura, partii
pattuglia - pàtulia^ gàfa
pattume - pàtusc, pàltUmm
paturnia - càtràmonàcia
paturnioso - inverà
paura - jMÈra, fifa, fwflsé,
écàgg, stremisi, tèma
pauriccia - spàghètt
pauroso - pàilròs., fifòn
paiisa - pàusa
pavimentare - sola
pavimento - soeùl
pavonazzo -pàvonàéà, pào-
nàss
pavone - pàvón, pàòn
pavoneggiarsi - stimààs
pavonessa - pavana, pàòìia
pazienza - lìàsiensa, pà-
scièma, pàs, pàcem abéte!
paz/acchione - màtòcch
pazzarella , pazzerella -
màtàrèla, màterèla
pazzerellone - pàiàsc
pazzia - àlienàsiòn, ma-
teria
pazzo - màtt, delirato
peccare - piecti
peccato - peeaa
peccatore - pecàddr
pecchia - ava, ttvi
pecchione - àvòn^
peccione - pelàsción
pece - pésa, céra
pecora - pégora, bèra, bèè
pecoraio - pegoree
pecorelle - ochètt
pecorina - pegorìn
pecorino - bèrìn, bagola
pecorone - pegoì-òn
pen
pedaggio - pedàgg
pedagnolo - regondìn
pedale - pedàl, pedala, pè,
l^ee, scàlfin, Hràpee, bora,
càpèster
pedana - pedana, bàlsàna
pedanino - fond
pedano - biddn
pedante - pedani, càchétich
pedanteria - pedanteria
pedantesco - pedàntHch
pedata - pesciàda, pedana,
pee in del eiiii
pedignone - mula
pedina - pedina
pedone - pedùn
pedonare - pedonò.
peduccio - pescioBii, pescln
pedule - solèta
peggio - pésg
peggiorare - pegiorà
peggiore - pésg, pég
pegno - pègn, bèè
pelacelo - peltìse
pelame - pél, màntèll
pelare - peltt, spela
pelate - pelàdèi
pelato - pelaa
pelatura - ìnlàda
pellaccia - pelegàta
pellagra - peltigra
pellame - ptelàmm
pelle - péli
pelle (cento) - foioeù
pellegrina - pelegrìna
pellegrinaggio - pelegri-
nàgg
pellegrino - pelegrìn
pelliccia - pelìsa, pala-
tina, còdega
pellicciiiio , pelliciere -
pelisec [telàmm
pellicina - pelesìna, càr-
pellicini - pedesìn
pelliccione - mindn
pellicola - pelesìna
pelo - pél, éédola
peloso - pelos
peltraio - peltree
peltro - pèlter
peluia - peniceli, géa, gèia\
peluria - écoleiòn
peluzzo - peliiceh, pànd''\
dora, pàlpignàna
pena - pena, penai, millta^\
àtrusi
peli
penale - penai
penare - pena
pendagli - edv
pendagrlio - pendòn, pà-
tìièla^ patiteli
pendente, pendenti -^en-
dént, 2}endolént
pendere - pénd
pendolo - péndol, pendola
pendoloni - à bàndolèra
pendone - pànegiàmenl
pendoni - i tiri
penerato, penero - gro-
pidura
penetrare - penetrti
penitenza - peniténsa
penna - p^na, penerà, o-
règia
pennacchio - pendee
pennaio - penàgee
penne - bàdinn
pennecchio - paniseli
pennellare , pennelleg-
gìare - penda
pennello - penèll, càrtee
pennino - esprì
pennoncello - hànderma
penoso - penos
pensamento - piano
pensare - pensa, imàgintt,
giudica
pensiero - penèér, concètt
pensieroso - penéerds, rà-
còlt y
pensionare - pensioìitL
pensionarla - penéionària
pensionario - penéiontlri
pensione - penèion
penso - pene
Pentecoste - Penteedèt
pentimento - pentimènt,
rimdrs
pentirsi - pentire, rmedèàs
pentola - jngnàta, màr-
rmta
pentolone - polentòn, Hi-
viàgón, tripee
penuria - penuria
penzolante - pendént
penzolare - pend
penzolo - bàce, bàsgia
penzoloni - à bàndolèra
peonia - peonia
pepaiuola - èàlìn delpéver
pepe - péver
peperina - peveràscia
- 1017 -
peperone - peveron
per - per
per sorte - deèedèsé, dèéà-
dèss
pera - pér,perm, échiseià-
limon
peraiuolo - ■viorhi
peranche (non) - nancdmo
percale, percallo -pereàll
perchè - jjerehe.
percosse - bòtt, bota
percuotere (col bastone)
bàstontl
perderci - giuntagli, de-
scàpittt, discapita
perdere - ph-d, giunta,
bolgircL
perdersi - pèrdes
perdigiorni - scàldàbànch
perdimento , perdita -
pèrdita, deécàpit, diécà-
pit, gitìnta
perditempo - perditèmp
perdonare - j)^i'donn
perdono - perddn, remi-
sion, perdontLnsa
perduto - perdiiii, pèrs
peretta - càélcgnoeùla
perfetto - per fèti, fin, di-
. vino
perfezionare - finì
perfezióne - perfesiòn
perfino - fina
perforata - èrba balsamina
pergamena - cmercèll ,
coereèll [tòpia
pergola - pèrgola, pèlgora,
pergolato - tdpia
pericolare - pericola
pericolo - pericol
pericoloso - pericolós, à-
sàrdòs
periodico - periddieh
periodo - perìod
peritanza - siidisiòn
perito - perito
perizia - perìàia
perla - pèrla, giigèla
perlessare - perbiii
perlustrare - perlustra
permaloso - moschìn, om-
bì'iós, beéchisiòs, seiimèta
permesso - permèèè
permettere - permètt
permissione - permèH
permuta - bàràtt
pes
pernio - perno, pàsètt, brò-
ca, polis
pernice - pernts, càntàrèll
pernice rossa - cotiirtiìs
perno - éplna
pernottare - étrànoeià
pero - per
perondo - cartina, pelaa
perondìno - pelaa, pelddèll
perorare - perora
perpendicolare - perpen."
dicolàr, driss, dritt
perpendicolo - piòmb
perpetuo - ^^erp^toz)
perpetuini - àmàrànt
perpignano - pàlpigntina
perquisire - fa i àfoeuj
perseguitare - peréegiiità,
perfìdia
perseveranza - perseve-
rdnsa
persiana - gelosìa
persiano - Soridn
persicata - pèrsegàda
persico (pesciolino) -M?i-
diroeiì
persico (pesce) - bèrton-
scèll, pèspèrsich
persino - fina
persistere - persisi
perso - pèì-s, perdiiii
persona - tèsta [pàrt
personaggio - pèrsonàgg,
personale - personal
persuadere - persiiàd, im-
bonì
persuaso - persuàs
pertica - pèrtega, étànga,
bolsòn
perticata - pertegàda
pertugiare - shiisà, sbogià
peruzze - peritt
pesamento - pesàda
pesante - gréo
pesantezza - pés
pesca - peéeàda, pèrsieh,
pèréech, boli, òriignoeola
pescaia - gàrdv, vivee
pescare - pescò,
pescata - peàeMa, ciàpàda
pescatore - pescàdòr
pesce - pèss
pesce persico - pèspèréech
pescheria - peseàrta
peschiera - pescherà
pescìatello -•pesìn
pes
pesciolini - misoltitt
pescìolijio - pesìn
pescivendolo - pesee
pesco - pèréich, pèrseeh
pesi - pés
peso - pés, livèll
pesO; agg. - màsiàcck
pessimo - pèéim
pestamento - peàtàda
pestapepe - pèstàpéver
pestare - peéttl
pestata - peàtàda
pesta - ptéta
pestatoio - pcéton, pestèll
pestatore - à' cèpìn
peste - pésta
pestello - peétèll, ^stòìi
pestilenza - pista
pesto - pàèta
pestone - bàtiroeù
petacciuola - pàiochm
petecchiale - pèteehiàl
peto - scorensgia, j^èii
petrelle - stàmp
petronciana - meresgiàn
petrosemolo - * erborimi
pettata - ràmpàda
pettegola - petégola, sàbèta,
mandràgora [bèta
petteg-olare - petegolà, sà-
petteg'olezzo - sàbètàmént
pettiera - petoràl
pettiere - picètt
pettinagnolo - pètenee
pettinare - pètenà
pettinatrice - pètenéra
pettinatura - petenàdura,
coàfur
pettine - pèten, petenin,
petenìna
pettinella - frosna
pettiniera - tàvolèta
pettirosso - pètiroéé, gò-
srosé, bàrbàross, picètt
petto - petoràl, pèec, pàr-
tìda, stdmegh
pettorale - petoràl
petulante - pètillànt, sbìr
petulanza - petUldnsa
pevera - pìdria
peverone - brasca
pezza - pèéa, pàtèll
pezzame - rotàmm
pezzo - pése, bacon, tòceh
pezzuola - fàsolètt, pànètt
pezzuolata - fàéolètàda
— 1018 —
pezzuoluccia - fàsolètin
piaccicotto - pàstrùgn
piacere - piàsè, gilst, fa-
vor, àgremdn
piacevole - giiétos, cerds
piacevolezza - blàndùra
piaga - piaga
piag'g'iare - hrovà
piaggiatore - sàvonàtt ,
sàonàtt, ètrisciànt
piagnisteo - piàngistéri,
màcàràda, eàràgnàda
piagnitore - liròn
piagnoloso - màcàrón^ ina-
càrènt, càràgnènt
piagnone - bercidn, berciòtt
piaguuculamento - lira
piagnucolare - màcàrà ,
lucia, càràgnàf bercia ,
fa l'oli
piagnulone - màcàròn
pialla - piànuSa, piàntn
piallaccio - codeghèta, mà-
piallare - piana [eia
piallature - bìiècàj
piallettare - fràtàèà
piallettatolo - fràtàss
pialletto - piàniisìn
piallone - piana
piana - càntir
pianatolo - piànàdòr
pianella - sibrèta, pàntò-
pianelle - <-5cor [fola
pianerottolo - repiàn
pianeta - piànéda
piangere - piàng, càràgnà,
Uccia, màcàrà
piangimento - piàngistéri
piangolare - càràgnà
piangoloso - càràgnènt
piano - pian, àpiàn, àdàsi,
lise, soli, piànta
pianoforte - piano, cémbol
pianta - piànta, màpa, pè,
pedestàll, tipo
piantaggine - pàiochm
\nanìare - pientà, mèttgiò
piantato - pientaa
pianura - pianura, piana,
pian
piastra - piastra
piastrello - boletin, ovaa,
scirósa [nisc
piastriccio - pàétrugn, me-
piastrino - tondin
piatellino - bobèsg
pie
piatire - tontognà, ràtelà,
litiga
piatitore -ràtelàtt, litigati
piattaio - piàtee
piattaforma - piàtàfórma
piattellino - bàéilhi
piattello - tààìn, piàtt
piatteria - piàtàrìa
piattino - tondin, tàsin
piatto - piàtt, tónd, forma
piattola - bordòcch
piattonata - piàtonàda
piattone - piatola
piazza - piàsa, pàsqicee,
post
piazzaiolo - ràbòtt
piazzale - piàsàl
piazzata - piàsàda
piazzuolo - bàràba
piazzuolo (l'essere) - bà-
ràbìsmo
picca - pica
piccante - picdnt
piccatigli - mondeghili
picche - piceh
picchetto - pichètt
picchiapadelle - conscià-
làvésg
picchiappetto - càScàin-
pètt, brelòcch
picchiare - pica, bàtt
picchierello - màrtelìna
picchiettare - picoèà
picchiettiito - moscaa
picchio verde - bècàsciòceh
picchiotto - bàtirceil, bà-
tàgg
picei uaco - tànàsctn
piccino - piscinln, pìcol
piccionaia - lobiàn
piccione - piiviòn
picciuolo - picoll, gàm-
beta di botati
picco - pij
piccolo - picol, piseinin
piccolezza - minùsia
piccoso - permàlòs
picea - pèscia
pidocchieria - pedoeiàrìa
pidocchio - pimucc, pe-
dòce, biss
pidocchio riunto - vildn
rifaa
pidocchioso - pedacios ,.
lendenon
pie, piede - pè, pee
pie
piedestallo - pedestàll, pè
piedi (a) - à pèseidn
piega - pièga, crespa
piegare - piegete àtortà,
reculti, bàia,
piegarsi - sbàéàsé
piegatello - àsha
pìegliettare - cànètà
pieghettatrice-eànètòc^ora
pieglievolezza - elàéticitaa
piella - pèscia
piemontese - bogiànèn
pienezza - còrp
pieno - pien^ ras
pietà - lìietaa
pietanza - pitànéa
pietica - càvàlètòn
pietoso ~ pietos [vlv
pietra - pietra, preia, sàss,
pietraio - màrmorìn
pietrìno - fermàntipòrt
pifferello - qiiàder
piffero - ptfer, élfol
pigiare - échiscià
pigione - fUt, fico
pigliare ciàph, tmil
pigmeo - pigmeo
pignatta - pignMa, màr-
pignatto - Ètilln [mìta
pignolo - pignoni
pignone - penèll
pignoratario - pègnàtàri
pigolare - ciciorà
pigolone - frigna ^
pigraccio - fànàgotòn
pigrizia - pigriàia, fescià-
ria, fencisciària, àcìdia,
inedia
pigro - ptghe>; polir on,
pàntàlòn, pMegh, fèscia,
fencisc, tartaruga, àécà ■
disc [dàrénsc
pigrone - fèseiós, derànsc,
pila - ptgna^ pilòn, tìna,
nàvèll, fórma
pila, piletta dell'acqua
santa - àcquàmntìn
pilastrino - pàràcàr
pilastro - pilàster
pilachera - stròll
pillola - pinola
pillola di gallina - borldj
pillottare - triicà
pillone - bàtirceil , bàio,
truccli
pillottare - pergola
— 1019 —
piloro - piloro
piluccare - pcliicà
pilucco - fllàper
pimpinella - pimpinéla,
pàmpinila
pina - gàróla
pince - pine
pingue - gràà§
pinguedine - gràsa
pino bianco - peseta
pinocchio - pignmu
pinsette - moieta
pinza - besèi
pinzacchio - bàrbel, fràtìn
pinzare - besià
pinzetta - borsèla
pinzette - pinàa
pìnzimiglio - conéa
pinzocliero - bigòtt, beà-
tòn, biàsdpàtèr
pioggia- dàcquàda,pioeuva
pionibaiola - bàia de
piómb
piombino - pidmb, bronsln
piombo - piamo
piombo (a) - driéé, dritt
pioppo - pobia
pioTviginare - piovisnti
piotare - eodegà
piovere - piioeilo
pipa - pipa
pipare - pipa
pipino - càncàmn
pipistrello - tegnoetlla
pipita - ^j«irfa
pippoli, perline - àéàlitt
piramide - piràmida
pirite - màrchesèta
pirone - eiàveta
piroscafo - bàtèll
pirotecnico - foghìsta
piscia - pisa, orina
pisciacane - boff
pisciare - pisà, orintL
pisellata - àrbijMa
pisello - erbión, erbèj, tti-
cola
pispoletta - giiéeta
pispoletto - dordinètt
pispolone -rforrfm, dordtna
pissi pissi (fare) - ciciorà,
eipp cipp, cicioritt
pista - pista
pistacchio - pistàceh
pistagna - golèra
pistagnino - contràpàta
poi
pistilli - bàrbis
pistola - pistòla
pitale - orinàri
pitoccare - pitocà
pittima - pltima
pittore - pilòr •
pittoresco - pitorésck
pittura - piiùra
più - pii, pilsee
piuma - piuma, pena
piumacciuolo - piiìmàsin
piumino - piiimm, esprit
bofètt
pinolo - bàsèll
piuttosto - putdst, màgàra
piva - piva
piviale - piviàl, pilviaa
piviere dorato - eoo d'or
pizzicagnolo - eervelee
pizzicante - besiént
pizzicare - besià
pizzicheria - cervelària,
eervelerìa [éièmt
pizzo - moscheta, vàlàn-
placare - placa
placido - plàcid
plasticatore, plastico -
figurista
platano - plàten
platea - platèa
plateale - plàteàl
platino - plàtin
plico - plieeh
plurale - plUràl
pneumatico - pneiimàtick
pocciare - sciscià
pochino - cicc, miserìn
poco - pòcch, poo, àpéfittf.
doma
pocolino - brìs, brisin
pocolino (un) - on griéè
poderaio - màsee
podere - loeilgh^ màsdrìa,
sit, tera [ghètt
poderetto, poderino - lo-
poenia - poèma
poesia - poesia
poeta - poita
poetico - poètich
poggio - dòàs
poi - poeii
poiana - poiana
poiché - degià che
polenda, polenta - polènta'
polentina - pàptna
polire - liistrà
poi
politica - polìtica
politura - lilstràdÈra
j[>olizza - pdlisa, bolèta
pollitio - polee
pollaiuolo - polirceli
pollanca - palanca
j)ollastro - polàster
pollice - didòn , pòlis ,
somes
pollivendolo - polirceu
pollo - polàster, pùi
pollo d'India - polin
pollone - sgàrsosu, bròcch
polmone - polmon, ròse,
coràda, eoràdèla
polpa - polpa
polpastrello - gràèèll
polpetta - polpèta
polsini - liétìn
X)olsino - màniéìn
polso - pois
polta - polt, polla
poltig'lia - polentina
l)oltig'lioso - pàtuseènt
l)oltiniccio - menìse
poltrona - poltrona, dor-
mcms
poltrone - poltròn, fèscia,
àscàdlse
poltroneria - fèsciària
polvere - p'òlver, sàbia
polveriera - polveréra
polverino - èàbiin, bràsii
polverio - poheréì-i
polvig"lio - eosinètt
pomata - potnàda, man'
teca, iìiguènt
pomato, pomellato - doblaa
pomice - pomes [dura
pomiciatura - impòtnesà-
pomidoro - tomàtesa
pomo - pomèll
pompa - pompa
pompiere - pompiér
pondi, pondo - pone
ponte - poni, imbarcadero
pontefice - papa
ponticello - pontesèll, cà-
pilcìna
pontificale - pontificaa
pontile - iìnbàrcàdéro
popolare - popola
popolo - pòpol [lonéra
poponaia, poponaio - me-
popone - melón
poppaione - bàstàrdòn
- 1020 -
poppare - tètt, seiscià
poppatoio - scisciòn
porcellana - porcelàna
porcheria - porcàda, por-
scèlàda, riiff
porco - lìòrch, porscèll,
loeugia
porcospino - risporscèll
poroso - poròs
porre - ìnUt
porsi - mètes
porta - pòrta [triòtt
porta coda - mttria, mi-
portabandiera - banderài
portabicchiere - portàbi-
cér [din
portacatinella - portàcà-
portacroce - crocìfer
portafoglio - portàfosùj
portalettere - portàlèter
portamento - dipdrt, por-
tàment [letìn
portantina - portantina,
portantino - portoeilr
portapunzoni - Msola
portarsi - portàès, dipor-
tàéé
portare - porta
portata —jiortàda
portatura - porterà
portavento - cànaa
portello - porteli
portento - miràcol
portico - portich
portiera - porterà
portiere - portér , inèèr-
viént
portinaio - portinàr
porto - pòrt^ porlura
portone - àntón, àntdna
porzione - porèidn, pàrt,
tàngént
posamolle - bràsètt
posapiano - posàpiàn, tar-
taruga [dtini
posapiedi - sgabèlli àope-
posare - depònn, pondà,
bofà
posarsi - imbrocàsé
posata - posàda
posatezza - éàvièsa
posato - posaa
posatoio - bàchèta
posatura dei liquidi -
deposit, dà già
poscia - p(Eii
pre
posdomani - posdomàn
positivo - positìv
posizione - posiéiòn, si-
tuàsión
posolino - gropéra
pospasto - de^èr
posporre - pospònn
possedere - posèd , àvè^
àvègh
possente - potènte gàiàrd
possesso - ;josèéS' , prò-
prietaa
possibile - posìbil
possibilità - posibilitaa
possibilmente - iimànà-
mènt [ticolàr
possidente - poàidént, pàr-
possidentuccio - crostinàtt
posta - pòsta, mèèa
postema - piistema
posticcio - postiss
posticino - postàioeii
posticipare - poéticipà
postiglione - poétiòn
posto - pòèt, éit, loeugh
potassa - pottsa
potente - potént
potere - podè
potinicchiare - poncigntL
potticinare - sponcignà
pottiniccio - pàètrùgn ,
càrpògn, menìse
poveraglia - poeràia
poveretto - poerètt, pover,
meéehìn
povero - poer, pòver, mi-
seràbil
povertà - miseràbilitaa ,
misèria
pozzanghera - fòpa
pozzetta - bogìn, nàv'ell
pozzo - pose
pozzo nero - cistèrna
pranzare - disnà
pranzo - disnà, pràns
pratica - pràtica
praticante - pràticdnt
praticare - 2)ràticà
pratico - pràtieh, cògnit
prato - praa
pratoliua - primavèra ,
ìnàrgàritin^ càrdinàlitt
preambolo - preàmbol
precario - precàri
precauzione - precàiiéiòn
precedere - precéd
pie
precetto - precètt
precettore - màHier
precipitare -precipilti
precipitazione - precìpi-
tàsiòn
precipizio - precipui
precisare - precistl, deter-
mina [tHa
precisione - precision, esà-
preciso - precis , giUét,
pimticàl
preconcetto - prevemiòn
preda - cidptLda
predella -écàgnèll, comoda
liredellina - càdreghìn
predelline (portare a) -
fa là màdonina
predellino - càdrcgdn, bà-
selìn, cànàpertn, sgàbelin
prediale - prediàl
predicare - predieà
predicatore -predicàtòr
prediletto - predilètt
predilezione - preferènsa
prefazione - prefàsion
preferenza - preferénéa
preferire - preferì
preferito - predilètt
prefetto - prefltt
prefisso - preftss
pregare - prega
pregrliiera - orààión
preg-iare - àtimà
pregio - onór "
pregiudicare - pregiiklicti
pregiudizio - pregiiidìéi
prelibato - prelibaa, pàr-
ticolàr
preliminare - preliminàr
preludio - preludi, ovèrtiir
premere - prèmiti, cdlcà,
schissià, infà
premettere - premètt
premiare - premiti
premio - prèmi {siòn
I)remonizione - premoni-
premuuirsi - premiiniéé
premura - premura, iute-
rèsàment, urgénàa
prendere - eiàpà, mangia,
tceii
prenotare - prenota
preparamento -jorepàm<^^>
preparare - prejiàrà, pà-
regia
preparativo ■ prepàràtìv
- 1021 -
prepotente - prepotént
prerogativa - prerogativa
presa - piana, ciàpàda,
pàtina, tLnsa
presagio - sègn
presagire - disegna
presbiterio - presbitèri
prescindere - prescind
presciutto - giàmbdn
prescrivere - pre.§erìv
presentare - presenta
presentarsi - capita
presente - presènt
presentimento - presenti-
mènt
presenza - incolàdura, pre-
sèma
presepio - presèpi, màn-
giàdòra
preservativo - preservàtìv
presidente - preéidènt
presidenza - preéidèma
presmone - nioèt
pressa - calcherà, flòta
pressa da cacio - àsdn,
totìdèll
pressapoco - prèsàpòcch,
àòtsora
presso - àprèés, àtàceh,
tàeaa, àtàcaa, sòtt
pressoché - tneneman
prestanza - impresta
prestare - impresta
prestidigitazione - magia
prestino - prestìn
prestito - prèétit , imprè-
presto - prèst [étit
presumere - presiimm ,
prosmtt, intàiàss, fldàés
presuntuoso - presontUos,
bògher
presupporre - preéiipònn
prete - pret
pretendere - pretend
pretesto - pretèsi, sctlsa,
ràmpin, tìtol, tinèa
pretonzolo - pretàsciceiì
pretore - pretòr
pretto - sbotàsciaa
pretura - pretura
prevalere - domina
prevalersi - prevàrièé
prevaricare - prevarica
prevedere - prevede
prevenire - prevegnt
prevenzione - prevension
prò
previdenza - previdènsa
prevosto - prevdst
prezioso - pixàiòs
prezzemolo - i èrborinn-
prezzo - prèsi
prigione - preson, gàbia,.
