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Full text of "Vocabolario milanese-italiano coi segni per la pronuncia; preceduto da una breve grammatica del dialetto e seguito dal repertorio italiano-milanese .."

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FRANCESCO  ANGIOLINI 


VOCABOLARIO  MILANESE- ITALI  ANO 


ASati&yf 


FRANCESCO    ANGIOLINI 


VOCABOLARIO 

MILANESE-ITALIANO 

COI  SEGNI   PER  LA  PRONUNCIA 


PRECEDUTO    DA    UNA    BREVE    GRAMMATICA    DEL    DIALETTO 
E   SEGUITO   DAL  REPERTORIO 

ITALIANO  -  MILANESE 


,f  '^f'^'V. 


OPEEA  PREMIATA  FRA  LE  PRIME  AL  CONCORSO  DEI  VOCABOLARI  DIALETTALI 

BANDITO  DAL  MINISTERO  DELLA  PUBBLICA  ISTRUZIONE 

E     PREMIATA     ANCHE     DAL     MUNICIPIO     DI     MILANO 


*  503013 

1897 

DITTA    G.    B.    PARATIA    E    COMP. 

(Figli  di  I.  ViGLiABDi— Paravia) 
Tipografi  -  Librai  -  Editori 

TORINO  -  ROMA  -  MILANO  -  FIRENZE  -  NAPOLI. 


PeopbietX  Lkttbrajua 


10O4Ì16  Milano  Tipografia  Capriolo  e  Massimino 


PAOLO  BOSELLI 

Deputato    al    Paulamexto   Nazionale 
IN    ATTESTATO 

DI 


INALTERABILE    RICONOSCENZA 


I 


PREFAZIONE 


(.'hi  legge  oramai  una  prefazione  V  Ognuno  che  abbia  un  dito  di  buon  senso, 
poiché  sa  che  la  prefazione  gli  darà  la  chiave  a  intendere  meglio  il  libro  e  gli  aprirà 
la  strada  a  un  giudizio  più  sicuro,  dicendogli  le.  intenzioni  dell'autore.  Io  dunque 
la  scrivo,  perchè  conto  sulle  persone  di  buon  senso. 

Un  Vocabolario  Milanese-Italiano  non  era  comparso  più  dal  1870,  da  quando 
lioè  il  professor  Giuseppe  Banfi  aveva  pubblicato  la  terza  edizione  del  suo;  il  Mi- 
nistero della  Pubblica  Istruzione  nel  1890  bandi  un  concorso  di  vocabolari  dialettali, 
t>d  io  convinto  della  buona  opera  a  cui  dava  impulso  il  Governo  per  l'unità  delia 
lingua,  e  desideroso  di  occuparmi  di  qualche  cosa  che  toccasse  da  vicino  la  mia  di- 
b'ttissima  Milano,  m'accinsi  a  prender  parto  al  concorso,  anche  incoraggiato  dal- 
l'essere stata  messa  a  mia  disposizione  la  3'*'  ediz.  del  Vocabolario  Mikmese-Ilaliono 
del  compianto  prof.  Giuseppe  Banfi,  postillato  con  molte  note  dall'autore.  La  Commis- 
sione esaminatrice,  non  concesso  il  primo  premio  a  nessuno,  concesse  il  terzo  al  mio 
lavoro.  Fatto  persuaso  da  quel  giudizio  che  ne  valeva  la  pena,  pensai  tosto  di  riporre  mano 
al  lavoro  stesso  e  pubblicarlo  per  le  stampe  intei-amente  rifatto  .secondo  i  consigli  e 
le  osservazioni  della  Commissione  esaminatrice  e  secondo  le  nuove,  copiosissime  in- 
dagini. Cosicché  ora  presento  ai  miei  concittadini  un  vocabolario  del  nostro  dialetto, 
al  quale  per  avventura  potranno  mancare  qualche  parola  ancora,  qualche  maniera  di 
«lire,  ma  ho  fede  che  siano  poche,  e  ho  cortezza  che  non  vi  manca  la  diligente  cura 
e  il  grande,  paziente  amore  di  una  minuziosa  ricerca,  E  poiché  il  mio  libro  in  pa- 
recchie cose  si  scosta  da  quelli  pubblicati  prima,  e  in  tempo  lontano  e  in  tempo  pros- 
simo assai,  giova  che  io  dica  delle  peculiarità  sue  e  della  cagione  di  esse. 

Innanzi  tutto  io  volli  che  il  Vocabolari»  Milanese-Italiano  riguardasse  il  dialetto 
vivo  e  parlato  a  Milano  ;  non  ho  esteso  quindi  la  ricerca  fino  ai  confini  tracciati  dal 
"'lierubini  al  dialetto,  ma  la  restrinsi,  secondo  il  programma  del  Ministero,  al  dialetto 


PREFAZIONE 


intra  mwos,  e  ho  posto  ogni  cura  per  accertarmi  che  la  parola  fosse  usata  più  o 
meno  largamente,  rifiutando  quelle  che  appaiiengono  alla  lingua  peculiare  di  qualehe^ 
famiglia,  o  appartengono  al  gergo,  o  sono  nomi  di  oggetti  singolarissimi  di  qualche 
arte  poco  o  nulla  noti  alla  generaliià  dei  parlanti  il  dialetto  nostro.  Per  ciò,  fra  l'altro. 
vinsi  la  peritanza  a  non  fare  uno  spoglio  attento  delle  poesie  del  Porta  immortale, 
perchè  volli  che  il  mio  non  fosse  il  Vocabolario  del  dialetto,  dirò  cosi,  letterario, 
ma  quello  della  parola  che  saltella  vivace  sulle  labbra  dei  Milanesi  d'oggi  senza  al- 
cuna affettazione  d'arcaismo  e  con  tutte  qiielle  variazioni  che  il  tempo  e  le  altre 
molteplici  cause  politiche  ed  economiche  vi  hanno  recato. 

A  questo  materiale  di  parola  viva  parlata,  doveva  pui'  corrispondere  la  parlata 
viva  italiana.  Se  al  primo  intento  potò  provvedere  lo  studio  del  Cherubini  e  un  po' 
anche  quello  del  Banfi,  sorretto  dalla  costante  cui-a  dello  scegliere  e  del  sopprimere, 
al  secondo  intento  quello  studio  potè  recar  scarso  aiuto,  perchè  la  corrispondenza 
della  lingua  viva  italiana  in  quei  libri  è  assai  difettosa.  Invece  mi  giovarono  i  Vo- 
cabolari del  Petrocchi,  del  Giorgini  e  Broglio,  del  Pomari,  del  Rigutini  e  Fanfani,  i 
volumi  sulle  Delixie  del  parlar  toscano  del  Giuliani,  i  Dialoghi  del  Franceschi. 
V In  casa  e  fuori  del  Petrocchi,  i  \'ocabolari  metodici  del  C'arena,  del  Fornari,  del 
Frizzi,  e  mi  giovò  non  poco  il  tempestar  di  domande  quei  Toscani  nei  quali  mi  ve- 
niva fatto  d'abbattermi  e  che  tutti  mi  fiu'on  larghi  di  quel  tesoro  che  ogmino  d'essi 
ha  in  bocca,  boNiito  colle  miti  aui'e  dei  loro  poggi  e  della  loro  gentile  Firenze. 

Ma  la  parola  italiana  può  per  avventura  avere  i)ai'ecchi  significati  e  non  tutti 
corrispondenti  alla  parola  milanese:  ciò  rese  indispensabile  l'accompagnare  la  corri- 
spondenza con  una  definizione,  per  quanto  fu  possibile  chiara,  che  per  una  parte 
determinasse  esattamente  e  limitasse  i  confini  entro  i  quali  la  parola  italiana  coitì- 
sponde  alla  milanese,  e  per  l'altra  parte  evitasse  al  consultatore  non  troppo  dotto 
—  e  i  vocabolari  sono  fatti  specialmente  per  essi  —  la  necessità  di  rifar  la  ricerca 
su  un  vocabolario  italiano.  Questo  ho-  fatto  spesso  anche  per  la  fraseologia  e  i  modi 
di  dire,  poiché  di  sovente  accade  di  dover  tradurre  una  frase  in  cui  entri  una  data 
parola  milanese  con  un'altra  in  cui  entri  tutt'  altro  vocabolo  italiano  da  quello  data 
come  corrispondente  generale:  per  es.,  ùml^  per  là  Hrtida  del  car  =  seguire  la  cor- 
rente, andar  per  la  pesta,  poiché  colla  parola  carro  i  Toscani  non  direliliero  il  con- 
cetto espresso  dal  nostro  dialetto.  Oltre  alle  definizioni  ho  provveduto  alla  maggior 
possibile  chiarezza  con  abbondanza  di  esempi,  i  quali  ho  cercato  che  per  la  maggior 
parte  contengano  un  significato  morale  o  istruttivo,  perchè,  come  volli  escluso  ogni 
vocabolo  osceno,  cosi  volli  che  la  consultazione  del  vocabolario  lasciasse,  dove  fosse 
appena  possibile,  il  germe  di  qualche  buon  sentimento.  Vedrà  poi  chi  legga  senza 
fiele  nell'anima  e  senza  occhiali  affumicati,  se  io  abbia  raggiunto  il  fine  propostomi. 


PREFAZIONE  XL 


I 


Eaccolto  così  il  materiale  lessico  e  fraseologico  ho  voluto  segnare  con  asterisco  tutte 
quelle  parole  che  entrarono  nel  dialetto  nostro  da  un  tempo  non  più  antico  di  un 
trentennio,  e  che  mantengono  inalterata,  o  alterata  ben  poco,  la  forma  originai'ia.  Sarn; 
quindi  facile  notare  il  fatto  che  le  mutate  condizioni  politiche,  lo  sviluppo  econo- 
mico, vanno  affratellando  le  varie  regioni  d'Italia,  sovra  le  quali  la  lingua  va  dolce- 
monte,  ma  con  rara  costanza,  passando  la  sua  mano,  quasi  in  una  carezza  materna 
che  unisce  nell'armonia  della  parola  i  sentimenti  di  tutti.  Né  ho  trascurato  di  no- 
tare le  derivazioni  dal  francese,  dal  latino,  dal  tedesco,  dall'inglese,  dallo  spagnuolo.^ 
perchè  apparisse  quanto  s'è  infiltrato  nel  nostro  parlare  della  parlata  dei  popoli  stra- 
nieri 0  per  dominazione  politica,  o  per  rapporti    commerciali  o  per   riflesso    storico-. 

()!•  qui  il  lettore  di  buon  senso,  sul  quale  io  conto  nello  scrivere  la  prefazione,, 
s'armi  di  pazienza  ed  ascolti  le  mie  ragioni  in  difesa  di  quanto  nel  mio  Vocabolario 
gli  può  parere  sovvertitore  della  tradizione  :  voglio  dire  dei  segni  di  pronuncia,  della 
esclusione  della  z  e  delle  doppie  interne  e  di  qualche  altra  sostitiizione  di  lettera. 

Innanzi  tutto  il  programma  del  concorso  governativo  imi)oneva  l'indicazione  si- 
stematica della  pronuncia  e  assennatamente.  Come  potrebbe  un  forestiere  pronunciare 
convenientemente  le  parole  di  un  dialetto  che  non  conosce,  senza  la  segnatura  della 
pronuncia?  Ma  i  consultatori  del  vocabolario  dialettale  sono  i  parlanti  il  dialetto  ed 
essi  lo  parlano  colla  giusta  pronuncia.  Anzitutto  è  questa  una  affermazione  che  an- 
cora ha  bisogno  di  essere  dimostrata  ;  in  secondo  luogo  il  libro  resta,  il  vocabolario- 
dialettale  può  essere  oggetto  di  studi  comparativi,  e  male  risponderebbe  al  desiderio- 
degli  studiosi  se  non  dicesse  loro  come  suona  il  vocabolo  sulla  nostra  bocca. 

Di  più  la  posa  della  voce  è  necessaria  a  conoscersi  per  non  confondere  fra  loro- 
l>arole  di  diverso  significato,  come  sever  =  bigonciolo  e  scTér  =  severo;  vòìter  =  fuori 
e  voltèr  =  capezziera  ;  htltela  =  accattare,  frecciare  e  bàtèla  =  battella  ;  IHera  =  let- 
tera e  letéra  =  lettiera.  E  d'altra  parte  come  distinguere  fra  loro  se  non  si  segna  il 
F  suono  aperto  dell' e  e  dell' o  le  seguenti  parole  da  nuli' altro  distinte  fra  loro:  bòtt  = 
busse  e  bott  =  botte  ;  èò  =  suo  e  so  =  sole  ;  tòcch  =  pezzo  e  tocck  =•  tocco  ;  ^òs-^  = 
avvizzito  e  po^^  =  pozzo  ;  sh-a  =  serra  e  séra  =  sera;  mòli  =  molle  e  moli  =  mollica? 

Quanto  alla  z  io  ho  voluto  udire  gran  numero  di  persone,  che  non  fossero  nella 
pronuncia  dialettale  guastati  dalla  abitudine  del  parlare  italiano  e  nella  genuinità 
della  loro  parlata  la  z  non  l'ho  udita  mai  :  i  ]tiù  vecchi,  quasi  per  celia,  dicono 
àbezedàrì  e  basta.  Proprio  non  v'  è  alcuno  che  dica  carezza,  pozz,  pèzz,  cànzóiiy 
colezión,  zifol,  zùpà,  mentre  tutti  udiamo  tuttodì  càròsa,  poss,  pèss,  cànsón^ 
colesìón,  sifoi,  stipa.  È  anzi  in  noi  difetto  che  guasta  la  pronuncia  della  lingua 
italiana  questa  sostituzione  della  s  alla  z  e  mi  pareva  grave  inesattezza  mantenere 
una  lettera,  alla  quale  non  corrisponde  alcun  suono  nel  dialetto  parlato,  per  la  sol* 


XII  PREFAZIONE 


•oasiclerazione  che  quella  lettera  è  nella  parola  della  lingua  generatrice.  Mi  parve 
anche  opportuno  sostituirla  con  un'altra,  che  trovasse  il  suono  corrispondente,  per 
uno  scopo  didattico  :  chi  tra  noi  milanesi  impaia  l' italiano,  ove  trovi  scritta  la  /  e 
pronunci  s,  s'abitua  a  confondere  i  due  segni  alfabetici  in  un  suono  solo,  così  che 
poi  più  difficilmente  riuscirà  alla  retta  pronuncia  della  z  nella  pTirola  italiana  :  lad- 
dove quando,  nell'imiiarare  la  lingua,  questo  segno  gli  capiti  sott" occhio  ben  distinto 
dal  segno  della  parola  corrispondente  nel  dialetto,  più  facilmente  avvertirà  la  diffe- 
renza ed  eviterà  l'orrore  di  pronuncia. 

Un  ragionamento  del  tutto  analogo  mi  indusse  ad  escludere  le  doppie  nell"  in- 
terno della  parola.  Noi  diciamo  senza  dubbio  alcuno,  marna,  fiàma  dona,,  istèla, 
ièra,  màtina,  retòr,  cavala,  ròba,  fàtorin,  flàca,  mica,  fifa,  là  piipa,  là  tèpa,  ecc., 
non  mamma,  fiamma,  donna,  stélla,  sèrra,  mattina,  rettòr,  cavalla,  ròbba,  fàttorìn, 
fiacca,  mìcca,  flffa,  là  pappa,  là  teppa,  eco<»Queste  doppie  indicano  quel  suono  duro, 
energico,  caratteristico  della  lingu?i  italiana  che,  quando  dice  vello,  dice  un  suono  ben 
diverso  da  t^elo,  quando  dice  serra,  non  ammette  confusione  con  sera.  Il  milanese 
invece  non  batte  così  fortemente  la  consonante  nell' interno  della  parola  e  dice  stèla 
■da  stella  come  dice  vela  da  vela,  tutt'e  due  col  suono  della J  semplice:  così  dice 
,<r;-«  e  èéra,  colla  sola  distinzione  dell'/'  aperta  e  dell'e  chiusa  ;  dice  ddna,  da  donna, 
come  dico  padróna  da  padrona,  bòna  da  buona.  Perchè  dunque  le  doppie  se  non 
si  pronunciano  assolutamente?  Ne]ipure  i  vocabolari  precedenti  che  ammettono  le 
doppie,  hanno  una  norma  fìssa  e  una  coerenza  assoluta  nella  loro  ortografia.  Infatti 
se  la  doppia  in  milanese  la  scrivono,  non  i»erch("'  corrisponda  alla  ))ronuncia,  ma  per 
una  certa  obbedienza  all'ortografia  della  ])arola  originaria  italiana,  perchè  alloi'a  scri- 
vono releitaa  da  velleità,  e  invece  vitta  da  vita,  scènna  da  scena,  rHla  da  vela 
e  poi  scatola  da  sciatola.-  Il  Cherubini  stesso,  acuto  filologo  o  osservatore  diligente, 
avverte  che  noi  pronunciamo  S'orna  per  gòiniiia,  e  che  anticamente  si  scriveva  taera 
invece  di  tèrra;  Francesco  L'Ovidio,  linguista  coltissimo  e  acutissimo,  parlando 
della  lingua  dei  Promessi  Sposi,  dice  che  il  Manzoni  «  lombardizza  scrivendo  sce- 
lerato  invece  di  scellerato.  »  Dunque  è  nell'indole  propria  del  dialetto  il  sostituire  la 
semplice  alle  doppie  interne,  ed  io  ho  fatto  la  sostituzione  coli'  animo  tranquillo  e 
sicuro  di  aver  dato  al  nostro  dialetto  la  sua  più  conveniente  ortografia. 

Altrettanta  sicurezza  mi  sorregge  in  due  altre  modificazioni  alla  ortografia  del 
dialetto  usata  fin  qui  :  la  sostituzione  del  d  finale  al  t  in  alcune  parole,  e  la  sosti- 
tuzione dell' u  con  pronuncia  toscana  all'o  in  molte  altre.  Le  ragioni  della  sicurezza 
.son  queste.  Si  trova  scritto  dit,  invìi,  vit,  èàlut,  refiìt,  ecc.  nelle  quali,  '  parole  il  t 
jiare  debba  stare  egregiamente,  perchè  è  il  t  delle  (parole  originarie  italiane  dito, 
vite,  invito,  saluto,  rifiuto.  ISÌon  si  pensa  però  che  questo   t    originario   italiano, 


PREFAZIONE  XIII 


ereditato  dai  Toscani  dal  latino  che  essi  più  genuinamonte  rispecchiano,  non  si 
trova  in  altre  lingue  neolatine  ;  poiché  in  francese  il  più  dello  volte  si  è  perduto^ 
in  spagnolo  lia  una  forte  tendenza  ad  affievolirsi  in  d  :  così  nel  dialetto  nostro  l'af- 
fievolimento  è  costante  e  lo  avvertiamo  in  àida,  didìn,  didón,  in  ridìna,  vidoo,  in- 
vida, mliidà,  refifdà.  Se  la  pronuncia  nelle  parole  che  non  fluiscono  per  vocale  puà 
pa l'ore  quella  del  t,  gli  è  perchè  la  muta  tenue  e  la  media  corrispondente,  mal  si 
avvertono  diverso  ove  ad  una  vocale  non  si  appoggino  :  d'onde  l'equivoco,  à  togliere  il 
quale  è  necessaria  la  sostituzione  del  d  al  t  anche  in  fin  di  parola.  Per  prova  squisita  si 
confronti  la  pronuncia  di  portàrùd,  con  quella  di  refùd.  Non  è  la  stessa?  Dunque- 
porche  in  questa  parola  s'avrà  a  mettere  il  t,  mentre  in  quella,  che  trae  origine  dalla 
radicale  di  rudere,  mettiamo  il  d  V 

Mentre  l'ortografia  usata  fin  qui  ha  una  tenerezza  grande,  un  vero  attaccamento- 
alla  ortografia  dell'  italiano  per  la  z,  le  doppie  interne,  e  il  t  finale,  cosicché  le  am- 
mette anche  quando  non  rispondono  alla  ortoepia  dialettale,  da  questa  tenerezza  si 
scosta  riguardo  all'u  che  s])esso  sostituisce  coll'o  di  suono  chiuso.  Perchè?  Io  non 
so  vedere  altra  ragione  che  questa  :  1'  o  di  monte,  ponte,  fronte,  fontana,, 
bollo,  ecc.,  assume  nelle  corrispondenti  milanesi  mont,  poni,  front,  fontana,  boli 
un  suono  così  chiuso  che  ben  jìoco  diversifica  dal  suono  dell'u  toscano  ;  perciò,  quando 
lo  parole  dialettali  derivanti  da  parole  italiane  coll'u  non  reclamano  la  pronuncia 
dell' ti  francese  e  lombardo,  l'u  si  scrive  o  :  per  la  medesima  pronuncia  il  medesimo 
segno.  E  sta  bene.  E  meglio  starebbe,  se  a  rappresentare  la  i)ronuncia  di  questo  n  to- 
scano noi  non  avessimo  aell'alfabeto  nostro  un  segno  più  dell'o  conveniente  e  più 
vicino  all'originario.  Ma  dal  momento  ohe  noi  abbiamo  l'u  cui  possiamo  senza  alcuu 
dubbio  di  equivoco  attribuire  la  ])ronuncia  originaria,  diversa  da  quella  trasformata 
dall'  indole  della  parlata  lombarda,  e  ciò  scrivendo  quello  u  e  questo  ii,  non  vedo 
proprio  ragione  alcuna  a  mutare  il  segno  alfabetico  della  vocale,  tanto  più  che  il 
mantenerlo  conserva  la  ingenuità  della  derivazione,  e  certamente  non  induce  nel  i)e- 
ricolo  di  violazione  alcuna  alla  ortoepia  dialettale.  Il  mantenimento  dell' u  colla  pro- 
nuncia toscana,  salvo  pochissime  eccezioni,  è  detei-minato  da  una  regola  costante  : 
r  u  mantiene  il  suono  dell'  u  toscano  quando  è  seguito  da  n  più  una  consonante,  che 
per  lo  più  è  una  gutturale.  Da  pungere,  fungo,  unghia,  spugna,  ungere,  mun- 
gere, sugna,  lungo,  congiuiigere,  dunque,  giunco,  pungolo,  punto,  unto, 
smunto,  giunta,  funzione  si  ha  ■ìpung,  funy,  dngia,  .^pdm/a,  itnf/,  ninng,  s'dnsgia, 
Inngh,  congiung^  dunca,  giunch,  pùngol,  punt,  uni  e  une,  smimt,  giùnta,  funsi&n. 

Detto  così  delle  intenzioni  colle  quali  fu  condotto  il  lavoro,  e  delle  ragioni  che 
mi  hanno  spinto  ad  adottare  una  ortografia  un  po'  diversa  dalla  tradizionale  non  mi 
resta  che  mandar  fra  la  gente  questo  mio  libro  coli' augurio  che    esso    giovi  ai  miei 


XIV  PREFAZIONE 


<;oncittad.ini  e  i  miei  coacittadiai  giovino  al  libro  :  gli  giovino  coi  consigli,  coli'  av- 
vertiine  le  pecche  sostanziali,  col  compatirne  gli  errori  tipografici,  che  non  son  troppi 
<'  sono  facilmente  avvertibili.  E  in  fine,  non  spinto  dall'uso,  ma  da  un  vero  bisogno 
dell'animo  grato  io  ringrazio  qui  pubblicamente  come  meritano  tutti  coloro  cho  mi 
hanno  aiutato  a  condurre  in  fine  il  lavoro,  e  sopratutti  il  carissimo  amico  e  valen- 
tissimo filologo  Policarpo  Petrocchi  ohe  mi  fu  largo  di  consigli  vantaggiosissimi,  e 
col  suo  dolco  pai'lare  mi  rese  lieve,  anzi  gioconda  la  fatica;  e  dopo  lui  mia  moglie, 
che  mise  tutto  l'affetto  nel  correggere  le  bozze  di  stampa,  nell' avvertirmi  di  omis- 
sioni, nel  consigliarmi  mutazioni  utilissime.  Ad  essi  e  a  tutti  gli  altri  che  ho  sec- 
cato con  domande  innumerevoli  sian  qui  rese  grazie  infinite  e  possano  compiacersi 
nella  fortuna  del  libro  d'esserci  entrati  per  qualche  cosa. 

Milano,  dicembre  1896. 

Prof.  Francksco  Axgiolixi. 


PICCOLA    GRAMMATICA 


DEL 


DIALETTO    MILANESE"' 


Para(ìkafo  I.  —  Alfabeto  e  pronuncia. 

1.  Le  lettere  dell'alfabeto  nel  dialetto  milanese  sono  ventuna  :  a,  b,  e,  d,  e, 
r,  ??,  h,  i,  1,  m,  11,  0,  I),  <i,  r,  s,  t,  u,  v,  j. 

AvvKKTKXZA  :  Manca  al  dialetto,  in  confronto  della  lingua  italiana  dalla  (|uale  deriva, 
la  lettera  /,  interamente  sostituita  dal  suono  della  s.  —  La  lettera  li  non  ha  un 
suono  a  sé,  ma,  come  in  italiano,  serve  come  iniziale  in  alcune  voci  del  verbo 
vègh  =  avere,  e  serve  a  determinare  il  suono  gutturale  del  e  e  del  g:  seguiti  da 
e  e  da  i,  o  in  fine  di  parola,  mancando  nell'alfabeto  per  questi  suoni  i  segni 
conùspondenti.  —  L'j  non  servo  che  come  segno  grafico  nelle  finali  di  molti 
nomi  e  aggettivi,  corrispondenti  per  lo  pili  alle  finali  italiane  :  alli,  agli,  ag'lìo, 
èlli,  egli. 

2.  Le  lettere  si  dividono  in  vocali,  che  sono  cinque  :  a,  e,  i,  o,  u,  e  in  con- 
donanti, che  sono  sedici  :  b,  e,  d,  f,  g,  li,  1,  m,  n,  p,  q,  r,  s,  t,  v,  j.  Le  vo 

cali  a,  e,  o,  hanno  suono  aperto  e  suono  chiuso,  distinti  dal  segno  ^  che  denota  la 
vocale  apei-ta  ;  la  vocale  chiusa  non  ha  seguo  alcuno.  —  Ai  suoni  a,  e,  i,  o,  u 
va  aggiunto  il  suono  oeu  che  si  pronuncia  come  l'eu  francese,  dal  quale  deriva.  — 
L'u.ha  pure  due  suoni:  l' ii  lombardo,  pronunciato  alla  francese  e  1'  u  pronunciato 
come  r  n  toscano.  —  Es.  tilcc,  milr,  crildèl  ;  pimi,  ung,  tàinbnr. 

H.  Fra  le  consonanti  il  e  e  il  g  hanno  suono  palatino  nei  gruppi  ce,  ci,  gè,  gi; 
hanno  suono  gutturale  nei  gruppi  ca,  co,  cu,  ga,  go,  gu,  che,  chi,  ghe,  ghi,  e 
nei  gruppi  eh,  gli  in  fin  di  parola.  1/  h  nei  gruppi  suddetti  non  entra  che  come 
segno  ortografico. 

(1)  E  debito  di  lealtà  avvertire  che  Lo  corcato  per  quanto  mi  fu  possibile  di  condurre  questa  gram- 
matichetta  sul  tipo  della  nuova,  ottima  grammatica  della  Lingtxa  Italiana  del  prof.  Ettore  Piazza,  del 
R.  Istituto  Tecnico  di  Savena,  perchè  mi  parve  chiarissima  e  di  un  valore  didattico  inestimabile. 


XVI  t'IOCOLA  GRAMMATICA 


4.  La  s  h.i  tre  suodì  (s,  s,  si:  il  suono  duro  (s)  che  corrisponde  al  suono  della  s 
italiana  in  cat^a,  rosa,  speciale,  studio;  il  suono  dolce  (s),  che  corrisponde  al  snòno 
della  s  italiana  in  raso,  viso,  roso,  visita;  il  suono,  direi,  strisciato  (s)  che  tiene 
del  suono  della  s  dolce  misto  al  leggero  suono  della  z  dolce  italiana,  come  in  san- 
§àra,  seldnt.  Quando  1'  incontro  della  s  col  c  o  col  g,  non  deve  dare  le  unioni  che 
ah  in  scempio,  coscia,  mescere,  ecc.,  si  scrive  s'c,  .«'^r,  e  la  s  mantiene  il  proprio 
suono  sibilante,  non  fondendosi  colla  consonante  che  segue.  Es.  iié'cioeìì,  é'eiòpp.  s'giàff. 

5.  Il  grappo  gru  ha  suono  palatino,  come  in  italiano  :  gnècch^  gnòceh,    ingègn. 

6.  Le  consonanti  non  sono  mai  raddoppiate  noli'  interno  della  parola.  Si  raddop- 
piano le  consonanti,  tranne  la  r  e  il  v,  in  fine  di  parola  che  termini  per  consonante 
ed  abbia  la  posa  della  voce  sull'ultima  sillaba  :  gòsi',  bàìòsi;  perfì-it,  iétitiitt,  màlànn, 
portàruff,  mlàmm,  fàrèmm,  pùràfrèdd,  pàrèec,  fràdèll,  mòli,  cavali.  —  Fanno  ec- 
cezione :  a)  le  parole  terminanti  in  ii  che  devono  avere  suono  nasale,  alla  maniera 
francese.  Es,  bmi,  padrnn,  tildn,  hirbòn,  àncàbén,  qilèidQn,  e  le  terze  pers.  plur. 
dei  verbi  nello  quali  la  ii  suona  sen\pro  collo  strascico  finale,  quasi  fosse  accompa- 
gnata da  una  e  muta,  bj  lo  parole  terminanti  con  una  sillaba  di  suono  lungo,  le  quali 
sono  considerate  come  piane.  (Vedi,  n.  7  NB.).  Es,  nevod,  proéd,  amor,  pcmér. 
animai,  aitar,  càrnerdl,  rid,  eiòd,  pèfi.  pàf^,  e  sim.  Fa  eccezione  anche  ^ol  =  solo  ; 
mentre  segue  la  regola  eoli  =  solo. 

7.  Una  sillaba  composta  di  più  vocali  ha  .sempre  una  di  queste  che  si  pronuncia 
più  forte  delle  altro;  cosi  una  parola  di  più  sillabe  ha  sempre  una  di  qtieste  che  sj 
promanzia  più  forte  delle  altre.  La  vocale  o  la  sillaba  che  in  una  parola  si  pronuncia 
più  forte  dicosi  vocalk  o  sillaba  tùnica,  e  la  posa  più  forte  della  voce  che  si  fa 
sulla  sillaba  tònica  dicesi  accexto  tònico  della  parola.  La  sede  di  questo  accento  tò- 
nico e  indicata  dall'accento  gràfico  che  per  noi  è  '^.  Anche  il  di<iletto  milanese  ha 
parole  tronche:  redè,  mvè.  Gesti,  làsttgn,  pàrptbj,  fràdèj  ;  parole  piane:  marna, 
pedana,  candéla,  tìla,  i<èra,  poWnl ;  e  parole  sdrucciole:  perpètua,  fìstola,  vedova, 
codega,  fólega. 

NB.  —  In  milanese  si  possono  considerar  come  piane,  quantunque  la  sillaba  tònica 
sia  l'ultima,  quelle  la  cui  ultima  sillaba  è  lunga  o  ha  suono  nasale.  Odor,  amor, 
amar,  perdòn.  màmdn,  pàdrln,  fiolìn,  tmlorìl,  fedél,  ugual,  ecc.  —  Siccome 
poi  le  doppie  non  possono  staro  in  fin  di  parola  se  non  quando  1" ultima  sillaba 
è  tònica,  le  parole  colle  doi)pio  in  fine  non  banno  F accento  gràfico  ;  il  quale  non 
si  segna  neanche  sullo  parole  terminanti  in  aa,  ee,  ii,  iiii,  dove  la  vocale  a.  e. 
ì,  a  ('  pronunciata  come  tònica  e  lunga  o  stemi)orata. 

Par.vukafo  il  —  Articolo. 

1.  Il  dialetto  milanese  ha  due  specie  di  articoli  :  l'articolo  detkbminativo  o  m 

TKHMINATO,    0    l' ARTICOLO   INDETEBMrNATIYO    0    INDETERMINATO. 

I>o  forme  dell'articolo  determinativo  sono  : 

I  1  ri/  =  il,  singolare 
aj  per  il  maschile   ì  /  =  i,  gli,   plurale 

(  2  /■    =  lo,         > 
b)  per  il  femminile        là  =  la,         »  i  =  le,  plurale 


DEL   DIALETTO   MILANESE  XVII 


L'articolo  el  si  adopera  davanti  a  tutti  i  nomi  che  coiuiuciauo  per  consonante 
senza  eccezioni  ;  l'articolo  V  davanti  a  tutti  i  nomi  che  cominciano  per  vocale.  Es. 
el  pàptl,  el  fradèll,  el  spèco,  el  sto,  el  stùdi,  el  giidnt,  el  faugh,  l'ani  mài,  V  ope- 
rttri,  l'usèll,  V  imperiai,  resàmm.  L'articolo  el  preceduto  da  una  parola  terminante 
in  vocale,  perde  il  proprio  e  e  si  scrive  '  l.  Es.  :  guarda  7  fmugli  =  guarda  il  foco. 
L'articolo  femminile  singolare  là,  si  usa  davanti  ai  nomi  che  cominciano  per  conso- 
nante, .si  apostrofa  come  in  italiano  davanti  a  vocale.  Es.  là  dòiia,  là  corda,  là  téla, 
là  persiiàsidn,  l'anima,  V edikààiòn.  Vira,  riterléia,  l'iiscìda,  V odiositaa. 

Quanto  alla  declinazione  dell'articolo,  abbiamo  le  preposizioni  articolate  in  mi- 
lanese come  in  italiano,  tranne  i|uelle  formate  coli'  in  e  col  per,  le  quali  per  lo  più 
rimangono  staccate  dall'articolo,  quantunque  per  1'  in  si  trovi  nel  dialetto  moderno 
anche  la  forma  di  preposizione  articolata. 

La  declinazione  dell' articolo  milanese  co  Uè  corrispondenze  italiane  si  può  rac- 
cogliere nella  seguente  tabella  : 

del,    de  la  =     del,  dello,  della 

di  =     dei,  degli,  delle 

ài,  tla  =     al,  allo,  alla 

ài  =     ai,  agli,  alle 

dal,  dàla  =     dal,  dallo,  dalla 

dai  =     dai,  dagli,  dalle 

MI,   sUla  =     sul,  sullo,  sulla 

siii  =     sui,  sugli,  sullo 

in  del,  in  déla     =     nel,  nello,  nella 
in  di  =     nei,  negli  nelle 


col,  collo,  colla 


col,  cola        ( 
cont  el,  cont  là  l 
coi,  o  cont  i       =     coi,  cogli,  colle 


per  el,  j^*'  là      =     pel,  pello,  polla,  e  anche  :  per  lo,  per  la 
per  i  =     pei,  pegli,  pelle  »  per  gli,  per  le 

Le  forme  dell'articolo  indetebminativo  sono  : 

a)  on     =  un,  uno,  per  il  maschile 
h)  dna  =  una  »     il  femminile 

La  forma  del  femminile  dna  si  apostrofa  dinanzi  a  vocale.  Es.  o«'  ereditaa, 
■hi'  ililsvm,  dn'  Odièrna,  ori'  òpera. 

Oltre  a  queste  due  specie  di  articoli  v'ò  ancora,  anche  in  milanese  un  così  detto 
articolo  PARTiTivo,  il  quale  ha  la  medesima  forma  della  preposizione  articolatii  «lei, 
nel  singolare  e  «li  nel  plurale.  Es.  dàmm.  del  vin  =  dammi  del  vino  ;  hoo  viM  di 
timen  à  piàng  =  ho  veduto  degli  uomini  piangere. 


XVIII  PIQOOLA  GRA.MMATICA 


Paragrafo  III.  —  Il  nome  sostantivo. 

1.  Il  milanese  ha  comune  coli' italiano  la  suddivisione  dei  sostantivi  in  propkii 
e  COMUNI,  ili  ASTRATTI,  CONCRETI  6  COLLETTIVI;  6  ammette  come  in  italiano  due  numeri  : 
sixtìOLARE  e  PLURALE,  0  duc  generi  :  maschile  e  femiunile. 

2.  Quanto  al  genere  si  può  asserire  che,  salve  pochissime  eccezioni,  mantengono 
il  genere  dei  corrispondenti  nomi  in  italiano,  cosicché  :  a)  i  nomi  terminanti  in  a  sono 
per  lo  più  femminili  :  casa  =  casa,  bàia  =  palla,  gésa  =  chiesa,  spala  =  spalla,  épàda 
=  spada,  pànscia  =  pancia,  védova  =  vedova,  tàola  =  tavola,  tenda  =  tenda,  ecc.; 
b)  i  nomi  che  terminano  in  a  indicanti  maschio  sono  maschili  :  el  papa  =  il  papa, 
el  pianista  =  il  pianista,  el  fàrmàeìéta  =  il  farmacista,  el  pota  ~  il  despota,  el  nàta 
=  il  prepotente,  ecc.  ;  è  maschile  anche  el  para  =  il  paio  ;  e)  i  nomi  che  terminano 
in  o  sono  maschili  :  el  pòrco  =  il  porco,  el  dSto  =  il  detto,  el  torno  =  il  tornio,  el 
scopo  =  lo  scopo,  el  sguardo  =  lo  sguardo.  Questi  però  sono  pochissimi  ;  d)  i  nomi 
ohe  terminano  in  oeu,  corrispondendo  per  lo  piii  a  nomi  italiani  in  olo,  sono  quasi 
sempre  maschili:  fiond  =  figliuolo,  fàsom  =  fagiolo,  lotirmtl  -ricevitore  del  lotto, 
spontiroeù  =  forabuohi  ;  e)  i  nomi  che  terminano  in  consonante  sono  parte  maschili 
e  paite  femminili,  e  specialmente  maschili  quelli  che  hanno  perduto  nel  dialetto  l'ori- 
ginario o  finale:  còrp  =  corpo,  lòit  =  lotto,  foeiigh  =  fuoco,  é&cher  =  zucchero,  cà- 
pèll  =  cappello,  càvèll  =  capello,  ciod  =  chiodo,  ecc.  ;  oppm'e  quelli  che  derivano  da 
nomi  in  e  maschili  in  italiano:  pàder  =  padre,  càmltér  =  cavaliere,  aliar  =  altare 
e  sim.  ;  f)  i  nomi  in  ee  sono  maschili  :  el  atee  =  lo  staio,  el  prestinee  =  il  fornaio, 
el  stràseee  =  il  cenoiaiolo,  el  vivec  =  il  vivaio,  el  càmice  =  il  baco  da  seta.  Eccez., 
là  mise  =  la  moglie,  per  ragion  di  significato  ;  là  minee  =  la  baia  ;  g)  i  nomi  in  aa 
sono  maschili  se  indicano  cosa  che  in  italiano  è  maschile,  se  no,  sono  femminili  : 
el  compaa  =  il  compare,  là  comaa  =  la  comare,  el  fèaa  =  il  fiato,  là  citaa  =  la  città, 
el  mercaa  =  il  mercato,  là  societaa  =  la  società,  el  didaa  =  il  ditale,  là  maistaa  = 
r  immagine,  el  bohaa  =  il  male,  là  càritaa  =  la  carità  ;  //)  i  nomi  che  terminano 
in  i  sono  tutti  maschili  :  el  precipiéi  =  il  precipizio,  ci  regolisi  =  la  liquerizia,  el 
benefìsi  =  il  beneficio.  Eccez.,  là  crisi  =  la  crisi;  i)  i  nomi  terminanti  in  vocale 
tònica  sono  maschili  se  la  vocale  è  à,  è,  ò;  el  papà  =  il  babbo,  el  càfè  =  il  caffè, 
el  cànape  =  il  divano,  el  coco  =  l'uovo,  el  totò  =  il  cane,  el  popò  =  il  bambino;  sono 
femminili  se  terminano  in  iì;  là  virtH  =  la  virtù,  là  éervitu  =  la  servitù.  Eccez.,  f/ 
cafiì  =  il  burgravio,  tiirliirìi  =  baggeo,  el  depu  =  il  dappiù,  il  prepotente.  Gestì. 
-  Gesù. 

3.  Quanto  al  modo  come  diventano  i)lurali  i  nomi  secondo  la  loro  terminazione 
al  singolai'e  si  noti  :  a)  che  i  nomi  terminanti  in  a  diventano  plurali  perdendo  Fa 
della  terminazione  singolare,  e  molti  raddoppiando  la  consonante  che  viene  a  tro- 
varsi in  fine  di  parola  :  là  ròsa  plur.  i  ròs^  là  candéla  plur.  *  càndel,  là  séra  plur. 
i  éèr,  là  carta  plur.  i  cdrt,  là  sàia  plui'.  i  sai,  là  dona  plur.  i  dònn,  là  fìània  plur. 
i  fuìmm,  là  sor  è  la  plur.  i  sorèll,  là  bàia  plur.  *  bàli,  là  sàbèta  plur.  i  ?àbètf^  là 
■fròta  plur.  i  fròtt.  Eaddoppiano  quasi  sempre  la  consonante  finale  i  nomi  terminati 
in  la  e  sempre  quelli  in  ma,  iia  e  ta. 


k 


DEL   DIALETTO   MILANESE  XIX 


AvvEKTENZA  :  I  110 mi  maschili  in  a  non  lo  perdono  al  plurale;  i  nomi  in  ca  e  ga  al 

plur.  perdono  l'a  e  aggiungono  una  k  al  e  e  al  g;  là  critica,  icritich;  Vortìga, 

i  ortìglì  :    là  codega.    i  codegh  ;    i  nomi  che    terminano    in  ia  perdono    tutto  il 

,         gi'uppo  ia  se  l'i  non  è  tònico,  se  lo  ò  aggiungono  un  j:    là  rongia,  i  rong  :  là 

^■L   éègia,  i  èègg  :  là  hosia,  i  bosij ;  là  spia,  i  spij. 

m 

^^B       b)  i  pochi  nomi  che  terminano  in  o,  lo  cambiano  in  i  nel  plur.  el  cèto,  i  ceti; 

W^md^to,  i  dèli;  e)  i  nomi  che  terminano  in  oeu,  o  in  ee  o  in  aa,  o  in  i  o  in  vocale 
iònica,  rimangono  invariati  nel  plurale  ;  d)  i  nomi  che  tei'minano  in  consonante  per 
lo  più  rimangono  invariati  nel  jilurale,  tranne  i  nomi  che  terminano  in  1  special- 
niente  doppia  i  quali  mutano  la  1  in  i  e  il  doppio  11  in  j  :  ànimtl,  animai;  tribiinàl^ 
tribundi;  còli,  còj :  bàli,  bàj ;  fràdèll,  fràdèj ;  milll,  iniij.  Però  cavali  fa  al  plur. 
eìivài.  Inoltre  alcuni  nomi  che  terminano  per  tt,  accanto  alla  forma  invariata  pos- 
sono avere  una  forma  in  ti  :  tUtt,  plur.  tiilt  e  futi;  fà't,  plur.  fàtt  e  ftbtì.  Il  nome 
òmm  al  plur.  fa  òmen. 

4.  I  nomi  mobili  formano  il  femminile  dal  mascliile  colle  stesse  regole  e  gli 
stessi  suffissi  dell'italiano.  Aggiungasi  che  i  nomi  in  ee  fanno  il  femminile  in  èra: 
p)'estinee,  prestincra  ;    làvàndee,  làvàndèra;    cervclee,  r^rvelèra. 

Paragrafo  IT.  —  L'aggettivo.     ' 

1.  L'aggettivo  segue  le  stessi  leggi  del  nome  sostantivo  per  quanto  riguarda  la 
flessione  per  numeri.  (Vedi  Paragr.  Ili,  3). 

2.  Quanto  al  genere  gli  aggettivi  formano  il  femminile  nel  modo  seguente  :  a)  gli 
aggettivi  che  terminano  in  consonante  o  in  vocale  i  formano  il  femminile  aggiun- 
gendo un  a:  bon,  f.  bòna;  fòri,  f.  fdrta ;  sd?t,  f.  étina;  umidii  f.  umida;  ùgreg,  f.  egregia: 
amar.  f.  àmtira;  càtlv,  f.  càtìva;  doU\  f.  dólàa;  màlìgn,  f,  maligna;  rispetos,  f.  riépe- 
tósa;  bisìnfi,  f.  bisinfèa;  sgònfi.,  f.  sgònfi,a,  ecc.  Se  l'aggettivo  termina  per  consonante 
doppia,  nel  femminile  si  scempia.  (Vedi  Paragr.  I,  6).  Se  l'aggettivo  termina  in  er, 
per  lo  più  l'è  si  perde  nel  femminile:  dgher,  f.ttgra;  sinister,  t.  simétra  ;  noster, 
f.  nòstra;  ptgher,  f.  pigra;  néglier,  negra;  làder,  ladra.  Mantengono  l'è  pochissimi 
aggettivi;  pòer,  f.  pòera;  mlser,  f.  misera;  tener,  f.  tènera;  lìber,  f.  libera:  b)  gli 
aggettivi  che  terminano  in  ài,  el,  il,  non  mutano  al  femminile  :  on  òmm,  òna  dona 
semìbil  ;  on  taci,  òna  stànàa  iigìiàl  ;  on  giòin,  òna  giòina  èentinientdl  ;  on  doer, 
ona  regola  fàeil;  on  cortèll^  Òna  pena  inMtil  ;  on  àmìs,  Òna  àniìsa  fedel  :  on /iceu, 
òna  iòsa  gentil,  li' aggettivo  cèìier  rimane  anch'esso  inalterato  :  on  veHii,  òna  vèàta 
c^ner  ;  e)  gli  aggettivi  in  aa,  nel  femminile  mutano  la  loro  terminazione  in  ada  : 
fortiinaa,  f.  fortiinàda  :  disgràsiaa,  f .  disgràsiàda  :  sdlaa,  f.  sàlàda  :  indmoraa,  f . 
inàmoràda  ;  spefdsciaa,  f.  èpetàsci^da;  incàntaa,  f.  incàìitàda,  ecc.  E  gli  aggettivi 
participii  in  fi,  iiii  mutano  nel  femminile  la  terminazione  in  ìda,  fida:  'vestii,  f.  vc- 
stida  ;  capii,  f .  càpida  :  vegniiii,  f.  vegnUda  ;  legiiiti,  f.  legiÈda  :  d)  gli  aggettivi  che 
terminano  per  vocale  e  non  mutano  al  femminile  :  on,  <-pós,  òna  spòsa  felice  ;  on 
leòn,  òna  tigher  feróce. 

3.  L'aggettivo  deve  accordarsi  nel  numero  e  nel  genere  col  nome  al  quale  si 
riferisce. 


PICCOLA   GRAMMATICA 


4.  L'aggettivo  in  milanese  è,  come  in  italiano,  di  tre  gradi:  positivo,  compara- 
tivo, suPKRLATivo.  TI  Comparativo  può  essere  di  tre  specie  :  di  eguaglianza,  di  su- 
PEuioBiTÀ,  di  ixFEEioBiTÀ  :  o)  il  Comparativo  di  e&uagliaxza  si  esprime  per  mezzo  dei 
correlativi  tànt  -  come  =  tanto  -  quanto  :  l'è  tànt  bèli  cóme  bón  =  è  tanto  bello 
«guanto  buono  ;  oppure  àltertànt  -  che:  l'è  alter  tànt  sciar  che  generòs  =  è  altrettanto 
ricco  quanto  generoso  ;  b)  i  comparativi  di  superiorità  e  di  inì-eriorità  si  esprimono 
con  gli  avverbi  puéee  =  più,  e  mén  =  meno,  solitamente  anteposti,  ma  talora  anche 
posposti  all'aggettivo:  piiàee  grand,  puéee  ear  ;  mèfi  dols,  mèn  /«^<en  Dopo  l'agget- 
tivo e  dinanzi  al  secondo  termino  della  comparazione,  si  usa  il  c/«e,  se  la  compara- 
zione è  tra  due  qualità,  si  usa  il  de  e  il  che,  se  la  comparazione  ò  tra  due  esseri  o 
cose.  Es.  Ve  on  lìher  piiéee  elegànt  che  divertént  =  è  un  libro  più  elegante  che  di- 
vertente ;  l'è  dna  cà  pilèee  bela  che  còmoda  =  è  una  cosa  più  bella  che  comoda  ; 
el  me  ficeù  Ve  pmee  grand  del  tò  =  mio  figlio  è  più  alto  del  tuo  ;  el  giàrdin  del  §ìo 
Ve  puéee  fiorii  del  giàrdin  del  sindech  =  il  giardino  dello  zio  è  più  fiorito  del  giar- 
dino del  sindaco  ;  nttn  sèmnh  mén  fortiinaa  de  viàlter  =  noi  siamo  meno  fortunati 
di  voi;  e)  il  grado  superlativo  ò  di  due  specie  :  assoluto  e  relativo.  Il  superlativo 
assoluto  si  esprime  o  cogli  avverbi  mólto  (preposto),  come  (posposto),  oppure  ag- 
giungendo al  tema  il  suffisso  -ìsim,  corrispondente  all'  italiano  -issimo  :  Ve  mólto 
càr,  Ve  càr  come,  Ve  càrtéim,  oppure  ripetendo  l'aggettivo  ;  Ve  óna  cà  grand» 
grànda,  Ve  Óna  àtràda  lunga  lunga,  Véra  smart  èmòrt.  Il  superlativo  relativo  si 
forma  premettendo  al  comparativo  di  superiorità  o  di  inferiorità  1'  articolo  detenni- 
nativo  ;  el  piiéee  négher  =  il  più  nero  ;  el  piiéee  amar  =  il  più  amaro  ;  el  mén  di- 
fìcil  =  il  meno  difficile  :  il  nome  sta  quasi  sempre  fra  l'articolo  e  l'aggettivo;  Vtcqua 
piiéee  fresca  =  l'acqua  più  fresca;  d)  anche  in  milanese  sci  aggettivi  hanno  accanto 
alle  forme  di  comparazione  regolari,  una  forma  irregolare.  Sono  :  bón  =  buono  ;  càttv 
=  cattivo  ;  grand  =  gi-ande  ;  pieol  =  piccolo  ;  alt  =  alto  ;  bàss  =  basso.  L'irregolarità 
consiste,  come  in  italiano,  nel  formare  questi  due  gradi  da  un  tema  diverso  da  quello 
del  positivo.  La  comparazione  di  tali  aggettivi  è  la  seguente  : 

positivo 

bón 

càtiv 

grand 

pieol 

alt 

bàéé 


irregolare 

comparativo 

regolare 

irregolare 

superlativo 

regolare 

miglior 

piisee 

bón 

dtim 

boniéim 

pesg 

» 

catìv 

pèéim 

eativisim 

magiór 

:> 

grand 

màsim 

grandtéim 

minor 

» 

pieol 

minim 

picoliéim 

èiiperiór 

» 

alt 

manca 

àltìsim 

inferìór 

» 

bàéé 

infim 

bàétsim 

Paragrafo  V. 


Alterazione  dei  nomi. 


1.  I  nomi  alterati  sono  di  quattro  specie  :  accrescitivi,  diminutivi,  vezzeckìiativi, 

PEGGIORATIVI. 

a)  Si  forma  generalmente  1' accrescitivo  dei  nomi  in  milanese  aggiungendo  al 
tema  il  suffisso  -  on  al  femm.  dua.  Es.  pàisàn-paisànón,  òniìn-omóìi,  càpèll-eàpelónj\ 
tttol-tàolón,  easètt-càsetón,  càmìn-eàminón,  lètt-lètón.   I  nomi   in  oeu,  aa,  ee,  deri-i 


DEL   DIALETTO   MILANESE 


XXI 


vaudo  da  temi  originari  nei  quali  entrava  la  1  o  la  r  (olo,-ario),  aggiungono  il  suf- 
fisso colla  consonante  originaria  del  tema  1  o  r.  Es.  fmu-fiolon^  fasmit-fasoldn,  cà- 
rimaa-carimaròn,  cerrelee-cerveleròn.  Così  i  nomi  in  è,  i  quali  derivano  da  un  ori- 
ginario nome  in  ere.  Es.  piàse-piàsèron,  da  piacere.   Càfè  per   analogia    fa  càfèron. 

Avvertenza  :  I  sostantivi  femminili  assumendo  questo  suffisso  possono  farsi  maschili  - 
càsa-càsdna  e  eàson,  dona-donòna  e  donnn,  eàmpttna-càmpànòna  e  càmpànòn: 
siànsa-stanéona  e  §tànson,  ecc.  L'aggettivo  vilàn  fa  l'accrescitivo  vilànòn  e  vi, 
lànénn. 

Altro  suffisso  ^ accreseitico  è  -ott,  f.  Òta,  bots-botsòtt,   vilàn-vilanòtt.,  òmm- 
oniòtt,  fimu-fiolòtt,  gióin-gioinòtt,  bràsc-bràsciott . 

b)  Il  nLAiixuTivo  si  forma  coi  suffissi  -ètt,-èll,-iii,femm.  éta,-èla,-ina.  Es.  li 
ber-librètt,  poer-poerètt.,  stànéa-stamèta  ,  giòin-gioinètt.,  ficea- fholètt,  levaa-lcvadèlt . 
ètisòs-stisosell,  serpent-èerpentèll,  cdr-earèll.,  baston-baétonm,  fàsmu-fàsorm ,  pàptl- 
pàpàrìn,  7iià»ia-mà7mna  p  màmtn.,  gàtt-gàtin. 

Avvertenza  :  Anche  qui  va  notato  che  il  diminutivo  col  suffisso  in  può  valere  spesso 
pei  nomi  femminili,  i  quali  così  diventano  maschili:  tosa-tosin.,  càsa-càsin,  ddno- 
donln,  bòea-bochìn,  ieàrjm-seàrpìn,  man-mànin,  teétatèsthi. 

f)  Il  vEzzE&GiATivo  SÌ  foruia  in  generale  coi  suffissi  -inj-oeuy-olin.  Es.  fràdèll- 
fràdèltn,  càvàll-càvàlhi,  rdn-càgnmu ,  car-earteil ,  bàciòech-bàcioceeil ,  can-càgnolìn, 
sci&ìnpa-sciàmpirolìn.i  tànt-tantirolìn. 

d)  ÌjO  SPREGIATIVO  ha  i  suffissi  -sigc,-usc  f.  -àsciay-fiscia.  Es.  tàol-tàolàsc, 
òmm-Oìiiàsc  ,  fioeif-floltisc  ,  paròla -par olàseia  ,  bèétia-bèstiàscia  ,  àocàtt-àocàtùsc  , 
pàisàn-pàisànÈsc,  giornal-qiornàlÈsc. 

e)  Qaalclie  volta  si  aggiungono  due  o  più  suffissi  uno  dopo  l'altro  ad  uno 
stesso  tema.  Es.  càsa-casòtf,-eàsntell ,  eàsa-càsm,~càsinètt  ^  cti§a-càsèta,-cà§ètma, 
pàisdn-paisànòU,  -pàisànotèll. 


Paragrafo  VI.  —  Il  pronome. 

1.  I  pronomi  si  possono  classificare  in  sei  gruppi  principali  :  Personali,  Pos- 
sessivi, Dimostrativi,  Relativi,  Interrogativi,  Indefiniti. 

2.  Pronomi  persoxalt.  —  Sono  di  prima  persona:  mi  =  io,  nun  =  noi  ;  di  se- 
conda persona  :  ti  =  tu,  viàlter  =  voi  ;  di  terxa,  persona  :  Hi  =  egli,  sè,  tee  =  ella. 
lór  =  essi,  eglino,  esse,  elleno. 

Prospetto    di   declinazione    dei   proìiomi  lìsrsonali. 

Singolare. 

ti  =  tu  j  la,  lee  =  egli,  ella 

de  ti  =  di  te  de  Hi,  lee  =  di  lui,  di  lei 


Nom.  mi  =  io 
Gen.  de  mi  =  di  me 
Dat.  à  mi  =  a  me 
Acc.  mi  =  me 
Voc.  fmanea) 


Abl.  rZe,  0  dà  mi  =  da  me  .  de,  o  dà  ti  =  da  te 


à  ti  =  »,  te 

ti  =  te 

ò  ^^  =  0  tu,  0  te 


a  la,  lee  =  a  lui,  a  lei 

lu,  lee  =  lui,  lei 

0  lii,  o  lee  =  (manca) 

de  lii,  lee  =  da  lui,  da  lei- 


XXII 


PICCOLA   GRAMMATICA 


Noni,  nuu  =  noi 

Gen.  de  nUn  =  di  noi 

Dat.  à  nun  =  a  noi 

Acc.  ntin  =  noi 

Voc.  (manca) 

Abl.  de  0  dà  nùu  =  da  noi. 


Plurale. 

viàltcr  =  voi 

de  viàlter  =  di  voi 

à  viàlter  =  a  voi 

vitilter  =  voi 

ò  vitilter  =  0  voi 


tór  =  eglino,  elleno 
de  lòr  =  di  loro 
à  lor  =  a  loro 
lor  =  loro 
ò  lar  =  (manca) 


de  0  dà  fiàlter  =  da  voi.      de  o  dà  lòr  =  da  loi"0. 


Avvertenza  1*  —  L'accusativo  è  sempre  accompagnato  da  un  pronome  aggiuntivo 
{me,  te,  le,  re,  i). 

Es.:  el  papà  el  me  màtida  mi  =  il  babbo  manda  me. 
ini  te  vedi  ti  =  io  vedo  te. 
là  marna  le  seni  Hi  =  la  mamma  sente  lui. 
el  màèster  el  me  rimprovera  nUn  =  il  maestro  rimprovera  noi, 
el  sto  el  ve  ciània  vitilter  =  lo  zio  chiama  voi. 
i  giùdes  i  càètighen  lòr  =  i  giudici  castigano  loro. 

I  prou.  ti,  Hi,  anche  al  nominai,  sono  accompagnati  da  te,  el.  Ks.    /*  te  crédei  ] 
=  tu  credi  Hi  el  ved  =  egli  vede. 

Avvertenza  2*  —  Nel  dativo  e  accusativo  invece  delle  forme  soprascritte  si  possono 
avere  le  formo  atone  o  ouclitioho  del  pronome  aggiuntivo  o  le  particelle  prono- 
minali :  me  =  mi,  te  =  ti,  el,  là  =  lo,  la  (Rccns. ),  ghe  =  gli,  le  (dativo).  Es.,  el 
me  diséva  di  briitt  parali  =  mi  diceva  delle  brutte  parole  ;  me  veètìsi  àia  svèlta 
=  mi  vesto  presto  ;  te  dàroo  on  bèli  lìber  =  ti  darò  un  bel  libro  ;  te  credeva 
piisee  bòn  =  ti  credeva  migliore-,  ghe  pòrti  el  càfè  =  gli  o  le  porto  il  caffè;  el 
credeva  on  seiòr  =  lo  credeva  un  ricco;  là  itimi  perchè  l'è  òna  brava' dona  = 
la  stimo  perchè  è  una  brava  donna.  <Josì  colla  particella  pronominale  se  =  si, 
esprimiamo  l'accusativo  e  il  dativo  del  pronome  riflessivo  «  sé  ^  che  manca  noi  mi- 
lanese ;  se  prepàren  di  briitt  di  =  si  preparano  dei  brutti  giorni  ;  ée  guàrden 
in  del  spèco  =  si  guardano  nello  specchio.  Colla  stessa  particella  pronominalo 
esprimiamo  il  <  sì  >  reciproco  :  dòpo  pòcch  parali  se  sliin  miss  i  tndn  àdòss  =  dopo 
poche  parole  si  sono  messe  le  mani  addosso  ;  ed  anche  il  reciproco  «  ci  >  di  prima 
persona;  mi  e  ci  me  fioeù  se  voeurem  on  gran  ben  =  io  e  mio  figlio  ci  amiamo 
tanto. 

Avvertenza  3*  —  Il  genitivo  di  tutte  e  tre  le  persone,  quando  indica  possesso,  viene 
sostituito  generalmente  dal  pronome  possessivo  :  me,  tò,  so,  nòstcr,  vòster,  éò  = 
mio,  tuo,  suo,  nostro,  vostro,  loro,  invece  che  de  mi,  de  ti,  de  Hi,  de  nùn,  de 
vitilter,  de  lòr.  Spesso  poi  il  dialetto  usa  insieme  come  a  rinforzo  le  due  forme 
e  dice  :  me  de  mi,  io  de  ti,  so  de  Hi,  so  de  lòr,  e  molto  meno  frequentemente 
ndéter  de  nun^  vdéter  de  viàlter. 

3.  Pronomi  possessivi.  —  Sono  in  numero  di  sei  e  ciascuno  di  essi  indica  : 

a)  se  il  possessore  è  uno  solo,  o  se  sono  piii  (singolare  e  plurale) 

b)  la  persona  (prima,  seconda,  terza)  del  possessore  medesimo. 


Prospetto 


Singolare 


ine    = 

mio, 

miei, 

mie 

nna  = 

mia 

tò     = 

tuo, 

tuoi. 

tuo 

tòa     = 

tua 

so     = 

suo. 

suoi. 

sue. 

S(ki    = 

sua. 

DEL  DIALETTO   MILANKSK  XXIII 


i     nòster  =  nostro,  nosti-i,  nostre  nostra  =  nostra 

Plurale     }     cfièter  =  vostro,  vostri,  vostre  vòstra  =  vostra 

l     èò        =  loro.  eòa       =  loro. 

Il  pronome  possessivo  in  milanese,  come  in  italiano,  dove  essere  preceduto  dal- 
l'articolo, il  quale  però  manca  solitamente  quando  il  possessivo  precede  un  nome  di 
parentela  al  singolare  non  alterato  e  non  accompagnato  da  aggettivi.  Il  dialetto  però 
non  è  in  .questo  così  rigoroso  come  l'italiano  e  può  dire  indifferentemente  :  mìa  miee 
e  là  mìa  niiee;  me  nevod  e  el  me  nev'ócl,  ndéter  f ràdali  e  el  ndèter  fràdèll.  Il  pro- 
nome possessivo  rifiuta  anche  in  milanese  l'articolo  quando  è  usato  predicativamente 
ed  indica  puramente  possesso:  éto  lìber  chi  l'è  me  =  questo  libro  è  mio;  là  colpa 
rè  mìa  =  la  colpa  è  mia;  là  cà  l'è  vdétra  =  la  casa  ò  vostra. 

4.  Proxomt  dimostrativi.  —  Si  usano  come  aggettivi  e  come  sostantivi  e  sono  : 
quèét,  éto  =  questo,  codesto;  qilèll  =  quello;  Iti  =  egli;  stèss  =  stesso;  téli  =  tale; 
inscifah  =  cosiffatto,  i  quali  diventano  femminili  per  lo  più  colle  stesse  regole  del 
nome  :  quèéta,  éta  =  qiiesta,  codesta  ;  qiièla  =  quella  ;  lee  =  ella,  essa  ;  ètèàa  =  stessa  ; 
tal  =  tale  ;  mseifMa  =  cosiffatta.  Al  plurale  fanno  :  quèàti,  quièti,  àti  =  questi,  queste, 
quèj  e  qiiìj  =  quelli,  quelle;  l&r  =  essi,  esse;  Stèss  =  stessi,  stesse;  tdi  =  tali;  in- 
scifaa  =  cosiffatti,  cosiffatte. 

La  forma  sto,  sta,  sti  si  usa  sempre  quando  è  come  aggettivo  unita  al  nome  : 
sto  liber  l'è  bèli  =  questo  libro  è  bello  ;  sfa  scàia  l'è  lunga  =  questa  scala  è  lunga  ; 
Mi  piàtt  hin  minga  bèj  =  questi  piatti  non  sono  belli  ;  éti  ros  g'hcm  on  hon  odor  = 
queste  rose  hanno  un  bu.on  odore  ;  sti  voster  pàròll  i  desmenteghi  pii  =  codeste  pa- 
role non  lo  dimentico  più. 

La  forma  qiièst,  quésta,  qiièsti,  qiiìsti  si  usa  come  predicato  e  come  sostantivo  ; 
là  véra  rcson  l'è  questa  =  la  vera  ragione  è  questa;  el  padròn  bòn  per  ti  l'è  qiièst 
=  il  padrone  buono  per  te  è  questo  ;  *  tò  càmts  hin  quièti  =  le  tue  camice  son  que- 
ste ;  qiUsti  hin  i  dànee  che  te  pòàs  dà  =  questi  sono  i  danari  che  ti  posso  dare  ; 
quèèta  rè  cà  vita  =  questa  è  casa  mia. 

Allo  forme  suddette  si  deve  aggiungere  eoètH  =  costui,  che  non  si  usa  molto  e 
sempre  soltanto  come  sostantivo. 

Abbiamo  anche  in  milanese  alcuno  enclitiche,  che  spesso  tengono  il  luogo  di  al- 
cuni dei  pronomi  suddetti.  Lo  enclitiche  el,  là  tengono  luogo  di  quèll,  qiieèt,  quela, 
qiièsta ;  l'enclitica  /,  tiene  il  luogo  degli  stessi  pronomi  al  plurale;  te  g'hee  sto  t*à- 
rimaa  ?  -  el  irretivi  pii  =  hai  questo  calamaio  '?  -  non  lo  trovo  più  (questo)  ;  là  ce- 
gnartl  quèla  maèstra  che  te  me  diti  ier?  -  là  mandar oo  à  ciàmà  =  verrà  quella 
maestra  della  quale  m'hai  parlato  ieri  V  -  la  manderò  a  chiamare  (manderò  a  chiamar 
quella).  L'enclitica  ghe  =  ci,  vi,  tiene  il  luogo  di  à  qiièèt,  à  qiièll,  à  Hi,  à  Ice,  ecc., 
in  qiièst,  in  qiièll,  in  Iti,  in  lee,  ecc.,  à  qiièla  dona  no  ghe  crèdi  dna  paròla  =  a 
quella  donna  non  ci  credo  una  parola  ;  el  ghe  pènéa  sèmper  à  sòa  viàder  =  ci  pensa 
sempre  a  sua  madre  ;  àia  fàmilia  el  ghe  pensa  Hi  =  alla  famiglia  ci  pensa  lui  ;  in 
del  lìber  che  te  m'hee  daa  ghe  trceiìvi  nagòtt  de  bèli  =  nel  libro  che  m'hai  dato  non 
vi  trovo  nulla  di  bello. 

ó.  Pronomi  relativi.  Il  pronome  relativo  ha  due  forme,  el  qudl,  là  quàl  =  il 
quale,  la  quale  e  che  =  che  :  quest'ultimo  nei  casi  obliqui,  dativo  e  ablativo,  diventa 


XXIV 


PICCOLA   GRAMMATICA 


cui  :  là  ddna  à  c&i  g'hoo  daa  là  IHera  Ve  naneamò  rivada  =  la  donna  a  cui  ho 
dato  la  lettera,  non  è  ancora  arrivata  ;  el  di  in  cui  finiroo  sto  làorà  mrónt  pii- 
rànea  eontént  =  il  giorno  in  cui  finirò  questo  lavoro  sarò  pur  contento. 

6)  Pronomi  interrogativi.  I  pronomi  interrogativi  sono:  chi?  =  chi  V  ;  che  ròba'f 
che  cosa  ?  ;  cos'«  ?  =  che  ?  ;  che  ?  =  che  ?  ;  qìiàl  ?  =  quale  V  ;  quànt,  o  quanto  ?  =  quanto? 
I  primi  tre  sono  sempre  sostantivi,  gli  altri  sono  ora  sostantivi,  ora  aggettivi,  tranne 
che?  ir  quale  é  sempre  aggettivo  :  che  óra  Ve?  =  che  ora  è  V  che  vita  te  ftvet  à  Ge- 
fàlù  ?  =  che  vita  facevi  a  Cefalù  V  Dei  pronomi  interrogativi  i  primi  quattro  sono  inde- 
clinabili ;  qitànt  e  qiiàì,  possono  usarsi  al  femminile  e  al  plurale  :  quanta  ròba  te 
pòrtet?  =  quanta  roba  porti?  qutinti  fineU  te  g'hec?  =  quanti  figli  hai?  qutii  hin  i 
tò  Uber  =  quali  sono  i  tuoi  libri  ? 

7.  Pronomi  indefiniti,  I  pronomi  indefiniti  sono:  vun  =  uno;  qiièidun  =  alcuno, 
qualcuno*,  qiicighedun  =  qualcheduno;  qiièicòéé  =  qualche  cosa;  cèrti  =  C6viì\  tilter 
=  altro;  Vtiltery  on  tllter,  tal  ttltcr  =  l'altro,  un  altro,  tal  altro;  tànt  =  tanto;  à/- 
tertànt  =  altrettanto  ;  pòcch  =  poco  ;  tròpp  =  troppo  ;  ògnidiln  =  ognuno,  ciascuno  : 
chi  =  chi  ;  chiunque  =  chiunque  :  chiseMa  =  chicchessia  ;  tiltt  =  tutto  ;  nimn  =  nes- 
suno, ninno,  veruno  ;  niènt,  nàgòtt  =  niente,  nulla  ;  qualùnque  =  qualunque  ;  ógni 
=  ogni.  Fra  questi  tànt,  pòcch,  tròpp,  tiitt,  alter  possono  essere  fatti  femminili,  tiiif, 
e  tànt,  possono  anche  essere  fatti  ])lurali  ;  tuli,  tanti:  gli  altri  sono  invariabili. 


Paragrafo  YII. 


I  nainerali. 


1.  I  NUMERALI  si  possouo  dividere  in  quattro  gruppi  :  l''  cardinali  che  indicano 
la  quantità  numerica  assoluta  :  2**  ordinali  che  indicano  il  numero  d'ordine  in  una 
serie  ;  3"  distributivi,  che  indicano  in  che  modo  certi  esseri  o  cose  sieno  distribuiti 
numericamente  ;  4''  moltiplicanti  che  indicano  quanto  volte  un  essere  o  una  cosa 
siano  numericamente  ripetuti. 

1.  Numeri  cardixali. 


1 

i-ùn,  f.  vùna 

e  voeihia 

•> 

diiil,  f.  dò 

3 

triì  f.  tré 

4 

quàter 

5 

cìnqu 

6 

S'ès 

1 

sètt 

8 

vòlt 

9 

noeuv 

10  dés 

11  ■vi/.ndes 

12  dódes 

13 

trèdes 

14 

qua  t  òr  de  s 

15 

qiiìndes 

16  èedes 

17  dersètt 

18  desdòtt 

19  desnoeùv 

20  vint 

21  vintun 

22  vintidiin 

23  vinti  tri  i.eov. 

30  trénta 

31  trentun 

32  trentàduii 

40  quaranta 

41  quàràntun 

42  qtiàràntàdiiii 
50  cinquanta 
60  éesànta 


70 
80 
90 

100 
101 
102 
103 
200 
300 
400 
500 
600 
700 
800 
900 


no- 


éetdnta 
vottinta 
noànta    e 

rànta 
cent 
centvùn 
cendiiii 
cent-trii,  ecc 
diisént 
tresént 
quàtercènt 


seseént 
éètcént 
votcènt 
nceuvcènt 


1000 
1001 
1002 
1020 
1030 
2000 

3000 

4000 

10000 

100000 

200000 

lOOOOOO 


nula 

mileviln 

milediiii 

milemnt 

miletrénta 

domila  e  diìti- 
mila 

trhnila  e  tri- 
mila 

quàtcrmila 

desmlla 

centmUa 

diisentmlla 

on  mìliòn 


DRL    DIALETTO    MILANESE 


XXV 


2.    NUMKRI    ORDLVALL 


11 

in 
v 

VI 
VII 

vili 

IX 
X 

XI 

XII 

XIII 

XIV 

XV 

XVI 

XVII 


pnmm 

èegònd 

fèrs- 

q  II  art 

quiìlt 

PcH 

s-ètiììi 

ottL'V 

nòno 

décim 

Undicésiìu 

dodieésini 

tredicésim 

qy,àtòrdicési)it 

qiiindicèsim 

s-edicésìm 

diciàsetèsim 


XVIII 

XIX 

XX 

XXI 

XXII 

XXX 

XL 

L 

LX 

LXX 


desdòtcsiia 

desnmtvèsitn 

vintésim 

vintunésiin 

vintiditèsiìn 

trentesim 

quàì'àntésiììi 

cinqiiÀntèsivi 

fieéàntesim 

èetàntésiin 


LXXX  votàntésim 


XC 

C 

CI 

M 


noàntésim  o  ìiu- 
ràiitésim 
centesim 
centunesivi 
milésim 


CCCIOOO    niilionésiiH 


NB.  I  uuineri  oidiiiali  suddetti  dal 
decimo  in  poi  si  usano  nel  dialet- 
to, specialmente  nel  denominatore 
dello  fi-azioni;  ma  più  spesso  si  usa 
la  circonlocuzione  :  quel  di  vù,n- 
des,  di  dodes,  di  vint,  di  trénta, 
di  cent,  di  mila,  ecc.  Usano  però 
molto  le  frasi  :  là  centesima,  là 
milésima  vòlta. 

AvvERTKxzA.  Tutti  i  numeri  ordinali 
si  fanno  femminili  aggiungendo  al 
maschile  un  a,  quando  si  riferi- 
scono a  un  nome  femminile. 


3.  Numerali  distributivl 


Non  si  hanno  nel  dialetto  che  me- 
diante le  locuzioni  :  à  vOai  à  rùn,  à  diiil 
à  diiii,  à  trii  à  trii,  à  quàter  à  qiiàter, 
à  dés  à  dés,  à  vint  à  vint,  à  trénta  à 
énta,  à  cent  à  cent. 
Per  alcuni  numeri  usiamo  anche  modi 
ivorsi  :  a  don^ènn,  à  centènn,  à  nii- 
liftra  à  ìniliòn,  distributivi  di  12,  100, 
1000,  1000000. 


4.  Numerali   moltiplicanti. 

Sono  pochi  : 

sèmplic         =  semplice 
dopi,  dópia  =  duplice,  doppio,  doppia 
triplo  =  triplice,  triplo 

quàdruplo     =  quadruplice,  quadruplo 
quintuplo      =  quintuplice,  quintuplo 
SH'tilplo        =  sestuplice,  sestuplo 
déciljjlo         =  decuplo 

Diciamo  però   più  volentieri  :  l'è  dò  vòlt 

tànt,  l'è  tre  volt  tànt,  ecc.  specialm.  coi 

numeri  dal  quattro  innanzi. 


Paràukafo  Vili.  —  Il  verbo. 

1.  1  verbi  noi  dialetto  milanese  si  dividono,  come  i  vei"bi  italiani,  in  due  grandi 
,ssi  :  transitivi  e  intransitivi;  i  verbi  transitivi  hanno  due  forme  :  la  forma  attiva 
a  forma  passiva.  Oltre  a  queste  due  forme,  abbiamo  ancora  la  forma  pronominale 

riflessiva.,  reciproca)  e  la  forma   impersonale.  Il    significato    di  tutte    queste    varie 
specie  di  verbi  è  in  milanese  perfettamente  corrispondente  alle  formo  italiane. 

2.  Nel  verbo  milanese  si  hanno,  come  in  italiano  : 

a)  DUE  NUMERI  :    singolare  e  plurale  ; 

b)  tre  persone  :  prima,  seconda,  terxa  ; 
e)  SETTE  MODI  :      indicativo,  condixionalc,  imperativo,  congiuntivo,  infinito, 

«H*:  participio,  gerundio  : 

^^K  (/)  SETTE  TEMPI  :  presente,  imperfelto,  futuro,  f tempi  semplici),  passato  pros- 

^^B  simo,  trapassato  prossimo,  trapassato  remoto,   futuro 

^^K  anteriore  (tempi  composti), 

1  tempi  composti  si  coniugano  mediante  l'aiuto  dei  verbi  ausiliari  ;  vcés  =  essere, 
ave  -  avere. 


XXVI 


PICCOLA   GRAMMATICA 


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DEL   DIALETTO   ^r^.A^■ESE 


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XXVIII 


PICCOLA   GRAMMATICA 


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DEL   DIALETTO   MILANESE 


XXIX 


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-2 


XXX 


PKCOI.A    ORAMMA  l'K'A 


4.  —  Coniugazione  dei  verbi  regolari. 

In  milanese  abbiamo  quattro  coniugazioni  clie  corrispondono  allo  quattro  termi- 
nazioni dell" influito  presente  in  italiano;  anche  in  milanese  è  la  terminazione  del- 
l'infinito   presente  ciie  le  distingue.  Lo  quattro    coniugazioni  del  verbo  sono  : 


1*^  Couiug.  Infin.    pres.  iu    a     =  are 

2^  è     =  èro 

n*  conson.  òro 

4.1  >         >       ì     =  irò 


lodA     - 

=     lodare 

ereA 

-■     creare 

vede 

=     vedere 

mvè 

^     sapere 

hfj 

-     leggero 

^■eriv 

-     se  li  vere 

sentì    = 

sentire 

oàpt 

=     capire 

È  evidente  che  le  terminazioni  tòniche  della  1*.  2*  e  -^  couingazione  contengono  1 
sincopata  la  finale  ì^e  doU'infinito  italiano,  che  si  appoggiava  ad  una  vocale  tònica', 
nella  terza  coniugazione,  poiché  la  finale  re  si  appoggiava  ad  una  vocale  àtona,  si  è 
perduta  insieme  con  questa. 

Le  quattro  coniugazioni  seguono  i  seguenti   paradigmi  : 


OONIUGAZKJNE  i^RIMA. 


ATTI  VO. 


M  01)0    I X I)  I  e  A  T I  V  o. 


Tempo  presente. 


S  ingioiare 


ppnM  =  i)en.sai"e 


Plurale 


mi  pens-i       =  10  penso 
H  te  pènA-et  =  tu     pensi 
tu  et  ppììè-a  =  egli  pensa 


nùn  pènfi-em     =  noi  pensiamo 
viàìter  penA-ee  =  voi  pensate 
lòr  pèn^-en        =  essi  jiensano. 


Tempo  imperfetto. 


mi  penè'-àva  =  pensavo 
ti  te  penà-dret  =  pensavi 
Ili  el  pen^-fira  =^  pensava 


nUn  pen^tlrem      =  pensavamo 
lutllter  jìené-firet-      pensavate 
lòr  pen^'tiren         -  pensavano 


Tempo  fìituro. 


mi  pem-firoo  =  penserò 

ti  te  pem-àree  0  -àrett  =  penserai 
la  el  penù-àrfl  =  penserà 


nu)i  peii^-òrèniin  =  penseremo 
■viàìter  pem-àrii  ~  penserete 
lòr  penè-àràn        =  penseranno 


lìiì  hoo  perno  a   -=  ho 
ti  t' liee  =  hai 

Ih  l'ha  =  ha 


Prosato  pro.'isimo. 

[    ~       V  pensai 
I   I  a  ^  pensasti 
f   s,     /  pensò 


n&n  èmm  })eiis--fift=a:hhiamo  I2    vpensammo 
vitilteràvii  =avete      |  ì  5  | pensaste 

lòrhan  =hanno     (^    /pensarono 


DEL   DIALETTO   MILANESE  XXXI 


Trapassato  prossimo. 

mi  àvéia  pens-aa  =  io  aveva     i  iìéii  àvèvcvi  pem-aa  =  avevamo  t 

(ì  fàrévet        »        =  tu  avevi     \  peiisitto  fiftltcràvécev      >        =  avevate    i  pensato 

la  l'ùccca       ■■         =  egli  aveva  '  ;  (òr  àrércn  »        =  avevano  f 

Trapassato  reìnoto. 

mi  hoo  àviiii  pens-aa  =  ebbi      i  1  nunhéiiimaviiii  pené-aa  =  ehhimoi 

ti  t'hee  -'         =  avesti    .  pensato   1  viàlter  àcii   »  »        =  aveste  jpeusato 

Tu  l'Ila     >  »         =  ebbe     '  !  lòr  han         »  >         =  ebbero  ' 


Futuro  passato. 

lui  àvarvu  penè-aa  =  avrò    i  :    u^nàvàrèmm  pe>ii-aa  =  Rxiemo  r 

il  l'àvàree         >  =  avrai  \    pensato  viàltcr  àvàrii       »        =  avrete     <  pensato 

tu  l'àv^rà        >         =  avrà    (  lór  àvàràìi  »        =  avranno  ' 

31  0  D  O        cu  N  <J  I  U  N  T  l  V  0 . 

Tempo  presente. 

che  mi     pensa  =  che  io      pensi  I   che  ntln      péiis-cni     =  che  noi  pensiamo 

»     ti  te  pénè-et  ^     »     tu     pensi  i      >    vitLlter  pens-èyov  =     *     voi   pensiate 

lu  ci  lìéni-a  =     »     egli  pensi  |      >    lòr       pèné-eii      =     >     essi  pensino 

Toupo  imperfetto. 

' /"    mi      pen^-àiù    -  elio  io      pensassi      1   che  nUu      y^ow-flse;/*  =  che  noi  pensassimo 
ti  te    penè-Met  =     >     tu     pensassi      [     »  vitlUer  pens-Mev   =    ^    voi  pensaste 
Ih  el  pcni-àéé    =     *     egli  pensasse     j     ■»   lòr  .     jiené-àien  =    >    essi  pensassero 

Passato  prossimo. 

/"■  ///e  d6m  pens-aa  =  elio  io  abbia!  ,'   chenùn  àbic  ni  pe/i-i-aa  '^  che  noi  ab-  ' 

\   ->     '  liiamo    l 

1  1   ^ 

fi  tablet  tu  abbia  /  «  :!.   vitlltcr  tifncc       »       =    ■-     voi  ab-      « 

\  §    j  biate     \  § 

/«■  /'dim  =.     v   egli  abbia  l         |     »   /or  Aè^tV;?  >       =,    ;!>  essi  ab- 

f  biano 

Trapassato  pro.ssimo. 

mi  àvèsà  (tens-aa  =  che  io  avessi  |  die  ntln   àfHeni  pem-aa  =  ohe  noi 

avessimo 
Ut'àvèiet  =.         tu  avessi  l'i  >  vitlter  mHev       »         =  ohe  voi 


a 


aveste 


lu  l'àcèH-  =    .egli  avesse/  ^        -     /y/-  àvèàcn  »        =  che  essi 

avessero 


XXXn  PICCOLA    (tRAMMATUA 


M  (I  DO        CONDIZIONA  L  E  . 

Tempo  presente. 

mi  pens-àrìa.  o-àriss      =  poiisoroi  nìln  pcnà-àrìem,  o-àriscm  =  penseiemmo 

il  te  penè-àriet  o-àrièet  «  penseresti  viàlter  pené-àrìev  o-àrléev  =  pensereste 

Iti  pene-ària  o-àriès        =  ponserebI)e  lor  pens-àrien  o-àrìéeii       =  penserebbero 

Coìidixioìtale  passato. 


mi  avana  pcnè-aa  =  avrei 

ti  fàvàrtet       *         -  avresti   ^  [lonsato 

tu  r maria  =  avrebbe 


nUn  àvàrìem  pens-aa  =  avremmo  /  o 
viàlter  àvàrisev  »  =  avreste  )  g 
lor  àvàrléen  =  avrebbero  f  E. 


Modo      i  .m  i-  e  u  a  t  i  v  o  . 

=-     ....  pemcmm       =     pensiamo 

pém  a  =     pensa  jyemee  =     pensate 

ck'el  péns-a     =     pensi  che  pénsen    =     pensino 

Modo      infinito. 
Tempo  presente.  Tempo  passato, 

pensa     =     pensare  àvè   pens-aa     =     aver    pensato 

P  A  R  T  I  e  1  I'  I  0 . 

Presente.  Passato. 

pene -ani     «     pensante  pené-aa     =     pensato 

Gerundio. 

Presente.  '\  Passato. 

pens-tnd     =     pensando  àvénd  pens-aa     =     avendo  pensato 

COMUGAZIOXE  SECONDA. 
vede  =  vedere 
Modo  indicativo. 
ìempo  presente. 

mi  véd-i       =  vedo  ndn  ved-em      =  vediamo 

ti  te  ved-et  -  vedi  viàter  ved-ii    =  vedete 

la  et  ved      =  vede  lor    véd-en       =  vedono 

Tempo  imperfetto. 

mi  ved-éva      =  vedeva  I  nUn  ved-évem     =  vedevamo 

ti  te  ved-éi'et  =  vedevi  vittlter  ved-éoev  =  vedevate 

}ii  el  ved-éva   =  vedeva  i  lor  ved-èven       =  vedevano 


DEL  DIALETTO   MILANESE 


XXXIII 


Temyo  futuro. 


mi  ved-àroo  =  vedrò 

/*  teved-àreeo-àreit  =  vedrai 
lu  el  fed-àrà  =  vedrà 


n^n   redàrèmm   =  vedremo 
màlter  wd-àrii     =  vedrete 
lor  ved-àrdn  =  vedranno 


I  tempi  composti  si  formano  aggiungendo  il  participio'  passato  veduti  =  veduto 
i.lle  rispettive  voci  del  verbo  ausiliario  àvè  =  avere,  come  nel  paradigna  della  prima 
coniugazione. 

Modo    c  o  x  a  i  u  n  t  i  v  o. 
Tempo  presente. 


che   mi   vèd-a      =  che  io  veda 
V     ti  te  ved-et    =     >     tu  veda 
lu  el  véd-a    =     »     egli   veda 


che  nÈn  'ved-em  =  che  noi  vediamo 
»  viàlter  vèd-egat:  =  »  voi  vediate 
>     lòr  vèd-en  =     >    essi  vedano 


che  mi   'sed-eèé 
3     ti  te  ved-èset    = 
»    Hi  el  ved-ès^    = 


Tempo  imperfetto 
=  che  io  vedessi 


che  nUn  'ved-èéem     =  che  noi  vedessimo 
»    màlter  ved- è  Set-  =     »     voi  vedeste 
>     lor  ved-èéen       =     »     essi  vedessero 


tu  vedessi 
egli  vedesse 

I  tempi  composti  si  formano  aggiungendo  il   participio    passato   vedicii  =  veduto 
alle  rispettive  voci  del  verbo  ausiliario  àrè  =  avere  come    nella  prima  coniugazione. 

Modo    condizionale. 
Tempo   presente. 

mi   ma-àna  o  -àriss      =  vedrei         |  ntin  ved-àrìem  o  -àrisem    =  vedremo 

\ti  te  ved-àriet  o  -àriset     =  vedresti  mfllter  ved-àriev  o  -àrièev    =  vedreste 

lu  el  ved-ària  o  -àrisft     =  vedrebbe    1  lòr  ved-àHen  o  -àrtàen      =  vedrebbero 

II  passato  si  forma  col  verbo  ausiliario  àvè  e  il  pai*ticipie  passato  ■vediiil. 

M  0  D  0     I  M  P  E  R  A  T  I  V  0. 


ì>éd-a  =    vedi 

eh'el  ved-a   =    veda 


Ted-èmm       =  vediamo 
ved-ii  =  vedete 

che  féd-en    =  vedano 


Modo    infinito. 


Presente, 
ved-è     =     vedere 


Presente, 
-ved-énf     =     vedente 


Passato, 
àr?  veduti    =    aver  veduto 


Participio. 


Passato. 
Ted-uil    =    veduto 


XXXIV 


1»IC00LA   GRAMMA-rfCA 


Gr  E  R  U  N  D  I  0. 


Presente, 
ved-end     =    vedendo 


Passato, 
àvétul  veduu  =  avendo  veduto 


CONIUGAZIONE    TERZA. 

r-red   =   credere 
Modo    indicativo. 


Tempo  presente. 


mi  cred-i 
ti  te  eréd-et 
Hi  et  crèd 


credo 
credi 
crede 


«fi/i  crèd-em      =  crediamo 
viàlter  ered-ii    =  credete 
lór  cred-en  =  credono 


Tempo  imperfetto. 


mi  cred-èva  =  credeva 
ti  te  cred-evet  =  credevi 
lii  el  cred-éva    =  credeva 


nun  cred-érem      =  credevamo 
viMter  cred-evev   =  credevate 
lòr  cred-ècen         =  credevano 


E  così  di  seguito  sempre  come  la  coniugazione  seconda  tranne  nell'iniìnito  pre- 
sente, e  nell'imperativo  seconda  persona  singolare,  nelle  quali  due  voci  sì  ha: 
cred  =  credere,  cred  =  credi. 

CONIUGAZIONE  QUARTA. 

dormì  =  dormire 

Modo    indicativo. 

Te mp 0   presente. 


mi  dòrm-i  =  dormo 
ti  te  ddrm-et  =  dormi 
Hi  el  ddrm-a  =   dorme 


nUn  dòrm-em 
vittlter  dorm-ii 
lòr  ddrm-en 


Tempo  imperfetto. 


mi  dorm-ìva  =  dormiva 
ti  te  dorm-ivet  =  dormivi 
Iti  el  dorm-ìva     =  dormiva 


nitn  dorm-ivem 
mMter  dorm-wev 
lòr  dorm-ìven 


Tempo  futuro. 


ijii    dormir 00  =    dormirò 

ti  te  dorm-iree  o  -irett  »=   dormirai 
lii  el  dorm-irà  =   dormirà 


nùn  dorm-irèmm 
tntLlter  dorni-irii 
lòr  dorm-iràn 


dormiamo 

dormite 

dormono 


dormivamo 

dormivate 

dormivano 


dormiremo 

dormirete 

dormiranno 


DEL   DIAI,ETTO   MILANESE  XXXV 

I  tempi  composti  si  formano  colle  rispettive  voci  del  verbo  ausiliario  uve  e  coL 
participio  passato   dormii. 

II  Congiuntivo  e  il  Condizionale  si  formano  come  i  tempi  corrispondenti  della 
seconda  e  terza  coniugazione,  colla  differenza  però  che  neìV  Imperfetto  Congiuntivo  e 
nel  Condizionale  presente  invece  della  desinenza  -èie,  -ària  o  -àrisé  prende  le  de- 
sinenze -isé,  -irìa  0  -irièé :  che  mi  dorm-iès,  che  lite  dorm-U-et,  ecc.  ;  mi  dorm-irìa 
0  -iris-»,  ti  te  dorm-iriet  o  irU-et,  ecc.  ;  nel  Participio  passato  invece  del  suffisso- 
-iiii  =  -uto  prende  il  suffisso  -ii  =  -ito:  dormii  =  dormito. 

3.  —  Osservazioni  intorno  alla  coniugazione  regolare  attiva. 

OssKRVAZioNE  I.  — ■  La  vocale  caratteristica  di  coniugazione  subisce  qualche  mo- 
dificazione. 

a)  Nella  prima  l'a  nelFIndicat.  pres.  rimane  nella  'à'^  pcrs.  sing.  :  nella  l'*^  pers., 
si  muta  in  i,  nelle  alti'e  in  e;  nel  Cong.  pres.  rimane  nella  1^  o  3^  singol.  nelle  altre 
si  muta  pure  in  e.  Nel  resto  della  coniugazione   rimane  invariato. 

b)  Nella  seconda  e  nella  terza  coniugazione  Te  cade  nella  3*  sing.  dell'Indie 
pres.,  si  muta  in  i,  nella  1»  sing.  e  nella  2*  plur.,  resta  invariata  nelle  altre.  Nel 
fut.  Indie,  e  nel  pres.  Condiz.  si  muta  in  a  ;  così  pure  nel  Cong.  pres.  1*  e  2*  sing. 
e  nell'Imperat.  sing.;  si  muta  in  i  nella  2*''  imper.  plur.  e  in  ti  nel  Participio  pas-- 
sato.  Nel  resto  della  coniugazione  rimane  invariato. 

e)  Nella  quarta  l'i  si  cambia  in  e  nell'Indie,  pres.  1»  pers.  sing.  e  1=^.  2* 
plur.,  si  cambia  in  a  nella  3*  singol.  ;  cosi  pure  si  cambia  in  a  nell'Imper.  2^,  3=* 
sing.,  in  e  nella  l=s  3*  plur.  Nel  resto  della  coniugazione  rimane  invariata. 

Osservazione  II.  —  L'ausiliario  ave  quando  è  usato  nei  tempi  composti  perde 
la  ,9'  ohe  ha  quasi  sempre  davanti  alle  sue  voci.  Es.  :  hoo  ditt,  aveva  crediiii,  àvàroo 
/lensaa,  avaria  beviiii,  mèèà  podiiii,  mentre  le  voci  corrispondenti  del  verbo  ave  sono  : 

1100,  g' aveva,  g'àvàroo.,  ecc. 
Osservazione  III.  —  Manca  al    dialetto    milanese  il  passato  remoto,  e  ne  fa  le 
»  il  passato  prossimo  :  hoo  sàvilu  =  seppi  e  ho  saputo,  àvii  màngiaa  =  mangiaste 
vete  mangiato,  ecc. 
Osservazione  IV.  —  Una  grandissima  parte  dei    verbi    di   quarta   coniugazione 
ma  i  temi  del  presente  (Indicativo,  Congiuntivo,  Imperativo)  con  un  ampliamento- 
s,  che  corrisponde  all'italiano  se. 

MODELLO  DI  QUARTA  CONIUGAZIONE. 

coli'  ampliamento  s. 
capi  =  capire 

Modo    indicativo. 


mt  capi-s-i      =    capisco  |  nun  capt-s-em  =  capiamo 

'^tì  te  càpì-è-et    =    capisci  1  vtàlter  càp-ii   =  capite 

tò  el  càpi-sé     =    capisce  |  lor  eàpi-s-en     =  capiscono 


XXXVI 


PICCOLA   GRAMMATICA 


che  mi  càpt-s-a 
s     ti  te  càpt-é-et 
>     Ili  el  eàpì-é-a 


Modo    congiuntivo. 


=   che  io  capisca 
=     »    tu  capisca 
»    egli  capisca 


che  nun  càpt-s-em     =  che  noi  capiamo 
»    màlter  càpi-é-ov  =     >    voi  capiate 
»    lor  càpì-P-en        =     >    essi  capiscano 


eaptsft 
eh'  el  càpi-i'-a 


Modo    imperativo. 


capisci 
capisca 


eapimm  .  =     capiamo 
capii         =     capite 
che  capiseli      =     capiscano 


Rifiutano  il  rinforzo  la  2*  plur.  dell'Indicativo,  la  1*  e  la  2*  plur.  dell'Impera- 
tivo. Invece  per  estensione  capita  di  udire  qualche  volta  col  rinforzo  le  voci  del 
futuro  Indicativo,  e  del  Condizionale  presente  : 


Futuro. 


càpiéàroo 
te  càpièàree 
ci  càpisartl 


eaptsaremm 

capisàrii 

càpiMràti 


Condizionale 

càpiéàrisè 
càpisàrìéet 
càpisàriH- 


captsariitem 

càpiààrtsev 

eàpisàrtsen 


OssERVAZiONR  Y.  —  Anche  il  dialetto  milanese  usa  coi  verbi  intransitivi,  nei 
tempi  composti,  l'ausiliario  'vèés-  =  essere,  invece  di  àvè  =  avere.  Es.  :  éont  rivaa  = 
sono  arrivato,  te  ùee  àndaa  =  sei  andato,  Ve  mòrt  =  è  morto,  èèmm  partii  =  siamo 
partiti,  S'ii  vegniiil  =  siete  venuti,  hin  ereèiiii  =  sono  cresciuti,  ecc. 

OssERVAZioxE  VI.  —  Alcuui  verbi  colla  radicale  in  Oj  troà,  proti,  mori,  dori, 
vorè,  ecc.,  nelle  voci  del  presente  in  cui  questo  o  è  tonico,  lo  cambiano  in  oeu 
.teoeuvi,  te  trce/ìrèf.  ci  trceuva,  trceuvem,  troauven  ;  moeilri,  te  moeuret,  el  moeiìr. 
Tiioeùrem,  moeUren  ;  me  rinercsè  che  te  doeura  i  d-ent  =  mi  rincresce  che  ti  dolgano 
i  denti. 

4.  Coniugazione  passiva.  —  La  coniugazione  passiva  si  forma  facendo  seguire 
alle  voci  del  verbo  vè§P  =  essere,  nel  tempo  che  si  vuol  coniugare,  il  participio  pas- 
sato del  verbo  transitivo.  La  3"^  pars.  sing.  e  la  3*  plurale  si  possono  esprimere  anche 
per  mezzo  della  particella  pronominale  se  =  si  :  là  Poa  vòs  là  .ve  Sent  de  lontdn  = 
la  sua  voce  si  ode  (è  udita)  da  lontano  ;  chHi  ròbb  no  se  véden  che  chi  =  certe  cose 
non  si  vedono  (sono  vedute)  che  qui.  / 

5.  La  coniugazione  del  verbo  riflessivo  si  fa,  premettendo  alle  voci  del  verlto 
zittivo  le  particelle  pronominali:  me,  se,  e^e,  nel  modo  seguente  : 


mi    me    vedi  =  io  mi  vedo 
ti  te  se  vèdet    =  tu  ti  vedi 
Hi  el  ée  véd      =  egli  si  vede 


nUn  se  védem     =  noi  ci  vediamo 
vitlter  ve  vedii    =  voi  vi  vedete 
lor  se  véden        =  essi  si  vedono 


Xeir INFINITO  e  nel  gerundio  la  particella  se   si   pospone:  nell'infinito    perde  l'è; 


DEL  DIALETTO  MILANESE 


e  si  raddoppia  nella  1*,  2*,  4»  couiugazione  :  lodàsé,  savèéP,  mitrisi  :  nella  3*  co- 
niugazione non  si  raddoppia,  crédes,  inécrives,  rivdlyes,  eee.  Così  nel  gerundio  perde 
semplicemente  la  e:  lodàndes,  vedèndes,  credèndes,  sentèndes.  Nell'iMPERAaiyo  le 
particelle  pronominali  si  pospongono,  perdendo  la  e,  tranne  che  nella  3*  pers.  sing. 
e  nella  3*  plur.  :  tnceilvet,  eh' el  lìe  mceuva,  mochnes,  movìves^  che  se  moeùven. 

6.  Verbi  irrk&olari.  —  Anche  nel  milanese  vi  sono  molti  verbi  che,  poco  o 
molto,  si  scostano  dal  paradigma  della  propria  coniugazione.  Innanzi  tutto  i  verbi; 
della  quarta  coniugazione  che  rinforzano  colla  s  il  presente,  e  corrispondono  agli 
incoativi  italiani  col  suffisso  sco.  Vi  sono  inoltre  quelli  che  si  scostano  dal  para- 
digma nel  participio  passato  : 

Tabella  dei  verbi   irregolari  nel  participio  passato. 


1  àcondiscénd 

àcondiseès 

22  opònn 

0Jt)3S'< 

2  àcòrges 

àcdrt  e  àcorginii 

-    28  pari 

pare  e  paruil 

3  àgiùng 

àgiunt 

24  pèrd 

perà  e   perduu 

4  àmèit 

atrtèSè  e  àmettUii 

25  perSiiàd 

peréiiàs 

6  cceus 

còti 

26  preténd 

pretés  e  preteuduu 

6  eoticéd 

concèss  e  coneediiii 

27  promètt 

jjromèàs,  promise  e- 

7  conelud 

conclUs 

prometuii. 

8  eòr 

corà  e  eoriiii 

28  propònn 

propòét 

9  eorég 

corètt  0   coregiiiii 

29  protèg 

protètt  e  protogiiiii 

lo  deeul 

decìs 

30  ràcògl 

rcicdlt 

11  dewi 

àvèrt  e  dervii 

31  ridu 

ridott 

12  di 

ditt  e  dii 

32  rlsòlv 

risoli 

18  diètrUg 

diUrutt 

33  romp 

ròtt  e  rompiiii 

14  divìd 

divis 

34  éeompàrl 

scomptrs 

15  dori 

doriiii  e  dorii 

35  scopri 

scopèrt 

Iti  esclud 

eselùs 

36  àeriv 

scritt 

17  frig 

fritt 

37  àenti 

sentUil  e  éentii 

18  ineìd 

ineìs 

38  spend 

épès  e  spendiiii 

19  iìidù 

indoit 

39  tceu 

toh 

20  invdid 

invàs 

40  vedS 

viét  e  *>(?(/«« 

21  mori 

mòrt 

41  t'oré 

vorsnii  e  voriiii 

Poi  vi  sono  i  verbi  che  si  scostano  dal  paradigma  nel  presente. 

1)  àudà  Indie,  sing.  :  voo,  te  vee,  el  va,  plur.  :  vèmni,  vii,  vàii.  Congiuntivo 
sing.  :  che  mi  vaga,  che  ti  te  vttghet,  che  lil  el  vtga,  plur.  :  che  nun  eàghevi,  che 
rlfllter  vàghev,  che  lòr  vàghen.  Imperativo  :  m,  eh'el  vaga,  che  vàghen. 

2)  dà  Indicativo  sing.:  mi  doo,tite  dett,  lil  'l  dà,  plur.:  nun  dèmm,  viàlter 
dee,  lòr  dan.  Congiuntivo:  che  mi  daga,  ehe  ti  te  dàghet,  che  lil'l  daga,  plur.:  che 
nUn  dàghein,  che  viMter  dàghev,  che  lòr  dàghen.  Imperativo:  dà,  cìic'l  daga,  che 
ilAghen. 

3)  dì  Indicativo:    mi  disi,  ti    te  diset.  Hi  H  dis,   plur.:    nun   disem,   viàlfer 


XXXVIH  PICCOLA  GRAMMATICA 


<lisii.  lòr  disen.  Congiuntivo  :  ehe  mi  disa,  che  ti  te  diset,  che  Iti  '/  dlsa,  plur.:  che 
uUn  disem,  che  vìalter  disègov,   che  lòr  disen.  Imperativo  :    che  H  disa,  ehe  disen. 

4)  doè  Indicativo  :  ini  devi,  ti  te  dévet,  lii  'l  dev,  plur.:  nùn  dèvem,  màlter 
dodi,  lòr  dècen.  Congiuntivo  :  che  mi  deva.,  die  ti  te  dévet,  che  lil  'l  deva,  plur.: 
che  nUn  dèvem,  che  lòr  déven. 

5)  fa  Indicativo:  mi  foo,  ti  te  fee,  luH  fa;  plur.:  ntìn  femm,  vitLlter  fee, 
lòr  fan.  Congiuntivo:  che  mi  fàga^  die  ti  te  fàghet.,  che  lii  H  fàga;  plur.:  che  nun 
ftghem,  che  viàlter  fàgkev,  che  lòr  fàghen.  Imperativo  :  fa,  ehe  'Ifàga,  che  fàghen. 

ii)  podè  Indicativo  :  ini  podi,  e  anche  mi  pòse,  ti  te  podet,  e  anche  ti  te  pò, 
Hi  el  pò.  Irregolarità  apparente  perchè  viene  da  pòd  regolare.  Manca  l'Imperativo. 

7)  sàvé  Indicativo:  mi  eoo,  ti  te  seti,  lii  el  sa;  plur.:  ntin  éèmm.,  lòr  àan.  Con- 
giuntivo :  che  mi  sàpia,  che  ti  te  sàpiet,  che  lii  'l  -sàpia;  plur.:  che  nùn  éàpìem, 
che  viàlter  èàpiev,  ehe  lòr  ààpieti. 

8)  sta  Indicativo:  mi  ètoo,  ti  te  étee,  Iti  7  età;  plur.  :  nùn  stèmm,  viàlter 
-étii,  lòr  stan.  Congiuntivo:  che  mi  àtàga,  che  ti  te  àtàghet,  ehe  Hi  7  ètàga  ;  plur.: 

che  nun.  stàghem,  che  viàlter  étàghev,  che  lÒr  Màghen.  Imperativo:  età,  che  ' l  étàga , 
■  che  stàglien. 

9)  Yorè  Indicativo  :  mi  vtij  accanto  à  mi  vceiìri.  Imperativo  seconda  persona 
sing.:  voeur. 

10)  Il  verbo  tceu  dal  tema  toj  si  coniuga  regolarmente:  se  non  che  muta  l'o  to- 
nico in  oeu  nel  Pres.  Indicativo,  Congiuntivo,  Imperativo  e  Infinito  e  perde  l'j  fiaale 
nell'infinito  e  nella  3*  pers.  Indicativo  pres.  del  singolare  e  lo  vocalizza  in  i  nelle 
;altre  voci,  nelle  quali  pure  qualche  volta  noa  si  sente.  Es.  toiéva,  toiàroo,  toièsé, 
ioiaria,  ecc. 

Paragrafo.  IX  —  Parti  del  discorso  invariabili. 

Anche  il  dialetto  milanese  ha  gli  avvekbi,  le  preposizioni,  le  coNttiUNZioNi,  le 
ixxEKiEzio.xi,  che  non  sono  variabili  né  per  declinazione  né  per  coniugazione  ;  ma  in  ciò 
il  dialetto  non  è  che  lo  specchio  della  lingua  italiana.  Ciascuna  di  tali  parti  del  di- 
scorso ha  le  stesse  divisioni,  e  le  stesse  funzioni  ;  anzi  salve  poche  eccezioni  e  lievi 
mutamenti  di  desinenza,  hanno  le  stesse  terminazioni;  per  il  che  la  grammatica  del 
^dialetto  a  tale  riguardo  viene  a  confondersi  colla  grammatica  della  lingua. 


Tavola  dichiarativa  dei  segni  di  pronuncia 


ai 

è  >  indicano  l'a,  e,  o  aperto  tònico. 
ó  ] 


ì      indica  1'  i  tònico 

ù         »       Tu  (colla  pronuncia  toscana)  tònico 

fi         =•       rii  lombardo  tònico. 

à  i 

è  >  indicano  Fa,  e,  o  chiuso  tònico. 
ò  ] 

à  ] 

è  >  indicano  1'  a,  e,  o  aperto  àtono 

ò  ) 

y        a  ) 

e  )  indicano  l'a,  e,  o  chiuso  àtono. 
«  J 

3*      indica  la  s  dolce  di  vaso,  visita 

s  >  »   dura  di  studio,   speciale 

s  :>        ,',  >   strisciata.  (Vedi  Gramm.  Far.  1,  N.  4). 

s'  e,  s'g  indicauo  che  la  s  non  si  fonde  colla   gutturale  (V.    Gramm. 
Par.  1,  Nnni.  4). 


s,  m.  '  Prima  lotterà  dell'  alfabeto  e 
prima  delle  vocali.  In  mil.  è  maschile: 
pn  a  grand,  piseinin,  majiiécol,  minU- 
éeol.  Uno  scherzo  infantile  dice;  60- 
chìn  de  fraa,  è  viòrt  mi  a,  on  a  de  Pa- 
via, è  rnòrt  Lu.sla;  LiiUa  de  Mildn,  è 
mòrt  on  càn...  ecc.  In  ital.  invece  ò 
femm.  In  mil.  non  diventa  mai  ad,  nep- 
pure quando  procede  una  parola  che  co- 
minci per  a.  Paga  à  ehm  ;  spèti  à  àndà.,., 
e  sim. 

1)  Dall'essere  Va  la  prima  lettera  del- 
l'alfab.  si  formò  la  locuz.  figur.;  dàlVa 
àia  éHa  =  dall' a  alla  zeta,  cioè  dal  prin- 
cipio alla  fine, 

2)  Forma  anche  in  mil.  le  prepo§.  ar- 
tic.  ài  (it.  al,  allo)  ;  tLla  (it.  alla)  ;  di  (it. 
ai,  agli,  alle). 

3)  Indica  il  luogo  dove  uno  stia,  0 
vada,  0  faccia  una  cosa  qualunque;  sont 
à  Mildn  =  sono  a  Milano  ;  vdn  ài  cobi  = 
vanno  a  dormire;  cori  à  cà  ^  coito  a 
casa. 

4)  Reggo  i  complem.  di  tempo;  l'è 
rivaa  ài  qttàter  =  arrivò  alle  quattro  ; 
el  véli  àia  màtìna  =  viene  alla  mattina. 

5)  Regge  qualunque  nome  indicante 
un  fatto  a  cui  il  fatto  principale  si  rife- 
risce per  ragion  di  tempo  0  di  luogo; 
Vhoo  visi  Ala  fera  =  l'ho  veduto  alla  fiera. 

1 


6)  Correspettivo  e  opposto  a  de  0  dà 
(come  l'it.  a  è  corr.  e  opp.  a  da)  signi- 
fica distanza,  intervallo,  tutto  ciò  che 
si  comprende  fra  due  termini  estremi, 
0  un  punto  qualunque  intermedio  ;  el 
fa  de  Róma  à  Firénse  =  va  da  Roma 
a  Firenze  ;  el  dura  dàla  màtìna  àia 
■slra  =  dura  dalla  mattina  a  sera,  cioè 
brevissimo  tempo. 

7)  Preceduta  e  seguita  da  un  sostant. 
che  si  ripete,  indica  situato  di  contro  ; 
tnils  à  miis  0  nas  à  nas  =  muso  a  muso  ; 
faccia  a  faccia.  Forma  poi  le  locuz.  elitt.; 
là  finèstra  à  levdnt;  el  giàrdìn  à  tra- 
montana; là  fàeidda  dèla  cà,  l'è  à  po- 
nènt  =  la  finestra  a  levante;  il  giardino 
a  settentrione  ;  la  facciata  della  casa  è 
a  ponente,  cioè  è  volta  a...,  è  espo- 
sta a... 

8)  Si  unisce  a  molti  avv.  e  prop.  di 
luogo  0  di  tempo  ;  vesìn  ài  fèugh  =  ac- 
canto al  fuoco;  dedree  ài  mwèll  =  dietro 
al  muricciuolo.  E  a  molti  nomi  che,  pre- 
ceduti dalle  pai-ticelle  in,  sul,  e  sini., 
fanno  ufficio  di  prep.  di  luogo  0  di  tempo; 
in  mèés'  àia  strada  =  in  mezzo  alla 
strada;  bàtàll  sul  eoo  à  quèidun  =  get- 
tarlo sulla  testa  a  qualcuno  ;  dendns  à 
quUa  bH'tia  =  davanti  a  quella  bestia; 
Sòtt  ài  dòbi  =  sotto  alle  coltri. 


2  - 


aba 


9)  Indica  ciò  che  è  l'oggetto  e  il  ter- 
mine di  qualunque  azione  ;  voo  à  éèna, 
à  spàss,  à  cticia  =  vado  a  cena,  a  spasso, 
a  caccia  ;  pènéi  ài  àniìs  •  penso  agli 
amici  ;  vòo  àdree  à  l'onda  =  seguo  l'o- 
pinione publica  ;  voo  à  dormi  =  vado  a 
dorraii-e;  utènti  à  cred  -  stento  a  credere; 
el  riva  à  èàlvàmént  =  arriva  a  salvarsi. 

10)  Colla  stessa  forza  si  usa  dopo 
pai-tic.  e  agg.  esprimenti  azione  e  modi 
di  azione,  prima  del  nome  o  dell'  inf. 
che  significa  il  termine  a  cui  si  riferisce  . 
l'azione  o  quel  modo  dell'azione;  l'è 
si: èli  à  làorà  =  è  svelto  al  lavoro  ;  dò- 
di ài  parali  déla  intima  »  docile  alle 
parole  della  mamma;  fortunaa  al  gieugh 
=  fortunato  al  giuoco. 

11)  Traduce  il  ger.  it.  nelle  frasi  ;  el 
hrUsa  à  locali  =  toccandolo  brucia;  ghe 
cittpi  giist  à  bév  =  bevendo  godo. 

12)  Traduce  il  comp.  indiretto  che  se- 
gue ì'ogg.  dei  V.  trans  ;  ghe  doo  la  mi- 
nestra ài  fiolitt  »  dò  la  minestra  ai 
bambini. 

13)  Taciuto  il  verbo,  si  adopera  a  si- 
gnificare dedica  ;  àia  regina  di  me  pen- 
èér  =  alla  regina  dei  miei  pensieri. 

14)  Prima  del  nome  e  dell'  infinito 
vale  : 

1)  Che  la  cosa  significata  da  quel 
nome  e  da  queir  infinito  prova  e  dà 
ragione  di  crederne  un'altra  ;  l'hoo  co- 
noéÈU  Ma  vos  »  1'  ho  conosciuto  alla 
voce;  à  sentili  domti  Hi  el  g'hà  resòn 
=  a  sentirlo  lui  solo,  ha  ragione. 

2)  Che  la  còsa  significata  dal  nome 
è  dal  verbo  è  cagione  del  fatto  affermato 
nella  prop.;  i  fung  sèchen  ài  so  =  i  fun- 
ghi seccano  al  sole. 

15)  Davanti  al  femm.  e  al  masch. 
sing.  di  alcuni  agg.  forma  con  essi  dalle 
locuz.  avverb.;  Èia  bòna  =  alla  buona; 
fila  Sordina  =  alla  sordina  ;  àia  francésa 
=  alla  francese  ;  andà  via  àia  francésa 
=  partire  senza  salutare  nessuno. 

IG)  Si  unisce  pure  collo  stesso  effetto 
a  qualche  sost.;  à,  piesè  «  a  piacere;  à 
•penili  =  a  pennello;  «  dispètt  =  a  di- 
spetto ;  sta  in  gésa  à  dispètt  di  sani  - 
star  per  forza  in  un  luogo  dove  chi  c'è 
non  lo  vuole. 

17)  Avverbiali  e  formate  come  le  pre- 
cedenti sono  un  gran  numero  di  locuz.; 
dà  à  nòli  =  dare  a  nolo  ;  compra  à  re- 
spir  =  comperare  a  credito;  vend  à  creta, 
(M  detàli,  àl'ingròss  -  vendere  a  credito, 


al  dettaglio,  all'  ingi'osso;  stima  à  ceucc 
=  stimare  a  occhio  ;  fila  à  man,  à  ma- 
china =  filare  a  mano,  a  macchina  ;  éàldà 
à  fetlgh  =  saldare  a  fuoco  ;  viv  à  pan  e 
acqua  =  vivere  a  pane  ed  acqua;  viv  à 
pan  e  peéin  =  vivere  strettamente  ;  gin- 
gà  ài  cari  =  giuocare  alle  carte  ;  fa  à 
chi  sta  piisee  sèri  =  fare  a  chi  sta  più 
serio. 

18)  Significa  anche  la  materia  con  cui 
è  fatta  la  cosa,  e  il  suo  congegno,  figura, 
disposizione  ;  quàder  à  oli  =  quadro  ad 
olio;  molin  à  veni  =  mulino  a  vento; 
orolòcc  à  àncora  =  orologio  ad  ancora; 
tàpee  à  scàcch,  à  fior,  à  righ,  à  fio- 
ràmm  =  tappeto  a  scacchi,  a  fiori,  a 
righe,  a  rabeschi.  Significa  anche  gli 
atteggiamenti  della  persona  ;  à  eoo  biòtt 
=  a  capo  nudo  ;  à  ceucc  éàraa  =  a  occhi 
chiusi  ;  à  boca  avèrta  =  a  bocca  aperta  ; 
à  gamb  in  ari  =  a  gambe  all'aria. 

19)  Talvolta  si  premotte  all' inf.  pleo- 
nasticamente ;  me  soo  à  regola  =  mi  so 
regolare  ;  me  loca  à  pàregiàmm  =  mi 
tocca  apparecchiarmi  ;  ed  anche  a  prop.: 
bos  incìda  à  sòr  a  là  faciàda  del  Dònim 
=  poesia  in  dialetto  rustico'  a  proposito 
della  facciata  del  Duomo. 

20)  Qualchoduno  dei  precedenti  modi, 
ripetuto  due  volte  indica  la  ripetizione 
0  continuazione  indefinita  dell'atto  nella 
stessa  forma  ;  à  pòcch  à  pòcch  =  a  poco 
a  poco  ;  à  diiu  à  diiii  «  a  due  a  due. 

21)  Ha  spesso  l'ufficio  della  prep.  per 
nelle  prep.  finali  :  el  se  vòlta  à  guarda 
=  si  volta  por  vedere  ;  hoo  doviiil  fer- 
màmm  à  riposa  =  ho  dovuto  formaimi 
per  riposare. 

àj  ah,  interiez.  =  ah  !  ;  à!  se  minciòna 
minga  =  ah  !  non  si  fa  celia.  Significa 
anche:  che!  pronunziato  coli' e  larga, 
modo  famigliare  di  negare  recisamente  ; 
te  see  nialaa?  —  à!  stoo  benòn  =  sei 
ammalato?  —  che!  sto  benissimo. 

aau. 

1)  Interior,  esclamat.  aah!  di  chi  si 
ricorda  o  intende  cosa  che  non  aveva 
capita  prima;  aanf  ade  ss  me  regòrdi  ! 
=  aah  !  adesso  mi  ricordo  !  ;  aan .'  àdcss 
va  ben.'  =  aah!  orava  bene! 

2)  Esclam.  di  domanda,  e  vale  :  sono    [' 
0  non  sono  un  uomo  io?  Si  poteva  trovar 
di  meglio?  Vi  sarebbe  venuto  in  mente? 
(Manzoni). 

àbaa,  s.  m.  =  abate;  titolare  di  un'abbazia 
0  superiore  di  un  monastero.  Genoralm. 


m 


aba 


sii 


si  dice  :  pdcler  àbaa  =  padre  abate.  Più 
comunente  si  dice  dei  chierici  non  sa- 
cerdoti nel  nominarli  ed  è  titolo  che  di 
ordinario  si  mette  prima  del  cognome  ; 
l'àbaa  Foiaa  =  l'abate  Fossati;  vestisi' 
de  àbaa  =  vestir  l'abito,  vestirsi  prete. 

àbàdìn,  s.  m.  =  abatino;  dimin.  di  abate. 

àbaa  gbicc,  àbaa  d'on  gbicc,  m.  s.  = 
abatouzolo,  abatiicciaccio,  abatucolo  :  di- 
spregio di  abate;  in  questo  senso  anche: 
scora  ormì^  gliicc,  cereghett,  pisamo- 
chètt. 


àbnchìn, 


=    abachino:    dimin.   di 


di  abbaco. 

àbaco,  s.  m.  =  abbaco  :  il  libretto  dove  si 
impara  a  faro  i  conti. 

abain,*  s.  m.  =  abbaino.  Piccola  costru- 
zione soprattetto  con  una  finestra  por 
dar  luce  a  soffitte  o  stanze  e  anche  por 
uscire  sul  tetto.  Alle  volte  se  no  fanno 
de'  tanto  grandi  che  sono  anche  abitabili. 

àbàndòu,*  s.  m.  =  abbandono.  Voce  del 
dialetto  che  tende  ad  avvicinarsi  alla 
lingua  nazionale.  Il  dialetto  vecchio,  in 
qualche  quartiere  parlato  ancora,  dice  : 
bandoli.  Vedi. 

àbàiidoiià,  r.  att.  =  abbandonare. 

1)  Non  curare,  non  occuparsi  più  di 
cose,  a  cui  sarebbe  necessaria  la  nostra 
assistenza  :  àbàndonà  là  famìlia  =  ab- 
bandonare la  famiglia. 

2)  Lasciare  anche  per  poco  chi  abbia 
bisogno  di  una  assistenza  continua  ;  /'  è 
on  nialaa  che  se  pò  minga  àbàndonà 
on  moment  =  è  un  ammalato  che  non 
si  può  abbandonare  un  istante.  Vedi 
bàudoiià. 

àbàsg'iòr,  s.  m.  =  ventola,  paralume;  que- 
sto in  Toscana  meno  comune.  Dal  fran- 
cese abat-jour  :  quell'arnese  di  latta  o 
cartoncino  o  di  carte  colorate,  fatto  a 
cono  tronco,  che  a  qualclie  distanza  cir- 
'    conda  la  fiamma  della  lucerna  e  ne  para 

la  luce  orizzontalmente  all'  intorno. 
àbàsàmènt,*  s.  m.  abbassamento.   L'ab- 
bassare  noi  vari   suoi   significati.  Più 
volg,,  sbàsàmèiit. 
àbàsàs.s,*  V.  rifl.  =  abbassarsi,  nel  senso 
figurato   di  umiliar.-i  :  far  cosa  che  ri- 
pugni al    sentimento  della   propria  di- 
j      guità;  pvtòst  che   làortl  ci  se  àbftsa  à 
L     cerca  là  caritaa  =  piuttosto  che  lavorare 
f     sì_  abbassa  a  chiedere  l' elemosina. 
\  àbàsia,  s.  f.  =  badìa,  abbazia,  monastero 
di  monaci:  l'àbasìa  de  Ccràràll  =  l'ab- 
'      bazia  di  Chiaravallc. 


àbàss,  =  sotto;  l'è  in  là  car dènsa  àbàss  = 
è  neir  armadio  sotto,  cioè  nella'  parte 
inferiore  :  là  piànta  àbàss  l'è  gròsa,  in 
scìma  l'è  stìtìla  =  l'albero  nella  parte 
inferiore  è  gi'osso,  nella  superiore  è  sot- 
tile. 

1)  Invece  che  àbàss  dice  anche  il  mil., 
àbàso  per  esprimere  un  sentimento  av- 
verso a  cose  0  persone  rivestite  di  pub- 
blica autorità  ;  àbàso  el  Ministèri  =  ab- 
basso il  Ministero  ;  àbàso  i  tàss  sii  là 
mica  =  abbasso  le   imposto  sul  pane. 

2)  àbàso  è  anche  voce  di  intimazione 
quando  si  vuole  che  si  cali  il  sipario 
nei  teatri,  o  che  altri  segga  o  si  levi  il 
cappello,  perchè  non  ci  tolga  il  vedere. 
È  modo  imparato  dai_ francesi. 

àbàtt,  r.  alt.  abbattere;  ma  non  nel  senso 
di  buttar  giù,  sibbene  nel  senso  fig.,  detto 
di  una  malattia  che  abbatte  l'energia  fi- 
sica, e  delle  forti  passioni  che  abbattono 
lo  spirito;  là  fcver  là  me  àbàtt  =  la  febbre 
mi  abbatte. 

àbàtiiii,  part.  jmss.  di  àbàtt  =  abbattuto: 
si  dice  di  chi  non  solo  abbia  l'animo 
afflitto  e  depresso,  ma  lo  dimostri  anche 
coU'espressione  del  viso  e  degli  occhi. 

abdica,  v.  att.  =  abdicare  :  rinunziare  so- 

'  lonnemente  al  potere  supremo. 

abecee,  s.  m.  =  abbici:  alfabeto;  sàvè 
ndnca  l  abecee  =  non  sapere  l'abici; 
essere  ignorantissimo  ;  là  maèstra  de 
V abecee  =  la  maestra  dell'asilo:  che  in- 
segna i  primi  elementi  per  la  lettura. 

àbecedàrì,  detto  anche  talvolta  àbeze- 
dàri,  s.  m.  =  abbecedario:  libretto  dove  è 
l'alfabeto  e  col  quale  si  insegna  a  leggere. 

àbèli,*  V.  att.  vedi  imbèlì. 

àbèliiuèiit,*  s.  m.  =  abbellimento  :  ciò 
che  si  fa  per  render  bella  una  cosa,  bi 
usa  per  lo  più  al  plur. 

1)  Si  dice  specialm.  di  quanto  si  fa 
per  render  sano,  commodo  e  piacevole 
il  soggiorno  di  una  città,  e  renderne 
l'aspetto  elegante  e  magnilico. 

2)  T,  mus.,  ornamento  della  musica; 
grup])ctto,  mordente,  trillo  e  sim. 

àberàsiòn,*  s.  f.  =  aberrazione  :  lìersua- 
sione  falsa,  quasi  sminuimento  dell'in- 
telletto; scusa,  t' hoo  ofès  in  on  moment 
de  àberàiiòn  =  perdonami,  t'  ho  offeso 
in  un  momento  di  aberrazione. 

àbet,s.  m.  vedi  àbìt,*  voce  meno  volgare. 

abiess,  .s-.  m.  =  abete:  albero  d'alto  fustj 
usato  in  molti  lavori,  Più  volg.  si  dico 
pèscia.  Vedi. 


abi 


_  4  - 


abo 


àbilj*  a^g.  -  abile,  idoneo,  capace:  che 

ha  delle  qualità  volute  dalla  legge. 
àbilitaa,  -s.  f.  =  abilità. 

1)  Capacità  e  perizia  in  un'arte;  l'è 
Oli  oréces  de  gran  àbilitaa  =  è  un  ore- 
fice di  molta  capacità,  molto  esperto. 

2)  Imprudenza,  ardire  ;  el  g'à  àvilil 
V àbilitaa  debàtt  eòa  mdder  =  ebbe  l'ar- 
dire di  percuotere  sua  madre. 

3)  A  chi  si  vanti  di  aver  fatto  cosa 
che  sia  molto  facile  si  direbbe  ;  viij,  che 
àbilitaa!  =  bella  abilità. 

4)  Ironie;  el g'hà  V àbilitaa  de  secai 
tiice  =  ha  l'abilità  di  annoiar  tutti. 

5)  Locuz.  avverb.;  cont  àbilitaa  =  con 
abilità,  abilmente. 

àbiss,*  s.  in.  =  abisso  :  cavità  smisurata, 

voragiiie  senza  fondo. 
àbit,*  s.  m.  =  vestito. 

1)  Più  volte  vale  abitino,  quel  segno 
di  devozione  verso  la  Vergine,  formato 
di  due  pezzi  di  stoffa  o  panno  coli'  im- 
magine e  il  nome  di  lei  attaccati  a  due 
nastri  da  poi-tare  al  collo  sotto  le  vesti. 

2)  T.  dei  med.  Costituzione  fisica; 
tibit  àcrofolòs,  sanguign,  àpoplètich  = 
abito  scrofoloso,  sanguigno,  apopletico. 

abita)  ».  alt.  =  abitare.  Vedi  sta, 

àbitaa)  part.  pass,  di  abita  =  abitato;  l'è 
on  Hit  àbitaa  =  è  un  luogo  abitato. 

abitàbile  agg.  =  abitabile  :  che  si  può  abi- 
tare. 

àbitànt,  s.  in.  =  abitante  ;  Milàn  el  g'hà 
pùsée  de  440,000  dbitdnt  =  Milano  ha  più 
di  440,000  ab. 

àbitàsiòn,*  s.  f.  =  abitazione. 

1)  locai  de  àbitàsiòn  =  locali  d'abi- 
tazione: contrario  ai  locali  destinati  per 
magazzini  o  botteghe. 

àbitiìà,*  V.  att.  =  abituare,  avvezzare  :  far 
prendere  delle  abitudini  ;  bisogna  abitua 
i  fièli  à  ilbedl  =  bisogna  abituare  i  ra- 
gazzi ad  ubbodire. 

1)  Assuefare  :  far  che  uno  pigli  un'a- 
bitudine, sicshè  gli  riesca  facile,  gradito, 
ecc.,  ciò  che  prima  gli  sarebbe  stato  mo- 
lesto e  difficile. 

àbitttaa,*  part.  pass,  di  abitila^  avvezzo, 
avvezzato. 

1)  mal  àbitiiaa  =  mal'avvezzo.  Si  dice 
comunemente  di  ragazzo  male  avvez- 
zato. 

àbittìàssj*  V.  rifl.  =  abituarsi,  avvezzarsi, 
assuefarsi:  prendere  una  abitudine;  àbi- 
tuàss  ài  frècc  =  abituarsi  al  freddo. 
X)  àbitvàss  mal  =  avvezzarsi  niale: 


prendere  delle  abitudini  e  crearsi  cosi 
dei  bisogni  che  non  si  avrà  poi  sempre 
il  modo  di  soddisfare. 
àbitfìdin,*  s.  f.  =  abitudine,  assuefaziono.j 
disposizione  acquistata  per  atti  ripetuti  ; 
g'ho  minga  l'àbit^din  de  fumtl.  =  noiij 
ho  l'abitudine  di  fumare. 

1)  L'atto  e  l'effetto   dell'assuefarsi 
schiav  diàbittìdin  =  abitudinario:  chi  va 
troppo  dietro  ed  è  troppo  ligio  alle  abi- 
tudini prese. 

2)  per  àbitùdin  =  abitualmente:  per' 
abitudine  o  assiiefazione.  • 

ablativo  àsoluto:  l'è  al  ablativo  àsòluto, 
è  un  modo  di  dire  che  significa  :  è  al 
verde,  non  ha  più  un  soldo. 

àbocaa  e  àbocàto,  agg.  =  abbocato.  Detto 
di  vino. 

1)  Che  pende  al  dolce;  contrario  di 
brusco. 

2)  Detto  di  chi  beve  il  vino  e  che  ha 
palato  giusto  per  giudicarne. 

àbocàmént,  s.  m.  =  abboccamento  :  il  ri- 
trovarsi por  parlare  o  venire  a  spiega- 
zioni di  due  0  più  persone. 

àboiià;  V.  att.  =  abbonare,  nel  signifi- 
cato di 

1)  Prendere  o  pagare  l'abbonamento 
per  un  altro  ;  hoo  àbonaa  el  me  fièli  ài 
teàter  =  ho  preso  l'abbonamento  per 
(ho  abbonato)  mio' figlio  al  teatro. 

2)  Acconsentire  che  una  somma,  di 
cui  uno  si  riconosce  debitore,  si  defalchi 
nell'atto  del  pagamento  da  una  maggior 
somma  che  gli  sia  dovuta. 

àbonaa^  s.  vi.  =  abbonato:  chi  ha  proso! 
l'abbonamento;  àbonaa  ài  teàter,  àia 
ferocia.,  ài  giorndl,  ài  bàgn,  e  sira.  = 
abbonato  al  teatro  alle  strade  ferrate,  al 
giornale,  al  bagno,  e  sim. 

1)  Si  dice  per  ischerzo  di  uno  che  va 
spessissimo  in  una  casa,  specialmente 
a  pranzo,  o  in  qualunque  altro  luogo. 

àbonàméut,  s.  m.  =  abbonamento. 

1)  Contratto  per  cui  chi  paga  una  certa 
somma  ha  per  un  dato  tempo  libero  ac- 
cesso in  un  luogo,  ovvero  diritto  all'uso 
di  una  cosa  o  di  un  servizio  determi- 
nato; àbonàment  ài  peruchee  =  aboaam. 
col  parrucchiere  ;  àbonàmènt  à  l'Espo- 
sisiòn  =  abbonam.  all'  Esposizione. 

2)  Associazione.  Il  contratto  di  chi  si 
associa  a  un'opera. 

àbonàss,  ».  rifl.  =  abbonarsi  :  prender 
l'abbonamento.  Di  opere  a  stampa  si 
dice  meglio  in  it.  assocjai'si. 


abo 


-  5  - 


ace 


ijàboiulànsa,*  e  deriv.  Y.  boudiins». 

sibonóra,  meglio  bonóra,  am\  =  j3cr  tem- 
po, di  biiou  mattino. 

àborì,  *  V.  att.  =  aborrirò  :  aver  on-oro 
0  avversione  per  cose  e  persone;  mi 
àbdri  i  ciàrlatdn  =  io  aborro  i  ciarla- 
tani. Si  dice  iperbolicam.  di  qualunque 
forte  ripugnanza  ;  àbòri  el  vin  =  aborro 
il  vino:  non  mi   piace  affatto  il  vino. 

àbòrt,  *  s.  m.  aborto:  parto  immaturo  e 
l'atto  dell'abortire. 

1)  Si  dice  di  opera  di  mano  e  d' in- 
gegno riuscita  imperfettaniento  ;  quèll, 
qudder  ti  l'è  on  àbdri  =  quel  quadro  ò 
un  aborto. 

2)  Si  dice  di  persona  mal  conformata 
e  quasi  deformo. 

àbort  V.  att.  =  abortire:  fare  un  aborto. 
àbòss  vedi  sbòss.  I  più  colti  pronunciano 

.àbdzz,  sbòzz. 
àbresg'è,  s.  m.  =   compendio,   ristretto  ; 

in   àbresg'è   =   compendiosamente,    in 

compendio.  Dal  frane,  abrégé. 
àbriitì,* ^'.  att.  =  abbrutire:  render  l'uomo 

simile  al  bruto  nello  stato  della  mento 

«0  dell'animo  o  nell'atto  esteriore;  i  visi 
àbrutìsen  l'òmm  =  i  vizi  abbrutiscono 
l'uomo. 

àbriitimèut,*  s.  in.  =  abbrutimento:  lo 
stato  di  una  persona  abbrutita. 

àbsens  dotto  anche  àbsènsi^  s.  m.  =  as- 
senzio. Arthemisia  absintitim.  Pianta 
medicinale  amarissima. 

1)  Anche  il  liquore  con  estratto  di 
assenzio;  l'àbsem  V insitipidiss  =  l'as- 
senzio ronde  stupidi. 

jàbfis  ora  anche  abuso,*  s.  m.  =  abuso: 
eccesso  nell'  uso.  Si  dice  di  cose  con- 
trario alle  leggi,  alle  regole,  alle  con- 
suetudini ;  in  là  mìa  sedia  gW  è  tròpp 
abiisi  =  nella  mia  scuola  sono  troppi 
abusi. 

jàbiisà,  V.  att.  =  abusare:  eccedere  nel- 
l'uso; te  àbùset  dcla  mìa  paéiènéa  = 

!    abusi  della  mia  pazienza. 

àbilsìn,  s.  m.  =  spillo:  forellino  che  si 
fa  in  qualsiasi   luogo   della   botte,  ma 

j  specialmente  nei  fondi,  per  cavarne 
vino   itt  piccolissima  quantità,  por  as- 

■^saggiarlo. 

S,ca  =  acca:  nome  dell'ottava  lettera  del- 
l'alfabeto. Si  usa  nelle  locuzioni:  elvar 
!     on  fica  ;  el  ne  §à  on  tlca,  col  significato 
di  niente  :  vale  niente  ;  non  ne  sa  niente. 

àcìuìèmia,  s.  f.  =  accademia. 

1)  Trattenimento  poetico,  musicalo  o 


d'altro  genere  ;  stasera  gh'c  àeàdèmia 
ài  Conservatòri  =  questa  sera  c'è  acca- 
demia al  Conservatorio. 

2)  Si  dice  anche  di  scuola  pubblica 
dove  si  insegna  un'arte;  V àeàdèmia  de 
Brera  =  l'accademia  di  belle  arti  nel 
palazzo  di  Brera  ;  l' àeàdèmia  di  fèlo- 
dràmàtich  =  l'accademia  dei  filodram- 
matici. 

àcàdéiuicb,  agg.  =  accademico  :  detto  di 
un  discorso  fatto  per  puro  trattenimento 
0  non  con  un  fine  o  proposito  ;  te  l'Iioo 
ditt  mi  Ve  véra;  ma  l'è  staa  on  di- 
scórs  acàdémich  =  è  vero,  te  lo  dissi 
io  ;  ma  fu  un  discorso  accademico. 

àcàmpà,  V.  att.  =  allegare  ;  àcamjìà  di 
resòn  =  allegare  ragioni. 

iicàmpàmént,  s.  m.  =  accampamento: 
luogo  dove  l'esercito  ò  accampato. 

àcàmpàss,  v.  rifl.  =  accamparsi  e  accam- 
pare :  il  fermarsi  dell'esercito  alla  cam- 
pagna per  pili  0  meno  tempo,  sotto 
tendo,  baracche  o  anche  al  sereno. 

àcàpàrà,*  v.  att.  =  accaparrare,  capar- 
rare. Fissar  la  compra  di  qualche  cosa, 
0  assicurarsi  d' averla  ad  avere  ;  àeàpàrfl 
i  post  ài  teàter  =  accaparrare  i  posti 
al  teatro.  Si  dice  più  volgar.  fisa.  Vedi 

àcàsgrió,  V.  mògheii,  s.  m.  =  acaciù. 
Cass2*rm?n  pò  w^/el■MH^.  Albero  dpir  Ame- 
rica, di  fratti  saporiti,  il  cui  legno  servo 
per  mobili, 

àceleràndo*  =  accelerando.  T.  mus.  Ese- 
guire un  movimento  più  lesto. 

àcenaa,  agg.  =  accennato,  nel  senso  di 
segnato  leggermente  :  è  voce  usata  spc- 
cialm.  dai  pittori  e  dai  disegnatori. 

àcéiit,  s.  m.  =  accento. 

1)  Il  segno  che  indica  dove  V  acconto 
cade. 

2)  T.  mus.  L'espressione  che  si  dà 
alla  frase  musicale  ;  là  canta  cont  on 
àcént  dolcisim  =  canta  con  acconto  dol- 
cissimo. 

àcentràmént,*  s.  m.  =  accentraijiento  :  il 
fatto  dell'accentrare  ;  il  far  chp  al  cen- 
tro, alla  capitale  si  portino  tutte  le  am- 
ministrazioni più  importanti  o  di  là  si 
diriga  tutte  quelle  della  nazione. 

àcentiià,*'  v.  att.  =  accentuare.  Far  spic- 
care, leggendo,  lo  parole  di  un  discorso, 
per  fermarvi  su  l'attenzione. 

àcer,  s.  m.  =  acero,  acer  plantanoides: 
albero  da  lavoro. 

àcertàj*  v.  att.  =  accertare:  far  certo  uno 
di  una  cosa,  o  dar  per  certa  una  eosa 


ae« 


-  G  - 


aci 


a  uuo,  assicurando  elio  sta  come  si  dice  ; 

te  àcerti  vii  die  hin  pròpri  àndaa  via  = 

t' accolto  che  son  proprio  partiti. 
àcèrtàss,  v.  ri  fi.  =  accertarsi,    rendersi, 

certo  di  una  cosa,  assicurarsene  ;     Vui 

àcèrtàmm  se  el  treno  el  va  vìa  àidès  = 

voglio  accertarmi  se  il  trono  parte  alle 

dieci. 
acés  9  partic.   =  acceso ,    accerito  :    detto 

del  viso,  della  carnagione  molto  colorita. 
1)  Vale   anche  ad  indicare  la   forza 

di  un  sentimento  ;   o  Oesiì^  d'amor  àcès 

=  0  Gesù,   acceso  d'amore. 
àcéslt,  s.  f.  =   accessit.    T.  scoi.  lat.  Si 

dà  l'accessit  a   quello  che  si  avvicina 

di  più  al    premiato.  Va   disusando    la 

ctì^a  e  con  lei  la  parola. 
àcèsSri .  s.  m.  =  accessorio  :     nel  senso 

di  qualità  accessoria,  parti,  proporzioni 

accessorie.    Vale  spesso  :  cosa    di  poca 

importanza. 
àcèss,  s.  m.  =  accesso. 

1)  T.  nied.  Il  sopravvenire  dei  feno- 
meni che  in  alcune  malattie  si  ripetono 
sotto  la  stossa  forma,  con  intervalli 
uguali  0  no  ;  on  àcèss  de  tose  =  un 
accesso  di  tosse. 

2)  Si  unisce  a  strada  \  strada  d'à- 
eess  =  la  strada  per  cui  si  accedo  a 
un  luogo. 

àcètà,  verbo  alt.  =  accettare  :  dichiai-are 
che  si  è  disposti  a  ricevere  cosa  che 
ci  sia  offerta  a  fino  di  gratificarci  ;  à- 
cetà  on  regali,  on  invìi  =  accettare  un 
regalo,  un  invito. 

1)  Dichiarare  che  si  è  disposti  ad 
assumere  un  ufficio  o  incarico  che 
importi  obblighi,  avendo  pure  il  diritto 
di  ricusarlo  ;  àcetà  on  incdrich,  on  im- 
piègh,  là  cMedra  e  sini.  =  accettare  un 
incarico,  un  impiego,  la  cattedra  e  simili. 

2)  Riconoscere  per  buono ,  ammissi- 
bile, giusto  ;  àcettl  dna  propòsta,  i  con- 
disiòn.,  on  consili  =  accettare  una  pro- 
posta, le  condizioni,  un  consiglio. 

3)  àcetà  V  ereditaa  =  accettare  l'e- 
redità, assumere  la  qualità  e  con  essa 
tutti  gli  obblighi  di  erede;  àcetà  l'ei-e- 
ditaa  col  beìieftsi  de  l'inventàri  =  ac- 
cettare l'eredità  col  benefizio  di  inven- 
tario, cioè  sotto  la  condizione  che  gli 
aggravi  non  superino  l'attivo. 

4)  àcetà  dna  cambiai  =  accettare 
una  cambiale,  cioè  mettere  a  piò  di 
ossa  la  propria  firma  por  assumere  l'ob- 
bligo dol  pagamento. 


5)  àcetà  el  hòn  chéur  =  accettare 
il  buon  cuore:  si  suol  dire  per  iscu- 
sare  la  piccolezza  dell'offerta. 

6)  accogliere,  gradire  ;  el  preghi  de 
àcetà  sti  polàster  =  la  prego  di  accet 
tare,  di  gradire  questi  polli. 

àcètàbil.*  agg.  =  accettabile,  da  accet 
tarsi,    che  si  può  accettai'e. 

àcètànt.*  part.  pres.  =  accettante  :  coluii 
che  accetta  una  cambiale  per  pagarnei 
il  valore  alla  scadenza. 

àcètàsiòn  *  f.  =  accettazione  :  l'atto  col 
quale  si  accetta  una  cambiale,  e  la 
firma  che  si  mette  a  pie  della  cambialo 
in  segno  d'averla  accettata. 

acetato.  =  voce  colla  quale  uno  a  cui 
vien  fatta  una  proposta,  una  sfida,  di- 
chiara energicamente  di  accettarla.  In 
ital.  :  accetto,  sia. 

acetosa,  s.  f.  =  acetosa  :  acqua  con  zuc- 
chero e  aceto,  o  addolcita  con  sciroppo 
d'aceto.  Dicono  anche  i  Toscani  :  suz- 
zachera. 

àcetoséla,  s.  f.  =  acetosella.  Oxalis 
acetosella,    sorta  di  pianta. 

àciàcch,  s.  m.  =  acciacco,  malattia.  Vedi 
màlìngher. 

acid.  =  acido. 

1)  a^g.  Di  sapore  simile  a  quello  del- 
l'aceto e  di  sostanze  che  hanno  questo 
sapore,  come  le  frutte  aspre,  acerbe. 

2)  sost.  Lo  stesso  che  sapore  acido  ; 
sto  vtn  rhàciàpaa  l'acid  =  questo  vino 
ha  preso  l'acido. 

3)  acid.  t.  chim.   acid  nitrich,  pru~ 
*    sich,  càrbònich  e  sim.  =  acido    nitrico, 

prussico,  carbonico,  e  sim.  In  generale 
si  chiamano  /  acid.  =  gli  acidi. 
àcidént,  s.  m.  =  accidente,   caso,  avve- 
nimento non  previsto. 

1)  T.  mus.  Nome  comune  al  diesis, 
doppio  diesis,  doppio  bimoUe,  bimolle, 
biquadro. 

2)  colpo  d'apoplessia;  àcidént  ful- 
mindnt  =  accidente  di  gocciola,  a  secco, 
cioè  seguito  da  morte  istantanea;  moH 
d' àcidént  =  morir  d'accidente. 

3)  l'è  on  àcidént  =  è  un  accidente  : 
si  dice  famigliarmento  di  persona  è 
specialmente  di  donna  brutta  e  cattiva 
e  di  ragazzo  irrequieto,  disobbediente-; 
on  àcidént  d'on  óm?n  =  un  accidem 
d'uomo  dicesi  di  chi  dimostri  eccesi 
0  sforzo  di  azione. 

4)  come  on  àcidént  =  come  un  aci 
dente  :  dichiara  una  particolare  onorg 


aci 


-  7  - 


ACÒ 


doli' azione  significata  dal  verbo  ;  quéll 
cavali  el  cor  cóme  on    àcidènt   «  quel 

.'  cavallo  corre  come  un  accidente.   - 
5)  per  àcidènt  =  per  accidente.  Modo 
avverbiale  che  significa:  fortuitamente, 
per  caso. 

àcidentaa,  pari.  pass.  «  accidentato: 
uomo  che,  essendo  stato  colpito  una 
volta  d'apoplessia,  ne  è  rimasto  cagio- 
noso, impotente. 

àcidentàlitaa,  *   s.    /".  =   accidentalità: 

■  caso  -fortuito. 

àcidentàlment,  *  avv.  =  accidentalmen- 
te,  per  caso,'  casualmente. 
ùcidénti  *  -  accidenti,  accipreti.  Escla- 

•  mazione  di  assentimento  o  di  convin- 
zione. Modo  plebeo  in  mil.  come  in  it. 

àcidia,  *  =  s.  /".  «=  accidia:  uno  dei  sette 
peccati  mortali.  Pigrizia,  '  svogliatezza 
d'ogni  opera  buona. 

àcogliénsa,  *  s.  f.    ■    accoglienza  :  di- 

•    mostraziono   di    sentimenti  diversi  che 

si  fa  a  chi  arriva. 
**    »»    1)  fa   àcogliensa  =  fare  accoglienza  : 
significa    senz'  altro    far    buona    acco- 
glienza. 

àcSlìt.  T.  eccl.  »=■  accolito.  Cherico  che 
ha  il  quarto  degli  ordini  minori. 

àcolt,  *  pari.  pass.  ■="  accolto:  colui  che 
riceve  l'accoglienza;  ben,  mal  àcòlt  = 
accolto  bene,  male. 

àcoinodàmént,  *  s.  ?w.  =  accomodamento: 
l'accordo  fra  due  parti  che  siano  state 

•  in  lite  0  in  questione,  cedendo  tutt'e 
due  qualche  cosa  delle   prime  pretese. 

àcompàgnà;  *  più  comiin.  compagna  = 
accompagnare:  andare  in  compagnia; 
seguir  da  vicino  cose  o  persone  a  di- 

-  mostrazione  di  affetto,  o  per  '  atto  di 
cortesia,  o  per  assistenza,  o  per  guar- 
dia ;  chi  l'è  che  me  accompagna  à  scola? 

■  i=   chi  mi  accompagna  a  scuola? 

1)  àcompàgnà  col  cheur  =  accompa- 
gnar col  cuore.  Si  dice  quando  si  fanno 

-  '  voti,  perchè  chi  parte  per  una  impresa 

riesca.     - 

2)  che  Dìo  el  te  àcompàgnà  !  •=  Dio  ti 
accompagni!  Saluto  ed  augurio  a  chi  parte. 

3)  àcompàgnà  l'usa  =  accompagnar 
ru.scio.  Regolarne  il  mòto,  perchè  non 
batta  troppo  forte  nel  chiudersi  < 

4)  àcompàgnà  el  mòri  =  accompa- 
gnare il  morto,  cioè  prender  parte  al- 
l' accompagnamento.  -  Vedi  f iiiieràl. 

5)  àcompàgnà  i  color,  i  staff,  e  sim. 
=  accompagnare  i  colori,  le  stoffe  e  sim. 


Si  dice  quando,  per  l'uso  che  se  no 
vuol  faro,  i  colori,  le  stoffe,  ecc.,  de- 
vono essere  simili. 

(5)  T.  mus.  Fare  l'accompagnamento. 
Vedi  àcompàgriiàinént. 

àcompàgnaa,* /)ari.^ass.  =  accompagnato. 

Ij  Di  sposi,  0  amici,   o  persone  che 

vivono  insieme  d'accordo  per  qualità  o 

inclinazioni  simili  ;    hin    ben   àeompà- 

gnaa  =  sono  bene  accompagnati. 

2)  Di  chi  ha  qualcuno  in  compagnia 
specialmente  come   guida  o  custode. 

àcoiupàg'iiàdòr)  *  s.  m.  =  accompagna- 
tore :  colui  che  accompagna,  che  fa 
accompagnamento  al  pianoforte  o  con 
altro  strumento. 

«àcompàgiiàméut,  *  s.  m.  =  accompa- 
monto.  T.  mus.  Note  d'armonia  ese- 
guite da  una  o  più  voci,  o  strumenti, 
che  devono  seguire  l'andamento  e  aiu- 
tar l'effetto  di  una  parte  principale  ese- 
guita da  altre  voci  o  strumenti;  o  an- 
che dallo  stesso  strumento  ;  àcompà- 
gnàmént  d' òrchèétra  »  accompagna- 
mento d'orchestra. 

àcompàgnàss  *  v.  rifless.  «  accompa- 
gnarsi, mettersi  insieme.  Detto  di  uomini 
e  donne  ;  el  Signor  ie  fa  e  lor  se 
àcom,pàgneti  =  Dio  li  fa,  li  crea  ed  essi 
si  accompagnano;  quasi  a  loro  arbitrio 
e  contro  la  volontà  di  Dio. 

1)  Parsi  da  sé  stessi  l'accompagr.i  • 
mento  al  pianoforte,  o  coUa  chitarra  o 
simile. 

àcondiscénd,  v.  att.  «  accondiscendere, 
aderire,  acconsentire.  Adattare  la  pro- 
pria volontà  a  quella  d'altri  che  co  ne 
richieda. 

àconit;  s.  m.  =  aconito,  aconitum.  Erba 
medicinale  e  velenosa. 

sicòrd,  s.  m.  =  accordo:  unità  di  pareri, 
di  voleri,  di  intenti ,  tra  due  o  più 
persone  sopra  lo  stesso  oggetto  e  in 
vista  di  un  fine  determinato  ;  tra  i 
giUdes  gh'è  on  àedrd  miràbil  =  tra  i 
giudici  vi  è  un  accordo  ammirabile. 

1)  Buona  intelligenza,  buona  armonia 
fra  più  persone  che  vivono  insieme  ; 
in  fàmtlia  gh'è  on  gran  àcdrd  =  in 
famiglia  c'è  un  grande  accordo,  una 
grande  armonia. 

2)  Nel  senso  di  àcomodàméut  = 
accomodamento.  Yedi. 

3)  T.  mus.  Unione  di  più  suoni  che. 
fanno  insieme  armonia  ;  bèi  qiiij  àedrd  ! 
=  belli  quegli  accordi! 


aco 


4)  d'àcórd  »  d'  accordo  ;  concorde- 
mente, di  comune  accordo,  di  comune 
consenso.  È  comune  la  frase  :  d'amor  e 
d'àedrd  nello  stesso  significato. 

5)  vèss  d'àedrd  ;  àììdà  d'àedrd  =  es- 
sere, andar  d'accordo. 

6)  me  tee  d'àedrd  =  accordarsi. 

7)  resta  d'àedrd  =  rimanere,  restare 
d'accordo.  Indica  il  partito  che  era  in- 
toso fra  due  o  più  persone,  quando  si 
sono  separate. 

8)  de  bdn  àedrd  =  di  buon  accordo. 
àcordà;  *  v.  alt.  =  accordare. 

1)  Concedere  una  grazia,  un  privile- 
gio, un  favore.  In  tal  caso  però  in  mi- 
lanese è  più  usato  dà,  làsà.  Vedi. 

2)  Menar  buona  o  accettare  per  buona 
una  affermazione.  Meglio  àmètt. 

àcorgres,  v.  alt.  •=  accorgersi  :  venire  in 
cognizione  di  una  cosa  per  segni  da 
cui  si  argomenti  ;  me  àedrgi  che  te 
stUdiet  nò  =  mi  accorgo  che  non  studi. 

1)  E  anche  di  una  cosa  che  cada 
sotto  i  sensi,  ma  che  non  si  fosse  av- 
vertita prima  o  potesse  non  avvertirsi  ; 
me  soni  acorgiùu  che  el  vìn  el  calava 
in  del  vàéèll  =  mi  sono  accorto  che  il 
vino  scemava  nella  botte. 

2)  Di  una  cosa  che  si  faccia  con 
molta  facilità  e  con  qualche  diletto  si 
dice  :  là  §e  fa  éénéa  àcdrgeà  »  la  si  fa 
senza  accorgersi. 

3)  Parlando  di  persona  che  faccia 
cosa  da  cui  le  abbia  a  venir  un  danno 
che  non  prevede  si  dice  :  el  ée  àccor- 
giàrcl,  el  ée  àccorgiàrà  lu  =  se  ne 
accorgerà  ;  se  ne  accorgerà  lui  ;  te  vele- 
rei minga  tibedi?  te  se  àcorgiàrett  = 
non  vuoi  obbedire?  te  ne  accorgerai: 
cioè  vedrai  che  te  ne  verrà  danno.  Or- 
mai questo  verbo  ha  quasi  del  tutto 
sostituito  il  vecchio  nàcòrg'es. 

4)  Avvedersi.  El  se  àcdì-g  ehi  g'hà 
vcBÙja  de  disnà  che  pàsa  el  temp  «  se 
ne  avvede  chi  ha  voglia  di  desinai-o 
che  il  tempo  passa. 

àcorgiiiii,  àcdrt,  part.  pass,  di  àcór- 
ges  =  accorto.  Volgai*mente  si  dice 
anco  iuàcorgittii,  inàcdrt. 

acqua,  s.  f.  =  acqua.  Sostanza  liquida  la 
più  comune  di  tutte ,  che  ricopre  la 
maggior  parte  della  superficie  terrestre. 
1)  Avuto  riguardo  alla  sua  prove- 
nienza :  ticqim  piovana  =  acqua  di  piog- 
gia ;  de  mar,  de  poéé.  de  sorgént  =  di 
mare,  di  pozzo,  di  fonte  ;  dóléa  =  dolce. 


—  8  —  acq 

cioè  quella  dei  fiumi  e  laghi,  delle 
fonti  per  contrapposto  a  quella  del  mare; 
marinar  d^àequa  ddléa  =  mai'inaio  di 
acqua  dolce,  cioè  da  poco. 

2)  Avuto  riguardo  alle  sostanze  a 
cui  si  trova  associata:  éalada  =  salata 
0  salsa:  che  contiene  sale  o  natural- 
mente 0  artificialmente  ;  minerai  =  mi- 
nerale ;  che  contiene  sostanze  minerali 
diverse  dal  sai  maxino  ;  torbida  =  torba: 
che  ha  perduto  la  sua  trasparenza  per 
materie  terrose  che  vi  sieno  disciolte; 
cidra  =  chiara ,  opposta  a  torbida  ; 
pUra  =  pura  o  scussa  :  non  mescolata 
nò  con  vino,  ne  con  altro  ;  ddléa  =•  ce- 
drata :  con  sciroppo  o  sugo  di  cedro  o 
d'altro  fratto;  de  limdn  =  limonata: 
bevanda  fatta  con  sugo  di  limone, 
zucchero  e  acqua. 

3)  Avuto  riguardo  alla  temperatura  : 
frèéca  =  fresca,  attinta  di  fresco  o  da 
un  pozzo  0  da  una  fonte  ;  pòéa  "  stan- 
tia, contrario  di  fresca  ;  fr^da  o  frigia 
=  fredda,  cioè  non  riscaldata  ;  frlda, 
geldda,  giaéàda  =  diacciata,  raffreddata 
artificialmente  ma  non  passata  allo  stato 
di  diaccio  ;  téveda  =  tepida  ;  mdrta  »= 
scrudita,  meno  che  tepida  ;  calda  =  cal- 
da, tenuta  al  fuoco  ;  biiiénta,  bùìda  = 
bollente,  bollita,  riscaldata  fino  al  bol- 
lore; éeotaa  de  l'acqua  calda  ée  g'hà 
paura  anca  déla  frigia  =  il  cane  scot- 
tato dall'acqua  calda,  ha  paura  anche 
della  fredda.  Chi  è  capitato  male  una 
volta  eccede  la  seconda  in  cautele. 

4)  Avuto  riguardo  agli  usi:  pottLbil* 
bòna  de  bev  =  potabile  ;  legera,  pesànta 
0  gràéa  =  leggiera,  pesante,  cioè  più 
0  meno  grave  allo  stomaco;  édnta  = 
santa,  benedetta,  battesimale;  dà  l'ac- 
qua =  dai-e  l'acqua:  battezzare  un  bam- 
bino fuori  di  chiesa,  dargli  l'acqua  bat- 
tesimale senza  la  solennità  consueta, 
il  che  si  fa  anche  da  chi  non  è  prete, 
se  il  bambino  appena  nato  lascia  temer 
della  vita;  acqua  di  piàtt  =  ranno. 

5)  Ve  (tcqua,  el  par  ttequa  =  è  acqua, 
pare  acqua:  si  dice  di  cose  insipide, 
come  di  vino  leggiero,  di  brodo,  di  caffè 
molto  lungo  ;  acqua  épdrca  -  brodic- 
chio: si  dice  dell'intinto  lungo,  non 
saporito. 

6)  cdme  P  acqua  =  come  l' acqua  :| 
puro,  chiaro  ;  l'è  inocènt  come  rtiequaì 
=  è  innocente  come  l'acqua.  In  senso] 
ironico  si   dice  la  frase  aggiungendo  : 


acq 


-  9  - 


aeq 


del  Nàvili,  del  Làmber  »  del  Naviglio, 
del  Lambro,  ad  indicare  acqua  sporca 
e  torba. 

7)  l'è  come  bev  on  bieiér  d'acqua  = 
ò  come  bere  un  bicchier  d'acqua.  Si 
dice  del  fare  una  cosa  con  moltia  faci- 
lità, e  quasi  senza  pensarci. 

8)  nega  iti  d'on  bieiér,  in  d'on  cu- 
gina d'acqua  =  affogai'e  in  un  bicchier 

j^v   d'acqua.  Sgomentarsi,  smarrirsi  per  la 
^K  minima  difficoltà. 
^H       9)  mètt  à  pan  e  àqua   =   mettere  a 
^B  pane  ed  acqua.  Castigare  col  non  darò 
^»   che  pane  ed  acqua. 

lOj  fa  Acqua  =   fare   acqua.  Si  dice 

delle  barche,  nello  quali  entra  l'acqua 

per  lo  fessure. 

11)  Acqua  in  baca  =  acqua  in  bocca. 
Consiglio  e  precetto  di  non  parlare. 

12)  vèés  tiitt  in  d'on' acqua  =  andare 
in  acqua.  Sudar  molto. 

13)  fa  on  biis  0  on  bèucc  in  r  acqua 
»  fare  un  buco  nell'acqua.  Far  cosa 
che  non  produca  l'effetto  cui  si  mirava. 

14)  el  sdngh  Ve  mhiga  Acqua  =  il 
sangue  non  è  acqua.  Detto  a  proposito 
di  qualunque  fatto  che  abbia  per  mo- 
tivo l'affetto  nascente  da  vincoli  di 
sangue,  o  di  qualunque  altra  cagione 
che  inciti  alla  reazione. 

15)  peètA  V  Acqua  in  del  martee  « 
pestar  l'acqua  nel  mortaio.  Buttar  l'ac- 
qua nel  muro. 

16)  càvA  l'Acqua  =   attingere  acqua. 

17)  legni  pii  né  vin  né  Acqua  =  non 
toccai  la  camicia  il  sedere,   non  capire 

^^  in  se  dalla  gioia. 
^K       18)  vegni  à  V  Acqua   ciàra  =  sapere 
^F  in  quanta  acqua  si   peschi,  a  che  tèr- 
mini uno  si  trovi. 
àcqna  =  acqua.  In  senso  di  pioggia. 

ti)  àcqiàta  =  acquerella,  acquerugiola, 
acquetta,  acquolina,  cioè  piòggia  minuta. 
2)  là  prima  Aequa  d'  agóst  là  rin- 
fresca el  bòèeh  =  la  prima  acqua  d'a- 
gosto rinfresca  il  bosco  ;  là  prima  Acqua 
d'agòét  là  pòrta  vìa  on  ààcch  de  pUres 
e  on  sAcch  de  móèch  =  la  prima  acqua 
d'agosto  si  porta  via  un  sacco  di  pulci 
e  un  sacco  di  mosche.  Prov.  che  signi- 
ficano che,  dopo  la  prima  pioggia  d'a- 
gosto, i  calori  della  canicola  non  ritor- 
nano. 

3)  ciàpA  l'Acqua  =  essere  colti  dalla 
pioggia;  éh-a  à  èpààé  e  l'hoo  cidpAda 
tuta  =  ero  a  passeggio  e  l'ho  presa  tutta. 


4)  eièl  d'Acqua  =  cielo  d'acqua.  Si 
dice  del  cielo  rannuvolato  cosi  da  mi- 
nacciare la  pioggia  imminente. 

5)  là  vén  gid,  là  vén  à  éécc,  à  slam, 
là  vén  che  Dio  le  manda  (anche  senza 
la  parola  Acqua)  =  la  vien  giù  ;  viene 
a  dirotto,  a  secchie,  come  Dio  la  manda. 
Si  dice  quando  piove  forte.  Invece  : 
/'  Acqua  là  età  sii  =  non  piove  per 
quanto  minacci. 

6)  Acqua  de  puisdn,  de  vilàn  =  acqua 
che  gabba  il  villano.  Si  dico  dell'acque- 
rugiola fine  fine,  che  penetra  i  panni  e 
gli  inzuppa,  senza  che  uno  se  ne  ac- 
corga. 

7)  l'Acqua  de  sant'Ana  Ve  méj  délà 
mAna  =  l'acqua  a  sant'Anna  è  migliore 
della  manna;  perchè  il  piovere  entro  i 
nove  dì  susseguenti  a  quello  in  cui  si 
celebra  la  festa  di  sant'Anna  è  molto 
proficuo  all'  agricoltura.  È  opposto  al 
detto  :  l'Acqua  dòpo  san  Bàrtolàmee  l'è 
bòtta  de  làvàss  i  pee  «  1'  acqua  dopo 
san  Bartolomeo  è  buona  per  lavarsi  i 
piedi,  cioè  è  inutile  alla  campagna. 

8)  quand  el  §o  el  ée  vòlta  indree  Ala 
màtlna  g'hèmm,  l'Acqua  ài  pee  =  quando 
il  sole  si  volta  indietro,  alla  mattina 
abbiam  l'acqua  ai  piedi;  cioè  quando  il 
sole  verso  il  tramonto  di  un  dì  minac- 
cioso rischiara  l'orizzonte,  alla  mattina 
seguente  pioverà. 

9)  el  So  éùi  olìv,  l'Acqua  s&i  ciàpp  « 
il  sole  sulle  olive,  l'acqua  sulle  ova; 
cioè,  se  fa  bel  tempo  alla  domenica  delle 
Palme,  piove  alla  domenica  di  Pasqua. 

acqua  =  acqua:  per  quantità,  corso,  rac- 
colta d'acqua  ;  Acqua  mòrta,  mArscia, 
sorgiva  corénta  =  acqua  morta,  sta- 
gnante, sorgiva,  corrente. 

1)  còrp  d'Acqua  =  corpo  d'acqua. 

2)  fèl  d'Acqua  =  filo  d'acqua,  picco- 
lissima quantità  di  acqua  corrente. 

3)  gieugh  d'Acqua  =  scherzi  d'acqua; 
le  diverse  forme  e  direzioni  che  si  fanno 
prendere  agli  zampilli,  variando  la  di- 
sposizione e  la  direzione  dei  cannelli, 
specialmente  a  sorpresa  e  nei  giardini. 

4)  gétt  d'Acqua  =  getto  d'acqua  ;  vena 
che  esce  a  forza  da  un  orifizio  con  una 
certa  pressione  dal  sotto  in  su. 

5)  andà  contr'Acqua  =  andar  con- 
ti"'acqua;  cioè  in  direzione  opposta  a 
quella  della  corrente.  Figuratamente  : 
contro  l'opinione  dei  più. 

6)  veàà  in  càtìve  Aeque  =  essere,  tro- 


acq 


-  10  - 


acq 


varsi  ili  cattivo  acque  :  trovarsi  in  cat- 
tivo stato  di  interessi  e  in  gouoro  es- 
sere ridotto  a  cattivo  pai-tito. 

7)  l'acqua  Ve  bona  per  i  rptice;  l'acqua 
là  fa  màrsei  i  foìulamènt,  e  più  vol- 
garmente, l'ftcqim  l'è  bona  de  làvàss  i 
pee  =  r  acqua  ò  buona  per  gli  occhi  ; 
r  acqua  fa  marcire  le  fondamenta  ; 
l'acqua  è  buona  da  lavarsi  i  piedi.  Lo 
dicono  i  beoni  a  chi  li  consiglia  di  an- 
nacquare il  vino.  I  Toscani  dicono  in- 
vece :  l'acqua  fa  mai'cire  i  pali. 

8)  làm  àndà  l'acqua  dòc  là  veur  = 
lasciare  andar  l'acqua  alla  china;  la- 
sciar che  una  cosa  vada  come  va,  senza 
darsi  pensiero,  ne  pretendere  di  rego- 
larla. 

9)  no  vede  che  del  e  ticqua  =  non 
vedersi  che  cielo  ed  acqua  ;  essere  in 
alto  mare. 

10)  sott'acqua  =  sott'acqua.  Di  corpo 
immerso ,  ossia  tutto  ricoperto  dal- 
l'acqua. 

■  11)  tirti  l'acqua  ài  io  molhi  =  tirar 
l'acqua  al  suo  mulino.  Modo  prov.  che 
vale  :  fare  in  modo  che  tutto  torni  a 
proprio  vantaggio. 

12)  tloqua  morta  =  cheta;  persona 
che  ha  cattive  inclinazioni  ed  è  capace 
di  far  del  male,  ma  non  lo  dimostra. 
Fìdet  nò;  l'è  on  ticqua  mdrta  capace 
de  ruinàtt  =  non  fidarti  ;  è  un'  acqua 
cheta  capace  di  rovinarti. 

13)  dm-mì,  giiigà  in  l'Acqua  =  dor- 
mire, giuocare  'nell'acqua.  Si  dice  di 
chi  dorme  o  giuoca  sempre  in  qua- 
lunque luogo,  senza  riguardo  né  allo 
persone,  né  al  tempo. 

14)  vè§si  con  l'Acqua  fila  gola  =  avere 
l'acqua  alla  gola,  tìi  dice  di  chi  é  stretto 
da  impegni  ai  quali  non  può  soddisfare 
e  ne  ha  un  affanno'  che  quasi  lo  strozza. 

15)  làorà  sott'acqua  =  lavorare  sot- 
t'acqua, di  nascosto,  specialmente  a 
danno  di  qualcuno. 

16)  l'oli  el  sta  desoravia  de  l'acqua 
=  l'olio  sta  a  galla,  cioè  la  verità  si  fa 
sempre  conoscere.  - 

17)  vèss  cóme  el  diàol  e  l'Acqua 
santa  =  essere  come  il  demonio  e  l'acqua 
benedetta  ;  essere  opposti  di  carattere 
così  da  non  potersi  in  nessun  modo 
accomodare. 

^  18)  iisèll  d'acqua  =  uccello  acquaiolo, 
acquatico,  che  vive  vicino  all'acqua  e 
vi    si   tuffa;   vapor  d'Acqua  =   vaporo 


ac<j[uoo.  Si  dice  cosi  in  mil.  anche  il 
piroscafo  o  battello  a  vapore. 
acqua,  =  acqua.  In  senso  di  sostanze  li- 
quide diverse  dall'acqua,  di  acque  che 
si  producono  negli  organi  delle  piante 
e  degli  animali,  o  che  sono  fabbricate 
por  diversi  usi. 

1)  Acqua  =  orina  ;  tra  vìa  on  poo 
d'Acqua  =  orinare. 

2)  l'Acqua  di  vesìgh  =  l'umore  delle 
bolle  acquaiole. 

3)  l'Acqua  di  ceuce  =  1'  umor  lagri- 
male. 

4)  levA  l'Acqua  =  levar  l'acqua;  faro 
una  operazione  chinu'gica  per  togliere 
gli  umori  acquosi  che  ingorgano  il  pol- 
mone, 0  rigonfiano  l'addome  negli  idro- 
pici. 

5)  àndà  el  cervèll  in  Acqua  =  andare 
il  convello  in  acqua;  imbecillire. 

6)  Acquu  d'odor  =  acque  d'odore. 
Tutte  le  distillazioni  odorifere  come  : 
Acqua  de  rósa,  de  mei,  de  Còldgn,  de 
fèlsina,  e  sim.  =  acqua  di  rosa,  di  miele, 
di  Colonia,  di  Felsina,  e  sim. 

7  )  Acquu  =  acque.  Si  dicono  pure  al- 
cuni medicamenti:  Acqua  purgativa, 
imperlAl,  antistèrica,  vegetominerdl  = 
acqua  purgativa,  imperiale,  antistèrica, 
vegetominerale.  E  le  acque  minerali  : 
a.  de  Peto,  de  S.  Bernardin  =  a.  di 
Peio,  di  S.  Bernardino, 

8)  fàgli  fa  l'Acqua  ài  cocùmer,  ài 
suchctt  =  far  perder  l'acqua  ai  cetrioli, 
alle  zucchetto  ;  insalandoli  dopo  averli 
affettati.  ■ 

acqua,  =  acqua.  Trasparenza  di  cristalli 
0  diamanti  ;  che  bèli  diamdnt  !  el  g'hà 
on' Acqua  bèlisima  =  che  bel  diamante  ! 
ha  una  bellissima  acqua. 

àcffuà(l<a,  =  acquata,  acquazzone,  pioggia 
piuttosto  forte  o  breve. 

acqua  de  beleg-òtt,  =  caspita,  corbez 
zole,  bagatelle.  Esclam.  di  meraviglia. 
Nello  stesso  senso  si  usa: 

acqua,  pàder  ed  anche  acqua  pàder 
che  '1  conyeeiit  el  brusa  =  acqua,  pa- 
dre che  il  convento  abbrucia. 

àcquàfórta,  s.  f.  =  acquaforte  ;  intàjA, 
cont  l'Acqua  /orto  =  intagliare,  incidere 
all'acquaforte. 

àcquàràsa,  s.  f.  =  acquaragia;  olio  es- 
senziale e  volatilo  ;  essenza  di  tremen- 
tina. 

àcquài'èlà,  v.  att.  =  acquarellare;  dipin- 
gere all'acquerello. 


acq 


—  11  — 


acn 


I 


àcMiiiàrèlista,  s-.  in.  =  Cosi  si  chiama 
iiolle  nostro  scuole  braideiisi  chi  sta 
esclusivamente  impai-ando  a  toccar  d'a- 
cquerello i  disegni. 

iicqiiàrèll  o  àcquàréla,  s.  m.,  s.  f.  = 
acquerello.  Genere  di  pittura  fatta  con 
colori  stemperati  coli' acqua,  e  il  dipinto 
stesso  così  fatto. 

àcquàròss,  s.  m.  =  gli  stomachini.  Que- 
gli umori  acquosi  che  imbarazzano  lo 
stomaco  e  lo  prime  vie,  e  ci  danno  gli 
impoti  del  vomito.  Forse  dallo  spa- 
gnuolo. 

acquasanta,  s,  f.  =  acqua  battesimale; 
ròbb  de  henedl  coni  l'acquasanta  =  cose 
che  se  ne  vanno  con  l'acqua  santa; 
alle  quali  non  conviene  dar  troppo  peso, 
perchè  non  lo  meritano. 

àcquàsàntin,  s.  ni.  = 

1)  Pila  dell'  acqua  santa.  Recipiente 
di  pietra  o  di  marmo  dove  è  1'  acqua 
benedetta,  e  che  si  pone  nella  chiesa 
presso  l'entrata. 

2)  Piletta.  La  stessa  cosa,  ma  più 
piccola  e  infìssa  nel  muro  invece  che 
sostenuta  da  colonetta  o  piede. 

3)  11  vasetto  por  l'acquasanta  che  si 
mette  da  capo  del  letto  nelle  case. 

4j  Secchiolino  nel  qxxale  si  porta  l'a- 
cqua benedetta  coli' aspersorio. 

àcquàsciaj  s.  f.  =  acquaccia:  pegg.  di 
acqua. 

àcquàvìta,  s.  f.  =  acquavite:  liquore  che 
mediante  la  distillazione  si  leva  dal 
vino  e  da  altri  liquori  fermentati  ;  àc- 
quàrUa  sgresgia  =  acquavite  di  vi- 
nacce. 

àcqiiàvitee,  s.  m.  =  acquavitaio  :  chi  va 
iu  giro  a  vendere  acquavite  od  anche 
chi  tien  negozio  di  acquavite  ed  altri 
liquori.  Al  femm.  àcquàvitéra  =  acqua- 
vi taia. 

àcquedótt,  s.  m.  =  acquedotto:  opera 
murata  per  conduiTe  un  corpo  d'acqua 
da  un  luogo  a  un  altro. 

àcquelàtt,  contrazioiie  di  ticqua  e  làtt  = 
acqua  e  latte,  beuta. 

àcquéri,  s.  m.  =  scossone,  acquazzone, 
sfuriata  di  pioggia. 

acqueta,  s.  f.  =  acquetta  :  dim.  di  acqua, 
pioggerella,  acquerugiola,  acquolina. 

1)  Anche  nel  senso  di  veleno;  g'hdn 
daa  r  acqueta  =  gli  hanno  dato  il  ve- 
leno, l'acquetta  di  Perugia. 

iicquìst,*  s.  m.  =  acquisto.  Piuttosto  nel 
senso  di  roba  acquistata;  hoo  faa  on  hòn 


àcquUl  =  ho  fatto   un  buon  acquisto; 
ho  comperato  bone. 

acquista,  v.  att.  anche  quistà,  =  avvan- 
taggiare ,  guadagnare  ;  à  vèsà  minga 
sincèr  se  acquista  doma  di  diàpiàsè  = 
non  essendo  sinceri  non  si  guadagnano 
che  dispiaceri. 

acquolina,*  s.  f.  acquolina;  fa  vegni 
l'àquolìna  in  bòca  =  far  venire  l'acquo- 
lina in  bocca.  Vedendo  o  sentendo  di- 
scorrere di  cose  buone,  gustose. 

àcquós,*  agg.  =  acquoso  :  che  contiene 
parecchia  acqua.  Specialm.  di  frutta  e 
di  verdura. 

àcredìtà,  v.  att.  =  accreditare  :  portare 
a  credito  una  partita  in  un  conto  cor- 
rente. È  il  contrario  di  àdèbità. 

àcreditàa,* /)aW.  =  accreditato.  Dal  verbo 
àcredità. 

1)  Agg.  Dicesi  di  persona  o  di  cosa 
che  ha  acquistato  credito;  negasi,  stùdi 
àereditaa  =  negozio,  studio  accreditato, 
V.  creditaa. 

acrimonia,  *  s.  f.  =  acrimonia.  Qaalità 
dell'essere  acre. 

1)  Vàsrimdnia  del  éàngh  =  1'  acri- 
monia, gli  umori  acri  del  sangue. 

2)  Fig.  Pariti  de  viin  eonf  àcrimdnia 
=  parlar  di  qualcuno  con  mordacità, 
con  acredine. 

àcrostic,*  s.  m.  =  acrostico.  Componi- 
mento di  versi  principianti  con  Ietterò 
che,  lette  di  seguito,  formano  parole. 

àciint,  s.m.  =  acconto.  Somma  che  si  dà 
perchè  vada  a  diminuzione  di  un  de- 
bito maggiore  ;  ricév  in  àciint  =  rice- 
vere in  0  per  acconto. 

àciiràa,*  a^g.  =  accurato. 

1)  Che  fa  con  accuratezza  ;  rè  on 
fieu  mdlto  àciiraa  in  del  veétiéé  =  è  un 
ragazzo  molto  accui-ato  nel  vestire. 

2)  Che  è  fatto  con  accuratezza  ;  Ve  on 
làoì-fi  àciiraa  '=  è  un  lavoro  accm-ato. 

àcusa,*  V.  att.  =  accusa.  Atto  dell'accu- 
sare e  anche  il  fatto  per  cui  si  accusa; 
acUsa  ridicola,  éénsa  fondamént  =  ac- 
cusa ridìcola,  senza  fondamento  ;  éo- 
stegni  on'àcUsa  =  sosteaere  un'accusa; 
provar  che  è  vera. 

1)  La  parte  rappresentata  nel  giu- 
dizio penale  dal  Pubblico  Ministero  in 
opposizione  alla  difesa. 

2)  T.  di  giuoco,  =  accusata.  La  di- 
chiarazione 0  la  combinazione  delle 
carte  che  uno  ha  che  danno  diritto  a 
segnare  certi  punti. 


actt 


_  12  — 


Ade 


àcttsà)*  e  anche  ciisà;  v.  att.  =  accusare: 
Imputare  ad  altri  un  delitto,  una  colpa, 
mancamento,  atto,  qualità  non  lodevole; 
tnca  minga  ài  firn  de  àeiisà  eoa  mà- 
der  =  non  tocca  mai  al  figlio  accusare 
sua  madre. 

1)  àeiisà  on  dolor  =  accusare  un  do- 
lore, dire  che  si  prova  un  dolore, 

2)  àeiisti  là  ricevUda  =  dire  in  iscritto 
che  si  è  ricevuto  una  lettera,  del  de- 
naro, 0  qualunque  altra  cosa. 

3)  T.  di  giuoco  :  dichiarare  1'  accu- 
sata; àcùsi  là  ntLpola  de  piceli  =  ac- 
cuso verzicola  a  picche. 

àclisàa^  pari.  pass,  di  àeiisà,  =  accusato. 
1)  sost.  Colui  contro  il  quale  nel 
giudizio  penale  è  diretta  l'accusa. 

àcflgàda,*  e  anche  ciisàda,  =  accusata. 
Il  fatto  dell'accusare.  V.  àeiisà.  3. 

àeiigàss;*  V.  rifl.  =  accusarsi;  el  se  àcùsa 
de  per  lii  =  si  accusa  da  sé  medesimo. 
1)  aeusàéé  feura.  T.  di  giuoco:  =  di- 
chiarare di  aver  vinta  la  partita.  Fig. 
Non  intrigarsene,  non  aver  paxie  in 
checchessia,  lavarsene  le  mani. 

àetttt,*  agg.  =  acuto. 

1)  òmm  àciitt  =  uomo  acuto,  sottile, 
perspicace. 

2)  tièta  acuta  =  vista  acuta,  fine, 
squisita. 

3)  vos  àeùta  =  voce  acuta,  che  pe- 
netra l'orecchio, 

4)  féver  àcUta  =>  febbre  acuta,  perni- 
ciosa. 

àdàcquàtrìs,  s.  f.  =  adacquatrice  :  fossa 
irrigatoria,  gora  a  uso  di  adacquare  i 
prati.  Tiene  il  luogo  fra  il  capo  prin- 
cipale e  i  minori  gorelli  o  fossicini. 

àdài;  s.  ni.  =  dèntice  (sparsus  dentex). 
Pesce  di  mare  con  8  lunghi  denti. 

adamitiche*  agg.  =  adamitico.  Scherz.: 
a  uso  Adamo,  o  i  tempi  di  Adamo; 
coétumm  àdàmìtich  =  nudità. 

Adàmin,  s.  m.  >=  Adamo. 

1)  pòmm  de  Adàmm  =  pomo  d'-4- 
damo,  nome  volgare  della  tiroide. 

2)  vèéé  veétii  de  Adàmm  =  esser  nudo. 

3)  vèés  de  la  cdàta  de  Adàmm  =  es- 
sere dei  protetti,  dei  favoriti. 

àdàsi)  =  adagio. 

1}  s.  m.  T.  mus.  Pezzo  di  musica  di 
tempo  lento  e  sostenuto  e  che  suol  pro- 
cedere la  cabaletta. 

2)  avv.   =  lentamente,  con  lentezza. 

3)  Vale  piano,  sottovoce  :  pària,  càuta 
odasi  -  parlare,  cantare  piano. 


4)  àndà  àddsi  =  andare  adagio,  pro- 
cedere con  riguardo,  non  precipitare. 

5)  fa  àddsi  =  fare  adagio,  cioè  con 
diligenza  e  attenzione. 

6)  àddsi.'  àddsi!  =  adagio!  adagio! 
Detto  con  forza  per  rintuzzare  la  pro- 
sunzione  e  le  minacce  altiaii. 

7  àddsi,  àddsi  =  adagio,  adagio  :  così 
replicato  ha  forza  di  superlativo  e  qual- 
che volta  include  idea  di  insidia  ;  àddsi, 
àddsi  el  m'ha  riiinaa  =  adagio,  adagio, 
mi  ha  rovinato:  significa  anche  bel  bello, 
con  precauzione^  a  poco  per  volta. 

àdàsiu;  avv.  dim.  e  vexx.  di  àdàsi  =  ada- 
gino. Si  usa  spesso  ripetuto  invece  di 
àddsi,  àddsi. 

àdàtà,  V.  att.  ~  adattare,  appropriare,  ap- 
plicare convenientemente  :  far  che  una 
cosa  spesso  destinata  a  un  uso,  possa 
convenientemente  servire  a  un  altro  ; 
g'hoo  àdàtaa  i  vestii  del  màgiòr  ài  puèee 
piscinm  =  ho  adattato  gli  abiti  del  mag- 
giore al  minore  (dei  figli). 

àdàtaa,  agg.  adattato,  acconcio  ! 

1)  Che  conviene,  che  fa  al  caso; 
quèll  vestii  li  Ve  mhiga  àdàtaa  à  ti  = 
quel  vestito  non  è  adattato  a  te. 

2)  Che  ha  attitudine  o  disposizione  a 
fare  una  cosa;  te  éèe  mhiga  àdàtaa  per 
la  écdla,  per  el  tedter,  e  sim.  »  non 
sei  adattato  per  la  scuola,  per  il  teatro 
e  sim. 

àdàtàbil,*  agg.  =  adattabile  :  che  si  può 
adattare. 

àdàtàss,  V.  rifl.  =  adattarsi. 

1)  Piegar  l'animo  quasi  con  rassegna- 
zione, contentarsi  del  poco,  di  un  ma- 
gro trattamento;  el  se  àdàta  à  Vànda- 
mènt  de  cà  mìa  =  si  adatta  all'  anda- 
mento di  casa  mia. 

2)  Acconciarsi,  accomodarsi,  aggiu- 
stare; là  é'è  àdàtàda  el  vestii  d'iìtvérno 
per  cà  =  s'è  acconciata  l'abito  d'in- 
verno per  casa. 

3)  Accomodarsi  con  più  utile  che  de- 
coro pròprio,  specialmente  quando  uno       - 
si  adatta  a  veder  cose  di   famiglia  in- 
decorose,   per  lucro  o  per  imbecillag- 
gine. 

àdèbità,  V.  att.  =  addebitare,  notare  uno 
come  debitore  di  una  data  somma.  Con- 
trario di  àeredità. 

adempì,  v.  att.  adempire,  eseguire  pie- 
namente un  dovere,  un  incarico,  una 
promessa. 

1)  Vhà  minga  adempii  ài  éò  doér  = 


ade 


-  13  - 


ado 


non  ha   adempiuto  al  suo  dovere.   Si 
dice  specialmente  di  chi  non  ha  pagato 
il  suo  debito. 
àdempiniént,*  s.  m.  =  adempimento:  l'a- 
dempire ;    l' àdempimént  del  àò  docr  = 
l'adempimento  del  suo  dovere, 
àdeqiiaa,  aqq.  =  il  prezzo   adequato,   il 
prezzo  medio  di  una  merce  sui  mercati. 
ùdèsS)  avv.  =  adesso,   ora;   àdèès  el  vè- 
gnàrà,  l'èra  chi  àdèss  =  ora  verrà,  era 
qui  adesso. 

1)  Raddoppiato  ha  più  forza  ;  àdèò'.v, 
ùdèM  =  ora  ora,  adesso  subito. 
ùdìo,  =  addio  :  detto  di  cose  che  non  là- 
scian  speranza  ;  el  ni'à  pientaa  ehi  e 
aito.'  =  mi  ha  lasciato  qui  e  addio  !  Si 
dice  anche  nel  medesimo  significato  : 
àdìo  pàtria, 
ùdisionàl,*  agg.  =  addizionale.  Che  è  ag- 
giunto. 

1)  i  àdiéionài.  Sono  tutte  quelle  opere 
che  si  fanno  in  più  in  una  fabbrica  e 
che  non  erano  nel  progetto. 
àdòbb,  *   V.  alt.  =  addobbare:  guarnire 

di  drappi  cose  di  lusso. 
àdolorà,*  t.  alt.  addolorare  :  cagionar  do- 
lore all'animo. 
àdoloràa,  agg.  =  afflitto  :  che  ha,  sente, 
mostra  afflizione  ;  Ve  àdoloraa  per  là 
mòri   dèla   ìntima  =  è   afflitto    per   la 
morto  della  mamma. 
àdoloràta^  s,  f.  =  addolorata.  La  Madonna 
dei  dolori. 
,       Adòii,*  s.  m.  =  Adone;  giovine  bello,  ga- 
IHL     laute  :  per  scherzo  e   per  spregio  ;    l'è 
^^f    peti  minga  on  Adòn  =  non  è  poi  uà 
Adone,  non  è  una  gran  bellezza. 
adora)  V.  alt.  =  adorare. 
ita.        1)  Prestai"  culto  ;  se  àd^'a  on  Dio  soli  = 
^K.    si  adora  un  Dio  solo, 
^^ft        2)  Amar  grandemente,  mi  àdòrl  là 
^|p.   mia  marna  =  io  adoro  la  mia  mamma, 
^^àdoràbil,   *  agg.   =   adoràbile.  Iperbol. 
Degno  di  essere   adorato  ;  V  è  dna  do- 
uèta  àdwàbil  =  è  una   donnina  adorà- 
bile,^ 
àdoràsión,*  s.f.  = .  adorazione.  L'adorare; 
l'àdoraHòn  del  Santìsim  =  1'  adorazio- 
,,^—^     ne  del  SS.  Sacramento, 
^^^v        1)  vl'ii    in   àdoràHón    =    essere    in 
^^B     adorazione,  in  estasi,  come  aspettando, 
^^Bàdoràtór,*  m.  s.  =  adoratore  :  chi  fa  la 
I^V     corte. 

àdosiòn,  *  s.  f.  =  adozione  :  1'  atto  e 
r  effetto  dell'  adottare  ;  l'è  me  fèéu  de 
àdoàion  =  è  mio  figlio  di  adozione. 


àdòsS)  prep.  =  addosso. 

1)  Sul  dosso  ;  s' hin  tiraa  àdosà  i 
mss  =  si  son  tirati  addosso  i  sassi. 

2)  Sulla  persona;  g'hoo minga  àdoss 
de  dànee  =  no  a  ho  danari  addosso. 

3)  In  sé;  el  g'hà  àddsé  Ulti  i  mdi  Hi  - 
ha  in  se  tutti  i  malanni. 

4)  mètes  tiltt  cdss  àddss  =  metterseli 
tutti  adesso.  Spender  tutti  i  danari  nel 
vestiario. 

5)  àvègh  là  màlediàion  àddss  =  aver 
la  maledizione  addosso  :  non  andarne 
una  bene. 

6)  àvègh  àdòss  =  avere  addosso. 
Detto  di  persona  :  averne  il  càrico  ; 
g'hoo  àdòss  tUta  là  fàmìlia  =  ho  ad- 
dosso tutta  la  famiglia  ;  oppiu-e  aver 
contro  ;  ghi  ha  àdòéé  tùli  =  li  ha  tutti 
addosso,  contro. 

7)  dàgh  àdòM  à  v&n  =  dare  ad- 
dosso a  uno:  dargli  addosso,  nemicarlo, 
rincorrerlo. 

8;  àvègh  àdòss  là  nòia ,  là  làtia  = 
aver  addosso  la  noia,  la  liaccona:  es- 
sere presi  dalla  noia,  dalla  fiaccona. 

9)  vegni  àdòss  =  venire  addosso, 
capitare,  sentire  ;  m'è  vegniiu  àdòss  el 
frècc  =  m'è  venuto  il   freddo  addosso. 

10)  salta  àdòss  =  saltare  addosso: 
di  ragazzi  che  montino  sulle  ginocchia 
0  sulle  spalle  delle  persone  più  grandi. 

11)  salta  àdòss  =  saltare  addosso, 
assalire. 

12)  fàssela  àdòss  =  farsela  addosso. 
Triv.  ma  necessario.  Di  chi  fa  i  suoi 
bisogni  nei  panni  per  malattia  o  per 
poltroneria.  —  Si  dice  anche  iperbol. 
di  chi  ha  una  gran  paui-a. 

13)  pisàss  adòss  del  rid,  o  semplie  ; 
pii-àss  àdòéé  =  pisciarsi  addosso  dalle 
risa,  ridere  a  più  non  posso. 

14)  tajà  i  pàgn  cidòss  =  tagliare  i 
panni  addosso,  dir  male  di  qualcuno 
malignamente. 

15)  mètt  àdòss  i  <Bicce  «=  mettere  gli 
occhi  addosso  :  fissar  1'  attenzione  su 
qualche  cosa,  o  su  qualcuno  per  qual- 
che scopo. 

16)  tiràéé  àdòés  odiositaa,  maledi- 
éiòn  =  tii-arsi  addosso  inimicizie,  ma- 
ledizioni e  sim  :  farsi  nemici,  farsi  ma- 
ledire, e  sim. 

17)  àdòss,  elittic.  =  addosso...  aiz- 
zando, incitando  ;  àdòés,  fieu!  =  addosso, 
figliuoli  !  ;  adoss.  Fido  =  addosso,  Fido. 

àdotà;  att.  =  adottare. 


ado 


—  14 


afa 


1)  Prendere  per  figliuolo. 

2)  Ricever  per  buono  ;  hoo  àdotaa  el 
so  métod  e  me  soni  troaa  ben  =  ho 
addottato  il  suo  metodo  e  mi  ci  son 
trovato  bene. 

àdotaa,  pari.  ^^ass.  =  addottato  ;  che  è 
adottato. 

àdotìv,  agg.  =  addottivo  ;  che  appartiene 
per  adozione. 

àdovaa,  agg.  =  addogato  ;  allistato  ;  di 
lavori  dei  panierai  fatti  a  scheggio  in- 
graticolate. 

àdree,  avv.  =  addietro,  dietro,  appresso. 

1)  Con  sé;  avègh  àdree  dna  rdba  = 
aver  checchessia  seco. 

2)  àndà  àdree  à.  .  =  continuare  a....  ; 
cosi}  te  vet  àdree  à  seeàmm?  =  a  che 
continui  ad  annoiarmi? 

3)  àndà  àdree  =  accompagnare  ;  el 
me  vègnuU  àdree  tuta  strada  =  mi  ac- 
compagnò per  tutta  la  strada. 

4)  àndà  àdree  eont  là  man,  col  eoo, 
eoi  còì'p  =  dar  1'  andata  colla  mano, 
col  capo,  colla  persona. 

5)  sta  àdree  =  arrotarsi,  darsi  molta 
fatica,  adoperare  tutte  le  industrie  ;  bi- 
sogna che  glie  stàga  ben  àdree  se  vùj 
guadagna  =  bisogna  che  m'arroti  bene, 

■  se  voglio  guadagnare. 

6)  stàgh  àdree  =  arrapinarsi ,  affati- 
carsi molto  intorno  a  un  lavoro  che 
non  riesca  e  si  abbia  gran  fretta  di  fi- 
nirlo ;  stàgh  àdree  à  quèicòss  =  stare 
attorno  a  una  cosa,  attendervi  con  as- 
siduità ,  con  diligenza  ;  stàgh  àdree  à 
vUn  =  stare  addosso  a  uno ,  tenerlo 
d'occhio,  insistere,  perchè  faccia  una 
cosa;  stàgh  àdree  à  vtina  =  corteg- 
giarla, farle  il  cascamorto. 

7)  di  àdree  là  corona  di  ràtt  =  gri- 
dar la  croce  addosso  a  uno,  dirne  male 

■  per  qualche  azione;  dìghela,  parlagli 
àdree  à  mn  =  tirarla  giù  a  uno  :  par- 
larne dietro  le  spalle. 

8)  chi  àdree  =  qui  presso ,  intorno  ; 
dòe  Vèel papà?  =  l'era  chi  àdree  doma 
Mèss  =  dove  è  il  babbo  ?  =  era  qui 
appresso  appena  ora. 

:  9)  fàss  vàr dà  àdree  =  dar  da  dire, 
far  parlare  di  se. 

10)  li  àdree ,  avv.  di  luogo ,  e  di 
tempo  :  in  quel  torno,  giù  di  li,  in  quei 
dintorni,  li  presso. 

1\)  de  M  àdree  =  presn'a  poco. 

1 2)  àdree ,  àdree  =  rasante  ;  àndà 
àdree,  àdree  =  rasentare  ;   àndà  àdree 


àdree  ài  mUr  =  vivere  molto   stenta- 
mente. 

13)   Van  àdree  à  dill:  v.  di,  14. 

àdrèss,  s.  m.  =  indirizzo,  recapito,  do- 
micilio. „ 

àdritura,  avv.  =  addirittura,  alla  prima,  l 
di  prim' acchito  ;  te  see  àpèna  rivaa  e  i 
te  veut  àdritUra  àndà  à  spàsa  =  sei  ap  - 
pena  arrivato  e  vuoi  addirittura  andare 
a  passeggio  ;  el  me  ritràtt  l'è  reusii 
àdritùra  polìd  =  la  mia  fotografia  e 
riuscita  bene  alla  prima. 

àdiilà,  *  V.  att.  =  adulare  :  lodare  troppo 
e  senza  verità,  a  scopo  ignobile. 

àdiilasiòn,  *  s.  f.  =  adulazione  :  1'  atto 
e  il  vizio  dell'adulare  :  lode  esagerata. 

àdiilàtór,  *  s.  m.  =  adulatore  :  chi  adula. 

àdulter,  s.  m.  =  adùltero:  chi  commette 
adulterio. 

adulteri,  s.  in.  =  adultèrio:  violazione 
della  fede  coniugale. 

àduiiànsa,  s.  f.  =  adunanza. 

1)  Eiunione  di  più  persone  per  trat- 
tare di  cose  di  utilità  pubblica  o  privata. 

2)  Le  persone  adunate;  V (idiindnsa 
l'ha  votaa  per  el  si  =  V  adunanza  ha 
votato  per  il  si. 

àdvént,  s.  m.  =  avvento:  quella  parte 
dell'anno  ecclesiastico  che  incomincia 
l'ultima  domenica  di  novembre  o  la 
prima  di  dicembre,  e  finisce  la  vigilia 
di  Natale. 

aèreo,  *  agg.  =  aereo:  senza  fondamento  ; 
sperdnsa  aèrea  =  speranza  aerea  :  che 
non  ha  fondamento. 

afa,  *  s.  f.  =  afa:  aria  calda,  soffocante, 
che  opprime. 

àfàcc,  =  volgare  e  vecchio  invece  di  àfàtt. 
Vedi. 

àfàbil,  *  agg.  =  affabile  :  che  tratta  con 
amorevolezza,  special,  gli  inferiori. 

àfàbilitaa,  *  s.  f.  =  affabilità  :  1'  essere 
affabile. 

àfàmaa,  agg.  =  affamato:  di  chi  ha  gran 
fame. 

1)  Iperb.  spreg.  =  miseràbile  ;  Ve  on 
àfàmàa  =  è  un  miserabile. 

àfàun,  s.  m.  =  affanno ,  gravità  di  re- 
spiro ;  se  el  cor  on  cicìn  ghe  ven  V  à- 
fànn  =  se  corre  un  pochino  gli  vien 
l'affanno. 

àfàràsc,  s.  m.  =  affaraccio.  Pcggior.  di 
àfàrì  =  V  è  on  bruti  àfàràsc  -  è  un 
brutto  affaraccio. 

àfàre,  s.  m.  =  affare,  negozio.  È  più  co- 
mune usato  anche  al  sing.  àfàri.  Vedi. 


afa 


15 


afl 


àfàrètt,  s.  m.  dim.  di  àfàri  =  affaretto  ; 
l'è  on  àfàrètt  minga  mal  =  è  un  di- 
screto affaretto.  . 

àfàri;  s.  m.  =  affare  :  cosa  fatta  o  da 
fare,  ma  di  una  certa  importanza ,  o 
rischio,  0  pericolo. 

1)  ironie.  =  rè  on  bèli  àfdri  =  è  un 
beir  affare  :  di  cosa  che  ci  si  presenta 
molto  brutta  e  imbrogliata. 

2)  àfàri  de  stdt  =  affai-e  di  Stato. 
Cosa  del  Governo  specialmente  in  re- 
lazione coll'estero.  Ma  si  dice  scher.  di 
una  cosa  piccola  trattata  con  scandalo 
e  con  mistero. 

3)  àfàri  mtgher,  losche  tìsiche  étràcch, 
bàlórd,  locch,  bon,  catìv ,  e  sini.  =  affare 
magro,  sporco,  sballato,  stracco,  bacche- 
rellato,  buono,  cattivo,  e  sim. 

4)  quèW àfàri  =  quell'affare:  di  cosa 
che  non  si  nomina. 

5)  àfàri  sèri  =  affare  serio  :  cosa  di 
gì  ave  importanza. 

6)  àndà  ben,  àndd  m-dl,  crèss,  fa  i 
àfàri  =  andar  bene,  andar  male ,  cre- 
scere, far  gli  affari:  di  cose  di  com- 
mercio. 

7)  fa  ben  i  so  àfàri  =  far  bene  i  suoi 
affari  :  arricchire.  .     > 

8)  òna  botèga  che  fa  àfàri  =  una 
bottega  che  fa  affari  :  che  lavora  e  gua- 
dagna. 

9)  vèss  in  di  àfàri  fina  ài  còli  = 
essere  negli  affari  fino  alla  gola  :  es- 
sere occu])atissimo  in  qualunque  pro- 
fessione ;  ritiràss  di  àfàri  =  ritirarsi 
dagli  affari,:  cessare  il  commercio,  l'in- 
dustria a  cui. si  è  applicati. 

10)  òmm  d' àfàri  =  uomo  d'affari  :  uu 
uomo  che  solitamente  è  occupato ,  ha 
molte  incombenze.       . 

^^     11)  l'è  àfàri  fenii  =  è  negozio  aggiu- 

^HBtato:  è  affar  finito. 

^^P    12)  Nel  senso  di  bordello;  elg'hà  tiraa 

^^mon  éàss  che  l'era  on  àfàri  de  sta  posta  = 

^Kgli  tirò  un  sasso  che   era   un  bordello 
di  questa  posta. 
i\f<àròn,  s.  m.  accresc.  di  àfàri,  =  affa- 
rone: per  lo  più    di    cosa   lucrosa;    à 
còmpì'à  quHa  cà  lì  l'à  faa  on  àfàròn  = 

i^Ka  comperar  quella  casa  li  ha   fatto  un 

I^H|affarone. 

^Màtt   =  affatto:    interamente  ;    l'è   bridt 
àfàtt  =  è  interamente  brutto. 

1)  Rinforza  la  negativa  ;    V  è  vera  'r' 
nient'  àfàtt  =  è  vero?  niont'aft'atto. 
aR'sióii,  *  s.  f.  =  affeziono:  sentimento  di 


affetto  e  di  benevolenza  abituale ,  per 
consuetudine;  l'àfèéidn  di  fiéti  =  l'af- 
fezione dei  figli. 

1)  pi-è.H  d'àfèsidn  =>  prezzo  d'  affe- 
zione: quello  che  si  paga  o  che  si.  fa 
pagare  oltre  al  valore  per  il  desiderio 
di  aver  la  cosa,  o  per  il  rincrescimento 
di  perderla. 

àfèsionaa,  *  agg.  -  affezionato  :  che  ha 
affezione. 

àfèsionàss,  *  v.  rifl.  =  affezionarsi  :.  pren- 
dere affezione.  Si  dice  degli  uomini  e 
delle  bestie. 

àfetaa,  agg.  =  affettato  :  pieno  di  affet- 
tazione ;  l'è  071  àmni  àfetaa  =  è  un 
uomo  affettato. 

1)  Ammanierato.  Si  dice  in  arte  di 
modo,  stile  che  dà  nel  caricato  e  nel 
falso. 

àfetàsión,  *  s.  f.  =  affettazione  :  cura 
smaniosa  di  far  nostre  alcune  maniere 
che  non  sono  della  nostra  natura  y  e 
inadeguate  alle  nostre  forze ,  o  senti- 
menti che  non  sono  della  nostra  co- 
scienza ;  l'è  dna  dona  pièna  de  àfètà- 
siòn  =  è  una  donna  piena  di  affetta- 
zione. 

àfètiiòSj  agg.  =  affettuoso  :  che  ha  molto 
affetto  e  lo  dimostra;  l'è  on  fièu  bón 
ma  minga  àfètuos  =  è  un  buon  fi- 
gliuolo, ma  non  è  affettuoso;  l'è.  òna 
jwesia  àfètuosa  =  è  una  poesia  affet- 
tuosa. 

àfiiiitaa,  s.  f  =  affinità ,  somiglianza  ; 
el  milànès  el  g'hà  àfìnitaa  con  l'ità- 
lidìi  pilsee  de  quél  che  se  crèd  =  il  mi- 
lanese ha  affinità  coli'  italiano  più  di 
quanto  si  credo. 

àfìss,*  s.  m.  =  affissi  (gli)  :  tutto  quanto 
di  legno,  ferro  o  altro  serve  a  chiudere 
usci,  finestre  e  sim.  di  una  casa. 

àfltà,  *  detto  più  comunem.:  fltà,  att.  = 
affittare,  appigionare:  detto  di  case, 
quai-tieri,  stanze,  botteghe,  magazzini 
che  si  cedono  a  una  persona  per  uso 
pròprio. 

àiltàbil,  *  agg.  »  affittàbile  :  da  potersi 
affittare. 

àfltàiisa,  àfitt,  affitto  :  appigionamento, 
cessione  che  si  fa  di  un  podere,  selva, 
casa  0  sim.  a  un  altro  che  so  ne  serve 
pagando  un  tanto  l'anno  o  per  quel 
tempo  che  ci  sta  ;  combina,  scad,  ri- 
novà,  .comincia,  fini  l'àfitànm  o  l'àfitt 
.  =  combinare,  scadere,  rinnovare,  comin- 
ciare, finire  l'affitto. 


ali 


-  16  - 


agi 


àfitt)  più  comunem.t  fltt,  s.  m.  =»  affitto. 

il  prezzo  combinato   per   Yafitànéa  di 

cui  sopra. 
alitarsi  (D'),*  »  appigionasi  :  modo   co- 
mune per  dire  che  sono  da  affittare,  da 

appigionare   case,  quartieri,    poderi,  e 

sim. 
àfltttàri,*  s.  m.  »  affittuario:  chi  prende 

in  affitto. 
àflttéusa,*  s.  f.  =  affluenza:  concorso  di 

gente. 
àflflént,*  s.    m.  "  affluente  :   fiume  che 

sbocca  in  un  altro. 
àf ranca)*  v.  att.  =  affrancare,  francare. 

Si   dice   delle   lettere   consegnate   alla 

Posta  per  la  trasmissione. 
àfrèsch,*  s.  m.  =  affresco:    pittui'a   sul 

muro. 
àfricàn.  1)  agg.  =  africano  dell'Affrica  o 

che  viene  dall'Affrica. 

2)  sost.  =  affrìcana:  specie  di  pasta 

collo   zabaione   dentro   e   ricoperta   di 

cioccolata. 
afta,*  8.  f.  =  afta, granciaT. med.:  ulce- 

retta  bianca  in  bocca.  In  mil.  si   dice 

anche  vesl^a. 
àfiimicà,  V.  alt.  =  affumicare. 

1)  à filmica  i  giàmhòn  =  affumicare 
i  prosciutti  :  tenerli  al  fumo,  perchè 
prendano  un  certo  sapore. 

2)  àfumicà  i  ogiaa  «  affumicai'e  le 
lenti  degli  occhiali,  appannarle. 

àffìst,*  s.  ni.  =  affusto.  T.  artigl.:   l'ar- 
matura 0  carro  che  porta   il   cannone. 
àgata,  s.  f.  =  agata. 

1)  Pietra  silicea,  diàfana  di  vari  co- 
colori  Q  di  qualche  pregio. 

2)  Agata:  nome  di  donna,  non  però 
troppo  usato, 

àgensia,  s.  f.  =  agenzia:  impresa  d'af- 
fari; àgemia  teàtrtll  »  agenzia  tea- 
ti-ale. 

1)  Ufficio  di  chi  si  incarica  di  collo- 
care persone  di  servizio. 

àgèut,  s.  m.  =  agente:  chi  tratta  gli  af- 
fari di  casa  nello  case  ricche. 

1)  àghit  de  ctiinbi  =  agente  di  cam- 
bio, agente  d'affari  :  che  tratta  per  pro- 
fessione gli  affari  di  borsa  a  conto  degli 
altiù. 

2)  (igènt  di  tàéé  =  agente  delle  tasse: 
chi  le  riscuote  a  conto  dello  Stato. 

3)  àgènt  de  pùblica  sictirèsa  =  agente 
di  polizia,  della  forza  pubblica. 

4)  àgént  teàtràl  -  agente  teatrale. 
Chi  si  fa  intermediario  fra  impresàiio 


ed  artisti  per  la  conclusione  delle  scrit- 
ture di  contratto  reciproche,  e  tiene 
per  ciò  una  agenzia  teatrale. 

àgrètÌT,  s.  m.  =  aggettivo,  T.  gramm.  : 
nome  che  determina  1'  oggetto  ;  el  sa 
minga  concorda  l'àgétiv  col  nòmm  = 
non  sa  concordare  1'  aggettvo  col  so- 
stantivo; non  connette  le  proprie  idee. 

agevola,  V.  alt.  =•  agevolare  :  far  cortesia 
nei  prezzi. 

àgeTolèsa,  s.  f.  «  agevolezza:  il  fai-e 
cortesia  nei  prezzi. 

àgrher,  agg.  = 

1)  Agio,  aspro  ;  del  sapore  del  limone 
specialmente. 

2)  Vetrino  :  di  ferro  crudo  che  facil- 
mente si  rompa. 

3)  pésa  agra,  =  bilancia  pigra. 

4j  l'è  on  poo  àgher  -  è  un  po'  duro 
a  spendere. 

5)  l'è  àgher  =  è  brusco:  si  dice  di 
chi  è  di  mal  umore. 

6)  dgher  =  sciroppo  di  limone, 
àgi,  V.  att   =  agire. 

1)  Il  procedere;  che  mànera  de  àgi 
l'è  quelita  =  che  modo  di  agire  è  questo  ? 

2)  Operare:  di  medicinali  e  sim.;  l'oli 
l'ha  minga  agii  iròpp  =  l'olio  non  ha 
agito  troppo. 

àgilitaa,  s.  f.  »  agilità. 

1)  Destrezza,  sveltezza  nell'uso  delle 
membra. 

2)  T.  mus.  Più  che  passaggio  ;  el  ie- 
nòr  in  di  àgilitaa  l'è  braviiim  =  il  te- 
nore è  bravissimo  nelle  agilità. 

3)  el  g'hà  dna  àgilitaa  straordinària 
=  ha  un'agilità  straordinaria. 

àgio,  s.  m.  =  aggio  :  vantaggio  che  si 
dà  0  si  riceve  per  cambiamento  di  mo- 
nete dello  stesso  valor  nominale,  ma 
non  commerciale. 

agita,  V.  att.  =  agitai-e,  commuovere  ;  l'è 
òna  notista  che  là  m'ha  àgitaa  in  ma- 
néra  de  minga  créd  =  è  una  notizia  che 
mi  agitò  in  modo  incredibile. 

àgitaa,  part.  pass,  di  agita  =  agitato  ; 
l'è  tròpp  àgitaa  =  è  troppo  agitato. 

1)  el  mar  l'è  àgitaa  =  il  mare  ò 
mosso,  è  agitato. 

àgitasión,  s.  f.  =  agitazione  :  1'  essere 
agitato. 

àgitàss,  V.  rifl.  =  agitarsi,  turbarsi,  in- 
quietarsi ;  el  se  agita  per  nàgòtt  =  si 
agita  per  nulla,  di  nulla. 

àgiflstàmeiit,  s.  m.  =  aggiustamento,  ac- 
comodamento ;  hin  vegnilu  à  on  àgili- 


i 


agn 

èlàment  dòpo  tanti  ami  -  son  venuti 

a  un  accomodamento  dopo  tanti   anni. 

àgriièlìn^  s.  m.  dim.  di  àgnèll  =  agnellino. 

1)  Di  altre  bestie;  l'è  on  àgnèlin  = 

è  un  agnellino,  è  buono,  è  quieto  come 

un  agnellino. 
àgnèll)  s.  m.  =  agnello  :  il  piccolo  della 

pecora. 
agonìa,  s.  f.  =  agonia  :  lotta  fra  la  vita 

e  la  morte,  ultimi  momenti  del  malato. 

1)  i  tré  or  d'agonia  =  funzione  cat- 
tolica per  commemorai'e  1'  agonia  di 
Cristo. 

2)  vèsi  in  agonia  -  essere  agonizzante, 
agonizzai'e. 

àguiigdéi;  s.  m.  =  abitino.  Agnus  deo: 
involtino  con  entro  reliquie  ed  orazioni 
che  portasi  al  collo  per  divozione. 

àgòii)  s.  m.  =  agone.  Cyprinus  Larien- 
sis.  Pesce. 

1)  vèàs  còtt  come  on  àgòn  =  essere 
bacato  ;  essere   fieramente  innamorato. 

2)  àgoii  bàétdrd  =  agone  bastardo. 
Quello  che  passa  il  peso  di  due  once 
fraLariensi  e  di  quattro  fra  i  Verbanensi. 

àgòrd,  agg.  =  grasso,  sovrabbondante: 
di  cosa  che  oltrepassa  la  sua  determi- 
nata misura,  o  l'atteso  guadagno. 

àgóst,  s.  m.  =  agosto:  l'ottavo  mese  del- 
l'anno. 

1)  là  Màdona  d'àgoàt  »  la  Madonna 
d'agosto,  l'Assunzione. 

2)  là  prima  ticqua  d'àgost  là  rin- 
frHca  el  bosch  =  v.  acqua  in  senso  di 
pioggia. 

3)  pà^à  àgóst  =  pagare  agosto:  pa- 
tir la  febbre  intermittente  per  la  ma- 
laria che  è  d'agosto  nelle  risaie  della 
bassa  Lombardia. 

agosìn^  s.  ni.  =  aguzzino  :  custode  dei 
galeotti. 

1)  Vile  persecutore  e  tribolatore  ; 
quèla  dona  l'è  on  véro  àgostn  per  i 
so  fièli  =  quella  donna  è  un  vero  aguz- 
zino pei  suoi  figli. 

àgostiniàn,  agg.  =  agostiniano  :  religioso 
dell'ordine  di  S.  Agostino. 

àgra^  s.  f.  =  caglio  :  il  siero  molto  ina- 
cidito, una  cui  dose  moderata  i  caciai 
pongono  nella  ricotta  o  mascherponi. 

àgradì,  v.  a«.=  aggi-adire,  gradire  ;  ac- 
cettare con  piacere  ciò  che  viene  offerto  ; 
•s'è  el  véiìr  àgradt  =  se  vxiolo  aggra- 
dire: detto  quando  si  offre  a  qualcuno 
qualclio  cosa. 

àgràff,  s.  711.  =  affibbiatura,   fermaglio. 


17  —  agr 


agràri,*  a^g.  =  agrario:  che  appartiene 
all'agricoltura,  che  la  riguarda. 

àgràvà,  V.  att.  =  aggravare  :  influire  a 
carico  di  qualcuno  ;  là  tóa  lètera  l' ha 
àgràvaa  là  tòa  posisiòn  =  la  tua  let- 
tera ha  aggravato  la  tua  condizione. 

àgràvaa,*  agg.  =  aggi-avato  :  di  malato 
peggiorato. 

àgràvàméiit,  *  s.  m.  =  aggravamento  : 
l'aggravarsi,  specialmente  di  malattia  ; 
stdmàtina  el  dolor  l'ha  notda  on  àgrà- 
vamént  sensibil  =  stamane  il  dottore 
notò  un  aggi-avamento  di  qualche  ri- 
lievo. Si  dice  pili  com.  pegioràiuéiit. 

àgràvànt,*  part.  pres.  di  àgràvà  =  ag- 
gravante :  che  aggrava  ;  l'è  dna  circo- 
étdma  àgràvànt  =  è  una  circostanza 
aggravante.  Si  usa  anche  sostantivato.; 
gh'éra  peti  V àgràvànt  de  vèss  recidiv  = 
c'era  poi  l'aggravante  dell'esser  reci- 
divo. 

àgràvàss,*  v.  rifl.  =  aggravarsi  :  di  una 
malattia  specialmente.  Si  dice  più  co- 
mun.  pegiorà. 

àgràvi,  s.  m.  =  aggravio. 

1)  Gravezza  di  imposte,  tasso  e  sim.  ; 
hin  tròpp  i  àgrdvi  perpodè  tiràiindm-  = 
son  troppo  gravi  le  imposte  perchè  si 
possa  andare  avanti. 

2)  fa  àgràci  =  fare  aggravio,  aggra- 
vare, incolpare  ;  g'han  faa  àgràvi  anca  de 
quèit  -  l'hanno  aggravato  anche  di  ciò. 

àgremàu,  s.  m.  =  cortesia,  piacere:  gen- 
tilezza che  uno  usa  ad  un  altro  per  di- 
mostrazione di  simpatia,  deferenza  o 
sim.;  l'ha  invidaa  in  campagna:  l'è  on 
bèll'àgremàn  =  lo  ha  invitato  in  villeg- 
giatura: è  una  bella  cortesia. 

1)  Ornamento  fatto  di  passamano. 

àgrèsión,*  s.  f.  =  aggressione,  1'  aggre- 
dire ;  nò  se  parla  che  de  l'àgrèèion  de 
stanati  =  non  si  parla  che  dell'aggres- 
sione di  questa  notte. 

àgrèsOr,*  s.  m.  =  aggressore,  chi  aggre- 
disce. 

àgrìcoltór,*  s.  m.  =  agricoltore.  T.  no- 
bile di  chi  lavora  la  terra;  l'è  minga 
on  pàisdn,  l'è  on  àgricoltèr  =  non  è 
un  contadino,  è  un  agricoltore. 

agricoltura,  s.  f.  =  agricoltura:  l'arte  di 
coltivar  la  ten-a  e  tutto  ciò  che  a  tale 
arto  appartiene. 

1)  Ministeri  de  agricoltura  e  comèrc 
=  Ministero  d'agricoltura  e  commercio. 

àgrimeiisor,*  s.  m.  »  agrimensore  :  chi 
esercita  l'agi-iraensura. 


agr 


-  18  - 


al 


àgriiuensiira,*  s.  f.  =  agrimensura.  L'arto 
di  misurare  e  stimare  le  terre;  l'è  do- 
tar d'àgrimcnsilra  -  è  dottoro  in  agri- 
mensura. 

àgrónom,*  s.  f.  =  agronomo:  olii  sa  o 
professa  agronomia. 

agronomia,* s.  f.  =  agronomia:  la  scienza 
dell' agricoltura;  te  stndiet  tinca  ti  agro- 
nomìa ì  =  studi  anche  tu    agronomia  ? 

ah  !  inter.  =  ah  I  Esclamazione  che  varia 
significato  secondo  il  tono  della  voce  ; 
ah  !  con  d'on  bàlòss  =  ah  !  cane  assas- 
sino ;  ah  !  finàlmént!  =  ah  !  finalmente  ; 
ah!  cóme  l'è  bòn!  =  ah!  come  è  buo- 
no! ecc.  ecc. 

ài,  artic.  =  agli,  ai  :  articolo  maschile  del 
compimento  indiretto  plurale. 

ài,  inter.  »  ahi  !  ohi  !  esclamazione  di 
dolore. 

1)  ài  là  mia  gamba!  »  esclamazione 
che  significa  :  può  darsi,  ma  la  vuole 
andar  male.  Si  dice  in  questo  senso  an- 
che soltanto  ài!  ài! 

àiròii,  s.  m,  =  Airone. 

1)  Sgarza  (cenerina,  Nonna,  Berta 
grossa.  Ardea  maior.  Uccello  di  ripa. 

2)  Nonna  col  ciuffo,  Pavoncella  di 
padule.  Ardea  Nyctieorax.  Uccello  di 
ripa.  Detto  anche  sgarsèta  bianca, 
sgolgéta. 

àj,  s.  m.  =  aglio.  Allium  salivum.  Pianta 
da  orto,  bulbosa,  a  spicchi  ;  on  eoo  d'àj, 
dna  fesa,  là  rilsca  de  l'àj  «=  un  capo, 
uno  spicchio  d'aglio,  la  buccia  dell'a- 
glio ;  àj  cvcch  =  aglio  vuoto,  vano. 

1)  fa  mangia  àj\  fig.  =  far  mangiar 
l'aglio,  far  rodere  di  stizza  e  di  dispetto  ; 
el  m'à  faa  maìigitl  viin  de  quy'fij. . .  ci 
ho  rimesso  un'ala  di  fegato,  mi  fece 
sputare  un'  ala  di  polmone  ;  vègh  tii  = 
essere  roso    dalla   stizza,  dal   dispetto. 

2)  dna  corona  d'àj  =  una  filza  o  re- 
sta d'agli;  una  fune  di  resta  d'aglio; 
fa  sic  i  corami  d'àj  -  mettere  in  resta 
l'aglio. 

3)  quèll  de  l'tij  =  agliaio,  colui  che 
vende  l'aglio. 

4)  Pela  l'ai  =  spogliar  l'aglio. 

5)  tutt  coés  ven  à  tàj;  anca  i  ung  de 
2)elà  l'tij  =  tutto  torna  utile;  anche  le 
unghie  per  sfogliar  l'aglio.  Cioè  di  inu- 
tile non  c'è  nulla. 

àj  de  loff,  s.  m.  >=  aglio. 

1)  CipoUaccio.  Hyacintus  comosiis. 
Pianta  perenne.  Anche  àièu  sàlvà- 
degli. 


2)  Bella  di  undici  ore.  Latte  di  gallina. 

Ornithoghahnn  umbellatum.   Pianta  a 

bulbi  numerosi. 
àj    màtt,  s.  m.  =  aglio   matto.    Allium 

angulosimi.  Pianta.*  '     ■ 
àj    scialò,  s.   m.    =   Scalogno.    Allium 

ascalonicum.  Pianta. 
àja,   inter.  =  ahi!    Esclamazione  di   do- 

come  ài! 
àjàda,    s.   f.  =  Agliata  :    sapore  d'  aglioL 

infuso  in  una  vivanda. 

1)  Aiata.  Tanto  di' grano  e  di   biade 

in  paglia  quanto   basta  a   empir  l'aia 
àjbèla,  avv.  -  molto    tempo;    l'è   àjbèla 

che  dura  el  cald  =  gli  è  bel  tempo  che 

dura  il  caldo.  Si  dice  anche  chitobéla. 
àjee,  s.  m.  =  agliaio:  campagna  piantata 

d'aglio. 
àjoéu,  s.  m.  =  aglietto  :  aglio  fresco  che 

non  ha  ancor  fatto  il  capo  e  messo  gli 

spicchi. 
àjoeula,*  s.  f.  »  aiuola.  Spartizione  dei 

giardini   in   campetti   per   fiori  o  altr 

piante. 
àjòn,  s.  m.  =  aglio  maschio  o  tamburino: 

aglio  non  a  spicchi  ma  d'un  sol  bulbo. 
àjiitànt,  s.  m.  =  aiutante. 

1)  Chi  aiuta  uno   in  qualche  ufficio. 

2)  Gradi  militari;  àjùtànt  de  cdmp^ 
àji'àdnt  màgiòr  =  aiutante  di  campo, 
aiutante  maggiore. 

àjiitànta,  s.  f.  =  aiutantessa.  Por  celia. 

àjiitànt    de    ciisìna    »   bardotto   di   cu- 
cina. 

àjiitt,*  s.  m,  =  aiuto:  opera  che  si  pre 
sta  a  chi  da  se  solo  non  potrebbe  faro  ; 
gh'hoo  bisdgn  d'on  àjutt  =  ho  bisogna 
d'un  aiuto;  cereft,  dà  àjiitt  =  cercare, 
dare  aiuto  ;  vegnì,  cor  in  àjiitt  =  ve 
nire,  correre  in  aiuto  ;  vèss  d' àjiitt  - 
essere  d'aiuto.  * 

1)  Di  cosa  :  i  liber  hin  V àjiitt  di  siii 
dent  =  i  libri  sono  1'  aiuto  degli  stU' 
diesi. 

2)  Persona  che  aiuta  di  continuo  iq 
ufficio;  g' hdn  concèsé  on  àjiitt  =  gli 
hanno  concesso  un  aiuto,  uno  che  lo 
aiuti. 

3)  àjiitt  de  edéta  =  aiuto  di  costa;  ina- 
spettato ed  efficace.  Bilancino.  Chi  aiuta 
in  un  lavoro  che  altri  non  potrebbe  da 
sé  0  gli  sarebbe  troppo  grave. 

4)  àjiitt!  =  aiuto  !  grido  di  chi  chiède 
soccorso.  ■■' 

ài,  artic.  al,  allo.  Artic.  masch.  del  com- 
pim.  indir,  sing. 


ala 


10  - 


ali) 


ala,  artic]    femm.   del    compiili,    indir. 

sirig. 
àia,  s.  f.  =  aia.  Al   pluv.    fa   al  =  parti 

del  corpo  degli  uccelli  e  d'alcuni  insetti, 

che  servono  a  loro   per  volare  ;  càscia 

i  ài  =  metter  lo  ali. 

1)  tàjà  i  al  =  tagliare,  tarpare  le  ali 
in  modo  clie  non  possano  volare.  Fig. 
Levar  la  forza,  la  possibilità  di  nuocere. 

2)  fa  rolti  Hcnsdl  =  far  volare  sen- 
z'ali: 2)recipitare  dall'alto. 

3)  coi  al  =  alato,  che  ha  le  ali. 

4)  sbmà  i  al  =  abbassar  le  ali,  met- 
ter giù  l'orgoglio;  lìmi  giù  i  di  =  se- 
minare i  frasconi.  Do'  polli  che'  stra- 
scinano l'ale  per  debolezza;  e  fig.  an- 
che di  persona  stanca. 

5)  slarga  i  al  =  spandere,  allargare 
le  ali.  Fig.  Uscir  di  pupillo;  fare  a 
modo  suo. 

6)  slarga  i  ài  puiec  del  bisògn  =  al- 
largar le  ali  più  del  nido;  far  da  più 
che   uno    non    è;    spender  ,di    pili    di 

.    quello  ohe  si  può. 

7)  al  d'òna  cà,  d'on  pàlàss  =  ali 
di  un  edificio,  le  due  parti  unito  a  cia- 
scun lato  della  fabbrica. 

8)  àia  :  parte  eminente  di  un  organo 
del  corpo  animale,  come  del  fegato,  del 
polmone. 

9)  Nome  di  ognuno  di  quei  piani  ret- 
tangoli, dolcemente  inclinati  nei  quali 
("'  diviso  un  prato  marcito  rio. 

10)  dia  =  coperta.  Nome  delle  due 
falde  della  sella.  Meglio  àléta. 

11)  Quella  parto  del  vestito  che  fa 
finimento  allo  tasche. 

12)  ala  =  tesa  :  la  falda  del  cappello 
che  è  unita  intorno  alla  base  della  fa- 
scia e  fa  solecchio;  dia  dèla  bàrèta  = 
tettino. 

13)  dia  d'on  poni  =  pignone  delle 
pilo  di  un  ponto. 

14)  dia  =  ritto  :  nome  di  quei  due 
pezzi  di  ferro  posti  in  piedi  nelle 
staffe  da  cavalcare. 

àia  bòna:  vedi  bona  N.  24. 

àia  làrg-a  loe.  avvcrb.  =  alla  larga  :  di- 
scosto ;  età  Ma  larga  «  stare  alla  larga. 
Fig:  non  avvicinarsi;  non  avere  fami- 
gliarità con  persone.  =  esclani.  eliti; 
(da  larga!  =  alla  larga! 

àlàbàster  s.  m.  =  alabastro:  pietra  si- 
mile al  marmo,  più  trasparente  e  più 
tenera;  vrss  bidnch  còme  l'àlàbàsier  = 
ossoro   bianchissimo. 


àlàbàstree,  s.  m.  =  alabastraio  :  colui 
cho  lavora  l'alabastro  e  vende  gli  og- 
getti fatti  d'alabastro;  per  lo  più  sta- 
tuette. 

àlàgrà,  *  V.  alt.  =  allagare:  formare  un 
lago  in  un  tratto  di  terreno  o  di  paese  ; 
han  àlàgaa  l'Arnia  =  hanno  allagato 
l'Arena. 

àlàg-àmènt,  *  s.  m.  =  allagamento  :  l'al- 
lagare. 

àlàrmà,  *  v.  alt.  =  allarmare  :  mettere 
a  un  tratto  in  paura. 

àlàrmànt,  *  agg.  =  allarmante  :  cho  al- 
larma ;  è  rivaa  in  Bórsa  di  notìii  àlàr- 
mànt =  arrivarono  in  Borsa  notizie  al- 
larmanti. 

àlàrme,  *  s.  m.  =  allarme.  Paura  per 
qualche  sciagura  imminente  ;  l'èra  on 
àlàrme  fals  =  era  un  falso  allarme. 

àlàtà,  *  V.  ait.  voce  scelta  per  lata  = 
nutrir  col  proprio  latto  il  bambino 
finché  non  si  spoppa  ;  hoo  daa  vìa  de 
àlàttl  el  me  bambln  =  ho  dato  ad  alat- 
tare il  mio  bambino. 

àlàtàment,  s.  m.  =  allattamento  :  1'  al- 
lattare,  si  dice  più  coni.  ;  bàilidura. 

alba,  ^  s.  f.  =  alba.  L'imbiancare  il  ciclo 
prima  del  giorno:  brùzzico. 

1)  A  l'alba  di  voti,  di  nhiv^  di  dès,  ecc. 
por  iron.  =  all'alba  dei  tafani  :  cioè 
ora  tarda. 

albàg'ìa,  *  .<?.  f.  =  albagia  :  aria  di  sod- 
disfazione e  sussiego  di  chi  faccia  una 
stima  esagerata  di  qualclie  suo  merito 
0  prerogativa  ;  tràtà  cont'àlbàgia  =  trat- 
tar con  albagia. 

àlbàròtt,  s.  f.  =  betula  pelosa  ;  bctula 
pubescens  =  betula  pigmea  o  nana  = 
betula  pendente. 

àlbègrìà,  *  V.  att.  =  albeggiare.  Spuntar 
l'alba. 

àlber,  s.  tu.  =  albero. 

1)  Antenna  della  nave  ;  tllber  Maè- 
ster  =  albero  di  maestra. 

2)  àlber  =  albero  :  la  verga  mobile 
superiore  del  telaio  di  ferro  da  far  calze. 

3)  Albero  del  tamburo  ;  asticciuola 
cilindrica  d'acciaio  con  più  riprese  o 
scalini,  la  quale  attraversa  il  tamburo 
dell'orologio,  noUa  direzione  dell'asse. 

4)  d^lher  =  cilindro  :  quello  che,  mosso 
dall'acqua,  fa  andare  le  macine  ideila 
carta  e  simili. 

albera  s.  f.  =  canapiglia.  Cicalone  ;  Anas 

streperà.  Uccello  acquaiolo. 
albera  /".  alt.  ^  alberare,  rianturc  albori. 


alb 


20 


ale 


àlberàdfìra,  s.  f.  =  alberatura  :  il  com- 
plesso degli  alberi  di  una  nave. 

àlbergàddr,  s.  m.  =  albergatore  :  chi 
tiene  albergo. 

àlbèrghètt,  s.  m.  dim.  e  spreg.  di  al- 
bergo =  alberguccio. 

albergo,  s.  m.  =  albergo:  casa  pubblica 
e  piuttosto  di  lusso,  dove  si  trova,  pa- 
gando, alloggio  e  vitto  :  l'albèrgo  Mi- 
làn.  Cavour,  Manin,  e  sim.  =  l'al- 
bergo Milano,    Cavour,  Manin,  e  sim. 

1)  l' albèrgo  dèla  stèla:  Scherz.  = 
l'albergo  della  luna,  o  delle  stelle.  A 
ciel  sereno. 

2)  sta  èli  l'albèrgo  =  stare  sull'al- 
bergo :  vivere  non  in  famiglia. 

y)  legni  albèrgo  =  tenere  albergo.  Fare 
r  albergatore. 

4)  te  §ee    minga  a    l'albèrgo  =  non 
sei  all'albergo.  Si  dice  a  chi  va  e  viene 
in    casa   con  troppo    poco   riguardo  a 
queUi  della  famiglia. 
albi,  5.    m.    =  trogolo. 

1)  Vaso  ove  si  tiene  il  mangiar  dei 
porci.  Anche  maruett. 

2)  Abbeveratoio  per  le  bestie  di  qua- 
lunque specie. 

àlbicocch,  s.  m.  =  albicocco  :  frutto 
dell'albicocco  ;  -piànta  de  àlbicocch  = 
albicocco.  Si  dico    meglio  àrbicoccli. 

àlbioen,  s.  m.  =  beccatoio:  cassetta  nelle 
stie,  ove  ponesi  il  becchime  ai  polli. 

àlbiii,  s.  m.  =  albino  :  uomo  che  ha  i 
capelli  bianchi  e  la  pelle  e  gli  occhi 
rossi  e   di  giorno  ci  vede  poco. 

àlbis,  domenica  o  domènega  in  dlbis 
=  la  domenica  in  Albis  :  l' ottava  di 
Pasqua. 

àlbora,  s.  f.  =  alborella  :  pesce  argentino. 
Cyprinus  albor.  Fritto  ha  dell'amaro- 
gnolo. Appena  nato  lo  dicono  :   ogitt. 

àlboree  s.  m.  =  rete  da  alborelle  a  ma- 
glie strette. 

àlbum,  s.  m.  =  album  :  libro  di  ricordi 
0  di  ritratti  di  persone  care  o  illustri. 

albumina,*  s.  f.  =  albumina.  T.  chini. 
Materiale  che  forma  ^  quasi  per  intero 
il  bianco  dell'evo.  È  nel  siero  del 
sangue  e  in  altri  umori. 

àlcàlìn,  agg.  =  alcalino  ;  agg.  di  Alcali  ; 
mdr  àleàlin  =  sapore  alcalino  ;  àc- 
quii  àleàlin  =  acque  alcaline. 

àlchermes,  s.  m.  =  alchcrraos  :  sorta  di 
liquore  dolco  di  color  rosso  rubino. 

alcol,'*'  s.  m.  =  alcool.  T.  chim.  :  spi- 
rito di  vino,  spirito  ;  l'è  on  vin  che  g'hà 


pòcch  alcol  =  è  un  vino    che  ha  poco 
alcool. 

àlcolisa,*  V.  alt.  =  alcoolizzare  :  trasfon- 
dere la  qualità  dell'alcool. 

àlcoòlich,  agg.  =  alcoolico:  che  contiene 
alcool  ;  vin  àlcoòlich  =  vino  alcoolico. 

alcova,*  s.  f.  =  alcova  :  di  camera  di- 
visa in  due  per  mezzo  di  un  arco  con 
tende  la  parte  dove  sta  il  letto. 

àleaa,*  agg.  =  alleato  :  che  ha  fatto 
alleanza  ;  l'Italia  l'è  àledda  dèla  Oèr- 
mània  =  l'Italia  è  alleata  della  Ger- 
mania; l' esercii  aleaa  =  l'esercito  al- 
leato. 

.àleànsa,*  s.  f.  =  alleanza  :  lega,  patto 
fra  due  Stati  stabilito  con  trattati  ;  fa 
àlednsa\  romp,  rinovà  l' àleànsa 
fare  alleanza  ;  rompere,  rinnovare  ral| 
leanza  ;  àleànsa  ofensiva  e  difensiva 
alleanza  offensiva  e  difensiva. 

àleàtich,*  e  più  antic.  àleàtegh  =  alea-* 
tico  :  nome  d'una  sorta  d'uva  di  cui  si 
fa  vino  squisito  che  porta  lo  stesso 
nome. 

àlee,  inter.  =  alò  :  esclamazione  di  risen- 
timento e  vale  andiamo  ;  àlee,  gioi- 
nòti,  finimela  =  alò,  giovinetti,  finia- 
mola ! 

àlegaa,  v.  m.  =  allegato:  documento 
che  si  unisce  a  comprovare  una  scrittiu'a. 

àlègher,  agg.  =  allegro  :  che  sente  o 
dimostra  allegrezza;  àlégher  còme  on 
spos,  cóme  on  pèss  =  allegro  come  uno 
sposo,  moltissimo  ;  ftcia  àlégra  =  viso 
allegi'O. 

1)  gent  àlégra  et  ciel  l'ajiUa  =  gente 
allegra  Dio  l'aiuta. 

2)  passato  con  allegi'ia.  L'è  staa  on 
més  àlégher  l'Otóber  =  l'Ottobre  è  stato 
un  mese  allegro. 

3)  feiZgh  àlégher  =  fuoco  allegi'o:  vivo, 
bene  acceso,  che  riscaldi  bene. 

4)  mùsica ,  casa  àlégra  =  musica 
casa  allegra,  che  rallegra. 

5)  casa  àlégra  =  casa    allegra  :    p 
enfasi,    dove    ci  si    sta  allegri,    anchi 
per  libertinaggio. 

6)  color  àlégher  =  colore  allegro 
vivace. 

7)  àlégher  =  allegro,  allegruccio,  al 
tetto,  alticcio,  brillo  :  che  ha  bevuta 
un  pò  più  del  solito,  e  il  vino  gli  hi 
dato  un  pò  alla  testa. 

8)  sta  àlégher  =  stare  allegii  :  senzi 
malinconie,  fave  il  gaudente,  il  gau 
dontone. 


ale 


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ali 


9)  gh'è  pòcch  de  età  àlègher  =  c'è 
poco  da  stare  allogii:  c'è  poco  gua- 
dagno. 

10)  Ironie:  esclam.  di  meraviglia  e 
rammarico  :  /'  ha  perduil  tré  nòti  ài 
gieugh.  Alégher,  fteu  !  =  ha  perduto  tre 
notti  al  gioco.  Allegri,  figlioli  ! 

11)  Htà  sii  àlcfjher  =  dimetti  il  pen- 
siero, sputane  la  voglia:  si  dice  ad 
uno  che  vuole  noi  si  faccia  una  cosa 
e  noi  non  vogliamo. 

12)  Brioso  :  che  ha  brio  ;  l'è  un  gio- 
,    inòtt  àlégher  =  è  un  giovinetto  allegro  : 

che  diverte  la  brigata. 

!  13)  àndà  giò  àlégher  =  allargare  la 
mano,  largheggiare. 

14)  àvègh  de  sta  àlégher  =  averne 
sciali  0  sfoggi  :  esservi  da  scialarla. 

àlegràmént,  avv.  allegramente  :  con  al- 
legria. 

1)  màngit,  viv,  bev,  àlegràmént  = 
mangiare,  vivere,  bere,  allegramente: 
senza  pensieri. 

2)  àndà  giò  àlegràmént  =  far  qualche 
cosa  a  piene  mani. 

3j  iron.  Briisà  àlegràmént  =  bru- 
ciare allegramente  :  alla  svelta  e  senza 

■    impedimenti. 

àlegrìa,*  più  com.  legrìa  s.  f.  =  alle- 
grezza: sentimento  manifesto  dell'animo 
soddisfatto;  là  trdpa  àlegrta  là  me  fa 
pàÉra  =  la  soverchia  allegrezza  mi  fa 
paura. 

1)  on'  àlegrta  de  liis^  de  color  = 
un'allegrezza  di  luce,  di  colore.  Detto 
di  cosa  che  dia  allegrezza. 

2)  Allegria:  contentezza  piuttosto 
chiassosa  e  di  piii  persone.  L'è  finìda 
l'àlegrìa  del  càrnoaa  =  è  finita  l'alle- 
gria del  carnevale;  emm  de  fa  dna 
bela  àlegrta?  =  facciamo  una  bella 
allegria  ? 

3)  viv  in  pàs  e  in  àlegrta  =  vivere 
in  pace  e  in  allegria  :  contenti  e  allegri. 

àlegriéta,*  o  legriéta,  s.  f.  dimin.  di 
àlegrìa,    =    festicciola.   Si    dice    spe- 
cialmente   di  quegli   spassi  che  si  fan 
tra   amici  o    in  famiglia,    in   pòchi,  e 
senza  molta  spesa. 
àlelùja,  =  alleluia.  T.  eccles.  Lode  a  Dio. 
1)  Esclamaz.  per  dire:  allora  nenia 
j     finisce  mai  ! 
1  àlemàr,  s.  m.  =  alamari. 

1)  Allacciatura   fatta  con   aghetti,  o 
passamani,  e  oli  vette. 
.    2)  Bruco:   l' attacagnolo    dei  segnali 


che  si  pongono  nei  messali,  breviari  e 
sini.  Anche  sègii,  seguàcol. 
àleta,  s.  f.  =  paletta. 

1)  uno  dei  denti  piani  o  alette  infisse 
a  squadra  nella  lunghezza  della  bilancia 
dell' orinolo. 

2)  Aletta:  piccola  ala,  aletta  dei  pesci, 
anche  uno  dei  tagli  del  bue. 

3)  Aliuzza  maschio  di  color  bianco; 
Muscicapa  albicollis.  Ucc.  silv.  =  àlèta 
del  eòli  négher  =  balia  nera  :  Muscicapa 
luctuosa.  =  àlèta  bianca  e  negra  =  boc- 
calepre,  grisettina,  grisola.  Muscicapa 
grisola. 

4)  Copertina:  una  di  quelle  parti  di 
cuoio  che  in  alcune  selle  ricoprono  le 
coperte.  Anche  diconsi  àlétt,  gli  orec- 
chioli,  cioè  quelle  liste  che  hanno  certi 
berretti  per   uso  di  coprir  le  orecchie. 

5)  lalètt  =  gli  orecchioni:  quei  due  pezzi 
di  metallo  che  sporgono  dal  cannone 
e  lo  sostengono  nella  cassa. 

silètóu,  s.  m.  =  parafango.  Vedi  para- 
fa iig:a. 

àlevà^*  V.  att.  voce  scelta  per  leva,  = 
allevare.  Vedi  leva. 

àlevàméiit,  s.  m.  =  allevamento,  alle- 
vatura,  l'allevare. 

àlfàbétich,  of/g.  =  alfabetico.  Secondo 
le  lettore   dcil' alfabeto. 

àlfàbétt,  s.  m.  =  alfabeto  :  le  lettere  che 
servono  per  la  scrittura  di  una  lingua  ; 
el  sa  nànca  l'dlfàòett  =  non  sa  neanche 
l'alfabeto,  cioè  non  sa  nulla. 

alflér,  s.  ni.  =  alfiere  :  uno  dei  pezzi  do- 
gli scacchi. 

àlgrèbra,  *  s.  f.  =  algebra.  T.  mat.  Scienza 
che  insegna  a  calcolare  le  quantità 
d'ogni  sorta  con  segni  universali. 

àlibi,  s.  m.  =  Alibi.  T.  leg.  ;  pro^  l'a- 
libi =  provar  l'alibi.  L'assenza  dal  luogo 
del  delitto  nell'ora  in  cui  fu  commesso. 

àlienàsiòn,  *  s.  f.  =  alienazione  men- 
tale :  la  pazzia  ;  el  é'è  màsaa  in  d'on 
moment  de  àlienàsiòn  =  si  uccise  in 
un  momento  di  alienazione  mentale. 

àliév,  *  s.  m.  =  alunno  :  chi  è  da  uno 
ammaestrato  od  allevato  :  scolaro  ;  /'  è 
on  bi'ào  cerUsich  :  l'è  àlièo  del  Bottini  = 
è  un  bravo  chinirgo  :  è  allievo  di  Bot- 
tini. 

àliinént,  *  s.  ni.  alimento  :  quanto  servo 
al  nutrimento. 

alimentar,  agg.  =  alimentare  :  alimen- 
tario :  che  serve  all'  alimento  ;  so- 
stàns  alimentar  =  sostanze  alimentar  . 


ali 


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alp 


aliava,  *  /•.  (di.  =  alliucarc  :  faro  elio  più 
uomini  0  coso  siano  mossi  su  uua  stessa 
linea  ;  i  han  àlincaa  ben  i  piànt  sii  qucll 
viàl  =  li  hanno  bone  allineati  gli  al- 
beri su  quel  viale. 

àlineàss,  *  v.  rifl.  =  allinearsi:  mettersi 
con  altri  su  una  stessa  linea. 

àlniàuch,    àlmén,  =   almeno ,  almanco. 

1)  Il  meno  che  possa  essere;  glie  vo- 
ràrà  àlmcn  tri;  mila  lira  =  ci  vorranno 
almeno  tre  mila  lire. 

2)  Per  desiderio  del  mono  peggio; 
àlmèn  ghe  filés  càpitaa  on  fastidi  minga 
insci  gròèé  =  almeno  gli  fosse  toccato 
un  fastidio  men  grave. 

3)  Insomma  e  non  altro  ;  Hi  Vb  poeer^ 
ma  àlmén  el  se  fa  onòr  =  egli  ò  po- 
verO;  ma  almeno  si  fa  onore. 

àliuànàcà,  *  v.  alt.  =  abbacai-e  :  fanta- 
sticare senza  costrutto. 

àliuànàcch,  s.  ni.  =  almanacco  :  libro  che 
indica  i  giorni,  i  mesi  e  altre  cose  re- 
lative alla  classe  di  persone  cui  è  de- 
stinato. 

aloe,  s.  m.  =  aloe  ;  aloe  perfoliata  = 
pianta  medicinale  delle  gigliacee,  od  an- 
che il  sugo  della  pianta. 

àlogg,  *  s.  m.  =  alloggio  :  luogo  dove 
si  stia  por  un  tempo  piii  o  meno  lungo, 
per  amicizia  o  a  pago  ;  el  portinàr  el 
g'hà  l'àlògg  gratis  =  il  portiere  ha  1'  al- 
loggio gratis. 

1)  dà  vlio  e  àlògg  =  dar  tavola  e 
quartiere:  alloggio  e  vitto. 

àlogrià,  V.  alt.  =  alloggiare. 

1)  Dare  alloggio  in  casa  nostra  per 
più  0  meno  tempo  a  pago  o  no. 

2)  intrans.;  stare  in  casa  d'altri  per 
un  dato  tempo,  a  pago  o  ^gratis  ;  dóe  te 
àldget?  -  À  V albèrgo  de  V  AgnHl  =  dove 
alloggi  '?  -  All'albergo  dell'Agnello. 

3  )  àlógià  à  V  albèrgo  dèla  Ulna  o 
de  la  stèla  =  alloggiare  all'albei'go  della 
Luna..  Schorz.  cielo  .  scoperto.  Si  dice 
anche  :  dormi  fila  serena. 

4)  ehi  tardi  àr7oa  male  àlògia  =  pro- 
verbio ital.  che  il  mij.  ha  fatto  inte- 
ramente suo  nell'identico  significato: 
chi  arriva  tardi  s'accontenti  di  quel  che 
gli  tocca. 

àlóii,  inter.  =  alò.  osclam.  che  ha  lo 
stesso  significato  di  alee  !  Dal  francese 
Alons. 

iìlontànà,*  v.  att.  =  alienare,  inimicare: 
disaffezionare  persone  fi-a  loro  ;  Ve  on 
fàtt  che   ha   àlontànaa   me  pàder   dal 


me-  lilo  =  è  un  avvenimento  che  alienò 
mio  padre  da  mio  zio. 
àlòra,  ave.  =  allora. 

1)  In  quel  tempo  ;  àlòra  se  podena. 
àdèss  nò   =   allora  si  poteva,  oi'a  no. 

2)  Raccontando,  per  il  passato  e  per 
il  futuro,  anche  il  presento  ;  alòra  mi 
glie  disi  se  el  veur  regni  in  del  me 
studi  =  allora  io  gli  dico  so  vuol  ve- 
nire nel  mio  stadio. 

3  Por  questa  ragione  e  per  conse- 
guenza di  questo;  se  te  mei  dlset  ti, 
àlòra  parli  pil  =  se  me  lo  dici  tu,  al- 
lora non  fiato  più. 

4)  Elitt.  àlòra  !  =  L'ha  ditt  el  dotar  che 
ci  vègnarà  domdn.  -  Alòra  .'  =  il  dottoi'e 
ha  detto  che  verrà  domani.  -  Allora  ! 
(allora  ò  inutile  che  venga). 

5)  àlòra  si  che....  =  allora  sì  che.... 
Allora  fu  o  sarà  che....;  àlòra  si  che 
me  inrablsi  debòn  =  allora  si  che  mi 
arrabbio  davvero. 

6)  de  àlòra  =  d'allora ,  di  quel  tempo  ; 
ài  discòrs  de  àlòra  pensèmegh  j}ù  =  ai 
discorsi  d'allora  non  pensiamoci  più. 

7)  D'allora.  In  quel  momento  o  poco 
prima  ;  l'èra  vegniiii  àlòra  =  era  ve- 
nuto d'allora. 

8)  de  chi  e  alòra  .=  di  qui  allora.  Da 
oggi  a  quel  tempo.  Si  sincopa  anche  in 
de  chi  e  lòra  ;  de  chi  elòra  ghe  pensa 
rèmm  =  di    qui    allora   ci   penseremo 

9)  adèss  per  àlòra  =  ora  por  allora 
0]"a  per  quando  sarà  il  caso  ;   re  àvisi 
àdèss  per  àlòra;  a  S.  Michee  bisogna 
paga   =  v'  avverto    ora   per   allora  ;    a 
S.  Michele  bisogna  pagare.  , 

àlòro,  *  lo  stesso  che  làoi',  s.  m.  =  al- 
loro. Si  usa  quando  se  ne  fanno  corone 
di  onore  ;  ona  corona  d' àlòro  =  una 
corona  d'alloro. 

ili]),  s.  m.  =  alpe. 

1)  Montagna  altissima. 
2j  Nome  di  quei  pianori  rivestiti  d 
folte  erbe  sostanziose  e  fragranti ,  pò 
cui  uomini  di  alpe  conducono  d'ostat< 
le  mandre  al  pascolo  e  donde ,  scen, 
dono  in  autunno. 

3)  Stalla  con  cascina  sui  monti  a  ri 
coverò  di  pastori  e  di  armenti. 

àlpà,  àlpeg-ià,  v.  att.  =   alpeggiare.  Te 

nere  sugli  alpi  le  mandre. 

1)  fig.  Starsene  scioperatamente. 
àlpadòr,  s.  m.  =  alpigiano ,  mandriano: 

])ersona  a  cui  sono  affidate   le  mandre 

e  i  pascoli  alpini. 


aljj 


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alt 


àlpèe,  s.  m.  =  uomo   d'alpe:  alpigiano. 
alpesèll  e  àlpètt,  s.  m.  dim.  di  àlp,  = 

alpicello.  Piccolo  pascolo  montano. 
àlpin,  *  agg.  =  alpino. 

1)  Che  è  delle  Alpi  ;  fior  àlpin  =  fiore 
alpino.- 

2)  i  àlpitt  =  gli  alpini  :  quei  soldati 
del  nostro  esercito  che  sono  addetti 
specialmente  alla  difesa  delle  Alpi. 

alpinismo,  *  s.  m.  =  alpinismo  :  il  di- 
letto, lo  studio,  la  passione  di  salire  le 
alte  montagne. 

alpinista,  s.  m.  =  alpinista:  chi  per  di- 
letto, per  passione,  per  studio  va  sulle 
Alpi,  0  visita  le  piìi  alte  montagne. 

àls,  s.  m.  =  alzo. 

1)  Cuoio  che  mettesi  nella  forma  per 
gonfiare  più  o  meno  il  tomaio  al  collo 
del  piede  della  scarpa. 

2)  Zeppa.  Pezzo  di  legno  o  d'altro 
che  si  pone  sotto  l'armadio,  cassettone 
e  sim.  per  alzarli  e  tenerli  ritti. 

àlsà,  V.  att.  =  alzare,  accrescere  l'altezza 
di  una  cosa,  la  sua  dimensione  dal 
basso  all'alto  ;  àlèt  on  mUr,  dna  cà  = 
alzare  un  mui'o,  una  casa. 

1)  àlsà  el  gòmbet  =  alzare  il  gomito: 
Eccedere  nel  bere 

2)  àU(L  la  vos  =  alzar  la  voce.  Par- 
lai- più  forte  per  essere  meglio  intesi, 
0  riscaldandosi  nel  disputare. 

3)  àlM  i  prHi  =  alzare  i  prezzi  : 
crescerli. 

4)  alsà  sic  =  solleva,re,  sorreggere  ; 
àlm  sii,  per  piàsè^  el  eoèrc  del  taolin  = 
sorreggi ,  por  favore ,  il  coperchio  del 
tavolo  da   lavoro. 

àlsàda,  s.  f.=  alzata. 

1)  L'altezza  della  scala  e  dello  ^sca- 
lino. 

2)  Bietta.  Quel  pezzo  di  panno  che 
si  cuce  noi  calzoni  fra  i  diotri  e  la  serra. 

3)  àUfida  d'ingègn  =  alzata  d' inge- 
gno: mozzo  ingegnoso,  trovato  lì  perii 
per  uscire  da  un  impiccio  o  per  qua- 
lunque altro  fine  che  non  apparisca. 

4)  dà  fàlstlda  à  on  u§s,  à  on'dnta  = 
mettere  o.dare  leva  a  un  uscio,  aun'im- 
posta^  sollevarli  colla  leva. 

•  .^}dà  V-.àlètlda  =  cavar  i  calcetti  : 
■  tirar.. su,  le  calze  a  uno.  Figurat,:' levare 
ad  arte  di  bocca  ciò  che  uno  non  Ter- 
rebbe dire. 

6)  Alzata.  Fruttiera,  piatto  con  piede 

da  porro  in  tavola  con   frutta  o  dolci. 

àlsàmàntcs,  s.  m.   -   alzamantici  :   con- 


gegno, a  destra. della  tastiera  di  un  or- 
gano, col  quale  l'organista  avvisa  il  ti- 
ramantici  che  dia  fiato  alle  canne. 

àlsàpe,  àlsàpee,  s.  m.  =  saliscendi  :  lama 
mobile  di  ferro  o  bietta  di  legno  che 
serra  usci  o  finestre  o  altro.  Quello  delle 
finestre  chiamasi  anche  spàg-nóléta. 

àlsèta,  s.  f.  =  sessitura,  basta  :  ripiega- 
tui'a  orizzontale  della  sottana ,  o  dei 
grembiuli  o  d'altro,  che  vi  si  cuce  per 
accorciarli  od  allungarli  all'  uopo.  Si 
dice  anche  sàmbruca. 

alt,  agg.  =  alto,  eminente,  elevato. 

1)  Che  ha  un'altezza  di...  dna  cà  ttUa 
vini  meter  =  una  casa  alta  venti  metri  ; 
d^lt  dna  spana  =  alto  una  spanna  :  alto 
come  un  soldo  di  cacio ,  di  caviale. 
Detto  della  statura  di  una  persona. 

2)  Alto,  senza  determinare  contrario 
di  basso. 

Q)ù.cqua  Mia  =  acqua  fonda. 

4)  stane  tilt  •=  stanze'  alte  ,  sfogate  ; 
che  hanno  il  soffitto  molto  elevato  dal 
pavimento. 

5)  ècàrp  tilt  =  scarpe  accollate  :  che 
coprono  il  collo  del  piede. 

6)  Di  paese.  La  parte  più  elevata; 
l'tilta  Briànsa  =  l'alta  Brianza  ;  Ber- 
gom  tblta  =  Bergamo  alta. 

7)  tllto  mar  =  alto  mare:  molto  lon- 
tano dalla  spiaggia. 

8)  Di  panni,  di-appi>  tessuti ,  indica 
la  larghezza  del  telo  ;  on  pànn  "alt  on 
meter  =  un  panno  alto  un  metro. 

..9)  à  vos  tllta  =  a  voce  alta,  a  alta 
voce  :  forte  ;  contrario  di  piano,  sotto- 
voce. 

10)  càrnoaa  o  càrnevàl  alt  =  car- 
novale alto,  cioè  lungo,  che  inoltra  nel- 
l'anno :  contrario  di  càrnoaa  bàss  =• 
carnevale  basso,  breve. 

11)  ntìmer  alt  =  numero  alto:  di  nu- 
meri estratti  a  sorte,  uno  dei  maggiori 
tra  gli  imborsati. 

12)  àndd  à  tèsta  tllta  =  andare  a  fronte, 
a  te^5ta  alta  :  col  coraggio  che  viene  da 
una  coscienza  sicura. 

1  ;■{)  tilt  e  bàss  =  alti  e  bassi  :  alter- 
nati va  di  miglioramenti  e  di  peggiora- 
menti negli  ammalati. 

14)  in  alt  =  alto  ;  dndà  in  alt  =  an- 
dare alto:  innalzarsi.  Locux.  avverb. 
alt,  sost.  =  alto:   fermata,    il   fermarsi. 
Detto  propriamente  di  soldati  in  marcia. 

1)  alt!  a  modo  di  interiezione  =  alto 
là  :  voce  militare    con    cui  si  comanda 


alt 


-  24  - 


alt 


ai  soldati  di  fermarsi.  Per  estensione 
si  dice  alt  ogni  volta  clie  si  vuole  che 
uno  cessi  di  fare  ciò  che  sta  facendo. 

altaléna,  s.  f.  =  altalena:  tavola  sospesa 
sulla  quale  due  siedono  ai  duo  capi 
alzandosi  e  abbassandosi  a  vicenda. 

àltàuèll,  s.  m.  =  rete  da  beccacce  :  ha 
maglie  larghe. 

aitar,  s.  m.  altare  :  tavola  nelle  chiese 
cristiane  sulla  quale  i  sacerdoti  dicono 
la  messa  o  fanno  le  altre  funzioni  sacre. 

1)  aitar  màgio)'  =  altare  maggiore  : 
quello  collocato  generalmente  in  cima 
alla  navata  principale. 

2)  àndà  a  l'àlthr  =  andare  all'altare. 
Si  dico  di  sposi. 

3)  mett  sii  l'àltàr  =  mettere  sull'al- 
tare 0  sugli  altari  :  lodare  in  modo  su- 
perlativo una  persona  o  un'opera  d'in- 
gegno. 

àliàrìn,  s.  m.  dim.  di  àltàr  =  altarino: 
piccolo  altare. 

1)  fa  r àliàrìn  =  far  gli  altarini.  Si 
dice  dei  bambini  che  imitano  le  fun- 
zioni in  Chiesa. 

2)  squajà  0  deSquàtà  i  àltàritt  = 
scoprire  gli  altarini,  gli  altari;  scoprire 
un  embrice:  scoprire  i  fini  segreti ,  le 
azioni  che  altri  sperava  di  tener  ce- 
late. 

altèa  e  un  po'  più  volgarm.  àltSJa,  s.  f.  = 
altea:  pianta  medicinale;  althea  offici- 
nalis;  pàstili^  siròpp  d'altèa  =  pastic- 
che, siroppo  d'altea. 

alter,  agg.  =  altro:  correlativo  a  viin  = 
uno  ;  viin  el  rà,  l'alter  el  vèn  =  uno 
va,  l'altro  viene  ;  i  alter  =  gli  altri, 
tutti  gli  altri.  Qualche  volta  il  correla- 
tivo si  tralascia  come  sottinteso  ;  dànim 
011  tilter  bicièr  de  vin  =■  dammi  un 
altro  bicchier  di  vino. 

1)  Nel  distinguere  e  nel  contrapporre  ; 
ona  man  lava  l'altra  =  una  mano  lava 
l'altra. 

2)  di  cosa  nuova  che  succede  o  s'ag- 
giunge ;  on  altra  fcyrtUna  =  una  nuova 
fortuna. 

3)  l'alter  di  =  l'altro  giorno,  uno  dei 
precedenti  e  non  lontano,  ma  indeter- 
minato. 

4)  st'àltr'ànn  =  quest'altr'anno.  L'anno 
venturo  ;  on'  alter  di,  on'àltra  vòlta  = 
un  altro  giorno ,  un'altra  volta.  Si  in- 
tonde di  tempo  futuro,  ma  indeterminato. 

5)  dna  vòlta  ò  l'altra  =  prima  o  poi. 
In  tempo  non  lungo  e  non  determinato. 


6)  no  àvègh  alter  che...  =  non  aver 
altro  che....  Aver  quella  cosa  sola. 

7)  Diverso  ;  l'è  mi'àltra  ròba  =  ò 
un'altra  cosa. 

8)  Maggiore  e  migliore  ;  /'  è  tòrnan 
indree  on  àltr'òmm  =  ritornò  un  al- 
tr'uomo. 

9)  Identità.  Somiglianza  ;  Mildn  l'è 
on  alter  Paris  =  Milano  è  un'altra  Pa- 
rigi. 

10)  l'alter  mond  =  l'altro  mondo:  il 
mondo  di  là  ;  àndd  à  l'alter  mond  = 
andare  all'altro  mondo:  morire. 

11)  Nel  notare  una  cosa,  accennando 
ad  altre  che  si  tralasciano  ;  tra  i  alter 
ròbb  l'è  anca  ghenbb  =  tra  lo  altre  cose 
è  anche  gobbo, 

alter,  s.  m.  =  altro,  altra  cosa  ;  nd  disi 
alter  =  non  dico  altro. 

1)  quéi  coéé  d'alter  =  qual  cos'altro: 
qualche  cosa  di  più. 

2)  Cosa  diversa  ;  g'hdo  alter  per  el 
eoo  =  ho  altro  per  il  capo. 

3)  tUtt' alter  =  tutt' altro  :  all'opposto, 
qualunque  altra  cosa. 

4)  quèét  e  alter  =  questo  e  altro  :  più 
e  peggio. 

5)  no  gh' è  alter  =  non  c'è  altro: 
non  c'è  altra  via,  altro  scampo,  altro 
mezzo. 

6)  alter  che  =  altro  che,  altro  :  non 
solo  quel  che  si  concede  o  si  domanda, 
ma  assai  più. 

7)  alter  che  =  altro  che  ,  fuorché  ; 
no  fan  alter  che  parla  mài  del  prdéim  - 
non  fanno  altro  che  parlar  male  del 
prossimo. 

8)  no  ocòr  alter  e  n'ocòr  alter  =  non 
occorre  altro  :  sta  bene,  siamo  intesi. 

9)  se  non  alter  =  se  non  altro  :  a 
peggio  andai-e,  per  lo  meno. 

10)  ghe  veUr  alter  =  ci  vuol  altro  : 
di  mezzi  che  sono  insufficienti. 

11)  fio  vHj  sàvèghen  d'alter  =  non 
ve'  saperne  altro.  Di  cosa  :  smetterne 
affatto  il  pensiero  ;  di  persona  :  non 
volerci  più  trattare,  ne  averci  che  fare. 

12)  ée  no  te  g'het  alter  =  se  non  hai 
altri  moccoli  :  se  non  hai  altri  moccoli 
puoi  andare  a  letto  al  buio  :  se  non 
hai  altri  mezzi,  e  altra  abilità  non  ar- 
riverai mai  ad  ottenere  quanto  desideri. 

alter,  s.  m.  =  altro:  altra  porsona  ;  tra 
viin  e  l'alter  soo  no  quaa  scemi  =  fra 
l'uno  e  l'altro  non  so  quale  scegliere. 
1)  pari  on  alter  =  parere  un  altro. 


alt 


-  25  - 


ama 


2)  i  alter  =  gli  altri  :  tutte  le  altre 
persone. 

3)  ghe  n'è  minga  on  alter  =  non  c'è 
altri.  Di  persone  in  cui  è  riposta  tutta 
la  nostra  fiducia. 

4)  niéùn  d'alter  =  non  altri  che;  el 
po'  vèéè  niéàn  d'alter  che  Hi  =  non  può 
essere  altri  che  lui. 

5)  di  alter  =  altrui,  di  altvi  :  che  ap- 
partiene ad  altri  ;  quèll  di  alter  -  l'al- 
tnii. 

6)  V allei'  dì  =  l'altr'ieri  :  alcuni  giorni 
indietro. 

aiterà)  *  v.  alt.  =  alterare  :  mutare  la 
natura,  la  qualità,  l'aspetto  di  una  cosa 
affino  di  indurre  altri  in  orrore  ;  allerti 
là  vòs  =  alterare  la  voce,  por  farci  cre- 
dere un  altro  ;  paì-t.  pass,  àlteraa  = 
alterato. 

àlteràss,  v.  rifl.  =  alterarsi  :  andare  in 
collera  ;  part.  pass,  àlteraa  =  alterato: 
chi  ò  in  collera  e  lo  dimostra  agli  atti 
esteriori. 

altèrna,  v.  att.  =  alternare,  avvicendare: 
fare  duo  cose  una  dopo  l'altra  più  volto 
e  sempre  nello  stesso  ordine ,  special- 
mente delle  culture. 

àltertànt,  o  àltretànt,*  agg.  correi.  =  al- 
trettanto: in  quantità  o  misura  uguale 
a  quantità  o  misura  indicata  prima. 

1)  In  forza  d'avv.  Ne  più  ne  meno, 
del  pari;  on  pàder  el  fàrta  àltertdnt  = 
un  padre  farebbe  altrettanto. 

2)  Ricambiando  un  augm-io  che  altri 
ci  faccia  ;  bon  àpetitt  !  -  Alteì'tànt  =  buon 
apoti to  !  -  Altrettanto. 

àltèsa,  s.  f.  =  altezza.  Quella  fra  le  di- 
mensioni di  un  corpo  che  si  misura  dal 
vertice  alla  base  ;  l'àltèàa  d'on  miir  = 

I  l'altezza  di  un  muro. 
1)  Altezza .    Larghezza    di    panno , 
drappo,  e  sim. 
2)  Telo.  Pezzo  di  tela  o  altro  che  cu- 
cito con  altri  compone  vestito,  lenzuolo, 
e  sim. 
3)  Alzata.  La  proiezione  verticale  di 
un  solido. 
àltipiàn,  *   s.  m.  =  altipiano.  T.  geogr. 
Tratto  di  paese  piano,  molto  elevato  sul 
livello  del  mare. 
àltìsìiu,*i'fl^(7.'=  altissimo.  Superi,  di  alto. 

1)  l'Alttéim  =  l'altissimo,  Dio. 
àltrér  (1')  avv.  =  ieri  1'  altro  :  il  giorno 

avanti  ieri. 
àltretànt.  Vedi  altertant. 
altura,*  s.  f.  =  altura  :  luogo  alto,  collina. 


àliicinàsión,  *  s.  f.  ==  allucinazione  :  ef- 
fetto 0  stato  dell' essere  allucinati ,  per 
cui  una  persona  non  vede  più  retta- 
mente. 

àliimfni,  *  s.  f.  =  alluminio:  metallo 
bianco,  malleabile,  leggiero.  Somiglia 
all'argento. 

aliislón, *  s.  m.  =  allusione:  l'alludere, 
la  cosa  che  allude  ;  in  del  diécòrs  d'iér 
aera  i  àliisión  éren  fina  tròpp  eidr  = 
nel  discorso  di  ieri  sera  le  allusioni 
erano  anche  troppo  evidenti. 

àlveàr,  s.  m.  =  alveare,  arnia  :  specie  di 
cassetta  dove  stanno  le  api  a  fare  il 
miele. 

àmà,  V.  att.  =  amare ,  avere ,  portare 
amore  :  di  persone  si  dice  più  comu- 
nemente =  vorè  ben. 

àmàbll,  agg.  =  amabile. 

1)  Di  persona  che  col  suo  modo  sap- 
pia cattivarsi  l'animo  altrui. 

2)  Di  vino,  0  d'altra  bevanda  spiri- 
tosa che  pende  al  dolce. 

àmàbilitaa,  *  s.  f.  =  amabilità  :  nome 
astratto  di  àmàbil. 

àmdàor,  s.  m.  =  amatore:  chi  si  diletta 
particolarmente  di  un'arte,  se  ne  in- 
tende, compera,  fa  collezione,  ecc.  ; 
amadòr  de  antichitda  =  amatore  di  an- 
ticaglie. 

àmàèstrà,  v.  att.  =  ammaestrare  :  detto 
di  animali  :  addestrarli  a  certi  esercizii 
non  conformi  ai  loro  abiti  naturali 
per  servizio  di  spettacolo  e  spasso. 

1)  Addomesticare,  render  domestico. 
Si  dice  di  bestie  selvatiche. 

àmàlaa,  paì-t.  pass,  di  àmalàss  =  am- 
malato, malato  ;  àndà  giti  àmàlaa  =  ca- 
scare malato. 

1)  traés  àmàlaa  =  fingersi  malato. 

2)  vèéé  àmàlaa  =  essere  ammalato. 
àinàlàss,   v.    rifl.    «   ammalare,    amma- 

lai'si . 

1)  Si  dice  specialmente  delle  donne 
gestanti,  quando  giunge  il  momento  io 
cui  partoriscono. 

àmàlgràmà,  *  v.  att.  =  amalgamare.  Fare 
l'amalgama. 

1)  Fig.  Di  due  0  più  persone  cho 
vadano  perfettamente  d'accordo. 

amante,  *  agg.  =  amante  :  che  ha  incli- 
nazione, affetto  per  una  cosa  ;  Ve  tròpp 
amante  del  gièugh  =  è  troppo  amante 
del  giuoco. 

amar,  sost.  =  amaro  :  sapore  di  alcune 
sostanze  ;  l'amar  di  gàndoll  de  ])?r.iirh 


ama 


—  26  — 


amb 


l'c  V7iiìf/a  dlsgilitòs  =  l'amaro  dei  noc- 
cioli delle  pesche  noa  è  disgustoso. 

àmàr^  agg.  =  amaro  :  di  sapore  o  di  so- 
stanze che  hanno  questo  sapore.  . 

1)  boea  amara  =  bocca  amara  :  quel 
senso  di  amaro  che  rimane  in  bocca 
per  cattiva  digestione,  o  per  cosa  che 
abbia  cagionato    dispetto  o  rammarico. 

àmàrànt,  sost.  =  amaranto. 

1)  Colore  del  fior  d' amaranto  :  rosso 
cupo. 

2)  Amarantoidi,  Perpetuini:  pianta 
annua. 

3)  Zolfino,  Semprevivo.  Pianta  pe- 
renne dei  cui  fiori^  gialli  si  fanno  ghir- 
lande mortuarie.  È  V Immortelle  jtune 
dei  Francesi. 

àmaregrià;  v.  att.  =  amareggiare;  rendere 
amaro,  cagionare  amarezza.  L'usa  solo 
nel  signif.  figur. 

àinàrcgiàss,  v.  rifl.  =  amareggiarsi  :  piìi 
che  affliggersi. 

amàrèsa;  s.  f.  =  amarezza:  astratto  di 
amaro  ;  V  àmàrèsa  de  V  àloè  V  è  tremènda 
=  l'amarezza  dell'aloe  ò  tremenda. 

àiuàrètt,  s.  m,  =  amaretto,  amarìno  :  sorta 
di  paste  dolci  .  con  mandorle  amare  ; 
*■  àmàrètt  de  Sàrònn  =  gli  amaretti  di 
Saronno.  Specie  di  amaretti  assai  in 
grido  tra  noi. 

àinàriii,  sost.  =  amarino  ;  el  glia  on  à- 
marìn  simpàtich  =  ha  un  amariao  pia- 
cevole. 

àmàsone^  *  s.  f.  -  ammazzone  :  donna 
d'aspetto  e  modi  virili. 

Ij  Donna  che  va  a  cavallo  col  ve- 
stito d'amazzone. 

àmàtista;  *  s.  f.  =  amatista  :  sorta  di 
pietra  preziosa,  ormai  però  non  tenuta 
più;  in  troppo  conto. 

amba;  v.  att.  =  socchiudere,  rabbattere, 
accostare  :  parlando  speciabncnte  di  fi- 
nestra. 

àmbaa,  agg.  =  inclinato,  obliquo. 

1)  Di  imposto,  0  specialmente  di,  fi- 
nestre. Socchiuso,  accostato. 

àmbàsciàda,  s.  f.  =  ambasciata  :  F  ufficio 
d'  ambasciatore;    1'  ambasciatore    colle 
persone  che  gli  sono  addotte  ;  il  palazzo 
^  e  la  cancelleria  dell'ambasciata. 

àmbàsciàddr,  ""  s.  m.  =  ambasciatore. 

1)  Persona  che'  porta  e  fa  l'amba- 
ciata;    àmbàsQÌàddr   no  porta   pena  = 

•ambasciatore  non  porta  pena. 

2)  Agente   diplomatico. 
àmbàsciàtrìcp,  *  s.  f.  =  ambasciatrice: 


la  moglie  dell' ambasciatore.    Più   voi 
garm.  àmbàsciàtris. 

àmbi;  V-  att.  =  ambire:  desiderare  cosa 
che  risvegli  la  nostra  ambizione.  In 
mil.  si  usa  più  spesso  in  senso  nega- 
tivo ;  àmblii  nò  de  deventà  càvàliér  = 
non  ambisco  di  diventar  cavaliere. 

àmbiéut,  *  s.  m.  =  ambiente  :  il  luogo  e 
il  complesso  delle  cose  in  mezzo  alle 
quali  viviamo. 

àmbisión,  *  s.  f.  =  ambizione:  senti- 
mento per  cui  uno  è  mosso  a  deside- 
rare tutto  ciò  che  distingue  l'uomo  e 
lo  m«tte  al  disopra  degli  altri. 

1)  Desiderio  che  abbia  per  movente 
questo  sentimento. 

2)  lu  ispecie  di  donne  e  bambini  si 
dice  :  g'hCin  àmhisiòn  quando  mettono 
troppa  cura  nel  vestirsi. 

ìimbisioiièta,  s.  f.  dim.  di  àmbisidn  = 
ambizioncella,  ambizioncina. 

àmbisiòs,  *  agg.  sost.  =  ambizioso  :  che 
ha  ambizione  e  opera  secondo  questo 
sentimento. 

àmbisiosàsc,  *  agg.  pegg.  di  àmbisiòs 
=  ambiziosaccio. 

àmbisiosin,  *  agg,  dim.  di  ambiziosetto 
ambiziosino. 

ambo,  s.  m.  =  ambo  :  nel  giuoco  del 
lotto,  due  numeri  di  cui  si  gioca  che 
si  troveranno  fra  i  cinque  estratti. 

ambra,  *  s.  f.  =  ambra  :  sostanza  resi- 
nosa, giallastra,  che  si  lavora. 

1)  et  jìdr  cimbra  =  pare  ambra.  Si 
dice  dell'olio  e  del  vino  bianco  che 
abbia  limpidezza  trasparente. 

Ambroèus,  s,  m.  =  Ambrogio  :  nome 
proprio  di  persona. 

1)  bev  in  là  tàsa  de  SanV  Ambroèus 
=    bere    di    grosso  :   bersi   con    facilità 

,  tutto  che  ci  vien  detto. 

2)  òmm  de  qilij  de  sant'  Ambroèus 
=  uomo  del  popolo  di  Sant'Ambrogio; 
di  antica  lealtà. 

àmbrosiàii ,  agg.  =  ambrosiano  ;  rito 
àmbrosidii  =  rito  ambrosiano  :  chiesa 
milanese. 

1)  sost.,  Ve  on  bòn  àmbrosidn  =  ò 
un  buon  ambrosiano.  Si  dice  di  citta- 
dino milfinese  di  costumi  semplici,  di 
carattere  buono  e  gioviale. 

àmbrótola,  s.  f.  =  bacherozzolo  :  baco 
di  terra  che  serve  a  inescar  L'anvo.-';, 

àmbiilànsa,  s.  f.  =  ambulanza  :,  qqu^i. 
plesso  di  cose  e  persone  che  seguono 
gli  eserciti  por  la  cura  dei  feriti. 


ainb 


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ami 


1)   Jjuogo    dove   pai'CL'clii    medici   si 
raduaaiio  per    lucdioaro,  gi-atuitaincntc 
0    no,    gli    ammalati   di   malattie   spe- 
ciali. 
suubulànt  =  ambulaute. 

1)  agg.,  eaddvcr  àmbìllùnt  =  cada- 
vere ambulante:  persona  rifinita,  spa- 
ruta. 

2)  bibliotèca  ambiUànt  =  biblioteca 
ambulante:  uomo   dottissimo. 

àmedjpiù  comunem.  àmìd*  =  amido:  so- 
stanza che  si  ricava  dal  grano  e  altri 
farinacei  e  serve  specialmente  per  dar 
la  salda  alla  biancheria. 

1)  dà  ramici  =  dar  l'amido,  inami- 
dare, insaldare  :  tuffare  la  biancheria 
in  acqua,  dove  sia  sciolto  dell'amido, 
prima  di  stirare. 

2)  càmisa  coni  l'àmid  =  camicia 
coir  amido,  insaldata. 

{ìmen  !  inter.  =  ammen,  amen .  Voce 
ebraica  che  vale:  cosi  sia.  Dinota  ap- 
provazione e  soddisfazione  ;  spesso  an- 
che rassegnazione. 
America,  s.  f.  =  America  :  una  delle  parti 
del  mondo. 

1)  l'ha   troaa    l'America  =  ha   tro- 
vato l'America:  di  chi  ha  saputo  tro- 
vare   il    modo    di    far  fortuna  e   lauti 
guadagui. 
simètt,  *  V.  att.  =  ammettere  :   dar  licenza 
di  entrare   in   uu   luogo,  o  di  presen- 
tarsi a  qualcuno  di  riguardo  ;  amètt  in 
Icusa  =  ammettere  in  casa. 
1)  Eicovore  a  parto   di    una  compa- 
gnia 0  società  chi  ne  faccia  richiesta  e 
generalmente  con  voto  dei  soci. 
2)  Dichiarare    abile,  idoneo,  capace. 
B)  Menar  buono,  acconsentire,  appro- 
vare, permettere.  -,.,**.  fi 
àmiàut,  s.  m.  =  amianto  ;   soistanza  mi- 
nerale che  si  può  filare   o  Tarnó  carta, 
e  tessuti  incombustibili.         ,.  ,. 
simicisia,  *  s.  f.   =  amicizia  :  bepcyolcn- 
za  scambievole  tra   persone  cho'si  co- 
noscono   da    qualche   tempo    e  che  si 
trattano  come  uguali. 

1)  àvègh  Olia  ìunicìsia  =  avere  un'a- 
micizia. Con  persona  di  sesso  diverso 
si  intende  di  relazione  illecita. 

2)  per  àmieìsia  =  por  amicizia.  Per 
rendere  un  servizio  e  non  per  fine  di 
guadagno. 

3)  in  àniictsia' =  in  amicizia:  colla 
liljertà  0 confidenza  clie  si  usa  fra  amici. 

4)  ptiti  ciliari  àmieìsia  lunga  =  amici 


cari,  ma  patti  chiari  e  la  borsa  del 
pai'i. 

àmicisim,  *  agg.  superi,  di  àmis  =  ami- 
cissimo.   Si  dice   più  coni,   àmsisim. 

àmiclièvol,  agg.  Nella  locuzione  avver- 
biale ala  àmiclièvol  =  all'amichevole: 
di  buon  accordo  e  senza  guastar  l'a- 
micizia. 

àmiuistrà,  *  v.  att.  =  amministrare  : 
attendere  con  facoltà  e  norme  determi- 
nato ad  affari  di  cui  nel  complemento 
si  indica  la  natura  e  l'oggetto;  à mi- 
nistra ben  ,  mài  =  amministrar  bene, 
male. 

simiiiistràdór,  *  s.  m.  =  amministratore: 
chi  amministra. 

juninistràsiòii,  *  s.  f.  =  amministrazione. 

1)  L'atto  continuo  dell'amministrare. 

2)  L'autorità  che  amministra,  o  la 
persona  investita  dell'amministrazione, 
0  il  luogo  dove  sono  gli  uffici  d'ammi- 
nistrazione. 

àministràtìv,  *  agg.  =  amministrativo: 
che  appartiene  all'amministrazioue. 

àmirà)  *  ».  att.  =  ammirare  :  avere,  pro- 
vare, sentire  ammirazione. 

àmirabil,  *  agg.  =  ammirabile  :  degno 
di  ammirazione. 

àmiràli,  *  s.  m.  =  ammiraglio  :  grado 
nella  marina  militare. 

àmiràsion,  *  s,  f.  =  ammirazione  :  sen- 
timento che  si  prova  nel  sentire  p  nel 
vedere  cose  di  straordinaria  eccellenza. 
1)  vèss  l'àmiràsion  de  tiice  =  essere 
l'ammirazione  di  tutti:  di  persona  o 
cosa  che.  dest^  grande  ammirazione. 

àmis,  s.  m.  =.  .antico  :  persona  legata  da 
amicizia.  ij 

1)  fa  l'àmis  =  far  l'amico  :  far  di- 
mostrazione d'^Uiicizia  non  sincera. 

2)  fàss  Oli  àmls  =  farsi  un  amico  : 
amicarsi  q^ualcuno,  acquistar  l'ainicizia 
di  uno  col  rendergli  qualche  servigio. 

B)  pòrci  on  àmis  =  perdere  un  amico: 
perdere  l'amicizia  di  qualcuno. 

4)  àmlì  de  fèeil  =  amico  d'infanzia: 
che  si  conosce  fino  dall'infanzia. 
.^,  ó)  ,àmis  de  cà  =  ainico  di  casa  :  che 
■  va  e  viene  a  tutte  le  ore  ed  è  sempre 
ricevuto  senza  cerimonie.. 

6)  àmì^-,del  LHa  =  amico  da  bonac- 
cia: sulla  cui  amicizia  poco  si  può  con- 
tare. 

7)  àmis  de  eàpèll  =  amico  da  star- 
nuti :  dal  quale  non  puoi  aspettarti  al- 
tro che  un   «  Salute  »  quando  starnuti. 


ami 


28  - 


ami 


8)  àmie  e  àmisa  =  amico  e  amica  : 
coli  articolo  determinativo,  parlando  di 
persone  di  sesso  diverso,  si  usa  invece 
di  amante. 

9)  vèéé  àmìs  =  essere  amico  :  detto 
di  cose:  averle  care;  éont  pòceh  àmìs 
del  cor  =  son  poco  amico  del  correre, 
mi  piace  poco  correre. 

10)  l'àmìs,  l'àmià  seiresa  =  l'amico 
Cerosa  :  di  persona  che  non  si  nomina, 
quando  altri  intenda  di  clii  vogliamo 
parlare. 

11)  de  àmìs  =  da  amico  :  da  persona 
e  come  persona  che  ci  vuol  bene. 

12)  àmìs  che  se  desgflsta  per  nàgdta 
=  amico  di  vetro. 

àmiscioéu,  s.  m.  =  amo.  Piccolo  stru- 
mento d'acciaio  da  pigliar  pesci,  unci- 
nato, con  punta  a  guisa  di  àncora. 

àmisìbil)  *  agg.  =  ammissibile  :  da  do- 
versi 0  potersi  ammettere. 

àmisidii)  *«./'.=  ammissione,  l'ammet- 
tere; fa  i  esàmm  d'àmiéiòn  =  fare  gli 
esami  d'ammissione. 

àmisón,  s.  m.  accresc.  di  àmia  =  ami- 
cone. Famigl.  grande  amico. 

àmitt,  s.  w.  =  amitto  e  ammitto  :  pan- 
nolino che  il  prete,  quando  dice  messa, 
si   mette  al  collo  prima  della  pianeta. 

àmm,  s.  m.  =  amo  :  lo  stesso  che  àmi- 
scioéU;  ma  può  essere  più  grande  e  a 
due  0  tre  uncini. 

amnistia,  s.  f.  =  amnistia:  atto  sovrano 
con  cui  si  abolisce  il   processo  penale. 

àmoliént,  s.  m.  =  ammolliente,  emol- 
liente: medicamento  atto  ad  ammollire 
0  a  raddolcire  il  male. 

àmolin,  s.  m.  =  ampolla,  orciolo  :  una 
delle  due  boccette,  una  per  l'olio  l'altra 
per  l'aceto,  che  si  tengono  nell'oliera 
o  ampolliera. 

1)  *■  àmoliit  =■  ampolliera,  oliera  e 
anche  ampolle. 

àmòniaca,  s.  f.  =  ammoniaca,  t.  chim. 
Alcali  di  un  odore  fortissimo. 

amor,  s.  m.  =  amore  :  sentimento  che  si 
prova  per  tutto  ciò  che  uno  apprende 
l)er  buono,  e  piglia  qualità  diùla  cosa 
che  ne  è  l'oggetto. 

1)  amor  di  Dìo  =  amore  verso  Dio. 

2)  Verso  persone  :  sentimento  che  ci 
porta  a  volere  il  loro  bene  o  ricercarne 
la  compagnia  ;  àm,òr  del  prdéim  =  amor 
del  prossimo. 

3)  amor  propi  =  amor  proprio  :  de- 
siderio dell'altrui   approvazione. 


4)  A'"erso  cose.  Desiderio  di  posse- 
derne, di  goderne, 

5)  Tra  persone  di  sosso  diverso. 
Sentimento  che  partecipa  dell'affetto  e 
dell'istinto  ;  amor  plàtónich  =  amor 
platonico.  Quello  in  cui  rimane  solo 
l'affetto  e  piglia  quasi  forma  di  culto. 
Per  estens.  si  dice  anche  degli  animali  : 
vdn  in  amor  =  entrano  in  amore.  Al 
tempo  dei  loro  accoppiamenti. 

6)  Amoreggiamento,  pratica  amorosa  ; 
l'è  el  primm^  et  segond  àvidr  =  è  il 
primo,  il  secondo,  amore  ;  se  s'hin  faa 
l'àmdr  trii  ami  prima  de  sposàss  =  a- 
moreggiarono  tre  anni  prima  di  spo- 
sarsi. 

7)  La  persona  o  la  cosa  che  è  l'og- 
getto dell'amore;  quèll  fiéu  l'è  el  me 
àmdr  =  quel  figliolo  è  il  mio  amoro. 
Di  cosa  eccellente  per  grazia  e  fini- 
tezza di  lavoro  ;  l'è  on  amor  =  è  un 
amore. 

8)  coni  amor  =  con  amore.  Avver- 
bial.  :  accuratamemte.  Colla  diligenza 
che  viene  dall'affetto  alla  cosa  che 
uno  fa. 

9)  per  amor  =  per  amore,  per  ca- 
gione ;  d'eétaa  dònni  nò  per  amor  del 
càld  =  d'estate  non  dormo  per  amore 
del  caldo. 

—  per  amor  =  spontaneamente,  senza 
esservi  costretti,  onde  il  motto  :  per 
amor  0  per  fórsa  =  per  amore  o  per  forza. 

—  -per  amor  di  Dio  =  per  grazia, 
per  carità. 

10)  vegli  amor  =  aver  amore  ;  aver 
cara  una  cosa,  farla  volentieri. 

11)  vèss  tiitt  amor  =  esser  tutto  amore. 
Voler  bene  e  dimosti'arlo. 

12)  fa  l'amor  =  fai"e  all'amore:  aver 
pratica  amorosa,  amoreggiare.  E  si  dice 
anche  dell'onesto  praticarsi  che  fanno 
i  fidanzati. 

IB)  fàgh  l'àmdr  à  queicòèé  =  faro 
all'amore  con  una  cosa  :  desiderarla 
vivamente. 

11)  ciàpà  amor  =  prendere  amoro 
a  una  cosa,  affezionarcisi. 

15)  perjHt  amor  =  perfetto  amore. 
Specie  di  rosolio. 

16)  l'amor  e  là  to§§  ée  pdden  minga 
seond  =  l'amore  e  la  tosse  non  si  può 
celare. 

17)  che  amor!  Ironie,  si  dice  di  chi 
ci  secca:  di  cose  a  cui  ci  applichiamo 
e  non  riescano  alla  prima. 


amo 


-  29  - 


anc 


àmoredèi,  nella  frase  gratis  e  amore- 

dèi  =  gratuitamente. 

àmorin,  s.  m.  =  amorino  :  figura  di 
bambino  che  rappresenta  l'amore. 

1)  Di  fanciullo  gentile;  l'è  on  àmo- 
rìn  =  è  un  amorino. 

àmoróS;  *  agg.  =  amoroso  :  che  esprime 
e  contiene  amore  ;  parali,  IHer^  ogiàd 
àmoros  =  parole,  lettere,  occhiate  amo- 
rose. Proprio  di  chi  fa  all'amore. 

1)  Che  ha  buon  cuore,  che  vuol 
molto  bene  e  lo  dimostra  a  fatti  o  a 
parole. 

2)  Amoroso.  Primo  attore  giovane 
nelle  compagnie  drammatiche. 

àmoròtt,  s.  m.  =  calenzuolo,  verdone. 
Loxia  Chloris.  Uccello  silvano. 

àmortisà;  v.  att.  =  ammortizzare  :  estin- 
guere un  debito  restituendo  il  capitale 
in  piccole  rate,  che  per  lo  più  si  pa- 
gano insieme  coi  frutti. 

àmpi,  s.  f.  =  afa.  Fig.  noia.  Vive  an- 
cora, ma  poco  usato. 

àmpi  de  vomit,  =  arco,  arcata  di  sto- 
maco :  atto  0  sforzo  di  vomitare  ;  avtgh 
i  àmpi  de  vdmit  =  far  arco  di  stomaco. 

àmplàmént,  avv.  =  apertamente,  schiet- 
tamente :  a  parole  di  scatola  ;  te  l'hoo 
ditt  àmplàmént  che  el  vii)  rnhiga  pel- 
ea =  te  l'ho  detto  apertamente  che  non 
lo  voglio  in  casa. 


àmpolòs,  *    agg. 


«    ampolloso,    gonfio. 
stil   àmpolòs  =  stile 


Solo    nel   figur. 

ampolloso, 
àmpràda,  s.  f.  =    pavimento   di   tavole, 

tavolato,  assito. 
àmptttasiòii;  *  s.  f.  =  amputazione  :  ope- 
razione dell'amputare. 
àuàda,  s.  f.  =  annata  :    il   corso   di   un 

anno. 
1)  Di  stagioni,  raccolta,  avvenimenti 

di  un  anno  ;  l'è  stàda  on'àndda  grama 

=  fu  un'annata  cattiva. 
ànàgràma,  *  s.  m.    =   anagi'amma,  alli- 

terazione. 

1)  Incontri  di  suoni  e  di  sillabe  affini. 

2)  Combinazione  di  sillabo  che  danno 
un  senso  differente  da  quello  che  ap- 
pare. Meglio  g-ioéugli  de  pàròll. 

àiiàlis*,  s.  f.  =  analisi.  Divisione  di  un 
tutto  nello  sue  parti,  a  fine  di  studiare 
separatamente  ognuna  di  questo  parti. 
1)  T.  chim.  Divisione  di  un  corpo 
noi  suoi  elementi  ;  l'ànàlis  del  vin,  del 
làtt.  0  sim.  =  l'analisi  del  vino,  del 
latte,  e  sim. 


ànàlisà,  *  v.  att.  =  analizzare,  fare  l'a- 
nalisi. 

ànàlitich,  *  agg.  =  analitico  :  che  pro- 
cede per  via  d'analisi;  l'è  on  romàne 
tròpp  ànalìtich  =  è  un  romanzo  troppo 
analitico. 

ànàlog'Ii,  agg.  =  analogo,  che  ha  analo- 
gia; che  manéra  de  rispoìid!  —  l'è 
anàloga  ài  tò  pària  =  che  modo  di 
rispondere  !  —  è  analogo  al  tuo  par- 
lare. 

analogia,  s.  f.  =  analogia  :  somiglianza 
tra  cose  sotto  altri  aspetti  diversi. 

ànanas,  s.  m.  =  ananasso  ;  aromalia 
ananas  :  pianta  che  fa  un  fratto  squisito. 

anarchia,  *  s.  f.  =  anarchia:  stato  di 
un  popolo  senza  governo. 

1)  Per  estenst.  l'anarchìa  in  fami- 
Ha  =  l'anarchia  in  famiglia. 

anàrchici!,  *  agg.  =  anarchico. 

1)  Che  conduce  all'anarchia. 

2)  Che  professa  dottrine  anarchiche. 
anatomia,  s.  f.  =  anatomia  :  descrizione 

0  scienza  che  descrive  la  struttura  in- 
terna dei  corpi  viventi. 

1)  fa  V  anatomia  =  anatomizzare  : 
mettere  allo  scoperto  le  parti  più  mi- 
nute e  riposte  di  un  corpo. 

2)  Autossia.  La  sezione  del  cadavere 
per  esaminare  le  alterazioni  prodotto 
dalla  malattia,  o  scoprire  le  causo  della 
morto. 

anca,  s.  f.  =  anca  :  la  parte  del  corpo 
umano,  che  risponde  all'articolazione 
superiore  della  coscia  collo  ossa  del 
bacino. 

1)  on'ànca  de  polàster,  de  càpon,  de 
polìn  =  un  anca  di  pollo,  di  cappone, 
di  tacchino  :  tutta  la  parto  carnosa  da 
quell'articolazione   in  giù. 

anca,  ànch,  eong.  =  anche,  anco,  ancora: 
particella  che  si  mette  affermando  d'una 
cosa  0  d'una  persona,  ciò  che  si  è  af- 
fermato 0  potrebbe  affermarsi  di  altre  ; 
ghe  s'era  anca  mi  =  c'ero  anch'io. 

1)  Oltre  a  ciò  :  bisogna  di  anca  = 
bisogna  anche  dire. 

2)  Nel  dare  una  seconda  risposta 
affermativa  :  pòdi  vegni  mi  ?  -  si  -  e  la- 
sia  ?  -  anca  =  posso  venir  io  ?  -  sì  -  e  la 
zia?  -  anche. 

3)  Al  principio  dì  una  frase  che 
suoni  rimprovero  :  tinca  ti  !  te  podèoet 
tàsè  !  =  anche  tu  !  potevi  tacere. 

4)  Talvolta  esprime  meraviglia  :  anca 
la  à  Mildn?  ■  anche  lei  a  Milano? 


aua 


30  - 


aud 


5)  Nel  significato  di  invece  :  la  corda 
là  par  fòria,  ma  là  podarìa  anca 
ròmpes  =  la  corda  pare  forte,  ma  po- 
trebbe anche  rompersi. 

àncàbèn  e  ànca'chè,  cong.  =  ancorché, 
tuttoché,  sebbene,  tuttoché,  quantunque. 

àucàmò  0  àiiiuó;  avv.  di  tempo.  =  an- 
cora. 

1)  Dinota  continuazione,  di  tempo 
presente:  pioéuv  àncàmo  =  piove  an- 
cora. Di  tempo  passato  :  icr  à  sfora 
pioveva  àncàmo  =  ieri  a  quest'ora  pio- 
veva ancora.  Di  tempo  futuro  :  chi  éà 
se  domàn  piovarà  àncàmo?  =  chi  sa 
se  domani  pioverà  ancora? 

2)  Dinota  ripetizione  ;  ghe  soni  staa 
dò  vòlt,  ghe  toimàroo  àncàmo  =  ci  sono 
stato  duo  volte,  ci  tornerò  ancora;  pì- 
chen  (incarnò  =  picchiano  daccapo. 

3)  minga  nàncàmo  =  ancora  no,  non 
ancora. 

4)  Dell'altro.  Di  cosa  che  s'aggiunge: 
glióo  mandaa  àncàmo  de  qiiéll  vin  = 
gli  ho  mandato  dell'altro  di  quel  vino. 

5)  Anche,  nel  significato  di  altro, 
dell'altro;  de  pan  e  de  vin  ghe  n'è  àn- 
càmo =  del  pane  e  del  vino  co  n'é 
anche. 

alleasi,  cong.  =  oltracciò,  inoltre;  Ve 
vegnilii  dò  vòlt  ancàsi  =  venne  inolti'e 
due  volte. 

àiichèii;  s.  m.  anchina  :  tessuto  di  color 
giallastro  che  ci  veniva  dalle  Indie  e 
che  ha  tolto  il  nome  da  Nankin,  città 
della  China. 

àiichéta,  s.  f.  dim.  di  anca.  Si  usa  spe- 
cialmente parlando  di  volatili. 

1  )  Lacchetta.  Coscia  o  anca  dei  qua- 
di-upedi. 

2)  tirtl  i  ànchètt  =  tirare  il  calzino, 
dare  i  tratti.  Modo  volg.  a  significar 
morire. 

ància,  s.  f.  =  ancia  ;  imboccatui-a  di  al- 
cuni strumenti  musicali,  come  il  cla- 
rino, l'oboe,  ecc. 

ànconéta,  s.  f.  =  scarabattolo  :  specie  di 
stipo  dove  a  guardia  di  cristalli  si  con- 
servano vasi,  ninnoli,  e  altre  cose  gentili. 
Si  dice  anche  scàpàràtt.  L'una  e  l'altra 
voce,  indicanti  oggetto  non  popolare, 
vanno  disusando. 

àncora,  s.  f.  =  àncora  :  arnese   di  ferro 
che,  calato  nel  mare  mediante  una  go- 
mena, e  aggrappandosi  al  fondo,  serve 
a  tener  forme  lo  navi. 
1)  àncora' de  sàlvem  =  àncora  di  sal- 


vezza :  quella  che  si  tiene  in  serbo  per 
qualche  straordinario  bisogno.  Fig.  di 
persona  o  di  cosa  a  cui  si  ricorra  in 
qualche  estremo  pericolo. 

2)  orològg  à  àncora  =  orologio  ad  àn- 
cora. 

àncora,  r.  att.  =  ancorare  :  fermar  la 
nave  gettando  l'ancora. 

àncoràss,  v.  rifl.  =  ancorarsi  :  della  navo 
che  è  fermata  gettando  l' àncora,  del 
capitano  che  la  ferma  e  di  quelli  che 
vi  si  trovano. 

àlida,  V.  att.  =  andare  :  muoversi  verso 
un  luogo,  da  un  luogo  :  essere  in  mo- 
vimento. Anche  in  mil.  sono  irregol. 
tutte  le  voci  del  singol.  e  lo  sono  tutte 
quelle  del  plur.  nel  pres.  dell'indie,  e 
del  cong. 

1)  Di  persone  e  di  coso.  Ha  tutti  gli 
usi,  i  modi  di  dire,  i  proverbi  del  cor- 
rispondendo ital.:  andare  è  comò  questo 
è  seguito  da  prepos.  {à,  coni,  in^  per). 
È  seguito  da  un  aggett.  in  forma  d'av- 
verbio: àndà  gheubb  =  andar  gobbo; 
àìidà  dritt  =  andar  diritto.  È  seguito 
da  un  avverbio:  àndil  àddsi,  fòrt  =  an- 
dare adagio,  forte;  àndà  avanti,  indree 
=  andare  avanti,  indietro.  E  seguito  da 
modi  avverbiali  composti:  amici  ài  pass  ^ 
à  dilii,  à  da  il,  à  tàstòn,  à  temp  =  an- 
dare al  passo,  a  due  a  duo,  a  tastoni, 
a  tempo... 

2)  Camminare  ;  àndà  pei'  i  quàràn- 
t'ànn  =  camminare  per  i  quarant'anni. 
esser  vicino  ai  quarant'anni  ;  àndà  ài 
sicÈr  =  camminare  sul  sicuro.  Far  qual- 
cosa colla   siciu'ezza  di  non   sbagliare, 

.  di  non  pregiudicarsi.  Di  animali  :  el 
cavali  el  va  ài  pass,  ài  tròtt,  ài  gà- 
lòpp  =  il  cavallo  cammina  di  passo,  di  \ 
trotto,  di  galoppo;  *  tisen  rdn  àddsi  = 
i  somari  camminano  adagio.  -  Di  ope- 
razioni :  àfdri  che  vàn  minga  ben  =  af-  ^ 
fari  che  camminano  adagio,  che  pro- 
grediscono poco.  Il  procedere  regolare 
0  no  di  operazioni:  là  ròba  là  va  de  so 
pè  =  la  cosa  cammina  pe'  suoi  piedi. 
E  anche  di  ragionamento,  discorso  :  l'è 
on  period  che  va  nò  =  è  un  periodo  che 
non  cammina. 

3)  Confarsi,  garbare  ;  convenirsi  di 
cosa  a  un'  altra  o  di  cosa  a  persona; 
quél  vin  chi  el  me  va  nò  =  questo  vino 
non  mi  si  confà.  Non  mi  garba. 

4)  fa  àndà  =  agitare.  Muovere  in  qua 
e  in  là  tornando  sempre  il  moto  .sopra 


and 


-  31  - 


aud 


sé  stesso;  fa  àndà  i  fàsolètt,  el  càpèll, 
ci  bàèlòn...  =  agitare  i  fazzoletti,  il  cap- 
pello, il  bastone... 

5  )  tòòVl  àndti  =  fare  un  abbuono,  un 
defalco  da  un  conto.  Si  dice  anche  fa 
on  sciint. 

6)  clòe  ghe  riè,  ghen  va  =  il  diavolo 
caca  sempre  sul  monte  groàso  ;  le  for- 
tune vanno  a  chi  ne  ha  meno  bisogno. 

7)  àndtl  in  cà  Busca  =  buscarle, 
prenderle;  prender  botte. 

8)  àndh  de  soràvm  =  dar  fuori,  tra- 
boccare. L'uscir  dal  recipiente  di  un 
liquido  che  bolle  troppo  e  non  è  ben 
custodito. 

9)  àndt  dènter  =  addentrarsi,  en- 
trare. Anche,   andare  in  prigione. 

10)  e  rà  che  te  va  =  e  vai  e  vai. 
Usato  specialmente  da  chi  racconta  fiabe 
ili  bambini. 

11)  fàla  àttdà  =  scialarla;  tener  gran 
vita,  trattarsi  alla  grande. 

12)  tòò'a  àndà  =  trascurare  ;  anche 
spetezzare. 

13)  dervii  feùra  e  lèsela  àiidà  =  am- 
manna  ch'io  legno;  suona  ch'io  ballo. 
A  coloro  che  lanciano,  raccontando,  bu- 
gie e  falsità  manifeste,  per  mostrar  di 
non  le  passar  loro. 

14)  Cuocere:  el  stìlaa  el  va  che  Ve 
on  piàsè  =  lo  stufato  cuoco  a  meravi- 
glia; fa  andà  =  cuocere;  trans,  friggere, 
cucinare. 

15)  Di  camini.  Ardere  ;  come  el  rà 
ben  el  càmin  in  sàia  =  come  arde  bene 
il  camino  in  sala. 

16)  Vestire  ;  àndà  in  tòn  =  vestire 
Bon  lusso,  e  alla  moda. 

17)  àndtl  gid  ;  del  sole  =•  tramontare. 
Anche  calare,  per  altri  astri. 

18)  àtidà  gid  =  cascare;  va  gid  i  dent, 
i  càvèj  =  cascano  i  denti  i  capelli  (per 
malattia  o  vecchiezza). 

19)  àndà  gid  de  gròsé  =  caricare;  el 
clièugh  el  va  gid  de  gross  còla  sdì  e  col 
pèver  =  il  cuoco   carica  a  sale  e  pepe. 

20)  àndà  in  misèria  =  cadere  in  mi- 
scria. 

21)  àndà  in  niént  =  dileguarsi  :  di 
cosa  che  si  risolve,  o  pare  risolversi  in 
nulla. 

22)  àndà  intorno  :  al  gioco  della  ber- 
lina =  raccattare  i  bioccoli  :  andare  in 
giro  a  raccogliere  i  motti  che  ogni  giuo- 
catore  manda  a  dire  a  chi  è  in  berlina. 

23)  àndà  sii  =  ascendere,  salire.  Nel 


proprio  e  nel  fìgur.  Parlandosi  di  nu- 
meri, ammontare;  i  spes  hin  àndaa  sii 
ài  mila  lir  =  le  spese  ascesero  a  mille 
lire. 

24)  àndà  vìa  =  assentarsi  ;  andà  vìa 
(le  Mildn,  de  l'ofisi  =  assentarsi  da  Mi- 
lano, dall'uffizio. 

25)  àndàgh  =  dovercisi  ;  hin  dànee 
che  ghe  va  =  sou  danari  che  gli  vanno; 
che  gli  si  devono. 

26)  rà  on  poo  via!  =  o  vacci!,  va 
al  diavolo  ! 

27)  a  tiìtt'àndà  =  andare  a  spron  bat- 
tuto, a  briglia  sciolta,  a  dirotta,  via  di 
vela,  a  rotoli.  Anche:  a  tutto  spiano, 
in  abbondanza  e  senza  interruzione. 

28)  àndà  =  andarsene;  morire. 

29)  àndà  :  si  dice  dei  bambini  che 
incominciano  a  muovere  i  primi  passi 
da  se  senza  interamente  sorreggersi. 

30)  àndà  àdree  =  circondare  uno; 
stargli  intorno  per  rabbonirlo  se  di  cat- 
tivo umore,  o  per  ottenerne  qualche 
favore.  =  Accompagnare  al  cimitero  ;  ghe 
soni  àndaa  àdree  ài  tò  pòer  papà  = 
ho  accompagnato  al  cimitero  il  tuo  po- 
vero babbo. 

àudàdòra,  s,  f.  =  andito,  corridoio  :  quel 

localo    lungo  e  stretto    di  un   app'arta- 

mento  che   separa  le   camere   vicine  e 

unisco  le  lontane. 
àudàdura,  s.  f.  =  andatura,  camminatura, 

il  modo  di  camminare. 
àndàiuèut,*  s.  m.  =  andamento:  il  modo 

di  procedere  delle  cose. 
andana,  s.  f.  =  lo  stesso  che  àndàdfira. 

Si  usa  anche   nel  figur.  per  :  tener  di 

vita,  malvezzo. 

1)  Andane:  spazio   non   molto  largo 

tra  due  filari  di  alberi,  di    panche,    di 

fieno  in  campagna  o  altro. 
àndànt,  agg.  =  andante. 

1)  laorà  àmldnt  =  lavoro  andante  : 
fatto  senza  una  particolare  diligenza. 

2)  roba  ànddnt  =  roba  andante  :  della 
qualità  più  comunemente  usata,  non 
tanto  fine. 

3)  T.  mus.  Un  pezzo  di  musica  da 
eseguirsi  in  tempo  abbastanza  largo. 

àndeg'hee,  s.  m.  medaglione.  Uomo  che 
veste  e  pensa  alla  grossa  e  all'  anti- 
caccia; di  costumi  antichi. 

1)  "Ciondolone.  Chi  non  cava  mai  lo 
mani  di  nulla. 

àndèmni  !  esclam.  =  andiamo  !  su  via  ! 
finiamola. 


and 


-  32  - 


aue 


<àiidit,  s.  m.  =  andito,  transito,  passag- 
gio: piccolo  corridoio  che  lascia  libere 
lo  stanze  di  un  quartiere. 

Àudréia,  s.  m.  =  Andrea.  Nome  proprio 
di  persona.  Per  antonomasia  :  servi- 
tore. Specialmente  quando  si  parla  del 
servitore  e  non  si  ha  ;  spàseti  ti  i  tò 
pàgn;  gh'è  minga  l'Andrej  a!  =  i  tuoi 
abiti  spazzolali  tu  ;  non  ci  abbiamo  il 
servitore  ! 

àneda,  s.  f.  =  ànatra  :  accollo  acquatico; 
tineda  d' India  =  fischione  turco  col 
ciuffo,  germano  turco,  caporosso  mag- 
giore; anas  rufèna;  tineda  faraona  = 
anatra  faraona;  anas  numidica;  àneda 
fòpàna  =  anatra  domestica.  Detta  da 
noi  così  dallo  starsi  nei  cavi  (fòpp) 
presso  le  case  ;  tineda  éàlvàdegha  = 
germano  reale,  collo  verde  (il  maschio), 
anatra  salvatica  (la  femmina);  anas  bo- 
seas;  tineda  stèldna  =  anitra  alletta- 
trice,  che  col  canto  o  coli'  arte  alletta 
l'anatra  a  calar  nelle  reti. 

1)  là  par  on' àneda  =  pare  un'  ana- 
tra :  specialmente  di  donna  un  po'  scian- 
cata che  camminando  si  dimena. 

àuedìn,  s.  m.  dim.  di  àneda  =  anatrino: 
il  pulcino  dell'anatra. 

1)  fa  l'ànedìn  =  far  l'anatrino  :  nuo- 
tare de'  piedi  agitando  le  mani  giunte 
dietro  la  schiena. 

ànedòtt,  s.  =  m.  auatrotto  :  anatra  giovane. 

anelerà,  s.  f.  =  misura  degli  anelli  :  cer- 
chietto metallico  nel  quale  sono  infilati 
vari  anelli  di  vario  dimensioni  marcate 
per  prender  la  misura  delle  dita, 

ànèlìn,  s.  m.  dim.  di  ànèll  =  anellino, 
campanelli  na,  maglietta. 

1)  anelili  de  reff  =  cappio  :  nome  di 
quei  nastrini  a  treccinoli  che  sono  so- 
stituiti alle  campanellino  (anèlitt)  nelle 
tende  che  si  appiccano  ad  altrettanti 
arpioncini  (canchenitt)  conficcati  in  fila 
nel  palchetto  (geuèfa). 

ànèlitt,  s.  m.  plur.  di  ànèlin  =  cam- 
panelle. 

1)  Anellini,  per  lo  più  d'oro,  che  le 
donne  e  qualche  volta  anche  gli  uo- 
mini, portano  agli  orecchi.  Il  volgo 
crede  siano  un  rimedio  al  mal  d'occhi. 

2)  Gli  anellini  che  si  infilzano  nei 
ferri  del  letto,  dello  finestre  e  sim.  ai 
quali  è  attaccato  il  cortinaggio  o  la  tenda 
per  farli  scorrere. 

3)  Una  sorta  di  pasta  da  minestra, 
cosìdetta  dalla  forma  ad  anellini. 


ànèll,  s.  in.  =  anello  :  oggetto  di  forma 
simile  a  quella  che  prende  un  corpo 
flessibile  col  piegarne  e  unirne  insieme 
i  due  capi  ;  i  ànèi  d'òna  càdSna  =  gli 
anelli  di  una  catena. 

1)  Cerchietto  per  lo  più  d'oro  che  si 
porta  in  dito  per  ornamento  ;  l'aneli  de 
èpos  =  l'anello  nuziale.  Anche  véra. 

2)  ànèll  de  l'orologg  =  maglia  del 
gambo  dell'  orologio  :  specie  di  campa- 
nella ovale  0  maniglia  imperniata  o  al- 
tramente girevole  dentro  la  testa  in- 
grossata del  gambo.  Nella  maglia  passa 
il  nastro,  o  cordoncino,  o  catenella  con 
cui  si  tiene  appeso  l'orologio. 

3)  ànH  =  campanelle  ;  quei  cerchietti 
di  fil  di  ferro  attaccati  alle  portiere, 
alle  tende  e  sim.  che  si  infilano  in  un 
ferro  per  farli  scorrere  ;  ànèll  àvèrt  o  de 
jà  pàsà  =  campanella  aperta  o  da  aprire. 

4)  ànèll  de  tàcà  éii  el  bàtàcc  dèla 
campana  =  ànsola. 

ànèlòn,  s.  m.  aecr.  di  aneli  =  anellone. 
Anello  grosso  e  largo  di  diametro. 

1)  *  anèloni  =  i  cignoni,  bandelloni. 
Lunghi  ferri  ai  quali  sono  raccomandati 
i  cignoni  davanti  a  quelli  di  dietro 
della  carrozza;  anèlòni  ti  reteniida  o  col 
pontèll  de  lètt  incasàa  =  bandelloni 
fatti  a  sgorbio. 

ànema,  volgarm.  per  ànima.  Va  disu- 
sando e  limitandosi  al  linguaggio  più 
sciatto.  Vedi  ànima. 

ànes,  s.  m,  =  anacio,  anice,  anicio  (pam- 
pinella  anisum).  Piante  erbacea  di  sa- 
pore aromatico;  tiequa  d'tLnes  =  acqua 
anaciata. 

1)  tiìies  étèlaa  •=  anice  stellato  {illi- 
cium  anisatum). 

ànèss  e  conèss,  =  annessi  e  connessi: 
tutto  ciò  che  è  annesso  a  una  cosa. 

ànètt,  s.  m.  dim.  di  ànn,  =  annetto  ;  on 
ànètt  anmò  e  peti  hoo  finii  el  licèo  = 
ancora  un  annetto  e  poi  ho  finito  il 
liceo;  gli  studi  liceali. 

àuesitt,  s.  m.  plur.  =  anaci  in  camicia; 
cioè  confettati ,  rivestiti  di  zucchero  ; 
on  pìsigh  d'anesitt  =  una  pizzicata  d'a- 
naci in  camicia. 

ànesìn,  s.  m.  =  anisette.  Liquore  con 
gusto  d'anice  che  pende  al  dolce. 

ànesòn,  s.  m.  =  anesone.  Anch'esso  il- 
quore  con  gusto  d'anice,  ma  più  forte 
dell'ànesìn. 

aneurisma,  s.  m.  =  aneurisma.  Dilata- 
zione morbosa  delle  arterie. 


aiigr 


-  33  - 


ani 


àiigàlètt,  s.  m.  =  ugnatura  :  taglio  fatto 
obliqitamentc,  ad  ugna. 

àiig'ària,  s.  /.  =  angheria  :  sopruso  e 
anche  fatto  di  chi  esige  con  rigore  e 
durezza  eccessiva  ciò  che  pur  gli  è 
dovuto. 

àiig'àròii;  f>.  m.  =  sandalo  rosso.  Plero- 
carpus santaliniis :  specie  d'ebano  rosso 
adoperato  dagli  intarsiatori. 

àngèlich,  *  agg.  =  angelico,  d'angelo, 
proprio  dogli  angoli  ;  ìndole  dona  ras 
àn(/élica  =  indole,  donna,  voce  angelica. 

àugreliis  (P),  =   angelus    domini  :    l'ora- 
zione in    onore    della    Vergine,    che  i 
cattolici  dicono  a  mezzogiorno  e  la  sera. 
1)  Anche  l'ora  nella   quale    si    suol 
dir  l'orazione. 

àiig'ìiia,  s.  f.  =  angina,  t.  di  med.  :  ma- 
lattia della  gola. 

àiig-ioi  ciistód,  =  angiolini,  angioli  cu- 
stodi. Schorz.  e  furbesco  :  gii  agenti 
di  polizia. 

1)  i  Ancfioi  sono  quelli  venerati  a 
Milano  nella  chiesa  di  Santa  Maria 
Segreta  e  che  si  espongono  quando  si 
vuole  implorare  la  cessazione  della 
troppo  continuata  pioggia,  o  siccità.  E 
si  fa  ancora  !  ! 

àiig'iol,  s.  111.  =  angelo,  angiolo  :  puro 
spirito  dotato  di  facoltà  superiori  a 
quello  doli' uomo,  che  l'arte  rappresenta 
sotto  forma  di  giovani  alati. 

1)  l'Angiol  ciisidd  =  l'angiolo  custode: 
che  veglia  su  ciascun  uomo.  Anche  di 
persona  che  ci  abbia  guidati,  assistiti, 
protetti  in  ogni  occorrenza  ;  i  dngioi 
ciiitM  =  gli  angolini  o  angiolini.  Por 
scher.  :  dei  carabinieri,  e  dei  birri. 

2)  àngiol  de  bontaa.  de  hèUm  ;  cceilr 
d'ùiigiol  =  angelo  di  bontà,  di  bellezza, 
cuor  d'angolo;  còme  on  dngioi  =  come 
un  angelo  ;  rès'j'  on  dngioi  =  essere  un 
angelo:  modi  usati  a  significare  bel- 
lezza, bontà,  perfezione. 

3)  dngioi  eoi  cornitt  =  angelo  colle 
corna  :  il  Demonio. 

4)  d'dngiol.  modo  avvcrb.  =  angeli- 
camente, in  modo  angelico  ;  là  canta 
d'dngiol  =  canta  angelicamente. 

àiig-ioliii,  s.  ìli.  dim.  e  vessegg.  di  àu- 
g-iol. 

Il  angioliuo:  detto  specialmente  di 
un  bambino  morto  ;  el  Signor  el  n'ha 
faa  on  àngiolìn  =  Dio  ne  ha  fatto  un 
angioliuo. 

2)  Caterattina:    si   fa   sui   fossatelli 


delle  risaie  o  dei  prati  marcitoi  per 
adacquarli  lentissimamente.  11  nostro 
nome  viene  dall'avere  la  porta  che  si 
alza  e  si  abbassa  duo  grosse  prese  o 
maniglie  da  impugnarsi  ai  lati  a  guisa 
delle  ali  di  un  angioliuo. 

àugiolitt,  s  rn.  plur.  =  le  samare,  le 
scrotule  :  cioè  i  semi  dell'olmo. 

àng'iolótt,  s.  m.  =  angiolino;  te  èée  on 
gran  bèll'àngiolòtt  =  sei  pure  il  beli' an- 
gioliuo :  si  dice  specialmente  di  bam- 
bini paffuti. 

àug'ol,  *  s.  m.  =  angolo:  figura  geome- 
trica formata  da  due  linee  che  si 
incontrano,  e  lo  spazio  compreso  fra 
queste  linee. 

1)  fa  dngol  =  faro  angolo  :  di  casa 
che  lia  due  lati  adiacenti  sopra  duo 
strade.  Più  comunem.  :  fa  càntùit. 

àugrolàr,  agg.  =  angolare  ;  lirèja  àngoldr 
=  pietra  angolare  :  la  prima  pietra, 
quella  su  cui  posa  tutto  l'edifizio. 

àiig'dsia,  s.  f.  =  brama  ardontissima.  Poco 
usato.  Vedi  ànsia. 

àuiui)  *  s.  ni.  =  animo  :  stato  e  atto 
dell'anima  in  quanto  sente  e  vuole: 
tlnim  tràìiquill,  àgitaa  =  animo  tran- 
quillo, agitato  ;  lèg  in  l'ànim  =  leggere 
nell'animo. 

1)  mètt  l'ànim  in  jms  =  metter  l'a- 
nimo in  paco:  non  pensar  più  a  cose 
spiacevoli,  ma  senza  rimedio. 

2)  rég  l'ttnim  ;  vègh  àniin  =  reggere 
l'animo;  me  rég  minga  l'ànim,  gli' koo 
nilnga  àiiim  de  mett  in  colèg  el  fieu  = 
Non  mi  regge  l'animo  di  mettere  il 
figliuolo  in  collegio. 

3)  pèrdes  d'ànim  =  perdersi  d'animo 
ànima,  s.  f.  =  anima:  principio  del  pen- 
siero, del  sentimento  e  della  volontà, 
considerato  come  una  sostanza  che, 
unita  al  corpo,  costituisce  l'uomo  e 
mantiene  la  vita. 

1)  Come  sostanza  separata  dal  corpo  : 
i  àniin  del  Fìirgàtori  =  le  anime  del 
Purgatorio  ;  me  pdder,  bon  ànima  =  mio 
padre,  buon  anima  ;  ànima  pèrm,  dà- 
nàda  =  anima  persa,  dannata;  pensa 
à  l'anima  =  pensare  alle  cose  dell'a- 
nima ;  riceverò  i  sacramenti  chi  si  pre- 
pari alla' morte. 

2)  In  senso  di  persone  :  Mildn  el  g'Iià 
piisee  de  quatercèiit  mila  ànim  =  Mi- 
lano ha  più  di  quattrocentomila  anime  ; 
no  gli  era  ànima  =  non  c'era  nessuno. 

3)  vègli  ànima  =  avere  anima:  sentir 


ani 


—  34 


auu 


vivamente  ed  esprimere  con  forza  quello 
che  uno  sente;  el  g'ha  on' t^nima  in 
del  pària  che  el  dà  vita  à  tiitt  quel  che  el 
dis  =  ha  un'anima  tale  nel  suo  discor- 
ici-e,  che  dìi  vita  a  tutto  quello  che 
dico. 

4)  Modi  famigl.  e  scherz.  :  ànima 
hiiserìna,  sàehèta  =  anima  buscherona  ; 
tlnima  longa  =  anima  lunga  :  di  per- 
sona lunga  0  secca  ;  rdmp  l'anima  = 
rompere  l'anima:  dar  noia;  vèss  diiii 
còrp  e  on  ttnima  sóla  =  esser  due  corpi 
e  \in  anima  sola  :  esser  due  in  una 
carne,  due  anime  in  un  nocciolo.  An- 
dar molto  d'accordo  per  profondo  e 
vivo  sentimento  di  amicizia.  Vègli  on'à- 
nima  e  on  ànimìn  :  si  dice  anche  volgar- 
mente di  chi  stenta  a  morire,  quasi 
avesse  più  che  l'anima  ;  di  chi  si  fa 
gran  male,  male  mortale  senza  morirne. 

5)  Si  usa  poi  in  tutti  gli  altri  signi- 
ficati, nei  quali  usa  anima  la  lingua 
parlata  ital.  in  rapporto  alle  arti  e  ai 
mestieri. 

6)  lég  in  Vànima  =  legger  nell'anima. 
ànima,  *  v.  alt.  =  animare  :    dar   viva- 
cità, espressione. 

1)  ànima  el  comèrcio  =  animare  il 
commercio  :  dargli  o  fargli  prendere 
incremento. 

àuimàss,  *  V.  rifl.  =  animarsi  :  di  per- 
sone e  di  cose  ;  el  se  tlnima  in  del  di- 
scòr  =  si  anima  nel  discorrere;  l'è  on 
ceucc  che  in  del  parla  el  se  tinima  = 
è  un  occhio  che  si  anima  nel  discorso. 

ànimaa,  agg.  =  animato:  che  ha  anima, 
vivacità,  espressione  ;  el  cors  l' èra 
molto  ànimaa  =  il  corso  era  molto 
animato  :  per  frequenza  di  gente,  di 
carrozze  e  molto  brio. 

àuiiiiàl,  s.  VI.  =  animale  :  essere  vivente 
dotato  di  sensi.  Assol.  bestia. 

1)  Per  ischerzo  :  d'uomo  ignorante  e 
incivile. 

2)  Fra  le  bestie,  specialmente  il 
porco;  carne,  cotelètt d' animai  =  carne, 
costolette  di  porco,  di  siiino. 

ànimèta  s.  f,  =  animetta,  palla:  quel 
pozzo  quadro  di  tela  insaldato  con  cui 
alla  Messa,  dall'offertorio  alla  comu- 
nione, coprono  i  preti  il  calice. 

1)  Lunetta:  parte  dell'ostensorio,  in 
cui  si  addatta  l'Ostia  consacrata. 

2)  Animeta  dèla  eomunión  =  Comu- 
nichino :  pannolino  o  palla  che  si  tiene 
sotto  il  mento  di  chi  si  comunica. 


àiiisètt  s.  in .  =  anisetta  :  rosolio  con 
sapoi'e  d'anici.  Dal  francese  Anisette. 

àuitt;  s.  m.  plii/r.  =  annetti,  aunucci  ; 
fam.  el  gh'hà  i  so  ànitt  =  ha  i  suoi 
annetti.  Non  è  piii  d'oggi  né  di  ieri. 
Di  chi  non  sia  più  giovine. 

ànivèrsàri,  s.  m.  =  anniversario:  an- 
nua ricorrenza  del  giorno  in  cui  suc- 
cesse un  avvenimento. 

amili,  =  anch'io,  io  pure;  vègnàrissàn- 
mì,  se  me  fasèss  minga  vidi  la  gamba 
=  verrei  anch'io  so  non  mi  dolesse  la 
gamba. 

aumo,  cong.  -  ancora,  dell'altro.  V.  au- 
càmò. 

ànn,  s.  VI.  =  anno  :  tempo  che  la  terra 
impiega  a  compiere  il  suo  giro  intorno 
al  sole  e  propriam.  l'anno  civile  di  365 
giorni. 

1)  Lo  spazio  di  12  mesi,  contato  da 
un  giorno  qualunque  di  un  anno  allo 
stesso  giorno  dell'anno  successivo. 

2)  ànn  bisestil  =  anno  bisestile  :  quello 
di  366  giorni. 

3)  ànn  seolttstich  =  anno  scolastico  : 
il  tempo  che  passa  dall'aprirsi  al  chiu- 
dersi delle  tornate  o  dei  corsi  annui 
nelle  scuole. 

4)  l'ànn  pàsaa  =  l'anno  caduto,  de- 
corso, l'altr'anno.  Uguanno. 

5)  l'ànn  che  vén  =  l'anno  entrante, 
quest'altr'anno,  l'anno  che  viene,  che 
verrà,  l'anno  prossimo. 

6)  ànn  àbondànt  =  anno  abbondante, 
fertile. 

7)  trèdes  vies  de  l'ànn  =  ti'edici  mesi 
dell'anno:  sempre;  l'èmàtt  trèdes  mcs 
de  l'ànn  =  è  pazzo  tredici  niesi  del- 
l'anno: per  dir  più  che  sempre, 

8)  l'è  minga  l'ànn  !  =  none  l'anno! 
Detto  per  celia.  Sottintendi  :  in  cui  suc- 
cedano certe  cose;  disèven  che  'l  fiiss 
mòì-t,  via  l'è  minga  l'ànn  =  dicevano 
che  fosse  morto,  ma  non  è  l'anno. 

9)  Si  sottintende  quando  si  determina; 
el  qiiàràntòtt,  el  cinquanta ncemi  =  il 
quarantotto,  il  cinquantun  ove. 

10)  d'ànn  in  ànn  =  d'anno  in  anno: 
di  cosa  che  si  ripete  e  continua  per 
una  serie  d'anni. 

11)  eent'ann,  mila  ànn  =  cent'anni, 
mille  anni  :  molto  tempo,  ma  indeter- 
minato, un  gran  pezzo. 

12)  i  piiéee  bèi  ànn  dèla  rita  =  i  più 
begli  anni  della  vita  :  la  parte  migliore 
della  vita. 


anii 


—  35 


aut 


13)  àv^gh  i  ànn  de  Noè,  o  de  Mà- 
tùéalcm  =  avere  gli  anni  di  Noè  o  di 
Matusalem  :  avere  molti  anni. 

14)  compì  i  ànn  =  finire  gli  anni  : 
compire  una  data  età. 

15)  àndtL  in  di  cìnqu^  in  di  sès  ànn 
=  entrar  nei  cinque,  nei  sei  anni  :  co- 
minciare il  quinto,  il  sesto  anno  di  vita, 

16)  àndà  per  i  vòlt,  neeiiiK  dès  ànn 
=  andar  gli  otto,  nove,  dieci  anni...  : 
esser  gli  otto,  nove,  dieci  anni  dacché... 

17)  tiràii  indree  i  ànn  =  levarsi  gli 
anni  :  dire  di  aver  meno  anni  di  quello 
che  uno  ha. 

—  vègli  i  ànn  dèla  baila  e  pceu  i 
ècàlìn  del  Dòmm  =  avere  i  suoi  anni 
e  coda,  o  della  culla  :  dicesi  a  chi  vuol 
farsi  giovine  più  che  non  è. 

18)  port^  ben  i  ànn  =  portar  bene 
gli  anni.  Di  persona  attempata  :  non 
mostrare  l'età  che  ha. 

19)  tati  i  ànn  ne  pMa  min  =  ogni 
anno  ne  passa  uno  :  il  tempo  passa  e 
si  invecchia. 

20)  fa  el  primm  d'ànn  =  fare  il  capo 
d'anno:  passare  il  primo  dì  dell'anno 
in  un  luogo. 

21)  coi  ànn  =  cogli  anni  ;  col  tempo, 
a  poco  per  volta. 

22)  pari  cent'ànn,  mila  ànn  =  parer 
cento,  mille  anni  :  di  vivissimo  desi- 
derio che  una  cosa  accada  presto. 

23)  ave  pàma  i  sèttànn  =  essere  an- 
dato fuori  di  dentini  ;  aver  cominciato 
l'età  del  giudizio,  essere  fuor  di  pupillo. 

24)  à vègli  minga  di  ànn  per  nàgòtt 
=  non  aver  dormito  gli  anni  :  essere 
stato  prima  vino  che  aceto.  Non  aver 
l)assato  gli  anni  senza  aver  guadagnato 
di  esperienza. 

25)  l'ànn  del  diiil  el  mcs  del  mài 
=  il  primo  anno  che  non  è  nebbia  ;  il 
giorno  di  S.  Bellino:  per  dir  giammai. 

26)  giiigd  i  ànn  =  far  di  nulla:  gio- 
care senza  mettere  alcuna  posta. 

27)  rè  fini  ànorum  =  son  anni  Do- 
mini che...  :  è  gran  tempo  o  sono  anni 
infiniti,  e  quasi  quanti  sono  corsi  dalla 
nascita  di  nostro  Signore,  che...;  l'è 
ttni  anorum  che  te  vedeva  no  =  son 
anni  Domini  che  non  ti  xedQva;  àgiitgti  = 
a  giocare. 

28)  «v'.s'.s'  indm  coi  ànn  =  essere  in 
là  cogli  anni  :  avere  un'età  un  po' 
matura.  Qualche  volta  anche  :  esser 
vecchio. 


ànn,  s.  m.  =   annata. 

1)  Fmtti,  salari,  tasse  da  scadere  o 
scadute  in  un  anno  ;  l'ha  pàgaa  on 
ànn  de  interèsé  =  ha  pagato  un'annata 
di  frutti  ;  l'ha  perdilU  dUit  ànn  de  sti- 
pèndi =  ha  perduto  due  anni  di  sti- 
pendio. 

2)  Annualità:  la  somma  che  devo 
pagai'si  ogni  anno  per  interessi,  am- 
mortamenti, rendite  vitalizie,  ecc. 

ànòn,  s.  ni.  accr.  di  ànn  =  annatona, 
fior  d'annata,  anno  iibertoso. 

ànòdin ,  agg.  =  anodino  :  dei  rimedi 
che  calmano  e  fanno  cessare  il  dolore  ; 
liquor  ànodin  =  liquore  anodino. 

ànolin,  s.  m.  =  raviggiuolo  :  specie  di 
agnelotto  con  ripieno  di  bun-o,  formag- 
gio granone  e  droghe.  Il  nome  speciale 
disusa  e  resta  ravioetì.  Vedi. 

ànonini,  agg.  =  anonimo  :  senza  nomo 
d'autore. 

1)  lètera  anonima  =  lettera  anonima: 
senza  il  nome  di  chi  la  scrive. 

ansa,  s.  f.  =  ansa,  appicco,  pretesto  ;  dà 
ama  =  offrire  il  pretesto. 

ànsàna,  s.  /.  =  alzaia  :  fune  di  che  si 
servono  i  bardotti  a  tirare  le  barche 
per  le  acque. 

1)  iirdda  ànéàna  =  strada  dell'alzaia  : 
quella  per  cui  i  bardotti,  a  piedi  o  a 
cavallo  conducono  le  barche  colla  fune. 

ànsi,  cong.  =  anzi. 

1)  Invece,  all'opposto:  te  ànòi  se 
canti?  =  Ansi  te  mefet  piasè.  -  ti  an- 
noio, secante?  -  Anzi,  mi  fai  piacere. 

2)  Rinforza  l'affermazione  :  hoo  faa 
ben"?  -  ànsi;  benisim.  -ho  fatto  bene? 
Anzi,  benissimo. 

3)  Altrettanto,  o  Si  figuri,  quando  è 
in  risposta  al  Grazie  ;  gràsie.  -  ànsi  = 
grazie.  -  Si  figuri. 

ànsia,  *  s.  f.  =  ansia  :  agitazione  del- 
l'animo cagionata  da  desiderio  vivo  e 
impaziente  di  una  cosa  e  dell'incertezza 
di  poterla  ottenere.  Si  dice  ancora  ar- 
caicamente ang'dsia*. 

ansiàn,  agg.  =  anziano  :  che  fu  prima 
nominato  a  un  ufficio  e  l'esercita  da 
più  tempo  ;  l'àsèiior,  el  p-ofèsór  àn- 
sian  =  l'assessore,  il  professore  anziano. 
2)  S.  m.  Maestro  di  funerali,  ufficiale 
sanitario  :  si  dico  anche  lansiàn. 

ansiànitaa,  *  s.  f,  =  anzianità,  astratto 
di  anziano. 

Anta,  s.  f.  =  banda:  nei  battenti  d'usci 
0  sportelli    composti    di    più    pQzzi  da 


ant 


—  36  - 


aut 


ripiegarsi  gli  uni  sugli  altri,  ognuno 
di  questi  pezzi  ;  ms  à  dò,  à  tré  ant  = 
uscio  a  due.  a  tre  bando. 

1)  Battente.  Vedi  aiitipórt. 

2)  anta  scura  =  scuro  :  quelle  im- 
poste di  leguo  che  stanno  alle  finestre 
prima  dei    cristalli,  a  riparar   la  luco. 

3)  anta  fodrdda  =  imposta  addop- 
piata. 

4)  anta  fodràda  de  fèr  =  anta  rive- 
stita di  ferro. 

5)  anta  mtelàrdda  o  fodrinàda  = 
intelaiata. 

6)  (ìntoj  intràvermda  o  tròvermda  = 
con  traverse  orizzontali. 

7)  ùnta  ràsdda  =  a  muro. 

8)  anta  relnjàda  =  a  duo  bande. 

9)  anta  requàdrdda  =  con  traverse 
orizzontali  e  vellicali. 

10)  ùnta  snodàda  =  a  libro,  a  librìc- 
cino,  a  bande  ripiegate. 

11)  anta  spì-àngdda  =  sprangata. 

12)  dà  l'anta.  Fig.  =  tirar  le  calze  ; 
morire. 

13)  Come  desinenza  delle  parole  qua- 
ranta, cinquanta,  ecc.,  ha  prodotto 
i  modi  di  dire  :  vci-s  à  l'anta,  rè  pu- 
ma l'anta  =  essere  all'anta,  aver  pas- 
sato l'anta,  avere,  aver  passati  i  qua- 
ranta. Anche:  are  sàraa  là  prima,  là 
.secónda,  là  tèrsa  anta  =  essere  giunto 
ali'  anta,  al  secondo  anta,  al  terzo 
anta,  ecc.  Aver  toccato  i  quaranta,  i 
cinquanta,  i  sessant'anni. 

antàua,  àntàiièla;  s.  f.  =  ragna:  rete 
colla  quale  si  prendono  lo  beccacele, 
e  sim. 

autecedèut,  *  s.  m.  =  antecedente  :  la 
cosa  seguita  o  fatta  o  giudicata  in 
quanto  possa  servir  di  norma  per  Fuv- 
venire;  el  m'ha  minga  voràii  perdona 
per  ito  stàbili  on  antecedènt  =  non  mi 
ha  voluto  perdonare  per  non  stabilire 
un  antecedente. 

aiitecrist,  s.  m.  =  aiiticristo:  demonio. 
1)  l'ha  faa  l'ànteerlH,  l'è   on   ànte- 
erist  =  ha  fatto  il  diavolo,  è  un  demo- 
nio  di   cattiveria,    o   di    vivacità  o  di 
irrequietezza. 

antegrià,  r.  att.  =  fare  la  castagnatura. 
Raccattare,  ravviare  le  castagno  nei  ca- 
stagneti. 

antéiia,  .f.  f.  =  stile. 

1)  Lungo  fusto  d'albero  diritto  e  ri- 
mondo por  lo  più  di  abete,  perciò  detto 
Abctolla,  il  quale  serve   alle  fabbriche 


per    costruire    ponti.    Si    dice    anche 
pài. 

2)  Antenna  :  legno  rotondo,  poi"  lo 
più  di  abete,  che  sostiene  le  vele  dello 
barche. 

antepàrt,  s.  f.  =  ciò  che  dalla  derrata 
si  leva  pel  padi-one  prima  di  farne  la 
divisione  fra  lui  e  il  mezzaiuolo.  Or- 
mai usa  poco. 

aiitepònii,  *  r,  att.  =  anteporre  :  aver 
cosa  0  persona  in  maggior  pregio  di 
altre. 

antesiu,  s.  m.  =  autesito,  antisito.  Cy- 
prinus  lariensis  :  piccolo  agone  che  si 
pesca  specialmente  presso  il  lido  di 
Malgrate. 

antìcàiuént,  *  am.  =  anticamente  :  nel 
tempo  antico.  Più   com.   àntig'àméiit. 

anticàmera,  s.  f.  =  anticamera  :  la  pri- 
ma stanza  di  un  appartamento  ;  quella 
in  cui  stanno  i  servitori,  uscieri,  ecc., 
e  dove  aspettano  le  persone  prima  di 
essere  introdotte. 

1)  fa  àtitìcàmera  =  fare  anticamera  : 
aspettare  per  essere   ricevuto. 

2)  vèsegh  minga  anticàmera  =  non 
ci  essere  anticamera:  non  esserci  l'a- 
bitudine di  far  aspettare  prima  di  rice- 
vere i  visitatori,  ed  finche  il  sottrarsi 
all'aspettare  per  confidenza  che  si  abbia 
con  chi  riceve,  o  per  qualsivoglia  altra 
ragione  di  superiorità,  di  interesse,  e 
simili. 

anticipa,  *  r.  att.  =  anticipare  :  faro 
una  cosa  prima  del  tempo  consueto  o 
stabilito. 

1)  anticipa  on  pàgàmènt  =  antici 
pare  un  pagamento  :  pagare  una  som 
ma  prima  della  scadenza. 

2)  Venir  prima  del  tempo  solito  o 
stabilito.  Detto  di  persone,  delle  sta- 
gioni 0  d'altre  cose  :  incceù  el  dotar 
l'ha  ànticipaa  =  oggi  il  dottore  ha  an- 
tipato;  ò  venuto  prima  dell'ora  solita; 
l'è  ima  primavèra  anticipùda  =  è  uuf» 
primavera  anticipata  :  si  dice  quando 
negli  iiltimi  giorni  di  febbraio  o  noi 
primi  di  marzo  il  tepore  primaverile  si 
fa  sentire. 

ànticipaa,  *  ìmrt.  pass,  di  anticipa  = 
anticipato  ;  paga  el  stipèndi  ànticipaa 
=  pagare  il  salario  anticipato. 

anticip.ìsión,  *  s.  f.  =  anticipazione  : 
parte  di  una  somma  che  si  paghi  o 
riscuota  i)rima  del  tempo  in  cui  è  do- 
vuto r intoro. 


aiit 


—  'ói  — 


ami 


aiitidiliiviàii,  agg.  =  autidiluviario  :  che 
fu,  che  ora  inima  del  diluvio. 

1)  Per  isch.  :  di  usanze,  opinioni, 
metodi,  smessi  da  molto  tempo  ed  an- 
che di  persona  che  li  segua. 
antìfona,  *  s.  f.  =  antifona  :  propria- 
mente Versetto  che  si  dice  prima  del 
salmo  e  del  (juale  si  prende  l'intona- 
zione quando  il  salmo  si  canta. 

1)  Fig.  :  breve  discorso  o  motto  che 
faccia  presentire  qualcosa  di  poco  gra- 
dito ;  ghe  semm  à  l'antifona  =  ci  siamo 
all'antifona. 

2)  npètt  ìà  stèsa  àntìfoim  =  l'ipetere 
la  stessa  antifona  :  tornare  a  dire  la 
stessa  cosa. 

antìg*]!,  agg.  =  antico,  antiquato  :  che  è 
stato  molto  tempo  addietro  o  esiste  da 
givan  tempo. 

1)  stòria  antìga  =  storia  antica  :  di 
fatti  antichi. 

2)  à  l'ani'iga  =  all'antica.  Modo  avv. 
di  cosa  :  alla  maniera  degli  antichi  ;  di 
persona  ,  che  ha  modi ,  costumi  sem- 
plici. 

3)  antìgh  còme  caga  à  bràsc  =  me- 
glio e  più  decente  ;  antìgh  còme  Noè  : 
antico  come  il  brodetto ,  come  Noe  ; 
antichissimo. 

antighitaa,  s.  f.  =  antichità  :  cose  an- 
tiche, come  monumenti,  statuo,  iscri- 
zioni, medaglie  e  sim. 

antigròtt,  agg.  accresc.  di  antìgh  :  at- 
tempatotto ,  vecchiotto.  Di  cosa  o  di 
pers. 

antimeridiana,  *  agg.  =  antimeridiana: 
di  ora  che  è  avanti  al  mezzogiorno. 

antimoni ,  *  s.  ni.  =  antimonio  :  me- 
tallo usato  segnatamente  nella  medicina. 

antìmòniàl,  *  agg.  =  antimoniale  :  di 
antimonio  ;  rimèdi,  inguént  àntimoniàl: 
medicamento,  unguento  antimoniale. 

antin,  s.  m.  =  sportellino. 

1)  àntìn  de  veder  o  cn'stàll  =  vetriata. 

2)  niètt  sii ,  tira  giò  i  àntìn  =  in- 
gangherare, sgangherare  gli  sportellini. 

antina,  s.  f.  =  dim.  di  anta.  In  più  ha 

gli  stessi  significati  del  masch.  antin. 
antipapa,  *  s.  m.  =  antipapa  :  papa  eletto 

in  opposizione  al  papa  legittimo. 
antipàst,  s.  ni.  =   antipasto  :  ciò  che  a 

desinare  si  porta  prima  della  minestra. 
antipatìa,  s.  f.  =  antipatia:    avversione, 

ripugnanza  per  qualche  persona  o  cosa. 
antipàticli,  agg.  =  antipatico  :  che  desta 

antipatia. 


antipòrt,  s.  m.  =  battente  :  la  parte 
dell'  imposta  di  un  uscio  o  di  una  fi- 
nestra che  combacia  collo  stipite,  colla 
soglia  e  coir  altra  parte  dell'  imposta 
quando  si  chiude. 

1)  antipòrt  de  baièta  =  uscio  volante  : 
chiuso  con  baietta  o  carta  ;  antipòrt 
de  ràder  =  uscio  a  vetri. 

2)  antiporta  :  pagina  che  si  vuol  an- 
teporre al  frontispizio  dei  libri  con  un 
brevissimo  cenno  del  frontispizio  stosso; 
dicesi  anche  frontespìsi  niòrt. 

antipòrtìn-ón,  s.  m.  dim.  e  accresc.  di 
antipòrt  =  bussoletta,  usciono. 

antiquàri,  s.  m.  =  antiquario  :  chi  si 
intende  di  oggetti  antichi,  ne  fa  incetta 
0  commercio. 

1)  fig.  per  àudegliee  :  uomo  che  pensa 
e  veste  alla  grossa  e  all' anticaccia. 

antisèticli,*  agg.  =  antisettico  :  di  so- 
stanze che  impediscono  o  ritardano  la 
putrefazione. 

antivig'ìlia,*  s.  f.  =  antivigilia  :  il  giorno 
che  precede  la  vigilia. 

antocà,  s.  m.  =  parasole,  ombrello  :  dal 
francese  en  tous  cas,  in  tutti  i  casi,  in 
tutti  i  bisogni  :  specie  di  ombrello  che 
sotto  alla  seta  e  alla  tela  ha  una  fodera 
e  serve  così  a  riparare  dall'acqua  comò 
dal  sole;  è  meno  grande  di  un  ombrello 
paracqua  e  più  di  un  ombrellino  pa- 
rasole. 

antologia,  *  s.  f.  =  antologia  :  raccolta 
di  prose  o  poesie  scelte. 

antón,  s.  m.  accr.  di  anta  =  portone  : 
grande  porta  o  imposta. 

1)  Tavolato  delle  conche  d'un  canaio 
che,  chiuso ,  ne  imbriglia  le  acque  e, 
aperto,  sfogano. 

antóna,  s.  f.  =  lo  stesso  che  àntdn. 

Antoni  *  e  Antonia,  *  s.  m.  e  f.  =  An- 
tonio e  Antonia,  si  dice  anche  mono 
nobilmente  Tògn,  Togna. 

antracite,  *  s.  f.  =  antracite  :  specie  di 
combustibile  minerale. 

antredoeil,  s.  m.  =  tessitura,  falsatura  : 
striscia  di  trina  o  sim.  tra  pezzo  e  pezzo 
d'una  stessa  roba,  nei  vestiti  da  donna, 
bambini,  ecc.  Dal  frane.  Entro  deux. 

antresól,  s.  m.  =  mezzanino  :  dal  fran- 
cese entresol. 

ànilàlmént,  *  avv.  =' annualmente  :  ogni 
anno,  d'anno  in  anno. 

àniiàri,  *  s.  m.  =  annuario  :  libro  che  si 
pubblica  ogni  anno  e  contiene  fatti  .ac- 
caduti in  quell'anno  ;  oppure    osserva- 


aiin 


-  38  — 


ai)a 


zioui ,  calcoli  e  notizie  relative  a  iiu 
dato  ordine  di  cose  e  di  persone. 

àuùlàj  *  V.  alt.  =  annullare,  render  nullo  : 
levare  ogni  forza  ed  effetto  ad  atti  pub- 
blici e  privati  ;  l'ha  faa  aniilà  el  decréti 
de  tràHòeh  =  fece  annullare  il  decreto 
di  trasferi  Diento. 

àiiulàmèiit,  *  s.  m.  =  annullamento  : 
l'atto  che  annulla. 

àuiilàr,  *  agg.  =  anulare  :  il  quarto  dito 
della  mano  in  cai  si  suol  portare  l'anello. 

Ànuncìàda,  *  (!')  =  l'Annunciata  :  la  Ma- 
donna che  riceve  dall'angelo  l'annunzio 
della  incarnazione  del  Verbo  ,  e  1'  im- 
magine di  lei  ;  la  chiesa  ad  essa  inti- 
tolata ;  la  festa  dell'  annunziazione.  In 
quest'ultimo  significato  il  mil.  italianizza 
ancor  più  e  dice  spesso  l'Aiiuiiciàta. 

1)  Nome  di  una  via  di  Milano  ;  el 
sta  in  l'Anunciàda  =  abita  in  via  del- 
l'Annunciata. 

2)  Nome  di  donna.  Il  mil.  però  dice 
più  volentieri  Nunsiàda ,  o  il  dim. 
Nunsiadìu. 

àiiuiiciàsidn,  *  s.  f.  =  annunciazione  : 
l'annunzio  dell'angelo  a  Maria. 

jiuvelòpìii,  s.  m.  dim.  di  ànvelòpp  = 
bustina. 

jìiivelòpp,  s.  111.  =  busta  :  foglio  tagliato 
0  piegato  a  misura,  in  cui  si  ripone  la 
lettera  e  sopra  cui  si  scrive  l'indirizzo; 
dal  francese  enveloppe. 

àocàtà,  V.  att.  =  fare  il  saccente  :  far  lo 
sputasentenze  e  il  ficcanaso. 

ùocàtèll,  s.  m.  =  avvocatuccio  :  dim.  nel 
senso  di  avvocato  di  poco  e  nessun 
conto. 

àocàtin,  *  s.  ìli.  =  avvocatine  :  dim.  di 
avvocato,  considerata  l'età ,  la  statura, 
la  complessione,  ecc.,  non  il  sapere  e 
l'ingegno. 

àocàtdii;  s.  m.  accr.  di  àocàtt  =  avvo- 
catone :  avvocato  di  grido. 

àocàtt,  s.  ìli.  =  avvocato  :  chi  fa  pro- 
fessione di  dar  pareri  su  questioni  di 
diritto ,  assiste  le  parti  e  difende  le 
cause  davanti  ai  tribunali,  e  anche  chi 
sia  abilitato  a  questa  professione,  ben- 
ché non  r  eserciti  ;  stildià  de  àocàtt  = 
studiar  per  avvocato. 

1)  àocàtt  di  ctLiis  pèì's  =  avvocato 
delle  cause  perse  :  buono  a  nulla,  e  di 
chi  pigli  a  sostenere  le  tesi  più  sti'a- 
vaganti. 

2)  àocàtt  rampili  =  avvocato  azzecca- 
garbugli. 


3)  àocàtt  de  grónda  =  dicesi  di  quei 
contadini  del  basso  milanese  che  so 
gliene  sputai-  sentenze  appoggiati  ai 
muri  delle  case,  quindi  sotto  i  grondai  : 
direbbesi  :  spuntasentenze. 

4)  mètès  in  man  di  àocàtt  =  met 
tersi  nelle  mani  degli  avvocati  :  delle 
parti  che  ,  non  avendo  potuto  accomo- 
darsi ricorrono  ai  tribunali ,  o  trattanti 
per  mezzo  dei  loro  avvocati. 

^  5)  parla  come  on  àocàtt  ;  sàvèiw 
pìisee  d' on  àocàtt  =  parlare  come  un 
avvocato  ;  saperne  più  di  un  avvocato. 
Si  dice  per  ischerzo  di  donne,  ragazzi 
e  di  qualunque  persona  che,  non  aveudi 
istrazione,  disputa,  ragiona ,  sentenziii 
sopra  ogni  cosa ,  mostrando  però  fran- 
chezza e  un  certo  ingegno  naturale. 

6)  giiigà  à  V àocàtt  =  fare  aU' avvo- 
cato :  specie  di  giuoco  che  appartiene 
al  genere  di  quello  degli  spropositi. 

àocàtfìsc,  s.  m.  =  avvocatuccio  :  vilif 
di  avvocato,  contrario  di  avvocatone. 

àdltra,  o  àólter,  nella  frase  vègnì  àoltra 
0  àólter  =  saltar  fuori ,  comparire  ;  là 
se  ■ved  mai  a  vègnì  àólter  =  non  si 
vede  mai  a  comparire  ;  étèmm  à  vede, 
cosa  vén  àólter  =  stiamo  a  vedere  che 
mai  salta  fuori. 

àostàn,  agg.  =  agostino  :  nato  d'  agosto. 
1)  Èga  aostana  =  uva  agostina  :  che 
matura  nell'agosto. 

àpàràti,  s.  m.  pi.  =  il  diacono  e  il  sud- 
diacono assistenti  il  celebrante  nella 
Messa  in  terzo,  in  canto. 

àpàlt;  *  s.  m.  =  appalto  ,  accollo  :  con- 
ti"atto  con  cui  si  piglia  a  riscuotere  un 
dazio  per  una  somma  determinata  da 
pagarsi  allo  Stato  ;  o  a  eseguire  un'opera 
pubblica  per  una  somma  determinata 
che  lo  stato  devo  pagare,  o  un'opera 
privata  che  deve  compiersi  per  una  de- 
terminata somma  a  tutto  rischio  di  chi 
assume  l'appalto. 

àpàltà,'*'  V.  alt.  =  appaltare:  dare  in  appalto. 

àpàltàdói'j  *  s.  ìli.  =  appaltatore  ,  accol- 
latario :  che  prende ,  che  ha  preso  un 
appalto,  chi  prende  in  accollo  lavori 
pubblici  ;  àpàltàdór  de  étrdd  feràd  = 
accollatario  di  ferrovie. 

àpàrècc,  *  s.  m.  =  apparato. 

1)  Tutto  ciò  che  serve  a  addobbare 
un  luogo,  0  si  riunisce  e  si  mette  in 
mostra  per  accrescere  una  impressione 
che  si  vuol  fare. 

2)  Apparecchio  :  congegno  ,    macchi- 


npa 

netta  da  far  lavori,  esperienze  di  fìsica, 
operazioni  chirurgiche,  e  sim. 

{ipàrèiisa,  *  s.  f.  =  apparenza  :  quel  che 
apparisce,  contrapposto  a  quello  che  ò  ; 
mìlvà  i  ùpàrèns  =  salvare  le  apparenze  : 
di  ciò  che  si  faccia  pubblicamente  per 
non  dare  a  conoscere  cose  che  giovi 
tener  celate. 

àpàrènt,  *  agg.  =  apparente  :  che  pare, 
ma  non  è  o  c'è  dubbio  che  sia. 

àpàrentemènt,  *  avv.  =  apparentemente  : 
a  giudicare  dall'apparenza. 

àpàrision,  *  s,  f.  =  apparizione,  l'appa- 
rire :  si  dico  solo  di  coso  soprannatu- 
rali e  fantastiche. 

àpàrfàmèiit,  s.  f.  =  appartamento,  quar- 
tiere :  quel  dato  numero  di  stanze  in 
una  casa  dove  possa  abitare  una  fami- 
glia un  po'  agiata. 

1)  Numero  qualunque  di  stanze  oc- 
cupate da  una  persona  della  famiglia, 
0  dove  si  riceve. 

jipàrtàmentìii,  s.  m.  dim.  di  àpàrtà- 
luèut,  =  quartierino  :  parte  di  una  casa. 

ùpàrtegnt,  v.  att.  =  appartenere  :  essere 
una  cosa  proprietà  legittima  di  qualcuno. 

àpàsionaa^  agg.  =  appassionato  :  chi  ha 
passione  per  una  cosa,  cioè  un'inclina- 
zione forte  od  irresistibile. 

àpèlàss,  *  i\  rifl.  =  appellarsi  :  ricorrere 
a  un  tribunale  superiore,  perchè  sia  ri- 
veduta 0  cassata  una  sentenza. 

j\pèll,  s.  m.  appello. 

1)  L'appellarsi  a  un  tribunale  supe- 
riore ;  là  cort  d'àpèll  =  la  corte  d'a- 
pello. 

2)  Il  tribunale  che  giudica  in  seconda 
istanza;  hoo  vengiilil  là  càusa  in  àpèll  = 
lia  vinto  la  lite  in  appello. 

3)  La  chiama  :  1'  appello  degli  sco- 
lari che  fa  il  maestro. 

àpèiia,  ape.  =  appena;  poco,  quasi  punto  ; 

el  m'ha  àpèna  tocaa  =  mi  ha   appena 

toccato. 

1)   Avv.    di    tempo.    Por    significare 

azione  allora  compiuta  ;  l'è  àpèna  rivaa  = 

è  appena  arrivato. 
sipeudìce,  *  s.  f.  =  appendice. 

1)  Si  dice  per  lo  più  di  scrittura  ag- 
giunta ad  un'opera  principale  in  cui  si 
prendono  a  trattare  o  a  svolgere  alcuni 
punti  toccati  più  leggermente  nell'opera 
stessa. 

2)  Scritto  di  vario  argomento,  che  nei 
giornali  politici  suole  occupare  la  parto 
inferiore  di  una  o  più  pagine. 


89- 


apl 


àpeudicìsta,  s.  ni.  =  appendicista  :  colui 
che  scrive  le  appendici  nei  giornali  po- 
litici. 

Àpenìii,  s.  m.  =  Appennino  :  catena  di 
montagne  che  parte  per  il  lungo  l'Italia. 

apertura,  s.  f.  =  apertura. 

1)  l' apertura  del  Pàrlàment ,  dèla 
sedia,  de  l'iinivèrsitaa  =  l'apei-tura  del 
Parlamento,  della  scuola,  dell'università; 
el  diéeors  d'  apertura  =  il  discorso  di 
apertura. 

2)  Ogni  interruzione  nei  muri  di  iiii;i 
casa  comò  finestre ,  porte ,  armadi  a 
muro  e  sim.  ;  in  là  mìa  stànsa  gii  è 
cìnqu  àperiùr  =  nella  mia  camera  ci 
sono  cinque  aperture. 

3)  Allentatura:  malattia  dell'intestino 
caduto  ;  el  g'hà  on' apertura  =  è  allen- 
tato. 

àpetitt,  *  s.  in.  =  appetito  :  voglia  di 
mangiare  ;  bau  àpetltt!  =  buon  appetito  ! 
Augurio  a  chi  sta  mangiando  o  è  por 
mangiare  ;  Hmicà  l'àpetltt  =  stuzzicar 
l'appetito.  Più  volgarmente  di  cesi  anche 
petìtt;  altre  frasi  :  gasa  l'àpetitt  =  aguz- 
zar l'appetito  ;  per  làfàbì-icade  l'àpetitt  » 
per  il  pane  da  mangiare. 

àpiàii,  avv.  =  piano. 

1)  Adagio,  lentamente  ;  chi  m  àpian 
rà  san  e  va  lontdn  =  chi  va  piano,  va 
lontano. 

2)  Con  precauzione  e  con  pazienza  ; 
el  tò  doer  fall  àpidn  ée  te  vcBut  fall 
j}olid  =  il  tuo  compito  fallo  adagio,  se 
lo  vuoi  far  bene. 

3)  A  voce  bassa  ;  parla  àpiàn  che 
là  màma  là  dorma  =  parla  piano  che 
mamma  dorme. 

àpiànà,  *  V.  alt.  =  appianare  :  detto  di 
difficoltà,  differenze,  vertenze,  toglierle 
di  mezzo,  accomodarle. 

àpis,  s.  m.  =  lapis,  matita  ;  àpis  carbin- 
sìn  =  matita  nera  :  minoralo  ;  fipis 
piombln  =  matita  piombino  :  composi- 
zione ;  àjiis  ross,  blceii  =  matita  rossa, 
turchina  ;  àpià  de  lègn  =  cilindretto  di 
lapis  ;  ^pis  à  colise  =  lapis  ad  anello 
corsoio  ;  apis  de  legnàmee  =  matita  da 
legnaiuolo  ;  canèta  d'àpiè  =  matitatoio, 
toccalapis  ;  tempera  l'apio  =  appuntare 
la  matita. 

àplàiidì,  V.  alt.  =  applaudire  :  dar  segno 
d'  approvazione  con  più  che  altro  col 
batter  le  mani. 

àplàttso, *  s.  m.  >=  applauso:  l'atto  del- 
l'applaudire. 


npl 


—  40 


apii 


àplicasioii;  s.  f.  =  applicazione  :  assi- 
duità al  lavoio,  allo  studio. 

àpògrg',  s.  m.  =  appoggio  :  cosa  o  persona 
a  cui  uno  si  appoggia. 

1)  Anche  nel  senso  dì  sostegno,  aiuto 
che  qualcuno  dà  perchè  altri  riesca  in 
un  intento. 

2)  Appoggiatoio  :  quel  bracciuolo  lun- 
ghetto che  rigira  nell'interno  delle  car- 
rozze ad  uso  di  posarvi  disteso  l'avam- 
braccio. 

àpogià,  *  V.  alt.  =  appoggiare  :  sostenere, 
aiutare  una  persona  perchè  riesca  in 
un  intento. 

1)  àpogitl  Òna  jn'opdsta  =  appoggiare 
una  proposta  :  aderirvi,  perchè  sia  messa 
in  discussione. 

Apòll,  s.  m.  =«  Apollo:  divinità  mitologica. 

àpòlogli,*  s.  m.  =  apologo:  componimento 
di  invenzione,  consistente  in  un  breve 
racconto,  da  cui  si  vuol  ricavare  un 
precetto  morale,  o  una  regola  di  condotta. 

àpoplesìa,*  s.  f.  =  apoplessia.  T.  med.: 
congestione  o  versamento  di  sangue  al 
capo. 

àpO|>lètìcli,*  ayg.  =  apoplettico  e  apo- 
pletico;  colp  àpoplètich  =  colpo  apople- 
tico,  d'apoplessia;  accidente. 

àpds,  prep.  =  dietro,  di  dietro  ;  là  s-coa 
là  sta  àpos  à  l'ì'isé  =  la  granata  sta 
dietro  l'uscio. 

àpòsitàtnèiit,  *  aw.  appositamente,  ap- 
posta. È  forma  piiì  nobile  di 

àpdsta,  =  apposta,  appositamente,  a  bello 
studio.  Anche:  espressamente. 

àpóstol,*  s.  m.  =  apostolo. 

1)  Ognuno  dei  dodici  scelti  da  Gesù 
Cristo  a  predicar  1'  Evangelio,  e  a  go- 
vernare la  Chiesa, 

2)  Si  dice  per  antonomasia  di  chiunque 
procuri  proseliti. 

àpostòlich,  *  agg.  =  apostolico  :  che  è 
proprio  degli  Apostoli. 

àpdstrof,  *  s.  ni.  =  apostrofo  :  segno  or- 
tografico. 

apostrofa,*  v.  att.  aposti'ofare ;  mettere 
r  apostrofo. 

.àprendista,  *  s.  m.  =  apprendista  :  chi 
è  ammesso  in  un  pubblico  ufficio  per 
esercitarsi  e  far  pratica  aspettando  che 
vachi  un  posto  con  paga.  Anche  si  dice 
in  it.  :  volontario,  aspirante. 

àprensidii,  *  s.  f.  =  apprensione;  MHefi 
in  àpremion  =  apprensionirsi  ;  mettersi 
in  apprensione,  in  pensiero  di  qualche 
male  che  possa  succedere. 


àpreiisìv,  agg.  =  apprensivo  :  di  chi  di 
ogni  minima  cosa  teme  e  si  affligge. 

àprèsàméiit,  *  s.  m.  =  apprezzamento  : 
stima  e  giudizio  intorno  a  fatti,  che  ha 
qualche  cosa  di  personale  o  di  opinativo. 

àl>rèss,  prep.  =  accanto,  presso  e  di  fianco 
a  qualche  cosa. 

1)  Presso,  vicino  ;  el  dotar  el  -sia  chi 
àprbss  =  il  medico  sta,  abita  qui  ac- 
canto. 

2)  tira  àprèsii  =  avvicinarsi  :  di  cose 
tra  le  quali  ci  sia  poca  differenza. 

3)  ci  glie  tira,  el  glie  va  àpi-èss  =  Ci 
si  avvicina:  di  chi  tirando  a  indovinare 
sbagli  di  poco. 

àprètt,  s.  m.  =  cartone:  lustro  che  si  d^i 
ai  panni;  dà  l' àprètt  =  rincartare. 

àprètà,  'i\  att.  =  rincartare  :  dare  il  car- 
tone ai  panni,  ai  cappelli.  Yale  come 
dà  l'àpri'tt. 

àprètàdòr,  s.  m.  =  colui  che  incarta  i 
panni. 

aprii,  s.  m.  =  aprile:  il  quarto  mese 
dell'  anno. 

1)  aprii  n'ha  trenta,  piorès,^  treni'iin 
fa  mal  à  nis-iin  =  acqua  d'aprile,  ogni 
gocciola  vai  mille  lire  ;  prov.  cioè  :  la 
pioggia  d'aprile  fa  bene  alla  campagna. 
Nello  stesso  senso  si  usa. 

2)  àpì'il  luti  i  di  on  bàrtl  =  d'aprile 
piova  pui'e  ogni  giorno  in  abbondanza. 

3)  àpi-il  lumca  on  fil  =  d'aprile  non 
si  smetta  nulla  del  vestimento  inver- 
nale. 

àprofità,  *  V.  att.  =  approfittare,  giovarsi: 
ricavare  tutto  il  vantaggio  che  si  può 
da  cosa  che  si  abbia  sotto  la  mano. 

àprofltàss,*  V.  rifles.  approfittarsi  ;  Vita 
minga  mciiii  àprofitàsen  del  tèmi)  = 
non  seppe  approfittarsi  del  tempo. 

àprosiinàtiv,  *  agg.  =  approssimativo  : 
che  s'accosta  al  vero  quanto  è  possi- 
bile.^ 

àprovà,*  v.  att.  =  approvare,  riconoscere 
per  buono  ciò  che  sia  detto  o  fatto  da 
altri. 

1)  Segnatam.  di  proposte  che  altri 
faccia. 

àprovàslón,  *  s.  f.  =  approvazione  :  il] 
giudizio  col  quale  si  approva. 

àpuntàmènt,  *  e.  m.  =   appuntamento 
vicendevole  promossa  o  accordo  di  tro-j 
varsi  insieme  in  un  detcrminato  luogo 
in  ora  prefissa. 

àpunt,  s.  m.  =  appunto:  ciò  che  si  notai 
sulla  cai-ta  per  aiuto   della   memoria  ;| 


flqu 


41  — 


ave 


l'è  et  lìhcr  di  àpùnl  de  stòria  =  è  il 
libro  degli  appunti  di  storia. 

àquàràiic'io,  *  s.  f.  =  aranciata:  bevanda 
fatta  con  acqua,  sugo  o  sciroi)po  d'a- 
rancio e  zucclioro. 

àf|ilila,*  s.  /".  =  aquila:  uccello  di  rapina. 

1)  l'Aquila  =  l'albergo  dell'Aquila. 

2)  re.s'.s*  minga  on'àqìdla  =  Non  es- 
sere un'aquila:  non  avere  un  ingegno 
pronto,  né  perspicace. 

àquiliii,  agf/.  =  aquilino  :  di  naso  il  cui 
profilo  è  simile  a  quello  di  un  becco 
d'aquila. 

1)  Aqiiilin  =  Aquilino  :  Nomo  proprio 
di  persona  m<aschile. 

Ara,  s.  f.  =  travaglio  :  ordigno  composto 
di  ti'avi,  nel  quale  i  maniscalchi  met- 
tono le  bestie  fastidiose  e  intrattabili 
per  ferrarle  o  medicarle. 

1)  giufià  à  l'ara  bH'àra  =  ò  un  giuoco 
che  fanno  i  bambini  dicendo  ara,  bH'àra 
discesa  corndra,  de  l'or  del  fin  del  coni 
Mar  in,  >i  trapana  bordòech  di  trii  pitòcch 
d'òna  màsceilra  quèst  l'è  dènter  e  qiièM 
l'è  fanìra. 

Lo  fanno  quando  fra  molti  se  no  debba 
scegliere  uno  a  cui  spetti  un  determi- 
nato ufficio  -  per  lo  più  il  meno  gradito 
-  in  uno  de'  giuochi  infantili. 

ara,  V.  att.  =  araro-:  rompere  e  rivoltare 
la  terra  col  l'aratro. 

1)  arti  dì-iis'  =  arar  diritto  :  operare 
rottamente,  segnatamente  per  timore  di 
castighi. 

àraa,  s.  m.  =  aratro:  strumento  agrario 
per  rom])ere  e  rivoltare  la  terra. 

1  )  qtd'll  clic  fa  i  àraa  =  aratolaio  :  chi 
fa  gli  aratri. 

U'àb,  s.  m.  =  arabo:  la  lingua  araba. 

1)  Vò    minga   tiràb   =  non  è    arabo. 
"Modo  fam.  Di  cosa  che  tutti   possono 

f  capire. 

2)  Agg.  d'Arabia;  cavali,  numer  àràb 
cavallo,  numero  arabo. 

Pàbésch,*  s.  m.  =  arabesco  ,  rabesco  : 
fregio  di  pittura,  intaglio,  ricamo  e  sim. 
formato  di  fogliami,  fiori,  animali  fan- 
tastici e  anche  linee  tirate  a  capriccio. 
Di  ricamo  così  fatto  si  dico  in  mil.  a 
ràindsg.  Dal  frane,  ramage. 

àrabo,*  s.  in.  =  algebra  :  di  cosa  diffìcile, 
astrusa;  l'è  minga  àràbo^  per  mi  l'è 
tlràbo  =  non  è  àlgebra,  per  me  è  àl- 
gebra. 

àràlda,  s.  f.  =  orba  nalda  o  analda;  di- 
gitalis  purpurea:  pianta  perenne. 


àràs,  agg.  =  raso;  pién  aras  =  pieno  raso  ; 
che  jìroprio  non  ci  sta  altro. 

aratóri,  agg.  =  arativo:  dicesi  di  ter- 
reno che  si  può  arare  o  che  è  arato. 

àrbàroefila,  s.  f.  =  ciliegio  a  pigna  o  a 
grappoli;  prunus  cerasus  avium. 

1)  Anche  ciliegia:  frutto  dell'albero 
suddetto. 

2)  Ccrasuolo,  e  cerasuola  :  frutto  e 
alboi'o;  prunus  cerasus  sileestris.  An- 
che g-albiu,  g-andioeiì. 

àrbicóca,  s.  f.  =  albicocco  :  frutto  del- 
l'albicocco. 

1)  piànta  de  àrbicòcch   =   albicocco. 

àrbièll,  s.  m.  =  truogolctto  dei  porci  : 
dove  si  dà  loro  il  cibo. 

siràg'ósta,  s.  f.  =  aligusta  :  sorta  di  gam- 
bero di  mare  grandissimo. 

àrbijàda,-'  s.  f.  =  pisellada:  gran  quan- 
tità, grande  incetta  di  piselli. 

arbitràri,  agg.  =  arbitrario  ;  di  atto  arbi- 
trario, atto  di  una  pubblica  autorità 
non  conforme  alle  leggi. 

1)  Anche  di  privati.  Senza  fonda- 
mento; opinion  arbitrària,  giiidis'i,  cà- 
.High  arbitràri  =  opinione  arbitraria,  giu- 
dizio, castigo  arbitrario  :  che  non  ha 
fondamento. 

àrbor  imperiai,  gidyà  à  V  tlrbòr  im- 
periai =  giocare  o  faro  all'  imperiale  : 
specie  di  giuoco  che  si  fa  colle  carte 
di  picchetto. 

àrboraa,  agg.  =  alberato:  campo  con  pian- 
tagione d'alberi,  pomifero. 

àrea,  s.  f.  =  arca  ;  /'  àrea  de  Noè  = 
l'arca  di  Noè;  l'è  diventàda  l'arca  de 
Noè  =  è  diventata  l'arca  di  Noè  :  di 
casa  0  stanza  dove  siano  raccolti  ani- 
mali di  molte  specie. 

1)  arca  de  scienm  =  arca  di  scienza, 
un  uomo  dottissimo. 

àreàda,  s.  f.  =  arcata. 

1)  Dogli  edilìzi  a  più  archi,  ciascuno 
di  questi  archi. 

2)  Colpo  d'arco  nel  suonare  il  vio- 
lino 0  altri  istrumenti. 

àreàug'iol,*  s.  m.  =  arcangiolo:  per  i  cat- 
tolici. Grado  nella  gerarchia  degli  spi- 
riti superiore  a  quello   degli  angioli. 

àreààa,  s.  f.  =  chiurlo  grosso,  ciurlotto, 
beccaccia  marina,  numenius  arquata  : 
uccello  di  ripa.  Anche  griignetòn,  se- 
gura. 

arch,  s.  m.  =  arco  :  lavoro  per  lo  più 
di  pietre  o  insvttoni  disposto  in  modo 
da  formare  un  arco  volto  all' ingiù,  che 


are 


42  — 


ard 


]josa  sopra  duo  stiinti,  coloane  o  pila- 
stri, 0  sostiene  il  maro  superiore. 

1)  àrdi  intrèyli  o  à  tuta  'mùnta  = 
arco  a  tutto  sesto. 

2)  àrch  ùciltt  o  à  tèrs  agiiii  =  arco 
a  terzo  acuto. 

8)  àrch  sfiancaci  =  arco  dittico. 

4)  àrch  éòpp  o  a  pònt  tròaa  =  arco 
zoppo,  0  scemo,  o  schiacciato. 

5)  àrch  à  quàrt,  à  sèst  àciitt  =  arco 
a  quarto,  a  sosto  acuto. 

6)  àrch  riàlsaa  =  arco  rialzato. 
àrdi  (i),  =  gli  archi:  nomo  di  quegli  ar- 

concelli  di  legno  che  formano  l' ossa- 
tura dei  mantici  da  calesse. 

ardi  del  bàst  dèla  sèla,  =  arcione  : 
quella  parte  del  fusto  della  sella  e  de' 
basti  che  si  inalza  in  forma  d'arco  da- 
vanti 0  di  dietro  al  cavalcatore,  ond'è 
lina  detta  anteriore  l'altra  posteriore. 
Anche:  arsoli,  arción,  asètl,  càvàlètt. 

àrdi  di  sìj  =  arco  delle  ciglia:  quell'ar- 
chetto di  pelo  che  è  sopra  l'occhio. 

ardieòlog-h,  *  s.  m.  =  archeologo  :  che 
professa  l'archeologia, 

àrdieolog'ìa,*  s.  f.  =  archeologia:  scienza 
delle  antichità  nei  loro  rispetti  colla 
storia  e  coli' arte. 

àrdieolog'idi,*  agg,  =  archeologico  :  che 
appartiene  all'  archeologia. 

àrdiètàda,  s.  f.  =  archettata,  arcata, 
colpo  d'archetto  o  arco  nel  suonare  il 
violino,  0  la  viola,  o  il  violoncello, 
e  sim. 

àrdiètt,  s.  m.  =  archetto.  Dira,  d'arco. 

1)  Ordigno  per  acchiappare  gli  uccelli. 

2)  Nome  dato  a  diversi  arnesi  simili 
nella  forma  a  un  arco  di  violino,  che 
i  fabbri  adoperano  por  intaccare  le 
chiavi,  i  lavoratori  di  mosaico  per  se- 
gare le  pietre  dure  e  sim. 

3)  Arco  del  violino,  violoncello,  ecc., 
arnese  formato  coi  crini  di  cavallo,  che 
servo  por  sonare  il  violino  o  altri  sti'u- 
menti  a  corda. 

4)  Arcuccio  :  stecche  piegate  a  arco 
che  si  mette  sulla  culla  o  nel  letto  ai 
bambini  poi-  tener  sollevato  lo  coperte 
0  il  pannolino  con  cui  si  copre  il  viso 
del  bambino  per  ripararlo  dalle  mosche 
e  dalla  luce. 

6)  Archetto  :  arnese  di  legno  ripie- 
gato, le  cui  estremità  sono  legate  a  un 
filo,  col  quale  i  bambini  lanciano  sas- 
solini 0  piccole  frecce  di  carta  o  di 
legno. 


àrdiiuà,  v.  att.  =  affannarsi,  affaticarsi, 
lavorare  coli' arco  della  schiena.  Anche 
nanchina. 

àrchitètònidi,  *  agg.  =  architettonico  : 
che  appartiene  all'architettura. 

àrdiitètt,*  s.  m.  =  architetto  :  chi  eser- 
cita r  anchitettura. 

àrchitètura,  *  s.  f.  =  architettura:  l'ai'to 
che  ha  per  oggetto  il  disegno  e  la  co- 
struzione d'opere  murate,  come  case, 
ponti,  acquedotti,  fortezze  e  sim. 

1)  Il  disegno  stesso  di  una  fabbrica.  \ 

àrdiitràv,  s.  m.  =  architrave  :  pezzo  per  ■ 
lo  più  di  pietrame  che  posa  sopra  duo 
stipiti,  pilastri  o  colonne  e   sostiene  il 
muro  superiore. 

archìvi,*  s.  m.  =  archivio  :  luogo  dove 
si  conservano  gli  atti  e  le  scritturo 
pubbliche. 

arci,  =  arci:  particella  che,  affissa  a  un 
nomo,  vale  primato  ;  àrciprU,  àrcivè- 
éeov,  àreidiàcon  =  arciprete,  arcivescovo, 
arcidiacono. 

1)  Dà  alle  voci  il  valore  di  superla- 
tivo e  si  unisco  agli  aggettivi,  ai  so- 
stantivi, agli  avverbi;  àrcisciòr,  àrci- 
bon,  àrcibén  =  arciricco,  ai'cibuono,  ar- 
ci bone. 

àrcisbrofòn,  s.  m.   =  millantatore  :   chi 

.  dice  di  fare  o  di  avere  molto  piìi  di 
qiianto  ha  o  fa. 

àrcivéscov,  s.  vi.  =  arcivescovo  :  vescovo 
di  una  chiesa  metropolitana. 

1)  nànca  ée  vegntss  V  àrcivMcov  = 
per  nessun  conto,  malgrado  l'interces- 
sione di  chicchessia. 

àrcìvèscovaa,  s.  m.  =  arcivescovado  : 
palazzo  di  residenza  dell'  arcivescovo. 

arcobaleno,  s.  m.  =  arcobaleno,  irido  : 
meteora  in  forma  d'arco  clie  presenta 
tutti  i  colori  del  prisma,  e  apparisce 
quando  piove,  dalla  parte  opposta  al  sole. 

àrcoi,  s.  m.  pi.  =  le  mostiice;  catenella 
0  funicella  per  tener  fermi  i  buoi  al 
giogo. 

àrcdn,  s.  m.  =  madia  del  pane  o  della 
farina  presso  i  fornai. 

àrciìaa,*  agg.  =  arcuato:  piegato  ad  arco. 

àrdènsa,  {metes  in)  =  mettersi,  levarsi 
in  ardenza  :  accalorarsi,  specialm.  per 
collera. 

àrdeiit,  pari.  =  ardente,  jyart.  pres.  -di 
ardere;  cànùn,  foeiigh,  fornds  àrdént 
camino,  fuoco,  fornace  ardente. 

1)  Fig.  :  del  cuore,  del  sentimento 
dell'uomo;   el  g' ha    on  cceiir   ardènte 


ard 


—  43  — 


arg" 


lia  im  cuore  ardente;  l'c  on  ùiudr  àr- 
dèìit  =  è  un  amore  ardente. 

àrdi,  V.  att.  =  ardire:  avere  ardire  o  l' ai- 
dire  ;  ardirla  minga  dìghel,  se  sàvèss 
nò  che  IH  l'è  tanto  bon  =  non  ardirei 
dirglielo,  so  non  sapessi  che  ella  è  tanto 
buono.  Anche  volsà. 

ardii,  agg.  =  ardito. 

1)  Che  ha  o  mostra  ardire. 

2)  Audace.  Fig.  :    imprésa  àrdìda  = 
impresa  audace. 

sirdión,  s.  m.  =  ardiglione  :  specie  di 
cannoncino  nelle  fibbie  con  due  o  tre 
rebbii  o  punte,  che  si  piantano  nei  ri- 
scontri 0  nei  bucolini  di  che  che  sia. 

1)  mètt  in  àrdion  =  mettere   in   as- 
setto, in  ordine.  Figur. 

àrea  e  ària,  s.  f.  =  area  :  terreno  limi- 
tato sopra  cui  sono  fabbriche,  o  da  fab- 
bricarvi sopra,  e  in  genere  :  estensione 
superficiale  di  cui  si  indichi  la  misura 
0  la  figura;  l'area  d'on  tridngol ,  d'un 
giàrdln,  d'òna  piàm  =  l'arca  di  un 
triangolo,  di  un  giardino,  di  una  piazza. 

àrèd  (fa),  =  rendere,  far  comparita;  dar 
molto  frutto  che  si  veda.  Anche  redà. 

àrèla,  s.  f.  =  tavola  su  cui  si  stendono 
i  bachi  da  seta  por  allevarli. 

aréna,  s.  f.  =  anfiteatro,  arena:  fabbrica 
per  lo  più  fatta  nell'intorno  a  gradinata 
con  in  mozzo  un  area  (arena)  che  in 
antico  serviva  e  serve  tuttora  ad  uso  di 
spettacoli  e  giuochi  pubblici. 

1)  l'Arèna  :  è  un  anfiteatro  di  Milano 
fabbricato  al  principio  del  secolo  pre 
sento.  Uno  dei  migliori  nostri  momi- 
menti.  Vi  si  danno  pubblici  spettacoli. 
Le  sue  carceri  sono  fatte  cogli  avanzi 
del  castello  di  Trezzo  sull'Adda.  Il  pul- 
vinare ha  un  insigne  portico  ad  otto 
colonne  corinzie  di  granito  rosso  pulito, 
delle  quali  quattro  furono  tolte  al  mo- 
nastero di  S.  Agostino.  Il  recinto  è  fatto 
coUc  pietre  del  demolito  nostro  castello, 
come  delle  bugne  dei  suoi  torrioni  si 
fecero  i  portici  ad  esso  laterali.  Un  ri- 
gagnolo tra  il  podio  e  l'arena  dà  acquo 
per  allagare  tutto  il  piano,  sia  per  ro- 
gate, sia  per  sdrucciolare  sul  diaccio. 
Cape  trentamila  spettatori.  È  lavoro  del 
Canonica. 

arena,  v.  att.  =  languire  :  del  commercio 
allorché  cessa  di  essere  vivo  come  per 
r  innanzi. 

àrenaniènt,  s.  m.  =  ristagno  :  del  com- 
mercio. 


àrèndes,*  e.  rifl.  =  arrendersi  :  cessare 
dalle  difese,  darsi  per  vinto. 

1)  In  una  disputa:  confessarsi  vinto 
dalle  ragioni  dell'avversario. 

àrènt,  prep.  =  presso,  appresso,  rasente, 
accanto,  accosto. 

1)  àndà  àrcnt  ài  miir  =  rasentare  il 
mui'o.  Fig.  :  vivere  appena  agiatamente 
con  molti  -sforzi. 

2)  /«,  mètes  àrénf.  Fig.  =  ragunare, 
raccattare,  raccogliere ,  raggruzzolare, 
far  gl'uzzolo  :  per  lo  più  del  far  quat- 
trini. 

3)  tira  àrént  oii  ilss  =  accostare  un 
uscio. 

4)  età  àrént  àrént  =  staro  accosto  ac- 
costo, vicinissimo  :  attenersi  alle  falde 
di  qualcuno. 

àreostàtich,  s.  in.  =  areostatico  :  pallone 
volante. 

àres,  ora  più  comunem.  làres,  s.  m.  = 
larice  ;  pinus  larix  o  larix  vulgaris  : 
albero  da  legname. 

àrèst,  s.  VI.  =  arresto  :  l'atto  dell'arro- 
stare che  fa  la  forza  pubblica;  rèés  in 
àrèst  =  essere  in  arresto  :  di  chi  ò  in 
potere  della  forza  pubblica. 

1)  i  àrèst  =  gli  arresti  :  specie  di 
punizione  militare  inflitta  agli  ufficiali 
quando  si  obbligano  a  staro  ritirati  in 
casa,  0  in  quartiere. 

àrèstà,  *  V.  att.  =  arrestare  :  prender 
qualcuno  e  condurlo  dalla  pubblica  au- 
torità. 

àretraa,  agg.  =  arretrato  :  di  chi  sia  die- 
tro di  qualche  operazione  e  in  ispecio 
di  pagamenti. 

1)  Di  debito  non  pagato  alla  scadenza. 

2)  vèss  in  àretraa  =  non  essere  in 
corrente  coi  pagamenti  :  essere  in  mora, 
essere  in  arretrato  di... 

3)  *  àretraa  =  gli  arretrati  :  le  sommo 
non  pagate  in  tempo  debito. 

àrgàg'n,    s.    m.    =    i strumenti ,    ordigni, 

ferri  del  mestiere.  Disusa. 
àrgàu,  e  ora  avvicinandosi  all'originario 

frances'e  argand,  àrg'ànd,  s.  m.  =  tubo 

per  lucerna  a  petrolio. 
àrgeu,  più  comunemente   e   mono    voi. 

àrgin,  s.  m.   =   argine.   Fig.  :  riparo, 

impedimento. 

1)  Rialzo  di  terra  che  serve  a  con- 
tenere le  acque  nello  risaie. 

2)  La  riva  dei  fossatelli  dei  prati  a 
marcita. 

àrgenin,  s.  m.    dim.    di  àrgen  =  argi- 


iirg 


—  44  — 


ari 


nello  :  ciascuno  eli  quei  piccoli  argini 
traversi,  praticati  nella  risaia  onde  ven- 
gono a  formarsi  lo  aiuole ,  e  serve  di 
viottolino  poi  passaggio  dei  risaiuoli. 
sirg'ènt,  si  m,  =  argento  :  metallo  bianco, 
lucido. 