gàtàbUia , fìbia , cdmii^
sciòìi
prigioniero - presonee
prima - prima
prima che..., prima di -
àvtlnti de [mtlri
primario - primm, pri-
primavera - primavèra ^
màrgàritin
primiero - primm
primizia - primiHa
primo - primm
prìmoflore - primavèra
principale -principàL me-
ter
principalmente - princi-
pàlmènt
principe - prmcip
principio - principi
priore - pridr
privare - priva [mènt
privatamente - privàtà-
privilegiare - privilegiti
privilegiato - elèta, pri-
privo - priv [vilegiaa-
prò - prò
prò (a che) - ad qiiid
probabile - probàbil
probabilità - probabilità^
probità - onestaa, gàlàn-
tomtsmo
problema - problèma
probo - oiièét
procaccino - pedòn, por~
tàlèter
procedere - procèd, tràtà,
tràtt, diportàmènt^ depor-^
tàmènt, vegnì
procedura - procedura
procella- borinèri, legntidoi
processare - procèsà
processione - funsiòn
processo - procèéè
proclama - jtrocltlma
proclamare - proclamai.
procura - procUra
procurare - pi'ociirà
procuratore - prociiràdór,
proda - riva [legai
prodezza - prodèsa
prò
prodigio - miràcol
prodigiosamente - miì-à-
colosàmént
prodigioso - miràeolds
prodigo - prodigh, spen-
dàscion, épenéieraa
prodotto - rictiv [crea
produrre -produ, fa, mètt,
prò fenda - pitànsa
professione - profèHon
professore - profesdr
profeta - profeta
profferire - proferì, esebi
profilare - filetà
profilatoio - fllàddr
profilo - profil
profitto - jff'ofitt
profluvio - profluvi
profondamente - dénter,
dent
profondarsi - ingolfàsè
profondo - profonda fon-
diiii, fònd [fiimà
profumare - profuma, per-
profumino - gingìn
profumo - àrèma
progettare - progètt
progetto - progètt
programma - progràma
progressivo - progrèsìv
progresso - progress
proibire - proibì, interdi,
inibì, inebì
proibizione - proibisiòn
prole - ficeù
prolisso - pirlòn
prolungare - prolongà ,
slongà
promessa - promH-a, paròla
promettere - promètt
promosso - promòsé
promozione - promoèiòn
promuovere - promoeùv,
pàsà
pronipote - pronevod
pronosticare - proiiosticà,
mètt [sègn
pronostico - prondstich,
prontamente - pronta-
mente à rinviàdtt
prontezza - prontèàa
pronto pront, efetìv
pronuncia - proniinsia
pronunzia - gdrga
propalare -propala, épàm-
pàntL, sqiidià
— 1022 —
propendere - inclina
propensione - inclinàéidn,
tefidénàa
propenso - propina, portaa
propina - propina
proponimento - proponi-
mént
proporzione - proporéiòn
proposito - proposit
proposito (a che) - ad
qiiìd
proposizione -proposiéidn
proposta - esibiéion
proposto - prevdst
propriamente - prdpi
proprietà - proprietaa ,
fondi, fóndo
proprio - prdpi
proroga - pròroga
prosa - prosa
proscenio - proscèni
prosciutto - giàmbon
proscritto - proécritt
prosopopea - prosopopea
prosperare - prospera, fiorì
prosperità - prosperitaa
prosperoso - prosperòs ,
proéporòs
prospettiva - prospètìva,
lontànànsa [der
prospetto - proàpètt, quà-
prossimo - prdsim
prostendersi - tìràés
proteggere - protég
protendersi - destirààs
protestante - protèsfdnt
protestare -protèétà, ràm-
pinà
protesto - protèsi
protettore - protetór
protettrice - mtima
protino - pròten
protocollo - protocòll
prototipo - originai
prova - prceiìva, eéperi-
mént, èàgg
prova di stampa - proeuva
de stampa, boràdór, bòèa
provare - proà, prova, sà-
provarsi - bogià [già
provenienza - promniénsa
orìgin, emànàèidn
provenire - provegnì
provento - provént, pro-
vèce [proèrbi
proverbio - provèrbi,
pnu
provincia - provincia,
proluda
provino - provin, proin
provvedere - proéd, munì
provvedimento - misUra
provvidenza - providénia,
proidénsa
provvisione - provision,
provigion
provvisorio - provisdH , i
proisòri, iìiterinàl 1
provvista -pì-ovista, proiéta ■
prudente - prtldént
prudenza - priidénm
prugno " brftgna
prugnolo - jìàstìna
pruname - bàrbtj
pruneto, prunaia - àrvéda
pruno - briignoeù , brii-
gnoeùla, épin
prurito - piirìsna
pubblicare - piiblicà
pubblicazione - piiblicà-
éiòn
pubblicità - piiblieitaa
pubblico - pùblich
puerpera - puèrpera
pugnale - stili
pugnello - bàsgia
pugnetta - pàtina
pugno - piign, rigorón
pula - bùia, busca, rèsca
pulce - pures
pulcinella - porcinèla
pulcino - poresin, biloeu
puledro - poléder
pulica - géma
pulire - netà, brava, monda
pulirsi - nètdés
pulitamente -/)o/l^ polito
pulito - nètt
pulitore - polidor
pulizia - polista, netèéa,
netisia
pullulare - nàé§, gèrmeià
pullulato - nàsilu
pulpito - pulpit
pulvino - cosln
pulzellona - popolana
punch - pone
pungente - picànt, besiòs
pungere - spung , becà,
hesià
pungetto, pungolo - ghiaa
punta - pimta, guéa
puntale - giigèla, puntai
pun
puntare - puntà^ fermtl
puntello - punteli, tàpèll
punteruolo - puntirceù, fv-
càrmt, bàrbèll
puntiglio - puntili
puntiglioso - puntiliós
puntiscritto - rnttrca
l)unto - punto, punt, epoca
punto avanti - infilèta
punto e virgola - punt e
rtrgola
puntoni - bràscimu
puntuale - puntuti
puntura - puntura, épwi-
giuda
pupilla - pilpìla, popmi
de Voeuec
pupillo - piipill
puramente - piiràmént
pure - pur
purga, purgante -piirgdnt
purgare - purga, netti
purgarsi - piirgàsé
purgatura - porcherìa
puro - p^r, s'cètt, sdii
pusignare - peliicà de chi
e de là
pusillanime - vile
pustula - x>^^tola
l)utiferio - giubilee
putrefare - màrsct
1 puzza, puzzo - èpum
puzzola - gilàèta
Q
q - qu
qua - età
qua qua - quàquà
qua qua riqua - qtiàj
quàiòtt
quaderletto - chignmì
\ quadernaccio - primàndta
quaderno - quadèrno
quadracelo - quàdràse
quadralo - quàdree, qua-
drati
quadrante - quàdrànt
quadrare - quadra, Squa-
dra, quadretti
quadraro - quàdree
quadratino - quàdràtin,
quàdràtòn \der
quadrato - quàdraa. qutl-
quadratura - quàdràdhra,
quàdrètàdura
— 1023 —
quadrello - quàdrètt
quadreria - quadrerìa
quadrettino - 5fropè/;<, quà-
. dretln, quàdrètón
quadretto - quàdrètt
quadrigliati, quadriglie -
quadrili
quadro - quàder
quadrone - piànelòna
quadruccio - quàdrèll
quaglia - qutiia
quagliatura - càgiàda
quagliere - quàirmu.
quaglieraio - quàiotéra
qualche - quèj
qualchecosa, qualcosa -
qudicòèa, qiièicosa, quài-
còès, quHcòéè
qualcosina - quàicosorìna
qualcuno - quàidun, quài-
ghèdun '
quale, quali - quaa
qualificare - qualifica
qualità - prerogativa, quà-
lìtaa, iort [ménte
qualnientecliè - conquàl-
qualora - qualóra
qualunque - ogni
quando - quànd
quantità - quàntitaa
quantitativo - quàntitàtiv
quanto - quànt
quanto mai - finàmài
quanto più - compÈ
quantunque - àncàbèn,
contiitt che
quaranta - quaranta
quarantena, quarantina -
quarantèna
quarantino - quàràntin
quarant' ore - quàrànt' or
quarantottata - quàrdn-
totàda
quaresima - quarésima
quaresimale - quàresimàl
quartal)uono - càrtàbon
quartana - quartana
quarteruolo - marea
quartetto - quàrtètt
quarti - qutrt, fòld
quartiere - quàrtér, àpàr-
tàmént [tin
quartierino - àpàrtàmen-
qnartina - quartina
quarto - quàrt, quàrtee,
gàvèll
quo
quarto d' oncia - quàr-
dònsa
quarto d'ora - quàrdòra
quartuccio-g'Màr^m, sàina
quasi - quasi, àsquàs, me-
nemàn, squàs, squàsi
quasi punto - àpèna, doma
quatto - quàcc
quattordici - quàtdrdes
quattrinaio - borèon
quattrino - ghèll^ quàtrìn
quattro - quàter
quattrocento - quàtèrcént
quattropiedi - quàter pee
quella - quèla
quelli - qiièj
quello - quèll
quercia - rdgor, rògora
querciolo - règondìn
quesito - quesiti
questi - quist, étì
questionare - qiiistiontt,
competi, cinquanta
questione - qiiiètidn
questo - quèèt
questore - quèstór
questua - quèstua
questura - questura
qui - chi
quiescenza - quièseénàa
quietare - quièta, quièta
gio, imbonii rèqiiià
quiete - quiète^ pàs, rèqiii
quietezza - quietèsa, éà-
vièàa
quietino - morgntn
quieto - férmo, quièti, rà-
còlt, tràìiqmll
quindici - quindes
quinta - quinta
quintale - qiiintàl, fàss
quinterno - qiiintèrnètt
quintessenza - quinte-
sènéa
quintina - quintina
quinto - qiiint, qilintin
qui prò quo - qilipròquò
quissimile - qilidèìmil
quistiouare - litiga, seom-
quistioue - Ut [bàtl
quistioni - ciàcer
quitanza - quitànsa, con-
fèfsà, ricèvàda
quota - qiidla, tàngént
quoto, ({woiìenìQ-quòsiènt
r - èra
rabbacchiotto - bàrdàèa
rabarbaro - ràbài-bor
rabbattere - cwibà]
rabberciare - pèàà
rabbia - dàìia, ràbia. ve-
rabbiata - foreàda [leu
rabbino - ràbìu
rabbioso - ràbios
rabboccare - ràsti
rabbrividire - bàrbèlà
rabbuffato - rebilfaa. ètra ■
bufaa
rabbuflfo - felipp, fìlìpica,
mostàciàda, reciòcch
rabesco - àràbUeh
raccattare castagne- àn-
tegià
racchetta - pàlèta
raccogliere - regoeuj
raccolta - ràcolta
raccolto - ràcdlt
raccomandabile - ràco-
màndàbil
raccomandare - ràco-
màndà
raccomandatario - ràeo-
màndàtàri
raccomandazione - ràco-
màndàsidii
raccontare - cicuta Sii
raccorciarsi - restrénges
rachitico - ràchìtich
racimolare - gràpelà, spi-
garti
raddolcire - indolii
raddoppiare - ràdopià ,
redobid,
radere - bertonà , rasa ,
sbarba [ràdis
radica, radice - ràdica,
radicchino, radicchio -
bàrbèta, biobio
radimadia - rttspa
rado - ràr
radunare - ooneentrà
radnra - tràcia
raffardellare - infagotti
raffazzonare - ràngià
raffazzonato - ràngiaa
raffermo - pòéà
raffilare - refdà
raffilatura - refilàda
raffilature - remond&r .
_ 1024 —
raffineria - ràfinària, rà-
finerìa
rafforzarsi - rinforsàsé
raffreddare -re/rè^'l, sfregi
raffreddarsi -s^^-e^fis^, sorà
raffrigno - càrpogn
raganella - triceh e tràcch
ragazza - bàgàia, popola,
tosa
ragazzaglia, ragazzame -
bàrdàéerta menUdra
ragazzata - bàgàiàda,
bdrdàsàda, fiolàda
ragazzetto - màé'cètt
ragazzo - bàgàj, bàrdàsa,
fioeù, pivèll [rtii)a
ragazzone - bàrdàsdn, bà-
raggio - ràgg, ràia
raggiratore - ivibroidn,
regiràdòr
rai^giro - crhnes, gttbola,
gir, imbroiàda, involtiàda
mànég, menàda, pàstiéé,
polt, polla, ràgir, regir
raggiustare - regiUàtà
raggiustatura - regiiistà-
dUra
ragguagliare - ràgiuìlià
ragguaglio - ràguàli
ragia - resina
ragionare - ragiona, reso-
nà, dèscor, diécor, diécUtt
ragione - motiv, reson, tì-
tol
ragioneria - ragionarla,
ragionerìa, contàbilitaa
ragionevole - ràgio7iévol
ragionevolezza - orièétaa
ragioniere - ragionati ,
contàbil
ragna - àntàna, àntànèla
ragnaia - rdcol
ragnare - rid, slisà
ragnatela - ràgnéra
ragno - ràgn
ragliare - ragià
ragliata - ràgiàda
raglio - ràgg. ràgiàda
raggrinzare - increspa ,
crèépà
raggrinzatnra - incrèèpàda
ragù - ràgo
ralla - pàlèta, pitela
rallegrarsi - ràlegràsé
rallevare - leva
rama - rama, brSca
rap
ramaglia - hrocaa
ramanzina - merémur
ramarro - bàchètee, ghèés
ramata - bàtàrèll, boridòr
de ròcol
ramato - ràniaa
rame - ràmm
ramerino - iisniàrìn, ro-
smariii
ramicino - bròchéta
ramiere - ràmee
ramino - ràmirm
rammaricchìo - frignàdUra
l'ammendare - menda
rammendatore - mcndee
rammendatrice - mendéra
rammendatura - càrpdgn,
mendàda, mendàdùra
rammentare - Silgeri
rammontare il fieno -
ber ina
rammorbidire - molificà
ramo - ràmm
ramolaccio - remolàsé
ramoscello - frasca
ramoso - rìmaa
rampicare - rampa, ràm-
pegà
rampichino - ràmpeghin
rampicene - ràmpón
rampini - ràmpinèra
rampino - ràmpìn
rampognare - briiécà sii,
càscia Sii
rampollo - sgàrsoeiì
rampone - ràmpón
rana - rana
rana bombina - bàgàgèll
ranciato - orànsc, color
rancido - rànsg
ranco - sciàbàlòn
randagio - $dvài, striisón
randello - bàtàec, cànsón,
màngànèll, mèner, regon-
rango - rango [din
rangolo - ràngol
rannicchiar si - *«sciVo<à4'6%
niciàsé
ranniere - sóin
ranno - lesiva, srnoeuj
ranocchio - rana
rantolo ■ ràntegh
ranuncolo - noroneol
rapa - ràva, bàcicia, bo>-'.
iòcch, ce-ò-cd
rapaccione - ràvètón
rap
rapanello - rdoànèll, re-
molààìn
rapare - bertonti, melonà
raperella - pomèll, rànéla,
ràvèta
raperina (erba) - càsèll
raperonzo , raperouzolo
- ràmpmtìsgen
rapìcella - ràviseìoau
rapidità - sveltèéa
rapignoue, rapone -*bo-
iòcoh
rappacificarsi - giilàtdéè,
reconciliàss . riconci-
liMs
rappe - crèpàsc, malandrà
rappezzare - rèpès-'à
rappezzatura, rappezzo -
rèpèìi-s
rappiccinire - s-piscinì
rapportarsi - rimètes
rapporto -ràp5ri(, relàsión,
ripòrt
rappreudersi - gropì
rappresentare -rà^ese«^a
rappresentativo - ràpre-
sentàtio [sentàsiòn
rappresentazione - ràpre-
rap preso - ràgrilmaa
raramente - ràràmént
rarità - ràritaa
raro - ràr, prodigiòs
rasare - cànelà
I rascliia - raspa [lama
rascliiare - ras' età, raspa,
raschiatoio - rànseta, rè-
scadòr
raschiatura - ràépàdilra
rascia - perpefiièll
rasente - àdree-àdree
rasiera - rMpa, sàpa
rasiere - régol
raso - àràs, ras
rasoio - rèso
raspa raspa
raspare - rààpà, Sàpà
raspatìccio-duètt e ràmpìn
raspo - gràpa
raspollare - gràpelà,spi-
gorà, pincìortL
rassegna - defilé, mòètra,
rovista . rivi sia
rassegnare - notifica
rassegnarsi - rdsegnàsé
rassegnazione - ràéegnd-
éión, pus
65
— 1025 —
rasserenarsi - indrisàss,
inserènàss
rassettamento - càvèsàda
rassettare - càvèsà
rassettatura - giiiétddura
rassodare - indurì, inspèsi
rassomigliare - samèiti,
somilià
rasticone - tiràbràsea
rastrellare - reétèlt
rastrellata - restèlàda
rastrellato re - reétèlìn
rastrelliera - reételèra, bè-
tta, denterà, mesolin», Ma
di piàtt
rastrellino - resègheta
rata - rtita
ratificare - ratifica
ratrxppire - re^ciàss
rattenere - ferma
rattenersi - tegnisè
ratti nare - ratina
ratto - ràtt
rattoppare - pèèà, regiiiétt,
spuncignà, tàcontl
ranco - ràuch, gàrboeùsc
ravacciuolo, ravice - m-
vìso
ravaglione - s' ciopirceill
ravanello - ràvànèll, remo-
làsin
raviggiuolo - càrsénSa,
robioeula, ànolìn
ravioli - màlfàtt
ravizzone - ràveiòn
ravvedersi - ràvèdèss
ravviamento - càvèsàda
ravviare - càvèèà, destri-
gàés, distrigàss
ravviato - càvèéé
razione - ràéiòn
raziocinio - ràsioeìni
razza - rasa, ààèta, ràsgia
razzalo - foghìsta
razzamaglia - ràéàpàia
razzo - àrsirosti, édresHa
razzolare - riispà
re - rè
reale - reM, efètìv
realizzare - redlisà
realtà - reàltaa
rebbiu - ràmpòn
rebbio - punta
recente - modèrno
recere - rigetà
recidersi - iàiàsè
. rem
recidiva - ricàdUida
recidivo - recidìv
recipiente - recipiént
reciprocanza - reciproca
reciproco - reciproch
recitare - recita
recitativo - rècitàtìv
reciticcio - porscèlitt
reclamare - reclama
reclamo - rèclàmni
reclutare - recluta
redigere - redig
reddito - rédit, intròit
redina, redine - rèdena
redola - viàl
redrizzare - indrièà
refe - rèff
referendario - reporter
refettorio - re fetori
refrattario - refràtàri
regalare - dona, regala
regalo - regali, cado, don
reganno - màgioràna
regata - regata, règàda
reggere - goèrnà, porta,
rég, sostegni, resìét
reggifiasco - portàfià-^ck
reggimento - regimént, qo-
èrno
reggipetto - éoràcòll
reggitirelle - lìòrtàtirdnt
regina - regina
registrare - registra
registro - regtster, copoàr
regio - reàl
regnare - regna
regola - regola
regolamento - regolàment
regolare - regola, regolar
regolarità - regolàritaa
regolarsi - contègnièé
regolatore - regolàdor
regoletto - listèll
regoli zia - regolisi
regolo - riga, pientèna
relativo - relàtiv
relazione - relàsidn, ràport
religione - rèligidn
religioso - rcligiòs
reliquia - reliquia, vàn-
remare - rèma [ààÈsc
remata - rèmàda
remissione - rèmiéidn
remo - rèmm
remontoir, remontorio -
rèmontoàr
re»
1026
ne
renainolo - bàiròn, éàbio-
nee
rendere - rénd, fa àréd,
càscia (di fuoco ardente),
làs^. redà
rendersi - réndes
rendita - rendita^ rédit ,
renella - éàbièta
reni - rènn
renitente - refràtàri
rensa rene
renuncia - renùnsia, ri-
nuncia
repertorio - repertòri, ìn-
des, ìndice, rubrica
replica - rèplica
replicare - rèpUeà
reprimere - contègniéè
repubblica - rcpùblica
repubblicano - repiiblican
repulisti, ripulisti (fa) -
fa nètt
requiare - bofà, reqiiitt
requie - rèqui, rèqiiieni
resa - résa
rescritto - àtèrgaa
residenza - astanterìa
residuo - rèét
resina - resina, làrésina
resistenza - resiéténsa
resistere - resU-t
respirare - respira, fiàdà
respiro - rèépìr
responsabile - rèéponéàbiì
responsabilità - rèspon-
sàbilitaa
ressa - fUrUgMa
resta - rèstón
restare - rèsta
reste - bàrbis
restiatoio - sgàrstn
restituire - restituì
restituzione - rèstitiinòn
resto - rèst [étréng
restringere - rèstréng, ri-
restring'ersi - rèstrénges
retaiuolo - rediroen
retare - graticola ^ qua-
dretti
retata - ciàpàda, redtida
rete - barbata, bàrtàrèla,
boterà, nètàfónd, ràmàda,
réd, ret, pigàroeu
rete (da beccacce) - àltà-
nèll
reticella - gradisela, redìn
reticolare - graticola
reticolato - ràmàda
retino - ràmàdìn
retta - penàion
retto - giiist
rettore - i-etor, goèrnàtdr
rettorica - retòrica
rettorie© - retòrich
retro - rètro
reuma - reuma
reverendo - reverendo
rerisione - rèvisiòn, in-
cònter
rerisore - rèinsùr
rezzo - òmb'-a
rhùuim - riimm
riavere - reeiiperà
riaversi - ì-ebèlàss, rimètès
ribadire - rebàtt, rebèeà
ribalderìa - eàtiàiàda
ribaltare - rebàltà, ribàìttl
ribassare - ribàsà
ribasso - i-ibàéé
ribattere - rèbàtt
ribattitore - bàtin
ribellarsi - revoltàés. ri-
■voltàés
ribellione - rehèliòn
ribes - ribes
riboccare - sormonta
ribollire - rebiiì, siirbiiì
ribrezzo - ribrèés
ributtare - repiigntl, ri-
butti
ricaduta - ricàdùda
ricalcare - Iticidà
ricamare - ricama, tàcà
là frànsa
ricamatura - ricàmàdtìra
ricambiare - rénd
ricambio - recìproca
riCHmo - ricàmm
ricapito - riefipìt, recàpiti
àdrèss
ricascata - pànègiàmént
ricattarsi - impàtàsen, re-
ricavare - ricava [fàss
ricavo - ricàr [ràrìa
ricchezza - ricJièsa, scio-
ricchissimo - milionari
riccio - bisc, risc^ rispor-
srèll
ricciottone - biseión
ricci utello, ricciutino -
biscioeù
ricco - sciòr
riccone - milionàri
ricerca - indàgin
ricercare - indaga
ricevere - ricév
ricevimento - ricèi'imént
ricevitore - ricevidòr, ri-
cetòr
ricevuta- 7-icevùda. confèss
qiiitdnsa
richiamare - nota
richiamo - riciàtnm, re-
ciàmm. calamita
richiedere - comporta
ricincinnarsi - eineinàs:^
ricino - mantèca, rìcin
ricognizione - corèàpon
èión
ricompensa - 'rompem- .
corèsponsión
riconcigliarsi - riconci-
li àés, reconciliàès
riconoscere - ricoiioss. re-
conoss, àprovà
riconoscersi - orisontàès
ricoprire - quàtà
ricordare - iovègnì
ricordarsi - regordàés
ricordino - sovemr
ricordo - ricòrdo, memò-
ria, sovemr
ricoricare - sotèrti
ricorrf'nza - ricorénsa
ricorrere - ricò)'
ricorso - riedrs
ricotta - mascarpóne mà-
schèrpa
ricoverare - ricoerà
ricrearsi - divèrtiss, st-à-
riàsé, respira
ricreazione - ricreàHo»
div'ertitnént , legrìa
ricucitura - càrpògn
ricuperare - recupera
ricuperarsi - rimètes
ridandone - sgàràsgion
ridere rul
ridicolo - ridìGol
ridoli - rtdoi
ridotto - ridott
ridurre - ridii, porta
ridursi - rèstrénges
riempimento - impiè-nid-a
riempire - impiènì
riempito - pién
rientrare - retiràés, riti-
rà§s
rìf
rifare - rèfà, rifa, shròià
rifarsi - cdùtàsè, ràngiàsà
ingegnasi, rebelàéè, im-
pàtàsen
riferire - riferì-
ri fermare - rifèrmà
rififi - rifa
rifiatare - bofà, fiàdà, re-
spira
rifliitare (uon) - no di ne
biff ne bàff
rifilare - refilà
rifiorire - fìorètà
rifiatare - reftidà, nega,
scarta
ritìnto - rèfiid, rifM, ècàrt
riflessivo - ràcdtt
riflesso - riflèss
riflettere - riflètt
riflettore - rivèrber
riflusso - riflUès
rifondere - rifònd
riforma - riforma
riformare - riforniti
rifreddi - relìqiii, rànstlj
ri fu 'piarsi - refilgiàsé, ri-
fiigiàss
riga - rìga
rigaarlie - càécàmm, me-
nus, regài
riirare - riga
rigatino - rigàdin
rimatore - restelón de riga
rigattiere - pdtee
rigettare - rigetà
rigidezza - 7-igdr
rigogolo - gàlbee
rigore - rigor
rigoroso - rigoròs, sevér
rigovernatura - eorobia
riguardato - riguwdaa
riguardo - riguàrd
rilasciare - làsà
rilascio - rilàsé-
rilegato - ligaa
rilegatura - ligddùra
rileggere - rilég
rilevante - viàtos
rilevare - rileva
rilievo - rilév
rilucente - bàrliisént ,
sbèrliisént
rilucere - bàrliisì, sbèrliisl
rima - rima
rimanere - redtt
rimarginare - éàrti
- 1027 -
rimarginarsi - éàldttés
rimario - rimàri
rimasuglio - t-ànsàUsc, rà-
tàtóla
rimbalzo - sbàls
rimbalzare - imbràgàss ,
shàlM
rimbambire - rebàmbi
rimb imbito - bàlòta, ciiceh
rimbeccare - rebècà. repià
rimboccare - rèbàtt
rimboccatura - ddbia
rimbolubare - rèbombt,
rimborsare - rifónd
rimborso - rimbòré
rimbrencio - fìribiis
rimbrenciolo - étràfòj
rimbrividire - bdrbèlà
rimbrottare - càsciàsu,
tnoétàcià
rimbnsta - pètiirìna
rimediabile - remèdiàbil,
rimèdiàbil
rimediare - rimedia, re-
niedià, ripara
rimedio - rimedi, remedi,
medegàmént
rimenarla - menala
rimendare - menda, tàeonfi^
repUdorà
rimendatore - mèndee
rimendatrice - mendéra
rimeudatura, rimendo -
^ mendàda, tnendàdiira
rimessa - rimèsa
rimessione rilààé
rimessiticcio - rebiitt
rimestarla - mentila
rimetterci - giuntagli
rimettersi - bàndonàss
rimirare - rimira
rimodernare - rimoderna
rimondare - monda
rimondatura - retàj
rimttndature - rèmondà-
dUr
rimonta - remontàdUra
rimontare - remonttl
rimordere - rinidrd
rimorso - rimdré
rimpallo - repicch
rimpannarsi - quàtàéé
rimpannucciarsi - rebeldss
rimpettito - bófànt
rimpiattare - fognata
rimpiazzare - rimpiàsà
rip
rimpinzare - impirotà
rimpinzarsi imbàsofiàsé
rimpinzato - fognaa
rimprovero - bepùda, cria-
da, filipp, filipica, osèr-
vàéiòn, rimpròver
rlncalcagnare - àcàlcàgnà
rincalzare - regolati
rincalzo - risorsa
rincappellare - incàpelà
rincarare - crèsé
rincartare - àprètà
rincontro - inconter
rincrescere - rincì-èsà
rincrescimento - rincrè'-
scimént
rinculare - reeiilà
rinfacciare - rinfàeià, mo-
étàcià
rinfagottarsi - impàgno-
tMé
rinfrescante - rinfrèScànt
rinfrescare - rinfreèctL,re-
frèécà
rinfresco - éporginiènt
rinfrinzellare - càrpognà
ringhiare - rogntt
ringhiera - fèràda
ringranare - rèétobitt
ringrano - reàtòbi
ringraziamento - ringrà-
éiàmént
ringraziare - ringràsià
rinnegato - rinegaa, rè-
negaa
rinnovare - rinovà, renarti
rinnovazione - rinovàsioti,
rènovàéiòn
rìntegolare - retèeitl
rinterzo - càtiton
rintoccare - bòtintL
rintonacare - rèétàbiU
rinuncia - rinunsia
rinunciare - rèfìidà
r invangare - i-evàngà
rinvenire - revègnì
rinvestigare - revàngà
rinvigorirsi - ingàgliàr-
disà, ingàiàrdiàs
rinvilire - editi
rinzaff'are- imbroctl, étàbilì,
rebocti
rinzaffatura, rinzaffo -
imboiàcàdUra
riottoso - ràtelàtt
riparare - ripara
rip
ripassare - ricor
ripesco - gir
ripetere - ripèti, bìsà
ripetitore - ripètidor
ripezzare - repèsà
ripiano - rèpitn
ripicco - rèpicch
ripido - in pee
ripiegare - ripiega,
ripiegarsi - dobiààé
ripiego - ri/iiégh
ripieno - pién, fodrìna
riporre - gunrnò,, mètt vìa
riporto - ripari
riposare - riposti, fèrmàSs,
rèqtiià. poéà
riposo -ripòs^pàUsa, quiete,
rèqùi. pas
ripostiglio - ripoétili, re-
postili, secréti, éegrètt
riposto - bufè
riprendere - briiécà éfi
riprese - cdv
ripugnanza - ribrèèé
ripugnare - repilgnà, ri-
butti, urta
ripulire - dèsmorbtt
ripulita - netàda
riputare - giudica
riputazione - ripiitààión,
crédit
riquadrare - quadra
risaia - riséra
risaltare - risalta, cipà
risarchiare - remondà
risarcire - cioàtrisààs
risata - ridàda, ridùda
riscaldamento - fogàéion
riscaldare - scalda
riscaldato - fogaa, info-
làrmaa
riscappinare - rèmontà
riscattarsi - càutàsé
rischiararsi - indriéàéè
rischio - rié'c, pcrìcol
rischioso - àsàrdòs
risciacquare - resentà ,
ààequàgià. Sàquàgià
risciacquatolo - fUga
risciacquatura - eiorlìna,
resentàdùra
risciacquo - cUnHà
riscontrare - riscontra,
controlà
riscontratore - controlceùr
riscontro - controlàrta ,
— 1028 —
cmitroleria, eontròll, pàn-
dàn
riscossione - incàèé
riscuotere - ìncàéà, scoeud
riserbo - scòrta
riserva - risèrva
riservatez/a - risermtééa
risipola - rosìpola, mài-
sàsc
risma - risma
riso - rls
risolare - resola
risoluto - risoluto
risolvere - deeìd
risolversi - risdl'ves,deeides
risone - risoti
risorsa - risorsa
risotto - risoli
risparmiare - riépàrmit,
èconomisà, spàrmt
risparmio - risparmi, eco-
nomia
rispettabile - riépètàbil
risp -ttare - rié-pètà
rispetto - rispètt, religìon
rispettoso - rispètds
rispleiidere - lUst
rispondere - risponda rè-
Sf)dnd, repià, rebèctt
risposta - risposta
risprangare - disi
rissa - Ut, bèga
ristabilire - rèstàbill
ristabilirsi - ristàbiliés
ristagno - riétàgn, àrènà-
mént
ristampare - ristampa
ristauro - restàiir
ristoppiare - reslobià
ristorarsi - respira, risto-
ristoro - riélor [ràss
ristrettezza - ristrètèsa
ristretto -àbresgé, riétrètt,
ciisii
ristucco - sàgg, étuff
risultare - risulta
risuscitare - resilscità
ritagli - stretàj
ritaglio - rettj , ràn^àj,
dettili
ritardare - ritarda
ritardo - ritàrd
ritegno - ritègn
ritenere - contegniés, ri-
tegni, tràtègnì
ritentiva - ritentU-a
roc
ritirare - ritira [ràés
ritirarsi - ritiràss, reli-
ritirata - ritiràda, reti-
rada, càmer
ritiro - retir, ritir
ritmo - témp
rito - rito
ritoccare - ritocà
ritocco - ìtiMer
ritornare - torna, repègni,
rim,èles
ritornello - ritoi-nèll
ritofno - ritorno
ritrarre - ricava
ritrattarsi - ritràtàéè
ritratto - ritràtt
ritrecine - rodòn
ritreppio - éàtnbruca
ritto - dritt, driés, iìidritt,
indriss
riunione - eróse, croeéso
riuscire - reiiét, vègni
riuscita - èsit
riva - riva, épònda
rivalersi - impàlMen
rivangare - rivanga
rivedere - pàéà, rivede
rivedersi - rivedèéé
rivellino - meneghina
rivemlugliolo - postee
rivenire - torntL
riverbero - rivèrber
riverenza - riverénéa
riverire - riveri, reveri
riverisco - reverisi
rivincita - pàs
rivista - rivista, revista,
defilé, moàtra
rivocare - rèvoca
rivolgimento - gir
rivolta - pàlelèla, rebèlión
rivoltare - rivolta, revoltà,
àrà, fenàgià
rivoltella, rivoltina - re-
volver
roba - roba
robinetto - riibinètt
robinia - rubina
robustezza - /orsa, vita
robusto - robààt
rocca - roca, liimin
roccata - paniseli
roccetto - rochètt
rocchetto - eàpioiu, ro-
chètt, pignòn
roccia - gcìna
roc
— 1029
sac
roccìe - bricch
rocco - ròcch, bòtt
rodere - roda , rosegà ,
smangiti
rodersi - bisct
rodomonte - spàron
rograzioni - litàmj
rogito - rògit
rognii - rogna
rol Ietta - rolèta
rolletto - rolètt
romaiola , romaiuolo -
mescola, tàéa
romano -bronshi
romanzina - romànstna,
beeuda, ràfè, eriàda, fè-
lipp, fìlàda, filìpa, infe-
meràda , mostàciàda, va-
gò, rèfilàda, rèfilè, ro-
sàda
romanzo - romàne
rombazzo - bàcànéri
rombo - (Mèli
romice acquatica - èrba
amara
romito - remlta, eremita
romore - èpuell
rompere - rdmp, àrà, écàr-
j)tl, s'cèptL
rompicapo - rompàeoo
rompicollo - bàlòsé, li-
fròcch. scorlàcoo
rompimento - ròtùra
ronca - rensriòtt
roncola - ràmpinètt
roncolo - pigàsìn
ronchetto - foleinètt
ronda - ronda
rondine - ròndcna
rondine (riparia) - dàr-
dàn, dàrdànèll, dàrden
rondò - rondò
ronzino - briiec
ronzone - vioécon
rosa - roeusa, sciscimt
rosaio - rosusa
rosario - rosàri
rosellina - gràtàcUU
roseo - color incàrnàdhi
rosetta - incàéter
rosicare - rosegà
rosicchiare - resignfi, ro-
da, rosignti
rosmarino - ilsmàrin
rosolaccio - popolana
rosolare - confmti
rosolato - tòit
rosolia - fèli; fere
rosolio - rosòli
rospo - sciati
rosso - ro8à\ sègn
rossoretti - pomitt
rosta - crèé-pìn [rogna
rosticci - màrògna, mo-
rosticciere - bois
rosume - ràfisàj
rossumata - rosiimàda, re-
suniàda
rota - mosùla
rotabile - eàrosàhil
rotaia - trotàdor
rotare - bi'rlà , inrodà ,
pirla
rotazione - gtr
rotella - bìrlo , boi-eia ,
campimeli
rotellina - bàsgia
rotolare - rotola , boria,
borianti, ciirlà
rotolata - tòtna [lòn
rotolo - ròtoli càvèss, bor-
rotondo - rotònd , tònd,
rotta - càlàda [ì-edónd
rottami - botiinim
rotti, rotto - ròtt
rottorio - fontìcol
rottura - rotUra , ròta ,
guàét
rotula - borèla
^roventare - roentà
rovere - rogar, rògora
rovescina - dòbia
rovescino - cànèta, rebà-
tidura
rovescio (a) -àV incontràri
rovescio - rovere, inverà,
ratina
rovina - riiìna^ disàster
rovinare - riiinà, éàéinà,
bolgirà , pérd , bosàrà ,
màsàcrà
rovinarsi - pèrdes
rovinato - pèrdiiii, riiinaa
rovistare - fogna
rovo - spm
rozza - àprèla
rozzo - dèsgàrbaa, groèo-
làn, grilhiàn , ordinàri^
rustich, èàlvàdegh, sgi-ésg
rubacchiare - raspa, ro-
bàtà [rubina
rubacuori - robàcoinr, bà-
rubare - roba, gratti, bara,
foràgià, mena dent, ràn-
già
ruberia -roM^^Si, làdrdrt»
rubino - riibin
rubrica - rUbrica
ruderi - botiimm
ruffa, raffa - eiàpa ciàpa
ruga - crespa^ grìnsa
ruggine - matta, negròn,
rùgin
rugsrire - riisgì
rugiada - rostLda
rugoso - crèsp, crèspaa
rugumare - màétegà, se-
grinà .