1)  àrghit  màtt  =  argento  volato. 

2)  fègh  ùdòis  l' àrgènt  viti  =  avere 
l'argento  vivo  addosso:  si  dice  special- 
mente di  bambini.  Vedi  diàol. 

3)  cdvej  d'argènt  =  capelli  d'argento  : 
i  capelli  bianchi. 

àrgreiitee,  s.  vi.  =  argentiere  :  chi  fa  o 
vende  gli  oggetti  d'argento. 

àr^eiitéri,  s.  m.  =  argenteria  :  gli  og- 
getti d'ai'gento  che  servono  specialmente 
alla  mensa. 

àirgrentin,  s.  m.  =  saltaleone  :  filo  ela- 
stico d'ottone  in  cui  si  infilano  le  ave- 
mario,  i  paternostri,  i  gloria  d'una  co- 
rona. Si  usa  anche  per  le  corde  di 
mandolino,  chitarra,  ecc. 

àrgrheii,  più  comunem.  àr^in,  s.  m.  ar- 
gano. 

1)  vor^gh  i  tir  gin  a,...  volerci  gli 
argani  a....  ;  ghe  vceur  i  ergili  ù  fall 
mcfiw  =  ci  vuole  gli  argani  por  smuo- 
verlo :  di  persona  molto  ostinata  e 
molto  pigra. 

2)  andèmm  !  gite  venir  i  tirgìn ?  = 
animo  !  che  ci  vuole  gli  argani  ?  -  Ecci- 
tamento a  fare  una  cosa. 

àrgin,  s.  m.  argine. 

1)  Vedi  àrg:en. 

2)  Argano.  Vedi  àrgheii. 

3)  Strettoio  :  cilindi-o  col  quale  il 
pastaio  stringe  lo  paste  nelle  loro  stampo. 

argina,  r.   atf.    =   arginare ,   ciglionare  : 

mettere  un  argine. 
àrgìiiàdura,  s.  f.  =  ai-giuatura  :  l'opera 

fatta  per  arginare,  i  ciglioni. 
éàrgoniént,  *  s.  vi.  =  argomento. 

1)  Tutto  ciò  che  si  dice  per  provare 
la  verità  di  ciò  che  si  afferma. 

2)  La  cosa  di  cui  si  parla  o  si  scrive  ; 
tornèvivi  à  V  àrgoviént  =  torniamo  a 
bomba,  all'argomento;  a  ciòjdi  cui  si 
parlava  o  scriveva. 

àirgiiì,  *  v.  att.  =  arguire  :  indursi  a  cre- 
dere un  fatto  per  la  notizia  che  si 
abbia  di  un  altro  :  argìilsì  dai  tò  pa- 
rali che  te  g'hee  pòca  fidUcia  =  argui- 
sco dallo  tue  parole  che  hai  poca  fi- 
ducia. 

ari,  -s.  f.  più.  =  arie.  Si  trova  in  parec- 
chie frasi. 


1)  phrd  i  (tri  =  sviarsi  :  perdere  l'o- 
rizzonte 

2)  rèy.y  gio  d' ari  =  essere  sviato  : 
aver  perduto  l'orizzonte.  Si  dice  anche 
più  comunem.    rèss  già  de  trèhisónda. 

3)  àlsà  i  ari  =  alzare,  rizzare  il  capo, 
prendere,  ardire,  anche  alzar  la  cresta. 
Imbaldanzire,  prender  baldanza,  farsi 
ardito.  Anche  m'.y  éiii  ari. 

4)  mcft  giù  i  ari  =  abassare  le  ali  : 
metter  giù  la  superbia. 

ari  (i),  s.  VI.  più.  =  I  pendoni  :  drap- 
pelloni pendenti  per  intervallo  dalla 
soffitta  del  palco,  e  rappresentanti  nu- 
volaglia, cielo  e  simili,  nei  teatri. 

ària,  .<?.  /.  =  aria. 

1)  Fluido  che  abbraccia  tutto  il  globo 
terracqueo,  necessario  alla  vita  dello 
piante  e  degli  animali  ;  tiriu  colàda  = 
aria  colata:  di  luoghi  rinserrati,  come 
cortili  angusti  e  viuzze  strette.  Si  usa 
ìq  tutti  i  significati  e  modi  di  dire 
còme  l'usa  l'ital. 

2)  (irta  del  pàès  =  aria  nativa. 

3)  ària  libera  =  aria  aperta  :  della 
campagna. 

4)  tlria  malsana  =  ai'ia  viziata. 

5)  ària  remondìna  =  aria  secca. 

6)  aria  siipèrba  =  aria  sanissima. 

7)  slàrgàss  l'aria,  =  raddolcirsi 
l'aria. 

8)  tira  nànca  on  frèguj,  on  boff^  on 
griss  d'aria  =  non  tirare  una  bava,  un 
filo  d'aria. 

9)  rèss  in  vièéé  à  dò  ari  =  essere 
fra  due  riscontri  d'aria. 

10)  aria  dela  basa  =  vento  meri- 
dionale, austro;  che  viene  dalla  gi'ando 
pianura  a  mezzodì  ;  aria  dela  beì-gà- 
viàsca  =  vento  orientalo ,  di  levante  ; 
che  vien  dalla  parto  di  Bergamo  ;  ària 
de  Tesìn  =  libeccio,  garbino  ,  africo  ; 
che  spira  dalla  parte  del  Ticino. 

11)  Atmosfera  :  quello  strato  d'  adii, 
0  d'altri  corpi  aereiformi  che  avvolge 
la  terra. 

12)  briisà  per  ària  o  porta  via  là 
ròba  =  andar  via  a  i-uba. 

13)  fa  àndà  in  ària  on  àfàri  =  man- 
dare in  aria  un  affare,  scompigliarlo  ; 
far  che  non  avvenga  più. 

14)  vièti  in  d'on  .§it  de  nò  rèdè  jyil 
ària  =  mettere  allo  scuro  :  in  gattabuia, 
in  prigione. 

15)  pària  per  ària  =  parlare  in  aria  : 
senza  fondamento. 


ari 


45  — 


ari 


16)  tra  per  ària  =  buttare  all'aria: 
scompigliai'e ,  mettere  in  disordine  ; 
tra  in  ària  =  lusingare  :  di  fanciulla 
a  cui  si  prometta  di  sposarla. 

17)  pientà  lì  i  ròbbper  ària  =  lasciar 
le  cose  per  aria ,  a  mozzo  :  non  con- 
chiuderle. 

18)  reétà  à  mèi'clria  =  rimanere  in 
tronco  :  in  abbandono. 

19)  romp  l'aria  coni  el  freiigh  =  sbi- 
lanciar r  aria  col  fuoco  :  di  quando 
l'aria,  essendo  uno  stagno  fermo,  col 
fuoco  la  si  mette  in  movimento. 

20)  s'ciopìfà  l'aria  =  fare  scoppio  : 
pigliar  meraviglia,  fare  pompa  o  com- 
parsa. 

21)  tira  dna  brUt'ària,  tira  ària 
calda  =  v'è  aria  calda,  v'è  pericolo. 
Anche  tira  ària  eatìva. 

22)  tegnì  in  ària  =  tener    in   collo, 
•    sospeso  :  trattenere  dal  corso  suo  chec- 
chessia. 

23)  tede  pU  ària  =  morir  nelle  bu- 
iose  :  in  prigione. 

24)  rèief/h  ària  pài-ànta  =  osservi 
riscontro  d'aria. 

25")  fa  ciàpà   ària  =  asolare  :    dello 
polli ,  panni  che  si  mettono  all'  aria  a 
sciorinare. 
ària,  s.  /".  =  aria. 

1)  Lo  spazio  in  che  si  muove  (qua- 
lunque pezzo  d'oriuolo  o  altro. 

2)  Il  vano  che  è  fi-a  le  due  lame 
delle  forbici  e  simili. 

3)  Il  vano  lasciato  fra  due  cose. 
\ria,  s.  f.  =  aria.  T.  music.  :  pezzo  can- 

ito  da  un  solo.  ■ 

1)  ària   de   bauli  =  aria    di    baule  : 
L'ia  prediletta  da  un  cantante,    che  la 

rorrebbe    introdotta  .  in    ogni   spartito, 
icorchè  inopportuna. 

2)  ària  de  bravura  =  aria  di  bravura  : 
'quella  per  la  quale  il  cantante  può  dar 

saggio  brillanto  della  voce   e  dell'  arte 
che  possiede. 

3)  ària  descompàfjna  =  aria  dissi- 
milo :  che  non  somiglia. 

4)  ària  de  la  pi  sa  =  aria  dei  sorbetti  : 
che  nell'opera  in  musica  è  posta  noi 
punto  mono  importante ,  ed  allora  gli 
ascoltatori  che  vogliono  prendere  il 
sorbetto  lo  pigliano,  e  a  Milano  al  can- 
tarsi di  quella  si  osco  di  teatro  per 
spandere  acqua,  fa  là  jìlsa. 

5)  ària  oblifjàda  =  aria  obbligata  : 
quella  in  cui  il  cantante  ò  obbligato  a 


seguire  il  suono.  Molte  delle  frasi  sud- 
dette disusano  per  il  novo  indirizzo 
dell'opera  in  musica  che  esigila  le  arie, 
come  le  cabalette  e  forma  un  tutto 
complesso  e  unico  nel  quale  mal  si 
distingue  il  punto  meno  importante  in 
confronto  agli  altri. 

ària  !  esclam.  =  aria  !  sgombra  !  via  di 
qua  !  :  per  mandar  via  qualcuno  o  di 
torno  a  sé,  o  da  un  luogo. 

àrìaii,  agg.  ariano. 

1)  Nel  proprio ,  seguace  della  teoria 
di  Ario. 

2)  Si  usa  più  comunem.  nel  fig.  nel 
senso  di  triviale,  grossolano,  ma  di  una 
trivialità  e  rozzezza  non  scompagnata 
da  cattiveria  ;  el  bcstèma  cóme  oii 
àriàn  =  bestemmia  come  un  carrettiere. 

ariana,  s.  f.  =  rigo  dell'acqua,  stroscia, 
troscia  :  la  riga  che  fa  l'acqua  correndo 
in  terra  o  su  checchessia.  Si  dice  anche 
riàna. 

1)  i  àriann  =  gore  :  Striscio  di  su- 
diciume sul  collo  0  sulla  faccia  di  chi 
si  è  mal  lavato. 

àriàscia,  s.  f.  peggior.  di  ària  =  ariaccia  : 
nel  significato  di  aria  pesante,  cattiva, 
aria  di  mal  tempo. 

àriéta,  s.  f.  dim.  di  ària  =  arietta. 

1)  Venticello  leggero  e  soave. 

2)  T.  mus.  canzoncina  o  strofa  messa 
in  musica  :  si  dice  della  musica  e  dello 
parole. 

àriètìiia,  s.  f.  dim.  vex'Kegg.  di  àriéta, 

di  ària  =  ariettina. 
àrimética,  s.  f.  =  aritmetica  :  1'  arto  di 

far  le  operazioni  sui  numeri. 
àriÒH,  agg.   arioso  :    di   abitazione   o   di 

luogo,  che  ha  molt'  aria  e  molta  luce. 
àristocrasia,*  s.  f.  =  aristocrazia. 

1)  Tutte  le  famiglie  nobili  di  un  paese. 

2)  Di  chi  non  tratta  con  inferiori  o 
sta  con  loro  molto  sostenuto  :  l'è  ànti- 
pàtich  per  là  eòa  àristocrasia  =  è  an- 
tipatico per  la  sua  aristocrazia,  per  la 
sua  albagia. 

àristocràticli,  agg.  =  aristocratico. 

1)  goèrno  àristocràticli  =  governo 
aristocratico  :  dove  la  nobiltà  governa 
0  gode  altri  privilegi. 

2)  òmm  àristocràticli  =  uomo  aristo-, 
cratico  :  favorevole  a  quelle  istituzione 
0  a  quella  forma  di  governo  dove  la 
nobiltà  jtrcvale. 

;->)  mànèr ,  àbHùdin  àriétocràtich  = 
maniero,  usi  aristocratici  :    propri    dei 


ari 


46 


ann 


nobili  e  in  genere  molto  signorili  e  non 
senza  qualche  albagia. 
àrlèclùn,  s.  m.  =  aiieccliino. 

1)  Maschera  del  teatro  italiano,  colla 
maschera  al  viso  e  il  vestito  a  scacchi 
di  più  colori  ;  servo  pauroso  e  sciocco 
che  talora  dice  facezie  per  sciocchezza 
0  senza  avvedersene.  Anche  àrlèchìn 
bàtocio. 

1)  de  àrlèchìn  =  arlecchinesco,  da 
arlecchino. 

2)  fa  V àrlèchìn  =  fare  lo  sciocco 
chiacchierone  :  il  buffone,  ed  anche  es- 
sere incoerente,  specialmente  nelle  opi- 
nioni politiche. 

3)  fa  el  fceiigh  d' àrlèchìn  =  fare  il 
fuoco  d'  arlecchino  :  allestire  il  fuoco 
allogando  le  legno  grosse  per  disotto 
alle  minuto ,  e  rendendo  cosi  difficilis- 
simo ,  per  non  dire  impossibile  1'  ac- 
cenderlo. Fig.  :  far  come  Schizzone  che 
prima  fi  Diva  e  poi  abbozzava,  cioè  fare 
le  cose  a  rovescio. 

4)  Arlecchino  :  gelato  o  sorbetto  di 
più  di  un  colore  e  sapore.  Più  comu- 
nemente giardinièra. 

5)  pari  un  àrlèchìn  =  parere  un  ar- 
lecchino :  di  chi  senza  buon  gusto  è 
vestito  a  molti  colori  e  chiassosi. 

àrlèchìna  (èrba)  =  pappagallo,  meravi- 
glie ,  meraviglie  di  Spagna  ;  amaran- 
thus  tricolor  =  erba  annu.a  che  serve 
per  ornamento  di  giardini  e  di  sale. 

àrlècliiuàda,  s.  f.  =  arlecchinata. 

1)  Maniera  o  atto  di  Arlecchino. 

2)  Mascherata  di  arlecchini. 
àrlìa,  s.  f.  =  ubbia  :  opinione  o  pensiero 

superstizioso     o    malauguroso  ;    àv^gh 
doma  di  àrlìj  =  essere  ubbioso. 

1)  vègh  àdòss ,  tra  àdòsè  l'àrlìa  = 
avere ,  buttare  addosso  il  malefizio,  la 
iettatura. 
arma,  s.  f.  =  arme  :  ogni  stnimento  per 
lo  più  di  ferro  e'  d'  acciaio  ,  fatto  per 
ferire  e  ammazzare  uomini  o  animali 
selvatici.  E  per  estensione  tutto  ciò  che 
possa  servire  a  quell'uso. 

1)  arma  de  feugh  =  arma  da  fuoco  : 
tutte  lo  armi  esplodenti. 

2)  tirma  bianca  =  arma  bianca  :  tutto 
lo  armi  da  taglio. 

3)  tirma  de  pùnta  =  arme  da  punta  : 
che  feriscono  per  essere  accuminato. 

4  )  prefientà  l' firma  =  presentare  le 
armi  :  dare  l'onore  delle  armi. 

5)  pittia   d'armi  =  piazza   d'  armo  : 


area   destinata   per   gli   eserciti    mili- 
tari. 

6)  pòrt  d'ttrmi  =  porto  d' armo  :  fa- 
coltà di  portare  armi. 

7)  à  l'tlrmi!  =  all'arme! 

arma,  s.  f.  =  arma  :  stemma,  insegna  di 
una  città  o  di  una  famiglia. 

1)  fa  l'àrnta  risconta  =  camminare 
come  l'arme  dei  Visconti.  Questa  frase 
origina  dall'essere  lo  stemma  dei  nostri 
Visconti  una  biscia  a  zigzag  in  campo 
d'argento  con  fanciullo  nascente  dalie 
suo  fauci.  Gli  è  dunque  come  dire 
camminare  a  zigzag ,  il  che  è  proprio 
degli  ubbriachi. 

arma,  v.  att.  =  armare  :  dar  1'  arme  e  an- 
che strumenti  che  possano  farne  lo 
veci. 

1)  D'opere  fatte  per  dare  fortezza  e 
servire  di  sostegno  ad  altre  ;  àrmtl  ci 
tccc  =  armare  il  tetto. 

2)  Centinare  :  far  le  centine ,  porre 
l'armatura  alle  volte.  Anche  gcenteuà. 

iirmaa,  agg.   =  armato  :    provveduto   di 

armi. 
àrmàda,   s.  f.    =    armata,    esercito  :    le 

forze  militari  di  un  paese  e  una  parte 

ragguardevole  di  queste  forze. 
àrmador,  *  s,  ni.  =  armatore  :  chi  arma 

0  noleggia  navi  mercantili  e  anche  da 

corsa. 
àrmàdura,  s.  f.  =  armatura  :    tutto   ciò 

che  sei-ve  a  armare  \  àrmàdilra  de  fèr  = 

armatura  di  fen'O. 

1)  Tutto  ciò  che  gli  antichi  soldati 
portavano  indosso  per  difesa  della  per- 
sona ;  àrmadura  lustra  =  armatura  lu- 
cida, brillante. 

2)  Capriata,  cavalletto  :  congegnatura 
di  tre  travi  e  altri  legni  ordinati  in 
triangolo  verticale:  è  parte  principalis- 
sima  della  travatura,  ed  è  posta  a  in- 
tervalli nella  lunghezza  del  tetto. 

3)  àrmadura  di  red  =  armatura  delle 
reti  :  il  cingerle  di  una  fune  chiamata 
zalinga  ad  ogni  tre  pollici  con  un  ri- 
torto, por  ralforzarla. 

4)  àrmadura  di  tint  =  armatura  : 
quei  legnami  che  lateralmente  alle  due 
estremità  sono  sovrapposte  all'ossatura. 

armandola,  *  s.  f.  =  mandorlo  ;   amyg- 
dalns   comunis    =    albero.    Mandorla,  j 
mandola,  amandola  :  il  frutto  del  man 
dorlo. 

1)  armandola  Ma  perlina  =  mandola  ; 
confettata  o  perlina. 


47 


arp 


2)  armandola  àrmèlina  =  mandor- 
li ii  a  amara. 

3)  àrmtlndola  dura  =  mandorla  dui-a  : 
di  guscio  liscio,  durissimo  punteggiato 
di  foroUini. 

anuàiidolaa,  s.  m.  =   mandorlato ,    tor- 

,  rono  :  i)asta  dolce  composta  per  la 
maggior  parte  di  mandorle ,  ridotta  a 
sodissima  consistenza.  Anche  ai*maii« 
dolàto. 

ànuàndoléta,  s.  f.  =  semini  :  pasta  da 
minestra  come  piccoli  semi. 

1)  Fiore,  mandorla  :  fregio  laterale 
delle  calze,  a  guisa  di  ricamo ,  stretto 
é  lungo,  e  piglia  dalla  punta  superiore 
del  quadorlctto  ;  {chignmù)  e  arriva  a 
mezza  gamba. 

àrmàndolèta,  s.  f.  =  mandòla  :  specie 
di  piccolo  liuto  che  si  suona  come  questo 
strumento ,  ma  accordato  differente- 
mente :  ha  otto  gruppi  di  minugie  e 
si  distingue  dal  mandolino  pel  manico 
più  corto  e  per  la  mole  maggiore. 

àrmàiKloliii,  s.  m.,  =  mandolino  :  sti-u- 
mento  più  piccolo  del  liuto,  ma  della 
stessa  foggia. 

àrmèlìn,  più  comun.  èrmelhi,  s.  m.  = 
armellina  :  pelle  dell'  armellino  ;  àr- 
mèlìii  chinès  =  armellino  cinese,  listato 
di  nero. 

armerìa,*  e  più  volgami,  àrmària,  s.  f.  = 
armeria  :  luogo  dove  sono  raccolte  molte 
armi.   Museo  d'armi. 

àrmirosù,  s.  m.  =  armaiuolo  :  chi  falj- 
brica  e  vende  armi ,  le  rassetta  e  le 
ripulisce. 

àrinistìsi  *  e  più  volgami,  annestisi  e 
iiièstìsì,  s.  m.  =    armistizio  :    sospen- 
"-■ione  delle    ostilità   per  un  tempo  de- 
iminato    e   per  vicendevole  accordo; 
-  accordo  stesso. 

làniioàr,  s.  m.  =  armadio  colla  bambola, 
cioè  collo  specchio  :  -si  tiene  per  lo  più 
nelle  camere  da  letto,  e  talvolta  lo 
specchio  manca  e  al  suo  posto  si  mette 
un  drappo  verde. 

armonìa,  *»./".=  armonia  :  accordo  di 
suoni,  unione  di  più  suoni  che  fanno 
insieme  una  grata  impressióne. 

1)  Suono  piacevole  all'orecchio. 

2)  Accordo  di  voleri,  sentimenti,  opi- 
nioni ;  vie  in  bona  armonìa  =  vivere 
in  buona  ai'monia. 

irmònlch,  *  afifj.  =  armonico  :  che  ha 
armonia  ;  casa  ùrn}òmca  =  tavola  ar- 
miiiiira  :  tavola  armonica  :   tavola  sot- 


tile di  abete  che  nel  pianoforte  e  alti'i 
strumenti  a  corda  si  mette  per  renderli 
più  sonori. 

àrmonios,  agg.  =  armonioso  :  di  suono 
0  di  cosa  che  rende  un  suono  piace- 
vole ;  là  vos  de  Garibaldi  V  èra  tant 
armoniosa  =  la  voce  di  Garibaldi  era 
molto  armoniosa. 

Armorèe  (i)  s.  m.  pi.  =  gli  Armorari  : 
nome  storico  di  una  nostra  via  di  Mi- 
lano, che  ricorda  le  nostre  armi  della 
Lupa.  Erano  esse  cercate  da  tutta  Europa 
e  fino  dai  Saraceni.  Due  soli  armaiuoli 
nostri  in  pochi  giorni  fornirono  tanto 
da  armare  4000  cavalieri  e  il  doppio 
di  fanti  ;  e  Milano  esibì  a  Filippo  Maria 
di  mantenere  stabilmente  10000  cava- 
lieri ed  altrettanti  pedoni  se  le  fossero 
lasciate  le  gabelle  e  i  tributi  di  essa 
città,  libero  al  Visconti  di  valersi  a 
talento  di  quelle  delle  altro  città.  È  de- 
siderabile sia  mantenuto  col  nome  della 
via  il  ricordo  di  tanta  floridezza. 

àrnes,  s.  vi.  =  arnese  :  utensile  di  casa 
ed  anche  ferro  del  mestiere. 

]  )  (Yrègh  i  sa  àrnès  in  orden  =  aver 
ago  e  dio  in  pronto  :   essere  in  pronto. 

2)  àrnès  de  galèra  =  arnese  da  ga- 
lere :  uomo  di  pessima  vita. 

3)  l'è  on  eèrto  àrnès  che  me  fidi 
pòcch  =  è  tal  soggetto,  che  poco  me  ne 
fido. 

àrnica,  s.  f.  =  arnica  ;  arnica  montana  = 
pianta  medicinale  :  atta  a  scemare  l'in- 
fiammazione nelle  contusioni  ;  tintura 
d'arnica  =  tintura  d'arnica. 

àrog'ànsa,*  s.  f.  =  an-oganza  :  astratto  di 
arrogante. 

àrog'ànt,  *  agg.  =  arrogante  :  di  persona 
a  cui  manchi  la  modestia  e  il  rispetto 
dovuto  nel  trattare  specialmente  coi  su- 
periori, 0  pigli  animo  a  offendere  e  so- 
verchiare altri  dal  sentirsi  più  forte. 

àrolà,  *  «'.  att.  =  arrolare  :  ricevere  in- 
gaggi, ascrivere  ai  ruoli  della   milizia. 

àrolaniènt,  s.  m.  =  arruolamento  :  l'ope- 
razione dell' arrolare. 

aròma,*  s.  f.  =  aroma  :  profumo  proprio 
specialmente  delle  vivande  e  delle  be- 
vande e  di  ciò  che  ad  essi  appartiene. 

àromàticli,"  agg.  =  aromatico:  fatto  con 
infusione  d'aromi,   odoroso. 

arpa,  s.  f.  =  arpa:  stmmento  musicalo 
a  corde  di  figura  triangolare  che  si  suona 
pizzicandolo. 

àrpég',*  s.  m.  =  arpeggio:   il  suono  con 


arp 


48  — 


art 


cui  si  fanno  sentire  tutti  i  toni  d'ac- 
cordo, l'uno  dopo  l'altro. 

arpìa,  s.  f.  =  arpia  :  persona  e  spocialm. 
donna  secca,  brutta,  anche  cattiva. 

arpista,  s,  m.  e.  /".  =  arpista:  suonatore 
0  suonati'ice  d'arpa. 

Ars,  agg.  =  asciutto,  arso. 

1)  tire  de  là  ièt  =  assetato. 

2)  vrgh  là  baca  àrsa  =  aver  la  bocca 
arsa,  asciutta,  secca. 

àrscionaa,  s.  ni  =  cerchi  del  coperchio 
della  barca. 

àrsela,  s.  f.  =  nicchio  :  involucro  pie- 
troso dei  molluschi. 

1)  Nicchia,  dei  pittori. 

2)  Fig.  :  mignatta.  Di  chi  è  secca- 
tore importuno. 

àrseuàl,  s.  m.  =  arsenale  :  Il  complesso 
dogli  opifici,  locali,  bacini  occoiTonti 
per  la  costruzione  e  1'  armatura  delle 
navi  da  guerra.  E  anche  fabbrica  o  de- 
posito d'armi  ed  altri  oggetti  necessari 
all'  armamento  dell'  esercito. 

1)  Edifizio  nelle  fattorie  e  nelle  grandi 
aziende  rurali  per  custodirvi  i  legnami. 

3)  rògh  àchm  l'àrsetiàl  de  Venezia  = 
avere  indosso  l'arsenale  di  Venezia:  di 
donna  che  abbia  indosso  troppo  d'oro, 
di  gioielli,  di  vesti  e  sim. 

arsènici!,  s.  vi.  =  arsenico:  metallo  co- 
nosciuto specialmente  come  veleno. 

1)  Nome  generico  di  tutto  ciò  che  è 
velenoso,  ed  anche  di  ciò  che  è  cattivo 
a  mangiare.  E  per  estensione  anche  di 
persona  mordace,   cattiva,    maldicente. 

àrsg'iiin,  s.  m.  =  scherz.  argento:  i  da- 
nari, i  cumquibus.    Dal   frane,  argent. 

àrsoli,  =  arco:  asta  curvata  d'abete  con 
una  canterella  per  la  quale  si  batte,  os- 
sia si  scuote  il  pelo  da  far  cappelli,  per 
isfioocarlo  quand'  è  rappallottolato,  o 
per  rimescolarlo  quand' è  di  qualità  di- 
verse che  si  vogliono  riunire. 

1)  Anche  per  àrch  del  ixY'ìt^  dèla 
■sHa  =  arcione,  arco  del  basto,  o  della 
sella. 

àrsouà,  -v.  ott.  =  battere  il  pelo  coli' arco. 

arsura,  s.  f,  =  arsione  :  sensazione  come 
d'asciutto  che  si  prova  alla  gola  per 
febbre  o  per  effetto  di  esercizi  violenti, 
caldo,  polvere  e  sim. 

àrsiroeù,  s.  m.  =  razzo. 

1)  Fuoco  d'artificio  che  va  molto  in 
alto  e  poi  scoppia  con  o  senza  disper- 
sione di  stelle  colorate. 

2)  Ardente  :  randellino  fatto  seccare, 


che,   acceso   nello  sfogatoio  a  lato  del 
forno,  dà  lume  a  infornare  o  altro. 

àrtefaa,  agg.  =  artefatto  :  fatto  con  arto, 
non  naturale. 

1)  Anche  di  chi  non  è  spontaneo  noi 
suoi  movimenti  per  posa  e  per  sover- 
chia affettazione. 

artèria,  s.  f.  =  arteria  :  nome  generico 
dei  vasi  o  canali  per  cui  il  sangue 
spinto  dal  core  si  distribuisce  a  tutto 
le  membra  ;  mngii  di  àrièri  =  sangue 
arterioso. 

àrtesàii,  s.  m  =  artigiano,  artefice,  artiere; 
chi  esercita  un'arte  meccanica. 

àrtesiàii,  a^/f/.  =  proprio  della  parola  poss^ 
posi  àrtesidn  =  pozzo  artesiano  :  che  si 
fa  forando  il  suolo  mediante  una  specie 
di  trivella. 

àrtibàuch  o  àrcliibàucli,  s.  vi.  =  cas-i 
sapanca:  cassa  con  coperchio  e  una  spal- 
liera di  legno,  o  anche  senza,  che  sei^q 
ad  uso  di  panca. 

àrticiocàsc,  s.  m.  pcgg.  di  àrticiòccli, 
=  carciofaccio. 

àrticiòccli,  s.  m.  =  carciofo  ;  cgnara 
scolyiniis,  pianta  erbacea  che  dà  un 
frutto  molto  usato  nella  cucina,  e  il 
fmtto  della  pianta  stessa.  Dal  frane: 
artichaut  ;  àrticiòccli  de  sci  ma  =  car- 
ciofo vettaiuolo  ;  àrticiòcch  fiorón  =  car- 
ciofo primo  0  madornale  ;  àrticiòcch 
sèma  s'pongignòn  =  carciofo  mazzafer- 
rata  ;  ciiii  de  àrticiòcch  =  girello  del 
carciofo;  quèll  di  àrticiòcch  =  carciofaio; 
camp.,  campagna  de  àrticiòcch  =  car- 
ciofaia, carciofeto. 

1)  Nome  di  un  panetto  che  nella 
forma  trae  del  carciofo. 

àrticiocliéra,  «.  f.  =  carciofaia,  carcio^ 
feto:  luogo  piantato  di  carciofi.  j 

àrticiochìii,  s.m.  =  dim.  vezxegg.  di  àr-* 
ticiòccli,  =  caroiofetto,  carciofino. 

àrticiocòii,  s.  m.  =  accresc.  di  arti-* 
ciòccli,  =  carciofone. 

àrticol,  s.  m.  =  articolo  :  una  dello  partì 
del  discorso. 

1)  Ognuna  delle  parti  in  cui  si  di- 
vide una  legge,  trattato,  convenzione] 
conto  e  sim. 

2)  Scrittura  pubblicata  o  da  pubbli- 
carsi in  un  giornale. 

3)  Ognuno  dei  diversi  oggetti  che 
sono  0  si  mettono  in  commercio;  l'è  on 
àrtlcol  che  dà  pòcch  giiàdàgu  =  è  un 
articolo  sul  quale  si  guadagna  poco. 

4)  càscia  l'àrtìcol  =  forzare  la  ven- 


art 


49  ■- 


a  sa 


dita  di  una   mercanzia,   vantandone  i 
pregi. 

àrticolasiòii,*  s.  f.  =  articolazione:  giun- 
tiu-a  ossia  punto  dove  si  uniscono  due 
ossi  in  modo  da  potersi  piegare  l'uno 
sull'altro  per  eseguire  i  movimenti  della 
persona. 

1)  La  facoltà,  l'atto  e  il  modo  di  ar- 
ticolare; l'ha  perdiiu  l'àrticolasion  del 

'"  gencPAice  =  ha  perduto  l'articolazione  del 
ginocchio:  non  lo  può  più  articolare. 

articolista,  s.  m.  =  articolista  :  scrittore 
di  articoli  per  giornale. 

àrtiflciàl,  *  a(/g.  =  artificiale  :  contrario 
di  naturale.  Di  opere  dell'arte  che  imi- 
tano quelle  della  natura  e  possono 
farne  in  tutto  o  almeno  in  parte  le  veci; 
fior  àrtifieidi  =  fiori  artificiali. 

1)  Diverso  da  ciò  che  la  natiu-a  im- 
piega a  produrre  il  medesimo  effetto  ; 
àlàtàmént  àrtifieidi  =  allattamento  ar- 
tificiale. 

2j  foeugh  àrtifieidi  =  foco  artificiale 
0  lavorato.  Diverse  preparazioni  di  pol- 
vere pirica  che  bruciano  scoppiettando. 
Si  usa  meglio  al  plui-.  foeiigh  artificitii. 

àrtifisi,  s.  m.  =  artificio  ;  foeugh  d'arti- 
fisi  =  fuochi  d'artificio,  artificiali  o  la- 
vorati. Vedi  sopra. 

àrtiglièr,  s.  m„  =  artigliere  :  soldato  di 
artiglieria. 

àrtijflierìa,  s.  f.  =  artiglieria  :  nome  ge- 
nerico di  tutte  le  armi  esplodenti, 
escluse  lo  portatili. 

1)  Nome  del  corpo  d'esercito  che  usa 
come  arma  il  cannone. 

2)  Scherz.  si  dico  dello  bottiglie  di- 
sposto con  ordine  in  cantina. 

artista,  s.  ni.  e.  f.  =  artista  :  chi  esercita 
un'arte,  o  ha  il  genio  per  poterla  eser- 
citare, comprendere,  apprezzare.  Si  in- 
tende dello  arti  belle. 

àrtisticàméiit,  am\  =  artisticamente  ;  con 
arte,  con  buon  gusto. 

artistici!,  agg.  =  artistico:  che  ha  l'im- 
pronta deli'  arto  e  si  rivela  come  pro- 
duzione del  gonio  di  un  artista. 

àrtriticli,  agg.  =  artritico  :  articolare  ; 
dolor  àrtrìtich  =  dolori  artritici. 

àrtritida,  s.  f.  =  artritide:  malattia  delle 
articolazioni.  Si  dice  anche  artrite.* 

àrvéda,  s.  f.  =  spinaia,  spineto,  prunaia, 
pruneto. 

àsa,  s.  f.  =  cappio  :  nodo  che  presenta 
come  due  maglie  e  duo  capi  e  si  scio- 
glie tirando  uno  di  questi  capi. 


1)  fa  l'àsa  =  accappiare;  fermare  per 
mezzo  di  cappio. 

2)  fa  gropp  e  fisa  Fig.  =  far  la  cam- 
pana tutta  d'un   pezzo,    fare  lo  scoppio 

e  il  baleno  a  u.n  tratto;  finire  una  fac- 
cenda senza  intermissione. 
àsa,  s.  f.  =  anello. 

1)  Ogni  lami  netta  di  ferro  entro  cui 
scorre  il  bastone  del  chiavistello. 

2)  Bandella  :  lama  di  ferro  inchiodata 
orizzontalmente  nell'imposta  a  riscontro 
dell'arpione,  perchè  nel  suo  occhio  si 
infili  e  giri  1'  ago  dell'  arpione.  Vedi 
og-ioeù. 

3)  Prosa:  qualunque  risalto  nel  cen- 
tro del  coperchio  o  nelle  pareti  laterali 
di  un  vaso  o  in  checchessia  d'altro  per 
poterlo  prendere. 

àsa,  s.  f.  =  antenna  :  legno  rotondo,  per 
lo  più  di  abete,  che  sostiene  le  vele 
delle  barche.  Anche  àntèna ,  asta , 
àstòii. 

àsa,  s.  f.  =  asse,  tavola  :  pezzo  di  legno 
segato  per  il  lungo,  più  lungo  che  largo, 
e  più  largo  che  alto  ;  àés  de  mercànsìa 
=  assi,  tavole  da  mercanzia  grosse  dai 
25  ai  37  centim.  ;  àis  de  mesa  tuer- 
càmia  =  assi  di  mezza  mercanzia, 
grosse  dai  13  ai  24  centimetri. 

1)  Àò*-y  de  imbàladòr,  o  refud  =  scàn- 
dorlc,  assicelle  da  imballatore. 

2)  «,y.y  de  solee  =  panconcelli  :  assi 
sottili  assai  collo  quali  copronsi  le  im- 
palcature. 

3)  ^m:  quella  su  cui  in  casa  sten- 
desi  il  cadavere  che  deve  poi  ossero  tra- 
sportato alla  chiesa  o  al  cimitero;  àndà 
in  sii  l'Ma  =  batter  capata,  morire  ; 
vèss  in  sii  l'àsa  =  essere  sulla  bara, 
morto;  ■vèss  à  l'àsa  =  essere  al  verde, 
al  fino  di  checchessia. 

4)  àsa  de  còcer  =  pedana  :  qiiel  pezzo 
di  legno  su  cui  si  posano  i  piedi  del 
cocchiere  ed  è  sostenuta   dai  braccetti. 

5)  àsa  dèla  càrna  =  tagliere  :  pezzo 
d'asse  grossa,  spianata  e  liscia  su  cui 
si  tagliano  carne,  erbe  ed  altro. 

(5)  àsa  dèla  còmoda,  del  còmod  = 
asse  del  comodino,  del  comodo.  Anche 
àsa  del  càmer,  del  ceés  =  predella. 
Asse  che  copre  il  marmo  di  alcuno 
latrino  per  sedervi. 

7)  àsa,  del  cicolàtt  =  asse  della  cioc- 
colata :  asso  di  legno  con  sottilissimo 
ovlotto,  sulla  quale  si  dibatto  e  lavora 
la  pasta  di  cioccolata  calda. 


asa 


sc- 


asa 


8)  ù,m  dèla  còla  =  assa  del  mastice 
di  cacio:  quella  sulla  quale  i  legnaiuoli 
impastano  eoa  acqua  e  calce  viva  il 
cacio  sciocco  per  farne  mastice. 

9)  tlàa  del  lèti  =  asserella,  una  dello 
assi  del  letto  sulle  quali  posa  il  sac- 
cone. 

10)  Ma  del  lìdn  =  asso  del  pane  : 
quella  suUa  quale,  distesavi  per  lo  i)iù 
una  tela,  si  mettono  il  pane  o  i  dolci  a 
lievitare. 

11)  Ma  de  supreèù,  =  asse,  tavola  da 
stirarvi. 

12)  Ma  del  telar  =  panchetta:  quella 
sulla  quale  il  tessitore  sta  seduto  o  ap- 
poggiato. 

13)  Ma  di  formàgitt  =  asse  delle  ea- 
ciole  :  specie  di  taglierino  su  cui  si  po- 
sano i  cascini,  entro  i  quali  è  il  latte 
quagliato  che  ivi  si  insala,  perchè  si 
formi  in  caciuole,  e  ponsi  inclinato, 
perchè  il  siero  esca  dai  cascini  e  scoli; 
f/uàrdà  éu  l'Ma  di  formàgitt  =  guardar 
losco. 

14)  Ma  di  pàgn  o  de  làvtl  i  pàgn  = 
lavatoio:  asse  inclinata,  talora  trasver- 
salmente scanalata,  sulla  quale  si  la- 
vano i  panni. 

15)  Ma  di  piàtt  =  rastrelliera  :  stru- 
mento di  legno  a  regoli  dove  si  tengono 
le  stoviglie  in  cucina  a  sgrondare. 

16)  Ma  de  tàj'ù.  foeiìra  =  assa  da  ta- 
gliarci: i  calzolai,  i  sarti  o  altri  vi  ta- 
gliano su  pelli,  vestiti  o  altro  per  ado- 
perarli. 

17)  Ma  di  silpp  =  asse  delle  zuppe: 
la  portano  al  collo  con  uno  spago  i  fat- 
torini per  porvi  su  le  zuppe  da  far  co- 
lazione i  giovani  di  bottega. 

18)  àss'  de  fond  =  piante  :  nome  delle 
assi  che  formano  il  complesso  del  fondo 
delle  carrozze. 

19)  Ma  déla  capta  =  fondo  da  scor- 
rere; quella  che  nelle  gabbie  si  mette 
e  si  leva  colla  sabbia  che  si  rimuta 
quando  è  sudicia. 

20)  Ma  déla   stadera  =  tavolone. 

21)  mèt  i  às§  =  Imbossolare:  met- 
tere lo  assiciuole  ai  palchi. 

àsa  bruta,  avv.  =  in  un  tratto,  senza  pen- 
sare ad  altro.  Dal  lai;  ex  abrnpto  ;  fa 
Ma  bvÈta  =  far  sui  due  piedi  :  non  por 
tempo  in  mezzo  ;  regm  à  Ma  bruta  = 
trovarsi  stretto  fra  duo  assi  :  fra  due 
pericoli.  Disusa. 

àsaa,  s.  m.  -  acciaio.  T.  àsàl. 


àsàda,  s.  f.  =  assito  :  piano  formato  di 
pili  assi  0  tavole  unite  insieme  come 
pareti  o  pavimenti  o  chiuse,  che  si  met- 
tono attorno  alle  fabbriche  in  costru- 
zione 0  ai  ponti  dove  i  pittori  lavorano. 

jisàfétida,  s.  f  =  assafetida;  ferula  o.s- 
safoptida:  pianta  medicinale:  gomma 
resinosa  che  si  trae  da  una  ])ianta  della 
famiglia  delle  ombrellifere,  la  quale  na- 
sce spontaneamente  nella  Persia. 

àsà^iàdór,  s.  f.  =  saggiatore:  ciii  as-, 
saggia  l'oro  e  l'argento  per  conoscerne] 
il  titolo.  j 

àsàl,  s.  m.  =  acciaio  :  ferro  al  quale  me- 
diante un  processo  speciale,  si  son  fatto 
acquistare  nuove  ])roprietà  e  in  ispccio 
una  maggior  durezza. 

1)  vèb's  tòlt  giò  de  l'màl  =  aver  fatto 
un  gran  calo,  aver  dato  nelle  vecchie, 
essere  un  acciaio  logorato.  Fig.  di  per- 
sona oramai  incapace  a  governare  da 
sé,  0  di  cosa  messa  fuor  d'uso. 

àsàlà,  «'.  att.  =  acciaiare,  inacciaiare  : 
convertire  il  ferro  in  acciaio. 

àsàlìn,  s.  m.  =  acciarino  :  piccolo  stru- 
mento d'acciaio  col  quale  si  batte  la 
pietra  focaia  per  accender  l'esca.  Stru- 
mento che  disusa. 

1)  Ingegno  che,  adattato  alla  cassa 
dei  fucili  0  dello  pistole,  e  fatto  scat- 
tare mediante  una  molla,  serve  a  dar 
fuoco  alla  carica. 

2)  Acciainolo  :  cilindro  di  feri'o  con 
un  po'  di  capocchia,  di  cui  si  valgono 
alcuni  artieri  per  affilare  i  loro  ferri, 
affinchè  intacchino  bone.  Lo  usano  spe- 
cialmente i  pellai  che  lo  chiamano  àià- 
lìn  ingléè. 

àsàlitt,  s.  m.  pi.  =  acciaini,  pippoli,  per 
line:  piccoli  pallini  d'acciaio  forato  pò: 
passarvi  dentro  il  filo.  Se  ne  servono 
le  donne  per  guarnire  ricami,  ecc. 

1)  Aceti  ni  :  piccoli  lavori  di  vetro 
che  nella  forma  e  nel  colore  imitano  1^ 
granata  orientale  di  color  chiaro. 

àsàlt,*  s.  m.  =  assalto  :  atto  dell'assai 
tare. 

1)  ciàptt  min  d'àmlt  =  dar  l'assalta 
a  uno,  prendere  uno  d'assalto  :  chie^ 
dergli  qualche  cosa,  proporgli  un  par 
tito,  pretendendo  che  si  risolva  e  ri 
sponda  nell'atto. 

àsàltà,  r.  off.  =  affrontare. 

1)  Di  ladri:  fermare  uno  a  mano  ar-:i 
mata  per  oflenderlo. 

2)  Aggrodii-o  :   assalire  qualcuno  pe 


J 


a  sa 


51  — 


ase 


fargli  qualcTie  brutto  scherzo.  E  un  po' 
più  che  il  precedente  affrontare. 

3)  Assalire,  aggredire:  investire  a  viva 
l'orza,  anche  senza  scopo  di  rubare,  né 
di  fare  alcun  male. 

àsàltàmèiit,  s,  m.  =  aggressione:  l'atto 
dell'  affrontare,  dell'  aggredire. 

àsàmm,  s.  m.  assame  :  quantità  di  assi 
liunite,  di  tavole. 

ùsàrd,  s.  m.  =  azzardo:  rischio  a  cui  uno 
si  espone  con  operazioni,  l'esito  dello 
quali  dipende  in  tutto  dal  caso  ;  o  lo 
operazioni  stesse  e  il  caso  da  cui  l'e- 
sito loro  dipende  :  più  che  rìs'c  =  ri- 
schio, perchè  nel  rischio  possono  la 
previdenza  e  l'abilità  aver  qualche  pai-tc, 
nell'azzardo  no. 

1)  gioeugh  d'àsàrd  =  giuochi  d'  az- 
zardo di  ventura  :  quelli  dove  non  è 
posta  fissa,  ma  si  motte  via,  via  a  pia- 
cere. 

àsàrdà,  v.  alt.  =  arrischiare,  osare:  affi- 
dare all'azzardo  1'  esito  d'una  nostra 
azione. 

àsàrdàss,  v.  rifl.  =  arrischiarsi  :  meglio 
che  azzardarsi. 

à^àrdòs,  agg.  =  rischioso  ;  pericoloso,  che 
non  bada  ne  ai  rischi,  ne  ai  pericoli  : 
avventato,  inconsiderato. 

àsàsìii,  s.  m.  =  assassino  :  che  ha  com- 
messo 0  sta  commettendo  un  assassinio; 
àmstn  de  Hnìda  =  assassino  di  strada: 
chi  sta  alla  strada  per  assaltare  i  vian- 
danti. 

àsca,  prep.  =  oltre,  di  più  :  ed  anche 
senza,  dal  lat.  absque. 

àscàdisc,  agg.  =  pigro,  poltrone:  che 
lavora  malvolentieri. 

àscendènt,  s.  m.  =  ascendente  :  autorità 
che  uno  abbia  sull'animo  altrui  ;  potere 
di  volgere  a  modo  nostro  l'altrui  vo- 
lontà. 

Ascensìóii,*  .s  f.  =  l'Ascensione  :  la  sa- 
lita di  Gesù  Cristo  al  Cielo  e  il  giorno 
in  cui  cado  la  festa.  Vedi  Asèii.sà. 

àscèss,*  s.  m.  =  ascesso:  raccolta  di  mar- 
cia che  si  forma  in  qualunque  parte  del 
coi'[io. 

asceta,  s  f.  dim.  di  àscia,  =  matassina, 
niatassetta. 

ascia,  s.  f.  =  matassa. 

1)  TI  filo  avvolto  in  molti  giri  sul- 
l'arcolaio e  levatone,  .nttorcigliandosi  il 
cerchio  cosi  formato  sopra  so  stesso. 

2)  Accia:  filato  di  lino,  di  canapo, 
di  stoppa.  Ma  non  si  dice  in  ital.  che 


quando    è    greggio    e   ridotto    in   ma- 
tassa. 

3)  troàgh  V  àscia,  càtttghen  l'ascia 
=  trovare  il  bandolo  ;  trovar  modo  di 
vincere  le  difficoltà. 

4)  compì  l'ascia  =  colmare  il  sacco  : 
fare  in  checchessia  tutto  il  possibile 
con  ogni  soprabbondanza. 

6)  el  gropp  de  l'ctscia  =  il  ruffello  o 
il  fustigno  della  matassa. 

6)  in  fm  0  in  eoo  de  l'ascia  =  alla 
fin  dei  conti,  del  fatto  :  al  tirar  delle 
tende. 

7)  tira  i  else  =  andare  a  far  terra  da 
cavolini  :  morire. 

àsedaa  o  àsetaa,  =  acetoso:  che  sa  d'a- 
ceto. 

asèdi,*  s.  m.  =  assedio:  l'assediare;  itat 
d'àèedi  =  stato  d'assedio:  governo  mi- 
litare por  cui  rimangono  sospese  cei-to 
libertà  e  il  governo  ha  poteri  più  grandi. 

àsce,  s.  m.  =  aceto  :  liquido  fermentato 
che  serve  a  uso  di  condimento;  tiequa 
e  àsce  =  acqua  acetata;  àsee  di  ^qittlter 
làder  -  aceto  dei  quattro  ladri.  E  me- 
dicinale. 

1)  mètt  in  Vàsee  peverón,  eorniit, 
cocùmer  e  sim.  =  acconciar  peperoni, 
fagiolini,  cetrioli  e  simili. 

2)  àsee  de  so  pc  =  aceto  di  puro  vino. 

3)  l'è  grà.iios  còme  l'àsee  Ironie.  =  è 
gentile  come  l'aceto  ;  cioè  è  aspro,  m- 
vido,  sgarbato. 

4)  fa  sta  in  l'àsee,  Tig.  =  mettere 
uno  0  averlo  in  un  calcetto  ;  fai-celo 
stare,  abbatterlo,  confonderlo,  atterrirlo. 

4)  l' ingiiìla  de  l'àsee  =  anguilletta 
dell'aceto;  ribì'io  aceti. 

6)  là  marna  de  l'àsee  =  la  madi'o  del- 
l'aceto: fondiglielo  dell'aceto  che  serve 
a  mantenerlo  e  rinforzarlo. 

7)  mètt  sili  bàri  de  l'àsee  Fig.  =  faro 
il  pianto  di...,  levarne  il  pensiero,  re- 
puiar  perduto  :  anche  addormentare 
checchessia,  non  no  parlar  altro. 

8)  àndà  s/il  bàri  de  l'àsee  =  andare 
in  fumo,  a  vuoto  in  nulla  ;  svanire. 

9)  mètt  i  pensèr  siil  bàri  de  l'àsee 
=  attaccare  i  pensieri  alla  campanella 
dell'uscio:  appiccare,  attaccar  le  voglie 
all'ardione,  por  giù  la  voglia  ed  il  de- 
siderio di  checchessia. 

10)  vàsèll  che  ìià  ciàpaa  de  l'àsee  => 
botte  acetata. 

11)  rend  àsee  per  vln  =  render  pan 
per  focaccia. 


ase 


52 


ase 


12)  viojà  i  pèss  in  l'àsee  =  far  le 
pozzette  :  inzupparle  in  aceto  per  ap- 
plicarle al  capo  se  duole,  o  a  qua- 
lunque  parte   del   corpo   contusa. 

18)  cleventà  àsce  =  inacetire  di  vino  : 
inforzare  a  guisa  di  aceto. 
àsee,  am\  =  assai ,    abbastanza,  a  suffi- 
cienza. 

1)  reghen  àh'ee  =  averne  assai  d'una 
cosa  :  esserne  stanco,  sazio,  ristucco. 
Anche:  appena  bastare. 

2)  fa  mee  =  fare  assai  ;  quanto  e  più 
di  quanto  si  potesse  ragionevolmente 
sperare  o  pretendere. 

3)  vess  àiee  =  bastare  ;  l'i,  àsee  Iti  per 
fa  ància  inàns  el  negasi  =  basta  lui  a 
mandare  innanzi  il  negozio. 

4)  Tanto  che  basti,  abbastanza  ;  el 
sarti  mai  èevér  àsee  =  Non  sarà  mai 
severo  abbastanza;  tanto  che  basti. 

5)  Dinn  tant  che  sìa  àsee.  (V.  Di  13). 
àsègrii,    s.  m.  =  assegnamento.  Ogni  ren- 
dita assicurata,  qualunque  ne  sia  la  na- 
tura e  l'origine. 

àsègiià,  *  V.  alt.  =  aggiudicare:  asse- 
gnare a  uno  con  sentenza  di  tribunale 
una  proprietà. 

sisembléa,  s.  f.  =  assemblea  :  corpo  com- 
posto di  molte  persone  chiamate  a  de- 
liberare insieme  sopra  oggetti  determi- 
nati, con  poteri  speciali. 

àseii,  s.  m.  =  asino  :  animale  da  lavoro 
simile  al  cavallo  e  meno  pregiato. 
Scherz.  e  spreg.  :  Miccio. 

1)  Fig.  :  uomo  ignorante,  senza  edu- 
cazione ;  Ve  on  àsen  =  è  un  asino  ; 
^sen  càlsaa  e  vestii  =  asino  calzato  e 
vestito  ;  tòcch  d'on  tisen  =  pezzo  d'a- 
sino :  lo  stesso  che  asino,  ma  con  più  forza. 

2)  ligtt  l'tlsen  dóe  vmur  el  pàdrón  = 
legar  l'asino  dove  vuole  il  padrone  : 
essere  obbligati  a  fare  ;  faro  senza 
esaminare  se  sia  giusto  o  no  quel  che 
ci  vien  comandato.  —  Baciar  basso. 
Fani.  :  sottostare  ai  voleri  o  anche  ai 
capricci  di  chi  sia  più  forte  di  noi,  di  cui 
ci  sia  necessaria  la  protezione,  l'aiuto. 

3)  cercti  l'àsen  e  vcss  «  cavali  = 
cercar  l'asino  ed  esservi  sopra:  cercar 
cosa  che  uno  abbia  vicino  e  non  se  ne 
avveda. 

4)  l'è  m-^j  on  tlsen  viv  che  on  IHe- 
ràto  mòri  =  è  meglio  un  asino  vivo 
che  un  dottore  morto.  Prov.  :  ragiono 
di  non   studijir  troppo. 

5)  l'è  dà  la   biada  tli  àsen  =  l'orzo 


non  è  fatto  per  gli  asini  :  di  chi  non 
cura  le  cose  bolle  e  le  buone,  perchè 
gliene  manca  il  senso  ed  il  gusto. 

6)  lava  là  tèsta  à  l'àsen  =  lisciar  la 
coda  al  diavolo:  gettar  via  la  fatica. 

7)  làoì-à  come  on  àsen  =  lavorar 
quanto  un  asino  :  lavorar  molto,  durar 
molta  fatica. 

8)  tùti  i  àsen  hin  bon  =  tutti,  anche 
i  più  scempi,  lo  sanno  fare  :  di  cosa 
facilissima  a  farei  e  che  altri  voglia 
far  credere  di  qualche  difficoltà. 

9)  glie  n'è  tanti  de  àsen  che  ò'e  so- 
mèja  =  son  molti  gli  asini  che  si  asso- 
migliano :  di  chi  nega  che  una  cosa_ 
sia  quella  asserita,  appoggiandosi  aliai 
possibilità  che  altre  cose  le  siano  si- 
mili. 

10)  fa  l'àsen  =  fare  il  cascamorto,, 
il  lecchino,  o  il  lecco  :  amoreggiai*» 
scioccamente,  ma  con  modi  svenevoli 
e  senza  sugo.  Anche  semplicemente: 
amoreggiare. 

11)  à.sen  sàlvddegh  =  asino  selvatico, 
onagro. 

-  12)  àsen  grand  e  grò-ss  e  scopàsUii 
=  asino  gi-ande,  grosso  e  tondo  :  di  per- 
sona grassa,  ma  ignorante. 

Asèiisa  (l'I,  =  l'Ascensione  :  La  salita  di 
Gesù  Cristo  al  cielo  e  il  giorno  in  cui 
cade  la  festa. 

1)  .se  pireu'V  el  dì  de  V Asènìa  per 
quaranta  di  no  sèmm  sènsa  =  se  piovo 
il  giorno  dell'Ascensione,  piove  per 
altri  quaranta  giorni. 

àseiita,  V.  att.  =  acceiiare;  dà  per  àsen- 
taa  =  dare  per  certo. 

sisentàss,  v.  rifl.  =  assentarsi  :  farsi  as- 
sente, andar  lontano. 

àserb,  agg.  =  acerbo,  imniatiu'O  :  non  ma- 
turo. Pròprio  delle  frutto  :  pòmm  àsèrb, 
brugna  àsèrba  =  mela,  prugna  acerba.: 
1)  Fig.  :  di  ogni  cosa  che  non  sia] 
arrivata  a  termino,  a  perfezionamento;. 
l'è  on  fìreil  on  poo  àsèrb  per  là  .s'òa' 
clàM  =  è  un  ragazzo  un  po'  acerbo  per 
la  sua  classe;  vln  àsèrb  =  vino  imma-' 
turo.  j 

àsei'òu,  s.  ìu.  =  acetone  :  aceto  potente,! 
di  ottima  qualità.  \ 

àsèsòr,  *  s.  m.  =  assessore  :  consigliere 
assessore,  membro  della  Giunta  muni- 
cipale. 

àséta,  s.  f.  dim.  di  àsa  =  cappicttino. 
1)  àsèta  e  ràmpin   =  ganglierello  o 
ganghero  :    la  gangherella   è   una   ma- 


age 


^  53  — 


asm 


gì  ietta  di  filo  metallico  nella  quale  en- 
tra un  piccolo  uncino  dolio  stosso  filo, 
il  ganghero,  e  servo  con  esso  a  riunire 
lo  due  parti  dell'abito  a  cui  sono  attac- 
cati in  corrispondenza  l'uno  dell'altro. 
So  l'àséta  è  fatta  di  filo  di  cotono,  di 
seta  0  refe,  si  dice  maglietta.  Si  dice  anche 
gangherini  0  la  sola  àsèta  gangherella. 

2)  laià  coi  àsctt  e  rànipìn  =  aggan- 
gherare 0  ingangherare. 

3)  Piegateìlo  :  ogni  pezzetto  di  ferro 
piegato  e  che  conficcasi  nei  lavori  per 
legatura,  o  sostegno,  o  guida. 

àséta,  s.  f.  dim.  di  àsa  =  asserella,  as- 
sicella, assicina. 

àsètin  s.  m.  àsètiua,  s.  f.  =  asserenino, 
asserollina. 

àsètinoeu,  s.    m.  =   asserellinuccio. 

àsètt,  s.  f.  pi.  =  le  nacchere  :  due  assi- 
celle levigate,  delle  quali    l'una  messa 
.  fra  l'indice  e  il  medio,  l'altra  fra  que- 
sto e  l'anulai'e,  si  suonano  scotondo  la 
mano. 

1)  Tavolette:  quello  fra  cui  gli  scola- 
retti stringono  i  libri  da  poiiare  a  scuola. 

àsevée,  s.  m.  =  acetaro,  acetaio  :  fabbri- 
catore e  venditore  d'aceto.  Disusa. 

ìisfàlt,  *  s.  m.  =  asfalto:  sostanza  mi- 
nerale molto  fusibile  che  ora  serve  a 
far  pavimenti. 

sisfìsìa,  *  s. /".  =  asfissia:  cessazione  tem- 
poranea del  senso  e  d'ogni  moto  vitale, 
l)rodotto  specialmente  da  soffocazione. 

àsflsiaa,  *  of/r/.  =  asfissiato,  asfìttico  : 
colto  da  asfissia. 

àsflsiàss,  *  z\  rifì.  =  morire  volontaria- 
mente por  asfissia,  accendendo  un  bra- 
ciere di  carbone  in  un  ambiente  chiuso. 

àsicurà,  *  v.  att.   =  asserire,  assicurare. 

1)  Affermare  con  sicurezza,  con  as- 
severanza ;  te  micùrì  che  'l  sài'èva 
ilo  =  ti  assicuro  che  non  lo  sapeva. 

2)  Assicurare  :  dai'e  una  cosa  per 
corta;  m  àsicuri  che  'l  temp  ci  càm- 
bi àrà  =  v'assicuro  che  il  tempo  muterà. 

3)  Mettere  al  sicui'o,  fuor  di  pericolo  ; 
(fhoo  àsicilraa  on  tòech  de  pan  àia 
Vìi  a  fanùlia  =  ho  assicurato  il  pane 
alla  mia  famiglia. 

4)  T.  comm.  :  àsicurà  óna  casa,  on 
fóndo,  011  màgàsìn  =  assicurare  una 
casa,  un  fondo,  un  magazzino  :  obbli- 
garsi a  risarcire  i  danni  e  le  avarie  a 
cui  può  andar  soggetta,  in  corrispettivo 
di  un  i)remio  che  si  i)aga  dal  proprie- 
tario. Si  dice  cosi  della  parto  che  paga 


il  premio,  come    di    (fucila   che   lo  ri- 
ceve. 

5)  àèiciirà  ])àcch,  leter,  dànee  =  as- 
sicurare plichi,  lettore,  somme  :  spedirle 
con  certe  formalità  postali  che  rendono 
più  corto  il  recapito. 
àsìcuràsiòii,  s.f.  =  assicuj-azìone  :  l'assi- 
curare 0  l'essere  assiciu-ato. 

1)  Contratto  per  cui  si  assicura  uno 
stalùle,  un  capitale,  e  sini.  V.  àsi- 
ciirà  4). 

àsiciiràss,  *  'V.  rifl.  =  assicurarsi. 

1  )  Acquistare  la  certezza  di  una  cosa  ; 
soni  vcgnilii  per  àsiciiràmm  se  l'è  ri- 
■vaa  =  sono  venuto  per  assicurarmi  so 
è  arrivato. 

2)  Fare  una  assicui-azione. 

asilo,  *  s.  m.  =  asilo,  l'asilo  :  gli  asili 
infantili. 

àsiiiària,  *  s.  f.  =  asinaggine  :  ignoranza 
grande,  mancanza  di  educazione  e  audio 
fatto  che  la  dimostra;  Ve  on  òmm  ce- 
lebre per  là  sòa  àsinàrta  =  ò  un  uomo 
celebre  per  la  sua  asinaggine.  Anclio 
asinerìa. 

àsiòn,  *  s.  f.  =  azione. 

1)  L'agire  ;  dna  bona  àsión  =  una 
buona  azione. 

2)  Ognuna  delle  parti  uguali  in  cui 
ò  diviso  il  capitale  di  una  società,  o 
il  titolo  che  rappresenta  ognuna  di  que- 
ste parti. 

3)  el  m'ha  faa  on'àsiòn  =  ha  com- 
messo contro  di  me  un'azione  cattiva. 

àsiouista,  *  s.  m.  =  azionista  :  posses- 
sore di  una  o  più  azioni  di  qualche  società. 

àsisi,  s.  f.  Nella  frase  cort  d'àsìsi  = 
corte  d'assise,  lo  assiso:  tribunale  cho 
giudica  coir  intervento  dei  giurati.  Vol- 
garm  e  per  scherzo  :  là  cort  di  scìsg'er. 

àsìst,  *  V.  alt.  =  assistere  :  star  vicino 
ad  uno  per  aiutarlo  in  qualche  sua  ope- 
razione 0  bisogno,  specialmente  in  caso 
di  malattia. 

àsistènsa,  *  s.  f.  =  assistenza  :  special- 
mente nel  significato  di  aiuto  ;  l'è  on 
màlaa  che  el  g'hà  bisògn  d'óna  gran 
àsistènsa  =  è  un  ammalato  che  ha  bi- 
sogno di  grandissima  assistenza. 

àsistènt,  *  s.  in.  =  assistente  :  di  alcuni 
servigi  e  uffici  speciali. 

asma,  *  s.  f.  =  asma  :  malattia  del  petto 
che  cagiona  difficoltà  di  respiro. 

1)  fa  vègni  l'asma  =  far  venir  l'a- 
sma, l'affanno  :  di  ciò  cho  cagiona  mo- 
lestia,   noia,  oppressione. 


asn 


—  54  — 


asp 


2)  Ansima:  difficoltà  accidentale  e 
passeggiera  di  respiro. 

sismoeuj,  s.  m.  =  liscivio  :  acqua  cene- 
rata bollita  che  si  versa  di  nuovo  bol- 
lente sui  panni  dopo  la  seconda  lisciva 
por  avere  il  bucato. 

àsiia,  s.  f.  =  asina  :  la  femmina  dell'asino. 

àsnàda,  s.  f.  =  asinità  :  ciucata,  asinata, 
ciucheria. 

1)  Discorso  0  aziono  che  mostra 
ignoranza  o  mancanza  di  educazione  ; 
cara  ti,  fa  pii  de  àsndd  =  caro  mio, 
non  far  più  asinate. 

2)  Buscherata,  sproposito,  sciocchezza 
noi  fa  che  dì  dì  àsndd  =  non  fa  che 
dir  buscherate. 

3)  Asinata  :  fascio  di  paglia  o  strame 
portato  sull'asino. 

à^«Iun,  s.  m.  dim.  di  àseu  =  ciuco. 

1)  Fig.  si  dice  specialmente  ai  ra- 
gazzi e  ai  giovanetti,  riprendendoli  di 
orrore. 

2)  Ciuchetto.  Usasi  solo  al  proprio 
per  indicare  un  asino  piccino  e  anche 
leggiadro. 

3)  Asnln  càfja  sechin  =  Banca  de' 
monchi.  Di  chi  è  sempre  pronto  a  spendere. 

àsuìna,  s.  f.  dim.  di  àsna  =  asinella,  asinina. 
1)  Agg.  Toss  asnìna  =  Tosse  canina. 
Specie  di  tosse  convulsa  e  forte,  che 
è  come  abbaiare. 

àsnìiiàda,  s.  f.  =  asinata:  gita  fatta  per 
diporto  a  cavallo  agli  asini  da  una  bri- 
gatella  di  villeggianti  o  sim. 

nsuiiiela)  s.  f.  =  micciarella,  asinella. 

àsiióii,  s.  ni.  peyg.  di  àsen  =  asinone, 
asinaccio.  Fig.  di  uomo  ignorantissimo. 

àsiioiia,  .s.  f.  accresc.  di  àsna  =  asinone. 

àsiionòii,  s.  ni.  =  asino  colle  costole  a 
quattro  lunghezze. 

àsiioiiscèll,  s.  m  =  asinuolo  :  detto  per 
vezzegg.  ai  bambini  che  si  vogliono  ri- 
prendere di  qualche   sbadataggine. 

àsociàsiòn,  *  s.  f.  =  associazione. 

1)  L'atto  dell'associarsi. 

2)  La  totalità  delle  persone  associate. 
nsociàss,  *  v.  ri  fi.    =    associarsi,    abbo- 
narsi :  prendere  l'abbonamento  di  opero 
a  stampa. 

àsoliìtàment,  *  aw.  =  assolutamonto  :  in 
modo  assoluto. 

à.-ioluto,  *  agg.  =  assoluto  :  contrario  di 
relativo. 

àsolìisiòn,  *  s.  f.  =  assoluzione  :  la  sen- 
tenza 0  dichiai'azione  colla  quale  si  assolvo. 

sisòlv,  r.  att,  =   assolvere. 


1)  Nel  giudizio  ponalo  :  rimandar  li- 
boro  e  seuza  pena  il  reo,  di  cui  non 
fu  provata  la  colpa. 

2)  L'atto  col  quale  il  prete  dichiara 
rimossi  i  peccati  e  l'autorità  ecclesia- 
stica scioglie  dalle  censure.  Il  partic. 
pass,  del  verbo  è  àsólt  =  assolto. 

àsòn,  s.  ni.    =   bandollone. 

1)  grossa  bandella.  V.  àsa. 

2)  Grappe,  pezzi  di  bronzo  por  tener 
nelle  guido  il  carro  nelle  macchine  da 
stampatore.  Disusa. 

3)  Treccia,  Manico,  finimento  della 
campana,  foggiato  in  due  o  tre  occhi  o 
ciambelle,  che  si  incassano  nel  mezzo 
per  tenerla  sospesa. 

àsoli,  s.  ni.  =  pancone,  tavolone,  pressa  • 
da  cacio  :  rotella  di  legno  posante  per 
gravare  la  forma  di  formaggio  onde  si  : 
assodi.  Anche  toudèll. 

1)  Assona,  assono.  Peggior.  accresc. 
di  àsa. 

àsopi,  V.  att.  =  assopire,  addormentare  : 
segnatamente  di  sonno  non  naturale 
prodotto  da  malattia,  sfinimento,  o  dal- 
l'uso di  certo  sostanze. 

àsopìi,  agg.  =  assopito:  di  chi  si  è  ad- 
dormentato. 

ààopìss,  V.  rifl.  =  assopirsi,  addormen- 
tarsi :  prendere  il  sonno  segnatani.  non 
naturale. 

.àsopimént,  s.  ni  =  assopimento:  l'as- 
sopirsi e  lo  stato  di  chi  ò  assopito. 

àsorbì,  *  V.  att.  =  assorbire  :  attrarre 
noi  pori  un  liquido  fluido. 

1)  Togliere  ;  on  làorà.  che  me  à^òrb 
tìitt  el  temp  =  un  lavoro  che  mi  toglie 
tutto  il  tempo. 

àsorbimént,  s.  ni.  =  assorbimento  :  l'as- 
sorbire. 

à.sortidór  de  seda,  =  assortitore  della  seta. 

àsortii,  agg.  =  assortito  :  fornito  di  tutti 
gli  articoli  del   genere  di   cui  si  com-  ; 
mercia. 

1)  fruta  àiortlda,  éàlàmm  abortii, 
làmi,  cotòn  abortii  e  sim.  =  frutta, 
salame,  lane,  cotoni    di   varie   qualità. 

àsortiméut,  *  s.  m.  =  assortimento  : 
quantità  di  coso  dello  stesso  genere,  ma 
d'ogni  forma,  grandezza,  colore,  ecc., 
porche  ce  no  sia  per  ogni  gusto  e  bisogno. 

aspa,  s.  f.  =  annaspo,   aspo  :  arnese  por 
annaspare  ;  à4pa   à  man   =    aspo   ma-, 
nosco  0   manevole  ;    aspa   à  ròceàda 
aspo    girevole  ;    àipa  de  fila  =  anas] 
del  filatoio. 


agp 


-  55  - 


asi 


1)  àb'pa  de  filanda  -  guindolo  :  spe- 
cie di  arcolaio  orizzontalo.  Aspo  che  si 
adopera  nella  trattura  por  avvolgervi 
il  filo  che  si  trae  dai  bozzoli. 

2)  fiA^joa  del  silee  =  aspo  :  grosso  e 
corto  cilindro  siil  quale  il  candelaio 
annaspa  lo  stoppino  che  esce  dalla  fi- 
liera. 

àspàrt,  avv.  =  in  disparte,  a  parte,  ap- 
partatamente ;  hoo  miss  àspdrt  i  pómni 
per  el  disncL  =  ho  messo  da  parte  i 
pomi  per  il  pranzo. 

1)  Eccezion  fatta  di...;  tispart  quij 
di'la  tèa  cà,  ìiin  purànca  Dilati  tutti  % 
vesìn  dèla  porta  =  eccezion  fatta  dei  tuoi 
di  casa,  son  pur  villani  i  nostri  casi- 
gliani. 

àspéiva,  s.  f.  =  aspiera,  fattorina,  vol- 
tatrice,  giratora,  menanna  :  ragazza  che 
mette  in  giro  l'aspo  su  cui  si  innaspa 
la  seta  nel  trarla. 

àspér8"es,  s.  m.  =  aspcfges  :  voce  latina 

•  usata  per  aspersorio  :  arredo  sacro  con 
cui  il  prete  dà   l'acqua  benedetta. 

1)  che  H  Signor  te  benedUa  cont 
l'aspèrges  dèla  ptsa  =  detto  volgare  per 
chi  seccca  importuno  e  si  vuol  man- 
dar via. 

àspéta,  s.  f.  dim.  di  aspa  =  annaspino, 
aspino  :  piccolo   annaspo. 

àspètàtìva,  *  s.  f.  =   aspettativa. 

1)  L'aspettare  ;  per  l'Olèlo  de  Verdi 
^gMÌi'éra  dna  gran  àspètàtìva  =  per  l'O- 
^H|pllo  di  Verdi  c'era  grande   aspettativa. 
^"    2)  Stato    di    un   pubblico   impiegato 
dispensato    pei-  qualche  tempo  dall'uf- 
ficio per  esservi  poi  richiamato. 

àspètt)  *  s.  m.  =  aspetto. 

1)  Viso,  figura  :  anche  apparenza  di 
una  persona  ;  el  g'meva  Vàspètt  d'on 
e.ervelee  =  all'apparenza  pareva  un  sa- 
lumiere. 

2)  L'attendere;  sala  d'àspètt  =  sala 
d' aspetto. 

3)  ùspctt,  qiUlrt  d'àspètt.  T.  mus.  = 
aspetto,  pausa  :  quei  segni  musicali  che 
fanno  arrestare  il  suono  per  una  o  più 
battute,  per  mezza  battuta  o  per  una 
scmiminima.  Il  sogno  che  fa  sospen- 
dere il  suono  por  una  croma  dicesi 
rpspìr. 

aspira,  v.  att.  =  aspirare  :  desiderare  vi- 
vamente una  cosa  e  adoperarsi  per  con- 
seguirla. 

ìisqufis,  e  meno  volgami.  :  squàs  =  qirasi. 
Vedi  il  più  moderno  <[iiàsi. 


àss,  s.  m.  =  asso  :  fra  le  carte  da  giuoco 
quella  che  porta  un  sol  punto. 

1)  vèss  à  l'ùss  =  fig.  essere  all'ul- 
timo quattrino. 

2)  mdgher  come  l'àss  de  picch  =  al- 
lampanato, secco  allampanato;  magris- 
simo. 

3)  sUce  0  siiti  shris  o  sècch  a  biòtt 
còme  l'ass  de  picch  =  sbricio  come  l'asso 
di  picche:  coi  panni  strappati. 

4)  I  bambini  :  si  chiamano  così  i  due 
assi  al  giuoco  della  tavola  reale  in- 
voce di  Ambassi. 

asta,  s.  f.  =  asta. 

1)  *  Mt  dèla  mceùja  =  gambo  delle 
molle. 

2)  Mta  del  fontànin  =  asta  del  fon- 
tanile :  la  parte  del  fontanile  che  riceve 
lo  scolo  di  quella  parte  dove  si  raduna 
r.acqua. 

3)  asta  del  pèndei  =  verga  del  pen- 
dolo :  che  in  basso  è  aggravato  dalla  lente. 

4)  tsta  del  temp  =  lancetta  del  tempo: 
quella  che  negli  orologi  si  sposta  da 
destra  a  sinistra  o  viceversa  per  rego- 
lare il  moto  0  troppo  lento  o  troppo 
accelerato  della  molla. 

3)  Mta  del  bilancèr  =>  asta  della  bi- 
lancia :  verghetta  d' acciaio  nel  mecca- 
nismo dell'orologio. 

asta,  s.  f.  =  asta,  incanto,  asta  pubblica  : 
vendita  per  mezzo  di  pubblico  incanto. 
'  1)  digh  à  l'asta  =  dirci,  diro  all'asta. 

asta,  s.  f.  =  asta  :  linea  retta. 

1)  i  tisi  =  lo  aste,  i  fuscellini  :  quelle 
linee  oblique  e  parallele,  le  une  accanto 
alle  altro,  che  sono  il  primo  esercizio 
di  chi  impara  a  scrivere  ;  fa  i  ttst  = 
asteggiare  :  faro  aste  per  esercitare  la 
mano  imparando  a  scrivere  ;  t'èss  ai 
fist  =  essere  all'asteggio,   ai  fuscellini. 

2)  l'è  dna  bèi' asta  =  ò  una  bell'asta. 
IT  uomo  0  di  donna:  di  bella  presenza, 
ritto  sulla  persona,  d'alta  statura. 

3)  Mazza  :  bacchetta  di  legno  più 
grossa  la  quale  in  alcuni  panieri  dà  for- 
tezza a  tutto  l'intrecciamento.  Si  usa 
al   plurale. 

4)  Antenna  :  legno  rotondo,  por  lo 
più  di  abete,  che  sostiene  le  vele  dello 
barche. 

5)  flsta  del  mòre  =  guardia  :  quella 
parte  del  morso  che  non  va  in  bocca 
al  cavallo. 

astanterìa,  s.  f.  »  residenza:  stanza 
degli  astanti. 


ast 


—  56 


ate 


àstég',  =  s.  m.  =  asteggio:    l'asteggiare. 

àstègfuìss,  v.  rifl.  =  astenersi  :  non  far 
ciò  che,  volendo,  s'avrebbe  il  diritto  o 
il  modo  di  fare. 

1)  Si  dice  dell'esercizio  di  diritti  po- 
litici e  della  paiiecipazione  a  pubblici 
affari. 

àsti,  *  s.  m.  =  astio  :  dispetto  e  ira  contro 
persone  per  il  dispiacere  che  si  provi 
di  qualche  lor  bene. 

àstìna,  s.  f.  =  astina. 

1)  Piccola  asta. 

2)  Tempiale  :  ciascun'  asta  laterale 
degli  occhiali. 

àstineusa,  *  s.  f.  =  astinenza:  astratto 
di  astinente.  Detto  del  mangiare  e  d'al- 
tri piaceri  del  senso. 

àstórg,  s.  in.  =  gallo  o  fagiano  alpestre 
minore,  stoico,  piccolo  tetraone,  fagiano 
di  monte,  gallo  di  monte  o  montano 
•minore.  Tetrao  tctrix:  uccello  razzola- 
tore.  Chiamasi  anche  gatna  de  viontà- 
(jna,  soldi,  étolch,  storg. 

àstracàn,  s.  m.  =  pelle  di  astrakan,  di 
agnello  di  astrakan,  àstracàn  ondaa  = 
astrakan  nera  ;  àstracàn  ordinari  = 
astrakan  ordinaria  ;  àstracàn  rise  =  a- 
strakan  nera  riccia  d'Ucrania;  àstracàn 
sènèrìn  =  astrakan  bigia  di  Crimea. 

àstriiig'ént,  *  s.  m.  =  astringente;  che 
agisce  sui  tessuti  organici  eccitando  le 
fibre  a  contrarsi  e  a  stringersi  insieme  ; 
el  Union  Ve  on  àstringent  =  il  limone 
è  \\n  astringente. 

àstrónom,  *  s.  ni.  astronomo  :  che  sa  o 
professa  l'astronomia;  el  nòster  Schia- 
paréli  l'è  vun  di  primm  àstrónom  del 
mond  =  il  nostro  Schiaparelli  è  uno 
dei  più  valenti   astronomi  del  mondo. 

astronomìa,  *  s.  f.  =  astronomia  :  la 
scienza  del  cielo  e  dei  corpi  celesti. 

àstrus,  agg.  =  astruso  :  di  ciò  che  è  su- 
periore alla  comune  intelligenza,  a  cui 
non  s'arriva  senza  un  grande  sforzo 
della  mente  ;  per  qtièidÈn  el  stìl  del 
CardUci  l'è  on  poo  astrile  =  per  ta- 
luno lo  stile  del  Carducci  è  un  po' 
astraso. 

àsiiefaa,  agg.  =  abituato  :  che  ha  preso 
l'abitudine.  Più  volgami,  siièfaa. 

àsuefass,  v.  rifl.  =  assuefarsi,  abituarsi: 
prendere  l'abitudine  ad  una  cosa.  Più 
volg.  siièfàss.  Vedi  per  i  derivati. 

1)  àsiièfàsà  à  on  sàór  =  far  la  bocca 
a  un  sapore. 

àsunics,  r.  rifl.    =    accollarsi  :   prendere 


sopra  di  se,  a  proprio  carico  ;  àèumeà 
dna  .spésa  =  accollarsi   una  spesa. 
Àsiìnta  (1'),  =  l'Assunta. 

1)  La  Madonna  assunta  in  cielo. 

2)  La  festa  dell'Assunzione  e  il  giorno 
in  cui  si   celebra. 

àsur,  agg.  =  azzurro  :  aggiunto  di  colore 
più  pieno  del  celeste,  più  chiaro  del 
turchino.  Colore  simile  a  quello  del  ciol 
sereno. 

1)  Il  colore  azzurro  ;  dagli  l'àsur  à 
l'àmid  =  dar  l'azzurro  all'amido. 

2)  Sost.  Turchinetto  :  materia  di  co- 
lor turchino,  che,  mischiata  coli' amido, 
è  usata  dalle  stiratore  affinchè  le  bian- 
cherie piglino  una  leggerissima  tinta 
azzurra. 

àsurd,  *  s.  m.  =  assurdo  :  che  involge 
conti'addizioue  ;  la  cui  falsità  è  evi- 
de ate  ;  l'è  àsùrd  prete /ul  che  el  fdga 
càld  in  del  mes  de  diccmhsr  =  è  as- 
surdo pretendere  che  sia  caldo  nel  mese 
di  dicembre. 

àtàcaa,  *  agg.  =  attaccato,  aderente.  Si 
dico  più  spesso  tàcaa. 

àtàcaa  e  àtàccli, p'e^j.  =  vicino,  presso; 
dóe  el  sta  de  cà  el  dolor  ?  El  sta  àtàcch 
tila  gèsa  del  Càrmin  =  dove  abita  il 
dottore  ?  Abita  vicino  alla  chiesa  del 
Carmine. 

àtàss,  s.  ni.  =  Cannello  :  piccolissima  ca- 
vigliuola ,  per  assicurai'e  il  giro  dei 
rocchetti  nel  filatoio. 

àtem,  s.  m.  =  attimo.  Disusa  sempre 
più.  Vedi  àtìni. 

àtendìbil,  agg.  =  valido  ;  hin  minga  re- 
son  àtendìbil  =  non  le  sono  ragioni 
valide. 

àtensiòn,  s.  f.  =  attenzione. 

1)  Stato  della  mente  che  ha  rivolta 
e  fermata  l'attività  sua  sopra  un  og- 
getto  determinato, 

2)  Coi-tesia,  garbatezza  ;  el  m'ha  ilsaa 
mila  àtensiòn  =  mi  fece  mille  attenzioni. 

àtént,  agg.  =  attento  :  che  presta  atten- 
zione. 

1)  Chi  fa  il  proprio  'dovere  con  pre- 
mui'a,  con  zelo,  con  diligenza;  l'è  on 
càmerér  àtént  =  è  un  cameriere  attento, 
premuroso. 

2)  sta  àtént  =  badare,  stai'e  attenti, 
fare  attenzione,  por  mente. 

3)  sta  àtént  =  invigilare,  custodire; 
sia  àtént  fila  cà  =  badare  alla  casa; 
sta  àtént,  che  no  se  smòrsa  ci  fmogh 
=  vigila,  perchè  non  si  spenga  il  foco 


ate 


—  57  — 


aug 


àteo,  *  agg.  =  ateo:  che  uoga  l'esistenza 

di  Dio. 
àtèrg'à  *,  V.  alt.  =  attergare  :  scrivere  a 

tergo  a  un  ricorso  la  decisione  o  altro. 
;  àtèrgaa,  *  s.  m.  =  decisione,  rescritto  : 

ciò  che  si  scrive  a  tergo  a  un  ricorso. 
àtésa,*  s.  f.  =    attesa,  aspettazione  ;    in 

àtesa  di  .vò  dnlhi,  d'una  risposta  =  in 

attesa  dei  suoi  ordini  di  una  risposta. 
àtestaa,  s.  vi.    =    attestato;    scritto  cho 

si  rilascia  per   attestare  un  fatto  a  ri- 

i-liiesta  di  chi  v'abbia  interesse  per  uso 

privato  0  pubblico. 
iifilaa,  *  agg.  =  aderente;   veétii  ùtilaa 

vestito  aderente. 
àtiiii,  *  s.  m.  =  baleno;  fa   queicòss  in 

d'on  titilli.  =  far   qualche    cosa    in  uu 

baleno,  in  un    istante.  Anche   attimo, 

istante. 
àtitudiu,  *  s  f.  =  attitudine  :  il  possesso 

delle    qualità   richiesto    per   una    data 

operazione,  esercizio,  ecc.  Di  scienze  e 

di  arti  meglio  :  disposizione. 
àiì\,*agg.  =  attivo:  che  ha  molta  attività. 

1)  vèrb  àflv  =  verbo  attivo. 

2)  l'àtlv  d'un  bilunc  =  Fattivo  di  un 
bilancio:  l'entrata.  Di  un  patrimonio, 
i  beni  e  i  crediti.  Contrario  di  pàsìv 
=  passivo. 

3)  vita  àtìva  =  vita  attiva  :  che  tiene 
il  corpo  in  continuo  esercizio  ;  fa  min 
àtìva  «=  far  vita  attiva:  contrario  di 
vita  sedentaria. 

àtivà,  V.  att.  =  attuare  :  mettere  in  at- 
tività, in  atto. 

àtìvitaa,  s.  f.  =  attività  :  stato  di  cosa 
che  agisce,  fa  l'operazione  cui  è  de- 
stinata. 

1)  azione  intensa  e  continua  ;  l'àti- 
ritaa  de  quHl'òmm  Ve  straordinària 
l'attività  di  quell'uomo  è  straordinaria. 

2)  Di  pubblici  impiegati,  il  contrai-io 
di  disponiloilità. 

3)  Partite  di  cui  si  compone  l'attivo. 

4)  mètt  in  àtivitaa  =  mettere  in  a- 
zione,  in  opera  :  adoperare,  mettere  ad 
effetto. 

5)  vèès  fteiìra  de  àtivitaa  =  ossero 
fuori  d'uso  :  non  essere  più  adoperato. 

.atlante,  *  s.  m.  =  atlante  :  serie  di  carte 
geografiche  riunite  in  un  volume. 

àto,  s.  m.  =  Atto.  Vedi  àtt. 

àtòr,  s.  m.  =  attore  :  clii  fa  professione 
di  recitare  sui  teatro. 

àtòrna,  prej).  =  attorno,  in  giro,  in  volta., 
all'indirò. 


1)  andà  àtorna  -  andare  attorno  : 
qua  e  là,  in  varii  luoghi. 

2)  /r'f.y.y  porta  àtÒrnaYig.  =  farsi  fare 
i  gazzettini  :  far  parlare  di  se  ,  farsi 
censurare. 

àtomo,  prep.  lo  stesso  che  àtòrna.  Vedi 
sopra. 

atra,  nella  frase  dà  atra,  =  dar  retta  : 
ascoltare.  Il  nostro  modo  è  forse  con- 
trazione di  dà  àècòlt  on  tràtt. 

àtràtìvsi,  *  s.  f.  =  allettativa  :  forza  d'al- 
lettare ;  i  vàcdns  g'Iian  tanti  àtràtìr  = 
le  vacanze  hanno  molte  allettative, 
l'oco  popolare. 

àtrèss,  s.  in.  =  attrezzo.  Usato  comun. 
nel  plurale  :  tutti  gii  oggetti  occorrenti 
per  allestire  una  nave,  o  per  1'  uso  di 
una  fabbrica  o  d'una  bottega. 

àtrèsìsta,  s.  tn.  =  attrezzarlo. 

àtribiiì,  V.  att.  =  attribuire  :  affermare 
che  u.na  cosa  sia  la  cagione  di  un'altra; 
el  me  mal  de  gola  l'atribìilsi  ài  eald 
de  l'altra  sera  =  il  mio  mal  di  gola 
l'attribuisco  al  caldo  dell'altra  sera. 

àtrìce,  *  s.  f.  =  attrice.  Femm.  di  attore  : 
che  fa  professione  di  recitare  sul  teatro. 

àtiiàlìtaa,  *  s.  f.  =  attualità ,  astr.  di 
attuale.  E  anche  le  cose  del  giorno  : 
quelle  di  cui  tutti  parlano. 

àtt,  s.  m.  =  atto  :  azione  per  cui  si  ma- 
nifesta una  qualità  o  disposizione  del- 
l'animo; àtt  de  supèrbia,  de  coràgg  e 
siili.  =  atto  di  superbia,  di  coraggio  e 
sim.  Quindi  àtt  de  fed ,  de  sperànsa., 
de  contrisión  =  atto  di  fede ,  di  spe- 
ranza ,  di  contrizione  :  nel  senso  cri- 
stiano, le  formolo  o  le  preghiere  in  cui 
sono  espressi  quei  sentimenti. 

1)  fa  àtt  de  prescnsa  =  fare  atto  di 
presenza. 

2)  w.s'«  rato  =  sull'atto,  nell'atto,  subito. 

3)  *  àtt  =  gli  atti  :  lo  scritturo  che 
si  prosentano  dai  litiganti  in  Tribunale, 
e  anche  tutta  la  raccolta  dei  documenti 
relativi  a  una  causa.  Il  procosso. 

4)  fa  i  àtt  =  fare  gli  atti  :  citare, 
chiamare  in  giudizio. 

5)  àtt  d'àcùsa  =  atto  d'accusa  :  atto 
con  cui  il  Pubblico-Ministero  apre  il 
giudizio  penale. 

6)  Le  parti  in  cui  si  divide  un'azione 
drammatica,  o  melodrammatica ,  o  co- 
reografica. 

àiig-iirà,  *  «'.  att.  =  augurare  :  faro  auguri. 
àiig'iiràss,  *  v.  ri  fi.    -   augurarsi  :   augu- 
rare a  so. 


anni 


—  58  — 


ara 


àii8"uri,  *  s,  m.  =  augurio. 

1)  Tutto  ciò  da  cui  inendiamo  argo- 
mento a  temerò  o  sperare,  anche  senza 
una  ragione  sufficiente  ;  l'è  l' iisèll  del 
càtìv  àiifjùri  =  è  r  uccello  del  malau- 
gurio :  di  chi  vuole  annunziar  disgrazio 
0  par  che  le  porti. 

2)  L'  atto  di  esprimere  ad  altri  il 
desiderio  e  la  speranza  che  abbiamo  di 
qualunque  suo  bene  ;  ghe  foo  mila 
àuguri  ^^er  el  so  ononiMtich  =  le  fò 
mille  augui'i  per  l'onomastico. 

àiinièiit,  *  s.  m.  =  aumento ,  accresci- 
mento di  popolazione ,  di  stipendio,  di 
pigione,  ecc. 
àiimeutà;  *  v.  alt.  e  intrans.  =  accre- 
scere e  accrescersi  ;  el  padrón  el  g'hà 
aiimentaa  el  de  fa  =  il  padrone  gli 
accrebbe  il  lavoro ,  il  da  fare  ;  là  saa 
coni  Vumid  là  àiiménta  de  pés  =  il  sale 
coll'uniido  accresco  di  peso.  Si  usa 
però  più  comunemente  crèss. 
siiiréòla,  *  s.  f.  =  aureola  :  cerchietto  o 
corona  di  raggi  che  si  vede  nelle  pit- 
ture attorno  alla  testa  dei  santi. 
àiiròra,  *  s.  f.  =  aurora  :  1'  alba  ,  ma 
quando  il  sole  sta  per  affacciarsi  al- 
l'orizzonte e  il  cielo  comincia  a  colorirsi. 
1)  aurora  boreàl  =  aurora  boreale  : 
meteora  in  forma  di  nubi  o  vapori  lu- 
minosi, che  splende  nel  cielo,  di  notte, 
con  colori  più  o  meno  vivi,  ed  è  fre- 
quente noi  climi  settentrionali. 
àiit,  àiit,  =  aut ,  aut  :  bere  o  affogare. 
Modo  latino  :  o  sì  o  no  ;  o  una  cosa  o 
un'altra,  o  in  un  modo  o  nell'altro: 
di  olii  ò  sforzato  dalla  necessità  a  faro 
una  cosa  spiacevole,  perche  il  non  farla 
gli  sarebbe  di  danno  maggiore. 

1)  aiit,  aut  on  sìfol  ò  on  flàilt  =  o 
Cesare,  o  Xicolò  ,  o  Cesare  o  niente  : 
suol  dirsi  di  chi  intende  di  conseguire 
gran  cose  o  di  perdere  il  tutto. 
aiit  òr,  *  s.  m.  =  autore  :  quello  cho  ha 
fatto  la  cosa  di  cui  si  parla ,  ma  solo 
])arlando  di  cose  importanti  e  degne  di 
lodo  0  di  biasimo. 

1)  Si  dice  specialmente  dello  opere 
d'arte  e  d'ingegno;  V  àiltòr  d' dna  co- 
mi-dia, d'on  liber,  don  quàder  e  sim.  = 
l'autore  di  una  commedia,  di  un  libro, 
di  un  quadro  e  sim.  ;  quàder  d'autor  = 
quadro  d'autore  :  dipinto  da  valente  o 
celebrato  pittore. 
àiitorisa,  *  r.  att.  =  autoi-izzare  :  detto  di  per- 
sone :  dare  licenza,  facoltà  di  fare  una  cosa. 


àiitorisàsidn,  *  s.  f.  =  autorizzazione  : 
l'atto  e  il  fatto  dell'autorizzare. 

àìitoritaa,  s.  f.  =  autorità  :  diritto  sopra 
altro  persone  che  ci  è  conferito  in  vista 
di  qualche  pubblico  fine  e  utilità  ;  on 
abuso  de  àìitoritaa  =  un  abuso  di  au- 
torità ;  l' àìitoritaa  di  minìiter  =  l'au- 
torità dei  ministri. 

1)  Di  persona  il  cui  giudizio  sia  te- 
nuto in  gran  conto  ;  Sdito  in  fàtt  de 
musica  l'è  on'àiitoritaa  =  Boito  quanto 
a  musica  è  una  autorità. 

2)  i  àìitoritaa  =  lo  autorità  :  gli  uf- 
ficiali pubblici  investite  del  potere  di 
tutelare  la  roba  e  la  sicurezza  altrui. 

àiitun,  s.  m.  =  autunno  :  una  delle  quattro 
stagioni  dell'anno,  che  comincia  verso 
la  metà  di  settembre. 

àutiiiiiu,  s.  m.  dim.  di  àiitun  =  autun- 
nino  :  fra  noi  quella  stagione  teatrale  cho 
corre  dal  1  al  21  dicembro  inclusivi. 


avans,  s.  m. 


avanzo. 


1}  Quel  cho  avanza  ;  àvàns  de  Troia  = 
rilievi  di  Troia. 

2)  Quel  che  uno  avanza  ;  fa  di  àvtLns 
=  avanzare  :  far  risparmi ,  mettere  da 
parte. 

8)  T.  matom.  Il  resid\io  della  sottra- 
zione e  della  divisione. 
àvàiisàméiit,  *  s.  m.  =  avanzamento  : 
passaggio  a  un  grado  superiore  noi 
pubblici  impieghi.  Si  dice  anche  pro- 
luosiòn,  =  promozione. 
iivàntàcc,  s.  m.  =  vantaggio. 

1)  Quel  ohe  si  ha  di  più  dogli  altri, 
sopra  più. 

2)  Assicella  rettangola,  che  serve  al 
compositore  di  caratteri  per  trasportare 
le  righe  sul  compositoio. 

avanti  !  esclam.  =  avanti  !  Si  risponde 
a  chi  picchia  sull'uscio  socchiuso,  come 
dire  passate  : 

avanti  de....  =  prima  di....  :  prima  che... 

avanti,  at-v.  =  avanti  ;  rèse  aranti  =  es- 
sere innanzi  ;  di  luogo ,  sulla  strada  ; 
di  merito  nello  studio,  nelle  classifica- 
zioni e  sim. 

àvàr,  *  s.  m.  =  avaro  :  chi  è  preso  dal- 
l'avarizia. 

1)  arar  come  oti  pioiuce  =  largo 
come  una  pina  verde. 

àvàràsc,  *  s.  in.  =  peggior  di  àvàr  = 
avaraccio. 

àvàrìsia,  s.  f.  =  avarizia:  la  passiono 
del  risparmio  quando  passa  i  confini 
di  una  previdenza   legittima,    e  vinco 


ara 


-  59 


are 


ogni  altro  scntiuicnto.  È  uno  dei  sette 
peccati  capitali. 

1)  crèpa  l'àvàrisìa  =  muoia  l'avari- 
zia :  lo  dico  scherzosamouto  chi  si  ri- 
solve a  faro  ima  spesa  por  lo  più  noa 
grande. 

àvàrón,  *  s.  m.  accresc.  di  àvàr  =  ava- 
rone  :  contiene  un  po'  l'intenzione  di- 
spregiativa. 

àvàrusc,  *  s.  m.  dini.  di  àvàr  =  ava- 
ruccio. 

ave,  àvég'li,  v.  att.  =  avere,  possederò  : 
regge  qualunque  complemento  che  si- 
ghitìchi  uno  stato,  condiziono,  modalità, 
facoltà  del  soggetto.  Vedi  vèg"Ii,  cho  é 
la  forma  usata  più  comunemente. 

àvediiii,  af/(/.  =  avveduto ,  accorto  :  che 
ha  sagacia,  avvedutezza. 

àvég"!!,  v.  att.  =  contenere  ;  gh'è  di  piani 
che  f/'han  dna  fòrsa  rnedieinàl  e  aro- 
màtica =  alcune  piante  contengono  una 
virtù  medicinale  e  aromatica. 

àvegni  ([>er  1')  =  per  l'avvenire  :  d'ora 
in  poi. 

àrclènà  *  ».  att.  =  avvelenare  :  far  mo- 
rire di  veleno.  Voce  eletta  per  velenà. 

.Vvemàrìa,  s.  f,  =  Avemmaria  o  Ave 
Maria  :  preghiera  alla  Madonna  detta 
anche  Salutazione  Angelica. 

1)  L'ora  della  mattina  e  della  sera 
in  cui  suona  la  campana  che  invita  i 
fedeli  a  quella  preghiera. 

2)  àiwìnàrìj  =  avQmsivÌQ  :  le  pallottoline 
più  piccolo  della  corona  del  Rosario. 

3)  àvemàrìa  infilidda  Fig.  =  Avo- 
maria  infilzata  :  quietino  ,  monachino, 
ipocritino;  anche  viso  di  stecco. 

àveniinènt,  *  s.  m.  =  avvenimento  :  cosa 
che  avvenga,  ma  per  lo  più  di  qualche 
importanza  ;  fatto  degno  di  essere  ri- 
cordato. 

1)  Si  dice  ironicamente,  a  cui  altri 
creda  di  voler  dar  qualche  peso  ;  in- 
ì^'òma.,  ineceù  lido  minga  màngiaa  à 
colc.s'idn  —  l'è  un  àvenimènt  =  insomma, 
oggi  non  ho  mangiato  a  colazione  — 
caspiterina  !  cho  avvenimento  ! 

àvoiurc  (!')*  s.  in.  l'avvenire:  contrario 
di  :  il  presente  ;  ciò  che  ha  a  venire,  il 
futuro. 

àvoiif  ìsi,  *  s.  m.  =  avventizio  :  cho  vien 
di  fuori,  non  appartiene  al  luogo,  vi  si 
trova,  vi  si  aggiungo  per  caso  :  detto 
specialmoQte  da  chi  tion  bottega  per 
indicare  quelli  cho  non  sono  gli  av- 
ventori. 


àveutòr,  s.  ni.  =  avventore  :  che  al)i- 
tualmente  si  provvede  in  una  bottega 
del  genere  cho  vi  si  smercia  ;  on  bon 
dventòr  =  un  buon  avventore  :  che  com- 
pra molto  ed  e  puntuale  nel  pagare.  Si 
dice  anche  :  bottegaio. 

àvèrUì,  *  s.  m.  =  avverbio.  T.  di  gramm. 
Una  delle  parti  del  discorso. 

avere,  *  s.  in.  =  avere:  nel  libro  dei 
mercanti  corrispettivo  al  dare.  La  parte 
dove  sono  notate  tutte  le  partite  di 
credito. 

àversàrì,  *  s.  ni.  =  avversario  :  in  una 
disputa,  in  una  lite,  e  anche  nel  giuoco. 
Ognuna  doUe  paili  rispetto  all'altra. 

àvèrsiòii,  s.  f.  =  avversione  :  disposi- 
ziono dell'animo  verso  cose  o  persone 
per  cui  ci  sentiamo  come  spinti  a  fug- 
girle. Opposto  di  inclinazione,  voglia  o 
più  forte  che  antipatia  ;  mi  g'hoo 
pròpi  àvvèrsiòn  per  i  bosìj  =  io  ho 
davvero  avversione  per  le  bugie. 

àvért,  agg.  =  aperto:  contrario  di  sàraa 
=  chiuso.  Detto  di  porte,  finestre,  case, 
appartamenti,  stanze,  cassette,  bauli, 
ecc.  Ed  anche  quando  i  battenti  acco- 
stino, ma  non  sia  girata  la  chiave. 

1)  tirla  avèrta  =  aria  aperta  :  luoghi 
non  cinti  da  muri,  né  ingombri  di  case, 
8)  lètera  avèrta,  pàcch  àvèrt  =  lettera, 
pacco  aperto  :  non  sigillati. 

3)  ferkla,  piaga  avèrta  =  ferita,  piaga 
aperta  :  non  cicatrizzata. 

4)  cilnt  àvèrt  =  conto  aperto  :  conto 
al  quale  via,  via  si  aggiungono  nuovo 
partite. 

5)  vestii  àvèrt  =  vestito  aperto  :  di- 
viso sul  petto  fino  alla  cintura,  e  an- 
che fino  ai  piedi,  senza  bottoni,  no 
fibbie. 

6)  tegnl  àvèrt  botéga  =  tenere  apoi"ta 
bottega  :  tirare  innanzi  un  traffico. 

7)  tegnì  àvert,  véss,  -ita  àvèrt  =  te- 
nere aperto.,  ossero,  stare  aperto  :  di 
botteghe,  gallerie,  uffìzi  pubblici  e  sim. 
parlandosi  dei  giorni  e  delle  oro  in  cui 
vi  è  ammesso  il  pubblico. 

8)  tegni  i  (bucc  àvèrt  =  tener  gli 
occhi  aperti  :  star  bene  attenti  per  non 
ossero  ingannati. 

9)  fin  che  se  g'hà  i  cBuee  àvèrt  = 
fin  che  si  hanno  gli  occhi  aperti  :  fin 
che  si  vive. 

10)  à  bràsc  àvèrt  =  a  braccia  aperto. 
Modo  avv.  :  con  desiderio  e  affetto  o 
quindi  con  lieta  accoglienza. 


ave 


-  60  - 


ari 


avèrta  (al'),  =  all'aperta  :  a  cielo  se- 
reno, all'albergo  della  Stella;  dm-mi 
à  l'avèrta  =  dormire  a  ciel  sereno  ;  vian- 
già  à  l'avèrta  =  mangiare  all'aperta. 

àverténsa,  *  s.  f.  =  avvertenza  :  l'atto 
dell'avvertire,  nel  senso  di  badare,  fare 
attenzione  ;  àvvgli  l'ùvertènm  =  .avere 
l'avvertooza,   cioè  l'attenzione. 

1)  Avvertire  nel  senso  di  attenderò 
specialmente  a  una  parto  dell'opera- 
zione a  cui  si  attribuisce  una  particolare 
importanza. 

avèrti,  'i\  att.  =  fare  accorto,  avvertire 
imo,  fargli  conoscere  una  cosa  ;  te  àver- 
tiroo  quand  l'è  vòra  de  disnà  =  Ti  aver- 
tirò  quando  sarà  l'ora  di  pranzo. 

1)  fa  àvèrtn  è  uguale  ad  avèrti  e 
vale  anche:  dire  a  qualcuno  che  venga, 
per  mezzo  di  altri  ;  fàyh  àvèrtii  à  l'in- 
vernisceu  che  el  vègna  per  quij  fatll- 
rètt  =  manda  a  dire  al  verniciatore  che 
venga  per  quelle  piccole  operazion- 
celle. 

àvèrtura,  s.  /.  =  apertura. 

1)  Vano  per  cui  si  può  passare,  o 
può  passare  una  cosa  qualunque,  aria, 
luce,  ecc^;  l'è  ona  étdnsa  coni  tròpp 
avertur  =E  una  camera'con  troppe  aper- 
ture. 

2)  aprimento,  l'aprire  ;  l'àvèrtura  de 
r Espsiosion  =  l'apertura  dell'Esposi- 
zione: in  questo  senso  dicesi  anche  aper- 
tura. Vedi. 

3)  Allentatura,  ernia,  malattia  del- 
l'intestino caduto.  Vedi  apertura. 

àves,  s.  m.  =  sorgiva,  acqua  di  vena  : 
scorrimento  d'acqua  tra  la  ghiaia  clic, 
incontrasi  nel  terreno  naturale  della 
Lombardia. 

1)  àlsàss  i  tiveè  =  gonfiarsi  lo  sorgive. 

2)  mceiives  i  tlves  =  ripigliare  la  sor- 
giva. 

3)  quand  s'è  à  l'àves  se  mètt  gio  i 
fondàmént  =  trovato    il  sodo  si  fonda. 

4)  rìvtl  ài' àves  =  essere  alla  sorgiva. 

5)  sbàsàss,  suga,  silgàss  i  àves  =  ri- 
tirarsi, prosciugare,  seccarsi  le  sorgive. 

6)  troà  l'àves  =  trovar  l'acqua. 

7)  vèss  alt  i  àves  Fig.  =  esser  ma- 
rina gonfiata  o  turbata,  o  tempo  nero  : 
essere  corrucciato  o  pieno  di  mal  ta- 
lento. 

avi,  ava,  s.  f.  =  pecchia,  ape  :  apis  mel- 
lifica. 

1)  quèll  di  avi  =  apiaio. 
àviàmeiit,    *    s.   m.    =    avviamento:  di 


traffici  e  specialmente  di  botteghe.  Il 
fatto  dell'avviarli,  di  essere  avviati,  e 
il  modo  con  cui  sono  avviati  ;^  qiuhul 
se  cómpra  dna  botèga  bisogna  paga 
l'àviùmènt  =  quando  si  compra  una  bot- 
tega bisogna  pagare  l'avviamento. 

àvili,  *  V.  att.  =  avvilire  :  trattare  una 
persona  in  modo  da  mostrargli  che  non 
ne  facciamo  nessuna  stima  ;  el  me  Irata 
in  dna  mùnèra  che  me  aviliss  come  = 
Mi  tratta  in  un  modo  che  mi  arvilisce 
assai. 

àvilii,  *  agg.  =  accasciato  :  colui  che  si 
è  perso  d'animo,  con  più  l'idea  che  tale 
stato  dell'animo  duri  e  diventi  abi- 
tuale. 

1)  vèss,  resta  àvilii  =  rimanere  av- 
vilito :  si  dice  tanto  di  chi  senta  il  do- 
lore della  poca  stima  che  altri  faccia  di 
lui,  quanto  di  chi  perde  animo. 

àviliméiit,  s.  m.  =  accasciamento,  l'ac- 
casciarsi, avvilimento  :  stato  di  chi  si 
trova  avvilito  o  si  avvilisce. 

àviliss,  V.  rifl.  =  avvilirsi,  accasciarsi  : 
mancare  alla  propria  dignità.  Anche: 
perdersi  d'animo. 

àvis,  s.  m.  =  annuncio. 

1)  àvls  per  là  vitalità  d'òna  cà  = 
annuncio  per   la  vendita  di   una  casa. 

2)  Avviso:  l'atto  dell'avvisare;  la 
notizia  che  si  dà  e  anche  lo  scritto  o 
])arolo  con  cui  lo  si  dà.  Uàvìs  si  può 
dare  anche  con  un  cenno  o  movimento 
della  persona. 

3)  Affisso.  Avviso.  Foglio  stampato 
0  scritto  da  mettersi  allo  cantonate  ; 
han  mise  fanira  i  àvìs  de  l'afta  = 
hanno  messo  gli  affissi  dell'asta. 

5)  niètt  fceiira  i  àvls  =  mettere  ai 
quattro  venti.  Dire  a  tutti  quel  che  si 
fa,  0  si  dice,  o  si  pensa. 

6)  tàcà  fcBwra  on  àvis  =  affiggere  un 
avviso. 

àvisà,  *  V.  att.  =  annunziare. 

1)  Dare  notizia,  avviso  di  cosa  suc- 
cessa 0  da  succedere. 

2)  Avvertire  :  dare  avviso.  Include 
qualche  volta  l'idea  di  con.siglio,  mi- 
naccia, rimprovero. 

3)  Ammonire  :    dar   precotti,    regole 
di  condotta  e    specialmente  riprendere  , 
con  qualche  autorità   chi  se  ne  scosti. 

àvisaa,  partic.  pass,  di  àvisà  =  avvisato,  : 
avvertito,  ammonito. 

1)  fa  àvisaa  vun  =  faro  accorto, 
avvei'tiro  qualcuno. 


avi 


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bac 


àvisàdòr,  *  s.  m.  =  avvisatore  :  l'inser- 
viente del  teatro  che  porta  le  lettere, 
lo  ambasciate,  eco, 

àvison,  s.  m.  aceresc.  di  àvis  =  car- 
tellono,  avvisono:  affisso  di  grandi  di- 
mensioni; Han  miss  fociha  on  avi- 
són  grand  cóme  on  lensoeù  =  Hanno 
affisso  un  avisono  grande  coinè  un 
lenzuolo. 

àvòlt,  avv.  =  alto,  in  alto:  voce  del- 
l'uso vecchio  sostituita  ormai  quasi  da- 
pcrtutto  dal  più  moderno  alt. 


àvòn,  5.  m.  =  pecchione.  Apis  violacea. 

avòri,  *  s.  m.  =  avorio  :  il  dente  degli 
efe fanti  quando  è  messo  in  pezzi  i^er 
essere  lavorato.  Ner  d'avòri  =  carbone 
d'avorio  polverizzato  che  si  adopera 
dai  pittori  come  colore,  e  dai  pulitori, 
orefici  e  sim.  per  levigare.  Si  dice  an- 
che, ma  raramente,  àvoli. 

àvuii  partìc.  =  avuto  p.  p.  di  avere. 

1)  Chi  n'ha  àvilii  n'ha  ùvilii  =  Chi 
ha  avuto  ha  avuto  ;  non  se  ne  parli  più. 


1).  =  La   seconda  lettera  dell'alfabeto.  Si 
pronuncia  Be.  Entra  nella  parola  àbecee 
=  abbici.  Alfabeto. 
I     bà  =  guardia:  la  parte  inferiore  dell'asta 
I         del  morso  ;  quella  parte  del  morso  che 
non  va  in  bocca  al  cavallo. 
l)!il)ào,  s.  m.  =  babàu  :  mostro  immagi- 
nario che  si  nomina  per  far  star  boni 
i  bambini,  e  farli  ubbidire  col  far  loro 
paura. 

1)   bruto   bàhào   =    ceffo   assaettato; 

faccia  bruttissima. 

bàbi,  s.  m.  =  muso,   barba  ;    ghe   voeur 

alter  hàhi  =  E'  ci   vuole    altra   barba, 

tu  non  sei    da   tanto  ;  mena  el  hàbi  = 

Bienar  di  mascelle,  mangiare. 
1)  Babbo,  àndà  ài  bàbi  =  andare  a 
abbo  riveggoli  ;  andare   a    rivedere   il 
abbo,  morire.  Si  dice   anche  àndà  ài 
uàbil 
bàbil,  s.  m.  =   cimitero  ;  àndà  al  bàbil 

=  andare  a  Domenedio;    morire. 
babilonia,  s.  f.  =  biibilonia  :  riunione  di 
persone  o  luogo  dove   sia   gran  confu- 
sione 0  disordino. 
I>abuin,  s.  m.  =  bal)l)uino.  Simia  sphynx. 
D'uomo   contraffatto   di   viso   o  di  chi 
ha  difetto  di   mente. 
babiiàs,  s.   vi.    =    babuasso,    buacciolo  : 

Di  persona  di  grosso  intendere. 
bacala,  s.  m.  =  baccalà  :   sorta  di  pesce 
cbc  a  noi  viene  salato  ;  mHt  el  bacala 
à  nmuj  =  mettere  il   bacala  in  molle, 
a  rinvenire. 


bacali,  s.  m.  =  baccano. 

1)  Chiasso  che  fanno  molte  persone 
insieme  riunite,  segnatamente  parlando 
tutti  in  una  volta  e  a  voce  riunita.  Si 
dice  anche:  buscherio,  chiasso. 

bàcàiià,  V.  att.  =  far  baccano,  fare  il  chiasso. 

bàcànéri,  s.  m.  =  l)accanerio,  baccano; 
rombazzo  sguaiato,  bailamme,  frastuono 
rumore  di  voci  alte  e  confuse.  Dicesi 
anche:  badanai,  badananai. 

bàcc,  s.  m.  =  penzolo  :  alcuni  grappoli 
d'uva  scelta  uniti  insieme,  che  per 
solito  si  appendono  per  conservarli 
qualche  tempo.  Si  fanno  per  lo  più 
durante  la  vendemmia. 

bàchèta,  s.  f.  =  bacchetta  :  mazza  sottile 
separata  dall'albero,  per  lo  più  secca  o 
rimonda. 

1)  Giannetta  o  mazza  in  generale 
da  passeggio. 

2)  bàchèta  del  filsill  =  bacchetta  del 
fucile  :  mazza  diritta,  sottile  e  lunga 
quanto  la  canna  che  serve  per  caricare. 

3)  comanda  à  bàchèta  =  comandare 
a  ))acchetta:  pretendere  di  essere  ub- 
bidito e  servito  puntualmente  e  nell'atto. 

4)  là  bàchèta  màgica  =  la  J)acchet- 
tina  magica  :  quella  che  serviva  nelle 
operazioni  di  magia,  ed  è  ancora  usata 
dai  prestigiatori. 

5)  bàchèta  de  fèr  =  bacchetta  di  ferro  : 
come  quella,  per  esempio,  ripiegata  in 
gancio  ai  due  capi,  per  apprendervi  le 
tende  o  altro. 


bac 


62 


bac 


6)  bàchèta  di  veder  =  bacchotta  dei 
vetri  :  ogni  regolo  orizzontale  nello 
sportello  tra  il  regolo  da  capo  e  quello 
da  piede  per  tenervi  i  vetri  incastrati. 

7)  bàchèta  dì  fiminMèr  =  fuso  :  ferro 
lungo  e  sottile  di  cui  si  servono  le 
guardie  di  finanza  per  forare  sacchi, 
panieri  e  simili,  nel  tentai'e  se  vi  sia 
nulla  di  soggetto  a  gabella. 

8)  i  bàchètt  dèla  ctipia  =  le  gretole. 

9)  i  bàchètt  dèla    bicòca  =  le  costole. 

10)  bàchèta  de  màtàràice  =  scamato, 
camato. 

11)  bàchèta  de  bàtt  i  pàgn  =  scamato. 

12)  bàchèta  de.vèsch  =  panione,  ver- 
gono. 

13)  bàchètt    del    telar   =    compostoi. 

14)  bàchètt  del  pian  del  tòrc  =  la- 
strine del  dado  del  torchio. 

15)  bàchètt  del  vci-e-ven  di  molìn 
de  seda  =  barbini  :  ferretti  ripiegati  in 
gancio  0  meglio,  piantati  negli  andiri- 
vieni, e  pei  quali  passa  la  seta  che  va 
ad  inasparsi  sulle  rocchelle. 

16)  bàchèta  di  màceldr  =  bacchetta  : 
è  di  ferro  lunga  e  i  macellai  la  ficcano 
e  rifìccano  tra  pelle  e  carne  da  mezzo 
ventre  alla  gola  delle  bestie  macellate, 
per  fare  posto  all'aria  con  cui  si  gon- 
fiano per  di  poi  tamburarle. 

17)  bàchètt  del  pàràfàngh  =  traverse 
del  parafango. 

18)  *  bàchètt  de  Vómbi-éla  =  le  stec- 
che dell' ombrello  :  bacchetto  por  lo  più 
di  balena,  le  quali  dal  nodo  dell'asta 
si  diramano  divergenti,  e  sopra  di  esse 
è  distesa  la  spoglia. 

bàchetà,  v.  att.  =  scudisciare  :  e  in  ge- 
nerale faro  quelle  azioni  al  compimento 
delle  quali  occorre,  come  sti'umento,  la 
bacchetta. 

bàchètàda,  .<?.  f.  =  bacchettata  :  colpo  di 
bacchetta. 

bàchètee,  s.  m.  =  bacchettone. 

1)  Chi,  armato  di  bacchetta,  avviava 
alla  dottrina  cristi.ana  quei  che  indugia- 
vano in  piazza,  0  in  contado  desta  chi 
dorme  in  chiesa,  toccandolo  legger- 
mente. 

2)  Eamarro  :  chi  ha  cura  che  lo  pro- 
cessioni vadano  con  ordine,  I  toscani 
lo  chiamano  cosi,  perchè  ò  vestito  di 
verde. 

bìicbetfn,  .<?.     m.   dim.    di    biicbèlt  ^ 

baccliettiuo. 
bàebòtìna,  .<?.  f.  din/,  di  bsicbèta  =  bac- 


chettina,  giannettina  :  piccola  mazza  da 
passeggio. 

bàchètitt  de   briisà  =  bruciaglia:  roba 
minuta  da  bruciare. 

bàchètÒM,  s.  m.  =  bacchettone  :  che  e 
sempre  per  le  chiese  o  sfugge  i  passa- 
tempi anche  onesti,  vedendo  iii  tutto 
occasiono  di  peccato  o  materia  di  scan- 
dalo. Al  fomm.  bàchètòna. 
bacchetto, 
che  bàchèta,   ma  un 


piccolo    ramoscello    di 


bàchètt,  s.  m.  = 

1)  Lo  stesso 
po'  piìi  grosso. 

2)  Fuscello  : 
fascina  secca. 

3)  Spoletto  :  filo  di  ferro  in  cui  è 
infilzato  il  cannello  nella  spola.  Anche 
spolètt. 

4)  Mazza  :  il  ramicello  domestico  che 
si  taglia  da  un  albero  per  innestarlo 
nel  selvatico. 

5)  Vimine:  la  vermena  del  vinco, 
specie  di  salice  di  cui  si  fanno  panieri 
0  simili. 

6)  bàchètt  de  mena  là,  polt  =  mesta- 
toio, mestolino. 

1)  el  maa  del  bàchètt  =  Morìa:  ma- 
lattia del  gelso  quando  è  pianta  adulta. 
Si  chiama  anche  maa  del  ràmètt.,  del 
falchètt. 

8)  bàchètt  =  battitore,  battiborra  :  ar- 
nese fatto  di  più  funicelle  annodate  da 
ambo  i  capi  in  altrettanti  fori  di  duo 
regoli,  il  quale  serve  per  batter  la  borra. 

9)  bàchètt  de  candii  =  forme  da  can- 
dele. 

10)  bàchètt  del  contràbofdt  =  con- 
trafortini. 

bàciàcoi,  s.  m  .  plur  =  ciondoli  :  gli 
orecchini  o  gli  ornamenti  degli  orinoli, 
so  grandi  assai  e  goffi. 

bàciàcoi,  s.  in.  =  liischeraccio,  bische- 
rello  :  uomo  tra    il    grullo  e  il  giucco. 

2)  i  bàciàcoi  =  i  bozzacchioni.  Per 
simil.  Le  poppe  vizzo  dello  donne. 

bàciàsa  e  bàcìàcia,   s.  f.    =    grassume. 

1)  Quei  resti  di  grasso  che  si  rac- 
cattano dalle  casseruole  ,  dei  iiiatti , 
prima  di  rigovernarli,  e  di  ohe  si  fa  il 
sapone. 

2)  Conca  :  largo  vaso  di  legno  a  doghe 
0  tutto  d'un  pezzo,  a  uso  di  versarvi 
il  ranno  per   l'igoveniare   le   stoviglie. 

bàcfcìa,  s.  m.  =  baciocco,  rapa:  di  uo- 
mo sempliciotto,   sciocco. 

bàcii,  *  s.  m.  =  bacilo  :  catinella  grande, 
per  lo  più  d'argento  clic  si  dava   alle 


bac 


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bag 


mani  per  lavarselo  prima  o  dopo  il 
l)ranzo.  Si  usa  anche  nelle  funzioni  di 
(•liiesa. 

bàciòca,  s.  f.  =  dama,  gea:  ragazza  a- 
nioroggiata  e ,  almeno  in  apparenza, 
con  fino  non  reo. 

bàciocà,  t\  att.  =  sciacquattaro  :  di  reci- 
pienti clic  contengono  liquidi. 
.bàcìocch,  s.  m.  =  hambolino,  bimbo. 

1)  che  bèli  bàciòcch  =  che  I>el  bam- 
boli no. 

2)  Damo,  geo,  amorino. 

3)  ctira  ci  me  bàciòcch  !  =  ciocie, 
ciocia,  ciocino,  ciocina  mia:  parole  d'a- 
more. 

bàciòcch  0  bàciòcliin  de  fraa  =  stral- 
loggi,  stalloggi.  Aristolochì'a  clematitis. 
Pianta  perenne. 

bàcol  e  più  spocialm.  bàcol  (le  serégru 
=  liroccolo,  bacìocco  :  di  uomo  stupido. 

bàcucch,  fc'ìi-  bàcuca  agg.  di  rè^j^ia 
0  vègrìa  =  vecchio  decrepito  Vi  si  ag- 
giungo in  certo  qual  modo  l'idea  spre- 
giativa del  vecchio  inetto  e  non  vene- 
rando. 

bada  (vèss  in),  =  essere  accostati:  di 
finestre,  di  usci  socchiusi. 

bada,  *  V.  att.  =  badare,  far  caso. 

1)  bàdàgh  à  qucicòié  =  badare  a  una 
cosa;  farne  caso,  riguardarla  come  im- 
portante ;  hin  ròbb  che  bisogna,  minga 
bàdàgh  =  son  cose  che  non  bisogna  ba- 
darci. 

2)  Accostare  lo  imposte.  Lo  stesso 
che  mi'tt  in  bada. 

bàdàlucch  e  bàdàlìichéri,  s.  m.  =  ba- 
danai,  badananai,  liadanio  :  grida  con- 
fuse di  molto  persone. 

1)  roba  à  bàdcducch  =  roba  a  carra, 
a  ])arelle,  a  iosa. 

bàdee,  s.  m.  =  babbeo,  baggeo,  papero  : 
di  persona  da  nulla,  ed  anche  sempli- 
cemente di  persona  inesperta  e  semplice. 

bàdèróii,  .s.  m.  aecr.  di  bàdee  =  ciocco, 
scempione,  tronco  :  di  persona  balorda 
stupida,  dappoco. 

bàdèsa,  *  =  badessa. 

1)  Superiora  di  un  convento  di  mo- 
nache. 

2)  Arnese  di  ferro  con  manico  di 
legno. 

badi,  s.  m.  =  l)adile  :  pala  di  ferro  con 
manico  di  legno.  Si   dico  anche  bài. 

badila,  s.  f.  =  pala  di  ferro  :  specie  di 
liadile  largo  e  che  ha  il  lato  che  scava 
riquadiato.  Si  dico  audio  bàira. 


bàdilàda,  *  s.  f.    =    palata. 

1)  Tanta  roba  quanta  cape  sul  ba- 
dilo,   e    sulla    pala  di  ferro. 

2)  Colpo  dato  colla  pala  di  ferro  o 
col  I)adile. 

bàdilàut,  s.  m.  =  badilante  :  giornaliero 
che  lavora  adoperando  il  badile. 

bàdilòu  (g-òdescla  à),  =  darsi  luion 
tempo,  coccolarsi. 

1)  t(cu  éu  i  ròbb  à  bàdilòn  =  fare  a 
casaccio. 

badili,  s.  m.  =  operante  alla  Ijassa  dol 
milanese.  ]1  contadijio  che  in  alcuno 
stagioni  dell'anno  scende  dall' alto  mi- 
lanese ad  aiutarci  nei  lavori  agrari 
della  pianura. 

badimi,  s.  f.  pliir.  =  penne  :  quelle  di 
struzzo  0  bianche  o  nere  o  d'altro  na- 
turalo colore,  e  talora  anche  tinte  dal- 
l'arte, parlando  d'a1)bigliamento  don- 
nesco. 

bàdiroeiìla  (mètt  in),  =  socchiudere, 
accostare  lisci  o  finestre.  Lo  stesso  che 
alliba  e  itiètt  in  bada  e  bada. 

bàff  (no  dì  né  biflf  uè),  =  non  far  né 
motto  ne  tetto.  Non  rifiatare,  non  zit- 
tirò, star  cheto  ;  anche  di  chi  fa  una 
cosa  all'improvviso,  senza  che  nulla  ci 
possa  rendere  accorti  che  la  stia  per 
fare. 

bàfi,  s.  m.  piar.  =  baffi  ;  tirit  Hi  i  bàfì  = 
fìg.  imporla  alta,  alzar  la  cresta.  Si 
dice  più  comunom.  bàrbìs. 

bàg-àg'g",  s.  m.  =  bagaglio.  Vedi  bàgàli  * 
voce  moderna  più  comunemente  usata. 
bàg'àggr  vivo  ancora  nella  frase  tocio 
sii  firma  e  hàgàgg  =  far  su  tutta  la  roba: 
partire  senza  dimenticar  nulla  di  quanto 
0  ci  è  necessario  o  ci  preme. 

bàgàgell,  .5.  m.  =  botto,  boddacchino, 
rana  bombina  :  rettile  anfil)io. 

bàg'àgèri,  .9.  m.  =  bagagliume  :  ingombro 
di  bagagli. 

bàgràj,  bàgàia,  .s.  m.  f,  =  fanciullo,  fan- 
'ciuUa;  ragazzo,  ragazza. 

1)  flit-entà  bàgàj  =  infanciuUire. 

2)  on  fàehinòtt  d'ou  bàgàj  =  un  ra- 
gazzone. 

3)  on  fàehinòtt  d'óna  bàgàia  =  una 
masti  ona,  una  mastiotta. 

4)  Si  dico  anche  per  vezzo  affettuoso 
di  chi  non  sia  più  fanciullo;  l'è  on 
Imn  bàgàj  =  è  un  buon  diavolo,  è  un 
buon  giovanotto. 

5)  de  bàgftj  =  baml)inesco;  el  g'hà 
fròpp  el  fa  de  bàgàj  =  ha  il  fare  troppo 


T)agr 


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bag 


bambinesco  ;  de  bàgàj  =  vuol  anello  diro  : 
da  fanciullo,  dalla  prima  età. 

bàg'àiàda,  s.  f.  =  bambinata,  fanciullag- 
gine, ragazzata  :  azione,  discorso  da 
bambini.  Se  è  fatto  da  persone  grandi  : 
l)amboeciata. 

1)  fa  di  bagàiàd  =  bamboleggiare,  far 
cose  da  bambini.  Anche  fare  alle  mam- 
mucce. 

bàg'àiii,  s.  m.  dim.  di  bàgàj  =  bambi- 
nello. Vezzegg.  di  bambino. 

bàgàiòtt;  s.  in.  =  bamberottolo,  flgliuo- 
lone  :  bambino  non  tanto  piccolo. 

bàgràli;  *  s.  m.  =  bagaglio  :   tutti  gli  ef- 
fetti che  viaggiando  uno  porta  con  sé. 
1)  ci  cdr  di  bàgàli  =  bagagliaio  :  nei 
treni  sullo  vie  ferrate  il  carro  che  porta 
i  bagagli. 

bagàscia,  v.  att.  =  sbevazzare,  sbevac- 
chiare: l)ere  vino  per  crapula  e  senza 
misura. 

bàgàsciàda,  s.  f.  =  sbovazzamento,  cra- 
pula :  eccesso  nel  mangiare  e  nel  bere. 

bàgàsciòu,  s.  m.  =  beone,  sbevazzatore, 
crapulone. 

bàgàtèla,  s.  f.  =  bagattella,  chiappoleria, 
cosa  di  ninno  o  poco  conto. 

1)  bottello:  ogni  breve  lavoro  di 
composizione  tipografica  che  non  formi 
pagina  intera  e  perciò  sia  da  ossero 
impresso  con  un  solo  botto. 

bàgàtt,  s.  m.   =  cia1)a. 

1)  Per  celia  il  ciabattino. 

2)  Bagatto  :  il  primo  di  tarocchi. 

3)  scàrtii  bàgàtt  =  fare  uno  sprolo- 
quio :  sfogarsi  parlando  a  lungo.  Anche 
dar  sulla  voce,  darla  a  mosca  cieca, 
dire  in  viso  il  fatto  suo.  Ed  anche  :  vuo- 
tare il  sacco. 

bàger  (giilgà  ài),  =  fare  ai  fuscellini. 
Vedi  lègiiètt  (giiigS  ài)  che  è  la 
stessa  cosa. 

Bàgg,  s.  m.  =  Baggio  :  paesello  vicino  a 
a  Milano.  Entrò  a  formare  l'invettiva 
«'«  à  Bàgg  =  affogati  :  detto  a  chi  ci 
molesta  colle  sue  colpevoli  miserie  e 
colle  sue  disperazioni  ridicole. 

bàgher,  s.  m.  =  baghero:  specie  di  ca- 
lessetto.  La  voce  è  una  corruzione  del 
tedesco  Wager,  E'  voce  che  disusa, 
porche  tali  calessetti  non   s'usano  più. 

bàgiàii,  s.  m.  =  baggiano:  uomo  sciocco 
e  da  nulla. 

bàgiòtt,  agg.  =  bazzotto  :  uomo  di  poco 
sicura  moralità.  Poco  usato. 

bàgli,  .f.  m.  =  l)agno. 


1)  Tinozza  o  vasca  che  si  riempio 
d'acqua,  perchè  uno  vi  si  possa  im- 
mergere per  pulizia  o  per  salute. 

2)  Lo  stare  per  qualche  tempo  im- 
merso neir  acqua  por  pulizia  o  per 
salute. 

3)  Fa  on  hàgn  à  vapor  =  Faro  un 
bagno  a  vapore.  Fig.  Fare  una  gran 
sudata. 

4)  Al  plur.  n  luogo  devo  si  va  a 
faro  i  bagni  ;  i  bàgn  de  SaUonmgiùr, 
de  Stabi  =  i  bagni  di  Salsomaggiore,  di 
Stabio.  Bagnatura.  Corso  di  bagni  che 
si  fa  in  una  stagione. 

5)  Lo  stabilimento  dove  si  fanno  i 
bagni;  l'è  ài  bcign  nceuv;  l'albèrgo  ve- 
sìn  ài  bàgn  vece  =  è  ai  bagni  nuovi  ; 
l'albergo  vicino  ai  bagni  vecchi. 

6)  La  tinozza  coli'  acqua  ;  prepara, 
scalda  el  bàgn  =  preparare,  scaldare  il 
bagno. 

7)  fornèll  del  bàgn  =  fornello  da  ti- 
nozza: tubo  della  tinozza. 

8)  bàg)i  à  on  dit  e  sim.  =  bagnettino. 

9)  Bagnolo:  il  liquore  con  cui  si  ba- 
gna la  parto  lesa. 

10  tosu  i  bàgn  =  fare  i  bagni,  la  ba- 
gnatura. 

11)  à  bàgìimàrìa;  fa  eceiis  o  scalda 
à  bàgnmàrìa  =  cuocere  o  scaldare  a 
bagnomaria:  mettendo  il  vaso  dov'è  la 
roba  da  cuocere  o  da  scaldare  dentro 
un  altro  vaso  pieno  d'  acqua,  che  si 
motte  al  fuoco. 

12)  stabilimhit  de  bàgn  =  stabili- 
mento balneario. 

bàgli,  s.  m.  =  bagno,  tinta;  bàgn  de  càm- 
imse  =  tinta,  di  campeggio. 

1)  bàgn  friist  =  bagno  stracco. 

2)  bàgn  gucia  =  bagno  di  guado. 

3)  bàgn  ròsi  =  bagno  di  robbia. 

4)  bàgn  scceiiden  =  bagno  di  scotano. 

5)  dà  VÈltim,  0  ultem  bàgn  =  dar 
l'ultimo  bagno,  l'ultima  mano:  colorire. 

bagna,  s.  f.  =  intinto,  intingolo:  la  salsa 
dello  pietanze;  càtà  sii  là  bagna  col 
j)dn  =  strofinare  il  pane  nell'intinto. 

bàguà,  «'.  att.  =  l)agnare. 

1)  L'aderire  dell'acqua  alla  superficie 
di  un  corpo;  F  acqua,  là  pioeùva  là  ba- 
gna =  l'acqua,  la  pioggia  bagna. 

2)  Immergere  noli'  acqua,  o  versar 
l'acqiia  sopi'a  un  corpo  in  modo  che 
essa  lo  bagni;  bàgn^à  ci  mcrliiss ,  bagna 
i  man,  bàgnh  ci  tàol  =  liagnare  il  mer- 
luzzo, lo  mani,  il  tavolo. 


bagr 


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bai 


3)  Anaffiare,  Inaffiare.  Bagnar  leg- 
germente qualche  cosa  spargendovi  so- 
pra acqua..  Bàgnti  i  fior,  i  pàgn  = 
anaffiare  i  fiori,  i  pannolini. 

bàguànt,"^  s.  m.  =  bagnante.  Più  comun. 
al  plur.  ;  i  bagndnt  =  i  bagnanti  :  le 
persone  che  nella  stagione  oijportuna  si 
trovano  riunito  in  un  luogo  di  bagni. 

bàgnàroeù,  s.  m.  =  bagnaiuolo  :  chi  serve 
coloro  che  si  bagnano.  Voce  vecchia. 
Ora  più  comunem.  bàguìn. 

bàgnéta,  s.  f.  =  dim.  di  bàg'iia. 

Bl)  Usato    come    vezzeggiativo  di  in- 
tinto, intingolo. 
2)  giiigà  à  bàgnéta  =  fare  a  ripiglino, 
fare  ai  cinque  sassi  :  giuoco  dei  ragazzi 
che  j-ipigliano    sul  dorso    della  mano  i 
nocciuoli,  0  i  sassolini,  o  le  monete  che 
si  sono   lanciate  in  aria.  Anche  giiigti 
à  pedina  o  ài  eiàpei. 
bàguìfa,  s.  f.    =    intinto,    intingolo.    Lo 
stesso  che  bagna,  e  un  po'  più  volgare. 
bàguin,  s.  m.  =  bagnaiuolo:  l'uomo  che 
presta   sei'vizio  in  uno    stabilimento  di 
bagni.  Al  femm.  bàgniiia. 
bàgnmària,  s.  m.  =  bagnomaria  :   vaso 
ripieno  di  acqua  continuamente  bollente 
per  farvi  cuocere  carni  o  altro    dentro 
alti'o  vaso  immerso  in  quell'acqua. 

1)  tira  dent  vùn  à  bàgnmàrìa  =  Fig. 
pigliar  uno  in  mezzo,  ingannarlo  de- 
sti'amente. 

2)  fa  à  bàgnmàrm  =  Fig.  far  desti'a- 
mente  qualche  cosa. 

bagnò,  s.  m.  =  calcinaio  :  chi  spegne  e 
prepara  la  calcina  ai  muratori. 

bàgu(BÙ,.9.  m.  =  cola:  grosso  telaio  quadran- 
golare l)islungo,  di  legno,  a  rete  di  fil  di 
ferro,  un  po'  concavo  per  colare  la  calce. 

bàgniiscèri,  =  fradiciume:  l'esser  molto 
bagnato  in  terra  per  acqua  versata  o 
piovuta. 

bàgniiscià,  v.  att.  =  bagnucchiai-e  :  spar- 
gere molta  acqua  in  terra  non  per  de- 
liberato proposito  0  scopo,  per  ma  incu- 
ria e  disattenzione. 

bagola,  s.  f.  =  pecorino. 

1)  Storco  di  pecora. 

2)  Pillacola:  cacherelli  delle  capre  e 

Ideile  pecore  che  restano   loro  attaccati 
al  pelo  delle  natiche. 
3)    Fandonia,    fiaba,  baia  ;    el  g''  ha 
doma  di   btigol  =  non   ha  che    chiac- 
chiere, non  conta  che  fandonie. 

4)  jfà  là  bagola  =  faie  il  gl'anello, 
la  granigione:  il  granire  del  lino. 


bagola,  V.  att.  scacazzare.  Delle  pecore, 
capre,  dei  montoni,  ecc. 

1)  Battere  la  borra:  ti'emar  dal  freddo. 
Poco  usato. 

2)  Sballare,  sfrottolare,  raccontare 
fandonie,  ed  anche  chiacchierare.  Spe- 
cialmente di  cose  di  poco  momento. 

bàgolàda,  s.  f.  =  sballata,  sbaUatiu-a:  ed 
anche  chiacchierata  ;  inchml  èmni  propi 
fao  dna  bela  bàgoldda  =  oggi  abbiamo 
proprio  fatto  una  bella  chiacchierata. 

bàgolòn,  s.  m.  =  sballone. 

1)  Che  le  dice  gi-osse,  sbardellate. 

2)  Gridatore:  chi  schiamazzando  grida 
per  le  vie  a  vendere  frottole  di  giornali 
0  simili. 

3)  Abbondone  :  chi  fa  la  frangia  a 
tutto,  sia  per  fine  indiretto  sia  pur-  per 
prarito  di  esagerare. 

4)  bàgolòn  del  luster  =  ciarlatano: 
chi  sta  su  pei  canti  o  per  le  piazze  a 
spacciar  frottole,  unguenti  e  sim. 

—  Ciarliere,  ciarlone  :  venditore  di 
ciarle  :  uomo  che  vive  dello  spacciar 
ciarle  e  fandonie. 
bagordi,  s.  m.  =  pi.  crapula,  orgia  :  ec- 
cesso nel  bere,  nel  mangiare  e  in  gener. 
nei  piaceri  del  senso. 

bì|óìoS:::/:i='^«««-^^=  '-^^^'^^'^ 

della   pelle  prodotta  da    zanzare  e   da 
altri   insetti  e  che  dà  bruciore. 
bài,  s.  m.  =  badile.  Vedi  badi. 

1)  bàt  de  foeugh  =  Pala  di  ferro  : 
quella  che  usano  i  fornaciai  per  raccorrò 
la  bragia  nella  fornace. 

2)  bài  de  praa  =  badile  da  prato:  ha 
la  pala  assai  lai'ga. 

bài,  s.  m.  =  baio  :  di  colore  simile  a  quello 
della  castagna.  Si  dice  anche  del  ca- 
vallo 0  del  mulo  che  hanno  il  mantello 
di  questo  colore. 

bàia,  nelle  frasi  :  fa,  giUgtt,  canta,  ecc. 
de  bàia,  o  minga  de  bàia  =  fare  giuo- 
care,  cantare,  ecc.,  per  scherzo,  o  non 
per  scherzo. 

bàia,  v.  att.  =  abbaiare. 

1)  Il  mandar  fuori  la  voce  che  fa  il 
cane, 

2)  Parlare  alzando  molto  la  voce  e 
dicendo  cose  senza  sugo  per  lo  più  con 
intenzione  di  censui'a  o  di  minaccia; 
nò  rè  bòn  che  de  bàia  =  non  sa  che 
abbaiare. 

bàiàda,  s.  f.  =  abbaiatui-a. 
1)  Il  latrare  del  cane. 


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2)  Canizza:  l'abbaiai-e  prolungato  di 
lino  0  più  cani  insieme. 

3)  Nel  senso  fig.  Vedi  sopra  bàia  n.  1. 
bàiàfà,  r.   att.  =  ansanare  :   affoltar   pa- 
role senza  venire  a  Tina  conclusione. 

bàìàfee  e  bàiàfòn,  =  appaitene  chias- 
sone, urlone  :  chi  nel  parlare  alza  molto 
la  voce.  Anche:  millantatore.  Special- 
mente di  chi  millanta  atti  di  violenza, 
non  mai  commessa,  e  che  è  incapace 
di  commettere. 

bài  età,  s.  f.  =  baietta  :  sorta  di  panno 
leggiero  con  pelo  accotonato. 

bàiètóu,  s.  7)1.  =  baiettone:  specie  di  sot- 
tigliume di  lana. 

baila,  s.  f.  =  balia,  nutrice  :  donna  che 
per  mercede  allatta  il  figliuolo  di  un'al- 
tra ;  dà,  màncltt  à  btlila  =  dare,  mandare 
a  balia;  Urti  à  cà  de  baila  =  levare, 
riprendere  da  balia. 

1)  baila  suda  =  balia  ohe  non  ha,  o 
non  ha  più  latte.  Ed  anche  bambinaia, 
se  cura  bambini  piccoli  e  ancora  lat- 
tanti 0  appena  divezzati. 

2)  pari  dna  baila  =  parere  una  balia: 
di  donna  che  abbia  gran  petto. 

3)  tegm  à  baila  queicòss  =  tenere  a 
Italia  una  cosa:  tenerla  presso  di  sé  lun- 
gamente. 

4)  de  dòpo  che  Vhoo  daa  à  baila  el 
redi  àdèss  =  da  poi  che  F  ho  dato  a 
Italia  lo  rivedo  ora.  Fam.  :  di  persona 
che  si  vede  la  prima  volta. 

5)  e  quij  dèla  baila  =  e  quelli  della 
balia,  della  culla.  Sottinteso  anni;  di 
chi  si  fa  più  giovine  di  quel  che  è  ; 
Quanti  ann  el  g'hà?  =  El  dis  vintisètt.  = 
È  quij  dela  baila  =  Quanti  anni  ha  ?  = 
Dice  ventisette,  =  E  quei  della  culla.  Cioè 
non  può  averne  cosi  pochi  e  qualcuno 
lo  nasconde. 

baili, «'.  att.  =  allattare:  tanto  della  ma- 
.   dre  che  allatta  il  suo  bambino,  quanto 

della  balia  che  allatta  il  bambino  altmi. 

1)  to?u  sii  de  bàjli  =  prendere  a  balia. 

bàilidùra,  s.  f.  =  baliatico  :  l'aUattatiu-a 

fatta  dalla  balia  e  il  salario  che  riceve 

la  lialia. 
ballota,  s.  f.  =  baliona.   Acer,  di  balia. 
bàilotèll,  s.  m.  =  allievo:  il  bambino  al- 
lattato dalla  balia. 
bàilòtt,  s.  m.  =  balio  :    il  marito    della 

balia.  Ed  anche,  per  la  balia  e  il  balio, 

il  padre  dell'allievo. 
bàiocch,  s.  m.  =  baiocco:  antica  moneta 

di  rame  dello  Stato  Pontificio. 


bàiòn,  s.  m.  Lo  stesso  che   bàiàfòn.  = 

appaitene,    chiassone,  uiione  :    chi  nel 
parlai'e  alza  molto  la  voce. 
bàionéta,  s.  f.  =  baionetta:  arme  bianca 
da   punta    che  si    ferma   in  cima   alla 
canna  del  fucile. 

1)  baionèta  in  càfia  =  baionetta  in 
canna,  inastata:  quando  è  armata,. 

—  mètt  bàionéta  in  càna  =  iaastai'e 
la  baionetta. 

2)  vègh  i  bàionètt  ài  fianch,  o  vègli 
éòtt  i  bàionètt  =  Fig.  aver  la  picchia- 
reUa,  avere  una  fame  che  assaetta,  aver 
la  baionetta. 

3)  Arpione  :  arnese  di  feiTO  rotondo 
e  piegato  a  gomito  che  si  infissa  nel 
muro  0  neir  imposta  :  è  munito  di  un 
ago  sul  quale  entra  l'anello  delle  ban- 
delle su  cui  girano  le  porte  o  le  finestre. 

bàionètàda,  s.  f.  =  baionettata  :  colpo, 
ferita  di  baionetta. 

bàionètt,  s.  f.  pi.  =  gangheri  :  due  pez- 
zetti di  ferro  od  altro  metallo  ciascuno 
piegato  in  mezzo  a  guisa  di  un  anello, 
che  inanellati  insieme,  sentono  per  con- 
giungere i  coperchi  delle  casse  e  degli 
armadi  e  simili  arnesi  che  sopra  essi 
si  volgono. 

bàira,  s.  f.  Pala  di  ferro:  specie  di  ba- 
dile largo  che  ha  il  lato  che  scava  ri- 
quadrato. Vedi  badila. 

bàiràda,  s.  f.  =  palata:  tanta  roba  quanta 
cape  sul  badile,  sulla  pala  di  ferro. 

1)  Colpo  dato  colla  pala  di  ferro  o 
col  badile.  Y.  bàdilàda. 

bàirèsa,  s.  f.  =  palona,  specie  di  badile, 
larga  assai  e  riquadrata. 

bàiréta,  s.  f.  dim.  di  bàira,  =  paletta: 
specie  di  piccolo  badile  che  usano  1 
nostri  ortolani. 

bàìron,  s.  m.  =  cucchiaio. 

1)  Cucchiaio  grande  che  serve  a  vari 
usi  e  specialra.  a  vuotare  letti  di  fiumi. 

2)  Renaiuolo  :  chi  scava  colla  cuc- 
chiaia sabbia,  fango,  ghiaia  e  sim. 

bàita,  s.  f.  baita. 

1)  Capanna  da  montanari  e  special- 
mente da  carbonai  montanini. 

2)  Casotto  :  specie  di  capanno  fab- 
bricato con  un  muro  a  secco  nei  pa- 
duli  e  nei  laghi  d'  onde  il  cacciatore 
può  vedere  e  tirai'e    senz'essere    visto. 

3)  Giaciglio  :  quel  letticciuolo  in  cui 
dormono  i  famigli  nelle  stalle  dello  no- 
stre mandrie, 

bàla^  s.  f.  =  palla,  globo,  sfera:  di  qua- 


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luaque    corpo  che  abbia  la  forma  sfe- 
rica; fa  sii  in  d' òna  bàia  =  appallottare. 

1)  ciàpà  là  bàia  ài  vói  =  Fig.  coglier 
la  palla  al  volo;  intender  le  cose  per  aria. 

2)  giugà  àia  bàia  =  fare  o  giuocare 
alla  palla. 

—  dà  de  bota  àia  bàia  =  dar  di  colta 
alla  palla  o  rimettere  o  dare  la  palla 
di  posta  :  batterla  prima  che  balzi  in 
terra.  Fig.:  intendere  a  mezz'aria,  da 
pochi  indizi  o  parole. 

—  fàla  lunga  ò  curia  là  bàia  =  man- 
dar la  palla  lungo  o  corto  ;  mandarla 
troppo  lontana  o  troppo  vicina. 

—  cor  sòtt  àia  bàia  =  andare  alla 
palla. 

—  dàgh  àia  bàia  =  dare  alla  palla 
o  battere  la  palla. 

—  làsà  niinga  el  temp  de  dà  àia  bàia 
=  rompere  il  tempo. 

—  fàlà  là  bàia  =  far  fallo  o  fallire 
la  palla. 

—  impedì  de  fa  el  giceuglt  dela  bàia 
=  rompere  la  palla. 

—  mètt  sU  là  bàia  =  mandare  la 
palla. 

—  giiigà  àia  bàia  in  sbic,H-  =  trin- 
ciare la  palla. 

—  dà  coni  là  man  rovèrki  àia  bàia 
=  fare  un  rovescione  o  rovescio  o  man- 
rovescio. 

—  rimètt  là  bàia  =  rimetter  la  palla, 
ripercuoterla  o  di  posta  o  di  balzo, 
quando  l'avA'^ersario  le  ha  dato. 

—  brdo  giiigàdòr  de  bàia  =  pallerino. 

3)  Là  Bàia.  =  Edilizio  composto  di 
alcuni  pilastri  sostenenti  un  largo  tettac- 
elo soverchiato  da  una  palla.  Sotto  que- 
sto portico  tenevasi  tre  volte  per  setti- 
mana il  mercato  del  cacio,  dei  poUi,  del 
burro,  dell'  olio  ed  erano  occupati  in  esso 
molti  facchini  d'etti  oggi  pure  facchini 
della  bàia.  Ora  il  mercato  ne  è  a  Piazza 
Vetra  e  la  via  dov'era,  chiamata  S.  Am- 
brogio alla  Palla,  dal  1859  è  detta  via 
S.  Maurilio  e  il  nome  di  via  Palla  ri- 
mase a  una  breve  via  tra  via  Torino  e 
Piazza  di  S.  Alessandro. 

4)  Balla:  Tanta  merco  quanta  no  sta 
in  una  balla,  e  la  merce  stessa  stretta 
e  legata  con  funi,  punti  di  cucito,  ecc. 

5)  Palla:  pezzo  di  piallacela  alquanto 
rotondato  collo  mani,  che  corrisponde 
alla  grandezza  del  vaso  che  il  vasellaio 
vuol  fare.  Essa  vien  posta  sul  tagliere 
dolla  ruota  annesso  al  banco. 


6)  La  parte  più  dui-a  che  gli  scal- 
pellini trovano  in  alcune  pietre  come 
il  nocchio  nei  fusti  degli  alberi. 

7)  Cannonata,  bomba,  boccia:  di  cosa 
non  vera  che  si  vorrebbe  dare  ad  in- 
tendere, e  di  cose  che  vanno  al  di  là 
del  credibile  e  si  raccontano  appunto 
per  destare  la  meraviglia  ;  questa  chi 
V  è  Òna  bàia  che  te  cuntet  sii  =  codesta 
che  racconti  è  una  boccia;  Ve  on  òmm 
che  el  cunta  sii  di  gran  bàli  =  è  un 
uomo  che  spara  di  gran  cannonate. 

8)  càscia  bàli  =  far  chiacchiere  ;  Ciintà 
sii  di  bàli  =  imbubbolavo.  Dire  altrui 
bubbole,   menzogne. 

9)  dà  là  bàia  =  solare,  dar  la  soia, 
dare  la  canzonella. 

10)  ciàjià  là  bàia  =  prendere,  pigliar 
la  balla;  ubbriacarsi. 

11)  Stoppaccio,  stoppacciuolo,  battuf- 
folo  di  stoffa  che  mettono  i  fanciulli  nei 
loro  schizzetti  fatti  per  lo  più.  di  sambuco. 

12)  I  lavoratori  del  cacio  granone 
chiamano  bàia  quel  po'  di  caglio  ap- 
pallottolato che  serve  nella  fabbrica- 
zione del  cacio  stesso  come  di  modello 
per  la  dose. 

13)  pèrd  là  bàia  =  Fig.:  dicesi  di 
quel  caciaio  che  smarrisce  il  buon  or- 
dine del  fare  il  cacio. 

bàia,  ».  att.  =  ballare:  far  passi  e  movi- 
menti regolati  seguendo  i  tempi  e  le 
cadenze  dei  suoni  ;  bàia  come  on  ora 
=  ballar  come  un  orso;  goffamente,  senza 
garbo  nò  grazia. 

1)  ma  la  gàia  bàia  i  ràtt  =  quando 
la  gatta  non  è  in  paese  i  topi  ballano. 
Modo  prov.  :  quando  il  superiore  non 
c'è  gli  inferiori  si  danno  buon  tempo 
e  fanno  baldoria.  Si  direbbe  di  figlioli, 
servitori,  impiegati  e  sim. 

2)  bàia  bèli  =  dicesi  per  celia  di  una 
danzatrice  che  balli  poco,  ma  sia  ap- 
plaudita per  la  sua  avvenenza. 

3)  Anche  per  moto  sussultorio  di  cose; 
bàia  là  stànsa  =  balla  la  stanza. 

4)  Trans,  bàia  là  pòlca,  el  vdlser  = 
ballare  la  polca,  il  valzer  e  sim. 

5)  bàia  sàltaa  =  ballottare;  bàia  el 
vàlser  sàltaa  =  ballettare  il  valzer. 

6)  Essere  in  ballo,  in  campo,  in 
mezzo  :  di  persona,  arnese,  roba,  ai'- 
gomento  che  sia  sempre  usato,  o  tirato 
in  canipo  ;  Ve  sémper  quèll  'vestii  che 
bàia  =  è  sempre  quell'abito  che  si  usa, 
che  si  va  a  tirar  fuori. 


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7)  Piegare,  volgersi  ;  vuj  'vèdé  cóme 
là  b&la  =  voglio  vedere  come  si  volga 
0  come  pieghi. 

8)  Battere.  Parlando  d' oscillare  di 
prezzi  -,  là  bàia  li  siii  tre,  tre  e  cìnqu 
centésiìii  =  la  batte  fra  le  tre  lire  e  le 
tre  lire,  e  cinque  centesimi. 

bàlàbil,  s,  m.  =  ballabile  :  la  pai-te  di 
un  ballo  teatrale  che  si  eseguisce  dan- 
zando. 

1)  La  musica  o  il  canto  che  si  adatti 
alla  danza. 

bàlàbiòtt,  s.  7)1.  =  allocco. 

1)  Gufo  :  uccello  nottui-no  ;  strix 
aluco. 

2)  Bmco  della  vite  ;  curculio  baechus. 
3j    Fig.   Fischione;   chi   fischia;    ha 

gran  miseria  :  di  persona  senza  danaro 
e  guitta. 

bàlàboutémp,  s.  m.  =  bontempone  :  che 
si  dà  bon  tempo,  ama  l'ozio  e  li  spassi. 

bàlàda,  *  s.  f.  =  ballata.  Nel  senso  di 
ballare  ;  fa  dna  bela  bàlàda  =  fare  una 
bella  ballata  :  ballar  con  piacere  e  molto. 

bàia  de  canon,  de  revòlver,  de  pi- 
stola, de  s'ciòpp  =  palla  da  cannone, 
da  revolver,  da  pistola,  da  schioppo  o 
fucile. 

1)  fa  doma  bàli  de  seiòpp  =  Fig. 
far  sole  caccole  :  essere  stitico. 

bàia  de  plónib,  =  pallottola  :  palla  di 
piombo  del  fucile,  di  qualunque  forma. 

bàia  de  ramni,  =  nome  del  complesso 
di  quelle  ciotole  gregge  di  rame  che 
vengono  dal  maglio  accartocciate  l'una 
su  l'alti-a  a  mo'  di  cipolle,  che  poscia 
si  svolgono  per  lavorarne  gli  utensili 
di  varie  grandezze  e  forme. 

bàlàdìua,  *  s.  f.  dim.  di  bàlàda  =  bai- 
latina,  dim.  e  vessegg.  di  ballata  :  nel 
significato  di  ballare  una  sol  volta. 

bàlàndra,  s.  m.  =  voltafaccia  :  mancator 
di  parola. 

bàlàndra,  v.  att.  =  girellare,  girandolare. 

1)  Andai'e  girando  qua  e  là  per  ozio, 
per  passatempo  e  a  piccole  distanze  ; 
el  bàlàndra  dà  òtia  botéga  à  V  altra  = 
girella  da  una  bottega  all'altra. 

2)  Bighellonare:  Girandolare,  andare 
in  giro  svogliatamente,  femiandosi  e  os- 
servando ogni  cosa,  ma  senza  scopo  e 
senza  interesse. 

3)  Gingillarsi  ;  Perdere  il  tempo  senza 
far  nulla.  £d  anche  :  star  per  casa  die- 
tro a  minime  occupazioni. 

bàlàndràn,  s.  m.    =  palandi-ano,  palan- 


di-ana,  palandi-a,  gabbano  :  veste  lunga 
e  larga. 

1)  Fig.  baggeo,  papero  :  di  persona 
da  nulla  od  anche  semplicemente  di 
persona   inesperta  e  semplice. 

bàlànsa,  s.  f  =  bilancia. 

J  )  Le  bilance  :  stromiento  da  pesai'e 
consistente  in  un'  asticina  orizzontale 
oscillante,  con  due  bracci  uguali  e  due 
jjiatti  alle  due  estremità. 

2)  sta  in  bàldnsa  =  stare  in  bilancia  ; 
quando  i  due  pesi  essendo  uguali  la 
bilancia  non  trabocca  da  nessuna  parte. 

3)  pesa  còla  bàlànsa  o  col  bàlànsìn 
de  l'or  =  pesare  colle  bilance  dell'oro: 
star  troppo  attaccato  al  peso  in  cosa 
che  non  lo  merita.  Fig.  ponderai'e  le 
cose  con  troj^pa  sottigliezza. 

4)  Pezzo  di  legname  fermato  sul  ti- 
mone delle  carrozze,  a  cui  sono  racco- 
mandati i  bilancini. 

6)  Rete  quadrata  da  pescare,  la  cui 
corda  che  la  regge  chiamano  spèr- 
sìna. 

bàlànsié,  s.  m.  =  bilancia  :  quella  parte 
nel  meccanismo  dell'  orologio  che  in- 
terrompe é  modera  il  movimento  della 
serpentina.  Anche  bilàncièr. 

bàlànsìn,  s.  m    =  bilancino. 

1)  Dim.  di  bilancia  :  bilancetta  ;  el 
bàlànsìn  de  V  òr  =  bilancia  dell'  orafo 
e  dell'oro  :  i«ccola  bilancia  con  cui  si 
pesano  minuterie  d'  oro  e  d'  argento, 
gemme,  perle  e  sim.  e  anche  monete 
d'oro.  Anche  somèla. 

2)  Traversa  di  legno  all'estremità  del 
timone  e  delle  stanghe  di  un  veicolo 
per  attaccai^vi  un  cavallo  di  rinforzo  ; 
ed  anche  ognuna  di  quelle  traverse  per 
lo  i)iù  tonde  alle  quali  sono  attaccate 
le  tirelle  delle  carrozze. 

3)  vèss  min  à  stanga  e  r  alter  à  bà- 
lànsìn =  esser  macchiati  d'una  stessa 
pece  :  avere  i  medesimi  difetti  o  colpe. 

bàlànsiua,  s.  f.  dim.  di  bàlànsa  =  bi- 
lancetta, bilancina. 

bàlànsluee,  s.  m.  =  staderaio  :  chi  fa 
e  vende  le  bilance. 

bàlàrìn,  s.  m,  =  ballerino. 

1)  Chi. fa  del  ballo  una  professione. 

2)  Chi  balla  bene  ;  me  fràdèll  Ve 
on  famoso  bàlàrm  =  mio  fratello  è  un 
famoso  ballerino. 

3)  bàlàrìn  de  còrda  =  ballerino  da 
corda,  funambulo  :  chi  fa  forze  e  giochi 
d'equilibrio  stando   in  piedi  e  cammi- 


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nando  sopra  una  fune  tesa  orizzontal- 
ineuto. 

4)  Fig.  fraschettina,  leggorino. 

bàlàrìiia,  s.  f.  =  ballevinà. 

baiasela,  e',  att,  =  ballonzare,  ballonzo- 
lai'e,  ballonchiaro. 

1)  Ballare  sfrenatamente  e  sgarbata- 
mente. 

balaustra,  s.  f.  =  balaustrata  :  fila  di 
colonnette  o  j^ioli,  per  lo  più  affusati  e 
torniti,  che  regge  un  davanzale.  Se  ne 
vedono  alle  terrazze  e  davanti  agli  al- 
tari. 

1)  frega  bàlàuster  =  baciaj^ile,  bac- 
chettone :  che  è  sempre  per  le  chiese, 
e  fugge  i  passatempi  anche  onesti,  ve- 
dendo in  tutto  occasione  di  peccato  e 
materia  di  scandalo. 

bàlàrd,  s.  m.  =  cavalcavia  fatto  a  bal- 
latoio. Disusa. 

bàlb,  s.  m.  =  barbio  ;  cyprinus  barbio  = 
pesce  d'acqua  dolce.  Anche  vàiròn. 

bàlcà,  V.  att.  =  scemare,  diminuire  :  ri- 
mettere della  forza  di  un  malanno,  della 
pioggia,  del  freddo,  e  sim. 

bàldànsa,  *  s.  /".  =  baldanza  :  contegno  o 
maniere  di  chi  si  mostri  molto  sicm'O 
di  sé,  nulla  curante  degli  altri  consi- 
gli e  giudizi. 

baldoria,  *  s.  f.  =  baldoria  :  divertimenti, 
feste,  allegria. 

bàldiicliiii,  s.  m.  =  baldacchino  :  larga 
tenda  sorretta  da  quattro  e  piii  aste, 
sotto  la  quale  nelle  processioni  va  il 
prete  col  Santissimo  e  le  reliquie  dei 
santi. 

1)  bàlduehin  del  lèti  =  baldacchino, 
padiglione,  sopracielo  del  letto  :  il  cielo 
dei  letti  a  cui  si  attacca  il  parato. 

2)  Baldacchino  :  il  disopra  della  re- 
sidenza, dove  sugli  altari  si  espone  il 
Sacramento.  Anche  il  disopra  dei  troni. 

balena,  *  s.  f.  =  balena  :  il  piii  grande 
dei  cetacei. 

1)  òss  de  baléna  =  stecche  di  balena  : 
fatte  cogli  ossi  di  questo  animale  per 
amiare  fascette,  ombrelle  e  sim. 

2)  i  al  de  balena  =  le  barbe  di  balena. 
baléna  (vèss  In  cà)    =    balenare.   Fig. 

quell' ondeggiare  che  fa  chi  non  si  può 
sostenere  in  piedi,  por  ebbrezza  massi- 
mamente. 

bàlerìn,  *  s.  m.  =  ballerino.  V.  bàlàrin. 

baléstra,  s.  f.  =  balestra  :  l'assicina  in- 
canalata nel  vantaggio  del  compositore 
di  caratteri. 


balestrerà,  s,  f.  =  balestriera  :  apertura 
alta  e  stretta  nei  muri,  per  trarre  ar- 
chibugiate,  applicabile  anche  a  can- 
noni, balestre,  e  sim.  Disusa. 

bàléta,  s.  f.  =  pallina. 

1)  Piccola  palla  :  dim.  di  bàia. 

2)  Girella.  Piccola  rota,  per  lo  più 
di  legno  o  di  ferro  e  specialmente  : 
quella  che  gira  intorno  ad  un  asse  ed 
ha  una  gola  scavata  nella  circonferenza 
per  ricevere  la  fune. 

3)  Dado  :  cubetto  di  ferro  che  ha  in 
se  un  foro  a  madrevite,  il  quale,  invi- 
tato su  chiavarde,  spine,  aguti  a  spira 
e  sim.  serve  a  fermarli. 

4)  Pallino  :  spinetta  con  un  ca2)oroz- 
zolo  sagomato  d'osso  o  di  metallo  che 
si  usa  a  mo'  di  bottone  nelle  carrozze 
e  sim.  per  maniglia. 

5)  bàlèta  de  s'ciopiroeul  =  bolla  del 
vaiolo  selvatico. 

6)  bàlèta  di  cà'vèj  =  ceretta  o  cera 
da  capelli  :  mistura  di  varie  maniere 
con  che  si  ammorbidiscono  i  capelli. 
Anche  cosmètieh. 

7)  bàlèta  di  scdrp  =  ceretta  o  cera 
da  scai'pe  o  stivali  :  mistura  nera  colla 
quale  si  lustrano  i  calzari  di  pelle. 
Meglio  lùster. 

bàlètt,  *  s.  m.  =  dim.  di  bàli  =  balletto  : 

piccolo  ballo. 

1)  Salti  piccoli  e  ripetuti,   ma  senza 

cangiar  di  posto. 
bàlìn,  s.  m.  =  pallino. 

1)  La  palla  bianca  minore  delle  palle 
con  che  si  fa  al  biliardo  che  dicesi  an- 
che eàsìn  ;  mett  el  bàlin  =  acchitare 
il  pallino. 

2)  Boccino,  grillo,  lecco,  pallino  : 
la  minor  palla  del  giuoco  alle  bocce  o 
alle  palle.  Anche  bògin. 

3)  àndà  à  bàlìn  =  Fig.  andar  in  fumo  : 
svanire  ;  la  nòstra  pàsegiàda  V  è  àn- 
dàda  à  bàlìn  =  la  nostra  gita  andò  in 
fumo. 

4)  ave  bàlìn  in  man  =  Fig.  aver  la 
palla  in  mano  :  avere  in  suo  potere 
checchessia. 

5)  ciàpà  o  tocà  bàlin  =  Fig.  attac- 
care un  mercato,  mmoreggiar  cicalando. 

6)  Mira  :  segno  sul  fucile  o  altro  che 
si  fissa  per  colpir  giusto.  Meglio  niirin. 

7)  bàlin  de  s'ciopp  =  pallini  da  fucile, 
bàlin,  s.  m.   =   saccone  :    letto    dei    pri- 
gionieri. 

1)  Canile  :  cattivo  letto. 


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balista,  s.  m.  =  boccione  :  chi  spaccia 
molte  bocce,  nel  senso  di  cose  non  vere, 
ohe  si  vogliono  dare  ad  intendere. 

bàli)  s.  m.  =  ballo  :  1'  arte  di  ballare  ; 
stia  de  bàli  =  sala  di  ballo  :  dove  si 
insegna  a  ballare  e  dove  si  balla. 

1)  L'azione,  l'esercizio  del  ballare. 

2)  Il  ballare,  quante  volte  si  ricomin- 
cia dopo  il  riposo  ;  el  primni  bàli  ; 
l'ultim  bàli  =  il  primo  ballo,  1'  ultimo 
ballo. 

3)  bàli  0  fèsta  de  bàli  =  ballo  o  fe- 
sta di  ballo,  0  da  ballo  :  riunione  di 
persone,  per  lo  piìi  con  invito  e  in  case 
particolari,  dove  si  balla.  Talvolta  an- 
che a  pago  e  in  luoghi  jmbblici. 

4)  Spettacolo  e  azione  teatrale  in  cui 
si  alternano  il  ballo  e  la  mimica. 

5)  còrp  de  hall  =  corpo  di  ballo  : 
tutti  i  ballerini  addetti  a  un  teatro. 

6)  per   similitudine  :   impegno,    im- 
■  picelo,  compromissione  in  cui    uno    si 

trovi  e  da  cui  non  si  possa  uscire 
senza  darsi  molti  pensieri  e  brighe,  nelle 
locuzioni  ;  vèss  in  ball  =  essere  in  ballo; 
quànd  s'è  in  bàli  bisogna  bàia  =  quando 
uno  è  nel  ballo,  bisogna  ballare. 

7)  bàli  màsehé  =  ballo  mascherato, 
in  maschera. 

8)  bàli  de  san  Vìt  =  ballo  di  San 
Vito  :  malattia  cronica  che  cagiona  tre- 
mito e  scosse  irregolari  nella   persona. 

9)  Bocce  :  nel  giuoco  delle  noci  i  ra- 
gazzi chiamano  ;  el  bàli  =  il  hocco  : 
la  noce  o  il  nocciolo  con  cui  tirano 
alle  cappe. 

bàli  romànii,  questa  locuzione  originò 
nelle  scuole  classiche,  nelle  quali  si 
imparavano  tutti  quei  miracoli  di  va- 
lore, di  lealtà,  di  slealtà,  ecc.,  che  si 
leggono  nella  Storia  Romana  redatta 
senza  acume  di  critica.  Gli  è  come  dir: 
frottole.   Anche  semplic.  bàli. 

bàloàr,  s.  m.  =  passa-oordone  :  utensile 
dei  cappellai. 

bàloca  (giiìg'à  ala),  =  fare  alla  balocca  : 
si  fa  coi  tarocchi  in  due,  in  tre,  in 
qùatti'o  ed  anche  in  sei  ;  somiglia  al 
gioco  di  calabrache  coUe  carte  da  tre- 
sette. 

bàloeùs,  s.  f.  pi.  =  ballotte  :  castagne 
lessate  coUa  buccia.  Anche  belegòtt, 
càstégn  à  lèss. 

bàldn,  s.  m.  =  pallone. 

1)  Grossa  palla  colla  quale  si  giucca 
facendola  rimbalzare  con  forti  colpi  del 


braccio  ;  giiigà  ài  hàlòn  =  fare  al  pal- 
lone ;  dàgh  ài  bàlòn  =  buttare  il  pal- 
lone 0  dare  al  pallone,  ecc.  V.  la  fra- 
seologia del  giuoco  alla  parola  bàia. 

2)  Storta  :  vaso  per  lo  più  di  veti'O 
fatto  a  foggia  di  bottiglia  ricurvata  in 
sé  per  la  lunghezza  del  collo,  del  quale 
si  servono  gli  orefici  e  gli  oriuolai  per 
riflettere  con  maggior  intensità  la  luce 
deUe  fiamme  accese  per  illuminare. 

3)  Pallone  volante  :  areostato. 

4)  àndà  in  del  bàlòn  =  I>atter  la 
capata  :  di  negoziante,  fallire. 

5)  vègli  el  eoo  gròss  covie  on  bàlòn  = 
aver  la  testa  grossa  come  un    cestone. 

6)  Lampioncino  :  pallone  di  caiia 
con  onti"0  candela  o  moccolo  acceso,  di 
cui  si  fa  uso  nelle  luminarie. 

7)  *  bàlòn  =  le  bolle  di  sapone  : 
quelle  che  fanno  i  ragazzi  colla  sapo- 
nata, soffiandovi  dentro  con  un  can- 
nello. V.  gèmm. 

8)  Crinolina  :  sottana  da  donna  con 
pili  cerchi  che  andavano  allargando 
verso  la  base.  Anche  coregh. 

9)  Ballone  :  quello  di  fil  di  feiTO^o 
di  bambagia  che  bruciasi  in  chiesa  in 
certe  solennità. 

bàlonatt,  s.  m.  =  pallonaio  :  chi  fa  e 
vende  palloni  specialmente  da  giuocare. 

bàlonin,  s.  m.  dim.  di  bàlòn  =  pal- 
loncino :  si  usa  specialmente  a  indicare 
i  lampioncini  che  servono,  bianchi  o 
colorati,  alle  luminarie  in  occasione  di 
feste. 

bàlonìsta,  s.  m.  =  aereonauta  :  chi  si 
innalza  con  palloni  nell'aria. 

bàlonitt.  Y.  bàlòn  7). 

bàlòrd,  *  agg.  =  balordo,  di  cose  e  d'af- 
fari :  poco  buono,  tristo. 

bàlordìsia,  s.  f.  =  balordaggine  :  astr. 
di  balordo. 

bàlordón,  s.  m.  =  capogiro,  vertigine, 
gira  capo. 

1)  Offuscamento  di  cervello  che  ne 
dà  a  stimare  che  ogni  cosa  giri. 

2)  Spranghetta  :  dolore  alla  testa  ca- 
gionato dal  troppo  ber  vino  o  liquori; 
vègh  el  bàlordón  =  essere  spranghettato. 

bàlosàda,  s.  f.  =  birbanteria,  bricconata  : 

azione  da  birbante. 
bàlosàdèla,  s.   f.    dim.   di   bàlosàda  = 

bricconateUa  :    tiro   da   ladroncello,  da 

birichino. 
bàlosàdìua,  s.  f.  =  V.  bàlosàdèla. 
bàlosàja,  s.  f.  =  canaglia  ;  à  tostila  coni 


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barn 


là  bàlosaja    l'è    on    càtìv  fa  =  con    la 
canaglia  è  un  cattivo  pigliarsi. 
bàlosètt,  s.  m.  dim.  di  bàlòss. 

1)  Birbantello. 

2)  Mariolo;  di  ragazzo,  affine  a  bi- 
richino. 

bàlosittj  s,  m.  plur.  =  famigl.  :  ossicini, 

osserelli,    ossetti  :   vivanda   d'  ossiccini 

di  porco,  di  vitello,  ecc. 
bàlosòii;  s.  m.  accr.  di    bàlòss  =  tocco 

di  briccone,  briconaccio. 
bàlòss,  s.  m.  =  briccone  :  tristo,  birbante, 

rompicollo,  furfante. 

1  )  bàlòss  faci,  e  finii  =  birbante  nato 

e  sputato,  0  finito. 

2)  vègh  del  bàlòss  =  puzzar  del  bir- 
bone. 

3)  fàcia  de  bàlòss  =  ceffo  di  tristo. 

4)  Anche  in  buon  senso  di  chi  si 
cattivi  la  benevolenza,  la  stima,  come 
se  si  fosse  proposto  appunto  di  far  quel- 
r  effetto  e  ci  sia  riuscito  ;  quèll  bàlòss 
Vhà  faa  on  gran  bèli  discórs  =  quel 
briccone  ha  fatto  un  gran  bel  discorso. 

5)  E  tra  persone  molto  famigliari  per 
celia  e  a  modo  di  rimprovero  anche 
benevolo  ;  ah!  bàlòss!  te  me  l'he  fàda  = 
ah  !  birbante  !  tu  me  l'hai  fatta. 

bàldta,  agg.  =  barbogio  agg.  dispr.  di 
vecchio  ;  véce  bàlòta  =  vecchio  barbo- 
gio :  scemo  e  poco  meno  che  rimbambito. 

bàlotà;  V.  att.  =  abballottare  :  mandar  a 
partita,  a  voti. 

bàlotàgrg:;  s.  m.  =  ballottaggio  :  è  nelle 
elezioni  il  secondo  scrutinio,  nel  quale 
il  voto  deve  esser  dato  a  uno  dei  due 
candidati  che  raccolsero  maggior  nu- 
mero di  voti  nel  primo. 

bàlotèra,  s.  f.  =  bossolo. 

1)  Vasetto  da  raccogliere  i  voti. 

2)  Pallottoliera  :  specie  di  tanaglia 
le  cui  bocche  sono  due  mezze  sfere 
cave  nelle  quali  si  gettano  le  due  palle 
da  fucile  e  sim. 

bàlotìii,  s.  m.  =  brindolo  :  chi  con  rag- 
giri tende  a  ingannare,  a  frodare  altrai. 
1)  Cascamorto  :  di  vecchio  galante. 

bàlsa^  s.  f.  =  pastoia:  fune  che  mettesi 
a  pie  delle  bestie  da  cavalcare,  perchè 
apprendano  1'  ambio,  e  non  possano 
camminare  a  loro  talento. 

balsamina  (erba)  =  erba  S.  Giovanni, 
cacciadiavoli ,  perforata  ;  hypericum 
perforatum  =  erba  aromatica. 

balsamina  Tiig'a)  =  marzomina,  marze- 
mino  :    specie  d' uva   nera,    di    buccia 


grossa,  col  grappolo  spargolo  ;  dà  vino 
generoso  e  assai  colorito. 

bàlsàn^  agg.  =  balzano  :  stravagante, 
bizzarro:  di  cervello,  d'ingegno. 

bàlsàna,  s.  f.  =  balza  :  striscia  di  tela 
con  cui  le  donno  sogliono  foderai-e  il 
dappiede  dei  loro  abiti  In  ital.  anche 
pedana. 

bàlsànéta,  s.  f.  =  nastro  di  filo  :  si  usa 
principalmente  per  rinforzo  agli  abiti. 

bàlsem,  s.  m.  =  balsamo  :  è  nome  di 
alcune  preparazioni  adoperate  nella  me- 
dicina, segnatamente  per  uso  esterno. 

1)  Ve  on  bàlsem  =  è  un  balsamo  : 
si  dice  per  esaltare  la  virtù  di  un  ri- 
medio. 

2)  Fig.  di  cosa  che  conforta  nel  do- 
lore, nelle  afflizioni. 

3)  Il  milanese  lo  dice  anche  per  esal- 
tare il  sapore  gradevole  di  ciò  che  si 
mangia  o  si  beve  ;  sto  vìn  V  è  propi 
on  bcilsem  =  questo  vino  è  davvero 
squisito. 

bàlséta,  s.  f.  =  calza  :  strisciolino  di 
panno  di  un  determinato  colore  che  si 
cuce  attorno  a  una  delle  gambe  dei 
polli  vaganti,  per  distinguerli  da  altri 
0  impedir  loro  di  volare. 

bàltrésca,  s.  f.  =  loggia  apei-ta  sul  tetto  : 
i  lucchesi  la  chiamano  altana. 

bàltroca,  s.  f.  =  ciana,  cimbraccola  : 
donna  sciatta,  volgare,  male  educata, 
anche  se  di  civile  condizione. 

bàltrocàda,  s.  f.  =  cianata  :  atto  e  par- 
lare da  ciana. 

bàltrocària,  s.  f.  =  cianume  :  moltitudine 
e  ridosso  di  ciane  e  di  beceri  ;  tÈta  là 
bàltrocària  del  versee  :  tutto  il  cianume 
del  verziere. 

bàmba,  s.  m.  =  bomberò. 

1)  Uomo  goffo  e  buono  a  nulla  :  che 
per  ogni  piccola  cosa  si  trova  impic- 
ciato. 

2)  Baggeo,  babbeo  :  uomo  senza  cer- 
vello, che  crede  a  tutto  quello  che  si 
dice;  Ve  on  btimba,  glian  ditt  che  ri- 
cava el  Scià  de  Pèrsia  coni  cent  elefdnt 
e  Ili  Vhà  eredilii  =  è  un  babbeo,  gli 
han  detto  che  arrivava  lo  Scià  di  Persia 
con  cento  elefanti,  e  lui  l'ha  creduta. 

bàmbàna,  meglio  usato  al  plur.  bàm- 
bànn,  s.  f.  =  cantafavola  :  storiella, 
racconto  di  cose  non  vere,  incredibili, 
il  più  delle  volte  dette  per  dilettare  chi 
ascolta  ;  cont  quij  so  bàmbànn  el  tén 
in  pee  là  convèrsàsion    =    con   quelle 


barn 


72 


bau 


sue  cantafavole  tiene  a  bada  la  con- 
versazione. 

bàmbànàda,  s.  f.  =  cosa  da  boniberi, 
))uona  per  chi  è  baggeo  e  si  contenta 
di  tutto, 

bàuibàra  (g'ìiig'à  à)  =  giocare  a  barn- 
bara  :  giuoco  di  carte  simile  alla  pri- 
miera. 

bàmbiU)  *  s.  m.  =  bambino,  bimbo  : 
l'uomo  nella  prima  età  e  prima  che 
diventi  un  ragazzo.  Al  femm,  bam- 
bina. 

1)  vèss  on  bàmbìn  =  essere  un  bam- 
bino :  di  persona  adulta  incapace  di 
regolarsi  da  sé  per  troppa  semplicità  o 
pochezza  d'animo. 

2)  Di  persona  adulta,  anche  per  vezzo 
e  scherzosamente  ;  te  me  imprèstet  des 
frdnch  ?  —  Nò,  baiiibin  =  mi  presti 
dieci  franchi?  —  No.  bimbo. 

3)  Gesù  bàmbìn,  e  anche  assoluta- 
mente bàinbin  =  Gesù  bambino  :  l'im- 
magine di  Gesù  bambino  ed  anche  per 
Gesù  bambino  che  scenda  a  Natale  a 
recar  doni  ai  fanciulli. 

bàmbinàda,  *  s.  f.  =  bambinata,  bam- 
bocciata: azione  da  bambini  fatta  da 
persone  grandi  ed   anche   cosa    adatta 

•    per  bam1)ini  non  per  adulti. 

bàiubiuóu,  *  s.  m.  =  bambinone.  Accre- 
scitivo di  bambino:  un  bambino  ben 
sviluppato,   grosso  e  grasso. 

bàiubìnòtt,  s.  m.  =  bamberottolo:  bam- 
bino non  tanto  piccolo. 

bàmbòcc,  s.  m.  =  bamboccio  :  fam.  bam- 
bino grasso  e  fresco. 

1)  Di  adulto  :  che  ha  gusti,  fa  cose 
da  bambino. 

bàiiibòrìn,  s.  m.  =  bellico:  la  piccola 
cicatrice  che  rimane  nel  basso  ventre 
dopo  reciso  il  cordone  che  unisce  il 
feto  alla  madre. 

1)  trema  el  bàmhorin  =  tremar  Aderga 
a  verga,  tremare  come  una  canna.  Per 
grande  paura  che  si  abbia. 

bambù,  s.  m.  =  bambù  ;  Bambusa  armi- 
dinaeea:  pianta  delle  Indie. 

1)  Anche  le  mazze  che  se  ne  fanno; 
el  papà  el  m'ha  regàlaa  on  màgnifich 
bambù  =  il  babbo  mi  ha  regalato  un 
magnifico  bambù. 

bànàstra  raram.  bànàsta^  s.  f.  =  cane- 
strone  :  serve  al  commercio  all'ingrosso, 
specialmente  dei  coloniali  e  delle  frutte. 

banca»  s.  f.  =  banca:  arnese  movibile 
di  legno,  sul  quale  possono  sedere  più 


persone.  Vi  sono  per  lo  più  nei  luoghi 
pubblici  come  Teatri,  Chiese,  Scuole, 
e  sim. 

1)  banca  à  schenàl  =  banca  a  spal- 
liera: quella  che  da  uno  dei  lati  più 
lunghi  ha  una  spalliera  o  appoggia- 
toio. 

2)  banca  imbotida  =  panca  imbottita  : 
quella  il  cui  piano  è  imbottito,  cioè 
riempito  di  capecchio  o  di  crino,  e  non 
suole  avere  spalliera. 

3)  pànn  de  qicàtà  là  banca  =  pancale: 
se  ne  copre  per  ornamento  una  panca 
a  spalliera. 

banca,  s.  f.  =  bottega  a  vento  :  specie  di 
bottega  posticcia,  ai)prestata  di  giorno 
all'aria  libera,  per  lo  più  contro  un 
muro  e  anche  no.  Se  no  vedono  alle 
fiere. 

banca,  s.  f.  =  banca:  istituto  che  fa  ope- 
razioni di  credito,  come  anticipazioni 
di  valori,  sconto  di  cambiali  e  sim. 

bàncàscìa,  s.  f.  =  bancaccia.  Peggior.  di 
banca. 

bàncaa,  s.  m.  =  palancola.  Pancone  per 
passare  un  fìumicello,  una  gora,  sul 
quale  si  passa  per  isbarcare  e  sim, 

1)  Anche  quelle  travi  di  rovere  che 
nelle  cave  di  pietra  si  sottopongono  ai 
massi  per  lavorarli,  smuoverli,  ag- 
girarli. 

2)  bàncaa  di  grànee  =  pancone  dei 
granai:  grossa  e  lunga  assona  avente 
a  volte  inchiodati  dei  traversini,  sui 
quali,  posti  a  mo'  di  scalini,  salgono  i 
facchini  o  altri  jiev  versare  sul  muc- 
chio il  grano  o  altro. 

bàncaa,  o  bàncàl  del  tórno  =  banco: 
grossa  e  soda  tavola  quadrilunga  sulla 
quale  sono  fermate  le  parti  del  tornio. 

bàncàda,  s.  f.  =  pancata:  tutta  quella 
quantità  di  persone  che  seggono  in- 
sieme su  di  una  panca. 

bàncàl,  s.  m.  =  cassapanca:  cassa  da 
servire  anche  a  uso  di  panca,  general- 
mente di  stile  antico. 

bàncàràus,  s.  m.  =  bastonatiu-a  :  brutta 
parola  rimasta  dalla  tirannica  domina- 
zione austriaca,  che  condannava  uomini 
e  donne  ad  essere  vergate  sul  deretano 
nudo,  stesi  sopra  una  panca. 

1)  dà  el  baneardus  =  mettere  a  panca. 

bàucàrdta,  s.  f.  =  bancarotta  :  il  falli- 
mento di  una  Banca  ed  anche  di  uno 
Stato. 

1)  vend  à  bàneàrota  =  abbacchiare, 


bau 


-  73  - 


ban 


bacchettare  :  vendere  a  vii  prezzo  per 
bisogno  di  denaro. 
bàuch,  s.  m.  =  banco:  mobile  grande 
di  legno  cho  ha  un  piano  dove  si  scrive, 
con  sotto  0  dalle  parti  cassetto  o  spor- 
telli da  riporvi  carte  e  talvolta  anche 
uno  scaffale  al  disopra  del  piano. 

1)  La  tavola  o  desco  dietro  cui  sta 
nelle  botteghe  il  giovine  e  su  cui  fa 
tutte  le  operazioni  occorrenti  alla  ven- 
dita e  alla  consegna  della  merce. 

2)  La  tavola  sulla  quale  i  sarti  e  i 
calzolai  tagliano  il  panno,  il  cuoio,  ecc., 
e  serve  por  altri  lavori  che  si  fanno 
in  piedi.  E  quella  più  bassa  e  più 
stretta  sulla  quale  i  falegnami  formano 
il  pezzo  e  lo  lavorano. 

8)  Panca  a  stalli  con  davanti  un  ap- 
poggio per  scrivere.  Più  comun.  al  plu- 
rale i  bànch  de  scola  =  i  banchi  di 
scuola. 

4)  Il  banco  dell'orefice,  detto  dai 
toscani  Tavolello  e  per  comuuissima 
storpiatura   Tavorello.  E'  il   banco  sul 

■  quale  l'orefice  e  l'argentiere  eseguiscono 
i  loro  minuti  lavori,  o  li  rifluiscono 
colla  lima,  col  cesello,  ecc.  Suole  es- 
sere dal  lato  dove  sta  seduto  l' ai-te  lìce, 
semicircolarmente  incavato. 

5)  bànch  di  post  =  banco  del  cartaio: 
forte  tavolone  posto  in  piano  sul  suolo, 

•  e  serve  di  base  a  tutta  la  soppressa. 
Sul  banco  vien  collocata   la   ponitora. 

6)  bànch  de  pelàtee  =  banco  del  sel- 
laio :  salda  ed  ampia  tavola  su  cui  si 

■  distendono  e  si  tagliano  le  pelli  e  i 
cuoi  per  lavorarli;  distend  i  péli  siil 
òàneh  =  abbancare  le  pelli. 

7)  bànch  di  copi)  =  banco  del  forna- 
ciaio :  quella  tavola  bislunga,  sulla 
quale  il  fornaciaio  riduce  colla  forma  la 
mota  in  materiali. 

8)  bànch  =  banco,  significa  per  esten- 
sione in  alcuni  giuochi  d'azzardo,  la 
parte  che  tiene  il  giuoco,  contro  la 
quale  tutti  scommettono;  e  anche  la 
sua  messa,  la  somma  della  quale  ri- 
sponda. 

9)  sta  ài  bànch  =  stare  al  banco,  o 
alla  cassa:  si  dice  di  chi  sta  a  rice- 
vere in  un  negozio  i  pagamenti  della 
merce  acquistata. 

I)ànchér,  s.  m.  =  banchiere. 

1)  Chi  fa  pubblicamente  e  per  pro- 
prio conto  certe  operazioni  di  cambio  e 
di  credito. 


2)  Nei  giuochi  chi  tiene  il  banco  e 
fa  contro  tutti. 

3)  Giovine  di  banco  :  quello  che  sta 
al  banco  nelle  botteghe  e  nei  fon- 
dachi. 

bànchéta,  s.  f.  =  panchetta,  dimin.  di 
panca  ;  i  bànehètt  del  Oiardìn  Pùblieh 
=  le  panchette  dei  Giardini  pubblici. 

1)  Asse  sulla  quale  il  tessitore  che 
lavora  sta  appoggiato  più  cho  seduto, 
per  avere  intera  la  libertà  e  la  forza 
delle  gambe  nel  menar  coi  piedi  le 
calcolo. 

2)  bànchéta  de  cor  =  manganella  : 
qualunque  di  quelle  panche  affìsse  al 
muro  nei  cori  doi  religiosi  e  nelle  com- 
pagnie, le  quali  mastiellate  s'alzano  e 
s'abbassano. 

bàiichètìna,  s.  w.  =  panchettina,  asse- 
relle :  tavola,  pertica  o  altro  fermato 
di  fuori  al  muro  della  colombaia. 

bànehètt,  s.  m.  =  bischetto  o  deschetto. 

1)  Picciol  banco  o  tavolino  da  la- 
voro del  calzolaio  e  del  ciabattino. 

2)  bànehètt  de  perilchee  =  telaio,  te- 
laino,  assicella  con  duo  mazze  o  co- 
lonnette verticali  presso  ciascuna  delle 
due  estremità,  che  serve  al  parruc- 
chiere per  lavorare  in  capelli. 

3)  bànehètt.  *  assol.  =  banchetto,  de- 
sinare 0  cena  serviti  con  lautezza  oltre 
l'usato  e  specialmente  quando  il  desi- 
nare è  fatto  per  festeggiamento  pub- 
blico. Poco  usato. 

bànchìu,  s.  m.  =  bottega  a  vento  : 
specie  di  bottega  posticcia,  apprestata 
di  giorno  all'aria  libera,  dove  si  ven- 
dono giocattoli,  minuterie  e  per  lo  più 
libri  usati;  el  me  Virgili  V hoo  tòlt  éu 
on  bànchtn  =  il  mio  Virgilio  l'ho  com- 
perato ad  una  bottega  a  vento:  dicesi 
anche  in  italiano  muricciuolo,  perchè 
spesso  sui  imiricciuoli  si  espone  alla 
vendita  la  merce  di  tal  maniera. 

bàuchinatt,  s.  vi.  =  muricciolaio,  li- 
braino  ;  colui  che  vende  a  una  bottega 
a  vento  o  al  muricciuolo. 

bànchìnn;  s.  f.  plur.  =  traverse,  grosse 
piane,  posta  ciascuna  orizzontalmente 
dall' un  dei  capi  nei  buchi  del  muro, 
dall'altro  capo  appoggiata  a  un  ascia- 
Ione  confitto  con  chiodi  nello  stile  per 
reggere  le  assi  cho  formano  il  tavolato 
del  ponte. 

bàncon,  s.  in.  =  pancone  :  nome  di  quelle 
assi  sulle  quali  salgono    alla  fornace  i 


bau 


-  74  - 


ban 


fornaciai  per  introdurvi  1  materiali  da 
cuocere. 
banda,  *  s.  f.  =   banda. 

1)  gente  armata  che  scorrazza  il  paese 
commettendo  fui'ti,  omicidi  o  altre  vio- 
lenze. 

2)  Banda  musicale,  corpo  di  suona- 
tori di  istrumenti  a  fiato,  a  differenza 
dell'orchestra,  dove  prevalgono  gli  istra- 
menti  a  corda. 

3)  Figur.  povei'tà,  miseria;  à  guàr- 
dàgìi  ài  pàgn  el  par  in  là  banda  = 
al  vestito  mostra  d'aver  molta  fiaccona, 
d'essere  in  miseria. 

4)  ■vèss  in  là  banda  =  esser  bue  :  di 
chi  non  sa  nulla  di  nulla,  o  non  sa 
per  tardità  d'ingegno  profittare  delle 
cognizioni  acquistate.  Meglio  e  più  co- 
munemente :  vèss  in  là.  gipa. 

bànder,  s.  m.  =  bandolo  :  capo  della 
matassa  onde  si  incomincia  a  dipanarla. 
E'  voce  ormai  pochissimo  usata  e  so- 
stituita dalla  parola  eoo. 

bàndéra,  s.  f.  =  bandiera:  pezzo  rettan- 
golare di  drappo  con  uno  dei  lati  sul- 
l'asse di  un'asta  e  gli  altri  liberi,  che 
serve  da  insegna  e  porta  i  colori,  e 
per  lo  più  anche  lo  stemma  proprio 
deUo  Stato ,  città ,  corporazione  alla 
quale  appartiene. 

1)  Serve  per  distintivo  della  nazio- 
nalità delle  navi. 

2)  Specialmente  l'insegna  militare: 
pèrd,  difènd,  salva  là  bàndera  =  perdere, 
difendere,  salvare  la  bandiera  ;  fa  onór 
Ma  bàndera  =  fare  onore  alla  bandiera. 
Di  soldati  valorosi  :  bàndera,  stràsciàda 
onor  de  capitftm  =  bandiera  rotta,  o 
vecchia   fa  onore  al  capitano. 

3)  volta  bàndera  =  voltare,  mutar 
bandiera,  casacca  ;  mutar  partito,  ma 
sempre  per  fini  poco  onorevoli. 

4)  fa  bàndera  =  prendere  nel  bari- 
lozzo :  perchè  quando  il  tiratore  manda 
la  palla  del  fucile  al  punto  nero  del 
bersaglio,  o  per  scatto  di  una  molla  o 
per  mano  d'uomo  si  innalza  una  ban- 
diera rossa  per  lo  più  ;  ài  segónd  eolp 
hoo  faa  bàndera  =  al  secondo  tiro  l'ho 
preso  nel  barilozzo. 

5), Ventarola  di  foglio:  quella  che 
tra  noi  i  bambini  e  i  buontemponi  ri- 
portano dalla  sagra  di  S.  Cristoforo,  e 
da  altre,  e  si  vendono  anche  nei  ri- 
trovi pubblici  dei  ragazzi  come  i  giar- 
dini, piazza  Castello,  ecc. 


6)  Bandierina  :  quella  a  color  rosso, 
0  verde,  che  la  guardia  lungo  le  strade 
ferrate  mostra  come  segno  di  strada  li- 
bera, 0  di  rallentamento  o  di  fei-mata. 

7)  Bomba  :  gioco  de'  ragazzi  che  cor- 
rono da  un  punto  all'  altro,  facendo  a 
chiapparsi,  e  non  possono  essere  presi, 
quando  toccano  uno  di  questi  punti, 
ohe  pui-e  si  chiamano  bàndera  =  bomba. 

8)  quel  che  fa  i  bàndér  =  bandieraio. 

9)  mètt  foeura  i  bandèr  =  Imbandie- 
rare; ornai-e  di  bandiere. 

banderài,  s.  m.  =  alfiere.  T.  niil.  porta 
bandiera. 

banderina,  s.  f.  =  pennoncello,  bande- 
ruolina  :  quel  po'  di  drappo  attaccato 
alle  lance  militari. 

bandì,  *  V.  att.  =  bandire,  allontanare, 
esiliare.  Fig.  bandì  el  luso  =  bandire 
il  lusso  ;  bandì  i  coìnplimènt  =  ban- 
dire i  complimenti. 

bàndìna,  s.  f.  =  bandinella  :  quella  tela 
con  cui  i  pannaiuoli  involgono  le  pezze 
di  panno, 

bàndiroetì,  s.  m.  =  pesciolino  persico  ; 
perca  fluviatilis  =  cosi  chiamato  forse 
perchè  altre  volte  ne  era  bandita,  ossia 
proibita  la  pesca. 

bàndiroeùla,  s.  f.  =  banderuola  :  pez- 
zetto di  tela  fei-mato  per  un  lato  solo 
a  un'asticina  verticale  e  cogli  altri  tre 
liberi.  Se  ne  fanno  di  lamiera,  che  vol- 
tandosi al  soffiar  del  vento  servono  a 
indicarne  la  direzione,  e  si  chiamano  : 
ventarole. 

1)  Fig.  di  persona  che  muta  facil- 
mente opinione  o  partito  secondo  che 
meglio  gli  torna,  e  vale:  Camaleonte. 

bandista,  s.  m.  =  bandista. 

1)  Chi  fa  parte  di  una  banda  musicale. 

2)  Per  celia  e  raram.  dicesi  di  chi 
è  male  in  arnese,  poverissimo. 

bando,  s.  m.  =  beiTetta  da  notte  :  quella 
fatta  a  maglia  per  coprirsi  il  capo 
stando  in  letto.  Pai  francese  bendeaUi 

bàndolera  (à)  =  pendoloni,  penzoloni, 
ciondoloni.  Modo  avverb.  :  di  cosa  che 
ciondola  ;  cont  i  bràsc  già  à,  bàndoléra  = 
colle  braccia  pendoloni. 

1)  vestii  à  bandolèra  =  Fig.  vestito 
che  brendola. 

bàndon,  s.  m.  =  abbandono  :  atto  del- 
l'abbandonare e  stato  dell'  essere  ab- 
bandonato e  dell'  abbandonarsi  in  tutti 
i  suoi  significati. 

bàndonà,    v.    att.    =    abbandonare  :    la- 


I 


bau 


—  75  — 


bar 


sciare  per  lungo  tempo,  o  per   sempre 
e  con  animo  deliberato. 

1)  Non  curare,  non  occuparsi  più  di 
cose  0  di  persone  a  cui  sarebbe  neces- 
saria la  nosti'a  assistenza  ;  se  IH  el  me 
bàndona.  mi  soni  perdiiii  =  se  lei  m'ab- 
bandona, io  sono  perduto. 

2)  Lasciare,  anche  per  poco,  chi  ab- 
bia bisogno  di  un'assistenza  continua  ; 
i  fèoeu  bisógna  bàndonài  nànca  on 
miniltt  =  i  bambini  bisogna  non  ab- 
bandonarli, neppure  un  minuto. 

bàndonàss,  v.  rifl.  =  abbandonarsi,  ri- 
mettersi, affidarsi  intieramente  a  qual- 
cuno ;  bàndònet  piir  à  mi,  e  te  se 
troàree  eontént  =  abbandonati  pure  a 
me  e  ti  troverai  contento . 

bànfà;  V.  att.  =  ansare,  respirare  con 
difficoltà.  Dallo  spagauolo  :  banfanear. 
Anche  trafelare,  specialmente  dei  cani. 

bàufàda,  s.  f.  =  ansamento  :  1'  effetto  e 
l'atto  dell'ansare  ;  ehe  bànfdda  à  vegnì 
sii  fin  chi  !  =  che  ansamento  a  salir 
fin  quassù. 

bara,  s.  f.  =  carro  a  bara,  carrettone  : 
carro  di  letto  lungo  e  stretto  con  grandi 
e  forti  ruote  pel  carreggio  di  pesanti 
carichi.  Le  strade  ferrate,  i  tramways, 
e  i  piroscafi  li  fanno  uscir  d'uso. 

1)  cavali  de  bara  =  cavallotto  :  ca- 
vallo forte,  non  di  lusso,  atto  a  tirare 
il  foi-te  peso  del  caii-ettone.  Fig.  si  dice 
di  donna  alta,  robusta,  grossa  e  piut- 
tosto grossolana  di  modi  ;  noi  lo  di- 
ciamo anche  di  uomo  che  lavora  molto 
e  guadagna  per  la  famiglia,  poco  va- 
lutando l'opera  propria. 

bara  (griiigà  à),  =  fare  alle  barriere,  ed 
anche  per  analogia  :  giocare  a  bomba  ; 
è  gioco  fanciullesco  ;  quando  giocano 
in  cinque,  il  gioco  si  chiama  di  quà- 
ter  càntòn. 

bara,  v.  att. 

1)  Lo  dicono  i  fanciulli  quando  nel 
giocare  a  bomba,  o  alle  barriere,  rie- 
scono a  toccare  uno  di  loro  nella  fu- 
ria del  coiTcre  e  rincorrere  ;  t'hoo  bàraa  = 
qui  ti  piglio  e  qui  ti  lascio  ;  quèll  che 
bara  =  il  chiappatore  ;  quèll  bàraa  = 
il  chiappato. 

2)  Barare  :  i-ubare  al  gioco,  mutando 
le  carte. 

bàràba,  s.  m.  =  monello,  birichino  : 
ragazzone  che  per  la  città  si  butta  al 
birbone. 

bàràbìu,  s.  m.  =  birichino,  trafurellino, 


ciaccherino  :  di  fanciulli  che  sono  troppo 
spesso  per  le  strade,  e  son  troppo  in- 
solenti ed  arditi.  Monelli. 

bàràbìua,  s.  f.  =  mbacuori. 

1)  yi  dico  anche  di  bambina  troppo 
vivace  ed  ardita. 

bàràbismo,  s.  m.  =  L'essere  monello, 
birichino,  insolente. 

bàràbitt,  s.  m.  plur.  =  discoli,  traviati  : 
chiamiamo  così  i  fanciulli  che,  per  in- 
correggibilità sono  da  sei  a  tredici  anni 
ammessi  noU'  istituto  Marchiondi. 

bàràbòtt,  s.  m.  =  trafurello,  ciacchero  : 
persona  specialmente  giovane,  di  cat- 
tiva qualità.  Monellaccio. 

bàràca,  *  «.  f.  =  baracca  :  costruzione 
posticcia  per  lo  più  di  legname  o  di 
tela  da  potervi  star  sotto  o  metterci 
roba,  ovvero  a  uso  di  bottega,  osteria. 

1)  Fig.  manda  inàns  là  bàrcLca  = 
reggere,  mandare  avanti  la  baracca  : 
si  dice  del  tirare  avanti  la  famiglia, 
ma  per  l'appunto  e  a  forza  d'industria, 

2)  jiità  tà  bàràea  =  aiutare  la  barca  : 
aiutare  uno  in  un  negozio  laborioso, 
segnatamente  in  quello  del  campar  la- 
famiglia. 

3)  Canchero  :  arnese  o  stmmento 
qualsiasi  sconquassato  e  che  non  faccia, 
al  bisogno  ;  quèst  chi  V  è  minga  on 
tàol  ;  rè  dna  bài-àca  =  questo  non  è 
un  tavolo  ;  è  un  canchero. 

4)  Crapula,  gozzoviglia,  triocco  ;  r  è 
semper  in  bàràca  coi  àmie  =  è  sem- 
pre a  crapula  cogli  amici. 

5)  bàràca  di  màgàtèi  =  castello  dei 
bui-attini  :  specie  di  torriceUa  in  cui 
sta  l'uomo  che  fa  agire  i  burattini,  da- 
vanti a  un'  apertui-a  fatta  a  guisa  di 
scena  ;  è  un  divertimento  che  ha  di- 
susato dal  1848  in  qua.  Da  poco  tor- 
nato in  uso  con  forme  migliori  nelle 
rappresentazioni  del  Gioppino. 

bàràca,  v.  att.  =  bisbocciare,  gavazzare, 
gozzovigliare,  vivere  in  mezzo  a  diver- 
timenti chiassosi. 

bàràcàn,  *  s.  m.  =  baracane. 

1)  Specie  di  stoffa  fatta  di  peli  di 
capra. 

2)  Pesce  che  trovasi  nell'Adda,  pressa 
Trozze. 

bàràchee,  s.  m.  =  compagnone,  godi- 
mondo,  bisboccione  :  chi  volentieri  e 
di  frequente  gavazza  o  bisboccia. 

bàràchin,  s.  m.  =  astuccio,  forzieriuo 
da  posate  :  specie  di  cassetta  a    scom- 


bal- 


ìe - 


bar 


l)artimenti  o  nicchiette  da  riporvi  le 
posate  di  metallo  fine,  le  quali  poi  vi 
si  chiudono  a  chiave. 

bàràcóii,  s.  m.  =  baraccone.  Acer,  di 
baracca  :  si  dice  specialmente  di  quelle 
costi'uzioni  precarie  che  in  tempo  di 
fiera  si  erigono  per  darvi  spettacoli  di 
qualunque  genere. 

I)àràdu(la,  *  s.  f.  =  baraonda  :  1'  andare 
e  venire  confuso  di  molte  persone  in 
un  luogo;  e  anche  affari  che  si  fanno 
insieme  da  molti,  o  1'  un  dopo  1'  alti'o, 
ma  senza  nessun  ordine  o  regola. 

barata)  *  v.  att.  =  barattare,  fare  a  ba- 
ratto :  dare  una  cosa  per  averne  un'altra. 

1)  Prendere  la  cosa  di  un  altro  cre- 
dendo di  prendere  la  propria. 

2)  barata  i  dànee  =  canibiare  il  da- 
naro :  vendere  la  merce  al  prezzo  di 
costo,  senza  guadagno. 

bàràtàiiiestee,  s.  m.  =  scopamestieri  : 
quegli  che  comincia  e  cambia  in  poco 
tempo  varie  arti  o  mestieri,  non  pia- 
cendogli i  primi  ;  come  !  el  fa  pii  el 
Icgnàmee  ?  oh  !  l'è  on  bàràtàmestee  = 
come  !  non  fa  più  il  falegname?  oh  !  è 
uno  scopamestieri.  Si  dice  anche  càtìva 
làràndèra. 

bàratt,  *  s.  m.  =  baratto,  permuta  :  il  ba- 
rattare nel  significato  generale  del  verbo. 

bàràvàj,  *  s.  m.  =  masserizziuola,  baz- 
zecola, briccica,  ciarpa,  carabattola  : 
coserella  di  poco  pregio.  Anche  imba- 

=  razzo:  di  banchi,  casse,  scatole  di  car- 
tone e  simili,  arnesi  logori  e  smessi 
che  siano  sui  solai. 

barba,  s.  /".  =  barba  :  i  peli  che  rivestono 
il  mento  e  le  gote  dell'  uomo  ;  barba 
grisa  =  barba  brizzolata  :  che  comincia 
a  imbiancare  ;  barba  lunga  =  barba 
lunga  :  che  scende  sul  petto,  o  non  è 
stata  fatta  da  più  giorni  ;  barba  remMa  = 
barba  posticcia  ;  barba  stràbufàda  = 
barba  ari-uffata. 

1)  mètt  barba  =  metter  barba:  detto 
■dell'uomo,  nell'età  in  cui  la  barba  co- 
mincia ad  apparire. 

2)  rdr  de  barba  =  minuto   di  barba. 

3)  fa  la  barba,  desfà  là  barba  =  far 
la  barba,  raderla,  tagliarla  col  rasoio  ; 
fà§s  là  barba  =  farsi  la  barba,  farsela 
•da  sé. 

4)  tàjàss  là  barba  =  tagliarsi,  le- 
varsi la  barba  :  farsela,  dopo  averla 
lasciata  crescere  e  portata  per  qualche 
tempo. 


5)  càrèsà^s  là  barba  =  accarezzarsi, 
lisciarsi  la  barba  :  passarci  sopra  la 
mano  per  tenerla  ravviata. 

6)  càvèsà  on  fregùj  là  barba  =  dare 
un  poco  di  riunita  alla  barba. 

7)  pesa  dèla  barba  =  barbino  :  pezzo 
di  tela  per  nettare  i  rasoi  nel  farsi  la 
barba. 

8)  là  g'hà  là  barba  =  ha  la  barba  : 
di  cosa  che  si  sa  da  un  pezzo,  detto  a 
chi  la  dia  per  nuova. 

9)  fàghela  in  barba  à  -vun  =  accoc- 
carla ad  uno  :  fargli  una  beffa  un  po' 
amara  ;  sepratutto  far  qualche  cosa 
malgrado  altri. 

10)  no  gli' è  barba  d'  òmm  che  ghe 
le  poda  fa  =  non  gli  crocchia  il  ferro  : 
è  così  avveduto  e  guardingo  che  nes- 
suno può  ingannarlo,  ed  è  così  forte 
che  nessuno  gli  può  far  soprusi. 

barba,  s.  m.  =  zio,  barba.  E'  poco  usato, 
e  nella  frase  l'è  fòrsi  roba  del  barba?  = 
0  che  !  è  roba  di  rubello  ?  Si  snol  dire 
quando  altri  malmena  la  nosti-a  roba. 

bàrbàbìccli,  s.  ni.  =  barba  di  becco.  Tra- 
gopogon  pratensis  =  pianta  bienne.  An- 
che bàsàbìccli,  èrbàbìcch. 

1)  grullo  :  chi  ha  poco  sale  in  zucca  ; 
deventà  on  bàrbàbicch  =  ringrullire. 

bàrbàcàn,  s.  m.  =  barbacane  :  pezzo  di 
muro  a  scarpa  a  pie'  di  un  mui'O  ver- 
ticale, per  sostegno  e  rinforzo. 

barba  déla  méleg'a  =  barba  o  capelliera 
della  saggina. 

bàrbàgiàn,  s.  ni.  =  mestolo  :  di  persona 
da  nulla;  cos'el  cred?  Che  siem  tanti 
bàrbàgidn  ?  =  che  crede  lei  ?  Che  si 
sia  mestoli  ? 

bàrbàj,  s.  ni.  plur.  =  stipa,  pniname, 
scopa,  secca,  canapuli:  frasche  o  altro 
di  secco  facile  ad  accendersi  e  servono 
ad  avviare  il  foco  nei  camini. 

bàrbàja,  s.  f.  =  rete  da  pescare  il  barbio. 

bàrbàjàda,  s.  f.  =  bianca  e  anche  bar- 
bagliata:  Sorta  di  bevuta  che  è  un  misto 
di  fior  di  latte  e  cioccolata. 

bàrbàpedàna,  s.  m.  =  cantastorie  :  can- 
tore ambulante  di  canzoncine  e  storielle 
che  va  questuando  per  i  caffé,  a'  capi 
delle  strade,  ecc. 

bàrbara,  agg.  =  bàrbara:  nella  locuzione 
rè  bàrbara  =  é  barbara:  detto  di  cosa 
che  ci  sa  male  di  dover  soppoiiare.  Più 
comune  l'è  dura  =  la  é  dura. 

bàrbàrìtaa,  s.  f.  =  barbarie,  crudeltà: 
atto  crudele. 


I 


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bar 


bàrbàrosSj  s.  m.  =  pettirosso,  Sylvia 
rubecola,  uccello  silvano.  Anche  pèti- 
ross,  ^òsross. 

barbàscia,  s.  f.  =  barbaccia:  peggior  di 
barba.  Si  dice  anche  della  barba  non 
rasa  di  ohi  ha  per  abitudine  di  raderla. 

bàrbee,  s.  m.  =  barbiere:  chi  per  me- 
stiere fa  la  barba  e  taglia  i  capelli.  Lo 
stesso  che  periichee  =  parracchiere. 
Ma  il  parrucchiere  fa  anche  le  parruc- 
che ed  altri  lavori  in  cappelli. 

1)  là  botèga  del  bàrbee  =  barbieria. 

bàrbèl,  s.  m.  =  farfalla. 

1)  Vocabolo  ormai  quasi  interamente 
disusato  e  alquanto  vivo  ancora  nella 
frase  fa  el  bàrbel  =  sfarfallare:  dei  boz- 
zoli che  metton  fuori  la  farfalla. 

2)  Punteruolo,  pinzacchio;  cureulius 
granarius:  insetto  che  divora  tutta  la 
parte  farinosa  del  grano. 

bàrbèla,  s.  f.  =  facciola.  Meglio  usato  al 
plur.  :  due  striscio  di  tela  inamidata 
che  scendono  sul  petto  dal  collo  e  fanno 
parte  dell'  abito  che  i  magistrati,  gli 
avvocati,  ecc. ,  vestono  nel  pubblico 
esercizio  delle  loro  funzioni.  Anche: 
bàiiscina. 

bàrbèlà,«7.  att.  =  rabbrividire,  rimbrìvidire. 

1)  Tremar  dal  freddo;  vuij  che  sisola 
inchcBu!  se  bàrbèla  =  che  sizzettina 
oggi  !  Si  rabbrividisce. 

2)  Volteggiare  :  degli  uccelli  quando 
sono  per  cader  nelle  reti. 

bàrbèlàmént,  s.  m.  =  brivido,  brividio; 
el  bàrbèlàménl  déla  fèver  =  il  brivido 
della  febbre:  il  fatto  e  l'effetto  del  rab- 
brividire. 

làrbèlàto,  s.  m.  =  baccalare  ;  che  la  sa 
lunga,  che  passa  per  la  maggior  parte 
in  qualche  arte  o  scienza;  barbassoro, 
chi  è  reputato  generalmente  e  mostra 
col  suo  contegno  di  riputarsi  uno  dei 
principali  in  una  scienza  o  in  una  com- 
pagnia di  persone.  Anche  :  sopracciò, 
parruccone;  hin  i  bàrbèlàti  dèla  citaa 
=  sono  i  barbassori  della  città.  Si  usa 
per  lo  piiì  in  senso  ironico. 

bàrbèlàtt,  s.  m.  =  bargigliuto,  che  ha 
bargigli;  che  bàrbèlàtt  d'on  polìn  =  che 
tacchino  bargigliuto. 

bàrbèll,  s.  m.  =  bargiglio  :  L'appendice 
carnosa  sotto  il  becco  dei  galli,  dei  tac- 
chini, ecc. 

bàrbèll,  s.  f.  plur.  =  branchie,  gargie  : 
organo  proprio  dei  pesci  per  cui  aspi- 
rano l'acqua  e  la  rigettano. 


bàrber,  s.  m.  =  barbero  :  nome  di  ca- 
valli destinati  alla  corsa  del  pallio  in 
occasione  di  pubbliche  feste  e  spettacoli. 
Rimase  proprio  di  alcune  corse  che  si 
fanno  di  carnevale  a  Eoma. 

bàrbèta,  s.  f.  =  barbetta:  dim.  di  barba^ 

1)  La  barba  corta. 

2)  Barba:  i  peli  più  lunghi  che  hanno 
sotto  il  mento  le  capre  ed  altri  animali. 

3)  Guaime  :  l'erba  che  rinasce  dopo 
la  prima  segatura. 

4)  Radicchio  bianco,  radicchi  no  :  Il 
comune  radicchio  sotterrato  nella  rena 
in  cantine. 

bàrbèta,  v.  att.  =  il  torcere  la  bocca  dei 
cavalli  per  far  traboccare  1'  imbocca- 
tui'a. 

bàrbìu,  s.  m.  =  barbone:  varietà  di  cane 
col  pelo  lungo  e  ricciuto  per  lo  più 
bianco.  Femm.  barbina. 

1)  Anche  come  aggettivo:  can  bàrbin 
=  cane  barbone. 

bàrbis,  s.  m.  =  baffo.  Più  comunem.  al 
plur.  i  bàrbis,  i  peli  che  rivestono  il 
labbro  superiore  dell'uomo,  quando  co- 
minciano a  vedersi. 

1)  vegnt  sic,  spunta  i  bàrbis  =  met- 
tere i  baffi, 

2)  lècàss  i  bàrbis  =  leccarsi  i  baffi,^ 
le  dita;  mostrarsi  molto  soddisfatti  di 
cosa  che  si  sia  ottenuta  e  specialm.  di 
cibi  molto  ghiotti. 

3)  rid  sòtt  ài  bàrbis  =  ridere  sotto  i 
baffi:  di  chi  per  convenienza  trattiene 
le  risa.  E  anche  compiacersi  di  cosa 
che  altri  stia  facendo  e  che  deva  gio- 
vare a  noi  0  nuocere  a  chi  la  fa,  e 
questi  non  se  ne  avveda. 

4)  Fregaccio  fatto  sul  viso  coli'  in- 
chiostro, cai'bone  o  sim. 

5)  Baffi,  basette:  segno  che  rimano 
intorno  al  labbro  superiore,  special- 
mente dei  bimbi,  per  aver  bevuto  vino> 
0  caffè,  0  preso  qualunque  cibo  che  la- 
sci traccia,  come  lattemiele,  crema,  in- 
tingolo, ecc. 

6)  bàrbis  dicono  anche  i  peli  che 
sporgono  sugli  altri  dal  la1)bro  supe- 
riore d'alcuni  animali.  E  anche  delle 
donne. 

7)  Le  corna,  le  antenne:  quei  due  o 
più  fili  cavi,  mobili,  articolati  clie  gli 
insetti  ed  i  crostacei  portano  sulla  te- 
sta a  lato  della  bocca. 

8)  mostrti  i  bàrbis  =  Fig.  mostrare- 
i  denti,  far  testa. 


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9)  Urti  sii  i  bàrbts  =  Fig.  alzar  la 
cresta,  insuperbire. 

10)  T.  botan.  :  fungo  castagnuolo. 
bàrbìsa,  s.  f.  =  baffona.  Fam.  e  dispreg. 

donna  clie  ha  i  baffi. 

bàrbisàsc,  s.  vi.  =  baffaccio.  Peggior. 
di  ])affo;  basettaccia  peggior.  di  ba- 
setta. 

bàrbìs  déla  scóa  o  del  scoìn,  =  chioma 
delia  scopa  o  della  granata;  bàrbìs  del 
formènt  =  reste:  quei  sottilissimi  fili, 
simili  alla  setola  appiccati  alla  prima 
spoglia  del  granello,  e  son  proprie  del 
grano  e  di  alcune  biade. 

bàrbts  di  ròs,  o  rceus  =  parte  estre- 
ma dei  bracci  del  calice  che  in  alcune 
specie  di  rose  sporge  dalla  corolla. 

bàrbts  di  gàròfol  =  pistilli,  stami  del 
garofano. 

bàrbìsìu,  s.  7n.  =  baffettino,  baffetto, 
baffino. 

1)  Dim.  vezzegg.  di  baffo. 

2)  Di  persona  che  ha  piccoli  baffi; 
incho&il  ài  eàfè  vi" ha  servii  el  bàrbisìn 
=  oggi  al  caffè  m'ha  servito  il  baffino. 

J)àrbisón,  s.  m.  =  baffone. 

1)  Accresc.  di  baffo. 

2)  Detto  di  persona  che  ha  gran  baffi; 
Vitòrio  Emànuèll  V  èra  on  bàrbison 
bèli  =  Vittorio  Emanuele  era  un  bel 
baffone. 

bàrbisótt,  s.  m.  =  baffone:  negli  stessi 

significati  di  bàrbison. 
t)àrbóu,  s.  m.  =  barbone. 

1)  Accrescitivo  di  barba  :  barba  lunga 
0  folta. 

2)  Si  dice  scherzosam.  e  famigliarm. 
di  chi  porta  la  barba  molto  lunga;  che 
bèli  bàrbòn  !  el  par  on  fraa  càpUeìn  = 
che  bel  barbone!  sembra  un  frate  ca- 
puccino. 

bàrbotà;  v.  alt.  =  borbottare. 

1)  Parlare  da  sé  a  sfogo  di  stizza  o 
di  malcontento,  in  modo  che  altri  senta, 
ma  non  intenda,   quel  che  si  dice. 

2)  Dicesi  anche  del  suono  che  fa  l'a- 
ria passando  per  gli  intestini,  cosicché 
si  sente  nel  ventre  come  un  borbotta- 
mento; è  notissimo  lo  scherzo  infantile: 
predicando  ètàmàtina  hòo  mangiato 
dna  gàlìna,  mim  cruda  e  mesa  cola, 
ehe  in  del  vènter  là  bàrbòta,  là  bàrbota 
à  tiitt  àtidà,  e  ci  me  t'énter  el  voeur 
s'ciopà. 

3)  Gorgogliare.  11  rumoreggiare  del- 
l'acqua bollente. 


bàrbotàda,  s.  f.  =  borbottamento:  l'atto 
del  borbottare  compiuto. 

barbotàmént,  s.  m.  =  boibottamento, 
borbottio  :  l'atto  del  borbottare  in  sé, 
e  mentre  sta  compiendosi;  è  però  gran- 
demente promiscuo  l'uso  dei  due  vo- 
caboli. 

bàrbotàfàsoeù,  s.  m.  =  brontolone,  bor- 
bottone :  dalla  somiglianza  del  suono 
della  voce  di  chi  continuamente  bor- 
botta, col  l'umore  dei  fagiuoli  che  in 
pentola  bollono. 

bàrbotòn,  s.  m.  =  borbottone  :  chi  o  che 
ha  il  vizio  di  borbottare.  Femm.  bàr- 
botona. 

bàrbosaa;  o  bàrbosài,  s.  m.  =  barbaz- 
zale: catenella  che  si  mette  dietro  la 
barbozza  del  cavallo  e  si  ferma  per  i 
capi  ai  due  lati  del  morso. 

barbósa,  s.  m.  =  mento  :  parte  estrema 
del  volto  umano  sotto  la  bocca. 

1)  vègh  diiii  barbóse  =  aver  la  pap- 
pagorgia, cioè  quel  quasi  secondo  mento 
che  per  grassezza  si  vede  sotto  la  ma- 
scella inferiore  ad  alcune  persone. 

2)  trema  el  bàrbòss  =  si  dice  di 
quando  una  persona  sta  per  piangere 
e  non  vorrebbe  e  le  trema  convulsa- 
mente il  mento.  Specialmente  dei  bam- 
bini che  fanno  greppo. 

barca,  *  s.  f.  barca  :  galleggiante  di  ta- 
vole piegate  e  connesse  insieme,  da 
servire  al  tragitto  dei  fiumi  e  andando 
a  diporto  per  il  mare,  per  fiumi,  laghi, 
canali  e  anche  per  trasportar  roba. 

1)  scorsa  de  bàrch  =  regata:  la  gara 
che  fanno  le  barche  a  vela  o  a  remi 
per  arrivar  prime  a  un  determinato 
punto ,  percorrendo  una  detenninata 
strada.  Poco  usato. 

2)  Irà  fmùra  Vàcqua  dèla  barca  = 
aggottare:  rigettar  fuori  l'acqua  entrata 
nella  barca  con  ai'uesi  a  mano. 

3)  giilgà  tLla  barca  =  fare  alla  barca. 
Specie  di  gioco  che  si  fa  coi  dadi,  molto 
simile  al  gioco  dell'oca. 

4)  sàlàmm  in  barca  :  si  dice  vol- 
garmente di  chi  è  molto  baggeo,  ci- 
trullo, semplice  e  sim. 

5)  se  ghe  va  in  barca  =  ci  si  va  in 
barca:  di  luoghi  umidi,  pantanosi. 

bàrcàda,  s.  f.  =  barcata  :  di  cose  e  di  per- 
sone, quante  ne  può  portare  una  barca. 
1)  Anche  la  gita  che  si  fa  in  barca; 
hoo  projji  faa  dna  bela  bàrcàda  =  ho 
proprio  fatto  una  bella  gita  in  barca. 


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bàrcàmènà,  *  v.  att.  =  barcamenare:  de- 
streggiarsi per  riuscire  in  un  intento, 
sapendo  tacere  e  cedere  a  tempo  per 
non  suscitare  intoppi,  contraddizioni  ec. 

bàrcàsciii,  s.  f.  =  barcaccia;  peggior.  di 
barca. 

bàrcli;  s.  ìli.  =  capannone  :  specie  di 
stalla  nelle  nostre  pianure  o  sui  monti 
per  le  bestie  bovine  nell'  estate  e  in 
pai'to  dell'inverno.  Anche  àlp. 

bàrchèta,  s.  /".  =  barchetta,  dimin.  di  barca. 

1)  Piccola  barca  per  uso  specialmente 
di  andare  a  diporto. 

2)  bàrchèta  de  bev  =  bicchiere  di 
cuoio. 

bàrcliètìna,  s.  f.  =  barchettina,  dim.  di 

barchetta. 
bàrcliètòii,  s.  m.  =  carrozzone  a  barca. 
bàrchètt,  s.  ni.  =  barchetto,  dimin.    di 

barca:  piccola  barca  a  uso  di  trasporto. 

1)  A  Milano  indica  la  barca  che  fa 
il  trasporto  di  cose  e  di  persone  sui 
canali  del  Naviglio;  àndà  ài  bar  chéti  = 
si  dico  di  chi  cammina  coiTondo  quasi 
coUa  paura  di  non  arrivare  in  tempo 
alla  partenza  del  barchetto. 

2)  gti<(/à  al  sètt  in  bàrchètt  =  fare 
alla  barca.  V.  barca. 

bàrchircetì,  s.  w.  =  barcaiolo:  quello  che 
conduco  la  bai"ca  essendone  esso  il  pro- 
prietario: se  conduce  una  barchetta  si 
dice  barchettaiolo. 

bàrcolà;  *  v.  att.  =  barcollare  e  bascul- 
lai'e:  di  chi  si  trova  in  pericolo  di  per- 
dere xm  posto,  scadere  da  una  condi- 
zione in  cui  gli  giovi  di  mantenersi. 

bàrcóii;  s.  iti.  =  barcone. 

1)  Accrescitivo  di  barca. 

2)  Carro  mascherato  nei  corsi  di  cai- 
nevalo. 

3)  Navicello  :  barca  più  grande  del- 
l'usato per  il  trasporto  dello  merci  sui 
fiumi  e  sui  canali. 

barda,  *  v.  att.  =  bardare  :  mettere  i  fini- 
menti ai  cavalli  :  si  dice  solo  dei  ca- 
valli da  sella  e  di  finimenti  ricchi. 

bàrdàdura,  s.  f.  =  bardatura:  i  finimenti 
per  bardare  il  cavallo. 

bàrdàsa,  s.  m.  =  bardassa,  monello. 

1)  Eagazzo  impertinente  e  senza  giu- 
dizio talvolta  scostumato;  bisógna  pro- 
pi  vèsà  OH  gran  bàrdàéa  per  fa  di  bi- 
richinàd  compàgn  =  bisogna  essere 
davvero  un  bardassa  per  far  birichi- 
nate come  questa. 

2)  Rabacchiotto,  ragazzo,  fanciuUetto. 


bàrdàsàda,  s.  f.  =  bambinata,  ragazzata: 
azione,  discorso  da  ragazzo. 

bàrdàserìa  menudra,  =  ragazzaglia,  ra- 
gazzame. 

bàrdàsòu,  s.  m.  =  bardassono,  ragaz- 
zone. Accres.  di  bardassa. 

bàrdèua,  s.  f.  =  farfara  :  tusillago  far- 
fara; erba  medicinale. 

bàree,  s.  m.  =  carrettoniere  :  che  guida 
il  carrettone  o  carro  a  bara:  detto  an- 
che bàrisòii. 

bàrèla,*  s.  f.  =  barella:  piano  d'assi  su 
due  stanghe,  che  si  porta  a  bracci  da 
due  uomini  e  serve  a  trasportare  sassi, 
rena,  o  sim. 

1)  Arnese  consimile  per  portare  a 
processione  le  sacre  immagini. 

2)  Una  specie  dì  lettuccio  per  por- 
tare i  malati  allo  spedale  :  se  questo 
lettuccio  è  coperto  come  da  un  padi- 
glione dicesi  portantina. 

3)  porta  à  bàrèla  =  portare  a  ba- 
rella: prendere  uno  per  le  braccia  e  per 
le  gambe  e  così  portarlo  da  luogo  a  luogo. 

bàrèlàda,  *  s.  f.  =  barellata:  quantità  di 
roba  cho  si  può  portare  in  una  barella. 

bàrèsg",  s.  m.  =  specie  dì  stoffa  dì  lana 
tessuta  molto  leggermente  e  che  serve 
per  vestiti  da  donna.  Dal  frane,  barègres. 

bàreta,  s.  f.  berretto. 

1)  Copertura  del  capo  da  uomo,  fatta 
per  lo  più  di  panno  e  con  una  tesa 
sopra  la  fronte, 

2)  Papalina  :  specie  di  berretto  da 
uomo  che  bene  si  adatta  a  tutto  il  capo 
0  scendo,  alcun  poco  a  coprire  gli 
orecchi. 

3)  Caschetto:  specie  di  berretta  con 
visiera  e  soggolo. 

4)  Rumine,  favo  :  il  primo  stomaco 
degli  animali  ruminanti,  il  quale  dopo 
avere  alquanto  ritenuto  il  cibo  legger- 
mente masticato,  lo  rimanda  alla  bocca 
per  essere  rimasticato  :  i  macellai  lo 
chiamano  bàrèta,  dalla  sua  forma,  e  i 
toscani  favo,  perchè  la 'sua  rete  o  pelle 
intera  è  divisa  in  cellette  come  i  favi 
del  miele. 

5)  Anche  ciò  che  serve  a  difendere 
l'innesto  dell'azione  del  sole  dei  venti 
e  delle  pioggio. 

bàretàda,  s.  f  =  berrettata, 

1)  Colpo  dato  col  berretto. 

2)  Quanta  roba  cape  in  un  berretto. 
bàrètàscia,  s.  f.  =  berrettaccìa:  peggior. 

di  berretta. 


bar 


—  80  — 


bar 


bàretee,  s.    in.  =    berrettaio  :    chi  fa  e 

vende  berretti. 
bàrètiu,  s.  m.    =  berrettino:  dimin.   di 

berretto. 

1)  bar  etili  de  prét  =  berretta:  quella 
che  portano  i  preti  in  chiesa:  berretta 
a  spicchi. 

2)  bàrèiìn  de  nòti  =  berretto  da  notte: 
quello  fatto  a  maglia  per  coprirsi  il 
capo  stando  a  letto. 

bàrètiua,  s.  f.  =  berrettina:  dim.  di  ber- 
retta. 
.  bàrètón,    s.  m.  =  berrettone  :    accr.    di 
berretto. 

barètt,  s.  m.  =  beiTetto.  Lo  stesso  che 
bàréta. 

bàrgnìit',  s.  m.  =  furbo  assaettato.  An- 
che il  diavolo,  e  in  qualunque  modo 
uno  spirito.  È  noto  lo  scherzo  indovi- 
nello sòtt  al  poni  de  cipp  e  ciàpp  ghe 
sta  sòtt  bàrgnifff  bàrgnàff,  coni  là  vésta 
vcrdesina,  gran  dotdr  chi  le  induhia: 
è  la  rana. 

bàrgnìfòn,  s.  m.  =  dirittone:  di  persona 
molto  furba. 

bàri,  s.  m.  =  vaso  di  legno  a  doghe, 
leggermente  ovale  e  schiacciato:  se  serve 
per  trasportar  liquidi  si  dice  in  ital, 
j  barile;  se  per  tenervi  salumi  e  muni- 
zioni da  guerra,  bariglione  ;  on  bàri 
d'oli  =  un  barile  d'olio;  on  bàri  de  tón 
de  inciod,  de  rengh,  e  sim.  =  un  ba- 
riglione di  tonno,  di  acciughe,  d'arin- 
ghe e  sim. 

1)  Quantità  di  liquido  contenuta  in 
un  barile  ;  han  stràvàcaa  on  bàri  de 
mn  =  hanno  rovesciato  un  barile  di 
vino, 

bàricà,*  v.  att.  =  barricare,  abbarrare, 
sbarrare  :  chiudere  una  strada,  un'  uscita 
con  barricate, 

bàricàda,*  s.  f.  =  barricata  :  riparo  di 
legnami  o  d'altro  per  chiudere  il  passo 
a  soldatesche  o  sim.  in  città  sollevata; 
in  del  quàràntòtt  à  Milàn  i  strdd  eren 
piènn  de  bàricdd  =  nel  quarantotto  a 
Milano  le  vie  erano  piene  di  barricate. 
1)  fa  i  bàricdd  =  fare  le  barricate  : 
far  una  rivoluzione  di  popolo  contro 
qualche  tiranno.  Il  medico-poeta  Eai- 
berti  in  occasione  delle  nostre  gloriose 
cinque  giornate,  scrisse  che  la  baiTÌ- 
cata  è  èl  moniimént  déla  libèrtaa  =  Il 
monumento  della  libertà. 

bàrièra,  *  s.  f.  =  barriera  :  chiusa  di 
sbarre,  per  lo  più  in  luogo  grande. 


1)  Fig.:  ciò  che  impedisce  il  ravvi- 
cinamento da  persona  a  persona, 

2)  el  sdlt  déla  bàriera  =  il  salto  della 
baiTiera:  salto  di  siepi,  steccato  e  sim. 
che  si  fa  a  cavallo. 

bàriglié,  s.  m.  =  Tamburo  :  una  delle 
parti  dell'orologio  nella  quale  è  rin- 
chiusa la  moUa. 

bàrilee,  s.  m.  =  quello  che  fabbrica  e 
vende  i  barili. 

bàrilètt,  s.  VI.  =  bariletto:  dim.  di  ba- 
rile. Anche  barilozzo. 

1)  Bariletta ,  barletta  :  piccolissimo 
barile  di  legno  senza  doghe  che  portasi 
in  viaggio  per  provvisione  del  bere. 

bàrilòtt,  s.  m.  =  barilotto,  barilozzo: 
accresc,  di  barile. 

1)  fa  bàrilòtt  =  stregare,  far  strego- 
nerie. 

2)  àndà  à  bàrilòtt  =  andare  a  rotoli, 
a  catafascio. 

bàrisòn,  s.  m.  =  caiTcttoniere:  chi  guida 
il  carrettone,  o  carro  a  bara:  detto  an- 
che bàree. 

bàrìtoii,*  s.  m.  =  baritono  :  il  cantante 
che  ha  voce  intermedia  fra  il  tenore  e 
il  basso. 

bàriàfus,  s.  m.  acciabattone. 

1)  Di  uomo  e  di  ragazzo  acciabat- 
tatore:  che  fa  le  cose  in  fretta  e  senza 
diligenza,  quindi  disordinatamente  e 
confusamente. 

2)  Ninnolo,  bagatella,  cianciafruscola: 
cosa  da  poco;  hòo  compraa  àia  fera 
sti  quàter  barlàftìs  =  ho  comperato  alla 
fiera  queste  poche  bagatelle. 

3)  Masserizzuole,  bazzecole,  carabat- 
tole: coserelle  di  poco  pregio  e  piutto- 
sto imbarazzi.  Vedi  bàràvài. 

bàrlànda,  s.  f.  =  navone  selvatico;  bti- 
nias  eì-tccago;  rapa  lunga  e  sottile  :  di- 
cesi anche  lànder,  landra,  làiidrèta, 
ràviscìoeu. 

bàrlicch,  s.  m.  =  berlicche,  diavolo.  Si 
dice  specialmente  ai  bambini  vivaci  e 
irrequieti. 

bàrlòca,  s.  f.  =  sveglia.  Presso  i  caciai 
è  il  nome  di  quel  seguale  che  danna 
la  notte  martellando  le  mastella  per 
chiamare  i  famigli  a  portar  loro  il  latte. 
àrlochìna,  s.  f.  =  ciondolina:  fanciulla 
che  non   sa   curarsi  la   persona  e  ab- 

''  bi  gli  arsi. 

bàrlocòna,  s.  f.  =  ciondolona  :  accresc. 


di  ciondolina. 
bàrliìmui,  s 


m.  =  barlume  :    luce  debo- 


bar 


—  81 


bas 


lissima  che  non  lascia  distinguer  bene 
gli  oggetti. 

1)  Fig.  vègh  on  bàrlilmm  de  quèicòss 
=  avere  un  barlume  di  una  cosa:  averne 
appena  un'idèa.  Anche  on  bàrlùmm  de 
S'perànsa  =  un  barlume  di  speranza. 

bàrliisènt,  s.  m.  =  rilucente.  Si  dico 
più  comunemente  sberliisènt. 

bàrliisì,  V.  att.  =  rilucere.  Si  dico  piii 
comunemente  sberliisi. 

bàrnàsS;  che  si  dice  anche  piìi  volgar- 
mente bernàss,  s.  m.  =  paletta  :  pic- 
cola pala  di  ferro  che  si  adopera  nel 
focolare  per  trasmutare  cenere,  brace,  ec. 

bàrocàda,  s.  f.  =  lavoro  barocco,  azione 
barocca. 

bàròcch,  *  agg.  =  barocco.  In  arte  e 
specialm.  in  architettura  ;  manéra  bà- 
rdca,  étil  baraceli  =  maniera  barocpa, 
stile  barocco  :  la  maniera  che  prevalse 
nel  seicento. 

1)  L'opera  d'arte  di  quello  stile;  fà- 
eiàda  bàrdea  =  facciata  barocca. 

2)  Ha  anche  spesso  significato  spre- 
giativo; vestii,  tìber  bàròech  =  vestiti, 
libri  barocchi:  stracci  e  di  poco  valore. 

baròmetro,*  s.  m.  =  barometro:  stro- 
mento  che  serve  a  determinare  la  pres- 
sione dell'atmosfera  e  le  sue  variazioni. 

bàròn,*  s.  m.  =  barone:  titolo  di  nobiltà. 

1)  Chi  fa  azioni  poco  delicate. 

2)  bàròn  fotiiii  =  barone  cornuto, 
baron  con  l'effe:  lo  stesso  che  birbante. 

bàronàda,  s.  f.  =  baronata:  azione  bia- 
simevole,  meno  che  bricconata. 

bàronèsa,*  s.  f.  =  baronessa:  la  moglie 
del  barone:  titolo  di  nobiltà. 

bàronscèll,  s.  m.  =  baroncello;  dim.  di 
baròn.  Nel  sign.  1. 

bàronsìn,  s.  m.  =  baroncino  :  il  figlio 
del  barone;  titolo  di  nobiltà. 

bàrosa,  s.  f.  =  barroccio  :  veicolo  a  due 
ruote  da  attaccarsi  a  un  cavallo  per 
trasportar  roba.  Non  troppo  comune. 

1)  volta  là  bavosa  coi  stangh  in  sii 
=  acculare  il  barroccio. 

bàrosàda,  *  s.  f.  =  barrocciata:  il  carico 
d'un  barroccio.  Poco  comune. 

bàrosìn,  s.  in.  =  barroccino. 

1)  Dim.  di  barroccio.  Poco  comune. 

2)  BaiTocciaio  :  chi  fa  il  mestiere  di 
trasportare  roba  col  barroccio:  chi  guida 
il  baiToccio.  Poco  comune. 

bàrseléta,  s.  f.  =  bai-zelletta:  detto  spi- 
ritoso, motto  faceto 
bàrtàbèll  e  bàrtàvèll,  s.  m.  =  bertuello: 


sorta  di  rote  da  pescare  che  ha  più  ri- 
trosi. 

bàrtàvèla,  =  gi-andissima  rete  formata 
come  un  bertuello,  in  grand' uso  per  la 
caccia  dei  passeri  che  si  fa  a  notte. 

bàrtoli,  s.  m.  =  bergamasco:  è  uno  stor- 
piamento di  Bai-tolomeo  patrono  dei 
bergamaschi.  Non  comune. 

bàrufa,  *  s.  f.  =  baruffa,  l'abbaruffarsi: 
•  il  pigliarsi   a   parole    e  il   venire    allo 

'«^'rfiani,  specialmente  per  cagione  improv- 
visa e  leggiera:  è  breve  zuffa  e  finisce 
senz'altro  danno  ohe  i  panni  e  la  per- 
sona scomposti  e  tutt'  al  più  qualche 
sgraffiatura. 

bàrufàmént,  s.  m,  =  abbaruffio,  l'abba- 
ruffarsi prolungato  e  di  più  i)ersone. 

bàrufàss,  v.  ri  fi.  =  abbaruffarsi,  abbattur 
folarsi:  venire  alle  mani  ed  anche  tal- 
volta avvoltolarsi  per  terra.  Vedi  ba- 
rufa. 

basa,*  s.  f.  =  bazza,  occasione  per  com- 
perare a  buon  prezzo. 

1)  b^sa  à  chi  idea  =  bazza  a  chi 
tocca.  Modo  proverbiale:  è  fortuna  per 
chi  ottiene  ciò  che  desidera. 

basa,  V.  att.  =  baciare:  accostare  la  bocca 
stringendo  le  labbra  e  poi  allentarle 
scostandole:  è  atto  che  si  fa  a  dimo- 
strazione di  affetto  o  di  rivereaza. 

1)  vess  minga  dègn  de  basa  là  tèra 
dòe  viln  el  mètt  i  pee  =  non  esser  de- 
gno di  baciare  la  terra  che  uno  cal- 
pesta, dove  uno  mette  i  piedi.  Nel  par- 
lare di  persona  che  un  altro  censuri 
essendole  molto  inferiore  e  avendogli 
obblighi  particolari  di  gratitudine. 

Basa  (là),^=  la  Bassa:  nome  con  cui  com- 
prendiamo il  basso  Milanese,  il  Pavese, 
il  Lodigiano;  viin  déla  Basa  =  un  pia- 
nigiano. 

basa,  V.  att.  =  abbassare,  chinare:  assai 
poco  comune.  Vedi  sbàsà. 

bàsàmàn,  s.  m.  =  baciamano:  il  baciare 
la  mano  di  chi  vogliamo  salutare  con 
atto  di  molto  rispetto.  È  atto  che  va  di- 
susando quasi  del  tutto  e  con  lui  la 
parola. 

bàsàmènt,  s.  m.  =  basamento:  parte  del 
piedistallo  della  colonna  che  posa  im- 
mediatamente sul  piano  dell' edifizio. 

1)  Specie  di  zoccolo,  un  "  poco  spor- 
gente su  cui  si  innalza  l'edificio. 

bàsàpìl,  s.  m.  =  baciapile,  baciapolvere, 
bacchettone:  che  è  sempre  per  le  chiese. 

basar,  s  m.   =   bazar  :   luogo  aperto   al 


bas 


82  — 


bas 


])ubblico,  dove  vi  sono  diverse  botteglie 
0  anche  solo  diverse  scansie  per  diversi 
generi  di  mercerie. 
bàsàss,  V.    rifl.  =   fondarsi,    far   fonda- 
mento. 

1)  mi  me  basi  àiU  tò  diseoré  di  ièr 
=  io  mi  fondo  sul  tuo  discorso  di  ieri. 

2)  Baciarsi:  reciproco  di  baciai'e. 
bàsàss,  V.    rifl.    =  abbassarsi,    scendere 

a...,  degnarsi  di...,  avvilirsi  a...  Vedi 
àbàsàss. 

1)  bàsàss  già  =  chinarsi  piegarsi.  V. 
sbàsàss. 

banchina;  s.  f.  =  giubba  a  pìccole  falde: 
fra  gli  arredi  da  donna. 

bàsciill,  e  anche  bàsàcùla,  s.  f.  =  sta- 
dera a  bilico:  dal  ft-ancese  bascule. 

bàsèliu,  s.  m.  =  scalinetto,   gradinetto: 
dim.  di  scalino,  gradino. 

1)  Predellino  delle  carrozze. 

2)  bàsèlìn  à  diiù  ò  irti  pass,  o  pà- 
sdd,  0  staff  =  predellini  a  due  o  tre 
montate,  o  battenti,  o  palette. 

bàsèll,  s.  m.  =  scalino,  gradino  :  cia- 
scuno di  quei  piccoli  piani  sui  quali 
si  pongono  alternatamente  i  piedi  nel 
salire  e  nello  scendere  la  scala.  L'ital. 
distingue  e  chiama  scalini  quelli  delle 
scale,  gradini  quelli  delle  gradinate. 

1)  Grado  :  uno  dei  piani  disposti  a 
diverse  altezze  sopra  l'altare,  sui  quali 
posano  i  candellieri  ;  on  bèli  aitar  de 
7nàrmo  à  quàter  bàsèi  =  un  bell'altare 
di  marmo  a  quattro  gradi. 

2)  bàséi  d'óna  éctLla  à  man  =  piuoli  : 
scalini  fatti  di  bastoni  o  anche  di  re- 
goli incastrati  in  due  aste  di  legno  o 
stanghe  parallele  dette  staggi. 

3)  fa  el  primm  bàsèll  =  Fig.  fare  il 
primo  passo. 

4)  fàlà,  sbaglia  el  primm  bàsèll  = 
Fig.  dar  male  i  primi  passi  ;  errare  fin 
dal  principio. 

6)  i  primm  bàsèi  =  l'invito:  i  pochi 

scalini  a  poca   distanza   dalla   scala  e 

accennano  alla  medesima. 
babèli)  s.  m.   =  basino  :    specie   di   tela 

cotone. 
bàsèsa,  s.  f.  =  bassezza  :  astratto  di  bàss 

=  basso. 

1)  Atto,  azione  propria  d'animo  basso. 

2)  Abbiettezza:  disposizione  dell'a- 
nima a  cose  abbiette. 

3)  eont  baéèéa  =  abbiettamente  :   in 
modo  abbietto. 

bàsgeritt,  s.  m.  plur.  =  calcolini:  pic- 


cole calcole:  regoletti  appesi  ai  licci  del 
pettine  che,  mossi  col  piede,  alzandosi 
e  abbassandosi  altei'nativamente  aprono 
e  chiudono  i  fili  dell'ordito  tra  i  quali 
deve  passare  il  ripieno. 
bàsgria,  s.  f. 

1)  Eotellina  di  minuge  d'  agnello  o 
simile,  preparate  per  insaccarvi  salsic- 
cie,  salami,  ecc. 

2)  Mannella,  manata,  mannello,  pu- 
gnello,  fascetto  :  quel  covone  che  si 
fe  della  canapa  e  del  lino  quando  si 
segano  o  che  già  è  scotolato  e  amma- 
nito per  la  vendita. 

8)  Penzolo:  più  grappoli  d'  uva  ser- 
bevole  legati  insieme  e  appesi  al  palco. 
bàsgriàna^  s.  f.  •=  fava:  specie  di  legume 
che  nasce  nel  baccello;  faba  vulgaris. 
Enti'a  nello  scherzo  infantile  :  trMa. 
trota,  seimbioeu,  che  domdn  fàrèmm 
fàsoeu,  dòpòdiman  fàrèmm,  bcisgiànn 
per  fa  età  àlégher  i  bèj  tosanti:  si  dice 
facendo  saltellare  i  bimbi  sulle  ginoc- 
chia. 

1)  Baccello:  il  frutto  della  fava  col 
suo  guscio  che  è  erboso,  grasso,  più 
facile  a  putrefarsi  che  a  disseccarsi.  La 
fava  fresca  sgranata  dicesi  anche  in 
ital.  :  bagiana. 

2)  Fa  gid  i  bàsgiànn    ■=    sgusciare, 
sgranare  i  bacelli. 

3)  èrba  bàsgiàna  =  fava  grassa,  erba 
di  S.  Giovanni. 

bàs^iànoeùra,   s.   f.    =   fava  piccola   o 

minuta. 
bàsgier,  s.  m.  =  bilancia:  mazza  un  po' 

arcuata,  con  tacca  in  ciascuna   testata 

a  cui  appender  secchi,  corbe  e  sim.  da 

ti'asportarsi  a  spalla. 
bàsgrieràda,  s.  f.  =  colpo  dato  col  bà- 

sgier.  Non  comune. 
bàsgrìòtt,  agg.  •=  bazzotto  :  uomo  di  poco 

sicui-a  moralità.  Poco  usato. 
bàsigra,  s.  f.  =  bazzica  :    sorta  di   gioco 

di  carte. 
bàsigà;  V.  alt.  =  bazzicare. 

1)  Di  luogo,  andarvi  abitualmente  ; 
l'è  vUn  che  bàslga  el  càfe  dì  colònn  = 
è  uno  che  va  abitualmente  al  caffè  delle 
colonne. 

2)  Di  persona,  praticarla  molto,  ma 
per  lo  più  in  mal  senso  ;  el  bàsiga 
cèrta  geni  che  me  piàs  prdpi  nò  =  baz- 
zica cei"ta  gente  che  proprio  non  mi 
piace. 

bàsignàna,  =  nella  locuz.  fam.  ;  wéé   de 


bas 


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bas 


cà  bàéignàna^  o  bàsignàni  =  essei* 
basso  di  statui-a. 

basila,  s.  f.  =  bacile,  vasoio  :  special- 
mente quello  che  alla  entrata  di  teatri 
o  di  chiese  raccoglie  le  offerte  di  da- 
naro. 

bàsìlegh,  e  più  comiin.  basiliche  s.  ni.  = 
basilico  ;  ocymuni  basilicum  =  pianta 
odorosa  che  si  coltiva  negli  orti  per 
dar  sapore  alle  pietanze  e  odore  all'in- 
salata. 

bàsilìn,  s.  m.  =  padellina  della  candela, 
del  candelliere  :  piattellino  di  lamiera 
0  di  cristallo  per  parare  la  cera  che 
cola  quando  arde. 

bàsilìsch,  s.  m.  basilisco.  Fani,  di  per- 
sona rabbiosa  ;  ceuce  de  bàsiliéch  = 
occhi  di  basilisco. 

bàsin,  s.  m.  =  bacino,  bacio  :  l'atto  del 
baciare, 

1)  fa  on  bàsìn;  di  basiti  =  fare  un 
bacio  ;  dei  baci  :  baciare  una  o  piii  volte. 

2)  manda.,  tra  on  bàstn  =  mandare 
un  bacio  :  baciarsi  la  punta  delle  dita 
riunite  Insieme,  e  poi  voltarle  e  far 
l'atto  come  di  scagliar  qualche  cosa 
aprendo  la  mano. 

3)  mangiti  de  basiti  =  mangiare,  di- 
vorare coi  baci  :  dare  molti  baci  e  con 
vivissimo  affetto. 

4)  bàsìn  ttla  fràncésa  =  bacio  alla 
francese  :  è  il  baciare  una  gota  e  poi 
l'altra  prendendole  prima  fra  le  dita  e 
tenendolo  leggermente  sollevate.  Si  fa 
per  scherzo  coi  bambini. 

5)  el  bàstn  Ma  relìquia  =  il  bacio 
delle  reliquie  :  pratica  di  devozione. 

6)  bàsìn  s'eiàser  =  baciozzo. 

7)  fàcia  de  basiti  =  viso  dolce  :  ru- 
bacuori. 

8)  à  bàsìn  =  accosto  accosto  :  si 
dice  specialmente  delle  palle  da  biliardo 
che  si  toccano  o  toccano  la  mattonella. 

9)  Bacio,  abboccatura  :  quel  segno 
che  resta  in  un  pane  in  quella  parte 
in  cui  ha  toccato  un  altro  o   il   forno. 

10)  bàsìn  de  mori  =  succio  :  quel 
piccolo  ristagno  di  sangue  che,  non 
sappiam  come,  talora  ci  troviamo  nella 
pelle. 

bàsin,  agg.  =  bassino,  dim.  di  basso  : 
un  po'  basso,  piuttosto  basso. 

bàsiroeù;  s.  m.  =  operante  alla  bassa  del 
milanese. 

bàsla,  s.  f.  =  ciotolone  :  vaso  grande  e 
spaso,  di  terra  cotta  o  di  legno. 


bàslèta,  s.  f.  =  tafferia,  vassoia. 

1)  Piatto  di  legno  largo  e  piano,  a 
sponde  pochissimo  rilevate  :  serve  a 
infarinarvi  pesce  o  altro,  e  anche  per 
grattarvi  cacio,  pane  e  sim.,  e  anche 
a  pulire  il  riso. 

2)  Bazza.  Fam.  il  mento  quando 
sporge  in  avanti  più  del  giusto  e  del 
solito. 

3)  Barbozza  :  il  punto  dove  il  labbro 
inferiore  del  cavallo  s'attacca  alla  ma- 
scella inferiore. 

4)  bàsUta  =  presso  i  salumieri  è 
ogni  rifiuto  o  avanzo  di  salame  o  carne 
porcina  esposta  in  vendita,  ammontic- 
chiato alla  rifusa  sur  una  tafferia  ;  dò 
pàlàneh,  ire  pàldnch  d^.  bàsleta.  La 
cresciuta  dignità  personale  allontana 
anche  la  povera  gente  da  questo  rac- 
cattare i  rifiuti  e  quindi  disusano  al- 
quanto la  cosa  e  la  parola. 

5)  La  forma  di  cacio  lodigiano  spia- 
tellata,  cioè  assai  larga  e  poco  alta, 
per  allusione  alla  tafferia,  la  quale  è 
così  fatta. 

bàslétàda,  s.  /.  =  tafferiata,  vassoiata  : 
quanta  roba  cape  in  una  tafferia  o  vas- 
soia. 

bàslètìna,  s.  f.  =  bazzina,  dim.  di  bazza. 
V.  bàsleta,  2). 

bàslètòn,  s.  m.  =  bazzone  :  uomo  che  ha 
la  bazza.  Di  essi  dice  il  toscano  :  S'è 
alzato  presto  :  tutte  le  bazze  son  sue. 

bàslètóna,  s.  f.  =  bazzona. 

1)  Acer,  di  bazza,  bazza  grande. 

2)  Donna  che  ha  la  bazza. 
bàsloeu,  s.  m.  =  ciotolina. 

1)  Dim.  di  ciotola. 

2)  Anche  il  calice  della  ghianda. 
bàsldfla,  s.  f.   =   bazzoffia  :    di  minestra 

0  altra  bigutta   che   sia   molta    e   non 

troppo  saporita. 
basloflòn  =  pappone.  Vedi  basolon-1). 
bàslotee,  s.   m.  =  catinaio  :    chi   va  in 

giro  a  vendere  i  catini  ed  altri  vasi  di 

terra  cotta. 
bàslotèll,  s.   m.   =    catinotto.    Dim.    di 

catino  :  catino  né  piccolo,  né  grande. 
bàslòtt,  s.  m.  catino. 

1)  Vaso  di  terracotta  largo  aUa  bocca 
e  stretto  in  fondo  a  uso  di  rigovernar 
le  stoviglie  :  ce  n'è  anche  di  legno  e 
di  rame. 

2)  bàslòti  di  dànee  =  ciotola  :  va- 
setto di  legno  per  tenerci  danari  e  il 
polverino  ;  el  bàslòti  de  l'àrgént  e  quèll 


bas 


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bas 


del  ràmm  =  la  ciotola   dell'  argento   e 
quella  del  rame. 

3)  dà^h  dna  scopala  ài  bàslòtt  =  fare 
uno  scorporo  alla  ciotola  :  levarne  molto 
danaro. 

4)  vèss  in  duii  à  on  bàslòtt  =  esser 
due  cani  a  un  osso. 

bàsolón,  s.  m.  =  minestraio  :  il  conta- 
dino che  dispensa  la  minestra  ai  com- 
pagni di  lavoro. 

bàs' óra,  =  bass'ora:  l'ora  clie  il  sole 
comincia  ad  abbassare  :  il  dopo  mez- 
zodì. 

1)  Pappone  :  chi  mangia  smoderata- 
mente e  d'ogni  cosa. 

bàsotà,  1).  att.  =  baciucchiare  :  frequen- 
tativo di  baciare  :  dà  l' idea  d'affetto  e 
d'animo  fiacco,  molle,  svenevole. 

bàsotàss,  V.  recipr.  baciucchiarsi. 

bàsrilèv  *  s.  m,  =  bassorilievo  :  lavoro 
di  scultura  in  cui  le  figure  si  vedono 
solo  in  parte  staccate  dal  fondo, 

bàss,  agg.  femm.  basa  =  basso  :  che  s'alza 
poco  da  terra,  da  un  piano,  da  un  li- 
vello, da  una  base;  che  è  in  situazione 
inferiore  rispetto  a  un  altro  oggetto. 
Il  contrario  di  alto  ;  stàns  bàss  =  stanze 
basse  :  non  sfogate. 

1)  Basso,  per  chino,  volto  all'ingiù  ; 
oeucc  bàss  =  occhi  bassi  ;  eoo  bàss  = 
capo  basso. 

2)  Quanto  alla  larghezza  ;  bindèll 
bàss  =  nastro  basso. 

3)  Quanto  alla  qualità  ;  or  bàss  = 
oro  basso  :  non  del  fino. 

4)  Quanto  al  tempo  ;  càrneml  bàss  = 
carnevale  basso. 

5)  Quanto  al  calore  ;  temperàdura 
basa  =  temperatura  bassa. 

6)  vos  basa  =  voce  bassa  i  che  si 
sente  solamente  da  chi  è  vicino  ;  op- 
pui'e  contrario  di  acuta. 

7)  mesa  btisa  =  messa  bassa  o  piana  : 
il  contrario  di  cantata. 

8)  Nelle  compre  o  vendite  ;  prèsi 
bàss  =  prezzi  bassi  :  quando  la  roba 
non  è  cara;  fa  on' òfèrta  tròppbàsa  = 
fare  un'  offerta  troppo  bassa  :  troppo 
al  disotto  di  quel  che  merita  l'oggetto 
in  vendita. 

9)  basa  gent  =  gente  bassa  :  di  umile 
condizione. 

10)  fa  man  basa  =  fare  man  bassa  : 
portar  via  o  rovinare  tutto  ciò  che  si 
trova  in  un  luogo. 

11)  sta  bàss  =  tenersi  basso  :   nello 


stimare,  nell'  offrire,  nel  chiedere  :  sti- 
mare, offrire,  chiedere  meno  del  giu- 
sto. 

12)  Abbietto  :  degno  del  massimo  di- 
sprezzo ;  V  è  on  òmm  de  sentiment 
tròpp  bàss  =  è  un  uomo  di  sentimenti 
troppo  abbietti. 

bàss,  s.  m.  =  basso,  luogo,  parte  bassa  ; 
de  bàss,  in  bàss  =  da  basso,  in  basso» 
1)  Cantante  che  ha  la  voce  più  pro- 
fonda nella  scala  musicale. 

bàst,  s.  m.  =  basto  :  specie  di  sella  che 
si  mette  addosso  ai  giumenti  per  ca- 
valcarli 0  per  adattai-vi  il  carico. 

1)  porta  el  bàst  =  portare  il  basto, 
fig.  di  chi  in  una  famiglia  o  in  una 
società  deve  sopportare  tutte  le  fatiche 
più  gravi,  ed  anche  di  chi  lavora  per 
tirare  innanzi  la  famiglia. 

2)  végh  poca  paia  in  bàst  =  essere 
debole,  fiacco  :  avere  assai  poca  salute. 
Si  estende  anche  alle  facoltà  intellet- 
tuali e  vale  essere  di  poca  mente,  ed 
alle  qualità  morali,  essere  di  poco  ca- 
rattere, essere  leggiero. 

3)  mangia  là  pàja  foeùra  del  bàst  = 
mangiarsi  l'erba  e  la  paglia  sotto:  con- 
sumare l'avere  senza  più  industriarsi. 

4)  mètt  o  tceu  giò  el  bàst  =  mettere, 
togliere  il  basto. 

5)  giiigà  ài  bàst  =  fare  al  basto  :  si 
fa  colle  carte. 

6)  tra  per  tiri,  o  in  tiri  el  bàst  = 
rompere  la  cavezza  :  togliersi  alla  sog- 
gezione e  podestà  dei  superiori, 

basta,  *  V.  att.  =  abbastare,  bastare  :  es- 
sere abbastanza  ;  mila  franeh  à  l'ànn 
me  bàsten  per  viv  =  mille  franchi  al- 
l'anno mi  bastano  per  vivere. 

1)  basta,  bastarla  =  basta,  baste- 
rebbe :  impersonale  coli'  infinito  dopo 
0  col  che;  vale:  a  condizione  di...;  bMta, 
fa  come  te  voeut  ti  se  va  shnper  d'à- 
cord  =  si  sta  sempre  d'  accordo,  basta 
fare  come  vuoi  tu  ;  bastarla  che  te 
vorèset  per  riiisigh  =  basterebbe  che  tu 
volessi  per  riuscirvi. 

2)  Di  pers.  el  basta  Iti  sol  à  manda 
inane  el  negasi  =  basta  lui  solo  a  man- 
dare avanti  il  negozio. 

3)  Btista  =  basta  ;  non  ci  vuol  di  più  : 
non  occorre  altro  ;  l'hoo  ditt  mi,  btista  = 
r  ho  detto  io,  basta  ;  se  sii  contenta 
btista  =  se  siete  coutenti,  basta  ;  btista 
di  =  basta  dire  :  dicendo  cosa  che  par 
sufficiente  a  provare  ciò  che  si  afferma  ; 


bas 


—  85 


bas 


btista  dì  elle  V  ha  bàtiiil  sòci  màcler  = 
basta  dire  che  ha  battuto  sua  madi'e. 

4)  basta  -  basta  :  per  intimare  ad 
altri  che  smetta  e  che  d'una  cosa  non 
ne  vogliamo  più.  Con  più  forza  ;  basta 
insct  =  basta  cosi. 

5)  basta  =  si  dice  a  noi  stessi  mu- 
tando istantaneamente  pensiero,  o  cor- 
reggendosi ;  mi  me  par  eie  nò  ;  basta  ! 
njed  ti  quèll  che  te  par  m,èj  de  fa  =  a 
me  non  pare  ;  basta  !  vedi  tu  quel  che 
ti  par  meglio  di  fai"e. 


bàstàrd,  * 


bastardo  :    di   figliuolo  il- 


legittimo, adulterino,  nato  da  adulterio. 
;_.    Ha  senso  dispregiativo. 
E        1)  Agg.  di  animale  :  nato  per  incro- 
:■    ciamento  di  razze,  ma  che   ritrae   più 

di  nna  razza. 
bastarda;  v.  att.   =   Imbastardire.   Fal- 
sare. 
bàstàrdèla,  s.  f.  =  bastardella. 

1)  Vaso  di  rame  stagnato  o  di  ter- 
racotta per  cuocervi  carni,  e  sim. 

2)  Baracchina  :  specie  di  bastardella, 
ma  con  due  maniglie  laterali  ferme. 

3)  Paiuola  :  ha  due  maniglie  ferme, 
con  cavo,  senza  spigolo,  per  poter  ben 
rimestare  colla  mestola,  o  la  spatola  la 
roba  sul  fuoco,  come  per  chiarire  lo 
zucchero,  fare  il  mosto  cotto,  gli  sciroppi, 
o  altra  cosa  simile. 

4)  Specie  di  carrozza  a  quattro  posti 
con  carro  a  coda,  ora  poco  comune. 

5)  Travetta  di  misura  varia. 
bàstàrdòn,    s.    m,.    =    bastardone,    suc- 

cione,  succhione,  poppaione  :  ramo  di 
vite  che  ha  gli  occhi  piccoli  e  appia- 
nati. Anche;  ramo  ingordo. 

bastee^,  s.  m.  =  bastaio  :  fabbricante  o 
venditore  di  basti. 

bàstèvol,  agg.  =.  bastevole,  bastante,  che 
basta. 

bastiménti  *  s.  m,.  =  bastimento  :  nome 
generico  delle  navi  grosse,  specialmente 
da  carico. 

1)  Quanta  mercanzia  entra  noi  ba- 
stimento ;  è  rivaa  quàter  bàstimmt  de 
gran  -  sono  arrivati  quattro  bastimenti 
di  grano. 

bàstina,  s.  f.  =  bastina  :  specie  di  giubba 
di  grossa  tela  imbottita  cui  a  difesa 
delle  spalle  usano  i  contadini  quando 
portano  pesi. 

bàstiòn,  s.  m.  =  bastione  :  opera  di  for- 
tificazione di  muramento  o  di  terra.  A 
Milano  i  bastioni  girano  intorno  a  quasi 


tutta  la  città  e  servono  ormai  come 
luogo  di  passeggio  ;  fa  el  gir  di  bàstion 
=  girare  intorno  a  Milano  sui  bastioni 
che  la  circondano. 
bàstòn,  s.  m.  =  bastone  :  pezzo  di  legno 
lungo,  arrotondato  e  pulito,  che  si  può 
comodamente  maneggiare  e  serve  per 
appoggiarvisi  camminando,  o  di  stru- 
mento di  offesa  e  difesa. 

1)  tirdi  de  bàston  =  tirar  di  bastone  : 
specie  di  scherma  fatta  col   bastone. 

2)  vòrègh  el  bàston  =  volerci  il  ba- 
stone. Enfat.  Quando  la  dolcezza  non 
basta  a  tenere  uno  al  dovere  ed  è  ne- 
cessario il  rigore. 

3)  bàston  (le  scoìn  =  bastone  della 
granata:  il  legno  che  si  infila  nella 
granata  di  saggine  o  di  scopa  per  ado- 
perarla più  facilmente. 

"  4)  bàston  =  bastoni  :  uno  dei  quattro 
semi  delle  carte  da  minchiate  o  tarocchi. 

5)  fa  cor  el  rè  de  bàston  =  fig.  dar 
l'asso  di  bastoni:  bastonare, 

6)  paga  coni  el  rè  de  bàéton  =  dar 
bastoni  :  invece  di  danari,  pagar  di 
minacce  e  di  busse. 

7)  bàston  =  bastone  :  panino  da  in- 
zuppare, per  lo  più  dolce,  ma  spesso 
anche  salato,  di  pan  comune. 

8)  Asta  :  bastone  lungo  e  diritto  che 
serve  per  lo  più  ad  uso  di  manico  ; 
el  bàston  di  tènd.  =  l'asta  delle  tende. 

9)  bàston  de  l'ombrèla  =  asta,  canna  : 
è  quella  mazza  di  legno  o  anche  di 
metallo  che  regge  tutte  lo  parti  del- 
l'ombrello. 

10)  bàston  déla  Stadera  =  braccio, 
asta  della  stadera,  anche  stilo  :  quel 
lungo  braccio  quadrangolare  della  sta- 
dera sur  uno  spigolo  del  quale  sono  se- 
gnate le  tacche. 

11)  Mazza  :  il  bastone  o  bastoncello 
che  si  porta  fuori  a  spasso. 

12)  Sponderola  a  bastone  :  specie  di 
pialla  il  cui  ferro,  ha  il  taglio  convesso. 
Serve  per  fare  gli    sgusci  alle  cornici. 

13)  mètt  el  bàéton  in  di  roeud  = 
mettere  un  bastone  fra  le  rote  :  frap- 
porre inciampi. 

14)  bàston  de  pàstór  =  vincastro; 
bàston  de  l'orhètt  =  batocchio  ;  bàston 
del  vèàcov  =  rocco  o  pastorale;  bàétdn 
de  pelegrtn  =  bordone;  bàston  de  pre- 
vdst  =  ferula.  Specie  di  pastorale  con  pomo 
d'argento.  E'  solo  del  rito  ambrosiano. 

bastona;  v.  att.  =  percuotere  col  bastone. 


bas 


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bat 


bàstonàda,  s.  f.  =  bastonata,  mazzata, 
colpo  :  percossa  data  col  bastone,  colla 
mazza, 

bastonili;  s,  m.  =  bastoncino,  dim.  di 
bastone. 

1)  Piccolo  pane  bislungo  e  di  pasta 
fine,  da  inzuppare  nel  caffè. 

bastoniti;  s.  m.  plur.  =  ballatoi  :  i  ba- 
stoncini messi  nelle  gabbie  a  traverso 
perchè  gli  uccelli  vi  si  posino. 

bàstonscèll;  s.  m.  =  bastoncello,  dim. 
vexzegg.  di  bastone  ;  me  regordi  qumid 
vegnéva  ci  nono  eoi  so  bastonscèlt  =  mi 
ricordo  quando  veniva  il  nonno  col 
suo  bastoncello. 

bàstrosà,  v.  ali.  =  far  barattina.  Anche 
far  baratteria. 

bàstroson,  s.  m.  =  barattiere,  treccone  : 
chi  nel  comperare  o  vendere  si  ingegna 
di  mettere  in  mezzo  la  gente. 

bàstròss,  s.  m.  =  barattina,  baratto,  ma 
di  cose  di  poco  valore  e  i  baratti  che 
fanno  tra  loro  i  ragazzi. 

1)  Compra  e  vendita  fatta  con  in- 
ganno. 

bàta;  s.  m.  =  coreggiate:  arnese  per 
battere  il  grano  e  le  biade  composto 
di  due  lunghi  bastoni  congiunti  me- 
diante una  striscia  di  cuoio,  per  cui 
l'estremità  dell'uno  si  articola  su  quella 
dell'altro  ;  el  vitinegh  déla  bàia  =  il 
manfanile  del  coreggiate  :  il  bastone  che 
si  tiene  in  mano  battendo  ;  scòsura, 
màrèla ,  tàrèll,  giàcol  màshcor  =  la 
vetta,  l'alti'O  bastone  col  quale  si  bat- 
tono le  biade  ;  trèposta,  cavali,  càpèll  o 
càvàlètt  =  la  gambina,  la  striscia  di 
cuoio  che  li  riunisce. 

bàtà;  V.  att.  =  battere  col  coreggiato. 

bàtàcc,  s.  m.  =  Vedi  bàtàgg. 

bàtàda,  s.  f.  =  colpo  di  coreggiato. 

bàtàgg,  s.  m.  =  battaglio.  Pezzo  di  ferro 
sospeso  neir  interno  deUa  campana, 
che  la  fa  suonare  quando  è  mossa. 

1)  Martello,  picchiotto:  si  dice  a 
quell'arnese  appeso  alla  porta  di  casa, 
che  serve  a  picchiare  per  farsela  aprire. 

2)  Eandello  :  grosso  e  corto  bastone 
che  mettesi  al  coUo  delle  bestie  bovine 
viziate,  perchè,  levandosi  in  ardenza, 
sbatacchiate  da  quello  si  acchetino. 

3)  Mazza  sorda  :  la  spiga  della  stian- 
cia. 

bàtàgià,  V.  att.   =   scampanare  :    suonar 

le  campane  a  distesa  e   lungo   tempo. 

bàtàlìa,   *   s.  f.  Anche   bàtàja,   s.  f.  = 


battaglia:  scontro  di  due  eserciti  o  di 
due  armate. 

1)  Contrasto  vivo  fra  due  partiti  in 
una  adunanza  di  molte  persone,  per 
vincere,  o  mandare  a  monte  una  pro- 

•  pos^a  ;  ièr  in  Consìli  gh'è  staa  bàtàlia 
=  ieri  in  Consiglio  ci  fu  battaglia. 

2)  In  pittura  :  un  quadro  che  rap- 
presenta una  battaglia. 

3)  cavali  de  bàtàlia  =  cavallo  di  bat- 
taglia. Fig.  d'opera  o  lavoro  in  cm 
uno  abbia  fatto  o  faccia  maggior  prova 
della  sua  abilità. 

bàtàlión,  s.  m.  Anche  bàtàjón,  s.  m.  =■ 
battaglione.  T.  mil.  corpo  di  fanteria 
composto  di  più  compagnie. 

bàtàjà;  V.  att.  =  battagliare.  Fig.  per 
contrastare  vivamente  di  due  partiti  a 
di  dne  persone. 

bàtara^  s.  f.  =  banco  della  bambagia  :  su 
di  esso  shoccasi  la  bambagia. 

bàtàrèll;  s.  m.  =  battente.  Arnese  di 
metallo  in  forma  di  martello  o  di 
campanella  che  è  alla  porta  delle 
case  per  picchiare.  Vedi  bàtàgg.  2). 
1)  Rameta  :  specie  di  mestola  di  vi- 
mini con  cui  far  la  scacciata  degli  uc- 
celli nelle  ragnaie.  Anche  boridòr  de 
ròcol. 

bàtària,  s.  f.  =  batteria  :  un  numero  deter- 
minato di  cannoni  con  tutti  gli  attrezzi. 

1)  baiarla  de  cìisìna  =  batteria  da 
cucina  :  tutti  gli  attrezzi  occorrenti  per 
una  cucina. 

2)  bàtària  de  V  òròlògg  =  batteria  o 
soneria  degli  orioli  :  il  meccanismo  per 
batter  l'ore. 

3)  dna  bàtària  de  ficm,  de  àrgomént, 
ecc.  =  fig.  una  batteria  di  ragazzi,  di 
argomenti,  ecc.  :  gran  numero  di  ra- 
gazzi, d'argomenti,  ecc. 

4)  Uomo  troppo  buono,  un  po'  cre- 
denzone e  tale  che  si  lasci  far  celie 
senza  offendersene  ;  el  general  l'èra  on 
bon  baiarla  =  il  generale  era  un  buon 
giovialione,  un  po'  sempliciotto. 

bàtela,  v.  att.  =  accattare.  Chiedere  l'ele- 
mosina. 

1)  Frecciare  :  chiedere  alti'ui  danaro, 
0  in  prestito,  o  col  pretesto  di  vendere 
oggetti  di  poco  0  nessun  conto,  di 
sottoscrizioni,  ecc. 

bàtéla,  s.  f.  =  battella  :  una  specie  di 
barca  lunga,  sti'etta  e  senza  cerchi  che 
usano  per  viaggi  lesti  e  le  regate  sul 
Lario. 


bat 


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bat 


bàtèll,  s.  m.  =  battello  :  piccola  nave 
per  vai-i  usi. 

1)  bàtèll  à  vapor  =  piroscafo,  battello 
a  vapore. 

bàtèlmàtt,  s.  m.  =  cacio  di  Batalmat  : 
è  vaccino  pochissimo  salato.  Detto  così 
dall'alpe  di  tal  nome  nella  Val  For- 
mazza  in  Isvizzera,  donde  ci  viene. 

bàténda,  s.  f.  =■  battitura  :  il  tempo  in 
cui  si  battono  le  biade. 

bàtént,  s.    m.    =    battente. 

1)  Quello    che    suona   le   ore    negli 
orixioli, 

2)  Corpo  d'acqua  che  gravita  sulla 
bocca  d'uscita,  secondo  il  modulo  ma- 
gistrale milanese. 

3)  *  bàtènt  =  le  bacchette  del  tam- 
buro: i  due  piccoli  rulli  affusati  coi 
quali  si  suona  il  tamburo. 

bàterìa,  *  s.  f.  =  del  dialetto  più.  scelto. 

Lo  stesso  che  bàtàrìa. 
bàterèll,  s.  m.  =  mestola  :  il  legno  con 

che  le  lavandaie  battono   i  panni. 
bàtes,  V.  reeipr.  =  battersi. 

1)  Affrontarsi,  reciprocamente  di  eser- 
citi; i  Fràneés  e  i  Todèseh  se  s'hin 
bàtiiii  à  Magenta  =  i  Francesi  e  i  Te- 
deschi si  affrontarono  a  Magenta.  An- 
che: combattere. 

2)  Assol.  Far  duello,  duellare,  bat- 
tersi in  duello. 

bàtesà;  *  v.  att.  =  battezzare:  ammini- 
sti'are  il  battesimo. 

1)  bàtesà  i  eàmpàìin  »  battezzar  le 
campane  :  del  rito  con  cui  il  sacerdote 
le  benedice  e  dà  loro  un  nome. 

2)  Mettere  acqua  nel  vino  o  nel  latte 
^•per  frode  ;  i  brugndni  bàtèsen  quasi 
'  tiiee  el  vtn    -    i    tavernai    battezzano 

quasi  tutti  il  vino. 

3)  Bagnare  qualcuno,  il  più  delle 
volte  inconsciamente,  con  acqua  che  si 
lascia  cadere   dall'alto. 

4)  bàtesà  vun  per  on  màtt,  per  on 
àsen,  ecc.  =  battezzare  uno  per  matto, 
per  asino,  ecc.  :  chiamarlo  matto,  asino. 
Dargli  il  nome  di...  qualificarlo  per... 

bàtesela,  v.  att.  =  battersela,  andar  via, 
segnatamente  per  iscansare  una  com- 
promissione, senza  prender  il  com- 
miato. 

bàtèsim,  *  s.  m.  =  battesimo  :  il  primo 
dei  sacramenti  della  Chiesa;  tegni  à 
bàtèsim  =  tenere  a  battesimo. 

1)  nòmm  de  bàtéshn  =  nome  di  bat- 
tesimo :  il  nome   individuale   contrap- 


posto al  casato,  al  soprannome  o  ad  al- 
tro nome  che  alcuni  prendono  e  col 
quale  sono  più  conosciuti. 

2)  fed  de  bàtesiìn  =  fede  di  battesi- 
mo, 0  battesimale  o  di  nascita  :  docu- 
mento che  attesta  l'età,  i  genitori,  la 
condizione. 

3)  vègli  el  bàtésim  =  avere  il  batte- 
simo :  si  dice  anche  per  traslato  di 
chi  si  afferma  ed  è  dal  pubblico  rico- 
nosciuto e  dichiarato  artista ,  orato- 
re, ecc. 

bàtìcoeùr,  s.  m.  -  batticore  :  battito  del 

core  prodotto  da  paura  o  da  altra  forte 

commozione. 
bàtidór,  s,  m.  =  frecciatore,  freccione  : 

chi  leva   di   sotto    danari    a    qualcuno 

con  inganni. 

1)  Chiedono:  chi  ha  l'abitudine  di 
chiedere  e  di  far  l'impronto  ;  colui  che 
va  per  le  case  a  sollecitare  l' elemo- 
sina col  pretesto  di  sottoscrizioni,  di 
compere  d'oggetti,  ecc. 

2)  battitore  :  lavorante  che  coi  mazzi 
spalma  d'inchiostro  le  forme  da  stam- 
parsi. 

3)  Chi  batte  nel  gioco  del  pallone  o 
della  palla. 

bàtilòr,  s.  m.  =  battiloro  :  chi  fa  il  me- 
stiere di  ridurre  l'oro  e  l'argento  in 
foglie  per  filarlo  o  per  indorare  o  inar- 
gentare. 

bàtiuiàn,  s.  m.  =>  battimano:  applauso 
fatto  col  batter  le  mani. 

bàtiu,  s.  m.  =  paratore,  battine,  ribatti- 
tore :  chi  nei  boschi  para  sotto  il  colpo 
del  fucile ,  battendo ,  frugando  la 
preda. 

bàtiroeu,  s.  m.    =  martello,    picchiotto. 

1)  Quell'arnese,  per  lo  più  di  ferro, 
pendente  dalla  porta,  a  uso  di  pic- 
chiare per  farsela  aprire. 

2)  Mazzuola:  legno  con  che  si  di- 
vetta il  lino,  la  canapa,  ecc. 

3)  Mazzaranga,  pestone,  pillone  :  ba- 
stone avente  in  cima  un  pezzo  di  ta- 
vola per  ispianare  la  teiTa;  bàtt  col 
bàtiroeu  l'era  =  mazzarangare,  pesto- 
nare  l'aia. 

4)  Maglio  :  battitoia  di  legno  con  che 
i  salumai  pestano  le  costole  delle  schie- 
ne di  lardo  di  maiale. 

5)  Manico  della  zangola:  mazza  o 
bastone  con  cui  si  dibatte  il  latte  nella 
zangola  per  fare  il  burro. 

6)  Sbattitoia:  pezzo   di   legno  piano 


bat 


bat 


che  si  fa  scorrere  successivamente  sulle 
varie  parti  della  pagiua,  picchiandovi 
sopra  leggermente  col  mazzuolo,  onde 
pareggiarne  le  lettere  cioè  abbassare 
quello  che  si  trovassero  alzate. 

7)  Matterello  :  legno  con  cui  si  pic- 
chia la  carne  per  disnervarla,  si  che 
cotta  divenga  frolla.  Se  è  di  ferro  si  dice 
batirceùla.  Vedi. 

8)  Legno  da  un  lato  della  macina 
por  avvisare  quando  non  è  più  grano 
nella  tramoggia.  I  toscani  usano  pa- 
lettine  d'acciaio  e    le   chiamano    ferri. 

9)  Stella  :  specie  di  ruota  a  denti 
infìssa  nell'asta  del  tombolo  nel  frul- 
lone. 

10)  Nottola:  nel  telaio  della  sega  a 
maQO,  è  quella  stecchetta  di  legno  che, 
assicurata  nel  mezzo  della  fune,  va  a 
battere  sullo  staggio.  Serve  a  torcere 
la  fune  perchè  la  lama  stia  ben  distesa. 

bàtiroeùla,  s.  f.  =    mazzuola  di   ferro. 

1)  Specie  di  paletta  con  che  si  pic- 
chia la  carne,  onde  cotta  non  resti  ti- 
gliosa. 

2)  Maglio  :  legno  col  quale  i  tintori 
battono  varie  robe. 

bàtirón  d'acqua  =  Scossone  d'acqua. 

bàtìsa,  agg.  =  batista:  aggiunto  di  tela 
finissima  ;  on  fàsolètt  de  bàtìsa  =•  un 
fazzoletto  di  tela  batista. 

bàtisaa,  agg.  =  batistato  :  di  tela  ridotta 
a  foggia  di  tela  batista. 

bàtistér,  *  s.  m.  =  battistero  :  l'edificio 
annesso  a  una  cattedrale,  o  la  cappella 
d'una  chiesa  dove  è  il  fonte  battesi- 
male,  e  il  fonte  battesimale  stesso. 

bàtistràda,  s.  m.  =  battistrada:  servi- 
tore che  a  cavallo  precede  la  cai-rozza 
di  qualche  personaggio. 

1)  Scherz.  Chiunque  precede  altri, 
ne  annunzia  l'arrivo,  o  gli  serve  di 
giiida. 

bàtò,  s.  m.  =  mazzeranga,  pillone  :  stro- 
mento  di  legno  per  assodare  e  appia- 
nare il  terreno  e  il  selciato. 

bàtòcc,  s.  m.  =  battaglio,  battocchio  : 
poco  comune.  Vedi  bcàtàgg-. 

batosta,  s.  f.  =  batosta,  bussata;  grave 
danno  sofferto  negli  interessi  e  nella 
salute. 

1)  testi  su  dna  batosta  =  avere  una 
bella  scossa  :  averne  una  bussata. 

bàtt;  V.  att.  =  battere:  dar  colpi  per  lo 
inù  ripetuti  colla  mano  o  con  arnesi 
in  vista  di  un  effetto  determinato. 


1)  bàtt  quèidiin  =  battere  una  per- 
sona :  per  castigo. 

2)  bàtt  et  formént^  el  formenton  = 
battere  il  grano,  il  gran  turco  :  levarli 
dal  guscio  col  coreggiato.  Anche  asso- 
lutane :  *  pàisàn  conimeien  à  bàtt  ^ 
i  contadini  cominciano  a  battere. 

3)  bàtt  i  fàgn  =  battere  i  panni  : 
l'operazione  che  si  fa  colla  bacchetta 
per  levarci  la  polvere. 

4)  bàtt  i  màtàràés  =  battere  le  ma- 
terassa, ribattere  :  per  renderlo  soffici. 

5)  bàtt  là  carne  =  battere  la  carne  : 
batterla  con  un  matterello  per  dirom- 
perla quando  è  dura  e  tigliosa. 

6)  bàtt  el  fèr,  l'àrgént,  l'or  =  battere 
il  ferro,  l'argento,  l'oro.  :  nel  lavorarlo 
per  fargli  prendere  una  certa  forma  e 
acquistare  certe  qualità.  Fig.  :  bàtt  el 
fèr  intani  che  l'è  cdld  =  battere  il 
ferro  quando  è  caldo  :  valersi  della 
opportunità  che  nasce  da  sentimenti  e 
disposizioni  che  possono  cambiare. 

7)  bàtt  i  man  =  battere  le  mani  : 
per  applaudire  e  in  segno  di  allegrezza. 

8)  in  d'on  bàter  d'cBUCc  =  in  un 
batter  d'occhio.  Modo  avverbiale:  pre- 
stissimamente. 

9)  bàtt  el  témp  =  battere  il  tempo. 
T.  music.  :  segnare ,  battendo  colla 
mano  o  altro  la  misura  del  tempo. 

10)  sàvè  nò  in  doe  bàtt  el  eoo  = 
non  saper  dove  battere  il  capo  :  essere 
incerto  a  chi  si  abbia  a  ricorrere,  in 
qual  luogo  andare,  per  aver  ciò  che  ci 
abbisogna  o  si  desidera. 

li)  DeUe  pulsazioni  ordinarie  del 
cuore  e  del  polso;  el  cceiir.,  el  pois  el 
bàtt  =  il  cuore,  il  polso  batte. 

12)  Del  sole  e  della  luna  :  in  là 
mìa  stànsa  ghe  bàtt  el  so  =  nella  mia 
stanza  ci  batte  il  sole. 

13)  Fermarsi  molto  sopra  un  argo- 
mento, sopra  un  punto  ;  l'è  lì  che  bi- 
sogna  bàtt  "  è  li  che  bisogna  battere. 

14)  là  bàtt  de  II  àdree  =  batte  lì, 
batte  giù  di  lì:  ci  corre  poco,  c'è  poca 
differenza. 

15)  là  me  bàtt  =  ho  una  fame  as- 
saettata. 

16)  bàtt  dna  strada  =  battere  una 
strada  :  passarvi  spesso. 

17)  bàtt  =  bussare;  guarda  un  poo 
chi  l'è  che  ha  batHù  là  porta  =  guarda 
un  po'  chi  ha  bussato  alla  porta. 

18)  Dar  busse  :  l'è  on  òmm   che  el 


bat 


89 


bea 


bàtt  là  miee  e  i   ficzu   =    è    un  uomo 
che  batte  moglie  e  figliuoli. 

19)  Il  picchiare  che  fa  il  legatore 
ciascuna  mano  di  fogli  sulla  pietra  col 
martello,  per  appianarli,  distenderli  e 
così  render  più  compatto  il  volume. 

20)  à  bàtt  i  pàgn  compdr  là  strìa 
=  Persona  rammentata,  0  l'è  per  via 
o  l'è  per  casa.  Si  dice  quando  sop- 
praggiunge  persona  di  cui  si  ragionava. 

21)  segond  còme  là  bàtt  =  secondo 
come  gli  gira,  secondo  l'estro,  il  modo 
di  pensare  in  quel  determinato  mo- 
mento. 

22)  Vincere;  a  irisètt  ie  bàtt  tUti  = 
a  tresette  li  vince  tutti. 

bàtfida;  s.  f.  =  battuta:  il  battere. 
lì  II  batter  del  polso. 

2)  T.  music.  Misura  di  tempo  che 
il  maestro  o  direttore  segna  battendo  : 
bàtuda  de  àspètt  =  battuta  d'aspetto  : 
quella  in  cui  tace  uno  strumento  o 
una  voce. 

3)  Il  capoverso  nel  dialogo,  quando 
ciascuno  degli  interlocutori  deve  dir 
la  sua  parte  :  el  g'  ha  dna  part  de  pdcch 
bàtùd  =  ha  una  parte  di  poche  battute. 

4)  battente,  battitoio  :  quella  parte 
degli  stipiti,  dell'architrave  e  anche 
della  soglia,  se  è  intavolata,  la  quale 
è  battuta  dall'imposta  quando  si  chiude. 
E  ciascuna  delle  corrispondenti  parti 
dell'imposta  d'uscio  o  finestra. 

5)  Mandata  :  nel  giuoco  della  palla 
0  del  pallone. 

bàtiiii,  agg.  =  battuto  :  di  metallo  lavo- 
rato a  martello,  per  distinguerlo  da 
quello  fuso. 

1)  strada  bàtuda  =  strada  battuta  : 
dove  passa  continuamente  gente. 

2)  à  spròn  bàtiiii  =  a  spron  battuto  : 
modo  avverbiale  :  senza  indugiare,  con 
molta  frotta. 

bàtilàtt  e  bàiilee,   s.   m.    =   valigiaio  : 

l'artiere  che  fa  valigie,  bauli. 
bàiilètt,  s.  m.  =  bauletto,  baulino.  Dim. 

di  baule. 
bàìill,  s.  m.   -    baale:    specie    di   cassa 

con  coperchio  convesso,  per  trasportar 

roba  viaggiando. 

1)  ànddj  in  d'òna  casa,  torna  in 
d'on  bàiill  »  viaggiare  come  i  bauli: 
senza  osservare,  né  imparar  nulla. 

2)  fa  sii  el  bàiill,  vtètt  in  del  bàiill 
-  imbaulare:  chiudere  in  baule  oggetti 
da  trasportarsi. 


bàiiscèiit,  agg.  =  bavoso  :  che  ha  la 
bocca  e  il   mento    insudiciati  di  bava. 

bàuscia,  s.  f.  =  saliva  :  umore  acquoso 
che  continuamente  si  spreme  dalle 
glandolo  della  bocca,  e  che  aiuta  la 
dige.stione. 

1)  Bava:  quando  esce  dalla  bocca 
in  gran  quantità. 

2)  pèrd  bauscia  =  essere  pieni  d'or- 
goglio, 0  di   contentezza. 

bàiiscià;  V.  att.  =  lordare  di  saliva,  di 
bava;  scombavare. 

bàiiscina,  s.  f.  =  bavaglio  :  piccola  sal- 
vietta che  si  lega  con  due  nastri  al 
collo  dei  bambini.  Anche:  bavaglino.  Se 
messo  a  ragazzi,  non  a  bambini,  dicesi 
tovagliolino. 

1)  Facciola.  V.  bàrbèla. 

bàiiscinéta,  s.  f.  =  bavagliolino,  dim.  di 
bavaglio. 

bàiisciòn,  s.  m.  bavoso;  te  set  on  bàii- 
seión  =  sei  un  bavoso. 

bava,  s.  f.  bava:  saliva  che  esce  in  grande 
abbondanza  dalla  bocca  degli  animali 
e  anche  degli  uomini. 

1)  'vègh  là  belva  tlla  boca  =  far  la 
bava  :  di  chi  è  fortemente  irritato  e 
comprime  l'ira  con  grande  sforzo. 

2j  fa  là  bava  =  sbavare,  mandare 
molta  bava. 

bàvàlì,*  5.  m.  =  bavaglio  :  fazzoletto  o 
cencio  qualunque  messo  alla  bocca  di 
qualcuno  per  impedire  che  parli  o  che 
gridi. 

bàvàrés,  s.  f.  plur.  =  mostreggiature, 
mostre:  le  rivolte  di  stoffa  sui  petti  o 
su  altre  parti  del  vestito  e  che  sogliono 
essere  di  colore  diverso.  Oggi  è  più.  co- 
mune mòster. 

bàvàrésa,  s.  f.  bavarese.  Ai  caffè  di  Mi- 
lano si  chiama  cosi  una  tazza  di  latte 
puro  caldo. 

bàver,  s.  m.  =  bavero:  la  parte  del  ve- 
stito che  sta  ripiegata  o  ritta  intorno 
al  collo. 

1)  tira  sii  el  bàver  =  rialzare  il  ba- 
vero :  per  riparare  il  collo  dall'aria 
troppo  fredda  e  frizzante. 

beàss,  V.  rifl.  =  bearsi,  compiacersi  molto: 
provare  una  viva  soddisfazione. 

beat,  s.  m.  =  beato. 

1)  Beatone:  chi  ostenta  pietà  o  fa 
consistere  la  religione  nelle  sole  prati- 
che esterne. 

2)  Chi,  dopo  morto,  è  dalla  Chiesa  ri- 
conosciuto degno  di  culto. 


beàtitudin,*  s.  f.  =  beatitudine  :   stato, 

condizione  di  chi  è  beato. 
beato,  s.  m.  =  beato. 

1)  Pienamente  soddisfatto  e  assorto 
nel  godimento  sicm'o  e  continuo  di  un 
bene,  oltre  il  quale  il  desiderio  non 
possa  andare. 

2)  E  iperbolic.  :  di  chiunque  prova 
una  soddisfazione  molto  viva. 

3)  beato  lu!  beata  lee!  =  beato  lui! 
beata  lei  !  Esclam.  di  persona  che  ab- 
bia ottenuto  quello  che  desiderava. 

4)  beato  chi  le  véd  =  chi  vede  lei, 
vede  maggio.  Si  dice  a  persona  che  da 
gran  tempo  non  si  vede  e  si  rivede  con 
piacere. 

beatoli,  s.  TYi.  =  beatone,  santone,  pin- 
zochere. 

Beàtris,  s.  f.  =  Beatrice.  Nome  proprio 
di  donila,  abbastanza  comune. 

beàtt,  =  come  beat.  Vedi. 

bebèll,  s.  m.  =  gingillo,  ninnolo,  ba- 
locco: trastullo  di  bambini. 

bècà,  V.  att.  =  beccare. 

i)  Mordere  o  pungere  col  becco. 

2)  Fig.  e  fam.:  prendere  o  ottenere 
con  accorgimento  ;  el  post  l'è  riesii  à 
bècàll  lu  =  il  posto  è  riuscito  a  bec- 
cai-selo  lui. 

3)  el  me  bèea  nò  =  non  mi  ci  becca: 
esprime  proposito  di  non  voler  più  tor- 
nare in  un  luogo  o  presso  una  persona. 
Anche  e  meglio  el  me  eiàpa  pie. 

bècàda,  s.  f.  beccata:  colpo  dato  dall'uc- 
cello col  becco. 

bècàdìna,  s.  f.  beccatina:  dim.  di  bec- 
cata. 

bècàfìg'h,  s.  m.  beccafico:  uccelletto:  sil- 
ma  hortensis. 

bècàformfgh,  s.  m.  =  girasole,  coUotorto, 
torcicollo,  vorticella,  capotorto.  Uccel- 
letto; yunx  torquilla. 

bècànvoschin,  s.  m.  =  beccamoschino, 
tinti  ;  Sylvia  eisticola  ;  uccello  sil- 
vano. 

bècàràgn,  s.  m.  piccolo  muraiuolo,  uc- 
cello silvano;  picus  rnurarius.  Anche 
rampeghìn  de  mur. 

bècàrìa,  s.  f.  =  beccheria:  bottega  dove 
si  vende  la  carne  macellata,  per  lo  più 
di  bovini.  Si  dice  anche  e  meglio  inà- 
cèlària. 

1)  de  càrna  in  becarta  ne  resta  nò 
=  tutto  le  fanciulle  o  presto  o  tardi  fi- 
niscono per  maritarsi. 

becàscìòcch,  s.    m.  =    picchio   verde  o 


—  90  —  beg 

gallinaccio  ;  pietts  viridis  ;  uccello  sil- 
vano. Anche  picòss  gàiuee. 

bècàsa,  s.  f.  =  beccaccia:  specie  di  uc- 
cello di  passo  col  becco  lungo. 

bècch,  s.  m.  =  becco  :  la  pai-te  cornea 
con  cui  finisce  il  becco  dei  volatili. 

1)  èeo  fato  il  béco  à  l'oca  e  là  barba    j 
ài  podestà  =  ecco  fatto  il  becco  all'oca. 
Modo  famigliare  per  dire  che  una  cosa 
è  condotta  a  termine  con  soddisfazione 
propria. 

2)  bècch,  bècch  de  gàss  =  becco,  becco 
di  gas:  l'estremità  dei  tubi  del  gas. 

3)  Becco:  Il  marito  di  donna  infedele. 

4)  mètt  el  bècch  in  qitèicòss  =  met- 
tere il  becco  in  qualche  cosa:  parlarne 
senza  averne  il  diritto. 

becliee,  s.  m.  =  beccaio,  macellaro. 

1)  Colui  che  vende  carne  macellata, 
per  lo  più  di  bovini.  Meglio  màcelàr. 

2)  Norcino,  cernsicastro,  maniscalco: 
di  chirurgo  mal  pratico. 

bechètt,  s.  m.  becchetto,  beccuccio:  dim. 

di  becco  nei  primi  due  significati. 
bechìn,  s.  in.  =   beccamorti ,    becchino: 

1)  L'uomo  addetto  ai  campi  santi  per 
sotterrare  i  morti. 

2)  Necroforo:  l'uomo  che  mette  nella 
cassa  i  morti  dopo  averli  lavati  e  ve- 
stiti. 

bèchincros,  s.  m.  =  crociere,  becco  in 
croce;  loxia  cicrvirostra;  uccello  silvano. 
Anche  bècstòrt. 

bediiìnu,  s.  f.  =  beduina:  mantello  da 
signora.  L'oggetto  è  quasi  del  tutto  di- 
susato e  non  gli  soprav\'ive  che  il  no- 
me, esso  pui-e  languidamente. 

bèè,  s.  m.  =  pecora,  agnello. 

1)  vègh  indòss  on  poò  de  bea  =  avere 
un  pò  dell'osso,  del  poltrone. 

2)  Gobbo,  pegno  ;  fa  on  bèè  =  met- 
tere, tenere  in  gobbo;  impegnare  al 
monte  di  Pietà. 

3)  La  voce  della  pecora;  fa  bèè  - 
belare:  della  voce  che  metton  fuori  le 
pecore  e  le  capre. 

be^ia,  s.  f.  =  stecca:  specie  di  coltello 
d'osso  col  quale  si  pareggiano  i  piombi 
filati  che  uniscono  i  vetri  delle  ve- 
tri ate. 

begnìg-n,*  agg.  =  benigno. 

1)  Di  clima:  mite,  che  giova  alla 
salute. 

2)  Di  malattia,  che  non  presenta  pe- 
ricoli; on  tifo  begnìgn  =  un  tifo  benigno. 

3)  Di  stagione:  mite,  favorevole  alla 


lUa  J 

J 


beh 


—  91 


bel 


campagna;  on  inverno  begntgn  =  un  in- 
verno benigno,  non  rigido, 

beh  !  =  bea  :  voce  fanciullesca  che  vale 
roba  sudicia ,  cattiva  ;  in  generale 
sudiciume:  Spesso  si  amplifica  bèhl 
caca  ! 

bèidonn,  s.  m.  pi.  =  belladonne;  atropa 
bèlladona;  pianta  medicinale.  Si  usa 
meglio  al.  singolare  bèlàddna;  estràti 
de  bèlàdòna  =  estratto  di  belladonna. 

beintés,  avv.  =  beninteso.  V.  beniutés. 

bèìòmen,  s.  m.  pi.  =  begliuomini;  sorta 
di  fiore;  impatiens  balsamina. 

béla^  agg.  =  bella.  Femmin.  di  bello. 

1)  mètt  in  bela  =  copiare  a  bono, 
mettere  al  pulito. 

2)  là  bela  =  la  bella,  dama,  ganza, 
amorosa  ;  la  donna  colla  quale  si  ha 
relazione  disonesta. 

3)  là  bela  =  la  bella:  l'ultima  par- 
tita d'un  gioco,  e  specialm.  V  ultima 
partita  dispari  che  decide  chi  vince. 

3)  àndànn  fceùra  per  là  bela  =  pas- 
sarsela liscia,  uscirne  pel  rotto  della 
cuffia. 

4)  là  va  sii  bela  =  va  a  vele  gonfie: 
quando  vanno  bene  gli  affari ,  e  si 
guadagna  di  molto,  o  in  qualunque  al- 
tra maniera  si  ha  vantaggi. 

bèlàddna,  s.  f.  =  belladonna.   Vedi  so- 
pra bèidduu. 
beleCj  s.  m.  =  balocco,  giocattolo. 

1)  Oggetto  e  arnese  qualunque  per 
rioi-vire  di  ti'astullo  ai  bambini,  come 
bambole,  tamburini,  ecc.  ;  à  Nàtàl  el 
Bàmbìn  el  porta  i  belee  per  i  fiolitt  = 

I  Natale  Gesii  Bambino  porta  i  baloc- 
hì  ai  piccini.  Anche  gingillo,  quando 
ì  coserella  data  in  mano  ai  bambini 
er  trastullo  non  rappresenta  la  figura 
i  un  oggetto  determinato,  come  a  dire 
pezzetti  di  stoffe,  o  di  fogli  di  vario 
colore,  di  nastri  o  altro  siinile. 

2)  Gioiello^  ninnolo.  Di  coserelle  va- 
ghe e  leggiadre;  el  tàol  in  sàia  Vèpien 
de  belee.  =  il  tavolo  in  salotto  è  pieno 
di  ninnoli.  Per  estensione  anche  di  cose 
grandi,  pui-chè  leggiadre  ;  l'ha  fàa  sii 
óna  casa  che  l'è  on  belee  =  ha  fabbri- 
cato una  casa  che  è  una  vaghezza,  un 
ninnolo. 

8)  belee  de  toeu  sii   cont  là    monùia 
=  un  certo  fior  di  virtù  segnato  ed  ab- 
boccato. Di  pers.  cattiva. 
belegòtt,  s.  /.  pi.  =  ballotte,  succiole: 
castagne  colla  scorza  cotte  nell'  acqua. 


1)  acqua  de  belegòtt  =  capperi,  per 
diana!  Esclam.  di  maraviglia. 

beleràtt,  s.  m.  =  baloccaio:  chi  fa  e  vende 
balocchi. 

1)  fàeia  de  beleràtt  =  facciaccia  ,• 
brutta  faccia:  dalla  quale  traspare  un 
animo  basso  e  cattivo. 

belerin,  s.  m.  =  dim.  di  belee,  =  ba- 
locchino, ninnolino,  gioiellino. 

bèlésa,  s.  f.  =  bellezza.  Astr.  di  bello. 

1)  Di  donna  molto  bella;  l'è  vuna  di 
bèlèss  de  Mildn  =  è  una  delle  bellezze 
di  Milano. 

—  ciào ,  bèlèsa  =  addio ,  bellezza  : 
modo  di  saluto  famigliare  e  scherzoso. 

2)  bèlèsa  fata  =  bellezza  scipita;  bè- 
lèsa che  dis  nàgòtt  =  bellezza  che  non 
dice  nulla:  di  persona  che  ha  belle 
fattezze,  ma  senza  espressione  di  sen- 
timento. 

3)  Plur.  di  persona;  là  mètt  in  m^o- 
ètra  i  so  bèlèss  =  fa  vedere  le  sue  bel- 
lezze. 

4)  Belluria;  bellezza  più  apparente 
che  vera:  comune  per  ornamento;  quèll 
cds  lì  el  ghe  va  miss  per  bèlèsa  =  quel 
vaso  ci  va  messo  per  belluria. 

5)  Plur.  bèlèss  (lingua  scelta)  =  bel- 
lezze: le  parti  di  un'opera  d'arte  che 
destano  più  ammirazione  ;  i  bèlèss  de 
V Aida  =  le  bellezze  dell'Aida. 

6)  Abbondanza  di  cose  buone  e  utili; 
che  bèlèsa  de  figh  che  gh'è  st'ànn  =  che 
bellezza  di  fichi  c'è  quest'anno;  vèn  éiò 
i  fior  che  l'è  dna  bèlèsa  =  vengon  su 
i  fiori  che  è  una  bellezza. 

7)  oh!  bèlèsa  =  espressione  di  gioia 
e  di  gradimento. 

8)  là  bèlèsa  de  l'àsen  =  la  bellezza 
che  viene  sempre  dall'  essere  giovani 
d'anni. 

9)  Amenità  :  di  luogo  bene  esposto, 
di  dove  si  gode  una  bella  vista  :  con- 
trario di  orridezza. 

bèlèsìna,  *  s.  f.  =  bellezzina  :  di  fan- 
ciulla bella  ;  de  tosa  l'era  là  bèlèsina 
de  eà  =  da  fanciulla  era  la  bellezzina 
di  casa. 

bèlètt,  *  s.  m.  =  belletto  :  composto  di 
sostanze  coloranti  con  cui  alcune  donne 
e  gli  attori  si  dipingono  il  viso. 

bèlìètt,  s.  m.  =  biglietto  :  forma  vecchia 
e  volgare  sostituita  ormai  quasi  del 
tutto  dalla  più  moderna  biliètt.* 

bèlìn,  a^g.  =  bellino,  vexxegg.  di  bello: 
di  persone  o  cose  che  non  si   possono 


bel 


—  92  — 


bel 


dire  assolutamente  belle  ;  el  eomponi- 
m,ént  r  è  bèlln,  ma  el  podària  vèsé 
mèj  =  il  componimeuto  è  bellino,  ma 
potrebbe  esser  migliore. 

belitaa,  s.  f.  =  abilità  :  rimane  ormai 
nel  dialetto  più  popolanesco  e  volgare  : 
fu  sostituito  da  abilitaa.*  Vedi. 

bèli;  5.  m.  =  bello  :  il  modo,  1'  essere 
delle  cose  in  quanto  son  belle  e  hanno 
virtù  d'operare  sul  sentimento. 

1)  La  parte  di  un  tutto  che  spicca 
di  più  ;  el  bèli  d'ona  citaa,  d'on  liber...  = 
il  bello  d'una  città,  d'un  libro. 

2)  sul  piisee  bèli,  in  del  picsee  bèli  = 
sul  più  bello  :  nel  meglio  dell'  azione. 

3)  el  bèli  l'è  che...  =  il  bello  è  che...  : 
la  cosa  più  notevole,  più  strana,  più 
curiosa  è  che... 

4)  vegni  el  bèli  =  venire  il  bello  : 
ciò  che  farà  più  meraviglia  ;  àdèss  ven 
el  bèli  =  ora  ne  viene  il  bello  :  dice 
chi  vuol  richiamare  l'attenzione  di  chi 
l'ascolta  su  ciò  che  deve  dire. 

5)  còsa  se  fa  de  beli  ?  =  che  si  fa  di 
bello?  famigl.  domandando  ad  uno 
in  che  si  occupa  ;  còsa  el  me  cùnta  de 
bèli  ?  =  che  dice  di  bello  ?  Interroga- 
zione famigliare  a  chi  venga  a  trovarci. 

6)  l'è  el  so  bèli  =  è  la  sua  qualità 
migliore  e  propria  :  detto  di  cose. 

bèli,  femm.  bela,  agg.  =  bello  :  tutto 
ciò  che,  appreso  dall'intelletto,  fa  un'im- 
pressione gradita  sul  sentimento.  Al 
plur.  bei,  =  begli,  belli,  belle. 

1)  Di  ciò  che  piace,  diletta,  si  am- 
mira nell'uomo,  nelle  cose,  nelle  opere 
d'arte. 

2)  Di  qualità  e  cose  moralmente  lo- 
devoli ;  rè  dna  bela  eàritaa  -  è  una 
bella  carità. 

3)  E  anche  soltanto  di  cose  vantag- 
giose ;  bèli  matrimòni  =  bel  matri- 
monio. 

4)  Ha  forza  di  accrescitivo  e  vaLe 
come  grande,  molto,  abbondante,  in 
sommo  grado  ;  on  bèli  numer  =  un  bel 
numero  ;  on  bèli  tester _=  un  bel  teatro  : 
quando  c'è  gran  concorso;  dna  bela 
fàmtlia  =  una  bella  famiglia  :  nume- 
rosa ed  anche  di  bell'aspetto  ;  dna  bela 
etaa  =  una  bella  età  :  si  dice  di  chi  è 
molto  vecchio. 

6)  bèli  in  fàéa,  bruti  in  pìtLsa  = 
bello  in  fascia,  brutto  in  piazza  :  prov. 
spesso  chi  è  bello  da  piccino,  sarà 
bratto  da  grande. 


6)  bell'infèrno  =  bell'inverno:  asciutto 
e  non  rigido. 

7)  bèli  mar,  bèli  Idgh  =  bel  mare, 
bel  lago  :  tranquillo. 

8)  che  bèli  mond  =  che.  bel  mondo. 
Ironie,  quando  non  siamo  contenti  degli 
uomini  e  delle  cose  ;  el  mond  l' è  bèli 
perchè  l'è  vàri  =  il  mondo  è  bello  per- 
chè è  vario. 

9)  bèi  parèli  =  belle  parole,  cortesi, 
garbate  :  volendo  dire  che  alle  parole 
non  corrispondono  le  intenzioni  o  i 
fatti  ;  el  g'hà  di  bèi  par  òli  e  niènt 
d'alter  =  ha  delle  belle  parole  e  nul- 
r  altro. 

10)  bela  risposta  =  bella  risposta  : 
appropriata,  spiritosa. 

11)  bèli  temp  »  bel  tempo  :  quando 
non  piove. 

12)  bèli  eolp  =  bel  colpo  :  che  dà 
nel  segno.  Fig.  di  chi  sia  riuscito  in 
un  intento  di  qualche  importanza  con 
un  tratto  di  accortezza  o  d'  ardire  ;  el 
s'è  faa  làèà  des  m,Ua  frdnch.  L'è  étaa 
on  bèli  eolp  =^s'è  fatto  lasciare  dieci 
mila  franchi.  E  stato  un  bel  colpo. 

13)  che  bela  roba  !  =  bella  cosa  I 
espressione  di  vivo  desiderio  e  anche 
se  la  cosa  è  avvenuta  secondo  il  de- 
siderio ;  che  bela  ròba  se  domdn  pio- 
t'èss  =  bella  cosa  se  domani  piovesse  ; 
che  bela  roba  !  pioe,uv  =  bella  cosa  ! 
piove. 

14)  bèli  pan  =•  bel  pane  :  bianchis- 
simo e  ben  cotto. 

15)  bèli  sàngh  =  bel  sangue  :  bella 
razza. 

16)  Preceduto  dall' agg.  gran  ha  forza 
di  superlativo  ed  esprime  ammirazione  ; 
l'è  on  gran  beli  lìber  =  è  un  gran  bel 
libro.  Seguito  dallo  stesso  agg.  grand, 
vale  molto  ;  Ve  dna  stdnsa  bèta  grànda  = 
è  una  camera  bella  grande. 

17)  bèli  e  bòn  =  ironie,  per  enfasi  : 
beli' e  buono  ;  l'è  dna  secàdUra  bèta  e 
bdna  =  è  una  seccatura  bella  e  buona 
Anche  si  può  dir  :  serio,  serio  e  scrivo, 
scrivo. 

18)  bèli  ncBuv  =  bel  novo  :  di  cosa 
non  mai  usata. 

19)  Ironie,  avii  faa  òna  bela  ròba  = 
avete  fatto  una  bella  cosa  ;  bèli  tàlént  =» 
bel  talento  :  a  chi  crede  di  dire  e  fai'e 
belle  cose,  e  dice  e  fa  delle  sciocchezze  ; 
fa  on  bèli  guàdàgn  =  fare  un  bel  gua- 
dagno :  per  dir  scarso,   cattivo.  Anche 


nche  ■ 


bel 


93  - 


ben 


nello  stesso  significato  ;  fa  on  bèli  nòli  ; 
l'hoo  fMa  bUa  =  1'  ho  fatta  bella  :  di 
cosa  che  ci  dispiace  di  aver  fatto  e  che 
può  portare  cattive  conseguenze;  là 
sàriss  bela  =  la  sarebbe  bella  :  di  cosa 
che  non  vorremmo  che  accadesse  ;  questa 
Ve  bela  !  =  oh  questa  ò  bella  !  escla- 
mazione quando  ci  succede  o  si  sente 
qualche  novità  che  abbia  dello  strano, 
0  altri  affacci  qualche  pretensione  che 
non  vogliamo  ammettere  in  nessun 
modo. 

20)  fagliela  bela  à  quèidun  =  farla 
bella  a  qualcuno  :  di  chi  fa  un'azione, 
un  mal  garbo,  una  celia  che  non  s'a- 
spettava. 

21)  bèli  ccBur  !  =  bel  cuore  !  si  dice 
a  chi  espone  pensieri  e  sentimenti  di 
poca  carità. 

22)  fànn.,  clinn^  sentimi,  vedènn  de 
bèi  =  farne,  dirne,  sentirne,  vederne 
delle  belle  :  cose  sti-aordinarie. 

23)  Seguito  dalla  congiunzione  e  e 
da  un  participio  passato  indica  azione 
interamente  compiuta  ;  l'è  bèli  e  còtt, 
àndaa^  prepàraa^  ecc.  =  è  bello  e  cotto, 
andato,  preparato,  ecc. 

24)  Innanzi  a  un  infinito  significa  la 
bontà  e  la  utilità  della  cosa  -^  V  è  on 
bèli  spend,  compra,  insegna,,  ecc.  =  è 
un  bello  spendere,  comprare,  insegnare, 
ecc.  E  ironico  ;  gh'hoo  àmlil  on  bèli 
cianiti^  è  mai  vegnUu  nisUn  =  ebbi  un 
bel  chiamare,  nessuno  venne  mai. 

25)  Per  mostrare  1'  efficacia  e  1'  op- 
portunità di  un  castigo  ;  che  bèi  scii- 
fiòtt  !  =  che  bei  scapelotti  ! 

26)  on  bèli  sì,  on  bèli  nò  =  afferma- 
zione 0  negazione  assoluta,  senza  re- 
ticenze. 

27)  on  bèli  dì  =  un  bel  giorno  :  si 
dice  raccontando  cosa  che  ha  dell'  in- 
solito e  dell' innaspettato. 

28)  de  bèli  noeuv  =  di  bel  nuovo  :  di 
nuovo. 

29)  fàss  bèli  =  farsi  bello,  imbellirsi; 
el  temp  el  se  fa  bèli  =  il  tempo  si  fa 
bello  ;  fàss  bèli  =  farsi  bello  ;  scherz.  ve- 
stirsi con  eleganza  ;  fa  deventà  beli  = 
imbellire,  far  diventar  bello. 

30)  fàss  bèli  coni  pòcch  =  fai"si  onore 
col  sol  di  luglio. 

31)  bèli  =  bello,  ameno  :  che  ha  ame- 
nità ;  l'è  on  gran  bèli  alt  =  è  un  gi'an 
bel  soggiorno. 

32)  bèli'  Umor  =  petulante,  arrogante. 


33)  bèli'  omètt  =  sennino,  assenna- 
tine :  per  vezzo  a  fanciulletto  assennato. 

bèlora,  s.  f.  =  donnola  :  animaletto  qua- 
drupede, poco  più  grande  del  topo  : 
mustela  vulgaris. 

belva,*  s.  f.  =  belva,  bestia  feroce. 

1)  Fig.  di  uomo  di  istinti  feroci  e 
specialmente  nell'atto  dell'  ira. 

bèlvedé,*  s.  m.  =  belvedere  :  luogo  di 
campagna  elevato  da  cui  si  godo  una 
bella  visuale.  Anche  belvedére.* 

1)  Terrazza  sopra  il  tetto  di  una 
casa,  una  piccola  torre  o  terrazza  in 
un  giardino. 

bemòll,  s.  m.  =  bimolle  :  segno  musi- 
cale in  forma  di  un  piccolo  b  che  scema 
di  un  mezzo  tono  la  nota  a  cui  è  af- 
fisso. Il  doppio  bimoUo  la  scema  di 
un  tono. 

ben,*  s.  ni.  =  bene  :  quello  che  da  tutti 
si  desidera  in  quanto  è  conveniente 
alla  natura  umana  ;  el  ben  l'  è  semper 
ben  =  il  bene  è  sempre  bene  ;  dà  on 
maa  nàss  de  spèss  on  ben  =  da  un 
male  nasce  spesso  un  bene. 

1)  Delle  persone  ;  te  set  el  me  ben  = 
sei  il  mio  bene  ;  el  me  ben  !  =  ben 
mio  !  espressioni  di  tenerezza. 

2)  In  quanto  il  bene  è  anche  utilità  ; 
Hoo  nò  che  ben  ghe  fàga  V  ostinàss 
insci  =  non  so  qual  bene  gli  venga  da 
questa  sua  ostinazione. 

3)  riiisi  ben  =  riuscire  a  bene  :  a 
buon  fine. 

4)  à  fin  de  ben  =  a  fin  di  bene  : 
con  buone  intenzioni. 

5)  cred,  pensa  ben  de  fa  o  de  di, 
de  àndti  o  de  sta,  e  sim.  =  credere, 
pensar  bene  di  fare  o  di  dire,  di  an- 
dare 0  di  staile,  e  sim.  :  aver  la  per- 
suasione che  sia  cosa  utile  fare,  dire, 
andare,  stare,  ecc. 

6)  vèss  ben  =  esser  bene  :  essere 
utile  e  conveniente. 

7)  ben  =  bene  :  1  suffragi  che  la 
chiesa  fa  per  le  anime  dei  defunti  ; 
ànd^  in  gèsa  à  fa  on  poo  de  ben  = 
andare  in  chiesa  a  fare  un  po'  di  bene. 

8)  ogni  ben  di  Dio  =  ogni  ben  di  Dio: 
tutto  ciò  che  è  necessario  e  soprabonda 
al  vivere. 

9)  chi  fa  ben  troeùva  ben  =  chi  fa 
bene  ha  bene.  Proverbio. 

10)  dì  ben  de  viin  =  dir  bene  d' uno  : 
lodarlo. 

11)  fa  del  ben  =  far  del  bene  :  fare 


ben 


—  94 


ben 


opere  buone  ;  fa  del  hén  à  quéidùn  = 
far  del  bene  a  qualcuno  :  aiutarlo  con 
l'opera,  col  consiglio;  giovargli. 

12)  penati  ben  =  pensare  a  bene  : 
supporre  buoni  i  portamenti  e  rette  le 
intenzioni  di  un  altro. 

13)  p'omètt  ben  =  dar  buone  spe- 
ranze :  prometter  bene. 

14)  sperÈ  ben  =  sperar  bene  :  spe- 
rare che  le  cose  anderanno  bene. 

15)  vede  ben  =  veder  bene,  in  bene  : 
fissero  inclinato  a  veder  delle  cose  il 
lato  buono. 

16)  rorè  ben  =  benvolere,  amare  : 
portare  affetto  ;  fàés  vorè  ben  =  farsi 
voler  bene,  benevolere  :  procacciarsi 
l'affetto  delle  persone,  affezionarsi  a 
qualcuno  ;  ciàptL  à  t)oi-S  hén  =  pren- 
dere, pigliare  a  ben  volere  :  mettere 
affetto  ;  vorèés  ben  =  amarsi  :  reciproco. 

17)  fa  ben  =  far  bene,  ben  fare  : 
operare  rettamente. 

ben,  *  avv.  =  bene  :  di  cosa  fatta  come 
si  deve,  secondo  le  regole,  in  modo 
soddisfacente,  e  d'azione  compita  che 
ha  prodotto  tutto  il  suo  effetto  ;  làorà 
ben  =  lavorar  bene  ;  on  reso  che  tàia 
ben  =  iln  rasoio  che  taglia  bene.  Iron.  ; 
el  fhà  éervii  propi  ben  =  ti  ha  ser- 
vito veramente  bene. 

1)  ne  ben,  né  maa  =  ne  bene,  ne 
male  :  mediocremente. 

2)  Per  molto  ;  /'  è  ben  lontdn  =  è 
ben  lontano  ;  ben  ben  =  ben  bene  :  lo 
stesso  ma  con  più  forza  ;  hoo  màngìaa 
e  bevuii  ben  ben  =  ho  mangiato  e  be- 
vuto ben  bene. 

3)  Quasi  per  rinforzare  l'afférmazione 
-dicendo  cosa  che  voglia  specialmente 
notarsi,  perchè  importante  o  diffìcile 
Si  esser  fatta  o  a  esser  creduta  ;  bisogna 
hén  che  te  vàghet  =  bisogna  bene  che  tu 
vada. 

4)  Elitt.  ée  te  còmoda  ben,  éedetid 
i'è  istèéé  =  se  ti  piace,  bene,  se  no  fa 
lo  stesso. 

5)  ben,  s'ciào  !  =  bene,  via  !  modo 
di  concessione  ;  te  voeut  minga  stiidià 
incoeu"?  ben  s^ciào,  te  studiarét  donidn  = 
non  vuoi  studiare  oggi  ?  bene,  via  ! 
fitudierai  domani. 

6)  ben  =  or  bene  :  ripigliando  un  di- 
scorso interrotto,  o  rispondendo  alle 
ragioni  altrui,  o  conchiudendo. 

7)  àndà  ben  =  andar  bene  :  tenere 
la  strada  che  conduce   direttamente  al 


luogo  per  cui  siamo  incamminati  ;  voo 
ben  de  chi  per  àndà  à  MÓnéa?  =  vado 
bene  per  di  qui,  per  andare  a  Monza? 

8)  compra,  vend  ben  =  comprare, 
vender  bene  :  a  buone  condizioni,  ed 
anche  validamente,  con   effetto   legale. 

9)  ered  ben  =  ci'eder  bene  :  aver  ra- 
gione di  credere.  E  intrans.  :  creder 
che  sia  cosa  utile,  buona  ;  crédi  ben 
de  visàtt  =  credo  bene  di  avvertirti. 

10)  ben  daa  =  ben  dato  :  parlandosi  di 
busse,  castighi,  dati  a  chi  se  li  meritava. 

11)  voréva  ben  di  mi  =  volevo  ben 
dire  io  :  modo  famigliare,  quando  si 
vede  0  si  sente  cosa  che  succede  come 
noi  avevamo  pensato. 

12)  fa  ben  =  far  bene  :  aver  ragione 
di  fare  quel  che  si  fa  ;  te  fee  ben  à 
dàgh  minga  atra  =  fai  bene  a  non 
dargli  retta. 

13)  Di  persona  o  bottega  da  cui  si 
compra  a  prezzi  discreti  ;  in  quèll  ne- 
gasi gK'è  de  fa  ben  =  in  quel  negozio 
c'è  da  farci  bene. 

14)  mangia  ben,  bev  hén  =  mangiar 
bene,  bever  bene  :  di  cibi  e  vino  buono. 

16)  pariti  ben  =  parlar  bene  :  dir 
cose  giuste  e  convenienti. 

16)  pasàsela  ben  =  passarsela  bene  : 
vivere  con  qualche  agiatezza. 

17)  càvtiéela  ben  =  passarsela  bene  : 
uscire  senza  danno  da  una  compro- 
missione. 

18)  diportasi  ben  =  portarsi  bene  : 
tener  buona  condotta. 

19)  seri'V  ben  =  scriver  bene  :  con 
buoni  caratteri  e  anche  con  buono  stile. 

20)  sentiés  ben  =  sentirsi  bene  :  non 
avere  incomodi  di  salute. 

20)  età  ben  =  star  bene  :  essere  in 
buona  salute  ;  età  ben  ;  ch'el  àtàga  ben  = 
sta  bene,  stia  bene  :  modo  usato  nel 
congedarsi  da  una  persona. 

—  Viver  con  quiete  e  "senza  disturbi, 
comodamente  e  con  agio  ;  soni  prdpi 
àtaa  ben  in  quèla  cà  =  son  proprio 
stato  bene  in  quella  casa. 

—  Di  persona,  in  modo  da  far  fi- 
gura cogli  abiti  ;  cdme  là  sta  bhi  corti 
el  vestii  rosé  =■  come  sta  bene  coli' abito 
rosso. 

—  éta  ben  cont  quèidUn  =  star  bene 
con  qualcuno  :  viverci  in  buona  ar- 
monia. 

22)  m  ben  =  sta  bene  :  modo  dì  ap- 
provare e  di  acconsentire. 


ben 


95 


ben 


23)  là  glie  sta  ben  =  gli  sta  bene, 
bea  gli  sta  :  quando  uno  soffre  giusta- 
mente le  conseguenze  dei  propri  errori. 

24)  àndà  ben  =  tornar  bene  :  d'  un 
vestito  che  è  fatto  con  precisione  e.  si 
adatta  bene  alla  persona.  E  anche 
quando  il  conto  è  fatto  esattamente. 

25)  tràià  ben  =  trattar  bene:  usar 
buone  maniere  con  persone  ;  dar  da 
mangiare  in  modo  che  uno  resti  sod- 
disfatto ;  ed  anche  agire  onestamente 
specialmente  in  quanto  riguarda  la 
morale. 

26)  troàéé  ben  =  trovarsi  bene  in  un 
luogo,  starci  con  soddisfazione. 

27)  vedègh  ben  =  vederci  bene  :  aver 
la  vista  buona. 

28)  vegm  ben  =  venir  bene  :  di  un 
lavoro  che  riesce  secondo  il  desiderio, 

29)  vegni  sii  ben  =  venir  su  bene: 
di  pianta  che  cresce  rigogliosa;  e  di 
un  ragazzo  che  profitta  dell'insegna- 
mento e  dà  buone  speranze. 

30)  vestì  ben  =  vestir  bene  :  di  chi 
è  solito  vestire  con  eleganza. 

31)  ben,  ben  =  bembè,  ben  bè  :  avv. 
che  si  usa  a  modo  di  esclamazione  e 
approvando,  o  ironicamente  con  senso 
di  impazienza  ;  ben  ben,  ghe  pensàroo 
mi  =  bembè,  ci  penserò  io. 

82)  Ebbene  :  che  indica  risoluzione, 
concessione. 
bèna,  s.  f.  =  rastrelliera  :  specie  di  scala 
a  mano,  rovesciata   che  fa  parte  della 
greppia. 

1)    vèghen ,    mangitLnn  dna  btna  = 
averne,  mangiarne  in  grande  quantità, 
a  bizeffe. 
bène,  *  inter.  =  bene. 

1)  Modo  d'acconsentire  e  d'appro- 
vare ;  hòo  pensaa  de  eomprti  là  eà  in 
sili  còrs  -  Bene!  =  ho  pensato  di  com- 
prare la  casa  sul  corso.  -  Bene  ! 

2)  Esclamazione  di  contentezza:  in- 
CKU  riva  el  sto  -  Oh!  bene!  =  oggi 
ai-riva  lo  zio.  -  Oh  !  bene  ! 

benedètìn,  s.  m.  =  benedettino  :  reli- 
gioso della  regola  di  S.  Benedetto. 

benedètt,  *  e  talvolta  anche  benedeto  * 
femm.  benedèta,  *  agg.   =  benedetto. 

1)  Dìo  benedétta  Madrina  benedèta  = 
Dio  benedetto.  Vergine  benedetta. 

2)  benedeto  Dio  ;  Signor  benedètt  = 
benedetto  Dio;  benedetto  il  Signore: 
esclamazioni  che  accennano  più  o  meno 
impazienza. 


3)  In  significato  di  lode  e  di  rico- 
noscenza ;  benedèta  quela  man  =  be- 
benedetta  quella  mano. 

4)  Qualche  volta  per  temperare  il 
biasimo  e  il  rimprovero  :  benedètt  fèceu  ! 
el  voeUr  mài  dà  àtì'à  =  benedetto  fi- 
gliuolo.! non  vuol  mai  dar  retta. 

5)  Per  antifrasi  :  di  cosa  spiacevole, 
molesta  e  che  fa  scappar  la  pazienza  : 
l'è  on  benedètt  làorà  che  fenisè  mài  = 
è  un  benedetto  lavoro  che  non  finisce 
mai. 

benedi,  v.  att.  =  benedire  :  pregare , 
augurare  ogni  bene  di  Dio  su  persona 
0  cosa. 

1)  Detto  del  sacerdote  in  alcuni  riti 
della  Chiesa  :  el  prèt  el  benedìsé  i  eà 
=  il  prete  benedice  le  case. 

2)  Dei  genitori  :  prima  de  àndà  via 
el  papà  el  m'ha  benedii  =  prima  di 
partire  il  babbo  mi  ha  benedetto. 

3)  Eammentare  qualcuno  con  senti- 
mento di  riconoscenza,  d'affetto  :  bene- 
dir oo  sémper  qtièll  gàlàntòmm  che  m^hd 
éàlvaa  =  benedirò  sempre  quel  galan- 
tuomo che  mi  ha  salvato. 

4)  E  di  cose  che  destano  care  me- 
morie :  benedì  V  ora  e'  l  moment  =  be- 
nedire l'ora  e  il   momento. 

5)  àndà  à  fase  benedì  =  andare  a 
farsi  benedire.  Anti frasi  fam.  per  an- 
dare a  male,  rompersi,  guastarsi. 

6)  manda  vun  à  fàss  benedì  =  man- 
dar uno  a  farsi  benedire  :  dirgli  che 
non  vogliamo  più.  aver  che  fare  con 
lui  ;  mandarlo  via. 

7)  dinn  àsce  de  benedì  on  viscov  = 
dirne  quante  ne  può  benedire  un  ve- 
scovo. In  gran  quantità. 

8)  benedì  cont  là  seda.   Vedi  scda« 
benedii,  part.  =  benedetto.   Part.  pass. 

di  benedire  ;  ticqua  benedìda,  céra  be' 
nedìda,  pan  benedii  =  acqua  benedetta, 
cera  benedetta,  pane  benedetto  :  a  cui 
il  prete  ha  dato  la  benedizione. 
benedision,  *  s.  f.  =  benedizione:  atto 
del  benedire  e  le  parole  che  si  profe- 
riscono benedicendo. 

1)  L'ultima  parte  di  una  funzione 
religiosa  in  cui  si  dà  la  benedizione 
col  Sacramento,  e  anche  tutte  le  preci 
che  la  precedono. 

2)  Tutto  ciò  che  si  riconosce  bene- 
fico e  di  molta  utilità  :  quela  medesi' 
na  l'è  étàda  là  mìa  benediàion  =  quel 
medicamento  è  stata  la  mia  benedizione. 


ben 


—  96  — 


ben 


benefàtór,  *  s.  m.  =  benefattore  :  chi  e 
che  fa  benefizi  agli  altri. 

1)  benefàtór  chiamano  i  poveri,  chi 
è  solito  far  loro  l'elemosina. 

benefica,  *  v.  att.  =  beneficare,  far  del 
bene. 

beneflcénsa,  *  s.  f.  =  beneficenza:  l'atto 
e  gli  effetti  del  beneficare  ;  à  Mildn 
gh'è  dna,  quàntUaa  de  Istituti  de  bene 
ficéìisa  =  a  Milano  c'è  una  quantità 
di  Istituti  di  beneficenza. 

benèflch,  *  agg.  =  benefico  :  di  pei"sona 
cho  benefica. 

beueflciàda,  *  s.  f.  =  beneficiata  :  rap- 
presentazione teatrale  a  beneficio  d'uno 
degli  attori,  o  per  qualche  opera  di 
carità. 

benefìsi,  *  s.  m.  =  beneficio,  benifizio  : 
l'atto  benefico  e  il  vantaggio  che  altri 
ne  risente;  el  m'ha  faci  di  gran  be- 
nefìsi =  mi  ha  fatto  grandi  benefici. 

1)  Cosa  di  cui  uno  gode  come  un 
di  più,  senza  opera  propria  o  spesa 
corrispondente  ;  el  benefìsi  déla  éàlùt, 
de  l'tLria  e  sim.  =  il  beneficio  della  sa- 
lute, dell'aria  e  sim. 

2)  benefìsi  d'inventàri  =  beneficio  di 
legge  0  d'inventario.  T.  leg.  :  facoltà 
concessa  dalla  legge  all'erede  di  non 
pagare  i  debiti  che  eccedano  il  valsente 
dell'eredità, 

3)  benefìsi  =  beneficio  ecclesiastico. 
T.  di  chiesa.  Fondo  o  rendita  di  cui  è 
investito  un  prete,  coli' obbligo  di  dir 
messa  e  di  adempiere  ad  altri  uffici 
del  suo  ministero. 

4)  benefìsi  de  còrp  =  beneficio  di 
corpo  :  Le  funzioni  naturali  e  sponta- 
nee del  basso  ventre. 

5)  Di  cosa  che  compensa  di  malanni, 
0  che  aiuta  a  star  meglio  :  el  g'hà 
àviiil  el  benefìsi  de  gdd  on  poo  de  pàs 
in  di  flltiìn  ànn  =  ebbe  il  beneficio  di 
godere  un  po'  di  pace  negli  ultimi 
anni. 

benemérit,  *  agg.  =  benemerito  :  che  ha 
fatto  cose  degne  di  riconoscenza,  di 
lode  0  di  ricompensa. 

benemerénsa,*  s.  f.  =  benemerenza.  Atto 
per  cui  l'uomo  si  rende  benemerito. 

beneplàcìt,  *  s.  m.  =  beneplacito  :  con- 
senso e  approvazione  piena  ed  intiera. 

benéser,  *  s.  m.  benessere,    agiatezza: 
specialmente  parlando  di  un  intero  paese 
0  di  intere  classi  di  persone. 
1)    Stato   piacevole    del   sentimento 


corporeo  :  proà  on  moment  de  ben^éer 
=  provare  un    momento    di   benessere. 

benestànt,  *  s.  ni.  =  benestante  :  chi 
possiede  e  chi  ha  da  vivere  in  un  certo 
grado  di  agiatezza.  Meno  che  scior  = 
signore,  ricco. 

benfaa,  *  agg.  =  benfatto  :  di  persona 
che  ha  fattezze  regolari.  Di  cosa  :  fatta 
regolai-mente. 

bendala,  =  bengala  ;  foeugk  de  bengtbla  = 
fuoco  di  bengala  :  specie  di  fuoco  ar- 
tificiale, variamente  colorato  che  s'ac- 
cende in  segno  d'allegi'ezza  in  occa- 
sione di  feste  pubbliche. 

benìàmìn,  s.  m.  =  beniamino,  cucco  : 
il  figliuolo  prediletto. 

beuin,  avv.  =  benino.  Aw.  dim.  di  bene; 
età  benìn  =  star  benino.  Di  malati 
quando  cominciano  a  guarire. 

benisitt  d'ànes,  =  anici  in  camicia  :  ri- 
vestiti di  zucchero. 

1)  benisitt  =  confettucci,  dimin.  di 
confetto. 

benis,  s.  m.  =  confetto  :  dolci  di  zuc- 
chero cotto  con  dentro  mandorle,  pi- 
stacchi, coriandoli,  ecc. 

1)  dei  vìa  i  benìs  =  dare  i  confetti  : 
di  chi  è  sposo. 

—  maftgiàrèmm  i  benìs  =  mange- 
remo i  confetti. 

2)  benìs  biis  =  confetti  vani  :  quelli 
che  ci  son  dati  dopo  consumate  le 
nozze  0  da  chi  si  rimariti. 

3)  benìs  de  gèsé  =  coriandoli  :  le 
pallottole  di  gesso  somiglianti  a  corian- 
doli che  si  gettano  nei  corsi  del  car- 
nevale. 

benintés,  avv.  =  beninteso  :  si    intende 

bene,  si  sottintende. 
benlevàto,  *  =  ben   alzato  :    modo  fam. 

d'augurio    a    chi    s'alza    dal    letto  la 

mattina. 
benóne,  *  avv.  =  benone.  Avv.  accresc. 

di  bene.   Qualche  volta  per  celia  ironi- 

cam.  :  edme  te  stee  ?  =  Oeuh  !  Benone  !  = 

come  stai?  =  Oh!  Benone! 
benportant,  *  agg.  =  benportante  :  che  \ 

è  sano  ed  ha  l'aspetto  florido. 
benservii,  s.  m.  =  benservito:  attestato] 

in  iscritto,  che  il   padrone   rilascia  ali 

servitore  licenziato. 
bensìna,  *  s.  f.    =    benzina,  benzolina  : 

sostanza  liquida  per  levare  le  macchie. 
benveduii,  agg.  =  benveduto.  Di  persona: 

veduto   di    buon    occhio,    stimato.    Di] 

cosa:  che  ha  l'approvazione  altrui. 


ben 


—  97  — 


ber 


benvist,  agg.  =  benveduto,  benvisto. 

bèola,  s.  f.  =  pieti'a  di  Bovola  :  specie 
di  gneis  che  traesi  a  Bevola  e  in  di- 
versi altri  luoghi  di  Valdossola:  otti- 
ma per  pavimenti,  terrazze,  scale,  e 
sim.,  saldissima  anche  assottigliata  di 
assai. 

bequàder,  *  s.  m.  =  biquadro  :  segno 
musicalo  che  toglie  il  diesis  ed  il  be- 
molle. 

béra,  s.  f.  =  pecora  :  animale  domestico 
da  cui  si  tosa  la  lana.  E'  il  femminile 
di  bèè. 

bercia,  v.  att.  =  piagnucolare,  lamen- 
tarsi. 

berciòii  e  bercìòtt,  s.  m.  =  piagnone: 
chi  con  facilità  si  lamenta  del  proprio 
stato. 

beretìn  =  berretto.  Quello  da  prete. 

bèrgàmiu,  s.  m.  =  bergamino,  pastore  : 
chi  specialmente  dagli  alpi  bergamaschi 
e  di-  Valsassina  cala  per  lo  piìi  tra  noi 
a  svernare. 

bèrgàmiua,  .?.  f.  =  bergamina,  armento: 
mandra  di  bovini  e  specialmente  di 
mucche. 

bèrgamòtt,  s.  m.  =  bergamotta:  sorta 
d'agrume  dalla  cui  scorza  si  ostrae 
un'essenza  odorosa. 

bergnócola,  s.  f.  =  bernoccola:  piccola 
protuberanza,  fortemente  convessa,  più 
specialmente  nella  testa,  per  naturalo 
conformazione  o  per  effetto  d'una  per- 
cossa 

berichin,  s.  m.  =  monello,  birichino  : 
di  ragazzi  ;  furbo  o  anche  impertinente, 
maleducato,  anche    biricbìn.  * 

1)  Chi  non  mantiene  le  promesse. 

2)  Per  celia:  ah!  bericliìn!  te  vo- 
rèvet  fàmela  !  =  ah  !  birichino  !  me  la 
volevi  fare  ! 

bèrichiuàda,  s.  f.  =  birichinata,  bindo- 
lata :  azione  da  birichino  e  da  bin- 
dolo. 

bèrìn,  s.  m.  =  agnellino,  pecorino,  ab- 
bacchio. 

beriiià,  v.  att.  =  rammentare  il  fieno 
colla  falce  frullana  nell'atto  del  taglio, 
facendone  non  già  tante  poste ,  ma 
tutto  un  mucchio    di   file  e  a  dilungo. 

bèrliccli,  s.  in.  =  borliccho.  Lo  stesso 
che  bàrlìcch. 

berlina,  s.  f.  =  berlina  :  palco  su  cui  si 
esponevano  pubblicamente  i  malfattori. 
Castigo  abolito  tra  noi  dal  1848. 
1)  vciìi  in  bèrlìn<i  =  essere   in   ber- 


lina, esposto  alle  beffe,   alle    derisioni 
del  pubblico. 

2)  Gioco  di  conversazione  nel  quale 
uno  sta  seduto  nel  mezzo  e  se  indo- 
vina chi  sia  l'autore  d'uno  dei  motti, 
che  gli  altri  gli  mandano  a  dire,  qiiesli 
deve  pigliare  il  suo  posto. 

bèrlinghitt,  s.  m.  p/.  =  fronzoli  :  d'o- 
gni ornamento  superfluo.  Detto  per  lo 
più  delle  donne.   Vedi  birling'hitt. 

1)  mètes  in  dòse  di  bèrlinghitt  = 
mettersi  in  ghingheri,  fam.  vestirsi  con 
ricercatezza  per  dare  nell'occhio. 

bèrlusch  (guarda  in)  =  guardar  losco, 
guardar  di  traverso  :  dicesi  di  chi  ha 
lo  strabismo. 

bernàsàda,  s.  f.  =  palettata:  lo  stesso 
che  bcàrnàsàda,  più  scelto. 

bernàsòn,  s.  m.  =  palettone  :  gi'an  pala 
di  ferro  di  cui  il  fornaciaio  si  serve  per 
estrarre  le  brago  dalla  bocca  della  for- 
nace e  buttarlo  a  freddare.  Lo  stesso 
che  bàrnàsóu  più  scelto. 

bèrnàss,  s.  m.  =  paletta.  Vedi  bàruàss. 

bernòcol,  s  m.  =  bernoccolo;  végh  el 
bernocol  de...  =  averli  bernoccolo  di... 
avere  un'inclinazione  natui'ale  a  una 
cosa. 

beròtt,  s.  m.  =  pennecchio  di  lana  car- 
data. 

bersàli,  s.  m.  =  bersaglio  :  segno  o  punto 
che  si  prende  di  mira  jìer  esercitarsi 
al  tiro. 

1)  Edilizio  pubblico  fatto  apposta  per 
l'esercizio  al  bersaglio. 

2)  mss  el  bersàli  de  tilce  =  fig.  es- 
sere il  bersaglio  di  tutti  :  di  persona, 
l'oggetto  di  tutte  le  beffe  e  di  tutti  gli 
scherzi  che. da  altri  si  fanno. 

bersàliér,  5.  m.  =  bersagliere  :  soldato 
di  fanteria.  Formavano  tra  noi  un  corpo 
speciale  destinato  a  combattere  in  or- 
dine sciolto.  Il  popolo  corrompe  in  bre- 
sàliér. 

1)  coi'  come  on  bersàliér  =  coiTero 
molto  e  senza  affaticarsi  troppo. 

bersò,  s.  m.  =  cupola,  cupoletta,  padi- 
glioncino,  bersò  :  volta  di  legname  o 
di  ferro  ingraticolato,  che  si  alza  nei 
giardini  e  si  copre  di  verzura.  Dal 
frane,  berceau. 

bèrta,  s.  f.  =  cornacchia,  mulacchia, 
taccola.  Gorvus  menedula.  Uccello  sil- 
vano. 

2)  Modestina:  striscia  di  pannolino 
lunga  un  palmo  o  poco  più,  con  qual- 


ber 


98 


bes 


che  guamizioue,  cui  poiiano  le  donne 
soi)ra  il  seno,  massime  a  vestito  di 
molto  scollato  e  aperto   sul  davanti. 

3)  mètt  là  bèrta  in  één  =  tacersi 
mogio,  mogio  :  di  chi  è  costretto  dal 
comando  altrui  o  dalle  altrui  buone 
ragioni  a  tacere  e  a  finire  specialmente 
di  contraddire. 

bèrtàvèll,  s.  m.  =  bertuello  :  sorta  di 
rete  da  pescare  che  ha  piii  ritrosi. 
Vedi  bàrtàvèll. 

bértela,  s.  f.  =  cartaccia  :  una  di  quelle 
carte  nei  mazzi  di  cai'te  da  gioco  che 
servono  al  tresette  e  che  hanno  se- 
gnati i  punti  8,  9,  10  e  che  per  lo  più 
non  servono  al  gioco. 

bèrtonà,  v.  alt.  =  zucconare  :  tagliare 
corti  i  capelli. 

1)  rapare,  radere;  tosar  bene  fino 
alla  pelle  il  capo. 

bèrtonscèll,  s.  m.  =  pesce  persico.  Perca 
fluviatilis. 

besàsc,  s.  m.  =  cencio  :  cosa  mencia,  o 

.   sbiadita  o  guitta. 

1)  Di  pers.  :  buono  a  nulla,  guasta- 
mestiere. 

besàsciàda,  s.  f.  =  stivaleria,  cenciata  : 
cosa  goffamente  dotta,  o  fatta,  o  pen- 
sata. 

bìsbilèrì,  besbilì,  s.  m.  =  bisbiglio: 
quella  specie  di  suono  che  si  manda 
fuori  nel  bisbigliare.  Più  scelto  bìsbili  * 

1)  fa  besbtli  =  bisbigliare. 

2)  on  beébili  de  gent  =  una  folla  di 
gente. 

becchisi,  s.  in.  =  ticchio,  capriccio,  ghi- 
ribizzo :  pensiero  fantastico  e  capric- 
cioso e  voglia  che  insorge  improvvisa 
senza  una  ragione  sufficente. 

beschisiàss,  «'.  rif.  =  pigliar  il  gi-illo, 
corrucciarsi,  inciprignire,  indispettirsi. 

beschisiòs,   agg.    =    ghiribizzoso,    scon- 
,  troso,  permaloso. 

bescotàrìa,  s.  f.  =  biscotteria  :  assorti- 
mento di  paste  dolci,  come  biscottini, 
biscotti,  ecc.  Più  scolto  biscòterìa.  * 

bèscotin,  s.  m.  =  biscottino:  pasta  molto 
leggera  e  sottile  con  ova  e  zucchero, 
cotta  a  modo  di  biscotto,  da  inzuppare 
nella  cioccolata,  nel  vino,  e  sim.  Più 
scelto  biscotìn. 

1)  dama  del  beseotin  =  dama  del 
biscottino  ;  di  signora  affigliata  a  so- 
cietà religiose  e  di  una  devozione  molto 
esteriore  ed  appariscente. 

bescòtt,  s.  m.  =  biscotto  :  lo  stesso  che 


bèscotin  nel  senso  di  pasta  dolce  ; 
bescòtt  d'àneà  =  biscotti  all'anice;  be- 
scòtt de  Noàra  =  biscotti,  o  biscottini 
di  Novara.  Più  scelto  bìscòtt.  * 

1)  Biscotto  :  di  pane  cotto  due  volte 
di  cui  si  fa  provvisione   per  navigare. 

2)  bescòtt  0  meglio  biécoti  =  casta- 
gne cotte  nel  forno. 

beséij  s.  f.  =  ago,  pinza  :  quella  piccola 
spina  che  hanno  nella  coda  le  vespe, 
le  api,  e  sim.  colla    quale    appinzano. 

1)  Fig.  Frizzio,  bruciore:  il  frizzare 
prolungato,  cioè  la  sensazione  che  si 
prova  in  una  parte  del  corpo,  segna- 
mente  piagata ,  fregandola  con  salo, 
aceto,  e  sim. 

2)  Ve  on  bèséi:  si  dice  di  peperoni 
e  simili  agrumi  molto  forti,  che  pizzi- 
cano in  bocca  e  affocano  il  palato. 

3)  càscia  freiìra  el  besèi  =  fare  il 
viso  dell'  armi,  ringhiare,  mosti-are  i 
denti  :  mostrare  ad  uno  che  non  ab- 
biamo paui'a  di  lui. 

4)  ■vèsé  on  besèi  =  essere  stizzoso  ed 
anche  essere  una  lingua  di  serpe,  ma- 
ledica. 

5)  Cocciuola:  piccolissima  enfiagione 
cagionata  per  lo  più  da  morsicature  di 
vespe,  api,  ragni,  zanzare  e  sim, 

bèsì,  s.  m.  pi.  =  bezzi,  danari  in  ge- 
nerale; vègli  di  beai  =  aver  dei  da- 
nari. 

besìà,  V.  att.  =  appinzare,  pinzare,  pun- 
gere :  degli  insetti  che  hanno  pungi- 
glione come  vespe,  api,  pulci,  cala- 
broni. 

1)  Pizzicare,  far  venir  pizzicore  :  di 
commestibili  che  siano  pizzicanti;  i  pe- 
veròn  besìen  =  i  peperoni  pizzicano. 

besìàda  e  besiadura,  s.  f.  =  appinza- 
tura:  l'atto  e  l'effetto  dell'appinzare. 

besiént,  agg.  =  appinzante,  pizzicante: 
che  ha  la  qualità  del  pizziccare. 

besinfl,  agg.  =  gonfio,  enfiato:  del  corpo 
ingrossato  per  concorso  di  umori.  An- 
che bisinfl. 

besiòs,  agg.  =  sarcastico,  pungente  :    di 
chi  paiiando  urta,  offende  chi  ascolta. 
1)  Bieco,   torvo:    di  chi  ha  l'occhio 
torvo,  bieco. 

bèstèmà,  v.  att.  =  bestemmiare,  proferir 
bestemmie. 

1)  fàmni  minga  bestèmti  =  non  mi 
far  bestemmiare  :  modo  di  mostrare  la 
stizza  che  altri  ci  fa. 

2)  cìi'el  bèstèma  nò  =  si  dice  al  ven_ 


bes 


—  99  — 


bev 


ditore  dal  compratore  perchè  non  chieda 
della  merco  un  prezzo   esorbitante. 

bestèma  e  bestémia,*  s.  f.  =  bestemmia: 
parola  0  discorso  ingiurioso  alla  divinità. 
1)  Trasl.,  grosso  sproposito  in  scienze, 
lettore  e  sim. 

béstia,  *  s.  f.  =  bestia,  bruto:  nome  ge- 
nerico degli  animali,  escluso  l'uomo. 

1)  *■  bèsti  assol.  =  le  bestie  :  i  bovi 
e  altre  bestie  vaccino  ;  voo  à  dàgh  de 
màngit  ài  bèsti  =  vado  a  dar  da  man- 
giare alle  bestie  ;  là  bestia  assol.  =  la 
bestia:  il  cavallo,  1'  asino,  il  mulo  di 
vetturini,  barocciai,  ecc. 

2)  de  bestia^  cóme  dna  bestia,  come 
i  bèsti  =  da  bestia,  come  una  bestia, 
come  le  bestie  ;  cioè  molto;  el  ladra  come 
dna  bestia  =  lavora  come  una  bestia, 
lavora  assai  e  con  molta  fatica. 

3)  Strada  de  bestia  =  strada  da  be- 
stie: cattivissima. 

4)  Fig.,  uomo  ignorante  e  anche  di 
persona  intrattabile;  l'è  dna  bestia  =  è 
una  bestia;  bruta  bestia  =  brutta  be- 
stia ;  detto  per  ingiuria  a  chi  ci  ha  fatto 
o  detto  cosa  spiacente. 

5)  àndà,  rèsa  in  bestia  =  Imbestialire  ; 
andare,  entrare,  montare,  essere  in  be- 
stia ;  adirarsi  assai  ;  andare,    essere  in 

.   gran  collera. 

6)  conoss    l'Umor   déla  béstia  =  co- 
.    noscero  l'umore  della  bestia.  Fani.,  co- 
noscere r  indole  di  qualcuno   in  modo 
da  potersi  regolare. 

7)  bestia  in  cantina!  =  bestia  in  can- 
tina, bestia  berrettina.  Dicesi  per  i scher- 
zo a  modo  di  imprecazione. 

8)  Specie  di  gioco  che  si  fa  colle 
carte,  e  per  fortuna  poco  comune,  per- 
chè d'azzardo. 

bestiài,  *  agg.  =  bestiale. 

1)  Da  bestia,  proprio  delle  bestie. 

2)  Brutale:  di  bruto,  da  bruto;  istint 
beàtiàl,  pasión  bestiài  =  istinto,  pas- 
sione brutale  :  non  corretta,  non  gui- 
data dalla  ragione;  òmm  bestiai  =  uomo 
brutale  :  che  si  lascia  dominare  dalla 
passione,  incapace  di  qualunque  sen- 
timento gentile  o  benevolo  per  stupi- 
dità e  rozzezza  d'animo  e  che  si  lascia 
trasportare  facilmente  dall'ira. 

bestiàlitaa,*  s.  f.  =  bestialità.  Astr.  di 
bestiale  per  discorso,  azione  da  igno- 
raote,  o  senza  riflessione. 

bestiàlméut,*  aw  =  bestialmente,  da 
bestie,  in  modo  bestiale. 


bestiàmni,  *  s.  m.  =  bestiame:  quantità 
di  bestie  domestiche;  più.  comunemente, 
quelle  che  appartengono  all'agricoltura 
e  alla  pastorizia. 

bestiàscia,*  s.  f.  =  bestiaccia;^  pegg.  di 
bestia.  Qualche  volta  bestiàsa. 

besticsù  e  bèstioetìla,  s.  f.  =  bestiola  ; 
dimin.    di  bestia. 

bèstiolìua,  s.  /'.  =  bestiola;  dim.  di  be- 
stia. Si  dice  con  aria  di  rimprovero  a 
chi  abbia  detto  o  fatto  qualche  cosa  con 
poca  riflessione. 

bestiòii,  s.  ni.  =  bestione.  Acer,  di  bé- 
stia, specialm.  nel  significato  4. 

besùiic,  agg.  =  bisunto,  molto  unto:  spe- 
cialmente di  cose  sudicie  in  modo  da 
parere  unte  ;  mas  mine  e  besùnc  =  es- 
sere unto  e  bisunto.  Ora  si  dice  per 
lo  più  bisùnc. 

betegà,  v.  att.  =  balbettare:  parlare  ar- 
ticolando i  suoni  a  stento  e  imperfet- 
tamente per  imperfezione  degli,  organi 
vocali,  0  anche  per  grave  alterazione 
dell'animo,  come  ira,  vergogna  e  sim. 
Anche:  scilinguare  e  barbugliare. 

2)  betegà  nò  =  parlar  chiaro,  senza 
ritegno,  dire  le  proprie  ragioni  e  le  pro- 
prie opinioni,  senza  timore  e  senza 
troppe  circonlocuzioni. 

3)  el  betegà  =  la  balbuzie  o  il  difetto 
del  balbettare. 

betegàda,  s.  f.  =  balbettamento:  il  bal- 
bettare ;  vUij!  t'hee  sentii  che  betegtida 
el  glia  daa  ?  =  che  !  hai  udito  che  bal- 
bettamento ha  fatto  ? 

beteg-ói,  s.  m.  =  balbo,  bisciolo:  chi  bal- 
betta per  difetto  fisico.  V.  tartàia. 

bétola,  s.  f.  =  béttola,  bottega  dove  la 
gente  va  a  bere  o  anche  a  mangiare  per 
bere  :  è  luogo  frequentato  per  lo  più 
dal  popolaccio. 

bètolìn,  s.  m.  =  bettoluccia;  dimin.  di 
bettola. 

bètolinàtt,  s.  m.  =  bettoliere. 

1  Chi  tiene  bettola;  più  com.,  oste. 
2)  Bettolante  :  chi  frequenta  lo  bet- 
tole e  vi  si  ferma  a  lungo. 

betonerà,  s.  f.  =  bettonica:  erba  perenne 
e  medicinale;  betòniea  offèeinalis. 

1)  vèss  conosiiii  còme  là  betonega  = 
esser  più  conosciuto  della  bettonica:  co- 
nosciutissimo;  anche:  essere  conosciuto 
come  la  malerba. 

bèv,  V.  att.  =  bere,  bevere,  inghiottirò 
acqua,  vino  o  altro,  specialmente  per 
levarsi  la  sete.    Di   bevande   non  fjttte 


'>^ 


bev 


—  100  — 


bia 


per  levar  la  sete  come  caffè,  tè,  ecc., 
si  dice:  tteu  =  prendere,  non  bev  = 
bere.  Fa  bév  i  beati  =  far  bere  le  be- 
stie, condurle,  menarle  a  bere. 

1)  bév  =  bere,  si  dice  quando  nel  ba- 
gnarsi entra  l'acqua  in  bocca,  percbè 
non  si  sa  nuotare  o  si  nuota  male. 

2)  bev  assol.  =  bere,  ber  vino;  bév  à 
là  sàlÈt  =  bere  aUa  salute  di  qualcuno, 
far  brindisi. 

B)  bév  de  digiùn  =  bere  a  sciaqua- 
budella,  ber  vino  a  digiuno. 

4)  bév  §il  el  mangiti  =  bere  su  o  so- 
pra un  cibo;  bé-vegh  ben  =  beverci  bene: 
dopo  aver  mangiato  di  una  cosa  con 
piacere  o  no. 

5)  bév  sii  tiiscòss  =  beverseli  tutti  ; 
fam.  spendere  tutto  in  crapule,  gozzo- 
viglie. 

6)  l'è  come  bév  on  blciér  d'àcqiia  = 
gli  par  d'andare  a  bere;  di  chi  si  mette 
a  far  cosa  che  gli  paia  facile  e  di  nes- 
suna fatica. 

7)  bév  on  oeiìv  =  bere  un  ovo;  come 
bév  on  ocùv  =  come  bere  un  ovo,  di 
cosa  facilissima. 

8)  dà  de  bév,  fa  bév  =  dare  a  bere, 
far  bere  una  cosa:  darla  a  credere  con 
inganno. 

9)  bévela,  béveéela  =  beversela,  cre- 
dere una  cosa  con  troppa  facilità  e  sem- 
plicità. 

10)  porta  de  bév  =  portare  il  bere; 
fam.  quando  si  comanda  di  portare  il 
vino  da  bere. 

11)  bév  sii  =  morirci  su.  Di  quando 
si  guarda  qualcuno  con  espressione  di 
tenerezza  molto  languida. 

12)  el  de  bév  =  beveraggio:  la  man- 
cia che  si  dà  ai  vetturini,  ai  facchini 
0  ad  altri,  per  servizi  materiali. 

13)  bév  niinga  mal  =  trincare,  bere 
con  avidità  e  in  gran  quantità. 

14)  bév  fina  à  l'ultem  o  à  Vultim  = 
sgocciolare,  succhiare  l'ultime  goccio. 

15)  bév  à  cieitt  =  centellare,  centel- 
linare, bere  a  centellini:  bere  tanta 
quantità  di  vino  o  d'  altro  liquore, 
quanta  se  ne  può  prendere  in  un  pic- 
colo sorso. 

16)  bév  gid  =  tracannare,  bere  ab- 
bondantemente .e  presto. 

17)  bév  coi  man  =  bere  facendo  delle 
mani  giumella. 

18)  bév  à  canèll  =  bere  a  cannello 
o  a  garganelle. 


19)  bée  on  ceilv  =  bere  un  ovo  :  suc- 
chiarlo crudo  dal  guscio. 

20)  bév  i  belèss  =  bere  da  un  bic- 
chiere dove  abbia  già  altri  bevuto. 

21)  voi(L  gid  de  bév  =  mescere,  ver- 
sare nel  bicchiere  per  bere. 

22)  bév  sii  coi  oréce  =  bere  colle 
orecchie:  ascoltare  attentissimamente. 

23)  bév  =  assorbire:  di  corpi  porosi, 
come  la  terra,  la  carta,  il  legno  e  sim. 
l'è  on  miir  che  bév  tròpp  là  tìnta  =  è 
un  muro  che  assorbe  troppo  il  coloro. 

bevàscià,  v.  att.  =  sbevacchiare,  sbevaz- 
zare: bere  molto  e  spesso  e  senza  bi- 
sogno. 

bevàscìòii,  s.  m.  =  sbevazzatore:  colui 
che  sbevazza. 

bèyer  d'acqua,  =  goccia  d'  acqua  ;  dà 
nànca  on  béver  d'acqua  =  non  dare  una 
goccia  d'acqua:  di  chi  è  avaro  e  a  cui 
non  casca  nulla  a  sollievo  del  pros- 
simo. Disusa. 

beveràcc,  *  s.  m.  =  beveraggio.  Special- 
mente l'acqua  che  si  dà  a  bere  alle 
bestie. 

beTerón,  s.  m.  =  beverone  :  acqua  in 
cui  è  sciolta  fai'ina  o  crusca  e  che  si 
dà  ai  cavalli  o  ai  bovi  per  rinfrescarli 
0  per  ingrassarli.  Vi  si  metton  da  noi 
anche  foglie  di  grano  turco  o  di  ca- 
voli. Anche  bév  in  biànch. 

1)  Acqua  e  neve;  vèn  gi6  on  beve- 
ron  =  Fig.  piove  e  nevica  insieme. 

2)  Vaso  col  becco;  vaso  di  vetro  o 
d'altro  con  beccuccio  ad  uso  di  dar  da 
bere  ai  malati. 

bevibil,  *  agg.  =  bevibile ,  che  si  può 
bere:  Detto  del  vino  o  d'altro  che,  seb- 
bene con  qualche  mancamento,  non  è 
affatto  sgradevole. 

bevidòr,  s.  m.  bevitore:  chi  beve  molto. 

bevircetì,  s.  m.  bevirolo,  beriolo,  beve- 
rino, beverello  :  vasetto  per  lo  più  di 
vetro,  che  si  tiene  nelle  gabbie,  degli; 
uccelli  per  l'acqua. 

1)  Abbeveratoio,  beveratoio:  vasettol 
oblungo  in  cui  bevono  i  polli  nelle  stie.  : 

beyùda,  s.  f.  =  bevuta:  l'atto  del  bere. 
1)  Rimprovero,  ramanzina  ;  vilij!  te 
ciàpaa  sii  là  bevÉda?  =  ti  sei  preso  la 
tua  ramanzina? 

biàca,  s.  f.  =  biacca:  carbonato  di  piombo' 
0  di  zinco. 

1)  Belletto;  ddna  che  se  dà  là  biàca 
=  donna  che  si  dà  la  biacca,  il  bel- 
letto. 


bia 


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bia 


2)  dà  sii  là  bidca  =  imbiancare:  co- 
prire di  biacca. 
biada,*  s.  f.  =  l)iada,  avena;  avena  sa- 
Uva;  specie  di  cereale,  la  vena  che  si 
dà  per  cibo  alle  bestie  cavalline. 

1)  dà  là  biada  =  abbiadare,  avvez- 
zare alia  biada. 

2)  bitida  éàlvàdega  o  mata  =  fora- 
sacco ;  bromis  viollis  :  sorta  d'avena 
che  nasce  tra  le  biade. 

3)  ci  merita  dna  brasciàda  de  biada. 
Si  dice  di  chi  commette  qualche  scioc- 
chezza e  gli  si  vuol  dar  del  ciuco  con 
una  perifrasi.  Anche:  de  fèii. 

biàdàroeù,  s,  m.  =  biadaiolo:  chi  vende 
la  biada. 

biàdeg'h,  s.  m.  biàdegra,  s.  f.  =  nipote, 
nipotino,  nipotina  :  il  figliolo  o  la  fi- 
gliola, del  figlio  0  della  figlia:  meglio 
ora  iievòd  e  nerùda. 

bianca  (là  sura),  =  per  antonomasia:  la 
neve. 

biàncària,  s.  f.  =  biancheria:  ogni  sorta 
di  panni  di  tela  bianca  per  uso  dome- 
stico. 0  per  vestirsi ,  come  lenzuola, 
tovaglie,  asciugamani,  camicie,  calze,  ec. 
biàneàrìa  de  tàola,  de   ciisina,  de  lèti 

:  =  biancheria  da  tavola,  da  cucina,  da 
letto;  nètt  de  biàneàrìa  =  che  gli  si  fa 
lavare  e  stirare  la  biancheria  da  dosso. 
Più  scelto  biancherìa.  * 

1)  biàneàrìa  de  biigàda  =  bianche- 
ria imbiancata  o  di  bucato:  quella  che 
non  fu  peranco  adoperata  dopo  che  fa 
messa  in  bucato. 

—  biàneàrìa  inilmidìda  =  bianche- 

•  ria  umidetta,  umidiccia,  umidina  :  che 
è  meno  che  umida,  e  la  cui  umidità 
appena  si  riconosce  al  tatto;  quella 
che  conviene  all'  operazione  dello  sti- 
rarla. 

—  biàneàrìa  sopresàda,  inafnedàda 
biancheria  stirata,  cioè  spianata  col 
ferro  da  stirare  ;  insaldata,  cioè  quella 
cui  prima  di  stirarla  fu  data  la  salda, 

-  ossia  acqua  nella  quale  sia  stato  stem- 
perato amido,  o  gomma. 

—  biàneàrìa  éporca  =  biancheria  su- 
dicia, sporca  :  quella  che  per  essere  stata 

•  sufficientemente  o  anche  molto  adope- 
:   rata,  è  da  porsi   in  bucato,    per   rido- 
narle la  nettezza. 

2)  cilsìinbiàncàrìa=  cucir  di  bianco. 

3)  biàneàrìa  ehe  ha  ciàpaa  el  giàld  = 
biancheria  imporrata,  imporrita. 

bi&nch,  *  s.  w.  =  bianco:  il  colore  pro- 


prio della  neve,  del  giglio,  del  latte  e 
simili. 

1)  mett  el  négher  sili  biànch  =  met- 
tere il  nero  sul  bianco:  scrivere. 

2)  dà  d'inténd  biànch  per  négher  = 
dare  ad  intendere  il  bianco  per  il  nero: 
una  cosa  por  un'altra. 

2)làsà  in  biànch  =  lasciare  in  bianco, 
senza  scrivere. 

A)  el  biàneh  de  l'ceucc  =  il  bianco 
dell'occhio:  la  cornea  opaca  dell'occhio 
dove  sta  la  pupilla. 

5)  La  materia  di  color  bianco  colla 
-  quale,  disciolta,  si  imbiancano  le  mura; 

flàgh  dna  man  de  biànch  àia  stànàa  = 
=  dare  una  mano  di  bianco  alle  pareti 
della  camera. 

6)  còti  in  biànch  =  cotto  in  bianco: 
specialmente  di  pesci  e  di  poUi. 

biànch,  agg.  =  bianco,  di  color  bianco; 
m,iir,  vestii,  marmo  biànch,  =  muro, 
vestito,  marmo  bianco. 

1)  biànch  e  rosé  =  bianco  e  rosso: 
di  persona,  viso  che  mostra  buona  e 
florida  salute. 

2)  barba,  eàvei  biànch,  =  barba,  ca- 
pelli bianchi:  di  colore  che  prendono 
la  barba  e  i  capelli  segnatamente  per 
vecchiezza. 

—  biàneh  =  canuto:  di  chi  ha  i  ca- 
pelli bianchi;  à  qtiàrànf  ànn  l'è  già  tiitt 
biànch  =  a  quarant'anni  è  già  tutto  ca- 
nuto :  si  dice  soltanto  dei  capelli,  non  dei 

baffi  e  della  barba  pei  quali  si  dice:  bianco. 

3)  dà  carta  bianca  à  viin  =  dar  carta 
bianca  a  uno  :  dare  piena  facoltà  di 
fare  e  regolarsi  come  crede  meglio. 

4)  Si  dice  di  molte  cose,  benché  non 
sieno  Azeramente  bianche,  per  distin- 
guerle da  altre  di  colore  diverso  ;  Uga 
bianca,  vin  biànc,  pan  biànch,  sàléa 
bianca  =  uva  bianca,  vino  bianco,  pane 
bianco,  salsa  bianca. 

—  frititra  bianca  =  frittura  bianca, 
fritto  di  cervella,  filetto,  granelli  e  sim. 

5)  ràr  còme  dna  mosca  bianca  = 
raro  come  le  mosche  bianche.  Iperbol.: 
difficile  0  impossibile  a  trovarsi. 

6)  Candido:  bianco  e  senza  macchia; 
ròs  biànch  e  rosé  =  rose  candide  e  ver- 
miglie ;  veli  biànch  =  velo  candido  ; 
biàneh  còme  el  Uri  =  candido  come  il 
giglio,  candidissimo. 

7)  biànch  come  on  pànn  làvaa  =• 
bianco  come  la  carta,  bianchissimo  : 
si  dice  del  colore  del  viso   per  effetto 


bia 


—  102  — 


bic 


di  malattia,  paura  o  altra  grave  coili- 
mozione  dell'animo, 

8)  chi  le  vceùr  bianca,  chi  le  vceilr 
negra  -  chi  la  vuole  allesso  e  chi  ar- 
rosto :  chi  in  un  modo  o  chi  in  un  altro. 

biancheria,  *  s.  f.  =  biancheria  :  ha 
ormai  quasi  del  tutto  sostituito  il  più 
volgare  e  più  vecchio  biàucària.  Vedi. 

biànchésa,  *  s.  f.  =  bianchezza,  candi- 
dezza, candore  ;  là  biànchèsa  délapèll, 
di  man  =  la  bianchezza  della  pelle, 
delle  mani  ;  là  biànchèsa  de  l'àvdri, 
dela  net!  =  la  candidezza  dell'  avorio, 
della  neve. 

biàuchéta,  s.  /".  =  camioiuola  :  specie 
di  giacchetta  di  flanella  o  di  maglia, 
che  si  porta  per  ripararsi  dal  freddo, 
per  lo  più  sulla  pelle  al  di  sotto  della 
camicia, 

bianchétti  s.  m.  =  pietra  di  micio. 

1)  Pietra  da  sarti  :  colla  quale  i 
sarti  segnano  la  stoffa. 

2)  Melata  :  malattia  che  attacca  al- 
cune piante. 

Biàs,  s.  m.  =  Biagio  :  nome  proprio  di 
persona, 

1)  mètt  via  el  2^ànàtòn  per  san 
BitLs  =  mettere  da  parte  il  panettone 
per  san  Biagio  :  è  uso  a  Milano  ser- 
bare un  pezzo  del  panettone  che  si 
mangia  a  Natale,  per  il  3  febbraio, 
giorno  di  san  Biagio,  il  quale  credono 
protegga  contro  i  mali  di  gola. 

biàsà,  V.  alt.  =  biasciare,  biascicare  e 
nel  linguaggio  comune,  sbiasciare  e 
sbiascicare  :  ravvolgere  in  bocca,  mo- 
vendo la  mascella  come  nel  masticai'e, 
segnatamente  detto  di  chi  non  ha  denti 
0  di  cose  molli.  Anche  così  chiamasi 
il  masticare  lentamente  e  male  di  chi 
mangia  con  nausea. 

biàsaa,  s.  m.  =  biascicotto,  biasciotto. 

1)  Pezzetto  di  pane,  o  di  carta,  o 
d'altro  biasciato  e  sputato. 

2)  agg.  pari.  pass,  di  biàsà;  l'è  pan 
biàsaa  di  vegiòni  =  è  pane  biasciato 
dai  vecchi  :  si  dice  di  roba  molle  che 
abbia  lontana  apparenza  di  cibo  bia- 
sciato. 

biàsapàter,  s.  m.  e  /".  =  biascia  pater- 
nostri, bacchettone,  biasciarosari,  pin- 
zochere. 

biasima,  *  v.  alt.  =  biasimare  :  mostrare 
e  disapprovare  i  difetti  di  alcuno, 

biava,  s.  f.  -  biada  :  voce  popolanesca 
per  biada. 


bibì,  s.  m.  =  bua  :  voce  usata  parlando 
coi  bambini.  Vedi  bobaa. 

Bìbia,*  s.  f.  =  Bibbia  :  il  libro  che  con- 
tiene il  Testamento  vecchio  e  nuovo. 

bibin,  s.  m.  =  fiorrancino  :  uccelletto 
cosi  chiamato  da  un  ciuffettino  giallo 
che  ha  sul  capo  ;  regulus  ignieapillus. 

bibiotéca,  *  s.  f.  =  biblioteca  :  luogo 
dove  si  conserva  e  si  custodisce  una 
quantità  di  libri  raccolti  por  fine  di 
studio  ;  bibiotéca  de  Brera,  bibiotéca 
ambrosiana,  de  l'Istitiltt  Tècniche,  del 
circol,  ecc.  =  biblioteca  di  Brera,  bi- 
blioteca ambrosiana,  dell'Istituto  Tec- 
nico, del  circolo,  ecc. 

1)  vèsè  dna  bibiotéca  àmbiildnt  = 
essere  una  biblioteca  ambulante  :  di 
persona  che  ha  molta  e  svariata  eru- 
dizione. 

bibiotecàri,  *  s.  m.  =  bibliotecario  :  chi 
soprintende  a  una  biblioteca. 

bibìoteclièta,  *«./■.=  bibliotechetta, 
dimin.  vezzegg.  di  biblioteca, 

bibita,  *  s.  f.  =  bevanda  :  ciò  che  è  fatto 
per  esser  bevuto, 

1)  Bibita,  bevanda  :  più  specialmente 
d'acque  acconce  o  medicinali, 

bibliografia,  *  ò\  f.  =  bibliografia  : 
l'arte  o  la  scienza  del  bibliogi'afo. 

bibliogràflch,*  agg.  =  bibliografico  :  da 
bibliografia  ;  el  bolèti/i  biblingràfich  = 
il  bollettino  bibliografico. 

bicér,  s.  m.  =  bicchiere  :  piccolo  vaso, 
per  lo  più  di  vetro  o  di  cristallo,  per 
bere  ;  el  foìid  del  bicér  =  il  fondo  del 
bicchiere  in  cui  rimane  il  centellino  ; 
bicér  molaa  =  bicchiere  arrotato  ;  bicér 
de  cticia  o  de  viàgg  =  bicchiere  di 
cuoio  ;  hicér  a  cMis  =  bicchiere  a  ca- 
lice, calice  ;  bicér  soli  =  bicchiere  liscio  ; 
bicér  làoraa  =  bicchiere  martellato. 

1)  Quantità  di  liquido  contenuto  in 
un  bicchiere  ;  bév  on  bicér  de  vtn  = 
bere  un  bicchier  di  vino.  Anche  asso- 
lutamente ;  pagànn,  béven  on  hicér  = 
pagarne,  berne  un  bicchiere  :  sottin 
tende  «  di  vino,  » 

2)  eilu  de  bicér  =  cui  di  bicchiere  : 
per  celia  :  diamante  falso, 

3)  scarpa  larga  e  bicér   pièn  e  età- 
pala  còme  là  vén  =  pigliare  il  mondo  ^ 
come  viene  :  ammonisce   gli    uomini  aj 

.  non  si  dar  uè  briga,  né    dolore    di  ciòl 
che    avviene    nel    mondo,    il   quale    òf 
sempre    stato  e  sempre    sarà   una   vi- 
cenda di  bene  e    di  male,  nella   quale. 


I 


bic 


-  103  - 


bie 


spesso  i  buoni  sono  calcati  e  i  pravi 
sollevati,  e  il  giusto  e  l'onesto  è  franteso. 
4)  Volgarmente  è  abbreviato  in  bicc 
nella  olissi  del  significato.  1.  andèmni 
à  beven  on  bicc  =  andiamo  a  berne 
un  bicchiere. 

biceràda,  s.  f.  =  bicchierata  :  il  trovarsi 
fra  amici  a  bere  del  vino  per  festeg- 
giamento. 

1)  Un  modo  di  giocare  al  biliardo, 
secondo  il  quale  ciascuno  gioca  per 
conto  proprio  e  i  punti  che  perde  rie- 
scono a  vantaggio  di  tutti  gli  altii  : 
man  mano  che  ciascuno  arriva  al  nu- 
mero di  punti  fissati  esce  dal  gioco  e 
l'ultimo  paga  per  tutti. 

bicerìii,  *  s.  m.  =  bicchierino,  bicchie- 
retto,  dim.  di  bicchiere  :  segnatamente 
di  quelli  che  servono  per  vini  da  bot- 
tiglia 0  per  liquori. 

biceròn,  *  s.  m.  =  bicchierone,  acor.  di 
bicchiere  :  segnatamente  di  bicchiere 
riempito  molto.  In  questo  senso  anche 
bìceròtt. 

bìcicléta  =  bicicletta.  Noto  mezzo  di 
trasporto. 

bìciolàn,  s.  m.  =  bacchinone  :  uomo 
grande  e  grosso,  ma  disadatto,  melenso 
e  buono  a  nulla. 

1)  Specie  di  ciambella  di  pasta  di 
varie  maniere  con  zucchero,  uova  e 
altro". 

2)  el  biciolàn  =  il  dito  medio  :  perchè 
più  lungo  degli  altri  e  adatto  a  minor 
numero  di  usi. 

bicÒCR)  s.  f.  =  arcolaio,  guindolo,  bin- 
dolo :  arnese  di  canne  o  stecche  che 
sostiene  la  matassa  e  gira  quando  si 
dipana. 

1)  viètt  sÈla  bieòca  =  agguindolare  : 
mettere  la  matassa  annaspata  sul  guin- 
dolo per  dipanarla.  . 

2)  Arcolaio  pieghevole  o  da  serrare 
è  il  nome  della  bieòca  che  si  può  al- 
largare 0  restringere  secondo  la  gran- 
dezza della  matassa,  e  anche  serrarsi 
affatto,  per  comodo  di  ri  porla. 

bicocà,  V.  att.  =  ciondolare,  balenare, 
barcollare  :  star  male  in  gambe,  andare 
a  onde,  ondeggiare,  traballare,  barellai-e. 
1)  Dormicchiare  :  di  chi  s'  addor- 
menta, 0  meglio  pisola,  su  una  sedia 
e  casca  ora  da  una  parte,  ora  dall'altra 
e  si  riscuote  ad  ogni  cascata  e  tosto 
ricomincia. 

bicocàda,  s.  f.    =  barcollamento  :    astr. 


di  barcollare  ;  el  ghe  dà  bicocàd  de 
lira  =  va  barcollon  barcolloni;  barcol- 
lando piglia  tutta  la  strada. 

bìcochìn  (fa  el)  =  fare  la  rota  :  gioco 
di  fanciulli. 

bicornia,  s.  f.  =  bicornia  :  incudine  di 
piano  stretto,  di  corna  lunghissime  e 
per  lo  più  con  codolo  che  si  pianta  in 
un  cilindi-o  di  legno  di  piccol  diameti'o. 

bidàn^  s.  m.  =  pedano  :  sorta  di  scar- 
pello avente  sulla  grossezza  la  rolla,  il 
quale  serve  a  intagliare  stretti  e  pro- 
fondi canali. 

1)  Tagliolo  :  stretto  scarpello  a  taglio 
obliquo,  che  serve  a  dividere  in  due 
un  pezzo  sul  tornio,  senza  molta  per- 
dita di  materia. 

2)  biddn  di  baionètt  de  ilss  =  pe- 
dano da  incassar  ferri. 

bidànin,  s.  m.  =  becchetto  :  quel  ferro 
dei  tornitori  che  verso  la  parte  tagliente 
è  ripiegato  a  squadra. 

bidè,  s.  m.  =  bidè  ;  catinella  o  di  maio- 
lica 0  di  metallo  di  forma  oblunga  e 
ristretta  nel  centro  che  si  pone  sopra 
l'armatura  o  carcassa,  e  sopra  si  sta 
seduti  come  a  cavallo  per  lavarsi  da 
basso. 

1)  Anche  quel  recipiente,  per  lo  più 
di  latta,  nel  quale  si  versa  dalla  cati- 
nella r  acqua  sporca ,  per  riporvene 
della  pulita. 

bidèll)  *  s.  m.  =  bidello  :  nome  che  si 
dà  ai  custodi  di  università,  accademie, 
licei,  scuole,  ecc. 

biéda,  s.  f.  =  bietola  ;  beta  mUgaris  = 
soi-ta  d'erbaggio  che,  tenero  ancora,  si 
mette  con  burro  sai  vescicanti  come 
cataplasma. 

bìedràva,  s.  f.  =  barbabietola  :  pianta 
erbacea  che  fa  un  bulbo  buono  a  man- 
giare e  da  cui  si  cava  lo  zucchero  ; 
beta  rubra  vulgaris.  A  Firenze  la  chia- 
mano: raparossa. 

1)  bìedràva  bianca  =  barbabietola 
bianco-rossa  o  moscatella  ;  beta  pallida 
vivens  niaior. 

2)  biedràva  bislunga  =  barbe  dei 
cappuccini  ;  beta  rubra  radice  rapae. 

3)  biedràva  giàlda  =  bietola  carota 
0  gialla  ;  beta  lutea  maior. 

biéla,  s.  f.  =  tegame  :  vaso  a  fondo  piano 
a  sponda  tal  volta  diritta,  tal' altra  obli- 
qua, con  una  sola   presa,  ovvero   con 
due  :  è  per  lo  più  di  terra  cotta. 
1)  mètt  in  là  bièla  =  integamare. 


ble 


104 


big 


bielàda,  s.  f.  =  tegamata  :  quantità  di 
roba  contenuta  nel  tegame,  segnata- 
niente  di  quantità  grande. 

bìelee,  s.  vi.  =  tegamaio  :  chi  fa  e  vende 
tegami. 

bielìii,  s.  m.  =  tegamino,  dim.  di  te- 
game :  questo  per  lo  più  ha  un  ma- 
nico della  stessa  terra  cotta. 

bieuàl,  *  agg.  =  biennale  :  che  ricorre 
ogni  due  anni  ;  àia  iinwersitaa  gh'  è 
tanti  core  ch'Imi  bienài  =  all'  univer- 
sità parecchi  corsi  sono  biennali  :  che 
dui-ano  due  anni. 

bìfa,  s.  f.  =  biffa  :  bastone  e  pertica  con 
un  segnale  in  cima  che  si  ficca  in  terra 
per  le  operazioni  di  agrimensui'a,  li- 
vellazioni e  sim.  Si  usa  per  lo  più  al 
plurale  e  si  può  dire  anche  palina  o 
palimi. 

biif  He  bàflf,  =  nella  frase  dì  uè  biff 
uè  bàlf,  =  dire  ne  ai  ne  bai  :  dir  nulla. 

bifòlcli,  *  s.  m.  =  bifolco  :  il  contadino 
che  ha  in  custodia  il  bestiame  e  che 
ara.  Si  dice  anche  con  sprezzo  come 
indulto  a  chi  ha  modi  rozzi  e  screan- 
zati. 

biftècch,  s.  m.  =  dall'inglese  beaf-teak= 
bistecca  :  fetta  di  carne  di  bove  o  di 
vitello  tagliata  sulla  costola,  che  si 
cuoce  in  gratella,  e  si  mangia  mezzo 
cotta. 

biga,  s.  /.  =  biga  :  cocchio  degli  antichi 
a  due  cavalli.  Disusata  la  cosa  nella 
vita  comune,  il  vocabolo  non  è  rimasto 
che  per  significare  1'  oggetto  usato  nei 
giochi  dell'Arena  ;  là  corèa  di  high  = 
la  corsa  delle  bighe. 

bigamia,  *  s.  f.  =  bigamia  :  lo  stato  di 
chi  ha  due  mogli  a  un  tempo. 

bigàtee,  s.  m.  =  bacaio  :  uomo  che  al- 
leva i  bachi  da  seta. 

bigàtèra,  *  s.  f.  =  bigattiera  :  luogo  o 
edifizio  per  uso  di  allevare  i  bachi  da 
seta,  detti  in  più  luoghi  :  bigatti. 

bigàtt,  s.  m.  =  baco  da  seta,  filugello, 
bigatto  :  quel  bruco  che,  appena  schiuso 
dall'uovo,  si  nutre  della  foglia  del  gelso 
e  dal  cui  bozzolo  si  trae  la  seta.  Anche 
càvàlee. 

1)  fa  el  bigàtt  =  allungare  il  collo  : 
quando  si  desidera  qualche  cosa  e  si 
allunga  il  collo  in  direzione  di  ciò  che 
si  desidera,  per   mostrare  il  desiderio. 

2)  onapàrtìda  de  bigàtt  =  una  messa 
una  covata  di  bachi. 

3)  bigàtt  fior  mi  =  bachi  avanzaticci. 


4)  bigàtt  moscàrdin  =  bacili  che 
hanno  il  calcino  :  ingessiti. 

5)  bigàtt  reseìòn  =  bachi  infatiti  : 
che  non  vanno  alla  frasca  e  restano 
senza  fare  il  bozzolo. 

6)  sciimà  i  bigàtt  =  scegliere  i  bachi. 

7)  bigàtt  lusiroeù  =  chiarelli  o  chia- 
retti :  quelli  che  diventano  trasparenti, 
e  non  mangiano,  restando  torpidi  ed 
infingardi. 