rullare - borlonà
rullo - borldn, morinèll
rumenta - ruff
rumentaio - rUee
ruminare - màsnti
rumine - bar et a
rumore - frècàss, fiirugà-
da. émdrgèss
ruolo - piànta, stàt
ruota - roeuda, torno
ruotone - rodda
ruspa - ràgia
ruspare - raspa
russare - ronfà, ràntegà
rustichezza, rusticità -
riièteghèsa
rustico - r&stich, ghìrla ,
pèrsegh, picch
ruttare - roda
rutto - roeud
ruvida - éprèla
ruvidezza - riièteghèsa ,
màlàgràéia
ruvido - dèsgàrbaa. riiàpdn,
rustich, sgrèsg, montrii-
GÒtt, tànghen
ruzzante - smorbi
ruzzo - riisé
ruzzolare - boria, borlondi
s - èéa
sabato, sabbato - èàbet
subbia - sàbia
sabbioso - sàbids
sacccmte - dotar
saccenteria - dotoràda
saccentone - èàpienton
sac
sascheg-^iare - éàchègià,
botinà
saccheggio - éàchég
sacco - sdcch, gòss
saccoccia - sàcocia. gàidfa
saccone - bàlon, pàiàriés^
pàiòn
sacerdote - -pì-ét [tt
sacramentare - éàeràmen-
sacrameiito - éàcràmént
sacrestia - sagrestia
sacrificare - sacrifica
sacrificio - sàcrifìsi
sacrilegio - sàerilég
sacro - sacro
saeppolo - speron
saetta - sàeta, mècia, dia-
voléti
saettone - smirdld
saettnzza - punta
sagace - fin
sagacia - finesa
sagacità - drolàrìa
saggiare - tàètti
saggiatore - àsàgiàdòr
saggina - melga, melgheta
sagginale - melgàse déla
mèlga
sagginella - melgheta
sagoma - sàgoma
saggio - sàgg, eàmpiòn,
esperiménti mostra, tocch
»<agratina - sgàiósa
sagrato - segraa
sagrestano - éèertsta, se-
grìsta
sagrestia - sagrestìa
saina - melga
sala - sàia, lisca, éaa
salacca - sàràcch
salamandra terrestre -
eerctkria
salame - sàlàmm
salamistra - dotdr del lèla
salamistrare - plàtà,
salamoia - salina
salare - bigia, éàlà
salario - onoràri, sdiàri
salata - insalata
salato - sàlaa
salcio - sàres
saleraut - sàlcràut
saldare - salda
saldarsi - éàldàéà
saldatolo - sàldàdor \
— 1030 —
saldatura - éàldàdura, pe-
rùea
saldo - saldo, sàld, frànch,
stàgn
sale - éaa
salgemma - sàlgèma
salice - éàres
saliera - éàlin
salire - monta, rampa,
ràmpegà
saliscendi - àlsàpè, ùlsà-
pce, sàltàrèll, spàgnolèta
salita - sàlida, montàda,
rampa [spua
saliva - saliva, bàuscia,
salivazione - éàlivàsidn
salma - mòrt
snlmo - salmo, éàlma
salnitro - sàlmter
salone - lisca
salsa - salsa, póeia
salsamentario - sdléàmen-
tàri
salsiccia - liigànega
salsicciaio - liigàneghee
salsiccione - sàlèisòn
salsicciotto - liigmiegòtt
salsiccinolo - lUqàneghin
saltabecca - cornàbd
saltaleone - àrgentin
s:iltamin«iosso - tirincUu
saltare - salta
saltarello - sàresèta
saltatore - sàltàddr
saltellare - salta
salterello - màrtelètt
salto - éàlt
salubre - édn
salumiere - salsamentàri,
cervèlee, màsàgàtt, trià-
gàtt [édn
salutare - sàlUdà , ròveri,
salute - sàlut [doti
salvacondotto - édlvàcon-
salvadanaio - sàlvàdànee
salvaguardia - salvaguàr-
dia
salvamento - sàlvàment
salvare - èàlvà
salvastrella - pimpinèla
Salvatore - Salvador
salve - salate
salvia - erbàsàvia
salvia selvatica - morè-
Idna
salvietta - serviéta, màntìn
sap
salvo - éàlv
samare - àngiolitt
sambuco - sàmbùch
sambuco (fior di) - pà-
nigàda
sanare - guari
sancire - sànsionà
sandalo - sàndol
sandalo rosso - àngàrò*i
sandracca - sàndràea
sanfelino - felin
san:; ne - sàngu
sanguinaccio - sdngUinàsé,
biisèck itt, busèchin
sanguinare - sàngicànà
sanguinario • sanguinàri
sanguine, sanguinella -
éàngiiinèla [nént
sanguinolento - sànguà-
sangnisorba - perseghètt
s >nguisuga sdnguèta
sanità - sàlut
sanitario - sanitàri
sanitario ( ufficiale ) -
lànsiàn
sanmartino - sànmàrtin
sano - san, robùst
sansa - pànèll
sansnco - màgioràna
santagio - comodin, polen-
tòtì, tartaruga
Santamaria - màrtinpèsoé
santino - màistaa
santità - sàntitaa
santo - sànt
santo chieria - sàntociàrta
santola - madrina
santolina - proten
santolo - pàdrin, giiidàsé
santone - beàtòn
santoreggia - segrigiomra
santuario - santuàri
sannto - denciàter, deneiòn
sanzionare sànsionà
sapere - sàvè
sapientone - sàpientòn
sapienza - sàpiénsa
saponaio - sàonàtt
saponaria - saponària
sa)>onata - èàonàda, éà-
vonàda
sapone - sàdn
sapore - éàor
saporito - giistòs [rUa
saputello - dotar, cicià-
saputo - sàviiU
I
d
sar
— 1031 —
sea
SBracinare - penciòrti, pene
sarcastico - besids
sarchiello - sàpìn, raspiti
sarchio - ràsmn, sàpa
sarda, sardella - éàrdèla
sarrocchino - pelegrhia
sartiame - eordària
sarto - sàrt
sassata - sdéàda
sasseto - càràvee
sasso - sàss-, piètra
satira - sàtira
satollare - sàgola
satollarsi - sodisfàM
satollo - Ségoli
sanro - sàìir
sayio - sàvi
savoroso - pieànt
saziare - sàgola
saziarsi - iodisfàsé
saziato, sazio - sàsi, mgg,
sàgoll. pièn [cada
sbadatagrg'ine - locàda, o-
sbadato - locch
sbadigliare - sbàdilià
sbafflare - pàcià [pèeà
sb ■g'iiaie - bolètà, fàlà,
sbaglio - sbàli, equivoch,
fall, gàniber, màcàràtt,
qiiipròqud, smsta
sballare - desbàlà, disbàlà,
pàs-à, bagola [golàda
sballata, sl^allatura - bà-
sbiillo - pàés
sballone - bàgolón
sbalordimento - sbalordi-
rne nt, imbàlordimènt, lo-
ehìsia inciochimént
sbalordire - sbalordì, im-
balordì, inloehì, inciochl
sbalordito - locch
sbalzare - shdléà
sbalzo - sbàls
sbancare - sbanca
sbaraglino - triceh e tràcoh
sbarazzare - sbàràsà, dc-
sbàràsà, disbàràsà, de-
siminegnà-, disimpegnà ,
dèàfèscià
sbarra - sbàra
sbarrare - sbàrà. sbàràtà
sbarrarsi - destiràsà
sbarbare - sbarba
sbarbatello -sbarbateli
sbarcare - sbarca
sbarco - sbàrch
sbastire - desbàsti, disbàsti
sbattacchiare - sbàtàgià
sbattagliare - scampana
sbattere - sbdtt
sbattezzarsi - desbàtesàsé,
disbàtesàsé
sbattimento - sbàtuda
sbattitoia - bàtiroeù
sbattuta - shàttìda
sbattuto - àobàiiiii, patii
sbavare - fa là bava
sbendare - desbindà, di-
sbindà
sbercia - pesci/^ù
sberleffe - sberlèff
sberrettata - scàpèlàda
sbertucciato - ptlàtént
sbevacchiare - bevasela ,
bagàscia [da
sberazzamento - bàgàscià-
sbevazzare - bevasela, sbà-
gàscià, bagàscia, càràfà
sbeva zzatore - bevàseiòn,
bàgàscion
sbiasciare, sbiascicare -
biàéà
sbieco - sbièés
sbietolare • càràgnà
sbiettare - svignasela
sbigottimento - stremisi
sbigottire - fa st'^emi
sbigottirsi - sgomentàss
sbilenco - tiorba, tobis
sbilurciare - sbèrlogià
sbirciare - spìng
sbirro - sbh-
sbizzarrire - eipà
sboccare - sbocà, imbocà,
rnètt [seion
sboccato - sbocaa, Itnguà-
sbocco - sbocch, imbocà-
dù'-a
sbocconcellare - boconà,
crostinà, plsigà
sbornietta - gàinSta
sborrare - desimbstì
sborsare - sborda
sborso - sbors [sbotonà
sbottonare - desbotonà, di-
sbozzino - pùnta
shoz/o - sbòèà
sbozzolare - tneu foeura là
màsnàdùra
sbranare - sb ànà
sbrancare - sb'ocà
sbraitone - desàsì
sbravazzata - biilàda
sbrendolo - firibiis
sbricciolare - sfregala
sbricio - sblòcch
sb igare - despèdi, evàd,
spdcià
sbrigarsi - sbrigàsà, de-
st ^igàsS, dlstrigàsà
sbrigativo - evàstv
sbrigliato - sbriaa, dc-
sbriaa
sbrigo - evàsi Òn
sbrinzo - sbhis
sbroccare - brovà
sbroccatura - b ovàdùra
sbrodolone - sbrodolòn ,
boìs, pilàtt
sb oscia - bisa
sbrucare - pela
sbruffo - sbrofà, sbròff
sbuc'-iare - pela [tra
sbudellare - sbtisècà, sven-
sbullettatura - cdlcinàroeu,
càlciniroeu [tré
sbuzzare - nedrUgà, sven-
scabbia - rogna
scacazzare - bagola
scacc ito - quàdrètaa
scacchi - seàcch
scacchiare - mognà
scacchiera - dama
scacciamosche - moéchi-
roeula [i'wa
scacciapensieri - sànfdr-
scacciare - borì , càscia
vìa
scacciata - cheein
scaccino - biiseree
scacco - seàcch
scadente - scàdént
scadere - scàd
scaffale - écàfàl, peltréra
scaffaletto, scaffalino da
I sala - etàsgèr, etàsgè
scagionare - giiiétiftcà
\ scaglia - mitràlia, schèia
I scHgliare - s' glàeà, tira,
i tra
scagliarsi - scheiàsà
scagnarda - carampana
scala scàia, trafila
scalcare - trincia
scalciare - écàlàà
scaldare - écàldà
scaldatoio - scàldìn-
scaleo - fiorerà
sca
— 1032
sce
scaletta - écàlèta
scalfire - deriiseà
scalfltura - sfrìs
scalinata - écàlintda
scalinetto - bàsèlin
scalino - bàsèll, gràdìn
scalmana - fogàsiòn
scalmanarsi - éforàgiàéè
scalmanato - fogaa
scalmo - mènàdòra, rènià-
scalo - càlàda [roeiila
scalog'no - tLj scialò
scalpellino - picàp-èj
scalpello - scojMl, intàià
dòr
SCHltrire - desemit^, di-
scanta, smàlisitL
scaltritacelo - gàindn
scaltrito - mùgndn
scaltrone - mòrgmfi, màr-
gnifòn
scaltro - politich, politigon
scalzacane - scàlsàcàn
scalzare - ècàvà, giigià
scamatino - màtàrdéee
scambio - scàmbi
scamerita - lombrètt
scamosciatore - confìció
scampanare - Ècàmpàntì, \
bàtàgià [nàda '
scampanellata - campani- ;
scampolo - càveècetl |
scanalare - écànèlà |
scanalatnra (a) - à colise i
scanceria - peltrera, pia- {
téra
scandalizzare - scandalisti
scandalo - écàfidol, pién
scandaloso - écàndàlds
scanicare - àeroètàés, eroda
scannare - scànd., màsà
scannato - scànaa, sbiòcch
scannellare - scànelà
scannello - càsetéra
scansare - scà?tsà, schi'và
scansia - scafai, peltréra
scapaccionare - pelocà sii
scapaccione - scopàèòn ,
pelaceli.
scaparsi - smàsiieàss
scapestrato - scàpusc, écor-
làcoo
scapigliato - dèècàviaa ,
scàviaa, sperliiscènt
scapigliatura - bovmm. de
scapitarci - giuntagli, pèr-
degh, smenàgh
scapitare - deScàpità, di-
scapita, giunta
scapito - discApit, giunta
scapitozzare - gàbà
scapito zzato - gàbaa
scapola - pàlèta
scapole - gioin, verginòn
scappamento - scàpàmént
scappare - scapa
scappata - scàpttda
scappatella - càvàdma
scappatoia - scapatola, cà-
ràda, càràdlna
scappavia - càvàdìna
scappellata - scàpèlàda
scappellottare - pelocà sii
scappellottino - pàpìn
scappellotto - scopelòtt, co-
pòn, pelòech, scópola, cà-
éòtt
scappinare - remontà
scappino - scàlfìn
scappucciare - topica
scappuccio - scàpusc, to-
picch
scapricciarsi - deécàpri-
siàss, sodisfàss
scapriccire - cipà
scarabattola - etàsgèr
searabattolo - ànconeta
scarabeo - gàrsèla
scarabocchio - scàràbòcc,
scàràbociàda, spegàsc
scaracchio - smàrgàj, màr-
gàj, gàfìn
scarafaggio - bordòcch ,
riorm
scardassare - scàrtegià
scaricare - descàregà
scarico - scàrigh, voeiìi
scarlattino, scarlatto -
scàrlàtt
scarmigliare - despètenà
scarmigliato - dèscàm'aa,
scàmaa
scarmo - rèmàroeùla
scarnare - scarna, ì'àspà,
deÈcàrnà
scarnificare, scarnire -
descàrnà
scarnitura - rasura
scarno - gràcil
scarpa - scàlfàròtt, scarpa
scarpelletto - ongèta
scarpello - scopèll, foinéra
scarperotto - pàposs
»*carpettare - tàpàscià
scarpina - scàrpeta, pepe
scarpinare - sgàmbètà ,
pedona
scarponcello - polòech
scarrozzata - irotàda
sc;irseggiare - soàrsègià
scarsella - gàiòfa
scart^ità - seàrsitaa, cìir-
tèsa
scardo - scàré, màgìur,
impicaa
scartabellare - scàrtàbèlà
scartafaccio - primànòto
scartare- scarta, elimina
scarto - scàrt
scassa - cipèll
scassata - roterà
scatarrare - smàrgàià
scatarrata - smàrgàj
scatenato - dèécàdènari
scatola - écàtola
scattare - scàtà
scatto - monta
scaturire - nàss, sorg
scaturito - nàèUii
scavalcare - scavalca, dc-
smontà. smonta
scavallare - fa el gàlàse
scavare - àcàvà
scavato - incàvaa
scavezzare - s' eineà
scavo - scàv
scazzottare - càsotà sic
scede - modàee
scegliere - scèrìil, cidj)à
scegl ticci - rdtàtóia
scegliticcio - fófa
scelleratamente - s«elerà-
. tàmént
scellerato - sceleraa
scelto - elèta, scèlt
sceltume - màròca, àcari
scemare - bdleà, càia, mola,
restreng, ristréng
scemo - sccmm , balata ,
sòmm, Sfami
scempiaggine - màrtorà-
da, ignoràntìsia, mòrso-
cada, bràgheràda, mèt'
làda, ignordnéa M
scempiare - dèsdobià Jj
scempiata - màrsocàda
scempiateli© - giàrànèll-
sce
1033 —
SCO
scempio - màsàcher, seempi
scempioue - baderò», , là-
pori [rfiiìuta
scena - scenàri, fèóm-ba ,
scenario - scenàri
scendere - bàsàÉé
scerpellone - tnincionàrìa
scerpoiie - s'cèpìn
>cesa - discesa
schegr^i i - sckèia, tàpa
sch«^g'§riarsi - échèiòAs
scheletro - oààdiira, èehèl-
ter
scherma - schérma
scherzare échèràà, dà là
bàia, giugà
scherzetto - giUghèit
scherzo - échèrà
schiaccia - bilseròtt
schia.ccia.re -sehiseià, spè-
id-tcìà
schiacciata - sohisciàda ,
càrsi'nsa
schiac iato - schise
schiacciaiura - échiseiàda
schiacci ola - cànmiìn
schiatfeg'g'iare - pelocàéii
schiatto - s^giàffy scàpola,
slèpa
schiamanio - sbràgiàda
schiamazzare - sbràgià, fa
eotcodeac
schiiimazzatore - sbràgion
schiamazzo - bodèsg
schiantare - smicà, scar-
pa, è'cèpà
schianto - §càrp, é fé ria
schiiinza - crosta
schiarea - morèlòna
schiarire - é'oiàrì
schiatta - rasa
schiccheratura - scàrà-
boeiàda
schidione - éped
schiena - sehèna, é'cèna.
cropa. dòàè
schienale - fllètt. firón
schietto - s'cètt, sineér, piir
schifanoia - échivàfàdigh
schifiltoso - schwiós
schifo - schivi, ingdsa
schiocchino giàvàièll
scliiodare - dèé^ciodà
schiodarla - dès'ciodàla
schioppettata- é'cìopèt&da
schioppettare - épàrà
schioppo - é'»iòpp, fiìstl
schiudersi - dèreisé
schiuma - scarna, fior
schiumare - èeiimà
fichivare - Schiva
schizzare - échisà, mosà,
s/rolà
schizzinoso - scUmeta ,
puìda
HChi ''O - stròll, gotin gota
!<ciaboIa - sciàbola, sdàbol
!«ciabi>lone - squàdròn
sciiibord^re, sciactiuare,
ààcquàgià, sàqiiàcià, re-
se ntà
scìacquattare -bàciocà
sciiicquatura-resewtòrfzira,
ciorlina
sciacquino - pàciUgh, pà-
eiiigòn
sciaguattare - redenta
sciaguattane - ciàpotòn
sciaguratello - miserìn
scialacquare - trdsà
scialat-quatore - prddigh,
épea^ieraa., tràsòn
scialappa - sciàlàpa
scialle, sciallo - sciali
scialo - goditda
sciamare - bt4f4
sciame - bisoeii
sciammanare - bordegàscià
sciam tianarsi - pilàtàéé
sciammanato - stràpelaa ,
pilà't
scixmmito - gelosìa
sciatica - seàtica
se atta re - bordegàscià
sciatteria - pilàtàda
sci itto - pilàtt
sciavero - còdega , pésa,
poAc ?, rànsàj
scilinguagnolo - fdètt
si-immia - scìmbia
scimunito - sémpi, gòff
scintilla - sbir
scioccheggiare - giàrànà,
gib'àiià
scioccheria - giàvànàda
sciocchezza - sciochésa,
àsiiàda, gofdda, màrto-
ràda
sciocco - fàtov., fàtt., giàvdn,
gòff, imbecill , màrter ,
màrtiiff, mèrlo, sèmpi,
strambo
sciogliere - desligà, liberà
sciogliersi - deslenguà
sciolo - eiciàréta
sciolto scidlt. slànsaa
scioperare - desàrià, di-
sàvia, sàvàià
scioperato - fànàgotòn,
friièta^càgn, §àvài
scioperio - pèrdite mp
scioperone - dòrminpee,
f'enedn, lifròcch
sciorinare - destént
sciorinarsi - deslàsàéà,
sberìààs fomra
scipito ■ fàtovy fàtt, éémpi,
tàriiicch
scirocco - sciròcch
sciroppo - càpitér., siròpp
scirro - sctro
sciupare - consiimà, de-
Strùgà, éàckegià, sbregà,
tràsà
sciupatore - desàsi, tràsòn
sciupio - sàehég, stràlàtà-
meat
sciupone - desàsi, destrU-
gòn. tràsòn, destrùgàdor
scivolare - sbrisigà
scocchiumare - sbondonà
scodato - tàiaa, àia nor-
màna
scodella - smdéla^ fiàmen-
ghìna, menèstrma^ mine-
strina, fondina, tàsìna
scodellare - ìninestrà^ me-
nfii'trà
scodellino - biiserìn , fo-
gòn. quàdròtt., bogtn
scoglio - scoeui
se «iattoln - ciii'éta, gira
scola e - scola
s «laro - Scolar
scolatoio - ècolàdòr, scoi
scollare - descolà, discola
scoli* - scàlf
scolo - scoi
scolorire - smonta
scolorito - smònt
scolpire - giustifica
scolparsi - dèScolpàsé, di-
ScolpàéS
scolpire - ècolpì
scolJellare - cortola, cor-
tèlà Sii, monda
scombavare - bàiiscià
scommessa - scomésa
SCO
1034
sen
scommettere - s-eomèit ,
giiigà
scomodo - incdmod
scomodare - incomoda
scompa8:nare - dèseompà-
f/nà
scompagnato- dcscompàgn
scomparire - scompari
scompigliato - rebuf<x0>,
stràbilfaa
scompiglio - scompili
scomporre - scompònn
scomporsi - deàfàéé
scomposto - desfaa
scomunica - ècomùìiica
sconcertare - èconeèrtà
sconcerto - sconcért
sconciare - desconscià ,
sti-àmbà [dispèrsa
sconciatura - despèrsa ,
scongiurare - seongiilrà
sconnesso - desbirolaa, de-
sfaa
sconnettere -. dèàfà
sconnettersi - dèsfàés
sconquassare - seonquàsà,
!iquintcì-nà
sconquasso - tràcòll
sconsigliare - dèàtoeil, di-
siceli
scontare - ècìlntà, paga
scontentare - dèscontentà
scontento - màlcontént
sconto - scùnt, tàsa
scontrare - incontra
scontro - iìicdnter
scontroso - beschisios, cà-
pelee, sàlràdeg, màlmostòs
scouvenevolone - desgàr-
bddóìi
sconvenire - desdi, disdi
scopa - seda, scoiti, scova,
brvgk
scopa-mestieri - bàràtct-
meétee, càtiva làvàndèra
scoperto- sco^er/, briighèra,
d là sbaraglia
scopicelo - briighèra
scopo - fin, mira
scoppia ! - crèpa !
scoppio - à' ciopòn, é'eio-
pàda
scoppiare, scoppiettare -
&•' ciopà
scoprire - desqicàtà, palesa,
scopri, équùià
scopritore - int'enlór
scoraggiare - desànimà,
disànÌ7nà
scorciatoia - sciirtàtdi
scordare - destnentegà, di-
mentica.
scorgere - vede
scoria - el lòpp
scorno - fica
scoronciare - pàtera
scorpacciata - pàciàda,
spànscittda
scorpione - scorpiòn
scorrere - cor
scorretto - debòscé
scorrevole - làdin
scorta - scòrta .
scorticare - pela, ècortegà
scorti catara - àcortcgàda
scorza - scòrsa, códega,
cròsta, gusa, péli, ruéca
scorzare - bremti, pila
scorzonera - scolcionéra
scosciare - dcsgàlontl
scossa - écòàa, piovùda
scessone - àcquéri
scossone d'acqua - bàti-
ròn d'àoqua
scotennare - deéeodegà,
s' codegà
scotitoio - cdpièta
scotola - màéomla
scottante - scotént
scottare - scota
scottatura - decòtt, scota-
dura
scotto - pàrt. quòta
scovare - borì, borida
scovercliiare - desquàtà
scoviglia - riiff
scranna - scàgn
screanzato - scrednsaa,
riispdn
screditare - deécredità, di-
j scredita, scredita '
l screditarsi - scompari
ì screpacciare, screpolare
- crèpa
screpolato - s' cèpp
screpolatura - erèpp
screpolo- - erèpp, crèna
screziato - picolaa
scria - niàscioeu
scriatello - crotin, nèrein,
miserìn
scriato - erottn , nioeù.