Bìgia,  s.  f.  =  Gigia  vexx,egg.  di  Luigia. 
Dà  il  sottodim.  Bigìn  =  Gigina. 

bigia,  V.  att.  =   bruciare,    salare,    mari- 

•  nare  ;    bigia   scolai  bigia    là  leéidn  = 

bruciare,  salare,  marinare  la  scuola,  o 

la  lezione  :  lo  dicono  gli  scolari  quando 

per  quel  giorno  non  ci  vanno. 

bigiàda  e  meglio  bigiàdìiia,  s.  f.  = 
bruciata,  marinata.  Astr.  di  bruciare, 
marinare  ;  dagh  dna  bigiàda,  dna  bi- 
giàdma  =  bruciare,  salare,  marinare  la 
scuola  ;  che  bela  bigiàda  =  che  l)eUa 
marinata  di  scuola  ! 

bigiàdór,  s.  m.  =  chi  manca  per  abitu- 
dine alla  scuola,  o  copia  il  compito  da 
altri  0  da  un  libro  stampato. 

bigìn,  s.  m.  =  traduzione. 

1)  Chiamiamo  così  nelle  scuole  quel 
libro,  stampato  o  no,  dal  quale  si  pos- 
sono copiare  i  doveri,  e  per  lo  più  la 
traduzione  dal  latino  o  dal  greco  in 
volgai-e. 

2)  E'  anche  dim.  vezz.  di  basìu  : 
fàmm  on  bigìn  =  fammi  un  bacino  :  si 
dice  ai  bambini. 

bigiogìn,  s.  m.  modo  famigliare  =  bircio: 
di  vista  molto  corta. 

bigliètàri,  s.  m.  =  buUettinaio,  bigliet- 
tinaio. 

1)  Quello  che  alla  porta  del  teatro  o 
alla  stazione,  vende  i  biglietti. 

2)  Bigliettinaio  :  chi  riceve  i  biglietti 
d'entrata  al  teatro  o  altro  spettacolo. 
In  questo  senso  si  dice  anche  portér. 

bigliètiii,  s.  m.  =  bigliettino,  dim.  di 
biglietto.  Specialmente  di  quelli  che 
si  scrivono  con  espressioni  d'affetto. 

bìgliètt,  s.  m.  =  biglietto,  viglietto  : 
breve    lettera  a  persona   non   lontana. 

1)  bìgliètt  de  vìsita  =  biglietto  di 
visita  :  cartolina  dove  è  scritto  o  stam- 
pato il  nome  di  una  persona  e  che  si 
lascia  0  si  manda  dalla  persona  stessa 
per  segno  di  cortesia,  d'augimo  e  sim. 
Anche:  cai-ta  da  visita  ocai-ta,  senz'altro. 

2)  bigliètt  assol.  =  biglietto,    polizza 


hig  —  105  — 

stampata,  per  lo  più  di  cartono,  che 
servo  por  entrare  ai  teatri  e  a  feste 
pubbliche  e  private ,  o  da  diritto  al 
viaggio  in  ferrovia,  in  tramvai,  sui 
piroscafi  e  sini.  Se  non  è  a  pagamento 
si  dice  :  bigliètt  d'inmd  =  biglietto  di 
invito. 

8)  Carta  moneta  o  foglio  di  Banca  : 
on  bigliètt  de  cinqu  frdnch  =  un  bi- 
glietto, un  foglio  di  cinque  lire.  Anche 
assol.  per  danaro  :  g'hoo  di  hon  bigliètt 
=  ho  del  buon  danaro. 

bìglia  (vèss  de  còccli  e  de)  =  essere  un 
uomo  finto,  doppio,  che  fa  l'amico  ad 
ambedue  le  parti  contrarie:  drittone, 
capace  di  tutto. 

bignè,  s.  m.  =  Specie  di  frittella  ripiena 
di  crema,  o  panna  montata,  o  ricotta 
0  sim.  Dal  frane,  beignètt. 

bigndnia,  s.  f.  =  bignonia,  di  foglie  cuo- 
riformi, catalpa.  Bignonia  catalpa; 
Bignonia  radicans.  Albero  ed  alberetto, 
ornamento  dei  giardini. 

bìgolitt,  s.  m.  pi.  =  diavoletti  o  diavo- 
lini:  i  rotoliui  di  bambagia  nera  con 
un  fil  di  ferro  dentro,  che  servono  per 
arricciarsi  i  capelli  ;  e  le  ciocchette  di 
cappelli  che  le  donne  avvoltolano  in 
cartuccie  per  mantenere  la  piega  dei 
ricci. 

bigolòtt,  s.  m.  =  merciaiuolo  ambulante  : 
chi  va  intorno  a  vendere  tutte  le  cose 
minute  che  occorrono  ai  sarti  o  alle 
donne  per  cucire,  come  aghi,  refe,  co- 
tone, bottoni,  ecc. 

bigotìsmo,  s.  VI.  =  bigotteria,  bacchet- 
toneria: l'essere  sempre  per  le  chiese 
e  il  fuggire  i  passatempi  anche  onesti, 
vedendo  in  tutto  occasione  di  peccato 
e  materia  di  scandalo;  religiosità  esa- 
gerata e  spesso  falsa. 

bigòtt,  agg.  =  bigotto,  bacchettone,  pin- 
zochere,  religioso    esagerato    e    spesso 
falso. 
1)  diventa   bigòtt  =  imbacchettonire. 

bila,  0  bile,  *  s.  f.  =  bile  :  umore  che 
si  separa  dal  fegato. 

1)  collera,  stizza  :  ci^èpà  déla  bila  = 
crepar  dalla  bile. 

bilànc,  *  s.  m.  =  bilancio:  prospetto 
delle  entrate  e  spese  dello  Stato  o  di 
qualunque  amministrazione  publica  o 
privata  ;  bilànc  preventiv ,  silpletòri, 
consuntìv  =  bilancio  preventivo,  sup- 
pletorio, consuntivo. 

bilanciar,  s.  ni.  =  bilancia. 


bil 


1)  Parte  dell'orologio  che  serve  a 
moderare  il  movimento  della  serpen- 
tina. 

2)  Bilanciere  :  chi  è  incaricato  di 
preparare  le  ragioni  per  far  presto  il 
bilancio. 

bilia,  *  0  bàia,  s.  f.  =  palla  da  biliardo; 
ciàpà  là  bilia  =  cogliere  la  palla  ;  m^- 
tes  eont  là  bilia  =  acchitarsi  ;  vèàs  in 
bilia  =  essere  in  palla  :  avere  la  pro- 
pria palla  parallela  a  quella  dell'av- 
versario. 

1)  bilia  fregia  o  férma  =  palla  fer- 
ma: tale  ò  dichiarata  da  chi  n'ha  in- 
teresse quella  palla  che,  dopo  la  corsa 
del  colpo  ricevuto,  si  sofferma  quasi  ra- 
sente la  bilia  0  buca;  la  dichiarazione 
priva  di  valore  il  successivo  suo  cadere 
in  buca,  se  anche  avviene. 

2)  ciàpà  on  quart  de  bìlia,  ciàpà 
mesa  bilia,  fa  bilia  rèsta  =  pigliar  la 
palla  di  quarto,  a  resta,  di    arresta. 

3)  fa  là  bilia.,  fa  cor  tiitt  e  dò  i  bili 
=  sbiliardare:  batter  falsamente  due 
palle  accosto,  la  propria  a  quella  del 
compagno. 

4)  ciàpti  fina  là  bilia  =  faro  stec- 
cacela :  non  cogliere  in  pieno  colla 
palla, 

5)  tàià  là  bìlia  =  fare  steccaccia  :  pi- 
gliar la  palla  obliquamente,  farla  gi- 
rare in  modo  che  descriva  una  linea 
curva  e  batta  la  palla  dell'avversario 
malgrado  i  birilli  che  la  coprono. 

6)  striisà  là  bilia,  ciàpti  là  bilia  de 
sbièss  =  frisare  la  palla,  coglierla  ap- 
pena di  scancio  e  mandarla  per  obliquo. 

biliàrd,  s.  m.  =  biliardo:  gioco  che  si 
fa  con  palle  d'avorio  mandate  mediante 
una  stecca;  e  la  tavola  o  banco  di  le- 
gno, con  sponde  o  mattonelle  e  per  lo 
più  coperto  di  panno  verde,  su  cui  si 
fa  questo  gioco. 

1)  i  épond  del  blliard  =  le  matto- 
nelle del  biliardo. 

biliàrdee,  s.  m.  -  biscazziere,  pallaio  : 
quello  che  nei  biliardi  pubblici  segna 
i  punti  ai  giocatori,  dà  loro  le  palle, 
allestisce  il  biliardo,  risolve  i  dubbi  e 
compone  le  contese  di  quelli  che  gio- 
cano. 

1)  Anche  il  fabbricatore  di  biliardi, 
e  quello  che  li  vende  o  che  tiene  il 
gioco. 

biìfiòs,  *  agg.  =  bilioso,  atrabiliare,  stiz- 
zoso, collerico  :    che    soffre   d'atrabile, 


bil 


-  106 


bio 


che    monta    in    collera   facilmente.    Il 
popolino  dice  ancora  bilòs. 

bild,  s.  m.  =  biacco.  Goluber  mito  :  spe- 
cie di  serpe  non  velenoso. 

bìl<BÙ;  s.  m.  =  pulcino  :  il  nato  della 
chioccia. 

biinéster,  *  s.  m.  =  bimesti'e:  spazio 
di  tempo  di  due  mesi;  *  clàsificasiòn 
del  bimèster  =  le  classificazioni  del 
bimestre. 

biinèstràl,  *  agg.  =  bimestrale:  che 
cade,  che  si  fa,  che  ricoiTe  ogni  duo 
mesi  ;  «  clàsificàsidn  bimèstrdi  =  le 
classificazioni  bimestrali  :  quelle  che  si 
danno  agli  alunni  dal  maesti'o  ogni 
duo  mesi. 

bìn,  s.  m.  =  bacino  :  bacio  da  bimbo. 
Toce  infantile.  Vedi  bigìn. 

bina;  V.  att.  =  accoppiare,  addoppiare, 
mettere  a  doppio:  detto  specialmente 
di  fili,  drappo,  o  sim,  perchè  regga 
meglio. 

bìnàddr,  s.  w.  =  addoppiatore  :  chi  ad- 
doppia la  lana  sul  filatoio. 

binàdòra,  s.  f.  =  addoppiatoio  :  arnese 
che  serve  por  addoppiare  i  fili  della 
seta. 

binàdùra,  s.  f.  =  addoi)piatura  :  raddop- 
piamento della  seta. 

binàri,  *  s.  m.  =  binario  :  le  due  guide 
0  rotaie  su  cui  corrono  i  treni  della 
strada  ferrata  e  i  carrozzoni  dei  tram- 
vai. 

1)  Carreggiata:  la  distanza  tra  l' una 
e  l'altra  guida,  la  quale  distanza  suol 
essere  di  un  metro  e  mezzo,  pari  alla 
larghezza  dei  carri   tra   ruota  e  ruota. 

binda,  s.  f.  =  benda  :  fascia  o  fazzoletto 
ripiegato  a  guisa  di  fascia  con  cui  si 
coprono  gli  occhi  per  impedir  di  vedere. 

1)  Fig.  :  vègh  là  binda  ài  oeùcc  = 
aver  la  benda  agli  occhi  :  aver  la  mente 
offuscata  dalla  jiassione  in  genere,  an- 
che essere  innamorato  in  modo  da  non 
conoscere  i  difetti  della  persona  amata. 

2)  Bendina  :  striscia  di  drappo  che 
copre  un  occhio  malato. 

3)  Fascia  :  striscia  di  pannolino  lunga 
e  stretta  per  avvolgere  e  stringere,  se- 
gnatamente una  parte  del  corpo  ;  *  biml 
per  i  sàlàss,  per  i  ferid  =  le  fasce  per 
i  salassi,  por  le  ferite. 

bindèlin,  s.  m.  =  bindellino  ;  specie  di 
diorite,  ossia  di  marmo  allistato  a  piii 
colori  che  si  trova  in  più  luoghi  dei 
nostri  monti,  e  specialmente  nell'alveo 


del  fiume  VaiTone  in  Valsassina  nella 
provincia  di  Como. 

1)  Nastrino:  dimin.  di  biudèll. 

bindèlìna,  s.  f.  =  Specie  d'erba  che  so- 
miglia a  un  nastro. 

bindèll,  s.  m.  =  nastro  :  striscia  tessuta 
di  lunghezza  indefinita  e  di  larghezza 
che  può  variare  da  pochi  millemetri  a 
pochi  centimetri  ;  bindoli  ItLrgh^  strécc, 
de  eotòn,  de  lana,  de  seda,  de  velli, 
d'argent,  d'or  =  nastro  largo,  stretto, 
di  cotone,  di  lana,  di  seta,  di  velluto, 
d'argento,  d'oro;  fàbrica  de  bindH  = 
fabbrica  di  nastri  ;  el  bùidèll  del  sofitt, 
del  miir  =  contorno,  a  nastro  :  nelle 
riquadrature  di  stanze;  bindoli  àpèna 
nààiiù  =  nasti'o  strettissimo. 

bindèll,  (fa),  =  far  girandola  :  agitare  a 
tondo  un  tizzoncello  infuocato  rapida- 
mente così  che  dia  l'immagine  di  un 
nasti'O  fiammeggiante. 

bindìn,  s  m.  e  bindina,  s.  f.  ■=  ben- 
dina, fascetta.  Dim.  di  benda,  di  fascia. 

bindolerà  (à),  =  a  brani,  a  strappi,  a 
brandelli,  a  brendoli. 

binòtt,  s.  m.  =  corbellone  :  nome  di 
quelle  grosse,  alte  corbe  di  vinchi  e  di 
stecche  a  uso  di  trasportare  i   bozzoli. 

binócol,  s.  m.  =  binoculo  :  canocchia- 
letto  a  doppia  canna,  che  s'adopera 
specialmente  al  teatro. 

biòbió,  s.  m.  =  radicchio  bianco  ;  radic- 
chino  :  il  comune  radicchio  sotterrato 
nella  rena  in  cantine  e  così  privato 
della  luce,  e  reso  meno  amaro,  ma  in- 
sipido. 

biografìa,  *  s.  f.  =  biografia:  narra- 
zione della  vita  di  una  o  più  persone, 
e  si  intende  ordinariamente  di  persone 
illustri  e  care  ;  gh^  è  sili  giornàl  là 
biografìa  de  Oàribdldi  =  c'è  sul  gior- 
nale la  biografia  di  Garibaldi.  E'  però  ' 
ancora  più  comune  il  vocabolo  vita  in 
questo  identico  significato. 

biogràflcli,  *  agg.    =  biografico,  di  bio- 
grafia ;  hin  pòcch  notisi  biogràfieh  che  ' 
hoo  podàù   troà  sul  pitòr  Cremona  = 
sono  poche  notizie  biografiche  che  ho 
potuto  trovare  sul  pittore  Cremona. 

biond,  *  =  s.  m.  =  biondo:  il  color 
biondo.  E  la  persona  bionda  ;  fhà  éer- 
vii  el  biond?  =  t'ha  servito  il  biondo? 

1)  deventti  biond  =   imbiondire. 

2)  irà  ài  biond  =   biondeggiare. 
4)  Agg.  biondo  :  di  colore  fra  quello 


bio 


-  107  - 


bir 


dell'oro  e  il  castagno  chiaro:  special- 
mente dei  capelli  e  della  barba. 

biònda,  s.  f.  =  cotta,  balla,  ubbriacatura; 
tmjf  che  biònda  qiiela  cl'ier  èira  = 
ohe  !  che  cotta  quella  di  ieri  sera, 

biondésa,  s.  f.  =  biondezza.  Astr.  di 
biondo  ;  hoo  mài  visi  oìia  biondésa  de 
càvèi  compagna  =  non  ho  mai  visto 
una  simile  biondezza  di  capelli. 

biondìii,  *  s.  m.  =  biondino,  dira,  di 
biondo. 

1)  Sostantivo  :  di  giovane  coi  capelli 
biondi  e  figura  gentile. 

2)  Al  femm.  biondina  =  biondina, 
si  usa  in  senso  ironico,  apostrofando, 
anche  a  chi  non  è  biondo  ;  ciào,  viiìj 
biondina  =  addio,  biondina. 

bioiidòii,  s.  m.  =  biondone  :  persona  che 
ha  i  capelli  biondi  chiari  ed  è  un  po' 
volgare.  Si  usa  special,  il  femminile 
bìondona  e  qualche  volta  alla  maniera 
ital.  si  usa  pel  femm.  l'accrosc.  masch. 
Là  bela  biondòn  =  La  bella  biondona. 

bìòtt,  agg.  =  nudo,  spogliato,  ignudo. 

1)  Di  persona:  svestito:  che  non  ha 
indosso  neppur  la  camicia. 

2)  brullo:  di  campagaa,  paeso.  Privo 
affatto  di  vegetazione. 

3)  biòtìsc  =  nudo,  nudo;  nudo,  nu- 
dello. 

4)  Fig.  trito,  ignudo  bruco  :  di  per- 
sona malvestita  che  abbia  appena  da 
coprirsi. 

5)  biòtt  come  on  vèrmen  =  nudo  af- 
fatto: si  adopera  anche  ad  indicare 
che  uno  è  affatto  senza  danari. 

6)  biòtt  còme  Dìo  l'ha  cread  =  nudo 
come  Dio  1'  ha  fatto, 

7)  Di  cose  e  specialmente  di  pareti  : 
nudo,  spoglio  d'ornamenti. 

8)  el  biòtt  s.  m.  =  nudità,  igniudità. 
bira,  s.  f.  =  birra  :  bevanda   fei'mentata 

che  si  fa  con  orzo  e  luppoli  ;  bira  de 
mare  =  birra  marzolina. 

1)  qnèll  déla  bira  =  il  birraio  :  quello 
che  nei  teatri  fra  un  atto  e  1'  altro 
vende  la  birra. 

biràrià,  s.  f.  =  birreria  :  luogo  dove  si 
fa  e  si  vende  la  birra  e  si  va  a  beveria. 
Oggi  va  usandosi  sempre  più  bìreria.* 

birba,  s.  f.  =  birba  :  persona  e  special- 
mente ragazzo  maleducato,  impertinente, 
senza  voglia  di  lavorare.  Si  dice  in 
tono  di  rimprovero  coli'  aggiunta  del- 
l'aggettivo fràncésa  ;  m  là   che   te  èet 


dna  birba  fràncésa  =  va  là  che  sei  un 
fior  di  birba, 

1)  bàtt  là  birba  =  andare  in  birba  : 
vivere  limosinando  e  oziando. 

birbàut,  *  5,  m.  =  birbante,  che  fa  azioni 
disoneste  :  non  mai  per  celia. 

birbària,  s.  f.  =  birbata,  birbanteria^ 
monelleria  :  azione  da  birbante,  da 
monello. 

birbòn,  *  s.  m.  =  birbaccione,  birboiie, 
briccone.  Acer,  di  birba  :  uomo  astuto 
e  cattivo  e  chi  fa  cosa  che  mostri  un 
certo  grado  di  furberia  e  anche  malizia 
non  però  affatto  disonesta,  sebbene  ci 
rocJii  qualche  dispiacere  e  pregiudizio. 
Anche  :  furfante. 

1)  In  forza  d'aggettivo  ;  frègg  birbòn^ 
fàmm,  set  birbòna  =  freddo  birbone, 
fame,  sete  birbona. 

birboiiàda,  =  s.  f.  =  birboneria,  birbo- 
nata :  azione  indegna, 

bit'boi»ì$cèll,  s,  m.  =  birboncello,  fur- 
fantello  :  in  senso  tristo  e  vezzeggiativo. 

biree,  s.  m.  =  birraio  :  chi  fa  e  vende 
la  birra. 

biribàra,  el  gioeùgh  del  biribàra  dóe 
coni  piisee  se  ved  mèn  s' impara  =  il 
giuoco  del  biribàra  dove  chi  più  vede 
meno  impara  :  dicesi  presso  di  noi  di 
cosa  imbrogliata  e  oscura. 

biribiss,  s.  ni.  =  biribissi  :  tavoletta  con 
36  figure  che  hanno  il  numero  corri- 
spondente in  36  pallottole  chiuse  in 
una  borsa;  servo  di  gioco,  uno  tiene  il 
banco  e  gli  altri  scommettono  :  vince 
quella  figura  che  porta  il  numero  estratta 
da  chi  tiene  il  gioco, 

V[  Anche  ragazzo  iiTequieto  e  chias- 
soso. 

biribisànt,  s.  m.  =  biribissaio  :  chi  gioca- 
e  chi  tiene  il  gioco  al  biribissi. 

birichìn,  *  s.  m.  =  monello,  birichino: 
di  ragazzo  furbo  e  anche  impertinente, 
maleducato. 

1)  Chi  non  mantiene  lo  promesse. 

2)  Per  celia  ;  ah  !  biricliìn  !  te  va- 
ret  fdmela  !  =  ah  !  birichino  !  me  la 
volevi  fare  !  Vedi  berichin. 

birichiuàda,  s.  f.  =  birichinata,  bin- 
dolata :  azione  da  birichino  e  da  bin- 
dolo. 

birliu,  s.  ni.  =  trottolino  :  fondello  che 
si  fa  rotar  colle  dita,  prendendolo  per 
lo  stecco  che  vi  si  introduco  in  un  fo- 
roUino. 

1)  birlin  de  ètrenciroeù  =   parte  del 


bir 


-  108 


bis 


carniccio  o  arnese  noi  quale  si  collo- 
cano i  bambini  perchè  imparino  a  cam- 
minare. 

birling'liitt;  s.  m.  pi,  =  fronzoli,  nastri, 
fiocchi  e  in  generale  gli  ornamenti  su- 
perflui ;  petenàsé  sénéa  tanti  birlin- 
ghitt  in  eoo  =  pettinarsi  senza  tanti 
fronzoli  in  testa.  Vedi  berling'hitt. 

bìrlo,  s.  m.  =  trottola  :  strumento  di 
legno  di  figura  simile  al  cono,  talvolta 
con  un  ferraccio  piramidale  in  cima, 
col  quale  istrumento  i  fanciulli  giuo- 
oano,  facendolo  girare  con  una  cordi- 
cella avvoltagli  intorno  e  lo  manten- 
gono girante  con  leggeri  colpi  di  frusta. 

1)  Dicesi  bìrlo  anche  il  paleo,  quan- 
tunque un  po'  diverso  dalla  trottola. 

2)  àndà  gio  del  Urlo  =  cascar  di 
collo,  uscire  o  cadere  di  grazia  :  quando 

•    HI  perde  l'opinione  o  l'affetto  di  uno. 
B)  Fusaiolo,  rotella,   verticello  :  pic- 

-  col  disco  di  legno  o  d'altro,  bucato  nel 
mezzo,  cui  le  filatrici  o  le  torcitrici 
mettono  sulla  cocca  del  fuso,  perchè 
ruoti  più  unitamente  e  non  iscatti. 

birlà,  V.  att.  =  girare,  trottolare,  rotare  ; 
fa  birlà  =  far  girare  :  fare  alla  palla 
di  uno. 

bìrocìii,  s.  m.  =  barroccino;  veicolo  leg- 
gero a  due  ruote,  da  attaccarsi  a  un 
cavallo,  per  trasportar  roba  o  persone. 

biroeù,  s.  m.  =  bischero  ;  legnetto  con- 
gegnato nel  manico  del  mandolino  o 
d'altro  simile  istrumento,  per  attaccarvi 
le  corde  e  tenderle  e  allentarle,  giran- 
dolo per  l'uno  o  per  l'altro  verso. 

1)  Mastiolo,  mastio  :  caviglietta  di 
legno  che  serve  per  congegnare  insieme 
i  pezzi  di  un  lavoro. 

2)  tirÈgh  éii  on  biroeù  =  aumentare 
d'un  poco  il  prezzo  di  una  merce. 

3)  Servitore,  stalliere  di  case  padro- 
nali ;  te  pàret  on  biroeù,  =  sembri  un 
servitore. 

birceùl,  s.  f.  più.  =  bruciato  :  castagne 
piccole  cotte    arrosto. 

birolàtt,  s.  m.  =  caldarrostaio,  brucia- 
taio :  chi  fa  e  vende  le  bruciate. 

biròn,  s.  m.  =  birrone  :  sorta  di  birra 
più  forte  dell'  ordinaria  ;  el  biron  de 
Ciavèna  =  il  birrone  di  Chiavenna. 

biSj  agg.  =  bircio  :  di  vista  corta. 

1)  rèse  bis  =  aver  gli  occhi  tra  i 
peli  :  essere  ancora  fra  il  sonno. 

bis,  partic.  =  Bis  :  due  volte  e  si  usa  in 


più  voci  composte  ;  bislùngh,  biècòtt, 
bimòno  =  Bislungo,  biscotto,  bisnonno. 
1)  Acclamazione  degli  spettatori  nei 
teatri  per  chiedere  la  replica  di  una 
pai'te  dello  spettacolo. 
bìsa,  s.  f.  =  biscia,  serpe  :  nome  comune 
degli  ofidì,  eccettuati  i  serpenti  e  lo 
vipere. 

1)  àndti  in  blsa  =  balenare,  andare 
a  zig,  zag. 

2)  mètes  là  ìnsa  in  één  =  fig.  alle- 
varsi la  serpe  in  seno  ;  beneficare  un 
ingrato  che  renda  male  per  bene. 

3)  là  bìsa  l'ha  moirlUii  elciarlàtàn  = 
la  biscia  ha  morso  il  ciarlatano  :  il 
furbo  e  tristo  è  stato  vinto  da  un  più 
furbo  e  più  tristo. 

4)  faa  à  blsa  =  asserpolato  :  piegato 
a  guisa  di  serpe. 

5)  l'è  dna  bì.§a  =  è  un  serpente  :  si 
dice  di  persona  arrabbiata  e  insolente 
che  offenda  con  acuti  motti. 

6)  bisa  d'acqua  =  vipera  acquaiola; 
coluber  natrix.  Anche  bìsa  rànèra. 

7)  bìsa  de  foeùgh  =  serpe  :  sorta  di 
saltarello  che  si  spicca  come  ondeg- 
giando da'  fuochi  artifiziati. 

8)  bìsa  scudèléra  =  testuggine,  botta 
scudellaia  ;  testudo  orbicolaris  o  Iuta- 
ria  =  tartaruga  :  rettilo  anfibio,  lento, 
involto  in  una. cassa  ossea. 

bìsa,  V.  att.  =  inabissire. 

1)  bisà  viin  eoi  oeucc  =  fig.  inabis- 
sare uno  collo  sguardo  e  quasi  cac- 
ciarlo in  fondo,  sfolgorarlo,  sperpe- 
i*arlo  ;  ròbb  ehe  bìsa  l'aria  =  cose  che 
finano  1'  aria  :  per  esagerazione  quasi 
voglia  dirsi  che  finiscono  l'aria,  o  che 
superano  la  quantità  dell'  aria.  Poco 
usato. 

2)  Balenare,  andare  a  biscia  :  a  modo 
di  serpe. 

3)  Eipetere  :  nel  linguaggio  da  teatro, 
ripetere  un  pezzo  di  musica,  un  gioco, 
un  effetto  a  richiesta  del  pubblico. 

bìsa,  s.  f.  =  sbroscia  :  tinta  che  i  pit- 
tori teatrali  danno  alle  tele  già  dipinte 
per  sdipingerle  e  servirsene  per  nuove 
dipinture. 

bisàbosa,  s.  f.  =  arruffio,  caos  :  detto 
di  molte  cose  arruffate  disordinate  ed 
anche  di  luogo  dove  sia  il  disordine  ; 
eàsa,  botega,  bibiotéea  che  l'è  dna  bi- 
sàbosa =  casa,  bottega,  biblioteca  che 
è  un  caos  :  dove  c'è  di  gran  roba,  ma 


bis 


109 


bis 


in  disordine  ;  dna  bisàbòsa  cV  òna  pi- 
tilra  =  una  pittura  confusa,  uno  sgorbio. 
1)  l'è  dna  bisàbdsa  =  è  come  il  pesce 
pastinaca  :  di  cosa  o  composizione  sen- 
z'ordine, ne  garbo  e  che  non  ha  nò 
principio  né  iìne. 

bisàcii,  s.  f.  =  bisaccia  :  grossa  borsa  di 
pelle  0  di  panno  canapino  che  si  porta 
a  armacollo  o  si  attacca  all'  arcione  della 
soUa  per  portarvi  roba  da  mangiare  o 
altro  che  possa  venire  a  bisogno  nel 
cammino.  ^ 

bisàr,  agg.  =  bizzarro  :  che  ha  qualche 
cosa  d'originale  e  di  curioso  e  piace- 
vole che  ferma  l'attenzione. 

bisbétegrli,  agg.  =  bisbetico  :  di  pers. 
che  è  facile  a  alterarsi,  non  si  con- 
tenta di  nulla,  trova  in  tutto  a  ridire. 
Ora  anche  bisbètich.* 

1)  wnor  bisbetegh  =  umor  nero. 

bisc,  agg.  =  riccio,  arricciolato,  fatto  a 
ricciolo  :  si  dice  solamente  dei  capelli 
e  può  essere  usato  spesso  anche  so- 
stantivato. 

bisca,  V.  att.  =  rodersi,  assaettarsi,  ar- 
rabbiarsi. 

biscia;  V.  att.  =  arricciare,  anùcciolare  : 
piegare  in  forma  di  riccio,  detto  di  ca- 
pelli, della  barba,  dei  baffi. 

biscioetì,  s.  m.  =  ricciutello,  ricciutino-: 
che  ha  i  capelli  ricciuti. 

bìsciòu,  s.  m.  =  ricciottone. 

biscroma,  *  s.  f.  =  biscroma,  T.  mus. 
nota  che  vale  la  metà  della  semi- 
croma :  si  scrive  con  tre  tagli,  e  ce 
n'entra  otto  in  un  quarto  di  battuta. 

biséff,  (à)  =  modo  avv.  =  a  bizeffe  :  in 
grande  abbondanza  ;  danee  à  bisèff  = 
danari  a  bizeffe. 

bisesti!,  a^g.  =  bisestile,  bisesto,  che 
bisesta  :  detto  dell'anno  e  del  mese  di 
febbraio  quando  hanno  un  giorno  di  piìi. 

bisétn,  s.  f.  =  bisciolina  :  dim.  di  biscia, 
1)  Cecolina,  cria  ;  murcena  coeeca  = 
l'anguillina  che  ci  viene   in   barili,  ri- 
piegata a  serpicella,   infilzata    su   uno 
stecco  e  marinata. 

bisgriò,  s.  f.  =  gioiello,  bigiù  :  dal  frane. 
bijou  =  fig.  di  qualche  cosa  di  bello  ; 
el  tò  disègn  l'è  on  véro  bisgiò  =  il  tuo 
disegno  ò  un  vero  gioiello  ;  pare  finito 
col  fiato. 

bisiufi,  agg.  =  gonfio,  enfiato.  Vedi  be- 
sìnfl. 

bislàcàda,  s.  f.  =  bislaccheria  :  astratto 
di  bislacco. 


bislàccli,  *  agg.  =  bislacco  :  si  dice  di 
ciò  che  non  abbia  nulla  ne  di  inge- 
gnoso, nò  di  gradevole  ;  vestii,  òniniy 
cervèll,  giiét  bislàcch  =  vestito,  uomo,, 
cervello,  gusto  bislacco. 

1)  Si  dice  di  tutto  ciò  che  è  fatto  a 
casaccio. 

2)  Carciofo  :  dispreg.  di  persona:  dap- 
poco, buono  a  nulla. 

bislfingh,  agg.  =  bislungo  :  piii  lungo 
che  largo. 

bislung^òu,  s.  in.  =  ciondolone  :  di  per- 
sona alta  e  magra. 

bisnòuo,  s.  m.  =  bisavo,  bisavolo,  bi- 
snonno :  padre  del  nonno  o  della  nonna. 
Al  femm.  bisnòua. 

bisoetì,  s.  m.  =  sciame,  moltitudine  di  api 
che  vivono  insieme.  Anche  ròse  d'tivi. 

1)  Alveare,  bugno,  cassetta  da  pec- 
chie, arnia. 

2)  el  sii  di  bisoeil  =  arniaio. 
bisògii,  *  s.  m.  =  bisogno  :  stato   di  chi 

manca  di  cosa  che  gli   sia    necessaria. 

1)  Segnat.  dei  mezzi  di  sussistenza  ; 
vèss  in  bisògn  =  essere  in  bisogno  ; 
geni  che  g'hà  bisògn  =  gente  che  ha 
bisogno. 

2)  desiderio  che  non  lascia  posare 
finche  non  sia  soddisfatto  ;  el  g'hà 
bisògn  de  àfeèiòn  =  lia  bisogno  di  af- 
fetto. 

3)  bisògn  de,  del...  bisogno  di,  del... 
indicando  la  persona  o  la  cosa  a  cui 
un'altra  sia  necessaria  ;  l  bisògn  dèla 
fàmìlia  =  i  bisogni  della  famiglia,  o 
ciò  che  lo  sia  necessario  ;  bisògn  de 
mangia,  de  bèv,  de  dormì.,  de  riposa  = 
bisogno  di  mangiare,  di  bere,  di  dor- 
mire, di  riposare. 

4)  vègli  bisògn  d'òna  ròba  =  aver 
bisogno  di  una  cosa,  esserci  quella  cosa 
necessaria,  abbisognare. 

5)  g'havii  bisògn  nàgòtt  ?  avete  bi- 
sogno di  nulla  :  modo  di  profferirsi. 

6)  Anche  di  animali  e  di  cose  ;  la 
ter  a  la  g'hà  bisògn  d' 'acqua  =  la  terra 
ha  bisogno  d'acqua. 

7)  gKè  de  bisògn  =  c'è  di  bisogno: 
detto  delle  cose  di  cui  s'abbia  bisogno. 

8)  Di  cosa  non  conveniente,  non  ra- 
gionevole ;  che  bisògn  gh'  èra  de  àndà 
à  strombètà  tiltt  còss'ì  =  che  bisogno 
c'era  d'andare  a   spifferare  ogni   cosa? 

9)  fa  bisògn  à  quèidun  =  far  biso- 
gno, far  di  bisogno  a  qualcuno  ;  averne 
esso  bisogno. 


blo 


110 


bis 


10)  Col  «  che  »  ;  fa  minga  bisogn 
che  vegnen  de  bàss,  vègid  de  sora  mi  = 
uon  fa  bisogno  che  scendano  le  scale, 
>salgo  io. 

11)  fa  el  so  biéògn  =  faro  i  suoi  bi- 
sogni ;  scaricare  il  ventre. 

12)  à  Oli  bisogn  =  a  un  bisogno,  se 
bisognerà,  all'occorrenza;  al  bisogn  = 
bisognando,  al  bisogno. 

13)  per  bisogn  =  per  bisogno  :  per 
cagion  di  bisogno. 

14)  vèghen  asee  per  el  so  bisogn  = 
Avere  il  bisognevole. 

bisogna,*  v.  alt.   =    bisognare,  abbiso- 
.    gnare  :  di  ciò  che  è  necessario,  inevi- 
tabile, conveniente. 

1)  Coir  infinito  ;  per  vtv  bisógna 
mangia  =  per  vivere  ■  bisogna  man- 
giare ;  bisógna  propi  =  bisogna  di  ne- 
cessità, assolutamente. 

2)  Col  «  che  »  se  te  vccut  mangia, 
bisogna  che  te  laoret  =  se  vuoi   man- 

.    giare  bisogna  che  tu  lavori. 

3)  Intransit.  retto  dal  nome  o  dal- 
l' infinito,  prende  i  complementi  ;  me, 
te,  ne,  ghe  =  mi,  ti,  ci,  gli  ;  me  bi- 
sognarla on  sàceh  de  forment  =  mi 
bisognerebbe  un  sacco  di  frumento. 

4)  Neil'  infin.  composto  ;  è  bisognaa 
òàsà  el  eoo  =  è  bisognato  abbassare 
il  capo. 

5)  bisogna  ben  =  bisogna  bene,  bi- 
sogna pure  :  intensivamente  ;  bisogna 
ben  che  el  me  paga  =  bisogna  bene  mi 
paghi. 

6)  Modo  enfatico  per  attirar  1'  atten- 
zione ;  bisogna  vede  che  bèi  scdrp  = 
bisogna  vedere  che  belle  scarpo. 

7)  Assolut.  ;  se  bisogna^  soni  chi  = 
se  bisogna,  eccomi  pronto. 

bisòn,  s.  m.  =  biscione  :  accrescit.  di 
biscia. 

1)  Lo  stemma  ducale  dei  nostri  Vi- 
sconti ;  l'albèrgo  del  bisòn  =  l'albergo 
del  biscione  :  uno  degli  alberghi  di 
Milano  che  ha  per  insegna  la  biscia 
dei  Visconti. 

bìsórbola,  Vedi  g-iàsoeù. 

biss,  s.  m.  =  serpente:  assai-meno  usato 
di  bìsa  ;  mtiéa  quèll  biss  =  uccidi  quel 
serpente. 

1)  Pidocchio  ;  àìtdà  tiitt  à  biss  = 
impidocchire,  empirsi  di  pidocchi. 

2)  vèss  ptén  de  biss  =  esser  pieno  di 
fastidio. 


3)  frègg  de  bisé  =  fi'eddo  strinato  : 
freddo  intensissimo. 

bister,  s.  m.  =  fuligine  :  colore  bruno 
di  cui  si  servono  i  pittori  disegnando 
e  non  è  alti'O  che  fuligine  preparata. 
Dal  frane,  bistre. 

bìstiirì,*  it.  w.  =  bisturi;  piccolo  coltello 
da  chirui-ghi. 

bìsùuc  e  bisnnt,  *  agg.  =  bisunto,  molto 
unto  :  specialmente  di  cose  sudicie  in 
modo  da  parere  unte,  si  usa  quasi  sem- 
pre unito  a  une,  uni  ;  V  è  une  e  bi- 
sùnc,  uni  e  visiint  =  è  bisunto. 

bitumili,*  s.  m.  =  bitume  :  materia  un- 
tuosa, infiammabile,  di  colore  fra  il 
giallo  e  il  nero,  e  talvolta  nerissimo. 

biùmiii,  s.  m.  =  alburno  :  cerchio  no- 
vello, biancastro  che  ogni  anno  si  ag- 
giunge al  corpo    legnoso  di  un  albero. 

bivàcà,  *  V.  att.  bivaccare,  stare  a  bi- 
vacco. 

bivàcch,  s.  m.  =  bivacco:  dei  soldati  che 
si  riposano  al  campo.  Dal  francese 
bivac. 

bivoltìn,  s.  m.  =  specie  di  baco  da  seta. 

blàndura,  s.  f.  piacevolezza,  dolcezza 
nel  tratto. 

blànmànsgiè,  s.  m.  =  biancomangiare  : 
gelatina  fatta  bianca  con  lattata  di  man- 
dorle dolci  e  zucchero.  Dal  francese 
blane  manger. 

blìcter,  s.  m.  =  burattino  :  uomo  che 
muta  facilmente  e  presto  casacca. 

1)  Anche  birbone,  poco  di  buono.  Dal 
frane,  bélitre. 

blocà,  V.  att.  =  bloccare  :  operazione  di 
guerra:  occupare  tutte  le  vie  che  met- 

.,  tono  ad  un  luogo  forte,  per  impedire 
che  v'entrino  soccorsi,  vettovaglie,  ecc. 

1)  Per  estensione  anche:  assediare. 
D'ogni  cosa  che  ci  impedisce  dì  uscire 
dal  luogo  dove  siamo;  là  név  là  m'ha 
bloeaa  in  cà  =  la  neve  mi  ha  bloccato, 
assediato  in  casa. 

2)  Acchiappare,  arrestare,  fermare, 
affrontare  uno;  el  m'ha  propi  bloeaa, 
intani  che  crede oi  de  podè  svignamela 
=  mi  ha  proprio  acchiappato,  mentre 
credeva  di  poter  sgattaiolare. 

blòcch,  s.  m.  =  blocco. 

1)  Term.  militare:  il  bloccare. 

2)  Baragozzo;  fa  on  blòcch  =  far  tutto 
un  baragozzo,  far  tutto  un  affare  ;  come 
chi  compera  molte  cose  in  una  volta, 
per  un  prezzo  complessivo.  Anche  :  com- 
perare 0  vendere  in  blocco. 


blo 


111  - 


boc 


3)  Blocco:  grosso  pezzo  di  pietra  o 
di  marmo  staccato  dalla  cava. 

bloeu,  s.  m.  =  blu,  indeclinabile:  colore 
che  si  avvicina  al  turchino;  hloeti  eidì\ 
bl<ru  scur  =  blu  chiaro,  blu  scuro.  An- 
che turchino. 

blónda,  «./".=  trina:  specie  di  merletto 
di  seta  fatta  sul  tombolo  coi  piom- 
bini. 

blùsg',  s.  f.  =  blusa,  camiciotto:  abito  ta- 
gliato a  guisa  di  camicia  che  i  vettu- 
rini gli  operai  e  simili  indossano  quando 
sono  ai  lavori  del  loro  mestiere. 

1)  Blusa  :  anche  la  veste  simile  a 
quella  dei  lavoratori,  ma  invece  por- 
tata dai  bambini  a  scuola,  in  casa  ed 
anche  a  passeggio. 

bò,  s.  m.  =  bue,  bove,  ruminante:  ani- 
malo domestico  castrato,  utile  all'agri- 
coltore e  la  cui  carne  è  buon  alimento: 
oggi  è  quasi  solo  in  uso  boetì. 

bSa,  s.  m.  =  boa  :  lungo  rotolo  di  pel- 
liccia che  le  donne  portano  d'inverno 
attorno  al  collo. 

boaa,  s.  m.  =  granchio  di  scorza  tenera: 
cioè  cotto  in  tempo  che  sta  mutando 
la  scaglia. 

boàresia)  s.  f.  =  armento  di  buoi,  man- 
dria: poco  usato. 

boàscia,  s.  /'.  =  meta  :  degli  escrementi 
delle  bestie  bovine. 

boàscióii;  s.  m.  =  buaccio  :  di  uomo 
grasso,  grosso  e  di  modi  triviali. 

boàtèll;  s.  m.  =  giovenco. 

1)  Di  fanciullo  sciocco:  buacci olo.  An- 
che di  giovinetto  grosso  e  robusto. 

bobaa,  s.  m.  =  bua:  voce  usata  parlando 
con  bambini  per  malattia,  dolore  fi- 
sico; j)'J'^'>'  hàmbìn  !  el  g'hà  bobaa  !  = 
povero  bambino  !  ha  la  bua. 

bobb  bobb,  inter.  =  bu,  bu  :  voci  imi- 
tanto  l'abbaiar  del  cane. 

bobés^,  s.  m.  =  padellina  della  candela, 

.  del  candelliero:  piattellino  di  lamiera  o 
di  cristallo  per  parare  la  cera  che  cola 
quando  arde.  Dal  francese  bobeche. 

bobò,  s.  m.  =  bombo:  voce  imitativa  dei 
bambini  che  domandan  da  bere  e  quindi 
ciò  che  si  dà  loro  da  bere. 

1)  fa  bobo  =  bere,  prendere  il  bombo: 
dei  bambini. 

boca,  s.  /.  =  bocca  :  la  parte  del  corpo 
per  cui  si  introducono  gli  alimenti. 

1)  Dell'uomo;  bela  boea,  baca  targa, 
étrHa,  granila,  piscimna  =  bella  bocca, 
bocca  larga,   stretta,    grande,  piccola; 


boca  fina  ài  orècc  =  bocca  che  arriva 
fino  agli  orecchi. 

—  bóca  che  par  un  forno  =  bocca 
che  pare  un  forno,  larghissima  ;  dervt 
sarà  là  boca  =  aprire,  chiudere  la  bocca; 
tceu  dna  medesina  per  boca.  =  pren- 
dere una  medicina  per  bocca;  legni  in 
boca  dna  pastìlia  =  tenere  in  bocca  una 
pasticca,  per  succhiarla. 

2)  boca  amara  =  bocca  amara  :  quel 
senso  di  amaro  che  rimane  in  bocca 
per  cattiva  digestione,  o  per  cosa  che 
abbia  cagionato  dispetto,  o  rammarico; 
boca  éUcia  =  bocca  asciutta,  nelle  lo- 
cuzioni; resta  à  boca  suda  =  rimanere 
a  bocca  asciutta,  a  denti  asciutti:  per- 
dere, non  ottenere  cosa  molto  deside- 
rata, e  di  cui  uno  si  teneva   sicuro. 

3)  boca  avèrta  =  bocc' aperta,  a  bocca 
aperta,  colla  bocca  aperta.  E  figur.  sta 
li,  resici  à  boca  averta  =  restare  a  bocca 
aperta  per  meraviglia. 

4)  boca  càtiva  =  bocca  cattiva  :  per 
indigestione  o  per  aver  aver  mangiato 
qualcosa  di  sapore  non  grato  :  opposto 
a  boca  bona  =  bocca  buona;  stàmàtina 
g'hoo  là  boca  càtiva  =  stamane  ho  la 
bocca  cattiva.  Vedi  n.  2  boca  amaro. 

5)  boca  delicàda,  fina  =  bocca  scelta: 
chi  non  mangia  che  cibi  delicati  ed  è 
di  difficile  contentatura:  opposto  è  bona 
boca  =  chi  in  fatto  di  cibi  e  di  bevande 
è  di  facile  accontentatura. 

6)  boca  storta  =  bocca  torta;  dopo  el 
colp  gh'è  restaa  là  boca  stòrta  =  da  che 
ebbe  l' accidente  gli  rimase  la  bocca 
torta. 

7)  boca  déla  veritaa  =  bocca  della 
verità:  di  chi  dice  o  fa  professione  di 
dire  il  vero. 

8)  boca  d'ora  =  bocca  santa:  chi  dico 
a  proposito  cose  vere  e  dà  buoni  con- 
sigli. 

9)  boca  d'infèrno  =  bocca  d'inferno: 
di  chi  è  solito  sparlare,  bestemmiare  o 
anche  lacerare  la  fama  altrai. 

10)  boca,  pària  =  bocca  mia,  che 
vuo'  tu?  Si  dice  di  chi  si  leva  tutte 
le  voglie. 

11)  àndà  in  boca  ài  loff  =  andare  in 
bocca  al  lupo;  in  poter  del  nemico. 

12)  dèrvì  boca  =  aprir  bocca;  parlare  ; 
l'è  staa  là  tuta  èira  sénsa  ndnca  dèrvt 
boca  =  rimase  là  tutta  la  sera,  senza 
nemmeno  aprir  bocca. 

—  boca  dèrvet  =  apriti,  bocca  ;  apre 


hoc 


112  — 


boc 


bocca  e  lascia  andare.  Di  chi  parla 
senza  riflessione  e  dice  cose  anche  non 
buone  e  indecenti.  Anche  :  apre  la  bocca 
e  gli  dà  fiato. 

13)  ave  in  baca  =  aver  sempre  in 
bocca  persona  o  cosa,  parlarne  spes- 
sissimo e  troppo  ;  el  g'hà  sèmper  in 
bóca  là  miee  =  ha  sempre  in  bocca  la 
moglie. 

—  vèsé  sii  là  boca  de  tilcc  =  andare, 
correre  sulla-  bocca  di  tutti.  Di  cosa 
saputa  da  tutti. 

14)  robàss  el  pan  de  boca  =  cavarsi, 
levarsi  il  pane  di  bocca:  di  molti  che 
tirano  allo  stesso  guadagno. 

15)  t(ei2sé  de  boca  =  levaci  dalla 
bocca:  di  risparmio  fatto  nel  mangiare; 
me  se  l'on  tòlt  de  boca  per  dàtel  =  me 
lo  son  levato  dalla    bocca  per  dai-telo. 

16)  stopà  là  boca  =  chiudere,  turare 
la  bocca  a  uno;  farlo  tacere  con  ra- 
gioni, promesse,  regali,  o  anche  mi- 
nacce. 

17)  impieni  là  boea  =  empire,  em- 
pirsi la  bocca:  di  chi  mangiando  fa  i 
bocconi  troppo  grossi.  Figur.  pàròll  che 
impienisen  là  boca  =  parole  che  em- 
piono la  bocca:  che  si  profferiscono  con 
molta  enfasi  e  paiono  voler  dire  gran 
cose  e  si  pronunciano  con  grande  sod- 
disfazione di  vanità. 

18)  vegni  fcetìra  dèla  baca  =  escire 
di  bocca;  di  cosa  detta,  ma  senza  in- 
tenzione e  che  sarebbe  meglio,  o  si  vor- 
rebbe non  aver  detto;  dtila  eòa  boca  è 
mài  vegniiii  foeilra  ona  bosia  =  dalla 
sua  bocca  non  è  mai  uscita  una  bugia. 
E  con  più  forza  scàpA  ddla  bóca,  o  de 
bóca  =  scappar  di  bocca. 

19)  mètt  là  bóca  =  por  bocca  (?)  detto 
di  quando  si  desidera  molto  un  cibo  o 
una  bevanda  promessa  e  che  non  venga 
poi  data  ;  me  rincrèss  che  ghe  sìa  minga 
i  per,  gh' aveva  miss  là  bóca  =  ducimi 
che  non  ci  siano  le  pere,  vi  aveva  po- 
sto già  la  bocca. 

20)  fa  là  bóca  fina  ai  orècc  =  fare 
la  bocca  fino  agli  orecchi,  metter  la 
bocca  agli  orecchi;  dar  segno  di  com- 
piacenza che  altri  sia  canzonato,  o  in 
qualunque  modo  faccia  trista  figura. 

21)  mètt  in  bóca  =  mettere  in  bocca, 
suggerire;  mètt  in  bóca  i  parali  à  vun 
metter  delle  parole  in  bocca  a  uno  ; 
riferirle  come  so  fossero  state  dette  da 
quello. 


22)  dà  el  didin  in  bóca  =  mettergli 
un  ditino  in  bocca  :  si  dice  ironica- 
mente di  chi  voglia  fare  il  semplice, 
Tinnocentino  e  non  gli  si  creda. 

23)  mètt  là  man  Ma  bóca  =  mettersi 
la  mano  alla  bocca  ;  cioè  davanti  alla 
bocca,   quando  si  tosse  o  si  sbadiglia. 

24)  netàss  la  bóca  =  pulirsi,  nettarsi 
la  bocca:  dopo  aver  mangiato  e  bevuto; 
el  pò  netàss  là  bóca  =  si  può  nettare 
la  bocca.  Si  dice  di  chi  non  possa  ot- 
tenere ciò  che  molto  desiderava. 

25)  sta  minga  ben  in  bóca  =  aon 
istar  bene  in  bocca  d'uno  un  discorso. 

26)  regordàss  nò  dal  nas  fila  boca 
=  non  ricordarsi  dalla  bocca  al  naso, 
non  aver  punta  memoria;  vedègh  minga 
dal  nàs  tila  bóca  =  essere  di  vista  cor- 
tissima. Figur.  avere  pochissima,  per- 
spicacia. 

27)  el  pària  perchè  el  g'  ha  là  baca 
=  ei  parla  perchè  ha  la  bocca  :  di  chi 
parla  senza  riflettere,  senza  sapere  quel 
che  si  dice.  Anche  :  apre  la  bocca  e  gli 
dà  fiato. 

28)  porta  in  bóca  =  portai'e  in  bocca: 
detto  dei  cani. 

29)  fàss  bòna  là  bóca,  giiistààs  là 
bóca  =  rifarsi  la  bocca  :  mangiare  o 
bere  cosa  che  levi  il  cattivo  sapore  di 
altra  mangiata  o  bevuta  innanzi. 

80)  bóca,  tàsf  =  bocca,  taci  !  è  modo 
milanese  per  coi  uno  dice  imperativa- 
mente a  sé  stesso  di  non  parlare,  per- 
chè non  è  conveniente  e  perchè  le  usci- 
rebbero grosse  di  troppo. 

31)  Prov.  e  modi  proverbiali:  à  ca- 
vali donaa  no  se  ghe  guarda  in  bóca 
=  a  cavallo  donato  non  si  guarda  in 
bocca:  quando  ci  vien  dato  qualcosa 
in  dono  non  bisogna  guardarla  tanto 
per  la  sottile;  ehi  ha  lèngua  in  bóca 
va  fina  a  Róma  =  chi  ha  lingua  in 
bocca  va  fino  a  Roma;  cioè  doman- 
dando, si  va  in  qualunque  luogo;  scorta 
non  manca  a  peregrin  che  ha  lingua; 
à  tira  i  cavéi  déla  cópa  fan  dèrvi  là 
bóca  =  la  nuca  è  delicata  e  a  tirarne 
i  capelli  si  sente  gran  dolore  e  si  grida; 
dal  feree  no  tóca,  dal  speéiee  no  mètt 
in  bóca  =  dal  fabbro  non  toccare,  dal 
farmacista  non  mettere  alla  bocca  ;  la 
bóca  e  el  fogoraa  cittpen  quel  che  ghe  k 
vèn  daa  =  il  corpo  piglia  quel  che  tu  i 
gli  dai;  dà  là  spè.§ta  in  bóca  ài  ttsen 
=  gettar  margherite  ai  porci. 


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82)  à  mésa  bòca  =  a  mezza  bocca  : 
dire  le  cose  a  mezza  bocca  per  poca 
schiettezza;  invida  à  mesa  bòca  =  in- 
vitare a  mezza  bocca  ;  per  complimento, 
senza  spontaneità,  quasi  desiderando  un 
rifiuto.  Anche  :  a  bocca  piccina. 

33)  cola  bòca,  dì  còla  bQca.  Elit.: 
sottintende  «  non  col  cuore  »:  di  pa- 
role aiTettuose,  ma  non  sincere. 

34)  àvègh  el  venter  in  bòca  =  avere 
il  ventre   gonfio  e  portato  molto  alto. 

35)  fàès  bèli  de  bòca  o  fàés  de  bela 
bòca  =  farsi  onore  del  sol  di  luglio: 
vantarsi  di  ciò  che  non  accade  per  vo- 
lontà 0  per  opera  nostra. 

36)  sbàtt  là  bòca  =  mangiare  schioc- 
cando la  bocca;  fa  cioctl  là  bòca  =  far 
le  spracche:  dello  scoppiare  della  bocca 
dopo  una  bevuta. 

37)  sdir  còme  in  bòca  ài  lòff  =  oscu- 
rissimo. 

38^  lt.rgh  de  bòca  e  sirène  de  man 
=  largo  a  promettere  corto  a  mantenere: 
nello  stesso  senso  slarga  là  bòca. 

39)  alt  i  bocch  =  alto  !  fermi  là. 

40)  vèss  t,U  de  cièl  de  bòca  =  essere 
un  mangione:  mangiar  molto  e  d'ogni 
sorta  di  cibo. 

41)  scàrs  de  bòca  =  di  mala  bocca: 
per  '  celia  sempre  dell'  uomo,  non  mai 
per  celia  delle  bestie  quando  mangian 
poco  e  di  mala  voglia  por  qualche  ma- 
gagna interna. 

42)  pelti  là  bòca  =  portar  via  la  gola: 
di  verdure  acconce  nell'aceto,  o  di  roba 
troppo  calda  che  scotta;  sii  peveròn  pè- 
len  là  bòca  =  questi  peperoni  portano 
via  la  gola. 

43)  vègh  là  bòca  fodràda  de  tota  = 
avere  la  gola  lastricata:  di  chi  mangia 
senza  fastidio  cose  forti  o  bollenti.    . 

44)  guàrdàgh  in  bòca  à  vun  =  con- 
tare i  bocconi  a  uno  ;  stare  ossei-vando 
uno  nel  tempo  che  mangia. 

45)  bòca,  per  persona,  segnatamente 
persone  che  s'  abbiano  da  mantenere; 
l'è  òna  bòna  bòca  =  è  persona  che 
mangia  molto,  che  costa  a  mantenerla. 

buca,  s.  f.  =  bocca  :  1'  apertura  per  la 
(^ualo  si  motte  o  si  leva  la  roba  da  un 
recipiente;  bòca  del  forno,  del  fiààch, 
di'la  botilia,  del  canon,  del  fiisill,  ecc. 
=  bocca  del  forno,  del  fiasco,  della  bot- 
tiglia, del  cannone,  del  fucile,  ecc. 
.  1)  bòca  del  stomegh  =  bocca  dello 
stomaco:  la  pai-te  supcriore  ;    vègh  pès 


tila  bòca  del  stòmech  =  avere  un  peso 
alla  bocca  dello  stomaco.  Sensazione 
molesta  per  cattiva  digestione  o  altro. 

2)  bòca  mòrta  =  bocca  morta:  quella 
parte  della  bocca  della  fornace  fino  alla 
quale  giunge  il  suo  mui'o. 

3)  bòca  =  bocca:  neUe  forme  di  ca- 
cio lodigiano  è  quel  loro  lato  più  con- 
vesso che  è  l'ultimo  a  formarsi  nella 
caldaia. 

4)  Quel  vano  quadrilungo  nelle  canne 
d'organo  dal  quale  esce  il  suono. 

5)  Di  cosa  rotta;  strivài  che  dèn-en 
cèrti  bocch  =  stivali  che  aprono  certe 
bocche:  stivali  rotti. 

bocà;  V.  att.  =  abboccare  :  prendere  in 
bocca  0  coUa  bocca;  i  pese  hin  diventaa 
filrb,  bòchen  pu  =  i  pesci  si  son  fatti 
astuti,  non  abboccano  pili. 

1)  Si  dice  anche  di  chi  crede  subito 
ciò  che  gli  si  dice  per  celia  e  della  ce- 
lia non  s'accorge. 

2)  Accettare  senza  indugio  un  par- 
tito che  paia  buono. 

bocaa  e  anche  bocàl,  *  s.m.  =  boccale  : 
vaso  di  terra  cotta  e  anche  di  vetro 
che  già  sei-viva  come  misui-a  di  vino 
e  altri  liquidi. 

1)  botèlia  d'on  bocaa  =  bottiglia  che 
cape  un  boccale. 

2)  taeil  el  vhi  à  bocaa,  ora  à  liier  = 
imbottare  o  bevere  all'arpione:  di  chi 
compera  il  vino  al  minuto  di  giorno, 
in  giorno. 

3)  Vaso  da  notte,  pitale  ;  per  simi- 
litudine. 

4)  véss  in  pòlver  de  bocaa  =  esser 
diventato  terra  cavolina.  Esser  morto 
da  un  pezzo. 

bocàda,  *  s.  f.  =  boccata:  tanta  materia 
quanta  si  può  in  una  volta  tenere  in 
bocca.  Si  dice  per  esprimere  piccola 
quantità;  dàmm  òna  bocàda  de  càfè  = 
dammi  una  boccata  di  caffè;  ciàp^  òna 
bocàda  d'aria  =  prendere  una  boccata 
d'aria. 

1)  màndtl  foeura  el  fiimm  à  bocàd 
=  emettere  il  fumo  a  boccate  ;  aprendo 
largamente  la  bocca  cosicché  il  fumo 
raccoltovi  fumando  ne  esca  ad  un  tratto 
e  insieme. 

bocadedàma,  =  bocca  di  dama:  pasta  de- 
licatissima composta  di  fior  di  farina, 
di  zucchero,  mandorle,  uova,  ecc. 

bocàdùra,  s.  f.  tralciaia  :  più  tralci  da 
frutto  intrecciati. 


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bocàgnòccli,  s.  m.  bocca  da  gnocchi:  di 
chi  ha  sempre  la  bocca  aperta  cosi  che 
pare  vi  aspetti  un  gnocco.  Dicesì  an- 
che di  stupido  ed  ebete. 

bocàlà;  V.  att  =  cioncare,  trincare;  l'ha 
bocàlaa  per  tUta  sètimtitia  =  cioncò 
tutta  la  settimana. 

bocàmni,  s.  m.  =  beccarne:  pezzo  collo- 
cato quasi  nel  mezzo  della  parte  supe- 
riore della  cartella  della  forma  per  la 
fusione  dei  caratteri  da  stampa. 

bocàràda  de  vìn  =  tirata  di  vino. 

bocàrèsa,  s.  f.  =  storta  da  donna  :  vaso 
di  vetro  con  collo  brevissimo  e  ovale 
che  serve  d'orinale  a  certe  donne  ma- 
late. 

bocàscia,  s.  f.  =  boccaccia  :  peggiorativo 
di  bocca. 

1)  Boccone  :  accrescitivo  di  bocca. 

2)  l'è  dna  bocàscia  =  è  una  boccac- 
cia :  che  fa  discorsi  sconvenienti,  lu- 
brici, 

bocch  de  leòn,  =  bocca  di  leone.  Lino 
dei  muri.  Antirrhinum  maius. 

boclié,  s.  m.  =  mazzo  di  fiori  :  spesso 
di  fiori  ben  disposti  e  con  eleganza.  Dal 
frane,  bouquet. 

bochèll,  s.  in.  =  bocchino  :  l'imbocca- 
tui'a  di  alcuni  strumenti  di  ottone,  co- 
me la  tromba  e  sim. 

1)  Boccinolo  :  la  parte  del  candel- 
liere  ove  entra  la  candela  e  per  esten- 
sione la  parte  d'ogni  oggetto  dove  en- 
tri infilato  un  manico,  come  nel  badile 
nella  za^jpa,  ecc. 

2)  Mela,  cipolla:  specie  di  palla 
stiacciata  e  foracchiata  dell'annaffiatoio, 
che  spande  minutamente  l'acqua. 

3)  Luminello  :  cortissimo  cannello 
metallico,  per  lo  più  di  latta,  amovi- 
bile, tondo  0  stiacciato  in  cui  è  infilato 
il  lucignolo  del  lume  a  mano. 

bochèta,  s.  f.  =  bocchina:  nome  di  tre 
pali  piantati  verticalmente  nel  centro 
della  piazza  della  carbonaia,  collegati 
con  ritortolo,  contro  i  quali  son  collo- 
cate le  legno  da  carbonizzare  ;  il  tutto 
ricoperto  dalla  pelliccia. 

1)  Fascetta  :  lamina  ripiegata  in  sé 
stessa  la  quale  serve  a  tenere  ben  ferma 
la  canna  nelle  casse  dei  fucili,  dello 
pistole,  ecc. 

2)  Boccaiuola:  piccola  apertura  che 
si  fa  negli  arginelli  da  prati  marcitoi 
e  delle  risaie  affinchè  l'acqua  vada  di- 
latandosi gi-adatamente. 


3)  Buca  :  lai'ga  incavatura  che  atti'a- 
versa  il  ceppo  d'una  pialla,  termina 
nella  feritoia,  nella  quale,  mediante  la 
bietta  è  fermo  il  ferro. 

4)  Lastrina  nella  quale  entra  la  stan- 
ghetta deUa  toppa  per  chiudere. 

5)  Sfogatoio,  bocchetta  ;  nei  forni  la 
finestrella  con  seiTame  di  ferro,  dalla 
quale  il  fornaio,  senza  aprire  il  chiu- 
sino, spia  se  il  pane  cuoce. 

6)  Finestrella  :  nei  fornelli  è  la  bocca 
dell'apertura  sul  davanti,  alla  quale  si 
agita  fortemente  una  ventola  per  rav-J 
vi vare  il  fuoco.  * 

3)  Scudetto,  borchia  :  si  mette  all'im-  "" 
boccatui-a  della  toppa  per  agevolare 
l'inti'oduzione  della  chiave  e  anche  per 
ornamento. 
bochin,  s.  m.  =  bocchino,  dim.  di  bocca  ; 
bochìn  rotond  =  bocca  a  orciolo,  a  buco 
di  gallina  ;  tonda  e  stretta  :  boehin  de 
sùcher  =  bocca  scelta  ;  bochìn  de  popola 
=  bocchino  da  sciorre  aghetti. 

1)  CanneUetto  di  varia  forma  per 
fumare  il  sigaro  ;  bochìn  d'Umbra,  de 
seùma  =  bocchino  d'ambra,  di  schiuma. 
Anche  cànin. 

2)  L'imboccatura  di  alcuni  sti"umenti 
di  ottone,  come  la  tromba,  il  bombar- 
dino e  sim. 

3)  Bocchetta:  l'imboccatura  di  al- 
cuni istrumenti  a  flato,  come  il  clarino, 
dove  entra  la  linguetta. 

bochina,  s.  f.  =  bocchina,  dim.  vezzegg. 

di  bocca. 
bochìroefila,  s.  f.  =  bolla,  pustoletta  che 

viene  agli  angoli   delle   labbra,    per  lo 

più  ai  bambini.  Credesi  che    sia  male 

attaccaticcio  e  che  piglisi  bevendo  nel 

recipiente  in  cui  bevve  chi  ne  patisce. 
bòcola,  s.  f.  buccola:  ornamento  che  le 

donne  -portano  agli  orecchi. 

1)  Al  plur.  :  i  bòcol  =  gli  orecchini, 

i  pendenti.  Anche  i  pendéiit. 
bocolèta,   s.    f.    =    buccoletta,   dim.  di 

buccola. 
bocòn,  s,  ni.  =  boccone  ;  tanta  quantità 

di  cibo  solido,  quanta  si  mette  in  bocca 

in  una  volta. 

1)  bacon  amar  =  bocconi  amari  :  di- 
spiaceri, dolori,  umiliazioni. 

2)  071  bocon  =  quel  boccone  :  il  pa-^ 
sto  consueto  e  si  intende  frugale  ;  mttìigt 
on  bocótì  e  pKÙ  vègni  =  maiigio  que| 
boccone  e  poi  vengo. 

3)  guàdàgtiàss  on  bacon  de  pan 


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guadagnarsi  uà  boccon  di  pane  :  tanto 
da  vivere. 

4)  vègh  el  bocòn  in  góla  =  avere  il 
boccone  alla  gola:  aver  appena  finito 
di  mangiare. 

5)  toeusé  el  bocón  de  bóca  =  levarsi, 
cavarsi  il  boccone  dalla  bocca  :  cavarsi 
o  levarsi  il  pane  di  bocca. 

6)  le  mangiarla  in  d'oii  hocon  =  lo 
mangerebbe  in  un  boccone  :  di  chi  grida 
e  minaccia. 

7)  mangia  nò  on  hocòn  in  pds  = 
non  mangiare  un  boccone  in  pace  : 
essere  sempre  disturbati  quando  si 
mangia. 

8)  tira  m  vHn  à  bocon  =  tirar  su 
uno  a  bricciolo  di  pane,    a  minuzzoli: 

•  allevarlo  con  molta  diligenza  e  pazienza 
per  affezionarlo. 

9)  el  bocon  déla  vergógna  =  il  boccon- 
cino delia  creanza,  del  complimento  : 
il  piccolo  avanzo  d'una  vivanda  che 
nessuno  dei  commensali  vuol  prendere 
o  per  non  mostrarsi  ghiotto,  o  per  la- 
sciarlo ad  altri. 

10)  on  bocon  de  ciirdt  =  un  boccon 
da  preti  :  cibo  squisito. 

bocóii)  s.  m.  =  pezzo  ;  on  bocòn  de  bin- 
doli =  un  pezzo  di   nastro. 

1)  Brandello,  strappo  ;  l'è  on  bocòn 
del  me  vestii  de  i^pòs  =  è  un  brandello 
del  mio  abito  da  nozze. 

2)  àndà  à  tòcch  e  bocòn  =  essere 
a  brandelli,  andare  a  brani. 

boconà;  V.  att.  =  sbocconcellare  :  man- 
giar qualche  bocconcello  leggermente, 
togliendolo  anche  a  pizzichi  colle  dita. 

bocouìU)  s.  m.  =  bocconcino,  dim.  di 
boccone. 

1)  bòn  boconitt  =  bocconcini  buoni, 
bocconcini  ghiotti,  delicati,  squisiti. 

2)  Tra.sl.  di  donna  piacente  :  on  bèli 
bocontn  =  un  buon  bocconcino. 

3)  on  boeonìn  de  stòfa,  de  pànn,  de 
bindèll  =  un  bocconcino  di  drappo,  di 
panno  di  nastro  :   piccolo  ritaglio. 

4)  el  boeonìn  déla  vergógna.  Vedi 
bocon,  0). 

5)  à  boconitt  =  a  bocconcini  :  a  pez- 
zetti minuti. 

bodésg',  s.  m.  =  inti-uglio  :  insudioia- 
mento,  specialmente  in  cucina. 

1)  Sudiciume  :  quel  sudiciume  di  fra- 
dicio mozzo  rasciutto  e  d'untuosità  che 
si  forma  o  per  terra,  o  nelle  case,  su 
per  le  scale,  sugli  acquai,  nelle  stanze. 


2)  Ciaccino,  ciaccione  :  ohi  s'affac- 
cenda, ma  con  più  premura  che  frutto. 

3)  Chiasso,  schiamazzo. 
bodèsgià;  V.  att.  =  intrugliare  :  fare  in- 
trighi. 

1)  Imbrodolarsi:  guazzare  in  qual- 
cosa di  sudicio. 

2)  Acciaccinare  :  darsi  una  gran  fretta, 
ma  senza  prò. 

bodèsgiàmént,  s.  m.  =  acciaccinio  :  modo 
affannoso  di  chi  si  acciaccina. 

bodèsgriòn,  s.  m.  =  acciaccinato,  che 
acciacina. 

bodìn,  *  s.  m.  =  bodino:  piatto  dolce, 
cotto  in  forma,  fatto  con  diversi  intrisi, 
e  per  lo  più  di   eemolino  o  di  patate. 

bodriee,  s.  m.  =  budriere  :  cintura  dalla 
quale  pende  la  spada  al  fianco. 

1)  Si  dice  volgarmente  per  deretano. 

boèta,  s.  f.  =  stagnata:  bussolotto  di 
tabacco  involto  nello  stagno. 

1)  Nome  di  ognuna  di  quelle  diie 
bussolette  del  torchio  da  coniare  mo- 
nete, che  servono  a  tenere  in  se  i  conii. 

b(BÙ,  s.  m.  =  bove,  bue  :  animale  do- 
mestico ;  6o5,  segnatamente  il  maschio 
di  quella  specie  quand'è  castrato  e  do- 
mato. 

1)  oeucc  de  bceu  =  occhi  di  bove: 
grossi  e  sporgenti. 

2)  mètt  el  càr  dendns  di  boeu  = 
mettere  il  carro  innanzi  ai  buoi  :  far 
prima  quello  che  andrebbe  fatto  dopo. 

3)  scàpaa  i  hoeH  sàren  là  sitila  = 
serran  la  stalla  quando  son  scappati  i. 
buoi:  riparano  quando  il  male  è  già 
fatto. 

4)  Bue,  fig.  ignorante,  minchioiie  ; 
te  set  òn  gran  boeil  !  =  tu  sei  il  gran 
bue  ! 

5)  boeu  d'or  =  bue  d'oro:  d'uomo 
ricco  0  ignorante. 

boeucc,  s.  m.  =  buco  :  apertura  che  passa 
da  parte  a  i)ai'te,  o  penetra  piuttosto 
addentro  ;  on  vestii  pién  de  boeucc  = 
un  abito  pieno  di  buchi. 

1)  Buca  :  apertura  praticata  nel  muro, 
che  può  essere  cieca  o  passare  da  parte 
a  parte. 

2y  boeucc  del  ctLmer  =  la  buca  del 
luogo  comodo. 

3)  èl  boeucc  dèi  siigeridor  =  la  buca 
del  suggeritore  :  nella  ribalta  del  pal- 
coscenico. 

4)  stopà  i  boeucc  =  turare  deUe  bu- 
che :   pagare  i  debiti. 


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bof 


5)  stòpa  bceuee  =  comodino;  di  pers. 
che  aiuta  in  una  tresca,  che  è  adope- 
rata in  qualche  affare  con  modo  in- 
discreto e  umiliante,  per  coprire  chi 
lo  fa.  Anche  chi  semplicemente  tien 
luogo  di  un  altro   per  comodo  altrui. 

6)  btxuec  di  calsètt  =  buco  deUe 
calze  :  piccola  apertui-a  nella  calza  pro- 
dotta da  rottura  di  una  o  poche  maglie. 

7)  el  boeiiec  del  làvàndin  =  il  buco 
della  pila  :  un  foro  fatto  in  essa,  pel 
quale  la  rigovernatui'a  passa  neUo  smal- 
titoio. 

8)  boeucc  del  vàroeul  =  buttero:  il 
segno  che  lasciano  sul  viso  le  bolle  del 
vainolo. 

9)  boeucG  =  bugigattolo  :  stanza  pic- 
cola; ghe  dìsen  stane,  ma  hin  boeucc 
=  le  chiaman  camere,  ma  son  bugigat- 
toli. 

10)  fa  boeucc  =  bucare  ;  fa  boeucc  in 
d'on  ofisi  =  bucare  in  un  ufficio,  per 
averci  un  impiego  superando  molte  dif- 
ficoltà. 

11)  boeucc  =  nome  di  parecchie  oste- 
rie e  bettole,  o  taverne. 

boeucc  in  barba  =  buchino:  quel  pic- 
colo buco  che  a  volte  si  vede  nel  mento 
ad  alcune  donne  e  ai  bambini.  I  fio- 
rentini dicono  anche  la  bellex^xa  della 
Nencia. 

boeiìgia,  s.  f.  =  soffice:  ferro  quadro 
traforato,  che  dai  magnani  o  fabbri  si 
pone  sotto  ad  un  ferro  infocato  che  si 
vuol  bucare. 

boeusmaj  s.  f.  =  bozzima:  mescolanza 
di  crusca,  unto  e  acqua  adoperata  dalle 
tessitore  per  rammorvidir  la  tela. 

1)  cava  o  leva  là  boeusma  =  sbozzi- 
mare, cavar  la  bozzima. 

2)  dà  là  bceusma  =  bozzimare,  im- 
bozzimare. 

bófa  (là),  s.  f.  =  il  polmone  degli  ani- 
mali macellati  :  così  è  chiamata  dai 
nostri  macellai,  perchè  vi  soffiano  {bo- 
fen)  dentro,  affinchè  faccia  bella  mostra 
di  sé.  Anche  coradéla. 

bofa,  v.  att.  =  soffiare  :  spingere  il  fiato 
fuori  stringendo  o  aguzzando  le  labbra  ; 
bofà  àula  minestra  =  soffiare  suUa  mi- 
nestra. 

1)  Spingere  il    vento    in   uno    stru- 
.  mento  ;  i  sonàdor  han  éeguitaa  à  bofti 
tuta  ètra  =  i    suonatóri    hanno   conti- 
nuato a  soffiare   tutta  la   sera:  si  in- 
tende nei  loro  strumenti. 


2)  Soffiare  per  alterigia,  per  super- 
bia ;  el  g'hà  minga  reson  de  bofà  come 
el  bófa  =  non  ha  ragione  di  soffiare 
come  soffia. 

3)  Del  vento  ;  bof  ava  on  veni  mà- 
làdètt  =  soffiava  un   vento   maledetto. 

4)  Di  porta  per  cui  entri  il  vento; 
Ve  on  iiss  che   bof  a   de    tUtt  i  pdrt  = 

è  un  uscio  per  cui  entra  da  ogni  parte     | 
il  vento.  I 

5)  Soffiare.  Assol.  e  attiv.  :  Spinger 
l'aria  sul  fuoco  col  manticetto. 

6)  Bofonchiare  :  esprimere  con  suoni 
tronchi,  sommessi  e  quasi  inarticolati, 
disapprovazione  o  scontento. 

7)  Buffare,  soffiare  :  al  gioco  della 
dama,  portar  via  all'avversario  un  pezzo 
col  quale  esso  avrebbe  dovuto  man- 
giare e  non  l'ha  fatto. 

8)  Posare,  requiare,  rifiatare;  adèss 
bofl  on  moment  e  pce-u  torni  à  mètem 
àdree  =  ora  rifiato  un  momento  e  poi 
ricomincio  il  lavoro. 

9)  Sputar  la  voglia,  passarsi  di  una 
cosa,  dimettere  il  pensiero  di  una  cosa 
per  impossibilità  di  ottenerla  ;  el  po' 
ben  bofà  =  può  ben  aspettare  un  pezzo  ; 
per  sta  vòlta  bòfa  =  per  questa  volta 
fa  senza. 

bofàda,  s.  f.  =  soffiata,  il  soffiare;  fa 
piàsè,  dàgh  dna  bofàda  sili  cidr  = 
fammi  il  piacere,  dà  una  soffiata  sul 
lume:  per  spegnerlo. 

1)  Buffo  :  colpo  di  vento  impetuoso 
e  improvviso.  Anche:    folata  di  vento. 

bofànt,  s.  m.  =  pallone,  pallone  di  vento: 
di  chi  molto  di  sé  presume. 

1)  Rimpettito,  d'uomo  altero. 

2)  fa  el  bofdnt  =  fare  il  grossone, 
il  grave:  voce  e  frasi  che  ogni  di  più 
disusano. 

bofètt,  s.  m.  =  soffietto,  manticetto  :  il 
mantice  adoperato  nei  camini  domestici. 

1)  bus  del  bofètt  =  spiraglio. 

2j  Di  carrozza  :  soffietto,  il  mantice: 
coperta  di  dietro  che  s'alza  o  si  ab- 
bassa. 

3)  Spiffero  :  foiie  soffio  di  vento  che 
passi  da  porta  o  finesti-a  non  ben  chiusa; 
g'hoo  àviiil  tutta  séra  dedree  on  bofètt 
che  m'ha  faa  vegnì  el  stòrtàcòll  =  ebbi 
per  tutta  la  sera  uno  spiffero  dietro, 
che  m'ha  dato  il  torcicollo. 

4)  Piumino  :  nappa  di  piuma  di  ci 
gno,  anche  di  seta  a  mo'  d'incipriare. 

5)  Culatta:   stoffa  a  triangolo  cucita 


bof 


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boi 


nella  parte  più  alta  dei  didietri  dei  cal- 
zoni. 

bofètìn,  s.  in.  =  manticetto,  soffiettino  : 
specie  di  secondo  soffietto  che  s'attacca 
al  vero  soffietto  delle  carrozze  per  pa- 
rar l'acqua  e  il  sole. 

boff,  s.  m.  =  soffio  :  il  soffiare  e  l'aria 
emessa  soffiando  ;  on  boff  de  veni  = 
un  soffio  di  vento. 

1)  m  d'on  bòff  =  in  un  soffio,  in 
un  attimo. 

2)  Alito,  soffio  leggiero  :  gh'è  minga 
on  boff"  d'aria  =  non  c'è  un  soffio 
d' aria  ;  se  seni  ntLnea  on  boff'  =  non  si 
sente  un  alito,  non  c'è  il  minimo  r amore. 

3)  Pisciacane,  imbrentine  :  specie  di 
pianta  che  cresce  nei  fossi,  vicino  alle 
sorgenti. 

4)  giilgcL  ài  boff  =  giocare  al  soffino  : 
gioco  di  ragazzi  che  soffiano  su  una 
moneta  che  tengono  in  mano,  la  fanno 
andare  in  terra  e  vince  chi  la  trova 
rivoltata  da  quella  parte  che  ha  detto 
prima. 

boflòtt,  s.  m.  =  stronfione,  gonfione  : 
di  chi  ha  le  gote  piene. 

boga,  s.  f.  =  boga  :  grossa  fascia  di  ferro 
che  accerchia  la  stanga  del  maglio. 

bogéta,  s.  f.  =  boccetta,  dim.  di  boccia  : 
vasetto  di  vetro  dove  si  tiene  un  li- 
quido, specialmente  un  medicinale. 

1)  Boccina,  pallottolina  :  una  piccola 
palla. 

bogetìn,  s.  m.  =  boccetta,  boccettino, 
bottoncino,  bottone,  boccettino  :  serve 
specialmente  a  contenere  essenze  odo- 
rose. 

bogetina,  s.  f.  =  boccettina,  dim.  vezzeg. 
di  boccetta. 

bdgia,  s.  f.  =  globo  :  gran  palla  vuota 
di  cristallo  smerigliato,  la  quale  si  mette 
sur  un  lume,  perchè  mandi  all'intorno 
una  luce  che  non  offenda  la  vista.  An- 
che :  glòbo. 

1)  Boccia.  Specialm.  al  plur.  bògg  e 
boee.  Le  palle  di  legno  da  giuocare  per 
terra;  fa  bdgia  resta  =  pigUare  una  boc- 
cia a  resto  o  di  arresto. 

2)  el  sii  de  giiìgà  ài  bògg  =  pal- 
lottolaio. 

3)  strusa  là  bdgia  =  frisare  la  palla, 
fare  un  friso. 

bogià,  V.  att.  =  dar  dentro,  prendere  in 
pieno  colla  propria  una  delle  palle  già 
giuocate,  per  spingerla  vicino  al  pal- 
lino, 0  allontanamela. 


1)  bogià  giiist  =  Fig.  indovinarla. 

2)  Tentare,  dare  un  colpettino,  pro- 
varsi. 

3)  Bocciare ,  schiacciare,  rimandare 
agli  esami. 

bogiaddr,  s.  m.  =  colui  che  sa  j)ren- 
dere  in  pieno  una  palla,  o  che  spesso 
coglie  nel  segno. 

bogiauén,  s.  m.  =  piemontese:  questa 
voce  viene,  dall'  avere  i  piemontesi 
spesso  in  bocca,  massime  i  militari, 
per  finale  di  certi  discorsi  e  s'bogia 
nèn  (e  non  muoviamoci),  frase  tolta 
da  un  loro  proverbio. 

bogìii,  s.  m.  =  buchino,  bucolino  :  dim. 
di  boeùcc. 

1)  Pozzetta,  scodellino:  nome  di  quelle 
due  fossette  che  nel  rider  dolcemente 
vengono  ad  alcuni  nelle  gote,  special- 
mente ai  bambini. 

bogitt,  (i)  =  galle,  gallozzole  di  querele. 

bogher,  s.  m.  =  cialtrone,  ignorante  e 
presuntuoso. 

1)  msé  dènt  come  on  bògher  =  es- 
sere, asino  assai. 

bdia,  s.  m.  =  carnefice,  boia:  il  pubblico 
esecutore  della  pena  di  morte  e  d'al- 
tre pene  corporali  infamanti. 

1)  fàcia  de  bòia  =  faccia  di  boia, 
uomo  d'aspetto  truce. 

2)  fa  el  bòia  e  V  impieaa  =  far  da 
Marta  e  da  Maddalena;  far  di  tutto  e 
tutte  le  parti  in  casa,  a  un  ufficio,  ecc. 

3)  Volg.  si  dice  te  éet  on  bòia,  l'è 
on  boia  di  chi  fa  cose  difficili  e  non 
si  pensava  potessero  compiersi. 

4)  bòia  nidlp'àtegh  =  maniscalco, 
tristo  medico. 

5)  Toppo  :  quel  ciocco  sul  quale  si 
appuntano  i  legni  col  pennato  o  col 
roncolo  o  coli' ascia,  secondo  la  gros- 
sezza che  si  vogliono  tagliare  o  spac- 
care. 

boia,  V.  att.  =  abbaiare,  latrare.  Vedi 
bàia. 

boiàca,  s.  f.  =  bioscia;  minestra  piut- 
tosto brodosa,  ma  di  poca  sostanza. 

boiàda,  s.  f.  cagnaia  ;  disputa,  sgridata 
fatta  alzando  la  voce  in  modo  sconve- 
niente e  incivile;  quànd  l'àviiU  ben  fi- 
nii là  sòa  boiàda  g'hoo  fa  capi  là 
reson  =  quand'ebbe  finito  la  cagnaia, 
gli  feci  intendere  la  ragione. 

1)  Di  musica  e  in  generale  di  spet- 
tacolo teatrale,  o  cattivo,  o  male  ese-- 
guito. 


boi 


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boi 


2)  Abbaio,  latrato  dei  cani. 
■boiòcch,  s.  m.  =  rapa  lunga,  rapignone 
rajione,  navone;  rapum  oblongius. 

1)  Fig.  cosone:  d'uomo  stupido  o  mal 
fatto. 

2)  èpirit  de  boiòcch  =  spirito  di  rapa  : 
di  chi  vuol  fare  lo  spiritoso  e  non  sa 
essere  cho  scipito. 

boìs,  s.  m.  =  vendarrosti ,  rosticciere, 
trattoria:  chi  vende  a  poco  prezzo  roba 
cotta. 

1)  Anche  la  bottega  dove  si  compera 
e  si  mangia  a  poco  prezzo  tale  roba. 

2)  Abboraccione,  disutile:  chi  fa  male 
per  troppa  fretta, 

3)  Sbrodolone:  chi  mangiando  o  be- 
vendo s'insudicia. 

boisàda,  s.  f.  =  Abboracciamento  :  l'ab- 

boracciare. 

1)  E  la  cosa  abboracciata. 
boisent,  s.  7)1.  =  sporco,  sudicio:  di  chi 

mangiando  o  bevendo  s'insudicia. 
boia;  V.  att.  =  bollare:  apporre  il  bollo. 

1)  Del  segno  che  lascia  dove  batte 
un  corpo  scagliato;  òna  sastida  là  g' ha 
holaa  el  càpèll  =  una  sassata  gli  bollò 
il  cappello.  Anche  in  questo  senso  : 
ammaccare. 

2)  bolet!  =  crepa!  Si  dice  volgar- 
mente a  uno  cui  si  voglia  augurare 
male,  perchè  ci  secca  o  non  ci  accon- 
tenta. 

3)  Bocciare  ;  disapprovare,  rimandare 
all'  esame. 

bolaa^  agg.  =  bollato;  foeùibolaa,  carta 
bolàda  =  foglio  bollato,  carta  bollata: 
munita  del  bollo  dello  Stato. 

1)  Rimandato  all'esame;  l'è  bolaa  in 
làthi  =  è  rimandato  in  latino. 

boléta^  s.  f.  =  bulletta,  polizza:  ricevuta 
che  si  stacca  per  lo  più  da  un  libro  a 
matrice.  Si  dice  per  lo  più  dei  reca- 
piti doganali  e  di  quelli  delle  strade 
ferrate  per  le  merci  in  corso  di  spe- 
dizione. 

1)  vèss  in  boUta  =  essere  in  bulletta, 
non  aver  quattrini,  esser  povero  in 
canna,  esser  sbiiscio,  in  stanga,  in 
stuoia. 

2)  là  bolèta  là  gHéa  el  tàlént  =  il 
bisogno  aguzza  l'ingegno:  il  bisognino 
fa  trottar  la  vecchia. 

3)  Codina  :  quel  lembo  di  camicia 
che  ai  bambini  esce  talora  per  lo  spa- 
rato del  di  dietro  dei  calzoncini  ;  mo- 
stra là  bolèta  =  non  avere  ancora  ra- 


sciutto  il  latte  sulle  labbra,  avere  ap- 
pena levata  la  bocca  dal  latte,  aver 
ancora  il  guscio  in  capo:  esser  tuttora 
giovanissimo  e  non  aver  pratica  dì 
checchessia. 

bolèta,  «'.  att.  =  sbagliare  i  colpi  a  cac- 
cia, fallire  il  colpo.  Di  lepri:  Seminar 
piombo  senza  vedere  un  pelo.  Quasi 
lasciar  la  bolèta  agli  uccelli  e  alle  le- 
pri di  andarsene  a  libero  volo. 

bolètàri,  s.  m.  =  buUettario,  libro  a  ma- 
trice: quello  da  cui  si  staccano  le  bul- 
lette. 

bolètìn,  s.  m.  =  buUettino  :  annunzio 
dato  al  pubblico  di  mano,  in  mano 
sull'andamento  di  un  fatto  in  corso,  o 
una  data  specie  o  serie  di  fatti;  el  bo- 
lètìn  déla  guèra  =  il  bullettino  della 
guerra;  bolètin  meteorologteh  =  bullet- 
tino meteorologico. 

1)  La  parte  dei  giornali  e  delle  ri- 
viste che  contiene  notizie  sommarie  di 
scienze,  lettere,  arti,  commercio,  ecc.; 
bolètin  comèreidl,  bibliogràfich  =  bul- 
lettino commerciale,  bibliografico. 

2)  Piastrello  :  pozzetto  di  panno  o 
cuoio  sopra  il  quale  si  distende  l'im- 
piastro per  metterlo  suUe  parti  ma- 
late. 

bolgèna,  s.  f.  =  ulivo  infrantoio:  specie 
di  ulivo  che  fa  i  frutti  più  grossi  de- 
gli altri,  onde  molta  morchia. 

1)  Ulivo  correggiole,  o  pendaiolo,  o 
pendaglielo:  specie  d'ulivo  cosi  chia- 
mato dalle  vermene  pendenti  in  forma 
quasi  di  piccole  corregge. 

bolgrètt,  agg.  =  mezzi,  strafatti:  di  fnitti 
quasi  presso  a  infracidare  per  eccessiva 
maturità. 

1)  fa  bolgètt  =  immezzire. 

2)  Sost.,  pallottole  di  neve;  fa  ài 
bolgètt  =  fare  alle  palle  di  neve  ;  fa 
cor  à  bolgètt  =  rincorrere  a  pallottole 
di  neve;  fa  sii  bolgètt  =  appallottolare 
la  neve. 

bolgia,  s.  f.  =  spoiia:  tasca  o  bissacela 
di  pelle,  0  simile,  nella  quale  si  ten- 
gono chiodi,  strumenti  di  ferro,  ecc. 

1)  Borchie,  scudicciolo  :  quell'orna- 
mento al  fine  della  guardia  nel  morso, 
parte  della  briglia,  nella  quale  si  met- 
tono i  voltoi. 

bolgiòtt,  s.  m.  =  borsone:  danaro  ragra- 
nellato  a  poco  a  poco. 

1)  fa  sii  el  bolgiòtt  =  far  borsone, 
accumular  moneta. 


boi 


119  - 


boi 


2)  vègh  el  bolgiòtt  =  aver  grosso  ro- 
gnone ;  aver  danaro  in  serbo. 

bdlg'ir,  s.  m,  =  cosetto  :  di  oggetto  pic- 
cino. 

1)  Cosuccio,  minuzzolino:  di  persona 
piccola. 

bòlgira,  s.  f.  =  una  di  quelle  voci  che 
esprimono  un  complesso  di  idee  varie, 
e  or  ne  abbracciano  alcune  altre,  onde 
una  definizione  generale  e  costante  è 
impossibile  darla. 

1)  oh  !  che  bòlgira  !  =  oh.  !  che  im- 
broglio. 

2)  hin  hòlgir  quièti  chi  =  queste  le 
son  bazzecole. 

3)  Ve  minga  pòca  bòlgira  =  è  di- 
grazia assaettata  :  non  è  un  mal  da  poco. 

4)  gh'è  vègnuil  là  bòlgira  de...  =  gli 
venne  il  tìcchio,  il  capriccio,  il  tenten- 
nino di... 

5)  di  sii  di  bòlgir  =  dire  delle  cor- 
bellerie, degli  erroracci. 

6)  fa  dna  bòlgira  =  commettere  uno 
sproposito. 

7)  fa  monta  là  bòlgira  =  far  mon- 
tare in  bizza,  in  ira. 

8)  cascia  via  là  bòlgira  =  cacciar  la 
mattana,  la  malinconia. 

9)  vèghen  nàneaper  là  bòlgira  =  aver 
uno  in  quel  servizio ,  infischiarsene 
d'uno. 

10)  vègh  tiitt'àlter  per  là  bòlgira  - 
aver  tutt' altra  fantasia  o  il  capo  a  tut- 
t' altro. 

11)  àvèghen  pién  là  bòlgira  =  averne 
piene  le  tasche;  esserne  stufo,  ristucco. 

bollirà,  V.  alt.  =  incalappiare,  giuntare, 
ingannare:  anche  rovinare,    perdere. 

1)  àndà  tiitt'd  fase  bolgirtb  =  andar 
tutto  a  rotoli. 

bolg'iràda!  =  corbezzoli!   esclamaz. 

bolg'iràdo,  s.  m.  =  furbo  assaettato,  bol- 
lato: uomo  accortissimo. 

1)  Furbacchione:  in  senso  però  non 
cattivo. 

bolg'iratà,  v.  ait.  =  mestare,  trescare, 
tramestare:  frequentat.  di  bollirà. 

bolgriròn,  agg.  =  buscherone  :  per  indi- 
care quantità ,  grandezza ,  intensità, 
straordinaria  ;  fa  on  frègg  bolgiròn  = 
fa  un  freddo  buscherone. 

bòli,  s.  m.  =  bolo:  sorta  di  terra  tegnente 
usata  dai  doratori  e  argentieri. 

bolin.  s.  m.  =  bulino. 

1)  Specie  di  scalpelletto  d'acciaio, 
usato  dagli  incisori. 


2)  Stella  :  ferro  còl  quale  i  calzolai  ab- 
belliscono i  fori  fatti  dalle  bullette  nello 
scarpe  e  simili. 

3)  Francobollo:  quadrettino  di  carta- 
valore,  con  davanti  un'  impronta  e  il 
costo,  che  s'attacca  alla  roba  da  spe- 
dirsi colla  posta  per  francarla. 

4)  bolin  de  ricevùda  =  marca  da  bollo  ; 
specie  di  francobollo  per  rice^^^te  e  si- 
mili. 

boli,  s.  m.  =  bollo,  sigillo  colla  cui  im- 
pronta si  contrassegnano  cose,  o  carte 
e  scritture,  e  l'impronta  stessa. 

1)  Marchio:  quel  contrassegno  fatto 
sulle  lettere  dagli  ufficiali  postali  per 
cui  passano. 

2)  Pesca,  sigillo:  quei  bernoccoli  o 
enfiati,  talora  rossi  talora  lividi,  che 
sono  effetto  di  percossa  in  qualche  parto 
della  faccia:  se  nella  parte  alta  del 
capo,  si  dice:  corno.  Si  dice  anche  spesso 
morèll. 

bolog'iià,  V.  att.  =  imbrogliare,  ammol- 
lare: disfarsi  di  checchessia,  e  special, 
dare  con  inganno  roba  guasta  o  trista 
per  buona. 

1)  bològnà  via  i  tosànn  =  smaniare 
le  ragazze;  maritarle. 

2)  Appioppare  :  specialmente  di  pa- 
role; ghe  l'ha  minga  mandaa  à  di, 
ghe  l'ha  bologntLda  =  non  gliel'ha  fatto 
dire,  gliel'ha  appioppiata. 

bols,  *  agg.  =  bolso:  affetto  da  bolsag- 
gine: specialmente  di  cavalli. 

1)  E  d'uomo  non  sano,  non  atto  alla 
fatica  e  che  facilmente  tossisca  ;  l'è 
bols,  l'è  mese  bols  =  è  bolso,  è  mezzo 
bolso. 

2)  dementa  bols  =  Imbolsire.  Divenir 
bolso.  Di  cavalli,  buoi,  ecc. 

bolsón,  s.  m.  =  staggio:  bastone  che  nel 
paretaio  regge  la  rete. 

1)  Boncinello:  ferro  bucato  in  punta 
messo  nel  manico  dei  chiavistelli  o  al- 
trove, per  ricevere  la  stanghetta  della 
toppa. 

2)  fa  fa  el  boléòn  à  viin  =  cavar  la 
castagna  coli' altmi  zampa,  cavar  il 
granchio  dalla  buca  colla  man  d'altri; 
far  cosa  con  proprio  utile  e  rischio 
altrui. 

3)  Pertica  :  quei  pali  che  nelle  viti  a 
pergola  corrono  per  ti-averso  a  modo 
di  filare,  detti,  secondo  la  grossezza: 
perticoni,  pertichette. 

4)  Voltolo  :    La   parte   inferiore   del 


boni 


-  120  - 


boii 


freno,  dove  sono  le  campanelle   per  le 

redini. 
boni!  interiezione,  ch.e  vale:  che  bombe! 

Si  dice  per  burlai'si  delle  minacce  d'un 

rodomonte    o    delle   spacconate    di  un 

millantatore. 
bómba,*  s.  f.  =  bomba  :  paUa  vuota  di 

ferro  fuso,  clie  si  riempie  di  polvere  e 

che,  scagliata  col    mortaio,    scoppia  a 

una  certa  distanza. 

1)  vèss  à  proeilva  de  bomba  =  essere  a 
prova  di  bomba,  fatto  a  prova  di  bomba: 
di  ogni  costruzione  capace  di  resistere 
anche  alle  bombe. 

2)  Di  uomo:  Fig.  vèss  à  prceiìva  de 
bomba  =  che  resiste  agli  strapazzi,  ai 
dolori,  e  che  è  fidato,  sicuro. 

boiiibàra  (fa  là),  =  far  la  tombolata, 
tombolare,  tomare  :  cadere  o  andare  a 
capo  all' ingiù  colle  gambe  all'aria. 

1)  Anche  delle  bestie  quando  si  get- 
tano in  terra  colle  gambe  all'aria  in 
segno  d'allegrezza:  si  dice  meglio  fa  là 
tòma. 

bombarda,  *  ».  att.  =  bombardare  colle 
artiglieiie  città,  fortezze,  mure. 

boinbàrdàuiéut,  s.  m.  =  bombardamento: 
l'operazione  del  bombardare. 

bombàrdìn,  s.  m.  bombardino:  dim.  di 
bombardone. 

bombàrdou,  s.  m.  =  bombardone:  grande 
i strumento  musicale  d'ottone. 

bombàs,  s.  w.  bambagia,  cotone. 

1)  inètt  el  bombtis  in  di  orègg  = 
mettersi  il  cotone  nelle  orecchie:  tu- 
rarle per  non  sentire  qualche  cosa  che 
ci  annoia  e  infastidisce. 

2)  tegtit  in  del  bombtis  =  tenere  nella 
bambagia,  nel  cotone:  tener  persona  o 
cosa  col  massimo  riguardo. 

3)  bombtis  di  pobi  =  pappo  :  quella 
lanugine  che  si  vede  nella  parte  su- 
periore del  seme  di  alcune  piante,  come 
nel  pioppo,  le  quali  diconsi  pappose. 

bombàsìna,  s.  f.  =  bambagia:  filato  di 
cotone  grosso,  floscio  e  appena  torto. 

bombàsòii,  s.  m.  =  bonaccio,  dolcione: 
di  persona  di  costumi  semplici,  credulo 
troppo  e  assai  compiacente.  V.  bonàsc. 

bombe  (à),  =  convesso:  rilevato  esterna- 
mente in  arco. 

bombolòtt,  s.  m.  =  tombolotto:  grasso  e 
tondo  a  foggia  di  tombolo, 

bombòn,  s.  m.  dolce,  chicca,  confortino: 
denominazione  generale  di  varie  cose 
mangerecce  che  si  sogliono  dare  ai  bam- 


bini specialmente,   cui  piacciono  mol- 
tissimo. 

1)  bombon  col  rosòli  =  pasticca  a  li- 
quore, a  rosolio. 

2)  Fig.  vaghezza,  gioiello;  misa  come 
on  bombon  =  ravviata  che  pare  un 
gioiello. 

3)  Zucchero  ;  rispètt  à  he  IH  l'è  on  _ 
bombon  =  appresso  a  lei,  lui  è  uno  1 
zucchero.  1 

bomboiiàtt,  s.  m.  e  bombonee,  s.  m.  = 
bozzolaro:  venditore  di  paste  dolci. 

bombonéra,  s.  f.  confettiera:  scatola  da 
riporvi  confetti  e  dolci. 

bomborìn,  s.  m.  bellico,   ombelico. 

1)  Quella  parte  di  una  bestia  ma- 
cellata che  ne  comprende  e  circonda  il 
bellico.  V.  bàmborìn. 

bon,  agg.  =  bone:  di  tutto  ciò  che  ri- 
sponde al  concetto  che  l'uomo  si  forma 
del  bene  morale. 

1)  Di  qualità,  inclinazioni,  abiti,  mo- 
vimenti dell'animo  ;  bon  càràter,  bon 
cceér  =  buon  carattere,  buon  cuore, 
bòna  ìndol  =  buona  indole. 

2)  Bon.  di  persona:  vale,  più  che  al- 
tro, indulgente,  facile  a  compatire,  a 
perdonare;  tre  vòlt  bon  =  tre  volte  buono  ; 
indica  l'eccesso  di  una  tal  qualità. 

—  bòna  gént  =  buona  gente:  onesta 
con  semplicità  e  con  modestia. 

—  hòn  fioeu,  bon  diàol  =  buon  fi- 
gliuolo ,  buon  diavolo  :  natm-almente 
bone,  senza  studio  di  parerlo  :  sottin- 
tende spesso  che  la  persona  di  cui  si 
parla  non  è  per  altri  rispetti  un  gran 
ohe. 

3)  Di  bambini  :  vale  docili ,  obbe- 
dienti e  segnatamente  dello  star  cheti, 
non  infastidire. 

4)  Bon:  chi  o  che  ha  i  requisiti  per 
cui  è  atto  all'ufficio  che  fa,  all'uso  a 
cui  serve  ;  bon  pàder,  bon  màt%  bon 
màèster  =  buon  padre,  buon  marito, 
buon  maestro;  delle  facoltà  della  mente; 
bòna  memoria  =  buona  memoria;  vègh 
mèta  bòtta  =  aver  buona  vista,  vedei'ci 
bene. 

—  Di  cose  materiali,  strumenti,  uten- 
sili; ttria,  ^cqua  bòna  =  aria,  acqua 
bona;  boti  lètt  =  buon  letto;  bon  flàut 
=  buon  flauto. 

—  Di  cose  non  materiali  e  opero 
dell'uomo  ;  bòna  lèg  =  buona  legge  ; 
bòna  idea  =  buona  idea;  bon  penèèr  => 
buon  pensiero. 


1 


1)011 


-  121  - 


bon 


I 


Di  lavori  e  opere  d'arte;  bSna  mu~ 
sica  =  buona  musica  :  guardando  piìi 
ai  pregi  intrinseci  che  all'  impressione 
ohe  fanno  sul  sentimento. 

5)  Tutto  ciò  che  torni  utile,  vantag- 
gioso, gradito  ;  bòn  àfàri^  bon  impiégh, 
bòn  odor,  e  sim.  =  buon  affare,  buon 
impiego,  buon  odore  e  sim.  ;  bon  mercaa 
=  bon  mercato,  bon  prezzo  :  prezzo 
basso. 

6)  Tutto  ciò  che  riesce,  o  promette 
riuscire,  o  dà  indizio  che  altro  deva 
riuscire  a  seconda  del  desiderio  ;  bon 
àègn,  boti  augUri,  bòna  fortuna  =  bon 
segno,  bon  augurio,  bona  fortuna. 

7)  D'animali,  vale  mansueti. 

8)  Cogli  astratti  di  quantità  vale 
grande,  molto  ;  óna  bòna  dòse,  dna 
bòna  metaa  =  una  bona  dose,  una  bona 
metà. 

9)  Nel  gioco  si  dice  di  partite  o 
punti  che  si  contano  ;  là  bàsica  l'è 
mhiga  bòna  =  la  bazzica  non   è  bona. 

10)  Di  cose  e  di  persone,  vale  atte 
a  un  uso,  a  un  ufficio  che  si  indica 
mediante  la  proposizione  de  ;  l'è  bon  de 
fa,  de  di,  de  scrìv,  de  lég  =  è  buono 
a  fare,  a  dire,  a  scrivere,  a  leggere  ; 
bon  de  mangia  =  bone  da  mangiare. 

11)  mesa  bòna  =  messa  buona  :  co- 
minciata, ma  che  pur  basta  per  soddi- 
sfare al  precetto,  assistendovi. 

12)  dànee  bòn  =  moneta  buona,  che 
ha  corso  legale. 

13)  7nàr  bòn  =  mare  bone,  tranquillo. 

14)  numer  bon  =  numeri  boni  :  di 
numeri  da  estrarsi,  quando  si  spera  di 
vincere. 

15)  òpera  bòna  =  opera  buona  :  atto 
di  carità. 

16)  bò^na  stàgiòn  =  stagione  buona  : 
la  primavera. 

17)  temp  bòn  =  tempo  bono,  sereno  : 
un  po'  meno  che  bello. 

18)  bòn  oeucc,  vede  de  bòn  ceuee  => 
veder  di  bon  occhio  :  con  benevolenza. 

19)  bòrni  parèli  =  bone  parole  :  che 
danno  a  sperar  bene,  ma  per  lo  più 
senza  effetto,  di  raccomandazioni,  uf- 
fici fatti  in  favore  di  alcuno. 

20)  bon  pes,  bona  misura  =  boa  peso, 
bona  misura:  ciò  che  si  dà  oltre  il 
peso  0  la  misui-a  dovuta. 

21)  bon  stòmegh  =  bon  stomaco,  che 
digerisce  ogni  cosa  :  anche  di  chi  iu- 
ghiotte  amari  bocconi,   e  s'  addatta   a 


cattive  figTU'e  diciamo  Martin  bòn  stò- 
megh. 

22)  dna  bòna  volta  =  una  buona 
volta  :  di  cosa  che  succeda  o  si  faccia 
dopo  avere  anche  troppo  indugiato. 

23)  In  molte  espressioni  d'  augurio  ; 
bon  àpetitt,  bon  viàgg,  bon  Nàtdl  = 
bon  appetito,  bon  viaggio,  bon  ceppo  ; 
bòna  nòti  =  bona  notte  ;  nella  fine  di 
un  racconto,  dopo  aver  detto  come  la 
cosa  fini  ;  se  s'hin  sposaa  e  bòna  nòtt  = 
si  sono  sposati  e  bona  notte  :  il  mila- 
nese aggiunge  spesso  :  *  sonàdòr. 

24)  tUa  bòna  =  alla  buona,  alla  do- 
mestica, senza  ricercatezze,  senza  ce- 
rimonie, all'  apostolica  ;  persóna  tila 
bòna  =  persona  di  facile  abbordo,  colla 
quale  si  può  parlare  e  trattare  senza 
troppe  cerimonie,  accessibile. 

25)  vèss  in  bòna  =  essere  in  pace, 
d'accordo. 

26)  coi  bòrni  =  colle  bone  :  senza 
voler  costringere,  cercando  di  persua- 
dere, di  indurre  con  ragioni,  preghie- 
re, ecc. 

27)  ah  !  bòn  !  =  bono  !  esclamaz.  as- 
saggiando, 0  sentendo  ricordar  roba  da 
mangiare  o  da  bere. 

quèàta  l'è  bòna  !  =  questa  F  è  buona  ! 
esclam.  sentendo  un  motto  inaspettato, 
pungente,  o  che  abbia  dell'arguto. 

che  Dio  ine  le  manda  bòna  =  Dio 
ce  la  mandi  bona,  esclam.  di  chi  pre- 
vede dei  grossi  guai. 

28)  mena  bòna  =  accettare,  ammetter 
per  bona  una  scusa,  una  giustificazione, 
e  sim, 

29)  bòna  lana  =  bona  lana,  fam.  e 
ironie,  persona  piuttosto  trista. 

30)  fa  de  bon,  dì  de  bòn  =  fare,  dir 
per  davvero.  V.  sost.  4. 

31)  Capace  :  di  chi  faccia  cosa  che 
esca  dall'ordinario,  per  le  qualità  che 
richiede  e  anche  solo  per  la  sua  stra- 
nezza ;  l'è  bòn  de  sta  trii  mes  sema 
àndà  fcBura  de  casa  =  è  capace  di  star 
tre  mesi  senza  uscire  di  casa. 

32)  Di    cose,  nel    senso    di  bone  a 
un    uso  ;    sto  fil    chi    l' è   minga    bon 
per  quèll  che  hoo  de  fa   mi  =  questo 
filo  non  è  capace   per  quel  che  ho   da  ' 
far  io. 

Di  cose  e  di  pers.  anche  atto,  che 
ha  attitudine,  disposizione  :  abile,  con- 
veniente, adattato. 

Quindi  ;  minga  bòn  =  inabile,   inca- 


bon 


—  122  — 


bon 


pace  :  non  abile,  disadatto  ad  esercitare 
un  arte,  un  ufficio. 

33)  Abile,  capace,  da  tanto  ;  te  set 
minga  bon  de  véng  ài  éeàceh  =  non 
sei  abile  a  vincere  al  gioco  degli  scaccili. 

34)  Accennando  a  risoluzione  cbe  uno 
non  ha  ancora  preso,  ma  può  essere 
che  la  prenda  ;  se  el  me  seca,  soni 
bon  de  Imàgh  là  fàcia  =  se  mi  secca 
son  buono  di  dargli  le  mani  sul  muso. 

bòli,  s.  m.  =  bone  :  ciò  che  è  bone  ; 
dòpo  el  eàtìv  vén  el  bon  =  dopo  il  cat- 
tivo viene  il  bono  ;  àdèss  vén  el  bon  = 
ora  ne  viene  il  bono  :  la  parte  più  im- 
portante, più  curiosa  di  un  racconto, 
discorso,  ecc. 

1)  i  bon  =  i  buoni  :  di  pers.  si  in- 
tende di  bontà  morale  ;  V  è  on  {dna) 
pòech  de  bon  =  è  un  (una)  poco  di 
bono  :  d'uomo  e  donna  che  fanno  parlar 
male  di  se.  Paga  el  bon  per  el  gràmm. 
Vedi  gramm. 

2)  vègh  de  bon  =  aver  di  bono  :  no- 
tando una  qualità  bona  in  persona  che 
ne  abbia  pur  di  mediocri  o  cattive  ; 
Sto  tenip  chi  el  g'hà  de  bon  che  el  tén 
lontàn  i  sànsàr  =  questo  tempo  ha  di 
buono  che  tien  lontane  le  zanzare  ; 
vèsègh  del  bon  =  esserci  del  bono  in 
una  cosa  :  qualche  parte  buona,  qual- 
che beUa  qualità. 

3)  vòrègh  del  bèli  e  del  bon  =  vo- 
lerci del  bono  e  del  bello  :  esserci 
molte  difficoltà. 

4)  de  bon  =  a  bono  :  avv.  aggiunge 
vigore  ed  effetto  alla  azione  significata 
dal  verbo  ;  làorà,  stiidià  de  bon  =  la- 
vorare, studiare  a  bono  ;  pioeiw  de  bon  = 
vien  giù  a  bono  ;  àndà  in  còlerà  de 
bon  =  andare  in  collera  a  bono. 

—  Anche  :  di  bono  ;  dì  de  bon,  fa  de 
bon  =  dire,  fare  di  bono  ;  senza  scherzo, 
sul  serio,  di  proposito. 

5)  in  del  bon  =  nel  bono,  sul  bono  : 
nel  punto  migliore  ;  in  del  bon  del 
sògn  =  nel  bono  del  sonno. 

6)  Bono,  obbligazione  che  si  rilascia 
in  vece  di  danaro  per  lo  più  da  pub- 
bliche amministrazioni. 

—  Anche  l'obbligazione  che  si  rila- 
scia fra  negozianti  per  acquisti  di  mer- 
canzie, da  saldarsi  alla  liquidazione  dei 
conti. 

7)  Anche  la  polizza  che  si  rilascia 
in  occasione  di  distribuzione  di  pane, 
0  altri  commestibili  ;  han  daa  via  tre- 


mila bon  de  pan  =  han  distribuito  tre- 
mila boni  di  pane  :  in  questo  senso 
anche,  scontrili. 

bònàmàn,  s.  f.  =  bonamano  :  ciò  che  si 
dà  al  vetturino  o  ad  altri  che  ci  presti 
servizio,  al  di  là  del  prezzo  stabilito. 
Diciamo  anche  mància;  in  ital.  anche: 
benandata. 

bònàiuént,  avv.  =  bonariamente  :  senza 
malizia  e  con  intenzione  di  benevo- 
lenza. 

bonàsc,  s.  m.  =  bonaccio  :  ohe  ha  bon 
core,  bono  per  natui-ale  impulso,  più 
che  per  animo  deliberato  e  senza  stu- 
dio di  parerlo,  bon  figliolo,  bon  diavolo. 

bondàioeùla,  *  s.  f.  =  bondiola.  Vedi 
bondioeùra. 

bondànt,  agg    =  abbondante. 

1)  In  molta  quantità  :  gh'  è  vegniiii 
sàngh  bondànt  =  gli  venne  sangue  ab- 
bondante. 

2)  Oltre   misura  ;    mtL'nca   tre   mìa     ' 
bondànt  =  mancano  tre  miglia   abbon- 
danti. 

3)  Più  che  sufficiente  ;  l'  ha  faa  on  ^ 
disnà  bondànt  =  fece  un  pranzo  ab-  ; 
bendante  :  in  quest'ultimo  caso  si  dice 
anche  bondànsìós. 

boudànsa,  s.  f.  =  abbondanza. 

1)  vèss  in  bondànsa,  vèèegh  bon- 
dànsa  =  abbondare. 

2)  Fig.  e  ironie,  gioia,  bella  gioia, 
dieta  spesa,  cattivo  soggetto  ;  ciào, 
bondànsa  =  addio,  gioia  !  -  quèll  che  bon- 
dànsa =  quello  che  delizia  ! 

bondioeùra,  ed  ora  anche  bondàioeùla,* 
s.  f.  =  bondiola  :  specie  di  salame  ad 
uso  di  Parma. 

bondon,  s.  m.  =  cocchiume  :  foro  in  una 
delle  doghe  di  sopra  e  nella  parte  più 
rigonfia  della  botte,  pel  quale  si  versa 
il  vino  0  altro. 

1)  tegnì  à  man  dèla  spina  e  làèà 
àndà  del  bondon  =  fig.  guardarla  nel 
lucignolo  e  non  nell'olio  :  aver  cui-a 
delle  cose  minute  e  non  badare  alle 
grandi. 

2)  stopà  el  bondon  =  cocchiumai'e  la 
botte. 

3)  Zaffo,  tappo  :  pezzo  di  legno,  ta- 
gliato  nel   senso   delle   fibre   legnose, 
leggermente  conico,  col  quale,  a  colpi 
di  mazzuolo   di    legno,    tui-asi    il   eoe 
chiimie  della  botte,  se  è  tondo. 

4)  mètt  su  el  bondon  =  tappare,  zaf- 
fare. 


if-    M 

I 


bon 


—  123  — 


bor 


bondouà,  v.  att.  =  zaffare,  tappare,  met- 
tere lo  zaffo,  il  tappo  siil  cocchiume. 

bondonèra,  s.  f.  =  cocchiumatorio  :  spe- 
cie di  scarpello  fatto  a  doccia  per  in- 
tagliare il  cocchiume  alle  botti. 

boiient  ;  bón  bòiiènt,  agg,  =  buonis- 
simo :  proprio  bone. 

bonèttj  s.  m.  =  Forma. 

1)  Vaso  cupo  di  rame  stagnato,  ta- 
lora liscio,  più  frequentemente  incavato 
a  spicchi,  a  spire,  o  in  altro  modo,  per 
dare  la  comspondente  figura  a  budini, 
pasticci,  gelatine  e  sim.  Si  dice  anche  ; 
budiniera. 

2)  Bonetto  :  berretto  di  panno  alla 
civile. 

bongé,  s.  m.  =  buzzonaccio  :  di  pers.  di 
gran  pancia. 

1  )  Stronfione  ;  di  un  grassone.   Que- 
sta voce  rammenta  le  disgrazie  di  Gio- 
vanin  Bongè,  cantate  dal  Porta. 
bongioetìg'h,  esci.  =  a  bon  gioco  :   Voce 
coUa  quale  si  dichiara  riaperto  un  gioco 
interrotto,  o   si  chiede    licenza  di  gio- 
care allontanandosi   da    qualcuna  delle 
regole  del  gioco. 
bouiflcà,  V.  att.  =  abbonare  :   acconsen- 
tire  che    una   somma    di    cui    uno   si 
riconosce  debitore,  si  defalchi,  nell'  atto 
del  pagamento  da  una  maggior  somma 
che  gli  sia  dovuta. 
bòuu,  nella  frase  avverbiale  eòi  bònn  = 
per  benino,  colle   buone   maniere  ;  V  è 
on  fiosil  che  m  ciapaa  coi  bònn,  se  nò 
el  se  trita  =  è  un  ragazzo,  che  vù  pi- 
gliato per  benino,  se  no  s'irrita. 
|>nn,  s.  f.  =  aia,  governante.  Dal  frane. 
ionne. 
^'    1)  Bambinaia  :  la  donna  di   servizio 
che  bada  ai  bambini  ;  bònn   (T  anfàn, 
dal  frane,  bonn  d'enfants. 
bonceur,  s.    m.    =   sorte,   ventura  ;   dal 
frane,  bonheur  ;  g'hoo  àvilii  el  bonoeiir 
de  àndà  nò  à  soldaa  =  ho  avuta  la  ven- 
tura di  non  andar  soldato. 

1)  ^la  bonoRur  =  alla  buonora,  via 
là,  passi. 

2)  ù,la  bonceur  de  Dio  =  aUa  carlona, 
alla  grossa,  aH  a  sciammanata.  Dal  frane. 
a  la  bonhenr  de  Dieu. 

bonomìa,  s.  f.  =  dabenaggine,  bonarietà  : 
ingenuità  estrema,  semplicità  d'animo. 

bòli  òinm,  s.  m.  =  bonomo  :  uomo  di 
bona  fede  e  di  bon  naturale. 

1)  Facile  a  credere  e  a  lasciarsi  in- 
gannare per  dabenaggine. 


bonóra,  avv.  =  bon' ora  :  la  mattina  o  la 
sera  presto,  per  tempo. 

1)  levci  sii  bonòra  =  alzarsi  di  buona 
levata;  a  bruzzico. 

2)  àndd  in  lèti  bonòra  =  veder  notte 
avanti  sera  :  andare  a  letto  a  bon' ora, 

bonorìv,  agg.  =  buon  levatore,  matti- 
niero :  di  chi  si  alza  dal  letto  la  mat- 
tina per  tempissimo.  Anche  temporii, 

bontaa,  s.  f.  =  bontà  :  astratto  di  bono, 

1)  Di  bontà  morale  :  bontaa  d'^nim, 
de  ìndol.1  de  coeur  =  bontà  d'  animo, 
di  indole,  di  cuore. 

2)  Qualità  di  persona  benevola,  in- 
dulgente, mite  ;  g'hoo  fldùeia  in  là 
sda  bontaa  =  confido  nella  sua   bontà. 

3)  tuta  eòa  bontaa  =  tutta  sua  bontà  ; 
parlando  di  favori  ricevuti,  offerte, 
lodi,  ecc. 

4)  Di  animali  ;  là  bontaa  de  sto  cdn 
l'è  straordinària  =  la  bontà  di  questo 
cane  è  straordinaria. 

5)  Delle  cose  ;  là  bontaa  del  clima., 
de  Vària,  de  l'àequa,  del  viti,  ecc.  = 
la  bontà  del  clima,  dell'aria,  dell' acqua^ 
del  vino,  ecc. 

6)  che  bontaa  !  =  che  bontà  :  di  sa- 
pore gradevole. 

bónsa,  s.  f.  =  1)  Botte  di  vino,  lunga, 
atta  a  contenore  dai  sessanta  ai  set- 
tanta ettolitri  di  vino  e  trasportarla 
sui  carri  :  ve  ne  sono  di  rotonde  o 
cilindriche  e  di  ovali  schiacciate. 

2)  Botte  d'acqua  :  quella  specie  di 
botte  che  è  trasportata  su  un  carro, 
piena  d'  acqua  ;  serve  ad  annaffiare  le 
vie. 

3)  Botte  di  pozzonero,  a  vari  sistemi. 
bonseta,  s.  f.  =  tomboletto  :  fig.  scherz, 

di  fanciullo  tondo  e  gi-assoccio. 
bontempòn,  s.  m.  =  bontempone  :    che 

si  dà  bon  tempo,  ama  l'pzio  e  gli  spassi. 
bontòu ,    s.    m.    =   la  moda ,    il   buon 
'  gusto,  l'etichetta.  Dal  frane,  bonton. 
bopp  bopp,    =    bu   bu,    bau   bau  :    voci 

imitanti  il  latrar  dei  cani  gi'ossi. 
bonvivàii,  s.  m,    =   gaudente,   pacifico  ; 

che  di  poco  o  nulla  si  dà  pensiero. 
bor  e  bòro,  s.  m.  =  soldo  ;  g'hoo  nànca 

on  bor  =  non  ho  un  soldo,  sono  senza 

quattrini,  povero  in  canna. 
bòra,  s.  f.  =  pedale  :   il  fusto   degli  al- 
beri da  terra  all'  inforcatui'a. 

1)  Toppo  :    pezzo    di   pedale    grossa 

tagliato   e    pezzo    di   legno    qualunque 

grosso  e  informe. 


bor 


—  124 


bor 


2)  Marame  :  la  peggior  parte  di  chec- 
chessia. 

boràdór,  s.  m.  =  stampone,  bozza  o 
prova  di  stampa  :  quei  primi  fogli  che 
si  tirano  per  prova  e  che  servono  al 
correttore  per  le  correzioni  da  farsi. 
Ora  si  dice  meglio  proeùra  de  stampa. 

boràgreii,  s.  m.  =  bon-ana,  borraggine  ; 
borago  offlcinalis  =  erbe  le  cui  foglie 
si  mangiano  in  minestra  e  i  cui  fiori 
adornavano  le  mense  :  è  a  foglie  a 
lancia,  larghe,  ispide  e   a   fiori  celesti. 

borag^in,  *  s.  f.  =  borraccia  :  una  specie 
di  grossa  fiasca  o  borletta  di  legno  che 
portano  in  viaggio  i  soldati,  e  talvolta 
anche  i  cacciatori  e  quelli  che  fanno 
escursioni  sui  monti,  o  in  campagna. 

boràs,  s.  m.  =  borace  :  sale  usato  spe- 
cialmente come  fondente. 

boràsca,  *  s.  f.  =  burrasca  :  lo  stato  del 
mare  quando  è  sconvolto  da  venti  im- 
petuosi. 

1)  Fig.  el  mar  V  è  in  boràsca  =  il 
mare  è  in  burrasca  :  vedendo  persona 
molto  alterata  e  che  stia  per  dare  in 
iscandescenze. 

2)  Di  grave  pericolo  o  danno  nella 
salute  0  negli  interessi,  quando  sia  pas- 
sato 0  si  sia  riparato  ;  poer  òmm  ! 
V  ha  2^àsaa  dita  bela  boràsca  =  po- 
ver'  uomo  !  ha  passato  una  bella  bur- 
rasca. 

3)  mar  in  bòràéca  =  mare  alto,  tur- 
bato, burrascoso. 

boràschéta,  s.  f.  =  burraschetta,  bui-ra- 
sohina.  Dim.  di  burrasca. 

boràsìn,  s.  m.  =  boraciere  :  vasellino  di 
latta  con  becco  a  cocche,  affinchè  grat- 
tando coir  ugna  e  brandendolo  a  scosse, 
versi  il  borace  che  contiene  adagino  e 
poco. 

bòrd,  s.  m.  =  balza. 

1)  Striscia  0  zona  a  vari  disegni  e 
colori  all'  estremità  di  sottane,  scialli, 
tappeti  e  sim.  soprammessa  o  tessuta 
insieme  col  fondo. 

2)  Fregio  che  i  riquadratorì  di  stanze 
sogliono  fare  al  disopra  dello  zoc- 
colo. 

borda,  s.  f.  =  nebbia,  nebbione  :  massa 
di  vapori  condensati  vicino  a  terra,  spe- 
cialmente nei  luoghi  umidi. 

borda,  v.  att.  =  abbordare,  avvicinare, 
affrontare  uno  :  farsi  innanzi  a  uno  con 
risolutezza  per  trattare  con  lui  di  qual- 
che affare. 


1)  Frangiare,  listare:  mettere  la 
balza. 
bordegà,  v.  att.  =  Insudiciare,  imbrat- 
tare, impacciuccare,  impacchiuccare  : 
macchiare  con  qualche  materia  spe- 
cialmente liquida. 

1)  vorè  fa,  dì,  bordegà  =  fig.  mi- 
nacciar di  fare,  dire,  e  il  più  delle 
volte  non  farne  niente. 

bordegàscià,  v.  att.  =  Insudiciare,  suc- 
cidare,  sciammanare,  sciattare  :  frequen- 
tativo di  bordegà. 

bordèléri,  s.  m.  =  chiasso  :  rumore  di 
persona  fatto  ruzzando,  divertendosi. 
Anche:  patassio. 

Ij  Brusìo  :  gran  quantità  di  cose  : 
l'ha  compraa  on  bordèléri  de  liber  = 
ha  comperato  un  brusio  di  libri. 

—  E  di  persone;  ala  fera  gh'èraon 
bordèléri  de  gént  =  alla  fiera  c'era  un 
brusìo  di  gente. 

2)  bordèléri  de  poèta  =  fungaia  di 
poeti. 

bordèlàmènt,  s.  m.  =  chiassata:  un 
chiasso  sgarbato. 

bordèll,  s.  m.  =  bordello:  gran  rumore 
fatto  da  molte  pei-sone  unite.  Anche 
tumulto,  anche  nel  senso  di  brusìo. 

V)  in  mése  à  sti  bordH  =  in  questi 
bollori. 

2)  àndà  à  bordèll  =  andare  a  monte, 
andare  in  rovina. 

bordión,  s.  m.  =  filo  di  ferro  grosso. 
1)  bordión  de  rànim  =  filo  di  rame, 

bordionin,  s.  m.  =  sottil  filo   di  ferro. 

bórdo,  *  s.  m.  =  bordo  :  il  bastimento  ; 
bisogna  vèéè  à  bdrdo  ài  quàttr'or  = 
bisogna  essere  a  bordo  alle  ore  quat- 
tro ;  andà  à  bórdo  =  andare  a  bordo, 
salire  sul  bastimento. 

bórdo  (sciòr  d'alto),  =  signore  di  prima 
riga,  di  primo    ordine,  di   grado    alto. 

bordòcch,  s.  m.  =  piattola.  Blatta  orien- 
taÀis  :  insetto  nero  che  vive  nei  luoghi 
umidi  e  esce  la  notte.  Lo  si  dice  vol- 


garm.  scaraiaggio, 

1)   Bacoccio,    vermocchio  :    il    baco 
da  seta  morto  nel  bozzolo. 

bordoeù  sètt  (fa)  =  far  bausette,  far 
bau  bau,  far  baco,  o  baco  baco  :  scher- 
zare coi  bambini  coprendosi  e  scopren- 
dosi il  viso. 

bordon  (tegnì  à),  =  tenere  il  sacco, 
tener  mano. 

1)    chi   tén   à   bordon    =  manuten- 
golo. 


bor 


125  — 


bor 


bordura,  s.  f.  =  balza.  Lo  stesso  che 
bòrd. 

boreàl,  *  agg.  =  boreale  :  di  borea,  set- 
tentrionale; Aurora  boredl  =  aui'ora 
boreale. 

borèla,  s.  f.  =  rotella,  rotula:  osso  che 
serve  all'articolazione  del  ginocchio. 
1)  Pallottola  :  la  palla  di  legno  colla 

■  quale  si  dà  nei  birilli  o  rulli  per  fai'li 
cascare,  giocando. 

borg-h,**.  m.  =  borgo,  sobborgo.  Affine 
a  borgata  :  segnatamente  il  caseggiato 
fuori  della  cinta,  lungo  le  strade  che 
mettono  alla  città;  borgh  di  Ortoldn, 
horgh  de  S.  Ootdrd  =  borgo  degli  Or- 
tolani, borgo  di  S.  Gottardo. 

1)  Anche  villaggio  che  ha  certe  dì- 
pendenze  da  città  vicine  ed  è  sufficien- 
temente vasto. 

borghès,  *  s.  m.  =  borghese:  che  non 
è  né  militare,  né  ecclesiastico. 

1)  Pigliasi  anche  in  senso  relativo 
per  cittadino,  per  uomo  di  condizione 
tra  il  nobile  e  il  plebeo, 

bori;hesia,  *  s.  f.  =  borghesia:  il  ceto 
medio  :  la  cittadinanza  contrapposta  a 
aristocrazia  e  a  operai. 

borgrhètt,  s.  m.  =  borghetto:  dira,  di 
borgo. 

borì,  V.  att.  =  scovare,  levare  la  preda, 
darle  sotto  :  dicesi  del  segugio  quando, 
sentita  al  fiuto  la  selvaggina,  schiattisce 
e  già  la  leva  dal  covo. 

1)  Scacciare,  far  frullare,  far  pren- 
dere il  volo  :  far  la  scacciata  nelle  ra- 
gnaie  colla  ramata. 

bòria,  *  5.  /".  =  boria;  tiene  dell'albagia 
e  dell'alterigia:  in  Milano  ha  anche  il 
significato  di  ambizione  ;  el  g'hà  là 
bòria  de  fàés  créd  on  sciòr  =  ha  l'am- 
bizione di  farsi  credere  ricco. 

borìcch,  s.  m.  =  ciuco  :  di  chi  non  stu- 
dia, non  sa  ;  ignorante  ostinato. 

1)  Buzzo  :  lo  stomaco,  il  ventre  ;  im- 
pieni  el  borìcch  =  riempire  la  pancia, 
il  buzzo. 

borìda,  s.  f.  =  lo  scovare  il  levar  la 
preda,  il  darle  sotto. 

1)  Lo  scacciare,  il  far  frullare  i  vo- 
latili. 

boridòr  de  rocol,  =  ramata:  specie  di 
mestola  fatta  da  vimini  con  cui  far  la 
scacciata  degli  uccelli  nelle  ragnaie. 

borin,  s.  m.  =  capezzolo  :  bottone  car- 
noso della  poppa. 

1)  fèò's'  sénàa  el   barin,    o   àvègh  el 


barin  scanduil  =  avere  il  capozzola 
cieco. 

borinéri,  s.  m.  =  turbine,  uragano,  bu- 
fera, procella,  temporalaccio. 

boriòn,  s.  m.  =  boccinolo  :  pezzo  di  canna 
che  si  pianta  nel  foro  del  mastello  o 
pel  quale  esce  il  ranno  del  bucato. 

boriós,  agg.  =  borioso  :  che  ha  boria. 

boria,  V.  att.  =  cascare,  cadere  ;  boria  in 
tèra,  in  d'an  fòss,  in  del  jjoss,  in  del 
fèUmm  =  cadere,  cascare  in  terra,  in 
un  fosso,  nel  pozzo,  nel  fiunie  ;  gli' è 
barlaa  an  capp  sul  cao  =  gli  cadde 
una  tegola  sul  capo. 

1)  boriti  àdòss  =  cascare  addosso, 
ripiegarsi,  aggravarsi  sopra  una  per- 
sona ;  tiret  in  là,  te  me  bòrlet  àdòss 
=  tirati  in  là,  mi  caschi  addosso. 

2)  boria  de  là  fàmm  =  cascar  dalla 
fame  ;  aver  fame  in  modo  da  non  po- 
ter quasi  reggersi  in  piedi  ;  assaettar 
dalla  fame. 

3)  Capitare  :  parlando  di  persone  ; 
barlù,  in  di  man  =  capitare  alle  o  nelle 
mani.  Incontrar  male,  cadere  in  cattive 
mani. 

4)  boritigli  dénter  =  cascarci  :  detto  di. 
chi  per  poca  avvedutezza  dà  in  qual- 
che insidia  che  gli  sia  tesa. 

5)  boria  gio  còme  i  mosch  =  cascare^ 
come  le  pere  cotte.  Fig.  in  gran  nu- 
mero e  con  molta  facilità.  Si  dice  dello 
morìe  in  tempo  di  contagio. 

6)  boria  giò  d'in  alt  =  cascar  dal- 
l'alto ;  bariti  giò  de  cavali,  de  càròsa, 
del  lètt  =  cascare  da  cavallo,  da  car- 
rozza, dal  letto. 

7)  boriti  già  mal  =  cascar  male  :  in 
modo  da  farsi  molto  male. 

8)  boria  gio  in  pee  =  cascar  bene, 
ritto.  Fig.  di  chi,  avendo  pur  fatto 
qualche  grossa  perdita,  rimano  tuttavia 
in  buone  condizioni. 

9)  boria  giò  còme  on  stràsc  =  ca- 
scar come  un  cencio  ;  privo  aiì'atto  di 
forze.  1 

10)  boriti  giò  à  tòcch  =  cascare  a 
pezzi,  di  cosa  vecchia,  logora  e  in  cat- 
tivo stato. 

nJ.!)  borlt  giò  i    bràsc    =    cascare  le 
braccia:  perdersi  d'animo,  scoraggirsi. 

12)  borlàss  giò  el  mand,  no  el  se 
mcEtlv  =  cascasse  il  [  mondo  non  si 
scrolla:  d'uomo  ostinato  o  imperturba- 
bile. 

13)  bòria  giò  el^  mand  =    casca    -i 


bor 


126 


bor 


mondo  :  parlando  di  cose  da  poco  alle 
quali  si  dà  troppa  importanza;  elg'hà 
paura  de  tUtt  eòss;  par  ééìnper  che 
bòria  gid  et  mond  =  teme  di  tutto  ;  par 
sempre  che  caschi  il  mondo. 

14)  Cadere:  d'un  corpo  abbandonato 
a  sé  stesso,  che  si  muove  dall'alto  al 
basso ,  per  effetto  del  proprio  peso  ; 
boria  gid  de  là  fìnèétra  =  cadere  dalla 
finestra. 

15)  E  di  un  corpo  che  per  mancanza 
■di  equilibrio  va  in  terra  :  l'ha  topicaa 
in  d'on  sàèè  e  l'è  borlaa  gid  =  inciampò 
in  un  sasso  e  cadde. 

16)  boria  là  =  lo  stesso  che  boria 
gid  =  cascare. 

17)  boria  dent  à  dì,  à  fa,  ecc.  = 
lasciarsi  andare  a  dire,  a  fare,  ecc., 
trascorrere  a... 

18)  boria  fceilra  à  dì  =  incappare  a 
dire,  lasciarsi  scappar  di  bocca. 

19)  boria  vìa  =  staccarsi  ;  m'é  bor- 
laa via  on  botòn  =  mi  si  staccò  un 
bottone. 

20)  Eotolare,  ruzzolare  ;  l'è  piisee  de 
boria  che  de  fa  cor  =  è  più.  da  rotolare 
che  da  far  correre  :  di  chi  è  grassotto 
e  piccolo. 

borlàcàtt,  s.  m.  =  dicesi  massime  dei 
giovani  di  mercante,  i  quali  sono  poco 
pagati,  al  punto  quasi  di  non  aver  da 
mangiare.  Si  esteso  a  tutti  coloro  che 
stentano  a  sbarcare  il  lunario. 

borlanda,  s.  f.  =  broda,  e  specialmente 
quella  che  deriva  dalla  fabbricazione 
degli  spiriti,  e  che  si  dà  con  biade  a 
mangiare  a  bestie  bovine. 

borlàndàtt,  s.  m.  =  lo  stesso  che  bor- 
làcàtt. 

boriandoti,  s.  m.  =  stradiere:  si  dice 
per  sprezzo  delle  guardie  doganali  che 
si  oppongono  ai  contrabbandi  sulle 
strade  pubbliche.  Gabellino,  gabeUotto. 

borlàsión,  s.f.  =  fame  assaettata,  gran 
fame,  che  quasi  ci  fa  cascare  in  terra. 

borlin,  s.  m.  =  pallino,  coccola,  bacca. 
1)  Figuratamente  si  dice  di  persona 
e  in  ispecie  di  bambini,  che  siano  vez- 
zosi e  grassotti  :  bottone  di  rosa. 

borliroeu,  s.  m.  =  Zangola  a  curro, 
meccanismo  speciale,  usato  nelle  nostre 
burraie  per  fare  il  burro. 

borloeù,  s.  m.  =  lo  stesso  che  borlin 
nel  senso  figurato. 

borlói,  s.  m.  =  cacherella  o  pillola  di 
gallina:  uovo.  Voce  di  gergo. 


borlòn,  s.  m.  =    cilindro,   rotolo,  rullo; 
fa  sii  in  d'on  borlòn  =  rotolare. 

1)  fase  sii  in  d'on  borlòn  =  raggo- 
mitolarsi, rannicchiarsi. 

2)  Rullo  :  cilindro  speciale  da  far 
scorrere  orizzontalmente  o  per  appia- 
nare 0  per  trasportare. 

3)  Cerchietto  imbottito  che  si  mette 
sulle  seggette,  o  che  si  applica  alle- 
gambe  delle  bestie  da  soma  :  Ciambella. 

4)  CameUone  :  specie  di  gonfietto  che 
fa  parte  degli  abiti  femminili. 

5)  Tombolo  :  cuscino  cilindrico  usato 
dalle  donne  per  fare  pizzi  ed  altri  la- 
vori. Anche  boi'lón  de  ricàmm. 

6)  RuUo:  cilindro  usato  dai  litografi 
per  distribuire  la  tinta. 

borlonà,  v.  alt.    =    i-uUare,    cilindrare  : 

far   scorrere   una   cosa    sui    nilli,    far 

passare  al  cilindro. 

1)    Rotolare,    ruzzolare.    Quasi   fre- 
quentativo di  boria, 
borlòtt,  s.  m.  =  Tarcagnotto,    tappo  di 

botte.  Di  persona   piccola   e   grossa  e 

specialm.  di  ragazzi. 

1)  Nome    di    \\m\    specie    di   fagioli 

grossi  e  rotondi. 
borni,  deriv.  V.  imbornidór,  ecc. 
bornidór,  s.  m.  =  brunitoio:  arnese  che, 

serve  per  brunire. 
bornis,  s.  f.  =  cinigia  :  cenere  calda  coui 

qualche  favilla  ancora  di  foco. 
boromee,  s.    m.   lanaggio:    quantità   di 

lane  diverse. 
borométa,  s.  ni.  =  merciadro,  merciaiola 

ambulante. 

1)  fa  el  boro?nita  =  voltar  casacca  ; 

essere  un  leggerone,    senza   carattere. 
borsa,  s.  f.  =  borsa:  sacchetto  di    pelle 

0  di  seta  a    maglia,    dove    si    tiene  il 

danaro  che  si  porta  indosso. 

1)  règh  là  bórsa  pièna  =  aver  la 
borsa  piena,  aver  molti  danari. 

2)  impiemss  là  borsa  =  empirsi  la^ 
borsa:  guadagnar  molto. 

3)  mètt   man   tLla   bòrea    =    metter 
mano  alla  borsa  :  di    chi    si   risolve 
spendere  o  a  pagare. 

5)  pàgtt  de  bòrea  =  pagare  di  borsa, 
colla  sua  borsa  :  pagare  del  proprio  ; 
giuntàgh  de  bórsa  =  lasciarvi  del  pelo, 
rimetterci. 

5)  tócS  rtln  in   là   bòria    =   toccare 
uno    nella   borsa  :    pretendere ,    volere 
che  ci  dia,  che  metta  fuori  danaro. 
.    6)  ò  là  borsa  ò  là  vita  !  =  la  vita  o 


4 


bor 


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bos 


la  borsa  :  intimazione  clie  gli  assassini 
fanno  ai  viandanti. 

7)  là  Borm  =  la  Borsa  :  luogo  pu- 
blico  dove  si  fanno  affari  in  danaro, 
valori  publici,  ecc. 

8)  Sacchetto  attaccato  in  cima  a  un 
bastone  per  accattare  in  chiesa  quando 
c'è  molta  gente. 

9)  Borsa  :  quel  quadrato  a  forma 
di  cartella  dove  si  ripone  il  corporale. 

10)  Sacchetto  nel  quale  si  imborsano 
numeri,  nomi,  polizze  da  estrarsi  a 
sorte.  Mètt  in  là  borsa  =  Imborsaro.  Spe- 
cialmente mettere  nella  borsa  dello  squit- 
tinio  le  polizze  da   estrarsi  a  sorte. 

11)  La  borsa,  lo  scroto. 

12)  Scarsella:  borsa  di  cuoio  por 
portarvi  danari. 

13)  Sacca  :  sorta  di  sacco  largo  e 
córto  per  riporci  roba;  borsa  de  viàgg 
=  sacca  da  viaggio. 

borsàspìa,  *  s.  f.  =  borsaccia.  Dispreg. 
di  borsa. 

borsèla,  s.  f.  =  pinzetta,  molletta  :  stni- 
mento  adoperato  dagli  orefici  e  dagli 
argentieri  per  prendere  cose  che  non 
potrebbero  colle  dita. 

borsèta,  s.  f.  =  borsa  :  sacchetta  di  cuoio 
velluto  0  altro  che  le  donne  e  special- 
mente le  signore  portano  infilata  al 
braccio  e  vi  tengono  la  pezzola  e  altri 
piccoli  oggetti. 

1)  i  borsètt  ài  ceuce  =  le  borse  agli 
occhi  :  gonfiezza  alle  occhiaie,  spesso 
di  color  paonazzo. 

2)  Bolgetta,  dim.  di  bolgia  :  borsa  di 
pelle  con  serratura  da  portarvi  lettere. 

borsètìna,  *  s.  f.  =  borsettina.  Sottodi- 
min.  di  borsa, 

borsg'ioà,  s.  m.  =  cittadino,  borghese  ; 
dal  frane.  Bourgeois. 

1)  in  borsgiotL  =  alla  borghese. 

borsìii,  s.  m.  =  borsellino,  dim.  di  borsa, 
segnatam.  di  quella  dei  denari. 

1)  Borsiglio  :  spese  assegnate  a  spese 
minute  e  proprie  della  persona  ;  *  da- 
nce che  ci  spend,  ie  spénd  del  so  bor- 
stn  =  i  danari  che  spende,  li  spende 
del  suo  borsiglio. 

Borsìnee,  s.  m.  =  i  Borsinari  :  nome 
storico  d'una  via  della  Milano  vecchia, 
ora  distrutta.  Trasse  il  nome  delle  borse 
che  i  prigionieri  ivi  carcerati,  manda- 
vano fuori  dalle  inferriate,  pendenti  da 
una  pertica,  per  chiedere  la  limosina 
ai  passanti. 


borsiroetì,  s.  m.  =  borsaiolo:  ladro  che 
con  destrezza  ci  niba  la  borsa  e  altri 
oggetti  che  abbiamo  addosso,  special- 
monte  nella  calca. 

1)  Per  ischerzo  :  chi  gioca  alla  borsa. 

borsòn,  s.  m.  =  borsone,  accresc.  di 
borsa. 

1)  Di  pers.  buona  borsa,  quattrinaio: 
chi  ha  molti  danari. 

borsòtt,  s.  m.  =  zafferano  falso  o  ba- 
stardo 0  selvatico.  Golchicum  autum- 
nale.  Pianta  perenne  a  fiori  scempi, 
di  bel  colore  roseo  porporino,  che  na- 
sce spontaneo  nei  prati  freddi  ed  umidi 
in  settembre  e  ottobre. 

bortolì,  s.  m.  =  bergamasco:  è  uno 
storpiamento  di  Bortolomeo,  patrono 
dei  bergamaschi.  Non  comune. 

bosa,  s.  f.  =  bolla  :  i  caciai  chiamano 
cosi  quelle  bollicine  che  si  formano 
sul  latte  che  si  sta  scaldando  per  di- 
venir cacio  e  che  viene  agitato  forte- 
mente. Il  caciaio  ne  trae  regola  alla 
sua  operazione. 

bosà;  V.  att.  =  contrastare,  cozzare,  con 
uno  ;  cavillare,  sofisticare. 

bdsa,  s.  f.  =  bozza,  plur.  boss  =  bozze 
di  stampa:  i  fogli  stampati  a  mano  e 
senza  impaginare,  sui  quali  si  fanno 
le  correzioni.  Anche:  prceùv  de  stampa 
=  prove  di  stampe. 

bosàrà  ^  v.  att.  =  rovinare ,  danneg- 
giare :  specie  con  inganni  e  frode. 

bosàràda,  s.  f.  =  frodo,  inganno,  giun- 
teria. 

bosàron,  agg.  =  buscherone.  V.  boi- 
girón. 

bosera,  s.  f.  =  lo  stesso  che  bolgrira  in 
tutti  i  suoi  significati. 

bosàrd,  *  s.  m.  =  bugiardo  :  chi  dice 
bugie  ;  chi  è  bosàrd  è  làder  =  chi  è 
bugiardo  è  ladro. 

1)  dà  del  bosàrd  à  vÈn  =  dar  del 
bugiardo,  a  uno,  dirgli  che  dice  bugia. 

2)  tra  bosàrd  vùn  =  far  l)ugiardo 
uno:  di  avvenimenti  conti'ari  alle  pre- 
dizioni. Anche  smentire;  el g'hà  àviitl 
el  coràgg  de  tràmm  bosàrd  =  ha  avuto 
l'ardire  di  smentirmi. 

3)  dimm  bosàrd  =  tienmi  bugiardo  : 
nelle  frasi  condizionali  è  modo  di  ac- 
certare che  la  cosa  sarà  come  altri  dice. 
Per  esempio  :  dimm  bosàrd  se  quèst'ànn 
voo  nò  à  Nàpoli  =  se  non  vado  que- 
st'anno a  Napoli  tienmi  bugiardo. 

bosàrdària,  *   s.   f.    =   bugiarderia:  lo 


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bos 


stesso  e  peggio  che  bugia.  E  anclie  il 
vizio  di  dir  bugie. 

bosàrdàsc,  s.  m.  =  bugiardaccio,  pegg. 
di  bugiardo. 

bosàrdèll,  s.  m.  =  bugiardello  :  dim.  di 
bugiardo. 

boscà,  V.  att.  =  avviare,  mandare  al 
bosco,  alla  frasca  :  infrascare  i  bachi, 
anche  imbosca. 

boscàsc,  s.  m.  =  boscaccio,  pegg.  di 
bosco. 

boscàia,  s.  f.  =  boscaglia  :  grande  esten- 
sione di  terreno  boschivo. 

bosch,  s.  m.  =  bosco  :  luogo  piantato  di 
querce,  lecci,  corri  e  simili  albeii  sel- 
vaggi. 

1)  tàjti,  el  hosch  =  tagliare,  steiTare 
il  bosco  :  tagliarlo  con  una  certa  regola 
ogni  tanto  tempo. 

2)  l'è  mèi  vèsà  ilsèll  de  bosch,  che 
iishll  de  gàbia  =  è  meglio  essere  uccel 
di  bosco,  che  uccel  di  gabbia  :  meglio 
libero  e  con  guadagno  incerto,  che 
schiavo  e  ben  pasciuto. 

3)  Bosco,  frasca  :  i  fasci  di  stipo  o 
sim.  dove  i  bachi  da  seta  fanno  il 
bozzolo. 

4)  savènn  on  bosch,  vàri  on  bosch  = 
saperne  niente,  valer  niente. 

5)  bosch  dolSf  fòri  =  bosco  di  piante 
dolci,  forti. 

6)  fa  i  bosch  =  tagliare  i  boschi. 

7)  là  sciónsgia  de  bosch;  scherz. 
una  serqua  di  busse  ;  ttng  coni  on  poo 
de  seiònsgia  de  bosch  =  fìg.  dar  l'asso 
di  bastoni. 

8)  el  bosch  déla  merlMa  =  covo  di 
ladri. 

boschètt,  s.  m,  =  boschetto  :  dim.  di 
bosco. 

1)  Per  antonomasia  si  chiama  *  bo- 
schètt =  una  parte  della  città  e  special- 
mente la  parte  che  sta  fra  la  via  Se- 
nato e  i  bastioni  di  P.  Venezia. 

boschi,  V.  att.  =  andar  di  corpo  all'aperto 
in  campagna. 

boschida,  s.  f.  =  1'  atto  e  il  prodotto 
dell'andar  di  corpo  all'  aperto  in  cam- 
pagna. 

boschiua,  s.  f.  =  boschina,  macchia,  bo- 
scaglia. 

1)  scòndes  in  d'ona  boschina  =  im- 
macchiarsi. 

2)  vegni  fceùra  d' dna  boschina  = 
smacchiarsi. 

boschiroeù,  s.  m.   =   boscaiolo  :  chi  ha 


in  custodia  i  boschi,  li  taglia   e  go- 
verna. 

1)  Taglialegna  :  colui  che  con  ac- 
cetta taglia  alberi  e  ne  fa  legna. 

2)  Chi  frequenta  i  boschi  :  chi  prende 
in  appalto  le  tagliate  dei  boschi  e  chi 
traffica  deUe  legna  che  se  ne  traggono. 

boscón,  s.  m.  =  frasconaia  :  luogo  con 
albori  tagliati  a  un  pari  per  tenderci 
agli  uccelli. 

bosia,  s.  f.  =  bugia  :  cosa  non  vera  detta 
col  fine  di  scolparsi  o  d'  ingannare  ; 
*■  bosìj  g'hdn  i  gàmò  ciirt  =  le  bugie 
hanno  le  gambe  corte.  Prov.':  si  sco- 
prono ;  te  se  ved  là  bosìa  à  pàsà  in 
di  oeucc  =  la  bugia  ti  si  vede  correre 
per  il  naso.  Detto  scherz.   ai  bambini. 

1)  dì  i  bosij  =  dir  le  bugie,  aver 
l'abitudine  di  dirle. 

2)  di  là  bosia  =  dire  il  prezzo  della 
merce  che  si  vende.  Scherz. 

bosia,  s.  f.  =  bugia  :  specie  di  lume  a 
mano,  o  anco  fatto  a  guisa  di  piattel- 
lino  con  manico  e  un  bocciolo  nel 
mezzo  per  adattarvi  la  candela. 

bosièta,  s.  f.  =  bugietta:  dim.  di  bugia. 

bosin,  s.  m.  =  bosino  :  cosi  chiamano  il 
contadino  dell'alto  milanese. 

1)  sul  Bosìn  =  sul  Bosino,  cioè  iu 
su  quel  di  Saronno,  di  Varese,  ecc. 

2)  Chiamavansi  Bosini  quelli  che  an- 
davano per  la  città,  cantando  o  reci- 
tando composizioni  dette  bosiuàd.  An- 
che ai  nostri  poeti  in  vernacolo  piacque 
chiamarsi  col  nome  bosiu.  Siccome  poi 
spesso  i  bosini  erano  ciechi  mendi- 
canti, così  per  dir  cosa  visibilissima, 
invalse  a  Milano  il  detto  ;  le  vedària, 
oppure  le  sa  tinca  bosin  òrb. 

bosinàda,  s.  f.  =  bosinata,  strambotto: 
composizione  in  versi  vernacoli  mila- 
nesi, la  quale  per  lo  più  veniva  gri- 
data 0  recitata  per  città  dai  cosi  detti 
bosini. 

1)  Ogni  altra  scrittura  in  dialetto  mi- 
lanese e  specialmente  ogni  poesia  ver- 
nacola :  ora  sono  ritornate  in  voga, 
dopo  il  concorso  alla  canzone  lombarda. 

bosión,  s.  m.  =  bugione:  d'uomo  molt» 
bugiardone. 

bosètt,  s.  m.  =  bozzetto  :  disegno  o  mo- 
dello non  rifinito  d'  un'  opera  d'  arte 
che  deve  essere  eseguita  più  in  grande. 

bòsor,  s.  m.  =  bossolo  ;  buxus  semper- 
virens  =  pianta  sempre  verde  che  serve 
a  far  siepe  agli  orti    e   ai   giardini   e 


À 


bat 


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bat 


dal  cui  legno  si  fanno  lavori  di  tornio. 

Anche  spìn  biàiich. 
boss   de   stampa    =    bozze    di   stampa, 

stampini,  stamponi.  V.  bósa. 
})dta,  s.  f.  botta  :  il  battere  che   fa   una 

persona  nel  cadere  in  terra  o  investire 

contro  un  ostacolo. 

1)  Colpo  dato  a  una  persona,  por  lo 
più  colle  mani  o  col  bastone. 

2)  Colpo  :  esplosione,  d'arme  da  fuoco 
e  qualunque  altro  che  gli  somigli  ; 
crèpa^  s' dopa  e  fa  òna  bela  bota  = 
crepa,  schiatta  e  fa  lo  scoppio  :  sfogo 
d'ira  contro  qualcuno  che  ci  abbia  troppo 
seccato,  o  fatto  male,  o  contro  qualche 
cosa  che  assolutamente   non  ci  riesca. 

3)  bota  e  risposta  =  botta  e  risposta; 
di  risposta  pronta  e  calzante. 

4)  ciapà  run  de  bota  salda  =  pigliar 
uno  di  punta,  di  filo  :  stringerlo  fra 
r  uscio  e  il  muro,  sorprendevo  senza 
dargli  tempo  di  replicare. 

b)  de  bòia  salda  =  di  colpo,  di  sbalzo, 
di  schianto,  subito,  all'  improvviso. 

6)  sta  à  bota  =  tener  formo,  far  da 
compare,  prendere  parte  a  una  cosa, 
toner  bordone. 

7)  Corno  :  bernoccolo  fattosi  cadendo 
0  per  qualunque  altro  colpo. 

botai,  s.  m.  =  bottale  :  specie  di  botte 
lunga. 

botànica,  *  s.  f.  =  botanica  :  la  scienza 
delle  piante. 

bòtàràna,  s.  f.  =  girino,  cazzuola  :  ani- 
maletto nero,  tutto  pancia  e  coda.  Non 
ò  altro  che  l'embrione  nato  dall'  uovo 
della  rana,  involto  in  una  mucillaggine. 

botàrda,  s.  f.  =  bottarga  :  sorta  di  ca- 
viale fatto  di  uova  di  nuiggine,  salate 
compresse  fra  due  tavole,  e  seccate  al  sole. 


botàsc,  s. 


=    pancia,    il   ventre,    il 


buzzo,  il  ventre  gonfio. 

1)  Gli  intestini  di  un  animale,  spe- 
cialmente morto  ;  tirtlgh  fcaùra  el  bo- 
tàsc àia  legar  =  levare  le  interiora  alla 
lepre. 

2)  el  sur  Pédcr,  gamba  de  veder, 
gamba  de  stràsc,  Pèder  botàsc  =  ben- 
do, bilencio,  colle  scarpe  di  cencio, 
cogli  occhi  di  lana,  gli  puzza  la  sot- 
tana.-Modo  popol.  di  sprezzo. 

botàscèll,  s.  m.  =  pancetta,  trippetta. 

botàscioeù,  s.  m.  =  catino  :  nelle  trombe 
prementi. 

botég'a,  *  s.  f.  =  bottega  :  stanza  a  ter- 
reno che  dà   sulla   strada,  e  aperta  al 


pubblico,  per  esercitarvi   un    mestiere, 
0  tenervi  una  vendita. 

1)  mètt  sii  botèga  =  aprire,  metter 
su,  rizzar  bottega  ;  sarà  sii  botéga  = 
serrare,  smettere,  chiuder  bottega; 
àndà,  sta,  vèsé  à  botèga  =  andare, 
stare,  essere  a  bottega, 

2)  vègh  botéqa  =  aver  bottega, 

3)  manda  vtìn  à  botéga  =  mettere 
uno  a  bottega  :  metterlo  a  un  mestiere, 
0  per  garzone  in  qualche  bottega. 

4)  sta  ben  in  botéga  =  star  bone  a 
bottega  :  di  chi  tratta  bene  gli  avven- 
tori e  se  li  sa  conservare. 

5)  Per  estensione  e  scherz.  :  il  luogo 
dove  uno  attende  alle  sue  occupazioni 
ordinarie,  come  lo  studio  per  un  av- 
vocato, la  scuola  per  un  professore, 
ecc.  ;  àndèmm  à  botéga  =  andiamo  a 
bottega,  cioè  all'ufficio,  allo  studio,  a 
scuola,  ecc. 

6)  in  botéga  se  fa  nò-  càdreghin  = 
la  bottega  non  vuole  alloggio. 

7)  pàdròn  de  botéga  =  maestro  di 
bottega  ;  gàrsòn  de  botèga  =  fattorino. 

8)  desgiistà  i  àventòr  de  botéga  = 
sviare  la  colombaia. 

9)  Per  celia  :  dicesi  lo  sparato  da- 
vanti, nei  calzoni  ;  ètra  sii  là  botèga  = 
allacciati  i  calzoni. 

botegràr,  *  s.  m.  =  bottegaio  :  il  pizzica- 
gnolo che  vendo,  non  solo  carni  e  pesce 
salato,  ma  anche  cacio,  civaie,  biuTO, 
paste,  pane,  olio  e  "spesso  anche  vino. 
1)  In  Milano,  per  estensione  chiun- 
que tenga  aperta  bottega. 

boteg-àra,  s.  f.  =  bottegaia  :  femm.  fa- 
mil.  di  bottegaio. 

botegràrìii,  *  s.  m.  =  bottegaino,  vezzeg. 
di  bottegaio. 

1)  Anche  chi  ha  una  bottega  da  poco, 
con  poca  roba  e  pochi  avventori. 

botegràrusc,  s.  m.  =  bottegaiuccio  :  dim. 
spreg.  di  bottegaio, 

botegàscia,  s.  f.  =  bottegaccia  :  pegg. 
di  bottega. 

boteghèta,  s.  f.  =  botteghetta,  dim. 
vezz.  di  bottega  ;  Vhà  dèrmi  òna  bela 
boteghèta  =  ha  aperto  una  bella  bot- 
teghetta. 

botegrhiii,  s.  7)1.  =  botteghino,  dim.  di 
bottega. 

1)  Più  specialmente  luogo  dove  si 
ricevono  le  giocate  del  lotto  ;  boteghln 
del  lòti  =  botteghino,  banco  di  lotto. 

2)  Luogo   dove   si    traffica   illecita- 


bot 


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bot 


mente  ;  l'è  on  boteghtn  per  fa  dànee  = 
è  un  botteghino  per  far  quattrini. 

3)  fa  boteghin  =  fig.  far  bottega  o 
mercato  sopra  una  cosa  :  trarne  utilità 
propria  contro  il  dovere. 
botèglìa  e  anche  botélìa,  s.  f.  =  bot- 
tiglia (l'odierno  dialetto  va  sempre  più 
generalizzando  la  sostituzione  di  botì- 
glia*)  :  vaso  di  vetro  scuro,  per  lo  piii 
a  uso  di  tenervi  vini  scelti  e  liquori  ; 
vin  de  botèglia  =  vino  di,  da  bottiglia, 
scelto,  di  lusso.  Opposto  a  vin  de  pàét  = 
vino  da  pasteggiare. 

1)  Il  vino  stesso  ;  bèv  dna  botèglia  = 
bere  una  bottiglia. 

2)  color  botèglia  =  color  bottiglia  : 
verde  cupo. 

3)  Boccia  :  vaso  di  vetro  dove  si 
tiene  il  vino  e  l'acqua  per  la  tavola. 
Non  è  propriamente  la  bottiglia,  per- 
chè pili  coi"pulenta  e  di  vetro  bianco. 

4)  botèglia  de  Leida  =  boccia  di 
Leida,  T.  di  fisica  :  una  boccia  dove  si 
accumula  Telettricità. 

5)  botèglia  stréncia  de  còli  =  botti- 
glia a  collo  strozzatoio. 

6)  àndà  gid  el  cuii  à  dna  botèglia  = 
sfondarsi. 

7)  avègh  gid  di  bònn  botèli  =  avere 
in  cantina  una  buona  bottigliera. 

8)  càvàgn  o  cavagna  di  botèli  = 
portabottiglie. 

9)  niìisà  per  el  primm  dna  botèglia  = 
bere  una  sboccatura  di  bottiglia. 

10)  quUl  che  guarda  àdree  ài  bo- 
tèli =  bottigliere. 

11)  bochèll  de  là  botèglia  =  cercine 
della  bottiglia. 

12)  jìdrta  botèli  =  cantinetta  :  vaso 
nel  quale  si  pongono  bocce  di  vino  per 
rinfrescarlo. 

botègliàrìa ,  botèg-lierìa ,  botìglie- 
rìa,  *  s.  f.  =  bottiglieria  :  bottega  dove 
si  va  a  bere  il  vino  da  bottiglia  o  i  li- 
quori. 

botègliee,  s.  m,  =  chi  tiene  bottiglieria, 
0  chi  vende  bottiglie. 

botègliéta,  s.  f.  =  bottiglietta,  dim.  di 
bottiglia. 

botègrlión,  s.  m.  =  boccione,  accr.  di 
boccia  :  vaso  di  forma  simile  a  quella 
della  bottiglia,  ma  molto  più.  grande, 
per  tenervi  aceto,  liquori  e  sim.  e  che 
non  s'adopera  per  la  tavola.  Al  femm. 
botègliona. 

botegrón,  s.    m.    =    bottegone,    accr.   di 


bottega  :  nome  segnatamente  di  grandi 
botteghe  da  caffè  o  da  liquoil. 

botegona,  s.  f.  =  bottegona,  accr.  di 
bottega. 

boteguscia,  *  s.  f.  =  botteguccia,  dim. 
e  dispr.  di  bottega  :  piccola  e  di  me- 
schina apparenza,  ed  anche  mal  for- 
nita ;  l'è  dna  botegùscia  de  nagòtt  = 
è  una  botteguccia  da  niente. 

boterà,  s.  f.  =  rete  da  ghiozzi  :  man- 
dasi in  acqua  con  sassi  e  piombi.  An- 
che nètàfònd. 

botesèla,  s.  f.  =  botticella,  dim.  di  botto. 

botigia,  s.  f.  =  borraccia:  sp.  di  fiasca 
di  legtto  0  di  pelle,  o  di  latta,  schiac- 
ciata in  forma  da  portare  in  viaggio 
vino  0  acqua. 

1)  botìgia  de  Vàsèe  =  botticino  del- 
l'aceto. Il  vocabolo  va  sempre  piii  di- 
susando. 

botìglia  *  e  botìlia,  =  bottiglia.  Vedi 
botèglia. 

botinà,  V.  att.  =  saccheggiare  :  far  bot- 
tino, mettere  a  bottino. 

1)  Rintoccare  :  suonare  a  rintocchi, 
a  tocchi  separati. 

botina,  s.  f.  =  ghiozzo  ;  eottus  gobio  = 
pesciolino  d'acqua  dolce. 

1)  Fritto,  frittura,  pesce  minuto,  fritto 
0  da  friggersi.  Anche  pèscària. 

bòtola,  s.  f.  bòtola,  bodola  :  apertura  nel 
pavimento,  con  sportello,  per  scendere 
in  cantina,  o  in  altro  luogo  basso  e 
oscuro. 

boton,  s.  tn.  bottone  :  pezzetto  per  lo 
più  circolare  di  metallo  o  d'  altra  ma- 
teria, che  fissato  da  una  parte  dell'abito, 
ed  entrando  in  una  piccola  apei'tura 
praticata  nell'altra,  serve  a  tenere  lo 
due  parti  riunite. 

1)  botdn  del  Làpoff  =  bottone  grosso, 
quanto  quelli  del  giuppenceUo  del  Là- 
poff, cha  è  una  maschera  molto  simile 
al  Pulcinella. 

2)  botdn  gemè)  =  bottoni  gemelli  : 
due  che  ne  formano  come  uno  solo, 
fermati  a  ciascuna  estremità  di  un 
gambo  comune  e  destinati  ad  affibbiare 
due  opposti  ucchielli. 

3)  botdn  che  tàja  ci  fìl  =  bottone 
che  trincia  il  filo. 

4)  bàtt  o  mètt  i  botdn  à  là  turca  = 
tirar  giù  buffa  :  por  da  banda  i  rispetti 
umani. 

5)  fàlà  el  primm  boton  =  fig.  dai' 
male  i  primi  passi. 


bot 


131 


bof 


6)  slarga  i  hotòn  à  là  glpa  =  far 
buona  coteuna  :  ingrassare. 

7)  smolà  i  hotòn  =  sbottonarsi. 

8)  Foiro  chirurgico  con  in  cima  una 
pallina  che  si  arroventa,  per  bruciare 
qualche  parto  del  corpo  ferita  o  am- 
malata, e  anche  la  bruciatura  fatta  a 
quel  modo,  e  il  segno  che  lascia  ;  botòn 
de  fcpugh  =  bottoni  di  foco. 

9)  Boccio,  boccia  :  fiore  non  ancora 
sbocciato.  Anche  :  bottone. 

botonà^  v.  att.  =  abbottonare  :  congiun- 
gere con  bottoni  le  parti  del  vestito. 

1)  Colpire  col  bottone  del  fioretto.  T. 
di  scherma. 

botonaa,  agg.  =  abbottonato.  Part.  pass, 
di  botonà. 

1)  Figur.  persona  cupa,  chiusa,  ri- 
servata, che  non  lascia  trapelare  facil- 
mente le  sue  idee. 

botonàss,  v.  rifl.  =  abbottonarsi  :  abbot- 
tonare i  vestiti  che  abbiamo  addosso. 

botonàtt,  .5.  m.  =  bottonaio,  bottoniere: 
chi  fa  e  vende  bottoni. 

botoneC)  s.  m.  =  lo  stesso  che  boto- 
nàtt. 

botonèra,  s.  f.  =  bottoniera  :  fila  di 
bottoni  attaccata  al  petto  di  un  abito, 
e  la  parte  del  petto  a  cui  sono  attaccati. 

1)  Abbottonatura  :  bottoni  e  occhielli 
di  un  abito  e  la  parte  dell'  abito  dove 
sono  gli  occhielli  e  i  bottoni. 

2)  Sost.  femm.  di  botonee. 
botoniii;    s.    m.  =>  bottoncino,    dim.    di 

bottone. 

1)  botontn  de  càmisa  =  bottoncino 
da  camicia  :  piccolo  bottone  d'oro,  d'avo- 
rio, 0  d'altro  da  levare  e  mettere  per 
chiudere  il  petto  delle  camicie. 

2)  botontn  de  rdsa  =  bottoncino  di 
rosa  :  la  rosa  non  ancora  sbocciata,  il 
boccino. 

3)  Capezzolo  :  bottone  carnoso  della 
poppa.  Anche  borìn  e  càpésol. 

botoriiii,  agg.  =  convesso  :  rilevato  ester- 
namente in  arco. 

botrfsa,  s.  f.  =  bottatrice  ;  gadus  Iota  = 
pesco  del  lago  di  Como,  in  qualche 
parte    somigliante   al   rospo,  e  di    non 

:  troppo  buon  sapore. 

/bòtt,  8.  m.  =  botto,  masch.  di  botta, 
per  botta,  colpo  ;  tiitt  in  don  bòtt  = 
tutti  in  botto  :  nel  medesimo  tempo, 
in  una  volta  ;  in  d'on  bòtt  =  di  botto, 
subito,  suir  atto  :  di  primo  acchito  ; 
UUt  à  OH  bòtt  =  di  punto   in   bianco  : 


a  un  tratto,    all'  improvviso,    inaspet- 
tatamente. 

1)  bòtt  lì  =  festa  :  annunciando  che 
è  fluito,  non  si  dà  piii  altro  ;  minestra, 
Oli  tòccli  de  mane,  dilil  pèrsieh  e  bòtt 
li  ^  minestra,  un  pezzo  di  manzo,  due 
pesche  e  festa. 

bòtt,  s.  in.  =  staglio,  stralcio;  fa  on  bòtt 
=  stralciare:  contrattare,  vendere  o  com- 
perare in  blocco,  a  un  colpo,  senza 
ponderare  partitamente  il  valore  dei 
vari  oggetti  formanti  gli  articoli  del 
contratto. 

1)  Cottimo;  dà  o  tceii  à  bòtt  =  dare 
0  prendere  a  cottimo. 

bòtt,  s.  m.  =  tocco  :  la  prima  ora  dopo 
•  il  mezzogiorno  e  dopo  la  mezzanotte  : 
non  si  dice  quasi  piii. 

bòtt,  s.  m.  =  coccio,  cocciuolo,  hocco: 
noce  più.  grossa  por  tirare  alle  altre 
quando  si  fa  alle  noci. 

bòtt,  s.  f.  pi.  di  bota,  =  busse,  colpi 
dati  a  una  persona,  più  che  altro  colle 
mani,  per  castigo  o  per  ira,  con  piii 
rumore  che  danno. 

1)  Percosse,  colpi,  botte  che  possono 
anche  essere  gravi,  e  arrecar  molto 
danno. 

2)  eatà  su  di  bòtt  =  aver  delle  pic- 
chiate, esser  picchiato. 

3)  vèss  el  màtàràés  di  bòtt  =  essere 
il  bersaglio  delle  busse. 

bott,  *«./".  =  botte  :  vaso  di  legno  in 
cui  si  conserva  il  vino  nelle  cantine. 

1)  pari  dna  bott  =  parere  una  botte: 
di  persona  che  ha  gran  pancia.  Anche 
essere  un  tonfo,  una  tonfa. 

2)  bott  inìnsa  o  sòma  =  botte  ma- 
nomessa: quella  che  è  messa  a  mano, 
cioè  da  cui  si  è  cominciato  a  tran'O 
vino. 

3)  rasa  là  bott  =  abboccare  la  botte  ; 
riempierla  nuovamente  di  vino  sino  al 
cocchiume  per  compensare  quello  che 
si  è  succiato  il  legno  stesso  della  botte, 
che  perciò  è  fatta  scema.  . 

bòtumin,  s.  m.  =  cocci,  rottami,  ruderi  : 
quantità  di  rimasugli  e  pezzuoli  di  cose 
rotte. 

1)  Luoghi  umidi  cho  vengono  into- 
nacati con  mattoni  frantumati  e  intrisi 
nel  mastice  o  bitume. 

bovàrìna,  s.  f.  =  cutrettola:  piccolo  uc- 
celletto. 

bovàrota,  s.  f.  =  batticoda,  cutrettola 
gialla:  altro  piccolo  uccelletto, 


bov 


—  132  — 


bra 


bovina,  agg.  =  bovina:  di  bestia;  béstia 
bovina  =  bestia  bovina:  meglio  boìna. 

bràcch)  s.  m.  =  bracco:  cane  da  caccia 
bono  a  scovare  e  inseguir  l'animale. 

bràciàlètt*,  s.  m.  =  braccialetto,  mani- 
glia :  ornamento  prezioso  fatto  a  cer- 
chietto, che  le  donne  portano  ai  polsi. 

bràdìli,  *  s.  m.  =  bradiglio  :  varietà  di 
marmo. 

bràg:a,  s.  f.  =  braca,  braghetta,  brachetta: 
lista  di  carta  che  si  appasta  su  quei 
fogli  isolati  che  non  si  potrebbero  ri- 
durre a  quadernetti  e  cucire  a'  correg- 
giuoli  senza  tale  aiuto  ;  talora  non  è 
appastata  e  fa  parte  dello  stesso  fo- 
glietto. 

1)  Imbraca:  finimento  che  riveste  le 
cosce  dei  cavalli  da  tiro. 

2)  Specie  di  telaio  che  si  pone  sotto 
alla  pévera  quando  si  imbotta  il  vino. 
Non  usasi  in  Toscana. 

3)  Legame  di  cuoio  ai  pie  degli  uc- 
celli  allettaiuoli  per  attaccarvi  la  lunga. 

4)  Staffa,  ferro  curvo  quadrato  per 
collegare  o  sostenere  qualche  cosa. 

5)  Cappellina:  vaso  di  terra  cotta  a 
imbuto  che  serve  a  raccogliere  in  un 
medesimo  doccione  gli  scoli  di  più  al- 
tri in  esso  influenti. 

6)  Scarpa  da  carrozze. 

7)  Il  colletto  della  corolla  del  fiore. 
bràgàsciòn,  s.  m.  =  bracalone:  di  colui 

al  quale  cascan  le  brache  fino  alle  gi- 
nocchia. 

bràg'h,  *  s.  f.  pi.  =  brache:  fam.  e  scherz. 
calzoni. 

1)  càia  i  bì-tigh  =  cascar  le  brache, 
perdersi  d'animo. 

bràgrhee,  s.  m.  brachiere:  fasciatura  da 
portarsi  al  basso  ventre  per  contenere 
gli  intestini  e  impedire  che  formino 
ernia. 

1)  Ascialone:  traverso  della  abetella. 

2)  Usato  nello  stesso  significato  di 
àiideghee.  Vedi. 

bràgheràda,  s.  f.  =  scempiaggine,  spro- 
posito: di  cosa  fatta  senza  prudenza  e 
senza  riflessione. 

bràgherìsta,  s.  m.  =  brachieraio:  quello 
che  usa  il  brachiere  e  quello  che  lo 
fabbrica  e  vende. 

brama,  s.  f.  =  malattia  delle  vacche 
quando  han  mangiato  trifoglione  in 
erba  maturo. 

bramerà,  bràmerón,  s.  vi,  =  gomme: 
quel  gelicidio  che  vedesi    sulle  piante 


in    tempo    dei   maggiori   freddi    inver- 
nali. 

bràmina,  s.  f.  =  nuvolaglia,  grigiastra^ 
foriera  di  temporale. 

1)  Acqueruggiola  autunnale. 

branca,  s.  f.  =  brancata,  manata. 

branca,  v.  att.  =  abbrancare,  acciuffare, 
agguantare  lesto  e  forte.  Fig.:  de  tiicc  = 
rubare;  l'ha  bràneaa  piisee  usurpare, 
ha  abbrancato  più  di  tutti;  brànctt  cont 
i  sgriff  =  ghermire,  aggranoire,  agga- 
V  ignare. 

bràncàda,  *  s.  /".  =  brancata,  manata  : 
quanto  di  una  cosa  si  può  prendere 
con  una  mano,  quanto  ne  sta  in  una 
mano.  Vedi  Branca. 

branca],  s.  m.  =  brancale  :  calesse  da  ■ 
viaggio  con  cassa  retta  da  due  lunghi 
cignoni  assai  molleggianti,  assai  lunga; 
massiccia,  con  mantice  di  legno  aliai 
grossa,  senza  sportelli,  né  fiancate  an- ' 
teriori,  a  due  posti,  con  grembiale  sta-- 
bile  di  legno  e  col  carro  a  due  ruote  e^ 
due  stanghe.  Ormai  usa  poco. 

bràncàss,  v.rifl.  =  abbrancarsi,  aggaan-j 
tarsi,  attaccarsi  con  forza  per  non  es-" 
sere  smosso;  se  s'hin  bràneaa  ài  ramni 
per  no  boria  gio  =  s'  abbrancarono  ai 
rami  per  non  cadere;  vorèven  menali 
vìa,  ma  la  el  s'è  bràneaa  à  l'Use  e 
han  minga  podiiii  =  lo  volevano  con- 
dur  via,  ma  egli  si  agguantò  all'uscio 
e  non  poterono. 

brànch,  s.  m.  =  sonagliera:  l'asta  di  me- 
tallo, piantata  nella  collana  delle  be- 
stie da  soma,  con  appiccati  per  il  lungo 
dei  bubboli. 

bràncosin,  s.  m.  =  Stroscione,  "ranun- 
culus  repens  ;  pianta  che  dicesi  anche 
pè  de  nibi. 

branda,  *  s.  f.  =  branda:  forte  pezzo  di 
tela  fra  due  regoli  o  correnti  di  legno 
0  di  ferro,  coi  piedi  incrociati  al  di  sotto  a 
uso  letto:  si  dice  anche  lèti  à  là  ca- 
eiàdòra  e  in  italiano ,  lettiera  pieghe- 
vole, iccasse,  a  libro. 

1)  Acquavite  :  liquore  che  mediante 
la  distillazione  si  leva  dal  vino  e  da 
altri  liquori  fermentati. 

bràndinaa,  s.  m.  pi.  =  alari,  arnesi  di 
ferro  o  di  pietra  ai  duo  lati  del  foco- 
lare per  tener  sospese  le  legno. 

bràndinèll,  s.  m.  =  bravazzone,  bra-! 
vaccio,  prepontello. 

1)  Sgargiante:  che  fa  l'elegante  nel] 
vestirsi,  speoialm.  per  affettazione. 


bra 


133  — 


fera 


braudòU)  s.  m,  =  Candelabro    di  ferro. 

Si    dispongono    intorno  ai  feretri  o  al 

catafalco. 
brànsìn,  s.  m.  =  nasello:  labi'us  macu- 

latus;  pesce  di  mare. 
bràO;  agg.  =  abile,  che  in  una  data  cosa 

non  facile  sa  il  fatto  suo  ;  l'è  on  brào 

màèster  =  è  un  maestro  abile. 

1)  Bravo,  molto  abile,  capace:  nella 
sua  arte,  nella  sua  professione. 

2)  Di  cose  :  non  fa  che  dare  una 
certa  enfasi  alla  proposizione;  l'ha  be- 
■piiii  et  èò  brào  vln  =  ha  bevuto  il  suo 
bravo  vino  ;  l'ha  desbiiscionaa  là  sòa 
rbtlva  botèglia  =  ha  stappato  la  sua 
brava  bottiglia. 

3)  brào  Òmm,  brava  ddna ,  brava 
persona  =  brav'uomo,  brava  donna, 
brava  persona  :  bona,  assennata.  Ab- 
braccia le  qualità  dell'  anima  e  della 
mente. 

4)  Per  coraggioso;  tùli  hin  bravi  à 
parali  =  tutti  son   bravi  a  parole. 

6)  Por  significare  la  gran  difficoltà 
di  una  cosa  ;  Ve  brào  chi  te  càpiss  = 
chi  ti  capisce  è  bravo. 

6)  bràof  =  bravo!  voce  d'applauso; 
di  brào  =  dir  bravo  :  approvare,  ap- 
plaudire. 

7)  ma  brào  !  iron.  =  ma  bravo  !  in 
senso  di  rimprovero. 

8)  ch'el  sia  brào  =  facciamo  benino: 
dice  un  compratore  al  venditore,  per- 
chè si  tenga  basso  nei  prezzi  e  sia  piii 
arrendevole. 

9)  fa  et  brào  =  fare  il  gradasso,  il 
Eodomonte. 

bràsa^  s.  f.  =  bragia,  brace:  fuoco  senza 
fiamma  che  resta  delle  legno  abbru- 
ciate. 

2)  Carbone  di  legna  minute  ardente 
negli  scaldini,  veggii,  ecc. 

3;  boria  dàla  pàdèla  in  di  bràs  = 
cascar  dalla  padella  nella  brace.  Pigur. 
evitare  un  male,  andando  incontro  a 
un  male  peggiore. 

4)  rese  rosé  cóme  dna  brasa  =  es- 
sere rosso  come  il  foco. 

brasa,  v.  alt.  =  braciare,  abbragiare,  di- 
ventar brace. 

bràsc,  s.  m.  =  braccio:  quella  parte  del 
corpo  dell'uomo  che  va  dalla  spalla 
alla  mano. 

1)  biltà  i  bràsc  ài  còli  =  gettare  lo 
braccia  al  collo. 

2)  vègh,  legni,  porta  on  bràsc  ài  còli 


=  avere,  tenere,  portare  un  braccio  al 
collo;  cioè  l'avambraccio  piegato  sul 
petto  e  infilato  in  un  fazzoletto  che  si 
annoda  dietro  il  collo. 

—  bràsc  ài  còli  e  gamba  in  lèti  = 
braccio  al  collo  e  gambe  in  letto.  Per 
guarirle:  prov. 

3)  boria  giò  i  bràsc  =  cascar  le 
braccia,  perdersi  d'animo,    scoraggirsi. 

4)  dà  el  bràsc  =  dar  braccio,  dare  il 
braccio,  dar  di  braccio,  prendere,  me- 
nare a  braccetto:  offrire  il  braccio  per 
accompagnare. 

5)  Per  sostegno,  appoggio,  aiuto;  vèss 
el  bràsc  dritt  de  quèidén  =  essere  il 
braccio  destro  o  diritto  di  qualcuno. 

6)  Per  lavoratori;  manca  i  bràsc  = 
mancano  le  braccia,  cioè  i  lavoratori. 

7)  à  bràsc  àvèrt  =  a  braccia  aperte, 
stese,  spalancate:  colle  braccia  aperte  ecc. 
in  atto  di  desiderio. 

8)  in  bràsc  =  in  braccio,  sul  brac- 
cio; ciàpà,  porta  in  bràsc,  =  prendere, 
portare  in  braccio,  in  collo:  di  persone 
e  specialm.  bambini:  sorreggendoli  col 
braccio  ripiegato  al  di  sotto   del  petto. 

9)  sòtt  bì'àsc  e  èòta  bràsc  =  sotto 
braccio,  sotto  l'ascella,  tra  il  pesce  del 
braccio  e  la  vita  ;  ciàpà  àòit  bràsc  = 
pigliare  a  braccetto. 

10)  guadagnasi  el  pan  coni  i  so  bràsc 
=  campare  delle  sue  braccia. 

11)  tra  bràsc  depertiltt  =  scalma- 
narsi, armeggiare,  darsi  attorno:  e  nel 
camminare  vagliar  tutta  la  persona. 

12)  fàla  à  bràsc  =  andar  di  corpo 
senza  sedersi,  ma  solamente  chinati 
sulle  gambe  piegate:  è  volgare. 

13)  soni  in  di  tò  bràsc  =  sono  nelle 
tue  braccia  :  le  mie  sorti,  il  mio  essere 
dipende  da  voi  ;  a  chi  ha  intera  la 
nostra  fiducia. 

14)  à  bràsc  =  a  braccia,  m.  avv.: 
sulle  braccia,  colle  braccia  ;  porta  sii 
tttta  là  rdba  à  bràsc  =  portar  tutta  la 
roba  a  braccia. 

brasca,  s.  f.  =  brace.  Vedi  brasa.  In- 
dica anche  il  carbone  spento  di  legne 
minute. 

1)  quéll  déla  brasca  =  bracino:  quel 
che  fa  e  raccoglie  la  brace. 

2)  Peverone;  agaricus  controversus; 
sp.  di  fungo  che  trae  al  sapore  del 
pepe,  d'onde  il  nome:  il  mil.  lo  dice 
brasca  dal  sapore  bruciante  che  pel» 
la  bocca. 


bra 


-  134  - 


bra 


bràscià  sii,  v,  att.  =  abbracciare,  circon- 
dare colle  braccia:  s'abbraccia  a  dimo- 
strazione d'affetto,  e  s'  abbracciano  le 
persone  e  le  cose. 

bi'àscìàda,  s.  f.  =  bracciata:  tanta  roba 
quanta  si  può  stringere  e  portar  in  ima 
volta  colle  braccia  ;  ona  bi-àsciàda  de 
fhi,  de  ftiia,  de  legna  =  una  bracciata 
di  fieno,  di  paglia,  di  legna. 

1)  el  merita  Óna  bràsciàda  (olissi 
de  fén)  dicesi  di  chi  ha  commesso  qual- 
che azione  da  citrullo,  àsnàda,  quasi 
a  volergli  dar  dell'asino.  V.  biada,  3. 

bràscìii,  s.  m.  =  braccìno;  dim.  vezzeg. 
di  braccio. 

1)  Moncherino  :  chi  non  ha  piiì  un 
braccio. 

bràscloeù,  s.  m.  e  anche  bràsc,  =  vi- 
ticcio, sostegno  a  mo'  di  braccio  ri- 
piegato per  regger  candele  o  altri  lumi. 
Ora  anche  quelli  a  cui  si  applica  il 
becco  a  gas. 

1)  bracciolo,  appoggiatoio;  i  bràscioeù 
déla  poltrona  =  i  bracciuoli  della  seg- 
giola: i  due  piccoli  bracci  ai  due  lati 
della  spalliera  su  cui  riposa  l'avam- 
braccio di  chi  è  seduto. 

2)  Puntoni,  arcali:  le  due  travi  che 
formano  i  lati  del  cavalletto  del  tetto. 

3)  Manichette  :  nome  dei  due  regoli 
che  formano  il  telaio  della  sega. 

4)  Bracciatella:  piccola  bracciata  di 
legaa  e  sim. 

5)  in  d'on  bràsciceu  =  all'imbracciata, 
recandosi  sulle  braccia. 

bràscion,  s.  m,  =  bracciale  ;  quelli  che 
sostengono  le  candele  in  chiesa. 

bràsciorà,  v.  att.  =  portare  in  collo: 
tenere  spesso  il  bambino  come  seduto 
sul  braccio. 

bràsciorin,  s.  m.  =  bacinella,  caldaiuola: 
vaso  dove  gli  orefici  tengono  la  gruma 
di  botte  por  imbianchire  l'argento. 

bràsciotà,  V.  att.  =  abbracciucchiare, 
affoltare  abbracci.  Frequentativo  di  brà- 
scià sii. 

braserà,  s.  f.  =  braciere,  caldano:  spe- 
cie di  bacino  in  cui  si  mette  la  brace 
e  vi  possono  stare  intorno  più  persone 
a  scaldarsi;  ce  n'è  anche  di  pietra;  * 
bràsèr  di  sàgristìj  =  i  caldani  delle 
sacristie:  suole  anche  porsi  in  una  forte 
incassatura  di  legno,  da  tenersi  in  bot- 
tega. 

1)  càvèsà  là  braserà  =  rassettare  il 
braciere,  accomodarlo  si  che  duri  molto. 


2)  àlàrgà  foeùra  eh  foeugh  déla  bra- 
serà =  sbraciare  il  caldano  ;  onde  me- 
glio s'accenda  e  mandi  'più  calore. 

3)  cieiàron  de  braserà  =  chiacchie- 
rone perpetuo. 

bràsii,  s.  m.  =  polverino,  brasca:  la  pol- 
vere di  carbone  più  o  meno  grossa  che 
alle  fucine  dei  fabbri  contorna  e  forma 
il  fondo  del  luogo  ove  brucia  il  car- 
bone acceso  dal  soffio  del  mantice. 

Bràsìl,  *  s.  m.  =  Brasile:  nomo  di  un 
paese  dell'America  meridionale. 

1)  Tabacco  di  foglia  tonda,  erba  an- 
nua, fusto  quasi  cilindrico,  foglie  vi- 
scose. 

2)  Il  tabacco  che  si  ha  dall'erba  detta 
bràsìl. 

bràss,  s.  m.  =  braccio  ;  al  plur.  anche 
brasa  =  braccia:  misui-a  lineare;  bràss 
quàdraa  =  braccio  quadrato,  quadrato 
che  ha  un  braccio  di  lato. 

]  )  misiirà  i  ^Iter  sili  so  bràéé  =  mi- 
sm-are  gli  altri  colla  sua  canna,  col  suo 
passetto:  attribuire  agli  altri  le  proprie 
qualità. 

2)  bràss  de  tìla.,  de  lìànn  o  lòngh  = 
braccio  da  mercante. 

3)  à  bràss  de  pàmi  =  a  braccia  qua- 
dre ;  largamente,  senza  risparmio. 

4)  fa  i  ròbb  à  on  tànt  ài  bràss  =  far 
le  coso  a  casaccio,  a  fànfera,  senza  at- 
tenzione. 

5)  Sta  talvolta  per  bràsc,  nelle  lo- 
cuz.  4  e  9. 

bràsàdiira,  s.  f.  =  bracciatura  :  misura; 
di  una  lunghezza  o  di  un'area  espressa 
in  braccia,  e  per  estens.  anche  in  me-^ 
tri;  là  bràsàdiira  d'on  vestii  =  la  quan- 
tità di  stoffa  necessaria  a  fare  un  ve- 
stito. 

brasai,  s.  vi.  bracciale,  arnese  di  legno 
per  lo  più  dentato  che  si  infila  nel 
braccio  per  dare  al  pallone. 

1)  vegni  sul  brasai  =  Fig.  balzar  la 
palla  in  mano:  di  quando  giunge  l'op- 
portunità per  r  appunto  di  fare  una 
cosa. 

bràsàlètt,  s.  m.  =  braccialetto,  mani- 
glia: cerchietto  d'oro  talora  ingioiellato 
con  cui  le  signore  cingonsi  per  orna- 
mento i  polsi  e  le  braccia.  Vedi  bra- 
cialett. 

1)  Drappo  che    riveste  il  bracciuolo 
di  una  seggiola,  di  un  faldistoro  e  a 
mile. 

bràsér,  s.  m.  =  bracciere  :   quegli   chi 


bra 


135 


bre 


camminando,  dà  il  braccio  ad  altri  e 
specialmente  allo  signore:  disusa  la  co- 
stumanza del  bracciere  e  disusa  anche 
la  parola. 
bràsètt,  s.  m.  =  passetto:  specie  di  brac- 
cio che  è  la  metà  della  canna. 

1)  Metro:  da  quando  la  legge  impose 
il  sistema  metrico,  molti  chiamano  brà- 
sètt,  anche  il  metro. 

2)  bràsètt  de  sàcoeia  =  passetto,  brac- 
cio, metro  da  tasca:  listerella  di  legno 
a  più  ripiegature  su  cui  è  rappresen- 
tato il  braccio  o  il  metro  colle  sue  di- 
visioni. 

3)  Posa  mollo  :  bracciuolo  di  ferro 
ricurvo,  ingessato  nei  lati  del  cami- 
netto per  riporvi  le  mollo,  la  paletta  e 
simili. 

4)  Nome  di  quei  ferri,  uno  per  parte 
dello  finestre,  su  cui  si  rialzano  le 
tende. 

5)  Braccetto:  strumento  di  ottone 
composto  di  due  aste,  una  delle  quali 
graduata  rientra  nell'altra,  accorcian- 
dosi e  allungandosi  al  bisogno.  Di  que- 
sta misura  servesi  il  cappellaio  per 
riconoscere  che  la  testa  di  un  cappello 
convenga  in  diametro  con  quella  di 
chi  ne  deve  far  uso. 

6)  a  bràsett  =  a  braccetto  :  condotto 
a  braccio. 

bràtéij  s.  ni.  pi.  =  stracche,  cigno,  ber- 
telle  :  quelle  due  strisce  di  pelle  o  di 
elastico,  0  altro  che  si  incrociano  sulle 
spalle  e  che  servono  a  tener  su  V  cal- 
zoni. Al  sing.  bràtèll. 

bràvàda,  s.  f.  =  bravata,  bravazzata  :  il 
bravare,  l'atto  di  chi  presume  o  si  vanta 
di  voler  fare  cosa  che  sia  maggiore 
delle  sue  forze,  o  che  si  fa  per  osten- 
tazione, e  spesso  anche  per  minaccia. 

bràvìn,  s.  m.  =  capacino,  dim.  vezzegg. 
di  brtio  =  capace  :  detto  specialmente 
di  giovane. 

bravura,  s.  f.  =  bravura.  Astr.  di  bravo  ; 
glie  vceùr  dna  bela  bràvtlra  =  ci  vuole 
una  bella  bravura. 

brécia,  s.  f.  =  broccia  :  apertura  fatta 
con  le  artiglierie  nelle  mura  di  città, 
castello,  e  sim.  o  terrapieni  per  dar 
l'assalto. 

1)  Macigno  da  macine. 

brèga,  s.  f.  =  briga. 

1)  Rissa  :  contesa  con  ingiurie. 

2)  Noia,  fastidio  :  cosa  che  ci  obbliga 
ad  avere  distui-bi  ed  affanni. 


bregàda,  s.  f.  =  brigata.  Voce  ormai 
non  più  in  uso  e  sostituita  dapertutto 
da  brigàda  *  Vedi. 

bregìiniìna,  s.  f.  =  bergamina,  armento, 
mandra  di  bovini  e  specialmente  di 
miiccho.  Anche:  berg'amìna, 

1)  bregàmina  de  pilj  =  gran  branco 
di  polli. 

brègrn,  s.  m.  =  quel  canale  di  legno, 
aperto  superiormente  per  cui  dalla  bi- 
goncia, si  fa  colare  immediatamente 
nel  tino  l'uva. 

bréla,  s.  f.  =  cassetta  :  arnese  a  uso  di 
inginocchiarsi  o  d'appoggiare  i  piedi 
quando  si  sta  seduti. 

brèlin,  s.  m.  =  cassetta  :  cassa  di  legno 
a  tre  sponde,  consimile  a  quella  dello 
spazzature,  ma  più  grande,  nella  quale, 
con  enti'O  un  po'  di  paglia,  si  inginoc- 
chia la  lavandaia  per  non  bagnarsi  lo 
gambe  '  e  la  gonnella,  quando  non  lava 
al  lavatoio,  ma  alla  sponda  di  fiume, 
di  torrente,  di  gora,  di  rigagnolo,  di 
gozzo,  e  simili. 

brelòcch,  s.  m.  =  piccchiapetto  :  orna- 
mento che,  appeso  alla  catena,  ricade 
sul  petto  e  noQ  è  nò  croce,  ne  orinolo, 
ma,  per  esempio,  un  gioiello,  un  ri- 
tratto, una  medaglietta,  un  cuore,  ecc. 
Dal  francese  Breloque. 

bremà,  v.  att.  =  brillare,  scozzare:  dare 
al  riso  una  prima  brillatura  per  levarne 
la  prima  veste.    Anche  e  meglio  pila. 

brènta,  s.  f.  =  brenta,  bigoncia:  vaso 
alto  di  legno,  a  doghe,  d'uso  nella 
vendemmia  e  nei  negozi  di  vino  per 
trasportarlo.  In  Toscana  è  però  scono- 
sciuta come  recipiente  da  trasportar 
vino. 

brenta,  v.  att.   =  versare    nella   brenta. 

brentaa,  s.  m.  =  il  numero  delle  brente 
trasportate  nella  o  dalla  cantina. 

brentàdòr,  s.  m.  =  il  facchino  che  porta 
la  brenta. 

brentina,  s.  f.  =  brentina  :  vaso  fatto 
come  la  brenta  e  della  capacità  di 
mezzo  ettolitro. 

brentòn,  s.  m.  =  Pegg.  di  brenta.  Usa 
nella  frase  :  àndà  gid  col  brentòn  = 
far  le  cose  senza  riguardo,  senza  mi- 
sura. 

bresànèla,  bresàna,  s.  f.  =  bressanella: 
specie  di  frasconaia.  Luogo  per  pigliare 
uccelli. 

brèva,  s.  f.  =  breva,  levante;  vento  che 
apporta  nuvole  e  pioggia,  talora  serenità. 


bre 


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bri 


1)  Vento  periodico  che  domina  sui 
laghi  di  Como,  Veibano  e  Ceresio  : 
suol  spirare  da  libeccio  verso  mezzodì. 

brevàgr?,  s.  m.  =  ventaggine,  brevaggio. 
Peggior.  di  breva.  Vento  fortissimo  di 
levante  e  piovoso. 

brevètà,  v.  att.  =  accordare  il  brevetto, 
nominare  con  brevetto  ;  l'è  on  sistema 
brèvètaa  =  è  un  sistema  cui  fu  dato  il 
brevetto. 

brévett,  s.  m.  =  brevetto  :  attestato  che 
si  rilascia  dall'Autorità  pubblica  all'au- 
tore di  una  invenzione. 

1)  Neil' esercito  il  rescritto  o  decreto 
con  CU.Ì  uno  ha  gi-ado  di  ufficiale. 

2)  Scritto  alla  breve  e  senza  troppe 
formolo  che  si  fa  stendere  al  notaio 
per  i  contratti  di  non  grande  impor- 
tanza. 

breviàri,  s.  m.  =  breviario  :  libro  che 
contiene  l'ufficio  e  le  ore  canoniche 
che  i  preti  e  i  beneficiati  sogliono  re- 
citare ogni  giorno. 

1)  studiti  el  breviàri  =  fig.  tagliar 
corto.  Andar  per  le  corte,  per  le  brevi. 

brìa,  s.  f.  =  briglia  :  la  parte  del  fini- 
mento che  si  mette  alla  testa  del  ca- 
vallo: comprende  il  morso  e  le  guide. 

1)  *  brìj  =  le  briglie,  le  redini,  le 
guide. 

2)  mola,  tira  i  hrìj  =  allentare,  ti- 
rar le  briglie,  o  la  briglia. 

3)  làsà  là  hrìa  sili  còli  =  lasciai' 
che  uno  vada  dove  vuole  senza  guida 
0  senza  freno.  Lasciar  la  briglia  sul 
collo. 

4)  sensa  brm  =  sbrigliato. 

5)  stràpòn  de  brìa  =  tirata  di  bri- 
glia. 

6)  giiigà  à  cavali  e  brta  =  fare  a 
cavalli  :  specie  di  giuoco  che  si  fa  da 
due  ragazzi,  uno  dei  quali  si  sottopone 
a  far  da  cavallo  e  l'altro,  imbrigliatolo 
con  una  funicella  o  sim.  lo  va  stimo- 
lando al  corso. 

bricch,  s.  m.  pi.  =  roccie,  monti,  balze  ; 
àndà  sii  per  i  briceh  =  andar  sui  monti, 
specialmente  a  diporto. 

brìcol,  s.  m.  pi.  =  bricche.  Lo  stesso  che 
briceh. 

brieòla,  s.  f.  =  mattoncello  ;  giiigà  àia 
briedla  =  fare  a  mattoncello  :  si  fa  con 
tre  mattoni  piantati  in  terra,  a  cui  si 
tira  per  abbatterli,  e  ciascuno  ha  di- 
verso valore  di  punti. 

1)  vèss  à  briedla  =   essere   a   matto- 


nella:   essere    colla'  palla    vicinissimo 
alla  sponda  del  bigliardo. 

2)  giiigà  de  briedla  =  giocar  di  rim- 
balzo. 

3)  Collo  :  carico  di  mercanzia  av- 
volto e  legato,  che  portano  i  contrab- 
bandieri. 

brieolìsta,  s.  m.  =  chi  è  bravo  a  far 
mattonella,  a  giocare  di  rimbalzo. 

bricóii,  *  s.  m,.  =  briccone,  birbante. 
1)  deventà  o  diventa  on  bricòn  =  im- 
bricconire. 

briconàda,  ^  s.  f.  =  bricconata,  aziono 
da  briccone,  bricconeria  ;  l'è  stàda  dna 
vera  briconàda  =  è  stata  una  vera 
bricconeria. 

briee,  s.  m.  =  brigliaio  :  che  fa  o  vende 
briglie. 

briga,  f.  s.  =  briga.  V.  brèg-a. 

brig'à,  *  V.  att.  =  brigare  :  affaticarsi  più 
che  altro  segretamente,  e  usando  mezzi 
poco  onorevoli,  per  riuscire  ad  un  fine. 

brig'àda  *  s.  f.  =  brigata  :  compagnia  di 
persone  riunite  a  scopo  di  divertimento; 
sérem  dna  bela  brigàda  de  màtdni  = 
eravamo  una  bella  brigata  di  capisca- 
richi. 

1)  T.  mil.  corpo  d'esercito  composto 
ora  di  due  reggimenti  e  delle  altre 
armi  in  proporzione. 

brigàdèr  e  anche  brig-adièr,  *  s.  m.  = 
brigadiere,  t.  mil.  il  comandante  di 
una  brigata  e  il  sotto-ufficiale  nell'arme 
dei  carabinieri  e  delle  guardie  di  fi- 
nanza. 

brigànt,  *  s.  m.  =  brigante  :  chi  fa 
professione  o  atti  di  brigantaggio. 

brigràntiii,  *  s.  m.  =  brigantino  :  piccolo 
bastimento  a  vela  con  un  solo  ponte  e 
a  tre  alberi. 

brigrhéla,  *  s.  m.  =  brighella  :  maschera 
del  teatro  italiano.  Personaggio  che  fa 
le  parti  da  ridere  e  parla  in  dialetto 
bresciano. 

1)  Per  ischerzo  di  chi,  per  far  lo 
spirito,  dà  nel  buffone. 

2)  Si  dice  per  vezzo  ai  bambini  che 
per  le  prime  volte  vestono  i  calzon- 
cini e  l'abito  maschile. 

brigrUèlìii,  s.  m.  =  bimbo,  mimmo:  pei 
vezzo  a  un  bambino  vispo  e  carino. 

brilà,  *  V.  att.  =  brillare  :  di  luce  viva 

concentrata  in  un  punto  e  che  stacchi 

sopra  un  fondo  scuro  o  poco  illuminato. 

1)  Del  tremolare  della   luce  ;  *  étèll 

brìlen  =  brillano  le  stelle. 


J 


bri 


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bro 


2)  Trans,  bril^  el  vis  =  brilaro  il 
riso  :  levarlo  dal  guscio. 

brilàut,  *  s.  m.  =  brillante  :  diamante 
lavorato,  tagliato  a  faccette. 

1)  Nelle  compagnie  comiche  l'attore 
che  fa  le  parti  allegre,  spiritose. 

brilàutà,  v.  att.  =  brillantare  :  di  dolci 
specialm.  Smaltarli  al  di  fuori  con  zuc- 
chero chiarito. 

brill,  s.  m.  =  brillo:  diamante  falso. 
1)  Agg.  Altetto  :  che    ha  bevuto  un 
un  po'  troppo,  senza    però   essere  ub- 
briaco. 

brina  *  s.  f.  =  brina  :  rugiada  congelata 
Non  è  disusato  ancora  del  tutto  priua. 

brina,  *  v.  att.  =  brinare,  cascar  la  brina; 
se  stànòtt  brina,  ciào  frutcì  =  se  sta- 
notte brina,  addio  frutta. 

1)  brinti  si  dice  fìgur.  di  persona  a 
cui  cominciano  a  incanutire  la  barba 
0  i  capelli. 

brìndes  e  ora  quasi  sempre  brìndisi  * 
s.  m.  =  brindisi  :  il  bere  che  si  fa  alla 
salute  di  qualcuno  ;  fa  on  brìndisi  = 
fare  un  brindisi,  brindare. 

brìo,  *  s.  7n.  =  brio  :  vivacità  grande, 
che  viene  da  buon  umore  e  si  dimostra 
nell'espressione  del  viso,  nei  moti  della 
persona  o  nel  parlare  ;  l' è  on  òmm  pién 
de  brìo  =  è  un  uomo  pieno  di  brio. 

briga,  s.  f.  =  brezza:   venticello  freddo. 

1)  Siza:  veuto  freddissimo  che  tii-a 
da  tramontana. 

2)  Stomachino,  animella  attaccata 
alla  rete  delle  bestie  bovine.  Indi  il 
motto  : 

3)  sàlaa  come  dna  brìsa  =  salato  as- 
sai, amaro  di  sale. 

4)  giugà  à  brìsa,  fa  brìsa  =  giuoco 
che  si  fa  così  :  un  ragazzo  ha  in  mano 
un  oggetto  e  un  altro,  colto  il  destro, 
con  un  leggero  e  improvviso  buffetto 
0  colpo  glielo  fa  cadere  di  mano,  e  so 
può,  lo  raccoglie  e  tiene  per  se. 

brìsca,  s.  f.  =  bagattelle  :  specie  di  car- 
rozza di  cassa  alquanto  bislunga,  e  con 
luoghi  di  pari  lai'ghezza  in  ambi  i  lati. 
1)  brìsca  à  bàrehèta  =  bagattelle  a 
barchetta:  carrozza  quasi  simile  all' an- 
tecedente. 

brìscola,  s.  f.  =  briscola:  gioco  di  carte 
che  si  fa  in  due,  o  in  quattro. 

1)  Il  seme  che  in  tal  gioco  trionfa 
e  ogni  carta  di  quel  seme. 

2)  briscola  eoi  sègn  o  parlàda  = 
briscola  chiacchierina. 


briscoleta,  s.  f.  =  briscoluccia,  dimin. 
vilif.  di  briscola. 

briscolìn,  s.  m.  =  briscolino,  dim.  di 
briscola  :  si  dice  di  preferenza  dello 
carte  di  briscola  ;  assai  poco  della  par- 
tita di  giuoco. 

briscolòn,  s.  m.  =  briscolone  ;  giilgà  à 
brìècolòìi  =  fare  o  giuocare  a  brisco- 
lone :  è  giuoco  simile  alla  briscola, 
tranne  che  si  tengono  in  mano  cinque 
calie  e  non  ponesi  la  briscola  in  ta- 
vola. 

brisètìna,  s.  f.  =  sizzolina  :  aria  fina  o 
fredda.  Dim.  di  brìsa. 

brisin  e  anche  bris,  s.  m.  =  cichino, 
micolino,  pocolino  ;  glie  n'è  pil  nànca 
on  brisin,  on  bris  =  non  ce  n'è  più 
neanche  una  bricciola. 

brìvid,  *  s.  m.  =  brivido  :  senso  di 
freddo  con  tremito  di  tutta  la  persona, 
che  prende  più  che  altro  all'entrar  della 
febbre,  o  per  effetto  di  paura,  racca- 
priccio e  sim. 

1)  vegni  i  brivid  =  rabbrividire. 

brò-brò,  s.  m.  =  abbracciatutto:  chi  si 
ingerisce  in  tutte  le  faccende,  che  non 
rifiuta  nessun  incarico.  Specialmente 
in  senso  poco  buono.  Anche  :  scroccone. 
Dice  il  mil.  anche  regiradór. 

brobroràda,  s.  f.  =  azione  dello  scroc- 
care, dell'abbracciar  tutto. 

1)  Mozzorecchi  ;  ignorante  e  disonesto 
cui'iale. 

2)  Usura  nel  dare  o  torre  robe  per 
grande  e  non  adeguato  prezzo  con  isca- 
pito  notevole  di  chi  le  riceve  dallo 
scroccone,  o  di  chi  a   costui    le    cede. 

3)  baratteria,   azione    da    barattiere. 
bròca,  s.  f.  =  brocca:   vaso    di    rame  o 

di  terraglia  ordinaria,  per  attingervi 
l'acqua  da  bere  o  da  lavarsi.  Secondo 
la  forma  chiamasi  anche  :  mesciaqua. 

1)  Pernio:  ferrino  rotondo  intorno  a 
cui  si  volgono  le  lamino   delle  forbici. 

2)  Cocomeri  ao:  specie  di  bulletta  con 
capocchia  d'ottone. 

3)  Brocco:  sterpo  grosso. 

4)  Brozzola  :  arnesetto  di  legno  per 
tenero  l'oro  svoltato  dai  rocchetti. 

5)  Rama:  piccolo  ramo. 

0)  àndti  éHi  bròcch  =  andare  in  fumo. 

7)  compra  o  vènd  à  broea  seca  =  com- 
perare 0  vendere  a  rischio  e  pericolo  ; 
comperare  o  vendere  la  foglia  dei  gelsi 
quando   appena   le  piante   germinano, 


bro 


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obbligandosi  a  pagare  un  dato  prezzo, 
qualunque  sia  il  raccolto. 

8)  là  hròca  =  il  soprasuolo,  il  sopra- 
terra, il  complesso  degli  alberi  e  degli 
arbusti  che  si  trovano  sulla  superfìcie 
di  una  data  presa  di  terreno,  di  un 
podere,  di  un  campo  e  sim. 
brocaa,  s.  m.  =  ramaglia:  nelle  piante 
il  complesso  delle  rame. 

1)  Broccato  :  tessuto  di  seta  grave, 
lavorato  a  brocchi  o  ricci. 

2)  brocaa  d'or  =  tessuto  d'oro  e  di 
argento. 

bi'ocàdèll,  s.  in.  =  broccatello,  brocca- 
tino:  specie  di  stoffa  imitante  il  broc- 
cato. 

brocài,  s.  m.  =  sterpo:  rimessiticcio  sten- 
tato che  sorge  da  coppaia  d'albero  secco 
e  vecchio,  o  dal  tronco  d'albero  già  ta- 
gliato; sterpacchio  ne  è  il  peggiorativo. 
1)  Allargatoio:  strumento  con  cui  si 
allargano  o  mettono  in  tondo,  o  ripu- 
liscono i  fori  fatti  in  un  pezzo  di  me- 
tallo col  trapano  o  altrimenti,  special- 
mente in  lavori  di  ferro. 

bi'ocàifleù,  s.  m.  =  sterpicino. 

brocàmm,  s.  m.  =  bullettame,  complesso 
di  molte  bullette.  Anche  stàchètàmm. 
1)  Sterpame:  complesso  di  sterpi. 

bròcch,  s.  m.  =  brocco,  sprone,  pollone, 
rampollo  che  si  mette  dalle  radici  d'al- 
bero tagliato. 

1)  fuscello  pungente,  stecco,  spino  : 
se  ne  vedono  sul  pedale  e  sui  rami  di 
certe  piante. 

2)  Brenna:  cavallo  secco,  incarogaito 
che  non  si  regge  più. 

brochéta,  s.  f.  =  brocchetta:  dimin.  di 
brocca. 

1)  BuUettina  :  piccola  bulletta  colla 
capocchia  d'ottone. 

2)  Eamicino:  piccola  rama. 
brocliètt,  8.171.=  barbina  :    mazzettino 

bislungo  di .  fiorellini  artefatti  che  le 
donne  ponevansi  sotto  la  tesa  del  cap- 
pello da  una  parte  del  volto  :  ora  la 
cosa  non  s' usa  più  così,  ma  il  nome  è 
rimasto. 

1)  Brocchetto  :  camangiare  composto 
di  ricotta,  combinata  col  fior  di  latte. 

2)  bàtt  brache tt  o  brochéta  =  battere, 
le  gazzette  ;  tremar  dal  freddo. 

bròcol,  s.  m.  =  cavolo  fiore  o  cavolo 
broccolo;  brassica  cauliflora  ;  sorta  di 
cavolo  che  fa  il  fiore  in  forma  di  grossa 
j)alla  gialliccia. 


brocon,  s.  m.  =  bullettone:  chiodo  grosso 
col  capo  quadro  con  cui  si  congegnano 
insieme  i  tacchi  delle  scarpe  :  poco  u- 
sato.  Meglio,  ciodòn. 

brochén,  s.  m.  pi.  =  tronchetti  :  specie 
di  stivaletti  cogli  elastici  alla  canna. 
Usatissimo. 

brodàia,  s.  f.  =  bioscia,  broscia:  mine- 
stra piuttosto  brodosa,  ma  di  poca  so- 
stanza, ed  anche  brodo  lungo,  insipido. 
brodin,  s.  m.  broduccio ,  dimin.  di 
brodo. 

brodón,  s.  m.  =  brodo  succolento,  sapo- 
rito. 

brodòs,  agg.  =  brodoso,  con  molto  brodo: 
detto  specialm.  di  minestra. 

broeùd,  s.  m.  =  brodo  :  la  parte  della 
carne  che  si  scioglie  nell'acqua,  in  cui 
è  fatta  bollire;  e  l'acqua  in  cui  la  carne 
ha  bollito;  broRild  de  vitèll,  de  càpòn  = 
brodo  di  vitello,  di  cappone. 

1)  brcetld  lóngh  =  brodo  lungo,  fatto 
con  molta  acqua  e  poca  carne  ;  broeud 
ristrètt  =  brodo  ristietto.  L'opposto. 

2)  brcetld  faa  =  brodo  fatto,  quello 
che  ha  bollito  colla  carne  sufficiente- 
mente per  essere  bevuto,  o  altiùmento 
adoperato,  benché  il  lesso  non  sia  per 
anco  cotto. 

3)  broeud  sgràsaa  =  brodo  digrassato: 
quello  cui  è  stato  tolto  il  grasso,  gal- 
leggiante in  figura  d'occhi  o  scandelle, 
se  caldo,  ovvero  rappreso  e  rassodato 
in  falda  uniforme,  se  il  brodo  fu  la- 
sciato freddare. 

4)  smagrì  el  brcBild  =  digrassare  il 
brodo,  levarne  il  grasso. 

5)  brceild  comiimé  =  brodo  consu- 
mato, ristretto  per  consumè  ;  brodo  di 
carnaggio  eccessivamente  cotto,  e  quasi 
consumatovi  dentro  e  perciò  molto  so- 
stanzioso. 

6)  brceicd  che  sa  de  nàgota  =  brodo 
sciocco,  con  poco  sapore. 

7)  fond  del  broeud  =  bolliticcio  del 
brodo. 

8)  Ossi  da  far  brodo;  compra  on  chilo 
de  brceild  =  comperare  un  chilogranmo  , 
d'ossi  da  far  brodo. 

9)  broeild  de  càétègn  =  broda  di  fa- 
gioli: scherz.  di  caffè   lungo  e  scipito. 

10)  àìidà  in  brceild  de  scìsger  =  an- 
dare in  broda   di  succiole,    fam.:  prò 
vare  una  viva  soddisfazione  spesso  per 
motivi  futili,  come  lodi,   carezze   inte- 
ressate e  simili. 


bro 


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11)  tira  sii  el  broìitd  =  succiare  ;  at- 
ti'arre  a  se  il  fiato  per  freddo  o  per- 
cossa, 

12)  vìv  in  del  so  brmìcl  =  far  razza 
da  se,  non  ci  metter  né  sai  ne  olio, 
bollire  o  cuocere  nel  suo  brodo  ;  non 
impicciarsi  con  altri. 

13)  vèss  in  del  so  brcBild  =  esser  nella 
sua  beva:  essere  in  un  luogo  a  trattare 
negozi  che  vadano  a  genio. 

14)  làsti  ■vun  in  del  so  brceùd  =  la- 
sciar bollire,  cuocere  uno  nel  suo  brodo  ; 
lasciarlo  fare  a  modo  suo,  non  occu- 
parsene: per  lo  più  di  persone  colle 
quali  sia  meglio  non  aver  nulla  da 
spartire. 

15)  Prov.  gaina  vègia  fa  bon  broeild 
=  gallina  vecchia  fa  buon  brodo. 

broeùda,  s.  f.  =  broda  :  ò  appellazione 
quasi  scherzosa  e  avvilitiva  di  brodo, 
per  dire  che  esso  è  cattivo,  o  in  troppa 
quantità  o  inopportuno. 

1)  Broscia,  fam.  minestra .  molto  li- 
quida e  scipita. 

2)  Fig.  dicesi  di  uno  scritto  diffuso 
e  scipito:  brodo  lungo. 

3)  In  gergo,  il  sangue  che  cola  dal 
naso;  el  g'hà  daa  on  piign  che  g'kà 
faa  vegni  già  là  brmuda  =  gli  diede 
un  pugno  che  gli  fece  far  sangue  dal 
naso;  tra  brceuda  =  far  sangue  per  le 
narici. 

4)  altari,  gio  là  broeuda  =  sbrodolare. 

5)  àndà  in  broeuda  =  andare  in  broda, 
spappolare,  non  tenersi  bene  insieme, 
disfarsi:  dicesi  di  cosa  morbida  che, 
toccata,  si  disfà  fra  le  dita.  Anche:  an- 
dare in  brodo  di  succiole.  Vedi  broeùd 
n.  10. 

G)  Broda,  brodiglia,  l'acqua  lorda  e 
melmosa  delle  strade  quando  è  piovuto 
molto.  In  questo  senso,  ormai  poco 
usato. 

broiàss,  s.  m.  =  scartafaccio,  straccia- 
fogli  :  quaderno  o  più.  fogli  riuniti  in 
quantità  per  appunti  e  noi  negozi  per 
le  prime  note. 

broncà,  v.  att.  =  abbrancare,  acciuffare, 
agguantare  lesto  e  forte.  Vedi  bràttea. 

bronchi,  *  s.  m.  pi.  =  bronchi:  i  due  ca- 
nali per  cui  l'aria  entra  dalla  trachea 
nei  polmoni. 

brottchiàl,  *  agg.  =  bronchiale:  dei  bron- 
chi; màlàtta  bronehiàl  =  malattia  bron- 
chiale. 

bronchite,*  s.  f.   corrotto   dal   volgo  in 


broncliìtide,  o  bronchitica  =  bron- 
chite, infiammazione  dei  bronchi. 
bróns,  s.  m.  =  bronzo  :   lega  di  rame  e 
stagno  0  zinco;  stàtoa  de  brons  =  sta- 
tua di  bronzo. 

1)  Fig.,  stomeghj  polmon  de  brons 
=  stomaco,  petto  di  bronzo  ;  fortissimo- 

2)  Agg.  bronzino:  di  colore  simile  a, 
quello  del  bronzo;  color  brons  =  colore 
bronzino. 

bronsà,  v.  att.  =  abbronzare,  ridurre  a 
colore  di  bronzo;  gèéé  bronsaa  =  gesso- 
abbronzato. 

brònsa,  s.  f.  =  faccia  tosta;  di  persona, 
sfacciata,  impassibile. 

brousàdùra,  s.  f.  =  abbronzatura:  l'ef- 
fetto dell'abbronzare. 

bronsin,  s.  m.  =  mortaio:  vaso  di  pietra,, 
di  bronzo,  di  ferro  e  sim.  in  cui  col 
pestello  si  tritano  e  riducono  in  pol- 
vere varie  sostanze. 

1)  Romano,  piombino:  quel  contrap- 
peso pensile  scorrevole  nel  braccio  dellar 
stadera. 

2)  Botte  di  doghe  grosse  e  percià 
saldissima. 

bronsìroeù,  bronsìsta,  *  s.  m.  =  bron- 
zista: chi  lavora  in  bronzo  e  altri  me- 
talli, segnatamente  piccoli  oggetti  che 
si  mettono  nelle  stanze  per  ornamento. 

brontola,  *  v.  att.  =  brontolare,  parlare 
da  se,  sottovoce,  a  riprese,  con  qual- 
che risentimento  ;  noi  fa  che  brontola 
non  fa  che  brontolare. 

1)  Fam.  il  rumoreggiare  lungo  e  lon- 
tano del  tuono. 

2)  Del  rumore  che  fa  l'aria  rinchiusa 
negli  intestini. 

brontolàmént,  *  s.  m.  =  brontolamento. 

il  brontolare. 
brontolòn,  *  s.  m.  =  brontolone:  che  ha 

il  vizio  di  brontolare. 
brosa,  s.  f.  =  spazzola:  arnese    con  che 

si  ripulisce  il  pelo  nei  cappelli. 

1)  brdsa  dura  =  spazzola  dura  ;  quella 
adoperata  dal  lavorante  che  dà  la  forma 
al  cappello  per  avviarne  il  pelo,  uscita 
che  sia  dal  bagao  bollente. 

2)  brosamòla  =  spazzola  molle:  quella- 
fatta  con  setole  di  cignale  che  viene 
adoperata  per  dar  lustrerò  al  cappello. 

bròsc,  s.  f.  =  spillone,  spillo  artistico; 
dal  francese  broche. 

brosciur,  =  libro  cucito:  Term.  dei  leg. 
di  libri  ;  quello  i  cui  fogli  sono  sem- 
plicem.  cuciti   ed  ha  per   coperta  non 


bro 


140 


bru 


cartone,  ma  solo  un  foglio  di  carta  con 

stampato  o  no  il   titolo  e  i  fregi.   Dal 

francese  brochure. 
brosioeu,   s.  m.  =  bitorzoletto,  dimin.  di 

bitorzolo.  Anche  brosàioetì,  ma  ormai 

poco  usato. 
bròsol,  s.  in.    =    bitorzolo,    bernocolotto 

di  forma  molto  irregolare  sulla  pelle. 

1)  jyièn  de  bròsol  =  bolloso. 

2)  tiltt  à  brdéol  =  bernocoluto,  bi- 
torzoluto. 

brostoli,  V.  att.  =  arrostire,  abbrustolire. 
Vedi  brustoli. 

1)  Del  pane  e  delle  castagne. 

2)  Iperb.  della  pelle:  el  so  el  brosto- 
lìss  là  peli  =  il  sole  arrostisce  la  pelle. 

bro  va,  v.  att.  =  accarezzare,  piaggiare, 
far  moine:  disusa. 

1)  Pulire,  mondai-e,  sbreccare,  tor 
via  ogni  seccume  dalle  viti. 

2)  Innumidire  :  specialmente  la  seta 
col  vapore. 

3)  Kifare  le  carni. 

brovàdura,  s.  f,  =  sbroccatura,  brusca- 
tura  ;  il  seccume  levato  alle  pianto. 

1)  Cassa  da  inumidirvi  la  seta  col 
vapore. 

Brovètt  e  Broètt,  s.  m.  =  Broletto:  chia- 
mavasi  cosi  il  palazzo  comunale.  Ora 
il  nome  rimase  al  palazzo  e  alla  via 
dove  risiedeva  il  municipio  non  ostante 
questo  abbia  mutato  sede. 

brìicc,  s.  m.  =  asino,  ciuco,  ronzino. 

brug^h,  s,  VI.  =  scopa,  erica;  erica  vul- 
garis;  cresce  negli  scopicci. 

briigrliéra,  s.  f.  =  brughiera,  scopeto, 
soopiecio,  grillaia  :  teiTono  argilloso, 
siliceo  e  ferruginoso  ove  fa  la  scopa. 

1)  làsà  àndà  à  brughéra  =  lasciar 
«he  un  terreno  diventi  sodaglia,  sco- 
peto. 

2)  scarpai  dna  brigherà  =  dissodare 
uno  scopicelo. 

3)  pari  0  vèss  dna  brughéra  =  es- 
sere una  grillaia,  ài  terreni  trasandati. 

brugiia,  s.  f.  =  prugno,  susino;  prunus 
domestica;  specie  di  frittata. 

1)  Prugna,  susina:  frutto  dell'albero. 
Ovale  e  per  lo  più  turchiniccio,  pao- 
nazzo, violetto,  rossiccio,  velato  da  una 
polvere  glauca  che  chiamasi  fiore. 

2)  àndà  i  brilgn  in  èrbión  =  imboz- 
zacchire, intristire. 

3)  bràgna  regina  o  déla  regina  = 
prugna  Claudia. 


4)  brugna  manna  =  prugna  amo- 
scina  nera. 

5)  brUgna  sàncld  =  prugaa  Claudia 
tonda. 

6)  brùgna  sàngioànn.,  scànàrda,  sei- 
résa,  spina,  ferdàsa  =  amosciua,  su- 
sina sangiovanni,  spaccatoia,  ciliegia, 
agostina,  verdacchia. 

7)  àvègh  dna  brugna  ài  ciiii  =  avere 
un  porro  dieti'o  via;  avere  gran  pregiu- 
dizio; anche:  avere  un  cocomero  in  corpo; 
essere  in  dubbio,  in  pensiero. 

8)  brugna  =  stanza  mortuaria:  stanza 
in  ogni  ospedale  in  cui  sezionano  i  ca- 
daveri, e  se  occorre  ve  li  depongono 
prima  di  seppellirli. 

9)  fàcia  de  brUgna  =  viso  da  morìa. 
briignòcola,  s.  f.  =  corno,  pesca,  sigillo: 

quei  bernoccoli  o  enfiati,  talora  rossi, 
talora  lividi,  che  sono  effetto  di  per- 
cossa in  qualche  parte  della  faccia. 

briignoeù,  s.  m.  ,=  pruno  salvatico;  pru- 
nus spinosa;  arbusto  che  cresce  spon- 
taneo nelle  nostre  siepi.  Il  frutto  di- 
cesi brugruoeùla. 

brugnòn,  s.  m.  =  musone:  di  pers.,  che 
fa  il  muso  grosso  e  serio. 

1)  Tavernaio,  vinaio  ;  chi  tiene  ta- 
verna. 

briigolòsa,  s.  f.  =  lingua   di  bue,    bor- 

rana    salvatica  ;    atichusa   offècinalis  ; 

erba  quasi  per  tutta    Italia  nei    luoghi 

incolti.  S'usa  in  medicina. 
brulé,  agg.  =  dal  frane,  brulé  --  bruciato, 

serve  come   aggettivo  di  eàfè  e  vin. 
lì  càfè  briilé  =  sciroppo    di  caifè. 

2)  vin  briilé  =  vin  caldo  e  acconcio 
con  droghe  e  zucchero. 

brumista,  s.  m.  =  fiaccheraio,  padrone  o 
conduttore  di  carrozzelle. 

briimiu,  e  anche  bruii,  s.  m.  =  cittadina, 
carrozza  pubblica,  carrozzella  :  per  lo 
più  coperta  ;  dall'  inglese  brougham. 
Quei  veicoli  che  per  commodo  pubblico, 
accorrono  alla  stazione  delle  strade  fer- 
rate qua  e  là  nelle  piazze. 

1)  briimm  de  retnis  o  de  rinièsa  = 
carrozzella  di  rimessa;  la  medesima 
carrozza,  ma  non  sta  sulle  piazze  o 
sulle  vie,  bensì  nelle  rimesse  :  è  più 
elegante  e  vi  si  paga  di  più. 

bruna,  s.  f.  =  specie  di  cuoio  di  capra, 
0  di  vitello  lavorato  in  nero. 

brtinèll,  s.  m.  =  brunelliuo  :  specie  di 
stoffa  a  mandorla:  se  ne  fanno  per  lo 
più  scarpe  da  donna. 


bru 


-  141 


bru 


brfis,  s.  m.  =  brucio:  nome  di  due  ma- 
lattie del  riso  in  vegetazione  procedenti 
da  troppa  grassezza  del  terreno,  da 
scirocchi  notturni,  da  mancanza  di  piog- 
gia ai  tempi  opportuni,  dagli  alidori 
estivi. 

1)  odor  (le  brus  =  puzzo  di  bruciato; 
éàvè  de  brUs  =  sentire  d'arsiccio  o  di 
abbruciaticcio,  pigliar  lo  strinato. 

2)  tceii  sii  òìi  brits  =  avere  il  baco, 
il  bruoio  di...  aver  passione  por. 

brus.a. 

1)  giiigà  Ma  brùsa  =  fare  a  verga  : 
si  gettano  in  aria  delle  monete  e  vince 
colui  del  quale  la  moneta  è  più  lontana 
dalle  commessure  dei  mattoni. 

2)  vciis  in  brUsa  de...  =  essere  a  un 
pelo,  a  .un  dito,  essere  in  pericolo  di... 

3)  pientà  in  brusa  =  lasciar  in  per- 
dita: di  gioco. 

4)  rèsta  in  byùsa  =  fig.  rimanere  col 
danno  e  colle  beffe. 

briisà,  V.  att.  =  bruciare,  abbraciare,  ar- 
dere, attaccare  il  fuoco:  consumare,  di- 
struggere per  mezzo  del  foco;  briis^  el 
Sucher,  l'iticém,  là  carta  e  sim.  =  bru- 
ciare lo  zucchero,  l'incenso  la  carta. 

1)  Applicare  il  ferro  rovente  sopra 
qualche  parte  offesa:  operazione  chirur- 
gica che  si  fa  anche  con  caustici;  m'ha 
mordila  on  eàn  e  ni'hdn  briisaa  =  mi 
morse  un  cane  e  mi  braci  areno. 

2)  Anche  colla  pietra  infernale,  ni- 
trato d'argento;  *  por,  i  pitgh  ée  brùsen 
coni  là  pietra  infernàl  =  i  poni,  le  pia- 
ghe si  bruciano  colla  pietra  infernale. 

3)  L'azione  di  alcune  sostanze  sopra 
altre;  là  tinta  l'ha  briisaa  el  pànn  =  la 
tinta  ha  bruciato  il  panno. 

4)  Arrivare  troppo  nel  cuocere  ;  el 
ròst  l'è  briisaa  =  l'arrosto  è  bruciato; 
làéà  briisà  el  pan  =  far  bruciare  il  pane. 

5)  brilstl  òli,  céra,  càrbon,  Ugna,  e 
sim.  =  bruciare  olio,  cera,  carbone,  le- 
gna e  sim.:  servirsi  di  queste  materie 
per  illuminare  e  scaldare. 

6)  legna,  òli,  éptrit  de  briisà  legna, 
olio,  spirito  da  ardere. 

7)  briisà  el  pàión  =  bruciar  pagliaccio 
a  uno;  mancare  a  un  ritrovo,  non  an- 
dare in  un  luogo  dove  s'era  promesso; 
far  billera:  mancare  a  una  promessa. 

8)  Intransitivo  :  dotto  della  cosa  a 
cui  si  è  attaccato  il  foco,  che  ha  preso 
foco;  là  legna  là  brUsa  polìd  =  la  legna 
brucia  bene. 


9)  briisà  de  là  set  =  allampare,  bru- 
ciar di  sete  :  avere  una  gran  sete. 

10)  Frizzare,  bruciare  :  d'  una  parto 
del  corpo  dove  si  provi  una  sensazione- 
simile  a  quella  prodotta  da  una  bru- 
ciatura ;  me  brusa  là  góla,  el  àtòmegh, 
e  sim.  =  mi  brucia,  frizza  la  gola,  lo 
stomaco  e  sim. 

11)  briisà  de  là  umilia  =  struggersi 
della  voglia  :  aver  gran  volontà  di  fare 
una  cosa. 

12)  bì-iisà  vìa  =  andar  via,  spacciare 
a  ruba  :  di  mercanzia  di  grande  spaccio. 

13)  Alidire,  arrabbiare  :  di  frutta 
staccate  dall'albero,  e  di  grano,  biada 
0  erba,  che  per  mancanza  di  umore 
divengono  rasciutte  e  gi-inze. 

14)  là  me  brUsa  =  mi  cuoce,  mi  an- 
noia :  di  cosa  che  arrechi  gran  fastidio, 
specialmente  ferendo  l'amor  proprio  e 
l'orgoglio. 

15)  briisàss  =  ri  fi.  bruciarsi  ;  el  s'è 
briisaa  i  pàgn,  i  bàrbìs,  i  cavèj  =  s'è 
bruciato  gli  abiti,  i  baffi,  i  capelli. 

16)  Prov.  là  cà  là  bi-usa,  dèmègh  el 
foRugh,  scàldèmes  anca  nùn  =  quando 
l'albero  è  in  terra  tutti  corrono  a  farci 
legna.  Vedi  légror. 

briisaa,  s.  m.  =  inarsicciato  :  margine  o 
segno  d'abbruciamento  o  d'arsione. 

1)  Calia  :  piccolissimo  parti  d'  oro  o 
d'argento  che  si  staccano  nel  lavorarlo. 

briisàbóca,  s.  f.  =  erba  pepe  ;  polygonuni 
hydropiper  =  erba  annua. 

briisacàntòn,  s.  m.  =  bravaccio,  gra- 
dasso, spaccamontagne  :  che  miaaccia, 
ma  non  fa  male. 

briisàcòa,  s.  m.  =  abbruciacoda,  bru- 
ciacoda  :  ferro  rovente  che  s'  applica 
alla  coda  dei  cavalli,  dopo  che  fu  ta- 
gliata, per  istagnarne  il  sangue. 

brìisàda,  s.  f.  =  stiacciata  :  pasta  lievita 
cotta  in  forma  di  torta  noli'  olio  o  nel 
buiTO,  spesso  con  dentro  uva,  finocchio, 
fichi  e  sim. 

briisàdèll,  s.  f.  pi.  =  bruciato,  brucia- 
tene :  castagne  cotte  arrosto. 

briisàdura,  s.  f.  =  bruciatura  :  1'  aziono 
del  bruciare  per  guarire  d'un  male. 

briisàlàseu,  s.  m.  =  stoppione  ;  serrattda 
arvensis  =  erba  pei'enne. 

briisàpàión,  s.  m.  =  gabbaloste  :  di  chi 
ci  inganna  e  burla,  chi  manca  a  un 
ritrovo  fissato. 

briisàpignàtt,  s.  f.  e  m.  =  fregona  :  chi 
fa  le  infime  faccende  della  cucina. 


bru 


142  — 


bru 


1)  dicesi  per  spregio  ai  cuochi  di 
poca  abilità  :  Cuoco  de  miei  stivali. 

briisàroeùla,  s.  f.  =  padella  da  bruciate  ; 
padella  di  ferro  col  fondo  tutto  forac- 
chiato a  uso  di  arrostire  le  castagne;  è  vo- 
cabolo pochissimo  usato  nella  città,  poco 
nei  sobborghi,  se  non  da'  caldarostai. 

briisàscés,  s.  m.  =  bruciasiepi,  caccia- 
toruzzo  :  di  cacciatore  malpratico. 

brasata,  v.  att.  =  abbruciacchiare,  bru- 
ciacchiare ,  abbrustolire  :  bruciar  leg- 
germente, superficialmente  qua  e  là  ; 
«  polàster  e  i  ilsej  pelaci  se  briisàten 
prima  de  fai  cceùs  =  i  polli  e  gli  uc- 
celli, quando  sono  pelati,  si  abbruciac- 
chiano prima  di  cuocerli.  Anche  :  ab- 
brustiare. 

1)  Segnatam.  di  vivande  nel  cuo- 
cerle, abbronzare,  abbrustolare,  è  leg- 
germente avvampai'e  :  quel  primo  ab- 
bruciare che  fa  il  foco  nella  superficie 
^d  estremità  delle  cose  ;  briisàtà  i 
sciàmp  de  polàster  per  podè  pelai  =  ab- 
bronzare le  gambe  e  i  piedi  del  pol- 
lame morto  per  poterli  pelare  ;  cioè  to- 
glier loro  quella  nivida  pelle  che  li  ri- 
veste. 

brusca  sii,  ■v.  att.  =  rampognare,  ripren- 
dere, far  rampogne,  rimproveri. 

briisch,  agg.  =  agro,  di  sapore  acerbo  ; 
el  limòn  Ve  brilseh  =  Il  limone  è  agro. 
Dols  e  kriiseh  =  Agro  e  dolce.  Dolce  e 
forte.  Detto  di  pietanze. 

1)  dna  stràpàstLda  in  dol§  ebriisch  = 
una  ramanzina  coi  fiocchi,  molto  amara, 

2)  Del  vino,  brusco,  acerbetto,  agro. 

3)  Aspro  :  il  sapore  delle  frutto  acerbe. 

4)  céra  br&sca  =  cera  brusca  :  che 
mostra  disapprovazione  e  risentimento. 

5)  coi  briisch  =  colle  brusche  :  con 
modi  e  parole  brusche,  cioè  senza  ri- 
guardi, ne  cerimonie. 

briiscliìn,  agg.  =  aspretto,  asprino.  Vozz. 
di  briisch  =  aspro,  solo  nel  senso  pro- 
prio :  anche  bruschetto. 

1)  Sost.  agrettino  ;  el  g'hà  on  brii- 
schìn  che  me  dispids  nò  :  ha  un  agret- 
tino che  non  mi  dispiace. 

,briiscòn  (i),  s.  m.  pi.  =  i  fortori  :  sen- 
sazione d'acido  molesto  allo  stomaco. 

1)  mètt  i  briiscdn  sUl  étomegh  =  far 
venire  i  fortori. 

2)  Cardosanta  Maria  ;  carduus  Ma- 
rianus. 

I^riiseghìn,  s.  m.  =  cociore,  fomento, 
amoretto  :  il  brucior  dell'amore. 


bruso  (nànca  ou)  =  neanche  un  picciolo, 
un  bricciolo  :  neanche  nn  quattrino  ; 
hoò  ciàpaa  nànca  on  brùso  =  non  ne 
cavai  nulla. 

briisón,  s.  ni.  =  brusone,  carolo  :  Ma- 
lattia del  riso. 

briisór,  s.  m.  =  bruciore  :  sensazione 
molesta,  simile  a  quella  di  una  brucia- 
tura; el  briisòr  de  gola  =  il  bruciore 
alla  gola. 

1)  Bruciaculo  :  bruciore  che  viene  al 
sedere,  cavalcando  troppo  a  pelo. 

2)  briisór  de  stòmegh  =  bruciore  di 
stomaco  :  ribollimento  dello  stomaco 
cagionato  da  indigestione. 

brusorent,  agg.  =  bruciante  :  specialm. 
di  senapismi  e  vescicanti. 

brustia,  s.  f.  =  brusca,  bussola  :  spaz- 
zola per  ravversare  il  pelo  ai  cavalli, 
dopo  averli  strigliati. 

1)  Setola  :  spazzola  forte  di  cui  si 
servono  specialmente  le  lavandaie. 

2)  brÈstia  di  pàgn  =  spazzola  :  ma- 
nella  di  saggina  o  d'  altro  simile  con 
che  si  ripuliscono  dalla  polvere  i  panni. 

briistià,   V.    att.    =    bussolare  :    ripulire 

colla  bussola  i  cavalli, 
briistiàda,  s.  f.  =  colpo  o  ripassata   di 

brusca  o  di  setola. 

1)  Fig.  batosta,   malanno,    calamità, 

sinistro  qualunque  a  cui   alcuno    vada 

soggetto. 
briistiàtt,  s.  m.   =  bruscaio  :    che   fa  o 

vende  brusche.  ' 

brustoli,  V.  att.    =    abbrustolire:    tener 

qualche  cosa  da  mangiare  sul    foco  in 

modo    che,    senza    abbruciare,    prenda 

quel  colore  necessario  a   farla    buona. 

Vedi  brostolì. 

1)  brustoli  el  pan  =  arrostire  il  pane. 

2)  Dell'arrosto  vale  troppo  arrostito  ; 
rè  brustola  sto  vitèll  =  è  troppo  ar- 
rostito, è  brustolito  questo  vitello. 

brustolìda,  s.  f.  =  abbrustolita  :  un  po' 

d' abbrustolimento. 
brustolidùra,  s.  f.   =    abbrustolimento  : 

l'abbrustolire. 
bruta,  s.  f.  =  minuta,  bozza  o  scrittura 

di  primo  getto,  che   talora   si    emenda 

per  metterla  poi  in  pulito. 

1)  fa  el  doér   in   bruta  =  minutare  j 

il  compito  :  faiio  in  minuta. 
briitàcòpia,  s.  f.   =  minuta,   bozza  :    lo 

stesso  che  bruta. 

1)  vèsà  là  briitàcdpia  de  vUn  =  Qsser 


brn 


143 


bud 


la  scimmia  di  alcuno  :  si  dice    di    chi 

contraffa  i  modi  altrui. 
brutàsc,  *  agg.  =  bruttaccio  :  agg.  pegg. 

di  brutto  ;  te  set  on  gran  briltàsc  =  sei 

un  vero  bruttaccio  :    anche   per   vezzo 

in  celia. 
briitésa,  *  s.   f.    =    bruttezza.    Astr.    di 

brutto. 
brìitin,  agg.  =  bruttino,  dira,  di  brutto. 

Serve  come  eufemismo. 
briitòn,  agg.  e  sost.  =  bruttone,  accresc. 

di  brutto,  in  senso  di   celia  ;   m   ma, 

briiton  =  va  via,  bruttone. 

1)  E'  anche  accresc.  femm.  ;  là  bUa 

briiton  =  la  bella  bruttona. 
briitonóii,  s.    m.    =    bruttaccione,   accr. 

doppio  di  brutto  e  intensivo  di  briiton. 
briitòtt,    s.    m.    =    bruttacchiolo,    dim. 

fam.  di  brutto,  detto  di  persona. 
briitt,  *  agg.  =  brutto,  contrario  di  bello  : 

di  persona  ;  òmm  briitt  =  uomo  brutto  ; 

l'è  minga    Òna   bruta    dona    =  non    è 

una  brutta  donna  ;  briitt  còme  el  pecaa  = 

brutto  come  il  peccato. 

1)  briitt  !  bruta  bastia  !  bruta  schn- 
bia  !  brutto  !  brutta  bestia  !  brutta 
scimmia  ;  briitt  ròbb  !  bruta  ghigna  = 
brutto  coso  !  brutto  muso  !  per  dispre- 
gio ;  el  didol  Ve  minga  briitt  come  el 
fan  =  il  diavolo  non  è  brutto  quanto 
si  dipinge.  Prov.  spesso  le  cose  fini- 
scono meglio  di  quello  che  si  credeva  ; 
briitt  color  =  brutto  colore  :  detto  an- 
che del  colore  del  viso  che  accenna 
malattia  o  grave  turbamento. 

2)  Del  tempo,  della  stagione  :  briitt 
inverno  =  brutto  inverno  ;  bruta  gior- 
nMa  =  brutta  giornata. 

3)  Di  cose  e  animali  ;  briitt  cdn, 
briitt  cavali.,  e  sim.  =  brutto  cane, 
brutto  cavallo  e  sim.  ;  briitt  pàes, 
bì'tì.ta  cà  =  brutto  paese,   brutta   casa. 

4)  Di  lavori  e  d'opere  d'arte. 

5)  Di  cose  difficili  ;  l'è  on  briitt  ca- 
mini cont  sto  tempàsc  =  è  un  brutto 
camminare  a  questo  tempaccio. 

6)  Di  fatto  0  aziono  biasimevole  e 
anche  solo  spiacevole  ;  briitt  visi,  briitt 
iiòmm  =  brutto  vizio,  brutto  nome  ;  el 
fa  briitt  senti  ona  sdora  pària  mal 
dèla  gént  =  fa  brutto  sentire  una  si- 
gnora dir  male  delle  persone.  E  con 
antifrasi  ;  briitt  schèrs,  briitt  coinpli- 
tnént  =  brutto  scherzo,  brutto  complÌT 
mento  :  di  male  che  altri  faccia  inna- 
spettatamente  ;  l'è  pròpi  staa  on  briitt 


complimént  =   fu    davvero   un    brutto 
complimento. 

7)  briitt  maa  =  brutto  male,  mal- 
caduco,  benedetto  :  l'epilessia,  le  con- 
vulsioni epilettiche. 

8)  coi  briitt  =  collo  brutte,  con  cat- 
tive maniere  :  contrario  di  coi  bòrni  = 
colle  buone. 

9j  vèdèla  bruta  =  veder  le  cose  nel- 
l'avvenire minacciose  e   spiacenti. 

10)  vedèfin  de  briitt  =  vederne  delle 
brutte  :  di  cose  spiacenti. 

11)  briitt,  sost.  masch.  l'  è  on  briitt 
simpàtich  =  è  un  brutto  piacente. 

12)  Di  cosa  ;  quèst  l'è  el  briitt,  àdèss 
vén  el  briitt  =  questo  è  il  brutto,  ora 
viene  il  brutto. 

13)  dementa  briitt  =  imbruttire  ;  v}§s 
briitt  de   coeur  =  esser'  brutto  davvero. 

14)  mètela  brÈta  =  mettere  in  pen- 
siero ;  viij  !  ghe  l'ha  misa  brÈta  =  ohe  ! 
r  ha  ben  messo  in  pensiero  ;  briitt  in 
fàsa  bèli  in  pìàsa  o  vicev.  =  brutto  in 
fasce  bello  in  piazza  e  vicev.  Vedi  fàsa. 
N.  3. 

15)  Anche  nel  senso  di  sporco,  su- 
dicio ;  l'  è  briitt  de  vin  =  è  sporco  di 
vino. 

briitiìra,  s.  f.  =  benedetto  :  leggera  con- 
vulsione dei  bambini  lattanti. 

1)  fa  vegnt  là  briitiira  =  far  sve- 
gliare i  vermi  :  mettere  grandissima 
paura. 

buba,  s.  f.  =  bubbola,  upopa  ;  galletto  di 
marzo,  o  di  maggio,  o  marziale  ;  upopa 
epops  =  uccello  silvano. 

bubòu,  *  s.  m.  =  bubbone  :  tumore  in- 
fiammatorio e  d' indole  piuttosto  ma- 
ligna. 

biicòlegra  e  biicòlìca,  *  s.  f.  =  la  buco- 
lica :  il  mangiare  ;  noi  pensa  che  à  là 
bucòlica  =  non  pensa  che  alla  buco- 
lica :  di  chi  non  si  prende  pensiero  che 
di  mangiare. 

biidèll,  s.  m.  =  budella,  budello  :  quelle 
delle  bestie  da  macello,  le  quali  bu- 
della tra  noi  si  vendono  a  misura  me- 
trica. ^ 

1)  Busecchia  :  il  budello  in  cui  si 
insacca  la  carne  di  maiale  salata. 

2)  biidèll  de  bèè  =  minugie. 

3)  cava  i  biidéj  =  ammazzare  :  levar 
le  budella. 

biidgètt,  s.  m.  =  bilancio  :  le  entrate  e 
le  uscite  specialm.  di  uno  stato.  Deriva 
dall'inglese  budget. 


bue 


-  144 


bai 


biièll,  s.  m.  =  budello,  intestino  :  canale 
degli  alimenti  digeriti  che  va  dallo 
stomaco  all'ano. 

1)  vègli  el  biièll  invèrs  =  essere  di 
cattivo  umore  e  mostrarlo  :  aver  le  lune. 

2)  vèss  sctsger  e  biièll  =  essere  pane 
e  cacio  :  essere  come  passeri  e  co- 
lombi, esser  tutti  amici  e  d'accordo. 

bufai,  *  s.  m.  =  lo  stesso  che  bufol  = 
bufalo  :  specie  di  bove,  mezzo  selva- 
tico, di  pelo  nero. 

biiff,  agg.;  femm.  bufa,  =  buffo  :  che  fa 
ridere. 

1)  Detto  di  opera  in  musica,  con- 
trapposto di  seria. 

2)  Detto  di  persona,  o  cosa  singolare 
0  curiosa  ;  ma  te  set  che  V  è  bUfa  ?  = 
ma  sai  che  la  è  buffa  ? 

3)  Sost.  el  biiff  =  il  buffo  :  il  can- 
tante che  nelle  opere  buffe  fa  la  parie 
pili  comica. 

biifé,  s.  m.  =  credenza,  riposto  :  tavola 
e  stanza  dove  stanno  apparecchiati  i 
vini,  i  liquori,  le  frutta  da  porsi  in 
tavola  e  quelli  che  servono  al  tratta- 
mento in  una  festa.  Dal  francese  buffet. 

biifòu,  s.  m.  =  buffone  :  chi  con  una 
cert'aria  di  gravità  e  d'importanza  dice 
0  fa  cose  inconcludenti,  vane. 

1)  Chi  fa  0  dice  cose  non  seine,  ap- 
l>osta  per  far  ridere,  parlando  anche 
di  cose  serie. 

2)  sònt  minga  el  tò  bit  fon  =  non 
sono  il  tuo  trastullo. 

biifonà,  V.  att.  =  buffoneggiare  :  fai'e  il 
buffone  e  dir  buffonerie. 

biifonàda,  s.  f.  =  buffonata  :  azione  o 
parole  da  buffoni. 

biìfonèll,  s.  m.  =  buffoncello  :  dim.  di 
buffone. 

biifonòii,  s.  m.  =  buffonaccio  :  doppio 
accres.  di  biiff. 

bufol,  s.  m.  =  buffalo  ;  hos  bitbalus  = 
animale  nero,  simile  al  bove,  mezzo 
selvatico. 

biigrà,  V.  att.  =  bubbolare,  baturiare  :  il 
rumoi'eggiare  dei  tuoni. 

biigàda  *  s.  f,    =    bucato  :    1'  operazione 

del  lavare  la  biancheria  col  ranno  ;  fa 

là  biigàda,   dà    in   biigàda  =  imbuca- 

tare,  fare   il    bucato,    dare    in   bucato, 

mettere  i  pannilini  in  bucato. 

1)  pànn,  lensceu,  càmìsa  de  biigàda 
e  sim.  =  panno,  lenzuolo,  camicia  di 
bucato  :  pulitissimi  ;  odor  de  biigàda  = 
odore  di  bucato  :  quell'odore  che  manda 


la  biancheria  quando  è  stata  in  bucato 
e  non  ancora  usata. 

2)  là  biigàda  =  il  bucato  :  la  totalità 
dei  i^anni  che  si  danno  e  si  mettono  in 
bucato. 

3)  bagna  la  biigàda  =  mettere  in 
molle,  ammollare  i  panni  :  porli  e  te- 
nerli per  più  ore  nell'  acqua  pura  per 
rammollirne  il  sucidume. 

4)  desténd  i  pàgn  de  la  biigàda  = 
tendere  il  bucato. 

5)  mètt  in  del  sègiòn  i  pàgn  déla 
biigàda  =  allogare,  pareggiare  i  panni 
nel  mastello  o  tinello. 

6)  Pampaaata  :  specie  di  suffumigio 
che  si  fa  con  pampini  bollenti  o  altro 
alle  botti  che  san  di  muffa,  per  toglier 
loro  il  cattivo  odore. 

8)  Per  estens.  di  cosa  di  grave  mo- 
mento che  diede  molto  da  fare  ;  nm 
vilij,  che  biigàda  =  ma  che  affare  serio, 
che  tramestio,  ecc. 

biigràdina,  s.  f.  =  bucatino  :  dim.  di  bu- 
cato, comunem.  bucato  di  pochi  panni 
e  dei  capi  più  piccoli,  fatto  in  casa. 
Anche  bucatuccio,  vilif.  di  bucato.  Di- 
cesi in  mil.  anche  biìgàdin. 

biigiàs,  s.  m.  =  bugiaza  :  rete  a  due 
ali,  che  si  usa  con  gran  frutto  quando, 
è  .torba  l'acqua.  Poco  usato. 

biigrii  (a),  =  bugnato  :  parete  o  facciata 
di  muro  a  bozza. 

btigna,  s.  f.  =  bugna,  bozza  :  quelle 
pietre  le  quali  con  minore  o  maggiore 
aggetto  e  con  ben  distinti  conventi,  ri- 
vestono alcune  parti  esteriori  di  edilìzi, 
specialm.  di  stile  rustico. 

biigrnòu,  s.  m.  =  bubbone,  gavocciolo, 
fìgnolo  :  tumore  per  lo  più  maligno. 

biigrionscèll,  =  bubboncino,  gavoccio- 
lino,  dim.  di  biigrnóii. 

biiì  e  bijj,  V.  att.  =  bollire  :  di  liquidi 
quando  la  loro  superfìcie  si  solleva  qua 
e  là,  formando  bolle  ;  btòj  V  acqua,  el 
broeùd,  el  làtt  e  sim.  =  bolle  l'acqua, 
il  brodo,  il  latte  e  sim. 

1)  E  di  tutto  ciò  che  è  in  un  li- 
quido 0  contiene  un  liquido  quando 
bolle  ;  bùj  là  carne,  bùj  el  càldàr  = 
bolle  la  carne,  la  pentola  ;  biij  fòrty\ 
odasi  =  bollire  forte,  adagio. 

2)Iperbol.:  di  caldo  eccessivo;  in  ktà\ 
stanca  se  bùj  =  in  questa  stanza  si  bolle. 
3)  Fig.    bui    el   éàngh    =    bollire    ilj 
sangue  :  essere  di  temperamento  vivace. 
Di  spii'iti  ardenti  ;  ghe  buj  quèicòéé  iì 


bui 


-  145  - 


bur 


del  eoo  =  qualcosa  gli  bolle  per  la 
testa  :  di  chi  agita  per  la  mente  qual- 
che di  seguo,  per  lo  più  in  mal  senso. 

4)  Di  chi  è  fortemente  sdegnato,  si 
contiene  a  fatica  e  borbotta  ;  el  buj  = 
bolle. 

5)  fa  buj  =  bollire,  trans.  ;  fa  b&J 
là  carne  =  bollire  la  carne. 

6)  Anche  lo  spontaneo  agitarsi  di  un 
liquido  in  fermentazione,  nella  quale 
le  bolle  non  sono  di  vapore,  ma  di 
fluido  aeriforme,  permanente,  cioè  di 
gasse;  buj  el  vin  nceitv  in  di  tinn  = 
bolle  il  mosto  nei  tini. 

7)  Di  cosa  che  risica  voler  seguire 
di  certo  ;  là  buj^  ma  sosènn  =  la  bolle 
forte  :  di  un  affare  che  si  sta  segreta- 
mente trattando  e  operando. 

8)  lil  el  buj  =  egli  ha  dato  volta, 
ha  perduto  il  cervello  :  non  ragiona 
più  0  ragiona  da  esaltato. 

9)  bùj  àdàsì  =  sobbollire. 

10)  bHj  à  là  disperMa  =  sbollire  a 
a  scorsoio,  a  sodo. 

11)  là  me  buj  =  la  mi  ribolle:  sto 
per  perdere  la  pazienza. 

12)  làsela  bàj   =  non  curartene. 
btiida^  s.  f.  =  bollitura,    bollizione,  bol- 
'    limonio:  l'atto  del  bollire. 

1)  Pampanata,  stufa:  specie  di  suf- 
fumigio che  si  fa  con  roba  bollente 
alle  botti  che  san  di  muffa  per  libe- 
rarlo dal  cattivo  odore. 

biiidura,  s.  f.  =  bollitui'a  :  il  bollire  per 
un  dato  tempo. 

biiiènt,  agg.  =  bollente  :  che  è  riscal- 
dato fino  al  bollore. 

1)  Di  pietanza  o  altro  che  scotti  ; 
broeild,  càfè  biliént  =  brodo,  caffè  bollente. 

buj,  s.  m.  =  bollore,  ebollizione  :  quel 
gorgoglio  che  fa  l'acqua  o  un  altro  li- 
quido quando  bolle. 

1)  fa  tra  on  buj  =  fermare  :  dare 
alle  carni  una  prima  cottura,  affinchè 
meglio  si  conservino. 

2)  leva  el  buj  =  levare,  alzare,  stac- 
care il  bollore  :    cominciare   a    bollire. 

B)  bilj  =  bolli,  bolli  :  il  rumoreggiare 
della  folla,  quando  il  popolo  fa  una 
dimostrazione  contraria  a  qualcuno  o 
magari  comincia  una  rivoluzione. 
biiiméut,  s.  rn.  =  bianchimento  :  il  mo- 
scuglio  della  grumata. 

1)  L'atto  e  l'effetto  dell'imbianchire 
i  metalli. 
buia,  s.  f.  =  pula  :  la  buccia  del  grano. 


la  veste,  il  guscio  delle  biade  che  resta 
in  terra  dopo  averle  battute.  Anche  : 
lolla,  loppa. 

1)  Fiorume  :  il  fiore  o  tritume  che 
lascia  il  fieno  dove  è  ammucchiato. 

2)  Trifoglio  :  genere  di  piante  legu- 
minose con  stelo  a  foglie  di  tre  fo- 
glioline. 

biilàda,  s.  f.'=  bravata ,  bravacciata, 
bravazzata,  sbravazzata ,  gradassata  : 
l'atto  di  chi  presume  e  si  vanta  di  vo- 
ler fare  cosa  che  sia  maggiore  delle 
sue  forze,  o  cosa  che  si  fa  per  mera 
ostentazione  di  ardire. 

biilàrdee  e  biilàrdéri,  s.  vi.  =  lo  stesso 
che  bordeléri.  Vedi. 

biilàso,  s.  m.  =  bravazzone,  bravone, 
smargiassone  :  chi  fa  il  coraggioso  a 
parole. 

bulbera,  bulbòra,  s.  f.  =  burbera  :  ci- 
lindro orizzontale  di  legno  con  dei  ma- 
nichi di  ferro  in  giro  o  con  un  manu- 
brio per  tirar  su  pesi,  acqua  da  pozzi, 
0  sim. 

bulg'her,  s.  m.  =  bulgaro  :  sorta  di  cuoio 
rosso  cupo,  odoroso. 

1)  fregagli  el  bùlgher  à  t-ùn  =  bat- 
terlo, picchiarlo. 

biilìn,  s.  ni.  =  farinaccia  :  quella   ciTisca 
che  si  ottiene  nel   bianchire    il  riso  e 
e  che  è  il  prodotto  della    sua  seconda  . 
vesta  0  membrana. 

bulìn,  s.  m.  =  bulino.  V.  bolin. 

buio,  s.  m.  =  bravaccio,  gradasso  :  chi 
protende  di  soverchiare  e  provoca  e 
minaccia  questo  e  quello,  più  che  altro 
a  ostentazione  di  autorità  e  di  forza. 

1)  fa  el  buio  =  far  del  gagliardo, 
bravare. 

2)  vèsé  on  bùio  =  essere  bravo,  va- 
lente. 

bùràtà,  V.  alt.  =  burattare,  abburattare  : 
separare  col  buratto  la  farina  dalla 
crusca.  Anche  :  stacciare. 

1)  baca  màsna  e  cuti  el  bilrMa  = 
detto  tutto  milanese  che  significa  :  si 
può  mangiar  d'ogni  cibo  che  tanto  e 
tanto  la  scoria,  il  non  buono  esce  per 
gli  escrementi  come  la  crusca  della  fa- 
rina per  il  buratto. 

2)  buratti  min  =  bui'attare  uno  :  farlo 
girare  qua  e  là  con  spintoni. 

bilràtàda,  s.  f.  =  abbui-attata  :  l'atto  del- 
l' abburattare. 

1)  bùràtttda  =  scrollata  :  il  far  gi- 
rare uno  qua  e  là  con  spintoni. 


bur 


-  146  - 


bus 


bìiràtàdùra,  s.  f.  =  abburattatura  :  l'o- 
perazione dell'  abbui"attare,  la  crusca 
che  se  ne  cava,  e  quel  clie  si  dà  in 
compenso  per  l'abburattare. 

bliràtìn,  s.  f.  =  burattino:  ognuno  dei 
fantocci  di  legno  che  tirato  coi  fili  fa 
la  sua  parte  sul  teatro  delle  marionette. 
Meglio  màgràtèll. 

1)  Persona  che  non  mantien  la  pa- 
rola. 

2)  fa  sdisti  vùn  per  el  so  bilratìn  = 
fare  alla  palla  d'altrui,  sbertarlo,  pren- 
derne gioco. 

3)  fa  dna  figura  de  buràttn  =  fare 
una  bnitta  figura,  una  figura    barbina. 

biiràtinàda,  s.  f.  =  burattinata:  azione 
da  burattino, 

1)  Rappresentazione  drammatica  mal 
composta. 

biiratO)  s,  m.  =  cruschino,  frullonaio  : 
il  garzone  dei  fornai  che  abbiu-atta. 

biiràtón,  s.  m.  =  frullone,  buratto.  Ac- 
crescitivo di  bìiràtt. 

1)  Albagie:  grosso  pannolano  che 
suole  essere  bianco  e  conserva  il  nome 
anche  negli  altri  colori. 

2)  Cassone  :  la  parte  del  frullone  che 
ha  chiuso  in  se  il  buratello  e  che  è 
diviso  da  tavole  in  piedi  in  tre  o  quat- 
tro parti  per  ricevervi  le  varie  finezze 
di  farina  che  dalla  stamigna  cala  giù. 

biiràtt)  s.  m.  =  buratto  :  1'  arnese  che 
serve  per  abburattare. 

burba,  s.  f.  =  burbera.  V.  bulbera. 

burber,  *  agg.  =  bui-bero  :  che  è  soste- 
nuto, serio  nelle  maniere,  nel  conte- 
gno, momentaneamente  o  solitamente, 
senza  che  abbia  a  esser  per  questo 
cattivo. 

biìrètt,  s.  m.  =  bure:  l'estremità  della 
stanga  dell'aratro  che  s'attacca  all'a- 
nello del  giogo. 

burla,  s.  f.  =  burla,  scherzo  :  atto  o 
parola  giocosa  per  ridere,  per  burlare, 
per  beffa,  per  leggerezza. 

biirléta,  s.  f.  =  burletta,  dim.  di  burla  : 
cosa  detta  o  fatta  o  che  paia  detta  o 
fatta  apposta  per  far  ridere. 

1)  fànn  onabiirléta  =  mettere  in  can- 
zone, beffai'sene. 

2)  mèé  là  burlata  de...  =  essere  il  ba- 
locco, lo  zimbello  di... 

bfiro,  s.  m.  =  stipo  :  specie  d'armadio 
piccolo  d'ebano,  mogano  o  altro  legno 
e  con   molti    sportellini  e  cassettine  a 


uso  di  riporvi  scritture  o  altro  di  pre- 
zioso. 

1)  Scrittoio  :  il  banco  dove  stanno 
i  pubblici  impiegati. 

2)  Gabinetto  dove  stanno  i  registri 
d'  una  azienda.  Deriva  dal  francese 
Bureau. 

bìirócràtegli    e    btìrocràtich  *  agg.  =^ 
cancelleresco,   di    cancelleria  ;   étil  bit-' 
roeràtieh  =  stile   cancelleresco:    inele- 
gante e  prolisso, 

bììrocrasìa,  *  s.  f.   =   burocrazia:   l'in- 
fluenza  delle    formalità    d'amministra-ì 
zione  eccessiva  e    pedante.  Pigliasi  in' 
senso  non  buono. 

bfìs,  s.  m.  =  buco  :  apertura  che  passa  da 
parte  a  parte  e  penetra  piuttosto  ad- 
dentro. Vedi  bceùcc. 

1)  biis  déla  eiàv  =  buco  deUa  chiave: 
l'apertura  per  cui  si  inti'oduce  la  chiave 
nella  toppa. 

2)  *  bus  di  orice  =  i  buchi  agli  orec- 
chi :  quelli  in  cui  si  introduce  il  gambo 
degli  orecchini. 

3)  Buco,  bugigattolo:  stanza  piccola 
oscura  ;  l'ha  mèi  che  bus  ?  =  ha  visto 
che  buchi? 

4)  el  bus  del  làvàndìn    =  buco  della 
pila  :  è  un  foro  fatto  in  essa  pel  qualeJ 
la  rigovernatura  passa  nello  smaltitoio.] 

5)  Piccola  apertura   neUa  calza  pro-^ 
dotta  da  rottura  di  una  o  poche  maglie. 

6)  Cocchiume  :  la  buca   per  dove  si  ' 
mette  il  vino  nelle  botti. 

7)  Buca  ;  el  bus  del  càmer  =  la  buca 
del  luogo  comodo. 

8)  el  bds  del  siigerìddr  =  la  buca  del 
suggeritore  :  nella  ribalta  del  palcosce- 
nico. 

9)  étopti  ì  bds  =  turare  delle  buche. 
Fig.  anche  pagare  i  debiti. 

10)  cerctl  per  tùti  i  bUs  =  cercare, 
frugare  da  per  tutto  :  cercar  col  fuscello. 

11)  mss  tiitt  à  b^s  =  essere  buche- 
rato, foracchiato. 

12)  btls  del  nàs  di  cavai  =  froge  : 
estremità  carnose    delle  narici   equine. 

13)  Agg.  bucato,  forato. 

14)  vègh  i  man  bus  =  aver  le  mani 
bucate.  Fig.  non  aver  regola  nello 
spendere. 

IB)  àndà  bUs,  o  btisa  =  o  fa  on  bus 
in  l'acqua  =  andar  fallito,  a  vuoto,  r> 
fare  un  buco  nell'acqua:  di  quando 
una  cosa  cade  senza  effetto  e  non 
riesce. 


bus 


-  147  - 


bus 


16)  fa  bus  =  far  breccia  :  cominciare 
a  entrare  in  una  azienda. 

17)  ciàpà  el  bds  del  ctiu  per  dna 
pitga  =  pigliar  lucciole  per  lanterne  ; 
pigliare  un  granciporro.  Sbagliare,  spe- 
cialm.  nel  giudicare. 

btisa,  s.  f.  =  buca  :  depressione  naturale 
del  terreno  poco  estesa,  ma  scoscesa  e 
piuttosto  profonda.  E  anche  scavo  della 
stessa  qualità  fatto  nel  teixeno. 

1)  busa  di  lUer  =  buca  delle  lettere; 
mètt  in  busa  =  imbucare  :  mettere  nella 
buca. 

2)  bilia  :  buca  del  bigliardo  ;  fa  busa 
=  far  bilia,  o  buca. 

biisàròtt,  s.  m.  =  noce  malescia  :  noce 
della  peggio  qualità  perchè  la  noqe  non 
si  stacca  dal  guscio  che  a  pezzetti. 
Anche  nós  strencéra. 

busca,  s.  f.  =  bruscolo  :  si  dice  di  qua- 
lunque corpicciolo  che  venga  a  jìcsarsi 
nell'occhio. 

1)  vègh  0  tra  i  busch  in  di  oeuce  = 
avere  o  far  venire  le  traveggole,  far 
travedere. 

2)  vèsé  foeUra  di  buéch  =  essere  uscito 
dalla  balia  o  di  pupillo,  aver  lasciato 
il  pappo  0  il  dindi,  essere  ormai  gran- 
dicello. 

8)  Pula  :  il  rimasuglio  della  spica 
del  riso  che  rimane  dopo  la  vagliatura. 

bflscà)  V.  att.  =  buscare  per  guadagnare, 
segnatam.  di  guadagni  procacciati  con 
industria  e  accortezza  ;  oh  !  i  so  cinqu 
frdnch  Al  di  si  e  busca  =  oh  !  le  sue 
cinque  lire  al  giorno  se  le  busca. 

1)  Di  busse;  vaa  che  ti  bUschet  = 
guarda  che  le  buschi  ! 

Busca  =  Busca  :  nobile  casato  milanese. 
Per  gioco  di  parole  ne  venne  il  detto 
àndà  in  eà  Busca  =  buscarne,  ricevere 
delle    busse.    Parimenti    si    fece    per 

Biiscaa,  s.  m.  =  Buscate  :  borgo  a  21  mi- 
glia N.  0.  da  Milano  che  ha  dato  ori- 
gine alla  frase,  fig.  àndt  à  Bilscaa  = 
toccarne,  toccar  delle  busse. 

biiscàj,  s.  m.  pi.  =  brucioli,  tacchie, 
piallatui-e:  sottili  strisce  raccartocciate 
che  il  legnaiuolo  cava  da  qualsivoglia 
legno  colla  pialla. 

1)  biiécàj,  fceuj,  fàsintn  =  piallature 
foglie  secche  :  fascinetta,  roba  secca  da 
accendere  più  facilmente  e  più  presto 
le  legne.  Accendigli olo. 

biiscàss,  V.  rifl.  =  beccarsi  :  di  malattie 


acquistarle  :  el  s'è  biiseaa  on  rèuma  = 
si  è  beccato  un  reuma. 

biischéta,  s.  f.  =  giugtt.,  tirt  éii  à  bii- 
sehèta  =  fare  alle  bruschetto  :  sorta  di 
gioco  dei  ragazzi.  Stringer  nel  pugno 
due  0  più  fuscelli  più  lunghi  e  più 
corti,  mostrarne  la  tostata  e  farli  ti- 
rare. 

biischÌB,  s.  m.  =  bi-uscolo  :  lo  stesso  che 
busca.  Vedi. 

bttscià,  V.  att.  =  brillare:  dei  vini  spu- 
manti. Il  pullulare  e  rompersi  tumul- 
tuoso che  fanno  le  bollicine  alla  su- 
perfìcie del  liquido,  quando    si  mesce. 

bliscin,  s.  m.  =  vitello,  boccino:   il  nato 
della  vacca  appena  nato. 
1)  bilscìn  négher  =  mucco. 

biiscidn,  s.  m.  =  tappo,  zaffo:  l'oggetto 
che  serve  a  chiudere  per  lo  più  la 
bocca  di  qualche  vaso.  Per  lo  più  è  di 
sughero.  Dal  francese  bouchon. 

1)  Turacciolo:  quanto  serve  a  tap- 
par vasi  specialmente  di  bocca  stretta. 

biiseca,  s.  f.  =  budello.  Al  plur.  biisècch 
=  budella  :  gli  intestini  e  specialmente 
gli  intestini  delle  bestie. 

1)  cà'và  i  biisècch  =  levar  le  budella, 
ammazzare. 

2)  vegnì  i  biisècch  in  boca  =  venir  le 
budella  in  bocca  :  sentirsi  lo  stomaco 
sconvolto. 

3)  pèrd  i  biisècch  =  seminar  le  bu- 
della :  detto  volgarmente  di  cosa  im- 
bottita, quando  da  qualche  strappo  vien 
fuori  il  ripieno. 

4)  àndà  gid  i   biisècch   =    cascar  lo 
stomaco. 

5)  àndà  gid  i  biisècch  de  là  fàmm 
0  àvigh  i  biisècch  làrgh  àsce  =  veder 
la  fame  in  aria,  avere  una  fame  assaet- 
tata. 

6)  àndà  i  biisècch  in  funéion^  o  bar- 
bata 0  trià  i  biisècch  =  gorgogliare  le 
budella,  il  corpo:  del  rumore  dell'aria 
chiusa  negli  intestini. 

7)  fa  tra  àii  anca  i  bUsèeeh  =  far 
venir  male  allo  stomaco,  far  sollevare 
lo  stomaco:  di  persona  o  discorso  che 
uggisca  0  irriti. 

8)  éentièé  à  riscià  sii  i  biisècch  = 
sentirsi  ad  agghiacciare  il  core. 

9)  fa  risela  sii  i  biisècch  =  far  venire 
il  mal  di  pancia  :  di  chi  suona  male, 
0  incomincia  a  imparare  a  suonare  istru- 
menti  musicali  e  specialmente  il  vio- 
lino 0  il  clarinetto. 


bus 


10)  tira  là  càrdàa  coi  biiseech  =  esser 
nobile  riarso ,  essere  al  verde ,  non 
averne. 

11)  Ti-ippa  :  lo  stomaco  dei-  vitelli 
ben  purgato  e  cucinato. 

12)  biisèea  rìsa  =  budella  di  vitello  : 
il  centopelle    ridotto  a  vivanda. 

biisèchee,  s.  m.  =  trippaio  :  chi  purga  e 
vende  la  trippa,  cbe  a  Milano  è  vivanda 
ghiotta  e  comune. 

busèchìn,  s.  m.  =  meglio  usato  al  plur. 
biisèchitt,  =  sanguinaccio,  biroldo,  ro- 
ventino :  budello  ripieno  di  sangue  e 
varii  altri  ingi-edienti. 

1)  vèss  on  Misèclitn  =  parere  un  bu- 
dello :  di  vestito. 

2)  vegnì  foeura  i  biisèekitt  =  sbuzzare 
perdere  le  budella  :  detto  volgarm.  di 
cosa  imbottita ,  quando  da  qualche 
sti-appo  vien  fuori   il  ripieno. 

biisècón,  s.  m.  =  milanese:  ne  gettano 
questa  parola  probabilmente  dal  gusto 
che  abbiamo  alla  trippa  e  in  generale 
al  mangiar  grasso.  Ma  forse  perchè  in 
Milano  abbonda  ogni  ben  di  Dio.  Ora 
non  è  più  voce  di  scherno  e  il  mila- 
nese chiama  sé  stesso  così  piacevol- 
mente. 

bùsera,  s.  f.  =  bussola:  costrazione  di 
legname  fatta  dalla  parte  interna  at- 
torno alle  porte  delle  chiese  o  a  quelle 
d'ingresso  negli  appartamenti. 

1)  Cassetta  :  piccolo  arnese  di  legno 
0  di  ferro  di  forma  quadrata  che  serve 
per  mettere  l'elemosina. 

2)  Tramoggia  :  apertura  superiore  del 
macinino  da  caffè  dove  questo  si  pone 
tostato  per  macinarlo. 

3)  busera  déla  saa  =  alberello,  bos- 
solo, 0  bossolotto  del  sale. 

4)  b'usera  del  fén  =  abbattifieno. 
bttseree, s.  m.  =  scaccino  :  quelloche spazza 
•     le  chiese,    le    apre,  le    serra,    tiene  in 

ordine  le  panche,  le   sedie  e  sim. 
biiserìn,  s.  m.  =    bossolo:    vaso    tondo 
per  lo  più  di  metallo,  di    che    si  ser- 
vono gli  accattoni. 

1)  Scodellino:  ciotolino  di  latta  o 
d'altro  in  cui  era  una  spugnetta  inzup- 
pata d'acqua,  ove  la  donna  immollava 
la  punta  delle  dita  quando  filava.  In 
città  va  disusando  la  cosa  e  la  parola. 

2)  Bossoletto  :  arnesetto  di  bossolo  o 
di  cuoio  che  serve  per  estrarre  il  ca- 
pezzolo cieco. 

3)  Bollo  :  stampo  in  cui  è  intagliato 


_  148  —  bus 

un  particolar  segno  che  il  burraio  im- 
pronta sui  pani  di  burro  che  egli  fab- 
brica. E  il  segno  improntato. 

buserìna  (ànima)  =  caspita!  capperi! 
esclam,  di  meraviglia. 

bìiseròtt,  s.  m.  =  bossolo  :  quel  bocciuolo 
di  cuoio  in  cui  inasta  la  croce  chi  la 
porta.  Ora  vi  si  inastano  anche  le 
bandiere  che  fregiano  le  Associazioni 
molteplici  in  ogni  città  italiana. 

1)  Dado:  piastra  di  ferro  che  si  in- 
vita nel  verme  dell' assile  sporgente 
della  ruota. 

2)  Bossolo  :  arnese  in  cui  si  fermano 
le  paniuzze  nella  caccia  a  civetta. 

3)  Schiaccia,  stiaccia  :  specie  di  trap- 
pola da  prendere  le  talpe. 

4)  Botola  :  specie  di  bussola  di  legno 
0  di  pietra  che  si  appone  esternamente 

■  alle  finestre  di  monasteri,  di  prigioni 
e  sim. 

5)  Assito  che  si  fa  innanzi  ad  una 
porta  rustica  tenuta  il  più  del  tempo 
chiusa. 

6)  Bocciuolo:  nei  candellieri  grossi 
da  chiesa,  quello  in  cui  si  inasta  la 
candel'a.  Vedi  biisolòtt. 

bttsìlìs  (chi  l'è  el)  =  qui  sta  il  busillis  : 
qui  sta  il  difficile  ;  hoc  opus,  hic  labor. 
Il  biisilis  è  stretto  parente  di  dona 
bisddia,  la  quale  non  capiva  che  cosa 
volessero  dire  nel  Pater  noster  quelle 
parole  da  nobis  ìiodie  e  perciò  fu  essa 
chiamata  dona  bisodia.  Un  chiericuccio 
aveva  a  tradurre  in  italiano  un  breve 
vano'elo  che  incominciava  in  diebus  illis. 
Conlinciò  a  spiegare  in  die,  dicendo 
nel  giorno  :  ma  quel  bus  illis,  di  che 
egli  faceva  una  sola  parola,  non  seppe 
intendere  mai.  Da  ciò  il  motto.  Almeno 
cosi  si  narra. 

biisìn,  s.  m.  =  buchino,  buchettino,  i)u- 
cherellino,  bucolino  :  dim.  di  buco. 

1)  Il  punto  delle  gote  o  del  mento 
che  si  infossa  leggermente   nel  ridere. 

btisirceùla,  s.  f.  =  bucherattolo,  fessolino. 

1)  làsà  in  busiroeula  =  tenere  a  fes- 
solino, a  spicchio. 

2)  sarà  in  busiroeula  =  socchiudere. 

3)  Gattaiola  :  buco  da  basso  dell'  im- 
posta d'  alcuni  usci  onde  il  gatto  vi 
passi  liberamente  per  andare  a  caccia 
di  topi. 

bfisola,  s.  f.  =  bussola  :  scatoletta  con 
un  quadrante  e  un  ago  calamitato  che 


bus 


-  149  - 


but 


bi 

I 


m 


serve  a  indicare  la  direzione,    special- 
mente nei  viaggi  di  mare. 

1)  pèrd  là  huèola  =  perder  la  bus- 
sola, la  tramontana  :  non  saper  più 
quel  che  uno  si  dica  o  si  faccia. 

2)  là  bUsola  déla  saa  =  il  bossolotto 
del  sale  :  vaso  di  legno  dove  si  tiene 
il  salo  in  cucina.  Vedi  busera. 

3)  Boccaglia  :  la  parte  piiì  grossa 
delle  corna,  toltane  la  punta. 

4)  Porta-punzoni  :  arnese  di  bronzo 
per  incidere  i  conii. 

5)  Bussola  :  poi-ta  interna  a  guisa  di 
pronao  nelle  chiese. 

6)  Anche  cassetta  dei  danari. 
biisolòtt,   s.    m.  =  bussolotto,    bossolo  ; 

giceUgh  di  biisolòtt  =  gioco  dei  busso- 
lotti ;  fa  el  giceugh  di  biisolòtt  =  fare 
il  gioco  di  bussolotti  ;  ingannare  col  far 
vedere  una  cosa  per  un'altra. 

1)  Stagnata,  stagnuola  •.  il  cartoccio 
preparato  ad  essere  nelle  fabbriche 
riempiuto  di  tabacco  ;  fa  éii  i  biiàolòtt  = 
accartocciare  le  stagnate. 

2)  Bossolo  :  vasetto  di  latta  o  sim. 
usato  dai  ciechi  per  raccogliere  le  li- 
mosino. Lo  stesso  che  buseròtt. 

3)  Specie  di  bocciolo  pei  candelabri 
da  chiesa. 

Biist,  s.  m.  =  Busto  Arsizio  :  città  nel 
circondario  di  Gallarate  in  prov.  di 
Milano.  Non  si  sa  come  siano  stati 
proverbiati  così  che  siasi  foggiata  la 
frase  ;  dndà  à  tceu,  yhe  voeur  quij  de 
Biist  =  andare  a  prendere,  occorrono 
quei  di  Busto,  per  significare  che  una 
stanza  avrebbe  bisogno  di  essere  più 
larga  che  non  sia. 

biist,*  s.  m.  =  busto,  fascetta  :  aa-nese  che 
le  donne  portano  fatto  di  tela,  con 
stecche  di  balena  o  d'  acciaio  e  allac- 
ciano con  un  aghetto, 

2)  Busto  :  lavoro  di  scultura,  la  te- 
sta con  una  porzione  del  tronco  ;  el 
biièt  de  Oàribàldi  =  il  busto  di  Gari- 
baldi. 

busta,  s.  f.  =  busta  :  quella  dove  i  chi- 
rurghi tengono  riposti  i  loro  arnesi  ed 
ordigni. 

1)  Custodia  :  quella  cassetta  dove  si 
custodiscono  reliquie,  gioielli,  e  sim. 
Anche  stiicc. 

stìna,  s.  f  =  bustino  :   dim.  di   busto 
nel  senso  di  fascetta. 

biita,  V.  att.  =  buttare,  gettare  :  lasciar 
andare  un  oggetto  dopo  avergli  impresso 


una  forza,  per  cui  vada  a  colpire  o  a 
cadere  in  un  dato  punto,  o  in  una  data 
direzione,  e  si  intende  senza  aggiustare 
il  colpo,  con  poco  garbo  e  riguardo  ; 
butti  gid  de  là  finèstra  quei  còse  = 
buttare  dalla  finestra  un  oggetto  ;  biltd, 
in  di  oeucc  =  buttare  negli  occhi. 

1)  Per  estens.  di  cose  da  cui  ne  ven- 
gon  fuori  altre  ;  là  fontana  là  bitta 
pòech  =  la  fontana  butta  poca  acqua. 

2)  biit^  vìa  =  buttar  via. 

3)  biittl  in  tiri  =  butta]'o  all'  aria. 
Vedi  tra. 

4)  Degli  alberi  lo  stesso  che  met- 
tere, gettare,  germogliare  :  quando  sul 
principio  della  primavera  spuntano  ì 
primi  germi  delle  foglie  e  dei  fiori. 

biitàda,  s.  f.  =  buttata,  gettata,  messa  : 
vetta  giovane,  prima  che  s'abbia  avuto 
il  freddo  :  là  prima,  là  èegdnda  bii- 
tàda =  la  prima,  la  seconda  buttata, 
gettata. 

1)  là  va  à  bUtàd  =  secondo  le  but- 
tate :  una  la  capita  buona  e  l'altra  no. 

2)  bdna  bUtàda  =  buona  detta,  buona 
"  occasione. 

biitàfoeiìra,  s.  m.  =  buttafuori  :  quello 
che  nelle  compagnie  comiche  avverte 
gli  attori,  quando  debbono  entrare  in 
iscena  o  reca  qualche  avviso  al  pub- 
blico dal  palcoscenico. 

biitàlà,  s.  m.  =  uomo  a  casaccio  :  chi 
dice  e  agisce  da  spensierato. 

1)  fa  i  ròbb  de  bùtàlà  =  fare  a  ca- 
saccio. 

biitàss,  V.  rifl.  =  buttarsi  :  lasciarsi  cader 
dall'alto  in  basso  ;  el  se  biitària  in  del 
foeugh  =  si  butterebbe  nel  fuoco  :  di 
chi  è  disposto  a  fare  qualunque  sacri- 
ficio per  servire  o  far  piacere  ad  altri. 

1)  biitàss  gid  =  buttarsi  giù,  sdraiarsi, 
mettersi  a  giacere. 

2)  biitàss  per  tèra  =  buttarsi  per  le 
terre,  sdraiarsi  per  terra  facendo  de' 
voltoloni. 

3)  biitàsà  gid  indree  =  rechinarsi. 

4)  biitàss  i  bràsc  ài  còli  =  gettarsi 
le  braccia  al  collo  ;  recipr. 

biitàyàn,  s.  m.  =  cacciabotte  :  ferro  con 
cui  si  fanno  gli  sfondi  d'  intaglio  nelle 
botti  e  sim.  Anche  fèr  stòrt. 

biltèr,  s.  m.  =  burro,  butirro  :  la  parte 
più  grassa  del  latte,  separata  dal  siero 
e  condensata  ;  on  pan  de  biitér  =  un 
pane  di  burro  ;   pan    de   biitér  =  pane 


but 


160  - 


ca 


fatto  col  burro  ;   pan   e   biitér  =  pane 
imburrato,  burrato. 

1)  l' è  on  biitér  =  è  un  burro  :  di 
roba  da  mangiare  molto  delicata,  che 
quasi  si  disfa  in  bocca.  E  anche  di  per- 
sona giovine  e  di  carnagione  fresca  e 
grassotta. 

2)  biitér  gitaa  =  burro  fuso,  cotto. 

3)  fa  éii  i  pan  de  biitér  =  appanet- 
tare,  riduiTe  il  burro  in  panetti  quando 
è  finito  di  lavorai'e. 

4)  Bui-è  :  aggiunto  di  una  varietà  di 
pera. 

biiteree,  s.  m.  =  burraio  :  chi  fa  e  vende 

burro.  Ora  meglio  làtee. 
bUteròs,  agg.  =  butirroso,  burroso  :  che 

ha  alcune  qualità  del  burro,  specialm. 

la  mollezza  e  la  morbidezza. 
biitij  V.  att.  =  sciamare  :  far  sciame  novo. 


bfltón,  s.  m.  =  urto,   spinta,   spintone  : 

lo  spingere  e  l'effetto  dello  spingere. 
biitonà)  V.  att.  =  dar   spintoni  :    urtare. 

dare  mii. 
biitonàda,  s.  f.  =   m-tone,    spintone  :  lo 

stesso  che  bìitón. 

1)  Anche  il  seguirsi  di  molti  urtoni 

e  spintoni  in  una  folla. 
biitt,   s.    m.    =    buttata,   germoglio  :    la 

prima  messa  delle  piante. 

1)  Germe  :  la  parte  interiore  del  fiore 
che  contiene  in  se  l'embrione  del  frutto. 

2)  àndà  vìa  i  biitt  =  ammutolire, 
accecare  :  delle  piante. 

3)  biitt  di  vid  =  cacchio. 

4)  biitt  di  olìv  =  mignola. 

5)  Gretto  d'api  :  quella  parte  di  una 
famiglia  di  api  che  si  separa  dallo 
sciame  per  formare  una  nuova  colonia. 


O 


e,  =  la  terza  lettera  dell'alfabeto:  si  pro- 
nuncia Ce.  Entra  nella  parola  àbecee 
=  abbici,  alfabeto, 

cà,  s.  f.  =  casa:  costruzione  coperta  e  per 
lo  più  murata  a  più  ordini  o  piani,  di- 
viso ciascuno  in  vari  scompartimenti  a 
uso  di  abitazione,  edilìzio  fabbricato  a 
posta  perchè  la  gente  vi  possa  stare  o 
rimanere,  riparata  e  sicura ,  così  di 
giorno  come  di  notte. 

1)  cà  mìa,  noétraj  voétra,  eoa,  cà 
del,  de,  di,  ecc.  =  casa  mia,  nostra,  vo- 
stra, sua,  casa  del,  di,  ecc.  Si  intende 
talvolta  per  la  proprietà  e  talvolta  non 
indica  che  il  fatto  dell'  abitazione;  mi 
no  stoo  ben  che  in  cà  mìa  =  io  non 
sto  bene  che  in  casa  mia, 

2)  mett  sii  cà,  fa  cà  =  metter  su 
casa,  far  casa,  accasarsi,  avere  o  te- 
nere una  casa  provveduta,  a  proprie 
spese,  di  quanto  è  necessario  per  abi- 
tarvi. Il  contrario  dello  stare  siii  stane 
mobiliaa  =  a  dozzina,  o  sii  l'albergo  = 
=  alla  locanda,  ecc. 

3)  cà,  senz'altro,  si  intende  la  casa 
dove   sta  la   persona   di  cui  si   parla; 


àndti  à  cà,  àndà  fcmra  de  cà,  età  sém- 
per  in  cà  =  andar  a  casa,  uscir  di  casa, 
star  sempre  in  casa. 

4)  vègh  nò  ne  cà  ne  tècc  =  non  aver 
casa,  ne  tetto:  non  aver  mezzi  di  sus- 
sistenza, e  anche  non  aver  dimora  sta- 
bile in  nessun  luogo. 

5)  póera  cà  sema  tècc  =  povero  scer- 
vellato: si  dice,  commiserando,  di  chi 
dimostra  di  aver  poco  o  nessun  senno. 

6)  fa  cà  cont  viin,  fa  òna  cà  sola 
=  far  casa  con  uno,  far  tutt'una  casa: 
avere  o  tener  casa  in  comune  fra  più 
persone. 

7)  tira  in  cà  =  ritirare  in  casa;  spe- 
cialm. di  congiunti,  prenderli  con  se, 
e  può  includere  1'  idea  del  fargli  le 
spese. 

8)  sta  de  cà,  e  assolutam.  età  =  star 
dì  casa,  stare,  abitare;  étoo  de  cà,  stoo 
in  pìtièa  de  S.  Sepolcher  =  sto  dì  casa, 
sto  in  piazza  di  S.  Sepolcro:  sta  in  cà 
de  vùn  =  stare  in  casa  d'uno:  stare 
nella  sua  casa  come  ospite,  precettore, 
servitore  o  altro  ;  sta  in  cà  RighUi, 
Tavèrna,  o    qualunque   altro   casato  = 


ca 


-  151 


ca 


stare  nella  casa  o  nelle  case  Eighetti. 
Taverna,   ecc.:  starci  a  pigione. 

9)  vèsè,  àndà  feetlra  de  eà  =  essere 
andar  fuori  di  casa,  non  esser  più  in 
famiglia.  Figur.  essere,  andar  fuori  di 
casa,  di  chi  ha  preso  un  abbaglio  par- 
tendo da  quel  falso  supposto  :  sragio- 
nare. E  anche  di  suonatori  che  stonano, 
che  vanno  fuori  di  tempo  e  sim. 

10)  vègh  el  eoo  à  cà  =  avere  il  cer- 
vello a  casa,  aver  molto  giudizio,  molta 
accortezza. 

11)  tegrii  i  man  à  eà  =  tener  le  inani 
a  casa;  tenerle  a  sé. 

12)  à  eà  mìa  =  a  casa  mia;  come 
io  la  intendo,  e  secondo  il  comun  modo 
di  intenderla. 

13)  vèàà  de  cà  =  esser  di  casa  :  di 
chi  è  ricevuto,  trattato  come  fosse  della 
famiglia.  Om,m,,  dona  de  cà  =  uomo, 
donna  di  casa,  casalingo:  che  sta  molto 
in  casa  e  vi  attende. 

14)  eà,  si  usa  a  significare  le  per- 
sone e  le  cose  di  casa;  seriv  à  eà  = 
scrivere  a  casa,  alla  famiglia;  i  spés  de 
cà  =  le  spese  di  casa  ;  fa  àndà  là  cà 
guidar  la  casa. 

16)  eà  del  ditiol  =  casa  del  diavolo, 
l'inferno.  Vèss  de,  sta  à  cà  del  diàol  = 
essere  di,  stare  a  casa  del  diavolo  ;  es- 
sere di  paese  lontano,  abitare  in  luogo 
fuori  di  mano. 

16)  là  eà  di  Dio  =  si  dice  di  luogo 
dove  sia  abbondanza  d'ogni  cosa. 

17)  eà  gronda  =  si  dice  dell'ospe- 
dale Maggiore. 

18)  vdr  pilsee  on  màtt  à  cà  eòa  che 
on  éàvi  à  eà  di  alter  =  ne  sa  più  un 
pazzo  in  casa  sua,  che  un  savio  in 
casa  d'altri. 

19)  in  tùti  icàgh'è  el  bòn  e  elgràmm, 
=  ogni  casa  vede  il  sole  :  ogni  condi- 
zione ha  i  suoi  beni  e  compensi. 

20)  pè  de  eà  =  casamento:  casa  piut- 
tosto grande,  divisa  in  più  quartieri  e 
abitata  da  più  famiglie.  Anche  il  modo 
con  cui  si  guida  la  casa;  mètes  sii  on 
pè  de  cà  tròpp  in  grand  =  guidare  la 
casa  con  troppo  lusso. 

21)  vègh  là  eà  in  eoo  =  non  aver 
nulla  al  sole;  e  anche:  non  aver  sta- 
bile dimora,  far  vita  randagia. 

22)  eà  de  màtt  =  una  mano  di  pazzi. 

23)  eà  sòa  e  pceu  pii  =  casa  mia, 
casa  mia  -  per  piccina  che  tu  sia,  -  tu 
mi  sembri  una  badia,   oppure  :    tu  sei 


sempre  casa  mia:  bella  cosa  abitare  in 
casa  propria  :  non  si  sta  mai  così  bene 
come  in  famiglia. 

24)  fa  sta  li  de  cà  =  far  stare,  te- 
nere in  tuono,  vincolare  colla  propria 
autorità  le  voglie  altnii. 

25)  là  va,  là  va,  là  tira  àdree  là  cà 
=  e  va,  e  va  la  porta  la  casa  appresso: 
della  chiocciola. 

26)  dna  m,iseria  d'ona  eà  =  casucoia, 
casucciaccia.  Spregiat. 

27)  ròse  de  cà  =  ceppo  di  case,  grup- 
di  case. 

28)  dna  eà  de  roba  =  un  monte,  un 
nugolo  di  roba. 

ii9)  sàvè  nttnea  dóe  el  età  de  cà  =  non 
saper  dove  sta  di  casa,  esserne  al  tutto 
ignorante;  el  sa  nànca  dóe  sta  de  eà 
là  creànsa  =  non  sa  nemmeno  dove 
stia  di  casa  la  creanza,  è  uno  screan- 
zato. 

80)  tmu  sii  là  eà  in  sptila  =  scasare, 
sloggiare,  cambiar  di  casa. 

31)  tira  à  cà  =  riprendere,  ripigliare, 
rifarsi  d'una  perdita  nel  commercio  o 
al  gioco. 

32)  tceù  eà,  =  affittare  una  casa, 
prenderla  a  pigione. 

33)  trema  là  eà  di  pitt  =  far  le  co- 
sce lappo,  lappe  ;  avere  gran  paura. 

84)  vèss  à  eà  =  Fig.  essere  a  cavallo, 
in  porto:  non  aver  ormai  più  nulla  a 
temere. 

35)  s'è  setaa  giò  el  Signor  in  eà  = 
il  Signore  ha  visitato  la  casa  ;  si  suol 
dirlo  di  chi  è  colpito  da  più  disgrazie 
successive  a  brevi  intervalli. 

36)  Spesso  si  aggiunge  al  nome  eà 
un  nome  foggiato  a  guisa  di  casato, 
che  abbia  analogia  con  qualche  fatto^ 
0  qualità  per  indicare  quel  fatto  o  quello 
qualità;  vèss  de  eà  stortigntina  =  es- 
sere un  nanerottolo;  vèss  de  cà  baài- 
gntina  =  essere  piccolo  di  statura;  vèss 
de  cà  tègna  =  essere  un  avaraccio; 
dormì  in  cà  pàina  =  dormir  sulla  pa- 
glia, ecc. 

37  )  ctL  Lìta  =  per  antonomasia,  casa 
guidata  con  lusso  ed  abbondanza  quasi 
prodiga.  Dal  fatto  che  il  duca  Litta  a 
Milano  spendeva  assai. 

38)  vèsegh  «  sii  torna  à  cà  »  =  aver  no- 
me: torna.  Special,  di  libri  che  si  pre- 
stano, quando  si  raccomanda  di  resti- 
tuirli. 


cab 


—  152 


cac 


39)  vèss  Oli  flit  de  cà  =  essere  una 
spesa  continua. 

40)  'vèss  scìor  de  cà  eoa  =  esser  ricco  di 
casa  sua  :  non  aver  bisogno  d'altri  aiuti. 
■  41)  chi  è  minciòn  sta  à  cà  eoa  = 
chi  è  minchione  suo  danno. 

42)  chi  no  sa  fa  foeugh  no  sa  fa  cà 
=  chi  vuol  vedere  una  donna  da  poco 
la  metta  ad  accendere  il  foco. 

43)  là  cà  déla  pigola  =  la  casa  della 
bambola,  o  di  Petuzzo  :  di  casina  pic- 
cina, piccina. 

càbàléta,*  s.  f.  cabaletta:  l' ultima  parte 
di  un'aria  e  in  genere  di  un  pezzo  mu- 
sicale, che  suole  avere  un  movimento 
pili  rapido. 

cabarè,  s.  m.  =  vassoio,  specie  di  piatto 
su  cui  si  portano  le  tazze  per  il  caffè, 
bicchieri  e  simili.  Dal  francese  cabaret. 

càbi,  s.  m.  =  cappio.  Vedi  àsa. 

cabina,  *  s.  f.  =  cabina  :  camerino  a 
bordo  dei  bastimenti. 

cabriolè,  s.  ni.  =  cabriolè:  specie  di  ca- 
lesse a  due  i"uote.  Dal  frane,  cabriolet. 

càbrosèll,  s.  m.  =  ligustro  :  roveto  folto 
assai,  comune  nelle  macchie. 

caca,  *  s.  f.  =  cacca  :  gli  escrementi  u- 
mani.  Voce  usata  per  lo  più  dai  bam- 
bini, 0  parlando  con  loro. 

1)  Bea,  voce  fanciullesca,  che  vale 
roba  sudicia,  cattiva  in  genere,  sudi- 
ciume; tdchela  nò,  l'è  caca  =  non  la 
toccare,  l'è  bea. 

cacào,  *  s.  ni.  =  caccao  e  caccaos  :  il 
frutto  dell'arboscello  americano  di  cui 
si  fa  la  cioccolata.  *". 

1)  Capoè,  pasta  di  caccao  con  cui  si 
fa  la   cioccolata  senz'altro  ingrediente. 

càchétich,  s.  ni.  =  cacadubbi:  persona 
sempre  incerta  nelle  risoluzioni. 

1)  Pedanto  :  chi  sta  attaccato  con 
gretta  e  fastidiosa  minuzia  alle  regole. 

cacìa,  s.  f.  =  caccia:  1'  ammazzare  o  il 
pigliare  animali  che  vivono  in  libertà 
e  non  hanno  padrone,  alfine  di  gua- 
dagno 0  di  esercizio,  o  di  spasso;  àndti 
à  càcia  =  andare  a  caccia,  cacciare; 
cdn  de  càcia  =  cane  da  caccia. 

1)  Gli  animali  ammazzati  o  presi  ; 
èmm  faa  dna  bona  càcia  =  abbiamo 
fatto  una  buona  caccia.  In  questo  senso 
in  italiano  anche  :  cacciagione. 

2)  dà  là  càcia  =  dar  la  caccia ,  far 
la  caccia,  correr  dietro,  inseguire  ;  el 
ghe  dà  là  càcia  à  V  ereditaa  =  là  la 
caccia  all'eredità.  Anche  uccellare;    dà 


là  càcia  à  r&n  =  far  la  caccia  a  qual- 
cuno ;  cercare,  aspettar  l'occasione  per 
agguantare  qualcuno. 

3)  cada  à  restèll  =  tela,  cacciarella: 
si  fa  stringendo  il  branco  degli  uccelli 
con  la  catena  di  barche,  se  in  acqua, 
0  con  schiamazzi,  se  per  terra,  in  un 
punto  solo  e  uccidendoli  a  colpi  di 
fucile. 

4)  càcia  ài  f ositi  =  caccia  all'acqua, 
0  all'abbeveratoio  :  in  essa  rimangono 
gli  uccelli  0  accalappiati  dalla  rete,  o 
invischiati  ai  paniuzzi  tesi  su  stagni, 
fossi,  ruscelli  asciutti,  ecc.,  ove  essi 
gettansi  per  trovar  acqua. 

5)  càcia  coni  là  pàlèta  =  caccia  col 
frugnolo:  fatta  con  una  lanterna  a  ri- 
verbero usata  nella  caccia  notturna  de- 
gli uccelli;  àndà  a  càcia  coni  là  pàlèta 
=  frugnolare. 

6)  eàeia  coni  là  sciguèta  =  caccia 
alla  civetta:  specie  di  caccia  con  pa- 
nioni  0  paniuzze,  la  civetta  ammae- 
strata e  una  gruccia  dov'essa  monta  e 
scende  e  richiama  gli  uccelli. 

7)  càcia  del   spegètt  =    caccia   dello   ì 
specchietto:  è  per  prendere  specialmente   1 
le  allodole.  Si  usa  uno  specchietto  che 
abbaglia  gli  uccelli  e  li  fa  radunare  a 
stormi  in  qualche   punto  ove  il  caccia-   J 
tore  li  vuol  prendere.  \ 

8)  càcia  risewàda  =  caccia  bandita, 
riservata. 

9)  càcia  redi  =  gioco  che  si  fa  con 
una  specie  di  tavoliere  a  cassetta  con 
cerchi  rispondenti  per  disotto  a  casel- 
line di  testata  noverate  dall'I  al  5  e 
con  un  campanellino  nel  cerchio  di 
mezzo.  Il  giuocatore  scocca  una  pal- 
lottola e  vince  punti  secondo  la  casel- 
lina  in  cui  cade. 

càciàdor,*  s.  ni.  =  cacciatore:  chi  va  a 
caccia. 

1)  Vònini  rè  càciàdor  =  1'  uomo  è 
cacciatore.  Si  dice,  come  a  scusa,  di 
chi  corre  dietro  alle  donne. 

2)  Cacciatore:  soldato  vestito,  armato 
e  disciplinato  per  le  fazioni  della  mi- 
lizia leggera. 

càciàddra,  *  s.  f.  =  cacciatora:  giacchetta 
con  una  gran  tasca  dietro  a  due  uscite 
da  riporvi  la  selvaggina  e  altre  sul 
petto. 

1)  ala  càciàddra  =  alla  cacciatora. 
Modo  avverbiale. 

càdàrer,  *  s.  ?w.  =    cadavere  :  il   corpo 


cad 


—  153 


cad 


dell'uomo  dopo  la  morte;  el  par  on  cà- 
dàver  =  pare  un  cadavere  ambulante; 
di  persona  sparuta. 

càdàvérich,  *  agg.  =  cadaverico,  che  ha 
del  cadavere. 

«à-del-iiiàj,  =  cartiera:  la  stanza  ove  sono 
i  magli  da  pestar  gli  stracci  :  ormai  è 
voce  caduta  quasi  del  tutto  in  disuso. 

«àdéua,  *  s.  f.  =  catena:  serie  pivi  o  meno 
lunga  di  anelli  di  metallo  passati  l'uno 
dentro  l'altro,  per  servire  di   legame. 

1)  vègh  là  càdèna  ài  còli  =  aver  la 
catena  al  collo.  Fig.  essere  sotto  stret- 
tissima dipendenza. 

2j  mangia  o  fa  mangiti  càdènn  =  ro- 
dere, 0  far  rodere  la  catena,  l'aglio  : 
di  chi  si  arrabbia  inutilmente,  specie 
per  liberarsi  da  una  condizione  gravosa 
insopportabile. 

3)  càdhia  de  l'orelògg  =  catena  da 
oriolo,  e  assolut.  càdèna  =  catena,  quel 
legame  di  metallo  anche  sottilissimo,  a 
cui  si  raccomanda  l' oriolo  da  tasca  ; 
impegna^  vend  là  càdèna  =  impegnare, 
vendere  la  catena. 

4)  cadènti  de  Viiss  =  catena  dell'u- 
scio: corta  catena  di  ferro  o  d'acciaio, 
a  piccoli  anelli  o  a  maglie,  che  si  fa 
passare  dall'uno  all'altro  battente,  per- 
chè resti  l'uscio  socchiuso,  nell' aprirlo, 
in  modo  che  non  possa  entrare  in  casa 
la  persona  che  picchia. 

5)  càdèna  del  càmìn  =  catena  del 
camino  o  del  paiolo  e  assol.  càdèna  = 
catena;  la  piccola  catena  di  ferro  di  po- 
chi anelli  che,  raccomandata  a  un  grosso 
arijione  o  a  una  spranga,  si  tiene  sotto 

cappa  del  camino  per  attaccarvi  il 
jaiolo,  la  caldaia,  o  il  calderotto. 

fa  la  càdèna  =  far  la  catena:    si 

lice  quando  per  un  incendio  le  persone 

|lanno  una  lunga  fila,  e  passano   l'una 

ili' altra  i  bigoncioli  dell'acqua  per  ispe- 

jnere. 

1\  Qualunque  impedimento  posto  at- 
xaverso  vie,  fiumi,  porti  di  mare  e  si- 
mili, fatto  0  di  catene  propriamente  o 
di  travi,  o  di  sbarre  o  di  altro  a  fine 
por  lo  più  di  chiudere  il  posto. 
càdenàl,  s.  m.  =  spranga  ;  legno  o  ferro 
che  attiaversa  in  alto  la  gola  del  ca- 
mino della  cucina,  per  agganciarvi  la 
catena  da  fuoco. 
càdenàsoeù,  s.  m.  =  stanghetta:  ferretto 
della  toppa  che  volto  colla  chiave  serra 
ed  apre. 


1)  Chiavistellino:  dim.  di  càdenàss. 
càdenàss,  s.  m.  =  catenaccio  :  chiavi- 
stello :  ferro  lungo  e  tondo,  che  scor- 
rendo negli  anelli  fissati  alle  due  bande 
di  un  uscio,  serve  a  tenerle  unite  e 
chiuse. 

1)  dà  sii  el  càdenàss  =  incatenac- 
ciare, mettere  il  catenaccio.  Anche  dà 
sii  tànt  de  càdenàss  =  metter  tanto  dì 
catenaccio  :  accennando  a  un  chiavi- 
stello lungo  e  grosso. 

2)  dà  gid  el  càdenàss  =  tirare  il 
chiavistello. 

3)  ofig  i  càdenàss  =  fig.  unger  le 
mani,  le  carrucole,  la  ruota  :  corrom- 
pere con  danari. 

6)  l'è  on  càdenàsé  =  è  un  canchero  : 
di  orologio    0    di   fucile    arrugginito    e 
guasto. 
càdenèla,  *   s.    f.  =  catenella,    dim.    di 
catena  :  di  catena  da  oriolo. 

1)  à  càdenèla  =  di  ricami,  passa- 
mano, 0  altro,  fatti  sulle  vesti  a  foggia 
di  catena. 

2)  càdenèla  de  Venèsia  =  catenina 
di  Venezia  :  è  lunga,  a  maglie  picco- 
lissime, che  fascia  con  più  giri  il  collo. 

cà-di-fòU  =  marcitoie  :  luogo  dove  si 
tengono  i  cenci  a  macerare  per  farne 
carta. 

cà-di-lègrii  =  magazzino  di  legnami  d'o- 
pera. 

càdènsa,  *  s.  f.  =  cadenza  :  T.  mus.  la 
finale  di  un  pezzo  di  musica. 

càdètt,  *  s.  m.  =  cadetto  :  si  chiamavano 
così  i  giovani  che  sì  istruivano  nelle 
scuole  militari,  per  passare  ufficiali.  È 
ancora  nell'uso. 

càdin,  s.  m.  =  catinella  :  vaso  di  terra 
cotta  0  di  rame  per  lavarsi  il  viso  e 
le  mani. 

càdd;  s.  m.  =  dono,  donativo,  regalo  : 
la  cosa  dì  cui  viene  ceduta  la  proprietà 
senza  obbligo,  ne  corrispettivo.  Dal 
francese  cadeau. 

càdrègra,  s.  f  =  seggiola  :  sedia  usuale. 
Ora  si  dice  meglio  scàgn. 

i)  fond  déla  càdrèga  =  Impagliatino. 
Piano  impagliato  delle  seggiole. 

cadregàtt,  s.  m.  =  impagliatore.  Chi  im- 
paglia seggiole. 

càdregliee,  s.  m.  =  seggiolaio:  che  fa 
e  vende  seggiole  o  sedie. 

1)  Sediario  :  colui  che  nelle  chiese 
dà  le  seggiole  a  prezzo. 

càdreghin,  s.  m.  =   seggiolina,  dim.  di 


cad 


—  154  — 


cag 


seggiola  :  la   piccola   sedia   su   cui   si 
mettono  i  bambini. 

1)  eàdregkin  de  boeuce  =  predellina, 
seggettina:  piccola  e  bassa  seggiola  a 
braccioli,  con  foro  iti  mezzo,  a  uso  di 
tenervi  seduti  un  pezzo  i  barobini, 
perchè  facciano  poi  i  loro  bisogni  in 
sottoposto  vaso. 

2)  fa  càdreghìn  =  indugiarsi,  fer- 
marsi in  luogo  a  chiacchiere  ;  ehi  l'  è 
minga  el  sìt  de  fa  càdreghìn  =  la  bot- 
tega non  vuole  alloggio. 

càdregdn,  s.  m.  =  seggiolina,  predellino  : 
seggiolina  sufficientemente  alta  per 
porvi  i  bambini  a  sedere  alla  mensa  di 
famiglia  e  debbe  avere  i  bracciuoli. 

càdregròtt,  s.  m.  =  seggiolone  :  accr.  di 
seggiola  a  braccioli. 

càfé,  s.  m.  =  caffè  :  pianta  aromatica 
delle  Eubiàcee  e  i  semi  della  pianta 
stessa. 

1)  La  bevanda  che  se  ne  fa  ;  eàfè 
etLrieh  =  caffè  grave  ;  t(£u  el  eàfè  = 
prendere  il  caffè,  una  tazza  di  caffè. 

2)  La  bottega,  ove  si  vende  caffè, 
cioccolata,  sorbetti  e  sim.  ;  àndt  al  eàfè 
=  andare  al  caffè. 

3)  Ramanzina,  sgridata;  acerba  ri- 
prensione ;  el  pàdròn  el  m' ha  daa  on 
eàfè  sema  é&eher  =  il  padrone  mi  diede 
una  ramanzina  acerba. 

4)  toeu  el  eàfè  =    prendere   il   caffè. 

5)  eàfè  vàriaa  =  caffè  avariato  :  che 
ha  preso  il  mare  ;  di  quando  è  stato 
bagnato  dall'acqua  del  mare  e  il  sa- 
pore se  ne  altera. 

6)  eàfè  e  làtt  =  beuta,  caffè  e  latte. 

7)  eàfè  briilé  =  caffè  con  zucchero 
abbrustolito. 

8)  eàfè  che  ha  daa  gid  =  caffè  posato  : 
che  si  è  lasciato  tranquillo  dopo  il 
bollore,  perchè  la  polvere  depositi  sul 
fondo  del  bricco. 

9)  Colore  caffé;  l'è  on  vestii  eàfè  = 
è  un  vestito  di  color  caffè. 

10)  eàmerér  de  eafè  =  tavoleggiante, 
garzone  di  caffè  che  serve   ai  tavolini. 

11)  eàfè  seiàntdnt  =  caffè  cantante  : 
dove  si  fa  musica  vocale.  Dal  frane. 
caffè  chantant. 

càfèàus,  *  =  caffeaus.  Da  eaffè  e  il  ted. 
haus  casa.  Edificio  a  tempietto  nei 
giardini  dove  si  beve  il  caffé. 

càfèràtt,  s.  m.  =  caffeista  :  ghiotto  e 
intendente  di  caffè. 

càfèrìn,  s.  in.  =  caffeine,  dim.  vezzegg. 


di  caffè.  Per  bibita  ;  on  càfèrìn  coni 
òna  gota  de  riimm  el  juta  là  digeétion 
=  un  caffeine  collo  schizzo  del  mm 
aiuta  la  digestione. 

1)  Per  bottega  :  caffè  piccolo,  ma 
pulito,  in  ordine,  ben  tenuto. 

càférusc,  s.  m.  =  caffeuccio.  Pegg.  di 
caffè.  Per  bottega  :  caffè  piccolo,  me- 
schino. 

càfetee,  s.  m.  =  caffettiere  :  chi  tiene 
bottega  di  caffè. 

càf etèra,  s.  f.  =  caffettiera  :  la  moglie 
del  caffettiere,  o  donna  che  tiene  bot- 
tega di  caffè. 

1)  Bricco:  vaso  di  metallo  o  di  ter- 
raglia per  fare  il  caffè,  o  scaldare  il 
latte  0  l'acqua;  e  quello  in  cui  si  met- 
tono il  caffè  e  il  latte  per  mescerli  poi 
nelle  tazze. 

2)  Caffettiera  :  vaso  dove  si  fa  scal- 
dare e  si  sei- ve  il  caffè. 

caffi,  s.  m.  =  bui-gravio  :  in  una  società, 
corporazione,  assemblea.  Quelli  che  vi 
godono  di  maggiore  autorità.  Nel  mi- 
lanese càfQ,  non  è  però  del  tutto  lon- 
tana ogni  idea  di  prepotenza. 

càgrà,  V.  att.  =  cacare  :  andar  di  corpo, 
fai"e  i  suoi  bisogni.  E'  voce  pleblea. 

1)  eàgù,  de  menùder  =  fare  a  mic- 
cino, andare  stretto  di  mani,  essere  un 
cacastecchi.  Di  chi  dà,  ma  molto  par- 
camente. 

2)  caga  dur  =  cacar  sodo. 

'ò)  eàgà  gid  =  cacare,  sciolinare, 
produrre  in  abbondanza;  càgtL  gid  liber 
aver  la  cacaiola  nei  libri. 

4)  eàgà  in  del  segión  =  modo  vol- 
garissimo  :  essere  in  gattabuia,  vedere 
il  sole  a  scacchi.  Essere  in  prigione 
dove  i  carcerati  avevano  per  cesso  il 
secchione  o  mastello. 

5)  càgàéé  àdòsé  =  sconciarsi,  cacarsi 
sotto. 

6)  eàgàsè  àdòsé  per  là  pàUra  =  sca- 
cazzare di  paura. 

7)  làsàss  caga  àdòsé  =  lasciarsi  cam- 
minar sui  piedi  ;  lasciarsi  sopraffare  o 
fare  onta. 

8)  fa  caga  min  =  Fig.  tirar  su  le 
calze,  0  tirar  le  calze  a  uno.  Ca- 
vargli di  bocca  con  arte  un  segreto.  Me- 
glio e  piii  decente  fa  canta. 

càg'àbicér,  s.  m.  =  spilungona  :  donna 
lunga,  lunga.  Voce  triviale,  che  per 
fortuna  non  si  ode  ormai  quasi  più 
neppur  sulla  bocca  del  volgo. 


cag 


—  155  — 


cag 


càgàda,  *  s.  f.  =  cacata,  evacuazione  di 
ventre. 

1)  pién  de  càgàd  =  cach.eroso,  sve- 
nevole, sofistico.  V.  pleb. 

càgàdór,  s.  m.  =  cesso:  luogo  dove  si 
fanno  i  bisogni. 

1)  Anche  per  culo  ;  vèsà  tLlt  de  càgà- 
ddr  =  essere  alto  di  statm-a,  per  lun- 
ghezza di  gambe. 

càgàdùbi,  s.  m.  =  cacadubbi  :  chi  non 
sa  pigliare  nessuna  risoluzione,  affac- 
cia dubbi  sopra  ogni  cosa. 

•-  .  1)  Anche  casista  :  di  chi  in  ogni 
cosa  anche  chiara,  per  troppa  sotti- 
gliezza, mette  innanzi  dubbi  e  diffi- 
coltà. 

càgàréla,  s.  f.  =  cacaiola,  flusso  di 
ventre,  diarrea. 

Càgàsèchìn,  s.  m.  =  vecchino,  cacazec- 
chino  :  balocco  di  legno  in  figura  di 
vecchio  rappresentato  in  atto  ridicolo 
di  andar  di  corpo  emettendo  zecchini 
invece  di  escrementi. 

1)  àsnìn  eàgàsechìn  =  diciamo  di 
chi  volentieri  metta  mano  alla  borsa  e 
ci  regala. 

càgg,  s.  m.  =  caglio  :  sostanza  organica 
che  si  adopera  nella  fabbricazione  del 
cacio,  per  fare  accagliare  il  latte. 

càgher,  s.  m.  =  cacatura. 

1)  Gli  escrementi  di  alcuni  piccoli 
insetti  che  rimangono  attaccati  alla 
roba;  el  spèce  l'è  pién  de  eàgher  de 

.  moseh  =  lo  specchio  è  pieno  di  caca- 
ture di  mosche. 

2)  Cacherello  :  gli  escrementi  dei 
bachi  da   seta,  dei    topi,  delle  pecore, 

■■■1   delle  capre  e  sim. 

càghèta,  s.  f.  =  cacaiola,  cacarella:  diar- 
rea, scioglimento  di  corpo.  V.  pleb. 

1)  Svenevole,  pretenzioso  :  di  chi 
non  è  mai  contento  di  nulla  e  nulla 
trova  mai  abbastanza  delicato  per  lui. 

càgiaa;  agg.  =  cacioso  ;  lati  càgiaa  =  latte 
cacioso  :  in  cui  si  vedono  qua  e  là 
piccoli  stracci  di  cacio   rappreso. 

Càgià  e  càgiàss,  v.  att.  ;  v.  rif.  =  acca- 
gliare 0  accagliarsi  :  si  dice  del  latte  e 
anche  del  sangue.  Prendere  una  certa 
consistenza. 

càgiàda,  s.  /".  =  quagliatura  giuncata, 
latte  accagliato  rappreso  :  che  mangiasi 
lasciatolo  prima  accagliar  da  se  e  sfio- 
ratolo per  farne  burro  e  che  si  usa  per 
far  stracchini. 


1)  Dei  grani  maturati  che  sono  in 
cera  dicesi  ;  vèss  in  càgiàda. 

càgiòsS)  s.  m.  =  cotenna  :  quella  parte 
che  galleggia  sul  siero  del  sangue  ca- 
vato dalle  vene  e  raffreddato,  quando 
si  è  tratto  dai  malati  di  infiammazione. 
1)  Grumo.  Un  po'  di  sangue  o  latte 
rappreso. 

cagna,  s.  f.  =  cagna  :  la  femmina  del 
cane. 

1)  Volg.  per  donna  di  cattivo  core, 
rabbiosa,  dispettosa. 

2)  Cane.  Strum.  per  addattare  i  cer- 
chioni alle  ruote  e  per  imboccare  i 
cerchi  sulle  botti. 

3)  Morsa  a  coscia.  Strum.  di  legno  a 
due  cosce  con  che  il  sellaio  stringe  il 
cuoio  da  cucire. 

4)  Monachetto:  ferro  dove  entra  il 
saliscendi  per  serrar  l'uscio. 

5)  Torcitoio:  quell'ordigno  con  che 
si  spremono  di  su  le  caldaie  le  robe 
tinte  in  esse. 

cagna,  v.  att.  =  mordere  :  agguantare  coi 

denti  per  offendere. 
càgnàda,  s.  f.   =   morsicatura:  l'effetto 

del  mordere. 
càgnàsc,  s.  m.   =    cagnaccio,    canaccio. 

Pegg.  dispr.  di  cane:  cane  cattivo,  che 

morde. 
càgnèta,  s.  f.   =  canina,  dim.  di  cagna. 

Anche  :  cagnolino,  cuccia. 

1)  Cagna  :  dente  che  impedisce  al 
subbiello  del  telaio  da  tessitore  di 
smuoversi  da  sé. 

2)  Fermo  :  ferro  nelle  carrozze  per 
fermare  la  volticella. 

càgnètéra,  s.  f.  =  canile  :  letto  dei  cani. 
1)  Canetteria  :  luogo  della  casa  dove 
si  tengono  i  cani. 

càgnìu,  agg.  =  canino.  Agg.  di  cane,  da 
cane  ;  tose  eàgnina  =  tosse  canina  : 
specie  di  tosse  convulsa  che  viene 
specialmente  ai  bambini  ;  dént  càgnln 
=  denti  canini  :  i  due  denti  di  sopra 
e  i  due  di  sotto,  un  po'  più  lunghi  e 
appuntati,  che  sono  fra  gli  incisivi  e 
i  molari. 

càgnoeù,  s.  m  =  cagnoletto,  cagnolino 
canino.  Dim.  di  cane. 

1)  Anche  di  persona  ;  el  ghe  m  àdree 
còme  on  càgnoeu  =  gli  va  dieti"0  come 
un  cagnolino. 

càgnolìn,  *  =  cagnolino,  dim.  di  cane  e 
vezzegg. 

càgnon,  s.  m.  =  canone,   grosso  cane. 


cag-  —  156  — 

1)  Baco,  cacchione  :  la  larva  che  rode 
internamente  le  frutte  ;  àndà  a  càgnon 
là  fruta  =  bacarsi  la  frutta. 

2)  Cancro:  malattia  delle  radici  del 
gelso  che  le  uccide  tosto. 

3)  ris  in  cagndn  =  riso  condito,  al 
burro. 

càgròii,  s.  m.  =  cacone  :  che  va  spesso 
di  corpo. 

1)  Uomo  pauroso^  che  se  la  fa  ad- 
dosso dalla  paura.  È  più  che  Sperico- 
lone. Voce  pleb. 

Oàin,  s.  m.  =  Caino  :  nome  proprio. 
1)  Càìn  =  Caini  :  di    fratelli    che  si 
inimicano. 

càjìn,  s.  m.  =  guaito  :  il  grido  di  dolore 
del  cane  ;  fa  càjin,  càjin  =  guaire, 
gridare  aita,  aita. 

càiroeù,  s.  m.  =  tarlo  :  verme  che  rodo 
il  legno. 

1)  póher  de  càirceù  =  tarlatura  :  la 
polvere  del  tarlo. 

càirolaa,  agg.  =  tarlato  :  roso  dal  tarlo. 

càia,  V.  att.  =  scemare,  calare,  in  senso 
intrans. 

1)  Ridursi  a  meno,  diminuii-e  ;  càia 
là  fòrsa  =  scema  la  forza. 

2)  Rimetter  di  forza,  di  intensità,  e 
sim.  ;  càia  là  féver  =  scema  la  febbre  ; 
on  òmvt  el  càia  =  un  uomo  cala,  nel 
dimagrare  ;  è  càlaa  el  frècc  =  il  freddo 
è  calato  :  diventò  meno  intenso. 

3)  Detto  di  giornate  vale  diminuire 
la  loro  durata  ;  dapo  san  Luis  i  di 
càlen  =  dopo  S.  Luigi  le  giornate  scemano. 

4)  Calare  :  diminuire  di  volume,  di 
peso,  di  prezzo  ;  el  pan  el  càia  mai  = 
il  pane  non  cala  mai  :  non  diminuisce 
mai  il  prezzo  del  pane  ;  là  candéla 
ptsa  là  càia  =  la  candela  accesa  cala  ; 
el  vin  el  càia  in  del  vàsèll  =  il  vino 
cala  nella  botte  ;  là  luna  là  càia  =  la 
luna  cala  :  quando  è  sullo  scemare. 

5)  càia  la  voce  nel  canto  :  quando 
non  arriva  al  tono  giusto  ;  el  tenor  el 
càia  =  quel  tenore  cala. 

6)  Mancare,  intrans,  di  persona,  di 
luogo,  di  cosa  che  non  hanno  quello  di 
cui  avrebbero  bisogno  e  a  cui  non 
manca  che  quello  ;  gh«  càia  el  fin  = 
gli  manca  il  vino,  il  resto  c'è. 

7)  te  càia  el  so  qudnd  el  gh'è  minga  = 
ti  manca  il  sole  quando  non  c'è  :  hai 
tutto  quello  che  è  possibile  avere. 

8)  el  g^hà  paura  che  glie  càia  la 
ter  a  sola  ài  pee  =  ha   paura   che    gli 


cai 


manchi  il  terreno  sotto  i  piedi.  Iperh 
di  chi  esagera  i  suoi  bisogni  e  cred( 
di  non  aver  modo  di  provvedervi  :  sp© 
cialm.  degli  avari  e  degli  avidi. 

9)  ghe  càia  desnoeùv  e  mèss  à  fi 
vini  sòld  =  gli  manca  ventuna  lira  j 
far  tre  scadi  :  di  chi  vorrebbe  far  spese 
ma  non  ha  danari. 

10)  Di  ciò  che  è  insufficiente  al  bi| 
sogno  ;  càia  el  flaa  =  mancare  il  fiato  ' 
provare  difficoltà  di  respiro. 

11)  càia  niént  =  non  manca  nulla  ^ 
c'è  tutto  quello  che  occorre  ;  glie  eàlt 
niént  =  non  gli  manca  nulla.  Di  per 
sona  0  famiglia  :  ha  tutto  quello  ch( 
è  necessario  per  viver  bene  ;  el  se  làsi 
càia  nàgòtt  =  non  si  fa  mancar  nulli 
di  nulla  :  di  chi  si  provvede  deli'  oc 
corrente  per  istar  bene,  senza  badare 
a  spese. 

12)  Col    minga   negativo.    Avere 
sufficienza  ;  glie  càia  minga  el  talent 
non  gli  manca  1'  ingegno. 

13)  càia  pòcch  =  mancar  poco,  d 
leggiere  differenze;  l'è  minga  on  chilo 
ma  glie  càia  pòcch  =  non  è  un  chila 
gramma,  ma  ci  manca  poco. 

14)  è  càlaa  pòeeh,    calava   pòcch 
è  mancato  poco  :  ci  mancò  poco,  essei 
quasi  sul  punto.  Lo  stesso  che   andai 
giù  di  li. 

15)  calava  anca  questa  =  ci  man- 
cava anche  questa  :  mancava  anche 
questa  per  compire  il  mazzo.  Di  cos« 
che  scomoda  o  fa  dispiacere. 

16)  catària  anca  quèla  !  nò  càlàrct\ 
alter .'  =  ci  mancherebbe  questa  !  '  noi 
ci  mancherebbe  altro  !  quando  si  temi 
qualche  cosa  spiacevole  che  sarebb 
un  piovere  sul  bagnato.  Si  dice  anche 
càlàrisé  anca  quéla  poca,  coli'  identica 
significato. 

17)  Rinvilire  ;   è   càlaa   el  pan  = 
abbassato,  rinvilito  il  prezzo  del  pane 
Anche  càia  de  presi. 

IS)  Scemare  ;  d'estua  ?)ie  càia  e 
làorà  =  d'estate  mi  scemano  le  fatiche 
il  lavoro. 

19)  càia  =  accavallare;  saltar  qualch< 
maglia  nel  far  le  calze,  a  bella  posta 
per  poterne  restringere  la  gamba. 
càlaa,  s.  m.  plur.  =  stretti  :  contrario  di 
crèsiiii  =  cresciuti;  e  si  fanno  dimi- 
nuendo il  numero  delle  maglie  in  quei 
giri  della  calza  deve  essa  ha  da  entrai 
più  stretta. 


cai 


157  - 


cai 


eàlàbràgh  (gittgà  à)  =  giocare,  fare  a 
calabrache  :  gioco  di  carte  da  tresette 
che  si  fa  in  più  persone,  generalmente 
in  due  o  in  quattro. 

càlàda,  s  /■.  =  spalata,  rotta:  il  passo 
che  si  fa  nella  neve   caduta  di  fresco. 

1)  Scalo  :  via  per  giungere  al  piano 
dell'argine  di  un  fiume. 

2)  Calata  :  il  pendìo  per  arrivare  al- 
l'acqua. 

3)  eàlMa  del  éo  =  il  calar  del  sole, 
il  tramonto. 

càlàmiiia,  s.  f.  =  giallamina,  calamina  : 
-  sostanza  minerale  composta    di    ossido 

di  zinco,  silice  ed  acqua. 
calamita,  s.  f.  ^  calamita  :  minerale  che 
ha  la  proprietà  di  attrarre  il  ferro  :  o 
altro  a  cui  questa   proprietà    sia    stata 
comunicata  artificialmente. 

1}  Attrattiva,  richiamo.  E  ogni  cosa 

che  ne  tira  a  se  un'  altra  ;  l'è  òna  dona 

che  g'  ha  la  calamita  in  di  ceuce  =  è 

.  una  donna  che   ha   la   calamita    negli 

occhi. 
calamità;  v.  att.  =  calamitare  :  comuni- 
care le    proprietà   della   calamita  ;   fèr 
eàlàmitaa  =  ferro  calamitato. 
càlàncàjS.  w.  =  canchero,  imbrogliacasa, 
vecchio  mobile,  grande,  passato  di  moda, 
che  non  serve  piìi  e    ingombra    inutil- 
mente. 
1)  Anche  di  persona  che  vesta  fuori 
.  di  moda  e   non   abbia   vezzi  di    sorta  : 

medaglione.  Vedi  àndeghee. 
calandra,  s.  f.  =  lodola  cappelluta,  cap- 
.  pellaccia,  gracchiellaccia  ;   alauda  cri- 
stata  =  uccello  silvano. 
càlàster,  s.  m.  pi.  =  sedili  :  quel  doppio 
sostegQO  sul  quale  son  coricate  le  botti 
nelle  cantine,  per  lo  più  sono  due  travi 
orizzontali  parallele.  Talora  son  fatti  di 
mattoni  e  chiainansi  sedili  murati. 
calca,  s.  f.  =  calca  :  di  molta  gente  riu- 
nita in  un  luogo  che  lo   riempie  tutto 
cosicché  appena  uno  vi  si  possa  muovere. 
calca,  «'.  att.  =  calcare  :   premero    forte- 
mente  colla   mano    o    altrimenti    una 
cosa  perchè  entri  ia  un'altra  ;  càlcti  el 
bmcidn  sii  là  botèglia  =  calcare  il  tu- 
racciolo sulla  bottiglia. 

1)  Premere,    far    premiti  :    sforzarsi 
per  l'evacuazione. 
càlcaa,  agg.  =  calcato  :  di  persona  troppo 

piccola  per  i  suoi  anni  di  età. 
càlcàgn,  s.  m.  =  calcagno  :  la  parte  po- 


steriore del  piede,  dove  il  piede  si  at- 
tacca alla  gamba. 

1)  àndti  atonia  eont  i  calcàgn  = 
camminare  in  calcagnini. 

2)  setàss  sui  càlcàgn  =  accoccolarsi  : 
star  coccoloni. 

3)  el  càlcàgn  dèla  càlééta  =  il  cal- 
cagno della  calza  :  parte  della  calza  che 
copre  il  calcagno. 

càlcàtràpola,  =  parola  senza  un  vero  e 
proprio  significato,  usata  nel  detto  po- 
polare :  sul  càmpànin  de  sànt  Eustorg, 
gh'è  dna  càlcàtràpola ^  coni  trèsènt  se- 
sàntàtrii  càlcàtràpolitt  ;  mr  pUsee  la 
càlcàtràpola.,  che  i  trèsé ntsesàntrii  càl- 
càtràpolitt. Oppure  nell'altro  :  siil  domm 
gh'è  dna  càlcàtràpola,  cont  trentàtrii 
càlcàtràpolitt;  se  càleàss  la  càlcàtrà- 
pola, càlcàrien  tiltt  i  tresentsesàntrii 
càlcàtràpolitt.  Si  crede  che  il  gioco 
di  parole  sia  inventato,  perchè  le  ma- 
dri insegnandolo  ai  loro  figli,  li  avvez- 
zino a  snodare  bene  lo  scilinguagnolo  ; 
altri  pensa  che  voglia  anche  significare 
quel  che  altrimenti  diciamo  :  cioè  che 
un  padre  mantiene  cento  figli  e  cento- 
figli  non  arrivano  a  mantenere  un  padre. 

càlcéster,  s.  m.  =  terreno  duro,  com- 
patto, biancastro,  sterile. 

1)  Calcestruzzo:  calcina  mescolata  con 
ghiaie  minute.  Anche  càlcestriiss.* 

calcherà,  s.  f.  =  pressa:  macchina  usata 
per  comprimere,  tenere  e  sim.  Disu- 
sato. 

calchili,  s.  ni.  =  calchino:  ferro  appun- 
tato con  che  si  calcano  i  disegni,  e  spe- 
cialmente lo  carte  geografiche. 

càlciddnia,  s.  f.  =  calcedonia  :  pietra 
preziosa. 

1)  Brunitoio  di  calcedonia:  strumento 
con  capocchia  di  calcedonia  ad  uso  di 
brunire. 

calcina,  s.  f.  =  calcina,  "calce:  particolar 
terra  che  si  cava  dalla  pietra  calcarea, 
separatone  per  coltura  in  fornace  l'a- 
cido carbonico  e  1'  acqua  di  cristalliz- 
zazione 

1)  Calce  mescolata  con  acqua  e  rena 
a  uso  di  cemento. 

2)  caldina  nànmò  hàgnàda,  vìva  = 
calce  viva,  non  spenta  coli' acqua. 

càlcinàroeù,  càlciniroeù,  s.  m.  =  sbul- 
lettatura:  il  gotto  che  fanno  gli  into- 
nachi di  porzioncella  della  loro  super- 
ficie per  lo  più  di  figura  circolare.  An- 
che: boUiciattola. 


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1)  tra  fcmra  i  càleinirom  =  sbullet- 
tare :  di  intonachi  che  sfogano  bolli- 
ciattole. 

2)  Calcinello:  nome  di  certe  pietruzze 
che  sono  nella  calcina,  o  nei  mattoni, 
nella  creta,  le  quali,  macerandosi  poi, 
fanno  crepar  la  calcina  ed  il  muro  e 
gonfiare  e  sbullettare  i  mattoni. 

càlcinàss,*  s.  m.  calcinaccio  :  pezzo  di 
calcina  vecchia  che  si  stacca  dal  muro 
per  rovina  od  altro. 

17)  mtil  del  càlcinàss  =  male  del 
calcinaccio  :  malattia  degli  uccelli  ca- 
gionata da  sterco  risecchito  che  ottura 
l'ano. 

2)  Tartaro  :  quella  specie  di  crosta 
che  si  forma  sui  denti,  se  da  un  pezzo 
non  puliti. 

3)  Calcino:  malattia  dei  bachi  da  seta. 

4)  vègh  el  mal  del  càlcinàès  =  avere 
il  mal  della  pietra.  Detto  per  ischerzo 
di  chi  va  matto  per  fabbricare. 

càlcìnee)  s.  m.  =  calcinaio  :  chi  vende 
la  calce, 

calcol,*  s.  m.  =  calcolo:  operazione  per 
cui,  essendo  note  certe  quantità,  se  ne 
scoprono  altre,  conoscendo  solo  il  rap- 
porto che  queste  hanno  colle  prime;  fa 
on  càlcol  =  fare  un  calcolo. 

1)  La  scienza  che  insegna  i  metodi 
da  seguirsi  nel  fare  i  calcoli  ;  cUlcol 
sublinim,  integrai,  diferensidl  =  cal- 
colo sublime,  integrale,  differenziale. 

2)  Concrezione  di  sostanze  inorga- 
niche che  si  forma  talvolta  nel  fegato, 
nei  reni  o  nella  vescica. 

càlcol,  s.  f.  pi.  =  calcolo:  quei  regoletti 
del  telaio  che,  attaccati  ai  licci  del  pet- 
tine e  mossi  coi  piedi  alternativamente 
aprono  e  seirano  i  fili  dell'ordito  per 
cui  deve  passare  il  ripieno. 

calcola,*  V.  att.  =  calcolare:  determinare 
una  quantità  per  mezzo  di  calcoli  ;  càl- 
colà  dna  dislànsa,  i  dànn  d'oìi  incendi 
=  calcolare  una  distanza,  i  danni  d'un 
incendio. 

1)  Aver  presente  tutti  i  dati  e  le 
circostanze  che  possono  influire  sopra 
una  deliberazione,  un  giudizio;  Ve  on 
òmm  che  ctLlcola  tiitt  =  è  un  uomo  che 
calcola  tutto  ;  calcola  i  difècoltaa,  i 
ris'e  d'ona  imprésa  =  calcolare  le  dif- 
ficoltà, i  rischi  di  un'impresa. 

càlcolàbil,  *  agg.  =  calcolabile  :  da  po- 
tersi 0  doversi  calcolare. 

càlcolàdor,*   s.    m.  =   calcolatore  :    chi 


nelle  sue  passioni  non  si  lascia  gui- 
dare dal  sentimento,  né  dalle  passioni. 
Al  femm.  càlcolàdòra  =  calcolatrice. 
càldj  *  s.  m.  =  caldo  :  grado  di  calore 
piuttosto  alto  ;  el  càld  del  fomell,  de 
Iti  stUa,  del  càmìn,  e  sim.  =  il  caldo 
del  fornello,  della  stufa,  del  camino,  ecc. 

1)  Assolut.  Si  intende  il  calore  del- 
l'atmosfera dipendentemente  dal  clima, 
dalla  stagione,  dall'ora  del  giorno; 
incoeu  fa  càld  =  oggi  è,  fa  caldo; 
rUga  là  màdùra  col  càld  =  l'uva  ma- 
tura col  caldo. 

2)  el  càld  e  el  frègg  ie  mangia 
minga  el  loff  =  ne  caldo  ne  gelo  non 
rimane  mai  in  cielo  :  o  prima,  o  poi 
il  caldo  e  il  freddo    si    fanno    sentire. 

3)  càld.  Pure  assolut.  =  caldo  :  la 
sensazione  prodotta  in  noi  dal  calore  ; 
vègh  càld  =  aver  caldo. 

4)  vèss,  età  ài  càld  =  essere,  stare 
al  caldo  :  in  luogo  caldo  ;  chi  ée  po' 
pU  del  càld  =  ci  si  abbuia,  ci  si  rin- 
serra. 

5)  vèss  càld  =  essere  in  caldo:  degli 
animali:  in  amore.  Di  persona  :  essersi 
appassionati  ad  un'impresa. 

càld,  *  agg.  =  caldo  :  che  ha  una  tem- 
peratura relativamente  calda  ;  pàes  càld 
àcqiia  calda,  mun  càld  =  paese  caldo, 
acqua  calda,  mani  calde.  Fig.  tèsta 
calda  =  testa  calda.  Segnatam.  di  chi 
professa  opinioni  politiche  molto  avan- 
zate. 

1)  piàtt  càld  =  piatto  caldo  :  cosa 
cotta  per  il  pasto  in  cui  si  deve  man- 
giare. 

2)  Di  cose  cotte  e  levate  allora  dal 
fuoco. 

3)  color  càld,  tìnta  calda  =  color 
caldo,  tinta  calda  :  in  arte  si  dice  d'ogni 
colore,  quando  l'oggetto  è  fortemente 
illuminato. 

4)  bàtt  el  fer  intànta  che  Ve  càld  =. 
battere  il  ferro  quando  è  caldo  :  valersi 
dell'  opportunità  che  nasce  da  senti- 
menti 0  disposizioni  che  possono  cam- 
biare. 

5)  fa  né  frègg  ne  càld  =  non  esserci , 
una  cosa  ne  calda,  ne  fredda  :  non  im- ' 
portarcene    nulla,  esserci   indifferente. 

6)  ciàpàéela  calda  =  pigliarla  calda,  ■ 
di  cosa  che  uno  si  metta  a  far  con 
calore. 

7)  legni  edld  =  tener  caldo  :  di  cosa 


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che    consei-va   il    calore    naturale   del 
corpo,  che  copre  bene. 

8)  à  bota  calda  =    a  sangue  caldo. 

caldamente  *  a^vv.  =  caldamente,  con 
calore;  ràeomàndtL  càldàment  =  rac- 
comandar caldamente. 

1)  càldàment  =  caldamente.  Si  ri- 
sponde d'  estate  a  chi  ci  chiede  come 
stiamo,  quando  siamo  oppressi  dal  caldo. 

caldana^  s.  f.  =  smalto,  battuto  :  suol 
dirsi  di  cemento  che  si  stende  sui  palchi 
delle  soffitta,  oppure  con  cui  ricopresi 
la  volta  dei  forni. 

1)  Tepidario  :  quel  cavo  d'acqua  la- 
sciata stagnare,  perchè  perda  la  rigi- 
dezza e  si  renda  più  atta  a  fertilizzare 
i  campi. 

càldàr,  s.  m.  =  calderotto  :  sorta  di 
piccola  caldaia  con  coperchio. 

1)  Caldaiata.  caldaia  ;  di  roba  :  quanto 
n'entra  in  una  caldaia  ;  l'ha  faa  cmus 
on  càldar  de  càstègn  =  ha  cotto  una 
caldaiata  di  ballotte.  Anche  : 

càldàràda,  s.  f.  =  caldaiata  ;  dna  càl- 
dàrada  de  pòmm  de  tèra  =  una  cal- 
daiata di  patate. 

càldàrin,  s.  m.  =  calderottino.  Dim.  di 
calderotto. 

càldàrina,  s.  f.  =  calderottina,  lattiera: 
vaso  di  metallo  con  coperchio  nel  quale 
si  pone  il  latte  per  portarlo  in  casa 
ai  consumatori. 

càldàron,  s.  m.  =  caldaione,  caldaiona. 
Acer,  di  caldaia  ;  mètt  tiitt  eòéé  in  d'òn 
eàldàron  =  metter  tutto  a  catafascio, 
senza  distinzione  e  riguardo, 

càldàròtt,  s.  m.  =  calderotto  :  vaso  di 
rame  con  coperchio,  fatto  come  una 
caldaia,  ma  più  piccolo. 

caldèra,  s.  f.  =  caldaia;  vaso  di  rame 
più  grande  del  paiolo,  che  s'appende 
al  disopra  del  focolare  per  far  bucati, 
scaldare,  cuocere,  ecc. 

1)  Vaso  simile  e  anche  più  grande, 
murato  al  disopra  di  un  fornello,  nel 
quale  si  accende  il  fuoco.  Se  ne  vede 
nelle  birrerie,    tintorie,    saline,  e  sim. 

2)  Nelle  macchine  a  vapore  i  tubi 
in  cui  si  riscalda  l'acqua  e  si  forma  il 
vapore. 

càldìn,  *  s.  m.  ed  agg.  =  caldino,  dim. 

di  caldo;  in  età   ètdnéa  gh'è  on  bèli 

càldìn  =  in  questa  camera    c'è  un  bel 

caldino. 
càldisim,  *  agg.  =    caldissimo.    Superi. 

di  caldo. 


càldisimàiuént,  *  am.  =  caldissima- 
mente. Superi,  di  caldamente. 

càlddn,  s.  m.  =  caldaccio.  Pegg.  di  caldo. 

caldura,  *  s.  f.  =  caldui-a,  calore  estivo. 
Nel  prov.  §an  Vincéns  {22  genn.)  déla 
gran  fr edura,  éàn  Loréns  (10  ag.)  déla 
grati  caldura  =  Sant'Antonio  (17  genn.) 
della  gran  freddura,  San  Lorenzo  della 
gran  caldura. 

càldusc,  s.  m.  =  calduccio,  dim.  spreg. 
di  caldo. 

calendàri,  *  s.  m.  =  calendario  :  libretto 
0  tabella  in  cui  sono  indicati  per  or- 
dine, tutti  i  giorni  dell'anno,  le  feste, 
le  fasi  della  luna,  il  levare  e  il  tra- 
montar del  sole,  occ.  * 

1)  calendari  scolàétich  =  calendario 
scolastico.  Dove  sono  indicati  i  giorni 
di  scuola  e  quelli  di  vacanza. 

2)  sta  li  in  pee  drìsà  come  on  ca- 
lendàri =  starsi  impalato  come  un  cero. 

càlénde,  *  s.  f.  pi.  =  calende:  il  primo 
giorno  del  mese  ;  à  le  càlénde  =  alle 
calende:  per  le  lunghe,  a  tempo  inde- 
finito. 

càles  e  càlis,  *  s.  m.  =  calice  :  coppa 
per  lo  più  d'argento,  con  sotto  un  piede, 
che  il  sacerdote  adopera  per  dir  la 
messa. 

1)  Bicchiere  fatto  a  calice,  sorretto 
da  un  piede  ;  dàmm  on  ottles  de  barolo 
=  dammi  un  bicchiere  di  barolo. 

càlèss  e  càlésc,  s.  m.  =  calesse,  calesse: 
vettura  a  un  cavallo  solo  con  mantice. 
1)    Fiacherre,    fiacre:    vettura   pub- 
blica scoperta  a  mantice. 

càlesìn,  s.  m.  =  calicetto,  dim.  di  calice. 

càlesìn,  s.  m.  =  calessino,  dim.  di  ca- 
lesse :  calesse  a  due  posti. 

càlìber  e  càlibro,  *  s.  m.  =  calibro: 
volume  piuttosto  grande  ;  on  sàéé  de 
éto  càlibro  =  un  sasso  di  questo  calibro. 

1)  Calibratoio.  Strum.  di  metallo  per 
conoscere  di  quale  finezza  un  telaio 
lavori  le  calze. 

2)  Piastretta  d'ottone  sulla  quale  è 
segnata  la  grandezza  delle  ruote  degli 
orinoli. 

caligo,  s.  m.  =  ghiado  :  eccessivo  freddo, 
freddo  repente  ;  che  caligo  !  =  che  stri- 
no !  che  strizzone  ! 

càlìgràfia,  *  s.  f.  =  calligrafia  :  l'arte  di 
scrivere  formando  bene  i  caratteri. 

càligràflch,  *  agg.  =  calligrafico.  Agg. 
da  calligrafia. 


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càlìgràfo,*  s.  m  =  calligrafo  :  chi  eser- 
cita 0  insegna  calligrafia. 

calili,  s.  m.  =  callettino.  Diminut.  di 
callo  ;  gh'  00  on  càlìn  à  on  didìn  del 
pò  =  ho  un  callettino  al  dito  mignolo 
del  piede. 

càlis,  s.  m.  =  calice.  Vaso  sacro  per  la 
Messa. 

1)  Qualunque  bicchiere  che  ne  abbia 
la  forma  ;  l'è  on  vin  de  hev  à  càlis  = 
è  un  vino  da  bersi  a  calici.  Vedi:  càles. 

càlìsoàr,  s.  ni.  =  stampo  :  quello  degli 
oriolai.  Dal  frane:  Equarissoir. 

càlisòu,  s.  m.  =  colascione  :  strumento 
musicale  in  forma  di  liuto  che  pizzicasi 
colle  dita  o  con  un  pezzettino  di  legno. 
1)  pari  on  eàliàon  =  essere  allam- 
panato, magrissimo:  di  persona  maci- 
lente e  sofferente. 

càlìsta,  *  s.  m.  =  callista  :  chi  fa  il  me- 
stiere di  cavare  calli,  e  altre  escre- 
scenze ai  piedi. 

cali,  *  s.  m.  =  callo  :  punto  della  pelle 
indurito  è  divenuto  insensibile,  segna- 
,  tamente  per  contatto  o  fregamento  pro- 
lungato con  corpi  duri,  special,  al  pal- 
mo della  mano,  e  alla  pianta  dei  piedi. 
cali  e  cài  =  callo  e  calli,  assol.  e  col- 
r articolo  determinato.  Si  intende  di 
quelli  che  vengono  ai  diti  del  piede, 
per  lo  pili  al  disopra  delle  articolazioni. 

1)  Fig.  fa  el  cali  =  fare  il  callo  a 
una  cosa,  assuefarcisi.  Solo  di  cose 
spiacenti. 

2)  Calo  :  diminuzione  di  volume,  di 
peso  e  la  quantità  di  cui  è  scemato  il 
peso,  il  volume. 

calma,  *  s.  f.  =  calma  :  stato  di  riposo, 
di  quiete,  che  succede  a  un'agitazione 
piuttosto  violenta.  Si  dice  del  mare, 
del  vento,  di  malati,  dello  stato  del- 
l'anima. 

calma,  *  V.  alt.  =  calmare  :  mettere  in 
calmo,  acchetare,  acquietare. 

càlmàut,  *  s.  m,  =  calmante  :  medica- 
mento che  si  amministra  per  diminuire 
l'agitazione  del  malato,  e  sedare  con- 
vulsioni, dolori  spasmodici,  e  sim. 

càlmàss,  V.  rifl.  =  calmarsi  :  mettersi  in 
calma  ;  càlmet  !  calme/)  !  che  el  ée  cài- 
ma  !  =  calmati  !  calmatevi  !  si  calmi  ! 
si  dice  a  chi  sta  in  collera  o  agitato 
da  altra  passione. 

càlmèri,  s.m.  =  tariffa:  nota  dei  prezzi 
determinati  dai  mercanti  o  dalla  legge 
e  il  prezzo  stesso  fissato. 


in   qualche    pai-te 
prodotta    da    qual- 

calorifero:    appa- 


càlmo,  *  agg.  =  calmo:  che  è  in  calma, 
tranquillo. 

càlmucch,  *  s.  m.  =  calmucco  :  specie  di 
pannolano  che  somiglia  al  pelone. 

càlomelàu,  *  s.  m.  =  calomelano  e  cal- 
melanos:  protocioruro  di  mercui'io.  So- 
stanza medicinale. 

càlór,  *  s.  m.  =  calore  :  corpo  imponde- 
rabile, causa  della  sensazione  che  si 
prova  stando  al  sole,    al   foco    e    sim. 

1)  Lo  stato  0  attività  di  un  corpo  in 
quanto  produce  la  sensazione  stessa; 
el  càlor  del  sol  =  il  calore  del  sole. 

2)  el  gh'à  i  calori  !  =  ha  i  calori  co- 
stui :  di  chi  mosti-a  di  aver  caldo 
quando  tutti  gli  altri   hanno  freddo. 

3)  Bollicciattole,  o  macchie  rossiccie 
che  vengono  alla  pelle;  el  g'hà  fmura 
tanto  càlòr  =  ha  molto  calore. 

,  4)  Incalorimento  ;  leggiera  infiamma- 
zione  0    initazione 
interna  del    corpo, 
sivoglia  cagione. 

càlorifer,  *  s.  m. 
rocchio  per  riscaldare  stanze  facendovi 
passare  delle  correnti   d'aria  calda. 

càlorin,  s.  m.  =  oalorino.  Dim.  quasi 
vezzegg.  di  calore  ;  l'è  on  càlorin  che 
va  ben,  come  =  è  un  calorino  che  va 
assai  bene. 

càlorós,  *  agg.  =  caloroso:  uomo  calo- 
roso, di  temperamento  sanguigno. 

càldta,  *  s.  f.  =  callotta  :  il  fondo  di  quella 
specie  di  scatola,  per  lo  più  d'oro  e 
d'argento,  in  cui  sta  chiuso  il  movi- 
mento degli  orioli  da  tasca. 

1)  Berrettino  da  prete  della  stessa 
forma,  che  si  applica  alla  parte  po- 
steriore del  capo. 

calotìn,  s.  m.  =  zucchetto,  beretto  da 
preti. 

càlsà,  *  V.  alt.  =  calzare:  detto  delle 
scarpe,  e  dei  guanti,  e  sim.  Ed  è  met- 
terli con  qualche  sforzo  in  modo  che 
entri ao  bene  e  non  facciano  grinze. 

1)  Intr.  Scarpa,  guani  che  càlsa  ben 
=  scarpa,  guanto  che  calza  bone  ;  che 
torna,  che  non  fa  grinze. 

2)  àsen  calma  e  vestii  =  asino  cal- 
zato e  vestito.  Di  persona:  screanzato, 
igQorante. 

càlsàdura,  *  s.  f.  =  calzatura  :  quel  che 
servo  a  calzare  il  piede. 

càlséta,  s.  f.  =  calza  :  lavoro  di  filo,  per 
lo  più  fatto  a  maglia,  da  portarsi  sulla 
pelle,  che  veste  il  piede    e    la   gamba 


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Cam 


fino  al  ginocchio  ;  fa  càUèta  =  fare  la 
calza. 

1)  à  pè  eàlsèta  =  in  calzo,  avver- 
bialmente :  colle  sole  calze,  senza 
scajfpo. 

2)  tira  i  càlèètt  =  tirar  l'aiolo  ;  modo 
volgare  per  dir  morire. 

3)  fa  àndà  gio  i  càlsètt  =  far  ca- 
scare il  pan  di  mano,  fam.  di  persona 
molto  noiosa  :  far  venire  l'accidia. 

4)  sènsa  càlsètt  =  scalzato,  scalzo, 
sgambucciato. 

5)  eoscénsa  fàda  à  càlsèta  =  coscien- 
za camoscina,  o  come  il  sacco  del  mu- 
gnaio; coscienza  elastica. 

càlsètàscìa,  s.  f.  =  calzacela.  Peggior.  di 
calza. 

càlsètee,  s.  m.  =  calzettaio  :  chi  fa  le 
calze  e  le  raccomoda. 

càlsolàr,  *  s.  VI.  =  calzolaio  :  chi  fa 
scarpe,  stivali  e  sim.  calzatui-e.  Il  volgo 
dico  anche  e asolar. 

càlsolàra,  s.  f.  =  calzolaia:  la  moglie 
del  calzolaio  o  anche  la  donna  che  sta 
abitualmente  nella  bottega  di  un  cal- 
zolaio. 

càlsolària,  *  s.  f.  =  calzoleria  :  la  bot- 
tega dove  si  fanno  e  si  vendono  scarpe 
e  altre  calzature. 

càlsolàrìn,  s.  ni.  =  calzolaino:  dimin.  e 
vozz.  di  calzolaio. 

càlsolàrusc,  s,  m.  =  calzolaiucoio  :  di- 
spreg.  di  calzolaio. 

càlsòn,  s.  m.  =  calzone  e  calzoni:  parte 
del  vestiario  da  uomo  che  va  dalla  cin- 
tola ai  piedi,  formando  una  specie  di 
forca,  in  cui  si  infilan  le  gambe;  càl- 
sòn  eilì-t  =  calzoni  corti:  che  arrivano 
al  ginocchio  dove  per  lo  piii  si  affib- 
biano 0  si  legano;  eàUòn  lungh  =  cal- 
zoni lunghi,  che  airivano  fino  al  piede. 

1)  coni  giù  i  càlsòn  =  a  bracaloni, 
bracalone. 

2)  fàla  in  di  eàlson  =  cacarsi  o  pi- 
sciarsi sotto.    Fig.,  mancar  d'animo. 

3)  làsà  giù  i  eàlson  =  calar  le  bra- 
che. Fig.,  aver  paura. 

4)  qnànd  tirtLven  sii  i  càléon  coni  là 
riisèla  =  quando  tiravano  su  i  calzoni 
colle  carrucole. 

5)  dona  che  glia  sii  i  eàlson  =  donna 
che  porta  i  calzoni,  che  guida,  comanda 
in  casa  a  bacchetta,  fa  la  parte  che 
spetterebbe  al  marito  :  donna  che  fa 
l'omo  addosso  al  marito  ;  vègli  éii  i 
càléòn  =  incalzonarsi. 

11 


càlsonàsc;  s.  m.  pi.  =  calzonacci  :  peg- 
gior. di  calzoni. 

càlsonltt,  s.  m.  pi.  =  calzoncini  ;  dim. 
e  vezz.  di  calzoni:  calzoni  da  bambino; 
mètegh  i  càlsonitt  à  on  hàgtii  =  met- 
tere per  la  prima  volta  i  calzoncini  a 
un  bambino. 

càlunia,  *  s.  f.  =  calunnia:  falsa  accusa 
che  si  spaccia  e  si  sostiene  conoscen- 
done la  falsità. 

càliinià^  *  v,  att.  =  calunniare:  spacciare 
e  sostenere  una  falsa  accusa  conoscen- 
done la  falsità. 

Calvàri,  s.  m.  =  Calvario  :  il  poggio  dove 
Cristo  fu  crocifisso. 

1)  mostra  el  calvàri  =  mostrare  la 
testa  calva. 

càiiiàméla,  s.  f.  =  camomilla:  pianta  me- 
dicinale; matriearia  camomilla^  acqua 
de  eàmàmUa  =  acqua  di  camomilla. 

camàràda,  s.  f.  =  camerata.  Vedi  ca- 
iiieràda. 

càmàrìn,  s.  m.  =  camerino.  Vedi  cà- 
luerìn. 

carnata,  s.  f.  =  casamatta:  luogo  chiuso 
all'intorno  e  coperto  al  di  sopra  a  botta. 

càmbi,  *  s.  m.  =  cambio:  le  operazioni 
di  commercio  che  si  fanno  sulla  mo- 
neta; el  càmbi  de  l'or  e  de  l'àrgènt  = 
il  cambio  dell'oro  e  dell'argento. 

1)  fa  là  segònda  de  càmbi  =  far  la 
seconda  di  cambio:  incorrere  nello  stesso 
errore  la  seconda  volta. 

2)  D'altro  che  del  danaro,  lo  stesso 
che  baratto. 

3)  Avverbialm.,  in  càmbi  =  in  cam- 
bio, invece. 

4)  Cambio:  parlando  di  servizio  mi- 
litare, quegli  che  si  sostituisce  in  luogo 
di  un  altro. 

6)  Baratto:  il  barattare  nel  signifi- 
cato generale  del  verbo  ;  st'  orologg  glie 
riioo  àvilii  in  càmbi  d'on  arièti  =  que- 
st'orologio l'ho  avuto  in  cambio  di  un 
anello;  fa  on  càmbi  =  faro  un  baratto. 
cambia^  *  v.  att.  =  barattare  :  dare  una 
cosa  per  averne  un'  altra  ;  ét'orològg 
el  va  minga  ben;  vui  vede  se  meH 
càmbien  =  quest'orologio  non  va  bene; 
voglio  vedere  se  me  lo  barattano. 

1)  cambia  i  dànee  =  barattare  le  mo- 
nete: dare  una  moneta  o  carta  mone- 
tata per  averne  l'equivalente  in  pezzi 
più  piccoli.  Anche  cambiare,  dare  mo- 
nete, ricevendone  altre  dello  stesso  va- 
lore di  specie  diversa  ;   cambia  on  bi- 


Cam 


162  — 


caitt 


gliètt  de  cent  lìr  =  cambiare  un  foglio 
da  cento  lire. 

2)  Sostituire  maliziosamente  una  cosa 
a  un'altra;  l'oréves  el  m'ha  cambiaci  i 
brilànt  =  l'orefice  mi  ha  barattato  i 
))rillauti. 

3)  cambiti  pàròll  =  barattare  una 
parola  con  qualcuno;  parlarci  per  ozio 
e  per  passatempo. 

4)  cambia  mestee  =  barattar  mestiere: 
lasciare  quello  che  si  ha  per  mettersi 
a  un  altro. 

5)  cambia  i  càrt  in  man  =  barattar 
le  carte  in  mano.  Fig.,  disdire  con  ma- 
lizia quel  che  s'era  affermato  o  pro- 
messo. 

6)  Cambiare.  Intrans.:  passare  danno 
stato  a  un  altro,  non  aver  più  le  stesse 
qualità,  non  esser  piìi  quello  di  prima; 
el  moìid  el  cambia  =  il  mondo  cambia; 
è  càmbiaa  el  màèster  de  càpéla,  ma 
là  musica  l'è  sémper  qtiila  =  è  cam- 
biato il  maestro  di  cappella,  ma  la  mu- 
sica è  sempre  quella:  di  inconvenienti 
0  abusi  che  durano  in  una  azienda, 
sebbene  sia  cambiata  la  persona  oho  la 
dirige;  cambia  cà,  stdnsa  étùdi  e  sim. 

■  =  cambiar  di  casa,  di  camera,  di  studio 

■  e  simili. 

7)  Cambiare.  Tians.,  dare,  prendere, 
mettere  in  luogo  di  una  cosa  o  persona, 
cosa  0  persona  diversa,  ma  dello  stesso 
genere;  cambia  i  lensoeiX  =  cambiar  le 
lenzuola  ;  càmòià  el  sèrmtór  =  cam- 
biare il  servitore;  cambia  i  càrt  in  mun 
à  vun  =  cambiar  le  carte  in  mano  a 
uno,  fargli  dire  quello  che  non  ha  detto, 
e  dare  alle  sue  parole  e  anche  alle 
proprie,  un  senso  diverso  da  quello  in 
cui  furono  dette. 

8)  Più  spesso  senza  articolo;  cambiti 
vita  =  cambiar  vita,  segnatamente  per 
emendarsi. 

9)  cambia  discòré  =  girare  il  discorso, 
farlo  cadere  sopra  un  altro  argomento. 

10)  che  se  pò  m,inga  cambia  =  im- 
mutabile, che  non  può  mutarsi. 

cambiai;  *  s.  f.  =  cambiale,  lettera  o 
cedola  di  cambio;  scotità,  gira,  firma 
Olia  cambiai  =  scontare,  girare,  firmare 
una  cambiale. 

1)  acetti  dna  cambiai.  Vedi  àcetà.  4). 

càmbiàléta,  *  s.  f.  =  cambialetta,  cam- 
bialiua,  cambialuccia;  dim.  di  cambiale: 
cambiale  per  una  piccola  somma. 

càmbiàmént,  s.  m.  =  cambiamento,  mu- 


tamento: l'atto  e  l'effetto  del  cambiare; 
càmbiàmént  de  goèrno,  de  stàgión,  de 
témp  =  cambiamento  di  governo,  di 
stagione,  di  tempo. 

1)  fa  on  càmbiàmént  =  fare  un  cam- 
biamento, cambiare.  E  di  chi  abbia 
cambiato  d'aspetto  per  malattie,  dispia- 
ceri e  sim.;  che  càmbiàmént  Vhà  faa 
quèll  pòer  òmm!  =  che  cambiamento 
ha  fatto  quel  pover'uomo. 

2)  Baratto:  di  qualunque  mutazione, 
sostituzione,  volontaria  o  no,  in  cosa 
che  ci  riguardi,  nella  quale  abbiamo 
interesse;  'vèss,  fa  on  bón,  on  càtìv 
càmbiàmént  =  essere,  fare  un  buon, 
un  cattivo  baratto. 

càmbìàss,*  «>.  rifl.  =  cambiarsi  ;  el  temp 
el  vosilr  cambiasi  =  il  tempo  vuol  cam- 
biarsi. 

1)  càmbiàéé:  assolut.  =  cambiarsi  di 
panni,  ed  anche  cambiar  vita;  se  quèll 
giòin  el  se  cambia  '.nò,  Ve  on  àfàri 
ééri  =  se  quel  giovine  non  si  cambia 
è  un  affar  serio.  Vale:  trasformarsi, 
mutare  forma,  indole,  carattere. 

càmbìàvàlùt,  s.  m.  =  cambia  monete, 
cambista  :  chi  esercita  1'  industria  del 
cambiar  monete. 

càmbrètt,  s.  m.  =  uncino:  nome  di  que- 
gli istrumenti  adunchi  che  posano  su- 
gli staggi  dei  filatoi  a  reggere  il  filo 
torno.  Dal  verbo  frane,  cambrer. 

cambrì,  cambrì  celi,  s.  m.  =  cambrì: 
tela  di  cotone  bianco  o  in  colori:  è  tela 
rada  come  velo,  venutaci  le  prime  volte 
da  Cambridge. 

camelia,*  s.  f.  =  camelia,  pianta  da  giar- 
dino che  produce  un  fiore  dello  stesso 
nome. 

càmèll,  *  s.  m.  =  camello  :  animale  da 
lavoro,  originario  dell'Asia  e  dell'Africa 
con  una  specie  di  gobba  sul  dorso;  ca- 
mehts  dromedaritts. 

càmèlòtt,  s.  m.  =  camellotto,  cambellotto, 
ciambellotto, 

1)  Tessuto  di  pel  di  capra  d'Angola. 
Anticamente  era  fatta  di  pelo  di  ca- 
mello, donde  trasse  il  nome. 

2)  Occhio  di  bove:  grande  mai'ghe- 
rita.  Erba  perenne  dei  pi-ati. 

càméo,*  s.  m.  =  cammeo  :  figura  inta- 
gliata a  bassorilievo  in  una  pietra  pre- 
ziosa ;  e  anche  la  stessa  pietra  inta- 
gliata. 

càmer,  «.  m.  =  camerino,  cesso,  latrina, 
ritirata:  il  luogo  comodo. 


cani 


163  — 


Cam 


1)  stràsc.  del  càmer  =  cencio  del 
luogo. 

2)  tegnt  vun  per  l'àéa  del  cerner  = 
tener  uno  come  il  cencio  del  luogo. 
Sijrezzarlo  afTatto, 

3)  là  caria  del  càmer  =  doccione.  V. 
calia,  7. 

4)  l'tiàa  del  etitner  =  predella.  Vedi 
àsa. 

càmera,  s.  f.  =  camera.  In  senso  di  stanza 
per  dormire,  nella  frase:  vHta  de  cà- 
mera =  vesto  da  camera:  quoUa  che  si 
mette  uscendo  dal  letto  prima  di  ve- 
stirsi. 

1)  Nome  che  si  dà  ad  alcuni  collegi  o 
coi'pi  deliberanti  ;  càmera  de  comèreio 
=  camera  di  commercio;  càmera  di  de- 
piitaa  =  camera  dei  deputati.  In  questo 
senso  anche  assolutamente  :  camera. 

2)  càmera  scura  =  camera  oscura  o 
nera;  stanza  per  fare  esperienze  suUa 
luce.  Ed  anche  camera  ottica.  T.  di  fì- 
sica, nome  dato  ad  alcuni  apparecchi 
che  servono  a  rilevare  disegni  o  pro- 
durre effetti  ottici  e  illusioni  diverse. 

3)  iti  càmera  càritàtis  =  a  quatt' oc- 
chi: iu  confidenza. 

cànieràda,  *  s.  f.  =  camerata  :  ognuna 
delle  piccolo  compagnie  in  cui  sono  di- 
visi gli  alunni  di  un  convitto. 

1)  La  stanza  o  corsia  dove  dorme 
una  camerata. 

càmerèr,*  s.  m.  cameriere,  servitore  ad- 
detto particolarmente  alla  camera  e  alla 
persona  del  padrone. 

1)  Negli  alberghi  e  nelle  trattorie: 
quello  che  serve  a  tavola,  fa  le  ca- 
mere, ecc. 

2)  Tavoleggiante:  garzone  di  caffè  che 
servo  ai  tavolini. 

càmerèra  e  càmerìéraj  *  s.  f.  =  came- 
riera: doana  che  presta  i  servizi  oc- 
correnti intorno  alla  persona  di  una  si- 
gnora, segnatamente  nel  vestirsi,  pet- 
tinarsi e  sim. 

càmerìn,  s.  m.  =  camerino:  piccola  stanza 
nei  teatri,  dietro  il  palcoscenico,  dove 
comici  e  cantanti  vanno  a  vestirsi,  o  a 
riposarsi  quando  non  sono  in  scena. 

1)  Anche  lo  stanzino  che  in  qualche 
teatro  sta  dietro  il  palco  nelle  logge  e 
servo  0  di  ripostiglio  o  di  sfogo. 

2)  La  stanza  nei  collegi  dove  si  rin- 
chiudono per  punizione  i  convittori  che 
.si  vogliono  segregare  dagli  altri.  In  que- 


sto senso  dicesi  anche  cèlla  =  cella, 
specie  nei  convitti  militari. 

càmes,  s.  m.  =  camice:  veste  lunga  di 
pannolino  bianco,  che  gli  ecclesiastici 
portano  sotto  il  paramento,  quando  ce- 
lebrano le  sacre  funzioni  ;  eàmes  còl 
volani  de  pisé  =  camice  colla  balza  di 
trine. 

càiuiu,  s.  m.  =  cammino:  piano  di  terra 
0  di  mattoni,  più  o  meno  alto  da  terra 
in  cui  sono  per  lo  più  i  fornelli  e  si 
accende  il  foco  nella  cucina. 

1)  là  capa  del  càmìn  =  la  cappa  del 
cammino.  Specie  di  padiglione  ad  di- 
sopra del  cammino,  che  raccoglie  il  fumo 
e  l'accompagna  sino  alla  gola,  e  qual- 
che volta  la  gola  stessa. 

2)  Vàsa  del  càmin  =  la  pedana,  una 
asse,  e  per  lo  più  una  lamina  di  me- 
tallo, collocata  in  piano  avanti  la  so- 
glia del  cammino,  a  preservazione  del 
pavimento  di  legno  o  del  tappeto  della 
stanza,  sul  quale  gli  scoppi  potrebbero 
essere  lanciati. 

3)  càmin...  la  rocca  del  cammino, 
la  toiTicella  sul  tetto  con  ferritoie,  da 
cui  esce  il  fumo. 

4)  là  eàna  del  càmin  =  la  gola  del 
cammino,  tromba  o  cunicolo  praticato 
nel  muro,  per  cui  sale  il  fumo. 

càminà*,  v.  alt.  =  camminare:  detto  del- 
l'uomo e  degli  animali.  Andare  colle 
sue  gambe;  *  bàmbitt  comìncen  à  cà- 
minà à  on  ànn  =  i  bambini  comin- 
ciano a  cammiuare  a  un  anno. 

1)  Nel  senso  di  correre,  affrettare  il 
passo;  càmìna,  dónca!  =  corri,  dunque! 

càminàda,*  s.  f.  =  camminata:  il  cam- 
minare a  piedi  piuttosto  a  lungo  e  an- 
dando in  fretta. 

càminàdiiia,*  s.  f,  =  oamminatina,  dim. 
di  camminata;  Qna  càminàdìna  à  l'a- 
ria apèrta  là  fa  ben  ài  polmon  =  una 
camminatina  all'  aria  aperta  giova  ai 
polmoni. 

càminàdór,*  s.  m.  =  camminatore  :  ca- 
pace di  camminare  lesto  e  a  lungo. 

càminéra,  s.  f.  =  camminiera:  specchio 
con  cornice,  per  lo  più  intagliata  e  do- 
rata, che  suole  collocarsi  sul  piano  del 
camminetto. 

càminétt,  s.  m.  =  camminetto  :  Mensa 
0  piano  di  marmo  che  aggetta  dal  mui'o 
della  stanza  su  due  piccole  colonne  o 
pilastri,  tra  cui  si  accende  il  foco  per 
riscaldarsi. 


Cam 


164  — 


eam 


càmìsa^  *  s.  f.  =  camicia  :  paiié  del  ve- 
stiario da  nomo  e  da  donna  che  vesto 
il  torso  e  le  braccia  e  si  porta  gene- 
ralmente sulla  pelle  ;  mèit,  tra  foeura, 
cambia  là  càmìsa  =  mettersi,  levai'si, 
mutarsi  la  camicia. 

1)  chi  làora  g'  ha  dna  càmtsa,  chi 
ladra  nò  ghe  n'ha  dò  =  chi  fila  ha  una 
camicia  e  chi  non  fila  duo  ;  o  anche  : 
il  diavolo  caca  sempre  sul  monte  rosso. 
Prov.  chi  meno  lavora  più  ha  ;  le  for- 
tune vanno  a  chi  ne  ha  meno  bisogno. 

2)  ì)èss  c&ii  e  càimsa  =  esser  culo  e 
camicia.  Volg.  di  persone  che  stanno 
sempre  insieme  e  sono  in  tutto  d'  ac- 

■  cordo.  In  ita],  piìi  civilmente  :  essere 
pane  e  cacio. 

3)  vègh  là  càmìsa  spòrca  =  aver  la 
camicia  sudicia  ;  sentirsi  in  colpa. 

4)  el  darla  via  là  càmìsa  =  darebbe 
via  la  camicia  :  di  persona  generosa, 
caritatevole. 

5)  Ì7i  càmìsa  =  in  camicia  :  colla 
camicia  sola  ;  in  mànega  de  càmìsa  = 
in  maniche  di  camicia  :  come  si  rimane 
levandosi  la  giubba  o  il  soprabito.  Si 
direbJie  «  scamiciato  ->  di  chi  non  avesse 
che  i  calzoni  e  la  camicia. 

6)  tràss  in  càmìsa  =  spogliarsi  in 
camicia  :  levarsi  di  dosso  tutti  i  panni 
fuorché  la  camicia. 

7)  càmìsa  de  farsa  =  camicia  di  forza: 
Specie  di  cappa  che  si  mette  ai  pazzi 
furiosi  per  tenerli  fermi. 

8)  impegna  là  càmìsa  =  impegnar 
la  camicia.  Fig.  impegnar  tutto  quanto 
si  ha,  spinti  da  necessità  molto  im- 
pellenti. 

9)  àvegh  n^nca  là  càmìsa  =  non 
aver  panni  addosso  :  essere  poverissimi. 

10)  vègh  dna  càmìsa  àdòss  e  V  ultra 
ài  fòss  =  aver  due  sole  camicie  ;  non 
aver  uno  che  dica  due  ;  essere  senza 
roba,  senza  quattrini. 

11)  cava  tinca  là  càmìsa  à  vÈn  = 
fig.  trarre  il  filo  della  camicia  a  uno  : 
farsi  dare  tutto  quello  che  ha. 

12)  càmìsa  de  tòrc  =  camicia  ba- 
gnata per  il  sudore. 

13)  irà  in  càmìsa  vun  =  fig,  lasciar 
sul  lasti'ioo  uno,  senza  casa  ne  cam- 
pamento. 

14)  ceìlv  in  càmìsa  =  ova  affogate  : 
cotte  senza  guscio  nell'  acqua  bollente. 

15)  càmìsa  =  cuffia  :  nome  di  una 
porzione  delle  membrane  del  feto  che 


esso  spinge  talvolta  innanzi  a  se,  6  che 
rimane  applicata  sopra  la  sua  testa, 
quando  noi  nascere  si  presenta  la  prima. 
Alcuni  credono  ciò  indizio  di  buon  au- 
gui'io,  onde  nàss  coni  là-  càmìsa  = 
nascer  vestito,  aver  la  Pasqua  in  do- 
menica; aver  piena  fortuna. 

16)  Coperta  di  foglio  bianco  dentro 
al  quale  si  mettono  diverse  carte  con- 
cernenti gli  affari. 

càmisàscia,  s.  f.  =  camisacci  a,  pe^r^.  di 
camicia. 

càinisàtt  0  càmìsep,  s.  m.  =  camiciaio  : 
chi  fa  0  rivende  camicie. 

càmisèta,  *  s.  f.  =  camicetta  :  specie  di 
giubbetto  bianco  o  in  colori  che  portano 
le  donne  sopra  il  vestito. 

càmis(eU;  s.  m.  =  carnicina,  dim.  di  ca- 
micia :  detto  della  camicia  dei  bambini. 
Enti-a  in  una  canzoncina  infantile  :  do- 
mali rè  fèsta,  tuli  i  dònn  càmbien  la 
vesta,  e  mi  che    soni   on   pòer   floeilf 

.  càmbi  nànea  el  camisceit,  che  lette- 
ralmente si  ti'aduoe  :  domani  è  festa, 
tutte  le  donne  mutano  la  vesta,  ed  io 
che  sono  un  povero  bambino,  non  muto 
neanche  la  carnicina. 

1)  vègh  ànmo  briitt  de  caca  el  cà- 
misoRÙ  =  fig.  avere  ancora  il  latte  sullo 
labbra;  essere  tuttora  giovanissimo  e 
non  aver  pratica  di  nulla. 

càmisòna^  s.  f.  =  camiciona,  accresc.  di 
camicia,  specialm.  se  lunga. 

càmisorin,  s.  m.  =  camicina,  sottodim. 
di  camisoeu  =  uannicello  di  lino  con 
cui  si  copre  il  busto  dei  teneri  bambini 
e  allacciasi  di  dietro. 

càiiiisòtt,  s.  m.  =  camiciotto  :  quel  che 
su  altre  vesti  menta  portano  gli  stallieri 
nell'atto  di  governare  i  cavalli. 

càmola,  s.  f  =  bruco,  tignuola,  tarma  ;   ' 
tinca  =  nome  generico  di  vari   insetti 
che  rodono  le  pelli,  i  irnnni,  i  grani,  i 
libri. 

1)  Baco  della  crusca  ;  tenebria  mo- 
litor  =  larva  che  vive  neUa  farina  e 
mangiasi  da  alcuni  uccelli. 

càmolaa,  agg.  =  intignato  :  di  un  vestito 
che  in  uno  o  più  luoghi  sia  roso  dalle 
tignuole. 

càmolàss,  v.  rifl.  Secondo  il  bruco  che 
.  rode  si  hanno  vari  verbi  a  tradmTo  il 
verbo  milanese.    Intonchiare  :    dei    le- 
gumi rosi  dal  tonchio  ;  bacare  :  di  ciò 
che  è  roso  dal  baco  ;  intarlai'e  ;  di  ciò 


à 


cani 


165  - 


cain 


elio  è  roso  dal  tarlo  ;  intigaaro  :  di  ciò 
che  è  roso  dalle  tigauole. 

càmolòn  e  càmólòtt,  s.  m.  =  dormi- 
glione :  larva  d'  insetto  che,  rodendo, 
fa  de'  gran  buchi  nell'  interno  dei  peri 
e  dei  meli  giovani. 

càmora,  *  s.  f.  =  camon-a  :  società  for- 
mata in  segi-eto,  per  accapai-rare  ogni 
specie  di  favori  e  di  lucri,  a  vantaggio 
delle  persone  che  ne  fan  parte. 

càmòrista,  *  s.  m.  =  camorrista  :  chi 
appartiene  a  una  camon-a  o  esercita  la 
camorra. 

càmoss,  s.  m.  =  camoscio  :  specie  di 
capra  selvatica  ;  antilope  rupicapra. 

camp,  s.  m.  =  campo  :  pezzo  di  terra 
lavorativa,  limitato  da  fosso  o  arginetti 
e  con  alberi,  per  lo  più  lungo  i  cigli. 

1)  de  camp  =  di  campo,  campestre, 
campereccio. 

2)  vèss  ài  camp  di  ctnqu  pèrtigh  = 
detto  che  equivale  a  :  qui  giace  nocco, 
qui  sta  il  punto  :  è  sempre  la  stessa 
difficoltà  che  ritorna. 

3)  Spazio,  tempo,  opportunità  che 
uno  abbia  di  fare  una  cosa  o  soggetto 
di  cui  possa  occuparsi  ;  g'  hoo  mitiga 
àviiii  camp  de  esamina  tutt  i  càrt  = 
non  ebbi  campo  di  esaminare  tutte  le 
carte. 

4)  camp  de  bàtàglia  =  campo  di 
battaglia  :  il  luogo  o  terreno  su  cui  si 
è  combattuto.  E.  fìgur.  luogo  dove  tutto 
sia  stato  lasciato  sottosopra,  in  disor- 
dino, e  quello  dove  si  fanno  iD  bat- 
taglie. 

càmpàda^  *  s.  f.  =  campo,  fondo  :  quello 
spazio  che  circoscrive  tutte  lo  estre- 
mità di  un  soggetto  dipinto. 

1)  Campata  :  lo  spazio  compreso  per 
esempio  tra  finestra  e  finestra,  tra  un 
palchetto  e  l'altro,  ecc. 

2)  Passina.  Intercolonnio  :  lo  spazio 
compreso  fra  pila  e  pila  nei  ponti,  fra 
colonna  e  colonna  nei  portici. 

campagna,  *  s.  f.  =  campagna  :  luogo, 
paese  aperto  più.  o  meno  coltivato  con 
abitazioni  sparse.  Contrapposto  a  città  ; 
^'iv  in  campagna  =■  vivere  in  campa- 
gna ;  vestii  de  càmptbgna  =  vestito  di 
campagna  :  da  portarei  quando  si  è  in 
campagna. 

1)  forno  de  campagna  =  forno  di 
campagna  :  arnese  portabile  di  ferro  o 
di  ramo,  da  accendervi  il  foco  per  co- 


cervi  pasticcerie  e  crostare  alcuno  pie- 
tanze. 

2)  Campagna:  il  complesso,  la  serio 
delle  operazioni  militari  eseguite  in  un 
luogo  0  in  un  tempo  determinato  ;  l'ha 
faa  la  campagna  del  66  =  ha  fatto  la 
campagna  del  1866. 

3)  de  campagna  =  campestre.  Vedi 
de  camp. 

4)  Campo  :  terreno  coltivato  ;  l' è 
foRura  per  i  càmpàgn  =  è  fuori  pei 
campi. 

6)  l'è  dna  campagna  =  si   dice  fig. 
di  una  stanza  molto  ampia    senza   or- 
uamenti  e  senza  eleganza. 
càmpàgnoeù,  f.  càmpàgnceùla,  s.  m.  = 
campagnuolo,  di  campagna. 

1)  à  là  càmpàgnmùla  =  alla  cam- 
pagnuola.  Modo  avverb. 

2)  càmpàgnoeUla  =  minuta  di  cam- 
pagna :  la  bozza  del  rilevato  in  cam- 
pagna presso  gli  ingegneri. 

càmpàgnòn,  s.  m.  =  capoperante  :  che 
sorveglia  i  lavori  campestri. 

campài;  *  agg.  campale  ,•  giornàda  cam- 
pai =  giornata  campale  :  occupata  tutta 
0  quasi  in  un  dato  lavoro. 

cànipàmént,  s.  m.  =  pascolo  per  le  api. 

campana,  *  s.  /".  =  campana  :  getto  di 
bronzo  irì  forma  di  un  gran  vaso  ar- 
rovesciato che,  oscillando,  suona  e  seiTe 
a  dare  avvisi  e  segnali,  specialmente 
per  cose  di  chiesa. 

1)  sona  campana  e  tnàrtèll  =  sonare 
la  campana  a  martello,  sonare  a  foco: 
a  rintocchi  come  fosse  percossa  da  un 
martello. 

2)  sont  de  fèsta,  de  mòrt  =  sonare 
a  festa  o  a  gloria,  a  morto. 

3)  Intrans.  detto  delle  campane  e 
anche  delle  sacre  funzioni;  comeédnen 
sti  càmpànn  !  =  come  suonano  queste 
campane  ;  sona  là  Mésa  =  suona  la 
Messa. 

4)  bisógna  sentì  tiitt  e  dò  i  càm- 
pànn =  bisogna  sentire  tutt'  e  due  le 
campane  :  per  giudicar  bene  bisogna 
sentire  le  due  parti. 

5;  faa  à  càmptLna  =  fatto  a  cam- 
pana :  si  dice  dei  vestiti  da  donna  e 
dei  calzoni  da  uomo,  che  scendono  giù 
allargando  a  guisa  di  campana. 

6)  campana  dèla  machina  pneuma- 
tica =  campana  della  macchina  pneu- 
matica :  tubo  di  cristallo  in  cui  si  fa 
il  vuoto. 


Cam 


-  166 


cani 


7)  Coperchio  di  vetro  che  somiglia 
a  una  campana,  per  coprire  oggetti  de- 
licati come  fiori  fatti  a  mano,  orioli  da 
tavolino  e  sim. 

8)  e  dtij  coni  sta  càmptina  =  e  pic- 
chia !  e  zomba  !  eccoci  al  quaresimale  : 
di  chi  batte  sempi'e  sullo  stesso  argo- 
mento. 

9)  fa  sona  là  campana  =  correre  ri- 
schio di  morire. 

10)  ligà  i  càmpànn  =  legare  le  cam- 
pane :  il  non  sonarle  nella  settimana 
santa  ;  desliyti  i  càmpànn  =  sciogliere 
le  campane  :  il  ricominciare  a  sonarle 
il  sabato  santo. 

11)  sona  à  càmpànn  dopi  =  fig.  so- 
nare a  campane  doppie,  scampanare. 

12)  l'è  ròba  de  fa  sona  i  càmpànn  = 
è  cosa  che  fa  molta  meraviglia,  perchè 
inaspettata  :  sempre  di  cose  buone. 

13)  tira  giò  a  càmpànn  dopi  =  so- 
nar dietro  a  uno  le  tabelle  :  sparlarne, 
ed  anche  :  abbracciare,  lavorare  a  ca- 
saccio. 

14)  tira  in  pce  i  càmpànn  =  sonare 
a  distesa. 

15)  Padiglione,  campana  :  nei  clari- 
netti il  pezzo  ultimo,  da  piede. 

16)  Coperchio  di  vetro  smerigliato 
per  lo  più,  0  d'alabastro  che  si  sovrap- 
pone alle  lucerne  onde  il  lume  si  spanda 
dolce  ed  uguale. 

17)  giiigà  à  campana  e  màrtèll  = 
giocare  a  campana  e  martello.  Gioco 
che  si  fa  con  otto  dadi  e  cinque  carte 
figurate  e  prende  nome  da  ciò  che  su 
una  faccia  di  due  dadi  sono  figurati 
una  campana  e  un  martello,  figure  ri- 
petute su  tre  delle  carte.  Si  dice  an- 
che giilgà  à  cavàlin,  perchè  su  una 
delle  carte  è  figurato  un  cavallo,  per 
lo  più  bianco. 

campana,  v.  att.  =  infracidire  :  degli  ali- 
menti che  cominciano  a  decomporsi 
perchè  da  parecchio  tempo  tolti  alla 
terra,  se  vegetali,  o  morti  se  animali. 
1)  el  campana  =  crocchia:  si  dice  di 
persona,  che  stia  assai  poco  bene  in 
salute. 

càmpànàscia,  s.  f.  =  campanaccia  :  pegg. 
di  campana. 

càmpànàtt,  s.  m.  =  campanaio  :  quello 
che  ha  le  chiavi  del  campanile  e  suona 
le  campane. 

1)  Anche  colui  che  getta  e  fonde  le 
campane. 


càmpànéia,  *  s.  f.  =  campanello  :  dim. 
di  campana. 

càmpànèlin,  s.  m.  =  campanelletto  :  dim. 
di  càmpànìn  =  campanello. 

càmpànéll,  s.  m.  =  campanaccio,  cam- 
pano :  grosso  campanello  di  ferro  che 
si  mette  al  collo  del  capro  e  dell'  altra 
bestia  che  sia  come  la  guida  del  gregge 
0  dell' ai-mento. 

1)  Eotella  :  tonda  che  serve  a  tenere 
accosto  il  filo  dei  rocchetti  ai  quali  è 
sovrapposto  sui  fusi  de'  filatoi. 

càmpànìn,  s.  m.  =  campanello  :  arnese 
simile  alla  campana,  più  piccola  della 
campanella,  per  lo  più  affisso  al  mm'o, 
che  si  sona  tirando  una  funicella  e 
sei-ve  per  dar  segnali  nell'interno  della 
casa.  Lo  stesso  arnese  con  manico  da 
sonarsi  a  mano. 

1)  tlndà  à  tàola  à  sòn  de  càmpà- 
nìn =  andare  a  tavola  a  suon  di  cam- 
panello :  di  chi  vive  d'entrate  o  ha  chi 
gli  faccia  le  spese. 

2  )  manda  à  cerca  cont  el  càmpànìn  = 
volerci  un  almanacco  per  trovar  uno; 
essere  difficile  trovarlo  :  il  dettato  viene 
dall'  uso  che  era  a  Milano  di  mandare 
a  suon  di  campanelle  in  traccia  dei 
fanciulli  smaiTiti,  col  pubblicarne  ad 
alta  voce  i  connotati. 

3;  Bubbolo  :  sferetta  d'ottone,  vuota, 
con  una  piccola  apertura,  e  dentro  una 
pallottolina  di  ferro,  che  agitandola, 
suona  come  un  campanello.  Se  ne  mette 
alla  bubboliera  dei  cavalli,  ed  anche 
al  collare  dei  cani.  Vedi  ciochin. 

4)  Campanile  :  edifizio  accanto  alla 
chiesa  e  più  alto,  per  le  campane. 

5)  lùngh  còme  on  càmpànìn  =  lungo 
come  un  campanile  :  di  pers.  e  di  cosa 
molto  alta  e  per  lo  più  sottile.  ^ 

6)  ràr  cóme  i  càmpànìn  in  di  sces  =  • 
rarissimo,  che  non  si  trova  quasi  mai: 
appunto  perchè  tra  le  siepi  non  avvien 
mai  di  trovar  campanili. 

7)  Campanula  :  pianta  che  fa  molti 
e  bei  fiori  simili  a  un  piccolo  campa- 
nello, e  il  fiore  stesso  fatto  a  campa- 
nella. 

8)  Giacinto  ;  hyacintus  orientalis  = 
pianta  da  fiori  delle  gigliacee. 

9)  càmpànìn   sàlvàdegh   =    giacinto  ^ 
stella    ceruleo,    Scilla   a    due    foglie  ;  1 
Scilla  hifolia  :   bellissima  pianta  a  fiori  " 
di  un  bel  turchino,  piccoli,  a  grappoli. 

10)  Violaciocca  :  specie  di  violo  che 


cani 


—  167  — 


fa  le  viole  a  ciocche.    Cheiranto.  E  il 

fiore  di  quella  pianta. 

11)  campanili  de  la  góla   =   ugola, 

appendice  carnosa    del   palato  :    anche 

velupendolo. 
càmpàuina,  *  s.  f.   =   campanina  :    dira. 

di  campana. 
càmpàninàda,   s.    f.    =    scampanellata  : 

ixua  forte  e  lunga  sonata  di  campanello. 
càmpànitt,  s.  m.  pi.  =  ferri  :  quei  ferri 

nelle  macine,  sulle  quali,  sonando,  danno 

indizio  al   mugnaio   che   non  e'  è    più 

grano  da  macinare  nella  tramoggia. 

1)  Bucaneve  ;  galanthus  nivalis  = 
pianta  à  fiore  pendulo  simile  al  giglio. 

2)  Padiglione  o  cappello  chinese  : 
strumento  d'ottone  a  più  campanelluzzi 
e  bubboli,  che  girato  rapidamente  e 
scosso,  serve  ad  accompagnare  il  suono 
di  una  banda  o  d'  un'  orchestra.  Ora 
non  s'usa  più,  o  quasi. 

3)  càmpànitt  in  di  orice  =  zufola- 
mento negli  orecchi  :  il  ronzio  -degli 
orecchi. 

càiupànòn,  s.  m.  =  campanone,  accresc. 
di  campana  ;  el  càmpiàndii  =  il  cam- 
panone :  la  campana  principale. 

1)  giiigà  à  càmpànòn  =  fare  a  sca- 
ricabai-ili  :  si  fa  in  due  col  porsi  schiena 
contro  schiena,  ed  intrecciato  le  brac- 
cia, alzai'si  scambievolmente  da  terra. 
jj  gioco  da  fanciulli. 

campasela,  v.  rifl.  =  camparsela,  goder- 
sela :  darsi  buon  tempo. 

càiupeé,  s.  m,  =  campaio  :  guardia  dei 
campi. 

1)  Soprintendento  :  villico  a  cui  si 
affidano  molte  delle  funzioni  del  fattore. 

2)  Fondo  di  bottega,  fondigliolo  :  di 
cose.  E  di  persona  figui'at.  donna  esile, 
magra  e  di  nessuna  avvenenza. 

3)  Lucietta  ;  cantharis  acquatica  = 
insetto  che  va  saltellando  sulla  super- 
ficie di  certe  acque  e  sta  fra  le  piante 
acquatiche. 

4)  càmpee  di  ticqu  =  aquaiolo  :  cam- 
pare d'acqua.  Caterattaio:  chi  ha  F  in- 
cai'ico  di  alzare  o  di  abbassare  una  o 
più  cateratte. 

càinpég,  *  s.  m.  =  campeggio  :  albero 
americano  col  quale  si  fanno  lavori  di 
intarsio  e  se  ne  ricava  una  tinta  pre- 
giata per  il  nero  e  per  il  violetto  ; 
haematoxiluìn  campaechianum. 

càiupegià,  *  V.  att.  =  campeggiare  :  far 


spicco,  detto  specialmente   dei  colori  e 
delle  figure  di  un  quadro,  di  un  disegno. 

càinpión,  s.  m.  =  campione  di  zucchero, 
di  caffè  e  sim.  Di  liquidi  in  italiano 
sempre  :  saggio  ;  on  càmpiòn  de  mn  = 
un  saggio  di  vino. 

càmpìs,  s.  m.  =  colonnata  :  il  getto  o  il 
volo  verticalmente  verso  il  cielo  :  àndà 
sii  à  eàmpìs  =  far  colonnata  :  innal- 
zarsi a  vertice  verso  il  cielo  di  volo  o 
di  getto. 

1)  fa  eàmpìs  =  far  colonnata  :  far 
cadere  a  colombella;  scagliar  la  palla, 
0  il  volante,  o  altro  si  che  venga  a  ri- 
cadere nel  punto  medesimo  donde  fu 
scagliata.  Anche  di  cosa  che  cada  a 
colombella. 

càmpuce,  càmpisc  =  campeggio.  Vedi 
càmpèg'. 

càinuft',  agg.  =  abacohiato  :  mortificato, 
mogio,  mogio. 

1)  fàcia  càmufa  =  viso  avvilito.. 

2)  rèsta  càììiiiff  =  rimaner  male, 
smaccato . 

càmusciòiij  s.  m.  =  cameraccia  :  segreta, 
prigione. 

1)  vèss  in  eàmilseiòn  =  essere  in 
domo  petii  :  essere  in  prigione. 

càn,  s.  m.  =  cane  :  animale  domestico, 
quasi  compagno  e  amico  dell'  uomo  ; 
cdn  bàrbin  =  barbone  ;  edn  boldòcch  = 
cane  molosso,  buldocche:  dall'  inglese 
bull  =  toro  e  dog  =  cane  ;  cdn  bolo- 
gnìn  =  moffolino,  arlecchino,  cane  do- 
ghino ;  cdn  bràcch  =  bracco.  V.  bràccli  , 
càa  cors,  dànes,  de  borìda,  de  ctlcia, 
de  guàrdia,  de  pàstòr,  de  pàjee,  de 
prèsa,  de  quàj,  inglés,  livree^  pine, 
pomèr,  sailss  =  cane  corso,  danese,  da 
leva,  da  caccia,  di  guardia,  da  peco- 
raio, da  pagliaio,  da  presa,  da  quaglie, 
inglese,  veltro  o  levriere,  pincio,  po- 
merano  o  volpino,  segugio  ;  cdn  de 
trìfol,  de  volp  =  cane  da  cerca,  per  la 
caccia  della  volpe  ;  cdn  de  pòsta  o  de 
red  0  de  férma  =  cane  da  giungere  o 
da  fermo  o  da  impuntare  ;  cdn  tànìn  = 
cane  bassotto. 

1)  cdn  gròss  =  cane  grosso.  Fig.  di 
persona  potente. 

2)  rasa  de  cdn,  fimiii  d'oncdn  e  de 
cani  =  razza  di  cane,  figlio  di  un  óàne 
e  di  cani.  Dotto  a  persona  per  villania. 

3)  Persona  d'indole  dm-a,  o  che  du- 
ramente eserciti  la  sua  autorità;  Vèon 
edn,  l'è  on  cdn  de  Dìo  =  ò  un   cane.  E 


can 


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can 


famigliarmente  di  cosa  eccessiva  nel 
genere  suo  :  fa  on  frèec  de  can  =  fa  un 
freddo  da  cane. 

4)  Cattivo  cantante:  el  tenor  l'è  on 
can  =  il  tenore  è  un  cane. 

B)  boti  de  can  =  botte  da  cani  :  forti, 
senza  saper  dove  vanno;  sproposit  de 
can  =  spropositi  da  cane  :  grossi  mas- 
sicci ;  fàdigh  de  can  =  fatiche  da  cani, 
gravissime  ;  làorà  come  on  can  =  lavo- 
rar come  un  cane:  di  lavoro  faticoso, 
eccessivo;  mta  de  can  =  vita  da  cani, 
faticosa,  stentata,  tribolata. 

6)  àndt,  à  can  =  andare  ai  cani,  an- 
dare a  male,  guastarsi. 

7)  'vègh  àdòss  i  can  =  avere  i  cani 
in  corpo  :  dolori  di  corpo  acutissimi. 

8)  vèss  ligaa  còme  ttn  can  =  essere 
alla  catena  come  un  cane  :  non  avere 
un  momento  di  libertà. 

9)  vèss,  rèsta,  làsà  sol  come  on  can 
=  essere,  rimanere,  lasciar  solo  come 
un  cane  :  non  fa  che  dare  una  certa 
enfasi  all'espressione. 

10)  vèsègh  ndnca  on  can  =  non  ci  es- 
.sere  un  cane  :  nessuno  ;  vègli  nànca 
on  can  •=  non  avere  un  cane. 

11)  scorlìj  come  i  ctLn  =  scuoterle 
come  i  cani  :  di  chi  non  cura  ne  rim- 
proveri, né  castighi,  e  non  se  la  piglia 
di  nulla. 

12)  VÌI},  morì  come  on  can  =  vivere, 
morire  come  un  cane  :  malamente  ; 
tratti,  cascia  via  come  on  can  =  trat- 
tare, scacciare  come  un  cane  :  senza 
riguardi,  ne  rispetto. 

13)  drisà  i  gàìnb  ti  can  =  addiriz- 
zare le  gambe  ai  cani  :  di  impresa  a 
cui  uno  si  mettte  con  buone  intenzioni, 
ma  che  noji  può  riuscire. 

14)  làsà'xstà  i  can  che  dorma  =  chi 
tocca  il  can  che  giace,  ha  qualcosa 
che  non  gli  piace:  non  bisogna  stuz- 
zicare chi  non  ci  dà  noia,  e  chi  lo  fa, 
se  ne  ha  danno,  gli  sta  a  dovere. 

15)  vèss  fortunaa  còme  i  can  in 
gésa  =  essere  fortunato  come  i  cani  in 
chiesa:  sfortunatissimo. 

16)  vèès  can  e  gàtt^  come  can  e  gàtt 
=  essere  come  cani  e  gatti:  non  star 
^'accordo. 

17)  2)èss  can  =  pesce  cane  :  pesce 
di  mare  voracissimo. 

18)  can  che  bàia  noi  mord  =  can 
che  abbaia  non  morde  ;  anche  :  acqua 
che  corre  non  porta  veleno.  • 


19)  à  là  cà  di  can  =  alle  brutto 
alle  brutte.  Modo  avverb.  Nel  peggior 
caso  ;  à  la  cà  di  can  g'hoo  sémper  me 
pàder  =  alle  bmtte,  alle  brutte  mi  re- 
sta sempre  mio  •  padi'e  :  pare  questa 
frase  originata  dalle  crudeltà  di  Ber- 
nabò Visconti  che  nutriva  degli  alani 
nel  suo  palazzo  a  S.  Giovanni  in  Conca, 
perchè  sbranassero  quelli  che  egli  vo- 
leva punire. 

20)  àndà  de  can  =  andare  alla  peg- 
gio le  cose,  e  anche  sentirsi  malissimo. 

21)  in  man  à  can  e  boriàn  =  in 
bocca  a,  o  in  man  di  cani. 

22)  fàcia  de  càn,  o  de  càn  bologmn 
=  faccia  di  cane  :  viso  rincagnato. 

23)  inràbiss  come  on  càn  =  inca- 
gnire.  arrabbiarsi  fortemente. 

24)  là  sàrìa  de  can  =  la  sai-ebbo 
agra. 

25)  sensa  nànca  dì  :  ciào  can  = 
senza  dirci  :  a  Dio  né  al  diavolo.  Vedi 
crepa. 

26)  tegnt  éàld  el  cdfi  per  là  eoa  = 
Fig.  :  tenere  il  lupo  per  gli  orecchi  ; 
avere  alle  mani  una  mala  gatta  a  pe- 
lare, aver  nelle  mani  impresa  scabrosa. 

27)  el  par  staa  sola  al  cUii  d'on 
càn  =  par  cavato  di  bocca  al  cane  :  di 
panni  incincignati,  malconci. 

28)  càn  del  fiisìl  =  cane  del  fucile  : 
pazzo  nocellate  che,  scattando,  batte 
sol  luminello  dove  è  il  fulminante. 

29)  càn  =  baco  :  il  verme  che  si  for- 
ma nelle  frutta  ;  àndà  à  càn  =  bacare  : 
detto  delle  frutta,  carni  e  sim.  in  cui 
si  formino  bachi. 

30)  cacchioni  :  le  uova  che  le  mo- 
sche depositano  nella  carne  o  nel  paese 
e  che  diventano  piccoli  bacolini. 

3 1  )  i  bacolini  stessi  ;  gh'  è  àndaa  sii 
el  moscòn  e  Ve  àndaa  tiitt  à  càn  el 
ròsi  =  gli  si  posò  sopra  il  moscone  e 
e  l'arrosto  si  empì  di  bacolini. 
càna,  *  s,  f.  =  canna:  pianta  sottile  e 
flessibile,  che  alligna  specialmente  lungo 
i  fiumi,  con  lunghe  foglie  che  partono 
direttamente  dal  fusto.  Arundo  donax. 

1)  Il  fusto  della  pianta  stessa  secco 
e  rimondo,  che  serve  a  far  canicciata, 
armare  vigne,  stendere  biancheria  e 
simile. 

2)  càna  de  sùcher  =  canna  da  zuc- 
chero :  varietà  di  canna  da  cui  si  ri- 
cava lo  zucchero.  Se  ne  fanno  anche 
mazze. 


1G9 


3)  càna  d'India  =  canna  d'India, 
giunco  indiano.  I  fusti  del  bambù  di 
cui  si  fanno  mazze  di  lusso;  e  anche 
la  mazza. 

4)  càna  =  canna  :  quella  dei  pesca- 
tori, alla  quale  si  attacca  la  lenza  e 
l'amo. 

5)  Per  tubi  di  qualunque  grandezza 
e  materia  ;  *  cànn  de  Vòrghen  =  le 
canne  dell'organo  ;  làeàna  del  s'eiòpp 
=  la  canna  dello  schioppo  ;  là  càna  de 
làvàtiv  =  la  canna  da  lavativo. 

6)  Cannone  ;  là  ctlna  del  làvàndìn  = 
il  cannono  dell'acquaio:  il  condotto 
per  cui  va  via  l'acqua  :  là  càna  déla 
tromba  =  il  cannono  della  tromba: 
quello  per  cui  sale  l'acqua. 

7)  càna  del  càmer  =  doccione  :  cia- 
scuno di  quei  tubi  di  terra  cotta,  ta- 
lora anche  di  pietra,  che  imboccano  gli 
uni  negli  altri  e  formano  condotto  per 
le  immondezze. 

8)  càna  del  càmhi  =  la  gola  del 
cammino:  quella  per  cui  il  fumo  sale 
fino  al  tetto  e  di  là  si  spande  per  l'aria. 
V.  camin. 

9)  Sifone,  tromba  da  vino,  tromba 
da  barile:  cosi  chiamano  indifferente- 
mente un  tubo  di  latta  o  di  gomma 
col  quale  si  travasa  il  vino. 

10)  Canna  :  misura  di  lunghezza. 

11)  càna  de  vèsch  =  fodero  da  pa- 
nione  :  boccinolo  di  canna  nel  quale  si 
custodiscono  i  panioni  e  le  paniuzze 
quando  sono  infitte  sul  vergelle. 

12)  càna  del  ètrivàll  =  gambale, 
tromba. 

13)  bèv  à  càna  =  bere  al  fiasco,  alla 
boccia,  bere  a  garganella:  quando  ci 
si  versa  il  licore  in  bocca  tenendo  la 
bottiglia  alta,  senza  ripigliar  fiato,  ver- 
sando il  liquido  in  gola,  a  stroscia. 

cànaa  e  oggi  meglio  càuàl,  *  =  canale  : 
corpo  d'acqua  che  scorre  per  un  lungo 
tratto  incassato  fra  duo  argini  o  ripe  ; 
e  il  tratto  di  terreno  in  cui  scorre  colle 
relative  opere  d'arte;  l'acqua  del  cànaa 
=  r  acqua  del  canaio  ;  ci  cànaa  del  mo- 
lln  =  il  canale  del  mulino. 

1)  Doccia  :  cannone  di  terra  cotta  o 
altro  por  raccogliere  acqua  di  scolo. 

2)  Doccia  :  canale  per  lo  più  di  latta, 
tinto  ad  olio  che  si  pone  lungo  l'e- 
stremo della  gl'onda  per  ricevere  l'ac- 
qua piovana  che  vien  dal  tetto. 

3)  Grondaia:  pezzo  di  tubo  di  latta 


che,  saldato  nel  corpo  della  doccia,  no 
riceve  l'acqua.  Anche  :  cannoncino. 

4)  Portavento  :  canale  che  porta  il 
vento  nel  somiere  d'un  organo. 

callàia,  s.  f.  =  canaglia:  gente  capace 
di  qualunque  ribalderia. 

1)  Si  usa  anche  in  senso  non  triste; 
te  set  dna  grati  canata  =  sei  pure  un 
briccone  :  a  chi  sa  far  cose  che  da  lui 
non  si  aspettavano. 

càuàiàda,  s.  f.  =  canagliata,  ribalderia  : 
azione  da  canaglia. 

cànaìòii;  s.  m.  =  canaglione.  Acer,  di 
canaglia. 

canal  *  s.  m.  =  canale.  Vedi  per  i  si- 
gnificati cànaa  di  cui  canal  è  la  for- 
ma più  eletta  e  avvicinantesi  alla  lin- 
gua. Si  usa  ora  molto,  e  sempre  nelle 
frasi  :  canal  Cavour,  Vilorési,  de  Sùes 
e  sim.  =  canale  Cavour,  Villoresi,  di 
Suez,  ecc. 

1)  Canale  :  paralellepipedo  di  ferro 
sulla  cai  faccia  superiore  è  scavato  ap- 
punto un  canale,  in  cui,  come  in  una 
forma  si  versa  l'oro  o  l'argento  da  con- 
vertirsi in  verga. 

cànàla,  s.  f.  =  canala  (la)  :  grosso  abete 
0  altro  risegato  per  il  lungo  e  inca- 
vato, il  quale  si  applica  ad  un  fosso 
per  far  passar  l'acqua  da  un  campo  ad 
un  altro. 

1)  Canala  :  acquedotto  minore  che 
riceve  le  acque  da  un  cavo  o  condotto 
principale  o  le  trasporta  altrove  pas- 
sando sopra  altri  cavi  e  sopra  luoghi 
bassi  e  avallati. 

cànàlètt,  *  s.  m.  =  canaletto,  canalino, 
dim.  di  canale. 

1)  Conduttore:  quel  canaletto  di  le- 
gno che  ricorre  intorno  al  biliardo  per 
tenervi  le  palle  e  le  stecche. 

cànàlìn,  *  s.  m.  =  canalino,  dim.  di  ca- 
nale. 

1)  Glifo,  canaletto.  T.  architettonico. 
Oguno  dei  due  canaletti  che  corrono 
fra  tre  bastoni  dall'alto  in  basso  nel 
triglifo  nell'ordine  dorico. 

2)  Beccuccio  :  quello  dei  vasi  e  sim. 

3)  Canarino.  Fringilla  canaria:  uc- 
cellino originario  delle  isole  Canarie  di 
color  giallo,  che  canta  bene.  Vedi  cà- 
nerìn  più  comune. 

canapé;  *  s.  m.  =  canapè:  mobile  con 
spalliera  e  braccioli,  per  lo  più  imbot- 
tito dove  possono  sedere  più  persone 
insieme. 


can 


170  — 


can 


cànàpèrin,  s.  vi.  =  canaperino,  dimin. 
vezzegg.  di  canapè. 

1)  Predellino:  quel  piccolo  arnese 
imbottito  su  cui  le  signore  posano  i 
piedi.  Più  com.  ggàbèlìu. 

cànàréla,  s.  f.  =  canale  diversivo  :  ca- 
nale irrigatorio:  gora,  condotto,  fosso. 
Quel  canale  che  riceve  l'acqua  dalla 
presa  e  la  poi-ta  sulle  ten-e  da  irrigai-e. 

1)  Condotto  :  ogauna  di  quelle  grandi 
doccio  di  legno  per  le  macchine  mosse 
dall'acqua. 

2)  Trincarello  :  specie  di  telaiotto  su 
cui  è  tesa  una  tela  di  fil  d'ottone  co- 
perta anche  di  un  pannolino,  per  la 
quale  passa  colata  e  chiara  l'acqua 
che  continuamente  entra  nella  pila  a 
cenci,  mentre  l'acqua  sucida  esce  libe- 
ramente dall'altra  paii:e  deUa  pila  me- 
desima. 

cànàriiss,  s.  m.  =  gorgozzule  :  il  can- 
none della  gola. 

1)  vègh  et  cànàrilsà  fodraa  de  tdla 
=  aver  la  gola  lastricata  :  che  non  sente 
l'impressione  della  roba  che  scotta  o 
pizzica. 

cànàstréi;  s.  m.  pi.  =  bagolo:  bacche 
nericcie,  dolci,  con  nocciolo  duro.  Frutto 
del  pero  cei-vino. 

cànàvósa^  s.  m.  =  canapa:  il  seme  della 
canapa.  Si  dà  a  mangiare  agli  uccelli. 

Cànàvra,  s.  f.  =  collare  :  quello  che  si 
mette  al  collo  delle  vacche  per  tenerle 
ferme  alla  mangiatoia  nelle  stalle. 

Càncànin,  s.  m.  =  gangherino,  arpion- 
cello,  dim.  di  cànchen  =  ganghero, 
arpione. 

1)  Pipino,  dimin.  di  pipa:  special- 
mente quando  al  boccinolo  della  pipa 
è  attaccata  una  canna  assai  corta. 

càncèlà}  *  «'.  att.  =  cancellare.  Di  scritti 
levar  via  parole  già  scritte,  in  modo 
che  non  resti  nessuna  traccia  sulla 
lavagna,  sul  foglio,  ecc.,  anche  di  nu- 
meri, fìgiu'e,  disegni.  Anche  tirare  uno 
0  più  freghi  attraverso  aUo  scritto,  in 
modo  che  non  si  possa  leggere,  o  per 
indicare  che  non  si  debba  leggere. 

1)  càncèlà  vùn  da  dna  lista  =  can- 
cellare uno  da  una  lista  :  si  intende  il 
suo  nome. 

càncelàdura,  *  s.  f.  =  cancellatura:  la 
parte  cancellata  di  uno  scritto,  e  l'o- 
perazione del  cancellare  ;  doér  pién  de 
càncelàdur  =  compito  pieno  di  cancel- 
lature. 


càncelér,  *  s.  m.  =  cancelliere  :  uffizialo 
per  lo  più  incaricato  di  stendere  e  con- 
servare gli  atti  di  un  tribunale  ed  an- 
che di  altri  corpi  o  collegi. 

càncelerìa,  *  s.  f.  =  cancelleria  :  il  luogo 
di  residenza,  l'ufficio  del  cancelliere. 
1)  ogètt  de  eàneelerìa  =  l' occorrente 
per  scrivere:  penne,  carta,  matite,  in- 
chiostro, ecc. 

cànchen,  s.  m.  =  arpione  :  ogauno  dei 
ferri  affini  allo  stipite  sui  qu.ali  posa 
e  gira  il  battente  degli  usci  e  dello 
finestre,  e  anche  :  cardine,  il  pernio  che 
appoggia  in  terra  e  su  cui  gira  il  bat- 
tente degli  usci  ;  questo  si  dice  anche: 
ganghero. 

1)  vèss  giò  de  cànchen  =  essere 
fuori  dei  gangheri. 

2)  Arpione:  ferro  uncinato  all'insù 
per  attaccarci  roba. 

càucheuin,  s.  m.  =  arpioncino.  Vedi 
càncànin. 

cancrena,  *  s.  f.  =  cancrena.  Assoluta 
modificazione  di  una  parte  del  corpo 
animale. 

1)  àndà  in  cancrena  =  cancrenarsi. 

càncrenós,  agg.  =  canceroso.  T.  med.  da 
cancro. 

cancro,  *  s.  m.  =  cancro.  T.  med.  :  specie 
di  tumore  che  forma  un'ulcera  della 
peggior  qualità. 

candéla,  *  s.  f.  =  candela.  Yoce  del  dia- 
letto scelto.  Vedi  càndila. 

candelabro,  s.  in.  =  candelabro:  cande- 
liere da  chiesa,  grande,  a  più  braccia, 
«  anche  più  piccolo  e  di  lusso  per  casa. 

candì  e  càndida,  v.  att.  =  candire:  detto       , 
dello  zucchero.  Trattarlo  in    modo  che 
formi  cristalli  grossi  e  trasparenti. 

1)  Di  frutta,  scorze  e  sim.  Conciarle 
facendole  bollire  più  volte  e  lascian- 
dole a  lungo  in  fusione  nello  zucchero  ; 
cà?idì  per,  pèrsigh,  ànanas  e  sim.  = 
candire  pere,  pesche,    ananassi  e  sim. 

candid,  «(/^r.  =  candito:  detto  dello  zuc- 
chero ridotto  in  cristalli  grossi  e  tra- 
sparenti. 

càndidaa,  *  s.  m.  =  candidato. 

1)  Chi  si  offra  o  sia  proposto  per  un 
ufficio  pubblico,  e  segnatamente  per 
quello  di  deputato. 

2)  Chi  si  presenti  a  un  esame  o 
concorso  per  qualunque  grado  o  ufficio 
accademico. 

candidatura,  *  s.  f.   =  Caudidatui-a  :  il 


171 


poi-tarsi  0  l'esser  proposto  come  can- 
didato in  occasione  di  elezioni  politiche. 
càndila,  «.  f.  =  candela:  pezzo  cilindrico 
di  cera  o  alti"a  materia  grassa  con 
nn' anima  di  bambagia,  per  cui  si  ac- 
cende e  serve  a  far  lume. 

1)  el  po'  pisà  dna  càndila  ài  so  sànt 
=  può  accendere  una  candela  al  suo 
santo:  modo  proverbiale.  Di  cM  ha 
scampato  un  grave  pericolo. 

2)  l'è  dna  càndila  =  è  una  candela  : 
di  persona  molto  dimagrata,  segnata- 
mente per  forte  passione. 

3)  sta  in  càndila  =  star  rigorosa- 
mente al  dovere  :  filar  dritto. 

4)  là  càndila  de  là  Sèrioeula  =  la 
candelara  :  quella  benedetta  che  si  dà 
la  festa  della  Purificazione  il  2  febbraio. 

5)  càndila  romàna  =  candela  romana: 
specie  di  fochi  artificiali. 

6)  Moccolo  :  moccio  che  cola  dal 
naso  ;  àvègh  giò  là  càndila  =  mocci- 
care :  del  naso  che  sta  per  perdere 
mocicchi  0  moccoli. 

7)  càndila  =  trave  :  quel  lungo  trave 
che  si  mette  per  ritto  a  puntello  dei 
solai,  di  tetti,  ecc ,  che  minacciano 
affondare. 

8)  Bracciuolo:  canaletto  che  irriga 
le  praterie. 

càndìlee,  s.  m.  =  candelliere  :  piede  di 
metallo  o  legno  lavorato,  su  cui  si 
mette  la  candela  o  il  cero,  perchè  stia 
retto. 

1)  el  bUs  del  càndìlee  =  bocciuolo 
del  candelliere:  la  parte  dove  si  in- 
figge la  candela. 

2)  vèss  in  sul  càndìlee  =  essere  sul 
candelliere  :  essere  molto  in  vista,  ed 
anche  essere  nelle  buone  grazie  di  al- 
cuno. 

càndilerìn,  s.  m.  =  candellierino,  dim. 
e  vezzegg.  di  candelliere. 

càndilèta,  s.  m.  =  candeletta,  dim.  di 
candela. 

1)  càndilètt  =  spargini,  sottilissimi 
asparagi.  Anche  spàrg-ìtt. 

càndìliii^  s.  m.  =  candeline,  dimin.  di 
candela.  Meno  di  candelina.  Si  usa 
specialmente  a  indicare  quella  sottilis- 
sima candela  usata  ancora  nelle  chiese 
ad  accendere  i  ceri  più  alti. 

càndilìna,  s.  f.  =  candelina,  dim.  di  can- 
dela. 

càndilona,  s.  f.  =  candelona,  accr.  di 
candela. 


càndilòtt,  s.  m.  =  candelotto  :  candela 
più  corta  e  più  grossa  delle  ordinarie 
da  chiesa. 

1)  Candelotto  da  carrozza  :  quel  che 
penosi  nei  fanali  delle  carrozze  quanda 
non  vi  si  arde  olio. 

2)  Bioccolo,  colatm-a  :  le  lagrime  che 
fa  la  candela  struggendosi,  le  quali  si 
condensano  e  restano  attaccate  alla 
candela  stessa. 

càiief,  cànev,  cànor,  s.  m.  =  canapa  '. 
pianta  che  dà  un  filo  per  fai*  tele  or- 
dinarie e  cordami. 

1)  Il  seme  della  pianta;  ed  anche  la^ 
tela  fatta  di  canapa. 

cànèi,  s.  m.  pi.  =  *  cànèi  dèla  góla  =» 
La  canna  della  gola  :   la  trachea. 

cànéla,  s.  f.  =  cannella  :  pianta  delle 
Indie  orientali.  Laurus  cinnamomunij 
la  cui  seconda  scorza,  seccata,  è  l'a- 
roma che  pur  si  dice  cànela.. 

1)  color  cànela  =  color  cannella:  ap- 
pellativo di  colore,  rossiccio. 

2)  Matterello,  spianatoio  :  bastone  a- 
cilindro  per  ispianare  la  pasta.  Anche  : 
rasiera  ;  bastone  per  levare  il  colmo 
alle  misure  dei  grani. 

3)  Matterello  :  quel  randelletto  che 
serve  a  mestare  la  polenta.  Per  lo  più 
si  dice  cànela  déla  polenta. 

cànela,  v.  alt.  =  rasare  :  di  misui-e  di 
grani  e  sim.  ridurle  pari  alla  bocca.  Il 
mil.  usa  il  suo  verbo  perchè  adopera 
per  rasare  un  piccolo  legno  cilindrico 
che  somiglia  assai  a  una  cànela. 

cànèllj  s.  ni.  =  cannello.  Di  varie  cose 
che  hanno  forma  di  bocciuolo,  di  canna^ 
0  anche  diversa. 

1)  Quel  pezzuole  di  vera  canna  che^ 
tagliata  tra  l'un  nodo  e  l'altro  serve  a 
diversi  usi  nei  lavori  di  drappi  e  panni. 

2)  bev  à  cànèll  =  bere  a  garganella. 
V.  càna  13. 

3)  Boccioio  :  il  cannelletto  da  cui 
spilla  l'acqua  delle  fontane. 

cànelòn,  s.  m.  =  anella:  capelli  ricciuti 
raccolti  in  forma  di  anello. 

cànerìn,  s.  m.  =  canarino:  uccello  ori- 
ginario delle  isole  Canarie,  di  color 
giallo,  che  canta  bene. 

1)  Di  cantante  che  gorgheggia  molto 
bene;  là  Màlibràn  là  pareva  on  eànerin 
=  la  Malibran  pareva  un  canarino. 

cànéta.  s.  f.  =  cannella;  dim.  di  canna. 
Piccolo  tubo  per  conduiTe  l'acqua  o  al- 
tro liquido. 


cali 


-  172  - 


cali 


1)  Cannello:  tubetto  di  vetro,  latta  o 
alti'o  aperto  dalle  due  parti. 

2)  Cannello  della  penna,  astiociola. 
L'asticella  in  cima  alla  quale  s'  adat- 
tano le  penne  d'acciaio. 

3)  Per  simil,  ;  òna  càrièla  de  cerà- 
làca  =  un  cannello  di  ceralacca. 

4)  Bacchetta  ;  cannellino  per  lo  più 
•di  legno,  che  le  donne  nel  far  la  calza 
si  fermano  al  fianco  e  v'assicui'ano  uno 
■dei  ferri. 

5)  Eovescino,  costurino  :  è  una  ma- 
glia rovescia,  la  quale  nella  parte  po- 
steriore della  calza  abbraccia  due  giri. 

6)  Cannello  da  saldare:  è  un  tubo  di 
metallo,  fìniente  in  becco  sottile,  ri- 
<3ui-vo,  la  base  di  questo  ingrossata  in 
palla.  Col  cannello  in  bocca  si  soffia 
sulla  base  della  fiamma  e  questa,  ripie- 
gata orizzontalmente,  vibra  più  vivace 
il  suo  dardo,  sui  pezzi  da  saldarsi. 

7)  Mestolo:  nel  bove  quel  prolunga- 
mento dell'osso  della  gamba  dalla  jtiiie 
del  ventre. 

8)  Canna  di  padule  o  a  spazzole  ; 
arunclo  phragmitcs:  se  ne  fanno  stuoiati; 
éofdt  de  cànèta  =  soffitto  a  stuoia. 

cànètà;  v.  att.  =  pieghettare  :  stirar  la 
biancheria  a  pieghette  minutissime  o 
a  minutissimi  cannoncini. 

cànètàdòra,  s.  f.  =  pieghettatrice  :  donna 
che  pieghetta. 

càneté,  s.  m.  =  vergola  :  sorta  di  seta, 
addoppiata  e  torta. 

1)  Cordellone  :  stoffa  di  lana  o  di 
seta  a  corde  rilevate. 

cànetee,  s.  m,  =  fiaschettone;  paruspeti- 
dulinus;  iiccello  silvano. 

càneva  fèmina,  s.  f.  =  canapa  femina: 
il  fiore  della  canapa  più  alta,  col  solo 
fiore  senza  seme. 

1)  càneva  màfeia  =  canapa  maschia: 
il  seme,  cioè  quello  che  rimane  basso, 
di  seme  balordo  e  si  chiama:  il  piglio. 

cànevàsS;  s.  vi.  =  canavaccio,  canovac- 
cio :  sorta  di  tela  rada  detta  d'  alona 
sulla  quale  le  donne  ricamano. 

cànevàroeùla,  s.  f.  =  beccafico  canapino, 
cannevarola  ,  canaparola  ;  montacilla 
hippolais:  uccello  silvano  olivastro.  Si 
dico  anche  tttiiiòtt. 

càneree,  s.  m.  =  canapaia:  terreno  se- 
minato a  canapa. 

cànevètta,  s.  f.  =  cantimplora:  vaso  di 
stagno  da  tenere  in  diaccio  vino,  acqua, 
e  simili. 


1)  CannoUo  di   latta  cho   verso    l'e- 

'  stremità  inferiore  ha  un  ingrossamento 

in  cui  si  raccoglie    1'  acqua   fresca  da 

mettere  nel  bicchiere  di  vino  o  d'altro. 

Ora  non  s'usa  più. 

càiieTÌfl,  s.  m.  =  canapaio,  canapino.  Chi 
per  mestiere  pettina  la  canapa  e  il  lino. 

cànevòsa,  s.  f.  =  canapa:  il  seme  della 
canapa.  Si  dà  da  mangiare  agli  uccelli 
e  specialmente  ai  canarini.  Vedi  cànà- 
TÒsa. 

1)  àrè  màngiaa  là  cànevòsa  =  an- 
dare in  amore,  essere  in  caldo:  aver 
voglia  di  ruzzar  con  donne. 

cànevusc,  s.  m.  =  canapule  :  fusto  le- 
gaoso  della  canapa  spogliata  del  suo 
tiglio. 

cànfìii,  s.  m.  =  canfino:  specie  di  olio 
da  ardere.  Ora  poco  usato. 

cànfora,*  s.  f.  =  canfora:  specie  di  gomma 
adoperata  anche  in  medicina  come  an- 
tisettico. 

càuforaa,  v.  att.  =  canforato  :  di  cosa 
contenente  canfora  o  in  cui  è  stata  in- 
fusa della  canfora;  éjìirit  cànforaa  = 
spirito  canforato. 

cangiante  *  agg.  =  cangiante;  color  càìi- 
giànt  =  color  cangiante,  che  cangia. 
Quello  che,  secondo  il  punto  e  la  parte 
da  cui  si  guarda,  apparisce  diverso.  Si 
dice  solamente  di  stoffe  '  che  abbiano 
tal  colore. 

canicola,*  s.  f.  =  canicola;  sèmm  in  la 
canicola  =  siamo  nella  canicola;  che 
canìcola'  =  che  canicola!  Quando  il 
sole  è  nella  canicola,  per  dire  che  fa 
gran  caldo.  È  del  dialetto  scelto,  ma 
usata. 

càniinèl,  s.  m.  =  caramella:  pasticca  di 
zucchero  candito. 

cànin,  s.  m.  =  cannello,  cannella:  il  tubo 
della  pipa,  pel  quale  il  fumo  passa  dal 
caminetto  al  bocchino. 

1)  Cannelletto  di  varia  forma  per  fu- 
mare il  sigaro.   Anche  bochìn. 

2)  Agg.  di  colore:  paglierino,  colore 
di  paglia. 

3)  Agg.  di  dente;  dènt  càntn  =  denti 
canini:  i  due  denti  più  appuntati  fra 
gli  incisivi  e  i  molari. 

4)  Castrino,  coltellino  de'  bruciatai 
leggermente  falcato  per  castrare  i  mar- 
roni, per  intaccarli  cioè  affinchè  non 
scoppino  cocendo. 

cànipa,  s.  f.  =  nappa,  nasone:  naso  grosso 
0  lungo. 


3 


-  173  - 


can 


càuociài,  s.  VI.  =  canocchiale:  stnimento 
composto  di  uno  o  più  tabi  scorrevoli 
l'uno  dentro  l'altro,  e  armati  di  lenti 
per  guardare  oggetti  lontani. 

1)  t'irà  de  canoe  idi  =  guardare  col 
canocchiale,  specialmente  persone. 

2)  Binoccolo:  canocchialetto  a  doppia 
canna  che  si  usa  specialmente  in  teatro. 

3)  11  canocchiale  dogli  astronomi, 
detto  anche  telescopio. 

càuocialàsC;  s,  m.  =  canocchialaccio  : 
pegg.  di  canocchiale. 

cànof,  s.  m.  =  canapa:  pianta  che  som- 
ministi'a  \\n  filo  di  cui  si  fanno  funi  e 
tele  ordinarie;  cannabis  saliva. 

càuola,  s.  f.  =  doccia,  scarpello  a  doc- 
cia, sgorbia:  ferro  col  quale  il  bottaio 
fa  nei  tini  e  nelle  botti  quei  fori  nei 
quali  si  dev'e  intromettere  la  cannella. 

càuóu,  s.  VI.  =  cannone. 

1)  Doccione  di  terra  o  tubo  di  la- 
miera ,  latta  e  sim.  ;  el  canon  (téla 
stua  =  il  cannone  della  stufa  :  il  tubo 
per  cui  esce  il  fumo;  el  canon  del  tèce 
=  il  cannone  del  tetto.  Il  tubo  che  serve 
a  raccogliere  e  incanalare  1'  acqua  di 
pioggia. 

2)  Arme  da  foco  di  gran  calibro;  ca- 
non rigaa,  de  campagna,  Kriipp  = 
cannone  rigato,  da  campagna,  Elrupp. 

—  el  canon  =  il  cannone.  Usato 
spesso  al  singolare  come  nome  di  ge- 
nere; se  sentiva  el  canon  =  si  udiva  il 
cannone.  Per  celia  di  chi  è  molto  sordo: 
ghe  vcBÙr  el  canon  =  ci  vuole  il  can- 
none. 

8)  Per  metafora  molto  ardita,  si  dice 
l'è  on  canon  di  un  cantante  o  di  una 
cantante  che  abbiano  molta  voce  e  la 
omettano  forte  e  piena. 

4)  Parlando  d'abiti,  guarnizione,  gale, 
fila  di  pieghe  rotondeggianti  ;  mànich 
à  canon  =  maniche  a  cannoni. 

5)  Cialdone:  sottilissima  faldella  di 
pasta,  cotta  come  le  ostie  in  forme  ap- 
propriate e  rattorte  a  guisa  di  barca,  o 
di  cartoccio.  I  cialdoni  soglion  man- 
giarsi anche  da  noi  colla  panna  mon- 
tata =  làtimel. 

6)  fa  el  canon  =  spingare  del  grano. 
t.     —  fa  canon  =    accartocciarsi.   Delle 
I  foglie  del  grano  tiu-co   quando  per  ali- 
dore appassendo  si  ravvolgono  a  modo 
di  cannone. 

7)  canon  déla  frusta  =  cannoncino. 


Il    grosso   bocciuolo    dove  il   cocchiere 
impianta  la  frusta. 

cànouà;  V.  att.  =  cannoneggiare,  sparare, 
tirar  cannonate. 

1)  Per  iperbol.,  spetezzare,  tirar  peti. 
Volgare. 

cànoiiàda,  s.  f.  =  cannonata  :  colpo  di 
cannone. 

cànonàiuéiit,  s.  ni.  =  cannoneggiamento. 
Il  cannoneggiare. 

càudneg'a,  s.  f.  =  canonica:  l'abitazione 
del  parroco,  per  lo  più  accanto  alla 
chiesa.  Va  disusando  e  fiorisce  in  sua- 
vece  càuònìca.  * 

1)  àndà  in  cànònega  =  sfiorire:  delle 
piante  che  perdono  il  fiore. 

cànoiieg'aa  e  cànónicaa,  *  s.  m.  =  ca- 
nonicato :  uffizio  da  canonico  e  anche 
il  benefizio. 

1)  D'un  impiego  qualunque  ben  pa- 
gato e  dove  ci  sia  poco  o  nulla  da  fare. 

càudnegli  e  cànóuicli,  s.  m.  =  cano- 
nico. 

1)  Agg.  Che  viene  dai  cànoni,  è  con- 
forme ai  cànoni;  diritt  cànonegh  =  di- 
ritto canonico:  le  leggi  della  Chiosa  e 
la  scienza  del  diritto  ecclesiastico. 

2)  Sost.  Ognuno  dei  preti  compo- 
nenti il  capitolo  di  una  chiesa. 

cànonér  e  cànouièr,  *  s.  vi.  =  canno- 
niere ;  soldato  addetto  al  servizio  del 
cannone,  artigliere. 

canònica,  *  cànoni caa,  *  càuonicli,  * 
Vedi  cànònega,  ecc. 

cànonin,  s.  vi[  =  stiaccina.  schiacciola: 
arnese  delle  stiratore  per  piegar  le  gale 
degli  abiti  a  cannoncini,  e  delle  petti- 
natore per  faro  i  riccioli. 

cànonisà,*  v.  att.  =  canonizzare  :  ascri- 
vere al  numero  dei  santi,  decretare  che 
un  santo  sia  messo  nel  cànone. 

cànonitt,  s.  vi,  pi.  =  cannoncini  :  spe- 
ciale pieghettatura  della  biancheria  ina- 
midata; càmtsa  à  cànonitt  =  camicia 
a  cannoncini. 

cànonsin,  s.  m.  =  cannoncino,  dim.  di 
cannone. 

cànòtt,  s.  m.  =  cannotto  :  piccola  barca 
indiana  sulla  cui  forma  sono  fatti  certi 
piccoli  battelli  dei  nostri  laghi. 

cànsòn,  s.  f.  =  canzone:  breve  compo- 
nimento da  cantarsi,  di  soggetto  popo- 
lare e  profano. 

\)  dà  per  dna  cànson  de  càrnevaa 
=  dare  per  un  tozzo  di  pane,  a  pochis- 


can 


174  - 


can 


Simo  prezzo;  mrt  dna  cànsòn  de  càr- 
tievaa  =  valere  un'acca. 

2)  Sost.  m.:  randello,  bastone,  billia. 
Ijastone  arcuato  che  attraversa  il  veni- 
cello  dei  carri  e  serve  a  farlo  girare 
per  stringer  le  funi  che  tengono  e  le- 
gano il  carico  sul  carro. 

«ìlnsonà,  v.  att.  =  canzonare  ;  eoo  ben 
che  el  me  cànsòna!  =  so  ben  che  mi 
canzona!  ma  lei  mi  canzona!  esclam. 
di  sorpresa  e  di  meraviglia;  se  cànsdna 
tntnga  =  non  si  canzona,  non  si  fa  per 
chiasso,  si  fa  di  bone. 

«ànsonàscia,  s.  f.  =  canzonacela  ;  pegg. 
di  canzone. 

cànsonéta,  s.  f.  =  canzoncina  ;  dim.  di 
canzone. 

Ckniy  s.  m.  =  canto:  ognuna  delle  parti 
in  cui  si  divide  un  componimento  poe- 
tico; el  primm,  cànt  de  V  Iliade,  déla 
Geriisalème  Liberata  =  il  primo  canto 
dell'Iliade,  della  Gerusalemme  Liberata. 

canta;  s.  m.  =  cauto:  il  cantare;  ài  primm 
canta  del  gali  =  al  primo  canto  del 
gallo;  on  gàlètt  de  primm,  canta  =  un 
galletto  di  primo  canto. 

canta,  V.  att.  =  cantare:  regolare  l'emis- 
sione della  voce  in  modo  che  la  suc- 
cessione dei  suoni  costituisca  un  mo- 
tivo musicale;  càntti  à  prima  vièta  = 
cantare  all'improvviso,  leggendo  la  parte 
senza  averla  studiata  prima  ;  canta  de 
tenòr,  de  bàés  e  sim.  =  cantare  di  te- 
nore, di  basso,  e  sim.  In  chiave  di  te- 
nore, di  basso. 
—  canta  =  cantare,  fare  il  cantante. 

1)  fa  canta  =  far  cantare,  far  dire  a 
uno  quello  che  non  vorrebbe. 

2)  D'attori,  oratori,  o  anche  di  chi 
parli  declamando  con  affettazione. 

3)  D'animali:  el  gali  el  canta  =  il 
gaUo  canta;  i  icsèlitt  càtiten  =  gli  uc- 
celletti cantano.  In  generale  indica  tutte 
lo  particolari  emissioni  di  suono,  che 
per  ciascun  uccello  ha  un  peculiare 
verbo  :  squittire,  gracidare,  anatrare, 
gioterare,  tubare  e  sim. 

4)  là  prima  gàlina  che  canta  Ve 
qnèla  che  ha  faa  V  oeùv  =  la  gallina  che 
canta  è  quella  che  ha  fatto  i'ovo  ;  chi 
è  il  primo  a  parlare  di  certi  fatti,  o  ne 
parla  troppo,  fa  nascere  il  sospetto  che 
ne  sia  stato  l'autore  lui. 

5)  cànttl  transit.  càntt  la  Mésa,  óna 
romànsa,  on  dtiètt  =  cantare  la  -Messa 
una  romanza,  un  duetto. 


6)  canta  là  nina,  nana  =  cantar  la 
nanna,  o  la  ninna  nanna  al  bambino: 
detto  delle  madri  o  delle  balie  quando 
cantano  per  addoi'mentare  i  loro  bam- 
bini. 

7)  canta  vitoria  =  cantar  vittoria: 
giudicarsi,  proclamarsi  vincitore,  su- 
periore. 

.    8)  Cantare;  dire  chiaro  e  netto;  ghi 
e  canta  gio  dar  =  gliele  canta. 

9)  carta  canta  =  cai-ta  canta  e  vil- 
lan  domie.  I  patti  han  da  essere  scritti 
per  potercisi  fidare   con  sicurezza. 

càntàbil,  agg.  =  cantabile  :  che  si  può 
cantare. 

1)  Sost.,  on  càntàbìl  =  un  cantabile: 
pezzo  di  musica  di  canto  largo,  espres- 
sivo. 

càntàda,  s.  f.  =  cantata:  il  cantare  ima 
volta  più  0  meno  a  lungo;  han  faa  dna 
bela  càntàda  =  hanno  fatto  una  bella 
cantata. 

càntàdòr,  s.  ni.  =  cantaiuolo:  di  uccello 
che  si  alleva  per  allettaiuolo. 

càntànt,  s.  in.  =  cantante  :  chi  esercita 
l'arte  del  canto  musicale. 

càntàrà)  s.  m.  =  Cantarano:  mobile  con- 
sistente in  due,  tre  o  quattro  cassette 
che. si  tirano  fuori  per  dinanzi,  aduso 
di  nporvi  biancheria,  indumenti,  e  sim. 

càntàràna,  s.  f.  =  voce  storica  milanese. 
Chiamavasi  cosi  parte  del  Nirone.  Di 
poi  si  chiamarono  così  tutte  le  cloache 
e  anche  alcune  aperture  che  di  tratto 
in  tratto  per  la  città  si  incontravano, 
fatte  anch'esse  a  fine  di  introdurre  in 
queste  chiaviche  le  acque  piovane.  Ora 
queste  cantarane  sono  tutte  scomparse. 
Ne  derivò  il  dettato  ancor  vegeto  e  ro- 
busto ;  spiisà  come  dna  càntàràna  = 
putire  Come  una  fogna. 

1)  Anche:  canterina;  per  celia  e  in 
parte  per  vezzo,  di  chi  ama  cantare, 
per  lo  più  senz'arte,  e  come  la  natura 
e  l'affetto  dell'animo  detta. 

càntàrèlà,*  v.  att.  =  cantarellare,  can- 
tare a  voce  bassa,  tra  sé,  interrotta- 
mente. 

càntàrèll,  s.  m.  =  pernice,  fìstierella, 
allettaiuola  da  pernici:  quaglia  canta- 
rella, se  è  una  quaglia;  schiamazzo,  se 
un  tordo. 

1)  Cantaride;  cantharis  vescicatoria; 
canterella  Insetto  che  serve  a  far  la 
pasta  dei  vescicanti. 

càntari,  s.  m.  pi.  =  ceroferaiù,    cande- 


175  — 


labri,  doppieri:  quei  duo  candellieri,  i 
quali,  accesevi  le  candele,  si  portano  da 
una  parte  o  dall'altra  della  croce  nelle 
processioni. 

càntàrìna,  s.  f.  =  canterina:  per  can- 
tante; è  scherz.  e  dispreg. 

càutàsciàj  V.  att.  =  cantazzare,  cantac- 
chiare:  cantar  sempre  e  senza  grazia, 

càuter,*  s.  m.  =  cantero  :  vaso  di  terra 
cotta,  per  lo  più  tondo  e  alla  bocca  più. 
largo  da  tenere  alla  seggetta  o  nel  co- 
modino. 

cantilèna,*  s.  f.  =  cantilena:  ripetizione 
lenta  e  monotona  di  un  tema  musicale, 
molto  semplice. 

1)  Modulazione  della  voce  con  al- 
lungamento di  suoni,  cadenze  o  riprese 
proprie  di  chi  parla,  o  dell'idioma  che 
parla. 

càntìu,  s.  m.  =  cantino  :  la  corda  più 
sottile  del  violino  e  altri  istrumenti 
della  stessa  specie. 

1)  tocà  el  càntin  giiièt  =  trovare  il 
lato  debole  del  carattere  di  una  persona 
per  indurla  a  fare  ciò  che  vogliamo. 

cantina,  s.  f.  =  cantina;  stanza  nei  fondi 
delle  case  dove  si  tiene  il  vino. 

1)  vègli  ona  bòna  cantina  =  avere 
una  buona  cantina;  che  abbia  le  qua- 
lità necessarie  per  l'uso  a  cui  serve.  E 
anche  solo  ben  provvista,  ben  fornita 
di  vini. 

2)  Di  stanza  o  casa  buia  si  dice  Ve 
ona  cantina  =  è  una  cantina. 

3)  vègh  là  vos  in  cantina  =  avere  la 
voce  in  cantina  :  avere  abbassamento 
di  voce  per  malattia  di  gola. 

4)  Bottiglieria  :  stanza  dove  si  cu- 
stodiscono i  vini  in  bottiglia  ;  el  g^  ha 
ona  cantina  ben  fornida  =  ha  una  bot- 
tiglieria ben  fornita. 

5)  òmm  de  cantina  =  vinaio,  canti- 
niere :  che  ha  la  cui-a  della  cantina. 
Vedi  càntinee,  2). 

6)  gli'  è  sòtt  cantina  =  gatta  ci  cova, 
trama  c'è  sotto  :  io  dubito  che  non  ci 
sia  altro  sotto.  Quando  vediamo  del 
mistero  e  supponiamo  intenzioni  na- 
scoste. 

càntinaa,  agg.  =  a  volta  :  di  locale  che 
sotto  abbia  un  soffitto  a  volta. 

càntinàscia,  s.  f.  =  cantinaccia  :  pegg. 
di  cantina. 

càntinee,  s.  m.  =  cantiniere  :  quello  che 
tiene  i  vini  e  li  custodisce  neMe  case 
dei  gran  signori  e  nelle  corti. 


1)  Anche  l'uomo  che  nei  negozi  di 
vino  è  specialmente  addetto  alla  can- 
tina. 

càntìnéia,  *  s.  f.  =  cantinetta,  dim,  e 
anco  vozzegg.  di  cantina. 

càntinin,  s.  m.  =  cantinina,  dim.  di 
cantina. 

càntindn,  s.  m.  =  cantinone,  accr.  di 
cantina. 

canto,  *  s.  m.  =  canto  :  il  cantare  ;  el 
canto  itàliàn  =  il  canto  italiano. 

càntir,  s.  m.  =  corrente,  e  se  un  po' 
grosso,  piana  :  nome  d'ogni  legno  ri- 
quadrato a  foggia  di  travicello  che  si 
inchioda  in  buon  numero  sui  pontoni 
tra  cavalletto  e  cavalletto,  parallela- 
mente al  comignolo  del  tetto. 

càntòn,  s.  m.  =  canto  :  1'  angolo  che 
fanno  insieme  due  muri  e  in  genere 
due  faccio  di  un  corpo  solido. 

1)  La  parte  della  stanza  che  resta  in 
uno  degli  angoli  ;  in  del  càntòn  del 
foeUgh  =■  nel  canto  del  foco,  del  ca- 
mino :  ia  questo  senso  anche  :  angolo  ; 
càntòn  déla  cà ,  déla  stànsa ,  del 
tàolin  =  angolo  della  casa,  della  stanza, 
del  tavolino. 

2)  Capo  di  strada  ;  l'era  fermaa  èUl 
càntòn  di  Piàtt  =  era  fermo  sul  canto 
di  via  Piatti. 

3)  fa  càntòn  =  far  cantonata,  fare 
angolo  :  di  casa  che  ha  due  lati  adia- 
centi sopra  due  strade.  Anche  :  far  can- 
tonata. 

4)  chi  voltaa  el  càntòn  =  qui  svolto. 

5)  de  per  tùli  i  càntòn  =  per  tutti 
i  canti  :  per  tutto. 

6)  vèss  làsaa,  vèss  miss  in  d' on 
cantóri  =  essere  lasciato,  esser  messo 
in  un  canto:  detto  di  persona  che  si 
trascui'i,  0  deUa  quale  non  si  faccia  più 
il  conto  che  merita  :  anche  in  un  can- 
tuccio. 

7)  Cantonata  :  l'angolo  estorno  delle 
fabbriche  che  dà  sulla  strada,  dove  si 
svolta. 

8)  Cantone  :  lo  stesso  che  canto. 

9)  Biscanto  :  canto  o  cantonata  che 
fa  come  due  piegatui-e.  E  anche  luogo 
appartato  in  genere  ;  là  sta  sémper  in 
d' on  càntòn  =  sta  sempre  in  un  bi- 
scanto, in  un  cantuccio. 

10)  el  càntòn  del  formàgg  =  il  cacio 
nel  calcagno  :  pezzo  di  corteccia  a  squa- 
dra con  poca  midolla. 


can 


-  176  - 


cap 


11)  Cocca,  canto  :  la  punta  o  canto 
d'una  pezza,   d'  un  fazzoletto,  o  sim. 

12)  Cantòn  =  Cantoni  :  i  vari  stati 
che  compongono  la  Confederazione  sviz- 
zera. 

13)  cantonata  =  nome  di  quelle  la- 
strine metalliche  ondo  armano  gli  an- 
goli acuti  degli  stipetti,  degli  scrigni,  e 
sim. 

14)  Rinterzo  :  il  rinterzare  al  bi- 
liardo, dar  due  volte  nelle  maltoneUe 
e  fare  il  gioco. 

15)  giiigà  ài  quMer  càntón  =  gioco 
che  consiste  nel  girar  che  fa  uno  in- 
torno agli  altri  che  lo  circondano,  per 
prendere  uno  dei  loro  posti  e  lasciare 
in  mezzo  quello  il  di  cui  posto  egli  ha 
preso.  Vedi  bara  (^iiig'à  à). 

càntonàda,  s.  f.  =  cantonata  :  1'  angolo 
esteriore  di  un  edifizio  qualunque  spe- 
cialmente nelle  città. 

càutonàl,  s.  m.  =  cantoniera  :  mobile 
da  tenersi  nel  canto  di  una  stanza  con 
sportelli  davanti,  oppure  aperto  e  con 
vali  palchetti  a  gradinata,  su  cui  si 
posano  piccoli  oggetti. 

càntonàlin,  s.  m.  =  cantonierina,  dim. 
di  càntonàl  =  cantoniera. 

càntoniu,  s.  m.  =  cantuocino,  dira,  di 
cantuccio. 

càntonscèll,  s.  m.  =  lo  stesso  che  càu- 
toniii. 

càntonér  e  càntoniér,  *  s.  m.  =  canto- 
niere, guai'dia  :  chi  sta  a  guardia  di 
un  tratto  di  strada  maestra  o  ferrata  e 
ne  ha  la  cura. 

càiitor,  *  s.  m.  =  cantore,  cantante  :  che 
canta  in  chiesa  o  nel  coro  o  sulla  can- 
toria. 

càutorìa,  *  s.  f.  =  cantoria  :  palco  o 
ringhiera  nelle  chiese  ove,  è  l'organo  e 
dove  stanno  i  cantanti  e  i  sonatori  ; 
l'orghenista  V  è  àndaa  sii  àdèss  in  can- 
toria =  l'oi'gauista  è  andato  ora  in 
cantoria  Anche  in  sii^  Vòrghen. 

cànììtilia,  s.  f.  =  canutiglia  :  nastrini  in 
cui  sono  intessati  dei  sottilissimi  fili 
metallici,  o  anche  composti  dei  fili  me- 
"desimi,  a,  uso  delle  modiste  e  ricama- 
trici. 

càolàtt,  s.  m.  =  crema  :  vivanda  fatta 
di  panna  mista  con  tuorli  d'  uovo  an- 
che con  ciaccolata  o  caffè,  zucchero  e 
aromi,  il  tutto  rimestato  per  farlo  in- 
corporare e  rappigliare  al  foco. 

càorìn,  s.  m.  =  cavoiuino  :  nome  di  una 


speciale  qualità  di    panetti  di  lusso   a 
spicchi. 

1)  Una  volta  si  chiamavano  così  i 
biglietti  da  L.  2  sui  quali  era  1'  effige 
di  Cavour. 
capa  *  s.  f.  =  cappa  :  una  specie  di  cassa 
di  lamiera,  fatta  come  una  mezza  tra- 
moggia rovesciata,  cioè  pivi  ampia  in 
basso  che  in  alto  per  la  quale  salgono 
le  esalazioni  di  gas  carbonico  che  si 
sviluppano  dal  carbone  che  bi-ucia  nei 
fornelli  sottoposti. 

1)  là  capa  (lei  càmtn  =  la  cappa,  la 
gola  del  camino  :  più  specialm.  la  parte 
inferiore  della  gola  che  si  allarga  in 
fuori.  Vedi  camin,  1). 

2)  là  etipa  del  nas  =  la  cappa  :  per 
celia  volg.  il  naso. 

3)  là  capa  di  pret  =  cappa,  ferra- 
juolo  :  specie  di  mantello  da  portarsi 
sopra  gli  abiti.  Quando  è  più  leggera 
0  di  seta  :  ferraiolino. 

capace,  *  agg.  =  capace  :  segnatam.  per 
cattive  azioni  :  Ve  on  òmn  capace,  de 
tutt  =  è  un  uomo  capace  di  tutto  ; 
l'ha  promiss  de  vegnì,  ma  l'  è  capace 
de  vegnì  nò  =  Ha  promesso  di  venire, 
ma  è  capace  di  non  venire. 

càpàcìsìm,*  agg.  =  capacissimo,  agg. 
superi,  di  capace  :  anche  in  mal  senso; 
l'è  càpàcìsìm  de  giiirà  el  fàls  =  è  ca- 
pacissimo di  giurare  il  falso. 

capacità,  *  V.  att.  =  capacitare;  rendere 
capace,  cioè  persuaso  ;  hin  tUtt  resdn- 
che  me  càptlcita  nò  =  son  tutte  ra- 
gioni che  non  mi  capacitano. 

càpàcitaa,  *  s.  f.  =  capacità,  astr.  di  ca- 
pace ;  l'è  on  òmm  de  gran  càpdcitaa  = 
è  persona  di  molta  capacità. 

càpàmàgna,  *«./".  =  cappamagna  :  cappa 
solenne  di  cardinali,  canonici,  cava- 
lieri, ecc. 

1)  Piviale  di  forma  antica,  di  varie 
stoffe. 

càpàua,  *  s.  f.  =  capanna  :  costruzione 
di  paglia,  frasche,  o  sim.  sostenuta  da 
una  armatura  di  legno,  da  riporre  at- 
trezzi 0  prodotti  campestri  e  che,  al- 
l'occorrenza può  servir  di  ricovero. 

1)  Di  stanza  o  casa  povera,  ignuda, 
priva  di  qualunque  arnamento, 

2)  là  càpàna  =  assolut.  è  la  ca- 
panna da  mettere  nel  presepio. 

capare,  *  s.  f.  caparra  :  ciò  che  si  dà 
dopo  concluso  un  contratto  e  si  perdo 


cap 


-  177 


cap 


da  chi  si  ritira  prima  che  il  contratto 
stesso  sia  eseguito. 

càpàsa,  s.  f.  =  capazza,  pegg.  di  cappa. 

càpcàcia^  s.  m.  =  capocaccia  :  chi  so- 
printende alla  caccia. 

càpcàsdii,  s.  m.  =  capocascinaio. 

càpcdiuicli,  s.  m.  =  capocomico  :  capo 
di  una  compagnia  comica. 

càpéla,  *«./'.  =  cappella  :  piccola  chiesa 
ove  si  dice  soltanto  la  Messa,  o  si  fa 
qualche  festa  fra  1'  anno  ;  *  càpèll  de 
là  Màdòna  del  moni  =  le  cappello  della 
Madonna  del  monte. 

1)  càpèll  =  cappelle  :  piccoli  edifìci 
appoggiati  al  corpo  principale  di  una 
chiesa,  con  uno  o  più  altari,  a  cui  si 
accedo  dalle  navate  laterali  o  dal  coro. 

2)  temp  à  càpèla  =  tempo  a  cappella  : 
quello  che  si  batte  in  due  colpi,  uno 
in  terra  e  uno  aria. 

3)  màèster  de  càpèla  =  maestro  di 
cappella  :  quello  che  dirige  l'esecuzione 
della  musica  in  chiesa.  Prov.  è  càm- 
biaa  el  màèster  de  càpèla,  ma  là  mù- 
sica l'è  éémper  quèla  =  è  cambiato  il 
maestro  di  cappella,  ma  la  musica  è 
sempre  quella  :  di  inconvenienti  o  abusi 
che  dui'ano  in  una  azienda,  sebbene  sia 
cambiata  la  persona  che  la  dirige. 

4)  Cappella  :  il  capo  dei  chiodi  spe- 
cialmente se  pili  grande  dell'ordinario. 

5)  là  càpèla  déla  mica  =  la  parto 
superiore,  bassa  e  rotonda,  cotta  molto 
0  quasi  senza  mollica  che  è  in  certo 
formo  di  pane  che  si  conoscono  sol- 
tanto a  Milano. 

6)  càpèla  de  fung  =  cappella,  cap- 
pello dei  funghi. 

càpelàda,  *  s.  f.  =  cappellata  :  colpo  dato 
col  cappello. 

1)  Tanta  quantità  di  roba  quanta 
n'entra  in  un  cappello. 

2)  Avv.  à  càpeldd  =  a  cappellate,  a 
dovizia,  a  gran  dovizia,  in  gi-an  quan- 
tità. Vedi  4). 

B)  càpelàda  =  brutta  figura  ;  el  Sa 
■liàgòtt  e  quànd  el  pària  no  el  fa  che 
di  càpeldd  =  non  sa  nulla  e  quando 
parla  non  fa  che  brutte  figure.  Anche: 
fare  un  arrosto,  dire  una  pàpera. 

4)  guadagna,   tra  via  à  càpeldd  = 
guadagnare,  buttar  via  a  staia. 
càpelàn,  *  s.  ?«.  =  cappellano. 

1  )  Il  titolare  di  una  cappellania. 

2)  Prete  che  dice  la  Messa  o  presta 
il  suo  ministero  a  certe  classi  di  per- 
ii 


sene  determinate  ;  càpeldn  d'armàda  = 
cappellano  d'esercito,  cappellano  mili- 
tare ;  càpelàn  di  preson  =  cappellano 
delle  carceri. 

càpelàsc,  s.  m.  =  cappellaccio,  pegg.  di 
cappello. 

càpelàss,  V.  rifl.  =  fare  il  cappello  ;  sta 
tina  là  s'è  càpelàda  prèsi  =  questo  tino 
ha  fatto  il  cappello  presto  :  si  dico  dei 
tini  in  cui  si  vede  presto  la  massa  dei 
raspi  che  galleggia  sul  mosto,  o  dei  tini 
dove  fermenta  la  birra,  quando  vi  si 
vede  alla  superfice  la  massa  densa,  che 
si  chiama  appunto  cappello. 

càpelee,  s.  m.  =  cappellaio  :  chi  fabbrica 
e  vende  cappelli. 

1)  Cappellano,  scontroso  :  chi  è  facile 
a  pigliare  cappello,  a  montar  sulle  bi- 
che, prendere  il  fungo,  i  cocci ,  imper- 
malirsi. 

càpeléra,  s.  f.  =  cappellaia  :  la  moglie 
del  cappellaio. 

1)  Cappelliera  :  la  custodia  di  car- 
tone 0  di  cuoio  dove  si  ripone  il  cap- 
pello. 

2)  Cappellinaio:  arnese  con  diversi 
pioli  0  ganci  per  attaccarci  i  cappelli 
0  abiti. 

càpeléta^  s.  f.  =  cappelletta,  cappellina, 
.  dim,  di  cappella  :  piccolo  oratorio  o  an- 
che tabernacolo  coperto,  in  cui  sia  di- 
pinta una  sacra  immagine. 
càpelètt,*  s.  m.  =  cappelletto:  cerchietto 
di  tela  incerata  o  di  stoffa  che  si  metto 
in  cima  all'ombrello  dove  si  riuniscon 
le  stecche. 

1)  Gioco  dei  ragazzi  che  mettono  dei 
quattrini  in  un  cappello  e  dopo  averlo 
rovesciato  e  detto  eros  o  lètera  =  armo 
0  santi,  croce  o  lettera,  testa  o  lettera, 
i  quatti'ini  toccano  a  quello  che  indo- 
vina. 

2)  Specie  di  ghiera  di  stagno,  la  quale 
infilata  nel  cannello,  va  a  invitarsi  alla 
cima  della  canna  del  clistere  per  te- 
nerlo più  saldo. 

3)  Cassetta:  la  piastra  coi  suoi  lati 
rilevanti  in  cui  sono  compx'osi  gli  in- 
gegni di  una  serratui'a. 

4)  Tumore  rotondo  di  varia  grossezza 
che  viene  alla  punta  del  garretto  nei 
cavalli. 

5)  Nicchio:  sorta  di  salame  in  forma 
di  cappello  da  prete. 

6)  Cupola:  Il  coperchio  dei  lampioni 
da  caiTozza. 


cap  —  178  — 

càpelin,  *  s.  m.  =  cappellino,  dim.  e 
vezzegg.  di  cappello,  Segnatam.:  cap- 
pello da  ragazzi  o  da  donne. 

1)  Specie  di  fungo  ;  agaricus  vagi- 
natus  di  Buillard. 

càpelìua,  s.  f.  =  cappello  tondo,  basso 
con  tese  diritte  e  per  lo  più  di  paglia. 
Si  porta  d'estate. 

capelista,  s.  m.  =  cappellano,  scontroso 
(V.  capelee,  1).  Che  s' offende  per 
un  nonnulla  e  fuor  di  luogo. 

càpèll,  *  s.  in.  =  cappello  :  oggetto  di 
vestiario  con  cui  uno  si  copre  il  capo 
uscendo  di  casa;  l'ala  del  càpèll  =  la 
tesa  del  cappello;  el  fond  del  càpèll  = 
il  tamburo  del  cappello;  càpèll  gibolaa 
=  cappello  sbertucciato  ;  càpèll  à  trii 
càntòn  =  cappello  a  tre  punte,  a  tre 
canti,  a  tre  spicchi,  a  tre  venti,  a  nic- 
chio 0  assol.  nicchio,  cioè  colla  tesa  ri- 
piegata da  tre  parti  e  fermata  per  tre 
punti  al  cocuzzolo  come  nel  cappello 
da  prete.  Anche  :    cappello  arricciato. 

1)  levù,  el  càpèll  =  levarsi  il  cappello, 
scoprirsi  il  capo,  segnatamente  in  atto 
di  saluto;  fàgh  de  càpèll  =  fai-  di  cap- 
pello, dice  maggior  ossequio.  Anche 
far  di  berretta;  fàgh  de  càpèll  à  nisttn 
=  non  far  di  cappello,  di  berretta  a  nes- 
suno :  non  volersi  rinchinare  per  sen- 
timento della  propria  dignità.  E  figu- 
ratamente: riconoscere,  confessare  l'al- 
trui superiorità;  Ve  on  màèster  che  bi- 
sogna levàgh  el  càpèll  =  è  un  maestro 
a  cui  bisogna  levarsi  il  cappello. 

2)  ciàptL  càiìèll  =  incappellarsi  pi- 
gliar cappello,  lo  stesso  che  pigliare  i 
cocci  ;  aversi  per  male,  pigliare  il  fungo 
impermalirsi. 

3)  tàcù,  sii  el  càpèll  =  attaccare  il 
,  cappello.  Si  dice  di  un  uomo  che  sposi 

una  donna  ricca  e  si  accasi  nella  casa 
di  lei  facendosi  mantenere. 

4)  porta  el  càpèll  éU  on  cbiicc  =  por- 
■     tare  il  cappello  per  parte,  suUe  venti- 
tré, sulle  ventiquattro,  alla  squarciona; 
cioè  un   po'  da  un    lato  e   talora   alla 
sgherra. 

5)  càpèll  de  cardinal  =  cappello  car- 
dinalizio, da  cardinale.  Cappello  rosso; 
càpèll  de  prèt  =  lucerna,  nicchio,  triade. 

6)  porta  ci  càpèll  fmilra  di  mucc  = 
portare  il  capo  alto;  non  aver  di  che 
arrossire. 

7)  sénsa  càpèll  =  in  capelli,  a  capo 
scoperto,  senza  nulla  in  testa; 


cap 

8)  càpèll  à  là  poff  a  càpèll  mòli  = 
cappello  a  cencio,  quello  che  si  piega 
come  ci  pare  e  piace,  come  un  cencio. 

9)  càpèll  de  paia  =  cappello  di  trec- 
cia, se  delle  signore,  di  paglia,  se  dei 
contadini,  di  carrettieri  e  sim. 

10)  tira  sii  on  càpèll  =  rinsaldare, 
informare  un  cappello. 

11)  tegni  in  eoo  el  càpèll  =  tenere 
il  cappello  in  zucca.  Per  villania  invo- 
lontaria 0  no. 

12)  càpèll  invernisaa  =  cappello  di 
pelle  0  di  cuoio. 

13)  càpèll  =  cappello:  dicono  i  gior- 
nalisti di  una  breve  avvertenza  che  si 
premette  a  un  articolo  nel  pubblicarlo. 

14)  Le  nuvole  che  si  addensano  sulla 
cima  dei  monti;  el  San  Gidrg  el  g'hà 
el  càpèll  =  il  San  Giorgio  ha  il  cap- 
pello. 

15)  La  massa  dei  raspi  che  galleggia 
sul  mosto. 

16)  Cappello:  lamiera  che  sta  fra  il 
mozzo  della  campana  e .  il  suo  contrap- 
peso. 

17)  càpèll  del  pose  =  tettuccio  del 
pozzo. 

18)  La  parte  superiore  del  torchio  da 
stampa  che  gli  fa  da  cappello. 

19)  càpèll  de  pàiee  =  cappa  del  pa- 
gliaio. 

20)  càpèll  déla  fornds  =  volta  della 
fornace. 

21)  càpèll  de  miir  de  cinta  =  cresta 
di  muro  di  ricinto. 

càpelòn,  s.  m.  =  cappellone. 

1)  Accresc.  di  cappello:  cappello  con 
tesa  molto  larga. 

2)  Volgare  nome  dei  vigili  urbani, 
chiamati  però  con  maggior  rispetto  sor- 
vègliàiit. 

3)  Pure  volgar.,  nome  dato  ai  ma- 
riti che  si  accontentano  delle  infedeltà 
della  moglie. 

caper;  s.  m.  =  cappero. 

1;  Frutto  che  dà  una  pianta  che  viene 
sui  muri  vecchi  e  che  si  mette  sotto 
l'aceto  e  si  mangia  per  condimento.  Si 
usa  per  lo  più  al  plurale. 

2)  Caccola:  sudiciume  che  le  persone 
male  educate  si  levano  col  dito  dai  bu- 
chi del  naso.  Anche  in  questo  siguill- 
cato  si  usa  più  spesso  al  plur. 
caper  càpìisciii;  s.  ni.  pi.  =  bottoni  del 
-    nasturzio  indiano:  appassiti  nell'ombra 


cap 


0  accoaciati    nell'aceto  si  usano  in  in- 
salata 0  in  salse. 

càpèsol,  *  s,  m.  =  capezzolo  :  bottone 
carnoso,  nel  mezzo  della  mammella, 
da  viù  esce  il  latte. 

càpèster,  s.  m.  =  capestro:  fune  per  le- 
gare lo  bestie  grosse  (bovi,  vacche)  per 
la  tosta. 

1)  Pedale.  Terni,  calz.  :  striscia  di 
pelle  per  tener  ferma  la  scarpa  sul  gi- 
nocchio. Ora  dicono  più  spesso  tiràpé. 

càpètìn,  s.  m.  =  capettaccio,  dim.  peg- 
giorativo di  capo  nel  senso  di  cervello, 
mente  e  diverse  facoltà  dell'  anima  e 
della  mente. 

1)  Di  naturalo  capriccioso  e  ostinato. 

càpètt,  *  s.  m.  =  capetto,  dim.  di  capo: 
capino. 

càpfàbrica,  *  s.  m.  capofabbrica:  quello 
che  in  una  manifattura  assiste  e  soprin- 
tende ai  lavori. 

càpf  ila,*  s.  m.  =  capofila:  il  primo  della 
lila. 

capi,  s.  ni.  =  cappio:  nodo  scorsoio,  nodo 
con  una  maglia  sola  e  un  solo  capo 
fatto  in  modo  che,  tirando  il  capo,  la 
maglia  scorra  e  si  stringa.  Vedi  àsa. 

capì,*  v.  alt.  =  capire. 

1)  Sentire  materialmente  quello  che 
altri  dice;  se  capiva  nàgòtt  de  quèll  che 
el  diséva,  perchè  l'èra  lontàn  =  non  si 
capiva  nulla  di  quello  che  diceva,  per- 
chè era  lontano. 

2)  Intendere:  formarsi  un  concetto 
chiaro,  adeguato  di  una  cosa  ;  là  mà- 
temàtica  là  capisi  pòcch  =  la  matema- 
tica la  capisco  poco. 

3)  capi  dna  persona  =  capire  una 
persona  ;  intendere  più  che  essa  non 
dice,  il  fino  per  cui  fa  o  dice  una  cosa; 
cara  el  me  fècRU,  mi  te  capisi  pii  =  caro 
il  mio  figliuolo,  io  non  ti  capisco  più. 

4)  le  v(£Ùr  minga  capì  oppure  el  vc^ùr 
minga  capila  =  non  la  vuol  capire:  di 
chi  non  fa  nessun  conto  di  ciò  che  gli 
si  dice,  anche  assai  chiaramente. 

B)  capisci?  =  capite?  càpiéé?  =  ca- 
pisce ?  È  quasi  intercalare,  per  formare, 
quando  si  parla,  l' attenzione  di  chi 
ascolta. 

(ì)  el  càpisé  ?  el  càpiss  lii  ?  =  capi- 
sce V  capisce  lei?  Può  significare  mi- 
naccia, rimprovero. 

7)  hoo  capii  =  ho  capito  :  noli'  atto 
di  pigliare  una  risoluzione;  hoo  capii; 


—  179  —  cap 

chi  insci  vèmm  intés  pii  =   ho  capito; 
qui  non  ci  intendiamo  più. 

8)  capi  al  voi  =  capire  di  volo,  per 
aria:  cioè  molto  facilmente. 

9)  le  càpiss  ógni  fedél  mincidn  = 
la  vedrebbe  un  cieco:  chiunque  la  po- 
trebbe capire,  intendere. 

10)  capì  =  abbracciare,  comprendere; 
ròbb  che  là  meni  là  pò  minga  capì  = 
cose  che  la  mente  non  può  abbracciare. 

càpia,  s.  f.  =  gabbia  :  arnese  di  varie 
specie,  e  per  lo  più  in  forma  di  cas- 
setta 0  scatola  o  stanzetta  di  vimini,  o 
di  fil  di  ferro  a  sbarre,  regoli  o  rego- 
letti di  legno  per  tenerci  dentro  uccelli 
0  altri  animali  vivi.  Anche   gràbia.* 

1)  Per  simil.:  prigione;  l'han  tornaa 
à  mètt  in  càpia  =  l'hanno  rimesso  in 
gabbia. 

2)  toeii  foeùra  de  càpia  =  sgabbiare, 
levar  dalla  gabbia. 

càpiee,  s.  m.  =  gabbiaio:  chi  fa  e  vende 
le  gabbie. 

càplèta,  s.  f.  =  gabbiola,  gabbiolina, 
gabbiuzza,  dim.  di  gabbia. 

1)  Scotitoio:  arnese  da  mettervi  den- 
tro l'insalata  sciaquata  e  grondante,  per 
farne  scolar  l'acqua  scuotendo. 

càpilèr,  s.  m.  =  sciroppo:  zucchero  sci- 
roppato, anche  con  aggiunta  di  capel- 
venere. 

1)  càpilèr  corett  =  la  stessa  bevanda 
con  un  po'  di  caffè.  A  Firenze  la  chia- 
mano :  citronata. 

càpilvéner,  s.  m.  =  capelvenere:  pianta 
crittogama  della  famiglia  delle  felci;  ca- 
pillus  veneris. 

càpinfermee,  s.  m,  =  il  capo  degli  in- 
fermieri :  quello  che  in  una  sala  d'o- 
spedale ha  qualche  autorità  sugli  altri 
infermieri. 

càpin,  s.  m.  =  cappuccio:  quella  parte  del 
piviale  che,  a  guisa  di'  semicerchio,  sta 
pendente  dietro  le  spalle.  È  speciale 
ornamento  dell' Ammitto  e  non  usa  che 
nel  rito  ambrosiano. 

1)  Arpioncino  :  lungo  bastone  che  in 
cima  finisce  in  una  specie  di  arpione, 
col  quale  si  tirano  in  giù  i  rami  degli 
alberi  per  poterne  cogliere  i  frutti. 

càpioeù,  s.  m,.  =  stanzino,  appaiatolo: 
gabbiolo  in  una  gabbia  ove  riduconsi 
le  singole  coppie  d'  uccelli  postevi  in 
razza.  Anche  nid. 

1)  Rocchetto:  ruota  cilindrica,  vuota, 
a  più   fusi  0   tondini    ritti   ed   equidi- 


cap  —  180  — 

stanti,  nei  quali  ingranano  i  denti  delle 

ruote  dentate  o  a  corona. 

2)  Gratella  del  fornello:  quella  su  cui 

si  mette  il  carbone  perchè  arda. 
càpiòtt)  s.  m.  =  gabbione  :    accresc.    di 

gabbia. 

1)  Gabbia:   specie  di    cesta  a  ritroso 

da  pigliar  pesci. 
capita,*  V.  att.  =  capitare:  far  capo  a  un 

luogo,  arrivarci,  ma  segaatam.,  per  caso 

e  per  poco  tempo;  se  el  capita  ehi,  che 

el  ghe  (lisa  che  el  spèci  =  se  capita  qui, 

gli  dica  che  l'aspetto. 

1)  Di  avventure  ;  là  m'è  càpitàda 
bela  =  la  mi  è  capitata  bella. 

2)  Col  de  e  l' infinito  in  significato 
di  accadere,  succedere;  se  te  capita  de 
àlida  à  Roma,  sàpiemel  di  =  se  ti  ca- 
pita d'andare  a  Roma,  sappiamelo  dire. 

3)  capita  ben  o  mài  =  capitar  bene 
o  male,  andare  a  finir  bene  o  male. 

4)  capita  denans  =  capitare  innanzi 
0  dinnanzi:  venire  alla  presenza;  el  ni'è 
càpitàa  denans  tiitt'à  oìt  tràtt  =  mi  è 
capitato  innanzi  a  un  tratto,  di  sor- 
presa. 

5)  Accadere,  avvenir  per  caso  ;  Mn 
ròbb  che  capita  tutt  i  di  =  son  cose  che 
accadono  tutto  giorno;  hin  ròbb  che  ca- 
pita ài  VÌI)  =  son  cose  che  accadono. 
Si  dice  a  chi  ci  racconta  qualche  scia- 
gui'a  che  suole  accadere. 

6)  Battere:  presentarsi;  se  me  capita 
l'ocàsiòn  =  so  mi  batte  l'occasione;  ca- 
pita sòtt'oeUcc  =  batter  sott' occhio. 

7)  Cadere:  di  festa  o  altro  che  ricorra 
in  tempi  determinati;  el  Nàtàl  ét'ànn 
Ve  càpitaa  in  mereoldi  =  quest'anno  il 
Natale  è  caduto  in  mercoledì. 

capital,*  s.  m.  =  capitale  :  somma  di 
danaro  che  produce  interesse  ,  ceduta 
ad  altri,  verso  il  pagamento  di  questo 
interesse  o  impiegata  in  un'operazione 
industriale,  di  commercio,  ecc. 

i)  fa  capital  d'ona  persóna  =  far  ca- 
pitale d'una  persona,  farci  sopra  asse- 
gnamento. 

2)  on  capital,  on  bon  capital  =  un 
capitale,  un  buon  capitale  :  uomo  d'u- 
more allegro,  molto  avveduto  e  che  so- 
pratutto ama  divertirsi  a  spese  degli 
albi;  quèll^  vilìj,  che  bon  capital!  = 
=  quello  !  che  buon  capitale  ! 

3)  Aggett.  citaa  capital,  e  assol.  là 
capital  -  città  capitale,  la  capitale:  la 


prmae 
dim. 


cap 


città  dove  risiede  il  sovrano  e  le 
autorità  dello  Stato. 

càpitàlètt,  *  s.    m.  =  capitaletto, 
di  capitale. 

capitali  sa,"*  v.  att.  =  capitalizzare  :  far 
risparmi,  mettere  insieme  danari. 

1)  Qualche  volta,  e  nel  dialetto  molto 
scelto,  anche  determinare  il  capitalo 
corrispondente  a  una  data  rendita,  per 
dare  il  capitale  invece,  della  rendita. 

capitalista,*  s,  m.  =  capitalista:  chi  ha 
molti  capitali,   che  fornisco  il  capitale. 

càpitàlusc,*  s.  m.  =  capitaluccio,  dim. 
dispreg.  di  capitale. 

capitaneria,  *  s.  f.  =  capitaneria:  il  ter- 
ritorio litoraneo  soggetto  alla  giurisdi- 
zione d'una  autorità  marittima  e  il  luogo 
dove  risiede  questa  autorità. 

capitani,*  s.  m.  =  capitano:  capo  d'una 
compagnia  di  soldati. 

1)  capitani  de  mar  =  capitano  di 
mare.  Nella  marina  mercantile  chi  con- 
duce ed  esercita  una  nave  essendo  mu- 
nito della  necessaria  patente. 

capiteli,*  s.  m.  =  capitello.  Terni,  ar- 
chit.:  la  parte  superiore  della  colonna, 
ossia  il  pezzo  lavorato  su  cui  riposa 
l'architrave  o  il  piede  dell'arco. 

1)  Il  coreggiuolo  che  sta  cucito  sullo 
teste  dei  libri. 

càpitól,*  s.  m.  =  capitolo. 

1)  Ognuna  delle  parti  in  cui  si  di- 
vide uno  scritto. 

2)  Corpo  0  collegio  dei  preti  addetti 
a  una  chiesa;  el  càpttol  del  Dòmm  =  il 
capitolo  del  Duomo.  E  il  luogo  dove  si 
adunano. 

3)  vègh  0  vègh  minga  ms  in  càpttol 
=  avere  o  non  avere  voce  in  capitolo: 
avere  o  no  autorità,  diritto  di  esprimere 
la  sua  opinione  sopra  una  risoluzione 
da  prendersi  in  comune  da  più. 

capitola,*  V.  att.  =  capitolare  :  rendersi 
a  patti.  Detto  d'eserciti  o  piazze. 

càpitolaa,  *  s.  m.  =  capitolato  :  scritto 
che  contiene  una  serie  di  patti,  o  con- 
dizioni proposte  ;  hoo  visi  el  càpitolaa 
d'àpàlt  =  ho  veduto  il  capitolato  d'ap- 
palto. 

càpitolàsiòn,  *  s.  f.  =  capitolazione  :  i 
patti  della  resa  e  l'atto  o  scritto  che  li 
contiene. 

càpitolìn,  *  s.  m.  =  capitolino,  capito- 
letto: dim.  di  capitolo. 

càpitómbol,  *  s.  m.  =  capitombolo  :    il 


I 


cap 


-  181  - 


cap 


cadere  o  buttarsi,  segaatam.  di  persone 
col  capo  all'ingiù. 

càplista,*  s.  m.  =  capolista,  capo  di  li- 
sta: quello  il  di  cui  nome  è  scritto  primo 
in  una  lista. 

càploeùgli,  s.  m.  =  capoluogo  :  città  o 
terra  dove  risiede  l' autorità  primaria 
di  un  distretto. 

càpmàster,*  s.  m.  =  capomastro  :  capo 
dei  maestri  muratori. 

càpiièglier,  s.  m.  =  capinero  :  uccellino 
di  becco  gentile  ;  ìnotacilla  atricapilla. 
1)  càpìiégher  de  brilghéra  =  occhi- 
cotto,  caijiuera  nera  ;  motacilla  mela- 
nocephala.  Uccello  silvano. 

càpòii,  *  s.  m.  =  cappone  :  galletto  ca- 
strato. 

1)  vegìli  là  péli  de  càpón  =  venir  la 
polle  di  cappone,  far  la  pelle  di  cap- 
pone, venire  i  bordoni,  accapponarsi  la 
pelle,  sentirsi  venir  la  pelle  di  gallina. 
L'arruvidirsi  della  pelle  quando  si  ve- 
dono 0  si  sentono  cose  che  facciano 
orrore  e  spavento. 

2)  Si  dice  càpon  di  chiunque,  avendo 
a  star  soggetto  ad  altri,  dimostra  molta 
intenzione  di  ribellarsi  alla  soggezione. 

càpouà,  V.  alt.  =  capponare,  accapponare  ; 
castrare  i  galletti. 

1)  Fig.,  gabbare  ;  no  te  me  càpònet 
d^ alter  =  non  mi  gabbi  altro. 

càpouàsC;  s.  in.  =  capponaccio;  peggior. 
di  cappono. 

càponegriii,  s.  m.  =  capinerìno:  il  pul- 
cino del  capinero. 

càponèra,  s.  f.  =  capponaia:  stia  e  stan- 
zino dove  si  tengono  i  capponi  e  in  ge- 
nerale i  polli,  quando  non  sono  nel 
polee  =  pollaio,  o  liberi. 

1)  Cancellata:  quella  di  legno  entro 
la  quale   aspettano  di  essere    chiamati 
all'ufficio  quelli  che   impegnano   o  di 
simpegnano  al  Monte  di  Pietà. 

2)  Carbonaia,  fam.  per  cai-cere  ;  l'kàn 
mlàé  in  càponèra  =  l'han  messo  in  car- 
bonaia. 

3)  giilgà  àia  eàponéra  =  fare  alla  stia: 
specie  di  gioco  fanciullesco  che  si  fa 
con  sassolini. 

càpouìu,  s.  m.  =  capponcino,  cappon- 
cello;  dim.  di  cappone,  cappone  piccolo. 

càponscèll,*  s.  m.  =  capponcello:  dim. 
di  cappone:  cappone  giovane. 

càporàl,*  s.  m.  =  caporale. 

1)  Il  grado  più  basso  nella  milizia 
sopra  quello  di  soldato  semplice. 


2)  Si  dice  anche  di  chi  ha  modi  pe- 
tulanti, burbanzosi  e  prepotentemente 
risoluti. 

3)  càporàl  de  ciisina  =  lava  piatti, 
lava  scodelle,  bardotto  di  cucina,  cova 
cenere. 

càporàlàsc;  s.  m.  =  caporalaccio,  pegg. 

dispr.  di  caporale. 
càporàliii,  s.  in.  =  caporalino,    dim.  di 

caporale. 
càporalfìsc,  s.  in.    =  caporaluccio,  dim. 

disprog.  di  caporale. 
càporiòii;  *  s.    m.  =    caporione  :    capo, 

ma  ha  sempre  senso  o  di  biasimo  o  di 

celia. 
càpòit,  *  s.  in.  =  cappotto  :  larga  cappa 

da  uomo  con  maniche,  per   lo    più  di 

panno    grossolano  ;    per    ripararsi    dal 

freddo. 

1)  Al  gioco    capoti   si    dice    quando 

uno  dei  giocatori  fa  tutte  le  date. 
càpotìna,  *  s.  f.    =    cappottina  :    foggia 

di  piccolo  cappello  da  donna  che  posa 

tutto  sulla   testa,  con    pochissima  tesa 

0  nulla. 
càpp)  s.  in.  =  capo.  Uguale  a  eoo. 

1)  càpp  de  tàola  =  capo  di  tavola  : 
il  posto  d'onore. 

2)  càpp  d'  ànn  =  capo  d'  anno  :  il 
primo  giorno  dell'anno. 

3)  de  càpp  =  da  capo  :  di  cosa  che 
ricomincia,  ritorna  come  al  principio  ; 
à  càjip  =  a  capo,  da  capo  :  tornare  scri- 
vendo al  principio  del  verso  ;  de  càpp 
à  pè  =  da.  capo  a  piedi  :  in  tutta  la 
persona. 

4)  càpp  =  ogni  cosa  che  fa  numero 
con  altre  dello  stesso  genere  ;  on  bèli 
càpp  de  vestidiri  =  un  bel  capo  di  ve- 
stiario ;  pàgci  el  làvàndee  à  càpp  =  pa- 
gare il  bugandaio  capo  per  capo. 

5)  Quello  che  è  il  primo  tra  più  ; 
el  càpp  d'ofìsi  =  il  capo  d'  ufficio  ;  el 
càpp  di  brigànt,  di  làder  =  il  capo  dei 
briganti,  dei  ladri  ;  càpp  de  cà  =  capo 
di  casa  ;  t>éss  à  càpp  d'on  negasi,  d'on 
màgàsin  =  ossero  a  capo  di  un  negozio, 
di  un  magazzino  ;  general  in  càpp  = 
generale  in  capo. 

6)  dà  el  bòn  càpp  =  dare  il  buon 
anno:  l'augurio  che  si  fa  il  primo  giorno 
dell'anno. 

7)  Ognuna  delle  parti  in  cui  si  di- 
vide uno  scritto  ;  on  càpp  de  Cesare  =• 
un  capo  di  Cosare. 


cap 


càpp  bànda^  s,  m.  =  capo-banda  :  diret- 
tore d'  una  banda  musicale. 

càpp  d'opera, s.  m.  =  capo  d'opera:  opera 
d'arte  noi  suo  genere  perfetta. 

càpp  fàbrica.  Vedi  càpfàbrica. 

càpp  fila.  Vedi  càpfìla. 

càpp  inferinee.  Vedi  càpiiifermee. 

càpp  lista.  Vedi  càplìsta. 

càpp  loBùgh.  Vedi  caploeù^h. 

càpp  màster.  Vedi  càpinàstér. 

càpp  post,*  s.  m.  =  capoposto  :  tra  i  mi- 
litari quel  caporale  o  sergente  che  è 
preposto  al  comando  di  un  luogo  dove 
sta  una  guardia  di   pochi  uomini. 

càpp  sclioeùla.  Vedi  càpsclioeùla. 

càpp  seslón.  Vedi  càpsesiòn. 

càpp  sòld.  Vedi  càpsdld. 

càpp  squadra.  Vedi  càpsquàdra. 

càpp  stànsa.  Vedi  càpstànsa. 

càpp  stàsiòn.  Vedi  càpstàsion. 

càpp  tàst.  Vedi  càptàst. 

càprìsi,  s.  m.  =  capriccio,  ticchio  :  voglia 
che  viene  all'improvviso  e  per  lo  pili 
dura  poco.  Anche  voglia  ostinata,  ma 
non  ragionevole  ;  vegm  el  càprìsi  = 
venir  la  bizza,  il  ticchio. 

1)  Inclinazione  amorosa,  di  senti- 
mento anche  vivo,  ma  non  profondo, 
ne  durevole.  Opposto  di  pàsiòn  =  pas- 
sione. 

2)  Capriccio  :  segnatamente  dei  ra- 
gazzi quando  non  vogliono  obbedire, 
resistono  e  piangono  ;  fa  i  càprìsi  = 
fare  i  capricci,  le  bizze. 

3)  Lavoro  artistico  o  parte  di  lavoro 
che  ha  del  singolare  e  del  novo,  ma 
non  senza  garbo. 

4:)  facm  de  càprìsi  =  visino  capric- 
cioso :  che  senza  esser  bello,  ha  qual- 
cosa che  ferma  e  che  piace. 

càprisiàsc,  s.  ni.  =  capricciaccio,  pegg. 
di  capriccio. 

càprisiètt,  s.  in.  =  capriccetto,  dim.  di 

.    capriccio. 

càprisiòs,  *  agg.  =  capriccioso:  che  ha 
capricci,  fa  capricci. 

1)  Di  cose,  fatte  a  capriccio  ;  veUii 
càprisiòs  =  vestito  capriccioso. 

2)  Bizzoso,  stizzoso  :  che  ha  stizza 
e  la  mostra  negli  atti. 

càprisiosàsc,  agg.  =  capriziosaccio,  pegg. 
di  capriccioso. 

capi  isiosìn,  agg.  =  capricciosi  no,  dim. 
di  capriccioso.  In  significato  che  tende 
al  peggiorativo  :  Ve  piitòst  càprisiosìn 


182  -  cap 

el  popd  =  è  capricciosino  anziché  no  il 
bimbo. 

càpsànt,  s.  m.  =  camposanto,  cimitero  : 
luogo  cinto  di  muro  dove  si  seppelli- 
scono i  morti.  Anche  fopón,  cimitèri.* 
1)  A  Milano,  ima  piazza  dietro  il 
Duomo,  che  ha  tal  nome  perchè  anti- 
camente vi  si  seppellivano  i  morti. 

càpschoeùla,  s.  w.  =  caposcuola:  il  mi- 
gliore degli  scolari,  cui  il  maestro  pre- 
pone agli  altri  in  segno  d'onore. 

càpsesiòn,  *  s.  m.  =  caposezione  :  quel- 
l'ufficiale che  presiede  una  sezione  di 
un  Ministero  o  di  qualunque  altra  am- 
ministrazione grandiosa,  e  tratta  gli 
affari  che  ad  essa  spettano. 

càpsold  *  s.  m.  =  caposoldo. 

1)  Ciò  che  si  aggiunge  al  soldo  dello 
truppe  in  campagna.  Più  comun.:  so- 
prassoldo. 

2)  Ciò  che  si  paga  come  multa  per 
non  aver  pagato  l'imposta  al  tempo 
stabilito  dalla  legge. 

càpsquàdra  *  s.  m.  =  caposquadra. 

1)  Quello  che  in  una  compagnia  di 
lavoranti  conduce  gli  altri  e  tratta  per 
loro. 

2)  Colui  che  è  capo  di  una  squadra 
di  scolari,  di  ginnasti,  e  sim.  e  li  guida. 

càpstànsa*  s.  m.  =  capostanza  :  nei  pub- 
blici uffizi  l'impiegato  pili  anziano  tra 
quelli  che  sono  insieme  in  una  stanza 
0  al  quale  dai  superiori  è  assegnata 
una  celia  supremazia  e  vigilanza  sugli 
altri. 

càpstàsion,  *  s.  ni.  =  capostazione  :  co- 
lai cho  sta  a  capo  di  una  stazione  di 
ferrovia,  e  ne  sorveglia  l'amministra- 
zione e  l'andamento  dei  treni. 

càpsull,  s.  ni.  =  cappellotto,  fulminante  : 
bocciolino  contenente  una  mateiia  ful- 
minante che  s'adatta  al  luminello,  per    i. 
dar  fuoco  allo  schioppo.  Anche  càpsìila. 

càptàst  *  s.  m.  =  capotaste  :  pezzetto  di 
ebano  o  d'avorio  con  piccole  tacche 
che  negli  istrumenti  di  manico  serve 
a  tenere  sollevate  e  tese  le  corde. 

càpiicc  *  Forma  che  ha  quasi  ormai  so- 
stituito la  vecchia  parola  càpOsc  =  cap- 
puccio, buffa. 

1)  Specie  di  borsa  per  lo  più  cucita 
allo  scollo  della  cappa,  che  cade  sulle 
spalle  e  che,  alzata,  serve  a  coprire  il 
capo. 

2)  Specie  di  cuffia  della  stessa  forma, 
che  si  mettono  le  donne  la  sera,  quando 


cap 

escono  di  casa  por  andare   al  teatro  o 
in  conversazione. 
càpiicin,  *  s.  m.  =  cappuccino  :  frate  del- 
l'ordine di  S.  Francesco  e  della  regola 
più  strotta. 

1)  fraa  càpiicin  =  cappuccino.  Figu- 
rina, per  lo  più  di  cartone,  con  un 
cappuccio  che  s'alza  e  s'abbassa,  per 
effetto  dell'umidità  contenuta  nell'at- 
mosfera, e  che  serve  così  di  barometro. 

2)  Cappuccino  :  caffè  nero  can  poche 
gocce  di  latte  o  panna  cho  gli  danno 
il  colore  della  tonaca  dei  cappuccini  e 
e  da  ciò  prende  il  nome. 

càpiicìua,  s.  f.  =  ponticello,  sottoscatto; 
t.  mil.  il  ponticello  del  facile,  uno  de- 
gli ordigni  per  cui  scatta  il  cane  quando 
si  preme  il  grilletto. 

1)  Abbaino,  soflìtto  :  forse  perchè  la 
finestra  degli  abbaini  sporge  dal  tetto 
della  casa  come  un  cappuccio. 

cài',  *  agg.  =  caro:  di  persona  o  cosa  a 
cui  portiamo  grande  affezione  o  abbiamo 
in  gran  pregio. 

1)  vègk  cdr  =  aver  cara  una  persona 
0  una  cosa  ;  g'hoo  piisee  cdr  el  me 
ficeu  che  ititi  i  dànee  del  viond  =  ho 
più  caro  mio  figlio  che  tutte  le  ric- 
chezze del  mondo. 

2)  cara  ti,  cara  tee,  cara  viàlter  e 
sim.  =  caro  te,  cara  lei,  cari  voi,  e 
sim.  Dicendo  cosa  che  su.oni  censura 
0  rimprovero,  come  per  addolcirne  l'ef- 
fetto. 

3)  càr.  Di  persona  o  cosa  cho  per 
le  sue  qualità  sia,  o  meriti  di  ossero 
amata  o  ricercata  da  tutti;  Ve  on  cdr 
fice.li  =  è  un  caro  figliuolo,  è  un  caro 
ragazzo. 

4)  Parlando  del  prezzo  delle  cose. 
Che  vale  o  si  stima  un  prezzo  alto: 
st'ànn  i  fitt  hin  cdr  =  quest'anno  le 
pigioni  sono  care  ;  cdr  come  el  fceuqh  = 
caro  assaettato.  Vedi  foeugh  16). 

5)  Del  danaro  e  sim.  :  *  màrengh 
hin  cdr  =  i  marenghi  sono  cari  :  quando 
l'aggio  è  alto. 

6j  costà,  paga  cdr  =  costare,  pagar 
cara  una  cosa.  Si  dice  anche  di  chi, 
per  soddisfare  una  voglia,  per  lo  più 
capricciosa,  incontra  gravi  dispiaceri  o 
danni  ;  fàla  paga  cara  =  farla  pagar 
caro  :  vendicarsi  di  un  offesa  che  altri 
ci  abbia  fatto  e  della  quale  ancora  non 
abbia  dato   soddisfazione. 

7j  cdr   e  gràéia  =  dicatti  :  nella  lo- 


183  —  cap 

c\izione  famigliare  «  aver  dicatti  »  po- 
tersi ritenere  fortunati,  non  potere  spe- 
rare né  pretendere  di  più. 
cài",  s.  m.  =  carro  :  veicolo  consistente 
in  un  piano  di  legno  su  due  rote  con 
sponde  dalle  parti,  dette  anche  sbdr  = 
bande,  e  davanti  xma  grossa  stanga  o 
timone,  a  cui  si  attaccano  i  buoi. 

1)  Carro,  carrata  :  tanta  roba  quanta 
ne  può  portare  un  carro;  on  càr  de 
fèn,  de  paia,  de  quàdrèi  e  sim.  =  un 
carro  di  fieno,  di  paglia,  di  mattoni, 
0  sim. 

2)  Fig.  :  on  cdr  de  ben  =  un  carro 
di  bene  :  una   gran  quantità. 

3)  ciàpà  là  légora  col  cdr  =  pigliar 
la  lepre  col  carro  :  procedere  con  pa- 
zienza per  arrivare  più  sicuramente  ad 
un  fine. 

4)  7nètt  el  cdr  dendné  di  bopil  =  met- 
tere il  carro  innanzi  ai  buoi  :  far  prima 
quello  che  andrebbe  fatto  dopo. 

5)  càr  ròtt  =  camorro  :  persona  de- 
bole, cagionosa;  ora  el  g'hà  là  tose, 
Óra  el  doldr  de  eoo  :  l'è  propri  on  cdr 
ròtt  =  ora  ha  la  tosse,  ora  il  dolor  di 
capo:  è  proprio  un  camorro. 

6)  Qualunque  veicolo  a  due  o  a  quat- 
tro rote,  tirato  anche  da  cavalli,  che 
serve  al  trasporto  di  grossi  carichi. 

7)  àndà  per  là  strada  del  cdr  =  se- 
guir la  corrente,  andare  colla  corrente, 
per  la  pesta. 

8)  tira  là  el  cdr  =  aiutare  la  barca, 
fare  andar  la   baracca. 

9)  el  cdr  di  bàgàlì  =  bagagliaio  :  carro 
dei  treno  che  porta  i  bagagli  dei  viag- 
giatori. 

10)  mètt  in  cdr  =  frase  dei  carroz- 
zieri, vale:  metter  le  ruote  alla  car- 
rozza. 

11)  tira  el  cdr  =  vivacchiare,  sbar- 
care il  lunario. 

12)  La  parte  inferiore  della  vettura 
a  quattro  rote  su  cui  posa  la  cassa. 

13)  Il  piano  mobile  del  torchio  che 
dà  l'inchiostro  a'  caratteri  e  su  cui  si 
stendono  i  fogli. 

cara,  s.  f.  =  carezzina  ;  jà  la  cara,  =  fa 
una  carezzina.  Si  dice  ai  bambini:  fa 
cara  cara  =  fare  pa,  pa.  Si  dice  dei 
bambini. 

càraa,  s.  m.  pi.  =  carati  :  altrettante  ven- 
tiquattresimo parti,  in  cui  si  intende 
divisa  l'oncia  pesando  l'oro,  quando  si 


car 


184 


car 


vuole  indicare    quante   parti   contenga 
di  metallo  puro  e  quante  di  lega. 

1)  Peso  di  quattro  grani  con  c\ii  i 
gioiellieri  pesano  le  perle,  i  diamanti  e 
lo  pietre  preziose. 

carabina,  *  s.  f.  =  carabina:  arme  da 
foco  un  po'  più  coi*ta  dell' archibuso, 
ma  di  maggior  portata.  Arma  non  più 
usata  oggi  :  tenuta  dai  bersaglieri  fino 
al  1870. 

càràbiuàda,  s.  f.  =  carabinata,  colpo  di 
carabina. 

càràbìnér,  e  càràbinièr,  *  s.  m.  =  ca- 
rabiniere :  appartenente  al  corpo  mili- 
tare scelto  addetto  specialmente  alla 
persona  del  re  e  al  servizio  di  polizia. 

CàrSco  (no  vàri  on)  =  non  valere  un 
ecce  col  buco,  un  fico  ;  valer  niente. 

càràcolà,  v.  att.  =  caracollare:  andare 
un  poco  attraverso,  a  piccoli  salti  e 
cambiando  più  volte  di  mano.  Detto 
del  cavallo  e  del  cavaliere. 

càràcòU,  s.  ni.  =  caracollo  :  giro  in  tondo 
che  si  fa  fare  al  cavallo. 

càràdà,  s.  m.  =  caràdà:  specie  di  tabacco 
ormai  quasi  disusato. 

càràdura,  s.  m.  =  carato  :  la  parte  del 
capitale  di  una  società  che  corrisponde 
alla  messa  di  un  socio,  essendo  questo 
capitale  diviso  in  un  determinato  nu- 
mero di  quote  uguali.  Più  comunemente 
ùsion  =  azione. 

1)  Viaggio  che  si  fa  con  una  car- 
retta di  roba. 

càr  de  préi  o  de  tràv,  s.  m.  =  carru- 
cola :  specie  di  carretta  bassissima,  pe- 
sante, a  un'  asse  e  duo  ruote. 

càràdór,  s.  m.  =  carradore:  chi  guida 
il  carro. 

1)  Carraio  :  l'artefice  che  fa  i  carri, 
barrocci  e  sim. 

càràfa,  *  s.  f.  =  caraffa,  ciotola  :  vaso 
di  vetro  corpacciuto  e  col  collo  allun- 
gato. 

càràfà;  V.  att.  =  sbevazzare;  el  càràfa 
tUtt  el  dì  =  sbevazza   tutto    il    giorno. 

càràgrnà;  v.  att.  =  belare,  piangolare,  pia- 
gnucolare ,  sbietolare  :  piangere  per 
cosa  da  poco  e  anche  piangere  a  di- 
rotto 0  di  gusto. 

càràgnàda,  s.  f.  =  belio,  piagnisteo  :  il 
belare,  il  piangere  prolungato. 

càràgnént,  agg.  =  piagnucoloso  e  pian- 
goloso :  pieno  di  pianto. 

eàràgnon,  s.  m.  =  boccalone,  piagnone: 
di  ragazzo  che  di  nulla  nulla  piange. 


caràmbola  *  s.  f.  =  carambolo:  gioco 
che  si  fa  al  biliardo,  tirando  in  modo 
che  la  propria  palla  tocchi  successiva- 
mente due  delle  palle  che  sono  sul 
bigliardo.  Anche  carolina^  quando  si 
fa  con  cinque  palle  di  vari  colori. 

càrànièla,  *  s.  f.  =  caramella:  pastiglie 
di  zucchero  cotto. 

1)  Occhialino,  lente  :  quella  di  cui  si 
arma  un  occhio  solo  e  si  tiene  al  collo 
con  un  cordoncino, 

càràmèlà,  v.  att.  =  candire:  far  passare 
frutta  cotte  o  crude  attraverso  allo 
zucchero  cotto,  cosicché  raffreddando 
rimanga  come  una  crosta  quasi  vitrea 
di  zucchero  candito. 

càràmelàda,  s.  f.  =  acqua  sciroppata: 
bevanda  fatta  mettendo  a  bollire  del- 
l'acqua in  un  recipiente  dove  sia  stato 
ridotto  dello  zucchero  allo  stato  di  ca- 
ramella. 

carampana,  s.  f.  =  vecchia  grima,  sca- 
gnarda. 

càràscia  (oh),  eselam.  =  oh  bene,  bene  ! 
Indica  piena  soddisfazione,  contentezza. 

càràter,  *  s.  m.  =  carattere. 

1)  Le  lettere  di  piombo  coi  loro  so- 
gni ortografici,  di  cui  si  servono  i  tipo- 
grafi per  istampare. 

2)  Indole,  naturale;  accennando  allo 
abituali  disposizioni  dell'animo;  al  sen- 
timento e  alla  passione  che  ci  prodo- 
mina. Assol.  òmm  de  càràter  =  iiomo 
di  carattere  :  fermo,  costante  nel  ssuo 
proposito. 

3)  ■vèàs  in  càràter  =  essere  in  ca- 
rattere :  si  dice  di  chi  agisce  in  cor- 
rispondenza alla  propria  condizione  e 
alle  teorie  esposte  da  lui. 

4)  Scrittura:  la   mano    di  scritto   di  : 
una  persona  e  anche  la  forma  speciale 
di  una  scrittura  ;  càràter  inglès  =  scrit- 
tura inglese  ;  càràter  gòtich  =  scrittura 
gotica.  Anche  :  carattere. 

càràteràsc,  s.  m.  =  caratteraccio,  pegg. 
di  carattere  nel  senso  morale. 

càràterin,  *  s.  m.  =  caratterino,  dim. 
di  carattere  nei  suoi  diversi  sigaificati.   ! 

1)  Nel  senso  morale  si  usa  ironica- 
mente; oh!  el  g'hà  on  bèli  càràterin  = 
oh  !  ha  un  bel  caratterino  !  Per  dir  che 
è  brutto. 

càràterisà,  *  v.  att.  =  caratterizzare:  di 
ciò  che  contrassegna  una  cosa,  la  di- 
stingue dalle  altre,  ne  forma  il  -carat- 
tere proprio.  Voce  nuova. 


car 


185 


càràterìsta  *  s.  vi.  =  caratterista  :  attore 
ohe  nelle  commedie  rappresenta  lo  parti 
l)iacevoli  e  facete,  specialmente  di  vec- 
chio. 

càràteristìch,  *  agg.  =  caratteristico  :  di 
qualità  0  seguo  a  cui  si  riconosce  nn 
oggetto,  che  gli  è  proprio,  per  cui  si 
distingue  da  altri, 

càràvee,  ■■?.  m.  =  macereto,  sasseto  :  am- 
masso di  macerie,  muro  diroccato. 

càrbòn,  *  s.  m.  =  carbone  :  legao  sotto- 
posto a  una  lenta  combustione,  nella 
quale  prende  il  color  nero  e  perde  gran 
parte  del  suo  peso. 

1)  iièghcr  còme  el  càrbòn  =  nero  co- 
me il  carbone  :  nerissimo. 

2)  càrbòn  doli  =  carbone  dolce  :  fatto 
di  legna  molle,  come  l'abete,  il  salice, 
l'ontano  e  sim.  ;  càrbòn  fòri  =  carbone 
forte  :  di  leccio,    quercia,    corro  e  sim. 

3)  odor  de  càrbòn  =  puzzo  di  carbone. 

4)  càrbòn  fosti  =  cai'bone  fossile  : 
carbone  minerale. 

5)  càrbòn  càétan  =  saldatoio  (se  di 
carbone)  :  arnese  per  saldare,  usato  da- 
gli orefici. 

càrbouaa,  *  s.  m.  =  carbonato:  nome 
generico  doi  sali  formati  dall'acido  carb. 


càrbonee,  s.  m. 


carbonaio  :  chi  fa  e 


porta  intorno  il  carbone  da  vendere. 

1)  Bracino  :  rivenditore  di  brace, 
carbone  e  anche  di  fascine.  Anche  scio- 
stree  ;  negher  còmé'on  càrbonee  =  nero 
come  un  bracino:  sudicio. 

càrbouéra,  s.  f.  =  carbonaia,  femm.  di 
carbonaio  :  anche  la  moglie  del  carbo- 
naio. Anche  il  luogo  dove  i  carbonari 
fanno  il  carbone. 

carbóni,  *  s.  m.  =  carbonio,  t.  di  chi- 
mica :  corpo  semplice  che  entra  in 
grandi  proporzioni  nella  composizione 
delle  piante. 

càrbduich,  agg.  =  carbonico  :  aggiunto 
di  acido,  ossido,  ecc.,  che  hanno  a  ra- 
dicale il  carbonio. 

carbonili,  s.  m.  =  carboncino,  carbon- 
cello,  dim.  di  carbone. 

1)  Fossa  della  carbonaia,  nella  quale 
si  fa  il  carbone. 

càrbonina,  s.  f.  =  carbonella,  brace  : 
carbone  di  legna  minute. 

1)  quèll  déla  càrbonina  =  braciaiuole. 

càrbottisà,  *  v.  alt.  =  carbonizzare  :  ri- 
durre allo  stato  di  carbone. 

càrbonisàss,  r.  rifl.  =  incarbonirsi.  Di- 
ventar carbone. 


càrbonscèll,  s.  m.  =  carbonchiello  :  pu- 
stola di  natura  maligna. 

càrbonsin  *  s.  m.  =  carboncino,  dim. 
di  carbone  :  specie  di  matita  nerissima 
che  serve  ai   disegnatori. 

càrcàss,  s.  m.  =  carcassa  :  le  ossa  che 
formano  la  cavità  del  petto,  segnata- 
mente negli  animali.  Più  specialm.  : 
il  petto  del  pollo  dopo  averne  levata 
la  parte  carnosa.  Anche  :  catriosso. 

career,  s.  in.  =  carceri:  nell'Anfiteatro 
dell'Arena  la  parte  che  corrisponde  alle 
carceri  degli  anfiteatri  antichi. 

càrcerèr,  s.  m.  =  carceriere  :  custode 
della  carcere,  della  prigione. 

càrcéribus  (in)  =  modo  lepido  e  fam, 
per  dire  :  in  gabbia,  in  carcere,  in  pri- 
gione. 

carda,  v.  alt.  =  cardare  :  detto  di  panni 
e  della  lana.  L'operazione  che  si  fa  ai 
panni  e  alla  lana  per  mezzo  del  cardo. 

càrdàdòr,  *  s.  m.  =  cardatore  :  che  fa 
il  mestiere  di  cardare  i  panni  e  la  lana. 

càrdég'a,  e  deriv.  Vedi  càdrèg'a  e  deriv, 
=  sedia. 

cardènia,  *  s.  f.  =  cardenia,  gardenia. 
Arbusto  e  fiore  da  giardino,  pregiatis- 
simo. 

càrdénsa,  s.  f.  =  armadio  :  mobile  di 
legno  con  due  imposte  dove  si  ripon- 
gono le  stoviglie  di  cucina,  e  la  roba 
che  si  deve  recare  in  tavola. 

1)  Credenza:  nelle  case  signorili,  la 
stanza  annessa  alla  cucina  dove  si  ten- 
gono 0  si  ammaniscono  lo  provviste 
per  uso  della  tavola  e  della  cucina. 

2)  Credenza  :  quella  che  si  appa- 
recchia al  lato  dell'altare  nelle  solenni 
celebrazioni  degli  uffici  divini  coi  va- 
sellami e  paramenti  vari  che  vi  occor- 
rono. 

3)  Credenza:  armadio  su  cui  s'ap- 
parecchia a  lato  dei  battisteri  il  vasel- 
lame necessario  e  d'ornamento  pei  bat- 
tesimi ;  càrdénsa  intréga  :  tale  armadio 
ricchissimamente  addobbato  ;  mesa  car- 
denia :  lo  stesso  armadio  meno  ricco 
di  vasellami  d'ornamento. 

4)  Fig.  e  fam.  Il  seno  della  nutrice 
rispetto  all'allievo. 

cardensér,  s.  ni.  =  credenziere  :  uomo 
che  ha  in  custodia  la  credenza. 

càrdin,  *  s.  m.  =  cardine,  arpione  : 
ognuno  dei  ferri  affissi  allo  stipite,  sili 
quali  gira  il  battente  degli  usci  e  delle 
finestre.  E'  più  comune  càncheu. 


car 


—  186  — 


car 


cìirdiiiàl,  *  s.  m.  =  cardinale  :  il  primo 
grado  nella  gerarchia  cattolica  dopo  il 
papa. 

1)  Uccello  così  chiamato  dal  color 
rosso  delle  suo  penne. 

càrdìnàlètt,  s.  m.  =  farfalla  dell'ontano; 
stenocorus  alni  :  insetto  dannoso  agli 
ontani. 

càrdinàlìn  ce  ce,  s.  m.  =  sizerino  ; 
fringilla  linaria  =  uccello  silvano. 

càrdinàlìsi,  *  agg.  =  cardinalizio,  agg. 
di  cardinale. 

càrdinàlìtt,  s.  m.  pi.  =  fiori  di  cardi- 
nale ;  lobelià  cardkialis. 

1)  Fior  di  primavera,  pratolina  ;  pri- 
miilaverìs  :  nome  di  quei  fiorellini 
bianchi  ondo  sono  smaltati  i  prati. 

càrdòn,  s.  m.  =  cardo,  cardone  :  specie 
di  carciofi  che  non  portano  frutti;  fa 
lunghe  coste,  le  quali  servono  come 
verdura  cotte  nell'acqua  e  condite.  Si 
riseppellisce  nel  terreno  porche  diventi 
tenera. 

1)  el  sit  doe  n১  i  càrdon  =  cardeto. 

2)  el  germo&ui  di  càrdon  =  carduccio. 

3)  on'  infilerà  de  càrdon  =  una  fila 
di  fucili  inastati.  Lo  disse  con  bella 
immagine  il  Porta. 

càréj  s.  m.  =  sprone  della  camicia  : 
pezzo  che  va  da  una  spalla  all'  altra 
per  darle  il  garbo.  Dal  francese  carré. 

càrècc,  s.  m.  =  giuncaia,  giuncheto  :  luogo 
seminato  a  piante  di  giunchi. 

càrega,  s.  f.  =  carica. 

1)  La  quantità  di  polvere  e  di  piombo 
che  si  mette  nelle  armi  da  fuoco  per 
ogni  colpo. 

2)  Terni,  di  tattica  mil.  :  movimento, 
manovra  della  cavalleria  che  va  in 
massa  e  al  galoppo  a  investire  di  fronte 
una  linea  nemica. 

3)  Incarica.  Tanto  peso  quanto  se  ne 
può  portare  in  una  volta. 

càregà,  v.  att.  =  caricare  :  mettere  addosso 
a  persone  o  animali,  o  sopra  veicoli 
tanta  roba  quanta  ne  possono,  portare. 

1)  càrcgtl  vun  de  comision  =  cari- 
car uno  di  commissioni,  dargliene  molte. 

2)  càragti  de  regài,  de  complimént  = 
caricar  di  regali,  di  complimenti  :  farne 
molti. 

3)  cài-egà  on  nùmer  ài  lòti  =  cari- 
care un  numero  al  lotto  :  metterci  molto. 

5)  Dello  armi  da  fuoco  :  mettervi  den- 
tro la  carica  ;  càrègtiel  s'ciòpp,  ipistòll 
=  caricare  lo   schioppo,    le   pistole. 


6)  càregàss  =  caricarsi  :  verbo  riti.  ; 
eàregàss  de  legna  vèr  da  =  caricarsi  di 
legna  verde  :  pigliarsi  brighe  inutili, 
affaticarsi  con  poco  effetto  ;  càregàss 
el  '  sto  megli  =  caricarsi  lo  stomaco  : 
mangiare  o  bere  troppo. 

7)  Aggravare,  caricare  di  troppo  ; 
stàstànsa  Ve  tròpp  càregàda  de  mòbil  = 
questa  stanza  è  troppo  aggi^avata  di 
mobili  ;  càregà  el  pdpol  de  tàss  =  ag- 
gravare il  popolo  di  tasse. 

8)  Coprir  con  troppi  panni  ;  *  fìaeu 
vàn  quàtaa,  ma  minga  càregaa  =  i 
bambini  vanno  coi^erti  bene,  ma  non 
aggravati. 

9)  càregà  dendns  =  accollare  :  cari- 
care un  barroccio,  od  altro  legno  a  due 
ruote  più  sulla  pai*te  davanti  si  che  il 
peso  si  aggravi  sul  collo  o  sul  dorso 
della  bestia  che  lo  tira. 

10)  càregà  là  fornds  =  caricare  la 
fornace:  assestarvi  i  materiali  che  si 
vogliono  cuocere. 

càregh,  s.  m.  =  nel  gioco  di  briscola  gli 
assi  e  i  tre  che  valgono  undici  e  dieci 
punti  rispettivamente. 

1)  Agg.  carico:  sincope  del  partic.  pass. 
di  càregà  ;  vèsé  càregh  de  fioeu  =  esser 
carico  di  figli  ;  color  càfè  càregh  =  color 
caffè  carico,  forte. 

càrègria  e  càregiàda,  s.  f.  =  carreggiata  : 
i  segni  0  solchi  che  lasciano  sopra  una 
strada  molto  battuta  le  ruote  delle 
vetture. 

1)  vèés,  àndà  foetlra  de  càrégia,  a 
de  càregiàda  =  essere,  andar  fuori  di 
carreggiata  :  uscir  dalla  via  del  dovere, 
della  ragione  e  anche,  parlando,  dal 
soggetto  del  discorso.  Anche:  andar  fuori 
del  seminato. 

2)  La  larghezza  d'  una  vettura  tra 
ruota  e  ruota. 

càrèllj  s.  m.  =  carretto. 

1)  Barroccino  da  spingere  a  mano, 
ma  piiì  piccolo  della  carretta. 

2)  La  punta  dell'osso  sacro. 

3)  càrèll  de  cava  seda  =  cavigliatoio. 

4)  Carretta  :  congegno  mobile  nel 
telaio  da  tessere,  al  quale  sono  racco- 
mandati i  licci. 

càrénsg',  s.  f.  pi.  =  spade  :  liste  di  ferro 
scanalato  su  cui  scorre  il  carro  del 
torchio  da  stampa. 

càrèsa,  *  s.  f.  =  carezza. 

1)  L'atto  del  carezzare. 

2)  E  per  antifrasi,  di  strapazzi,  sgarbi 


d 


car 


187 


car 


e  botte  ;  èco  i  càrèss  che  ghe  foca  à 
quèla  pòera  dona,  sgàrberij  e  bòtt  = 
sgarbi  e  botte,  ecco  le  carezze  che  toc- 
cano a  quella  povera  donna. 

3)  càrèm  =  carezza  :  prezzo  elevato 
delle  derrate. 
càresà,  v.  att.  =  carezzare  :  toccare,  scor- 
rere leggermente  colla  mano  sul  viso 
0  altra  parte  della  persona  a  dimostra- 
zione di  affetto,  far  carezze. 

1)  càrestl  coni  là  seda  =  accarezzare 
col  manico  della  granata  ;  càresà  i 
spali  =  accarezzare  le  spallo  :  valgono 
in  modo  scherzoso,  dar  delle  busse. 

2)  càresà,  càresàss  là  barba  =  li- 
sciarsi colla  mano  la  barba. 

caresìna,  s.  f.  =  carezzina,  dim.  di  ca- 
rezza. 

carestia,  *  s.  f.  =  carestia  :  la  condizione 
di  un  paese  che  manca  specialm.  di 
granaglie;  ed  anche  mancanza  di  qua- 
lunque altra  cosa  ;  gh'è  carestìa  de 
(Uinee  =  mancano  i  danari. 

càrèta,  s.  f.  =  carriola,  carrettino  da 
spingersi  a  braccia  con  duo  stanghe  o 
una  rota  sola  davanti  :  s'  adopera  per 
trasporti  di  terra  o  simili. 

1)  càrèta  del  molèta  =  castello  a  car- 
riola, barroccino  degli  arruotini. 

càrètàda,  s.  f.  =  carrettata  :  tanta  roba 
quanta  n'enti-a  in  una  carretta. 

càretee,  s.  tn.  =  carrettiere,  carrettaio  : 
il  conduttore  della  carretta. 

càretéla,  *  s.  f.  =  carrettella  :  specie  di 
carretto  a  quattro  rote  e  due  stanghe 
assai  bislungo,  con  isponde  a  cancello 
e  due  luoghi:  si  usa  ai  mercati. 

1)  Barroccio  :  veicolo  a  due  ruoto  da 
attaccarsi  a  un  cavallo  per  trasportar 
roba. 

2)  Carrettella:  legno  o  vettura  piii 
piccola  e  pili  leggera  della  carrozza  per 
trasportare  persone. 

càretìn,  s.  w..  =  caraccio,  dim.  di  caro  : 
piuttosto  caro  che  no,  spec.  di  prezzo. 
1)  Carrettino,  dim.  di  carro. 

càretò,  s.  m.  =  carrettaio,  carrettonaio  : 
chi  nelle  carrette  conduco  calcinacci, 
rena,  e  sim. 

càretòii,  s.  m.  =  carrettone  :  carretta  più 
solida  delle  ordinarie,  con  cui  si  tra- 
sportano le  materie  più  pesanti  e  più 
gi'ossolane. 

1)  càreton  di  mòrt  =  quello  in  cui 
vengono  trasportati  al  cimitero  i  morti 


all'ospedale,  quando  si  fa   loro  il  tra- 
sporto gratuito. 

càrètt,  s.  m,  =  carretto  :  veicolo  a  duo 
rote  e  a  un  cavallo  solo,  con  spondo 
che  formano  una  specie  di  cassa,  a  uso 
di  trasportar  roba. 

1)  Carette,  caraccio,  agg.  dim.  di 
caro  :  solo  parlando  di  prezzo. 

càrga,  càrgà,  e  sim.  Vedi  càrega,  cà- 
regà,  e  sim. 

caria,  *  v.  att.  =  cariare  :  dotto  dello 
ossa,  andare  a  male  per  carie. 

cariàda,  s.  f.  =  doccia  da  mulino,  go- 
rello :  il  fossato  che.  dalla  gora  riceve 
l'acqua  per  movere  il  mulino. 

càriàggr,  *  s.  VI.  =  carriaggio  :  gran  car- 
rettone, per  lo  più  a  quattro  rote,  ca- 
rico di  bagaglio  e  di  salmerie,  conie 
quelli  che  seguono  l'esercito  in  movi- 
mento. 

1)  ona  trincera  de  càriàgg  =  un  car- 
rino. 

cariagina,  s.  f.  =  carrettone  :  specie  di 
carro  lungo  con    sponde  a  rastrelliera, 

càrica,  *  s.  f.  =  carica. 

1)  Ufficio  pubblico,  ma  solo  degli 
alti  gradi. 

2)  La  quantità  di  polvere  che  si 
mette  noUe  armi  da  fuoco  per  ogni  colpo. 
Vedi  càrega. 

3).  Terni,  di  tattica  milit.  movimento, 
manovre  di  cavalleria  che  va  in  massa 
e  al  galoppo  a  investire  di  fronte  una 
linea  nemica.  Vedi  càrega. 

4)  Fig.  torna  tila  càrica  =  tornare 
alla  carica;  mettere  in  campo  nuove 
obbiezioni  contro  una  decisione  già 
presa,  e  anche  fare  nuove  domande, 
nuove  insistenze,  dopo  una  ripulsa. 
càrica,*  v.  att.  =  caricare.  Vedi  càrega» 
càricàtiira,  *  s.  f.  =  caricatura  :  affet- 
tazione e  tutto  ciò  che  sa  d'  affetta- 
zione nel  parlai'e,  nei  modi,  nel  sen- 
timento. 

1)  Specie  di  riti'atto  nel  quale  si 
cerca  di  conservare  la  somiglianza  esa- 
gerando i  difetti. 
càrich,  *  s.  m.  =  carico  :  la  quantità  di 
roba  che  si  mette  addosso  a  uomini  e 
animali  o  sopra  navi  e  veicoli.  Vedi 
càregh.  Vèsà,  vègh  à  càrich  =  essere, 
avere  a  carico. 

1)  Per  cosa  di  cui  uno  deve  rispon- 
dere ;  Ve  à  me  càWcA  =  è  a  mio  carico, 

2)  Biasimo  o  colpa  nella  frase  ;  fami 
on  càrich  =  farne  carico. 


car 


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càriéra,  *  s.  f.  =  carriera  :  il  passo  più 
veloce  del  cavallo  ;  el  email  l'è  àndaa 
de  gran  càriéra  =  il  cavallo  andò  di 
gran  carriera. 

1)  à  càriéra  =  di  carriera  :  fig.  di 
persona,  vale  in  gran  fretta. 

2)  Nel  significato  di  professione,  stato 
elle  uno  abbraccia  ;  là  càriéra  de  pro- 
fesòr  =  la  carriera  di  professore.  Ass.  ; 
fa  càriéra  =  far  carriera  :  avanzar 
molto,  arrivare  ai  primi  gradi. 

càriliòn,  s.  ni.  =  organetto  :  vero  sa- 
liscendi a  cui  si  dà  moto  per  una  ro- 
tella centrale  che  fa  smuovere  in  senso 
inverso  le  due  lamine  del  paletto  ; 
anche  càdenàss  o  càdenàsoeù  à  cà- 
rilión.  Dal  frane,  carillon. 

càrimàa,  s.  in.  =  calamaio  :  vasetto  dove 
si  tiene  1'  inchiostro  per  intingere  la 
penna  nello   scrivere. 

1)  càrimaa  sénsa  el  étopìn  =  cala- 
maio a  guazzo. 

2)  vègli  ì  càrimaa  =  avere  i  calamai 
agli  occhi  :  le  occhiaie  livide,  aver  le 
borse. 

3)  Calamaio  :  nel  torchio  di  stampa 
la  tavoletta  che  distribuisce  l'inchiostro 
ai  rulli. 

càrimàràda,  s.  f.  =  colpo  di   calamaio; 

anche  quanto  cape  in  un  calamaio. 
càrimàrèra,  s.  f.  =  calamaio  a  scrivania; 

con  tutto  l'occorrente  per  scrivere. 
càriinàrìn,  s.    m.    =   calamaietto,   cala- 

maino,  dim.  di  calamaio. 
carili)  agg.  =  carino,  dim.  vezz.  di  caro. 

1)  Anche  di  donna  adulta  ;  l'è  carina 
qiiHa  sdora  =  è   cai'a   quella  signora. 

2)  Di  cose  e  piccoli  animali  ;  carina 
quela  càròsa  -  carina  quella  carrozza. 

càrioeù,  s.  m.  =  trebbia. 

1)  Carro  da  trebbiare  il  grano,  in- 
vece di  batterlo  col  coreggiato. 

2)  Carie,  tarlo,  tignuola.  Vedi  càirceù. 
càrìòs,  càrìolaa,  agg.    =    carioso,    tar- 
lato, tignolato. 

càrìsua,  s.  f.  =  fuliggine  :  quella  materia 
nera,  polverosa,  o  anche  soda,  che  il 
fumo  lascia  su  per  la  gola  del  cam- 
mino e  della  quale  sono  internamente 
incrostate  le  pai-eti  del  medesimo. 

Càrìsìni,  agg.  =  carissimo,  agg.  sup.  di 
caro. 

Ctàrìtaa,  s.  f.  =  carità. 

1)  Virtuosa  disposizione  dell'  animo 
che  ci  porta  ad  amar  tutti  gli  uomini 
e  a  far  loro    del    bene  ;    càritaa   cri= 


ètitlna  =  carità  cristiana  ;  òmni  sénsa 
càritaa  =  uomo  senza  carità. 

2)  Soccorso  che  si  presti  in  qualun- 
que estremo  bisogno,  senza  esserci  spe- 
cialmente obbligati  e  senza  nessun  fine 
di  utile  proprio, 

3)  càritaa  pelósa  =  carità  pelosa  : 
quando  nasconde  un  fine  interessato  e 
anche  colpevole. 

4)  fa  là  càritaa  =  fare  la  carità, 
usare  la  compiacenza,  e  iron.  ;  fàmni 
là  càritaa  de  sta  quièti  =  fammi  la 
carità  di  star  tranquillo. 

5)  Elemosina  :  quel  che  si  da  per 
carità  ;  cercti  là  càritaa  =  cercar  la 
limosina  :  limosinare. 

6)  càritaa  florida  =  carità  fiorita; 
carità  fatta  bene,  a  proposito  e  con 
buon  effetto. 

caritàtérol,  agg.  =  elemosiniere  :  anche, 
che  fa  volentieri  la  carità  ai  poveri. 

càrleCj  s.  m.  =  cataletto,  bara  :  lettuccio 
che  serve  a  portare  i  morti  a  spalla 
dalla  casa  alla  sepoltura.  Voce  che  di- 
susa ed  è  sostituita  dall'altra  càtelètt.* 
1)  fa  dna  mòri  o  diiii  còrp  in  d'on 
càrice  =  pigliar  due  colombi  a  una  fava: 
fare  un  viaggio  e  due  servizi. 

Carlo,  {el  siir)  =  la  gi'azia  di  quel  santo, 
i  quattrini  :  è  piuttosto  del  gergo  che 
del  dialetto. 

carlòii,  s.  m.  =  grano  turco.  Vedi  for- 
mentòn. 

carlona  (ala)  =  alla  carlona. 

1)  fàa  già  Ma  càrlfìna  =  abboz- 
zato ;  nùn  pàisàn  sènim  fàa  già  Ma 
carlona  =  noi  contadini  siamo  abboz- 
zati là,  e  addio. 

carmàtt,  s.  m.  =  carro  matto,  carrolena: 
specie  di  carretta  ferrata  da  traspor- 
tai'e  gravissimi  pesi. 

1)  L'orsa  maggiore  o  carro  di  Boote. 
Costellazione. 

Cannili,  s.  m.  =  Carmine  ;  la  Màdòna 
del  Càrmin  =  la  Madonna  del  Cannine. 

càrinin,  s.  m.  =  carminio  :  colore  rosso 
finissimo,  che  si  cava  dalla  cocciniglia 
e  serve  per  miniare. 

càrna^  s.  f.  =  carne  :  le  parti  molli  di 
cui  è  composto  il  corpo  dell'  uomo  e 
degli  animali. 

1)  vèss  in  ctlrtìa  =  essere  in  carne  : 
non  magro,  ma  neanche  troppo  grasso. 

2)  color  càrna  =  carnicino,  rosso 
sbiadito  ;  simile  a  quello  della  carne. 

3)  vèsé  de  càrna  =  esser   di  carne  : 


car 


189  — 


soggetto  ai  bisogni,    alle  passioni    co- 
muni a  tutti  gli  uomini. 

4)  errila  =  la  carne  degli  animali 
morti  che  serve  di  nutrimento. 

5)  mangia  minga  càrna  =  non  man- 
giar carne  :  mangiar  di  magro. 

6)  càrnei  fa  ctLrna  =  carne  fa  carne  : 
la  carne  è  un  buon  nutrimento. 

7)  cArna,  sàlàda  =  carne  salata  : 
carne,  per  lo  più  di  maialo  acconciata 
con  salo,  per  serbarla  ;  si  dice  paga 
càrnei  sdlàdci  =  pagar  carissimo. 

8)  mètt  tròpa  chrna  ài  foeùgh  =  metter 
troppa  carne  al  foco  :  pigliare  a  far 
troppe  cose  a  un  tratto. 

9)  l'è  minga  càrna  per  i  tò  eleni  = 
non  è  carne  per  i  tuoi  denti  :  di  chi 
desidera  quello  che  non  può   ottenere. 

10)  troà  carila  per  i  so  elèni  =  trovar 
carne  per  i  suoi  denti:  chi  ti  sappia 
resistere  ;  avversario  competente. 

11)  càrna  mastra  =  carne  mastra, 
di  bue  di  manzo  ;  càrna  soriana  =  carne 
di  vacca, 

12)  càrna  frusta  =  vivanda  rifatta, 
piatto  rifatto  :  roba  goduta  dal  giorno 
prima. 

13)  fàgli  dà  on  buj  àia  càrna  =  fer- 
mare la  carne. 

14)  tra  càrna  e  peli  =  in  pelle,  pelle 
pelle  :  subito  sotto  la  pelle. 

15)  là  giùnta  dèla  càrna  =  taran- 
telle, brincello,  giunta  :  quella  parto 
d'osso,  0  pezzo  di  carne  di  qualità  in- 
feriore che  il  macellaio  dà  proporzio- 
natamente al  peso  per  giunta. 

16)  càrna  de  coli  =  canaglia,  uomo 
poi-^^erso. 

17)  l'àsa  eléla  càrna  =  tagliere.  Vedi 
àsa  B). 

18)  càrna  che  eia  ài  dent  =  carne 
verdemezza  :  tra  cotta  e  cruda. 

19)  càrna  magra  =  carne  magra  : 
quella  macellata  senza  grassume. 

20)  carila  slègneda  =  carne  tigliosa  : 
non  frolla,  filamentosa. 

càruàg'iòii,  *  s.  f.  =  carnagione  :  la 
pelle,  segnatamente  del  viso,  parlando 
più  che  altro  del  colorito. 

càriiàscia,  s.  f.  =  carnaccia,  pegg.  di 
carne. 

carne,  *«./■.  =  carne  :  vece  più  scolta 
che  usa  molto  ora  invece  di  cài'n<a. 

càivuè,  s.  m.  =  carniera,  cacciatora  :  an- 
che càriiiè. 

1)  Giacchetta  di  velluto   o   di   fru- 


stagno  con  tasche  dentro  e  fuori  e  una 

più  larga  dietro  per  la  cacciagione. 
2)  Borsa  per  mettere   la    selvaggina 

cacciata. 
càriièla  e   càriiéta,   s.    f.    =    cicciola  ; 

sp.  di  fungo. 
càrnevaa,  s.  m.  =  carnevale.  Vedi  càr- 

noaa. 
càrnevàl  *  =  carnevale.  Vedi   càriioaar 
càrnìna  e   càriiìséla,   s.    f.  =  cicciola, 

sp.  di  fungo.  Vedi  càrnéla, 
càriioàa,  s.  m.  =  carnevale,  carnovale  : 

tempo  consacrato  ai   pubblici    spassi  e 

in  cui  son  permesse  le  maschere  ;  dal 

giorno  dopo  Natale  al  primo  giorno  di 

quaresima. 

1)  fa  el  eàrnoaa  =  fare  il  carnevale  : 
passare  il  tempo  del  carnevale. 

2)  à  eàrnoaa  =  a  carnevale  :  al  ve- 
nire del  carnevale. 

3)  ^j^>-,  o  in  eàrnoaa  =  per,  o  di 
carnevale. 

4)  Tempo  di  allegria,  di  divertimenti, 
di  spassi,  per  mi  l'è  sèmper  eàrnoaa 
=  per  me  è  sempre  carnevale. 

5)  vègh  tanti  eàrnoaa  sui  spali  = 
aver  di  molti  carnevali  addosso  :  di 
molti  anni. 

6)  eia  per  onei  cànsón  eie  eàrnoaa^ 
Vedi  cànsòu  1). 

càrnoalìn,  s.  m.  =  carnevaletto,  dimin. 
di  carnevale;  sfami  gh'è  staa  on  càr- 
noàlin  quièti,  quièti  =  quest'anno  ci  fu 
un  carnevaletto  assai  tranq\iillo. 

càrnoàlòn,  s.  m.  =  carnevalone  :  il  pe- 
riodo dei  quattro  primi  giorni  quaresi- 
mali, che  per  la  città  di  Milano  sono 
ancora  di  carnevale. 

càrnos,  agg.  =  carnoso:  da  carne. 

carniiss,  s.  m.  =  carniccio:  il  di  dentro- 
delia  pelle  degli  animali. 

càròbi,  s.  m.  =  carruba:  frutto  del  car- 
rubio,  albero  selvatico. 

1)  Carrobio:  largo  che  è  a  Milg,no  in 
fondo  a  via  Torino  e  da  cui  diramano' 
il  corso  di  P.  Ticinese,  la  via  Cesare 
Correnti,  la  via  Torchio  e  altre. 

càròcia,  s.  f.  =  carrozza  :  non  s'  usa 
quasi  più  se  non  per  affettazione  di  tri- 
vialità nel  parlare.  Dura  però  nella  frase:: 
ciàpà  on  viorìn  per  dna  càròcia  =  ve- 
der lucciole  per  lanterne;  dove  vai?  le 
son  cipoUe. 

càvocìà,  V.  att.  =  crocchiare,  esser  ca- 
morro: malandato  in  salute. 


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190 


car 


«àrociàda,  s.  f.  =  carrozzata:  tanta  gente 
quanta  ne  può  entrare  in  una  carrozza. 

«àrociòii)  s.  m.  =  cocchione,  carrozzone; 
accresc.  di  carrozza. 

1)  el  càròción  di  pèeaa    =    si  chia- 
-mava  per  celia  quel  carrozzone  in  cui 
fino  a  poco  tempo  fa  l'impresario  man- 
dava a  prendere  a  casa    gli  artisti  del 
teatro  e  specialmente  le  ballerine. 

«àroeù;  s.  m.  =  beniamino,  cucco,  "cuc- 
chino: il  prediletto  ^vèss.el  car  ceti  de  la 
marna  =  essere  il  cucco  della  mamma. 

càrògriia,*  s.  f.  =  carogna:  corpo  d'asino, 
specialm.  piagato  e  purulento. 

1)  Di  pers.  ha  senso  fortemente  di- 
spregiativo e  vale  o  dappoco  o  che  non 
ha  voglia  di  lavorare,  o  che  ha  brutti 
modi,  cattivo  core  o  che  ha  commesso 
azioni  turpi. 

«àrog'iièta,  s.  f.  carogaina:  dim.  di  ca- 
rogna: detto  segnatamente  di  ragazzi 
tristi  e  anche  dei  superbiucci,  che  hanno 
modi  altezzosi. 

càrognìii,  s.  m  carognina.  Lo  stesso  che 
càro^néta. 

Carolina,  s.  f.  =  Carolina:  nome  di 
donna.  Femm.  di  Carlo.  1)  Nome  d'una 
maniera  di  gioco  al  biliardo. 

càrósa,*  s.  f.  =  carrozza:  veicolo  a  quattro 
ruote  da  attaccarsi  a  due  o  più  ca- 
valli, con  quatti'O  posti  nell'interno  e 
uno  sul  davanti  per  il  cocchiere. 

1)  caròàè  =  carrozze:  anche  i  veicoli 
delle  vie  fen-ate  per  il  trasporto  delle 
persone. 

2)  càrosa  de  ìnòrt  =  carrozza  da 
morto,  carro  funebre:  quella  su  cui  si 
trasportano  i  morti  al  cimitero. 

3)  mètt  eàròsa  =  metter  su  carrozza, 
tenere  carrozza  propria. 

4)  tir^  là  eàròsa  eòi  biisèeck  =  esser 
nobile  riarso,  essere  al  verde,  non  averne, 
stentare  la  vita. 

càrosàbil,  *  agg.  =  calessabile,  rotabile, 
carrozzabile,  carreggiabile  :  di  strada 
dove  si  può  andare  colla  carrozza,  e 
per  dove  possono  passare  le  vettui'o  e 
i  carri. 

càrosàda,*  s.  f.  =  carrozzata:  tante  per- 
sone quante  entrano  in  una  carrozza. 
1)  Calessata:  quante  persone  entrano 
in  un  calesse. 

càrosee,  s.  m.  =  cocchiere  :  colui  che 
guida  i  cavalli  dal  cassetto  della  carr- 
rozza.  Talvolta  si  dice  in  celia:  carroz- 


càrosèta,*  s.  f.  =  caiTozzetta,  carrozzina; 

dim.  di  carrozza. 
carosòn,  s.  in.  =  caiTozzone.  Vedi  ca- 

rociòn. 
càrdtola,  s.  f.  =  carota:  pianta  da  orto; 

daucus  carota. 

1)  ciintA  sii  càròtol  =  impanzanare, 
piantare,  ficcai'C,  vender  carote,  dare 
ad  intendere  cose  non  vere:  spacciai- 
fandonie. 

2)  càrdtola  =  fandonia,  bugia,  vana 
chiacchiera. 

càròtolìn^  s.  m.  =  formetta  :  specie  di 
piccolo  bossolo  circolare,  poco  diverso 
da  un  quartuccio,  che  s'usa  per  fare  i 
mascarponi. 

càroTàiia,*  s.  f.  =  carovana:  grossa  com- 
pagnia che  viaggia. 

1)  fa  là  carovana  =  far  carovana: 
fare  il  noviziato. 

carézza,  *  s.  f.  =  carrozza.  V.  carósa.  Il 
mil.  che  parla  con  qualche  affettazione 
di  maggiore  eleganza  introduco  adirit- 
tura  la  parola  italiana  nel  dialetto. 

càrpànèll,  s.  m.  =  carpinella;  carpìnus 
orientalis:  albero  simile  al  Carpine.  An- 
che càrpàuesa,  nisciolìii. 

càrpeii,  s.  m,  =  carpine  ;  carpìnus  be- 
tiilus:  albero  d'alto  fusto. 

1)  bosch  de  càrpen  =  carpineta:  luogo 
piantato  di  carpini. 

2)  eàrpen  =  carpio:  pesce  del  lago  di 
Garda.  Cyprinus. 

càrpeiiàda,  s.  m.  =  siepe  o  viale  di  carpini. 

càrpià,  V.  att.  =  velarsi  :  il  primissimo 
grado  del  quagliare  o  rappigliare  dei 
liquidi. 

i)  vèsé  càrpiaa  =  essere  infreddato. 

càrpiàdura,  s.  f.  =  velo  :  il  superficiale 
agghiacciamento  dell'acqua  e  degli  altri 
liquidi. 

carpili,  *  s.  m.  =  carpine.  V.   càrpeu. 

carpiona,  v.  att.  =  accarpionare  e  me- 
glio carpionare.  T.  cucin.,  cucinar  del 
pesco  come  si  cucina  il  carpione. 

càrpionàda  (toeu  sii  óna),  =  pigliare  un 
brezzolone,  un'infreddatura. 

càrpòg'n,  s.  m.  =  frinzello,  pottiuiccio, 
ricucitura  o  rammendo  mal  fatto. 

1)  Le  cicatrici  delle  ferite,  delle  bollo 
delle  piaghe. 

2)  Agg.,  stopposo,  passo  :  di  ramo- 
laccio, rapa  e  sim.  che  sia  internamente 
asciutto,  cavernoso  e  insipido. 

3)  Butterato,  butteroso:  tutto  a  frin-? 
zelli. 


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-  191 


car 


càrpog'iià,   V.    alt.    =   riafrinzellare,    far 

frinzelli  nel  rammendare. 
càrsèiisa,  s.  f.  =  schiacciata. 

1)  Focaccia,  torta  :  specie  di  dolce 
fatto  in  casa  o  dal  pasticciere;  càréènsa 
de  pasta  fròla  =  torta  di  pasta  frolla. 

2)  Caciola,  raviggiuolo:  piccola  forma 
schiacciata  di  cacio  fresco  e  piuttosto 
tenero. 

3)  Le  cellette  di  cera  dove  le  api  de- 
pongono il  miele. 

càrsensiii;  s.  m.  =  stiacciatina,  focaccina. 
1)  fa  in  d'on  carsemln  =  scofacciare, 
schiacciare  come  focaccia. 

càrt,  s.  f.  i)ì.  =  carte,  le  carte  da  gioco; 
mèscià,  mcsedà  i  càrt  =  scozzar  lo  carte 
mescolarle  per  poi  farle  alzare. 

1)  Il  complesso  delle  lettere,  delle 
minute,  ecc.,  che  costituiscono  l'incar- 
tamento proprio  di  un  avvocato,  inge- 
gQore,  uomo  d'  affari  e  simili.  (Vedi 
carta,  3). 

carta,*  s.  f.  =  carta:  pasta  di  conci  ma- 
cerati, e  altre  materie,  anche  vegeta- 
bili, distesa  in  larghi  e  sottilissimi 
strati,  a  uso  di  scrivere,  stampare,  in- 
voltare, ecc. 

1)  carta  bolàda  =  carta  bollata  :  col 
bollo  dello  Stato.  Il  milan.  dice  anche 
carta  de  boli,  ma  in  ital.  carta  da 
bollo  è  errato;  carta  velina  =  carta  ve- 
lina: sottilissima  e  trasparente;  ctLrta 
sÈga  =  carta  suga  o  sugante ,  carta 
straccia. 

2)  carta  brùsàda  =  falena,  folena  e 
volgami,  fulena.  Gli  avanzi  della  carta 
bruciata. 

3)  carta  o  càrt  =  carta  o  carte  :  di 
fogli  corcernenti  affari  che  formino  og- 
getto di  esame,  di  trattative;  *  càrt  hin 
in  man  de  l'àocàtt  =  le  carte  sono  nelle 
mani  dell'avvocato.  Ovvero  contenente 
un  atto  da  cui  nascono  diritti  o  obbli= 
gazioni;  et  m'ha  faa  dna  carta  che  gà- 
ràntiss  el  me  capital  =  mi  ha  fatto  una 
cai-ta  che  garantisce  il  mio  capitale. 

4)  Carta,  biglietto  di  banca;  pàgt  in 
carta  =  pagare  in  carta,  invece  che  in 
oro. 

5)  ctLrta  geogràfica  e  assol.  ctirta  = 
carta  geografica  e  assol.  carta.  Disegno 
che  rappresenta  in  piano  la  superfìcie 
della  terra  o  di  qualche  sua  parte. 

6)  carta,  e  càrt  =  carta  e  carte.  Le 
carte  da  gioco;  scarta,  mescdà  i  càrt  = 
moscolare,    scozzare  le  caiie.   Dividero 


il  mazzo  in  due  parti  e  riunirle  per  co- 
sta, premendo  in  modo,  che  quelle  di 
sopra  entrino  tra  quelle  di  sotto. 

7)  sphig  dna  carta  =  succhiellare  una 
carta;  scoprirla  a  pochino  per  volta,  fa- 
cendola sgusciare  tra  le  dita  di  sotto  a 
un'altra, 

8)  cambia  i  càrt  in  man  =  barattare, 
scambiare  le  carte  in  mano  :  dare  alle 
parole  nostre  o  d'altri  un  senso  diverso 
da  quello  in  cui  furono  dette  o  intese. 

9)  càrt  in  tàola  =  carte  in  tavola: 
discorsi,  patti  chiari. 

10)  de  carta  -  di  carta,   cartaceo. 

11)  mangia  à  là  carta  =  mangiare 
a  vivanda  per  vivanda.  Mangiare  alla 
locanda  o  al  caffè,  scegliendo  le  vivande 
da  una  lista  cho  dice  quali  vivande  si 
possano  mangiare  in  quel  giorno. 

12)  dà  carta  bianca  =  dare  carta 
bianca,  cioè  ogni  facoltà  di  fare  ad  ar- 
bitrio. 

13)  mètt  in  carta  =  scrivere:  espri- 
mei'e  il  proprio  pensiero  scriv^endo. 

14)  giiigà  dna  carta  =  giocare  una 
carta,  arrischiare,  tentare  un  colpo,  af- 
fidandosi al  caso. 

càrtàbiànca,  s.  f.  =  carta  bianca;  bianca: 
quella  parte  di  un  foglio  di  stampa  che 
si  tira  per  la  prima  e  chiamasi  cosi, 
perchè  il  foglio  resta  bianco  nella  parte 
posteriore,  tinche  non  siasi  stampato 
anco  la  volta. 

càrtàbón,  s.  m.  =  quartabuono:  squadra 
che  serve  per  lavorare  di  quadro. 

1)  càrtàbón  à  àngàlètt  =  quartabuono 
ad  angolo  retto. 

2)  càrtàbón  à  eoa  de  rondena  =  quar- 
tabuono a  coda  di  rondine. 

carta  de  giigìtt  (òna),  =  una  carta  di 
spilli:  un  foglio  ripiegato  più  volto  su 
di  sé  in  cui  si  vendono  infissi  paral- 
lelamente più  filari  di  spilli  in  numero 
variamente  determinato. 

càrtàpègora,  s.  f.  =  cartapecora:  pelle 
concia  per  lo  più  di  pecora,  a  uso  di 
scrivervi,  di  rilegar  libri  o  alti-o. 

1)  Pellicina,  membrana  sottilissima 
e  pur  forte,  che  forma  i  fogli  di  una 
specie  di  libro  quadrato,  non  cucito, 
fra  i  quali  il  battiloro  batto  la  lamina 
d'oro  per  riduiia  in  sottilissima  foglia. 

càrtàpìsta,  s.  f.  =  cartapesta  :  la  pasta 
di  cui  si  fa  la  carta  gettata  nelle  formo 
G  rassodata. 


—  192  — 


1)  Trasl.,  òmm  de  càrtàpìsta  =  uomo 
di  cartapesta;  fiacco,  di  carattere  debole. 

càrtàscia,  s.  f.  =  cartaccia,  accr.  pegg , 
di  carta. 

càrtàtiìcia,  s.  f.  =  cartuccia:  una  carica 
da  fucile  involta  in  un  bocciolo  di  carta; 
ora  è  involta  in  un  tubo  di  cartone. 

càrtàvòlta,  s.  f.  =  contropagina,  carta- 
volta:  la  faccia  da  tergo  di  un  foglio 
di  stampa. 

càrtee,  s.  m.  =  cartaio. 

1)  Chi  fabbrica  carta  da  scrivere. 

2)  Cartolaio:  venditore  di  carta,  car- 
toni, libri  in  bianco,  inchiostro,  penne, 
lapis,  ecc. 

3)  botéga  de  càrtee  =  cartoleria. 

4)  Pennello:  usasi  per  impastare  cartoni 
e  somiglia  al  pennello  degli  imbianchini. 

càrtég,*  s.  m.  =  carteggio:  il  carteggiare, 

corrispondenza  di  lettere. 
càrtegià,  *  v.  att.  =  carteggiare  :  tenere 

carteggio. 
càrtéla,*  s.  f.  =  cartella. 

1)  Al  gioco  della  tombola  la  tavo- 
letta di  cartone  che  contiene  una  delle 
combinazioni  per  15  dei  90  numeri  della 
borsa.  Anche  d'altre  lotterie;  i  cartoli 
dèla  loterla  de  Vihia  =  le  cartelle 
della  lotteria  di  Vienna. 

2)  Titolo  0  certificato  di  credito  verso 
lo  Stato,  comuni  e  sim. 

3j  Due  grossi  cartoni  coperti  di  fo- 
glio fiorito  0  di  pelle  o  di  tela  e  uniti 
insieme  in  forma  di  libro  per  riporvi 
dentro  scritture,  stampe,  disegni  e  sim. 

4)  Il  foglio  scritto  che  si  manda  dai 
giornalisti  in  tipografia,  perchè  si  stampi. 

5)  La  lamina  di  ferro  in  cui  posano 
i  pezzi  dell'acciarino  delle  armi  da  fuoco 
portatili. 

6)  Quella  lastra  di  ferro  sopra  cui 
sono  incastrati  gli  altri  pezzi  di  una 
serratura. 

7)  Quella  specie  di  borsa  di  pelle  o 
di  tela  cerata  nella  quale  i  piccoli  sco- 
lari ripongono  i  libri,  le  asticciole  e 
sposso  anche  la  colazione. 

8)  Cartagloria:  ognuna  di  quelle  ta- 
volette poste  sugli  altari  e  contenenti 
il  Vangelo  di  S.  Giovanni,  il  Gloria  e 
il  Lavabo.  Anche  tàoléta. 

cài'tèlàium,  s.  m.  =  cartilagine:  tessuto 
bianco  simile  all'osso,  ma  più  molle  e 
flessibile. 

1)  Panno,  pannume,  pellicina:  mem- 
brana  sottile  e  robusta,  della  quale  è 


ricoperta  immediatamente  la  parte  in- 
terna del  guscio  dell'uovo  alla  quale 
aderisce, 

2)  Tenerume  :    cartilagini  e  ossa  te- 
nere. 
càrtelìii,  s.    m.  =  cartellino,    dimin.  di 
cartello. 

1)  Bottello;  cartellino  che  si  mette 
sui  libri,  sulle  bottiglie,  sui  barattoli 
per  indicare  il  titolo  del  libro,  la  qua- 
lità della  roba  contenuta  nel  vaso. 

càrtèll,*  s.  m.  =  cartello  :  foglio  pei-  lo 
pili  stampato  a  gran  caratteri  e  di  gran 
formato  che  s'affigge  per  annunziare 
spettacoli,  feste  e  sim. 

V)  de  càrtèll  =  di  cartello,  di  baldac- 
chino; eccellente,  di  molto  grido,  di 
gran  credito;  pitór,  dolor,  éàrta,  càn- 
ttmt  de  càrtèll  =  pittore,  medico,  sarta, 
cantante  di  cartello,  di  baldacchino. 

2)  Appigionasi:  polizza  o  cartello  sul 
quale  è  scritta  questa  voce  e  che  s'at- 
tacca alla  facciata  delle  case  da  ajipi- 
gionarsi;  mètt  foeiira  ci  càrlèll  =  affig- 
gere l'appigionasi  :  quando  si  annuncia 
un  appartamento  che  si  vuole  affittare. 

càrtelón,*  s.  m.  =  cartellone  :  accresc. 
di  cartello. 

1)  Quello  della  tombola  dove  sono 
seguati  tutti  i  novanta  numeri  o  serve 
per  riscontro  delle  palline  sortite. 

carte ra,  s.  f.  =  cartaia. 

1)  Cartolala  :  la  moglie  del  cartaio, 
del  cartolaio,  ed  anche  la  donna  che 
esercita  quel  mestiere. 

2)  Cartiera:  fabbrica  di  carta. 
càrtilàgin,*  s.  f.  =  cartilagine  :  tessuto 

bianco  simile  all'osso,  ma  più  molle  e 

flessibile. 
càrtilàg'ìiiòs,*  agg.  =  cartilaginoso:  che 

ha  qualità  o   aspetto  di  cartilagine. 
cartina,  s.  f.  = 

1)  Cartina,    dim.  di    carta,    carta  di-| 
piccolo  sosto. 

2)  Attillato.  Di  persona  che  porta 
abiti  attillati. 

cartoleria,*  s.  f.  =  cartoleria  :  bottega 
di  cartolaio. 

cartolina,  s.  f.  =  cartolina  postale  :  la 
cartelletta  su  una  faccia  della  quale  si 
scrive  l'indirizzo,  sull'altra  tutto  quello 
che  si  vuol  far  sapere  a  quello  a  cui 
si  manda. 

càrtòn,*  =  cartone:  pasta  da  carta  spia- 
nata in  fogli  più  grossi  e  più  consi- 
stenti. 


car 


193  — 


cas 


1)  càrtòn  de  iomènsa  =  cartone  di 
seme  bachi;  colla  semente  dei  bachi  da 
seta. 

2)  Scatola  di  cartone,  cartone  :  lo 
scatolone  che  le  sarte,  lo  crestaie  si 
fanno  portar  dalle  fattorino  con  dentro 
gli  abiti,  i  cappelli  per  le  clienti.  Ora 
è  più  comune  scàtolóii. 

càrtonèut,  agg.  =  incai-tato:  della  bian- 
cheria inamidata  troppo  che  assume 
una  consistenza  eccessiva  e  par  di  car- 
tone. 

càrtouìu,  s.  m.  =  cartoncino  :  cartone 
leggero  e  più  sottile  dell'ordinario. 

càrtousìu,  s.  ni.  =  cartoncino  :  piccolo 
rettangolo  di  cartoncino  su  cui  si  scrive 
quando  non  si  vuol  mandai'O  una  let- 
tera e  bastano  poche  righe  a  dir  quel 
che  si  vuole. 

càrug-a,  càrugola,  s.  f.  =  eruca;  melo- 
lontha  vitis.  Specie  di  insetto  lungo  e 
grosso  come  un  dito,  dannosissimo  alle 
uve. 

càrùgol,  s.  m.  =  tamburo  per  trebbiare. 
Specie  di  rullo  scanalato  con  un  ma- 
nico a  stella  dall' un  dei  capi,  del  quale 
si  servono  in  luogo  del  coreggiate  per 
batter  i  grani. 

càruspi,  s.  m.  =  torso,  torsolo:  la  paiio 
centrale  delle  pere,  mele  e  sim.  levata 
la  polpa. 

1)  Fig.,  scricciolo:  di  persona  pic- 
cola 0  meschina. 

càs,*  s.  m.  =  caso:  specie  di  potere  oc- 
culto che  si  riguarda  come  la  causa  di 
ciò  che  succede  e  non  è  l'effetto  del 
volere  umano;  l'è  étaa  on  ctls  =  è  stato 
un  caso;  l'è  on  cds  se  le  indiiìna  =  è 
un  caso  se  c'indovina;  per  càs  =  per 
caso,  a  caso. 

1)  Ogni  cosa  che  succeda  ;  on  beli 
eus  =  un  bel  caso;  on  cds  straordinàri 
=  un  caso  straordinario.  Avverbialm. 
accennando  a  cosa  che  possa  succedere; 
in  càs  de  màlàtla  =  in  caso  di  ma- 
lattia. Anche  per  el  càs  =  per  il  caso; 
■per  el  càs  d' on  bisdgn  =  per  ilcaso  di 
un  bisogno  ;  in  tttti  i  càs  =  in  ogni 
caso,  in  tutti  i  casi,  in  qualunque  modo 
la  cosa  stia,  qualunque  cosa  succeda; 
rfiso  mài.,  ài  ctls  =  caso  mai,  al  caso; 
ve  per  càs  =  se  per  caso:  modi  avverb. 
qualora,  so  mai,  se  il  caso  si  desse. 

2)  Ad  indicare  lo  stato,  la  condizione 
lo  circostanze  particolari,  in  cui  una 
persona  si  trova;  in  del  -voéter  cUs  àvà- 

13 


ria  faa    isièss   tinca    mi  =  nel  vostro 
caso  avrei  fatto  lo  stesso  anch'io. 

3)  Fatto  di  un  genere  determinato 
che  ha  i  caratteri  propri  e  a  cui  si  de- 
vono applicare  le  regole  stabilite  per 
tutto  il  genere;  ctis  de  colèra,  de  và- 
ro&ul,  de  tifo  =  caso  di  colera,  di  vainolo, 
di  tifo;  ctLs  de  cosciènsa  =  caso  di  co- 
scienza. 

4)  l'è  el  càs,  l'è  minga  el  càs  =  è 
il  caso,  non  è  il  caso.  Nelle  circostanze 
di  cui  si  parla  è  o  non   è  opportuno. 

5)  no  vèsegh  ctls  =  non  esserci  caso. 
Xon  esserci  modo,  verso,  possibilità 
che  una  cosa  succeda. 

6)  fa  ctls  =  far  caso,  far  meraviglia, 
dar  da  pensare. 

7)  fàgh  ctls  =  far  caso  di  una  cosa, 
dargli  importanza. 

8)  mètt  el  ctls  =  mettere,  porre  caso 
0  il  caso,  suppoiTC  che...:  d'onde  lo 
scherzevole  modo  puta  metèmm  on  càs 
nello  stesso  significato. 

9)  vès8  ài  càs  0  in  càs  =  essere  in 
grado,  poter  fare,  avere  tutto  ciò  che 
occorre  per  fare. 

10  no  ghe  n^ìià  né  in  ne  nos^  né  in 
diiil  càs  =  è  un  pezzo  di  carne  cogli 
occhi,  è  un  via  là  via  loro;  di  uno  sci- 
munito. Il  dettato  nostro  trae  dalle  voci 
latine  dell'orazione  domenicale  et  tenos 
inducas.  A  chi  ne  regala  quel  dettato 
si  suol  spesso  rispondere  :  boria  gid, 
rompet  el  tids  =  casca  e  rompiti  il  naso. 
casa,*  s.  f.  =  casa.  Vedi  cà. 

1)  Si  usa  specialmente  per  indicare 
tutto  un  parentado  e  abbraccia  anche 
gli  ascendenti  fino  allo  stipite  comune  ; 
casa  rf'  Ailstria,  casa  Savoia  =  casa 
d'Austria,  casa  Savoia  ;  el  nòmm,  el 
decQr  dèla  casa  =  il  nome,  il  decoro 
della  casa. 

2)  casa  de  comèrcio  =  casa  di  com- 
mercio. 

3)  el  par  sèmper  die  ghe  boria  là  casa 
in  eoo  =  par  sempre  che  gli  caschi  la 
casa  addosso  :  sta  sempi'e  in  paui'a  per 
ogni  disastro. 

4)  vegni  per  casa  =  venir  per  casa. 
ò)   rèse   de   casa  =    esser   di    casa  : 

avere  molta  dimestichezza  e   famiglia- 
rità in  casa. 
casa,*  s.   f.  =  cassa  :    recipiente    per  lo 
più  di  legno    segato    e    a   facce    piane 
commesse  a  amgolo  retto  e  là  superiore 


-  194  - 


da  alzarsi  e  abbassarsi;  serve  a  tenerci 
e  a  trasportar  roba,  specialm.  fragile. 

1)  casa  de  ìiiòrt  e  assol.  ctLsa  =  cassa 
da  morto  e  assol.  cassa  :  quella  dove 
si  chiude  11  morto. 

2)  Ogni  arnese  simile  che  contenga 
un  altro  ;  ona  ctbéa  de  vìn  =  una  cassa 
di  vino. 

3)  là  cMa  del  cembol  =  la  cassa  del 
pianoforte  :  la  tavola  armonica,  il  corpo 
sonoro  di  quell'  i strumento. 

4)  là  ctLsa  de  Voroldgg  =  la  cassa 
dell'oriolo  :  il  guscio  che  tiene  il  mec 
canismo. 

5)  Mobile  con  cassette  e  ripostigli 
per  danaro,  valori  :  e  per  estens.  la 
stanza  d'  un  amministrazione  dove  si 
fanno  i  pagamenti. 

6)  tiber  de  cMa  =  libro  di  cassa  :  il 
libro  dei  pagamenti  e  delle  riscossioni. 

7)  àndà  in  d'  dna  ctbéa  e  tornti  in 
d'on  bàiill  =  andar  vitello  e  tornar  bue  : 
viaggiare  senza  imparar  nulla  da  quanto 
si  vede. 

8)  ct^sa  del  pàétiss  =  crostata  :  quella 
fatta  di  pasta  che  racchiude  il  riso,  la 
frutta,  ecc.,  dei  pasticci. 

9)  fond  de  casa  =  fondo  di  bottega. 

10)  bau  cttsa  =  chiedere  danaro. 
càsàbànch,  s.  m.  =  cassapanca  :    cassa 

da  servire  anche  a  uso  di  panca,  ge- 
neralm.  di  stile  antico. 

càsàca,*  s.  f.  =  casacca  :  specie  d'abito. 
1)  volta  càstLca  =  fig.  voltar  casacca  : 
mutar  partito,  specialmente  per  apo- 
stasia. 

càsàchìu,*  s.  m.  =  casacchino,  dim.  di 
casacca  :  specie  di  giubbetto  di  panno, 
si  usa  specialmente  pei  bambini  e  per 
le  donne. 

càsàlingh,  agg.  =  casalingo  :  che  sta  vo- 
lentieri in  casa  e  si  occupa  deUa  casa; 
anche  che  è  adatto  alla  casa  o  é  fatto 
in  casa. 

càsàna,  e.  f.  =  casata  :  per  famiglia  no- 
bile, tutte  le  famiglie  del  medesimo 
parentado. 

càsàsS;  V.  rifl.  =  accasarsi,  metter  su 
casa:  specialm.  quando  si  prende  moglie. 

càscàda^  s.  f.  =  cascata  :  di  una  caduta 
d'acqua  in  un  fiume  e  anche  dei  tor- 

•  renti  di  montagna  che  precipitano  a 
picco. 

càscàinpètt,  s.  m.  =  picchiapetto  :  pen- 
zolo d'oro  0  d'argento,  ed  ogni  orna- 
.  mento  che,  appeso  alla  catenella,  ricade 


sul  petto,  piu'chè  non  sia  né  croce,  né 
oriuolo.  Vedi  brelòcch. 

càscàmm,  s.  m.  pi.  =  cascami,  rigaglie  : 
nome  collettivo  della  sinigheUa,  dei 
bozzolacci,  che  non  sono  vera  seta. 

1)  I  ritagli  e  gli  avanzi  di  checches- 
sia, come  del  falegname,  del  calzolaio 
e  sim.  che  ormai  non  servano  quasi  piìi. 

cascamòrti  *  s.  m,  =  cascamorto  :  nella 
locuz.  ;  fa  el  càscànidrt  =  fare  il  ca- 
scamorto :  stare  d' intorno  ad  una  donna, 
guardandola  con  un'espressione  di  te- 
nerezza languida  e  affettata. 

càsciàj  v.  alt.  =  cacciare. 

1)  Mandar  via,  far  uscir  da  un  luogo 
minacciando  e  anche  usando  la  forza  ; 
l'  hoo  càscicM  foRura  de  cà  =  l' ho  cac- 
ciato fuori  di  casa. 

2)  Scacciare  :  càscia  vìa  i  bruti 
pensér  =  scacciare  i  brutti  pensieri. 

3)  Metter  dentro,  far  entrare  per 
forza  ;  *  han  càsciaa  in  preson  =  li 
hanno  cacciati  in  prigione  :  ovvero  con 
poco  garbo,  con  poca  convenienza  ;  el 
càscia  i  mtin  de  per  tìltt  =  caccia  le 
mani  da  per  tutto. 

4)  Balestrare  :  fig.  mandare  uno  che 
non  se  1'  aspetti  e  con  suo  disagio  a 
stare  in  un  paese  diverso  e  lontano  ; 
m'han  càsciaa  in  Sicilia  =  m'  han 
balestrato  in  Sicilia. 

5)  càsciti  già  =  ingollare,  trangu- 
giare. 

6)  càscia  §ii  =  rampognare,  rim- 
brottare, sgridare. 

7)  càsciti  fceura  =  piolare  :  di  grani, 
semi,  ecc.  ;  cominciare  a  germogliare. 

8)  Incalzare  :  fare  urgenza. 

9)  Estendere  :  delle  radici  delle  piante 
quando  si  sviluppano  e  crescono  rigo- 
gliose. 

10)  Rendere  :  di  fuoco  ardente  ;  là 
càèèta  là  càscia  tròpp  =  la  cassettina 
rende  troppo. 

11)  Spicciare  :  di  botti,  e  sim.  che 
gittano  forte. 

càsciàbàll,  s.  m.  =  ciancione,  chiac- 
chierone; anche  sballone  :  chi  le  sballa 
grosse. 

càsciàciòd,  s.  m.  =  cacciatoia  :  ferro 
per  cacciar  bene  addentro  i  chiodi  ed 
anche  per  cacciarli  fuori. 

càsciàcuni,  s.  ?ìi.  =  cacciatoia  :  termine 
di  tipografia,  ferro  a  conio  che  serve 
per  sti'ingere  od  allentar  le  forme. 

càscìàda,   s.    f.    =    gettata,    germoglia- 


cas 


—  195  — 


mento  :  delle  piante,  delle   radici    che 
si  sviluppano   e  crescono  con  rigoglio. 


càscìàuàS)  s.  ni.  =  ficcanaso,   entrante  : 

chi  si  impiccia  e  indiscretamente  nelle 

faccende  degli  altri. 
càsciàss,   V.    rifl.    =    ficcarsi  ;    càsciàss 

on  dìt  in  d'ori  ceucc  =  ficcarsi  un  dito 

in  un  occhio. 

1)  Cacciarsi,  càsciàss  in  del  eoo  = 
cacciarsi,  ficcarsi  in  capo  o  in  testa  : 
imprimersi  beno  e  anche  ostinarsi  a 
credere  o  a  volere. 

2)  Entrare,  facendo  qualche  sforzo, 
e  dove  non  si  dovrebbe,  e  anche  tanto 
da  non  esser  visto  ;  el  s'è  càsciaa  in 
là  fòla  =  si  cacciò  nella  foUa  :  di  per- 
sona 0  cosa  che  non  si  trova  ;  dòe  te 
se  ctLscet  tiitt  el  di  che  te  ée  véd  mài  ?  = 
dove  ti  ficchi  tutto  il  giorno  che  non 
ti  si  vede  mai? 

3)  sàvi  nò  dòe  càsciàés  =  non  sapere 
dove  ficcarsi  :  di  persona  che  fa  di  tutto 
per  non  esser  veduta. 

4)  càsciàsé  in  d'on  àfàri  =  cacciarsi 
in  un  affare:  entrarvi  per  forza  o  con 
poca  previdenza. 

5)  càsciàés  de  per  tiitt  =  ficcarsi  per 
tutto  :  di  chi,  senza  esser  cercato,  si 
introduce  nelle  case,  compagnie  e  sim. 
con  fine  di  interesse. 

6)  Accorarsi,  crucciarsi,  appassio- 
nai'si,  accasciarsi  :  sentir  vivo  dolore, 
quasi  ascoltarlo  troppo,  abbandonarcisi. 

7)  el  primm  che  è'  è  càsciaa  V  è 
mòrt  =  il  primo  che  si  accorò  è  morto  : 
per  diro  che  è  meglio  non  accorarsi 
delle  cose  di  questo  mondo. 

8)  te  se  càsct  ?  =  modo  volgare  per 
dire:  non  intrigartene,  non  occupartene  ; 

j.ciò  non  ti  spetta. 

9)  mi  me  ctisci  !  chi  casca,  casca  ! 
in  segno  di  indifferenza,  talvolta  affet- 
tata, per  le  disgrazie  degli  altri. 

10)  casciàsen  minga  =  imbubbolarsi  ; 
non  curarsi  ;  non  cui'arsi  di  cosa  o  per- 
sona, tenerla  per  nulla. 

càscìàTit,  s.  m.    =    cacciavite  :    piccolo 

istrumento  di  ferro  da  stringere  le  viti 

e  allentarle. 
1)  Si  chiama  volgarmente  càsciàvìt 

anche  il  cappello  del  prete. 
.càscìn,  s.  m.  =  bracchiere  :  chi  guida  i 

bracchi  ad  appostar  la  selvaggina. 
càscmìr,  s.  m.  =  cascimirra,  casimirra  : 

sorta  di  stoffa  per  panni,  da  Cascemir 

nome  di  un  regno  asiatico. 


càscnè,  s.  m.  =  golettone  :  lo  stesso  che 
sciarpa,  ma  più  fine  ed  elegante.  Dal 
frane,  cache  nez. 

càsee,  s.  m.  =  caciaio  :  chi  fa  il  cacio. 
1)  Caciaiolo  :  chi  lo  rivende. 

càsegriaa,  s.  m.  =  casamento  :  casa  piut- 
tosto grande  con  parecchi  quartieri. 

càséla,  *  s.  f.  =  casella  :  ogauno  degli 
spazi  compresi  tra  piii  linee  verticali 
tagliate  da  altre  orizzontali,  nei  libri 
dei  conti. 

1)  Anche  gli  scompartimenti  di  una 
cassetta  o  altro  mobile  per  tenervi  og- 
getti che  non  devono  mescolarsi. 

2)  Manellino  :  ogni  fascette  della  fra- 
sca dei  bachi  da  seta. 

3)  Il  covone  di  lino,  prima  che  sia 
raccolto. 

4)  Colletta  :  ogni  buco  nei  favi  degli 
alveari. 

5)  vègh  càsula  =  essere  appaltato  alla 
posta  delle  lettere. 

6)  fa  càsèla  =  far  Casina  :  de'  bam- 
bini che  siedono  contornati  di  sedie 
cosi  da  parer  loro  d'essere  più  sicuri  e 
quieti. 

càselàut,  s.  m.  =  guardia  :  V  uomo  che 
ha  in  custodia  un  tratto  di  strada  fer- 
rata. Vedi  càntouér. 

càsèll)  s.  m.  =  bottino. 

1)  Steccato  del  fornello  dove  allogasi 
la  caldaia  per  fare  il  cacio  lodigiano. 

2)  Casotto  :  quello  che  serve  di  ri- 
covero e  talvolta  anche  di  casa  alle 
guardie  delle  sti'ade  ferrate. 

càsér,  s.  m.  =  cassiere  :  chi  tiene  la 
cassa  dei  danari.  Il  femm.  càséra. 

càséra,  s. /".=  caciaia,  formaggeria:  luogo 
dove  si  ripone  il  cacio  per  venderlo. 

1)  Cascinaia:  la  moglie  del  cascinaio. 

2)  Caciaia:  la  donna  pratica  del  far 
cacio. 

casèrma,  *  s.  f.  =  caserma  :  fabbricato 
per  alloggiarvi  soldati  e  qualunque  edi- 
fizio  che  serva  anche  temporaneamente 
a  quell'uso. 

càsermér,  s.  m.  =  custode  di   caserma. 

càsèta,  *  s.  f.  =  casetta,  dim.  e  vezz. 
di  casa. 

càsèta,  *  s.  f.  =  cassetta,  dim.  di  cassa. 

1)  Specie  di  scatola  dove  si  mette 
per  qualche  fenditura  qualcosa  per  le- 
varlo a  comodo  ;  là  càéèta  di  lèter  = 
la  cassetta  delle  lettere. 

2)  Arnese  da  tenerci  il  foco  con  co- 
perchio e   ribalta  bucherellato   e  rico- 


cas 


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cas 


perto  a  volte  con  una  rete  d'  ottone  ; 
le  donne  1'  adoprano  per  scaldarsi  i 
piedi.  Anche:  cassettina. 

3)  càsètt  de  fior  =  cassette  da  fiori: 
dove  si  tengono  invece  dei  vasi.  Si 
dice  anche  de'  piedi  grossi  e  gi'ossola- 
mente  calzati,  quasi  somigliassero  a  cas- 
sette da  fiori.  In  tale  significato  anche 
càsètt  de  pàmporsìn.  Chi  ha  tali  piedi 
dicesi  :  ben  piantato. 

4)  càsèta  di  lègn  =  camminiera  :  cas- 
setta con  ribalta  per  tenervi  i  pezzi  da 
ardere  al  caminetto. 

5)  Botteghino  :  armadietto  de'  pic- 
coli merciaioli  ambulanti  che  essi  por- 
tano appeso  dieti'O  le  spalle. 

6)  Quel  tanto  che  uno  ha  da  spen- 
dere indipendentemente  dall'andamento 
generale  degli  affari  di  famiglia,  sociali 
e  sim  ;  spend  de  là  eoa  càèeta  =  spen- 
dere della  propria  cassetta  particolare. 

càsetèra,    s.   f.  =  scannello  :    specie   di 

stipo  0  armadio  da  riporvi   scritture  o 

altro. 
càsetìiia,  *  s.  f.  =  cassettina  :  sottodim. 

di  cassetta. 
càseton,  s.  m.  =  cassetta  :  recipiente  che 

consiste  in  un  piano  con  quattro  sponde 

che  si  incastra  in  un  mobile   e  si  tira 

per  levare  o  metter  robe. 
càsètt,  *  s.  m.   =   casette,   dim.  e  vezz. 

di  caso. 

1)  càsètt  mir^bil  =  diciamo    di    chi 

per  qualche  verso  è  ridicolo. 
càsètt,  *   s.   m.    =    cantera,   cassetta  ;  i 

càsètt  del  ciimo  =  le  cantere  del  canterale. 

1)  Tiretto,  cassetto,  cassetta  piccola. 

2)  Cassetta  :  quella  parte  della  car- 
rozza dove  siede  il  cocchiere. 

càsìii, *  s.  m.  =  casino:  casa  di  cam- 
pagna piuttosto  elegante. 

1)  Luogo  dove  si  riuniscono  persone 
civili  con  stanze  di  lettura,  conversa- 
zione, gioco  e  altri  divertimenti;  càstn 
di  ndbil,  di  negositlnt  =  casino  dei  no- 
bili, dei  negozianti. 

2)  Una  combinazione  del  gioco  del 
biliardo,  per  cui  una  paUa  o  tutte  e 
due  toccano  il  pallino. 

Casina,  s.  f.  =  cascina:  prato  con  stalle 
e  un  fabbricato  annesso  dove  si  fa  il 
formaggio  e  il  buiTO. 

1)  Casale  :  mucchio  di  piccole  case 
in  campagna. 

2)  Capanna,  pagliaio  :  specie  di  tet- 
toia, le  più  volte  sopra  la  stalla. 


3)  Iperb.  biccicucca  :  casa  piccola  e 
di  meschina  apparenza. 

càsìnàtt,  s.  m.  =  cascinaio  :  abitatore  di 
cascina. 

càsinèll,  s.  m.  =  cascinello  :  nei  ca- 
panni camperecci  di  legno  e  paglia 
chiamasi  così  tutta  quella  soffitta  che 
li  tramezza  per  dare  posto  al  fieno. 

casinòtt,  s.  m.  =  capanotto,  pegg.  di 
cascina. 

càsiroenla,  s.  f.  =  cazzai'ola  e  casserola  : 
arnese  da  cucina  per  cocerci  gli  umidi. 

càsoeùla,  s.  f.  =  cazzola,  mestola. 

1)  Arnese  con  cui  il  muratore  prende 
la  calcina  e  la  sbatte  sul  muro  dove 
ha  da  attaccare. 

2)  Vivanda  fatta  mescolando  più 
cose,  e  specialm.  carni  di  porco  con 
verdure  di  varie  specie.  Non  usa  in 
Toscana. 

càsòn,  *  s.  ni.  =  casone,  acci',  di  casa  : 
casa  molto  grande,  ma  non  bella. 

1)  Burraia  :  stanza  nella  quale  si  fa 
il  cacio  e  il  burro. 

càsòn,  *  s.  m.  =  cassone  :  accresc.  di 
cassa. 

1)  Frullone  :  quello  in  cui  sta  il  bu- 
ratello. 

càsotà  sii,  V.  att.  =  cazzottare  :  dar  caz- 
zotti . 

càsotèll,  s.  m.  =  capannuccia,  dim.  di 
capanna. 

1)  càsotèll  di  p&i  =  casotto  dei  polli. 

càsòtt,  *  s.  m.  =  casotto  :  torricella  di 
legno  0  murata,  aperta  davanti,  da 
starci  un  uomo  in  piedi. 

1)  Capanno  :  quello  dove  sogliono  i 
contadini  stare  a  guardia  del  fieno,  e 
anche  piccolo  riparo  di  frasche  o  di 
paglia  nelle  tese  dove  si  nasconde  l'uc- 
cellatore. 

càsòtt,  s.  m.  =  cazzotto,  scapelotto:  colpo 
dato  altrui  col  pugno  chiuso  e  sotto- 
mano, anche  a  mano  apei-ta. 

caspi,  s.  m.  =  stretta,  stretto  :  quanto 
vino  il  torchio  spreme  in  una  volta. 

càspita,  esci.  =  cappita,  cappiterina,  cap- 
piteretta  :  esclamazione  di  meraviglia. 
Dicesi  anche,  ma  piìi  efficacemente 
ciòsca. 

càstàn,  s.  m.  =  castagno  :  albero  da 
frutto  :  castanea  vesca. 

1)  Il  legno  del  castagno. 

2)  color  cààttin  o  càstdn  =  color  ca- 
stagno 0  castagno  :  simile  a  quello  della 
barba  e  degli  occhi  dell'uomo;  càstdn  = 


cas 


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cat 


agg.  si  dice  di  chi  ha  i  capelli   color 
castagno. 

3)  càètàn  d' India  =  castagno  d'India, 
ippocastano  ;  aescidus  hippocastanum. 

càstànìl,  s.  m.  =  castagneto  :  luogo  sel- 
vato  a  castagni. 

càstègrna,  s.  f.  =  castagna  :  il  frutto  del 
castagno  ;  eàstègn  pèét  =  castagne  sec- 
che, marron  secchi,  })iii  com.  anche 
vecchierelle  :  fatte  prima  seccare  nel 
seccatoio  e  poi  sbucciate  e  mondate 
della  pelliccia  o  sansa. 

1)  farina  de  eàstègn  =  farina  di  ca- 
stagne, e  più  com.  farina  dolce,  farina 
neccia. 

2)  càètègna  à  lèse  =  ballotta  :  casta- 
gna lessata  colla  buccia. 

3)  ona  fila  de  eàstègn  =  una  resta 
di  castagne. 

4)  eàstègn  crodiroeul  =  castagne  ca- 
scaticce  :  quelle  che  cascano  da  se  dal- 
l'albero. 

5)  eààtègn  che  s'cidpa  in  l' àeqim  = 
castagne  colatie. 

6)  càstègna  éetembrìna  =  castagna 
primaticcia. 

càstegruàtt,  s.  m.  =  castagnaio  :  che  vende 
le  castagne. 

càstegriioeùla,  s.  f.  =  castagnola  :  pallot- 
tola di  carta  legata  a  più  doppi  con 
spago  e  piena  di  polvere  pirica. 

1)  Peretta,  pallottole  a  spunzoni  che, 
poste  sulle  groppe  ai  cavalli,  li  stimo- 
lano al  corso. 

2)  Castagnetta,  nacchera  :  ognuna 
delle  due  assicelle  interposte  fra  le  dita 
e  fatte  sonare  dai  ragazzi  come  un 
tambui-o. 

3)  ^  eàstegno?ul,  pi.  =  le  manette  : 
strumento  con  cui  gli  agenti  di  polizia 
stringono  le  mani  della  persona  arre- 
stata. E  però  più  usato  i  mànétt. 

càstèi,  s.  m.  pi.  =  cappe,  capanelle  : 
mucchietti  formati  ciascuno  di  quattro 
noccioli,  noci,  castagne  o  sim.,  nei  quali 
si  tira  giocando  a  noccioline  o  a  nocino. 

càstelètt,  *  s.  m.  castelletto,  dim.  di  ca- 
stello. 

1  )  càstelètt  de  disi  =  telaio  :  ordigno 
dei  legatori  di  libri  per  unire  i  fogli 
da  rilegare. 

2)  Cappa.  Vedi  càstèi.  Se  il  muc- 
chio è  di  due  noci:  galletto. 

Càstèll,  *  *'.  m.  =  castello  :  vasto  edifìzio 
a  uso  abitazione  con  avanzi  di  antiche 
fortificazioni,  torri,  mura,  ecc. 


1)  fa  i  càstèj  in  ària  =  fare  ca- 
stelli in  aria. 

2)  irà  in  eàstèll  =  mettere  in  ca- 
stello :  mangiare. 

3)  el  eàstèll  de  V  ingùria  =  la  parte 
centrale  del  cocomero  levata  con  un 
tubo  cosi  che  se  ne  leva  un  cilindro. 
Non  tagliano  così  il  cocomero  in  To- 
scana. I  Veneziani  dicono  :  cuore. 

càstigàmàtt,  *  s.  m.  =  castigamatti, 
conciateste,  castigapazzi. 

càstóu,  *  s.  m.  =  castone  :  parte  del- 
l'anello nella  quale  è  legata  la  pietra. 

castra,  v.  alt.  =  castrare  :  levare  all'ani- 
male parte  degli  organi  della  genera- 
zione, per  cui  è  incapace  a  riprodurre 
la  specie.  Dell'uomo  :  evirare. 

càstraa,  s.  m.  =  castrato,  castrone  morto  : 
agnello  castrato,  macellato  per  servir 
da  vivanda. 

càsfipola,  *  s.  f.  =  casipola,  casupola  : 
casetta  misera. 

càsìiràda,  s.  f.  =  mestolata  :  quanta  roba 
entra  in  un  mestolo. 

càsiiréra,  s,  f.  =  mestola  :  arnese  con 
cui  si  schiuma  la  ricotta  bollente  e  la 
si  leva  dal  siero. 

càsiiroii;  s.  m.  =  mestolone,  palettone, 
anatra  selvatica,  fistione  ;  anas  cly- 
pcata  =  uccello  acquatico.  Anche  cà= 
siiròtt. 

càsiiii,  s.  m.  =  mestolo,  romaiolo  :  cuc- 
chiaio grande  di  legno. 

1)  àvè  màngiaa  el  giildìsi  coni  el 
càsiiit  =  avere  il  cervello  sopra  la  ber- 
retta, 0  nelle  calcagna,  o  nelle  gomita  : 
aver  poco  senno. 

2)  fa  el  càsilii  =  far  greppo  :  dei 
bambini  quando  vogliono  cominciare  a 
piangere. 

3)  à  s'cèpa  càSilil  =  a  rotta  di  collo, 
modo  avverb. 

4)  Guscioni  :  le  castagne  vuote  e 
concave  che  si  trovan  talvolta  nel  riccio. 

càtà)  V.  att.  =  acchiappare  :  cogliere  uno 
all'  improvviso,  dove  si  crede  più  si- 
curo. Anche:  cogliere,  staccar  dall'albero. 

càia  (vàtel  à)  =  indovinala  grillo  :  in- 
dovinala se  puoi. 

càtàbréga,  s.  f  =  bolli,  bolli,  parapi- 
glia :  confusione  di  gente,  chiassosa. 

càtàdòr,  s.  m.  =  coglitore  :  chi  coglie  o 
raccoglie  frutti. 

càtàfàlch,  *  s.  m.  =  catafalco  :  ediflzio 
di  legname  contornato  di  ceri  pei  fu- 
nerali. ; 


cat 


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cay 


1)  Per  celia  cerimonie,  complimenti. 

càtàf  ìgh,  s.  m.  =  brocca  :  lunga  canna 
fessa  da  coglier  fichi. 

1)  Arnese  per  raccoglier  la  cera  che 
sgocciola  dalle  candele  e  dai  ceri  in 
chiesa. 

càtàlogh,^*   s.    m.  =  catalogo  :    registro 

in  cui  con  un  determinato   ordine  son 

descritti  i  nomi  di  più  cose  congeneri. 

1)    mètt   à    càttlogh   =    catalogare  : 

iscrivere  cose  congeneri  nel  catalogo. 

càtànàj;  s.  m.  =  canchero  :  di  arnese  o 
strumento  qualsiasi  sconquassato  e  che 
non  faccia  al  bisogno. 

càtàràta,  «./".  =  cateratta  :  cecità  di- 
pendente da  un  umore  che  vela  il  cri- 
stallino dell'occhio. 

Càtàroeù;  s.  m.  =  corbellino  :  panierino 
di  vimini  a  bocca  dentata  fermato  in 
cima  d'una  sottile  asta,  serve  a  cogliere 
frutta  e  specialm.  quelle  in  vetta  e  che 
non  si  possono  abbacchiare.  Qualche 
volta  si  fa  anche  di  latta. 

càtàster,  s.  m.  =  catasto  :  libro  in  cui 
sono  descritti  i  fondi  stabili  del  paese, 
colle  necessarie  indicazioni. 

càtàstrin,  s.  m.  =  catastino  :  1'  estratto 
del  catasto  riguardante  ogni  singolo 
fondo. 

càtà  su  (dà  via  dì)  =  andare  per  darne 
e  toccarne  :  far  come  i  pifferi  di  mon- 
tagna. 

càtedra,  *  s.  f.  =  cattedra  :  il  luogo  dove 
sta  il  professore  a  far  lezione. 

1)  mètes  in  ctttedra  =  impancarsi  a 
professore. 

càterineta,  s.  f.  =  vaccuccia  :  magra 
vacca  da  macello. 

càterinètt,  s.  m.  =  pappi  :  lanugine  del 
seme  di  alcune  piante,  la  quale  al  mì- 
nimo soffio  svolazza. 

càterinin  di  costàioeur  =  la  secca,  la 
morte  secca,  la  morte.  Volgare. 

càtiv,  *  agg.  =  cattivo  :  che  non  ha  buone 
qualità:  detto  di  pers.  d'animali  e  di 
cose.  E  il  contrario  di  bòn. 

1)  D'animali  vale  sempre  con  visi 
bratti  che  non  ci  si  può  fidare. 

2)  Di  strada  :  che  ci  si  passa  male. 

3)  Di  libri,  leggi  e  sim.  vale  mal- 
fatti, 0  pericolosi. 

4)  càtiv  sègn  =  cattivo  segno  :  che 
non  da   buon  indizio. 

5)  vègh  càtiv  éttngu  coni  min  =  aver 
cattivo  sangue  contro  uno  :  averci  av- 
versione. 


6)  càtiv  umor  =  cattivo  umore  :  es- 
sere inquieto,  nervoso. 

7)  cdtìv  temp  =  cattivo  tempo  :  pio- 
voso 0  in  qualunque  altro  modo  di- 
sturbato da  intemperie. 

8)  càtiv  moment  =  G&ttìvo  momento, 
non  opportuno. 

9)  mar  càtiv  =  mare  cattivo  :  in 
burrasca. 

lOj  oeitce  de  càtiv  =  occhio  bieco. 
11)   fa   deventà   càtiv  =  incattivire  : 
far  divenir  cattivo  ;  provocare  ad  ira. 

càtivéria,  *  s.  f.  =  cattiveria  :  azione  da 
cattivo,  da  birba. 

1)  La  qualità  e  natura  di  cattivo  : 
anche  cattivezza. 

càtòj,  s.  m.  =  gattabuia,  catorbia  :  la 
prigione. 

càtdlega,  (bàtt  là)  =  andare  all'  accat- 
tolica,  andare  accattando. 

càtòlich,  agg.  =  cattolico:  della  religione 
cristiana  romana. 

1)  Sost. ,  chi  professa  la  religione  cat- 
tolica. 

càtràmm,  *  s.  m.  =  catrame  :   specie  di 
resina  che  si  cava  dagli  abeti  e  dai  pini. 
1)  Quell'avanzo   nero   nella   distilla- 
zione del  carbon  fossile    per   l'illumi- 
nazione. 

càtt  !  esci.  =  caspiteretta  !  caspiterina  ! 

càiisa^  *  s.  f.  =  cagione,  causa,  ciò  che 
produce  un  effetto  ;  quél  fiostù  l'è  staa 
là  colisa  dela  riiìna  de  so  pàder  =  quel 
figliuolo  è  stata  la  cagione  della  rovina 
di  suo  padre. 

1)  in  càiisa  de...  a  cagione  di...  ac- 
cennando quello  che  è  stato  la  cagione 
del  male. 

2)  per  càiisa  tóa,  mia,  nòstra,  ecc. 
=  per  cagion  tua,  mia,  nostra,  ecc. 

3)  àocàtt  di  càiis  pèrs  =  avvocato  di- 
fensore delle  cause  cattive. 

càiità;  V.  att.  =  far  cauzione,  cantare,  as- 
sicurar di  non  iscapitare. 

1)  càiltàsà  =  rifarsi,  riscattarsi,  pre- 
venire ogni  danno  proprio  con  cauzione. 

càv,  s.  m.  =  conca,  fossetta:  quella  con- 
cavità che  ha  il  cavai  vecchio  sopra  le 
sopraciglia. 

1)  Cavo:  cavità  naturale  o  artefatta. 

2)  Posso,  gora:  canale  per  cui  si  cava 
l'acqua  dai  fiumi  o  si  riceve  di  dove 
che  sia  per  far  andar  molini  o  altre 
macchine. 

càra^  *  s.  f.  =  cava,  miniera  :  luogo  da 
cui  si  cavano  i  minerali  e  i  metalli. 


cav 


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CET 


1)  Fiosso:  la  maggior  incavatura  dal 
lato  interno  del  piede. 
cava,*  V.  alt.  =  cavare,  prender  fuori  mi- 
nerali 0  metalli  da  una  cava. 

1)  Levai'e,  toglier  fuori  qualche  cosa. 
Si  dice  dei  denti ,  dei  guanti,  delle 
scarpe. 

2)  càvtL  el  càpèll  =  levarsi  il  cappello. 

3)  Attingere;  dell'acqua  :  prenderne 
via  la  quantità  occorrente  agli  usi  do- 
mestici, da  pozzi  e  cisterne,  dalla  fonte, 
dal  fiume-,  cava  l'acqua  àia  tromòn  = 
tirarla  su,  (non  attingerla). 

4)  Di  vino,  cavarlo  dalla  botte,  dal 
tino. 

càTàbiisción,  s.  m.  =  cavatui-accioli,  ca- 
vatappi, cavastopacciolo  :  ordigno  con 
cui  si  sturano  le  bottiglie, 

càràda,  *  s.  f.  =  carata:  la  dote  di  clii 
sa  da  un  istrumento  cavar  tutto  e  bene 
il  suono. 

1)  Scappatoia:  sotterfugio  o  scusa  per 
trarsi  fuori  da  qualche  impiccio. 

càTàdént,  s.  m.  =  cavadenti,  dentista  in 
senso  un  po'  spregiativo. 

càvàdin,  s.  m.  =  cavaino:  specie  di  ta- 
naglia con  cui  si  tengono  saldi  i  ferri 
noi  fabbricarli. 

càyàdina,  s.  f.  =  scappatella,  scappatoia, 
scappavia;  di  discorso  specialmente. 

càvàdór,  *  s.  m.  =  cavatore  :  colui  che 
cava  la  seta. 

càvàdóra,  *  s.  f.  =  palancola:  tavola  sulla 
quale  sta  il  renaiuolo  a  cavar  la  sabbia 
e  la  ghiaia. 

1)  Ferro  da  cavar  le  forme  dalle 
scarpe. 

càyàgn,  s.  ni.  =  paniere,  canestro,  cesto: 
arnese  per  lo  più  di  vimini,  con  ma- 
nico da  tenervi  e  portar  entro  robe. 

cavagna,  s.  f.  =  canestra,  canestro:  re- 
cipiente di  vimini  o  strisce  di  legno 
intessute,  più  largo  che  fondo,  con  due 
staffe  dalle  parti  che  servono  da  ma- 
nichi. 

1)  in  versee  chi  vdsa  pilsee  là  cava- 
gna l'è  sóa  =  fra  gli  ineducati  la  ra- 
gione è  di  chi  grida  di  più. 

càvàgnàda,  s.  f.  =  canestrata:  quanto  ne 
può  entrare  in  un  canestro  o  in  una 
canestra. 

càvàgnàtt,  e  càvàguee,  s.  m.  =  panie- 
raio, canestraio:  chi  fa  e  vende  cane- 
sti'i,  canestre,  ecc. 

càvàgnèta,  s.  m.  =  canestruccio,  dim. 
di  canestro. 


càyàgnin,  s.  m.  =    canestrino,    dim.  di 

canesti"0. 
càvàgnoeù,  s.  m.  =  panierino,  canestrino, 

dim.  di  canestro,  di  paniere. 

1)  ógni  fèoeu  el   nasi   coni  el   càvà- 

gnoeu  =  ogni  figlio,  nascendo  provvede 

all'abbondanza. 
càvàgnoeùla,  (giiigà  ala)  =  fare  a   ca- 

vagnola:  specie  di  biribisso.  Gioco  che 

si  fa  con  pallini,  numeri  e  figure. 
càvàgnorìn,  s.  m.  =  canestrettino,    pa- 

nieruzzolo.  Sotto  dim.  di  càvtLgn. 
càvàgiiòtt,  s.  m.  =  canestrone.  Accresc. 

di  càvtLgn. 
cavala,  s.  f.  =  cavalla:  la  femmina  del 

cavallo. 
càvàlànt,  s.  m.  =  cavallaro,  barocciaio, 

corriere.  Chi  conduce  carretti  e  cavalli. 
càvàleeji  s.  m.  =  baco  da  seta.  Vedi  bi- 

gàtt. 
càvàlètt,  s.    m.  =   cavalletto,    capretto, 

trespoli:  serve  a  molti  mestieii:  al  bot- 
taio, ai    negozianti  di    vino,    fornaciai, 

venditori  di  legna,  ecc. 

1)  Nei  carrettini  specie  di  bilico  a  V, 
per  reggere  in  bìlico  il  carro  senza  ca- 
valli. 

2)  Cavalletto  o  leggio  da  pittori,  quello 
sul  quale  i  pittori  posano  le  loro  tele 
per  dipingervi. 

3)  Panca:  arnese  su  cui  si  lavorano 
i  pettini. 

4)  Ciascuno  dei  sostegni  di  ferro  su 
cui  posano  le  assi  del  letto  ,  sulle  quali 
si  pone  il  pagliericcio. 

5)  Fattorino:  ferro  dentato  che  regge 
la  punta  dello  spiedo. 

càvàléta,*  s.  f.  =  cavalletto,  torto,  in- 
ganno, sopruso,  ingiustizia. 

àcvàlètòn,  s.  m.  =  pietica  :  ordigno  di 
che  si  servono  i  venditori  di  legna  per 
segare  pedali,  toppi,  ecc. 

càvàliér,*  s.  m.  =  cavaliere:  chi  è  insi- 
gnito d'una  croce  di  cavaliere. 

1)  càvàliér  sèrv'ént  =  bracciere  :  chi 
accompagna  una  signora,  dandole  il 
braccio  per  occasione,  o  meglio  abi- 
tualmente. 

2)  càvàliér  del  dént  =  cavaliere  del 
dente:  per  celia  chi  fa  lo  scroccone,  chi 
uccella  a  cena  o  a  desinare. 

3)  càvàliér  d' indÈMria  =  cavaliere 
d'  industria  ;  truffatore,  baro. 

càTàlin^  s.  m.  =  cavallino,  dim.  di  ca- 
vallo e  vezzegg.  cavallo  piccolo  e  gra- 
zioso. 


car 


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cav 


1)  gitigà  à  càràlin  =  lo  stesso  che 
giocare  a  campana  e  maii;ello.  Vedi  càiu* 
pana.  17). 

2)  giiigà  à  pimpììi,  càvàlìn  =  fare  a 
pimpino  cavallino,  a  mona  luna.  Indo- 
vinare in  qual  mano  è  nascosto  un  og- 
getto dicendo:  pimpin  càvàlìn,  sòta  ài 
pee  del  tàolln,  pan  pòss,  pan  frèsch, 
induina  che  l'è  quèét.  Oppure  pimpin 
càvàlìn,  acqua  calda,  tLcqua  fregia  Un 
ti  quèst,  dàmm  à  mi  quèét.  Oppure 
pimpin  càvàlìn  coni  tré  etera  de  mo- 
lìn,  2}dn*cdld,  pidn  frèsch,  tén  ti  quèst, 
dàmm  à  mi  quèst.  Oppure  pimpin  cà- 
vàlìn, va  à  tceiì  l'acqua  ài  fontànìn, 
va  à  tocil  l'acqua  a  là  fontana,  jnm- 
pìn  Mariana.  I  Toscani  dicono:  pero, 
pero,  dimmi  il  vero,  non  mi  dire  una 
bugia,  bada  ben  che  questo  sia. 

càràlina,  s.  f.  =  cavallina,  dim.  femm. 

di  cavallo. 

1)  giiigtl  à  là  càràlìna  =  fare  a  porta 

ragazzo. 
càràll;  *  s.  m.  =  cavallo;  equus  caballus; 

quadrupede  domestico  che  serve  a  molti 

usi  dell'uomo. 

1)  cavali  che  tra  =  cavallo  che  cal- 
citra; che  filàa  el  cim  =  che  fa  il  salto 
del  montone. 

2)  cavali  che  g'hà  là  pitLga  del  spe- 
rmi =  cavallo  travagliato  dalla  spronala. 

3)  cavali  che  va  bhi  de  contràpttss 
=  cavallo  ambiante. 

4)  cavali  ombriòs  =  cavallo  che  ha 
ombra. 

5)  cavali  de  pàisàn  =  cavallo  da  cam- 
pagna. 

6)  àndtL  à  cavali  =  cavalcare,  mon- 
tare a  cavallo. 

I)  el  cavali  el  fa  de  màtt=  il  cavallo 
imbizzarisco. 

8)  vèss  nò  ti  cavali  del  Ohinéla  = 
non  essere  l'asino  marrone  ;  quel  che 
fatica  maggiormente  nel  tirare  il  carro. 

9)  vegnì  giò  de  cavali  =  scavalcaro, 
scendere  da  cavallo. 

10)  stti  à  cavali  =  stare  accavalcioni, 
accavalciare  :  sedere  inforcando  colle 
gambe  la  cosa  sulla  quale  si  siede. 

II)  vèss  à  cavali  fig.  =  essere  a  ca- 
vallo, a  posto:  esser  giunto  al  proprio 
intento,  averne  il  vantaggio. 

12)  à  cavali  donaa  no  se  ghe  guarda 
in  hòca  (Vedi  bóca,  31). 

13)  spHa  cacali  che  l'èrba  là  erèsa 
=  aspetta,   cavallo,   che   l'erba    cresca: 


quando  ci  prometto  n  vantaggi  che  ver- 
ranno assai  tardi. 

14)  cavali  di  càlsòn  =  scoscio,  fondo, 
incavatura  tra  le  gambe  dei  calzoni. 

15)  cavali  de  scòca  =  cavallo  a  don- 
dolo: quello  di  legno  su  cui  montano 
i  ragazzi  e  vi  fanno  come  un'  altalena. 

16)  Pezzo  grosso  nel  gioco  degli 
scacchi. 

17)  cavali  déla  nòs  =  anima:  lami- 
netta  legnosa  e  pieghevole  che  sta  fra 
gli  spicchi  del  gheriglio. 

càTàlòn,  s.  m.  =  cavallotto,  accresc.  di 
cavallo. 

1)  fa  el  càvàlòn  =  giocai'e  al  cavallo: 
dei  bambini  che  si  fanno  trottar  sulle 
ginocchia. 

càràmàcc,  s.  m.  =  smacchiatore:  chi  to- 
glie le  macchie  agli  abiti  e  alle  stoffe. 

cavasela,  v.  neutro  =  battersela,  coglier- 
sela, pigliar  le  gambe,  sgabellarsela. 

1)  Uscirne,  eludere,  evitare  scaltra- 
mente un  obbligo. 

càvàstàchètt,  s.  m.  =  cavabullette:  strum. 
riflesso  in  ima  parte  ad  uso  di  levar 
bullette. 

càvàstòpa,  s.  m.  =  cavastoppa  :  arnese 
di  ferro  col  quale  si  estrae  la  stoppa 
dalla  cannella  di  una  botte. 

càvàstràsc,  s.  m.  =  cavastracci:  piccolo 
arnese  di  ferro  acconcio  ad  aggrappare 
lo  stopacciolo  e  levarlo  fuori  della  canna 
senza  sparare  il  fucile.  Coi  fucili  di 
nuovo  modello  disusa. 

càTàstrivàì,  s.  m.  =  cava-stivali:  arnese 
per  aiutarci  a  levare  le  scarpe. 

càvàsttddr,  s.  m.  =  stregghia:  arnese  di 
ferro  dentato  con  cui  si  fregano  e  ri- 
puliscono i  cavalli. 

càredàgua,  s.  f.  =  capitagna:  testata  di 
un  campo  che  si  ara  per  traverso. 

càvédeii,  e  càresàl,  s.  m.  =  cavedino, 
cavedano,  cavezzino;  cyprinus  capito; 
pesce  d'acqua  dolce. 

càvelàss,  v.  rifl.  =  incrinare  :  delle  sto- 
viglie che  fanno  screpolature  sottilis- 
sime. 

càTèll;  s.  ni.  =  capello.  Plur.  càvèi  =  ca- 
pelli: i  peli  che  rivestono  la  parte  po- 
steriore e  superiore  del  capo. 

1)  fin  come  on  càvèll  =  fine  come  un 
capello,  finissimo. 

2)  drisàss  in  pee  i  càvèi  =  arriciarsi, 
rizzarsi  i  capelli.  Per  orrore,  racca- 
priccio, spavento. 

3)  Per  gran  numero,  quantità;  el  g'hà 


car 


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cav 


ptiéee  dèbit  che   càvH  =  ha  più    debiti 
che  capelli. 

4)  tegnì  vùn  per  i  eàvH  =  avere, 
metter  le  mani  nei  capelli  a  uno. 

5)  mUes  i  man  in  di  càvH  =  met- 
tersi le  mani  nei  capelli. 

6)  ciàpàès  per  i  càvH  =  accapigliarsi, 
azzuffarsi,  darsele,  ma  con  più  ramore 
che  altro:  frase  solita  quando  si  com- 
bina un  acquisto;  se  eiàpàrèmm  minga 
per  i  càvèi  =  al  momento  di  definir  l'af- 
fare non  litigheremo. 

7)  Anche  tiràss  per  i  eàvH  =  tirarsi 
per  i  capelli.  Trattare,  dibattere  le  con- 
dizioni d'un  contratto  sforzandosi  ognu- 
na delle  parti  di  ottenere  patti  più  van- 
taggiosi. 

8)  tocti  ntinca  on  càvèll  à  vùn  =  non 
torcere  un  capello  a  uno,  non  fargli  il 
più  piccolo  dispiacere,  la  più  piccola 
offesa. 

9)  vèghen  fm  desoràvìa  di  càvèi  = 
averne  fin  sopra  i  capelli.  Di  pers.  e 
di  cose,  esserne  sazio,  stufo. 

10)  per  i  cinqu  càvèi  o  per  i  cìnqn 
=  all'altra!  mancò  poco,  è  mancato  poco; 
rèse  per  ì  clnqit  càvèi  =  staro,  essere 
a  un  dito,  a  un  pelo,  a  un  capello. 

11)  i  càvèi  =  la  capigliatura;  eoo  de 
càvèi  =  capigliatura  folta,  abbondante. 

12)  fàss  tàià  i  càvèi  =  farsi  i  ca- 
pelli. 

13)  càvèi  rirniés  =  capelli  posticci, 
finti. 

14)  on  filsoeil  de  càvèi  =  una  cioc- 
chetta  di  capelli. 

càvèss,  s.  m.  =  scampolo  :    un  pezzo  di 
tela  0  di  stoffa  non  molto  lungo. 
1)  Agg.,  ravviato,  ordinato. 

càvèsà  V.  att.  =  ravviare,  ordinare,  ras- 
settare. 

càvèsa,  s.  f.  =  cavezza:  parte  della  briglia. 
1)  tegnì  àia   càvèsa    =    tenere  a  ca- 
vezza: tenere  in  soggezione  con  rigore. 

càvèsàda,  s.  f.  =  ravviamento,  rassetta- 
mento: il  ravviare,  il   rassettare. 

càyèsoeù,  .s.  m.  =  scampolo:  l'ultimo  pezzo 
che  resta  di  una  pezza  già  tutta  ven- 
duta. 

cariai,*  s.  m.  =  caviale  :  sorta  di  vivanda 
fatta  con  ova  di  pesci  di  mare. 

càrice,  s.  m.  =  cavicchio,  cavigliuolo, 
beccatello:  ognuno  dei  pinoli  dei  capel- 
linai  e  dogli  attaccapanni. 

1)  càvicc  ingèsaa  in  del  mùr  =  zin- 


gonceUo,  beccatello;  cavicchio  piantato 
nel  mui'o. 

2)  vègli  el  càwtcc  fig.  =  essere  for- 
tunato, aver  molta  fortuna. 

3)  Spillo:  pernietto  di  legno  con  cui 
si  tura  il  forellino  che  si  fa  in  qual- 
siasi luogo  della  botte  o  del  tino,  per 
assaggiarne  il  contenuto. 

càvigree,  s.  m.  =  cavigliatoio:  quella  trave 
a  più  cavigli,  a  cui  i  macellai  i  salsic- 
ciai, e  sim.  appiccano  i  pezzi  delle  carni 
macellate. 

càvìgia,  s.  f.  =  caviglia  :  la  parte  sotto 
il  malleolo  o  la  noce  del  piede. 

càrig'iaa,  agg.  =  affortunato:  che  ha  molta 
fortuna. 

càvigioefila,  s.  f.  =  mastiolo  tondo:  nome 
di  quelle  vitine  colle  quali  si  usa  fer- 
mare i  cerchioni  sui  quarti  delle  rote 
da  carrozze  ed  anche  assodar  altre 
parti. 

càrigrióu,  s.  m.  =  cavicchiotto:  accr,  di 
cavicchio. 

1)  Nato  vestito,  un  fortunato,  assor- 
tito. 

càvigioràtt,  s.  m.  =  colui  che  fabbrica 
i  mastioli  (càvigiosùl). 

Càrii  del  formentón,  =  barba,  capelliera 
del  grano  turco,  quella  nappa  o  ciuffo 
di  fili  rossicci,  capellifonni  che  escono 
dalle  glume  della  pannocchia  e  pen- 
dono dalla  cima  di  questa. 

càrióii,  s.  m.  =  zazzerone,  capelluto  : 
detto  di  chi  ha  abbondante  la  chioma. 

càrolflor,  s.  m.  =  cavolfiore  :  hressica 
caidiflora.  Specie  di  legume. 

càroriii,  s.  m.  =  Vedi  càoriu. 

càvra,  s.  f.  =  capra:  animale  domestico 
che  dà  un  buon  latte  :  è  la  femmina 
del  capro  o  becco.  Per  enfasi  ;  sii  de 
càver  =  luoghi  da  capre,  selvaggi,  sco- 
scesi, alpestri. 

1)  sàhà  là  ctxra  e  i  vere  =  salvar 
la  capra  e  i  cavoli. 

2)  Corrente  di  legno  su  quattro  gambe 
che  formano  come  due  V  arrovesciati. 
Serve  a  molti  usi  nelle  arti  e  mestieri. 

3)  de  càvra  =  caprino,  di  capra;  làtt 
de  càvra  =  latte  caprino. 

càvree,  s.  m.  =  capraio:  pastore  di  capre. 

càrréta,  s.  f.  =  capretta,  dim.  e  vezz. 
di  capra. 

1)  Maniglia,  manico  di  sega  grande. 

càyrétt,  s.  m.  =  capretto,  dim.  di  capro: 
Il  parto  della  capra  non  ancora  spop- 
pato. 


cav 


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cer 


1)  Agnello  ;  quello  che  usano  man- 
giare i  cattolici  per  Pasqua. 

càTriàda,  «./".=  cavalletto:  congegno  di 
tre  travi,  e  altri  legni,  ordinati  in  trian- 
golo verticale  ;  è  parte  principalissima 
della  travatura  ed  è  posto  a  intervalli 
nella  lunghezza  del  tetto. 

càTrioeù,  s.  m.  =  capriolo:  animale  sel- 
vatico del  genere  dei  cervi, 

lì  rèss  àlégher  come  on  càvri(BÙ  = 
essere  molto  allegro  e  vispo.  Segnat. 
dei  ragazzi. 

2)  Viticcio:  il  liccio  che  è  sulla  cima 
e  lungo  il  tralcio  delle  viti,  che  s'at- 
torciglia attorno  ai  sostegni. 

càvriceùla,  s.  f.  =  vitalba;  clematis  vi- 
talba; erba  perenne. 

càvrón,  s.  m.  =  capro,  becco,  il  maschio 
della  capra. 

cèj  =  étti  in  éiil  per  ce  =  stai'e  sull'eti- 
chetta, 0  sulla  punta  di  forchetta. 

cece,  s.  m.  =  sizerino;  frin%,illa  linaria. 
V.  càrdinàlìn  cècé. 

cèd,  V.  att.  =   cedere. 

1)  Darsi  per  vinto. 

2)  Rinunziare  volontariamente  a  fai' 
uso  della  nostra  forza  e  del  nostro  po- 
tere. 

3)  Confessarsi  da  meno. 

4)  Di  malattie;  là  féver  là  voeùr  min- 
ga céd  =  la  febbre  non  vuol  cedere. 

5)  Di  cosa  che  non  resiste  all'urto, 
al  peso. 

6y  Rilasciare  senza  interesse. 

cédola,  s.  f.  =  cedola  :  breve  obbliga- 
zione verso  un  altro,  dichiarazione,  or- 
dine 0  commissione. 

cèdov,  agg.  =  ceduo:  di  bosco,  macchia, 
selva,  pianta  ohe  si  taglia  periodica- 
mente. 

cedraa,  s.  m,.  =  cedi-o  candito:  specie  di 
limone  cotto  allo  sciroppo  di  zucchero. 

celebra,*  v.  att.  =  celebrare:  della  Messa, 
dirla. 

1)  Di  feste  pubbliche  e  private  e  del 
matrimonio. 

celebritaa,*  s.  f.  =  celebrità  ;  vèss  dna 
celebritaa  =  essere  un  uomo  celebre. 

celést,*  agg.  =  celeste,  azzuiTO  :  di  co- 
lore, simile  a  quello  del  ciel  sereno. 

céinbol,  s.  m.  =  cembalo,  pianoforte  : 
istrumento  a  percussione  che  si  suona 
con  una  tastiera. 

ceinbolin,  s.  m.  =  armonica:  strumento 
musicale  con  una  specie  di  tastiera  for- 
mata per  lo  più  di  lastre  di  vetro,  sulle 


quali  si  batte  con  una  bacchettina  fles- 
sibile che  ha  in  cima  una  pallina  di 
sughero. 

cemént,  s.  m.  =  cemento:  specie  di  calce 
che  all'acqua  indurisce. 

cementa,  v.  att.  =  cementare  ;  unire  col- 
legare col  cemento. 

ceinpee,  s.  m.  =  Vedi  centpee. 

céns,  s.  m.  =  censo,  censimento  ;  stati- 
stica della  popolazione. 

censi,  V.  att.  =  censire  :  fare  il  censi- 
mento. 

cent,  agg.  num.  =  cento:  num.  cardin. 
dieci  diecine. 

1)  Per  dir  molto;  te  l'ìioo  dìtt  cent 
vòlt  =  te  l'ho  detto  cento  volte. 

centenee,  s.  m.  =  centinaio.  Anche  cen- 
téna,  s.  f.  numero  di  cento. 

centfoetìj,  s.  m,.  =  millefoglie,  millefo- 
glio; achillea  millefolium  ;  pianta  pe- 
renne. 

centimbòca,  s.  m.  plur.  =  avannotti, 
unguanotti:  nome  collettivo  d'ogni  sorta 
di  pesci  appena  nati. 

1)  Pesce  minutissimo  che  sembra  di 
latte.  Anche  giànchétt. 

centpee,  s.  m.  =  centogambe,  millepiedi: 
insetto  terrestre    che  ha  molte  gambe. 

centràlìsà,  *  v.  att.  =  accentrai-e;  far 
centro,  ridurre  al  centro. 

cèntro,*  s.  m.  =  centro:  punto  nel  mezzo 
del  circolo  equidistante  da  tutti  i  punti 
della  circonferenza. 

1)  La  parte  più  centrale,  più  interna 
di  un  luogo,  di  un  paese  e  di  una  città  ; 
il  punto  dove  si  trattano  più  gli  affari. 

ce-ò-co,  s.  VI.  =  codone,  minchione,  rapa: 
Uomo  da  poco  e  cervello  grosso. 

céra,  s.  f.  =  cera:  la  materia  che  serve 
alle  api  per  fare  i  favi. 

1)  Le  candele  0  sim.  fatte  di  cera. 

2)  Pece,  stucco  :  mistura  sulla  quale 
si  applicano  i  pezzi  da  cesellarsi  dall'ar- 
gentiere 0  dall'  orefice  e  simili. 

3)  Il  viso  nell'espressione  nel  colore. 

4)  vègh  brUta  céra  e  anche  vèsé  gid 
de  céra  =  aver  colorettucciaccio,  aver 
mala  cera. 

5)  là  céra  l'è  bdna  =  la  sopracaiia 
è  buona. 

6)  Di  buona  accoglienza  ;  fa  céra  = 
far  bon  viso  ;  accogliere  persone  con  se- 
gni di  gradimento. 

7)  on  piàtt  de  bdna  céra  =  un  piatto 
di  buon  cuore. 

CeràTàll,  s.  m.  =  Chiai'avalle  :  nome  prò- 


cer 


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prio  di   un   paesello    vicino    a   Milano 
celebre  per  una  bella  Certosa. 
cérca,  s.  f.  =    cerca,    accatto  :    il    chie- 
dere   l'elemosina;    fraa    dèla    cérca  = 
frate  accattone,  cercante. 

1)  cérca!  imper.  verb.  =  busca  !  Di- 
cesi al  cane  da  caccia. 

2)  Cerca,  chiassaiuola  :  canale  fatto 
traverso  ai  campi  per  raccorrò  e  ca- 
varne r  acqua  piovana. 

cerca,  v.  alt.  =  cercare,  chiedere. 

1)  Adoprarsi,  metter  cura  per  trovar 
persone  o  cose  che  ci  premono.  Tanto 
vedendoci  quanto  tastando. 

2)  Nel  significato  di  chiedere  si  ag- 
giunge volentieri  sii;  cerca  sii  =  ac- 
cattare, chiedere  l'elemosina.  Anche  al 
sost.  el  cerca  su  =  l'accattonaggio. 

3)  cérca  e  che  te  cérca  =  frusta  e 
rifrasta:  dì  chi  cerca  molto. 

cercària,  s.  f.  =  salamandra  terrestre  ; 
Incerta  salamandra:  rettile  di  color 
nero  chiazzato  in  giallo,  il  cui  apparire 
è  tenuto  presagio  di  pioggia. 

cercotà,  v.  att.  =  accattare,  andare  al- 
l'accatto: frequentat.  di  cerca. 

cercòtt,  s.  m.  =  cercante,  cercatore  :  che 
cerca  con  insistenza    e   per   abitudine. 
1)  fraa  cer  coti  =  frate  accattone,  cer- 
cante. 

cèrcj^a,  ceregàda,  =  s.  f.  =  cherica, 
chierica:  la  parte  del  capo  che  i  chie- 
rici tengono  rasa. 

ceregàìa,  s.  f.  =  chiericheria  :  per  cel. 
il  complesso  dei  chierici  ;  molti  chie- 
rici insieme. 

cèregh,  cereg^hètt,  ceregòtt,  s.  m.  = 
cherico,  cherichetto,  chericotto;  aba- 
tonzolo,  abatuccio,  abatucolo.  Dispr.  di 
abate. 

ceregliin,  =  fa  i  oeuv  in  cereghìn  =  af- 
frittellare le  ova,  friggerle  ;  mm  in 
eereghin  =  ova  al  burro,   al  tegame. 

cerìn,  s.  m.  =  cerozza,  cera  allegra, 
gioviale.  Anche  bella,  bona  cera  :  dim. 
di  cera. 

1)  Cerino,  candelina:  anche  fiammi- 
fero, purché  sia  dei  moderni  fatti  di 
cera. 

cerniéra,  .5.  f.  =  cerniera,  mastietto  ; 
mastiettatara  sottile  di  borse,  tavolini 
e  sim.^  e  serve  per  chiuderli  ed  aprirli. 

ceroferàri,  s.  m.  =  vite  :  grosso  cande- 
labro, per  lo  pivi  a  spira,  portato  da 
chierici  in  alcune  cerimonie. 


cerógin  (càndél  de),  =  candele  steari- 
che: depurate  dal  grasso. 

ceròs,  agg.  =  piacevole,  ilare,  gioviale  : 
che    fa    bona   cera,   bona    accoglienza. 

ceròta,  s.  f.  =  cerona  :  sembianza  gio- 
viale, aperta  e  indizio  di  buona  salute. 

ceròtt,  s.  m.  =  cerotto:  composto  far- 
maceutico in  cui  entra  per  base  la 
cera. 

cerùsegh,  s.  m.  =  chii-ui-go,  chi  professa 
la  chirurgia.  Ora  meglio  ceriìsigh  *  ; 
el  piisee  brtio  ceriìsigh  d'Italia,  l'è  el 
Botìni  =  il  più  valente  chirurgo  d'I- 
talia è  il  Bottini. 

1)  dotór  vece  e  cer&segh  gioin  = 
dottor  vecchio  e  chirargo  giovine  :  per- 
chè operi  meglio. 

ceriisìa,  s.  /".  =  chirurgia  :  parte  della 
medecina  piii  specialmente  delle  lesioni 
esterne  e  operazioni  colla  mano. 

cerusìsca,  s.  f.  =  spianuccio  :  quadi-ato 
da  spianar  la  terra  dopo  la  costeggia- 
tara. 

cèrt,  *  agg.  =  certo,  indubitato. 

1)  vèss  cèrt  =  accertarsi. 

2)  cèrt  avv.  =  certo,  certamente. 
Anche  certàmént. 

certiflcaa,  s.  m.  =  certificato,  foglio, 
fede,  attestazione  in  iscritto. 

cèrto,  s.  m.  =  certo  :  per  alcuna  per- 
sona 0  cosa  indeterminata;  el  g'hà  daa 
cèrti  pòlver  che  g'han  faa  ben  come  = 
gli  diede  certe  polveri  che  gli  han  fatto 
benissimo. 

Certosa,  s.  f.  =  Certosa:  monastero  di 
Certosini  e  specialmente  quelli  di  Pavia 
e  di  Chiaravalle. 

céry,  s.  m.  =  cervo  :  ruminante  bosche- 
reccio, con  corna  ramose,  agilissimo  al 
corso. 

1)  corno  de  cèrv  =  polvere  di  corno 
di  cervo  :  si  usa  a  ripulire  oggetti  di 
metallo  bianco. 

ervèla,  s.  f.  =  cervello  :  qucsllo  d  egli 
animali  macellati  per  farne  frittura  o 
alti'o. 

cervelaa,  s.  m.  =  cervellate. 

1)  Cervellata  :  grassa  di  porco  e  di 
manzo  imbudellata  con  spezie,  sale  e 
cacio,  che  serve  di  condimento. 

2)  Specie  di  susine  giallognole,  o- 
blunghe,  dolcissime. 

cervelàrìa   meglio   cervelerìa,  s.  f.  = 

pizzicheria,  bottega  da  salumiere. 
cerrelee,   s.   m.    =    pizzicagnolo,    salu- 


cer 


—  204 


che 


miere  :  chi  vende  salami,  salumi  e  ge- 
neri affini. 

cervelètt ,  *  s.  m.  =  cervelletto  :  la 
parte  posteriore  del  cervello  dove  co- 
mincia il  midollo  spinale. 

cervelìn,  s.  m.  =  cervellino,  testolina 
amena  :  di  poco  senno,  leggero 

cervèllj  s.  m.  =  cervello  :  il  viscere  rac- 
chiuso nel  cranio  degli  animali. 

1)  Tègh  fòcch  cervèll  =  aver  poca 
testa.  Anche:  vègh  el  cervéll  d' on  iisèll 
=  aver  stoppa  nel  cervello. 

2)  porta  foeura  de  eervèll  =  cavare, 
levar  di  cervello  :  intronare  la  testa. 

3)  tortiiràès  el  cervell  =  stillarsi, 
lambiccarsi  il  cervello. 

4)  sbàsMé  el  eervèll  =  uscir  di  cer- 
vello, dar  di  volta,  impazzire. 

cerveldtich,  *  agg.  =  fantastico,  capric- 
cioso ,  cervellotico  :  di  cosa  di  piu-a 
fantasia  che  senza  ragione  e  senza  ve- 
rità uno  si  cava  dalla  testa. 

cerTelòtìcamént,  *  avr.  =  cen-ellotica- 
mente,  all'  impazzata,  a  capriccio,  di 
fantasia  ;  in  modo  cervellotico. 

cesa;  ^^  att.  =  cessare,  smettere  ;  le  fé- 
rer  là  cH-a  nò  =  la  febbre  non  cessa  ; 
M  eesaa  de  piopuv  =  ha  smesso  di 
piovere. 

ceselà,  *  ■».  att.  =  cesellare  :  lavorar 
di  cesello. 

ceselàdor,  *  s.  m.  =  lavorator  di  ce- 
sello. 

cesèll,  *  s.  m.  =  cesello  :  sorta  di  scal- 
pelletto  0  di  legno  o  d'acciaio,  senza 
taglio  per  rilevare  disegni,  figure  su 
piastre  di  metallo. 

cèss,  *  s.  m.  =  cesso  :  luogo  dove  si 
fanno  i  bisogni. 

1)  àsa  del  eèsè  =  predella.  Vedi  àsa. 

cèst  0  sèst,  .".  m.  =  paniere.  Vedi  ca- 
vagli. 

cèsta  0  sèsta,  «.  f.  =  cesta,  arnese  di 
forma  di  gran  paniere,  con  sponde  alte, 
fatto  con  stecche  per  poitarci  dentro 
roba. 

cestii!,  s.  m.  =  panierino,  cestino  :  cesta 
pili  piccola  dell'ordinario  che  serve  a 
molteplici  usi. 

1)  cestìn  de  làorà  =  panierino  trafo- 
rato. 

cèto,  *  s.  m.  =  ceto  :  un  determinato 
ordine  di  persone  ;  Hi  no  el  Ha  che 
coni  qilìj  del  so  ceto  =  egli  non  sta 
se  non  quelli  del  proprio  ceto. 

che,  i)ron.  rei.  =  che  :  il  quale,  la  quale, 


i  quali,    ecc.    Come  soggetto  e   come 
oggetto. 

1)  Dei  quali,  delle  quali  ;  tré  cà  che 
vuna  l'è  de  ctnquii  pian  =  tre  case 
che  una  (delle  quali  una)  è  di  cinque 
piani. 

2)  Al  quale,  alla  quale,  '  ecc.  ;  éont 
mi  che  te  dévet  dinim  el  tò  pensér  = 
sono  io  a  cui  devi  dire  il  tuo  pensiero.^ 
Sta  meglio  però  :  l'è  à  mi  che  te  de 
vet  dimm  el  tò  pensér  =  è  a  me  che 
devi  dire  il  tuo  pensiero. 

3)  Nel  quale,  col  quale,  ecc.  ;  l'è  el 
vestee  che  gh'è  dénter  i  prepunt 
l'armadio  nel  quale  sono  le  trapunte, 
E'  più  usato  però:  doe  gh'è  dénter 
l'è  el  paireeu  che  foo  casus  (meglit 
doe  foo  coeus)  là  polenta  =  è  il  calde< 
rotto  dove  fò  cocere  la  polenta. 

4)  Quale;  soo  nò  che  pensér  te  sU 
vegniiii  =  non  so  che  (quale)  pensiero 
ti  sia  venuto  ;  te  ée  regdrdet  che  su 
Ve  stàda  à  regalati  Vorològg?  =  ti  ri 
cordi  che  (quale)  zia  ti  regalò  l'oro 
logio  ? 

5)  Quanto,  quanto  grande  ;  te  see  né 
che  ben  l'è  el  me  ?  =  non  sai  che  bea 
(quanto  gran  bene)  sia  il  mio?  eh 
gioia  là  éàriés  se  pàsàsé  ì  esàmm  !  ■■ 
che  gioia  sarebbe  se  superassi  gli  esami 

6)  Iron.  :  che  talènti  che  àbilitaaf  ' 
che  talento  !  che  abilità  ! 

7)  on  celio  non  eoo  che  =  un  certi 
non  so  che  :  di  cose  vaghe,  indetermi 
nate,  che  non  si  spiegano. 

8)  che  mi  sàpia  =  che  io  mi  sappia 
Per  quanto  possa  sapere  io.  E  anchi 
interrogat.  :  che  ti  te  sàpiet  ?  =  che  tti 
sappia  '?  che  Iti  o  che  lee  là  sàpia  ?  a 
che  lei  sappia? 

9)  on  bèli  che,  on  gran  che  =  uu 
gran  che:  di  cose  di  qualche  impor- 
tanza. 

10)  gh'è  pòcch  de  che  =  c'è  poco  di 
che:  c'è  poca  roba,  pochi  danari,  poco 
merito,  e  sim. 

che,  cong.  =  che  ;  me  dìsen  che  tò  pà 
der  el  riva  domdn  =  mi  dicono  che  tuo 
padre  arriva  domani  ;  me  congratuli 
che  te  éìet  guarii  =  mi  congratulo  che 
tu  sia  guarito.  2 

1)  Correlat.  con  alter;  no  g'hdn  tlltrm 
vcBuia  che  de  giiigà  =  non  hanno  altra 
volontà  che  di  giocare  ;  no  gh'è  tiltrm 
strada  che  quésta  =  non  c'è  altra  strada"^ 
che  questa. 


che 


205 


chi 


2)  tùti  i  vòlt  ehe..,  =  ogni  volta  che. 

3)  Correlat.  con  tant;  tant  mi  che  ti 
=  tanto  io  che  tu. 

4)  Cogli    avverbi    di    tempo  :    inane 
j       che,  dòpo  che  =  innanzi  che,  dopo  che. 

5)  de  chi  à  che...  =  di  qui  a  che... 
de  chi  à  che  te  podet  pcirlti  franeés, 
n'à  de  pasti  di  àetiniànn  =  di  qui  a 
che  tu  possa  parlar  francese  ne  hanno 
a  passare  delle  settimane. 

6)  Quando  :  séra  àpèna  rivaa  che 
l'è  vegniiil  dénter  Mi  =  era  appena  arri- 
vato quando  egli  entrò. 

7)  Davanti  a  una  propos.  imperativa: 
ch'el  tàsa  =  taccia;  ch'el  vaga  vìa  = 
vada  via. 

8)  Col  comparat.  :  gh'è  piisee  dotòr 
ehe  àmàlaa  =  ci  son  piii  medici  che 
ammalati . 

9)  dà  che  e  de  che  =  da  che  e  dacché. 
Dal  tempo  che  :  'ià  che  te  see  chi  no 
te  faa  ttlter  che  pària  =  da  che  sei 
qui  non  hai  fatto  altro  che  parlare. 

10)  Piuttostochè  :  l'è  nièj  àndà  via 
•bonara   che   pèrd  là  corsa  =  è  meglio 

pai'tir  per   tempo  che  perder  la  corsa. 

11)  ma  che!  =  ma  che,  che  :  nega 
zione  assoluta  e  disapprovazione. 

eheciiiy  s.  m.  =  scacciata  :  cartapecora 
in  cui  si  mette  l'oro  per  batterlo 

che  te  (e)  =  ch'i  ti  ;  bàia  e  che  te  bàia  = 
balla  ch'i  ti  ballo. 

chepì  =  s.  m.  =  kepi,  casco:  cappello 
militare. 

chi,  pron.  pers.  tn.  e  f.  =  chi  :  la  persona 
0  le  persone  che  ;  ehi  insci  vwùr  nient 
ghe  dceùr  =  chi  è  causa  del  suo  mal 
pianga  se  stesso;  chi  va  e  chi  vén  = 
chi  va  e  chi  viene. 

1)  interrog.  :  chi  Ve?  =  chi  è? 

2)  Col.  mai.  Chi  mài  l'avaria  pemaa 
=  chi  l'avrebbe  mai   pensato. 

3)  ehi  sa?  =  chi  sa?  non  volendo  o 
0  non  sapendo  rispondere. 

4)  chi  le  dls?  =  chi  me  lo  dice? 
Espressione  di  dubbio  e  di  incredulità. 

5)  chi  se  sia  =  chi  si  sia  :  chiunque 
siasi. 

6)  Uno,  altri  :  chi  le  voeur  bianca, 
chi  le  voeilr  negra  =  chi  la  sente  in 
un  modo  e  chi  in  un  altro. 

7)  Chiunque  :  chi  va  in  teàter  biso- 
gna che  paga  el  biliètt  =  chi  va  in 
teatro  deve  pagare  il  biglietto. 

chi,  nw.  =  qui  :  in  questo  luogo,  paese, 
stanza,  società. 


1)  Il  luogo  e  la  cosa  di  cui  si  parla. 

2)  Anche  di  luogo  vicino  come  fosse 
quello  dove  siamo;  l'acqua  l'è  chi  à 
diiù  pass  =  l'acqua  è  qui  a  due  passi. 

3)  Eincalzando  :  questa  chi  =  questa 
qui  ;  sii  man  chi  =  queste   mani  qui. 

4)  Da  questo  luogo,  ecc.  ;  de  chi  è 
àndaa  fallirà  ntsiln  =  di  qui  non  è 
uscito  nessuno. 

5)  de  chi  à  domenica^  de  chi  à  do- 
màn,  e  sim.  =  di  qui  a  domenica,  di 
qui  a  domani,  e  sim. 

6)  de  chi  fin  chi  =  per  filo  e  per 
segno. 

7)  tira  in  chi  =  accostare. 
chichera,  s,  f.  =  tazza,  chicchera  ;  cioto- 

letta  per    prendervi    più    specialmente 
caffè  0  cioccolata. 

1)  àndà  in  chichera^  mètes  in  chi- 
chera =  andare  o  essere  in  ghingheri  ; 
vestire  attillato  e  con  ricercata  eleganza. 

chicheròn  e  chicheròtt,  s.  m.  =  tazza, 
ohiccherona:  chicchera  grande  quasi 
come  una  ciotola. 

chichiug'er,  s.  m.  =  alchechengi.  Phy- 
salis  alkekengi.  Frutto  ai-abo,  acidulo. 

chifel*,  s.  m.  =  chifel,  chifello  :  panel- 
lino  a  forma  di  luna  crescente.  Si  in- 
cominciò a  fare  i  chifel  in  Vienna 
mentre  era  assediata  dai  Turchi  nel 
1683  e  si  diede  loro  la  forma  della 
mezzaluna,  perchè  è  la  insegna  dei 
Tui-chi. 

chigiiiBÙ,  s.  m.  =  quaderletto. 

1)  Specie  di  gheroncino  tra  le  due 
staffe  a  ciascun  Iato  della  calza  ed  è 
lavorato  tutto  d'un  pezzo  con  essa. 

2)  Si  chiamano  così  anche  i  due 
pezzi  quadi-ati  nella  camicia,  cuciti  sotto 
ciascuna  ascella. 

3)  Zeppa,  conio  :  strumento  di  me- 
tallo 0  legno,  a  punta  piatta  e  acuta  ; 
serve  per  spaccare  ceppi  o  pietre. 

4)  Bietta:  pezzo  di  legno,  o  d'altra 
materia,  a  cono  per  rincalzare.  Ed  an- 
che specie  di  cuneo  usato  nello  spac- 
car le  legne  colla  scui-e,  introducendolo 
nella  spaccatura, 

5)  Taglio  :  pezzo  di  cacio  o  di  qual- 
siasi roba,  di  figura  piramidale,  cioè  di 
cuneo  0  bietta. 

chilo,  s.  m.  =  chilo. 

1)  Voce  che  si  premette  ad  alcune 
voci  di  misura.  Assol.  significa  chilo- 
gi'amma. 


chi 


—  206  — 


2)  Quanto  degli  alimenti  viene  as- 
sorbito nel  sangue. 

3)  fa  el  chilo  =  fare  il  chilo  :  ripo- 
sare dopo   mangiato. 

ehimm,  s.  m.  =    cornino  :    sorta    d'erba 

aromatica. 
china,  s.  f.  =  china  :  corteccia  di  pianta 

medicinale. 
chincàliér,    *    s.     m,    =    chincagliere, 

venditore  di  chincaglie. 
chincàlierìa,  *  s.   f.    =    chincaglieria  : 

bottega  di  chincaglie,  ed  anche  il  com- 

^J!as80  di  mtìilba  chincaglie, 
chinin,    *    s.    w.    =    chinino  :    sostanza 

biancastra,  alcalina,  febbrifuga. 
chisesìa,  pron.  =  chi  che  sia  :  chiunque, 
chìsoeùi,  s.    m.   pi.    =    stiacciate.    Vedi 

brusàda. 
chi  vìt  (sta  in  sftl),  =  stare  all'  erta. 
eia,  esci.  =  qua  ;  citi  là  man   =  qua  la 

mano. 
ciàcer,  s.  f.  pi.  =  quistioni,  ciance,  chiac- 
chiere. 

1)  fa  dna  pàrtìda  de  (M^er  dòpo 
disnaa  =  tavoleggiai'e. 

2)  Frottole,  ammenicoli,  argomenti 
più  apparenti  che  veri,  giro  di  parole; 
ghe  voeùr  minga  di  cihcer  =  le  parole 
non  si  infilano. 

3)  confónd  à  eiàcer  =  appaltare  colle 
parole  ;  fa  sii  à  citicer  =  imbecherare  : 
aggirare  uno  con  chiacchiere. 

4)  Battibecco  :  diverbio  prolungato 
con  più  botte  e  risposte,  ma  senza  con- 
clusione. 

5)  Brigidini  :  specie  di  nastiini  di 
pasta  dolce  cotti  nell'  olio  o  neUo  stratte 
bollente. 

6)  gid  vin  e  éii  eiàcer  =  vino  dentro 
e  senno  fuora. 

ciàcera,  s.  f.  =  parlantina  :  loquacità 
smoderata. 

1)  Voce  sparsa,  ma  falsa. 

ciàcheta  !  esci.  =  ciacche  :  voce  imita- 
tiva :  dal  suono  che  si  fa  schiacciando 
0  battendo  qualche  cosa  di  molle. 

ciàff  (àndà  dent  à  ciff  e)  =  sfangare  : 
andar  nel  fango. 

1  )  Far  pesciolini  :  di  chi  sguazza  nel- 
l'acqua. 

ciàlàda,  s.  f  =  gingillo  :  cosa  di  poco 
momento  e  di  poco  valore. 

1)  Grulleria  :  atto  o  detto  da  grullo. 

2)  Bubbola,  bagatella,  biccicucca,  baz- 
zecola :  cosa  da  poco,  da  nulla,  un  mi- 
nimo che.  Anche  ciàlàrii,  al  plur. 


ciàll,  s.  m.  =  grullo  :  fam.  di  chi  per 
difetto  di  mente  fa  giudizii  poco  avve- 
duti e  cose  che  tornino  a  suo  pregiudizio. 

1)  fa  minga  el  eiàll  =  non  celiare, 
fa  sul  serio. 

2)  che  eiàll  che  soni  staa  =  che  stor- 
dito, che  distratto  son  stato. 

ciàmà;  V.  att.  =  chiamare  :  dare  una 
voce  o  far  segno  a  qualcuno;,  peixjhè 
venga  da  noi. 

1)  Svegliare  ;  ddman  eitlm.em,  ài  éètt  = 
dosoMà  svegliami  alle  sette. 

2)  Invitare  a  una  visita  :  specialm. 
quando  si  chiama  il  medico. 

3)  Nominando  una  persona  che  si 
cerca  o  che  passa. 

4)  D'animali  ;  ciamH  el  etn,  el  gàtt 
e  sim.  =  chiamare  il  cane,  il  gatto  e 
sim. 

5)  Dare  un  nome  o  soprannome. 

6)  Anche  parlando  di  vocaboli  da 
applicarsi  alle  cose. 

ciàmàd,  s.  f.  pi.  -  chiamate  :  di  quando 
il  pubblico  plaudente  vuole  l'autore  di 
un'  opera  teatrale  sul  palco  scenico  per 
acclamarlo. 

1)  Richiami  :  quei  segni  coi  quali  nei 
libri  si  richiama  altro  segno  uguale  in 
altra  parte. 

2)  Campanelle  :  gli  anelli  che  servono 
a  voltare  le  redini  nei  morsi. 

ciàuiàss,  V.  rifl.  =  chiamarsi,  aver  nome  : 
anche  addomandarsi. 

1)  quèét  el  se  dama  scriv  =  questo 
si  chiama  scrivere  :  modo  enfatico  di 
esprimere  approvazione. 

cìànciàfrfiscol,  s.  f.  pi.  =  frullo  :  cose 
da  poco. 

ciànfer,  s.  m.  =  voce  denotante  imper- 
fezione nell'oggetto  a  cui  si  applica. 

1)  Straccio  :  di  oggetto  di  nessun 
valore. 

2)  Canchero  :  ai-nese  o  istrumento 
qualsiasi  sconquassato  e  che  più  non 
serva. 

ciào,  =  addio  :  saluto  affettuoso  e  di  con- 
fidenza di  persone  che  si  lasciano  o  si 
incontrano  senza  fermarsi. 

1)  A  chi  non  crediamo,  o  ci  secca, 
0  trova  scuse  che  non  gli  meniamo 
buone  diciamo  ;  citLò  ■viiij  =  addio,  sai  ! 

2)  citio,  dìghel  !  =  addio,  bambino  : 
ironie,  mostrando  che  uno  non  si  fida, 
non  crede,  o  non  vuol  dare  quello  che 
gli  si  chiede. 

3)  fa    cito   ciào    =  far   baciamano, 


eia 


—  207  — 


eia 


far  servo  :  salutare  da   lontano,    spec. 
dei  bambini. 
cìàpA)  s.  f.  =  natica  :  le  partì  carnose  del 
deretano. 

1)  Palco  :  nome  delle  due  assicelle 
che  formano  colla  pelle  una  specie  di 
cassetta  al  mantice  e  al  soffietto. 

2)  Coccio,  greppo  ;  piatto,  tegame  o 
alti'o  vaso  di  terra,  ferro,  sdruscito  o 
in  parte  rotto,  che  pur  si  faccia  servire 

■  a  riporvi  roba. 

3)  btbteé  ì  ciàpp  =  battersi  1'  anca, 
dolersi. 

4)  Cucchiaia  :  arnese  di  ferro  fatto  a 
T  e  piantato  su  uno  zoccolo  di  legno 
per  pieghettare  la  biancheria. 

5)  Nome  di  una  specie  di  trippa. 

6)  ctàpa,  ciàpa  =  piglialo,  piglialo  : 
inseguendo  un  ladro  per  arrestarlo, 
perchè  gli  altri  aiutino.  Anche  :  sega, 
sega  ;  facendo  dispetto  :  di  bambini. 

7)  eiàpp  =  ova  sode. 

8)  citLpa!  =  tò,  tieni!  tuo  danno. 
ciàpà,  V.  att.  =  prendere  o  pigliare,  af- 
ferrare; stringere  colle  mani  o  con  al- 
tro un  oggetto  per  impadronirsene,  per 
darlo  altrui,  per  mutarlo  di  posto. 

1)  Abbrancare,  dar  di  piglio,  affer- 
rare ;  l'ha  eiàpaa  on  éàés  e  ghe  l'  ha 
tiraa  =  prese  un  sasso  e  glielo  sca- 
raventò. 

2)  Arrestare,  fermare,  agguantare  ; 
ciaptL  i  làder  =  an-estare  i  ladri. 

3)  Togliere,  sorprendere  uno  sul  fatto 
in  un  luogo. 

4)  Di  ciò  che  si  vuole  usare,  di  che 
ci  si  vuol  servire  a  qualche  fine,  per 
fare  qualche  altra  cosa  ;  per  frig  el 
pèés  se  citLpa  Vóli  =  per  friggere  il 
pesce  si  prende  (non   «.piglia»)  l'olio. 

5)  ciàpti  min  in  eà  =  prendere  uno 
in  casa  :  averlo,  farselo  ospite  per  del 
tempo . 

6)  Scegliere,  eleggere  ;  di  diiii  eoo 
nò  qual  eiàpti  =  fra  i  due  non  so  chi 
prendere. 

7)  Di  animali  cacciando  e  pescando  ; 
eiàpti  là  légor  =  prendere  la  lepre. 

8)  eiàptij  e  ciàptl  §ii  =  prenderle  ; 
di  botte. 

9)  Prendere  in  questo  o  quel  signi- 
ficato una  parola,  intenderla  ;  i  pàròll 
bisógna  eiàptij  éul  éens  giiist  =  le  pa- 
role bisogna  prenderle  nel  senso  giusto. 

10)  cìàptL  viln  in  partila  =»  prendere, 
pigliai-e  uno  in  parola  :   ritenere  come 


formale  una  promessa  che  scappi  detta 
anche  con  poca  ponderazione. 

11)  eiàpti  coi  bònn,  coi  càtìv  =  pren- 
dere colle  buone,  colle  cattive  :  trattar 
bene,  male. 

12)  ciàptisela  =  prendersela  :  aver- 
sela «  male. 

13)  ciàjfàsela  calda  =  pigliarsela  di 
petto,  pigliarsela  calda  :  di  faccenda, 
mettercisi  di  lena. 

14)  Di  malattie,  essere  attaccato  ;  à 
Bdma  l'  ha  dàpaa  i  fever  =  a  Eoma 
prese  le  febbri. 

15)  eiàpti  foetcgh  =  prendere,  pigliar 
foco  ;  accendersi,  levar  fiamma. 

16)  Dei  prezzo,  dell'  interesse  che 
uno  esige  ;  el  eitlpa  qutiter  franch  per 
lesìon  =  prende  quattro  lire  per  lezione. 

17)  Di  costumi,  vizi,  virtù  :  contrarre  ; 
ciàph  el  visi,  VàbitUdin  =  prendere  il 
vizio,  l'abitudine. 

18)  eiàpti  l'tLcqua,  là  nev  =  prender 
l'acqua,  la  neve. 

19)  eiàpti  temp  =  prender,  e  pigliar 
tempo. 

20)  eiàpti  ària  =  prendere  aria. 

21)  eiàpti  r  Use  =  prender  1'  uscio, 
uscire,  andarsene. 

22)  eiàpti  min  per  on  tilter  =  pren- 
dere uno  per  un  altro  :  riferito  alla 
vista,  scambiarlo. 

23)  eiàpà  on  làortL  =  prendere  un 
lavoro  :  toglierlo  a  fare. 

24)  eiàpti  à  peseidd,  à  s'giàff  =  pren- 
dere a  calci,  a  schiaffi  :  tirar  pedate  o 
schiaffi  a  uno. 

25)  per  ehi  el  me  eitlpa  ?  =  per  chi 
m'  ha  preso  ?  Mi  giudica  male. 

2^)"ciàpàsé  là  libertaa,  là  confìdénéa 
=  prendersi    la   libertà,    la  confidenza. 

27)  eiàpti  in  Mi,  eiàpti  à  vorè  ben  = 
prendere  in  odio,  prendere  ad  amare  : 
odiare,  cominciare  ad  amare. 

28)  eiàpti  de  mira  =  prender  di  mira, 
mirare  :  affissar  l'occhio. 

29)  te  me  citipet  pu  =  non  mi  ci  pigli 
più  :  non  mi  inganni  più,  non  mi  ci 
fai  rimanere. 

30)  Agguantare,  cogliere  :  l'ha  eiàpaa 
in  d'on  oeucc  e  ghe  fhà  traa  foeura  = 
l'agguantò  in  un  occhio  e  glielo  levò. 

81)  eiàpti  l'ocàsion  =  afferrar  F  oc- 
casione :  non  lasciai'sela  sfuggire, 

32)  eitlptla  gittata  =  incartare  ;  co- 
gliere, indovinare,  azzeccare. 

33)  Modi  figur.  ;   eiàpti   min  per  el 


eia 


208  — 


eia 


còli  =  prendere  o  pigliar  uno  pijr  la 
gola  :  costringerlo  a  decidersi  lì  per  li  ; 
ciàpà  bo'na  o  càtìva  piega  =  prendere 
0  pigliar  bona  o  cattiva  piega  :  indi- 
rizzarsi a  bene  o  a  male  ;  ciàpà  dna 
strtLcla  =  pigliare  una  via  :  sceglierla, 
percorrerla. 

34)  Di  passioni,  assalire  :  ghe  ciàpa 
de  spese  là  malinconia  =  lo  assale 
spesso  la  malinconia.  Anche  di  pioggia, 
burrasca  e  sim.  ;  à  metaa  stràcia  m'ha 
ciàpaa  el  temporàl  =  a  mezza  strada 
m'assali  il  temporale. 

35)  Accileccare,  fìg.  lusingare  con 
delle  promesse  vane  ;  el  m'ha  ditt  tanti 
ròbb,  ma  me  sont  minga  làsaa  ciàpà  = 
mi  disse  tante  cose,  ma  non  mi  sono 
lasciato  prendere. 

36)  Arrivare,  trans.  ;  ciàpà  viin  = 
arrivare  uno  :  arrivare  dove  si  trovi 
una  persona  pai"tita  prima  di  noi. 

37)  Arrivare,  uguagliare  nel  merito  ; 
l'è  tant  brào  che  nisÈn  le  ciàpa  =  è 
tanto  valente  che  nessuno  l'arriva. 

38)  ciàpen  on  alter  =  me  non  mi  ci 
pigli. 

39)  Estendersi  ;  là  mìa  cà  là  ciàpa 
da  dna  contrada  à  l'altra  =  la  mia  casa 
piglia,  si  estende  da  una  via  all'altra. 

40)  ciapà  dent.  Vedi  comprèiid. 
ciàpa-cìàpa,  s.  m.  =  ruffa  raffa  ;  g'hin 

sàltaa  àdòss  ài  càrètt  e  l' è  étaa  on 
gran  ciàpa  ciàpa  =  si  gettarono  ad- 
dosso al  carretto  e  fecei'o  a  ruffa  raffa. 

eìàpaa,  agg.  =  strozzato  :  di  vestito  che 
stringa  :  anche  acchiappato,  di  persona 
malandata  e  malconcia. 

1)  vèss  ciàpaa  =  essere  stretto  da 
qualche  cosa  che  incalza  e  specialm. 
dal  lavoro. 

ciàpàcàii;  s.  m.  =  acchiappacani  :  impie- 
gato municipale  incaricato  di  acchiap- 
pare i  cani  vaganti  senza  museruola. 

ciàpa  ch'el  gh'è  !  =  buco  tò  !  Quando 
alcuno  vorrebbe  persuaderci  o  indurci 
a  cosa  che  non  ci  piace  o  che  ci  sa- 
rebbe di  danno  o  di  vergogna,  per  si- 
gnificare che  non  la  vogliamo  fare  e 
che  abbiamo  conosciuto  la  sua  arte. 

ciàpàda;  s.  f.  =  guadagno,  presa,  preda, 
retata,  pescata,  cacciagione,  uccella- 
gione. 

cìàpàmòscli,  s.  m.  =  chiappamosche  : 
arnese  per  acchiappare  le  mosche. 

1)  Pianta  di  fiori  ;  apocynum  andro- 
squifolium. 


cìàpàss  (giiigà:  à)  =  fare  a  chi  prima  si 

chiappa. 
ciàpèll,  s.  m.  =  bietta  :  pezzetto  di  legno 
spianato,  per  calzar  mobili. 

1)  giiigà  ài  ciàpéj  =  fare  a  ripiglino 
0  a  sbrescia  :  specie  di  gioco. 
ciàpìn,  s   m.  =  berlicche  :  il  demonio. 

1)  Frugnolo,  demonietto  :  specialm. 
di  bambino  che  non  sa  stai'  fermo. 

2)  ciàpìn  de  l'mùv  =  culetto,  cula- 
cino  dell'uovo. 

ciàpón,  s.  m.  =  formella  :  tumore  nei 
piedi  dei  cavalli. 

ciàpòtàj  V.  att.  =  bamboleggiare  :  di  pers. 
adulta  che  fa  vezzi  come  bambino. 

1)  Sciacquare,  sciaguattare  :  lo  sguaz- 
zare nell'acqua  che  fanno  i  bambini. 

ciàpotiii,  .5.  m.  =  mimmo,  bambolo  ; 
che  bèli  ciàpotìn  !  =  che  bel  bambolo  ! 

ciàpotòn,  s.  m.  =  sciaguattone  :  di  bam- 
bino che  per  gioco  sciaguatta  nell'acqua. 

ciapotòna,  s.  f.  =  bambinona  :  di  donna 
che  vuol  far  la  bambina, 

ciapòtt,  s.  m.  =  bazzecola  :  coserella  di 
poco  pregio. 

1)  Anche  nel  senso  di  ciàpotìn.  Vedi. 

ciàr.  s.  m.  =  lume  :  quanto  serve  a  il- 
luminare. 

1)  à  sii  ciàr  de  luna  =  a  (|uesti 
lumi  di  luna  :  iron.  a  questi  tempi  tri- 
sti, non  belli. 

2)  fa  ciàr  =  far  lume  :  di  chi  ac- 
compagna altri  al  buio  perchè  ci  veda 
0  gli  tiene  il  lume  perchè  eseguisca 
qualcosa.  Anche  :  illuminare. 

3)  porta  ci  ciàr  =  tenere  il  lume  : 
fare  il  mezzano  d'amori. 

4)  vedègh  minga  ciàr  =  vederci  buio; 
.   in  quèll'àfàri  li  ghe  vedi  minga  ciàr  = 

in  quell'affare  ci  vedo  buio. 

r>)  Albore  :  quel  colore  che  accenna 
all'alba  ;  el  ciàr  di  ètèll  =  l'albore  delle 
steUe. 

6)  'Vestii  de  ciàr  =  vestito  di  chiaro. 

7)  ciàr  d'opitf  =  il  bianco  dell'uovo  : 
l'albume,  la  chiara. 

8)  cidr  de  luna  =  lume  di  luna. 

9)  ciàr  fàls  =  contralume. 

10)  àvègh  de  fàss  cidr  =  aver  di  che 
provvedere  a  sé  con  qualche  agiatezza. 

ciàr,  agg.  =  chiaro  :  di  colore  ;  verd, 
bloeu,  ròsa  ciàr  =  verde,  turchino,  rosa 
chiaro. 

1)  Di  liquidi  contrario  di  tòrbid  = 
torbo  ;  acqua,  vin,  càfè  ciàr  =  acqua, 
vino,  caffè  chiaro. 


209 


eie 


2)  incdster  cidr  =  inchiostro  chiaro  : 
che  lascia  poca  impronta. 

3)  cidr  come  el  so  =  chiaro  come  il 
sole  :  evidentissimo. 

4)  càligràfìa  ciàra  =  carattere,  scrit- 
tura chiara. 

5)  cantala  ciàra  =  cantarla  a  chiare 
note. 

6)  l'è  ciàra  =  è  chiara,  è  lampante. 

7)  cidr  e  nètt  =  chiaro  e  tondo  :  senza 
reticenze  e  misteri, 

8)  vegnì  ài  cidr  =  venire  in  chiaro  d' una 
cosa  :  venire  a  saper  con  precisione. 

9)  In  senso  avv.  ;  pària  cidr  =  parlar 
chiaro,  senza  reticenze  :  dir  le  cose 
come  sono. 

10)  là  tanta  cidr  a  =  la  grappa,  l'ac- 
(juavite  :  è  però  voce  più  del  gergo  che 
del  dialetto. 

ciàrela,  s.  f.  =  sputacchio,  sornacchio  ; 
ormai  usa  assai  poco.  Vedi   làciàdìu. 

ciàresciìr,  s.  m.  =  chiaroscuro  :  rilievo 
in  pittura  fatto  con  diverse  gradazioni 
del  medesimo  colore, 

1)  Nube,  malumore  ;  dissidio  in  fa- 
miglia 0  fra  amici, 

ciàrètt,  agg.  =  chiai-etto  :  spec,  di  vino  ; 
l'è  on  vm  ciàrètt  =  è  un  vino  chiaretto, 

ciàrì,  V.  att.  =  bombare  :  bere  un  po' 
eccessivamente. 

ciàrida,  s.  f.  =  trincata  :  bevuta  un  po' 
abbondante. 

ciarlatali,  s.  m.  =  ciarlatano,  cerretano  ; 
chi  suUe  piazze  vantandosi  medico  e 
cui-atore  d'ogni  male,  magnifica  i  suoi 
prodotti  e  dice  di  strappar  denti  senza 
il  minimo  dolore, 

1)  Ohi  a  suon  di  chiacchiere  e  di 
prosopopea  cerca  di  passare  per  un 
gran  che,  e  gabbare  il  mondo, 

ciàrlàtànàda,  s.  f.  =  ciarlatanata  :  atto 
0  discorso  da  ciarlatano. 

ciaròr,  s.  m.  =  chiarore:  l'effetto  di  una 
gran  luce. 

ciàsmo,  s.  m.  =  bagliore  :  di  luce  chiara, 
bianca,  che  offende  la  vista, 

ciàss,  s.  m.  =  chiasso  :  rumore  festoso. 

eiàv,  s.  f.  =  chiave  :  strumento  di  me- 
tallo che,  messo  nella  toppa  e  girato 
serve  per  aprire  e  chiudere. 

1)  Di  molti  strumenti  :  quanto  serve 
ad  aprire,  caricare,  ecc.  ;  ci^v  de  l'oro- 
lògg  =  chiave  dell'oriolo  :  piastrettina 
metallica  di  varie  fogge  e  variamente 
ornata,  che  serve  a  caricar  1'  orologio. 

H 


2)  Chiave,  cane  :  il  ferro  con  cui  si 
cavano  i  denti. 

3)  Catena  :  quella  spranga  di  ferro 
che  si  mette  fra  due  niuiù  opposti  per 
collegarli.  Anche  il  pezzo  di  metallo 
fermato  nelle  pietre  di  un  muro  per 
collegarle  e  le  pietre  stesse  che  si  in- 
castrano in  modo  da  formar  legame  o 
morsa. 

4)  T.  mus.  :  segno  che  denota  il  grado 
di  elevazione  della  scala  musicale. 

ciàvà  e  ciàvà  sii,  v.  att.  =  chiavare,  chiu- 
dere 0  serrare  a  chiave. 

eia  véla,  s.  f.  =  arpese  :  pezzo  di  ferro 
che  tiene  unite  pietre  con  pietre, 

ciàvèll,  s.  m.  =  chiavetta  :  mastiuzzo 
di  ferro  del  torchio  da  stampa, 

1)  Caviglia  :  piccola  bietta  di  ferro 
per  tener  ferme  le  chiavarde. 

ciàvéta,  s.  f.  =  chiavetta  :  dim.  di  chiave, 

1)  Pirone  :  nelle  arpe  e  sim.  nome 
di  quei  ferruzzi  intorno  ai  quali  si  av- 
volgono le  corde. 

2)  vin  déla  ciacèta  =  vino  di  quel 
bone. 

cibiribi  (g'iiig'à  à)  =  far  bazza  a  chi 
tocca  0  fare  a  chi  primo  la  piglia  è 
sua,  fare  a  chicchirillò  o  chicchiriò  : 
invitare  i  ragaazzi  a  prendere  a  gara  un 
oggetto  tenuto  fra  le  dita  in  alto. 

ciec,  s.  m.  =  un  pocolino,  un  cichino, 
un  micino,  un  micolino,  un  tantino, 
un  pochino  :  piccola  quantità  di  una  cosa. 

cica,  -v.  att.  =  ciccare  :  masticare  tabacco. 
Anche:  rodersi,  specialm.   per  invidia. 

cica,  s.  f.  =  cicca  :  tabacco  da  masticare 
e  anche  il  biasciotto  di  tabacco  masti- 
cato. 

1)  Pallottolina  colla  quale  i  fanciulli 
giocano  alle  buchette  :  giughi  à  cica. 
Vedi  fopèi. 

cioè,  s.  m.  =  codilungo  :  paglianculo, 
cincia  codona,  codilugnolo,  lancia  bue. 
Parus  caudatus.  Ucc.  silvano. 

cicero,  s.  m.  =  cicero  :  carattere  di 
stampa. 

ciceròn,  *  s.  m.  =  servo  di  piazza,  ci- 
cerone :  chi  accompagna  i  forestieri  per 
la  città,  spiegando  loro  tutto  quanto  è 
notevole  nella  città  stéssa. 

eiehètt,  s.  m.  =  bicchierino  :  un  bicchie- 
rino di  acquavite,  mistrà  e  altro  licore. 

cìci,  s.  m.  =  ciccia,  carne  :  cosi  i  ra- 
gazzi e  gli  adulti  parlando   ai  ragazzi, 

cicia,  s.  f.   =    carne  ;    vègli    tanta    cicia 


eie 


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indòèé   =    aver    molta   carne    indosso, 
esser  grasso.  Anche  :  ciccia. 

cieìà;  V.  att.  =  trincare  :  bere  vino  piut- 
tosto abbondantemente.  Ora  più.  usato 
seiscià. 

ciciàda,  s.  f.  =  trincata,  bevuta  ;  el  vìn 
l'era  bón  e  el  g'hà  daa  dna  cieitbda 
coi  fiòcch  =  il  vino  era  bouo,  e  fece 
una  trincata  coi  fiocchi.  Anche  :  sei- 
seìàda. 

cìciànespolj  s.  f.  =  succianespole  :  per- 
sona balorda,  scimunita  e  sim. 

eieiàrà;  t\  att.  =  chiacchierare,  cianciare, 
ciaccolare,  cicalare,  ciambolare,  ciai'a- 
mellare;  parlar  molto  senza  conclusione, 
di  cose  frivole.  Anche:  dir  male,  mor- 
morare. 

1)  Sost.  masch.  chiacchierio  ;  rumore 
di  chiacchiere  prolungato  e  confuso. 

ciciàràda,  s.  f.  =  chiacchierata. 

1)  Il  chiacchierare  prolungato  sopra 
uno  0  più  argomenti. 

2)  Per  dispr.  di  un  discorso  lungo 
e  noioso,  improvvisato  o  stampato. 

cìciàràmént,  s.  in.  =  chiacchierio,  chiac- 
chiericcio :  il  chiacchierare  di  più  per- 
sone. 

eicìàréta;  s.  vn.  =  chiacchierino,  cicalino  ; 
che  chiacchiera  molto  :  di  ragazzi  e  di 
uomini  pettegoli. 

1)  Sciolo,  saputello  :  specialm.  de' 
bambini  cioè  vogliono  dir  la  loro  in 
ogni  cosa  e  trinciano  sentenze. 

eieiàron,  s.  m.  =  abbondone,  cicalone, 
gracchione. 

1)  Ciaramella  :  che  ricopre  di  parole, 
che  sa  far  tutto,  a  sentir  lui,  e  conosce 
tutto. 

2)  Ammenicolone  :  chi  va  avanti  a 
forza  di  ammenicoli  e  chi  è  bravo  a 
trovarne.  Anche  chi  va  perdendo  il 
tempo  in  cose  da  nulla. 

3)  Chiassone  :  di  ragazzo  che  non  sa 
mai  star  zitto. 

4)  Ciaccione  :  chi  Ciaccia  di  molto  ; 
vuol  cioè  discorrere,  entrare  e  senten- 
ziare, darsi  da  fare  in  tutto  quanto  non 
sa,  ne  gli  s'appartiene. 

5)  ciciàroii  de  braserà  =  ciambolone  : 
chi  ciambola  molto. 

eieimin,  s.  m.  =  tantinino,  bricciolino, 
zinzinino  :  di  quantità  più  che  minima. 

eicìn  e  eicinin,  s.  m.  =  grano  :  una  mi- 
nima quantità,  un  pochino.  Anche  : 
briciolo. 

ciciO;  s.  m.    -  uccellino,   piccino  :   voce 


infantile  e  vezzeggiativa  per    chiamare 
gli  uccelli;  te  védet   che  bèli  cìeio?  = 
vedi  che  bell'uccellino? 
cìeion,  s.  m.  =  cucco.  V.  earcefi. 
cieìorà,  v.  att.  =  fare  pissi,  pissi  :  bisbi- 
gliare in  due  o  più  persone. 

1)  Pigolare,  cinguettare  :  il   mandar 
fuori  che  fanno  alcuni  uccelli    la  loro 
voce. 
cìeioritt,  s.  m.  pi.  =  bucinio,  bisbiglio, 

pissipissi  :  discorsi  segi-eti. 
ciciorlànda,  s.   f.    giilgà   à   là   cicior- 
lànda  =  giocare  alla  cicirlanda  :  specie 
di  gioco  di  società. 
cicisbeo,  *  s.  ni.  =  cicisbeo:   corteggia- 
tore vano  di    donne  e  anche   l'amante 
di  donna. 
cicolàtt  e  ciocolàtt,  *  s.  m.  =  ciocco- 
lata :  pasta   composta    di    cacao,    zuc- 
chero e  anche  altri  aromi. 

1)  Anche  la  bevanda    fatta  con  tale 
pasta. 
cieolàtee,  s.  m.   =  cioccolatiere  :  chi  fa 
e  vende  la   cioccolata.    Da   noi    anche 
chi  la  beve  volentieri  e  spesso. 

1)  Giucco:  ti*a  lo    sciocco  e  lo  stor- 
dito ;  fa  dna  figura  de  cieolàtee  =  fare 
una  trista  figm-a. 
eieolàtéra,  *  s.  m.  =  cioccolatiera  :  ven- 
ditrice di  cioccolata. 

1)  Vaso  in  cui  si   boUe  in  acqua  la 
cioccolata  per  fame  bevanda. 
cicolàtìii,  *  s.  m.  =  cioccolatino  ;  chicca, 
pastiglia  di  cioccolata. 

1)   Panellino    da   bachi:    coserellina 
mangereccia  e  medicata   che    si    dà  ai 
bambini  per  guarirli  dai    bachi. 
ciél,  *    s.    m.    =    cielo  :    la   parte  dello 
spazio  che  vediamo  sopra  di  noi. 

1)  sta  nò  né  in  ciél,  né  in  tèra  = 
non  stare  né  in  cielo,  né  in  teiTa  :  es- 
sere una  cosa  incredibile,  strana,  as- 
surda. 

2)  tocà  el  ciél  cont  on  dit  =  toccare 
il  cielo  con  un  dito:  chi  arriva  a  ot- 
tenere quanto  non  sperava. 

3)  vegnt  giò  del  ciél  =  cascar  dal 
cielo. 

4)  on  ftthnin  à  ciél  éerén  =  un  ful- 
mine a  ciel  sereno  :  di  cosa  inaspettata, 
imprevedibile. 

5)  ànd^  in  ciél  =  andare  in  cielo. 
Morire:  specialm.    dei  bambini. 

6)  che  el  ciél  te  benedisa  f  =  il  cielo  3 
ti  benedica  ! 


cif 


—  211  — 


7)  porta  ài  sUe  cieli  =  portare  ai 
sette  cieli:  farne  grande  elogi. 

8)  ciél  rosa  ò  tiequa  ò  boff  =  cielo 
rosso  0  piove  o  soffio. 

9)  eiél  faa  à  pàncòtt  se  no  piceuv 
ineceu  piopuv  sianoti  =  cielo  a  peco- 
relle acqua  a  catinelle. 

10)  cri^  vendita  in  del  =  gridar 
vendetta  al  cospetto  di  Dio. 

11)  per  amor  del  cieli  =  per  amor 
del  cielo!  Esclam.  di  maraviglia. 

12)  seniénsa  d'tisen  no  va  in  del  = 
raglio  d'asino  non  sale  al  cielo. 

13)  el  ciél  déla  sttinsa  =  il  cielo 
della  stanza  :  il  soffitto  ;  el  ciél  déla 
càròsa  =  il  cielo  della  carrozza:  il 
cortinaggio. 

14)  el  ciél  déla  bòca  =  il  palato. 
cif  de  bava,  s.  m.    =   i   monelli   cliia- 

mano  cosi  il  fazzoletto  da  naso  di  seta. 
cif  lis  (fa),  =  far  cecca  :  del  fucile  quando 

non  piglia. 
1)  Per  estens.  :  quando  al  bigliardo 

non  si  colpisce    colla  stecca   la   palla. 
cifòn,  s.   m.    =    orinaliera,    tavolino  da 

notte. 
cilàpà,  V.  att.  =  gingillare,    gingillarsi  : 

fare  il  gingillone,  perdere  il  tempo  in 

bazzecole. 
cilàpp,  s.  m.   =   bietolone,  baccMllone  : 

persona  piuttosto  grande,  ma  di    poco 

animo  e  di  poco  senno,  e  che  di  nulla 

si  intenerisce. 
cilinder,  s.  m    =  tuba,  cappello  a  staio  : 

è  così  chiamato  per  vezzo  un  cappello 

da  uomo  a  cupola  e   incollato,    per  la 

sua  forma  cilindrica.  Anche  :  cilindro. 

1)  Laminatoio.  Raram.  usato.  Sti'u- 
mento  per  ridurre  i  metalli  in  lamine. 

2)  Subbio  :  legno  tondo  del  telaio 
per  tenderci  i  fUi  o  anche  la  tela. 

cilindra,  v.  att.  =  cilindi-are:  fai-  pas- 
sare al  cilindro. 

1)  Far  passare  un  cilindro  di  me- 
tallo sopra  la  stoffa  o  la  carta,  perchè 
prenda  il  lucido. 

cilìndrìcli,  agg.  =  cilindi-ico  :  ohe  ha  for- 
ma del  cilindi-o. 

ciiubàlis  (àndà  in)  =  andare  in  cim- 
berli,  in  cotta,  in  bernesche  :  ubbria- 
carsi. 

cimbàrda,  s.  f.  =  grata  sospesa  sotto  i 
carrettoni  {bar)  dove  donne  il  carret- 
tiere. In  Toscana  non  usa. 

cimént,  s.  w..  =  cimento,  rischio,  peri- 
colo. 


1)  tirti  à  cimént  =  provocai'e, 

cimenta,  v.  att.  =  cimentare:  mettere 
uno  al  punto  di  compromettersi  seria- 
mente. 

1)  cimentàsé,  rifl.  =  mettersi  al  ci- 
mento, al  rischio. 

cinàfòse,  esci.  =  dicatti  :  forma  elittica 
per  «  aver  dicatti  »  ;  dover  essere  sod- 
disfatti di  ciò  che  ci  tocca  per  non  po- 
ter pretendere  o  sperar  di  meglio.  E 
forma  sincopata  per  :  così  ce  ne  fosse. 

cinchetinfrìn,  s.  f.  =  un  cosino  :  di 
donna  magra,  esile,  piccola  ;  non  senza 
qualche  pò  di  ridicolo. 

cinci  e  sqiiìnci,  =  mètes  in  etnei  e 
sqtitnci  =  mettersi  in  ghingheri,  fam. 
vestirsi  con  ricercatezza  per  dare  nel- 
l'occhio. 

cinciàpéta,  s.  f.  =  ciammengola  :  di  don- 
na pettegola  e  ambiziosetta. 

cincinàss,  v.  rifl.  =  cincinnarsi,  ricin- 
cinnarsi ;  acconciarsi,  specialm.  il  capo 
con  molta  arte  e  ricercatezza. 

cinismo,  *  s.  m.  =  cinismo,  indifferenza 
e  anche  sfrontatezza. 

cinqn,  s.  m.  =  cinque  :  il  quinto  dei 
numeri  cai"dinali. 

1)  fa  là  règola  del  cìnqu  =  far  leva 
ejus,  poiTe  cinque  e  levar  sei  ;  cioè  ru- 
bare. 

2)  me  basta  i  me  cìnqu  sdld  =  mi 
basta  il  core,  l'animo:  ho  il  coraggio. 

3)  grand  come  on  cìnqu  quatrìn  de 
foi-mtj  =  alto  come  un  soldo  di  cacio. 

4)  marcia,  sili  dnqu  e  desdòtt  =  scia- 
larla, metter  lusso. 

5)  Per  altre  locuzioni  vedi  càvèi  10), 
garófol,  camp.  2). 

cinquanta,  s.  m.  =  cinquanta  :  il  cin- 
quantesimo dei  numeri  cardinali. 

cinquanta,  v.  att.  =  baloccare,  quistio- 
nare,  chiacchierare. 

cinquéna,  s.  f.  =  specie  di  forcone  con 
cinque  rel)bi  piatti  e  spuntati  che  molti 
usano  per  ammostatoio. 

cinquina,  *  s.  f.  =  cinquina  :  cinque  nu- 
meri giocati  al  lotto. 

1)  Di  cinque  numeri  della  stessa  fila 
vinti  a  tombola.  È  più  usato  quintina. 

cinta,  V.  att.  =  cintare  :  fare  una  cinta 
di  muro,  cingere  di  muro. 

cìnto,  s.  f.  =  brachiere  :  sostegno  di 
cuoio  per  reggere  gli  intestini  abbas- 
sati nell'ernia.  Cinto  erniario. 

cìnta,  s.  f.  =  cinta  :  cerchia  di  muro. 


CIO 


—  212  — 


CIO 


1)  Cinghia  :  striscia  larga  di  cuoio 
per  legare. 

ciòca,  s.  f.  =  cotta,  balla,  ubbriacatura, 
lina  sbornia  ;  l'ubbriacai'si. 

\)  cidca  =  acciocca  :    detto  di  viola. 

2)  dà  via  per  òna  cidca  =  abbac- 
chiare :  fare  un  abbacchio,  dare  per  un 
tozzo  di  paae. 

cìocàtee,  s.  m.  =  beone:  che  ha  l'abi- 
tudine di  bere  molto.  Meno  però  che 
imbriàgon  =  ubbriacone. 

ciocàj  V.  avv.  =  chioccare,  croccare  :  quel 
suono  che  rendono  le  cose  fesse  quando 
son  percosse 

1)  Gridare,  strepitale  dolendosi  di 
qualche  cosa,  specialmente  di  torti  ri- 
cevuti. 

2)  Guizzare;  l'agitarsi  e  il  rumoreg- 
giare del  vino  in  una  bottiglia  sboc- 
cata. 

ciòcch;  s.  m.  =  briaco,  ubbriaco:  alte- 
rato dal  vino. 

1)  ciòcch  come  dna  pUa,  carne  on 
bée  =  briaco  fradicio,  briaco  fino  al- 
l'ultimo grado. 

2)  vèsé  ciòcch  del  sògn  =  essere  ab- 
barbagliato, cascar  dal  sonno. 

cidcchj  s.  m.  =  chioccolo  :  fischio  di 
latta  con  cui  imitasi  il  chioccolare  del 
merlo. 

1)  Baccano,  ù-acasso  :  mètt  gid  on 
ciòcch  de  no  di  =  fare  un  baccano  grande, 
da  non  si  poter  dire. 

ciochee,  s.  m.    =   beone.  V.  ciocàtee. 

Giocherà,  s.  f.  =  bubboliera,  sonagliera: 
la  parte  della  briglia  che  rimane  sotto 
la  gola  del  cavallo,  a  cui  sono  attac- 
cati i  bubboli. 

ciochéta,  s.  f.  =  campamiccia,  dim.  di 
campana. 

1)  Sbornietta  :  piccola  e  leggera 
sbornia. 

ciochìn,  s.  m.  =  bubbolo  :  sferetta  d'ot- 
tone, vuota,  con  una  piccola  apertui-a, 
e  dentro  una  pallotolina  di  ferro,  che, 
agitandola,  suona  come  un  campanello. 
Se  ne  mette  alla  bubboliera  dei  cavalli 
e  anche  al  collare  dei  cani.  Anche 
campanili,  souàj. 

1)  i  ciochitt  =  sonagliera,  sonaglieli. 

ciocón  de  grràpa  =  trincone  ;  chi  sbe- 
vazza liquori. 

ciod,  *  s.  m.  =  chiodo  :  pezzo  di  ferro 
più  0  meno  grosso  e  lungo,  appuntato 
da  una  parte  e  con  capocchia  dall'al- 
tra, e  seiTe  per  conficcare. 


1)  pianta  el  ciòd  in  d'on  stt  =  pian- 
tare il  bordone  in  un  luogo  ;  fermarsi, 
stare  in  casa  d'altri  per  un  certo  tempo 
e  con  poca  discretezza. 

2)  ciod  romàn  =  bullettone;  bulletta 
con  una  larga  capocchia  d'ottone,  che 
si  mette  per  ornamento  alle  imbotti- 
ture dei  mobili. 

3)  ròbb  de  ciod  =  cose  da  cani;  dì 
ròbb  de  ciòd  =  dir  cose  da  cani  :  dire 
ad  uno  le  maggiori  ingiurie  o  dirne  il 
peggior  male  possibile. 

4)  digerì  i  ciod  =  aver  lo  stomaco 
d'acciaio  ;  forte  a  digerire  qualunque 
cibo. 

5)  pientà  e  pica  i  ciòd  in  del  mUr  = 
ficcare  i  chiodi  nel  muro. 

6)  ì^éss  sècch  còme  on  ciòd  =  secci 
come  un  chiodo,  uno  stoccafisso,  m* 
grissimo. 

7)  màngiàss  foeura  tinca  i  ciòd  deh 
cà  =  mangiarsi   fino    all'ultimo   scudo. 

8)  deventà  on  ciòd  =  improsciuttire; 
divenir  secco,  secco;  di  pers.  che  di- 
venta sempre  piii  magra. 

S)  dàgh  sii  el  ciòd  à  l'Use  =  mette: 
la  spranga  all'uscio. 

ciodària,  s.  f.  =  chiodame,  chioderia: 
assortimento  di  chiodi   d'ogni    qualità, 

cìodéra,  s.  f.  =  chiodaia,  chiovaia  :  stru- 
mento per  far  la  capocchia   ai    chiodi, 

ciodiroetì,  s.  tn.  =  chiodaiuolo  :  chi  fa  i  ' 
chiodi. 

cioff,  =  Voce    imitativa   per   indicare  il^ 
tonfo  di  un  corpo  nell'acqua.  1 

cióla,  =  Voce  triviale  che  si  dice  per 
sprezzo  a  chi  è  baggeo,  citrullo,  bie- 
tolone. 

cioll,  =  s.  m.  =  coso  perso:  d'uomo 
che  non  sa  far  nuUa. 

cidma,  s.  f.  =  chioma,  criniera  :  il  crine 
del  cavallo. 

cióudol,  s.  m.  =  ciondolo. 

1)  Ornamento  alla  catena  dell'orolo- 
gio.    . 

2)  La  croce  di  cavaliere  :  in  senso 
alquanto  spregiativo. 

ciònonostàut,  cong.  =  nondimeno,  tut- 
tavia. 

ciorlina,  s.  f.  =  sciacquatui-a,  risciaqua- 
tura:  vino  scipito  o  molto  annacquato,    i 

cidsca,  esci.  =  capperi  !  esclam.  di  me- 
raviglia, 

cipèll,  s.  m.  =  scassa:  pezzo  di  legno 
che  mettesi  a  pie  dell'albero  della  barca. 

cipà,  V.  alt.    =    sbizzarrire,    scapriccire, 


cip 


213  — 


cìt 


sgalettare  :    far   mostra    di    vivezza    e 
di  brio. 

1)  Eisaltare,    brillare:    specialmente 
per  abiti  vistosi. 

2)  Pigolare   degli    uccelli  e  dei  p\il- 
cini. 

cipeli  mèrli,  e  cipilimérlì,  =  canta 
merlo  !  Si  dice,  facendo  ala  della  mano 
al  naso,  quando  si  vuol  negai-e  riso- 
lutamente, ma  in  modo  non  burbero, 
ne  rigido,  qualche  cosa. 

cìpp  cìpp,  =  il  verso  degli  uccoUini. 
1)  Fissi  pissi  :  il  pigolar    delle    pas- 
sere unite  insieme. 

ciprèss,  s.  m.  =  cipresso.  Cupressus 
semper  vircns:   albero    sempre    verde. 

circa,  avv.  =  circa;  el  g'hà  circa  tren- 
fann  =  ha  tre nt' anni  circa. 

circo,  *  s.  m.  =  circo  :  teatro  per  spet- 
coli  e  questi!. 

circol,  *  s.  m.  =  circolo  :  cerchio  :  figura 
geometrica. 

1)  Quantità  di  persone  riunite  a  con- 
versazione. 

2)  Società  di  persone  che,  mediante 
una  tassa,  sono  ammesse  in  un  dato 
locale,  a  godere  di  quanto  si  è  pattuito  : 
lezioni,  divertimenti,  letture  e  sim.  ; 
el  circol  filològich  =  il  circolo  filo- 
logico ;  tùti  i  sér  doo  ài  circol  =  ogni 
sera  vado  al  circolo. 

circolar,  =  circolare. 

1)  Agg.  Che  ha  la  forma  di  circolo. 

2)  Sost.  Lettera  circolare  :  lettera  che 
da  un  ministro  o  capo  ufficio  è  man- 
data nello  stesso  tenore  ai  suoi  dipen- 
denti per  spiegazioni  o  avvertimenti. 
Anche  un  privato  o  una  società  manda 
circolari  ai  parenti,  agli  amici,  ai  co- 
noscenti, ai  soci. 

circolàgiòn,  s.  f.  =  circolazione,  il  cir- 
colare: del  sangue,  dell'aria,  degli  u- 
mori,  della  gente  nelle  vie,  ecc. 

circonda,  *  v.  alt.  =  circondare  :  essere, 
stare,  mettersi  attorno  a... 

1)  Abbracciare  :  circondare  riferito  a 
spazio;  el  mar  el  circonda  là  tèra  = 
il  mare  abbraccia  la  terra. 

2)  Attorniare,  accerchiare  :  detto  di 
persone,  stare  attorno  per  ottener  qual- 
cosa, traiTe  in  inganno  e  sim.  ;  l'han 
circAmdaa  in  manéra  che  l'ha  minga 
podiiii  di  de  nò  =  l'attorniarono  in 
modo  che  non  potè  dire  di  no. 

3)  Accerchiare  :  si  dice  di  molte  per- 
sone 0   cose   disposte   intomo   a   xina 


persona  o  cosa  in  modo    dì    chiuderla 
come  in  un  cerchio. 
circondàri,  *  s.  m.  =  circondario  :  esten- 
sione di  paese  che  forma  una  divisione 
amministrativa. 

circonferénsa,  *  s.  f.  =  circonferenza: 
linea  che  termina  il  circolo. 

circonflèss,  *  agg.  =  circonflesso  :  d'una 
qualità  speciale  d'accento. 

circonvàlàsiòn,  *  s.  f.  =  circonvalla- 
zione ;  strtbda  de  circonvàlàsiòn  =  strada 
di  circonvallazione:  quella  che  appena 
fuori  poi-ta,  gira  intorno  alla  città. 

circostanza,  *  s.  f.  =  circostanza  :  qua- 
lità che  accompagna,  muta  e  modifica 
la  natura  di  un  fatto,  d'un' azione. 

1)  Condizioni  particolari  d'una  per- 
sona, e  specialmente  finanziarie  ;  i  me 
circostàns  me  permèten  minga  de  fall  = 
le  mie  circostanze  non  mi  permettono 
di  farlo. 

circostànsiaa,  agg.  =  circostanziato:  di 
rapporto,  racconto,  e  sim.  esposto  mi- 
nutamente, con  tutte  le  circostanze. 

circiiì,  V.  alt.  =  circonvenire:  stare  at- 
torno a  uno  con  tante  arti  da  ottenere 
l'intento. 

circumcìrca,  mod.  avv.  =  a  un  dipresso, 
presso  a  poco. 

cìrìbibì,  s.  m.  =  bui-attino.Vedicibiribi. 

ciribicòcola^  s.  f.  =  coccola  Scherz.  la 
testa;  ms  gira  là  ciribicdcola  =  mi 
gira  la  coccola.  Specialm.  quando  scappa 
la  pazienza  o  vien  la  stizza. 

ciribira,  s.  m.  =  burattino.  Vedi  blìcter. 

ciribiràda,  s.  f.  =  burattinata:  azione 
da  ciribira. 

cispa,  *  s.  f.  =  caca,  cispa.  Specialm. 
l'umore  pituitoso  degli  occhi. 

cisquitt,  s.  m.  =  civettino  :  di  chi  della 
galanteria  non  ha  che  l'inezia  e  il  ri- 
dicolo. 

1)  Accattamori,  bucacori,  cascamorto: 
di  chi  pone  l'assedio  alle  finestre,  arde 
le  persiane  col  fiato. 

cisterna,  s.  f.  =  pozzo  nero,  cloaca, 
fogna,  chiavica  :  dove  scolano  dalle  la- 
trine le  feci  immessevi.  Anche  :  bottino, 
il  cesso. 

1)  Cisterna:  serbatoio  d'acqua  pio- 
vana costruito  dove  c'è  difetto  d'acqua 
di  polla. 

cita,  V.  alt.  =  citare  :  chiamare  ufficial- 
mente in  tribunale   un   testimonio,  un 
debitore. 
1)  Allegare  le   parole  scritte  e  dette 


cit 


-  214 


eia 


da  altri  a  suffragare   la   nostra   asser- 
zione. 

cìtaa,  s.  f.  =  città:  l'insieme  di  molte 
case  e  palazzi,  con  strade,  con  piazze, 
giardini,  eco. 

citàdèla,  s.  f.=  cittadina,  dim.  di  città; 
piccola  e  graziosa  città. 

1)  Cittadella  :  la  strada  che  a  Milano 
corre  dal  ponte  di  Porta  Ticinese  alla 
Porta  omonima,  perchè  sin  verso  il 
1400  era  fortificata  come  una  cittadella. 

citadin^  *  s.  m.  =  cittadino  :  abitante 
della  città. 

1)  Agg.  Cittadinesco  :  appartenente 
alla  città. 

citàdìna,  s.  f.  =  carrozza  pubblica,  car- 
rozzella. Vedi  briimin. 

citàdinànsa,  *  s.  f.  =  cittadinanza:  l'in- 
sieme dei  cittadini  di  una  città. 

1)  Condizione  legale  di  chi  ha  i  di- 
ritti e  i  doveri  di  cittadino  ;  ài  Bonàsi 
g'han  daa  là  eitadinàma  de  Milàn  = 
a  Sonasi  han  dato  la  cittadinanza  mi- 
lanese. 

cito  !  =  zitti  !  sta  !  buoi  !  voce  indecli- 
nata che  significa:  non  parlate,  non 
lo  dite  a  nessuno. 

1)  etto  nèn  !  =  zitto  e  buoi.  Vale  : 
bisogna  acquetarsi,  non  fiatare. 

cilicio,  s.  m.  =  ciuco:  di  scioccone,  di 
citrullo,  di  semplicione. 

ciiiuim,  ciiimm,  =  zunnene  :  voce  del- 
l'uso adoperata  a  imitare  il  suono  della 
banda. 

cìiiniór,  s.  m.  =  cimurro,    cimurlo  :  in- 
fermità del  cavallo    e  d'altri    animali. 
ciìirinàia,  s.  f.  =  ciurmaglia,  accozzaglia 

di  gente  da  poco  e  rozza: 
ciuS)  agg.  =  chiuso:  da  chiudere. 
eifisa,  s.  f.  =  cateratta:  chiusura  movi- 
bile  incastrata   nei    lati  di    un  canale, 
per  trattenere  o  mandar  via  le  acque, 
0  per  impedire  inondazioni. 
ciiison,  =  s.  m.    =    chiusino  :    lastra  di 
ferro  o  pietra  che  chiude  la  bocca  del 
forno. 
civìl,  *  agg.  =   civile:    quanto  riguarda 
i  cittadini  ;   tribimàl   eivìl  =  tribunale 
civile. 

1)  D'abito,  colore,  cosa  delicata,  con- 
veniente, ma  senza  sfarzo  ;  cflsa  cimi 
=  casa  civile  ;  eondisión  cimi  =  condi- 
zione civile. 

2)  vestì  in  eivìl  =  vestire  da  bor- 
ghese. Contrapp.  a  militare. 

3)  matrimòni    eivìl    =    matrimonio 


civile:  quello  che  si  fa  al  Municipio, 
all'ufficio  dello  Stato  civile.  Contrap- 
posto a  religioso. 

4)  fiineràl  eivìl  =  trasporto  civile  : 
quello  che  si  fa  d'un  cadavere  civil- 
mente, senza  l'intervento  dei  sacerdoti. 

5)  là  pdrt  cìvìl  =  la  parte  civile. 
T.  leg.  :  chi  comparisce  in  giudizio  con- 
tro un  accusato  in  causa  criminale  per 
sostenere  diritti  offesi  e  ottenere  risar- 
cimento di  danni. 

6)  vègh  el  eoràgg  cimi  =  avere  il 
coraggio  civile.  Ironicam. 

7)  stat  eivìl  =  il  registrare  le  nascite 
le  morti  e  i  matiimoni  in  un  Comune 
e  l'ufficio  dove  si  registi-ano. 

civilisà,  *  V.  att.  =  civilizzare  e  più  co- 
munem.  :  incivilire,  render  civile. 

civilmént,  avv.  =  civilmente  :  da  civile, 
in  via  civile. 

1)  sta  civilmént  =  contenersi  civil- 
mente: con  modi,  costumanze  civili. 

cìviltaa,  s.  f.  =  civiltà  :  stato,  condizione 
di  popolo  civile. 

1)  Anche  :  gentilezza,  buona  creanza. 

clàcch,  s.  m.  pi.  =  calosce:  controscarpe 
che  si  mettono  per  riparare    le    scarpe  I 
dall'acqua  e   dal   fango.  Dal   francese,  | 
claques. 

clàriiiètt,  *  s.  m.  =  clarinetto  :  stru- 
mento musicale  di  legno,  a  fiato. 

clàsich;  *  agg.  =  classico:  d'autori  e 
libri  che  servono  di  modello  agli  stu- 
diosi. 

1)  questa  l'è  clttsica  =  questa  è  clas- 
sica !  Anche  :  è  barbina  ! 

clàsiflcà,  *  V.  att.  =  classificare:  collo- 
care, ordinare  per  classe. 

clàsiiicàsiòn,  s.  f.  =  classificazione  :  l'o- 
perazione del  classificare. 

1)  Punto  di  merito  dato    all'alunno. 

class,  s.  f.  =  classe  :  divisione  fatta  tra 
cose  della  stessa  specie, 

1)  Le  divisioni  delle  scuole,  secondo 
il  grado  d'insegnamento;  e  gli  scolari 
di  una  classe;  e  l'aula  dove  si  trova 
la  classe. 

2)  T.  mil.  :  i  soldati  della  leva  dello 
stesso  anno. 

3)  Distinzioni  nelle  ferrovie,  basti- 
menti, ecc. 

clàusola,  *  s.  f.  =  clausola:  inciso,  pro- 
posizione che  modifica  il  valore  delle 
cose  detto  o  scritte   anteoedentementei 

claiisura,  s.  f.  =  clausura  :  il  vivere  ri- 


eia 


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cob 


tirati    ìq    un    convento    senza     potere 
uscirne. 

clavicola,  *  s.  f.  =  clavicola:  osso  che 
serve  di  puntello  alla  spalla. 

clemèusa,  *«./".  =  clemenza  :  virtù  che 
move  ad  alleggerire  le  pene  ;  el  ie  ra- 
eomtLncla  tila  elemensa  del  tribilndl  = 
si  raccomanda  alla  clemenza  del  tri- 
bunale. 

clericàl,  *  agg.  =  clericale:  di  partito 
cho  osteggia  col  pretesto  della  religione 
l'unità  d'Italia  e  la  libertà  civile. 

clèro,  *  s.  m.  =  clero  :  il  complesso  dei 
sacerdoti  ;  el  noster  clero  l'è  minga 
tròpp  intransigént  =  il  nostro  clero 
non  è  troppo  intransigente. 

cliént,  *  s.  m.  =  cliente  :  chi  abitual- 
mente si  serve  di  un  determinato  pro- 
fessionista, 0  fa  le  compere  in  un  de- 
terminato negozio. 

clientela,  *  s.  f.  =  clientela:  il  com- 
plesso dei  clienti. 

clima,  s.  m.  =  clima:  condizione  dell'a- 
ria respirabile  di  un  dato  paese. 

1)  àbituàss  ài  elima  =  acclimatarsi, 
assuefarsi  al  clima  di  un  paese. 

climatèrici!,  *  agg.  =  climaterico:  del 
tempo  in  cui  uno  è  inquieto  e  nervoso  ; 
incoeii  l'è  dna  giornMa  climaterica  = 
oggi  è  una  giornata  climaterica. 

climàtici!,  *  agg.  =  climatico  ;  là  eitra 
climàtica  =  la  cui'a  climatica  :  quella 
in  cui  ciò  che  agisce  è  il  clima. 

clinica,  *  s.  f.  =  clinica  :  luogo  negli 
ospedali  destinato  a  servire  all'inse- 
gnamento del  modo  di  curare  gli  am- 
malati ;  à  Pà/via  là  clinica  del  Botini 
l'è  là  piisee  bòna  =  a  Pavia  la  clinica 
di  Bottini  è  la  migliore. 

clistèr,  *  s.  m.  =  clistere  :  medicamento 
liquido  che  si  dà  per  la  parte  dereta- 
na; dà  on  cliéter  d'dli,  d'dcqua  de 
vis,  e  sim.  =  dare  un  clistere  d'olio, 
d'acqua  di  riso  e  sim. 

cloro,  *  s.  m.  =  cloro  :  sostanza  chimica 
di  odore  acuto,  disinfettante. 

cloroformi,  *  s.  m.  =  cloroformio:  so- 
stanza anestetica  che  si  adopera  per 
fare  operazioni  chirui-giche  molto  do- 
lorose. 

cloroformisà,  *  v.  att.  =  cloroformiz- 
zare, eterizzare  :  assopire  col  cloro- 
formio. 

clttbb,  s.  m.  =  club,  circolo:  ridotto  di 
persone  associate  a  un  dato  fine.  Dal- 
l'inglese Club. 


eòa,  s.  f.  =  coda  :  il  prolungamento  ver- 
tebrale dei  quadrupedi  ;  il  prolunga- 
mento del  corpo  dei  rettili  e  dei  pesci  ; 
l'appendice  di  penne  sporgenti  dal  co- 
dione degli  uccelli. 

1)  Fig.  :  chi  è  di  idee  retrive,  non 
liberale. 

2)  Lo  strascico  per  ornamento. 

3)  La  striscia  luminosa  che  accom- 
pagna le  comete. 

4)  là  eoa  d'on  éonètt  =  la  coda  del 
sonetto  :  i  versi  che  si  aggiungono  ai 
quattordici  del  sonetto. 

5)  gttàrdà  cont  là  eoa  de  l'oeuce  = 
guardare  colla  coda  dell'  occhio  :  alla 
sfuggita. 

6)  mHes  là  eoa  in  di  gàmb  =  met- 
tersi la  coda  fra  le  gambe  :  andare  via 
umiliato  e  confuso. 

7)  à  eòa  de  róndin  =  a  coda  di  ron- 
dine :  modo  avv. 

8)  eémbol  à  eoa  =  pianoforte  a  coda  : 
orizzontale,  terminato  a  modo  di  coda. 

9)  mena  là  eoa  =  scodinzolare  :  del 
cane. 

10)  sehisciàgh  là  eoa  à  vUn  =  toc- 
car il  pelo  e  il  naso  a  qualcuno. 

11)  dà  el  didin  èUa  Ma  eoa.  Vedi 
didin  2). 

12)  el  diàol  el  ghe  mètt  là  eoa  = 
Vedi  diàl,  12). 

13)  eoa  de  ràtt  =  coda  di  topo. 

—  cedola  ;  phleum  nodosum.  Specie 
di  fiore. 

—  Lima  di  straforo.  Lima  cilindrica 
appuntata  che  serve  ad  allargare  fori 
rotondi. 

eoa,  V.  att.  =  covai-e  :  degli  animali  che 
stanno  sulle  ova  finche  sian  nati  i  pul- 
cini. 

1)  Di  chi  sta  sempre  d'intorno  al  foco. 

2)  eoa  el  maa  =  covare  il  male  :  di 
malattie  che  vengano  adagio,  adagio, 
senza  che  l' uomo  se  ne  accorga  ;  et 
coma  el  tifo  =  covava  il  tifo. 

coàda,  s.  f.  =  covata  :  il  covare  galline, 
piccioni,  uccelli  ;  e  gli  uccelli,  pulcini 
in  cova. 

coàfur,  s.  f.  =  pettinatura,  acconoiatui-a 
del  capo  Voce  francese  da   Goiffure. 

coàss,  s.  f.  pi.  =  trecce:  specialm.  quelle 
che  le  contadine  arrotolano  sulla  nuca. 

cobi,  s.  m.  =  letto;  àndà  al  cdbi  =  an- 
dare a  letto,  a  dormire. 

còbia,  s.  f.  =  pariglia,  di  cavalli  accop- 
piati. 


cob 


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cod 


1)  che  bela  còbia  =  che  beli'  ambo! 
Modo  scherzevole  vedendo  insieme  per- 
sone di  cattiva  riputazione. 
cobià,  r.  att.  =  accoppiare,  addoppfare, 
raccorrò  insieme  sui-  uno  stesso  gomi- 
tolo i  fili  di  due  0  più  matasse  o  fusi, 
0  rocchetti. 

1)  Unire  insieme  due  cose  o  due 
persone. 

2)  Di  cavalli,  apparigliare. 

3)  In  senso  reciproco;  kin  eobian  ben 
=  si  sono  ben  accoppiati.  Anche  nel 
senso  iron.  di  cóbia,  1). 

4)  cobià;  significa  anche  dormire,  da 
còbi. 

coca,  v.  att.  =  ammammolarsi  :  addor- 
mentarsi seduti,  cascando  la  testa  sul 
petto. 

1)  Accoccarla,  appiopparla,  suonarla  : 
corbellare  •,  te  me  là  cdehet  nò  =  non 

,    me  l'accocchi,  non  mi  ci  pigli. 

coca,  s.  f.  =  coca  :  specie  di  pianta 
pei'uviana  colle  foglie  della  quale  si  fa 
decotto  ed  elisir, 

cocàrda,"*"  s.  f.  =  coccarda;  nappa  a  di- 
versi colori  secondo  le  nazioni  o  il  si- 
gnificato che  le  si  dà.  La  italiana  è 
tricolore. 

còcc,  agg.  = 

1)  Mezzo,  troppo  matui'O,  vicino  al- 
l'infracidire  per  troppa  mollezza  :  di 
mele,  meloni,  cocomeri  e  sim. 

2)  Contento,  allegro,  soddisfatto. 
còcer,  s.   m,  =   cocchiere  :    chi    guida  il 

cavallo  0  i  cavalli  della  carrozza. 

cocéta,  s.  f.  =  lettiera,  intelaiatui'a  di 
bel  legname,  o  anche  di  ferro  gentil- 
mente lavorato,  entro  la  quale  si  po- 
sano su  assicelle  i  sacconi  o  gli  elastici. 

còcch,  s.  m.  =  crioco. 

1)  Il  nucleo  del  cocco  dell'  India  ; 
cocos  iiucifera,  il  quale  è  adoperato  in 
lavori  di  tornio. 

2)  Galla  di  levante,  frutto  del  coc- 
colo menisperno,  meiiispernum  eoc- 
culus. 

3)  eiàpà  el  còcch  =  addormentai'si. 

4)  i  còcch  =  rigonfi  :  piccoli  cilindii 
di  crine  o  altro  che  solevano  le  donne 
mettere  tra  i  capelli  delle  tempia  per 
tenerli  gonfi  e  sporgenti. 

5)  càrbòìi  còcch  =  caibone  coke  :  il 
residuo  della  distillazione  del  carbon 
fossile  per  la  preparazione  del  gas  il- 
luminante. Dell'  ing.  coak,  coke. 


6)  fung  còcch  =  uovolo,  fungo  bo- 
leto. 

cochéta,  s.  f.  =  cocchetta:  bozzolo  di  baco 
da  seta  che,  scosso,  dà  suono  come 
avesse  in  sé  qualche  osserello. 

còcia,  =  cuccia  :  covile  del  cane.  Vedi 
cucia. 

cociàss,  V.  rifl,.  =  cucciare.  V.  cuciàss. 

coco,  s.  m.  =  cucco,  cuculo  comune  o 
rugginoso  o  francescano;  citculus  cano- 
riis.  Uccello  silvano. 

1)  rèss'  on  coco  =  esser  cuculo:  di 
uomo  da  poco. 

2)  givgà  ài  caco  =  fare  al  cucù,  fare 
a  stoppa:  specie  di  gioco  che  si  fa  coUe 
carte  del  tresette.  Giocai'e  a  lumaggrè. 

3)  coeo:  quando  vogliamo  negar  for- 
temente. V.  cipelimérli. 

coco,  s.  m.  =  cucco,  cocco:  voce  infan- 
tile per  uovo. 

cocòcìa,  s.  f.  =  ceppicene,  coccuzza,  coc- 
cio: il  capo.  Voce  di  celia. 

cocorà,  V.  att.  =  vezzeggiare,  carezzai-e. 
Specialm.  i  bimbi  che  si  prendono  sulle 
ginocchia  e  si  carezzano,  si  baciano  e 
simile. 

cocoràda,  s.  f.  =  partita  al  cucù. 

cocorita,  s.  f.  =  cocorita:  specie  di  pic- 
colo pappagallo. 

cocumer,  s.  m.  =  cetriolo;  pianta  del  ge- 
nere zucca. 
1)  Citrullo:  d'uomo  dappoco. 

cociimeràda,  s.  f.  =  citrullaggine.  Vedi 
grambaràda,  àsnàda. 

cod,  s.  f.  =  cote,  pietra  a  olio,  pietra  per 
affilare  i  foni  da  taglio. 

1)  Fj-assinella:  sorta  di  pieti'a  per  li- 
sciar metalli. 

coda,  v.  att.  =  affilare:  dare  il  filo  a  stru- 
menti da  taglio  già  aiTotati. 

codàda,  s.  f.  =  affilata,  l'affilare  ;  g'hòo 
daa  dna. bòna  codàda  ài  temperm  =  ho 
dato  una  buona  affilata  al  temperino. 

codàdura,  s.  f.  =  affilatura,  l'atto  del- 
l'affilare ;  hoo  pà^aa  on  franch  là  co- 
dàdura di  reso  =  ho  pagato  una  lira 
per  l'affilatiu-a  dei  rasoi. 

codee,  s.  m.  =  bossolo  della  pieti-a;  quello 
in  cui  ripongono  i  contadini  la  cote. 

1)  Corno  dell'  acqua.  Lo  portano  a 
cintola  i  falciatori  per  tagliare  la  pietra 
quando  vogliono  affilare  la  falce  frul- 
lana. 

cddegra,  s.  f.  =  cotenna  del  lardo:  la  cute 
del  maiale  dalla  quale  il  lardo  è  lico- 
perto. 


cod 


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1)  Pelliccia:  l'intreccio  d'erbe  minute 
e  fìtte  e  di  barboline  che  veste  un  campo, 
un  prato. 

2)  Sciàvero:  una  delle  quattro  parti 
di  cerchio  che  si  ha  dell'  albero  in  ri- 
quadrarlo coli' accetta,  o  colla  sega. 

codegrà,  V.  att.  =  far  faro  cotenna  o  col- 
lottola: ingrassare  le  bestie  pascendole 
di  buona  erba. 

1)  Piotare;  coprir  di  zolle  d'erba  un 
prato. 

codegliéta,  s.  f.  =  Palanca:  palo  diviso 
per  il  lungo  che  serve  a  far  palancati. 

1)  Piallaccio:  sottilissime  assicelle  di 
cui  copronsi  i  legni  più  vili. 

2)  Correntino:  ognuno  di  quei  rego- 
letti riquadrati  che  ricorrono  spessi  e 
paralleli  nel  verso  del  pendio  del  tetto. 

3)  Broncone  :  regolo  con  cui  sosten- 
gonsi  le  viti  nel  mezzo  dei  campi. 

codegliìn,  s.  m.  =  cotichino  :  specie  di 
salame  cotto.  Anche  codeg'òtt. 

cddes,  s.  m.  =  codice:  raccolta  di  leggi. 

codeséla,  s.  f.  =  inguinaia  :  parte  del 
corpo  umano. 

1)  Gavocciolo:  tumore  all'inguine, 

codògii,  agg.  =  cotogno;  pòmm  coddgn 
(frutto)  =  mela  cotogna  ;  (albero)  melo 
cotogno. 

codog'nàda,  s.  f.  =  cotognate  :  pasta  di 
pomi  cotogni  o  zucchero. 

coérc,  s.  m.  =  coperchio:  ciò  che  copre 
un  vaso  ;  el  diadi  el  fa  i  pìgnatt  e 
minga  el  coèrc  =  il  diavolo  insegna  a 
far  lo  pentole,  ma  non  i  coperchi.  (V. 
diàol,  7). 

1)  T.  d'archib.,  fucile,  martellino. 

2)  Antenitorio  :  cappelletto  dei  vasi 
da  stillare. 

coèrcèll,  3.  m.  =  pergamena  :  cono  di 
cartoncino  con  che  si  copre  il  pen- 
necchio. 

coerénsa,*  s.  f.  =  coerenza:  il  non  dis- 
dirsi, ne  contraddirsi  in  nessun  modo, 
specialmente  nelle  opinioni  politiche  e 
religiose. 

coerent,*  agg.  =  coerente  :  chi  ha  coe- 
renza. 

coérta,  s.  f.  =  coperta  :  ampio  pezzo  di 
stoffa  di  varie  maniere  che  si  sovrap- 
pone alle  lenzuola  e  le  ricopre  larga- 
mente. 

1)  fa  sòtt  là  coèrta  =  rincalzare  la 
copei-ta. 

2)  irà  indree  i  coèrt  =  scompannarsi: 


scomporre  i  panni    del   letto  e    restare 

scoperto. 
coèrtiroeu,  s.   //*.    =  mantelline  e  coltiù- 

cella.  Dim.  di  mantello  e  di  coltro. 
coèrtón,   s.  m.  =   copertone  :    grande   e 

grossa    coperta,    per   riparo    dal    sole, 

dalla  pioggia  e  sim. 

1)  Copertoio:  specie  di  rete. 
coéta,  s.  f.  =  codetta:  segnetto   conven- 
zionale sotto  alcune  lettere  dell'alfabeto 

in  lingua  non  nostra. 

1)  Striscia:  pelle  su  cui  si  affilano  o 

asciugano  i  rasoi. 
coetàni,*  agg.  =  coetaneo  :    della  stessa 

età. 
coeùdeii,   s.    m.    =    ciottolo.    Assai    poco 

usata. 
coeugli,  s.  ìli.  =  cuoco:  chi  fa  da  cucina 

per  mercede  nelle  famiglie   signorili   o 

locande,  alberghi  e  sim. 
coeùr,  s.  m.  =  core,  cuore:  viscere,  organo 

centrale   della  circolazione  del  sangue. 

1)  Come  organo  del  sentimento. 

2)  àndtt  ài  cceur  =  andare,  arrivare 
all'anima;  di  cosa  che  ci  tocchi  nel  più 
vivo  del  cuore. 

3)  Come  espressione  di  affetto;  te  see 
el  me  cceur  =  sei  il  core  mio. 

4)  me  s'cidpa  el  cmur  =  mi  si  spezza 
il  core:  di  dolore  straziante. 

5)  vègh  à  eoeur,  sta  à  cceur  =  aver 
a  core,  stare  a  core  una  cosa  ;  curai-- 
sene,  occuparsene  molto. 

6)  rid  de  coeur  =  ridere  di  core,  di 
tutto  gusto. 

7)  óua  spina  ài  coeùr  =  una  spina 
al  cuore,  una  gran  doglia,  dispiacere 
vivo. 

8)  slàrgtLss  el  coeur  =  allargai'si  il 
core,  a  una  buona  notizia,  buon  esito. 

9)  mètt  el  coeur  in  pds  =  mettere 
il  core  0  l'animo  in  pace;  rassegnarsi. 

30)  pariti  ài  coeur  =  parlare  al  core, 
movere  il  sentimento. 

11)  streng  el  coeùr  =  stringere  il 
cuore  di  grave  dolore. 

12)  vègh  el  coeur  in  man  =  avere  il 
core  in  mano,  sulle  labbra  :  essere 
molto  sinceri,  essere  di  cuore  aperto. 

13)  mèteé  dna  man  sul  cceur  =  met- 
tersi una  mano,  lo  mani  al  core,  sul 
core  :  domandare  alla  propria  coscienza 
seriamente. 

14)  che  Dio  ghe  tòca  el  cceur  =  che 
Dio  gli  tocchi  il  core  !  Parlando  di  un 
perverso. 


eoe 


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col 


15)  Modo  avv.  de  eoeur  =    di  cuore. 

16)  Centi'o,  mezzo  ;  in  del  eoeur  de 
l'Africa  =  nel  cuore  dell'Africa. 

17)  Caori,  seme  delle  carte  da  gioco  : 
si  dice  anche  copp. 

18)  àndà  giò  el  eoeur  =  ustolare  : 
morire  o  struggersi  di  voglia  di.... 

19)  toRil  el  cmur  =  importunare,  in- 
fastidire. 

coeùs,  r.  att.  =  cuocere  e  còcere  :  di  cose 
da  mangiare,  ridurle  meglio  mangiabili 
col  foco. 

1)  Di  forte  dispiacere  o  rincresci- 
mento. 

2)  Iperb.  se  cceùs  =  si  cuoce  :  dov'è 
un  gran  caldo, 

3)  D'altra  roba,  tenerla  al  foco  o  nel 
foco  per  conferirle  qualche  qualità  ;  più 
soda,  più  gentile,  ecc. 

4)  fa  coPMs  in  priéa  =  arrabbiare; 
cocere  in  fretta. 

5)  coeuses  =  rodersi  :  consumarsi  dalla 
rabbia  e  sim. 

6)  coeus  =  divorare ,  di  passioni  ; 
quést  l'è  qiièll  che  me  eoeiìs  =  questo 
è  quel  che  mi  divora. 

còfen,  s.  m.  =  corbello  :  cesto  di  forma 
elittica  con  coperchio  a  cerniera. 
1)  Cassa  0  cofano  da  morto. 

cogitór,  s.  m.  =  coadiutore:  uno  dei  gradi 
della  gerarchia  ecclesiastica.  Anche  cii- 
g-itòr. 

cognisión,*  s.  f  =  cognizione,  idea,  no- 
tizia, nozione.  Anche  :  conoscenza;  soni 
■vegniiii  à  cogniàiòn  d'on  bruti  fàtt  = 
ebbi  notizia  di,  son  venuto  a  conoscere 
un  brutto  fatto. 

cògnit,  agg  =  espeiio,  pratico,  cono- 
scente: che  ha  cognizioni  intorno  a  una 
cosa. 

cognòiiim,  *  s.  DI.  =  cognome,  casato  : 
nome  di  famiglia. 

cdgoma,  s.  f  =  bricco  :  vaso  di  metallo 
per  fare  il  caffè,  o  scaldare  il  latte  o 
l'acqua  e  sim.  Dim.  cogomìn,  cogo- 
méta. 

coin,  s.  f.  =  codino,  piccola  coda,  spe- 
cialm,  quella  che  tenevano  dietro  la 
parracca  nel  secolo  passato. 

1)  Codino:  chi  si  mosti'a  avverso  alle 
idee  di  progresso. 

coinóii,  s.  m.  =  gran  coda:  di  pers.  ohe 
si  mostri  molto  avversa  alle  idee  di 
progresso. 

coionà;  V.  att.  =  canzonai'e.  Vedi  min- 
cionà. 


cola,  s.  f.  =  colla:  materia  attaccaticcia. 

1)  cdla  de  legnàmee  =  mastice,  re- 
sina del  lentischio. 

2)  Mattonella  del  bigliardo;  vèéé  à  còla 
=  attaccare  :  quando  una  palla  è  rasente 
0  prossima  alla  mattonella  ;  sont  à  odia 
=  sono  attaccato. 

cóla,  art.  =  colla:  prepos.  articolata  femm. 
per  con  la. 

colà,  V.  att.  =  filtrare,  colare,  far  passare 
liquidi  allo  staccio  o  al  filtro. 

colàboràdór,*  s.  m.  =  collaboratore;  chi 
lavora  insieme  ad  altri.  Specialmente 
di  chi  scrive  nei  giornali. 

colàbroeùd,  s.  m.  =  colabrodo,  passa 
brodo:  vaso  di  latta  o  di  rame  a  fondo 
bucherato  per  uso  di  filtrar  brodi,  su- 
ghi, e  sim. 

colàna,*  s.  f.  =  collana:  guarnizione  del 
collo,  composta  d'oro  e  di  gioie  ovvero 
di  più  file  di  gemme. 

colàrìu,  s.  m.  =  collare,    collarino. 

1)  Da  prete  :   collarina  e  goletta. 

2)  tra  vìa  el  eolàrin  =  gabbarle  o  la- 
sciare San  Pietro. 

3)  Colletto:  cinghia  che  cinge  il  collo 
dei  cani. 

colàròn,  s.  m.  =  bacchettone:  che  è  sem- 
pre per  le  chiese  e  fugge  i  passatempi 
anche  onesti. 

colàiid,*  s.  m.  =  collaudo:  l'approvazione 
dell'ingegnere  all' accollatario  di  un  la- 
voro, perchè  ne  possa  esigere  il  prezzo 
e  perchè  del  lavoro  si  possa  servirsene. 

colàiidà,  *  V.  att.  =  collaudare  :  fare  il 
collaudo.  V.  colàiid. 

colégr,  s.  m.  =  collegio:  casa  dove,  sotto 
una  direzione  convivono  più  giovani  a 
scopo  educativo. 

1)  Circoscrizione  territoriale  chiamata 
a  eleggere  il  tal  numero  di  deputati  al 
Parlamento. 

còlégra,  *  s.  m.  =  coUega,  compagno  in 
un  ufficio,  grado,    professione  liberale. 

colegiàl,  s.  m.  =  collegiale,  convittore 
di  un  collegio.  Anche  colegriànt. 

1)  Di  giovane  che  non  conosce  il 
mondo,  inesperto,  imbarazzato  nelle  sue 
azioni. 

colera,*  s.  f.  =  collera:  movimento  im- 
provviso dell'animo  per  cui  una  per- 
sona si  inquieta  e  scende  anche  a  mal- 
trattamenti e  vituperi   verso  altri. 

colèra,  s.  m.  =  colem:  morbo  epidemico. 

colesión,  s.  f.  =  colazióne. 

1)  Piccolo  pasto  della  mattina. 


col 


219  - 


col 


I 


2)  Collezione  :  adunamento  di  cose 
d'arte,  libri,  eco.  In  questo  senso  più 
spesso  ràcòlta. 

colèta,  s.  f.  =  colletta  :  raccolta  di  da- 
naro fra  più  persone  a  scopo  di  bene- 
ficenza. 

coletàri,  s.  m.  =  libro  d'orazioni  per  im- 
partire la  benedizione. 

colètt,  s.  in.  =  solino  goletto  :  il  coUo 
della  camicia  attaccato,  o  staccato. 

1)  Colletto  :  quello  del  cane.  Come 
colàrìn. 

colica,*  s.  /".  =  colica  :  dolori  di  ventre 
violenti. 

colìu,  s.  m.  =  colino  :  arnese  traforato 
per  passarvi  il  brodo. 

colina,  s.  f.  =  collina  :  colle  piuttosto 
esteso  e  elevato.  Dim.  colinèta. 

coliri,  *  s.  ni.  =  collirio  ;  medicamento 
liquido  per  gli  occhi. 

coliss,  (à)  =  a  scanalatura,  a  incastro: 
dal  frane,  a  coulisse. 

còli,  *  s.  m.  =  collo  :  quella  parte  del 
corpo  che  unisce  il  capo  alle  spalle. 

1)  còli  del  pè  =  nodeUa,  collo  del 
piede,  la  parte  superiore  e  più  rilevata 
ilei  piede  ;  còli  déla  man  =  nodello. 

2)  Di  veste  ;  el  cóli  déla  càmisa  = 
il  coUo  della  camicia.  Della  giubba:  col- 
laretto. 

3)  eòli  stòrt  =  collo  torto,  bacchet- 
tone. 

4)  butti  i  bràsG  ài  eòli  =  abbracciare 
buttar  le  braccia  al  collo. 

5)  làsà  i  brìj  siil  còli  =  lasciare  la 
briglia  sul  collo  :  dar  tutta  la  licenza 
di  fare  a  chi  è  sotto  tutela. 

6)  àndti  à  ròta  de  eòli  =  andare, 
cori'ere  a  rotta  di  collo  ;  precipitosa- 
mente e  con  pericolo,  all'  impazzata, 
a  fiaccacoUo,  a  scavezzacollo  :  oppure, 
d'affari  che  vanno  male,  alla  busche- 
rona. 

7)  dàptt  per  el  eòli  =  pigliare  e  pren- 
dere per  il  collo  :  far  pagare  a  uno 
troppo  cara  una  cosa,  fargli  l'usuraio. 
Vedi,   ;iàpà,  33). 

8)  tirti  el  còli  =  tirare  il  collo  ;  dei 
polli,  ammazzarli. 

9)  làsàss  mètt  i  pè  éiil  eòli  =  lasciarsi 
ferrare,  lasciarsi  mettere  i  piedi  sul  collo. 

10)  eòli  =  collo:  la  parte  più  stretta 
del  fiasco  o  altro  vaso  simile. 

11)  se  erèsen  inai  V òss  del  còli: 
dicono  quando   rincariscono  le  cose  di 


prima  necessità.  E  riferisce    all'  essere 
appesi,  nel  qual  atto  il  collo  si  allunga. 

12)  tra  càpp  e  còli  =  all'improvviso; 
quando  uno  meno  se  l'aspetti,  e  di  cosa 
sgradevole. 

13)  Collo:  grosso  involto  di  mercan- 
zia, arnese,  o  mobile  da  spedirsi. 

còli  lòugrh,  s.  m.  =  codone,  german  ma- 
rino: anas  acuta.  Uccello  acquatico. 

còli  ròss,  s.  m.  =  moriglione,  bosco; 
anas  ferina.  Uccello  acquatico. 

cólma,  colinègna,  s.  f.  =  comignolo  : 
quello  spigolo  o  linea  nella  più  alta 
parte  del  tetto  dove  si  uniscono  due 
opposti  pendenti. 

1)  colma  =  vetta:  lacinia  di  un  monte. 

2)  ràtt  de  colmègna.  (V.  ràtt  1). 
colocà  e  colog'à,  *  v.  att.    =   collocare, 

mettere  a  posto. 

1)  Maritare,  accasare. 

colòmb,*  =  colombo,  piccione  :  genere 
d'uccelli  di  molte  specie.  Anche  :  pu- 
viòn. 

colombài*,*  s.  m.  =  colombario:  sepolcro 
con  caselle  o  nicchie  nei  sotterranei  del 
nostro  cimitero. 

colombèra,  s.  f.  =  colombaia  :  stanza 
dove  si  tengono  i  colombi  a  nidificare. 

colombina,  s.  f.  =  colomba:  pasta  dolce 
foggiata  a  mo'  d' uccello,  per  lo  più  con 
un  ove  nel  mezzo  semplice  o  adorno, 
e  che  si  usa  mangiare  nello  feste  di 
Pasqua. 

2)  Verdone:  fungo  innocuo;  agaricus 
vireseens. 

colòna,  *  s.  f.  =  colonna:  grosso  solido 
cilindrico  destinato  a  reggere  edifìci. 

1)  Quella  che  in  luogo  pubblico  serve 
di  monumento. 

2)  Una  certa  quantità  di  soldati. 

3)  Uno  degli  scompartimenti  dall'alto 
al  basso  delle  pagine  di  un  libro. 

4)  gamb  che  pàren  colònn  =  gambe 
che  paiono  colonne:  gambe  grosse. 

colonèll,  s.  m.  =  colonnello:  titolo  di  co- 
lui che  comanda   un  reggimento. 

1)  tenént  colonèll  =  tenente  colon- 
nello: grado  subito  sotto  a  quello  di 
colonnello. 

colouèta,  s.  f.  =  colonnetta  :  dimin.  di 
colonna,  specialm.  per  quelle  basse  che 
fiancheggiano  le  vie  come  paracam. 

1)  Colonnino,  balaustro  :  quelle  pic- 
cole colonne  tornite,  lavorate  che  for= 
mano  una  balaustrata,  la  ringhiera  di 
un  ballatoio. 


col 


—  220 


COlll 


colònia,*  s.  f.  =  colonia:  i  sudditi  di  uno 
Stato  che  vivono  in  un  alti'o;  là  colò- 
nia italiana  de  Paris  =  la  colonia  ita- 
liana di  Parigi. 

coloniàl,*  agg.  =  coloniale;  polìtica  co- 
loniàl  =  politica  coloniale. 

1)  *■  coloniài  =  i  coloniali:  quelli  che 
vengon  dalle  colonie,  zucchero,  caifè  e 
simili. 

colonisà,*  r.  att.  =  colonizzare:  popolare 
con  colonie  ;  el  govèrno  italian  el  uoe/ur 
colonisti  V Africa  =  il  governo  italiano 
vuole  colonizzare  l'Africa. 

color,*  s.  m.  =  colore:  impressione  che 
la  luce  riflessa  della  supei-fice  dei  corpi 
fa  sull'organo  della  vista. 

1)  bèli  color  =  bon  colore  ;  del  viso, 
che  è  segno  di  salute. 

2)  àndà  gìò  el  color  =  non  reggere 
il  colore. 

3)  fànn  de  tùli  i  color  =  farne  d'o- 
gni sorta,  fare  d'ogni  erba  fascio,  farne 
di  tutti  i  colori. 

4)  smart  el  color  =  morire  il  coloro. 

5)  vestii  de  color  =  vestito  di  colore: 
contrapp.  a  bianco  o  nero. 

coloràsc,*  s.  m.  =  coloraccio:  pcggior. 
di  colore. 

colorì,*  V.  att.  =  colorire;  dare  il  colore. 

colorusc,*  s.  m.  =  coloruccio,  spregiai, 
di  colore.  Specialmente  del  volto  d'una 
persona. 

colosàl,  *  agg.  =  colossale,  simile  a  co- 
losso :  enorme ,  grosso  straordinaria- 
mente. 

colòss,*  s.  m.  =  colosso:  di  tutto  ciò  che 
ha  proporzioni  grandissime,  e  special- 
mente di  statue  e  di  persone  di  enorme 
statura. 

colp,*  s.  m.  =  colpo:  l'atto  e  l'effetto  di 
chi  colpisce. 

1)  Botta:  per  danno  grave  nella  sa- 
lute e  negli  interessi. 

2)  ài  prtmm  cdlp  =  di  primo  assalto, 
alla  prima. 

3)  mi  cdlp  =  immediatamente,  sul 
tiro. 

cólpa,*  s.  f.  =  colpa;  azione  che  viola  la 
legge  e  merita  castigo,  rimprovero. 

2)  Cagione  principale  di  un  fatto,  che 
ha  conseguenze  spiacevoli;  là  colpa  l'è 
minga  mìa  =  la  colpa  non  è  mia. 

3)  tra  àdòss  ài  tilter  là  colpa  =  but- 
tar la  colpa,  la  broda  addosso  agli  altri. 

4)  el  cdlp  de  grtL^ia  =  il  colpo  di 
grazia,  spicciativo. 


colpètt,*  s.  m.  =  colpetto:    diminut.  di 

colpo. 

1)  Buon  affale,  buon  negozio. 
colpe  voi,  *  agg.    =   colpevole  :  che  è  in 

colpa,  ma   piuttosto  grave;  l'hàn  cotv- 

dcmaa  ma  l'èra  minga  colpèvol  =  l'han 

condannato,  ma  non  era  colpevole. 
colpì,*  V.  att.  =  colpire:  arrivare  con  uno 

0  più  colpi. 

1)  Far  molta  impressione;  pei-  Dio! 

l'è  on  quMer  che  m'ha  colpii  =  per  Dio! 

è  un  quadro  che  m'ha  colpito. 
coltiv,  s.  m.  =  coltura:  ten-eno  messo  a 

coltivazione. 
coltiva,*  ■^?.  att.  =  coltivare  :  di  terreno, 

lavorarlo  perchè  produca. 

1)  coltiva  là  ment,  l'ingègn  =  colti- 
vare la  mente,  l'ingegno:  studiare. 

2)  coltiva  on'  amicUia  =  coltivare 
un'amicizia:  mantenersela  con  cura  as- 
sidua. 

3)  coltiva  dna  'persóna  =  coltivare 
una  persona  :  rendersela  benevola  con 
molte  cure. 

coltivàbil,*  agg.  =  coltivabile:  che  può, 
e  che  merita  d'essere  coltivato.  Per  lo 
più  però  solo  di  terreni  e  di  piante. 
coltivàsiòn,*  s.  f.  =  coltivazione:  il  col- 
tivare, di  terreni,  di  piante. 
coltfìra,  *  s.  f.  =  coltura.  Fig.,  quella 
della  mente,  dell'  intelletto,  dottrina, 
sapienza. 

1)  l'è  on  òmm  d'ona  gran  coltUra  = 
è  un  uomo  di  una  gi-ande  coltura. 
comaa,  s.  f.  =  mammana,  levatrice:  co- 
lei che    per   mestiere   assiste  le  parto- 
rienti. Usa  meglio  oggi  levatrice.* 

1)  Entra  in  una  canzonetta  ;  dòe  te 
set  staa?  -  à  cà  déla  comaa  -  cose  là 
t'ha  daa  -  pan  e  formagìn  -  e  de  bév? 
-  piàa  d'àsnìn;  grin,  grin,  grin,  grin. 
coiuàiid,*  s.  m.  =  comando:  la  cosa  co- 
mandata. 

1)  L'ufficio  di  un  comandante  mili- 
tare della  città. 
comanda,*  v.  att.  =  comandare:  commet- 
tere  espressamente   che  si  faccia   una 
cosa.  , 

1)  còs'el  comanda?  =  che  mi  comanda? 
Cortesemente  venendo  a  una  chiamata 
di  campanello  o  altro. 

2)  Dar  commissione  che  altri  si  rechi 
0  ci  pi'ocuri  ciò    di  cui  abbisogniamo. 

3)  Capitanare;  di  truppe,    esserne  il      ' 
capo,  guidarle. 


com 


-  221 


coiuàudàméut)*  s.  m.  =  comandamento: 
quelli,  del  decalogo,  della  legge  mosaica, 

comàndàut,*  s.  m.  =  comandante  :  che 
ha  un  comando  militare. 

combacia,*  v.  att.  =  combaciare,  incas- 
sare :  l'unirsi  di  due  corpi  senza  che 
apparisca  nessuno  spazio  intermedio;  ci 
coèrc  el  combtlcia  nò  coni  là  casa  =  il 
coperchio  non  combacia  colla  cassa. 

1)  Abboccare:  dicesi  di  due  vasi  le 
cui  bocche  coml)aciano. 

combàll,  s.  VI.  =  barcone,  battello,  bur- 
chiello. 

combatèiit,*  s.  ut.  =  combattente:  colui 
che  combatte. 

combàtimèut,  *  ò".  m.  =  combattimento, 
battaglia  :  il  oom])attere  di  soldati  in 
campo  aperto. 

combàtt,  r.  att.  =  combattere,  pugnare, 
far  battaglia,  battersi. 

combina,  v.  att.  =  combinare  :  metter 
d'accordo. 

combinàsión,  s.  f.  =  combinazione  :  caso 
fortuito. 

1)  Il  combinare,  il  combinarsi. 

combricola,  *  s.  /'.  =  combriccola  :  riu- 
nione di  pers.  specialm.  equivoche  a 
scopo  non  ))uouo. 

combttstìbil,  *  agg.  =  combustibile  :  di 
materia  atta  a  bruciare,  solitamente  a 
servizio  di  macchine. 

come,  avv.  =  come,  siccome. 

1)  Molto,  di  molto,  assai  :  si  mette 
dopo  la  parola  a  cui  si  riferisce. 

2)  rè  bela  come  =  m'aiuti  a  dir  bella. 

3)  Interr.  come  ?  è  sincope  di  Gome 
rèe  serve  specialm.  ad  indicar  mera 
viglia. 

còme,  *  ave.  =  come  :  unisce  due  ter- 
mini di  paragone  e  di  somiglianza  ; 
cor  cóme  ci  veni  =  correre  come  il 
vento. 

1)  Nel  modo  che  ;  ini  foo  còme  me 
par  e  pids  =  io  faccio  come  mi  pare  ; 
.'ieàrpa  larga  e  biciér  pién  e  ciàpàla 
còme  là  vèn  =  far  buon  viso  a  cattiva 
fortuna. 

2), Quanto  ;  te  set  còme  sont  bòn  mi  = 
sai  quanto  sono  buono  io. 

3)  Innanzi  al  verbo  comprare,  signi- 
fica in  milanese,  anche  a  qual  prezzo  ; 
r      tóme  Vliee  eompraa  ?  =  a,  qual  prezzo  hai 
r     comperato  ? 

*  4)  còme  l'è?  com'' è  ?  =  Gom' è  ?  come 
va  che  ?  per  qual  ragione  ?  ;  còme  l'  è 
che  te  set  nò  in   campagna  ?  =  come 


va  che  non    sei    in    campagna  ?    Vedi 
come,  3). 

5)  In  qual  modo  ;  còme  là  m  ?  = 
come  va  la  salute  ? 

6)  còme  se  =  nel  modo  che,  quasi 
che  ;  còme  se  mi  fiiss  minga  bòn  = 
quasi  che  io  non  fossi  capace. 

7)  cóme  Dìo  voeur  =  come  Dio  vuole. 
S)  Correi,  di  tanto;  tant  chi  còme  là  = 

tanto  qui,  come  là. 

9)  Dopo  l'avv.,  sègoìid  =  secondo  ; 
segòncl  còme  te  là  ciàpet  =  secondo  co- 
me la  pigli. 

10)  cóme  là  vèn,  là  lén  =  come  vien 
viene:  alla  peggio,  là  e  addio. 

11)  picEÙv  còme  Dìo  le  màndr.  = 
piove  come  Dio  la  manda  :  a  ciel  rotto. 

12)  còme  l'è,  còme  no  l'è  =  come  è, 
come  non  è  :  in  un  momento. 

13)  còme  l'è  vera  =  come  è  vero  : 
modo  di  affermazione  ;  còme  l'  è  véra 
Dìo  =  come  è  vero  Dio. 

comcdia,  *  s.  f.  =  commedia  :  componi- 
mento drammatico,  comunemente  in  più 
atti  e  di  fine  non  lugubre. 

1)  fa  dà  pàrt  in  comèdia  =  fare  più 
paiii  in  commedia  :  di  chi  dimostra  più 
e  diverse  opinioni  in  una  volta. 

2)  che  comédia,  !  =  che  commedia  ! 
di  cose  e  miserie  umane  che  paiono 
comiche. 

comediànt,  *  comediàtt,  s.  m.  =  com- 
mediante :  chi  pei'  professione  recita 
commedie  o  altri  drammi,  e  chi  recita 
la  commedia,  fìnge. 

comediogràfó,  *  s.  m.  =  commediografo, 
drammaturgo  :  scrittore  di  commedie  o 
di  drammi. 

comemoràsiòn,*  5.  f.  =  commemorazione  : 
il  ricordare  con  lode  qualche  persona 
morta  ;  là  comemoràsiòn  de  Oaribàldi  = 
la  commemorazione  di  Garibaldi. 

comencià,  v.  att.  =  cominciare  :  fare  i 
primi  atti  di  un'  operazione.  Ora  più 
comunem.  comincia.* 

comencìn,  s.  m.  =  avviatura  :  il  prin- 
cipio della  ealza,  della  soletta  o  di  al- 
tro lavoro  a  maglia. 

1)  Giri  rovesci  :  certo  numero  di  giri 
a  maglia  nel  lembo  superiore  della  calze 
fatti  in  modo  che  esso  non  si  arrovesci. 

comendàtor,  *  s.  m.  =  commendatore  : 
grado  e  titolo  degli  ordini  cavallereschi. 

comeutà,  v.  att.  =  commentare,  illustrare, 
annotare  :  mettere  in  chiaro  il  testo  di 
un  autore  con  note  e  sim. 


coni 


222  - 


com 


comentadór,  *    s.    m.  =  commentatore, 

annotatore  :  che  fa  annotazioni. 
coinèrc  e  anche    comèrcio,  *    s.    m.  = 

commercio  :  lo  scambio   di    merci    con 
merci  o  di  merci  con  denaro. 

1)  citaa  de  comereio  =  città  di  com- 
mercio :  dove  la  popolazione  s'  occupa 
molto  di  affari  commerciali. 

2)  vèss  sili  comèrc  =  essere  al  com- 
mercio :  esser  dato  ai  traffici,  agli  af- 
fari . 

comèrcià;  *  v.  att.  =  commerciare  :  eser- 
citare il  commercio  o  un  commercio, 

comèrciàbil,  *  agg.  =  commerciabile  : 
che  si  può  commerciare. 

comèrciàl,  *  agg.  =  commerciale  :  che 
spetta  al  commercio. 

comèrciànt,  *  s.  m.  =  commerciante  : 
chi  esercita  per  professione  il  commer- 
cio e  tiene  negozio. 

comèss,  s.  ni.  =  commesso  :  impiegato 
subalterno  in  un  ufficio  pubblico  o  pri- 
vato. 

cometa,  s.  f.  =  cometa  =  noto  corpo  ce- 
leste che  sta  fra  il  pianeta  e  le  nebu- 
lose. Più  comunem.  stéla  comèta  ; 
entra  nella  canzone  :  là  stéla  comèta 
là  riva  ài  dés  or,  oh  che  bèi  fior!  dh 
che  bel  fior  ! 

1)  Acquilone,  cervo  volante  :  balocco 
da  bambini. 

comètt,  «7.  att.  =  commettere  :  dare  un' or- 
dinazione . 

1)  Fare  :  in  cattivo  significato. 

cdmicli,  *  agg.  =  comico  :  ridicolo,  faceto, 
buffo. 
1)  Sost.  attore  di  teatro. 

comifò  e  comilfò,  avv.  =  ammodo,  con 
garbo,  per  bene,  Dal  frane,  cornine  il 
faut.  Vedi  doè,  còme  se  dev. 

comincia,  *  v.  att.  =  cominciare,  im- 
prendere :  mettersi  ad  una  impresa,  in- 
cominciar a  fare  ;  ghe  voeur  on  §òld  à 
cominciti  e  dilil  à  finì  =  un  quattrino 
a  cominciare  e  due  a  smettere. 

1)  Aprire  :  nel  senso  di  dar  principio 
a  un'  operazione  ;  cominciti  el  procèss, 
r inchièsta  =  aprire  il  processo,  F  in- 
chiesta. 

2)  Letterar.  esordire  :  incominciare 
una  narrazione,  un  discorso. 

comisàri,  *  s.  m.  =  commissario  :  pers. 
a  cui  è  affidato  temporaneamente  qual- 
che uffizio  pubblico,  e  anche  titolo  di 
pubblici  impiegati  ;  eomistLri  de  poliéìa, 


de  guèra  =  commissario  di   polizia,  di 
guerra. 

cornisi,*  s.  m.  =  comizio  :  adunanza  del 
popolo  per  trattare  d'affari  pubblici  e 
per  lo  più  protestare  contro  soprusi. 

comisiòn,  *  s.  f.  =  commissione  :  il  com- 
mettere 0  la  cosa  commessa. 
1)  dà  là  comisiòn  =  allogare. 

comisionàri,  *  s.  m,  =  commissionario  : 
chi  compera  o  vende  per  conto  di  case 
di  commercio. 

comitaa  e  comitato,  *  s.  m.  =  comitato  : 
piccola  compagnia  di  persone  per  rag- 
giungere un  fine  di  interesse  pubblico. 

comitiva,  *  s.  f.  =  comitiva  :  compagnia 
di  più  peisone  ;  quànd  sèmm  àndaa 
tila  Màdòna  del  Mont  éérem  ona  bela 
cofnitìva  =  quando  aadanimo  alla  Ma- 
donna del  Monte  eravamo  una  bella 
comitiva, 

comod,  s.  m.  =  agio. 

1)  Usato  meglio  al  plui-ale  :  le  co- 
modità e  anche  i  diletti  della  vita. 

2)  Modo  avverb,  ;  coni  comod  =  a 
tutto  suo  agio  :  comodamente. 

3)  Matta  :  carta  da  giuoco  la  quale 
si  fa  contar  quanto  uno  vuole. 

4)  Luogo  comodo  :  il  cesso. 
cdmod,  agg.  =  agevole  :  che  si   fa   con 

agio,  con  facilità. 

1)  agiato  :  che  vive  agiatamente. 
còmoda,  s.  f.  =  seggetta,  predella,  sella  : 
specie  di  sedia  a  bracciuoli  per  uso  di 
andar  di  corpo. 

1)  vàs  déla  cdmoda  =  càntero, 
comoda,   ».    att.    =    accomodare  :     met- 
tere in  ordine  cose,  come  mobili,  libri 
fogli,  che  si  ti'ovano  fuori  di  posto. 

1)  Accomodare  le  sue  cose,  i  suoi 
affari,  i  suoi  interessi  ;  comodti  i  oeuf 
in  del  càvàgnoeiì  =  accomodar  le  ova 
nel  paniere  e  accomodarsi  le  ova  nel 
panierino  ;  accomodar  bene  i  fatti  suoi. 

2)  comoda  vun  =  accomodare  uno, 
procurargli  ciò  che  desidera  e  special- 
mente dargli  0  trovargli    alloggio. 

3)  Di  una  cosa  si  dice  che  là  cò- 
moda 0  là  comoda  nò  =  ci  accomoda 
0  non  ci  accomoda,  se  ci  piace,  ci  con- 
viene, si  accorda  o  no  coi  nosti-i  gusti, 
coi  nostri  fini  particolari.  Anche  :  mi 
torna  o  no. 

4)  che  el  se  còmoda,  còmodet  =  si 
accomodi,  accomodati  :  si  dice  invitando 
a  sedere  chi  venga  a  farci  visita  e  gè- 


eom 


-  223 


com 


neralmente  invitando  uno  a  fare  il  pia- 
cer suo. 

5)  Condire  :  specialm.  di  paste,  riso, 
verdure  che  si  condiscono  con  burro  ; 
i  màcàròn,  i  bròcol  coviodaa  =  i  mac- 
cheroni, i  broccoli  conditi. 

comodàméut,  *  a'vv.  =  comodamente  : 
con  comodità. 

1)  Agiatamente  :  con  agiatezza,  viv 
comodàmènt  =  vivere  agiatamente;  sta 
eomodàment  in  d'on  stt  =  stare  agiata- 
mente in  un  luogo.  Per  sufficiente  spazio. 

comodili,  s.  m.  =  accomoda,  santagio  : 
l'accomoda,  e  scherz.  Ser  accomoda  :  di 
uno  che  sia  sempre  lì  pronto  a  fare 
tra  i  più  tutte  le  parti  che  a  nessun 
alti'i  piace  di  fare. 

comodìtaa,  *  =  «./■.  =  comodità:  l'es- 
sere comodo  e  anche  1'  opportunità, 
l'occasione  favorevole. 

comceÙT,  V.  att.  -  commovere  :  muovere 
gli  affetti  altiTii  specialmente  in  senso 
melanconico  ;  l'è  òna  niÈsica  che  co- 
mrpuv  =  è  una  musica  che  commuove. 
Al  rifloss.  comceùres. 

1)  Impietosire  :  muovere  a  compas- 
sione. 

cdmor,  agg.  =  colmo  :  pieno,  pieno  cu- 
polo.  Specialmente  delle  misure  di  ca- 
pacità; l'è,  on  lìter  eonior  de  rìs  =  è 
un  litro'  di    riso    colmo,  pieno  cupole. 

comosidii,  *  s.  f.  =  commozione  :  il  com- 
moversi. 

1)  L'essere  agitato  da  sentimenti  di 
pietà. 

comòss,  *  agg.  =  commosso  :  chi  sta 
provando  una  commozione  ;  éont  co- 
mòsè  per  ititi  i  tò  gentilèss  =  son  com- 
mosso da  tutte  le  tue  cortesie. 

compaa,  s.  m.  =  padrino,  patrino,  com- 
pare :  chi  tiene  un  bambino  a  battesi- 
mo e  risponde  per  lui,  chi  assiste  per 
lui  nella  cresima.  Ora  usa  meglio  pa- 
drìii.  * 

1)  Compare:  chi  tien  mano  a  un 
altro  in  qualche  azione  disonesta  ;  coni- 
paa  bosàrd  =  compare  della  bugia  :  chi 
aiuta  a  tener  nascosta  una  bugia. 

compàgrin,  *  s.  f.  =  compagine  :  con- 
giunzione intima  delle  parti  di  un  corpo. 
Fig.  :  là  comjMgìn  del'esèreit,  déla  fa- 
mìglia =  la  compagine  dell'  esercito, 
della  famiglia. 

coinpàgn,  s.  m.  =  compagno  :  chi  ac- 
compagna, fa  compagnia. 

1)  comptign  =  compagni  :    si  dicono 


le  persone  della  medesima  età  che  uno 
suol  praticare  specialm.  per  divertirsi. 
Nel  gioco,  quelli  che  cercano  insieme 
di  vincere  la  partita  contro  altri. 

2)  Condiscepolo  :  che  va  alla  mede- 
sima scuola. 

3)  Camerata  :  compagno  più.  che  altro 
d'armi  e  di  collegio. 

4)  Aggett.  Compagno,  uguale  ;  el  me 
lìber  l'è  comp^gn  del  tò  =  il  mio  libro 
è  uguale  al  tuo. 

5)  comptign  =  socio  :  quello  che  un 
commerciante  o  industriale  si  associa 
nella  propria  azienda. 

compagna,  v.  att.  =  appaiare;  el  Signor 
i  e  fa  e  poRU  ie  compagna  =  Cristo  fa 
le  persone  e  poi  le  appaia.  Vedi  àcom- 
pàguà. 

compàgnaa,  agg.  =  appaiato  ;  ben  o  mal 
compàgnaa  =  bene  o  male  appaiato  : 
si  dice  di  persone  o  cose  che  per  qua- 
lità, 0  fisiche  0  morali,  l'una  sta  bene 
coir  altra. 

comi)àgnìa,  *  s.  f.  =  compagnia,  bri- 
gata: più  persone  riunite  insieme  per 
conversare,  divertirsi  o  altro  fine  co- 
mune. 

1)  Grande  associazone  di  commer- 
cianti, speculatori. 

2)  Associazione  di  attori. 

3)  Un  dato  numero  di  soldati  sotto 
il  comando  di  un  capitano. 

companàtich,  *  s.  m.  =  companatico: 
tutto  ciò  che  si  mangia  col  pane.  Se  è 
carne,  si  dice  anche  e  più  frequentem. 
pitànsa. 

comparì,  v.  att.  =  apparire  :  il  primo 
mostrarsi  di  una  cosa  o  di  una  persona, 
Anche  :  comparire. 

1)  Di  cosa  soprannaturale  e  fanta- 
stica che  ci  sembri  di  vedere  :  è  eom- 
pttrs    on   tingici  =  apparve  un  angelo. 

2)  Affacciarsi  :  farsi  vedere  dove  tutti 
vanno  o  sarebbe  obbligo  andare.  Anche  : 
mostrarsi. 

comparsa,  *  s.  f.  =  comparsa  :  il  com- 
parire, mostrarsi. 

1)  Citazione  a  comparire  in  giudizio. 
T.  di  Tribunale. 

2)  i  compare  =  le  comparse  :  sulla 
spena,  pèrsone  che  non  parlano. 

compàrtìmènt ,  *  s.  m.  =  comparti- 
mento :  divisione  regolare  specialmente 
di  scaffali,  negozi,  e  carrozzoni  della 
ferrovia.  Anche   scompàrtimént. 

compàsaa,  *  agg.  =  compassato  :  preciso. 


coni 


—  224  — 


com 


Anche  :  meticoloso  ;  di  chi  non  fa  alcun 
movimento  che  non  sia  compostissimo 
e  misurato. 

compàsiòii,  *  s.  f.  =  compassione  :  sen- 
timento di  pietà  del  male  altrui  ;  te 
ghet  propi  minga  de  compàsion  =  sei 
proprio  senza  compassione. 

compàsioiià)  *  v.  att.  =  compassionare  : 
fare  atti  o  dir  parole  di  compassione 
per  alcuno  ;  i  fkeu  màlaa  bisogna 
minga  compasìontii  tròpp  =  non  biso- 
gna compassionarli  troppo  i  bambini 
ammalati. 

compàsionèvol,  *  agg.  =  compassione- 
vole :  che  move  a  compassione  ;  V  è 
rivaa  dal  camp  in  d'on  stàt  compà- 
sionèvol =  arrivò  dal  campo  in  uno 
stato   compassionevole. 

compàss,  *  s.  m.  =  compasso,  seste  :  stru- 
mento adoperato  nel  disegno  geome- 
trico a  far  circoli,  e  prendere  misure 
lineari. 

compatì,  *  V.  att.  =  compatire  :  usare 
indulgenza  nel  giudicare  dei  portameati 
altrui. 

1)  In  senso  dispreg.  Parlando  di  er- 
rori nei  quali  si  cade  per  effetto  di 
poco  giudizio,  mancanza  di  educazione 
0  altro  diffetto. 

2)  fààs  compatì  =  farsi  compatire  : 
operare  con  poco  giudizio  in  modo  da 
destare  l'altrui  compatimento. 

compatibile  *  agg.  =  compatibile,  con- 
ciliabile :  che  può  stare  insieme  con 
altra  cosa  ;  l'è  on  impiégh  minga  com- 
patibil  còla  tòa  dignitaa  =  è  un  im- 
piego non  compatibile  colla  tua  dignità. 
1)  Degno  di  compatimento;  on  fionù 
l'è  compàtibil,  ma  on  òmm  nò  =  un 
fanciullo  è  compatibile,  un  uomo  no: 
di  cei-te  azioni  non  convenienti. 

compàtimèut;  *  s.  m.  =  compatimento, 
indulgenza. 

compatriota,  *  s.  m.  =  compatriota  e 
compatriotto  :  chi  è  della  medesima  pa- 
tria. 

compàtt  *  agg.  =  compatto  :  di  cose  le 
cui  parti  sieno  molto  unite  e  ristrette  ; 
el  biitér  Ve  riesii  bèli  compàtt  =  il 
burro  è  riuscito  ben  compatto. 

compendi,  *  compendio:  sunto  di  un'o- 
pera. 

compéns,  *  s.  m.    =  benemerito,    ricom- 
pensa, compenso  :   risarcimento   di  un 
danno  e  mercede  per  uq  benefìzio. 
1)  Fara,  e  iron.  :   ?co  el  compém  de 


ttinti  premur,  de  tanti  benefisi  =  ecco 
il  benemerito  di  tante  cure,  di  tanti 
benefìzi. 

compensa,  *  v.  att.  =  compensare  :  dar 
r  equivalente  di  quanto  hanno  dato, 
perso  per  noi;  el  me  compensa  con 
tànt'àmòr  di  éàcrifisi  che  foo  per  lu 
=  mi  compensa  con  molto  amore  dei 
sacrifìci  che  fò  per  lui. 

compera,  *  s.  f.  =  compera:  il  compe- 
rare; te  faa  dna  bona  compera?  = 
hai  fatto  una  buona  compera? 

comperà,  *  v.  att.  =  Vedi  compra. 

competénsa,  *  s.  f.  =  competenza:  di- 
ritto e  capacità  di  giudicare. 

1)  i  competéns  =  le  competenze  : 
quanto  si  compete  a  uno. 

competènt,  *  agg.  =  competente  :  che 
ha  diritto  e  capacità  di  giudicare. 

compesà,  v.  alt.  =  fare ,  mangiare  a 
miccino  :  mangiare  poco  per  volta. 

compètt,  V.  att.  =  competere,  stare  a 
competenza,  gareggiare. 

1)  Questionare,  disputare,  contendere. 

2)  Appartenere,  spettare  ;  ghe  com- 
pètt on  stipendi  màgiòr  =  gli  spetta 
un  maggiore  stipendio. 

compì,  V.    att.    =    compire   e   compiere,   « 
finire:  conduiTe  a  tenni  ne.  1 

compiàcènsa,  *   s.   f.    =    compiacenza:   ' 
condiscendenza  aUe   brame  altrui  :  cor- 
tesia, gentilezza. 

1)  Diletto  che  si  prova  per  le  pro- 
prie azioni  e  cose  ;  el  guardava  so  fkeiì 
coni  òna  compiàcènsa  de  no  di  =  guar- 
dava suo  figlio  con  una  compiacenza 
indicibile. 

compi àcént,  *  agg.  =  compiacente  :  cor- 
tese, condiscendente. 

compiàngr,  *  v.  att.  =  compiangere  : 
esprimere  il  dispiacere  che  si  prova 
pel  male  altrui. 

1)  Il  mil.  l'usa  anche  nel  senso  di 
compatì.  Vedi. 

compii,  agg.  =  compiuto,  finito:  di  cosa 
cui  non  manchi  nulla. 

1)  Cortese,  educato  con  finezza  di 
cortesia;  l'è  on  sciòr  mólto  compii  = 
è  iin  signore  compitissimo,  molto  cor- 
tese. 

compiàses  e  compiàséss,  v.  rifl.  = 
bearsi.  Vedi  beàss. 

complèta,  *  s.  f.  =  compieta  :  ultima 
delle  ore  canoniche  negli  uffici  dei 
preti  cristiani. 

compimèut,  *  s.  m.   =   compimento  :  il 


com 


—  226 


com 


compirò  uu  lavoro,  un'opera  ;  quell'or- 
naa  chi  /'è  hèll,  ina  el  g'ìià  bisogn  on 
Gompimént  =  questo  ornato  è  bello  ma 
ha  bisogno  di  un  compimento. 

cóiupit,  *  s.  m.  =  compito:  assegno  di 
lavoro  che  il  maestro  dà   agli    scolari. 

compita,  *  V.  att.  =  compitare:  leggere 
spiccando  le  lettere  delle  parole. 

compitésa,  *  s.  f.  =  compitezza,  corte- 
sia, civilt<à  ;  l'è  on  gioin  d'ona  compi- 
tHa  mòdèll  =  è  un  giovane  di  una 
compitezza  modello. 

compleàmiiS)  s.  m.  =  anniversario,  com- 
pleanno :  il  giorno  in  cui  uno  compi- 
sce gli  anni. 

compleménti  *  s.  m.  =  complemento, 
uflcidl  de  complement  =  ufficiale  di 
complemento. 

complèsiòn,  *  s.  f.  =  complessione  :  na- 
turale disposizione  del  corpo  ;  vesà  de 
complèsiòn  deliettda  =  essere  di  com- 
plessione delicata. 

complèSs,  *  s.  m.  =  complesso  :  il  tutto 
composto  di  più  parti. 

1)  in  eomplèss  =  complessivamente, 
in  modo  complessivo. 

2)  Agg.  Membruto,  grasso  ;  l'è  on 
omòn  eoìiiplèàs  =  è  un  omone  com- 
plesso. 

complètt,  *  a^g.  =  completo  :  di  cosa  a 
cui  nulla  manca  :  che  ha  tutto  il  n\\- 
mero  richiesto. 

1)  òìi  complètt  =  abito  completo  : 
calzoni ,  sottovesto ,  giacchetta  della 
medesima  stoffa. 

complica  *  V.  att.  =  complicare  :  intrigare 
imbrogliare  la  cosa. 

complicàsióu,  *  s.  f.  =  complicazione, 
difficoltà,  imbroglio. 

complimèut,  *  «.  m.  =  complimento  : 
atto,  parola,  segno,  discorso  che  si  fa 
in  segno  di  civiltà,  di  ossequio. 

1  )  fa  minga  complimènt,  sema  com- 
pli»ient  =  non  far  complimenti,  senza 
complimenti  :  di  chi  è  sbrigativo,  an- 
che sfacciato,  fa  da  padrone. 

2)  Cerimonie  :    dimostrazione    di  ri- 
veienza  che  usano  in  società,  con  re 
lativi  costumi  ;  sta  nò  adi  coDiplimènt  = 
non  star  sulle  cerimonie  :  non  preten- 
derle, non  farne  caso. 

3)  Anche:  lode,  elogio  :  (/Ae /bo  ime 
complimènt  per  el  so  llber  =  Le  fo  le 
mie  lodi  per  il  suo  libro. 

complimeiitòs,  *  agg.  =  complimentoso  : 
che  suol  fare  molti  complimenti. 

15 


compiota,  V.  att.  =  congiurare:  trattare 
segretamente  e  in  ispecie  di  affari  po- 
litici. 

1)  Anche  por  accordarsi  nell'esecu- 
zione di  un  reato. 

complòtt,  s.  m.  =  combrioola,  congiura  : 
trattato  e  pratiche  segrete  di'  negozio 
da  conchiudere. 

componimént,  *  s.  m.  =  componimento  : 
ogni  sorta  di  poesia  o  prosa  d'inven- 
zione, 

compònu,  r.  att.  =  comporre,  tessere, 
distendere. 

1)  Accozzare  i  caratteri  corrispon- 
denti al  inanoscrilto  da  stamparsi. 

2)  Inventare  qualche  cosa  di  propria 
testa,  ossia  scrivere  in  prosa,  poesia  o 
musica. 

composision,  *  s.  /'.  =  composizione: 
mescolanza  di  cose  e  il  risultato  di 
essa  ;  l'è  minga  bróns,  Ve  ona  com- 
posisimi  =  non  è  bronzo  ;  è  una  com- 
posizione. 

1)  Invenzione  pittorica,  o  poetica,  o 
musicale  ;  màèster  de  eomposión  = 
maestro  di  composizione  (solamente  mu- 
sicale). 

compositór,  *  s.  m.  =  compositore  :  chi 
compone. 

1)  compositòr  de  musica  =  composi- 
tore di  musica  :  il  maestro  che  la  com- 
pone. 

2)  In  tipografia  chi  unisce  i  carat- 
teri. 

3)  Compositoio  :  arnese  di  ferro  usato 
dal  compositore. 

compost,  *  agg.  =  composto. 

1)  Formato  di  più  parti  o  elementi, 

2)  Di  costumi,  atti  e  sim.:  grave, 
modesto,  decoroso. 

3)  Di  chioma,  vesti,  e  sim.  :  accon- 
ciato, ordinato. 

comporterà,  s.  f.  =  compostiera,  guaz- 
ziera,  ciotola  da  guazzi.  Specie  di  cio- 
tola coperchiata,  per  lo  più  di  metallo, 
nella  quale  si  servono  in  tavola  i  guazzi 
0  conserve. 

compréud,  *  'V.  att.  =  comprendere  :  con- 
tenere in  se;  el  eomùn  de  Milàn  el 
coìnprèml  Unca  Lorètt  =  il  comune  di 
Milano  comprende  anche  Loreto,  Più 
volgami,  ciàpà  dent. 

comprés,  *  agg.  =  compreso  :  da  com- 
prendere; in  del  fitt  gh'è  comprés 
r acqua  potàbil  =  nell'affitto  è  com- 
presa l'acqua  potabile. 


com 


-  226  - 


con 


1)  Implicito:  che  non  è  espresso, 
ma  si  comprende  necessariamente. 

comprimàri,  *  s.  m.  =  comprimario: 
di  cantante  che  non  è  secondo  e  non 
è  primo. 

comprimm  ^  *  v.  att.  =  comprimere  : 
stringere  con  forza  ;  là  scarpa  là  me 
coniprim  et  cali  =  la  scarpa  mi  com- 
prime il  callo.  Più  volgarm.  scliiH  ;ià. 

compromètt,  *  v.  att.  =  compromettere: 
mettere  a  rischio;  viij  minga  compro- 
mètt là  mia  posiéion  =  non  voglio 
compromettere  la  mia  condizione. 

compunsiòn,  *  s.  f.  =  compunzione: 
l'esser  compunto  ;  in  gésa  bùdgna  stàgh 
cont  comp-unsion  =  in  chiesa  si  deve 
stare  con  compunzione. 

compùnt,  *  agg.  =  compunto.  Di  pers. 
Addolorato  nel  pentimento,  e  con  rac- 
coglimento devoto. 

compù  =  quanto  più,  tanto  più. 

comiin,  *  s.  in.  =  comune,  municipio: 
gli  abitanti  stessi,  i  contribuenti,  il 
paese. 

1)  Agg.  comune  :  che  appartiene 
ugualmente  o  relativamente  a  più  o  a 
tutti. 

2)  àené  comun  =  senso  comune  :  fa- 
coltà di  giudicare  sanamente,  comune  a 
tutti. 

comìinàl,  agg.  =  comunale  :  che  appar- 
tiene al  Comune,  che  dipende  dal  Co- 
mune, che  non  è  proprietà  privata. 

comiinicà,  *  v.  att.  =  comunicare. 

1)  Avere  un'  escita,  adito  comune. 

2)  T.  cattol.  amministrare  l'eucare- 
stia: comilnicàss  =  comunicarsi,  pren- 
dere la  comunione. 

comiinicàtìya,  *  s.  f.  =  comunicativa: 
facilità  di  comunicare  i  propri  senti- 
menti colla  parola. 

comiiuicàsidn,  *  s.  f.  =  comunicazione  : 
il  comunicare  e  anche  l'adito  per  cui 
si  comunica. 

comiiniou,  *  s,  f.  =  comunione:  l'avere 
in  comune,  a  comime. 

1)  Il  Sacramento  dell'Eucarestia  e 
l'atto  di  ricevere  queste»  Sacramento. 

2)  La  parte  della  Messa,  quando  il 
sacerdote  è  all'Eucai'estia. 

comiinitaa,  s.  f.  =  comunità:  il  corpo 
dei  cittadini. 

1)  ghe  le  ctlnta  ài  pdpol  e  àia  co- 
m,unttaa  =  lo  racconta  al  popolo  e  alla 
comunità.  Per  dire  :  a  tutti  quanti. 

con  e  davanti  a  vocale  cont  =  con.  Pre- 


posiz.  semplice  che  si  unisce  anche 
coir  articolo.  Regge  vari  complementi 
indiretti  di  relazione,  di  congiunzione, 
di  compagnia. 

1)  Di  collegamento,  unione,  mesco- 
lanza. 

2)  Di  proprietà,  connessione. 

3)  Parlando  di  cose  che  si  portano, 
d'usanze,  di  modo. 

4)  Posposto  a  insèma  =  insieme. 

5)  Indicando  lo  stato,  la  condizione 
l'atteggiamento,  la  causa,  il  modo,  le 
condizioni,  il  mezzo,  lo  strumento  o 
mezzo  materiale. 

6)  con  tiitt  =  con  tutto  :  nonostante, 
malgrado. 

conca,  s.  f.  =  conca,  sostegno,  chiusa: 
il  congegno  attraverso  un  canale  per 
tenere  in  collo  l'acqua  fin  dove  occorre, 
onde  passarla  agevolmente.  Anche  :  ca- 
teratta. 

1)  Luogo  basso  tra  i  monti  ;  l'è  on 
paèé,  gid  in  d'òna  conca  =  è  un  paese 
affondato  in  una  conca. 

2)  fa  cotica  =  far  conca  ;  piegarsi  a 
guisa  di  conca. 

3  )  conca  di  ptàtt  =  conca  :  largo  vaso 
di  legno  a  uso  di  versarvi  il  ranno  per 
rigovernarvi  le  stoviglie. 

coucéd,  v.  att.  =    accondiscendere,  con- 
cedere, condiscendere,   cedere  ;  confor- 
marsi per  grazia  al   volere  altrui. 
1)  Menar  bono,   di   ragioni    addotte. 

concentra,  *  v.  att.  =  concentrare  :  fare 
che  varie  forze  o  attività  si  dirigano 
ad  un  sol  punto.  j 

1)  Radunare  in  una  sola  persona,  o  j 
in  un  solo  ufficio  la  somma  dell'au-  | 
torità. 

concentràmént,  *  s.  m.  =  concentra- 
mento: il  concentrare;  el  concentrà- 
mént esàgeraa  di  potéri  l'è  là  riitna 
del  Stdt  =  V  esagerato  concentramento 
dei  poteri  è  la  rovina  dello  Stato. 

concèntricli,  *  agg.  =  concentrico  :  di 
più  circoli  che  hanno  lo  stesso  centro. 

concepì,  *  v.  att.  =  concepire:  afferrare 
colla  mente,  comprendere  ;  pòés  minga 
concepì  come  on  bon  italiàn  el  pdda 
vèss  clericdl  =  non  posso  concepire 
come  un  buon  italiano  possa  essere 
clericale. 

concerìa,  *«./".=  conceria:  luogo  dove 
si  conciano  le  pelli  ;  el  pàdròn  l'è  gid 
in  conceria  =  il  padrone  è  abbasso  in 
conceria. 


con 


-  227  - 


con 


concert,  *  s.  m.  =  concerto  :  esecuzione 
di  musica,  fatta  da  più  cantanti  o  so- 
natori. 

1)  Pozzo  di  musica  eseguito  da  una 
voce  0  da  uno  strumento  con  accom- 
pagnamento d'orchestra  o  d'organo  o 
di  piano  o  di  banda. 

concerta,  *  v.  att.  =  concertare,  affia- 
tare, accordare  a  forza  di  prove  dili- 
genti due  0  più  cantanti  o  sonatori  ; 
conerttt  on'dpera  =  affiatare  i  cantanti 
che  eseguiscono  un'opera. 

1)  Si  dice  anche  di  attori  non  can- 
tanti. 

concertàdòr,  *  s.  m.  =  concertatore  : 
maestro  che  attende  alla  concertazione. 

concertista,  *  s.  m.  e  f.=  concertista  : 
chi  suona  o  canta  di  concerto. 

concèsiòn,  *  s.  f.  =  concessione  :  l'atto 
del  concedere  e  in  signif.  generale  con- 
discendenza. 

concesionàrì,  *  s.  m.  =  concessionario  : 
quegli  a  cui  è  fatta  la  concessione  di 
un  diritto. 

concètt,  *  s.  m.  =  concettto  :    quel  che 
la  mente  ha  concepito,  il  risultato  del- 
l'operazione dell'intelligenza. 

1)  L'idea,  il  pensiero:  el  coneett  del 
quàder  Ve  bòn  =  il  concetto,  l'idea  del 
quadro  è  buona. 

2)  Il  disegno  di  un'opera  d'arte. 

3)  Opinione,  stima  di  una   persona. 
conchee,  s.  m.    =   caterattaio  :   custode 

dei  sostegni  dei  canali  navigabili. 
conchìlia,  *  s.  f.  =  conchiglia:   nicchia 

marina. 
conchin,  s.  m   =  concola  :   piccola  conca 

che  si  pone  sotto  lo  zipolo  della  botte, 

perchè  nello  spillare  non  gocci  vino  in 

terra. 
concltìd,  V.  att.  =  concludere. 

1)  D'affari,  venirne  a  capo. 

2)  Di  discorso,  venirne  a  termine 
con  qualche  scopo  o  ragione  che  torni. 

conclìisidn,  *  s.  f.=  conclusione  ;  1'  atto 

e  l'effetto  del  concludere. 

1)  in  conelilsiòn   =    in   conclusione, 

in  sostanza,  dunque,  alla  fine. 
concór,  *  V.  att.  =  concorrere. 

1)  Di  persone  che  si  fanno  avanti 
con  titoli  0  altro,  per  aver  un'impiego, 
un  premio,  un  posto  onorifico. 

2)  Di  più  cause  che  tendono  a  un  me- 
desimo effetto  ;  tìitt  concorèva  à  fàmm 
aperti  =  tutto  concorreva  a  farmi  spe- 
rare. 


concordato,  *  s.  m.  =  concordato  :  ac- 
cordo a  cui  vengono  i  creditori  con  un 
debitore  o  fallito. 

concordia,  *  s.  f.  =  concordia  :  buona 
armonia;  quànd  ée  commcia  à  diseor 
de  polìtica  là  concordia  Ve  àndtLda  = 
quando  si  comincia  a  discorrere  dì 
politica  è  beU'e  andata  la  concordia. 

concorènsa,  *  s.  f.  =  concorrenza:  il 
concorrere  di  più  persone  a  un  guada- 
gno a  un  vantaggio. 

1)  fa  concorènsa  =  far  concorrenza: 
di  chi  mette  la  medesima  industria, 
apre  la  bottega  o  negozio  o  istituto 
del  medesimo  genere  per  attirare  a  se 
gli  avventori,  i  guadagni  d'altri. 

concorént,  =  concorrente  :  chi  concorre 
per  ottenere  ufficio,  premio,  onori,  ecc. 

concerà,  *  s.  m.  =  concorso  :  il  con- 
correre. 

1)  Di  gente  a  un  luogo. 

2)  Di  persone  che  concorrono  a  un 
esame  aspirando  a  un  impiego,  a  un 
grado,  premio  e  sim. 

concreta,  *  v.  att.  =  concretare  :  nel  senso 
di  concludere.  Vedi  conclQd. 

concrètt,  *  agg.  =  concreto  :  che  ha  per 

'    termine  un  oggetto  reale,  preciso.! 

1)  vegnt  ài  concrètt  =  venire  al  caso 
pratico. 

condàna,  *  s.  f.  =  condanna:  il  con- 
dannare, la  sentenza  che  condanna  e 
la  pena  data.  ■    " 

condàna,  *  v.  att.  =  condannare  :  sen- 
tenziar colpevole,  infliggere  a  uno  una 
condanna,  una  pena. 

1)  Disapprovare,  dichiarar  falso,  cat- 
tivo. Di  dottrine,  di  opinioni,  costumi. 

2)  Costringere  ;  là  botéga  là  me  con- 
dàna  à  vègh  mài  on  dì  in  libertaa  = 
la  bottega  mi  condanna  a  non  aver  mai 
un  giorno  libero. 

condànaa,  agg.  =  condannato:  chi  ha 
avuto  una  condanna  e  chi  è  in  carcere 
a  scontarla. 

l)  Chi  è  costi-etto  a  far  qualche  cosa  ; 
sont  condànaa  à  làortL  tuta  là  vita  = 
son  condannato  a  lavorare  per  tutta  la 
vita. 

condànàbil,  *  agg.  =  condannabile:  che 
merita  di  essere  condannato. 

condemànch,  condemén,  =  a  meno  ; 
podè  minga  fànn  condemén  =  non  po- 
ter farne  a  meno. 

condensa,  *  v.  att.  =  condensare  :  ren- 
der denso. 


con 


228  - 


cou 


condenèaa,  *  agg.  =  condensato:  denso, 
reso  meno  liquido;  Uitt^  brceild  con- 
densaa  -  latte,  brodo  condensato. 

condì,  *  V.  att.  =  condire:  dare  il  con- 
dimento, rendere  piii  gradevoli  le  vi- 
vande. 

condii,  *  agg.  =  condito.  Part.  pass,  di 
condì. 

1)  Sost.  condimento:  tutto  ciò  che 
vale  a  migliorare  il  sapore  delle  vi- 
vande. 

condìmént,  *  s.  m.  =  condimento:  il 
condire  e  quanto  serve  a  condire. 

condisiÓD,  *  s.  f.  =  condizione  :  lo  stato 
fisico  0  morale  di  una  persona. 

1)  Lo  stato  di  una  cosa:  on  l/ìber  in 
catìva  eondiéiòn  =  un  libro  in  cattiva 
condizione  ;  rotto,  scucito. 

2)  I  patti  0  particolarità  dirette  a 
stabilire  una  cosa;  hoo  minga  podiiii 
àcetà  i  àò  condision  =  non  ho  potuto 
accettare  le  sue  condizioni. 

3)  Circostanza  dalla  quale  ammet- 
tiamo che  dipenda  l'esecuzione  di  una 
cosa. 

4)  Lutto,  bruno,  gramaglia  ;  pm-tà 
là  eondiéiòn  =  vestire  a  lutto,  a  bmno. 

condoliànsa,  *  s.  f.  =  condoglianza.  Spec. 

al   pluj'.  :    il   condolei-si   con   alhù   del 

suo  dolore. 
condona,  *  v.  att.  =  condonare  :  di  debiti, 

non  farli  pagare. 
condòta,  *  s.  f.  =  condotta. 

1)  Modo  di  vivere  in  rapporto  agli 
altri,  specialmente  riguardo  ai  costumi. 

2)  Modo  di  condurre  un  lavoro  let- 
terario d'arte. 

3)  Ufficio  medico  retribuito  dal  Mu- 
nicipio per  la  cura  gratuita  dei  poveri. 

condott,  *  6\  m.  =  condotto  :  canale  o 
tubo  per  conduiTe  acqua  o  altri  liqiiidi. 

condiitfleùr,  s.  m.  =  conduttore  :  dal 
frane,  conducteur. 

1)  L' impiegato  che  attende  all'  en- 
trata della  gente,  riscote  e  regola  le 
fermate  e  le  partenze  degli  omnibus, 
dei  tramvai,  delle  diligenze. 

2)  Delle  strade  ferrate  :  quell'  impie- 
gato che  accompagna  un  treno  e  ne 
regola  l'andamento. 

conèss,  *•.  m.  =  connesso  :  nella  frase, 
anèss  e  conèss.  Vedi  àuèàs. 

confà,  t\  att.  =  confarsi,  acconfarsi,  af- 
farsi :  convenirsi  di  cosa  a  persona. 
Anche  in  milanese  usasi  nella  terza 
persona  ;  i  tò  mànèr    me  se   confami 


minga  =  i  tuoi  modi  non  mi  si  affanno  : 
meglio  però  è  diro  :  me  vdn  minga. 
Vedi  àndà,  3). 

coufàbiilà,  *  'e.  att.  =  confabulare  :  chiac- 
chierare a  lungo  con  qualcuno  su  qual- 
che argomento  di  poca  importanza. 

confederàsiòn,  *  s.  f.  =  confederazione  : 
unione  di  popoli  o  di  Stati,  con  vin- 
coli più  sti-etti  che  l'alleanza  e  la  lega. 

confederàss,  *  v.  rifl.  =  confederarsi  : 
unirsi  in  confederazione  ;  i  Stài  déla 
Germania  se  s'hin  confederaci  =  gli 
Stati  della  Germania  si  sono  confederati. 

conferénsa,  *  s.f.  ^  conferenza  :  lezione 
libera  e  staccata  sopra  qualche  argo- 
mento. 

conferensièr,  *  s.  m.  =  conferenziere  : 
chi  fa  una  conferenza. 

conferi,  v.  att.  =  confarsi,  affarsi.  Vedi 
confà. 

conférma,  *  s.  /".  =  conferma  :  l'atto  del 
confermare  ;  gh'è  vegniiii  là  conférma 
del  so  ineàrich  =  gìj  è  venuta  la  con- 
ferma, del  suo  incarico. 

conferma,  *  e.  att.  =  confermare  :  man- 
tenere nella  posizione  in   cui  uno  era. 
1)  Affermare,    attestare  ;    /'  ha   con- 
fermaa  anca  et  pàptt  =  1'  ha  attestato 
anche  il  babbo. 

co n fesa,  *  v.  att.  =  confessai-e:  manife- 
stare volontariamente  o  no  una  colpa,  un 
sentimento,  un'azione,   senza  riguardi. 

1)  Dichiai-are  ;  mi  el  confèsi,  ma  et 
me  pids  prdpi  nò  =  lo  confesso,  ma 
proprio  non  mi  piace. 

2)  confesàss  =  confessarsi,  rifi.  dire 
al  prete  le  proprie  mancanze  ;  eonfesà  = 
ascoltare  i  peccati  da  chi  si  confessa. 