nèbia, mre, niorin, po-
ckin
scriccliiolare - scriéà
scricciolo - càrUspi, rio-
tin, reàtin, nibioeu
scrigno - seeretèr
scriminatura - Schèia, re-
descér
scrinata - pelaa
scritto - écritura
scrittoio - scrivania,
scrittore - écritòr
scrittura - écritura, seri-
tur àsiòn. càràter
scritturazione - scritiirà-
sisn
scrivano -scrivdn, Scritòr
scrivere - sci-tv
scroccare - àcrocà, roda,
scroccone - rodùn
scrof.i - loìùgia
scrofola - scròfola, màgòss
scrollare - scorlì
scrollata - bUràtàda
scrosciare - crocci
scrosta,m.ento - descrostàda
scrostare - scrosta, descro-
stà
scrotule - àngiolitt
scrudi to - imbrUgaa
scrupolo - sa-Upol
scrupoloso - écriipolòs ,
seàros
scrutinio - scrutini
scucire - dèsciist, diéeUsl
scuderia - scuderìa, étàla
scudetto - bochèta
scudicciolo - bolgia
scudisciare - bachete
scudiscio - foètt
scudo - scud
scuffia - fèltrtn
sculacciata - seùlàtàda,
sciiràtàda
scultore - éeiiltór
scultura - àcUltura
scuola - scòla, scoetila
scuotere - descàntà, di-
scanta, scorlì
scuotersi - deròmpes, stre-^
miss
scnotitoio - scolàdór
scuro - scUr
scusa - àc&sa, vada
scusabile - scUsàbil
scusare - écUsQ,, quàtà
scu
— 1085
scosso - pelaa, sbiotaa,
shliisc
sdebitaiiieuto - éeàrigh
sdegnare - sdegna
sdoganare - dàsià
sdoppiare - desdobià
sdiitloreggiare - dotorà
sdrucciolare - scdrligà
sdrucciolevole - scàrli-
ghènt
sdrucciolone - soàrlìgàda
se - se
8è - éè
sebbene - àneàbén^ contutt
che, quàntilnque
seccailstole - piaga
seccaggine - sècàda. piaga,
liciid I , suda
seccante - noiós
seccare - seca, incomoda,
inquièta^ riigà
seccatore - pirldn
seccatura - èecàdura, in-
comod, levàtìv, nòia
secchia - sègia
secchie (ripescar le) -
medegàla , metegh dna
peéa
secchio - Sigia, éidèll
secchione - sègiòn
secco - sèeek, sUce
seccumi - vegitt
seco (aver) - vègh àdree
secolare - éeeolàr
secolo - èècol, témp
secondare - segondà
secondario - segondàri
sedano - éèler
sedere - fàbridn, ghicc,
cvii, sètàss
sedersi - sètàés
sedia - càdréga, eàrdega,
écàgn
sediario - càdreghee
sedici - éèdes
sedili - eàlàster
sedurre - sedu
seduta - seduta
seduto - setaa
sega - résega
seg.mtino - resegòit
seguire - resegà
segatore - resegòtt
segatore di prati - prà-
dirip'ù
segatura - resegusc
segavene - sànguèta
seggetta - cdvioda, segéta
seggettiiia - càdreghin
seggio reale - trino
seggiola - scàgn, càdréga,
grondaa
seggiolaio - càdreghee
seggiolina - càdreghin^ cà-
dregòn
seggiolino - pàdoànèll
seggiolo - tàborè
seggiolone - cddregòtt
seghetta - r^àpa
segnacolo - lenguèta
segnalato - màreaa
segnale - contràsègn. sègn
segnare - segna, marea,
mètt
sognatore - màrcàdòr
segno - sègn, indiai
sego - sév
segolo - éeghèés
segregare - desàgregà, di-
sàgregà
segreta - eàmUsción
segretario - àecretàri, ée-
grètàri
segreteria -.^ecretèr, se-
greterìa
segreto - segrètt, ndscdst,
secréti, fògn
segugio - sàus, sàiiss
seguito - ségilit, trèno
sei - sés
selciatore - stràdìn
sella - sèla, còmoda
sellaio - selee
sellare - insèlà
selva - selva
selvatiche - orègèta,
selvatico - sàlvàdegh
semata - semàda
seuihra,r e - pari, vèés o sàvè
diivìs
seme - seménsa, soménsa,
gàndolìn, pàli
sementa - somenèri
semente, semenza - se-
mènsa, soménsa
semestre - semèster
seminare - èeminà, somenà
seminario - éeminàri
seminatura - somenèri
semini - àrmàndolèta
semoletto - semolìna
semolino ( giocare a... )
- giiigà à crilschèll, inà-
snàfàcc, semolino,
sempiterno - perpètov
semplice - sèìuplic, éémpi,
sàvài, viàteriM
semplicemente - sempli-
ceviènt
semplicione - bàdee, gà-
bidn, gàddn, gnòcch
sempliciotto - màrtorèll,
merlòtt . .
semplicità - àemplicitaa
sempre - sèmper
semprevivo - àmàrdnt
senapata - mostarda
senape - séìiàpe, éenàvra
senapismo - senapismo
senato - senato
senatore - senàtdr
sennino - omètt
senno - discemimènt
seno - sén, stòmegh
sensale - sensàl, màrosee,
m,ediàtòr
senseria -ò*e«5àr*«, màròàé^
sensibile - sensibil
sentenza - èenténsa, giiidìài
sentenziare - sentensià
sentiero - sentee
sentimento - éentimént
sentinella - sentinèla
sentire - sentì
sentore - sènior
senza - sénsa
separare - separa, desiini,
disiini, dimd
»ep-Ara,r»i-divìdes, spàriiéé
separatamente - à spari
separazione - sepàràsiòn
sepolcro - sepòlcher, seii-
rceù, tómba
sepoltura - éepoltura^ fòpa
seppellire - àepèli, sotèrà,.
mèli vìa
seppia - sepia
sequestrare - sequestra
sequestro - sequèàter
sera - èira
serbare - sdiva .
serenata - serentida
sereno - àerén, à là sbà~
ràlia
sergente - éàrgéni, giuntò
seriamente - debòn
serietà - serieiaa
serio - sèri, sòdo, posaa
ser
1036 -
sgr
serotino - tàrdii
serpame - brocàmm
serpe - éerpènt, serp&ntm,
bìsa, écèrpa
serpente - éerpént, serpdn,
biss, bìm
serpentello - foln, fHta^
rèspee, viriseli
serpentina - éerpa
serpigine - dèrbita
serra - sera, fàlMta
serragrlio - serali
serrarne - sàràd&ra
serrare - éàrfl, cima., eid-
■và m
serra-serra - èàra-sàra,
fora- fora
serrato - s'ciàser
serratura - mràdùra
serto - diadèma
8«*rv;i, servente - é^rra
servetta - servata
servibile - sèrvìbil
servire - - èèrvi, ràngià
servito - portàda
servitore - birceù, èervitor,
domèstich
servitoruzzo - gàlopìn
servitù - servita
serviziale - levàtìv
ser «izie vele ~ sèrméiérol
servizio - éervìéi, fàoòr
servo - servitór, inéerviènt
sessitura - dlèèta, sàm-
brìlca
sestina - sestina
sesto - formaa
seta - seda
sete - éét
setola - éédola, brùètia
setole - sédol
setta - partii
settanta - sètdnta
sette - séti
settembre - éetémber
settentrione - tramontana
settimana - sètimàna
severo - rigoros, éevèr
sevizia -■ tìràma
sevo - èév {tévip
sfaccendato - somènàbon-
sfaccetare - facèta
sfacchinare - màsàés
sfacciataggine - coràgg ,
desinroltùra.disinvolthra
sfacciato - <fàeiaa
sfangare - àndà dént à
ciff e ciàff
sfarinato - fàrinds
sfarzo - luào, épicch
sfasciare - dèsfààà
sfatto - dèsf, desfaa
sfecciare - nètà
sfera - bàia
sTerza - friìéta, scUriàda
sferzare - smrgelà, fn'istà
sfiancata - fìànconàda
sfiatare - èorà
sfiatarsi - sfìàdàés
sfiatatoio soràdòr
sfibbiare - desftbià
sfidare - éfidà
sfiduciato - màlfidaa. sfi-
diiciaa
isflgur^re - scomparì
sfilacciare - sfèlàprà
sfilare - dèsfilà
sfilata - filsa
sfoderare - des-fodrà
sfoggiare - sfogià
sfogarsi - sfogàsé
sfogatoio - boehHa, fiàdò,
soràdòr
sfoglia - sfòglia
sfo aliare - éfoià, ì-fceuit
sfogliarsi - sfoiààs
sfogliata - éfoiàda
sfogliato - éfoiaa
sfoglie - fn^ilj
sfogo - spargo
sfondare - sfo?idà
sfondo - sfond
sformato - màsigótt
sfornaciare - dèàfornàsti
sforo - sfar
sfortuna - desfortuna, d^-
scàtHcc, desdita, deslìpa,
disdèta, ghignon, màle-
disiòn
sfortunato - desfortiinaa,
descàvigiaa
sforzare - càlct, sforèà
sforzarsi - mànegiàés
sforzo - sfors
sfrascare - gàtinà
sfratarsi - des-fràtèéi
sfrenato - d-esbriaa, descà-
denaa
sfrinzellare - mendosà
sfrizzolare - riisgì
sfrondare - pela
sfrottolare - bagola
sfruconata - bàchètàda
sfumare - àfiimà
sfumino - sfiimìn
sfuriata (a) - d rebàtùn
sgabellare - dàsidb
sg bellarsela - càvàéeht
sgabello - sgàbèll, scàgnèll
sgambare - tApàscià
sgambettare - sgàvibèt^,
rdnà, ràmnà
sganasciare - pàcià
sganasciarsi - sgàvààgià
sgangherato - sgàngàraa,
desbirolaa
sgarbataccia - spreta
sgarbatezza- màlàgràsia,
desjyrèsi, repètòti
Sgarbato - desgàrbaa, in-
civìl
Sgarbo - ?ndltràtt
Sgargiante - bràndinèll
sgarra cenerina - sgàr-
sèta, sgàréi àiròn, sgol-
gita
Sgelare des'gelà, dis'gelà
sghembo - sbièss
sghignapappole - sgàrà-
sgi&n
sghignazzare - sghignàsà,
ghigna
sghigna/.zata - ghignàda
sgobbare - égobà
sgobbo - gceiibb
sgocci olamento-^'rc/jc^à»»»
sgocciolare - gott, grmidà,
grondànà
sgombrare -sèàrà^a, spàS-à
sgomentarsi - sgomentasi
sgorbia - càmola
sgonfio - gòff
sgorbiare - inciestrà
sgorbio - màcàrijn, scò-
ràbociàda, épegàsc
sgorgare - sbilsà
sgozzare - seànà
sgraifa - sgràff
sgranare - dcsgrànà, fa già
sgranchiare , sgranchire
- deéranghiss, desgàmbìsè
sgraniccliiare - rota
sgranocchiare - crostine
sgraziatone - dèsgàrbddon
sgridare - cria, càscia é4ì,
moHàcià, étràpàsà
Sgridata - boiàda, eàfè,
criàda, filàda, interne-
sgrr
ràda, moétàciàda, refile,
i-omànsina, àtidpàsàda
sgrigriolare - écrisà
sgrinzare - de.hesc'tà
sgruppare - dcsgropì
sguainare - desfodrà
sgualcire - màstindi
sgualcito - pestaa, màéii-
nènt
sguancia - gànàéin
sguardi» - sguardo. ogiAda
sguarnire - desguàrnì
sguazzare - fa eiicàgna
sguinzagliare - deScobià
sguizzare - tripilà,
sgui/zasole - gibigiana
sgusciare - sgiii'à, desgiièà,
pela
sì - insci, àe, si
siccoiue - sieòme, come
siciliano, a?ost;ino - mel-
gotin, melgonìn
sicioli - gràton dd sev
sicuramente - sigUra
sicurezza - sic&résa, fràn-
ehèsa. pàdroiiànm
sicuro - èicur
sicu'-tà - sigiirtaa
siepe - srès
siero - ààròn
sifone - càna, giòrgia
sigaro - éigàla
sigillare - sigila
sigillo - sigili, boli, brù-'
g nòe ola
sigui Arante - àignificdint
significare - significd,, dì
signore - signor , sciòr,
gentilòmm, prlncip, sÈr
silenzio - silénM
sillabare - éildbà
simbolo - éìmbol
simile - simil
similoro - òr doble
simmetria - simitrìa
simpatia - éimpìitia, gèni
siuipatico - àimpàtieh
simulare - éimiilà, fìng
simulato - fini
simulatore - impostòr
simulazione - finta, fin-
fsiòn
sincero - sincer, corditi,
pur, s'cètt, geniiìn
sincope - delìqui, svàni-
mént, svenimént
— 1037 —
sindaco - sindeeh
sinfonia - overtUr
sin^hie/.zo - éàUter
singolare - pàrticoltr
singoiar il k-pàrtieolàrìtaa
singulto - muter
sinighella - schiseèta,
àtrusa \éìn
sinistro - diàgràèia, màn-
sino a - infina
sipario - scepàri, seipàri,
sire - rè [tilon
sistema - métod
sito - tànf, tuff
situazione - éitiiàéión
siza - brìsa
sizerino - càrdinàlìn, ce ce
sizzolina - brisètìna
slacciare - dislàsà, dèslàéà
mola
slanciato - slànéau
slattare - deélàtà
sleale - infedél
slealtà - infedèltaa
slegare - desligà
slegnoso - slègned
slogarsi - deslogàss-
slogato - slogaa
slogatura - deslogàdlìra
smacchiatore - eàvàmàcc
smagliatura - e orlerà,
seorlèra
smagrire - sniàgrl
smallare - dèrlà
smaltitoio pisàtòj
smalto - smtLll, caldana
smangiare - smangia
smania - smània
smaniarsi - smanióse
smaniglio - niàntli
smargiassare - spàcà
smargiassone - biilàso
smarrire - pèrd
smarrirsi - pèrdes
smarrito - perdUil
smascellarsi - sgàvàsgià
smembrare - trincia
smemoratiuo - loehìn
smentire - smentì
smeraldo - smeràld
smercio - smercio
smerciare - esita
smerigliato - smèrigliaa
smeriglio - fùlchètt
smerlature - scànton
smerlo - fàlchètt
sod
smesso - desmiàs, desmè-
tiiii
smettere - desmètt, di-
smètt, iàià
smetterla - pientàla
sinidollare - smidolà
sminuzzare - éfregiiià
sminuzzolare - trià, trià
giò
smisurato - inménso
sinobigliare - dèsmobiglitt
smoccolare - mocà
smoccolature - mochèta
smoccolatura - mocuse
smontare - smonta, desfà,
deépientà, desteeià, smart
smontato - smont
smontire - smart
smorbare - desmorbà
smorfia - smòrfia
smorfie - fiàseàda, lòfi,
modàec
smorticcio - patii
smorto • smdrt, giàldòn,.
pàlid, sbiàvaa
smorzare - nega, smorstL
smottamento rilàés
smottare - smnlàéè
smuovere - smceu»
smusso - smiiss
snellezza - elààticitaa
snervare - snerva
snervato - sbasii
snidabile - deseiimiòs
snidare - desciimià
snighittirsi - desgàmbisé
Sninfla - brUtn màrfìsa,-
fiàsca, màrfisa
snocciolare - pieiti, sgàn-
dolà
snodare - desgropì
snodato - snodaa, desno-
daa
soave - mòrbid
sobbollire - perhiii
sobborgo - borgh
socchiudere - ynètt inbà^
dirceula, amba, bada
soccorrenza - 7nosa
soccorrere - socòr
soccorso - càritaa
socio - sòcio, sòci, com-
pàgn
sodaglia - gèrb
sodare - fola
soAAisfacente • sodisfàcent
sod
soddisfare - quadra, so-
disfa
soddisfatto - còcc, felice,
èàsi, gloriòs
soddisfazione - sodièfà-
sion, giòia
sodo - dUr, èrtegli, seri,
màsiÈs, stàgn
soffermare - dimora
soffiare - bofù,
soffiata- bofàda
soffice - sofice , boeugia,
sor, morbid
soffiettino - bofètìn
soffietto - bofètt
soffio - bòff
soffione - màntes
soffitta - so flit, soree, cà-
piieìna
soffittare - sofità
soffitto - Sofitt, plàfón
soffocare - sofogp,, sofegà
soffogg-ìata - fògn
soffribile - sofrihil
soffriggere - palpa
soffrirci - pàtìgh [rég
soffrire - so fri, pàti, pena,
sofà - sofà
sofisticare - sofistica, boèà,
manipola
sofistico - sofiétieh, levàtiv
soggetto - sogètt
soggezione - sUdision
soggiogala - pàpàgorgia,
petéra [ sgìn
soggolo - éòtt góla, coren-
soglia seòss
sogliola - Èfdglia
sognare, sognarsi - iìiso-
gnàss
sogno - in sogn, édgn
sola - sola, deperlee
solaio soree, soetìl
solamente - éolàmént, do-
ma, puràmént, iinieà-
solco - solch [tnent
soldato - éoldaa, militar
soldi (i) - i ptleri
soldo - soldo, sdld, boro,
bór
sole - eoi, so
solecchio (far) - ripara
el so
solenne - solétte, fàmds
solennità - solènitaa
solettare - sola
- 1038 -
solfeggiare - solfegit
solfeggio - solfég
solfo - solfo
soli - sòi, deperlòr
solido - solid, màsiss
solifaga - orbiscefila
solini - listìn
solino - eoUtt
solitamente - solitàmént,
ordinàriàmènt , iisiiàl-
m,ént
solitario - solitàri, rennta
solito - sòlit
solitudine - éolitùdin
sollazzo - divèràir
sollecitare - pesegà
sollecitudine - intèrèsà-
mént, premura, prontèéa,
prèsa
solletico - gàlitt
sollieyo - ristQr
soUo - sòr
solo - soli, ùnici). , deperiti
soltanto - doma
somaro - somtr
somiere - éomee
somiglianza - àfinitaa
somigliare - somiglia, so-
mèià
somma - soma
sommare - soma, porta sii
sommergersi - àndà à fond
sommesso - somèss
sommità - scìma
sommo (al ...) - fmemài
sonagliera - brànch, cio-
clièra
sonaglio - sonàj, géma
sonetto - soìiètt
sondare - esplora
sonnambula - éonàmhula
sonnambulo - sondmbul
sonnacchioso - insognént
sonnecchiare - pisoeà, pi-
sorà, visorà
sonno - sògn
sonnolento - inéognént
sonnolenza - losùj
sontuosità - l&èo
sontuoso - soìUuós
soperchierìa - prepoténsa
soppannare - fodrà
soppanno - contràfòrt ,
fa; udrà
soppiantare - scavalca
soppiatto (di...) - sotma
sor
soppiattone <• fàmincidn,
fognatoti, mùgàtòn, mor-
gnón. poliqàna, lilmàgam
sopportabile - soportàbil
sopportare - ^oportà, to-
lerà
hoppraggiungere - vegm
soppressato - galantina
sopra - insù, sóra, sii
sopra (di...) - desoràvia
sopraccielo - moàchètt
sopra-cinghia - sòtpàns eia
sopracciò - bàrbèlàto
sopradote - contrdddte
sopraffare - sofegà, éofogà,
màsà
sopraggittare - gipà
sopraggitto - gipàdùra
sopraintendere - sonn-
ténd
gopramattone - tàolaa
soprano - sopràn
soprannome - éorànòmm
soprappiìi - soràpù, desé-
ràpu
sopraschiena - soràsehèna
soprascritta - Soràécrita, ■
ddrèsè, indiriés
sopraspalla - soràcòll
soprastante - sordàtdnt
soprastare - domina, éor-
reglià [sim
sopratutto - soràtùtt, mà-
sopravanzare - sorpàsà
sopraveste - soràvèàtn
sopressa - soprèsa
sopromini - èoràstànt
sopro mo - càmpec
soprosso - soràòss, infèsc
sopruso - càvàlèta, intòrt
sorbettiera - sorbètéra
sorbetto - sorbètt
sorbone - fàminciòn, mà-
gàtòn, poligàna
sorciaio - ràtéra
sorcio - ràtt
sordidezza - esosità a
sordina - sordina
sordità - sorditaa
sordo - éord, storno
sorella - éorèla
sorellastra - éorèlàétra
sorifente - sorgént, fon-
tànin
sorgere - sorg
sorgiva - dvès
- 1030 -
spa
sorgrnone - mqrgnon
sorgozzone - fàsmì, pun-
teli
soriana - soriana
soriano - ^oriàn
sormontare - sormonta
scornacchiare - scarcà ,
màrgàià, smàrgàitL
sornacchio - màrgàj, là-
ciàdin, ciàrèla
sornione - ràion
sorpassare - srorpàsà
sorprendente - éorpren-
dènt
sorprendere - sorprénd,
ciàpà
sorpresa - sorprésa, im-
proìsàda
sorra - pànscèta
sorsata, sorso - sorè, goti
sorte - sòì't, bònofiur, for-
tuna
sortire - sortì
sorveg-liare - sorveglia ,
eontrolà, pedona
sospendere - soépénd
sospettare - sospètà
sospetto - éospètt
sospettoso - éospètds, om-
brùs
sospirare - sospira
sospiro - sospir
sossopra - sòtsora