3)  km  àdree  à  confesàsé  =  si  con- 
fessano :  scherz.  ;  di  due  persone  che 
parlano  adagio  insieme  da  un  pezzo. 

coufesiòn,  '*  s.  f.  =  confessione  :  atto 
del  confessare  e  anche  Sacramento  della 
confessione  ;  l' ha  fàa  dna  confesiòn 
complèta  =  fece  una  confessione  com- 
pleta. 

confesionàrl,  *  s.  m.  =  confessionario  : 
specie  di  casotto  od  inginocchiatoio 
nelle  chiese  cattoliche,  dove  il  sacer- 
dote confessa. 

confesór,  *  ò\  m.  =  confessore  :  il  prete 
0  il  frate  che  confessa. 

confèss,  Ò-.  m.  =  confessione,  ricevuta, 
quitanza  :  dichiarazione  di  a\"er  rice- 
vuto quanto  ci  si  doveva. 


con 


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con 


confetura,  *  s.  /!  =  confettura  :  assoiii- 

mento  di  confetti, 
conficià;  T.  att  =  conciare  :  dar  la  concia 

alla  pelle.  Anche  :  scamosciare. 
conflciàrìa,  s.  f.  =  concia  :   luogo  dove 

si  conciano  le  pelli. 
conflciò,  s.  m.  =  conciatore,  scamoscia- 

tore  :  colui  che  concia  le  pelli. 
confida,  *  «>.  att.  =  confidare  :  consegnar 

con  fiducia. 

1)  Dire,  dare  in  tutta  segretezza. 

2)  Aver  piena  fiducia  :  in  questo 
senso  è  meglio  usato  fldàss. 

confldént,  *  s.  m.  =  confidente  :  persona 
di  cui  ci  fidiamo,  o  ci  facciamo  dare 
aiuto,  lo  mettiamo  a  parte  di  pratiche. 

confldènèa,  *  s.  f.  =  confidenza  :  il  con- 
fidare. 

1)  Familiarità,  intrinsechezza. 

2)  Familiarità  nel  conversare  :  li- 
bertà di  linguaggio  fra  persone. 

3)  ciàpti  confidénéa  =  prender  con- 
fidenza :  ti'attare  persone  da  piix  di  noi 
con  troppa  familiarità. 

4)  Il  confidare  con  una  certa  segrO'- 
tezza. 

5)  Familiarità  che  nasce  dalla  stima. 

6)  à  dà  on  dìt  de  confidénéa,  ne 
ciàpa  on  br^sa  =  a  dare  il  dito,  pren- 
dono il  dito  e  la  mano. 

confldensiàl,  *  agg.  =  confidenziale,  ami- 
chevole, famigliare;  el  g'hà  dna  mà- 
néra  tròpp  confèdenéidl  =  ha  un  modo 
troppo  confidenziale. 

confin,  *  s.  m.  =  confine  :  linea  che  cir- 
coscrive il  territorio  di  nazione,  pro- 
vincia, comune,  ecc. 

1)  Confine  :  relegazione  per  castigo 
in  un  luogo  determinato. 

confina,  *  v.  att.  =  confinare  :  essere  a 
confine,  essere  a  contatto,  vicino. 

1)  Crogiolare,  gi'ogiolare,  rosolare  : 
dare  per  mezzo  del  foco  lento  alle  vi- 
vande il  colore  rossiccio,  e  far  che 
siano  bene  peneti-ate  dal  condimento. 

confiteor,  *  s.  m.  =  confiteor  :  orazione 
che  si  recita  prima  della  confessione  ; 
el  pò  recito,  el  confiteor  =  può  ben  diro 
mia  colpa  :  di  pentimento. 

confdnd,  ■v.  att.  =  confondere  :  mettere 
insieme  senz'ordine  e  senza  criterio, 
prendere  una  cosa  per  un'altra. 

1)  Dar  noia,  infruscare,  far  perdere 
il  filo  delle  idee. 

2)  Abbuiare  :  far  che  una  bricconata 


0  un  affare  poco  pulito  non   si   venga 
a  conoscere  dalla  gente. 

3)  Di  gentilezze  e  cortesie  altrui  che 
non  ci  paia  di  meritare  ;  ma  In  el  me 
confónd  =  ma  lei  mi  confonde. 

4)  confóndes  =  infrascarsi  :  perdere 
il  filo  delle  idee. 

conforma  !  *  =  conforme  !  Secondo  il  modo, 
il  tempo,  le  circostanze. 

confòrt,  *  s.  m.  =  conforto  :  quanto  può 
servire  a  diminuire  il  dispiacere  che 
non  ha  rimedio. 

conforta,  *  i\  att.  =  confoiiare  :  dar  con- 
forto. 

confortàbìl,  "^  agg.  =  confortevole  :  atto 
a  dar  confoiio,  a  contentare  tutti  i  de- 
sideri di  comodità  personale.  Dal  frane. 
confortarle. 

confràtèll,*  s.  m.  =  confratello:  fra- 
tello della  stessa  confraternita. 

confratèrnita,  *  s.  f.  =  confraternita  : 
associazione  religiosa  a  scopo  religioso. 

confrònt,  *  s.  m.  =  confronto,  agguaglio  : 
somiglianza  da  poter  fare  confronto  ; 
fra  el  me  liber  e  el  tò  gìi'è  minga  con- 
front -  non  c'è  agguaglio,  fra  il  mio 
libro  e  il  tuo. 

1)  vegnì  ài  confrònt  =  venire  a  con- 
fronto :  pili  specialm.  è  nei  precessi 
quel  mettere  a  confronto  i  testimoni  di 
accusa  cogli  imputati,  perchè  dichiarino 
di  conoscerli,  per  sentir  le  deposizioni, 
ecc. 

confronta,  *  v.  att.  =  confrontare,  ag- 
guagliare, mettere  a  confronto. 

confus,  *  agg.  =  confuso,  agg.  e  pp.  di 
confondere. 

1)  in  confù,s  =  in  confuso,  confusa- 
mente. 

confiisàniént,  *  apv.  =  confusamente  : 
in  modo  confuso  ;  el  m'  ha  cuntaa  sii 
là  ròba  confiisàniént  =  mi  ha  raccon- 
tato la  cosa  in  modo  confuso. 

confiisiòn,  *  s.  f.  =  confusione. 

1)  Disordine  delle  cose  per  non  es- 
sere a  loro  luogo. 

2)  Turbamento  dell'animo,  vergogna 
e  scorno. 

confitta,  *  T.  att.  =  confutare  :  ribattere 
le  asserzioni  degli  avversari  ;  el  s'è 
miàs  à  confiittt  tiitt  el  me  diseòrs  =  s'è 
messo  a  confutare  tutto  il  mio  discorso. 

confiisionàri,  s.  m.  =  arruffone  :  chi 
arruffa  le  cose  dove  mette  le  mani. 

congréd,  *   ed  anche   congree,   s.   m.    = 


con 


230  — 


con 


congedo  :  licenza  di  partire  per  sempre 
0  temporaneamente,  domandata  o  data. 
congeda,  v.  att.  =  congedare  :  dar  con- 
gedo, licenziai'e  ;  eungedtL  Óna  class  = 
congedare  una  classe  :  di  militari'  che 
han  finito  la  ferma. 
congrégn  *  s.  m.  =  congegno  :  strumento 

fatto  con  ingegni,  complicazioni. 
congestìòn,  *  s.  f.  =  congestione  :  accu- 
mulazione soverchia  di  liquidi   in  una 
parte  del  corpo. 
congiùng,  *  V.  att.  =  congiungere  :    at- 
taccare insieme  cosa  a  cosa  ;  là  galena 
noe,uva  là  congiung  là  piftèa  del  Dòmni 
cóla  piàèa    déla  Scttla    =    la   galleria 
nuova  congiunge  piazza  del  Duomo  con 
piazza  della  Scala. 
congiunsìòn,  *    s.    f.    =    congiunzione  : 
l'atto  del  congiungere,  unione. 

1)  In  gramm.  :  una  delle   parti    del 
discorso  indeclinabili. 
congiuntir,  *  s.  m.  =  congiuntivo  :  uno 

dei  modi  della  coniugaz.  del  verbo. 
congiura,  *  s.  f.  =  congiura  :  patto  giu- 
rato insieme  e  in  segreto   fra  vari  in- 
tesi a  rovesciare  un  governo  o  sim. 
congiura,  *  v.  att.  =  congiurare,  far  con- 
giura :  far  complotto  segreto   per  nuo- 
cere ad  alcuno. 
congràtìilàsidn,  *  s.f.  =  congi-atulazione  : 

il  congratularsi. 
congràtiilàss,    r.   rifl.  -  congratularsi  : 
mostrare  a  qualcuno  il   nostro    piacere 
0  a  voce  o  inscritto  per  un  suo   bene 
consegaito  o  cosa  buona. 
congregàsiòn,   s.    /.    =   congregazione  ; 
là  congregàsiòn  de  càritaa  =   la  con-' 
gregazione  di  carità. 
congrèss,  *    s.  m.    =   congi-esso  :    radu- 
nanza di  persone  convenute    da   varie 
parti  per  trattare  sopra   questioni    let- 
terarie 0  scientifiche. 
conili,  s.  m.  =  coniglio  :  animale  dome- 
stico del  genere  lepre  ;  lepus  cunieulus. 
1)  Fig.  di  persona  paurosa,  vile,  so- 
verchiamente timida. 
couiiigà,  *  V.  att.  =  coniugai'e  :   recitare 
ordinatamente  un  verbo  secondo  i  tempi 
e  le  persone. 
conìugàsiòn,  *  s.  f.  =  coniugazione  ;  ri- 
duzione ordinata  dei  tempi  e  delle  per- 
sone dei  verbi  ;  l' è  on  vèrb   de   tèrsa 
coniugàsiòn  =  è  un  verbo  di  terza  co- 
niugazione. 
conoscenza,  *  s.  f.  =  conoscenza  :  il  co- 
noscere. 


1)  fa  conoscènsa  =  imparare    a  co- 
noscere. 
conoss,  V.  att.  =  conoscere  :  farsi  l'idea 
completa  di  un  soggetto,    averne   pra- 
tica, esperienza. 

1)  conosel  minga  =  non  conoscerlo, 
di  pers.  o  di  cosa  :  non  averla  mai  vista. 

2)  Di  persone  :  averle  anche  sola- 
mente viste  e  saputo  chi  erano. 

conosìiti,  agg.  =  conosciuto,  part.  pass, 
di  conoscere  ;  l'è  on  negasi  conosuu  = 
è  un  negozio  conosciuto. 

1)  minga  conosuu  =  ignoto,  igno- 
rato :  non  conosciuto. 

conotaa,  s.  m.  pi.  =  connotati,  linee  : 
segni  riconoscitivi  della  persona,  che  si 
scrivono  sui  passaporti  e  sim. 

conquàlmént,  cong.  =  qualmente  che. 

conquìbiis,  s.  tu.  =  conquibus  (^conqui- 
busse  a  Firenze  per  il  solito  sdegno  a 
finire  le  parole  per  consonante).  Si 
usa  comunemente  per  quattrini,  ma  in 
ischerzo.  Dal  latino. 

conquista,  v.  att.  =  conquistare  :  ren- 
dersi padrone,  specialmente  colle  armi, 
di  qualche  cosa. 

conquista,  *  s.  f.  =  conquista  :  il  con- 
quistare e  la  cosa  conquistata. 

1)  fa  conqièta  =  si  dice  di  chi  riesce 
a  farsi  un'amante. 

consacra,  *  v.  att.  =  consacrai-e  :  desti- 
nare cose  0  persone  con  rito  religioso 
al  culto  divino  o  investirle  solenne- 
mente di  alcune  autorità. 

consàpevol,  *  agg.  =  consapevole  :  che 
sa  di  cosa  non  a  tutti  nota. 

conscénsa  e  meglio  coscénsa  o  co- 
seiènsa,  s.  f.  =  coscienza  :  la  consa- 
pevolezza di  noi  medesimi,  e  delle 
nostre  azioni. 

1)  Dell'animo  che,  conoscendo  il  bene 
e  il  male,  ne  è  giudice  costante. 

2)  libertaa  de  cmiscénsa  =  libertà  di 
coscienza  :  facoltà  di  credere  come  uno 
vuole  in  cose  di  religione. 

3)  in  conscénsa  =  in  coscienza  :  af- 
fermando la  cosa. 

conscia,  s.  f.  =  concio,  concime  :  letame 
per  l'ingrasso  delle  terre. 

1)  Condimento,  intingolo.  Vedi  bagna. 

2)  Concia  :  medicamento  di  vini  o 
di  fratti  con  ingredienti  spiritosi. 

conscià,  ».  att.  =  accomodare. 

1)  Nel  senso  ironico,  far  piii  o  meno 
danno  ;  quèll  pòer  òmm  l'hdn  consciaa 


con 


-  231  - 


con 


per  i  fest  =  quel  pover'  omo   1'  hanno 
accomodato  per  il  dì  delle  feste. 

2)  Aggiustare  in  qualche  modo,  alla 
bell'e  meglio. 

consciàcoo,  s.  m.  =  parrucchiere.  Vedi 
periìchee. 

1)  Conciateste  :  fig.  di  chi  crede  po- 
ter mettere  altrai  il  cervello  a  partito. 

cottsciàlàTésg-,  s.  m.  =  acconcialaveggi  : 
acconciascodelle,  ])icchiapadelle,  batti- 
rame, conciabrocche. 

consciàòss,  s.  m.  =  acconciatore  di  ossa  : 
chi,  senza  essere  chirurgo,  s'arroga  di 
aggiustar  rotture  di  gambe  o  braccia. 

consciàtecc,  s.  m.  =  conciatetti  :  chi 
raccomoda  i  tetti  delle  case. 

consègTia,  *  s.  f.  =  consegna  :  il  conse- 
gnare e  la  cosa  consegnata. 

1)  T.  mil.  l'ordine  che  vien  dato  alla 
sentinella. 

2)  Punizione  leggera  che  si  infligge 
a  un  soldato. 

consegna,  *  v.  att.  =  consegnare  :  dare 
persona  o  cosa  a  uno  perchè  la  tenga 
come  sua  o  la  restituisca  a  suo  tempo. 

1)  Di  persona  :  affidarla  a  un'  auto- 
rità. 

2)  conàegnà  là  trUpa  =  consegnare 
la  truppa  :  tenerla  nei  quartieri  per  un 
bisogno. 

couseguènsa,  *  s.  f.  =  conseguenza  : 
l'effetto  di  qualunque  causa. 

consèns,  *  s.  m.  =  assenso  :  approva- 
zione di  ciò  cha  altri  fa,  o  si  propone 
di  fare,  sopratutto  se  necessaria  per  la 
regolarità  ed  efficacia  dell'atto. 

1)  àndtl  à  toeu  sii  el  eonéénà  =  far 
fare  le  pubblicazioni  di  matrimonio  al 
Municipio. 

2)  dà  el  eonàéns  =  acconsentire  :  dare 
prestare  il  proprio  consenso. 

consèrva,  *  s.  f.  =  conserva  :  sugo  di  al- 
cuni fratti,  condensato,  che  si  conserva. 
1)  tegnì  in  eonéèrva  =   serbare  :  te- 
nere qualche  cosa  per  il  momento  op- 
portuno. 
consèrrà,  *  v.  att.  =  conservare  :  tenere 
una  cosa  in  modo  che  si  mantenga  bene. 
1)  Come  augurio  ;  che  el  se  consèrva  = 
si  conservi  :  si  tenga  in  buona  salute. 


conservasion, 


f. 


conservazione  : 


il  conservare  e  l'effetto  del  conservare  ; 

■vèés   in   hòn   stdt   de    consèrvàsiòn    = 

essere  in  buono  stato  di  conservazione. 

conservatòri,  *  s.   m.  =  conservatorio  : 


grande  istituto  dove  si  allevano  i  gio- 
vani alla  musica. 
consèrvàtòr,  *  s.  m.  =  conservatore. 

1)  T.  polii  chi  non  ama  le  innova- 
zioni. 

2)  consèrvàtòr  di  ipotéch  =  conser 
vatore  delle  ipoteche. 

considera,  *  v.  att.  =  considerare  :  ri- 
flettere attentamente  sopra  una  cosa. 

consideràsiòn,*  s.  f.  =  considerazione: 
stima  in  cui  uno  è  tenuto  ;  l' è  minga 
tegnilii  in  gran  consideràsiòn  =  non  è 
tenuto  in  grande  considerazione. 

1)  Stimare  :  avere  in  pregio. 

2)  Contemplare  :  di  legge. 
consili,  *    s.    m.  =   consiglio,    ammoni- 
mento ;  avvertimento  dato  ad  una  per- 
sona amichevolmente  sul  come  dovrebbe 
regolai'si. 

1)  Persone  raccolte  a  consigliare  in 
faccende  pubbliche  e  private  ;  el  con- 
sili comundl  =  il  consiglio    comunale. 

Consilia,  *  v.  att.  =  consigliare  :  dare 
consigli  ;  ti  còsa  te  me  consìliet  de  fa?  => 
tu  che  mi  consigli  di  fare  ? 

consìliér,  *  s.  m.  =  consigliere  :  T.  d'uf- 
ficiali e  funzionari  pubblici ,  o  di  una 
società. 

consìmil,  *  agg.  =  consimile  :  alquanto 
simile;  èto  aneli' chi  l'è  on  consiniil 
de  quèll  che  f  hoo  daa  mi  =  questo 
anello  è  consimile  a  quello  che  t'  ho 
dato  io. 

consist,  V.  att.  =  consistere  :  essere  nella 
sua  composizione,  natura. 

1)  Importare  ;  el  consist  nàgòta  = 
non  importa  nulla. 

consistènsa,  *  s.  f.  =  consistenza  :  lo 
stato  di  ciò  che  è  consistente  ;  là  ptsta 
là  g'hà  nò  àsce  consistènsa  =  la  pasta 
non  ha  sufficiente  consistenza. 

consistént,  *  agg.  =  consistente  :  che  ha 
forza,  che  resiste. 

cdnsol,  s.  m.  =  console  :  la  parola  ormai 
non  esiste  che  nella  frase  ;  le  sa  el 
cònàol  e  el  comun  =>  è  il  segreto  delle 
sette  comuni  :  è  noto  lippis  et  tonso- 
ribus  ;  e  ad  indicare  la  carica  diplo- 
matica di  rappresentante  di  una  na- 
zione all'estero,  per  gli    affari    privati. 

consolaa,  s.  m.  =  consolato  :  ufficio  del 
console  di  una  nazione  presso  un'altra. 
1)  Buzzo,  ventre  ;  tegnt  i  man  éiil 
consolaa  =  grattarsi  la  pancia  :  star 
colle  mani  alla  cintola,  starsi  a  coc- 
colo, consumare  il  tempo  senza  far  nuUa. 


cou 


-  232  - 


con 


consola,  *  r.  att.  =  consolare  :  cercare 
con  parole  o  con  atti  di  alleggerire  in 
altri  un  dolore  morale  o  cagionargli  al- 
legrezza f^ontentandolo  in  un  vivo  de- 
siderio. 


coiisolàsidn. 


s.     f.    =    consolazione 


quanto  consola,  mitiga  il  dolore   o    dà 
allegrezza. 

1)  èàltt   déla   eansolàsidn   =    saltar 
dalla  consolazione. 

consolator,  *  agg.  =  consolatore  :  nelle 
frasi  ;  l'è  el  me,  el  tò  ttngiol  consolator 
r  siili.  =  è  il  mio,  il  tuo  angelo  con- 
solatore e  sim. 

consolida,  r.  att.  =  consolidare  :  render 
sicuro,  stabile  ;  viij  consolida  là  mìa 
posisión  =  voglio  consolidare  la  mia 
'condizione. 

consolina,  s.  f.  =  acqua  acconcia,  acqua 
dolce  :  specialmente  quella  acconcia  con 
sugo  di  liquirizia. 

1)  Si  dice  anche  del    vino    lungo    e 
insipido. 

consoli,  s.  /'.  =  consolle  :  mobile  di  lusso 
alto  come  un  cassettone,  con  un  piano 
di  marmo,  una  cassetta  sola  e  quattro 
gambe,  ma  a  volte  ha  due  gambe  sole 
a  S.  Dal  francese  Consolle. 

consonànt,  *  s.  f,  =  consonante  :  lettera 
dell'alfabeto  non  vocale. 

consdi'si,  *  s.  m.  =  consorzio  :  di  alcune 
associazioni  per  fini  determinati. 

consta,*  V.  att.  =  constare:  esser  noto; 
ine  consta  minga  quèll  che  te  Tue  dìset  = 
quel  che  mi  dici  non  mi  consta. 

consiilént, *  agg.  =  consulente:  che  as- 
siste nel  consiglio  o  che  è  chiamato  a 
consulto.  Specialm.  di  medici  e  di  av- 
vocati. 

consult,  *  s.  m.  =  consulto  :  consulta- 
zione di  più  medi  i  al  letto  di  un  malato. 

consulta,  *  v.  att.  =  consultare  :  doman- 
dare consiglio  0  istruzione  ;  consulta 
l'àocàtt  =  consultare  l'avvocato. 

constìltìv,  *  agg.  =  consultivo  :  che  da 
consiglio  ;  el  voto  consUltìv  =  il  voto 
consultivo. 

consiimà,  *  v.  att.  =  consumare,  finire, 
distruggere  a  poco,  a  poco. 

1)  Sciupare:  conciare,  adoprar  male. 

2)  Ustolare:  stai-e  chiedendo  amoro- 
samente con  atti  cose  lo  più  materiali. 

consumàdór,  *  s.  m.  =  consumatore. 
1)  Chi  consuma  ;    l'è  on  gran   con- 
sumàdór de  àeàrp  =  è  un  gran  consu- 
matore di  scarpe. 


cousiiniàsión,  *  s.  f.  =  consumazione  : 
ciò  che  si  prende  al  caffè;  i  eonéilma- 
§i6n  se  pàghen  des  centèsini  de  pii  = 
le  consumazioni  si  pagano  dieci  cen- 
tesimi in  più. 

consilnsidn,  *  s.  f.  =  consunzione;  l'ef- 
fetto del  consumarsi:  della  vita  per  ma- 
lore lento. 

cousuntìv,*  s.  m.  =  bilancio,  rendiconto 
di  quanto  si  consuma,  si  spende  an- 
nualmente dal  Comune,  dallo  Stato  o 
da  una  azienda  privata. 

consume,  s.  m.  =  consumè,  brodo  con- 
sumato, consumato,  brodo  ristretto. 

consìimin,  s.   m.  =   consumo  :  il  consu- 
mare. 
1)  Struscio,  logoramento:  il  logorare. 

cont,*  s.  m.  =  conte.  Term.  stor..  signore 
di  contea. 

1)  Preposiz.  cou,  (Vedi  con,  1  );  cont 
tiitt  so  còmod  =  a  tutto  suo  comodo; 
cònt  sto  cald  =  a  questi  caldi. 

contàbìl,*  s.  m.  =  ragioniere,  contabile  : 
chi  ha  abilità  e  ufficio  di  fare  e  rivedere 
conti,  tenere  amministrazione  e  simili. 

contàbilitaa,*  s.  f.  =  contabilità,  meglio 
l'agioneria:  l'arte  o  l'ufficio  del  ragio- 
niere. 

contàdiu,*  s.  m.  =  contadino:  chi  lavora 
la  terra  specialmente  a  padi'one.  E  più 
comun.  i)àisàn. 

contagiò»,*  agg.  =  contagioso:  che  s'at- 
tacca: di  malattia. 

contamina,''  v.  att.  =  contaminare,  mac- 
chiare, disonorare. 

contanti,*  s.  m.  pi.  =  contanti:  moneta 
corrente  o  effettiva:  danaro. 

1)  paga  à  contanti. =  pagare  a  pronto 
cassa,  a  contanti,  subito. 

contàtt,*  s.  m.  =  contatto:  il  toccarsi  in 
qualche  punto. 

1)  à  contàtt  de  l'aria  el  se  guasta  = 
a  contatto  dell'aria  si  sciupa. 

contégn,*  s.  m.  =  contegno  ;  el  tèn  on 
Gontègn  de  giòin  minga  edilcaa  =  tiene 
un  contegno  non  da  giovane  educato. 
Poco  usato. 

contegniss,  «'.  rifì.  =  contenersi,  ritenere, 
reprimere  la  collera. 

1)  Governarsi,  dirigersi,  regolarsi. 

contemporànì,*  agg.  =  contemporaneo  : 
che  0  chi  vive  nel  medesimo  tempo. 

contempla,*  «■■  att.  =  contemplare:  guar- 
dare a  lungo  con  grande  ammirazione 
e  riflessione. 


con  —  23c5 

coutemplàsión,'^  s.  f.  =  contemplazione: 
Fatto  del  contemplare. 

coutént,  *  ofjg.  =  contento  :  che  è  sod- 
disfatto. 

1)  mas  eontént  =  goder  l'animo,  pro- 
vare soddisfazione,  aver  caro;  ed  anche 
aver  dicatti,,  dover  esser  contenti  di 
ciò  che  ci  tocca  per  non  poter  sperare 
0  pretendere  di  meglio.  Ed  ancora:  per- 
mettere; l'è  eontént  che  sórta  ?  =  per- 
metto che. esca?;  el  j>ò  vèss  eontént  de 
are  sàlvaa  là  vita  =  ha  dicatti  d'aver 
salva  la  vita. 

2)  eontént  còme  on  tré  lira  =  con- 
tento come  una  Pasqua.  Si  dice  anche 
eontént  come  on  papa,  come  on  rè. 

contenta;  *  v.  att.  =  accontentare,  con- 
tentare, render  contento.  QoW'in;  eon- 
tént em  àlmén  in  sta  rdba  ehi  =  almeno 
in  questo  contentami. 

1)  Accomodare  :  parlandosi  di  pers. 
che  pretenda  aver  qualche  diritto  e  po- 
ti-ebhe  darci  molestia  ;  acchetarla  col 
darlo  qualche  soddisfazione;  contenta  i 
creditòr  =  accomodare  i  creditori. 

2)  ehi  èi  contènta  gode:  prov.  toscano 
entrato  tal  quale  nell'uso  del  dialetto 
milanese. 

3)  contentasi  =  contentai-si:  limitarsi 
nei  desideri,  essere  soddisfatto  di  quanto 
si  ebbe  o  accadde  ;  el  se  contènta  de 
pòceh  =  si  contenta  di  poco. 

|couteiitésa,*  s.  f.  =  contentezza:  soddi- 
sfazione dell'animo  al  vedere  o  udire 
cosa  grata;  per  mi  Ve  étàda  dna  gran 
eontentésa  el  pàsà  i  esàmm  =  per  me 
fu  una  grande  contentezza  l'aver  supe- 
rati gli  esami. 

Jontentìu,*  6\  m.  =  vantaggino,  conten- 
tino: quanto  si  dà  per  giunta. 

jouteutòn,*  agg.  =  contentone,  accresc. 
di  contento;  te  set  eontént  del  regali? 
-  contentòn  =  sei  contento  del  regalo? 
contentone. 

Joutèsa,*  s.  f.  =  contessa;  femminile  di 
conto. 

sontesìna,*  s.  f.  =  contessina,  dim.  vez- 
zeggi di  contessa:  la  figlia  di  un  conte. 

jontestà,*  t\  att.  =  contestare  :  contra- 
stare, opporsi  giudicialmente . 

JOntèstàsìòn,*  s.  f.  =  contestazione:  pro- 
testa contro  qualcuno  o  qualche  cosa;  là 
toa  propósta  l'è  pàsàda  sénsa  contesta- 
timi =  la  tua  proposta  è  passata  senza 
contestazione.  Poco  usato. 


con 


contìn,'^  s.  m.  =  contino,  dim.  di  conte: 
il  figlio  del  conte. 

continénsa,  s.  f.  =  umerale  :  velo  da 
spallo  ricamato  che  serve  al  sacerdote 
quando  dà  la  benedizione  e  porta  il  ca- 
lice nella  messa. 

continènt,*  s.  m.  =  continente  :  ampio 
tratto  di  terraferma ,  contrapposto  a 
isola. 

Continental,  *  oAfg.  =  continentale  :  del 
continente,  di  terra  ferma. 

1)  s.  ni.  Chi  abita  nel  continente:  op- 
posto di  isolano. 

2)  A  Milano,  nome  di  un  albergo  ; 
disnti  ài  Continental  =  pranzare  all'  Al- 
bergo Continentale. 

continoY,  agg.  =  continuo  :  che  continua. 
])  l'è  on  continov  =  di  continuo.  Modo 
avverb. 

continuàsión,  *  s.  f.  =  continuazione  : 
atto  ed  effetto  del  continuare. 

contoeur,  s.  m.  =  contatore:  ordigno  che 
registra  i  giri  che  fa  un'asse. 

1)  Più  specialm.,  misuratore  del  gas: 
strumento  con  cui  il  valore  del  gas  è 
misurato  di  mano  in  mano  che  passa 
dai  tubi  esterni  agli  interni  delle  case 
e  delle  botteghe.  Dal  frane,  compteur. 

contorna,  *  «'.  att.  =  contornare,  circon- 
dare, stare  attorno  a  uno. 

1)  Di  vivande,  piatti.  In  senso  tran- 
sitivo. 

contorno,*  s.  m.  =  contorno  :  la  linea 
estrema  della  figura. 

1)  i  contorni  =  ì  dintorni,  le  circo- 
stanze. 

2)  T.  di  zecca;  cordono  :  il  giro  di 
una  moneta  ricinta  come  da  un  cor- 
done. 

còntra,  prep.  =  contro  ;  denota  opposi- 
zione. 

1)  àìidà  Ma  còntra  =  andare  incontro. 

2)  per  còntra  =  dirimpetto. 
contràbànd,*  s.  m.  =  contrabbando:  in- 
troduzione di  merci  in  uno  Stato  o  in 
una  cinta  daziaria  a  dispetto  della  legge. 

contràbàndér,*  s.  m.  =  contrabandiero  : 
chi  fa  contrabandi.  Anche  sfrosàdór. 

contràbàss,*  s.  m.  =  contrabasso:  gi'osso 
strumento  a  corde  per  fare  il  basso  nella 
musica;  è  più  popolare  viorón. 

contràbàsta,  s.  f.  =  term.  dei  sellai,  ar- 
cione anteriore. 

contràbofétt,  .<?.  m.  =  term.  dei  carrozz. 
contrammantice. 

contràcàmbi,  *  s.    m.    =    contracambio: 


con 


234  — 


con 


cosa  di  ugual  pregio  data  in  compenso 
dellii  ricevuta  e  anche  azione. 

contràcàittbià)*  v.  alt.  =  contracarabiare, 
dare  una  cosa,  o  fare  un'azione  in  cam- 
bio di  un'altra  ricevuta;  el  contràctlmbia 
propi  nò  i  me  éàerifisi  =  proprio  non 
contracambia  i  miei  sacrifici. 

contràcàna,  s.  m.  =  term.  dei  magn., 
guida. 

contràcc,  s.  m.  =  ingegno,  riscontro; 
specialmente  queUo  della  serratura. 

contràcòlp,  *  s.  m.  =  contraccolpo  :  il 
colpo  che  ci  rende  un  oggetto  che  per- 
cuoti aino. 

contrada,  *  s.  f.  =  contrada,  via  ;  una 
sti'ada. 

1  )  àndà  in  là  contrada  di  màtàràsee 
=  andarsi  a  consigliar  col  piumaccio  : 
andare  a  dormire. 

contràdì,*  v.  att.  =  contradire:  ribattere, 
dire  in  altro  modo  una  cosa  che  uno 
asserisce. 

1)  Eifl.  eontràdìéé  =  contradirsi:  dire 
una  cosa  senza  accorgersene,  contraria 
a  un'altra  asserita  prima. 

contràdìsión,*  s.  f.  =  contradizione  :  il 
con  tradire  altrui  o  il  contradirsi. 

1)  vèsé  el  spirit  de  contràdision  =  es- 
sere per  eccellenza  e  per  smania  con- 
traditore. 

contràdòta,  s.  f.  =  conti-addote,  soprad- 
dote  :  quel  che  lo  sposo  assegna  alla 
sposa  in  aumento  di  dote. 

contràént,*  s.  m.  =  conti-aente  :  chi  fa 
un  contratto,  una  convenzione. 

contràfaa,  agg.  =  contraffatto,  falsificato. 
1)  ciàv  contràfaa   =    contracchiavi  : 
chiavi  false. 

contràfàsiòn,  *  s.  f.=  contraffazione  : 
imitazione  fatta  a  scopo  d'inganno. 

coutràgéni,*  s.  m.  =  contragenio.  Nella 
frase  à  contràgèni  =  a  o  di  contragenio; 
malvolentieri,  con  antipatia. 

contràfórt,  s.  m.  = 

1)  Fodera,  soppanno,  pannolino,  pan- 
nolano,  stoffa  di  seta  o  altro  che  si 
cuce  contro  il  rovescio  deUe  vesti,  delle 
scarpo,  ecc.  per  fortezza  o  per  orna- 
mento. Anche  :  controfodra. 

2)  C'ontrafforte,  opera  di  muramento: 
sorta  di  sprone  o  barbacane  in  sostegno 
d'una  fabbrica  o  di  qualche  sua  parte. 

contràlt,*  s.  m.  =  conti-alto:  la  più  grave 
delle  voci  bianche  e  chi  canta  le  parti 
proprie  di  quella  voce. 

contràltàr,  s.  m.  =   contraltare,   caval- 


letta, contromina:  cosa  fatta  per  oppo- 
sizione e  sopruso. 

1)  /a  on  contràltàr  =  fare  un  con- 
traltare: attraversare  a  uno  una  impresa 
qualunque  dandosi  alla  medesima  im- 
presa. 

contràlùs,  av^v.  =  a  contralume,  e  con- 
trolume: che  non  riceve  il  lume,  la  luce 
0  la  riceve  male  ;  quéll  quàder  chi  l'è 
contràlùs  =  questo  quadro  è  controlume 
0  a  contralume. 

contràmòla,*  s.  f.  =  contromolla:  feiTo 
nelle  serrature  che  tien  fenna  l'azione 
della  molla. 

1)  Nelle  carrozze  la  molla  che  regge 
il  cignone  di  riserbo. 

contràmostàcc,  s.  m.  =  controserratura: 
lastrina  di  ferro  incassata  nelle  imposte 
per  ricevere  la  stanghetta  delle  serra- 
ture. 

contràmur,  s.  m.  =  mui'o  di  rinforzo. 
Vedi  contràfórt. 

contràntipdrt,  s.  m.  =  contrauscio:  quel- 
l'usciale che  si  mette  d'  inverno  agli 
usci  delle  stanze  a  maggior  difesa  del 
vento. 

contràpàgiua,  s.  f.  =  contropagina  :  la 
pagina  verso. 

contràpàss,  s.  m.  =  ambio,  travago  : 
passo  del  cavallo,  quando  cammina  por- 
tando avanti  alternativamente  le  due 
gambe  di  destra  e  le  due  di  sinistra. 

contràpàta,  s.  m.  =  term.  dei  sarti,  pi- 
stagnino :  quelle  strisce  della  stessa 
stoffa  cucite  a  ciascun  lembo  laterale 
della  toppa  dei  pantaloni  e  a  quella  dei 
taschini  del  panciotto. 

contràpél,*  s.  m.  =  contrappelo:  il  l'ader 
della  barba  una  seconda  volta  contro 
al  verso  del  pelo  della  prima  volta. 

contràpés,  *  s.  m.  =  conti-appeso  :  peso 
messo  per  bilanciarne  un  altro. 

1)  Cilindi'i  di  piombo  legati  a  cate- 
nelle, che  regolano  il  movimento  di 
orioli  a  torre,  e  simili. 

contràpònn,*  v.  att.  =  contraporre,  porre 
all'incontro,  opporre  ;  ài  me  reson  te 
contràponet  cèrti  àrgonient  che  me  loca 
tàsè  =  alle  ragioni  mie  contrapponi  tali 
argomenti  che  mi  tocca  tacere. 

contràpóst,*  s.  m.  =  contraposto  :  cosa 
che  si  conti'appone. 

contràpunsòn,  s.  m.  =  term.  degli  incis. 
di  caratt-,  contrappunzone. 

oontràpunsonà,  v.  att.  =  contrappunzo- 
nare  :  conficcare  il  contrappunzone  nel 


[ 


con 


235 


con 


pezzuole  d' acciaio,  che  deve  risultar 
punzone  di  carattere  da  stampa. 

contràpflnt,*  s.  m.  =  contrapunto:  arte 
di  comporre  in  musica  secondo  regole 
certe;  eonoss  ben  el  contràpunt  =  co- 
noscere bene  il  conti-apunto. 

contràrij  agg.  =  contrario:  di  cose,  op- 
posto. 

1)  Avverso,  non  incline,  non  favo- 
revole :  di  persona  rispetto  a  cosa  o 
persona. 

2)  à  riticontrtlri  =  al  contraria. 
contrària,*  p.  att.  =  contrariare,  attra- 
versare i  disegni  altrui,  opporvisi  ;  l'è 
on  tormént  !  Hi  el  me  contraria  in  tìitt 
còss  =  è  una  pena  !  egli  mi  conti-aria 
in  tutto. 

contràrietaa,  *  s.  f.  =  contrarietà,  av- 
versione e  avversità. 

contràsègn,*  s.  m.  =  contrassegno,  nota, 
sognale:  segno  messo  per  distinguere 
una  cosa  da  un'altra. 

contràsiòn,'  s.  f.  =  contrazione  :  ritira- 
mento dei  nervi  e  raggrinzamento  della 
faccia;  el  g'hà  de  qilìj  contràsiòn  nervos 
che  el  fa  paura  =  ha  certe  contrazioni 
nervose  che  spaventa. 

contràst,*  s.  m.  =  contrasto  :  il  contra- 
stare. 

contrasta,  *  v.  att.  =  contrastare,  op- 
l)orsi,  far  che  una  persona  non  riesca 
nel  suo  intento. 

1)  Anche  :  negare,  impugnare. 

contràtà,*  v.  att.  =  contrattare;  di  cosa, 
l'agiouarne,  discuterla  per  comprarla  o 
venderla. 

contràtèmp,*  s.  m.  =  contrattempo:  cosa 
inaspettata  che  non  ci  fa  piacere. 

1)  Terni,  mus.,  lo  stesso  che  tempo 
sincopato,  sincope. 

contràtt,*  s.  m.  =  contratto:  accordo  ri- 
conosciuto dalla  legge  e  che  produce 
effetti  giuridici,  e  il  documento  di  tale 
accordo. 

1)  Anche  il  semplice  scambio  in  pri- 
vato di  patti  e  condizioni. 

2)  streng  on  contràtt  =  concludere  o 
stabilire  un  contratto. 

contràvéder,  s.  m.  =  contrimpannata  ; 
le  imposte  vetrate  messe  fuori  della  fi- 
nestra a  riparar  meglio  il  freddo  d'in- 
verno. 

contràvelén,*  s.  m.  =  contravveleno:  ri- 
medio per  distruggere  1'  effetto  di  un 
veleno. 

contràvension,*  s.  f.  =  contravvenzione: 


il    contravvenire,    specialm.    a   regola- 
menti. 

contràvoeùia,  s.  f.  =  contravoglia,  con- 
trovolontà, mal  volentieri. 

contribuì,*  v.  att.  =  contribuire,  entrare 
a  far  parte  di  un  affare  e  aiutare  a 
mandarlo  bene. 

1)  Di  ciò  che  concorre  con  altre  cir- 
costanze a  produrre  un  effetto. 

contribiisiòn,*  s.  f.  =  contribuzione:  quel 
che  ciascuno  paga  o  fa  per  concorrere 
in  qualche  impresa. 

1)  m'hdn  miéè  à  contribusiòn  tinca 
mi  =  ni'  hanno  fatto  contribuire  an- 
che a  me. 

contrisiòn,*  s.  f,  =  contrizione;  l'àtt  de 
contrisiòn  =  l'atto  di  contrizione,  di 
pentimento:  meglio  att  de  pentimènt. 

controlà,*  v.  att.  =  riscontrare,  verificare, 
sorvegliare:  accertare  il  vero,  l'auten- 
ticità di  una  cosa. 

controlàrìa  e  controlerìa,  s.  f.  =  ri- 
scontro: il  riscontrare,  il  verificare. 

contròll,  s.  m.  =  riscontro,  verifica:  l'ac- 
certamento del  vero  specialm,  nei  conti. 

controlceur,  s.  m.  =  riscontratore,  veri- 
ficatore. Dal  frane,  controleur. 


controproeùva. 


/■•  = 


fatta    con   modo 


controprova  : 
diverso    della 


prova 
prima. 

contròrdin,*  s.  f.  =  contrordine,  rivoca- 
zione di  un  ordine;  gh'è  rivaa  on  con- 
tr&rdin  e  l'ha  dovilii  torntl  indree  = 
gli  arrivò  un  contrordine  e  dovette  ri- 
tornare. 

controscèna,*  s.  f.  =  controscena:  scena 
muta,  in  cui  si  risponde  coi  gesti  a  ciò 
che  altri  dice,  significando  i  sentimenti 
che  destano  le  sue  parole.  Termine  di 
teati'o. 

controséns,*  s.  m.  =  controsenso:  senso 
contrario  al  buon  senso  e  ciò  che  si 
dice  contrario  al  buon  senso;  scusa,  ma 
quèll  che  te  dìset  l'è  on  controséns  - 
scusa,  ma  ciò  che  dici  è  un  contro- 
senso. 

contiitt  che,  aw.  =  contuttoché,  quan- 
tunque, sebbene  ;  con  tiitt  ehe  el  èia 
rivaa  à  mèsànòtt  l'è  staa  sii  à  cieiàrtl 
on  bèi  pèss  =  con  tutto  che  sia  ani- 
vato  a  mezzanotte  rimase  alzato  a  chiac- 
chierare per  parecchio  tempo. 

contiisiòn,  *  s.  f.  =  contusione  :  lesione 
esterna,  ma  senza  rottura  della  pelle, 
causata  da  un  grosso  colpo. 


con 


236 


eoo 


couràlescénàa,  *  s.  /'.  =  convalescenza: 
Fossore  convalescente. 

convàlescént,  *  s.  m.  =  convalescente: 
guarito  di  una  malattia,  ma  non  ancora 
rimesso  bene. 

convàlida,*  ».  (M.  =  convalidare,  render 
valido:  di  elezioni  politiche. 

coiivegruì,  V.  att.  =  convenire  ;  toi'nare 
utile,  essere  necessario. 

conTeguiiii,  p.  p.  =  convenuto:  da  con- 
venire nel  senso  di  mettersi  d'accordo 
sopra  qualche  interesse. 

conveiiiénsa,*  s.  f.  =  convenienza:  l'es- 
sere conveniente. 

1)  Modo  di  trattare  fra  persone  edu- 
cate. 

coiiTeniént,  *  agg.  =  conveniente  :  che 
ò  conveniente,  è  utile,  è  accettabile, 
che  si  può  accettare  con  vantaggio. 

convensióii,  *  s.  f.  =  convenzione  :  atto 
per  il  quale  si  forma  un  accordo  per  lo 
più  riguardante  commerci,  vicinanza  di 
case  e  sim.  Anche  fra  privati. 

coiivensiouàl,  *  agg.  =  convenzionale  : 
che  sa  di  convenzione;  parola.,  mànéra, 
MI,  compliment  convensionàl  =  parola, 
modo,  stile,  complimento  convenzionale; 
non  spontaneo. 

convènt,*  s.  m.  =  convento:  luogo  dove 
religiosi  0  religiose  fanno  vita  comune 
ed  anche  le  persone  riunite  nel  con- 
vento. 

conversàsión,  *  s.  f.  =  conversazione  ; 
riunione  di  persone  raccolte  a  conver- 
sare, per  ricrearsi. 

coiiversión,*  s.f.  =  conversione:  il  con- 
vertirsi in  senso  morale  e  specialm.  re- 
ligioso. 

1)  Terni,  milit.,  del  rivolgersi  dei 
soldati  da  una  parte,  per  comando. 

conrerti,*  r.  att.  =  convertire,  far  pas- 
sare da  una  religione  a  un'altra,  dal 
male  al  bene. 

1)  Far  passare  una  cosa  da  uno  stato 
all'altro  :  in  questo  senso  è  più  usato 
cambia. 

convertii,  *  agg.  =  convertito  :  chi  ab- 
bracciò la  religione  che  egli  crede  la 
miglior©  ed  anche  ohi  tornò  al  core, 
sulla  buona  via  dei  retti  costumi. 

convìnc,  *  v.  att.  =  convincere  :  dimo- 
strare a  uno  la  verità  in  modo  che  non 
abbia  nulla  da  opporre. 

conTincént,*  agg.  =  convincente:  che  ha 
forza  di  convincere,  a  cui  nulla  si  possa 
opporre. 


convinsiòn,*  s.  f.  =  convinzione  :  l' es 
sere  convinto. 

convitór,*  .f.  m.  =  convittore:  alunno  in 
un  convitto.  V.  colèg'. 

convìv,*  «7.  att.  =  convivere:  far  vita  co- 
mune nella  stessa  casa. 

convoca,*  v.  att.  =  convocare:  invitare 
a  parlamento,  a  riunirsi  tutti  quelli  che 
fanno  parte  di  un  corpo  legislativo, 
amminish-ativo,  accademico,  e  sira. 

1)  Chiamare  gli  interessati,  i  credi- 
tori e  sim. 

convocàsión,  *  s.  f.  =  convocazione,  il 
convocare;  àsemblea  de  prima  convo- 
càsiòn  =  assemblea  di  prima  convoca- 
zione: che  è  stata  convocata  una  prima 
volta;  là  convoecision  di  ereditor  =  la 
convocazione  dei  creditori. 

convój  e  convoli,*  s.  m.  =  convoglio:  lo 
persone,  navi,  milizie,  vagoni  che  viag- 
giano insieme. 

conviìls,*  s.  m.  =  convulso:  leggero  tre- 
mito, stato  di  inquietudine  prodotto  da 
forte  assalto  nei"voso. 

couviilsiòn,*  s.  f.  =  convulsione;  scossa, 
forte  agitazione  per  eccitamento  nervoso. 

eoo,  s.  m.  =  capo,  testa:  specialmente  la 
parte  coperta  dai  capelli. 

1)  vègh  el  mal  de  eoo.,  el  dolor  de 
eoo  =  avere  il  male,  il  dolor  di  capo  ; 
me  doeur,  me  pìea,  me  se  voeùr  s'eepti 
el  eoo  =  mi  dolo,  mi  martella,  mi  si 
spezza  il  capo. 

2)  eoo  pesdnt  =  capo  peso  ;  eègh  el 
eoo  pesdnt  =  sentirsi  accapacciato:  sen- 
tir peso  al  capo  o  per  sonno,  o  per 
troppo  lavoro,  o  per  rumore. 

3)  girù,  el  eoo  =  girare  il  capo  ;  gì- 
ramènt  de  eoo  =  capogiro. 

4)  piirisnà  in  eoo  =  avere  il  pizzi- 
core in  capo. 

5)  porta  sili  eoo  =  portare  in  capo. 

6)  basa  el  eoo  =  abbassare,  chinai'e, 
piegare  il  capo;  cedere,  rassegnarsi. 

7)  mètt  gid  el  eoo  =  metter  giù  il 
capo,  occuparsi  seriamente  di  qualche 
cosa, 

8)  àndà  ài  eoo  =  andare  al  capo  : 
detto  di  vino  o  d'altro  liquore  che  turbi 
la  mente. 

9)  bàtt  el  eoo  =  battere  il  capo  :  fìg. 
rivolgersi  a  persona  per  qualche  occor- 
renza, nella  frase  eoo  minga  doe  bàtt 
el  eoo  =  non  so  dove  battere  il  capo. 

10)  bàtt  el  eoo  in  di  miir  =  battere 


eoo 


-  237  - 


cop 


'•apo  nel  muro;  euf.  darsi  alla  dispe- 
ra/Jone. 

11)  dà,  pica  sili  eoo  =  dare  sul  capo; 
darò  colpi  sul  capo. 

12)  gràtàss  in  eoo  =  grattarsi  il  capo; 
fig.,  parlando  di  cosa  che  dispiaccia  e 
non  ci  si  veda  rimedio. 

13)  màtigià  là  minestra  in  eoo  à 
vtin  =  mangiar  la  pappa  o  la  pasta  in 
capo  a  uno,  esser  più  alto  di  statura; 
salta  in  eoo  fig.  =  mangiar  la  torta  in 
capo  a  uno  :    sopraffarlo,   soverchio-Io. 

14)  vèsegli  né  eoo  ne  pee  =  non  es- 
serci nò  capo,  nò  coda. 

15)  eoo  per  cervello,  mente  e  diverse 
facoltà  doli'  animo  e  della  mente.  Per 
colia  :  gnegnero  ;  eoo  de  pòcch  =  capo 
scarico,  sventato,  vuoto:  di  chi  ha  poco 
giudizio,  poca  riflessione. 

16)  vègh  el  eoo  in  quèieòss  =  avei;e 
il  capo  a  una  cosa. 

17)  vègh  alter  per  el  eoo  =  aver  al- 
tro per  il  capo:  avere  altri  pensieri,  e 
più  importanti. 

18)  mètes,  eàseiàss  in  del  eoo  qiièi- 
còss  =  mettersi  in  capo  una  cosa;  im- 
puntarsi in  una  risoluzione,  incaparsi. 

19)  vègh  in  eoo  =  avere  in  capo:  es- 
sere persuaso  di  una  cosa  senza  poterne 
dir  la  ragione;  g'hoo  in  eoo  che  doindn 
pifeCwa  =  ho  in  capo  che  domani  piova. 

20)  vègh  el  eoo  a  cà  =  avore  il  capo 
con  sé;  aver  giudizio  e  anche  stare  at- 
tento, badare  a  quello  che  si  fa,  tenere, 
avere  il  capo  o  il  cervello  a  bottega. 
(Vedi  cà,  10). 

21)  tira,,  tmu  f(BÙra  del  eoo  =  levar 
di,  del,  dal  capo,  o  dalla  testa  una  cosa 
a  uno;  fare  in  modo  che  ne  smetta  il 
pensiero. 

22)  entra  in  eoo  =  entrar  nel  capo 
una  cosa,  capirla,  intenderla  :  capaci- 
tarsene, però  non  senza  difficoltà. 

23)  mètt  in  del  eoo  à  vun  quèieòss 
=  metter  in  o  per  il  capo  a  uno  qual- 
che cosa  ;  fargliene  nascere,  venire  il 
pensiero. 

24)  pèrd,  rùinpes  el  eoo  =  perdere 
rompersi  il  capo:  di  lunga  applicazione 
che  lasci  la  mente  stanca,  confusa.  An- 
che: nieravigliarsi  di  cose  strane  e  in- 
comprensibili. 

25)  vègh  el  eoo  gròss  cóme  on  bàlon 
"  fare  il  capo  come  un  cestone.  Si  dice 
dell'effetto  i)rodotto  da  un  fo]-te  rumore. 

26)  sàvè   nò  doe  se  g'àbia  el  eoo  = 


non  sapore  dove  uno  si  abbia  il  capo: 
non  sapere  quel  che  uno  si  faccia  per 
leggerezza  o  grave  turbamento  dell'a- 
nimo. 

27)  salta  in  eoo  queicòss  =  venire, 
frullare,  saltare  in  capo  una  cosa;  ve- 
nirne a  un  tratto  il  pensiero,  la  voglia, 
segnatam.  pensiero  bizzarro,  voglia  ca- 
pricciosa. 

28)  làvàda  de  eoo  =  lavata  di  capo: 
forte  sgridata. 

29)  mgh  là  eà  in  eoo  =  V.  cà,  21). 

30)  càscia  dènt  el  eoo  in  d'on  sìt  = 
dare  una  capata  in  un  luogo. 

31)  àvègh  el  eoo  à  fa  conscià  =  aver 
dato  il  cervello  a  rimpedulare. 

32)  vègh  el  eoo  à  l'ari  =  ossero  tra- 
viato, correre  la  cavallina,  aver  rotta 
la  scopa. 

Sd)  vègh  el  eoo  in  del  sàcek  =  vivere, 
andare,  agire  col  capo  nel  sacco  :  di 
chi  fa  le  cose  spensieratamente  e  senza 
riflessione. 

34)  mètt  el  eoo  à  partii  =  mettere  il 
capo  a  partito. 

35)  à  eoo  biòtt  =  a  capo  nudo,  sco- 
perto, in  capelli  ;  à  eoo  basi-  =  a  capo 
basso:  di  portamento  umile. 

36)  eoo  =  capo,  di  cose  inanimate  ; 
per  cima,  estremità,  principio,  fine. 

87)  eoo  d'àj  =  capo  d'aglio:  il  bulbo. 

38j  eoo  de  vit  =  capo  della  vite  :  i 
tralci  0  le  buttate  dell'anno  che  si  la- 
sciano nella  potatura. 

39)  on  Mignon  el  cèn  à  eoo  =  un  fi- 
gnolo  fa  capo,  viene  a  capo,  viene  a 
termine;  suppura. 

40)  dà  on  eoo  à  l'alter  =  da  un  capo 
all'altro,  da  una  estremità  all'altra. 

41)  in  eoo  del  mond  =  in,  a  capo  al 
mondo:  in  luogo  lontanissimo. 

42)  i  diiil  eoo  d'ona  corda,  d'on  fll, 
d'on  lègn,  o  sim.  =  i  due  capi  d'  una 
corda,  d'un  filo,  d'un  legno,  e  sim.:  le 
due  estremità  opposte. 

43)  fìl  à  dna,  à  trii  eoo  =  filo  a  due, 
a  tre  capi  :  composto  di  due  o  tre  fili 
torti  insieme. 

44)  Bandolo,  il  capo  della   matassa. 
eoo  d'or,  s.  m.  =  piviere  dorato:  specie 

di  uccello;  charadrius  fluvialis. 

1)  Pompiere;  guardia  del   foco:  dal- 
l'avere tra  noi  l'elmo  di  ottono, 
eoo  rósa,  s.  m.  =  oaporosso,   capirosso: 
uccelletto  così  chiamato    dal  colore  del 
capo. 


cop 


-  238  - 


cor 


còpa,  s.  f.  =  coppa  :  la  parte  di  dietro 
del  capo;  à  Urti  i  cavéj  de  la  eopa  fan 
dervi  là  bòea  =  tirando  i  capelli  della 
nuca,  si  apre  la  bocca:  perchè  si  grida. 
1)  La  parte  superiore  del  collo  del 
bue. 

copà)  V.  att.  =  accoppare:  percuotere  uno, 
specialmente  sul  capo,  in  modo  da  am- 
mazzarlo 0  lasciarlo  malconcio. 

coperàtìva,*  =  cooperativa  :  nome  ormai 
diventato  comune  di  società  costituite 
a  scopo  di  cooperazione. 

copàì,  s.  m.  =  coppaibe  :  specie  di  me- 
dicamento. 

copàl, *  agg.  =  coppale:  specie  di  ragia 
per  vernice;  vernìs  copàl  =  vernice  cop- 
pale. 

copé,  s.  m.  =  cuppè.  Terni,  di  carrozz., 
luogo  più  nobile  degli  altri  nelle  dili- 
genze e  dove  si  sta  a  miglior  agio.  Dal 
francese  Coupé. 

copèla,  s.  f.  =  coppella:  soi-ta  di  coppa 
per  saggiare  i  metalli. 

1)  faa  à  eopUa  =  fatto  per  bene. 

2)  sta  à  eopUa  =  reggere  al  paragone: 
stare  al  pari. 

3)  copila  de  fin  =  affinatolo.  Term. 
di  zecca. 

copèta,  s.  f.  =  coppetta,  ventosa:  vasetto 
di  vetro  per  tirare  il  sangue  alla  pelle. 
1)  mètt  i  eopètt  =  ventosare  :  attac- 
care le  ventose. 

còpia^  *  s.  f.  =  copia  :  scritto  che  è  ri- 
cavato e  ne  riporta  fedelmente  un  altro. 

1)  Opera  che  ne  ripete  con  più  o 
meno  precisione  un'altra. 

2)  Di  stampe,  incisioni,  ecc.  Quanto 
ripete  il  medesimo  lavoro. 

3)  Quella  di  scritti  pubblicati  in  gior- 
nali 0  periodici  che  si  fa  tirare  in  un 
fascicolo  separato. 

4)  Esemplare.  Di  libri  e  stampe. 
copia)  V.  att.  =  copiare,   trar  copia. 

1)  Fig.,  prender  da  altri  quasi  alla 
lettera. 

2)  Imitare  a  puntino. 
copiàdura,*  s.  f.  =  copiatura:  il  copiare, 

il  trascrivere. 

còpialèter,  *  s.  m.  =  copialettere:  regi- 
stro sul  quale  si  tira  copia  delle  lettere 
che  si  spediscono,  specialmente  in  com- 
mercio. 

copili;  s.  m.  =  collo,  collottola  :  la  parte 
posteriore  del  collo. 

copista,  *  s.  m.    =    copista:    chi   copia 


per  professione  scritture,  codici,  mu- 
sica, ecc. 

copistaria,  s.  f.  =  copisteria  :  ufficio 
dove    si    copia,  dove  stanno  i  copisti. 

copoàr,  s.  m.  =  registro.  T,  dei  gittat. 
di  caratteri.  Dal  frane.  Coupoir. 

copón,  s.  rri.  =  stacco,  tagliando,  cedola: 
polizzina  aggiunta  alle  cartelle  del  de- 
bito pubblico  colla  quale  si  possono  ri- 
scuotere gli  interessi.  Dal  frane.  Coupon. 
1)  Scapelotto,  manrovescio. 

copp)  s.  m.  =  tegolo,  tegole:  lavoro 
curvo  di  teiTa  cotta,  arcato  per  il  lungo 
a  modo  di  doccia,  che  si  usa  per  co- 
prire il  tetto. 

1)  copp  romàn  =  tegolo  piatto,  em- 
brice. 

2)  dànaa  come,  on  copp  =  arrabbiato, 
arrovellato. 

3)  inténdesen  come  on  spesiee  à  fa 
i  copp  =  addestrarvisi  come  il  cane 
all'uva:  non  saperne  niente. 

4)  starna  sdta  ài  copp  e  anche  : 
pì'imm  pian  èòta  ài  copp  =  soffitta 

5)  toeu  sii  el  diiii  de  copp  =  voltare, 
mostrare  il  calcagno,  fuggire,  spulezzare 

6)  Coppa,  coppe  :  uno  dei  quattro 
semi  delle  minchiate  o  carte  da  taroc- 
chi. Per  estens.  anche  delle  carte  da 
tresette  le  quali,  se  di  quel  seme,  si 
dicono  coeùr  =  cuori. 

còpràpiàtt,  s.  m.  =  copripiatti  :  arnese 
di  rete  metallica  a  cupola  per  coprire 
i  piatti. 

copri,  V.  att.  =  coprire;   coprì  i 
coprire  le  spese,  riaverle. 

1)  coprì  de  diamant  e  sim.  =  copri] 
di  diamanti  e  sim. 

2)  Del  maschio  negli  accoppiamenti 
copribQst,  *   s.   m.    =   copribusto,    cor 

petto  :  quello  che  le  donne  mettono  so 
pra  il  busto  con  o  senza  maniche 
c6r  e  coro,  *  s.  m,  =  coro,  abside  :  parti 
della  chiesa,  più  spesso  dietro  1'  alta 
maggiore,  dove  si  recitano  o  si  cantani 
gli  uffizi  divini. 

1)  bànch  del  cdr  =  manganelle,  stalli 
spartimento  per  ciascun  posto  di  per 
sona  nel  coro  e  panca  relativa. 

2)  T.  dei  lavand.  ceneraccio  :  il  pann 
sovrapposto  agli  altri  nella  conca 

cor,  V.  att.  =  correre  :  andare  veloce 
mente;  el  cavali  el  cor  =  il  cavali 
corre. 

1)  Accorrere:  andar   frettolosament 

-   0  con   molta   premura  a  un  luogo  pe 


cor 


—  239  — 


cor 


godere  di  uno  spettacolo,  prender  parte 
a  un'impresa  e  sìm.  ;  eòren  tiice  à  vede 
l'ilmninasiòn  =  accorrono  tutti  a  ve- 
dere l'illuminazione. 

2)  cor  inane  e  indree  =  correre 
avanti  e  indietro,  scorrere  ;  el  coreva 
inani'  indree  in  giàrdtn  =  scorreva  il 
giardino. 

3)  làstL  cor  =  lasciar  correre  :  non 
impedire  una  cosa  che  pui'  non  è  re- 
golare perchè  non  è  opportuno,  o  non 
alette  conto  o  per  debolezza  di  carat- 
tere. —  Anche  volgarmente  :  spetezzare, 
far  peti. 

j  4)  cor  còme  òn  dea  =  andai"  di  corpo 
molto  di  frequente,  aver  la  sciolta. 

córa  còra,  =  curra,  curra  curra,  curre 
curre,  billi  billi,  bilie  bilie.  Voci  colle 

.    quali  si  chiama  al  pasto  una  gallina  o 

,     più  galline. 

coràdèla,  coràda,  =  polmone,  corata, 
coratella  :  quello  degli  animali  che  si 
macellano  per  mangiare  come  di  bovi, 
porci  e  sim. 

1)  fritùra  de  coràdèla  =  fritto  di 
pasto  0  di   polmone. 

coràgrg',  *  s.  ni.  -  coraggio,  ardire:  qua- 
lità e  disposizione  dell'  animo  per  cui 
r  uomo  non    cura  il  pericolo.  E   forza 

-  d'  animo  dimostrata  nel  sopportare  il 
dolore,   e  le  avversità. 

1)  coragg  !  =  coraggio  !  per  esorta- 
zione ed  eccitamento  :  fa  coràgg  =  ina- 
nimire, dar  animo,  incorare. 

2)  Ii'on.  :  beli  eoràgg!  =  bel  coraggio! 
8)   Per   sfacciataggine ,    impudenza  ; 

gWà  voriiii  del  eoràgg  à  nega  =  ci 
volle  del  coraggio  a  negare. 

4)  vègh  el  coràgg  =  ardire,  osare. 
coràj,  s.  m.  pi.  =  bargiglio  :  l'appendice 

carnosa  sotto  il  becco  dei  tacchini. 
Così  chiamata  in  mil.  perchè  a  piccole 
pallottoline  rosse. 

1)  rid  che  ptLsa  minga  i  cortLj  = 
riso  che  resta  in  gola,  che  non  passa 
dal  gozzo  in  giù. 

coràl,  s.  m.  =  t.  eccl.  :  corale,  cantorino. 

coràlàsc,  s.  m.  =  coralessa:  corallo  di 
cattiva  qualità. 

corali,  s.  m.  =  corallo:  prodotto  pie- 
troso e  calcareo,  per  lo  più  rosso  che 
che  si  estrae  dal  fondo  del  mare  e 
serve  a  ornamenti  di  gioielliere. 

coràmàn,  s.  m.  =  maniglie,  bracciolo  : 
quella  foderatura  di  legno  alle  ringhiere 

»  da  porvir  la  mano. 


coràinéla,  s.  f.  =  striscia:  pelle  sulla 
quale  si  strisciano  i  rasoi  per  affilarli, 
asciugarli. 

coràiuiu,  s.  m.  =  cuoio,  coiame  :  la  pelle 
degli  animali  grossi  conciata  per  uso 
di  solature  e  altri  usi. 

1)  vègh  el  coràmm  sii  là  ftieia  = 
avere  la  faccia  di  bronzo  :  di  chi  non 
sento  l'umiliazione  di  nessun  rimpro- 
vero, e  si  adatta  a  qualunque  partito, 
senza  alcuna  dignità. 

coràsa,  *  s.  f.  =  corazza:  armatura  del 
busto,  di   coio    0    d'acciaio,    di    rame, 

coràsà,  *  V.  att.  =  corazzai-e  :  armar  di 
corazza  una  nave. 

coràsàda,*  s.  f.  =  corazzata  :  nave  da 
guerra  alla  quale  sia  stata  fatta  una 
corazzatura  di  acciaio. 

coràslèr,  *  s.  m.  =  corazziere  :  i  soldati 
a  cavallo  che  formano  la  guardia  reale. 

coràvó,  s.  m.  =  T.  di  cartiere  :  colatoio, 
colino,  telaietto  fatto  a  rete. 

corbolion,  s.  m.  =  brodo  ristretto  :  par- 
landosi specialmente  del  pesce  lessato. 
Dal  francese  :  Court-bouillon. 

corda,  s.  f.  =  corda,  fune,  anche  canapo: 
grossa  fune  di  canapa. 

1)  àndtL  éii  per  sctLla  e  gid  per  cor- 
da =  fare  un  ballo  in  campo  azzuro  : 
essere  impiccato. 

2)  bàlerìn  de  edrda  =  funambolo. 

3)  Canapo  :  grossa  fune  dì  canapa. 

4)  vèsé  gid  de  edrda  =  essere  baz- 
zotto, coccio  :  di  persona  che  non  si  sente 
bene,  ma  non  si  può  dir  malata. 

corda,  v.  att.  =  accordare  :  fare  accordo, 
noleggiare.  Eifl..  cordàss.  Si  dice  an- 
che in  modo  più  eletto  àcordà,  àcor- 
dàss. 

cordarla,  s.  f.  =  cordame,  cordaggio, 
funame  :  assortimento  di  corde. 

1)  Corderia  :  luogo  dove  si  fanno 
cordami,  funami. 

2)  Sartiame,  sarte  :  nome  generico  di 
tutte  le  grosse  funi  delle  navi. 

cordee,  s.  m.  =  cordaio,  funaio,  corda- 
iolo  :  chi  fabbrica  corda. 

corderà,  s.  f.  =  codetta,  cordiera  :  as- 
serelle fermato  sul  coperchio  del  vio- 
lino, in  cui  si  infilano  da  l'un  capo  le 
corde. 

cordèta,  s.  f.  =  cordicella,  funicella: 
dim.  di  corda,  fune. 

1)  Cordino  :  segno  da  non  sorpassare 
nei  giuochi  della  palla,  del  pallone,  eco. 

cordiài,  *  s.   m.  =  cordiale  :    ogni   cosa 


240  — 


cor 


che  conforta,  e  specialm.  bevanda  me- 
dicinale confortativa. 

1)  Agg.  sincero  :  che  vien  dal  core. 

cordiàlitaa,  *  s.  f.  =  cordialità  :  affet- 
tuositii  sincera,  che  vien  dal  core. 

cordialmént,  ape.  =  molto,  assai  di 
cuore  ;  el  m'è  cordiàlmènt  àntipMieh  = 
mi  è  proprio  :  mi  è  molto  antipatico. 

cordOn,  s.  m.  =  cordone  :  specie  di  fu- 
nicella fatta  di  seta,  di  lana,  di  cotone 
0  sim.  per  lavori  di  tappezzerie  o  sim. 

1)  Cordella  :  cordicella  di  refe,  di 
seta  0  sim.  per  uso  di  cingere  le  ve- 
stimenta. 

2)  Cingolo:  cordone  che  cinge  il  fianco 
e  stringe    il  camice   intorno  alla  vita. 

3)  Sorta  di  pietre  che  si  mettono  a 
traverso  una  strada  troppo  ripida  per 
poterci  puntare  il  piede  e  per  sostener 
bone  l'acciottolato. 

4)  Risalto  0  cornice  di  pietre  a  modo 
di  bastone,  che  si  fa  nella  costruzione 
di  palazzi  e  di  fortezze  a  un  piano 
sopra  la  scarpa. 

5)  Cordone  militare  :  truppe  che  at- 
torniano un  luogo  per  impedirne  l'en- 
trata e  l'uscita. 

6)  Cordiglio  :  cordicella  che  alcuni 
ordini  religiosi  si  mettono  alla  vita  e 
i  preti  sul  camice  quando  si  parano. 

7)  Teudine  :  parte  del  muscolo  che 
biancheggia  e  che  ne  forma  l'estremità. 

8)  Corda  del  collo  :  i  due  muscoli 
principali  del  collo. 

cordona;  v.  att.  =  cordonare.  T.  d'alcune 
ai"ti  :  fare  dei  rilievi  su  qualche  og- 
getto, che  paion  cordoni  ;  eordonti  on 
lìber  =  cordonare  un  libro, 

cordonili;  s.  m.  =  cordino  :  corda  assai 
sottile  e  rinforzata. 

cordovàn,  s.  m.  =  cordovano  :  coio  di 
pelle  di  capra,  di  castrato  o  di  altri 
animali  la  cui  concia  fu  ritrovata  in 
Cordova. 

1)  Ceppatello  :  ogni  limbeUuccio  di 
carne  che  i  conciatori  staccano  dalle 
pelli  e  vendono  ai  poveri. 

corédo,  *  s.  m.  =  corredo  :  fornimento 
di  biancherie  e  supellettili,  specialm.  di 
quelli  preparati  per  il  bambino  nasci- 
turo. Delle  spose  si  dice  meglio  schìrpa. 

corèg:,  *  V.  att.    =    correggere  :    di    pers. 

rimettere  sulla  via    diritta,  riprendere. 

1)  Di  ossa,  delle  persone  materialm. 

di  cose  in  generale  rimetterle  in  sesto, 

migliorarle. 


còregli,  s.  ìu.  =  cestino  da  bimbi  :  ar- 
nese fatto  a  guisa  di  cono  tronco  dove 
si  pone  in  piedi  il  bambino,  perchè 
s'avvezzi  a  reggersi  e  impari  a  cam- 
minare. Oggi  disusa.  Anche-  córigli. 

1)  Trabiccolo  :  arnese  di  legni  cur- 
vati she  si  mette  sopra  il  fuoco  per 
mettervi  su  panni  a  scaldare  o  a  ra- 
sciugare. 

1)  Guardinfante,  crinoline  :  specie  di 
trabiccolo  composto  di  cerchi  che  le 
donne  portavano  di  sotto  la  gonnella 
acciocché  la  facesse  gonfiare.  Disusato 
affatto. 

coregriuii,  agg.  =  corretto  :  che  è  purgato 
degli  errori. 

corelàtìv,  (àndà)  =  accordarsi  :  andar 
di  pari  passo. 

corénsgria  e  più  coni,  scorènsg'ìa,  s.  f.  = 
correggia,  T.  plebeo,  rumore  ventoso 
che  esce  dagli  intestini. 

corensgìn,  s.  m.  =  soggolo  :  strisoiolina 
di  pelle  che  si  fa  passare  sotto  alla 
gola,  perchè  il  caschetto  o  il  berretto 
stia  più  fermo  in  capo. 

eorènt,  s.  m.  =  corrente  ;  mas  ài  corent  = 
essere  al  corrente,  al  giorno, 

corénte,  *  s.  f.  =  corrente  :  acqua  che 
corre. 

1)  Eiscontro  d'  aria  ;  eèés  in  mèss 
tLla  corénte  =  essere  nel  riscontro  d'aria, 
fra  due  aperture. 

2)  Corrente  elettrica  ;  stasera  gh,'  è 
pòceh  ciàr,  ijerehè  càia  là  corénte  = 
stassera  c'è  poca  luce  perchè  manca 
la  corrente. 

3)  àndà  àdree  àia  corénte  =  seguir 
la  corrente,  cioè  l'opinione  pubblica. 

corentela,  s.  f.  =  correntina  :  dissenteria. 

coreOg'rafìa,  *  s.  vt.  =  coreografia  :  l'arto 
della  danza  mimica. 

coreógrràfo,  '^  s.  m.  =  coreografo  :  com- 
positore di  balli. 

corèr,  *  s.  m.  =  corriere  :  chi  va  in  cerca 
di  notizie  e  le  riporta  e  chi  assume 
commissioni  fra  un  luogo  e  l'altro. 

corèsióu,  *  s.  f.  =  correzione  :  il  correg- 
gere, emenda,  ammonizione  ;  /'  è  o/i 
fioeil  che  el  seni  minga  i  coresiòn  =  è 
un  ragazzo  che  non  sente  le  correzioni. 

corèsionàl,  *  agg.  =  correzionale.  T.  leg. 
tribunal  corèsionàl  =  tribunale  corre- 
zionale. 

coresponsiòn,  s.  f.  -  ricompensa,  rico- 
gnizione. 

coretòr, *  •?.  m.  =  correttore:   chi   cor- 


241 


cor 


règge.     Specialmente    nelle     tipografie 
chi  rivede  le  bozze. 
corètt,  *  agg.  =  corretto  :  che  ha  subito 
la  correzione. 

1)  càpilér,  càfè  corètt  ;  tiequa  eo- 
rèta  =  citronata  corretta,  caffè  corretto, 
acqua  corretta  :  mescolati  con  qualche 
altra  cosa. 

coriàndolj  s.  m.  =  coriandolo.  T.  botan. 
pianta   ombrellifera  ;    coriandrum   sa- 
tivum. 
i)  I  semi  aromatici  di  questa  pianta, 

2)  I  chicchi  di  gesso  che  si  buttano 
dai  carri  o  dalle  finestre  nel  carnevale. 
Per  ora  disusano,  né  so  se  l'uso  potrà 
ritornare. 

coridor,  s.  m.  =  corritoio,  andito  :  lo 
stesso  che  coridòra. 

1)  Corridore  :  chi  corre  al  pallio. 
Oggi  specialmente  di  velocipedisti. 

coridòra,  s.  f.  =  corritoio,  andito  :  pic- 
colo corridoio  nelle  case  che  serve  a 
render  libere  le  stanze. 

corìn,  s.  ni.  =  cuoricino  :  piccolo  cuore. 

1)  Pezzuole  di  tela,  tagliato  per  lo 
più  a  foggia  di  cuore  e  cucito  per  for- 
tezza internamente  all'angolo  dello  spa- 
rato del  petto. 

2)  Cuoricino,  amore,  tesoro  :  vezzegg. 
di  persona  cara. 

corispetìv,  .s.  m.  =  correspottivo  :  ciò 
che  spetta  in  relazione  all'  opera,  al 
lavoro.  » 

corispònd,  *  v.  att.  =  corrispondere  :  di 
cosa  che  ha  la  proporzione  o  confor- 
mità dovuta. 

1)  Di  sentimenti,  contracambiare. 

2)  Di  situazione,  di  dolori  o  d'altro. 
8)  Di    situazione,    dare   rispondere  : 

di  finestre,  ecc.,  che  sono   volte  verso 
un  tal  luogo  o  vi  riescano. 
corispondènsa,  *  •<?.  f.  =  T.  comm.  cor- 
risi)ondenza,  il  corrispondere. 

1)  Carteggio  che  ha  una  certa  rego- 
larità e  intimità. 

2)  Anche  di  giornali  :  le  lettere  man- 
date da  fuori  per  dar  notizia  dei  fatti 
avvenuti  in  altre  città. 

corispondént,  *  s.  m.  =  corrispondente  : 
chi  da  un  luogo  tiene  informato  con 
lettere  un  giornale  delle  cose  che  vi 
avvengono. 

corista,  s.  m.  =  corista  ;    chi    canta   in 
coro  ne'  teatri,  nelle  chiese  o  altrove. 
1    Suono  fisso  convenzionale  da  cui 


tutti  gli  istrumenti  prendono  il  tono,  e 
l'arnese  apposito. 

coriv,  agg.  =  corrivo  :  di  pers.  lo  stesso 
che  corrente  :  di  mani  larghe,  non  me- 
ticoloso, che  lascia  correre. 

corlàsa,  s.  f.  =  asce  o  ascia  :  arnese  di 
ferro  tagliente  per  digrossare  lavori  di 
legno,  diverso  dall'accetta. 

1)  Metaf.  òmm  tàiaa  gio  cola  corlMa  = 
uomo  fatto  coli' asce,  coli' accetta. 

corléra,  s.  f.  =  maglia  scappata,  sma- 
gliatura :  quella  maglia  che  per  rottru-a 
di  filo  trovasi  lenta  e  allargata  o  non 
piti  concatenata  colle  altre.  Anche  scor- 
terà. 

corna,  5.  m.  pi.  =  corni  :  i  due  corpi 
òssei  appuntati  e  simmetrici  che  spor- 
gono dalla  fronte  di  alcuni  animali, 
meglio  ora  còrni. 

1)  vègli  vÈn  sui  corna  a  còrni  =  aver 
uno  in  uggia,  in  odio. 

2)  fa  i  cdrni  =  far  lo  corna  :  sten- 
dere la  mano  in  atto  di  dispregio  verso 
uno  e  allungare  l'indice  e  il  mignolo. 

3)  i  còrni  =  le  corna  :  di  infedeltà 
coniugale. 

4)  pestasi  i  còma  =  fiaccarsi  le  corna. 
cornaa,  s.  m.   =    corniolo  :  alberotto   di 

legno  duro  che  fa  un  fmtto  come  l'oliva, 

rosso. 
1)  Corniola  :  specie   di    ciliegia    più 

colorita  e  dura  delle  ordinarie. 
cornàbo,  s.  m.  =  bucapere,    saltabecca, 

diavolaccio  :  .  cervo   volante  ;    lucanus 

cervus  =  insetto  notissimo. 
cornàcc,  s.  f.  pi.  =  costole  :    quelle  del 

naspo. 
cornàda,  s.  f.  =  cornata  :  colpo  di  corno, 
cornàgria,  s.  f.  =  mulacohio,  cornacchia, 

eormis  cornix. 

1)  Ghiaccinolo,  diaccinolo,  goccio- 
lotto :  acqua  gelata  pendente  dalle 
grondaie. 

2)  gèldj  i  covììàgg  =  essere  un  freddo 
che  pela. 

3)  i  Cornàgg  =  la  via  delle  cornac- 
chie :  una  delle  vie  di  Milano. 

coriiàg'itt,  s.  m.  pi.  =  bvibbolini,    been 

bianco  :  pianta  de'  campi. 
COl'nàioeùla,  s.  f.  =  corniola  :    specie  di 

agata  di  un  colore  che  varia  dal  rosso 

sanguigno,  al  carnicino  pallido,  sfumato 

di  giallo. 

1)  Gramigna;  panoreum  dactylon ; 
erba  perenne. 

2)  Canna  da  serviziali  poi  cavalli. 


cor 


242  - 


cor 


Cornare,  s.  m.  =  Cornaredo  :  nome  di 
un  villaggio  a  circa  otto  miglia  da  Mi- 
lano, che  dà  luogo  aUe  locuzioni  ;  àtulù,, 
matiàtL  à  Cornare  =  andare,  mandare 
a  Corneto  :  aver  fatto  o  fare  le  coma, 
nel  senso  di  infedeltà  coniugale. 

cometa,  s.  f.  =  cornetta  :  strumento 
d'ottone  da  fiato  oggi  in  uso  in  alcune 
fanfare. 

cornetòn,  s.  m.  =  cornettone,  cote  are- 
naria. 

còrni,  s.  m.  pi.  =  le  Cornelia  :  antenne 
degli  insetti. 

cornìn,  s.  m.  =  cantuccio,  cornicino,  cor- 
netto: l'estremità  di  un  pane  bislungo 
0  fatto  a  piccoli  comi. 

cornig,  s.  f.  e  m.  =  cornice  :  il  telaio  di 
legno  dove  si  incastrano  quadri,  spec- 
chi, per  attaccarli  o  metterli  in  mostra. 

cornìsàtt  e  cornisee,  s.  m.  =  corni- 
ciaio :  chi  fa  e  vende  comici. 

cornisòn,  s.  m.  =  T.  ai'chit.  cornicione  : 
lavoro  di  pietrame  e  di  ornamento  che 
aggetta  dal  muro,  alla  sommità,  e  so- 
stiene la  gronda  del  tetto. 

cornitt,  s.  m.  pi.  =  fagioletti  verdi,  o 
freschi,  o  in  erba. 

1)  fa  i  em'nitt  =  fare  le  corna  :  di 
infedeltà  coniugale. 

2)  mangiti  i  cornitt  d'estaa  e  d'in- 
verno =  esser  becco  :  aver  la  moglie  o 
il  marito  che  fa  le  corna. 

corno,  s.  m.  =  corno  :  ciascuno  dei  duo 
corpi  ossei  appuntati  e  simmetrici  che 
sporgono  dalla  fronte  di  alcuni  animali. 

1)  Il  corno  separato  dall'  animale, 
lavorato,  e  messo  in  commercio  a  di- 
versi usi. 

2)  Strumento  da  sonare  :  più  spesso 
è  d'ottone  ed  è  una  specie  di  ti-omba 
ripiegata  in  due  o  tre  larghi  giri,  colla 
campana  molto  larga. 

.3)  Biracchio  :  nelle  locuz.  sàvènn  on 
cdrno,  otegnt  on  corno  =  saperne  bi- 
racchio, ottenere  biracchio.  E  nelle  ne- 
gazioni energiche  ;  on  cdrno  =  un  cap- 
pero. 

4)  Calzatoia,  calzatoio  :  pezzo  di  corno 
concavo  e  ricurvo  con  che  ci  aiutiamo 
a  calzar  le  scai'pe. 

5)  Corno  :  esti-emità  dell'altare. 

6)  Le  due  punte  della  luna  quando 
è  nuova  o  calante. 

7)  Di  certe  montagne  in  figura  di 
corno  ;  *  cQrni  de  Cam  =  i  comi  di 
Ganzo. 


còro,  *  s.  m.  =  coro  :  pezzo  cantato  da 
più  e  diverse  voci  neUe  opere  in  mu- 
sica e  nello  tragedie  e  le  persone  che 
cantano  il  coro.  V.  c5r. 

corobia,  s.  f.  =  rigovernatui-a,  lavatura, 
broda,  imbratto  :  quel  cibo  che  si  dà 
al  porco  nel  tniogolo. 

1)  Pastone,  mescolo  :  quello  che  si 
dà  alle  vacche. 

coròd,  V.  att.  =  corrodere  ;  consumare  a 
poco  a  poco  ;  l'teid  el  corM  el  fèr  = 
l'acido  corrode  il  ferro. 

corolàri,  *  s.  m.  =  corollario  :  terni,  di 
matematica. 

corómp,  V.  att.  =  corrompere  :  mandare 
a  male,  d'acqua,  aria,  carne,  ecc. 

1)  Depravare  :  guastare  nei  costumi 
coi  consigli  0  col  mal  esempio. 

2)  Sedurre  con  lusinghe  e  con  doni. 
cordna,   s.  f.  =  coiona  :    ornamento    in 

forma  di  cerchio  da  pon-e  alla  fronte  o 
sul  capo,  per  onore,  per  distinzione  di 
grado. 

1)  Di  fiori  0  di  fronde. 

2)  Tutto  quanto  circonda. 

3)  là  cordila  del  dént  =  la  corona  del 
dente. 

4)  là  cordna  del  Rostri  =  la  corona 
del  Rosario. 

5)  cordna  d'tij  =  resta  d'aglio. 

6)  Lagrima  di  Giobbe:  sorta  d'erba; 
coix  lacrima. 

7)  Parte  superiore  dell'  unghia  nelle 
bestie  da  soma. 

8)  cordna  imperittl  =  corona  impe- 
riale ;  fitillaria  imperialis,  pianta. 

9)  di  àdree  là  cordna  di  rati  =  dir 
cose  fuori  della  messa  ;  dir  d'una  per- 
sona ogni  male. 

10)  Santa  Cordna  =  pio  stabilimento 
detto  di  Santa  Corona  dal  quale  a  Mi- 
lano si  dispensano  gratuitamente  ai  po- 
veri le  medicine  e  si  mandano  medici  . 
per  le  cure. 

coronàtt,  s.  m.  =  coronalo  :  chi  fa  o 
vende  corone. 

corosÌT,  *  agg.  =  con'osivo  :  che  corrode. 
1)  siiblimaa  corostr  =  sublimato  cor- 
rosivo :  protocloruro  di  mercurio,  usato 
in  medicina  specialra.  come  antisettico. 

corosolón,  s.  m.  =  codirosso  sassatile, 
codirossone,  codirosso  maggiore  ;  turdus 
saxatiUs.  Uccello  silvano. 

coross,  s.  m.  =  caporosso,  bibbo,  bibbio, 
anatra  morigiana,  fistione  ;  anas  pe- 
nelope. Uccello. 


—  243  — 


cor 


córp,  s.  m.  =  corpo  :  del  corpo  umano. 

1)  àndtl  del  còrp  =  andar  di  corpo  : 
evacuare  ;  moviment  de  còrp  =  mossa, 
andata  di  corpo  ;  moRUves  el  cm-p  = 
smovere  sciogliere  il  corpo  :  evacuare. 

2)  on  còrp  sene'  ànima  =  un  pezzo 
di  carae  cogli  occhi  ;  uno  stupido. 

3)  metegh  tuti  i  cinqu  sentimént  del 
còrp  =  aguzzare  tutti  i  suoi  ferruzzi  ; 
arar  col  bue  e  coll'asino. 

4)  tegniss  in  còrp  dna  volontaa  = 
tenersi,    patirsi  una  voglia. 

5)  resiti  in  còrp  =  rimanere  a  carico 

6)  t(]e.ilss  in  còrp  =  succiarsi  :  d'uomo 
tedioso,  di  lettura  noiosa  e  sim. 

7)  vèés  dna  còrp  e  on'tLnima  sòla  = 
essere  due  anime  in  un  nocciolo  ;  es- 
sere due  in  una  carne. 

8)  Corpo,  busto,  tronco  :  dell'uomo. 

9)  T.  dei  sarti  :  corpo,  busto,  imbu- 
sto, vita  del  vestito. 

10)  còrp  del  delitt  =  corpo  del  de- 
litto. 

11)  còrp  degutrdia  =  corpo  di  guardia. 

12)  T.  dei  legat.  di  libri  :  dorso. 

13)  Corpo.  T.  di  stamp.  e  fond.  di 
caratt. 

14)  T.  militare  -,  còrp  d'àrmtida  = 
corpo  d'armata. 

15)  Corpo,  funerale,  esequie  ;  fa  diiil 
còrp  in  d'on  càrice  =  pigliar  due  co- 
lombi a  una  fava  :  ottenere  due  cose 
in  una  volta.  Ora  usa  meglio  :  fa,  on 
riàgg  e  diltl  servisi. 

Ì6)  Pienezza,  densità,  spessezza. 

corpàsciuii,  agg.  =  corpacciuto,  corpu- 
lento :  di  persona  molto  grassa. 

còrp  de  guàrdia,  s.  m.  =  corpo  di  guar- 
dia :  luogo  dove  i  soldati  stanno  a  guar- 
dia e  i  soldati  stessi. 

corpètt,  *  s.  m.  =  corpetto,  giubboncino, 
corsetto,  quello  clie  si  mette  sotto  il 
vestito  :  r  usano  specialm.  le  donne. 
Anche  coprìbust  =  copribusto. 

còrpo,  =  lo  diciamo  così  nelle  sole  escla- 
mazioni :  còrpo  de  baco,  de  baco  ba- 
con bachèta,  de  Ino,  de  diana,  de  l'Uga. 

corporadiira,  *  s.  f.  =  corporatura  :  la 
complessione  del  corpo. 

corporàl,  s.  m.  =  corporale,  palla  :  T. 
eccl.  ;  quadretto  di  tela  per  coprire  il 
calice  dall'offertorio  alla  comunione. 

1)  Agg.  corporale  ;  bisògn  corporàl  = 
bisogno  corporale. 

corporàsión,  *  s.  f.  =  corporazione,  co- 


munità, società,  i  cui  diritti  sono  rico- 
nosciuti dallo  Stato. 

còrpsànt,  s.  m.  pi.  =  corpi  santi  :  ville 
0  terre,  borgate  suburbane,  sobborghi. 
1)  Corpo  santo  ;  quand  àe  moeUv  i 
còrp  sani  ven  fwUra  el  so  =  chi  vede 
lei  vede  maggio  :  di  persona  gradita  che 
da  gran  tempo  non  venga  a  visitarci, 
quando  viene. 

còrpiisdòmin,  s.  m.  =  corpus  domini  : 
la  festa  del  corpo  del  Signore. 

cors,  s.  m.  ^  corso  :  nome  di  strada, 
giro  di  carrozze  nel  corso. 

1)  fa  el  so  core  =  fare  il  suo  corso  : 
di  cosa  che  proceda  regolarmente. 

2)  on  còrà  de  filosofìa,  de  lég  =  un 
corso,  un  anno  di  filosofia,  di  legge. 

3)  fa  on  core  de  studi  =  fare  un  corso 
di  studi. 

4)  in  cors  de  stampa  =  in  corso  di 
stampa. 

còrsa,  *  s.  f.  =  corsa  :  il  fare  a  chi  più 
corre  per  esercizio  e  scommessa. 

1)  fa  dna  corsa  in  d'on  sit  =  dare 
una  corsa  in  un  posto. 

2)  pass  de  corsa  =  passo  di  corsa, 
passo  rapido. 

3)  à  tuta  corsa  =  a  tutta  corsa. 

4)  à  còrsa  =  a  corsa,  velocemente. 
6)  còrsa   =   treno  ;  pèrd    là   còrsa  = 

perdere  il  treno  ;    rivtL   coni    V  Ultima 
còrsa  =  arrivare  coli'  ultimo   treno,  in 
ritardo  :  dopo  tutti  gli  altri. 
cort,  s.  f.  =  corte. 

1)  Cortile  :  area  scoperta  nel  mezzo 
a  un  fabbricato. 

2)  La  famiglia  del  regnante  e  le  per- 
sone addette  a  quella. 

3)  l'ospedaa  che  fa  lilmm  tlla  cort  = 
il  povero  che  aiuta  il  ricco  :  si  dice 
quando  chi  è  in  stato  meno  buono  pre- 
sta l'opera  propria  o  i  propri  mezzi  a 
chi  è  in  stato  migliore. 

4)  fa  là  cort  =  far  la  corte  :  lusin- 
gare con  lodi  anche  soverchie  ;  fa  là 
cort  à  dna  dona  =  far  la  corte,  fare  il 
bello  con  una  donna. 

5)  cort  d'AsUi  =  corte  d'Assise  ;  cort 
d'ùpèll  =  corte  d'appello. 

cortesia,  *  v.  att.  =  corteggiare  :  far  la 
corte,  specialmente  a  signore. 

cortèla,  s.  f.  =  coltella,  coltellaccio  :  col- 
tello grosso. 

1)  Coltello  da  affettare  il  lardo. 

cortelà  e  cortelà  sii,  v.  att.  =  accol- 
tellare, scoltellare  :  ferire  di  coltello. 


cor 


—  244 


cortelàna,  s.  f.  =  lanciuola,  piantaggine 

lunga,  orecchio  di  lepre  :  erba  nota. 
cortelee,  s.  vi.  =  coltellinaio  :   chi  fa  e 

vende  coltelli. 
corteléra,  s.  f.  =  coltelliera  :  astuccio  da 

coltelli. 
cortèll,  s.  m.  =  coltello  :  sti'umento   da 

taglio  di  più  forme. 

1)  vègh  el  cortèll  per  el  mànegh  o 
mtinigh  =  avere  la  palla  in  mano. 

2)  ciàpà  el  cortèll  per  el  mànigh  = 
pigliare  il  panno  pel  verso. 

3)  cortèll  sàràmtinigh  =  coltello  da 
tasca,  serramanico. 

4)  cortèll  de  bàneh  =  coltello  a  lu- 
netta, coltello  da  banco  :  T.  dei  sellai 
e  calzolai, 

5)  cortèll  de  dùii  mtinigh  =  coltello 
a  due  manichi  o  da  pelare  :  T.  dei 
formai. 

6)  cortèll  de  mesèna  =  squartatoio  : 
T.  de'  macellai. 

7)  cortèll  de  s'ciiimvi  =  spacchino, 
spaccherelli  :  T.  de'  canestrai. 

8)  cortèll  inglés  =  coltello  da  scarnar 
le  pelli  :  T.  de'  conciatori. 

9)  mangiti,  pan  e  cortèll  =  mangiar 
pane  asciutto,  solo. 

10)  àmm-  de  fradèll  amor  de  cortèll  = 
Iron  :  corruccio  di  fratelli  fa  più  che  due 
flagelli.  Magari  la  cresciuta  educazione 
distruggesse  il  prov.  mil.  e  desse  ef- 
ficacia di  insegnamento  salutare  al  prov. 
ital. 

cortesia,  s.  f.  =  cortesia  :  il  trattare  con 
affabilità,  corrispondente  a  una  gran 
gentilezza  d'  animo,  persone  verso  le 
quali  non  c'è  obblighi. 

1)  fa  cortesìa  =  far  cortesia  :  si  dice 
di  chi  è  largo,  generoso,  trattando  in 
una  data  maniera.  E  anche  dei  mer- 
canti che  domandano  della  merce  il 
prezzo  più  basso  che  possono. 

cortin,  s.  m.  =  cortiletto,  dim.  di  cori,  1). 

corvè,  s.  m.  =  comandata  :  lavoro  gra- 
tuito in  di  più  dell'obbligatorio. 

1)  Servitù  :  ufficio  a  cui  uno  sia  co- 
stretto, il  più  delle  volte   contragenio. 

còsa  e  cosa,  s.  f.  al  plur.  còss  =  cosa. 
1)  quèj  còsa  o  quèj  còss  =  qualche 
cosa  0  qualcosa  ;  crèdes  quèj  còss  = 
credersi  qualche  cosa  :  di  chi  si  dà  aria 
d' importanza  ;  vèss  quèj  còsa  =  essere 
qualche  cosa  :  avere  una  qualche  im- 
portanza ;  vègh  quèj  còsa  =  aver  qualche 


po'  di  danaro  ;  ed  anche  di  chi  è  di  cat- 
tivo umore  o  si  sente  male. 

2)  Interrogando  ;  per  cdsa  ?  =  pei'chè  V 
per  qual  ragione  ? 

3)  còsa  ?  e  spesso  anche  còsa  *  ?  = 
che  cosa  ?  cosa  '?  nelle  proposizioni  in- 
teiTOgat.  0  dubitat.  o  negat.  ;  eoo  minga 
cdsa  el  voeur  dì  =  non  so  cosa  voglia 
dire. 

4)  In  signific.  di  quanto  ?  còsa  el 
còsta  el  ■cìn'ì  =  quanto  costa  il  vino? 

5)  fa  i  so  cosà  =  fare  le  sue  divo- 
zioni :  specialm.  di  chi  è  in  punto  di 
morte, 

6)  tré  eòss  =  bazzicone,  cricca,  baz- 
zicollo  :  T,  di  gioco. 

cosàda,  s.  f.  =  capata  :  colpo  dato  col 
capo. 

coscénsa,  *  s.  f.  =  coscienza  :  1'  animo 
che  conoscendo  il  bene  e  il  male  ne  è 
giudice  costante  ;  coseénsa  fàda  à  càl- 
sèta.  Vedi  càlséta,  5). 

cosceiisiós,  *  agg.  =  coscienzioso  :  che 
ha  coscienza,  che  fa  le  cose  diligente- 
mente con  precisione  ed  onestà. 

coscrisióu,  s.  f.  =  coscrizione  :  1'  ascri- 
vej'e  a  soldati  i  cittadini  che  sono  ob- 
bligati a  quel  servizio. 

coscritt,  *  s.  m.  =  coscritto  :  giovine 
compreso  nella  coscrizione. 

cosìn,  s.  m.  =  cuscino  :  a  differenza  del- 
l' ital.  si  dicono  tutti  cosìn  i  guanciali, 
i  capezzali,  i  cuscini. 

1)  Capezzale  :  guanciale  che  si  mette 
a  capo  al  letto  stretto  e  lungo  quant'è 
la  larghezza  del  letto  stesso. 

2)  Guanciale  :  specie  di  sacco  ripieno 
di  lana,  crine,  o  sim.  che  si  mette  per 
lo  più  nel  letto  per  appoggio  o  rialzo 
del  capo  e  deUe  reni. 

3)  Guanciale  :  specie  di  materassina 
scantonata  su  cui  si  pone  a  giacere  il 
bambino  e  che  gli  tien  luogo  di  culla, 
0  anche  serve  per  pollarlo  attorno: 
(Quando  è  affatto  piccino. 

4)  cosìn  de  piss  =  tombolo  :  cuscino 
cilindrico  che  si  usa  per  far  pizzi. 

5)  cosìn  de  scàgn  =  cuscino. 

6)  coéìn  =  zucchino,  capino,  testina  : 
anche  nel   senso   fìgur.   di    litote,    per  v 
dire  uomo  di  talento,  che  ha  molto  ini 
testa,    e    specialm.    di   giovanetti    sve- 
gliati  e  di  ingegno  ;  l'è  prdpi  on  cosìn  = 

è  davvero  un  capino,  una  testina. 

7)  Scannello  :  taglio  del  culaccio  vi- 
cino alla  coscia.  Tei-m.  di  macell. 


4 


245 


cos 


cosinètt,  s.  m.  =  torsello,  :    guancialino 
da  spilli. 

1)  Guardastinco  :  piiimacciolo  nel- 
r  interno  degli  stivali,  per  guardia 
dello  stinco. 

2)  cosinètt  d'odor  =  polviglio,  guan- 
cialetto odoroso. 

cosmèticli,  s,  m.  =  cosmetico,    ceretta  ; 

sostanza  grassa  da  ungere  i  capelli. 
cosinìtt    (i)    =    cuscinetti,    guancialini, 

traversine  ;  pezzi    di    legno  o  di  ferro 

sui  quali  posano  le  guide  di  una  strada 

ferrata. 
cosòn,  s.  m.  =  T.  de   carr.  :  cosciali  ;  i 

due  pezzi  dello  sterzo   che  mettono  in 

mezzo    il   timone,   ed   alti'e    parti    de' 

carri  e  carrozzo. 

1)  Capone,  testone.  Vedi  testòu. 
cospéto  !  esclam.  =  per  bacco  !  esprime 

gran  meraviglia  per  cosa  specialm.  che 

si  oda  raccontare. 
cosòtt,  s.  m.  =  capone.  Vedi  tèston. 
cosi>iràd6r,  *  s.  m.    =   cospiratore  :  chi 

cospira,  in  senso  politico. 
cospiràsiòn,  *  s.  f,    =    cospirazione  :    il 

cospirare  ;  là  RÈsia  l'è  àneàmò  et  pàés 

di  coépiràsion  =  la  Eussia  è  ancora  il 

paese  delle  cospirazioni. 
còst;  s.  f.  pi.  =  bietole  :  sorta  d'erbaggio 

che  si  mangia  cotto  ;  beta  milgaris. 


cost. 


costo:    quel   che   costa 


,   una  cosa. 

1)  à  tò  mal  coèt  =  a  tuo  mal  costo  : 
con  tuo  danno. 

2)  a  tutt  i  cost  =  a  tutti  i  conti. 

3)  dà  ài  cost  =  dare  al  costo  :  senza 
guadagno. 

còsta,  *  .s.  f.  =  costa,    erta:    terreno  in 
Ijondio,  meno    inclinato    della   collina. 

1)  Il  terreno  lungo  il  mare  più  o 
meno  acclive. 

2)  Costola  :  le  ossa  lunghe  e  curve 
che  formano  la  cassa  nel  torso  umano 
0  d'animali. 

3)  ro7np  i  còèt  =  romper  le  costole, 
volg.  bastonar  forte. 

4)  se  ghe  etinta  i  cost  =  mostra,  far 
veder  le  costole  :  di  pers.  molto  magra. 

5)  vègh  semper  ài  còèt  =  aver  sem- 
pre alle  costole  ;  avere  sempre  intorno. 

6)  stàgh  ài  cast  =  stare  alle  costole 
a  uno  :  stargli  sempre  vicino. 

7)  vèsé  dela  cdsta  de  Adàmm.  V. 
Adàmm. 

8)  Nei  ferri  da    taglio:  la  parte  op- 


posta al  taglio  ;  dna  còsta  de  cortèll  = 
la  grossezza  di  una  costa  di  coltello. 

9)  Acquapendente,  versante:  il  pen- 
dio per  cui  corrono  le  acque  di  una 
regione. 

10)  in  còàta  =  T.  dei  Murat.  ;  per  col- 
tello ;  di  mattoni  messi  Timo  sopra 
l'altro  per  il  lato  dell'altezza,  perchè 
facciano  muro.  Anche  :  per  ritto. 

costà,  *  V.  att.  =  costare:  del  prezzo  di 
una  cosa  ;  costà  càrna  sàlàda  =  costar 
salato,  costar  caro  assai. 

costàìoeùr,  ed  ora  meglio  costàioeùl, 
s.  f.  pi.  =  costerecci  :  la  carne  delle 
costole  del  maiale,  staccata  per  cuci- 
narla. 

1)  Càterinin  di  costàiceur  =  la  secca, 
la  morte  secca.  Volgare. 

costànsa,  *  .s.  /*.  =  costanza  :  tenacia 
neir aspettare  e  nel  tentare  che  siano 
esauditi  i  nostri  desideri. 

costàiit,  *  agg.  =  costante,  fermo:  che 
non  cambia  né  si  smentisce  col  tempo. 

costegià,  *  V.  att.  =  costeggiai'e  :  navi- 
gare senza  allontanarsi  dalla  costa. 

costelàsìon,  *  s.  f.  =  costellazione  :  ag- 
gregato di  più  stelle  che  formano  una 
figura  immaginaria,  cui  si  diede  un 
nome. 

costipaa,  *  agg.  =  costipato  :  malato  di 
costipazione, 

costipàsion,  s.  f.  =  costipazione  ;  forte 
infreddatura. 

costitiiiss,  V.  rifl.  =  costituirsi  :  pre- 
sentarsi volontariamente  all'  autorità 
giudiziaria.  E'  più  comune  consègrnàss. 

costitiisidn,  *  s.  f.  =  costituzione:  l'es- 
sere costituito. 

1)  Del  corpo  umano:  el  g'hà  Òna 
eostitusion  robusta  =  ha  una  costitu- 
zione robusta. 

2)  Di  leggi  e  decisioni  emanate  dal- 
l'autoritcà  sovrana. 

costitìisionài,  agg.  =  costituzionale  : 
che  è  conforme  alla  costituzione. 

1)  màlàtìa  costitiisionàl  =  malattia 
costituzionale:  che  non  è  locale  di  un 
organo  ;  ma  è  nella  costituzione  fisica 
del  corpo. 

2)  diritt  coétitiléionttl  =  diritto  co- 
stituzionale. 

8)  là  Gostitilsionàl  =  la    Costituzio- 
nale :  una  società  politica. 
coston  de  plàfón,  =  correntino  da  stuoia. 
costòs,  agg.  =  costoso  :  che  costa  molto. 
costrìng',  *  ».  att.  =  costringere:  obbli- 


cos 


246  — 


COT 


gare  uno  a  una  cosa  che  non  fa  vo- 
lentieri ;  el  me  -vceur  costrtng  à  dàgh 
di  dànee  =  mi  vuol  costringere  a  dar- 
gli danaro. 

costriisiòn,  *  s.  f.  =  costruzione  :  l'ope- 
razione del  costruire. 

1)  Ordinamento  del  discorso;  fa  la 
eostruéion  d'on  period  =  fare  la  costru- 
zione di  un  periodo. 

costfi,  s.  m.  =  costui  :  parlando  di  terza 
persona.  Ha  dello  spregiativo. 

costtimaa,  agg.  =  accostumato  ,  assue- 
fatto :  che  ha  l'abitudine  di  una  cosa; 
mi  -soni  minga  coètiimaa  à  fa  de  quìj 
briitt  ròbb  li  =  io  non  sono  assuefatto 
a  fare  di  quelle  brutte  cose. 

costìimm;  *  s.  m.  =  costume  :  usanza  o 
complesso  d'usanze  proprie  d'un  tempo 
e  di  un  popolo. 

1)  fed  de  bon  costiimm  =  certificato 
di  bona  condotta. 

2)  Abito,  vestiario  non  della  foggia 
odierna,  ma  o  di  foggia  antica,  o  fan- 
tastico ;  fèsta  in  costiimm  =  festa  in 
costume  :  alla  quale  si  interviene  con 
abiti  della  sopraddetta  maniera. 

còt,  *«./".  =  cote  :  pietra  per  affilare  i 

ferri  da  taglio. 
còta,  *  s.  f.  =  cotta. 

1)  Sopraveste  di  tela  bianca  che  i 
preti  si  mettono  sopra  la  zimarra  per 
alcuni  atti  del  loro  ministero.  È  co- 
mune ai  cherici  e  ai  sacerdoti. 

2)  Dal  verbo  cocere.  T.  dei  fornai  : 
fornata  ;  la  quantità  di  roba  cotta  al 
forno. 

3)  T.  dei  fornaciai:  cotta;  la  quan- 
tità di  roba  cotta  alla  fornace. 

4)  Forte  innamoramento  :  l'ha  ciàpaa 
Óna  cota  tremenda  =  prese  una  cotta 
terribile. 

cotàrìa,  s.  f.  =  brigata,  compagnia. 
cotcodèsc  (fa),  v.  att.   =  schiamazzare, 

far  coccodè  :  della    gallina   quando  ha 

fatto  l'ovo. 
cotelèta,  s.   f.    =   costolina,    braciuola  : 

fetta  sottile  di  carne   che  si  cuoce  nel 

tegame. 

1)  cotelètt  tLla  milànesa  =  bi'aciuole 

panate:  involte  nel  pan  grattato  e  cotte 

in  padella. 
coteletìna,  *  s.  f.   =  braciolina,  dim.  e 

vezzegg. 
coténa,   *   s.    f.    =    cotenna,   cotica  :   la 

pelle  del  maiale  scai'nita  e  pulita  dalle 

setole.  Anche  còdega. 


cdtiiu,  s.  m.  =  cottimo:  lavoro  materiale 
che  uno  piglia  a  fare  in  un  certo  tempo 
e  per  un  dato  prezzo. 

cotimìsta)  s.  m.  =  cottimista,  cottimante, 
appaltatore:  chi  prende  un  lavoro  a 
cottimo.  Anche  ;  laorànt  à  bòtt. 

cotisà;  *  ».  att.  =  tassare  :  fissare  par 
ciascuno  la  quota. 

1)  Al  gioco  :  far  perdere,  servir  per 
bene,  Iron.  Per  estens.  anche  fuori  di 
gioco. 

cotòiij  *  s.  m.  =  cotone  :  pianta  erbacea 
che  dà  una  materia  usata  a  far  tessuti, 
E  il  cotone  filato  per  cucire. 

cotona,  s.  f.  =  cotona  :  tela  grossa  di 
cotone, 

cotona,  *  «'.  att.  =  accotonare  :  aggro- 
vigliare col  pettine  i  capelli  già  prima 
avviati  e  spianati,  per  amplificarne  il 
volume. 

cotonina,  *«./.=  cotonina  :  tela  grossa 
di  cotone;  on  vestii  de  cotonina  =  un 
vestito  di  cotonina  :  lo  portano  le  con- 
tadine, e  le  operaie  per  lo  più. 

1)  Modo  di  vestiario  usato  una  volta. 

còtt,  agg.  =  cotto:  da  cocere,  che  non  è 
crudo. 

1)  còtt  à  lèse  =  lessato  :    cotto    nel-j 
l'acqua  a  far  brodo. 

2)  còtt  à  ròét  =  arrostito. 
8)  còtt  del  so  =  abbronzato. 

4)  còtt  in  biànc  =  lessato,  parlando» 
di  pesce  ti'otato. 

5)  còtt  in  l'acqua  =  bollito.  Di  ver 
duj'o  0  altro  semplicemente  cotto  in  ao 
ij^ua  e  sale. 

6)  còtt  in  prèsa  =  arrabbiato. 

7)  dinn  e  fànn  de  còtt  e  de  crikl  ■■ 
bacchiare  le  acerbe  e  le  mature,  dir 
cose  fuori  della  messa  ;  dirne  e  farne 
di  tutte  le  sorta  senza  badare  se  quello 
che  si  dice  o  si  fa  sia  vero,  o  falso, 
lecito  0  disonesto. 

8)  mèss  còtt  =  guascotto,  mezzo  cott 
quasi  cotto. 

9)  vèss  còtt  =  essere  innamorato. 
cotura,  s.  f.  =  cottura  :   il    cocere,  ma; 

più.  che  altro,  il  modo,    le    condizioni, 

l'essere  cotto. 
cotiirnìs,  s.  f.  =  pernice  rossa.  Perdr, 

graeca  e  Perdrix  ritbì-a. 
coturno,  s.  m.  =  cotiu-no  :  specie  di  sti 

vale  di  cuoio  dei  cacciatori. 

1)  Cotui-no,  coturnice,  starna.  Uccello 
COT,  s.  f.  pi.  =  riprese,  drappelloni,  pen 

dagli  :  le  balze,  parti    del   cortinaggio 


era 


-  247  - 


1)  Infule  della  mitra:  strisce  che  le 
pendono  di  dietro. 

cova,  V.  att.  =  Vedi  eoa. 

covèta,  s.  f.  =  bertovellino  :  rete  a  ma- 
glia stretta,  per  la  pesca  dei  pesciolini. 

covètòn,  s.  m.  =  bertovello  :  specie  di 
rete  per  uccelli. 

era,  era,  =  orò  ero  :  voce  del  corvo  e 
simili. 

1)  fa  era  era  =  gracchiare,  crocidare. 
eràco  (no   gh'è   né   crico,   né),  =  di- 
scorsi e  repliche  a  monte,  non  c'è  che 
ripetere. 

eràpa,  s.  f.  =  cranio,  teschio  ceppicene. 
1  )  cr^pa  peldda  =  zucca  monda.  Entra 
nella  canzonetta  infantile  ;  là  crtipa  pe- 
tàda  l'ha  faa  i  tortèj,  ghe  n'ha  daa 
minga  ài  so  fràdèj  :  i  so  fràdèj  hdn 
faa  là  làcitida  ghe  n'hdn  daa  minga 
tila  eràpa  peltLda  ;  la  dicono  alle  teste 
rapate. 

2)  ci-àpa  de  mòri  =  teschio  :  testa  di 
morto  nuda  d'ogni  carne. 

cràpèta,  s.  f.  =  animella:  bottone  d'osso 
con  quattro  o  cinque  buchi  per  cami- 
ciuole,  mutande,   calzoni. 

eràpin,  s.  m.  =  testino,  zucchino,  ca- 
pino. Vedi,  cosin,  6). 

1)  Ceppo  delle  corna.  T.  dei  macell. 
la  parte  della  testa  de'  buoi,  vitelli, 
ecc.  in  cui  sono  piantate  le  corna. 

eràpón,  s.  m.  =  capone.  Jedi  teston. 
Anche  cràpòtt. 

1)  Capaccio  :  segnatamente  nel  signi- 
iicato  di  uomo  strano  e  ostinato. 

eràponerìa,  s.  f.  =  caponaggine,  capo- 
neria, ostinazione,  caparbietà. 

eràscià,  s.  m.  =  decorazione,  croce,  in- 
sogna cavalleresca.  Dal  frane,  crachat. 

cràuti,  s.  m.  pi.  =  cavolo  salato  :  dal 
tedesco,  donde  viene  la  vivanda. 

cràvàta,  s.  f.  =  cravatta,  corvatta  :  pez- 
zuola a  fiocco  fatto  sul  davanti,  che 
gli  uomini  e  le  donne  portano  al  collo. 

eràvàtee,  s.  m.  =  cravattaio:  chi  fa  e 
vende  cravatte. 

crea,  *  «'.  att.  =  creare  :  trarre  dal  nulla: 
facoltà  dalla  fede  attribuita  a  Dio. 

1)  Originare,  produrre  ;  delle  opere 
umane  ;  c?-e8,  óna  industria  =  creare 
un'industria  ;  introdurla,  originarla. 

creànsà,  *  s.  f.  =  creanza,  civiltà,  edu- 
cazione pratica:  modo  ui'bano  e  civile 
di  trattare. 

creàsiòu,  *  creazione:  l'atto  del  creare; 


là  ereàsion  del  mond  =  la   creazione 
dei  mondo. 

1)  Opera  originale,  specialm.  arti- 
stica; là  pari  de  Otèlo,  l'è  dna  ereà- 
sion del  Sàlvini  =  la  parte  di  Otello'  è 
una  creazione  del  Salvini. 

creator,  s.  m.  =  creatore.  Usa  solo  nelle 
frasi  ;  àndtb  ài  Creator  =  andare  al 
Creatore  ;  morire  ;  màndti  ài  Creator  = 
mandare  in  paradiso,  ammazzare. 

creatura,  *  s.  f.  =  creatura:  persona 
umana  ;  l'è  dna  bela  creatura  =  è  una 
gran  bella  creatura. 

1)  Allievo  dipendente  di  alcuno, 
specialm.  se  benvoluto  e  protetto  ;  l'è 
dna  creatura  del  minìster  =  è  una 
creatura  del  ministro. 

créd,  *  v.  att.  =  credere,  esser  d'avviso: 
ritener  vero  che  sia ,  che  è,  che  fu  o 
sarà,  pensare  che. 

1)  attinti  minga  à  credei  =  m'avanza 
il  crederlo:  lo    credo    senza   difficoltà. 

créda,  meglio  créja,  s.  f.  =  creta  :  specie 
di  terra,  argilla. 

credénsa,  s.  f.  =  credenza  :  persuasione 
fondata  sopra  ragioni  valide  o  no.  An- 
che :  fiducia. 

credensiàl,  s.  f.  =  credenziale  :  docu- 
mento diplomatico. 

credensÓH,  s.  m.  =  credulo,  corrivo  :  di 
persona  facile  a   credere. 

credént,  *  credente  :    chi  ha  la  fede. 

credìbil,  *  agg.  =  credibile  :  che  si  può 
credere;  l'è  minga  dna  storia  crediMl 
=  non  è  una  storia  credibile. 

crédit,  e  crédit,  *  s.  m.  =  credito,  ri- 
putazione. 

1)  L'avere:  ciò  che  uno  avanza,  di 
cui  è  creditore. 

2)  acquista  crédit  =  accreditarsi. 

3)  chi  g'hà  dèbit  g'  ha  crédit  =  chi 
ha  debito  ha  credito  :  lo  dicono  ironie, 
quelli  che  non  possono  o  non  vogliono 
pagare  i  propri  debiti. 

creditaa,  agg.  =  accreditato  :  che  gode 
buon  credito,  buon  nome,  fiducia  :  di 
negozio,  di  studio  e  sim.  Vedi  àcre- 
ditaa. 

creditòr,  *  s.  m.  =  creditore  :  chi  ha 
un  credito  o  crediti  con  qualcuno. 

Crédo,  *  s.  m.  =  Credo:  il  simbolo  de- 
gli Apostoli. 

1)  mètt  i  er'esìj  in  del  Crédo  =  intor- 
I)idar  quel  che  è  chiaro. 

crema,  *  v.  att.  =  cremare:  l'abbruciare 


ere 


248  - 


ere 


i  cadaveri  ;  el  me  hIo  el  s'è  faa  crema 
=  mio  zio  s'è  fatto  cremare. 

crèmàsiòn,  *  s.   f.    =    cremazione  :  ab- 
bruciamento  (di  cadaveri)  ;    là  crèmà- 
*  Sion  l'è  dna  gran  bela  roba  =  la  crema- 
zione è  una  gran  bella  cosa. 

crematóri,  *  s.  -m.  =  crematoio  :  appa- 
reccbio  meccanico  in  cui  si  dispone  un 
cadavere  che  deve  essere  distratto  dal 
foco. 

crèiiies,  agg.  =  cremisino,  chermisino  : 
di  un  colore  rosso. 

1)  Metaf.  coperchiello,  raggiro. 

cremili  (color)  =  color  paglierino.  Dal 
francese  creme. 

cremili  (làtt  ala)  =  Vedi  caolàtt. 

cremortàrter,  s.  m.  =  cremor  di  tar- 
taro :  tartaro  delle  botti  purificato  e 
ridotto  a  sostanza  purgativa. 

cren,  s.  m.  =  cren,  crenno;  rafano  te- 
desco :  pianta  ortense  la  cui  radice  si 
usa  per  condimento. 

creila,  s.  f.  =  fessura:  piccola  e  stretta 
apertura  un  po'  lunga,  ma  lasciata  a 
bella  posta,  non  prodotta  da  rottura. 

crenà,  r.  att.  =  arrovellare,  crepare  di 
sdegno.  Anche  sàgrinà,  cica. 

crepa,  v.  att.  =  screpacciare,  fendersi, 
crepare,    screpolare,  crettare. 

1)  crepa  e  crepasela  del  rid  =  cre- 
par scrosciar  dalle  risa. 

2)  crepa  de  sàlut  =  abbondare  di  sa- 
lute. 

3)  Crepare,  morire;  e  fa  e  fa  e  pcBU 
se  crèpa  =  nido  fatto  gazzera  morta. 
Famigliarmente  :  cascar  morto  ;  spècen 
ch'el  crèpa  per  ciàjjà  quij  quàter  sòld 
=  aspettano  che  caschi  morto  per  pi- 
gliarsi quella  poca  eredità. 

4)  à  mangia  de  morì  se  sta  mal  de 
crepa  =  ogni  co^a  fa  male  se  se  ne 
mangia  troppa. 

5)  crepa  de  la  ràbia,  de  la  bile,  de  la 
set  =  affogar  dalla  rabbia,  dalla  bile, 
dalla  sete  :    esserne   preso    fortemente. 

6)  crèpa  !  =  scoppia,  affogati  :  invet- 
tiva e  mal  augui-io. 

crèpàda,  crepàdìna  (dàgrh  6na)  =  mo- 
rire, crepare:  di    persone   indifferenti. 

crèpàpànscia  (à)  =  a  crepa  pelle,  a 
crepapancia. 

crepàsc,  s.  m.  =  crepaccio,  crepa  grande. 
1)  s.  m.  pi.  rappe,  crepacce  :  malat- 
tia dei  cavalli. 

crepe,  s.  m.  =  gramolata,  granita:  specie 
di  gelato.  Poco  usato. 


1)  Anche  certi  ripieni  che  mettevano 
le  donne  nei  capelli,  per  fare  delle 
rigonfiature  sul  davanti,  verso  la  fronte. 

crèi>ón,  s.  m.  =  crepone  :  specie  di  stoffa. 

crèpp,  s.  m.  =  cretto,  screpolatura,  crepa  ; 
crepatura  di  muro,  di  intonaco,  di 
terreno. 

1)  sondi  de  crèpp  =  crocchiare  :  sonare 
a  fesso.  Del  suono  di  un  vaso  fesso  a 
picchiarci  colla  nocca,  di  pentola,  te- 
gamOj  catinella  e  sim. 

2)  sonò,  de  crèpp  =  crocchiare,  ba- 
lenare, non  esser  ben  fermo  in  stato, 
starvi  a  pigione  ;  di  salute  mal  ferma. 

3)  Pieno  pinzo  :  -vèsé  mai  crèpp  = 
essere  insaziato. 

4)  Agg.  di  bicchiere,  vetro,  piatti,  ecc. 
Incrinato. 

5)  l'è  crèpa  =  è  fessa,  è  morta  :  si 
dice  per  isoherzo  di  una  bottiglia  vuo- 
tata a  tavola. 

crèpp,  s.  m.  =  crespo  :  sorta  di  tessuto 
di  lana  e  seta.  Dal  francese  :  crepe. 

cresént,  agg.    =   crescente,    che    cresce, 
1)  càrna  cresénta  =  carnosità  :  escre- 
scenza carnosa. 

crésina  ora  più  com.  crèsima,  *  s.  f.  = 
cresima:  uno  dei  Sacramenti  della 
Chiesa  cattolica. 

cresinà  e  cresima,  *  v.  att.  =  cresi- 
mare :  dai'e  la  cresima. 

1)  Scherz.  :  dare  uno  schiaffo.  Dal- 
l'atto del  vescovo  cresimante  quando 
dà  il  Pax  tecum. 

crésp  e  crespaa,  agg.  =  grinze,  grinzoso, 
crespo,  rugoso. 

1)  deventà  crespaa  =  increspare. 

créspa,  s.  f.  =  grinza  :  bratta  piega  nelle 
vestimenta  e  in  altri  panni. 

1)  Euga:  increspatura  delle  pelle. 

2)  Crespa  :  piega  che  si  forma  nel 
restringere,  sopramettendolo,  un  panno 
e  nel  riavvicinare  la  stoffa  dove  l'ago 
è  passato. 

crespa,  v.  att.  =  raggrinzare,  aggrinzare, 
increspare,  far  grinzoso. 

crespadùra,  s.  f.  =  grinzume  :  molte 
grinze  insieme,  increspatura. 

crespili,  s.  ni.  =  ventaglio  :  arnese  che 
serve  a  farsi  vento  ;  *  cànn  del  crespin 
-  le  stecche  :  lami  nette  di  legno  o  al- 
tro che  sostengono  la  stoffa  del  ven- 
taglio. 

1)  Pie  di  uccellino  :  le  grinze  agli 
angoli  esterni  degli  occhi  in  chi  in- 
vecchia. 


1 


ere 


—  249  — 


2)  Rosta,  leva:  il  giuoco  del  sof- 
fietto nelle  carrozze. 

crespiiiee,  s.  m.  =  ventagliaio:  chi  fa 
e  vende  e  aggiusta  ventagli, 

créspola,  s.  f.  =  amareggiola,  matricaria, 
camomilla.  Sp.  d'erba  medicinale. 

crespòn,  s.  m.  =  T.  de  pann.  :  crespone  ; 
specie  di  stoffa. 

crèss,  V.  att.  =  crescere,  aumentarsi. 
Intrans.  Anche  :  garzoneggiare  ;  di  bam- 
bino che  si  fa  adulto. 

1)  Trans.:  accrescere,  aumentare; 
crèy.s'  là  jjàga  =  aumentare  la  paga. 

2)  crèss  el  fitt  =  rincarare  l'affitto; 
el  fornmit  el  crèss  =  il  frumento  rin- 
cara. 

3)  Crescere  :  faro  un  maggior  numero 
di  maglie  nei  giri  della  calza  dove  ha 
da  venire  più  larga. 

crésta,  *  s.  f.  =  cresta:  quella  carne 
rossa  a  merluzzi  che  hanno  sulla  testa 
le  galline. 

1)  Fig.  Sommità  o  cima  delle  mon- 
tagne. 

cresflii,  s.  m.  pi.  =  i  cresciuti  :  l'aumento 
del   numero    delle    maglie    della    calza 
dove  devo  venire  più  larga. 
1)  Part.  pass,  di  crèss. 

créta,  s.  f.  =  credenza,  credito. 

1)  vend^  compra  à  ereta  =  vendere, 
comperare  a  credenza. 

2)  rid  à  creta  =  ridere  agli  angioli  : 
cioè  ridere  senza  sapere  di^che. 

cretin,  *  s.  m.  =  cretino,  ebete,  idiota, 
imbecille,  ottuso,  debole  di  mente  :  per 
lo  più  dalla  nascita. 

cria,  V.  att.  =  gridare,  sgridare,  garrire. 

1)  cria  i  bìosècch  =  gorgogliare  il 
corpo. 

2)  critì,  i  lègn  sili  fmoqh  =  cigolare, 
gemere  le  legna  sul  focolai-e. 

3)  pela  là  gàìna  sensa  fàla  cria  = 
pelare  la  gazza  senza  farla  stridere. 

criàda,  s.  f.  =  gridata,  sgridata,  raman- 
zina, rimprovero. 

crìbi,  s.  in.  =  vaglio,  crivello,  cribro  : 
arnese  di  pelle  o  altro  forato  per  mon- 
dar biade  ed  anche  altre  materie. 

1)  Garba  ;  crivello  di  pelle  a  forellini 
di  varia  grandezza. 

2)  fa  pàsà  per  i  sètt  crlbi  =  spac- 
care il  pelo  in  aria,  rivedere  il  pelo. 
Figuratamente. 

3)  crlbi  del  formént  =  colo. 

cribi  !  eselam.  =  per  diaci  !  per  diana  ! 
accidenti  I  E  corruzione  di  cristo,  che 


il  dialetto  non  vuol  dire  e  nella  seconda 
sillaba  pronuncia  diversamente,  per  non 
bestemmiare. 
cribià,  ».  att.  =  crivellare,  vagliare  :  far 
passare  al  crivello. 

1)  Trebbiare:  del  rovinio  che  fa  la 
gragnuola  suUe  piante. 

2)  Vagliare  come  grano,  esaminare 
rigorosamente. 

cribiee,  s.  >n.  =  vaglialo  :  chi  fabbrica 
vagli  e  crivelli. 

1)  Tagliatore:  chi  fa  l'operazione 
del  vagliare. 

cribiusc,  s.  m.  e  cribiàdùra,  s.  f.  = 
Tagliatura  :  mondiglia  che  si  ricava 
vagliando. 

erica,  s.  f.  =  gruccia  :  serrarne  alle  bus- 
sole, ai  paraventi  a  colpo  ;  dà  sn  là 
erica  =  serrare  la  gruccia. 

1)  Cricchio,  ticchio,  capriccio.  Poco 
usato. 

2)  Gara,  contrasto,  disputa,  briga. 
B)    Cricca,    combricola,    compagnia  ; 

sempre  in  mal  senso.  In  questo  signi- 
ficato dal  francese  :  cUque. 

cricR,  v.  att.  =  zirlare  :  voce  acuta  del 
tordo. 

1)  Scrosciare.  Della  crosta  del  pane 
fresco  quando  la  si  mastica,  e  di  qua- 
lunque altro  suono  simile. 

crìcadór,  s.  m.  =  zirlo  :  tordo  cantaiolo. 

cricch,  s,  m.  =  crico,  martinetto  :  specie 
di  leva  per  sollevare    oggetti    pesanti. 

1)  Stiantottino  :  il  suono  prodotto 
schiacciando  fra  le  mani  le  nocca  dolio 
dita. 

2)  fa  cricch  =  star  zitti,  fare  orec- 
chio da  mercante. 

3)  Cricche,  cricri  :  voce  imitante  il 
suono  di  cosa  che  scricchioli,  scop- 
pietti, 0  si  fenda. 

cricchcràcch,  s.  m.  =  cricc-crac,  cracch, 
cricche  :  voce  imitante  il  fendersi,  lo 
scoppiettare  con  qualche  fracasso. 

criminal,  *  agg.  =  criminale  :  che  con- 
cerne delitto  0  pena;  l'è  ròba  de  cri- 
minal =  è  cosa  da  criminale  :  è  cosa 
che  merita  il  giudizio  e  la  pena  crimi- 
nale. 

crinièra,  *  s.  f.  =  criniera:  tutti  i  crini 
del  collo  di  un  cavallo.  Per  noi  anche 
la  giubba  del  leone. 

crinolin,  s.  m.  e  crinolinn,  s.  f.  =  cri- 
nolino,  crinolina,  cerchio  :  tessuto  di 
crino  e  di  liifo  messo  come  sottana  per 
tener  gonfie  le  vesti. 


250 


ero 


1)  Anche  nei  senso  di  cdregh.  Vedi. 
crisi,  *  s.  f.=  T.  med.  ;  crisi  :  il  punto 

risolvente  di  una  malattia. 
Crisi,  s.  m.  =  Cristo:  aggiunto  al  nome 

di  Gesìi;   Gesù  Crisi    =    Gesiì    Cristo. 

1)  pòer  crisi  =  povero  diavolo. 

2)  fàeia  de  Criàt  =  di  uomo  allam- 
panato, emaciato  e  non  simpatico. 

3)  Ve  on  crisi  de  vun  =  è  un  acci- 
denti d'uno.  Al  femm.  crista. 

4)  no  gh'è  cristi,  o  erìèio  =  non  c'è 
Cristi  0  Cristo.  Non  c'è  verso. 

5)  no  vègli  on  crisi  d'on  gkell  =  non 
avere  il  becco  di  un  quattrino. 

cristalee,  s.  m.  =  cristallaio  :  chi  lavora 
0  vende  cristalli. 

cristalerìa,  s.  f.  =  cristallame:  forni- 
menti d'oggetti  di  cristallo,  per  lo  piii 
da  tavola. 

cristàlisàss,  v.  rifl.  cristalizzarsi  e  cri- 
stallizzare :  D' ogni  corpo  che,  passando 
allo  stato  solido,  piglia  forme  di  cri- 
stalli. 

cristàll,  cristallo  :  vetro  bianco,  ti'aspa- 
rente,  incoloro  e  peso. 

1)  Lastrone  da  vetriate,  caiTOzze,  ecc. 

2)  eriéiàll  de  rdca  =  cristallo  di  monte, 
cristallo  gemma. 

Cristian,  s.  m.  =  cristiano  :  chi  crede  in 
Cristo  e  professa  la  religione  dei  suoi 
seguaci. 

1)  de  criétiàn  =  da  cristiani  :  di  cose 
che  non  saranno  un  gran  che,  ma 
neanche  pessime;  e  discrete  relativa- 
alle  alle  comunemente  usate. 

2)  on  Cristian  =  un  cristiano:  per 
uomo  e  non  bestia.  Quasiché  i  non 
cristiani  siano  bestie  !  ! 

3)  vèss  minga  Cristian  de  fa,  de  di, 
e  sìm.  =  non  essere  capace,  non  tro- 
vare il  verso  di  fare,  di  dire  e  sim. 

Cristo  !  esci.  =  Cristo.  È  schivata  dallo 
persone  per  bene  come  espressione  tri- 
viale e  irriverente. 

cristoforìa,  s.  f.  =  cristoforia  :  il  ritorno 
di  Gesù  bambino  dall'Egitto.  Festa  che 
ricorre  il  7  gennaio. 

cristòn,  s.  m.  =  furfante,  briccone. 

critèri,  *  s.  m.  =  criterio,  assennatezza: 
senso  intellettuale  o  potenza  dell'anima, 
giudice  delle  cose  che  le  si  presentano 
davanti.  Anche  griiidisi. 

1)  de  critèri  =  assennato,  che  ha  e 
dimostra  senno. 

crìtica,*  s.  f.  =  critica, 'censura:  l'arte 
di  sceverare  il  vero  dal    falso.  Il  giu- 


dizio su  un'opera  d'ai-te;  il  semplice 
trovare  i  mancamenti. 

critica,  *  V.  ali.  =  criticare  :  far  la  cri- 
tica. Di  pers.  0  cose,   dirne  male. 

crìticli,  agg.  =  critico. 

1)  moment  crìiich  =  momento  critico. 

2)  eiaa  critica  =  età  critica:  quel 
periodo,  a  volte  pericoloso,  della  vita 
delle  donne,   in   cui  cessano  le  regole. 

B)  Sost.  :  stucchevolino,  stitico,  criti- 
castro. 

criticón,  *  s.  m.  =  criticone:  censura- 
tore  per  abitudine  ;  l'è  on  criticón  die. 
el  g'hà  de  dì  sii  tiiti  còés  =  è  un  cri- 
ticone che  ha  da  ridir  su  tutto. 

criyèll,  s.  m.  =  calcatoio.  T.  dei  cap- 
pellai. 

croàtin,  s.  m.  =  collottola  :  la  parte  po- 
steriore del  collo  ;  ciapà  per  el  croà- 
tin =  prender  per  la  collottola. 

croàtt,  s.  m.  =  croato,  di  Croazia. 

1)  Per  noi  divenne  voce  spregiativa 
a  indicare  ostinato,  zotico,  rozzo,  e  altre 
simili  cattive  qualità  in  segno  della 
avversione  nostra  alla  dominazione  au- 
striaca. 

croca,  'V.  ait.  =  crocchiare;  del  suono  di 
un  vaso  fesso  a  picchiarci  colla  nocca 
delle  dita.  "Vedi  crèpp  1). 

crocànt,  s.  m.  =  croccante  :  sorta  di 
mandorlato. 

1)  Agg  di  roba  che  a  mangiare  scric- 
chiola, crocchia,  quando  specialmente 
sia  levata  dal  forno  di  fresco. 

Croceflss,  *  s.  m.  =  Crocifìsso:  l'imma- 
gine di  Gesù  Cristo  in  croce. 

crocìfer,  *  s.  m.  =  crocifero,  portacroce  : 
prete  che  porta  la  croce  nelle  proces- 
sioni.    . 

eroda,  v.  ali.  =  cadere  :  di  foglie  che  si 
staccano  dall'albero. 

1)  Cascare  :  di  denti,  capelli,  frutti. 

2)  eroda  del  sògn  =  cascare,  barcol- 
lare dal  sonno  ;  aver  sonno  in  modo  da 
non  poter  quasi  reggersi  in  piedi. 

3)  Detto  di  guadagni  piccoli  e  in- 
certi, come  mance  e  sim.  ;  el  glie  sta 
voleniéra  perchè  quèjcòéè  eroda  sèmper 
=  ci  sta  volentieri,  perchè  qualche  cosa 
casca  sempre. 

4j  el  pòmm  quaiid  l'è  tiiàdUr  bisó- 
gna che  el  crdda  =  tutti  i  gruppi  si 
riducono  al  pettine,  quando  il  pero  è 
maturo  convien  che  caschi,  quando  la 
pera  è  matura  la  casca  da  sé  :  non  è 
necessario  ed  è  inutile    affannarsi   per 


ero 


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ero 


procurare  cosa    che   abbia  a  succedere 
naturai  ine  ute. 

5)  guarda  che  cròden  !  =  bada  che 
cascano  !  Quando  si  minaccia,  special- 
mente a  chi  provoca  con  testardaggine, 
di  dargli  percosse. 

6)  Scanicare  :  dicesi  delle  muraglie 
quando  si  scrostano. 

ero  dada,  s.  f.  =  caduta,   cascata. 

V)  là  erodMa   di  fceuj   =    il   cader 
delle  foglie. 

crodèll,  e  erovèll,  agg.  =  cascaticcio, 
cascatoio  :  di  castagne  e  simili  che  per 
maturanza  precoce  cadono  dall'albero 
da  sé. 

1)  vìn  crodèll  =  il  vino  che  si  spreme 
dall'uva  senza  bisogno  del  torchio:  con- 
trario di  torciàdegh. 

crodirceù,  agg.  =  cascatoio,  cascaticcio: 
specialmente  delle  frutta  che  cascano 
da  sé. 

eroeusc,  s.  m.  =  crocchio,  riunione  di 
parecchie  persone,  o  animali,  o  cose: 
anche  e  meglio  eróse. 

cròj,  s.  m.  =  friabile;  che  facilmente  si 
sminuzzola  al  più  leggiero  contatto. 

eroma,*  s.  f.  =  croma:  figura  e  nota  di 
musica. 

erompa  e  compra,  v.  alt.  =  comperare: 
acquistare  come  proprietà  pagando. 

eròuaca,*  s.  f.  =  cronaca:  le  voci  che 
corrono.  ^ 

1)  La  narrazione  fatta  dal  giornale 
degli  avvenimenti  del  giorno. 

eróiiieh,  *  agg.  =  cronico  :  di  malattia 
lenta  e  molto  lunga. 

1)  Sost.,  chi  è  affetto  da  una  ma- 
lattia cronica. 

eroiiìsta,*  s.  m  =  cronista:  chi  scrive 
la  cronaca  di  un  giornale. 

cronologìa,*  s.  f.  =  cronologia:  ordine 
e  scienza  dei  tempi  dei  fatti  storici. 

eroiiològicli^*  ag^.  =  cronologico:  ap- 
partenente a  cronologia. 

cronòmetro,*  s.  m.  =  cronometro:  oro- 
logio che  segna  l'ora  con  molta  pre- 
cisione. 

crópa,  s.  f.  =  schiena,  dorso. 

1)  Un'  intera  pelle  di  bue  lavorata 
a  cuoio. 

2)  Groppa:  parte  più  bassa  della  schie- 
na dell'uomo. 

3)  cropa  de  vasèll  =  camicia,  tartaro, 
taso  da  botte ,  greppola  :  la  gromma 
che  fa  il  vino  nella  botte. 


4)  Gromma;  il  tartaro  dei  denti  non 
puliti. 
eros,  s.  f.  =  croce:  specie  di  patibolo,  e 
per   antonom.,    quella   dove   fu   messo 
Cristo. 

1)  nega  el  Signor  in  eros  =  negare 
il  paiuolo  in  capo:  negare  l'evidenza. 

2)  vègli  minga  là  eros  d'on  gìièll  = 
non  avere  un  becco  d'un  quattrino;  non 
aver  danari  affatto. 

3)  fa  el  sègn  dèla  eros  =  fare  il  se- 
gno della  croce:  cioè  quell'atto  che  si 
fa  toccandosi  colla  mano  diritta  la  fronte 
il  petto  e  le  spalle. 

4)  Croce,  ti'aversia,  tribolazione. 

5)  là  sóa  eros  ghe  l'hdn  tiiec  =  ognu- 
no ha  il  suo  impiccato  all'uscio. 

6)  fàgli  sii  là  eros  =  fare  il  crocione; 
rinunciare  a'  qualche  cosa,  non  pensar 
più  di  poterla  avere. 

7)  Qualunque  cosa  in  forma  di  croce; 
fa  là  eros  eòi  pòstid  =  mettere  le  po- 
sate in  croce. 

8)  Distintivo  degli  ordini  cavallere- 
schi. 

9)  eros  de  MMta  =  scarlattea,  croce 
da  cavaliere:  Specie  di  fiore. 

10)  eros  e  lètera  =  palle  e  santi:  spe- 
cie di  giuoco. 

11)  eros  =  gruccia  e  anche  coda  del 
.   torchio.  Term.  di  stamperia. 
croscè,  s.  m.  =  crocè:  ago  torto,  unci- 

netto:  ferruzzo  per  lavorar  trine. 
crosèra,  s.  f.  =  corsia:  sala  da  ospedale 
più  lunga  che  larga. 

1)  Croce,  garrese:  parte  del  corpo  del 
cavallo  sopra  le  spalle. 

2)  crosèra  d'Mpa  =  croce  di  naspo. 
croséta,  s.    f.  =  crocicchia    o   crociata  : 

due  strade  o  contrade  che  si  incrocic- 
chiano. 
crosin,  s.  m.  =  crocetta:  dim.  di  croco. 

1)  punt  à  erosìn  =  punto  incrociato. 

2)  Cernitolo;  term.  dei  fornai  :  tela- 
retto  che  si  mette  nella  madia  per  so- 
stenere lo  staccio. 

3)  Villano,  contadino:  dal  convenirne 
molti  a  Milano  nel  di  di  S.  Croce,  al 
3  maggio. 

crosoeù,  .?.  m.  =  crogiuolo:  vaso,  per  lo 
più  di  ten'a  refrattaria,  dove  si  fondono 
i  metalli, 

1)  Fnignolo^  fornuolo:  specie  di  fa- 
nale che  serve  per  una  certa  caccia 
detta  pure  frugnuolo. 


ero 


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Clic 


erosoli,  s.    IH.    =    crocione.    Accresc.  di 

croce. 

1)  crostn,  erosoti,  j)er  vii  el  yioeùgh 

l'è  pii  bòn   =    dicono  i   ragazzi,   il  più 

dolio  volto  facendo  una  croce  in  terra, 

(j^uando  vogliono  ritirarsi  dal  gioco.  In 

Toscana  dicono:  alt. 
crost,  s.  f.  pi.  =  terni,  dei  maniscalchi, 

giarde. 
cròsta,  s.  f.  =  crosta,  schianza  :  iiiduri- 

mento    delia    materia    formatasi    sulla 

pelle. 

1)  pien  de  erosi  =  crostoso. 

2)  eròsta  del  pan  =  crosta,  corteccia: 
quella  che  copre  la  mollica. 

3)  eròsta  del  pàétiss  =  crostata:  quella 
che  copre  il  ripieno. 

4)  cròsta  del  ft/rmàj  =  roccia  del 
cacio. 

5)  romp  i  crost  =  picchiare,  accon- 
ciare per  bene. 

6)  vegli  sui  arost  =  avere   in  uggia. 

7)  Corteccia,  di  alcuni  alberi:  anche 
scorza. 

crostìn,  s.  m.  =  cantuccio;  di  pane,  for- 
maggio, pasticcio,  panettone  e  simili. 
Pezzetto  tagliato  sul  canto  con  molta 
corteccia  e  poca  midolla.  Di  pane  si 
dice  anche  crostino. 

crostinà,  v.  att.  =  sbocconcellare,  sgra- 
nocchiare 

crostinàtt,  s.  m.  =  signor  di  quattro 
zolle,  possidontuccio  :  chi  si  dà  1'  aria 
di  gran  proprietario  e  possiede  poco. 

crostòn,  s.  in.  =  terni,  delle  cave:  crostone. 

cròtt,  s.  m.  =  erotto,  grotta,  grotton  da 
vino:  cantina  nel  masso. 

1)  Crocchio,  malaticcio,   malazzato. 

2)  fa  el  cròtt  =  portare  i  frasconi, 
esser  crocchio,  ingruUire;  degli  uccelli 
ammalati,  e  figui'at.  degli  uomini  ma- 
laticci, malazzati. 

3)  Cria  :  il  piìi  piccolo  e  balordo  uc- 
cello dei  nidi.  Fig.  lo  si  dice  al  più 
stentato  e  debole  di  una  famiglia. 

crotìn,  s.   m.  =   fig.    scriato,    scriatello: 
un  povero  cria,  un  ragazzino  malaticcio. 
criid,  agg.  =  crudo:  contrario  di  cotto. 

1)  seda  crUda  =  seta  cruda;  non  con- 
ciata per  la  tintura. 

2)  tìnta  cruda  =  tinta  cruda  ;  senza 
gradazioni  sufficienti. 

3)  tLria  cruda  =  aria  cnida;  fredda, 
non  riscaldata  dal  sole. 

4)  fèr  crUd  =  ferro  crudo;  non  piu"0, 
che  non  si  può  lavorare. 


eriideltaa  *  s.  /".  =  cmdeltà:  azione  bai*- 
bara,  che  dimostra  cattivo  o  poco  sen- 
sil)ile  cuore. 

crusca,  s.  f.  =  crusca:  la  buccia  del  grano 
macinato  separata  dalla  fai'ina. 

1)  fa  crusca  =  restar  zitelle,  rima- 
ner pulceUoni  :  si  dice  di  una  zitella 
che  non  si  marita  mai. 

2)  Forfora,  forfore:  escremento  secco 
della  pelle,  specialmente  della  cute  del 
capo. 

3)  là  farina  del  dittai  là  va  in  eriisca. 
(Vedi  diàol,  8  e  farina,  6). 

criiscàda,  s.  f.  =  cruscata:  beverone  com- 
posto di  seccume  e  cnisca. 

criiscàtt,  s.  m.  =  cruscaio  :  rivenditore 
di  crusca. 

criischee,  s.  m.  =  abburattatore,  cerni- 
tore. 

criischèll  (giiigà  à),  =  giocare  a  cru- 
schcrello 0  a  semolino:  gioco  da  fan- 
ciulli, consistente  in  ricercar  danari  o 
altro  nascosti  in  alcuni  monti  celli  di 
crusca. 

criisción  (in),  =  accoccolato:  seduto  coc- 
colone sulle  calcagna. 

crùsi,  s.  ni.  =  cniccio,  fastidio,  dolore, 
angoscia:  vivissimo  dolore  dell'animo. 

1)  Impiccio,  briga,  affanno. 

2)  Cancherino;  pers.  cagionevole,  ma- 
laticcia. 

criisià,  V.  att.  =  angosciare,  affannare, 
addolorare,  crucciare:  dare  affanno,  do- 
lore, travaglio,  angoscia;  l'è  on  pensér 
che  ?ne  crésta  =  è  un  pensiero  che  mi 
affanna. 

1)  criisiàès.  e.  rifl.  =  affannai'si:  darsi 
molto  daffare  per  riuscire  in  una  cosa; 
darsi  briga,  pensiero. 

2)  criisiàès  =  affliggersi,  addolorarsi; 
crusiet  nò:  à  tiitt  gh'è  rimedi  =  non 
t'affliggere:  a  tutto  c'è  rimedio. 

cubi,  s.  m.  terni,  dei  bott.  =  fondo  di 
dietro  della  botte. 

ctibiànch,  s.  m.  =  massaiola,  maciola, 
codibianco,  culbianco.  Motaeilla  cenan- 
the.  Uccello  silvano. 

ciicàg'na,  s.  f.  =  cuccagna  :  grande  ab- 
bondanza 0  luogo  di  grande  abbondanza. 

1)  Spettacolo  che  consiste  in  una 
grande  antenna  con  in  cima  dei  premi 
legati:  l'antenna  è  insaponata  e  i  pre- 
niii  toccano  a  chi  riesce  a  prenderli. 

2)  fa  cuctLgna  =  sguazzare,  godersela. 

3)  che  cuctLgna  !  =  che  felicità  I  che 
abbondanza  ! 


cuc 


253 


cucàj  V.  alt.  =  Vedi  coca. 

ciicàss,  V.  riti.  =  invecchiuzzire,  intri- 
stire, imbozzacchire  :  delle  piante  che 
non  attecchiscono  e  non  vengono  pivi 
innanzi. 

ciicch,  agg.  =  vano,  vuoto:  di  frutti  spe- 
cialmente di  quelli  colla  buccia  o  col 
guscio. 

1)  Arrabbiato:  di  grano,  biade  o  erbe 
che  siano  ancora  sovra  la  terra,  quando 
si  seccano  prima  del  tempo,  per  nebbia 
0  caldo  soverchio. 

2)  vèss  ciicch  =  o  il  pozzo  è  secco  o 
la  fune  non  arriva  :  di  chi  non  ha  fi- 
gliuoli. 

3)  Cucco,  baruUo,  cioè  rimbambito, 
balordo. 

ciìcia,*  s.  f.  =  cuccia,  canile,  casotto  :  il 

covacciolo  del  cane,  il  luogo   dove  sta 

il  cane. 
cuciàss,  v.  rifl.  =  accovacciarsi:  del  cane 

che  si  posa  come  fosse  in  cuccia.  Per 

ischerzo  anche  di  persona. 
ciicìirìicun,  =  cuccurucù,  chicchirichì:  il 

canto  del  gallo. 

1)  fa  cucilrilciiii  =  cantare  a  gallo, 
chicchiriare. 

2)  Gheriglio:  il  seme  della  noce  quan- 
do è  intero,  coperto  della  sua  cica  o 
pellicina. 

cìi^iaa,  s.  m.  =  cucchiaio  :  strumento 
concavo  col  quale  si  piglia  il  cibo. 

1)  minestra  fregia  ciigiaa  tiraa  = 
trovare  il  diavolo    nel  catino  :   trovare 

•  che  altri  ha  quasi  tutto  mangiato  il  no- 
stro pranzo. 

2)  sparti  i  ciigiaa  =  l'omperla  con 
([ualcuno  con  cui  si  vive,  spartirsi,  di- 
vidersi non  in  pace. 

B)  negtl,  perdes  in  d'on  ciigiaa  d'tic- 
qua.  V.  acqua,  8). 

4)  riv^  Èia  levasiòn  di  ciigiaa  =  ar- 
rivar in  sul  cominciar  del  pranzo. 

ctigiàràda,  s.  f.  =  cucchiaiata  :  quanto 
sta  in  un  cucchiaio. 

ciigiàrèra,  s.  f.  =  cucchiaiera  :  astuccio 
dei  cucchiai. 

cfigriàrón,  s.  m.  =  cucchiaione:  cucchiaio 
grande  che  serve  per  versare  la  mine- 
stra dalla  zuppiera  nelle   scodelle. 

ciignaa,*  s.  m.  =  cognato:  il  fratello  della 
moglie  0  del  marito. 

clilàscèll,  s.  m.  =  culino,  culetto:  dim. 
di  culo. 

1)  Culacciolo  :  dim,  di  culaccio,  parte 
macellata  del  bue. 


dilata,  s.  f.  =  natica,  chiappa  :  le  parti 
carnose  dell'ano. 

1)  Term.  dei  macoli,  culaccio. 

2)  Groppa,  groppone. 

culàtèla,  s.   f.  =  culattello,    culacciolo  : 

parte  della  culatta  del  maiale  salata,  per 

serbarla. 
cìilètt,  s.  m.  =  culetto,  culaccino:  dim., 

di  culo, 

1)  Coppettino:  la  parte  di  un  calice 

che  ne  abbraccia  la  coppa. 
culi,  s.  ni.  =  culo  :    lo  stesso   che    ciiii. 

Più  triviale  e  meno  usato, 

1)  toeésen  in  etili  =  infischiarsene  ; 
detto  con  molto  sprezzo  ed  anche  molta 
volgarità. 

2)  ciill  de  sàcch  =  ronco  :  una  strada 
senza  u.scita.  È  modo  francese  da  cui 
de  sac. 

ciilòtt,  s.  m.  =  culatta,  culaccino  del 
crogiuolo  :  il  metallo  che  resta  in  fondo 
al  crogiuolo  beli' e  fuso  e  netto  di  scoria. 

cìimd,  s.  m.  =  cassettone,  canterale;  mo- 
bile da  camera  con  piano,  per  lo  più 
di  marmo,  e  diverse  cassette  por  ri- 
porvi  biancheria  e  altri  oggetti  di  ve- 
stiario. Dal  francese  commode. 

cumiilàtÌY,  agg.  =  cumulativo  ;  servisi 
eumiilatw  =  servizio  cumulativo. 

cuna,*  s.  f.  =  cuna,  culla,  quella  dove 
si  mettono  i  bimbi  a  dormire. 

1)  cUna  de  vìmin  o  de  bachètt  =  zana: 
quella  intessuta  come  una  paniera. 

2)  ■volta,  cambiti  el  fiveti  in  là  cuna 
=  fare  il  gioco  dei  bussolotti  :  ingannare 
col  far  vedere  una  cosa  per  un'altra,  e 
disdicendo  il  già  detto. 

cuna,  v.  att.  =  cullare,  ninnare,  addor- 
mentare i  bimbi  in  culla.  Anche  iiìnà. 
Vedi. 
cìinéta,  s.  f.  =  bastorovescio,  sciacquo: 
fossetta  lastricata  a  sponde  dolcemente 
inclinate,  che  attraversa  o  fiancheggia 
il  piano  stradale  per  lo  scolo  delle 
acque. 

1)  Capifuoco  :  quella  specie  di  cane- 
stro di  ferro   dove  si  mette  il  carbone 
coke  a  bruciare  sul  camino. 
ciini,  s.  m.  pi.  =  anseri,    vecchioni  :  ca- 
stagne cotte  in  forno. 

1)  Cunei,  biotto  :    coni  di    legno,  di 
varia  grossezza.  Term.  di  tipogr. 
cìinin,  s.  m.  pi.  =  alari,  capifuoco.  Vedi 
cuuéta,  1). 

1)  ò\  m.  dim.  di  cuna,  cunetta. 


cnii 


—  254  — 


CUF 


cùnt,  s.  m.  =  conto:  operazione  ordinaria 
di  aritmetica. 

1)  à  bòìi  ciint  =  a  buon  conto,  a 
buona  cautela,  intanto.  Anche:  alla  fatta, 
in  fine,  insomma. 

2)  à  ciint  =  a  conto  :  come  parte  di 
quel  che  ci  viene  o  dobbiamo  ad  altri. 

3)  à  fa  el  ciint  sénsa  l'òét  el  se  fa 
dò  vòlt  =  chi  fa  il  conto  senza  l'oste 
l'ha  a  far  due  volte. 

4)  à  tuti  i  ciint  =  a  marcia  forza, 
a  tutti  i  conti  ;  assolutamente. 

5)  ciint  à/vèrt  =  conto  acceso,  o  aperto. 

6)  ciint  corent  =  conto  corrente  :  di 
chi  tien  danai'o  presso  altri  a  sua  dis- 
posizione. 

I)  ciint  saldaa  =  conto  spento,  sal- 
dato, pagato. 

8)  ciint  sospés  =  conto  fermo,  so- 
speso. 

9)  ciint  vece  =  conto  vecchio. 

10)  sàvè  el  so  ciint  =  sapere  il  suo 
conto,  aver  l'arco  lungo;  saperne  molto. 

II)  legni  de  ciint  =  aver  riguardo  di 
checchessia,  tener  caro,  tener  di  conto  ; 
fai  di  tutto  per  conservare  ;  tegnii  de 
ciint  là  vòstra  mtLma  =  tenete  cara  la 
vostra  mamma. 

12)  làsà  àndà  svi  ciint  =  abbonare 
sul  conto. 

13)  ciint  de  speéiee  =  conto  alto,  sa- 
lato; coi  prezzi  elevati. 

14)  dà  ciint  =  dar  conto,  dare  infor- 
mazione di  una  cosa.  Anche  :  render 
conto,  saper  rispondere  d'  ogni  azione 
nostra. 

15)'  fa  i  ciint  àdòéé  à  min  =  fare  i 
conti  addosso  a  uno,  vedere,  cercare 
malignamente  quello  che  può  spendere. 

16)  fa  ciint  =  far  conto,  proporsi;  foo 
ciint  de  tceu  miee  =  fo  conto  di  pren- 
dere moglie.  Anche  :  supporre  ;  fa  ciint 
ch'èl  sia  vegnUii  =  fa  conto  che  sia  ve- 
nuto. 

17)  fa  mal  i  éò  eiint  =  far  male  i 
suoi  conti:  calcolarla,  male,  non  indo- 
vinarla. 

18)  ftighen  on  eiint  =  farne  conto,  po- 
tercisi  contare. 

19)  per  ciint  niè,  éò,  ecc.  =  per  coato 
mio,  suo,  ecc.  Quanto  a  me,  a  lui,  per 
quello  che  mi,  che  gli  riguarda. 

20)  fa  i  ciint  =  fare  i  conti  :  liqui- 
dare le  partite. 

21)  tira  foRUra  i  ciint  =  levare  i 
conti. 


22)  trovàgh  el  ciint  =  raccapezzarsi, 
trovarci  il  bandolo. 

23)  à  me  ciint  =  a  conto  mio,  in  mio 
nome. 

24)  in  fin  di  ciint  =  in  fin  dei  conti, 
in  conclusione. 

25)  l'è  on  alter  ciint!  =  è  un  altro 
conto  !  Quando  si  sente  cosa  diversa  da 
quella  sentita  pi-ima  e  che  ci  ha  fatto 
esprimere  un  parere  che  così  non  va  più. 

26)  fa  àndà  per  so  ciint  =  faie  an- 
dare a  conto  0  per  conto  proprio  ;  in 
testa  sua,  coi  propri  danari. 

27)  legni  ciint  =  tener  conto,  ap- 
puntare per  ricordarsi.  Figur.  ricor- 
darsi di  azioni  per  farne  poi  il  dovuto 
giudizio. 

ciintà)  V.  alt.  =  annoverare  :  nominare 
una  dopo  l' altra  piii  cose  e  persone 
dello  stesso  genere,  ed  anche  compren- 
dere nel  numero. 

1)  Importare,  valere,  aver  peso  od 
autorità;  el  cùnta  nagòtt  =  non  importa, 
non  vale.  È  considerato  come  nulla. 

2)  ciintà  sii  =  raccontare,  narrare, 
esporre  un  fatto. 

cìintaa,  p.  pass.  =  contato;  vègh  i  dì 
ciintaa.  Vedi  dì,  14). 

ciintàpààs,  s.  m.  =  contapassi:  macchi- 
netta a  foggia  d'orologio. 

ciintèra,  s.  f.  =  banco,  tavolone:  dove  i 
banchieri  contano  i  danari. 

ciiiitàrèll,  s.  m.  =  conticino  ;  conto  da 
poco. 

cfipola,  s.  f.  =  cupola;  volta  monumen- 
tale a  base  o  circolare  o  elittica  o  po- 
ligona con  archi  acuti,  a  pieno  centro, 
scemi,  ecc. 

cura,  s.  f.  =  cura,  accuratezza,  diligenza^ 
scrupolosa  che  si  mette  nel  fare  una, 
cosa;  l'è  on  gèner  de  làorà  che  ghe] 
vceur  tròpa  cÈra  =  è  un  genere  di  la-j 
voro  che  richiede  ti'oppa  accuratezza. 

1)  Cura:  assistenza  del  medico  e  an- 
che d'altri. 

2)  là  cura  =  la  curia,  la  parecchia. 
cura,  V.  alt.  =  curare. 

1)  Curare,  medicare,  assistere  un'am- 
malato. 

2)  Custodire,  guardare. 

3)  Aspettare ,  appostare ,  velettare 
qualcuno. 

4)  Aver  cura  di  una  cosa,  averla  con  | 
riguardo. 

cìiràscèll,  s.  m.  =  culetto,  culino,  dim. 
vezzegg.  di  culo. 


cur 


—  255  — 


cus 


ciìràsción,  s.  m.  =  culone,  culaccio,  pegg. 

aocresc.  di  culo. 
cìiràsS)  V-  rifl.  =  curarsi,  badarsi,  aversi 

cura  della  saluto. 
ciiràt,  e  anche  cttràa,  s.    m.  =    curato, 

parroco:  specialm.  di  campagna. 

1)  vèsègh  fceùra  i  càlson  del  ciiràt  = 
lo  diciamo  per  scherzo  quando  gli  ad- 
dobbi funebri  alla  porta  della  chiesa 
son  troppo  meschini. 

2)  giiiffà  de  ciiràt  =  fare  una  finta  ; 
giocare  fingendo  d'  aver  bon  gioco  e 
non  averlo. 

curatèla,*  s.  f.  =  curatela:  l'amministra- 
zione dei  beni  di  persone  incapaci.. 

ciiràtòr,*  s.  m.  =  curatore:  amministra- 
tore di  patrimoni  pupillari. 

curcuma,  s.  f.  =  curcuma  ;  curcuma 
lunga:  pianta  la  cui  radice  è  tintoria. 

ciiréta,  s.  f.  =  scoiattolo;  sciurus  vulga- 
ris:  animaletto  noto. 

curia,  s.  f.  =  term.  eccles.,  curia:  la  can- 
celleria vescovile. 

eiiriòs,  agg.  =  curioso:  che  è  desideroso 
specialmente  per  vizio  di  conoscere  cose 
che  non  lo  riguardano;  cilriòs  come  el 
dolor  de  center  =  curioso  più  delle  donne. 

1)  Di  cosa  che  fermi  l'attenzione; 
questa  l'è  curiósa  !  =  questa  è  amena! 

2)  Ameno,  originale,  bizzarro  ;  di 
pers.  :  che  abbia  opinioni,  idee,  o  ideine, 
strane,  non  ragionevoli. 

cflrìosà,  V.  att.  =  spiare,  far  di  tutto  per 
poter  vedere  in  un  luogo. 

cflriositaa,  s.  f.  =  cui-iosità.    Astrai,  di 

curioso. 
'  ciirlà,  V.  att.  -  currare,  rotolare:  far  an- 
dare qualche  cosa  sui  curri. 
I  ciirlètt,  .s.  m.  =  verricello  :  sorta   d'ar- 
I     gano  che  serve  specialmente  come  tor- 
nio del  pozzo. 

curio,  s.  m.  =  curro  :  grosso  cilindro  di 
legno  che  sottoponesi  ai  pesi  gravi  per 
farli  facilmente  scorrere. 

curi,  ayg.  =  breve:  contrario  di  lungo  ;  e 
anche  di  poca  durata,  che  si  fa  in  poco 
tempo;  là  vita  l'è  e^rta  =  la  vita  è  breve; 
Strada'  cÈrta  =  strada  breve:  che  si  per- 
corre in  poco  tempo. 

1)  Corto  :  per  misura  d'  estensione; 
vestii  cUrt,  càvèj  cUrt  =  vestito  corto, 
capelli  corti. 

1)  Scarso  d'ingegno,  ottuso. 

2)  per  ftila  cUrta  =  per  farla  breve. 

3)  Ma  cUrta  =  abbreviatamente. 

4)  el  eiirt,   s.    m.  =  la   corta  :    una 


delle  stecche  più  corta  delle  altre  che 
usa  quando  da  qualche  lato  il  biliardo 
è  troppo  addossato  alla  parete. 

5)  tegni  ciirt  vun  =  tenerlo  a  stec- 
chetto ;  dargli  poco  danaro. 

ciirtèsa,  *  s.  f.  =  cortezza,  brevità,  scar- 
sità: astratto  di  ciirt. 

curva,*  s.  f.  curva:  linea  in  cui  diversi 
punti  declinano  dalla  retta. 

curvaa,*  agg.  =  curvato:  piegato  in  arco; 
lègn  ciirvaa  =  legno  curvato. 

ciisà,  «'.  att.  =  termine  di  gioco  :  accu- 
sare. Vedi  àciisà. 

elìsa,  s.  f.  =  termine  di  gioco,  accusata. 
Vedi  àciisà  3)  e  àciisàda. 

ciisèta,  s.  f.  =  tonchio,  punteruolo  del 
grano:  insetto  grosso  che  rode  il  gra- 
nello del  frumento. 

ciisì,  r.  att.  =  cucire  :  unire    per   mezzo 
d'ago  e  filo  vari  pezzi  di  panno  o  altro. 
1)  Risprangare:  unire  con  fil  di  ferro 
i  vasi  rotti. 

1)  cilsi  à  gipadÈra  =  impuntire,  cu- 
cire con  punti  fitti.  Vedi  g^ipàdùra. 

ciisidùra,  s.  f.  =  cucitura,  il  lavoro  del 
cucire  e  i  punti. 

1)  àndt  à  cavali  déla  cilsidilra  di 
càlson  '=  spronar  le  scarpe,  andare  sul 
cavallo  di  S.  Francesco;  andare  a  piedi. 

ciisidiiréta,  s.  f.  =  spighetta  bianca;  li- 
nea di  punti  bianchi  intorno  al  tacco 
delle  scarpe. 

ciisii,  agg.  =  cucito,  da  cucire. 

1)  Ristretto,  chiuso,  poco  espansivo. 

ciisin,  s.  m.  =  cugino:  i  figliuoli  di  zii 
e  zie  fra  loro. 

ciisìna,  s.  f.  =  cucina:  la  stanza  dove  si 
fa  da  mangiare. 

1)  Il  trattamento  del  vitto;  gli'è  dna 
bona   ciisìna  =  c'è  una    buona  cucina. 

2)  là  ciisina  e  là  tttola  hin  óna  lima 
éòrda  =  quando  gode  il  corpo  tribola 
la  scarsella  ;  a  grassa  cucina  povertà 
è  vicina. 

3)  pinot  de  ciisìna  e  decòtt  de  can- 
tina =  pillola  di  gallina  e  sciroppo  di 
cantina  :  l'ova  e  in  genere  il  cibo,  e  il 
vino  aiutano  a  star  sani. 

2)  Cugina,  femm.  di  cugino. 
ciisina,  v.  att.    =  cucinare,    preparare  e 

cocere  le  pietanze. 
ciistód,*  s.  m.  =  custode:  chi  custodisce, 
ha  l'incarico  di  custodire. 

1)  rttngiol  ciistòd  =  l'angelo  custode. 
Scherz.,  i  ingioi    cUétdd  =  gli    angeli 
custodi:  i  carabinieri. 


—  256 


custodì,  *  V.   att.    =    custodire  :    averne 

cui'a,  come  in  custodia. 
custodia,*  s.  f.  =  custodia,  guardia,  cura, 

il  custodire. 

1)  custòdia  del  càpèll  =  cappelliera. 
ciìii,  s.  m.  =  culo,  sedere,  ano:  parte  di 

dietro  del  corpo  colla  quale  si  siede. 

1)  vègh  el  ciiu  in  del  butér  =  nuo- 
tar nel  lardo:  avere  abbondanza. 

2)  fa  el  ciiii  de  gàma  =  far  la  bocca 
d'ucchiollo. 

3)  ìnen^  el  eiiù  =  dimenar  l'anca. 

4)  tra  in  aria  el  ciiii  =  dar  del  culo 
a  leva.  Di  cavalli. 

5)  fa  fa  on  seta  ciiii  =  acculattare  :  al- 
zare uno  e  fargli  battere  il  sedere  in  terra. 

6)  biis  del  ciiii  =  buco  del  culo,  ano; 
orifìzio  dell'intestino  retto.  Lo  sfintère. 

7)  vegni  el  ciiii  quàder  =  fare  un  gran 
sizio;  star  seduto  a  lungo. 

8)  vègh  briitt  el  ciiii  =  aver  la  ca- 
micia sudicia:  essere  reo  o  complice  di 
qualche  reato. 

9)  vèsé  ciiii  e  camlsa  =  essere  culo 
e  camicia,  essere  pane  e  cacio.  Vedi 
càmìsa  2). 

10)  chi  g'hà  dànee.,  fa  dànee  e  chi 
no  g'hà  dànee  pò  fa  sciisà  el  ciiii,  per 
candilee  =  chi  non  ha  nulla  è  nulla  ; 
chi  non  ha  non  sa. 

11)  àndt  à  ciiii  indree  =  rinculare  : 
andare  indietro  senza  voltarsi. 

12)  volttb  el  ciiii  =  volgere  il  dorso, 
la  schiena  ;  specialm.  di  chi  parte  cor- 
rucciato. 

13)  ciiii  à  per,  à  pòmm  =  culo  ob- 
lungo, tondo. 

14)  ài:è  màngiaa  el  ciiii  déla  gàlna  = 
Vedi  gài  Ila,  1). 

15)  on  pee  in  del  ciiii  =  un  calcio, 
una  pedata. 

16)  ogni  pee  in  del  ciiii  el  manda, 
inans  on  pass  =  ogni  prun.   fa   siepe. 

17)  vègh  el  foeugh  ài  eiiii  =  avere  il 
fuoco  al  culo:  essere  spinti  ad  agire 
da  grande  ui-genza. 

18)  vègli  el  ciiii  grev  =  esser  pigro, 
lento  ;  di  chi  si  muove  mal  volentieri  e 
a  fatica. 

19)  fa  i  ròbb  col  ciiii  =  far  coi  piedi  ; 
senza  cm-a,  con  grande  imperizia. 

20)  pésa  piisee  el  eoo  die  né  el  ciiii  = 
pesa  più  la  testa,  che  il  resto  :  si  dice 
specialm.  ai  bambini,  perchè  non  si 
sporgano  troppo  dalle  finestre  col  peri- 
(3olo  di  cadere. 


21)  àcàldà  el  eiiii  =  sculacciare,  fare 
il  culo  rosso  ;  specialm.  ai  bambini. 

22)  tiitt  còès  va  al  ciiii  tràne  el  mtL- 
nich  del  càsiiii  =  tutto  è  digerito  e 
passa  :  noi  lo  diciamo  spesso  agli  schi- 
filtosi per  incorarli  a  non  esserlo.  È 
però  detto  volgare. 

23)  tira  indree  el  ciiii  =  ritirarsi  : 
lo  diciamo  specialmente  di  chi  abbia 
fatto  prima  molte  profferte  e  poi  si 
disdica  e  ci  manchi. 

24)  mètt  el  eiiii  ài  miir  =  mettersi  al 
duro  ;  mettersi    colla  schiena  al  muro. 

25)  el  ciiii  noi  pòrta  pena  =  il  culo 
non  porta  pena  :  lo  diciamo  per  inse- 
gnare a  chi  ha  il  malvezzo  di  educare 
i  bambini  colle  percosse  che  almeno  le 
diano  sul  culo,  dove  non  sono  perico-" 
lese  ;  ed  anche  per  consolazione  a  chi 
si  sia    fatto  qualche   malanno  al  culo. 

26)  vegh  on  gran  ciiii  =  aver  gran 
fortuna  ;  essere  in  ogni  cosa  fortuna- 
tissimo ;  che   ciiii  !  =  ve'  che  fortuna  ! 

27)  vègli  ona  bmgna  ài  ciiii  =  aver 
la  battisoffiola  ;  cioè  una  paura  mo- 
mentanea  affannosa. 

28)  va  à  fàtt  impient  el  ciiii  d'tbj  = 
va  in  malora  ;  va  al  diavolo  :  detto 
volgarissimo  che  però  usa  ancora  spesso 
fra  il  popolino. 

29)  ciiii  de  Paris  =  culo  posticcio. 

30)  Di  certe  cose  come  bicchieri, 
paioli,  bocce,  fiaschi,  la  parte  su  cui 
posano:  fondo,  piede. 

31)  volta  col  ciiii  in  sii  =  capovol- 
gere, capovoltai'e.  V.  gàmb. 

32)  ciiii  de  biciér  =  culi  di  bicchieri, 
i  brillanti  falsi. 

33)  àndti  giò  el  ciiii  =  sfondarsi. 

34)  ciiii  d'àrticiòcch  =  girello  :  l'a- 
nima del  carciofo  sfogliato  e  sgambato. 

35)  ciiii  de  sàcch  =  via  senza  capo, 
vicolo  senza  uscita.  Vedi  etili  de  sàcch. 

36)  ciiii  délagftgia  =  cruna  dell'ago: 
il  buco  dell'ago  per  metterci  il  filo. 

37)  eiiii  di  càlsòn  =  fondo  dei  cai-; 
zoni:  la  parte  di  essi  che  dall' inforca^-' 
tura  va  verso  il  dietro.  ' 

38)  ciiii  de  sàlàmm  =  culatta  ;  la 
prima  e  l'ultima  fetta,  che  restano  co- 
perte interamente  dalla  ideile  e  che  per 
lo  più  i  salumieri  non  danno  all'av- 
ventore e  mettono  tra  i  rifiuti. 

39)  fàgh  el  ciiii  ài  candii,  o  ai  càn- 
dél  =  term.  dei  ceraiuoli  :  accular  le 
candele. 


—  257  — 


dad 


d,  =  la  quarta   lettera   dell'  alfabeto  :    si 

pron ancia  de. 
dà,  V.  att.  =  dare  :  far  passare   in   altri 

cose  chieste,  che   abbisognano,    regali, 

carità,  ecc. 

\)  dà  dentin  vUn  =  abbattersi  o  dare 

in  uno. 

2)  dà  fmùra  =  montar  sulle  bizze  : 
imbizzirsi,  anche  impazzire. 

3)  dà  fcpura  =  manifestare,  scoprire, 
denunciare. 

4)  dà  fceùra  =  pubblicare  :  specialm. 
per  le  stampe. 

5)  dàgh  là  =  proseguire  :  affrettarsi. 

6)  dà  già  =  posare  :  di  caffè,  vino,  ecc. 

7)  dà  già  =  dar  giù,  andar  male  : 
scadere  di  salute. 

8)  dà  giò  el  prèsi  =  rinviliare  :  del 
prezzo  delle  merci. 

9)  dà  giò  =  metaf.  calmarsi,  pacifi- 
carsi. ^ 

10)  dà  giò  là  bàlànsa  =  tracollare. 

11)  dà  giò  el  doér  =  assegnare  il 
compito  :  dare  il  compito  da  fare. 

12)  dà  giò  là  sgonfièsa  =  disenfiarsi, 
scemar  la  gonfiezza. 

13)  dà  sor  a  =  dare  per  giunta,  dare 
vantaggio. 

14)  dà  sòtt  =  aizzare,  eccitare,  an- 
che scalzare,  fig. 

15)  dà  sic  de  prèsi  =  rincarare,  au- 
mentare di  prezzo. 

16)  dà  vìa  =  dispensare,  donare,  re- 
galare, vendere,  esitare,  erogare  :  di- 
stribuire una  somma  a  un  dato  scopo. 

17)  dà  via  on  post  =  conferirlo,  as- 
segnarlo. 

18)  dà  di  titol  =  dare  un  titolo  :  dire 
delle  insolenze. 

19)  dei,  atra  =  dar  retta  :  prestare 
attenzione. 

20)  dà  i  ami  =  dare  gli  anni  :  sup- 
porli. 

17 


21)  dà  dènt  =  dare  in  contraccambio. 

22)  dà  àdòss  à  vùn  =  inveire  contro 
uno  ;  assalirlo.  Anche  :  tormentarlo. 

23)  dà  ài  eoo  =  dare  al  capo.  Spec. 
di  fumi  che  salgono  alla  testa. 

24)  dà  indree  =  restituire  :  rendere 
ciò  che  si  è  avuto  in  prestito,  o  che 
si  è  portato  via. 

25)  dà  àie  là  ciav  =  chiavare  :  chiu- 
dere a  chiave. 

26)  tei  dàroo  mi  =  l'avrai  a  fare  con 
me.  Modo  di  minaccia. 

27)  Dare,  percuotere. 

28)  Gettare  :  di  penna,  scrivere,  la- 
sciar le  traccia. 

29)  Cozzare  :  l' urtare  colle  corna, 
vizio  di  parecchie  bestie  bovine. 

daa,  s.  m.  =  dado  :  piccolo  cubo  che  ha 
in  ciascuno  delle  sue  facce  incisi  dei 
punti  dall'uno  al  sei,  serve  a'  giuochi 
di  sorte. 

1)  Per  estensione  tutto  ciò  che  ha 
la  forma  del  dado  o  press' a  poco. 

dàcord,  s.  m.  =  accordo,  convenuto. 
1)  àndtb  dàcòrd  =   accordarsi  :  esser 
concordi  :  consentire. 

dàcquà,  v.  att.  =  adacquare,  annaffiare  : 
bagnar  leggermente  spargendo  1'  acqua 
a  guisa  di  pioggia.  Acche  dàcqnà  giO. 
1)  Annacquare  :  mescolar  l'acqua  col 
vino  0  con  qualunque  altro  liquido  per 
allungarlo. 

dàcquàda,  s.  f.  =   annacquata,  acquata. 

1)  Scos.sa  d'acqua  di  qualche  durata; 
è  men  precipitosa  dell'acquazzone. 

2)  Annaffiata  :  1'  atto  deLV  annaffiare 
fiori,  giardini,  strade  e  sim. 

dàcquàdìna,  s.  f.  =  annaffiatina  :  dim. 
di  dàcquàda. 

dàcquàdór,  s.  m.  =  annaffiatoio,  inaffia- 
toio  :  vaso  a  mano,  pei-  lo  pivi  di  latta 
0  di  rame,  che  serve  per  annaffiare. 

dada  (l'è)  =  è  fatta  :  non  e'  è  piii  rimedio. 


dag 


dàga^  s.  f.  =  daga  :  sorta  di  spada  corta 
e  larga,  specialm.  quella  che  portano 
i  soldati  fino  al  grado  di  sott' ufficiale. 

dàgh)  V.  att.  =  dagli. 

1)  dàgh  e  dàgh  =  dagli  e  ridagli;  o 
dagli,  picchia  e  rimena  ;  o  dagli  oggi, 
dagli  domani  !  accennando  a  insistenza 
e  a  sforzo. 

2)  dàgh  àdree  à  vfln  =  dar  dietro  a 
uno,  rincorrerlo. 

3)  dàgh  à  tiitt  dà  =  mettercisi  col- 
l'arco  della  schiena. 

dàghela,  v.  att.  =  darsela,  battersela. 

1)  dtighela  à  gtLniba  levQda  =  dar- 
sela a  gambe  :  fuggire. 

2)  dtighela  avanti  on  ptiso  =  tu  mi 
canzoni  :  modo  assai  fam.  per  dir  che 
non  si  crede  quanto  altri  asserisce. 

dàgn,  s.  f.  =  danno  :  voce  ormai  sosti- 
tuita da  dami.  *  Vive  ancora  però  nel 
proverbio  :  là  mèrda  monttida  in  écàgn 
0  là  spUsa,  0  là  fa  dàgn  =  quando 
lo  sterco  monta  in  iscanno  o  e'  puzza 
0  e'  fa  danno  ;  abbondanza  è  vicina 
d'arroganza,  i  villani  rifatti  mostran 
sempre  l'origine. 

dai;  dai,  =  dalli,  dalli  :  grido  d'  inse- 
guimento. 

1)  Senza  posa,  alacremente. 

2)  e  dai.,  e  dai  =  e  picchia  e  zomba. 
dàlia,  *  s.  f.  =  dahlia,  georgina  ;  dahlia 

variabilis  =  specie  di  pianta. 

dalmàtica,  s.  f.  =  dalmatica  :  specie  di 
tonacella,  paramento  del  diacono  e  sud- 
diacono. 

dama,  s.  f.  =  dama:  donna  di  alta  con- 
dizione. 

1)  gran  dtma  =  gran  dama  :  signora 
di  educazione  eletta. 

2)  boeon  de  dama  =  boccone  di  dama, 
specie  di  pasta  dolce. 

3)  Regina  :  nei  giuochi  di  carte. 

4)  Scacchiera,  tavoliere  :  la  tavola 
su  cui  si  fa  a  dama. 

5)  tLndtL  à  dama  =  andare  a  dama: 
portare  una  pedina  fino  agli  ultimi  qua- 
dretti dello  scacchiere. 

dama,    ».    att.  =   damare  :    sovrapporre, 

quando  si  deve,  una  pedina    nel  gioco 

di  dama. 
dàmàsa,   s.   f.    =    gran   dama  :    damuz- 

zaccia. 
dàmàscaa,  agg.  =  damascato  :  di  panno 

0  velluto  lavorato  come  il  damasco. 
dàmàsch,  s.  m.  =  damasco  :    drappo    di 

seta  a  fiorami  e  a  disegni  diversi. 


-  258  -  dan 

dàmel  (toenmel  e)  =  si  dice  di  chi,  come 

i  bambini  è  sempre  incerto  sul  da  farsi  : 

fare  e  disfare. 
damigiana,  s.  f.  =  damigiana  :  recipiente 

di  grosso  vetro  e  grande    capacità  per 

vino  e  liquori. 
dàmìna,  s.  f.  =  damina,  damigella. 

1)  Violacciocco  forestiere  :  specie  di 
fiore. 

2)  Muricciolo  a  vela  :  che  difende  la 
lingua  di  terreno  fra  due  fossati,  o  in- 
tramezza il  vano  del  pozzo  quando  è 
comune. 

dàmón,  s.  m.  =  pedina  damata  :  nel  gioco 
di  dama. 

dan,  dàn  =  ton,  ton  :  voci  imitanti  il 
suono  delle  campane. 

1)  Si  dice  per  isch.  e  esclamativa- 
mente nel  significato  di,  «  non  mi  ci 
pigli  >  a  chi  cerca  di  darci  ad  intender 
frottole. 

dàna,  s.  f.  =  stizza,  rabbia,  collera. 

dànà,  v.  att.  =  stizzire,  arrabbiarsi,  stril- 
lare. 

dànàdòn,  s.  m,.  =  stizzosaccio  :  chi  per 
nulla  prende  stizza. 

dànàsiòn,  s.  f.  =  dannazione  :  di  cosa 
che  inquieti  forte. 

dànda,  s.  f.  =  dondolo  :  cosa  che  don- 
dolola  :  meglio,  il  dondolare. 

1)  dà  la  dtLnda  =  ninnare,  cullare  : 
dar  l'andata. 

dàndàld,  s.  m.  =  lisciapiante,  bussetto. 
T.  de'  calzolai.  Strumento  di  ferro  o 
legno  con  cui  si  lisciano  le  suole  e  i 
tacchi . 

dàndàiia  (dà  là)  =  dare  la  baia,  la  bei-ta, 
la  soia. 

dàndìna,  s.  f.  =  falda,  dande,  cigna  : 
serve  per  sostenere  i  fanciulli  nel  farli 
camminare.  S'usa  meglio  al  plur.  i 
dàndìnn. 

1)  i  dàndìnn  =  le  maniche  allungate 
della  zimarra  nei  preti. 

dànee,  s.  m.  =  danaro,  moneta. 

1)  dànee  màtt  =  danari  falsi. 

2)  fa  dànee  =  far  danari  :  arricchire. 

3)  dànee  àia  man  =  danaro  contante. 

4)  vàri  pdech  dànee  =  valer  poco, 
quasi  niente. 

5)  chi  g'hà  dànee  fa  danee  e  chi  no 
g'hà  danee  pò  fa  écusfi  el  ciiii  per 
candilee  =  Vedi  ciiii,  10). 

6)  dànee  e  pecaa  l'è  catìv  stimt,  = 
danari,  senno  e  bontà,  la  metà  della 
metà. 


dan 


—  259  — 


deb 


7)  fa  danee  éii  là  peli  d'on  ptceuec  = 
scorticare  il  pidocchio,  scorticare  una 
pulce  per  venderne  la  pelle  :  stillare 
la  nebbia.  Di  chi  per  avarizia  o  anche 
per  molto  industre  solerzia,  sa  trar 
guadagno  da  ciò  da  cui  meno  si  cre- 
derebbe. 

8)  fa  dànee  come  tira,  à  montón  = 
far  danari  come  rena,  guadagnar  quat- 
trini in  gran  quantità, 

9)  fa  sàltA  i  dànee  =  dar  fondo  ai 
quattrini  ;  dissiparli,  consumarli. 

10)  metaa  parer  e  metaa  danee  = 
aiuto  e  non  consiglio  ;  si  dice  a  chi 
nelle  distrette  altrui,  non  sa  dar  con- 
forto che  di  parole  e  consigli. 

11)  Uno  dei  semi  delle  minchiate  o 
dei  tarocchi. 

dànegiàj  *  v.  att.  =  danneggiare  :  aiTecar 

danno,  nuocere. 
dànn,  *  s.  m.  =  danno.  Vedi  dàgn.  Quanto 

porta  pregiudizio,  offesa,  guasto. 

1)  compenétt  i  dànn  =  rifare  i  danni. 

2)  l'è  mèj  sta  ài  primm  dànn  =  è 
meglio  perdere  che  straperdere. 

8)  wè,  tò,  éò,  vdster  dann  =  mio, 
tuo,  suo,  vostro  danno  :  peggio  per  me, 
per  te,  per  lui,  per  voi,  ecc. 

dànt)  s.  m.  =  dante  ;  peli  de  ddnt  = 
pelle  di  dante,  pelle  di  daino  o  di  cervo 
conciata. 

dàpochìsia,  s.  f.  =  dappocaggine  :  1'  es- 
ser dappoco. 

dàpòs  e  depos,  avv.  =  dietro,  didietro, 
dopo.  Dalla  parte  delle  spalle,  e  anche 
dalla  parte  contraria  e  quella  che  ve- 
diamo ;  lo  stesso  che  àpòs. 

dàrdàn,  dàrdànèll,  dàrden,  s.  m.  = 
balestruccio  salvatico  o  riparo  :  rondine 
ripario. 

dàrénsc,  s.  m.  =  carnaccia,  pigrone  : 
chi  fa  le  cose  di  malavoglia  e  bisogna 
spingerlo  coi  pungoli. 

dàrsena,  s.  f.  =  darsena  :  si  allarga  fuori 
porta  Ticinese. 

1)  Sui  laghi,  il  luogo  dove  si  ritirano 
al  sicuro  le  barche. 

dàsi,  s.  m.  =  barriera,  porta  :  delle  città. 

1)  Il  punto  della  cinta  daziaria  di 
una  città  dove  stanno  i  gabellini  a  ri- 
scuotere il  dazio. 

2)  Dazio  :  quanto  si  paga  per  intro- 
durre merci  in  uno  Stato,  o  in  un  Co- 
mune chiuso. 

3)  fa  el  minciòn  per  no  pà^/à  dtbsi  = 
fare  il  minchion  per  non  pagar  gabella; 


far  vista  di  non  sapere    una  cosa,  per 

evitare  brighe,  spese  e  sim. 
dàsià,  «'.  att.  =  daziare  :  mettere  a  dazio 

e   anche    pagare   il    dazio,    sgabellare, 

sdoganare. 
dàss,  r.  ri  fi.  =    darsi  :    abbracciare    una 

cosa. 

1)  dàss  ài  bon  QesH  =  dai'si  a  Dio  : 
far  vita  ascetica. 

2)  dàéé  àtomo  =  darsi  attorno  :  ado- 
prarsi  alla  riuscita  di  una  cosa. 

3)  Accadere,  succedere  ;  pò  dàss  = 
può  accadere,  succedere,  può  darsi. 

4)  Percuotersi  a  vicenda. 

5)  Gonfiare  :  del  cacio. 

data,  *  s.  f.  =  data  :  V  indicazione  del 
quando,  del  dove  è  stata  scritta,  o  fatta 
una  cosa,  e  anche  solamente  del  quando. 

data,  V.  att.  =  datare  :  porre  la  data. 

1)  Adattare,  accomodare.  V.,  àdàtà. 

2)  dàtàsé  =  adattarsi,  accomodarsi, 
acconciarsi. 

dàter  *  e  dàtol,  s.  m.  =  dattero  :  il 
frutto  della  palma. 

dàtÌT,  *  s.  m.  =  dativo  :  il  terzo  caso  dei 
nomi. 

d'àyàns,  =  d'avanzo,  davvantaggio  :  più. 
del  bisogno. 

de,  prep.  =  di,  da  :  in  tutti  gli  usi  di 
tali  preposiz.  in  italiano. 

Dèa,  s.  m.  =  Dea,  Iddia. 

1)  Dea  d'amor  =  beltà  :  di  donna 
bellissima  e  per  molte  altre  doti  pre- 
gevole. 

de  animai,  mod.  av-v.  =  animalesco, 
bestiale  ;  pària  de  animai  =  pai"lare 
animalesco. 

debàsii,  avr.  =  da  basso,  dabbasso,  ab- 
basso. 

dèbit,  s.  m.  =  debito  :  quel  che  si  deve 
in  danaro  ad  altri. 

1)  eror  no  ptLga  dèbit  =  error  non 
paga  debito  ;  frego  non  cancella  partita. 

deb  ito  r,  *  s.  m  =  debitore  :  colui  che 
ha  debiti. 

dèbol,  s.   m.    =    debole,    debolezza,    su- 
scettibilità, ed  anche  facilità  a  peccare. 
1)  Agg  :  che  ha  poca  forza,  poca  vi- 
goria. 

debolèsa,  s.  f.  =  debolezza,  fiacchezza  : 
astratto  di  debole. 

1)  Lo  stesso  che  il  debole,  sost.  Vedi 
debol, 

dèbolmént,  avv.  =  debolmente. 

1)  Fig.:  come  meglio  potrò,  a  mio 
debol  potere  e  sapere. 


deb 


-  260  - 


ded 


deboli,  =  davvero,  da  senno,  seriamente  : 
risposta  di  confermazione  a  chi  dubita 
di  una  cosa. 

1)  fa  de  bon  =  fare  sul    serio  ;  non 
por  celia.  Vedi  bon,  agg.  30),  sost.  4). 

debòsc,  s.  f.  =  scapigliatura,  dissolutezza, 
orgia.  Dal  frane,  debauelie. 

deboscèy  agg.  =  scorretto,  dissoluto,  di- 
scolo. Dal  frane,  debauché. 

debuta,  v.  att.  =  esordire  :  montare  il 
palcoscenico,  il  pulpito  per  la  prima 
volta.  Dal  frane,  debuter. 

debiìtànt,  s.  m.  =  esordiente  :  chi  esor- 
disce. 

debiitt,  s.  ni.  =  esordio  :  il  salire  per 
la  prima  volta  il  palcoscenico,  il  pul- 
pito e  sim.  Dal  frane,  debut. 

decade  lisa,  *  s.  f.  =  decadenza  :  il  deca- 
dere, scadimento  di  istituzioni,  di  ci- 
viltà. 

decadali,  agg.  =  caduto  al  basso  :  di  pers. 
che  mutano  stato,  peggiorando. 

decàlogrh,  s.  m.  =  decalogo  :  i  dieci  co- 
mandamenti. T.  ecclesiastico. 

decampa,  ».  intr.  =  declinare,  deviare  : 
talvolta  anche  desistere. 

decàn,  meglio  ora  decano,*  s.  m.  = 
decano  :  dignità  ecclesiastica. 

decanta,  *  v.  att.  =  decantare  :  lodare  in 
sommo  grado. 

decàpp,  =  daccapo  e  da  capo  :  da  prin- 
cipio. 

1)  cominciti  decàpp  =  rifarsi  da  capo  : 
ricominciare. 

decénsa,  *  s.  f.  =  decenza  :  astr.  di  de- 
cente. 

decént,  *  agg.  =  decente  :  che  non  of- 
fende il  pudore,  la  convenienza,  la  vista, 

decentemént,  *  avv.  =  decentemente  : 
con  decenza. 

decid,  V.  att.  =  decidere,  risolvere,  de- 
liberare :  pronunciare  un  giudizio  con- 
clusivo. 

1)  dectdeé  =  risolversi  :  prendere  una 
risoluzione. 

decision,  s.  f.  =  decisione  :  il  risultato 
del  decidere. 

1)  Deliberazione,  risoluzione  :  il  de- 
liberato. 

ecisÌT,  agg.  =  decisivo  :  di  ragione, 
motivo  ;  che  conclude,  che  porta  deci- 
sione. 

declama,  *  v.  att.  =  declamare  :  recitare 
a  voce  alta  e  con  certo  tono  dram- 
matico. 


declàmàsidu,  s.  f.  =  declamazione  : 
arte  di  declamare. 

declina,  v.  att.  =  T.  gramm,  declinare  : 
dire  per  ordine  i  casi  del  nome. 

declinàsión,  s.  f.  =  declinazione  :  il 
declinare. 

decolàsion,  *  s.  f.  =  decoUazione  :  par- 
lando del  supplizio  di  S.  Giovanni,  cui 
fu  tagliato  il  capo. 

decoo  del  lètt,  (el)  =  la  spalliera  del 
letto  :  parte  del  letto  destinata  all'ap- 
poggio delle  spalle. 

decora,*  v.  att.  =  adornare,  specialm.  di 
stanze,  di  quanto  si  riferisce  a  orna- 
menti di  opere  murarie,  d'addobbi,  ecc. 

decoràsiòn,  s.  f.  =  decorazione  :  quanto 
serve  a  decorare. 

1)  Insegna  d'un  ordine  cavalleresco. 

decorós,  *  agg.  =  decoroso  :  che  ha  de- 
coi'o,  serve  a  decoro. 

deoosión,  s.  f.  =  decozione  ;  decotto. 
Lo  stesso  che 

decòtt,  s.  m.  =  decotto,  scottatui'a,  bol- 
litura :  acqua,  o  altro  liquido  in  cui  sia 
stato  messo  qualcosa  a  bollire. 

1)  pìnol  de  ciisina.  e  decòtt  de  can- 
tina =  pillole  di  gallina  e  sciroppo  di 
cantina.  Vedi  ciisina,  3). 

decrepit,  *  agg.  =  decrepito  :  che  è  al- 
l'ultima vecchiezza. 

decreta,  v.  att.  =  decretai-e  :  ordinare 
con  decreto. 

decrètt,  s.  m.  =  decreto  :  atto  d'  auto- 
rità competente  che  ha  valore  esecutivo. 

decrotoeùr,  s.  m.  =  lustratore,  lustrino, 
lustrascarpe,  lustrasti  vali.  Dal  frane. 
decrotteur  ;  chi  per  mestiere  lusti'a  le 
scarpe  in  pubblico. 

dedènt,  aw.  =  dentro,  entro  :  nella  parte 
interna. 

1)  el  dedent  =  1'  interno. 

dèdica,  s.  f.  =  dedica,  dedicatoria  :  le 
parole  scritte  su  un  libro,  colle  quali 
lo  si  dedica  a  qualcuno. 

dedica,  ^'.  att.  =  dedicare  :  applicare  a 
un  culto,  a  onore. 

1)  Per  estens.  impiegai'e  il  tempo, 
le  ore  ad  uno  scopo,  ed  anche  l' inge  • 
gno,  il  cuore  ;  el  .s'è  dedicaa  à  là  mù- 
sica =  si  è  dedicato  alla  musica. 

2)  Intitolare  un  libro  a  una  persona, 
come  atto  di  stima,  d'  affetto,  di  rico- 
noscenza. 

dedott,  agg.    =    dedotto,    defalcato,   sot- 
ti-atto ;  levato. 
dedree,  aw,  =  dietro,   addietro  :    indica 


ded 


261  — 


del 


ciò  elle  è  a  tergo  della  persona  e  della 
cosa  di  cui  si  parla.  Anche  :  dopo,  con 
modo  pop. 
1  )  dedree  a  l'usa  =  dietro,  dopo  l'uscio. 

2)  mètt  vUn  dedree  à  l' tiUer  =  ac- 
codare :  delle  bestie  da  soma,  di  navi. 

3)  dedree^  dedree  =  grido  solito  de' 
nostri  ragazzi,  quando  ne  vedono  un 
altro  attaccato  al  didietro  delle  carrozze. 

4)  Sost.  el  dedree  =  il  didietro,  il 
rovescio  :  la  parte  posteriore  di  qualun- 
que cosa.  Quindi  specialm.  per  eufe- 
mismo indica  il  culo. 

dedriss,  =  da  senno,  bene,  a  dovere,  a 
modo  :  cioè  convenientemente. 

dedu,  V.  att.  =  dedurre  :  ricavare  una 
verità  nuova  da  altre  conosciute. 

1)  Sottrane  ;  bisógna  dedu  ì  spés  = 
bisogna  sottrarre  le  spese. 

defà,  s.  m.  =  affaccendamento,  1'  affac- 
cendarsi. Vedi  triiscià. 

1)  Interrog.  a  qual  fine?  a  che? 
perchè  ? 

deferènsa,  s.  f.  =  deferenza  :  astr.  di 
deferente;  riguardo  che  si  usa  alle  per- 
sone tenute  in  molto  conto  ;  el  g'  ha 
nisUna  deferènsa  per  mi  =  non  ha  per 
me  alcuna  deferenza. 

defésta,  s.  m.  =  ceppo  :  mancia  che  si 
dà  per  lo  più  ai  fanciulli   a  Natale. 

déficit,  s.  m.  =  ammanco,  Jsuca  :  la  man- 
canza di  somme  o  sostanze, 

1)  Deficit,  dissesto  :  quanto  manca  a 
bilanciai'e  le  spese. 

defilé,  s.  m.  =  rassegna,  rivista  :  il  pas- 
sare di  soldati  in  colonna.  Dal  francese 
defèler. 

definì,  V.  att  =  definire,  terminarla  con 
una  decisione. 

degrià  che,  cong.  =  giacché,  poiché  ;  de 
già  che  te  g'hee  temp,  scrìv  =  giacché 
hai  tempo,  scrivi. 

dèg'n,  *  agg.  =  degno,  meritevole. 

degnàss,  *  v.  rifl.  =  degnare  :  della  cor- 
tesia di  persona  alta  che  usa  verso  in- 
feriori. 

degnàsiòn,  s.  f.  =  degnazione,  il  de- 
gnare. 

degrràdà,  v.  att.  =  degradare  ;  abbassare 
0  togli  eie  il  gi-ado. 

del,  déla,  prep.  art.  m.  e  /'.  =  del,  della, 

delega,    r.    att.   =    delegare:    incaricare 


una  persona  di  un  atto,  per  lo  più  ti-an- 
sitorio.  Meglio  incarica, 
delegaa,    s.  m.  =  delegato  :  titolo  d'  un 


ufficiale  di  polizia,  d'  amministi'azione 
governativa. 

delfìn,  s.  m.  =  delfino  :  pesce  della  fam. 
dei  cetacei. 

delibera,  s.  f.  =  deliberazione,  aggiudi- 
cazione; l'aggiudicare. 

delibei  à,  v.  att.  =  aggiudicare  :  dare  per 
scelta  in  appalto  o  alti'o. 

1)  Deliberare,  decidere,  stabilire  : 
prendere  una  determinazione. 

2)  Anche  nel  senso  di  liberare,  met- 
tere in  libertà  ;  el  m'ha  deliberaa  d'on 
fastìdi  =  mi  ha  liberato  da  una  noia. 

delicaa,  *  agg.  =  delicato  :  facile  a  li- 
sentirsi.  Di  pers.  :  che  ha  bisogno  di 
cure,  gracile.  Di  cose  :  facili  a  gua- 
starsi, fragile. 

1)  Di  pers.  incapace  in  qualunque 
azione  di  contenersi  bassamente. 

2)  Che  ha  dell'  ingegnoso  nella  sua 
gentilezza  e  benevolenza. 

3)  Di  cose  :  squisite,  delicate. 
delicàtésa,  *  s.  f.  =  delicatezza  :  l'essere 

delicati. 

1)  Azione  che  la  dimostra  ;  l'è  pién 
de  delicàtèss  =  é  pieno  di  delicatezze, 

2)  Morvidezza  ;  on  veM  d'ona  gran 
delicate  sa  =  un  velluto  di  gi'and©  mor- 
videzza, 

delimà,  v.  alt.  =  struggersi,  consumarsi  : 
avere  un  gran  desiderio  d'una  cosa. 

delin,  delin,  e  anche  dlìn,  dlìn  e  din, 
din,  =  tintin  :  voci  imitanti  il  suono 
del  campanello. 

1)  E  la  chiusa  di  una  canzonetta 
infantile  ;  ogìn  bèll^  so  fràdèll,  orègìna 
bela,  eoa  sorèla,  bòca  grànda,  gésa  di 
fraa,  nàsìn  piscinin,  càmpàntn  de 
sontL,  delin.,  delin  =  a  cui  coiTisponde-: 
questo  è  1'  occhiello,  questo  è  il  suo 
fratello,  questa  è  la  chiesina,  e  questo 
è  il  campanello,  dilin,  dilin,  dilin,  (toc- 
cando successivamente,  gli  occhi,  la 
bocca,  e  tirando  lievemente  il  naso.) 

deliqui,  s.  m.  =  svenimento,  sincope  : 
perdita  del  sentimento, 

1)  àndà  in  delìqui  =  svenire,  basire. 

delira,  v.  att.  =  delirare,  farneticare  : 
andare,  entrare  in  delirio, 

delirato,  agg.  =  maniaco,  pazzo  :  matto 
per  checchessia. 

deliri^  *  s.  m.  =  delirio  :   alterazione  di 

mente  per  cui  i  fantasmi  ci  paiono  cose 

vere  e  reali;  specialm.  di  malati  gravi. 

1)  Fig.  e  iperb.  di  mente  alterata  da 

passione. 


del 


—  262  — 


deu 


delisia,   s.  f.  =  delizia  :  piacere  straor- 
dinaria e  ciò  ohe  lo  produce. 

1)  Amenità  :  di  luogo    bene    esposto 

da  cui  si  gode  una  bella  vista  e  figur. 

di  cose  che  dilettano  ;  à  lég  quèll  lìber 

l'è  dna  deltsia  =  il  leggere  quel  libro 

è  un'amenità. 
delisiòs,  *  agg.  =  delizioso,  ameno  :  che 

dà  delizia,  che  ha  amenità. 
delitt,  *  s.    m.    =  delitto  :  azione   grave 

punita  dalle  leggi  dello  Stato. 
deliisiòn,    s.   f.  =    delusione  :    l' effetto 

del  deludere. 
deluvi,   s.    m.  =  diluvio.    Vedi    dilùvi 

clie  oggi  usa  di  più. 
demanimàn  e  demenemàn,  =  di  mano 

in  mano  ;  successivamente. 
demèrit,  *  s.  ni.  =  demerito  :  azione  che 

toglie  il  merito. 
demàni)  s.  m.  =  demanio  :  il  complesso 

dei  boni  spettanti  allo  Stato  e  l'ufficio 

che  vi  soprintende. 
demèss,  =  di  mezzo  :  via  di  mezzo,  mezzo 

ripiego. 

1)  Mezzanità,  mediocrità. 
deiuocràsìa,  s.  f.  =  democrazia  :  governo 

di  popolo  e  il  partito  che  lo  desidera. 
democràticli,  *  agg.  =  democratico  :  che 

professa  opinioni  democratiche. 
demòni,  s.  m.  =  demonio  :  lo  spirito  del 

male    secondo    la    credenza    cristiana. 

Anche  diàol. 
denànSj  avv.  =   avanti,  davanti  ;  correi. 

di  dietro. 

1)  mètt  denàns  =  mettere  avanti;  pre- 
ferire. 

2)  età  denàns  =  entrar  mallevadore, 
star  garante  :  assicui'are  di  una  cosa. 

3)  denàns  che  =  prima  che,  avanti  che. 

4)  mUt  denàns  di  oeiicc  =  mettere 
avanti  agli  occhi  :  cercar  di  far  vedere, 
conoscere  ad  altri  lo  stato  delle  cose, 
gli  inconvenienti,  i  pericoli,  i  vantaggi 
di  un  partito,  impresa,  e  sim. 

5)  pàsA  denànà  =  passare  avanti  : 
lasciarsi  addietro  chi  ci  era  avanti. 

6)  El  dendnà.  s.  m.  =  facciata  :  di 
case  e  di  caiTozze. 

7)  denàns  de  càmìsa  =  pettino  :  il 
davanti  staccato  della  camicia. 

dencià;  v.    att.    =    addentare  :    prendere 

coi  denti. 
denciàdaj  s.  f.  =  dentato  :    morso    dato 

col  dento  e  il  segno  che  vi  rimane. 
denciàter,   dencion,  s.  m.  =  sannuto, 


zannuto  :  dicesi  di  persona  la  quale 
abbia  i  denti  grandi  e  sporgenti. 

dencin,  s.  m.  =  dentino  :  piccolo  dente  : 
di  quelli  dei  ragazzi. 

denominator,  s.  m.  =  denominatore  : 
uno  dei  termini  della  frazione. 

denosconddn,  aw.  =  di  nascosto  :  na- 
scostamente. 

dént,  dènter,  a/vv,  =  dentro,  entro,  ad- 
dentro, internamente,  profondamente. 

1)  boria  dént  =  incappare,  incorrere. 

2)  dàgh  dént  =  lavorare  a  mazza  e 
stampa  ;  con  solerzia  e  indefessamente. 

3)  d^nt  per  dént  =  di  quando  in 
quando. 

4)  mHes  dént  =  metter  mano  in  chec- 
chessia. 

5)  m^teà  dént  coni  i  man  e  eont  i 
pee  =  mettercisi  coli'  arco  dell'  osso,  o 
della  schiena. 

6)  wss  dént  =  esser  bue  esser  bag- 
geo  :  di  uomo  ooco  scaltro  piuttosto 
zotico  e  di  cei-vello  grosso. 

7)  volta  dént  =  avviluppare  :  mettere 
una  cosa  addosso  e  attorno  a  un'  altra 
in  modo  che  questa  vi  resti  chiusa  den- 
tro e  avviluppata  da  tutte  le  parti. 

8)  vèsé  dént  in  =  entrarci,  averci  parte. 
Anche  :  essere   addenti'O,  approfondito. 

9)  dént  per  el  dì  =  fra  il  dì,  nella 
giornata. 

10)  còsa  ne  fèmm  dént  ?  =  che  ne 
facciamo  ? 

11)  tirtt  dent  =  impigliare  :  prendere 
dentro,  arrestare,  intricando,  special- 
mente di  macchine.  Anche  :  indurre  uno 
a  fare  qualche  cosa,  specialm.  se  non 
buona. 

12)  bogiù,  dénter  =  azzeccarla,  colpir 
giusto. 

13)  àndàgh  dent  =  occorrere,  essere 
necessario  ;  in  d'on  veètii  glie  va  dent 
ses  méter  de  stdfa  =  per  un  vestito 
occorrono  sei  metri  di  stoffa. 

14)  dent  o  fceura  =  si  o  no,  la  si 
decida,  o  Cosare  o  Niccolò  :  si  dice  a 
chi  non  si  sa  mai  decidere,  e  tentenna. 

15)  vèéegh  dent  tiltt  =  somigliare  af- 
fatto ;  essere  il  tale  pretto  e  sputato, 
serio  serio. 

16)  fa  dent  e  fceura  =  dire  e  disdire, 
fare  a  tira  e  allenta  :  di  chi  si  contradice 
continuamente. 

dént,  *  s.  m.  =  dente  :  ognuno  degli  ossi 
appendici  delle  mascelle,  che  servono 
a  masticare. 


m 


den 


—  263 


dep 


1)  bisogna  mostrt  i  dént  ài  loff  = 
chi  pecora  si  fa,  il  lupo  se  la  mangia. 

2)  fer  de  càvh  i  dént  =  leva  :  chiave, 
tanaglia. 

3)  là  léngua  là  bàtt  doe  dceur  el 
dént  =  la  lingua  batte  dove  il  dente 
duole  :  spesso  si  parla  di  quel  che  ci 
interessa. 

4)  ò  el  dént,  ò  là  gàntLsa  =  o  dente 
0  ganascia,  o  bere  o  affogare  :  di  chi 
è  tra  due  partiti  diffìcili  in  cui  si  agi- 
sca con  violenza. 

5)  pàrltL  fceura  di  dént  =  parlare  fuor 
dei  denti  :  spiattellare  il  vero  tal  quale. 

6)  pària  in  di  dént  =  parlare,  bor- 
bottare fra  i  denti  :  in  modo  da  non 
spiccicar  bene  la  parola. 

•    7)  pòlrer  per  i  dént  =  dentifricio. 

8)  seristi  i  dént  =  digrignare  i  denti; 
anche  :  allegare,  arrugginire  i  denti. 

9)  Urtila  coi  dént  =  stiracchiare  le 
milze  :  piatire  il  pane. 

10)  toeti  ntnea  on  dént  =  non  toc- 
care, non  stuzzicare  un  dente  :  essere 
una  fava  in  bocca  al  leone.  Vedi  n.  25. 

11)  l'è  minga  c'ama  per  i  tò  dént  = 
non  è  roba  per  te,  ben  sai  che  l' asino 
non  ha  luogo  in  crosta  ;  non  è  carne 
pe'  tuoi  denti. 

12)  sbatt  i  dént  =  battere  i  denti  :  i 
denti  di  sopra  con  quelli  di  sotto. 

13)  levdb,  stràpà  on  dént  =  trarre,  ca- 
vare, levare  un  dente. 

14)  ligà  i  dént  =  allegare,  aiTuggi- 
nire  i  denti  :  produrre  aspra  sensazione 
ai  denti,  come  quando  si  mangia  cose 
agre  o  si  sentono  stridere  aspramente 
dei  ferri  o  altro. 

15)  coi  dént  strècc  =  a  bocca  stretta: 
dire  qualche  cosa  a  bocca  stretta  :  con 
qualche  risentimento  o  stizza  repressa. 

16)  dént  giàsoeu  =  dente  diacciole. 

17)  vègli  là  ràbia  in  di  dènt  =  aver 
la  rosa  nei  denti.  Aver  desiderio  e  biso- 
gno di  mordere  :  specialm.  di  bambini 
durante  la  dentizione,  e  di  cani. 

18)  dondà  i  dént  =  tentennare,  va- 
cillare i  denti. 

19)  càscia  i  dént  =  mettere  i  denti, 
dentare  ;  essere  in  dentizione. 

20)  dct  ài  dént  =  reggere  al  dente  : 
di  cose  mangerecce,  sode,  che  non  ce- 
dono facilmente  alla  pressione  dei  denti. 

21)  dént  dendns  =  incisivi:  sono  otto, 
quattro  sopra  e  quattro  sotto. 


22)  dént  gànàéti  =  denti  molari,  ma- 
scellari. 

23)  dént  de  làtt  =  denti  lattaioli  o 
di  latte. 

24)  ìnoàtrtt,  i  dént  =  mostrare  i  denti  : 
a  chi  minaccia,  ai  prepotenti. 

,  25)  stàgh  ntLnca  in  d' on  dént  =  non 
stuzzicare  un  dente  :  non  bastare.      .^ 

26)  dent  à  restèll  =  denti  a  bischeri, 
cioè  lunghi  e  radi. 

27)  dent  che  Spunta  =  barba  di  dente. 

28)  tegnì  là  léngua  in  di  dent  = 
tener  la  lingua  in  briglia,  a  freno. 

dént,  s.  ni.  =  tacca  :  mancamento  che  è 

*  talvolta  nel  taglio  del  coltello  od  altro 
ferro, 

1)  Dentello  :  del  dente  o  tacca  di  al- 
cuni istrunienti,  che  in  alcuni  serve  di 
collegamento  con  altri  :  di  ruote,  se- 
ghe, ecc. 

dentàdura,  s.  f.  =  dentatura  :  di  denti. 

dentàsc,  s.  m.  =  dentaccio  :  accresc. 
peggior.  di  dente. 

dént  de  càn,  s.  m.  =  calcagnuolo  :  dente 
di  cane.  T.  da  scultori. 

dentèll,  s.  m.  =  T.  d'architt.  denteilo  : 
ornamento  a  guisa  di  denti  sotto  il  cor- 
nicione. 

dentei*,  avv.  =  dentro.  Vedi  dent. 

denterà,  s,  f.  =  rastrelliera,  dentiera  : 
i  denti  artificiali. 

dentiroeu,  s.  m.  =  dente,  dentarolo,  zanna  : 
oggetto  a  fuso  per  dare  in  bocca  ai  bam- 
bini che  ci  si  grattino  le  gengive. 

1)  Secondo  le  varie  forme  il  mede- 
simo oggetto  chiamasi  anche  ciambella, 
campanella,  pestellino,  bubbolino. 

dentista,  s.  m.  =  dentista  :  chi  per  pro- 
fessione cui"a,  cava  i  denti. 

denton,  s.  m.  =  dentone  :  ognuno  dei 
maggiori  denti  molari. 

denùnsia,  s.  f.  =  denunzia  :  il  denun- 
ziare. 

denunsià,  ».  att.  =  denunziare,  denun- 
ciare, dichiarare  :  di  cosa  che  il  muni- 
cipio 0  lo  Stato  richiede  di  sapere  per 
dazio,  0  igiene  o  alti'O  interesse  d'  or- 
dine pubblico. 

depee  del  lètt  (el)  =  il  dappiede  :  sponda 
del  letto  di  fronte  alla  spalliera. 

deperi,  *  v.  att.  =  deperire  :  di  pers. 
scadere  assai  di  salute. 

1)  Di  animali,  di  piante,  di  coso  : 
imbruttire,  scemar  di  valore. 

deperlee,  deperlu,  deperlor,  ecc.  =  di 


dep 


—  264  — 


dei* 


per  sé,  da  sé  sola,  da  sé  solo,  da  loro 
soli,  ecc.  Anche:  sola,  solo,  soli. 

depodìsnaa,  che  va  ogni  giorno  cedendo 
il  posto  a  dòpodìsnaa,  s.  m.  =  dopo- 
pranzo. Le  ore  tra  il  mezzogiorno  e  la 
sera. 

1)  Avv.  :   dopo    pranzo  ;    dopo    aver 
desinato. 

depònii;  V.  att.  =  deporre,  depositare, 
posare.  E  più  usato  métt  griò. 

1)  Testimoniare  :   del  testimone    che 
dice  quel  che  sa. 

2)  Di  un'  idea  :  non  pensarci  più. 
deponiiii,  pari.  =  deposto,  partic.  ormai 

quasi  interamente  sostituito  da  depòst. 
.Vedi. 

deportaa,  s.  m.  =  deportato  :  il  condan- 
nato traspoi-tato  al  luogo  di  pena,  spe- 
cialm.  se  questo  è  lontano  dal  suo  paese. 

deportàmént  meglio  dìpòrtàmént,  s. 
m.  =  condotta,  procedere  :  modo  di 
vivere,  specialmente  riguardo  ai  co- 
stumi. 

depós,  avv.  =  dietro,  di  dietro,  dopo. 
Vedi  dapòs. 

depòsit,  s.  iti.  =  deposito  :  il  consegnare 
una  cosa  perchè  ce  la  conservino  e  la 
restituiscono  ad  ogni  richiesta,  o  la 
tengano  per  garanzia  di  prestiti.  Anche 
la  cosa  consegnata. 

1)  Quantità  di  cose  dello  stesso  genere 
raccolte. 

2)  Posatura  dei  liquidi. 
deposita,  *  ^'.  att.  =  depositare  :  dare  in 

deposito. 

1)  Di  liquidi  :   far    la    posatura.  Del 
caffè  dà  gió. 

deposi siòn,  *  s.  f.  =  deposizione  :  il  de- 
porre nel  senso  di  testimoniare. 

depòst,  pari,  del  verbo  depòiin  ;  usa 
special,  nel  s  :  ;;:tic.  di  testimoniare. 

deprefòndis,  s.  m.  =  deprofundis  :  salmo 
che  i  cattolici  recitano  per  i  morti. 

de  pii,  =  d' avvantaggio,  di  più  ;  viij 
minga  spèncl  de  pii  =  non  voglio  spen- 
dere d'avvantaggio. 

1)  vèss,  fa  el  de  pii  =  soverchiare. 

2)  vèss  on   depÈ  =  esser   grassa  :  di 
cosa  che  si  ha  per  favore. 

depiiràdòr,  s.  m.  =  depuratore,  lavatoio, 
apparecchio.  T.  del  gasometro. 

depiitaa,  s.  m.  =  deputato  :  membro  della 
camera  elettiva. 

depiitàsiòn,  s.  f.  =  deputazione  :  1'  uffi- 
cio di  deputato. 

1)  Vari  deputati  eletti  a  una  scopo. 


deràusc,  s.  m.  =  carnaccia,  pigrone.  Vedi 
darénsc. 

dèrbita,  s.  f.  =  èrpete,  e  volgarm.  er- 
petre,  serpigine,  impetigine  :  genere  di 
malattia  della  pelle. 

derelitt,  *  agg.  =  derelitto  :  di  pers.:  ab- 
bandonato. 

derenèra,  s.  f.  =  lombaggine,  mal  dei 
lombi.  Anche  :  svincolo. 

deriva,  v.  att.  =  derivare  :  aver  principio, 
cagione. 

deriyàsiòn,  *  s.  f.  =  derivazione  :  il  de- 
rivare. 

dérla,  s.  f.  dèrlóii,  e.  m.  =  mallo  : 
scorza  aderente  al  guscio  della  noce. 

de  ria,  v.  att.  =  smallare  :  togliere  il 
mallo  alle  noci. 

derocaa,  meglio  dirocaa,  agg.  =  diroc- 
cato :  di  opere  murate  buttate  giù,  la- 
sciando in  piedi  i  fondamenti  o  poco  più. 

deroinpes,  v.  rifl.  =  muoversi,  scuotersi, 
darsi  vita. 

dersètt,  agg.  =  diciasette  :  dieci  e  sette 
unità. 

1)  per  sètt  0  per  dersètt  =  a  rotta  di 
collo,  a  prezzo  rotto  :  di  chi  vende  a 
prezzo  moderatissimo,  forse  anche  in 
perdita,  pur  di  non  perdere  tatto. 

deriipéri,  s.  m.  =  dirupo  :  precipizio  di 
rupe,  luogo  scosceso. 

deriiscà,  v.  att.  =  scalfire  ;  stracciare  la 
pelle. 

dervì,  V.  att.  =  aprire:  fare  un'apertura 
ed  anche  levare,  rimuovere,  scostare 
ciò  che  serve  a  chiudere  un'apertui'a, 
come  imposte,  battenti,  sportelli,  co- 
perchi, ecc. 

1)  dèrvt  là  strada  =  aprir  la  via  : 
dare  il  modo,  l'occasione  di  riuscire  in 
un  intento. 

2)  dèrvì  on  càfé,  on  teàter  =  aprire 
un  caffè,  un  teatro  :  ammetterci  il  pub- 
blico. 

8)  dervi  el  eoo  =  aprire  la  mente  : 
renderla  capace  di  imparare,  di  inten- 
dere. 

4)  Distendere  una  cosa  ripiegata  so- 
pra sé  stessa  ;  separarne,  scostandole, 
le  estremità  libere  ;  dervi  on  pàcch., 
dna  lètera  =  aprire  un  pacco,  una  let- 
tera. 

5)  dervì  bóea  =  aprir  bocca,  parlare, 
(j)  dervt  on  concoré  =  aprire  un  con- 
corso ;  ordinare,  annunziare  che  il  con- 
corso avrà  luogo, 

7)  dervii  là  porta,   là   finestra  I  = 


dei* 


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des 


aprite  l'uscio,    la   finestra  !  :    sentendo 
raccontar  cose  incredibili. 

8)  bòea  dèrvet  e  fceura  petròli  =  apri 
bocca  e  lascia  andare  :  modo  prov.  di 
chi  parla  senza  ritlessione. 

9)  dervì  i  o'ncc  =  aprir  gii  occhi, 
nàscere  ed  anche  svegliarsi  ;  vègh  i 
(£uce  àvèrt  =  aver  gli  occhi  aperti  : 
star  bene  attento  per  non  essere  in- 
gannato ;  dervì  i  oeuce  =  aprir  gli  occhi  ; 
accorgersi  di  un  errore  in  cui  si  era 
caduti  ;  dervìgh  i  (vucc  à  nHn  =  aprir 
gli  occhi  a  uno  ;  avvertirlo  di  un  errore 
in  cui  sia. 

10)  dervì  botèga  =  aprir  bottega, 
metterla  su. 

11)  dervì  assol.  come  l'aprire  ital. 
significa:  aprire  la  porta  perchè  uno 
possa  entrare  od  uscire. 

12)  Sparare  :  di  bestie  macellate  alle 
quali  il  beccaio  apre  il  ventre. 

dèrviss,  V.  rtfl.  =  aprirsi,  schiudersi. 
1)    Fendersi ,    spaccarsi,    allentarsi, 
crepare, 
dés,  agg.  =  dieci. 

1)  quèll  di  dés  =  il  decimo. 

2)  cìnqu  e  cìnqu  dés,  là  vaca  l'è 
nostra  =  così,  la  vacca  è  nostra:  cioè 
la  cosa  è  beli' e  fatta. 

3)  cinq  e  cìnqu  dés.  ti  là  mèrda  e 
mi  i  seirés,  o  più  pulitamente  ti  el 
picoll  e  mi  i  seirés  ;  e  rispondiamo 
*  seirés  hin  minga  bon/ti  el  picoll  e 
mi  i  bombon.  Scherzo  di  quando  si 
stringono  la  mano  fra  loro  i  ragazzi. 

4)  fa  trénta  e  dés  vini  =  far  trenta- 
tre di  undici;  far  cattivi  affari. 

desàbilié  (in),  =  in  abito  di  camera,  in 
abito  negletto.  Dal  frane.  En  deshabillé. 

desàbitaa  meglio  disàbitàa,  *  agg.  = 
disabitato  :  che  non  ha  abitatori. 

desàbiìsàss,  v.  rifl.  =  disingaanarsi  :  le- 
varsi d'inganno.  Ormai  usa  poco. 

dcsàfltaa,  meglio  disàfltaa,  *  agg.  = 
spigionato:  che   non  è  affittato. 

desàgrregà  meglio  dìsàgreg-à,  *  v.  alt. 
=  segregare,  appartare,  metter  da  parte. 

desàldà,  v.  att.  =  dissaldare  :  togliere, 
rompere  la  saldatura.  Meglio  disàldà. 

desànimà  meglio  disanima,  *  «?.  att.  = 
disanimare ,  scoraggiare  ;  far  perdere 
l'anima,  l'energia,  il  coraggio. 

desàprorà,  meglio  disàprovà,  *  /'.  att. 
=  disapprovare  ;    non  approvare  biasi- . 
mando,  biasimare. 

desàrmaa,  meglio   disàrmaa,  *  ngy.  = 


disarmato  :  che   ebbesi  tolte  le  armi  o 
che  non  ha  le  armi, 

desàsi,  s.  m.  =  sciupatore,  sciupione, 
sprecatore  ,  sbrattone  :  chi  guasta,  e 
sciupa. 

desàvià  meglio  disàvià ,  *  v.  att.  = 
sviare,  scioperare;  far  perder  tempo, 
distogliere  dalle  faccende. 

1)  Di  un  negozio  a  cui  scema  gli 
avventori  il  cattivo  trattamento  da 
pai-te  del  bottegaio. 

desbàlà,  meglio  disbàlà,  v.  att.  =  sbal- 
lare ;  aprire  o  disfaro  la  balla,  la  cassa, 
ecc.,  per  toglierne  gli  oggetti  che  vi 
stanno.      , 

desbàràsà  meglio  disbàràsà,  *  v.  att.  = 
sbarazzare  :  togliere  gli  imbarazzi,  gli 
impicci. 

desbàstì  meglio  disbàsti,  *  v.  att.  = 
sbastire;  togliere  le  imbastiture,  disfarle. 

desbàtesàss  meglio  disbàtesàss,  v.  rifl. 
=  sbattezzarsi,  cambiarsi  il  nome. 

1)  vorè  disbàtesàé.s  =  volersi  sbat- 
tezzare :  per  meraviglia,  stizza,  per 
cose  che  non  si  spiegano,  non  ci  vanno 
a  sangue. 

desbindà  meglio  disbindà,  v.  att.  = 
sbendare,  sciogliere  le  bende.  Anche 
toglierle. 

desbirolaa,  agg.  =  sconnesso,  sperniato 
sgangherato  :  giù  dai  gangheri,  dal 
pernio. 

1)  Di  pers.  fig.  ;  coli'  ossa  in  un 
monte  ;  quasi  disfatto. 

desboscà  meglio  disbosca,  v.  att.  =  di- 
boscare, tagliare  i  boschi. 

desbotonà  meglio  disbotona,  v.  att.  = 
sbottonare ,  sciogliere  le  allacciature 
fatte  coi  bottoni. 

desbriaa,  agg.  =  sfrenato,  sbrigliato; 
senza  briglie. 

desbroià  meglio  disbroià,  r.  att.  =  di- 
simbrogliare, disimpacciare;  togliere  gli 
aruffii,  specie  delle  matasse.  Fig.  di 
faccende  imbrogliate. 

desbroucà,  «'.  att.  =  dibracare,  disbru- 
care :  levar  dall'  albero  i  ramoscelli 
inutili  e  secchi. 

desbiisciònà  meglio  disbiiscionà,  i\  att. 
=  sturare,  stappare  ;  levare  il  tappo 
alle  bottiglie. 

descàdenaa,  a^^f.  =  scatenato,  sfrenato, 
senza  ritegno.  Specialm.  dei  ragazzi 
vivaci. 

1)  l'è  el  diàol  descàdenaa  =  è  il  dia- 
volo   a    quattro:    si    dice  d'ogni   cosa 


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succeda  con   molta   violenza   e   molto 
fracasso. 
descàntà    meglio   discanta  y   v.    att.  = 
svegliare,  disonnare,  scuotere. 

1)  Scaltrire  :  far  pratico  delle  cose, 
cauto  e  assennato. 

2)  descànttghela  à  v(tn  =  cantare  il 
mattutino  a  uno,  parlargli  chiaro,  senza 
reticenze. 

3)  descàntà  i  vèrmen  =  cantar  la 
solfa,  dare  una  sbrigliata. 

descàntaa  meglio  discàntaa,  agg.  = 
svegliato,  desto.  Di  pers.  di  spirito 
pronto. 

descàntàghela  giò  =  cant%i'e  il  mattu- 
tino a  uno,  cantargliele  chiare. 

descàpìt,  ora  quasi  sempre  discàpiti  * 
s.  m.  =  discapito,  perdita,  danno,  per- 
dita di  guadagno. 

descàpità  o  discapita^  v.  att-  =  scapi- 
tare, scapitarci,  perderci. 

descàprisiàss,  v.  rifl.  =  scapricciarsi; 
perdere  la  voglia  di  una  cosa. 

descàregà,  v.  att.  =    scaricare  :    togliere 
un  carico  dalla  nave,    dal   carro,  ecc. 
1)  Sparare,   far   fuoco  ;   lasciar  par- 
tire il  colpo  da  un'arma  da  fuoco. 

descàrnà)  v.  att.  =  scarnare,  scarnifi- 
care ;  levare,  portar  via  la  carne. 

descàviaa,  agg.  =  scapigliato,  scarmi- 
giiato  :  coi  capelli  arruffati. 

descàvìcc,  s.  m.  =  disdetta,  sfortuna, 
cattiva  sorte. 

descàrigiaa,  agg.  =  sfortunato,  sventu- 
lato  ;  a  cui  fortuna  è  proprio  nemica. 

des'cervelàss,  «.  rifl.  =  dicervellarsi , 
aiTovellarsi  :  per  trovare  una  cosa  dif- 
ficile. 

des'ciodà,  «'.  att.  =  schiodare,  togliere  i 
chiodi  da  qualche  cosa. 

1)  des'ciodflla  =  schiodarla;  venire 
al  ferri,    deciderla,  uscir  di  dubbiezza. 

descobià,   ».  att.  =  sparigliare  :  dei  ca- 
valli che  non   si   lasciano  apparigliati. 
1)  Sguinzagliare,  levare  il  guinzaglio 
ai  cani. 

descodegà,  v.  att.  =  scotennare;  levar 
la  cotenna  agli  animali  morti. 

1)  Spiotare;  spogliar  delle  piote  er- 
bose un  prato. 

descolàj  V.  att.  =  scollare  ;  disunire  due 
parti  di  un  oggetto  attaccate  insieme 
colla  colla.  Meglio  discolà. 

descolpàss,  r.  rifl.  =  scolparsi:  dimo- 
strare in  sé  la  mancanza  di  una  colpa 
o  attenuarla.  Meglio  discolpàss. 


descomed  meglio  discomod,  *  sost.  = 
incomodo,  incomodità,  disagio. 

1)  Agg.  Malagiato,  disagiato  :  che 
non  si  fa  agevolmente  e  di  luogo  dove 
non  si  sta  ad  agio. 

descòmodà  meglio  incòmoda)  *  v.  att. 
=  disagiare,  incomodare;  togliere  qual- 
cuno ai  propri  comodi. 

descompàgn,  agg.  =  scompagnato,  spa- 
reggiato, dissimile. 

1)  àndà  intés  come  i  fthi  deseom- 
ptign  =  essere  in  disaccordo. 

descompàgnà)  v.  att.  =  spaiare,  scom- 
pagnare. Anche  :   sparigliare. 

desconscìà,  v.  att.  =  sconciare;  render 
malconcio,  guastare   molto. 

descontentà;  v.  att.  =  scontentare,  ren- 
dere malcontento. 

descòr,  v.  att.  =  discorrere,  parlare,  ra- 
gionare. Meglio  dìscór.  * 

1)  diécorèmen  pii  =  non  ne  discor- 
riamo più  :  di  cosa  che  ci  ha  seccato 
abbastanza. 

2)  gh'è  nàtica  de  diàcoren  =  non  se 
ne  discorre:  come  inutile,  di  cosa  che 
tutti  sanno. 

3)  e  vìa  diècorèìid  =  via  discorrendo, 
va'  discorrendo  !  In  una  lunga  enume- 
razione. 

descordaa,  agg.  =  scordato,  dissonante  : 
di  istramenti  non  accordati. 

descordàss,  v.  rifl.  =  scordarsi,  disac- 
cordarsi :  perdere  l'accordatura. 

descórs,  ora  discòrs,  *  s.m.  =  discorso: 
la  cosa  detta. 

1)  sensa  tanti  diécóré  =  senza  tanti 
discorsi:  senz'altro,  in  modo  brusco, 
ù-ancamente. 

descredità  meglio  discredita  o  scre- 
dita, *  V.  att.  =  screditare;  far  perdere 
il  credito,  la  stima,  il  buon  nome. 

descrisión,  *  s.  f.  =  descrizione;  modo 
e  parole  per  descrivere. 

descriy,  *  v.  att.  =  descrivere;  spiegare 
con  parole  cose  o  fatti  per  chiarirli 
bene  altrui,  come  li  avesse  visti  da  sé. 

descrostàj  v.  att.  =  scrostare  ;  toglier  la 
crosta,  la  corteccia:   meglio   scrosta* 

descrostàda,  s.  f-  =  scrostamento  :  lo 
scrostarsi. 

desciimià;  v.  att.  =  snidare  :  fare  uscir 
dal  nido.  Anche   da    un    nascondiglio. 

desciimiòS)  agg.  =  svievole,  snidabile: 
di  uccello  facile  ad  abbandonare  il  nido 
ed  i  pulcini  suoi. 


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descusi  meglio  discìisì,  v.  att.  =  scu- 
cire ;  rompere  la  cucitiira. 

descìisidura,  s.  f.  =  uno  scucito  :  in 
una  cosa  prima  cucita,  quella  parte 
che  resta  colle  tracce  della  cucitura. 

desdì;  meglio  disdir  v.  att.  =  disdire. 

1)  negare  d'aver  detto. 

2)  Sconvenire  :  non  essere  conve- 
niente. 

3)  Si  usa  frequentemente  liflessivo, 
disdiss  disdirsi,  in  senso  di  ritratta- 
zione. 

desdita,  s.  f.  =  disdetta,  sfortuna,  ma- 
laventura. Meglio  disdéta. 

desdobiàj  v.  att.  =  scempiare,  sdoppiare; 
render  semplice  ciò  che  è  doppio. 

desdòtt,  agg.  =  diciotto,  dieciotto.  Dieci 
e  otto  unità. 

1)  àndà,  0  màrcia  àiil  eìtiqu  e  de' 
sdòtt  =  vestire  attillato,  star  lindo  ;  es- 
sere in  cinci  e  squinci. 

desedà,  v.  att.  =  svegliare  ;  togliere  uno 
dal  sonno.  Anche  disedà. 

1)  desedàsé,  rifl.  =  svegliarsi,  de- 
starsi. 

2)  desedàéé  =  scuotere  da  sé  la  pi- 
grizia, il  torpore. 

desedèss  e  desàdèss,  avv.  =  or  ora,  a 
caso,  per  sorte,  da  qui  a  poco,  in  breve, 
tra  poco. 

1)  fa  on  poo  àdèéé,  on  poo  desedèss 
=  fai"e  a  bocconcini.       - 

desèinber,  s.  m.  =  dicembre:  l'ultimo 
mese  dell'anno. 

desena,  s.  f.  =  diecina  :  dieci  unità  o 
cose  dello  stesso  genere. 

desèni,  s.  m.  =  decennio  :  lo  spazio  di 
dieci  anni. 

desepelì  meglio  dìsepeli,  v.  att.  =  dis- 
seppellire, esumai'e  -,  levar  dalla  sepol- 
tiu'a. 

desér,  s.  m.  =  pospasto  :  i  dolci  e  la 
frutta  che  si  sei-vono  in  fin  di  tavola. 
Dal  frane.  Dessert. 

desért,  s.  m.  =  deserto  :  vaste  regioni 
incolte  e  disabitate  dell'Asia  e  del- 
l'Africa. 

1)  Agg.  Di  luogo  disabitato,  incolto, 

dèsf,  agg.  =  sfatto,  disfatto.  Anche  di 
persone  :  malandato. 

desfà,  V.  att.  =  disfare,  scomporre  ;  di- 
sordinare il  composto,  r  insieme. 

1)  deéfti  el  bauli,  là  vàlìs  =  sbaulai'e, 
svaligiare  ;  cavar  dal  baule,  dalla  valigia. 

2)  deéfà  gid  =  spiegare  ;  aprire  e 
stendere  le  cose  ripiegate. 


3)  desftt  gid  dna  pésa  de  pànn  = 
svolgerla,  spiegarla. 

4)  desfà  gid  on  fàgòtt  =  svoltarlo, 
svolgerlo. 

5)  desfà  là  téla  =  stessere,  contrario 
di  tessere. 

6)  desfà  on  orològg  =  smontare  un 
orologio. 

7)  desfà  el  lètt  =  abballinare  il  letto  ; 
cavare  le  lenzuola  e  le  coperte  e  ri- 
piegare le  materasse  sopra  sé  stesse, 
tirandole  a  una  delle  esti-emità  del 
letto  medesimo,  per  così  sciorinarlo  e 
e  rinfrescarlo. 

8)  Anche  :  sconnettere,  contrario  di 
connettere. 

9)  Della  salute,  rovinarla  ;  /'  è  dna 
féver  che  me  dèsfa  =  è  una  febbre  che 
mi  disfa,  mi  rovina. 

desfaa,  part.  pass.  =  disfatto,  scomposto, 

sconnesso,  ecc. 
desfàsà,  v.  att.  =  sfasciare  :  togliere  dallo 

fasce. 
desfàss,  v.  rifl.  =  disfarsi,   sconnettersi, 

scomporsi,  ecc. 

1)  Struggersi,  liquefarsi. 

2)  Farsi  in  cento,  andar  nel  fuoco  : 
darsi  grande  premura  di  qualcuno  o  di 
qualche  cosa  ;  per  fàmm  on  piàsè  el 
se  dèe  fa  =  per  farmi  piacere  si  fa  in 
cento. 

desferènsià,    v.  att.  =  differenziare:  es- 
ser diverso  o  dissomigliante. 

1)  Diversificare:  distinguere  in  senso 
transitivo. 

desfescià,  'v.  att.  =  sbarazzare:  togliere 
gli  impicci.  Vedi  desbàràsà* 

1)  Abbacchiare  :  maritar  male  una 
ragazza  pur  di   maritarla. 

2)  desfeseiàéà,  rifl.  =  levarsi  uno  di 
torno,  liberarsene,  mandarlo  via,  far 
piazza  pulita. 

3)  deèfesciàsé  d'óna  ròba  =  disfarsi 
d'  una  cosa,  venderla,  darla  via  ;  in 
qualunque  modo  liberarsene. 

desfllà,  V.  att.   =    sfibbiare  ;  slacciare  le 

fibbie. 
desillà,  v.  att.  =  sfilare  :  cavar    di    filo. 
desilronàss,  v.    rifl.    =    direnarsi:  farsi 

male  alle  reni: 
desfodrà;  v.  att.  =  sfoderare,  sguainare  ; 

levar  la  fodera    la  guaina. 

1)    Sfoderare  ;  levar   la  fodera  a  un 

abito. 
desfonnà,  v.  att.   =    disfonnare,    render 

deforme. 


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1)  Torre  la  foiina  propria  della  cosa. 

desfornàsà,  v.  att.  =  sforuaciare  :  to- 
gliere dalla  fornace. 

desfortunaa,  agg.  =  sfortunato,  disgra- 
ziato. Vedi  descàvi^iaa. 

desfortùna,  s.  f.  =  sfortuna,  disdetta, 
sventura,  disgrazia,  malaventura;  danno 
0  caso  dispiacente,  1'  andar  delle  cose 
ostinatamente  male. 

desfràtàss,  v.  Hfl.  =  sfratarsi  :  non  es- 
sere più  frate.  Non  volerlo  pivi  essere. 

desgràgiaa,  agg.  =  svegliato,  aperto,  acuto, 
furbo.  Vedi  descàntaa. 

desg'àlonà,  v.  att.  =  scosciare  ;  toglier 
le  coscio,  specialm.  ai  polli. 

desg'àmbiss,  v.  rifl.  =  sgranchiare,  sni- 
ghittirsi:  dei  polli  che  si  sciolgono  dal 
granchio. 

1)  Dirugginire  le  gambe. 

desgràrbaa^  agg.  =  sgarbato,  rozzo,  ra- 
vido  ;  senza  garbo. 

1)  Di  cibi  0  bevande:  acre,  molesto 
al  senso  per  acredine. 

2)  Usato  avverb.  :  agramente,  aspra- 
mente, sgarbatamente. 

desgàrbàdòn,  agg.  =  Sgraziatone,  scon- 
venevolone.  Pegg.  di  dèsg'ài'baa. 

desg'àrbià;  v.  att.  =  distrigare,  strigare, 
sviluppare  :  scioglier  d'  intrigo,  di  vi- 
luppo. 

1)  Dei  capelli  accatricchiati  ;  desgar- 
bià  i  cavèj  =  strigare  i  capelli. 

2)  desgàrbiàss  i  (zucc  =  spaniarsi  gli 
occhi. 

desgràrbiaa,  agg.  =  svelto,  accorto,  de- 
stro. Vedi  descàntaa. 

des'g'elà,  v.  att.  =  dighiacoiare,  sgelare, 
sciogliersi  il  gelo.  Meglio  dis'g'elà. 

des'gerbà,  r.  att.  pochissimo  usato  = 
dissodare,  rompere;  lavorare  un  terreno 
incolto. 

des'giàrà,  v.  att.  T.  dei  cappellai  =  spun- 
tare; col  rasoio  o  altro  levar  via  il  pelo 
vano  dei  cappelli. 

desgiiìné,  s.  m.  =  colazione.  Dal  frane. 
déjeuner.  Pasto  della  mattina. 

deggrorgà,  v.  att.  =  disgorgare:  spazzare 
canali  o  tubi  perchè  ne  sgorghi  libe- 
ramente il  liquido. 

desgrànà,  «?.  att.  =  sgranare;  spiccar  dal 
grappolo  gli  acini  dell'  uva.  Meglio 
sgrana.* 

desgràsà,  v.  att.  =  disgrassare;  togliere 
il  grasso  al  brodo  e  l'unto    alle  stoffe. 

desgràsìa,  s.  f.  =  disgrazia.  Vedi  di- 
scrasia. 


desgi'opi,  V.  att.  =  sgruppare,  snodare; 

sciogliere  nodi,  gruppi. 
desgrosà,  e  att.  =  digrossare;  dirozzare: 

di  cose  ruvide,  ammoi-vidirle. 
desgruàrnì,  -v.  att.  =  sguarnire;  togliere 

le  guarnizioni. 
desgiig'elàss.  r.  rifl.   =  uscire   l'aghetto 

0  puntale  metallico  dalle  stringhe. 
desgriisà,  v.  att.  =  sgusciare  ;  togliere  dal 

guscio  i  frutti  che  lo  hanno. 
desgriist,  s.  m.  =  disgusto;  rottura  di 
buone  relazioni.  Meglio  disgìist^  éont 
àndaa  in  disgmt  coi  me  parént  -  sono 
andato  in  disaccordo,  l'ho  rotta  coi 
miei  parenti. 
des^fiistà;  V.  att.  =  disgustai'e  ;  ispirar 
disgusto. 

1)  diégilstàss  =  disgustarsi;  rompere 
reciprocamente  la  buona  armonia. 
desgriistòs,  agg.  =  disgustoso  :  che  ispira 
disgusto.  Specialm.  di    cibi  e  bevande. 
desidera  e   desidera,  v.  att.  =  deside- 
rare, avere,  provare  un  desiderio  ;  am- 
bire, bramare. 
desidèri  e  desidèri,  *  s.  m.  =  desiderio  : 
sentimento    che   sprona    al    piacere  di 
avere,  ottenere,    d'augui'arci  una  cosa. 
desigrilà,  v.  att.  =  disuggellare;   togliere 

il  suggello.  Meglio  disigilà. 
desimbdrs,  s.   m.   =    disborso  ;    vè&&  in 
disimbòrs  =  essere  in  disborso;  rimanere 
a  credito    per    sborsi    anticipati  fatti  a 
uno  0  per  conto  di  uno. 
desimbotì,  v.  att.  T.  dei  bastai  =  sborsare; 

cavar  la  borsa  dei  basti, 
desimbroià,  v.  att.  =  strigare,  sviluppare, 
sbrogliare  :  toglier  d'intrigo,  di  viluppo, 
d'imbroglio. 
Meglio  disimbroià. 

1)  desimbì'oiMs  fig.  =  togliersi  d'im- 
piccio. 
desimpàrà,  v.    att.    =    disimparare  ;  di- 
menticare le  cose  imparate.  Meglio  di- 
simpara. * 

de8imi)ègn,  s.  m.  =  disimpegno.  Meglio 
disimpègn.* 

1)  Il  modo    di    evitare  un  impegno. 

2)  Il  passo  libero  dalle  camere  non 
vincolate  fra  loro  per  accesso  che  mette 
da  una  camera  all'altra. 

desimpegnà;  v.  att.  =  disimpegnare;  dì 
cosa,    levarsi    dall'impegno  adempien- 
dolo con  capacità.  Meglio  disimpegnà.* 
1)  Di    pers.    scioglierla    da   un   im- 
pegno. 


des 


—  269 


des 


2)  Spegnare;  levar  di  pegno,  dal 
monto . 

desimpegrnaa,  agg.  =  libero,  comodo,  non 
legato  :  di  appartamenti  le  cui  camere 
siano  disposte  in  modo  che  da  ognuna 
si  possa  uscire  in  anticamera  o  in  un 
corritoio,  senza  passare  per  le  altre. 
Meglio  disimpegrnaa. 

desimpiegaa,  agg.  =  disimpiegato  :  che 
non  ha  impiego.  Meglio  disiiupieg'aa. 

desimp regna,  v.  att.  =  sbarazzare,  libe- 
rare. Meglio  disimprègnà. 

1)  Togliere  i  cattivi  odori,  o  qua- 
lunque altra  cosa  che  né  impregni 
un'altra. 

desiiividà,  meglio  disinrìdà,  «•.  att.  = 
sciogliere  da  un  invito, 

desiuvólt,  agg.  =  disinvolto:  di  chi  non 
è  impacciato  nel  parlare,  nel  fare.  Me- 
glio disinvólt.  * 

desinroltùra,  s.  f.  =  disinvoltura  :  l'es- 
sere disinvolto.  Meglio  disinvoltura.  * 

1)  In  cattivo    senso:    sfacciataggine. 
deslàsà,  'V.  att.  =  slacciare,  dislacciare  ; 

sciogliere    le    allacciature.    Ora    anche 
dislàsà 

1  )  dèslàsàss  ffBura  =  spettorai'si,  sco»- 
prirsi  il  petto. 

2)  Sciorinarsi  ;  sfibbiarsi  e  allargarsi 
i  panni  di  dosso. 

desiata,  v.  att.  =  divezzai-e,  svezzare, 
spoppare,  slattare  :  dei  bambini  quando 
si  tolgono  alla  balia.  Anche  disiata. 

desleuguà  e  dislenguà,  v.  att.  =  lique- 
farsi, liquidire,  struggersi  :  divenir  di 
solido,  liquido. 

.1.)  deslenguà  còme  là  név  ài  so  = 
andarsene  pel  buco  dell'  acquaio  ;  con- 
sumar presto. 

2)  deslenguà  in  bòca  =  sciogliersi 
in  bocca;  sciogliersi  senza  bisogno  di 
masticare. 

3)  deslenguà  vìa  =  consumarsi  a  poco 
a  poco;  struggersi, 

4)  Imbietolirsi,  venire  in  dolcezza  ; 
rintenerire  :  nel  veder  figlioli  o  altra 
cosa  amata,  o  veder  far  cosa  che  com- 
mova. 

desligà,  0.  att.   =  slegare,  sciogliere  dai 

legami. 

1)    Sciogliere  :    di    pietra    tolta    dal 

castone. 
deslingeri,  v.  att.    assai   poco   usato  = 

alleggerire,  alleviare.  Meglio  slingerì. 
deslipa,  s.  f.  =  sperpetua,    disdetta,  di- 


sgrazia, sfoiiuna,  malaventura  :  l'andar 
delle  cose  ostinatamente  male. 

1)  vègh  là  deslìpa  =  esser  nato  a 
cattiva  luna. 

deslipaa,  agg.  =  vè.ss  on  òmm  deslipaa 
=  essere  un  sacco  di  disdetta  :  un  uo- 
mo  disgraziatissimo. 

desliscàss,  v.  rifl.  =  spogliarsi  :  delle 
seggiole  intessute  di  sala,  che  la  vanno 
perdendo. 

deslogàdura,  s.  f.  =  slogatura  :  lo  slo- 
garsi delle  ossa.  Meglio  slogàdura.  * 

deslogàss,  v.  rtfl.  =  slogarsi,  sconciarsi, 
diroccai'si  ;  spostarsi  delle  ossa  dalla 
loro  naturale  posizione.  Meglio  slo- 
gàss.  * 

desliisingàss,  v.  rifl.  poco  usato.  =  di- 
singannarsi ;  perdere  le  illusioni.  Non 
creder  più  quello  che  si  credeva  prima. 

desmentegà,  v.  att.  =  dimenticare,  scor- 
dare. Di  cose,  perderne  la  memoria. 
Di  pers.  :  non  averle  in  mente,  né  in 
cuore. 

1)  desmcntegàsé  =  dimenticai'si,  scor- 
darsi. Comincia  a  usare  largamente  : 
dimentica.  * 

desmètt,  v.  att.  =  dimettere,  smettere, 
troncare,  cessare;  finir  di  fare,  non 
continuare.  Meglio  dismètt. 

1)  desmètt  nidi  de  /a,  de  di,  ecc.  = 
non  restare,  non  rifinire  di  fare,  di 
dire,  ecc. 

desmetiiii  e  desmiss,  agg.  =  smesso,  di- 
messo, p.  p.  di  smettere. 

1)  prét  desmiss  =  prete  spretato. 

2)  vestii  desmiss  =  vestito  smesso  : 
che  non  si  mette  più. 

desmobilià,  v.  att.  =  smobigliare  ;  por- 
tar via  la  mobiglia. 
desmontà,  v.  att.   =  dismontare. 

1)  Scavalcare  :  dal  cavallo.  Meglio 
smonta. 

2)  Scendere  dal  calesse,  dalla  car- 
rozza, dal  vagone,  ecc. 

3)  desmontà  dna  scÈfia,  on  càpèll  = 
smontare  una  cuffia,  un  cappello  ;  stac- 
carne le  diverse  parti,  i  diversi  orna- 
menti. 

desmorbà,  v.  att.  =  smorbare,  ripulire  : 
di  stanze  state  lungamente  chiuse  o 
per  qualsivoglia  cagione  piene  di  mia- 
smi. 

desnodaa,  agg.  =  snodato  :  dello  giun- 
ture,   non  impacciate.  Meglio  snodaa. 

desncetìv,  agg.  =  diciannove  :  dieci  e  nove 
unità. 


des 


—  270  — 


deg 


1)  càlS  desnoRiw  e  mési  à  fa  vini 
sóld  =  aver  sempre  carestia  di  due 
quattrini:  star  sempre  fra  due  soldi  e 
ventiquattro  denari,  avere  ogni  cosa  in 
caffa  e  non  arrivare  a  tre. 

desocupaa,  agg.  =  disoccupato  :  che  non 
lia  occupazione.  Meglio    disocìipaa.  * 

desola,  v.  att.  =  dissolare;  tagliare  o 
levar  via  il  suolo  delle  scarpe,  o  l' un- 
ghia morta  nelle  piante  del  piede  delle 
bestie  da  soma. 

desolaa,  *  agg.  =  desolato  :  che  ha  gran 
desolazione. 

desolàsiòu,  *  s.  f.  =  desolazione:  dolore 
che  non  dà  luogo  a  consolazione. 

desonèst,  agg.  =  disonesto  :  contrario  di 
onesto  :  Meglio  dìsonèst.* 

desonor,  s.  m.  =  disonore.  Meglio  diso- 
nòr.  *  Perdita  dell'onore. 

desòrden,  s.  m.  =  disordine,  confusione. 
Meglio  (lisòrdin.  *  Contrario  di  ordine. 

1)  Stravizzo,  intemperanza  :  disor- 
dine e  abuso  di  cibo,  vino  e  sim. 

2)  vè-és  in  disòrdin  =  essere  mal  ve- 
stito. Anche  essere  male  adatto  a  com- 
piere il  proprio  ufficio. 

desoràpù,  avv.  =  inoltre,  soprappiù,  per 

giunta,  di  soprassello. 
desoràTÌa,  aw.  =  di  sopra,  a  galla,  alla 

superficie  dell'acqua  e  di  un  liquido. 

1)  àndt  desoràvia  =  traboccare,  dar 
fuori  :  del  liquido  che  bolle  troppo. 

2)  sta  desoràvia  =  galleggiare,  stare 
a  gaUa* 

3)  vegni  desoràvm  =  venire  a  galla. 

4)  mètt  vUn  desormìa  à  l^  alter  = 
addossare,  mettere  uno  addosso  ad  un 
altro. 

desorlà,  v,  att.  =  ton-e  l'orlo. 

desosà,  V.   att.   =    disossare  ;  togliere  le 

ossa  dalla  carne.   Meglio  dìsosà. 
desolerà,  v.  att.  =  disotterrare,  esumare, 

diseppellire. 
desòtt,  aw.  =  disotto,  sotto.  Prep,  e  avv. 

che  indica  luogo  di  contigua  inferiorità 

alla  cosa  accennata. 

1)  àndtb  ài  de  éòtt  =  andare  al  chino; 
essere  in  disordine,    impoverire. 
despàchetà,  v.  att.  =  svolgere,  aprire  un 

pacchetto. 
despàlà,  v.   att.  =  spalare  le  viti. 
despàlàss,  v.  rifl.   spallarsi  ;    dislocarsi 

una  spalla. 
despàrà,  v.  att.  =  spreparare,    togliere  i 

paramenti  ;    hàn    deéparaa   là  gesa  = 

hanno  spreparato  la  chiesa. 


despàrt  e  dispàrt,  *  aw.  =  in  disparte, 

in  luogo  separato. 

1)  sta  in  dispari  =  tenersi  in  disparte 

appartato  :  non  ambire  onori,  ecc. 
despedì,  v.  att.  =  sbrigare,  spedire,  dare 

spaccio.  Ora  dispedi.  * 
desperaa,  agg.  =  disperato;  che  non  ha 

speranze.  Meglio  disperaa,  * 

1)  ón  disperaa  =  uno  scavezzacollo. 
Di  uomo  in  braccio  al  vizio,  o  di  chi 
è  in  ogni  sua  cosa  frettoloso  troppo  e 
troppo  avventato.  In  questo  senso  an- 
che :  spericolato. 

2)  Energumeno,  indemoniato  :  d'uomo 
0  donna  dominati  dall'ira  o  altra  pas- 
sione ;  el  vosa  cóme  on  de-speraa  =  grida 
come  un  energumeno. 

desperàda  (à  là),  disperatamente,  senza 
freno,  a  scavezzacollo,  a  rompicollo. 
Anche  disperàda. 

1)  ti  là  pù  desperàda  =  alle  brutte, 
alle  brutte  :  nel  peggior  caso. 

2)  biij  àia  desperàda  =  bollire  a  scro- 
scio. 

desperàsiòn,  s.  f.  =  disperazione:  l'es- 
sere disperato,  afflitto  senza  aspettarsi 
e  voler  consolazioni.  Meglio  disperà- 
siótt.  * 

dosperàss,  v.  rifl.  =  disperarsi  :  darsi 
alla    disperazione.    Meglio    disperàss. 

despèrs,  agg.  =  disperso,  sperso,  sparso. 
Meglio  dispera.  *  Che  va  in  parti  di- 
verse. 

despèrsa,  s.  f.  =  sconciatura  :  male  delle 
donne.  Meglio  dispèrsa.  * 

despèss,  avv.  =  di  spesso,  soventi,  so- 
venti volte,  spesso,  di  frequente. 

despetenà,  =  spettinare ,  scarmigliare, 
aruifare  i  capelli.  E  anche  semplice- 
mente scioglierli. 

despiàsè,  s.  m.  =  dispiacere  :  cosa,  av- 
venimento che  dispiace.  Si  fa  un  gioco 
di  parole  :  se  el  età  ben  ghe  n'hoo  piàsè, 
se  el  sta  niaa  ghe  n'hoo  despiàsè  (dès 
piàsè)  =  se  sta  bene  n'ho  piacere,  se 
sta  male  ne  ho  dispiacere  (dieci  pia- 
ceri). Ora  però  si  usa  molto  uispiasè."^ 

despiàsé,  v  att.  =  dispiacere  ;  far  cosa 
che  non  piace,  che  uon  è  gradita. 

despiàsiiii,  part.  =  dispiaciuto. 

despiegà,  v.  att.  =  spiegare,  svolgere  : 
di  cose  avviluppate  che  si  sviluppano. 

despientà,  v.  att.  =  spiantare:  sbarbare 
piante.  Meglio  dispientà. 

1)  Smontare  :  di  un  letto  e  sim.  scom- 
porlo, toglierlo  dai  suoi  congegni. 


des 


—  271 


de 


^ 


(lespigàss,  V.  rifl.  =  disgranellarsi  :  del 
grano  ohe.  battuto,  esce  dalla  spiga. 

despiombà,  v-  rifl.  =  spiombare  ;  levare 
il  piombo, 

despolpà,  V.  att.  =  spolpai-e;  levar  la 
carne,  il  muscolo  dall'  osso.  Meglio 
spolpa.* 

despòuU)  V.  att.  =  disporre:  mettere  al- 
l'ordine e  anche  dare  disposizioni,  or- 
dini. Meglio  dispònn. 

1)  Anche  assegnare  la  roba  propria 
ad  altri. 

desprepàrà,  t^.  att.  =  sparecchiare  :  spe- 
oialm.  della  tavola  quando  si  levano  i 
piatti  e  la  tovaglia.  Meglio  disprepàrà. 

desprési,  s.  m.  =  dispetto,  gai'baccio, 
sgarbatezza:  atto  o  azione  fatti  apposta 
per  dispiacere  alti'ui. 

1)  fa  on  desprési  =  far  gangola;  far 
dispetto  con  qualche  azione. 

'2)  àndti  vìa  là  ròba  per  deéprési  = 
andar  via  a  ruba  la  roba. 

3)  fa  ròba  per  desprési  =  ammuc- 
chiare le  cose. 

despresiós,  agg.  =  dispettoso,  noioso; 
che  piglia  gusto  a  far  dispetti. 

desproprià,  k.  att.  =  spropriare,  spode- 
stare; obbligare  altri  a  rinunciare  a  una 
sua  proprietà. 

despuntà,  v.  att.  =  spuntare;  togliere  gli 
spilli  e  sim.  Meglio  dispuatà. 

desquàtS,  v.  att.  =  scoprire,' scoverchiare. 
Meglio  disquata. 

1)  desquatà  i  àltàritt  =  scoprire  gli 
altarini,  scoprire  un  embrice,  o  gli  em- 
brici; svelare  cose  che  meglio  era  te- 
ner celate,  segnatam.  cose  altrui.  Vedi 
àltàrìn,  2). 

2)  desquàtàss  =  scompannarsi;  buttar 
indietro  le  coperte  del  letto. 

esràngrhiss,  ».  rifl.  =  sgranchiare,  sgran- 
chire^ Vedi  desgràmbiss. 

desràsà;  v.  att.  =  estirpare,  sradicare, 
far  perdere  la  razza.  Ora  disràsà. 

desrenà,  «.  att.  =  direnare;  far  male  alle 
reni. 

desrescà,  v.  att.  =  diliscare;  levare  le  li- 
sche ai  pesci. 

desrescìa,  v.att.  =  sgrinzare,  lisciare;  le- 
vare le  grinze. 

desriig'ìiii,  v.  att.  =  dirraginire;  togliere 
la  ruggine. 

dèss,  (o)  =  ohibò,  no  :  negativa  molto 
energica. 

destàcà)  v.  att.  =  staccare. 


1)  Spiccare.  Meglio  distacà.  Stac- 
care nettamente,  di  scatto. 

2)  destàcà  i  cavai  =  staccare  i  ca- 
valli. 

3)  deétàcti  del  pieoll  =  spicciolare. 
Voce  in  italiano  antiquata  per  levare  il 
gambo  alle  frutta,  alle  foglie  ai  fiori. 

destàcch,  s.  m.  =  distacco:  il  distaccarsi. 
Meglio  distàcch*. 

1)  fa  on  bèli  distàcch  =  spiccar  bene  ; 
di  colori  e  simili  che  risaltano. 

destàgnàsS;  v.  rifl.  =  staccarsi  la  sta- 
gnatui-a  dalle  pentole,    casseruole,  ecc. 

destànà,  v.  att.  =  stanare  :  fare  uscire 
dalla  tana  qualcuno  che  vi  sia. 

1)  Anche  scoprire  il  ripostiglio  di 
checchessia. 

destàpesà)  v.  att.  =  staccare  la  tapez- 
zeria. 

destàrocà)  v.  att.  =  staroccare  ;  giocare 
tarocchi  superiori  per  tor  via  quelli  del- 
l'avversario. 

deètecià,  v.  att.  =  smontare  il  tetto. 

destemperà,  »■  att.  =  stemperare;  ren- 
dere sciolta  0  più  sciolta  una  cosa  con 
liquido. 

destemperàda,  (dàgh  6na)  =  stemperare. 

destéud,  v.  att.  =  distendere,  stendere  ; 
svolgere  nella  sua  lunghezza  una  cosa 
ripiegata.  Meglio  distèud. 

1)  Dilatare,  accrescere. 

2)  desténd  fmura  =  dispiegare,  spie- 


8)  desténd  gid  el  fòrmént  =  inaiare; 
mettere  il  frumento  sull'aia. 

4)  desténd  i  pàgn  =  sciorinare  i  panni, 
stenderli. 

destenduii,  part.  =  disteso.  Ora  si  dice 
anche  e  meglio  distés.  * 

destésa,  s.  f.  term.  degli  stamp.  =  span- 
ditelo. 

destèsa,  (ala)  =  alla  distesa:  segnat.  del 
suono  delle  campane.  Meglio  distésa.* 
1)  ciàra  e  destésa  =  a  lettere  di  sca- 
tola. 

destila,  r.  att.  =  distillare  :  separare  in 
appositi  vasi  e  per  mezzo  del  foco  i 
principi  volatili  di  un  corpo  dai  suoi 
principi  fìssi  e  raccoglierli.  Meglio  di- 
stila.* 

destìn,*  s.  m.  =  destino  :  tutto  quanto 
avviene  all'uomo  senza  la  sua  né  l'al- 
trui volontà. 

1)  Destinazione;  màndti  ài  èò  deétì/n 
=  mandare  alla  sua  destinazione,  al  suo 
viaggio. 


des 


—  272 


(let 


destina,  v.  alt.  =  destinai-e,  stabilire,  as- 
segnare: stabilire  una  cosa  o  una  somma 
per  una  determinata  persona. 

1)  Anche  di  cose:  stabilire  a  che  cosa 
devono  servire. 

destìnaa,  fart.  =  destinato  :  part.  pass, 
di  destinare. 

1)  quèll  ehe  è  deàtinaa  è  destinaa  = 
a  quel  che  vien  dal  cielo  non  è  riparo. 

destìngru  e  distìng'u,  v.  att.  =  distin- 
guere: notar  bene  la  differenza  tra  cosa 
e  cosa. 

1)  Dividere,  nel  senso  di  separare. 

2)  Onorare,  per  qualità  pregievoli. 

3)  distìngties  =  distinguersi,  segna- 
larsi; farsi  notare  per  meriti  sopra  gli 
alti'i. 

destirà,  (i  lensoeù)  =  stirare  le  lenzuola. 
Vedi  tira,  e  lensoeu. 

destiràss,  v.  att.  =  protendersi,  sbarrare 
le  braccia,  stirai'si.  Anche  tiràss. 

destitiiì,  *  v.  att.  =  destituire,  privare 
uno  d'un  ufficio,  rimuover  dalla  caiica. 

destitiisiòn,*  s.  f.  =  destituzione,  il  de- 
stituire e  l'essere  destituito. 

destoeù  e  distoeu,  v.  att.  =  distogliere, 
sconsigliare;  dissuadere  da  un  consiglio 
da  un'idea,  da  un  passo. 

1)  Distrarre,  sviare  l'attenzione. 

destomegà  e  stomegà,  d.  att.  =  stoma- 
care, muovere  lo  stomaco,   per  schifo. 

destonà,  v.  att.  =  stonare,  uscir  di  tono. 
Non  si  ode  quasi  più.  In  sua  vece 
stona. 

destopà  e  distopà,  v.  att.  =  starare;  le- 
vai'e  il  turacciolo  e  qualunque  altra  ma- 
teria ottui'i. 

destortià,  v.  att.  =  storcere  :  contrario 
di  torcere. 

destribiiì  e  distribiii,  v.  att.  =  distri- 
buire, compai-tire,  dividere  fra  più,  dan- 
do a  ciascuno  quel  che  gli  spetta  o  dare 
per  turno  e  a  tempo  assegnato. 

destrigfàss  e  dìstrìgàss,  i).  rifl.  =  stri- 
garsi, spedirsi,  liberarsi. 

1)  Ravviare,  accapezzare:  di  una  ma- 
tassa. 

2)  Spacciarsi,  mettersi  in  libertà. 

3)  Ingegnarsi  per  riuscire. 
destriigrà,  v.    att.  =  sciupare,    spreoarp, 

mandare  a  male,  consumare. 
destriigàdòr  e  destrìi^òn,  s.  m.  =  spre- 
cone, sciupone:  chi  ha  la  mania  di  sciu- 
pare e  distniggere  tutto  quanto  gli  ca- 
pita alle  mani. 


destiicà,  V.  att.  =  dissaldare;  rompere  la 

saldatura  o  stucco. 
desturb  e  distùrb,  *  s.  m.  =  disturbo: 

cosa  che  distm-ba,  che  incommoda. 

1)  se  sont  de  desturb  andar oo  ma  = 
se  guasto,  me  ne  andrò. 

desttirbà  e  disturba,    v.  att.  =   distur- 
bare, interrompere  noiosamente  uno  che 
attende  a  qualche  lavoro. 
.1)  Molestare,  recar  molestia. 

2)  Si  riferisce    anche  agli  animali  e 
al  sonno. 

desiibedi  e  disiibedi.*  v.  att.  =  disob- 
bedire, disubbidire  ;  non  obbedire. 

desubediènsa  e  disiibidiènsa,  *  s.  f.  = 
disubbidienza  ;  il  disubbidire. 

deslibediént  e  disìibidiént,*  agg.  =  di- 
subbidiente: chi  non  obbedisce. 

desiiefà,  meglio  disiiefà,  v.  att.  =  divez- 
zare, disavvezzare,  far  perdere  l'abitu- 
dine. Molto  usato  al  riflessivo  dìsiiefàss. 

desiig-tiàl  e  distiguàl,  agg.  =  disuguale: 
che  non  è  uguale,  che  ha  differenza. 

desiini,  V.  att.  =  disunire;  levar  l'unione, 
separare.  Meglio  disiiui. 

desiiniòn  e  disiinión,*  .s.  f.  =  disunione: 
contrario  di  unione.  Anche  :  discordia. 

desiisà,  V.  att.  =  disusare  ;  non  usarsi 
più.  Di  vestiti,  meglio  desmìss. 

desutel  ormai  sostituito  da  disutil,*  s.  m. 
=  disutilaccio;  peggio  che  inutile. 

desràri,  s,  m.  =  divario,  differenza,  voce 
quasi  morta  ormai  sostituita  da  divàri.* 

desyerges,  v.  rifl.  =  districarsi,  spic- 
ciarsi, ingegnarsi  a  riuscire  nelle  cose 
anche  difficili  ed  imbrogliate. 

desvestì,  v.  att.  =  svestire,  spogliare, 
toglier  di  dosso  le  vesti.  Meglio  di- 
svestì. 

1)  desvesti  on  cavali  =  levargli  i  fi- 
nimenti. 

desvestiss  (giiìgà  à  vestiss  e)  =  fare 
a  staroccare.  Si  dice  anche  giiigà  à 
robàsé  el  màsètt,  à  tràés  in  càmìsa. 

desrià,  v.  att.  =  sviare  ;  desvitt  dna  bo- 
tèga  =  sviare  una  bottega;  toglierle  gli 
avventori. 

desvidà  e  disrida,  v.  att.  =  svitare,  to- 
gliere le  viti. 

1)  Sciogliere   da   un    invito.   Meglio 
disinridà. 

detà,  V.  att.  =  dettai-e  ;  pronunziare  le 
parole  spiccate  perchè  uno  le  possa 
scrivere. 

1)  detta  leg  =  dettar  leggi  :    impon-e*. 
con  prepotenza  la  propria  volontà. 


det 


278 


di 


detàgliàj  V.  citi.  =  parfcicolareggiare,  de- 
scrivere minutamente.  Dal  francese  dé- 
tailler. 

detàgliàtàuiènt,  am.  =  dettagliatamente, 
particolareggiatamente,  minutamente. 

detàli,  s.  m.  =  particolarità,  minuto  rag- 
guaglio. Dal  frane,  détail. 

1)  vend  0  eomprà  ài    detàli  =  ven- 
dere 0  comprare  a  ritaglio,  al  minuto. 

detàlìàut,  s.  m.  =  venditore  a  minuto, 
a  ritaglio  ;  chi  non  vende  all'ingrosso, 
ma  anche  poca  roba  per  volta. 

detàtiira,*  s.  f.  =  dettatura;  il  dettare  e 
la  cosa  dettata. 

1)  ècrìv  sòia  detàtiira  =  scrivere  men- 
tre uno  detta. 

deteniiii,  s.  m.  =  detenuto,  chi  è  trat- 
tenuto in  carcere. 

determina,*  v.  att.  =  determinare;  pre- 
cisare le  qualità  di  una  cosa,  di  un 
fatto. 

determiiiàsìón,*  s.  f.  =  determinazione; 
il  determinarsi  nel  senso  di  decidersi. 

derentà  e  diventa,  v.  att.  =  diventare, 
divenire;  venire  allo  stato  che  indica 
il  complemento;  l'è  deventaa  grand  = 
è  diventato  alto. 

deverà  e  davéra,  av-v.  =  davvero:  rispo- 
sta di  affermazione  a  chi  dubita  di  una 
cosa. 

devòtt,  agg.  =  di  voto  :  che^ha,  professa 
devozione.  Meglio  divòtt. 

devosiòn  e  divosidn,  s.  f.  =  devozione; 
raccoglimento  religioso  e  gli  atti  stessi 
che  lo  manifestano. 

di,  art.  =  dèi,  degli,  delle  ;  dagli,  dai, 
dalle.  In  mil.  l'artic.  di  introduce  tanto 
i  complem.  che  in  ital.  vogliono  il  di, 
quanto  quelli  che  vogliono  il  da  arti- 
colati col  determin.  plur.  ;  f/  dotar 
di  dònn  =  il  medico  deUe  donne  ;  Vo- 
spedtil  di  màtt  =  l' ospedale  dei  pazzi  ; 
Ve  étaa  masaa  di  Scioàni  =  fu  am- 
zato  dagli  Scioani  ;  l' è  étaa  mordUil 
di  vèép  =  fu  punto  dallo  vespe. 

1)  di,  si  usa  anche  nel  sign.  del 
partitivo  ;  gK  è  di  lìber  che  se  pò  minga 
leg  =  ci  sou  libri  che  non  si  possono 
leggere. 
dì,  V.  att.  =  dire:  significare  il  pensiero 
con  parole. 

1)  à  di  là  veritaa  =  a  dire,  per  dire 
il  vero. 

2)  di  là  eòa  =  dir  la  sua;  aggiunger 
la  propria  opinione. 

18 


3)  di  de  si,  de  nò  =  dir  di  sì,  di  no; 
affermare,   acconsentire,  o  negai'e, 

4)  di  ben,  di  mal  de  vdn  =  dir  bene 
0  male  di  uno  ;  parlai'ue  bene  o  male. 

5)  di  in  d' òu'  orègia  =  dire  in  un 
orecchio:  parlando  piano,  accostando  la 
bocca  all'orecchio  altrui. 

(j)  di  =  significare,  esprimere;  l'è  dna 
fàcia  che  dis  nàgòtt  =  è  un  viso  che 
non  dice  nuUa,  che  non  esprime  nulla. 

7)  vègh  de  di  cont  queidun  =  aver 
che  dire  con  qualcuno;  averci  liti,  dif- 
ferenze. 

8)  foo  minga  per  di  =  non  fo  per 
dire,  non  per  vantazione. 

9)  còsa  ■vcsilr  di  ?  =  che  importa  mai  ? 
lOj  ài)ègh  de  fa  e  de  di  =  avere  un 

bel  fare,  aver  da  grattare. 

11)  bisógna  minga  di  tiitt  cosà  = 
ogni  vero  non  è  ben  detto. 

12)  dal  di  ài  fa  gh'è  i  so  dificoltaa 
=  dal  detto  al  fatto  c'è  un  gran  tratto; 
altro  è  parlar  di  morte,  altro  è  morire. 

13)  dinn  tànt  che  sìa  àsce  =  vuotare 
il  sacco,  dirne  un  sacco. 

14)  vdn  àdree  à  dill  =  se  ne  bìic- 
cina:  quando  di  una   cosa  si  discorre. 

15)  di  àtdrna  =  divulgare  ;  spai'gere 
nel  pubblico. 

16)  no  eoo  còsa  ditt  =  non  so  che 
dirti,  m'hai  fatto  cascare  il  fiato:  quau- 
d'uno  non  si  vuol  persuadere  di  quanto 
gli  si  dice. 

17)  podè  minga  dtla  cont  vUn  =  non 
la  poter  pigliar  con  uno. 

18)  troà  de  di  sòra  tùtt  còse  =  tro- 
var da  ridire  su  tutto. 

19)  di  àdree  =  dir  conti'O,  parlar  male 
di  qualcheduno;  dìghela  àdree  à  vùn 
tirarla  giù  a  uno.  V.  àdree. 

20)  di  sii  =  l'ecitare  ;  dire  a  mente 
cose  d'altri,  imparate.  Anche:  parlare, 
cominciare  a  parlare,  a  raccontare. 

21)  di  gio  =  bandire,  fare  un  an- 
nuncio in  chiesa.  (V.  tra  gio)  ;  di  in 
gésa  =  dirsene  in  chiesa  :  di  denunzie 
matrimoniali. 

22)  manda  minga  à  di  =  non  man- 
dare a  dir  dietro  :  non  aspettare  che 
iiualcuno  sia  assente  per  dirgliele,  ma 
dirgliele  in  faccia. 

28)  vorè  di  =  alludere;  accennare  col 
discorso,  spesso  con  intenzione  critica, 
a  cose  0  persone  senza  farne  menzione; 
de  chi  te  vorenet  di  ièr  à  tàola?  = 
ieri  a  pranzo  a  chi  alludevi  V 


di 


274  — 


dia 


24)  di  nàgòtt  de  bòn  =  non  dar  buon 
bere,  non  esprimere  alcun  che  di  bene; 
quÈla  ftLcia  de  Santina  là  me  dìs  nà- 
gòtt de  bòn  =  quel  viso  di  Madonnina 
infilzata  non  mi  dà  buon  bere. 

25j  digh  =  dirci. 

a)  Negli  incanti,  offi'ire, 

b)  Detto  di  una  cosa  in  rapporto 
ad  un'altra,  accordarsi  bene,  confare; 
età  guàrnièiòn  là  glie  dis  ài  vestii  = 
questa  guernizione  si  accorda  bene  col- 
l'abito. 

26)  à  di  tànt  =  a  fai'e  assai:  tutt'al 
più;  à  dì  tànt  el  guadagnarti,  dò  lira 
a  fare  assai  guadagnerà  due  lire. 

27)  quànd  hoo  de  ditela  =  a  dirla 
schietta,  a  dirtela  tal  quale,  com'è,  come 
la  intendo,  come  la  sento. 

dì,  s.  m.  =  dì,  giorno 

1)  de  tufi  i  di  =  dsL  ogni   dì. 

2)  dgni  di  che  el  Signor  l'ha  creaa 
=  ogni  dì  che  fa  il  sole. 

3)  l'kà  fàa  in  pòech  di  =  dette  ad- 
dietro in  pochi  giorni  ;  morì  in  breve 
tempo. 

iS  di  de  fèéta  =  giorno  festivo. 

5)  di  de  làd  =  giorno  feriale,  di  la- 
voro. 

6)  el  di  déla  Serioeùla  =  la  Cande- 
lara. 

7)  là  va  ài  di  del  giiidiéi  =  la  va 
aUe  calende  greche. 

8)  longh  cóme  l'ultim,  di  de  l'ànn  = 
più  lungo  del  sabato  santo. 

9)  vèss  come  el  di  e  là  nòtt  =  es- 
serne lontano  come  gennaro  dalle  more. 
Di  cose  e  di  pers.  fra  loro  diversissime. 

10)  del  di  =  di  giorno,  lungo  il  giorno, 
prima  di  sera. 

11)  fa  di  =  albeggiare,  aggiornare; 
spuntar  l'alba,   cominciare  il  giorno. 

12)  Valter  di  =  l'altr'ieri,  l'altro  giorno; 
alcuni  giorni  indietro. 

13)  ài  di  d' incoeu  =  al  dì  d'oggi, 
oggigiorno. 

14)  tati  i  di  en  pàsa  vttn  =  ogni 
giorno  ne  passa  uno  ;  piano,  piano  si 
passa  la  vita. 

16)  el  g'hà  i  dì  eùntaa  =  i  suoi  giorni 
son  contati:  di  persona  spacciata  che 
deve  presto  morire. 

16)  de  di  in  di  =  di  giorno  in  giorno: 
di  cosa  prossima  a  accadere  e  sperata 
lentamente  0  temuta  ;  là  va  de  dì  in 
di  à  rivti  =  può  arrivare  di  giorno  in 
giorno. 


diadèma,  *  s.  m.  =  diadema  :  corona 
reale,  e  per  est.,  ornamento  da  testa, 
pettine  di  gala,  serto. 

diàg'Onàl,  *  s.  f.  terni,  matom.  =  diago- 
nale: retta  che  congiunge  due  vertici 
non  contigui; 

diàlètt,*  s.  m.  =  dialetto  :  lingua  di  un 
paese  0  provincia,  specialm.,  in  rap- 
porto alla  lingua  comune. 

diàlogh,*  s.  m.  =  dialogo  :  il  discorrere 
alternativo  di  due  0  più  persone  fra 
loro. 

diàmànt,  s.  m.  =  diamante:  minerale  com- 
bustibile, durissimo,  simile  al  cristallo, 
la  più  ricercata  delle  pietre  preziose. 

1)  à  pùnta  de  diàmant  =  a  punta 
di  diamante:  di  cose  sfaccettate  come 
il  diamante. 

2)  Arnese  da  vetraio,  col  quale  esso 
taglia  il  vetro. 

diàmàntà,  v.  att.  =  diamantare,  india- 
mautaie:  ridurre  in  forma  di  diamante. 

diàmìii!  =  diamine!  esclam.  fam.,  per 
disapprovare. 

1)  Affermando,  0  negando,  come  dire: 
non  c'è  da  dubitarne;  àvii  finii  el  doér? 
-  diàmin  !  =  avete  finito  il  compito  ?  - 
diamine  ! 

diana,  s.  f.  =  diana  :  la  stella  che  ap- 
pare innanzi  al  sole. 

1)  in  sii  là  divina  =  in  suUa  diana, 
sul  far  del  giorno. 

2)  bàtt  là  divina  =  battere  la  diana, 
battere  il  tambiu-o  sul  far  del  giorno 
perchè  i  soldati  si  sveglino.  Ora  che  i 
tamburi  cedettero  il  luogo  alle  trombe 
si  dice  meglio  éonti  là  diana. 

3)  per  diana  =  poffare,  per  bacco  ; 
esclam.  vivace. 

diànsen!  =  diamine!  diancine!  esclam. 
fam. 

diàol  e  diàrol,  s.  m.  =  diavolo:  più  co- 
mune che  demdni  =  demònio.  Nella 
teologia  cristiana,  lo  spirito    del  male. 

1)  àndt  ài    ditLol  =  andai-e    al   dià- 
volo, in  perdizione,  in  rovina;  màndti,'', 
ài    ditiol  =    mandare   al   diavolo    vale  ! 
anche  licenziare  sgarbatamente,  levarsi 
d'attorno. 

2)  del  diàol  =  del  diavolo,  straordi- 
nario, eccessivo  ;  frèdd,  cald  del  ditLol  = 
freddo,  caldo  del  diavolo  ;  gh'è  sii  on 
vent  del  diàol  =  tira  un  vento  del  dia- 
volo. 

3)  sàvènn  vùna  piiée»  del  ditiol  =  sa- 
perne più  che  il  diavolo,  avere  il  dia- 


dia 


—  275  — 


did 


volo  in  testa,  avere  iin  punto  più  del 
diavolo,  sapere  dove  il  diavolo  tiene  la 
coda  :  essere  astutissimo. 

4)  fa  el  diàol  =  fare  il  diavolo,  fare 
un  gran  chiasso.  Con  più  forza;  fa  el 
diàol  à  qutLter  =  fare  il  diavolo  a  quattro, 
0  in  montagna. 

5)  ave  faa  pàti  col  diàol  =  aver  fatto 
patto  col  diavolo  ;  di  pers.  che  le  in- 
dovina tutte  e  che  ha  fortuna  in  ogni 
cosa. 

6)  vèéé  còme  el  diàol  e  VàeqvM  santa 
=  essere  come  il  diavolo  e  la  croce  :  Di 
pers.  che  si  odiano  e  si  sfuggono.  An- 
che essere  come  il  diavolo  e  S.  Antonio. 

7)  el  diàol  el  fa  i  pignàtt,  e  minga 
i  coire  =  il  diavolo  insegna  a  far  le 
pentole,  ma  non  i  coperchi:  il  diavolo 
le  fa  e  poi  le  palesa  ;  il  diavolo  insegna 
rubai'e  ma  non  nascondere;  il  diavolo 
le  insegna  a  fare,  ma  non  le  insegna 
•A  disfare  :  le  cattive  azioni  o  prima 
0  poi  si  scoprono. 

8j  là  farina  del  diàol  là  va  in  crii- 
sca  =  la  farina  del  diavolo  va  tutta  in 
crusca  ;  quel  che  vien  di  riffa  in  rafCa 
se  no  va  di  biffa  in  baffa.  Le  cose  male 
acquistate  tornano  a  danno.  Vedi  fa- 
rina, 6). 

9)  on  diàol  càscia  Valter  =  un  diavolo 
scaccia  l'altro:  un  malanno  p.ovo  fa  che 
non  si  senta,  o  si  dimentichi  il  primo. 

10  vèèé  ìnìnga  el  diàol  =  non  essere, 
non  parere  poi  il  diavolo,  non  essere 
accio,  accio.  Di  pors.  o  cose  che  non 
sono  bratto,  ne  cattive  come  si  crede- 
rebbe. 

11)  vègh  àdòss  el  diàol  avere  addosso 
il  diavolo  ;  essere  arrabbiati. 

12)  el  diàol  el  ghe  mètt  là  eòa  =  il 
diavolo  ci  mette  la  coda:  quando  gli 
affari  vanno  male  nonostante  ogni  sforzo. 

18)  dà  òtta  ròba  in  man  ài  diàol  = 
dar  la  lattuga  in  guardia  ai  paperi:  dar 
le  pecore  in  guardia  al  lupo  :  quando 
si  dà  a  custodire  a  chi  invece  dan- 
neggia. 

14)  el  diàol  ci  se  fa  eremita  =  il  dia- 
volo si  vuol  far  cappuccino  :  si  dice  al 
vedere  qualche  scapato  o  vizioso  darsi 
a  opere  pie. 

15)  va  ài  diàol  =  affogati!  A  chi  ci 
molesta. 

16)  Di  persona  che  riesce  in  tutto; 
che  diàol  de  vÈn!  anca  chi  el  gh'è  ri- 


vaa  =  che  diavolo!  l'ha  arrivata  anche 
questa. 

17)  bòn  diàol  =  bon  diavolo,  bon 
omaccio;  uomo  alla  buona. 

18)  pòer  diàol  =  povero  diavolo  ; 
di  chi  è  povero  e  di  chi  merita  com- 
passione per  qualunque  altra  cosa. 

19)  Come  riempitivo  con  enfasi;  còsa 
diàol  te  vén  in  mént  =  che  diavolo  ti 
viene  in  mente. 

.20)  diàol!  =  diavolo  !  Per  meraviglia 
e  rimprovero,  e  anche  in  senso  affer- 
mativo come  diàinin.  Vedi. 

21)  véss  nàsiiii  quànd  el  diàol  el 
g'àvéva  i  dolor.  Vedi  dolor,  5) 

diàola,  s.  f.  =  diavola,  femm.  di  diavolo 
nei  sensi  traslati. 

diàolàmént,  s.  m.    =   maledizione,    dia- 
voleto, diavolio.  Gran   fracasso,   e   an- 
che :  gran  quantità  di  gente  che  fanno 
strepito. 
1)  Rumor  grande  :  inquietudine. 

diàolàsc,  s.  m.  =  diavolaccio  :  di  pers. 
bona,  semplice,  da  fame  quel  che  uno 
vuole. 

diàoléri,  s.  m.  =  confusione,  diavolio, 
rumor  grande.  Lo  stesso  che  diàolà- 
mént. 

diàolètt,  s.  m.  =  diavoletto,  nabisso, 
saetta  :  fanciullo  irrequieto  e  molto  vi- 
vace e  farbo. 

1)  Anche  di  donna  giovane,  molto 
gioviale  e  furba. 

diàolòtt,  s.  m.  =  diavolino,  diavolone  : 
zuccherino  di  menta,  di  sapore  acutis- 
simo. 

diàrea,  s.  f.  =  diarrea:  flusso  di  ventre. 

diàsper,  s.m.  =  diaspro:  pietra  dura  si- 
licea, di  vari  colori  e  capace  di  un  bel 
pulimento. 

dichiara,  *  v.  att.  =  dichiarare  :  dire  in 
modo  chiaro,  cose  che  importi  precisare. 
1)  Denunziare  :  di  cose  che  il  muni- 
cipio 0  lo  Stato  richiede  di  sapere  per 
dazi,  e  igiene  o  altro  interesse  d'ordine 
pubblico.  Come  denunsià. 

dichiàràsiòn,  *  s.  f.  =  dichiarazione  :  le 
parole  che  servono  a  dichiarare. 

did,  s.  m.  =  dito  :  ognuna  deUe  cinque 
appendici  articolate  deUe  mani  e  dei 
piedi  dell'uomo. 

1)  fa  canta  i  did  =  far  le  cocche 
colle  dita. 

2)  épelàés  i  did  =  sbucciarsi  le  dita. 

3)  tocà  el  del  coni  on  did  =  toccare 


did 


il  cielo  col  dito  ;  arrivare  al    più    alto 
punto  di  felicità  e  di  gioia. 

4)  cuntàèà  siii  did  =  contarsi  colle, 
sulle  dita  :  esser  raro. 

5)  éegtià  à  did  =  mosti-are  a  dito  : 
iu  mal  senso. 

ti)  ligàsela  ài  did  =  legarsela  al  dito 
Di  mgiuria,  offesa,  azionacela  che  non 
si  dimentica. 

7)  on  did  in  d'on  (zucc  =  una  di- 
tata in  un  oocliio. 

8)  Per  est.  ognuna  delle  parti  di  un 
gaanto  che  corrispondono  alle  dita  della 
mano  :  ditali. 

9)  sàv^  à  ména  did  =  avere  sulla 
punta  delle  dita  ;  sapere  una  cosa  molto 
bene, 

10)  rtKXUv  ntinca  on  did  =  non  al- 
zare un  dito  ;  non  far  nulla,  non  dare 
il  più  piccolo  aiuto.  Ed  anche  per  si- 
gnificare un'  estrema  debolezza  ;  V  è 
nànca  bon  de  monuv  on  did  =  non  ha 
forza  neppure  d'alzare  un  dito. 

dìda,  s.  m.  =  dito  locuzione  ;  on  dida  = 
per  accennare  a  una  quantità  di  liquido 
piccola  così  da  arrivare  nel  recipiente 
alla  altezza  uguale  allo  spessore  di  un 
dito. 

1)  à  dàghen  on  dida,  sen  toeuien  on 
hràss  =  porgi  il  dito  ed  essi  voglion 
pigliare  il  dito  e  la  mano  ;  a  dargli  il 
dito  prende  la  mano.  Di  chi  abusa  della 
bontà  altrui. 

2)  wgh  dò  dida  de  cermll  »=  aver  due 
dita  di  cervello  :  un  po'  di  giudizio. 

dìdaa,  s.  m.  =  ditale  :  l'anello  da  cucire, 

arnese  di   metallo,  o  d'osso,  o  d'altro. 

dove  si  infila  la  punta  del  dito  con  cui 

si  spinge  l'ago. 
didèla,  s.  /'.    =   ditola  ;    clavària   coral- 

loides  =  sp.  di  fungo.  Anche  dìdèlina, 

didoeùla. 
didìu,  s.  m.  =  ditino  :  dim.  di  dito. 

1)  Mignolo  -,  il  dito  mignolo  della 
mano  e  del  piede  dell'uomo. 

2)  dà  el  didin  sòia  tLla  eoa  =  dar 
gambone,  fomentare,  istigare  ;  grattare 
dove  pizzica,  dove  prude.  Parlar  di 
cosa  che  lusinga  qualcuno,  in  cui  si 
sfoga  volentieri,  e  anche  stuzzicarlo 
perchè  parli. 

didìna  (gìiìgà  à),  =  fare  a  ripiglino: 
sp.  di  gioco  infantile.  Anche  giiigà  à 
là  cuna  =  si  fa  con  un  filo  avvolto 
sulle  dita  aperte  e  che  si  passa  dall'uno 


—  276  —  dig 

all'  altro  dei  giocatori  sempre  in  forma 
diversa. 
didòn,  s.  m.  =  dito  pollice. 
diesìra,  s.  f.  =  diesire  :  l' inno  dei  morti 
cantato   dalla   chiesa.   Tarn,    il    giorno 
della  morte  e  del  giudizio. 
dieta,  s.  f.  =  dieta  :    regola   di   vitto   e 
specialmente  astinenza  dal  cibo  per  sa- 
lute. 

1)  Braccio  :  parte  della  tavella  da  fi- 
latoio. 
diféndes,  v.  rifl.   =  difendersi  :    fare    in 

modo  da  non  esser  danneggiati. 
dìferènsa,  *  s.  f.    =    divario,    diversità, 

differenza. 
difésa,*  s.  f.  =  difesa:  l'azione  del  di- 
fendere e  quanto  serve  a  proteggere. 

1)  La  parte  che  sta  in  giudizio  a  di- 
fendere. 
difètt,  *  s.  m.  =  difetto  :  mancanza  che 
ha  una  persona  o  una  cosa  per  riuscire 
perfetta  e  buona. 
difìcil,  *  agg.  =  difficile,  arduo  :  di  cosa 
che  richiede  fatica  e  abilità. 

1)  Astruso  :  di  ciò  che  è  superiore 
alla  comune  intelligenza,  e  a  cui  non 
si  arriva  senza  un  grande  sforzo  della 
mente. 
diflcoltaa,  *  s.  f.  =  difficoltà,  difficultà  : 
astr.  di  difficile  ;  dal  di  al  fa  gK  è  ì. 
so  dificoUaa.  Vedi  dì  12). 
difldà,  V.  alt.  =  diffidare  :  mancar  di  fi- 
ducia. 

1)  difidà  vùn  =  Terni,  leg.  ;  diffidare, 
avvisare  pubblicamente  di  cosa  che  im- 
porti a  qualcuno,   che   non    possa    poi 
scusarsi  col  dire  che  non  la  sapeva. 
difldénsa,  *  s.  /".  =  diffidenza  :  il  diffidare. 
diildént,  *  agg.  =  diffidente  :  facile  a  dif- 
fidare. 
difiisiòn,  *  s.  f.  =  diffusione  :  azione  del 

diffondersi. 
difterite,  *    s.   f.    =    difterite  :    malattia 

della  gola. 
digerì,  D.  alt.  =   digerire  ;    assimilare    1 
cibi  per  convertirli  in  nutrimento  vitale, 
2)  Per  sim.   della    mente   che    assi- 
mila una  materia,  un  concetto. 
digèstiòu,  *    s.    f.   =  digestione:    il    di 

gerire. 
digèstìv,    agg.    =    digestivo,    digeribile 
che  serve  alla  digestione,  che  e  faci 
a  digerirsi. 
digitai,*    s.   f.    =    digitale  :    genere    ( 


dig 


—  277  — 


dip 


piante  da  cui  si  toglie  un   veleno  me- 
dicinale. 

digriuu,  *  s.  m.  =  digiuno:  il  digiunare, 
l'astinenza  dal  cibo  e  bevanda. 

1)  bév  de  digiiln  =  bere  a  sciacqua- 
budella. 

digiiinà,  *  V.  alt.  =  digiunare  :  astenersi 
dal  cibo  0  da  certi  cibi  secondo  i  pre- 
cetti religiosi,  0  per  salute. 

dignìtaa,  *  s.  f.  =  dignità  :  sentimento 
di  rispetto  che  l'uomo  deve  a  sé  stesso. 

dilàtàsión,  *  s.  f.  =  dilatazione  :  il  di- 
latarsi, T.  specialm.  medico. 

dilètànt,  *  s.  m.  =  dilettante  :  chi  coltiva 
un'arte  senza  farne  professione. 

diligénsa,  s.  f.  =  diligenza  :  sollecitu- 
dine nel  fare  qualche  cosa. 

1)  Vettura  piuttosto  grande  :  se  car- 
rozzaccia,  i  Fiorentini  la  chiamano  «caz- 
zarola,  »  per  celia. 

dilÙTÌ)  *  s.  m.  =  diluvio  :  inondazione 
totale  0  parziale  della  terra. 

1)  Di  pioggia  straordinaria. 

dima,  s.  f.  =  specie  di  pialletto  per  ac- 
conciare l'intonaco  negli  sguanci  degli 
usci  0  delle  finestre. 

dimàn,  *  avv.  =  dimani,  domani  :  il  giorno 
che  verrà  subito  dopo.  Si  dice  anche 
domàn.  Vedi. 

]  )  dinian  de  séra  =  doman  da  sera. 

2)  dopo  dimdn  =  doman  F  altro  :  il 
giorno  dopo  domani. 

3)  dimàn  vòtt  =  domani  a  otto  :  fra 
otto  giorni. 

4)  dinidnf  =  domani  !  Iron.  per  mai. 
diminuì,  *  v.  att.   -   diminuire  :    assotti- 
gliarsi gradatamente. 

dimisiòn,  *  s.  f.  =  dimissione  :  il  di- 
mettersi. Il  dichiarare  di  non  voler  più 
coprire  un  ufficio. 

dimisdria,  *  s.  f.  =  T.  eccles.  dimissoria  : 
attestato  di  un  vescovo  a  un  prete  di 
poter  esercitare  il  su.o  ministero  in 
un'alti'a  diocesi  o  a  un  chierico  di  poter 
essere  ordinato  altrove. 

dimora,  v.  att.  =  soffermare,  trattenere  : 
far  indugiare  alcuno. 

dimostra,  *  v.  att.  =  dimostrare  :  addurre 
le  prove  perchè  una  cosa  risulti  chiara. 
1)  Anche   semplicemente    mostrare .: 
far  vedere  per  segni  esteriori. 

dimostràsiòn,  *  s.  f.  =  dimostrazione  : 
il  complesso  delle  prove,  il  ragiona- 
mento con  che  si  dimostra. 

1  )  Dimostrazione ,  assembramento  : 
riunione  di  persone  in  luogo  aperto  che 


si  forma  per  cagione  improvvisa  o  per 

protesta. 
din,  din.  Vedi  delin,  delin. 
din    dòn,  opp.  din  dàn  =  dondò  e  don 

dì  :  voce  imitativa  del  suono  delle  cam- 
pane. 
dinastia,  *  s.  f.  =  dinastia  :    successione 

di    governanti    d' una    stessa    famiglia 

sopra  un  paese. 
dininguàrda  !  =  Dio  guardi!  tolga  il  cielo  ! 

Dio  me  ne  guardi  ! 
Dio,  s.  m.  =  Dio  :  il   Creatore    di    tutte 

le  cose. 

1)  per  V  amor  di  Dìo  =  per  1'  amor 
di  Dio.  Pregando  :  piéntela,  per  Vamòr 
di  Dio  =  smetti,  per  l'amor  di  Dio. 

2)  che  Dìo  f  tibia  in  glòria  =  Dio 
t'abbia  in  gloria.  Iron.  che  non  ti  possa 
veder  mai  piìi. 

3)  se  Dìo  vceùr  =  se  Dio  vuole  :  espri- 
mendo desiderio,  e  soddisfazione  per 
cosa  finalmente  avvenuta. 

4)  còme  Dìo  vceUr  =  come  Dio  vuole  : 
alla  peggio  ;  i  ròbb  vaii  là  còme  Dìo 
vmir  =  le  cose  vanno  come  Dio  vuole. 

5)  quànd  Dìo  V  ha  vorHiii  =  come 
Dio  volle  :  di  cose  venute  dopo  tanto 
tempo. 

6)  le  sa  Dìo  =  lo  sa  Dio,  lo  sa  il 
cielo  :  espressione  di  dubbio,  di  desi- 
derio, di  affermazione. 

7)  gràsia  di  Dìo  =  grazia  di  Dio  : 
abbondanza  di  ogni  cosa  utile  ai  nostri 
bisogni. 

8)  rè  là  cà  di  Dìo.  Vedi  cà  Vi). 

9)  che  Dio  me  ghe  le  vitinda  bòna  !  = 
Dio  me  la  o  gliela  mandi  buona  :  di 
cosa  che  minaccia  d'andar  male. 

10)  Ve  mi  Dìo  =  è  un  Dio,  per  iperb. 
di  pers.  eccellente  specialm.  in  un'arte. 

dintórni,  s.  m.  pi.  =  adiacenze,  vici- 
nanze, dintorni  :  luoghi  circostanti. 

dipènd,  ».  att.  =  dipendere  ;  avere  ori- 
gine e  ragion  d'essere,  derivare,  essere 
causato  da. 

1)  Essere  agli  ordini,  al  servizio  di 
qualcuno. 

dipendtiii,  pari.  =  dipeso  :  da  dipendere. 

diploma,  *  s.  m.  =  diploma  :  documento 
pubblico  che  comprova  e  attesta  un 
grado 

diplomàtici!  (fa  el)  =  fare  il  diploma- 
tico :  fig.  darsi  1'  aria  d'  uomo  a  cui 
marciscano  in  corpo  grandi  segreti;  fare 
l'arcifanfano  in   modo   che  altri  possa, 


dip 


per  burlarsi  di  lui,  dime  che  ei  soffia 

il  naso  alle  galline. 
diplomàsta,*  s.  f.  =  diplomazia:  scienza 

delle  relazioni  fra  Stato  e  Stato. 
dipòrt,    s.    m.  =  poiiamento,    modo    di 

procedere  nella  condotta. 
diportàss,  V.  rifl.  =    portarsi,   condursi, 

agire;  el  se  diporta  ben  ■=  si   conduce 

bene. 
dirama,  v.  att.  =  diramare:  di  circolari, 

ordini,    avvisi,    notizie,  ecc.:  mandarli 

a  chi  può  interessare. 
diràinàsiòn,  *  s.  f.   =  il   diramare  :    di 

strade,  fiumi,  ecc.,  che  formano  diversi 

rami. 
diretò r,  s,  m.  =  direttore:  chi  dirige. 
diresión,*  s.  f.  =  direzione:  l'ufficio  del 

dirigere,  e  il  luogo  dove  sta  chi  dirige. 
1)  La   parte    verso  cui  è  volta    una 

cosa  0  si  muove. 
dirìg,  V.  att.    =    dirigere  :    sorvegliare  e 

regolare  altri  nelle  loro  operazioni. 
1)  Di  lettere:  indirizzarle. 
dirigiiiii,  part.=  diretto:  da  dirigere. 
dirimpètt,  prep  e  aw. 

1)  Dirimpetto  :  in  faccia,  di    contro. 

2)  Appetto,  in  confronto. 
dis,  pardc.  che  entra   in   composiz.  con 

moltissime  parole  e  oggi  sostituisce 
quasi  sempre  il  des  del  mil.  già  un 
po'  antiquato  come  in  descòr  ora  di- 
scòrj  destàcà  ora  distàcà>  ecc.  ecc. 
Le  parole  in  cui  entra  questa  particella, 
si  ricerchino  sotto  des.... 

disàcòrd,*  s.  m.  =  disaccordo:  disparere 
di  persone  su  cosa  che  dovrebbero  de- 
cidere. 

disanima'"  v.  att.  =  disanimare;  far  per- 
der l'anima,  l'energia. 

disàprovà,  v.  att.  =  disapprovare  ;  non 
approvare  biasimando. 

disàproyàsiòn,*  s,  f.  =  disapprovazione: 
il  disapprovare. 

disàpùnt,  s.  m.  =  disappunto,  disavanzo: 
perdita  per  lo  più  di  danaro. 

1)  Contrattempo,  ostacolo,  inciampo  : 
per  lo  piii  molto  fastidioso. 

disarma,*  v.  att.  =  disarmare  ;  privare 
dell'arme,  far   posare  o  cascar  l'arme. 

disàtént,  agg.  =  disattento:  che  non  sta 
attento. 

disàvàns,*  s.  m.  =  disavanzo:  lo  stesso 
che  déficit. 

discàpit,  *  s.  m.  =  discapito,  scapito, 
danno. 


278  -  dis 

dlscèrnimènt,  *  s.  m.  discernimento,  il 

discernere:  criterio,  senno. 
discésa,  *  s.  f.  =  discesa,  scesa,    china: 

inclinazione  di  terreno. 
disco,  s.    m.  =  imbercio,    di    bersaglio  : 

luogo  al  quale  si  mira. 

1)  Per  simil.    ogni    corpo  rotondo  e 

piano,  e  specialm.  quel  meccanismo  che 

sulle  strade  ferrate  serve  a  far  segnali. 
discoi,  agg.  e  s.  m.  =  discolo  :    giovine 

vagabondo  e  vizioso. 
discor,  V.  att.  =  discorrere,   parlare.  V. 

descor. 

1)  vìa  discorénd   =  via  discorrendo: 

in  una  lunga  enumerazione. 
discòrs,  s.  m.  =  discorso:  la  cosa  detta. 

Vedi  descòrs. 

1)  Anche  discorsa:  discorso  lungo  e 
insulso. 

2)  Quanto  si  dice  in  publico:  amnga, 
allocuzione. 

3)  salta  d'on  diseorè  in  l'alter  =  sal- 
tar d'Arno  in  Bacchigliene;  saltar  di 
palo  in  frasca. 

4)  cmnbià  discòrà  =  voltar  carta  : 
mutar  discorso,  perchè  altri  non  senta 
di  che  si  parlava;  o  anche  non  rispon- 
dere a  tono  a  qualche  discorso  che  non 
sia  di  nostro  piacere. 

discrèsiòn,*  s.  f.  =  discrezione,  mode- 
ratezza :  l'esser  discreto  nei  desideri, 
nel  trattamento,  nel  procedere  con  altri. 

discrètt,*  agg.  =  discreto,  moderato,  non 
esigente.  Anche  :  temperante. 

1)  Di  pers.  abbastanza  capace  e 
buona,  e  di  cose  abbastanza  soddisfa' 
centi. 

disciisiòn,  *  s.  /".  =  discussione  :   il    di 
scutere. 


discfìtt,  *  v.  att.  =  discutere,  ragionare;; 

ventilare  una  cosa. 
disdèta,  *  s.  f.  =  disdetta  :  sfortuna,  spe-? 

cialmente  al  gioco. 

1)  Quando  le  cose    vanno    ostinata- 
mente male. 

2)  Dichiarazione  di  volersi  scioglier© 
da  un  contratto  d'affari. 

disdì,  V.  att,  =  disdire  :    negare  d'  aver 

detto.  Vedi  desdì. 
disègn,  s.  m.  =  disegno  :  il  disegnare  e 

l'oggetto  disegnato. 
disèg'nà,  v.  att.  =   disegnare  :   delineare 

senza  colori. 

1)  Presagire,  designare  :  fai-  disegno. 
disegnàdòr,  s.    m,   =  disegnatore  :    chi 


dis 


-  279  - 


dìs 


fa  disegni  di  ricamo  e  li  riporta  sulla 

stoffa. 
disereda,  *  v.  att.  =  diseredare  :  privare 

dell'eredità. 
disèrta,  v.  att.  =  disertare. 

1)  Danneggiare  :  render  deserto. 

2)  Fuggir  dall'esercito. 
disertàsiòn,   s.   f,  =  dissertazione  ;    ra- 
gionamento sopra  un  tratto   di  scienza 
0  di  erudizione. 

disèrtor,  s.  m.  =  disertore  :  soldato  che 
ha  disertato. 

disèst,  *  s.  ni.  =  dissesto  :  cattivo  e  pe- 
ricoloso stato  degli  affari. 

disestà,  V.  att.  =  dissestare,  portar  dis- 
sesto ;  el  fàliment  Ultim  el  m'ha  prdpi 
diseétaa  =  l'ultimo  fallimento  mi  ha 
proprio  dissestato. 

disestaa,  (vèss)  =  essere  dissestato  :  es- 
sere in  cattivo  e  pericoloso  '  stato  di 
interessi. 

disimbòrs,  s.  m.  =  disborso.  Vedi  de- 
simbors. 

1)  vèéé  in  disimhoré  =  essere  in  di- 
sborso :  indugiare  a  riprendere  i  da- 
nari messi  fuori. 

disgràzia,  s.  f.  =  disgrazia,  sinistro, 
danno,  o  caso  dispiacente  :  specialmente 
non  preveduto. 

1)  Calamità  :  sventura  grande  ;  spe- 
cialm.  pubblica. 

2)  *  disgrtbsi  hin  come  i  scirés, 
àdree  à  mina  ghen  veh  des  =  le  di- 
sgrazie son  come  le  ciliege,  le  disgrazie 
non  vongon  mai  sole. 

disgràsiaa,  agg.  =  disgraziato,  sventu- 
rato :  che  ha  disgrazia,  calamitoso  ; 
pieno  di  disgi-azie. 

1)  Di  pers.  in  cattive  condizioni. 

disg'ust,  *  s.  m.  =  disgusto  :  dispiacere 
per  cattive  azioni  ricevute.  Vedi  de- 
sgfist. 

1)  àndà  in  disgÈst  =  romperla  :  di 
amici  che  vanno  in  disaccordo. 

disgiistà,  *  v.  att.  =  disgustare  ;  far  dipia- 
cere, ispirar  repugnanza. 

disimpara,  *  v.  att.  =  disimparare  :  di- 
menticar lo  cose  imparate. 

disimpegnà,  v.  att.  =  disimpegnare. 
Vedi  desiiiipegruà.  Anche  pei  derivati. 

disinfètà,  *  v.  att.  =  disinfettare,  espur- 
gare :  togliere  con  medicamenti  e  pro- 
fumi appositi  r  infezione  contagiosa 
possibile  da  corpi  o  case  sospette. 

disiug'àiià,  *  V.  att.  =  disingannare  :  le- 
var d'  inganno. 


dising'àun,  s.  m.  =  disinganno  :  il  di- 
singannarsi. 

disinterèsaa,  *  agg.  =  disinteressato  : 
non  interessato  ;  che  fa  bene  non  per 
interesse,  ma  per  bontà  d'  animo,  per 
generosità. 

disinvòlt,*  e  disinvoltura.*  Vedi  desin- 
vdlt,  e  seg. 

disionàri,*  s.  w.  =  dizionario  :  raccolta 
di  vocaboli  o  frasi. 

disipaa,  agg.  =  svagato,  sviato  ;  che  ha 
il  capo  in  tutt'altre  cose  che  in  quelle 
che  deve  e  gli  son  lecite. 

dislàsà,  V.  att.  =  slacciai'e.  Vedi  de- 
slàsà. 

dismètt,  v.  att.  =  smettere.  Vedi  de- 
sniètt. 

disnà,  s.  m.  =  desinare,  pranzo  :  il  pa- 
sto principale  della  giornata. 

1)  V.  att.  desinare  :  fare  il  suddetto 
pasto. 

disociipaa,  agg.  =  disoccupato.  Vedi 
desociìpaa. 

disonést,  *  agg.  =  disonesto  :  non  onesto. 

disonòr,  *  s.  m.  =  disonore  :  perdita  del* 
l'onore. 

disòrdin,  *  s.  m.  =  disordine.  Vedi  de- 
sórdiu. 

disosà,  *  V.  att.  =  disossare  :  d'  animali 
morti  ;  levar  l'osso  e  prender  la  carne. 

disotèrà,  v.  att.  =  dissotterrare,  levare 
di  sotterra. 

1)  Esumare  :  dissotterrare  un  cada- 
vere. 

dispàcc,  *  s.  m.  =  dispaccio  telegrafico, 
telegramma. 

disparitaa,  s.  f.  =  disparità  :  disugua- 
glianza d'  opinioni,-  anni,  condizione, 
trattamento. 

dispensa,  *  s.  m.  =  dispensa. 

1)  Stanza  dove  si  tengono  le  robe 
occorrenti  per  il  mangiare. 

dìsper,  agg.  =  dispari,  caffo  :  numero 
che  non  si  può  dividere  in  dae  nu.- 
meri  uguali  e  interi. 

1)  giiògà  à  pari  e  dìsper  =  fare  a 
pari  e  caffo  :  indovinare  se  il  numero 
delle  dita  che  buttano  i  due  giocatori, 
abbassando  insieme  la  mano,  sarà  pari 
0  caffo. 

2)  Atto  dell'  autorità  che  libera  da 
un  vincolo  della  legge. 

disperà,  v.  att.  -  fa  dispera  =  fare  am- 
mattire, tribolare. 

disperaa,  disperàsidn  e  sim.  =  Vedi 
desperaa  e  seg. 


dis 


-  280  - 


dit 


dispérsa,  s.  f.  =   scoaciatura.  Vodi  de- 

spèrsa. 
dispètt,  s.  7)1.  =  dispetto  :  atto  o  azione 

fatti  apposta  per  dispiacere  altrui.  Vedi 

desprési. 

1)  sta  in  paràdìs  à  dispètt  di  sani  = 

stare  in  paradiso  a  dispetto   dei  santi. 

Stare  dove  altri  non  ci  voglia. 
dìspiàsè,  s.  m.  =  dispiacere,  afflizione  : 

vivo    malessere    prodotto    dal    doloro. 

Vedi  despiàsé. 

1)  dà    dispiàsÈ    =    affliggere  :    dare 

afflizione. 
disponibile  agg.  =  disponibile  :  che  si  può 

disporre,  di  cui  si  può  usare  a  volontà, 
dispònn,   «?.   att.  =  disporre.    Vedi    de- 

spònii. 
disposisiòu,  *   s.   f.    =   disposizione  :  il 

disporre  e  il  modo. 

1)  ciàpà  i  disposisiòn  =  prendere  le 
misure  necessarie  :  fare  i  preparativi. 

2)  vèés  à  disposisiòn  =  essere  pronti 
a  servire:  essere  a  signoria  di.,. 

disposte  paì't.  e  agg.  =  disposto  :  da  di- 
sporro. 

1)  ■vèss  sémper  disposi  =  esser  sem- 
pre in  filo  a... 

2)  Di  pers.  che  è  in  buona  salute  e 
grande  e  grossa. 

disprepàrà,  *'.  att.  =  sparecchiare.  Vedi 

desprepàrà. 
disprèsi,*  s.  m.  =  dispetto,  noia.   Vedi 

desprési. 
disprèss,  *  s.    m.    =    disprezzo  :    il    di 

sprezzare;    il    tenere    a  vile,    in    nes- 
suna stima. 
dìspiita,  s.  f.  =  disputa  ;  il  disputai-e,  il 

discutere  a  vicenda  sopra  un'opinione. 
1)  Recita  domenicale  d'alcuna  parte 

della  dottrina  cristiana. 
dispiità,  v.  att.  =  l' sputare  ;  discutere  a 

vicenda  sopra  uu  opinione. 
dista;  V.  att.  =  distare  :   esser   distante, 

lontano. 
distàcà,*  V.  att.  =  staccare.  Vedi  destàcà. 
distànsa,  s.  f.  =  distanza:  astr.  di  distante. 
1)  Spazio  tra   rigo    e   rigo,    uomo  e 

uomo  neir  esercito  e  in  chi  stia  schie- 
rato militarmente. 
distànt,  agg.  e  spesso  avo.  =  distante  : 

che  dista,  si  scosta  ;  è  lontano. 
disténd,  v.    att.  =  stendere,    sciorinare. 

Vedi  desténd. 
disting'U,    V.    att.    =    distinguere.    Vedi 

destìngru. 
distinsión,*  .<<.  f.  =  distinzione:  il    di- 


stinguere, il  notar    bene    la   differenza 
tra  cosa  e  cosa. 

1)  tratà  con  diètinsiòn  =  trattare  con 
nobiltà. 

distinte  *  ^99-  =  l'agguardevole,  cospi- 
cuo :    «  meno  bene  »  distinto. 

distinta,  s.  f.  =  nota  specificata  :  elenco. 

distra,*  v.  att.  =  distrarre:  sviare  l'at- 
tenzione dal  punto  a  cui  era  rivolta. 
1)  Ricreare  ;  dar  conforto. 

distràsiòn,  *  s.  f.  =   distrazione,    astra- 
zione. 
1)  Ricreazione,  divertimento. 

distrassi,  V.  rifl.  =  svariarsi,  divagarsi  : 
prendersi  un  po'  di  spasso  per  ricrearsi 
da  gravi  cure  o  pensieri, 

distràtt,  agg.  =  astratto  :  preso  da  astra- 
zione. 

distrètt,*  s.  m.  =  distretto  :  divisione 
amministrativa  di  provincia. 

distribiiì,  *  V.  att.  =  distribuire.  Vedi 
destribiiì. 

distribiisiòu,  *  s.  f.  =  distribuzione  :  il 
distribuire  e  la  cosa  distribuita. 

distriìgr,  V.  att.  =  distruggere,  annien- 
tare :  ridurre  al  niente. 

distriisiòn,  *  s.  f.  =  distruzione,  an- 
nientamento. 

distriitt,  agg.  =  distrutto,  annientato. 
.  1)  Metaf.  Consunto,  emaciato;  di  pors. 
magrissima,  specialm.  per  malattia. 

distiirbà,  v.  att.  =  disturbare  :  inter- 
rompere noiosamente,  molestare. 

disturb,  s.  m.  =  disturbo  :  cosa  che  di- 
sturba. 

disiibedi,  v.  att.     l 

disiibediénsa,  s.  f.  )  V.  desiibedì,  e  seg. 

disiibediént,  agg.   ( 

disutil,  s.  m.  =  disutilaccio  ;  peggio  che 
inutile. 

dita,  s.  f.  =  ditta  :  società  di  commercio.     . 

1)  Insegna,  cartello  :   il    cartello    in 
cui  sta  scritto  il  nome  del  mercante. 

2)  eèss  dna  bòna   dita  =  essere    un 
bel  capo,  un  bell'arnese. 

dita,  s.  f.  =  detta  ;  à  dita  de  mi,  de  ti, 
de  tUec  e  sim.  =  a  detta  mia,  tua,  di 
tutti,  e  sim. 

ditàtdr,  *  s.  m.  =  dittatore  :  magistrato 
esecutivo  straordinario,  specialm.  in 
tempo  di  guerra  o  di   commovim.  civ. 

ditòngrli,  *  .s.  m.  =  dittongo  :  duo  vo- 
cali riuaite  sotto  uno  stesso  acconto, 
in  una  sillaba  sola, 

ditt,  part.  =  detto  :  dal  verbo  dire. 


à 


dìu 


—  281 


dob 


1)  ditt  e  straditi  =  battuto  e  ribat- 
tuto :  di  cosa  detta  più  volte. 

2)  ditt  e  fàtt  =  detto  e  fatto  :  subito. 
diurnista,  s.    m.   =  giornaliero  :    impie- 
gato non  pagato  mensilmente,  ma  gior- 
nalmente. 

diurno,  *  agg.  =  diurno  :  di  giorno  ;  spe- 
cialm.  di  teatro. 

diutil,  s.  m.  =  diario  :  libro  dei  fatti 
gionalieri. 

diragà,  «?.  att.  =  divagare:  distrarsi  col 
discorso,  allontanarsene. 

diràn,  s.  vi.  =  divano  ;  specie  di  panca  a 
spalliera  e  braccioli,  per  lo  più  imbot- 
tita e  ricoperta  di  bella  stoffa  ;  divdn 
tla  tUrca  =  divano  alla  turca.  Anche  ; 
dUscèss  (dal  frane,  duchesse)  cànape. 

divede  (dà  à),  v.  att.  =  dare  a  divedere  ; 
dimostrare. 

diventa,  ».  att.  =  divenire,  più  com.  di- 
ventare :  venire  allo  stato  che  indica 
il  complem.  diventa  sciòr  =  diventar 
ricco. 

dirèrs,  agg.  =   diverso,    differente,    dis- 

siniile  :  impari  ;  non  pari,  non  uguale. 

1)  Anche  come  avv.  ;  diversamente. 

divèrsamént,  am.  =  diversamente,  al- 
trimenti ;  in  modo  diverso. 

diversitaa,  s.  f.  =  diversità.  Astr.  di 
diverso. 

dÌTersìv,  s.  ))i.  =  spasso,  passatempo, 
trastullo,  divertimento,  sollazzo. 

divertì,  v.  att.  =  divertire  :  distrarre 
l'animo  ricreando. 

divertìment,  *  s.  m.  =  divertimento,  ri- 
creazione, spasso  :  quanto  serve  a  di- 
vertire. 

divertiss,  v.  rifl.  =  divertirsi,  spassar- 
sela, ricrearsi. 

divìd,  V.  att.  =  dividere  :  fare  due  o  più 
parti  d'una  stessa  cosa. 

1)  Separare,  allontanare. 

2)  Distinguere. 

3)  Dividere  ;  di  un  numero  :  fare  la 
quarta  operazione  dell'aritmetica. 

dividendo,  *  s.  m.  =  dividendo  :  uno  dei 

termini  della  divisione. 
divìdes,  V.  rifl.  =  dividersi. 

1)  Separarsi  :  cessare  di  vivere  in- 
sieme. 

2)  Biforcarsi,  diramarsi  :  detto  spe- 
cialmente di  strade  che  si  dividono 
in  due. 

divino,  *  agg.  =  divino,  eccellente,  per- 
fetto, squisito. 


divinàmént,  avv.  =  divinamente.  Iperb. 
in  modo  divino. 

divinitaa,  s.  f.  =  divinità.  Astr.  di  di- 
vino. 

1)  Più  specialm.  di  cosa  eccellente, 
squisita. 

divìsa,  *  s.  f.  =  divisa,  uniforme  :  spec. 
quella  dei  soldati. 

divisiòn,  s.  f.  =  divisione  :  il  dividere, 
e  l'effetto  del  dividere. 

1)  fa  i  divisiòn  =  far  le  divise  : 
specialm.  dello  spartire  un  patrimonio. 

2)  Tratto,  trattuzza  :  lineetta  che  se- 
para le  parole  in  fin  di  riga 

3)  Parte  di  un  corpo  d'esercito. 

4)  Una  delle  quattro  principali  ope- 
razioni dell'aritmetica. 

divisóri^  agg.  =  divisorio  ;  milr  diri- 
sdri  =  muro  divisorio  :  quello  che  sta 
fra  due  case,  o  fra  due  camere. 

divora,  *  v.  att.  =  divorare  :  mangiare 
avidamente. 

1)  Di  chi  guarda  bramosamente  ;  le 
divora  eòi  oeuce  =  lo  divora  cogli  occhi. 

divorai,  *  s.  ni.  =  divorzio  :  scioglimento 
assoluto  del  matrimonio. 

divosiòn  e  divòtt.  Vedi  devosiòn  e 
devòtt. 

dò,  agg.  =  due,  al  femminile. 

1)  dàghela  de  dò  =  menarla  buona, 
0  anche  non  guardar  pel  sottile  ;  non 
guardar  la  cosa  attraverso  gli  embrici. 

2)  là  va  de  dò  =  va  benissimo,  va 
a  gonfie  vele. 

3)  de  dò  =  T.  di  gioco  :  marcio,  po- 
sta doppia. 

4)  ogni  tré  bòtt  i  dò  =  botto,  botto  : 
spessissimo. 

5)  chi  ne  fa  v&na  ne  fé  dò  =  chi 
fa  una  trappola  ne  sa  tender  cento. 

6)  no  ghe  n'è  vùna  se  no  ghe  n'  è 
dò  =  le  disgrazie  non  vanno  mai  sole  ; 
un  malanno  tira  l'altro. 

7)  vùìia  di  dò  =  delle  due  l'una. 
dòa,  s.  f.  plur.  dòv  =  doga.   plur.  do- 
ghe :    quelle    strisce    che    compongono 
vasi  da  umidi   o    da   misure,  come    le 
botti,  i  barili,  ecc. 

dòbia,  s.  f.  =  rimboccatura,  rovescina  : 
parte  del  lenzuolo  che  si  rimbocca  so- 
pra lo  coperte. 

1)  volta  indree  là  dòbia  =  rimboc- 
care il  lenzuolo  ;  rovesciarlo  sulle  co- 
porte  del  letto  per  prepararlo. 

2)  fa  sòtt  là  dòbia  =  rincalzare  la 
rimboccatura. 


dob 


—  282 


dol 


dobià)  V.  att.  =  addoppiare  :  far  doppio, 
piegare  in  due,  mettere  a  doppio. 

1)  Piegare,  cui-vare  ;  dobìtl  el  góm- 
bet  =  piegare  il  gomito. 

dobiàdfira,  s.  f.  =  addoppiatura  :  1'  ef- 
fetto dell'addoppiare,  del  far  doppio. 

dobiàsS)  V.  rifl.  =  ripiegarsi,  incurvarsi  ; 
diventar  curvo. 

dobiètt,  s.  m.  =  doppia  :  specie  di  gemma 
artificiale. 

dobiòn,  s.  m.  =  doppia  :  guarnizione  dei 
vestiti  da  donna. 

1)  Nei  giochi  un  numero  accosto  al- 
l'alti'O. 

2)  Doppio,  doppione  :  dei  bozzoli 
formati  da  due  bachi. 

dòbla,  s.  f.  =  doppia.  T.  stor.  moneta 
d'oro  di  vario  valore  secondo  i  paesi. 
Sparita  la  cosa,  morto  il  vocabolo. 

doblaa,  agg.  =  pomato,  pomellato  :  del 
mantello  dei  leardi. 

dobiètt,  s.  m.  =  dobletto  :  specie  di 
tessuto  di  cotone  a  righine. 

docìa,  *  s.  f.  =  doccia  :  getto  d'  acqua 
diretto  per  cura  a  una  parte  del  corpo. 

dócil,  *  agg.  =  docile,  arrendevole  :  di 
chi  si  piega  facilmente  a'  consigli,  alla 
volontà  dei  superiori. 

dòcìlitaa,  *  s.  f.  =  docilità,  arrendevo- 
lezza. 

dociìmént;  *  s.  m.  =  documento  :  scritto 
ohe  si  allega  a  prova  di  fatti   asseriti. 

dociimeutà,  v.  att.  =  documentare  :  cor- 
redare di  documenti,  di  pi'ove,   e  sim. 

dòdes,  agg.  =  dodici  :  dieci  piii  due  ; 
in  del  dodes  =  nel  dodici  :  nell'  anno 
dodicesimo  del  secolo. 

dèe  e  anche  dove,  aw.  =  dove,  ove  :  il 
luogo  0  nel  luogo  in  cui. 

lì  de  dòe  =  per  dove,  per  qual  luogo. 

2)  dòesesìa  =  dovunque,  doveches- 
sia  :  in  qualunque  luogo. 

3)  rfe,  da  dóe,  d'in  dòe  =  donde  :  da 
qual  luogo. 

doé  e  dorè,  v.  att.  =  dovere  :  d'ogni 
azione  o  cosa  necessaria,  conveniente, 
obbligatoria,  molto  probabile. 

1)  Desiderio  e  bisogno  ;  te  doarìset 
pròpi  dàrnel  à  mi  el  tò  borsiti  =  do- 
vresti proprio  darlo  a  me  il  tuo  bor- 
sellino. 

2)  Essere  creditore  ;  mi  glie  devi 
niènt  à  niéUn  =  io  non  devo  nulla  ad 
alcuno. 

3)  Indicando  1'  autore    d'  una   cosa  ; 


el  ghe   dèv   tiitt   ài  so   àoeàtt  =  deve 
tutto  al  suo  avvocato. 

4)  Esprimendo  ostinazione  ;  anca  se 
el  ghe  n'ha  minga  voeuia  el  dèv  ve- 
gni  =  anche  se  non  ne  ha  volontà, 
deve  venire  ;  voglio  proprio  che  venga. 

5)  vèsé  cónte  se  dév  =  essere  come 
va  ;  essere  pei'  bene. 

doér  0  dover,  s.  m.  =  ciò  che  si  deve 
fare. 

1)  Conv^enienze  sociali  ;  fa  el  so 
doér  cdla  gènt  =  fare  il  proprio  dovere 
coUa  gente  ;  nel  senso  di  riverire,  sa- 
lutare, complimentare 

2)  mètt  ài  doèr.1  legni  ài  doér  =  far 
stare,  tenere  a  dovere. 

doér  (de  scòla)  s.  m.  =  compito:  il 
lavoro  in  iscritto  dei  ragazzi  che  vanno 
a  scuola. 

1)  fa  el  doér  in  bela  =  recai'e  il  com- 
pito in  pulito. 

2)  fa  el  doér  in  bruta  =  fare  la 
bozza,  la  minuta  del  compito. 

3)  fàgh  el  doér  à  vùn  =  fargli,  sug- 
gerirgli il  compito. 

dogana,*  s.  f.  =  dogana  :  l'ufficio,  la  re- 
sidenza della  dogana. 

dogàniér,*  s.  m.  =  doganiere  :  '  impie- 
gato di  dogana 

dogìà,  V.  att.  =  adocchiare,  docchiare  : 
guardare  con  avidità,  e  anche  fissar 
l'occhio  su  una  persona  che  si  cerca. 

dogiàda,  s.  f.  =  adocchiata,  occhiata. 

dogiòn,  s.  m.  =  adocchione  :  che  adoc- 
chia spesso  e  volentieri. 

dogma,*  s.  m.  =  dogma,  domma  :  quanto 
la  chiesa  impone  di  credere. 

dogmàtìoli,*  agg.  =  dogmatico  :  che  ri- 
guarda il  dogma. 

doiòs,  agg.  =  doglioso,  addolorato. 

1)  àndà  doiòs  =  andar  su  doglia, 
andare  sghembo. 

dola,  s.  f.  =  nome  della  pianta  scortec- 
ciata nei  boschi  che  serve  di  segnale 
di  limitazione  al  taglio  del  bosco. 

dolcésa,  *  s.  f.  =  dolcezza,  astr.  di  dolce, 
nei  significati  propri  e  nei  traslati. 

1)  Belle,  cortesi  manieri  ;  tràtà  vun 
coni  dolcèsa  =  trattare  uno  con  dol- 
cezza, cortesemente,  con  bella  ma- 
niera. 

dólci  (i),  s.  m.  pi.  =  i  dolci,  le  paste, 
le  chicche.  Vedi  bombon. 

1)  Scherz.  i  dolci  =  i  pie  dolci,  i 
pie  ciocci  ;  con  calli  o  .sim. 

doléta,   s.    f.  =  dulletta.  T.    da   fabbro 


dol 


283  - 


doni 


ferraio  :  strumento  per  bucare  gli  in- 
gegni d'una  cliiave. 

doliètt,  s.  f.  =  vestito  a  vestina  :  del- 
l'abigliamento  femminile,  specie  di  ve- 
ste da  camera.  Dal  frane,  douillette. 

dolòi*)  s.  m.  =  dolore  :  sensazione  pe- 
nosa. Anche  in  senso  morale. 

1)  vèss  pién  de  dolor,  vèsé  tiitt  in 
d'on  dolor  =  dolicchiare,  doliccicare. 

2)  dolor  de  eoo  =  dolor  di  capo  : 
dolor  di  capo  :  pensiero  molesto,  fa- 
stidio. Anche  :  persona  o  cosa  che  dia 
dolore. 

3)  dolor  miitt  =  dolore  cupo,  gi-ave. 

4)  l'è  quèèt  el  me  dolor  =  è  questo 
ciò  che  maggiormente  mi  duole. 

5)  mss  nàsiiil  quand  el  ditlol  el  g'à- 
veva  i  dolor  =  esser  nato  a  cattiva  luna, 
sotto  cattiva  stella  ;  essere   sfortunato. 

dolora,  -v.  alt.  =  spasimare  :  sentir  forte 
il  dolore  fisico. 

dolorili,  s.  m.  =  doloretto  :  dim.  di  do- 
lore. 

1)  i  doloriti  =  dogliuzze,  doloretti  ; 
spec.  dei  bambini. 

doloròs,  agg.  =  doloroso  ;  che  dà,  poiia 
dolore. 

1)  Ostico,  penoso  :  fìgm-. 

dols  *  agq.  =  dolce  :  che  ha  sapore  dolco. 

1)  Blando  :  che  opera  a  poco  a  poco, 
dolcemente  ;  fmugh  dols  =  fuoco  blando. 

2)  coi  dols  =  blandajnente,  con  dol- 
cezza, colle  buone. 

3)  legna  dòlsa  =  legno  dolci  :  che 
bruciano  presto. 

4)  l'égn  dols  =  legno  dolce,  docile  : 
che  si  lavora  facilmente. 

5)  el  dola,  s  m.  =  il  dolce  :  vivanda 
dolce  che  si  serve  verso  la  fine  del 
desinare. 

6)  dola  e  briiéeh  =  agrodolce,  dolce 
e  forte  ;  di  pietanze. 

7)  dola  de  sàngu  =  benigno,  dolce, 
tranquillo. 

8)  dols  =  dolce  di  sale  ;  scipito,  con 
poco  sale. 

9)  *  pee  dols  =  i  pie  dolci,  i  pie 
ciocci  ;  con  calli  e  sim, 

dolsìn,  agg.  =  dolcigno  :  che    pende    al 

dolce. 
dolsusc,    agg.    =    dolciastro  ;    pegg.    di 

dolce  :  che  sa  di  dolce,  nauseante. 
doma,  V.  att.  =   domare  :    degli    animali 

restii  per  natura. 

1)  Fig.  e  fam.  di   pers.    correggerla 

e  renderla  pieghevole  e  docile. 


2)  D'oggetti  0  strumenti  che  si  ren- 
dono coir  uso  più  manevoli. 

3)  Addolcire  ;  Véì-a  on  pànn  rumd, 
Vhà  domaa  prèsi  =  era  un  panno  ruv- 
vido,  r  ha  addolcito  presto. 

doma,  avv.  =  appena,  poco,  quasi  punto  ; 
solamente,  soltanto. 

1)  domh  àdèss  =  or  ora,  pur  dianzi, 
teste,  un  momento  fa. 

domàddr,  *  s.  m.  =  domatore,  addome- 
sticatore :  chi  addomestica  le  fiere. 

domali,  aiw.  =  domani,  dimani .  Vedi 
dimàu. 

1)  de  chi  à  domdn  on  quèj  sani 
proedàrà  =  cavami  d'oggi  e  mettimi  in 
dimane. 

2)  domdn;  domati  màtìna  =  tu  in- 
fornerai domane,  non  mai  ;  aspetta  ca- 
vai che  l'erba  cresca. 

3)  ran,  ran,  quèll  che  no  fèmm 
incceu  farèmm  domdn  =  quello  che  non 
si  farà  oggi  si  farà  domani. 

domanda,  s.  /*.  =  domanda,  dimanda  : 
il  domandare.  Anche  :  dimanda. 

1)  fa  dimtLìida  =  chiedere  un  prezzo 
esagerato. 

2)  Ei chiesta  fatta  all'autorità  :  inter- 
rogazione. 

3)  i  domànd  =  le  interrogazioni. 
domanda  e  dimanda,  v.  alt.  =  doman- 
dare,  dimandare,   chiedere,    addoman- 
dare  :  rivolgersi  con  parole  per   saper 
qualche  cosa. 

1)  domanda  rè  lèeit  e  riépond  l'è 
cortesìa  =  domandare  è  senno  e  rispon- 
dere è  cortesia. 

domenica*,  s.  f.  =  domenica  :  il  set- 
timo giorno  della  settimana.  Anche  ; 
doiiiéne8"a;  doménica  grtisa  =  l'ultima 
domenica  di  carnevale. 

domestica,  *  «'•  att.  =  addomesticare, 
dimesticare,  render  domestico. 

domèsticàbil,  *  agg.  =  addomesticabile  : 
che  ha  attitudine  ad  essere  addome- 
sticato. 

domésticli,  *  s.  m.  =  domestico,  servi- 
tore. 

1)  Agg.  Domestico,  mansueto. 

domicìli,  *  s.  m.  =  domicilio  :  il  luogo 
dove  uno  dichiara  di  aver  la  dimora 
stabile. 

domila,  agg.  =  due  mila  :  numero  ;  due 
volte  mille. 

domina,*  -v.  att.  =  dominare,  esercitare  il 
dominio. 

1)  Render  mansueto  ;  delle  bestie. 


doni 


284  — 


don 


2)  Prevalere  :  di  opinioni,  colori, 
sapori,  e  sim. 

3)  Del  vento  che  è  solito  soffiare  in 
un  luogo. 

4)  Soprastare  :  di  alture  ed  altri 
luoghi  elevati. 

dominàsiòu,  *  s.  f.  =  dominazione  :  il 
dominare. 

dominee,  s.  m.  =  entra  nella  frase  ;  à 
fa  on  dominee  glie  voRur  on  saceh  de 
danee  =  a  fare  uno  prete  ci  vuol  di 
molto  danaro. 

domino,  s.  m.  =  dominò  :  specie  di 
giuoco  con  ventotto  tessere. 

1)  Dominò,  bautta  :  sorta  di  vestito 
da  maschera. 

Dòinm,  s.  m.  =  Domo,  Duomo  :  la  cat- 
tedrale. 

1)  àndti  in  Dònim  =  fig.  andare  a 
male. 

2)  domanda  se  el  Dòmm  l'è  de  vend  = 
voler  comperare  il  Duomo.  Si  dice  di 
chi  ha  pochi  quattrini  e  gli  pare  d' a- 
verne  a  bastanza. 

3)  vègli  i  ami  dèla  baila  e  i  ècàlìn 
del  Dòmm.  Vedi,  ann,  17  ^ 

4)  vèsé  là  ftibrica  del  Dòmm  =  esser 
la  labbri ca  di  San  Piero  :  di  fabbrica 
che  non  finisce  mai,  e  per  estens.  d'ogni 
lavoro  molto  lungo. 

dòn,  s.  m.  =  don  :  titolo  d'onore  che  si 
mette  innanzi  ai  nomi  dei  preti  e  di 
alcuni  nobili. 

1  )  Dono,  regalo  ;  vèss  on  don  di  Dìo  = 
essere  un  dono  di  Dio. 

2)  dòn  de  natura  =  doao  di  natura  ; 
dote  naturale,  le  facoltà  della  mente  e 
dell'  animo. 

dòn  dòn  =  don  don  ;  ton  ton.  Voci  imi- 
tative il  suono  della  campana  a  rin- 
tocchi. 

dona,  V.  alt.  =  donare,  regalalo  :  dare 
in  dono. 

dona,  s.  f.  =  donna  :  la  femmina  del- 
l'uomo. 

1)  Donna,  moglie. 

2)  Donna,  fante,  servente. 

8)  dona  di  pàgn  de  color  =  lavatora, 
lavandaia  dei  pannolini  colorati  :  donna 
a  cui  diamo  a  lavare  camiciole  o  altre 
vesti  che  non  son  troppo  addatte  per 
la  lavandaia. 

4)  dona  che  ladra  in  biancherìa  = 
cucitrice. 

5)  dona    in   giornada  =  giornante  : 


che  va  a  lavorare   in    giornata    per  le 
case. 

6)  Donna,  donna  fatta;  contrario  di 
fanciulla. 

7)  piàsè  i  dòmi  =  tirare  alla  gon- 
nella. 

8)  spend  filtt  in  di  dònn  =  far  del 
ben  bellezza. 

9)  dona  de  gròés  =  serva  da  fatica, 
donna  di  mezzo. 

10)  dona  inpi'èstit  =  donna  in  scambio. 

11)  quèla  dona  =  mammana,  la  le- 
vatrice. 

12)  c^na  de  cà  =  massaia,  donna 
massaia.  Vedi  cà,  13). 

13)  dona  de  lobia  =  ciana. 

14)  ddna  de  concliisiòn  =  donna  va- 
lente, di  conto. 

15)  dona  e  pàdrotia  =  donna  e  ma- 
donna :  padrona  assoluta. 

16)  dò  dòmi  e  on'  dea  fan  on  nier- 
caa  =  tre  donne  fanno  un  mercato. 

17)  dona  giòina  e  mari  vece,  gh'è 
fmu  fina  ài  tèce  =  è  facilissimo  avere 
i  pulcini  di  gennaio. 

18)  in  cà  gh'è  sémper  maa  fic  là 
dona  là  pòrta  i  ealson  e  V  òmm  el 
scosaa  =  quella  casa  non  ha  pace  dove 
gallina  canta  e  gallo  tace. 

19)  né  dona,  né  ttla  à  lumm  de 
candita  =  ne  donna,  ne  tela  a  lume 
di  candela. 

20)  dna  bona  dona  l'è  on  tesar  per 
dna.  cà  =  la  buona  femmina  rifa  la  casa 
e  la  matta  la  disfà. 

21)  Donna  :  titolo  d'  onore,  femmin. 
di  don. 

22)  Nel  gioco  delle  carte  ognuna 
delle  quattro  figure  che  rappresentano 
una  donna. 

23  j  giiigà  à  ddna  salta  =  giocare  a 
dama  salta  :  specie  di  gioco  che  si  fa 
in  parecchi  colle  carte  da  tresotte. 

donasela,  s.  m.  =  donnaccia,  baldraoca  : 
donna  di  cattiva  vita. 

donàsiòn,  *  s.  f  =  donazione  :  atto  le- 
gale con  cui  si  cede  tutto  o  parte  delle 
proprie  sostanze. 

donàtt,  s.  m.  =  donnaiolo  :  che  ama  le 
donne  e  sta  dietro  a  questa  e  a  quella. 

dónca,  cong,  =  dunque,  adunque;  cong. 
illativa. 

1)  Modo  di  dire  ;  donca,  dónca  trii 
conchitt  fan  dna  conca  -  dunque,  dun- 
que, e  che  ho  da  rispondere?  non  c'è 
che  dire. 


don 


-  285  - 


(lor 


2)  Nelle  interrogazioni  stringenti, 
imperiose,  per  eccitare,  a  fare  o  a  ri- 
spondere. 

(lòuda,  s.  f.  =  dondolo  ;  dà  là  dónda  = 
dar  l'andata,  l'aire. 

doudà;  i^.  att.  =  dondolare  :  di  cosa  at- 
taccata 0  ritta  che  da  un  dei  capi  si 
move. 

1)  Ondeggiare,  barcollare,  traballare, 
balenare,  tentennare,  vacillare  :  di  per- 
sona 0  cosa  diritta  che  si  inchina  ora 
da  una  parte,  ora  dall'altra  ;  o?i  cioceh 
el  dónda  =  un  ubbriaco  barcolla. 

2)  Teinpellare,  indugiare. 

3)  Barellare  :  di  un  negoziante  che 
mal  si  regge  e  sta  per  fallire. 

doudàda,  s.  f.  =  dondolo,  barellone,  bar- 
collata, traballata  e  sim. 

doudàsi,  (el  sur)  =  dondolone,  bada- 
lone, tentennone. 

dondi^uà,  ■<'.  att.  =  dondolare.  Frequen- 
tativo di  dondà. 

doudòu,  avv.  =  dondolone. 

1)  giiigti  à  dóndón  =  fare  a  staccia 
buratta.  Nel  farlo  si  accompagna  il  gioco 
colle  parole  ;  dondon  Ceca  màrón-mà- 
rón  di  fraa,  è  mòrt  on  A-on  A  de 
Pavia,  è  mòrt  Lusla-Lilsìa  de  Mildn, 
è  mòrt  011  edn-on  edn  rabiòs,  è  mòrt 
on  tos-tos  tosòtt,  è  viòrt  là  dona  del 
higolòtt-bigolòtt  bigolotee,  è  mòrt  là 
dona  del  eàpelee.  E  in'  toscano  :  strac- 
cia buratta,  martin  della  gatta-la  gatta 
andò  a  mulino,  la  fece  un  chiocciolino  - 
coir  olio  e  col  sale,  col  piscio  di  cane. 

doudonà,  v.  att.  =  dondolare.  Vedi  dondà. 

donee,  s.  m.  =  donnaiolo  :  che  ama  le 
donne  e  sta  dietro  a  questa  e  a  quella. 

douèll,  s.  m.  =  coniglio.  Vedi  conili. 

douin,  s.  m.  =  donnine  :  donna  piccola 
e  graziosa, 

1)  Bambina  assennata. 

2)  Cecino  :  di  fanciulla  avvenente  e 
di  care  maniere. 

donisieU;  s.  m.  =  ciuino  :  porcellino 
d'India;  mits  porcellus. 

donèta,  s.  f.  =  donnetta  :  dim.  di  donna, 
i)  Donna  graziosa  e  piacevole  :  an- 
che donnine. 

2)  Uomo  tutto  preciso  intorno  alle 
coso  sue. 

3)  Ometto  che  si  compiace  occuparsi 
in  facendo  domestiche, 

4)  Bambina  che  ha  senno  di  donna 
fatta. 


donon,  s.  m.  =  donnone,  donnona.  Acor. 
di  donna  ;  donna  alta  e  ben    formata, 

donòta,  s.  f.  =  donnetta  :  donna  alta, 
grossa,  ma  piacente. 

dousèla,  s.  f.  =  cameriera  :  donna  da 
camera. 

1)  Specchio  a  bilico,  specchio  porta- 
tile :  poco  usato  il  vocabolo. 

donselànt,  s.  m.  =  dozzinante  :  chi  sta 
a  dozzina  ;  poco  usato. 

donsèna,  s.  f.  =  dozzina  :  parlando  di 
uova,  pane,  pere,  noci  e  altre  cose 
mangerecce,  in  ital.  anche  :  serqua. 

1)  dòdes  donsènn  =  una  grossa. 

2)  làorà,   poèta,  eee.  de   donsèna  = 
lavoro,  poeta,  ecc.  da  colascione. 

dopi,  agg.  =  doppio  :  duplicato,  duplice, 
doppio. 

1)  T.  di  stam.  ;  doppi eggiatura. 

2)  ài  dopi  =  al  doppio. 

3)  Fig.  doppio,  finto,  simulatore. 
doyìètt,  s.  m.  =  coppiola  :  scarica  con- 
temporanea delle  due  canne  di  un  fu- 
cile. 

dòpo,  avv.  =   dopo,    appresso  ;    avv.    di 

tempo. 

1)  A  modo  d'  agg.  :  el   di   dopo,    el 

mès  dòpo,    ecc.    =    il    giorno    dopo,    il 

mese  dopo,  ecc. 
dòpodiniàn,    avv.  =  doman   1'  altro  :    il 

giorno  dopo  domani. 
dopodisnaa,  s.  m.  =   dopopranzo  e  po- 
meriggio. Vedi  depodisnaa. 
doprà,"  v.  att.  =  adoperare,  usare  di  una 

cosa,    servirsene.    Anche  ;    doperà    e 

droà. 
dór,  acjg.  =  dorato  :  che  ha  color  d' oro. 
doràdura,  s.  f.  =  doratura  :  meglio  in- 

doràdura. 
dord,  s.    m.  =  tordo  ;  Sylvia    musica  - 

uccello  silvano,  che  zirla,  trutila. 

1)  dord  ètelon  =  schiamazzo,  allet- 
taiuolo,  cantaiuolo. 

2)  grass  còme  on  dord  =  grasso  pi- 
nato :  di  persona  soda  di  carni  come 
pina. 

dordà,  V.  att.  =  Zirlate,  triitilare:  del- 
l'emetter la  voce  che  fa  il  tordo. 

dordin,  s.  m.  dordìna,  s.  f.  =  pispo- 
lone, tordi  no.  Anthus  arboreus.  Uccello 
silvano. 

1)  Figur.  :  pinocchine ,  pinocchina  : 
fanciullo  0  donna,  piccoli  ma  grassocci 
e  ben  proporzionati. 

dordinètt,  s.  m.  =  pispoletto,  tordinetto. 


dor 


—  286  — 


dot 


dor  è  f  agg.  =  dorato,  dorè.  Dal  francese: 
Dorè, 

dori,  V.  att.  =  dolore  :  dai-e.  arrecar  do- 
lore. 

1)  dori  on  poo  =  dolicchiare. 

2)  chi  insci  voeur,  nient  ghe  doeur  = 
chi  è  causa  del  suo  mal  pianga  sé 
stesso;  chi  non  vuol  la  festa  levi  l'al- 
loro. 

doridi,  agg.  =  dorico.  T.  archit. 
dormentina,  s.  f.  =  narcotico,  oppio. 
1)  mètt  là  dormentina  =  aloppiare  : 

metter  l'oppio. 
dormì,  V.  att.  =  dormire:  prender  sonno, 

riposarsi  col  sonno. 

1)  doTìnì  à  là  serena  =  dormire  alla 
bella  diana,  all'aperto. 

2)  dormì  còme  on  sciaceli  e  anche  : 
dormì  déla  quarta  =  dormire  della 
grossa,  profondamente  :  dormire  quanto 
le  panchette,  quanto  le  materasse. 

3)  dormì  ààraa  =  dormir  sodo  :  dor- 
mire di  un  sonno  profondo. 

4)  dormì  déla  ■prima  =  dormir  la 
Bianca,  la  Bianchina;  dei  bachi  da 
seta  :  dormire  il  primo  sonno. 

5)  dormì  sii  là  càsìna  =  dormire  a 
pagliaio. 

(5)  dormì  in  éetòn  =  dormire  a  se- 
dere. 

7)  dormì  in  d'on  gropp  =  dormire 
rannicchiato. 

8)  dormì  i  so  sògn  quièti  =  dormire 
col  capo  fra  due   gaanciali. 

9)  chi  qiÈga,  no  dorma  =  chi  dorme 
non  piglia  pesci. 

10)  dormì  de  sora,  o  in  éul  sòree  = 
aver  le  campane  grosse,  esser  duro  di 
orecchio. 

11)  donni  déla  quarta  =  come  dormì 
coinè  on  seiòeeh.  Vedi  2). 

12)  el  dormirìa  éiii  gUgitt  =  dormi- 
rebbe sui  pettini  di  lino. 

13)  dormì  déla  grdsa  =  dormir  la 
grossa:  non  occuparsi  di  una  cosa. 

14)  dormìgh  éòra  =  dormirci  sopra 
a  una  cosa  :  non  ricordarsene  più. 

15)  mètt  à  dormì  =  mettere  a  dor- 
mire. Fig.  trascurare,  mettere  una  cosa 
in  disparte. 

16)  el  dormì  =  il  dormire  :  alloggio, 
camera,  letto  per  riposare. 

17)  èrba  cruda  e  gàmber  còti  no  Itl- 
éen  mài  dormì  tuta  là  nòtt  =  noi  vo- 
gliamo dire  che  non  si  deve  cibarsi  di 
sera  di  insalate  e  di    gamberi,    perchè 


cibi  indigesti,  che  farebbero  star  male 
di  notte. 

18)  Biascicare:  di  quando  la  richie- 
sta di  una  derrata  rallenta  e  il  mercato 
stagna. 

dormia,  s.  f.  =  alloppio,  narcotico.  Vedi 
dormentina. 

dormiàda,  dormida,  s.  f.  =  dormita, 
dormitona  :  un  dormire  lungo,  continuo. 

dormiàscià,  v.  att.  =  dormir  della  grossa, 
seguitare  a  dormire,  specialm.  per  pi- 
grizia. 

dormiàtt,  s.  m.  =  dormiglione  :  chi  è 
solito  levarsi  tardi,  dormir  molto. 

dòrmimpee,  s.  m.  =  dormalfuoco,  scio- 
perone, dappoco:  che  non  vuole,  non 
sa  lavorare. 

dormión,  s.  m.  =  dormiglione  :  chi  dor- 
me frequentemente  e  di  molto. 
1)  Traversa:  t.  di  macchina. 

dormitòri,  s.  m.  =  dormitolo,  dormen- 
torio :  camerone  delle  comunità  dove 
molti  stanno  a  dormire. 

dormceùs,  s.  f.  =  poltrona  e  carrozza  a 
sdraio  :  specie  di  poltrona  grande  colla 
spalliera  che  si  può  abbassare  e  su  cui 
vi  si  distende  come  in  letto.  Dal  frane.  : 
Dormeuse. 

dorsàl,  agg.  =  dorsale  ;  là  spina  doréal 

=  la  spina  dorsale,  la  colonna  vertebrale. 

dosa  e  dose,  *  =  dose:  la  quantità  ne- 
cessaria d' una  sostanza  per  ottenere  un 
dato  effetto  e  proporzione. 

dòss,  s,  m.  =  dorso,  dosso,  schiena. 

1)  fànn  de  sòtt  e  dòéé  =  far  d'ogni 
erba  fascio,  farne  d'ogni  sorta. 

2)  vess  faa  siil  so  dòse  =  essere  fatto 
sul  suo  dosso  :  di  panni  fatti  apposta 
per  una  pers.  o  che  tornano  bene  a 
quella. 

3)  Colle,  poggio;  el  dòéé  bèli  =  il 
dosso  bello. 

doserà,  s.  f.  =  dossiera:  largatasela  di 
cuoio  che  tiene  il  carro  per  le  stanghe 
appoggiato  al  basto  del  cavallo,  mulo, 
0  asino  che  sia. 

dota  e  dòte,  *  s.  f.  =  dote,  dota  :  quanto 
porta  la  donna  andando  a  marito,  e  la 
rendita  che  si  assegna  a  un  pubblico 
istituto. 

dota,  v.  att.  =  dotare  :  dare  la  dote. 

dotàsiòn,  s.  f.  =  dotazione,  dote,  asse- 
gnamento, assegno. 

dotór,  s.  m.  =  dottore,  medico  :  chi  cui*a 
le  malattie. 

1)  dotòr   déla   eiépa,   del    lèla,   del 


dot 


—  287 


drì 


perscimm,  de  l'tbequa  frèéca  =  dottore 
dei  miei  stivali,  toccapolsi.  Anche:  sala- 
mistra,  saccente,  saputello. 

2)  doto?-  de  lèg  =  dottore  in  legge, 
dottore,  notaio. 

3)  dotor  condott  =  medico  condotto. 

4)  l'è  mèj  on  àsen  viv  che  on  dotor 
mòri  =  vai  meglio  un  asino  vivo  che 
un  letterato  morto. 

5)  parla  mèj  che  né  on  dotor  =  par- 
lar come  una  sibilla  ;  parlar  bene  e  da 
senno. 

dotorà,  ».  att.  =  laureare,    addottorare. 
1)  Sdottoreggiare  :    fare   il   dodda,   il 
saccente,  il  saputo. 

dotoràda,  s.  f.  =  saccenteria  :  cosa  detta 
con  presunzione  di  saccente. 

dotorèll,  s.  m.  =  saputello,  saccentino: 
chi  fa  il  maestro  e  il  dottore  con  pre- 
tensione e  importunità. 

dotoresa,  *  s.  f,  =  dottora,  dottoressa: 
di  donna  sputasentenze.  Oggi  però  che 
le  donne  studiano  all'Università,  anche: 
medichessa, 

dotorìn,  s.  m.  =  dottorino:  specialmente 
di  dottore  giovane. 

dotoròn,  s.  m.  =  dottorone:  specialm, 
di  dottore  molto  valente. 

dotrìna,  s.  f.  =  dottrina,  catechisnio  :  i 
principi  della  relig.  catt.  e  il  libretto 
dove  sono  formulati  a  domande  e  ri- 
sposte. 

1)  là  dotrìna  di  sci'*ri  =  la  musica 
ai  G-ardini  Pubblici,  che  si  va  a  udire 
nelle  ore  e  invece  della  dottrina  in 
chiesa. 

dova  e  dóa,  s.  f.  =  doga  :  le  strisce  che 
compongono  vasi  da  umidi,  secchi,  tini, 
botti,  ecc. 

1)  gròéé  de  dov  =  dogare,  rimettere 
le  doghe. 

dóve,  =  dove,  ove.  Vedi  dòe. 

dovè,  =  dovere.  Vedi  doè. 

dover,  .s.  m.  =  dovere.  Vedi  doèr. 

dover  (de  scóla),  s.  m.  =  Compito.  Vedi 
doér  de  scòla. 

dovnii,  part.  =  dovuto  :  che  spetta,  che 
appartiene.  Part.  pass,  del  verbo  doè. 

dràgànt,  s.ìu.  =  di-agante  :  gomma  dra- 
gante. Sp.  di  colla. 

dràgrh,  s.  m.  =  Drago  :  animale  favoloso 
variamente  raffigurato. 

dràgron,  s.  m.  =  dragone  :  soldato  di  un 
corpo  speciale  di  cavalleria. 

1)  Dragone.  Sp.  di  mal  d'occhi  nei 
cavalli, 


2)  Targone.  Arthemysia  dracuneulus. 
Pianta  perenne. 

dragóna,  s.  f.  =  t.  milit.  :  dragona,  ci- 
cisbeo :  ornamento  dell'  impugnatura 
della  spada  o  sciabola  degli  ufficiali, 
soft' ufficiali  e  soldati  scelti. 

dràuia,  *  s.  m.  =  dramma  :  rappresen- 
tazione drammatica  seria  e  quasi  tragica. 

dramàtich,  *  agg.  =  drammatico.  Agg. 
da  dramma,  componimento  teatrale. 

dràpp,  *  s.  m.  =  drappo  :  tessuto  di  seta 
specialmente  a  opera. 

1)  Coltre  :  copeita  del  feretro. 

dràstici!,  *  agg.  =  drastico;  t.  med.  : 
d'alcuni  purganti  violenti. 

drèss,  s.  m.  =  tordo,  tordelle,  tordella 
alpigina.  Sylvia  Pilaris.  Uccello  sil- 
vano. 

drèsìn,  s.  m.  =  tordo  sassello,  tordo 
minore  o    alpigino.  Sylvia  iliaca. 

dresòn,  s.  m.  =  tordela,  tordiera,  tordo 
maggiore,  tordescaia.   Sylvia  viscivora. 

drisà,  V.  att.  =  addirizzare:  far  dritto 
quel  che   è    storto,    rimettere  a  dritto. 

driss,  agg.  Lo   stesso    che  dritt.  Vedi. 

drita  e  drìsa,  s.  f.  =  destra. 

1)  vèss  fila  eoa  drita  =  essere  alla 
sua  dritta. 

2)  sta  sii  là  eòa  drita  =  tenersi  sulla 
mano. 

3)  dà  là  drita  =  cedere  il  passo  alla 
destra.  Fig.  cedere,  inchinarsi  :  rico- 
noscersi per  da  meno  di  un  altro. 

drito,  s.  m.  =  avveduto,  astuto:  che  ha 

astuzia,  furberia.  Per  lo    più   in   poco 

buon  senso. 
dritón,  s.  m.   =    drittone,    arzigogolone, 

fiirbaccio  :  di  pers.  molto  furba. 

1)  vèsé  on   driton    =    essere   un  dei 

fini. 
dritt,  agg.  =  diritto  :    contr.    di    curvo  : 

ritto,  dritto. 

1)  Anche  :  perpendicolare,  a  piombo 
contrario  di  pendente,  inclinato. 

2)  àndtL  dritt  =  andar  diritto,  andar 
per  la  linea  diretta. 

3)  àndà  dritt  in  del  écriv  =  fare  i 
righi   diritti. 

4)  tirti  dritt  =  arar  diritto.  Anche: 
passar  via  senza  fermarsi. 

5)  per  dritt  e  per  traverà  =  per  dritto 
e  per  traverso:  in  un  modo  o  nell'altro 
a  qualunque  costo. 

6)  dritt  cóme  on  i,  còme  on  fù,s  = 
diritto  come  un  cero  :  diritto  molto. 


dri 


288  - 


dur 


I)  toeula,  ciàpàla  in  sili  so  dritt  = 
pigliarla  pel  suo  verso. 

8)  dritt  in  pee  =  ritto  in  piedi. 

d)  tira  dritt  per  là  eoa  étrhda  =  tirar 
di'itto  per  la  sua  strada  :  far  ciò  che  si 
crede  meglio,  senza  curarsi  delle  cri- 
tiche. 

10)  A  diritto  :  in  linea  retta,  diretta- 
mente ;  el  va  séniper  dritt,  el  trceiwa 
Mbit  là  strada  =  va  sempre  a  diritto  e 
trova  subito  la  strada. 

II)  dritt  come  i  gamb  d'  on  càn  = 
diritto  come  le  gambe  dei  cani,  cioè 
tutto  torto. 

12)  "vess  minga  in   sili   so   driss  = 
non  essere  di  buon  umore  ;  aver  le  pa- 
turnie. 
dritura,  s.  f.   =  dirittura  ;    linea   retta  ; 
indritùra  =  dirittamente,  in  linea  retta. 
1)  Avvedutezza,  furberia. 
droà,  V.  att.  =  adoprare,  adoperare  :  usare 
una  cosa,  servirseae. 

1)  drot  i  man  =  adoperar  le  mani, 
picchiare. 

2)  Prov.  :  chi  g'hà  giiidisi  le  drativa 
=  chi  ha  più  giudizio  e  più  n'  adopri. 
Non  cimentarsi,  non  compromettersi 
con  persona  che  ti  invita  senza  aver 
conoscenza  della  sua  debolezza  e  del 
suo  torto. 

3)  Giovarsi  di  una  cosa  :  valersene  a 
suo  prò. 

droaa,  agg.  =  adoprato,  adoperato,  usato: 

che  non  è  più  nuovo. 
droàbil,  a^^r.  =  adoprabile,   adoperabile: 

che  si  può  adoperare. 
droga,  s.  f.   =  droga,    aroma:    specie  di 

prodotti  coloniali  come,  cannella,  pepe, 

coriandri,  garofani,   ecc. 
droghee,  s.  m.  =  droghiere  :  che  vende 

droghe.  Anche  fondeghee. 
drogherìa,  *  s.  f.  =  drogheria:  bottega 

dove  si  vende  droghe,  generi  coloniali 

e  cose  affini. 
droghètt,  s.  m.   =  droghetto:    specie  di 

panno.  Poco  usato.  Dal  frane.  :  droguet. 
drolàrìa,  s.  f.  =  astuzia,  furberia,  saga- 

cita,  avvedutezza.   Dal  frane,  drolerie. 
dromedàri,*  s.  m.  =  dromedario:  specie 

di  cammello  con  una  gobba  sola. 
1)  Si  dice  specialm.  di  donna  molto 

alta  e  poco  grossa. 
dubi,  *  s.  m,.  =   dubbio. 

1)  no  gli' è  dUbi  =    non    c'è    dubbio. 

2)  caga  dubi  =  meticoloso,  sofistico. 


dubita,  'e.  att.  =  dubitare  :  esser  dub- 
bioso, incerto. 

1)  Aver  poca  fiducia  :  non  fidarsi  ; 
dubita  de  tiiti  =  non  fidarsi  di  nessuno. 

duca,  s.  m.  =  duca:  titolo  di  nobiltà, 
non  più  di  signoria. 

diicaa,  s.  m.  =  ducato  :  per  fortuna  spai've 
dalla  geogr.  d'It.  la  cosa  e  sparisce 
anche  il  nome. 

diichèsa,  s.  f.  =  duchessa:  la  moglie  del 
duca. 

diicliesiua  =  duchessina  :  la  figlia  del 
duca. 

diichin  =  duchino:  il  figlio  del  duca. 

diicìiiuént,  s.  m  =  documento.  V.  do- 
cttmènt. 

diteli,  *  s.  m.  =  duello:  combattimento 
fra  due  sfidati. 

1)  fa  diièll  =  duellare,  combattere  in 
duello. 

diiètt,  *  s.  m.  =  duetto.  T.  music,  vezz. 
di  Duo.  Composizione  vocale  e  istru- 
mentale  a  due  parti. 

dugo,  s.  m.  =  gufo  reale  o  grosso,  bar- 
bagianni selvatico.  Strix  bubo  :  uccello 
di  rapina.  Anche  gràu  dugo. 

diilcàinàra,  s.  f.  =  dulcamara  ;  specie  di 
pianta  comune  e  medicinale. 

dttplicaa,  agg.  =  duplicato  :  seconda  copia 
d'una  ricevuta,  o  d'altro  atto  qualsi- 
voglia. 

1)  Duplicato.  T.  di  tipogr.  :  quel  che 
il  compositore  raddoppia  per  svista. 

diìr,  agg.  =  duro,  sodo:  d'ogni  corpo  re- 
sistente e  di  cosa  relativamente  più 
dura  di  altre  dello    stesso  genere. 

1)  tegnì  dur  o  .§tà  dùr  =  durare, 
stare  saldo,    perseverare,    non    cedere. 

2)  sta  dùr  còme  on  mùr  =  stare, 
tener  fermo. 

8)  vèss  dur  d'orègia  =  aver  le  cam- 
pane grosse,  0  ingrossate  :  essere'  un 
po'  sordo. 

4)  dur  de  boea  =  duro  di  bocca  ;  di 
cavallo  che  sente  difficilmente  il  morso. 

5)  dur  de  coms  =  di  cattiva  cottura: 
di  vivande  che  richiedono  molto  tempo 
per  cuocere. 

6)  dur  de  peli  =  faccia  di  bronzo  : 
di  chi  non  ha  puntiglio,  ne  dignità  per- 
sonale. 

7)  l'è  dura!  =  è  ardua!  è  aspra! 
di  cosa  grave  a  sopportare.  Anche  : 
è  aghera  ! 

8)  piètra  dUra  =  pietra  dura,  pie- 
tra preziosa. 


dui' 


-  289 


e^e 


diirà;  V.  (Ut.  =  durare,  conservarsi  :  di 
cosa  che  si  mantiene  relativamente  a 
lungo. 

1)  Bastare,  conservarsi  :  dotto  di  cose. 

2)  diir^  dà  là  ìnàtìna  à  là  èira  = 
durar  quanto  da  Natale  a  Santo  Ste- 
fano. 

diiràda^  s.  j.  =  durata  :  il  tempo  che 
dura  una  cosa;  mss  de  diiràda  =  es- 
sere duraturo,  durevole. 

(liiràs,  s.  m.  =  duracine,  cotogno:  di 
frutto  che  non  lascia  il  nocciolo. 

diirèsa,  *  s.  f.  -  durezza  :  la  qualità  del- 
l'essere duro. 

diiròu,  s.  ni.  =  durezza:  specie  di  tu- 
more. 

diironà;  v.  att.  =  fischiare  :  per  allettare 
le  allodole  a  calar  nelle  reti. 

diiròtt,  agg.  =  dui-otto,  durastro  :  un  po' 
duro. 

diìscèss,  s.  f.  =  divano  turco.  V.  divàii. 

diisèiit,  agg.  =  duecento  :  numero  cardi- 
nale, due  volte  cento,  dugento. 


diiii,  agg.  =  due  :    il    doppio    dell'unità. 

1)  ànddi  in  duil  =  spezzarsi,  spac- 
carsi, dividersi. 

2)  tàià,  dèrvi  ■in  diiii  =  dimezzare, 
ammezzare,  dividere. 

3)  tiitt  dilli  e  tiitt  e  diiii  =  ambedue, 
entrambi,  tutt'e  due. 

4)  l'ànn  del  diiii,  ci  més  del  mai  = 
il  giorno  di  San  Bellino  :  il  primo  anno 
che  non  è  nebbia.  Per  dir  :  giammai. 

5)  éénsa  di  ne  vùn,  ne  diiii  =  senza 
dire  né  ai,  né  bai. 

6)  In  fig.  di  litotos.  :  fa  diiii  pass  = 
far  due  passi;  alcuni,  pochi. 

7)  dilli  cdrp  e  on'ànima  =  due  in 
una  carne,  due  anime  in  un  nocciolo. 

8)  tceu  sii  el  dilil  de  copp  =  batter- 
sela, svignarsela,  sgattaiolarsela. 

duìiliii;  s.  m.  =  pannolino  di  tutto  lino. 

diiiipòut,  s.  m.  =  mezzi  punti,  due  punti. 

duyis,  (vèss  o  sàvè)  =  parere,  sembrare  ; 

me  sa  dilvls  che...  =  mi  pare   che... 


E> 


e  =  e  vocale  :  quinta  lettera  dell'alfabeto, 
ha  suono  aperto  è  {spèss)  e  chiuso  e 
{sperà). 

e  eong.  =  e  ;  unisce  due  proporzioni  coor- 
dinate, 0  le  parti  di  una  proposizione 
composta  o  complessa. 

ebanista,  *  s.  m.  =  ebanista,  stipettaio  : 
chi  fa  lavori  in  ebano  o  in  altri  legni 
preziosi. 

èbeii,  s.  m.  =  ebano  ;  ebanits  :  sorta  di 
legno  prezioso,  nerissimo. 

ebén,  interr.  =  ebbene  ?  e  che   per  ciò  ? 

ebràici!,  *  agg.  =  ebraico  :  che  appar- 
tiene agli  Ebrei. 

1)  l'ebrdieh    =   l'ebraico  :    la   lingua 
degli  Ebrei. 

Ebrèi,  s.  m.  =  Ebreo,  Giudeo  :  del  popolo 
della  Palestina,  oggi  disperso  nel  mondo. 

1)  Usuraio,  strozzino.    Anche  :  mer- 
canto che  fa  pagar  molto  caro. 

2)  fàla  de  ebrèj  =  usureggiare. 

3)  pari  on  ebrej  =  avere  una  vocina 


4)  pari  là  sinagòga  di  Ebrèj  =  faro 
una  sinagoga  :  di  persone  che  parlino 
tutte  insieme  e  facciano  confusione  o 
baccano. 

5)  mes^eià  i  Ebrèj  coni  i  Sàmàri- 
tàn  =  confondere  gli  Ebrei  coi  Sama- 
ritani :  una  cosa  con  una  ben  diversa. 

6)  Eretico,  giudeo  :  chi  non  si  son- 
forma  ai  dogmi  della  religione  cattolica. 

ebrèiusc,  s.  m.  =  ebreino,  deriv.  di  ebreo. 

ecéd,  V.  att.  =  eccedere  :  passare  una 
data  misura,  passare  il  limite. 

ecelènsa,  s.  f.  =  eccellenza  :  astr.  di  ec- 
cellente e  titolo  dei  più.  alti  impiegati 
dello  Stato. 

ecelènt,  agg.  =  eccellente,  squisito  ; 
buono  in  sommo  grado. 

ecèntrich,*  agg.  =  strano,  originale  :  di 
chi  ha  usi   differenti  e  speciali. 

ecepi,  V.  att.  =  opporre,  o  fare  eccezione. 

ecesiòn,  s.  f.  =  eccezione:  caso  cho, 
non  entra  nella  regola. 


19 


ece 


290  — 


efe 


ecesionàl,    agg.   =    eccezionale  :  che  fa, 

contiene  un'eccezione. 
ecesÌT,   agg.   =    eccessivo  :    che   eccede, 

trabocca,  passa  ì  limiti. 
ecèss,  s.  m.   =  eccesso,    misfatto  :  cosa 

che  esce  dai  limiti  dell'onesto. 

1)  vegnt  à  di  ècèéé  =  prorompere, 
dare  in  eccessi. 

2)  rè  on  ecèss  =  è  un  frugolo,^  un 
nabisso.  Di  fanciullo  irrequieto.  E  un 
rompicollo  :  di  adulto  che  travia. 

ecétera,  m.  =  eccetera.  T.  lat.  che  si 
usa  quando,  nominate  varie  cose,  si 
vuol  dire  che  ne  lasciamo  altre  da  no- 
minare. 

ecetiià)  v.  att.  =  eccettuare:  fare  ecce- 
zione per  qualche  cosa. 

e  l'ita,  V.  att.  =  eccitare,  stimolare,  mo- 
vere a  sdegno,    esortare,  spingere. 

1)  Di  cibi  e  bevande  :  stimolare  troppo 
e  male. 

ecitàbil,  *  agg.  =  eccitabile:  facile  a 
eccitarsi. 

ecitamént,  s.  m.  =  l'eccitamento,  l'ec- 
citare :  ciò  che  eccita. 

ecitànt,  *  agg.  =  eccitante,  che  eccita. 
Specialm.  di  cibi  e  bevande. 

ecitàsión,  *  s.  f.  =  eccitazione  :  l'eccitare 
e  lo  stato  di  chi  è  eccitato. 

eciiimm,  =  ecci:  voce  indicante  il  rumore 
nello  starnutare.  C'è  una  canzonetta 
infantile:  eciiimm,  eciiimm,  eciiimm^  fa- 
rèmm  là  rostiseiàna  coVòli  délaliimm. 

eclàtt  (fa),  =  far  falò,  o  vista,  o  scoppio 
di  se.  Far  gran  comparsa.  Dal  frane.  : 
eclat. 

eclesiàstich,  *  agg.  =  ecclesiastico  :  che 
appartiene  e  riguarda  la  Chiesa. 

eclìsà,  *  V.  att.  =  ecclissare  :  di  pers.  che 
coi  loro  meriti  offuscano  quelli  degli 
altri. 

eclìss,  s.  m.  =  eclisse  :  sparizione  mo- 
mentanea di  un  astro. 

èco  e  èco,  s.  m.  =  eco  :  voce  o  suono  che 
si  sente  ripercosso,  dopo  averlo  udito  di- 
rettamente. 

1)  Anche  di  luogo  che  fa  eco. 

èco,  cong.  =  ecco  :  presentando,  annun- 
ziando, additando  cose  aspettate,  o 
pronosticate,  o  desiderate. 


ecoaom. 


m.    =    economo  :    ammini- 


stratore delle  cose  proprie  e  delle  altrui. 

ecònom,  agg.  =  economo  :  che  fa  eco- 
nomia, che  spende  con  parsimonia. 

economaa,  s.  m.  =  economato  :  uffizio 
dell'economo. 


economìa,    s.  f.  =  economia,  risparmio. 

econòmich,*  agg.  =  economico:  che  con- 
viene coir  economia  e  anche  che  fa  eco- 
nomia. 

econoinisà,  v.  att.  =  economizzare  :  ri- 
sparmiare, vivere  con  economia. 

ecràn,  ecrén,  s.  m.  =  parafuoco,  ven- 
tarola. Telaio  con  stoffa  fatto  a  cateratta, 
che  messo  innanzi  al  caminetto  ripara 
il  calore  del  foco. 

eden,  *  s.  m.  =  eden,  eldorado  :  paese 
di  delizie,  di  abbondanza. 

1)  A  Milano  è  diventato  popolare  un 
caffè,  dove  si  danno  spettacoli  di  va- 
rietà, e  che  si  intitola  Eden. 

édera,  *  s.  f.  =  edera,  oliera.  T.  bot. 
Specie  di  pianta  rampicante. 

edìcola,*  s.  f.  edicola,  chiosco:  special- 
mente per  la  vendita  dei  giornali. 

ediflcaa,"'  agg.  =  maravigliato,  stupito  : 
preso  da  maraviglia  o  stupore. 

edifìsi,  s.  m.  =  edificio,  edifizio:  costru- 
zione grandiosa. 

edilìsi,*  agg.  =  edilizio:  che  si  riferisce 
alle  fabbriche  di  una  città. 

edisiòn,  s.  f.  =  edizione:  stampa  e  pub- 
blicazione di  un  libro. 

edisionéta,  s.  f.  =  edizioncina;  dimin. 
vezz.  di  edizione. 

editor,  s.  m.  =  editore:  chi  prende  a 
stampare  opere  d'altri. 

editt,  s.  m.  =  editto  :  ordine  promul- 
gato da  una  pubblica  autorità. 

educa,  V.  att.  =  educare  :  svolgere  e  diri- 
gere le  qualità  della  mente  e  dell'a- 
nimo. 

educanda,  s.  f.  =  educanda:  giovanotta 
in  educazione  in  qualche  convitto. 

ediicàsiòn,  s.  f.  educazione. 

1)  L'opera  e  gli  effetti  dell'educare. 

2)  Cortesia,  pulitezza  di  modi. 
educàtìv,*  agg.  =  educativo:  che  mira  o 

giova  a  educare. 
educàtòr,  *  s.  m.  =  educatore:  chi  educa. 
éfa,  s.  f.  =  effe:  la  lettera  F. 

1)  bàron  coni  l' èfa  =  briccone    col- 

l'effo. 
efemèrid,  s-.   f.  =   effemeride:  pubblica-  j 

zione  periodica. 
efervescénsa,  *  s.  f.  =  effervescenza:  il 

salire  di  bollicine   gassose   alla  super- 
ficie di  un  liquido. 
efèrrescent,  *  agg.   =   effervescente.  Di 

bibite  gassose. 
efetìv,  *  agg.    =   effettivo,    vero,   reale, 

pronto. 


efe 


-  291  - 


eie 


efètóii,  s.  m.  =  effettone:  accrescitivo  di 
effetto. 

efètt,*  s.  m.  =  effetto:  azione  o  cosa  pro- 
dotta da  un  agente. 

1)  Impressione    piuttosto  viva,    rife- 
rita specialm.  al  sentimento. 

2)  Dell'aziono  di  certi  medicamenti. 

3)  *  èfètt  =  gli  effetti  :  beni,    averi, 
mobili,  od  anche  vestiari. 

efètiià,  v.  att.  =  effettuare  :  condurre, 
mandare  ad  effetto. 

efì^ie,*  s.  f.  =  effigie.  Nella  sola  frase: 
impicà,  briisà  in  efìgie  =  impiccare, 
bruciare  in  effigie. 

ef  ìmera,  s.  f.  =  effìmera  :  di  febbre 
specialmente,  febbre  di  un  giorno. 

egìsiàn,  agg.  =  egiziano:  abit.  d'  Egitto 
e  proveniente  dall'Egitto. 

egoismo,  s.  m.  =  egoismo:  il  non  pen- 
sare che  a  sé. 

egoista,  s.  M.  =  egoista:  chi  non  pensa 
che  a  se. 

Egitt,  =  usa  nelle  frasi  negative  che 

d'Egitti  =  un  cappero,  un  corno:  per 
es.  :  l'è  étaa  piirànca  sàvi  ;  che  sàvi 
d' Egitt  !  =  fu  pur  savio  ;  savio  un  cap- 
pero, un  corno.  Anche  :  che  savio  de' 
miei  corbelli. 

egregiàmènt,  avv.  =  egregiamente,  be- 
none :  specialm.  dello  stato  di  salute. 

eguài,*  agg.  =  eguale,  uguale,  pari:  della 
stessa  natura,  qualità,  quantità. 

eguàliànsa,*  s.  f.  =  eguaglianza,  ugua- 
glianza: l'essere  eguale. 

èli!?  inter  =  eh  !  di  sdegno,  di  interro- 
gazione. 

ehi,  inter.  =  ehi  !  -  ei,  sì;  ma  che!  Spe- 
cialmente per  negare. - 

ehoeù!  inter.  =  aho  !  modo  volgare  d'e- 
slamazione  :  eccome  !  altro  !  siccome  ! 
Rinforza  l'affermazione  e  significa  in- 
vece la  soddisfazione  di  chi  afferma  ; 
te  èee  étaa  à  l'esposision?  -  ehmU!  e 
ghe  vceuri  torna  =  sei  stato  all'esposi- 
zione? -  aho  !  e  voglio  tornarvi. 

el,  pron.  =  egli  :  pron.  pors.  masch.  di 
terza  persona. 

el,  art.  =  il  e  lo  :  articolo  determinato, 
maschile  singolare. 

eia,  s.  f.  =  elle:  la  lettera  L. 

elàstici!,  *  s.  m.  =  elastico  :  tessuto  di 
materia  elastica  per  nastri,  cinti,  ecc. 

1)  Tutto  ciò  che  ha  elasticità. 

2)  Saccone  elastico  :  parte  del  letto. 
Anche  :  saccone  a  molla. 

3)  Legacciolo,  laccetto  elastico  :  stri- 


scia di  tessuto    di    seta   o   cotone  con 
elastico  per  allacciare  le  calze. 

4)  Elastico  :  tessuto  di  gomma  elastica, 
seta  e  lana  posto  ai  due  lati  del  ghettino 
nelle  scarpe,  perchè  serri  bene  il  piede. 

elàsticitaa,  s.  f.  =  elasticità  :  proprietà 
fìsica  di  certi  corpi. 

1)  Snellezza  e  pieghevolezza  degli 
arti  del  corpo  umano. 

elefànt,  s.  m.  =  elefante  :  il  piii  grosso 
dei  quadrupedi. 

elég,  V.'  att.  =  eleggere:  scegliere  tra  più. 
persone  o  partiti. 

1)  Nominare  ad  una  carica  pubblica. 

elegànsa,  s.  f.  =  eleganza,  leggiadria: 
astratto  di  elegante. 

elegànt,  agg.  =  elegante:  semplice  e  con 
grazia  disinvolta. 

elegìbil,'^  agg.  =  eleggibile:  che  può  es- 
sere eletto. 

elegiiiii,  agg.  =  eletto:  colui  che  è  scelto 
ad  una  carica,  ad  un  officio. 

eleinéiit,*  s.  m.  =  elemento:  quel  che  è 
necessario  o  ordinario  alla  vita. 

1)  trovasi  in  del  §ò  element  =  essere 
nel  proprio  elemento,  nel^a  propria  aria. 

eleiuént,  (i)  =  gli  elementi,  le  prime 
regole;  *  element  déla  gramatìca  hin 
minga  fàcil  =  gli  elementi  della  gram- 
matica non  sono  facili. 

elementàr,  agg.  =  elementare  :  che  ri- 
guarda i  primi  elementi. 

1)  Di  scuola,  maestro,  maestre,  occ. 

elemòsina,  *  s.  f.  =  elemosina,  accatto, 
e  anche  ciò  che  si  dà  a  chi  accatta. 

elèncli,  s.  m.  =  elenco  :  indice  di  cose 
varie  registrate  con  ordine. 

elesiòn,  *  s.  f.  =  elezione:  l'eleggere  a 
una  dignità. 

1)  Scelta  volouteresa  di  uno  stato. 

elèta,  s.  f.  =  privilegiato,  scelta.  T.  di 
gioco  =  vèàs  l' elèta  =  avere  il  privile- 
gio di  giocar  per  il  primo,  essere  alla 
destra  di  chi  tiene  il  mazzo. 

eletòr,  s.  m.  =  elettore:  chi  elegge  ad 
una  dignità. 

elètoràl,*  agg.  =  elettorale  :  che  spetta 
alla  elezione. 

elètt,  *  p.  pass.  =  eletto  :  lo  stesso  che 
elegiiiii;  Vhà  faa  de  tiitt  per  vèss  elètt 
deputaa  =  ha  fatto  ogni  sforzo  per  es- 
sere eletto  deputato. 

eletrich,  agg.  =  elettrico  :  di  corpo  che 
ha  0  dà  l'elettricità. 

1)  Anche  di  ciò  che  è  prodotto  dalla 
elettricità;  lils  elétriea  =  luce  elettrica. 


eie 


—  292  — 


end 


eletricitaa,*  s.  j.  =  elettricità:  azione  e 
forza  fisica. 

eletrisà,  v.  att.  =  elettrizzare,  eccitare, 
entusiasmare;  l'è  dna  mùsica  che  ele- 
trisà =  è  una  musica  che  elettrizza. 

eleva,*  v.  att.  =  elevare,  alzare,  innal- 
zare: promuovere  a  un  grado  maggiore. 

elevàsiòn,*  s.  f.  =  elevazione:  specialm. 
il  momento  nella  Messa  quando  il  sa- 
cerdote eleva  l'ostia. 

èlice,*  s.  m.  =  elice,  elica  :  sistema  di 
propulsione  di  navi  a  vapore.  ' 

elimina,*  v.  att.  =  eliminare,  scartare, 
toglier  di  mezzo  ;  elimina  tùti  i  difi- 
coltaa  =  eliminare  ogni  difficoltà. 

elisir,*  s.  m.  =  elisire,  estratto,  elisirre: 
liquore  spiritoso  e  piuttosto  dolce  con 
qualche  qualità  medicinale. 

élmo,  s.  m.  =  elmo,  armatui-a  del  capo; 
specialmente  antica;  i  dràgón  g'han  sii 
l'elmo  =  i  dragoni  hanno  l'elmo  in  capo. 

elógrio,*  s.  m.  =  elogio,  lode;  ci  maèster 
el  g'Iià  faa  propi  on  bèli  elògio  =  il 
maestro  gli  ha  proprio  fatto  un  bell'e- 
logio. 

eloqnénsa,  *  .s.  f.  =  eloquenza  :  facoltà 
di  parlare  in  modo  che  l'oratore  si  gua- 
dagni il  pubblico. 

1)  Parlantina:  loquacità  garrula,  in- 
discreta. 

eloquènt,  *  agg.  =  eloquente  :  che  ha 
eloquenza. 

élsa,  s.  f.  =  lucignolo  :  quantità  di  lino 
che  si  avvolge  attorno  alla  rocca. 

èma,*  s.  f-  =  emme:  la  lettera  M. 

emàuàsìón,*  s.  f.  =  provenienza:  conse- 
guenza diretta. 

emancipa,*  v.  att.  =  emancipare:  togliere 
di  tutela. 

emàncipàsiòn,  *  s.  f.  =  emancipazione: 
l'omaacipare  e  l'essere  emancipati. 

emblèma,*  s.  m,  =  emblema,  modello; 
vèsé  V  emblèma  déla  pasiènsa  =  essere 
l'emblema,  il  modello  della  pazienza. 

embrión,   s.  m.   =   embrione  :   concetto 
non  ancora  svolto,  idea  ancora  confusa. 
1)  regordà  in  embrión  =  ricordare 
in  ombra,  confusamente. 

emendàmént,  *  s.  m.  =  emendamento  : 
aggiunta,  correzione.  T.  parlament. 

emendàss,  v.  rifl.  =  emendarsi:  correg- 
gersi dai  difetti. 

emèrff,*  v.  att.  =  emei'gere,  eccellere,  es- 
sere in  alto  :  specialm.  con  significato 
morale. 


emètici!,*  s.  m.  =  emetico:  medicina  che 
eccita  il  vomito. 

emicrània,  s.  f.  =  emicrania  :  dolore  di 
testa, 

emigra,  v.  att.  =  emigrare  :  abbando- 
nare il  paese  nativo  per  un  alti'o  stra- 
niero. 

emig-raa,  5.  m.  =  emigi-ato,  chi  emigra: 
specialm.  per  ragione  politica  e  econo- 
mica. 

emigràsiòn,  s.  f.  =  emigrazione:  l'emi- 
grare e  le  persone  emigrate;  l'emigrà- 
éiòn  in  America  là  crèéé  tuli  i  di  = 
l'emigrazione  in  America  cresce  ogni 
giorno.. 

eminènsa,  s.  f.  =  eminenza  :  titolo  ec- 
clesiastico. 

emoliént,*  s.  m.  =  emolliente  :  termine 
medico,  di  rimedi  che  raddolciscono  il 
male. 

emorogrìa,*  s.  f.  =  emorragia:  term.  med. 
Perdita  considerevole  di  sangue;  el  g'hà 
aviiii  on' emorogìa  del  nds  =  ebbe  un'e- 
morragia dal  naso. 

emosión,*  s.  f.  =  emozione,  commozione 
specialmente  leggiera. 

emosionànt,*  agg.  =  che  produce  emo- 
zione: commovente;  l'è  on  dràma  emo- 
éiondnt  =  è  un  dramma   commovente. 

empòri,  s.  m.  =  emporio  :  centro  di 
commercio,  negozio  ben  provvisto. 

emiilàsidn,  s.  f.  =  emulazione  :  1'  emu- 
lare. 

emiilsiòn,  s.  f.  =  emulsione:  specie  di 
medicina  fatta  di  semi  pestati  o  sciolti 
nell'acqua. 

en,  pron.  =  ne;  gh'en  voeur  =  co  ne  vo- 
gliono. 

éna,  s.  f.  =  enne:  la  lettera  N. 

1)  el  siir  èna  èna  =  il  signor  enne 
enne  ;  cioè  un  tale  di  cui  non  si  dice 
il  nome, 

encefalite,  *  e  tra  il  popolino  encefa- 
lìtica, s.  f.  =  encefalite,  encefalitide  : 
T.  med.,   infiammazione  del  cervello. 

enciclopedìa,  *  s.  f.  =  enciclopedia  :  Il 
complesso  delle  cognizioni  dello  scibile, 
e  il  vocabolario  che  le  contiene;  el  Te- 
sdurué  del  Petròcch  Ve  dna  gran  bòna 
enciclopedia  =  il  Thesaurus  del  Pe- 
trocchi è  una  gran  buona  enciclopedia. 

enciclopédicli,  *  agg.  =  enciclopedico  : 
chi  sa  di  tutto  lo  scibile. 

éndegh,  agg.  =  indaco:  di  colore  tra 
turchino  ed  azzurro. 

1)  Sudicio  :    cho    dimostra  di  essere 


end  —  293  — 


equ 


sporco  ;  ci  g'hà  sémper  el  fasolètt  én- 
degh  =  ha  sempre  la  pezzuola  sudicia. 

éudes,  s.  m.  =  endice  evo  di  marmo  che 
si  lascia  nel  nido  per  richiamo  delle 
galline. 

energ'ia,  *  s.  f.  =  energia  :  potenza  di 
operare  e  di  resistere  lungamente;  eoi 
scolar  ghc  voeur  vègli  energìa  =  cogli  sco- 
lari bisogna  avere  energia. 

enèr^icli,*  agg.  =  energico:  che  ha  ener- 
gia, risoluto,  deciso. 

ènfasi,  s.  f.  =  enfasi  :  calore  nel  parlare 
ed  esagerazione  nelle  parole. 

enfàticli,*  agg.  =  enfatico  :  che  ha  del- 
l'enfasi, detto  e  fatto  con  enfasi. 

enigrnia,  s.  m.  =  enimma  :  sentenza  a 
modo  di  indovinello. 

1)  Anche  di  uomo  il  cui  carattere 
non  sia  aperto  e  chiaro  ;  coés  te  vceutt! 
qiièll  òmni  per  mi  l'è  on  enigma  =  che 
vuoi!  quell'omo  è  per  me  un  enigma. 

enìgmàticli,*  agg.  =  enigmatico:  che  non 
si  capisce  bene. 

ènn  ènn,  =  Vedi  èna,  1). 

enorme,  agg.  =  enorme  :  che  eccede  la 
misura  solita  e  naturale. 

enòrmitaa,  s.  f.  =  enormità  :  astr.  di 
enorme. 

entitaa,  s.  f.  =  entità,  importanza,  mo- 
mento ;  Ve  minga  l' entitaa  del  regali 
che  vie  pias,  l'è  el  pensér  =  non  è  l'en- 
tità del  dono  che  mi  piace,  è  il  pen- 
siero. 

entra,  v.  att.  =  entrare;  passare  all'in- 
terno. 

1)  entrti  in  bàli  =  entrare  in  ballo, 

2)  vorègh  entra  in  tiltteòss  =  mettersi 
in  mezzo. 

.S)  là  me  entra   minga  =  non  la  mi 
entra,  non  la  capisco. 
entràda,  s.  f.  =  entrata  :  il  punto  dove 
si  entra:  ingresso. 

1)  L'utile  che  rende  il  patrimonio  o 
la  professione:  reddito. 

2)  La  funzione  dell'entrare  ;  specialm. 
di  principi,  vescovi,  grandi  personaggi, 
e  sim.  che  entrano   solennemente. 

B)  Giro.  T.  dei  sarti  :  il  punto  in  cui 
nella  manica  si  infila  il  braccio. 

entusiasma,  v.  att.  =  entusiasmare,  ispi- 
rare entusiasmo. 

entusiasmo,*  s.  m.  =  entusiasmo  :  viva 
commozione  dell'animo  manifesta. 

entiisiàsta,*  agg.  =  entusiasta,  che  ha 
entusiasmo.  Anche  :  entìisiàsmaa. 


epidemìa,  s.  f.  =  epidemia  :  malattia 
generale  per  cagion  dell'aria   corrotta. 

epidémicli,*  agg.  =  epidemico.  Di  male 
che  abbia  i  caratteri  dell'epidemia. 

epifanìa,*  s.  f.  =  epifania  :  festa  catto- 
lica del  6  gennaio.  Prov.  V  epifania 
tuli  i  fèst  ie  m,èna  via  =  1'  epifania 
tutte  le  feste  le  porta  via. 

epìg'ràfe,  s.  f.  =  epigrafe,  iscrizione  :  le 
parole  incise  sulla  lapide  di  un  defunto. 

epìlèticli,*  agg.  =  epilettico  :  che  soffre 
l'epilessia,  che  è  prodotto  dalla  epilessia. 

episodi,*  s.  m.  =  episodio  :  azione  ac- 
cessoria, collegata  alla  principale. 

epìstola,*  s.  f.  =  epistola  :  parte  della 
Messa  in  cui  si  recita  un'epistola  d'a- 
postoli. 

epitàfl,  *  s.  m.  =  epitaffio,  iscrizione  : 
specialm.  quella  che  si  legge  sui  car- 
telli che  sulla  porta  della  chiesa  invi- 
tano a  pregar  per  un  morto. 

epoca,*  s.  /.  =  epoca:  punto,  tempo  in 
generale;  *  costumni  de  V època  =  i  co- 
stumi dell'epoca,  del  tempo. 

epfìr,*  cong.  =  eppure,  pure,  nonostante, 
tuttavia. 

equàsión,*  s.  f.  =  equazione.  T.  algebr. 
La  formula  con  cui  si  esprime  l'ugua- 
glianza di  due  quantità  per  mezzo  di 
incognite. 

equàtór,*  s.  m.  =  equatore:  circolo  mas- 
simo della  sfera. 

eqiiilibrà,  *  v.  att.  =  equilibrare,  bilan- 
ciare: mantenere  l'uguaglianza  tra  due 
cose  opposte  cosicché  l'una  non  superi 
r  altra. 

equilìbri,  s.  m.  =  equilibrio  :  lo  stare 
per  giusto  contrappeso  sospesi  in  un 
punto,  senza  cadere  da  nessuna  parte. 

1)  pérd  V equilìbri  =  disquilibrarsi, 
perdere  l'equilibrio. 

2)  vèss,  sia,  legni  in  equilibri  =  es- 
sere, stare,  tenere  in  bilico  :  di  corpo 
solido  che,  avendo  il  centro  di  gravità 
perpendicolare  a  un  punto  che  lo  so- 
stiene, non  cade,  uè  pende  da  nessuna 
parte;  sàltadòr  che  sta  ben  in  equilibri 
sii  là  còrda  =  forzatore  che  si  tien 
bene  in  bilico  sulla  corda. 

eqìiinòsi,  s.  vi.  =  equinozio.  Termine  di 
astronomia. 

1)  Equivoco,  disgrazia,  detto  per  celia. 

2)  Inconveniente:  fatto  imprevisto  e 
poco  gradevole. 

eqiiipàg'g,  *  s.  vi.  =  cocchio  :  carrozza 
di  lusso. 


equ 


294 


erb 


eqiiipàgià;  v.  att.  equipaggiare,  fornire 
di  tutto  ciò  che  è  necessario. 

eqiiitàtiv,  agg.  =  congnio,  equo,  va- 
lente, conveniente. 

equiTàlént,  agg.  =  equivalente,  che  equi- 
vale :  di  cose  aventi  lo  stesso  valore, 
e  specialmente  del  danaro. 

eqiiìvoch,  s.  m.  =  equivoco,  sbaglio,  qui 
prò  quo:  interpretazione  erronea  di  pa- 
role 0  di  azioni. 

1)  Agg.,  equivoco:  che  si  può  inter- 
pretare in  più  modi,  ambiguo. 

2)  condola  equìvoca  =  agire  equivoco, 
subdolo:  di  chi  inganna. 

era,  s.  f.  =  erre:  la  lettera  E. 

1)  podè  minga  dì  l'era  =  balbettare 

l'erre. 
èra,  s.  f.  =  aia:  piazza  davanti  alla  casa 

dei  contadini  per  battervi. 

1)  bàtt  el  gran  sii  l'era  =  battere, 
trebbiare. 

2)  desténd  in  l'era  =  inaiare,  disten- 
dere i  covoni  sull'aia  per  batterli. 

3)  imboasciti  l'èra  =  imbuinar  l'aia. 

4)  èra  de  quàdrèj  =  mattonaia. 
eràri,  *  s.  m.  =  erario  :  le  finanze  dello 

Stato  e  le  Casse  pubbliche. 

erariàl,  agg.  =  erariale  :  che  appartiene 
all'erario. 

eràtà-córìgre,  s.  f.  =  errata-corrige  e  so- 
lam.  errata:  la  parte  del  libro  che  ri- 
porta gli  errori  corsi  e  le  correzioni. 

érb,  s.  pi.  femm.  =  erbucce,  erbucci. 

èrba,  s.  f.  =  erba:  quella  che  nasce  senza 
coltura,  0  che  si  semina  per  le  bestie 
grosse. 

1)  fa  èrba  =  far  l'erba:  raccoglierla, 
tagliarla  per  darla  alle  bestie. 

2)  l'è  minga  l'ami  de  Vèrba  càtiva 
=  non  è  l'anno  della  malerba.  Congra- 
tulandosi scherzosamente  di  pericolo 
scampato. 

3)  dolor,  àocàlt,  profesòr,  ecc.  in 
èrba  =  dottore,  avvocato,  professore,  in 
erba:  che  è  ancora  agli  studi,  o  sem- 
plicemente avviato  a  quelli. 

4)  dà  l'èrba  ruga  =  dar  l'erba  cassia: 
cacciare  via. 

5)  fa  d'ogni  èrba  fàèà  =  fare  d'ogni 
erba  fascio  :  di  chi  mette  insieme  alla 
rinfusa  e  di  chi  ne  fa  di  tutti  i  colori. 

6)  là  viaVèrba  Ve  quéla  che  crèss 
pilsee  =  la  malerba  cresce  presto  :  di 
birbi  0  birbe  che  vegetano  bene. 

7)  manda  foeilra  à  l'èrba  =  aderbare, 
mandare  al  pascolo. 


8)  mangia  el  fèn  in  èrba  =  man- 
giare il  grano  in  erba  :  consumare  an- 
ticipatamente. 

9)  pesta,  gio  l'èrba  =  calpestare  l'erba 
coi  piedi. 

10)  vede  Vèrba  à  nàéé  de  nòti  fig.  = 
aver  l'arco  lungo:  essere  accorto,  astuto. 

11)  senlì  à  nàéé  l'èrba  =  fig.,  sentir 
nascere  l'erba:  avere  udito  acutissimo, 
finissimo. 

12)  l'èrba  vuj  là  nàéé  in  del  giàr- 
din  del  rè  =  l'erba  voglio  nasce  in  Bo- 
boli:  la  propria  volontà  nessuno  la  può 
fare. 

13)  étràpà  Vèrba  coni  là  s'cèna  =  fig. 
fare  l'arte  di  Michelaccio. 

14)  èrba  amara  =  romice  acquatica; 
rumex  aquaticus  o  maior.  Anche:  èrba 
de  éan  Ùioànn. 

15)  èrba  balsamina  =  caccia  diavoli: 
sp.  di  erba  medicinale. 

16)  èrba  basgiàna  =  fava  grassa  ; 
seduni  telephium. 

17)  èrba  bona  =  anaci:  frutti  e  semi 
dell' anacio  o  anice,  e  dei  finocchi. 

18)  èrba  àrlèchina  =  maraviglia:  spe- 
■cie  d'amaranto  colle  foglie  macchiate 
di  verde,  rosso  e  giallo  ;  donde  il  nome 
milanese. 

19)  èrba  bianca  =  argentina:  pianta 
delle  rosacee. 

20)  èrba  bindèlìna  =  canna,  canna 
reale  rigata. 

21)  èrba  bruéca  =  acetosella,  sala- 
moia; oxalis  acetosella.  ; 

22)  èrba  cavatina  =  erba  medica  : 
erba  perenne  eccellente  per  foraggio  e 
per  formare  prati  artificiali. 

23)  èrba  càvra  =  imperatoria,  bol- 
gioino  selvatico,  angelica  francese. 

24)  èrba  ciprèéina  =  santolina,  abro- 
tano. 

25)  èrba  coróna  =  solatro. 

26)  èrba  cartèla  =  lancinola,  pian- 
taggine lunga. 

27,  èrba  de  cinqu  foeuj  =  cinquefo- 
glio,  pontesilla. 

28)  èrba  de  foeuj  o  cenlfoauj  =  mille- 
foglio. 

29)  èrba  dèla  Màdòna  =  edera  ter- 
restre. 

30)  èrba  dèla  rogna  =  scabbiosa,  am- 
breta:  pianta  delle  malvacee. 

31)  èrba  del  poer  òmm  =  stancaca- 
vallo,  graziola. 

32)  èrba  del  làj  =  ciciliana. 


erb 


—  295  — 


ere 


33)  èrba  de  piàgh  =  fior  cappuccio 
selvatico. 

34)  erba  de  pitòcch  =  vitalba,  cle- 
matide, vincapervinca  :  sorta  di  frutice 
delle  siepi  e  dei  boschi  Vinca  maior. 

35)  erba  de  sciati  =  marrubbio  ac- 
quatico: siderite. 

SG)  èrba  de  tùli  i  mes  =  sabina,  ci- 
presso dei  maghi. 

37)  èrba  de  veni  =  pulsatilla. 

38)  èrba  di  gàtt  =  maro,  maro  si- 
riaco. 

39)  èrba  dontna  =  celidonia. 

40)  èrba  d'or  =  eliantemo. 

41)  erba  droga  =  git,  gittaione. 

42)  èrba  giàca  =  ranuncolo  scellerato 
0  da  piaghe. 

43)  èrba  giMàdìna  =  erba  cristallina 
0  cristalloide. 

44)  èrba  guéa  =  vena  maggiore,  sag- 
gina canaiolo. 

4i)  èrba  lànàda  =  erba  san  Pietro, 
salvia  selvatica. 

46)  èrba  limonsìna  =  cedronella,  ol- 
traggine, melissa. 

47)  èrba  lunga  =  segale  lanaiuola. 

48)  èrba  màgènga  =  fienaiuola, 
sciammia. 

49)  èrba  màèétra  =  erba  fava,  fava- 
gello. 

50)  èrba  màtricdl  =  matricaria. 

51)  èrba  mèdega  =  medica,  trifoglio. 

52)  èrba   medegàda  »  nepitella. 

53)  èrba  meleghèta  =  melilotto,  lu- 
pinella. 

54)  èrba  mèrda  =  erba  connina. 

55)  èrba  miràbèll  =  noce  spinosa, 
stramonio. 

56)  èrba  mogntiga  =  tribolo  terrestre. 

57)  èrba  mòra  =  loglierella. 

58)  èrba  mornèra  =  cenerognola,  ce- 
lidonia. 

59)  èrba  pària  o  paia  =  parietaria, 
vitriola- 

60)  èrba  per  là  fécer  =  biondella, 
centaurea. 

61)  èrba  porma  =  verrucario. 

62)  èrba  ruga  =  ruta. 

63)  èrba  sàlvàdega  =  querciuola,  ca- 
lamandria. 

64)  èrba  san  Cristòfen  =  barba  di 
capro. 

65)  èrba  éàn  Oidcom  =  matricale 
selvatico. 

66)  èrba  san  Gioànn  =  verbena. 


67)  èrba  san  Péder  =  erba  santa  Ma- 
ria, erba  costa,  amara. 

68)  èrba  éàn  Rócch  =  erba  roberta. 

69)  èrba  sàvia  =  salvia. 

70)  èrba  scàrèta  =  licopodio,  musco 
terrestre,  pie  di  lupo. 

71)  èrba  éensa   còsta  =  lingua    ser-« 
pentina,  erba  luccia. 

72)  èrba  éòlda  =  erba  iva,  iva. 

73)  èrba    soràdòna    »    giusquiamo, 
dente  cavallino. 

74)  èrba  trigàboeil  =  straccabue,  ervo, 
capogirlo. 

75)  èrba   pàittna  =  erba  brillantina. 

76)  èrba  sàlàmm  =  timo  capitato. 

77)  èrba  del  mal  d'ceucc  =  erba  Eu- 
frasia. 

erbàdegh,  s.  m.  =  erbaio,  prato  tempo- 
raneo, prato  a  vicenda. 

1)  Agg.,  erboso:  che  ha  molta  erba. 

erbàg-g",  s.  m.  =  erbaggio:  l'erba  da  man- 
giare. 

erbasàvìa,  s.  f.  =  salvia  :  pianta  usata 
per  cucina. 

erbàscia,  s.  f.  =  erbaccia:  pegg.  di  erba. 

erbètìna,  s.  f.  •=  erbolina,  erbicciola, 
erbetta. 

erbètt,  s.  f.  pi.  -  erbacce,  erbicine,  bie- 
tole: erbe  da  mettere  nella  minestra. 

erbìon,  erbèi,  s.  m.  =  pisello,  pisello 
bianco,  comune;  pisum  sativum. 

1)  éìt  à  erbiòn  =  pisellaio,  pisellaia. 

2)  Bozzacchione  ;  àndù,  in   erbiòn  = 
imbozzacchire. 

3)  fa  giò  i  erbiòn  =    sgranare  i  pi- 
selli. 

4)  i  gilàé  di  erbiòn  =  i  baccelli. 
erbora,  v.  att.  =  ei-borizzare  :  andare  in 

cerca  d'erbe  e  di  piante  per  studio,  o 
uso  medico. 

erboràri,  s.  m.  =  erborista:  chi  racco- 
glie le  erbe  e  le  vende. 

erborinaa,  agg.  =  verderognolo  :  dello 
stracchino  di  gorgonzola. 

erborimi,  (i)  =  prezzemolo,  petrosemolo: 
piccola  erba  odorifera  per  uso  di  cu- 
cina. 

erborina  sàlvàdega,  =  cicuta  ;  cicuta 
■virosa. 

erbòs,  agg.  =  erboso:  coperto  d'erba. 

èrcol,  s.  m.  =  atleta:  uomo  che  ha  una 
forza  straordinaria. 

erèd,  s.  m.  =  erede  :  chi  succede  nei  di- 
ritti e  negli  obblighi  di  una  persona 
dopo  la  sua  morte.  Comincia  a  usare 
largamente  erède.  * 


'2\)Q  — 


e  sa 


eredità,  v.  att.  =  ereditare:  restare  eredo 

di  una  cosa. 
ereditaa,   s.    f.   =  eredità  :  il  diritto  di 

essere  erodi,  e  quanto  si  eredita. 
1)  àcetà  l'eredìtaa  =  Vedi  acetà  3), 
ereditàri,  agg.  =  ereditario:  di  cosa  che 
^  si  possiede  o  si  trasmette  per  eredità. 

1)  princip  ereditàri  =  principe  ere- 
ditario: chiamato  a  succedere  al  trono. 

2)  Che  va  per  discendenza,  non  elet- 
tivo. 

eremita,  *  s.  m.  e  reinita,  =  eremita, 
romito:  chi  vive  religiosamente  ritirato 
in  luogo  solitario. 

1)  Fig.,  fa  r  eremita  •=  appartarsi, 
star  solo. 

2)  el  ditiol  ci  ée  fa  eremita  =  Vedi 
diàol  14). 

eresia,*  s.  f.  =  eresia,  bestemmia. 

1)  di  minga  sii  di  ereslj  =  non  dire 
eresie:  di  cose  affatto  fuor  di  luogo. 

eréticli,*  agg.  =  eretico,  irreligioso,  em- 
pio: chi  dice  cose  contrarie  ai  dogmi, 
0  vive  non  curando  le  pratiche  di  re- 
ligione. 

ergàstol,  *  s.  m.  =  ergastolo  :  stabili- 
mento dei  reclusi  e  la  reclusione  stessa; 
l'han  condanaa  à  l'ergàstol  =  l'hanno 
condannato  all'ergastolo. 

ergna,  s.  f.  =  edera,  oliera:  specie  di 
pianta. 

1)  ctLcia  de  V  èrgna  =  caccia  dell'e- 
dera. 

2)  èrgna  =  ernia,  apertura,  allenta- 
tura: l'uscita  dell'  intestino  dalla  sua 
cavità  naturale,  rigonfiando  all'esterno. 

èrgnos,  agg.  =  ederoso,  pieno  d'edera. 
1)  Ernioso,  che  patisce  di  ernia. 

ermelìn,*  s.  m.  =  armellino,  ermellino  : 
specie  di  donnola  che  ha  la  pelle  bian- 
chissima e  anche  la  pelle  di  questo 
animale. 

ermeticàmènt,  *  avv.  =  ermeticamente: 
in  modo  che  non  c'entri  assolutamente 
aria. 

èrnia,  s.  f.  =  ernia,  allentatiu-a.  Vedi 
apertura,  3). 

Eròd,*  s.  m.  =  Erode.  Nella  frase  manda 
dà  Eròd  à  Pilàtt  =  mandare,  riman- 
dare da  Erode  a  Pilato:  quando  un  af- 
fare si  manda  da  una  persona  all'altra, 
o  da  un  uffizio  all'  altro  e  non  se  ne 
vede  la  conclusione. 

eròe,*  s.  m.  =  eroe:  uomo  straordinaria- 
mente coraggioso  nel  compiere  il  bene; 


Garibaldi    Ve  l'eroe   d'Italia  =    Gari- 
baldi è  l'eroe  d'Italia. 

eròicàmént,  *  avv.  =  eroicamente  :  in 
modo  eroico. 

eròicli,  *  agg.  =  eroico:  degno  d'eroe. 
1)  Anche  di  medicamenti  molto  ener- 
gici. 

eroismo,  *  s.  ìu.  =  eroismo,  virtù,  atto 
da  eroe;  l'amor  d'òna  marna  l'è  ca- 
pace de  qualunque  eroismo  =  l'amor 
di  una  madre  è  capace  di  qualunque 
eroismo. 

erór,  s.  m.  =  errore  :  opinione,  dot- 
trina errata.  Anche  e  più.  :  sbaglio. 

1)  eròr  no  paga  dèbit  =   frego    non 
cancella  partita. 

èrpegà,  e  erpesà,  ».  att.  erpicare,  er- 
picinare:  lavorare  coli' erpice  la  terra. 

èrpegadura,  s.  f.  =  erpicatura,  il  lavoro 
fatto  coir  erpice. 

érpes,  s.  m.  =  erpice:  strumento  agrario. 
1)  xesè  on  érpes  =  essere  più  lungo 
che  il  sabato  santo. 

érta,  (ài')  =  all'erta  I  eccitando  a  met- 
tersi in  guardia. 

1)  sta  ài' èrta  =  stare  all'erta  :  stare 
attento  a  non  esser  sorpreso. 

èrtegli,  agg.  =  grosso,  sodo,  fitto:  di  con- 
siderevole spessore. 

eriidii,  *  agg.  =  erudito,  dotto  :  che  ha 
molta  dottrina. 

eriidisiòii,  *  s.  f.  =  erudizione  :  patri- 
monio di  cognizioni  esteso. 

eriisiòn,  *  s.  f.  =  eruzione:  1'  erompere 
dei  vulcani. 

èsa,  s.  f  =  esse,  la  lettera  S.  Ha  tre 
suoni:  aspro  s  (sorbètt,  fistola,  pensér); 
dolce  s  (sbaglia,  ròsa,  casa)  ed  uno 
strisciato  s  come  dì  una  *  molto  affie- 
volita (sia,  gàsèla,  séro).  Questo  ulti- 
mo suono  sostituisce  la  %  della  pro- 
nuncia ital.  specialm.  nelle  iniziali.  Ne- 
gli altri  casi  la  %.  ital.  è  sostituita  quasi 
sempre  da  s  (sifol  =  zuffolo;  grtisia  = 
grazia;  sperànsa  =  speranza).  In  fine  di 
parola  è  sempre  dolce  se  preceduta  da 
vocale  sempre  aspra  se  da  consonante. 
Davanti  aUe  consonanti  h,  g,  l.,  m,  n,  r,  r 
è  dolce  0  quasi,  come  in  ital.  Davanti 
a  vocale  in  principio  di  parola  è  sem- 
pre aspra,  tranne  quando  sostituisce 
la  z,  che  in  tal  caso  è  strisciata  (san- 
.^àra,  sibètt). 

1)  Certo  dolce  di  pasta  frolla  fatto 
appunto  colla  forma  di  S. 

2)  Ogni  ferro  ripiegato  a  mo'  di  S. 


e  sa 


—  297 


esagrerà,  v.  att.  osagorare  :  dire  di  pro- 
posito più  che  non  sia. 

esageraa,  s.  m.  =  esageratore:  chi  parla 
con  esagerazione. 

1)  Agg.,  esagerato:  la  cosa,  il  detto 
esagerato. 

esageràsión,  s.  f.  =  esagerazione  :  1'  e- 
sagerare  e  la  cosa  esagerata. 

esàgon,*  s.  m.  =  esagono.  T.  geom. 
poligono  di  sei  lati. 

esala,  v.  att.  =  asolare  :  prender  fresco 
in  un  luogo  arioso. 

esàlàsión,  s.  f.  =  esalazione  :  1'  esalare, 
il  disperdersi  di  un  corpo  nell'aria. 

esalta,  v.  att.  =  esaltare,  magnificare  : 
specialm.  con  lodi. 

esàltaa,  agg.  =  esaltato,  eccitato,  alterato: 
specialm.  di  giovani. 

esàltàss,  v.  rifl.  =  esaltarsi,  eccitarsi, 
alterarsi,  agitarsi:  specialmente  con  let- 
ture. 

esàltàsión,  s.  f.  =  esaltazione  :  l' essere 
esaltato  di  mente. 

esàiuitt.  Si  m.  =  esamino,  un  po'  di  esa- 
me :  dim.  di  esame. 

esamina,  v.  att.  =  esaminare  :  fare  esa- 
me 0  r  esame.  Prendere  in  esame; 
esamiìià  on  doeUmént  =  esaminare  un 
documento;  esamina  i  scolar  =  esami- 
nar gli  scolari. 

esàiuinàdór,  s.  m.  =  esaminatore  :  chi 
esamina. 

esàmni,  s.  m.  =  esame. 

1)  Attenta  considerazione  di  un  og- 
getto, e  delle  sue  qualità,  intrapresa 
a  fine  di  proferirne  un  giudizio. 

2)  Il  saggio  che  gli  scolari  danno 
del  profitto  fatto  e  del  loro  grado  d'i- 
struzione. 

3)  esàmm  de  coseénsa  =  esame  di 
coscienza  :  il  richiamarsi  alla  mente  i 
peccati  commessi  a  fine  di  confessione. 

4)  T.  di  procedura:  l'interrogazione 
delle  pai-ti  e  dei  testimoni.  Fiìi  coni.  : 
interogàtòri. 

es.à]nòn,  *  s.  vi.  =  esamone  :  un  esame 
lungo,  ma  specialmente    ben   riuscito. 

esàtainént,  avv.  =  esattamente  con  esat- 
tezza. 

esàtésa,  s.  f.  =  esattezza,  precisione: 
corrispondenza  assoluta  alle  regole  date 
per  una  cosa. 

esàtòr,  s.  m.  =  esattore:  riscotitore  di 
imposte  ;  bisogna  pensagli  àl'esàtòr  = 
bisogna  pensare  all'esattore:  cioè  ri- 
porre il  danaro  per  le  imposte. 


esatorìa,  s.  f.  =  esattoria:  V  ufficio 
dell'esattore. 

esàtt,  agg.  =  esatto,  preciso  nell'  ese- 
guire una  cosa. 

esaudì,  v.  att.  =  esaudire,  accordare 
una  grazia  chiesta.  Meglio  dà  fitrti, 
ascolta. 

esàiirì,  v.  att.  =  esaurire,  consumare, 
finire  :  è  poco  comune  ancora. 

esaurii,  agg,  =  esaurito,  esausto:  del- 
l'ingegno che  non  ha  più  forza. 

escàndescénsa,  s.  f.  =  escandescenza: 
ira  subitanea  che  prorompe  in  eccesso 
di  parole.  In  mil.  è  usata  specialm.  al 
plurale. 

èscara,  *  s.  /".  =  escara,  T.  med.  ;  crosta 
nera  delle  piaghe.  Usa  ancora  molto 
fra  il  pop.  crosta. 

escLàmàsión,  s.  f.  =  esclamazione, 
r  esclamare  :  voce  poco  usata,  se  non 
nella  frase  funt  d'esclàmasion  =  punto 
d'esclamazione  :   segno  ortografico. 

escliid,  v.  att.  =  escludere,  lasciar  fuori: 
non  accettare  insieme  cogli  altri. 

esclusiòn,  s.  f.  =  esclusione,  1'  esclu- 
dere. 

esciirsìón,  *  s.  f.  =  escursione,  passeg- 
giata, gita  :  il  percorrere  a  scopo  di 
ricerche  o  di  diletto  un  paese,  non  fer- 
mandocisi . 

esebì,  «'.  att.  =  esibire,  offrire,  profferire. 
Anche  insebi;  el  m'ha  esebii  là  eoa 
cà  =  mi  ha  offerto  la  sua  casa. 

1)  Iron.:  minacciare:  di  busse  e  per- 
cosse. 

eseciisión,  s.  f.  =  esecuzione,  l'eseguire: 
specialmente  il  modo  come  si  rappre- 
sentano spettacoli  teatrali  :  l'esecmidn 
de  votelo  l'è  stàda  splendida  =  l'esecu- 
zione dell'Otello  è  stata  splendida. 

eseciitòr,     s.    m.    =    esecutore  :     nome 

verb.  da  eseg'iiì.  Chi  o  che  eseguisce. 

1)  eseciitòr  testamentàri  =  esecutore 

testamentario  :  Quello  a  cui  il  testatore 

vuole  affidate  le  sue  ultime  volontà. 

esegiìì,  V.  att,  =  eseguire  :  mettere  ad 
effetto  una  cosa    pensata.   Poco  usato. 

esèmpi,  s.  m.  =  esempio. 

1)  Cosa  proposta  e  degna  d'essere 
proposta  a  imitare  o  fuggire  ;  on  htm 
esèmpi  =  un  buon  esempio. 

2)  dà  bòn,  eatìv  esempi  =  dar  buono, 
cattivo  esempio  :  fare  "in  presenza  di 
altri  cose  lodevoli  o  no. 

3)  Modello  e  fatto  addotto  a  confer- 
ma di  quanto  si  è  dotto  ;  i  esémpi  di 


ese 


298  — 


eso 


regol  studiaa  =  gli  esempi  delle  regole 
studiate. 

4)  Novella,  fiaba:  raccontino  che  si 
dice  ai  bambini  per  tenerli  cheti  e  che 
per  lo  più.  non  ha  verosimiglianza, 
eseniplàr,  s.  m.   =  esemplare. 

1)  Quel  che  serve  d'esempio. 

2)  Copia  di  libri,  incisioni  e  sim. 

3)  Quaderno  d'esercizi  di  calligrafia 
e  di  disegao, 

4)  Agg.  :  che  serve  o  può  servire  di 
esempio. 

esénsa,*  s.  f.  =  essenza  :  distillato  di  so- 
stanze vegetali,  specialmente  per  pro- 
fumi. 

eseiisiàl,  agg.  =  essenziale:  che  è  an- 
nesso, tutt'uno  colla  cosa. 

1)  quèst  l'è  l'esenéiàl  =  questo  è  l'e- 
senziale.  Questo  è  l'importante. 

esensiòn,  s.  f.  =  esenzione  :  l' essere 
esenti  da  un  obbligo. 

esentila,  v.  att.  =  esentare,  sciogliere 
da  xva.  obbligo  di  legge  comune. 

eséqui,  s.  vi.  pi.  =  esequie,  mortorio  : 
onori  che  si  fanno   al  defunto, 

èser,  (in  bòn).  =  ben  tenuto,  in  buon 
stato  ;  in  càtìv  Her  =  in  cattivo  stato. 

esercéut,  *  s.  m.  =  esercente  :  chi  ha 
bottega  di  merci,  specialmente  di  pic- 
cola consumazione  ;  i  esereént  hin  prdpi 
sémper  i  piisee  tribillaa  =  gli  esercenti 
son  proprio  sempre  i  più  tribolati, 

esercì,  *  f.  att.  =  esercitare  :  di  un'arte, 
professione  o  mestiere.  Non  troppo 
usato, 

esercìsi,  s.  m.  =  esercizio  :  un  assiduo 
ripetere  di  atti  per  imparare  una  cosa. 

1)  i  esercìsi  =  gli  esercizi  :  quelli 
dei  militari. 

2)  fa  i  esercìsi  épiritiiài  =  darsi  agli 
esercizi  spirituali:  quelli  degli  eccle- 
siastici  per   penitenza   o   meditazione. 

3)  Di  un'arte,  professione  o  sim.  ; 
sta  in  esercìèi  =  stare  in  esercizio  ;  vèsé 
gio  d^ esercìsi  =  essere  fuori  d'esercizio. 

esèrcit,  *  s.  m.  =  esercito  :  le  forze  mi- 
litari di  uno  Stato,  o  una  buona  parte, 
1)  Gran  quantità  di  cose  e  di  per- 
sone. 

esercita  v.  att,  =  esercitare. 

1)  Addestrare  coli' esercizio. 

2)  Fare  uso,  adoperare;  esercita  là 
pasiénsa  =  esercitar  la  pazienza. 

esibisiòn,    s.  f.    =     esibizione,    offerta: 

l'esibire.  Anche:    proposta, 
esìg,  *  V.  att.  =  esigere  :  richiedere  con 


diritto  d'avere.  Anche:  riscuotere  cre- 
diti. 

esigènsa,  s.  f.  =  esigenza  :  l' essere  esi- 
gente. Anche  :    bisogno,  necessità. 

esigènt,  *  agg.  =  esigente  :  che  ha  molte 
pretensioni  ;  pàdron  tròpp  esigént  =  pa- 
drone troppo   esigente. 

èsil,*  agg.  =  esile  :  di  pers.  sottile  e  de- 
licata, di  poco  robusta   costituzione. 

esili,  *  s.  m.  =  esigilo,  esilio  :  pena  che 
obbliga  ad  abbandonare  la  patria. 

1)  àndà  in  esìli  =  esiliarsi,  esulare  : 
andare  in  esilio. 

esilia,  *  V.  att.  =  esiliare:  condannare 
all'esilio. 

esiliaa,  agg.  =  esiliato:  condannato  al- 
1  esilio. 

esimes,  r.  rifl.  =  esimersi,  sottrarsi  a  un 
obbligo. 

esist,  *  V  att  =  esistere  :  essere  attual- 
mente e  in  realtà. 

esistènsa,  *  s.  f.  =  esistenza,  l'esistere. 

ésit,  s.  m.  =  esito. 

1)  Uscita,  sfogo,  di  merci. 

2)  Comincia  ad  essere  usato  anche 
in  senso  di  riuscita  ;  là  malatìa  là 
g'hà  àviiil  on  èsit  disgrasiaa  =  la  ma- 
lattia ebbe  esito  sfortunato. 

esita,  v.  att.  =  esitare,  dubitare,  restare 
incerto,  perplesso. 

1)  Dare  esito,  smerciare,  vendere  : 
di  mercanzie. 

esitàsiòu,  *  s.  f.  =  esitazione,  l'esitare  : 
lo  stato  di  chi  esita. 

esonerà,  *  v.  att.  =  esonerare,  esentare  : 
liberare  da  un  onere,  sciogliere  da  un 
obbligo  di  legge  comune  ;  esonerà  dai 
esàmm  =  esonerai'e,  esentare  dagli  e- 
sami. 

esònero,*  s.  f.  =  esenzione:  l'essere 
esenti  da  un  obbligo  per  qualche  pri- 
vilegio; V esonero  di  iàss  =  l'esenzione 
dalle  tasse. 

esorbitànt,  agg.  =  .esorbitante,  disorbi- 
tante, eccedente  :  che  passa  il  segno, 
la  misura, 

esordi,  s.  m.  =  esordio  :  il  cominciar 
di  un  discorso.  Principio,  introduzione  ; 
el  diécors  Véra  bèli,  ma  el  g'hà  faa 
on  esòrdi  che  finiva  pii  =  il  discorso 
era  bello,  ma  gli  ha  fatto  un  esordio 
che  non  finiva  più. 


esordì,  *  v.  att. 


esordire  :    incomin- 


ciare una  professione,  un'arte, 
esordiént,*s,  m.  =  esordiente  :  che  esordi- 
sco sulle  scene  o  altrove.  Vedi  debiità. 


eso  -  299  - 

esorta,  *  v.  att.  =  esortare  :  spingere 
qualcuno  ad  operare. 

esortàsiòn,  *  s.  f.  =  esortazione:  l'e- 
sortare ;  dopo  mila  esortàsiòn,  el  s'è 
decìs  de  andà  =  dopo  mille  esortazioni 
ha  deliberato  di  andare.  Ancora  po- 
chissimo usata. 

esòs,  agg.  =  esoso,  spilorcio,  taccagno, 
egoista  :  uggioso  e  antipatico  per  troppa 
avidità  di  guadagno. 

esositaa,  s.  f.  =  spilorceria,  sordidezza, 
taccagneria. 

esotich,  *  agg.  =  esotico,  straniero:  di 
piante  d'altre  regioni. 

espànsiou,  *  s.  f.  =  espansione,  affet- 
tuosità, cordialità  :  dimostrazione  dei 
propri  sentimenti. 

espànsìv,  *  agg.  =  espansivo  :  che  di- 
mostra con  facilità  il  proprio  senti- 
mento. 

espediéut,  *  s.  m.  =  espediente  :  ritro- 
vato per  uscire  da  una  difficoltà. 

esperiènsa,  *  s.  f.  =  esperienza  :  cogni- 
zione delle  cose  umane  avuta  per  prova 
diretta  ;  el  eoo  per  esperiènsa  còsa 
voeiìr  dì  patì  =  lo  so  per  esperienza 
che  vuol  dir  soffrire. 

esperimént,  s.  m.  =  esperimento. 

1)  Prova  fornita  d'osservazione  e  di 
studio  per  accertarsi  di  una  cosa  ;  eàpe- 
rimént  de  fìsica  =  esperimenti  di  fisica  : 
quelli  che  si  fanno  per  dimostrazioni 
di  fisica. 

2)  Saggio  d'abilità,  capacità  negli 
studi;  V eéperimènt  bimèétrtl  =  l'espe- 
rimento bimesti'ale. 

espètorà,  *  v.  att.  =  espettorare  :  espel- 
lere le  mucosità  e  altre  materie  che 
ostruiscono  i  bronchi. 

espiasiòn,  *  s.  f.  =  espiazione,  l'espiare  : 
lo  scontare  della  pena. 

esplìcit,  *  agg.  =  esplicito,  chiaro  :  espres- 
so chiaramente  e  precisamente. 

esplora,  *  v.  att.  =  esplorare. 

1)  Di  paese:  percorrerlo  per  cono- 
scerlo. 

2)  T.  med.  cercar  di  indagare  da 
indizi  esteriori  lo  stato  interno  del 
corpo  di  un  ammalato. 

esploràsìòu,  *  s.  f.  =  esplorazione,  l'e- 
splorare ;  hin  staa  tanti  i  esploraéiòn 
in  Africa  =  furono  molte  le  esplorazioni 
in  Africa. 

esplosìòn,  *  s.  f.  =  esplosione:  effetto 
^  dell'esplodere. 

espòuii,  V.  att.   =   esporre  :    mettere   in 


esp 

vista,  in  mostra  al  pubblico.    Special- 
mente di  cose  d'arte  e  d'industria. 

1)  Avvistare  :  detto  delle  merci,  met- 
terle in  mosti'a  in  modo  che  facciano 
bella  figura  e  attirino  l'attenzione. 

2)  Della  vita  e  degli  averi  :  metterli 
a  rischio. 

3)  Rifl.  eépdnes  =  osporsi,  compro- 
mettersi. 

esporta,  *  v.  att.  =  esportare  :  di  merci 
e  derrate.  Portarle  fuori  dallo  Stato 
commerciandole. 

esportàsión,  *  s.  f.  =  esportazione  :  il 
mandare  i  propri  prodotti  in  paesi  stra- 
nieri. 

esposisión,  s.  f.  =  esposizione  :  1'  e- 
sporre  e  il  luogo  dove  si  espone  ;  de 
esposiéión  come  quela  del  votantùn  se 
n'è  faa  pii  =  esposizioni  come  quella 
dell' ottantuno  non  se  ne  fecero   altre. 

espositòr,  *  s.  m.  =  espositore:  chi 
espone  ad  una  esposizione. 

esprèsàmènt,  avv.  =  espressamente, 
apposta  ;  soni  vegniiii  à  Milàn  eéprèéà- 
mént  per  ti  =  son  venuto  a  Milano  ap- 
posta per  te.  Meglio  àpdsta. 

esprèsìòu,  s.  f.  =  espressione  :  l'espri- 
mere. 

1)  Del  viso  che  lascia  trasparire  1 
moti  dell'animo. 

2)  canta,  recita  cont  esprèàiòn  =  can- 
tare, recitare  con  sentimento  :  in  modo 
da  commovere  gli  spettatori. 

3)  Parole,  frasi;  el g'hà  di  esprèsion 
tànt  trividi,  che  el  se  pò  minga  sentì  = 
ha  dei  modi  di  dire  così  triviali  che 
non  si  può  stare  a  sentirlo. 

esprèss,  s.  m.  =  straordinario,  corriere, 
espresso. 

1)  per  esprèss  =  per  uomo  a  posta, 
per  espresso. 

esprì,  s.  m.  =  pennino,  piumino  :  orna- 
mento da  capo  e  da  cappello  per  donna. 

esprimili,  v.  att.  =  esprimere,  manife- 
stare: di  pensieri,  di  sentimenti;  pòss 
minga  eéprimm  tiitt  quèll  che  g' hoo  in 
del  coeur  =  non  posso  esprimere  tutto 
quanto  ho  nel  core. 

espropria,  *  v.  att.  =  espropriare  :  levare 
un  privato  dalla  sua  proprietà  o  parte. 

espropriàsiòii,  *  s.  /".  =  espropriazione, 
l'espropriare  :  specialmente  della  for- 
zata per  sentenza  del  tribunale. 

espiilsiòn,  s.  f.  =  efflorescenza,  empe- 
tiggine,  esantema,  ezema,  volatica  :  in- 
somma ogai  malattia  della  pelle. 


ess 


300  — 


età 


èss,  s.  f.  pi.  =  grucce  :  ferri  che  sosten- 
gono il  cassetto  dei  cocchieri. 

1)  Essi  :  le  fessure  nel  coperchio  del 
violino. 

èst,  =  est,  levante,  oriente  :  uno  dei  punti 
cardinali. 

estaa,  s.  ni.  =  estate  :  la  stagione  calda 
che  va  dal  giugno  al  settembre. 

1)  estaa  de  èan  Martin  =  estate  di 
San  Martino. 

estàsij  *  s.  f.  =  àndà  in  èètàsi  =  andare 
in  estasi,  andare  in  gloria:  essere  presi 
da  grandissimo  giubilo. 

estàtici!,  *  agg.  =  estatico,  stupito,  at- 
tonito ;  mi  éont  chi  estàtich  à  sentì  de 
sii  ròbb  =  sentendoti  dire  tali  cose  son 
qui  stupito. 

esténd,  v.  att.  =  estendere,  allargare, 
applicare  a  un  maggior  numei'O  di  pers.; 
estènd  el  diritt  eletoràl  =  allargare  il 
diritto  elettorale. 

esteiisiòn,  s.  f.  =  estensione,  l'esten- 
dersi. 

1)  Modo  avv.  :  in  iuta  Veètenèiòn 
del  ter  min  =  in  tutta  l'estensione  del 
termine  :  straordinariamente,  completa- 
mente. 

2)  T.  mus.  :  dei  suoni  o  voci  di  uno 
strumento. 

estenìiaa,  agg.  =  estenuato,  affranto, 
indebolito,  spossato  :  che  ha  perduto  le 
forze  per  troppo  lavoro  o  per  malattia. 

éster,  s.  m.  =    estero  :    di   roba,    merci 
che  vengono  di  fuori  dello  Stato  o  ap- 
partengono a  un  altro  Stato. 
1)  l'èster  =  l'estero:  i  paesi  stranieri. 

esteriòr,  *  agg.  =  esteriore  :  che  è  o  ap- 
pare di  fuori. 

esterna,  v.  att,  =  palesare  ;  dei  senti- 
menti e  dei  pensieri. 

esternàmént,  *  avv.  =  esternamente  :  al 
di  fuori. 

esternàss,  v.  rifl.  =  confidarsi,  esternare 
il  proprio  pensiero. 

estèrno,  *  agg.  =  esterno  :  che  è  di  fuori 
sulla  parte  esterna. 

1)  Di  rimedi  :  per  Uso  eétirno  =  per 
uso  esterno:  da  adoperarsi  sulla  pelle. 

2)  i  estèrni  =  gli  esterni,  gli  scolari 
esterni  :  che   non   vivono    in   collegio. 

estés,  agg.  =  esteso:  che  si  estendo, 
allargato. 

estética,  *  s.  f.  =  estetica  :  la  scienza 
del  bello,  e  piii  comunom.:  il  gusto  del 
bello;  el  g' ha  minga  de  estética  =  non 


ha  gusto  d' arte  ;  vèss  contra  l'estética 
=  esser  del  tutto  inestetico  :  di  pers. 
0  opera  d'arte  che  non  sia  bella  affatto. 

estéticli,  *  agg.  =  estetico,  artistico  :  che 
ha  i  requisiti  voluti  dalla  estetica. 

estinsiòn,  "^  s.  f.  =  estinzione:  l'estin- 
guere un  debito,  pagandolo. 

estìv,  agg.  =  estivo,  agg.  di  estate.  Me- 
glio :   d' estaa. 

estrà,  V.  att.  =  estrarre  :  dei  numeri  del 
lotto.  Tù-arli  fuori. 

estràni,  più  coni.  :  stràni,  agg.  =  estra- 
neo :  che  è  di  fuori,  appaiiiene  a  un'al- 
tra famiglia,  o  società. 

estràsiòn,  s.  f.  =  estrazione:  l' estrarre 
i  numeri  del  lotto. 

1)  de  basa  eétràsiòn  =  di  bassa  ori- 
gine. 

estràtt,  s.  m.  =  estratto  :  distillazione 
fatta  dalle  piante  per  medicina  o  pro- 
fumeria. 

1)  Al  lotto  :  un  numero  ohe  è  gio- 
cato solo,  sepai'ato. 

estremitaa,  s.  f.  =  estremità,  il  punto 
estremo:  quello  in  cui  una  cosa  finisce. 

estrèmni,  agg.  =  estremo:  del  punto  in 
cui  una  cosa  finisce. 

1)  luti  i  èstrèmm  hin  càtw  =  tutti 
gli  estremi  son  viziosi. 

2)  'vèss  ài  estrémm  =  essere  al  lumi  • 
cine,  in  fin  di  vita. 

estro,  s.  m.  =  estro:  disposizione  na- 
turale alla  poesia. 

1  )  Ispirazione  :  minga  sémper  g'hoo 
l'èstro  =  non  sempre  ho  l'esti-o. 

2)  Ghiribizzo:  atto  di  capriccio  mo- 
mentaneo :    ghe    rén  de   qiiìj  èstri   di 
tòlt  che  el  par  màtt  =  ha  certe  volte 
tali  estri  che  pare  matto. 
estrós,  agg.  =  bizzarro. 

1)  Fantastico  :  che  ha  qualche  cosa 
di  originale  e  di  curioso  che  ferma 
l'attenzione. 

2)  Ghiribizzoso,  capriccioso  bizzarro  : 
che  ha  spesso  dei  ghiribizzi. 

esiiss,  s,  m.  =  Gesù  :  croce  santa,  tavo- 
lasanta,  quella  su  cui  i  bambini  impa- 
ravano a  leggere. 

1)  Esiiss  per  i  so  pòer  mòri  =  Dio 
lo  rimuneri,  lo  compensi.  Modo  di  rin- 
graziamento di  quelli  a  cui  facciamo 
l'elemosina. 

etaa,  s.  f.  =  età:  gli  anni  dell'uomo. 
1)  etaa  de  fioeiì  =  fanciullezza,  pue- 
rizia, impubertà. 


età 


—  301 


ex 


2)  etaa  de  gioinètt  =  pubertà,  adole- 
scenza. 

3)  etaa  cVòrnm  =  virilità. 

4)  vèèé  in  etaa  =  essere  in  là  cogli 
anni,  essere   annoso. 

5)  l'etaa  del  giildiéi  =  l'età  del  giu- 
dizio :  dopo  i  sette  anni. 

6)  de  mésa  etaa  =  di  mezza  età  : 
fra  la  giovinezza  e  la  virilità. 

7)  Gli  anni  che  si  richiedono  :  ghe 
voRilr  l'etaa  =  ci  vuol  l'età. 

8)  vègli  dna  bela  etaa  =  esser  di  bella 
età  :  di  pers.  inoltrata  negli  anni. 

9)  vèss  dèla  stèsa  etaa  =  avere  la 
stessa  età  :  esser  nati  nello  stesso  anno. 

etàsgér,  etàsgè,  s.  m.  =  scarabattola, 
palchettino,  scaffaletto,  scaffalino  da 
sala,  cantonierina  :  armadietto  a  tre  piani 
con  vetri  o  senza  dove  si  tengono  mi- 
nuterie per  bellezza  e  ninnoli.  Dal  fran- 
cese :  Etage. 

1)  Servo  muto  :  arnese  di  legno  com- 
posto di  palchetti  che  durante  il  desi- 
nare si  tiene  vicino  alla  tavola  per  te- 
nervi piatti,  pane,  ecc. 

éte,  =  ette:  la  minima  cosa;  el  m'ha 
ndnca  ditt  on  He  =  non  mi  disse  un 
ette. 

ètere,  s.  m.  =  etere.  T.  chim.  :  etere  de 
ménta,  d'ànes  =  etere  di  menta,  d'anaci. 

etèrnitaa,  s.  f.  =  eternità,  astr.  di  eterno. 
1)    che   etèrnitaa!    =    che   lentezza! 
come  sei  lento  ! 

etèrno,  agg.  =  eterno. 

1)  Di  Dio  che  non  ha  principio,  ne 
fine. 

2)  là  vita  etèrna  =  la  vita  eterna: 
elio  ha  principio  e  non  fine. 

3)  Di  cosa,  iperb.  :  molto  durevole, 
che  si  crede  non  finisca  mai  ;  sta  stdfa 
chi  l'è  etèrna  =  questa  stoffa  è  eterna  : 
non  si  consuma  mai. 

4)  mài  in  etèrno  =  mai  in  eterno  : 
mai  assolutamente. 

5)  ehi  fàbrica  d' inverno  fàbriea  in 
etèrno  =  chi  mura  d'inverno,  mura  in 
eterno,  o  mura  di  ferro. 

ètich,  agg.  =  etico,  tisico  :  affetto  da 
etisia. 

etìclièta,  s.  f.  =  etichetta  :  regole  di  ce- 
rimonia nelle  alte  società  ;  sont  minga 
de  qiiij  che  età  sii  Vetichèta  =  non  son 


di  quelli  che  badano  all'etichetta:  son 
persona  alla  mano  alla  buona.  Dal  frane. 
etiquette. 

1)  Etichetta,  bottello,  bottellino,  car- 
tellino :  che  si  mette  sulle  bottiglie, 
sui  barattoli,  per  indicare  la  qualità  della 
roba  contenuta  ;  l'è  minga  l'etìchèta  che 
fa  bòn  el  vin  =  non  è  il  bottellino  che 
fa  bono  il  vino. 
etimologìa,*  s.  f.  =  etimologia. 

1)  L'origine  e  la  derivazione  delle 
parole. 

2)  La  prima  parte  della  grammatica. 
etisia,  s.  f.  =  etisia,  tisi.    T.  medico  di 

una  malattia  dei  polmoni. 
èto,  s.  m.  =  ettogramma  :  il  peso  di  100 

grammi. 
etolitro,  *  s.  m.  =  ettolitro:  cento  litri, 
ètt,  come  éte  e  più  com.  =  ette:  la  mi- 
nima cosa. 

1)  gh'è  càlaa  on  èli  =  f u  a  un  pelo, 
a  un  filo,  a  un  ette  di...  ;  assai  poco- 
manco. 

2)  no  gh'è  manca  on  ètt  =  non  ci; 
manca  un  ette,  un  pelo. 

eucaristìa,*  s.  f.  =  eucai-esti  e  eucaristia.. 
T.  cattol.  :  la  Comunione. 

èiirìsma,  s.  m..  =  aneui-isma.  T.  medico- 
di  una  malattia. 

evàd,  V.  att.  =  spedire,  finire,  sbrigare: 
dare  spaccio. 

evàugèlich,  agg.  =  evangelico  :  che  seguo- 
i  precetti  della  Chiesa  evangelica. 

evàsiòn,  s.  f.  =  esito,  sbrigo  :  soddisfa- 
zione che  si  dà  a  chi  domanda. 

evàsìv,  agg.  =  sbrigativo,  evasivo  :  di 
parole  e  risposte  che  sfuggono  la  do- 
jnanda. 

evidènsa,  *  s.  f.  =  evidenza  :  chiarezza, 
massima. 

evidènt,  agg.  =  evidente  :  di  fatto,  cosa 
la  cui  verità  non  ha  bisogno  di  essere 
dimostrata. 

evita,  *  V.  att.  =  evitare,  scansare,  schi- 
vare :  di  cosa  che   molesti. 

evitàbil,  *  agg.  =  evitabile  :  da  potersi 
evitare. 

evìva,  evivàsa,  inter.  =  evviva  !  viva  \ 
Dio  t'aiuti,  ti  salvi. 

ex,  =  ex  :  prefisso  lat.  usato  come  in. 
ital.  a  indicare  o  titolo  o  stato'  che^ 
uno  aveva. 


—  302  — 


fa 


:e^ 


f,  f.  =  effe:  la  sesta  lettera  dell'alfabeto. 

Si  pronuncia  Ifa. 
fa,  s.  m.  =  fa:  nota  musicale. 
fa,  v.  att.  =  fare,  operare,   agire,  venire 

ai  fatti;  s'è  parlaa  àsce ,    àdèss    Ve,  el 

moment   de  fa  =  si    parlò   abbastanza, 

ore  è  il  momento  di  agire. 

1)  fa  e  desfà  =  fare  e  disfare;  spa- 
droneggiare. 

2)  fa  ti,  fee  viàlter,  che'l  fàga  Hi  = 
fa  tu,  fate  voi,  faccia  lui,  o  lei:  dando 
libertà  di  agire. 

3)  àvègh  on  bèli  de  fa  =  avere  un 
bel  fare:  pigliarsi  gran  cura. 

4)  vègli  à  che  fa  coni  viin  =  averci 
che  fare  con  uno,  aver  da  sbrigarla  con 
quello. 

5)  vègh  niént  à  che  fa  =  non  averci 
che  fare:  non  averci  interessi  veruni. 

6)  Del  principio  delle  fasi  lunari;  in- 
coeu  fa  là  luna  =  oggi  fa  la  luna. 

7)  Della  stagione,  temperatura  ;  in- 
eoeù  fa  on  frècc  birbòn  =  oggi  fa  un 
freddo  birbone. 

8)  Dell' ammosfera  ;  ha  mù,i  faa  on 
temp  insci  briitt  =  non  ha  mai  fatto  un 
tempo  così  cattivo. 

9)  tanto  fa  =  tanto  fa  :  è  la  stessa 
cosa. 

10)  fa  de...  =  fare  da;  di  professioni 
e  simili,  far  le  veci;  hoo  faa  mi  de  di- 
retor  =  ho  fatto  io  da  direttore. 

11)  Di  dignità,  uffici,  eleggere;  l'han 
fàa  sindeeh  =  l'anno  fatto  sindaco. 

12)  Eadere;  fa  là  barba  =  fare,  ra- 
dere la  barba. 

13)  fa  dànee  =  far  danari,  r agranel- 
lare somme,  farsi  ricco.  In  senso  di 
«.vricchire  non  troppo  onestamente:  far 
quattrini . 

14)  fa  fàgòtt  =  far  fagotto:  partire. 
15).  Di  professioni,  arti;  fa  l'àocàtt, 

e    dolor,  V  ingegnee,  el  feree,  el  picà- 


prèj  =  fare  l'avvocato,  il  medico,  l'in- 
gegnere, il  fabbro,  lo  scalpellino. 

16)  Di  rappresentazioni  teatrali;  di- 
man  faràn  el  Sihàno  de  Maéctigni  = 
domani  faranno  il  Silvano  di  Mascagni. 

17)  Ordinare,  esser  causa  che  altri 
faccia  :  incoetl  ài  coeCigh  ghe  foo  fa  i 
polpètt  =  oggi  al  coco  gli  fò  far  le  pol- 
pette; coi  tò  eiàcer  te  me  fee  sbagliti 
=  colle  tue  chiacchiere  mi  fai  sbagliare. 

18)  Divenire;  rome  là  se  fa  bela  là 
toa  popola  =  come  si  fa  bella  la  tua 
ragazza. 

19)  savè  pie  quèll  che  se  fa  =  non 
saper  quel  che  si  fa:  non  raccapezzarsi. 

20)  fàsela  àdòss,  in  di  càlsòn  =  far- 
sela addosso,  nei  calzoni.  Dei  bisogni 
corporali. 

21)  vèss  sili  fa  =  essere  sul  fare,  es- 
sere simile,  all' incirca. 

22)  fa  foeiira  =  cavarne  ;  del  sorto 
hoo  faa  fceura  on  marsimn  =  del  so- 
prabito n'ho  cavato  una  giacchettina. 

23)  fa  sota,  e  fa  éòtt  =  rincalzare  il 
lenzuolo:    cacciarlo  sotto  la  materassa. 

24)  Di  piante:  produrre;  l'è  dna  rósa 
che  fa  pòcch  fior  =  è  una  rosa  che  fa 
pochi  fiori  ;  l'è  on  castàn  che  fa  i  ca- 
stègn  bòrni  come  =  è  un  castano  che 
produce  le  castagne  bonissime. 

25)  fa  sèma  =  far  senza,  far  di  meno. 
Anche:  scìisà. 

26)  fa  on  personàgg  =  fare  un  per- 
sonaggio ;  rappresentarne  la  parte. 

27)  bèi  fa  à...  =  bella  forza  a... 

28)  àvè  à  che  fa  coni  el  bòn  =  non 
aver  a  mangiar  il  cavolo  coi  ciechi. 

29)  chi  le  fa  le  spèta  =  chi  la  fa  l'a- 
spetta; render  pan  per  focaccia. 

30)  fa  àrènt  =  ramassai'e,  cumulare. 

31)  fa  fa  à  noè  ter  mceùd  =  far  filare 
uno. 


fa 


-  303 


fac 


32)  fa  foeura  %  eaètègn  =  sdiricciare 
le  castagne. 

33)  fa  gio  =  sgusciare,  dipannare. 

34)  fa  gio  i  erbiòn,  i  basgiànn  = 
sbacellare,  sgranare,  sgusciare  i  baccelli. 

35)  fa  gid  i  vere  =  sfogliare  i  cavoli. 

36)  fa  gid  là  polver  =  spolverare. 

37)  fa  i  ròbb  còme  Dìo  ■voeUr  =  ac- 
ciabbattare. 

38)  fàla  fceura  =  definire,  sbrigare, 
chiarire  una  partita.  Anche:  azzuffarsi. 

39)  fa  su  =  avvolgere.  Anche  ramas- 
sare,  accumulare.  Anche  :  abbindolare, 
raggirare  con  lusinghe  e  artifici. 

40)  fa  éù  à  biiserèll  =  ingannare, 
aggirare,  gabbare. 

41)  fa  sii  el  péver,  là  éaa  e  sim.  = 
accartocciare,  involgere. 

42)  fa  sii  in  di  prèsi  =  abusare,  nel 
chiedere  il  prezzo  di  una  cosa. 

43)  fagliela  =  coccarla,  appioppiarla 
a  uno. 

44)  el  me  se  fa  =  mi  conviene,  mi 
si  affa. 

46)  fa  el  màsé  =  tenere  il  mazzo  ; 
distribuire  le  carte. 

46)  in  tati  i  cà  gh'è  el  éo  de  fa  = 
per  tutto  c'è  il  suo  da  fare. 

47)  fàla  =  cacare;  chi  le  fa  le  tnàn- 
gia  =  chi  imbratta  spazzi. 

48)  fa  de  locch,  de  minción,  fa  l'in- 
diàn  =  far  lo  gnom,  il  nescio. 

49)  chi  g'  ha  de  fa  ghe  pensa  =  chi 
ci  ha  a  pensar  ci  pensi. 

fa,  s.  m.  =  fare. 

1)  on  bèli  fa  =  un  bel  garbo,  compo- 
stezza. 
faa,  p.  pass.  =  fatto. 

1)  faa  à  man  =  fattizio  e  anche  fatto 
a  mano. 

2)  quèll  che  è  faa  è  faa  =  il  fatto  è 
fatto:  quando  una  cosa  è  fatta  non  ci 
si  pensa  più. 

fabriàn,  s.  m.  =  sedere,  deretano,  culo. 
fàbrica,*  s.  f.  =  fabbrica,   officina,  fab- 
brica di  oggetti. 

1)  fàbriea  del  veder  =  vetraia. 

2)  fàbriea  de  sàon  =  saponeria. 

3)  à  prèsi  de  fdLbrica  =  a  prezzi  di 
fabbrica:  per  quel  che  son  costati  al 
venditore. 

4)  per  là  fàbriea  de  l'àpetitt  =  per 
guadagnarsi  il  vitto. 

5)  l'è  in  fàbriea  =  si  dice  scherzo- 
samente di  donna  gravida. 

fàbriea,  *  v.  att.  =  fabbricare,  edificare, 


costruire:  d'opere  murarie  e  di  qualun- 
que prodotto  dell'industria. 

fàbricàtòr,  *  s.  m.  =  fabbricatore. 

fàbricér,  s.  m.  =  fabriciero.  T.  eccle- 
siast.  :  soprintendente  alla  fabbrica  e 
alla  amministrazione  economica  di  una 
chiesa. 

face,  s.  m.  =  fatto,  faccenda. 

1)  fa  el  face  =  fare  il  colpo;  ciò  che 
si  designava. 

fàcénda,  *  s.  f.  =  faccenda,  affare,  ne- 
gozio, operazione:  cosa  da  fare,  da  sbri- 
gare. 

1)  l'è  dna  fàcénda  seria  =  è  una  fac- 
cenda seria:  quando  ci  troviamo  in  qual- 
che impiccio.  Anche:  l'è  on  àfàri  seri. 

fàeetà,  v.  att.  =  brillantare,  sfaccettare: 
tagliare  a  faccette  o  piccoli  piani  incli- 
nati gli  uni  sugli  altri,  diamanti,  pietre 
preziose,  cristalli  di  rocca. 

fàcia,  s.  f.  =  faccia,  viso,  volto:  la  parte 
davanti  della  testa  dell'uomo. 

1)  fa  la  fàcia  brMea  =  fare  il  viso 
brusco. 

2)  fa  la  fàcia  scura  =  agrottare  le 
ciglia,  fare  il  viso  dell'arme,  diventar 
serio,  minaccioso,  far  crespello  delle 
ciglia;  mostrarsi  adirato. 

3)  l'ha  faa  ona  fàcia!  =  foce  la  bocca 
acerba. 

4)  guàrdàsà  in  fàcia  =  guardarsi  in 
volto. 

B)  lavagli  là  fàcia,  à  vun  =  dargli  le 
mani  sul  muso. 

6)  bruta  fàcia  =  brutta  faccia,  faccia 
scura,  viso  agro. 

7)  fàcia  de  lÈna  pièna  =  un  viso  che 
pare  in  quintadecima  luna. 

8)  fàcia  de  tòta  a  fodràda  de  tota  = 
viso  da  pallottola,  faccia  tosta. 

9)  fàcia  franca  =  faccia  franca  :  di 
pers.  che  non  si  vergognano. 

10)  fàcia  gòtica  =  taccia  di  goffo. 

11)  fàcia  proibtda  =  faccia  di  ca- 
gnazzo  ;  fàcia  de  beleràtt,  de  bàlòss  = 
faccia  di  tristo.  V.  beleràtt. 

12)  Ardire,  eccesso  di  franchezza,  che 
può  andare  alla  sfacciataggine. 

18)  fa  de  dò  face  =  aver  due  faccio, 
esser  fìnto. 

14)  troà  là  fàcia  de  lègn  =  trovar 
l'uscio  imprunato,  o  di  legno  ;  trovar 
chiuso  l'uscio. 

15)  guarda  in  fàcia  à  nisiin  =  non 
guardare  in  faccia  nessuno  o  a  nessuno: 
non  far  parzialità. 


fac 


-  30-1  - 


fad 


1(5)  fàeia  à  fàcia  =  faccia  a  faccia: 
di  fronte. 

17)  in  fAcia  =  di  rimpetto.  Anche: 
dinanzi. 

18)  dì  in  fàcia  =  gettare  in  faccia: 
spiattellargliela  tale  e  quale  a  uno;  per 
lo  più  rimproverando. 

19)  volta  fàcia  =  voltar  faccia:  di  cM 
cambia  parere,  specialmente  in  politica. 

20)  in  fàcia  à...  =  in  faccia  a...  al 
giudizio  ;  in  fàcia  àia  mìa  coscénsa 
g'hoo  nient  de  rimproeràmm  =  in  fac- 
cia alla  mia  coscienza  nulla  ho  da  rim- 
proverarmi . 

fàciàda,  s.  f.  =  facciata. 

1)  Prospetto  anteriore  di  una  fab- 
brica. 

2)  Una  pagina  piena. 

3)  Faccia:  il  solo  dritto  o  il  rovescio 
di  un  foglio. 

4)  de  fàeiàda  =  di  faccia,  di  rimpetto. 
fàchìii,  s.  m.  =  facchino:  chi  porta  pesi. 

Ed  ora  anche  inserviente  assegnato  in 
vari  posti  della  città  per  servire  il  pub- 
blico in  trasporti  e  in  gen.  a'  servigi 
pili  faticosi. 

1)  Di  pers.  grossolana  nelle  maniere; 
te  pàret  on  fàchm  =  sembri  un  fac- 
chino. 

2)  vita  de  fàchìn  =  facchineria,  vita 
di  travaglio. 

3)  l'ereditaa  del  màtt  fàchìn  =  ere- 
dità da  nulla,  eredità  sfamata. 

facilina;  v.  alt.  =  affacchinare  :  lavorar 
da  facchino. 

fàchìnàda,  s.  f.  =  facchinata,  facchineria; 
l'è  minga  àtaa  on  divertimént,  V è  étàda 
dna  fachinàda  =  non  fu  un  diverti- 
mento, fu  una  facchinata. 

fàchìiiàgg,  s.  m.  =  facchinaggio,  il  la- 
voro del  facchino  ed  anche  quel  tanto 
che  si  paga  alle  dogane  per  l'opera  dei 
facchini. 

fàcìl,  agg.  =  facile,  agevole,  che  non  ri- 
chiede gran  che  d'abilità  a  farsi. 

1)  Probabile  ;  Ve  fàcil  che  vaga  via 
dimdn  =  è  facile  che  parta  domani. 

2)  rè  fàcil.  impers.  =  è  capace.  Vale: 
Può  darsi,  risica;  se  el  temp  l'è  bèli  l'è 
fàcil  che  vaga  in  campagna  =  se  il 
tempo  è  buono,  è  capace  che  vada  in 
campagna.  E  ironie;  se  te  fee  el  bon, 
te  dar 00  on  bèli  belee-vUìj  Ve  fàcil! 
=  se  stai  bono,  ti  darò  un  bel  balocco  - 
si  !  è  capace. 

fàcilitaa,  s.  f  =  faciliti"!,  agevolezza:  di- 


sposizione nelle  coso  per  poterla  fare  o 
dire  senza  difficoltà. 

1)  Anche  prontezza  maestrevole  nel- 
l'operare. 

facilità,  V.  att.  =  agevolare,  far  agevole: 
diminuire  la  difficoltà;  facilità  el  étddi 
d'ona  lingua  =  agevolare  lo  studio  di 
una  lingua. 

fàcilitasiòn,  *  s.  f  =  agevolezza,  van- 
taggio nei  prezzi  sui  contratti. 

fàcilitòn,  s.  m.  =  Ser  Agevola  :  d'uomo 
che  trova  tutto  facile. 

fàcilinént,  avv.  =  facilmente,  andante- 
mente, agevolmente,  senza  fatica. 

1)  Probabilmente  ;  fàcilment  dimdn 
piacilo  =  domani  facilmente  piove. 

fàcili,  s.  m.  =  visino,  faccino. 

fàciòii,  s.  m.  =  faccione,  gran  faccia. 
1)  fa  el  fàcion  =  far  faccione  :  fig., 
far  cosa  per  la  quale  bisogna  vincer 
vergogna.  Anche  :  mesticar  la  faccia, 
comparire  davanti  a  qualcuno  o  al  pub- 
blico. 

fàcitt,  s.  m.  pL  =  faccendole,  faccen- 
ducce  ;  pòera  tòsa^  là  fa  i  so  fàcitt 
polid  come  =  povera  ragazza^  fa  le  sue 
faccendole  assai  bene. 

fàcoltaa,  *  s.  f.  =  facoltà. 

1)  Diritto  0  permissione  di  poter  faro 
alcuna  cosa;  el  m'ha  daa  fàcoltaa  de 
vend  e  de  eomprà  =  m'ha  dato  facoltà 
di  vendere  e  di  comperare. 

2)  Le  diverse  sessioni  d'insegnamento 
nelle  università. 

fàcóiidia,  *  s.  f.  =  facondia,  eloquenza  : 

facilità  di  parlare. 
fàC'SÌmil,  s.    m.   =   fac-simile  :    copia  o 

imitazione  esatta  di   una  scrittura  o  di 

un  monumento. 
factotum,  s.  m.  =  fattotum  e  factotum. 

1)  Chi  per  ordine  altrui  e  con  una 
certa  baldanza  spadroneggia,  comanda, 
agisce,  fa  per  un  altro,  per  altri,  per 
tutti. 

2)  Faccendone,  affannone:  chi  si  dà 
gran  fare.  Iron. 

fàdìga,  s.  f.  =  fatica:  quanto  risente  un 
corpo  per  un  lavoro  che  richieda  più 
forza  dell'ordinaria. 

1)  coni  fàdìga  =  a  fatica,  con  molta 
difficoltà,  pena;  sénsa  fàdìga  =  senza  fa- 
tica: facilmente. 

2)  scansa  fàdìgh  =  scansa  fatiche  : 
chi  non  ha  voglia  di  far  nulla. 

3;  sta  nò  per  là  fàdìga  =  non  ci  pen- 
sar molto  a  fare:  non  aversi  riguardo. 


fad 


-  ;]05  - 


fai 


4)  fa  fadìga  ci...  =  durar  fatica  a... 
averci  molta  difficoltà. 

fàdigàj  V.  att.  =  faticare,  affaticarsi,  far 
fatica;  fàdìga  minga  tròpp  =  non  t'af- 
faticar troppo. 

fàdìgh,  s.f.  pi.  =  galle:  male  nelle  gambe 
dei  cavalli. 

fàdigròs,  agg.  =  faticoso:  che  dà  fatica. 

faetòn,  s.  m.  =  faeton.  :  specie  di  car- 
rozza. Da  chi  parla  meglio  si  pronuncia 
faeton.  Dall'  inglese. 

fàghela,  v.  att.  =  accileccare  :  lusingai'e 
con  promesse  vane,  ingannare. 

1)  fagliela  à  viin  =  accoccarla  a  uno, 
trappolarlo;  ^r/ic  rhanfàda  =  gli  d'hanno 
accoccata.  Anche  di  una  burla. 

fàg'otéri,  s,  m,  =  fagottone. 

fàg'otòn,  s.  m.  =  fagottone. 

1)  vèsà  on  fàgotón  =  essere  infagot- 
tato: goffo  nei  vestiario. 

fagròtt,  s.  m.  =  fagotto,  fardello:  involto 
di  cenci  o  altro  fatto  alla  peggio. 

1)  à  fàgòtt  =  a  balle. 

2)  torna,  à  fa  éii  el  fàgòtt  =  rinfa- 
gottare. 

3)  fa  sii  el  fàgòtt  =  affagottare.  An- 
che: fai-  fardello,  andarsene,  far  fagotto. 

4)  fa  fàgòtt  =  far  fagotto  :  d'un  ve- 
stito che  sgonfi  troppo  in  un  luogo. 

5)  fa  minga  fàgòtt  =  acquattare:  di 
cosa  che  non  alzi  troppo. 

6)  Fagotto  :  strumento  musicale  da 
fiato. 

fàlà,  V.  att.  =  fallare,  errare,  sbagliare. 

1)  el  po'  fàlà  à  scapa  =  può  darsi 
alla  fuga,  non  ha  più  che  fuggire. 

2)  Fallire  il  colpo. 

fàlàdisc,    agg.    =   ingannevole,    che    in- 
ganna. Assai  poco  usato   ormai. 
fàlchetòn,  s.  m.  =  grosso  falchetto. 

1)  fàlchetòn  sènerin  =  albanella  reale, 
albanella,  falco  pigargo;  falco  cyaneus. 

2)  Albanella  piccola  o  rossiccia;  falco 
cineraccus. 

fàlchètt,  s.  m.  =  falco  fringuellaio,  spar- 
viere, smerlo,  smeriglio  ;  falco  nisus, 
uccello  di  rapina. 

1)  Lodolaio,  falchetto  da  uccelli,  spar- 
viere terzuolo. 

2)  Falco  da  fringuelli  minore;  falco 
minatiis. 

3)  Gheppio,  gheppio  di  ton'e,  guglia, 
acertello,  falchetto  di  torre;  falco  tin- 
nunculus. 

4)  vègh  i  oeiice  de  fàlchètt  =  avere 
occhi  di  falco:  vivi  e  spavaldi. 

•20 


fàlcòn,  s.  m.  =  falcone,  falco;  falco  pe- 
regrinus. 

fàlcinèll,  s.  m.  =  mignattaio,  chiurlo 
verde;  ibis  falcinellus.  Ucc.  silvano. 

falda,  s.  f.  =  falda.  Vedi  fòlda. 

faldistòri,  s.  m.  =  faldistoro  :  genufles- 
serio  del  vescovo. 

fà-lètt,  s.  m.  =  stramaglia;  per  le  bestie, 
anche:  strànini. 

fàlì,  V.  att.  =  fallire,  far  bancarotta:  del 
debitore  il  cui  passivo  ha  superato  l'at- 
tivo. 

1)  fàlì  col  bolgiòtt,  col  mòri  in  cà, 
coni  là  bórsa  in  là  èchhia  =  fallire  col 
sacchetto,  col  moito  nella  cassa. 

2)  tra  fàlii  =  dichiarar  fallito,  obe- 
rato. 

fàlìi,  s.  m.   =  fallito,    oberato  ;    che   ha 

fatto  bancarotta. 
fàlimènt,  s.  m.  =  fallimento,  bancarotta. 

1)  resta  sòia  à  on  fàlimènt  =  rima- 
nere al  fallimento. 

2)  l'è  on  fàlimènt  =  è  un  fallimento: 
di  qualunque  grave  perdita, 

fall,  s.  m.  =  fallo  :  mancanza  commessa 
più  che  altro  per  leggerezza  o  debo- 
lezza. 

1)  Sbaglio:  colpo  mancato.  Specialm. 
nel  gioco  del  biliardo,  della  palla  o  del 
pallone. 

2)  càtcL  in  fall  =  cogliere  in  fallo. 

3)  shisa  fall  =  senza  fallo,  senza 
dubbio. 

falò,  s.  m.  =  falò,  baldoria:  fuoco  di  ma- 
teria presto  fiammante,  ma  che  dura 
poco,  e  che  specialm.  si  fa  per  allegria 
in  qualche  festa. 

fàlòpa,  s.  f.  =  faloppe,  faloppa:  bozzolo 
imperfetto  col  baco  morto  dentro. 

fàlp,  s.  m.  =  falbo  :  mantello  giallo  di 
fuoco  dei  cavalli. 

fals,  agg.  =  falso. 

1)  Di  cosa  contraria  al  vero. 
2j  Di  pers.  che  nasconde  l'animo  suo 
e  finge  altri  sentim.  per  ingannarci. 

3)  Di  cosa  imitata,  alterata  per  in- 
ganno; òr,  àrgènt  fclls  =  oro,  argento 
falso. 

4)  color  fàls  =  color  falso,  che  non 
regge. 

falsàri,  s.  m.  =  falsario  :  chi    commette 

il  falso  in  scrittura. 
falsariga,  s.  f.  =  falsariga:  foglio  rigato 

grosso  da  metter    sotto  a  un  altro  per 

scriver  dritti. 
fàlsètt,  s.  m,  =  falsetto:    terni,  music: 


fai 


—  806 


fan 


voce  di  testa  negli  uomini,  che  sover- 
chia le  più  acute. 

fàlsèta,  s.  f.  =  serra,  flanchetta:  la  parte 
superiore  dei  calzoni  che  cinge  la  vita 
e  si  seiTa  sul  davanti. 

1)  Di  carta:  braca.  Term.  dei  legat. 
di  libri. 

fàlsètà,  V.  att.  =  imbracare.  T.  dei  legat. 
di  libri. 

falsifica,*  i^.  att.  =  falsificare:  fare  diso- 
nestamente una  cosa  che  somigli  un'  al- 
tra, in  modo  che  sia  scambiata  con 
quella. 

1)  De'  cibi  e  bevande:  adulterare  e, 
si  dice  meglio:  fàtiirà. 

fàlsiflcàsiòn,  *  s,  f.  =  falsificazione  :  il 
falsificare. 

fàlsitaa,  s.  f.  =  falsità;  crédegh  minga, 
el  dìs  doma  di  fàléitaa  =  non  gli  cre- 
dere, dice  soltanto  falsità. 

faina,  *  s.  f.  =  fama.  Nelle  frasi  vègli 
bòna  fama  =  avere,  goder  buona  fama, 
buon  nome,  e  vègh  pdca  bona  fama  = 
aver  fama  poco  buona. 

fàmbrosa,  s.  f.  =  lampone;  frutto  di  pianta 
silvestre,  dolce  e  saporito  da  farne  con- 
serve e  siroppi. 

fàmèj,  s.  m.  =  famiglio  :  chi  veglia  al 
governo  delle  mandre. 

fàmilia,*  s.  f.  =  famiglia:  il  marito,  la 
moglie,  i  figli  e  le  persone  conviventi. 

1)  tir  ma  de  fàmilia  =  stemma. 

2)  fioe.u  de  fàmilia  =  figlio  di  fami- 
glia: non  uscito  fuor  di  pupillo. 

3)  èticra  fàmilia  =  la  sacra  famiglia: 
quadro  rappresentante  la  fam.  di  Gesiì. 

fàmiliar,  *  agg.  =  domestico,  mansueto, 
familiare. 

1)  Di  pers.  che  tratta  con  modi  af- 
fabili. 

fàmiliàrisàss,  *  v.  rifl.  =  dimesticarsi, 
familiarizzarsi,  prendere  familiarità. 

fàniinciòn,  s.  m.  =  soppiattone,  ed  an- 
che chi  è  astuto  e  par  goffo. 

fàniìna,  s.  f.  =  famina,  dim.  di  fame  ; 
vezzegg.  da  bambini. 

fànim,  s.  f.  =  fame:  bisogno  di  mangiare 
e  anche  appetito,  voglia  di  mangiare. 

1)  fa  pàti  là  fàmm  =  affamare,  far 
piatire  il  pane. 

2 1  vègh  dna  fàmm  de  no  dì  =  avere 
una  fame  assaettata. 

3)  là  fàmm  là  mmùv  el  loff  foeUra 
déla  tana  =  la  fame  caccia  il  lupo  dal 
bosco. 

4)  l'è  on  mòrt  de  fàmm.  =  è  povero. 


in  canna,  è  un  fischione,  allupato:  vede 
la  fame  in  aria. 

5)  vedègh  pii  dèlà  fàmm  =  avere  una 
fame  da  non  vederci  lume. 

fàmm,  s.  f.  =  volpe,  carie  del  grano  che 
converte  il  chicco  in  polvere  nera. 

fàmds,  *  agg.  =  famoso,  celebre,  solenne, 
illustre:  usa  anche  famóso. 

fànàgotòn,  s.  m.  =  fanullone,  pigraccio, 
scioperato  :  chi  non  ha  voglia  di  far 
nulla. 

fànàl,  s.  m.  =  fanale  ;  lanterna  da  strada, 
da  cortile,  da  torre  e  sim. 

1)  fànàl  de  càròéa  =  lampione  da 
carrozza. 

fànàtìch,*  agg.  =  fanatico,  esaltato. 

fànàtisà,'^  «'.  att.  =  fanatizzare,  dar  nel 
fanatico  e  anche:  far  fanatismo. 

fanatismo,  *  s.  m.  =  fanatismo,  esalta- 
zione. 

1)  Ammirazione  esagerata,  che  nulla 
fa  parer  buono,  all'  infuori  della  cosa 
ammirata. 

fandonia,  *  s.  f.  =  fandonia,  bugia:  cosa 
non  vera  raccontata  per  vantazione,  per 
burla,  ma  facilmente  riconoscibile. 

fànéla,  s.  f.  =  flanella:  tessuto  leggero 
di  lana  fina  per  farne  vesti,  camice,  e 
simili. 

fànèll,  e  fànètt,  s.  m.  =  fanello;  frin- 
gilla  linaria;  uccello  silvano. 

fanfara,*  s.  f.  =  fanfara:  corpo  di  suo- 
natori con  strumenti  a  squillo . 

fànfàrón,*  s.  m.  =  fanfarone,  spaccone, 
che  s'atteggia  a  prepotente. 

1)  Fanfano:  chiacchierone  che  la  sa 
lunga  per  imbrogliare. 

fànfàronàda,*  s.  f.  =  fanfaronata,  spac- 
conata: atto,  discorso  da  fanfarone. 

fànfer,  s.  m.  =  baia,  cosa  da  ridere, 
celia. 

1)  no  vàri  on  fànfer  =  non  valere 
un'acca. 

fàngra,  s.  f.  =  fango,  lìmo,  brago,  fan- 
ghiglia, melma,  fanga:  per  lo  piiì  sciolta. 

1)  pésta  fànga  =  sfangare:  attraver- 
sare alla  meglio  un  pantano. 

2)  tceu  sii  là  fànga  =  spalare  il  fango. 

3)  tiitt  pién  de  fànga  =  tutto  zac- 
chere 0  schizzi  di  fango  :  infangato, 
fangoso. 

4)  i  omen  che  tceH  éu  là  fànga  =  i 
palaiuoli . 

fàug'hi,*  s.  m.  pi.  =  terme,  fanghi  :  luogo 
di  cui'a  dove  1'  elemento  terapeutico  è 
il  fango  caldo,  come  ad  Acqui. 


fan 


307 


fas 


fànt;  s.  m.  =  fante  :  T.  del  giuoco  delle 
carte:  una  figura  che  ha  la  figura  di  un 
soldato. 

fàntària  o  meglio  fanteria,*  s.  f.  =  la 
fanteria,  i  fanti,  la  milizia  a  piedi. 

fantasìa,*  s.  f.  =  fantasia. 

1)  Potenza  creatrice  artistica. 

2)  Quanto  si  allontana  in  arte  dal 
vero. 

3)  T.  mus.:  pozzo  sopra  diversi  mo- 
tivi d'opere,  variati  a  capriccio  dello 
scrittore. 

4)  da  fantasìa  =  bizzarro  ;  vestii., 
stòfa  de  fantasia  =  veste,  stoffa  di  fan- 
tasia, bizzarra. 

fàntàstich,*  agg.  =  fantastico  :  che  non 
ha  fondamento  fuori  che  nella  fantasia. 

fantàstica,*  v.  att.  =  fantasticare,  stil- 
larsi il  cervello  ;  immaginare  cose  im- 
possibili ad  effettuarsi. 

fantasma,  *  s.  m.  =  fantasma,  spettro: 
figura  umana  senza  corpo  che  vien  at- 
tribuito dalla  fantasia. 

1)  pari  on  fantasma  =  parere  una 
morte,  una  fantasma. 

fàutàsmàg-oria,  *  s.  f.  =  fantasmagoria: 
lo  illusioni  ottiche  prodotte  più  spe- 
cialm.  dalla  lanterna  magica  o  da  com- 
binazioni coreografiche  ;  l'Ecelsior  del 
Mamdti  Ve  ona  fantasmagorìa  =  l'Ex- 
celsior  del  Manzotti  è  una  fantasma- 
goria. 

fantin,  s.  m.  =  fantino  :  chi  monta  il 
cavallo  al  pallio. 

fàràbiitt,  s.  m.  =  farabutto:  uomo  ca- 
pace di  qualunque  bassa  azione,  acciar- 
pone, ciarpone  :  chi  è  solito  fare  senza 
diligenza. 

fiàràbiltà,  v.  att.  =  acciarpare,  acciabat- 
tare. 

fàràgrin,  *  s.  f.  =  farragine  :  agglome- 
razione confusa  di  cose. 

fàràón,  s.  m.  =  faraone  :  sp.  di  giuoco 
d'azzardo. 

fàràóst,  s.  m.  =  ferragosto.  Per  i  mila- 
nesi la  festa  della  Madonna  d'Agosto, 
che  si  celebra,  uscendo  fuor  di  città  a 
baldorie. 

1)  dà,  ciapà  el  fàràoét  =  dare,  pren- 
dere le  mance  di  ferragosto. 

fàrfàla,  s.  f.  =  farfalla.  Papilio  :  nome 
generico  di  alcuni  insetti  a  quattro  ali 
e  vari  colori. 

1)  Persona  di  poco  cervello,  volubile, 
leggiera. 


fàrfàlìn,   s.    m.    =    farfallino:    uomo  di 

poca  stabilità. 
fàrfoià,  'V.  att.  =  balbettare,  barbugliare  : 

parlare  senza  scolpir  le  parole. 

1)  Balbettare:  di  chi  parla  una  lin- 
gua sapendola  poco. 

2)  Ciangottare  :  parlar  male,  e  spe- 
cialmente il  cominciare  a  parlare  dei 
bambini. 

fàrfo'àda,  s.  f.  =  ciangottata,  barbugliata. 
fàrfoiòn,  s.  m.  =   barbuglione. 
farina,  s.  f.  =  farina  :  il  grano  macinato. 

1)  farina  de  semola  =  fior  di  farina  : 
la  parte  più  fine  e  più  bianca. 

2)  vèss  minga  farina  del  so  sàcch  = 
non  esser  farina  del  suo  sacco;  non 
esser  erba  del  suo  orto. 

3)  cognoss  là  farina  quand  l'è  pan 
=  essere  di  grossa  pasta. 

4)  farina  bianca  =  farina  di  grano. 

5)  farina  giàlda  =  farina  di  grano 
turco  0  gialla. 

G)  là  farina  del  ditLol  là  rà  in  cru- 
sca =  la  roba  male  acquistata  non  fa 
prò.  Vedi  diàol  8). 

fàrìnee,  s.    m.    =    farinaccio.   Agaricus 
ovoides:  fungo  mangereccio. 

fàrinòs,  agg.  =  farinoso  :    che    contiene 
molta  farina. 

1)  Sfarinato  :  di  frutta  scipite  che 
mal  reggono  al  dente. 

farsa,  *  s.  f  =  farsa  :  lavoro  drammatico 
scherzoso. 

fcàru,  s.  711.  pi.  =  ballotte;  castagne  les- 
sate. 

fàsa,  s.  f.  =  fascia. 

1)  Striscia  di  maglia  o  di  tessuto 
lunga  per  avvolgere  i  lattanti. 

2)  in  fàsa  =  in  fascia  ;  in,  nelle  fa- 
sce :  l'età  infantile. 

3)  Prov.  :  beli  in  fàsa.,  briitt  in  piàsa, 
briitt  in  fàéa,  bèli  in  piàsa  =  bello  in 
fascia,  brutto  in  piazza;  brutto  in  fascia, 
bello  in  piazza:  dello  mutazioni  che 
fanno  i  bambini  crescendo  :  di  belli, 
brutti,  di  brutti,   belli. 

4)  Fascia  di  carta  per  avvolgere  gior- 
nali od  altro. 

fìisàn,  s.  m.  =  fagiano.  Phasianus  gal- 
lus  :  uccello  razzolatore. 

1)  fàsàn  de  montagna  =  fagiano  nero, 
urogallo,  fagiano  alpestre  ;  tetrao  uro- 
gallus  =  fagiano  di  monte,  gallo  mi- 
nore di  monte  :    Tetrao  tetrix. 

2)  fàsàn  de  la  China  =  fagiano  di  co- 
lor d'oro.   Phasianus  pictus. 


fas 


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fas 


fàsàiiéla,  s.  f.    =   fagiana:    la   femmina 
del  fagiano. 
1)  Gallina  prataiola,  fagianella. 

fascicola;  V.  att.  =  distribuire  in  o  per 
fascicoli. 

fàsèra,  s.  f.  =  cascino,  cascina:  asserel- 
lino  per  contenere  la  pasta  recente  del 
cacio  lodigiano.  T.  dei  caciai. 

fàsèta,  s.  f.  =  fascetta,  dim.    di    fascia. 
1)  Fascetta,  busto  :  specie  di    fascia 
steccata  e  con  molle  che  le  donne  por- 
tano per  sorregger  la  vita.  Anche  :  biist. 

fàsetera,  s.  f.  =  fascettaia  bustaia  :  donna 
che  fa  le  fascette. 

fàsìua,  s.  f.  =  fascina:  fascio  di  legne 
minute. 

1)  età  à  là  fàéina  di  Spàgnceit  =  scal- 
darsi alla  fascina  degli  Spagnuoli  :  stare 
a  soleggiarsi. 

fasinà,  v.  att.  =  affascinare  :  far  fascine, 
fasci  ;  fasinù,  el  jen  =  affascinare  il 
fieno.  Meglio  affastellare. 

fàsinìn,  s.  m.  =  fascinetta,  fascinetto  : 
fastello  di  sarmenti. 

1)  Fascinotto  :  fascinetta  di  stipe  o 
legne  minute  con  qualche  legnetto  un 
po'  grosso  per  avviare  il  foco  dei  ca- 
minetti 0  nelle  stufe. 

fàsinóii)  s  m.  =  fascinone. 

1)  Barricata  fatta  di  fascine. 

fàsoen  s.  m.  =  fagiolo.  Phaseolus  vulga- 
ris:  la  pianta  e  il  seme. 

1)  Sgorbia  di  fàsoeù  =  baccello,  si- 
liqua. 

2)  ogìii  di  faéoeii  =  viso,  occhio. 

3)  fàsoeu  de  Spagna  =  fagioli  della 
China  o  d'Egitto. 

4)  fasceù  grìs    =    fagiolo   grigiolato. 

5)  fàsoeu  màjòleghìn  =  fagiolo  maio- 
lichino. 

6)  fàsoeu  quàràntìn  =  fagiolo  rigato. 

7)  fàsoeù  ràmpeghìn  =  fagiolo  ram- 
pichino. 

8)  fàsoeù  scolar  =  fagiolo  senza  filo. 
Phaseolus  vulgaris  globosus. 

9)  fàsoeù  de  hròca  =  fagiolo  romano. 
phaseolus  vulgaris  albus. 

10)  fàsoeù  de  l'oeiiec  =  fagiolo  del- 
l'occhio. Dolichos  Catiang. 

11)  fàsoeù  de  l'aquila  =  fagiolo  dal- 
l'aquila. Phaseolus  cilindricus  bicolor, 

12)  fàsoeù  étobiàroeù  =  fagiolo  cap- 
pone. 

13)  fàsoeù  ràres  =  fagiolo  illirico. 

14)  cos'è  ?  s'cidpa  i  fàsoeù  ?  =  che  è  ? 
va  egli  giù   la   vinaccia?:    a  chi    non 


lascia    tempo   abbastanza   a  far  chec- 
chessia. 

15)  fa  giò  i  fàsceù  =  sgusciare,  sbac- 
cellare, sgranai'e  i  fagioL". 

16)  nulngià  i  fàsoeù  in  eoo  à  vùn  = 
mangiar  la  torta  in  capo  a  uno. 

17)  fa  sii  rts  e  fàsoeu  de  tùtt  còse  = 
fare  d'ogni  erba  fascio:  di  chi  mette 
insieme  alla  rinfusa. 

fàsoeù  s.  m.   =    sorgozzone:    colpo   dato 
sotto  il  mento. 

1)  *■  fàsoeu  =  i  fagioli  :  nome  di  quat- 
tro denti  dei  cavalli. 

2)  *■  f asceti  =  i  granelli  dei  galli. 
fàsolètt,  s.   m.    =   fazzoletto  :   pezzo  di 

tessuto  quadro  che  portiamo   in  tasca 
0  al  coUo. 

1)  fàsolètt  del  nas  e  assol.  fàéolètt  = 
moccicchino,   pezzuola. 

2)  mèss  fàsolètt  =  vedi;  flscìQ. 
fàsolètàdaj  s.  f.   =  pezzuolata:    quanta 

roba  ci  sta  in  una  pezzuola. 

fàsolètìn,  s.  m.  =  pezzuoluccia. 

fàsoritt,  s.  m.  pi.  =  fagioli   dell'occhio, 
fagioli  turchi. 

fàsoròn ,  s.   m.  =  fagiolone  :   grosso  fa- 
giolo e  fagiolo  a  viticci. 

1)  Di  pers.  :  bamboccione,  fagiolone  : 
grasso  e  senza  energia. 

fàsoròtt  f   s.    m.    =   bambocciottolo  :   di 
bambini. 

fàss,  s.  m.  =  fascio  ;  ammassamento   di 
cose  legate  insieme. 

1)  Peso  corrispondente  al  quintale. 

fastìdi,  s.  m.    =    fastidio,    molestia,  af- 
fanno. 

1)  Briga:  faccenda  da  trattarsi  con 
altri  difficile,  fastidiosa,  in  cui  uno  si 
metta  o  sia  mosso  senza  una  ragione 
sufficiente;  ciàpàss  di  fastìdi  =  pren- 
dersi delle  brighe. 

2)  Bega  :  contrasto,  litigio  di  poco 
momento,  ma  che  dà  molti  fastidi  ;  i 
tò  ciàcer  me  fan  àvè  di  gran  fastidi  = 
le  tue  chiacchiere  mi  fanno  avere  dei 
grandi  fastidi. 

3)  Impegno  fastidioso  ;  vess  in  d'on 
fastìdi  =  essere  in  un  fastidio,  in  una 
bega. 

4)  làsà  à  cà  i  fastidi  =  attaccare  i 
pensieri  alla  campanella  dell'uscio  :  la- 
sciare i  pensieri  a  casa  quando  si  esce. 

5)  dà  fastìdi  =  dar  noia,  guastare, 
seccare. 

6)  tceuss  fàètidi  =  darsi  pensiero  o 
briga. 


fas 


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fed 


7)  fàb'tìdi  fàtt  in  là  =  lasciar  andar 
r  acqua  alla  china  ;  fuggire  il  ranno 
caldo. 

8)  vèss  quèll  di  trentàtrii  fàètìdi  = 
aver  da  grattare. 

9)  fastidi  gràèé  =  fastidio  da  poco  ; 
che  non  dà  gran  noia. 

10)  Svenimento,  sincope. 

11)  fegnì  fastìdi  =  svenire,  perdere 
i  sensi. 

12)  Cancherino.  "Vedi  crusi. 
fàstidiòs,  *  agg,   =    fastidioso,    noioso  : 

che  dà  fastidio,  noia. 

1)  Anche  chi  di  nulla  si  infastidisce. 

fata,  s.  f.  =  compito,  impatta:  lavoro 
assegnato  altrui,  o  a  sé,  determinata- 
mente. 

fàton,  agg.  =  fatuone,  bietolone  :  di  pers. 
molto  fatua,  molto  scipita. 

fàtèss,  s.  f.  2)1.  =  fattezze,  lineamenti: 
le  linee  del  viso. 

fàtòr,  s.  m.  =  fattore  agente  :  agente  di 
un  proprietario  che  in  campagna  invigila 
e  amministra  i  possessi. 

fatòra,  s.  f.  =  fattoressa  :  la  moglie  del 
fattore. 

fàtorìa,  s.  f.  =  fattoria:  lo  stabile  dove 
il  fattore  risiede. 

fàtorìn,  *  s.  m.  =  fattorino  :  ragazzo  o 
uomo  che  i  padroni  di  bottega,  o  sta- 
bilimento mandano  in  giro  con  com- 
missioni 0  incaricano  di  piccoli  servigi. 

fàtoT  meglio  fàtt,  agg.  =  fatuo,  sciocco, 
scipito.  Di  pers.  mancante  di  saviezza. 

fàtt,  agg.  =  sciocco  :    dolce   di   sale.  Di 
persona:  fatuo,  scipito.  Vedi,  fato v. 
1)  Di  filo:  poco  torto. 

fatt,  s.  ììi.  =  fatto,  evento,  avvenimento, 
caso  :  quanto  avviene  o  è  avvenuto. 

1)  càtà,  ciàjyà  siil  fàtt  =  cogliere 
sul  fatto,  in  flagrante:  esser  sopra  a 
uno  nel  momento  in  cui  sta  facendo 
una  cosa  non  lecita. 

2)  Fatto,    negozio,  faccenda,  azione. 

3)  chi  rinimsia  ài  fàtt  so  prima 
che  el  mceilra,  el  merita  siil  eoo  dna 
màsoRura  =  chi  del  suo  si  spodesta, 
morta  un  maglio  sulla  testa. 

4)  guarda  ài  fàtt  so  =  guardar  la 
gamba,  avere  occhio  ;  curare  i  propri 
affari. 

5)  sàvè  el  fàtt  so  =  sapere  il  fatto 
suo  ;  sapere  a  quanti  di  è  S.  Biagio  : 
essere  valente  in  una  cosa. 

6)  pensa   ài   fàtt   so    =   pensare  ai 


fatti  suoi  :  badare  ai  propri  affari,  ba- 
dare a  se. 

7)  àndà  per  i  fàtt  so  =  andare  pei 
fatti  suoi  :  non  immischiarsi  ne'  fatti 
altrui. 

8)  ditt  e  fàtt  =  detto  e  fatto  :  subito. 

9)  in  fàtt  de...  =  in  fatto  di...  qixan- 
to  a... 

f attira,  s.  f.  =  fattura,  opera,   lavoro. 

1)  làorà  à  fàtura  =  lavorare  a  opra, 
a  fattura,  a  cottimo. 

2)  Fattura  :  il  prezzo  che  sarti,  sarte 
e  sim.  prendono  per  cucitura,  fattura 
di  un  lav.oro  di  loro  arte. 

3)  Tariffa,  fattui-a,  conto  ;  g'hoo  màn- 
daa  tre  vòlt  là  fàtilra,  ma  el  paga  nò 
=  gli  ho  mandato  tre  volte  la  fattura, 
ma  non  paga. 

fàtiirà,  *  v.  att.  =  fatturare,  adulterare  : 
dì  vini,  liquori  e  commestibili  e  spe- 
cialmente del  vino.  Falsarli  per  imitare 
i  buoni  ;  l'è  onèst  ;  el  vìn  le  fàtUra  nò 
=  è  onesto  ;  il  vino  non  lo  fattura. 

fava,  s.  f.  =  faverella  :  vivanda  di  fave. 

1)  fava  àìnericàna  e  tUrca  =  fave- 
rella americana  o  turca  che  si  pone 
nel  tabacco. 

2)  i  fàv  =  fava  cavallina  o  muletta 
0  da  biada.  Vieta  faba  minor.  Legume. 

3)  cilntà  sii  là  ràva  e  là  fava  =  dire 
per  filo  e  per  segno. 

fàvàcìn,  s.  m.  =  beccabunga  :  specie  di 
erba  medicinale. 

fàvee,  s.  m.  =  faveto  :  campo  a  fave. 

favela,  *«./'.  =  favella,  parola  :  il  par- 
lare. 

fàvola,  *  s.  f.  =  favola  :  sorta   di    com- 
ponimento letterario. 
1)  Eacconto  che  si  stenta  a  credere. 

favor,  *  s.  m.  =  favore,  piacere,  servi- 
zio, garbatezza:  cosa  vantaggiosa  che 
si  fa  altrui  per  benevolenza. 

fàvorévol,  *  agg.  =  favorevole,  incline  : 
disposto  a  dar  favore,  ad  esser  d'aiuto, 
ad  accettare  o  ad  ammettere  qualche 
cosa. 

favorii,  agg.  =  favorito  :  pers.  in  favore. 
1)  Anche  di  chi  dalla  sorte  ha  mag- 
giori vantaggi. 

febràr,  s.  m.  =  febbraio:  il  secondo 
mese  dell'anno. 

fèd,  s.  f.  =  fede,  fiducia,  credenza,  spe- 
ranza. 

1)  là  féd  =  la  fede:  credenza  reli- 
giosa. 

2)  Attestato,  fede,  documento. 


fed 


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fen 


3)  bòna  féd  =  buona  fede  :  stato  del- 
l'animo di  chi  è  pronto  a  credere  altrui 
di  non  trovare  inganni,  di  non  far 
male  a  fare  una  cosa. 

fedàscia,  s.  f.  =  fede  viva,  grandissima. 
Spesso  conduce  alla  credulità. 

fedél,  agg.  =  fedele,  devoto,  fido  :  che 
mantiene  la  fede,  le  promesse. 

fedeltaa,  s.  f.  =  fedeltà,  devozione,  fi- 
datezza. 

fedina,  s.  f.  =  fedina  :  attestato  ;  fedina 
crimintLl  =  certificato  criminale. 

fèl,  s.  f.  =  fiele,  bile  :  specialm.  quella 
degli  animali. 

1)  òmm  pién  de  fél  =  uomo  pieno  di 
livore,  d'odio,  di  rancore. 

2)  mangia  fél  e  spiià  mei  =  man- 
giare amaro  e  sputar  dolce. 

felipp,  s.  m.  :  meglio  fllipica,  *  s.  f. 
=  rabbuffo,  rimprovero  forte,  ramanzina. 

félpa,  s.  f.  =  felpa  :  drappo  di  seta  o 
lana  col  pelo  più   lungo  del  velluto. 

félter,  s.  m.  =  feltro  :  pannolano  non 
tessuto,  ma  amalgamato. 

1)  i  fèlter  =  i  feltri  ;  T.  di  cartiera. 

feltra,  V.  alt.  =  feltrare  ;  ridurre  a  uso 
feltro. 

fèltràdìi,  =  s.  f  =  pezza  di  feltro,  fel- 
trata. 

fèltradùra,  s.  f.  =  feltratura:  l'opera- 
zione del  feltrare. 

fèltrìn,  s.  m.  =  cappuccio,  scuffia:  T.  dei 
cappellai. 

fèltròn,  s.  m.  •=  colatoia:  T.  di  cartiera. 

felice,  *  agg.  =  felice,  contento,  beato, 
soddisfatto. 

1)  felice  nòte  *  felice  notte,  buona 
notte,  bona  notte  Gesù  :  quand'  una 
cosa  è  perduta,  spacciata. 

felìn,  s.  m.  =  sanfelino  :  specie  di  sala- 
me crudo  molto  duro. 

fèmina,  *  s.  f.  =  femminina,  donna. 

1)  Animale  di  sesso  femminile. 

2)  ciàv  fèmina  =  chiave  femmina  : 
quella  col  buco. 

fèn,  =  s.  m.  =  fieno  :  erba  segata  e  sec- 
cata per  foraggio. 

1)  àvègh  gid  i  fèn  =  aver  sparso  i 
fieni  :  aver  sciolti  gli  stergai. 

2)  biij  el  fèn  =  pigliar  bollore  il  fieno. 

3)  dà  el  fèn  ài  bèsti  =  affienare  le 
bestie. 

4)  el  temp  del  fèn  =  fienagione. 

5)  fa  sii  el  fén  =  appostare  il  fieno. 

6)  fa  0  paia  0  fén  =  cavarne  cappa 
0  mantello  :  venire  a  una  deliberazione. 


7)  fèn  brilsaa  =  fieno  bruno,  riscal- 
dato, ribollito. 

8)  fén  foiós  =  fieno  fogliuto. 

9)  fén  in  andana  =  fieno  appostato  ; 
poste,  cappe,  mucchi  di  fieno. 

10)  /m  màgéngh  =  fieno  maggese  o 
maggengo. 

11)  fèn  ostàn  =  fieno  agostano. 

12)  fèn  piovàtaa  =  fieno  fracido,  o 
fradicio. 

13)  fén  -sàrtumos  =  fieno  di  padule. 

14)  fén  stràsii  =   fieno  arido. 

15)  legni  i  bèéti  ài  fén   =    governai* 
.    le  bestie  a  seccume. 

16)  riiff  de  fèn  =  pula  del  fieno,  fio- 
rume. 

17)  mangia  el  fén  in  èrba  =  bere  il 
vino  agresto,  mangiare  il  gl'ano  in  erba. 
Vedi  èrba,  8). 

18)  incontra  on  cdr  de  fén  =  trovare 
chi  ci  trattiene  a  chiacchiere,  e  ci  fa 
perdere  tempo. 

19)  mètt  à  fén  =  appratire. 

20)  ligà  sic  el  cdr  de  fèn  =  appresel- 
lare  :  legar  col  prosello. 

21)  fa  fén  in  l'acqua  =  essere  fortu- 
nato in  ogni  impresa. 

feuàda,  s.  f.  =  raccolta  di  fieno 

fenàgià,  v.  alt.  =  rivoltare  il  fieno. 

fenàgión,  s.  m.  =  fienaiuolo  :  chi  pre- 
para il  fieno. 

feucisc,  =  agg.  =    infingardo,  pigro,  ac- 

.  cidioso  ;  cont  sto  frècc  soni  fencisc  come 
=  con  questo  freddo  sono   assai    pigro. 

feucisciària,  s.  f.  =  infingardaggine,  ac- 
cidia, pigrizia. 

feneàn,  s.  m.  =  scioperone,  ozioso,  fan- 
nullone. Dal  frane.  :  Fainéant. 

fenésti'a,  ora  meglio  finèstra,  *  s.  f.  = 
finestra:  un'apertura  nel  muro  per  dar 
luce.  Vedi  finèstra. 

feni,  'V.  att.  ora  meglio  fini,  *  =  finire, 
por  fine;  terminare,  por  termine,  ces- 
sare. Vedi  finì. 

feuil,  s.  m.  =  fienile,  capannone,  fie- 
naia :  dove  si  ripone  il  fieno. 

feniroeù,  s.  m.  =  fienirolo  :  specie  di  ci- 
nipe, insetto. 

fenitiva  (à  là)  =  a  cose  finite,  final- 
mente, in  fine. 

feiiòcc,  s  m.  =  finocchio:  pianta  delle 
ombrellifere,  il  cui  seme  ha  lo  stesso 
nome. 

fenduom  e  assai  meglio  fenómen,*  s.  m. 
=  fenomeno:  ogoi  fatto  degno  d'osser- 
vazione. 


fer 


—  311  — 


fer 


1)  Fatto  strano;  quèll  fioeu  lìVèon 
fetiómen  =  quel  ragazzo  è  un  fenomeno: 
se  di  mente  o  di  corpo  è  assai  svilup- 
pato. 
fèr,  s.  m.   =    ferro. 

a)  metallo    usatissimo    nei    bisogni 
,    della  vita. 

1)  strada  de  fer  =  strada  ferrata, 
ferrovia. 

2)  /Ir  crùd  =  ferro  agro. 

3)  minièra  de  fer  =  miniera  di  ferro. 

4)  fèr  smorbi  o  domdétich  =  ferro 
grasso  e  spugnoso. 

5)  fèr  làdin  =  ferro  dolce. 

b)  Oggetti. 

1)  fèr  de  soprèss  e  assol.  fèr  =  ferro 
da  stirare  :  quello  che  adoprano  le  donne 
per  stirare  la  biancheria. 

2)  fèr  à  càntón  =  scarpello  torto. 

3)  fèr  à  T  =  ferro  a  T.  ;  dei  muratori. 

4)  fèr  de  borlòn  o  de  canon  =  cuc- 
chiara.  Vedi  cìàpa. 

5)  fèr  de  cànètà  =  ferro  da  arroccet- 
tare,  da  pieghettare. 

6)  fèr  de  crespa  =  ferro;  T.  dei  par- 
rucchieri. 

7)  fèr  dèla  bicòra  =  fuso  :  la  bac- 
chetta di  ferro  sulla  quale  gira  l'arco- 
laio. 

8)  fèr  de  cavali  =  ferro. 

9)  fèr  di  gelosij  =  grucce  :  due  ferri 
fissi  nel  muro  per  tener  ferme  le  per- 
siane affinchè  non  isbatacchino. 

10)  fèr  del  mestee  =  ferri  di  bottega  : 
arnesi  propri  di  un  mestiere.  E  per 
est.  anche  tutto  ciò  che  occorre  all'e- 
sercizio di  una  professione. 

11)  vèss  de  fèr  =  esser  d'acciaio, 
esser  forti. 

12)  stomeeh,  dènt  de  fèr  =  stomaco, 
denti  d'acciaio  :  forti,  capaci  di  dige- 
rire, di  rodere,  come  suol  dirsi,  i  chiodi. 

13)  vorè  nttnca  per  fèr  ròtt  =  non 
lo  vorrei  al  gioco  dei  noccioli. 

fera,  s.  f.  =  fiera,  mercato. 

1)  r  mtim  dì  dèla  fera  =  fierino  : 
r  ultimo  dei  giorni  in  cui  si  fa  una 
fiera. 

2)  in  fin  dèla  fera  =  alla   fin  fine. 

3)  fera  de  pòceh  =  mercatuzzo,  fie- 
rucola. 

fera,  v.  alt.  =  ferrare  :  mettere  i  ferri  a 

un  cavallo. 
feraa,  ayg.  =  ferrato. 

1)  vèss  feraa   =   esser   ferrato,   aver 

denari  :  non  temer  scosse,  rovesci. 


feràda,  s.  f.  =  inferriata,  grata,  gratic- 
cio ;  fatta  di  bastoni  di  ferro  intrecciati 
e  fissi  nel  muro. 

1)  Einghiera  :  parapetto  di  metallo 
traforato  o  di  bastoncini  di  ferro  in- 
trecciati insieme  per  riparo  a  finestre, 
balconi  e  sim. 

2)  là  feràda  =  la  feirovia. 

3)  dà  dna  feràda  =  dare  una  mano 
col  ferro  da  stirare. 

fèràdura,  s.  f.  =  ferratura:  azione  e 
modo  del  ferrare. 

fèràiuènt,  *•.  m.  =  ferramenti  :  tutti  i 
lavori  in  ferro  che  servono  per  usci, 
finestre,  ecc. 

feràrèsa,  s.  m.  =  ferrareccia  :  lavori  in 
ferro  per  uso  rurale  e  domestico  :  chiodi, 
zappe,  ecc. 

1)  Mercante  di  ferrareccia;  quindi 
succhielli  naie,  bullettinaio  e  sim.,  se- 
condo che  vende  specialm.  succhielli, 
bullette,  e  sim. 

feràsa,  s.  f.  =  ferraccia  ;  T.  dei  doratori. 

feree,  s.  m.  =  ferraio,  fabbro  ferraio  : 
chi  lavora  da  fabbro. 

1)  Toppaiolo  :  chi  fa  le  toppe. 

2)  Chiavaiolo  o  chiavaio  :  chi  fa  le 
chiavi. 

3)  dal  feree  no  loca,  dal  speéiee  no 
mètt  in  boca  =  Vedi  Ibòca  31). 

fèrètt,  5.  m.  =  ferretto,  ferruzzo,  ferrot- 
tino. 

1)  Calcistruzzo  naturale:  specie  d'ar- 
gilla di  grande  importanza  geologica 
nei  terreni  lombardi. 

fèretóii,  s.  m.  =  Accrescitivo  di  ferètt 
=  calcistruzzo  naturale. 

ferì,  *  v.  alt.  =  ferire. 

1)  Percuotere  con  ferro  od  altro  fino 
all'effusione  del  sangue. 

2)  In  senso  morale  :  offendere  ;  cara 
ti  !  hin  parali  che  ferisen  =  caro  mio, 
le  son  parole  che  feriscono. 

3)  feri  là  fantasìa  =  ferire,  destare 
la  fantasia. 

ferìàl,  agg.  =  feriale  :  di  giorno  non  fe- 
stivo. 

ferìda,  s.  f.  =  ferita  :  lesione  prodotta 
da  un  corpo  che  rompa  la  pelle  e  pe- 
netri nelle  carni. 

ferimènt,  *  s.  m.  =  ferimento:  il  feri- 
mento :  il  fatto  del  ferire. 

fèrnifi,  s.  m.  =  ferma  :  oggetto  che  nelle 
arti  serve  a  fermare,  a  trattenere. 

1)  Forma,  fermata:  la  durata  del 
servizio  militare. 


fer 


-  312  - 


fes 


2)  càn  de  férma  =  cane  da  presa, 
da  fermo. 

3)  Agg.  :  fermo,  quieto.  Meglio  ora 
férmo  *  Vedi. 

ferma,  v.  att.  =  arrestare. 

1)  Parlando  di  movimenti  :  farli  ces- 
sare. 

2)  AiTestare  :  conduiTO  in   prigione. 

3)  Di  cose  in  movimento  :  fermare 
ferm^  i  cavai,  là  machina  =  fermare 
i  cavalli,  la  macchina. 

4)  Di  persone  che  partono:  tratte- 
nere, rattenere. 

5)  Del  cane  da  caccia:  puntare. 
fermàcàdènn,  s.  m.  =  ferma  molla  ;  T. 

d'orologiai. 

fermàcàrt,  ò\  in.  =  calcafogli,  calcalet- 
tere  :  formella  di  maniio,  o  piccola  la- 
sti'a  di  metallo  che  si  tiene  sulle  carte 
perchè  non  isvolazzino.  Detto  d'altri 
oggetti  per  lo  stesso  uso. 

fermàda,  *  s.  f.  =  fermata  :  il  fermarsi 
0  il  luogo  dove  ci  si  ferma. 

fermàdiua,  *  s,  f.  =  fermatina  ;  prima 
de  vegnì  chi  ho  faa  dna  fermadìna  in 
l'òst  =  prima  di  venir  qui  ho  fatto  una 
fermatina  dall'oste. 

fermali,  s.  m.  =  fermaglio,  spilla,  spil- 
lone. Vedi  bròsc. 

fermàntiport,  s.  m.  =  pietrine,  mar- 
mino, puntello  :  piccolo  pezzo  pirami- 
dale di  pietra,  legno  o  d'altro,  per  te- 
nere aperto  l'uscio  a  sdrucciolo. 

fermàss,  v.  rifl.  =  fermarsi  :  cessare  xli 
fare  un  movimento,  e  specialm.  :  smet- 
tere di  camminare. 

1)  Trattenersi,    indugiarsi,    riposare. 

fèrmèiit,  *  s.  m.  =  fermento,  fermenta- 
zione, il  fermentare. 

1)  Bolli  bolli,  subbuglio  :  movimento 
popolare  che  precede  tumulti  o  disordini. 

fermenta,  *  v.  att.  =  fermentare  :  il  bol- 
lire che  fanno  per  qualche  fermento 
certe  materie. 

fermentàsióu,  *  s.  f.  =  fermentazione  ; 
specialm.  della  birra. 

fermésa,  s.  f.  =  fermezza,  costanza,  ener- 
gia: stabilità  in  senso  morale. 

férmo,  agg.  fermo  :  che  non  si  muove, 
non  esce  dal  suo  luogo. 

1)  sta  férmo  =  star  fermo  :  non  mo- 
versi, non  farsi  sentire,  non  stuzzicare. 

2)  Fig.  Stabile  ;  rèss  férmo  in  di 
idèj  =  essere  fermo  nelle  idee. 

3)  càìito  férmo  =  canto  fermo  :  canto 
da  chiesa. 


fernàmbiiccli,  s.  m.  =  verzino.  Coesal- 
pina  echinata  :  pianta  americana  ;  sorta 
di  legno  per  tingere  in  rosso. 

fernesìa  oggi  meglio  frenesìa,  *  s,  f. 
=  frenesia,  delirio,  furore.  ,Vedi  fre- 
nesia. 

fèrol,  s.  f.  pi.    =   gretole  :    i  fuscelli   o  . 
cannucce  che  si  mettono  ti'a  una  canna 
e  l'altra  nelle  rocche. 

fèrovìa,  *  s.  f.  =  strada  ferrata,  ferrovia  ; 
éoìit  rivaa  cola  fèrovia  =  sono  arrivato 
colla  strada  ferrata  ;  l'  è  impiegaa  àia 
fèrovia  =  è  impiegato  alla  ferrovia. 

fèroviàri,  agg.  =  ferroviario. 

férs  oggi  meglio  fèls,  s.  f.  pi.  =  mor 
billo,  rosolia.  Sp.  di  malattia. 

fertàda  oggi  quasi  dovunque  fritàda,  '^^ 
s.  f.  =  frittata:  vivanda  d'uova  frullate 
e  cotte  in  padella. 

1)  fritàda  rognosa  =  frittata  cogli 
zoccoli:  con  dentro  carne,  salsiccia  o 
prosciutto. 

2)  fritàda  coi  érb  amar  =  frittata 
erbata,  erbolata  o  verde. 

3)  roltà  là  fritàda  =  rivoltar  la  frit- 
tata: rigirare  il  discorso  per  correggersi 
spesso  cascando  in  contraddizione. 

4)  volta  là  fritàda  in  del  fceùgh  = 
cascare  dalla  padella  nella  brace  :  per 
celare  un  fallo  farne  un  altro  maggiore. 

5)  Frittata,  faccenda  mal  fatta:  con- 
giura scoperta. 

fesa,  s.  f.  =  spicchio. 

1)  Dell'aglio,  dei  pomi,  degli  aranci, 
e  sìm. 

2)  Gheriglio,  l'interno  delle  noci. 

3)  Spicchio:  uno  dei  tagli  di  culaccio 
e  anche  del  petto  nel  vitello. 

4)  fesa  de  fèr  =  pigna,  noce  :  parte 
del  macinino  da  caffè. 

fesa,  s.  f.  =  sparato  :  nella  camicia  il 
taglio  per  cui  deve  passare  il  capo  di 
chi  r  indossa  ;  nei  calzoni  di  taglio  di- 
nanzi dove  si  abbottonano. 

1)  Feritoia.  T^  dei  tornitori. 
fèsc,  s.  m.  =  pasticcio.  T.  di  tipogr. 
fèscia,  s.  f.  =  feccia  :  posatura   densa  o 

gi'ossa. 

1).  Delle  botti:  feccia,  fondiglielo. 

2)  Dell'olio:  morchia. 

3)  Del  sego:  feccia  del  sevo. 

4)  Delle  olive:  sansa. 

5)  Di  persone,  raetaf.  :  infingardo, 
poltrone,  pigro,  accidioso. 

fèsciàda,  s.  f.  =  stivaleria,  azione  da 
poco:  minchioneria. 


fes 


—  313  — 


fia 


fèsciàrìa,  s.  f.  =  infingardaggine,  accidia, 
poltroneria,  pigrizia. 

fèscìòn,  s.  m.  =  dappoco,  pigrone,  ac- 
cidioso. 

fesìn,  s.  m.  =  sparo  o  sparato  delle  ma- 
niche :  ciascuna  delle  aperture  laterali 
all'estremità  delle  maniche  da  passarvi 
la  mani. 

1)  feshi  del  pedàgn  =  sparato  di  fondo, 
uno  dei  due  tagli  laterali  che  si  fanno 
in  fondo  alle  camice. 

fèst,  (i)  =  le  feste  ;  i  giorni  di  festa  e 
le  feste  che  si  fanno  in  quei  giorni. 

1)  dà  i  bònn  fèst  =  dare  le  buone 
feste. 

fèsta,  s.  f.  =  festa  :  giorno  destinato  a 
una  solennità,  a  un  culto. 

1)  fèsta  de  bàli  =  ballo,  festa  di  ballo: 
Una  riunione  simile  dove  si  balla. 

2)  fèèta  de  precett  =  festa  di  pre- 
cetto. 

3)  conscia  per  i  fèM  =  acconciare, 
accomodare  pel  dì  delle  feste  :  conciar 
male  uno. 

4)  dà  ona  fèsta  =  dare  una  festa, 
specialm.  di  ballo. 

5)  dà  fèsta  =  dar  festa,  vacanza,  li- 
bertà dal  lavoro. 

6)  fa  fèsta  à  vUn  =  far  festa,  far 
lieta  accoglienza  a  uno.  Di  animali  spe- 
cialm. cani:  far  le  feste. 

7)  pàgtl  de  festa  =  pagarla  festa. 

8)  éòntl  de  fèsta  =  sonare  a  festa,  so- 
nare a  gloria:  scampanare. 

9)  stràpàsàda  déla  fèsta  =  raman- 
zina coi  fiocchi,  col  muschio. 

10)  fàgh  là  fèàta  =  fare  la  festa,  fi- 
nire, consumare.  Anche:  uccidere,  am- 
mazzare, specialm.  di  animali. 

11)  Ve  minga  sémper  fèsta  =  ogni 
giorno  0  tutti  i  giorni  non  è  festa. 

12)  fa  fèsta  =  far  festa:  smettere  di 
lavorare. 

festàioeula,   s.  f.  =  festicciola  :    dim.  di 

festa. 
fèsteg'ià,*  «'.  att.  =  festeggiare:  celebrare 

con  festa. 

fèstìii,  s.  in.  =  festino,  veglia:  festa  si- 
gnorile con  ballo,  musica,  giochi,  rin- 
freschi. 

féta,  s.  f.  =  fetta:  parte  di  roba  per  lo 
più  niangereccia,  tagliata  col  coltello  e 
col  filo. 

1)  dàghen  dna  fèta  =  fumarsela,  pi- 
gliar le  gambe,  fare  la  tela  ;  svignar- 
sela, fuggire. 


2)  tàiti  gìQ  à  fèti  =  affettare. 

3)  fèta  de  mèss  =  mela  di  culaccio: 
uno  dei  tagli  del  bue  macellato. 

4)  fa  fmira  i  fètt  =  sfetteggiare. 

5)  fèta  de  pòmm,  de  meldn,  de  nà- 
ràns,  de  limon  e  sim.  =  spicchio  di 
pomo,  di  melone,  di  arancio,  di  limone, 
e  sim. 

fètón,  s.  m.  =  fettone  :  termine  di  ma- 
scalgia. 

1)  Fettona,  gran  fetta:  accr.  di  fetta. 

2)  el  fetòn  =  il  sedere,  il  culo;  menti 
el  feton  =  menar  i  quarti  ;  affaticarsi 
molto,  affaccendarsi. 

fètór,  *  s.  m.    =  fetore:   puzzo   forte  e 

disgustoso. 
fèver,  s.  f.  =  febbre:  stato  morboso  del 

malato. 

1)  féver  bàrtolàscia,  che  con  on  lègn 
là  se  dèscàscia-  si  dice  a  chi  fingesi 
malato  per  non  lavorare  :  febbre  col 
burro. 

2)  féver  mànglna  =  febbre  coi  rosic  - 
chioli. 

3)  férer  de  cavali  =  febbrone  da  ca- 
valli: febbre  fortissima. 

4)  fèver  fregia  =  brividi  della  febbre. 

6)  guàrnt  quài  èòld  per  là  fèver  = 
farsi  un  po'  di  capezzale  per  la  vec- 
chiaia: chi  sguazza  la  festa,  stenta  il  dì 
del  lavoro. 

7)  bon  per  là  fèver  =  febbrifugo:  me- 
dicamento che  caccia  la  febbre. 

8)  ciàptL  là  fèver  =  entrar  la  febbre. 

9)  fa  vegnì  là  fèver  =  far  entrar  la 
febbre,  far  venire  la  febbre.  Anche  di 
persona  che  da  molta  noia. 

flaa,  s.  m.  =  fiato:  l'aria  che  esce  dalla 
bocca  respirando.  Quando  puzza:  alito; 
el  g'hà  el  fiaa  de  fèver  =  ha  l'alito  che 
puzza  per  la  febbre  sofferta. 

1)  éentiss  à  màncti  el  fiaa  =  sen- 
tirsi mozzare  il  fiato. 

2)  Urti  sii  el  fiaa  =  aspirare  ;  fig. 
sentirsi  sollevato. 

3)  tegnX  el  fiaa  =  trattenere  il  fiato, 
non  emetterlo  :  dei  bambini  specialm., 
prendere  una  tira. 

4)  tceu  el  fiaa  =  assediare,  impor- 
tunare, infastidire:  stare  intorno  a  uno 
con  istanze  continue,  importune. 

5)  irà  via  el  fiaa  =  farla  bollire  e 
mal  cocere:  di  chi  s'  adopra  o  par  che 
s'adopri,  ma  non  ottiene  l'intento.- 

6)  vosti  cont  quanto  fiaa  el  gh'hà  in 
in  còrp  = ,  gridare,    bociare   quant'  uno 


fla 


314  - 


flb 


n'ha  nella   canna  o  in    canna;    molto 
forte. 

7)  ciapà  fèaa  =  ripigliare,  riprender 
fiato:  fermarsi  un  poco  per  respirare. 

8)  in  d'on  fèaa  =  in  un  sorso,  in  una 
sorsata;  béven  on  fèaa  =  berne  una  gor- 
gata: del  liquido  che  si  manda  giia  in 
una  volta. 

9)  ììiàncàmént  de  fèaa  =  ansima, 
asma. 

10)  éiigàés  el  fèaa  =  sfiatarsi. 

11)  nsmà  el  fèaa  =  annusare  uno  ; 
conoscerlo. 

12)  Urti  l'Ultim  fèaa  =  mandar  l'ul- 
timo respiro:  morire. 

13")  istrUment  de  fèaa  =  strumenti  a 
fiato:  che  si  sonan  col  fiato. 

14)  Forza;    el  g'hà  minga   fèaa   de 
moeiiv   on  dìd  =  non  ha   fiato  dì   mo- 
vere un  dito. 
flàca,  s.  f.  = 

1)  Fiacchezza,  fiaccona,  svogliatezza. 

2)  Cascaggine,  debolezza:  il  rilasciarsi 
della  persona  e  quasi  cascare  delle  brac- 
cia e  del  capo. 

3)  Afta,  galla  :  piccola  vescichetta, 
enfiatura  della  pelle. 

flàcch,  agg.  =  fiacco:  che  ha  fiacchezza. 
1)   Palloncini,     vescicaria  ;     pysalis 
alkekengi.  V.  chichìng'er. 
flàdà,  V.  att.  = 

1)  Eespirare,  alitare. 

2)  Fiatare  :  fare  il  minimo  rumore 
colla  voce. 

3)  sema  fìàdà  =  senza  fiatare,  sen- 
z'alitare: senza  dir  nulla. 

4)  làsà  fèàdà  =  dar  fiato,  dar  un  po' 
di  riposo. 

flàdàda,  s.  f.  =  fiatata:  specialmente  di 

fiato  cattivo. 
flàdò,  s.    m.    =    sfogatoio,  spiraglio  :   T. 

dei  muratori. 
flàina,  s.  f.  =  fiamma:  il  getto  luminoso 

e  impalpabile  di  un  corpo   che  bmcia. 

1)  àndù,  à  foeugh  e  fèàma  =  andare 
a  fuoco  e  fiamma. 

2)  fa  foeugh  e  fèàma  =  far  foco  e 
fiamma:  riscaldarsi  molto  per  ottenere 
0  far  riuscire  una  cosa. 

3)  guarda  che  fèàma  !  =  vedi  fanale 
che  fa  ! 

4)  vegnì  i  fèàmni  ttla  fàcia  =  venir 
le  vampe  del  rossore. 

flàinàda^  s.  f.   =  fiammata:  fiamma  corta 
di  materie    che  si    consumano   presto; 


tceil  sii  dna  fèamàda  =  darsi,  prendere, 

pigliare  una  fiammata. 
ilàniànt;  agg.  =  fiammante,  lampante. 
1)  noeùv  fèàmànt  =  nuovo  lampante, 

novissimo. 
flàmeughìna,  s.  f  =  fiamminga,  scodella: 

piatto  fondo  per  scodellai'vi  la  minestra. 
flàucli,  *  s.  m.  =  fianco,  lato:  parte  del 

corpo   umano,  e  le  parti   laterali  degli 

edifizi. 

1)  slargàss  in  di  fèànch  =  rizzarsi 
a  panca.  Figur. 

2)  sta  ài  fèànch  =  stare  ai  fianchi, 
vicino  ad  uno. 

3)  de  fèànch  =  di  fianco:  dalla  parte 
del  fianco. 

flànchètt,  s.  m.  =  fianchetto:  T.  dei 
cappellai  e  dei  sarti. 

flànconàda,  s.  f.  =  sfiancata,  fiancata: 
urto  dato  col  fianco. 

flànciiiij  agg.  =  fiancuto:  di  chi  ha  i  fian- 
chi grossi. 

fiàsca,  s.  f.  =  Fiasca,  botticella:  sorta 
di  vaso  di  vetro  di  collo  più  corto  del 
fiasco,  e  più  grosso,  per  lo  più  coperto 
di  vimini. 

1)  guarda  in  fèàsca  =  guardare  in 
cagnesco:  con  ira,  con  minaccia. 

2)  Dolore,  calia  :  di  chi  per  tutto  si 
infastidisce,  né  trova  mai  cosa  che  gli 
torni  e  specialmente  nei  cibi  si  mostra 
sofistico;  Dio!  che  fèàsca  te  set  =  Dio! 
che  dolore  sei.  Anche:  cancherino.  Vedi 
ertisi,  2). 

flàscàda,  s.  f.  =  lezi,  smorfie,  svenevo- 

laggine. 
flàscàrìi,  s.  f.  pi.  =  daddoli  ;  caricatvu-e 

puerili. 
flàsch,  s.  m.  =  fiasco:    recipiente  per  lo 

più  per  vino  ed  olio. 

1)  pòrta-fèàsch  =  reggi-fiasco. 

2)  Fiasco,  mal  esito:  specialmente  di 
rappresentazioni  teatrali. 

3)  fa  fèàsch  =  far  fiasco,  non  riu- 
scire, andare  a  male. 

flaschéta,  s.  f.  =  fiaschetta  :  dimin.  di 
fiasca. 

1)  Recipiente  d'ottone  o  d'altra  ma- 

.  teria  dove  i  cacciatori  tengono  la  pol- 
vere da  schioppo. 

flàster,  s.  m.  =  figliastro  :  i  figli  di  un 
altro  letto  rispetto  al  coniuge  novo. 

f  ìbia,  s.  f.  =  fibbia  :   fermaglio  che  tien 
fermo  nastro  o  cinghia  che  vi  si  infila. 
1)  làsà.,   deslàsà  i  fibi  =   affibbiare, 
sfibbiare. 


flb 


—  315  — 


ftg: 


2)  Gattabuia,  prigione;  mss  in  fìbia 
=  essere  in  ballo,  in  inciampo,  in  danza. 

flibiàsela,  v.  att.  =  battersela,  svignarsela, 
darla  a  gambe:  andarsene  presto,  na- 
scostamente e  spesso  con  paura. 

flbiàtt,  s.  m.  =  fibbiaio:  chi  fa  e  vende 
fibbie. 

fica,  (fa  là)  =  fare  una  cavalletta  a  uno: 
ingannarlo  con  doppiezza. 
1)  Gara,  scorno,  uggia. 

flcànàs,  s.  m.  =  ficcanaso,  topino  ;  per- 
sona entrante. 

flcàroeù,  s.  m.  =  punteruolo  :  T.  dei 
panierai . 

flcc,  8  171.=  fìtto,  pigione;  ora  quasi  do- 
vunque fltt.*  Il  prezzo  che  si  paga  per 
il  fitto. 

1)  Urti  sii  el  ficc  =  tirar  su  i  mocci: 
a  chi  lo  fa  diciamo:  el  ficc  l'hoo  gi'à 
pàgaa  =  tira  su  e   serba  a  Pasqua. 

ficòn,  s.  m.  =  foraterra  ;  T.  d'  agi-icol. 
1)  Passone:  mozzicone  a  cui  si  lega 
il  vitello  nella  stalla. 

fida,*  V.  att.  =  affidare,  commettere  alla 
fede;  ghe  fklàrìen  tinca  on  milion  = 
gli  fiderebbero  anche  un  milione. 

1)  fidàss  V.  rifl.  =  fidarsi,  affidarsi: 
non  sospettare  di  persona  o  cosa. 

2)  Fare  assegnamento  e  presumere 
troppo;  el  se  fida  tròpp  del  so  talént  = 
si  fida  troppo  del  suo  talento. 

fldaa,  agg.  =  fidato,  che  ci  si'può  fidare: 
a  cui  si  può  confidare  qualunque  va- 
lore. 

fidegrli,  s.  m.  =  fegato:  viscere  destinato 
alla  secrezione  della  bile. 

1)  màngiàss  el  fidegh  =  mangiarsi, 
rodersi  l'anima. 

2)  vègh  guàst,  mcirse  el  fidegh  con 
vun  =  aver  in  uggia  alcuno. 

3)  seàldàss  minga  el  fidegh  =  non 
scaparsi. 

4)  Ardire,  coraggio,  eccesso  di  fran- 
chezza e  di  confidenza  che  può  arrivare 
fino  alla  sfacciataggine  ;  el  gh'à  aviiù 
el  fidegh  de  toì'nà  in  cà  =  ha  avuto  il 
coraggio  di  tornare  a  casa. 

5)  vègh  el  fidegh  de  fa...  =  aver  il 
buzzo  di  fare,  esser  capace  di  fare  una 
cosa;  per  lo  più  in  mal  senso. 

fldeg'hìn,  s.  m,  =  coratella  :  il  fegato  e 
gli  altri  visceri  mangiabili  degli  uc- 
celli, dei  pesci  e  degli  animali  quadra- 
pedi  piccoli.  Dei  polli  si  dice:  fegatino. 

fldelitt,  5.  m.  pi.  =  vermicelli,  capellini: 


specie  di  paste  da  fare  in  minestra   a 
fili  sottilissimi. 

fldelòtt,  s.  m.  =  spaghetti,  vermicelli 
grossi:  pasta  da  minestra. 

fidigli,  s.  m.  =  fegato  :  lo  stesso  che 
fidég-Ii,  Vedi. 

fido,  agg.  =  fedele,  fidato,  amico.  Vedi 
fldaa. 

1)  Credenza,  credito  ;  fa  on  fido  = 
dare  a  credito;  di  merci. 

fifa,  s.  f.  =  paura,  tema:  impressione  pe- 
nosa dell'animo  per  danno  o  pericolo 
reale  o  immaginario  che  ci  sovrasti. 

flfòii,  agg.  =  pauroso,  spericolone  :  che 
di  tutto  ha  paura,  per  nulla  si  spericola. 

flgràtèll,  s.  ni.  =  fegatello:  specie  di  vi- 
vanda fatta  con  fegato,  lardo  e  salvia. 
1)  Voce  plebea  di  sprezzo. 

flgàtt,  s.  m.  =  ficaio:  che  traffica  in  fichi, 

fig'h,  s.  m.  =  fico,  albero  e  frutto;  ficus 
carica:  pianta  delle  famiglie  delle  orti- 
cacee. 

1)  figh  briigid  =  fico  brogiotto  nero. 

2)  figh  de  là  gota  =  fico  che  piango 
0  fontanello. 

3)  figh  madama  =  fico  lardaiuolo, 
lardello,  pecciolo. 

4)  figh  che  dèrva  là  boca  =  fi.co  aper- 
tone. 

5)  figh  fioron  =  fico  primaticcio,  fico 
fiore. 

6)  figh  màrchiànin  =  fico  verdino 
lungo. 

7)  figh  morclìn  =  fico  corbo  o  sam- 
piero  secondo. 

8)  figh  négher  =  fico  sanguinaccio. 

9)  figh  pèrseghin  =  fico  piattole. 

10)  figh  sàlvàdegh  =  caprifico. 

llj  càtà  in  sili  figh  =  coglier  sul 
fatto. 

12)  gàndolitt  de  figh  =  granelli  di 
fichi. 

13)  nò  pela  figh  =  non  mondar  ne- 
spole; non  esser  da  meno  di  un  altro. 

14)  guarda  siil  figh  =  strabuzzare, 
esser  losco. 

15)  importa  on  figh  àècch  =  non  im- 
portare un  fico  secco  ;  non  importar 
nulla. 

16)  figh  de  Spagna,  d'India  =  fico 
d'India;  cactus  opuntia. 

17)  làtt  di  figh  =  lattificio  :  latte  dei 
fichi  acerbi. 

18)  èàlvà  là  pttnscia  per  i  figh  = 
serbar  la  pancia  per  i  fichi;  di  persone 


fig 


-  316 


fll 


che  non  si  cimentano   per  paura  della 
pelle. 

19)  vivee  di  fìgh  =  fìcato:  campo  con 
molte  piante  di  fico. 

20)  Entra  in  una  canzonetta  popolare 
infantile.  Vedi  guèra,  3). 

llghee,  s.  m.  =  fìcato:  luogo  piantato  a 

fichi. 
figura,*  s.  f.  =  figura:  l'aspetto  esteriore 

del  corpo  umano. 

1)  fa  bòna  figura  =  far  buona  figura: 
comparir  bene. 

2)  figura  gòtica  =  figura  del  calotta. 

3)  ineoeiì  in  figura,  domdn  in  se- 
poltura =  finche  r  uomo  ha  denti  in 
bocca,  non  sa  quel  che  gli  tocca. 

4)  vèss  in  figura  =  essere  in  figura: 
aspettare  il  proprio  turno  per  ballare, 
in  una  festa  di  ballo. 

5)  Nelle  carte  da  giuoco,  il  re,  la 
donna,  il  fante. 

6)  dna  bela  figura  =  una  bella  per- 
.sona;  specialm.  di  donna. 

7)  fa  là  figtlra  de...  =  far  la  figura 
di...  apparire,  parere;  el  fa  là  figura 
de  sciòr  =  fa  la  figura  di  ricco. 

8)  *  figHr  =  le  figure  :  illustrazioni 
di  testi  0  rappresentazioni  artistiche. 

9)  Affronto,  ingiuria. 

10)  Figurante  ;  parlando  di  teatri  : 
comparsa. 

lìgiiràj*  «'.  citt.  =  figurare,  far  bella  mo- 
stra. 

1)  fìgilràsé,  v,  rifl.  =  figurarsi,  rap- 
presentarsi alla  mente,  pensare,  imma- 
ginare. 

ilg'urin,  s.  m.  =  figurino  :  le  figui-e  dei 
giornali  di  moda  che  rappresentano  la 
moda  del  giorno.  Più  com.  figurina. 

ilgiirina,  s.  f.  =  figurina,  statuetta. 

1)  quèll  di  figìirinn  =  figurinaio , 
stucchinaio:  chi  va  in  giro  a  vendere 
le  figurine  di  gesso. 

flgurìsta,  s.  m.  =  figurista:  artista  va- 
lente nel  disegno  delle  figure. 

flgìiròtt,  s.  m.  =  figuro,  uomo  sprege- 
vole, cattivo  soggetto. 

fil,  s.  m.  =  filo:  quello  che  si  trae  fi- 
lando. 

1)  fìl  de  rhff  =  fil  di  refe  :  il  lino 
filato. 

2)  fa  el  fìl  =  fare  le  fila  :  del  for- 
maggio molto  grasso;  meglio  fllà.  Vedi. 

3)  fìl  d'erba  =  filo  d'orba:  le  pian- 
ticelle stesse  con  una  sola  foglia. 


4)  vèéé  on  fil  =  essere  un  filo:  di 
persona  magra  o  dimagrita  molto. 

5)  Il  metallo  filato  ;  fU  de  fér,  de 
loton,  d'àrgént  =  filo  di  ferro,  di  ottone, 
argento. 

6)  on  fìl  =  un  briciolo. 

7)  Una  serie  concatenata  di  idee,  di 
fatti;  el  fìl  del  ràcont  =  il  filo  del  rac- 
conto ;  pérd,  ciàptL  el  fìl  d' on  dièeors  = 
perdere,  prendere  il  filo  di  un  discorso. 

8)  troA  el  fìl  de  l'ascia  =  ravviare 
la  matassa,  ti-ovare  il  bandolo. 

9)  fa  giò  fìl  =  dipanare;  svolgere  la 
matassa  in  gomitolo. 

10)  fa  sii  fìl  =  aggomitolare:  fare  in 
gomitoli. 

11)  fìl  de  tra  dent  =  l'ordito:  il  filo 
steso  sull'orditoio. 

12)  écàmlcà  el  fìl  =  scavalcare  il  filo. 

13)  fìl  purgaa  =  filo  cotto. 

14)  fìl  sbiancaa  =  filo  curato,  im- 
bianchito. 

15)  taià  in  fìl  =  tagliare  a  dritto 
filo:  per  diritto. 

fil,  s.  m.  =  filo,  affilatura:  il  taglio  affi- 
lato, la  linea  tagliente  di  un  ferro;  fàgh 
el  fil  ài  cortij  =  fare  l'affilatui'a  ai  col- 
telli. 

1)  on  fìl  de  vòs  =  un  fil  di  voce; 
raetaf. 

2)  à  fil  de  mòri  =  in  fin  di  morte, 
sul  punto  di  morire. 

3)  tirtL  in  fìl  =  conduiTc  al  verde, 
all'estremo,  in  fine. 

4)  per  071  fil  =  per  un  filo,  per  po- 
chissimo :  quando  assai  poco  ci  man- 
cava ad  accadere  una  cosa. 

5)  dà  el  fìl  =  affilare,  assotigliare  il 
taglio. 

6)  vèsé  à  fìl  cont  là  cà  =  essere  in 
filo,  a  corda  colla  casa. 

7)  on  fìl  d'Aria  =  un  filo,  una  bava 
d' aria. 

9)  Tigli,  filamenta,  fibre  dei  legnami . 

10)  Trefolo  ;  filo  attorto  del  quale, 
preso  a  più  doppi,  si  compone  la  fune. 
T.  dei  cordai. 

11)  fìl  de  mt  =  filare  di  viti. 

12)  fìl  de  càstègn  =  resta  di  castagne. 

13)  fìl  d'or  =  gavetta:  matassina  di] 
corda  di  minugie  e  simili. 

14)  fìl  =  spigolo  :  di  pietre,"^avolij 
stipiti,  ecc. 

fil  bòli,  s.  m.   =   bava:    il   filo    di   setal 
perfetto. 


fll 


—  317  — 


fll 


fil  d'àsaa  pàsaa  per  trafila,  =  filo  di 

rocchetta. 
fìl  VÌT,  s.  m.  =  filo  vivo  :  il  filo  taglien- 

tissimo  delle  armi  da  taglio. 
fila,  s.  f.  =  fila  :  un   numero  di  pers.  e 

di  cose  che  si  continuano. 

1)  fila  de  montàgn    =    giogaia  :  piiì 

gioghi  di  monti  che  si  continuano. 
2}  mètt  in  fila  =  allineare,  affilare: 

fare  che  più  uomini  o  cose  siano  messi 

su  una   stessa    linea;   m,ètt   in   fila  i 

éoldaa  =  allineare  la  truppa. 

3)  vèés  in  fila  -  essere  in  fila. 

4)  dna  fila  de  bostj  =  una  filza,  una 
fila  di  fiabe,  bugie. 

5)  Fila,  filza  :  di  perle,  coralli,  ecc. 

6)  in,  de,  àia  fila  =  in,  alla  fila,  di 
filo  :  consecutivamente  di   seguito. 

fila,  V.  att.  =  filare:  ridurre  in  filo. 

1)  ne  là  me  fa,  ne  là  me  fila  =  la 
non  mi  è  né  calda,  ne  fredda  :  di  cosa 
che  ci  è  indifferente,  di  cui  non  c'im- 
porta nulla. 

2)  né  foo,  ne  fili  e  là  eandila  là 
brusa  =  non  fo  né  un  aspo  né  un  ar- 
colaio: non  posso  andare,  né  pian  né 
ratto. 

3)  Filare:  della  botte  che  getta  sot- 
tilmente. 

4)  Del  vino  o  dell'aceto  che  sono 
andati  a  male  e  escon  filacciosi. 

5)  Del  cacio  un  po'  vischioso  che  fa 
le  fila. 

6)  filUa  =  tirarla  coi  denti,  vivac- 
chiare a  stento. 

7)  Di  nave  che  solca  l'onda  lesta- 
mente e  bene. 

8)  fa  filtt  =  far  rigar  dritto:  tenere 
al  dovere  chi  deve  obbedire. 

fllaa,  agg.  =  continuo. 

1)  trii  di  fìlaa  =  tre  dì  allato  allato, 
tre  giorni  in  fila. 

2)  Filato  :  ogni  cosa  filata  ;  negoèidnt 
in  filaa  =  negoziante  in  filati. 

fllàda,  s.  f.  =  ramanzina,  sgridata,  rab- 
buffo :  forte  rimprovero. 
fllàdòr,  s.  m.  =  filatore:  chi  fila. 

1)  fllàdor  de  seda  =  filatore,  filatoiaio, 
trattore  o  tiratore  di  seta  ;  chi  lavora 
al  filatoio  da  seta. 

2)  T.  dei  cesellat.  :  profilatoio. 
fllaudèra,  s.  f.  =  filandaia  :   donna   che 

lavora  alla  filanda. 
fllàfus,  s.  m.  =  ortolano;  emberitia  hor- 
tulana:  uccello  silvano. 


Alàuda^  s.  f.  =  filanda:  l'edifizio  dove 
si  fila  la  seta. 

fllàndee,  s.  m.  =  filandaie  :  chi  lavora 
in  una  filanda. 

fllàòr,  s.  m.  =  filaloro  :  filatore  d'oro  e 
d'argento. 

fllàper,  s.  m.  =  fila,    faldella,   filaccia  : 
le  fila  di  una  tela  vecchia,  disfatta,  per 
uso  di  ferite,  piaghe,  emorragie. 
1)  bruscolo,  pilucco. 

fllàpèra,  5.  f.  =  baldracca:  donna  di 
nessun  conto. 

fllàprènt,  agg.  =  cencioso  :  a  sbrindoli  ; 
tegliee  minga  vergogna  à  àndà  intorna 
insci  fllàprènt  =  non  hai  vergogna  di 
andare  in  giro  così  cencioso  ? 

fllàrmònich,  *  agg.  =  filarmonico  :  chi 
é  amante  dell'arte  musicale. 

fllàstròca,  s.  f.  =  filastrocca,  tiritera  :  una 
lungagnata  di  nomi,  di  ragioni,  di  pa- 
role e  anche  una  storia  noiosa  e  di- 
sordinata. 

fllàtoj,  =  s.  m.  =  filatoio  :  stabilimento 
dove  si  fila. 

filerà,  s.  f.  =  fila  ;  lunga  serie. 

1)  Filatrice,  filatera:  la  donna  che 
fila. 

flléta,  s.  f.  =  gattuccio:  specie  di  sega 
senza  telaio,  con  manico.  T.  dei  fale- 
gnami. 

fllètà,  V.  att.  =  filettare,  profilare:  met- 
tere dei  cordoncini  o  delle  strisciolino 
d'un  colore  o  d'una   materia    diversa. 

fllètadur,  =  scorniciature  :  quelle  degli 
scuri  delle  finestre. 

fllètt,  s.  m.  =  filetto. 

1)  Filetto:  T.  dei  tipografi. 

2)  Filetto  delle  lettere:  T.  dei  calli- 
grafi; l'avviatura  che  si  fa  colla  penna 
a  Ogni  lettera  dell'alfabeto. 

3)  Filetto  :  che  si  mette  in  bocca  ai 
cavalli. 

4)  Filetto.  T.  dei  macellai:  la  parto 
della  carne  annessa  alla  lombata. 

5)  fdètt,  firòn,  fdoii  =  filetto,  filo 
delle  reni  :  animella  che  si  trova  nelle 
vertebre  dorsali. 

6)  Scilinguagnolo ,  frenulo  :  filetto 
che  resta  sotto  la  lingua. 

7)  vègli  taiaa  el  filètt  =  aver  tagliato, 
rotto,  sciolto  il  filetto  :  di  chi  discorre 
molto  e  con  franchezza. 

fllidura,  s.  f.  =  fessura,  fenditura. 

1)  stoptL   i   fUidUr    =    rinverzare  lo 
fessure. 
filigrana,  vedi  filogràna. 


fll 


318 


fin 


lllodràmàtich,  *  agg.  =  fìlodi-ammatico  : 

che  si  diletta  a  recitare. 
1)  el   tester    di   Filodràmttich  =  il 

teatro  dei  Flodramniatici. 
illogràna  e  filigrana,  =  s.f.  =  filigrana, 

granaglia  :  specie  di  lavoro  in  oro  e  in 

argento  imitante  l'arabesco. 
fllón,  s.  m.  =  filone:  vena  d'acqua.  T. 

idraul. 
1)  Filetto.  Vedi  fllètt,  5). 
filosofia,  *  s.  f.  =  filosofia  :   la   scienza 

filosofica  ed  anche   il  saper  pigliare  le 

cose  del  mondo  con  serenità  e  pazienza, 

come  vengono. 

1)  T.  di  stampa  :  filosofia. 
filosomia   e  fisonomìa,  *  s.  f.  =  fiso- 

nomia:  i  tratti,  l'espressione  del  viso. 
filsa,  s.  f.  =  filza:  più  cose  infilzate  in 

un  filo,  spago  e  sim. 

1)  mètt  in  fìlàa  =  infilzare. 
lìlsoeu,   s.  f.    =   matassina,   trafusolina: 

per  lo  più  di  seta. 

1)  filsoeu  de  càvèj  =  ciocchetta  :  un 

mucchietto  di  capelli. 
filtra,  V.  att.  =  passare,  colare  :  far  pas- 
sare i  liquidi  per  il  filtro. 
fin,  s.  m.  e  f.  =  fine. 

1)  Dove,  quando  una  cosa  cessa. 
Contrapp.  a  principio  ;  in  fin  de  stà- 
gion  =  a  fine  di  stagione;  dal  prin- 
cìpi fila  fin  =  dal   principio  alla  fine. 

2)  méè  àii  là  fin  =  essere  sulla  fine. 
Si  dice  anche  :  rèse  sii  là  fìnitiva. 

3)  Di  pers.  :  la  riuscita  finale  ;  fa 
ona  bona,  dna  càtiva  fin  =  fare  buona, 
cattiva  fine. 

4)  ^la  fin,  in  fin  =  alla,  in  fine  : 
finalmente. 

5)  vèghen  mài  à  fin  =  non  venirne 
mai  a  capo. 

fj)  Il  termine  che  uno  si  propone 
nelle  sue  azioni  :  scopo  ;  el  glia  el  so 
fin  de  fa  insci  =  ha  il  suo  scopo  d'a- 
gire così  ;  le  fa  à  fin  de  ben  =  lo  fa 
■collo  scopo  di  far  bene. 

7)  fall  per  niéùn  fin  =  -farlo  per 
nessun  fine  :  chi  opera  disinteressata- 
mente. 

8)  bòn  fin  =  fine  lodevole. 
fin,  agg.  =  fino,  fine. 

1)  Sottile  :  di  poca  grossezza. 

2)  Di  cose  di  qualità  scelta  ;  vin  fin 
=  vino  fino  ;  Qr  fin  =  oro  fino  :  non 
falso. 

3)  Di  lavoro:  squisito,  perfetto,  ac- 
curatissimo. 


4)  Di  pers.  :  fine,  arguto,  astuto,  sa- 
gace; che  avverte  certi  aspetti  delle 
cose  e  celie  relazioni  meno  apparenti. 

5)  dona  de  fin  =  cameriera:  perchè 
è  adibita  a  lavori  meno  pesanti  e  meno 
rozzi  che  non  la  serva. 

6)  làortL  de  fin  =  lavorare  di  fino  :  con 
accuratezza. 

fin  e  fina,  prep.  di  limitaz.  =  fino. 

1)  fina  à...  fino  a...;  stoo  in  cam- 
pagna fina  ài  més  de  éetémber  =  sto 
in  villa  fino  al  mese  di  settembre; 
Too  fina  à  Lorètt  =  vado  fino  a  Loreto. 

2)  fin  de...  =  fino  da ..  ;  l'è  fin  de 
Vànn  pàsaa  =  è  fino  dell'anno  scorso. 

3)  fin  dèsé,  fina  àdèsé  =  finora,  fino 
ora. 

4)  fin  chi  =  fino  a  qui,  fin  qui  :  di 
tempo  e  di  luogo. 

fina,  V.  att.  =  affinare,  T.    di    Zecca:  di 

metalli  preziosi,  purificarli. 
finàdèss,  avr.  =  finora,  fino  a  ora  :  fino 

a  questo  momento. 
flnàfinòrum,  ave.  =  all'infinito,  alle  ca- 

lende  greche. 
finàmàì,  avv.  =  al  sommo,  quanto  mai. 
final,  s.  m.  =  finale. 

1)  La  finale  di  un  dramma,  di  un'o- 
pera, ecc. 

2)  Agg.  di  atto  conclusivo,  riassuntivo  ; 
l'esperimènt  final  =  l'esperimento  finale. 

fiiiàlmént,  aw.  =  finalmente,  alla  fine. 
flnànsa,  s.  f.  =  la  Finanza. 

1)  L'amministrazione  dell'erario. 

2j  i  fintine  =  le  finanze:  gli  averi, 
le  entrate,  le  rendite. 

3)  La  Dogana. 

flnàDsiér,  s.  m.  =  finanziere,  gabelliere, 
gabellotto,  daziere  ;  guardia  di  finanza, 
gabellino. 

1)  finansiéra  s.  /".  =  T.  di  stampa  : 
carattere  corsivo,  italico. 

finàsiòn,  s.  f  =  affinamento,  T.  di  Zecca. 
Astr.  da  affinare.  Vedi  fina. 

finca,  s.  f  =  casella  :  ciascuna  divisione 
che  risulti  sulla  carta  da  linee  orizz.  e 
vertic.  per  farci  conti. 

finèsa,  s.  f.  =  finezza,  squisitezza,  cor- 
tesia, garbatezza. 

1)  Sottigliezza,  tenuità. 

2)  Accortezza,  destrezza,  sagacia. 
finèstra,  s.  f.  =  finestra,  un'ai^ertura  nel 

muro  per  dar  luce. 

1)  fuga  de  finèèter  =  riscontro  di 
finestre. 

2)  ò  mangia  età   minestra,  ò  ààlta 


fin 


319  — 


fio 


età  finèstra  =  o  bere  o  affogare  :  o  man- 
giar questa  miaestra  o  saltar  questa 
finestra.  Quando  tra  due  partiti  cattivi 
bisogna  stridere  in  uno. 

3)  ància,  vegnì  tla  finèstra  =  affac-' 
ciarsi  alla  finestra. 

4)  Occhio  :  piccola  finestra  rotonda 
od  ovale  per  lo  più  nella  parte  alta  di 
alcuni  edifizi. 

5)  Cruna  :  dell'ago  ;  romp  là  fènèétra 
d'òna  gfigia  =  scrunare  un  ago. 

flng,  *  V.  att.  =  fingere,  simulare  :  espri- 
mere quello  -che  non  pensiamo  per  in- 
gannare. 

fluì,  V.  att.  =  finire  :  terminare,  cessare. 
Vedi  fenì. 

1)  fÌ7iì  mal  =  capitar  male,  far  la 
mala  finita  :  andare  a  finir  male. 

2)  àndà  à  finì  =  andare  a  cascare: 
del  discorso,  e  della  vita  ;  hoo  nancà- 
Tno  de  capi  doe  el  va^ur  àndà  à  fini 
=  non  ho  ancora  compreso  dove  vada 
a  cascare:  g'hoo  paura  ma  el  va  à 
finì  mal  =  ho  paura  ma  va  a  cascar 
malo. 

3)  àndà  à  finì  =  metter  capo  a... 
riuscire,  di  persona. 

4)  finì  vàn  =  ammazzarlo,  finir  di 
ammazzarlo. 

5)  finì  el  làorà  =  finire  un  lavoro  ; 
renderlo  finito,  perfezionarlo. 

G)  fittimela/.  =  facciamola  smessa, 
tronchiamola  !  ^ 

7)  finita  =   troncarla,  farla  finita. 
finii,  agg.  =    finito,    terminato,    cessato. 
Vedi  fenii. 

1)   òmm   finii   =    uomo    arrembato, 
spossato  :  divenuto   inabile    al    lavoro. 
Si  dice  per  ischerzo  e  per  ispregio. 
fluimént,  s.  m.  =  finimento. 

1)  Di  gioie  :  i  vari  pezzi  che  for- 
mano un  insieme  d'ornamenti  che  s'ac- 
compagnan  fra  loro.  Si  dice  anche: 
fornitu. 

2)  i  finimént  =  i  finimenti,  i  fornimeti 
0  bardamenti  :  le  guarnizioni  necessarie 
per  attaccare  al  legno  le  bestie  da  tiro. 

flnitìra,  s.  f.  =  finimento,  finita,  fine. 
1)  là  finitìva  del  mond  =  il  fini- 
mondo. 

flnsiòn,  *  s.  f.  =  finzione,  simulazione  : 
il  fingere  e  la  cosa  finta. 

flnt,  V.  att.  =  finto. 

1)  pòrta,  finèstra  fìnta  =  porta,  fi- 
nestra finta  :  dipinta  sul  muro. 

2)  Di  persona:  doppio,  impostore. 


finta,  s.  f.  =  finzione,   simulazione. 

1)  fa  finta  de  ..  =  fingere,  simulare, 
far  le  viste  di... 

2)  Finta,  T.  dei  sarti  :  striscia  di 
panno  o  altro  che  simula  una  tasca. 

8)  T.  scherni.  :  botta  simulata. 

fintàrèll,  s   m.  =  fintino,  dim.  di  finto. 

fintarla,  s.  f.  =  finzione,  fintaggine,  dop- 
piezza. 

fio  (paga  el),  =  pagare  il  fio,  scontar 
la  pena. 

fiòca,  s.  f.  =  neve  :  vapor  congelato  in 
aria  che  cade  a  fiocchi  bianchi  sulla 
terra. 

1)  cont  là  fiòca  éii  là  barba  =  colla 
barba  fioccata  di  neve  :  di  chi  per  età 
ha  fatto  bianca  la  barba. 

2)  fa  sii  là  fiòca  =  spalar  la  neve  : 
per  ripulirne  le  vie. 

3)  on  levaa  de  fiòca  =  un  nevaio, 
una  nevata. 

4)  vegnì  giò  ìà  fiòca  =  nevicare, 
fioccare. 

5)  ràbia  de  fiòca  =  nevischio  :  il  ne- 
vicare sottile. 

6)  pién  de  fioca  nevoso,  nevato  : 
carico  di  neve. 

7)  tira  el  dar  d'  oeiiv  àia  fiòca  = 
montare  l'albume  dell'uovo. 

fioca,  V.  att.  =  fioccare,  nevicare. 

1)  Bufare:  nevicar  con  vento. 

2)  Fioccare  :  esser  chechessia  in  ab- 
bondanza. 

fiocàda,  «./".=  nevata,  nevicata  :  la  neve 

caduta  e  l'aspetto  di  quella. 

1)  òna  gran  ftòcàda  =  un   nevaio  : 

una  gran  nevicata. 
fiòcch,  s.  m.    =    fiocco,   bioccolo:    falda 

di  lana  spiccata  dal  vello. 

1)  Della  neve  quando  cade  a  larghe 
falde. 

2)  Fiocco,  nappa  :  ornamento  di  filo, 
0  nastro  di  seta,  d'argento  legati  in- 
sieme in  modo  che  facciano  un  maz- 
zocchio. 

3)  fiòcch  délà  sipria  =  piumino. 

4)  fiòcch  déla  inèla  o  déla  épàda 
=  dragona:  la  nappa  e  il  nastro  che 
avvolge  l'impugnatura    della    sciabola. 

5)  bombàs  in  fiòcch  =  bambagia  in 
falde. 

6)  àndà  Òna  ròba  coi  fiòcch  =  an- 
dare una  cosa  coi  fiocchi  :  a  gonfie  vele. 

7)  òna  ròba  coi  fiòcch  =  una  cosa 
coi  fiocchi  :  ben  riescita. 


Ilo 


-  320  - 


fio 


8)  Fiore  :  la  prima  qualità  di  stoppa 
di  seta, 

9)  Fiocco,  T.  delle  filatrici  :  quel  po' 
di  risvolto  per  cui  si  accomoda  il  pe- 
nacchio  sotto  la  pergamena  deUa  co- 
nocchia. 

10)  Callo  :  grascia  soda  sul  petto  dei 
bovini. 

11)  Barbetta:  fiocco  di  pelo  dietro 
al  piede  del  cavallo. 

fl<BÙ,  s.  ni.  =  figlio,  figliolo:  il  generato 
rispetto  al  generante. 

1)  Bambino,  fanciullo;  ragazzo  ;  Ve 
pie  on  fimi  =  non  è  piìi  un  bambino  : 
per  significare  che  uno  ha  sufficiente 
discernimento  per  non  dover  temere 
che  farà  certe  cose. 

2)  fa  el  fioeù  =  fare  il  bambino: 
operare  senza  riflessione,  e  mutare  di 
proposito  troppo  leggermente. 

3)  laéàss  giiidà  còme  on  fìoeu  =  la- 
sciarsi guidare  come  un  bambino. 

4)  piàng  còme  on  ficeu  =  piangere 
come  un  bambino ,  a  calde  lagrime, 
dirottamente:  intendendo  significare  la 
grandezza  del  dolore,  non  la  pochezza 
dell'animo. 

5)  el  me  ficeù  !  =  bambino  mio  !  fam.  : 
si  dice  con  significazione  d'affetto,  se- 
gnatamente scusandosi  del  negar  cosa 
che  ci  sia  chiesta,  esortando  alla  pa- 
zienza e  sim.  ;  còme  te  vcBut  che  fàga^ 
ci  me  fimu  !  =  come  vuoi  che  faccia, 
bambino  mio  !  ;  studia^  làòra,  el  me 
ficeù!  =  studia,  lavora,  bambino  mio! 

6)  ficeil  de  l'ospedaa  =  trovatello, 
nocentino,  gettatello  :  fanciullo  esposto. 

7)  ficeù  desbàstàrdaa  =  figlio  legitti- 
mato: figlio  naturale  reso  con  novo 
atto  legittimo. 

8)  fioeu  de  tela  =  bambino   lattante. 

9)  fioeu  che  vttn  porta  l'tllter  =  bimbi 
tutti  in  tenerissima  età. 

10)  vègh  i  fioeu  che  vègnen  via  còme 
i  cànn  de  l'òrghen  =  avere  una  fila 
di  figli  come  le  canne  dell'  organo: 
tutti  scalati,  nati  press' a  poco  ognuno 
un  anno  dopo  l'altro. 

11)  vegnì  sii  insèma  de  ficpM  =  cre- 
scere insieme  da  fanciulli. 

12)  i  fimii  nààen  col  càvàgnoeil  =  i 
figli  nascono  col  sacco:  Dio  dà  figli 
e  pane  per  mantenerli. 

J3)  chi  g'hà  fimii  tiiti  i  bacon  hin 
minga  sceu  =  chi  ha  figlioli  ha  doli  ; 
quando  s' hanno  figlioli  bisogna   incon- 


trar di  molte  privazioni  0  dolori  per  il 
loro  bene. 

14)  T.  d'agric.  :  rimessiticcio,  barba- 
tella ;  rampollo  d'albero  0  magliolo  che 
piantato,  quando  ha  messo  le  barbe  si 
sbarba,  per  trapiantarlo. 

flolà^  V.  att.  =  generare,    procreare  :  ri- 
guardo all'atto  0  facoltà   naturale. 
1)  Adottare  come  figlio. 

floflss,  s.  m.  =  paura,  tema.  Vedi  fifa. 

fiolàda,  s.  f.  =  ragazzata,  bambinata, 
fanciullaggine  :  atto,  azione  da  ragazzo, 
senza  giudizio.  •  ^ 

flolìn^  s.  m.  =  bambinello,  ragazzetto, 
cittino  ;  l'è  on  cdr  fiolin  =  è  un  caro 
ragazzetto. 

flolón,  s.  m.  =  bambinone,  ragazzetto; 
di  bambino  che  cresce  bene,  grasso, 
grosso  e  ben  sviluppato. 

flolòtt,  s.  m.  =  ragazzo  piuttosto  grosso. 

fiòmba,  s.  f  =  scena,  paravento,  indiana: 
specie  di  telaio  ricoperto  di  stoffa  0 
carta  da  mettere  a  riparo  del  vento. 

fior,  s.  m.  =  fiore:  germoglio  delle  piante 
che  contiene  gli  organi  della  genera- 
zione. 

1)  tra  vìa  i  fior  per  strada  (in  se- 
gno di  festa)  =  fare  una  fiorita. 

2)  faa  à  fior   =  ombrellifero. 

3)  fior  che  eroda  =  sfioritura,  lo 
sfiorire  :  i   fiori  caduti. 

4)  fior  de  càpiiscin  =  nasturzio. 

5)  fior  de  mòrt  =  fiorrancio,  calen- 
dule :  sorta  di  fiore  giallo. 

6)  fior  de  pàsiòn  =  fior  di  passione. 

7)  fior  de  pòmm  granaa  =  balausta  : 
fiori  dei  melagrana. 

8)  fior  di  oliv  =  mignolo  :  i  boccio- 
lini  del  fiore  degli  olivi. 

9)  màtt  per  i  fior  =  fiorista,  appas- 
sionato per  i  fiori. 

10)  on  fior  el  fa  minga  pi-imàvèra 
=  un  fiore  non  fa  ghirlanda,  0  non  fa 
primavera  :  un  fatto  solo  non  prova 
nulla  di  generale. 

11)  fior  flnt  =  fiori  artificiali.  Anche  : 
barbine  ;  quei  mazzetti  di  fiori  artifi- 
ciali per  ornam.  dei  cappelli  da  signora. 

12)  fiori  :  uno  dei  quattro  semi  delle 
carte  da  gioco. 

13)  quàtà  de  fior  =  infiorare,  ornare, 
sparger  di  fiori. 

fior,  s.  m.  =    fiore  :    la    parte    scelta  di 
persona  0  cosa.  Fioretto,  schiuma. 
1)  l'è  on  fior  =  è  giovereccio:  si  dice 


fio 


321 


Al- 


di persona  e  cosa  bella  linda,  pulita, 
prosperosa.  Specialm.  dei  bambini. 

2)  l'è  on  fior  d'oii  vìn  =  è  un  fior 
di  vino  ;  d'ottima  qualità. 

3)  à  fior  d'àequa  =  a  fior  d'acqua: 
alla  superficie  appena. 

floraa,  agg.  =  fiorito,  a  fiori,  fiorato  :  di 

stoff'e  0  sim. 
lloràda,  s.   f.    =    fiorata,  crespo.  T.  dei 

tintori. 
fioràia,  *  s.  f   =  fioraia:  donna  che  va 

in  giro  a  vender  fiori. 
floràmin,  s.  m.  =  fiorame:   fiori  dipinti 

0  scolpiti. 

1)  Il  lavorio  del  damasco  imitante 
grandi  fiori. 

2)  I  ghiaccinoli  sui  vetri  delle  fine- 
stre d'inverno. 

floree,  s.  m.  =  fioraio  :  venditore  di  fiori, 
fiorerà,  s.  f.  =  capra  dei  fiori,  scaleo, 
canes*tra  dei  fiori,  trespolo  :  vaso  da 
fiori,  secondo  la  forma. 
florètt,  s.  m.  =  fiore:  certa  bianchezza 
sulla  pelle  di  alcuni  frutti,  che  sva- 
nisce allorché  toccati. 

1)  fìorètt  del  vìn  =  fiore  :  muffa  bian- 
castra alla  superficie  del  vino  ;  vin  eoi 
florètt  =  vino  fiorito. 

2)  fa  on  florètt  Ma  Màdona  =  fare 
un  voto  alla  Madonna:  specialmente 
qualche  astinenza  fatta  per  voto. 

3)  florètt  =  fioretto.  T.  di  scherma: 
specie  di   spada. 

fiorètà,  v.  alt.  =    rifiorire  :    render    più 

vago  e  leggiadro. 
fiorì,  V.  att.  =  fiorire. 

1)  Prosperare;  là  mia  sedia  là  fio- 
riéè  =  la  mia  scola  prospera. 

2)  fiorì  i  olìv  =  mignolare. 

3)  fiorì  là  càleìna  =  sbullettare. 

4)  fiorì  i   medon  =  sputare  il  fiore. 
fiorìda,  s.  f.    =    fioritura:    il   tempo  in 

cui.  gli  alberi  e   le    piante   fioriscono. 
fiorii,  fiorìn,  s.  m.  =  fiorino  :    residuo 

di  latto  ricavato  dal  siero. 
fiorìn,  s.  m.  =  fiorino:   moneta  austriaca. 
fiorista,  s-.  m.  =  fiorista. 

1)  Donna  che  fa  o  vendo  fiori  arti- 
ficiali. 

2)  Fioraio  :  che  vende  fiori. 
floron,  s.  ìli.  =  brogiotto  :  varietà  di  fico 

colla  buccia  paonazza,  che  matura  alla 
fine  di  settembre.  Ficus  carica  bro- 
sehiottiis. 

1)  Baco  avanzato,  che  pel  primo  si 
avvia  al  bosco. 

21 


fìòss,    s.  m.  =    figlioccio  :    quello  che  è 

stato  tenuto  a  battesimo, 
firàgrn,  s.    m.  =  filare,    fila  :    delle    viti 

nel  vigneto. 

1)  fa  firàgn  =  far  le  fila;  del  cacio. 
firàgrn,  s.  m.  firàgna,  s.  f.  =  filaccione. 

T.  dei  pescatori  :  filo  lungo  con  amo, 
fisso  alla  riva,  per  pescare. 

firagrnòccli,  agg.  =  dappoco,  baggeo,  bab- 
beo, semplicione. 

firèll,  s.  m.  =  filatoio  :  macchina  da  fi- 
lare. 

flréra,  s.  f.  =  filatera,  filandaia,  filatrice: 
donna  che  ne'  filatoi  fila. 

fìres,  s.  m.  =  felce  dei  muri,    citracca  ; 
asplenium  ceteraeh  =  erba  perenne. 
J  )  Folce  dolce,  polypodium  vulgare. 

2)  Felce  florida,  osmunda  regalis. 

3)  Felce  maschia,  filix  mas  e  felce 
femmina,  filix  fmmina. 

4)  Felce  piccola  o  dei  greppi,  asple- 
nium adianthtm  nigriim. 

5)  Folca  piccola,  polypodium  dryop- 
tesis. 

6)  Felce  piccola  dei  muri,  asplenium 
ruta  m,uraria. 

firesésa,  s.  f.  =  felce  maggiore,  aquilina. 
f  ìribiis,  s.  m.  pi.  =  brincello,  fuscellino  : 

specialm.  liste  di   carta  per   accendere 

sigari. 

1)  Figui-.  fuscello  :  di   pers.  lunga  e 

magra. 
flrifiss,    s.    m.    =    ghirigoro,    ghirigolo  : 

intreccio  di  linee  a  capriccio  di  penna. 
firisèll,  s.  m.  =  filaticcio  :  seta  ricavata 

dai  bozzoli  sfarfallati  e  il  filo. 

1)  firisèll  de  gàUta  redi  =  filaticcio 
di  bozzoli  di  seme  e  sfarfallati. 

2)  firisèll  fiòech  =  fiore. 

3)  firisèll  de  schiscètt  =  filaticcio  di 
palla. 

4)  firisèll  de  strusa  =  bavella  :  filo 
cavato  da'  bozzoli  messi  nella  caldaia 
prima  di  cavarne  la  seta. 

firisèla,  s.  /'.  =  filaticcio  :  tela  di  filaticcio. 
firisèlìn,  .s.   m.  =  stracciaiuolo  ;   filatore 

di  filaticcio. 
flrlafòrla,  s.  m.  =  trapano  ad  archetto. 
firma,  s.  f.  =  firma  :  il  proprio  nome  e 

casato  che  si  fa  a  pio'  d'uno  scritto. 

1)  vègh  là  firma  =  aver  la  firma, 
avere  l'autorità  di  firmare. 

2)  firma  in  bianch  =  carta  bianca, 
autorizzazione  da  agire  ad  arbitrio. 

firma,  *  V.  att.  =  firmare. 


flr 


-  322 


flì 


1)  Mettere  la  propria  firma  a  uao 
scritto. 

2)  Firmarsi,  approvare,  acconsentire. 
flròn,  flròn   déla    s'cèua  =  spina   dor- 
sale, filo,  vertebre  ;  il  filo  delle  reni. 

flróu,  s.  m.  =  schienale  :  le  vertebre  nelle 

bestie  da  macello. 
fisa,  V.  att.  =  fissare. 

1)  Stabilire  ;  render  fisso,  fermo. 

2)  Determinare,  accordarsi  su  una 
cosa. 

3)  fièt  in  fàeia  =  fissare  ;  guardar 
fisso. 

4)  Assegnare;  el  g'hà  fìsaa  trénta 
franch  ài  viés  =  gli  ha  assegnato  trenta 
franchi  al  mese. 

5)  fisàss  =  fissarsi,  ostinarsi. 
fisarmònica;  s.  f.  =  fisai-monica,    orga- 
nino :  strumento  musicale,  armonica  a 
manticetto. 

flsàsiòii;  s.  f.   =   fissazione,   caparbieria, 

ostinazione. 
flsch,  *  s.  m.  =  fisco  :  V  erario  pubblico, 

e  i  magistrati  relativi. 
fischio,  *  s.  m.  =  fischio. 

1)  11  suono  che  si  produce  fischiando. 

2)  Fischietto  :  strumento  usato  per 
imitare  il  fischio  degli  uccelli. 

fls'cià,  «'.  att.  =  fischiare  ;  disapprovare 
coi  fischi. 

fisciù,  s.  m.  =  fisciii,  pezzuola  da  collo, 
mezzapezzuola  :  specie  di  fazzoletto  di 
velo  con  cui  le  donne  coprono  le  spalle 
e  il  seno.  Dal  frane,  fichu. 

fìsicli,  agg.  =  fisico,  appartenente  al  corpo. 
1)  àfàri  fisieh  =  affare  difficile,  cri- 
tico, imbrogliato. 

2)-  dotar  fìsich  =  medico  ;  per  di- 
stinguerlo dal  chirurgo. 

fisonomìa,  *  s.  f.  =  fisonomia,  lineamenti, 
i  tratti  del  volto. 

fisonomìsta,  s.  m.  =  fisonomista  ;  chi 
riconosce  facilmente  le  pers.  vedendole. 

flss,  agg.  =  fisso,  fermo,  stabile  ;  deter- 
minato, stabilito. 

1)  àvègh  on  fisa  =  avere  fisso  uno 
stipendio,  un  salario,  una  provvigione. 

fistola,  s.  f.  =  fistola  :  ulcera  profonda 
e  callosa  che  manda  materia  acre  e 
virulenta. 

fiston,  s.  m.  =  torsolo.  Vedi  fiiston. 

fità,  V.  att.  =  affittare,  appigionare;  dare 
in  affitto. 

1)  fitt  i  àttbnà  mobiliaa  =  affittar 
camere  :  si  dico  dei  quartieri  non  no- 
stri che  si  ammoliigliano  per  affittarli. 


fltànsa,  s.  f.  =  affitto  ;  il  dare  o  il  pren- 
dere in  affitto. 

1)  voliti  giò  dna  fitànsa  =  rinnovare 
un  fitto. 

fltàol  e  fltàvol,  s.  m.  =  affittaiuolo,  fit- 
tabile  :  che  tiene  a  fitto  dei  terreni. 

1)  l'è  on  mangia  de  fìtàol  =  è  un 
mangiar  da  fittaiolo  ;  grasso  e  succu- 
lento. 

fitàrèsa,  s.  f.  =  fitto,  possessione  affit- 
tata, fattoria  ;  l'amministrazione  di  un 
certo  numero  di  poderi. 

fitt,  s.  m  =  fitto,  affitto,  pigione.  Vedi 
ficc. 

1)  el  fitt  no'l  tempèsta  =  del  fitto 
non  ne  beccan  le  passere. 

2)  l'è  on  fitt  de  cà  =  V  è  come  la 
pigione  di  casa  ;  di  spesa  continua  e 
grave. 

3)  fitt  déla  tèra  =  terratico  :  quel 
che  si  paga  per  affitto  dei  campi. 

4)  tceu  à  fitt  =  prendere  a  pigione,  a 
fitto. 

5)  el  fitt  di  dànee  =  V  interesse  del 
capitale. 

6)  Nella  frase  ;  ehe  fitt  che  fój  =  che 
fai  che  faccio  ;  fu  fu,  fu  fu. 

flttmiu,  s.  m.  =  fiume  ;  corso  d'  acqua 
perenne  alimentato  da  altre  acque. 

1)  fiUmm  stràvàcaa  =  fiume  inon- 
dante, fiumana. 

flàcón,  s.  m.  =  boccetta  da  essenze  ;  dal 
frane,  flacon. 

flàu,  s.  m.  =  bodino,  pasticcio  ;  dal  frane. 
flan, 

flato,  s.  m.  =  flato,  ratto  ;  anche  roeud  : 
vento  dello  stomaco. 

flàiit,  s.  m.  =  flauto  :  strumento  musi- 
cale a  fiato  con  i^arecchi  fori  nella  canna. 

1)  sonàdòr  de  flàiit  =  flautista  ;  so- 
natore di  flauto. 

2)  aUt,  aiit  ò  on  fìfer  ò  on  flùiit  = 
0  bere  o    affogare.   Vedi  finèstra,  2). 

fléma,  s.  f.  =  flemma  :  pacatezza  e  len- 
tezza straordinaria  nelì' agire. 

flemàticli,  agg.  =  flemmatico  :  chi  è  straor- 
dinariamente pacato  nelle  proprie  fac- 
cende. 

flemdn,  s.  m.  =  flemmone.  T.  chir.  in- 
fiammazione piuttosto  estesa  e  profonda 
del  tessuto  cellulare. 

flimp,  s.  f.  pi.  =  brindelli,  pezzetti, 
stracci  di  vestito  ;  àndO,  à  flimp  =  an- 
dare a  brindelli,  seminare  brindelli. 

fliss,  s.  m.  =  fitta,  trafitta:  dolore  acuto, 
improvviso. 


d 


ilo 


—  323 


foe 


florànsg,  s.  m.  =  folasse  (?)  Sp.  stoffa  di 

di  seta  ;  dal  frane,  florence. 
Uòse,  agff.  =  floscio  ;  molle,  senza  forza. 

1)  diventa  flòsc  =  affloscire,  ammen- 
cire, diventar  floscio  ;  diventa  flòse 
come  Oli  stràsc  =  affloscire  come  un 
cencio. 

2)  seda  flòscia  =  seta  floscia  ;  filata, 
ma  non  torta. 

3)  Di  pers.  :  floscia  di  carattere,  non 
energica,  debole. 

flòss,  s.  m.  =  bava  ;  sp.  di  seta  che  per 

non  avere  nerbo  non    si    può    filare  e 

però  si  sh'accia. 
Ilota,  s.  f.  =  frotta,    folla  :    molte    pers. 

0  animali  più  o  meno  in  fila. 
ilusiòn,   s.   f.    =    flussione  ;    afflusso    di 

umori  :  specialm.   alle    guance    che    si 

gonfiano  con  dolore. 
fliiss,  s.  VI.  =  flusso,  dissenteria  ;  flusso 

di  ventre. 

1)  fiiisà  e  rifl^iiss  =  flusso  e  riflusso  ; 
andirivieni. 

2)  Afflusso  :  il  concorrere  del  sangue 
0  altri  umori  a  un  punto. 

fò,  s.  m.  =  faggio  :  albero  alpestre,  molto 
ramoso  ed  alto. 

1)  frut  del  fò  =  faggiuola,  faggia. 

fòchi,  s.  m.  pi.  =  di  fuoco  ;  è  il  grido 
ripetuto  dei  cocomerai  che  vendono  la 
loro  merce  dicendola  rossa  come  il  foco. 

focós,  agg.  =  focoso  ;    di   pérs.  che    per 
lieve  cagione  monta  subito  in  ira. 
1)  Di  cavallo,    molto  vivace. 

fodrà,  V.  att.  =  foderare,  soppannare  : 
soppannare  le  vesti. 

fodréta,  s.  f.  =  federa  :  secondo   guscio 
del  guanciale  che  si  muta  per  lavare. 
1)  mètt  sii  i  fodrètt  sili  costn  =  in- 
federare :  metter  la  federa. 

fodrièra,  s.  f.  =  pezza  per  imbastire. 
T.  dei  cappellai. 

fodriua,  s.  /.  =  anima,  ripieno. 

l'oètt,  s.  m.  =  scudiscio,  frustino  :  arnese 
per  frustare  il  cavallo  da  sella. 

foeuder,  s.  m.  =  fodero,  guaina  :  la  fo- 
dera di  coio  0  di  metallo  degli  stru- 
menti da  taglio. 

1)  àndà  in  del  fcender,  fam.  =  an- 
dare in  letto,  coricarsi. 

2)  Fascinole,  fascette.  T.  dei  calzolai. 

3)  Fodera  :  guscio  o  guaina  di  pelle, 
stoffa  0  altro  in  cui  riponesi  l'ombrello 
se  non  s'adopera. 

foeùdra,  s.  f.  =  fodera,  soppanno;  la 
parte  che  fodera  un  altro  tessuto. 


1)  toeiì  via  i  foeuder  =  sfoderare  : 
levar  la  fodera. 

2)  Guscio  :  in  voltura  di  materassi, 
guanciali,  sedili  di  scranne,  ecc. 

3)  foeùdra  de  punta  =  cappelletto. 
T.  dei  calzolai. 

4)  Coperta  ;  la  stoffa  dell'ombrello. 
ffleùgli,  s.  m.  =  foco  e  fuoco  ;  legna,  car- 
bone 0  altra  materia  che  arde.  E  anche 
la  luce,  il  calore  che  si  svolge  da  essi, 
concepiti  come  una  sostanza  che  s'  ag- 
giunge a  quella  materia  e  può  comu- 
nicarsi ad  altre  ;  foeugìi  de  paia  =  fuoco 
di  paglia  ;  anche  fig.  di  sentim.  vivo 
ma  poco  durevole. 

I)  dà  el  fceùgh  =  incendiare  ;  appic- 
care il  fuoco. 

2;  bilttL  dna  roba  sili  foeilgh  =  dare 
una  cosa  al  fuoco  ;  gettarla  sul  fuoco. 

3)  mètt  trdpa  carne  ài  foeitgh  =  met- 
tere troppa  carne  al  fuoco  ;  prendere  a 
fare  troppe  cose  in  una  volta.  Vedi 
càrna,  8). 

4)  fa  foeùgh  =  far  fuoco,  accendere  ; 
avviare  il  fuoco.  Fig.;  istigare,  adoprarsi 
a  tutt'uomo. 

5)  pistL  et  fceùgh  =  accendere,  av- 
viare il  fuoco  ;  pisQ.  sòtt  foeùgh  =  attiz- 
zare il  fuoco  ;  aizzare  il  male. 

6)  bofà  sili  fceùgh  =  soffiar  sul  fuoco  : 
ravvivarlo  col  mantice  o  col  soffietto. 

7)  smorsà  el  fceùgh  =  spegaere  il 
fuoco  ;  fare  che  non  arda  più. 

8)  làorà  à  foeùgh  =  lavorare  a  caldo  ; 
di  metalli,  lavorarli  alla  fucina. 

9)  rilgà  el  foeùgh  =  sbraciare  :  al  - 
largare  la  brace  accesa  perchè  renda 
maggior  calore  ;  fa  àprèsé  el  foeùgh  = 
rammontare  il  foco  :  raccogliere  in 
mucchio  brace,  tizzoni  e  cenere. 

10)  mètt  sii  à  fceùgh  =  mettere  a 
fuoco. 

II)  sta  àémper  à  cavali  del  foeùgh  = 
covar  le  ceneri;  star  sempre  vicino  al 
foco. 

12)  butàsé  in  del  fceùgh  per  quèidUn  = 
gettarsi  nel  fuoco  per  qualcuno  :  fare 
qualunque  sacrificio  a  vantaggio  di  uno. 

13)  ehi  ha  blsdgn  del  foeùgh  sldnga 
el  bàrnàès  =  in  bocca  chiusa  non  en- 
tran  mosche  :  chi  ha  bisogno  di  qualche 
cosa  si  adoperi  per  ottenerla,  non  stia 
colle  mani  in  mano  ;  ehi  no  éà  fa  foeùgh 
no  éà  fa  cà  =  Vedi,  cà,  42). 

14)  Per  incendio,  bruciamento  ;  gh'è 
étaa  on   gran   foeiXgh  =    e'  è    stato    un 


fce 


—  324  — 


fce 


grosso  incendio  ;  in  del  fcetlgh  di  ter 
é'è  sàlvaa  pòca  roba  =  nel  bruciamento 
di  ieri  si  salvò  poca  roba  ;  ciàpà  fceugh  = 
prender  foco  ;  accendersi.  In  mil.  si 
dice  ancbe  di  pers.  facile  ad  eccitarsi; 
tàeà  foeugh  =  incendiarsi. 

15)  L'esplosione  delle  armi  da  fuoco; 
el  foeilgh  l'è  diiraa  dodes  or  =  il  fuoco 
diu-ò  dodici  ore  ;  tLrma  de  foeugh  =  arme 
da  fuoco  ;  fa  foeugh  còntra  vun  =  fai- 
fuoco  contro  uno  :  sparare  l'arme  contro 
di  lui. 

16)  ceuce  de  foeugh  =  occhi  di  foco  ; 
fig.  naturalmente  vivaci  o  infiammati 
d'ira  0  altro  affetto. 

17)  òmn  tiitt  foeugh  =  uomo  tutto 
foco. 

18)  ròbb  de  foeugh  =  cose  di  foco  : 
sti-aordinamente  insolite,  non  in  senso 
buono  generalmente.  Spec.  pàròll  de 
foeugh. 

19)  schitti  foeugh  =  gettare,  sputare, 
schizzare  fuoco  :  essere  invaso  dall'ira 
e  dimostrarlo  coUe  parole  e  cogli  atti. 

20)  càr  come  el  foeugh  =  caro  as- 
saettato :  di  merce  che  .  si  fa  pagare 
molto  di  più  del  suo  valore  reale. 

21)  dà  foeugh  à  là  roba  =  far  bal- 
doria, far  del  bene  bellezza. 

22)  vèsègh  dent  el  foeugh  =  andar  via 
a  ruba  (di  merci). 

23)  vèss  mòri  el  fceuqh  e  fregia  l'ac- 
qua =  essere  il  gatto  nel  foco  ;  non 
aver  fatto  nulla  da  mangiare. 

24)  foeugh  àrtificitLi  =  fuochi  artificiali 
0  lavorati  :  diverse  preparazioni  di  pol- 
vere pirica  che  bniciano  scoppiettando. 
Assolut.  i  foeugh  =  i  fochi  :  lo  spet- 
tacolo dato  con  questo  mezzo  in  occa- 
sione di  pubbliche  feste. 

25)  Detto  del  vino  quando  comincia 
a  inforzare  ;  viri  che  ha  ciàpaa  el  foeugh  = 
vino  che  ha  preso  il  foco  ;  vm  che  co- 
mincia à  ciàptL  el  foeilgh  =  vino  che 
ha  lo  spunto. 

26)  mètt  à  foeugh,  o  in  foeugh  =  T. 
di  fotogr.  =  mettere  a  foco,  o  in  foco. 

foeiìgh  de  S.  Antoni  =  serpiggine  ; 
fmugh  sàlvàdegh  =  fuoco  selvatico  :  spe- 
cie di  malattie  della  pelle. 

28)  Famiglia,  casa  :  in  pàés  ghe  éàrtl 

dna  centèna  de  fmìgh  =  in    paese   vi 

sarà  un  centinaio  di  fochi. 

ffleùia,  s.  f  =  foglia  ;  gli  organi    di  cui 

si  rivestono  le  estremità   legnose  delle 


piante,  che  se  ne   servono   per  la  pro- 
pria nutrizione  e  respirazione. 

1)  foeuj  =  foglie  :  quelle  che  com- 
pongono il  cesto  di  alcune  piante  er- 
bose, come  lattuga,  indivia,  cavoli,  e 
simile. 

2)  foeuj  de  fidr  =  le  foglie  dei  fiori  : 
quelle  che  stanno  intorno  al  calice. 

3)  fKiiia  assol.  =  foglia  :  quella  del 
gelso  pei  bachi  da  seta. 

4)  i  foeuj  =  i  cartocci  :  le  foglie  del 
grano  turco  seccate,  di  cui  si  riempiono 
i  sacconi  del  letto. 

5)  foeuia  d'dr,  d'àrgènt  =  foglia  d'oro, 
d'argento  :  oro  e  argento  battuti  a  sot- 
tigliezza di  foglie. 

6)  mangia  là  foeuia  =  mangiai'  la 
foglia  :  fig.  e  fam.  capire  a  che  tenda, 
a  che  miri  un  discorso. 

7)  tremti  còme  dna  fcmia  =  tremare 
come  una  foglia  ;  tremare  come  una 
canna  :  tremar  molto  per  freddo,  per 
paui-a  0  altro. 

8)  se  mceuv  ntinca  dna  foeuia  =  non 
alita  foglia,  non  c'è  un  briciolo  di  vento. 

9)  fceilia  drita,  rovèrsa  =  T.  dei  le- 
gnaioli  :  sponderola  a  intaccature,  a 
intavolato.  Specie  di  pialle. 

fceuj,  s.  m.  foglio  :  pezzo  di  carta  ret- 
tangolare che  suole  piegarsi  in  due, 
sicché  fa  due  pagine  e  quattro  facce. 

1)  on  fceuj  =  un  foglio  :  un  pezzo 
di  carta  qualunque  e  anche  un  foglio 
stampato  diviso  in  più  o  meno  pagine, 
secondo  il  sesto  del  libro. 

2)  à  foiujper  foeuj  =  a  foglio,  a  foglio. 

3)  el  foeuj  =  la  gazzetta,  il  giornale. 

4)  *  foeuj  =  vedi  fceùia,  4). 
foenra,    am.    =    fuori  ;     contrapposto    di 

dent,  dènter  =  dentro  ;  vess  fceura  de 
sttnéa,  de  citaa,  e  sim.  =  essere  fuori 
di  camera,  di  città  e  sim. 

1)  vèss  foeura  de  strada  =  essere 
fuori  di  strada,  smarriti  ;  vess  foeura 
de  cà,  fig.  =  essere  fuori  di  senno. 

2)  foeura  de  man  =  fuori  di  mano  : 
un  po'  remoto  e  eccentrico.  Di  un  luogo 
rispetto  a  un  altro. 

3)  foeura  de  misura  =  fuori  di  ma- 
niera, fuor  d'ordine,  di  modo  ;  straor- 
dinariamente. 

4)  àndtt  foRilra  de  temp  =  andar 
fuori  di  tempo;  nella  musica,  sbagliare 
il  tempo.  j 

5)  Di  tempo  ;  foiùra  de  temp  =  fuor 
d'ora:  a  tempo  non  opportuno. 


foe 


325  - 


fol 


6)  peMfi  in  fceura  =  essere,  stare  in 
accollo,  aggettare  :  di  mensole,  becca- 
telli e  sim.  che  sporgono  dal  muro  prin- 
cipale, e  nei  ponti  le  piane  che  sporgon 
fuori  dei  correnti  ;  là  gronda  là  pend 
in  fmira  pòceh  =  la  gronda  aggetta  poco. 

7)  veg7iì  fmilra  =  entrare  :  della  messa, 
cominciare.  Anche  degli  attori  sulla 
scena  i  vhi  fceura  là  pi-ìvia  dona  = 
entra  la  prima  attrice. 

8  )  àndà  foeura  =  uscire  ;  andar  fuori . 

9)  Ve  fceura;  assol.  a)  =  è  fuori  :  fuori 
di  casa,  e  anche  in  campagna,  h)  è 
pazzo  :  fuori  di  senno. 

10)  àndà  dent  e  fceura  =  non  stare 
a  proposito,  in  cervello.  In  senso  pro- 
prio di  andare  e  venire  :  esci  e  torna, 
esci  e  torna. 

11)  el  de  fceura  =  il  di  fuori  ;  la 
parte  esterna. 

12)  fceura  de...  =  fuori  di...  fuorché, 
eccettuato  ;  fceura  de  mi  el  vcsùr  vede 
nisUn  =  fuori  di  me  non  vuol  veder 
alcuno. 

foeuràyìa,  a,m.  =  di  fuori  via  :  indiret- 
tamente. 

1)  compra  ò  vènd  fxuràvta  =  com- 
prare 0  vendere  per  scarnerà. 

foeùsgia,  s.  f.  =  cercine:  avvolto  di  panno 
che  talvolta  si  pongono  in  capo  i  fac- 
chini per  sentir  minor  fastidio  del  peso 
che  portano  in  testa. 

fófa,  s.  f.  =  borra,  scegliticcio,  marame: 
Il  peggio  di  qualsiasi  cosa. 

1)  Paiiando  di  scritture  e  discorsi: 
quanto  c'è  di  volgare  e  di  inutile,  e 
c'è  quasi  per  ripieno;  in  quèll  discors 
gh'è  trdpa  fofa  =  in  quel  discorso  c'è 
troppa  borra. 

fogaa,  agg.  =  infuocato,  riscaldato,  scal- 
manato. 

fo^àsion,  s.  f.  =  riscaldamento,  scal- 
mana: malanno  in  seguito  a  strapazzo 
e  sudore  rappreso. 

foghee,  s.  m.  e  foghèra,  s.  f.  =  for= 
nello,  tizzonaio.  Voci  quasi  morte  nel 
dialetto. 

fogliista,  s.  m.  =  fochista. 

1)  Chi  attende  al  fuoco  della  macchina 
a  vapore. 

2)  Chi  fa  0  vende  fuochi  artificiali. 
fògn,  s.  m.  =  segreto  :  cosa  fatta  di  na- 
scosto, 

1)  de  fògn  =  di  soppiatto. 

2)  Nello  stesso  significato  di  fog'nìu, 
vedi. 


fog'uà,  v.  att.  =  rovistare,  frugare:  cac- 
ciar le  mani  in  un  luogo  raspando  per 
trovare  una  cosa. 

1)  fogna  e  fogntb  vìa  =  rimpiattare, 
appiattare,  nascondere:  riporre  un  og- 
getto in  un  luogo  dove  sia  difficile  che 
altri  lo  trovi. 

2)  fognààè  dent  =  ficcarsi,  cacciarsi 
dentro. 

fognaa,  agg.  =  rimpinzato,  colmo.  Di  per- 
sone che  stanno  a  disagio  per  la  folla. 
1)  Part.  del  verbo  fogna  =  nascosto, 
appiattato. 

fognàtón,  s.  m.  =  frugatone,  soppiattone  : 
persona  simulatrice. 

1)  fa  i  ròbb  de  fognàtòn  =  far  le 
cose  di  soppiatto. 

fognili,  s.  m.  =  grazietta,  amorino  :  di 
cose  molto  leggiadi'e  e  specialmente  di 
bambini  e  di  donne  che  siano  piene  di 
vezzi,  e  di  grazia. 

fogon,  s.  m.  =  focone,  scodellino  :  il 
foro  delle  armi  da  fuoco  dove  si  accende 
la  polvere. 

1)  Acer,  di  foeùgh  =  focone,  gran 
fuoco. 

fogoraa,  s.  w.  =  focolare,  fuoco:  l'aper- 
tui'a  del  camino,  ossia  la  parte,  dove 
s'accende  il  fuoco:  camino;  là  bòea  e  el 
fogoraa  eitLpen  quèll  che  ghe  ven  daa  = 
V.  boca  31). 

fogos,  agg.  =  focoso,  impetuoso.  Di  per- 
sona d'animo  ardente,  facile  all'amore, 
all'ira. 

foiàmm,  s.  m.  = 

1)  Fogliame,  quantità  di  foglie. 

2)  Fogliatura  :  maniera  pittorica  di 
rappresentare  i  fogliami. 

foìètina,  s.  f.  =  fogliolina,  foglietta,  fo- 
gliettina. 

foìn,  s.  ni.  =  faina;  mustela  faina:  ani- 
male simile  al  gatto,  nemico  delle  gal- 
line. 

1)  Uomo  scaltrito,  furbo. 

2)  Serpentello,  na bisso  :  ragazzo  vi- 
spo all'eccesso. 

foinèra,  s.  f.  =  tagliola:  ordigno  di  ferro 
per  prendere  volpi,  lupi,  faine  ed  altri 
animali. 

foioen,  s.  m.  =  centopelle  :  specie  di 
trippa  bovina  che  sei"ve  per  ottima  vi- 
vanda. 

fòj,  (yèss  à)  =  essere  al  vei'de,  in  bul- 
letta, non  aver  quattrini. 

fdla,  s.  f.  =  gualchiera  :  macchina  che 
soda  il  panno. 


fol 


326  — 


fon 


1)  Cartiera:  fabbrica  di  carta,  anche 
pila:  recipiente  dove  si  pestano  i  cenci 
nelle  cartiere  ;  fòla  che  là'va  =  pila  a 
cenci  ;  fòla  che  trìa  =  pila  a  ripesto  ; 
fdla  fìntela  =  pila  sfiorata. 

2)  hin  i  strtise  che  van  ttla  fòla  = 
gli  stracci  vanno  all'aria. 

fòla,  s.  f.  =  folla,  calca:  moltitudine  di 
gente  che  si  accalca  in  un  luogo,  an- 
che all'aperto. 

fola,  V.  att.  =  a.nmostare,  pigiar  l'uva 
nel  tino. 

1)  Follare,  feltrare.  T.  dei  cappellai: 
premere  e  purgare  il  feltro  dei  cappelli. 

2)  Feltrare,  sodare.  T.  dei  panna- 
iuoli :  premere  purgare  panni  drappi 
e  sim. 

3)  Follare.  T.  dei  pellattieri  :  pre- 
mere le  pelli  arrotolate  coi  piedi  scalzi. 

folàdìu,  s.  m.  =  follatore  :  che  folla  i 
panni  o  pigia  l'uva. 

folàdòr,  s.  m.  =  ammostalo,  cai-taio, 
gualchieraio. 

folàdura,  s.  f.  =  feltratura.  T.  dei  cap- 
pellai: l'azione  di  feltrare  il  panno. 

folàss,  V.  rifl.  =  affollarsi  :  riunirsi  in 
folla. 

fòle,  s.  f.  =  falce,  accetta:  strumento  ta- 
gliente simile  alla  scure  ma  più  pic- 
cola. 

1)  l'è  tàiaa  gid  cola  fole  =  è  fatto 
coir  accetta  o  coli' ascia.  Di  chi  ha  forme 
grossolane,  o  modi  zotici  e  rozzi. 

2)  fole  de  tatti  i  stràse  =  falce,  strac- 
ciatora.  T.  dei  cartolai. 

folcetà,  V,  att.  =  mariolare,  barare,  in- 
gannare. Parlando  di  ghioco. 

folclàda,  .5.  f.  =  accettata:  colpo  d'ac- 
cetta. 

folcili,  s.  ni.  =  falcetto,  accettina  :  dim. 
di  accetta. 

1)  Mariuoleria.  Pari,  di  giuoco. 

folciiiàtt,  s.  m.  =  mariolo:  che  inganna 
0  bara  al  giuoco. 

folcinètt,  s.  m.  =  ronchetto  :  specie  di 
falce  a  serramanico  o  no,  più  piccola 
e  più  maneggevole. 

folcióii  e  folciòtt,  s.  m.  =  coltellaccio 
da  cucina  o  da  beccaio  ;  ascia  ;  vèss 
tàiaa  col  folciòtt.  V.  corlàsa. 

fòld,  s.  m.  pi.  =  falde,  quarti.  T.  dei 
sarti:  parti  che  pendono  dalla  cintola 
in  giù. 

fdlda,  s.  f.  =  falda.  T.  dei  cappell.:  tesa 
larga  del  cappello. 

fòlegra,  s.  f.  =  folaga:  iiccello  acquatico. 


folètt,  s.  m.  =  folletto,  spirito  folletto: 
Spirito  aereo  immaginato  dagli  sciocchi. 
1)  Eagazzo  irrequieto,  nabisso:  di  ra- 
gazzo troppo  vivace. 

folt,  aqg.  =  folto,  spesso,  fitto;  contrario 
di  rdr  =  rado:  di  cose  molto  vicine  fra 
loro. 

foud,  s.  m.  =  fondo,  proprietà,  terra: 
possesso  rurale;  si  dice  più  comunem. 
fóndo.  * 

1)  Di  stoffe:  fondo,  il  colore  generale 
sul  quale  compaiono  altri  più  vivi. 

2)  Di  mobili,  armadi,  casse  :  fondo, 
la  parte  opposta  all'apertura. 

3)  fond  di  écdrp  =  soletto,  solo  ;  T. 
dei  calzolai. 

4)  Fondo  ;  T.  dei  pittori  :  la  parte 
del  quadro  dove  spiccano  le  figure. 

5)  fond  del  s'eiòpp  =  camera  del  fu- 
cile. 

6)  Pedanino,  piante  ;  T.  dei  car- 
rozz.:  quel  legname  che  forma  la  inte- 
laiatura da  piede  della  cassa  delle  car- 
rozze. 

7)  Eimasuglio,  residuo,  avanzo,  spe- 
cie nei  vasi  da  liquidi. 

8)  fond  de  botéga  =  fondo  di  bottega: 
la  roba  rimasta  invenduta. 

9)  fond  del  vìn  =  deposito,  posatura, 
feccia. 

10)  fond  del  càfè  =  posatura,  fondo: 
la  polvere  che  ha  già  servito  a  fare  il 
caifè. 

11)  à  fond,  à  fondo  =  a  fondo,  pro- 
fondamente; conoss  à  fondo  =  cono- 
scere a  fondo,  bene. 

12)  Di  qualità  morali;  l'è  on  po'  di- 
siibidiént,  ma  in  fondo  l'è  minga  càtìv 
=  è  un  po'  disubbidiente,  ma  in  fondo 
non  è  cattivo. 

13)  in  fond  =  in  fondo;  avv.:  lo  stesso 
che  :  in  conclusione,  in  sostanza  ;  hàn 
parlaa  tanto,  nià  in  fóndo  hòo  capii 
nàgòtt  =  hanno  parlato  tanto,  ma  in  fondo 
non  ho  capito  nulla.  Anche  :  in  calce; 
modo  avverb.  ;  in  fond  ài  foeuj  =  in 
calce  del  foglio. 

14)  vèdègh  el  fond  =  sgocciolare  ;  suc- 
chiare le  ultime  gocciole. 

15)  fond  de  àrticiòcch  =  girello:  l'a- 
nima del  carciofo  sfogliato  e  sgambato. 

foud,  agg.  =  fondo,  profondo,  alto.  Di 
cose  molto  cave. 

1)  àndti  a  fond  =  sommergersi. 

2)  che  pò  nò  andà  à  fond  =  immer- 
gibiie,  insommergibile. 


fon 


327  — 


for 


foiid,  V.  att.  =  fondere,  colare,  liquefare 
i  metalli. 

1)  Di  lavori  in  bronzo  e  sim.  :  get- 
tare. 

2)  fond  insèma  i  color  =  fondere  i 
colori;  T.  pittor.:  unirli  con  arte,  e  fi- 
nezza. 

3)  fonti  fila  fustna  =  fondere  a  vento. 
fonda;  V.  att.  =  fondare,  mettere  le  fon- 
damenta. 

1)  Affondare,  sprofondare,  colare  a 
fondo;  specialm.  di  una  nave. 

fondàmènt;  s.  m.  =  fondamento,  base: 
ciò  che  serve  di  fondamento  principal- 
mente a  qualunque  cosa. 

1)  fa  i  fondàmènt  =  gettare  le  fon- 
damenta. 

fónderli,  s.  m.  =  fondaco,  negozio  ben 
provveduto. 

fondeghee,  s.  m.  =  droghiere.  Vedi  dro- 
gliee. 

fonderìa,  *  s.  f.  =  fonderia:  luogo  dove 
si  fondono  i  metalli  e  Tarte  di  fonderli. 

fondi,  s.  m.  pi.  =  fondi. 

1)  Campi,  proprietà  in  terreni. 

2)  vèsà  in  fóndi  =  esser  fornito  di 
danari . 

fondìu,  s.  m.  =  anima  del  bottone. 
fondioeù,  s.    m.  =    campicello  :    piccolo 

fondo  0  campo. 
fondina,  s.  f.  =  scodella  :    piatto  un  po' 

fondo  per  mangiarci  la  minestra  ;  anche 

minestrina, 
fonditòr,*  s.  m.  =  fonditore  :  chi  fonde 

in  fonderia. 
fóndo,  s.  m.  =  campo:  pezzo  di  terra  la- 
vorativa, limitato    da  fosse  e   arginetti 

e  con  alberi  per  lo  più  lungo  i  cigli. 
fondoeùr,  s.  m.  =  fonditore  :    chi    fonde 

i  metalli.  Dal  frane,  fondeiir. 
fondiiii,  agg.  =  fondo,  profondo. 

1)  Fuso,  strutto,  liquefatto, 
fousgr  e  più  spesso  fòng,*  s.  m.  =  fungo. 

Vedi  fnng. 
fonsgètt,  s.  m.  =  fignoletto.  Vedi   fnn- 

sgètt. 
fonsgrin,  s.  m.  =  afta.  Vedi  funggin. 
fonsgitt,  s.  m.  pi.  =  funghetti,  funghet- 

tini.  Vedi  funsgitt. 
fonsò,  s.  m.  =   fondelli  ;  T.  dei  morsai. 

Dal  francese  fonceaux. 
fontana,  s.  f.  =    fontana,    fonte  :   luogo 

donde  sgorga  acqua  viva,  perenne. 
fontànee,  s.  m.  =  fontaniere:  custode  o 

soprintendente  alle  fontane. 
fontanili,  s.  m.  =  fontanina,  fonte,  sor- 


gente: acqua  che  sorge  dal  terreno,  spe- 
cialm. dal  sasso,  e  il  luogo  d'  intorno. 

fonticol,  s.  m.  =  cauterio,  rettorie;  fatto 
nella  carne  per  espui'go  di  umori  su- 
perflui. 

fonsiòn,  s.  f.  =  Vedi  funsiòn. 

fonsiouà,  V.  att.  =  Vedi  funsionà. 

fòpa,  ò\  /'.  =  buca,  fossa:  scavo  nel  ter- 
reno poco  esteso,  ma  scosceso  e  piut- 
tosto profondo. 

Ij  Sepoltui-a,  fossa  :  la  buca  in  terra 
dove  nei  cimiteri  si  calano  i  cadaveri  ; 
vègli  i  pee  in  là  fdpa  =  avere  i  piedi 
sulla  fossa,  tenere  il  piede  nel  sepolcro, 
esser  vicini  a  morte. 

2)  Pozza:  buca  larga  o  terreno  pieno 
d'acqua.  Anche:  pozzanghera. 

3j  fdpa  di  mordn  =  formella  :  buca 
grande  e  non  fonda  per  piantarci  al- 
beri . 

4)  fòpp  in  quàder  =  fosse  a  formella. 

5)  fòpp  tila  lilnga  =  fosse  andanti. 

6)  fdpa  déla  calcina  =  truogolo,  fossa. 

7)  fdpa  de  vit  =  fossa,  formella,  fos- 
satella. 

8)  fòpa  del  letàmm  =  letamaio. 

9)  Buca:  l' avvallamento  che  rimane 
nel  letto  dopo  averci  dormito. 

fopcjj  (giiigà  ài)  =  giocare  alle  buchette: 
specie  di  gioco  che  si  fa  con  pallette 
0  nocciole,  facendole  entrare  in  certe 
buche  appositamente  scavate. 

fopèla,  s.  f.  e  fopètina,  s.  f.  =  buche- 
rella; dim.  di  buca. 

1)  fdpèla  déla  gola  =  fontanella  della 
gola:  la  buchetta  del  collo,  tra  la  gola 
e  il  petto. 

fopòn,  s.  m.  =  cimitero,  camposanto: 
terreno  cinto  di  muri,  dove  si  seppel- 
liscono i  morti 

1)  porta  vun  ài  fopòn  =  portare  uno 
al  camposanto:  a  seppellirlo. 

fòpp,  s.  m.  =  gozzo  d'acqua,  fossa,  buca. 

fora  fora,  s.  m.  =  serra  serra,  parapi- 
glia: confusione  di  pers.  irrompenti  o 
di  cose. 

1)  Modo  avv.,  in  frotta  e  in  furia, 
a  rotoli,  prestissimo. 

foràarg,  s.  m.  =  foraggio:  provvisione  di 
fieno,  paglia  e  sim.  pel   bestiame. 

fòrbes,  s.  f.  =  le  forbici,  le  cesoie:  stru- 
mento di  ferro  per  tagliare  telerie,  panni 
e  sim.  Anche  foresèta. 

forbeséta,  s.  f.  =  la  forbice. 

1)  Forbice,  forfecchia;  insetto  che 
sta  nei  grappoli  d'uva  e  nel  fieno. 


for 


328 


for 


forbesetàda  e  foresetàda,  s.  f.  =  for- 
biciata: colpo  di  forbici.  Anche:  un  ta- 
glio 0  qualche  taglio  fatto  colle  forbici. 

forbesetina,  s.  f.  =  cisoine  :  piccole  for- 
bicine e  specialm.  quelle  per  tagliarsi 
le  unghie. 

forca,  s.  f,  =  forca:  bastone  che  finisce 
in  due  o  tre  braccia  o  rebbi. 

1)  ràmpon  déla  forca  =  denti,  rebbi: 
le  punte  della  forca. 

2)  Forca:  patibolo,  dove  si  impiccano 
i  malfattori. 

B)  fàcia^  còli  de  fórca  =  capestro, 
uomo  degno  di  forca. 

4)  Forcone,  tridente  ;  asta  con  un 
ferro  a  tre  rebbi  che  si  adopera  per 
prendere  od  ammontar  letame,  fieno,  ecc. 

forcàda,  s.  f.  =  forcata,  rebbiata  :  colpo 
di  rebbio  e  anche  quel  tanto  di  fieno 
0  paglia  che  si  può  prendere  colla  forca. 

forcéla,  s.  f.  =  forchettone:  arnese  per 
sostener  pali  e  piante. 

1)  Forcina:  ferretto  da  capelli  :  più 
usato  al  plur.,  i  foreèll. 

2)  Forchetto;  T.  dei  carrozz. 

4)  Manto:  specie  di  insetto. 

5)  Ti-utina:  parte  delle  bilance. 
forcelìua,  s.  f.  =  forchetta  :    strumento 

di  metallo  con  cui  si  infilza  la  vivanda 
per  mangiare. 

1)  sta  stilla  pillila  déla  forcelìna  = 
stare  sulla  punta  della  forchetta  :  vi- 
vere con  affettazione,  colla  ricerca  dei 
modi  meno  comuni. 

2)  i  dent  déla  forcelìna  =  i  rebbi  ; 
sing.,  rebbio. 

forcelinàda,  s.  f.  =  forchettata  :  quanto 
cibo  si  può  prendere  in  una  volta  colla 
forchetta;  e  anche:  un  colpo  dato  colla 
forchetta. 

forcliètón,  s.  m.  =  forchettone  :  grossa 
forchetta  per  tenere  la  vivanda,  mentre 
la  si  taglia  col  trinciante. 

forchètt,  s.  m.  =  forchetto,  forca  coi 
rebbi  di  ferro  per  attaccare  e  staccar 
roba  in  alto. 

forchili,  s,  m.  =  bidente  :  simile  al  for- 
cone, ma  con  due  rebbi. 

forcòn,  s.  m.  =  forcone:  arnese  di  stalla 
fatto  come  una  forca,  ma  coi  rebbi  di 
ferro. 

foréiis,  agg.  =  campagnuolo,  di  campa- 
gna: chi  è  nato  in  campagna  o  ci  abita. 

fóres,  (el)  =  la  forbice:  serve  per  tagliar 
rami. 


foresàtt,  s.  m.  =  forbiciaio  :  chi   vende 

forbici. 
forèsèta,  s.  f.  =  forbice.   Vedi    fórbes. 

1)  dàgh  dent  là  foresUa  =  dargli  di 
forbice. 

2)  foresèta  che  bitbsa  =  forbice  che 
trincia. 

3)  giiigà  à  foresèta,  o  ài  qutLter 
càntòn  =  giocare  a  prestami  la  forbice. 

4)  Forfecchia,  specie  di  bacheroz- 
zolo: lo  stesso  che  forbice. 

foresetìna,  s.  f.  =  cisoine   da   ricamo  : 

piccola  forbicina  a  lame  corte    e    bene 

appuntate. 
foresetón,  s.  m.  =  forbicione  :    accr.  di 

forbice. 

1)  Nipa  cinericcia:  insetto  nocevolis- 

simo  al  grano. 
forestee,  s.  m.  =  forestiero;  solo  di  pers. 

chi  non  è  del  paese,  chi  vien  di  fuori; 

se  càpiss  èUbit  quànd  vun  l'è  on  fore- 

étee  =  si  capisce  tosto  quand'uno  è  un 

forestiero. 

1)  fa  el  foreétee  =  far  1'  indiano,  lo 
gnorri  ;  fingere  di  non  sapere  una  cosa. 

2)  forestee  fin  =  bel  mobile,  bell'ar- 
nese. 

3)  Pei  locandieri  e  vetturini,  le  per- 
sone che  viaggiano  o  alloggiano  presso 
di  loro. 

4)  Per  ospite  ;  là  stdnàa  di  forestee 
=  la  stanza  dei  forestieri. 

5)  Agg.,  straniero,  forestiero;  di  pian- 
te: esotico;  di  cose:  estero. 

forér,  s.  m.  =  furiere:  sottufficiale  di  un 
grado  superiore  a)  sergente; 

forfora,  *  s.  f.  =  forfora  :  secrezione  o 
squama  salsedinosa  del  capo. 

forgòn,  s.  m.  =  carriaggio,  furgone,  fru- 
gone: grosso  carro  coperto,  per  traspor- 
tar mercanzie  e  specialm.  mobiglia. 

forlàna,  s.  f.  =  furlana  e  frullana:  sorta 
di  ballo  campagnuolo. 

forlina,  s.  f.  =  cattivo  arnese,  briccone: 
pers.  facile  al  furto  e  alle  prepotenze. 
1)  Donna  di  malaffare. 

forlocà  e  fàrloca,  «?.  att.  =  farfugliare, 
balbettare:  parlar  molto  e  male. 

forlocòn,  s.  m.  =  farfuglione:  chi  parla 
molto  e  male. 

forlòiiia,  (fa)  =  far  baldoria,  gozzovi- 
gliare. 

forma,  s.  f.  =  forma  :  la  parte  esterna 
di  un  corpo  nella  sua  disposizione  e 
apparenza;  el  g'ha  dna  bela  fórma  = 
ha  una  bella  forma. 


for 


—  329 


for 


1)  Ogni  arnese  che  ha  la  forma  del- 
l'oggetto che  deve  fabbricarsi;  là  forma 
di  scàrp  =  la  forma  delle  scarpe.  Vedi 
stàmp. 

2)  T.  tipogr.:  impaginatura  che  deve 
andar  sotto  i  torchi. 

3)  Il  vaso  dove  rappiglia  il  latte  per 
diventar  formaggio,  e  il  formaggio  stesso 
che  n'esce.  Se  è  fatto  con  un  cerchio 
sottile  di  legno,  dove  si  preme  il  latte 
rappreso,  questo  cerchio  si  dice:  cascina. 

4)  BriUa,  pila:  vaso  di  pietra  in  cui 
si  spoglia  il  riso. 

5)  Bonzo:  strumento  di  legno  ado- 
prato  dai  sarti  per  spianare  le  costure. 

6)  Bacino,  piatto;  T.  degli  occhialai. 
7  )  Bronzina,  forma;  T.  dei  cartai. 

forma,  *  v,  att.  =  formare,  mettere  in- 
sieme; l'impresàri  l'ha  formaa  dna 
bona  cotnpàgma  =  l'impresario  ha  for- 
mato una  buona  compagnia. 

forinaa,  p.  pass.  =  formato,  messo  in- 
sieme. 

1)  s.  m.  foiTnato,  sesto:  la  dimensione 
del  libro  che  dipende  dalla  grandezza  del 
foglio. 

formàgèe,  s.  m.  =  caciaio,  formaggiaio: 
chi  fa  il  cacio. 

formacela,  s.  f.  =  caciola  ;  anche  :  for- 
maggio in  piccola  forma. 

formàgria,  s.  f.  =  forma  di  cacio. 

formàg'iàtt,  s.  m.  =  caciaiolo:  chi  vende 
il  cacio. 

formàbili,  s.  m.  =  caciolo,  caciolino, 
caci  no:  varietà  di  cacio  piccolo  e  fresco. 
Entra  in  un  gioco  che  si  fa  ai  bam- 
bini fregando  loro  la  mano  e  dicendo: 
fide  te  see  étaa?  -  à  cà  déla  eomaa  - 
còsa  l'ha  tà  daa?  -  pan  e  formagìn  - 
e  de  bév?  -  ptsa  d'asntn,  grin,  grin, 
grin  ;  e  si  fa  il  solletico  sul  palmo  della 
mano. 

formàj,  ora  molto  fórinàgg,  *  =  cacio, 
formaggio:  cibo  più  o  meno  solido  che 
si  fa  col  latte  di  vacca,  di  pecore,  di 
capra. 

1)  foì-m,àJ  de  grana  =  cacio  parmi- 
giano. 

2  formtij  de  gruéra  =  formaggio  di 
gruera;  dal  frane.  Qruyères  paese  dove 
si  fabbrica. 

3)  formtij  de  làtee  =  cacio  bacellone. 

4)  formàj  de  sbrtns  =  sbrinzo. 

5)  formàj  gràéè  =  cacio  grasso. 

6)  formàj  pién  de  baucc  =  cacio 
pieno  d'occhi,  spugnoso. 


7)  formàj  sàlaa  =  cacio  forte. 

8j  formàj  sema  boeuee ,  pdìi  coi 
bceiicc,  e  mn  che  salta  ài  oeucc  =  pane 
alluminato  e  cacio  cieco  e  vino  che 
smaglia. 

9;  7nètt  sii  el  foì'màj  =  incaciai'e,  ca- 
ciare:  spargere  cacio  grattato  su  una 
vivanda. 

10)  formàj  trid,  gràtaa  =  cacio  par- 
migiano grattato. 

11)  form,àgg  in  piàèa  e  stràchm  drce 
ài  mur  =  far  del  cacio  barca  e  dello 
stracchino  Bai-tolommoo  :  del  cacio  è 
miglior  mangiare  la  midolla  e  dello 
stracchino  la  parte  vicina  alla  corteccia. 

12)  vèss  grand  come  un  èòld  de  for- 
màj =  essere  alto  quanto  un  soldo  di 
cacio:  esserlo  pochissimo,  specialmente 
di  bambini. 

13)  vegnì  come  el  formàj  sui  mà- 
càròn  =  venire,  piovere  come  il  cacio 
sui  maccheroni;  di  cosa  che  venga  op- 
portunissima. 

14)  vèss  on  gràia  formàj  =  segare 
il  violino;  sonarlo  male. 

fonnént,  s.  in.  =  grano,  frumento  :  la 
miglior  specie  dei  cereali,  che  serve  ge- 
neralmente a  fare  il  pane. 

1)  formént  coi  bàrbts,  invernéngh, 
Tnàrséngh,  mondèll,  biis.  ciiech,  inarc, 
màtt  =  grano  aristato,  vernino,  mar- 
zuolo,  gentile,  intignato,  arrabbiato, 
volpato,  canino.  ' 

2)  dà  per  formént  sècch  =  dare  por 
còsa  certa. 

forinentìn,  s.  in.  =  frumento  marzolo; 
triticum  hibernum. 

1)  Bianchiccio  sparuto  :  colore  che 
talvolta  hanno  i  bovini. 

forinentón,  s.  m.  =  formentone,  grano- 
turco: specie  di  grano  che  fa  una  pianta 
di  gambo  grosso  con  pannocchie  rav- 
volte in  cartocci;  anche:  gran  siciliano. 

forméta,  s.  m.  =  formaio  :  chi  fa  le  formo 
delle  scarpe. 

forinìg'a,  s.  f.  =  formica:  genere  d'insetti 
imenotteri.  In  ital.  meglio  :  formicola. 

1)  fègh  i  formigli  =  avere  l'informi- 
colamento,  una  specie  di  granchio:  in- 
formicolare. 

2)  vèss  come  i  formigli  =  essere  come 
le  formicolo.  Di  un  gran  numero  di  pers. 
che  stanno  riunite  e  fìtte  in  un  luogo. 

3)  àndà  à  pass  de  furmìga  =  andare 
a  passo  di  formicola;  iperb.,  camminaro 
molto  lentamente. 


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for 


forinìghee,  s.  m.  =  formicolaio  ;  nido  di 
formicole. 

1)  Fig.,  brulichio,  il  brulicare  :  di 
molta  gente  riunita  che  si  muove  con- 
fusamente in  tutte  le  direzioni,  e  il  ru- 
more indistinto  che  ne  esce. 

foriuìg'òn,  s.  m.  =  furbacchione  :  chi  sa 
tirar  bene  l'acqua  al  suo  molino.  An- 
che: formicone  di  sorbo. 

fornàda,  s.  f.  =  fornata  :  quanto  pane 
entra  nel  forno,  si  cuoce  in  una  volta. 

fornàs,  s.  f.  =  fornace:  forno  per  cuocervi 
materiale,  e  l'edificio  dov'è  la  fornace. 
1)    fornds   de  maton  =    mattonaia  : 
luogo  dove  si  fabbricano  i  mattoni. 

fornasàtt,  s.  m.  =  fornaciaio:  chi  lavora 
alla  fornace. 

fornasee,  e  fornàsìu,  s.  m.  =  fornaciaio, 
mattonaio,  tegolaie,  mattoniero  :  chi  fa 
i  mattoni,  le  tegole  e  sim. 

fornela,  s.  f.  =  fornello. 

1)  Mui-amento  adatto  a  far  foco  sotto 
la  caldaia  dei  lavandai. 

2)  Fornello,  forno  di  riverbero  :  che 
riflette  molto  il  calore. 

fornelìn,  s.  m.  =  fornellino  ;  dimin.  di 
fornello  e  specialm.,  quello  sul  quale 
col  tamburino  si  tosta  il  caffè. 

fornèll;  s.  m.  =  fornello. 

1)  Buca  a  cassetta  nel  focolare  cor- 
rispondente sul  davanti,  con  una  gra- 
ticola a  mezzo  per  il  carbone:  serve  ad 
usi  di  cucina  e  d'officina.  Spesso  è  di 
ferro  e  portatile. 

2)  T.  chini.,  quello  dove  si  distilla, 
si  lambicca  e  si  fanno  altre  operazioni. 

forni,  ».  att.  =  finire,  terminare,  cessare. 

Vedi  finì, 
fornimènt,  s.  m.  =  fornimento. 

1)  T.  degli  stampat.  ;  ornamento,  ab- 
bellimento. 

2)  Finimento,  bardatura;  T.  dei  sellai. 
fornitiì,    s.   f.  =  finimento.    Vedi    flni- 

luént,  1). 

1)  foì'ìiitù  de  tàola  =  fornitura,  for- 
nimento da  tavola  :  il  complesso  delle 
po.-.ate,  forchettone,  trinciante,  cucchia-. 
ione,  cucchiaini  e  sim. 
forno,  *  e  molto  volgarm.  anche  fòrua, 
s.  m.  =  forno:  luogo  ad  uso  di  cuocere 
il  pane. 

1)  Affogatolo,  forno  :  luogo  dove  si 
affoga  dal  caldo. 

2)  ehe  forno  !  =  che  forno  :  si  dice 
di  cosa  molto  profonda,  e  specialm.  di 


bocca  molto   graude  quando  si    apre  a 
sbadiglio,  0  a  grido. 

3)  La  bottega  dove  è  il  forno. 

fóro,  s.  m.  =  foro,  tribunale. 

1)  fdro  Bònapàrt  =  foro  Bonaparte; 
una  delle  piazze  di  Milano. 

fòrsa,  s.  f.  =  forza,  vigore,  robustezza, 
gagliardia:  la  potenza  d'agire,  d'operare 
materialmente  e  moralmente  che  varia 
secondo  la  natura  delle  cose. 

1)  Dei  muscoli:  di  pers.;  el  g'ha  farsa 
in  di  man  =  ha  forza  nelle  mani. 

2)  fa  fdrsa  =  far  forza,  indurre,  co- 
stringere. 

3)  i  fdré  =  le  forze  :  i  mezzi  di  cui 
uno  può  disporre. 

4)  per  fdrsa  =  per  forza,  contro  la 
propria  volontà  ;  anche  :  di  necessità, 
assolutamente. 

6)  per  amor  ò  per  fQréa  =  per  amore 
0  per  forza  :  di  cosa  che  non  si  può 
evitare  ne  far  diverso. 

forscètt,  (à  là)  =  a  forchetta  ;  detto  di 
colazione.  Dal  francese,  à  la  fourehette. 

forselìna,  s.  f.  =  forchetta.  Vedi  force- 
lina. 

1)  T.  dei  falegn.;  forcella. 

fòrsì  e  anche  forse,*  avv.  =  forse;  di 
dubbio,  incei-tezza. 

1)  forsi  fòrsi  =  forse  forse;  accen- 
nando a  probabilità  remotissima,  o  vo- 
lendo attenuare  di  molto  un'asserzione 
che  potrebbe  parere  audace  o  cruda. 

2)  sènsa  fdrsi  =  senza  forse,  senz'erro: 
certamente. 

fort,  agg.  =  forte;  in  tutti  i  suoi  signifi- 
cati. 

1)  mStes  ài  fori  =  mettercisi  coli' arco 
dell'osso,  arrecarvisi  di  buona  gara. 

2;  pària  fori  =  parlar  forte,  a  voce 
alta. 

3)  làorà  fdrt  =  lavorar  sodo:  molto. 

4)  Agro,  acido:  di  frutta,  vino,  ver- 
dure inacidite. 

fortésa,  s.  f.  =  fortezza,  gagliardia,  forza. 
1)  Fortezza,  castello  :   cinta  murata, 
vasta,  con  quartieri,  per  militari. 

fortifica,  V.  att.  =  fortificare  ;  di  luogo  : 
renderlo  forte  militarmente. 

1)  fortifica  el  stomegh  =  corroborare 
lo  stomaco:  dargli  forza. 

fortiflcàsiòn,  s.  /".  =  fortificazione:  opera 
militare  di  difesa  d'  una  città  o  paese, 

fortin,  s.  m.  =  fortino:  piccolo  forte  iso- 
lato; el  fortin  de  Pòrta  Tosa  =  il  for- 
tino di  Porta  Vittoria. 


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331 


fra 


fortuna^  s.  f.  =  fortuna,  sorte  :    il   caso 
che  varia  le  circostanze   degli  uomini. 

1)  là  va  à  fortuna  =  è  quistion  di 
fortuna. 

2)  eiàpà  là  fortuna  per  i  càvèj  =  pi- 
gliar la  fortuna  per  il  ciuffetto;  essere 
fortunati. 

3)  fa  fortuna  =  prosperare,  far  for- 
tuna, aiTicckire. 

4)  Di  patrimonio  considerevolmente 
abbondante  ;  vègh  dna  fortuna  =  avere 
una  fortuna. 

5)  Felice  combinazione  ;  g'hoo  àviiii 
là  fortuna  de  troà  on  bòn  operavi  = 
ho  avuto  la  fortuna  di  trovare  un  buon 
operaio. 

6)  Ut  va  à  fortuna  =  va  a  fortuna  : 
secondo  che  vuol  la  fortuna. 

7)  per  fortuna,  e  anche  :  fortUna  !  = 
per  fortuna  !  e  anche  :  fortuna  !  ;  per 
fortuna  che  soni  rivaa  à  tenip  =  per 
fortuna  che  sono  arrivato  in  tempo. 

fortttnaa,  agg.  =  fortunato,  aiTortunato  : 

che  ha  molta  fortuna. 
foscli,  agg.  =  fosco,  buio,  scuro. 

1;  Di  luce  :  che  non  lascia  distinguer 

le  cose. 
f'osètt,  s.  m.  =  fossarello,  fossatello,  dim, 

di  fossato  =  fòès. 
fòsil  (càrbón),  =  carbon  fossile. 
fositt  (càcia  ài),  =  Vedi  càcia,  4). 
fòss,  s.  m.  =  fossato  :  torrentello,  anche 

fra  case. 

1)  àndù,  ài  fòsé  =  andare  a  lavare 
i  pannolini  all'acqua  di  un  fossato. 

2)  età  à  cavali  del  fòss  =  tenere  il 
piede  in  due  staffe  ;  dare  un  colpo  alla 
botte  ed  uno  al  cerchio  :  star  a  vedere 
per  cogliere  il  proprio  meglio. 

3)  fa  òn  salta  fòss  =  tirar  su  le 
calze  a  uno,  scalzare  uno  :  far  dire  a 
uno  quel  che  non  vorrebbe. 

4)  Fosso  :  fossa  grande  e  anche  in. 
T.  mil.  :  scavamento  di  terra  intorno 
alle  mura  delle  fortezze. 

f  òta,  s.  f.  =  collera,  ira,  stizza  ;  fa  vegni 
là  fòia  =  far  venire  la  stizza,  far  an- 
dare in  collera. 

1)  Sproposito,  azione,  parola  impru- 
dente, temeraria,  ardita  ;  ho  faa.,  hoo 
ditt  dna  fòta  =  ho  fatto,  ho  detto  uno 
sproposito, 

fotà,  V,  att.  =  cacciare,  balzare  ;  el  fota- 
rdn  in  presòn  =  lo  cacceranno  in  pri- 
gione. 


fotografa,  *  v.  att.  =  fotografai-e  :  ripren- 
dere colla   fotografìa. 

fotografia,  *  s.  f.  =  fotografìa  :  l'arte 
del  fotografo  e  l'immagine  ripresa  con 
quell'arte. 

fotògrafo,  *  s.  m.  =  fotografo  ;  chi  eser- 
cita l'arte  di  fotografare. 

fotiìii,  agg.  =  rovinato,  malconcio  :  modo 
però  triviale.  Meglio:  fritt. 

fraa,  s.  m.  =  frate:  sacerdote  di  un  or- 
dine religioso. 

1)  àndà  à  fraa  =  farsi  frate. 

2)  el  niestee  de  fraa  fàgòtt  l'è  tcBités 
fàétìdì  de  nàgòtt  =  dicesi  di  chi  si  dà 
al  buon  tempo  e  non  pensa  a  guai. 

3)  fa  el  fraa  cercòtt  =  accattare,  pre- 
gar che  ci  diano. 

4)  sont  minga  on  fraa,  o  on  floeù 
d'on  fraa  =  non  slam  di  maggio  :  a 
chi  non  intende  una  cosa  e  vorrebbe 
che  si  ripetesse. 

5)  vèss  cotne  eercàgh  i  piatoli  à  on 
fraa  =  essere  come  cercar  le  pistole  a 
un  frate  :  di  cosa  che  non  riesca  a  ve- 
run  buon  effetto. 

6)  fraa  =  bozzolo  :  di  farinata,  ver- 
nice, ecc.  Pallottolina  di  farina  o  altra 
materia  non  sciolta  nell'acqua  e  un 
poco  indurita;  fa  i  fraa  =  abbozzo- 
larsi, agglomerarsi  di  farine,  ecc.,  a 
uso  bozzolo  durante  la  cuocitnra  di  una 
pappina. 

7)  T.  di  stamp.  :  pagina  rimasta  inav- 
vertitamente bianca  o  sbiadita. 

fràbàlà,  s.  m.  =  falbalà,  balza  :  sti'iscia 
increspata  per  guarnire  le  gonnelle  da 
donna. 

1)  Tende,  cortinaggi,  per  lo  più  della 
stessa  roba. 

fràcch,  s.  m.  =  giubba,  falda:  abito  da 
uomo  per  società,  corta  davanti  e  con 
due  falde  dietro.  Dall'inglese  frack.  An- 
che :  marsina.  Vedi. 

fràcch  (dàini  on),  =  darne  un  sacco, 
un  carico  :  di  legnate,  bastonate,  busse 
ili  genere. 

fràdèlàster,  s.  m.  =  fratellastro  :  di  fra- 
telli di  diverso  letto. 

fràdèll,  s.  m.  =  fratello  :  altro  figlio  de- 
gli stessi  genitori. 

1)  fràdell  de  làtt  =  fratello  di  latte  : 
che  fu  allevato  dalla  stessa  balia, 

2)  amor  de  fràd^j,  àniQr  de  cortèj  = 
amor  da  fratelli,  amore  da  coltelli;  tre 
fratelli,  tre   castelli  :    perchè   i    fratelli 


fra 


—  332 


fra 


spesso  per  interesse,  invece  d'amarsi, 
si  odiano. 

fràgrànsa,  s.  f.  =  fragranza,  olezzo,  pro- 
fumo. 

fràgil,  agg.  =  fragile,  delicato  :  facile  a 
rompersi,  debole,  che  dura  poco. 

fràgilitaa,  s.  f.  =  fragilità,  debolezza  : 
l'essere  fragile. 

fràina,  s.  f.  =  grano  saraceno,  grano  di 
tartaria,  grano  nero. 

fràmàsòn,  s.  m.  =  massone,  libero  mu- 
ratore: che  appartiene  alla  massoneria. 

frana,  *  s.  f.  =  frana,  smotta  :  pezzo  di 
terreno  che  frana  e  la  parte  dove  è 
franato. 

fràuà,  v.  att.  =  franare,  smottare  ;  lo 
scoscendere  di  una  parte  di  monte, 
rupe,  terreno  o  sim. 

franca,  ■v.  att.  =  francare,  affrancare  : 
mettere  i  francobolli  a  una  lettera  o  ad 
altro  oggetto  che  va  per  la  posta. 

1)  Pagare  anticipatamente  roba  che 
si  spedisce. 

2)  Assicurare,  fermare  con  stabilità  ; 
franca  i  flnèster  =  assicurar  le  finesti'e. 

3)  Imbiettare:  fermare  checchessia 
col  mettervi  una  bietta. 

fràncàdùra,  s.  m.  =  affrancatura,  fran- 
catura :  il  francare  le  lettere  e  la  spesa 
necessaria. 

fràncàniènt,  avv.  =  apertamente,  fran- 
camente, schiettamente  :  in  modo  aperto 
franco,  schietto.  Meno  popol.  :  alta- 
mente ;  el  te  biasima  fràneàmmt  =  ti 
biasima  francamente  ;  tei  disi  fràneà- 
mcnt  =  te  lo  dico  schiettamente. 

fràncàntiport,  s.  m.  =  Vedi  ferniàn- 
tipòrt. 

fràncàss  in  la  lesión  e  sim.  =  impa- 
rare a  fondo  la  lezione  e  sim. 

fràncèsa  (sàliidà  ala),  =  addio  alla  fran- 
cese :  il  partirsi  da  una  conversazione 
senza  salutare  altro  che  la  padrona  per 
non  disturbar  tutti. 

frànch,  s.  m.  =  franco:  moneta  di  100 
centesimi. 

1)  Agg  franco,  fermo,  saldo.  Anche: 
scelto,  spedito,  pratico  nelle  cose.  Di 
persone. 

2)  fàsà  frànch  =  impratichirsi. 

3)  pàrlt  fr Aneli  =  parlare  aperto. 
fràncliésa,  s.  f.  =  franchezza,  sicurezza, 

sincerità.  Anche  :  stabilità. 
frànclin  e  frànclin,  s.  m.  =  fraudino, 
camminetto.  Dal    nome   dell'americano 
Franklin,  che  inventò  tale  specie  di  cam- 


minetti  sporgenti  e  col  tubo  che  corre 

nella  camera  da  riscaldare. 
fràncobòU,  *  =  francobollo:  quadrettini 

di    carta- valore,    che    s'attaccano    alle 

cose  che  si  vogliono  francare  alla  posta. 

V.  bolìn. 
fràncolin,  s.  m.  -  francolino  di  monte: 

sorta  d'uccelli  affini  alle  pernici. 
.1.)  Qualcuno  del  volgo    chiama   così 

il  fraudino. 
fràngia,  s.  f.  =  infrantolo,  frantoio  :  or- 
digno per  franger  le  olive.  Da  noi  usa 

pochissimo. 
frànguèll,  =  s.  m.  =  fringuello,  pincione. 

Uccello  silvano.  Anche  :  filunguello. 

1)  frànguèll  montàn  =  peppola. 

frànsa,  s.  f.    =    frangia  :    guarnizione  di 

varie  maniere. 

1)  tàcàgh  là  frànéa  ài  ròbh  =  rac- 
contare le  cose  esagerate. 

2)  fràma  déla  tUa  =  penero:  l'orlo 
0  parte  dell'ordito  non  tessuta. 

fràola,  s.  f.  =  donnaccia,  bagascia.  Spe- 
cialmente le  amanti  dei  soldati.  Dal 
ted.  :  frau.  Il  mil.  le  poche  parole  la- 
sciategli dal  tedesco,  le  voltò  quasi 
tutte  a  significati   spregiativi. 

fràs,  s.  f.  =  frase,  locuzione,  modi  di 
dire. 

1)  T.  mus.  :  pensiero  meno  svilup- 
pato d'un  motivo. 

frasàri,  *  s.  m.  =  frasario:  raccolta  di 
frasi. 

frasca,  s.f.  =  frasca,  ramoscello  fronzuto. 

1)  vèés  dna  frtbsca  =  essere  una 
frasca,  molto  leggero. 

2)  Padellina:  piattello  sotto  il  lume 
per  riparare  l'olio  o  la  cera. 

fràscàda,  s.  f.  =    frascato:    un    coperto 

di  rami  colle  loro  frasche. 
fràsclièta,  s.  f.  =  fraschetta. 

1)  Dim.  di  frasca. 

2)  T.  di  stamp.  :  telaretto  di  ferro 
con  vari  spartimenti,  che  mettesi  sul 
foglio  da  stampa  affinchè  ciò  che  ha 
da  restar  bianco  non  si   macchi. 

fraschètà,  v.  att.  =  infrascare. 

1)  Coprire  di  frasche. 

2)  Sostenere  con  frasche  i  fagioli, 
piselli  e  sim. 

fràsin,  *  s.    m.    =    frassino  :    pianta  da 

bosco. 
fràsiòn,  *  s.  f.  =  frazione, 

1)  Parte  di  un  paese,  di  un  comune. 

2)  T.  aritm.  :  parte  dell'unità. 


fra 


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fre 


fràta,  s.  m.  =  santocchia,  bigotta  :  esa- 
goratamente  devota. 

fràtàda,  s,  f,  =  fratata,  azione  da  frate. 

fràtària,  s.  f,  =  frateria  :  tutti  i  frati  di 
un  medesimo  ordine. 

1)  E  in  senso  dispregiat.  :  frataglia, 
moltitudine  di  frati. 

fràtàsà;  ».  att.  =  spianare,  piallettare  ; 
T.  dei  muratori. 

fràtàss,  s.  m.  =  pialletto,  nettatoio,  spar- 
viere-: arnese  per  spianare  1'  intonaco 
dei  muri. 

fràtèlànsa,  *  s.  f.  =  fratellanza  :  amore 
di  fratelli  :  usa  a  indicare  specialmente 
la  fratellanza  fra  i  popoli. 

fràtèrnisà,  ».  att.  =  fraternizzare:  affra- 
tellarsi :  fare  atto  di  fratellanza. 

frati  (i),  =  i  Patebenef rateili  :  titolo  di 
un  ordine  religioso  ospitaliere.  E  l'o- 
spedale che  una  volta  era  da  essi  con- 
dotto. 

1)  va  ài  frati  =  va  al  diavolo  :  si 
dice  ai  seccatori. 

f fatili,  s.  m.  =  gorgoglione,  punterolo. 
Sp.  di  insetto  nocivo  alle  biade  e  alle 
fruita. 

fratina,  s.  f.  =  cinciallegra  o  cingallegra 
cinerina.  Parus  palustris.  Spec.  d'ucc. 
da  bosco. 

1)  Bicchierino  :  quello  per  sorbetti, 
quando  si  prendono  dai  sorbettieri. 

frecàséri,  s.  m.  =  fracassio  :  un  gran 
fracasso  continuato. 

frecàss,  s.  m.  =  fracasso  :  gran  rumore. 
Vedi  bordèll. 

1)  fa  frecàss  =  far  chiasso.  Detto 
anche  di  fama:  Ve  on  lìber  che  fa 
frecàss  =  è  un  libro  che  fa  chiasso. 

2)  Anche    semplicemente:    rumore; 
sentì  de  lontàn  el  frecàss  d'ona  càrosa 
=  udir    da   lontano   il   rumore  di  una, 
carrozza. 

fréga  (vèss  in),  =  essere  in  frega,  o 
in  fregola  :  di  chi  è  innamorato  ;  in 
significato  non  buono. 

fre^à,  V.  att.  =  fregare,  strofinare,  stro- 
picciare colla  mano  o  con  un  oggetto 
una  superficie. 

1)  frega  i  pee  =  scalpicciare  :  stro- 
picciare coi  piedi. 

2)  fregasi  i  oeucc  del  éògn  =  stro- 
picciarsi gli  occhi. 

3)  fregàss  àdree  à  vun  =  fregarsi 
intorno  a  uno  :  star  dietro  a  uno  con 
insistenza. 


4)  fregàss  i  man  =  stropicciarsi  le 
mani. 

5)  frega  vun,  fìg.  volg.  =  fregare  uno: 
recargli  danno. 

fregàbàlàuster,  s.  m.  =  baciapile,  bac- 
chettone, baciapolvere.  Vedi  bigotòu. 

freg'àda,  s  f.  =  fregagione,  fregatui-a,  il 
fregare,  pulire,  spolverai'e. 

1)  Fregata  :  specie  di  nave  da  guerra. 

freg-g",  s.  m.  =  freddo.  Meglio  frècc  o 
fredd.  *  La  bassa  temperatura  del- 
l'ammosf  era. 

1)  mètt  frègg  =  far  rabbrividire;  fa 
vegnt  frègg  =  far  venir  freddo,  far  ri- 
brezzo. 

2)  molA  el  frècc  =  addolcire,  dile- 
guarsi il  freddo. 

3)  Agg.  =  freddo:  contrario  di  caldo. 
E  di  pers.  :  senz'entusiasmo,  e  di  chi 
agisce  senza  passione  e  con  molta  ri- 
flessione. 

4)  fa  frècc  vun  =  freddare  uno,  am- 
mazzarlo. 

5)  frècc  come  on  biss  =  gelato  quanto 
un  marmo,  freddo  come  un  ghiaccio; 
fa  on  frècc  de  biss  =  fa  un  freddo  stri- 
nato. 

6)  ricév  vun  frècc,  frècc  =  fare  un'ac- 
coglienza fredda,  diacciata. 

7)  toRula,  ciàpàsela  fregia  =  ninnar- 
sela, pigliarsela  consolata. 

8)  l'è  poeu  minga  nannio  sto  frècc  = 
non  sono  ancora  gli  stridori, 

9)  no  fa  né  fregg,  né  cald  =  non 
avere  ne  caldo,  ne  freddo  ;  non  fargli 
uè  caldo,  né  freddo  :  essere  indifferente 
una  persona  o  una  cosa,  non  importar 
nulla. 

10)  fa  vegnì  frègg  =  lasciar  raffred- 
dare. Anche:  làsà  vegnì   frègg. 

fregee,  s.  m.  =  freddoloso  :  chi  sente 
molto  il  freddo. 

fregàgion,  *  s.  f.  =  fregagione  :  il  fre- 
gare con  flanelle  o  altro  qualche  parte 
del  corpo,  come  medicamento  ;  fa  i 
fregàgion  =  fare  le  fregagioni,  le  freghe. 

fregàscènn,  s.  m.  e  /".  =  imbrattascene  : 
cattivo  attore  e  specialm.  cattiva  attrice. 

frègión,  s.  m.  =  freddone  :  freddo  che 
pela, 

1)  Lo  stesso  che  frègee. 

frègitìra,  s.  f.  meglio  frèdflra,  *  s.  f.  = 
freddura  :  motto  che  per  voler  essere 
spiritoso  riesce  insulso. 

fregiiirìsta,  meglio  frediirìsta,*  s.  m.  = 


fre 


-  334 


fri 


freddurista  :  chi  si  diverte  a  far   fred- 
dure. 

frégola,  *  s.  f.  =  baco,  fregola  :  voglia 
pungente  e  poco  ragionevole  ;  gh'è  ve- 
gniiii  là  frégola  de  scrw  comedi  =  gli  è 
entrato  il  baco   di  scriver  commedie. 

freg'òn,  s.  m.  =  canevaccio,  canovaccio; 
panno  di  canapa,  ruvido,  specialmente 
per  gli  usi  di  cucina,  e  per  pulire, 
asciugare  mobili,  stoviglie,  ecc. 

1)  fregòn  déla  polmr  =  spolveraccio, 
strofinaccio. 

freglìia,  s.  f.  =  briciola,  bricia  ;  particella, 
segnatam.  di  pane  :  quelle  che  se  ne  di- 
staccano e   cadono  nel   romperlo. 

1)  Lisca,  un  minimo  che,  un  briciolo, 
di  roba  da  mangiare  ;  dà?nm  ona  fre- 
guia  de  forniàgg  =  dammi  una  lisca 
di  cacio. 

fregiiin,  s.  m.  =  briciolino  :  diniin.  di 
freguia,  =  briciolo  ;  el  g'hà  ntlnea  on 
fregilin  de  giiidtsi  =  non  ha  un  bri- 
ciolino di  giudizio. 

freg-Qj,  s.  m.  =  bricia,  briciolo,  briciola. 
Vedi,  cicin  =  un  poco,  un  miccino. 

1)  fa  à  freguj  =  fare,  mettere,  man- 
dare, ridurre  in  bricioli  ;  rompere  in 
pezzi  minutissimi, 

2)  fàss  in  fregÈj  per  v&n  =  spogliarsi 
in  farsetto  per  far  servigio. 

frén,  s.  m.  =  freno  :  morso  dei  cavalli. 
1)  Eitegno  di  qualunque  maniera,  e 
specialm.  quello  che  serve  a  fermare 
le  ruote  dei  carri. 

frena,  v.  alt.  =  frenare  ;  stringere,  met- 
tere il  freno. 

frenesìa,  s,  f.  =  frenesia  ;  smania  acuta 
e  irrequieta. 

frenètici!,  agg.  =  frenetico  ;  smanioso, 
appassionatissimo. 

frequenta,  *  ».  air.  =  frequentare  ;  tor- 
nare spesso  al  medesimo  luogo. 

fresàmm,  s.  m.  =  frattaglie,  minutaglie. 
T.  dei  macoli.  :  i  visceri  degli  animali 
uccisi. 

frèscli,  s.  m.  =  fresco:  freddo  temperato. 

1)  ciàpà  el  frèseh  =  prendere,  pigliare 
il  fresco. 

2)  Agg.  fresco  ;  vess  frèèeh  còme  dna 
rdsa  =  essere  fresco  come  una  rosa  : 
fig.;  a  faccia  fresca,  tosta.  Non  turbarsi. 

3)  età  frèéch  =  star  freschi  :  aver 
danno  o  castigo. 

4)  oeU'V,  pan,  frèéch,  e  sim.  =  uovo, 
pan  fresco,  recente. 

frèsclièsa,  s.  f.   =  freschezza  :    V  essere 


fresco  :  dell'aria,  dell'acqua,  della  carne 
e  sim. 

frèscolìn  e  anche  frèscolino,  *  s.  m.  = 
frescolino  :  leggera  frescui-a. 

fricàndo,  s.  m.  =  braciola.  T.  dei  cuo- 
chi. Dal  frane,  fricandeau. 

fricàsé,  s.  m.  =  fricassea,  cibreo.  T.  dei 
cuochi.  Dal  frane,  fricassee  ;  vivanda 
di  carne  sminuzzata. 

fricch  fruccli,  =  voce  per  indicare  lo 
sfregamento  di  corpi  specialm.  robusti. 

frìg:,  V.  alt.  =  friggere  :  cuocere  in  pa- 
della con  olio,  burro,  ecc. 

frigna,  s.  f.  =  lamentone,  pigolone  ;  el 
piangper  nagòtt,  l'è  dna  frigna  =  piange 
per  nulla,  è  un  pigolone. 

frigna,  v.  alt.  =  friggere,  belare,  fri- 
gnare :  far  quel  rammarichio  proprio 
dei  fanciulli  o  de'  malaticci,  piagnuco- 
lare. 

frignaa,  agg.  =  cacheroso,  lezioso,  sve- 
nevole. 

friguàdura,  s.  f.  =  friggibuco,  ramma- 
richio :  il  friggere  de'  ragazzi  malati 
e  sim. 

frignàrij,  s.  f.  pi.  =  daddoli;  smoi-fie 
sciocche  di  tenerezza.  Anche  di  chi 
affetta  malessere,  perchè  lo  vezzeggino. 

frignèta,  s.  f.  =  piaga,  cascaflato,  calia. 
Anche  :  dolore,  rugiadosa.  Vedi  fiàsca. 

frigndcola,  s.  f.  =  cavalletta,  sopruso, 
torto. 

frigiión,  s.  m.  =  belone  :  di  pars,  e 
specialm.  di  bambino  che  .spesso  e  di 
nulla  nuUa  si  lamenta  e  piagnuncola. 

frìn  frìn,  =  ziro,  ziro  :  voce  imitativa 
del  suono  del  violino  mal  sonato, 

frisa,  s.  f.  =  fettuccia,  nastro  di  filatic- 
cio e  seta  :  dei  mercanti  girovaghi  che 
vendono  bottoni,  gomitoli  di  filo,  aghetti 
e  nastro  ecc.  dicesi  :  quèll  déla  frisa  e 
di  loro  si  dice  che  vadan  gridando  : 
stringh  e  binde j  e  botòn  de  càtnisa, 
quèll  déla  bela  f)-isa. 

frisidn,  s.  f.  =  frizione,  fregagione.  A'edi 
fregàgión. 

frisdn,  s,  m.  =  frisone,  frusone.  Uccello 
silvano, 

fritàda,*  s.  f.  =  frittata.  Vedi:  fer- 
tàda. 

fritola,  s.  f.  =  fritella  :  pasta  tenera  e 
in  piccoli  pezzetti  cotta  nell'olio. 

fri  tura,  *  s.  f.  =  ù-ittura,  fritto  :  la  cosa 
fritta  ;  vivanda  cotta  in  padella  con 
olio  burro,  e  sim. 


fri 


—  335 


fru 


1)  f ritura  bianca  =  frittura  bianca  : 
di  cervello,  granelli,  filetti. 

fritt,  *  agg.  =  fritto. 

1)  vèss  bèli  e  fritt  =  essere  bello  e 
ito. 

fróla  (pasta)  =  pasta  frolla  :  dolce  di 
farina  e  uova  e  zucchero. 

frolà,  V.  att.  =  frullare  :  di  cioccolata, 
sabaglione,  e  sini.,  agitare  col  frullino. 

frolin,  s.  m.  =  frullino  :  arnese  da  cu- 
cina per  stemperare  e  sbattere  ova, 
cioccolata,  e  sim. 

fròll,  agg.  =  frollo  :  di  carne  d' animale 
che  ha  perduto  il  tiglio  ed  è  diventata 
tenera  ;  elpolàster  minga  froll  rèprdpi 
minga  bòn  =  il  pollo  non  frollo  è  pro- 
prio non  buono. 

fronfronà  e  fa  fròn  frón,  v.  att.  =  far 
le  fusa.  Del  gatto  che  ronfia  quando 
gli  si  liscia  il  capo  o  il  corpo. 

front,  s.  f.  =  fronte  :  parte  della  faccia 
sopra  gli  occhi. 

1)  Anche  la  parte  davanti  di  chec- 
chessia. 

2)  fa  front  =  far  fronte,  resistere; 
fa  front  ài  spés  =  far  fronte  alle  spese; 
provvedervi. 

3)  à  front  de...  =  malgrado,  nono- 
stante. 

frontà,  V.  att.  =   affrontare,    affacciare  : 

farsi  incontro  ad    alcuno    arditamente. 

Meglio  ora  àfrontà.* 
froiitaa,  s.    m.  =  frontale  :    parte    della 

briglia  che  sta  alla  fronte  del  cavallo. 
frontàl  biànch,  s.  m.  =  cometa  :  mac- 
chia nei  cavalli  dalla  testa  al  labbro. 
froutàlin,   s.   m.  =  gocciolatoio  :    parte 

di  cornice  sporgente,    per   cui  l'acqua 

sgoccioli. 
froiitespìsi,  s.  m.  =  frontispizio  :  prima 

pagina  di  un  libro,  ove  è  il  titolo    del 

li])ro  stesso. 
frontìn,  s.  m.  =  fronte  ;  parrucchino  che 

copre  la  parte  davanti  del  capo. 
frontista,  s.  m.  =  frontista  :  chi  ha  pos- 
sessioni lungo  un  fiume,  o  una  strada 
front òn,  s.  m.  =  fi-ontone  :  T.  d'archit. 

ornamento  triangolare    sulle    porte,  fi- 

nesti'e,  ecc. 
fròsna,  s.    f.   =  fiocina.   T.    de'  pescai 

strumento  di  ferro  con  più    punte   per 

infilzar  pesci. 
fróta,  s.  f.  =  frotta  :  moltitudine  di  gente 

0  d'animali  che   va  e  viene    insieme  ; 

te  tist  che  frdta  de  geni  che  è  pasaa?  = 


hai  veduto  che  frotta  di  gente  è  pas- 
sata V 

fròtola,  s.  f.  =  frottola,  fandonia,  baia  : 
cosa  senza  verità  detta  per  scherzo  o 
per  poco  criterio. 

friìst,  agg.  =  logoro,  frusto,  vecchio, 
usato  :  consumato  per  lungo  uso,  spe- 
cialmente di  abiti. 

frusta,  s.  f  =  frusta,  sferza  :  la  sferza 
che  usano  i  cocchieri  per  percuotere  o 
incitare  i  cavalli. 

1)  Tsl  mtinich  déla  fritèta  =  bacchetta 
della  frusta. 

2)  el  fiochètt  déla  frUéta  =  mozzone  ; 
nappettino  che  finisce  lo  sverzino. 

frusta,  V.  att.  =  frustare. 

1)  Battere  colla  frusta. 

2)  Censurare  acerbamente. 

3)  Logorare,  usando  con  poco  ri- 
guardo. 

4)  bisognarièé  fru.§tàj\  per  ftLj  àndà  = 
bisognerebbe  frustarli  per  farli  cammi- 
nare. 

f  riistàda,  s.  f,  =  frustata  :  colpo  di  fru- 
sta e  censura  acerba. 

friistàdura,  s.  f.  =  frustatura  :  il  logo- 
rarsi delle  cose  troppo  usate. 

friistàscàg'n,  s.  m.  =  scalda  panche  di 
studente  fannullone,  e  scioperato. 

friistìn,  s.  ni.  =  frustino. 

1)  Bacchettina  per  toccare  il  cavallo. 
Vedi,  foètt. 

2)  Sverzino  :  spaghetto  in  fondo  della 
sferza  per  farla  schioccare. 

frut,  s.  m.  =  frutto. 

1)  Il  prodotto  degli  alberi. 

2)  Tutto  ciò  che  la  terra  produce  per 
alimento  dell'uomo. 

3)  Interesse  di  danaro  prestato. 

4)  Profitto^  guadagno. 

5)  L'effetto  di  qualunque  azione,  spe- 
cialm.  se  buona. 

6)  frQt  de  mar  =  frutto  di  mare  ; 
piccoli  crostacei  marini  mangerecci. 

frutà,  V.  att.  =  fruttare,  fare  o  rendere 
frutto,  produrre.  Iron.  ;  g' hoo  àvUii  on 
bèli  frut  de  tilti  i  me  fadtgh  !  =  ho 
ricavato  un  bel  frutto  da  tutte  le  mie 
fatiche. 

frùta,  s.  f.  =  frutta,  plur.  frutte  :  i  frutti 
mangerecci  colti  dalle  piante. 

1)  frùta  che  età  lì  =  frutti  serbatoi. 

2)  fritta  cont  dent  là  càmola,  el  càn  = 
frutte  intonchiate  o  gorgogliate,  o  ba- 
cate. 

3)  frUta  éèca  =  seccumi. 


fru 


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fnu 


4)  fruta  giiilepàda,  moseàtèla,  ni- 
bi^da,  pàsàda,  pelosa,  tàrdida,  tem- 
porìda,  àsèrba  =  frutte  giulebbate,  mo- 
scadelle,  afate,  mezze,  vellose,  serotine, 
primaticce,  acerbe  o  abbozzate. 

5)  fruta  pàsa,  farinosa,  idea,  pà- 
striif/'Ma  =  fratte  alide,  sfarinate,  am- 
maccate, mantrugiate  o  brancicate. 

6)  vèss  tila  fritta  =  essere  alla  frutta  : 
in  fine  di  un'  impresa,  di  una  azione, 
di  qualunque  cosa. 

friitéra,  s.  f.  =  fruttiera  :  vassoio  per 
servire  le  frutte  in  tavola. 

friitì,  V.  att.  =  fruttificare,  fruttare.  Vedi 
friità. 

friitiroetì,  s.  m.  =  fruttaiolo,  fruttiven- 
dolo :  chi  vende  frutta. 

fug-a,  .5.  /'.  =  fuga. 

1)  dà  là  fuga  =  fugare,  incalzai'e. 
Anche  :  dare  la  baia,  beffeggiare. 

2)  fuga  de  stana  =  fuga  o  riscontro 
di  stanze,  quantità  di  stanze  in  fila. 

3)  fuga  de  gas  =  fuga  di  gas,  o  di 
gasse. 

4)  Risciacquatoio;  T.  dei  mugnai  : 
canale  per  cui  il  mugnaio  dà  la  via  al- 
l'acqua, quando  non  vuole  macinare. 

6)  Fuga  ;  T.  music.  :  quantità  de- 
terminata di  note  da  ripigliarsi  nel 
suono  0  nel  canto. 

fiigàscia,  5.  f  =  focaccia,  schiacciata: 
pane  schiacciato  cotto  per  lo  più  sotto 
la  cenere  o  al  forno. 

fulmen  e  fuliiiin,*  s.  m.  =  fulmine:  ma- 
teria elettrica  che  si  sprigiona  dalla 
nube  con  luce  vivissima  e  forte  tuono. 

1)  fÈlmin  à  ciél  éeren  =  fulmine  a 
ciel  sereno  :  di  un  fatto  doloroso  ina- 
spettato. 

2)  l'è  on  fùlmin  =  è  come  il  baleno: 
di  chi  compie  ciò  che  deve  con  grandis- 
sima rapidità. 

3)  Subisso:  quantità  straordinaria;  on 
fulmin  de  geni  =  un  subisso  di  gente. 

fnlmìuàj  V.  att.  =  fulminare  ;  in  milan. 
iperb.,  di  chi  guarda  altrui  con  sguar- 
do minaccioso  o  adirato  quasi  volesse 
che  gli  sguardi  fossero  fulmini. 

fiiliniiiànt)  agg.  =  fulminante:  che  uccide 
all'istante,  di  malore. 

1)  Sost.,  fiammifero,  zolfino.  In  tal 
signific.  va  disusando  sempre  più. 

fiiuià,  V.  att.  =  fumare  :  fare  o  mandar 
fumo. 

1)  Tirare  in  bocca  il  fumo  del  ta- 
bacco e  poi  soffiarlo  fuori. 


2)  là  ghe  fù,ma  =  la  gli  fuma  :  si 
sente  molto  adirato. 

3)  tUti  i  strons  àp^na  faa  fùmen  = 
tutti  gli  stronzi  fumano  e  però  piove  ; 
oppure  :  passan  le  capre  e  i  cacherelli 
fumano.  Noi  lo  diciamo  per  mordere 
quei  ragazzi  che,  per  darsi  aria  da  uomo, 
cominciano  troppo  presto  a  fumare  lo 
sigaro,  0  magari  la  pipa,  con  grande 
danno  della  loro  salute. 

fiimàda,  s.  f.  =  fumata:  l'azione  del  fu- 
mare tabacco. 

1)  fa  i  fiimàd  =  dai'e,  fare  le  fumate: 
scorrere  con  paglia  o  fascine  accese  per 
impedir  la  brinata  o  bruciare  paglia 
nelle  bigattiere  per  rinnovar  l' aria  o 
scaldarlo. 

fiimadòr,  s.  vi.  =  fumatore:  chi  ha  l'abi- 
tudine di  fumare. 

fiiiuàrìa,  (èrba)  =  fumaria,  finnosterno; 
erba  medicinale. 

fiiinèri,  s.  m.  =  fumo,  gran  quantità  di 
fumo;  che  fùméri  gh'è  in  età  étànsa! 
=  che  fumo   c'è  in  questa  stanza! 

fumista,  s.  m.  =  fumista  :  chi  accomoda 
stufe,  caminetti,  ecc.  Anche  stiiìsta. 

fiimm,  s.  m.  =  fumo:  vapore  che  esala 
dalle  materie  che  abbruciano. 

1)  àndà  in  fiimm  =  andare  in  fumo: 
in  nulla. 

2)  el  fiimm  V  impieniéé  minga  là 
ptinseia  =  manco  fumo  e  più  brace. 

3j  i  fiimm  =  fumi,  fumacchi;  legnuzzi 
non  interamente  bruciati  che  mandan 
fumo. 

4)  Fumo,  albagia,  superbia,  fasto. 
r>)  vègli  pUsee  fiimm  che  ròst  =  aver 

molto  fumo  e  poco  arrosto.  Di  promesse 
maggiori  che  i  fatti.  Anche:  valere  più 
il  giunco  che  la  carne,  più  l'accessorio 
che  il  principale. 

6j  fiimm  de  ras  =  nero  di  fumo;  el 
par  quèll  che  ha  inventaa  el  fiimm  de 
ras  =  fa  il  saccente,  par  quello  che 
abbia  inventato  la  polvere  ;  anche  : 
spadroneggia. 

fiineràl,  *  s.  m.  =  funerale,  mortorio, 
accompagnamento  :  onoranza  e  cerimo- 
nia nel  seppellire  i  morti. 

fungr,  s.  m.  =  fungo  :  pianta  composta 
per  lo  più  di  un  gambo  e  di  un  cap- 
pello, che  nasce  sponteamente  nei  luo- 
ghi incolti.  Alcune  qualità  sono  man- 
gerecce. 

1)  fung  brilgàroeH  =  fungherello  di 
scopeto. 


fun 


-  387  - 


fur 


2)  fang  càsynce.il  o  tropètt  =  ceppa- 
tello. 

3)  fung  eòeeh  =  uovolo,  ovolo  :  ha 
forma  d'ovo,  bianco  di  fuori  e  rosso 
dentro  che  si  svolge  crescendo  in  forma 
d'ombrello  colla  cappella  rossa. 

4)  fung  codògn  =  porcino,   bastardo. 

5)  fung  beolitt  =  funghi  betulini:  che 
nascono  presso  le  betulle. 

6)  fung  de  fò  =  ceppatello  di  faggio. 

7)  fung  de  primavèra  =  prugnuolo: 
piccolo  fungo  odoroso. 

8)  fuìig  feree  =  porcino,  ghezzo,  mo- 
rezzo. 

9)  fung  gàbiroeù  =  ceppatello. 

10)  furig  màtt  =  fungo  malefico,  ve- 
lenoso. 

11)  fung  pràdirmu  =  fungo  prataiuolo. 

12)  fung  rosìn  =  rossola,  fungo  man- 
gereccio con  cappello  rossiccio. 

13)  crèèé  come  i  fung  =  crescere 
come  i  funghi  :    crescer  presto  e  bene. 

14)  màsàraa  come  on  fung  =  tutto 
molle,  inzuppato. 

15)  on  sii  pièn  de  fung  =  una  fun- 


16)  Moccolaia,  fungo  :    quel   bottone 
.  che  si  produce  in  cima  al  lucignolo  ac- 
ceso della  lucerna,  candela,  ecc. 

17)  fung  =  metaf.,  ira,  stizza;  fa  vè- 
gni  el  fung  =  movere  a  stizza. 

18)  Lisciatoio;  T.  dei  sellai. 

19j  T.  med.:  escrescenza^  carnosa,  di 
cura  diffìcile. 
funsgett,  s.  m.  =   fignoletto,    tumoretto 

alla  pelle. 
fnnsgin,  s.  m.  =  afta,  ulceretta  che  na- 
sce in  bocca  ai  bovini. 

1)  Funghetto,  fungo  piccolo. 
fuasg:itt,  s.  m.  pi.  =  funghetti,  funghet- 
tini. 

1)  i  funsgitt,   assai.  =  i  funghi    ac- 
conci con  olio. 
fnnsiòn,  s.  f.  =  funzione  :  cerimonia  re- 
ligiosa pubblica. 

1)  Processione:  stuolo  ordinato  di  ec- 
clesiastici e  divoti  che  vanno  attorno 
salmodiando. 

2)  regolàdor  di  fonèiòn  =  ramarro  : 
direttore  delle  processioni. 

fnnsionà,  *  v.  alt.  =  agire;  di  parte  del 
corpo,  macchine,  arnesi:  essere  in  istato 
di  eseguire  i  movimenti  e  servire  per 
l'uso  a  cui  si  è  destinati;  là  mtLchina 
là  funsiòna  pie  =  la  macchina  non 
agisce  più. 

22 


1)  Funzionai'e,  celebrare  :  compiere 
le  funzioni  di  chiesa. 

fiirb,  agg.  =  accorto,  astuto,  che  ha  ac- 
cortezza: che  si  sa  regolare  con  accor- 
tezza. 

fiirbàsciòn  e  fiirbòn,  s.  m.  .=  furbone, 
furbacchione;  accresc  di  fui'bo. 

furberìa,  s.  f  =  furberia:  atto  da  furbo. 

1)  Accortezza;  qualità  o  abito  di  chi, 
comprendendo  le  intenzioni  e  le  dispo- 
sizioni degli  altri,  regola  la  sua  con- 
dotta in  modo  da  riuscire  ai  propri 
fini. 

2)  Astuzia  ;  abilità  di  immaginare 
mezzi  ingegnosi  per  ingannare  altri  e 
così  riuscire  in  ciò  che  uno  desidera. 

fiirènte,*  agg.  =  furente:  di  persona  in- 
furiata, presa  dall'ira;  l'è  vegnilu  de 
mi  che  Véra  f Urente  =  venne  da  me, 
che  era  furente. 

furgòn,  s.  m.  =  furgone.  Vedi  forgdn. 

fùria,  s.  f.  =  furia  :  accesso  di  collera 
improvviso  e  passeggero. 

1)  àndti  in  fUria  =  adirarsi,  lasciarsi 
prender  dall'ira. 

2)  vèèé  in,  fftria  =  infui-iare,  dar  nelle 
furie. 

3  pari  dna  furia  =  somigliare  a  una 
furia. 

4)  Abbondanza;  in  àgost  gli' è  là  fft- 
ria  di  melón  =  in  agosto  suol  essere 
l'abbondanza  dei  poponi. 

5)  à  fÈria  de...  =  a  furia  di...:  di 
cosa  che  avviene  per  atti  ripetuti  con 
insistenza. 

6)  l'è  dna  fùria  =  è  una  furia;  di 
pers.,  che  facilmente  si  adira  e  molto. 

7)  in  preéa  e  in  fùria  =  in  fretta  e 
fui'ia. 

8)  Specie  di  sega  a  mano,  piuttosto 
corta,  larga  quanto  una  mano  e  con 
manico  di  legno. 

fiiribònd,*  agg.  =  furibondo  :  preso  da 
subita,  violenta  e  smodata  furia. 

fiiriòs,  agg.  =  furioso  :  soverchiamente 
impetuoso,  e  anche  preso  da  furore. 

ftìróncol,  s.  m.  =  fignolo,  tumoretto  alla 
pelle. 

fiiròr,  s.  m.  =  furore:  ira  eccessiva  o  si- 
mile che  toglie  il  senno. 

1)  Veemenza;  in  del  furor  del  cald 
=  nella  veemenza  del  caldo. 

2)  fa  fiiròr  =  far  furore,  furoreggiare: 
destare  entusiasmo. 

fiìriig-àda,  s.  f.  =  parapiglia,  ressa:  con- 
fusione di  persone  irrompenti  o  di  cose. 


fus 


—  338 


fus 


fus,  s.  m.  =  fuso:  strumento  noto  per  fi- 
lare a  mano. 

1)  -cèsé  còme  là  róea  e  el  fds  =  es- 
sere pane  e  cacio  ;  anche,  msé  ciiii  e 
càniìsa  =  essere  in  grande  intrinse- 
chezza. 

2)  dritt  còme  on  fàs  =  diritto  come 
un  cero:  dirittissimo. 

3)  Fittone:  barba  o  radice  maestra 
della  pianta;  T.  d'agricol. 

ffìsa,  *\  f.  =  fonduta,  fusione:  l'opera- 
zione del  fondere  il  metallo  nel  cro- 
giuolo. E  anche  la  quantità  di  metallo 
fuso  0  da  fondersi  in  una  volta. 
fusàroeù,  s.  m.  =  fusaiuola  ;  T.  d'  ar- 
chitett.,  sorta  d'intagli  a  forma  di  fuso. 

fiisèla,  s.  f.  =  gancio  grosso  di  legno 
che  si  addatta  a  un  dei  capi  della  fune 
colla  quale  i  facchini  sogliono  legare  i 
fasci  di  legne,  o  la  roba  sui  carri  e  per 
cui  si  fa  passare  l'altro  capo  della  fune 
stessa  per  stringere. 

1)  pienttL  lì  éàcch  e  fiisèla  =  fumar- 
sela, battersela;  anche:  lasciare  il  banco 
e  i  burattini. 

3)  Stampo  ;  T.  dei  sarti,  arnese  per 
fare  i  tondi  agli  occhielli. 

3)  Fuso  :  la  parte  più  affusolata  dei 
candellieri,  specialm.  di  chiesa. 

fìisèlaa,  agg.  =  affusato,  affusolato:  che 
va  assotigliandosi  delicatamente  verso 
l'estremità.  Più  specialmente  detto  di 
mani. 

fìisèll,  s.  m.  =  stecca:  mazzuola  di  le- 
gno, per  lo  più  stuccato  o  impeciato 
sul  quale  incollansi  le  minuterie  per 
lavorarle. 

fiiséra,  s.  f.  =  fusiera:  arnese  dove  i  fi- 
latori infilano  i  fusi. 

fiiseròccli,  s.  m.  =  fusaio:  chi  fa  le  fusa 
e  altri  lavori  di  legno  minuti,  come 
mestole,  cucchiai,  scodelle,  frullini,  mor- 
taietti,  pestelli  e  sim. 

fiisilà,  V.  att.  =  fucilare:  eseguire  la  pena 
della  fucilazione. 

fiisilàda,  s.  f.  =  fucilata:  sparo  di  fucile 
0  fucili. 

1)  fa  i  fùsilM  =  fare  alle  fucilate: 
combattere. 

filsilàsión,*  s.  f  =  fucilazione:  la  pena 
dell'  essere  fucilato  e   F  esecuzione    di 


fttsill,  s.  m.  =  fucile,  schioppo:  arma  da 
fuoco  che  è  una  lunga  canna  da  cari- 
carsi con  polvere  e  palla. 

fiisìna,  s.  f.  =  fucina,  bottega  di  fabbro 
ferraio  o  di  maniscalco;  anche  il  for- 
nello, nelle  botteghe  suddette. 

fiisiòii,  s.  f.  =  fusione,  infusione  ;  m,èU 
in  filsiòn  =  mettere  in  fusione:  mettere 
qualche  cosa  in  un  liquido  perchè  pi- 
gli 0  perda  qualche  qualità. 

2)  Fusione:  atto  ed  effetto  del  fon- 
dere, specialm.  metalli. 

fiist,  s.  ni.  =  fusto:  gambo  di  erbe:  pe- 
dale 0  stipite  degli  alberi. 

1)  Ossatura  di  un  letto,  un  canapè, 
nn  ombrello,  e  sim. 

2)  fiist  del  lèti  =  fusto  del  letto,  let- 
tiera. 

fiistàgn,  s.  m.  =  fustagno  e  frustagno  : 
specie  di  tela  bambagina,  che  da  una 
parte    appare  spinata. 

fttstàg-iiee,  s.  m.  =  fustagnaio:  chi  vende 
frustagno. 

1)  i  Fiiàtàgnee  =  ì  Fustagnari:  è  il 
nome  di  una  via  di  Milano  che  ricorda, 
come  molte  altre,  il  tempo  in  cui  le 
varie  arti  erano  divise  e  ciascuna  riu- 
nita in  una  contrada. 

fiistàgriiiii,  s.  m.  =  pezza  di  lino  o  pezza: 
pannolino  quadrangolare  in  cui  si  rav- 
volge il  bambino  prima  di  fasciarlo. 

1)  Toppone:  specie  di  coltroncino  che 
si  mette  sotto  ai  bambini  e  talora  an- 
che ai  malati  per  preservare  il  letto 
dalle  orine. 

fustèla,  s.  f.  =  stella  ;  T.  dei  calzol., 
stampa  di  ferro  per  ornare  e  restringere 
il  foro  lasciato  nel  suolo  della  scarpa 
dalla  bulletta  che  lo  teneva  conficcato 
alla  forma. 

fiistòn,  s.  m.  =  torso,  torsolo:  fusto  del 
cavolo  0  sim.  piante  erbacee  spogliato 
delle  foglie. 

fustusc,  s.  m.  =  ciarpone,  abboraccione: 
chi  fa  le  cose  con  trascuratezza  e  ne- 
gligenza e  in  fretta. 

fiistuscìà,  17.  att.  =  acciarpare,  accia- 
battare: operare  alla  grossa  e  senza  di- 
ligenza. 

fiìstusciàda,  s.  f  =  acciabattamento:  cosa 
imbrogliata,  confusa. 


—  339 


g-ab 


O 


g-  =  gi  :  la  settima  lettera  dell'alfabeto. 
Si  pronuncia  gre. 

gàba,  s.  f.  =  capitozza:  albero,  i  cui 
rami  sono  stati  tagliati  insino  all'in- 
forcatura del  tronco. 

1)  vèàé  ignorànt  come  òna  gàba  = 
essere  ignorantaccio. 

g'àbà;  V.  att.  =  scapitozzare,  anche  ca- 
pitozzare, potare  a  capitozza. 

1)  Ingannare  chi  si  fida,  mancai'e  a 
una  promessa,  gabbare. 

gàbaa,  agg.  =  scapitozzato,  capitozzato, 
scapezzato. 

1)  Gabbato,  ingannato,  giuntato. 

gàbàda,  s.  f.  =  filare  di  capitozze. 

g'àbàdòr,  s.  m.  =  gabbamondo  :  bindolone. 
Di  pers.  :  piena  di  raggiri,  di  cavilli  di 
inganni. 

g'àbàmònd,  *  s.  m.  =  gabbamondo  :  chi 
vive  ingannando  altrui. 

g"àbàn,  s.  m.  =  gabbano  :  mantello  di 
panno  grosso  con  maniche.  Anche  :  so- 
prabito gi'ande  e  goffo. 

1)  tleqtia  de  vilàn  che  pMa  el  gàbdn 
=  acqua  del  rhal  villano  che  pare  non 
piova  e  passa  il  gabbano. 

gàbàua,  s.  f.  =  capanna:  disusa  ogni 
di  più  e  le  succede  càpàna  *  Vedi. 

gràbànìn,  s.  m.  =  capannetta,   capanna  : 
capanna  piccola  e  bassa  ove  nascondesi 
l'uccellatore  nella   caccia   al   paretaio. 
1)  Capanna  nei  campi  dove  i  conta- 
dini sogliono  stare  a  guardia. 

gàbànòtt;  s.  m.  =  capannone  :  capanno 
vasto  dove  si  rimettono  i  fieni  e  altre 
raccolte. 

1)  Tettoia  :  tetto  fatto  in  luogo  aperto 
non  su  casa,  ma  per  tenere  al  coperto 
roba,  arnesi,  ecc. 

gàbàré,  s  m.  =  vassoio,  guantiera,  porta 
dolci,  porta  chicche.  Vedi  cabarè. 

gàbàss,  s.  m.  giornello  :  specie  di  vas- 
soio a  tre  basse  sponde,  su  cui  i  mu- 


ratori si  tengon  presso  la  calcina  ver- 
sata dalla  secchia. 

gàbéla;  s.  f.  =  gabella:  prezzo  che  per 
ingresso  di  derrate  si  paga  allo  Stato 
0  al  Comune.  Anche  :  dàsi;  ora  più 
usato. 

gàbia,  *  s.  f.  Anche  :  càpia  =  gabbia  : 
arnese  per  rinchiudere  uccelli  o  altri 
animali . 

1)  Per  sim.  :  prigione  ;  l'hàn  miss- 
in  gtlbia  =  l'anno  messo  in  gabbia,  in 
prigione. 

2)  i  ferètt  de  là  gàbia,  o  i  legnètt 
déla  gtibia  =  gretole. 

3)  l'è  Òna  gtLbia  de  màtt  =  è  una 
nidiata  di  pazzi,  è  una  Babele  :  si  dice 
quando  in  un  luogo  è  gran  confusione 
e  rumore. 

gàbiàit,  s.  m.  =  gabbiano,  alcione:  sorta 
d'uccello  marino  detto  volgarmente  Mu- 
gnaio. 

1)  Fig.  :  minchione,  semplicione,  bie- 
tolone, merlotto.  Vedi  bàdee. 

gàbiànàda,  s.  f.  =  minchioneria,  corbel- 
leria :  cosa  di  poco  o  niun  momento 
e  anche  :  sproposito.  Si  dice  pure  gi- 
biànàda. 

gàbioeù,  s.  VI.  =  frascato,  capanno  di 
foglie  per  la  caccia  al  paretaio. 

gàbinètt,  s.  m.  =  gabinetto,  salottino  : 
stanza  intima  da  scrivere,  studiare,  e 
consei-vai'e  cose  preziose,  e  dove  si  ri- 
cevon  persone  di  confidenza. 

1)  Ministero  che  dirige  gli  affari  po- 
litici. 

2)  gàbinètt  de  laorà  =  salottino  da 
lavoro  :  stanzetta  dove  la  padrona  di 
casa  sta  a  lavorare. 

3)  Cesso  :  luogo  dove  si  fanno  i  bi- 
sogni. 

gràbiòtt,  s.  m.  =  bugnola:  il  banco  dei 

rei  nelle  sale  dei  pubblici  giudizi. 
gabiroeu  (fuiigr),    =    famiglia    buona  di 


J?ab 


—  340 


funghi  mangerecci,  appartenente  agli 
agarici, 
gàbola,  s.  f.  =  cabala:  l'arte  che  pre- 
sume indovinare  i  numeri  del  lotto, 
ricavandoli  da  sogni  o  in  alti'O  modo 
e  l'operazione  stessa. 

1)  gtthol  =  cabale,  raggiri  :  sottili  ar- 
tifizi diretti  a  ingannare  altri  o  fargli 
un  male  che  non  se  l'aspetti  ;  el  va 
inane  à  fùria  de  gtJ)ol  =  va  avanti  a 
forza  di  cabale. 

gàbolà,  V.  att.  =  cabalare:  far  cabale, 
ordire  raggiri.  Quindi  anche:  gabbare, 
ti-uffare. 

1)  Anche  :  impanzanare,  infinocchiare; 
el  m'ha  gàbaa  èU  con  tanti  eiteer  = 
mi  ha  impanzanato  con  un  mar  di  pa- 
role. 

^àbolàdòr,  s.  m.  =  cabalista  :  che  fa 
cabale,  raggiri. 

gàbriolé,  s.  m.  =  baroccino,  carrozzella  : 
veicolo  leggiero  a  due  ruote,  con  sedile 
senza  spalliera,  a  un  cavallo. 

g'àdàn,  s.  m.  =  semplicione,  babbeo. 
Vedi  bàdee. 

gàfa,  s.  f.  =  pattuglia.  Voce  di  gergo. 
1)  Anche  :  agente,    guardia  di   pub- 
blica sicurezza. 

gàfìn,  s.  m.  =  scaracchio  :  sputo  cataiToso. 

gàìàrd,  agg.  =  gagliardo,  forte,  possente. 
Va  disusando.  Anche:  g'àliàrd. 

gain,  s.  m.  o  sàpa  de  gain  =  ronca  da 
estirpare,  T.  d'agricolt. 

gàìna,  s.  f.  =  gallina:  la  femmina  del 
gallo. 

1)  àvè  mangiaa  el  ciiii  déla  gàina 
=  non  saper  tenere  un  cocomero  all'erta: 
di  chi  non  sa  mantenere  una  cosa  se- 
greta. 

2)  chi  è  nàéuil  déla  gaina  sémper 
ràépa  in  là  palina  =  chi  di  gallina 
nasco  convien  che  razzoli:  spesso  i 
figlioli  hanno  i  vizi  e  i  difetti  dei  geni- 
tori. 

3)  là  prima  gàina  che  canta  l'è  quUa 
che  ha  faa  l'oeuv  =  la  gallina  che  schia- 
mazza è  quella  che  ha  fatto  l'ovo  : 
ohi  dice  accusando  altri,  fa  sospettare 
di  se. 

4)  l'è  mèj  dna  magra  gàina  inchoeu 
che  on  càpdn  gràés  domdn  =  è  meglio 
un  tieni,  tieni,  che  cento  piglia,  piglia  ; 
meglio  un  fringuello  in  man  che  un 
tordo  in  frasca. 

5)  pela  là  gàina  éénsa  fàla  cria  = 
pelar  la  gazza  senza  farla  stridere. 


—  gal 

6)  età  li  à  fa  già  là  ciHéca  ài  gàinn 
=  restar  zitelle,  restar  pulcellone  :  arri- 
vare in  là  cogli  anni,  senza  prender 
marito. 

7)  ognun  g'hà  là  eoa  gàina  de  pela 
=  ognuno  ha  la  sua  croce;  ognuno  ha 
il  suo  impiccato  all'uscio. 

8)  veàé  fimi  déla  gàina  bianca  =  es- 
ser figliolo  dell'oca  bianca:  aver  for- 
tuna in  ogni  impresa. 

9)  àndti  à  dormi  à  l'ora  di  gàinn 
=  andare  a  letto  quando  i  polli:  pre- 
sto, appena  buio. 

10)  vèàà  gàina  meiàroeula  =  esser 
gallina  mugellese.  Dicono  i  toscani  :  è 
gallina  mugellese,  ha  cent'anni  e  mo- 
stra un  mese.  Di  chi  non  dimostra  gli 
anni  che   ha,  specie    se    son  parecchi, 

11)  i  tò  fregai  fan  minga  per  i  me 
gàinn  =  le  tue  frottole  non  mi  pigliano, 
tu  non  me  l'accocchi, 

12)  scitLmpa  de  gàina  =  raspatura 
di  gallina:  di  una  brutta  scrittura. 

13)  fa  el  vera  di  gàinn  =  schiamaz- 
zare. 

14)  gàina  che  scrdta  o  che  vceilr  coti 
=  gallina  covaticcia  :  disposta  a  covare. 

15)  gàina  cont  el  éiiff  =  gallina  cap- 
pelluta: che  ha  quasi  un  cappelletto 
di  penne, 

16)  gàina  =  sbornia,  ubriachezza: 
stato  di  chi  è  ubriaco  ;  ciàp^  là  gàina 
=  ubriacarsi:  bere  tanto  vino  o  altro 
liquore  spiritoso  da  vacillare  e  perdere 
tanto  0  quanto  il  senno.  Anche  :  pi- 
gliar la  balla,  la  sbornia. 

17)  vèés  gàina  =  essere  attempatella  : 
essere  in  là  cogli  anni,  quantunque  non 
ancor  vecchia. 

gàinàtt,  s.  m.  =  ubriacone  :  chi  si  ubriaca 
spesso.  Anche  :  beone. 

gàiuèta,  s.  f.  =  gallinetta  :  dim,  di  gal- 
lina. 

1)  Avanzatella,  attempatella:  donna 
un  po'  avanzata  negli  anni. 

2)  Sbornietta:  piccola  sbornia. 
gàiuòn,  s.  m.  =  furbaccio,  volpone  :  per- 
sona astuta,  furba  all'eccesso. 

gaiofa,  s.  f.  =  saccoccia,  tasca,  scarsella: 
tasca  alquanto  larga  del  vestito.  E' 
volgare. 

gaiofà)  ».  att.   =    intascare:    mettere  in 
tasca.  Volgare  anch'esso. 
..  l,  5.  f.  =  fiocco:  specie  di  nodo  che 
si  fa  a  una  ciarpa,    a   un   nastro,    la- 


gal 


—  341 


ffal 


sciando    svolazzare   le    due    estremità. 
Aache  :  galano. 

1)  vestii,  disnà,  sertlda  de  gàia,  e 
sim.  =  vestito,  pranzo,  serata  di  pa- 
rata e  sim. 

S'ala  (à)  =  a  galla:  aUa  superfìcie  del- 
l'acqua 0  di  un  liquido. 

g'àlànder  (i),  s.  m.  pi.  =  i  galandri  : 
funicelle  laterali  calate  a  perpendicolo 
di  un  muro  per  regolare  l'alzata  di  un 
muro  G  tavolato  intermedio.  Forse  me- 
glio :  i  regoli.  Sono  insomma  i  calandri 
romani. 

sràlànga,  5.  f.  =  galanga  :  sorta  di  radice 
medicinale  della  Cina.  I  medici  non 
usano  quasi  più  il  rimedio  e  la  parola 
muore. 

g'àlànt,  agg.  =  galante:  elegante  nei 
modi,  nei  costumi,  nel  vestire. 

1)  Manieroso  nel  conversare  special- 
mente con  donne. 

2)  vita  galdnta  =  vita  galante  :  de- 
dita ai  corteggiamenti  e  agli  amori. 

3)  òmìn  galani  =  vagheggino,  da- 
merino :  che  sta  sugli  amori,  come  oc- 
cupazione principale. 

gàlàutàddna,  s.  f.  =  donna  leale:  che 
mantiene  le  sue  promesse. 

gàlàntària  e  meglio  gràlàuteria,  *  s.  f. 
=  galanteria,  gentilezza  di  tratto. 

1)  età  éii  là  galanteria  =  stare  sulla 
galanteria,  galanteggiare. 

galantina,  s.  f.  =  galantina:  pasticcio 
fatto  con  carne  di  cappone  e  altri  in- 
gredienti che  si  affetta. 

1)  galantina  de  pése  =  galantina,  o 
sopressata  di  pesce:  quella  fatta  colle 
polpe  di  pesci. 

gàlàntomìsmo,  *  s.  m.  =  galantomismo  : 
qualità  di  un  galantuomo. 

gàlàntòmm,  s.  m.  =  galantuomo:  uomo 
onesto,  franco,  leale. 

1)  òhe,  gàlàntòmm  =  ohe,  buon  uomo, 
galantuomo  :  si  dice  chiamando  qual- 
cuno, di  cui  si  ignora  il  nome  e  sia 
poveramente  vestito. 

gàlàntomdu,  s.  m.  =  galantomone.  Con 
qualche  iron.    anche  :    galantominone. 

gàlàrìa,  ora  quasi  sempre  gàleria,*  s.  f. 
=  galleria, 

1)  Lunga  stanza  da  passeggiarvi  o 
tenervi  pitture,  scoltui-e  od  alti-i  oggetti 
pregevoli  di  belle  arti. 

2)  Strada  coperta  di  vetri  nelle  città 
per  uso  di  passaggio. 

3)  Traforo  :  apertui-a  sotterranea  fatta 


in  un  monte  da  parte  a  parte  per  uso 
di  strada;  là  gàleria  del  Ootàrd;  i 
galeri]  de  V arèna  =  il  traforo  del  Got- 
tardo ;  le  gallerie,  o  meglio  i  ti-afori  di 
Varenna.  Vedi  tunel. 
gàlàsC;  s.  m.  =  gallerone  :  cappone  mal 
accapponato. 

1)  gallastrone  :  gallo  vecchio. 

2)  fa  el  gàltLse  scavallare  :  andare 
correndo  qua  e  là  a  mo'  di  cavallo. 
Specialm.  di  ragazzi. 

gàlàyròn,  s.  m.  =  calabrone  :  insetto  si- 
mile alla  vespa  e  piii  grosso,  ordina- 
riamente nero. 

1)  fa  el  gàlà/vròn  =  fare  il  moscar- 
dino, il  ronzone  :  di  chi  ronza,  rigira 
specialmente  intorno  alle  donne. 

gàlba,  s.  f.  =  minestra  :  voce  del  gergo, 
salita  al  dialetto  per  celia. 

gàlbee,  s.  m.  =  rigogolo  :  uccello  can- 
tore giallo. 

1)  gidld  come  on  gàlbee  =  giallo 
come  un  rigogolo. 

gàie,  s.  m.  =  mortaio,  troscia:  buca 
quadra  da  mettervi  in  concia  pelli. 

gàlédora,  s.  f.  =  gabbiano  bianco  :  uc- 
cello avidissimo  dei  pesci. 

gàlegià,  *  V.  att.  galleggiare:  stare  a 
galla. 

gàléòtt,  s.  m.  =  galeotto  :  condannato 
alla  galera. 

1)  Birbante  :  uomo  tristo  e  dato  al 
mal  fare. 

galera,  s.  f.  =  galera,  ergastolo  :  luogo 
di  pena,  prigione. 

1)  Vita  ti'avagliata  :  quèéta  che  te 
me  fet  fa  l'è  dna  galèra  =  questa  che 
mi  fai  fare  è  una  galera. 

gàléta,  s.  f.  =  Bozzolo:  inviluppo  nel 
quale  si  chiude  il  baco  da  seta  per 
subirvi  le  tre  metamorfosi. 

1)  gàlèta  noStràtia.,  puntàda,  redi, 
sniagitida  =  bozzoli  paglierini,  collo 
spunto,    sfarfallati,  macchiati. 

2)  catti  i  gàlètt  =  sbozzolare,  sfra- 
scare: levare  i  bozzoli    dalla  frasca. 

3)  fa  mori  i  gàlètt  in  àtHa  =  fai" 
cocere  i  bozzoli  in  forno.  Perchè  non 
sfarfallino. 

4)  el  fàés  déla  gàlèta  =  l'abbozzo- 
larsi, il  racchiudersi  del  baco  nel  boz- 
zolo. 

5)  nàés  di  gàlètt  =  sfarfallare  :  il 
sortire  che  fa  del    bozzolo   la    farfalla. 

6)  fila  de  tre,  de  quàter  gàlètt  =  filar- 
la seta  a  tre,  quattro  bave. 


gal 


342  - 


gal 


7)  tra  dent  i  gàlètt,  legnttj  e  seotLj 
=  far  la  pescata  dei  bozzoli  :  immollarli 
nell'acqua  calda  e  scopameli  per  trarne 
il  filo. 

8)  Galletta,  biscotto  :  pane  cotto  due 
volte  di  cui  si  fa  provvisione  per  na- 
vigare. 

gàletàmin,  .v.  m.  =  bozzoli  in  quantità, 
bozzolame, 

gàletee,  s.  m.  =  bozzolaio  :  chi  traffica 
i  bozzoli. 

gàletéra,  s.  f.  =  bozzolaio  :  stanzone  nel 
quale  si  tengono  i  bozzoli. 

galetìn,  ò\  m.  =  gallettino:  galletto  di 
primo  canto. 

gàlètòn,  s.  m.  =  galle  :  malore  nelle 
gambe  dei  cavalli. 

gàlètt,  s.  m.  =  galletto  :  gallo  molto  gio- 
vine. 

1)  giugti  ài  gàlètt  =  giocare  al  gal- 
letto :  gioco  ormai  quasi  disusato  cbe 
si  faceva  accocolandosi  e  saltellando 
nel  dire  una  canzone  cbe  cominciava  : 
rhà  viét  el  me  gàlètt?  -  si  l'hoo  viét 
in  sii  là  porta,  ecc. 

2)  Galletto  :  madi'evite  girevole,  mu- 
nita, di  due  alette  per  volgerla  colle 
dita. 

gàlflòn,  s.  m.  =  ciliegia  pistoiese,  o  du- 
racine. Dette  anche  :   scirès  de  ctirna. 

gàlìu,  5.  m.  =  cappietto,  fiocchetto  :  pic- 
colo fiocco. 

gàlina,  *  s.  f.  =    gallina.   Vedi   gàìna. 

gàlinàsa,  s.  f-  =  beccaccia  :  uccello  di 
passo,  simile  alla  starna. 

gàlinéta,  s.  f.  =  centonchio  rosso  :  erba 
del  genere  Stellarla. 

galìnoeùr  (i),  =  la  gallinella:  la  costel- 
lazione delle  Pleiadi. 

galitt,  s.  m.  pi.  =  solletico,  diletico, 
pizzicorino  :  specie  di  prurito  destato 
dal  tatto,  che  ci  fa  divincolare  e  ridere. 
1)  Broccoli,  broccoletti  :  i  rimessi- 
ticci del  cavolo,  e  i  teneri  talli  di  rapa 
quando  cominciano  a  fiorire. 

gali,  s.  m.  =  gallo  :  il  maschio  delle 
galline. 

1)  gali  de  montagna  =  fagiano  nero 
0  alpestre. 

2)  à  V  ora  che  canta  el  gali  =  all'ora 
che  canta  il  gallo:  per  indicare  un'ora 
assai  mattutina. 

3)  vèss  el  gali  de  màddua  Chèca  = 
essere  il  gallo  di  monna  Fiora,  oppure 
della  Checca  :  di  chi  è  e  cerca  di  es- 
sere in  grazia  di  tutte  le  donne. 


4)  vèés  dUil  gàj  in  d'on  polee  =  es- 
ser due  ghiotti  a  un  tagliere  :  di  due 
che  amino  e  vogliano  conseguire  la 
stessa  cosa. 

5)  gali  de  giàrdìn  =  tanaceto  :  sorta 
d'erba  odorosa. 

gàl<BÙs,  s.  m.  =   gallerone,   gallastrone  : 

cappone  male  accapponato. 
gàlòfer   0    gàlófor    ora   quasi   sempre 

gàrófol,  *  s.  m,  =  garofano  :  specie  di 

viola.  Anche  :  viola  pisana. 

1)  gàrofiìl  de  cinqu  foetlj  =  manro- 
vescio, rovescione:  colpo  colla  mano 
rovesciata.  Il  detto  mil.  deriva  da  ciò 
che  il  manrovescio  lascia  traccia  delle 
cinque  dita  della  mano  sulla  parte  pe- 
stata in  un  arrossamento  vivo  della 
pelle. 

2)  Garofano  :  noto  aroma  in  forma 
di  chiodini  che  ci  viene  dalle  Molucche. 
Quindi  anche  nel  medesimo  significato  : 
étàcchètt  de  gàrtfol  =  chiodi  di  garo- 
fano. 

gàldn,  8.171.  =  coscia  :  la  parte  supe- 
riore della  gamba  dall'anca  al  ginoc- 
chio. Anche   nei  volatili. 

1)  Gallone  :  striscia  di  nastro  tessuto, 
ricamata  d'oro  o  d'argento  che  serve 
di  guarnizione.  Specialm.  negli  abiti 
dei  militari. 

gàlonà,  V.  alt.  =  gallonare,  guarnire  : 
ornar  di  galloni. 

gàlonee,  s.  m.  =  venditore    di    galloni. 

gàlopà,  V.  att.  =  galoppare  :  andare  al 
galoppo. 

gàlopìn,  s.  m.  galoppino  :  chi  per  istrap- 
pare  da  vivere  si  dà  attorno  da  mane 
a  sera  in  servizi  minuti. 

gàlòpp,  s.  m.  =  galoppo  :  il  passo  del 
cavallo  più  veloce  del  trotto. 

1)  Specie  di  musica  per  danza  a  un 
tempo  molto  svelto. 

gàltipàia,  s.  f.  =  gentaglia  :  infima  plebe,     ^ 
gente  abbietta. 

galupp,  s.  m.  =  galuppo  :  uomo  vile, 
ineducato,  e  male  in  arnese. 

1)  tràtà  quèidUn  come  on  gàliipp  = 
maltrattare  qualcuno,  trattarlo  senza 
riguardi,  rozzamente. 

gàlyànìch,  *  agg.  =  galvanico:  relativo 
al  galvanismo. 

gàlvànisà,  *  v.  att.  galvanizzare  :  sotto- 
porre un  corpo  all'azione  di  fenomeni 
galvanici,  come  ricoprire  d'oro  o  d'ar- 
gento un  metallo    colla  elettricità. 


gam 


343  — 


gain 


gàiuàìitt,  s.  m.  =  gammautte  :  strumento 
chirm-gico.    Meglio    bìstori    =  bistori. 

gamba)  s.  f.  =  gamba,  pi.  gambe  :  le 
parti  del  corpo  sulle  quali  l'animale  si 
regge  e  cammina.  Nell'uomo  specialm. 
la  parte  compresa  fra  la  coscia  e  il 
piede. 

1)  gmnb  stòrt  =  gambe  storte  :  pie- 
gate dal  di  dentro  al  di  fuori. 

2)  tnètt  dna  gamba  sora  l'tLltra  = 
accavalciare  le  gambe. 

3)  tegni  in  g^mba  =  tenere  in  bri- 
glia, frenare  una  persona.  Figur. 

4)  vèss  in  gamba  =  essere  in  gamba, 
in  gambe:  sentirsi  disposto  a  far  molto 
cammino,  e  anche  :  essere  in  buona 
salute  e  forte. 

5)  bràse  ài  còli  e  gamba  in  lèti  = 
braccio  al  collo  e  gamba  a  letto:  le 
malattie  delle  gambe  si  curano  col  ri- 
poso. 

6)  ehi  no  g'hà  tèsta,  tibia  gamb  = 
chi  non  ha  testa  abbia  gambe:  di  chi 
deve  rifar  la  strada  per  prendere  cosa 
dimenticata. 

1)  fa  et  pass  secònd  là  gamba  =  fare 
il  passo  secondo  la  gamba  :  misurarsi 
nelle  spese. 

8;  i  game  me  fan  OitLcom,  Gì'àeom 
=  le  gambe  mi  fanno  Giacomo,  Giaco- 
mo :  quando  troncano  per  debolezza  o 
per  paura.  ^ 

9)  drisà  i  gamb  ài  cdn  =  radrizzare 
le  gambe  ai  cani  :  affaticarsi  in  rimedi 
inutili. 

10}  mètt  i  gamb  in  èptla  e  ciàptb 
là  strada  in  mése  ài  gamb  =  mettersi 
la  via  fra  le  gambe:  andarsene,  par- 
tire svelti. 

11 J  àndà  coi  gamb  à  l'tLri  =  andare 
a  gambe  levate  in  aria.:  cascare  all'in- 
di etro  battendo  in  terra  la  schiena,  e 
anche  :  andare  in  rovina. 

12)  àvègh  gamba  bdtia  aver  gamba 
bona:  di  chi  è  capace  di  fare  in  poco 
tempo  molto  cammino,  e  di  resistere  a 
lunghe  camminate. 

13)  àvègh  i  gamb  ròtt  =  aver  le 
gambe  stronche.  Enfatic.  :  essere  molto 
stanco. 

14)  ciàptL  viln  sòtt  gamba  ^  prendere 
uno  di   sotto   gamba  :  essere,  stimarsi 

-  molto  da  piii  e  conseguentemente  aver 
quell'uno  in  poco  conto. 

15)  làmentàéè  de  gamba  sana  =  ram- 


maricarsi di  gamba  sana  :  di  chi  si  la- 
menta a  torto  del  suo  stato. 

16)  à  mesa  gtimba  =  a  mezza  gamba: 
sino  a  metà  della  gamba  ;  compra  à 
misa  gamba  =  comperare  a  metà  prezzo, 
a  buon  mercato. 

17)  m,ètt  la  eoa  in  di  gamb  =  met- 
terci il  capo  fra  le  gambe  :  andarsene 
per  vergogna. 

18)  volta  coi  gamb  à  l'tLri  =  capo- 
volgere, capovoltare:  far  girare  un  og- 
getto sopra  se  stesso  in  modo  che  resti 
sotto  quel  che  era  sopra. 

19)  tàiti  i  gamb  à  vùn  =  tagliar  le 
braccia  a  uno;  fig.,  levargli  i  mezzi  di 
fare  quel  che  voleva,  impedirlo  nella 
sua  impresa. 

20)  menti  là  gtimba  =  stare  colle 
mani  alla  cintola,  stare  in  ozio. 

21)  dagliela  à  gamb  =  darsela  a  gam- 
be, scappare,  e  fa  i  gamb  =  voltare, 
mostrare  il  calcagno:  fuggire. 

22)  à  gamba  levdda  =  a  gambe  le- 
vate: precipitosamente. 

28)  gamba  àiùtem  =  gamba  mia,  non 
è  vergogna  il  fuggir  quando  bisogna. 

24)  gtimba  de  lègn  =  gamba  di  le- 
gno: quella  che  si  mette  in  luogo  della 
gamba  amputata. 

25)  Per  simil.,  le  parti  di  un  mobile 
su  cui  esso  posa;  i  gamb  del  tàol,  del 
scàgn,  e  sim.  =  le  gambe  del  tavolo, 
della  sedia  e  simili. 

26)  Gambo  :  il  fusto  delle  piante  ; 
gtimba  del  fitng  =  gambo  del  fungo. 

27)  Asta;  term.  di  calligr. 

28)  Quella  linea  delle  note  di  mu- 
sica che  si  attacca  alla  testa  e  scende 
0  ascende  pel  rigo. 

gàinbàda,  s.  f.  =  camminata  :  l'azione 
del  camminare,  e  passeggiata  ;  àndtt,  dà 
Lècch  à  Balàbi  l'è  dna  bela  gàmbttda  = 
andar  da  Lecco  a  Ballabio  è  una  bella 
camminata. 

gàmbàl,  s.  m.  =  gambale:  arnese  da  te- 
ner tesi  gli  stivali;  usato  per  lo  più  al 
plurale. 

gàmbàràda,  s.  f.  =  cantonata  ;  fa  ona 
gambàràda  =  prendere  una  cantonata  : 
fare  un  errore  e  ostinarvi  si. 

gàmbàree,  s.  m.  =  granchiaio  :  chi  pe- 
sca 0  vende  gamberi  e  granchi. 

gàmbàrèra,  s.  f.  =  vivaio  di  gamberi. 

gàniber,  s.  m.  =  gambero:  piccolo  cro- 
staceo di  acqua  dolce  o  marina. 

1)  àndtL  inane  còme  i  gtiviber  =  fare 


gain 


—  344  — 


§ran 


come  il  gambero,  muoversi  come  il 
gambero:  andare  all' indietro,  non  pro- 
gredire. 

2)  vèés  roés  còme  on  gàmber  =  es- 
sere rosso  come  un  gambero:  di  chi  è 
molto  acceso  in  viso. 

3)  Granchio,  cantonata,  granciporro, 
scerpellone  :  errore  solenne  specialm. 
nel  parlare  o  scrivere  ;  ciàptL  di  gàm- 
ber =  pigliare  granciporri,  cantonate. 

4)  Lo  stesso  che  bàdee,  gràdàu  e 
sim. 

5)  Granchio:  ferro  conficcato  nel  ban- 
co dei  legnaioli. 

6)  Vangile,  stecca:  quella  che  i  con- 
tadini ficcano  a  traverso  del  manico 
della  vanga,  su  cui  aggravano  il  piede 
per  affondarla  nel  terreno. 

7)  Duplicato  ;  T.  tipogr.,  quel  che 
il  compositore  raddoppia  per  svista. 

8)  Grappe  ;  T.  tipogr.,  quegli  un- 
cini che  impediscono  al  carro  di  de- 
viare. 

9)  gàmber  còti  =  scaccino:  si  chiama 
così  per  scherzo  dalla  veste  rossa  che 
mette  nell'esercizio  della  sua  funzione. 

10)  gàmber  de  tera  ò  màtt  =  grillo- 
talpa: specie  di  insetto. 

11)  quèll  di  gàmber  =  granchiaio  : 
chi  vende  granchi  o  gamberi. 

gambéta,  s.  f.  =  gambetta,  gambina;  di- 
min,  di  gamba. 

1)  fa  i  gàmbètt  =  darla  a  gambe. 

2)  fa  àndà  i  gàmbètt  =  gambettare: 
dimenare  le  gambe. 

3)  Picciolo,  gambo  :  dicesi  general- 
mente quella  parte  di  un  arnese  che 
serve  a  reggerlo  e  a  poterlo  adoperare. 

4)  Ardiglione:  il  ferretto  della  fibbia 
che  tiene  fermo  ciò  che  vi  è  infilato. 

gàmbetòn,  s.  m.  =  pantana  grigia  :  uc- 
cello di  ripa. 

gambìn,  s,  m.  =  l'è  on  gàmbìn  =  è  ma- 
lescio; di  pers.  malaticcia. 

gambi l'oeùla,  s.  f.  =  gambetto  ;  dagli  à 
vUn  là  gàmbiroeUla  =  dare  ad  uno  il 
gambetto  :  mettergli  un  piede  fra  le 
gambe  e  farlo  cascare. 

gàmbòn^  s,  m.  =  gamberone:  gamba  va- 
ricosa, enfiata,  e  anche  persona  alta  e 
di  gambe  spropositate. 

1)  Crocile  :  l'asta  della  tira  dei  fu- 
naioli. 

gàmbòtt,  s.  f.  pi.  =  gambone  :  gambe 
grosse  e  ben  tornite. 

gamb-sècch,  s.  m.  =  fungo  color  d'isa- 


bella, mangereccio:  assaggiato  crudo  ha 

sapore  di  chiovi  di  garofano. 
gàmbus,   s.    m.    =  cavolo   caj)puccio   o 

bianco:  specie  di  cavolo  che  fa  cesto  o 

grumolo. 
gàinéla,  s.  f.  =   gamella,   gavetta  :  vaso 

di  latta  pei  marinai  e  soldati. 
gàmìna,  s.  f.  =  complotto  ;    poco   usato 

oramai. 
gàuàsa,  s.  f.  =  gota,  guancia:  le  due  parti 

laterali  del  viso  dagli  zigomi  in  giù. 

1)  ò  el  dent  ò  la  gànàsa  =  o  bere  o 
affogare:  quando  tra  due  partiti  cattivi 
bisogna  stridere  in  uno. 

2)  mangia  à  quàter  gànàsà  =  man- 
giare a  quattro  palmenti:  mangiar  molto 
e  da  ingordo. 

gànàsà,  v.  att.  =  lucrare,  prender  la  boe- 
conata:  prender  danari  o  regali  a  spese 
del  proprio  dovere. 

gànàsàl,  agg.  =  mascellare;  dei  denti. 

gànàsìn,  s.  m.  =  sguancia  ;  T.  dei  sel- 
lai: striscia  di  coio,  alla  quale  è  attac- 
cato il  portamorso  dalla  parte  sinistra. 

1)  Guancia:  la  parte  inferiore  della 
testa  del  vitello,  porco,  e  simili,  per 
farne  vivanda. 

2)  Angolo  delle  bilie  nel  biliardo. 
gànàson^  s.  vi.  =  ganascione:  colpo  dato 

altrui  con  mano  rovescia  sulla  ganascia. 

gànàss,  (i)  s.  f.  pi.  =  branche  della  te- 
naglia: le  parti  che  stringono. 

gàndión,  s.  m.  =  orecchioni,  parotidi: 
malattie  alle  glandule  degli  orecchi. 

gàndòla,  s.  f.  =  nocciolo  :  il  guscio  le- 
gnoso di  alcune  frutte  che  racchiude  il 
seme. 

1)  giiigà  àigàndoll  =  fare  ai  noccioli. 

2)  càscia  gàndoll  =  contar  frottole. 
gàndola  s.  f.  =  gianduia  V.  glandola, 
gandolin,  s.  m.  =  seme,  nocciolo,  acino; 

dei  pomi,    poponi,    angurie,    aranci,  e 
simili. 

1)  gàndolitt  de  l'uga  =  acini,  vinac- 
cioli:  il  seme  che  è  nel  chicco  dell'uva. 

gandolòtt,  s.  m.  =  bussetto  :  strumento 
di  bossolo  dei  calzolai  per  lustrare  la 
suola  e  il  tacco  delle  scarpe. 

ganga,  s.  f.  =  cessino,  la  contessa  di  Ci- 
villari:  la  vuotatura  dei  cessi. 

gàugher,  s.  m.  =  ganghero;  nella  frase: 
ànd^  foeura  di  gàngher  =  uscir  de'  gan- 
gheri. 

ganimède,  s.  m.  =  bellimbusto,  gani- 
mede; l'è  bòn  doma  de  àndà  indns  e 
indree  siil  core  à  fa  el  ganimede  =  non 


gran 


è  boQO  che  di  passeggiar   per  il  corso 
a  fare  il  ganimede. 

g'ànìvèll,  s.  m.  =  biricchino  :  di  uomo 
vivace  e  molto  astuto. 

g'àósa^  s.  f.  =  gavozza  :  recipiente  di  le- 
gno con  cui  si  versa  nel  forno  fusorio 
il  minerale  da  fondere. 

g'àra,*  s.  f.  =    gara  :    sforzo   che    fanno 
vari  per  superarsi,  per  vincersi  in  una 
cosa;  dimàn  gh'è  là  gara  di  velocìpedi 
=  domani  c'è  la  gara  dei  velocipedi. 
1)  à  gtlra  =  a  gara;  modo  avv. 

gàràmòu,  s.  m.  =  garamone  ;  T.  di 
stamp.:  carattere  mezzano  o  corpo  10. 
Dal  frane.  Qarammid^  nome  del  suo 
inventore. 

g-àràmonsìn,  s.  m.  =  garamoncino  ;  T. 
di  stamp.  :  carattere  più  piccolo  del 
garamone,  detto  anche  corpo  9. 

gràrànipàna,  s.  f.  =  vecchia  grima  ;  è 
sempre  agg.  di  véglia.  Anche  càràiii- 
pàua. 

gàrànsia,  s.  f.  =    garanzia,    guarentigia, 

'  malleveria,  sicurtà  data;  el  g'hà  daa  là 
machina  perchè  hoo  faa  gàrànsia  mi 
=  gli  diede  la  macchina,  perchè  ho  fatto 
io  garanzia  ;  che  gàrànsia  el  me  dà  ? 
=  che  guarentigia  mi  dà  ? 

gràràut,  s.  m.  =  garante,  mallevadore  : 
colui  che  guarentisce  per  altri. 

gràràntì,  v.  att.  =  garantire,  guarentire: 
dare  sigurtà;  chi  gàràntisé  paga  =  chi 
garantisce  paga.  "" 

1)  Assicurare,  affermare  ;  le  gàràn- 
tlsi  mi  che  l'è  pi'opi  àndaa  à  Róma 
=  ti  assicuro  io  che  è  davvero  andato 
a  Roma. 

g'àràtola,  s.  f.  =  carruba:  frutto  del  car- 
rubo; grosso  baccello  polposo  dolce  con 
semi  duri  che  si  dà  a  mangiare  ai  ca- 
valli, ma  che  da  noi  mangiano  volen- 
tieri anche  i  ragazzi. 

gàràvàna,  s.  f.  =  tirocinio:  noviziato  in 
qualche  arte  o  scienza;  l' è  iniitil  !  per 
fàss  dna  posision  bisógna  fa  là  eoa 
gàràvàna  =  è  inutile  !  per  farsi  uno 
stato,  bisogna  fare  il  suo  tirocinio. 

gràrb,  s.  m.  =  garbo,  gi-azia:  modo  cor- 
tese di  trattare. 

1)  Agg.,  brusco,  acido,  aspro:  di  frutte 
e  specialm.  del  vino. 

gàrbuj,  s.  m.  =  garbuglio,  confusione, 
scompiglio. 

1)  Intrigo  ;  di  pers.  e  di  cose  dalle 
quali  sia  difficile  districarsi  ;  me  éont 
troaa  in  vHn   de  qiiij   gàrbàj    che    l'è 


—  345  —  gar 

staa  on  miràeol  àpode  liberàsen  =  mi 
son  trovato  in  tale  garbuglio  che  fu  mi- 
racolo il  potersene  liberare.  In  questo 
senso  anche:  impanio,  impaccio,  viluppo. 

gràrbiiìòn,  s.  m.  =  impiccione,  avvilup- 
patore:  chi  suol  fare  garbugli. 

cardinal;  s.  m.  =  cardinale:  ora  meglio 
cardinal,*  Vedi. 

gàrdinàla,  s.  /.  =  cardinala  :  bavera 
grande  degli  abiti  femminili. 

gàrdiuàlètt,  s.  m.  =  organetto;  friìigilla 
riibescens;  uccello  silvano. 

1)  Fior  di  primavera,  pratolina:  fio- 
rellini bianchi  dei  prati. 

2)  Fior  di  cardinale  ;  lobella   cardi- 
nalis. 

gàrdisoii,  s.  m.  =  armadio  usato  nella 
fabbricazione  del  cacio  parmigiano  e 
dove  si  ripone  la  ricotta. 

gràrèta,  s.  f.  =  casotto,  casello,  garetta: 
toi'retta  per  sentinella. 

gàretòn,  s.  m.  =  garretto  ;  pei  nostri 
macellai  i  gai  retti  posteriori  nei  bovini. 

gàrett,  s.  m.  =  garretto.  Vedi  giàrett. 

gàrgànèll,  s.  m.  =  mergone,  garganelle: 
uccello  dei  palmipedi. 

gàrgàrisà,  v.  att.  =  gargarizzare;  rinfre- 
scarsi le  fauci  con  gargarismo. 

g'àrgàrismo,  s.  m.  =  gargarismo:  acqua 
medicata  che  si  usa  nei  mali  di  gola, 
e  l'atto  del  gargarizzare. 

gàrg'Òta,  s.  f.  =  gargotta,  bettola,  ta- 
verna; dal  frane,  gargote;  Ve  minga  on 
albergo,  l'è  dna  gàrgòta  =  non  è  un 
albeigo,  è  una  gargotta. 

g'àriboldìn,  s.  m.  =  grimaldello  :  stru- 
mento di  ferro  per  aprire  le  serrature 
senza  chiave. 

g'àrìn,  s.  m.  =  chi  ha  le  gambe  e  le  gi- 
nocchia volte  in  dentro  e  i  piedi  volti 
in  fuori. 

gàrindÒD,  s.  m.  =  faseragnolo:  persona 
magra  e  lunga  come  un  fuso. 

gràrófol,  s.  m.  =  garofano:  pianta  e  fiori 
e  droga. 

1)  stachètt  de  gàròfol  =  chiovi  di  ga- 
rofano, droghe. 

2)  gàròfol  de    cìnqU   fwuj  =    scape- 
lotto,  ceffone. 

g'àrofolàda,  s.  f.  =  garofanata:  erba  be- 
nedetta. 

garofolìn,  s.  m.  =  violina  di  prato,  mar- 
gheritina; lychis  flos  cuculi. 

gàrola,  s.  f.  =  pina:  il  frutto  del  pino 
e  di  altre  piante  conifere. 


gar 


-  346  - 


rat 


gàròu,  s.  m.  =  coscia  ;  meglio  ora  gà 
lón.  Vedi. 

gàrÒT,  s.  m.  =  pescaia,  vivaio  :  chiusa 
di  sassi  0  altro  per  meglio  pescarvi. 

gkrs,  s.  m.  =  cardo  ;  serve  ai  lanaiuoli 
per  garzare. 

gàrsa,  s.  f.  =  garza:  sorta  di  uccello. 
1)  Sorta  di  trina:  bigherino  ;  tessuto 
rado  per  guarnizioni. 

gàrsà,  ».  att.  =  garzare:  cardare  il  panno 
per  trarne  fuori  il  pelo. 

gàrsàdòr,  s.  m.  =  garzatore,  cardatore: 
lavorante  che  garza  il  panno. 

g-àrsàdura,  s.  f.  =  garzatura:  operazione 
ed  effetto  del  garzare. 

gàrséla,  s.  f.  =  scarabeo  stridulo:  specie 
di  insetto  alato  poco  più  grosso  di  un 
ape. 

gàrséra,  s.  f.  =  garzella:  strumento  per 
garzare. 

gàrseria,  s.  f.  =  garzeria:  luogo  dove  si 
ripongono  garzi  e  garzelle. 

gàrsoeù)  s.  m.  =  rampollo,  geimoglio, 
pollone;  garsceit  de  vici  =  tallo. 

1)  Garzuolo:  le  foglie  di  dentro  d'o- 
gni cesto  d'erba. 

gàrsòn,  s.  in.  =  garzone  :  chi  fa  i  ser- 
vigi della  bottega,  o  chi  appartiene  ad 
un  'arte  come  apprendista.  Anche:  bar- 
dotto, fattorino. 

1)  gàrsòn  de  legnàmee  =  marangone 
del  legnaiuolo. 

2)  Cicerbita  :  erba  che  mangiasi  in 
insalata. 

3)  gàrsón  de  càfè,  d'osterìa  =  tavo- 
leggiante di  caffè,  d'osteria. 

gas,  s.  m.  =  gas  o  gaz.  Vedi  gàss. 

gasàbuj,  s.  m.  =  guazzabuglio  :  confu- 
sione di  cose  e  di  idee. 

gàsàghee,  s.  m.  =  brusio,  passeraio:  ru- 
more confuso  di  più  persone. 

gàsèla,  s.  f.  =  gazzella:  sorta  di  animale 
quadrupede  velocissimo,  quasi  simile 
alla  capra. 

gàsèta,  s.  f.  =  gazzetta:  foglio  periodico 
delle  notizie  del  giorno;  ora  meglio, 
giornàl. 

1)  fànn  de  qiiìj  de  àndtl  in  gasata 
=  farne  di  marchiane. 

gàsetìn,  s.  m.  =  gazzettino:  gazzetta 
meno  grande. 

1)  vèss  el  gàsetìn  =  essere  il  gazzet- 
tino: conoscere  tutti  i  fatterelli,  dilet- 
tarsene, raccontarli. 

gàggéta,  s.  f.  =  gazza  sparviera:  specie 
di  uccello  silvano. 


gàsgia,  s.  /'.  -  gazza:  uccello  domestico, 
bianco  e  nero  che  imita  la  favella  uma- 
na ;  anche  gazzera,  pica  ;  corvus  pica. 

1)  Ciarlone,  chiacchierone;  fìg. 

2)  pan  el  nìd  di  gàsg  =  parere  il 
nido  delle  gazzere:  dicesi  di  capo  i  cui 
capelli  sono  cosi  arruffati,  che  è  mala- 
gevole lo  stricarli. 

3j  gàsgia  de  mar  =  ghiandaia  ma- 
rina, gazza  marina  ;  coraeias  garrula. 

gàsgiòtt,  s.  m.  =  gazzerotto,  gazzerotta. 
1)  Fig.  Vedi  bàdee. 

gàsia,  s.  f.  =  gaggia:  fiorellino  rancio  ed 
odoroso. 

gasista,  s.  m.  =  gassaiuolo  :  chi  lavora 
agli  apparecchi  per  il  gas. 

gàslètt  e  gàslìu,  s.  m.  =  castellina:  mano 
di  noci,  capannella. 

1)  giiigà  à  gàslìn  =  fare  alle  caselle, 
alle  capannello. 

2)  Crocchio,  capannello  :  di  persone 
adunate. 

gàsómetro,*  s.  m.  =  gasometro  :  l'edi- 
ficio dove  si  prepara  il  gas. 

gàsosa,  s.  f.  =  gasosa:  bevanda  impre- 
gnata di  gas  acido  carbonico,  che  si 
sprigiona  spumando  quando  si  sbottiglia. 

gàss,  s.  m.  =  gas,  o  gaz,  o  gasse:  corpo 
allo  stato  fluido,  aeriforme,  e  specialm. 
quello  che  si  adopera  per  1'  illumina- 
zione. 

gàstrica,*  s.  f.  =  gastrite:  infiammazione 
della  mucosa  dello  stomaco. 

1)  Agg.,  gastrica:  di  febbre  prodotta 
da  un  imbarazzo  di  stomaco. 

gastronomia,*  s.  f.  =  gastronomia:  l'arte 
della  cucina,  di  mangiar  bene. 

gàstroiiòmicli,  *  agg.  =  gastronomico; 
agg.  da  gastronomia. 

1)  àlmànàech  gàétronòmieh  =  alma- 
nacco gastronomico.  Che  ad  ogni  foglio 
dà  la  ricetta  d'un  piatto. 

gàta,  s.  f.  =  gatta:  la  femmina  del  gatto. 

1)  fa  là  gtlta  morgna  =  far  la  gatta 
morta,  o  la  gatta  di  Masino:  far  vista 
di  non  vedere,  di  non  sapere,  per  riu- 
scir poi  dove  si  mira.  Anche  :  fare  il 
bellin,  bellino. 

2)  ciaptL  dna  gàta  de  pela  =  pigliare 
una  gatta  a  pelare:  mettersi  in  impegni 
fastidiosi  senza  sugo. 

3)  roba  el  lard  Ma  gàta  =  avere  gran 
vantaggio  specialmente  in  una  compera 
fatta  a  molto  buon  mercato. 

4)  dàgh  àia  gàta  de  cura  el  Idrd  = 


gat  —  347  - 

dar  le  pecore  in  guai'dia  al  lupo,  o  dar 
la  lattuga  in  guardia  ai  paperi. 

5)  insègntl  àia  gtita  à  robtl  el  Idrd 
insegnare  ai  gatti  ad  arrampicare  o  ai 
pesci  a  nuotare  :  insegnare,  specialm. 
mariuolerie,  a  chi  ne  sa  più  di  noi. 

6)  via  là  ifttta  btila  i  ràtt  prov.  = 
vedi  bàia,  1). 

7)  compra  gàia  in  sàeeh  =  comprar 
gatta  in  sacco:  comperare  una  cosa  per 
un'altra  senza  prima  chiarirsi  di  quel 
che  sia. 

8)  giiigti  à  gàia  lee^rda  =  fare  un 
gioco  con  dei  biglietti  che  si  estraggono 
a  sorte  e  regolano  il  da  fare  d'ogni  gio- 
catore; non  è  gioco  conosciuto  in  To- 
scana e  va  disusando  anche  nelle  no- 
stre scuole,  ove  era  un  tempo  comu- 
nissimo. 

gàia,  V.  att.  =  graffiare,  come  fanno  i 
gatti. 

gàtàbuia,  *  s.  f.  =  gattabuia,  prigione, 
carcere;  se  te  tir  et  minga  driss,  te  mè- 
ten  in  gàtàbuia  =  se  non  ari  diritto, 
ti  mettono  in  gattabuia. 

gàtàr,  s.  m.  =  catarro:  secrezione  delle 
membrane  mucose  infiammate  e  ma- 
lattia che  la  produce;  el  g^hà  on  gàtàr 
intestinal  oètinaa  come  =  ha  un  ca- 
tarro intestinale  ostinatissimo. 

gàtàròs,  agg.  =  catarroso:  che  soffre  di 
catarro. 

1)  s.  m.  catarrone:  ch'i  suol  patire 
catarro;  l'è  on  gàtàròs  che  el  tosiss  tiitt 
el  dì  =  è  un  catarrone  che  tossisce  tutto 
il  giorno. 

gatèll,  s.  m.  =  beccatello:  mensola  o  pe- 
duccio che  si  pone  per  sostegno  sotto 
i  capi  delle  travi  fitte  nel  muro  e  sotto 
i  terrazzini. 

1)  Ascialone:  pezzo  di  legno  a  mò  di 
mensola,  che  inchiodata  all'antenna  so- 
stiene un  corrente  per  fare  i  ponti  delle 
fabbriche. 

2)  Contrasprone:  fusto  di  ferro  a  vite 
su  cui  riposa  la  molla  delle  carrozze. 

gàtìn,  s.  m.  =  gattino,  micino;  dimin.  di 
gatto. 

1)  pari  on  gàtin  seotaa  =  essere  un 
cria. 

gàtìna,  s.  f.  =  bruco,  brucio  :  piccolo 
baco  che  fa  nelle  verdure;  i  vére  hin 
màngiaa  dai  gàtinn  =  i  cavoli  son  man- 
giati dai  bruchi. 

gatìnà,  V.  att.  =  sfrascare:  sfrondare  gli 
alberi,  che  devono  crescere   alti,    delle 


gat 


foglie  che  nascono  da  piede  e  da  lato 
sui  tronchi. 

Gfàtinàra,  s.  f.  =  Gattinara:  nome  di  un 
borgo  sul  vercellese  da  cui  viene  un 
vino  prelibato  ;  Il  mil.  usa  la  parola 
anche  nella  frase  àndti  à  Oàtindra  = 
rubare, 

gàtòu,  s.  m.  =  gattono,  accresc.  di  gatto. 

1)  à  gàton  =  carpone,  carponi:  si  dice 
dello  stare  o  camminare  colle  mani  e 
colle  ginocchia  per  terra  come  i  qua- 
drupedi. 

2)  Vivole,  parotidi:  malattia  nei  ca- 
valli . 

gàtòss,  s.  m.  =  bacoccio  :  baco  da  seta 
morto  nel  bozzolo  ;  anche  bordòccli. 

gkttf  s.  m.  =  gatto;  animale  quadrupede 
domestico,  che  tien  netta  la  casa  dai 
topi. 

1)  el  gàtt  el  fa  là  pasta  =  il  gatto 
pigia. 

2)  el  gàtt  el  ronfa  =  il  gatto  fa  le 
fusa. 

3)  el  biis  del  gàtt  =  gattaiuola:  buco 
fatto  nel  basso  degli  usci  perchè  vi 
possa  passare  il  gatto. 

4)  tir^  fceilra  i  eàstegn  del  f mugli 
còla  sciàmpa  del  gàtt  =  cavare  i  gran- 
chi dalla  buca  colla  mano  altrui. 

5)  inàmoraa  come  on  gàtt  =  ingat- 
tito,  innamorato  fradicio. 

6)  vèss  còme  on  gàtt  sbroiaa  =  es- 
sere come  un  cane  frustato. 

7)  mùsica  de  gàtt  =  musica  da  gatti: 
male  eseguita  e  poco  armoniosa. 

8)  vèés  can  e  gàtt  =  essere  amici  co- 
me cani  e  gatti. 

9)  tegrii  on  oeucc  ài  gàtt  e  l'tilter  àia 
pàdèla  =  avere  un  occhio  alla  padella 
e  l'altro  alla  gatta. 

10)  àndàss  à  toeu  di  gàtt  de  pela  = 
darsi  gli  impacci  del  rosso.  V.  gàta,  2). 

11)  vèss  qioMer  gàtt  =  essere  quat- 
tro gatti,  esser  poche  persone, 

12)  l'ha  tàcaa  Ut  col  gàtt  =  ha  liti- 
gato col  gatto  ;  lo  diciamo  di  chi  ve- 
diamo graffiato  in  viso. 

13)  cervèll  ò  eoo  de  gàtt  =  cervello 
di  gatta  selvatica  :  di  uomo  di  poco 
senno  e  di  coi-to  intelletto. 

14)  el  nies  di  gàtt  =  il  mese  dei  gatti: 
cioè  il  gennaio. 

15)  pari  on  gàtt  che  ha  màngiaa  i 
lusèrt  =  parere  un  gatto  che  ha  man- 
giato le  lucertole:  essere  magrissimo. 


grau 


—  348  — 


gen 


16)  trot  nànca  on  gàtt  =  noa  tro- 
vare un  gatto,  neppure   una  persona. 

17)  vèsegh  èli  l  gàtt  =  esser  nel 
ronco:  per  dire  che  non  si  può  ottenere 
una  cosa. 

18)  l'è  on  gàtt  =  è  un  gatto:  si  dice 
metaforicamente  di  chi  si  arrampica 
con  sveltezza  e  facilità. 

gaudeamus,  s.  m.  =  voce  latina  entrata 
nel  dialetto  nel  significato  di  godimento, 
solazzo,  ecc  ;  àndùj  in  gaudeamus  = 
stare  in  gaudeamus:  vivere  allegi'amente 
godendo. 

gàiidént,*  s.  m.  =  gaudente:  chi  si  gode 
gli  agi  e  le  comodità  della  vita. 

gàvell,  s.  m.  =  quarto,  gavo:  ognuno  dei 
quarti  di  cerchio  di  legno  in  cui  si  in- 
castrano i  raggi  delle  ruote, 

gàvinèll,  s.  m.  =  gheppio:  uccello  di 
rapina. 

gàvòta,  s.  f.  =  gavotta:  specie  di  sonata 
e  di  ballo  antico. 

gèa  0  géia,  s.  f.  =  la  buccia  più  interna 
e  più.  sottile  che  riveste  immediatamente 
le  ca.stagne,  le  mandorle,  i  pinocchi,  ecc. 

gèl,  s.  m.  =  gelo  :  eccesso  di  freddo, 
freddo  intenso  che  diaccia  l'acqua. 

1)  Gelone:  enfiagione,  malattia  delle 
estremità  per  il  freddo. 

2)  vègh  el  gel  ài  pè  =  avere  i  piedi- 
gnoni. 

gela,  V.  att.  =  gelare:  far  diventar  freddo. 

1)  me  sont  sentii  à  gela  el  àangu  in 
di  vènn  =  mi  son  sentito  gelare  il  san- 
gue; per  improvvisa  notizia  dolorosa  e 
per  spavento. 

2)  Agghiacciare:  far  diventar  ghiac- 
cio 0  come  ghiaccio. 

gelaa,  agg.  =  gelato;  part.  pass,  di  ge- 
lare; r  è  mori  gelaa  in  sili  àlp  =  è 
morto  gelato  sulle  Alpi;  fa  on  frèee  de 
bisé:  sont  chi  tiitt  gelaa  =  fa  un  freddo 
strinato;  son  qui  gelato,  gelato. 

gelàda,  (l'è)  =  diaccio  marmato;  del  co- 
comero, messo  a  gelare  in  ghiaccio. 

gelàdìna,  s.  f.  =  gelatina:  brodo  conden- 
sato col  raffreddarsi,  e  piatto  di  brodo 
l'appreso  appositamente. 

gelato,  *  =  gelato,  sorbetto:  bevanda  con- 
fettata e  congelata  ;  ora  ha  quasi  del 
tutto  sostituito  la  corrispondente  antica 
gelaa. 

1)  Il  dolce  gelato  per  la  fine  del 
pranzo. 

gelò»,  agg.  =  geloso,    preso  da   gelosia: 


di  chi  vuol  bene  e  teme  che   altri  sia 
preferito  a  lui  dalla  persona  amata. 

1)  Timore  che  si  ha  che  altri  ci  so- 
stituisca nel  nostro  stato. 
gelosìa,  s.  f.  =  gelosia:  penosa  sensazione 
prodotta  dal  ritenere  come  ostacolo  al 
nostro  bene  chi  ne  possiede  o  può  pos- 
sederne in  luogo  di  noi. 

1)  Penoso  sospetto  sull'altrui  fedeltà 
a  nostro  riguardo. 

2)  Gelosia,  persiana:  ingraticolato  di 
legno  alle  finestre,  e  specialmente  la 
parte  bassa  della  persiana  che  s'alza  o 
s'abbassa  come  uno  sportello,  per  dare 
più  0  meno  luce  alle  stanze. 

8)  Fior  velluto,  sciammito:  specie  di 
fiore. 

gelsumìii,  s.  m.  =  gelsomino  :  pianta 
che  dà  fiori  bianchi  molto  odorosi,  e  il 
fiore  stesso. 

géma,  s.  f.  =  gemma,  gioia:  pietra  pre- 
ziosa lavorata  per  ornamento  ;  /'  era 
tuta  dna  géma  éola  =  era  tutta  una 
gemma,  era  coperta  di  gemme. 

1)  Occhio,  gemma,  bolla,  boccia;  delle 
piante  che  gettano. 

2)  Sonaglio:  boUicella  dell'acqua  bol- 
lente, piovana,  o  in  gran  moto. 

3)  Pulica,  puliga  :  bolla  interposta 
nella  sostanza  del  vetro  o  sim. 

gema,  v.  att.  =  gemmare,  metter  le  gem- 
me; si  dice  delle  piante;  quànd  i  piani 
gémen  tròpp  prèsi,  l'è  minga  bill  = 
non  è  bello  che  gli  alberi  gemmino 
troppo  presto. 

gemèla,  s.  f.  =  mugherino  ;  T.  botan. 
specie  di  gelsomino  gentilissimo. 

gemell,  s.  m.  =  gemello  :  di  figli  nati 
ad  un  parto  ;  còme  se  éomiglien  !  ptLren 
gemdj  =  come  si  rassomigliano  !  sem- 
brano gemelli. 

1)  Di  due  oggetti  uguali  di  forma; 
boton  gemèj  =  bottoni  gemelli . 

gèmm,  s.  f.  pi.  =  bocce  :  le  bolle  che  fa 
l'acqua  agitata  se  vi  sia  messo  dentro 
del  sapone  ;  *  ficeù  giughen  à  fa  i  gèmm 
=  i  ragazzi  giocano  a  fai*  le  gemme  : 
si  dice  anche  :  fa   i   bàlon,  i  bàlonitt. 

gèmm,  V.  att.  =  gemere,  piangere,  lagri- 
mare  gocciolare:  della  vite  quando  in 
primavera  trasuda. 

genàr,  s.  in.  =  gennaio  :  il  primo  mese 
dell'anno. 

geudàrma,  s.  m.  =  gendarme,  carabi- 
niere :  soldato  destinato  a  custodire  il 
buon  ordine. 


geli 


-  349  - 


gen 


1)  Fig.  :  di  donna  risoluta  e  di  modi 
baldanzosi. 

genealogìa,  *  s.  f.  =  genealogia:  serie 
delle  pers.  di  una  famiglia,  dal  capo- 
stipite all'ultimo. 

geneàldgich,  *  agg.  =  genealogico;  rtH- 
bei-  geneàlògieh  =  l'albero  genealogico  : 
che  dichiara  intera  la  discendenza. 

genefa,  •■?.  f.  =  palchetto:  asse  che  si 
pone  al  disopra  delle  finestre,  per  so- 
stenervi i  cortinaggi. 

gèner,  s.  m.  =  nome  complessivo  delle 
qualità  essenziali  in  cui  convengono 
molte  specie. 

1)  Maniera:  l'è  on  gèner  nmuv  de 
pitùra  =  è  un  novo  genere  di  pittura. 

2)  Specie,  natura;  de  geni  ghe  n'è 
de  tiiti  i  ghter  =  di  gente  ce  n'è  d'o- 
gni genere;  d'ogni  specie. 

3)  in  gèner  =  in  genere,  general- 
mente. 

4)  DeiTata:  capo,  articolo  di  mer- 
canzia; rè  dna  botéga  che  g'hà  propi 
d'ogni  gèner  =  è  una  bottega  che  ha 
proprio  tutti  i  generi. 

5)  vess  on  beli  gèner  =  essere  un 
capo  ameno. 

gèner,  s.  m.  =  genero  :  il    marito    della 

figlia. 
genera,  v.  alt.  =    generare,    ingenerare, 

cagionare. 
general,  s.  m.  =  generale  :  *ommo  grado 

nell'esercito. 

1)  Agg.  generale:  che  è  comune  a 
tutti  0  a  quasi  tutti. 

2)  in  general  =  in  generale,  gene- 
ralmente; in  general  à  Milàn  se  età 
ben  =  in  generale  a  Milano  si  vive  bene. 

3)  bàtt  là  general  =  suonare,  batter 
la  generale,  suonare  a  raccolta  :  suo- 
nare per  le  vie  della  città,  a  fine  di 
radunar  soldati. 

generàlisà,  v.  alt.  =  generalizzare  :  ren- 
dere generale. 

generàlitaa,  *  s.  f.  =  generalità:  qua- 
lità, stato  di  ciò  che  è  generale. 

\)  Il  complesso  della  maggioranza; 
là  generàlitaa  là  pensa  divèrs  de  mi 
=  la  maggior,  pai-te  non  pensa  come 
penso  io. 

generàlmént,  *  aw.  =  generalmente, 
quasi  sempre,  nella  maggior  paiate  ; 
generàlmént  .§tèmtn  à  sedia  fina  à 
mèidì  =  generalmente  restiamo  a  scuola 
fino  a  mezzogiorno. 


generation,  s.  f.  =   generazione  :  la  di- 
scendenza, i  discendenti. 

1)  Genere,    qualità  ;    me    w'  ha   faa 
de  tuli  i  generàsiòn  =  me  ne  fece  di 
tutti  i  colori. 
generich,  *   agg.    =    generico:    che    sta 
sulle  generali. 

1)  T.  dramm.  :  l'attore  che  fa  tutte 
la  parti  ;  el  Beli-Blanes  l'è  on  generich 
bramsim  =  Belli-Blanes  è  un  generico 
bravissimo. 
generi n,  *  s.  m.  =  generino,  vezzegg. 
di  genere.  Spesso  ironie.  :  quèll  l'è  on 
bèli  generin  =  quello  e  un  generino  coi 
fiocchi. 
generos,  *  agg  =  generoso,  liberale,  che 
ha  generosità,  grandezza  d'animo. 

1)  rin  generos  =  vino  generoso  :  che 
rinforza,  rianima. 
generosàmént,  *  aiw.  =  generosamente, 

con  generosità. 
gengiva,  *  s.  f.  =  gengiva,  alveolo;  ca- 
vità nell'osso  della  mascella  in  cui 
stanno  le  radici  di  un  dente,  e  la  carne 
che  la  ricopre. 
geni,  s.  m.  =  genio  :  talento  straordinario 
di  persona  e  l'uomo  stesso  che  lo  pos- 
siede ;  Vérdi  l' è  on  gèni  =  Verdi  è 
un  genio. 

1)  Inclinazione,  simpatia  :  àndà  a 
gèni  =  andare  a  genio,  incontrare,  gar- 
bare ;  àvègh  minga  gèni  per. . .  =  non 
inclinare  a... 

2)  l'è  de  me,  de  tò,  de  éò  gèni  e  sim. 
=  è  di  mio,  di  tuo,  di  suo  genio,  e  sim. 
È  secondo  il  piacere  mio,  tuo,  suo,  ecc. 

3)  Il  corpo  del  Genio  :  l'hàn  faa  boti 
e  Ihan  miss  in  del  Oèni  =  l'hanno 
dichiarato  abile  e  l'hanno  assegnato  al 
Genio. 

genìa,  *  s.  f.  =  genia,  spreg.  razza,  ge- 
nere di  persona  ;  Mn  dna  genia  de 
imbroioni  che  diniitguttrda  /  =  sono 
una  genia  di  mestatori  che  Dio  ti 
guardi  ! 

geniàl,  *  agg.  =  geniale  :  di  persona  che 
ci  si  discorre  volentieri,  che  piace  a 
tutti,  e  anche  di  cosa  che  incontra  il 
genio  dei  più  e  infonde  giovialità. 

genids,  agg.  =  estroso  :  che  ha  estro, 
inclinazione  per  una  cosa. 

genitìv,  *  s.  m.  =  genitivo,  T.  gramm. 
il  secondo  caso  della  declinazione. 

genitòr  (i),  s.  m.  pi.  =  i  genitori  :  non 
usa  al  singolaie.  Il  padre  e  la  madre  ; 
on  brdo  fieil  el  rispèta   ^éniper  i  gè- 


gen 


-  350  - 


gep 


nitór  =  un  bravo  figliolo  risi3etta  sempre 
i  genitori. 

genòcc  0  anche  :  genoeucc,  *  s.  m.  = 
ginocchio  :  parte  della  gamba,  dove  è 
la  piegatui'a  colla  coscia  ;  sta  tn  genòce 
=  stare  in  ginocchio  o  ginocchioni:  po- 
sato sulle  ginocchia,  star  genuflessi. 

1)  dà  là  borila  in  di  genmucc  =  ca- 
scare il  cacio  sui  maccheroni. 

grcuog-éra,  s.  f.  =  ginocchiello  :  guancia- 
letto di  cuoio  per  proteggere  il  ginoc- 
chio dei  cavalli. 

genogiàda,  s.  f.  =  ginocchiata:  colpo 
dato  e  anche  colpo  battuto  con  un 
ginocchio)  ;  l'è  boì'laa  gid  e  l'ha  picaa 
dna  genogiàda  tremenda  =  cascò  e 
picchiò  una  tremenda  ginocchiata. 

genogiài,  s.  m.  pi.  =  ginocchiello  :  si 
mettono  alle  ginocchia  per  inginocchiarsi 
senza  dolore ,  specialmente  da  certi 
artieri. 

genogiàtori,  s.  m.  =  inginocchiatoio  : 
mobile  per  inginocchiarvisi. 

genogìna  (fa),  =  barellare  :  non  reggersi 
bene  sulle  gambe  camminando.  Meno 
che  dondà. 

genogiòn,  aw.  =  ginopchione  e  ginoc- 
chioni :  posato  sulle  ginocchia,  genu- 
flesso. 

gensiàna,  *  s.  f.  =  genziana  :  radice 
amarissima  di  pianta  alpestre,  per  uso 
medicinale. 

gent,  s.  f.  =  gente  :  moltitudine,  quan- 
tità indeterminata  di  persone  ;  ghe  n'era 
de  la  gent  àia  fera  =  ce  n'era  di  gente 
alla  fiera  ;  è  vegnUii  tanta  gent  à  troàtnm 
=  è  venuta  molta  gente  a  trovamii. 

1)  Persone  in  generale  :  basa,  poera 
gent  =  genterelle  ;  g'hoo  minga  vcEÙia 
de  vedi  gent  =  non  ho  volontà  di  ve- 
der gente  ;  gh'è  de  là  (jent  =  e'  è  gente 
di  là. 

2)  Congiunti,  parenti  :  i  me  gent  = 
i  miei,  specialm.  i  miei  genitori. 

3)  gent  còme  se  sìa  =  gentaglia,  gente 
da  poco. 

4)  gent  de  Valter  mond  =  gente  del- 
l'altro mondo:  che  non  si  può  trattare, 
strana. 

gentàia,  s.  /.  =  gentaglia,  gentaccia  :  in- 
fima plebe,  gente  di  scarriera. 

gentil,  agg.  =  gentile  :  di  chi  ha  maniere 
affabili,   cortesi. 

1)  Usèll  del  bècch  gentil  =  uccello  di 
becco  gentile. 


2)  color  gentil  =  color  gentile  :  palli- 
detto,  delicato. 

gentìlèsa,  s.  f.  =  gentilezza:  costume 
di  avere  per  ciascuno  il  dovuto  ri- 
guardo. 

1)  Atto  0  detto  gentile  :  el  me  usa 
doma  di  gentilèés  =  non  mi  usa  che 
gentilezze. 

gentilìu,  agg.  =  delicato  di  complessione: 
di  chi  si  manifesta  tale  al  colore  e  ai 
lineamenti  del  volto. 

1)  el  Oentilln  =  il  Gentilino  :  nome 
d'uno  dei  Cimiteri  di  Milano  e  special- 
mente quello  fuori  di   Porta   Ticinese. 

gentìlmént,  *  am.  =  gentilmente  :  con 
gentilezza  ;  tratti,  ricèv  gentilmént  = 
trattare,  ricevere  gentilmente. 

1)  Spesso  in  senso  iron.  :  el  t'ha 
miss  gentilmént  Ala  pòrta  =  ti  ha 
messo  gentilmente  alla  porta  ;  come  te 
m.e  àcdgliet  gentilmént  !  =  come  mi  ac- 
accogli  gentilmente!:  a  chi  non  ci  usa  ' 
alcuna  gentilezza. 

gentilòmm,  s.  m.  =  gentiluomo:  uomo 
di  cortesi  maniere,  e  nobili. 

\)  Prov.  :  ne  càn.,  né  vilan,  ne  gen- 
tilòmm veneéiàn,  stira  tnài  l'Use  coi 
man  =  ne  cani,  né  villani  chiudon 
l'uscio  colle  mani. 

2)  Signore.  T.  di  gioco  :  quello  fra  i 
cinque  giocatori  che  viene  escluso  a 
sorte  dal  numero  necessario  alla  partita. 

geniiin,  *  axjg.  =  genuino,  naturale,  sin- 
cero, semplicemente  schietto  ;  làtt  gè- 
niiin  =  latte  genuino,  puro. 

geografìa,  *  s.  f.  =  geografia  :  la  scienza 
che  descrive  la  terra. 

geogràflch,  *  agg.  geografico:  che  ap- 
partiene alla  geografia;  posision,  carta 
geogràfica  =  posizione,  carta  geografica. 
1)  l'è  dna  carta  geogràfica  =  diciamo 
noi  fig.  di  cosa  che  sia  piena  di  mac- 
chie sparse  qua  e  là  e  spesse. 

geologia,  *  s.  f.  =  geologia:  scienza 
che  studia  la  costituzione  del  globo 
terrestre. 

geòmetra,  s.  m.  =  geometra,  agrimen- 
sore :  chi  misura  i  terreni  lavorati. 

geometrìa,  *  s.  f.  =  geometria:  scienza 
matematica  delle  linee;  delle  superfici, 
dei  solidi  ;  i  leéion  de  geometria  co- 
nilneen  domàn  =  le  lezioni  di  geometria 
incominciano   domani. 

geomètrici!,  agg.  =  geometrico,  agg.  da 
geometria. 

gèpa,  s.  f.  =  bazza,  bietta,  bobbia,  hoc- 


gep 


—  351  — 


ges 


cetta:  il  mento  più  sporgente    del  so- 
lito. 

1)  Anche  chi  ha  la  bazza  :  tàs,  vuij 
gèpa  =  taci,  bazza. 
gepéta,  s.  f.  =  bazzina,    dim.  di  bazza. 
gepón,  s.  m.   e    anche    grepoua,  5.  f.  = 

bazzone,  accr.  di  bazza. 
géra,  s.  f.  =  ghiaia:    ciottoletti    minuti 
che    si    spargono    sulla    strada    o    nei 
viali  dei  giardini. 

1)  quatti  de  gira  =  inghiaiare. 
geràni,  meglio  giràni,  s.  m.  =  geranio, 
giranio  :  pianta  notissima  di  più  specie. 
gerarchia,  *  s.  f.    =    gerarchia:  ordine 
dei  diversi  gradi   ecclesiastici,  militari 
e  civili. 
geràrchica  *  (là  vìa),  =  la   via  gerar- 
chica: il  seguire  scrupolosamente  l'un 
dopo  l'altro  i  gradi  della  gerarchia. 
gèrh,  s.  m.  =  sodaglia  :   pezzo  di  terreno 
lasciato  alcun    tempo  senza  coltivarlo. 
1)  Il  verde  :  il  gambo    verdeggiante 
delle  piante    cereali,    graminacee,  ecc. 
gerbà,  ».  att.  =  vegetare  rigogliosamente; 

il  vivere  e  crescere  delle  piante. 
gerént,  s.  m.  =  gerente  :  il  responsabile 
davanti  alla  legge  di  una  ditta  e  chi  la 
amministra. 

1)  gerént   respoìisàbil  e    anche   solo 
gerént  =  il  gerente  :    chi    dinnanzi  alla 
alla  legge  è  mallevadore  di  un  giornale. 
gèréta,  s.  f.  =  ghiaiuzza,  ^ìm.  di  ghiaia. 
gerètt.  Vedi  giarètt. 
gèrtfh,  ora  meglio  gergo,*  s.  m.  =  gergo: 
linguaggio  convenzionale    di    parecchie 
persone  fra  loro  ;  lingua  o  parlar  fur- 
besco. 
gerì?,  agg.  =  ghiaioso  :  pieno  di  ghiaia. 
gèrla  ora  meglio  gèrlo,  *  s.  m.  =  gerla  : 
arnese  a  guisa  di  gabbia  piramidale  ad 
uso  di  portar  roba  dietro  le  spalle. 

1)  Gerlata  :  quanto  cape  in  una  gerla; 
on  gèrlo  de  pan,  de  fén  =  una  gerlata 
di  pane,  di  fieno. 
grerlàda,  s.  f.  =  gerlata  :  quanto  cape  in 

una  gerla. 
germeià,  v.  att.  =    germogliare,    germi- 
nare :  mandar  fuori  i  primi    germogli. 
germéj,  s.  m.    =   germe,    germoglio  :  il 
primo  embrione  delle  piante  e  la  prima 
messa  del  germe. 
gernioeui,  s.  w.  =  germe,  germoglio:  lo 
stesso  che  germèj. 

1)  tra  vìa  el  germreùi  =  snighittirsi, 
cacciar  la  pigrizia. 


germauòtt,  s.  m.  =  germanotto  :  anatra 

salvatica. 
gerolìflch,  *  s.  m.   =   geroglifico  scritto 

difficile  a  leggersi. 

1)  Ghirigoro  :  intrecciatura  di  linee, 

fatta  con  penna. 
geròn,  s.  m.  =  breccia  :  i  sassi  spezzati 

per  rifiorire  le  strade. 

1)  Getto  :  smalto  di  ghiaia  e  calcina. 

T.  dei  mui'atori. 
gerùndi,  *  s.  m.  =  gerundio  :  parte  in- 

declinab.  dei  verbi,  T.  di  gramm. 
gésa,  s,    f.    =    chiesa,    tempio  :    edificio 

dove  si  presta  pubblico  culto  a  Dio. 

1)  dì  in  gésa  =  dirne  o  dire  in 
chiesa:  annunziare  che  fa  il  prete  dal 
pulpito  un  matrimonio.  Anche:  tra  giò, 
poiché  l'annunzio  viene  dal  pulpito. 

2)  l'è  sdlv  ntLnca  in  gésa  =  non  è 
salvo  neanche  in  chiesa:  non  lo  cam- 
perebbe l'uovo  dellAscensione.  Di  chi 
è  in  gran  pericolo  e  non  c'è  mezzo  di 
salvarlo. 

3)  qudnd  no  ghe  vi  è  pàtiàs  tinca  là 
gésa  =  di  rapa  sangue  non  si  può  ca- 
vare. 

4)  vèss  mèss  in  gésa  =  esser  balogio  : 
di  chi  si  sente  poco  bene  in  salute  e 
anche  è  svogliato,  melenso,  non  ha 
la  solita  vivacità. 

5)  làortt  per  la  gésa  de  Vtiver  -  la- 
vorare per  l'amor  di  Dio  :  senza  com- 
penso. 

6)  veés  fortUnaa  come  i  cdn  in  gésa 
=  essere  fortunato  come  i  cani  in  chiesa  : 
sfortunatissimo. 

7)  el  campanìn  lung  e  là  gésa  grànda 
=  si  dice  di  chi  abbia  il  naso  lungo  e 
la  bocca  larga. 

8)  éan  March  l'è  dna  bUa  gèsa  = 
necessità  è  virtù  :  si  dice  quand'uno  si 
adatta  a  qualche  men  buon  partito, 
perchè  non  può  fare  diversamente.  Di- 
cono in  parecchi  luoghi  di  Toscana  : 
per  forza  Siena,  per  forza  Roma. 

9)  sta  in  gésa  à  dispètt  di  sani  = 
stare  in  paradiso  a  dispetto   dei  santi. 

gesà,  V,  att.  =  gessare  :  mescolare  il  gesso 
col  vino. 

1)  vtn  gesaa  =  vino  gessato  :  mesco- 
lato col  gesso. 

gesee,  s.  m  =  gessaiuolo,  gessaio  :  chi 
vende  gesso. 

geséta,  s.  f.  =  chiesetta,  chiesina:  dim. 
di  Chiesa;  l'è  dna  gesèta  de  paés  = 
è  una  chiesina  da  villaggio. 


ges 


-  352  - 


glie 


gesìàttj  s.  m.  chiesolastico,  graffiasanti, 
baciapile  :  di  chi  è  tutto  dato  alle  cose 
di  chiesa. 

gesioeù,  s.  m.  =  chiesuoliao,  dim.  di 
chiesa  ;  l'è  on  bèli  geéioeu  de  montagna 
=  è  una  bella  chiesuolina  alpestre. 

gesìv,  agg.  =  gessoso  :  di  ten*eno  che 
contiene  del  gesso. 

gesòn,  s.  m.  chiesona,  accr.  di  chiesa  ; 
el  dòmm  de  Milàn  l'è  on  gran  bèli 
geson  =  il  duomo  di  Milano  é  pur  la 
bella  chiesona. 

gesòii,  s.  m.  =  nome  nostro  di  un  ter- 
reno della  Bassa  Briauza,  molto  argil- 
loso, rossiccio,  carico  di  ferro  e  indu- 
rito. 

gèss,  s.  m.  =  gesso  :  minerale  che  è  un 
solfato  di  calce. 

1)  stàtua,  figurina  de  gèss  =  statua, 
figurina  di  gesso  :  opere  d'arte  ripro- 
dotte in  gesso. 

2)  Gessetto,  gesso  :  bastoncino  di  gesso 
per  scrivere  sulla  lavagna. 

3)  ci  gesé  =  il  gesso  :  il  modello  in 
gesso  di  un'opera  di  scoltura. 

gèst,  s.  m.  =  gesto  :  movimento  delle 
membra  e  specialm.  delle  mani  per 
dare  espressione  alle  parole  ;  el  fa  iròpp 
gèst  qudnd  el  pària  =  fa  troppi  gesti 
quando  parla 

1)  parla  à  gèét  =  parlare,  linguaggio 
a  gesti  :  quello  dei    sordo-muti. 

gesti,  V,  att.  =  gestire,  gesteggiare:  far 
gesti. 

gesticola,  V.  att.  =  gesticolare  :  gestire  in 
modo  concitato  e  strano  ;  el  gesticolava 
in  del  parla  ch'el  pareva  on  màtt  = 
gesticolava  nel  parlare  cosi  che  pareva 
pazzo. 

<iesù,  s.  m.  =  Gesìi,  Gesù  Cristo  :  entra 
in  molte  locuzióni. 

1)  Oesu  =  mio  Dio! 

2)  gesummarìa  !  =  gesummaria  !  esci, 
di  dolore  e  spavento. 

3)  quand  on  òmm  el  pò  fànn  pil  el 
se  vòda  ài  bòn  Oesù,  =  quando  la  carne 
diventa  frusta,  anche  l'anima  s'aggiusta. 

gesiiita,  s.  m.  =  gesuita:  religioso  della 
compagnia  di  Gesù. 

1)  Impostore,  finto  ;  briltt  gesuita  / 
ci  pareva  el  rè  di  galantòmm  e  invéce 
l'èra  on  birbòn  =  brutto  gesuita!  pa- 
reva il  re  dei  galantuomini  e  invece 
era  un  birbone. 

gesiiìtàda,  s.  f.  =  impostura,    inganno  : 


atto  compiuto  fingendo  benevolenza  per 
fare  invece  del  male. 

gesiiìtich,  agg.  =  gesuitico,  agg.  da  ge- 
suita ;  doèvem,  minga  fìdéss  di  éò  mà- 
nér  gesiiìttch  =  non  ci  si  doveva  fidare 
dei  suoi  modi  gesuitici. 

gesnmin,  s.  m.  =  gelsomino.  Vedi  gel- 
siiinin. 

gètt,  s.  m.  =  getto,  il  gettai-e  :  zampillo 
d'acqua;  là  fontana  di  Oiàdìn  Pùblich 
là  g'hà  on  bèli  gètt  alt  =  la  fontana 
dei  Giardini  Pubblici  ha  un  bel  getto 
alto. 

gh'è,  locuz.  =  vi  ha,  c'è,  ci  sono.  Dal 
verbo  esserci;  gh'è  dna  eà  =  c'è  una 
casa  ;  gh'è  quàter  piani  =  ci  sono  quat- 
tro piante;  gh'è  délagent  che...  =  v'ha 
gente,  la  quale...;  el  gh'è?  =  c'è? 

ghe,  proti.  =  gli,  a  lui,  le,  a  lei,  a  loro, 
ci,  ce,  vi;  ghe  diroo  de  vegni  =  gli  o 
le  dirò  di  venire  ;  quand  là  marna  là 
pàrla^  ghe  ilbedìsi  èémper  =  quando  la 
mamma  parla,  le  obbedisco  sempre; 
se  i  compàgn  me  dìsen  di  ìrriitt  róbb, 
ghe  doo  minga  atra  =  se  i  compagni 
mi  dicono  brutte  cose  non  dò  loro  retta  ; 
ghe  badi  minga  =  non  ci  bado  ;  ghe 
n'è  nò  =  non  ce  n'è. 

ghèba,  s.  f.  =  nebbia,  nebbione  :  la  voce 
è  quasi  del  tutto  disusata  e  fece  posto 
a  nebiòn,  scighèra,  borda. 

ghéda,  s.  f.  =  gherone  :  aggiunta  ai 
fianchi  delle  camicie  da  donna  e  dello 
sottane  per  allargarle  a  campana. 

gliel,  ghéla,  ghelè,  pron.  =  glielo, 
gliela.  Voci  per  gli,  seguito  da  lo,  la, 
le;  qtmnd  el  vedi  ghel  diroo  quando 
lo  vedi'ò  glielo  dirò  ;  te  ghe  daa  là  fa  - 
rina  ài  prestinee  ?  -  ghe  là  dàroo  do- 
mdn  =  hai  dato  la  farina  al  fornaio  ? 
-  gliela  darò  dimani. 

ghèll)  s.  m,  =  centesimo,  quattrino  :  la 
centesima  parte  di  una  lira;  l'infima 
delle  monete.  Plur.  gliéi. 

1)  vègh    nànca  là  eros  d'on  ghèll  = 
non  n'aver  uno  che  dica  due. 

2)  vari  nànea  on  ghèll  màtt  =  non 
valere  un  quattrin  bacato. 

8)  vègh  di  ghèj  =  aver  dei  quattrini, 
aver  danaro  e  non  poco  ;  l'ha  tòlt  dna 
miee  coni  di  ghèj  =  ha  preso  una  mo- 
lle con  dei  quattrini,  ricca. 
ghenè,  pron.  =  gliene,  voce  per  gli,  se- 
guito da  ne  ;  se  el  troeuvi  ghenè  disi 
on  éàcch  =  se  lo  trovo  gliene  dico  un 
sacco.  Usa  anche  tronco  :  ghen. 


glie  —  358 

gliénga,  s.  f.  =  Vedi  gàng-a. 

ghermiiièla,  *  s.  f.  =  gherminella  :  in- 
ganno con  astuzia. 

glièsS;  s.  m.  =  ramarro  :  specie  di  grossa 
lucertola  verde  del  genere  dei  sauri. 
Da  noi  si  trova  solo  d'estate  nelle  siepi 
e  nello  vigno. 

1)  verd  còme  on  ghèss  =  verde  come 
un  aglio  :  di   viso    scolorito  e  turbato. 

g  lieta,  s.  f.  =  ghetta,  uosa  :  calzatura 
con  staffe  e  senza  che  fascia  la  gamba 
sotto  il  ginocchio  e  scende  abbottonato 
dai  lati  sulla  scarpa. 

gliètt,  s.  m.  =  ghetto  :  quartiere  ovo  in 
alcune  città  eraa  confinati  un  tempo 
gli  Ebrei. 

1)  rè  el  ghètt  =  è  il  ghetto:  si  dico 
per  antonomasia  di  luogo  sudicio,  e 
dove  ci  sia  gran  brusio  di  chiacchiere. 

gli',  pron.  =  glieli,  gliele  ;  se  el  voiur  dò 
0  tre  camìs  ghi  doo  =  se  vuole  due  o 
tre  camice,  glielo  dò  ;  quànd  rivaràn 
i  bicér  ghi  dàroo  =  quando  arriveranno 
i  bicchieri  glieli  darò. 

gliiaa,  s.  m.  =  aratro  :  strumento  agrario 
per  rompere  ed  arare  la  terra. 

1)  Pungolo:  bastoncello  acuto  in  cima 
0  con  punta  di  ferro  da  stimolare  i 
buoi  0  altre  bestie  ;  bisogna  casciàll 
col  ghiaa  =  bisogna  spingerlo  col  pun- 
golo. 

gliibèra,  s.  f.  =  nebbia,  nebbione.  Vedi, 
ghéba. 

gliicc,  s.  in.  =  abatonzolo,  abatuciaccio, 
abatucolo.  Dispr.  di  abate. 

1)  Volg.  culo,  deretano,  sedere. 

2)  Mezzo  soldo.  Ora  in  questo  sign. 
è  pili  usato  sesìu. 

ghigna,  s.  f.  =  ghigna,  mostaccio  :  fac- 
cia sinistra,  trista. 

\)  fa  ghigna,  ghigna  -  far  lima, 
lima  ;  sega,  sega.  Beffare  uno  mostran- 
dogli le  coi'na  colla  mano. 

2)  fa    ghìgìia    =    far    gongola  :    fare 
qualche  dispetto  sugli  occhi  altrui. 
ghigna,  V.    att.  =  ghignare  :    ridere   per 
ischerzo. 

1  )  Anche  sempl.  :  ridere  molto  e  di 
gusto. 
ghignàda,  s.  f.  =  sghignazzata  :   risa  di 
beffo  ;  in   mil.    però    anche   nel    senso 
buono  di  risata. 
ghigiión,  s.  m.  =  stizza,  malumore. 

1)  vègh  el  ghignòn  coni  vùn  =  avere 
il  baco  con  uno  ;  averlo  in  uggia. 


già 

ghiliotìna,  *  s.  f.  =  ghigliottina  :  specie 
di  scuro  a  macchina  per  decapitare. 

gliiliotinà,  *  V.  att.  =  ghigliottinare  : 
eseguire  la  condanna  a  morto  colla  ghi- 
gliottina. 

ghindàna,  s.  f.  =  guidana  :  matassa  di 
prova  del  titolo  della  seta. 

ghindo!,  s.  m.  =  specie  di  arcolaio  oriz- 
zontalo. Vedi  bicóca. 

ghinela,  nella  frase  :  vèss  el  cavali  del 
ghinèla  =  ossero  il  bufalo  ;  mi  soni 
el  cavali  del  ghinèla  ;  tutì  i  fadìgh  hìn 
àdòss  à  mi  =  io  sono  il  bufalo  ;  tutte 
le  fatiche  cascano  addosso  a  me. 

ghinghìroeùla,  (tegni  là)  =  raccogliere 
i  bioccoli  :  ascoltare  gli  altrui  discorsi, 
per  poi  riferirli. 

ghiribiss,  *  s.  w.  =  ghiribizzo  :  gricciolo, 
fantasticheria  capricciosa  ;  mi  eoo  nò 
che  ghiribiss  gKè  vegniiii  da  vorl  pii 
àndh  à  teàter  =  io  non  so  che  ghiri- 
bizzo gli  è  venuto  di  non  voler  più  an- 
dare a  teatro. 

gliiringhésa,  s.  f.  =  ginestrella,  baccel- 
lina. T.  dei  tintori. 

gliirla,  s.  m.  =  zotico,  rustico,  babbeo  : 
che  vien  dalla  Mam murra  ;  di  chi  viene 
dalla  campagna  e,  non  conoscendo  gli 
usi  cittadini,  incappa  sovente  nel  ridi- 
colo. 

ghirlanda,  *  s.  /".  =  ghirlanda:  corona 
di  fiori  ed  erbe  per  ornamento. 

ghirlàndina,  s.  f,  =  ghirlandina  ;  dim, 
di  ghirlanda. 

ghirlàndàtt,  s.  m.  =  ghirlandaio  :  ven- 
ditore di  ghirlande,  per  lo  più  di  mor- 
tori. 

ghisa,  s.  f.  =  ghisa  :  ferro  fuso  non  pu- 
rificato. 

1)  Per  scherzo    anche    il   cappello  a 
cilindro  :  tuba. 

ghìtàra,  ^.  f.  =  chitarra  :  strutnento  mu- 
sicalo a  corde,  che  si  suona  colle  dita. 
1)  ghittlra  à  l'italiana  =  colascione: 
a  duo  0  tre  corde. 

ghitàràtt,  s.  m.  =  chitarraio  :  chi  fa  o 
vendo  chitarre.  Anche  :  ghitàree. 

1)  Chitarrista  :   chi    suona    per    pro- 
fessione la  chitarra. 

ghitariu,  s.  m,.  =  chitarrino  ;  dim.  di 
ghitàra. 

già,  ao'V.  =  già,  di  già  ;  avv.  di  tempo 
passato. 

1)  Spesso  è  l'olissi  di  :  già  si  intende, 
si  sa  ;  ti  te  vègnet  domdn  à  àpà^  coni 


già 


-  354 


già 


«MW?  -  giù,  =  tu  vieni  domani  a  pas- 
seggio con  noi  ?  -  già. 

2)  Talvolta  è  affermazione  ironica  ; 
à  ti  te  piasàrìa  che  slargàsen  là  cìnta 
del  dàsi,  véra  ?  -  già  =  ti  piacerebbe, 
nevvero,  che  allargassero  la  cinta  da- 
ziaria ?  -  già  (per  dire  :  niente  affatto). 

giacile,  s.  m.  =  giacca,  casacca  ;  specie 
di  vestimento  maschile  un  po'  volgare 
e  grossolano, 

giàclièta,  s.  f.  =  giacchetta,  casacca:  abito 
da  uomo  senza  falde  ;  àndti  faura  in 
giàchèta  =  uscire  in  giacchetta. 

giàclietin,  s.  m.  =  giubbetto,  giacchet- 
tino :  abito  da  donna  o  da  ragazzi,  di 
maniche  piuttosto  larghe  e  corto  fino 
ai 'fianchi. 

gìàcéiit,  *  agg.  =  giacente,  che  giace  ; 
on  stiglia  giàcént  tila  pdsta  =  un  va- 
glia giacente  alla  posta. 

gìacint,  s.  m.  =  giacinto  :  pianta  da 
fiori  ;  hyacintus  orientalis. 

giàcoin,  (vègli  i  gaiub  che  fa  giàcoin)  = 
aver  le  gambe  tronche  che  ci  si  ripie- 
gano sotto,  che  non  dicono  il  vero. 
Vedi  gamb,  8). 

giactilatòria,  *  *•.  f.  =  giaculatoria  :  ora- 
zione breve. 

1)  Infilata  di  improperii  ;  mdjj  che 
giaculatoria  el  g'hà  ditt  àdree  =  eh  ? 
che  giaculatoria  gli  ha  mandato  dietro  V 

giàld,  agg.  =  giallo  :  che  è  del  coloro 
simile  a  quello^  dell'  oro,  dello  zolfo, 
zafferano,  ecc.  E  uno  dei  sette  colori 
fondamentali. 

1)  vègh  i  pee  giàld  =  aver  preso  mo- 
glie. 

2)  Sost.  el  giàld  =  il  giallo  :  materia 
che  dà  quel  colore  nella  pittura,  e  il 
colore  stesso  ;  l'è  on  bèli  giàld  viv  = 
è  un  bel  giallo  vivace. 

giàldina,  s.  /.  =  cannerina,  dorella  ; 
borsacchini  del  lino  ;  myarwn  sali- 
imm  =  specie  di  pianta.  Anche  :  èrba 
soineusìna. 

1)  Sorretta,  corretta  ;  serratula  tinc- 
toria  ;  specie  di  pianta. 

giàlditt,  (i)  s.  m.  pi.  =  occhi  di  ci- 
vetta :  si  dice  per  metafora  dei  danari 
d'oro  e  specialm.  marenghi  o  napoleoni  : 
poco  usato. 

giàldolin,  s.  m.  =  giallolino  :  terra  di 
colonia  ;  colore  che  usano  i  pittori. 

giàldón,  s.  m.  =  invacchimento  :  malore 
dei  bachi  da  seta  che  non  vanno  al 
bozzolo. 


1)  ciàpà  el  gialdòn  =  invacchire, 
diventar  vacche  :  dei  bachi  da  seta  col- 
piti da  invacchimento. 

giàldusc,  s.  m.  =  giallore,  giallume  : 
stato  d'essere  giallo. 

1)  Agg.  gialliccio  e  gialligno  :  ten- 
dente al  giallo. 

giàmbéla,  s.  f.  =  panetto  ovale  :  non 
s'ha  a  dire  ciambella,  poiché  questa 
ha  una  forma  circolare  con  un  foro  in 
mezzo,  il  che  non  è  di  quelle  che  i 
mil.  dicono  giàmbèll. 

giambón,  s.  m.  =  prosciutto,  prosciutto  : 
coscia  del  porco  salata.  Dal  frane. 
jambon. 

1)  giambòn  tàiaa  gid  siitìl,  éiitìl  = 
prosciutto  struciolato. 

2)  giambòn  bèli  rois  =  prosciutto  di 
grana  vivissima. 

giànid,  avv.  =  dì  già,  a  quest'ora;  com^? 

l'è  giamo  àndaa  ma?  =  come?  è  di  già 

partito  ?  ;  r  è    chi   giàmd    =    è    qui    a 

quest'ora. 
giànchèit,  s.  m.  pi.  =   avanotti  :    nome 

di  tutti  i  pesci  appena  nati. 
gìànda,  s.  f.  =  ghianda  :  il   frutto  della 

quercia,  del  leccio,  del  corro,  di  cui  si 

pascono  i  maiali. 

1)  eàfè  de  giàtid  =  caffè  di  ghiande  : 
bevanda  che  imita  il  caffè,  fatta  colla 
ghianda  brustolita  e  macinata. 

2)  Seme  :  di  alcuni  frutti  il  nocciolo. 
Specialm.  delle  pesche  e  delle  albicoc- 
che. Vedi  gàndóla. 

3)  giiigà  ài  giànd  =  fare  alle  cappe  : 
giocare  a  colpire  i  castelletti  di  noc- 
cioli di  pesca. 

giàndànua,  s.  m.  =  gendarme.  Vedi 
gendàrma. 

giàndìna,  *  s.  f.  =  ghiandina  :  vasettino 
d'argento  o  avorio  a  mo'  di  ghianda, 
in  cui  si  mette  una  spugna  inzuppata 
di  essenze  odorose. 

giàndóii,  s.  ìli.  =  Granitone  :  specie  di 
granito  ricco  di  mica  che  si  trova  spe- 
cialm. in  Brianza,  verso  Cesate. 

Giandùia,  s.  m.  =  Gianduia  :  maschera 
piemontese  :  è  per  Torino  quello  che  è 
por  Milano  Meneghin. 

giànèta,  s.  f.  =  giannetta  :  mazzetta  di 
canna  d'India  o  simile,  per  passeggio. 

giàniii,  s.  ni.  =  tonchio  :  baco  che  sciupa 
il  grano. 

giàr,  s.  ni.  =  pelo  vano.  T.  dei  cappel- 
lai :  dal  frane,  jarre. 


già 


-  355  - 


gib 


1)   Aro,    lingua   di    serpe,    erba    da 
piaghe.  T.  di  botan. 
giàrdiu,  s.  m.  =  giardino  :  terreno  dove 
si  coltivano  specialm.  fiori. 

1)  Motafoi'.  di  un  luogo  anche  chiuso 
dove  sia  dovizia  di  fiori  ;  sta  sàia  l'  è 
Oli  giàrdìn  =  questa  sala  è  un  giardino. 

2)  fa  giàrdìn  =  aggiardinare  ;  déla 
pitlsa  d'armi  hàn  faa  giàrdìn  =  hanno 
aggiardinato  la  piazza  d'armi. 

giàrdinee,  s.  m.  =  giardiniere  :  chi  ha 
la  cura  del  giardino. 

giàrdinéra,  s.  f.  =  giardiniera  :  femmi- 
nile di  giardiniere. 

giàrdinètt,  s.  m.  =  giax'dinetto  :  dim. 
di  giardino. 

1)  Piatto  con  frutta  e  formaggio  in 
fin  di  tavola  alle  locande  e  alle  trat- 
torie. 

giardiniera)  *  s.  f.  =  giardiniera  :  specie 
di  carrozzone  scoperto  o  quasi  a  più 
posti. 

1)  Mescolanzina  :  più  sorte  d'  erbe 
mescolate  insieme  per  farne  insalata. 

2)  Acetini  :  sorta  di  composta  di  più 
cose  conservate  in  aceto.  Mangiasi  spe- 
cialm. col  lesso. 

3)  Arlecchino  :  sorbetto  a  più  colori. 
V^edi  àriecliìn,  4). 

giàrètt,  s.  m.  =  garretto  :  la  parie  della 
gamba  che  dalla  polpa  va  al  calcagno 
e  si  riferisce  propriamente  solo  ai  ca- 
valli, buoi  e  sim.  Anche  :  "gàrett. 

1)  tàià  gi3  i  giàrètt  =  sgarrettare  : 
tagliare  i  garretti. 

giàrgòn,  s.  ni.  =  giargone  :  specie  di 
minerale  e  di  gioia  artefatta. 

giàsa,  s.  f.  =  diaccio  inzuccherato,  diac- 
cio. T.  dei  pasticc. 

giàsà;  V.  att.  =  agghiacciare,  gelare,  con- 
gelare :  far  divenir  ghiaccio. 

giàsàda,  s.  f.  =  ghiacciata  :  bevanda 
fatta  con  ghiaccio  triturato  e  conserva. 

giàsee^  s.  m.  =  ghiacciaio:  i  ghiacci  per- 
petui delle  alte  montagne  e  delle  re- 
gioni polari. 

giàséra,  s.  f.  =  ghiacciaia,  diacciaia  : 
luogo  dove   si   consei"va   il   ghiaccio  o 

♦  serbatoio  d'acqua  donde  si  toglie;  l'ha 
mise  là  carne  in  giàééra  =  mise  la 
carne  in  ghiacciaia. 

1)  Fig.  stanza  freddissima  ;  còrpo  de 
baco  :  chi  l'è  dna  giaééra  =  corpo  di 
bacco;  qui  s'è  in  ghiacciaia. 

giàsoeù,  s.    m.  =  cecilia,    lucignola,    ci- 


cigna,  serpente  fragile.  Anguilìs  fra- 
gilis,  sorta  di  lucertola. 

giàsoeù  (dent),  s.  m.  =  dente  veti-ino, 
marmolino  :  di  dente  facile  a  rompersi 
e  sensibilissimo  al  freddo  e  al  caldo. 

giàss,  s.  m.  =  ghiaccio  :  acqua  ghiac- 
ciata, congelata  dal  freddo. 

1)  ciòd  de  giàss  =  rampone  accia- 
iato. 

2)  acqua  in  giààà  =  acqua  diacciata. 

3)  bév  in  giàss  =  bere  in  ghiaccio, 
cioè  acqua  o  vino  diacciati. 

4)  romp  el  giàsé  =  rompere  il  ghiac- 
cio :  rompere  le  prime  difficoltà  di  una 
cosa  e  anche  affiatarsi  e  cominciare  a 
prendere  confidenza  con  una  persona. 

giàvàu,  s.  m.  =  merendone,  sciocco, 
grullo  :  chi  fa  lentamente  le  cose  e 
senza  cura,  ed  è  senza  sale. 

1)  Vagheggino,  galante,  vanerello  : 
chi  sta  volentieri  intorno  alle  donne  e 
crede  o  finge  d'essere  innamorato. 

giarànà,  v.  att.  =  scioccheggiare  :  far 
cose  da  sciocco. 

1)  Giovaneggiare  :  fare  da  giovane, 
operare  giovanilmente  ;  ghe  piàs  à  gia- 
vànà  ma  del  m,àl  ne  fa  minga  =  gli 
piace  giovaneggiare,  ma  del  male  non 
ne  fa. 

2)  Civettare  :  far  la  corte  e  lasciar- 
sela fare. 

giàvànàda,  s.  f,  =  sciocchezza,  grulleria  : 
atto  0  detto  da  grullo. 

giaràuusc,  s.  m.  =  dileggino  :  chi  si 
prende  gusto  a  fare  l'innamorato  sen- 
z'esserlo, quasi  per  dileggio. 

giàvàrd,  s.  m.  =  giarda,  giardone  :  tu- 
more osseo  nei  garretti  e  nello  stinco 
del  cavallo. 

1)  Spinella  :  quando  viene  sotto  al 
garretto. 

giavàròtt;  s.  m.  =  frugatoio  :  pertica  per 
finxgare  nei  fondi  dei  fossi  e  dei  fiumi 
a  fine  di  spingere  i  pesci  nelle  reti. 

giàràsS)  s.  m.  =  giavazzo  :  sorta  di  bi- 
tume nero  indurito,  ambra  bruciata. 

giàrdU)  s.  m.  =  mercorella,  frassinella, 
punzoncella  ;  mercurialis  annua:  spe- 
cie di  erba. 

gibèrna,  s.  f.  =  giberna.  T.  niilit.  ;  vali- 
getta di  cuoio  che  i  soldati  tengono  a 
cinta  per  riporvi  le  cartucce. 

gibiànà,  V.  att.  =  scioccheggiare,  civet- 
tare :  lo  stesso  che  giavànà.  Vedi. 

gibiàuòu,  s.  ni.  =  scioccone,  bacchinone, 
grullo  :  lo  stesso  che  giàvàn. 


gib 


-  356  — 


gin 


gibigiana,  .«.  f.  =  illutninello,  bagliore, 
spera  :  quel  riflettere  che  si  fa  la  luco 
del  sole  qua  e  là  con  un  corpo  a  su- 
perficie lucida. 