sostantivo - sòstàntu- ^
sostanza - soéttnéa, morti,
patrimoni
sostanziose - sostànéids
sostegno - sostègn, cónca,
perno
sostenere - éoétègnì, so-
stenta
sostenutezza - sosteniitèsa
sostenuto - sostegnUii
sostituire - sostituì
sostituto - sostitiitt
sostitnzione - èostitìiéión
sottaflttare - àiibàfitti
sottana - sòca
sottanino - sotàmn
sotterfugio - ècàpàtdia
sotterraneo - sotèràni
sotterrare - sotèrt
sottigliezza - finèéa
sottile - siitìt, men&der,
minuti
sottintendere - èotinténd
sotto - éòtt, àbàés
sottobanco - sòtma
sott<>braccino - sckiscèta
sottogrondale - sòtgrónda
sottolineare - éotolineà
sottomano - éòtmàn, éòt-
vìa
sottomettere - sotomètt
sottoporre - sotopònn
sottoscala - sòtscàla
sottoscatto - càpìicìna ,
jìàsàrìn
sottoscrivere - sotòscrìv
sottoscrizione - sotòscri-
éiòn
sottosopra - sòtsóra
sottoveste - gilè
sottovoce - àdàsi
sottrarre - dedtì, éotrt
sottratto - dedótt
sottrazione - sotrdsiòn
sovente - deèpòsè
soverchiare - sofegà, éo-
fogà
soverchiatore - prepotétit
soverchio - tròpp
sovra - sòr a, su
sovrabbondante - àgòrd
sovrastante - sorvèglitnt
sovvenire - sovegnl
soTvenzìone - éovensión
spaccalegna - è'cèpàlègna
spaccare - spàeà
spaccarsi - dèrviés
spaccato - épàcaa, ébotà-
sciaa
spaccatura - spàcddUra
spacciare - spàcià
spacciarsi - deètrigàès,
distrigàss
spacciato - sbàlaa
spaccio - ésit
spacconata - fànfàrontda
spaccone - fdnfàròn
spada - spada, morèna
spadaio, spadaro - spàdee
spade - càrénsg
spadone - squàdròn
spaghetti - fidelòtt
spagliare - jiàlt
spagliarsi - desliscàéè
spagnoletta - épàgnolèta
spago - spàgli
spaiare - descompàgnA
spalancare - sbàràtà
spalare - despàlà, pala
spalata • càlMa
spalettare - piesà
spalla - spala, éttpit
spallarsi - deèpàlàéé, spà-
spallato - sbàlaa [làss
spalleggiare - épàlegià
spalletta - morèna
spalliera - sckenttl, spalerà
spalline (le...) - spàlìn
spanditoio - deStésa
spanna - èpàìia
spannatola - jìànàroenla
sparagio - éptirg
sparare - spara, cànonà,
despàrà, deècàrgà
sparato - fesa
sparecchiare - desprepàrà
disprepàrà
spareggiato - deécompàgn
spargere - spàrg, épàn'te-
gà, semina, somènà
spargiaia - spàrgerà
spargiui - épàrgitt, càn-
dilètt
sparigliare - descobià
sparire - sparì
sparnazzare - Starni
sparpagliare - àpàrpàià
sparso - despèì-s, dispèrs
spartire - sparti
spartito - spartii
spartitore - jìàrtidor
spartizione - pàrtiàidn
sparviere - fàlehètt, frà-
tàss [torà
spasimare - spàsitnti, do-
spasmodico - èpàsmMìch
spassarsela - divertiss
spassarsi - desàvitl, disàeià
spasso - Épàss, divèrsìv,
tràtenimènt
spaternostrare - pàtera
spatola - épàtola, pàlèta
spavaldo - sgàlìs
spaventacchio - épàven-
tàpàSer
spaventarsi - stremiès
spavento - spàvént, orar,
pàitra, terór
spazio - spàsi, camp, sìt,
Imigh [min
spazzacamino - Éjmsàcà-
spazzaforno, spazzatolo -
éeoàss, scoàss del fórno
spazzare - spàsa
spazzatura - épàsura, ruff
spa
spazzaturaio - riiee, poli-
nàtt
spazzola - brosa, bruàtia,
spàsela
spazzolare - épààètà
specchiera - ty-Unid
specchietto - prospètt
specchio - spècc. lus, quà-
speciale - special [der
specialità - pàrticolàritaa
specie - sòrt
specifica - ^specìfica
specillo - gÈgla
speculare - speeiilà
specalazioiie - specùlàéión
spedale - ospedaa, ospitai
spedi eute - risorsa, partii
spedire - Spedi, despedi,
evàd
spedirsi - deétrigàss, di-
strigàés
spedizionere - spedisionee
spegnare - desimpegnà,
disimpegni
spegnere - smoréà
spegnersi - mori
spegnitoio - mochiroeùla
spelare - spela, pela
spellicciare - spèrlUscià
spellicciatura - stràm&sc
spernlere - spénd
spendereccio - spendà-
sciòn
spennacchiare - spèrluscià
spennacchiato- rèschignon
S)iennato - pelaa
spensierato - spensieraa,
sànsosì
spento - mòri
spenzolante - pendolént
spera -lus
speranza - sperànéa, féd
sperare - épert
spergiurare - spergiura
spericolone - càgdn, fifòn
sperlare - spèrlù,
sperniato - deshirolaa
sperone - speròn
sperpetua - deslipa
sperso - despèrs, diépèrs
spesii - spésa
spesato - èpesaa
spossare - inspesi
spessezza - còrp
spesso - épèés, foli, deépèèè
_ 1040 —
spessore - grossa
spelezzire - pètà
spettacolo - spètàeol
spettare - competi, pàrte-
gaì
spettegolare - petegol^à
spettinare - despetenà
spettorarsi-s6e/iàs6* foeura
spettro - ombra
speziale - speHee
spezi erìa - épeèieria
spezzato - écàvèés
spia - spìa, trombèta
spiaccicare - spetàscià
spiaggia - riva
spianare - fràtàsà^ guàlivà
spianata - spiànàda
spianatoia - piana
Spianatoio - càuela, frà-
iàss
spianatore - guàstàdòr
spiantare - despiàntà
spiantato - spientaa
spianuccio - ceriisiéca
spiare - ciiriosà
spiai oliare - épiàtelà
spiatellato - shotàsciaa
spiccare - deétàcù,, distàcà,
risalta
spicchio - fesa
sp celare - spàeià, càscia
"Spicciarsi - desverges
spiccio - épice
spicciolarne - menildràia
spicco - spiceh
spiedo - spéd
spiegare - épiègà, despiegà
sp egazzare - rese'ìà
spiffero - bofètt
spiga - spiga, Iceih-a
sp'gare - lo-và
spigato - lovaa
spighetta bianca - ciisi-
diirèta [sàfitaa
spigionato - desàfitaa. di-
spigo - levànda [stelò
Spigolato re di fieno - re-
spigolo - èpigol, riaa, tripee
spilla - spila, fermali, brosc
spillettaio - giigee, mèr-
càntèll
spilletto - gilgìn
spillettone - giigiòn
spillo - dhiisin {della botte)
càrnee, gugìn, puìtttroeù
spillo doppio - moscòn
sp»
spillone - spila, bròsc,
fermali [giada
spilorceria - esositaa. pio-
spilorcio - esòs^ lèsna, filati
spilungona - eàgàhicér
spilu'zicare - pèliicà
spina - spina, màndrin,
pùnta
spina dorsale - firon, firón
de la s' cena
spina (uva) - uga speròn
de gali
spinacelo - spinàéè
spinala, spineto - àrvéda
spinetta - spinéta
spinsrere - éping , eeiéà,
incàlèà, incita, rebiitonà
spino - spin, bròcch
spinta - biiiòn, sbiitòn
spintone - biitón, biitonàdit
Si'iombarsi • despiombààè
spione - spia
spiotare - descodegà
spiraglio - fiàdo. respir
spiritato - indiàolaa
spirito - spirit
spirito bello - mdtòech
spiritoso - viv
spinnare - pelfL
spodestare - desproprià
spogliare - desvestì
spogliato - sbiotau, biòtt
spogl.atoio - piedà'er
spola, spoletta - 9iàvèta,
nàvisèla
spolpare - despolpà
spolverez/o - spòlver, éfii-
min
spolvere - stàmp
spolverina - polverina
sponda - sponda, pàràpètt,
riva, morena
spopolato - spnpolaa
spoppare - desiata
sporcare - sporca
sporci /.ia - sporcisia, por-
eàda [pi/àtt
sporco - boisént , briitt,
sporgere - spòrg
sp »rta - bòlgia, scdrba
sportellino - àntìn
sportello - porteli, porterà,
ils'cireiì
sport cella, sportola -
spòrtitia
sposalizio - matrimòni
spo
sposo - spos, mari
?.possat<4- làsàgnént, mòli,
inàs-aa
spracclie (far le) - fa
eiocà là baca [)i(ll
spranga - spranga, càde-
spraiig'are - sbàrà
■ spranghetta - hàlorclòn
sprazzato - picolaa
sprazzo - shròff, liighera
de foeùgh
sprecare - destrugà, tràsti
l sprecatore - destisi
sprecone - destrugàddr ,
deétriigùn
spregiare - scàlcàgnA
spremere - àprèmm, èchi-
scià [moiiàda
\ spremuta - èpremtìda, U-
'- spreparare - deépdrà, di-
spreparti
sprezzare - àprèsà
s(»rofon(lare - spi-o fondu,
fonda
spronaio - éperonee
sprone- i-perdn, care, bròcch
spronella - rodèla
sproporzione - spropor-
■S'iÓll
sproposito - spropòsit, fóta
spropriare - deèpropritl
sprovvisto - prtv
spruzzare - sbrofà
spruzzatura - infarinai
dura
spruzzo - sbròff, stròll
spruzzolare - piovisnti,
sbrofà
spruzzolata - sbrofàda
sjjudoratezza - indecéma
spudorato - indecènt
spugna - èpùnga
spuma - scuma
spumeggiare - mo^-à
spuntare - spunta, de-
i-punta, dispuntà, mocii,
smncà
spuntarla - èpuntàloi
spuntato - moce, mocch
spunterba - màèeàrìna
spunto - punta
spuntone - épungignòn
spurgo - spurgo
sputacchiera - épuìn
sputacchio - làciàdìn, cià-
sputare - spila [rèla
- 1041 -
sputato - sbotàseiaa
sputo - épud^ màrgtj
squacchero - cagar eia
squadrino - solin
squaglio - remoli
squaquerella - eàgàrèla
squarcio - s fèria
squattrinare - équàtrinà
squinternare - équintèrnà \
squisitezza - fmèéa j
squisito - squisito, delicaa
divino, ecelènt, fin, jxtr- '
ticolàr, prelibaa, supèrbo
sradicare - desràsà, di-
sia ! - cito ! [ràst
stabbi olo - stàbièll
stabile - fiéS
"Stabilire - stàbili, deliberà,
destintt, fisa, mclt
stabilito - fiss
staccare - distàcà, desfàcà,
destàpèsà
staccarsi - deitàeà.is, bor-
ia via
stacciare - buràtà, é-edàsà
staccio - sedàss,pàsàbrcend
stacco - cqpòn
stadera - pesa
stadera a bilico - bàéà-
cula, hàsciill
staderaio - bàlànsinec
staffa - braga, pedàda, re-
sgia
staffile - stàfi, portasi tifa
staggio - bolsòn, pientèna
staglio - bòtt
stagnaio - pèltree, tolee
stagnata - boeta. biisolòtt,
tòta
stagnuola - bmolòtt
staio - stee
stalla - sttila
stallatico - ingràss
stalliere - stàlee, biricù
stalloggi - bàciòcch, bàcio-
chin de fraa
stamane - étàmàtina
stamberga - ràtéra
stami - bàrbis
stampa - sttlmpa
stampare - stampa. Urti.
stampatore - stàmpàdòr
stampella - sctlnsria
stampini - boss de stampa
stampita - liènda, pirlonà-
da, tiritèra
ste
stauipo - stdmp, càliéodr
stampone - boràdùr
stamponi - bòéa, boss de
stampa, molitt de for-
mentòn
stanare - destanti
stancare - ètiifì
stanchezza - stùnchèsa ,
étràclièsa
stanco - stràcch, étiiff
stanga - stanga
stangare - shàrà
stanghetta - càdenàsmi
stanza - siunsa
stanzino - capimi
stappare - desbiisciontl, di-
sbiisciontl
starna - coturno
staroccare - destàrocà
staroccare ( fare a ) -
giiigààveàtiés e desresiiés
starsene - incàntàss
stassera - staséra, stasira
stato - sttit , posiéion ,
rango
statua - stàtua [rìna
statuetta - i-tàt lièta, figii-
statura - statura
stazzonare - màstinti, pà-
striignà, resciti
stazzonato - pàtiisciaa
steariche (candele) - càn-
dèl de cerògin
stecca -stèca, bègia,gàmber,
òss, pàlisòn, piqhirceùla,
§' céna.
steccare - imbàlenà
steccato - pàlisàda
stecchito - stincaa
stecco - stècch, bròcch
steccone - ficòn
stella - stèla, bàiircrù, bo-
lin, fiistela
stelo - ìuelgtise
stemma - tirma
stemperare - destcmpcrti,
dàgk Òna destemperàda
stendere - dcstènd, disténd
stentare - stenta
sterco di pecora - btlgola
sterno - oi-ètt
sternutire - strdniidti
sternuto - strànùd
sterpacchi - seolciòn
sterpame - ràdisàmm
sterpicino - brocàiafi
ste
- 1042 -
slr
sterpo - broctij
sterzare - tàiti
stesso - ìMèH-
stiaccia - bmeròtt
stiaccialimoni - àchiscià-
limùn
stiacciata - hriisMa
stiacciatina - ofHa, cà-
nonìn
stiacciatino - cànenèìn
stiacciate - elmocìy
stiancia - lUcòn
stiantettino - cricch
stiare - piirgti
stile - àntèna, ètti
stilla - làgrima
stillettata - étilètàda
stillicidio - riaa
stillino - ràmpinàtt
stilo - ètill^ bmton
stima - onor, pregio, pe-
rizia
stimare - s-tiìnà, perita,
considera, giudica, peni-ti
stimarsi - HimàH-
stimatore - perito
stimolare - eeittl
stinchetti (dolci) - òH
de niòrt
stipa - bàrbàj
stipendio - Mipéndi, ono-
ràri, mitri, soldo
stipettaio - ebànìita
stipite - étìpit
stipo - biirò
stirare - destirà, éopresà
stiratora, stiratrice - éo-
prèsàdóra
stirpe - f'-àngu
stitico - critich, étUieh
stivalarsi - imtrivàlàH-
stivalato - inHrirdlaa
stivale - Urivàll
stivaleria - besàsciàda ,
fèseiàda
stivaletto - i-trivàlin
stizza - S'iis'rt, blla, bile,
dàna, fung, funsg, ghi-
gnòn, ràbia, relén
stizzirsi - danti, inràbìH-
stizzito - ràbida
stizzosaccio - dànàdon
stizzoso - biliòs, bilos, ca-
prili OS, rubi OS
stoccata - stocMa
stocco - ùtòcch
stoffa - àtdfa
storiare - pldfonà
stoietta, stoino - sèrbhi
stoino di cannucce - per-
diana
stomacare - étomegà, dè-
stomegà [rò^-s--
stomaciiini (g'ii) - àcquà-
stomachini - nàiisea
stomacliino - pàton'ma ,
brìsa, màgòn
stomaco - boriceh
stonare - stona, dei-tonti
stoppa - itòpa
stoppare - stopà
stoppabuclii - Uòpàbaucc
stoppiniera, vasetto - lii-
min
stoppione - briisàlàsen ,
gàrsòn
storcere - deptortià
stordimento - imbàlordi-
mènt {étorni
stordire - imbalordì, in-
storiella - bàmbàna
storione - ètiiriòn
stormo - ròse [nòli
storno, stornello - stor-
si or pio - ndìi, strÈpi
storta da donna - bocà-
rèm
storta - bàlòn, pàpàgàll
storto - itòrt
sto viglialo - platee
stovÌ8:lie - fèràglia
stoviglieria - màidlega ,
mài oli ca
stozzare - imboli
stozzo - imbotidòr
strabalzamento - stràbàls
strabico - los-ch
strabigliare - ètràseeolà
stracche - bràtèj
stracchino - stràehìn
stracci ai nolo - firiselin
stracciare Hràscid, scarpa
straccio - è-tràse, ciànfer
straccione - Uràsción
stracco - s-lTàcch
stracollarsi - slogài-s-
stracotto - pàma, carne
in umid, stiiaa
strada - strada, tràcia, vìa
strada ferrata - strada
de fèr^i ferovia
stradaiuolo - stràdin
stradiere - boriandoti
strafatti - bolgètt
strafelarsi - scàlmànàM
straAsagra - stràfilsària
straflzeca - stràfiisàri
strage - màsàcher, màsà-
stralcio - bòft [mént
stralloggi - bàciòech, bà-
ciochìn de fraa
stralmare - losca
stramagli a - stràmm, fa
lèti
stramaturo - pàsaa
stramberia - originàlitaa
strambotto - bosinàda
stramonio - tdèich
strangolare - strangola,
étrosà
straniero - forèètee
strano - strambo, ecéntrich
straordinario - stràsordi-
ììàri, miràcolòs, prodi-
giOs, esiJrèss
strapazzare - stràpàsà
strapazzata - ràgd, fosàda
strapazzo - étràpdéé
strappare - ètràpt, strèpa,
scarpa
strappi (a) - à bàndoléra
strappo - bocon , scàrp,
stràsc
strapuntino - piiimin
strapunto - màtàràss
straripamento - inondà-
siòn
straripare - inonda, .sor-
monta
strascico - eòa
strascinamento - rilsàdc
strascinare - riisà., tira
strascino - sordèrba, étrusn
stratagemma - triicch
strato - émùl
stravagante - stràfàgrìnf.
bàlsdn, originai
stravaganza - originàlitaa
stravasameuto - stràràs
stravecchio - sfràvèce
stravizzo - desorden, di-
sòrdin
stravoltare - invèrsa
stravolto - stràvolt
strega - tnàga, stria
stregare-/» bàrilòtt, instrià
stregghia - càvààiidòr
stregghiare - strigià
str
streg'heria - striàmcnt,
striòis
streg-one - ètrinn
stregoneria - sU-iàmént
strepitare - ciocà
strepitoso - étrepitós
stretta - s-trècia, fiiriigàda,
strengìùda
stretta, stretto - eàipi
strettezza - fiscinHa
stretti - càlaa
stretto - ètrhtt , strècc,
Hrène, impicca
strettoio - èopr^m, tòn-
stria - onda
stricare - desgàrbià
stridere - scrii-à, gigolà
strido - sgàr
strig-are - desgàrhit, de-
sf'mbroià, disimhroià
striarliare - étrigià
strillare - àtrilà, sgàrà,
sgàrì
strillata - sgàràda
strimpellare - gròM, fa
grìn grin
strimpellatore - s'oèpin
strimpellatura - gràtà-
form^j
striiigrere - ètréng, torciti
striug-lmeuto - Mrengiuda
strino - caligo
strippata - é-pànsciàda
striscia - eoràmèla, UMa
strisciare - ^-trusà
stritolare - stritola
strivaliuo - Ptrivàlìn
strizzare - sprèmm
strizzone - caligo
strofa - stròfa
stroflfolo - MrigòH
strofinare - fregt, sgiirà
strolog'O - Mròlegh
strombazzare - trombata
' stronfione - bofiòtt^ bongé
stronzo, stronzolo - si?-o«s-
stroppio - ètòrt, étrupi
stroscia - ariana, riàna
stroscione - bràneosìn
strozzare - itroàà
strozzato - eiàpaa, im-
pieaa, stroma
strozzino - ebrH, iisuràri
strucio - pilàtént
strug-jarersi - strUàiàss. de-
limày desfàsè, deslengità
- 1043 -
strumento - iétriimént
struscìo - conéiimm
strutto - fondini, gràsa,
gràss bitlnch
stuccare - instiicù,, letigà,
litiga, storà, regnala
stucclievole - letiglient, li-
tighènt, slitighént
stucche volino - crìtich
stucco - étiicch, céra, éàgg
studente - stildént
studiare - stadia
studiato - r ice rena
studi - studi
stuello - tàmpon
stufa - biada, étuct
stufatoio - Stiiìn
stufato - étilaa
stufo - staff
stuoia - stceura, stoiitria
stuoia! o - storce
stupidaccio - marmata
stupido - sti/pid, imbecille
incàntaa, màrter, mà-
màlilcch, tràmm
stupire - ètiljjt, rèéià
stupito - estàti''h, edificaa
sturare - desbilscionà, di-
sbiiscionà, destopà, di-
étopà
stuzzicadenti - Stècch
stuzzicaorecchi - épà-
, àorècc
stuzzicare - insigà .