1)  fa  là  gibigiana  =  fare  la  spera. 

g'ibiléri,  s.  m.  =  giubilo,  giubilamcnto  : 
dimostrazione  di  gioia  o  il  colmo  della 
gioia,  che  per  lo  più  si  manifesta  in 
atti  esterni  vivaci. 

gibolà,  V.  alt.  =  acciaccare,  ammaccare  : 
di  corpo  solido,  farci  delle  ammacca- 
ture, sformarlo  comprimendolo  ;  gibolt 
el  càpèll  =  ammaccare  il  cappello. 

1)  Fig.   rimandare    agli    esami,  boc- 
ciare. 

gibolàda,  5.  f.  =  acciaccata  ;  è  borlaa 
gio  là  càsirceUla  e  l'ha  ciàpaa  òna  gi- 
bolàda  ììialadèta  =  cascò  la  casseraola 
e  si  feco  un' acciaccata  del  diavolo. 

gibolàdQra,  s.  f.  =  fitta  :  ammaccatura 
di  vaso  metallico  e  sim.  ;  g'hoo  i  si- 
dèj  pién  de  gibolàdur  =  ho  i  secchi 
pieni  di  fitte. 

giboll,  s.  m.  =  ammaccatura,  fitta:  parto 
della  superficie  di  un  corpo  solido  che 
rimane  schiacciata  da  un  colpo  di  mar- 
tello 0  d'altro  strumento  contundente. 
1)  Pesca  :  segno  che  resta  sul  capo 
a  chi  cade  e  si  contunde. 

gìbiiS;  s.  ìli.  =  cappello  a  gibus,  a  molla, 
da  società  :  cappello  per  lo  piìi  a  tuba 
che  si  può  ridurre  in  una  schiacciata 
e  poi  riaverlo  come  prima. 

gigànt,  *  s.  ni.  =  gigante  :  d'uomo  molto 
alto  e  grosso. 

gìgioleta,  (porta  in)  =  portare  uno  a  ca- 
vallaccio, cioè  accavalcato  sulla  schiena 
sorreggendogli  con  ciascuna  mano  le 
cosce  e  le  gambe.  Anche  ;  foriti  in 
spalèta. 

giga  de  motòn,  s.  m.  =  cosciotto  di  ca- 
strato: dal  frane,  gigot. 

gìgol;  s.  m.  =  grido,  grido  acuto  :  per 
lo  pili  strappato  dallo  spavento. 

gigotàsa,  s.  f.  =  giga  :  specie  di  ballo 
assai  vivo.  Disusano  la  cosa  e  la  parola. 

gilàrdina,  s.  f.  =  frullino,  beccaccino 
minore,  pinzacchio,  beccaccino  sordo. 
Scolopax  gallinula. 

1)    Galiinella    acquatica  ;    gallinula 
oehra. 

g'ilé,  s.  m.  =  panciotto,  farsetto,  sotto- 
veste :  veste  che  gli  uomini  portano 
sotto  la  giubba  o  l' abito.  Dal  frane. 
gilet. 

1)  gilè   che   Sormonta  =  panciotto  a 


due  petti.  Anche  da  noi  ;  gilè  à  diliì 

pètt. 

2)  Gilè,  giulè.  T.  di  gioco. 
gileràda  (bàsìga)  =  bazzica  gigliata.  T. 

di  gioco. 
gilerin,  s.  m.    =    sottovesti na,    sottovc- 

stuccia  :  dim.  di  sottoveste. 

1)  Giuleone  :  somiglianza  di  tre  cartoj 

nel  gioco  di  bazzica. 
gili,  s.  m.  =   giglio  :    pianta   bulbosa    e 

fiore  di  essa  odorosa  e  per  lo  più  bianco; 

1)  l'è,  Oli  gin  =  è    un    giglio  :  è  pu- 
rissimo, innocente  :  perchè  il   giglio 
emblema  di  purità  e  di  innocenza. 

2)  vèsi  on  gili  =  essere  bianchissimo, 
candidissimo. 

gimbàrda,  s.  f.  =  lettuccio  pensilo  il 
guisa  di  amaca,  che  sta  sotto  al  car- 
rettone a  uso  particolarmente  di  dor- 
mii-vi.  In  Toscana  mancano  la  cosa  e 
il  vocabolo. 

gìna,  s.  f.  =  capruggine,  zina  :  1' intac' 
catura  all'estremità  dello  doghe,  dovQ 
si  incastrano  i  fondi  dello  botti. 

1)  Gina  :  nome  di  donna  abbrevia-» 
toro  di  Luigina;  Teresina,  ecc. 

ginàdòr,  s.  m.  =  capraggi natolo  :  stru- 
mento per  far  le  capruggini. 

gìna  giàna  rà  in  là  tana  (giiigà  à) 
giocare    a   badina    badana  ;    specie   dr3 
gioco  che  fanno   i   bambini    spingendo 
in  tre  colpi  una  moneta   a   un    segno 
detcrminato. 

ginàsì,  *  s.  m.  =  ginnasio  :  corso  di 
scuole  classiche. 

ginasiài,  *  agg.  =  ginnasiale  :  del  gin- 
nasio ;  éont  in  quarta  ginàst'àl  =  sono 
nella  quaiia  ginnasiale  ;  là  licénéa  gi- 
mìsiàl  =  la  licenza  ginnasiale  :  gli  esami 
di  quinta  classe. 

giuàstica,  *  s.  f.  =  ginnastica  :  esercizio 
sapiente  di  addestrare  e  sviluppare  il 
corpo. 

ginestra,  s.  f.  =  ginestra;  pianticella  sel- 
valioa  comune  con  fiori  gialli. 

1)  boschìna  de  ginéster  o  gimMree  = 
ginestrata,  ginestreto  ;  luogo  ove  sono 
molte  ginestre. 

gìnèstroeù,  s.  f.  =  ginestrella,  ginestrina- 
la  ginestra  dei  tintòri. 

gingin,  s.  ni.  =  vagheggino,  cicisbeo, 
bellimbusto  :  giovane  che  vagheggia  e 
si  vagheggia. 

ginglnà,  V.  att.  =  cicisbeare  :  fare  il  ci- 
cisbeo, il  damerino. 


gin 


357  - 


gioe 


giugriiiarì;  s.    m.  =  gengiovo,    zenzero  : 
pianta  molto  aromatica.  Indiana  del  ge- 
nere amomo. 
1)  Grullo,  bacchinone,  uomo  da  poco. 

igingrìva,  s.  f.  =  gengiva.  Vedi  gengiva. 

giò,  avv.  =  giù,  contrario  di  sii  =  su  : 
in  basso,  al  di  sotto.  Noi  Milanesi  lo 
mettiamo  un  po'  per  tutto,  è  prezze- 
molo ad  ogni  mioestra. 

1)  gio  là,  gio  chi  o  chi  giù  =  lag- 
giù, quaggiù. 

2)  àndà  gio  de  moda  =  andar  giù, 
andare  in  disuso. 

3)  dà  gio  =  aadar  giù  ;  deperire  in 
salute  :  ripeggiorare. 

4)  là  me  voe-ùr  minga  àndà  gìò  =  la 
non  mi  va  giù  ;  non  la  mando  giù  : 
in  questo  stesso  significato  abbiamo  ; 
màtidà  gio  =  abbozzare,  buttar  giù  ; 
quésta  pass  m-tnga  mandala  gid  =  que- 
sta non  la  posso  buttar  giù  ;  cont  on 
2ìrepotént  comptlgn  bisogna  che  là 
vià?ida  gio  =  con  un  prepotente  di  tal 
fatta  bisogna  che  abbozzi. 

5)  manda  gio  =  buttar  giù;  ingol- 
lare :  nel  senso  proprio. 

G)  t7-à  gio  =  abbattere,  atterrare  :  but- 
tar giù,  gettare  a  terra  ;  irà  gio  el  miir, 
là  cà  =  abbattere  il  muro,  la  casa. 

7)  Fig.  tra  gid  el  ministèri  =  ab- 
battere, buttar  giù  il  ministero. 

8)  Di  una  malattia,  di  una  disrgazia 
si  dice  che  ;  là  tra  gio  =  abbatte,  at- 
terra ;  l'ultima  disgràsia  l'ha  traa  gio  = 
l'ultima  disgrazia  l'ha  atterrato. 

9)  Accasciare  :  di  forti  passioni  come 
il  dolore  o  il  piacere  che  abbattono  lo 
spirito. 

10)  tira  gid  =  farsi  parto  ;  di  vivande  : 
servirsi. 

11)  biitàss  già  =  adagiarsi,  sdraiarsi  ; 
el  s'è  biitaa  giò  sii  dna  poltrdna  e  el 
s'è  metiiil  à  lég  =  s'adagiò  su  una  i)ol- 
trona  e  si  mise  a  leggere.  Anche  :  get- 
tarsi dall'alto. 

18)  vegnt  gid,  ància  gid  de  càrdéa  = 
scendere  di  carrozza. 

19)  vegnì  gid  =  intristire  :  di  chi  per 
malattia  perdo  il  fiorente  aspetto. 

20)  mètt  gid  in  l'àsee  =  acconciare: 
mettere  verdure  e  fratta  sotto  aceto. 

21)  di  gid  in  gésa  =  Vedi   dì,   21). 

22)  7nètt  gid  =  metter  giù  ;  posare 
in  terra  od  anche  :  avero  il  recapito  ; 
el  càvàlànt  à  Còmm  ci  mètt  gid  à 
l'osteria  dèla  Mesa  lèngua  =  il  corriere 


a  Como  ha  il  recapito  all'  osteria  della 
Mezza  lingua. 

23)  dà  gid  =  Vedi  dì,  21). 

24)  dà  gid  =  posare,  depositare  :  di 
caffè  e  sim. 

25)  dà  gid  i  àequu  =  abbassare,  sce- 
mare le  acque. 

2fi)  fa  gid  i  rav  =  affettare  le  rape. 

27)  dà  gid  i  tiri  =  scemar  la  bal- 
danza. 
gioà,  V.  alt.  =  giovare,  recar  vantaggio  ; 
Ve  on  rimedi  che  el  m'ha  gioaa  pòcch  = 
è  un  rimedio  che  m'ha  giovato  poco. 
Anche  :  approdare,  far  prò  :  el  mangia 
el  ghe  giova  pòcch  =  il  cibo  poco  gli 
approda. 
Oioànu,  s.  m.  =  Giovanni  :  nome  pro- 
prio di  pers.  masch. 

1)  fa  de  san  Qioànn  quàter  face  = 
rivoltar  frittata,  aver  due  visi. 

2)  san  Oioànn  muda  visi  =  addriz- 
zatore,  riordinatore,  moderatore;  si  dice 
specialm.  a  ragazzi  del  quarto  giorno 
di  scuola,  dopo  una  lunga  vacanza. 

Giòbb,  s.  m.  =  Giobbe. 

1)  poer  come  Oiòbb,  in  tòccli  còme 
Giòbb  =  povero  come  Giobbe  :  poveris- 
simo, povero  in  canna. 

2)  vègh  là  pasiénsa  de  Giòbb  =  aver 
la  pazienza  di  Giobbe  :  essere  pazien- 
tissimo. 

gioedi,  s.  m.  =  giovedì  :  il  qv.ar'o  giorno 
della  settimana. 

1)  gioedi  gràés  =  berlingaccio,  gio- 
vedì grasso  :  1'  ultimo  giovedì  di  car- 
nevale. 

gioelér,  s.  m.  =  gioelliere  :  chi  fa  e 
vende  gioielli.  Meglio  orèves. 

gìoentiì,  s.  f.  =  gioventà  :  la  giovinezza 
e  i  giovani  stessi. 

gioeiìgh,  s.  m.  =  giuoco  :  divertimento  in 
generale,  per  lo  più  regolato  da  conven- 
zioni. 

1)  Esercizio  di  ginnastica  ;  hoo  visi 
à  fa  de  qiiij  gimilgh  che  eren  óna  me- 
raviglia =  ho  visto  eseguir  giuochi  che 
erano  una  meraviglia. 

2)  on  giceùgh  se  l'ha  de  vèss  bèli, 
l'ha  de  dura  piòcch  =  ogni  bel  gioco 
dura  poco  :  ogni  bel  gioco  ha  a  durar 
poco  0  rincresce. 

'ày vègli  el  visi  del  gia;itgh  =  aver 
l'asso  nel  ventriglio. 

4)  vègh  in  man  on  bon  gioeiigh  =  aver 
bel  gioco. 


glo 


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gio 


5)  giceugh  de  biisolòtt  =  gioco  di  ba- 
gatelle,  di  bussolotti,  di  prestigio. 

6)  Ingegno,  congegno,  meccanismo  ; 
el  giteugh  dela  lucèrna  =  l'ingegno  :  il 
giuoco  della  lucerna. 

7)  gioeugh  d'ticqua  =  giuochi  o  scherzi 
d'acqua.  Vedi  àcqna  3). 

8)  gimigh  de  parali  =  gioco  di  parole  : 
combinazione  di  parole  che  producono 
doppio  senso. 

9)  gioeugh  de  cari  =  mazzo  di  carie. 

10)  Fig.  arte,  artificio,  intrigo,  in- 
ganno ;  me  làài  minga  ctàpà  mi  ài 
éò  gioeugh  =  non  mi  ci  lascio  pigliare 
io  dal  suo  intrigo. 

11)  fa  folcitt  ài  giceugh  =  frodare, 
barare  al  gioco. 

12)  à  che  gioeugh  giughem  =  Vedi 
giiigà,  7). 

IBj  gioeugh  d'astird  =  giochi  d'  az- 
zardo :  quelli  del  tutto  affidati  alla  for- 
tuna, dove  la  probabilità  di  perdere  è 
grande  e  rovinosa. 

14)  fa  gioeugh,  diciamo  a  Milano  de- 
gli uccelli  quando  volano  nella  ragnaia 
0  intorno  ad  essa. 

gioì,  V.  alt,  =  gioire,  aver  piacere,  ral- 
legrarsi; quand  el  seni  à  loda  el  so 
fioeu  el  giotss  tiitt  =  quando  sente  lo- 
dare suo  figlio  gioisce  tutto. 

giòia,  s.  f.  =  gaudio:  piacere  vivissimo, 
intenso  che  si  contenta  della  soddisfa- 
zione dell'animo.  Anche  contentezza, 
soddisfazione,  consolazione. 

1)  salta  déla  gidia  =  saltar  dalla  con- 
solazione. 

2)  Gioia,  pieti'a  preziosa. 

3)  Gioiello:  oggetto  prezioso,  con  o 
senza  gemma. 

4)  Di  cosa  0  pers.  che  si  tiene  pre- 
zioso; el  me  bàmbìn  l'è  là  mìa  gidia 
=  il  mio  bimbo  è  la  mia  gioia. 

5)  cara  giòia!  che  gioia!  =  cara  gioia! 
che  gioia!  ironie,  di  pers.  antipatica  e 
di  chi  è  un  cattivo  soggetto. 

6)  giQia  =  fermaglio  da  piviale  ;  T. 
di  arredi  sacri. 

gioia,  V.  alt.  =  ingioiellare  :  regalar  di 
gioielli;  specialm.  delle  spose. 

gioieliér,*  s.  m.  =  gioielliere:  lo  stesso 
che  gioelèr. 

giòin,  s.  m.  =  giovine,  scapolo  ;  si  usa 
comunemente  per  chi  non  ha  moglie. 

1)  gidin  de  stùdi  =  giovane  di  stu- 
dio, scrivano. 

2)  gioin  de  botega  =  giovane  di  banco. 


di  bottega:  giovane  che  aiuta  il  nego- 
ziante in  un  banco,  in  una  bottega.  An- 
che, fattorino,  commesso  di  negozio. 

3)  Agg ,  giovine:  che  è  nella  giovi- 
nezza. 

4)  Che  non  ha  l'età  richiesta;  l'è 
giòin  per  toeù  miee  =  è  troppo  giovine 
per  ammogliarsi. 

5)  quand  s'è  gioin  =  quando  la  gio- 
ventù brilla. 

6)  Si  dice  d' animali,  piante,  vino, 
cacio,  e  sim.  ;  l'è  on  cavali  gioin  =  è 
un  cavallo  giovine;  l'è  ona  vid  giòina 
=  è  una  vite  giovine  ;  l'è  tròpp  gioin 
sto  grùna  =  è  troppo  giovine  questo 
cacio  parmigiano. 

gióina,  s.  f.  e  agg.  =  giovine,  femm.  di 
giovane,  e  giovine  ;  là  sarta  là  m,'hà 
màndaa  là  gióina  invéce  de  vegnt  lee 
=  la  saria  m'  ha  mandato  la  giovane 
invece  di  venire  essa. 

gioinèsa,  *  s.  f.  =  giovinezza  :  astr.  di 
giovane:  poco  usato. 

gioiiiett,  s.  m.  =  giovinetto,  giovanetto: 
che  non  è  più  ragazzo  e  non  è  ancor 
giovanotto. 

gioinòtt,  s.  m.  =  giovinetto,  giovanotto; 
accresc.  di  giovane  ;  l'è  on  grati  bèli 
gioinòtt  =  è  un  gran  bel  giovinetto. 

1)  Scapolo;  l'è  on  gioinòtt  =  è  sca- 
polo: se  però  non  è  troppo  in  là  cogli 
anni. 

gioiòs,  agg.  =  gioioso,  allegro  ;  pieno  di 
gioia,  di  allegria. 

giòj,  s.  f.  pi.  =  le  gioie;  denominazione 
collettiva  delle  pietre  preziose  compre- 
sivi i  diamanti  e  le  perle. 

Giórg,  s.  m.  =  Giorgio:  nome  proprio  di 
persona. 

1)  àndà  à  fa  San  Oiòrg  =  andare  a 
far  san  Giorgio  :  uscire  di  città  il  24 
aprile  e  andare  alle  cascine  suburbane 
a  festeggiare  il  santo  patrono  dei  lattai 
con  buone  scorpacciate  di  latte  e  panna 
e  pan  giallo  dolce. 

2)  invernm  de  San  Oiòrg.  Vedi  in- 
vernili. 

giorgia,  s.  f.  =  sifone  delle  botti  eh», 
servono  per  innaffiare  le  strade. 

giorgiolena,  s.  f.  =  giuggiulena  ;  sesa- 
m,uìn  indicufii.  Anche  sesamo,  specie  di 
pianta  oleifera. 

giornàda,  s.  f.  =  giornata:  lo  spazio  di 
un  giorno  riguardo  al  tempo,  al  lavoro 
agli  avvenimenti;  bela,  bruta,  trìàta 
giornMa  =   bella,    brutta,   triste   gior 


gio 


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nata;  giornàda  serena,    àlégra  =  gior- 
nata serena,  allegra. 

1)  Il  guadagno,  la  rendita  giorna- 
liera; el  ciàpa  dna  bela  giornàda  =  gua- 
dagna una  bella  gioi'nata. 

2)  Il  lavoro  di  un  giorno;  riià  finii 
là  soa  giornMa  =  ha  finito  la  sua  gior- 
nata; g'hoo  pàgaa  tre  giornàd  =  gli  ho 
pagato  tre  giornate. 

b)  i  cmqic  gìorndd  =  lo  cinque  gior- 
nate: quelle  del  marzo  1848  gloriosis- 
sime per  Milano  e  per  l'Italia. 

4)  fa  giornMa,  làord  à  giornàda, 
àndà  in  giornàda  =  essere,  andare, 
lavorare  a  giornata,  essere,  andare,  la- 
vorare un  giorno  in  uua  casa,  un  altro 
in  un'altra. 

5)  in  giornàda  =  oggigiorno. 

6)  età  in  giornàda  =  tenersi  in  or- 
dine in  ciò  che  si  devo  fare  giorno  por 
giorno. 

7)  pari  vìa  à  giornàda  =  parer  che 
si  lavori  a  giornata  :  di  chi,  specialm. 
per  bona  volontà,  lavora  indefessamente 
e  senza  riposo; 

8)  là  dona  iti  giornàda  =  giornante  : 
donna  che  va  a  lavorare  a  giornata 
per  le  case. 

gìornàdee,  s,  m.  =  giornaliero  :  chi  la- 
vora a  giornata. 

giornàl,  s.  ni.  giornale:  libro  o  quaderno 
per  gli  appunti  giornalieiy. 

1)  Foglio  stampato,  per  lo  più  quo- 
tidiano coUe  notizie  del  giorno. 

gioriiàlicr,  agg.  =  giornaliero:  che  ha 
un  aspetto,  un  umore  diverso  secondo 
i  giorni. 

giornalista,  s.  ni.  =  giornalista:  chi 
scrive  nei  giornali. 

giórno,  (òrdin  del)*  =  ordine  del  giorno: 
alla  camera,  in  un'  assemblea,  società, 
gli  argomenti  da  trattarsi  in  quel  giorno. 

giòstra,  s.  f.  =  giostra,  carosello:  specie 
di  gioco  poco  conosciuto  in  Toscana, 
fatto  di  cavallucci  di  legno  o  altri  ani- 
mali che  girano  intorno  ad  un  palo  a 
cui  sono  attaccati  da  raggi.  Si  vede  spe- 
cialmente alle  nostre  fiere. 

giotón,  s.  ni.  =  nigella:  sorta  d'erba  dei 
campi  che  ha  odore  di  fragola,  usata 
per  dar  l'aroma  ai  sorbetti. 

1)  Git,  gittaione:  seme  nero  che  fa 
un'erba  del  medesimo  nome. 

2)  giotón  sàlvàdegh  =  behon  bianco. 
giova,  s.    f.    =    granchio  :    T.    dei    fale- 


gnami, ferro   conficcato  nel  banco  per 
appuntarci  il  legno  da  piallare. 

1)  Anche  la  penna  del  martello  spac- 
cata a  uso  di  levar  chiodi  o  sim. 

giova,  V.  att.  =  vedi  gioà. 

gioviàl,  *  agg.  =  gioviale,  allegro,  coro 
contento. 

gipa,  s.  f.  =  giubbetto,  giubbone. 

1)  tra  foeUra  i  mànegh  déla  gipa  = 
uscir  di  gatta  morta,  sgranchirsi,  farsi 
vivo,  mostrar  vigore. 

gipà,  V.  att.  =  impuntire:  cucire  chec- 
chessia con  punti  fitti.  Anche  :  fare  il 
sopraggitto. 

gipàdura,  s.  f.  =  impuntura,  sopraggitto: 
quei  punti  fitti  e  bene  ordinati  che  for- 
mano una  cucitura  elegante. 

1)  cilsì  à  gipàdUra  =  impuntire;  cu- 
cire a  punti  fitti. 

gipìn,  s.  ni.  =  giacchettina:  sorta  di  giac- 
chetta da  donna. 

gipon,  s.  m.  =  giubbone  :  giacchettone 
rozzo  e  largo  da  contadini  e  da  povera 
gente  o  sim.  a  quello. 

1)  d'òna  marsina  fa  fczura  on  gipòn 
=  far  d'una  lancia  un  zipolo. 
I.  2)  Ve  picsee  inane  là  càmìsa  che  el 

gipon  =  non  s'ha  prossimo  suo  più  che 
se  stesso  :  è  più  vicino  il  dento  che 
nessun  parente. 

giponin,  s.  m.  =  farsetto,  giubboncino, 
giubbettino,  camiciuola  :  del  vestito  da 
donna. 

1)  giponin  de  nòtt  =  giubboncello, 
giubberello  ,  corsetto  ,  camiciuola  da 
notte  :  specie  di  farsettino  che  le  donne 
sogliono  portare  in  letto  sopra  la  ca- 
micia. 

gir,  s.  m.  =  giro,  circonferenza,  circolo: 
la  linea  che  circoscrive  uno  spazio. 

1)  Movimento  circolare  di  persone  e 
cose  ;  el  gir  di  àtèll.,  del  so,  dèla 
lUna,  ecc.  =  il  giro  delle  stelle,  del 
sole,  della  luna,  ecc.;  on  gir  de  vdléer 
=  un  giro  di  valzer. 

2)  Viaggio  circolare  ;  fa  el  gir  déla 
Frància,  del  mond  =  fare  il  giro  della 
Francia,  del  mondo. 

3)  veéè,  mètt  in  gir  =  essere  in  giro 
0  girare,  mettere  in  giro  :  della  circo- 
lazione del  danaro,  di  scritti,  stampe, 
libri,  notizie. 

4)  àndà  in  gir  =  andare  in  giro,  an- 
dar da  su  e  da  giù,  e  fig.  di  coso  che 
passano  per  le  mani  di  molti. 


gir 


360  —  gir 


5)  el  gir  di  afàri  =  il  giro  degli  af- 
fari. 

6)  in  gir,  modo  avv.  =  in  giro,  in- 
torno. 

7)  toRU  in  gir  =  beffarsi  di  uno,  sbef- 
feggiare, pigliare  a  godere  uno:  farsene 
beffe,  fìngendo  di  lodarlo. 

8)  còti  ài  gir  =  girato  :  di  carne, 
polli  allo  spiedo. 

9)  Giro  :  dicesi  così  il  giuoco  intero 
di  un  terzetto  o  di  un  quartetto  al  bi- 
gliardo. 

10)  Einquarto:  quando  la  palla  bat- 
tuta ad  una  mattonella  del  bigliardo 
percorre  un  giro,  toccando  tre  o  anche 
quattro  mattonelle. 

gira,  s.  f.  =  ghiro,  scoiattolo  ;  seiurus 
glis,  mammifero  che  dorme  tutto  l' in- 
verno. 

1)  dormi  come  on  ghir  =  dormire 
come  un  ghiro,  cioè  profondamente. 

2)  Diciamo  gira  spesso  anche  lo  scoiat- 
tolo, detto  meglio  però:  sghiràtt  o 
écoiàtol. 

giràj  V.  att.  =  girare  :  muovere  intorno 
a  un  punto;  là  roRuda  là  gira  =  la  niota 
gira;  i  incanì  giren  =  le  macine  girano. 

1)  Percorrere  in  giro  e  circondare  ; 
el  cordòn  el  gira  int&rna  Ma  vita  = 
il  cordone  gira  attorno  alla  vita. 

2)  Muoversi  in  giro  ;  là  ter  a  là  gira  = 
la  terra  gira. 

3)  Di  pers.,  andare  da  un  posto  al- 
l'altro; gira  per  el  mond  =  girar  per 
il  mondo. 

4)  girti  fila  larga  =  girar  lai-go:  te- 
nersi a  distanza  da  persona  o  cosa  che 
non  vogliamo  avvicinare. 

5)  gir^  intorno  =  aggirarsi,  girellare 
con  intenzioni  tristi  intorno  a  un  luogo; 
gira  inforna  cèrti  face  che  me  piàsen 
nagòtt  =  s'aggirano  certe  facce  che  non 
mi  piacciono  punto. 

6j  là  ghe  gira  =  la  gli  gira:  gli  dà 
volta  il  cervello. 

7)  gira,  viiij  =  gira,  togliti  di  lì,  va 
via. 

8)  gira  dna  cambiai  =  girare  una 
cambiale  ;  farci  la  gira,  la  girata. 

9)  giràon  ceucc  =  girar  l'anima;  es- 
sere di  malumore,  irritato. 

gìràbàghìn^  s.  m.  =  menarola  :  grosso 
succhiello  che  si  gira  con  una  mano- 
vella, 

gìràda,*  s.  f.  =  girata,  passeggiata;  voo 
à  fa  dna  giràda  in  piàsa  càstèll  =  vo 


a  fare  una   passeggiata  in   piazza  ca- 
stello. 

1)  Cessione  d'una  cambiale,  comm. 
giràdìua,  *  s.  f.  =  giratina,    passeggia- 

tina;  vemm  à  fa  ona  giràdina  e  poeti 

tórnem  =  si  fa  una  giratina  e  si  torna. 
gìràfa,  s.  f.  =  giraffa:  grosso  mammifero 

ruminante  di  lungo  collo  e  alte  gambe 

anteriori. 

1)  rè  dna  giràfa  =  è  alto  come  una 

giraffa;  di  pers.  alta  e  magra. 
giràfiimm,  s.  m.  =  mulinello  :  specie  di 

ruota  di  latta   ad  ali,    che    si   applica 

alle  finestre  in  uno  dei  cristalli,  perchè 

possa  rinnovarsi  l'aria  di  dentro. 
giràmént,  s.  in.  =  giramento,  giracapo, 

capogiro,  vertigine,  giramento  di  capo. 

Si  dice    anche    giràmént   de    tèsta,  de 

eoo. 
girando;  s.  m.  =    viticcio  :    sostegno  di 

due  0  più   braccioli    per  uso  di  regger 

lumi.  Dal  frane,  girandole. 
giràni,  s.  m.  =  geranio:  pianta  odorosa 

e  il  fiore;  geranium. 
girànt,  s.  m.  =  girante  :  colui   che  gira 

la  cambiale  al  giratario. 
giràsó,  s.  m.  =  girandola:  specie  di  foco 

artificiale  che  gira  sopra  se  stesso 

1)  Girasole:  pianta  di  fiori  gialli  che 
si  voltano  al  sole. 

2)  Mulinello:  sorta  di  trastullo  di  ra- 
gazzi con  due  o  quattro  ali  di  carta 
che  a  correre  girano. 

giratàri,  s.  m.  =  giratario  :  quello  in  cui 
favore  è  girata  una  cambiale. 

giravolta,*  s.  f.  =  giravolta:  il  girare 
della  persona  su  stessa;  Vhà  faa  tré  ò 
qiiMer  giravdlt  e  poeu  l'è  borlaa  in 
tèra  =  fece  tre  o  quattro  giravolte  e 
poi  cadde  in  terra. 

girèta,  s.  f.  =  piccolo  ghiro  :  dimin.  di 
gira. 

girètin,  e  girètt,  s.  m.  =  passeggiatina, 
giterella,  viaggetto  :  qualche  cosa  più 
che  giràdina. 

girètt,  s.  m.  =  garretto;  T.  dei  ma- 
cellai. Vedi  giàrètt. 

giroeù,  s.  m.  =  boschetto,  frasconaia  : 
piccolo  spazio  di  terreno  piantato  di 
alberetti,  che  serve  per  uccellare. 

girolìflcli,*  s.  m.  =  geroglifico,  ghirigori: 
segno,  frego  fatto  senza  un  vero  e  pro- 
prio disegno. 

Gìrólom,  s.  m.  =  Gerolamo:  nome  pro- 
prio di  persona. 

1)  Nome  della  maschera  piemontese 


gli- 


ssi — 


giù 


che  fa  le  parti  del  bonario  e  spesso  del 
furbacchione,  sul  teatro  delle  mario- 
nette, qui  da  noi  al  teatro  dotto  appunto 
Gerolamo,  o  anche  Piando  da  Giovanni 
Fiando  che  lo  fondò  nel  1814. 
giroiiieta,  s.  m  =  banderuola,  girella  : 
chi  muta  facilmente  opinione. 

1)  Anche:  mereiai olo  ambulante.  Vedi 
boronièta. 

2)  Nome  di  certe  paste  giallastre  rap- 
presentanti cavallucci,  omicciattoli  a  ca- 
vallo, cuori,  con  linee  molto  rozze  che 
si  vendono  alle  fiere  speci  alm.  di  cam- 
pagoa:  disusano  e  con  loro  il  nome. 

gironsa,  v.  att.  =  gironzare,  girellare,  gi- 
ronzolare: andare  in  qua  e  in  là  in  pic- 
cole girate,  per  divertimento,  per  ozio 
ed  anche  por  secondo  fine. 

1)  Eonzare  :  il  rigirare  dei  vagheg- 
gini intorno  a  una  ragazza;  l'ha  anvw 
de  fini  de  gironsàmm  intórno?  =  non 
ha  finito  di  ronzarmi  d'intorno? 

giròvago,  agg.  =  girovago;  molti,  pronun- 
ciando male,  anche  girovago;  nicr- 
cànt,  sonàdòr  giròvago  =  mercante, 
suonatore  girovago,  ambulante. 

gita,  *  s.  f.  =  gita,  passeggiata,  escur- 
sione ;  per  lo  piii  divertimento  campe- 
stre; hèmm  propi  faa  dna  bela  gita  ter 
éiil  Idgh  =  abbiamo  fatto  una  bella  gita 
davvero  ieri  sul  lago. 

gita,  V.  att.  =  gettare:  versare  il  metallo 
fuso  nelle  forme  perchè'  raffreddando 
ne  conservi  la  figura. 

gitaa,  agg.  =  gettato,  fuso:  di  oggetti  di 
metallo. 

gitàss,  V.  rifl.  =  imbarcarsi:  del  legname 
non  stagionato  che  si  piega. 

gito,  s.  m.  =  gettatore,  fonditore:  meglio 
oggi  fondoeùr. 

gitt,  s.  m.  =  getto:  l'opera  gettata.  Poco 
usata  da  noi  come  in  Toscana. 

1)  Guscio:  parte  legnosa  nella  forma 
che  il  fonditore  di  caratteri  adopera  per 
fondere. 

giiibilà,  V.  att.  =  giubilare:  mettere  a  ri- 
poso da  un  impiego. 

gitibilaa,  agg.  =  giubilato,  messo  a  ri- 
poso. 

1)  vèss  bèli  e  giubilaa  =  essere  fuori 
di  combattimento,  non  esser  più  buoni 
a  nulla. 

giiibilàsiòn,  s.  f.  =  giubilazione:  il  giu- 
bilare, dar  pensioni. 

giilbilee,  s.  m.  =  giubileo  :  festa  catto- 
lica per  la  remissione  dei  peccati. 


1)  pientà   di   giiibilee   =    tar  nascer 
guai,  putiferio,  baccano. 
giMee,  (i)  s.  pi.  =  le  guardie  del  Santo 
Sepolcro. 

1)  el  par  on  giudee;  diciamo  noi  di 
chi  ha  volto  barbuto  e  sinistro. 
giudea,  s.  m.  =  giudice:  chi  giudica  o  ha 
l'autorità  di  giudicare;  giudee  concilià- 
dor^  de  tribunal,  de  Cort  d'apèll  =  giu- 
dice conciliatore,  di  tribunale,  di  Corte 
d'appello. 

1)  Chi  è  chiamato  a  decidere. 

2)  giudee  déla  stadera  =  ago,  raggio 
pesatore.  Il  ferro  della  bilancia  o  della 
stadera  che  quand'è  in  bilico  mostra  il 
giusto  peso. 

3)  vèss  in  giudee  =  essere  in  bilico, 
in  bilancia. 

giiidicà,  V.  att.  =  giudicare:  pronunciare 
un  giudizio. 

1)  Stimare,  pensare,  riputare  ;  ti  come 
tèi  giudiehet  quèll  gidin  lì?  =  tu  quel 
giovino  come  lo  giudichi?  che  stima 
ne  fai  ? 

giiidisi,  s.  m.  =  giudizio:  parere  emesso; 
el  me  giiidisi  Vhoo  daa  =  il  mio  giu- 
dizio l'ho  dato. 

1)  La  sentenza  del  magistrato,  e  an- 
che parere  di  persona  sopra  una  data 
cosa. 

2)  chi  g'hà  giiidisi  le  drcBtlva  =  chi 
ha  più  giudizio  e  più  n'  adopri.  Vedi 
di'oà,  2). 

3)  fa  giiidisi  =  mettere  il  cervello  a 
partito,  metter  giudizio,  buttarsi  al  bone. 

4)  giiidisi  temerari  =  giudizio  teme- 
rario: parere,  sospetto  senza  fondamento. 

5)  Cervello,  senno,  giudizio.  Per  ce- 
lia: gnegnero. 

6)  el  di  del  giiidìèi  =  il  giorno  del 
giudizio:  alla  fine  del  mondo  ;  anche, 
el  giiidisi  iiniversal  =  il  giudizio  uni- 
versale. 

7)  àndti  cont  giiidisi  =  andare  col 
calzare  di  piombo;  anche  àndà  coi  pè 
de  piomb. 

giiidisiàri,  *  agg.  =  giudiziario  :  che  si 
riferisce  ai  giudici  o  ai  giudizi. 

gitidisiós,  *  agg.  =  giudizioso  :  che  ha 
giudizio,  che  fa  le  cose  con  giudizio. 

giiigà,  v.  att.  =  giocare,  divertirsi  al 
giuoco,  baloccarsi. 

1)  el  giiigària  in  V  acqua  =  gioche- 
rebbe sui  pettini  da  lino. 

2)  giiigà  à  salva  el  so  =  fare  a  sal- 
vare la  posta. 


gin 


—  362  — 


gin 


3)  giilgà  polid,  in  regola,  de  boti  = 
fare  il  dovere  del  gioco. 

4)  giiigà  de  pòeeh  =  glocucchiare,  e 
meno  coni,  giocacchiare. 

5)  fa  giiigà  =  baloccare  ;  divertir  con 
balocchi. 

6)  giiigà  de  baia  =  giocare  a  tu  me 
gli  hai:  giocare  senza  posta,  o  sulla 
parola. 

7)  à  che  giceugh  giùghem,?  =  a  che 
gioco  si  gioca?  Con  risentimento  a  chi 
ci  vuol  burlare. 

8)  Giocare,  scherzare,  celiare  :  non 
far  seriamente  ;  se  pò  credegh  nàgòtt; 
el  gitiga  sémper  =  non  gli  si  può  cre- 
der nulla;  celia  sempre. 

9)  Arrischiare  di  perdere;  l'ha  giiigaa 
l'impiégh  =  ha  giocato  l'impiego. 

10)  giiigà  ben  =  giocar  bene:  fare  ef- 
fetto, operare  ,  muoversi  liberamente  ; 
l'andar  bene  e  spedito  di  un  congegno. 

11)  giiigà  al  lòti,  ài  core  =  scom- 
mettere al  lotto,  alle  corse.  Anche  :  gio- 
care. 

12)  Arretire,  tender  lacci,  insidiare; 
me  soni  fidaa  e  Hi  el  m'ha  giiigaa 
ben  polid  =  mi  son  fidato  ed  esso  mi 
insidiò  per  bene.  Anche  :  perdere  uno, 
rovinarlo. 

giiigàda,  s.  f.  =  giocata  :  il  giocare  che 
si  fa  di  seguito  in  una  volta  ;  ah  !  in- 
ccBÙ  hoo  pì'òpi  faa  ona  bela  giiigàda  = 
ah  !  oggi  ho  proprio  fatto  una  buona 
giocata. 

1)  Quel  tanto  che  si  gioca  :  messa, 
posta. 

giìigràtà,  «'.  att.  =  giocucchiare;  intens.  e 
frequent.  di  giocare  ;  anche  giocolare, 
trastullarsi. 

giugàtàda,  s.  f.  =  giocata.  Vedi  sopra 
giiigàda,  1). 

giiigàtòn,  s.  m.  =  burlone  ;  baione,  ce- 
liatore:  chi  ama  di  burlare  e  ne  ha  l'a- 
bitudine. 

giiighètt,  s.  m.  =  giochetto,  scherzetto; 
dimin.  di  giuoco. 

giiign,  s.  m.  =  giugno:  nome  del  sesto 
mese  dell'anno. 

1)  giiign  slarga  el  piign  ;  nel  pro- 
verbio, aprii  nàtica  on  fd,  mag  addg 
addg,  giiign  slarga  el  piign  =  d'aprile 
non  si  smetta  nulla  del  vestimento  in- 
vernale, di  maggio  si  cominci  a  poco 
a  poco,  di  giugno  si  smetta  quasi  del 
tutto,  poiché  l'estate  è  giunto. 

giiilepà,  V.  att.  =  giulebbaro-;   di  frutte. 


cuocere  nello  zucchero;  per, pòmm,  briign 
giulepaa  =  pere,  mole,  prugne  giuleb- 
bate. 

giiilèpp,  s.  m.  =  giulebbe:  sciroppo  con 
acqua  e  aromi  in  cui  si  cucciano  le  frutte. 
Meglio  :  sciroppo. 

giuncli,*  =  giunco:  piante  di  padule,  pie- 
ghevoli, senza  foglia. 

1)  on  sii  à  giiinch  =  una  giuncaia. 
giùnta,  s.    f.  =    aggiuntatura:    il   punto 

dove  è  fatta  l'operazione  dell'aggiun- 
tare; se  ■ved  tròpp  là  giunta  in  quij 
calsòn  =  si  vede  troppo  l'aggiuntatura 
in  quei  pantaloni. 

2)  L'  operazione  dell'  aggiuntai-e  ;  l'è 
ona  giùnta  fàda  minga  polid  =  è  una 
aggiuntatura  non  fatta  bene. 

3)  L'aggiunta,  quel  che  si  aggiunge; 
quèst  me  V  han  daa  sii  de  giùnta  = 
questo  me  l'han  dato  d' aggiunta.  In 
questo  senso  anche,  giunta. 

4)  là  giùnta  =  la  giunta  :  magistra- 
tura comunale  e  provinciale  delegata 
specialmente  all'amministrazione  del  co- 
mune 0  della  provincia. 

5)  giilnta  déla  cdrna  =  giunta,  ta- 
rantelle. 

6)  l'è  piisee  là  giunta  che  là  càrna 
=  è  più  la  giunta  che  la  derrata. 

7)  Scapito,  perdita. 

giiiutà,  v  att.  =  giuntare:  unire  cucendo 
due  pezzi  della  stessa  roba.  Anche  ag- 
giuntare; giunta  i  lensosù  =  aggiuntare 
le  lenzuola. 

giuntagli;  V.  att.  =  rimetterci,  scapitarci, 
perderci;  in  del  càmbi  g'hoo  giuntaa 
=  nel  baratto  ci  ho  rimesso,  ci  ho  sca- 
pitato. 

giuntò,  s.  m.  =  sergente.  T.  dei  fale- 
gnami: arnese  per  sti'ingere  i  pezzi  in- 
collati . 

giuntura,  *  s.  /".  «  giuntura,  commes- 
sura, costura. 

1)  Articolazione  delle  membra;  soni 
pién  de  dolor  in  di  giuntar  =  son  pieno 
di  dolori  allo  giunture. 

giiirà,  V.  att.  =  giurare,  affermare  con 
giuramento. 

1)  Anche  semplic. ,  promettere  con 
giuramento  o  con  gran  calore. 

2)  podarii  viinga  giurali  =  non  lo 
potrei  giurare  ;  non  potrei  affermarlo 
con  tutta  sicurezza. 

3)  giiiràghela  à  vùn  =  giurarla  ad 
uno  :  di  vendetta,  di  proposito  delibe- 
rato, fermo  contro  qxialcuno. 


giù 


—  363  — 


giù 


4)  el  giura  =  sconcordaro,  non  ar- 
monizzare :  specialm.  di  colori  che, 
uniti,  ripugnano  al  senso  estetico. 

giiiramént,  *  s.  m.  =  giuramento,  giuro  : 
aiTermazione  nel  nome  di  Cristo  che 
quanto  si  asserisce  è   la  verità. 

1)  Qualunque  affermazione  fatta  so- 
lennemente di  mantenere  la  fede  a 
chichessia. 

gìiiràto,  s.  m.  =  giurato  :  chi  appai-tiene 
a  un  giurì  e  specialm.  alla  giuria  eletta 
pei  giudizi  alle  Corti  d'Assise. 

gìliridegh  e  ora  meglio  giiiridich,  * 
s.  m.  =  giuridico:  appartenente  al  giure, 
alla  giustizia. 

giiirìsdisiòn,  *  s  f.  =  giurisdizione  :  po- 
tere di  giudicare  con  speciali  attribu- 
zioni di  materia  e  luogo. 

gìiirispriidénsa,  *  s.  f.  =  giurisprudenza: 
la  scienza  del  diritto. 

gius,  s.  m,  =  sugo,  estratto ,  succo  : 
umore  sostanzioso  e  saporito  degli  agru- 
mi e  altri  frutti. 

1)  fdpa  del  gius  =  padule  del  letame. 

gìiisòs,  agg.  =  sugoso  :  pieno  di  sugo  e 
succo. 

gìiist,  agg.  =  giusto  :  chi  segue  giustizia. 

1)  Retto,  onesto,  leale:  chi  ha  le 
virtìi  della  onestà,  della  lealtà. 

2)  Preciso,  esatto,  che  ha  precisione 
esattezza,  ed  anche  ciò  che  è  fatto  se- 
condo  precisione  o  esattezza. 

3)  Intero,  bone  :    contrario  di  rotto. 

4)  pés  giilét  =  peso  giusto  :  ne  più 
né  meno  di  quel  che  devo  essere. 

5)  ciint  giiist  =  conto  giusto:  che  è 
fatto,  che  torna  bene. 

C)  Avv.  giustamente  :  secondo  giu- 
stizia; pensa,  ragionai,  parla  giiist  = 
pensare,  ragionare,  parlare  giustamente. 
giusta,  avv.  =  giusto,  appunto;  vegnéva 
giusta  de  ti  =  veniva  appunto  da  te  ; 
ci  m'ha  giusta  scritt  l'àltrèr  =  mi  ha 
giusto  scritto  ier  l'altro. 

1)  giuét'àpùnt  =  giusto  appunto,  ap- 
punto per  questo. 

2)  vèéà  degiùéta  =  essere  di  ragione. 
giiistà,  v.  att.  "  aggiustare,  accomodare 

le  cose  rotte  ;  giìlstà  i  ècarp  =  accomo- 
dare le  scarpe. 

1)  giilstti  i  ciint  =  aggiustare  i  conti, 
mettersi  in  pari  ;  giusta  i  ciint  coni 
Dòmenedlo  =  aggiustare  i  conti  con 
Dio  :  prepararsi  a  morire. 

2)  Eattoppare:  mettere  i  rattoppi  ai 


panni  che  si  sono  rotti,  o  per  strappo 
0  per  lungo  uso. 

'ò)  Accomodare,  correggere  un  lavoro 
sbagliato,  non  riuscito  bene  alla  prima  ; 
te  giiistàroo  mi  i  vèrs  sbàgliaa  =  ti  ac- 
comoderò io  i  versi  sbagliati.  Anche: 
rimettere  in  buono  stato  cosa  che  si 
sia  guastata;  giiistà  i  strad,  i  mòbile 
V orològg,  ecc.  =  accomodai'o  le  strade, 
i  mobili,  l'orologio,  ecc. 

4)  giiistà  el  stomegh  =  accomodare 
lo  stomaco:  metterlo  in  miglior  coodi- 
zioni. 

5)  giiistà  i  calsètt  =  rassettare  le 
calze  :  dicesi  in  generale  rassettare- 
quando  si  accomoda  con  ago  e  sim. 
cucendo  o  rammendando. 

6)  giiistà  i  so  ròbb  =  acconciarsi  le 
uova  nel  panieruzzolo. 

7)  giiistà  éiiàla  èo«a  =  raffazzonare,, 
rabberciare. 

8)  giiistà  vUn  =  aggiustare,  acconciar 
male  uno  ;  làsa  fa  che  quèll  li  el  giusti 
mi  =  lascia  fare  che  quello  l'aggiusto  io» 

9)  giiistà  dna  Ut  =  accomodare,  com- 
porro un  dissidio. 

10)  giustàsè  =  accomodarsi,  accor- 
darsi, rappacificarsi  :  di  persone  che 
sono  in  questione  o  anche  in  leggero 
disaccordo  sul  prezzo  di  una  merce  e 
vanno  d'  accordo  ;  quànt  ài  prèsi  se 
giiistàrèmm  =  circa  al  prezzo  ci  acco- 
moderemo. Anche  di  qualunque  altro 
disaccordo  ;  dopo  tanti  ànn  se  s'hin 
giiistaa  =  dopo  tanti  anni  s'accomoda- 
rono, hanno  fatto  la  pace. 

giiistàbii,  agg.  =  aggiustabile,  accomo- 
dabile :  da  potersi  aggiustare,  accomo- 
dare. 

gìiistadura,  s.  f.  =  aggiustatura,  acco- 
modatura, rassettatura;  l'opera  dell'ag- 
giustare, accomodare,  rassettar  roba. 

giiistàinént,  s.  m.  =  aggiustamento,  ac- 
comodamento, accordo.  Vedi  àgiiistà- 
mént. 

giìistesa,  s.  f.  =  giustezza:  la  lunghezza, 
uguale  e  precisa  d'ogni  linea  di  stampa, 
e  lo  stramento  per  misurarla.  T.  di 
tipogr. 

giiistiflcà,  V.  att.  =  giustificare,  mostrare 
che  è  giusto  un  uomo,  un  atto,  e  pro- 
vare con  ragioni,  con  documenti  la 
verità. 

1)  Scolpare,  scagionare  uno  di  colpe 
che  gli  sono  attribuite. 
2j  Rifl.  giiiétificàéà  »  scolparsi  ;  di- 


giù  —  364 

fendersi  da  accuse  e  dimostrarle    non 
vere. 

3)  Eetti  ficare  i  caratteri  da  stampa 
col  registro. 

giustiflcaa,  agg.  =  giustificato  :  di  ca- 
ratteri da  stampa  che  s'accordino  cogli 
altri. 

giiistiflcàdòi*;  s.  m.  =  i  gemelli  :  spran- 
ghe di  acciaio  o  di  ferro  in  cui  si 
chiudono  i  tipi  di  stampa  per  rettifi- 
ficarli  col  pialletto. 

1)  Tagliatoio:  parte  principale  del 
pialletto  che  taglia  e  ripulisce  i  carat- 
tei-i  da  stampa. 

gitistiflcàsiòn,  s.  /".  =  giustificazione  : 
l'atto  del  giustificarsi  e  il  documento 
che  giustifica. 

1)  Anche  l'atto  del  rettificare  i  ca- 
ratteri da  stampa. 

giiistisia,  *  s.  f.  =  giustizia  :  il  dare  a 
ciascuno  ciò  che  per  diritto  gli  appar- 
tiene ;  han  faa  i  división  con  giiiètìéia  = 
fecero  le  divisioni  con  giustizia. 

1)  fa  giiiètìéia  =  fare  giustizia  :  rico- 
noscere i  diritti  aitigli  contestati. 

2)  là  giiiètisia  =  la  giustizia  :  i  ma- 
gistrati preposti  all'  amministi'azione 
della  giustizia. 

3)  t'ègh  à  che  fa  con  là  giiiètìéia  = 
aver  che  fare  coi  tribunali  :  aver  com- 
messo cosa  di  cui  si  debbano  occupare 
i  tribunali. 

4)  Imparzialità:  equità  di  chi  non 
prende  parte  a  favore  di  uno  piuttosto 
che  di  un  altro  ;  *  coiicorè  hin  ìndi 
faa  coni  giiiètìéia  =  i  concorsi  non 
sono  fatti  mai  con  imparzialità. 

giiisiimiii,  s.  m.  =  gelsomino  :  forma 
antiquata  per  gelsumìn.  Vedi. 

1)  Luminello  :  cerchietto  di  fil  di 
ferro  o  di  latta  con  sugheri  per  tenere 
a  galla  il  lucignolo  delle  lampade  o  l'a- 
nimella nei  lumini  da  notte. 

giiisuiuìii;  s.  m.  ora  quasi  dapertutto  : 
gelsumìn,*  =  gelsomino    fiore. 

glàciàl,  *  agg.  =  glaciale.  T.  geogr.  : 
che  è  sempre  o  quasi  sempre  gelato  : 
detto  di  mare,  di  zona,  ecc. 

1)  Fig.  freddo,  senza  espansione  di 
affetto. 

gladiàtòr,  *  s.  m.  =  gladiatore:  com- 
battente negli  antichi  pubblici  spetta- 
coli. 

glàdìsia,  s.  f.  =  fava  americana  Gedit- 
scliia  triacanthos.  Albero  spinoso.  " 

glàudoL'ì,  s.  f.  =  glandola   e   gianduia: 


gne 

ingrossamento  di   glandola  o  tumore  e 
ingorgo  linfatico,  specialm.  nei  fanciulli. 

glàsé,  agg.  =  lucido,  levigato;  carta, 
guani  glàsé  =  carta,  guanti  lucidi.  Dal 
frane,  glacé. 

1)  Sost.  masch.  :  una  specie  di  ca- 
rattere da  stampa  tozzo,  d'asta  grossa 
0  assai  rilevato. 

glicerina,  *  s.  f.  =  glicerina:  sostanza 
oleosa,  leggermente  zuccherina. 

glicìnia,  s.  f.  =  glicinia  ;  sorta  di  pianta. 

glo  glo  (fa),  =  fare  glo  glo.  Per  celia  : 
bere:  voce  imitativa  dell'ingoiare  liquidi. 

globo,  *  s.  in.  =  globo,  palla,  campana  : 
globo  di  vetro  che  si  mette  ai  lumi  per 
temperare  la  luce  troppo  viva.  Qual- 
che volta  anche  bàlòn.  Vedi  bògìa. 

gloria,  s.  f.  =  gloria  :  onor  grande  ac- 
quistato per  virtù  o  per  opere  insigni. 

1)  Giaculatoria  latina  che  è:  gloria 
patri  et  filio,  ecc. 

2)  tuli  i  ectimi  fenièen  in  glòria  = 
la  lingua  batte  dove  il  dente  duole  ; 
ed  anche  :  il  fine  è  sempre  il  medesimo. 

gloriata,  s.  f.  =  altana,  terrazza,  belve- 
dere :  loggia  aperta  sopra  il  tetto  della 
casa.  Ora  più  usato  :  teràsa. 

gloriòs,  *  agg.  =  glorioso  :  che  ha  o 
arreca  gloria. 

1)  Soddisfatto  ;  gloriòs  e  trionfànt  = 
contentissimo  di  sé  e  dell'opera  propria. 

gnàccli  (vèss  tra  gnàccli  e  petàcch)  = 
essere  fra  le  due  acque  :  specialmente 
di  condizione  di  salute  non  ben  decisa. 

gnàgnera^  s.  f.  =  febbricciattola,  males- 
sere, malavoglia:  lo  stato  di  chi,  sen- 
tendosi non  bene,  non  sa  neppur  lui 
dire  precisamente  che  cosa  si  senta. 

gnàmm,  !  =  mangia  ;  fa  gnàmm  =  man- 
giare :  son  voci  usate  parlando  a  bam- 
bini. 

gnào,  s.  m.  =  miccio,  fam.  e  scherz.  : 
gatto. 

1  )  Anche  :  gnao  e  gnau  :  parola  imi- 
tati va  della  voce  del  gatto;  fa  gnào  = 
gnaulare,  miagolare  :  far  la  voce  del 
gatto. 

guècch,  agg.  =  balogio;  svogliato  :  chi  si 
sento  poco  bene  di  salute  e  anche  chi 
non  ha  la  solita  vivacità. 

1)  dc'-entà  gnècch  =  aver  le  patur- 
nie,   infalotichire. 

gnechisia,  s.  f.  =  svogliataggine,  ziugli- 
naia,  lo  paturne  o  paturuie:  il  malu- 
more, la  malinconia  da  cui  è    assalito 


glie 


—  365  — 


gasu 


specialmente  chi  sta  poco  bene  di  sa- 
late. 
gnèrv,  s.  m.  ora  assai  più  comune  nèrv  * 
=  nervo  :  ciascuno  dei  cordoncini  che, 
partendo  dal  cervello  e  dal  midollo 
spinalo,  sono  conduttori  delle  sensazioni 
e  motori  dei  muscoli. 

1)  dà  ài  gnèrv  o  ài  nh-v  =  urtare  i 
nervi,  ripugnare,  eccitare  lo  sdegno. 

2)  Nerbo  :  specie  di  bastone  fatto 
con  nervo  di  bue. 

grneryàda,  s.  f.  =  nerbata:  colpo  di  nerbo. 

gnervèut,  agg.  =  nervoso,  nerboruto: 
che  ha  grossi  nervi. 

gnervètt,  s.  m.  =  nervetto,  nervolino, 
dim.  di  nervo. 

1)  Parte  dello  scannello  nelle  bestie 
macellate,  ossia  del  taglio  del  culaccio 
vicino  alla  coscia. 

guìff,  *\  m.  =  pastinaca  :  specie  di  ra- 
dice di  sapore  acuto  che  si  mangia 
cotta.  Somiglia  alle  carote. 

1)  Muso  rincagnato  :  spreg.  del  volto 
dell'uomo. 

2)  Agg.  specialm.  di  trutta:  accar- 
tocciato, cresposo;  quasi  secco. 

giiifÌD,  s.  m.  =  cosino,  cancherino,  cria; 
di  persona  e  specialmente  di  bambini 
che    abbian   faccia   sparuta,    intristita. 

guiguòii  giiigtiàu  oggi  assai  più  comune 
lìròii  liràn,  s.  m.  =  tentennone,  cion- 
dolone, gingillone  :  chi  si  indugia  sem- 
pre nel  fare  e  fa  le  cose  da  stracco, 
senza  buona  volontà. 

1)  àndci  gnignon,  gnignùn  =  gingil- 
larsi :  star  per  casa  intorno  a  piccole 
occupazioni  ;  ed  anche  perdere  il  tempo 
senza  far  nulla. 

guòccli)  s.  m.  =  gnocco  :  pezzo  informe 
di  pasta  condito  con  cacio  e  buiTO. 

1)  Bernoccolo.  Vedi  bergnocola. 

2)  Bozzola.  Vedi  fraa. 

3)  Nocchio:  nodo  nel  legname,  ed 
anche  nella  creta  mal  lavorata  e  nei 
mattoni  che  se  ne  fanno. 

4)  Agg.  :  semplicione ,  bietolone  , 
sciocco,   baggiano. 

gntìca,  .s.  f.  =  uuca:  la  parte  posteriore 
del  collo  e  l'inferiore  del   capo. 

gniicària,  s.  f.  =  caparbieria,  caparbiag- 
gine,  testardaggine,  cornaggine,  ostina- 
zione. Astratto    di   caparbio,    testardo. 

guOcc,  agg.  =  caparbio,  cocciuto  :  che 
vuol  far  di  suo  capo,  non  vuol  sentir 
ragioni,  non  s'arrende  a  pi'oghiere,  a 
consigli. 


gobi  II,  s.   m.  =  gobbette  :    uomo   gobbo. 
1)  Gobbino,  vezzegg.  di  gobbo,  gobba. 
gobòu,  s.  ììi.  =  gobbone,  gobbaccio,  spreg. 
di  gobbo,  uomo  gobbo. 

1)  Curvo:  di  chi,  anche  senza  essere- 
gobbo  ne  curvo,  cammina  incurvandosi. 
gòd,  V.  att.  =  godere. 

1)  Pigliarsi  gusto  e  diletto  ;  trovar 
consolazione  e  compiacersene. 

2)  Usare  di  una  cosa,  avendone  utile 
e  diletto;  là  ròba  Ve  de  chi  le  gòd  = 
la  roba  è  di  chi  la  gode;  mi  godi  oii 
àpàrtamént  à  segond  pian  =  io  godo 
un  appartamento  a  secondo  piano. 

3)  godèsela  =  godersela,  spassarsela, 
in  feste,  allegrie,  senza  pensare  a  nulla. 
In  questo  signific.  anche  :  gòd  là  vita. 

4)  ehi  si  contènta  gode.  Vedi  coii- 
tentàss. 

5)  tiltt  de  gòd  =  godereccio;  fam.  dr 
cosa  piacevole,  che  dà  godimento. 

6)  gòd  là  ròba  =  usare  di  ciò  che 
avanza  ;  adattare  ;  veétii  godiiii  =  abito 
adattato. 

godibìl,  *  agg.  =  godibile:  che  si  può 
godere. 

1)  Adattabile  :  che  si  può  ancora 
adattare  ;  sto  gilè  Ve  pròpi  pù  godibil 
=  questo  panciotto  proprio  non  è  più 
adattabile. 

godimént,  *  s.  m.  =  godimento  :  piacere 
che  si  ha  di  una  cosa,  e  specialmente 
delle  soddisfazioni  intellettuali. 

goduda,  s.  f.  =  godimento,  specialmente 
per  cose  materiali. 

1)  Anche  :  scialo,  gozzoviglia, 

gfleùba,  s.  f.  =  gobba,  gobbo:  si  usa  in 
tutti  i  significati  di  g'wubb,  special- 
mente a  indicare  il  rilievo  dell'osso 
nasale. 

goeubb;  s.  m.  =  gobba,  gobbo  :  defor- 
mità delle  reni  e  del  petto  in  forma 
di  protuberanza. 

1)  Di  superficie  che  rigonfia,  si  sol- 
leva ;  fa  011  goRitbb  =  fare  un  gobbo  ; 
vèèé  tiltt  à  goeuhb  =  essere  bitorzoluto, 
nodoso. 

2)  dimm  goeitbb  =  dimmi  gobbo  :  ò 
modo  di  affermazione  dipendente  da 
una  locuzione  condizionale  ;  se  Ve  minga 
vera,  dimm  goeubb  =  se  non  è  vero, 
dimmi  gobbo. 

3)  Groppa,  groppone  ;  mètt  gio  et 
goeubb  =  piegare  il  groppone,  lavorare 
con  voglia.  Anche  :  mettercisi  coU'arco 
della  schiena  ;  vègli  éill  gaiu'b  =  aver 


goe 


—  366  — 


gol 


sulla  groppa  o  sul  groppone;  di  anni, 
quaado  sono  parecchi. 

4)  toeti  àill  goeubb  =  fig.  accollarsi, 
assumere  un  carico. 

6)  t'egh  sul,  resiti  in  del  goeubb  = 
avere  alle,  restar  nelle  costole  :  di  gente 
che  si  abbia  a  carico,  e  di  roba  che  si 
sia  costretti  a  tenere  con  poco  van- 
taggio. Vedi  còrp,  5). 

(j)  vèghela,  ciàptila  in  del  goeubb  = 
averla  in  gobbo,  averla  tra  capo  e  coUo, 
averla  contraria. 

7)  Agg.  gibboso,  rilevato. 

8)  deventà  goeubb  =  ingobbire,  aggob- 
bire :  diventar  gobbo. 

^oèrnà;  v.  att.  =  governare  :  provvedere 
alla  prosperità  di  un  popolo,  o  com- 
pagnia, 0  collegio,  ecc.  di  cui  si  sia 
a  capo. 

^oèrnàbil;  *  agg.  =  governabile:  che  si 
può  governare  ;  là  gioentù  inooeù  Ve 
mén  goernàbil  d'óna  vòlta  =  la  gioventù 
oggi  è  meno  governabile  che  nei  tempi 
passati. 

^oèrnànt,  *  s.  m.  =  governante:  chi 
governa. 

^oèrnàuta  e  goèrnàute,  *  s.  f.  =  aia, 
governante:  governatrice  di  uno  o  più 
fanciulli  in  casa  loro. 

:goèrnàtìv,  *  agg.  =  governativo:  che 
appartiene  al,  che  viene  dal  governo  ; 
impiégh  goèrnàtw  =  impiego  governa- 
tivo ;  dato  e  retribuito   dal  governo. 

■goèi'nàtòr,  s.  m.  =  governatore:  rap- 
presentante del  principe  in  una  pro- 
vincia. Oggi  meglio  :  prefètt  =  prefetto. 

goèruo,  *  s,  m.  =  governo  :  amministra- 
zione dello  Stato. 

1)  Il  complesso  delle  persone  che  lo 
amministrano. 

^ofàda,  s.  f.  =  grulleria,  gofferia:  atto  e 
detto  da  grullo,  da  goffo. 

gofàgiU;  *  s.  f.  =  sciocchezza:  l'essere 
sciocco,  e  azione,  cosa  sciocca. 

gòfff  s.  m.  =  bolgia:  di  un  vestito  che 
non  torni  bene  e  che  sgonfi  in  qualche 
punto  ;  el  glie  fa  gòff  =  gli  fa    bolgia. 

1)  Sgonfio  :  gonfiatura  fatta  ad  arte 
in  alcuni  vestiti;  mànica  a  gòff  =  ma- 
nica a  sgonfi. 

2)  Agg.  goffo,  scimunito,  sgarbato  : 
qualcosa  tra  lo  sguaiato  e  il  grossolano. 
Anche  :  infagottato,  vestito  male,  come 
un  fagotto. 

3)  Di  cose:  affagottato,  infagottato, 
fatto  come  un  fagotto. 


gòga^  s.  f.  =  buffetto,  biscottino:  colpo 
leggero  che  si  dà  facendo  scoccare  la 
punta  del  dito  indice  o  del  medio  dal 
polpastrello  del  dito  grosso. 

1)  àndtb  in  gòga  e  màgòga  =  andare 
in  broda  di  succiole  :  per  grande  sod- 
disfazione. 

gogheta  (fa),  =  godersela,  scialarsela, 
gozzovigliare. 

]  )  Anche  :  far  buona  cera,  accogliere 
festosamente. 

2)  tira  à  goghèta  =  tirai'e  al  male, 
mettere  sulla  mala  via. 

gogiiìn,  s.  m.    =    gognolino,    morbetto, 

cecino;  specialmente  di  fanciulo  furbo, 

malizioso  e  vivace. 

1)  el  fa  de  gognin  =  fare  furbesco, 

da  astuto. 
gogd,  s.  m.  =  bietolone,  goffo,  minchione. 

Vedi  bìtdee. 

1)  le  sa,  le  die,  le  vèd  ogni  fedél 
gogò  =  lo  vedrebbe  un  cieco:  di  cosa 
chiara  e  lampante. 

gdla,  s.  f.  =  gola:  la  parte  dinanzi  del 
collo,  e  il  canale  che  va  dalla  bocca  allo 
stomaco  ;  me  dceur  là  góla  =  mi  fa 
male  la  gola;  g'hoo  là  gola  seea  =  ho 
la  gola  secca,  specialm.  di  chi  ha  par- 
lato troppo.  Sostituisce  l'ormai  disusato 
gòra  del  dialetto  vecchio. 

X)  ciàpà  per  là  gola  pigliare,  affer- 
rare alla  gola. 

2)  fa  i  ròbb  coni  el  sàngu  àia  gola 
=  ridursi  allo  sgocciolo,  ridui'si  all'olio 
santo. 

3)  mss  pién  fina  in  góla  =  esser 
pieno  fino  alla  gola.  Anche  :  vègh  el 
mangia  in  boea. 

4)  vègh  on  gropp  in  gola  =  avere, 
sentirsi  un  nodo  alla  gola  :  come  diffi- 
coltà di  respiro.  E  fig.  voglia  di  pian- 
gere. 

6)  màndàghela  in  góla  =.  ricacciai-e 
in  gola  a  uno  le  parole,  o  le  azioni  : 
fargliele  tornare  amare. 

(j)  vègh  là  ì-èsca  in  góla  =  aver  l'osso 
in  gola  :  di  cosa  che  non  si  possa  man- 
dar giù,  tollerare. 

7)  àvègh  i  dent  in  góla  =  essere  un 
segavene  :  di  chi  è  avidissimo  di  da- 
naro. Dicesi    specialm.  degli  avvocati. 

8)  gola  pièna  =  gola  piena,  enfiata  : 
gonfiore  permanente  della  gola  che  è 
quasi  gozzo. 

9)  el  càmpànin  déla  góla  =  ugola: 
l'appendice  carnosa  del  palato. 


1 


gol 


-  367  - 


gor 


10)  Golosità,  ingordigia;  i  pecaa  de 
=  i  peccati  di  gola. 

11)  tira  la  gola  =  far  gola,  alleccor- 
nire  :  allettare,  eccitare  i  scasi. 

12)  fa  tira  là  gola  per  nàgòtt  =  far 
cilecca  ;  allecornire  invaao. 

13)  Ve  pùsee  là  gola  che  là  fàmm 
mangia  più  l'occhio  che  la  bocca.  Al 
desiderio  pare  che  si  mangerebbe  assai 
più  di  quanto  poi  si  mangia  realmente. 

14)  ceucc  trionfa  gola  pàtiàs  =  oc- 
chio contento,  gola  in  tormento,  l'oc- 
chio gode  e  il  corpo  ingrinza.  Di  quelli 
che  per  potere  ostentare  lusso  negli 
abiti  e  nella  casa  si  obbligano  a  pri- 
vazione di  cibo. 

15)  gola  trionfa  gola  pàtiss  =  a 
grassa  cucina  povertà  è  vicina  :  la  gola 
punisce  se  stessa. 

16)  àmia  gid  là  gola  =  spasimare, 
desiderare   ardentemente. 

17)  Gola  di  monte  :  passaggio  stretto 
fra  montagne. 

goléra,  s.  f.  =  giogaia  :  la  pelle  che  pende 
dal  collo  dei  buoi. 

goléra,  s.  f.  =  goletta,  dim.  vezzegg.  di 
gola. 

1)  ristagna  :  striscia  imbottita  della 
stessa  stoffa  o  diversa  che  forma  il 
collo  del  soprabito,  paltò,  e  sim. 

golòs,  agg.  =  goloso  :  avido  di  cibi  deli- 
cati. 

golositaa,  s.  f.   =  golosità/ghiottoneria, 
avidità  di  gola. 

1)  Ghiottornia  ;  cosa  ghiotta. 

golp,  s.  f.  volpe,  golpe,  carie  :  specie  di 
malattia  che  attacca  la  spica  del  grano. 

goma,  s.  f.  =  gomma:  umore   vischioso 
che  esce  dagli  alberi. 

1)  Acqua  gommata,  acqua  in  cui  sia 
disciolta  della  gomma. 

2)  Gomma.  T.  chirui-g.  :  esostosi, 
escrescenza  ossea. 

gomàtt,  s.  m.    =    gommaio:    colui    che 
raccoglie  gomma. 

gombedàda,  s.  f.  =    gomitata:    colpo  o 
urto  dato  col  o  ricevuto  nel  gomito. 

gdmbet,  s.  m.  =  gomito  :  l'estrema  parte 
dell'articolazione  del  braccio. 

1)  segiiass  eoi  gòmbet  =  segnare  col 
carbon  bianco:  quando  capita  cosa 
straordinaria  e  che  forse  non  si  rinno- 
verà mai  ;  podè  segnaàs  col  gòmbet  = 
pater  baciarsene  ì  gomiti:  si  dice  an- 
che di  chi  è  uscito  da  grandi  angustie 


come  per  miracolo.  In  questo  sigaifìc. 
anche:  far  Gesù    con  tre  mani. 

2)  àlààj  el  gòmbet  =  alzare  il  gomito, 
alzar  la  gloria.  Bere    più  del  bisogno. 

3)  fa  gòmbet  =  far  gomito  :  di  una 
strada,  muro,  e  sim.  che  piega  a  un 
tratto,  quindi  ;  gòmbet  =  gomito,  gomi- 
tata: voltata  di  muro,  strada,  fiume,  ecc. 

4)  Tubo  0  cannone  che  fa  angolo  ; 
p>er  el  canon  déla  stua  glie  vce,ur  trii 
gòmbet  =  per  il  tubo  della  stufa  oc- 
corrono tre  gomiti. 

5)  dormì  pogiaa  é'ù.i  gòmbet  =  dor- 
mire a  gomitello. 

6)  dolor  de  gòmbet  dolor  de  miee  o 
de  mari  =  il  dolore  della  morte  della 
moglie  è  come  le  percosse  del  gomito; 
dura  pochissimo,  pur  essendo  intenso. 

gòniit,  s.  m.  =  vomito  :  il  vomitare  e  la 
materia  vomitata.  Ora  assai  più  usato: 
voinit.  * 

1)  fa,  mètt  gdmit  =  far  voglia,  far 
venir  voglia  di  vomitare,  far  nausea. 

gomita^  V.  att.  =  vomitare  :  ora  assai  più 
usato  vomita,  Vedi. 

gondola,  s.  f.  =  gondola  :  barchetta  co- 
perta, specialm.  usata  dai  veneziani.  Sui 
nostri  laghi  lombardi  una  barca  assai 
lunga  e  discretamente  larga  che  va  a 
vela  e  a  remi,  e  trasporta  mercanzie. 
1)  àndtl  in  góndola  =  barellare,  bar- 
collare :  di  chi,  ubriaco,  mal   si  regge. 

goudolèta,  *  s.  f.  =  gondoletta,  dim.  vez- 
zegg. di  gondola. 

gondolier,  *  s.  m.  =  gondoliere:  chi 
rema  o  tiene  la  gondola  per  piacere, 
per  servizio. 

gongola,  *  D.  att.  =  gongolare  :  commuo- 
versi per  una  certa  interna  allegrezza, 
giubilare  ;  quand  el  èent  à  loda  el  so 
fioeu  el  gongola  tiitt  =  quando  ode  lo- 
dare suo  figlio  gongola,  giubila  tutto. 

gongoràn,  s.  m.  =  giuggiolone,  bieto- 
lone, midollone  :  uomo  sciocco,  goffo, 
ma  bonaccione. 

gonìmetro,  s.  m.  =  goniometro  :  stru- 
mento per  misurare  gli  angoli. 

gònso,  s.  m.  =  gonzo,  minchione,  che 
crede  tutto.  Vedi  bàdee. 

1)  tLcqua  ]}er  i  gòn^i  -  orpello,  or- 
pellamento  ;  apparenza  di  bontà,  falsità. 

2)  /à  el  gòmo  =  far  lo  gnorri,  o  il 
nescio,  0  l'indiano  :  fìngere  di  non  sa- 
pere. La  frase  oggi  usa  poco. 

gòra,  s.  f.  =  gola  :  voce  antiquata  per 
góla.  Vedi. 


ffor  —  36S  — 

g-orga,  s.  f.  =  gorgia  :  forte  strascico  e 
aspirazione  di  consonanti.  In  generale: 
pronunzia  ;  modo  di  parlare  una  lingua. 

^or^li,  s.  m.  =  gorgo,  vortice,  mulinello  : 
vortice  dove  l'acqua  di  un  fiume  gi- 
rando riesce  pericolosa. 

gorghég,  *  s.  m.  =  gorgheggio  :  esercizi 
preliminari  del  canto. 

gorg-heg-ia,  *  r.  att.  =  gorgheggiare  :  fare 
trilli  cantando  e  anche  modulare  la 
voce  quasi  in  gola  per  esercizio. 

gorgon,  s.  m.  =  gorgo.  Accresci t.  di 
gorgli. 

gorgorài»,  s.  m.  =  giuggiolone,  bietolone, 
midollone  :  lo  stesso  che  gongoràn. 

gorin,  agg.  di  sàres,  =  vetrice  ;  salix 
viminalis  =  pianta  di  luoghi  acquitri- 
nosi. 

1)  Gorza:  i  panierai  confondono  sotto 
questo  nome  le  vermene  di  parecchi 
altri  salci  che  usano  nei  loro  lavori. 

gorniàn,  s.  m.  =  ghiotto  ;  che  cerca  i 
piaceri  della  gola  e  se  ne  diletta.  Dal 
frane,  gourmaiuì. 

gorinanderia,  s.  f.  =  goleria:  cosa  che 
stuzzica  la  gola. 

gonuandìs,  s.  f.  =  goleria  ;  lo  stesso 
che  goriiianderìa.  Dal  francese  goiir- 
maiulise. 

gosee,  s.  m.  =  mazza  sorda.  Vedi  bà- 
tàcc,  3). 

gosèll,  s.  m.  =  spiga  fallace  :  spiga  che, 
per  non  aver  grani,  non  riesce  secondo 
il  desiderio  e  la  promessa. 

gòss,  s.  m.  =  gozzo,  ingluvie,  sacco  : 
vescica  ove  gli  uccelli  raccolgono  il 
cibo  prima  di  passarlo   nel   ventricolo. 

1)  Accrescimento  anormale  della  ti- 
roide, che  produce  uno  sgradito  enfia- 
mento di  gola  nell'uomo. 

2)  on  gòéè  de  min  =  un  gozzuto  :  che 
ha  gozzo. 

3)  chi  g'hà  'Z  gòès  g'hà  qiièicòés  e 
chi  g'hà  nient  g'hà  ìà  péli  de  mèlel 
dent.  E  modo  un  pò  astioso  col  quale 
da  noi  i  gozzuti  rispondono  talvolta  a 
chi  li  deride. 

4)  fa  gòss  =  far  sacco  o  saccaia  :  ac- 
cumulare neir  interno  ira  sopra  ira, 
sdegno  sopra  sdegno.  Anche  :  tenere 
in  collo  ;  non  dire  tutto  quello  che  uno 
vorrebbe  dire. 

5)  svoià  el  gòé§  =  vuotare,  sciogliere 
il  sacco  :  dire  altrui  senza  rispetto  o 
ritegno  tutto  quello  che  ci  duole  o  spiace. 


got 


6)  vèss  pién  fina  ài  gòsé  =  essere 
pieno  fino  alla  gola  :  esser  sazio. 

7)  vègh  pién  el  gòsi  =  traboccare  il 
sacco,  avere  il  core  gonfio  :  quando  non 
si  può  piiì  avere  pazienza. 

8)  sta  sili  gòss  =  non  poterla  ingol- 
lare. Anche  :  desiderare  molto  di  otte- 
nero  0  di  aver  qualche  cosa. 

9)  Vagina,  guaina,  boccia,  cartoccio; 
la  foglia  che  avvolgo  e  nasconde  la 
spiga  prima  che  venga  fuori  e  fiorisca. 

góta,  s.  f.  =  goccia,  gocciola  :  piccolis- 
sima parte  di  liquido  simile  a  lagrima. 

1)  Schizzo  :  del  rhum,  cognac,  ecc. 
nel  caffè. 

2)  Gocciola  :  foro  in  un  tetto  per 
rotture  o  altro  donde  gocci  acqua  nelle 
stanze  o  in  strada. 

3)  seàpà  quàler  goti  =  spnizzolare, 
cascar  poche  gocciole.  Quando  piovo 
poco  e  per  brevissimo  tempo. 

4)  vèsé  dò  goti  d'acqua  =  somigliarsi 
come  due  gocciole  d'acqua  :  di  due  per- 
sone somigliantissime. 

5)  à  goti  à  goti  =  a  goccia  a  goccia 
(non  «  a  gocciola  a  gocciola  »  )  di  li- 
quido che  esca  o  si  faccia  escire  a 
stento,  a  gocciole  dal  suo  vaso. 

6)  Di  umori  che  stillano  ;  là  góta 
del  nas,  del  figh  =  la  goccia  del  naso, 
del  fico. 

7)  Gotta  :  specie  di  malattia  artico- 
lare dei  piedi  e  delle  mani, 

8)  gota  serena  =  gotta  serena  :  amau- 
risi,  malattia  dogli  occhi. 

9)  góta  d'or  =  gocciola  d'oro  :  cion- 
dolo d'orecchini...  Figurat.  gioia,  perla  : 
di  persona  ottima,  e  che  sia  utilissima. 

gotà^  V.  att.  =  gocciare,  gocciolare  ;  stil- 
lare a  goccia  a  goccia  :  del  liquido  che 
stilla  e  del  recipiente  da  cui  stilla  ; 
gota  el  vàéèll  =  la  botte  gocciola. 

1)  el  coinìncia  à  gotti  =  comincia  a 
piovere,  cominciano  i  lagrimini. 

gotàpèrca,  *  s.  f.  =  guttaperca  :  sostanza 
gommosa,  resinosa,  simile  alla  gomma 
elastica. 

góticli,  ngg.  =  gotico  :  d'  ordine  archi- 
tettonico. 

1)  scriv  in  gòtieh  =  scrivere  in  ca- 
ratteri gotici.  2 

2)  figura  gòtica  =  figuraccia,    figurai 
strana,  mascherone.  1 

gotin,  s.  m.  -  gocciolino  :  dim.  vozz.  di  | 
gott. 


ffot 


g'otiiià;  V.  alt.  =  gocciolare  :  frequenta" 
tivo,  vezz.  di  gota. 

gotóU)  s.  iti.  =  lucciolone,  luccicone  : 
grossa  lagrima  ;  regni  gio  i  rjotòn  = 
spuntare  i  lucciconi,  anche  :  piangerò 
a  caldo  lagrime. 

gotty  s.  m.  =  sorso  :  quel  tanto  di  li- 
quido che  si  ingolla  con  un  movimento 
solo  della  gola. 

1)  Gocciolo,  centollo  ;  minima  parte 
di  liquido  0  d'altro. 

2)  l' ultim  goti  =  sgocciolo,  resto. 
Quella  goccia  di  vino  che  rimano  nel 
bicchiere  dopo  che  si  è  bevuto. 

3)  bev  à  gott  à  goti  =  centellinare, 
sorsaro,  sorseggiare  :  bere  a  centellini, 
a  sorsi. 

4)  Buffone  :  vaso  di  vetro  tondo, 
corpacciuto  e  senza  collo  che  vari  ar- 
tigiani mettono  pieno  d'acqua  dinanzi 
ai  lumi  per  aumentarne  la  luce. 

5)  i  gott,  s.  f.  pi.  =  le  gocciole  o 
gocce.  T.  architett.  ornamenti  che  pen- 
dono dalla  cimasa. 

6)  i  gott.  =  lo  macchie  :  quelle  vi- 
sibili controluce  nei  fogli  di  carta,  nei 
quali  rimasero  per  alcuna  gocciola  d'ac- 
qua cadutavi  mentre  erano  ancora  in 
pasta.  Dal  frane,  goutles. 

graa,  s.  m.  =  canniccio,  caniccio  :  piano 
fatto  di  cannucce  por  vari  usi,  da  noi 
specialmente  quello  su  cui  i  materassai 
battono  la  lana,  e  quello  do'  metati 
dove  si  mettono  a  seccar  l'è  castagne. 
1)  Anche  :  metato,  seccatoio  delle 
castagne. 

gràcil,  agg.  =  gracile  ;  debole  di  tempe- 
ramento e  di  complessione. 

gràcìlitaa,  .v.  f.  =  gracilità  :  stato  di  chi 
è  gracile. 

grad)  s.  il/,.  =  grado  :  i  vari  punti  cho 
segnano  la  gradazione  di  una  data  cosa, 
e  specialm.  quella  del  calore. 

1)  Di  persona  nella  scala  sociale, 
nella  condizione. 

2)  Grado  nella  milizia. 

3)  Di  parentela  ;  cusin  in  segond, 
in  tèrs  grad  =  cugino  in  secondo,  in 
terzo  grado. 

gràdàsiòn,  s.  f.  =  gradazione  :  il  pro- 
cedere grado  per  grado. 


gràdàtàmèut, 


avv.    =    gradatamente. 


gradualmente  ;  per  gradi,  a  poco  a  poco. 
gràdin,  s.  m.  =  gradina  :  sorta   di  scal- 
pello dentato  con  che  si  lavora  il  marmo 
dopo  la  prima  sbozzatura. 


—  369  —  gra 

1)  Oggi  usa  anche  per  gradino  :  rialto 
intorno  a  un  monumento  o  edifìzio  per 
potervi  salire.  Meglio  bàsèll. 

gradina;  v.  att.  =  gradinare  :  lavorare 
una  statua  colla  gradina. 

gràdinàda,  s.  f.  =  gradinata  :  ordine  di 
più  gradini. 

gradisela,  s.  f.  =  graticcio,  cola  :  per 
passarvi  il  sabbione. 

gradisela,  s.  f.  =  rete  :  membrana  re- 
ticolata cho  involgo  lo  interiora  e  gli 
intestini. 

1)  vègli  i  pàgn  de  gradisela  =  avere 
i  panni  raguati  ;  poveri  e  sdrusciti. 

2)  Erba  di  santa  Barbera  :  sorta  d'erba 
selvatica  ;  erysimum  barbarea. 

grado,  *  s.  tu.  =  grado,  dignità  ;  el  s'  è 
àvànsàa  de  grado  =  ha  avanzato  di 
grado  ;  ha  progredito  in  dignità.  Vece 
eletta  per  grad. 

gràdiiaa,  agg.  =  graduato  ;  che  ha  grado, 
dignità,  carica. 

gràdiiàtoria,  s.  f.  =  graduatoria  :  elenco 
graduato  dei  creditori  e  1'  atto  legale 
che  lo  contiene. 

gràfa,  s.  f.  =  grappa,  sgraffa  :  segno  de- 
gli stampatori: .Vedi  gràpa. 

grafometro,  s.  m.  =  grafometro,  semi- 
circolo :  strumento  per  misurare  gli 
angoli  sul  terreno. 

gràiuàtega,  ora  sostituito  quasi  intera- 
mente dal  più  scelto  gràmàtiea,*  ò-.  f.  = 
grammatica  e  gramatica  :  il  libro  in 
cui  si  studiano  i  vocaboli  o  lo  locuzioni 
di  una  lingua. 

1)  var  piisee  là  pràtica  che  là  grà- 
màtiea =  vai  più  la  pratica  che  la 
grammatica,  cioè  la  teoria. 

gràmàticàl,  *  agg.  =  grammaticale  :  at- 
tinente alla  grammatica. 

gràinàticliètn,  s.  f.  =  grammatichetta  : 
specialm.  per  indicare  i  primi  elementi 
della  grammatica. 

gràiuégna,  5.  f.  =  gramigna  :  erba  ser- 
peggiante nei  campi  ;  triticurn  repeii-s 
0  granien  eaninum.  Voce  scelta  per 
greniégna. 

1)  tacàés  còme  là  gràmègna  =  at- 
carsi,  appiccarsi  come  la  gramigna  :  di 
persona  fastidiosa  che  non  esce  mai  di 
torno. 

gràuiegnòs,  agg.  =  gramignoso  :  di  ter- 
reno con  molta  gramigna. 

gràmin,  s.  m.  =  gramma,  grammo  :  unità 

di  misura  di  peso  nel  sistema  metrico. 

1)  Agg.  cattivo  ;  paga  el  bón  per  el 


gru 


(fràmm  =  ne  soffre  il  giusto  per  il  pec- 
catore :  quaado  all'innocente  toccano  i 
guai  delle  altrui  colpe. 

2)  Malsano,  infermiccio  ;  malandato. 
graiiioLa,  *  s.  f.  =  voce  scelta  per  gre- 
mola    =    gramola.    Ordigno   per    asso- 
dare la  pasta,  composto   d'  una  stanga 
e  d'un  argano. 

1)  Gramola,  macciulla  :  strumento 
por  dirompere  il  lino  e  la  canapa. 

2)  laorà  Ma  gràmola  =  gramolare 
la  pasta. 

gràmola,  v.  att.  =  gramolare  :  preparare 
assodata  la  pasta  colla  gramola. 

gràii;  s.  m.  =  grano,  frumento  :  la  mi- 
gliore specie  dei  cereali  che  serve  ge- 
neralmente a  fare  il  pane. 

1)  Granaglie  :  nome  collettivo  di 
grani  e  biade. 

2)  mercànt  de  gran  =  granaiolo. 

3)  Grano  :  unità  di  peso  usata  spe- 
cialm.  per  le  pietre  prezioso. 

gran,  agg.  sincope  di  grand,  =  grande, 
di  dimousioui  più  che  ordinarie.  La  voce 
gran,  si  prepone  sempre  al  sostantiyo 
a  cui  si  riferisce  e  qualche  volta  si  fa 
grand'  davanti  a  nomi  maschili  che 
cominciano  per  vocale. 

1)  Nel  senso  morale;  on  gran  òmvi 
=  uu  grand' uomo  ;  dna  gran  citda  = 
una  gran  bella  città.  Per  indicare  la 
vastità  si  dice  grand  o  grànda,  po- 
sposti ■,  Oli  òiiDìi  grand,  dna  citaa 
grànda. 

2)  Ampio,  vasto:  riferito  a  coso  ma- 
teriali a  cui  non  può  essere  proprio  un 
significato  morale  si  dice  indifferente- 
mente gran,  (preposto)  come  grand  o 
grànda,  (posposto). 

3)  Si  usa  quasi  pleonasticamente  nel 
senso  dell' ital.  «  pure  »  nelle  frasi  : 
vèss  011  gran  bàmSa,  on  gran  diétràtt 
e  sim.  =  essere  pur  bamboccio,  distratto; 
con  valore  accrescitivo. 

grana,  s.  f.  =  granello  :  il  seme  delle 
biade. 

1)  ona  grana  de  formént,  de  for- 
mentóne d'  òrs  =  un  granello  di  fru- 
mento, di  frumentone,  d'orzo. 

2)  Chicco  ;  d'uva,  caffè,  zucchero, 
t-ompesta,  e  sim.  Per  l'uva  si  dice  an- 
che acino,  quantunque  questo  sia  il  no- 
me proprio  dei  granellini  che  sono  nel 
chicco;  dello  zùcchero  si  dice  meglio 
zolletta. 

3)  Grana;  la  costituzione  molocolare 


370  —  gra 

di  un  corpo  come  si  vede  quand'  è  ta- 
gliato 0  troncato.  Lo  diciamo  specialm. 
della  carne  e  del  cacio. 

4)  Buccio;  T.  de  cono  :  la  super- 
fìcie esterna  delle  pelli. 

5)  Grana  :  scabrosità  di  superficie; 
T.  dei  cartai  e  dei  gioiellieri. 

6)  formàgg  de  grtlna.\Q&\  formàj,  1). 
grànaa,  (pòmui)  s.  m.  =  granato,  mela- 
grano:  pianta    delle    mirtacee    oriunde 
d'Affrica  e  il   frutto  di   questa  pianta. 

1)  deventà  rosé  come  onpòmm  grà- 
naa =  farsi  rosso  come  un  fiore  di  me- 
lagrano, y 

grànàda,  s.  f.  =  granate/:  gioia  di  color 
vinato..  \ 

grànàdìlia,  s.  f.  =  grauatiglia:  legname 
fino  per  impi.iUacciaro 

grànàdinn,  s.  f.  =  grauatina  :  specie  di 
stoffa  di  seta  a  tossutc^leggiero. 
1)  Sciroppo  fatto  di  melagrane. 

grànàtér  e  grànàtiér,*  s.  m.  =  grana- 
tiere: soldato  scelto  di  fanteria. 

1)  Anche  di  persona  alta  di  statura 
ed  aitante  e  specialmente  di  donna  un 
po'  prepotente. 

grand,  agg.  =  grande:  che  passa  la  mi- 
sura ordinaria  di  estensione  in  lunghezza 
0  larghezza,  o  profondità. 

1)  Ampio:  che  può  contener  molte 
cose. 

2)  Adulto:  che  è  cresciuto  completa- 
mente; quind  mrdnt  grand  iutàroo  el 
papà  e  là  marna  =  quando  sarò  adulto 
aiuterò  liabbo  e  inanimi. 

8)  tira  grand  =  allevare  :  di  figliuoli 
che  si  crescono  giorno  per  giorno. 

4)  grand  e  gròss  =  grande  e  grosso: 
di  uomo  ben  complesso,  robusto  e  forte. 
Si  dice  anche  grand  e  gross  e  éeopàsiiii. 

5)  àia  grànda,  in  grand  modo  av- 
veri». =  alla  grande,  con  magnificenza, 
liberalità  ;  fàla  àndà  alla  grànda  = 
scialarla. 

6)  là  cà  grànda  =  Y  ospedale  mag- 
gioro. 

7)  papà  grande  marna  grànda  =  il 
nonno  e  la  nonna. 

grandèll,  agg.  =  grandicello,  grandicino, 

grandetto;  dim.  di  grande. 
grandèsa,   s.   f  =    grandezza  ;    astr.    di 

grande,  l'essere  grande. 

1)  gràndèss  =  grandezze,  grandezzate: 
fasto  specialm.  ostentato. 

2)  Altezza  ;  specialm.  della  statara 
di  uomo. 


gra  —  371  — 

grandesà,  r.  att.  =  far  grandezzate,  aver 
grandigia,  ostentare  lusso  e  grandezza. 

grandióS;  agg.  =  grandioso:  che  colpisce 
r  immaginazione  per  la  grandiosità,  la 
ricchezza,  lo  sfoggio. 

grandiositaa,  s.  f.  =  grandiosità  :  qua- 
lità di  ciò  che  è  grandioso. 

grandoeùr,  s.  m.  =  grandezzata,  grandi- 
gia. Vedi  grandèsa,  1).  Dal  francese 
grandettr. 

grandòn,  s.  m.  =  grandiglione  :  giovine 
grande  e  grosso  senza  criterio. 

1)  Agg.;  grandone,  accresc.  di  grande, 
spocialin.  in  senso  comparativo;  el  gran- 
(ICm  è  il  più  grande  di  parecchi  oggetti 
che  ci  han  sottomano. 

grandòtt ,  agg.  =  grandetto  :  piuttosto 
grande. 

granduca,  s.  m.  =  granduca  :  titolo  di 
principe. 

grànee,  s.  m.  =  granaio  :  stanza  ove  si 
ripongono  le  granaglie. 

grànelitt,  s.  m.  pi.  =  acini,  vinacciuoli: 
i  piccoli  granelli  che  sono  nel  chicco 
dell'uva. 

granì;  r.  att.  =  granare,  granire,  dar  la 
grana:  rendere  scabra  una  superficie 
con  intaccature;  specialm.  di  lavori  di 
cesello. 

grànida,  s.  f.  =  granita,  gramolata  :  ac- 
qua acconcia  con  zucchero,  sugo  di  li- 
mone, cedrato,  o  sim.  e  congelata  in 
modo  che  venga  granellosa.'O  più  sciolta 
del  sorbetto. 

grànidòr,  s.  m.  =  granitoio  ;  T.  dei  cesell. 
oref.  e  gioiell.  Cesello  cho  servo  per  dar 
la  grana. 

granii,  s.  m.  =  granito:  roccia  durissima 
punteggiata  di  nero  e  rosso, 

1)  Agg.,  granito,  che  ebbe  la  grana. 

grauilia,  s.  f.  =  granatiglia.  V.  gVanà- 
dilia. 

grauìn,  s.  vi.  =  granello,  chicco. 

1)  vèàs  on  granili  de  pcver  o  de  ma 
=  essere  un  gran  di  pepo,  un  garofa- 
nino: piccino  di  corpo  ma  pien  di  in- 
gegno e  di  senno. 

grànn,  *.  f.  pi.  =  chicchi,  acini.  Tedi 
grana,  2). 

grànon,  s.  m.  =  cacio  lodigiano  o  par- 
migiano della  miglior  qualità. 

gràpa,  s.  f.  =  grappolo:  gnxspo  sul  quale 
sono  attaccati  gli  acini  dell'uva,  coli' in- 
sieme degli  acini. 

1)  Grappa:  specie  di  acquavita  fino. 

2)  Grappa:  segno  grafico  che  accenna 


gra 


all'unione  di  articoli  o  paragrafi.  Vedi 
gra  fa,  por  la  forma. 

gràpelà,  v.  att.  =  grappolaro,  raspolare, 
racimolare:  andar  cogliendo  i  gracimoli, 
cioè  i  grappoli  rimasti  sulla  vite  dopo 
la  vendemmia. 

gràpèll,  s.  m.  =  grappolino,  grappoletto; 

-    dim.  di  gràpa,  =  grappolo. 

gràpìn,  s.  ni.  =  bicchierino  d' acquavite 
0  di  qualunque  altra  bevanda  spiritosa. 
Vedi  cichètt. 

gràpinà,  v.  att.  =  bere  di  frequente  bic- 
chierini di  grappa  e  sim. 

gràsa,  s.  f.  =  grasso:  sostanze  bianche  o 
giallastre  cho  si  trovano  nei  tessuti  ani- 
mali; là  grààa  del  màns,  del  vitèll,  del 
iòti  =  il  grasso  del  manzo,  del  vitello, 
del  tonno. 

1)  gràsa  stagna  =  grasso  lardoso. 

2)  grààa  de  porscèll  =  grascia:  sugna 
di  porco. 

3)  Adipe,  pinguedine;  dà  gid  là  gràéa 
=  dimagrire. 

4)  là  gràsa  l'ha  mai  ben  fin  che  là 
magra  no  là  vèìi  =  l'asino  non  cono- 
sce la  coda  so  non  quand'ei  non  l'ha 
più:  chi  sta  bene  non  s'accontenta  e 
desidera  il  meglio,  ohe  è  del  bene  ne- 
mico. 

5)  mctt,  tegnì  in  gràsa  =  ingi'assare; 
di  buoi,  polli,  ecc. 

6)  nodà  in  là  gràsa  =  nuotar  nel 
lardo,  vivere  nell'abbondanza,  ed  anche 
essere  molto  pingue,  adiposo. 

7)  el  cola  gràsa  =  è  grasso  bracato, 
e  grasso  che  cola  :  e  eccessivamente 
grasso. 

8)  Concio:  sterco  dello  bestie  mosco- 
lato  con  paglia,  ecc.  ;  serve  per  conci- 
mare. Se  è  solo  storco  di  bove  o  d'altro 
bestie  vaccine,  dicosi:  bovina. 

9)  Agg.,  grassa:  femm.  di  grasso. 
gràsechiu,  agg.  =  modo  di  diro  del  tutto 

idiotico  per  indicare  schorzosam.  per- 
sona magra.  Composto  di  gràss  e  sècch. 
Paro  si  voglia  diro  clie  è  grassa,  ma 
poi  si  dico  cho  è  secca. 

gràsèll,  s.  m.  =   polpastrello  :    la    parte 
carnosa  all'estremità  delle  dita. 
1)  Delle  orecchio;  lobulo,  lobo. 

gvàsèsa,  s.  f.  =  grassezza,  pinguodiAp  : 
stato  di  persona  soverchiamente  aggra- 
vata di  grasso. 

gràsia,  s.  f.  =  grazia,  garbo;  la  grazia 
neir operare  enei  conversare. 

1)  Nelle  arti  e  specialm.  d'abito;  el 


gra 


—  372  — 


gra 


gìi'à  minga  de  grààia   in   di   spali  = 
non  ha  garbo  nelle  spallo. 

2)  Benevolenza  o  concessione  fatta 
da  persona  superiore. 

3)  Il  cambiamento  di  pena,  e  spe- 
cialmente della  pena  di  morte  per  gra- 
zia sovrana. 

4)  fa  là  grààia  =  far  la  grazia,  spe- 
cialmente di  Dio  0  della  Madonna  o  dei 
santi  che  esaudiscono  lo  nostre  pro- 
ghiere e  contentano  i  nostri  desideri. 
Per  chi  ancora  crede  che  lo  possano 
fare. 

5)  el  colp  de  gràsia  =  il  colpo  di 
grazia;  figur.,  l'ultima  e  fatale  sciagura. 

6)  la  eòa  bòna  grààia  =  la  sua  cor- 
tesia: mancia  che  si  dà  a  chi  ci  ha 
fatto  un  servigio. 

7)  coni  grààia  mod.  avv.  =  con  gra- 
zia, con  garbo,  aggraziatamente. 

8)  dà  grààia  =  dare,  render  grazia, 
aggraziare;  el  g' ha  daa  ài  veétii  Òna 
grààia  che  l'è  òna  meravìglia  =  ag- 
graziò tanto  il  vestito  che  è  una  me- 
raviglia. 

9)  in  grààia  =  di  grazia  ;  pregando  ; 
che  ora  l'è,  in  grààia  V  =  di  grazia,  che 
ore  sono?  Anche:  in  grazia;  per  amore 
per  cagione  ;  àont  consciaa  insci,  in 
gràsia  di  me  fioeii  =  son  così  malconcio 
per  cagione  dei  miei  figli. 

10)  grààia  di  Dìo  =  ogni  ben  di 
Dio  :  abbondanza,  specialmente  di  cibo. 

11)  veàà  fceùra  dèla  grààia  di  Dìo 
=  essere  fuori  di  so  :  essere  adiratis- 
simo. 

12)  vègh  de  gràsia,  vegh  car  e  grà- 
àia =  aver  di  grazia,  aver  di  catti  : 
non  parerci  vero,  ascrivere  a  nostra 
fortuna,  perchè  l'avere  il  più  non  è 
l^ossibilo,  avere  il  meno. 

IB)  i  tré  Oràài  =  le  Grazie  :  le  tre 
giovinette  che  gli  antichi  figuravano 
come  simbolo  della  bellezza  e  del  de- 
coro. Noi  lo  diciamo  scherzosam.  quando 
vediamo  tre  donne  insieme,  specialm. 
se  giovani,  anche  se  non  son  belle. 

14)  i  Oràài  =  Santa  Maria  delle  Gra- 
zie :  una  delle  più  belle  nostre  chioso 
degnissima  per  arte  e  memorie  storiche. 

gràsia,  v.  alt.  =  graziare  :  conceder  grazia 
liberare  da  morte  o  altre  condanno. 

gràsìe  !  =  grazie  !  :  formola  di  ringrazia- 
mento ;  dì  grààie  =  dir  grazie  ;  ringra- 
ziare. 

1  )  grààie  =  grazie,  no  :  formola  cor- 


tese por  rifiutare  cosa  che  ci  venga  of- 
ferta. 

2)  àvègh  per  on  grààie  =  avere  gra- 
tuitamente ;  senza  dover  pagare  e  ba- 
stando come  ricompensa  un  grazie. 

gràsieta,  *  s.  f.  =  grazietta,  dimin.  di 
grazia  noi  sigiiif.  di  garbo,  di  venustà 
neir operare  e  nel  conversare.  Specialm» 
dei  bambini. 

gràsìn,  agg.  =  grassino,  dim.  di  grasso, 
specialm.  nel  senso  di  alquanto  grasso, 
un  po'  grasso  ;  el  comincia  à  torna 
grààìn  =  comincia  a  rifarsi  un  po' 
grasso.  Di  pers.  convalescenti  special- 
mente. 

gràsìna)  s.  f.  =  un  po'  di  grasso,  dimin. 
vezzegg.  di  gràsa.  Sempre  soltanto 
delle  parti  grasse  della  carne  macellata. 

gràsiòs,  a^g.  =  grazioso,  avvenente,  leg- 
giadro: che  ha  grazia. 

1)  Gradevole,  gradito,  piacevole.  Spe- 
cialm. di  cibi. 

2)  Garbato,  gentile.  Di  pers.  che  ha 
maniere  cortesi. 

3)  grààiòs  còme  Òna  àprèla  =  mal- 
grazioso,  sgarbato. 

gràsiositaà^  s.  f.  =  grazia,  garbo;  ve- 
nustà di  modi  e  di  parola. 

gràsóii)  s.  m.  =  crescione  :  specie  d'erba 
che  si  mangia  in  insalata. 

1)  Agg.  grassone,  grassotto,  accresc. 
di  grasso. 

gràsotèllj  agg.  =  grassottino,  dim.  vez- 
zegg. di  grassotto. 

gràsòtt,  agg.  =  grassotto  :  piuttosto  grasso: 
si  dice  quasi  sempre  delle  sole  persone. 

gràss,  s.  m.  =  grasso  :  la  parte  grassa, 
untuosa  di  parecchie  sostanze  animali, 
0  vegetali  ;  el  grààs  del  biitér,  de  l'oli  = 
il  grasso  del  burro,  dell'olio. 

1)  Grassezza,  la  parte  grassa  ;  el 
grààà  del  mdnà,  del  ritèll,  del  tòn,  e 
sim.  =  la  grassezza,  il  grasso  del  manzo 
del  vitello ,  del  tonno  e  sim.  Vedi 
gràsa. 

2)  de  grààà  =  di  grasso  :  dei  tempi 
cho  secondo  la  chiesa  cattolica  è  per- 
messo mangiare  cibi  grassi  ;  dì  de  grààà 
=  giorno  di  grasso  ;  mangia  de  graàà 
=  mangiar  di  grasso. 

3)  pària  de  grààà  =  fare  discorsi 
grassi,  allegri,  un  po'  liberi,  dove  si 
faccia  ridere  alla  barba  del  pudore.       i 

4)  àchità  grààà  =  schizzargli  il  grasso  i 
dagli  occhi.  Di  persona  molto  adiposa. 

5)  grààà   bianch    =    strutto,    sugna; 


g-ra 


lardo    e    grasso    dei    visceri    di    porco 
strutto  e  non  salato. 
gràss,  agg.  =  grasso  :  che  contiene  grasso  ; 
QH.  biitér,  formàgg  gràie  =  olio,  burro, 
cacio   grasso, 

1)  Fornito  di  grasso;  carne  gràsa, 
polàster  gràss  =  carne  grassa,  pollo 
grasso.  Anche:  òmm  gràss,  dona g rasa 
=  uomo  grasso,  donna  grassa  :  ben  for- 
nito di  materia  adiposa  e  di  carne  per 
tutto  il  corpo.  In  questo  senso  anche  : 
adiposo,  panciuto,  pingue. 

2)  gràss  còme  on  pòreh  =  grasso 
bracato,  grasso  che  cola.  Eecessiva- 
mento  grasso. 

3)  gràss  come  on'inciòda  =  allampa- 
nato, smunto:  magro  come  un'acciuga. 

4)  gràss  come  =  tutto  sugna,  assai 
grasso. 

5)  dcventàgli  gràss  dent  =  grogiolarsi, 
compiacersi  in  modo  straordinario  e 
continuo.  Anche:  adattarsi.  Vedi  àdà- 
tàss,  3). 

6)  broRud  gràss  =  brodo  grasso  :  in 
cui  il  grasso  galleggia  sciolto. 

7)  Di  cose:  utile,  vantaggioso  ;  rt/ftW. 
imjnégh,  guàdàgn  gràss  =  affare,  im- 
piego, guadagno  grasso,  lucroso. 

8)  lunedì,  martedì,  etc.  gràès  =  lu- 
nedi, martedi,  ecc.  grasso  ;  éetimàna 
gràsa  =  settimana  grassa;,  l'ultima  di 
carnevale. 

9)  discare  gràss  =  discorso,  storiella 
grassa,  allegra;  un  po'  libera  dove  si 
faccia  ridere  in  barba  al  pudore. 

10)  deventà  gràss  impinguarsi,  dive- 
nir grasso. 

11)  tèra  f/ràsa  =  terreno  grasso,  fer- 
tile. 

12)  Éga  gràsa  =  uva  mestala  :  sorta 
d'uva  molto  dolce  e  che  fa  assai  mosto. 

13)  insalata  gràsa  =  insalata  acquosa. 

14)  sùeher  gràss  =  zucchero  biondo, 
giallo. 

15)  à  fàla  gràsa  =  a  farla  grassa: 
a  dir  di  molto,  in  fatto  di  guadagni,  ri- 
sorso ;  successo ,  esito  relativamente 
alle  speranze  d'uno. 

16)  vèsà  gràss  de  é'cioptl  =  esser 
grasso  a  crei)apelle,  e  scherzosam.  : 
essere  magro  come  un  carnevale. 

gràsusc,  .s.  m.  =   grassume  :    il   troppo 

grasso  di  carne  o  pietanza. 
gràtàj  V.  att.  =  grattare  :  fregar  la  pelle 

colle  unghie   per    sedare  o  mitigare  il 

prurito. 


373  -  gra 

1)  Grattare,  grattugiare:  tritare  pano, 
cacio  colla  grattugia. 

2)  Grattare,  strimpellare:  di  stru- 
mento ad  arco,  quando  è  suonato  male. 

3)  Granciro,  aggranfiare,  rubare,  ra- 
pire. 

4)  gràtàéè  in  eoo  =  grattarsi  il  capo  : 
per  dispetto  o  rammarico. 

5)  sta  li  à  gràtàéà  el  ■vénter  =  grat- 
tarsi il  corpo,  la  pancia  :  non  far  nulla. 

6)  cerca  rogna  de  grata  =  pigliare 
una  gatta  a  pelare:  mettersi  in  impe- 
gni fastidiosi  senza  sugo.  Anche  :  cer- 
car di  rogna,  cercarsi  dei  fastidi. 

7)  grata  che  te  grata  =  gratta  e 
rigratta. 

8)  grata  vìa  =  raschiare  :  cancellare 
raschiando. 

gràtàbriìstìa,  s.  f.  =  grattapugia:  sorta 
di  pennello  metallico  per  pulire  l'og- 
getto prima  di  dorarlo.  T.  degli  orefici. 

gràtàciiii,  s.  m.  =  grattaculo,  ballerino  : 
seme  di  rosa  selvatica.  Dal  francese  : 
gratte-cul. 

1  )  salsa  de  gràtàciiii  =  salsa  di  bal- 
lerini, di  coccole  rosso. 

gràtàda,  s.  f.  gi-attata:  il  grattare;  dàgh, 
óna  bèli  gràtdda  =  dare  una  grattata 
di  gusto. 

1)  Eubacchiamento  ,  rubamento  ;  il 
rubare. 

gràtàdiiia,  s.  f.  =  grattatina,  dim.  vez- 
zeg.  di  grattata. 

gràtàfàiiga,  s.  f.  =  brossa  :  spazzola  di 
setolo  grosse. 

gràtàforiiiàj,  .f.  m.  =  stiimpellatore  : 
chi  suona  malo  un  istrumento  ad  arco. 

Gràtàsoeùj,  s.  m.  =  Grattasoglio  :  nome 
d'un  paese  vicino  a  Milano.  Entra  per 
somiglianza  di  suono  col  vei'bo  grata 
nella  frase  :  àndà  à  Gràtàéoeuj  =  esser 
ladro,  riibare,  sgiaffignare. 

gràtìcolaj  5.  f.  =  graticola,  gratella  :  ar- 
nese da  cucina  composto  di  spranghette, 
per  arrostirvi  costolette,   pesci,  ecc. 

gràtiflcàsiòii;  s.  f.  =  gratificazione  :  ri- 
compensa 0  rimunerazione  di  danari  ad 
alcuno  por  servizi  straordinari. 

gratin  gratin  (fa),  =  grattare  :  special- 
mente sul  palmo  della  mano  :  queUo 
che  si  fa  ai  bambini  quando  si  dico 
loro  la  canzonetta  :  doe  te  see  étaa,  ecc. 
Vedi  comaa  1). 

gratina,  v.  att.  =  abbronzare,  far  pren- 
dere il  coloro  del  bronzo  a  vivande  cho 
hanno  a  riuscir  cucinato  in  umido. 


ffia 


-  374  - 


?ri 


gràtii'oeùln,  s.  f.  =  grattugia  :  arnese  por 
tritare  formaggio  o  pano. 

1)  pari  dna  yràtiraùla  =  parere  una 
grattugia  :  d'  una  superficie  scabra  o 
specie  della  pelle  quando  è  ruvida,  o 
bitorzoluta. 

2)  Graticola:  inferriata  sottile  o  latta 
bucherellata  del  confessionale,  da  cui  il 
prete  ascolta  la  confessione. 

gratis,  *  ai>v.  =  gratis,  gratuitamente  : 
senza  interesse,  senza  farsi  pagare. 

grràtitudiu,  *  s.  f.  =  gratitudine  :  rico- 
nosceuza  per  un  beneficio  ricevuto. 

Oràtoguàua;  s.  m.  =  Grattognaua:  nomo 
di  un  contado  nostro  ohe  si  usa  nel 
dotto  :  vèss  vààiiii  à  Qràtààoeilj  e  bàte- 
saa  à  (JràtognQ,na,  che  vale  essere 
ladro,  ossero  proclive  a  sgraffignare. 

gràtón,  s.  m.  =  cicciolo,  sicciolo  :  i  pez- 
zetti del  lardo  di  maialo,  cavato  lo 
strutto. 

1)  gràtón  de  fonnàj  =  grumi  :  pezzi 
rimasti  piuttosto  grossi  nel  cacio  grat- 
tato. 

gràtiiii,  agij.  =  e  meglio  gratuit  =  gi;a- 
tuito:  fatto  senza  ricompensa,  por  grazia, 

gràye,  *  agg.  =  grave  :  di  malattia  peri- 
colosa, 

1)  Di  cosa  che  abbia  gravità,  impor- 
tanza. Sinonimo  di  sèri  che  è  meglio 
usato. 

gràvida,  agg.  =  gravida:  della  donna 
che  ha  concepito  lino  a  che  non  par- 
torisca. Per  anal.  e  estens,  si  dice:  el 
par  gravici  ;  te  see  gràvid  ?  =  par  gra- 
gravido  ;  sei  gravido  ?  Ad  uomo  che  ab- 
bia molte  voglie. 

gràvi«làiisa,  s.  f.  =  gravidanza:  lo  stato 
di  donna  gravida, 

gràvìscia,  s.  f.  =  cola,  graticcio  da  pas- 
sarvi il  sabbione.  Vedi  gràdiscia. 

gràvitaa,  s.  f.  =  gravità:  astratto  di 
grave.  Vedi, 

greca,  s.  f.  =   greca:    sorta    di    disegao 

per  ornato  fatto  a  meandro  cosi  :  5H5H. 

1)  Palandrane:  gabbano    alla  greca. 

grcccli,  s.  m.  =  greco:  la  lingua  greca. 
1)  Agg,:  di    Grecia    o    della   lingua 
greca. 

grècch  (dà  el),  =  condire,  dar  savore, 
dare  un  certo  sale. 

1)  Anche:  piaggiare,  adulai-e.  Poco 
usato. 

greg,  *  agg.  =  greggio,  grezzo,  bruto; 
non  pulito,  non  lavorato  :  di  metalli, 
sassi,  legno,    ed   anche    di   qualunque 


manifattura  abbozzata,  di  tela  non  im- 
biancati e  sim. 

gregna,  s.  f.  =  covoncello  del  riso, 

(jJregòri,  s.  vi.  =  Gregorio  :  nome  proprio 
di  persona. 

1)  h'ìi  finii  i  mese  à  san  Gregari 
è  finita  la  bazza,  la  cuccagaa  :  modo 
di  dire  col  quale  accenniamo  a  cessa- 
zione   di    lucri  0  vantaggi    qualunque. 

gréla,  s.  f.  =  gratella  graticola.  Vedi 
gratìcola,  voce  assai  più  dell'uso. 

gremà,  e  att.  =  avvampare,  abbronzare: 
di  foco  0  corpo  fortemente  riscaldato 
che,  messo  a  contaito  con  altro,  ne 
brucia  leggermente  la  superfìcie,  tanto 
da  fargli  prendere  un  colore  simile  al 
bronzo, 

gremaa,  agg.  =  avvampato,  abbronzato  : 
ciò  che  ha  preso  l'abbronzatura. 

gremàda,  s.  f.  =  abbronzatura,  l'abbron- 
zar che  fa  il  foco,  o  un  corpo  forte- 
mente riscaldato,  a   danno  di  un  altro. 

gremàdiuà,  s.  f.  =  abbronzata  :  un  ab- 
bronzar leggiero. 

greiiiègna,  s.  f.  =  gramigna.  Vedi  grà- 
iiièsna. 

grèiiiiu,  s.  m.  =  abbronza'iiento. 

1)  sàvè  de  grèmm  =  sentir  di  bru- 
ciaticcio. 

2)  ciàpà  el  grèmm  =  abljronzarsi: 
cominciare  ad  avamjjare.  Di  vivande 
a  foco  troppo  ardente. 

grèmola,  s.  f.  =  gramola.  Vedi  grà- 
mola. 

greiuolaa,  agj.  =  granito:  di  corpo  la 
cui  superficie  ha  la  grana. 

1)  Bitorzoluto,  pieno  di    bitorzoletti. 

greiuoliu,  s.  m.  =  bozzolo,  bitorzoletto  : 
ciò  che  rileva  alquanto  dalla  superficie 
nella  pasta,  polenta,  pane,  ecc. 

grev^  agg.  =  grave,  greve,  pesante  :  ciò 
che  pesa   relativamente  troppo. 

1)  vègli  el  eoo  grev  =  essere  accapac- 
ciato,  avere  il  capo  posante,  grave. 

2)  tiria  gréva  =  aria  grave,  pesante  ; 
opprimente. 

grì,  s.  m.  =  grillo:  animaletto  che  nei 
prati  e  nei  focolari  trilla  di    notte, 

1)  canta  còme  on  grì  =  cantar  lieto, 
a  tutto  fiato, 

2)  fa  rid  anche  i  grì  =  far  ridere 
lo  telline. 

3)  salta  come  on  gri  =  saltarellare: 
di  fanciulli  che  giocano  vispi,  e  anche 
di  persona  che  cammini  saltellando  leg- 
giera. 


gl'I 


-  375  - 


grò 


I 


4)  vèéé  àlègher  cóme  on  grì  =  esser 
contento  come  una  pasqua. 

5)  fa  grl  grì  grl  =  far  tre  tre  tre  : 
il  canto  del  grillo. 

6)  Fig.  grillo,  fantasia,  ghiribizzo; 
■vègh  di  grì  per  el  eoo  =  aver  la  testa, 
il  capo  a'  grilli. 

grida,  s.  f.  =  grida,  bando  :  voce  ora 
quasi  interamente  disusata  e  sostituita 
da  àvis.  Vedi. 

grigruà,  srignàda,  ecc.  Vedi  ghigruS, 
ghigiiàda,  ecc. 

grigiiceù,  s.  in.  =  orliccio,  cantuccio, 
cornetto,  l'estremità  della  corteccia  del 
del  pane. 

grìgnolo,  agg.  =  attributo  d'ima  specie 
d'uva  liianca  o  rossa,  ad  acini  grossi 
e  un  po'  oblunghi. 

grìlett,  *  s.  m.  =  grilletto  :  nelle  armi 
da  foco  ferretto  che,  toccato,  fa  scattare 
il  cane. 

griiua,  s.  f.  =  crema,  panna.  Voce  più 
del  gergo  che  del  dialetto,  il  quale  dico 
panerà. 

grìmèll,  s.  m.  =  grovigliolo,  nodo;  gro- 
vigliola  che  appare  nel  tessuto. 

1)  Agg.  di  vili.  Indica  quel  vino 
che  un  tal  Grimelli  cominciò  a  intro- 
durre fatto  chimicamente,  quando  la 
crittogama  distrusse  le  viti.  Da  allora, 
perfezionati  i  metodi  di  fabbricazione, 
il  vino  restò  nella  maggior  parte  sofi- 
sticato, e  il  trovarne  di  spremuto  dal- 
l'uva è  affar  molto  serio. 

grimOiiia,  s.  f.  =  agrimonia  ;  agrimonia 
eupatoria:  pianta  perenne. 

grìu,  grill  (fa),  =  strimpellare:  suonar 
male  i strumenti  ad  arco. 

1)  Entra  nella  canzonetta:  dòe  te  see 
étaa  -  à  cà  de  la  comaa,  ecc.  Vedi 
coniaa,  1). 

grìnga,  s.  f.  =  crine:  pelo  lungo  del 
collo  e  della  coda  del  cavallo. 

1)  Crino  :  il  crino  conciato. 

2)  Tarpigna  ;  easciUa  europea  :  specie 
di  erba. 

3)  Caglio,  erba  zolfina;  gallium  ve- 
runi :  specie  di  orba. 

griiigh,  s.  m.  =  gordio  acquatico  :  ver- 
me bianchiccio  comune-  nelle  polle  e 
nei  fontanili. 

gringhiuèll,  =  s.  m.  =  nodo:  cappio 
in  cui  si  annodano  i  fili  da  torcersi 
per  farne  spago.  T.  dei  cordai. 

gringola  (àndà  in),  =  andare  in  broda 
di  succiole  :  godere  assai  di  checchessia. 


grinsa,  *  s.  f.  =  grinza,  ruga:  solco  sulla 
superficie  della  pelle  dei  volto  prove- 
niente dall'età. 

griiisà,  V.  att.  =  agrinzirsi:  della  pelle 
che  prende  le  grinze  ;  à  làvàss  cont 
V  acqua  calda  se  grlnéa  là  péli  =  la- 
vandosi coir  acqua  calla  s'aggrinzisco 
la  pelle. 

grinta,  s.  f.  =  grinta:  volto  d'uomo  per- 
verso e  corrucciato. 

1)  mètt  già  là  grinta  =  imbronciare, 
imbronciro:  pigliare  il  broncio,  far  se- 
gno di  corruccio. 

grioetì,  s.  VI.  =  gheriglio  :  il  frutto  della 
noce,  nella  parte  mangereccia. 

gripp,  s.  in.  =  grippe  :  sorta  di  malattia 
che  si  mostra  con  mal  di  testa,  di  gola 
e  con  tosse. 

1)  Greppo:  luogo  dirupato;  andasti 
e  gid  per  i  gripp  =  andar  qua  e  là 
pei  greppi. 

gris,  agg.  =  grigio  :  di  colore  scu.ro  misto 
di  bianco. 

1)  Brizzolato:  di  capelli  e  barba 
quando  cominciano  a  imbiancare. 

2)  deventà  gris  =  imbigiare,  incanu- 
tire, brizzolarsi. 

3)  fa  vegnì  gris  =  far  venire  i  ca- 
pelli bianchi  :  di  gravi  pensieri,  cure 
moleste,  afflizioni. 

4)  là  grìsa  =  la  grigia  :  lo  diciamo 
come  sostantivo  di  cavalle,  mule,  ecc. 

grisaa,  agg.  =  grigiolato  :  tendente  al 
grigio. 

grisèta,  s.  f.  =  grisetta:  specie  di  tela  di 
color  grigio  chiaro. 

grisiu,  s.  in.  =  grissino  :  specie  di  pan 
biscotto  che  fanno  specialmente  a  To- 
rino e  che  a  noi  venne  di  là. 

1)  Anche  come  diminut.  di  griss,  = 
un  pocolino,  un  bricciolo. 

grison,  agg.  =  grigiotto;  accresc.  di  gri- 
gio, e  specialm.  di  pers.  molto  brizzo- 
lata. 

griss,  s.  in.  =  un  miccino,  un  pocolino; 
una  piccolissima  quantità. 

grò,  s.  m.  =  gros:  specie  di  stoffa  di  seta; 
usata  per  vestiti. 

gròiuui,  s.  in.  =  servo  ;  gai'zone  specialm. 
addotto  ai  cavalli  e  alla  carrozza.  Dal- 
l' ingl.  groom. 

grónda,  s.  f.  =  gronda,  tettoia:  estremità 
esterna  dei  tetti  sporgente  in  fuori. 

gronda,  v.  att.  =  grondare:  cadere  l'acqua 
dalle  gronde. 


?ro  —  376  — 

1)  Stillare,  venir  giù,  di  qualunque 
liquido. 

groiidaa,  s.  in.  =  seggiola:  luogo  all'e- 
stremità dei  correnti  alle  gronde. 

grrondàna,  s.  f.  =  gi-ondaia,  sgocciola- 
mento: il  luogo  dove  cade  l'acqua  dalla 
gronda. 

1)  Grondatara:  l'acqua  che  gronda. 

grondòn,  s.  m.  =  grondone:  lungo  e  largo 
canale  di  terra  cotta  sotto  la   gronda. 

1)  Aggrondatiira,  cipiglio. 

2)  mètt  già  el  grondòn  =  imbroncire. 
V.  grinta,  1). 

groiidouà,  V.  att.  =  grondare.  Y.  gronda. 

gròu,  gróii,  cose  gli'è  deiit  in  sto  pii- 
gnòn,  =  lo  stesso  che  pìn  ptn^  cavalin. 
Vedi  càvàlìn,  2). 

grópa,  s.  f.  =  groppa,  schiena,  dorso.  V. 
gròpa,  2). 

1)  portala  in  grdpa  à  nisun  =  non 
lasciarsi  metter  i  piedi  sai  collo  da 
nessuno,  non  lasciarsi  camminar  sui 
piedi. 

gropà;  V.  alt.  =  annodare:  unire  insieme 
i  due  capi  di  un  filo,  spago,  e  sim., 
facendovi  un  nodo. 

gropass,  v.  rifl.  =  annodarsi:  di  cosa  che 
si  avvolga  sopra  sé  stossa  formando 
uno  0  più  nodi. 

gropér,  s.  m.  =  biscazziere ,  assistente 
di  gioco;  dal  frane,  croupier. 

gropèra,  s.  f.  =  groppiera:  ciioio  della 
sella  che  si  attacca  al  posollno. 

gropì,  e  gropiss,  v.  att.  rifl.  =  anno- 
dare, annodarsi.  Vedi  gropà,  gropàss. 
1)  gropiss  =  aggrumarsi  :  del  latto 
che  si  forma  in  grami,  o  per  acidi  che 
vi  si  mettano,  o  per  troppo  forte  ca- 
lore se  è  unito  a  uova. 

gropidura,  s.  f.  =  penero,  peuerata:  parte 
dell'ordito  che  rimane  senza  essere  tes- 
suta, e  che  forma  quasi  una   frangia. 

gropin,  s.  m.  =  nodetto,  nodino;  dimin. 
di  gropp. 

1)  Grappino  :  sorta  di  pasta  dolco 
fatta  ad  anelli.  Usa  meglio  il  piar,  i 
gropitt. 

gropolént,  agg.  =  nodoso,  ronchioso  ; 
pieno  di  nodi. 

gropòn,  s.  m.  =  groppa;  accr.  di  gròpa. 
Del  linguaggio  fam.  e  scherz, 

gropp,  s.  m.  =  nodo,  quell'avvolgimento 
che  una  cosa  fa  in  se  medesima,  dif- 
ficile a  sciogliersi. 

1)  Annodatura:  effetto  dell'annodare 
e  il  punto  dove    una  cosa  è  annodata. 


grò 


2)  fa  on  gropp  sul  fasolètt  =  faro  un 
nodo  sulla  pezzuola,  sul  fazzoletto;  per 
ricordarsi  di  qualche  cosa. 

3)  fa  sii  '/  gropp  =  ingruppare,  an- 
nodare. 

4)  fàs.^  sii  in  d' on  gropp  =  aggomi- 
tolarsi. Detto  di  persone. 

5)  gropp  àsaa  =  accappiature,  nodo 
scorsoio. 

6)  gropp  de  lana  o  de  seda  =  nodo 
doppio. 

7)  gropp  de  piàs  =  nodo  in  sul  dito. 

8)  tuti  i  gropp  èe  ridusen,  regnen 
ài  pèten  =  tutti  i  nodi  vengon  al  pet- 
tino: tutte  le  male  azioni  si  scoprono 
e  si  pagano. 

9)  streng  i  gropp  =  A^enire  alle  strette 
concludere;  specialm.  di  affari,  di  con- 
tratti. 

10  vègli  on  gropp  ^la  gola,  ài  sio- 
megh  =  avere  un  nodo  alla  gola  ;  per 
commozione,  specialm.  quando  non  si 
può  piangere. 

11)  Interrompimenti  nel  fusto  di  certe 
piante;  *  gropp  del  bambù'  =  i  nodi  del 
bambù. 

12)  Nodo,  nocchio:  nodo  nel  legname; 
ed  anche  certe  parti  dure  e  legnose  che 
a  volte  si  trovano  nello  frutto. 

13)  Brocco,  bozzolo  :  inuguaglianze 
nel  filato,  specialmente  di  lana. 

14)  Gruppo;  riunione  di  figure.  T.  pit- 
tor.  toatr.  scult,  e  sim. 

gròsa,  s.  f.  =  grossa;  T.  commerc,  do- 
dici dozzine. 

grosésa,  s.  f.  =  grossezza,  spessore;  qua- 
lità di  ohi  o  ciò  che  è  grosso. 

grosìsta,  *  s.  m.  =  grossista  :  chi  vende 
merci  all'ingrosso. 

grosolàn,  *  agg.  =  gi-ossolano,  rozzo;  di 
qualità  ordinaria,  e  se  pers.  di  modi  or- 
dinari, rozzi. 

gròss,  agg.  =  grosso  :  che  ha  molto  vo- 
lume; contrario  di  sottile  o  minuto. 

1)  Atticciato;  di  persona  grossa,  tra-    / 
versa,  tarchiata.  Lo  stesso   che  / 

2)  grand  e  gròss  =  grande  e  grosso/ 

3)  àndà  gio  de  gròàé  =  farla  alia 
grande;  spendere  senza  riguardo;  in  ge- 
nerale, abbondare.  ' 

6)  dila,  fàla  gròsa  =  dirla,  farla  grossa, 
dirla,  farla  marchiana  ;  dire,  fare  uno 
sproposito. 

7)  vegnt  gròés  =  ingrossare  ;  farsi 
grosso. 


i 


—  377 


B 


8)  de  gròàs  =  alla  grossa,  grossa- 
mente, seaza  finezza. 

9)  dàc/h  de  gròss  =  dar  passata,  ti- 
rar giù  alla  buona;  di  cosa  che  si  faccia 
senza  molta  accuratezza. 

10)  Di  fiume;  gonfio,  pieno  più  del 
solito. 

gròta,  s.  f.  =  grotta;  caverna  nella  roccia; 

ve  no  sono  di  artificiali  per  ornamento 

dei  giardini. 
gru,  s.  f.  =  gru,  grue:  grosso  uccello  di 

passo. 
1)  Macchina  per   sollevare    pesi.    Si 

dice  anche  grfia. 
grubiàn,  agg.  =  villano,    rozzo,    zotico; 

di  pers.  che  ha  modi  ordinari  e  rozzi, 
grill) Làiiàda,  s.  f.  =  villania,    garbacelo; 

atto  sconveniente  e  scortese. 
griibiànìsmo,  s.  m.  =   impolitezza,  roz- 
zezza, incoltezza:  natura  di  chi  è  rozzo, 

scortese,  zotico. 
griìèra,    (forinàgg   de)   =  formaggio   di 

gruera    dal    frane,   grwjère.    Specie  di 

formaggio  salato. 
griign,  s.  VI.  =  grugno,  grifo  :  muso  del 

porco  e  d'altri  animali  sim. 

1)  Per  dispr.  anche  del  viso  dell'uomo. 

2)  Broncio;  mètt  gid  el  grùgn  =  im- 
bronciare. Vedi  grinta,  Ij. 

3)  Busse,  botte:  specialm.  pugni;  dàgh 
di  griign  =  picchiarlo,  dargli  dei  pugni. 

griignetòn,  s.  m.  =  chinilo  grosso.  Vedi 
arcàsa. 

grugnì,  V.  att.  =  grugnire  :  lo  stridere  del 
porco,  0  per  estens.  le  voci  che  gli  so- 
migliano. 

griigiiolént,  agg.  =  nodoso,  nocchioso: 
pieno  di  nodi  e  di  nocchi. 

grilli,  s.  m.  =  cala  pranzi  :  arnese  pra- 
ticato entro  il  vano  di  un  muro  maestro 
per  tirar  su  dalla  cucina  a  terreno  in 
sala  da  pranzo  le  vivando. 

grilmì,  V.  att.  =  aggrumarsi;  formarsi  in 
grumi;  el  édngu,  el  làtt  griimìsen  =  il 
sangue,  il  latte  s'aggrumano. 

1)  Abbozzolarsi;  agglomerarsi  di  fa- 
rine, ecc,  a  uso  bozzolo. 

grilmni,-  s.  m.  =  grumo:  un  po'  di  san- 
gue 0  latte  rappreso. 

griipètt,  s.  m.  =  gruppetto.  T.  musicale. 
1)  Anche  diminutivo  di  gruppo. 

griipp,  s.  m.  =  gruppo:  involto  di  mo- 
neto. 

1)  Quantità  di  figure,  per  lo  più  scol- 
pite, unite  insieme. 

guaa,  s.  in.  =  guazzatoio:  luogo  dove  si 


conducono  a  bere    ed  a  guazzare  i  ca- 
valli e  sim. 

1)  Vado,  guado,  glastro:  erba  da  tin- 
gere in  azzurro. 

gnàda,  s.  f.  =  guade,  vangai  ola  :  impecio 
di  rote  da  pescare.  Anche  guàdiim. 

gnàdàgn,  s.  m.  =  guadagno,  lucro:  ogni 
sorta  di  utilità  ottenuta  da  traffico,  pos- 
sessione, industria. 

1)  Vantaggio,  utilità. 

2)  Iron.,  ho  faa  on  bèli  gnàdàgn  = 
ho  fatto  davvero  un  bel  guadagno: 
quando  da  una  azione  se  n'ha  più  svan- 
taggio che  utile. 

3)  fa  i  guadàgn  di  Frances  in  Mosca 
=  fare  i  guadagni  dei  Francesi  a  Mosca: 
cioè  non  far  che  perdere,  non  aver  che 
danno. 

guadagna,  v.  att.  =  guadagnare,  far  gua- 
dagno :  acquistar  danari  con  industria 
e  fatica. 

1)  Meritare;  el  me  post  Vhoo  guadà- 
gnaa  =  il  mio  posto  l'ho  meritato. 

2)  guadagna  terèn  =  guadagnar  ter- 
reno: acquistar  forza   credito,  fiducia. 

3)  gnàdàgnà  nunca  l'acqua  de  bcv  = 
non  guadagaaro  neanche  l'acqua  per 
lavarsi  le  mani. 

4)  guadagnàss  ci  pan  =  guadagnarsi 
il  pano,  guadagnar  la  vita. 

5)  Vincere;  al  gioco,  una  scommossa, 
una  causa,  e  sim. 

guadìua,  s.  f.  =  guaina  :  piegatura  cu- 
cita attraverso  a  cui  si  passa  un  nastro 
e  col  nastro  si  stringo  e  si  allarga  il 
vestito  per  meglio  adattarlo  alla  vita. 

gnadinn,  (i)  s.  f.  pi.  =  lo  guado,  le  van- 
gaiolo.  Vedi  guada. 

guài,  esci.  =  guai  ;  guai  à  ti,  à  ntin,  à 
vidlter,  e  sim.  =  guai  a  te,  a  noi,  a  voi, 
0  sim.;  è  esclamazione  di  minaccia. 

guàia,  esci.  =  guai  :  lo  stesso  che  guài, 
ma  va  disusando. 

guàj,  s.  m.  =  guaio,  malanno,  inciampo: 
danno  che  viene  a  portare  ostacoli,  dif- 
ficoltà non  prevedute. 

1)  Inciampo,  ostacolo;  el guàJ  /'è  che 
domàn  Ve  doménica  =  l'inciampo  è  cho 
domani  è  domenica. 

2)  on  òmm  pien  de  guàj  =  un  uomo 
pieno  di  guai;  disgraziato. 

3)  veSs  in  guàj  =  essere  in  colpa. 

4)  Lite,  discordia;  Tè  in  guàj  coni 
el  fràdèll  =  è  in  lite  col  fratello. 

gualdràpa,*  s.  f.  =  gualdrappa  :  drappo 
che  copre  la  groppa  del  cavallo. 


gua 


—  378  — 


gua 


gualirà,  -v.  alt.  =  uguagliare,  spianare, 
forbire.  T.  di  gioiolL  e  oriuol.  ma 
credo  non  s'oda  quasi  piii. 

guano,*  s.  m.  =  guano:  concio  composto 
d'escrementi  d'uccelli,  che  viene  dal- 
l'America. 

gruaut,  s.  m.  =  guanto  :  calzatura  della 
mano  che  copre  le  dita  sei)aratamento. 

1)  vègli  sic  i  fjuant  =  essere  inguan- 
tato, in  guanti. 

2)  mòti  sii  i  giicmt  =  inguantarsi, 
mettersi  i  guanti. 

B)  guant  de  red  =  guanto    a  rete,  a 
midano. 
giiantee,  s.  m.  =  guantaio:  chi  fa  o  vendo 

guanti. 
gruautìn,  s.  m.  =    manicotto:    arnese  di 
pelo  per  tener    caldo  le    mani   alle  si- 
gnore d'inverno. 

1)  Guantino;  dim.  di  guanto:  piccolo 
guanto. 
guarda,  v.  att.  =  guardare  :  dirizzare  lo 
sguardo  verso  un  oggetto. 

2j  guà-rdt  indree  =  guardare  addietro: 
voltare  il  capo  iadiotro  per  vedere. 

3)  guarda  per  travèrè  =  guardar  torto, 
atti'averso,  con  occhio  bieco. 

4)  guarda  ndnca,  pie  =  non  guar- 
dare, non  guardar  più  una  persona:  es- 
sere scorucciti  con  quella,  mostrarsi  in- 
differenti. 

4)  se  gudrden  pii  =  non  si  guardano 
più:  di  persone  che  hanno  rotto  rela- 
zione, l'amicizia. 

5)  guarda  nò  tròpp  de  fin,  de  me- 
nUder  =  non  la  guardar  tanto  per  il 
minuto,  per  la  sottile. 

6)  guarda  d'alt  in  base  =  guardar 
d'alto  in  basso:  trattare  con  alterigia. 

7)  Prender  notizia,  far  ricerca;  guar- 
da, se  te  troeiìvet  el  me  teniperin  = 
guarda,  se  trovi  il  mio  temperino. 

8)  Badare:  stare    attenti  a  quel   elio 
.   si  fa,  per  non  sbagliare,  evitare  un  pe- 
ricolo; guarda  de  no  boria  gio  =  bada 
di  non  cadere;  guarda  quèll  che  te  fec  = 
bada  a  quello  che  fai. 

9)  guarda  minga  à  spend  =  non  guar- 
dare a  spesa:  sopportarla  volentieri. 

10)  guarda!  =  bada  !  usato  per  ecci- 
tar l'attenzione,  avvertir  d'un  pericolo 
ed  anche,  secondo  i  casi,  in  senso  di 
comando  e  minaccia;  guarda  che,  se  te 
set  minga  àavi,  te  castighi  =  guarda 
che,  se  non  sei  bono,  ti  castigo. 


11) guardi  ben,  guàrdec  ben  =  niente 
affatto.  È  imperativo  proibitivo. 

12)  guarda!  guarda!  =  bada!  bada! 
avvertimento  incalzante  perchè  uno  si 
scansi  da  lui  pericolo  imminente. 

13)  guarda  àdree  =  invigilare,  cu- 
stodire; anche:  governare  ;  intani  che 
mi  éont  via  gudrdcgh  àdree  ti  àia  eà 
=  durante  la  mia  assenza,  badaci  tu 
alla  casa. 

14)  bisógna  minga  guarda  tiitt  còse 
=  è  sapienza  doppia  lasciar  talora  ire 
tre  pan  per  coppia  ;  col  soverchio  ve- 
dere non  si  può  mai  godere. 

15)  Di  case,  finestre  e  sim.,  volgere 
rispondere;  i  me  fiiièster  gudrden  vèrs 
giàrdin  =  le  mio  finestre  guardano,  ri- 
spondono verso  giardino. 

16)  guàrdàss,  V.  rifl.  =  astenersi;  vie 
guardar 00  ben  dal  ripètt  sti  parali  = 
mi  baderò  bene,  mi  -asterrò  dal  ripetere 
tali  jjarole. 

17)  Difóndersi,  staro  in  guardia;  guàr- 
dàss delj'rèec^  del  vent  =  badarsi  dal 
freddo,  dal  vento. 

guardàbòsch,    s.    m.    =    guardaboschi: 

guardia  delle  bandite. 
guardàda,  s.  f.  =  guardata,   occhiata:  il 

guardare,  e  piuttosto  in  fretta,  di  fuga; 

anche  vistàda. 
giiardàiuàn,  s.  m.  =  guardamacchia:  pezzo 

d'alcuni  fucili  che   tien    fermo   il  gril- 
letto, perchè  tra  cespugli  e  piante  non 

scatti. 

1)  Guardamano,  manopola:  parte  delle 

armi   bianche    manovpli    che    ripara  la 

mano. 
guardàportòn,  s.  m.   =  guardaportone  : 

servo  che  sta  alla  custodia  della  porta 

noi  palazzi  dei  ricchi. 
guardaroba,  s.  f.  =  guardaroba:  armadio 

a  più  ante  dove  si  conservano  i  vestiti, 

la  biancheria  e  sim. 

1)  étànsa    di   giiardàròbb  =  guarda- 
roba: stanza  degli  armadi. 
guardarobee,s.  ??i.  e  guardarobèra,  s.  f. 

=  il  0  la  guardaroba:  chi  ha  cura  della 

guardaroba  :  meno  bello,  guardarobiere 

e  guardarobiera. 
guàrdàss,  v.  rifl.   =   guardarsi,    badarsi, 

astenersi.  Vedi  guarda.  Iti  e  17). 
guàrdàvòi,  =  attenti  ;    voce    militare    di 

comando. 
guàrden,  s.  m.  =  tramezza,  forte,  guar- 

dione:  pozzi  nella  scarpa  posti  per  so- 


gua 


-  379  - 


gue 


stenere  il  tomaio,  e  il  calcagno.  T,  di 
calzol. 
guàrdia,*  s.  f.  =  gaardia,  custodia:  atto 
e  ufficio  del  vigilare ,  custodire  ;  fa  là 
guàrdia,  vcsé  de  guàrdia  =  fare  la  gaar- 
dia, esser  di  guardia.  Lo  stesso  che 
àndà^  vèàà  sii  de  guàrdia. 

1)  La  persona  che  sta  a  guardia;  mètt 
dna  guàrdia  =  mettere  una  guardia  ; 
guàrdia  Urbana  =  una  guardia  urbana 
0  civica. 

2)  Olia  guàrdia,  i  guardi  =  una  guar- 
dia, le  guardie;  assol.  lo  guardie  di  pub- 
blica sicurezza;  ciàmà  i  guardi  =  ctiia- 
mare,  far  venire  le  guardie. 

3)  Una  posizione  speciale  che  pren- 
dono i  tiratori  di  scherma,  e  una  parte 
della  spada  o  della  sciabola  elio  ripara 
la  mano  del  tiratore  dai  colpi  dell'av- 
versario. 

4)  Mei  in  guardia  =  stare  in  guardia, 
all'erta:  stare  attenti  per  evitare  in- 
sidie. 

5)  là  guàrdia  del  mòre  =  la  guardia 
del  morso:  la  parte  che  non  entra  nella 
bocca  del  cavallo. 

guàrdiàn,  s.  m.  =  guardiano,  custode: 
chi  ha  in  custodia  un  luogo.  Anche  di 
animali,  specialmente  so  parano  una 
mandra. 

1)  pàder  guàrdiàn  =  ^guardiano  :  in 
alcuni  ordini  religiosi  il  capo  del  con- 
vento. 

guardina,  s.  f.  =  guardiole:  stanza  in  cui 
si  forma  il  guardiano  della  i)rigione. 

guari,  V.  att.  =  guarire,  sanare:  ricupe- 
rare e  restituire  la  sanità. 

guàribìl,*  agg.  =  guaribile:  che  può  gua- 
rire. 

guàrig'iòu,  *  s.  f.  =  guarigione:  l'effetto 
della  cura  modica;  il  termine  della  ma- 
lattia, il  ritorno  alla  sanità. 

guàrìsc,  s.  m.  =  guidalesco  :  piaga  per 
sbucciature  o  per  altro  di  cavalli  mal 
ridotti. 

guàruà,  v.  att.  =  riporre,  serbare  ;  met- 
tere in  serbo. 

guàrnàcc,  s.  in.  =  governale  ;  timone  dello 
barche. 

guàrnàscia,  s.  f.  =  camiciotto  :  quello, 
per  lo  più  di  rigatino  rosso,  che  por- 
tano i  macellai;  è  voce  che  disusa. 

guàrnèri,  s.  vi.  =  armadio  a  muro  :  è 
un  vuoto  fatto  nella  grossezza  del  muro 
con  imposte,  per  riporvi  roba. 


1)  Anche:  credenza;  un  armadio  qua- 
lunque. 

guarnì,  V.  att.  =  guarnire,  adornare,  prov- 
vedere una  cosa  d'una  parte  accessoria 
cho  serva  a  crescerne  il  pregio,  l'ele- 
ganza. 

1)  Mettere  attorno  a  una  pietanza 
guarnizioni  accessorie. 

guàruigión,*  s.  f.  =  guarnigione  :  sol- 
dati di  presidio  in  una  città,  fortezza,, 
e  sim. 

guàrnisión,  s  f.  =  guarnizione,  guarni- 
tura: tutto  ciò  che  serve  d'ornamento 
alle  vesti  o  ad  altro. 

guàst,  s.  m.  =  guasto,  danno,  rovina: 
l'effetto  del  guastare. 

1)  Agg.;  guasto,  malconcio,  sformato. 

2)  Avariato  :  si  dice  in  ital.  delle 
merci  alterate  dall'  acqua  del  mare,  e 
per  esteus.  di  derrate  che  abbiano  sof- 
ferto e  non  siano  piiì  buone  :  d'  altro 
cose  non  si  dice. 

guasta,  ».  att.  =  guastare,  sformare,  sciu- 
pare :  far  danai,  quasi  da  rendere  in- 
servibile l'oggetto. 

1)  guasta  i  oiuv  in  del  càvàgnoiù  = 
guastare  le  ova  nel  paniere  ;  disturbai'e 
un  affare  combinato. 

2)  guàétàés,  riti.  =  guastarsi  ;  andare 
a  male,  sciuparsi. 

3)  no  me  tochee  che  me  guàstee  =* 
non  mi  toccar  ohe  mi  guasti  ;  lasciami 
stare  ;  si  dice  di  chi  sia  in  tale  stato 
di  salute  cho  ogni  minima  cosa  gli  fa 
danno. 

guàstàmestee,  s.  m.   =   guastamestieri  : 
chi  si  pone  a  fare    ciò    che    non    sa  e 
specialni.  chi,  lavorando  per  poco  prezzo 
fa  danno  agli  altri  artefici. 
1)  Imbrattamondo,  imbroglione. 

guera,  «.  f.  =  guerra  :  dissidio  fra  due 
stati  che  si  definisce  colle  armi,  al- 
meno finche  non  trionfi  il  sano  prin- 
cipio dell'arbitrato  cho  tolga  la  vergo- 
gna del  gran  delitto  che  la  guerra  ò. 

1)  Per  simil.  discordia,  contesa  : 
anche  tra  persone. 

2)  fa.  là  guèra  =  osteggiare,  opporsi 
in  qualunque  modo  a  qualche  cosa. 

8)  Entra  la  parola  nella  canzonetta 
infantile;  Tògn,  Tògìi,  lìèla  rògn  pela 
figli,  capitàìii  di  formigli,  capitàm 
déla  guèra,  eitipa  el  s'ciòpp  e  boria 
in  tira. 
guèrc,  agg.  =  guercio  :  chi  ha  gli  occhi 
torti. 


gue 


—  3S0  — 


gui 


1)  Monocolo  :  chi  manca  d'un  occhio 
o  vedo  da  un  occhio  solo. 

2)  vèsé  on  guère  in  ììièéé  ài  òrb  = 
essere  un  guercio  fra  ciechi,  fra  un 
esercito  di  ciechi  un  guercio  è  re. 

gueriér,  acjg.  =  guerriero  ;  atto  alla  guerra  ; 

che  spetta  alla  guerra. 

\)  s.  m.   =  uomo  che  fa  per  mestiere 

la  guerra. 
gu?ee,  s.  m.  =  agoraio,  spillettaio  :  che 

fa  e  vende  aghi  e  spilli. 
gugèla,  s.  f.  =  infìlacappio,  infilaguaine  : 

sorta  d'ago  grosso  e  stiacciato  con  punta 

ottusa,   che   serve    a  infilare    nastri    e 

sim.  nelle  guaine. 

1)  Puntale  ;  punta  dell'  aghetto  o 
stringa. 

2)  Libella,  damigella,  sposa  :  insotto 
lungo,  sottile  con  grandi  ali. 

gQgia,  s.  f.  =  ago  :  piccolo  strumento 
d'acciaio  con  punta  e  cruna  per  cucire. 

1)  infilù,  là  (jugia  =  infilar. l'ago. 

2)  fin  come  dna  gorgia  =  fino,  sot- 
tile come  un  ago. 

3)  làorà  faa  à  gugia  =  lavoro  a  ago  ; 
cioè  non  fatto  a  macchina. 

4)  òna  carta  de  giicc  =  una  grossa 
d'aghi. 

5)  vlèé  in  àia  gilec  =  essere  sullo 
spine  ;  star  sulla  gruccia. 

6)  gugia  de  eàlsètt  =  ferro  da  calze. 

7)  gugia  de  màtàràéee  =  quadrello. 

8)  gugia  de  inlàrdà  =  lardatoio. 

9)  vèss  come  cerea  òni  gingia  in  d'on 
pàiee  =  esser  come  cercare  un  ago  in 
un  saccone  :  di  cose  difficilissime  a 
trovare. 

10)  gugia  =  palo  di  ferro  :  asta  di 
ferro  che  usano  i  muratori. 

11)  Sviatore  ;  nelle  rotaie  quella  che 
si  sposta  opportunamente,  perchè  il 
carro  s'avvii  per  una  strada,  piuttosto 
che  per  un'altra. 

12)  Specillo  :  strumento  per  assaggiar 
caci  0  salami. 

giig'ià,  v.  att.  =  dimergolare  :  tentennare 
un  chiodo  per  assicurare  se  è  ben 
piantato. 

1)  Scalzare  :  smuovere  un  chiodo 
perchè  si  possa  facilmente  levare. 

2)  Spracchiare  :  T.  dei  caciai. 
gUgiàda,  s.  f.  =  agata,  gugliata  :  quantità 

di  filo  da  poter  cucire  con  una  distesa 
di  braccio. 

1)  tegnì  à  man  i  gilgiàd  e  tra  vìa 
i  remiéej  =  guardarla   nel  lucignolo  e 


non  nell'olio  :  risparmiare  il  poco  e 
scialaquare  il  molto.  Vedi  bondòii,  1). 
2)  tanti  gitgidd  fan  on  remièèll  = 
ogni  prun  fa  siepe  ;  tutta  l'acqua  va  al 
mare  :  non  bisogua  trascurar  nulla  per- 
chè tutto  giova. 
giig-ìn,  s.  m.  =  spillo,  spilletto  :  punta 
di  ferro  o  acciaio  con  capocchia  che 
serve  per  appuntare. 

1)  pomèll  del  gilgln  =  capo  dello  spillo. 

2)  dormì,  bàia  éui  giljitt  =  dormire, 
ballare  sui  pettini  da  lino  :  si  dice  di 
chi  a  far  quella  cosa  è  tratto  da  una 
naturai  disposizione  invincibile.  Vedi, 
dormi,  12). 

3)  vèss  éui  gvgitt  =  stare  sui  pruni; 
stare  in  disagio,  in  pena,  attendendo 
con  ansietà. 

4)  coàinètt  di  gilgitt  =  guancialino 
da  spilli  :  piccolo  sacchetto  di  stoffa  su 
cui  le  donno  piantano  gli  spilli  grossi 
0  piccoli. 

giìgìòii,    s.   m.    =    spillone,    accresc.    di 

spillo,  con  capocchia  grossa  e  usato  per 

lo  più  come  fermaglio. 

1)  Dirizzatoio  :  stnimento  per  far  la 

dirizzatura  dei  capelli. 
giigirceu,  s-  m.  =  agoraio  :  bocciolo  dove 

si  mettono  gli  aghi. 
guglia,  s.  f.  =  guglia,  aguglia  :  piramide 

di  pietra,  marmo   o   granito,    anche    a 

base    quadrata.    Il    nostro   Duomo    ne 

conta  106. 
giiida,   s.   f.  =  guida:    chi    accompagna 

alcuno  per  insegnargli  la  via   e    spec. 

chi  conduco  per  vie  di  montagna  poco 

note. 

1)  Libro  cho  insegna  il  modo  di  gi- 
rare per  una  città,  per  un  paese  e  le 
cose  notevoli  in  quello. 

2)  Soldato  scelto  cho  in  tempo  di 
guerra  fa  il  servizio  fra  i  diversi  corpi 
d'un  esercito. 

3)  Guidaiolo,  guidaiola  ;  la  bestia  che 
guida  il  branco. 

4)  gilìda  si  chiama  qualunque  stru- 
mento che  serve  nelle  arti  come  di 
norma  e  di  guida  e  aiutano  1'  opera 
d'altri  strumenti. 

5)  Le  strisce  di  cuoio  che  fanno  parte 
della  briglia  e  son  tenute  dal  guidatore. 
Meglio  rèdin. 

guida,  V.  att.  =  guidare  ;  insegnare,  ad- 
ditare la  via  a  chi  non  la  conosce. 

1)  gilidà  =  guidare  :  guidare  i  ca- 
valli, reggerli,  dirigoili  colla  briglia. 


grui 


381  — 


2)  Educare,  allevare,  insegnare  la 
via  d'un 'arte,  d'una  scienza,  e  sim. 

giiidàsa,  s.  f.  •=  madrina,  comare  :  donna 
che  tiene  un  bambino  al  fonte  battesi- 
male. Oggi  usa  meglio  madrina.'^ 

gtiidàss,  s.  m.  =  padi'ino,  santolo  :  chi 
tiene  a  battesimo.  Meglio  pàdrìu.'*' 

gusa,  s.  f.  =  guscio  :  involucro  dei  semi, 
0  legnoso,  come  nelle  noci  e  sim.  o 
coriaceo,  come  delle  castagne. 

gusa,  s.  f.  =  punta  ;  la  parte  più  accumi- 
nata  d'un  oggetto.  Anche  pùnta.* 

griisà)  V.  att.  =  aguzzare,  auzzare,  ap- 
puntare ;  fare  aguzzo  ;  giisà  on  pài  = 
aguzzare  un  palo. 

1)  Assottigliare,  rendere  fine,  figur.  ; 
là  bolèta  là  gusa  el  tdlènt  =  la  bol- 
letta aguzza  l'ingegno.  Vedi  bolèta^  2). 

2)  giisà  là  vista  =  aguzzare  la  vista  ; 
farla  più  intensa. 

3)  giistt  l'àpetitt  =  solleticare  l'ap- 
nefito  :  incitare  a  mangiare  chi  per  av- 
ventura non  ne  senta  la  voglia. 

giisèta,  s.  f,  =  puzzola  :  animale  simile 
alla  faina,  che  spira  cattivo  odore. 

1)  Pispoletta,  prispolino  ;  anthus 
pratensis  =  specie  di  uccello. 

2)  Faloppa  :  bozzolo  incominciato  e 
non  terminato  dal  baco. 

giiss,  s.  m.  =  guscio  ;  involucro  del  semi 
animali,  uovo,  lumache,  ecc. 

1)  vèss  anmò  in  del  giiés  =  avere  il 
guscio  in  capo  :  esseroy  ancora  troppo 
bambino,  troppo  ingenuo. 

giiss,  a'tq.  =  aguzzo,  auzzo,  acuto,  ap- 
puQtato  ;  che  finisce  in  punta  o;  molto 
appuntato  ;  pài  giiés,  punta  guéc^.f  palo 
aguzzo,  punta  aguzza. 

1)  Fig.  acuto,  fino,  intelligente.  Il 
mil.  in  questo  significato  usa  spesso 
giiss  ironie,  e  dice  anche  ;  giiss  còme 
òna   hògia    =    acuto    come    una   palla, 


tondo  di  pelo  ;  cioè  tondo,  di  poco  in- 
gegno. 
giist,  s.  in.  =  gusto  :  il  senso  del  palata 
per  cui  si  distinguono  i  sapori. 

1)  Facoltà  di  sentire  e  giudicare  del 
bello  ;  vègli  giist  per  là  musica  =  avere 
gusto  por  la  musica  ;  vèss  de  bon  giist  = 
essere  di  buon  gusto,  aver  buon  gusto. 

2)  Soddisfazione,  piacere  ;  che  giist 
te  g'hee  à  tormenta  i  beati  =  che  gu- 
sto hai  a  tormentare  le  bestie. 

3)  ciàpà  giist  à  fa  =  provarci,  pren- 
derci gusto  a  fare  ;  far  volontici'i  e  con 
piacere  una  cosa. 

4)  ciàpàgh  minga  giièt  =  non  averci 
gusto  ;  trovare  amara  una  cosa  che  si 
credeva  di  fare  in  barba  ad  altri. 

5)  giiét  màtt  =  gusto  matto  ;  piacere 
straordinario. 

6)  g'hoo  giist  =  ci  ho  gusto  :  quando- 
si  sente  che  a  qualcuno  gliel'  hanno- 
fatta  0  gli  è  successo  quel  che  si  merita. 

?)  tati  i  giiét  hin  giist  =  tutti  i  gu- 
sti son  gusti  ;  ognuno  ha  i  suoi  gusti. 

8)  in  éiil  giist  de...  =  sul  gusto  di...; 
dolio  stesso  genere  di... 

9)  che  giiét!  =  esclamaz.  di  rimprovero 
a  chi  per  capriccio  fa  cose  non  buone, 

gusta,  V.  att.  =  gu.stare  ;  aver  a  grado,. 
provar  diletto. 

gustibus.  Si  ha  nel  detto  :  de  gùstibils 
non  èst  dispUtdnduiìi,  =  i  gusti  sono 
vari  come  sono  i  visi  ;  è  tolto  di  pianta 
dal  latino. 

gustón.  s.  m.  =  gusto  matto  ;  gran  pia- 
cere, diletto  sommo. 

giistòS;  agg.  =  gustoso,  gustevole  ;  pia- 
cevole al  gusto. 

giitàpérca,  *  s.  f.  =  guttaperca  :  so- 
stanza gommosa,  resinosa,  simile  alla 
gomma  elastica,  della  quale  si  fanno 
parecchi  oggetti.  Vedi  gotapérca. 


I 


h,  =  acca  :  ottava  lettera  doli'  alfabeto. 
Non  ha  suono  nel  nostro  dialetto  e  non 
si  usa  che  in  alcune  voci  del  verbo 
vègh:  g'hoo,  te  g'hee,  el  g'ha.  g'hèmm, 
g'hàn  ;  e  per  rinforzo  dopo  il  e  e  il  g 


in  fin  di  parola  mtlnieh,  càregh,  seiocch, 
fìòech.1  figh,  riigh ,  liimdgh  o  seguiti 
da  i,  0  e,  so  devono  aver  suono  duro 
cAe,  ghèll,  bochèll.  chichera,  chichìnger, 
ghiribiéé,  ghìrla,  laghetti  lilghii. 


-  382  - 


idr 


j,  =  i  :  nona  lettera  dell'alfabeto. 

1)  Artic.  plur.  di  e^  =  il  e    di    là  = 

In  ;  i  fiiimm  =    i    fiumi  ;  *    dònn  =  le 

donne. 
i])is  e  redibis,  s.  m.  =  andirivieni,  con- 

tmdizioni  continue  nel  parlare. 

1)  Viavai  ;  un  va  e  vieni  dì  persone 

e  di  cose. 
ics,  s.  /.  =  iccase,  iccasso  :    nome    della 

lettera  x. 
idèa,*  s.    f.    =   idea  :    immagino   che   la 

mente  si  forma  di  una  cosa. 

1)  Concetto,  pensiero  :  quello  che  co- 
stituisce l'invenzione  di  un'opera  d'arto 
specialm. 

2)  Capriccio,  fantasia  ;  che  idèa  t' è 
'vegniiii  incmi  de  vorè  nò  mangia  = 
che  idea  t'è  venuta  oggi  di  non  voler 
mangiare. 

8)  Forma,  modello  ;  se  el  me  dà 
ridèa  de  qu'ell  che  'l  voRiir,  ghel  foo  •= 
se  mi  dà  1'  idea  di  ciò  che  vuole, 
glielo  fo. 

4)  vcgh  idèa  =  iraniaginai'e  ;  se  po' 
mtnga  vègh  idèa  del  ben  che  '/  me 
voeùr  =  non  si  può  immaginare  il  bene 
i)he  mi  vuole. 

5)  de  eòa  idèa  =  di  sua  testa.  An- 
sile :  idealmente,  immaginariamente. 

6)  Cera,  viso,  aspetto,  faccia  ;  cara 
ti^  el  g'iià  on'  idèa  che  me  pias  propi 
nò  =  caro  mio,  ha  una  faccia  che  mi 
piace  punto. 

7)  Tantino,  un  minimo  che  ;  dàmm 
on  idèa  de  sueher  =  dammi  uu  tantin 
di  zucchero. 

Idea,*  «'.  att.  =  ideare,  architettai"e,  con- 
cepire il  disegno  di  uu  lavoro  o  im- 
presa. 

1)  Immaginare.  Vedi  idèa,  4). 

2)  Proporsi  di  far  qualche  cosa  ; 
avarìen   ideaa   de   àndà    siil  Resegòn 


domali  matina  =  avrebbero  ideato  d'an- 
dar domattina  sul  Rosegone. 

ideal,  *  agg.  =  ideale  ;  che  esisto  solo 
noli'  idea,  immaginario  :  contrario  di 
reale. 

1)  s.  m.  =  ciò  cho  si  desidera  ar- 
dentemente -,  ed  anche  tutto  un  ordine 
di  pensieri  elevati  di  un  uomo,  o  una 
grande  e  feconda  idea. 

idealismo,*  s.  m.  =  idealismo,  idealità: 
la  qualità  di  chi  pensa  idealmente  e 
vaglioggia  molti  ideali. 

ideàss,  «?.  rifl.  =  idearsi,  immaginarsi  ; 
mettersi  nella  mento. 

idem,  s.  m.  =  idem  ;  lo  stesso  :  dal  la- 
tino idem. 

idéutich,*  agg.  =  identico  ;  uguale  per- 
fettamente. Più  che  compàgrn. 

idili,*  s.  m.  =  idillio  :  sorta  di  corapon. 
poetico  campestre. 

1)  Figur.  scena  che  possa  essere  sog- 
getto di  tale  componimento  e  per  esten- 
sione qualunque  scena  di  soavi  affetti 
domestici. 

ìdol,  s.  m.  =  idolo  :  oggetto  di  una  foi-te 

passione,  il  più  amato  ;  el  me  fioeù  Ve 

ci  me  ìdol  =  mio  figlio  è  il  mio  idolo. 

1)  Vivole  :   malore   nelle   gambe  dei 

cavalli. 

idolatra,*  i\  att.  =  idolatrare,  idoleg- 
giare ;  amare  perdutamente. 

idolatria,*  s.  f.  =  idolatria  :  amore  esa- 
gerato, non  guidato  dalla  ragione. 

idràìilicli,  *  agg.  =  idraulico  :  apparte- 
nente all'  idraulica. 

idròfob,  *  agg.  =  idrofobo  ;  malato  di 
idrofobia. 

l)Trasl.  arrabbiatissimo,  adiratissimo. 

idrofobìa,  *  s.  f.  =  idrofobia  ;  malattia 
terribile  dei  cani  e  di  chi  è  morsicato 
da  un  cane  idrofobo. 

idrogeu,  *  s.  m.  =  idrogeno  :  uno  dei 
gas  costituenti  l'acqua. 


idr 


583  — 


idrópicli,*  agg.   =   idropico  :    malato    di 

idropisia. 
idropisia,  s.  f.  =  idropisia  :  morboso  ed 
eccessivo  raccoglimento  di  umore  acqueo 
e  sieroso  in  alcuna  parte  del  coi"po. 
idroteràpici!,*  agg.  =   idroterapico  :  ap- 
partenente all'  idroterajìia  e  specialm.  ; 
edra  idroteràpica,   étàbiliment    idrote- 
ràpich  =  cura  idroterapica,  stabilimento 
idroterapico. 
ie  pron.  =  a  lo  :  al  pHir.  usato  come  ogg. 
e  nel  terzo  caso  accompagnato  da  partic. 
pronomi n,    ie   vceur    minga    comprtt  = 
non  li,  le  vuole  comperare;  gìii'iedis 
giò  ciàr  =  gliele  canta  chiare  ;   mi  ie 
darti  doniàn  =  me  li  darà  domani. 
iena,  s.  f.  =  iena  :  bestia  feroce. 

1)  Fig.  di  persona  crudelissima. 
ier,  avv.  =  ieri  :  il  giorno  che  immedia- 
tamente è   preceduto  a    quello    in    cui 
siamo. 
iermatìua,  *  aw.  =  iermattina  ;  la  mat- 
tina di  ieri. 
ìersèra,  *  ave.    =    iersera  ;    la  sera   di 

ieri. 
igene,  *  s.  f.  =  igiene  ;  parte  della   me- 
dicina che  prescrive  le  regole  per  con- 
servare la  sanità,  e  1'  applicazione  de' 
suoi  precetti. 
ig'ènicli,*  agg.   =  igienico,    salubre  :  che 

giova  a  mantenere  la  sanità. 
ìgna,  ignà  (fa),  =  far  lima,  lima.  Vedi 

ghigna, 
ignomìnia  *  s.  f.  =  ignominia:  vituperio, 

infamia,  vergogna. 
ignominiòs,  *  agg.  =  ignominioso  :  che 

reca  ignominia. 
ignora,  v.  att.  =  ignorare,  non   sapere; 
ma  più  specialm.  lìngero  di  non  sapere, 
far  lo  gnorri. 
ignorànsa,  s.  f.   =    ignoranza,    ignoran- 
taggine :  difetto  di  cognizioni. 
ignorànt,  agg.  =  ignorante  ;  privo  di  sa- 
pere. Talvolta  anche:    idiota,    stupido. 
ignorantìsia,    s.    f.    =    ignorantaggine: 

l'essere  ignorante. 
igrométer,  s.  m.  =  igrometro:  strumento 
che  misura  l'umidità  dell'aria  e  spe- 
cialm. quei  frati  col  cappuccio,  o  quelle 
signoro  col  parasole,  che  alzano  ed  ab- 
bassano a  indicare  so  il  tempo  sarà  o 
no  bello. 
ilegàl,  *  agg.  =  illegale:  contro  la  legge 

umana,  non  legale. 
ilagàlilaa,  *  s.  f.  =   illegalità:    atto  il- 
legale. 


ilegìtim,  *  agg.  =  illegittimo;  che  non 
ha  lo  qualità  volute  dalla  leggo,  o  non 
fatto  secondo  la  logge. 

ilimitaa,  *  aggi  =  illimitato  :  che  non 
ha  limiti. 

iltìd,  *  V.  att.  =  illudere  :  ingannare  con 
falsa  apparenza  ;  V  America  là  Uud 
tanta  gènt    =    l'America    illude    molti. 

iludes,  V.  rifl.  =  illudersi  :  faro  inganno 
a  se,  inconsciamente  ;  poer  diàol  el  se 
ilùd  de  vèéà  on  grand  òmm  =  pove- 
retto, si  illude  d'ossero  un  grand' uomo. 

ilUniinà,  *  v.  att.  =  illuminare  :  dar  lu- 
me 0  luce  quanto  serva  a  vedere. 

iliiminasiònj  s.  f.  =  illuminazione  :  l'il- 
luminare artificialmente. 

1)  Quell'apparato  di  lumi  che  si  fa 
nelle  chiese,  piazzo,  strade  in  occasione 
di  gran  festa  o  di  pubblica  allegrezza. 
Il  popolo  dice  più  volentieri  :  là  lii- 
minàsiòu. 

iliìs,  *  s.  f.  =  illuso  :  chi  è  vittima  di 
illusioni. 

iliisiòu,  *  s.  f.  =  illusione  :  apparenza 
ingannevole,  e  pensiero  vano  ;  à  vini 
min  se  g'Iià  di  gran  ilUsión  =  a  ven- 
t'anni  si  hanno  di  molte  illusioni. 

iliisòrì,  *  agg.    =    illusorio,    fallace,  in- 
gannevole ;  ivàntàgg  dèla  colònia  Eritrea 
hin  del  tiitt  iliisòri  =  i  vantaggi  della 
colonia  Eritrea  sono  affatto  illusorii. 

iliistrà,  '•'  V.  att.  =  illustrare  :  aggiungere 
ligure  a  un  libro  o  giornale. 

iliistràsiòn,  *  s.  f.  =  illustrazione  :  fi- 
gura aggiunta  a  libri  o  a  giornali. 

1)  Nomo  di  parecchi  giornali  illu- 
strati. 

iliìstrisim,  *  agg.  =  illustrissimo;  dà 
de  l'ilustrlsim  =  dar  dell'illustrissimo, 
ironicamente.  Qualcuno  dice  ancora  lii- 
strisem. 

ìniàgin,  *  s.  f.  =  immagine:  la  figura 
della  Vergine  o  di  un  Santo  disegnata 
0  dipinta  sulla  carta.  Usa  meglio  niai- 
staa. 

imàginà,  *  v.  att.  =  immaginare:  pen- 
sare, inventare,   congetturare,  stimare. 

imaginàbil,  *  agg.  =  immaginabile  :  che 
si  può  immaginare. 

imàginàri,  *  agg.  =  immaginario  :  che 
non  è  se  non  nell'immaginazione. 

imàginàsiòn,  *  s.  f.  =  immaginazione: 
la  facoltà  di  immaginare. 

1)  Fantasia,  pensiero  vano,  utopia, 
ubbia. 


384  — 


ìuib 


ìinàgiiiàss,  V.  rifl.  =  immaginarsi:  cre- 
derò all'immaginazione,  darsi  a  eroderò. 
1)  Mettersi  in  ìq%ì&  \el  s'è  imàginaa 
de  vèés  malviàt  de  tùli  =  s'è  immagi- 
nato d' essere  malvisto  da  tutti. 

ìnibàcucaa,  agg.  =  imbaccuccato  :  col 
capo  nascosto  nel  cappuccio,  nel  ta- 
barro e  sim. 

ìmbàcttcàss,  v.  rifl.  =  imbaccuccarsi, 
impastranarsi  :  avvolgersi  nel  pastrano. 

iiubàg'ìig'ià,  V.  att.  =  imbagagliare  :  ca- 
ricar di  bagaglio* 

imbàgolà,  v.  att.  =  infinocchiare  :  con- 
tar frottole,   sballar  fandonie. 

iinbàlà,  V.  att.  =  imballare,  abballare  : 
incassare  mettere  in  balla  mercanzie 
involtandole  in  tela,  o  incassandole  per 
sicurezza  di  trasporto  ;  imbalà  là  ééda, 
et  cànof^i  oìi  èervìsi  de  tdola,  e  sim.  = 
imballare  la  seta,  la  canapa,  un  servi- 
zio da  tavola,  e  sim. 

1)  Ammagliare:  legar  balle,  colli, 
bauli  con  funi  incrociate  in  modo  da 
formar  quasi  una  rete  ;  e  anche  avvol- 
gere in  panni  grossolani  fermati  con 
cuciture. 

2)  Impallare:  fare  che  i  birilli  o  il 
pallino  rimangano  fra  la  propria  palla 
e  quella  dell'avversario  sicché  questi 
non  possa  colpire  direttamente  quella. 
T.  di  bigliardo. 

imbàlàddr,  s.  m.  =  imballatore  :  chi  por 
mestiere  imballa  merci,  e  si  in. 

imbàlàdura,  s.  f.  =  imballatura,  amma- 
gliatura  :  1'  operazione  dell'imballare, 
dell'ammagliare. 

imbalàgrg',  s.  m.  =  imballaggio,  imbal- 
latura :  atto  dell'imballare  e  ciò  che 
serve  ad  imballare  ;  el  pagarti  tre  tir 
per  rinibàlàgg  =  pagherà  tre  lire  per 
l'imballaggio. 

imbàleiià,  v.  att.  =  steccare:  mettere 
nei  busti  delle  donne  le  stecche  di 
balena. 

imbalordì,  -v.  att.  =  imbalordire,  stordire  : 
rendere  balordo. 

iiubàlordimènt,  s.  m.  =  sbalordimento, 
stordimento:  l'effetto    dell'imbalordire. 

imbalsama,  f.  att.  =  imbalsamare:  pre- 
servare dalla  corruzione  con  sostanze 
opportune  i  corpi  animali. 

imbàlsàmàdòr,  s,  m.  imbalsamatore  : 
chi  imbalsama  i  corpi    degli    animali. 

imbàlsàmàsióii,  s.  f.  =  imbalsamazione  ; 
l'atto  e  l'operazione  dell'imbalsamare. 

imbàràsà,  v.  att.  =  imbarazzare,  impac- 


ciare :  frapporre  ostacoli  ;  per  dìnci  ! 
sto  contratémp  el  ine.  imbàràsà  minga 
de  pòcch  =  per  Dio!  questo  contrat- 
tempo mi  impaccia  non  poco. 

imbàràss,  s.  m.  =  imbarazzo,  impaccio, 
disturbo  :  ostacolo  che  ingombra,  im- 
pedisce. Anche  :    infesciàdura. 

1)  imbàràés  de  étò megli  =  gravezza, 
poso  allo  stomaco. 

imbarbaià  là  rista,  =  abbarbagliare, 
abbagliare:  l'effetto  della  luce  troppo 
viva  sui  nostri  occhi. 

imbarca,  v.  att.  =  imbarcare  :  mettere 
in  barca. 

1)  Far  andar  via  persone  che  davano 
qualche .  noia. 

imbarcadèro,  *  s.  m.  =  imbarcatoio, 
imbarco,  sbarcatoio  :  luogo  presso  maro 
0  lago  dove  si  imbarcano  e  sbarcano 
persone  e  cose. 

imbarcassi,  v.  rifl.  =  imbarcarsi  :  salir 
sulla  nave. 

1)  Fig.  :  mettersi  in  una  impresa; 
el  à'è  imbàrcaa  in  vùna  de  quij  fà- 
cènd  che  eoo  minga  come  ée  le  càmrà 
=  s'imbarcò  in  tale  faccenda  che  non  so 
come  ne  uscirà. 

imbàsàda,  s.  f.  =  ambasciata,  imbasciata. 
Usa  però  meglio  ora  ambàsciàda. 
Vedi,  e  imbàsciàda.  Ha  il  signif.  di- 
plomatico e  anche  semplicem.  di  ciò 
che  si  manda  a  dire. 

imbàsàfiàss,  v.  rifl.  =  rimpinzarsi  :  spc- 
cialm.  di  minestra,  latte,  e  sim. 

imbàstardà,  v.  att.  -  imbastardire  :  d» 
animali  e  di  razze  che  guastano,  con- 
fondono il  tipo. 

1)  Per  estens.  :  di  tutto  ciò  che  noi 
guastiamo. 

imbàstardàss,  v  rifl.  =  imbastardire, 
degenerare,  tralignare. 

imbastì,  v.  att.  =  imbastire  :  unire  pezzi 
di  vestimento  con  punti  lunghi,  per 
poterli  più  acconciamente  cucire. 

1)  Feltrare  :  T.  dei  cappellai . 

2)  imbàétì  sii  quàter  eiàcer  =  im- 
bastire un  discorso,  accozzar  quath'o 
chiacchiere. 

imbàstidura,  s.  f.  =  imbastitura:  cuci- 
tura a  punti  lunghi. 

imbàtes,  v.  rifl.  =  abbattersi  ;  darsi  il 
caso  ;  se  ée  imbàtt  de  vene  ài  lòtt,  van 
tiice  in  campagna  =  se  s'abbatte,  se 
si  dà  il  caso  di  vincere  allotto,  vanno 
tutti  in  campagna. 

1)  Aver    bone    o    cattivo    incontro; 


ìaib 


386  - 


iiub 


imhàtes  ben  o  mal  =  abbattersi  bene  o 
male. 

2)  là  mal  niàriddda  e  là  pesg  im- 
bàtùda  =  modo  popolare  por  diro  che 
di  duo  donue  se  una  è  male  accasata, 
l'altra  lo  è  peggio. 

8)  Imbattersi  :  incontrarsi  a  caso  e 
i  naspottatamente. 

iiiibecà;  *  V.  att.  =  imbeccare:  mettere 
il  cibo  in  becco  agli  uccelli. 

imbecàda,  s.  f.  =  imbeccata:  suggeri- 
mento, istruzione  di  quanto  s'ha  a  dire 
o  faro. 

ìnibecilàda,  s.  f.  =  citrullaggine,  stol- 
tezza :  atto  0  detto  da  citrullo ,  da 
stolto. 

imbecilài^iii,  *  s.  f.  =  imbecillaggine: 
detto  0  atto  da  imbecille. 

imbecìlitaa,  *  s.  f.  =  imbecillità  :  debo- 
lezza di  mento. 

imbecill,  ar/ff.  =  imbecille,  babbeo,  stu- 
pido, idiota,  citrullo  :  debole  di  mente, 

imbeletàss,  ».  ri  fi  =  imbellettarsi  :  li- 
sciarsi il  viso  col  belletto. 

ìmbcliss,  V.  rifl.  =  imbellirsi,  illegia- 
drirsi:  divenire  o  farsi  bello,  leggiadro. 

imbèves,  *  «>.  rifl.  =  imbevei-si  inzup- 
parsi riempirsi  di  umori. 

iiiibiàcà,  V.  alt.  =  imbiaccai'e:  dar  la 
biacca. 

imbibì,  v-  (iti.  =  imbevere,  inzuppare: 
faro  assorbire  nn  li(|uido. 

1)  Im])eclierare  :  tirare' uno  con  ar- 
tifizi e  lusinghe  a  far  cosa  di  nostro 
giovamento  o  forse  di  suo  danno. 

linbindà,  v.  alt.  =  bendare:  metter  la 
l)(!nda. 

1)  Imbondaro,  fasciare:  fasciare  con 
lìondo,  spocialm.  di  ferite. 

iiubiiidadura,  *\  f.  =  bendatura,  fascia- 
tura :  il  fasciare  con  bende. 

ìmbiiidùss,  s.  m.  =  bendatura  alla  grossa; 
fatta  senz'arte  e  senza  cura. 

imbioudi,  *  '0.  alt.  =  imbiondire  :  fare 
diventar  l)iondo  o  diventarlo. 

iiubirulà;  'V.  alt.  =  incavicchiare  :  foi- 
mare,  assicurar  con  cavicchio.  T.  degli 
artefici, 

iiiiboascià,  v.  alt.  =  imbovinare  :  metter 
la  bica  sull'aia. 

imbocà)  V.  alt.  =  imboccare:  metter  il 
cibo  in  bocca,  specialm.  ai  bambini. 

1)  Imboccare,  indettare;  suggerirò 
ad  altri  ciò  che  deve  dire. 

2)  D'una  strada,  fiume,  condotto,  ecc. 
che  mette  in  un   altro  o  in  altro  luogo. 

25 


iiubocàdura,  s.  f.  =  imboccatura  :  il 
modo  come  s'imbocca  uno  stramento 
da  fiato. 

1)  vèsii  largii  de  imbocàdùra  =  aver 
la  bocca  grande,  larga. 

2)  Beccatura  :  il  principio  delle  ballo 
di  carbone  dove  i  carbonai  mettono  i 
pezzi  più  belli  e  più  grossi,  perchè 
danno  nell'occhio. 

3)  Parte  della  briglia  e  del  morso, 
che  si  mette  in  bocca  al  cavallo. 

4)  Foce ,  sbocco ,  imboccatura  :  di 
strado,  condotto  e  sim,  il  punto  in  cui 
entra. 

imboeusmà,  v.  att.  =  imbozzimare  :  dar 
la  bozzima  all'ordito  dello  telo  peram- 
morvidirle. 

Imbe3iism:ida,  s.  f.  =  imbozzimatura  : 
l'operazione  di  imbozzimare. 

ìmbog'aa,  agg.  =  impastoiato,  impacciato, 
intrigato  :  specialm.  di  cani  che  si  im- 
paccino nel  guinzaglio  e  di  poUi  che 
si  intrighino  in  filamenti  di  canapa  o 
d'altro.  Non  è  vocabolo  di    largo  uso. 

iiuboìacà,  V.  att.  -  rinzaffatui-a  :  l'ope- 
razione del  rinzaffare. 

iiubonì,  V.  att.  =  abbonire,  imbonire  ; 
placare  amorevolmente  ;  soni  reiisii  à 
imbonill,  ma  là  gli'ù  vorUda  tuta  = 
m'è  riuscito  d'abbonirlo,  ma  mi  ci  è 
voluta  tutta. 

imboràg'ià,  v.  att.  =  panare,  indorare  : 
intridere  in  uovo  sbattuto  o  rivoltare 
nel  pan  grattato  ciò  che  si  vuol  friggere. 

imborni,  v.  att.  brunire  :  operazione  con 
cui  si  dà  un  pulimento  e  un  lucido 
particolare  ai  metalli  già  lavorati. 

imbornldòr,  s.  m.  =  brunitore:  l'ope- 
raio che  brunisce. 

1  )  Brunitoio  :  lo  strumento  con  cui 
si  brunisce. 

imbornidura,  s.  f.  =  brunitura  :  l'ope- 
razione dol  brunire  e  il  lustro  stesso 
dell'oggetto   brunito. 

imborsàss,  v.  att.  =  dar  nelle  sacche  : 
di  uccelli  e  pesci  che  incappano  nelle 
reti. 

imbosca,  v.  att.  =  infrascare  :  metter  la 
frasca  ai  bachi  da  seta,  od  anche  a 
legumi  arrampicanti. 

imboscàda,  *  s.  f.  =  imboscata  :  agguato, 
insidia  o  nascondiglio  anche  fuori  del 
bosco. 

imbosmà,  v.  att.  =  imbozzimare.  Vedi 
imboeusmà. 


ìmb 


—  386  — 


imb 


imbotà;  V.  alt.  =  imbottare:  mettere  il 
vino  nella  botte. 

iuibòtegrlià  e  anche  :  imbotelià,  v.  att. 
=  imbottigliare  :  chiudere  entro  botti- 
glie, specialm.  di  vini  prelibati  per 
meglio  conservarli. 

1)  machina  de  imboteltà  =  macchina, 
macchina  da  tappare. 

iinbotì,  ■v.  att.  =  imbottire  :  riempire  di 
bambagia,  crine,  e  sim. 

1)  Di  panni:  riempirli  in  qualche 
punto  d'ovatta  per  maggior  garbo  alla 
persona. 

2)  Stozzare  :  lavorar  collo  stozzo.  T. 
d'orefice. 


imbotidòr,    s.    m. 


imbottitore  :    chi 


imbottisce,    specialmente   i    mobili   da 

sedere. 

1)    Stozzo:    strumento    per   fare   la 

parte  convessa  a  un  metallo. 
imbotidura,  s.  f.  =  imbottitui-a  :  l'azione 

dell'imbottire  e  l'effetto  suo. 

1)   Ovatta,    imbottitura  :    ciò    che  si 

adopera  per  imbottire. 
imbrag'à,  ».  att.  =  imbracare  ;  metter  la 

braca  a  un  uccello. 

1)  Fasciar  le  cosce  di    un    bambino 
perchè  non  vi  si  recida. 

2)  Calzare  :  porre  le  calze    ai   polli. 
imbràgràss ,    t>.    ri  fi.  =  rimbalzare:    del 

cavallo  quando  mette  le  gambe  fuori 
dalle  tirelle. 

imbràgrUetà,  v.  att.  =  imbrachettare  : 
mettere  una  strisciolina  di  carta  su  un 
foglio  lacero,  per  fortificarlo,  o  aggiun- 
gere una  striscia  a  un  foglio  per  in- 
collarlo all'insieme  di  un  libro. 

iiubràsàl,  s.  m.  =  bellico,  belliconcio: 
funicolo  ombelicale. 

imbr<àscàdura,  s.  f.  =  difetto  del  cacio 
lodigiano  non  cotto  a  dovere,  che  per 
alcuna  parte  cola  un  umore  bianchiccio 

"  ed  oleoso. 

imbràscàss,  v.  rifl.  =  del  cacio,  quando 
prende  quel  difetto  che  noi  diciamo  : 
imbràscàdura. 

ìmbrià,  ».  att.  =  imbrigliare  :  mettere  la 
briglia. 

imbriagrà,  v.  att.  =  imbriacare,  ubriacare; 
far  divenire  ubriaco. 

imbriàg'àda,  s.  f.  =  imbriacatura  :  stato 
di  chi  è  ubriaco. 

ìmbriàg'àss,  •v.  rifl.  =  imbriacare,  ubria- 
carsi :  divenire  ubriaco. 

ìmbriàgrh;  agg.  =  briaco,  ubriaco  :  alte- 
rato dal  vino. 


1)  mèss  imbridgh  =  alticcio,  brillo. 

ìmbriaghee,  s.  m.  e  meglio  ora 

imbriagrón,  s.  in.  =  briacone,  accresc. 
di  briaco  :  chi  ha  il  vizio  di  ubriacarsi. 
Al  femm.  imbriagòna. 

imbrocà;  v.  att.  =  imbroccare,  imber- 
ciare: colpire  nel  segno. 

1)  Fig.  :  indovinare,  apporsi  al  giusto. 

imbrocàss,  v.  rifl.  =  posarsi  :  degli  uc- 
celli che  calano  sugli  alberi,  specialm. 
al  richiamo  del  cicciatore. 

imbrodàss,  v.  rifl.  =  imbrodarsi;  chi  se 
loda,  se  imbroda  =  chi  si  loda  s'imbroda. 

imbroià)  v.  att.  =  imbrogliare,  intricare; 
disordinare,  confondere  una  cosa  col- 
r  altra. 

1)  Prendere  in  mezzo,  ingannare  con 
sotterfugi. 

2)  Impacciare,  impedire;  imbroià  el 
giàrdinee  in  di  so  face  =  impacciare 
il  giardiniere  nelle  suo  faccende. 

3)  Ingombrare;  i  ràmm  sècch  im- 
broidven  el  pàsé  =  i  rami  secchi  in- 
gombravano il  passo. 

inibroiàda,  s.  f.  =  bindolata,  intrigo, 
raggiro,  inganno;  ho  rompraa  i  eàlsòn 
ma  hin  staa  dna  bela  imbroiàda  =  ho 
comperato  i  calzoni,  ma  furono  un  fior 
d'un  inganno. 

imbròìàmestee,  s.  m.  =  guastamestieri. 
Vedi  guàstàmestee. 

imbroiàss,  «.  rifl.  =  imbrogliarsi,  con- 
fondersi, an'uffarsi. 

1)  Impapinarsi,  imbrogliarsi,  confon- 
dersi nel  parlare. 

imbroiòn,  s.  tn.  =  imbroglione:  che  im- 
broglia, chi  ha  l'abitudine  di  fare  im- 
brogli. 

1)  Bindolo,  inti'igante,  aggiratore.  Di 
pers.  che  trova  pretesti  e  ammennicoli 
per  non  pagare  i  debiti,  o  che  manca 
di  parola. 

2)  Si  usa  come  aggettivo;  on  àocàtt 
imbroion  =  un  avvocato  bindolo. 

3)  Appaitene,  faccendiere,  mestatore; 
chi  appalta  colle  parole. 

imbrSj,  s.  m.  =  imbroglio:  affare  con- 
fuso, intrigato,  che  non  lascia  veder 
chiaro  e  non  dà  uscita. 

1)  Intrigo,  difficoltà;  tnc    traimi   in 
d'on  bèli  imbrùj  =  mi  trovo  in  un  bel-  fl 
l'imbroglio.  1 

2)  Broglio;  pratica  segreta,  maneggio 
illecito  per  ottener  qualche  cosa  ;  l'ha 
otegniiii  el  post  à  fiiria  de  itnbròj  - 
ottenne  il  posto  a  fm-ia  di  brogli. 


1 


inib 


imbriigaa,  agg.  =  scradito  ;  di  verdure 
appena  messe  a  bollire  nell'acqua  sen- 
z'altro. 

1)  Incolto,  reciso:  part.  pass,  di 

iinbrugàss,  v.  rifl.  =  incuocersi;  il  ros- 
seggiar della  pelle  fra  lo  cosce  ai  bam- 
bini per  effetto  di  leggera  infiamma- 
zione prodotta  daUe  loro  orine. 

1)  Anche:  recidersi;  quando  la  pelle 
incotta  si  rompo.  In  questo  senso  usa 
meglio  intàiàss. 

imbrìisclii;  v.  att.  =  inacerbare,  inacer- 
bire ;  rendere  più  acerbo  il  sapore  di 
una  cosa. 

imbr&tiss,  «>.  intrans.  =  imbruttire,  di- 
venir brutto;  in  del  diventa  grdnda  là 
é'è  imbriitìcla  =  crescendo  s'è  imbrut- 
tita. 

imbiiscionà;  v.  att.  =  tappare  ;  mettere 
il  tappo  allo  bottiglie,  specialm.  per 
conservarvi  vini  di  qualche  pregio. 

imediataiuèiit,  avv.  immediatamente,  su- 
bito, diviato. 

imita,*  V.  att.  =  imitare:  faro  come  al- 
tri fa. 

1)  Contraffare  ;  imitare  le  coso  in 
modo  che  si  possano  scambiare. 

2)  imita  dna  persona  =  contraffare 
una  persona:  imitarla  nelle  mosse  o 
nella  voce. 

imitàsióu,  *  s.  f.  =  imitazione:  l'imitare, 
0  la  cosa  imitata.  ' 

1)  Contraffazione:  il  contraffare  e  la 
cosa  contraffatta. 

imdbil,  agg.  =  immoto:  che  non  si  muove. 

iniòbilitaa,  s,  f.  =  immobilità  :  lo  stare 
immoto,  senza  movimento. 

imoudìsi,  s.  f.  pi.  =  bruttui'a,  sudiciume, 
pattume. 

imoràl,*  agg.  =  immorale  ;  contrario  alla 
buona  morale. 

imorbidì,*  v.  att.  =  immorbidire,  am- 
morvidire:  rendere  morbido. 

impàcà,  V.  att.  =  appaccare,  impaccare: 
far  pacchi,  mettere  in  pacchi  separati. 

ìmpàcbetà,  v.  att.  =  appacchettare,  im- 
pacchettare :  faro,  accomodare  in  pac- 
chetti . 

1)  Ammanettare:  metter  le  manette; 
è  modo  scherzevole. 

impàdrouiàs,  v.  rifl.  =  impadronirsi,  im- 
possessarsi, farsi  padrone. 

1)  Fig.,  conoscere  a  fondo  una  scienza, 
un'arto. 

impàgàbii,  *  agg.  =    impagabile,    inesti- 


—  387  —  iiup 

mabile,  che  non  ha  prezzo:  di  cose  che 
si  apprezzano  assai. 

imptàgiuà,  v.  att.  =  impaginare.  T.  di 
stamp.:  formare  le  pagine  giuste  coi 
caratteri  messi  insieme  a  dilungo  dal 
compositore. 

impàg^inàdòr,  s.  m.  =  impaginatore:  ope- 
raio tipografo  che  impagina. 

inipagriuàdura,  s.  f.  =  impaginatura:  l'atto 
e  l'effetto  dell'impaginatura.  Si  dice  an- 
che impàginàsiòn. 

impàgnotà  e  inipàguotàss,  v.  att.  e  rifl. 
=  rinfagottarsi  :  coprirsi  con  molte  ve- 
sti e  gravi. 

iiupàià,  ^^  att.  =  impagliare  :  coprire  o 
rivestire  di  paglia. 

impàiàdura,  s.  f.  =  impagliatura,  e  spe- 
cialmente la  copertura  di  lisca  fatta  ai 
fiaschi  e  allo  damigiane. 

iinpàiàss  in  lett,  =  crogiolarsi,  covarsi 
in  letto:  poltrire  nel  letto  per  pigrizia. 

impala,  v.  att.  =  palare,  impalare,  met- 
tere i  pali  por  sostegno  allo  viti. 

impàlaa,  agg.  =  impalato,  ritto,  impet- 
tito, senza  muoversi. 

impaltà,  V.  att.  =  infangare,  inzacche- 
rare, sporcar  di  fango. 

impaltàda,  s.  f.  =  panziora  ;  grande  im- 
brattamento di  mota  nel  lembo  poste- 
riore di  vestito  lungo. 

impana,  ».  att.  =  impanare,  indorare. 
Vedi  imboràgià. 

impàperàss,  v.  rifl.  =  impappinai'si:  im- 
brogliarsi in  un  discorso. 

impara,  ».  att.  =  imparare  :  apprendere 
coir  intelletto,  studiando,  ascoltando,  fa- 
cendo, e  spesso  anche  fallando. 

1)  fa  impara  =  insegnare,  fare  ap- 
prendere. 

2)  col  fàlà  ée  impara  =  guastando 
si  impara. 

imparentasi,  v.  rifl.  =  imparentarsi:  di- 
venir parente  col  matrimonio. 

impari,  avo.  =  a  fianco,  a  lato;  camintt 
impari  à  viin  =  camminare  a  fianco  di 
uno. 

1)  A  petto,  al  paragone,  a  fronte  di..,; 
impari  à  mi  l'è  piscimn  =  al  paragone 
mio  è  piccino. 

2)  età  impari  =  stare  aUa  pari. 
inipàrsiàl,*  agg.   =  imparziale  :  chi   usa 

imparzialità. 
impàrsiàlitaa,*  s.  f.  =  imparzialità;  equità 

di  chi  non  prendo  parte  a  favore  di  uno 

piuttosto  che  di  un  altro. 
impàsì,  V.  att.  =  appassire,  avvizzire:  di- 


imp 

venir  passo,  cioè  perdere  la  freschezza, 
intristire,  languire;  propriam.  dello  erbe 
fiori,  foglie. 

1)  el  gel  Vimpasisé  =  i  geloni  sce- 
mano, sgonfiano:  quando  cominciano  a 
guarire, 

iliipàsibil,  *  agg.  =  impassibile:  non  sog- 
getto a  passioni. 

1)  Che  ha  fermezza  di  proposito,  che 
è  irremovibile. 

impàsibilitaa,  *  s.  f.  =  impassibilità: 
qualità  di  chi  è  impassibile,  indifferente. 

iinpàsiènsa,*  s.  f.  =  impazienza:  il  con- 
trario di  pazienza: 

impàsiént,*  agg.  =  impaziente:  che  non 
ha  pazienza,  che  facilmente  si  spazien- 
tisce. 

iliipàsieutàss,  v.  rifl.  =  impazientarsi, 
spazientirsi:  perdere  la  pazienza. 

impàst,  s.  m.  =  impasto  :  composto  di 
coso  bene  amalgamato. 

1)  Di  pers.;  Ve  on  impàst  de  impo- 
storàrìj  =  è  un  impasto  di  finzioni. 

impasta,  v.  alt.  =  impastare:  far  la  pa- 
sta mescolando  farina,  acqua,  sale  e 
simili. 

1)  Coprire  di  pasta. 

2)  Attaccare  con    pasta  fogli,  o  sim. 
8)  impàétà  là  calcina,  =  intridere  la 

calce. 

4)  T.  pitt.  :  preparare  i  colori  sulla 
tavolozza. 

impàstaa,  agg.  =  impastato,  unito,  at- 
taccato colla  pasta. 

1)  Messo  insieme;  vèéé  impààtaa  de 
bostj  =  essere  impastato  di  menzogne. 

impàstisà,  V.  alt.  =  impasticciare.  Vedi 
pàstisà. 

inipàstocià,  v.  alt.  =  impastocchiare  : 
dare  ad  intendere  una  fandonia,  infi- 
nocchiare, 

ìmpàtà,  V.  att.  =  impattare:  non  vincei'e 
né  perdere  al  gioco. 

1)  impattila  coni  vùn  =  impattarla 
con  uno;  eguagliarlo, 

2)  podè  nò  ne  toeula,  né  impalala  = 
non  poter  vincere  imo;  anche  non  po- 
terne aver  ragione  in  alcun  modo;  non 
poterla,  ne  vincere  ne  impattarla. 

impàtasen,  v.  rifl.  =  rifarsi,  rivalersi, 
ricattarsi,  far  bandiera  di  ricatto  ;  ri- 
prendere, riguadagnare  ;  rendere  pane 
per  focaccia. 

impedi,  V.  att.  =  impedire:  vietare,  op- 
porsi,   contrariare  in  guisa  da  rendere 


388  -  imp 

l'azione  altrui  difficile  o  talora  impos- 
sibile. 

1)  Impacciare,  ingombrare,  togliere 
spazio  e  dar  disturbo. 

impedii,  agg.  =  impedito,  occupato:  chi 
per  qualche  occupazione  non  può  atten- 
der subito  a  cosa  a  cui  venga  chia- 
mato. 

1)  impedìda  =  gravida:  di  donna  ge- 
stante. Boll' eufemismo  del  nostro  dia- 
letto. 

impediméui,  s.  m.  =  impedimento,  in- 
ciampo, ostacolo,  forza  maggioro  o  legge 
che  arrosta  il  corso  di  un'azione, 

impediisà,  v.  att.  =  fare  il  peduccio  alle 
volte. 


impedìiss, 


luccio  :    la  pietra 


sulla    quale    posano    gli    spigoli    doUe 
volte. 

impègu,  s.  m.  =  impegno,  promessa,  ob- 
bligo, 

1)  mètcs  d'impègn  =  mettersi  con 
cura,  diligenza. 

2)  fa  imp^gn  =  averci  tutto  l'inte- 
resse a  fare  una  cosa, 

'ò)  dà  pàsé  ài  éò  impégn  =  soddi- 
sfare agli  impegni.^ 

4)  làorà,  leéion  d'impègn  e  sim.  = 
lavoro  impcgnoso,  lezione  impegoosa  : 
che  richiedo  impegno,  cura. 
impegna,  v.  att.  =  impegnare:  dare  qual- 
che cosa  in  pegno  per  sicurtà. 

1)  impegna  là  pàrdla  =  impegnar  la 
parola,  promettere. 

2)  impegna  vun  =  obbligare  uno  : 
metterlo  noli'  impegno,  in  puntiglio  di 
faro, 

3)  impegna  ài  moni  =  mettere  a  Gesù 
pietoso:  ai  Monte  di  Pietà. 

impcg'uaa,  agg.  =  impegnato:  che  ha  già 
({«.alche  impegno. 

1)  /'è  impegnàfla  =  è  impegnata:  di 
ragazza  che  ha  promosso  di  ballar  con 
altri,  0  che  è  in  ti'attativa  di  matri- 
monio. 

impegnàss,  v.  rifl.  =  impegnarsi,  obbli- 
garsi :  assumere  un  incarico  con  pro- 
mossa di  fare  ogni  sforzo  per  riuscirvi. 
1)  Avventurarsi,  arrisicarsi  in  qual- 
che cosa  non  scevra  di  pericoli;  el  s'è 
impegnaa  in  d'Óna  Ut  che  flnisé  pii  = 
si  è  impegnato  in  una  lite  intermina- 
bile. 

impeguàtàri,  s.  m.  =  pignorataiio:  chi 
metto  gravamento  o  sequestro  sulla  roba 
altrui.  Anche  peguàtàri. 


imp 


-  389  - 


imp 


impelisà^  v.  ntt.  =  impiallacciare:  co- 
prir lavori  in  legno  ordinario  con  pial- 
lacci di  legno  gentile. 

impeliSiàdòr,  s.  m.  =  impiallacciatore: 
l'operaio  che  impiallaccia  i  mobili. 

impelisàdura,  s.  /'.  =  impiaUacciatoi-a; 
atto  ed  effetto  dell' impiallacciare. 

1)  Piallaccio:  sottilissima  assicella  di 
legno  no))ile  per  impiallacciare. 

impeuàda,  s.  f.  =  impennata  :  telaio  di 
legno  allo  finestre,  con  carta  o  tela  in- 
voce di  vetri. 

1)  Vetrata  :    porta  o  gran   finestra  a 
vetri. 

2)  l'impenMa  =   le  barelle,    gli   oc- 
chiali. Dicesi  por  celia. 

impeiiàss,  ^'.  rifl.  =  impennarsi,  inalbe- 
rarsi: reggersi  dei  cavalli  sui  piedi  po- 
steriori, levando  in  aria  quelli  davanti. 

impeuerà;  v.  att.  =  calettare,  immorsare: 
fermare  a  dente  duo  pezzi  di  legno  si 
che  il  dento  dell'uno  entri  nell'incastro 
fatto  nell'altro. 

impenetràbil,  *  ayg.  =  impenetrabile  : 
che  non  può  essere  penetrato. 

impensàtàiiiènt,*  avv.  =  impensatamente, 
scapatamente:  in  modo  non  preveduto. 

iinpenserì,  v.  att.  =  impensierire  :  dar 
pensiero,  fastidio. 

impeuseriss,  v.  rifl.  =  impensierirsi:  en- 
trare in  gran  pensiero  ;  de  quHa  ma- 
latta  me  s'era  prdpi  imptnserii  =  di 
quella  malattia  m'ero  proprio  impen- 
sierito. 

iinperàtÌT,  *  agg.  =  imperativo;  màndaa 
impcràtìv  =  mandato  imperativo:  quello 
che  tassativamente  dico  ai  rappresen- 
tanti quel  che  devono  fare. 

1)  s.  m.  =  T.  gramm.  :  il  modo  del 
verbo  che  esprime  comando,  i)reghiera. 

imperàtór,  s.  m.  =  imperatore:  titolo  del 
capo  d'uno  Stato  che  comanda  a  molti 
popoli  e  per  lo  più  in  modo  assoluto. 

imperatrice,  *  s.  f.  =  imperatrice:  mo- 
glie dell'imperatore  o  colei  che  è  a  capo 
di  un  impero.  Usa  ancora  il  vecchio: 
imperàtrìs. 

ìmpercetìbil,  *  agg.  =  impercettibile  : 
cho  non  si  può  scorgere  ad  occhio  nudo. 

impertlonàbil,*  agg.  imperdonabile:  che 
non  può  perdonarsi. 

iiiiperfesìòu,  s.  f.  =  imperfezione:  man- 
canza di  qualche  cosa  al  compimento 
di  un'opera. 

1)  Difetto  fisico   che  per  lo  più   de- 
turpa alquanto  il  corpo. 


imperfett,  agg.  =  imperfetto:  non  finito, 
incompiuto,  a  cui  manca  qualche  cosa. 

1)  Si  dice  anche  di  chi  fa  fare  un 
lavoro  e  vien  lasciato  col  lavoro  incom- 
piuto, mentre  gli  è  necessario  che  lo 
sia. 

2)  T.  gramm.  ;  uno  dei  tempi  dei 
verbi. 

imperiai,  agg.  =  imperiale;  di  impero  o 
di  imperatore. 

1)  tlcqua  imperiai  =  acqua  imperiale: 
specie  di  pm-gante  con  cremor  di  tar- 
taro. 

2)  s.  ni.  =  imperiale:  grande  cassa  o 
cesto  sul  cielo  d'una  carrozza  per  met- 
tervi lo  robe  dei  viaggiatori. 

ìmpcrmeàbil,  agg.  =  impermeabile;  di 
corpo  a  traverso  del  quale  i  liquidi  non 
possono  passare. 

1)  s.  m.  =  una  stoffa  impermeabile 
e  il  pastrano  che  se  ne  fa. 

impernia,  v.  att.  =  impernare  e  imper- 
niare metter  sul  perno. 

impèro,*  s.  m.  =  impero:  paese  cho  ha 
per  sovrano  un  imperatore. 

impersonai,  *  agg.  =  impersonale  :  T. 
gramm.  agg.  di  verbo  che  si  coniuga 
solo  nella  terza  persona. 

impèrtérit,*  agg.  =  imperten-ito:  che  non 
si  lascia  atterrire,  non  si  lascia  disto- 
gliere da  ciò  che  sta  facendo. 

impertinènsa,  s.  f.  =  impertinenza,  in- 
solenza: atto  0  parola  che  offende  per- 
chè non  conveniente  alle  persone  o  alle 
circostanze  nello  quali  si  fa  o  si  dice, 
e  perchè  non  rispettosa. 

impèrtinént,  s.  m.  =  impertinente:  chi 
fa  impertinenza. 

impesà,  v.  att.  =  impeciare,  impegolare: 
spalmare  di  poco. 

impesta,  v.  att.  =  appestare,  ammorbare, 
appuzzare  straordinariamente,  infettare. 

impet,  s.  m.  =  impeto,  impetuosità  :  modo 
violento,  ma  di  breve  durata. 

1)  Accesso:  impet  de  tóse,  de  còlerà 
=  accesso  di  tosso,  di  collera. 

impètolà,  V.  att.  =  impaciuccare,  irapa- 
chiuccaro,  imbrattare  :  macchiare  con 
qualche  materia  liquida  o  quasi. 

impètolàda,  s.  f.  =  panzana:  le  macchie 
di  fango  di  cui  sia  impillaccherato  il 
vestito. 

impètolàss,  V.  rifl.  =  impelagarsi,  en- 
trare in  affari  scabrosi  da  cui  uno  non 
sappia  come  uscirne. 


imp 


—  390  — 


imp 


impetiiòs,  agg.  =  impetuoso:  pieno  d'im- 
peto, furioso,  violento. 

impererà,  v.  att.  =  impepare:  metter  del 
pepe. 

iinpereràda,  s.  f.  =  impepata  :  vivanda 
dove  occorra  di  molto  pepe. 

1)  r  è  piisee  el  péver  che  l'impcveràda 
=  è  pili  r  apparecchio  che  la  vivanda, 
vale  pili  il  giunco  che  la  carne,  più 
l'accessorio  che  il  principale.  Delle  cose 
che  hanno  molta  appariscenza  e  poco 
valore. 

impiànt,  s.  vi.  =  impianto:  il  primo  or- 
dinamento di  una  scrittura,  di  un  ne- 
gozio, di  un  lavoro  e  sim. 

1)  de  primni  impidnt  =  sul  principio. 

impianta,  «?.  att.  =  impiantare:  fare  l'im- 
pianto, mettere  in  piedi  e  avviare  un 
ufficio,  un'azienda. 

impiàster,  s.  m.  =  imbratto,  impiastro: 
specie  di  medicamento,  fatto  con  intriso 
di  farina,  pappa  e  sim.;  e  per  estens., 
di  tutto  ciò  che  come  quel  medicamento 
sporca. 

1)  Camorro:  pcrs.  sempre  malaticcia 
e  fastidiosa  molto. 

2)  impiàster  nel  senso  di  tàràbàcola. 
Vedi. 

impiastra,  v.  att.  =  imbiutare,  imbrat- 
tare, impiastricciare  :  impiastrare  con 
materia  attaccaticcia,  come  pece,  e  sim. 

1)  Semp] .  insudiciare:  render  sudicio 
in  qualunque  modo. 

2)  Impiaccirottaro  :  imbrattare  con 
piaccichicci. 

impicà,  V.  att.  =  impiccare,  appiccare  : 
sospendere  per  la  gola  con  capestro 
strangolando.  Scherz.  si  dice  anche:  al- 
lungare il  collo. 

1)  l'impicària  éò  pàder  =  e'  porte- 
rebbe la  sporta  al  boia:  di  chi  per  bi- 
sogno 0  per  avidità  di  guadagno  fa- 
rebbe qualunque  servizio,  benché  ver- 
gognoso e  abbietto. 

2)  va  t'impica  =  vatti  a  impicca, 
vatti  a  impiccare;  imprecazioni. 

3)  Costringere,  metter  la  corda  al 
collo;  l'è  ììiìnga  questa  là  manèra  de 
impicà  là  geni  =  non  è  questo  il  modo 
di  costringer  la  gente. 

impicaa,  agg.  =  impiccato:  chi  fu  appeso 
al  laccio. 

1)  Stretto,  scarso  ;  specialm.  di  ve- 
stito 0  di  luogo. 

2)  Scannato;  di  prezzo  a  cui  si  debba 


vendere  qualche  cosa  con  poco  o  nes- 
sun guadagno. 
impicc,*  s.  m.  =  impiccio,  impaccio;  im- 
broglio, noia,  fastidio. 
impiega,  v.  att.  =  impiegare,  allogare, 
dare  impiego;  hoo  mài  podilii  impiega 
el  me  fioiù  =  non  ho  mai  potuto  allo- 
gare mio  figlio. 

1)  impiega  el  capital^  i  dànee  =  im- 
piegare il  capitale,  il  danaro:  metterlo 
a  frutto. 
impiegraa,  s.  m.  =  impiegato:  chi  ha  un 
pubblico  ufficio. 

1)  fa  l'impiegaa  =  far  l' impiegato: 
essere  nella  carriera  d' impiegato. 
impiegàdèll,  s.  m.  =  impiegatuccio:  spe- 
cie di  quel!'  impiegato  le  cui  mansioni 
non  sono  importanti  e  lo  stipendio  è 
poco. 
impiègli,  s.  m.  =  impiego:  uffizio  stabile 
e  per  lo  più  pubblico. 

1)  Di  danari;  l'impiegarli  a  frutto,  e 
spesso  anche  il  frutto  che  danno. 
impieuì,  V.  att.  =  empiere,  e  più  com. 
empire:  occupar  tutto  uno  spazio  con 
materia  che  ci  si  versi  o  che  ci  si  metta. 
1)  impienì  là  pdnscia  =  rimpinzare  il 
buzzo:  di  chi  mangia  molto. 
impieiità,  V.  att.  =  impiantai-e.  Vedi  im- 

pi.àutà. 
impiguà,  'v.  att.  =  atterrare:  detto  di  le- 
goame  segato;  mettere  i  pezzi    gli  uni 
sopra  gli    altri  in   modo   che   il   tutto 
formi  una  specie  di  torre. 

1)  Ammonticchiare  :   mettere  oggetti 
l'un  sopra  l'altro. 
impiomba,  v.  att.  =  impiombare  :  riem- 
pire, saldar  con  piombo. 

1)  impiomba  i  dent  =   impiombare  i 
denti:  chiuderli  con  oro  o  altro  quando 
son  guasti. 
impiombaa,  agg.  =  impiombato:  saldato 
con  piombo. 

1)  bàétòn  impiombaa  =  mazza  im- 
piombata, col  pomo  impiombato. 

2)  Briaco  fradicio:  nello  stadio  in  cui 
non  si  capisce  più  nulla,  e  non  si  può 
muoversi. 

impipàsen,  v.  rifl.  =  imbuscherarsi,  in- 
fischiarsi, e  volg.  anche  impiparsi;  ri- 
dersi di  tutto,  non  curarsene,  essere  in- 
differente. 

impirotà  v.  att.  =  rimpinzare,  impinzare: 
riempir  di  cibo,  troppo. 

implora,  *  v.  att.  =  implorare:  chiedere 


1 


imp 


-  391 


imp 


umilmente  con  preghiera,  quasi  implo- 
rando. 

iinpodè§:lien,  v.  att.  =  averne  colpa,  es- 
sere responsabile, 

iiupóla,  s.  f.  =  ampolla;  boccetta  di  ve- 
tro 0  cristallo,  molto  sottile,  con  o  senza 
manico  da  uno  dei  lati,  usate  specialm. 
negli  ospedali  per  somministrare  le  me- 
dicine. 

1)  Di  chi  è  facile  ad  ammalarsi. 

2)  sgonfia  impoU  =  pallone  di  vento. 
Vedi  bofànt. 

iuipoltià,  V.  att.  =  impiastricciare,  im- 
piastrare. 

1)  Avviluppare,  impappinare,  imbro- 
gliare, impigliare. 

iinpoltiscìà;  V.  att.  =  impiastricciare, 
impiastrare,  intridere,  lordare. 

impoltroniss,*  v.  rifl.  =  impoltronire  : 
diventar  poltrone,  impigrire. 

impolveraa,  *  agg.  =  impolverato  :  im- 
brattato di  polvere. 

impolveràss,  v.  rifl.  =  impolverarsi  ; 
imbrattarsi  di  polvere. 

impomesà)  v.  att.  =  impomiciare  ;  stro- 
picciar con  pomice. 

impùmesàdura,  5.  f.  =  pomiciatura  :  l'o- 
perazione dello  stropicciar  con  pomice. 

iuipomesò,  s.  m.  =  impomiciatore  :  chi 
dà  la  pomice  a  pietre,  metalli  e  sim. 
per  lisciarli. 

imponènza,  s.  f.  =  imponenza,  imposta- 
tura :  portamento  grave,  altero. 

iinponèut,  agg.  =  imponente  ;  grandioso, 
che  obbliga  a  riverenza,  ammirazione. 

impouìbil, *  agg.  =  imponibile:  che  si 
può  imporre,  cioè  grav^are  d'imposta. 

iiupònii;  V.  att.  =  imporre,  nel  senso  di 
comandare. 

1)  Sopraffare  con   apparenti    ragioni 
0  colla  propria  autorità. 

2)  Obbligare    a    riverenza,    ammira- 
zione, suggezione. 

iinpopolàr,  *  agg.  =  impopolare  ;  non 
popolare  :  igaoto  ai  piìi  ed  anche  mal- 
visto dai  più. 

import,  s.  m.  =  importo  ;  avanzo.  T. 
aritm,  quello  che  noU'addiziono  si  ri- 
porta come  unità  dell'ordine  immedia- 
tamente supcriore,  quando  la  somma 
delle  cifro  d'una  colonna  supera  il  nove. 
1)  L'ammontare  della  spesa,  del 
prezzo  dovuto. 

importa,  v.  att.  =  importare  ;  essere 
d'  interesse  o  di  qualche  considerazione, 
premere. 


1)  vie  ne  importa  nàgòtt  =  non  me 
ne  importa  affatto,  non  me  no   cale. 

2)  importa  on  fitfh  sècch  =  impor- 
tarne un'  acca.  Vedi  flg'li,  7). 

3)  Di  prezzo,  costare  ;  l' è  dna  ope- 
raéiòn  che  impòrta  dna  spèsa  minga 
de  pòceh  =  è  un'operazione  che  importa 
una  spesa  non  lieve. 

importànsa,  s.  f.  =  importanza  ;  1'  im- 
portare, il  premere. 

1)  persóna  cV  importànsa  =  persona 
d'  importanza  :  che  ha  valore  ed  è  te- 
nuta in  molta  considerazione. 

2)  quèicòéé  d'  importànsa  =  cosa  di 
rilievo. 

3)  dagli  importànsa  à  quèieòàs  = 
dare,  annettere  importanza  a  qualche 
cosa,  tenerla  in  conto. 

4)  dàéé  de  l'importànsa  =  darsi  im- 
portanza: volere  apparire  uomo  di  conto, 
anche  non  lo  essendo. 

ìiuportànt,  s.  m.  e  agg.  =  impoiiante, 
rilevante  ;  che  importa  di  conoscere,  di 
sapere. 

1)  Che  ha  molto  valore,  molta  au- 
torità, che  conta  assai. 

iinportàsiòii,  *  s.  f.  =  importazione  ;  in- 
troduzione nello  Stato  di  merci  stra- 
niere. 

importiiuà,  *  v.  att.  =  importunare  ; 
stancare  con  domando  o  con  visite  in- 
sistenti :  usa  meglio  seca. 

ìuiposìbil,  agg.  =  impossibile  ;  non  pos- 
sibile, che  non  si  può  faro. 

1)  Iperb.  :  difficilissimo,  tanto  diffì- 
cile da  parer  quasi  non  possibile. 

2)  fa  rimposibil  =  fare  tutto  il  pos- 
sibile, per  ottenere  un  intonto. 

iinposibilitaa,  *  s.  f.  =  impossibilità  ;  il 
complesso  di  condizioni  cho  rondo  im- 
possibile il  fare  una  cosa. 

imposisiòu,  *  s.  f.  =  imposizione  ;  co- 
mando, ordine  :  non  usa  ancor  larga- 
mente. 

imposta,  *  s.  /■.  =  imposta;  l'obbligo  cho 
lo  Stato  impone  ai  cittadini  di  pagare 
somme  proporzionali  per  i  servizi  pub- 
blici. 

1)  Anche  ciò  che  si  paga  per  tale 
obbligo. 

imposta,  V.  att.  =  impostare  ;  mettere 
alla  posta  lettere  o  plichi. 

1)  Dare  1'  impostatura  a  chi  s' ac- 
cinge a  imparare  a  suonare  uno  stm- 
mento. 


imp 

2)  Accordare,  formare,  far  accordo, 
noleggiare. 

impostòr,  s.  m.  =  impostore,  ipocrita, 
ingannatore  ;  chi  usa  impostura. 

1)  Anche  in  senso  meno  cattivo,  di 
chi  finge,  magari  por  celia. 

impostoràrìa,  *\  f.  =  impostura  :  astr. 
di  impostore  ;  del  vizio  come  del  fatto. 

impotèca,  s.  f.  =  ipoteca  ;  diritto  legale 
di  un  creditore  sopra  i  beni  immobili 
del  debitore,  por  la  somma  dichiarata. 
Ora  meglio  ipoteca.* 

ìmpotecà)  r.  att.  =  ipotecare  ;  mettere 
uà'  ipoteca  su  uno  stabile  per  garantire 
uu  credito  ;  tanto  del  creditore  che  si 
cautela,  quanto  del  del)itore  che  offre 
la  cautela.  Ora  meglio  ipoteca. 

impotéusa,  *  s.  f.  =  impotenza  ;  man- 
canza di  potere,  di  forza,  di  podestà. 

iiupotèut,  *  agg.  =  impotente  ;  che  non 
può  fare  ;  l'è  impotént  à  fàéè  ilbedì  = 
è  impotente  a  farsi  iibbidire  ;  manca 
della  necessaria  autorità. 

iuipràticlii,  V.  att.  =  impratichire,  ad- 
destrare ;  esercitar  bone  uno  in  una 
cosa  e  fargli  prender  pratica. 

1)  Rifl.  impràtichiss  =  addestrarsi, 
impratichirsi  ;  prender  pratica  di  una 
cosa. 

impregnila,  r.  att.  =  impregnare  ;  imbe- 
vere, riempire. 

1)  Ammorbare,  rendere  infetto  ;  detto 
di  esalazioni,  miasmi,  odori  cattivi  o 
troppo  acuti. 

inipréud,  «•.  att.  =  imparare,  apprendere. 
Vedi  impara. 

iiuprendista,  s.  ??^.  =  apprendista;  l'im- 
piegato che  lavora,  senza  averne  sti- 
pendio, aspettando  un  posto  ;  rèéé  im- 
prendìsta  in  rf'  on  studi  =  essere  in 
uno  studio  come  apprendista.  Anche  si 
dice  :  volontario,  aspirante.  Vedi  àpreii- 
dista. 

imprésa,  s.  f.  =  impresa  ;  cosa  alquanto 
notabile  che  uno  piglia  o  si  mette  a 
l'ara  ;  coian  !  V  è  on'  imprèsa  minga 
de  pòeeh  =  corbezzoli  !  non  è  un'  im- 
presa da  poco. 

1)  Società  che  si  costituisce  per  so- 
stenere un'  impresa  ;  /'  impresa  del 
tetder  =  1'  impresa  del  teatro  ;  V  im- 
présa dela  ferovla  =  l' impresa  della 
strada  ferrata. 

impresàri,  s.  m.  =  impresario,  appalta- 
tore :  chi  assume  qualche  impresa  o 
appalto. 


-  C92  -  imp 

impresiòn,  s.  f.  =  impressiono  ;  l'effcrt.' 
elio  una  cosa  o  un  fatto  lascia  nella 
mento  o  nell'animo. 

1)  rèse  de  prima  impreàiòn  =  essere 
di  prima  impressione  ;  cioè  tali  da  giu- 
dicare e  sentire  alla  prima. 

imprèsiouà,  v.  att.  =  impressionare; 
fare  impressione,  eccitare  il  sentimento. 
1)  Rifl.  impressionarsi  :  lasciarsi  vin- 
cere dalle  impressioni  ;  V  è  nervos  ài 
ecèss  ;  per  nàgòtt  el  .se  impreéidnri  = 
è  nervoso  di  soverchio  ;  si  impressiona 
per  nulla. 

imprèss,  agg.  =  impresso  ;  di  ciò  che 
resta  nella  mente  o  nell'animo  per  ef- 
fetto dell'  impressiono  ;  quèll  fioHn 
insci  mugher  ci  m'  è  reétaa  pilrdnca 
imprèss  =  mi  è  pur  rimasto  impresso, 
quel  fanciullino  cosi  macilento. 

impresta,  v.  att.  =  imprestare,  prostai'e; 
dare  alcuna  cosa  per  uso  con  jìatto  di 
renderla  a  un  dato  tempo  e  senza  averne 
compenso. 

1)  chi  imprèàta  pèrd  là  rèéta  =  chi 
presta  tempesta  ;  chi  presta  malo  an- 
nesta. 

imprèstìt,  s.  m.  =  imprestito,  impre- 
stanza, impresto,  prestanza,  prestito  : 
la  cosa  prestata  e  il  prestare. 

imprevedìbil,  *  agg.  =  imprevedibile  : 
da  non  potersi  prevedere. 

imprevidèiisa,  *  s.  f.  =  imprevidenza  ; 
mancanza  di  previdenza. 

imprevidènt,  *  agg.  =  imprevidente  ; 
on  ptLder  che,  èe  el  pò,  V asicura  minga 
i  éò  ficeu  l'è  imprevidènt  =  un  padi'e 
che,  potendo,  non  assicura  i  figlioli  è 
imprevidente. 

impreyìst,  agg.  =  imprevisto,  impreve- 
duto, inaspettato:  quindi  anche  im- 
provviso ;  aveva  promisà  de  andà  à 
Roma,  ma  on  caso  imprevlst  el  m'ha 
tegniiii  à  Milàn  =  aveva  promesso  d'an- 
dare a  Roma,  ma  un  avvenimento  im- 
previsto mi  trattenne  a  Milano. 

imprimidòr,  s.  m.  =  mesticatore  ;  ohi 
spalma  tele  con  mestica,  perchè  vi  si 
possa  dipingere. 

imprimidura,  s.  f.  =  mestica  :  composto 
di  varie  terre  e  olio  di  noce  e  di  lino, 
per  sjìalmai-lo  sulle  tavole  o  sulle  tele 
da  dipingere. 

imprimm,  v.  att.  =  imprimere  :  scolpire 
nella  mente  o  nel  cuore. 

improbàbil,  *  agg.  =   improbabile  ;    che 


luip 


-  393 


manca  di  probabilità  ;  contrario  di  pro- 
babile. 

iniproiuètt,  v.  ott.  =  promettere  ;  dar 
promessa  o  promesso.  Ora  quasi  sem- 
pre promètt. 

imprónta,  s.  f.  =  impronta  ;  il  risultato 
e  r  effetto  dell'  impressione  ;  imagine 
impressa,  il  segno  che  lascia  un  corpo 
impresso  in  un  altro.  In  qucst'  ultimo 
caso  usa  più  largamente  sègrii. 

impropèri,  *  s.  m.  =  improperio  :  rim- 
provero con  villania,  con  insulto  ;  an- 
che :  invettiva,  villania;  Se  s'hin  ditt 
tanti  de  qitìj  improperi  che  el  par 
minga  vera  =  si  dissero  tali  improperi 
che  non  par  vero. 

improvìs,  agg.  =  improvviso  :  non  pre- 
veduto, subitaneo. 

1)  à  V improrìs  =  all'  improvviso,  im- 
provvisamente. 

2)  Ve  mòri  de  mòri  impromsa  =  è 
morto  di  morte  improvvisa.  Lo  diciamo 
spesso,  celiando,  quando  qiialcuno  in- 
terrogato a  raccontare  un  fatto,  se  no 
esime  con  ])ocho  ])arolo,  perchè  gli 
preme  di  attendere  o  di  pensare  ad  altro. 

iiiiproTisà,*  V.  att.  =  improvvisare  ;  pre- 
parare lì  per  lì  :  iìnprovisà  on  distia, 
òna  fèèta  =  improvvisare  un  pranzo, 
una  festa. 

1)  Comporre  versi  o  altro  all'  im- 
provviso, y 

improvisàda,  s.  f.  =  improvvisata,  sor- 
presa ;  visita  0  cosa  che  fa  piacere  o 
capita  quand'uno  non  se  l'aspettava. 

improrisàment,  nw.  =  improvvisamente  : 
all'  improvviso,  inaspettatamente. 

improrisàdór,  s.  m.  =  improvvisatore  ; 
poeta  estemporaneo. 

improrisàsiòii,  *  s.  /".  =  improvvisa- 
mento,  improvvisazione  ;  poesia  ostom- 
poranoa. 

impriidènsa,  s.  f.  =  impmdenza  ;  in- 
consideratezza neir operare  e  poco  ri- 
guardo noi  fare  ;  ve  preghi  neh,  fìcee  ; 
fee  nò  di  imprildéns  =  vi  prego  neh, 
figlioli  ;  non  commettete  impradenze. 

impriidènt,  agg.  =  imprudente,  improv- 
vido, incauto,  avventato  ;  cho  non  prov- 
vede ciò  che  può  abbisognare,  o  chi 
agisce  alla  leggera,  sconsideratamente, 
0  anche  chi  non  sa  prevedere  o  pre- 
vede male. 

impttdénsa,*  s.  f.  =  impudenza,  sfaccia- 
taggine, petulanza  ;  la  mancanza  di  pu- 
dore e  di  rispetto  ;  per  rièpòndegh  in- 


sci ài  àò  maèéter  ghe  vceiir  dna  bela 
impiidénéa  =  per  risponder  così  al  pro- 
prio maestro  ci  vuolo  una  bella  impu- 
denza. 

impiidént,  agg.  =  impudente,  sfacciato, 
svergognato  ;  senza  pudore  e  senza  ri- 
spetto. 

impiigrnà,  *  v.  att.  =  impugnare.  T.  le- 
gale :  contradire,  negare  le  ragioni  e 
gli  atti  dell' avversario. 

impiigroàdura,  s.  f.  =  impugnatura  ;  la 
parto  ondo  si  impugna  la  spada,  lo 
stile  e  sim.  Della  spada  si  dice  anche 
propriamente  :  elsa. 

impuntàss,  v.  ]>ron.  =  impuntarsi,  osti- 
narsi, incocciarsi  ;  attenersi  a  una  cosa 
puntigliosamente. 

1)  I)i  bestie  :  non  voler  più   andare 
avanti . 

2)  Buttarsi   sull'  imbraca  ;    ostinarsi 
a  non  voler  diro  o   fare  qualche  cosa. 

impuntiliàss,  v.  pron.  =  impuntigliarsi, 
impuntarsi:  voler  vincere  un  puntiglio. 

iiiiptitàbil,*  agg.  =  imputabile:  che  può 
essere  imputato,  cioè  attribuito  come 
colpa. 

impiitasión,  s.  f.  =  imputazione,  accusa, 
incolpameuto.  Ancora  usa  più  larga- 
mente àcusa.  Vedi. 

in,  prep.  =  in  ;  preposiz.  di  stato  e  di 
moto,  cogli  artic.  il,  lo  =  in  del;  col- 
l'artic.  la  »  in  déla  e  in  là;  cogli  ar- 
tic. i,  gli,  le,  =  in  di.  Ha  tutti  gli  usi 
dell'in  in  italiano. 

inàbil,  agg.  =  inabile,  inetto:  che  non  è 
atto  a  fare  :  specialm.  di  chi  è  dichia- 
rato inabile  al  servizio  militare. 

insibilitaa,*  agg.  =  inabilitato.  T.  legale: 
dichiarato  dalla  legge  o  dal  tribunale 
inabile  a  reggere  il  suo  o  ad  altri  atti. 
(Cod.  civ.,  art.  339). 

inàcesìbil,*  agg.  =  inacossibile:  di  diffi- 
cile e  quasi  impossibile  accesso.  Usa 
spesso,  ora  ohe  prese  voga  l'alpinismo 
a  indicare  la  qualità  di  alcuni  luoghi 
alpestri. 

inacidì,  v.  att.  e  inàcìdiss,  v.  pron.  = 
inacidire,  inacetire,  imbriischiro  :  farsi 
acido,  brusco.  Si  dice  però,  forse  più 
comunemente  ciàptL   l'acid,  el  briiéch. 

inàisà,*  V.  att.  =  inalzare;  nel  senso  fig. 
di  esaltare,  celebrare. 

inàlteràbil,  *  agg.  =  inalterabile  :  cho 
non  si  altera,  che  non  si  muta. 

iuàmedà,  v.  att,  =  inamidare,  insaldare: 


—  394  — 


me 


dare  l'amido,  la  salda  alle  biancherie 
prima  di  stirarle, 

inàmisibil;  *  agg.  inammissibile .  non 
ammissibile,  che  non  si  può  ammettere; 
questa  l'è  dna  reson  inamisìbil  =  que- 
sta è  una  ragione  inammissibile. 

inamorà,  v.  alt.  -  innamorare,  inspirare 
amore,  dare  un  compiacimento  gran- 
dissimo; el  canta  che  l'inàmora  =  canta 
così  bene  che  innamora. 

iuàiuoraa,  agg.  =  innamorato:  chi  è  preso 
da  amore.  Volgarm.  si  dice  ancora  ine- 
iiioraa. 

ìnàmoràss,  v.  pron.  =  innamorarsi  :  es- 
ser preso  d'amore  cosi  per  le  persone 
come  per  lo  cose.  Volgarm.  si  dice  an- 
cora ineinoràss. 

ìnàmovibil,  *  agg.  =  inamovibile  :  che 
non  può  essere  rimosso  da  un  ufficio, 
e  sim, 

Inàns,  prep.  =  avanti,  innanzi;  correlat. 
di  dedree,  àdree  =  didietro,   addieh'o. 

1)  d'àlòra  inane  =  da  quel  giorno 
innanzi,  da  quel  giorno  in  poi. 

2)  de  ehi  inane  =  da  qui  innanzi. 

3)  d'ora  inane  =  d'ora  innanzi. 

4)  àndà  indns  =  andare  innanzi , 
avanti:  proseguire  e  precedere. 

5)  méà  mólto,  pòech  inane  =  essei'e 
molto,  poco  innanzi,  aver  progredito 
molto,  poco. 

6)  fa  andò,  indns  =  mandare  innanzi, 
far  progredire  ;  di  negozio ,  bottega, 
casa,  ecc.  Ed  anche:  inoltrare,  far  pas- 
sare innanzi. 

7)  fàss  inane  =  farsi  innanzi,  farsi 
avanti,  mettersi  in  evidenza. 

8)  tira  indns  =  andare  innanzi,  se- 
guitare la  strada.  E'  celebre  merita- 
mente la  frase  di  Antonio  Sciesa  :  ti- 
rèniìn  inane. 

9j  indns  e  iìidree  =  avanti  e  indie- 
tro, esci  e  torna. 

ìnàpeténsa,  *  s.  f.  =  inappetenza,  di- 
sappetenza: mancanza  d'appetito,  spe- 
cialmente per  malessere. 

inàpuutàbi],  *  aqg.  =  inappuntabile,  in- 
censurabile: che  non  ha  alcun  difetto 
da  poter  censurare. 

inarca,  v.  att.  =  inarcare,  arcare,  cur- 
vare: piegare  in  arco. 

inàrcaa,  agg.  =  inarcato,  intorsato  :  di 
vesti,  stoffe  e  sim.  che  fanuo  sbuffi  e 
gonfi. 

ìnàrgeutà,  v.  att.  =  inargentare  :  coprir 
con  argento. 


inàriTàbil;  *  agg.  =  inarrivabile,  impa- 
reggiabile :  che  non  può  essere  pareg- 
giato, specialm.  in  merito,  in  bravura. 

inàsà,  V.  att.  =  ingangherare,  imperniare  : 
mettere,  fermar  nei  gangheri.  T.  di 
falegaami. 

inàsàlà,  v.  att.  =  acciaiare,  inacciaiare, 
inacciarire:  unire  il  ferro  all'acciaio. 
Vedi  àsàlà. 

inàseta,  ».  att.  =  inacetai'e  :  spargere 
d'aceto. 

ìnàspà,  V.  att.  =  annaspare  :  avvolgere  il 
filo  sul  naspo. 

1)  inùspà  là  vista  =  abbagliare  :  si 
dice  dell'  effetto  della  luce  viva  sui 
nostri  occhi. 

inasprì,  v.  att.  =  inasprire,  fare  aspro, 
irritare:  specialm.  di  persona  che  si 
renda  più  irata,  più  stizzosa. 

inasprii,  agg.  =  esasperato  :  di  persona 
inasprita  con  malgarbo  o  maltratta- 
menti . 

inàspriss,  v.  pron.  =  inasprirsi,  irritarsi  : 
divenire  esasperato,  adirato. 

1)  Inacerbire  :  diventare  aspro,  più 
aspro,   acido. 

inatiiàbii,  *  agg.  =  inattuabile  :  non  at- 
tuabile, che  no  a  si  può  attuare. 

ìnàiig'ìirà,  *  v.  att.  =  inaugurare:  dare 
principio  a  un  corso  di  lezioni  pubbliche, 
0  di  nuova  istituzione  ;  oppure  scoprire 
un  monumento  con  una  certa  solennità, 
aprire  una  bottega,  una  strada,  un  teatro 
e   sim. 

iniigiiràl,  *  agg.  =  inaugurale  :  fatto  per 
inaugurazione  :  di  discorso,  banchet- 
to, ecc. 

inatigriiràsiòn,  *  s.  f.  =  inaugurazione  : 
cerimonia  dell'inaugurare. 

1)  Apertura:  di  bottega,  caffè,  tronco 
di  strada  ferrata,  teatro,  il  cominciare 
la  vendita,  i  trasporti,  le  rappresenta- 
zioni. 

incàdenà,  v.  att.  =  incatenare:  mettere 
in,  0  legare  con  catena. 

incàgàsen,  v.  pron.  =  infischiarsene, 
imbuscherarsene  :  non  importarne  nulla. 
E'  voce  molto  triviale  e  ripi'ovevole  in 
bocca  di  persone  a  modo. 

incàgniss,  v.  pron.  =  arrabbiarsi,  arro- 
velliirsi,  stizzirsi.  Ormai  disusato. 

incalcina,  v.  att.  =  incalcinare:  d'un 
muro,  dargli  la  calcina  alla  lesta. 

ijacàlcolàbii,  *  agg.  =  incalcolabile  :  che 
non  si  può  calcolare. 


—  395 


incàli)  *  s.  m.  =  incaglio,  inciampo, 
ostacolo:  ciò  ch.o  intralcia  e  impedisce. 

incàlìà,  *  V.  att.  =  incagliare  :  opporre 
inciampo,  impedire. 

incàlsà;  V.  att.  =  incalzare  :  di  avveni- 
menti che  spingono  a  fare,  e  sono  im- 
minenti, urgono. 

iucàniinàss,  v.  rifl.  =  incamminarsi  : 
cominciare  ad  avviarsi. 

ìncàmisàda,  s.  f.  =  incamiciatura,  ca- 
micino  :  il  muro  che  internamente  ri- 
veste la  fornace. 

incànà;  v.  att.  =  incannare;  della  seta, 
avvolgere  il  filo  sopra  cannelli  o  roc- 
chetti. 

iucàuàdòr,  s.  m.  =  incannatore  :  chi  fa 
il  mestiere  d'incannare  il  filo  e  spe- 
cialmeuto  la   seta. 

incanàdòra,  s.  f.  =  incannatora  :  femm. 
di  incannatore. 

1)    Incannatoio.    Vedi    incàuàtòri. 

incanala,  v.  att.  =  incanalare:  restrin- 
gere in  un  canale  acque  correnti. 

1)  Se  sono  le  acque  di  un  fiume  si 
dice  meglio  :  inalveare. 

ìncànàtdrì,  *  s.  m.  =  incannatoio  :  specie 
di  arcolaio  per  incannare. 

1)  Accannatoio.  T.  e  arnese  dei  tes- 
sitori :  bastoncello  di  legno  per  far 
mulinare  il  pettine. 

incancrenì,  *  v.  att.  =  incancrenire  :  di 
piaga  che  diviene  cancrenosa. 

incàndescènt,  *  agg.  =  incandescente  : 
infocato  a  segno  da  essere  bianco. 

incànt,  s.  m.  =  incanto:  cosa  meravi- 
gliosa e- stupenda;  el  lagh  Màgiòr  Ve 
on  incdnt  =  il  lago  Maggiore  è  un  in- 
canto. 

1)  d'incànt  m^oAo  avverb.  =  d'incanto, 
ottimamente:  là  va  iV incdnt  =  la  va 
d'incanto. 

2)  Incanto,  asta  :  pubblico  modo  di 
vendere,  o  comperare,  o  prendere  in 
accollo  lavori,  o  darli  per  la  maggiore 
offerta. 

incanta,  v.  att.  =  incantare,  affascinare  ; 
far  provare  il  fascino  ;  sedurre,  traspor- 
tare :  dna  dona  che  incanta  =  una 
donna  che  affascina;  ti  te  me  incàntet 
=  tu  mi  affascini  ;  V Aida,  là  glia  de 
qui)  moment  che  incànten  =  l' Aida  ha 
certi  momenti  che  trasportano. 
1)  Mettere  all'incanto,  all'asta. 

incantaa,  agg.  =  incantato,  part.  pass, 
di  incantare  ;    sbalordito,  abbagliato. 


1)  reétt  incantaa  =  acciuchire  :  re- 
stare sbalordito  straordinariamente. 

2)  oeucc  incantaa  =   occhi  abbambo- 
lati. 

incantàss,  v.  rifl.  =  incantarsi,  starsene, 
baloccarsi:  distrarsi  in  un  lavoro  e 
non  seguitare;  l'è  minga  el  moment 
de  incantàss  =  non  è  il  tempo  d'in- 
cantarsi, di  baloccarsi. 

1)    incantàss    àdree   à    tiitt    còss  = 
far  come  l'asino  del  pentolaio. 

incantèvol,  *  agg.  =  incantevole  :  che- 
incanta,  che  produco  una  sensazione 
di  molto  piacere  e  di  meraviglia. 

incanto,  *  s.  m.  =  nella  frase  :  sta  d'in- 
canto =  star  d'incanto,  magnificamente, 

incantonàss,    v.  rifl.    =    incantucciarsi,- 
rincantucciarsi  :   mettersi    in   un    can 
tuccio. 

incàpàrà,  =  v.  att.  =  accapparrare.  Vedi 
àcàpàrà. 

incàpelà,  v.  att.  =  accappellare,  rincap- 
peliare.  T.  dei  vinaioli  :  porre  nuove- 
vinacce  sopra  le  già  strette  nel  torchio. 

incàpelàss,  v.  rifl.  =  accapponarsi,  in- 
cappucciarsi, mettere  il  cappello  :  di 
votte  che   son    ravvolte    nello    nuvole. 

incàponiss,  v.  pron.  =  incaponirsi,  osti- 
narsi, incocciarsi  :  specialm.  in  un'idea 
poco  giusta. 

incàprisìàss,  v.  rifl.  =  incapricciarsi  : 
venire  ad  alcuno  il  capriccio  di  qual- 
che cosa. 

1)    Invaghirsi ,    innamorarsi  :    esser 
preso  di  qualche  cosa  o  di    qualcuno. 

incàregàss,  v.  rifl.  =  incaricarsi,  assu- 
mersi un  incarico.  Anche,  e  meglio  : 
ittcàricàss;  me  incarichi  mi  de  ri- 
spondegh  =  m'incarico  io  di  rispon- 
dergli. 

incàregli,  s.  m.  =  incarico  :  ora  molto 
diffuso  il  più  moderno  :  incàricli.  Vedi, 

incarica,  *  v.  att.  =  incaricare  :  dar 
commissione  ad  uno  di  fare,  e  special- 
mente di  fare  in  sua  vece. 

incàricaa,  *  agg.  =  incaricato  :  colui  al 
quale  fu  affidato  un  incarico. 

incaricàsen  e  ìncaricàss,  v.  pron.  =^ 
incaricarsene,  incaricarsi.  Vedi  incà- 
regàss. 

incàrich,  s.  m.  =  incarico  :  commissione 
un  po'  delicata,  mandato,  cura,  uffizio, 
incombenza. 

1)  dà   OH   incàrich  =  dare,  affidare 
un  incarico. 


593  — 


2)  ciàptl  on  incàrieh  =  assumere, 
prendere  un  incarico. 

ìncàprisiàss,  r.  pron.  =  incapriccirsi  : 
venire  un  capriccio  ostinato;  el  s'è  in- 
f'àpriéiaa  de  vorè  nò  àndà  vìa  de  Mi- 
làn  =  s'è  incapri  coito  di  non  voler  an- 
dar via  da  Milano. 

lì  Innamorarsi  capricciosamente. 

lucàrbouìss,  t.  pron.  =  imporrare,  im- 
porrire :  dei  pannilini  che  por  esser  da 
troppo  tempo  riposti  o  sporchi  si  gua- 
stano, mandando  fuori  dello  bollicine. 
Più  usato  scàrbonti. 

ìncài'isuàss,  «'.  pron.  =  coprirsi  di  fu- 
liggine, diventare  fuligginoso. 

incàruàdn,  agg.  f.  =  incarnata:  di  un- 
ghia che  si  incarni. 

iucàrnàss,  v.  rifl.  =  incarnirsi  :  pene- 
trare nella  carne  :  di  unghia,  spocialm. 
dei  piedi. 

iucàruàdiu,  agg.  =  incarnatino,  carni- 
cino; d'un  bel  color  roseo  come  quello 
del  viso  di  persona  bianca  e  rossa. 

incàrogiiiss,  v.  jv-on.  =  incarognirsi  : 
diventare  una  carogna,  un  buono  a 
nulla. 

1)  Fig.  :  radicarsi  profondamente; 
el  me  à'è  incarognii  in  cà  e  no  gh'è 
vèréo  de  dcsfesciàll  =  mi  si  è  piantato 
in  casa  o  non  c'everso  di  liberarsene. 

2)  Innamorarsi  perdutamente.  E'  però 
modo  basso. 

incarta;  v.  alt.  =  incartare:  ravvolgere 
in  carta. 

incàrtàda  (fceùia),  =  foglia  granita,  in- 
cartata :  quella  del  gelso  quando  secca. 

iiicàrtàpegorìi,  agg.  =  incartapecorito  : 
arido  come  la  caria  pecora  ;  dicesi  della 
pelle  umana. 

incàrtoncnt,  agg.  =  incartato,  rigido. 
Vedi  càrtonént. 

incàsà;  v.att.  =  incassare:  mettere  in 
cassa,  chiudere  dentro  una  cassa. 

1)  Di  danaro,  riscuoterlo 

2)  Incastonare.  T.  oref.  :  mettere  o 
fermar  nel  castone. 

3)  Inalveare,  incassare:  di  fiumi, 
tjhiuderli  con  argini. 

4)  Intarsiare:  fare  intarsi,  speciahn. 
con  oro  o  argento  nell'acciaio  o  nel 
ferro. 

iiicàsaa,  agg.  =  incassato:  di  strada  e 
sim.  che  sia  fra  rive  assai  alte. 

Incàsàdura,  s.  f.  =  incassatui-a  ;  l'ope- 
razione d'incassare. 


1)  Incavo,  incassatura  :    luogo    dove 

si  incassa  o  è  incassato. 
incàscià,    v.    att.    =    accalcare,    stipare 

molta  gente  in  poco  posto. 
incàsciàsen,  v.pron.  =  corracciarsi:  darsi 

pensiero,  accorarsi.  V.  càsciàss  6),  10). 
ìiicàsciàss,  v.  rifl.    =    accalcarsi,    affol- 

lai-si:  di  molta  gente  in  piccolo  spazio. 
ìncàssj  s.  m.  =  incasso  :   riscossione   di 

danaro  e   il   danaro   incassato  ;    fa   di 

màgher  incàsé  =  far  magri  incassi. 
ìucàstelaa,  agg.  =  incastellato  ;  dicesi  il 

piede    del    cavallo    quando    ò    troppo 

stretto  0  alto. 
iiicàster,  s.  m.  =  incastro  ;  luogo   dove 

si  incastra. 

1)  Incastro,  rosetta  ;  stnimento  di 
ferro  tagliente  per  pareggiare  le  unghie 
alle  bestie  che  si  ferrano. 

2)  Incastratura,  l'incastrare. 
incastona)  v.   att.  =  incastonare  ;    met- 
tere una  gioia  nel  castone.    Anche  in- 
càsà. 

incastra,  t>.  att.  =  incastrare  ;   commet- 
tere bene  una  cosa  dentro  l'altra. 
1)  Inserire  quasi  por  forza. 

incàtr.àmà;  v.  att.  =  incatramare  ;  im- 
piastrare con  catrame. 

1)  Fig.  insudiciare,  incrostare  :  quando 
la  roba  è  sudicia  così  da  parere  spalmata 
di  catrame. 

incav,  s-  m.  =  incavo,  cavità,  incava- 
tura ;  il  punto  dov'è  incavato. 

incàyaa,  agg.  =  incavato,  affossato  :  spec. 
degli  occhi  in  denti'O  nell'orbita. 

incàvàdura,  s.  f.  =  incavatura  ;  la  ca- 
vità nei  corpi  incavati. 

incàràlàss,  v.  pron.  =  imbalzarsi  :  del 
cavallo,  intraversare  una  zampa  su  una 
delle  stanghe  del  legno. 

1)  Accavallarsi  ;  dei  tendini  e  cor- 
doni delle  gambe  nostro,  quando  pare 
che  l'una  s'accavalli  sull'altra  o  danno 
un  dolore  acutissimo. 

incàvig'iaa,  agg.  =  incavicchiato,  ed  an- 
che :  fortunato.  Vedi  ciiyig^iaa. 

inceneriss,  v.  pron.  =  incenerirsi  ;  di- 
ventar cenere,  della  legna  che  brucia 
sul  caminetto. 

incOns,  s.  m.  =  incenso  :  resina  o  com- 
posizione di  resina  che  si  binicia  spec. 
nelle  cerimonie  religiose.  • 

incensa,  v.  att.  =  incensare  ;  dare  l' in- 
censo col  turibolo  nelle   funzioni    reli- 
giose. 
1)  Fig.  lodare  astutamente,   adulare. 


397 


iucensàda,  s.  f.  =  incensata,  incensa- 
mento ;  atto  del  dare  l'incenso. 

iucensàmèut,  *  s.  m.  =  incensamento  ; 
atto  del  dare  1'  incenso. 

ìiiceusuràbil,  *  agg.  =  incensurabile  ; 
che  non  può  essere  in  alcun  modo  cen- 
surato. 

iuceutìv,  *  s.  m.  =  incentivo,  stimolo  a 
fare  tanto  il  bene  che  il  male  ;  non 
come  in  ital.  solamente  stimolo  al  male. 
Si  dice  ancora  molto  spìnta. 

incepà;  v.  att  =  inceppare,  incagliare, 
impacciare  ;  portare  degli  impedimenti 
nocivi. 

incera,  *  v.  att.  =  incerare  ;  dar  la  cera, 
^e  macchiare  con  cera. 

inceràda  (téla)  =  incerato  :  tela  inco- 
rata, impermeabile. 

iucéi't,  agg.  =  incerto,  dubbio  :  di  quanto 
non  si  può  appiu'aro  o  non  è  stato  ap- 
pm-ato  e  non  siamo  sicuri  elio  sia. 

1)  Non  sicuro,  variabile  ;  temp  in- 
eèrt,  stàgiòn  incèrta  =  tempo  incerto, 
stagione  incerta. 

2)  Indeciso,  non  risoluto  a  faro  ; 
soni  itieèrt  ^e  lioo  de  ància  incceù  ù 
domdn  =  sono  incolto  se  devo  andar 
oggi  0  domani. 

incért,  s.  m.  =  incorto  ;  guadagno  che 
capita  straordinariamente  oltre  il  fisso. 

incèrtèsa,  *  s.  f.  =  incertezza,  dubbio, 
dubbiezza  ;  il  non  essere  certo,  1'  esser 
dubbioso.  ^ 

incetà,  v.  att.  =  incettare,  fare  incetta  ; 
ricercare,  raccogliere  coso  che  costino 
una  certa  cura  e  fatica. 

inchièsta,  *  s.  f.  =  inchiesta  :  prendere 
un'  informazione  accurata  e  specificata 
sopra  una  persona,  un  fatto,  uno  scom- 
piglio ;  hall  faa  on'  indiièsta,  ma 
come  ài  sòlit  l'è  flnìda  in  nàgòtt  = 
hanno  fatto  un  inchiesta,  ma  come  il 
solito  finì  in  nulla. 

incliin,  *  s.  m.  =  inchino  ;  segno  di  ri- 
verenza fatto  piegando  la  persona  e  il 
capo,  Usa  ancora  la  più  antica  parola 
riverènsa. 

inchinàss,  «;.  rifl.  =  inchinarsi  ;  fare 
inchini. 

1)  Abassarsi,  umiliarsi.  Vedi  abà- 
sàss. 

inciampi,  v.  att.  =  attirare  ;  spocialm. 
con  lusinghe  e  promosse  per  lo  più  false. 

inciàpàss,  v.  rifl.  =  attingersi,  inciam- 
pare, incavallare  :  dei  cavalli  che  si 
feriscono  da  se  alle  gambe. 


incid,  *  v.  att.  =  incidere,  intagliare, 
come  arte. 

iucidènt,  *  s.  m.  =  incidente  ;  caso  che 
viene  a  interrompere  incidentalmente, 
e  questione  accessoria  fatta  durante  un 
giudizio. 

inciochì,  V.  att.  =  ubriacare,  avvinaz- 
zare ;  far  diventare  ubbrifico,  specialm. 
dando  a  bere  molto. 

1)  Acciuchire,  imbalordire,  sbalordire  : 
di  cosa  elio  faccia  grande  impressione, 
od  anche  di  percossa  al  capo. 

iuciocliimònt,  s.  tn  =  acciuchimento, 
sbalordimento. 

iucioda,  s.  /.  =  acciuga,  alice  ;  pescio- 
lino di  mare  che  per  lo  più  si  mangia 
salato. 

1)  Di  pors.  secca,  magra,  allampa- 
nata. 

2)  édlsa  d'ineidd  =  acciugata;  sorta 
di  salsa  d'acciughe. 

3)  vèéà  come  i  inciòd  in  del  bàri  = 
essere  in  bastai-delia.  Fig.  essere  in 
una  stanza  o  in  una  carrozza  dove  si 
stia  pigiati  e  si  soflVa  caldo. 

iucioda,  V.  att.  =  inchiodare  ;  formare 
con  chiodi. 

1)  Fig.  obbligare,  costringere  ;  g'hoo 
àvilii  on  ràfredòr  che  'l  m  luì  inciodaa 
in  lètt  =  ho  avuto  un'  infreddatura  che 
mi  inchiodò  in  letto. 

2)  ineiodet  ;  va  t'inciòda  =  affogati, 
appiccati,  va  t'  impicca. 

inciodaa,  agg.  =  inchiodato  ;  fermato 
con  chiodi. 

1)  Fig.  obbligato,  costretto  ;  legato- 
da  occupazioni. 

2)  l'èsé  inciod-aa  ài  tàol  =  essere  in- 
chiodato al  tavolo  ;  starvi  per  lungo 
tempo  al  lavoro, 

iuciodàda,  s.  f.  -  inchiodatura  ;  l'inchio- 
dare. 

1)  Affannata  ;  di  cose  fatte  alla  svolta 
per  il  tempo  che  ui'ga. 
iucioster,  s.   m.    =    inchiostro  ;    liquido 
nero  o  d'altri  colori   per   intingervi  la 
penna  e  scrivere. 

1)  vìn  che  par  inciòéter  =  vino  conio 
l'inchiostro  ;  torbe,  nero. 

2  )  smàgià  d' inciòéter  =  sgorbiai'o, 
far  sgoi'bi  ;  inchiostrare. 

8)  inciòéter  de  étdvipa  =    inchiostro- 

da  stampa,  quello  più  denso  che  serve 

a  stampare  nello  tipografie. 

incis,  agg.  =  inciso,  intagliato,  come  arte. 

iucisiòn,  *  s.  f.  =  incisione  :    lavoro    di 


ine 


398 


disegno  fatto  su  lastra  metallica,  ó  di 
legno  e  riprodotto  per  le  stampe. 

iu«  isòr,  s.  m.  =  incisore  ;  chi  esercita 
r  ai-te  dell'  incidere. 

incita;  V.  alt.  =  incitare,  eccitare,  esor- 
tare ;  spingere  a  fare. 

jncitàmènt,  *  s.  m.  =  incitamento,  esor- 
tazione ;  r  incitare,  lo  stimolare  e  fai'e 
una  cosa, 

incivìl,  agg.  =  incivile,  sgarbato,  villano  : 
malcreato  ;  che  non  è  urbano. 

incìvilitaa,  s  f.  =  inciviltà,  malcreanza; 
mancanza  d'urbanità. 
.    1)  Atto,  azione  incivile,  inurbana. 

inclina,  v.  att.  =  inclinare,  propendere  ; 
avere  inclinazione,  propensione  per  una 
cosa. 

inclinàsiòn,  *  s.  f.  =  inclinazione,  pro- 
pensione, tendenza  ;  stato  dell'animo  o 
della  mente  che  propende  naturalmente 
a  una  cosa  ;  vègh  inclinàsiòn  per  là 
mùsica  =  avere  inclinazione  alla  musica. 

inclùd,  *  V.  att.  =  inchiudere,  includere  : 
comprendere  persone  o  cose  in  un  altro 
numero,  genere,  serie. 

incociss,  V.  rifl.  =  incocciarsi,  ostinarsi, 
impuntarsi;  specialm.  in  cosa  non  buona. 

incoeù,  avv.  =  oggi,  oggidì  :  il  giorno 
che  corre,  presente. 

1)  ìncceu  vòtt,  quhidcs,  e  sim.  =  oggi 
a  otto,  a  quindici,  e  sim. 

2)  prdpi  incoeu  =  oggi  stesso. 

3)  incceu  ò  domdn  =  oggi  o  domani  ; 
in  breve  tempo. 

4)  dà  l'ineoRÙ  ài  donidn  =  dall'oggi 
al  domani  ;  in  breve  tempo. 

5)  là  geni,  i  ròbb  d'incmù  =  la  gente, 
i  fatti  d'  oggi,  dell'oggi  ;  moderni. 

6)  vòtt  dì  incmu,  on  mes  incmù,  e 
sim.  =  oggi  fa  otto  giorni,  oggi  fa  un 
mese  ;  otto  giorni  sono  ;  un  mese  ter- 
minato con  oggi. 

7)  el  di  d' incoeù  =  oggi  giorno, 
adesso  ;  i  Uberai  del  dì  d'  incom  =  i 
liberali  d'adesso. 

8)  ài  di  d'  incoeù  =  al  giorno  d'oggi, 
in  adesso. 

incoia,  V.  att.  =  incollare,  conglutinare, 
agglutinare  :  attaccare  con  colla,  con 
glutine. 

incolàda,  s.  f.  =  incollamento  ;  1'  incol- 
lare, l'attaccare  con  colla. 

incolàdura,  s.  f.  =  aria,  presenza  ;  aspetto 
del  cavallo. 

1)  Accollatura,  l'apertura  di  un  abito 
intorno  al  coUo  ;    el   vestii   el   me   va 


ben  de  incolàdura  =  l'abito  mi  va  bene 
d'accollatura. 

incolàss,  V.  pron.  =  alloppiarsi  ;  non 
andare  o  venir  maT  via.  bi  dice  di  chi 
si  pianta  in  una  conversazione  o  sim.  ; 
pareva  che  'l  àe  fii^s  incolaa  ehi  sta- 
séra =  pareva  si  fosse  alloppiato  qua 
stassera. 

incolpa,  V.  att.  =  incolpare,  accusare  ; 
accagionare  ;  dar  colpa  a  qualcuno  di 
qualche  cosa. 

incombènsa,  s.  f.  =  incumbenza,  inca- 
rico, commissione.  Vedi  incàrich. 

inconibensà,  v.  att.  =  incumbenzare, 
incaricai'e  :  dare  un  incarico.  Vedi  in- 
carica. , 

incòniod,  s.  m.  =  incomodo,  fastidio, 
noia,  scomodo,  seccatura. 

1)  ghe  levàroo  V  incòmod  =  le  to- 
glierò r  incomodo  :  frase  di  congedo, 
quando  si  è  in  visita. 

incomoda,  v.  att.  =  incomodare,  dare 
incomodo,  scomodare,  seccare. 

in  confrónt,  =  appetto,  al  paragone  ; 
el  me  mài  in  confrónt  ài  tò  l'è  pòcch  = 
il  mio  male  appetto  al  tuo  è  poco. 

inconsolàbil,  agg.  =  inconsolabile  :  che 
non  può  essere  consolato. 

incontentàbil,  agg.  =  incontentabile  : 
che  di  nulla  mai  si  accontenta. 

incònter,  s.  m.  =  rincontro,  incontra- 
mento,  scontro  :  1'  incontrarsi. 

1)  Collazione,  revisione.  T,  di  tipogr. 

2)  Combinazione,  caso  :  avvenimento 
casuale. 

incontra  (àndà)  =  farsi  incontro,  alla 
volta,  verso.  Anche  àndà  ala  contra. 

1)  Di  fatti  spiacevoli,  affrontare  ;  el 
va  incontra  à  di  gran  fastìdi  =  va 
incontro  a  dei  grossi  fastidi. 

2)  Andare  a  incontrare  ;  andare  a 
posta  incontro  ;  ghe  sèmm  àndaa  in- 
contra àia  stàsiòn  =  siamo  andati  a 
incontrarlo  alla  stazione. 

incontra,  v.  att.  =  incontrai-e,  scontrare, 
abbattersi  ;  trovare  per  via,  o  a  caso, 
senza  aspettare. 

1)  Scambiare  merci,  pagare  in  na- 
tura, non  in  danaro. 

2)  incontra  el  gUst  =  incontrare  il 
gusto  ;  piacere,  gradire  a  qualcuno. 

incontràri  (à  1'),  w.  awerb.  =  al  con 
trario,  a  rovescio,  all'opposto. 

incontràss,  v.  rifì,  =  incontrarsi,  tre 
varsi  per  la  via,  quasi  a  caso. 

inconveniént,   s.    m.  =  inconveniente  ; 


me 


—  399  — 


iud 


cosa,  azione  che  non  conviene,  che  di- 
sturba ;  quHa  stànsa  chi  scura  l'è  on 
bèli  inconvenimt  =  questa  camera  oscura 
è  un  beli'  inconveniente. 

incoràg'ià,  r.  alt.  =  incoraggire,  ani- 
mavo, inanimire;  dare,  far  coraggio, 
faro  animo. 

incoràgiàmènt,  *  .<?.  m.  =  incoraggia- 
mento :  tutto  quel  che  si  fa  per  dar 
coraggio. 

incorda,  v.  att.  =  accordare  •,  ridurre  più 
istrumenti  musicali,  o  le  corde  di  uno 
stesso  istruniento  alla  medesima  into- 
nazione. 

incordàdòr,  s.  m.  =  accordatore  :  per 
antonomasia,  accordatore  di  pianofoiii. 

incordàdura,  s.  f.  =  accordatura  :  ope- 
razione od  effetto  dell'accordare  istru- 
menti ;  hoo  pàgaa  iér  V  incordàdura 
del  cémbol  =  pagai  ieri  1'  accordatura 
del  pianoforte. 

incòrges,  v.  rifl.  =  accorgersi,  addarsi 
di  qualche  cosa.  Anche  inàcòrg'es , 
àcòrg:es.  Vedi. 

incornisà,  v.  att.  =  incorniciare  :  porre 
in  comico. 

incorona;  v.  att.  =  incoronare  :  mettere 
una  corona  in  capo  a  qualcuno. 

incorpora,  ^'.  atf.  =  incorporare,  amal- 
gamare ;  far  tutto  un  corpo  di  cose  di- 
verse, od  anche  di  un  corpo  che  si 
componotra  in  un  altro. 

incostànsajL*  s.  f.  =  incostanza,  incoe- 
renza :  contrario  di  costanza  ;  Ve  sta 
incostdnèa  del  tenip  che  riiìna  là  sa- 
liid  =  è  questa  incostanza  del  tempo 
che  sciupa  la  saluto. 

incostànt,  agg.  =  incostante,  incoerente, 
chi  è  facilmente  mutabile. 

incòster,  5.  m.  =  inchiostro.  Vedi  ìn- 
cìòster. 

incotii,  agg.  =  imporrato,  imporrito.  Di 
albero  che  va  marcendo. 

incràponiss,  v.  pron.  =  incaponirsi,  in- 
caparsi ;  ostinai'si.  Come  incàponiss, 
incoci.àss. 

incredibil,  agg.  =  incredibile  :  da  non 
potersi  credere  ;  là  geni  che  gh'éra  V  è 
incredibil  =  è  incredibile  quanta  gente 
c'era. 

incretinì,  v.  alt.  =  incretinire  ;  far  di- 
ventare e  diventai"  cretini. 

1) Inasinire  ;  diventar  simile  all'asino, 
cioè  più  ignorante  di  prima. 
increspa,  v.  att.  =  increspare,  corrugare. 


Specialm.  della  fronte.  Anche:  raggrin- 
zare. 
incrèspàdura,    s.    f.    =    increspamento, 

raggrinzatura,  corrugazione. 
incropaa,  agg.    =    sudicio,   inzavardato. 

Vedi  incatrama,  1). 
incrosegià,  v.  att.  =   incrociare,    incro- 
cicchiare ;  unire  a  mo'  di  croce. 
ìncrosegiàdura,   s.    f.  =  incrociamento, 
incroci  atui-a. 

1)  Di  strade:  crocicchio,  incrociatura: 
il  punto  dove  si  incrociano. 
incrostaa,  agg.  =  incrostato  ;  di  una  su- 
perficie ricopeiia  come  d'una  crosta  di 
pietre  e  marmi. 
incriisciàss,  v,  pron.  =  accoccolarsi  :  se- 
dersi coccolone  sulle  calcagna. 
inciilcà,  *  v.  att.  =   inculcare  ;   fare   en- 
trar nella  mento,  insistendo  nel   ripe- 
tere :  specialm.  di  buone  massime  e  di 
buoni  principi  di  morale. 
incliràbil,  *  agg.  =  incurabile  :   cui   più 
nessuna  cura  può  essere  utile. 

1)  piaga  incilràbil  =  calia,  canchero. 
Vedi  fiàsca, 
incuria,  *  s.  f.  =  incuria  :  trascuratezza 
delle  proprie  cose  e  dei  propri  obblighi. 
incusgeu  0  meglio  ora  incfig'in  0  in» 
cudin,  *  s.  f.  =  incudine.  T.  di  fabbr. 
ferr. 

1)  vèsé  tra  V  incùgin  e  H  màrtèll  = 
essere   tra   1'  incudine    0    il   martello  ; 
essere  tra  il  ferro  e  la  forca  :  non  es- 
serci scampo,  esser  battuti  da  due  parti 
opposto. 
inciisgrenèla,  ing-uginéla,  inciidinela, 
s.  f.  =  caccianfuori  :   ])iccola   incudine 
con  duo  cornette  lunghe  e  sottili. 
inctttt,  V.  att.   =    incutere  ;    far   nascere 
nell'animo  timore,    spavento,    0    senti- 
mento che  soggioga  e  specialm.  rispetto. 
indàg'à,    V.    att,   =    indagare,    ricercare  : 
cercar  di  scoprire,    ed  anche    fam.  in- 
dagare con  curiosità  indiscreta. 
indàgio,  *  s.  f.  =  indagine,  ricorca  ;  dòpo 
tanti  indàgin  Fhà  fenii  per  troà  nà- 
gòtt  =  dopo  tanto  indagini  fini  per  non 
trovar  nulla. 
indèbitàss,  v.  rifl.  =  indebitarsi,  far  de- 
biti ;  caricarsi  di  debiti. 
indebolì,  v.  att.  =  indebolire,  affievolii'e; 
render  debolo,  togliere  le  forze  :    spoc. 
di  malattie  che  infiacchiscono  il  corpo. 
indebolimént,  s.  m.    =    indebolimento  ; 
l'indebolirsi  ;  el  tifo  el  g'hà    làéaa  on 


ind 


400  — 


ind 


indebolimént  general  =  il    tifo   gli   ha 
lasciato  un  indebolimento  generale. 

indeboliss,  v.  rifl.  =  indebolirsi,  infie- 
volire, affievolirsi  :  scemar  di  forza  ; 
glie  se  indebolisé  là  vos  =  gli  si  affie- 
volisce la  voce. 

1)  Illanguidirò  ;  divenir  languido. 

indecèusii,  *  s.  f.  =  indecenza,  spudo- 
ratezza. 

indecèut,  agg.  =  indecente,  spudorato; 
che  è  in  ogni  modo  sconveniente  al 
pudore. 

indecorós,  *  agg.  =  indecoroso  ;  non  de- 
coroso, sconveniente  in  generalo  ed 
anche  in  particolare  allo  stato,  al  grado 
della  persona. 

ìndèg'ii,  agg.  =  indegno,  immoritovolo  ; 
non  moritovole.  Usa  molto  corno  in- 
vettiva contro  chi  si  mostra  ingrato  al 
nostri  benefici. 

ìndègriiàmèut,  avv.  =  indegnamente  :  in 
modo  indegno,  infamo,  ingiusto. 

ind  egli  itaa,  *  s.  f.  =  indegnità,  azione 
indegna  ;  l'è  on'  indegnitaa  =  è  un'  in- 
degnità. 

indeuioniaa,  agg.  =  indemoniato  ;  di 
l)ors.  presa  dalla  rabbia,  ed  anche  di 
ragazzo  che  sia  un  nabisso. 

1)  Di  coso  :  vent,  tcmporitl  indemo- 
niaa  =  vento,  temporale  indemoniato. 

indenisà,  v.  alt.  =  indennizzare,  com- 
pensare di  un  danno  ;  rifare  i  danni  e 
le  spose. 

ìndeniss,  s.  m.  =  indennità:  il  comspet- 
tivo  di  spese  e  di  danni. 

indènt,  prepos.  =  dentro,  indentro,  ad- 
dentro. Anche:  indéuter. 

ìndes,  od  ora  spesso  indice^  *  s.  m.  = 
indice,  tavola,  repertorio  :  la  parte  del 
libro  che  registra  i  titoli  dei  capitoli,  o 
delle  materie  trattato  e  la  pagina  dove 
si  trovano. 

India,  (àueda  d')  =  caporosso  maggioro. 
1;  càna  d' India  =  canna    d'  India  : 
specie  di  legno  da  bacchetto. 

indiàn,  (fa  1')  =  fare  l'indiano,  lo  gnorri, 
0  il  grasso  legnaiuolo  :  fingere  di  non 
sapore  una  cosa,  non  darsi  per  inteso. 
Vedi  intès. 

indiana,  s.  f.  =  indiana:  specie   di  tela. 

indiàolaa,  agg.  =  indiavolato:  d'ogni  cosa 
in  grosse  proporzioni. 
1)  Spiritato:  di  ragazzo  troppo  vivace. 

indica,  *  v.  att.  =  indicare  :  insegnare 
dove  sia  una  cosa,  o  ciò  che  sia  più 
conveniente  ;    te   indichi   mi   on  brdo 


dotar  =  ti  indico  io  un   bravo  medico. 

indicaa,  agg.  =  indicato,  opportuno;  spe- 
cialm.  di  rimedi  che  convengano  al 
male. 

indicàtìv,*  agg.  =  indicativo.  T.  gramm., 
uno  dei  modi  del  verbo. 

indiferènsa,*  s.  f.  =  indiffen-enza:  stato 
dell'anima  che  fa  guardare  le  cose  con 
apat'a. 

indiferènt,*  agg.  =  indifferente:  che  prova 
indifferenza  ;  od  anche  ciò  che  non  ci 
fa  alcuna  impressione  e  che  non  ci  ap- 
passiona affatto. 

iudigrést,  agg.  =  indigesto,  indigeribile: 
diffìcile  da  digerire,  che  grava  sullo 
stomaco. 

indiarèstiòn,*  s.  f.  =  indigestione:  imba- 
razzo di  stomaco  per  cattiva  digestione. 

iudiriss,  s.  VI.  =  indirizzo,  soprascritta, 
ricapito:  quello  che  si  scrive  stdla  parte 
della  busta  opposta  alla  suggellata,  per- 
chè si  sappia  dove  è  mandata  la  let- 
tera. 

iudiscipliuaa,  *  a^g.  =  indisciplinato  : 
che  non  sta  e  non  sa  stare  allo  regole 
della  disciplina. 

indiscresiòn,  s.  f.  =  indiscrezione,  indi- 
scretezza: l'essere  indiscreto,  senza  mi- 
sura e  discrezione. 

iudiscrètt,  agg.  =  indiscreto,  immodico, 
senza  discrezione. 

1)  Chi  vuol  sapere  i  secreti  altrui,  e 
intriga  per  saperli. 

indisi,  s.  VI.  =  indizio,  segno:  fatto  certo 
che  no  fa  sospettare  altri  non  certi. 

indispensàbil,  *  agg.  =  indispensabile; 
necessario  assolutamente;  per  eèrti  im- 
2)iègh  l'etaa  l'è  dna  condisión  indi- 
spensàbil =  per  certi  impieghi  l'età  è 
una  condizione  indispensabile. 

indispetii,  agg.  =  indispettito,  adirato, 
offeso,  mal  disposto. 

1)  indispètisé  =  imbizzirsi,  indispet- 
tirsi: prendere  stizza,  dispetto. 

indispònu,  V.  att.  =  indisporre,  mal  di- 
sporre :  disi)orre  non  bene  contro  uno. 
1)  Incomodare  leggermente  di  salute. 

iudisposisión,  *  s.  f.  =  indisposizione, 
malessere:  alterazione  non  grave  di  sa- 
luto! 

indisposi,  agg.  =  indisposto:  che  sta  poco 
bene  in  salute. 

indivia,  s.  vi.  =  indivia,  endivia:  insa- 
lata di  vario  specie  e  specialm.  quella 
ricciuta. 

1)  indìvia  rìsa  =  indivia  crespa. 


ìiid 


—  401 


ìnd 


2)  indivia  sóteràda  =  indivia  ricori- 
cata. 

iiidivìduv,  5.  m.  =  individuo:  un  essere 
lireso  da  sé,  in  relazione  delle  sue 
specie. 

1)  Spreg.,  persona  che  non  sappiamo 
chi  sia,  che  ci  piace  poco,  o  non  ci 
jnace. 

ìiidivisibil,  *  agg.  =  iadivisibile  :  che 
non  si  può  dividere. 

1)  Fig.,  di  due  che  stanno  sempre 
insieme  in  buona  armonia. 

indoeùia,  s.  f.  =  gorbia  :  foro  circolare 
per  cui  si  introduce  il  manico  nei  ba- 
dili e  sim. 

ìudolènsa,  s.  f.  =  iadolenza,  pigrizia, 
svogliatezza  ;  glie  tnànca  minga  l' in- 
gègn,  ntà  el  ricss  nò  per  là  àòa  indo- 
léìièa  =  non  gli  manca  1'  ingegno,  ma 
non  riesce  per  la  sua  indolenza. 

iudolensii,  *  agg.  =  indolenzito,  afflitto, 
dolente.  i)i  rado  iudolcutaa,  di  chi  ha 
una  parte  del  corpo  intormentita. 

iudolèiit,  agg.  =  indolento,  pigro,  svo- 
gliato; di  pers.  che  non  si  dà  pensiero 
di  far  nulla. 

indolsì,  V.  alt.  =  addolcire,  raddolcire: 
rendere  dolco  e  meno  aspro. 

indora,  v.  att.  =  indoraro,  dorare:  sten- 
der l'oro  ridotto  in  foglia  sopra  una 
superfice  e  farcela  aderire. 

1)  nànea  à  indoràmm  =  tioppure  se 
mi  coprissero  d'oro:  quando  diciamo 
di  non  voler  fare  una  cosa  per  nessun 
patto. 

iudoràdòr,  s.  m.  =  adoratore,  doratore, 
mettiloro:  che  fa  il  mestiere  di  dorare. 

iudoràdùra,  s.  f.  =  indoratvira,  doratura: 
l'operazione  e  l'effetto  dell'indorare. 

1)  àndti  giò  V  indoràd&ra  =  perdere 
la  doratura. 

iudormént,  figg.  =  addormentato,  indor- 
mito. 

1)  troà  el  Signor  indormènt  =  aver 
fortuna,  aver  Dio  o  il  diavolo  dalla  sua. 

iudormeutà,  v.  att.  =  addormentare,  far 
prender  sonno,  far  dormire;  l'è  dna  co- 
lìiédia  che  imlorménta  =  ò  una  com- 
media che  addormenta. 

1)  fa  indormentà  =  fare  addormen- 
tare; di  tiritere  noioso. 

2)  Acciocchire;  far  dormire  comò  un 
ciocco;  vìu  che  indorménta  =  vino  che 
acciocchisce. 

iiidonueutaa,  agg.  =  addormentato:  che 
dorme. 

20 


1)  Fig.  ;  òm?n  indornientaa  =  per- 
sona addormentata:  che  non  è  sveglia, 
non  è  attiva,  è  pigra,  neghittosa. 

2)  fa  l' indornientaa  =  fare  l'addor- 
mentato, il  dormi,  il  minchione,  il  grullo, 
il  balordo. 

iiidormeutàss,  v.  ri/i  =  addormentarsi, 
appalparsi,  prender  sonno  ;  se  lègi  in 
lèti,  me  indormènti  =  se  leggo  in  letto, 
m'addormento. 

1)  indormentàsé  sii  qitèj  còse  =  ad- 
dormentarsi su  qualche  cosa;  farla  lento 
e  svogliatamente;  indormentàsé  sui  li- 
ber  =  studiare  di  malavoglia. 

2)  Di  meccanismi  che  talvolta  inter- 
rompono il  loro  movimento;  el  me  oro- 
lògg  quèj  vQlta  el  se  indorménta  =  il 
;nio  orologio  talvolta  s'addormenta  ;  si 
fa  lentissimo  nel  .suo  movimento,  si 
forma. 

3)  indormentàsé  éùi  giigitt  =  addor- 
mentarsi sui  pettini  da  lino:  si  die»  dei 
dormiglioni. 

iiidòss,  prcp.  =  addosso,  sul  dosso:  sulla 
persona,  con  sé.  Vedi  àdòss. 

iudree,  aìn).  =  indietro,  addietro  ;  te  see 
Oli  sècol  indree  =  sei  un  secolo  addietro. 

1)  éta  indree  =  staro  indieti'O,  ritar- 
dare: dell'oriolo  che  ritarda.  Vale  an- 
che: staro  al  disotto,  rimanere  inferiore, 
non  progredire. 

2)  dàgh  indree  =  dare  indietro,  ac- 
culare ;  dotto  di  cavalli,  muli,  car- 
rocci, ecc.,  farli  andare  all'indietro. 

3)  dà  indree  =  dare  indietro,  resti- 
tuire, rendere.  A^alo  anclie:  dissuadere, 
sconsigliare. 

4)  torna  indree  =  dare  addietro:  ri- 
tirarsi dal  primo  proposito  ed  anche 
ricadere  in  una  malattia  della  quale  si 
era  incominciato  a  guarire,  ed  anche  : 
tornare  indioti'o,  retrocedere,  tornare  sui 
propri  passi. 

5)  torna  indree  =  tornare  indietro: 
ricominciare  a  vivere;  ée  podeéé  tornti 
indree  farla  pii  tanti  épropòsit  =  so 
potessi  tornare  indietro,  non  commet- 
terei piìi  tanti  spropositi. 

tì)  vèsé  indree  =  essere  addietro,  cioè 
distante  dal  punto  a  cui  si  tende;  soni 
indree  col  làorù,  =  sono  addietro  col 
lavoro. 

7)  vèsé  indree  =  esser  bazzotto;  di 
vivanda  che  non  ha  finito  di  cuocere, 
ed  anche  di  chi  non  è  bene  istruito  in 
una  scienza  o  in  un'arte. 


ìud 


402 


ine 


8)  làsà  indree  =  omettere,  tralasciare; 
quèll  elle  te  seti  nò  bon  de  fa  làsel  indree 
=  quello  che  non  sai  fare  tralascialo. 

9)  làsà  indree  =  lasciar  la  passata: 
avanzare  uno  col  quale  si  andava  del 
pari,  anche  in  senso  ligur. 

10)  làéà  indree  =  lasciare  addietro  ; 
di  un  lavoro  che  si  smotta  o  sospenda, 
per  occuparsi  d'altro. 

11)  resta  indree  =  restare  addietro. 

a)  non  riuscire  a  camminare  o  non 
volor  camminare  quanto  gli  altri  che 
son  con  noi  ; 

b)  esser  da  meno  ;  trattandosi  di 
onestà,  regali,  sforzi,  sfoggi,  ecc  ; 

e)  non  aver  la  parte  come  gli  altri; 
*  creditor  hin  tanti  che  quèidùn  bisógna 
ehe  el  rista  indree  =  son  tanti  i  cre- 
ditori che  qualcuno  deve  restare  ad- 
dietro. 

12)  éfà  indree  =  trattenersi  delibera- 
tamente; stoo  indree  del  mangiti  =  mi 
trattengo  dal  mangiare. 

13)  tegnì  indree  =  tenere  addietro  : 
impedire  che  una  cosa  o  persona  venga 
0  vada  avanti,  anche  in  senso  figur. 

14)  tiràsé  indree  -  allargarsi  :  sco- 
starsi per  far  lai-go  ;  tirèv  indree  gioi- 
nòti,  che  pttsa  i  càròés  =  =  allargatevi, 
giovinetti,  che  passano  le  carrozze. 

lo)  sti  temp  indree  =  tempo  addietro, 
tempo  fa. 

16)  boria  indree  =  cadere,  cascare 
all' indietro,  battendo  la  schiena  o  la 
nuca. 

17)  àndà  indree  =  andare,  cammi- 
nare all'indietro:  dalla  parte  della  schie- 
na. Figuratamente  di  chi  non  fa  pro- 
gressi. 

ìndrisà,  ^'.  att.  =  radrizzare,  dirizzare  : 
rimettere  dalla  parte  diritta. 

indrìsàss,  r.  ri  fi.  =  rasserenarsi,  rischia- 
rarsi, riconfortarsi:  deporre  il  malumore. 

ìiidriss  e  iiidrìtt,*  =  ritto,  diritto,  con- 
trario di  rovescio. 

indù,  v.  att.  =  indurre;  persuadere  a  fare 
anche  ciò  che  non  piace. 

indiibitàbil;  *  agg.  indubitabile  ;  che  è 
fuor  d'ogni  dubbio. 

iudùcàs,  nella  frase  no  glie  n'ha  ne  in 
nenòs  ne  indiicds  =  non  ha  cervello, 
è  vano  più  che  una  canna.  Dal  lat. 
inducas  nell'oraz.  domenicale. 

ìndiiìii,  s.  m.  =  indovino:  chi  fa  profes- 
sione di  indovinare  il  futuro. 

ìndiiinà;  v.  att.  =  indovinai'e,  azzeccare. 


I       coglierci,  coglier  nel  sogno;  ne  indiana 
I       minga  vùna  =  non  ne  azzecca,  non  ne 
indovina  una. 

1)  tirti  à  iìidiiinà  =  tirare  a  indo- 
vinare: di  chi  non  sa  una  cosa  e  dice, 
guardando  se  ci  azzecca. 

2)  Entra  in  un  indovinello  popol.: 
sola  ài  poni  de  cipp  e  ciàpp  -  ghe  sta 
sòtt  Bàrgniff  Bàrgnàff  -  cola  vHta 
xerdesìna  -  Ve  on  dolor  chi  T indiiìna; 
è  la  rana.  Vedi  bàrguiff. 

3)  Vedi  càvàlhi,  2). 
indiiinèll,  s.    m.  =    indovinello  ;    dotto 

oscuro  per  fare  che  altri  ne  indovini  il 
significato. 

1)  Anche  tutto  ciò  che  è  oscuro  e 
non  si  capisce. 

indiilg'ènsa,  s.  f.  =  indulgenza:  disposi- 
zione mite  dell'animo  verso  gli  altrui 
difetti. 

iudOlgréiit)  agg.  =  indulgente:  che  ha  in- 
dulgenza, che  non  è  severo. 

indiilt;  s.  w.  =  indulto:  la  dispensa  dei 
digiuni  rigorosi  della  quaresima.  T.  ec- 
clesiastico. 

indurì,  r.  att.  =  indurire,  rassodare:  far 
diventar  duro,  sodo;  ed  anche  diventar 
duro. 

indurii,  agg.  =  ammazzerato;  di  terreni. 

ìudiiriméutj*  s.  m.  =  indurimento:  l'in- 
durire, lo  stato  di  ciò  che  è  indurito. 

industria,  s.  f.  =  industria  :  tutte  le 
operazioni  che  concorrono  alla  produ- 
zione della  ricchezza. 

1)  tìv  de  indùstria  =  campare  d'in- 
dustria: di  mezzucci  non  sempre  leciti 
0  onesti.  ': 

2)  càvàlier  d' indùstria  =  cavalier&j 
d'industria:  giuntatore,  truffatore.  ' 

indiistriàl,  *  .s.  m.  =  industriale:  chi  si  è' 
dedicato  all'industria. 

1)  Agg.,  appartenente  all'industria 

indìiètriàss,  t\  rifl.  =  industriarsi,  in-j 
gegnarsi:  vivere  coli' industria. 

1)  Anche  iron.  per   rubare,  truffare. j 

indiistriós,  agg.  =  industrioso:  di  per-^ 
sona  che  ha  industria,  solam.  nel  si- 
gnific.  buono. 

indiivìu,  s.  ni.  =  indovino,  indovinatore. 
Vedi  indiiìu. 

ìndiivinèll,  s.  m.  Vedi  indiiiuèll. 

inebì,  e  inibì,'*'  v.  att.  =  inibire,  proi- 
bire, vietare:  di  chi  con  autoritcà  proi- 
bisce alcuni  atti. 

inèdia,  s.  f.  =  inedia,  pigrizia;  noia  tre- 
menda. 


ine 


—  403 


iuf 


1)  morì  (f  inedia  =   annoiarsi    mor- 
talmente; iperbol. 

inedit,  agg.  =  inedito,  non  pubblicato 
per  lo  stampe,  o  non  pubblicato  prima 
di  quello  che  si  annunzia. 

ìnerèiit,  *  ngg.  =  iuereate  :  che  appar- 
tiene di  necessità  a  una  cosa,  a  una 
qualità. 

inèrsia,*  5.  f.  =  inerzia,  pigrizia,  accidia. 

ìiiesàiirìbil,  *  agg.  =  inesauribile  :  che 
non  può  essere  esaurito,  che  non  fini- 
sce mai. 

inèsia,  s.  f.  =  inezia,  bagatella,  i^iiseria; 
cosa  da  poco,  di  nessun  pregio  0  va- 
lore. 

inesig'ìbil,*  agg.  =  inesigibile;  di  crediti 
che  non  si  possono  esigere. 

inesoràbil,  *  agg.  =  inesorabile:  che  non 
si  lascia  smuovere  da  preghiere,  da  la- 
menti ;  el  me  pàdròn  de  cà  l'è  ineso- 
ràbil =  il  mio  padrone  di  casa  è  ine- 
sorabile. 

inespért,*  agg,  =  inesporto:  senza  espe- 
rienza 0  con  poca  esperienza. 

inesplicàbil,  *  agg.  =  inesplicabile  :  che 
non  si  può  spiegare,  che  non  si  capi- 
sce; per  mi  l'è  ineéplicàhil  come  on 
òtnni  còme  ti  l' tibia  podiiii  fa  on'ivi- 
priidénsa  sìmil  =  è  per  me  inesplica- 
bile come  un  uomo  par  tuo,  abbia  po- 
tuto commettere  una  tale  imprudenza. 

iuèst,  s.  m.  =  annostatura,  ^-annesto,  in- 
nesto: l'operazione  dell'annestare,  spe- 
cialm.  delle  pianto.  Vedi  iusèd. 

1)  Del    vaiolo,    e  solam.    del   vaiolo 
anche  annostamento. 

iuestà,  «'.  alt.  =  annestare,  innestare:  ap- 
plicare a  una  pianta  occhi  0  marze 
preso  da  un'altra  in  modo  ohe  v'alli- 
gnino. Anche  insedi. 

1)  inèstà  el  varmil   =    annestare   il 
vainolo:  vaccinare. 

ìnfà,  V.  alt.  =  calere,  premere,  importare; 
me  ne  infà  nàgòti  =  non  m'  importa, 
non  mi  cale;  mi  me  ne  infà  =  non  me 
ne  cale. 

infàcendaa,  agg.  =  affaccendato:  chi  ha 
0  fa  vista  d'aver  gran  faccende. 

infàgotà,  V.  alt.  =  infagottare,  raffardel- 
lare:  far  come  un  fagotto,  avvolger  male 
e  in  frotta. 

1)  infàgotàsé  sii  =  infagottarsi  :    ve- 
stirsi male,  come  un  fagotto. 

infàlanteiiiént,  avp.  =  infallibilmente, 
infallantemente:  senza  fallo. 

infàlibìl,  agg.  =  infallibile  ;  che  non  può 


fallare,  che  non  può  mancare.  Al  mil. 
manca  il  contrario  fàlibil. 

infama;  r.  alt.  =  infamare,  vituperare  : 
far  apparire  infame. 

1)  Diffamare  :  sparlare  contro  la  fama 
altrui. 

infàmia  e  infàmitaa  =  infamia,  nefan- 
dità  :  azione  riprovevole,  che  rende  in- 
fami. 

infàmm,  agg.  =  infame,  cattivo.  Di  pers. 
e  di  cose. 

1)  Al  femni.  infama  :  strada,  dona 
infama  =  strada,  donna  cattiva,  pessima. 

infàng'à,  v.  alt.  =  infangare,  inzacche- 
rare, immotare  :  sporcare  di  mota. 

iufàutàrìa,  s.  f.  =  fanteria:  milizia  a 
piedi.  Usa  poco  e  solam.  fra  il  più 
basso  volgo. 

infarina,  t\  att.  =  infarinare  :  sporcar  di 
farina  0  avvolgere  nella  farina. 

1)  chi  va  ài  molin  èe  infarina  = 
chi  va  al  mulino  bisogna  che  si  infa- 
rini :  della  conseguenza  di  cattive  pra- 
tiche. 

infàrinàdura,  s.  f.  =  infarinatura,  ver- 
nice, spruzzatura  :  1'  infarinare  e  l'es- 
sere infarinato. 

infàtììaa,  agg.  =  infatuato  ;  enormemente 
illuso. 

infatìià,  V.  att.  =  infatuare  :  rendere 
quasi  fatuo  con  lusinghe,  con  adesca- 
menti. 

infedèl,  agg.  =  infedele,  sleale.  Anche  : 
ladro,  se  chi  ruba  godeva  la  fiducia 
del  derubato. 

infedeltaa,  s.  f.  =  infedeltà,  slealtà  : 
contrario  di   fedeltaa. 

infelice,*  agg.  =  infelice. 

1)  Disgraziato,  sventurato;  l'è  on  póer 
infelice  =  è  un  povero  infelice;  Ve  staa 
infelice  tiita  là  vita  =  fu  infelice  per 
tutta  la  vita. 

2)  Di  avvenimenti,  imprese,  azioni, 
e  sim.  mal  riuscite;  ona  fèsta,  on  àpe- 
iàcol,  on  liber  infelice  =  una  festa,  uno 
spettacolo,  un  libro  infelice. 

3)  Di  raccolte  scarse  e  di  terreno  ste- 
rile; òna  vendèmbia,  on  fóndo  infelice 
=  una  vendemmia,  un  campo   infelice. 

4)  on  ànn  infelice  =  un  anno  infe- 
lice, di  carestia. 

5)  on  ànn,  on  mes,  dna  éetimàna 
infelice  =  un  anno,  un  mese,  una  set- 
timana infelice:  quelli  nei  quali  sia  ac- 
caduto qualche  fatto  contrario  ai  nostri 
desideri  di  bene,  di  prosperità. 


inf 


404  - 


inf 


infenocià,  v.  att.  =  infinocchiare,  gab- 
bare :  dare  ad  intendere  cose  non  vere, 
fandonie. 

inferiór,  agg.  =  inferiore  :  di  minor 
pregio  0  grado  ;  ginàsì  inferiór  =  gin- 
nasio inferiore  ;  on  mn  mólto  inferiór 
=  un  vino  molto  inferiore. 

inférma  e  inférmo,  *  agg.  =  infermo, 
cronico:  che  non  guarisce  più. 

infermarla  e  infermeria,  *  s.  f.  =  in- 
fermeria :  le  stanze  di  collegi  e  si  ni. 
dove  si  cm-ano  i  malati. 

infermee,  s.  m.  =  infermiere  :  chi  assi- 
ste i  malati. 

1)  infermee  de  l'ospedaa  =  pappino, 
spedaliere  :  astante  o  servo  negli  ospe- 
dali. 

inférmo,  agg.  =  allettato  :  infermo  da 
molto  tempo  ;  là  mìa  marna  l'è  infér- 
ma, là  pò  m-ìnga  regola  là  eà  =  la 
mia  mamma  è  allettata,  non  può  re- 
golar la  famiglia. 

infèrno  e  ancora  volgarm.  inférna,  s. 
m.  inferno  :  luogo,  secondo  le  credenze 
cristiane,  di  punizione  ai  cattivi  nel- 
l'altra vita. 

1)  Di  stato  intollerabile,  di  confu- 
sione deplorevole  ;  là  mìa  vita  l'è  on 
infèrno  =  la  mia  vita  è  un  inferno. 

2)  dolor,  laorà,  bòtt,  d'infèrno  e  sim. 
=  dolore,  lavoro,  botte  d'inferno  e  sim. 
come  accrescitivo  e  peggiorativo. 

3)  àndà,  manda  à  V  infèrno  =  andare, 
mandare  a  gallina:  in  rovina. 

4)  andà  tiitt  còse  à  V  infèrno  =  an- 
dar ogDÌ  cosa  in  subisso. 

inférna  e  infèrno,  *  s.  m.   =    inferno. 

infèsc,  s.  m.  =  impaccio,  imbroglio, 
guaio ,  attrazzo  :  impedimento, ,  inco- 
modo, quindi  anche  oggetto  che  non 
serve  e  ingombra  una  stanza. 

1)  Di  uomo:  impiccione,  neghittoso. 

ìufèscià,  V.  att.  =  imbrattare:  sporcare, 
render  sudicio. 

1)  Impicciare,  imbarazzare,  impac- 
ciare. 

2)  infescià  el  étómegh  =  gravare  lo 
stomaco,  con  cibi  o  bevande  di  difficile 
digestione. 

inflàmà,  v.  att.  =  infiammare,  avvampare 
accendere  :  levarsi   con  fiamma. 

1)  infmmàss  =  infiammarsi.  T.  med. 

iuiiàmàsiòn,  s.  f.  =  infiammazione  :  T. 
med.  :  processo  morboso,  che  dà  origine 
a  molte  malattie  e  si  presenta  special- 
mente con  rossori. 


inilàmàtòri,  agg.  =  infiammatorio  :  ac- 
compagnato da  infiammazione. 

infiasca,  v.  att.  =  infiascare  :  metter  nei 
fiaschi. 

infila,  V.  att.  =  infilare,  infilzare  :  spe- 
cialm.  dell'ago,  far  passare  il  filo  per 
la  cruna. 

1)  Dei  chicchi  che  devono  essere  di- 
sposti in  fila  per  corone  e  sim,  ;  in- 
fila i  margherititt  =  infilare  le  marghe- 
ritine. 

infilerà,  s.  f.  =  filarata,  fila,  filata:  di 
cose  messe  in  fila. 

infllèta,  s.  f.  =  punto  avanti,  basta, 
tessitui-a  :  una  specie  di  punto  nel  cu- 
cire. 

infilètà,  V.  att.  =  imbastire,  infilzare  : 
fare  una  filza,  infilare  :  di  castagne, 
fichi,  perle  e  sim, 

infilsà,  V.  att.  =  infilzare,  trafiggere  ; 
passar  uno  da  parte  a  parte,  trapas- 
sarlo. 

1)  infilzare  :  fare  una  filza  o  delle 
filze  ;  dei  polli,  degli  uccelli  allo  spiedo, 
0  fig.  di  bugie,  di  panzane,  ecc. 

infilsàdura,  s.  f.  =  infilzatura  :  atto  e 
effetto  dell'infilzare. 

inf  in,  prep.  =  alfine,  alla  fine  :  oh  !  in- 
fin  gh'è  niéùna  resón  de  tràtàmm 
in  età  mànéra  =  oh!  alfine  non  c'è 
alcuna  ragione  di  trattarmi  in  questo 
modo;  in  fin  km  vegnini  anca  lor  del 
me  parer  =  alfine  son  venuti  anch'essi 
del  mio  parere. 

ìnfìna,  prep.  =  sino  a,  fino  a. 

infinìtaa,  s.  /.  =  infinità:  quantità  gran- 
dissima. 

infinito,  agg.  =  infinito  ;  di  cui  non  si 
vede,  non  si  conosce  il  fine. 

1)  àndà  à  r  infinito  =  andare  alle 
calende  greche  o  al  dì  di  San  Bellino, 
0  a  tre  d:  dopo  il  giudizio:  di  cose  che 
non  terminano  mai, 

infinocià,  r.  att.  =  Vedi  infenocià. 

infiora,  v.  att.  =  infiorare  :  ornare,  spar- 
ger di  fiori. 

inflesìbil,  *  agg.  =  inflessibile  :  che  non 
piega.  Nel  solo  signif.  morale,  per  ine- 
sorabile, tenace. 

inflesiòn,  *  s.  f.  =  inflessione  :  dei  vari 
toni  della  voce  e  del  modo  di  emet- 
terla ;  là  g'hà  di  infleéión  de  vos  che 
hin  grasiós  come  =  ha  delle  inflessioni 
di  voce  che  sono  graziosissime. 

infiiiénsa,  s.  f.  =    influenza;   l'influire, 


iiif 


-  405  - 


ingr 


e  la  sola  potenza,  l'autorità  :  di  pers. 
Di  cose  come  clima,  libeiià,  amore  e 
sim.  influsso. 

1)  Specie  di  malattia  dell'organismo 
generale. 

iufllieusà)  ^'.  att.  =  iutluenzare  :  avere, 
esercitare  influenza. 

iiifliiensaa;  agg.  influenzato  :  chi  subisce 
l'influenza  d'altri  o  d'altro,  e  chi  è 
ammalato  d'influenza. 

ìnfluènt,*  agg.  =  influente  :  che  può  in- 
fluire, clie  ha  dell'influenza,  dell'auto- 
rità. 

ìufliiìj  V.  att.  =  influire  :  agire  su  qual- 
che cosa  in  modo  che  ne  risenta  negli 
effetti  :  el  tò  càtìv  umor  l'infhciss  èii 
tuta  là  cà  =  il  tuo  cattivo  umore  in- 
fluisce su  tutta  la  famiglia. 

infogrà,  V.  att.  =  infocare  :  riscaldare  co- 
me foco. 

infolàrmaa,  agg.  =  riscaldato,  infervo- 
rato :  eccitato  nel  fervore,  animato. 

infolànnàss  ;  v.  rifl.  =  infervorarsi  : 
prender  fervore  ;  riscaldarsi  nel  fare 
una  cosa. 

iufònd;  V.  att.  =  infondere  :  far  nascere 
in  altri;  el  tò  esèmpi  el  me  infònd  on 
poo  de  coràgg  =  il  tuo  esempio  mi  in- 
fonde un  po'  di  coraggio.  Usa  però  più 
largam.  dà. 

inTorcà,  'V.  att.  =  inforcare  ;  prendere, 
infilare  colla  forca.  ' 

1)  inforcasi,  v.  rifl.  =  ostinarsi,  in- 
caponire,  intestarsi. 

informa;  v.  att.  =  informare  :  rendere 
consapevole,  dar  notizie. 

ìnformàsìòu,  s.  f.  =  informazione,  no- 
tizia :  il  complesso  delle  notizie  che 
informano  di  un  fatto ,  di  una  per- 
sona. 

informàss,  v.  rifl.  =  informarsi:  pren- 
dere istruzioni  sufficienti  di  un  fatto 
che  si  racconta,  di  una  notizia. 

inrornà)  v.  att.  =  infornare:  mettere  in 
forno  a  cecero. 

iuforiiàda,  s.  f.  =  infornata:  la  quan- 
tità di  pane  o  altro  che  si  inforna  in 
una  volta. 

iufosàmèiit,  s.  m.  =  infossamento:  av- 
vallamento d'una  superficie. 

iufosàss,  v.  rifl.  =  affossarsi  :  delle  gote 
e  degli  occhi  in  cui  per  malattia  re- 
stano le  fosse;  ghes'è  infosaa  i  orucc 
tremendàmént  =  gli  si  sono  affossati 
gli  occhi  maledettamente. 


iufòsclii,  V.  att.  =  abbuiare,  oscurarsi, 
infoscarsi  :  diventar  fosco. 

infrasca,  v.  att.  =  infrascare:  coprir  di 
frasche,  ed  anche  sostenere  con  frasche 
certe  piante  come  fagioli,  piselli  e  sim. 

infrègiàss,  v.  rifl.  =  infreddare  :  pren- 
dere un'infreddatura. 

infrèjjfó,  s.  m.  =  infreddatura  :  leggera 
flussione  alla  membrana  della  gola  o 
della  mucosa  nasale  con  scoli  nasali  e 
a  volte  gravezza  di  capo  o  febbre.  Va 
disusando. 

infrolì,  V.  att.  =  froUare,  infrollire:  di- 
ventar frolla.    Di   carni    da    mangiare. 

infuria;  v.  att.  =  infuriare,  imperver- 
sare :  di  venti  e  tempesto. 

infiiriàda,  agg.  =  infm-iato,  adirato  :  di 
chi  ha  molta  fui'ia,  fretta  o  rabbia. 

infiirìàda  (à  1'),  alla  sfuriata,  infuria- 
tamente. 

infiiriàss,  v.  rifl.  =  infui-iarsi,  arrovel- 
larsi, adirarsi  :  dar  nelle  furio. 

infiisiòn  y  s.  f.  =  infusione  :  il  tener 
per  un  certo  tempo  qualche  sostanza 
in  un  liquido  perchè  dia  a  quello  o 
riceva  certe  qualità. 

1)  stàa  in  infusione  infuserato:  te- 
nuto in  fusione. 

inga,  s.  f.  =  loglioreira  :  pianta  grami- 
nacea. 

ingàbià;  V.  att.  =  ingabbiare:  mettere 
nella  gabbia. 

iugàgià;  V.  att.  =  ingaggiare  :  fare  in- 
gaggio 0  ingaggi  ;  far  fare  ad  uno  un 
contratto  per  cui  appalta  la  propria 
opera. 

ingàgliàrdiss,  e  ingàiàrdiss,  v.  rifl.  = 
ingagliardire,  rinvigorirsi  :  prendere  ga- 
gliardia. 

ingàliisisS;  V.  att.  =  ingalluzzirsi,  rin- 
galluzzirsi, insuperbire,  gonfiarsi  :  met- 
tere una  certa   baldanza  da  gallo. 

iugràmbii,  agg.  =  indoglito:  del  lungo 
stare  a  sedere  specialm.    in   carrozza. 

ingànà,  v.  att.  =  ingannare  :  abusare  della 
credulità  o  della  semplicità  altrui  a 
proprio  vantaggio  ;  quindi  :  accalappiare 
mettere  in  mezzo,  giuntare. 

1)  Di  chi  delude  l'aspettativa  d'altri  : 
i  tò  esàmm  m'kan  ingànaa  =  i  tuoi  esa- 
mi mi  hanno  ingannato. 

2)  Abbagliare,  accileccare  :  ingannare 
coir  apparenza  del  bello  e  del  buono. 
Vedi  ciàpà  35). 

3)  Fare  in  modo  che  una  cosa  noiosa 


ing 


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ing 


lo  sia  meno  :  inganti  là  fàmm,  là  set  = 
ingannare  la  fame,  la  sete. 

ingrànàdòr,  s.  m,  =  ingannatore,  giunta- 
tore: chi  fa  inganni. 

inganàmònd,  s.  m.  =  gabbamondo  :  obi 
vive  ingannando  il  terzo  e    il    quarto. 

ingànàTÌlàii)  agg.  =  gabba  villani.  Di 
alcuni  frutti  in  apparenza  ifi-utti  o 
immaturi  e  che  invece  sono  buoni  a 
mangiarsi. 

ingàiiU)  s.  m.  =  inganno,  giunteria,  im- 
postura ,  finzione,  dolo,  frode  :  azione 
fatta  per  ingannare. 

1)  11  ritroso  :  quella  parte  del  berto- 
vello, che  imprigiona  i  pesci. 

ingàrbià,  v.  att.  =  ingarbugliare,  armf- 
fare,  imbrogliare  :  mettere  disordine, 
segnatamente  tra  cose  contigue,  cosic- 
ché l'una  si  cacci  e  si  intrighi  nel- 
neir  altra. 

1)  Fig.  :  d'affari;  no  l'è  bon  che  de 
ingàrbià  i  ròbb  =  non  sa  che  arruffar 
le  cose. 

2)  Aggrovigliare:  l'avvolgersi  o  ar- 
ruffarsi del  filo  e  sim.  ;  el  m'ha  ingàr- 
biaa  tuta  l'ascia  =  mi  ha  aggrovigliato 
tutta  la  matassa. 

iugàrbiàda,  s.  f.  =  garbuglio,  viluppo, 
aggrovigliatura,  arruffamento. 

ìngàrbìàss,  v.  rif.  =  arruffarsi,  aggro- 
vigliarsi: l'avvilupparsi  e  l'intricarsi 
del  filo  0  d'altro. 

1)  Accatricchiarsì ,  incatricchiarsi  : 
dei  cappelli  quando  s'arruffano  per  mo- 
do da  essere  difficile  a  stricarli. 

iugàtià;  V.  att.  =  acchiappare,  cogliere, 
accalappiare,  trappolare,  irretire. 

1)  Accivettare  :  delle  donne  che  al- 
lettano con  lusinghe  gli  uomini. 

ingàtiàmént,  s.  m.  =  acchiappamento, 
trappolata,  accivettamento . 

ingégn,  s.  m.  =  ingegno,  talento  :  di- 
sposizione naturale  a  fare  cose  che 
escono  dal  comune. 

ingègnàss,  v.  rifl.  =  ingegnarsi,  indu- 
striarsi, arrotarsi  :  adoperarsi  per  fare, 
per  riuscire  ;  el  uoRur  minga  ingègnàss 
à  miliorà  là  soa  posisión  =  non  si 
vuol  adoperare  a  migliorare  il  suo  stato. 

ingegnee,  s.  m.  =  ingegnere  :  chi  pro- 
fessa per  la  parte  tecnica  l'arte  delle 
costruzioni  e  ne  attende   l'esecuzione. 

ingegnòs,  agg.  =  ingegnoso,  industrioso  : 
dotato  d'ingegao,  ed  anche  detto  e  fatto 
con  sottile  ingegno. 


ingelosiss,  v.  rifl.  =    ingelosirsi,   pren- 
der gelosia,  insòspettii*si. 
ingenera  ^    v.    att.  =  ingeaerare ,    gene- 
rare, produrre. 
ingènov,  agg.  =  ingenuo,   candido.  Fig. 
l'è  Oli'  tLnima  ingènoa  =  è   un'  anima 
candida. 
ingentilì^    v.    att.  =  ingentilire  :    diroz- 
zare, addolcire  ;  di   voce,    di    maniere, 
farlo  meno  aspre  e  ruvide. 
ìngeniigiàda,  s.  f.  =  inginocchiata,   ge- 
nuflessione :  l'atto  dell'  inginocchiarsi. 
ingeniigìàss,  v.   rifl.    =    inginocchiarsi, 
genuflettersi  :  mettersi  in  ginocchio  per 
pregare,  riverire. 
iugeniigiàtòri,  s.  m.  =  inginocchiatoio  : 

mobile  per  inginocchiarcisi. 
ingenìiitaa,  *  s.  f.  =  ingenuità,  candore, 
schiettezza  :    qualità    specialm.    prege- 
vole nei  giovanetti. 
ingerà,  v.  att.  =   inghiarare  ;   coprir    di 
ghiaia  strade,  viali  e  sim. 

1)  ingeràés  =  rimpinzarsi,  mangiar 
troppo  gravando  lo  stomaco. 
iugerìss,  V.  rifl.  =  ingerirsi,  inframmet- 
tersi ;  impacciarsi  in  una  cosa. 
ingèsà,  V.  att.  =  ingessare  :  assicurar  nel 
muro  chiodi  e  sim.  con  gesso,  ed  an- 
che imbrattare  di  gesso. 

1)  Anche  avvolgere  nell'apparecchio 
di  gesso  un  arto,  per  neces.sità  chirur- 
giche. 
ingèsàdura,  =  ingessatm-a  :  l'operazione 

dell'  ingessare. 
ìngliiotì,  *  V.  att.  =  inghiottire,  trangu- 
giare, ingollare  ;    mandar    giù    per    la 
gola.  Usa   da   poco    e    solo   in   questo 
senso. 

inghìrlàndaa,  agg.  =  inghirlandato  :  or- 
nato con  ghirlande. 
iugiàldisS;  V.  rifl.  =  ingiallire  :  diventar 

giallo. 
ingio,  pi'ep.  =  in  giii,  all'  ingiù. 
ingiuria,    s.    f.    =   ingiuria,    insolenza, 
offesa  :  atti  e  più  specialm.  parole  che 
offendono. 

ingiiirià ,    v.   att.    =    ingiuriare  :     mal- 
trattare con  ingiurie. 
ingitirios,    agg.    =  ingiui'ioso  :  che   con- 
tiene ingiuria. 
ingiust,  agg.  =    ingiusto,    iniquo  :    fatto 
con  ingiustizia,  ed  anche   persona  che 
giudica,  0  agisce  senza  giustizia. 
ingiiistìsia,  s.    f.  =  ingiustizia  :    azione 

ingiusta. 
inglésa,  s,  f.  =  l'inglese;  luogo  comodo 


mg 


—  407 


a  irrigatole  :  cesso  costmito  ia  modo 
che  con  un  meccanismo  esce  dell'acqua 
che  tutto  lo  lava. 

iiignechiss,  v.  rifl.  =  infalotichire  :  di- 
ventar di  cattivo  umore,   rannuvolarsi. 

iiigrnncliiss,  ».  rifl.  =  ostinarsi,  incapo- 
nirsi :  fissarsi  in  un'  idea,  specialmente 
non  buona. 

iiig'Olfaa,  agg.  =  assorto,  ingolfato  :  vèss 
ingolfaci  in  ci'  on  pensér  =  essei'e  as- 
sorto in  un  pensiero  ;  tenere  ad  esso 
rivolte  tutte  lo  potenze  dell'anima. 

ingolfàss,  V.  alt.  =  ingolfarsi,  profon- 
darsi, immergersi,  tuffarsi  :  specialm. 
in  affanni,  pericoli,  danni  e  sim. 

ingolosì,  V.  alt.  =  allettare,  ingolosire, 
indisiare  ;  far  venire  la  gola. 

iugonià,  V.  citi.  =  ingommare  :  attaccare 
colla  gomma,  e  dare  la  gomma. 

ingombra,  v.  att.  =  ingombrare,  impac- 
ciare :  di  cose  che  portano  impedimento 
dove  si  deve  passare  o  tenere  altre 
cose. 

ingord,  agg.  =  ingordo,  avido  :  d'una 
ghiottoneria  incontentabile. 

ingordìsia,  s.  f.  =  ingordigia,  avidità, 
ingordaggine  :  l'essere  ingordo. 

ingorga,  v.  att.  =  accecare  :  buttare  in 
un  canale  o  condotto  delle  materie  che 
lo  ostruiscono  ;  ingorga  là  latrina  = 
accecare  la  latrina. 

ingorgàda,  .9.  f.  =  conserva,  gorata,  mar- 
gone, colta.  T.  dei  mugn.  ;  bottaccio 
di  un  molino,  luogo  dove  si  raccoglie 
l'acqua  che  muove  il  molino. 

ingorgàss,  v.  rifl.  =  ingorgarsi,  inta- 
sarsi :  di  condotti ,  canali  che  si  o- 
struiscono  e  impediscono  la  circolazione. 

ingòrgli,  s.  ni.  =  intasamento,  acceca- 
mento :  invasamento  di  condotti,  ca- 
nali e  sim.  V  ingórgh  cléla  canee  del 
làvàndìn  =  l'accecamento  del  condotto 
dell'acquaio, 

1)  Ingorgo.  T.  med.  :  1'  ingorgai'si 
degli  umori  ;  el  g'  ha  on  ingórgh  ài 
potmon  =  ha  un  ingorgo  ai  polmoni. 

ingdsa,  s.  f.  =  schifo,  nausea  :  turba- 
mento di  stomaco  quasi  eccitante  il 
vomito. 

lugosà,  V.  a't.  =  far  nodo  nella  gola,  af- 
fogare, ingozzare. 

ingosàda,  ingosànièut,  s.  m.  =  affoga- 
mento, ingollata,  ingozzata. 

ingrana,  v.  att.  =  ingranare,  imboccare. 
T.  dei  meco,  l'incastrarsi  vicendevole  di 
varie  moto  per  movimento. 


ingranàgg,  s.  m.  =  ingranaggio,  sistema 
di  ruote  dentate  che  ingranano. 

ingrandì,  v.  att.  =  aggrandire,  ingran- 
dire ;  di  case  e  sim.  far  grande,  e  più 
grande. 

1)  Fig.  esagerare  ;  V  ingrandisA  i 
ròbb  =  ingrandisce  le  coso. 

ingrandimènt,  s.  m.  =  ingrandimento, 
aggrandimento;  el  negdsì  l'è  étaa,  èaraa 
on  pèés  per  l' ingrancllment  =  il  ne- 
gozio è  stato  chiuso  molto  tempo  per 
causa  d'  ingrandimento. 

ingràsà,  v.  att.  =  ingrassare,  impinguare; 
far  diventar  grasso,  specialm.  di  ani- 
mali bovini  e  da  cortile. 

1)  Di  terreni,  concimarli  con  letame. 

2)  Intrans.  :  diventar  grasso,  pingue  ; 
me  par  che  l'ingrtiéa  à  vista  cl'ceucc  = 
mi  par  che  ingrassi  a  vista  d'occhio. 

ingràss,   s.    ni.  =  governime,    concimo  : 

la  materia  che   serve   d'  ingrasso    alla 

terra. 

1)  In  specie  :   fimo,   concio,   letame, 

stallatico  :  letame   fatto   di    escrementi 

di  bestie  grosse. 
ìngràtitudìn,  *    s.   f.    =    ingratitudine  : 

l'essere  ingrato. 
ingrati,    agg.    =    ingrato,    sconoscente  ; 

che  è  senza  gratitudine. 
ingrediènt,  s.  in.  =  ingrediente  :  quello 

che   entra  nella   composizione    di   ima 

vivanda,  di  un  medicamento. 
ingrèss,  s.  m.  =  ingresso,  entrata,  adito  : 

la  porta  per  cui  si  entra   in   un  luogo. 
ingrintàa,   agg.  =    aggrottato,   rannuvo- 
lato, ingrugnato  ;  che  ha  il  cipiglio,  il 

grugno. 
ìngrosiss,  v.  rifl.  =  ingrossare  :  diventar 

grosso. 
ìngròss,  (à  1')  =  all'  ingrosso  ;    in  gran 

quantità,  e  anche  :  all'  incii'ca,  press'  a 

poco. 

1)  mercttnt   à  l' ingròéé  =  grossista, 

gi'ossiere. 
ingriignà,  v.  att.  =   accalcare  ;    di   roba 

che  si  faccia  stare  a  forza  in  una  cassa, 

in  un  baule,  in  un  tiretto  dove  lo  spazio 

sia  scarso. 
inguantaa,  agg.  =  inguantato  ;  colle  mani 

coperte  dai  guanti. 
inguàribil,*  cigg.  =  inguaribile  ;  che  non 

si  può  guarire. 
inguènt,  s.  ni.  =  unguento,    ompiastro  ; 

composto    untuoso,    che    spesso    serve 

per  medicamento  esterno. 

1)  gùmtàgh  l'inguénte  i  pèés  =  gettar 


mg 


408 


via  ranno  e  sapone  ;  perderò  il  mosto 

e  l'acquerello  ;  perder  tutto. 

2)    ingiiént   inalbili   =  unguento    di 

malva  ;  vèss  còme  l'  inguènt  malbin  = 

esser  come  acqua   fresca  ;    di   rimedio 

uon  efficace. 
iiigiigèlà,  V.    alt.  =  ferrare   le   stringhe, 

gli  aglietti. 
iugiiìla,  s.  f.  =  anguilla:  sorta  di  pesce. 

1)  pari  on'  ingiilla  =  jiarere  un'  an- 
guilla ;  di  pers.  svelta  e  agilissima. 

2)  ingiilla  marinàda  =  ciocolina  ma- 
l'inata. 

ingttiu,*  s.  «t.  =  inguine  :  la  piega  della 
coscia  al  basso  ventre.  Si  dice  anche 
vàrcli. 

ingOria,  s.  f.  =  cocomero,  angaria  ;  cu- 
curbita  citrullus. 

1)  'càstèll  d' ingUria  =  midollone, 
gramolo.  In  Toscana  però  non  tagliano 
così  il  cocomero. 

2)  campagna  de  ingUri  =  cocomeraio. 
iugiiriàtt,  s.  m.  =  cocomeraio  :  chi  vende 

i  cocomeri. 

ìuiiiS)  agg.  =  incominciato,  incignato  : 
di  roba  da  mangiare  o  da  bere  di  cui 
si  è^  incominciato  a  prendere  una  parte. 

ìuiusà,  D.  att.  =  incignare,  manimettere, 
incominciare  :  Vedi  sopra  ìuius. 

ìniròlàss,  v.  rifl.  =  annuvolarsi;  di- 
ventar nuvoloso,  del  cielo  che  si  copre 
di  nubi. 

ìiilàrdà,  V.  att.  =  lardellare  ;  mettere 
pezzetti  di  lardo  dentro  o  intorno  a 
pezzi  di  carne  per  cuocerli. 

iiilècàrdì,  v.  att.  =  inghiottonire  :  render 
ghiotto,  far  diventar  ghiotto. 

inliscàdura,  e  liscàdura,  =  impaglia- 
tura ;  delle  sedie. 

ìiilochì,  V.  att.  =  assordare,  sbalordire  : 
render  balordo  con  chiacchiere  o  i-u- 
mori. 

ìulochiss,  V.  pron.  =  fare  11  capone,  far 
la  testa  come  una  campana  ;  confon- 
dersi per  rumore  che  annoi,  o  per  ap- 
plicazione troppo  prolungata. 

inliiminà^  r.  att.  =  illuminare.  Vedi 
iliiiuiua. 

iiiluiniuàsìóii,  s.  f.  =  luminaria,  illu- 
minazione. Vedi  iliiminàsión. 

iiimàgonàsS)  v.  jjron.  =  accorarsi  ;  far 
greppie.  Spec.  dei  bambini. 

iiiiuàucàbil,  agg.  =  immancabile  ;  che 
non  può  mancare  ;  che  e'  è  sempre  e 
sempre  si  trova. 


inmàucàbilméiit,  avr.  =  immantinente; 
subito,  senza  indugio. 

ìiiniàsimàss,  v.  rifl.  =  immassimarsi  ; 
ficcarsi  nel  cajjo  una  massima. 

iniuàtì)  V.  att.  =  immattire,  ammattire  ; 
avere  ammattimento,  fastidio. 

l)  fa  inmàtl  =  fare  ammattire  ;  dar 
molta  briga  e  pensiero,  infastidire. 

ìumàtìmént,  s.  m.  =  ammattimento,  im- 
pazzamento ;  di  lavoro  che  richieda 
una  grande  attenzione  e  non  torni  alla 
prima. 

ìnmedesimàsS)'''  v.  pron.  =  immedesi- 
marsi, identificarsi  :  esser  tutto  compreso 
d'una  cosa. 

iiimediàtàmènt^'''  at^v.  =  immediatamente: 
senza  intervallo  tra  mezzo,  subito  ;  Vhoo 
màndaa  in  lèti  mmediàtàmént  =  l'ho 
mandato  a  letto  immediatamente. 

inme usamente  *  aw.  =  immensamente, 
smisuratamente. 

ìiimensitaa,  s.  f.  =  immensità  :  esten- 
sione immensa,  e  quantità  grandissima  : 
r  inmensitaa  del  ciél,  del  mar  =  l'im- 
mensità del  cielo,  del  mare  ;  in  del 
me  giàrdln  de  fior  ghe  n'  è  dna  in- 
menéitaa  =  nel  mio  giardino  di  fiori 
ce  n'  è  una  immensità. 

iniiiènso,*  agg.  =  immenso,  smisurato, 
gi'andissimo  ;  el  ben  che  ghe  roeilri  ài 
me  fèceu  V  è  innienéo  =  il  bene  che 
voglio  a  mio  figlio  è  immenso. 

inmontià;  v.  att.  =  ammontare,  ammon- 
ticchiare, ammucchiare  ;  riunire  come 
in  un  monte,  far  monte  o  mucchio  di 
cose  sparse. 

1)  Abbarcare,  ammucchiare  ;  am- 
massare covoni,  fieno,  tavole  e  altre 
cose. 

inmortài,*  agg.  =  immortale  :  che  non 
muore  mai.  Il  mil.  preferisce   etérao. 

inmìicià,  «>.  att.  =  ammucchiare,  ammas-    ; 
sare  ;  metter  cose  dello    stesso    genere    ; 
le  une  sopra  le  altre  e  per  lo  più  senz'or- 
dine ;  fare  un  mucchio. 

ìnmiisouaa,  agg.  =  imbronciato,  broncio  : 
di  chi  tiene  il  broncio  ;  el  sta  tiitt  in- 
milsonaa  =  sta  là  broncio,  broncio. 

iuocénsa,  *  s.  f.  =  innocenza  :  età  in- 
nocente e  assenza  di  colpa. 

1)  Ingenuità,  candore  ;  di  chi  non 
ha  e  non  sa  alcuna  malizia. 

inocént,  agg.  =  innocente,  ingenuo  :  che 
non  ha  e  non  sa  alcuna  malizia. 

1)  Non  colpevole,  senza  colpa,  e  non 
reo  di  colpa  appostagli. 


—  409  — 


ìnòcuo,*  ngg-  =  innocuo:  che  non  nuoce; 
ma  più  specialmente  nel  senso  di  inu- 
tile, di  nessuna  efficacia. 

inolia,  v^  att.  =  inoliare  ;  spargere  d'olio. 

inonda^  v.  att.  =  inondare,  allagare,  stra- 
ripare. 

iiioltràsS)  T.  rifl.  =  inoltrarsi,  adden- 
trarsi ;  entrare,  penetrar  dentro. 

inondàsiòn,  s.  f.  =  innondazione,  illu- 
vione, straripamento  :  delle  acque  che 
straripano. 

1)  Fig.  di  grande  affluenza  di  per- 
sone 0  di  cose. 

inerbi,  v.  att.  =  abbagliare,  accecare  : 
render  cieco,  togliere  la  vista. 

1)  inorbi  i  vàsèj  =  ristoppare  la  spina. 

inorgoglì,*  V.  att.  =  inorgoglire  ;  far  ve- 
nire orgoglio. 

1)  luorgoglirsi  ;  sentire,  prendere  or- 
goglio. 

inovasiòn,*  s.  f.  =  innovazione  :  1'  in- 
novare, gli  usi,  i  costumi,  gli  oggetti 
nuovi. 

inpàri,  avv.  =  a  paro,  di  fianco,  a  lato. 

iuqnàliflcàbìl,'^  agg.  =  inqualificabile  ; 
che  non  si  può  qualificare  :  di  azioni 
e  cose  cattive. 

inquàrtaa,  agg.  =  fatticcio  ;  di  pers.  e 
specialm.  ragazzo  robusto. 

inquartasi,  r.  rifl.  =  impinguare,  di- 
ventar grasso,  pingue. 

1)  Farsi  robusto,  tarchiato,  fatticcio. 

inqiierì,  v.  att.  =  inquisirei  fare  inchie- 
sta, inqueriro  :  assumere  informazioni 
precise  intorno  a  una  pers.  a  un  fatto. 

inqiiietà,  v.  att.  =  inquietare,  tiu-bare, 
seccare  :  dare  inquietudine,  turbamento. 

inquiètt,  agg.  =  inquieto  :  senza  quiete, 
che  non  ha  quiete. 

1)  Di  pers.  molesta,  brontolone. 

2)  Preoccupato,  timoroso:  soni  in- 
quiètt per  quHa  tosa  =  sono  preoccu- 
pato per  quella  ragazza. 

inquietudin,  *  s.f.  =  inquietudine:  l'es- 
sere inquieto,  vivace  ;  ma  specialm. 
dell'animo  por  cose  morali. 

inqiiilin,  s.  m.  =  affittuario,  pigionale  : 
rispetto  al  padrone  di  casa,  chi  prende 
in  affitto  camere,  appartamenti. 

1)  Casigliano  :  rispetto  agli  altri  in- 
quilini. Diciamo  più  volentieri  yesin. 

inqiiigisiòn,  s.  f.  =  inquisizione  :  lo  di- 
ciamo di  tutto  ciò  che  sia  opprimente, 
crudele  contro  le  opinioni,  per  ricordo 
ancor  vivo  delle  atrocità  dell'Inquisi- 
zione spagnuola. 


inqiiìsìtòr,  s.  m.  =  inquisitore  :  chi  op- 
prime di  domando  qualcuno  e  cerca  di 
scrutarlo  nell'animo. 

inrabiss,  v.  rifl.  =  arrabbiarsi  :  alterarsi 
per  cosa  che  altri  faccia,  o  non  ci 
riesca  e  non  vada  come  si  vorrebbe,  e 
mostrarlo  con  atti  di  impazienza,  rim- 
proveri e  sim. 

1)  Adirarsi,  stizzirsi,  inquietarsi:  la- 
sciarsi prender    dall'ira,    dalla   stizza. 

2)  Aversi  per  male  di  una  cosa  e 
stare  scorracciti  :  me  soni  inrabii  coi 
Scolar  =  mi  sono   adirato  cogli  scolari. 

inrangliii,  agg.  =  intormentito,  intiriz- 
zito, aggranchiato  :  che  ha  il  granchio, 
contrazione  dolorosa  dei  muscoli,  o  che 
è  assiderato  per  freddo. 

inranghiss,  ^?.  pron.  =  aggranchiare, 
aggranchire,  assiderarsi,  intirizzirsi: 
per  freddo  o  per  posizione  incomoda; 
specialm.  delle  mani,  dei  piedi,  delle 
gambe  e  sim. 

inredà,  v.  att.  =  irretire  :  prender  con 
rete,  nella  rete. 

inriclii,  =  V.  att.  =  arricchire  :  fig.  di 
cose;  unirvi  altre  cose  che  ne  accre- 
scano il  valore,  il  pregio  e  anche  so- 
lamente il  volume  e  il  numero. 

inrocà,  v.  att.  =  appcnnecchiare,  arroc- 
care. Disusato. 

inrodà,  «'.  att.  =  arrotare,  rotare  :  tirar 
sotto  le  ruote,  ed  anche  solo  urtare  col 
mozzo  della  ruota. 

inriiginiss,  v.  rif.  =  arrugginire,  inrug- 
ginire :  prender  la  ruggine. 

inriivìdì,  v.  att.  =  arruvidire,  irruvidire  : 
far  diventar  ruvido  :  el  frèce  l'inrilvi- 
diàé  là  peli  =  il  freddo  arruvidisce  la 
pelle. 

inriividiss,  v.  pron.  =  arruvidire,  irru- 
vidire :  intrans,  diventare,  farsi  ruvido. 

insàcà,  "v.  att.  =  insaccare  :  mettere  in 
un  sacco. 

1)  Imbudellare,  imbusecchiare  :  cac- 
ciar la  carne  trita  neUe  budella  per 
farne  salsiccia,   salami,  ecc. 

insalata,  s.  f.  =  salata,  insalata:  nome 
di  varie  erbe  che  si  mangian  crude  e 
condite. 

1)  là  bòntaa  Ve  bòna  in  l'insalata 
=  chi  pecora  si  fa  il  lupo  se  la  mangia. 

2)  mangia  viin  in  inéàlàta  =  man- 
giar la  torta  in  capo  ad  alcuno. 

3)  ceéttn  de  V  insalata  =  scotitoio  : 
reticino  o  vaso  bucherato  o  tutto  di  fil 


ins 


-  410  - 


Ins 


di  ferro,  per  scuotei-vi  l'insalata  lavata 
ed  asciugarla. 

4)  Noi  sogliam  dire  :  per  fa  ona 
bdna  inààlàta  ghe  voeur  àèit  F:  on 
Paèiént  à  netàla,  on  Polid  à  lavala,  on 
Pruclént  à  salala,  on  Prodiga  à  ino- 
liala, on  Parch  à  inàsetàla,  on  Pass 
(màtt)  à  voltala,  on  Pòrch  à  mangiala. 
Non  lo  traduce,  ma  gli  corrisponde 
l'ital.  :  insalata  ben  salata,  poco  aceto 
e  ben  oliata  e  da  un  pazzo  rimestata. 

iosàlàtèra,  s.  f.  =  insalatiera  :  il  vaso 
dove  a  tavola  si  fa  l'insalata  e  serve 
anche  a  mettervi  altro. 

ìnsàngruàiià ,  v.  alt.  =  insanguinare  : 
macchiare  di  sangue. 

lusàonà;  V.  alt.  =  insaponare  :  dare  il 
sapone  a  una  cosa, 

1)  Imburrare,  dare  il  burro  ;  adulare  : 
che  insàoìiàda  !  =  quanto  burro.  Come 
sarebbe  a  dire  :  quante  lodi  !  e  sottin- 
tende che  qualche  cosa  ci  deve  esser 
sotto. 

insàrsf,  v.  alt.  =  inserire,  annestare  : 
mettere  una  cosa  dentro  un'altra. 

1)  Accoccarla  ad  imo,  servirlo:  l'hoo 
inéàrsii  à  doer  =  l'ho  servito  a  do- 
vere. 

insààiàbil;  *  agg.  =  iusaziabile  :  che 
non  si  può  saziare;  di  chi  è  troppo 
ingordo. 

iiiscàiubi;  s.  V.  =  in  quel  cambio,  invece. 

inscàrtòsà)  v.  alt.  =  incartocciare:  met- 
tere, avvolgere  in  cartoccio, 

insceiuì,  V.  alt.  =  immelensire  :  diventar 
melenso. 

insci,  avv.  =  così,  in  questo  modo  :  Vha 
ditt,  l'ha  cominciaa  insci  =  disse,  in- 
cominciò così. 

1)  Nelle  interrog.  che  hanno  qualche 
cosa  di  rimprovero  ;  ée  pària  insci  al 
papà?  =  così  si  parla  al  babbo? 

2)  Con  espressione  di  rincrescimento; 
e  insci  van  in  riiina!  =  e  così  vanno 
in  rovina! 

3)  Ve  insci  =  così  è  :  confermando 
quel  che  uno  ha  detto,  e  anche  in  senso 
di  rassegnazione. 

4)  d'insci  =  di  così  :  nelle  locuzioni 
comparat.;  se  te  see  nò  fa  mèj  d'insci^ 
desmètt  =  se  non  sai  fare  meglio  di 
così,  smetti. 

5)  e  insci  ?  =  e  così  ?  chiedendo  la 
risposta  a  chi  indugia  a  darla,  o  do- 
mandando l'esito  di  un'imbasciata. 

6)  Nel  signif.  di    «  tanto  »   correlat. 


di  «  che,  come  »  ;  el  làorà  l'è  faa  insci 
mal  che  se  pò  minga  giiistàll  =  il  la- 
voro è  fatto  così  male  che  non  si  può 
accomodare,  jìòsè  nò  vegni  insci  prèsi 
come  te  crédei  =  non  posso  venir  così 
presto  come  credi. 

7)  Unito  ai  nomi  ha  il  signif.  di 
«  come  questo,  questa,  questi  >;  de  fioeii 
insci  mi  n'hoo  mai  vist  =  figli  così 
non  ne  ho  visti  mai. 

'8)  vèss  insci,  vèss  faa  insci  =  esser 
così,  esser  fatto  così:  di  pers.  parlando 
del  carattere,  delle  inclinazioni. 

9)  Col  verbo  ciàmà  =  chiamare,  si- 
gnifica: con  questo  nome  o  soprannome; 
el  ciàmen  t&tì  insci  =  lo  chiaman  tutti 
così. 

10)  insci  me  pias  =  così  mi  piace, 
modo  di  approvare. 

11)  viij  insci  =  voglio,  mi  piace  così: 
modo  risoluto  di  esprimere  la  propria 
volontà. 

12)  In  forza  di  pron,;  el  credeva  che 
là  primavera  là  fuss  càtiva  e  insci  l'è 
ètdda  =  credeva  che  la  primavera  fosse 
cattiva  e  così  fu. 

13)  Innanzi  agli  avverbi  e  modi  av- 
verbiali; se  là  toeùien  sii  insci  à  pian, 
ghe  riiisiàen  pii  =  se  la  pigliano  così 
pian  piano  non  ci  riescon  piìi. 

14)  Pleonasmo  che  dà  una  certa  en- 
fasi al  discorso  ;  lià  ditt  insci  el  papà 
de  màndàgh  el  éò  càpèll  =  ha  detto 
così  il  babbo  che  gli  mandiate  il  suo 
cappello. 

15)  Nelle  espressioni  di  desiderio  e 
di  rammarico;  insci  podèsé  tornàgh!  = 
così  potessi  ritornarvi  ! 

16)  Ripetuto  s'usa  come  riepilogo  di 
una  commissione  o  istnizione  ;  el  m'ha 
ditt  de  fa  insci  e  insci  =  mi  disse  di 
fare  così  e  così. 

17)  insci,  insci  =  così,  così,  medio- 
cremente; ma  accenna  più  verso  il  male. 

18)  chi  insci  voeur  nient  ghe  doeur 
=  chi  è  causa  del  suo  mal  pianga  sé 
stesso. 

inscìàtàss,  v.  rift.  =  rimpinzarsi,  rim- 
pipparsi:  empirsi  soverchiamente  di  cibo; 
han  mai  à  fin  à  insciàtàss  giò  e  poeu 
crèpen  de  indigèstión  =  non  han  mai 
finito  di  rimpipparsi  e  poi  voglion  mo- 
rire d'indigestione. 

inscirótàss,  v.  rifl.  =  covar  la  cenere, 
incantucciarsi,  rannicchiarsi. 

inscrisiòn^  *  s.  f.  =  iscrizione,  epigrafe: 


ins 


411 


scritto  breve  e  concettoso  improntato 
in  legno,  in  marmo,  in  bronzo  a  me- 
moria di  qualche  cosa. 

1)  Inscrizione:  l'inscrivere,  di  ipo- 
teche, in  elenchi,  di  società,  compa- 
gnie e  si  ni. 

inscrìv,  V.  alt.  =  inscrivere:  scriver 
dentro. 

1)  Più  comunom.  :  scriverò  una  per- 
sona in  un  elenco  insieme  ad  altre,  e 
aggregarla  a  una  società,  a  una  com- 
pagnia e  sim. 

iusciirìy  iK  att,  =  abbrunire,  far  diven- 
tar bruno  :  specialm.   della  pelle. 

1)  insciiriss  el  dl^  el  tèiiip  =  annot- 
tare, oscurarsi.  Anche  per    temporale. 

iiiséd  ora  per  lo  più  iiiést;  s.  m.  = 
inseto,  innesto. 

1)  imèd  à  chignonì,  ò  à  tàioeil,  ò  à 
tàsèll,  ò  à  spàccli  =  innesto  a  spacco 
0  a  fessolo. 

2)  inséd  à  péna,  ò  à  corona,  ò  tra 
carne  e  peli  =  innesto  a  zeppa,  o  a 
bucciolo,  a  corona,  a  penna. 

3)  inséd  à  gema  ò  à  ceùcc  =  innesto 
a  occhio. 

4)  inéèd  à  biiserèll  ò  à  sifòl  =  in- 
nesto a  cannello  o  a  anello. 

iusedì,  V.  att.  =  innestare,  inserire,  an- 
nestare. T.   agrario.   Vedi  ìnestà. 

insegioiià)  «?•  att.  =  mettere  in  bigoncia, 
in  tinozza,  e  specialm.  dei  pannilini 
per  lavarli,  dei  quali  allora  si  dice  : 
far  la  concata. 

insegna,  s.  f.  =  insegna,  ditta:  quadro, 
segno  che  si  motte  su  botteghe  o  isti- 
tuti a  rappresentare  il  genere  di  com- 
mercio 0  l'arte  che  vi  si   tiene. 

1)  gh'è  ncinca  l' inségna  =  non  c'è 
nemnien  l'ombra. 

iuseguà,  v.  att.  =  insegnare,  istruire  : 
istruire  uno  in  qualunque  arte  o  scienza. 

1)  Ammaestrare  :  insegnare  il  modo 
di  regolarsi  in  cosa  che  richieda  molta 
avvedutezza. 

2)  Additare,  indicare  :  di  strada  e 
simili. 

ìusegruàmént,  s.  m.  =  insegnamento, 
ammaestramento. 

iusèlà;  V.  att.  =  insellare,  sellare,  bar- 
dare :  metter  la  sella  al  cavallo  per 
poterlo  cavalcare. 

iusema,  avv.  =  assieme,  insieme:  che  in- 
dica unione  compattezza  ;  hìn  séniper 
intèrna  =  son  sempre  insieme. 

1)  Nello  stesso  tempo;  hin  rivaa  in- 


tèrna =  sono  arrivati  insieme,  cioè  allo 
stesso  tempo;  vèéé  bon  e  cativ  insèma 
=  esser  buono  e  cattivo  a  un  tempo: 
vosà  tuli  inshna  =  gridare  in  coro. 

2)  inséma  cont.,  à...  =  insieme  con, 
a...,  in  compagnia  di...;  te  vceil  vegm 
à  spàsa  insèma  coni  mi  ?  =  vuoi  ve- 
nire a  passeggio  con  me. 

3)  sta  insèma  =  stare  assieme,  le- 
gare; di  cosa  le  cui  parti  hanno  la  coe- 
sione necessaria  perchè  non  si  disfaccia^ 
e  specialm.  della  pasta  messa  insieme 
colle  ova,  o  con  burro,  o  con  altro  sim, 

4)  tra  insèma  =  accomunare,  mettere 
insieme:  mettere  in  comune  fra  diversi 
quello  che  è  proprio  d'uno. 

5)  mètt  insèma  =  accumulare  :  fare 
un  cumulo  di  cose  dello  stesso  genere. 
Anche  semplicem.  accoppiare,  unire. 

6)  ànd(i  insèma  =  impazzare;  dicesi 
del  latte  e  d'altre  vivande  liquide  fatte 
con  tuorli  d'uova  sbattute  che,  o  per 
troppo  bollire  o  per  altro  vengono  gra- 
nellose. 

insensibile*  agg.  =  insensibile  :  ohe  non 

sente. 
insensibilitaa,  s.    f.  =  insensibilità,  la 

qualità  dell'essere  insensibile. 
insensibilmènt,  avv.  =  insensibilmente; 

in  modo  che  non  si  sente. 
inseparàbil,*  agg.  =   inseparabile  :    che 

non  può  essere  separato..  Anche  di  ohi 

si  vede  sempre  insieme. 
InserenàsS;  v.  att.  =  rasserenarsi,    farsi 

sereno:  del  cielo  quando  scompaiono  le 

nubi. 
inserì,  v.  att.  =  inserire.  Vedi  ìnsàrsir 
insersiòn,  s.  f.  =  inserzione:  l' inserire,^ 

specialm.  nei  giornali. 
inservìbil,*  agg.  =  inservibile  :  che  non 

può  servire.  Manca  al  mil.  il  contraria 

servibìl. 
insèryiént,  s.  m.  =  inserviente,    servo, 

bidello:  chi  attende  ai  servigi  più  umili 

in  un  istituto  e  sim. 
insigà,  V.  att.  =  aizzare,  annizzare  ;  spin- 
gere qualcuno  addosso  a  qualcun  altro. 

1)  Provocare,  istigare  anche  contro 
di  noi. 

2)  Attizzare,  stuzzicare  ;  accozzar 
colle  molle  o  altrimenti  lo  legno  e  i 
carboni  già  accesi  in  modo  che  bru- 
cino meglio. 

iusìgàdór,  s.  m,.  =  attizzino  ;  colui  che 
attizza,  muove  a  sdegno  lo  persone  le 
une  contro  le  altre. 


IIIS 


412  - 


ins 


insila,  T.  att.  =  incerare.  Vedi  incera. 

ìnsilàda,  =  Vedi  inceràda. 

ìnsiniià;  r.  att.  =  insinuare  :  metter  nel- 
l'anima una  insinuazione. 

insiniiànt,  agg.  =  insinuante,  allettativo, 
che  si  insinua,  alletta;  mànér  insiniiànt 
=  maniere  allettative. 

insist,  ■v.  att.  =  insistere  :  battere  su  un 
argomento  con  ostinazione  e  indiscre- 
tezza. 

ìnsisténsa,  s.  f.  =  insistenza:  l'insistere. 

insofribìl,*  agg.  =  insoffribile  :  che  non 
può  essere  sofferto,  sopportato. 

insòg'n)  s.  m.  =  insogno,  sogno  :  so- 
gnando. 

\)  ndnca  per  insògn  =  nemmen  per 
sogno,  neppur  per  ombra. 

insognassi,  v.  rifl.    =  sognare,   sognarsi: 
aver  visioni  nel  sonno,  vedere  nel  sogno. 
1)  el  se  insogna  ndnca  =  non  se  lo 
sogaa  nemmeno. 

ti)  inéognàès  de  quèidiin  =  sognarsi, 
sognare  qualcuno. 

ìnsogrnènt,  agg.  =  sonnacchioso,  sonno- 
lento, assonnacchiato,  assonnato:  che  è 
pien  di  sonno. 

1)  Fig.,  grullo,  mogio:  che  stenta  a 
capire  le  cose. 

insolénsa,  s.  f.  =  insolenza,  ingiui'ia. 

insolent,  agg.  =  insolente  :  chi  usa  ter- 
mini non  rispettosi,  verso  i   superiori. 

insolenti,  v.  att.  =  insolentire,  ingiu- 
ri ai"e  :  dir  male  parole. 

insòma,  wvv.  =  insomma,  infatti  :  come 
conclusione  e  riassunto. 

insoportàbil,*  agg.  =  insoppoi-tabile  :  da 
non  potersi  sopportai'e. 

insordi,  v.  att.  =  assordare:  render  sordo 
specialm.  nel  senso  fig.  di  imbalordire, 
acciocchire  ;  detto  dei  rumori  forti  e 
continuati. 

insormentìi,  v.  att.  =  tramortito,  intor- 
mentito: che  per  freddo  o  per  posiziono 
forzata,  disagiata,  ha  perduto  il  senso, 
la  facoltà  di  agire. 

insospetì,  v.  att.  =  insospettire,  mettere 
in  sospetto;  quèl'ogittdà  che  ée  é'hin 
daa  là  mlià  insoèpetii  =  quell'occhiata 
che  si  son  data,  mi  ha  insospettito. 

insospetiss,  v.  pron.  =  insospettirsi,  pren- 
dere, venire  in  sospetto. 

inspèsi,  ■v.  att.  =  spossare,  rassodare, 
condensare  ,  addensare  :  rendere  piii 
denso,  meno  liquido. 

inspira,  v.  att.  =  ispirare:  far  nascere  in 
altri,  di  pensieri,  sentimenti,  affetti;  el 


me  inéplra  pòca   fidUcia  =  mi    ispira 
poca  fiducia, 

inspiràsión,  s.  f.  =  ispirazione:  l'estro, 
l'essere  ispirato. 

1)  che  b?la  ispiràsion  che  fé  vegniin! 
=  che  buona  ispirazione,  idea,  t'è  ve- 
nuta! 

instàclieta,  v.  att.  =  imbroccare.  T.  dei 
calzol.  e  dei  falegn.;  imbullettare:  met- 
tere le  bullette  alle  scarpe,  seggiole,  e 
simili. 

1)  inétàchetà  de  làrd  =  inlardare  ; 
instàchetà  d' àj  =  inagliare  ;  mettere 
spicchi  d'aglio  nella  carne. 

instalàss,  v.  rifl.  =  insediarsi,  mettei-si 
a  posto. 

instàncàbil,  *  agg.  =  instancabile  :  che 
non  si  stanca  mai. 

instila,*  V.  att.  =  instillare,  procurar  di 
infondere  quasi  a  stilla  a  stilla. 

instòra  o  meglio  à  sfora,  =  adesso,  or 
ora,  per  adesso. 

instorni,  t>.  att  =  stordire,  assordare.  Lo 
stesso  che  insordì.  Vedi. 

instrià,  v.  att.  =  ammaliare,  stregare  : 
produrre  sulla  volontà  altrui  una  strana 
influenza. 

instriràlaa,  agg.  =  stivalato:  calzato  con 
stivali. 

instriràlàss,  v.  rifl.  =  stivalarsi,  prov- 
vedersi di  stivali,   mettere  gli  stivali. 

instriii,  V.  att.  =  addottrinare,  istruire: 
comunicare  la  dottrina.  Vedi  istriiì. 

instiicà,  V.  att.  =  stuccare:  mettere  dello 
stucco  per  turar  buchi  o  altro. 

instiipidi,  r.  att.  =  istupidire  :  diventar 
stupido.  In  mil.  ha  spesso  anche  il  si- 
gnificato transitivo. 

instìipidiss,  V.  rifl.  =  istupidirsi. 

insiì,  prep.  =  sopra,  oltre,  al  di  là,  con- 
trario di  in  gio. 

insiibi,  r.  att.  =  esibire.  Vedi  il  meno 
volgare  esebi. 

insìicaa,  agg.  =  intasato,  infreddato  ; 
malato  di  infreddatura. 

ìnsilcherà,*  r.  att.  =  inzuccherare:  metter 
lo  zucchero  su  o  in  qualche  cosa. 

insìils,*  agg.  =  insulso  :  che  non  ha  sa- 
pore, specialm.  figui*.  di  discorsi,  rac- 
conti e  sim. 

insiilt,  s.  m.  =  insulto:  atto  o  parola  di 
grave  offesa. 

1)  insiilt  àpoplètieh  =  insulto,  colpo 
apopletico,  che  però  non  è  mortale. 

insiiltà,  V.  att.  =  insultare:  fare  insulti, 
offendere  gravemente. 


413  — 


iut 


insupà,  V.  att.  =  inzuppare:  d'una  cosa 
che  si  imbeve  completamente  di  un 
liquido, 

insiipèrbiss,  v.  att.  =  insuperbirsi,  inor- 
gorglirsi  :  salire  in  superbia. 

intàbàcàss,  v.  rifl.  =  intabaccarsi  :  spor- 
carsi di  tabacco. 

ìiitàMràsS;  v.  rifl.  =  inferraiolarsi,  am- 
mantellarsi, impastranarsi  :  ravvolgersi 
nel  ferraiuolo,  mantello,  pastrano. 

iutàcà)  V.  att.  =  intaccare,  attaccare  : 
l'agire  di  una  cosa  sopra  di  un'altra 
in  modo  da  intaccarne  la  superfìcie  ; 
là  lima  là  intàca  el  fèr  =  la  lima  in- 
tacca il  ferro. 

1)  Di  male,  estendersi  fino  a  un 
punto  pericoloso;  là  cancrèna  là  g'hà 
intàcaa  l'osé  =  la  cancrena  gli  ha  intac- 
cato l'osso. 

2)  Di  danai'i,  cominciare  ad  adope- 
rarli -,  l'ha  doviiii  intàcà  ci  capital  = 
ha  dovuto  intaccare   il  capitale, 

3)  intacà  l'onòr  =  i  ntaccare  l' onore  : 
offenderlo  con  maldicenza. 

intàcàdùra)  s.  f.  =  intaccatura  ;  il  segno 

che  resta  dell'  intaccare. 
intàia,  V.  att.  =   intagliare:    scolpire  in 

legno. 

intàiàdòr,  s.  m.  =   intagliatore:  chi  la- 

'-    vora  d'intaglio,  chi  scolpisce  in  legno. 

1)  Scalpello  che  usano  gli  intagliatori. 

intàiàss,  V.  pron.    =    incuocersi.    Vedi 

imbrìigrass. 

1)  Addarsi,  accorgersi,  presumere. 
Vedi  àcòrges. 

2)  Incavallarsi  :  di  cavalli  ohe  si  fe- 
riscono da  so  col  ferro    d'una   zampa. 

iutaj,  s.  m.  =  intaglio:  l'arte,  il  lavoro 
e  l'opera  intagliata. 

intànàss,  v.  rifl.  =  intanarsi  :  ficcarsi 
come  in  una  tana. 

1)  Fig.  :  andare  in  posti  reconditi, 
non  si  sa  dove. 

iatànt  0  iutànta,  a-vv.  =  intanto  :  indica 
un'  operazione    che   accade    contempo- 
ranea a  un'altra  espressa  o  sottintesa. 
1)  intànta  che    =    intanto    che,    nel 
tempo  che. 

intàolà,  V.  att.  =  intavolare;  fig.  di  que- 
stioni, discussioni,  trattative,  introdurre 

>     su  quelle  il  discorso. 

intàrdià,  v.  att.  =  tardare,  indugiare: 
mettere  tempo  in  mezzo.  Usa  nello 
stosso  senso  anche  il  pron.  iutàrdiàss. 

intarsia,  v.  att.   =    intarsiare:    fare  in- 


tarsi, cioè  lavori  con   pezzetti  di  legno 
0  altre  materie  commessi  a  disogni. 

intàrsiàdura,  s.  f.  =  intarsiatura:  l'in- 
tarsiare e  il  lavoro  d'intai-sio. 

iutàselà,  V.  att.  =  tassellare:  mettere 
un  tassello. 

iutàto  e  intàtt,  agg.  =  intatto  :  non  sciu- 
pato, non  offeso,  non  manomesso  ed 
anche  che  non  ha  sofferto  nessun  cam- 
biamento ;  sto  qimder  de  Ràfàèll  el 
glia  el  color  frèsch,  intàto  còme  se  'l 
fiiss  faa  ier  =  questo  quadro  di  Raf- 
faello ha  il  colore  fresco,  intatto  come 
so  fosse  fatto  da  ieri. 

iutsivelaa,  agg.  =  impianellato:  coperta 
di  pianelle  :  di  impiantiti   e  solai. 

intelàrà,  v.  att.  =  intelaiare:  mettere 
sul  telaio. 

intelàràdura,  s.  f.  =  intelaiatura.  T, 
legn.  :  ossatura,  unione  di  diversi  pezzi 
di  legnami, 

iutemeràda,  s.  f.  =  intemerata,  raman- 
zina, sgridata,  lavata  di  capo:  ecces- 
siva e  improvvisa   riprensione. 

iiiteiupèrì,  s.  m.  =  intemperie,  mal 
tempo  ;  temporale. 

iiitéud,  V.  att.  =  intendere,  capire,  com- 
prendere :  chi  mal  inténd  peg  rispònd 
=  chi  male    intende,  peggio    risponde, 

1)  ftla  inténd  =  farla  intendere. 

2)  daéé  d'inténd  =  darsi  ad  inten- 
dere, pensarci,  immaginarsi;  me  doo 
d'inténd  de  fàtt  on  piàsè  =  mi  penso^ 
di  farti  un  favore. 

3)  dà  d'inténd  =  dare  ad  intendere: 
persuadere  di  una  cosa,  ed  anche  far 
credere  una  cosa  per  un'altra;  dà  d'in- 
ténd Udina  per  toma  =  dare  ad  inten- 
dere lucciole  per  lanterne. 

4)  inténdes  =  intendersi,  capirsi,  an- 
dar d'accordo:  di  intesa  tanto  o  quanto 
segreta;  anche  di  inclinazioni  o  gusti 
consimili. 

5)  intendèmes;  intendhnes  ben  =  in- 
tendiamoci ;  intendiamoci  bene  :  sopra 
un  punto  che  ci  piace  venga  rischiarito. 

6)  se  là  inténden  =  sola  intendono: 
vanno  d'accordo,  ci  pensan  loro  a  mot- 
tersi  d'accordo. 

iutèiidesen,  v.  rif.  =  intendersi,  cono- 
scere :  avere  la  capacità  di  dare  uiv 
giudizio,  conoscer  bene   una  cosa. 

inteudéver,  agg.  =  intelligente,  aporto  : 
che  facilmente  comprende. 

inteneri,  v.  att.  =  intenerire,  commuo- 
vere. 


int 


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int 


iuteusióii,  s.  f.  =  intenzione  :  disposi- 
zione dell'animo  e  della  volontà  verso 
qualche  cosa  e  specialmente  di  rag- 
giungerò uno   scopo. 

intènta  agg.  =  intento,  attento:  coll'a- 
nimo  rivolto  a  una  cosa  ;  l'era  intént 
àguàrdàmm  =  era  intento  a  gaardarmi. 

intènta  (sta  sii  1'),  =  star  sull'intesa, 
0  sull'intese:  procurar  d'essere  infor- 
n^ati  su  quanto  si  dice  di  una  cosa  che 
preme. 

intercalar,  s.  m.  =  intercalare  :  parola 
che  uno  ogni  tanto  ripete  discorrendo. 

intercèd  ,  ».  att.  =  intercedere  :  far 
pratiche  per  ottenere  grazie  e  perdono 
per  altii. 

intercesiòn,  s.  f.  =  intercessione,  in- 
tromissione :  azione   dell'intercederò. 

intercetà,  v.  att.  =  intercettare  :  seque- 
strare qualche  cosa;  impedire  che  ar- 
rivi dove  è  mandato. 

ìnterdètt,  agg.  =  interdetto:  di  uno  a 
cui  furon  tolti  i  diiùtti    civili. 

interdi,  v.  att.  =  interdire  :  togliere  ad 
uno  i  diritti  civili. 

1)  Di  una  chiesa  :  proibirla  al  culto. 

interdisiòn,  *  s.  f.  =  interdizione  :  l'in- 
dire, il  togliere  i    diritti    civili  a  uno. 

jnterèsà,  r.  att.  =  interessare  :  essere  di 
utilità,  di  interesse;  *  notisi  de  l'A- 
frica interèéen  tuti  =  le  notizie  d'A- 
frica interessano  tutti. 

1)  Far  partecipe  degli  interessi,  far 
prendere  a  uno  interesse,  amore,  anche 
senza  profìtto  di  chi  si  interessa  ;  el 
t/lià  òna  eonvermsiòn  che  interèsa  = 
ha  un  discorrere  che  interessa, 

2)  interest  in  di  utìl  =  interessare 
negli  utili  :  dare  una  parte  degli  utili 
di  un  capitale  impiegato. 

jnterèsaa,  agg.  =  interessato, 'avido  :  che 
guarda  in  tutto  e  per  tutto  il  suo  in- 
teresse, od  anche  di  azioni  e  cose  fatte 
a  scopo  di  interesse. 

interèsàmènt,  s.  m.  =  premura,  solle- 
citudine :  l'interessarsi  a  una  cosa  o 
persona. 

interèsànt,  *  ngg.  =  interessante:  che 
interessa.  Vedi  interesa -1). 

1)  vèsà  in  stato  Ì7itèrèsdnt  =  essere 
incinta  :  di  donna  gestante. 

interesénsa,  *  s.  f.  =  interessenza:  la 
parte  di  utile  che    spetta    a   qualcuno. 

jnterèsà,  s.  m.  =  interesse,  affare,  ne- 
gozio. 


1)  Utile  che   si    ricava   dai    danari 
prostati. 

interinai,  agg.  =  interinale,  temporaneo, 
provvisorio. 

Inter  in  alniént,  am\  =  interinalmente, 
temporaneamente ,  provvisoriamente  : 
per  adesso. 

interior,  s.  pi.  =  le  interiora,  le  viscere. 
Di  animali  e  specialmente  polli. 

interlinea,  v.  att.  =  iaterlineare.  T.  ti- 
Ijograftco  :  porro  le  interlinee  fra  le  ri- 
ghe, 0  nel  comporro,  o  dopo  composto. 

interlìnea,  detto  da  alcuni  anche  inter- 
linia,  s.  m.  =  interlinea.  T.  tipogr  : 
lamina  di  piombo  o  altro  di  varie  lun- 
ghezze e  grossezze, 

intermèss,  s.  m.  =  intermezzo:  breve 
composiziono  letteraria  o  musicale  da 
eseguirsi  tra  un  atto  e  l'altro  di  una 
azione  drammatica. 

interniitènt,  agg.  =  intermittente  ;  d'a- 
ziono continua  che  di  tanto  in  tanto  è 
intoiTotta,  e  specialm.  di  polso,  di 
febbre. 

intèrno,    agg.    =    interno,    interiore:  di 
quanto  si  trova  dentro. 
1)  s.  m.  La   parto  interna. 

intèrnàss,  v.  rifl.  =  internarsi,  adden- 
trarsi ,  approfondire  :  penetrar  molto 
addentro. 

interogà,  v.  att.  =  interrogare,    doman-      i 
dare  a  qualcuno  spiegazioni  o  notizie.      ' 

1)  All'esame,  far  domande  per  giu- 
dicare del  sapere, 

intero^«àtori,  s.  m.  esame,  interrogatorio      ; 
Vedi  esànim  4).  j 

intèrpret,  s.  m.  =  interpreto.  Vedi  in-      ! 
tèrpeter. 

interpretàsión,*  s.  f.  =  interpretaziono, 
r  interpretare. 

interòmp,  v.  att.  =  interrompere:  ces- 
sare 0  far  cessare  per  poco  o  por  molto 
un'operazione  avviata,  un  discorso. 

1)  Di  chi  obbliga  a  interrompere  chi 
legge  0  parla. 

interompiiii  o  interòtt,  agg.  =  inter- 
rotto :  part.  pass,  di  interrompere. 

interpelà,  v.  att.  =  interpellare:  do- 
mandare a  qiialcuno   la   sua  opinione. 

iirterpelansa,  *  s.  f.  =  interpellanza: 
l'atto  per  cui  nello  discussioni  civili  si 
formulano  da  una  parte  i  fatti  e  le 
accuse  e  si  chiede  risposta  punto  per 
punto. 

intèrpeter,  s.  m.  =  interpreto,  drago- 
manno :  chi  interpetra.  Da  noi  è  spe- 


int 


—  415  — 


int 


cialmente  chi  negli  alberghi  parla  di- 
verse lingue  e  intende  e  si  fa  inten- 
dere dai  forestieri. 

interpolàtainént,  aw.  =  interpolata- 
monte  ;  a  intei' valli. 

interqiierì,  'v.  att.  =  Vedi  intreqtterì. 

intersà,  v.  att.  =  incavallaro  :  di  calze 
noUe  quali  si  inca vallano  le  maglie. 

1)  Terzare.  T.  d'agricolt.  :  arare  la 
terza  volta  nell'anno. 

intervàll,  s.  m.  =  intervallo  :  spazio  fra 
due  termini  di    luogo  o  di  tempo. 

iiités,  agg.  =  inteso  ;  shnm  intès  =  sia- 
mo intesi,  siamo  d'accordo:  l'usiamo 
come  minaccia,  quando  l'accordo  non 
è  reciprocamente  spontaneo. 

1)  dàieu  ndnea  per  intés  =  non 
darsi  per  inteso  :  non  far  segno  alcuno 
d'aver  veduto  o  udito  una  cosa,  né 
che  essa  ci  importi  o  poco  o  punto. 

intesta;  V.  att.  =  attestare,  intestare.  T. 
dei  falegn.  e  dei  murat.  :  avvicinare  le 
testate  su  un  muro  o  altro,  dove  de- 
vono posare. 

1)  Intitolare:  porro  il  titolo  a  iin 
libro. 

2)  Scrivere  ia  un  libro  a  conto  di 
qualchcduno,  in  testa  di  uno. 

intestjiss,  v.  jn-on.  =  intestarsi,  incoc- 
cirsi,  incaponirsi,  incaparsi  :  ostinarsi 
in  una  cosa.  ^ 

intèstàsiòn,  s.  f.  =  intestazione ,  in- 
titolatura :  l'intestare  a  libro. 

intestìu,  s.  m.  =  intestino  :  canale  de- 
gli alimenti  digeriti.  Vedi  bìiseca. 

intevedì,  v.  att.  =  intiepidire,  attiepidire 
render  tiepido  :  lo  diciamo  tanto  dello 
scaldare  un  po'  ciò  che  è  freddo,  quanto 
del  raffreddare  ciò  che  è  caldo. 

ìntim,*  agg.  =  intimo,  intrinseco  :  di 
due  0  i>iCi  pers.  che  vivono  nella  più 
grande  intrinsechezza. 

1)  rìta  intima  =  vita  intima,  vita 
interiore  ;  degli  affetti  più  riposti. 

2)  in  del  so  intim  =  nell'intimo  suo  ; 
dentro  di  sé. 

intima,  v.  att.  =  intimare:  ordinare 
in  modo  assoluto  e  con  autorità,. 

intirisii,  part.  =  intirizzito.  Vedi  in- 
ràng'hii. 

intiuiàniéut,  avv.  =  intiniamente  ;  pro- 
fondamente, neir  intimo. 

intimàsiòn,  s.  f.  =  intimazione  ;  1'  in- 
timare. 


intisà,  V.  att.  =  aizzare,  istigare.  Vedi 
insigà. 

iutisegrltiss,  v.  rifl.  =  intisichire,  immi- 
serire :  diventar  tisico,  consunto. 

intitola;  V.  att.  =  intitolare  :  dare  un 
titolo,  specialm.  a  libri,  a  capitoli  di 
libri,  e  sim. 

intoleràbil,*  agg.  =  intollerabile  ;  che 
non  si  può  tollerare  :  di  mali,  fastidi 
troppo  gravi. 

intona,  v.  att.  =  intonare:  mettere  a 
tono  istrumenti  musicali. 

1)  Dare  il  tono  a  un  suono,  a  un 
canto:  han  intonaa  Vino  de  Oàribtildi 
=  hanno   intonato    l'inno  di  Garibaldi. 

intonàsiòu,  s,  f.  =  intonazione:  l'essere 
bene  intonati,  o  le  prime  note  che 
danno  il  tono. 

1)  Fig.  :  il  modo  di  cominciare  un 
discorso. 

intontì,  «7.  att.  =  acciacchire  :  sbalordire 
straordinariamente. 

1)  restcL  intontii  =  acciucchire,  in- 
trans. 

intontidura,  s. ./.  =  accapacciatura  :  stato 
di  chi  è  accapacciato. 

intontii,  agg.  =  accapacciato  :  di  chi  per 
troppa  applicazione  o  per  infreddatura 
0  per  altra  cagione  provi  un  senso  di 
gravezza  alla  testa. 

intorbida,  v.  att.  =  intorbidare,  intor- 
bare ;  far  diventare  torbo. 

1)  intorbida  l'aria  =  intorbar  1'  ac- 
qua; fig.:  metter  discordie  e  guai. 

2)  intoì-bidàss  =  intorbarsi  :  di  li- 
quidi che  si  fan   torbidi. 

intormentii,  agg.  =  assiderato  :  di  ani- 
mali in  cui  restino  sospesi  tutti  gli 
atti  della  vita  per  effetto  del  freddo  o 
d'altra  simile  cagione. 

intòrna,  prcp.  =  intorno,  attorno  :  di 
cose  che  circondano.  Vedi  àtòrna. 

1)  stàgh  intorna  à  vun  =  star  sempre 
allato  a  uno. 

2)  intorna  à...  =  attorno  a...;  indi- 
cando una  cosa  che  sia  nel  mezzo  o 
stia  ferma  ;  vèss  intorna  al  fceugh  = 
stare  attorno  al  fuoco  ;  là  tèra  là  gira 
intòrna  ài  so  =  la  terra  gira  attorno 
al  sole. 

3)  tra  intòrna  là  z^os  =  divulgare, 
far  sapere  dovunque. 

intoruidòr,  s.  ni.  =  tornitore,    tomaio: 

l'operaio  che  lavora  al  tornio. 
intornidura,  s.  f.  =   trucioli  :    le   falde 


iiit 


—  416 


iiit 


che  si  traggono  dal  legno  che  si  lavora 
al  tornio. 

intórno,  *  prep.  =  intorno.  Vedi  in- 
tórna. 

intòrt,  s.  m.  =  torto,  sopruso,  inganno, 
cavalletta  :  azione  ingiusta  a  danno  di 
qualcuno. 

jntortià,  v.  alt.  =  attorcere,  attorciliare, 
aggrovigliare,  torcere  molto  :  di  corpi 
molto  lunghi  facendone  girare  in  senso 
opposto  i  due  capi,  o  avvolgendoli  piii 
volte  sopra  sé  stessi. 

1)  Accavigliare  :  avvolgere  filo  sulla 
caviglia,  0  anche  una  fune  con  più 
nodi  intorno  a  qualche  fascio  o  carico 
da  trasportare. 

ìntortiadura,  s.  f.  =  grovigliola  :  ritor- 
cimento sopra  sé  stesso  del  filo  troppo 
torto. 

intortiàss,  v.  pron.  =  attorcigliarsi  :  di 
cosa  che  si  ripieghi  sopra  stessa  e 
rigiri  por  ogni  verso,  come  filo  torto 
più  del  dovere,  o  si  avvolga  a  un'altra 
cosa  stringendola  forte. 

intra;  prep.  =  fra,  tra  :  hoo  ditt  intra 
de  mi  =  dissi  fra  me;  vèss  intrt  l'in- 
cÈgiìi  e  'l  mài-tèli  =  essere  tra  l'incu- 
dine e  il  martello. 

intràclien,  s.  m.  =  camorro  :  cosa  che 
va  male  perchè  guasta;  sta  liicèrna 
l'è  on  intràchen  =  questa  lucerna  è  un 
camorro. 

intralcia,  v.  att.  =  intralciare,  impe- 
dire, inceppare  :  di  cosa  che  si  infram- 
mette e  impedisce  l'ordine  regolare. 

intrauiesà,  ■v.  att.  =  intramezzare,  tra- 
mezzare: mettere  un  tramezzo  per  di- 
videre una  stanza. 

intrànsigrént,  *  agg.  =  intransigente  : 
chi  non  transige  nelle  opinioni  politi- 
che e  religiose. 

intrànsitìv,*  agg.  =  intransitivo.  T.  gram- 
maticale :  di  verbi  che  non  hanno  il 
complemento  diretto. 

intràprendènt,  agg.  =  intraprendente  : 
che  si  dà  operosamente  e  con  coraggio 
a  imprese  lucrose. 

1)  Anche  chi  è  molto  ardito  nel  far 
la  corte  alle  signore. 

intràtàbil,  *  agg,  =  intrattabile  ;  di  chi 
per  il  carattere  bisbetico ,  difficile,  non 
si  può  trattare. 

intràtànta,  ave.  =  frattanto,  intanto. 
Vedi  intànt. 

intrècc,  s.  m.  =  intreccio,  argomento  : 
breve  sunto  delle  cose  trattato. 


1)  L'orditura,  la  tela  di  un  racconto, 
romanzo  e   sim. 

intrecìa,  *  v.  att.  =  intrecciare:  avvol- 
gere a  uso  treccia. 

intrègrli,  agg.  =  intiero,  intero  :  d'un 
tutto  a  cui  non  manca  nulla. 

l)  Impacciato,  pigro,  lento:  di  chi 
non  è  destro  nel  moversi  o  nel  cavarsi 
d'impaccio. 

intrépìd,  *  agg.  =  intrepido,  impavido, 
coraggioso. 

intrequeri,  v.  att.  =  inchiedere,  inda- 
gare :  fare  una  inchiesta. 

ìntrèsà,  v.  att.  =  intrecciare.  Vedi  in- 
trècià. 

intrig'à,  V.  att.  =  brigare,  brogliare  : 
metter  brighe,  imbrogli;  raggiungere 
per  ottener  qualcosa. 

intrig'àa,  agg.  =  dappoco,  imbrogliato  : 
di  chi  non  sa  divergersi  dalle  difficoltà. 

ìntrigànt,  s.  m.  =  intrigante,  inframet- 
tente:  chi  fa  intrighi,  che  s'intriga  per 
fare  o  mettere  scandali  o  screzi  nelle 
faccende  altrui, 

1)  Impaccioso  :  che  si  prende  brighe 
che  non  gli  spettano. 

intrigràss,  v.  rifl.  =  immischiarsi,  intri- 
garsi, impicciarsi  :  intromettersi  nelle 
faccende  altrui. 

intrig-àtóri,  s.  m.  =  impiccione,  dap- 
poco :  uomo  che  non  si  sa  levar  dagli 
impacci. 

iutrìg-h,  s.  m.  =  intrigo:  mezzo  non  re- 
golare, non  leale  di  conseguire  una 
cosa. 

intrìnsecli,  s.  m.  =  intrinseco:  d'oggetti 
di  valore,  il  valore  della  materia  sem- 
plicemente. 

intristì,  V.  att.  =  intristire,  attristirsi  : 
divenir  triste,  perdere  il  buon  umore. 
Se  la  tristezza  è  più  intensa  si  dice  : 
attristarsi. 

introdu,  v.  att.  =  introdurre:  fare  en- 
trare cose  0  pers.  in  un  luogo. 

1)  Di  novità,  costumanze,  introdurlo 
nell'uso, 

introdiisión,  s.  f.  =  introduzione.  T. 
mus.  pezzo  che  precede  uno  o  più  com- 
ponimenti. 

introit,  s.  m.  =  entrata,  reddito,  incasso  : 
quel  che  si  prende  in  danaro  per  una 
vendita,  per  un  affitto,  e  sim. 

introita*  v.  att.  =  incassare:  prender 
danaro. 

intrométes,  v.  rifl.  =  intromettersi,  in- 
frammettersi ;  mettersi  in  mezzo.' 


ìllt 


417  - 


HIV 


intrus,  agg.  =  intruso  :  di  pers.  che  si 
introduce  arbiti'ariamente  in  un  luogo. 

intuii,*  s.  m.  =  intuito  ;  prontezza  di 
percezione. 

inumedi  e  inumidì,  *  -v.  ati.  =  inumi- 
dire, umettare  :  fare  umido. 

inutil,  *  agg.  =  inutile  :  clic  non  è  utile, 
che  è  buono  a  nulla, 
i)  Che  si  è   reso    inservibile,  o  che 
non  produce  effetto. 

invàlid,  *  agg.  =  invalido,  malezzato  : 
di  pers.  che  non  ha  forza,  specialm. 
por  malattia  o  per  vecchiezza. 

invàriàbil,  *  agg.  =  invariabile,  immu- 
tabile, costante  :  non  soggetto  a  variare. 

invàriàbiliiièut,  *  avv.  =  invariabil- 
mente, costantemente  :  sempre,  e  sem- 
pre allo  stesso  modo. 

invàsela,  v.  att.  =  imbottare  :  mettere  un 
liquido  nella  botte. 

invàsiòn,  s.  f.  =  invasione:  l'atto  e 
l'effetto  dell'invadere,  specialmente  di 
folla  che  entra  precipitosa  in  un  luogo, 
0  di  cose  che  abbondino  straordinaria- 
mente; l'ami  pàsaa  gli' è  staa  oìi' invà- 
siòn de  scirés  =  l'anno  scorso  ci  fu 
\in' invasione  di  ciriege. 

invéce,  co)i,g.  =  invece,  in  cambio,  in 
luogo.  Anche:   al  contrario. 

invedriàda,  s.  f.  =  vetriata,  invetriata  : 
qualunque  chiusiu'a  fatta  con  diversi 
vetri.  y 

invedriee,  s.  m.  =  vetraio  :  venditore  di 
oggetti  di  vetro  e  specialm.  di  lastre 
per  le  finestre. 

inveg'ì,  V.  att.  =  invecchiare  :  diventar 
vecchio. 

1)  Trans.  Far  parere  o  diventar  vec- 
chio :  là  barba  là  te  invegiss  =  la  barba 
ti  invecchia;  i  dispiasè  inveglseu  =  i 
dolori  invecchiano. 

invelenì,  v.  att.  =  Fig.  :  invelenire,  ina- 
sprire: irritare  o  fare  irritare  veleno- 
samente. 

invelòpi),  s.  m.  =  busta.  Vedi  anvelopp. 

invensiòn,  s.  f.  =  invenzione  :  l'inven- 
tare e  la  cosa  inventata;  el  cinematografo 
Ve  mia  bela  invensiòn  =  il  cinemato- 
grafo è  una  bella  invenzione. 

1)  Cose  inventate  a  danno,  per  ca- 
lunnia e  sim.  :  crhlegh  nàgòtt,  hin 
tuli  invensiòn  so  de  Hi  =  non  gli  cre- 
dere :  son  tutte   sue  invenzioni. 

inventa,  v.  att.  =  inventare  :  trovai-e  di 
suo  capo  cosa  nuova;  el  Vòlta  l'ha 
inventaa  là  pila  =  Volta  inventò  la  pila. 

27 


1)  Comporre,  mettere  assieme,  com- 
binare :  lil  l'inventa  séniper  quèj  còsti 
per  legni  àléghcr  =  esso  inventa  sem- 
pre qualche  cosa  per   tenere  allegri. 

2)  Uhà  poeu  minga  inventaa  el  fiiìnm 
de  ras  =  non  ha  inventato  la  polvere: 
di  pers.  di  non  molto  ingegno  e  anche 
di  scoperte  non  utili  e  non  difficili. 

3)  Di  fandonie,  frottole,  calunnie  : 
inventa  sii  doma  di  bàli  =  inventar 
fandonie  a  tutto  spiano. 

inventàri,  s.  Wlj'=' inventario  :  registro 
di  masserizie  0  ^d'altro. 

1)  àcetà  Verèditaa  col  benefìsi  de 
Vinventdri.  Vedi  àcetà  B). 

inventaria,  v.  att.  =  inventariare:  faro 
inventario.  Usa  più  comunem.  :  fa 
l'inventàri. 

inventòr,  s.  m.  =  inventore,  scopritore  : 
chi  inventa,  scopre  di  suo  capo  qualche 
cosa  di  nuovo. 

inverna,  s.  m.  =  inverno.  Vedi  inverno.  * 

invèrnàda,  s.  f.  =  invernata  :  durata  o 
stagione  dell'inverno. 

invèrnéngrh,  agg.  =  vorncroccio,  vernino: 
che  suol  venire    in   tempo    d'inverno. 

inverni  jliént,  agg.  =  infuocato,  acceso, 
infiammato  :  ma  di  un  calore  irritante 
che  dù  gran  prurito  alla  pelle. 

invernìn  (de  san  Giòrgr).  Noi  chiamiamo 
così  i  giorni  intorno  al  24  di  aprile  i 
quali  por  solito  son  freddi  e  piovosi  o 
sembrano  un  ritorno  all'inverno. 

invernisà,  v.  att.  =  verniciare,  inverni- 
ciare :  dar  la  vernice. 

invernisadòr,  s.  m.  =  in  verniciatore 
verniciatore:  chi  fa  il  mestiere  dell'in- 
verniciare. Diciamo  anche  molto  in- 
vernisoetìr. 

inverno,  *  s.  m.  =  inverno,  verno  :  la 
stagione  fredda  che  va  dal  21  dicembre 
al  21  marzo.  Ora  usa  assai  più  larga- 
mente che  inverna. 

1)  pàgn,  coèrt  d'inverno  =  panni, 
coperte  da  inverno. 

2)  bòa  per  V inverno  =  vernereccio, 
buono  pel  verno. 

i)  per,  briign,  pòmm  d'inverno  = 
pere,  prugne,  mele  vernine,  da  inverno  : 
che  si  mangiano  d'inverno. 

4)  pàsà  V inverno  in  d'on  sif  =  svei- 
nare  :  passare  il  verno. 

5)  chi  fàbrica  d'inverno,  fàbrica  in 
etèrno.  Vedi  etèrno  5), 

inverà,  agg.  =  buzzo,  torbido,  paturnioso: 


—  418 


di  chi  sta   serio,    perchè  è    di    cattivo 
umore  o  si  sente  male. 

1)  leva  sic  int'èrs  =  alzarsi  dal  letto 
colle  lune  a  rovescio. 
invèrsa,  v.  att.  =  arrovesciare,  rovesciare: 
voltare  sottosopra,  metter  fuori  la  faccia 
che  era  dentro:  invèrsa  i  niànich  = 
arrovesciare  le  maniche. 

1)  Indisporre,  mettere  di  malumore. 

2)  invèrààéé,  v.  rif.  =  sonare  a  mat- 
tana. 

iiiversàsc,  s.  m.  =  buzzonaccio  :  dispreg. 
di  buzzo.  Vedi  invèrs. 

iiiTersón,  s.  m.  =  buzzone:  accresc.  di 
buzzo.  Vedi  invérs. 

iiivèscà,  «'.  att.  =  invischiare,  impaniare, 
invescare:  imbrattar  di  pania  o  vischio. 
1)  Prendere  al  vischio. 

investi,  V.  att.  =  investire:  di  danari 
impiegarli  in  terre  o  in  altri  valori 
fruttiferi. 

1)  Affrontare,  assalire:  urtare  con 
violenza. 

iiiTestìss,  V.  rif..  =  investirsi  :  compor- 
tarsi in  modo  da  mostrare  di  sapere  e 
conoscere  la  parte,  il  gi"ado  che  uno  ha  : 
bisógna  inveètiss  dèla  mìa.  posisiòn  = 
bisogna  investirsi  del  mio  stato. 

investitura,  s.  f.  =  investitui'a  :  contratto 
d'affìtto. 

invia,  ^'.  att.  =  avviare,  incamminare  : 
preparare  e  cominciare  in  modo  da  po- 
ter continuare  così  fino  all'ultimo. 

1)  inviti  Òn  negòsi  =  ravviare  un 
negozio. 

2)  inviti  ona  candéla,  on  vàsèll  de 
mii  =  avviare  una  caadela,  una  botte 
di  vino  ;  doUa  prima  volta  che  si  ac- 
cende, del  primo  vino  che  se  ne  cava. 
Della  candela  dicesi  anche  :  appicciare. 

3)  invia  el  faugh  =  avviare  il  fuoco: 
accender  le  legna  in  modo  che  segui- 
tino a  bruciare  da  sé  finché  siano  con- 
sumate. 

inriàda  (ài'),  =  diviato,  diviatamente, 
prontamente. 

inviàmènt,  s.  m.  =  avviamento:  l'av- 
viarsi, il  cominciare. 

1)  Abitudine  :  Vhà  eiapaa  on  bèli 
inviàmént  =  ha  preso  una  bella  abitu- 
dine :  ironie. 

2)  Di  negozio  :  la  clientela,  il  modo 
come  rende. 

ìnriàss,  v.  rif.  =  avviarsi,  inviarsi  : 
mettersi  in  via,  prender  l'aire. 


1)  Abbrivare:  della  barca  che  comincia 
a  muoversi. 
invid,  s.  m.  =  invito  :  preghiera  fatta  a 
voce  0  in  iscritto  a  pers.  perchè  venga 
da  noi,  e  anche  il  biglietto  scritto  o 
stampato  che  serve  d'invito. 

1)  Invito.  T.  di  giuoco:  la  chiamata 
a  una  carta,  a  un  seme. 
invida,  V.  att.  =  invitare  :    fare   invito. 

1)  invida  à  dienti  =  convitare. 

2)  T.  di  gioco  :  accennare  ;  chiamare 
a  una  carta,  a  un  seme. 

3)  Attirare,  indm-re  allettando  :  sto 
bèli  tenip  el  me  invida  à  andà  in  cam- 
pagna =  questo  bel  tempo  mi  invita 
alla  campagna. 

invida,  v.  att.    =    invitare:    mettere  in 

una  vite,  stringere    in,  con   una   vite. 

1)  vèsà    invidaa    =    essere   invitato, 

stretto  con  una  vite.  Usa  più  largam.: 

vèés  sii  à  vìd. 

invidia,  s.  f.  =  invidia:  rincrescimento 
di  chi^vede  mal  volentieri  il  bene  al- 
trui. E  uno  dei  sette  peccati  mortali. 
1)  V invìdia  l'è  mài  morta  =  se  l'in- 
vidia fosse  febbre,  tutto  il  mondo  n'a- 
verebbe  :  cioè  1'  invidia  è  sentimento 
comune. 

invidiàbil,  *  agg.  invidiabile  :  che  desta 
invidia. 

invidiòs,  agg.  =  invidioso:  che  sente 
invidia,  che  è  roso  dall'invidia. 

inviolàbil,  *  agg.  =  inviolabile:  che  non 
si  può  toccare,  violare. 

inviperiss,  *  v.  rif.  =  inviperire:  ar- 
rabbiarsi, infuriare  come   una   vipera. 

invis'cià.  Vedi.  Invesca. 

invisià,  V.  att.  =  inviziare  :  lasciar  pren- 
dere un  vizio,  dei  vizi,  specialm.  a 
bambini  capricciosi. 

invisìbil,  *  agg.  =  invisibile:  che  non 
può  esser  veduto. 

invoca,  *  V.  att.  =  invocare  :  chiamare 
in  aiuto  pregando  :  l'invocava  tùti  i 
èant  e  là  Màdona  =  invocava  tutti  i 
santi  e  la  Madonna. 

invocàsiòn,  *  s.  f.  =  invocazione  :  pre- 
ghiera a  Dio,  alla  Madonna,    ai    santi  è 
per  ottenere  il  loro  aiuto. 

invodàss,  v.  rif.  =  affidarsi  completa- 
mente ad  uno,  cui  si  prega  di  aiutarci  : 
mi  me  invodi  à  Hi;  che  '/  me  iUta  = 
io  mi  affido  a  lei;  m'aiuti. 

1)  Votarsi,  dedicarsi  :  obbligarsi  con 
voto. 

2)  qitand  el  diàol  ne  pò  jm  el  s'in- 


419 


irò 


vòda  ài  bòli  Gesù.  =  il  diavolo  si  vuol 
far  capuccino,  quando  la  carne  diventa 
frusta,  anche  l'anima  s'aggiusta.  Vedi   { 
diàol  14).  Gesù  3).  I 

iiiyoltià,  'V.  att.  =  involgere,  involtare  ; 
metter  dentro  carta,  panno  o  sim.  ri- 
piegato più  volte. 

iuvoltiàda,  s.  f.  =  involtura,  viluppo, 
raggiro. 

iddio,  *  s.  m.  =  serve  come  medicinale. 

ipecacuana,  s.  f.  =  ipecacuana  :  radice 
medicinale  di  un  albero  del  Brasilo. 

ipnotisà,  *  V.  att.  =  ipnotizzare  :  indurre 
nei  soggetti  l'ipnotismo.  T.  med. 

ipiiotisàdòr,  *  s.  ni.  =  ipnotista  :  chi 
ipnotizza. 

ipiiotisiiio,  *  s.  m.  =  ipnotismo:  son- 
nambulismo artificiale,  prodotto  col  fis- 
sare oggetti  luminosi,  o    sim.  T.  med. 

ipocondria,  *  s,  f.  =  ipocondria  :  specie 
di  malattia  che  rende  assai  malinconici. 

ipocrisia,  *  s.  f.  =  ipocrisia,  impostura: 
finzione  e  affettazione  di  sentimenti  che 
uno  non  ha  per  ottener  grazia  o  favori. 

ipocrita,  *  agf;.  =  ipocrita,  impostore  : 
chi  opera  con  ipocrisia. 

ipodròmm,  *  s.  m.  =  ippòdromo  :  anfi- 
teatro destinato  agli  spettacoli  equestri. 

ipotéca,  *  s.  f.  =  ipoteca.  Vedi  impo- 
téca. 

ipoteca,  *  v.  att.  =  ipotecar^.  Vedi  im- 
potecà. 

ipòtesi,  *  s.  f.  =  ipotesi,  supposizione 
della  possibilità  d'una  cosa.  È  ancora 
del  dialetto  colto,  ma  usa  ogni  giorno 
di  più. 

1)  per  ipotesi  =  per  ipotesi,  per  mo- 
do di  dire,  supponiamo. 

ira,  s.  f.  =  ira:  uno  dei  setto  peccati 
capitali. 

1)  Odio:  t'ègh  tra  con  vUn  =  aver 
odio  a  qualcuno. 