su - sii, sóra
sua - sóa
subbia - pùnta
subbiello - fung
subbio - sibi, cillnder
subbisso, subisso - nìrola,
profluvi, fulmin, miéòlta,
sfì'àgèll, qiiintesènéa, re-
bèll, scémpi
subbuglio - fermént
subentrare - sùbenirt
subire - siibì
subito - subii [filo
sublocatore - refìciò, re-
succedere - siicéd, dàss
successo - siicèss
succhiare - sciscià
succhiellare - sping
succhiello - tinivelìn
succhione - bàstàrdòn
succiamele - màsàlegiimm
snp
succianespole - ciciàne-
spol
succiare - sciscià
succintamente - in siicìnt
succio - scisciòn
succione - bàstàrddn
succo - èugh, gius
succoso - sostànsiós, giii-
sént
sucidare - bordegàscià
sucideria - pilàfàda
sudare - siidà
sudiceria - pilàtMa, por-
cherìa, jìorcàrìa
sudicetto - pilàtèll
sudicio - boisént, briitt, en-
degh, incàtrdmaa, inero-
paa, làsàron, pilàtt, pi-
làtént
sudicione - po)-seèldn
snAicinme - imondì si, une,
riiff', rune [siòii
sudore - siidór, tràspirà-
sufolare - sifoltL
sufolo - sonèll, àìfol
sugrare - pasti
sugatto - péli
sug-g-ellare - sigila
su^g-ello - sigili
sugg'erimento - siigerimént
sug'g'erire - silgerl
sughero - legnàés
sugrua - sùnsgia, gràsa,
gràss biàncli, sciùngia
sug'o - sugh, gius
sugroso - giilsòs, mostòs
suicidio - suicìdi
sul - siil
sultana - otomàna
sultanina - poff'
suo - so
suolo - soeiil, èoeùla, tira
suonare - sona
suonarla - ciicà
suonata - sonàda
suonatore - sonàdòr
suono - sòn
suora - monega
suocero - meSee
superare - stiperà
superbia - orgòli
superbo - siipèrbo, siipèrb
superficie - sUperfìcc
superfluo - siipcrfol
superfluo (il) - el de pii
superiora - prióra
Slip
superiorità - mperioritaa
superlativo - supèrlàtìv
superstizione - mpèréti-
Hòn, pregiudìèi
superstizioso - àrl'iàtt
suppedaneo - sopedàni ,
tàpee
supplemento - Miplemmt
supplica - memoriàl
supplicare - sùplictL
supplire - é-iiplì
supplizio - mplìH
supporre - mpònn, mètt
suppurare - purga, ména
suppurazione - èilperàsiòn
supremo - mprèmm
susino - brugna
sussidio - silsidi
sussistere - msìst
sussurrarsi - tronà
sussurro - Hlsòr
suvero - legnàss
suzzacliera - acetosa
svagarsi - Èvdgàsà
svanire - svanì
svanito - svanii
svantajfg'ìo - svàntdgg
svaporare - svapora, sorà
svariarsi - svàriààs
sviare - desàvià, disdvià
sviarsi - dìàéràH
sveglia - svéglia, bàrldca,
levàda
svegliare - cianiti, dèscàn-
tà, discanta, desedà, di-
s-edà
svegliarsi - deèedàès
svegliato - deftcàntaa, di-
scantaci, desgdgiaa, gii<é
sveglio - svèlt, desedaa
sveltezza - sveltèsa, pron-
tèm
svelto - svèlt, dencàntaa,
desgàrbiaa, èpico
svenare - svenA
svenevolaggine - ftàs-càda
svenimento - svenimént,
svaniménti delìqiii
svenire - svegni
sventare - sveniti
sventrare - sventra
sventura - deàfortùna, le-
gnttda
sventurato - descàvigiaa,
infelice
svergognare - svergogna
- 1044 -
svestire - desveétì
svestito - biòtt
svezzare - desiata
sviare - desvià, distoeù, de-
étoeii
sviato - sbàndaa
sviatore - gugia
svievole - deàcibuiòs
svignare - svigna
svignarsela - fibiàsela ,
toàià
svilire - ^eredità
sviluppare - svililpti, de-
sgàrbià
svisato - travestii
sviscerarsi - sviscerasi
svista - svista, orbàda
svitare - desHdà, disvidà
svogliataggine - gnèchìsia
svogliatezza - fiàca, lana,
lìsàgna [gnént
svogliato - gnècch, làsà-
svolazzamento - svolàsàda
svolazzare - svolasti, sgo-
ràtà
svolazzio - svolàéàda
svolgere - despiegà, despà-
clietà
tabaccaio - tàbàchee
tabaccacelo - fdfa
tabacchino - tàbàchee
tabacco - tàbàcch
tabarro - tàbàr, màntèll
tabella - tàbèla, triodi e
t'-àcch
tabernacolo - tàbèrnticol
taboretto - tàboré
tacca - dént, ongUa
taccagneria - esositaa ,
pedociàrta
taccagno - esos, stemegna
taccaguone - lésna
tacchina - pala
tacchino - poi in
tacchio - biiscàj
taccola - bèrta, ràcola
taccolare - ràcolà
taccolino - tàcola
taccola - ràcola, rògn
taccone - tàcòn, pesa, sca-
mati
taccuino - iàcuìn, notes
tacere - tàsè
tar
tafano - tàvdn
tafferia - bdslèta
talferiata - bàsleiàdct
taffetà - tàftà
tafllare - màioctk
taglia - itila
taglialegna - boscìdrocii
tagliando - copòn
tagliare - tàiti
tagliarsi - tàiàss
tagliateli! - tàiddln
tagliatolo - givstificcidór
tagliere - tàiee [tàj
taglio - chignoeu, scàlf.
tagliolini - tàiàdìn
tagliolo - bidàn
tagliuola - foinéra
tale - itil
talento - tcdént, ingègn
tallire - nàss
tallito - nàsiiii
tallone - tàlon
talonio - negòsi, studi
tamarindo - tàmàrìn, tà-
màrind
tamburello - tàmborèll
tamborino - tàmburin
tamburro - tàmbùr. bàri-
glie, càrugol
tamigiare - sedasti
tandem - tàndem
tanè - màròn
tanfo - tànf, tiiff'
tangente - tangèntu pari
tanghero - iànghen, piceli,
vilàn
tangoccio - tàndsciòtt ,
tràcàgnùtt
tangoncino - tànàscìn
tantinino - cicinin
tantino - idèa
tanto - idnt
tanto pili - tanto pii, compii
tapino - pòver, poerètt
tappa - tàpa [scionti
tappare - bondonà, imbii-
tappeto - tàpee
tappezzare - tàpesà
tappezziere - tàpesee, jik-
vionee, storce
tappo - bondòn, biìsciòn,
stoporón
tappo di botte - boriati,
j}iscinòft, iràcàgnòtt
tara - tara [nìnaì
tarantella - pànsccta, to-\
tar
1045 —
tes
tarantola - tàrànièla
tai-casfiiotto - borlòtt
tarchiatoiie - polpètdn
tardare - tarda, intàrdià
tardetto - tàrdètt
tardi - tàrd
tardivo - tàrdii
tardo - tàrdii, s-péd, tràmni
tardone - dràgdn
tariffa - tàrìfa , càlméri,
fàtura, mèta
tarlato - eàirolaa, càrio-
laa, càriòs
tarlo - tarlo, càirceii
tarma - càmola
tannare - sbogià
tarpare - seimà
tartag'lìare - tàrtàià
tartaro - càteinM-^-
tartarugra - tartaruga
tartassare - tàrtài-à
tartuffolare - trifola
tartufo - trifola
tasca - sàcdcia, bòlgia, gà-
iòfa, mehéta
tassa - iàsa, imposta
tassare - tàsà, colisa
tassellare - intàsèlà
tassello - tMèll
tasso — tàss, nà^è
tasta - lesign
tastare - pàspà
laste§r§riare - palpa
tasto - tàit
tastone (a) - à tàHòn
tattica - tàtica
tavella - pianéta
taverna - gàrgòta-
tavernaio , taverniere -
briignòn, òàt, oh-tàriàti
t avola - tàola, tàol, ìndes,
ìndice, piana, tàbula
tavola da bachi - àrèla
tavolacci no - portir
tavola nera - lavagna
tavola santa - csUéè
tavolato - tàolaa, àmprtda
tavoleg'g'iante - càmerer
tavoletta - tàolèta, tàvo-
le ta, qnàdrètt
tavoliere - dàìna
tavolino - tàol^ tàolìn
tavolone - àéon, cUntéra
tavolozza - tàolòéa
tazza - chiehcra, chicherón,
te - ti [tàéa
te (a) - à ti
teatro - teàfer
teccola - maghi
tediare - tedia
tedio - loefìj, noia
tegrauiaio - bièlee
tegraniata - bièlàda
tegame - bièla
tegamino - bièlm
tegghia - tèst^ pàdèla
tegola, tegolo - copp
tegolaio - fornàsin
tela - tela, tìla, scepàri,
scipàri [elisi
telaio - telar, càstelètt de
telegrafo - telegrafo
telegramma - dièpàcc
telescopio - teleécòpi
telo - àltèsa
telone - tilón
telonio - telòni, telòni
tema - tèma, téma, fifa,
flofiss
tempellare - dondà, lirèlt,
lisonà, scampanti
tempellone - lisòn, lon-
ghigndn, tartaruga
tempera - tèmpera, tempra
temperamento - temperà-
mént
temperante - diàcrètt
temperato - modèst
temperatura - temperà-
dùra
temperie - tèmp
temperino - temperin
tempesta - tempèsta
tempiali (i) - le tempie,
tempia
tempiale - àétlna
tempio - gésa
tempo - camp
tempo ( per ) - àbonora,
leva sii bonòra
tempora (le) - i tèmpor
temporalaccio - borinéri
temporale - temporàl, tem-
peri
temporaneo - interinai
tenace - tàchént
tenda - tenda, tendón, tilun
tendale - tènda
tendenza - tendénsa^ in-
clinàsion
tèndine - tèndin
tenebroso - tètro
tenente - tenènt
tenere •• legni
tenero - tener, tènder, mòli,
écàròs
tenerume - cdrtelàmm
tenore - tenòr
tentare - tenta, bogià
tentativo - tir, tentàtìv
tentazione - tentàsion
tentennare - dondà, scàn-
chignà
tentennone - ci siir don-
dàsi, lison, longhigndn
tentoni (a) - à iàston
tenuità - flnèsa
tenuto - tegnuii
teologìa - teologia
teologo - teòlogh
teoria - teoria
tepidario - caldana
tergiversazione - menàda
tergo - s'cèna, scìiènàl
teriaca - triaca
terme - fanghi
terminare - fcni, fini, forni
terminato - fimi
termine - tèrmin, fin
termometro - termòmetro
terno - tèmo
terra - tèra, fònd
terraglia - tortiglia
terrazza - tèràéa, glorièta
terraz/inO) terrazzo -po-
gioetf
terremoto - tèrèmòtt, ta-
ra mòtt
terreno - terén, tèra
terribile - terìbil
terrore - teròr
terso - tèrs, lucid, l&ster
terza - tèrèa
terzana - tèréàna
terzare - intèréà
terz eruolo - ààina
terzetto - terèètt
terzina - tèrsina
tesa - àia
teschio - cràpa
tesoro - tesòr, eorin
tessere - tèse, compònn
tessitrice, tessitora - te-
stora
tessitore - tèsidòr
tessitura - àntredceù
testa - tèsta, eoo
testamento - teàtàmèné
tes
- 1046 -
tor
testardo - testare, viàmà-
likch
testata - tèstàna
teste - ièit
testiera - pojjé
testimoniare - depònn
testimonio tèitimdni
testino - test-in, comi
testone - tes'tòti, cosón
testug'g'ine - tartaruga
tetro - tetro
tettino - te&ètt
tetto - tècc
tettoia - gàbànòtt
tettola - pendelhi
tettuccio - teeètt
tliè - tè
ti - te, ti
tibet - tibè
ticcliio ^ tintilo, beschU-ì,
càprìH, erica
ticchio (saltare il) - èdita
là mata
ticino - tesili
tieni - tè, toìu
tieniamente - merémur
tiepido - téved
tifo - tifo
tìgliate - lìelàcUj
tÌ8"lioso - slègned
tigrna - tègna [mol
tigrnato - mdngiaa di cA-
tig'iiolato - càrios, eàriolaa
tignosa bianca - màècàr-
pòn
tig'niiola - càmola
tigre, tig-ro - tìgher
timballo - tìmpen
timido - tlmid
timo - timm [ptbla
timone - timón, guàrnàcc,
timóre - timor, paura, tè-
rór, pòmm pòmni, ècàgg
timpano - tìmpen, tàmbòr
tinaia - tinéra
tinca - ténea
tinella - nàvàscioeu
tinello - tinèll
tingere - teng
tino - tinòn, lina
linone - tindn
tinozza - bàgn
tinta - tìnta, bàgn
tintin - din-din, dlìn-dlìn,
delin-delin, tintin
tintura - tintUra
tipo - tipo, màpa
tipografo - ètdmpàdòr
tiralatte - sciscitm
tiralinee - tirdlini
tiramantici - tiràmàntes
tiramento - tiràmént
tiranno - Urtino
tirante codato - pàsàrHa
tirare - tirtl, tra
tirarla giìi - digliela àdree
tirastivali - tirànt
tirata - tirtida; suda
tirato - tegnòn
tiratura - titàdura
tirella - tirdnt
tiretto - càsètt
tiritera - filàstrdca, pir-
lonàda. liènda
tiro - tir
tirocinio novisiaa, prà-
tica, gàràvàna
tisi - etisia
tisico - fisich, ètich
titiiiinlo - làciàrèll
titolare - titolar
titolo - titol, tèsta
titubare - titilbà
tìzzonaio - foghee
toccalapis - portalàpis
toccare - toch [làsu
toccarne - dà vìa di cà-
tocco - tocch, bòtt, sègn
togliere - tcett
toglia il cielo ! - dinin-
guàrda !
tollerabile - sojìortàbil
tollerare - tolerà, éoportà,
porta
tomaia - tornerà
tomba - tomba, nàvèll, se-
pòlcher [lòtt
tombola - tombola, lòto,
tombolare - tombola, fa
là bombàra, fa là toma
tomboletto - bonsèta
tombolo - borlon, borlòn
de ricàmm, cosin
tombolotto - bombolòtt
tometto - tomètt
tomo - tòmm
ton-ton - don-don, ddn-dàn
tonaca - tdnega
tonamento - tronàda
tonchio - clisèta, giànìn
tondello - tàsin, pàiaul
tondere - tosa, melonà
tondino - tondìn, portà-
bicèr [tond
tondo - tond, redónd, ro-
tonfacchiotto - borlòtt
tonfo - ploff
tonnina - pànscetu
tonno - tòn
tono - tòn
topaia - ràtéra
topetto - morigimì
topica - tòpica
topico - tòpich
topinaia - bo>ucc di ràtt
topino - ficànàs [sin
topo - ràtt, rànsàdor, ràn-
topolino - ràtìn, mori-
gioed
toppa - pàta, sdràdura,
tàcòn, tàpa, tàsèll, pésa
toppino - pàtonìn
toppo - bòia, bòra, sciòcch
top pone - pàtòna
torbido - tòrbid, invèrs
torcere - tòrg, storta, stòrg,
destortià, girivoltà, pirla,
torchiare - torcia
torchio - tòre, tòrcia
torcia - tòrcia
torcicollo - stortaceli, bè-
càformìgh
torcitoio - cagna
torcolo - tare
tordella - drcss [sòn
tordescaia, tordiere - drè-
tord inetto - dordinètt
lordino - dordin. dordina
tordo - dort, drèss
tordo sassello - drèsin
tormentare - persipità,
veàigà, visigà
tormento - torment, si'c-
plisi
tornaconto - tomàc^nt
tornare - torna, fa là bom-
bàra, fa là tòma
tornata - ricorénsa
tornio - tòmo
tornire - intorni, fa fron-
fròn, fronfronà
tornitore - intornidòr
toro - tòr
torre - tòr, toeii
torrente - torént
torrione - toriòn
torrone - toròn, àrmàn-
dolaa
tor
— 1047 —
tra
torsello - cosìnètt
torsi - niolitt de formen-
tdn
torso, torsolo - càrùspi,
fiìstòn, fiiétòn, molìn, mo-
lòn
torta - tòrta, cdréénàa
tortello - torteli
torto - tort, étòrt, intort
tortora, tortorella - tor-
torela
tortoro - pàrioeula
torvo - besiòs
tosare - tosa, bertontl, me-
lone
tossico - toèieh, velèn
tosse - toés
tossire - toàì
tostare - tosta
tostato - test
tosto - subii
totale, totalità - total
totalmente - totàlmént
tovaglia - tovàia, toàia
tovagliolino - bolèta
tovag"liolo - màntìn, Ser-
tièta
tozzo - tòcch, seiàtt, trà-
càgnòtt, tànàseiòtt, mà-
ròcch, piscinoti
tra - irti, intrtL
traballare - tràbàlà, bi-
cofà, clondà^ SGclnchigiiti
traballata - dondàda '
trabalzo - scàlòès
trabìccolìiio - omètt
trabiccolo - coregh, pret
traboccare - sormonta
trabocchetto - tràbilchèll
trachea (la) - i cànei
traccia - tì-àeia, menabò
tracolla - iràcòla
tracollo - tràcòH
tradire - tràdi
traditrice - tràditòra
tradurre - tradii,
traduzione - tràdUsion
trafelare - bànfà
tralìg'g'ere - infilati
trafila - trafila
trafitta - pliés, piech
traforare - èfortl
traforo - èfor
trafugrare - scàmottt,
trafurelliuo - bàràbhi
trafarello - bàràbòtt
trafusolina - fdsceil
tragedia - tragèdia
tragittare - transitai
traguardo - livèll
tralasciare - tràlmà
tralciaia - bocàdura
tralignare - imbàstàrdà,,
<fàlsà
trama - trama, pMtiss
tramaglio - tremàgg
tramesse - mondeghUi
tramestare - bolgiràitL ,
meéedtt, riigà [den
tramezza - étrànièsa, gutir-
tramezzato, tramezzo -
èòtpè
tramoggia - baserà
tramontana - tramontana
tramonto - tràmdnt, càlàda
tramortito - insormentii
trampellino - tràmpelìn,
tràpolìn
tramuta - mildttda
tramutare - travasa
trangugiare - càsciàgìd,
inghiotì, Mràngoiti
tranquillare - qiiiètà, quiè-
ta gio
tranquillità - pils
tranquillo - trànqiiill, pà-
cìfich, càlmo^ mansuèti,
quièti
tranquillone - pàpàttLs
transazione - trànsàsidn
transigere - trànslg
transitare - transita
transito - trànsit
transitorio - transitòri
trapanare - trapana
trapano - tràpen,firlàforla
trapelare - penètrti
trapelo - perteghin
trapiantare - stràpiàntà,
strepidntà
trappola - tràpola
trappolare - tràpolà, in-
gàtiti
trappolino - tràmpelin
trapunta - prepònia
trapuntare - preponiti ,
imboti
trarre - irà, tira, ioeu
trasandare - tràsàndà
trascinare - strìlsd,
trascurare - tràsciirà
trascuratezza - negligèma
trascurato - tràécuraa ,
negligènt, spenèieraa
trasecolare - stràsècolà
trasferire - trasloca
trasformazione - tràvesti-
mént, tràsformààión
traslocare - trasloca, spàsa
trasparente - trdspàrènt
trasparire - tràèpàrt
trasparlare - straparla
traspirare - sildà
traspirazione - traspira'
Sion
trasporto - traspòrti por-
tura
trasportare - tràsporttt ,
strdportà [belee
trastullo - bebèll, divèrsìv,
trasudare - tràpani.
tratta - irtlia
trattabile - tràtàbil
trattamento - trdtàmènt,
éporgimènt
trattare - tràtà
trattativa - tràtàtiva
trattato - tràtaa [mù,
trattenere - tràtègni, fèr-
trattenersi - trdtègniss ,
fèrmàss, dimorti
trattenimento - tràteni-
■ meni
tratto - tràtt, tràia, tirétti
tòcch, divisiòn
trattore - tràtceùr
trattoria - tràtorìa, bois
trattuzzo - divisiòn, tirètt
travaglio - tira, strUsi
travago - contràpàss
travasamento - tràvtis
travasare - trcwàsti
travaso - tràvàs, stràvtts
travata, travatura - trà-
vàdura, pàsontlda
trave - tràv, candita, éomce
traversa - traverà, dormión
traversaglio - trèmàgg
traversare - travèrsa
traverse - bànehinn
traversìa - eros
traversine - eosiniti
traverso - traverà
travestimento - travesti-
mènt
travestirsi - siràvèsti'és
travestito - travestii
traviare - stràvàcà.
tra
— 1048 —
tur
traviati - bar àbiti
travìcella - tràvèlt
travolg'ere - fttrànibà
tre - trii
trebbia - càirmù, eàriosu
trebbiare - cribitt
trecce - eoààé
treccia - trèia, às-óìi
treccinole - ligàdura
treccolamento - sàbètà-
nicnt
treccolare - sàbètà
treccone- hMtroàdn, ortoldn
tredici - trèdes
trefolo - ìegnoetì
tre^gria - ràgia
tregrg'ioue - ìesiòtt
tremare - trema, bàrbèlà
tremarella - pòmm pòmm
tremendo - tremèndo
trementina - trementina
tremito - trhnit
treno - treno, còrsa
trenta - trénta
trentina - trentèna
trentuno - trentun
treppiede - tripee
trescare - bokjiràtà
tresette - tristètt
trespolo - càvàlètt^ fiorerà,
tàràbàcola
triaca - triaca
triang-olo - triàngol
tribolare - tribuld, trebillà,
2)ersefjii>tà
tribolare (far) - fa disperà
tribolato - màrtir
tribolazione - trebillàéiòn,
eros, inàrtìri
tribunale - tribunal
triduo - tridov [nàl
triennale, trienne - triè-
trifoglio - buia, trifmàj
trillare - trilà
trillo - trill
trimestre - trimHtcr
trina - biònda, riise, và-
làniiinn, piss
trincare - trinca, boccila,
sbàgàseià, eicià, sciscià
trincarello - cànàrèla
trincata - riàrida, ciciàda
trincea, trincera -trincera
trincerarsi - trincerasi
trincetto - trineètt
trinciante - frinciànt
trinciare - trincia
trincone - ciocòn de grtpa
trinità - trinitaa
triocco - bàràca
trionfare - trionfa
trionfo - triónfo, parler
triplicare - triplicti
tripode - tripee
tripolo - tripol
trippa - biiseca
trippaio - biisèchee
tripletta - botàscèll
trippone- tripòtt, petàscion
triste - màlincònegh, mà-
lincònigh
tristezza - malinconia, pà-
tùrgna
tristizia - maa, càtiviria
tristo - bàlòss
tritare - trià, trià gid
tritato - triàda
tritello - rosgiceil
trito - trid
tritone - sbiòcch
triturare - trià, trià gid,
viàsnà
trivelletto - tinivelin
triviale - triviàl, volgàr
trofeo - trofèo
trog'olo - albi, màrnètt
troia - loeùgia
tromba - tromba, trombata,
pompa, càna
trombaio - trombee
trombare - trombèta
trombettare - trombèta
trombettiere - trombètee
trombetta , trombetto -
trombata
trombone - trombòn
troncare -dèsmètt, dismètt,
tàià
tronchetti - brochén
tronco - trònch, bàderòn,
moce, scàvèss, scimoétòu
troncone - moce
trono - trono
troppo - tròpp
troscia - ariana, riàna,
gàie
trota - truta
trottare - trota
trottata - trotàda
trottatola - trotàdòr
trotto - tròtt
trottola - birlo
trottolare - birlà
trottolino - birlìn
trovare - troà, trova
trovata - invensiòn, xìcn-
sèr
truccarsi - trUcàss
trucco - triicck
trucidare - manderà
trucioli - intornidUra
truffa - trufa
truffare - gàbolà
truffatore - imbroiòn
trumò - triimò
truogoletto - àrbièll
truogolo - marna
truppa - trupa
trutilare - dordà
trutina - force la
tu - te, ti
tua - toa
tuba - cilinder, trómba
tubercolo - tilbèrcol
tuberosa - tuberosa
tubo - tiibo, àrgàn, càna
tuffare - moia
tuffarsi - ingoi
tugurio - tuguri
tulipano - tulipdn
tulle, tulio - tuli
tumore - tiimòr, fiiràncol
tumolare - solerà
tumulo - sepólcher
tumulto - tilmult, bar dèli
tuo - tò
tuoi - tò, tO'U
tuonare - tronà
tuono - tron
tupè - tape
turabuchi - étòpàboeuee
turacciolo - boéción, Ini-
sción, ètoporón
turare - stopà
turato - stòpp
turba - turba, trópa
turbante - tdrbànt
turbare - inquièta
turbarsi - àgitài-s-
turbine - tfirbin, borinèri,
stràvènt
turcliesa - tUrchèsa
turchina (carta) - carta
morèla
turchino - tiirchìn
turco - tiirck
turibolo - tdribol
tur
1049 —
uti
turlurìi - tilrlurù
turno - turno
tutela - tiitUa
tutolo - molin, molòn
tutore - tutor
tuttavia - piir, epùr
tutti - tiiCG, tuti
tutto - tiitt
tuttoché - àncàbén
tuttora - tiitóra
tutt'uno - tiltuna
JJ
ÌX - u, u
ubbia - àrlìa
ubbidire - iibedì
ubriacare - ineiocht
ubriacarsi - àndà. in etm-
bàli's, imbriàgààs
ubriacatura - cidea, gàt-
na, blónda
ubriaco - ciocche ihibridgh
j ubriacone , gàinàtt
r uccellagrione - iisèltLnda,
1^. ciàpàda, rocòlàda
i uccellame - usèlàmvi
uccellare - iisèlà. roeòlà
uccellatoio - iisèlànda
uccellatore - iisèlàdòr
uccelliera - iisèlànda
uccellino -Uselìn, clcio
uccello - iisèll '
uccliiello - ogioeiì
uccidere - màsà, eopà
Uccisione - màéàmcnt
udienza - Udiema
udire - sentì
uditore - iiditòr
ufficiale - ufìciàl
ufficialità - nficiàlitaa
ufficio - ufìU
ufo (h) - à off
ugrgria - fica
ug'giolare - piàng
wgr8"ioso - ròdàbiisèech, io-'
uggrire - noia [éich
ug'na - óngia
ugnata - ongèta
ugrnatura - àngàlètt
ugnella - ongèla
nonetto - ongèit
ugola - Ugola
uguaglianza - eguaglianza
uguagliare - guàlirà
uguale - eguài, iìguàl
uguaunotti - centinbóc-a
ulcera - ulcera
ulceretta - vesigkèta
ulivo - olìra^ bolgèna
ultimamente - iiltimàment
ultimare - Ultima
ultimo - tiltim
umanamente - iimànàmmt
umanizzarsi - umànisdss
umano - iimàn
umerale - eontinéma
umettare - iniimedì
umidaccio - màsàròtt
umidità - iimiditaa
umido - iimid
umile - umil [tifica
umiliare - ilniilià, mor-
umiliarsi - àbàms-s\ sbà-
sàss, inchinàés
umiliazione - iimiliàéiòn
umilmente - iimilmcnt
umiltà - ilmiltaa
umore - iitmjr
umore (beli') - màtòcck
umorista - iimortn
un - on, cùn
una - ona, vUna, voRÙna
uncinato - ràmpinaa
uncinetto - croscè
uncino - cambretta ràm-
ptn, ràmpinéra
undici - vììndes
ungere - ung, nnciscin,
vung
unghia - Hìigia
unghiata - nngiàda
unghiuto - ungiàtt
unguentiere - màntèchee
unguento - ingiicnt
ungula - nngèta
unicamente - iinieàmènt
uniformarsi - Uniformai^
uniforme - Unifórme, Uni-
forma, montura
uniformità - iiniformitaa
unione - Union
unire - Unì, giunta
unità - Unita a
unito - unii
università - iiniTèrèitaa
universo - iinivèré, mond
uno - riin
untare - unciscià, une, ming
unticcio - onciscént
unto - une, rune, grdés
untume - uneisciàna, gràsé
unzioue - unéión
uomo - òinm
uomini - Qmen
uosa - glièta
uovarolo - portàneàv
no vici no - ovìn
uova - boriai, ceiiv
upopa - buba
uragano - Uràgàn, borivéri,
tempordl
urbanità - iirbànitaa
urgenza - ilrgénsa
urinatolo - pisàtòi
urlare - iirlà
urlo - ilrlo
urlone - bàjàfee, bàjàfòn.
bàjóìi
urna - urna
uropigio- mìtria, mitriòtt,
fiso éàcro
urtare - urta, biitonà., in-
vèsti, riisà, sbiitonà, re-
butonà, triicà
urtarsi - rebiitàs-s
urto - biitùn, riisàda
urlone - biitonàda
usanza - iisànéa, mòia
usare - Usa
usato - iisaa, friiit, sòlit
usciere - iisciér, portér
uscio, uscione - antipòrta
Use
uscire - sortì, vegni
uscirne - cavasela
uscita - Uscìda, éortìda
usignuolo - roéignmiì
uso - Usànsa^ lechètt
ustolare - consUmà, siisi
usuale - Usiiàl
usualmente - iisiiàlmènt
usufruii'e - UsUfrUì
usufrutto - nsUfrut
usufruttuario - iisUfrU-
usura - Usura [tiiàri
usuraio - iisUràri , ebrèi,
pegnàtàri
usurpare - usiirpà
usurpatore - ilsUrpàdór
usurpazione - UsUrpàsion
utero - uter
utile - util, prò, éeriììsi,
mntàgiós, càntàgg
utilmente - Utilmént
utilità - iitilitaa, vmitàgg^
guàdàgn
ntì
1050
ven
utilizzare - utilità
uva - Uga
uva galletta - bieiolàna
uva orsina - loriòn
uva passerina, uva turca
- iighèta
V - ve
vacante - vàcdnt, voeui
vacca - vtLca
vaccaio, vaccaro - vàchee
vacclie - scirés
vacchetta - vàcheta
vaccina - soriana
Taccinare - vàeinà
vaccinazione - vàcinàéiòn
vaccuccia - càterinèta
vacillante - màlfondaa
vacillare - donclà, ècàn-
vado - guaa [chignà
vagabondo - mgàbònd
vaglieggiatore - moScÓn
vaglieggìno - galani, gin-
vagina - guàdìna [gin
vagito - oèè, ovèè
vaglia - vàglia
vaglialo - cribiee, càvàgnee
vagliare - cribià [din
vagliatore - cribiee, mon-
vagliatura - cribiàdura ,
cribitìsc, rcsehee
vaglio - crìbi
vaiolare - peneiorà
vainola - vàrostil
valanga - valanga
valente - vàlords, eqiiitàtiv
valentia - valor
valere - vare, cilntà, vàri,
regni
valeriana - valeriana
valevole - vàltd
valico - morinèll
valido - vàlid, àtendibil
valigia - vàlìs
valigiaio - bàUlàtt, bàiilee
vallata, valle - vali
valere - import, valor
valore - pregio
Caloroso - vàlords
valsente - vàl&ént, import
valuta - valuta
valutare - valuta, mètt
valvola - vàlvola, lenguèta
vampa - vampa
vampiro - mngitèta
vanagloria - vanaglòria
vaneggiare - vànegià, trà-
ipàrlà
vanga - vanga
vangaiola - guada
vangare - vanga
vangata - vàngàda
vangelo - vangeli
vangile - gàmber
vaniglia - vaniglia
vano - eiicch, lus, vceuj
vantaggiare - ràntàgià
vantaggiarsi - vègh dent
là mica [pèéa
vantaggino - contentìn ,
vantaggio - vàntàgg^ àvàn-
tàcc, richèsa, proèec, pro-
fili, tornàcunt, gitàdàgn,
iitilitaa, costrutta reciòcch
vantaggiosamente - iitil-
mènt
vantaggioso - vàntàgiós,
ricch, util
vantare - vanta, spara
vantarsi - vàntàsé, milàn-
tàss
vanteria - vanto, blàga
vanto - vanto, orgòli
vapore - vapor
variabile - vàriàbil, in-
cèrta ììiàtt
variare - vària
variazione - vàriàsiòn
varietà - vàrietaa
vario - vàri
vasaio - piàtee
vasca - vasca, bàgn
vaso - vds, olin, orinàri
vassoiata - bàsletàda
vassoio - cabarè , gàbàré,
gàbàss, bòMla
vastità - vàstitaa
vasto - vàst
vattene - va, màrse
ve - ve
veccliia- vègia, carampana
veccliiaia - vegedaa
vecchierelle - eàstègn pèst
vecchino - càgàéeckin
vecchio - vècc^ friiii
vecchio decrepito - bàcU-
ca, bàciicch, vègg, vègia
vecchioni - cùni
vecchiume - vègiàda, pà-
iària
veccia pisella - oeuv de
truta
veccioni - quàdrètdn
vece - véce
vederci - vedègh
vedere - vede
vedovella • vedovìn, vedoin
vedovo - vèdov
veduta - vedUda, vista, lon-
tànàma
! veduto - viét
veemenza - fUror
vegetare - vegeta
: veglia - festin
I vela - vela
[ velame - velàrìa
velare - pana
I velarsi - càrpià
: velatura - velàdura
I vele - pàlètt
1 veleno - velén
velenoso - velenòs
ve lì - véi
veli - vH
velina - carta velina
velo - veli, velèta, càrpià-
I dura, pànàrèta
vello - pel
velluto - velù
vena - vena, minièra
venale - venàl
venalità - veìiàlitaa
venato - venaa
vendarrosti - bois
vendemmia - vendémbia
vendere -vénd, esita
vendetta - vetidéta
vendicare - vendica
vendicativo - vendicàtip
vendita - véndita, èsit
venerare - venera
venerdì - venerdì
veniale - veniàl
veni mento - vegnùda
venire - vegni
venoso - venaa
ventaggine - brevàgg
ventagliaio - creépinee
ventaglio - crèspìn
ventarola - bàndirceiìla ,
ecrdn, ect'én
ventarnola - ventala, véla,
pàràfceugh, ecrdn
venti - vint
venticello - àrièta
ventilato - ventilaa
veu
- 1051 -
ventilatore - ventilcidòr
ventiua - vintèna
veiitipiovolo - Hràvént
vento - vent^ seorénsgia
ventola - àbàsgiòr, pàrà-
liimm, plàea
ventosa - ventosa, copèta
ventre - vénter, ptLnscia,
boriceli, botàse, conèolaa
ventresca - pànscèta
ventricolo - ventrìcol
ventrig-lìo - perdee
ventrone - pàmción
ventura - ventura, boncmlr
venuta - vegnuda
veramente - veràment
verbalmente - verbàlmént
verbale - cèrbtl
verbena - verbéna
verbo - vèrb
verde - verd
verderame - verderàmm
verderogrnolo - èrborinaa
verdone - àmoròtt, colom-
bina
verdura - verdura
vergine - vèrgin
Vergine Maria - màdòna
yergogna. vergógna, obròbri
vergognarsi - vergognàèè
vergognoso - vergognò^
vergola - cernete, tortìglia
verifica - contròll
verificare - verifica, con-
frolà
verificatore - controheur
verità - veritaa
verme - vèrmin
vermìcellaio - pàstee
vermicelli - fidelitt
vermicello , vermiciat-
tolo - vermismi [tò^s
vermocchio - bordòcch, gà-
vermouth - vèrmut
vernereccio - invernengh
vernice - verms, infàri-
nàdura, pàtina
verniciare - invernila
verniciatore - invernisàdór
vernino - invernengh -
vero - véra, efètiv, fin, reàl
verone - teràm
verosimile - verosimil
verricello - cUrlètt, perseli
del càr
verro - pdrch, porscèll
versetto - pùnt
verso - vere, vèrgna
vt rtebre - jfirdn, firon de
là è' cena
vertenza - vertènsa
vertice - sctma
verticella - becàformìgh,
étortàcòll
verticello - bìrlo
vertigine - vertìgin, bàlor-
dòn, giràmènt
verza - vèr^
verzicola, verzogola - ntt-
verziere - versee [pala
verzino - fernàmbileck
vescia - lòfa
vescica - vesìga
vescicante - visigdnt
vescicaria - fulech
vescicatoio - visigdnt
vescovo - vèscov
vespa - màrtinètt
vespaio - vèépee, favo
vespero - vUper
vesta, veste - vesta, vestii
veste da camera - doliètt
vestibolo - porteghètt
vestigio - pedana
vestimenti - pàgn
vestiario - veétiàri
vestire - veètì, mètt
vestirsi - mètes
vestiti (i) - i pàgn
vestitino - pàgnin
vestito - vestii, àbel, tlbit
vestizione - vestiàion
veterano - veterano
veterinario - veterinàri
vetraio - invedriee [tìn
vetriata - invedriàda, àn-
vetrice - sàres, gorìn
vetrina - vedrìna
vetrino - àgher, dént già-
smt
vetriolo - vedrieeil
vetro - veder,
vetta - colma
vettovaglia - viver
vettucce - vetàbia
vetturale - càvàlant
vetturino - vetiirìn, vi-
tilrìn
vezzeggiare - eocorà, po-
porà, Simona
vezzo - grààièta, smòrfia
vi - vi, ve, gite
via - via, contrària, é-tràda
vìa! - nàf màrse .' partii
vìaggetto - girèft. gita,.
àcàpàda
viaggiare - viàgià
viaggiatore - riàgiàdòr
viaggio - viàgg
viale - viàl
viatico - viàtich
viavai - ìbis e red/bis
vicario - vicàri
vicenda - vicenda
viceré - viceré
vicerettore ^ viceretòr
viceversa - vicevèrèa
vicinato, vicinanza - vi-
cindnèa, vesindnsa
vicinanze - dintorni
vicino - vesin, àprèàs, àtà-
caa, àtàech, èòtt, tdcaa
vicolo - vlcol, étrècia
vidimare - vidima
viera - rància, véra
vietare - inebi, inibì, proibt
vieto - pòés
vigile urbano - iorrcglidnf
vigilia - vigilia
vi gì ietto - bigliètt
vigna - vigna, vii
vignetta - vignéta
vigore, vigoria - vigor,.
foréa
vile - vile, ordinàri
villaggio - pàés
villania - vilànàda, grii-^
biànàda , màlàcrednsa ,
pàisànàda
villano - vildn, jyàisdn,.
crosin, gàlupp, grilbidn,
incivil, piccii, riiàpdn,
écreànéaa [iòcch
villanzone - vilani-òn, pà-
villeggiante - vilegidnt
villeggiare - vilegià
villeggiatura - vilegiàtùra
villico - pdiòcch, pàisdn,
viltà - viltaa [picch
viluppo - ingàrbiàda, in-
voltiàda, menàda, pàétiM^
pitela, gùrbUJ
vinacce - tegàsc
vinaccio - vinàsc
vinacciuolo - vinàscio'ù
vinaio - briignòn
vincere - vèng, guàdàgnày
mangia
— 1052 —
zat
■viucido - mòli \riòs
vincitore - rmcitór, vito-
Tincìtossico - tòéich
rinco -' stres. gorin
vincolare - ligt
vincolato - ligaa
vincolo - ligàmm
vinello - luscia, vmèll
vinetto - vinètt
vino - 'vin
viola - vioetìla
violaceo - violètl, morèll
violaciocca - càmpàmn
violentare - violenta
violenza - violénm
violetto - violati
violino - violili, viorìn
violoncello - violoncèll,
vioronèèll
violone - vioron
vipera - vìpera
virg-ola virgola
virtù - virtù, mérit
visacci - modàcc
visaccio - grinta
viscere - vlscer, interior
vischio - vèéeh
viscido - letighént, litighént,
slitighènt
visciolina - màrenmura
viscioloua - inàì'ènoìi
visco - vèseh
viscoso - tàehént
visibile - visìbil
visiera - visièra
visino - fàcìn
visionario - visionàri
visita - vìsita
visitare - visita
viso - fàeia, idea, muso
vispo - vìàcor, vìr
vista - vista
vistata - vistàda
visto - vii-t
vistoso - vistos
visuale - visiiàl
vita - vita
vitalba - càvrioeiila
vitame - vidòr
vite - vìt
vitello - bilseìn
viticci - bràse, bràscioeù,
viticcio - eàvriosil, girando,
bràscioeù
vitigriii - vidor
vitriolo - vedrioeii
vitto - vìver
vittoria - vitòria
vittorioso - titoriòs
vituperare - infama
vituperio - vituperi
viva - vìva
vivacchiare - vivala
vivace - vtv, vìi-cor
vivacità - vivàeitaa, vita,
movimmt
vivagruo - j)^dtgn, seinidm
vivaio - vivee, gtìròv
vivaio di gelsi - moronera
vivanda - pitànsa
vivanda rifatta - ctrna
frusta
vivandiera - vivanderà
vivere - é-emnpà^ viv, vìver
vivo - vìv
vivole - gdlón, ìdol
vizio - visi, tara
vizioso - visios
vizzo - pass
vocabolo - voctbol
vocabolario - vocabolàri
vocale - vocàl
vocazione - vocàsiòn
voce - vos
vociare - vosà, sbràgàlà
vociferare - vocifera
voga - voga
voglia - voefda, volentaa,
voloìitaa, tintilo
voglio - rui
voi - vii
voi (a) - ve, à vii
volano - volìn
volante - volani, volìn
volatile - volàtil
volere - vore
volgare - volgàr, triviàl
volgere - volta
volgersi - voltàss, baiti
volgi toio - tràpeìi
volgolo - ècàrtosèll de fa
Hfl rèff
volo - voi [taa
volontà - volontaa, volen'
volontario - volontàri, va-
ìentàri
volontieri - volontéra, vo-
lente r a [scètt
volpe - volp, niàrsc, màr-
volpone - volpon, ^àinon
volta - vòlt, vòlta, tràft
volta (a) - càntinaa
voltafaccia - bàlàndra
voltar carta - cambia di-
scorè
voltare - volta
voltata - voltàda
voltatrice - àépèra
volteggiare - bdrbelà
volto - fàcia
voltolo - bolson
voltolare - revoltià
voltolarsi - tomborlà
volubile - volùbil
volume - voliimm, tòmm
vomere - mMa
vomitare - vomita, rigètà
vomito - vòmit, gòmit
vomitorio - vomitòri
vortice - girivolta
votarsi - invodài'é
votazza - pàlòtt
voto - voiui, vót
vulcano - viilcàn
vuotacessi - nàvàscee
vuotare - roià, svoià, spàsa
vuoto - v(vm, cilcch
z - seta
zabaione - sàbàiòn
zacchera - étrùll
zaffare - bondonà
zaffala - tàfiàda
zafferano • sàfrdn, borsòtt
zaffo - bondòn, boscion,
stoporón
zambaione - sàbàiòn
zampa - éàmpa, sciàmpa
zampata - sciàmpàda
zampillare - sbilM
zampillo - sbils
zampino - sciàmrnn
zampogna - àìfol
zampone - èàmpètt
zanca - jictiirìna
zanella - cànàlètt
zangola - penàgia, borli-
rrriì, conchin [ción
zannuto - denciàter, ilen-
zanzara - sàmara
zappa - èàpa
zappare - éàpà, vanga
zappatore - éàpàdòr, ià-
pceùr
zappone - éàpon
zatta - melòn
zav
zavalì - tàbàlòri, tàbàlmiìri
/azzera - lendenèra
zazzerone - ìnàrsinòn, eà-
viòìi, mcùcG
zecca - S'éca
zecchino - sèchìn
zelante - selànt
zeppa - Ms, ehignceù, tàcQn
zeppo - rSs, pièn còme on
muv
zerbino - sgàrsorìn
zerbinotto - pelàdèll
zero - ^éro, nàgòtt
zia - !ila
zibellino - gibeiìn, màrter
zibibbo - ^ibèit
zimarra - simàra
zi ni 1)0 Ilo - lemgiceùyh
zina - ghia
zinale - scorna
zi natolo - ginàdor
zing-hinaia - gnècJusia,
gnAgncra
— 1053 —
ziugoue - scimostòn
zingoncello - càvirc ingè-
saa in del niiir
zinuatoio - Ugoràtt
zi nz in ilio - cicimn
zio - .5 io, barba
zirlare - erica, dordà
zirlo - cricàdòr
zitellona - popolana
zitti! - cito!
zizerino - cecè
zizzania - sisània
zoccolaio - àocoràtt
zoccoli - sdcor
zoccolo - sòcol, bàsàmént
zolfanello - èolfànèll, so-
frànèll, éofrich
zolfino - amareni, fìribiis
zolfo - sòlfo^ sòfrich
zolla - Iòta
zonibaniento, zombata -
meneghina
zonzo (a) - à strusa
znp
zoppicare - sopìgnti
zoppo - sòpp
zoticlieria - pèréègMa
zotico - griibidn, màsigòit,
montrilcòtt, ghìrla. ttin-
ghen, pàiòcch
ZQCca - stica
zucca monda - cràpa pe-
làda
zuccherare - insiicherà
zuccheriera - èiichercra
zucchero - sùcher, bombón
zucchetto - càloitn
zuccliino - cosìn
zucconare - bèrtontl, me-
lone
zuffa - Ut
zufolare - hifolt
zufoletto - sifolìn
zufolo - Hfol, sonèll
zugo - pàmpàluga
zuppa - àupa, papa
zuppiera - màrmUa-
FINE DEL VOCABOLARIO.
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