2)  éàltà  àdree  coni  ira  =  inveire. 

3)  di  àdree  l'ira  di  Dìo  =  dire  ira 
di  Dio  di  una  persona  :  parlarne  male, 
dirne  corna,  dirne  plagas. 

4)  l'è  Vira  di  Dìo  =  è  un'ira  di  Dio: 
di  persona  cattiva. 

5)  fa  ira  =  fare  ira:  di  cose  o  per- 
sone che  suscitan  la  bile,  l'ira. 

iràgionèvol ,  agg.  =  irragionevole  ,  di 
persona  che  non  usa  bene  della  ragione. 
1)  on  prèsi,  on  pàti,  dna  pretèsa 
iràgiomvol  =  un  prezzo,  un  patto,  una 
pretesa  irragionevole;  non  ragionevole, 
non  giusta. 


iràscìbil,  *  agg.  =  irascibile,  iracondo  ; 
che  s'arrabbia  facilmente. 

iregolàr,  *  agg.  =  irregolare,  anormale  ; 
contrario  di  regolare,  di  normale. 

1)  A  sbalzi,  a  capricci  ;  vègh  el  pois 
molto  iregolàr  =  avere  il  polso  molto 
irregolare  ;  che  batto  a  sl)alzi. 

iregolàritaa,*  s.  f.  =  irregolarità,  anor- 
malità. 

1)  Mancanza  a  una  prescrizione  di 
legge,  di  regolamento. 

iremoTÌbil,*  agg.  =  irremovibile,  di 
persona  che  non  cambia  proposito, 

irepàràbil,*  agg.  =  irreparabile  :  che 
non  si  può  riparare,  rimediare. 

irequiètt,  agg.  =  irrequieto,  inquieto  ; 
che  non  può  mai  star  formo  e  reca  di- 
sagio, molestia. 

iresistìbil,*  agg.  =  irresistibile  ;  a  cui 
non  si  può  resistere. 

iresponsàbil,  *  agg.  irresponsabile  :  che 
non  ha  la  responsabilità  delle  proprie 
azioni. 

ìreiis,  5.  m.  =  ireos,  giaggiolo,  iride  ; 
iris  fiorentina  =  pianta  perenne,  la 
cui  radice  seccata  che  sia,  manda  un 
odore  gratissimo  e  si  tiene  perciò  fra 
la  biancheria. 

irevocàbil,*  agg.  =  irrevocabile  :  non 
revocabile,  cosa  che  non  si  può  far  che 
non  sia. 

iricoiioscibil,*  agg.  =  irriconoscibile; 
che  non  si  può  riconoscere,  specialm. 
perchè  di  molto  mutato. 

irigà,  V.  att.  =  irrigare  :  mandare  ai  ter- 
reni l'acqua  per  la  relativa   cultura. 

irigàsión,  s.  f.  =  irrigazione  :  l'irrigare  ; 
el  paga  dna  bela  srima  per  l'irigàéion 
di  éò  fóndi  =  paga  una  bella  somma 
per  r  irrigazione  dei  suoi  poderi. 

irìgratóri,  agg.  =  irrigabile,  adacquabile  ; 
facile  a  irrigare  ;  l'è  on  fonia  irigà- 
tdri  =  è  un  podere  irrigabile. 

irità,  V.  att.  =  irritare  ;  far  crucciare, 
sdegnare,  inquietare. 

1)  T.  med.  iritare,  esacerbare  ;  ina- 
cerbire il  male. 

iritànt,  agg.  =  irritante  ;  che  irrita. 

iritàsiòu,  s.  f.  =  irritazione  :  provoca- 
mento  a  sdegno. 

1)  Stimolo  :  azione  che  irrita  e  pro- 
duce calore  e  prudore. 

ironia,  s.  f.  =  ironia  :  senso  contrario  a 

quello  che  suonano  le  parole. 
ironich,  agg.  =  ironico  :  con  ironia. 


isa 


—  420  - 


ist 


Isàccli)  s.  m.  =  Isacco  :  nome  proprio 
d'uomo. 

1)  fa  còme  el  dotòr  Isàceh  che  el 
stràsciàva  i  camìs  per  giusta  i  sàcch  = 
far  cattivi  guadagni,  e  specialm.  ri- 
mediar male  se  gli  affari  procedono 
non  bene. 

iscrisión,  s.  f.  =  iscrizione,  epitaffio  : 
iscrizione  sepolcrale.  Vedi  inscrisìòii. 

iscriv,  V.  att.  =  iscrivere.  Vedi  iuscriv. 

ismo,  *  s.  m.  =  istmo  :  tratto  di  paese 
che  unisce  duo  continenti  e  separa  due 
mari. 

isola,  s.  f.  =  isola:  terra  circondata  da 
ogni  parte  dall'acqua. 

1)  Isola,  coppo  di  case  :  aggregato  di 
molte  case  attigue  le  une  alle  altre  e 
formanti  un  gruppo  compatto. 

isola,  *  V.  att.  =  isolare:  separare  una 
cosa  0  pers.  da  quelle  che  la  circondano. 

isolaa,  s.  m.  =  isolato,  isola,  ceppo  di 
case.  Vedi  ìsola  1). 

isolamént,  *  s.  ni.  =  isolamento  :  di 
persona  che  non  ha  amici,  né  appoggi 
ed  è  lasciato  solo. 

ispesiòu,  s.  f.  =  ispezione  :  l'esaminare 
con  autorità  o  con    missione   speciale. 

ispesiouà,  V.  att.  =  ispezionarle  :  fare 
un'ispezione. 

ispetor,  s.  m.  =  ispettore  :  sorvegliante 
capo  di  qualche  pubblico  servizio. 

1)  Chi  è  incaricato  di  fare  una  ispe- 
zione. 

ìspid,  *  agg.  =  ispido  :  dei  peli  del  capo, 
della  barba,  irto,  duro. 

ispira,  V.  att.  =  ispirare.  Vedi  inspira. 

ispiràsidii,  s.  f.  =  ispirazione.  Vedi  in- 
spiràsiou. 

istàntàiii,  agg.  =  istantaneo  :  che  dura, 
avviene  in  un  momento.  Al  femm. 
istantànea. 

istànsa,*  s.  f.  =  istanza  :  la  domanda 
scritta  colla  quale  uno  si  rivolge  a 
un'autorità  pubblica  chiedendo  qualcosa. 
I  costumi  civili  alquanto  migliorati 
hanno  allargato  l'uso  di  questa  parola, 
debellando  il  non  dignitoso,  suplica  = 
supplica. 

istéricli,  agg.  =  isterico  :  cagionato  da 
isterismo.  T.  med. 

1)  (Idna,  tosa  isterica  =  donna,  ra- 
gazza isterica  ;  che  soffre  d' isterismo. 

i  stèsa,  pron.  =  stesso,  medesimo,  eguale, 
uguale. 

1)  Avv,  :  ugualmente,  parimenti  ;  el 
ptLrla  iétesé  =  paria  ugualmente. 


2)  l'è  iétess  =  è  la  stessa,  tanto  fa, 
non  c'è  differenza. 

ìstìnt,  s.  m.  =  istinto  :  impulso  natu- 
rale a  far  le  cose  senza  che  vi  con- 
corra la  riflessione. 

1)  Indole,  carattere,  natui'a. 

istìtiii,*  V.  att.  =  istituire  :  dar  fonda- 
mento a  una  cosa  d'  ordine  morale  e 
sociale. 

istitUsién,  s.  f.  =  istituzione  :  ciò  che 
è  istituito  regolarmente  a  conseguire 
un  fine  di  interesse  pubblico  ;  *  ciisinn 
economich  e  là  Càmera  del  lavoro  hin 
dò  gran  bèj  istitiisìón  =  le  cucine  eco- 
nomiche e  la  Camera  del  lavoro  sono 
pur  due  belle  istituzioni. 

istitutòr,  s.  m.  ^  istitutore,  istitore  :  chi 
dirige  l'educazione  di  uno  o  più  gio- 
vani in  famiglia  o  in  collegio. 

1)  Anche  chi,  senza  esserne  il  pro- 
prietario, dirige  una  farmacia. 

istìtutt,  s.  m.  =  istituto:  l'istituzione 
nel  fatto,  e  anche  il  palazzo  dove  ri- 
siede ;  ma  quasi  sempre  nel  senso  sco- 
lastico. 

istruì,  V.  att.  =  istruire,  insegnare,  am- 
maestrare. Vedi  inse!j:nà. 

istriiii,  agg.  =  istruito,  dotto  :  di  per- 
sona che  ha  molta  istruzione,  dottrina. 

istriimènt,  s.  m.  =  istrumento,  stru- 
mento. Anche  :  istromento  ;  arnese  da 
lavoro  che  non  sia  macchina. 

1)  Atto  pubblico  redatto    da   notaio. 

2)  là  eoa  paròla  l'è  on  istriimènt  = 
la  sua  parola  è  un  istrumento,  un  con- 
tratto :  ci  si  può  fidare. 

3)  *  istrumént,  assol.  =  gli  i stru- 
menti, gli  istrumenti  musicali. 

istriimentà,  *  v.  att.  =  strumentare  : 
comporre  la  musica  istrumentale  se- 
condo le  leggi  del  contrappunto.  T. 
music. 

istrìimentàslòn,  *  s.  f.  =  istrumenta- 
ziene  :  il  modo  come  un  pezzo  di  mu- 
sica è  strumentato. 

istriisiòu,  s.  f.  =  istruzione  ;  1'  istruire 
e  il  complesso  delle  cognizioni  acqui- 
state. 

1)  istriisión  obligàtòria  =  istruzione 
obbligatoria  ;  1'  obbligo  dei  genitori  di 
dover  mandare  a  scuola  i  ragazzi. 

2)  Norme,  consigli,  regole  per  sa- 
persi condur  bene  in  una  faccenda. 

3)  Breve  scritto  unito  ad  alcuni  og- 
getti messi  in  vendita,  per  indicare 
come  vanno  usati. 


ita 


421 


lac 


itàliàit^  agg.  e  s.  m.  =  italiano  :  in  tutti 
i  significati  di  questa  parola  nella  lingua. 

iterìsia,  s.  f.  =  itterizia  :  malattia  che 
dà  alla  pelle  un  colore  giallastro. 

itineràri,  s.  vi.  =  itinerario  :  descrizione 
della  strada  che  si  deve  percorrere  per 
fare  un  viaggio,  indicando  i  mezzi  del 
viaggio  e  i  luoghi  di  fermata,  opportuni. 

iuta,  *  s.  f.  =  iuta  :  sorta  di  stoffa  di 
corteccia  per  mobili  e  tappeti. 

iiita,  V.  att.  =  aiutare  ;  dare  aiuto. 

1)  el  diàol  r  iuta  i  so  =  ai  porci 
cadono  le  migliori  pere  in  bocca  ; 
spesso,  pur  troppo,  ehi  fa  male  sta 
meglio  di  chi  fa  bene. 

2)  Aiutare  con  danaro  ;  el  m'ha  éém- 
per  iiitaa  in  dì  moment  crìtich  =  m'ha 
sempre  aiutato  nei  momenti  critici. 


3)  iuta  i  tceù  e  pceu  i  alter  se  te 
pmu  =  aiuta  i  tuoi  e  gli  altri  se  tu 
puoi. 

4)  Dare  efficacia,  forza  ;  giovare  ;  el 
rid  el  iuta  à  fa  bdna  sàlàd  =  il  ridere 
aiuta  a  far  la  buona  salute  ;  là  tira 
bisógna  iiitàla  =  la  terra  bisogna  aiu- 
tarla. 

iiitàss,  V.  rifl.  =  aiutarsi,  industriarsi, 
ingegnarsi,  rifarsi  :  quand  el  vtn  V  è 
pÒGch  bisogna  iiitàss  cont  l'acqua  = 
quando  il  vino  è  poco  bisogna  rifarsi 
coir  acqua. 

1)  iutet  che  te  iiitaroo  =  aitati  che 
Dio  t'aita;  chi  s'aiuta  il  ciel  1'  aiuta; 
chi  va  lecca  e  chi  si  sta  si  secca. 

2)  chi  pò  iiitàss  §e  iuta  =  chi  ha  Io 
spago  aggomitola. 


%  s.  f.  =  elle,  decima  lettera  dell'alfabeto. 

P  avi.  =  r  :  è  l'art,  determ.  masch.  e 
femni.  lo  e  la  apostrofato  davanti  alle 
parole  che  cominciano  per  vocale. 

là,  art.  =  la  :  art.  femra.  sing.  determ.; 
ha  tutti  gli  usi  del  «  la  »  ital.,  ma  non 
assimila  mai  la  r  e  in  mil.  si  ripete 
sempre  dopo  il  sostantivo;  là  m^àma  là 
parla,  là  polènta  là  scota,  là  minestra 
là  coeus  =  la  mamma  parla,  la  polenta 
scotta,  la  minestra  cuoce. 

là,  avv.  =  là:  indica  distanza  da  chi  parla 
e  da  chi  ascolta,  più  esteso  di  «  lì  » . 

1)  el  de  là  =  al  di  là. 

2)  àndà  ài  de  là  =  trasmodare,  tra- 
scendere, eccedere. 

3)  càscia  là  =  sospingere,    mandare 
innanzi. 

4)  àndti  là,  cor  là  =  esser  passabile. 

5)  là  va  là  =  va  discretamente  ;    di 
salute. 

6)  ón  scià  e  là  =  Mn  uomo  da  bosco 
e  da  riviera,  un  rompicollo. 

7)  tii-à  in  là  =  scostare,  allontanare. 

8)  tira  là  =  vivacchiare:  vivere  come 
si  può,  non  troppo  agiatamente. 

9)  là!  =  basta! 


10)  de  là  =  di  là;  nell'altra  o  in  un'al- 
tra stanza. 

11)  de  là  de...  =  di  là  da...;  l'è  de 
là  del  lagh  =  è  di  là  dal  lago. 

12)  el  mond  de  là  =  il  mondo  di  là: 
dopo  la  morte. 

13)  vèès  piisee  de  là  che  de  chi  =  es- 
ser più  di  là  che  di  qua:  di  pers.  che 
sta  per  morire,  o  anche  di  chi  è  vinto 
dal  dolore. 

14)  fastìdi  fati  in  là  =  schiva  le 
noie:  lo  diciamo  di  quelle  persone  paci- 
fiche che  non  si  danno  fastidio  di  nulla. 

15)  là  sii,  gid  là  =  lassù,  laggiù:  in- 
dicando in  alto  0  in  basso;  quèll  là  sii 
=  quello  di  lassù:  Dio. 

làberìnt  e  làbirint,  *  s.  m.  =  labirinto. 
Vedi  làmbirìnt. 

laboratòri,  s.  vi.  =  laboratorio:  luogo 
dove  si  fanno  preparazioni  chimiche  e 
farmaceutiche  e  dove  si  fanno  in  ge- 
nere espei'imenti  scientifici. 

làca,  s.  f.  =  lacca  :  specie  di  gomma  di 
color  rosso  che  serve  per  vernici. 

làcc,  ora  sostituito  quasi  interamente  da 
làtt,*  s.  m.  =  latte.  V.  latt. 

Iacee,  e  latee,  s.  m.  =  lattaio,  lattiven- 
dolo:  chi  vende  latte. 


lac 


—  422 


la  ni 


làcètt,  s.  m.  =  acqua  di  latte. 

1)  Animella:  nome  volgare  di  alcune 
glandolo  di  animali  da  macello. 

làciàda,  s.  f.  =  frittella,  farinata,  mi- 
gliacciuola:  specie  di  vivanda  fatta  di 
farina  nell'acqua  o  nel  latte,  con  zuc- 
chero e  sale  e  poi  messa  in  padella 
con  olio  e  cotta  come  la  frittata.  Vedi 
cràpa,  1). 

làciàdìn,  s.  m.  =  migliacciuola,  dim.  di 
laciàda,  e  più  comunem.  usato  al  plu- 
rale, i  làciàditt. 

1)  Sputacchio,  sornacchio:  espettora- 
zione catarrosa. 

làciàrèll,  s.  m.  =  titimalo,  lattaiuola  : 
erba  che,  tagliata,  getta  latte. 

1)  Cicerbita,  grispignolo:  erba  da  in- 
salate. 

làcìàròtt,  s.  in.  =  cardo  latteo,  cardo 
sauto:  specie  di  pianta. 

làcidii,  s.  m.  =  galiopsi:  specie  di  ortica. 

laconich,*  agg.  =  laconico:  succinto,  con- 
ciso, di  poche  parole. 

lacrima  e  làgrima,  s.  f.  =  lacrima  e  la- 
grima; le  gocce  come  d'acqua  che  stil- 
lano dagli  occhi. 

1)  nlio  faa  de  làgrim  !  =  ne  ho  fatte 
delle  lacrime  !   ho  pur  pianto  tanto  ! 

2)  el  m'ha  faa  fa  tanti  làgrim  =  mi 
ha  fatto  far  tante  lacrime:  mi  ha  dato 
tanti  dispiaceri. 

3)  làgrim  de  cocodrill  =  lagrime  di 
coccodrillo:  di  gente  che  prima  provoca 
il  male  e  poi  finge  dolersene. 

4)  Stilla;  òna  làgrima  de  vin.,  d'oli, 
d'alee,  e  sim.  =  una  stilla  di  vino,  d'o- 
lio, d'aceto  e  sim. 

làgrima,  v.  att.  =  lacrimare:  dell'umore 
che  cola  dagli  occhi  per  malattia  o  per 
altra  causa  fisica. 

làder,  s.  m.  =  ladro:  chi  ruba.  Al  femm. 
ladra. 

1)  de  làder  =  da  ladri,  brutto,  cat- 
tivo, specialm.  del  tempo;  fa  on  frèee 
de  làder;  Ve  on  temp  de  làder  =  fa  un 
freddo  da  ladri,  è  un   tempo  da  ladri. 

2)  Di  bottegai,  padroni  d'ofi'cina  e 
sim.  che  impiccano  nelle  mercedi  i  la- 
voratori, per  troppa  avidità  di  guada- 
gno, 0,  per  la  stessa  ragione,  sono  esosi 
nel  prezzo  della  merce. 

3)  dà  del  làder  =  dar  di  o  del  ladro: 
ingiuriare  con  questo  nome. 

4)  làder  =  ladro,  o  lucignolo  ladro  : 
quel  lucignolo  o  parie  di  lucignolo  che 


si  separa  e  strugge  tutta  la  candela  da 
una  parie. 

làdìn,  agg.  =  latino,  scorrevole,  facile, 
agevole. 

1  )  làdin  de  boca  =  sboccato,  maldi  • 
conte:  di  lingua  sciolta. 

2)  làdin  de  man  =  lesto  di  mano:  di 
chi  facilmente  dà  busse. 

làdràda,  s,  f.  =  ladroneria,  azione  di  chi 
ruba  abusando  dell'altrui  buona  fede. 

làdràrìa,  s.  f.  =  ladreria,  rubex-ia,  ba- 
ratteria, furto  :  azione  o  più  azioni  da 
ladro,  da  barattiere. 

làgà)  V.  att.  =  allagare,  innondare;  del- 
l'acqua, coprir  gran  tratto  di  terra. 

làgli,  s.  in.  =  lago  :  raccolta  piuttosto 
estesa  d'acqua  dolce  con  sorgenti  o  cor- 
renti proprie. 

laghista,  s.  m.  =  littorano  di  lago,  la- 
ghigiano:  chi  abita  alle  rive  di  uà  lago. 

làgnàusa,  s.  f.  =  lagnanza,  lamentela. 

laguna,  s.  f.  =  laguna  :  spazio  di  mare 
poco  fondo  con  acqua  stagnante. 

làidi,*  agg.  =  laico  :  contrario  a  eccle- 
siastico, chi  non  appartiene  all'ordine 
ecclesiastico. 

làléla,  *  esclam,  =  diamine  !  cuccù  !  Per 
esprimere  meraviglia  e  specialm.  mera- 
viglia incredula. 

l'àltrér,  atfv.  =  ier  l'altro,  avanti  ieri. 
Vedi  àltrèr. 

lama,  s.  f.  =  lama;  nelle  armi  da  taglio 
la  parte  che  esce  dall'  elsa  e  dal  ma- 
nico. 

1)  Sottile  lastra  d'acciaio  con  che  il 
legnaiuolo  raschia  il  legno  per  lisciarlo 
bene. 

2)  Lami  netta  d'oro  o  d'  argento  che 
s'adopera  pei  ricami. 

lama,  «?.  att.  =  raschiare  colla  lama.  V. 
lama,  1). 

Làmber,  s.  m.  =  Lambro:  fiume  di  Lom- 
bardia che  attraversa  la  provincia  di 
Milano. 

1)  ciàr  còme  V acqua  del  Ldniber  = 
chiaro  come  le  acque  del  Lambro,  cioè 
torbide. 

2)  sincer,  rnoeént  come  V acqua  rlel 
Làmber  =  uomo  finto,  ingannatore:  per- 
chè il  Lambro  spesso  ingrossa  repenti- 
namente e  si  intorbida. 

làmbicà,  v.  att.  =  lambiccare,  filtrare, 
distillare:  far  passare  per  lambicco. 

1)  làmbicàéé  el  cervèll  =  lambiccarsi 
stillarsi  il  cervello,  studiarsi  di  trovare 
il  bandolo  di  una  cosa. 


laiu 


-  423 


lan 


làmbìcch,*  s.  m.  =  lambicco:  apparecchio 
speciale  per  raccogliere  la  pui'a  essenza 
delle  pianticelle  trattate  colla  distilla- 
zione. 

làml)iriiit,  s.  -in.  =  labirinto,  laberinto  : 
luogo  intrigato  di  strade  da  render  dif- 
ficile l'uscita.  Usa  abbastanza  anche 
làbìrìiit. 

làinbd;  s.  m.  =  stampo  per  l'imbastitura. 
T.  de'  cappell.  dal  francese  lambeau. 

làiiiént)  s.  m.  =  lamento  :  il  lamentarsi, 
il  lagnarsi. 

làineiitàss,  v.  rifl.  =  lamentarsi,  lagnarsi: 
far  lamenti  per  dolori  fisici  o  morali, 
per  cose  che  non  ci  soddisfanno. 

1)  làmentàss  de  gamba  sana  =  la- 
mentarsi di  gamba  sana  :  di  chi  è  in 
uno  stato  auche  troppo  buono  e  si  la- 
menta. 

laniera,  s.  f.  =  lamiera,  bandone:  lastra 
di  metallo,  come  ferro,  rame,  zinco 
pili  grossa  della  latta  per  fare  utensili 
da  cucina  o  doccio,  foderare  usci  e  si- 
mili usi. 

làiiip;  s.  in.  =  gherone,  falda,  lembo: 
l'estremità  di  una  veste.  Usa  pochis- 
simo. 

làinpànt,  agg.  =  lampante,  lucente;  nuo- 
vi, parlando  di  danari. 

1)  Perspicuo,  chiarissimo  ;  di  verit<à 
di  dimostrazioni  e  sim. 

lampàss,  s.  m.  =  lampasso  :  sorta  di 
stoffa  di  seta  della  China.  Dal  frane. 
lampas. 

làmped,  o  meglio  lìmpid,  *  a^g.  =  lim- 
pido, chiaro  :  chiaro  trasparente,  con- 
trario di  torbe. 

làiiipeda,  s.  f.  =  lampada,  lampana  : 
sorta  di  lume  fatto  a  orcio  e  sospeso 
con  catenelle  davanti  agli  altari. 

1)  Lampione,  fanale  ;  lanterne  che 
alle  cantonate  e  in  altre  parti  delle 
contrade  sporgono  per  illuminare  di 
notte. 

2)  Frittella  :  larga  macchia,  speci alm. 
di  untume  sulle  vestimenta. 

làiiipedàri;  s.  m.  =  lumiera  :  elegante 
arnese  che  penzola  dal  palco  di  una 
stanza  per  sostenere  candele  o  altri 
lumi. 

1)  Lampadario;  so  invece  di  candele 
ha  lampade. 

làmpedee,  s.  m.  =  lampionaio,  accen- 
ditore ;  chi  ha  ufficio  di  accendere  i 
lampioni  delle  contrade. 

1)  Gassaiolo  :  se  i  lampioni  sono  a  gas. 


2)  Lumaio,  illuminatore  ;  chi  fa  il 
mestiere  di  accendere  i  lumi  in  luoglii 
pubblici,  per  es.  in  teati'O. 

3)  Di  ohi  ha  l'abito  tutto  a  frittelle. 
làiupedin,  s.  m.  =  lampanino  ;  lampana 

piccola. 

1)  Lampioncino  :  piccolo  lampione, 
specialm.  quelli  usati  per  illuminazioni 
pubbliche. 

làmpegià,  *  v.  att.  =  lampeggiare,  b<t- 
lenare  ;  mandar  lampi. 

làiupiòn,  s.  m.  =  lampione:  grossi  lumi 
con  vetri,  messi  sul  davanti  delle  car- 
rozze. 

1)  Lanternone  :  quei  lumi  con  vetri 
0  circondati  da  una  lastra  di  metallo, 
sorretti  da  un'asta  e  portati  nello  pro- 
cessioni ecclesiastiche. 

lampo,*  s.  m.  =  lampo,  baleno,  meteora  : 
lume  vivo  che  un  tratto  divampa  nel- 
l'aria e  si  spegne. 

1)  in  d'on  lampo  =  in  un  battiba- 
leno ;  in  un  attimo. 

2)  Ve  staa  on  lampo  =  fu  un  lampo: 
di  cosa  che  passa  presto,  che  succede 
rapidamente. 

lamprèda,  s.    f.  =  lampreda  ;    soi-ta   di 

pesce  piccolo  che  vive  nei  laghi. 
làmpredòn,  s.  m.  =  lampreda  fluviale  : 

che  vive  nei  fiumi. 
làaa,  s,  f.  =  lana  :  il  pelo  della  pecora, 

la  stoffa  di  lana,  e  la  lana  filata  o  nei 

tessuti. 

1)  lana  in  fiòeeh,  fina,  mesàna,  or- 
dinària =  lana  in  bioccoli,  agnella, 
bozza,  bistosa. 

2)  lana  éorafìna  a  éopràfìna  =  fio- 
retto: lana  finissima. 

3)  mercànt  de  lana  =  lanaiuolo:  chi 
vende  lana. 

4)  pién  de  lana  =  lanoso  :  abbon- 
dante di  lana. 

5)  rdba  de  Itina  =  panno  lano:  abito 
fatto  con  stoffa  di  lana. 

6)  scemi  là  lana  =  spelazzare  la  lana. 

7)  Fig.  lana  =  svogliatezza,  fiacchezza, 
malavoglia. 

8)  bona  lana  =  bona  lana:  di  un  tri- 
sto soggetto. 

9)  La  peluria  che  si  forma  sotto  ai 
letti  e  negli  angoli  delle  camere. 

landò,  s.  m.  =  landò  :  sorta  di  carrozza 
elegante,  tirata  da  due  cavalli.  Dal 
frane,  landati. 

lanèta,  e.  f.  =  lanetta  :  dim.  di  lana  ; 
sorta  di  lana  più  leggera. 


lan 


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lao 


lajicèr,  *  s.  m.  =  lanciere:  soldato  a  ca- 
vallo armato  di  lancia. 

lanciàda,  *  s.  f.  =  lanciata:  colpo  di 
lancia. 

lància,*  s.  f.  =  lancia:  asta  guornita  in 
cima  da  un  ferro  appuntato. 

1)  Specie  di  barchetta  lunga  e  stretta. 

làiig'uìd,  agg.  =  languido,  debole:  che  ha 
perso  la  sua  naturale  energia. 

làiig'uidèsa,  s.  f.  =  languidezza,  languore, 
debolezza:  lo  stato  di  chi  languisce. 

lànsèta,  s.  f.  =  lancetta  :  strumento  dei 
chirurghi  per  levar  sangue. 

1)  Linguelle:  striscette  triangolari  cu- 
cite lateralmente  alle  dita  di  un  guanto. 

lausiàn,  s.  m.  =  ufficiale  sanitario,  mae- 
stro dei  funerali. 

làiiterua,  s.  f.  =  lanterna:  arnese  per  far 
lume  con  varie  facce  di  vetro  o  d'altra 
materia  a  riparo  del  vento. 

1)  Lucernario:  finestrone  sopra  il  tetto. 

lànteruiu,  s.  m.  =  lanternina,  lanter- 
nino :  dim.  di  lanterna. 

1)  eercàj  col  lànternm  =  cercare  col 
lanternino  ;  andare  in  cerca  di  danni, 
botte  e  sim.  per  il  gusto  di  averle. 

làiiternòn,  s.  m.  =  lanternone,  lampione. 
1)  Lanterna  :  di  pers.  magra  e  lunga. 

lànticc.  s.  m.  =  lenti,  lenticchie  :  semi 
deìVermim  lens,  pianta  leguminosa  ; 
son  piccoli,  schiacciati,  rotondi. 

làntigia,  s.  f.  al  plur.  lànticc,  =  len- 
ticchia, ciascuna  delle  macchioline  della 
lentiggine,  o  crusca  ;  macchie  giallastre 
simili  a  lenticchie. 

làntigriaa,  agg.  =  lentigginoso  :  di  pelle, 
viso  coperto  da  lentiggine. 

làó,  .<?.  m.  =  lavoro  :  usa  ormai  soltanto 
nella  frase  on  dì  de  lào  =  un  giorno 
di  lavoro  o  feriale,  o  nel  senso  di  nin- 
nolo, oggetto  grazioso,  leggiadro,  ma  di 
poco  valore. 

làor,  8.171.=  labbro  :  ognuno  dei  due 
orli  che  formano  l'apertura  della  bocca. 

1)  règh  i  làor  crepaa  del  frèce  = 
aver  le  labbra  crepolate,  la  bocca  scop- 
piata dal  freddo. 

2)  làor  s'eèpp  =  labbro  leporino;  il 
labbro  superiore  spaccato. 

làor,  s.  m.  =  alloro.  Vedi  làur. 

làorà,  r.  att.  =  lavorare  :  fare  un  la- 
voro 0  dei  lavori. 

1)  fa  e  desfà  l'è  t&tt  làorà  =  fare  e 
disfare  è  tutto  lavorare  :  si  dice  d'  or- 
dini e  contrordini  ;  di  chi  è  costretto 
a  rifar  più  volte  lo  stesso  lavoro. 


2)  làoi'tL  de  gòmhet,  de  pescidd,  de 
piign  =  giocar  di  gomiti,  di  calci,  di 
pugni. 

3)  chi  ladra  g'hà  dna  càmisa  e  chi 
ladra  nò  ghe  n'ha  dò  =  chi  fila  ha  una 
camicia  e  chi  non  fila  ne  ha  due  ;  op- 
pure :  chi  lavora  fa  la  roba  a  chi  non 
lavora.  Vedi  càmisa,  1). 

4)  làorà  de...  =  lavorare  di...  Spe- 
cificando la  professione  ;  el  ladra  de 
éart,  de  càléoldr  =  lavora  di  sarto,  di 
calzolaio. 

5)  Di  molta  occupazione  nella  sua 
arte,  professione  ;  nello  studio,  e  sim.  ; 
l'è  on  fioeu  che  ladra  volentera  =  è  un 
ragazzo  che  lavora  volentieri  ;  /'  è  on 
àocàtt  che  ladra  àoéèmi  =  è  un  avvo- 
cato che  lavora  molto. 

6)  Di  botteghe  che  hanno  molti  clienti 
e  quindi  molto  spaccio  di  roba. 

7)  Eseguir  una  parte  :  di  artisti  da 
teatro  ;  el  primm  òmni  el  ladra  pòlid  = 
il  primo  attore  recita  bene,  eseguisce 
bene  la  sua  parte  ;  là  bàlerìna  là  ladra 
polìd  =  la  ballerina  balla  bene. 

8)  Uiorà  à  bòli  =  lavorare  a  cottimo. 

9)  làorà  à  fàtUra,  à  giornàda  =  la- 
vorare a  compito,  a  giornata. 

10)  Abbozzolarsi  :  dei  bachi  da  seta 
quando  alla  frasca  fanno  il  bozzolo. 

11)  làorà  /àp<l.s'/a  =  gramolai"e  la  pasta. 
làorà,  s.   m.  =  lavoro  :    1'  esercizio    del 

corpo  e  della  mente  rivolto  a  uno  scopo. 

1)  rtp  del  so  làorà  =  campare,  vi- 
vere del  suo  lavoro;  campare  di  che 
si  lavora. 

2)  L'esecuzione  stessa  in  particolare  : 
on  làorà  lungh,  noids,  intìtil  =  un  la- 
voro lungo,  noioso,  inutile. 

3)  compari  el  làorà  =  comparire  il 
lavoro  ;  far  buon  effetto  a  chi  vede. 

4)  veéS  éiil  làorà  =  essere  sul  lavoro. 

5)  tàolìn  de  làorà  =  tavolino  da  la- 
voro. 

làoraa,  agg.  =  lavorato,  elaborato  ;  di 
cosa  intorno  a  cui  si  sia  messa  opera 
diligente,  ed  anche  semplicemente  di 
un  oggetto  prodotto  dal  lavoro  dell'ope- 
raio, 0  del  contadino. 

làoràdór,  s.  m.  =  lavoratore,  laborioso, 
alacre:  che  lavora   molto  e  volentieri. 

làorànt,  s.  m.  =  lavorante,  operaio:  chi 
lavora  a  prezzo  in  opere  manuali. 

làoréri,  s.  m.  =  officina,  lavorerio  :  opi- 
ficio il  luogo  dove  si  fanno  i  lavori. 
1)  Lavorio,  lavorerio  ;  lavoro  intenso 


lao 


—  425 


las 


e  continuato,   qualche   volta   con   idea 
di  tramestio. 

làorìn,  .<!,  m.  =  lavoretto,  lavorino  :  cosa 
di  poca  mole  o  di  poco  momento,  ma 
per  lo  più  leggiadra  :  dim.  di  làó. 

làorsèll,  s.  m.  =  bimbo,  mimmo.  Vezz, 

làpa,  s.  f.  =  loquela,  parlantina:  di  chi 
parla  molto,  troppo. 

làpà)  V.  att.  =  leccare:  mangiare  tirando 
il  cibo  in  bocca  colla  lingua.^Dei  cani, 
gatti,  ecc. 

làpàgrg-,  s.  m.  =  babbeo,  ciondolone  :  di 
uomo  un  po'  sciocco,  dappoco. 

lapida^  s.  f.  =  lapide  :  pietra  sepolcrale 
0  mortuaria  con  iscrizione.  Si  dice  già 
da  molti  làpide.* 

lapida;  V.  att.  =  lapidare  :  ammazzare  a 
sassate. 

1)  Fig.,  perseguitare  atrocemente. 

lapidàri,  agg.  =  lapidario  :  che  si  rife- 
risce alla  lapidaria. 

làpis,  s.  m.  =  matita.  Vedi  àpis. 

làpislàser,  s.  m.  =  lapislazzuli,  lapi- 
slazzolo  ;  pietra  preziosa  azzurra. 

làpsiis  lìagrUe,  s.  m.  =  scorso  di  lingua; 
parola  errata  per  essere  sfuggita  di 
bocca.  Dal  lat.  lapsus  linguae. 

làrd,  s.  m.  =  lardo:  grossa  falda  di  grasso 
che  ricopre    sotto  la  cute  la   parte  su- 
.  periore  del  maiale,  e  si  adopera  strutto 
a  molti  usi  di  cucina. 

làrdusc,  s.  m.  =  lardo  vieto,   cattivo. 

làres,  s.  m.  =  larice.  Vedi  àres. 

làresìna,  s.  f.  =  resina  :  materia  attac- 
caticcia che  cola  dalla   scorza  di  molti 


làrg'a,*  agg.  femm.  =  larga. 

1)  sta  Ma  larga  =  stare  alla  larga, 
discosti. 

2)  Ma  larga  !  esclam.  =  alla  larga  ! 
parlandosi  di  pers.  o  cose  colle  quali  non 
vogliamo  contatti. 

làrg-h,  agg.  =  largo  ;  che  ha  larghezza. 

1)  vesé  de  mànega  larga  =  essere 
di  maniche  larghe  ;  perdonare  con  molta 
facilità  ;  non  esser  troppo  sofìstico  in 
fatto  di  morale  o  di  castighi. 

2)  Ampio,  largo,  commodo  :  di  ve- 
stito. 

3)  m  lungh  e  in  làrgh  =  in  lungo 
e  in  largo  ;  comodamente. 

làrghèsa,  s.  f.  =  larghezza  :  una  delle 
dimensioni  di  un  corpo  solido,  o  di  una 
superfice  pivi  piccola  della  lunghezza. 

làrghìsia,  s.  f.  =  larghezza  :  lo  stesso 
che  làrghésa. 


làrg-o,  s.  m.  =  largo  :  larghezza. 

1)  ciàpcl  'l  largo  =  prendere  il  largo  ; 
allontanarsi,  fuggire. 

2)  fàés  largo  =  farsi  largo  ;  aprirsi 
con  forza  la  via  tra  la  gente. 

3)  fa  fa  largo  =  far  fare  largo  ;  far 
lasciare  il  passo  libero. 

4)  chi  gh'è  on  bèli  largo  =  qui  c'è 
un  bel  largo  ;  molto  spazio. 

làsà,  ».  alt.  =  lasciare,  abbandonare  ; 
lasciare  per  lungo  tempo,  e  per  sempre 
e  con  animo  deliberato  ;  el  soldaa  doe 
'Iva,  morosa  el  fa,  dove  el  pàsa,  mo- 
rosa el  làsa  =  il  soldato  dove  va, 
l'amante  fa,  dove  passa  1'  amante  la- 
scia ;  làsà  là  fàmtlia  =  abbandonare, 
lasciar  la  famiglia. 

1)  Di  pers.  0  di  cose  che  si  fanno 
rimanere  in  un  posto  ;  làéà  là  miee  in 
campagna  =  lasciar  la  moglie  in  cam- 
pagna ;  là§ti  i  liber  in  sili  tàol  =  la- 
sciare i  libri  sul  tavolo. 

2)  Far  rimanere  ;  el  chintn  el  me 
làsa  bàlòrd  =  il  chinino  mi  lascia  ba- 
lordo ;  l' àrticiòcch  el  làsa  là  boea 
bòna  =  il  carciofo  lascia  la  bocca  buona. 

3)  làsà  in  là  pena  =  lasciar  nella 
penna  ;  dimenticare  di  scrivere  o  non 
volere. 

4)  làsàgh  là  péli,  i  osé  =>  lasciarci 
la  pelle,  le  cuoia  ;  morire. 

5)  Di  quel  che  la.scia  chi  muore  ; 
el  g'hà  làsaa  là  eà  à  l'asilo  infantìl  = 
lasciò  la  casa  all'asilo  infantile. 

6)  làsà  el  éègn  =  lasciare  il  segno  : 
in  senso  cattivo. 

7)  Far  stare  ;  el  mane  el  va  làsaa 
éill  foeugh  àlmén  tre  or  =  il  manzo 
va  lasciato  al  fuoco  almeno  tre  ore. 

8)  làéà  à  baila  el  fioeu  =  lasciare  a 
balia  il  bambino  ;  non  riprenderlo  men- 
tre si  potrebbe. 

9)  Affidare,  consegnare  ;  guarda  che 
là  eà  te  là  làsi  à  ti  ;  gudrdegh  àdree  = 
bada  che  la  casa  la  lascio  a  te  ;  cu- 
stodiscila. 

10)  Permetter  di  fare,  lasciare  che... 
non  curare  che  altri  faccia  ;  el  m' ha 
làsaa  pica  fina  che  sont  étaa  étiiff  = 
mi  lasciò  picchiare,  lasciò  che  picchias- 
si fino  a  che  non  mi  venne  a  noia. 

il)  làsà  fceùra  =  lasciar  da  parte, 
escludere.  Anche:  pubblicare  render  noto. 

12)  làsà  indree  =  lasciare  addietro  ; 
trascurare,  ed  anche  :  lasciare  addietro, 
nel  senso  di  passar  davanti  ad  uno. 


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13)  làsà  à  mèés  =  lasciare  a  mezzo  ; 
non  terminare. 

14)  làsà  sui  épin  =  lasciar  uno  sulla 
corda  ;  farlo  aspettare  inutilmente. 

15)  làsà  cor  =  lasciar  correre  ;  chiu- 
dere un  occhio  sulle  cose  che  sareb- 
bero da  castigare  ;  per  opportunità  o 
per  paura. 

16)  lasà  cor  =  speteggiare  ;  far  peti. 

17)  laèd,  ànàA  =  lasciar  audace  \  non 
impedir  che  uno  parta. 

Ì8)  lasà  àndà  =  lasciare  ;  posare 
una  cosa  che  si  tiene,  cessar  di  tenerla. 

19)  làsà  àndà,  e  làsà  àmia  gid  = 
lasciare  a  se  stessa  una  parte  del  corpo, 
lasciarla  cadere  per  effetto  del  proprio 
peso  ;  lasà  ancia  gid  i  bràsc  =  lasciar 
cadere  le  braccia. 

20)  làsà  àndà  =  trascurare,  abbando- 
nare, non  curar  più  ;  han  làsaa  àndà 
tanto  el  giàrdin  che  'l  fa  pietaa  =  han 
trascurato  tanto  il  giardino  che  fa  pietà. 

21)  làsà  gid  =  calare  ;  abbassare  un 
grave  regolandone  il  moto  cosicché  non 
cada  ;  làsà  gid  el  càvàgn  =  calare  la 
sporta  ;  han  làsaa  gid  i  dònn  déla  fi- 
nèstra perchè  brilsàva  là  cà  =  hanno 
calato  le  donne  dalla  finestra  perchè 
bruciava  la  casa. 

22)  làsà  gid  i  càlsón  =  calarsi  le 
brache,  i  calzoni  ;  abbassarli.  E  fig. 
cedere  per  pochezza  d'animo. 

23)  làsà  =  concedere  ;  che  'l  me  làéa 
bev  àia  eòa  tromba  =  mi  conceda  di 
bere  alla  sua  pompa. 

24)  el  me  làsa?  =  si  contenta?  mi 
concede  che..  ? 

25)  che  7  làsa  fa  de  mi  =  lasci  fare 
a  me  ;  si  fidi  di  quel  che  farò  io. 

26)  làsà  in  libertaa  =  lasciare  in 
libertà  ;  licenziare. 

27)  làsàla  àndà  còme  là  vosur  =  la- 
sciare andar  l'acqua  alla  china  ;  legar 
l'asino  dove  vuole  il  padrone. 

28)  Gettare,  rendere,  scrivere  ;  di 
inchiostro,  penna,  e  sim. 

làsà;  V.  alt.  =  allacciare,  affibbiare,  le- 
gare ;  làsà  i  stringh  di  scarp  =  al- 
lacciare gli  aghetti  delle  scarpe  ;  làsà 
i  vènn  =  legare  le  vene  ;  perchè  non 
vada  via  il  sangue. 

làsàdura,  s.  f.  =  allacciatui-a  ;  1'  allac- 
ciare ;  l'è  dna  làsàdùra  stagna  =  è  una 
allacciatui'a  tenace. 

làsàgrn,  s.  m.  =  lasagne  ;  paste  che  sono 
come  larghi  nastri  arricciati. 


1)  Per  celia  :  litanie  ;  là  procesion 
di  làsàgn  =  la  processione  delle  Lita- 
nie. Fu  abolita  dopo  1886. 

làsàg'nà)  ».  att.  =  bighellonare  ;  fare  il 
bighellone,  la  vita  del  bighellone.  Vedi 
làsàgriiòn. 

lasagna,  s.  f.  =  svogliataggine,  malavo- 
glia, pigrizia. 

làsàgnéut,  agg.  =  lonzo,  spossato,  svo- 
gliato ;  di  pers.  che  va  ciondoloni  per 
pigi-i  zia. 

làsàgnòn,  s.  m.  =  lasagnone,  bighellone: 
persona  grande  e  dìsìKiatta,  o  anche  chi 
non  avendo  voglia  di  far  nulla,  va  in 
giro  formandosi  e  osservando  ogni  cosa, 
ma  senza  scopo  e  interesse. 

làsàgiionàsc,  s.  m.  =  bighellonacelo  ; 
peggior.  di  bighellone. 

làsàrètt;  s.  m.  =  lazzaretto  :  ospedale 
degli  appestati  e  dei  cantagiosi  in  ge- 
nere ;  a  Milano  e'  era  bellissimo  fuori 
di  Porta  Venezia  ;  ma  fu  distrutto  e 
suir  area  sorsero  magnifici  quartieri 
nuovi. 

làsàrìn,  s.  m.  =  lazzcruolo,  azzeruola: 
specie  di  frutto. 

1)  làsàrìn  salvàdegh  =  primo  gazze- 
rino, agazzino. 

làsàròn,  s.  m.  =  lazzarone,  fannullone  : 
che  non  ha  alcuna  voglia  di  lavorare 
e  non  lavora. 

1)  Sudicio,  malvestito:  uomo  abbietto, 
vile. 

lasàsS;  V.  pron.  =  lasciarsi  ;  lasàés  in- 
gànà  =  lasciarsi  ingannare  ;  non  op- 
porsi a  che  altri  ci  inganni,  perchè 
non  ce  ne  accorgiamo. 

1)  làsàss  =  prestai'si  :  della  pelle  dei 
guanti  e  delle  scarpe  che  cede. 

2)  Affettarsi  :  dei  panni  che  si  reci- 
dono, perchè  di  lana  vecchia  o  bru- 
ciata, 0  di  seta  logora. 

3)  lasàés  gid  =  calarsi  ;  el  muràdòr 
el  s'è  làsaa  ^id  in  del  pass  =  il  mu- 
ratore si  calò  nel  pozzo. 

4)  làsàsS  àndà  =  abbandonarsi. 

a)  Perdersi  d'animo  e  però  non  far 
nulla  di  quanto  si  potrebbe  per  aiu- 
tarsi a  scansare  un  pericolo  o  a  sop- 
portare un'avversità.  Un  ammalato  ;  el 
se  làsa  àìidà  =  si  abbandona. 

b)  Trascurare  la  propria  salute,  e 
anche  di  chi  è  trascurato  nella  persona. 

e)  Darsi  interamente  a  una  cosa  cat- 
tiva 0  buona  ;  el  se  làsa  àndà  ài  bev  = 
si  abbandona  al  bere. 


las 


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lat 


5)  che'  l  §e  làsa  vede  =  si  lasci  ve- 
dere ;  modo  di  invitare  cortesemente. 

6)  Abbandonarsi  reciprocamente  ;  se- 
pararsi. 

làsàsS;  V.  rifl.  =  allacciarsi  ;  affibbiarsi, 
abbottonarsi. 

làsàtiv,  s.  m.  =  lassativo,  clistere,  ser- 
viziale.  T.  med. 

làscit,  s.  m.  =  lascito  ;  legato  fatto  per 
testamento. 

làss,  s.  VI.  =  laccio  ;  qualunque  cosa  che 
leghi. 

1)  Calappio  :  laccio  a  cui  si  pigliano 
gli  uccelli. 

làss,  agg.  =  burrona,  spicca,  spiccagnola; 
di  pesca  che  si  apre  facilmente ,-  la  cui 
polpa  tutta  e  nettamente  si  stacca  dal 
nocciolo. 

lastra,  s.  f.  =  lastra:  un  cristallo  grande 
da  finestre,  vetrate. 

1)  Può  essere  di  metallo  ;  dna  lastra 
de  fèr,  de  sìnch,  de  tdla  =  una  lastra 
di  ferro,  zinco,  latta. 

3)  Urti  i  làster  =  laminare  ;  ridurre 
in  lamine  un  metallo,  mediante  il  la- 
minatoio. 

làsu,  ave.  =  lassù,  in  quel  luogo  alto,  di 
sopra. 

1)  qtièll  lààtt  =  quello  di  lassù:  Dio. 

lata,  V.  att.  =  allattare,  allevare  :  nu- 
trire il  bambino  e  prestargli  le  cure 
necessarie,  finché  non  è  divezzato. 

làtaa,  s.  m.  =  lattato.  T.  chfm.:  sali  for- 
mati dall'acido  lattico  colle  basi  salifi- 
cabili. 

làtàda,  s.  f.  =  lattata,  orzata  :  latte  di 
mandorle. 

làtàiii,  s.  ni.  pi.  =  litanie.   V^edi  litàni. 

làtee,  s.  m.  =  lattaio,  lattivendolo:  ven- 
ditore di  latte,  panna,  e  burro. 

làtcrìa,  *  s.  f.  =  latteria:  luogo  dove  si 
vende  il  latte. 

làtimél,  s.  in.  =  lattemiele,  panna  mon- 
tata, capo  di  latte. 

làtìu,  s.  m.  =  latino  :    la  lingua   latina. 

1)  dà  el  làtìn^  dà  in  baca  el  latin  = 
indettare,  imbeccare,   accennare. 

2)  fa  capì  el  latin  =  far  intendere  il 
latino:  far  capire  quel  che  è  sottinteso. 

3)  pària  latin  =  parlare  latino  :  di 
chi  non  si  fa  intendere. 

làtiiiitt,  s.  m.  pi.  =  latinucci,  latinetti: 
traduzioncolla  di  semplici  frasi  in  latino 
degli  scolari  principianti  per  imprati- 
chirsi. 

làtìtudin,*  s.  f.  =  latitudine.  T.  geogr.: 


distanza  di  un  luogo   dall'equatore  mi- 
surata sulla  carta  in  tanti  gradi. 

lato,*  s.  m.  =  lato,  parte,  punto  di  vista: 
el  considera  i  ròbb  domti  dal  lato  de 
Vinterèss  =  considera  le  cose  solamente 
dal  lato  dell'interesse. 

làtòs,  agg.  =  lattiginoso:  che  fa  latte  ed 
anche  che  è  nel  colore  simile  al  latte, 

latrina,  s.  f.  =  latrina,  cesso,  luogo  co- 
modo, stanzino  ;  il  luogo  dove  si  va  a 
fare  i  bisogni  corporali. 

1)  latrina  à  l' inglésa  =  luogo  co- 
modo a  irrigatole.  Vedi  m^lèsa« 

làtt,  s.  m.  =  latte. 

a)  liquido  bianco  che  secernono  le- 
gianduia  dello  poppe  delle  donne,  e 
delle  femmine  negli  animali  mammiferi 
perchè  possano  nutrire  i  loro  nati. 

1)  làtt  legér  =  latte  sciolto,  acquoso; 
làtt  càtìv  =  latte  cattivo,  grosso  ;  làtt 
frèsch  =  latte  fresco,  della  donna  che 
ha  partorito  di  poco  ;  làtt  pòss  =  latte 
stanco:  della  donna  che  allatta  da  un 
pezzo. 

2)  càia  el  làtt  =  sdegnarsi  il  latte  r 
che  non  vien  più  nella  quantità  solitii. 

3)  fa  àndà  indree,  fa  àndà  via  el 
làtt  =  causare  il  latte  :  deviarlo  dalle 
mammelle,  sì  che  poco  per  volta  non 
se  no  produca  nel  seno. 

4)  tceu  el  làtt  ài  fiolm  =  levare  il 
latte  al  bambino  :  divezzarlo.  Usa  con 
maggiore  frequenza  disiata. 

5)  fràdell  de  làtt  =  fratello  di  latte: 
fra  di  loro  i  bambini  che  hanno  avuto- 
dalia  balia  lo  stesso  latte. 

6)  dent  de  làtt  =  dente  di  latte,  lat- 
taiolo:  dei  primi  denti  che  mettono  i 
bambini  di  latte. 

7)  vègh  anmò  el  làtt  àula  bóca  =  avere 
ancora  il  latte  alla,  o  sulla  bocca  :  es- 
sere ancora  molto  giovine  e  voler  fare 
l'uomo. 

8)  vègh  tanto  làtt  =  esser  lattaia:  di 
vacche  che  hanno  di  molto  latte. 

b)  Il  latte  munto  dalle  bestie  e  che- 
si  prende  per  cibo. 

1)  làtt  de  vaca,  de  eàvra  =  latte  di 
vacca,  di  capra. 

2)  làtt  frèsch,  briisch,  càgiaa,  spà- 
naa,  dàcquaa  =  latte  fresco,  infortito, 
accagliato,  spannato,  annacquato. 

3)  làtt  de  gàlina  =  latte  di  gallinai 
ova  sbattute  con  latte  e  zucchero  o  con 
brodo. 


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4)  roba  de  ìàtt  =   latticini  :    vivande 
di  latte. 

5)  làtt  à  là  crènim    =    crema.  Vedi 
càolàtt. 

6)  coatti  dna  eidea  de  làtt  =  non  co- 
stare un  aglio;  costar  pochissimo. 

7)  el  làtt  el  va  inéèma  =  il  latte  im- 
pazza. Vedi  iusèma  6. , 

làtuga,  s.  f.  =  lattuga:  pianta  della  fa- 
miglia delle  composte. 

l)làtùga  de  scirmù  =  lattuga  a  palla 
cappuccia. 

2)  làt&ga  romàna  o  lunga  de  eòàta 
=  lattuga  romana  o  flagellata. 

3)  làtuga  rìsa  =  lattuga  crespa. 
làiidèiiii,  s.  m.  =  laudemio  :    sp.  di  tri- 
buto 0  livello  rapporto  ai  fondi. 

làiideii,  s.  m.  =  laudano  :  liquido  me- 
dicinale fatto  con  oppio,  zafferano,  ecc. 

làur,  s.  m.  =  alloro,  lauro  regio,  albero 
sempre  verde  ;  laurus  nobilis  :  èrnia, 
tipa  e  làur  =  edera,  muschio  ed  alloro: 
piante  usate  per  formare  i  presepi  alio 
feste  di  Natale. 

1)  làur  roéé  =  agrifoglio,  lauro  spinoso. 

làurea,  s.  f.  =  laui-ea  :  grado  dottorale 
che  vien  conferito  nelle  Università. 

lava,  s.  f.  =  lava:  materia  in  fusione  che 
sbocca  dai  vulcani. 

1)  La  stessa  materia  raffreddata,  pie- 
trosa di  cui  si  fanno  ornamenti. 

lava,  V.  att.  =  lavare  :  pulire  con  acqua 
0  altro  liquido. 

1)  ddna  che  lava  =  lavatrice. 

2)  lava  foeura  l'àmid  =  levar  la  salda 
alla  biancheria,  rammorbidire. 

3)  lava  fceùra  i  pàgn  =  dimoiare  i 
pannilini. 

4)  l-àvà  i  hiciér  =  risciacquare  i  bic- 
chieri. 

6)  lava  i  pàgn  =  imbucatare  i  panni 
lini. 

6)  lava  i  piàtt  =  rigovernare  le  sto- 
viglie, i  piatti. 

7)  lava  là  fàcia  =  dar  le  mani  sul 
muso;  figur.  dare  schiaffi. 

8)  lava  là  fàcia  =  lavare  il  viso: 
parlandosi  di  murature,  imbiancare  ; 
tf'han  làvaa  là  fàeia  àia  cà  =  hanno 
lavato  il  viso  alla  casa. 

9)  òna  man  lava  l'altra  =  una  mano 
lava  l'altra  e  tutt'e  due  lavano  il  viso: 
bisogna  darsi  aiuto  l'uno  coli' altro. 

10)  dà  à  lava  =  dare  a  lavare:  dai'e 
dei  panni  alla  donna  che  lava. 

làvaa,  agg.  =  lavato;  part.  pass,  di  lavare. 


1)  rig.,  tutto  molle,  fradicio,  bagnato. 

2)  smòrt  come  on  pànn  làvaa  =  bian- 
co come  un  panno  lavato  ;  di  persona 
sbiancata,  pallida  per  paura  o  altro. 

lavabo*  s.  m.  =  catino,  catinella.  Anche 
stanzino  dove  ci  si  lava. 

1)  Lavatoio  nelle  sagristie. 

2)  Abluzione:  il  lavarsi  che  fa  il  sa- 
cerdote nella  messa. 

làvàda,  s.  f.  =  lavatura:  il  lavare. 

1)  lavàda  de  eoo  =  lavata  di  capo, 
lavacapo:  solenne  sgridata. 

làràdùra  di  piàtt,  s.  f.  =  lavatura, 
sciacquatura,  rigovernatura. 

lavagna,  s.  f.  =  lavagoa,  ardesia:  sorta 
di  schisto  duro,  nericcio  o  turchino 
scuro. 

1)  Tavola  nera:  lastra  di  pietra  nera, 
0  tavola  annerita  per  scrivervi  col  gesso. 

làràmàn,  s.  m.  =  lavanese,  capraggine; 
specie  d'erba. 

lavanda,  s.  f.  =  abluzione,  lavanda  dei 
piedi.  T.  eccles.,  l'abluzione  dei  piedi 
che  si  fa  al  giovedì  santo  in  Duomo. 

làvàndàrìa  e  lavanderia,  s.  f.  =  lavan- 
deria, cura  :  il  luogo  dove  si  fa  il  bu- 
cato. 

làràndee,  s.  m.  =  lavandaio,  lavatore, 
curatalo:  chi  fa  i  bucati   per  mestiere. 

1)  nota  i  pàgn  del  làvàndee  =  scri- 
vere il  bucato. 

2)  tàcà  i  pàgn  del  làvàndee  =  appun- 
tare i  panni  del  bucato. 

làvàndéra,  s.  f.  =  lavandaia,  bucatala: 
la  donna  che  per  mestiere  fa  i  bucati. 
\)  là  tàbUa,  là  nota  déla  làvàndéra 
=  lista,  la  nota  del  bucato  ;  una  ta- 
bella apposita  dove  sono  stampati  i 
nomi  della  biancheria  e  di  fianco  tanti 
relativi  buchi  per  segnare  i  vari  capi 
che  son  dati  volta  per  volta  al  lavandaio. 
2i  rieév  i  pàgn  déla  làvàndéra  =  ri- 
scontrare il  bucato. 

3)  càttva  làvàndéra  =  scopamestieri. 
Vedi  bàràtàinestee  ;  là  càtiva  làvàn- 
déra là  trceCiva  mài  là  prèia  bòna  =  la 
cattiva  lavandaia  non  trova  mai  la  buona 
pietra  :  chi  non  vuol  agire,  dà  colpa 
sempre  alle  cose  invece  che  a  se. 

làvàndin,  s.  m.  =  lavatoio,  acquaio:  pila 
0  vaschetta  di  pietra  dove  si  rigover- 
nano stoviglie. 

1)  là  càna  del  làvàndin  =  gola  del- 
l'acquaio: il  condotto  per  cui  se  ne  va 
la  rigovernatura  delle  stoviglie.  Vedi 
càna,  6). 


lav  —  429  — 

2)  sàvè  de  làvàndìn  -  saper  di  lezzo: 
aver  cattivo  odore,  come  dell'acquaio 
non  pulito. 

3)  vèés  on  làvàndìn  =  essere  un  ac- 
quaio :  si  dice  a  chi  è  ingordo  e  tutto 
manda  giù,  i)urchè  mangi. 

4)  piitòét  che  tràll  in  del  làvàndìn  = 
si  dico  quando  si  mangia  una  cosa  con- 
tro voglia. 

làyàpiàtt)  s.  tn.  =  lavascodelle,  sguattero, 
guattero:  chi  fa  i  servigi  di  cucina  più 
ordinari. 

làvàriii,  s.  rn.  ^-  cardellino ,  cardello. 
Sp.  di  uccello.  Anche  ràvàrin. 

1)  bàgnaa  come  on  làvàrìn  =  ba- 
gnato da  capo  a  piedi. 

làvàss,  V.  ri  fi.  =  lavarsi:  pulirsi  il  corpo 
0  parti  del  corpo  con  acqua. 

1)  lavàsé,  làvàsen  i  man  =  lavarsi, 
lavarsene  le  mani  :  non  volersene  im- 
picciare. 

làvàtìv,  s.  m.  =  clistere.  Vedi   clistér. 
1)  Fig.    sofistico,    noioso.  In  questo 
signillc.  usiamo  molto  dire  làvàtìv  cola 
pìdrìa. 

hiveesc,  s.  m.  =  laveggio;  sp.  di  pietra  e 
le  stoviglie  fatte  di  quella  pietra. 

1)  Guazzo:  quando  s'è  sparsa  molta 
acqua  in  terra,  o  sui  muri. 

leànder,  s.  m.  =  oleandro,  leandro:  pianta 
da  giardino;  nerium  oleanjier. 

lèca,  V.  alt.  =  leccare  :  passar  la  lingua 
su  qualche  cosa. 

1)  lècà  =  leccare,  accarezzare:  curare 
nei  minimi  particolari. 

2)  lècà  gih  =  leccare,  adulare,  acca- 
rezzare qualcuno. 

lècàda,  5.  f.  =  leccata:  il  leccare;  eont 
dna  lècàda  Vhà  nètàa  el  piàtt  =  con 
una  leccata  ha  pulito  il  piatto. 

lècàpee,  s.  m.  =  leccapiedi  :  detto  vol- 
gare usato  anche  come  ingiuria. 

lècàpiàtt,  s.  m.  =  leccapiatti,  leccasco- 
dello:  persona  ghiotta  o  scroccone. 

lòcàrd,  agf/.  =  ghiotto,,  goloso,  leccarde. 
Vedi  gòrmàii. 

lècàrda,  s.  f.  =  leccarda,  ghiotta.  Sp.  di 
tegame  per  raccogliere  l'unto  nel  gi- 
rarrosto. 

lècàrdària,  s.  f.  =  ghiottoneria,  ghiot- 
tornia,  leccornia:  pietanza,  bocconcino 
ghiotto. 

lècàrdèra,  s.  f.  =  mestoliera:  arnese  ap- 
posito di  metallo  per  attaccarci  i  mestoli, 
o  una  doccia  in  fondo  per  ripararne  gli 
scoli . 


leg 


Iccàss,  V.  rifl.    =  leccarsi  :    passar   colla 

lingua  sopra  una  parte  del  proprio  corpo. 
1)  lecàss  i  bàrbls   =  leccarsi  i  baffi, 

le  labbra;  di  cibo  saporito. 
léce,  s.  m.  =  letto.  Ormai  quasi  sempre 

sostituito  da  lètt.*  Vedi. 
lècèra,  s.  f.  =  lettiera.  Vedi  lètéra. 
lecliee,  s.    m.  =    lacchè  :    servitole    che 

precedeva,  correndo,  la  carrozza  del  sua 

padrone. 

1)  cor  come  on  lechee  =  correre  come 

un  lacchè:  di  camminatore  molto  svelto, 
lèchètt,  s.  m.  =  malvezzo,  uso,  consue- 

tudino. 

1)  ciàpà  el  lèchètt  =  abituai'si  a  fare 

0  a  ricevere  una  cosa. 
lècit,    agg.   =  lecito  :  d'ogni  cosa  che  si 

può  faro    senza   offendere   il  buon   co- 
stume, il  decoro. 

1)  fàés  lècit  =  farsi  lecito  :  di  cosa 
che  sia  al  tutto  lecita. 

2)  l'è  minga  lècit  =  noQ  è  lecito: 
riprovando  gravemente. 

3;  se  l'è  lècit  =  se  è  lecito:  se  è  per- 
messo, so  si  può  fare. 

lee,  pron.  =  ella,  essa,  lei,  quella:  come 
pronomo  se  precede  è  sempre  seguito 
da  là  ;  le  là  dis  =  ella  dico;  lee  là  cred 
=  essa  credo;  non  è  più  seguito  da  là 
se  vion  dopo  qualche  altra  parola  ;  l'è 
lee  che  cred  =  è  lei  che  crede  ;  come  ? 
V  è  chi  lee  ?  =  come  ?  è  qui  lei  '? 

log-,  s.  f.  =  legge:  la  regola  costante  sta- 
bilita dalla  natura  o  dalla  convenzione, 

1)  i  àrtìcoi  déla  lég  =  gli  articoli 
della  legge. 

2)  fàeoltaa  de  lég  =  facoltà  di  legge, 
di  giurisprudenza. 

3)  necesitaa  no  g' ha  lèg  =  nocessiti'i 
non  ha  legge:  il  bisogno  obbliga,  trascina, 

4)  dett  lég  =  dettar  legge:  comandare 
•  imporsi. 

6)  per  lég  =  di  leggo,  per  legge:  ob- 
bligato dalla  legge  e  non  per  propria 
volontà. 

6)  fdda  là  lég^  troaa  l'ingànn  =  fatta 
la  legge,  trovato  l' inganno  ;  fatta  la 
logge,  pensata  la  malizia. 

7)  vèss  déla  lég  =  essere  senza  pre- 
giudizi, buon  comi)agnone.  Lo  diciamo- 
specialm.  dei  proti  che  non  stanno  con 
soverchio  rigore  agli  obblighi  canonici 
0  son  liberali. 

8)  *  lég  de  Milàn  dùren  dà  l'ineceAl 
ài  dimàn  =  le  leggi  di  Milano  sono  poco 
osservate  dai  cittadini;  oppure  anche:  a 


legr 


430  — 


.     legr 


Milano  oggi  si  fa  una  legge,  domani  la 
si  disfa. 
Jèg,  V.  alt.  =  leggere  :  rilevare  le  parole 
di  uno  scritto  o  colla  mente  scorrendo 
le  pagine,  o  dicendo  forte  le  parole. 

1)  lég  in  càtedra  =  leggere  in  cattedra; 
essere  molto  pratico. 

2)  lég  in  fheia  o  in  di  oeuec  à  vUn 
òna  rdba  =  leggere  altrui  qualche  sen- 
timento in  fronte  o  nel  core. 

3)  lég  à  fòri  =  leggere  a  voce  alta  ; 
ùdàsi  =  a  voce  bassa. 

4)  lég  stentaa  =  legicchiare. 

5)  sàvè  lég  e  scriv  =  saper  la  scrittui'a. 

6)  lég  Vinglés,  el  fràncés,  e  sim.  = 
leggere  1'  inglese,  il  francese  e  sim.: 
capirlo,  leggendo. 

jLègra,  s.  f.  =  lega  :  unione  di  due  o  più 
persone  per  lo  più  a  scopi  illeciti;  hin 
tuli  òna  léga  de  Mieter  =  son  tutt'uua 
lega  di  birbaccioni. 

1)  Composto  di  metalli  fusi  e  me- 
scolati. 

legàa,  s.  m.  =  legato:  lascito,  disposizione 
testamentaria. 

Jegàl,  s.  m.  =  legale:  uomo  di  legge,  cu- 
riale, procuratore,  avvocato,  giurecon- 
sulto. 

1)  Agg.,  legale,  secondo  la  legge,  e 
che  riguarda  la  legge. 

legàlìsà,  «'.  alt.  =  legalizzare:  render  le- 
gale un  atto,  un  documento. 

legràlmènt,  aw.  =  legalmente  :  secondo 
la  legge  e  col  consentimento  della  legge. 

legatàri,  s.  m.  =  legatario:  quello  u  cui 
favore  è  stato  fatto  il  legato. 

legènda,  s.  f.  =  leggenda,  storiella,  epi- 
grafe. 

legendàri,  agg.  =  leggendario:  che  è  di- 
ventato soggetto  di  leggenda,  ed  anche 
che  è  passato  alla  storia. 

legèr,  e  ancora  qualche  volta  Unger,  agg. 
=  leggero,  lieve  :   che  non  pesa  molto. 

1)  Di  cibi,  alimenti  che  non  gravano. 

2)  Di  vino  poco  alcoolico. 

3)  sdgn  legér  =  sonno  leggero:  di  chi 
6i  sveglia  facilmente. 

4)  Di  mali,  dispiaceri  e  sim.,  piccolo, 
di  poca  importanza. 

5)  Figur.  di  uomo  ;  inconstante,  vo- 
lubile. 

legerésa,  s.  f.  =  leggerezza:  l'essere  leg- 
gero, in  tutti  i  significati  della  parola. 

legermént,  am.  =  leggermente:  -senza 
pesare  troppo,  ed  anche  senza  ponde- 
rare, senza  pensare. 


legeròtt,  s.  m.  =  girandola,  girandolino: 
di  pers.  volubile,  leggera,  incostante, 
che  va  colla  testa  a  vettura. 

legitìm,*  agg.  =  legittimo:  non  fuori  dalla 


legìtinia,  s.  f.  =  leggittima:  ciò  che  spetta 

por  legge. 

1)  dà  là  eòa  legìtima  =  emancipare. 
legiiiii,  pari.  pass.  =  letto:  part.  pass,  di 

leggere. 
legìuda,  s.  /.  =  lettura,  letta:  il  leggere 

una  volta  e  in  fretta. 
légn,  s.  m.  =  legno  :  la   sostanza   dura, 

solida  e  compatta  degli  alberi. 

1)  lègn  édnt  =  legno  santo,  guaiaco. 

2)  lègn  s'giàndòs  =  legno  stiante- 
reccio. 

3)  Ugn  de  sàsé  =  legno  fossile,  li- 
gnite. 

4)  tro^  l'iiss  ò  là  fàcia  de  lègn  =  tro- 
vare la  porta  di  legno:  la  porta  chiusa. 

5)  diir  cóme  on  lègn  =  duro  come  il 
legno:  di  cosa  o  pers.  dura  molto. 

6)  tèsta  de  lègn  =  testa  di  legno,  fi- 
gurante: chi  figura  per  un  altro  in  un 
affare. 

7)  Pezzo  di  legno  spaccato;  mètt  èii 
on  lègn  èiil  foeùgh  =  mettere  un  legno 
sul  fuoco. 

8)  Bastone,  mazza;  eiàpt  on  légn  = 
prendere  un  bastone  :  per  picchiare 
qualcuno. 

9)  mèda  de  lègn  =  catasta  di  legna, 
0  legnaie. 

10)  ciàpti  el  lègn  =  pigliare  o  saper 
di  secco:  del  vino  che  nelle  botti  sceme 
ha  preso  l'odore  della  parte  di  legno 
che  resta  asciutta. 

11)  Di  carrozze  in  genere;  l'è  vegniiii 
in  lègn  =  è  venuto  in  legno,  in  cai- 
rozza. 

legna,  s.  f.  =   legne,    legna  :  i  pezzi    di 
legno  per  bniciare. 

1)  fceura  del  bdsch  à  fa  legna  =  la 
volpe  intorno  a  casa  non  fa  danni. 

2)  legna  mòrta  in  pèe  =  legna  morta, 
legname  morticino. 

.8^  legna  è'ceptlda  =  legne  spaccate. 

4)  legna  seca,  vérda  =  legne  secca- 
ticcie, verdi. 

5)  el  pàdron  déla  legna  V  è  mòrt 
del  frèec  =  ognuno  patisce  del  suo 
mestiere  :  gli  mancano  le  cose  appunto 
dhe  fa.  Si  dice,  per  es.  :  vedendo  un 
sarto  cogli  abiti  in  cattivo  arnese,  un 
calzolaio  colle  scarpo  rotte,  ecc. 


les 


-  431  - 


leu 


legna  sii,  v.  att.  =  bastonare  :  picchiare 
col  legno. 

legnàda,  s  f.  =  legnata,  bastonata:  botta 
con  un  legQO. 

1)  Procella,  battosta,  disgrazia,  sven- 
tura. 

legiiàmee,  s.  ni.  =  falegname,  legnaiuolo: 
chi  fa  il  mestiere  di  lavorare  il  legno 
per  mobili  usuali,  affini  della  casa,  im- 
piantiti di  legno. 

1)  gàrsdn  de  legnàniee  =  marangone. 

2)  legnàniee  de  eàròés  =  carrozzaio, 
carrozziere. 

3)  legnàniee  de  cdr  =  carradore. 

4)  legnàniee  de  mòbil  =  fabbricatore 
di  mobili,  ebanista,  stipettaio  :  chi  fa 
mobili  di  pregio. 

legnàmm,  s.  m.  =  legname. 

1)  legnànim  d'opera  =  legno  da  co- 
stnizione,  legno  da  fabbrica. 

2)  legnànim  de  resegà  =  legname  se- 
gaticcio. 

3)  legnànim  lemedòs  =  legname  sal- 
cigno, scontroso. 

4)  legnàmm  mèss  mar  se  =  legname 
fungoso. 

5)  legnàmin  vece  =  legname  scom- 
raentato. 

6)  Ve  quiàtion  del  legnàmm  =  fig., 
dipende  dal  carattere. 

7)  diir  de  legnàmm  fìg.  =  duro  di 
cervice:  che  capisce  poco.  ^ 

Legnàn,  s  m.  =  Legnano:  nome  proprio 
di  un  borgo  vicino  a  Milano,  celebre 
nella  storia  per  la  famosa  sconfitta  del 
Barbarossa. 

1)  àlida  à  Legndn  =  andare  a  Legnaia: 
essere  bastonato. 

2)  manda  à  Legnàn  =  mandare  a  Le- 
gnaia: bastonare. 

leguàss,  s.  m.  =  sughero,  suvero  :  la 
scorza  leggera,  spugnosa,  elastica  del 
sughero. 

1)  Luminello.  Piccolo  cerchio  di  fil  di 
ferro  con  quattro  sugheretti  pei  lumini 
0  per  le  lampade. 

legnerà,  .s.  f.  =  legnaia  :  stanzone  a  ter- 
reno dove  si  tiene  le  legna  da  bru- 
ciare. 

legnètt,  s.  m.  =  legnetto,  dim.  di  legno. 
1)   Saltatoio,    ballatoio:    sottili    bac- 
chette di  legno  che  attraversano  a  varie 
altezze  il  vano  della  gabbia,  perchè  vi 
saltino  su,  e  vi  posino  gli  uccelli. 

legnoetì,  s.  m.  =  trefolo  :  ognuno  dei 
fili  onde  si  compone  una  fune. 


legnoeùra,  s.  f.  =  cordicella,  archipen- 
zolo. 

1)  Lenza  :  cordellina  di  seta  torta  e 
setole  per  attaccarci  l'amo. 

legnòs,  agg.  =  legnoso  :  duro,  tiglioso 
come  il  legno. 

lègor,  s.  f.  =  lepre  :  mammifero  selva- 
tico dei  rosicanti. 

1)  dà  là  légor  in  di  bàlìn  =  cascare 
il  cacio  sui  maccheroni. 

2)  quànd  la  légora  V  è  in  peé,  tati 
i  cdn  glie  clan  àdrée  ;  oppure  :  quand 
là  légor  l'è  mòrta,  tiitt  i  cdn  ghe  sàl- 
ten  àdòsà  =  alla  nave  rotta  ogni  vento 
è  contrario  ;  quando  l'albero  è  in  terra, 
tutti  corrono  a  farci  legna  :  ognuno 
cerca  di  godere  del  danno  altnii. 

3)  eiàpà  là  légor  col  cdr  =  pigliar 
la  lepre  col  carro.  Vedi  car,  3). 

legoràtt,  s.  m.  =  leprotto,  lepretta. 
1)  Capragginatoio,   zinnatoio.  T.  dei 
bottai. 

legorìn,  s.  m.  =  lucherino  ;  fringilla 
spinus  =  uccello  grazioso  di  vari  co- 
lori. 

legoròtt,  s.  m.  =  leprotto,  lepratto  ; 
dim.  di  lepre,  lepre  piuttosto  grossetta. 

legrìa,  s.  f.  =  allegrìa,  allegrezza,  ila- 
rità, ricreazione.  Vedi  àlegria. 

1)  fa  legrta  =  festeggiare.  Anche 
rallegrare. 

2)  legrìj  del  lèla  =  allegrezze  di  pan 
caldo. 

3)  legriéta  =  ricreazioncella. 
legrìceiì,  s.  m.  =  briosino,  dim.  vezzegg. 

di  brioso  ;  bambìn  Icgriaiù  =  ragazzino 

briosino. 
legriòs,  agg.  =  ameno;  di  luogo. 
1)  Ilare,  allegro  ;  di  persona. 
léla  (del)  =  di   poco  momento,  di  poco 

valore,  di  poca  serietà. 

1)  àmis  del   lèla  =  amico    di  vetro, 

da  buiia. 
léne,  agg.  =  luccicante  :  dioesi  di   chi  è 

molto  grasso. 
léndena,  s.  f.  =  lendine:  l'uovo  del  pi- 
docchio. 

1)  Per    celia    e    volgar.  :    i    capelli 

lunghi  ;  sazzera. 
lendenérJi,  s.  f.  =  capelliera,  zazzera. 
leudenon,  s.  m.  =  lendinoso,  pidocchioso: 

che  ha  i  capelli  lunghi. 
1)  Dappoco  ;  di  persona. 
lèngua,  s.   f.  =  lingua  ;    muscolo    della 

bocca,  strumento  principale   del   gusto 


len 


-  432  - 


les 


e  negli  uomini  della  parola.  Comincia 
a  usarsi  abbastanza largamentelìiigua.* 

1)  vègli  longh  là  léngua  =  essere  lin- 
guacciuto. 

2)  ve  pére  là  lèngua  =  aver  lasciato 
la  lingua  a  casa  o  al  beccaio  :  non 
saper  parlare  e  parlar  poco. 

8)  vègh  sula  punta  o  sul  plsigh  déla 
léngua  =  aver  sulla  punta  della  lingua, 
0  sulle  labbra  :  star  per  dire  una  cosa 
e  non  ricordarsene  più. 

4)  càscia  là  léngua  de  per  tùtt  »= 
mettere  la  lingua  in  molle. 

5)  là  léngua  là  bàtt  dóe  dceùr  el 
dént  =  la  lingua  batte  dove  il  dente 
duole. 

6)  là  léngua  l'è  sèns  òss.^  ma  là  fa 
rómp  i  òsi'  =  la  lingua  non  ha  osso, 
ma  fa  rompere  il  dosso. 

7)  lèngua  de  foeugh,  o  che  tàja  el 
fèr  =  lingua  che  taglia  e  fora  ;  lingua 
lunga  ;  mala  lingua  ;  linguaccia. 

8)  léngua  pagana  o  gròsa  =  lingua 
impacciata. 

9)  menti  là  léngua  =  sparlare,  mor- 
morare. 

10)  m(yri  minga  là  léngua  in  boca  = 
non  morire  la  lingua  in  bocca  :  aver 
sciolto  lo  scilinguagnolo. 

11)  stagli  ben  là  léngua  in  boca  à 
vun  =  esser  grande  e  eloquente  parla- 
tore: aver  buona  parlantina,  aver  pronte 
le  risposte. 

12)  -vègli  nò  de  pei  sii  là  léngua  = 
averne  pochi  degli  spiccioli  e  meno  da 
spicciolare  :  di  pers.  franca  che  dice  il 
pareie  suo  e  non  sopporta  scherzi. 

13)  chi  g'hà  léngua  in  boca  va  fina 
à  Róma  =  Vedi  bòca^  31). 

14)  léngua  imbroiàda  =  lingua  ap- 
pallottolata, annodata,  avviluppata. 

15)  léngua  impàltàda  =  lingua  pati- 
nosa,  sudicia,  brutta  :  quando  è  sporca 
per  imbarazzo  gastrico. 

16)  léngua  de  Siirigh  =  lingua  di 
Zurigo  ;  sp.  di  salame. 

17)  lé'ngua=  lingua,  idioma,  lignaggio. 

18)  Lingua  di  vacca;  sp.  di  incudine. 
T.  dei  ramieri. 

19)  Coltello  :  parte  della  maciulla. 

20)  léngua  de  pdsera  =  centinodia, 
correggiuola,  poligono.  Specie  di  erba. 

lenguàgrg,  s.  m.  =  linguaggio  :  il  com- 
plesso dei  segni  usati  per  farsi  inten- 
dere, ed  anche  il  modo  di  esprimersi. 


lenguàscia,  s.  f.  =  linguaccia  :  lingua 
maledica. 

lenguàscióu,  s.  m.  =  linguacciuto  ;  sboc- 
cato, maldicente  :  che  ha  lingua  facile 
alla  maldicenza  e  al  parlare  meno  pudico. 

lenguéta,  s.  f.  =  linguetta  :  dimin.  di 
lingua. 

1)  Di  pers.  colla  lingua  lunga. 

2)  La  laminetta  del  baule  che  si  in- 
castra nella  ferritoria,  per  chiuderlo  a 
chiave  o  col  lucchetto. 

lensoBÙ,  s.  m.  =  lenzuolo  :  ciascuno  dei 
due  pannilini  distesi  sulla  materassa 
fra  i  quali  si  giace. 

1)  fa  sòtt  i  lensceu  =  rincalzar  le 
lenzuola. 

2)  tira  i  lenèoeii  =  stirare  le  len- 
zuola. 

3)  Fig.  Qualunque  grande  avviso  o 
foglio  di  cai*ta  grande. 

lènta  e  meglio  lènte,*  s.  f.  =  lente,  cri- 
stallo che  serve  ad  aiutar  la  vista,  in- 
grandendo all'occhio  gli  oggetti,  e  serve 
anche  alla  fotografìa. 

lentìgia,  s.  f.  =  lentof  lenticchia.  Vedi 
lanti^ia,  e  deriv. 

1)  Lentiggine  :  macchia  sulla  faccia. 

Xeon,  s.  m.  =  leone  :  bestia  feroce. 

1)  bòcch  de  ledn  =  bocca  di  leone. 
Sp.  di  fiore. 

2)  coeur  de  ledn  =  crudezza  leonina, 
insensibilità  di  cuore.  Anche  :  coraggio. 

leonèsa,  s.   f.  =  leonessa  :    la    femmina 

del  leone. 
leopàrd,  s.   m.  =  leopardo  :    bestia    fe- 
roce, colla  pelle  macchiata. 
lèpid,   agg.  =  lepido  :  piacevole,  faceto, 

giocondo. 
lesèna,   s.    f.  =  contracolonna,    pilastro, 

aggetto.  T.  d'architett. 
lesìgn,  s.  m.  =  tasta,  filaccia  :   quantità 

di  filo  di  tela  per  tenere  aperte  le  piaghe. 
lesiòn,  s.  f.  =  lezione:   l'insegnamento 

che  dà  il  maestro  agli  scolari  a  quelle 

date  ore. 

1)  fa  lesiòn  =  far  lezione,  degni  in- 
segnamenti pubblici. 

2)  dì  là  lesiòn  =  ripetere  la  lezione  ; 
ripetere  all'  insegnante  lo  spiegazioni 
avute. 

3)  dà  là  lesiòn  =  assegnare  la  le- 
zione da  studiare. 

4)  toeu  lesiòn  =  prender  lezione  ; 
staro  alla  lezione  di  un  maestro. 

5)  Punizione  ;    lavata    di    capo  ;    el 


les 


433 


let 


g'hà    daa   dna    bòna    lesìòii  =  gli    ha 
dato  una  buona  lezione. 

6)  Fatto  spiacevole  che  serve  a  am- 
maestrare per  un'  altra  volta  ;  gli' è  cà- 
pitaa  dna  lesion  che  le  tèn  à .  ment 
per  on  pese  =  gli  è  toccata  una  le- 
zione che  la  ricorda  per  un  pezzo. 

lesìòn,  *  s.  f.  =  lesione  :  ferita  prodotta 
sulla  persona  da  qualche  percossa , 
botta,  malattia. 

lèsila,  s.  f.  =  lesina  :  ferro  appuntato  da 
calzolaio  per  far  buchi. 

1)  Avaro,  spilorcio,  lesina,  tacca- 
gnone. 

lèss,  s.  m.  =  lesso,  lessato,  bollito  :  fatto 
bollire  nell'acqua. 

1)  el  lèss  =  il  lesso  :  la  carne  les- 
sata e  specialm.  quella  di  manzo. 

2)  à  lèss  =  a  lesso,  allesso,  lessato. 

3)  el  se  mètt  à  lesa  e  àròst  =  si  può 
mettere  a  lesso  e  arrosto  :  di  chi  s'ac- 
concia volentieri  al  desiderio  degli  altri, 

lesiott,  s.  m.  =  treggione,  civoa.  T.  d'agr. 

arnese  di  vimini  per  trasportar  roba. 
lesiva,  s.  f.  =  ranno,  rannata  :    mistura 

di  cenere  ed  acqiia  bollita  per    fare  il 

bucato. 

1)  fa  lesiva  =  imbucatare. 

2)  Maestra,  T.  dei  saponai. 

léta,  s.  f.  =  mano.    T.    di    gioco.    Vedi 
elèta. 
1)  vèss  de  lèta  =  aver  la' mano. 

letamili,  s.  m.  =  letame,  ingrasso,  stal- 
latico, concio  :  il  letto  dello  bestie  dopo 
che  è  infracidato  e  mescolato  collo 
sterco  e  si  raccoglie  e  ammonta  per 
concime. 

lètèra,  s.  f.  =  lettiera  :  il  fusto  del  letto. 

lètera,  s.  f.  =  lettera  :  ognuno  dei  segni 
che  formano  l'alfabeto. 

1)  pàrld.  à  lèter  de  scàtola- =  parlare 
a  lettere  di  scatola  ;  parlare  chiara- 
mente. 

2)  La  parte  scritta  dello  monete  e 
dello  medaglie. 

3)  àia  lètera  =  alla  lettera  ;  di  chi 
intende  meccanicamente  la  parola  e  la 
frase  in  sé,  non  il  contesto. 

4)  copia  àia  lètera  =  copiare  alla 
lettera  ;  senza  cambiar  nulla,  senza 
far  di  suo. 

5)  giilgà  à  erosi  e  lètera  =  giuocare 
a  palle  e  santi. 

<))  Lo  scritto  per  mezzo  del  quale 
comunicliiamo  cogli  assenti. 

28 


7)  fa  òna  lètera  =  fare  una  lettoj'a; 
di  presentazione,  o  per  documento. 

8)  per  lètera  =  per  lettera  ;  al  con- 
trario che  a  voce. 

lèteràlniéiit,  avv.  =  letteralmente,  alla 
lettera. 

lèteràto,  s.  m.  =  letterato  :  chi  è  am- 
maestrato nelle  lettere  e  ne  ha  nomo 
e  vi  è  appassionato. 

letigà  0  litiga,  v.  alt.  =  stuccare,  nau- 
seare. Dei  cibi. 

letiglièiit  e  litigliènt,  slitighéiit,  agg.  = 
viscido,  stucchevole.  Dei  cibi  e  di  altri 
oggetti. 

letiii,  s.  m.  =  lettino  :  dim.  di  letto, 
specialm.  quello  dei  bambini. 

1)  letìn  de  l'oépedaa  =  letto  porta- 
tile,  portantina. 

lètor,  s.  ìli.  =  lettore  :  la  pers.  ignota  a 
cui  si  rivolge  chi  pubblica  libri,  su])- 
ponendo  che  leggerà  il  suo. 

lètorin,  s.  m.  =  leggìo:  qualunque  mo- 
bile per  tenerci  aperti  libri,  mastri, 
musica,  e  sim. 

1)  Badalone:  leggìo  a  duo  o  tre  facete 
imperniato  e  girevole  su  una,  base. 

2)  Caldino,  caldina.  T.   d' agricoltui'a 

3)  lètorin  de  écriv  =  scannello. 
lètra,  s.  f.  =  lettera.  Ora  si  dice   anche 

lètera.  Vedi. 
letrina,  s.   f.  =    latrina.   Vedi    latrina 

meno  volgami,  usato. 
lètt,  s.  m.  =   letto  :  mobile  della  camoiu 

dove  si  dorme. 

1)  ètànsa  de  lètt  =  camera.  È  pedan- 
tesco il  dire  camera  da  letto,  stanza 
da  letto. 

2)  lètt  matrimoniai  =  letto  matri- 
moniale ;  lètt  d'óna  persòìia  e  ìnèsa  = 
letto  bastardo,  lotto  di  un  posto  e  mezzo  : 
lotto  largo  per  uno,  ma  al  bisogno  può 
servir  per  due  ;  lètt  gemèj  =  letti  ge- 
melli :  duo  letti  uguali  che  al  bisogno 
si  possono  raccostare. 

3)  àss  del  lètt  =  asserelle,  assicelle  : 
le  assi  del  letto  sullo  quali  posa  il 
saccone. 

4)  testàna  del  lètt  =  spalliera. 

6)  strècia  o  strèeioeùra  del  lètt  =  cor- 
sello,  vicolo,  vicoletto:  quella  piccola 
corsia  0  spazio  fra  il  letto  e  il  muro, 
0  fra  due  letti. 

6)  fa  sii  '/  lètt  =  fare,  rifare  il  letto  ; 
prepara  'l  lètt  =  preparare,  acconciare  il 
letto. 

7)  bUlàsé  éiil  lètt  =  buttarsi  sul  letto. 


let 


434 


ley 


8)  niHes  in  Ictt  =  allettarsi,  mettersi 
a  letto  ;  per  malattia  non  breve  :  tegnì 
in  lètt  =  tenere  a  letto,  obbligare  a 
letto:  di  malattia. 

9)  càscia  fceùra  i  gatnb  del  lètt  = 
tirar  le  gambe  fuor  del  lotto  ;  àaltà  sii, 
fosiira  del  lètt  =  saltare  il  letto  :  levarsi 
in  fretta,  svelto. 

10)  morì  in  del  so  lètt  =  morir  nel 
suo  letto  :  in  casa  sua,  non  all'ospe- 
dale 0  per  la  strada  o  in  esilio. 

11)  mètt  in  lètt  =  mettere  a  letto  : 
accompagnare  uno  a  lotto,  aiutarlo 
([uando  si  spoglia. 

12)  fa  eiàpà  ària  ài  lètt  =  abballi- 
nare il  letto  :  levarne  le  lenzuola  ed 
alzarne  le  materassa  per  renderle  di 
nuovo  soffici  e  far  loro  prendere  aria. 

13)  inciodàèè  in  lètt  =  cacciai'si  in 
un  fondo  di  letto:  per  malattia  lunga 
e  forse  mortale. 

14)  manda  in  lètt  cont  èètt  biis  in 
là  tèsta  =  mandare  a  letto  scalzo  :  si 
dice  per  celia  ai  bambini. 

15)  on  mal  de  sta  in  lètt  =  un  male 
da  fermare,  da  dover  tenere  il  lotto; 
da  curarlo  stando  a  letto. 

16)  fioeic  del  jjrimm,  del  second  lètt  = 
tìgli  del  primo,  del  secondo  letto  :  avuti 
dal  primo,  dal  secondo   matrimonio. 

17)  lètt  à  moschètt  =  letto  parato,  a 
baldacchino. 

18)  sta  in  lett  fin  che  canta  là  vaca 
=  alzarsi  all'alba  dei  tafani:  quando  il 
sole  è  già  alto. 

19)  et  2)o'  pisà  in  lètt  e  poeu  di  che 
l'è  sudaa  =  può  pisciare  in  letto  e  dir 
che  è  sudato  :  di  pers.  agiata  e  fortunata. 

20)  né  à  l'osterìa,  né  in. léce  no  se 
ren  mài  véce  =  chi  va  alla  taverna,  va 
in  vita  eterna, 

21)  né  à  tàola  né  in  lètt  no  ghe 
voeur  rispétt  =  ne  a  mensa  ne  in  letto 
si  può  aver  sempre  rispetto  :  ci  si  può 
permettere  qualche  maggiore  confidenza, 
purché  non  si  offenda  la  creanza. 

22)  Letto:  strato  di  paglia  o  foglie 
0  altro  che  si  mette  sotto  le  bestie 
perchè  vi  si  possano  coricai'e. 

23)  vèseghen  de  fa  lètt  ài  cavai  = 
essercene  a  iosa,  a   carra,    a   bizzeffe. 

24)  Gli  avanzi  della  foglia  mangiata 
dai  bachi  :  biitS,  via  el  lètt  di  càvàlee 
=  buttar  via  il  letto  dei  bachi. 

2-5)  Letto,    alveo  :    spazio    compreso 


fra  le  ripe  nel  quale  scorrono  le  acque 

di  un  fiume. 
letuàri,  s.  m.  =  lattovario,  elettuario.  T. 

farmaceut.  :  sorta  di  medicamento. 
leturìn,  s.  m.  =  leggìo,  badalone.  Vedi 

lètorin. 
léya,  s.  f.   =    leva:    spranga    in    genere 

per  alzare  e  muover  pesi. 

1)  dà  là  lèva  =  affrettare,  sollecitare; 
di  persone. 

2)  Leva,  coscrizione.  T.  milit. 
leva,  V.  att.  =  levare,  alzai'e. 

1)  lectl  de  piànta  =  levar  di  pianta. 
T.  d'ingegn.  Si  dice  anche  di  quando 
si  dà  a  qualcuno  una  forte  ramanzina. 

2)  leva  'l  buj  =  levare,  alzai'e,  spic- 
care il  bollore:  della  pentola  che  co- 
mincia a  bollire. 

3)  Levitare,  lievitare.  T.  dei  fornai  : 
il  fermentare  della  pasta  inti'usa  con 
lievito. 

4)  Allevare,  educare:  dare  i  principi 
di  educazione. 

5)  Rallevare  :  dei  bambini  che  si 
tiran  su   grandicelli. 

6)  leva  sii  =  alzarsi,  levarsi.  Specialm. 
del  letto  :  àpèna  levaa  sii  =  di  levata  ; 
leva  su  bonora,  bonòra  =  fare  una  le- 
vataccia :  alzarsi  troppo  di  buon  mat- 
tino. È  però  modo  un  po'  troppo  spe- 
cialmente toscano. 

7)  leva  el  sàWt  =  levare  il  saluto  : 
non  salutar  più. 

8)  Dei  venti  :  ée  ée  lèva  el  vent,  àèmm 
fritt  =  se  si  leva  il  vento,  siam  fritti. 

9)  Del  sole  :  el  so  el  se  lèva  ài  eìnqii 
or  =  il  sole  si  leva  alle   ore  cinque. 

10)  Alzare  al  gioco  delle  cai-te  divi- 
dere il  mazzo  in  due  e  metter  sopra 
la  parte  che  ora  sotto. 

11)  levàéà  =  alzarsi:  degli  uccelli, ì 
spiccare  il  volo  da  terra,  e  del  fumo] 
che  salo  per  la  sua  leggerezza. 

leTaa^  s.  m.  =  lievito,  fermento  :  pezzetto 
di  pasta  inacidita  con  che  si  mescola 
la  pasta  per  fare  il  pane. 

1)  levaa  de  nev  =   nevaio,    nevazzo. 

levàda,  s.  f.  =  sveglia. 

1)  dà  là  levàda  =  svegliare. 

2)  levàda  di  bigàtt  =  muta. 
leTàdin,  s.  m.  =   levatore.  T.  dei   car- 

tieri  :    colui    che,    dopo    sopressata  lai 
pesta  ne  separa  i  feltri   dai    fogli,  po-| 
nendo  questi  sulla  predola  o  sulla  po- 
nitora. 

1)  Ponitore.  T.  dei  cartiori  :  quel  la 


lev 


—  435 


lil) 


voraute  che  mette  successivamente  i 
fogli  sulla  ponitora,  lasciata  alquanto 
sgocciolare  la  forma  sul  burattino. 

leràdòr  (pònt),  =  ponte  levatoio  :  di 
ponte  che  s'alza  e  si  abbassa. 

levag'ìoeùg'li,  s.  m.  =  zimbello:  uccello 
che,  legato,  serve  ed  allettare  gli  altri. 

levàiida,  s.  /.  =  spigo,  lavanda:  erba 
profumata. 

levàiit,  s.  m.  =   levante,    oriente,  l'Est. 

leyantìna,  s.  f.  =  levantina:  specie  di 
stoffa  di  seta. 

levàtìv,  s.  m.  =  clistere,  scrviziale,  la- 
vativo. Vedi  làvàtiv.  * 

1)  Di  persona:    seccatura,    sofìstico. 

leYàtrìce  *  e  anche  levatrìs,  s.  f.  = 
levatrice,  ricoglitrice  :  donna  patentata 
che  assiste  alle  partorienti. 

levrìér,  *  s.  m,  =  levriero  :  cane  spc- 
cialm.  adibito  alla  caccia  delle  lepri. 

lì,  avv.  =  lì:  di  luogo  relativamente  vi- 
cino a  chi  parla  e  chi  ascolta,  dove  si 
può  come  accennare:  più  limitato  che  là. 

1)  lì  insci  =   quivi. 

2)  vèss  lì  lì  per  fa  =  essere  in  pro- 
cinto di  fare. 

3)  vèss  lì  per  lì  =  esserne  a  un  pelo. 

4)  te  lì!  =  bada  lì  !  badate  lì  !  :  escla- 
mazione di  maraviglia  e  di  nausea  spe- 
cialm.  per  cose  fuori  d'ogai  ragione; 
te  lì  còéa  el  ine  fa  àio  stùpicl  =  bada 
che  mi  fa  questo  scioccone. 

6)  tant  come  de  chi  e  lì  =  quanto  di 
qui  a  lì:    accennando   breve    distanza. 

7)  finì  lì  =  fmir  lì  :  non  esserci  se- 
guito. 

8)  éèmm  lì  =  siamo  lì:  di  cosa  che 
sta  per  finire. 

9)  resta  lì  =  rimanere,  allibire  :  re- 
staro  meravigliati. 

10)  pientà  lì  =  cessare,  smettere. 
lìber,  s.  m.  =  libro  :    quantità    di    fogli 

cuciti  insieme  ;  lìber  de  kg,  de  écriv 
=  libri  da  leggere  o  stampati,  da  scri- 
vere. 

1)  àndà  gio  del  lìber  =  fig.  :  cascar 
di  collo,  uscir  di  grazia.  Perdere  la 
stima  e  la  benevolenza  di  una  persona. 

2)  vègli  minga  àiil  lìber  viln  =  non 
nver  uno  sul  proprio  calendario  :  essere 
mal  prevenuti,  mal  disposti  contro  una 
persona. 

3)  vèsà  giò  del  lìber  à  min  =  non 
•essere  nel  calendario  di  alcuno  ;  essere 
nel  libro  verde  di  alcuno. 


4)  mètt  à  lìber  =  allibrare  :  notare 
a  libro   conti  e  sim. 

5)  pària  còme  on  lìber  ètampaa  = 
parlar  come  un  libro  stampato;  parlar 
bene,  assennatamente. 

6)  lìber  de  éàcòcia  =  libro  tascabile. 

7)  lìber  desligaa  =  fìg.  :  le  sfogliate, 
libro  del  paonazzi,  libro  del  quaranta, 
il  mazzo  delle  carie  da  gioco. 

8)  lìber  di  riectt  =  ricettario:  dove 
son  scritte  le  ricette. 

9)  lìber  tnìnga  taiàa  =  libro  intonso  : 
colle  pagine  non  tagliate. 

10)  ìniss  in  èiil  lìber  di  ricevuii  = 
infognito.  inesigibile. 

11)  lìber  de  casa  =  quaderno  di 
cassa. 

12)  lìber  mtister  =  libro  mastro. 

13)  sta  ài  lìber  o  legni  i  lìber  - 
tenere  i  libri. 

14)  Libretto.  T.  dei  battiloro. 
lìber,  agg.  =  libero  :  che  ha  libertà,  che 

può  agire  a  modo  suo  ;  vèss  lìber  de 
àndà  dòe  ée  voaur  =  esser  liberi  d'an- 
dare dove  si  vuole. 

1)  Di  pers.  :  che  non  è  impegnato 
con  donne,  che  non  è  coniugato  e  in. 
generalo  che  non  è  vincolato  da  alcun 
impegno  :  àpèna  che  sont  lìber,  voo 
subii  in  campagna  =  appena  sono  li- 
bero, vado  subito  i a  campagna;  la  cà~ 
ròsa  l'è  lìbera  =  la  carrozza  è  libera; 
non  impegnata. 

2)  Licenzioso:  on  diseòré  iròpp  lìber  = 
un  discorso  troppo  libero  ;  troppo  licen- 
zioso. 

3)  Senza  suggezione,  seccatura:  mi 
vUj  vèss  lìber  de  stiidià  in  cà  mìa, 
sénsa  fastìdi  =  io  voglio  essere  libero 
di  studiare  in  casa  mia  senza  rompi- 
capi ;  ètànéa  lìbera  =  stanza  libera,  di  - 
simpegnata. 

4)  movimént  lìber  =  movimenti  li- 
beri, non  impacciati. 

5)  vègli  i  man  lìber  =  aver  le  mani 
libere,  poter  fare  a  modo  suo. 

6)  carta  lìbera  =  carta  lìbera:  con- 
trario di  carta  bollata. 

7)  Immune  :  esonte  da  obbligo  e  pe- 
ricolo. 

liberà,  v.  att.  =  liberare  :  sottrarre  a 
pericoli,  a  prigionia,  a  schiaviti!,  a 
mali  qualunque. 

1)  Aifrancare,  liberare  da  u.n  vincolo  : 
liberà  là  casa  dà  on  livèll  =  liberare, 
affrancar  la  casa  da  un  livello. 


lib 


-  436  - 


liff 


2)  ìiberààs  =  levarsi  d'attorno  ;  li- 
beràsà  (T  on  pensér,  d'on  làorà  =  le- 
varsi d'attorno  un  pensiero,  un  lavoro: 
si  dice  di  faccenda  o  pensiero  grave, 
noioso. 

liberal,  agc/.  =  liberale  :  chi  ò  largo  del 
proprio.  Ed  anche  chi  in  politica  segue 
idee  di  libertà  e  di  progresso. 

lìberàlitaa,  s.  f.  =  liberalità,  genero- 
sità: l'essere  largo  del  proprio,  bene- 
fico. 

liberamente  ave.  =  liberamente,  franca- 
mente :  con  libertà,  con   franchezza. 

1)  Anche  senza  impedimenti,  senza 
vincoli. 

liberàsiòn,  s.  f.  =  liberazione  :  il  libe- 
rare. 

libercol,  s.  m.  =  libercolo  :  spregiat. 
di  libro. 

libèrtaa,  s.  f.  =  libertà  :  facoltii  d'agire 
secondo  il  nostro  volere. 

1)  làsà  in  libèrtaa  =  licenziare,  la- 
sciare in  libertà. 

2)  làsti  in  libèrtaa  el  pàdròn  =  li- 
cenziarsi, congedarsi. 

3)  mètes  in  libèrtaa  =  spogliarsi, 
mettersi  in  panciolle. 

libertìn,  s.    m.    =    libertino  :    giovane, 

uomo  rotto  al  vizio. 
libidòcch,  s.  m.  =   baggeo. 
libràda,  s.  f.  =  librata  :  colpo  dato  con 

un   libro. 
librària  e  libreria,  *  s.  f.   =    libreria, 

biblioteca.  Anche  scaffale  dei  libri. 
libree,  s.  m.  =  libraio:  che  vende  libri. 
librétt,  s.   m.  =  libretto  :  dim.   di  libro. 

1)  librètt  di  memori^  dela  spesa  = 
libro  da  ricordi,  delle  spese. 

2)  librètt  de  l'opera^  e  assol.  el  li- 
brètt =  le  parole  d'un 'opera  in  musica. 

3)  librètt  dèla  casa  de  rispàrmi^ 
dela  banca  =  libretto  della  cassa  di  ri- 
sparmio, della  banca:  quadernetto  di 
credito  che  emettono  vari  istituti  e  dove 
vengono  segnate  le  somme  depositate. 

liceàl,  agg.  =  liceale  :  del  liceo  :  la  li- 

cénsa  lieedl  =  la  licenza  liceale. 
licéusa,  *  s.  f.   =    licenza  :    permesso  o 
congedo  degli  impiegati  ;  l'è  àndaa  in 
licensa  =  andò  in  licenza. 

1)  Il  permesso  di  caccia  e  il   foglio 
che  la  contiene. 
2^  Confidenza  soverchia. 
3)  T.  scolast.  :  approvazione  ottenuta 
per  esami  o  per  merito  di  passare  agli 
studi  superiori. 


licensià,  v.  att.  =  licenziare,  conge- 
dare, mandar  via. 

licèo,  s.  m.  =  liceo:  istituto  di  educa- 
zione secondaiia. 

lìchen,  s.  m.  =  lichene,  lichene  islan- 
dico  :  foglia  secca  per  decotto. 

liènda,  s.  f.  =  stampita,  tiritera,  sec- 
caggine :  di  cosa  lunga,  noiosa  e  ripetuta. 

lifròccli,  s.  7)1.  =  merendone,  scioperone, 
rompicollo,  bietolone. 

ligrà,  V.  att.  =  legare,  vincolare  :  con- 
trapposto a  sciogliere  :  legare  con  fune 
0  altra  cosa  flessibile. 

1)  ligà  i  llber  =  rilegare  i  libri  :  cu- 
cire insieme  i  fogli  e  metterci  la  co- 
pertina. 

2)  ligt  l'àsen  dde  voRiir  el  pàdrvn 
=  legar  l'asino  dove  vuole  il  padrone. 

3)  tigà  man  e  pee  =  legare  le  mani 
e  i  piedi  ;  togliere  a  uno  la  facoltà  di 
agire. 

4)  T.  oref.  :  di  pietre  preziose  :  le- 
garle, incastonarle. 

5)  Allegare:  dell'effetto  delle  cose 
agie  0  aspre  sui  denti. 

6)  Allegare,  attecchire. 

7)  Andar  d'accordo,  legare:  contini 
el  Ugo,  pòcch  =  con  me  lega  poco  ;  va 
poco  d'accordo. 

ligraa,  agg.  =  legato,  vincolato.  Di  libro  : 
lilegato. 

1)  Ve  ligaa  ciirt  =  fig.  :  le  acque 
sono  basse:  è  tenuto  a   stecchetto.  i 

ligàda,  s.  f.  =  funata:  arresto  in  massa.        ' 
l)  fa  Olia  ligàda  =  fare  una  f anata. 

ligràdòr  de  liber,  s.  m.  =  legatore  di 
libri;  e  anche  semplicemente  legatore. 

lig'àdura,  s.  f.  =  legatura,  allacciatura, 
fasciatura,  rilegatura. 

ligàniént,  s.  w.  =  allegamento:  Fallo- 
gare  dei  denti. 

1)  Incastonatura.  T.    dei    gioiellieri. 

2)  Trocciuole.  T.  dei  legat.  di  libri 
e  dei  cart. 

lig'àmiu,  s.  m.  =  imparaticcio  :  il  primo 
lavoro  a  calz  j  che  si  fa  fare  alle  bambine. 

ligànim,  s.  m.  =  legame,  vincolo  :  quanto 
serve  per  legare,  ma  specialm.  in  si- 
gnific.  di  impedimento  morale. 

1)  ligàmm  de  càlèètt  =  legacciuolo, 
legacela,  legaccio,  cintolino  :  striscia  di 
cotone  0  di  seta  con  elastico  per  al- 
lacciare le  calze  alla  gamba. 

ligàscioeù,  s.  m.  =  correggiuolo.  T.  dei 
leg.  di  libri. 

lig'ér,  agg.  =  leggero,  lieve.  Vedi  legèr. 


lìff 


437  — 


liii 


lig'iKBÙ,  s.  in.  =  leganolo,  cordone;  trec- 
cinoli di  canapo  che  formano  la  fune. 
1)  Anche  il  treccinolo  di  capelli  per 
fare  la  treccia. 

lisfiioeùra,  s.  f.  =  cordicella,  archipenzolo. 
Vedi  leg-uoeiìra. 

lìg'osòn,  s.  m.  =  gingillone,  bighellone, 
ciondolone:  di  uomo  poco  laborioso. 

Illa,  afffj.  =  gridellino,  lilla  :  di  colore 
somigliante  al  violetto,  ma  più.  chiaro. 

lima,  s.  f.  =  lima:  strumento  di  le- 
gnaiuolo, fabbro,  orefice,  ecc.,  per  as- 
sottigliare legno,  ferro,  e  sim. 

1)  lima  à  eoa  de  rdndina  =  lima  a 
coda  di  rondine,  lima  da  oriuolai. 

2)  liìtia  à  cortèll  o  cortèlìna  =  lima 
a  coltello. 

3)  lima  à  triàngol  =  lima  a  triangolo. 

4)  lima  cariòta  o  piàttna  =  lima  da 
egualire. 

5)  lima  à  foeiiia  d'oliva  =  lima  a 
foglia  di  salvia,  o  d'oliva  :  degli  oriuolai. 

6)  lima  card  o  quadra  =  lima  fj^ua- 
drella,  o  quadrilatera. 

7)  lima  à  eoa  de  ràtt  =  lima  da 
straforo. 

8)  lima  ingeniigiàda  =  lima  mezza 
tonda  da  voltare. 

9)  lima  Sorda  =  lima  sorda  :  quella 
che  sega  senza  far  rumore. 

10)  lima  de  rochitt  =  jima  da  roc- 
chetti. 

11)  lima  à  poni  =  lima  a  punte. 

12)  lima  del  tàmbor  =  lima  da  tam- 
buro, 0  da  strisciare  i  tamburi  :  è  degli 
oriuolai. 

13)  là  ciislna  e  là  tàola  Imi  òna 
Urna  sorda   Vedi  ciisiiia. 

14)  Lumia  :  specie  di  limone  bernoc- 
coluto. 

15)  Fig.  :  di  un  sentimento  doloroso 
che  logori  :  rodio,   rodura,  roditura. 

lima,  V.  alt.  =  limare  e  fig.  correggere, 

rivedere  un   lavoro. 
limadura,  s.  f.  =  limatura:  roi)erazione 

del  limare,  e    la    raschiatura    prodotta 

dalla  lima. 
limbo,  ?.  m.  =   limbo:  nelle  frasi;  vess 

ài  limbo  dèi  Santi  pàder  =  essere  al 

buio  di  qualche    cosa  :  rà    al  Ihìibo  = 

va  al  limbo  ;  a  una  seccatura. 
limàia,  s,  f.  =  limatura:  la  raschiatura 

prodotta  dalla  lima.  Dal  frane,  limaille, 
limit,  s.  m.  =  limite  :    linea  di    confine 

specialm.  in  signific.   morale. 


limita,  V.  att.  =  limitare,  contenere,  cir- 
coscrivere: assegnare,  porre  dei  limiti. 

limoli,  s.  m.  =  limone  :  specie  di  agrume 
che  ha  i  frutti  simili  al  cedro,  e  il 
frutto  stesso. 

Ij  èclitscia  limón  =  strizza  limoni, 
matricina:  arnese  per  strizzare  i  li- 
moni. 

2)  àeqiia  de  limon  =   limonata. 

limonàda,  s.  f.  =  limonata;  acqua  eoa 
succo  di  limono  e  zucchero.  Per  scherzo 
0  spregio  anche  :  limonea. 

limonàtt,  s.  m.  =  limonaio  :  chi  vendo 
limoni. 

limonerà,  s.  f.  =  aranciera:  serbatoio  o 
luogo  dove  si  custodiscono  i  limoni  o 
altri  agrumi  nell'inverno. 

limonsiiia,  s.  f.  =  cedronella,  citraggine, 
melissa  :  specie  d'erba. 

limdsna,  s.  f.  =  limosina,  elemosina. 
Vedi  rlcmòsina. 

limpid,  agg.  =  limpido;  chiaro,  traspa- 
rente :  contrario  di  torbo. 

lìii,  s.  m.  =  lino:  pianta  che  secca  e 
macerata  dà  materia  atta  a  filarsi  per 
far  tela  :  Unum  usitatissimum,  e  il 
lino  che  so  ne  cava,  e  la  tela  che  se 
ne  fa. 

1)  Un  maràirceù,  o  nostràn,  o  linètt 
=  lino  marzuòlo,  stio. 

2)  Imràvàgn  =  lino  vernino,  ravagno. 

3)  campagna  de  Un  =  lineto. 
liiiàrcefl,  s.  m.  =  linaiuolo  :    chi    vende 

0  lavora,  il  lino. 
linea,  *  s.  f.  =  linea:  l'ordinanza  di  un 
esercito  sul  campo  e    nella   marcia,  o 
schierato  in  battaglia. 

1)  La  fanteria:  prima  ptiéa  là  lìnea 
e  poeu  i  berààliér  =  prima  passa  la 
linea  e  poi  i   bersaglieri, 

2)  Di  strada  ferrata,  la  strada  stessa 
e  la  sua  direzione:  Vingegnee  l'è  in 
éii  là  lìnea  =  l'ingegnere  è  lungo  la 
linea  ;  là  linea  de  Bèrgom  =  la  linea 
di  Bergamo. 

3)  éil  tuta  là  linea  =  su  tutta  la  li- 
nea :  completamente. 

liufàticli,*  agg.  =  linfatico  :  delle  persone 
che  hanno  un  temperamento  in  cui 
predomina  la  linfa. 
ling-ér,  agg.  =  leggero,  lieve.  Vedi  legér» 
linghèra,  «.  f.  =  ballatoio,  terrazza,  rin- 
ghiera ;  terrazza  elevata  per  cui  si  giri 
intorno  al  muro  esterno  di  un  edificio. 
Se  ne  vedono  di  simili    anche  nell'in- 


liti 


-  43S 


lis 


terno  delle  chiese   e    in    qualche    sala 
molto  sfogata,  vicino  al  palco. 

ling'ua,  *  s.  f.  =  lingua:  l'idioma  d'una 
nazione,  d'una  razza. 

1)  Usa  anche:  lìngua  in  tutti  gli 
altri  significati  dell'ital.  «  lingua  »  ma 
per  essi  vedi  léngrua. 

linoeucC)  s.  m.  =  bircio,  guercio:  corto 
di  vista.  In  senso  fig.  e  volgami,  è 
parola  di  scherno  e  vale:  poco  di 
buono  ;  talvolta   anche  :  imbecille. 

linia  e  meglio  lìnea,  *  s.  f.  =  linea. 
Anche  :  interlinea.  T.  da  stamp.  Vedi 
lìnea. 

liniàmént,  e  lineaménti  *  s.  m.  =  li- 
neamento,    fattezze:   le  lineo  del  viso. 

linón,  s.  m.  =  fiore,  linone:  sp.  ditela. 
Dal  francese  linoii. 

linósa,  s.  f.  =  lin  seme,  seme  di  lino  : 
si  usa  specie  per  far  decotti  e  cavarne 
olio. 

lión,  e  spesso  anche:  lión,  s.  m.  =  co- 
glia, elegante,  ganimede  :  di  chi  cura 
ti'oppo  la  toeletta  e  veste  sempre  se- 
condo r  ultimo  figurino  della  moda. 
Dal  frane.  :  lion. 

lìpa,  s.  f.  =  lippa:  specie  di  giuoco  che 
si  fa,  facendo  saltare  in  aria  un  ba- 
stoncello, picchiandolo  ad  una  estre- 
mità con  un  altro. 

1)  àndà  à  giughi  Ma  itpa  =  andare 
a  quel  paese  :  di    chi    secca  e  annoia. 

lipp  làpp  (fa),  =  far  lappe  lappe  o  lappi 
lappi  :  dei  golosi  ingordi  che  divorano 
e  fanno  schiocchi  colla  bocca. 

1)  Ciacche,  ciacche  :  suono  che  fan 
certe  cose  allorché  si  schiacciano. 

lìquid,  agg.  =  liquido  :  dei  corpi  visibili 
che  tendono  a  scorrere  e  a  livellarsi  : 
contrario  di  solido. 

liqìiidà,  V.  alt.  =  liquidare.  Di  conti  : 
appurarli  e  veder  chi  deve  avere. 

1)  Di  pensione  :  stabilirne  la  cifra  e 
darnela. 

2)  Dei  commerc.  :  ritirai'si  dal  com- 
mercio. 

liqiiidàsiòn,  s.  f.  =  liquidazione.  T.  di 
comm.  :  il  liquidare,  e  specialm.  il  ri- 
tiro dal  commercio  e  vendita  relativa. 

liquor,  s.  in.  =  liquore.  Specialm.  bibite 
alcooliche. 

liquorista,  s.  m.  =  liquorista  :  venditore 
di  liquori,  specialmente  al  minuto,  a 
bicchierini. 

lira,  s.  f.  =  lira:  moneta:  cento  cente- 
simi, venti  soldi. 


1)  paga  lir,  éòld  e  qitàtrin  =  pagare 
a  lire,  soldi  e   denari  :    puntualmente. 

2)  Peso.  Libbra  :  peso  corrispondente 
a  tre  quarti  circa  del  chilo. 

3)  fa  bdser  de  lira  =  farne  di  quelle 
coll'uiivo. 

4)  Piagnuccolamento,  frignatura  :  il 
piagnuccolare  uggioso  dei  ragazzi. 

liràscia,  s.  f.  =  lirata  :  libbra  abbondante. 

lirelà,  "V.  att.  =  gingillare,  dondolarsi  : 
star  bighelloni,  senza  far  nulla. 

lìri,  s.  m.  =  giglio,  fiordaliso  :  lilium 
candidum  ;  vèès  bianeh  còme  el  Uri  = 
esser  candido  come  un  giglio. 

1)  giaggiuolo,  ghiaggiuolo,  iride.  Vedi 
ìreus. 

liritt,  s.  m.  pi.  =  mughetto  :  fiore  gen- 
tile detto  anche  :  gilio  delle  convalli. 
Convallaria  maialis.  Ora  assai  più 
usato  moneghèll. 

liron,  s.  m.  =    piagnitore,   belatore  :  chi 
piange  efiigna;  specialm.  dei  bambini. 
1)  àndà  liron  liràn  =  e  anche:    li- 
ron lirèla  =  andar   giò    giò,    girellare, 
menare  il  pan  per  l'asse. 

lis,  agg.  =  logoro,  liso,  ragnato  :  di  panni 
consumati  dall'uso. 

lise,  agg.  =  liscio,  piano,  contr.  di  scabro  : 
che  ha  la  superficie  morbida,  non  arruf- 
fata, 0  piana  senza  scabrosità,  levigato. 

1)  Di  cose  che  non  presentano  diffi- 
coltà; àndà  ma  lise  =  andar  piani, 
senza  scosse,   senza  contrasti. 

2)  Semplice,  senza  complicazione  e 
senza  troppi  ornati. 

3)  pasàla  lìscia  =  passarla  liscia; 
senza  castighi  e  rimproveri. 

4)  àndtl  ma  lise  =  passar  liscio  :  non 
curarsi,  tirar  via. 

5)  S.  m.  =  liccio,  licciata:  filo  torto 
usato  dai  tessitori. 

6)  bàchèit  de  lise  =   licciaruoli. 
lisca,  s.  f.  =  esca:  materia  vegetale  che 

s'accende  battendo  un  ferro  o  una  selce 
e  si  mantiene   accesa   anche  al  vento. 
1)  Sala,  salone,    ciperoide,    caretto  : 
serve  a  impagliare  sedie. 

liscliee,  s.  m.  =  giuncheto,  caiiceto  : 
luogo  piantato  a  giunchi. 

lischèta,  s.  f.  =  caretto,  carice  :  dim. 
di  lisca. 

liscòn,  s.  m.  =  erba  paduliua:  cyperus 
langus;  erba  che  ha  il  colmo  con  tre 
angoli  terminanti  in  ombrella. 

1)  Stianola:  sorta  d'erba  per  impa- 
gliare, specialm.  fiaschi. 


J 


lis 


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loc 


]  lista,  s,  f.  =  lista:  striscia  staccata  di 
I  carta  o  di  panno.  Piìi  comunem.  si 
■        dice  striscia. 

1)  Di  peli  d'animali  :  el  g'hà  dna 
lista  bianca  sili  còli  =  ha  una  lista  di 
peli  bianchi  sul  collo. 

2)  Elenco  di  pers.  o  di  cose. 

3)  Nota,  conto  :  specialm.  se  lungo. 
lista,  f.  alt.  =  listare  ;    fregiar  di  liste. 

1)  Imbracare:  saldare  con  una  stri- 
scia di  carta  un  foglio  lacero  di  un 
libro. 

listèll,  s.  m.  =  listello,  regoletto  :  modi- 
natura  prima  e  quadrata  accompagna- 
toria 0  di  divisione.  T.    architi. 

listìn,  s.  m.  =  solini  delle  mani,  polsini: 

parte  della  camicia  che  stringo  i  polsi. 

1)  Colletto,  cinturino,   goletta:  nella 

camicia  l'estremità  superiore  che  cingo 

il  collo. 

lisòu,  s.  m.  =  tentennone,  gingillone, 
ciondolone:  chi  va  bighellando  e  non 
ha  voglia  di  lavorare. 

lisonà,  ^'.  att,    =    indugiare,    ciondolare, 
girellare,  tempellare  :  perdere  il  tempo 
senza  lavorare. 
,  Ut,  s.  f.  =    lite:    controversia    piuttosto 
animosa  fra  pei'sone. 

1)  Rissa,  alterco  :  lite  violenta  e  vol- 
gare. 

2)  tiicà  Ut  =  quistionare,  rissare, 
altercare,  venire  a  lite,  a  rissa,  pren- 
dersi a  parole  e  anche  spesso  venire 
allo  mani. 

litàiii  e  litanij,  s.  f.  pi.  =  litanie,  ro- 
gazioni  :  invocazione  a  Dio  o  ai  santi. 

liter,  s.  m.  =  litro:  unità  di  misura  di 
capacità. 

1)  ànd(L  à  béven  on  liter  =  andarne 
a  bere  un  litro  :  sottint.  di  vino. 

litiga,  V.  att.  =  litigare,  piatire,  quistio- 
nare. 
1)  Vedi  letica. 

litigràtt,  s.  m.  =  accattabrighe,  piatitore, 
^  litigioso  :  che  ama  i  litigi. 

litografa,  v.  att.  =  litografare  :  ripro- 
durre colla  litografia. 

litografìa,  s.  f.  =  litografia  :  modo  di 
riprodurre  quante  volte  si  vuole,  tras- 
sportandolo  su  pietra  apposita,  uno 
scritto,  0  un  disegno. 

litografo,  *  s.  m.  =  litografo  :  chi  pro- 
fossa l'arte  litografica. 

litoii,  s.  m.  =  belletta,  melma,  fangac- 
cio  :  la  posatura  che  è  nelle  paludi,  nei 


fossi,  nei  fiumi,  dovunque  è  acqua  tor- 
bida. 

litòs,  agg.  =  limaccioso,  melmoso  :  pieno 
di  limo,  di  fango,  per  lo  più   viscido. 

livèlà,  V.  att.  =  archipenzolare,  livellare  : 

misurare  col  livello,  ed   anche    metter 

le  cose  a  uno  stesso  piano  orizzontale. 

1)  Allivellare.  T.    forense  :    darò  un 

fondo,  una  casa  a  livello. 

livèlàri,  s.  m.  =  livellarlo,  censuario, 
enfiteuta  :  chi  ha  beni   a  livello. 

livèlàsioii,  s.  f.  =  livellazione:  l'opera- 
zione del  livellare. 

livéll,  s.  m.  =  livello,  piano  orizzontalo. 

1)  Archipenzolo  :  livella  :    strumento 
per  livellare. 

2)  vèss  à  l'istèss  li-vèll  =  essere  allo 
stesso  livello  :  essere  di  pari  grado. 

3)  Livello,  peso,  aggravio  :  il  denaro 
che  si  paga  per  un  dominio  ceduto. 

lìvid,  agg.  =  livido  :  colore  speciale  cho 
prende  la  pelle  por  cadute,  battiture, 
malanni  e  sim. 

1)  s.  m.  Macchia   che  è  sulla   pelle 
per  percossa  o  malattia. 

2)  fa  deventà  lìvid  =    illividire;  far 
livido. 

3)  deventà  lìvid  =  allividire,  diven- 
tare, farsi  livido. 

livree,  s.  m.  =  levriero:  cane,  specialm. 
adibito  alla  caccia  delle  lepri.  Anche 
levriér. 

livrèia  e  livrea,  *  s.  f.  =  livrea:  uni- 
forme dei  servitori  alti  e  bassi. 

liiitt,  s.  in.  =  liuto  :  strumento  da  tasto 
a  corde  come  la  chitarra. 

lòa,  s.  f.  -  lupa  :  la  femni.  del  lupo  ; 
el  mal  dela  Ida  =  gran  fame,  fame 
insaziabile. 

loàta,  s.  f.  =  ovatta  ;  cotone  in  falde 
spalmato  con  chiaro  d'ova  per  fodere. 

loàtà,  V.  att.  =  ovattare  ;  foderare  d'  o- 
vatta. 

loàtèll,  s.  m.  =  lupacchiotto  :  lupo  gio- 
vane ;  dim.  di  lupo  anche  nei  signific. 
^figur. 

lòbia,  s.  f.  =  loggia,    ballatoio. 

lobidn,  s.  m.  =  piccionaia,  paradiso  : 
l'ultimo  ordine  in  un  teatro,  dove  per 
lo  più  non  ci  son  palchi. 

Locaa,  s.  m.  =  Locate:  nome  proprio  di 
un  villaggio  presso  Milano,  che  dà  le 
frasi  :  vèss  de  Locaa,  vèèé  hciilii  à  Lo- 
caa =  essere  balordo,  acciucchito,  alocco. 

locàda,  s.  f.  =    balordaggine,   sbadatag- 


loc 


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log: 


gine  :  cosa  fatta  senza  pensarci,  incon- 
sideratamente. 

locai,  agg-  =  locale:  di  luogo,  del  luogo; 
proprio  di  un  luogo. 

1)  s.  m.  Edifizio  0  parte  d'edifizio 
che  deve  servire  a  quel  che  si  richiede. 

locàlitaa^  s.  f.  =  località,  posizione:  la 
situazione  di  un  luogo  che  deve  ser- 
vire a  un  dato  uso. 

locanda,  s.  f.  =  osteria,  locanda  :  casa 
dove  si  dà  alloggio  e  vitto  a  paga  per 
qualunque  tempo  ;  ma  in  mil.  per  lo 
più  di  gente  bassa. 

locàndee,  s.  m.  =  locandiere  :  chi  tiene 
locanda. 

loccli,  agg.  =  allocco,  sbadato,  smemorato, 
balordo  :  che  facilmente  dimentica  ;  che 
ha  le  idee   annebbiate, 

1)  fa  el  loceli  =  fare  orecchio  da  mer- 
cante, fare  la  gatta  morta  o  di  Masino  ; 
far  lo  gnorri. 

2)  Acciucchito ,  immelensito  ;  per 
sonno  e  chiasso. 

3)  tra  locch  =  acciucchire,  sbalordire  ; 
per  effetto  di  forte  impressione. 

4)  locch.  s.  m.  =  bravaccio.  Vedi 
buio. 

lochili,  s.  ììi,  =  alloccarello,  smemoratino. 

lochisia,  s.  f.  =  sbalordimento,  intro- 
namento. 

loco  et  fòco,  =  frase  dal  latino  che  vuol 
dire,  a  casa  e  bottega  :  di  chi  si  in- 
stalla del  tutto  in  una  casa  per  vitto, 
alloggio  e  sim. 

locóii,  s.  711.  =  alloccaccio:  peggiorat. 
di  allocco  nel  senso  fig.  di  uomo  ba- 
lordo. 

loda,  V.  att.  lodare,  encomiare;  dare,  far 
lode. 

1)  chi  se  loda,  se  imbroda  =  chi  si 
loda,  s'imbroda;  chi  si  battezza  savio, 
si  intitola  pazzo  ;  lo  stimarsi  savio  è 
principio  di  pazzia. 

2)  no  vègh  che  de  lodàss  de  vùn  = 
non  aver  che  a  lodarsi  di  uno,  non 
aver  che  a  dirne  bene. 

lodola,  s.  f.  =  allodola,  lodola.  Sp.  di 
uccello  insettivoro  dell'ordine  dei  pas- 
seri. 

loertis,  s.  m.  =  luppolo,  livertino,  livor- 
tizio:  humulus   lupus.    Specie  d'ei'ba. 

loeùgia,  s.  f.  =  scrofa,  troia  :  femmina 
del  verro. 

1)  Di  pers.  :  porco,  animale,  che  fa 
porcherie. 


loeiigh,  s.  m.  =  luogo,  spazio  limitato. 
Anche  :  sit. 

1)  à  tèmp  e  loeugh  =  a  tempo  e 
luogo,  al  tempo  o  posto  opportuno. 

2)  loeugh  de  desténd  ròba  =  stendi- 
toio :  stanza  dove   si  stende  roba. 

3)  loeugh  de  deévestiéé  =  spogliatoio  : 
luogo  destinato  a  spogliarci  si. 

4)  loeugh  éolìv  =  luogo  solatio  :  esposto 
molto  al  sole. 

5)  fceùra'de  loeugh  =  inopportuno, 
fuori  di  luogo. 

0)  el  loeugh  pìj  =  il  luogo  pio  Triulzi  : 
ospizio  pei  vecchi. 

7)  Luogo,  spazio,  posto. 

8)  Luogo,  podere,  fondo ,  campo  : 
terreno  coltivato. 

loeughtenént,  *  s.  m.   =    luogotenente  : 

grado  nella  milizia. 
loeuj,  s.  m.  =  loglio  :    genere    di    piante 

graminacee. 

1)  Anche  :  svogliataggine,  tedio,  son- 
nolenza. 

loeiìva,  s.  f.  =  spiga,  pannocchia  :  spiga 
del  grano  turco. 

1)  i  bàrbìs  déla  loeuva  =  le  barbe 
della  pannocchia. 

lòfa,  s.  f.  =  vescia,  loffa,  loffia:  correg- 
gia sorda. 

1)  fa  là  lòfa  =  sfiatare:  della  po- 
lenta. 

loff,  s.  m.  =  lupo  :  bestia  feroce,  del  ge- 
nere dei   cani.  Vedi  luflf. 

Ioli,  s.  m.  =  frasca,  fola,  ciancia,  braca. 

1)  Moine,  smorfie  :  carezze  affettate 
per  ingraziarsi  qualcuno. 

2)  dà  di  lòfi  =  raggirare  :  far  rag- 
giri. 

logà^  V.  att.  =  allogare,  collocare  :  mettere 
a  posto  qualche  cosa  o  qualcuno  in 
modo  che  ci  si  trovi  bene,  a  suo  luogo. 

logàss,  1}.  rifl.  =  acquartierarsi  :  pren- 
dere alloggio,  accomodarsi  \  el  s'è  logaa 
in  cà  mìa  e  se  pò  pii  desfesciàll  =  si 
acquartierò  in  casa  mia,  ne  si  può  più 
liberarsene. 

loghètt,  s.  m.  =  loghetto,  poderino;  po- 
deretto. 

logia,  V.  att.  =  alloggiare,  albergare, 
ospitare.  Vedi  àlogià. 

1)  Bersi  :  credersi  una  cosa  ;  ghe  Idgi 
minga  =  non  me  la  bevo,  non  te  l'ab- 
bono. 

logica,  s.  f.  =  logica  :  la  scienza  del 
ragionamento,  e  specialm.  l'ordine  del 
ragionamento. 


log 


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lot 


1)  vèhg  dna  bdna  logica  =  essere  pa- 
rolaio, aver  buona  parlantina. 

log'ògi'ìf,  s.  m.  =  logogrifo:  sorta  di 
enigma  che  consiste  nel  prendere  in 
diversi  significati  le  diverse  parti  di 
vma  parola. 

log'orà,  V.  att.  =  logorare  :  consumare 
per  lungo  uso  e  frequente. 

Loiulbàvd,  .9.  m.  =  Lombardo:  abitante  della 
Lombardia. 

lombàrdee^  s.  m.  =  alabardiere,  lanzi- 
chenecco. Disusa  la  parola  a  gran  passi. 

lomber,  s.  m.  =  lombo,  filetto  di  maiale  : 
parte  del  lombo  nell'animale  macellato. 

loinbrètt,  s.  m.  =  scamerita  :  parto  della 
schiena  del  porco  più  vicina  alla  coscia. 

loiulrìna,  s.  f.  =  londrino  :  sp.  di  panno. 

long'àlong'hèra,  s.  f.  =  lunghiera.  Vedi 
lung'helunghèra. 

lougrh,  agg.  =  lungo,  Vedi  luiigrli. 

1)  i  ròbb  tir  (la  à  la  long  a  vdn  mai 
ben  =  Io  indugio  piglia  vizio. 

2)  Di  spazio  :  lungo,  allungato. 
loughèsa,  s.  /".  =   longhezza.  Vedi  lun- 

ghèsa. 

loiig'hig'nàu,  s.  m.  =  tentennone.  Vedi 
lung^liignàii. 

longitudìn,  *  s.  /".  =  longitudine:  mi- 
sui'a  d'un  luogo  da  un  meridiano  al- 
l'altro, 0  dal  primo  meridiano. 

Idngo.  Vedi  lùngro. 

lònsa,  s.  f.  =  lombata.  T.'dei  macellai. 

lo  II  tali;  agg.  =  lontano  :  che  è  relativa- 
mente a  una  gran  distanza. 

1)  Di  grandi,  forti  differenze  d'opi- 
nioni, di  desideri. 

2)  Nei  contratti  :  di  differenza  grande 
fra  il  prezzo  chiesto  e  quello  che  si 
vuol  offrire. 

3)  Alieno:  che  non  ha  inclinazione 
a  una  cosa  ;  éont  per  nàtUra  lontdn  de 
là  polìtica  =  son  per  natura  alieno 
dalla  politica  ;  èont  minga  lontdn  dal 
eonprtL  quèla  cà  lì  =  non  sono  alieno 
dal  comperar  quella  casa, 

4)  Di  parentela:  vèsS  parént  lontdn 
=  esser  parenti  lontani. 

5)  ttla  lontana,  de  lontdn  =  alla  lon- 
tana, in  lontananza. 

6)  de  lontdn  da  lontano:  a  una  di- 
stanza relativamente  grande. 

7)  chi  va  pian  va  édn  e  va  de  lon- 
tdn =  chi  va  piano  va  sano  e  va  lontano. 

lontànànsa,  s.  f.  =  lontananza:  astr.  di 

lontano. 
lontra,*  s.  f.  =  lontra  :  specie  di  animale 


la  cui  pelliccia  è  assai  pregiata  e  pre- 
gevole. 

lòpp  (el),  =  latti,  loppe,  scoria.  T.  di 
ferriera. 

lor,  pron.  =  essi,  esso,  loro  :  plur.  di 
lU,  lee  =  egli,  ella  :  usato  nei  casi  ob- 
bliqui  e  nel  soggetto. 

Lorena,  s.  m.  =  Lorenzo  :  nome  proprio. 
/  colami  de  San  Lorena  =  le  colonne 
di  san  Lorenzo  :  monumento  dell'epoca 
romana,  pregiatissimo . 

1)  Sa?i  Lorena  déla  gran  caldura, 
san  Vicénà  déla  gran  fredùra.  V.  cal- 
dura. 

loriùn,  s.  in.  =  mirtillo  nero,  bagolo, 
uva  orsina  :  vaccinium  myrtillus  : 
pianta  perenne. 

loròccli,  s.  m.  =  allocco,  gufo,  barba- 
gianni. Sp.  d'uccello. 

1)  Fig.  d'uomo  che  abbia  poco  cer- 
vello e  sia  distratto. 

losca,  V.  att.  =  stralunare.  Degli  occhi, 
stravolgerli  in  qua  e  in  là,  aperti  più 
che  si  può. 

lòscli,  agg.  =  guercio,  strabico,  losco  : 
che  ha  lo  sguardo  deviato  dalla  dire- 
ziono naturale. 

Iòta,  s.  f.  =  zolla,  gleba.  Di  terra  da 
coltivo. 

2)  Iòta  o  còdega  =  piota,  zolla  erbosa. 
Di  prato. 

3)  Lotta,  contesa  :  combattimento  di 
forza  e  destrezza,  e  in  generale  qua- 
lunque contrasto. 

Iota,  V.  att.    =    lottare  :    fare,    sostenere 

una  lotta,  specialm.   nel  senso  morale. 

lotàrìa  0  loterìa,  *  s.  f.  =  lotteria,  lotto, 

1)  mètt   in   loterìa  =  allottare  :  fare 

un  lotto  di  un  dato  oggetto. 
lotiroeiì,  s.  m.  =  botteghino  :  dove  si  va 

a  giocare  al  lotto. 

1)  Prenditore,  ricevitore    del    lotto  : 

chi  tiene  il  banco  dove   si    va  a  giuo- 

care  al  lotto. 
lóto,  s.  m.  =  lottino,  tombola.  Dal  frane. 

loto. 
lotòn,  s.  m.  =  ottone  :    lega    di    rame  e 

zinco  0  altro  metallo,    di    color  simile 

all'  oro. 
lotonee,   s,    m.  =  ottonaio:    chi    lavora 

d'ottoni. 

1)  Fontaniere:  venditore  di  cannelle 
di  piombo  e  di  altre  cose  da  far  fon- 
tane. 

2)  Docciaio  :  chi  fa  doccie  e  doccioni 
di  latta  per  condurre  via  l'acqua. 


lot 


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luf 


3)  Lumaio  :  chi  fa  e  acconcia  lumi, 
come  lucerne,  ecc. 
lòtt,  s.  m.  =  lotto  :  sorta  di  giuoco  ille- 
cito e  immorale  che  qualche  Stato  man- 
tiene. 

1)  biliètt  del  lòti  =  polizza  del  lotto. 

2)  l'è  0)1  gioeugh  del  lòtt  =  è  un 
fungo  di  rischio. 

lòtt,  lòtt,  avv.  =   quatto   quatto,    cheto 

cheto:  alla  chetichella. 
lorà,  V.  alt.  =  spigare,  fare  la  spiga,  la 

pannocchia.  Dei  grani. 
Ili,  pron.  =  egli,  esso,  ei,  lui:  pron.  pers, 

masch.  di  3*    pers.    Anche  :    lei,    non 

però  femm. 

1)  el  fa  bèli  dì  ìu  à  vHegh  minga 
dént  =  a  niun  buon  confoi*tatore  dolse 
mai  testa. 

2)  intra  de  lii  =  fra  se,  dentro  di  sé. 

3)  dà  del  lù  =  dar  del  lei. 

4)  è^■  lii!  =  0  lei  !  Chiamando  pers. 
non  rozza  che  non  conosciamo. 

liicelìna,  s.  f.  =  lucilina  :  sorta  di  com- 
bustibile usato  per  lo  piiì  come  illu- 
minante. 

liicérna,  s.  f.  =  lucerna  :  vaso  di  di- 
verse forme  e  materia  por  illuminare 
con  petrolio,    olio  e  lucignolo  o  calza. 

1)  Lampada  :  lume  a  olio,  o  a  pe- 
trolio, senza  piede  che  si  tiene  sospeso. 

2)  veder  de  la  lucèrna  =  tubo,  scar- 
toccio :  cilindro  di  cristallo  che  si  pone 
sui  lumi  perchè  ardano  meglio. 

lucernàri,  s.  m.  =  lanterna,  lucerna: 
specie  di  finestra  su  del  tetto,  ovvero 
torricella  aperta  e  difesa  da  vetri  e  rete 
metallica  per  dar  lume  alle  scale  o  a 
una  camera  che  non   abbia  finestra, 

Iflchètt,  s.  m.  =  lucchetto  :  specie  di 
serratura  posticcia  per  chiudere  bauli, 
catene,  valigie  e  sim. 

1)  mètt  el  lilchètt  =  allucchettare  : 
fermare  con  lucchetto. 

liicià,  V.  alt.  =  imbambolare,  piangere  : 
inumidirsi  gli  occhi  per  lagrime. 

lucid,  s.  m.  =  lucido,  lustro. 

1)  levti  el  lùcid  ài  pànn  =  toiTe,  le- 
vare il  lustro  ai  panni. 

2)  Materia  da  lustrare  e  specialm. 
la  ceretta  per  le  scarpe. 

3)  Agg.  lucido,  lustro,  terso,  lucci- 
cante: di   superficie  che  lustra. 

liicidà,  V.  alt.  =  lucidare,  ricalcare.  T. 
dei  disegnatori.  Ricopiare  esattamente 
un  disegno  e  sim.  con  un  foglio  o  tela 
trasparente. 


lAder,  s.    m.  =    Indro  :  furbone,    astuto, 
in  senso  piuttosto  cattivo. 

1)  Si  dice  dal  nostro  popolo  anche 
in  senso  non  tristo  per  indicare  chi  sia 
fortunato  nelle  sue  imprese. 

2)  Birba,  birbante.  Riferito  anche  a 
cose:  liider  d'on  temp  =  birbante  d'un 
tempo. 

lùdria,  s.  f.  =  lontra:  aaimale  acquatico. 

Dal  lat.  lutra. 

1)  Fig.  ingoiatore,  lupaccio,  diluvione. 

ghiottone. 
Liidìiìg'h,  s.  m.  =  Lodovico  ;  nome  proprio 

di  persona. 

1)  Mattolina:  specie  di  lodola. 
luff,  s.  iìi.  =  lupo  :  bestia  feroce  del  ge- 
nere dei  cani.  Qualcuno  dice  ancora  liiff. 

1  )  bisógna  mostra  i  dént  ài  lujf  =  a 
cane  di  lupo  zanne  di  cane. 

2)  dà  i  pégor  in  consegna  ài  luff  = 
dare  le  pecore  in  guardia  al  lupo  ;  fare 
il  lupo  pecoraio  ;  dar  l' insalata  da 
guardare  ai  paperi  :  affidar  cose  a  chi 
ne  abusa  indegnamente. 

3)  el  luff  el  mangia  tinca  i  pégor 
ciintaa  =  dalle  pecore  annoverate  man- 
gia il  lupo. 

4)  el  luff  el  pérd  el  pél,  ma  minga 
el  visi  =  il  lupo  cangia  il  pelo,  ma 
non  il  vizio  :  i  birboni  non  cangian 
natura  per  invecchiar  che  facciano. 

5)  là  fàmm  là  càscia  el  luff  fceura 
de  là  tana  =  la  fame  caccia  il  lupo 
dal  bosco  :  il  bisogno  aguzza  le  facoltà 
degli  uomini. 

6)  mangia  conte  on  luff  =  fare  come 
il  lupo,  a  occhio  e  croce  ;  mangiar  co- 
me un  lupo  ;  diluviare  ;  divorare  :  di 
gran  mangiatore. 

7)  l'ha  criaa  àdrée  ài  luff,  l'ha  vist 
el  luff  =  egli  ha  veduto  il  lupo  :  di 
chi  è  affiocato  e  non  ha  quasi  più  voce, 
0  per  spavento  o  per  infreddatura. 

8)  né  H  frècc,  né  'l  càld  le  mangia 
minga  el  luff  =  né  caldo,  né  gelo  non 
restò  mai  in  cielo. 

9)  se  no  l'è  luff  el  éàrà  càn  =  se 
non  é  lupo  é  can  bigio.  E'  non  si  grida 
mai  al  lupo,  ch'ei  non    sia   in    paese. 

10)  vèsegh  seùr  cóme  in  bòca  ài 
luff  =  esser  buio  fìtto,  fitto. 

11)  borlt  in  boca  ài  luff  =  mettersi 
in  bocca  al  lupo  ;  in  potere  del  nemico 
0  in  luogo  pericoloso. 

12)  vègh  dna  fàmm  de  luff  =  avere 
una  fame  da  lupo. 


Ing 


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lini 


13)  gli'è  'l  luff  =  c'è  il  lupT,  vèn 
el  luff  =  viene  il  lupo  :  lo  dicono  gli 
sciocchi  per  far  paura  ai   ragazzi. 

14)  Met.  luff'  =  lupo  :  avido,  gargan- 
tua,  gran  mangi  atoi'e. 

15)  pètt  de  luff  =  vescia,  loila  di  lupo, 
sorta  di   fungo. 

liigànega,  s.  f.  =  salsiccia  :  specie  di 
salame  a  carne  tritata  finissima  e  in- 
saccata: si  mingia  fresca. 

liigàueg'hee,  s.  m.  =  salsicciaio  :  chi  fa  o 
vende  salsiccia. 

liigàneghin,  s.  m.  =salsicciuolo:  specie  di 
salame  cotto  particolare  alla  Lombardia. 

lug'ànegòtt,  s.  m.  =  salsicciotto:  specie 
di  salsicciuolo  grosso. 

lugrlièra  de  foeugli,  =  favilla  :  parte  mi- 
nutissima di  un  corpo  acceso. 

1)  liighera  de  nev  =  sprazzo,  fioc- 
chetto di  neve. 

liighii,  agg.  =  vispo,  vivace,  allegro. 

liigriisèiit,  agg.  =  allampanato  :  secco,  ri- 
finito. Disusa  sempre  più. 

luÌD)  s.  VI.  =  lupino;  canaiuoli  :  il  senio 
del  lupino. 

liiinàtt,  s.  m.  =  lupinario:  chi  vende  i 
lupini  dolci. 

liiinusc,  s.  m.  =  canna  di  lupino. 

Liiisa  (erba).  Vedi,  èrba  46). 

liij,  s.  m.  =  luglio:  il  7°  mese  dell'anno. 

liimà)  V.  att.  =  occhiare,  alluciare  :  guar- 
dar fisso  qua  e  là  avidarfiente. 

1)  Accorgersi  :  capir  presto  una  cosa. 

2)  Lumeggiare,  campare  il  lume.  T. 
dei  pittori. 

liìmàgi),  s.  f.  =  chiocciola,  lumaca,  mar- 
tinaccio:  specie  di  molluschi  gasteropodi. 

1)  Di  pers.  lenta  :  el  va  ài  pàsé  de 
liimàga  =  va  a  passo  di  lumaca;  l'è 
dna,  liimàga  =  è  una  lumaca. 

2)  scala  liimàga  =  scala  a  chiocciola  : 
quella  che  si  rigira  intorno  a  una  colonna. 

luinàg'aa,  agg.  =  lumacoso,  allumacato  : 

segnato  dalla  bava  delle  lumache,  o  da 

qualunque  altra  cosa   lustra  e  bavosa. 

1)  Si  dice   anche  di   un    panno  che 

gli  sia  stato  levato  male  il  lustro. 

liimàg'hitt;  s.  m.  pi.  =  bisciole  :  verme 
che  si  annida  nel  fegato  delle  pecore 
ed  anche  delle  bestie  bovine. 

luuiàgòii,  fig.  s.  m.  =  lumacone,  pentolo- 
ne, bietolone:  uomo  lento  nel  far  le  cose. 
1)  Soppiattone:  furbo  che  fa  da  min- 
chione. 

liimàgòtt)  s.  m.  =  lumacone  :  accresci- 
tivo di  lumacone. 


liiiiiin,  s.  in.  =  rocca  :  lume  a  mano,  di 
ottone  con  cipolla  per  l'olio  e  manico- 
fisso  in  un  piede. 

1)  Stoppi niera  a  vasetto  o  ad  asta  : 
piccolo  arneso  portatile  da  adattarvi 
moccoli  0  stoppino  ad  uso  di  girar  per 
le  stanze  col  lume. 

2)  liimìn  de  nòti  =  luminello,  lumina 
da  notte  :  cerchietto  di  fil  di  ferro  o 
di  latta  con  sugheri  per  tenere  a  galla 
il  lucignolo  delle  lampade,  e  il  cerine 
che  si  mette   nell'animella. 

luininàsidii;  s.  f.  =  luminaria,  illumina- 
zione. Vedi  ìlìiminàsiòii. 

luinin,  s.  f.  =  lume  a  mano,  lampadina:^ 
sorta  di  lume  formato  da  una  scatole  ta 
di  latta  a  uso  navicella  con  manico  di 
ferro  mobile. 

1)  mocà  là  liimm  =  scarbonchiare  il 
lume. 

2)  el  liimm  de  la  resòn  =  il  giudizio,. 
la  facoltà  di  pensare  e  giudicare. 

3)  Allume:  composto  salino,  astrin- 
gente di  molto  specie;  liimm  de  ròca  = 
allume  di  rocca. 

4)  Lucerna  :  il  cappello  a  navicella 
che  portano  alcuni  ufficiali  superiori - 
dello  Stato  e  di  Corto. 

luna,  s.  f.  =  luna  :  pianeta  il  più  vicina 
al|a  terra  e  suo  satellite. 

1)  luna  nceiiva  =  novilunio,  luna 
nuova:  il  primo  quarto. 

2)  primm  quàrt  de  luna  =  luna  cre- 
scente: le  prime  due  fasi. 

3)  luna  pièna  =  plenilunio. 

4)  ùllim  quàrt  de  luna  =  luna  scema. 
calante. 

r»)  fa  vede  là  luna  in  del  pòse  =  mo- 
strar la  luna  nel  pozzo:  far  vedere  luc- 
ciole per  lanterne. 

6)  Lunazione:  tempo  del  corso  della 
luna. 

7)  àiuià  à  luna  =  essere  a  quaiii, 
a  punti  di  luna:  di  chi  è  facile  a  cam-- 
biare.  Anche:  a  volate,  a  scatti. 

8)  vègh  là  luna  =  aver  le  lune,  far 
la  luna,  essere  di  cattivo  umore,  essere 
lunatico, 

-     9)  Mattana:  specie  di  malinconia. 

10)  bàtt  là  luna  =  sonare  a  mattana. 

11)  à  èli  eiàr  de  luna,  iron.  =  a  que- 
sti lumi  di  luna:  a  questi  tempi  tristi^ 
non  belli. 

12)  vèss  in  del  niond  déla  luna  » 
aver  la  testa  nel  mondo  della  luna;  di 
pers.  che  fa,  o  parla  a  caso. 


luii 


444  - 


luii 


13)  fàciòn  de  luna  =  faccia,  viso  di 
luua,  di  luna  piena  o  in  quintadecima: 
di  pars,  bolla  grassa  col  viso  tondo. 

14)  vè^s  de  bòna,  de  càtiva  luna  = 
■essere  in  buona,  cattiva  luna:  di  buono 
0  cattivo  umore. 

lunàri,  s.  m.  =  lunario,  almanacco,  tac- 
cuino. 

liinàticli,*  agg.  =  lunatico:  chi  di  tanto 
in  tanto  s'arrabbia  e  si  intristisce  senza 
ragione. 

liiiiedì,  .''.  in.  =  lunedì  :  il  primo  giorno 
della  settimana. 

1)  fa  el  lunedi  =  lunediare,  far  la 
lunediana,  far  festa  il  lunedì. 

2)  lunedì  è  nasuti  Oiànìn,  màì'iedl 
ifhan  daa  'l  tètìn,  mercoldì  Vhan  faa 
lità  in  pee,  gioedì  g'han  daa  miee,  ve- 
nerdì el  s' è  tnalaa,  .iàbet  l' è  mori, 
doménica  g'  kan  fa  'l  còrp.  Frottola 
«he  i  milanesi  sogliono  narrare  ai  ra- 
gazzi ,  non  senza  intenzione  morale 
quasi  alludendo  alla  brevità  e  rapidità 
dello  umane  vicende. 

liiiièta,  s.  f.  =  lente.  T.  d'orolog.,  la 
l>iastrella  di  metallo  attaccata  all'estre- 
mità del  pendolo. 

1)  Lunetta.  T.  arcliit. ,  l'arco  sepa- 
rato dall'  apertura  rettangolare ,  o  lo 
ijpazio  tra  un  peduccio  e  un  altro  delle 
volte:  quindi  e  più  specialm.  finestra 
a  luna  sopra  una  porta. 

Iniig'h;  agg.  =  lungo:  che  ha  assai  lun- 
ghezza, relativamente.  Contrario  di  curt 
=  corto. 

1)  Indicando  la  misura  ;  lungh  trii 
mvter,  on  chilòmetro,  e  sim.  =  lungo 
ire  metri,  un  chilometro,  e  sim. 

2)  fa  el  pààs  minga  puàee  lungh  de 
là  gamba  =  non  fare  il  passo  piii  lungo 
delia  gamba,  stendersi  quanto  il  len- 
zuolo è  lungo  ;  spendere  in  proporziono 
dei  propri  guadagni,  delle  proprie  entrate. 

3)  vègh  i  ung  lungh  =  aver  l'unghie 
lunghe:  di  chi  ruba. 

4)  lévgua  lunga  =  lingua  lunga:  mal- 
dicente. 

5)  Di  pers.  che  indugia  troppo  a  fare 
una  cosa;  lungh  à  vestiss,  à  mangia,  à 
dì  mèéa  =  lungo  a  vestirsi,  a  mangiare, 
XV  dir  messa. 

6)  lungh  còme  là  fàmm  =  lungo  co- 
me la  fame,  come  la  quaresima:  di  cosa 
che  non  finisce  mai. 

7)  càlsòn  lungh  =  calzoni  lunghi: 
quelli  che  arrivano  fino  alla  scarpa. 


8)  Di  tempo,  quando  ci  sembra  lento 
a  passare. 

9)  tira  in  lungh  =  allungare,  tirare 
in  lungo;  tira  in  lungh  dna  Ut  =  allun- 
gare una  lite;  per  minga  tirala  in  lungh 
=  per  non  allungarla.  Oomunem.  quando 
si  vuol  tagliar  corto  col  discorso.  In 
questo  significato  anche  :  Urtila  Ma 
lunga. 

10)  i  ròbb  tiraa  tlla  lunga  van  mai 
ben  =  l'indugio  piglia  vizio. 

11)  legni  lungh  =  prolungare;  tegni 
lungh  on  discòré,  dna  màlàtìa  =  pro- 
lungare un  discorso,  una  malattia. 

12)  tmCila  èli  àia  lunga  =  prenderla 
dalla  lunga. 

13)  ààvèla  lunga  =  saperla  lunga  ; 
essere  molto  istruito  in  una  data  cosa. 
Di  pers.  di  molta  capacità  e  anche  di 
pers.  molto  furba,  che  sa  trarre  altri 
al  suo  volere. 

14)  pàsegidda,  gita  lunga  =  passeg- 
giata, gita  ariosa,  lunga. 

15)  là  lunga,  s.  f.  =  la  lunga  :  stecca 
più  lunga  delle  altre,  della  quale  si  serve 
a  volte  chi  gioca  al  bigliardo. 

16)  lungh,  s.  m.  =  il  lungo,  la  lun- 
ghezza: per  el  lungh  =  per  il  lungo,  dalla 
parte  della  lunghezza. 

17)  in  lungh  e  in  largh  =  per  il  lungo 
e  per  il  largo,  pienamente. 

18)  àia  pie  lunga  =  al  piìi  lungo,  alla 
più  lunga:  indicando  il  termine  più  lon- 
tano. 

19)  àia  lunga  =  alla  lunga,  a  lungo 
andare. 

lunghelun^liéra,  s.  f.  =  lunghiera  :  è 
ima  specie  di  gioco  come  l'arcolaio,  che 
si  fa  dai  nostri  ragazzi,  i  quali  si  pren- 
dono per  mano  in  circolo  e  girano  can- 
tando lunghelunghera,  pane  panerà, 
panerà  e  pànerìn,  là  contrada  del  scià- 
vàtìn,  e  nel  dire  l'ultima  parola  s'ac- 
coccolano sedendo  sulle  calcagno;  ma  il 
più  delle  v(Tlle  qualcuno  finisce  per  se- 
dere in  terra.  In  Toscana  fanno  questo 
giuoco  dicendo  :  giro,  giro  tondo  -  un 
pane  e  un  pan  tondo  -  un  mazzo  di 
viole  -  lo  do  a  chi  lo  vuole  -  lo  vuole  alla 
Sandrina  -  s' inginocchi  la  più  piccina. 

lun^liignàn,  s.  m.  =  ciondolone:  chi  im- 
piega troppo  tempo  a  far  qualche  cosa. 
1  )  Anche  di  pers.  lunga  e  magra.  V. 
bisloiigdn. 

liìngro,*  s.  m.  non  usa  mai  solo,  ma  spesso 
si  ode  nelle  frasi  : 


luii 


445  — 


lut 


1)  dagli  de  lungo  =  far  gli  occhi 
grossi;  sdegaaro,  ed  anche  fare  agiro  a 
UQ  tanto  la  canna,  faro  come  il  lupo 
a  occhio  e  croce. 

2)  tirii  de  lungo  =  andar  di  lungo, 
di  filo,  di  seguito. 

3)  dagli  de  lungo  =  girare  alla  larga, 
considerar  poco. 

lunóU;  s.  m.  =  lunona.  Vedi  luna.  13Ì. 
lus,  s.  f.    =  luco  :    fluido    imponderabile 
per  cui  si  distinguono  le  cose. 

1)  Spera:  la  lastra  di  cristallo  degli 
specchi. 

2)  Luce.  T.  degli  archit.,  il  vano  di 
un'apertura  d'un  arco. 

liisc  e  liiss,  ò\  m.  =  luccio.:  sp.  di  pesco 
di  lago. 

luscia,  s.  f.  =  vinello:  vino  annacquato 
oltre  al  dovere. 

liisèrta,  s.  f.  =  lucertola,  lucerta:  genere 
di  rettili  sauri  ovipari  che  vivon  nei 
muri  e  nelle  siepi. 

1)  Catriosso:  di  pors.  magrissima  della 
quale  si  può  dir  che  ha  mangiato  lu- 
certole. 

Ittsi,  V.  alt.  =  lustrare,  risplendere,  luc- 
cicare: di  metalli  o  pietre  che  hanno 
la  superfìcie  liscia  e  lucida. 

1)  Brillare.  Specialm.  di  occhi;  el  ved 
che  bèi  ogitt?  cóme  lilsìsèn?  vede  che 
begli  occhiai V  come  brillano? 

Lusia;.s.  f.  =  Lucia:  nomo  proprio  di  donna. 

1)  che  édnta  Lilsla  là  te  consèrva  là 
vista  =  che  il  cielo  ti  conservi  l'appe- 
tito: lo  diciamo  a  chi  mangia  molto. 

2)  lontra  nolla  canzonetta  da  ragazzi: 
damlàrànddn  LUsla  -  sòta  à  quèll  cà- 
sinòit  -  gh'c  sòtt  là  vègia  strìa  che  fa 
baldi  i  pigòtt. 

lusinga,  *  s.  f.  =  lusinga,  adescamento: 
il  lusingare,  l'adescare. 

liìsiugà,  V.  att.  =  lusingare,  allettare, 
allucinare;  l'ha  liisinjaa  cont  l'idea  de 
Vereditaa  =  l'ha  allucinato  coli'  idea 
dell'eredità;  l'ha  lusingaa  quéla  poera 
tósa  e  pnett  l'ha  pientdda  =  allucinò 
quella  povera  ragazza  poi  la  piantò. 
1)  Adescare:  attirar  con  promesse. 

Ittsìroeu,  s.  m.  =  ardenti.  T.  dei  fornai. 
1)  Chiarelle,  luccioli.  Sp.  di  bachi  da 
seta. 

liisiroeùLa,  s.  f.  =  lucciola:  coleottero  lu- 
minoso. 

lusnàda,s./'.  =  lampo,  baleno. Vedi  lampo. 

lusOj  s.  tu.  =  lusso,  sontuosità,  sfarzo: 
sfoggio  di  ricchezza  elegante. 


luster,  agg.  =  lucido,  terso,  lustro,  bril- 
lante: di  superfìcie  che  lustra. 

1)  vèss  luster  =  rilucere  il  polo.  Fig. 
di  persona  grassa. 

2)  s.  m.  =  ceretta,  per  lucidare  le 
scarpe. 

3)  Lustro,  lustratura,  lucentezza,  lu- 
cidezza. 

4)  eiàpt  '/  luster  =  battere  il  calca- 
gno, andarsene. 

liistrà  V.  att.  =  lustrare,  polire  :  dare  il 
■  lustro  e  far  luccicare. 

1)  liistrà  i  pànìi  =  dare  il  cartono  e 
il  lustro  ai  panni. 

2)  liistrà  i  écarp  =  allucidare,  lu- 
strare le  scarpe:  dar  la  cera  alle  scarpe.- 

liistràdura,  s.  f.  =  lustratura,  politura  : 
operazione  del  lustrare. 

liistrìn,  s.  m.  =  lustrino,  lisoiapiantc.  T. 
dei  calzol. 

1)  Lustrino  :  specie  di  stoffa  di  seta 
0  di  cotone  leggerissima. 

liistrìsim,  agg.  =  illustrissimo.  Va  di- 
susando rapidamente.  Vedi  iliistrisiiii» 
1)  l'è  còme  dagli  del  lilst risivi  =  sta 
sodo  al  macchione  ;  so  la  passa  in  leg- 
giadria. Di  chi  ò  indifferente  a  offese 
e  sim. 

lìistritt,  s.  m.  pi.  =  lustrini,  bisantini. 
T.  dei  ri  cani. 

liistrój  s.  m.  =  lustratore:  chi  dà  iMu- 
stro  ai  panni  e  la  vernice  ai  mobili. 

lUsuria,  s.  f.  =  lussuria  :  lusso,  super- 
fluità. 

l)che  /Mii2ria.'  =  che  lusso!  che  scialo! 

luto,  s.  in.  =  lutto,  bruno,  gramaglia:  l'a- 
bito nero  e  anche  quella  striscia  di  vela- 
nero  che  si  porta  al  braccio  o  al  cap- 
pello in  segno  di  lutto,  per  la  moi'te  di 
parenti. 

1)  porta  el  luto,  vèàs  in  luto.,  mètt, 
desmètt  el  luto  =  portare  il  bruno,  es- 
sere in  bruno,  mettere,  lasciare  il  bruno, 

2)  lieto  jìcsdnt  =  bruno  grave;  mès^ 
luto  =  bruno  leggero,  mezzo  bruno. 

3)  Il  tempo  in  cui  si  porta  il  bruno; 
finii  el  luto  ée  sposàrdn  =  finito  il 
bruno  si  sposeranno. 

4)  Ssgno  di  lutto  che  si  mette  ad 
altri  oggetti;  viètt  ci  luto  ài  bàndér,  ài 
càròàs  =  mettere  il  bruno  allo  bandiere, 
alle  carrozze. 

5)  de  luto  =  a  bruno  :  vesti  de  luto 
=  vestire  a  bruno. 

6)  in  luto  =  abbrunato  :  *  lèter  in- 
luto =  le  lettere  abbrunate. 


m 


-  446  - 


mac 


aj: 


jii,  =  emme;  la  undecima  lettera  dell'al- 
fabeto. 

jiia,  cong.  =  ma:  avversativa  che  distin- 
gue, eccettua,  modifica.  Usa  in  tutti  i 
significati  del  «.  ma  »  ital. 

jiiaa,  dotto  ora  assai  meglio  mài,  s.  m. 
=  male,  tristizia:  quanto  è  conti'ario  al 
bene. 

1)  àmia  del  maa  =  andare  a  male, 
guastarsi,  infracidirsi. 

2)  ehi  se  l'ha  à  maa,  so  dàgn  -  chi 
l'ha  per  male,  si  scinga:  chi  se  l'ha  a 
male  s'  allenti  :  non  curandosi  di  chi 
possa  avere  a  male  una  cosa. 

3j  del  maa  no  wn  che  maa  =  il  lupo 
non  caca  agnelli. 

4)  fa  del  maa  à  min  éòt'àequa  =  far 
la  pera,  la  barba  di  stoppa. 

5)  fa  pòcch  maa  =  castigare  col  ba- 
stono della  bambagia. 

6)  maa  no  fa  e  paura  no  g'àbia  = 
non  è  timore  dove  non  è  delitto:  piscia 
chiaro  e  fatti  beffe  del  medico. 

7)  in  tiltt  còss  gh'è  el  so  bòn  e  el  so 
maa  =  ogni  farina  ha  crusca,  ogni  uovo, 
guazza:  in  questo  mondo  non  si  trova 
il  bene  senza  il  male.    . 

8j  vèghen  à  maa  =  averne  a  male, 
adontarsi:  ritenere  come  onta. 

9)  meno  maa  =  meno  male,  manco 
male:  notando  un  danno  evitato  o  che 
si  poteva  aggiungere  a  un  altro. 

10)  pensa  maa  =  pensar  male:  aver 
cattiva  opinione,  o  cattivi   pensieri. 

11)  parla  maa  =  parlar  male:  di 
mormorazioni,  biasimi. 

12)  maa  =  male,  malattia,  morbo. 

13)  àiiltt ,  àiiitt!  che  el  maa  Ve 
briltt  =  chi  ha  spago  aggomitoli  :  ci 
pensi  cui  spetta. 

14)  àndà  à  cercàèè  lòr  el  so  maa  = 
corcare  il  male  come  i  medici. 

15)  briltt  maa  =  brutto  male,  malca- 


duco,  epilessia  :  specie  di  nevrosi  cro- 
nica, caratterizzata  da  convulsioni  pe- 
riodiche. 

IG)  conosè  el  maa  o  el  vìài  déla 
bestia  =  conoscere  da  che  pie  zoppichi 
il  suo  cavallo. 

17  maa  che  se  ciàpa  =  male  attac- 
caticcio 0  contagioso. 

18)  maa  de  fa  canta  i  prét  =  malo 
che  il  prete  ne  goda. 

19)  maa  dèla  eros  =  spallacce,  male 
del  garrese.  Di  cavalli. 

20  7naa  del  patron  =  matrone,  ipo- 
condria, ipocondriasi. 

21)  maa  del  vèrmen  =  verme  muro. 
Di  cavalli. 

22)  maa  de  éanV Antoni  =  fuoco  sa- 
cro, mal  di  santo  Antonio. 

23)  maa  d'ceucc  =  mal  d'occhi,  of- 
talmia. 

2i)  vegnt  maa  à  tmn  =  svenirsi:  per- 
dere i  sensi. 
luaa,  am.  =  malo,    malamente,    in  malo 
modo. 

1)  fa  mai  i  ròbb  =  fare  a  occhio  a 
croco:  acciabattare. 

2)  tròta  maa  =  agire  disonestamente 
0  anche  solo  sconvenientemente  ed  an- 
che maltrattare. 

3)  àìidà  maa  =  andar  male:  aver  cat- 
tivo esito,  svolgimento. 

4)  fml  maa  -  finir  male:  o  di  morte 
misera,  o  di  improse  andate  male. 

5)  età  maa  =  star  male  :  essere  in 
condizioni  gravi  di  salute. 

6)  minga  maa  =  non  c'è  male:  in- 
dicando che  si  sta  mediocremente,  o 
antifrastico,  accennando  con  meraviglia 
0  ironia  a  mali  grossi,  a  pretensioni 
straordinarie. 

màca,  s.  f.  =  abbondanza,  macca. 

1)  à  màea  =  a  macca,  gratis,  gratui- 
tamente, a  ufo. 


I 


—  447 


mad 


Iliaca^  «'•  dtt,  =  ammaccare,  acciaccare: 
schiacciare  qualche  corpo  solido  in  modo 
che  una  parte  rimanga  comin'essa. 

inàcàbee,  (bruto)  =  mascherone:  figura 
da  cimbali.  Ora  si  dice  molto  anche 
màcàbéo.  * 

inàcàcO)  s.  m.  =  bei-tuccione,  babbuino. 

luàcàdura,  s.  f.  =  ammaccatura,  conta- 
sione,  acciaccatura:  l'effetto  dell'ammac- 
care. 

1)  Nei  corpi  artefatti  :  fitta,  cozzo, 
cosso. 

màcàrà;  v.  att.  =  piangere,  piagnucolare, 
belare:  piangere  piano,  a  lungo  e  noio- 
samente. 

màcàràda,  s.  f.  =  piagnisteo,  lagrimata. 

inàcàréut,  agg.  =  piagnoloso  :  chi  ha  sul 
viso  le  tracce  d'aver  pianto  molto. 

màcàróu,  s.  vi.  =  cannoncino,  macche- 
rone, cannellone:  paste  da  minestra  in 
forma  di  grossi  cannelli. 

1)  màcàron  rigaa  =  strozzapreti,  spe- 
cie di  maccheroni  scanalati. 

2)  épecià  che  vègìta  già  el  fòrmtij  siti 
màcàron  =  aspettare  a  bocca  aperta  le 
lasagne. 

2)  vegnt  el  formtij  éili  màcàron  = 
cascare  il  cacio  sui  maccheroni,  aver 
tre  pani  per  coppia. 

3)  Fig.;  moccio:  talvolta  anche  sgorbio. 

4)  Piagnolone,  piagnoloso:  chi  piange 
per  ogni  nonnulla.  ' 

5)  Marrone,  errore,  sbaglio. 
màcàronitt  e  màcàroiisitt,  s.  m.  j>l.  = 

cannoncotti:  minestra  di  paste  più  pic- 
cole dei  cannelloni. 

inàcelàr,  s.  m.  =  macellaio,  beccaio:  chi 
macella  le  bestiie  o  vende  carne  ma- 
cellata. Vedi  bechee. 

1)  Ve  Oli  màceldr  =  è  un  macellaro: 
di  chirurgo  spietato  o  che  taglia  senza 
criterio. 

macelàrìa,  s.  f.  =  macelleria  :  bottega 
dove  si  vendo  carne  macellata.  Vedi 
becarìa. 

inàcèll,  s.  m.  =  macello,  ammazzatoio: 
stanza  o  locale  dove  si  macellano  le 
bestie. 

1)  "par  che  'l  ràga  ài  màcèll  =  va 
come  il  ladro  aUa  forca:  fa  una  cosa 
malvolentieri. 

2)  carnificina ,  macello  :  ammazza- 
mento di  molte  persone,  segnatam.  in 
poco  tempo  e  in  uno  spazio  ristretto; 
rè  minga   ètuda  dna  guh-a,  l'è   staa 


on  màcèll  =  non  fu  guerra,  ma  carni- 
ficina. 
machina^  s.  f.  =  macchina:  nome  gene- 
rico   di    qualunque    ordigno    ingegnoso 
che  serva  ad  usi  meccanici. 

1)  Qualunque  strumento  di  fisica,  di 
meccanica,  di  guerra,  e  sim. 

2)  Macchina ,  vaporo,  locomotiva  : 
quella  su  cui  stanno  il  macchinista  e 
il  fochista  e  che  trascina  il  treno. 

3)  machina  de  imboteglià  =  macchina, 
macchina  da  tappare,    calca  toraccioli. 

4)  m,àchina  de  cilsì  =  macchina  da 
cucire,  la  Santacroce. 

5)  La  bicicletta  ;  Ve  ona  bela  ma- 
china =  è  una  bella  macchina. 

0)  Uomo  grande  e  grosso,  ed  anche 
cosa  di  grandi  dimensioni. 

7)  Figur.  Persona  che  operi  per  im- 
pulso altrui,  0  senza  propria  volontà  e 
coscienza. 

8)  dà  fveugh  tlla  machina  =  dar  fuoco 
alla  girandola. 

machina;  v.  att.  =  macchinare,  abbacare, 
ordire:  disporre  il  pensiero  agli  inganni. 
inàchinèta,   s.  f.   =    macchinetta.    Dim. 
,    di  macchina. 

1)  m.àchinèta  del  cà/è  =  macchinetta, 
fornellino. 

màchinista,  s.  m.  =  macchinista  :  chi 
attende  alle  macchine  o  le  fa  lavorare. 

màchinòs,  agg.  =  macchinoso,  grandioso 
e  complesso. 

macia,  s.  f.  =  piallaccio:  assicelle  sotti- 
lissime di  legname  nobile  da  coprire 
altri  legnami. 

macia;  v.  att.  =  amarezzare,  marezzare, 
dare  il  marezzo;  di  drappi,  carta,  e  sim. 
ai  quali  si  dia  coi  colori  quell'ondeg- 
giamento come  fa  il  tiglio  del  legname. 

màciàvèleg'a,  s.  f.  =  machia;  arte  di 
fingere  e  dissimulare. 

1)  Accortezza;  disposizione  naturale 
di  chi  è  accorto. 

2)  Destrezza;  l'abilità  di  pensare  il 
piiì  dritto  modo  di  operazione. 

màciS;  s.  m.  =  mace,  macis.  Sp.  di  droga 
myristica  moschata. 

màdàmin,  s.  f.  =  crcstaina,  modista: 
diminut.  vezzegg.  di  màdàmm,  e  in- 
dica specialmente  lo  operaie  che  lavo- 
rano da  una  modista. 

màdàmm,  s.  f.  =  crestaia,  modista,  cuf- 
fiaia:  operaia  o  mercantessa  di  mode, 
che  attende    principalmente  agli   orna- 


mad 


—  44S  — 


inae 


menti  supei*flui  delle  donne,  cioè  monta 
cappelli  e  fa  cose  simili. 
inàder,  s.  f.  =  madre,  genitrice  :  donna 
che  ha  partorito. 

1)  màder  bàdésa  =  madre  badessa; 
pari  òna  màder  badèsa  =  parere  una 
madre  badessa:  di  donna  agiata  e  ben 
messa. 

2)  Madre.  T.  delle  arti  :  stnimento 
che  porta  una  impronta  e  la  comunica 
a  altre,  o  serve  di  guida. 

3)  Madre  :  nei  bollettari,  quella  che 
rimano  nel  libro  e  da  cui  è  stata  stac- 
cata una  ricevuta  corrispondente,  che  è 
detta  la  figlia. 

4)  Mamma,  capomorto:  la  feccia  del- 
l'aceto che  serve,  messa  nel  vino,  a 
farne  dell'altro. 

5)  Ritocco:  T.  dei  forn. 
luàderperla  e  meglio  madreperla,*  s.  f. 

=  madreperla  :  conchiglia  nella  quale  si 
formano  le  perle. 

luàdervit  e  meglio  màdrevìt,  s.  f.  = 
chiocciola,  madrevite:  la  parte  con  ca- 
vità a  spire  in  cui  entra  la  vite  maschia. 

luàdòna,  s.  f.  =  madonna,  la  madonna  : 
la  madre  di  Gesù  Cristo. 

1)  pari  là  màdòna  àdolortita  =  pa- 
rere la  madonna  dei  dolori  o  addolorata; 
di  pers.  sempre  afflitta  e  mesta. 

2)  dona  e  màdòna  =  donna  e  ma- 
donna; padrona  assoluta. 

niàdoiiin,  s.  m.  =  madonnina:  di  donna 
che  abbia  viso  gentilissimo  ed  espres- 
sione grande  di  dolcezza. 

màdonìna,  s.  f.  =  madonnina.  Dim.  di 
madonna. 

1)  Lagrimetta,  luccicone;  vegnl  i  nià- 
donìnn  =  venire  i  lucciconi,  luccicare. 

2)  fa  là  màdonina  =  jjortare  a  pre- 
delllne,  a  predellucce:  intrecciare  in  due 
le  mani  e  pollarci  a  sedere  un  terzo. 

màdornàl,  *  agg.  =  madornale,  badiale: 
molto  più  grande  delle  altre  cose  della 
stessa  specie;  nas,  eròr,  spropdsit  m,à- 
dornàl  =  naso,  errore,  sproposito  ba- 
diale. 

màdrégua,  s.  f.  =  matrigna  :  la  moglie 
del  padre  rapporto  ai  figli  d'altro  letto, 
e  pei"  sim.  donna  che  maltratta  i  fi- 
gliuoli. 

madrina,  s.  f.  =  madrina,  comare,  san- 
tola; la  donna  che  tiene  al  battesimo, 
o  accompagna  alla  cresima,  od  anche 
quella  che  accompagna  la  sposa  all'al- 
tare. 


luàdróii,  s.  m.  =  fittone:  barba  o  radice 
maestra  della  pianta. 

niàdiìr,  agg.  =  matui-o  :  di  frutte  e  spe- 
cialm.  di  frutte  amvate  al  punto  per- 
fetto per  gustarle. 

1)  I)i  tumori,  foroncoli  e  sim.,  vicino 
a  suppurazione. 

2)  Attempato,  maturo  :  di  pers.  che 
è  in  là  cogli  anni,  ma  pure  non  vec- 
chia. 

3)  Assennato:  di  ragazzo  che  per  età 
0  por  precocità  di  sviluppo  ha  il  cer- 
vello matui'o. 

4j  quand  elpòmm  l'è  màd&r  bisogna 
che  'l  eroda  =  quando  la  pera  è  ma- 
tura casca  da  sé. 

5)  minga  màdùr  =  immatui'O  :  non 
maturo. 

iu<àdiirà,  v.  alt.  =  maturare  :  diventar 
maturo. 

1)  Del  vino  novo,  tenerlo  nelle  botti 
perchè  si  purifichi  e  prenda  corpo. 

2)  Di  tumori  e  sim.  venire  a  capo, 
a  suppurazione. 

3)  piànta  che  màdUra  polito  el  frilt 
=  pianta  che  abbonisce  il  frutto. 

niàdiiràusa,  s.  f.  =  maturazione  matu- 
rità: il  maturare. 

niàdiiròtt,  agg.  =  attempatello,  dim.  di 
luàdur,  3;. 

niàéstér,  s.  m.  =  maestro:  chi  sa  e  può 
insegnare  agli  altri  qualche  disciplina 
0  arte  e  specialm.  chi  insegna  nella 
scuola. 

1)  Chi  in  qualche  disciplina  è  riu- 
scito a  formarsi  valenti  imitatori. 

2)  màèster  concertàdór  =  maestro 
concertatore  :  chi  dirige  le  prove  dei 
cantanti,  di  un'opera. 

3)  màèster  de  càpèla  =  maestro  di 
cappella;  compositore  di  musica  addetto 
ad  una  chiesa  per  insegnare  ai  cantori 
e  dirigerli. 

4)  màèster  del  lèla  =  maestruccio, 
maestro  scipa:  che  non  vale  un  lu- 
pino. 

6)  màèàter,  assol.  =  maestro:  chi  com- 
pone e  insegna  la  musica. 

6)  de  màèster  =  da  maestro  :  di  cosa 
fatta  con  molto  accorgimento  e  riuscita. 
màèster,  agg.  =  maestro  ;  strada  maè- 
stra =  strada  maestra  :  la  principale  e 
più  vasta  da  luogo  a  luogo;  miir  màè' 
éter  =  mui-o  maestro  :  quello  che  assai 
massiccio  muove  dai  fondamenti  fino 
al  tetto. 


mac 


449 


m&g 


màestòs,  agg.  =  maestoso,  imponente, 
grandioso:  che  ha  della  maestosità. 

maèstra^  s.  f.  =  maestra:  femm.  di  mae- 
stro; nel  sigoific.  di  chi  insegaa  qual- 
che disciplina. 

1)  La  modista,  la  sarta  e  sim.  che 
ha  dello  lavoranti  sotto  di  sé. 

2)  Maestra.  T.  di  tipogr.  segno  a  un 
lato  del  timpano  del  torchio  per  rego- 
lare l'impuntatura  dei  fogli. 

3)  Trave  maestra  :  una  dello  parti 
dell'organo. 

maestrìa ,  s.  f.  =  maestria ,  abilità  : 
eccellenza,  capacità  da  maestro. 

niàèstrón,  *  s.  m.  =  maestrone;  accre- 
scitivo di  maestro  compositore  di  mu- 
sica :  celebre. 

màg*;  s.  m.  =  maggio:  il  quinto  mese  del- 
l'anno. 

1)  mdg  ortolàn  tanta  paia  e  pòech 
gran  =  maggio  ortolano  assai  paglia  e 
poco  grano:  se  piovo  di  maggio  andrà 
bene  per  gli  orti,  ma  non  per.  le  gra- 
naglie. 

2)  màg  éiiec  gran  per  tilec  =  maggio 
asciutto,  gran  per  tutto. 

3)  aprii  ndiica  on  fil,  màg  àddg 
àddg,  giiign  slarga  'l  jnlgn  =  d'aprile 
non  t'alleggerire,  di  maggio  non  te  ne 
fidare,  di  giugao  fai  come  ti  pare. 

4)  i  fèst  de  mdg  =  le  feste  di  maggio: 
(quelle  che  a  Milano  da  pqj-ecchi  anni 
si  fanno  per  le  corse  dei  cavalli  all'ip- 
podromo di  San  Siro. 

5)  el  prinim  de  màg  =  il  primo 
maggio:  la  festa  del  lavoro  iatrodotta 
dagli  operai  come  sintesi  delle  loro  aspi- 
razioni giustissime  a  un  rinnovamento 
sociale,  dove  sia  maggiore  equilibrio  e 
più  vera  fratellanza. 

maga,  s.  f.  =  maga,  strega,  fata:  specialm. 
di  donna  che  riesce  a  far  tutto. 

1)  Anche  donna  spilungona  e  secca. 

mìigrà^na,  s.  /".  =  magagna:  difetto  fisico 
0  morale. 

m<àgr<àg'iiéiit,  agg.  =  magagnato,  guasto: 
che  ha  magagne. 

màg'àla,  v.  atl.  =  masticarla ,  rimuggi- 
uarla  :  quando  a  una  cosa  ci  si  pensa 
molto  non  senza  fastidio  e  dolore. 

luàg'àra,  esclam.  =  magari  :  esprimo  af- 
fermazione di  probabilità,  augurio,  de- 
siderio; te  andar iéet  volente ra  in  cam,- 
pàgtm?  -  Màgdra!  =  andresti  volen- 
tieri in  campagna  ?  -  Magari  ! 

1)  Chi  sa,  forse:  l'è  màgdra  bon  de 

23 


l'iva   domdn  =   chi  sa  che    non   arrivi 
domani;  forse  arriva  domani. 

2)  Piuttosto,  pili  volentieri  ;  màgdra 
paghi  mi,  ma  viij  che  te  vdghet  =  piut- 
tosto pago  io,  ma  voglio  che  tu  vada; 
ciàpi  qnèll  li  màgdra  =  accetto  quello 
più  volentieri. 

màg'àsiu,  s.  m.  =  magazzino  :  stanza  o 
locale  dove  si  tiene  merce  all'ingrosso, 
0  il  grosso  della  merce. 

1)  Arsenale  :  luogo  dove  si  trovino 
molte  cose  in  quantità. 

màgràsìnàg'g',  s.  m.  =  magazzinaggio  : 
quel  che  si  paga  per  uso  di  magazzino. 

niàgàsinér,  s.  m.  =  magazziniere  :  chi 
soprintende  al  magazzino. 

màg'àtelàtt)  s.  m.  =  burattinaio:  quello 
che  va  in  giro  coi  burattini. 

magateli,  s.  m.  =  burattino;  al  plurale 

.  i  màgàtéj  =  i  burattini,  i  fantocci  di 
legao  0  di  cencio  ai  quali  si  fanno  ese- 
guire brevi  rappresentazioni  dramma- 
tiche. 

1)  bàràea  di  màgàtèJ  =  castello  dei 
burattini:  specie  di  torricella  in  cui  sta 
l'uomo  che  fa  agire  i  burattini,  davanti 
a  un'apertura  a  guisa  di  scena;  qiièll  che 
fa  bàia  i  màgàtèj  =  burattinaio  :  chi 
rappresenta  commedia  coi  burattini. 

2)  Fantoccio,  fantoccino  :  figura  uma- 
na di  legno  o  cencio,  per  divertimento 
dei  ragazzi. 

3)  Figur.,  barattino,  fantoccio  :  chi 
opera  per  impulso  d'altri,  senza  esame 
ne  deliberazione  propria;  od  anche  chi 
manca  di  parola  e  non  sta  mai  fermo 
in  un'opinione. 

4)  sàlttL  còme  on  magateli  =■  saltare 
come  un  burattino:  l'agitarsi,  il  cani- 
mi  nar  concitato. 

5)  pari  on  magateli  =  parere  un  bu- 
rattino :  di  chi  parlando  gestisce  o  si 
agita  molto. 

6)  Naccherino:  di  bimbo  vispo  e  pic- 
cino. 

7)  La  parte  meno  buona,  meno  com- 
patta dello  spicchio  di  vitello. 

magatoli)  s.   in.  =  soppiattone,  sorbone, 

fintone. 
màgéugh,  agg.    =   maggese,    maggengo  : 

di  alcuni  prodotti  di  maggio  e  specialm. 

fieno  e  cacio. 
mageta,  s.  /'.   =    macchietta  :    dimin.    di 

macchia. 

1)   Macchietta,   macchia,   macchiato. 

T.  di  pitt.,  figurina  che  si  metto  in  un 


paesaggio   per   accrescere    effetto  e  vi- 
vacità. 

2)  Lustrino,  T.  di  ricam. 
3j  Nasello:    parto    del    catenaccio,  e 
specialm.  quel  ferro  con  un  dente  cho 
ferma  il  saliscendi. 
4)  Coglia.  Vedi  magia.  3). 

luàg'hèla,  s.  f.  =  gangola,  gonga:  le  glan- 
dulo  del  collo  che,  gonfiate  por  malattia 
vengono  a  suppurazione.  Al  plurale  ga- 
vine. 

inàg-heléiit,  agg.  =  gangoloso,  gavinoso: 
che  ha  o  ebbe  le  gangole.  Vedi  iiià- 
ghèla. 

màg'g',  s.  f.  plur.  =  parate:  specie  di  reti 
per  uccelli. 

màg'lier,  agg.  =  magro,  magherò:  contr. 
di  grasso,  cho  non  lia  punto  grasso. 

1)  dì  de  màgher  =  giorni  magri:  as- 
segnati al  digiuno  dalla  chiesa  cattolica. 

2)  ìuàngià  de  màgher  =  far  magro. 
fig.  :  star  male  a  mangiare ,  averne 
poco. 

3)  màgher  còme  òn  stn'lss  o  màgher 
in  picch  =  magro  allampanato,  magro 
strinato  :  magio  tanto  che  sembra  tra- 
sparente. 

4)  deventà  mtlgher  =  imniagrire:  di- 
venir magro. 

5)  Scarso;  di  ciò  che  rende  ricchezza 
0  sim.;  guàdàgn,  àfdri,  Stipendi  wa- 
/7/?er  =  guadagno,  affare,  stipendio  magro. 

6)  màgher  éciis  =  scuse  magre  ;  che 
non  si  possono  ammettere. 

7)  tèra  magra  =  terra  magra:  di  terra 
poco  concimata  o  che  rende  poco. 

niàg'ia,  s.  f.  =  macchia,  segno  brutto  di 
tinta  0  sudiciume  liquido  o  untuoso  cho 
rimane  su  una  cosa  e  toglie  unità  di 
colore. 

1)  Macchia,  macchiatura,  marezzo  : 
ondeggiamento  di  color  variato  cho  ha 
il  tiglio  nel  legname  a  guisa  delle  ondo 
del  mare  e  quello  che  artificialmente 
gli  fa  il  verniciatore. 

2)  Certi  segni  naturali  sulla  pollo  di 
peivs.  0  sul  pelo  degli  animali. 

3)  Coglia,  bellimbusto  :  giovine  che 
vesta  con  soverchia  eleganza,  o  in  qua- 
lunque altro  modo  affettato. 

4)  càvàmàgg  =  cava  macchie,  smac- 
chiatore. 

5)  Maglia:  di  rete  e  reticolati  1'  in- 
trecciatura continuata. 

6)  Aiuola,  spartizione  dei  giardini  in 
campetti  per  fiori  o  altre  piante. 


450  —  iiiag 

màgm,  s.  f.  =  magia,  prestidigitazione, 
negromanzia:  arte  colla  quale  si  fanno 
cose  che  paiono  miracoli  e  non  son  che 
abili    trucchi  o  giuochi  di  destrezza. 

Miàgicli,*  agg.  =  magico:  da  magia. 

1)  bàehèta  mùsica  =  bacchetta  ma- 
gica: che  usavano  nelle  operazioni  ma- 
giche e  che  usa  costantemente  i)  pre- 
stigiatore. 

2)  Di  cose  che  fanno  molta  impres- 
sione, un  grande  effetto. 

màgrìii;  s.  m.  =  teccola:  piccolissima  mac- 
chia, un  minimo  che  di  cattivo. 

màg'iór,  s.  m.  =  maggiore  :  uno  dei  gradi 
superiori  della  milizia. 

1)  i  mùgiòr  =  i  maggiori,  i  superiori. 

2)  Agg.  maggiore,  e  anche  maggio- 
renne. 

3)  ràltàr  màgiòr  =  l'aitar  maggiore: 
quello  che  è  circondato  dal  coro. 

4)  Quelli  che  hanno  più  anni;  fràdèll 
màgior  =  fratello  maggiore;  Vha  sposaa 
òna  dona  màgiara  de  Hi  =  ha  sj^osato 
una  donna  maggiore  di  lui. 

5)  forèr  màgiòr  =  forier  maggiore  : 
sottufficiale  generalmente  addetto  alla 
maggiorità. 

0)  el  stai  màgidr^=  il  coi-po  di  stato 
maggiore.  T.  milit.  corpo  speciale  di 
ufficiali  coadiuvatore  del  comando. 

màgioràna,  s.  f.  =  maggiorana,  amaraco, 
sansuco,  maiorana:  pianta  aromatica. 

1)  màgioràna  sàlvàdega  =  regamo, 
origano. 

màgiorànsa,  *  s.  f.  =  maggiorauza  :  la 
maggior  parte  di  un  popolo,  di  una 
assemblea  che  è  concorde  nel  delibe- 
rare. 

màgiordònini)  s.  m.  =  maggiordomo . 
maesb'o  di  casa:  chi  nelle  case  signo- 
rili soprintende  alle  servitù. 

màgioritaa,*  s.  f.  =  maggiorità:  ufficio 
militare  per  la  contabilità. 

màgióstra,  s.  f.;  pi.  iiiàgióster,  =  fra- 
garia:  pianta  che  fa   le  fragole. 

1)  Fragola  :  il  frutto  della    fragaria. 

2)  màgiòster  d' inverno  =  albatro, 
corbezzole. 

3)  càtà  màgiòster  =  raccattar  fragole. 

4)  màgiòster!  frèéch'e  bela!  e  l'è 
doma  càtMa!  È  il  grido  de' nostri  ven- 
ditori di  fragole. 

màgiostrèra,  s.    f.    =    fragolaio:    luogo 

piantato  a  fragole. 
màgiostrìua,  s.  f.  =  fragole:  è  il  nomo 

usato  dai   nostri   venditori   di    fragole 


mag 


—  451 


mai 


quando  girano  por  la  città  gridando  la 
loro  merco. 

1)  Per  celia  :  il  cappello    di    paglia. 

luàgistraa^  s.  m.  -  magistrato:  lo  pers. 
addette  all'amministraz.  della  gius'izia. 

iuàg"iià,  2'.  atl.  =  mangiare.  Vedi  iiiàng-ià. 

màg'uàii,  s.  m.  =  calderaio,  magnano, 
ramiore,  ramaio  :  chi  lavora  il  rame. 
A^odi  ràmee. 

1)  Met.  :  calabrino,  scaltrito,  fur- 
l)accio. 

magnato,  s.  m.  =  maggiorongo.  ottimate, 
altolocato. 

magnèsi,*  s.  m.  =  magnesio  :  nietallo  che 
dà  la  magnesia  e  in  lamine,  acceso, 
dà  una  luce  vivissima,  quantunque 
breve. 

magnèsia,  s.  f.  =  magnesia:  sostanza 
bianca  medicinale,  purgativa. 

màgnetisA,  *  v.  att.  =  magnetizzare: 
comunicare  il  magnetismo,  1'  addor- 
mentatura  magnetica. 

màgnetisàdòr,  s.  m.  -  magnetizzatoi-e  : 
chi  magnetizza  altri  e  se  ne  assoggetta 
la  volontà,  so  pure  ò  vero  che  ciò  si 
possa  fare. 

màgnetisàdòra,  s.  f.  =  magnetizzatrice  : 
donna  che  magnetizza. 

magnetismo,  *  s.  m.  =  magnetismo  : 
virtù  d'ottenere  sul  corpo  umano  mi- 
racolosi effetti  di  simpatia  e  di  sonno, 
secondo  credono  alcuni.    ^ 

màgli ificli,*  «^^.  =  magnifico:  splendido 
e  grandioso  nel  suo  genere. 

maguoeù,  s.  m.  =  barbatella,  magliolo  : 
vitina  tolta  al  vivaio   per  trapiantarla. 

magnòlia,  s.  f.  =  magnolia:  albero  e 
fiore  ;  il  nome  gli  viene  dal  botanico 
Pietro  Magnoli  ;  magnolia  grandiflora. 

mago,  s.  ni.  =  mago:  chi  dà  ad  inten- 
dere 0  si  crede  che  eserciti  l'arto  ma- 
idica. Noi  diciamo  scherz.  anche  mago 
sabino. 

1)  Nelle  novello  dei  ragazzi  è  una 
specie  di  orco. 

2)  Figiir,  :  persona  che  opera  con 
arti  segrete  e  tira  la  gente  al  suo  in- 
tento. 

3)  pari  on  mago  =  parere  un  mago  ; 
di  un  vecchio  che  ha  aspetto  strano  e 
la  barba  lunga. 

màgòga  (àndà  in  oga  e),  =  nuotare  in 
un  mar  di  latte  ;  andare  in  broda  di 
giuggiole,  in  solluchero.  Vedi  góga  1). 

màgòlc,  agg.  =  mucido,  floscio  :  di  carni 


che    prendono    un    saporaccio    vieto  e 
stantìo.  Usa  poco. 

1)  sàvè  de  màgole  =  essere    moscio, 
saper  di  tanfo. 
màgdn,  s.  m.  =  accoramento,  afflizione, 
passione  ;  patema  d'animo. 

1)  L'essere  lì  lì  per  piangere. 

2)  Stomachino:  l'animella  attaccata 
alla  lingua,  al  fegato  e  alla  milza  dei 
buoi  e  dolio  vacche. 

màgonàss,  v.  rif.  =  accorarsi,  affliggersi  : 
essere  li  lì  per  piangere. 

màgòss,  s.  m.  =  gavina,  gongola,  scro- 
fola. Vedi  màgliéla. 

magra,  s.  f.  =  magra:  il   tempo  in  cui 
l'acqua  dei  canali  navigli,  e   dei  laghi 
è  bassa. 
1)  Femm.  di  màgher  =  magro. 

màgrésa,  s.  f,  =  magrezza  :  astr.  di 
magro. 

magrìn,  agg.  =  magrolino,  magretto:  di- 
min,  vezzegg.  di  magro  :  riferito  a  per- 
sona. 

màgiitt,  s.  m.  =  muratore  :  operaio  cho 
fa  lavori  di    muratura. 

1)  Manovale  :  chi  serve  il  muratore 
portandogli  il  materiale  occorrente  per 
murare. 

mài,  avv.  =  mai,  giammai  :  in  mil.  è 
negativo  anche  senza   il   e  non  >. 

1)  l'ànn  del  dUil,  el  nies  del  mài. 
Vedi  duiì  4). 

2)  m,di  2iu  =  mai  più,  giammai. 

3)  mai  e  poeu  mai  =  mai  e  po'  mai  : 
esprimendo  il  proposito  e  anche  l'osti- 
nazione di  non  voler  fare  una  cosa. 

j  4)  quanto  mai  =  quanto  mai  ;  mol- 

j       tissimo. 

5)  Nelle  intorrogaz.  che  esprimono 
meraviglia  o  rimprovero  ;  cdsa  '/  dis 
m,di  ?  =  che  dice  mai  ? 

6j  se  7ìidi  =  so  mai,  nel  caso  cho. 
màia,-^  s.  f.  =  maglia:  l'intrecciatura  con- 
tinuata, più  0    meno    lenta    o    serrata 
che  si  fa  con   qualunque    sorta  di  filo 
per  comporro  tessuti  o  reti. 

1)  La  camiciuola. 

2)  Quello  che  portan  le  ballerine  e 
i  ballerini  del  teatro  per  simulare  le 
nudità. 

màià,  t>.  att.  =  mangiare  :  volgarissimo 
e  non  troppo  usato. 

maiàl,  s.  m.  =  maiale  ;  porco  castrato 
da  ingrassare,  per  ammazzarlo  e  man- 
giarlo. 


mai 


452  - 


mal 


màiee,  s.  m.  =  magliaio  :  chi  lavora  le 
maglie. 

màiocàj  v.  att.  =  pacchiare,  taffiare, 
mangiare-  Anche:  pigliar  l'ingoffo. 

màioeù,  s.  in.  =  magliuolo,  mazzuolo. 
T.  dei  macellai  :  il  mazzapicchio  per 
ammazzare  i  buoi. 

màiòle^a  e  maiòlica,  *  s.  f.  =  maio- 
lica :  soi-ta  di  terra  che  serve  a  far 
stoviglie. 

1)  Maioliche,  stoviglieria  :  gli  oggetti 
di  maiolica. 

2)  làorti  per  là  maiòlica  =  lavorar 
per  mangiare. 

3)  vèsegh  intorno  là  maiòlica  =  es- 
serci intorno  la  maiolica,  le  bricciole; 
badar  che  il  tetto  è  basso.  Si  dice 
qiiando  non  si  può  parlare  di  certe 
cose  perchè  i  bambini  stanno  a  sentire. 

màisàsC)  s.  m.  =  risipola  :  soiia  di  ma- 
lattia costituita  da  intensa  infiamma- 
zione della  cute.  Usa  meglio  rosipola. 

màistaa,  s.  f.  =  santino,  immagine. 
1)  coi  màistaa  =  istoriato,  illustrato  : 
di  libro. 

màistei'y  s.  m.  =  muratore,  mastro  :  chi 
esercita  l'aiio  del  murare. 

màìstra,  s.  f.  =  maestra  :  colatura  rac- 
colta dal  letame,  dal  muricce  e  da  altre 
materie  donde  si  ricava  il  salnitro. 

màiuscol,  agg.  =  maiuscolo,  grande  :  di 
lettore  dell'  alfabeto ,  di  caratteri  di 
stampa, 

màj,  s.  m.  =  maglio:  specie  di  enorme 
martello  di  ferro  che  vien  mosso  dal- 
l'acqua 0  dal  vapore. 

1)  Magona:  ferriera  e  magazzino  in 
grande  di  ferro. 

2)  giilgà  ài  màj  =  giuocare  a  palla 
a  maglio  :  gioco  in  cui  i  duo  pai-titi 
hanno  per  fine  di  cacciare  la  palla 
dentro  la  porta  degli  avversari,  posta 
in  fondo  al  campo,  percuotendola  con 
un  martello  di  legno  a  guisa  di  maglio. 

mài,  s.  m.  =  male.  Va  sostituendo  ogni 
giorno  più  il  vecchio   maa.  Vedi. 

1)  fase  del    mal  =    farsi    del    male. 

2)  el  mal  de  dent,  de  center.,  de  ètò- 
megh,  de  tèsta,  e  sim.  =  il  mal  di 
denti,  di  ventre,  di  stomaco,  di  testa, 
e  sim. 

.3)  fa  mài  -  far  male,  sciupar  la  sa- 
lute :  di  roba  da  mangiare  o  bore  che 
sia  guasta  o  in  qualunque  modo  nociva. 
Anche  :  dolere:  me  fa  mal  i  pè  =  mi 
dolgono  i  piedi,  mi  fanno  male. 


4)  bisógna  proù,  'l  mal  per  eognoàs 
el  ben  =  bisogna  provare  il  male  per 
conoscere  il  bene. 

ó)  fa  ben  per  mal  =  render  bene  per 
male. 

6)  de  mal  in  peg  =  di  male  in  peggio  : 
quando  il  male  cresce  nonostante  i  ri- 
medi. 

7)  pensa  mal  =  pensar  a  male. 

8)  no  vedègh  on  gran  mal  =  non 
vederci  un  gran  male  :  trovando  che 
una  cosa  sarebbe  alla  fin  fine  oppor- 
tuna. 

9)  l'è  minga  mal  =  non  c'è  male. 

10)  mètt  mal  =  metter  male  ;  metter 
discordie  fra  persone. 

11)  vare  mal  =  voler  male  ;  sentire 
avversione  e  quasi  odio  contro  qual- 
cuno. 

12)  éentiéé  mal  =  sentirsi  male  ;  di 
indisposizioni. 

13)  vegnì  mal  =  venir  male  ;  di  mali 
improvvisi,  svenimenti  e  sim. 

14)  fdés  vegnì  mal  ■  =  farsi  venir 
male  ;  fingere  uno  svenimento. 

lo)  el  mal  el  ven  in  préàa,  ma  H 
étànta  a  andà  =  il  malo  viene  a  ca- 
vallo e  so  ne  va  a  piedi. 

16)  mal  de  mar  =  mal  di  mare  :  in- 
disposizione prodotta  in  alcune  pers. 
nei  viaggi  per  mare. 

17)  àndà  del  mal  =  andare  a  male 
una  cosa  :  perder  la  sua  freschezza, 
guastarsi  nella  bontà. 

18)  vègkcn  à  mal  =  avere  a  male 
una  cosa,  impermalirsi. 

mài,  aw.  =  Vedi  maa,  aw. 

mala,  agg.  f.  =  entra  nelle  sole  frasi  : 
ciàpà  in  mala  2ìci'i't  =  prendere  in  cat- 
tivo senso  ;  fa  òna  mala  fin  =  fare 
una  cattiva  fine  ;  vèéé  de  mala  vmuia 
=  essere  di  cattiva  volontà  ;  vègh  mala 
gràsia  =  essere  sgarbato. 

màlan,'*'  agg.  sostituisce  il  vecchio  mà- 
raa  =  malato,  ammalato  :  chi  ha  male, 
una  malattia. 

1)  tràss  viàlaa  =  buttarsi  malato  : 
di  chi  non  vuol  fare  il  servizio,  l'ob- 
bligo cho  gli  spetta. 

2)  màlaa  de  borsa  =  malato  di  borsa  : 
chi  non  ha  danaro. 

3)  Di  piante,  che  per  certe  altera- 
zioni non  fanno  frutti. 

4)  Sost.  masch.  :  le  persone  amma- 
late :  àndtl  à  troà  i  màlaa  =  visitare 
gli  ammalati,  i  malati. 


mal 


—  453  — 


mal 


màlàcreàusa,  s.  f.  =  malacreanza,  in- 
creanza, villania  :  contrario  di  creanza. 

màlàdètt;  agg.  =  maledetto.  Anche: 
màledètt.  *  Si  aggiunge  per  dir  grande 
molto. 

1)  Accorto,  astuto,  furbo. 

2)  Improbo,  ostinato,  durissimo  :  di 
fatica,  di  lavoro. 

3)  rispond  de  màlàdètt  =  rispondere 
attraverso  ;  con  cattivo  garbo. 

4)  àlida  de  ìnàlàdctt  =  andare  alla 
peggio. 

6)  faa  de  màlàdètt  =  fatto  malissi- 
mo, fatto  coi  piedi. 

6)  Ma  màlàdèta  =  alla  maledetta: 
indicando  intensità  furibonda  ;  crèpen 
giò  tila  màlàdèta  =  crepano  alla  ma- 
ledetta, come  le  mosche. 

7)  dna  màlàdèta  =  modo  avv.  una 
maledetta  ;  nulla  affatto. 

màlàdì^c,  agg.  =  malaticcio,  malezzato: 
un  po'  malato:  di  malattia  non  forte, 
ma  lunga  e  che  strascica. 

màlàfèd,*  s.  f.  -  malafede,  contrario  di 
buona  fede  :  tendenza  ad  ingannare  e 
il  proposito    deliberato    di   ingannare. 

màlàfiii,  s.  f.  =   mal  fine,    cattivo  fino. 

màlàfìsì  e  màlefìsi,  *  s.  m.  =  malefi- 
cio: azione  malvagia. 

1)  Anche  semplicem.  :   malestro. 

màlàg'a;  *  s.  m.  =  malaga  :  vino  che  ci 
viene,  p  si  dico  che  vengaf,  da  Malaga, 
in  Spagna. 

màlàgràsia  ,«./".  =  graziaccia ,  sgar- 
batezza, malagrazia  :  cattiva  gi'azia  ;  di 
pers.  che  non  ha  grazia. 

màlàléiigua,  .<!.  f.  =  cattiva  lingua,  ma- 
lalingua: di  pers.  maldicente  per  abi- 
tudine. 

màlàméut)  aw.  =  malamente  :  in  malo 
modo,  non  bene. 

màlànàgia,  esci.  -  malannaggio,  male- 
detto !  Per  dinci  !  Esclam.  di  maravi- 
glia incresciosa. 

màlàndà,  s.  m-.  =  malandare  ;  andar  male. 
1)  gh'è  del  màlàndà  =  le  coso  s'in- 
camminano male. 

màlàndaa,  agg.  =  malandato,  malassetto, 
malconcio:  ridotto  in  cattivo  stato. 

malandrà,  s.  f,  =  malandrò,  crepacci, 
rappe:  crepo  nella    pelle  degli  equini. 

màlànim,*  s.  m.  =  malanimo  ;  animo- 
sità, maltalento. 

màlàiin,  s.  m.  =  malanno  :  malo  noioso 
e  anche  fatale,  fisico  e  morale  ;  ma  più 
specialm.  in  senso  fisico    di    malattia. 


1)  chi  tard  àriva  el  màlànn  l'àldgia 
=  chi  tardi  arriva  trova  il  diavolo  nel 
catino. 

2)  ccreti  i  màlànn  col  lànternm  = 
cercare  i  malanni  col  fuscellino.  Di  chi 
si  mette  nelle  occasioni  di  capitar  male. 

malapéna,  «w.  =  a  mala  pena  :  appena, 
appena. 

màlàrbètt,  agg.  =  accorto,  astuto,  furbo. 
Vedi  màlàdètt  2)  6). 

malària,  *  s.  f.  =  malaria  :  aria  cattiva 
di  maremme  o  luoghi  paludosi:  gh'è 
vegnUii  i  fèver  déla  malària  =  l'han 
preso  lo  febbri  di  malaria. 

niàlàsc,  s.  m.  =  malaccio  :  pegg.  di  male; 
per  malattia  pericolosa  e  difficile  a  cu- 
rarsi. 

1)  minga  màlàse  =  non  malaccio. 

màlàsion,  s.  f.  =  maltratto,  cattiva  azione; 
fatta  coir  intenzione  di  nuocere. 

màlàtia,  s.  f.  =  malattia,  infermità:  di- 
sturbo di  salute. 

1)  Delle  piante  :  alterazioni  che  im- 
pediscono i  frutti. 

màlàvoeùia,  s.  f.  =  malavoglia  :  la  poca 
voglia  di  fare. 

màlba,  s.  f.  =  malva  :  malca  vulgaris  : 
genere  di  pianta  con  proprietà  emol- 
lienti usata  in  medicina  come  rinfre- 
scante. 

màlbìn,  agg.  =  malvato,  malvaceo. 

1)  vèsé  còme  l'ingiiént  m,àlbin  =  es- 
sere inefficace. 

màlcàpitaa,  agg.  =  malcapitato  :  di  pers. 
cui  capita  la  peggio. 

màlcàpitàda,  agg.  =  malcapitata  ;  di 
donna  capitata  male  nel  prender  ma- 
rito. 

1)  vèéé  là  màlcàpitàda  e  là  pesg  im- 
bàtùda  =  aver  avuto  il  diavolo  e  il 
malanno  e  l'uscio  addosso. 

màlconsciaa,  agg.  =  malconcio,  malor- 
dinato :  conciato  male. 

màlcontént,  agg.  =  malcontento,  scon- 
tento: di  persona  non  contentata. 

1)  s.  m.  Stato  inquieto  dell'animo 
per  cose  che  non  vanno  a  modo  nostro  : 
in  Italia  gh'è  del  gran  màlemitént  per 
là  guèra  d'Africa  =  in  Italia  c'è  un 
gran  malcontento  per  la  guerra  d'Africa. 

màlcòtt,  agg.  guascotto  :  poco  o  mal 
cotto. 

màlcreaa,  agg.  =  malcreato  :  villano, 
ineducato. 

màidccoo,  s.  m.  =  maldicapo :  male  al 
capo,  dolor  di  testa. 


mal 


—  454 


mal 


màldevòtt,  agg.   =  indevoto  :  che  è  assai 
poco  devoto. 


màldicèuàa. 


/•• 


maldicenza  :  lo 


sparlare  delle  persone. 
màlditt,  agg.  =  maldetto  :   di   locuzione 

usata  male. 
màldicèut,  *  s.  m.  =    maldicente  :    che 

sparla  delle  persone. 
màledètt,  *  agg.  =  maledetto.  Vedi  mà- 

làdètt. 
màledì,*  v.  att.  =  maledire  :    esprimere, 

imprecando,  il  proprio    rancore  contro 

qualcuno    o    qualche    cosa  :    màledìsi 

l'ora  e'I  moment  che  sont   vegnuii  chi 

=  maledico  l'ora  e  il    momento  in  cui 

son  qui  venuto. 
m.àlè(lica,*  (lèiigua)  =  lingua  maledica: 

molto  maldicente. 
màledìsiòn,  s.  f.  =   maledizione  :  l'atto 

e  l'espressione  del  maledire. 

1)  Improperi,  bestemmie:  ci  g'hà 
traa  àclree  tant  de  quij  ìnàledisiòn  ! 
=  gli  mandò  dietro  tante  maledizioni  ! 

2)  Disdetta,  sfortuna  tremenda  :  l'hoo 
iroaa  per  là  mìa  màledisiòn  =  l'ho 
trovato  per  mia  maledizione. 

màlefìsi,  *  s.  m.  =  maleficio.  Vedi  mà- 

làfìsi. 
màlèser,  *  s.  m.  =  malessere:  indispo- 
sizione vaga,    generica   della    persona. 
inàlfaa,  agg.  =  malfatto .;  fatto  male,  con 

poca  0  nessuna  cura  o  perizia. 
màlfàtt,  s.  m.  pi.  =    ravioli  :    specie  di 

frittura  fatta  con  spinaci  o  altre  erbe. 
màlfidaa,  agg.    =    malfidato,    diffidente, 

sfiduciato:  che  non  si  fida. 
màlfoudaa,  agi^.  =  malfondato,  vacillante: 

con  cattivo  fondamento. 
luàlfotiiii,  agg.  =  malfatto,  malassettato  : 

di  chi  è  proprio  malconcio  del  tatto. 
malguàriiaa,  agg.  =  malguardato,  male 

riposto:  che  non  è  ben  custodito. 
niàliflsiaa)  agg.  =  malificiato,  ammaliato: 

che    subisce    l'influsso    di    malefizio  o 

malìa. 
màlìgu,  agg.  =  maligno  :  che  vede  delle 

pers.  e  delle  cose  solamente  il  male  e 

tutto  interpreta  sinistramente. 

1)  Di  cosa  :  che  porta    mal   cattivo. 

2)  Di  malattia  :  di  cattiva  natura  : 
gh'è  vegnuii  on  tifo  màlign  =  gli  venne 
un  tifo  maligno  ;  el  g'hà  on  tUmòr  ma 
l'è  minga  màlign  =  ha  un  tumore  ma 
non  è  maligno. 

3)  Malizioso:  che  ha  l'arte  sottile  di 
fare  il  malo. 


màlig'nà^  v.  att.  =  malignare:  pensare 
e  dire  cose  maligne  ;  faro  il  maligno, 
esercitare  la  malignità. 

1)  Interpretare  sinistramente  una 
cosa. 

luàli&Tuitaa,  *  s.  f.  =  maligoità  :  la  qua- 
lità dell'essere  maligno. 

1)  Malizia  :  arte  sottile  di  fare  il 
male,  e  conoscenza  del  male. 

inalili,  s.  m.  =  maluccio  :  dim.  di  male. 

màliucoeiìr  (à),  modo  atv.  =  a  malin- 
core  ;  a  malincorpo  ;  malvolentieri. 

màliucóiiegrli  e  màliacdnicb,  *  agg. 
malinconico,  triste,  mesto:  di  pers.  che 
è  presa  dalla  malinconia. 

1)  Dal  tempo  quando  il  cielo  è  ran- 
nuvolato e  minaccia  pioggia. 

2)  Di  luogo  che  ispira  tristezza. 
luàliucoiiìa,  s  f.  =  malinconia,  tristezza, 

mestizia  :  dolore,  abitudine  di  medita- 
zioni contrarie  all'allegria. 

inàliuformaa,  ngg.  =  mal  notiziato,  che 
ha  avuto  notizie  non  esatte  o  non  vere. 

màling'lier,  agg.  =  malaticcio,  cagione- 
vole, malescio:  un  po'  malato,  di  ma- 
lattia non  folle;  ma  lunga  e  cho  stra- 
scica. 

luàlingruri,  s.  m.  =  malaugurio  :  cattivo 
augurio. 

màliiiteligrènsa,  s.  f.  =  equivoco,  in- 
ganno, scambio. 

màliutés,*  s.  m.  =  malinteso:  interpreta- 
zione sbagliata  di  un  discorso  e  specìalm. 
tale  che  dà  origine  a  screzi. 

màliuviaa,  agg.  =  male  avviato:  di  cosa 
cominciata  male  e  che  dà  ragione  di 
credere  avrà  esito  non  buono;  me  par 
che  in  ét'àmi  à  scola  siem  màlinviaa  = 
mi  pare  che  quest'anno  a  scuola  si  sia 
male  avviati. 

màlìsia,  s.  f.  =  malizia,  arte  sottile  di 
fare  il  male  o  la  conoscenza  del  male. 

1)  Contrario  di  ingenuità;  l'è  on  fimn 
sénàa  mdlisia  =  è  un  ragazzo  senza 
malizia:  ancora  ingenuo. 

2)  Astuzia  per  ingannare;  el  g'hà  mia 
màlìsia  che  l'è  di  fidi  càtàll  in  màron  =  j 
ha  tanta  malizia  che  è  difficile  coglierlo^ 
in  fallo. 

3)  Il  pensare  a  male;  metèmegk  7iòì 
là  màlìsia  =  non  ci  mettiamo  la  ma-| 
lizia. 

4)  insegna  i   màliài   =    insegnar   laj 
malizia;  cioè  cose   cho  non  si    devono 
sapere  da'  ragazzi. 


mal 


455  — 


mani 


5)  coni  màlisia  -  con    malizia,    ap- 
posta, con  astuzia. 

luàlìsim,  *  superi,  di  mal,  avv.  =  malis- 
simo. 

màlisids,  agg.  =  malizioso,  maligno. 
1)  deventà    màlisios  =    immalizzire, 
divenire  malizioso. 

màlmàridàda,  agg.  =  malmaritata:  ma- 
ritata male. 

1)  vèss  là   ììiàlmàridàda   e    là  pesg 
imbàtùda.  Vedi  imbatuda,  2). 

màlmiss  e  anche  màlmetiiii,  agg.  =  ma- 
lassettato,  malmesso:  male  accomodato. 

màlniostòs,  agg.  =  scontroso,  malgrazioso, 
che  è  sgarbato  specialm.  nelle  risposte. 
1)  fàeia  de   màlnioàtòs  =    faccia    da 
malcontento. 

màlnàtt,  agg.  malnato,  malcreato:  edu- 
cato male,  screanzato. 

màloencc,  (de)  =  di  malocchio,  di  cattivo 
occhio  ;  vede  de  maloeucc  =  veder  di 
malocchio  ;  malvolentieri,  con  dispiacere. 

malóra,  s.  f.  =  malora  :  perdizione,  ro- 
vina. 

1)  àndà  in  malóra  =  andare  in  ma- 
lora, perdersi,  rovinarsi. 

màlpàgfa,  s.  m.  =  mal  pagatore,  cattivo 
pagatore. 

màlpài'àda,  s.  f.  =  malaparata  ;  nalla 
frase:  vede  là  màlpàràda  =  veder  la 
malaparata  :  accorgersi  che  la  cosa  ha 
cattivo  esito.  ^ 

malpràtici!,  agg.  =  malpratico,  inesperto, 
imperito:  che  non  sa  fare  una  cosa  e  la 
fa  male  per  imperizia. 

màlsàbàdaa,  agg.  =  malassettato,  in  cat- 
tivo arnese. 

1)  Di  pers.    malaticcio,    pieno    d'ac- 
ciacchi. 

màlsàn,  agg.  =  malsano:  di  pors.  ch.e  ha 
poca  salute,  ma  specialm.  di  luoghi, 
di  cose  di  abitudini  contrarie  alla  sa- 
lute. 

màltegriiuu,  agg.  =  maltenuto,  mal  cu- 
stodito, curato  male. 

màlten^iiiii,  agg.  =  maltinto:  tinto  male. 

màltesiiii,  agg.  =  mal  tessuto  :  tessuto 
male. 

màltràtà,  v.  alt.  =  maltrattare,  malme- 
nare: trattar  malo,  con  ingiurie  e  cat- 
tive maniere. 

1)  Conciare,  ridurre  male,  in  cattivo 
stato. 

màltràtaa,  agg.  =  maltrattato,  malme- 
nato. 


màltràtt,  s.  >u.  =  sgarbo,  maltrattamento: 

cattivo  trattamento. 
maliimòr,*  s.  m.    =    malumore,    cattivo 

umore.  Si  dice  di  chi  è  triste,  non  ha 

voglia  di    ridere  ed  è  contro  il    solito, 

alquanto  scontroso. 
malva,  s.  /'.  =  malva.  Vedi  màlba. 
màlvàgfitaa,*  s.  f.  =  malvagità  ;  aziono  di 

malvagio,  e  il  sentimento  del  malvagio, 
malvasia,  s.  f.  =  malvagia:  vino  bianco 

dolce.   In    italiano    è   maschile.   Anche 

vàlmàsia. 
màlvedè,  v.    ait.    malvedero,    vedere   di 

mal  occhio. 
màlvivèiit,  s.  m.  =  malvivente,  birbante, 

ladro:  persona  di  mala  vita. 
màlvòleiitèra,  avv.   =  malvolentieri,    di 

mala  voglia.  Anche  màlvolontéra. 
màlvòn ,    .<?.    m.    =   bismalva,    malvone, 

malsavischio,  altea.  Sp.  di  erba. 
màlvoré,  v.  alt.    =  malvolere,    avere  in 

uggia:  voler  malo. 

1)  fàèè   màlvorè  =    farsi    malvolere, 

farsi  prendere  in  uggia. 
marna,  s.  f.  =  mamma:  lo  stesso  che  ma- 
dre, ma  più  affettuoso  e  familiare  e  in 

mil.  assai  più  largamente  usato. 

1)  Di  cosa  superiore  a  qualunque  al- 
tra; là  nostra  l'è  là  vtàma  de  tùli  i 
lingiiH  =  la  nostra  è  la  mamma  di  tutto 
le  lingue. 

2)  Protettrice;  l'è  là  viàma  di  pooer 
=  è  la  mamma  dei  poveri. 

3)  mania  di  gàtl  =  mamma  dei  gatti: 
di  donna  che  li  ami  molto  e  molti  ne 
abbia. 

4)  Mamma  :  là  mania  de  l'àsee  =  la 
mamma,  la  madre  dell'aceto  ;  il  fondi- 
glielo 0  posata  dell'  aceto,  in  quanto 
serve  poi  a  far  diventare  aceto  altro 
vino. 

5)  là  marna  del  vln  =  la  feccia  del 
vino. 

miàmàgfrànda,  s.  f.  =  avola,  nonna  :  la 
mamma  del  babbo  o  della  mamma.  Dal 
frano,  grand' mère. 

màmàlttccli,  agg.  =  mammalucco ,  te- 
stardo, ostinato  per  ignoranza. 

1)  Stupido,  che  ha  una  faccia  ottusa. 

màmàliicòn,  s.  m.  =  babbuasso,  buac- 
cione,  ignorante,  sciocchissimo;  che  non 
sa,  non  capisce  nulla. 

màmàii,  s.  f.  =  avola,  nonna.  Lo  stesso 
che  màmàgrànda. 

màméta,  s.  f.  e  màmiii,  s.  f.  =  mam- 
mina, manimetta.  Dim.  di  mamma. 


man 


456  — 


man 


man,  s.  f.  =  mano  e  volgarm.  mana: 
l'estremità  delle  due  braccia  dell'uomo, 
dal  polso  in  giii. 

1)  tira  à  man  =  addurre,  mettere 
innanzi,  allegare  :  detto  d'  argomenti 
scuse  e  sim.;  te  g'hee  niént  d'alter  de 
tira  à  man  =  non  hai  altro  da  addurre. 
Anche:  citare;  ah/  ée  te  tiret  à  man  el 
Càrd&ci  rè  on  alter  àfàri  =  ah!  se  ad- 
duci, se  citi  il  Carducci  è  un  altro 
affare. 

2)  vègli  tant  in  man  =  aver  bone  in 
mano;  avere  ragioni,  argomenti  per  cre- 
dere una  cosa,  per  tenersi  sicuri  di  riu- 
scire in  un  intento:  g'hoo  tant  in  man 
de  proàgh  là  mìa  inocénéa  =  ho  bono 
in  mano  da  provargli  la  mia  innocenza. 

3)  boria  foRÙra  de  man  =  cader  di 
mano.  Fig.,  dare  in  ciampanelle,  com- 
mettere sbagli,^  non  rispondere  all'aspet- 
tativa. 

4)  borlt  in  di  man  =  cadere  in  mano, 
in  potere  di  alcuno. 

5)  vègli  i  man  ligaa  =  aver  le  brac- 
cia legate,  non  poter  faro  quello  che 
uno  vorrebbe,  perchè  mancante  dall'au- 
torità 0  dei  mezzi  necessari,  o  perchè 
impedito. 

6)  legni  i  man  à  cà.   Vedi  cà,  11). 

7)  ten  giti  quìj  man  e  anche  sem- 
plic.  gìò  i  man  =  abbassa  le  mani:  giìi 
le  mani  :  comando  e  minaccia  a  chi  ci 
vuol  percuotere,  se  per  proibire  di  toc- 
care oggetti:  indietro,  dentro  le  mani. 
Lo  dicono  anche  le  donne  a  chi  al- 
lunga le  mani. 

8)  coi  man  in  oresion  =  a  mani 
giunte,  in  atto  di  preghiera. 

9)  làorà  faa  à  man  =  lavoro  fatto  a 
mano,  a  braccia,  senza  far  uso  di  mac- 
chine. 

10)  òna  man  lava  l'altra  =  una  mano 
lava  l'altra  e  tutt'e  due  lavano  il  viso. 

11)  toeu  sii,  fàgli  éii  là  man  =  far  la 
mano  a  una  cosa:  abituarcisi  ;  pèrd  là 
man  =  perdere  la  pratica. 

12)  àvègli  dènt  a  éii  là  man  =  aver 
pratica,  aver  buona  mano. 

13)  vègh  i  man  bàs  =  aver  la  mano 
larga,  le  mani  bucate:  spendere  e  span- 
dere. 

14)  làvàéen  i  man  =  lavarsi  le  mani 
di  una  cosa:  non  volerci  più  entrare. 

15)  métegh  man  =  metter  mano  a 
lina  cosa,    cominciare  a  farla.  Anche  : 


metterci  lo  mani,  prender  parto  in  una 
operazione. 

16)  àvegli  man  in  pasta  =  fig.  aver 
lo  mani  in  pasta:  aver  che  fare  in  una 
cosa,  mestarci. 

17)  métes  ona  ìndn  sula  coscénsa  = 
mettersi  una  mano  sulla  coscienza,  sul 
cuore  :  di  compassione  che  uno  deve 
avere. 

18)  bàtt  i  man  =  battere  le  mani 
plaudire,  applaudire. 

19)  vègh  i  man  che  tàehen  come  là 
pésa  =  aver  le  mani  fatte  a  uncino, 
esser  ladro.  Anche  :  vègh  i  man  limgh. 

20)  vègli  pièn  i  man  =  avere  in  cin- 
ghiata la  mula.  T.  di  gioco. 

21)  àvèghen  come  glie  n'è  éii  dna 
man  =  esser  povero  in  canna. 

22)  vègh  à  là  man  =  avere  alla  mano, 
aver  pronto,  comodo. 

23)  vègli  i  man  de  céra,  de  stràsc, 
de  pàstàfrola  =  aver  le  mani  di  lolla, 
di  burro:  che  non  sanno   tener  saldo. 

24)  piirisnà  i  man  =  pizzicar  le  mani: 
per  freddo,  per  setole,  per  geloni,  efìg., 
dalla  voglia  di  picchiare.  Da  noi,  an- 
che del  presentimento  di  ricever  doni. 

25)  dà  là  man  =  dare  la  mano,  ce- 
dere il  luogo.  Anche:  dar  mano,  aiutare; 
in  questo  senso  anche:  dàgh  òna  man. 

26)  d১  là  man  =  dare  la  palmata: 
di  mercanti  che  si  danno  parola  di  con- 
cludere un  contratto. 

27)  dàéé  là  man  =  darsi  su  la  mano, 
impalmare. 

28)  pdden  dàéé  là  man  =  possono 
darsi  la  mano:  di  due  che  si  somigliano 
in  vizi,  difetti. 

29)  à  man  éàlva  =  a  man  salva:  a 
tutt' andare,  arditamente,  senza  ostacoli; 
roba  à  man  salva  =  rubare  a  man  salva. 

80)  fa  man  basa  =  far  man  bassa, 
rubare;  di  nemici:  disperdere. 

31)  resta,  àndà  coi  man  vceuj  =  re- 
stare ,  andare  colle  mani  in  mano  : 
vuote. 

32)  sàvi  fa  de  tiitl  di  so  man  =  aver 
le  man  sante,  le  mani  benedette. 

33)  coi  èò  man  =  di  sua  mano,  collo 
sue  proprie  mani  ;  V  ha  ricàmaa  là 
marna  coi  éò  man  =  lo  ha  ricamato 
la  mamma  di  sua  mano. 

34)  fa  tòcà  con  man  =  far  toccar  con 
mano,  provare  alla  evidenza  ;  tocà  coni 
man  =  accertarsi,  rendersi  certo  di  una 
cosa,  assicurarsene. 


man 


457 


man 


35)  dàgh  l'ultima  man  =  dare  l'ul- 
tima mano,  fiaire,  dar  l'ultimo  tocco. 

36)  menti  i  viàn  =  menar  di  mani, 
picchiare. 

37)  cambia  i  cari  in  man  =  scam- 
biare, barattar  le  carte  in  mano;  ba- 
rattar le  parole. 

38)  mètes  dent  coni  i  man  e  coni  i 
pee  =  mettercisi  colle  mani  e  coi  piedi, 
arare  col  bue  e  coll'asino;  con  tutto  lo 
sforzo. 

39)  mas,  mètes  in  di  man  de  v&n 
=  mettersi  nelle  mani  di  uno,  abban- 
donarsi nelle  braccia  di  uno,  gittarsi 
in  grembo  ad  alcuno  :  rimettersi,  affi- 
darsi interamente  a  qualcuno. 

40)  mètt  inane  i  man  =  fig.  metter 
le  mani  avanti,  pigliar  campo  innanzi,' 
pigliare  i  passi  innanzi  per  non  cadere. 

41)  pària  in  là  man  =  frastornare, 
romper  l'uovo  in  bocca. 

4'2)  sta  li  coi  man  siil  conàolaa,  coi 
man  in  man  =  star  colle  mani  alla 
cintola,  in  mano. 

48)  legni  à  man  =  tener  mano,  te- 
ner bordone,  tenere  il  sacco:  essere  ma- 
nutengoli, complici:  dare  aiuto  in  cose 
disoneste. 

4i)  tant  l'è  à  robtL,  còme  à  legni  à 
man  =  tanto  no  va  a  chi  ruba,  quanto 
a  chi  tiene  il  sacco. 

45)  tegni  à  man  =  risparmiare,  spa- 
ragnare. 

46)  legni  de  man  =  tener  per  mano. 

47)  toett  là  man  =  guadagnare,  vin- 
cere, prendere  la  mano:  del  cavallo  che 
non  sonte  più  il  morso  e  corre  sfrena- 
tamente. 

48)  vègh,  loeu,  coniprtl  de  prima,  de 
éegonda  man  =  avere,  comperare  di 
prima,  di  seconda  mano  :  più  o  meno 
direttamente  dal  produttore  della  merce. 

49)  dà  man  fòrta  =  prestar  mano 
forte,  dar  valido  aiuto. 

5U)  vUng  i  man  =  ungere  le  mani: 
fam.  dar  danaro  per  ottener  favori. 

51)  àentiàè  dna  man  in  del  àdngu  = 
sentirsi  dare  un  tuffo  nel  sangue. 

52)  vègli  i  man  nèlt  =  aver  le  mani 
nette,  pulite  :  di  chi  si  comporta  con 
probità  nelle  amministrazioni  pubbliche 
0  private. 

53)  sporcàés  i  man  =  insudiciarsi  le 
mani.  Fig.  prender  parte  in  affari  di- 
sonesti; vor^  minga  éporcàss  i  man  = 
non  volere   insudiciarsi  le  mani  :    non 


volere  aver  che  fare  con  persone  spre- 
gevoli. 

54)  mètt  là  man  in  del  fmigh  =  met- 
ter lo  mani  sul  foco  :  garantire  della 
verità  di  un  asserto,  dell'onestà  di  una 
persona. 

55)  veés  in  bònn  man  =  essere  in 
buone  mani:  fidarsi  a  chi  merita  la  no- 
stra fiducia. 

56)  'veéé  largii  de  bòca  e  sirene  de 
man.  Vedi  bocti,  38). 

57)  benedèta  quèla  man  !  =  bene- 
dette quelle  mani!  Esolamaz.  lodando 
chi  ha  dato  un  castigo  meritato  e  da 
noi  anche  chi  ci  ha  fatto  qualche  cosa 
di  buono. 

58)  man  gréva  =  mano  grave:  di  chi 
la  preme  troppo  nello  scrivere,  nel  far 
la  barba,  nel  pettinare  e  sim.  e  anche 
nel  percuotere.  Il  contrario  è  man  le- 
géra. 

59)  à  quàter  man  =  a  quattro  mani. 
T.  music;  di  sonate  che  si  eseguiscono 
sullo  stesso  piano  forte  da  due  persone 
insieme.  Contrario  à  dò  man  =  a  duo 
mani. 

60)  giaiugli  de  màn^  gioeugh  de  oilàn 
=  scherzo  di  mano,  scherzo  da  villano. 

61)  palmo  déla  man  =  palma  della 
mano;  j.ortà  in  palmo  de  man  =  por- 
tare in  palma  di  mano;  d'una  cosa, 
dirla,  vantarla  con  tutti. 

62)  àdree  à  là  tndn  =  alla  mano  alla 
mano:  a  mano  a  mano. 

63)  à  là  man  =  alla  mano,  affabile, 
cortese,  alla  buona. 

64)  gel  ài  man  =  manignone:  enfia- 
gione, malattia  per  il  freddo. 

65)  gid  de  man,  foeura  de  man  =  fuor 
di  mano,  remoto  :  distante  dal  centro, 
dalla  nostra  strada. 

66)  man  mànsìna,  Sinistra,  drlsa  o 
dì-ita  =  mano  mancina,  sinistra,  destra 
0  dritta. 

67)  mètt  tLla  man  =  manimettere; 
metter  mano  a  una  cosa. 

68)  de  man  in  man  =  a  mano,  a 
mano.  Anche  demenemàn. 

69)  dànee  à  là  man  =  danari  alla 
mano,  pronti,  contanti. 

70)  bHa  man  de  écriv  =  buona  mano 
da  scrivere;  che  ha  bella  calligrafia. 

71)  bòna  man  =  mancia.  Vedi  bò- 
nàmàii,  mància. 

72)  Mano,  metacarpo. 

73)  Mano,  girata.    T.  di  giuoco. 


man 


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74)  Mano,  passata.  T.  d'imbianc.  pitt. 
vernic,  quanto  serve  per  ricoprire. 
inàna,  s.  f.  =  manna  :  sugo  biancastro, 
dolcigno  che  cola  da  olmi,  frassini  e 
sim.  si  condensa  ed  è  usato  corno  me- 
dicinale. 

1)  Cibo  che,  secondo  la  Scrittura,  nel 
deserto  Dio  mandò  dal  cielo  agli  Ebrei. 

2)  Di  cosa  opportuna  o  molto  pro- 
fittevole; là  nev  d'inverno  rè  dna  véra 
màna  =  la  neve  d'inverno  è  una  vera 
manna. 

3)  dols  come  là  ìnàna  =  dolciastro, 
troppo  dolce. 

4)  Di  vino,  vivande,  o  altra  cosa 
prelibata. 

5)  Melata,  meluggine  :  specie  di  ru- 
giada dolce  e  consistente  che  talora  cade 
nel  mese  d'agosto. 

6)  Ruggine:  macchio  che  appaiono 
sui  vegetali  quando  intristiscono. 

inànàda,    s.    f.  =  manciata:  tanta    roba 
quanta  ne  sta  in  una  mano. 

1)  Manata  :  quella  quantità  di  righe 
che  gli  apprendisti  tipografi  pigliano 
in  una  volta  colla  stecca  per  scomporle. 

2)  Tutta  quella  quantità  di  canapa 
corta  che  in  una  volta  il  filatore  delle 
funi  si  lega  alla  cintola. 

mànàscià)  v.  att.  =   essere    delle    mani; 

esser  pronto  a  menar  le  mani. 
luànàsciòn,  s.  m.  =  toccatutto  :  chi  tutto 

tocca  e  mette  le  mani  per  tutto. 
1)  Manesco:  facile  a  menar  le  mani, 

a  percuotei'e. 
manca;  v.  att.  =  mancare  :  aver  difetto, 

non  avere  a  sufficienza  di  qualche  cosa. 

Vedi  anche  càia. 

1)  Essere  assente,  non  esserci. 

2)  manca  de  parola  =  mancar  di 
parola,  di  fede. 

3)  Eufemismo  per  dir  morire  :  Ve 
già  on  ann  che  'Ipoerpàpà  l'è  màn- 
caa  =  è  già  un  anno  che  è  morto  il 
povero  papà. 

4)  manca  'l  fiaa  =  mancare  il  fiato: 
sentiss  d  mancti  =  =  sentirsi  a  man- 
care :  venir  meno  le  forzo,  per  sveni- 
mento. 

5)  bàlòss  chi  manca  !  =  birba  chi 
manca  !  per  assicurare  che  non  si  man- 
cherà. 

6)  màncti  =  mancare  :  commettere 
errori  e  colpe. 

7)  manca  de  rispètt  =  mancar  di 
rispetrto  :  di    parole    o  di    atti    sconve- 


nienti verso  persone  di  condiziono  su- 
periore. 

S)  manca  pòcch  =  mancar  poco: 
non  ci  voler  molto  a... 

niàucàdór,  s.  m.  =  mancatore.  Nella 
frase  mancàdòr  de  paròla  =  mancatore 
di  parola. 

màncàmènt,  s.  m.  =  mancamento,  di- 
fetto. Specialm.  :  màncàment  de  flaa, 
de  respìr  =  mancamento,  difficoltà  di 
respiro. 

niancàusa)  s.  f.  =  mancanza,  assenza: 
il  non  essere  in  un  luogo  e  ognuna 
delle  volte  che  uno  abbia  mancato  di 
trovarsi  in  un  luogo. 

1)  in  mancànéa  de...  =  nell'assenza 
di...;  in  maneànsa  del  éìndech  ha 
pàrlaa  l'àsesòr  =  in  assenza  del  sin- 
daco ha  parlato  l'assessore. 

2)  Difetto  :  sesent  là  màncànsa  d'ac- 
qua =  si  sente  la  mancanza  dell'acqua. 

3)  Il  mancare  ai  propri  doveri  :  l'è 
dna  maneànsa  che  se  pò  minga  per- 
dona =  è  una  mancanza  imperdonabile. 

mandi,  =  Manco,  meno.  Anche  e  meglio  : 
mèn. 

1)  vcgnì  ài  manch  e  ài  mèn  =  ve- 
nire al  basso,  decadere. 

2)  mandi  o  mén  parali  e  pìlsee  fàtt 
=  i  fatti  sono  maschi  e  le  parole  fem- 
mine ;  i  fatti  sono  frutti,  le  parole  foglie. 

mància,  s.  f.  =  mancia,  bonamano.  Vedi 
bonàmàn. 

1)  Benandata  :  quella  che  si  dà  par- 
tendo al  servitore,  ai  garzoni  della  lo- 
canda, e  sim. 

màncipà,  v.  att.  =  emancipare,  manci- 
cipare  :  svincolare  da  certi  obblighi  di 
soggezione. 

màncomaa,  avv.  =  menomale,  manco- 
male,  gran  mercè. 

manda,  v.  att.  =  mandare,  inviare:  far 
che  persona  o  cosa  vadano  in  un  luogo. 

1)  manda  già  =  ingollare,  inghiot- 
tire, trangugiare,  ingoiare  :  mandar  giù, 
per  la  gola. 

2)  manda  via  =  mandar  via,  discac- 
ciare, allontanare,  licenziare. 

3)  Se  è  il  padrone  di  casa  che  li- 
cenzia un  inquilino  in  ital.  si  dice: 
scasare. 

4)  manda  à  toeu  vun  =  mandare  per 
uno. 

5)  manda  à  di  =  mandare    a   dire. 

6)  mandala  minga  giò  =  non  man- 
darla giù,  tornare  a  gola;  biascicarla, 


J 


man 


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man 


masticarla  male  :    di    parole,    cose  che 
non  riesciamo  a   dimenticare. 

7)  chi  voeur  vaga  e  chi  no  vceiir 
mància  =  chi  vuole  vada  e  chi  non 
vuole  mandi  :  se  ci  sta  a  cuore  qualche 
cosa  la  dobbiamo  far  noi. 

8)  che  Dìo  ine  le  manda  bòna  =  Dio 
me  la  mandi  buona  !  Esclam.  e  invo- 
cazione. 

9)  piociìv  che  Dìo  le  manda  -  piove 
come  Dio  la  manda  :   dirottamente. 

10)  manda  à  qui  la  bela  tira  =  man- 
dare a  quel  paese. 

H)  manda  à  cà  =  mandare  a  casa. 
Di  soldati,  congedarli  ;  di  scolari,  non 
trattenerli  nella  scuola. 

12)  manda  à  scola  mandare  a  scuola: 
dei  ragazzi,  farli  istruire  fuori  di  casa 
propria. 

18)  manda  à  épàss  =  mandare  a 
spasso:  disfarsi  di  pers.  inutile  o  mo- 
lesta. 

14)  Del  modo  come  si  fanno  andar 
vestite  le  pers.  della  famìglia  ;  el  me 
fimil  cérchi  de  mandali  écmper  restii 
polìd  =  mio  figlio  cerco  di  mandarlo 
sempre  ben  vestito. 

15)  Di  esalazioni:  che  odor  che  màn- 
den  quìj  gelsilmitt!  =  cho  odore  man- 
dano quei  gelsomini  ! 

16)  mcmdà  indree  =  rimandare,  rin- 
viare.   Anche:  far  retro«edere. 

17)  manda  intòrna  =  mandare  at- 
torno: propalare,  divulgare. 

18)  manda  sòtt  =  mandare  uno  a 
scalzare,  a  tirar  su  le  calze  ad  un  al- 
tro: perchè  sappia  quel  cho  pensa,  che 
intenzioni  ha. 

màndaa,  agg.  =  mandato,  inviato,  messo. 

1)  s.  m,.  =  mandato,  commissione, 
avviso  di  pagamento. 

2)  el  màndaa  d'àrèst  =  il  mandato 
d'arresto  :  l'ordine  scritto  di  arrestare 
una  persona. 

màndàda,  s.  f.  =  mandata,  girata,  giro  : 
il  mandar  della  chiave  nella  toppa: 
rè  dna  ciav  à  dò  m,ànddd  =  è  una 
serratura  a  doppia  mandata,  a  doppia 
girata. 

^màndàmént,  *  s.  m.  =  mandamento  : 
circoscrizione  giudiziaria. 

[màndàrìn,  *  s.  m.  =  mandarino  :  specie 
di  arancia  piccola  e  di  sapore  più  dolce 
e  delicato  degli  altri. 

juàndàtàri,  s.  m.  =  mandatario  :  chi  ha 


avuto  legalmente  il  mandato   di    agiro 

per  un  altro. 
niàndolin,  *  s.  m.  =   mandolino  :    stru- 
mento  a   corde    simile    alla    mandola. 

Ormai  ha  sostituito  quasi   del   tutto  il 

vecchio  àrmàndolìn. 
màndópera,  s.  f.  =  mano  d'opera:  l'o- 

poraio,  il   giornaliero    che    occorre  per 

un  certo  lavoro. 
màndràarora,  s.  f.  =  mandragora.  Specie 

di  pianta  medicinale. 

1)  Pettegola.  A  donna  per  ingiuria. 
màndriàn,    s.  m.    =    bestiaio,    pastore  : 

chi  conduce  al  pascolo  le  mandre. 
màadrill,  s.  m.  =  mandrillo  :  specie  di 

scimmia  alta  quanto  un  uomo  =  eyno- 

cephalus  Mormon. 

1)  Di  pers.  molto  sensuale. 
màndrìn,  s.  m.  =  allargatolo,  spina.  T. 

delle  arti  :  zeppa  di  ferro   por    bucare, 

e  per  allargare  ì  buchi    nel  ferro. 
màuègr,  s-  ni.  =  maneggio  :  cavallerizza, 

la  rotonda  dove  si    fanno    gli    esercizi 

di  cavalcatura. 

1)  Raggiro,  intrigo. 

2)  Chiasso,  fracasso,  buscherio  :  fa 
mànég  =  fare  un  buscherio  :  rimpro- 
verare, sgridare  con  molta  vivacità. 
Anche  :  mèli  gid  mànég. 

mànegra,  s.  f.  =  manica.  Comincia  a 
usare  anche  mànica  *  spec.  al  pi.  : 
mànìch.  La  parte  del  vestito  che  si  in- 
fila sul  braccio  e  arriva  fino  al  polso. 

1)  vègh  in  mttnega  =  avere  in  ma- 
nica, avere  in  serbo. 

2)  l'è  on  alter  jìàra  de  mànich  =  è 
un  altro  paio  di  maniche:  la  cosa  o 
ben  diversa  ;  sentendo  cosa  che  non 
ha  che  vedere  colla  prima. 

3)  mànich  à  gòff  =  maniche  stroz- 
zate, a  nodi. 

4)  mànich  à  pendolerà  =  manicot- 
toli  :  manica  che  ciondola  per  orna- 
mento. 

5)  vohà  indree.,  volta  éii  i  mànich  = 
sbracciarsi,  se  della  camicia  :  rimboc- 
carsi, se  della  camicia  o  del  vestito.. 
In  senso  fìg.  anche  :  distrigarsi,  inge- 
gnarsi ;  mettersi  coll'arco  della  schiena 
a  una  cosa. 

6)  tra  fceura  i  mànich  déla  gipa  = 
alzarsi  i  manichetti,  oscir  dal  manico  : 
saper  distrigarsi  in    faccende    difficili. 

7)  discors  ètrasciaa  coni  foeura  l 
mànich  =  discorso  scucito,  sconclu- 
sionato ;  anche  sciocco. 


man 


—  460  — 


mail 


8)  de  mànega  larga  =  di  manica 
laiga:  di  chi  non  è  sofistico  in  fatto 
di  morale  o  di  castighi, 

9)  in  mànega  de  càimsa  =  in  ma- 
niche di  camicia  :  senza  giacchetta  o 
soprabito. 

10)  mànega  =  mano,  una  manata,  una 
certa  quantità  :  hin  dna  mànega  de 
impoétór  =  sono  una  mano  di  ipocriti. 

mànegrévòl,*  agg.  =  maneggevole,  ma- 
neggiabile, manevole  :  da  potersi  facil- 
mente maneggiare. 

màiieg]ij^  s.  m.  =  manico.  Vedi  màniclu* 

màueghèta,  s.  f.  =  maniche  posticce  : 
quelle  che  si  sovrappongono  alle  ma- 
niche per  tener  queste  più  riguardate. 

mànegliin,  s.  m.  =  manichino  :  piccolo 
manico. 

manégia,  s.  f.  =  maniglia:  di  bauli, 
casse  e  sim.  Disusa  e  si  dice  invece 
màneta. 

1)  Broncone:  servo  per  sostegno  alle 
viti. 

màuegìà;  v.  ait.  =  maneggiare,  adope- 
rare ;  trattare  facilmente  colle  mani. 

1)  mànegià  dànee  =  maneggiar  da- 
naro :  di  chi  tiene  una  amministraz.  o 
una  cassa. 

mànegiàbil,  agg.  =  maneggevole.  Vedi 
mànegrèvol. 

mànegiàsS)  v.  rifl.  =  adoperarsi,  inge- 
gnarsi, sforzarsi. 

mànegiàtt)  s.  m.  =  faccendone,  affan- 
none :  chi  si  dà  gran  daffare  per  ogai 
piccola  cosa  ;  l'è  on  boti  òmm  ma  l'  è 
on  gran  viànegiàtt  =  è  un  buon  omo, 
ma  è  un  affannone  di  prima  riga. 

màuegiòn,  s.  m.  =  faccendone,  affan- 
none ;  Io  stesso  che  manegiàtt. 

1)  Agente,  ministro  maggiore  :  spe- 
cialm.  il  rappresentante  del  padrone 
nei  negozi  di  vino. 

màuéra,  s.  f.  =  maniera  :  modo  di  fare. 

1)  vègli  bòna  viànéra  =  essere  ma- 
nieroso. 

2)  cònt  bela  mànéra  =  a  bel  modo, 
gentilmente,  con  bel  garbo. 

3)  fceura  de  mànéra  =  fuor  di  modo, 
di  misura,  smodatamente. 

4)  mànéra  de  pària  =  dicitura,  stile. 

5)  bèj  mànér  =  bone  maniere  :  modo 
di  trattare  usato  fra  persone  educate  ; 
che  non  offende,  né  irrita  quand'anche 
si  dicono  cose  spiacenti  ;  briiti  mànér 
=  brutti  garbi,  modi  bnischi. 


6)  in  quèj  viànéra  =  pui'  che  sia, 
in  un  modo  qualunque. 

7)  veéà  bón  àia  eoa  mànéra  =  es- 
ser buono  a  suo  modo  :  di  pers.  che 
per  altri  sarà  buona,  ma  per  noi  lo  è 
solo  relativamente. 

8)  fa  i  ròbb  coni  mànéra  =  fare  a 
modo  :  far  piano,  con  riguardo. 

9)  in  che  mànéra?  =  in  che  ma- 
niera ?  Modo  fam.  di  domandare  la  ra- 
gione di  un  fatto. 

10)  Maniera  :  difetto  di  convenziona- 
lismo, maocanza  di  naturalezza. 

màneta,  s.  f.  =  maniglia:  sporgenza  per 
lo  più  mobile  di  ferro  o  altro  metallo, 
che  serve  a  alzare  o  tirare  un  oggetto 
per  trasportarlo. 

1)  Di  usci  :  pallino,  graccia,  cricca  : 
pomo  metallico  o  d'altro,  che  serve  a 
tirare  a  sé  gli  usci  o  ad  aprirli.  Vedi 
mòla. 

2)  Di  porte  ;  campanella  :  grosso 
anello  di  ferro  pendente  dalla  porta  per 
tirar  questa  a  sé  e  chiuderla. 

mànètt  (i),  s.  f.  pi.  =  le  manette  :  stru- 
mento di  ferro  con  che  gli  agenti  di 
polizia  stringono  le  mani  della  persona 
arrestata. 

mànetón,  s.  m.  =  passamani,  cordoni. 
T.  dei  carrozz. 

màngàgua,  s.  f.  =  magagna,  difetto. 
Vedi  magagna. 

màngàgnaa,  agg.  =  magagnato  :  pieno 
di  difetti. 

mangana;  v.  alt.  =  manganare  :  dare  il 
lustro  col  mangano. 

màngàntàdòr^  s.  m.  =  manganatore  : 
l'operaio  che  dà  il  lustro  col  mangano. 

niàngànèll)  s.  m.  =  randello,  bastone 
corto  e  piuttosto  gi'Osso. 

1)  màngànèll  di  ciàv  =  materozzolo  : 
per  attaccarvi  le  chiavi. 

mànghen,  s.  m.  =  mangano  :  strumento 
per  dare  il  lustro  ai  panni  alle  tele,  ai 
drappi. 

mangia,  s.  f.  =  mangime  :  il  cibo  per 
le  bestie  ;  dei  polli  :  becchime. 

mangia,  s.  m.  =  il  mangiare  ;  ciò  che 
si  mangia  e  l'azione  del  mangiare  :  si 
dice  specialmente  della  quantità  di  fo- 
raggio che  si  ammanisce  alle  bestie. 

1)  misura  'l  mangia  =  contare  i 
bocconi  a  uno  ;  dargli  poco  da  man- 
gi «are. 

2)  rimonta  'l   mangia  =   tornare  il 


mail 


461 


luau 


boccone  a  gola,  alla  gola  :  di  roba  mal 
digerita. 

8)  on  mangiti  de  pitòcch  =  un  degao 
mangiare  :  di  cosa  molto  ben  cucinata, 
saporita. 
màngriàj  v.  att.  =  mangiare  :   masticare 
e  ingollar  qualche  cosa. 

\)  ve  màngiaa  tiitt  el  so  e  tinca  i 
ciòd  déla  cà  =  aver  dato  fondo  a  tutto 
il  suo  ;  aver  mangiato  il  suo  pane  sino 
agli  orlicci. 

2)  chi  le  fti  le  mangia  =  chi  imbratta 
spazzi  ;  chi  ha  fatto  il  male,  faccia  la 
penitenza, 

3)  mangia  à  crèpa  pànscia,  mangia 
de  crepa  =  mangiare  a  crepapelle,  a 
crepapancia. 

4)  mangia  àdàsi,  àdàsi  =  mangiare 
ad  agio,  consolatamente. 

5)  mangia  tila  càciàdòra  =  man- 
giare in  pugno. 

6)  mangia  à  quàter  gàncvss  =  ma- 
cinare a  due  palmenti. 

7)  mangiti  tila  belemèj,  còme  se  èia 
=  magnuculare  alla  peggio. 

8)  mangia  de  màtina  =  asciolvere  : 
far  colazione. 

.  9)  mangia  de  stràngolaa  =  mangiar 
coir  imbuto  0  a  strappabecco  :  in  poco 
tempo,  per  fretta  che  ci  iacalzi. 

10)  mangiti  jìdn  e  épita  o  pan  e 
cortili  =  mangiar  pane  e  pane,  opp. 
mangiare   pane   e  coltello.'' 

11)  mangia  e  bev  =  mangiare  e  bere: 
far  vita  epicurea,  spensierata. 

12)  mangiti  dòpo  Sèna  =  pusigaare; 
mangiare  a  ora  tarda,  dopo  cena. 

13)  mangia  ci  fén  in  èrba  =  bere 
il  vino  in  agresto. 

14)  mangia  imprèsa  =  maciullare, 
avere  il  pettine  ed  il  cardo. 

15)  mangiti  fòri,  come  on  luff  =  man- 
giar forte  :  molto  e  con  appetito.  Vedi 
luff  6). 

16)  mangiti  nò  =  non  mangiare  :  non 
prendere  cibo. 

17)  Dei  pasti  consueti  :  mangiti  in 
('(i,  tila  tràtorla,  ài  eàfè  =  mangiare  in 
casa,  alla  trattoria,  al  caffè. 

18)  ée  bev  e  éc  mangia  =  si  bove  e 
si  mangia  :  quando  il  caffè  non  ha  de- 
posto tutta  la  polvere  e  la  ci  si  trova 
in  bocca,  intanto  che  si  bove. 

19)  ròba  de  mangia  =  roba,  cosa 
da  mangiare,  commestibili  :  di  tutto 
ciò  che  serve  di  cibo  per  l'uomo. 


20)  dà  de  mangiti  =  somministrare 
gli  alimenti. 

21)  fa  de  mangia  =  far  da  mangiare; 
cucinare. 

22ì  bon  de  mangia  =  bono  a  man- 
giarsi. 

23)  mangia  on  bocóii  =  mangiare  un 
boccone  :  fare  una  refezione,  per  lo  più 
frugale  o  breve. 

24)  Delle  pinzature  degli  insetti  : 
poer  bàmbin  !  l'è  tiitt  màtigiaa  di  pu- 
ree =  povero  bimbo  !  è  tutto  mangiato 
dalle  pulci. 

23)  Consumar  molto  :  dna  liieèrna 
che  mangia  tanto  petròli  =  una  lu- 
cerna che  mangia  molto  petrolio  ;  dna 
àtùa  che  mangia  la  legna  =  una  stufa 
che  mangia  la  legna. 

26)  mangia  vun  in  insalata  =  man- 
giar la  torta  in  capo  ad  alcuno. 

27j  edn  no  mangia  cdn  =  corvi  cou 
corvi  non  si  cavan  gli  occhi;  cane  non 
mangia  cane  :  i  cattivi  per  lo  più  so 
la  intendono. 

28)  mangia  à  uff  ò  a  màea  =  man- 
giare a  ufo,  a  spese  altrui,  a  scrocco. 

29)  mangiti  de  basiti  =  mangiarsi  a 
baci  0  mangiar  coi  baci. 

30)  màngiàès  i  ung  =  mangiarsi  le 
unghie  ;  rosicchiarlo. 

31)  màngiàéé  el  fìdegh,  r  ànima, 
mangia  cadènn  =  mangiarsi  il  coro, 
il  fegato,  l'anima,  un'ala  di  fegato: 
dalla    stizza,  dalla  rabbia,  dalla  bile. 

32)  Sperperare,  consumare  ;  V  ha 
màngiaa  t&ta  là  éoètdn^a  =  ha  man- 
giato tutto  il  patrimonio. 

33)  mangia  =  rubai'o,  fraudare  ;  g'han 
màngiaa  tiiécòsé  =  gli  hanno  mangiato 
tutto. 

34)  Prenderò,  vincere.  T.    di    gioco. 
màngiaa    di   càmol  =  intignato  :    roso, 

danneggiato  dalle  tignole. 

màiigriàcàpàra,  s.  m.  =  gabba  compa- 
gno :  chi  inganna  altrui  con  molta  fa- 
cilità. 

màngiàdn,  s.  f.  =  mangiata  :  il  man- 
giare in  una  volta  abbondantemente. 

màngiàdora,  s.  f.  =  mangiatoia,  grep- 
pia :  recipiente  appoggiato  al  muro 
nelle  stalle  da  mettervi  il  mangiare. 
Anche  la  rastelliera  dove  si  motto  il 
fieno  perchè  le  bestie  ne  lo  mangino.^ 

mangi  igTopp,  s.  m.  =  sarto  :  detto  però 
in  modo  spregiativo.  Lo  diciamo  anche 
dei  tessitori. 


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màugiàiudlta,  s.  m.  =  muratore,  e  spe- 
cialm.  il  gai'zone  del  muratore.  Vedi 
màgiitt. 

luàiigriàpàlpee,  s.  m.  =  mozzorecchi, 
cavalocchio,  legulèio  :  d'un  legale  poco 
onesto  e  che  vai  poco. 

màng'iàpàU;  s.  ni.  =  mangiapane,  man- 
giaufo :  di  persona  disutile  e  che  vive 
allo  spalle  degli  altri. 

inàiig'iària,  s.  f.  =  mangeria,  ladroneria  : 
guadagno  illecito,  specialm.  nei  pub- 
blici uffizi. 

luàiigrióii,  s.  m.  =  mangione  :  chi  man- 
gia molto,  per  bisogno  o  per  gola^ 

manìa,  s.  f.  =  mania  :  passione  irre- 
sistibile, forte  inclinazione. 

mànica,*  s.  f.  =  manica  :  le  persone  più 
civili  lo  dicono  invece  di  mànegra,  Vedi. 

mànicli,*  s.  vn-,  =  manico  :  parte  di  uno 
strumento  o  di  un  arnese,  che  serve 
por  poterlo  prendere  e  usare.  Usa  an- 
cora màneg'Ii.  Vedi. 

1)  el  mànich  dèla  tromba  =  mena- 
toio :  manubrio,  1'  asta  terminata  in 
manubrio  colla  quale  si  mette  in  moto 
lo  stantuf  j  di  una  pompa. 

il)  ci  mànich  del  bàstòn,  de  V  om- 
brèla  =  gruccia,  imi)ugnatura  in  forma 
di  T.  che  talora  si  fa  alla  mazza  e  al- 
l'ombrello invece  del  pomo. 

3)  el  mtLnich  del  lànternln  =  ma- 
niglia della  lanterna  da  tasca  :  quella 
pieghevole  dalla  parto  opposta  al  vetro, 
por  la  quale  si  porta. 

5)  el  mànich  del  scola  =  manico, 
bastone  della  granata  :  il  legno  che  si 
infila  nella  granata  di  saggina  o  di 
scopa  per  adoperarla  più  facilmente. 

màniclién,  .'^.  m.  =  fantoccio,  modello. 
T.  di  pitt.  di  modista  e  sarte.  Dal  frane. 
mannequin, 

manicòmi,*  s.  m.  =  manicomio  :  lo  spe- 
dale dei  pazzi. 

mànieraa,*  ayg.  =  manierato  :  d'  artista 
0  di  scrittore  che  si  discosta  dalla  na- 
turalezza. 

mànifàtura,  s.  f.  =  manifattura  :  lavoro 
d'  industria  in  grande  o  a  mano  o  a 
macchina. 

mànifèst,  s.  m.  =  manifesto  ;  avviso 
messo  in  pubblico  per  manifestarle  cose 
che  lo  riguardano. 

manifesta,*  v.  alt.  =  manifestai'e  ;  fare, 
render  manifesto. 

1)  mànifeètaéé  =  manifestarsi  :  farsi 
conoscerò. 


mànifèstcàsiòn,*  s.  f.  =  manifestazione  : 
il  manifestare. 

màni^old,  s.  m.  =  manigoldo  :  uomo  di 
natura  feroce  e  abbietto. 

màuigriiéta,  s.  f.  =  meleghetta,  carda- 
momo. Sorta  di  medicinale  ;  disusa 
sempre  più, 

mànìli,  s.  m.  =  smaniglio,  maniglia, 
braccialetto  :,  disusa. 

manina,  s.  f.  =  manina:  dimin.  vezzegg. 
di  mano. 

mànipol,  s.  m.  =  manipolo:  fra  i  pa- 
ramenti da  chiesa,  la  striscia  di  drappo 
simile  alla  stola,  ma  più  corta,  che  il 
prete  porta  al  braccio  sinistro  quando 
dice  la  messa. 

manipola,  v.  alt.  =  manipolare  :  lavo- 
rare colle  mani.  Di  cose  dove  entrino 
vari  ingredienti. 

1)  Mestare  con  poca  ingenuità  i  vini, 
e  in  genere  sofisticare,  adulterare, 

màniscàlcli,*  s.  m.  =  maniscalco  :  chi 
fa  il  mestiere  di  ferrare  i  cavalli. 

màniHÌn,  s.  m,  =  manichino,  polsino  : 
la  parte  della  camicia  e  del  vestito  cbc 
fascia  i  polsi.  Anche  staccati. 

manovra,  s.  f.  =  manovra:  esercizio  mi- 
litare, Hata  operazione   guerresca. 

1)  Le  operazioni  per  dare  al  basti- 
mento una  direzione. 

2)  Nelle  strade  ferrate  le  operazioni 
per  attaccare  e  staccare  più  caiTi. 

3)  Fig.  Il  maneggiarsi  con  astuzia 
e  simulazione  j^er  giungere  a  un  in- 
tento. 

manovra,  v.  alt.  =  manovrare  :  far  ma- 
novre in  tutti  i  significati  della  parola. 

mans,  s.  m.  =  manzo,  bue,  e  special- 
mente il  bue  che  si  macella    per  cibo. 

mànsciòn,  s.  m.  =  manichino,  polsino, 
manichette  :  manichino  staccato  di  pan- 
nolino addoppiato.  Dal  frane.  :  maii- 
chon  che  veramente  significa  mani- 
cotto. 

màn^erlòu,  s.  m.  =  spilungone  :  pers. 
lunga  assai. 

1)  Anche  :  bue,  buaccioue  :  persona 
lunga  e  goffamente  grossa. 

mànsèta,  s.  f.  =  giovenca  :  vacca  giovine 
che  macellata  dà  buona  carne. 

niiànsètt,  s.  tu.  =  giovenco,  bue  giovane 
d'un  anno  poco  più. 

mànsin,  agcf.  =    mancino,    sinistro  :  che  ^ 
adopera  la  mano  sinistra    invece  della 
destra. 


iiinii 


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luau 


uiàiisòtt,  s.  m.  =  buaccio  :  di  persona 
gfossa,  igQorante  e  rozza. 

luàiisidn,  5.  f.  =  incarico,  incombenza: 
quel  che  spetta  a  uno  di  t'aro. 

inàusiòuàri,  «.  m.  =  '  mansionario.  T. 
ecclcs.  :  cappellano  corale. 

mànsiièttj  agg.  =  mansueto;  tranquillo, 
docile,  quieto. 

mànsuetudiii, *  s.  f.  =  mansuetudine: 
docilità,  tranquillità. 

niànt  ora  meglio  manto,  *  =  manto: 
veste  da  sovrano  cbe  copre  le  spalle  e 
avvolge  la  persona. 

mantèca,  s.  f.  =  manteca,  pomata  :  un- 
guento fatto  di  grasso  per  ungere  spe- 
cialmente i  capelli. 

1)  Ricino:  specie  d'erba. 

mantèca,  v,  att.  =  mantecare,  amalga- 
mare :  unir  bone  insieme  sbattendo. 
Di  pomate,  gelati,  ecc. 

1)  mantèca  i  càvèj  =  unguentare,  un- 
gere i  capelli. 

màntecliee,  s.  m.  =  unguentiere  :  chi  fa 
e  vende  manteca,  unguento. 
àntègna,  s.  f.  =  appoggiatoi  o  brac- 
ciaoli  della  scala,  maniglia  :  appoggi 
che  ha  la  scala,  di  pietra,  ferro  o  le- 
gno per  tonervisi  colla  mano  salendo  o 
scendendo. 

mantenni,  v.  att.  =  mantenere,  nutrire,  ali- 
mentare :  dare  gli  alimenti. 

1)  Conservare:  ci  v'in  l^ón  el  màn- 
tén  là  bòna  sàlùt  =  il  buon  vino  man- 
tiene la  buona  salute. 

2)  Mantenere,    tenere   la   promessa. 

3)  Tener  vivo  :  hin  pàròll  che  niàn- 
tén  là  sperànsa  =  son  parole  che  ali- 
mentano, tengono  viva   la  speranza. 

4)  màntegnt  %  besti  =  avvittare  le 
bestie,  alimentarle. 

5)  diti  e  màntegnill  =  asseverare: 
affermare  con  insistenza. 

màntegniiii,  agg.  =  mantenuto:  chi  ò 
mantenuto  da  altri. 

mcàutelèta  e  màutelina,  s.  f.  =  bavera: 
piccolo  mantello  da  donne  che  dal 
collo  scendo  fino  a  mozza  vita. 

1)  Mantelletta  :  distintivo  di  digaità 
ecclesiastica. 

niàntèll,  s.  m.  =  mantello,  pelame.  Sp. 
di  cavalli. 

1)  ììumtèll  bàléàn,  càstàn,  fàlp, 
grìs,  mmcàrìn,  morèll,  pomaa,  ràbi- 
cdn,  ràtin,  sàor.,  ételaa,  étomèll,  ti- 
graa,  sàma  =  mantello  balzano,  ca- 
.stano,  falbo,  grigio,  sfacciato,  morello, 


pomellato,  rabicano,  topino,  sauro,  stel- 
lato,   stornello,   leardo  moscato,  saino. 

2)  mùnteli  tnorocdff  =  cavezza  di 
moro. 

8)  màntèll  che  bév  in  bidneh.,  o  còni 
el  frontdl  bidneh  =  cavallo  segnato  di 
cometa. 

4)  incinteli  sùcher  e  cànèla  o  càfè  e 
pcinera  =  mantello  ubèro. 
màntèll,  s.  m.  =    mantello,    ferraiuolo, 
tabarro  :  specie  di  vestito  senza  mani- 
che che  si  può  gettar  sulle  spalle. 

1)  màntèll  de  pret  =  ferraiuolo. 

2)  Cappotta  :  mantello  lungo  con  ba- 
vero, con  cappuccio  o  senza  e  affib- 
biato da  collo.  Scende  fino  al  ginocchio. 

màntes,  s.  m.  =  mantice,  soffione  :  stru- 
mento che  attira  in  sé  l'aria  e  la  ri- 
caccia. 

■  1)  bofà  cóme  on  màntes  =  soffiar 
come  un  mantice:  di  chi  ansima  o 
sbuffa. 

màntìlia,  s.  f.  =  mantiglia  :  specie  di 
mantellina  di  seta,  per  lo  più  nera, 
che  copre  alle  signore  le  spalle  e  la 
vita,  con  falde  che  sul  davanti  scen- 
dono fino  al  ginocchio. 

màntìn,  s.  m.  = -tovagliuolo,  tovagliolino: 
pezzo  di  pannolino  che  a  mensa  si 
tiene  dinanzi  per  non  sporcarsi  gli 
abiti  e  per  pulirsi  la  bocca  e  le  dita. 
1)  càntón  del  màntìn  =  cocca  del 
tovagliolo. 

màntiràscia,  s.  f.  =  telo  da  pane.  T. 
dei  forn.  :  striscia  di  tela  grossa  por 
coprirò  il   pane. 

niiàntoàna,  s.  f.  =  balza,  bandinella  : 
falbalà  che  rigira  intorno  al  palchetto 
di  una  finestra  a  cui  stanno  attaccato 
le  tende. 

1)  Pendaglio  ,  pendone  :  cosa  che 
penda  o  ricaschi  per  ornamento.  T.  dei 
fabbri  ferr.  dei  carrozz.  e  dei  i)anierai. 

mànu  (brevi),  modo  avr.  =  a  mano  : 
di  cose  che  non  si  fanno  recapitare 
per  posta  :  ma  si  danno  a  mano.  Dal 
latino. 

màniiàlj  s.  m.  =  manuale:  libro  o  com- 
perMio  da  servire  spesso  per  gli  studiosi. 
1)  Manovale  :  il  lavorante    del   mu- 
ratore. 

màniibri,  *  s.  m.  =  manubrio  :  manico 
applicato  a  un  congegno  meccanico  per 
metterlo  in  moto. 

1)  Anche  quei  pesi  formati  da  duo 
palle  di  ferro  congiunte  da  un  baston- 


—  464 


mar 


cino  pui-e  di  ferro,  ohe  usano  come  ar- 
nese di  ginnastica. 

niàiiuèla,  s.  f.  =  manovella:  sorta  di 
leva  per  girare    strettoi  e  sìm. 

inànìiscristis,  s.  m.  =  manuscristo  :  spe- 
cie di  zuccherino. 

mànttscritt,  s.  in.  =  manoscritto  :  qua- 
lunque scritto.    Contrario  a  stampato. 

màniiteusiòU)  s.  f.  =  manutenzione: 
mantenimento  di  case,  edifici,  strado 
e  sim. 

iiiào  màOj  =  miao,  miao  :  miagolamento. 
Il  verso  del  gatto. 

màpa,  s.  f.  =  mappa,  pianta,  tipo.  T. 
googr.  0  cens.  :  carta  geografica  o  topo- 
grafica. 

1)  Borchia,  gioia,  bottone:  scudetto 
colmo  di  metallo  con  che  si  affibbia  il 
piviale. 

2)  Broccolo,  taUo  del  cavolo. 

3)  on  bròeol  con  tanta  màpa  =  ca- 
volo broccolo  ben  broccoluto. 

màpàuiónd,  s.  m.  =  mappamondo,  globo  : 
globo  su  cui  e  disegnata  la  terra. 
1)  Scherz.  bel  di  Roma  ;  culo. 

mài';  s.  m.  =  mare:  le  acque  che  ab- 
bracciano il  globo  nei  loro  nomi  parti- 
colari fra  le  varie  terre. 

1)  Fig.  :  mare,  gran  quantità:  on 
inilr  de  miseri  =  un  maro  di  guai. 

2)  jjortà  ticqua  ài  mar  =  portar  ac- 
qua al  mare  ;  poiiar  legne  alla  selva, 
0  al  bosco:  portar  cose  dove  ce  n'è 
anche  troppe,  o  dar  consigli  a  chi  non 
ne  ha  bisogno. 

3)  in  alto  mar  =  in  alto  mare;  lon- 
tano dal  lido.  Fig.  in  alto  mare,  in 
baraonda  :  nel  periodo  acuto  di  cosa 
fastidiosa. 

4)  àndà  ài  mar  =  andare  al  maro  ; 
per  i  bagni  o  per  respirar  l'aria. 

5)  cerca  jter  mar  e  2>er  tèra  =  cer- 
care per  mare  e  per  terra  ;  cercare  per 
monti  e  per  valli,  per  piano  e  monte  : 
dovunque  e  in  ogni  luogo. 

6)  me  pids  el  mar,  ina  stoo  taecui 
tikt,  tèra  =  lodo  il  mare  ma  mi  tengo 
alla  terra. 

7j  prornètt  mari  e  monti  =  promet- 
ter mari  e  monti  :  di  chi  fa  grandi 
promesse.  ' 

8)  on  mar  de  làgrim,    de  parali  = 
un  mar  di  lagrime,  di  parole  :  iperbol. 
una  gran  quantità. 
luàr,  aqg.  =  amaro.  Vedi  amar, 
màràbo,  s.  m.  =  frangia  arricciata,  spe- 


cie usatissima  di  guernizione  per  abiti 
femminili. 

màràg'noeii,  s.  m.  =  posta:  mucchio  di 
fieno  che  si  lascia  la  notte  nei  prati 
per   sciorinarlo  il  giorno  appresso. 

màràmào  !  =  gatti,  gatti. 

màràn,*  s.  m.  =  marrano;  di  chi  è  zo- 
tico, ruvido,  villano. 

màràscli,  s.  m.  =  mazzuole,  gambe  maz- 
zuole. T.  di  mascalgia. 

màràscliiu,  «.  m.  =  maraschino,  ama- 
raschino:  specie  di  rosolio  col  sapore 
di  amarasche. 

Màràvèj,  s.  vi.  pi.  =  Meravigli  :  nome 
di  una  via  di  Milano. 

màràvìlia  e  meràvìlia,  s.  f.  =  mera- 
viglia: sentimento  di  sorpresa  piace- 
vole 0  no,  prodotto  da  cose  inaspettate, 
jii  anche  nome  di  un  fioro. 

1)  àndà  ti  màràvìlia  =  andare  a 
meraviglia,  benissimo,  senza  intoppi. 

marbré,  s.  m.  =  galantina,  marmorato  : 
pasticcio  fatto  con  carne  di  fagiano,  o 
di  lepre,  più  saporito  e  ghiotto  della 
galantina  di  cappone.  Dal  frane  :  marbré. 

marca,  s.  f.  =  marca,  contrassegno:  per 
distinguere  oggetti,  per  poter  ritirar 
della  roba  e  sim. 

1)  Scritto  convenzionale  dei  com- 
mercianti per  leggere  il  prezzo  di  fab- 
brica. 

2)  Puntiscritto  :  segno  con  lettere 
sui  pannilini  per  riconoscerli. 

3)  Fiscia,  gettone,  quarteruolo.  T.  di 
giuoco. 

marca,  v.  att.  =  marcare,  segnare  :  met- 
tere un  contrassegno,  un  sogno  di  ri- 
riconoscimento. 

1)  marca  i  pàgn  =  fare  il  ])unti- 
scritto. 

2)  Se  il  segno  è  fatto  a  fuoco  :  mar- 
chiare. 

3)  Notare,  osservare,  fissare. 
luàrcaa,  agg.  =  segnalato,  notevole  :  che 

risalta  facilmente. 

màrcàdètt,  agg.  =  maledetto.  Veli  mà- 
làdètt. 

màrcàdòr,  s.m.  =  marcatore,  sognatore: 
chi  segna  i  punti  fatti  al  bersaglio. 

1)  Pallaio  :  chi  allestisce  il  biliardo, 
dà  le  palle  ai  giuocatori,  segna  i  punti 
delle  partite. 

màrcàdóra,  s.  f.  =  cartella  :  quadro  di 
legno,  attraversato  da  fili  metallici  pa- 
ralleli, in  cui  con  pallottole  si  segnano 
i  punti  nel  gioco  del  biliardo. 


—  465  — 


mar 


Màrcautòni,  s.  m.  =  Marcantonio.  Nome 
proprio  di  pers. 

1)  on  bèli  tòceh  de  Marcantòni  =  un 
bel  pezzo  di  donna  ;  di  donna  alta  e 
grassa,  non  priv^a  di  bellezza. 

inàrcàpunt,  s.  m.  =  girellino,  marcapuuti: 
ferro  con  rotelle  dentate  collo  quali  i 
calzolai  improntano  i  segni  del  punto 
fisso. 

march)  s.  m.  =  marco,  peso  e  moneta 
non  nostra.  Special,  germanica  del  va- 
lore di  lire  1,25. 

march,  s.  m.  =  Marco  :  nome  proprio. 
1)  San  March    Ve   dna   bÙa  gésa. 
Vedi  gésa  8). 

màrchéS;  s.  m.  =  marchese  ;  titolo  di 
nobiltà.  Al  femm.  marchésa, 

màrcheséta,  s.  f.  =  marcassita,  pirita, 
marchesita  :  globetti  delFarenaria. 

màrchèta,  s.  f.  =  gettono  :  pezzo  di  me- 
tallo 0  d'altra  materia,  liscio  o  coniato 
a  uso  moneta,  che  serve  al  gioco,  con 
un  valore  convenzionale. 

Màrchiònn,  s.  m.  =  Melchiorre  :  nome 
proprio  d'uomo. 

1)  pari  Màrchiònn  di  gamb  àvèrt 
=  andar  largo  :  di  uomo  colle  gambe 
storte  all' infuori. 

màrcia,  s.  f.  =  marcia  T.  milit.  e  mu- 
sicale :  il  marciare,  e  il  pezzo  di  mu- 
sica che  lo  regola. 

màrcia,  v.  att.  =  marciare  :,eseguire  una 
0  più  camminate  ordinatamente  e  mi- 
litarmente. 

màrciàdii,  s.  f.  =  marciata:  il  marciare, 
l'aver  marciato. 

màrciàpè,  s.  m.  =  marciapiedi,  andari  : 
due  liste,  talvolta  più  alte,  di  lastre 
di  qua  e  di  là  d'una  strada  acciotto- 
lata, 0  di  un  ponte,  per  uso  dei  pe- 
doni. 

màremàgna  (fa),  =  far  mari  e  monti, 
fare  ogai  sforzo.. 

màrèiia,  s.  f.  =  marasca,  amarasca: 
frutto  dell' amarasco  o  prunus  cerasus, 
sorta  di  ciliegio,  e  la  pianta  stessa, 
r  amarasco. 

1)  qicdnd  s'è  in  tròpp  à  mangiti  mà- 
rènn  là  va  niaa  per  ticGC  =  gli  storni 
son  magri  perchè  vanno  a  storno. 
Quando  uno  stesso  mestiere  è  eserci- 
tato da  molti  i  guadagni  riescono  me- 
schini per  ciascheduno. 

2)  voRuren  tùcc  niàngià  màrènn  = 
ogni  cencio  vuole   entrare   in   bucato. 

màrènàda,  s.  f.  =  marena  :  siroppo  fatto 

30 


di  ciliege  amarasche  e  l'acqua  acconcia 
con  tale  sciroppo. 

1)  Una  vivanda  di  marene  cotte  con 
vino  e  zucchero,  che  si  serve  distesa 
su  fette  di  pane,  che  vi  si  inzuppano. 

màrénda,  s.  f.  =  merenda  :  mangiare 
ti'a  la  colazione  e  il  pranzo  :  lo  fanno 
specialmente  i  ragazzi  per  i  quali  sa- 
rebbe troppo  lungo   l'intervallo. 

1)  vègh  à  che  fa  cótne  i  vere  à  mà- 
rénda =  averci  che  far  quanto  il  ca- 
volo a  merenda,  o  quanto  la  luna  coi 
granchi  :  non  averci  che  vedere,  non 
entrarci  per  nuUa. 

màréng'h,  s.  m.  =  marengo  ;  moneta 
d'oro  di  venti  lire.  Così  chiamate  da 
Napoleone  I  in  memoria  della  famosa 
vittoria  di  Marengo  del  14  giugno  1800. 

màrésa,  s.  f.  =  amarezza.  Vedi  àmàrèsa. 

màresciàll,  s.  m.  =  maresciallo  :  dignità 
militare  in  vari  Stati  d'Europa  e  spe- 
cialmente in  Francia. 

1)  Grado  tra  l'ufficiale  e  il  sott' uffi- 
ciale, in  cei-te  armi  nostre. 

màrenoeùra,  s.  f.  =  bisciola,  bisciolina  : 
specie  di  ciliegia. 

màrèndn,  s.  m.  =  bisciolona,  ciliegia 
bisciolona. 

màresgiàn,  s.  m.  =  petonciano.  Vedi 
meresgiàn . 

màrfìsa  e  bruta  màrfìsa,  s.  m.  =  monna 
baderla,  sninfia. 

màrgài,  s.  m.  sornacchio,  scaracchio; 
sputo  catarroso. 

màrgàià,  v.  att.  =  somacchiare,  sputar 
sornacchi.  d'  uso    più   frequente  : 

smàrgàià. 

màrgòtt,  s.  m.  =  margotto,  margotta,, 
mergo  :  ramo  che  propaggina  in  un 
vaso  di  terra  da  coltivo. 

Margarita,  s.  f.  =  Vedi  Margherita. 

màrgàritiu,  s.  m.  =  bellide,  primavera,, 
pratolina,  margheritina  :  fior  di  prato-. 
1)  màrgaritinn  dopi  =  margheritine, 
doppie. 

màrgàrititt,  s.  m.  pi.  =  margheritine,, 
conterie,  globettini  di  vetro  traforata 
per  ricami. 

1)  Acciaini:  palline  d'acciaio  forato 
per  passarvi  il  filo  ;  servono  a  ricami. 

Margherita,*  s.  f.  =  Margherita  :  nomo 
proprio  femmin. 

1)  Fiorellino  bianco  e  giallo  :  bellis 
perennis.  Vedi  màrgàritfn. 

2)  Specie  di  spillone  a  imitazione  del 
fiore. 


mar 


466  - 


3)  pasta  margherita  =  pasta  mar- 
gherita ;  una  specie  di  pasta  dolce  si- 
mile al  marzapane. 

màrgherìtitt,*  s.  m.  pi.  =  Vedi  màr- 
gàrititt. 

inàrgrÌD)  *  5.  w-  =  margine:  l'estrema 
pai  te  d'una  superficie. 

1)  Margine:  la  parto  bianca  nelle 
pagine  dei  libri  di  fianco  allo  scritto  o 
allo  stampato. 

2)  rèsegli  màrgin  =  esserci  agio  per 
poter  fare  e  specialm.  poter  spendere. 

màrginàdura,  s.  f.  =  marginatura.  T. 
di  stamp.  :  pezzo  di  metallo  che  metton 
8ul  torchio  tra  una  pagina  e  l'altra  per 
formare  i  margini. 

màrgniff  e  màrgnifòn,  s.  ni.  =  scaltri- 
tone, dirittone.  Assai  più  usato  di 
bàrguifòii.  Vedi. 

mari,  .s.  m.  =  marito,  coniuge:  l'uomo 
congiunto  in  matrimonio  in  relaziono 
alla  moglie. 

1)  tosami  de  mari  =  ragazze  da  ma- 
rito: in  età  d'essere  maritate. 

2)  tceu  mari  =  prender  marito. 

3)  dolor  de  gòmbct.,  dolor  de  mari. 
Vedi  gómbet. 

4)  Caldauino,  laveggio,  veggio  :  vaso 
di  terra  per  tenervi  il  fuoco,  con  co- 
perchio bucherellato  o  senza. 

Maria,  s.  f.  =  Maria,  la  Vergine  :  nome 
proprio  di  persona. 

1)  el  mes  de  Maria  =  il  mese  ma- 
riano, di  Maria  :  il  mese  di  maggio. 

2)  pari  Maria  desciislda  =  essere 
tutta  sfatta,  essere  una  margoffa. 

Maria  (fa  là).  Lo  diciamo  di  quello 
donne  di  casa  agiate,  o  ragazze  o  mas- 
saie, che  rigovernano  le  stoviglie.  Ne 
venne  una  canzonetta  da  ragazzi  :  Maria 
-  l'acqua  là  cria  -l'acqua  là  scòta  - 
Maria  pigola. 

in<àridà;  r.  alt.  =  maritare,  dar  marito, 
accasare  :  collocare  in  matrimonio.  In 
milan.  si  usa  per  le  donne,  come  per 
gli  uomini,  mentre  in  ital.  non  si  usa 
che  per  le  donne 

1)  maridàss  =  maritarsi  :  prender 
marito,  andare  a  marito. 

màrldàa,  agg.  =  ammogliato  :  lo  diciamo 
dell'uomo  che  diventa  marito,  come 
diciamo  niaridàda,  della  donna  che 
prende  marito. 

1)  Di  brodo,  minestre,  quando  le 
mescoliamo  con  altre  cose,  e  specialm. 
con  ova. 


màriu,  agg.  =  marino  ;  da  mare  :  sài. 
vent,  cavali  màrhi  =  sale,  vento,  ca- 
vallo marino. 

marina^  s.  f.  =  marina:  l'aspetto,  la  su- 
perficie del  mare. 

marina,  v.  alt.  =  marinare  :  mettere  in 
fusione  nel  sale  e  nell'aceto  roba  da 
cucina  e  si)ecialm.  pesce. 

marinar,  s.  m.  =  marinaio,  di  tatti  quelli 
che  compongono  1'  equipaggio  di  una 
nave. 

1)  marinar  d'acqua  ddlsa  =  mari- 
naio d'acqua  dolce,  cioè  da  poco. 

2)  Bagnaiuolo.  Vedi  bàgnin. 

3)  Èia  marinara,  modo  avv.  =  alla 
marinara  ;  vestii^  eàpèll,  bàretin  àia 
marinara  =  vestito,  cappello,  berretto 
alla  marinara. 

mariòlo,  s.  m.  =  mariolo,  furbo,  dirit- 
tone :  che  commette  azioni  disoneste, 
truffe. 

1)  Scberzosamente  come  bàlòss.  Vedi. 

màrionéta ,  s.  f.  =  marionetta:  burat- 
tino mosso  coi  fili  per  azioni  comiche, 
drammi ,  balli  e  sim.  Difl'erisce  dal 
magateli  =  burattino,  perchè  questo  può 
anche  essere  mosso  a  mano,  la  mario- 
netta sempre  coi  fili. 

màriòss,  s.  m.  =  maritaggio,  matrimonio. 
Voce  che  va  disusando. 

màrìtim,  *  agg.  =  marittimo  :  che  si  ri- 
ferisce al  mare,  che  è  del  mare. 

mannàia  e  màrmària,  s.  f.  =  marma- 
glia, minutaglia  ;  gente  spregevole.  Il 
vocab.  màrmària  però  s'usa  anche  per 
indicare  una  gran  quantità  di  fanciulli, 
:  e  allora  perde  ogni  significato  spregia- 
tivo. 

màrmelàda,  s.  f.  =  marmellata  :  conserva 
di  pere  e  mele  e  sim.  cotte  come  il 
cotognate. 

màrmita,  s.  f.  =    zuppiera:    il   vaso  di 
terraglia  in  cui  si  versa  dalla  pentola 
:  la  minestra  per  servirla  in  tavola. 

màrmitòn,  s.  m.  =  zui^pierona;  accre- 
scitivo di  marmila. 

1)  Lavaceci,  lavascodelle,  sguattero: 
chi  fa  i  servizi  da  cucina  piii  ordinari. 
Anche  :  goffaccio,  uomo  buono  a  nulla. 
Dal  francese  :  marmiton. 

marmo  e  màrmor,  s.  m.  =  manne  : 
tutte  le  varietà  di  pietra  calcare  facili 
a  prendere  un  bel  pulimento. 

ì.)  de  marmo  =  marmoreo,  di  marmo. 

2)  vèsé  minga  de  màr»io  =  non  es- 
ser di  marmo;  non  essere  insensibile. 


mar 


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mai* 


3)  el  marmo  =  il  marmo  :  la  lastra 
che  ricopre  il  disopfa  de'  cassettoni, 
de'  tavolini,  de'  )3anchi. 

màrmorà,  v.  att.  =  marmorizzare,  ma- 
rezzare, amarezzare  :  colorire  in  modo 
che  il  legno  0  la  carta  colorata  paia 
avere  le  ondeggiaturo  del  marmo. 

iiiàrmoriU)  s.  m.  =  marmista,  scalpel- 
lino, srjuadratore  :  lavoratore  di  marmi 
per  lavori  umili  e  di  pietre  di  squadro. 
1)  Lapidario  :  chi  fa  lapidi  colle 
iscrizioni,  con  ornamenti,  ecc. 

màrmorisà,*  v.  att.  =  marmorizzare,  nia- 

.  rezzaro.'  Vedi  màriuorà. 

màrmòta,  s.  f.  =  marmotta,  topo  alpino  ; 
arctomys  marmota:  animale  rosicante. 

1)  Fig.  di  persona  poltrona,  poco  so- 
cievole. 

2)  Valigia  speciale  da  portar  cam- 
pioni di  merce. 

màrinotiua,  .s.  f.  =  marmottina  :  dim. 
di  marmotta. 

1)  (jli'è  là  màrmotìna  vìva  =  c'è  la 
marmottina  costi  :  si  dice  a  bambini 
quando  vogliono  vedere  o  prendere 
qualche  cosa  nascosta. 

marna,  s.  f.  =  madia,  cassamadia,  mae- 
stra: gran  cassa  di  legno  in  cui  si 
impasta  per  fare  il  pane. 

màrnètt,  s.  in.  =  trogolo:  legno  scavato 
0  pila  di  pietra  dove  mangiano  i  maiali. 
1)  el  par  ài  màrnètt  =  f  grufola  :  di 
chi  mangia  sconciamente. 

màruó,  s.  m.  =  impastatore.  T.  dei  for- 
nai :  chi  impasta  nella  madia  il  pane. 

màrndn,  s.  m.  =  farinaio  :  cassone  dove 
si  ripongono  lo  farine. 

maro,  s.  m.  =  maro,   erba    gatta  :  tene- 
'•  riwn  maro  :  erba  aromatica. 

màrdcii,  s.  f.  =  marame,  sceltume  :  roba 
che  vai  poco. 

màròccli,  5.  m.  =  tozzo,  so  parliamo  di 
un  pezzo  di  pane.  Spesso  però  usiamo 
la  parola  ad  indicare  i  massi,  e  i  cio- 
toli  che  scendono,  specie  por  frana- 
mento, dalle  montagne. 

màrochìn,  s.  m.  =  marrocchino:  specie 
di  pelle  di  capra  concia  colla  galla. 

1)  Inceratine  :  striscia  che  gira  nel- 
r  interno  dei  cappelli  per  guardarli 
dalla  untuosità. 

màrochiuà,  v.  att.  =  marrochinare  -,  con- 
ciare la  pelle  del  montone  in  modo  da 
farne  marocchino. 

màrògna,  s.  f.  =  rosticci,  scorie  del  ferro. 
Anche  morogna. 


marò  11,  s-  m.  =  marrone:  albero  di  ca- 
stagne pregiate  per  grossezza  e  dolcezza. 

1)  Marrone:  frutto  del  marrone. 

2)  Marrone,  errore,  granchio,  sbaglio, 
fallo  scoperto. 

3)  Bruciata  :  marrone  o  castagna  ar- 
rosto :  fa  el  scivi  che  te  compri  i  ma- 
ròn  =  fa  il  bono  che  ti  compero  le 
bruciate  ;  là  jxidèla  di  màron  =  la  pa- 
della delle  bruciate. 

4)  màròn  glàse  =  marrone  giuleb- 
bato,  candito.  Dal  frane,  marron  glacé. 

5)  pela  i  màròn  di  Wer  =  ripescar 
le  secchie;  rimediare  ai  mali  fatti  da- 
gli altri. 

6)  Marrone,  tanè,  monachino.  Agg. 
di  colore. 

7)  Entra  nella  canzonetta  popolare 
infantile  -,  din  don,  Cèca  màron  -  mà- 
ron di  fraa  è  mòri  on  a  -  on  a  de 
Pavia,  è  mòri  Lilsia  -  Liisìa  de  Mi- 
làn,  è  mórt  on  cdn  -  on  cdn  rabiós, 
è  mòri  on  tos  -  on  tos  tosòtt,  e  mòri 
là  dona  del  higolòtt  -  bigólòtt,  bigoloiec^ 
è  mòrt  la  dona  del  capelee.  Alla  quale 
corrisponde,  quantunque  non  la  tra- 
duca, quest'altra  tiritera  toscana:  Tracci, 
trucci  cavallino  -  mena  l'asino  al  mu- 
lino -  il  mulino  è  rovinato  -  il  mu- 
gnaio s'è  impiccato  -s'è  impiccato  alla 
catena  -  e  la  moglie  si  chiama  Lena  - 
e  la  Lena  ha  fatto  un  bimbo  -  che  si 
chiama  Piccirillo  -  Piccirillo  è  andato 
in  Francia  -  colla  spada  e  colla  lancia - 
col  coltellino  in  mano  -  per  ammaz- 
zare il  capitano  -  il  capitano  è  andato 
a  Roma  -  a  comprar  dell'  erba  bona  - 

-  l'erba  bona  col  finocchio  -  e  la  mamma 
ha  perso  un  occhio  -  un  occhio,  un'oc- 
chiaia -  gli  venga  l'anguinaia  -  l'an- 
guinaia è  mala  cosa  -  e  più  su  ci  sta 
una  sposa  -  e  più  su  ce  ne  sta  un'  altra 
-  una  La  fila,  una  la  fa  la  calza. 

màronàda,  s.f.  =  marrone,  errore,  gran- 
chio, fallo  scoperto  da  cui-  ci  venga 
buona  dose  di  ridicolo. 

màronee,  s.  m.  =  bruciataio,  caldarro- 
staio, buzzuiTo.  E  per  estens.  :  -  frutti- 
vendolo. 

màrosee,  s.  vi.  =  sensale  :  chi  si  intro- 
mette fra  compratore  e  venditore  por 
agevolare  il  contratto. 

m.àròss,  s.  m.  =  senseria  :  l'opera  dèi 
sensale  e  il  compenso. 

1)  de  édra  màròéà  =  sopra  il  mer- 
cato, por  soprappiù,  giunta. 


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mar 


mars,  s.  m.  =  marzo  :  il  terzo  mese  del- 
l'anno. 

1)  mars  Ve  fkeu  d'òna  bàlirdca,  on 
dì  el  pioeuv,  on  di  el  fèdca,  on  di  el 
tira  veni,  on  di  el  fa  bèli  temp  =  marzo 
marzeggia,  marzo  malafede,  quando 
piange  e  quando  ride  :  per  indicare  lo 
scapricciarsi  mattesco  del  mese  di  marzo. 
2i  el  trèdesin  de  mare  =  il  tredici 
marzo  :  festa  celebrata  a  Milano  nella 
Chiesa  del  Paradiso  in  Porta  Vigen- 
tina,  perchè  si  crede  l'anniversario  del- 
l'essersi qui  innalzata  la  croce  per  la 
prima  volta. 

Marsala,  s.  m.  =  Marsala  :  vino  bianco 
e  spiritoso  che  viene  di  Marsala,  città 
di  Sicilia. 

màrsàpàn,  s.  m.  =  marzapane  :  soiia  di 
pasta  dolce  fatta  di  farina  e  ova,  e 
cotta  nel  forno. 

marsC)  s.  m.  =  golpe,  volpe  :  malattia 
contagiosa  del  grano. 

marsc,  agg.  =  marcio  :  che  si  decompone 
0  è  decomposto   nell'organismo. 

1)  éàéé,  lègn  marsc  =  sasso,  legno 
marcio  :  che  si  sbriciola  tutto. 

2)  oeuv  marse  =  ovo  barlaccio  :  di 
uovo  andato  a  male. 

3)  el  marsc^  s.  m.  =  il  marcio:  la 
parte  marcia. 

màrsc  !  =  vattene  !  via  !  dal  francese 
marche. 

màrscètt,  s.  m.  =  golpe,  volpe:  lo  stesso 
che  marsc. 

1)  Mai-cioncello,  fracido:  che  comin- 
cia a  marcire. 

màrsci,  ».  alt.  =  marcire,  diventar  mar- 
cio; el  lègn  minga  invernisaa  el  màr- 
scièè  aia  svèlta  =  il  legno  non  verni- 
ciato marcisce  presto. 

1)  Ammattire,  inquietare  intisichire: 
coi  tò  càtivèri  te  me  fee  màrscì  =  colle 
tue  cattiverie  mi  fai  mai'cire,  mi  fai 
intisichire. 

2)  Fracidare,  putrefare,  ammezzire: 
specialmente  delle  cose  bagnate  e  delle 
frutte. 

màrscia,  s.  f.  =  marcia,  marciume;  umore 
marcio,  putrido  che  si  genera  nei  tu- 
mori, nei  bubboni  e  sim. 

1)  Icore:  umore  sanguinolento  e  fe- 
tido che  esce  da  certe  ulcere. 

mar  sci  da,  s.  f.  =  marcita  :  prato  allagato 
con  Un  velo  d'acqua  per  averne  l'erba 
pili  rigogliosa. 


màrsciòn,  s.  m.  =  fitta,  terreno  marcio 
che  sfonda. 

1)  Anche  di  uomo  tisico,  per  spregio 
volgarissimo. 

màrscifira,  s.  f.  =  marciume  :  quantità 
di  cose  marcie  o  di  marcia. 

màrsiliésa,*  s.  f.  =  marsigliese  :  cauto 
patriottico  militare  dei  Francesi  com- 
posto sul  principio  della  Rivoluzione. 

marsina,  s.  f.  =  abito,  giubba,  falda: 
abito  da  uomo  per  società  corto  davanti 
e  con  due  falde  dietro.  Vedi  fràcch. 

1)  d'ona  màréìna  fa  fceura  on  gipon 
■=  fare  d'  una  lancia  m\  zipolo,  o  un 
punteruolo:  far  d'una  trave  un  nottolino. 

màrsinin,  s.  m.  =  giacchetta,  giubbetto: 
abito  corto  d'uso  comune  specialmente 
fra  i  ragazzi  e  i  giovinetti.  Vale  presso 
a  poco  come  griàchè.  Vedi. 

màrsinòn,  s.  m.  =  zazzerone,  uomo  che 
va  all'antica. 

1)  vèèè  el  màrèinon  =  essere  il  paga, 
uno  che  paga   sempre  e  per  tutti. 

marsiroen,  agg.  =  marzolino,  marzaiuolo  : 
di  marzo,  che  capita  ia  marzo. 

màrsocàda,  s.  f.  =  scempiaggine:  azione, 
atto,  parola  da  scempio,  da  sciocco. 

marsupi,  s.  m.  =  il  morto:  molto  danaro; 
è  modo  scherzoso;  dal  lat.  tnarsupium 
che  vuol  dir  borsa,  borsello. 

màrtedi,  s.  m.  =  martedì  :  il  secondo 
giorno  della  settimana. 

màrtelà,  ».  att.  =  martellare  :  picchiare 
col  martello. 

1)  Di  forti  pulsazioni  accompagnate 
da  dolori  alle  tempie. 

màrtèlàda,  s.  f.  =  martellata  :  colpo  di 
mai'tello. 

màrtèlàméut,  s.  m.  =  martellamento:  il 
martellare  con  colpi  frequenti  e  anche 
il  suono  del  martellare. 

màrtèlàsc,  s.  m.  =  martellaccio  :  spre- 
giat.  e  accresc.  di  martello, 

màrtelèta,  s.  f.  =  mortella:  nome  di 
mirto  comune  :  genere  di  piante.  An- 
che: morteletta,  mortellina,  al  dimin. 

martclètt,  s.  m.  =  martelletto,  martel- 
lino: piccolo  martello. 

1)  Salterello,  martello  :  legaetto  che 
negli  strumenti  da  tasto  fa  sonare  la 
corda. 

martelina,  s.  f  =  martellina,  sorta  di 
martello  da  scalpellino,  colla  penna  da 
tutt'e  due  le  parti. 

1)  Beccastrino,  piccone  a  lingua  di 
botta.  Per  ciottolare  e  pavimentare. 


mar 


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mas 


2)  màrtèlìna  de  dò  ptmt  =  picchie- 
rello. T.  degli  scult. 
martèll)  s.  m.  =  martello:  strumento  per 
picchiare,  formato  di  un  pezzo  di  ferro 
all'estremità  di  un  manico  per  lo  piii 
di  legno,  qualche  volta  di  ferro  an- 
ch'esso. 

1)  là  bàia,  là  phiera,  l'oeucc  del  màr- 
tèll  =  la  bocca,  la  penna,  l'occhio  del 
mai-tollo  :  cioè  la  parte  piiì  forte  del 
ferro,  la  parte  schiacciata,  la  parte  dove 
entra  il  manico. 

2)  màrtèll  de  lègn  =  mazzapicchio, 
martello  di  legno  per  vari  usi,  specialm. 
per  cerchiare  le  botti,  e  per  ammazzare 
i  manzi. 

3)  màrtèll  de  tèéta  piata  =•  martello 
a  bocca  dolce. 

4)  làortt  à  màrtèll  =  lavorare  a  mar- 
tello: non  adoperando   che  il  martello. 

5)  éo7ìà  càmptina  e  màrtèll  =  sonare 
a  martello,  a  tocco  a  tocco  lo  campane 
per  radunare  il  popolo.  Vedi  cam- 
pana, 1). 

6)  vèèè  tra  l'  incùgin  e  'l  màrtèll  = 
esser  tra  l'incudine  e  il  martello  :  tra 
due  pericoli,  tra  due  malanni.  Vedi  in- 
cusgen,  1). 

7)  mètt  dent  el  màrtèll  in  d'òna  cà 
=  metter  la  martellina  in  una  casa  : 
metter  mano  ai  lavori  di  ristauro. 

8)  sta  à  bota  de  màrtèll  =  tenersi, 
reggere  al  martello  :  reggere  alla  prova. 

9)  giiigà  à  càmptina  e  màrtèll  = 
Vedi  campana,  17). 

10)  Bossolo,  bosso:  pianticella  sempre 
verde  che  serve  a  siepe. 

màrter,  e  più  comunem.  màrtor,  s.  m.  = 
martora,  mustela  martes  :  mammifero 
notturno  della  famiglia  delle  mustele. 

1)  La  pelle  della  martora  conciata 
per  farne  pellicce  e  manicotti. 

2)  mtlrter  gibilìn  =  zibellino  :  mam- 
mifero   del  genere   delle   martore. 

3)  Agg.  spreg.  sciocco,  stupido;  che 
màrter  de  viln!  te  minga  de  capila? 
=  che  sciocco!   non  l'hai  da  capire? 

JHàrtìn,  s.  m.  =  Martino:  nome  proprio 
di  pers. 

1)  fa  san  Martin,  =  sgomberare,  slog- 
giare: mutar  domicilio. 

2)  Martin  tàcdgn  =  lamentone,  bron- 
tolone. 

3)  per  on  punt  Martin  l'ha  ph'è  la 
capa  =  per  un  punto  Martin  perde  la 
cappa  :    per   una   circostanza   vanno  a 


monte  tante  cose,  tante  combinazioni  e 
fortune. 

4)  martìn  sècch  =  pera  martin  secco. 

5)  Berta,  battipala:  macchina  per  af- 
fondare i  pali. 

6)  màrtin  à  còrd  =  berta  a  nodo  ; 
màrtìn  à  àrghen  =  beiia  a  scatto  ;  mttr- 
tìn  grand  =  castello  gatto. 

7)  giiigà  à  Màrtin  bèè  =  specie  di 
gioco  che  fanno  i  nostri  ragazzi  e  che 
somiglia  alla  mosca  cieca. 

8)  màrtin  pesco  =  Vedi  sotto  màr- 
tinpescò. 

màrtiuétt,  s.  m.  =  vespa  terragnola  ; 
vespa  vulgaris. 

1)  Binda  argano,  martinello:  ordigno 
di  ferro  composto  di  una  vite  o  asta 
dentata,  mossa  da  un  rocchetto  per  tirar 
su  pesi. 

martingala,  s.  f.  =  martingala  :  striscia 
di  pelle  che  si  attacca  al  muso  do' 
cavalli,  perchè  tengano  alta  la  testa. 

màrtinin,  s.  m.  =  bigallino:  bambino  al- 
levato nell'Orfanotrofio  in  cui  si  rac- 
colgono i  bambini  orfani  o  abbandonati 
dai  genitori.  Noi  li  chiamiamo  così  dal 
convento  e  dalla  chiesa  di  S.  Martino 
dei  Somaschi  ove  furono  da  Francecco 
Sforza  allogati,  poi  nutriti  e  vestiti. 

màrtinpescò,  s.  m.  =  uccello  santa  Ma- 
ria, ispida. 

màrtir,  s.  m.  =  martire,  tribolato. 

1)  Chi  ha  sofferto  per  una  idea  grande. 

màrtiri,  s,  m.  =  mai'tirio,  dolore,  h-ibo- 
lazione. 

màrtirisà,  v.  att.  =  mai-toriare,  marti- 
rizzare: dare  il  martirio,  tormentare. 

màrtor,  s.  m.  =  martora.  V.  màrter. 

màrtoràda,  s.  f.  =  sciocchezza,  scem- 
piaggine: azione  o  detto  da  sciocco,  da 
scempio. 

màrtoràsc,  s.  m.  =  un  povero  scempio: 
un  buon  pastricc'ano. 

màrtorèll,  s.  m.  =  sempliciotto  :  che  si 
lascia  facilmente  gabbare. 

màrtoròtt,  s.  m.  =  Vedi  màrtoràsc. 

màrtfìfr,  s.  m.  =  babbuaccio,  sciocco: 
chi  è  non  solo  ignorante,  ma  zotico. 

màriìbi,  s.  m.  =  marrobbio;  marrubium 
vulgare  :  specie  di  pianta  delle  labiate. 

màsa,  s.  f.  -  massa:  cumulo  indetermi- 
nato di  coso  0  di  pers.;  óna  màéa  de 
foenj,  de  geni,  de  fàsoeù  =  una  massa 
di  fogli,  di  gente,  di  fagioli. 

1)  dna  mtlàa  de  càvij  =  una  ciocca 
di  capelli. 


mas 


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inag 


2)  dna  màéa  de  pàgn,  de  fregon,  e 
slm.  =  un  mazzo  di  panailini,  cano- 
vacci, e  sim. 

3)  riva  tuli  in  màsa  -  arrivare  in 
massa:  tutti  in  una  volta. 

4)  là  màéa  =  la  massa.  T.  milit.: 
l'ondi  speciali  d'  ogni  reggimento  per 
determinate  spese  a  cui  contribuiscono 
tutti  i  soldati. 

5)  là  màsa  di  cori  =  la  massa  dei 
cantanti,  dei  cori  :  nelle  opere  melo- 
drammatiche. 

6)  Mazza  :  specie  di  bastone  nodoso 
e  ferrato  che  portavano  anticamente  in 
guerra. 

7)  Grosso  martello  piatto  da  una  parte 
conico  dall'altra,  per  uso  di  spezzare 
sassi  0  macigni. 

8)  Mazzapicchio  :  maiiello  di  legno 
con  cui  i  macellai  colpiscono  il  bue 
sulla  testa  per  ucciderlo,  o  di  cui  si 
servono  i  bottai  per  cerchiare.  le  botti. 

10)  Vomere.  T.  d'agricoltura  :    ferro 
tagliente  dell'aratro,  per  rompere  il  ter- 
reno. 
luàsà;  V.  att.  =  ammazzare,  uccidere;  to- 
glier la  vita  con  mezzi  violenti. 

1)  Essere  in  qualunque  modo  cagione 
di  morte;  l'han  màèaa  à  fùria  de  tne- 
desinn  =  l'hanno  ammazzato  a  furia  di 
medicine. 

2)  Anche  di  cose:  quèll  che  no  màsa 
ingràsa  =  quel  che  non  ammazza  in- 
grassa: di  chi  mangia  d'ogui  cosa  e 
senza  riguardo  né  scelta. 

3)  Iperbol.:  di  cosa  che  cagiona  mo- 
lestia, fatica  eccessiva;  sto  cald  el  tnàsa 
=  questo  caldo  ammazza;  Ve  ona  sàltda 
che  màéa  i  cavai  =  è  una  salita  che 
ammazza  i  cavalli. 

4)  Sopraffare;  là  vos  del  bàéé  là  màéa 
t&ti  i  alter  =  la  voce  del  basso  am- 
mazza tutte  le  altre. 

5)  màéài  tiicc  =  ammazzare  bestie  e 
cristiani  :  di  chi  minaccia  per  fare  il 
bravo  o  per  ira  che  presto  gli  passi; 
par  che  'l  voeura  tnàéài  tiicc  e  l'è  nànca 
bon  de  fàgli  maa  à  ona  mòéca  =  par 
che  voglia  ammazzare  bestie  e  cristiani 
e  non  è  capace  di  far  male  a  una 
mosca. 

6)  ona  étrada,  on  làorà^  ona  fàdìga 
che  màéa  =  una  strada,  una  fatica  am- 
mazzatola, un  lavoro  ammazzatoio,  cioè 
eccessivamente  faticoso. 

7)  màéàéé  =  ammazzarsi  :  levarsi  la 


vita  con  mezzi  violenti  ed  anche  sem- 
plicemente far  cosa  che  ci  cagioni  la 
morte. 

8)  Asso!.:  macellare,  scannare.  T.  dei 
macellai,  uccidere  le  bestie. 

9)  màéàéé  =  sfacchinare  :  adoperarsi 
con  ogni  mezzo  per  riuscire  ad  uno 
scopo  specie  dei  mezzi  materiali. 

inàsaa,  agg.  =  affranto,  spossato,  rifinito 
di  forze;  éont  étràcch  màéaa  =  sono 
affi'anto;  l'ha  làoraa  tiltt  el  di  e  Ve  ve- 
gniiii  à  cà  màéaa  =  ha  lavorato  tutta, 
la  giornata  e  venne  a  casa  affranto. 

màsàclier,  s.  m.  =  massacro,  macello, 
scempio,  strage. 

màsàcò;  s.  m.  =  girino:  specie  d'uccello. 

inàsàcràj  v.  att.  =  massacrare,  trucidare, 
rovinare. 

1)  Percuotere  barbaramente  ;  Vhan 
màsàcraa  de  bòtt  =  1'  hanno  massa- 
crato colle  busse. 

màsàgàtt,  s.  m.  =  salumiere:  si  dice  me- 
glio anche  per  celia  triàgàtt. 

luàsàlcgumiii)  s.  m.  =  succiamele;  oro- 
banche ìuaior:  specie  d'erba  nociva. 

màsàinént,  s.  m.  =  ammazzamento,  mas- 
sacro, strage. 

luàsàpréj,  s.  m.  =  calcese:  sorta  di  car- 
rucola che  serve  a  tener  basso  il  ca- 
napo nel  muovere  i  pesi. 

masàraj  s.  f.  =  bagnolo;  legni  in  màsara 
on  dit,  dna  man  =  tenere  in  bagnolo 
un  dito,  una  mano:  tenerli  immersi  in 
qualche  acqua  medicinale. 

1)  mètt  in  màsara  el  cànof,  el  Un 
e  sim. .  =  mettere  a  macerare  la  canape, 
il  lino,  e  sim. 

luàsàrà;  v.  att.  =  macerare  :  tenere  nel- 
l'acqua a  sciogliere  il  tiglio,  la  durezza. 
1)    Bagnare  :    spargere    abbondante- 
mente d'acqua. 

3)  Impolpare:  delle  bruciate  dopo  che 
son  ritirate  dal  fuoco. 

màsàraa,  agg.  =  bagnato:  sparso  abbon- 
bondantemente  d'acqua;  Ve  àndaa  ài 
fòéé  e  'l  é'è  viàsaraa  tiltt  =  andò  al 
ruscello  e  si  baguò  tutto. 

1)  Molle,  fradicio:  bagnato  specialm. 
di  sudore  o  per  pioggia. 

màsàràiuènt,  s.  m.  =  macero,  macera- 
zione, infradiciamento:  il  macerare. 

màsàràss,  v.  rifl.  =  bagnai-si,  immollarsi. 

iiiàsàròu,  s.  m.  =  cataplasma,  impiastro,! 
medicamento  fatto  con  intriso  di  farina,] 
0  di  farine,  con  pappa,  o  altro. 

luàsài'òtt,  s.  m.  =  fradicio,  bagnato,  umi-1 


471 


mas 


daccio;  età  col  màsàròtt  indòsè  =  stai- 
col  fradicio  addosso. 

màsàsètt,  a  cui  si  aggiunge  comunem. 
e  volentieri  strupia  quàtòrdes,  =  am- 
mazzasette, ammazza  tutti,  abbaiatore: 
chi  si  vanta  di  gran  forza  e  fa  il  bravo 
e  minaccia  senza  effetto. 

1)  vèsé  on  rnàsàsètt  strupia  qtiàtdr- 
des  =  essere  il  gigante  di  Cigoli  che 
bacchiava  i  ceci  colle  pertiche. 

inas'c,  s.  m.  e  agg.-  =  maschio:  il  sesso 
che  promuove  la  fecondazione. 

1)  Strumento  solido  di  metallo  o  di 
altra  materia  per  inserirsi  in  anello  o 
in  altro  strumento. 

2)  T.  dei  carrozz.  :  grossa  chiavarda 
che  unisce  lo  sterzo  al  rimanente  del 
carro. 

3)  cì'ttv  mas' eia  =  chiave  maschia: 
quella  che  non  ha  il  buco. 

màscàràda,  s.  f.  =  mascherata:  compa- 
gnia di  gente  in  maschera. 

màscàree,  «.  m.  =  mascheralo:  chi  vende 
0  dà  a  nolo  maschere. 

luàscàrìii,  agg.  =  del  mantello  del  ca- 
vallo. Y.  inaliteli,  1). 

luiiscàrina,  s.  f.  =  spunterba,  spunter- 
bino.  T.  dei  calz.,  quel  pezzetto  a  guisa 
di  mascherina  soprammesso  in  punta 
alle  scarpe  per  ornamento,  per  fortezza 
e  a  volte  per  coprire  le  rotture. 

1)  Mascherina,  maschgretta  ;  diminut. 
vezzegg.  di  maschera  e  specialm.  dei 
bambini  in  maschera. 

luàscàroii,  s.  m.  =  mascherone  :  testa 
e  faccia  che  ha  del  goffo  e  del  contra- 
fatto, che  si  mette  alle  fontane. 

màscàròtt,  s.  m.  =  mascherone  :  brutta 
faccia,  specialm.  se  sformata  da  ma- 
lattia 0  da  botte, 

1)  Faccia  contraffatta  scolpita  per  or- 
namento di  fontane  e  sim. 

2)  Mascherotto  :  persona  mascherata. 
iiiàscàrpènt,  agg.  =  cisposo,   cispellino, 

lippe:  degli  occhi  che  hanno  la  cispa. 

inàscàrpoii,  s.  m.  =  mascherpone,  ma- 
scarpone, ricotta  :  specie  di  latticinio 
bianco,  delicatissimo,  che  non  si  ha 
che  nelle  campagne  lombarde;  la  ricotta 
di  Eoma,  e  d'altre  regioni  è  ben  di- 
versa. 

1)  Tignosa  bianca.    Sp.  di  fungo. 

màs'cètt,  s.  m.  =  maschietto,  ragazzetto. 

luàscher,  s.  m.  =  maschera ,  persona 
maschile  mascherata. 

màschera,  s.  f.   =  maschera:    faccia  di 


carta  pesta  o  d'altra  materia  per  co- 
prire il  viso  e  non  essei'e  riconosciuti, 
e  la  persona  che  porta  la  maschera. 

1)  Morettina:  la  maschera   nera  che 
si  mette  al  viso  come  quella  d'arlecchino. 

2)  Quella  di  rete  metallica  che  di- 
fende il  viso  agli  schermidori. 

3)  Quella  che  gli  scultori  rilevano 
dal  viso  dei  cadaveri. 

mascherina,*  s.  /.  Vedi  màscàrina. 

màschérpa,  s.  f.  =  ricotta:  specie  di  lat- 
ticinio che  si  ricava  dal  siero  bollito, 
levato  il  cacio. 

1)  restt.  come  quèll  dela  màschérpa 
=  cascare    il    pan    di    mano:    dicesi  di 

cosa  che  rechi  meraviglia  e  dolore  im- 
provviso. 

2)  Cispa:  umore  vischioso  che  vion 
dagli  occhi  e  risecca  sulle  palpebre. 

niàs'cìori,  (i)  s.  m.  pi.  =  i  maschiotti, 
ragazzoni,  ragazzetti. 

màs'ciòtt,  s.  m.  =  bomboccione,  bonr- 
bocciotto,  maschiotto. 

inàsecònich,  s.  m.  =  canonico  maestro 
delle  scuole  in  chiesa. 

màsee,  s.  m.  =  massaio,  fattore:  il  con- 
tadino che  ha  in  cura  i  fondi  del  pa- 
drone. 

màsèll,  s.  m,.  =  massello  :  piccola  massa 
di  ferro  già  colato  che  si  vuol  ridurre 
a  manifattura. 

maser,  s.  m.  =  mazziere  :  portiere  che 
porta  una  mazza  ed  apro  e  regola  la 
processione. 

maser,  s.  m.  o  màseva,  s.  f.  =  mace- 
ratoio: fossa  dove  si  mette  la 'canapa  o 
il  lino  a  macei'are. 

màsèra,  s.  f.  =  massaia,  fattora:  la  mo- 
glie del  màsee.  Vedi, 

màserìa,  s.  f.  =  masseria  ;  possessione 
di  poderi  o  di  bestiame, 

màsètt,  s.  m,  =  mazzetto:  dim.  vezzegg. 
di  mazzo. 

1)  on  màsètt  de  fior  =  un  mazzolino 
di  fiori. 

2)  giùgà  à  robààs  el  màsètt  =  giuo- 
care  a  ruba  monte,  a  ruba  mazzi:  spe- 
cie di  gioco  semplicissimo  che  si  fa 
colle  carte. 

màsiàcch,  agg.  =  massiccio;  grosso,  peso. 
1)  Talvolta  prendesi  in  cattivo  senso: 
dinn  de  màsiàcch  =  dirne  dello  mas- 
siccie: delle  marchiane,  delle  grosso. 

màsigòtt,  s.  m.  =  batufolo  :  involto  di 
cenci  0  altro  spesso  soffice,  fatto  alla 
peggio. 


mas 


—  472 


mas 


1)  fa  màsigòtt  =  ingoffire:  di  vestito 
ohe  fa  goffa  la  persona. 

2)  Fig.;  goffo;  di  pors.  mal  formata, 
qon  snella. 

3)  Macco:  specie  di  polenta. 
mftsim,    agg.    =   massimo,   grandissimo: 

che  è  al  più  alto  punto,  nel  proprio  e 
nel  figurato. 
1)  Avv.:  massimamente,  soprattutto. 

màsima^  s.  f.  =  massima:  una  sen- 
tenza, un  motto  che  serve  di  regola. 

1)  in  màSima,  per  màéima  =  in 
massima,  per  massima,  nell'  insieme: 
contrapposto  a  fatti  speciali. 

màsiss,  agg.  =  massiccio,  solido,  sodo. 

màsoa^  s.  f.  =  macinatoio  e  anche  la 
macinatura:  dicesi  dei  mulini  per  le 
olive. 

màsnà,  v.  att.  =  macinare:  triturare, 
spolverizzare  colla  macina  o  col  maci- 
nino. 

1)  vìàsntl  ben  =  macinare  a  due  pal- 
n\enti;  mangiar  con  tutte  e  due  le 
ganasce, 

2)  Ruminare,  ghiribizzare  :  pensar 
tra  se  e  sé,  specialmente  cose  cattive. 

masnada,  5. /l  =  macinatura,  macinata: 

il  macinare  in  una  volta. 

1)  dna  masnada  de  bòtt  =  un  sacco, 

un  rovescio  di  botte. 
màsnin,  s.  m.  =  macinino  :    arnese   per 

macinare  il  caffè  tostato. 
1)  niàsnìn  del  péver  =  macinino,  pe- 

paiuola. 
màsocà,  V.  att.  =  ammosciare  :    di   riso, 

zuppa,  legumi  o  troppo  cotti,  o  lasciati 

troppo  in    molle    senza   mangiarli,  co- 
sicché impoltigliano. 
màsceù,   s.  m.    =    mazzuolo,   magliette, 

mazzapicchio. 

1)  Mazzuolo:  martello  da  scalpellini 

0  taglia  pietre. 
màsoeùla  e   màsoeùra,  s.  f.  =    mazza, 

maglio,  martellone  di  legno. 

1)  Scotola:  sorta  di  stecca  di  legno 
o  di  ferro  per  battere  i  mannelli  della 
canapa  e  del  lino. 

2)  Entra  nella  canzonetta  numera- 
trice ne'  giuochi  :  ara  bèl'dra  -  disóésa 
cornàra  -  de  l'or,  del  fin  -  del  cont 
Màrìn  -  stràpàéa  bordòcch  -  di  trii 
pitòech  •  d^Òna  màsmùra  •  quèèt  Ve 
dénter  -  e  quèàt  V  è  foeura  ;  che  il  to- 
scano dice  invece  così  :  Sotto  la  pergola 
nasce  l'uva  -  prima  acerba  e  poi  ma- 
tura -  cenci  cenci   rattoppati  -  riven- 


duti, ricomprati  -  rivenduti  in  Barbe- 
ria  -  salta  fuori,  bella  Maria.  Oppui-e: 
Quindici ,  quindici  per  V  appunto ,  - 
quando  il  diavolo  fu  raggiunto  -  fu 
raggiunto  in  un  cantuccio,  -  quindici, 
quindici  per  l'appunto. 

màsòn,  s.  m.  =  massone  :  che  appar- 
tiene alla  massoneria. 

1)  màson  =  mazzone  :  accrescit.  di 
mazzo,  specialm.  di  fiori. 

màsoiieria,  *  s.f.  =  massoneria  :  società 
segreta  di  liberi  muratori. 

màsoràda,  s.  f.  =  mazzata  :  colpo  di 
mazza,  di  mazzuolo,  di   mazzapicchio. 

màsotà,  V.  att.  =  ammoscire.  Vedi  mà- 
socà. 

mass,  s.  m,  =  mazzo  :  piccolo  fascio  di 
cose  lunghe  e  sottili  che  si  può  por- 
tare in  mano. 

1)  Di  fiori  :  on  màèè  de  fior  frèàch  = 
un  mazzo  di  fiori  freschi. 

2)  Di  altri  oggetti  :  on  mààà  de  ciàv, 
de  spàrg,  de  carotai  e  sim.  =  un  mazzo 
di  chiavi,  di  asparagi,  di  carote  e  sim. 

3)  Delle  carte  da  giuoco  :  càiubià  '/ 
màéé  =  mutare  il  mazzo  ;  vègh,  legni 
el  màis  =  avere  il  mazzo  ;  dare  le  carte. 

4)  àndà  a  toeic  fosura  del  màéé  = 
ricapare  ;  scegliere  fra  parecchie  cose. 

5)  fa  àu  in  d'on  màéé  =  ammazzolai'e. 
màstegà;  v.  att.  =  masticare  :   tritai-e  coi 

denti. 

1)  màstegà  velén  =  masticar  veleno  : 
esser  pieno  di  stizza. 

2)  Biasciare,  masticare  :  parlai*  fra 
sé  e  sé  senza  farsi  sentire  o  facendo 
vedere  che  uno  non  ha  il  coraggio  di 
dire  quel  che  vorrebbe  ;  cosa  te  ma- 
étéghet?  di  éu  in  prèéa  =  che  biasci? 
dillo  in  fretta. 

màstegàda,  s.  f.  =  masticamento  :  dopo 
dna  bona  màstegùda  el  mangia  el  ée 
éigeriéé  mèj  =  dopo  un  buon  masti- 
camento il  cibo  si  digerisce  meglio. 
Credo  si  possa  dir  però  anche:  ma- 
sticata. 

l)  dna  màstegàda  de  bòtt  =  una  ser- 
qua di  legnate  ;  un  sacco,  un  rovescio 
di  botte. 

màstegàdura,  s.  f.  =  masticatura:  la 
cosa  masticata. 

mastelètt,  s,  m.  =  mastelletto,  bugliolo  : 
specie  di  bigonciolino. 

màstèll,  s.  m.  =  mastello  :  specie  di  gran 
catino  di  legno  a  doghe. 


mas 


-  473  — 


inat 


1)  Bigoncia:  vaso  di  legno  a  doghe 
per  vari  usi  della  vendemmia. 

màster,  s.  vi.  =  mastro  :  il  libro  mastro 
dei  conti  che  riassume  le  partite  d'altri 
libri. 

màstice  opp.  màsticli,  s.  m.  =  mastice  : 
soi-ta  di  colla  o  pasta  per  turare  buchi 
specialm.  dei  danti.  Servo  ad  unirò 
pezzi  di  vetro  o  porcellana:  per  tu- 
rare buchi  e  crepature  l'usa  special- 
mente il  legnaiuolo. 

màstìn,  s.  m.  =  mastino  :  specie  di  cane 
di  guardia  aggressivo. 

màstinà}  v  att.  =  allucignolare,  sgual- 
cire :  sciupacchiare  in  tutti  i  versi  un 
panno  o  vestito  ;  guarda  come  l'ha 
mààtinaa  éto  tàpee  =  guarda  come  ha 
allucignolato  questo  tappeto. 

1)  Brancicare  :  palpare  con  poca 
grazia,  guastando,  sciupando. 

2)  Acofacciare  :  detto  di  cose  dove 
uno  si  posi  a  sedere. 

màstinàdfirà)  s.  f.  =  brancicatura,  sgual- 
citura:  l'elfetto  del  brancicare,  dello 
sgualcire. 

màstinént,  agg.  =  sgualcito,  acofacciato, 
abbiaccato. 

mastra,  ."?.  f.  =  màdia  ;  da  tenervi  il 
pane  cotto. 

mastra,  agg.  =  mastra:  di  carne  di 
manzo  o  di  vitello. 

màstràfola,  s.  f.  =  persopa  goffa,  ed 
anche  donna  di  poco  conto. 

màstrànsc,  agg.  =  malaticcio,  cagione- 
vole, cagionoso  :  che  è  di  salute  mal- 
ferma, va  soggetto  ad  incomodi  più  o 
nieno  gravi.  Vedi  màlingher. 

màsiicàda,  s.  f.  =  capata:  colpo  preso 
nella  testa  battendola  in  qualche  luogo. 

màsiicch,  agg.  =  capocchio,  scimunito. 
Si  sente  ormai  molto  di  rado, 

màsurca,  s.  f.  =  mazurca:    ballo   noto. 

mata,  s.  f.  =  pazza,  matta:  femminile 
di  màtt. 

1)  éàltt  là  mata  =  saltare  il  ticchio, 
il  ghiribizzo,  il  grillo. 

'Z)  mata  biràga  =  pazza,  strana  ;  di 
donna  incostante,  variabile.  Per  estens. 
di  uomini  o  di  cose. 

màtàda,  s.  f.  =  mattata  :  azione  da  matto, 
mattana. 
1)  Matteria  :  scherzo  vivace,  mattesco. 

màtàrela,  s.  f.  =  matterella,  pazzarella: 
di  giovinetta  allegra   e    molto    vivace. 

màtàlò  (àia),  modo  avv.  =  alla  mari- 
naresca. Dal  frane.  :  à  la  matelot. 


màtàràsee,  s.  m.  =  materassaio,  batti- 
lano, scamatino  :  che  fa  il  mestiere  di 
batter  la  lana  e  fa,  vende  materassi  e 
sacconi. 

màtàràsin,  s.  m.  =  materassina  :  dim. 
di  materassa,  e  specialm.  quella  pei 
bambini. 

1)  Ginocchiello.  T.  dei  sellai  :  guan- 
cialetto di  cuoio  che  si  mette  ai  gi- 
nootihi  dei  cavalli,  perchè  cadendo  non 
si  feriscano. 

màtàràss,  s.  m.  =  materassa:  gi*an  sacco 
ripieno  di  lana  o  crino,  impuntito,  che 
si  pone  sul  saccone  del  letto  per  dor- 
mirvi. 

1)  bàtt  i  màtàràéé  =  battere,  divet- 
tare  le  materasse  :  batterne  la  lana  col 
camato  per  renderla  soffice. 

2)  dàgk  aria  ài  màtàràéà  =  abballi- 
nare, sprimacciare  lo  materasse  :  quel 
colpeggiarle  e  scuoterle  perchè  si  man- 
tengano soffici. 

B)  vèsè  el  màtàraès  di  bòtt  =  essere 
il  bersaglio  delle  busse;  esser  quello 
che  le  piglia  per  tutti. 
matèria,  s.  f.  =  materia,  bruttura,  mar- 
cia :  quella  che  osco  dallo  piaghe  e  dai 
Agnoli  spaccati.  Vedi  màrscia. 

1)  Matteria,   pazzia,  follia  :  azione  o 

cosa  da  pazzo,  da  folle. 

material,  s.  m.   =    materiale,    materia: 

la  quantità  della  materia  che    serve  a 

un  lavoro,  a  un  impianto  a  un  ufficio. 

1)  Agg.  :  materiale,  grossolano,  rozzo. 

màtìna,  s.  f.  =  mattina  :  la  prima  parte 

del  giorno  dall'alba  a  mezzodì. 

1)  màtìna  bonora,  bonòra  =  bruzzico, 
bruzzolo:  il  crepuscolo    della   mattina. 

2)  dìirt  dàla  mà'ìna  tla  aera  =  du- 
rare dalla  mattina  alla  sera  o  dalla 
sera  alla  mattina:  di  cosa  che  dura 
poco. 

3)  Mattinata  :  ter  à  Mònàa  èmm  pà- 
éaa  dna  bela  màtìna  =  ieri  a  Monza 
abbiamo  passato  una  bella  mattina. 

4)  vèsé  à  màtìna  =  essere  a  levante, 
ad  oriente;  rivolto  verso  l'Est. 

5)  dimàn  màtìna  in  éiil  frèàeh  =  le 
zucche  marine  !  Si  dice  per  negar  cosa 
che  ci  paia  impossibile,  sebbene  fer- 
mamente sostenuta  da  altri. 

màtòcch,  s.  m.  =  matacchione,  bello 
spirito,  bell'umore:  uomo  allegro  che 
ama  divertirsi  e  tien  divertiti  gli  altri 
con  facezie  e  bizzarie. 


luat 


474 


mat 


màtolegrh,  s.  m.  =  pazzaggio,  mattac- 
chione :  quasi  come  iiiàtòcch. 

màtòii ,  s.  m.  =  caposcarico,  celione, 
burlone,  allegronaccio  :  uomo  allegrone 
0  non  cattivo,  piuttosto  sguaiato. 

1)  Fungosità  :  falso  rigoglio  onde  ta- 
lora è  infestato  il  formentone. 

2)  Mattone  :  pezzo  quadrangolare  di 
terra  cotta  per  pavimenti  e  muramenti. 
Dicesi  di  preferenza:  quàdrèll,  medòii. 

iiiàtràsS;  s.  ni.  =  matraccio  :  vaso  di 
vetro  col  collo  lungo  per  distillare. 

màtricària,  s.  f.  =  amarella  ;  matrica- 
ria  parthenium.  Specie  di  camomilla 
usata  molto  in  medicina. 

matrìcola,  s.  in.  =  matricola:  attestato 
d'appartenenza  a  un  corpo ,  special- 
mente universitario. 

1)  Registro  dove  è  scritto  il  nome, 
il  casato,  il  paese  nativo,  ecc.  del  sol- 
dato. 

luàtricolaa,  agg.  =  matricolato,  solenne, 
famoso:  in  senso  spregiativo;  di  pers. 
molto  conosciuta  per  male  qualità. 
1)  Furbo,  astutissimo,  destro. 

matricolili,*  s.  ni.  =  matricolino  :  lo  stu- 
dente che  fa  il  primo  anno  d'univer- 
sità. 

màtrig'iàii,  s.  m.  =  bacchillone,  fanciul- 
loue,  bambinone. 

iiiàtrig'iii,  s.  m.  =  mazza  :  asticciuola 
colla  quale  si  giucca  alla  lippa. 

matrimoni,  s.  ni.  =  matrimonio:  con- 
tratto fra  l'uomo  e  la  donna  di  vivere 
insieme  fino  alla  morte. 

1)  Sposalizio  :  la  cerimonia  colla 
quale  si  celebra  il  matrimonio. 

matrimoniai,  agg.  =  matrimoniale  :  che 
spetta  al  matrimonio. 

màtrimoniòn,  s.  ni.  =  matrimonione  : 
di  matrimonio  ricco. 

màtris,  s.  f.  =  matrice,  madre.  T.  dei 
fondit.  di  carattere. 

matrona,  s.  f.  =  matrona  :  signora  au- 
torevole per  autorità  e  nobiltà. 

1)  Scherzev.  e  iron.  di  donna  anche 
giovane,  ma  grassa  e  che  sta  sul  grave. 

2)  legna  matròna  =  legne  di  rami 
madornali. 

inàtt,  agg.  e  s.  ni.  =  matto,  pazzo:  che 
ha  smarrito  la  ragione,  che  è  alienato 
di  mente. 

1)  deventà  màtt  =  ammattire,  im- 
pazzare ;  diventar  matto.  In  senso  fìg. 
si  dico  anche  di  chi  afferma,  o  propone, 


0  fa  cose  strane,  o  sconvenienti  o  pe- 
ricolose. 

2)  fa  deventà  màtt  =  far  diventar 
matto.  In  senso  iperb.  di  noie,  fastidi, 
e  sim. 

3)  vèss  niàt,  àndà  màtt  per  quéi- 
còss  =  andar  matti,  impazzare  per  una 
cosa  ;  esserne  straordinariamente  inva- 
ghiti. 

4)  fa  de  màtt  =  fare  il  matto,  far 
mattie.  Di  cavallo  vuol  dire:  imbiz- 
zarrire. 

5)  var  pUsee  on  màtt  à  cà  eòa  che 
on  stivi  à  cà  di  alter  =  sa  meglio  un 
matto  i  fatti  a  casa  sua  che  un  savio 
a  casa  d'altri.  Vedi  cà  18). 

6)  tra  màtt  -  far  passare  per  matto; 
dir  che  uno  è  matto  quando  non  lo  è. 

7)  tùti  i  edn  menen  là  eoa  e  luti 
i  màtt  voeùrcn  dì  là  eoa  =  e'  non  si 
lega  bene  la  bocca  se  non  a'  sacchi  ; 
ognuno  vuol  dir  la  sua.  Insegna  a  non 
curarsi  delle  dicerie  dei  pettegoli. 

Q)  àndà  màtt  per. .  =  andar  pazzo 
per...  ;  aver  gran  propensione  per  qual- 
che cosa. 

9)  de  màtt  =  da,  di  matto;  idèj, 
pensér.,  ròbb  de  màtt  =  idee,  pensieri, 
azioni  da  matto. 

10)  cavali  màtt  =  cavallo  matto,  biz- 
zarro. 

11)  l'è  màtt  come  on  cavali  =  è  matto 
come  un  cavallo  ;  V  è  màtt  de  ligà  = 
è  matto  da  legare,  da  catena  ;  di  chi 
fa  0  pensa  cose  strane,   irrealizzabili. 

12)  giiét  màtt  =  gusto  strano.  Il 
mil.  però  dice  :  giist  màtt  anche  nel 
signific.  di  molto  gusto,  gusto  grande. 

13)  vèss  on  poo  màtt  =  pizzicar  di 
follia,  dar  nel  matto. 

14)  Di  danari,  metalli  preziosi,  gem- 
me, signif.  falso. 

15)  no  vari  on  ghèll  màtt  =  non  va- 
lere un  lupino. 

16)  temp  màtt  =  tempo  pazzo  :  in- 
costante, variabile. 

17)  color  màtt  =  colore  che  non 
regge  ;  èueòria  mata  =  cicoria  salva- 
tica  ;  fung  màtt  =  fungo  velenoso. 

3IàtfìsàÌèmiii,  s.  m.  =  Matusalem  ;  scam- 
pa, vègli  i  ànn  de  Màtùsàlèmm  =  cam- 
pare, avere  gli  anni  di  ilatusalem  ; 
moltissimi. 

1)  Da  noi  Màtusàlèmm,  vale  quanto 
màtòcch,  màtòlegh,  luatòn. 

màtiitìn,  s.  m.  =  mattutino  :   la    prima 


me 


475  — 


inert 


parte  dell'uffizio  obbligatorio  degli  ec- 
clesiastici. 
iiiè,  pron.  =  mio  :  corrisponde  a  io.  Al 
femm.  mia  =  mia  ;  el  me  liber,  el  me 
aàrimaa,  el  me  cavali  =  il  mio  libro, 
il  mio  calamaio,  il  mio  cavallo. 

1)  Anche  in  mil.  davanti  a  pàder, 
fràdèll ,  iievòd ,  ciisin,  mari  non 
prende  l'articolo:  me  fàder,  me  frà- 
dèll. ecc.  =  mio  padre,  mio  fratello,  ecc. 

2)  el  me  =  il  mio  ;  sottinteso  patri- 
monio, avere. 

3)  Sta  anche  come  plurale  di  mio  ; 
miei,  mie  ;  i  me  fineù,  ì  vie  sorcll,  sii 
dànee  chi  hin  vie  =  i  miei  figli,  le  mie 
sorelle,  questi  danari  sono  miei. 

me,  pron.  =  mi,  a  me,  me  ;  vii  vèn 
maa  =  mi  vien  male  ;  me  disen  =  mi 
dicono  ;  me  creden  =  mi  credono  ;  me 
tràten  =  mi  trattano.  Davanti  a  vocale 
qualche  volta  perde  1'  e  e  si  apostrofa  : 
la  perde  sempre  davanti  alle  voci  del 
\evho  ave:  m'àvéven  diti  =  mi  avevano 
detto  ;  m'àvii  crcduu  bosdrd  =  mi  avete 
creduto  bugiardo;  e  davanti  alle  voci 
del  verbo  vcés  che  cominciano  per  e  ; 
m'era  pare  =  m'era  parso;  el  m' è 
minga  piàsuii  =  non  mi  è  piaciuto. 
Quando  è  enclitico  perde  sempre  la  e  ; 
vceiibiem  =  vogliami  ;  credem  =  cre- 
dimi ;  l'ha  roréim  làsàmm  =  volle  la- 
sciarmi ;  l'ha  minga  pódiiil  scrivem  = 
non  ha  potuto  scrivermi. 

mèca,  s.  f.  =  figuraccia  ;  brutta  figura, 
qualche  cosa  più  che  càpelàda.  Vedi. 

mecàiiica,*  s.  f.  =  meccanica  :  una  delle 
scienze  matematiche  collo  studio  della 
quale  si  agevola  il  movimento  dei  gravi 
coir  uso  delle  macchine. 

1)  Martinicoa  :  ordigno  con  che  si 
fermano  quasi  le  ruote  quando  il  carro 
0  la  carrozza  va  alla  china.  Taluno  dice 
anche  francesemente  mecàniccli,  da 
méemique. 

2)  Meccanismo:  tutto  il  complesso  di 
saltarelli  e  tasti  col  telaio  che  li  com- 
prende e  tiene  insieme,  da  togliere  e 
mettere  nel  pianoforte. 

mecànich,*  s.  m.  =  meccanico  ;  chi  di- 
rige il  lavoro  di  una  macchina,  ed  an- 
che chi  inventa,  costruisce  macchine. 

1)  iìigegnee  mectlnie'i  =  ingegnere 
meccanico:  che  pratica  un'arte  o  un'in- 
dustria di  molta  precisione  e  che  ri- 
chiede l'uso  di  certo  macchine. 


mecaaismo  ;  s.  m.  =  meccanismo;  i 
congegni  di  una  macchina. 

mècia,  s.  f.  =  saetta  :  ordigno  de'  for- 
mai per  praticare  nelle  forme  delle 
scarpe  il  foro  da  passarci  il  filo. 

mèda,  s.  f.  =  catasta  :  detto  di  roba  fatta 
a  pezzi  affatto  disgregati  ;  òna  mèda 
de  riiff  =  una  catasta  di  immondizie  ; 
dna  meda  de  liber  =  una  catasta  di 
libri. 

1)  Olia  mèda  de  lègn  =  una  catasta 
di  legno,  ed  anche  legnaia.  Vedi  lègiu 

2)  7nctt  in  mèda,  fa  dna  mèda  = 
accatastare  ;  metter  cose  una  sopra 
l'altra  purchessia. 

medàia,  s.  f.  =  medaglia:  pezzo  di  me- 
tallo rotondo  coniato  per  memoria  di- 
qualche  fatto  memorabile,  per  onoranza 
di  persone  illustri  o  per  divozione. 

1)  el  rovere  dèla  medàia  =  il  rove- 
scio della  medaglia  ;  il  contrario  di 
checchessia. 

2)  te  dàrdn  là  meddia  =  ti  daranno 
la  medaglia.  Ironie,  a  chi  fa  cosa  sciocca,. 
ri  dicola. 

3)  fa  erosela  e  medàia  =  mangiar 
pane  e  coltello  ;  pane  asciutto,  per  lo- 
più  per  castigo. 

medàìòu,  s.  m.  =  medaglione  :  T.  d'ar- 
chitt.  ornamento  in  cui  sta  effigiato  il 
volto  di  un  principe,  di  un  personag- 
gio illustre,  0  qualche  impresa  memo- 
rabile. 

1)  medaglioncino:  gioiello  o  ciondolo 
tenuto  come  porta  ricordi  o  al  collo- 
co n  catena,  o  alla  catena  dell'  orologi o- 
0  come  spillone. 

médegra  (èrba)  =  erba  medica.  Vedi 
èrba,  22). 

medegrà,  v.  alt.  =  medicare  :  curaro  cori) 
medicine. 

1)  medegàla  =  ripescar  le  secchie  :_ 
rimediare  al  mal  fatto. 

medeg-àmènt,  s.  m.  =  medicamento,  me- 
dicina, rimedio,  farmaco  ;  la  cosa  iit 
generale  usata  per  rimedio. 

medeghètt  verd,  s.  m.  =  assenzio.  Assen- 
zio. Vedi  àbsèiis. 

medegòss,  s.  m.  ^  cataplasma,  impia- 
stro 0  sim.  disteso  su  pannolino  e  ap- 
plicato alla  parte  ammalata. 

1)  Mestura,  cera  da  innesti  :  impa- 
sto per  coprire  il  taglio,  fatto  che  sia 
r  innesto. 

medèmm  ,  pron.  =  modosimo  :  disusa 
ogni  giorno  più. 


med 


-  476  - 


mei 


inèder,  s.    m.  =  modano  ;   T.    d'  arti  e 
mest.  ;  misura  o  modello  di  vario  ge- 
^nore  secondo  i  mestieri. 

1)  toRu  gid   el   méder    =    ritrarre   il 
modello,  fare  il  modello  di... 
medèsim,*  pron.  =  medesimo  ;  che  ac- 
cenna r  identità,  stesso. 

1)  Tè  istèàà,  tal  e  qual^  medéslm  = 
è  proprio  la  medesima  cosa. 

2)  in  del  viedésim   temp  =  nel  me- 
desimo tempo  ;  al  tempo  stesso. 

medesìua,  s.  f.  =  medicina  :  ogni  rime- 
dio che  si  dà  per  cura. 

1)  inedesìna   de   cavali   =    medicina 

da  cavalli  ;  forte  in  modo  sti*aordinario. 

mèdi,  s.  m.  =  medio  :  il  dito  medio,  cioè 

il  più  lungo  della  mano. 
inedia,"^  s.  f.  =  media  :  quanto  è  calco- 
lato che  sia  tra  i  due  estremi,  mas- 
simo e  minimo  ;  fa  là  media,  vègh  in 
media,  ecc.,  =  far  la  media,  avere  in 
media,  ecc. 

1)  Punto  di  passaggio,    di   idoneità, 

di    profitto,    di    studio  ;    g'hoo   minga 

àvUii  là  media  per  l'esdnero  =  non  ho 

avuto  la  media  per  l'esonero. 

«lediànteché,  cong.  =  purché  ;  concede 

sotto  condizione. 
mediàsión,  s.  f.  =  mediazione,  senserìa: 
l'opera   del   sensale   e   la   mercede  di 
essa. 
mediàtòr,  s.  m.  =  mediatore,    sensale  : 
chi  si  intromette  fra  il  compratore  e  il 
venditore  per  agevolare  il  contratto. 
medicàsiòn,*  .«.  f.  =  medicazione,  medi- 
catura ;  l'applicazione  del  medicamento. 
mSdicli,  s.    m.  =    modico.   Usa   meglio 

dotór. 
medita;   v.    alt.    =    meditare  ;    riflettere 
seriamente,  a  lungo. 

1)  Anche  :  macchinare,  ordire  ;  pen- 
sar di  fare,  spocialm.  il  male. 
Jiieditàsiòn,  s.  f.  =  meditazione  :  il  me- 
ditare. 
mediòcritaa,   s.    f.  =  mediocrità  ;    astr. 
di   mediocre  :  specialm.  dell'  ingegno  e 
della  capacità.  Si  dice  anche  della  per- 
sona stessa. 
Medio  Evo,*   s.   m.    =   il   Medio   Evo  : 
epoca  storica  che  per  lo  più  si  fissa  tra 
il  476  e  il  1492  dell'Era  volgare. 
Mediteràni,  agg.  =  Mediterraneo  ;  che  è 
in  mezzo    alle  terre  :  del   mare    che  è 
tra  l'Europa,  l'Asia  e  l'Affrica. 
medòn,  s.  m.  =  mattone.  Vedi  màtòn  2). 


1)  msdon  miéé  in  edita  =  mattoni 
posti  per  coltello. 

2)  fiori  i  medòn  =  spuntare  il  fiore 
sui  mattoni  :  quando  sbullettano. 

3)  medon  de  seénten  =  mattone  ac- 
centinato  ;  ossia  di  forma  curva. 

4)  medon  éàgomaa  de  écàla  =  mat- 
tone da  modonatura. 

mee,  pron.  =  miei.  Plur.  del  pron.  me  = 
mio  :  va  sostituendolo  sempre  più  lar- 
gamente la  forma  più  snella  me.  Vedi 
me,  3). 

meìn,  s.  m.  =  Vedi  pandemein. 

meiàna,  s.  f.  =  panicasti-ella  ;  panico 
selvatico. 

mèj,  s.  m.  =  miglio  ;  panicum  milia- 
ceum  :  pianta  simile  al  panico  span- 
nocchiato. Serve  per  lo  più  come  cibo 
di  polli,  uccelli  e  sim. 

1)  pan  de  mèi  =  pan  di  miglio  :  di- 
ciamo il  pane  fatto  con  farina  di  grano 
tui'co  invece  che  di  frumento.  Si  usa 
specialm.  dai  contadini  ;  vèéé  éiice  come 
el  pan  de  mèj  =  asciutto  come  l'esca; 
di  chi  è  piuttosto  burbero. 

2)  àe  luti i pàser conosèéen el  mèj... 
=  Modo  proverbiale  che  vale  quanto 
dire  :  se  tutti  fossero  buoni  giudici,  se 
tutti  sapessero  distinguere  il  bene  dal 
male... 

mèj,  s.  m.  =  meglio  ;  più  buono,  mi- 
gliore :  per  tutt'e  due  i  generi  e  nu- 
meri ;  fé  là  mèj  cArta  che  g'he  pòéà 
dà  =  è  la  meglio  carta  che  le  posso 
dare  ;  l'è  el  mèj  che  me  podéva  ca- 
pita =  è  il  meglio  che  mi  poteva  ca- 
pitare ;  l'è  tiitt  quèll  mèj  che  pose  fa  = 
è  tutto  il  meglio  che  possa  fare. 

1)  Avv.  :  più  bene  ;  scriv,  teg,  m.an- 
git,  viv  mèj  =  scrivere,  leggere,  man- 
giare, vivere  meglio  ;  Vhàfaa  mèj  d'on 
dotòr  =  fece  meglio  d'un  medico. 

2)  mèj  !  =  meglio  !  meglio  così  ! 
Esprimendo  compiacenza  del  modo  come 
è  andata  la  cosa. 

3)  tbla  mèj.,  (Lia  bèVe  m,èj  =  alla  me- 
glio ;  alla  meno  peggio,  quasi  male. 

mei,  s.  in.  =  miele  :  sostanza  liquida 
zuccherina  prodotta  dalle  api  per  mezzo 
dei  succhi  che  raccolgono  dalle  orbe  e 
dai  fiori. 

1  )  veiè  dola  come  'l  mei  =  esser  dolco 
come  il  miele  ;  di  cosa  dolcissima. 

2)  mangia  fel  e  épuà  m,el  =  ingol- 
lare amaro  e  sputar  dolce  :  quando  ci 
tocca  sopportar   soprusi,  per   il    meno 


mei 


-  477  - 


mem 


peggio  e  far  buon  viso  alla  cattiva  for- 
tuna. 

3)  mei  rosaa  =  miele  rosato  :  miele 
conciato  per  medicina, 

mela,  s.  f.  =  duiiindaua,  cinquadea,  dra- 
ghinassa :  scherzos.  ogni  spada. 

melaa,  agg.  =  melato  ;  condito  col  miele, 
dolce. 
1)  Fig.  di  parole,  di  discorsi. 

melàsa,  s.  f.  =  melassa  :  specie  di  sci- 
roppo, residuo  dello  zucchero  raffinato. 

mélgra,  s.  f.  =  saggina,  melica  :  pianta 
simile  al  granturco,  ma  più  alta,  colla 
pannocchia  in  cima  e  i  chicchi  più 
piccoli. 

1)  mélga  de  èeov  =  saggina  scopa- 
jola  ;  quella  che  serve  a  far  scope  e 
granate. 

2)  melgàsc  dèla  melga  =  sagginale  : 
il  fusto  secco  della  saggina. 

melgàsc,  s.  m.  pi.  =  granturcali,  sag- 
ginali :  fusti  riseccati  del  formentone 
per  ardere. 

melg'àscee,  s.  m.  =  mucchio  di  gran- 
turcali 0  di  sagginali, 

Melgràsciàda,  =  nome  di  un  cascinale 
vicinissimo  a  Milano,  dove  ci  si  reca 
di  primavera  e  d'estate  in  liete  comi- 
tive, specialm.  per  mangiare  gli  aspa- 
ragi, che  vi  sì  trovano  freschi,  eccel- 
lenti. , 

melgrhèta,  s.  f.  =  sagginoli^,  saggina  se- 
rotina  ;  la  saggina  da  foraggio. 

melgrón,  s.  m.  =  granotui-co,  formen- 
tone, gran  siciliano  :  specie  di  grano 
che  fa  una  pianta  di  gambo  grasso  con 
pannocchie  ravvolte  in  cartocci.  Lo  di- 
cono anche  càrldn,  perchè  ne  fu  rac- 
comandata la  coltura  da  S.  Carlo  Bor- 
romeo, e  se  ne  hanno  varie  qualità  ; 
melgon  d'Egitt  =  grano  siciliano  bianco  ; 
melgon  genovés  =  siciliano  rosso  ;  mel- 
gon oàtdn  =  siciliano  agostano  o  grosso  ; 
melgon  màgéngh  o  invernéngh  =  mag- 
gese, che  si  semina  tra  maggio  e  giu- 
gno; melgon  giàldìn,  négher  =  siciliano 
bianchiccio,  nerastro. 

melgouaa,  agg.  =  di  terreno,  campo  pian- 
tato a  granturco  o  a  melica. 

melgonìn  e  melgrotìu,  s.  m.  =  sici- 
liano agostano  o  grosso  :  è  una  specie 
di  grano  turco  più  corto  e  dolce  del- 
l'ordinario. 

mel?òtt,  s.  m.  =  lo  stesso  che  melgron. 
Vedi. 

meli  sa,  s.  f.   =   melissa,   cedronella,   T. 


botan.:  genere  di  labiate,  la  cui  più  nota 
è  la  melissa  officinale,  da  cui  fanno 
un'acqua  distillata  e  una  tintura.  Noi 
chiamiamo  così  però  specialmente  que- 
sta tintui-a  di  melissa.  L'erba  diciamo 
limonsina. 

mélma,  s.  f.  =  melma,  belletta,  mol- 
letta :  mota  lasciata  specialmente  dalle 
piene  e  per  antonom.  qualunque  fan- 
ghiglia. 

melodràma,  s.  m.  =  melodramma  :  com- 
ponimento drammatico  messo  in  mu- 
sica, detto  anche  òpera  =  opera. 

melòn,  s.  m.  =  popone  :  pianta  cucur- 
bitacea  che  fa  frutto  rotondo  e  grosso 
con  polpa  gialla  o  bianca  sugosa  e  sa- 
porita, che  si  mangia  crudo  :  e  il  frutto 
stesso. 

1)  éùceh  e  melòn  ttla  eoa  étàgiòn  = 
ogni  frutto  alla  sua  stagione;  ogni  cosa, 
va  fatta  a  suo  tempo. 

2)  quèll  che  vend  i  melón  =  popo- 
naie. 

3)  melón  =  testa  rapata  :  alla  quale 
han  tagliato  i  capelli  a  cotenna. 

4)  fààè  fa  'l  melón  =  farsi  zucconare^ 
rapare:  farsi  tagliare  i  capelli  a  cotenna. 

melonà,  v.  alt.  =  zucconare,  rapare,  to- 
sare: tagliare  i  capelli  a  cotenna. 

melonàtt,  s.  m.  =  poponaie  :  chi  vende 
poponi. 

melonéra,  s.  f.  =  poponaia:  luogo  col- 
tivato a  poponi. 

1)  veéè  el  pàdròn  déla  melonéra  = 
essere  l'arbitro  di  qualche  cosa  :  poter 
deliberare  con  libertà,  come  da  padrone 
assoluto. 

memoràbil,*  agg.  =  memorabile  :  da  do- 
versene ricordare. 

memorandum,  s.  m.  =  memorandum.  Dal 
lat.  memorandum  :  carta  che  si  dà  a 
qualcuno  perchè  si  ricordi  di  quanto  de- 
sideriamo che  faccia. 

memòria,  s.  f.  =  memoria:  facoltà  di  ri- 
tenere e  richiamare  a  mente  lo  idee. 

1)  impara  à  memòria  =  mandare,  im- 
parare a  memoria. 

2)  àdvè  à  ìnemdria  =  sapere  a  me- 
moria: di  cosa  saputa  da  tutti. 

3)  Ricordo;  quel  che  si  ricorda  o  che 
fa  ricordare:  là  memòria  déla  mia  mà- 
m,'i  glie  l'hoo  éémper  in  del  coeur  =  la 
memoria  della  mia  mamma  l'ho  sempre 
nel  core. 

4)  mètt  óna  memòria  =  porre  una 
memoria,  cioè  una  lapido,  xin' iscrizione. 


meni 


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.  5)  fa  òna  memòria  =  prender  me- 
moria, prendere  appunto;  fare  annota- 
zione di  una  cosa  per  ricordarsene. 

6)  vècjh  òna  memòria  de  gàtt  =  avere 
una  memoria  assai  labile. 

7)  fàgli  memòria  à  villi  de  quèieòsè 
-  =  ricordare  ad  uno   qualche   cosa;    far 

€h.e  si  rammenti, 

8)  rinfresca  là  memòria  =  ricondurre 
nella  mente. 

9)  òna  memòria  =  una  memoria,  un 
ricordo:  un  oggetto  che  per  aver  appar- 
tenuto a  qualcheduno,  lo  rammenti  se 
lontano  e  specialm.  se  morto. 

10)  j)er  memòria  =  per  memoria,  per 
ricordo,  per  segno  di  ricordo;  éto  oro- 
lògi el  tègni  per  memòria  del  me  pà- 
pàgrand  =  questo  orologio  lo  tengo  per 
memoria  del  mio  nonno. 

luemoriàl,  «.  m.  =  memoriale,  supplica. 
iiién,  avv.  =  meno:  compar.  d' inferiorità 
contrapposto  a  più. 

1)  per  lo  mén,  dal  ini  ài  onèn,  nien- 
temén  =  per  lo  meno,  dal  più  al  meno, 
nientemeno. 

2)  cìnqu  ghèj  pii  clnqii  ghèj  mén  = 
soldo  più.  soldo  meno,  contrattando. 

3)  ciintà,  vari,  savè,  fa  mén  de  niènt 
contare,  valere,  sapere,  fare  meno  di 
niente,  cioè  niente  affatto. 

4)  fa,  fànn  à  mén  =  fare  a  meno, 
far  di  meno;  far  senza,  ed  anche  fare 
in  altro  modo. 

5)  vegnì  ài  mén  =  cadere,  ricadere 
al  basso:  figur.  di  pers.  e  di  fam.,  im- 
poverire. 

6)  in  mén  che  no  se  disa,  se  pénèa  = 
in  men  che  non  si  dica,  si  pensi  :  cioè 
prestissimo. 

mena;  r.  att.  =  condurre,  menare:  an- 
dare insieme  con  pers.  per  essergli  guida; 
menti  i  flosil  à  àcòla  =  condurre  i  ra- 
gazzi a  scuola.  Detto  anche  di  bestie; 
mena  i  cavai  à  hév  =  condurre,  me- 
nare i  cavalli  a  bere. 

1)  Nel  senso  di  accompagnare;  menti 
là  miee  à  teàter  =  condurre  la  moglie 
a  teatro. 

2)  Di  sti-ade  per  cui  si  va  in  uu  dato 
.  luogo  ;  luti  i  strad    mènen  à  Róma  = 

tutte  le  vìe  conducono,  menano  a  Roma. 

3)  menti  frècc,  pioeùva  e  sim.  =  me- 
nar freddo ,  pioggia  e  sim.  portarla, 
prodiu-la. 

4)  mena  bòna  =  menar  buono,  ab- 
bonare: accettar  per  vera  una  cosa.  Si 


usa  comunem.  in  senso  negativo;  que- 
sta te  là  meni  pròpi  minga  bòna  = 
=  questa  proprio  non  te  l'abbono. 

5)  mena,  à  spàès,  per  el  nas  =  me- 
nare a  spasso,  per  il  naso  :  cercar  di 
tirare  in  lungo  colle  promesse  per  non 
mantenerlo. 

6)  mena  i  man  =  menar  le  mani  : 
picchiar  botte. 

7)  menò,  là  léngiia  =  menar   la  lin- 
.  gua:  sparlare. 

8)  finì  pii  de  menala  =  mestarla  e 
rimestarla. 

y)  làéàss  menti  vìa  =  lasciarsi  aggi- 
rare 0  levare  in  barca:  lasciarsi  indurre 
in  errore,  lasciarsi  abbindolale.  Anche: 
lasciarsi  distrarre. 

10)  menò,  via,  nienti  sé  =  arrestare 
uno  ;  condurlo  in  prigione.  Anche  : 
distrarre,  abbagliare. 

11)  menti  dent  =  rubare.  T.  delle 
cucitrici  :  quando  nel  cucire  accorciano 
senza  avvedersene  la  lunghezza  degli 
orli,  0  del  vivagno. 

12)  menti  =  suppurare,  far  marcia  : 
di  piaghe  che  fanno  materia. 

mena  mena  (el),  s.  m.  =  menatoio, 
manovella:  specialm.  quella  degli  or- 
ganetti. 

menabò,  s.  m.  =  guida,  traccia  :  norma 
scritta  por  l'ordine  da  tenersi  in  uu 
lavoro  di  tipografìa. 

mènàcuu,  s.  m.  e /".  =  anitrino,  anitrina: 

-  chi  noll'andar  dimona  l'anca. 
luenàda,  s.  f.  =  mossa  :   il    muovere  in 

certi  giuochi  una   pedina,  un   pezzo  e 

-  simili. 

1)  Fig.  mena,  raggiro,  viluppo,  ca- 
bala. 

2)  Tergiversazione;  menata  nel  senso 
del  verbo  mena  5). 

3)  Rimestata.  Vedi  mena  8). 
mènàdìt  (à),  modo  avv.  =  a  menadito, 

benissimo,  con  precisione. 

1)  àndti  à  tnènàdìt  =  diciamo  per 
iron.  degli  orologi  i  quali  non  segnano 
le  ore,  se  gli  indici  non  son  mossi 
colla  punta  del  dito. 
mènàdòra,  s.  f  =  menatoio:  stram,  per 
dimenare.  Vedi  mena  ména. 

1)  Scalmo  :  cavicchio  nella  barca  a 
cui  si  appoggia  il  remo. 

2)  Vedi  menerà. 

mènàfrécc,  agg.  =  freddoloso:  chi  ha 
freddo  e  cogli  atti  suoi  mette  freddo 
agli  altri. 


men 


479 


rncii 


1)  s.  m.  -  pappafredda  :  chi  non  si 
accalora  mai  di  nulla,  e  anzi  spegne 
l'entusiasmo  altra! . 

menala,  v.  att.  =  rimenarla,  rimestarla  ; 
seguitare  a  battere  sullo  stesso  argo- 
mento, specialm.  se  fastidioso. 

mènapólt,  .s.  m.  =  appaitene,  faccendone, 
intrigante:  di  chi  ama  inframmettersi 
negli  affari  altrui. 

iiiènàrdst,  s.  m.  =  girarrosto:  arnese 
-  da  cucina  che,  caricato,  fa  girar  lo 
spiede. 

menàsción,  s.  m.  =  manesco  :  facile  a 
menar  le  mani. 

luènàtoròn,  s.  m.  appaitene,  faccendone. 
Tedi  'mènàpóIt. 

mènda ,    s.  f.  =  rimendatura,  rimendo. 

menda;  v.  att.  =  rimendare ,  rammen- 
dare :  ricucire  strappi  senza  lasciarne 
traccia. 

niendàda,  .<?.  f.  =  rimendatura,  rammen- 
datura: r  operazione  del  rimendare; 
chi  glie  femm  dna  bela  niendàda  e  se 
cognosà  pii  nàgòtt  =  qui  ci  facciamo 
una  bella  rammendatura  e  non  si  ca- 
pisce più  dove  sia  lo  strappo. 

meudàdura,  s.  f.  =  rimendo  :  la  rimen- 
datura special,  eseguita. 

mendéra,  s.  f.  =  rimendatora,  rammen- 
datrice :  donna  che  per  mestiere  ram- 
menda. 

mendica;  *  v.  att.  =  mendicarje  :  nel  senso 
figurato  di  mendicar  scuse,  ragioni, 
pretesti. 

mendosà,  t.  att.  =  sfrinzellare  :  far  ram- 
mendi malfatti. 

Menegrliin,  .9.  m.  =  Meneghino  :  la  ma- 
schera milanese  e  il  nostro  dialetto. 

menegrhina,  s.  f.  =  zombata,  rivellino  : 
percossa  forte  e  sonante;  ed  anche  forte 
rabbuffo. 

1)  l'à  tòlt  sii  òna  bòna  meneghina 
=  ne  toccò  delle  buone  ;  di  busse. 

2)  dàgh  là  meneghina  à  viln  =  soi'- 
bare,  Borbottare  uno  :  dargli  delle  botte, 

menèmàn,  avv.  =  pressoché,    quasi  :  l'è 

menemàn  vòra   de   disnà   =    è    quasi 

l'ora  di  pranzo. 
mèner,  s.  m.  =  randello:   serve  a  serrar 

bene  le  funi  colle    quali    si    legano  le 

some. 

1)  nièner  déla  tromba  =  menatoio. 
Anche:  niàuich  déla  trómba. 

2)  Bastone  :  quello  con  cui  si  fa  gi- 
rare la  morsa. 

menerà  0  mènàdùra,  s.  f.  =  aspo,  an- 


naspo :  strumento  per  formarvi  lo  ma- 
tasse del  filo;  e  specialm.  il  manico  di 
tali  strumenti. 

1)  Chiave,  T.  delle   arti  e  mestieri. 

2)  Cavigliatoio.  T.  dei  tintori. 
menescàlcli,  s.  m.   =    maniscalco.  Vedi 

màniscàlch,  * 

menéstra,  s.  f.  =  minestra.  Vedi  mi- 
nestra. * 

menestrà ,  menestree  ,  menestrìna. 
Vedi  minestra,  ecc. 

menisc,  s.  m.  =  piastriccio,  poltiniccio: 
sudicio,  specialm.  in  cucina  quando  si 
versano  untumi. 

1)  Fig.  nel  senso  di   mànèg'.  Vedi. 

menomai,  *  esci.  =  meno  male  :  sentendo 
un  fatto  che  compensa  altre  cose  brutte; 
menomai  !  àlmén  ti  te  glie  see  =  meno 
male  !  almeno  tu  ci  sei. 

mensa,  s.  f.  =  altare  :  il  parallelepipedo 
che  costituisce  l'altare  nelle   chiese. 

mensìòn,*  s.  f.  =  menzione:  il  rammen- 
tare; nome  che  si  fa  di  pors.  0  cosa; 
l'ha  nànca  faa  mension  de  ti  =  non 
fece  neppur  menzione  di  te:  non  ti  ha 
neppui'  nominato. 

1)  Attestato  che  ha  signific.  di  onore, 
di  premio  a  esposizione,  nella  scuola,  ecc. 

mensionà,*«'.  att.  =  menzionare,  far  men- 
zione, rammentare:  il  nominare  che  si 
fa  una  pers.  0  cosa. 

ment,  s.  f.  =  mente  :  la  facoltà  che  dà 
all'uomo  il  pensiero. 

1)  pàsà  per  là  ment  »  passare  per  la 
mente;  pensare,  fantasticare. 

2)  vègh  in  ìuent  =  avere  a  mente,  ri- 
cordare, ed  anche  :  avere  in  mente, 
cioè  nell'idea,  nel  proposito. 

3)  àndà  foRÙra  de  ment  =  cader  di 
mente,  partirsi  dalla  mente,  dimenti- 
carsene: ci  ms  va  mai  fceùra  déla 
ment  =  non  mi  si  parte  dalla  mento 
mai. 

4)  fa  on  Glint  à  ment  =  faro  un 
conto  a  mente:  non  colla  penna. 

5)  mètes  ben  in  ment  =  ficcarsi  in 
mente  :  fare  in  modo  di  ricordarsene 
per  un  pezzo  0  sempre. 

6)  impara.,  di  sii  à  'tnent  =  imparare, 
dire  a  mente,  a   memoria. 

7)  di  sii  qul'll  che  ven  in  là  ment  = 
dire  quel  che  viene  alla  bocca  :  parlare 
senza  riflessione,  a  casaccio. 

8)  vegni  in  ment  =  venire,    presen- 


iiieu 


—  480 


iiier 


tarsi  alla  mente:  di  cosa  di   cui  ci  si 
ricorda. 

9)  fa  à  meni  =  por  mente  ;  prestare, 
volgere  l'attenzione. 

10)  tegni  à  meni  =  tenere  in  mente  ; 
ricordare. 

luéiita,  s.  f.  =  menta  :    pianta   odorifera 

di  più   specie,  e  1'  estratto   che   se  ne 

ricava. 

1)  ménta  éàlvàdega  =  mentasti'O. 
mentàl,   agg.    =  mentale  :    della   mente. 

Usato  specialm.  come  T.  med, 
iiientàlmént,  avv.  =  mentalmente  :  colla 

mente,  non  colla  parola,  non  nel  fatto. 
mente  dèi,  (vèss  in)  =  essere  nella  mente 

di  Dio:  cioè  non  ancora   nati.  Dal  lat. 
luénter,  am.  =  mentre,  in  questo  tempo 

che,  intanto  che.   Usa  meglio  intànta 

che. 

1)  ménter  che  =  mentre  che,  dove, 
dovecchè,  avversativa  ;  el  vceur  che  'l 
mhia  à  spàéé  nienter  che  el  me  fa 
sémper  inrabì  =  vuol  che  lo  conduca 
a  passeggio,  mentre  che  mi  fa  sempre 
ammattire. 

2)  ménter  che  =  purché  ;  nd  éont 
proni  à  vegnì  ménter  che  te  me  àélcUret 
che  èe  torna  indree  prèét  =  io  son  pronto 
a  venire,  pui'chè  tu  m'  assicuri  che  si 
ritorna  presto. 

meutìn,  s.  m.  =  zuccherino  di  menta. 
meuuder,    agg.   =  minuto,    piccolissimo. 
Al  femai.  meuudra. 

1)  Di  corpi  viventi,  sottile,  tenue, 
esile,  mingherlino. 

2)  Avv.  minutamente;  tridà  men&der 
=  triturare,  tritare  minutamente. 

3)  guarda  de  tnenUder  =  guardare  a 
minuto,  per  la  minuta  a  fondo  e  in  tutti 
i  particolari,  sottilmente. 

4)  càffà  de  menÈder  =  stillar  sottile: 
modo  volgare  che  si  dice  di  chi  sta  sul 
tirato  e  spende  poco. 

5)  i  mentìder  =  biade  minute,  biade 
baccelline:  nome  collettivo  di  quei  ce- 
reali che  si  coltivano  e  maturano  nei 
campi  dopo  mietuto  il  grano. 

lueniidràìa,  s.  f.  =  minutaglia,  minutame, 
spicciolame:  una  certa  quantità  di  cose 
minute,  spicciole;  ha  sempre  signif.  un 
po'  spregiativo. 

inenfìs,  s.  m.  pi.  =  rigaglie,  fegatini:  le 
interiora  dei  polli. 

meopàtich;  agg.  =  omeopatico  :  che  ap- 
partiene alla   omeopatia  e  quindi   per 


estensione  tutto  ciò  che  si  mangia  e 
si  beve  in  dosi    piccolissime,  minime. 

meràvìlia,  s.  f.  =  maraviglia.  Vedi  mà- 
ràvìlia. 

lueràyilià,  v.  att.  =  maravigliare:  ecci- 
tare la  maraviglia. 

meràvilìòs,  agg.  =  maraviglioso,  che  eccita 
la  maraviglia. 

inercaa,  s.  m.  =  mercato:  radunanza  di 
molta  gente  in  un  luogo  particolare  per 
vendere  e  comperare  grani,  buoi,  casta- 
gne, ecc.,  e  il  luogo  dove  si  raduna. 

1)  à  bòn  mercaa  =  a  buon  mercato: 
si  dice  del  compratore  che  paga  la  merce 
un  prezzo  basso  o  per  lui  conveniente. 

2)  à  étràscia  mercaa  =  a  buonissimo 
mercato;  di  chi  vende  la  merce  gua- 
daguando  pochissimo. 

3)  dò  dòmi  e  on'dea  fan  on  mercaa 
=  tre  donne  fanno  una  fiera  e  due  un 
mercato;  oppure,  tre  donne  e  un  pollo 
fanno  un  mercato,  ed  anche  :  due  donne 
e  un  gatto  e  il  mercato  è  beli'  è  fatto; 
perchè  ciarlano  e  quistionano. 

inercànt,  s.  m.  =  mercante:  chi  compra 
e  rivende  cose  di  uso  comune  per  com- 
modo altrui  e  per  suo  proprio  guadagno. 

1)  mercànt  de  vìn  =  mercante  di  vino, 
vinattiere:  chi  rivende  vino  al  minuto. 

2)  mercànt  d-.  gran  =  granai  uolo  : 
chi  rivende  grani. 

3)  Pannaiuolo,  fondacaio:  chi  vende 
a  ritaglio  panni  e  drappi.  Anche:  mer- 
cànt de  bràéé. 

4)  mercànt  de  àèda,  de  tìla  =  se- 
taiuolo, telamelo. 

5)  mercànt  de  mèle  =  merciaiolo. 
Vedi  niercàntell. 

6)  fa  orègia  de  mercànt  =  fai'e  orec- 
chie da,  0  orecchi  di  mercante:  far  vi- 
sta di  non  sentire. 

7)  giiigà  ài  mercànt  in  fera  =  giuo- 
care  al  mercante  alla  fiera  specie  di 
giuoco  che  si  fa  colle  carte  e  per  lo  più 
in  numerosa  brigata. 

mercanta,  s.  f.  =  mercantessa  :  moglie 
del  mercante  e  donna  che  esercita  la 
mercatura.  j! 

mercanta,   o    mercàntegrià,   ».   att.  =  ^1 
mercatare,  mercantare,  contrattare  ;  sti- 
racchiare il  prezzo  di  checchessia. 

mercàntèll,  s.  m.  =  merciaiuolo,  spil- 
lettaio,  mereiaio:  chi  vende  tutte  le  cose 
minute  che  occorrono  o  ai  sarti  o  alle 
donne  per  cucire,  come  aghi,  refe,  co-j 
tene,  bottoni  e  sim. 


iiier 


—  481  - 


mes 


1)  botèga  de  mercàntèll  =  merceria, 
la  bottega  del  mereiaio. 

luercànsia,  s.  f.  =  mercanzia,  merce:  quel 
che  si  mercanteggia. 

luercàutìl,  agg.  =  mercantilo:  ohe  si  ri- 
ferisce al  commercio. 

]  )  Di  regione,  città.  Stato  e  sim.  dove 
lìorisce  il  commercio. 

luèrcoldì  ed  anche  mercoledì,*  s.  m.  = 
mercoledi:  il  terzo  giorno  della  setti- 
mana. 

mercuri,  s.  nt.  =  mercurio,  1'  argento 
vivo:  corpo  semplice,  metallico  fluido, 
volatile. 

merciiriàl,  agg.  =  mercuriale  :  dove  ea- 
tra  il  mercurio. 

merda,  s.  f.  =  merda:  gli  escrementi.  T. 
triviale  anche  nel  dialetto. 

mèrdàda,  s.  /!  =  cacata.  Vedi  càg^àda. 

nièrdee,  s.  m.  =  merdaio  :  luogo  pieno 
di  escrementi,  e  fig.  ogni  cosa  o  luogo 
straordinariamente  lordi. 

l)  Culo,  deretano  ;  specialm.  se  di 
dimensioni  più  grosse  dell' ordinario. 

merémur,  s.  in.  =  tieniamente,  lezione, 
ramanzina  :  una  sgridata  abbastanza 
aspra  :  dal  latino. 

meresgriàna,  s.  /'.  =  una  finestrata  di 
sole.  A'oce  popolanesca  e  quasi  morta. 

iueresg:iàn,  s.  m.  =  petonciano,  melan- 
zana ;  solanuni  insammi  =  pianta  er- 
bacea che  fa  un  frutto  come  una  spe- 
cie di  zucchetto,  di  buccia  'paonazza,  e 
il  frutto  stesso. 

Mèrica,  s.  f.  =  America.  Vedi  America. 
Si  usa  specialm.  se  preceduto  da  prep. 
che  terminano  per  conson,  ;  vès.%  ància 
in  Me  ricci  =  essere,  andare  in  America. 

meridiana,  s.  f.  =  meridiana,  gnomone  : 
orologio  solare. 

meridional,  agg.  =  meridionale  :  delle 
parti  di  mezzogiorno,  del  sud. 

1)  Colle  qualità  o  i  difotti  della  gente 
0  dei  paesi  del  mezzogiorno  ;  el  g'  ha 
')na  proaumia,  ineridioncìl  -  lia  una 
pronuncia  meridionale. 

merinos,  s.  m.  =  merino  :  sorta  di  lana 
tolta  da  una  sorta  di  pecore  spagnuole, 
molto  pregiata.  Dallo  siìagnnolo  merinos. 

mèrit,  s.  m.  =  mei-ito  :  qualità  ohe  ci 
fa  degni  di  stima  e  di  rispetto. 

1)  Ragione,  sostanza  di  una  causa  ; 
entrà^  pària  in  inerii  de...  =  entrare, 
parlare  in  merito  a... 

2)  !ièn!ici  mèrit  =  imnieiùtamcnte  ; 
senza  ragione  o  merito. 


3)  vegnt  ài  mérit  de  =  venire  al 
punto,  al  termine  di.... 

inerita,  v.  att.  =  meritare  ;  aver  merito, 
essere  «meritevole  di... 

ineritèvol,*  agg.  =  meritevole  :  che  si 
merita,  che  ha  meriti. 

mèrla  (i  trii  dì  déla),  =  i  tre  ultimi 
giorni  di  gennaio,  che  per  ordinario 
sogliono  essere  freddissimi.  Perchè  si 
chiamino  cosi  dal  nostro  popolo  è  in- 
certo. 

merlàda,  s.  f.  =  scempiaggine,  impru- 
denza ;  azione  fatta  senza  riflettere 
prima. 

merli  (cipeli),  =  maramao. 

merlo,  s.  m.  =  merlo  :  uccello  della  fa- 
miglia dei  tordi. 

1)  canta  c()me  on  mèrlo  =  cantare  a 
distesa. 

2)  mèrlo  àcciuiroìil  =  Vedi  màrtìu 
pescò. 

3)  Noi  lo  diciamo  ad  uà  uomo  sciocco, 
semplicione,  babbeo  ;  va  là  che  te  éee 
on  gran  mèrlo  =  va  la  che  sei  un  gran 
scempio  ;  mentre  i  Toscani  lo  dicono 
di  persona  assai  maliziosa  o  furba. 

mèrlòtt,  s.  m.  =  merlotto  ;  accrescit.  di 
merlo . 

1)  Fig.  minchione,  grullo,  sempli- 
ciotto. 

merliiss,  s.  m.  =  merluzzo  ;  sorta  di  pe- 
sce di  mare  che  i  Toscani  volgami, 
chiamano  baccalà. 

merliisàtt,  s.  m.  =  baccalario  ;  venditore 
di  baccalà  o  di  merluzzo, 

mersa,  s.  f.  =  marza,  messa  :  tralcio  di 
vite  novella. 

mes,  s.  m.  =  mese  :  la  dodicesima  parto 
di  un  anno,  di  trenta  o  trentun  giorni 
ciascuna,  salvo  febbraio  che  ne  ha  ven- 
totto  e  negli  anni  bisestili  ventinove. 

1)  l'ànn  del  clilil  e  7  mes  del  mài  = 
il  giorno  di  San  Bellino;  per  significare 
un  termine  di  tempo  che  non  giunge 
mai  e  non  può  giungerò. 

2)  te  glie  rniés  nneuv  mes  à  nà-àé  !  = 
Roma  (o  il  mondo)  non  fu  fatta  in  un 
giorno  !  Ci  vuole  il  suo  tempo  a  faro 
ogni  cosa. 

Illésa,  s.  f.  =  messa  :  il  sacrifizio  che  of- 
feriscono i  sacerdoti  cattolici. 

1)  mèèa  bà-sa,  mèéa  càntàda  =  messa 
piana,  messa  cantata  ;  mésa  grdnda  = 
messa  grande  ;  quella  cantata  ;  mè^a 
noeùva  =  messa  novella  :  la  prima  messa 
che  dice  chi  si  fa  sacerdote. 


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2)  vegnì  fceùra  là  nièéa  =  entrare  la 
messa. 

8)  èonà  mesa  =  toccheggiare,  sonare 
a  messa. 

4)  tàctL  èil  là  m^m  =  bruciare,  sa- 
lare la  messa  ;  non  andarci  per  quel 
giorno  ;  pèrd  mèéa  =  perder  la  messa, 
non  arrivare  in  tempo  a  sentirla. 

5)  àndà,  àndà  minga  à  mesa  =  an- 
dare, non  andare  alla  messa,  essere  o 
uo  buon  cattolico. 

6)  sbaglia  tinca  7  prct  à  di  rn^sa  = 
sbaglia  il  prete  all'altare  e  il  contadino 
all'aratro;  tutti  sono  soggetti  a  sba- 
gliare. 

7)  èénsa  dànee  i  pret  eànten  minga 
mHa  =  senza  danaro  nulla  si  fa,  bisogna 
ungere  per  mungere. 

8)  g'hoo  minga  levaa  là  mèèa  =  non 
gli  sarà  caduto  uno  spicchio  di  croce; 
non  ho  poi  fatto  cosa  per  cui  si  debba 
offendere  tanto. 

mésa,  s.  f.  =  messa,  posta  :  quel  danaro 
che  ognuno  mette  per  una  giuocata. 

1)  Acchito  :  la  posizione  della  palla 
0  del  pallino  quando  uno  si  è  acchi- 
tato  nel  giuoco  del  biliardo. 

ines>à<la,  s.  f.  =  mesata  :  salaiio,  stipen- 
dio di  un  mese. 

mèsàl,  8.  m.  =  messale  :  il  grande  libro 
in  cui  il  sacerdote  legge  la  messa,  e 
])er  simil.  qualunque  altro  librone  di 
grande  formato. 

mèsàlàna,  s.  f.  =  mezzalana:  panno  or- 
dinario di  lana  e  cotone  o  lana  e  filo. 

inèsàlira,  s.  j.  =  mezza  libbra  :  pane 
di  mezza  libra  o  403  grammi.  Vaio 
quanto  dir  mica.  Tedi. 

«lèsàluna,  s.  f.  =  lunetta,  arco:  apertura 
semicircolare  che  è  invece  dell'  aj.'chì- 
trave  in  alcune  porte,  dette  «  arcate.  » 
Vedi  lììnèta,  1). 

1)  lunetta,  mezzaluna  :  coltello  in 
forma  di  mezzaluna,  con  due  manichi, 
per  tagliare,  tritare  carne  o  altro  sul 
tagliere. 

mèsàn,  agg.  =  mezzano  :  di  mezza  o  me- 
diocre qualità  0  statura. 

mèsàiièll,  agg.  =  mezzanotte  :  dimin.  di 
mezzano,  indica  anche  chi  è  di  mezza 
età. 

inèsàniu,  s.  m.  =  mezzanino  :  piano  di 
una  casa  di  mezzo  tra  il  nobile  e  il 
superiore  o  tra  il  pianterreno  e  il  no- 
bile. 

1)  fìtà  i  mèsànitt  =  dar  nelle  giran- 


dole, nelle  girelle,  impazzire.  Anche  : 
mancare  ad  uno  più.  d'un  venerdì;  di 
chi  non  è  veramente  pazzo,  ma  fa  cose 
con  poco  criterio  e  strane. 

mèsànòtt,*  s.  f.  =  mezzanotte:  il  punto 
fra  una  metà  e  l'altra  della  notte  ossia 
l'ora  0,  e,  secondo  il  modo  di  contare 
le  ore  che  si  teneva  prima,  la  12*  ora 
di  notte.  Il  modo  nuovo  però  dura  fa- 
tica a  divenir  popolare. 

mèsàrìa,  s.  f.  =  il  mezzo  :  la  linea  che 
separa  in  due  parti  uguali  una  su- 
perficie. 

1)  Mezzeria,  mezzadria:  il  lasciare 
al  contadino  da  coltivare  il  campo  fa- 
cendo a  metà  della  raccolta. 

mèsàsoeùla ,  s.  /".  =  mezza  piantella, 
mezza  suola.  T.  dei  calz.  :  la  suola  ri- 
messa alle  scarpe. 

luèsàtiuta,  s.  f.  =  mezzatinta:  colore 
tra  il  chiaro  e  l'oscuro. 

mèsbàstòn,  s.  m.  =  sponderola  a  baston- 
cino :  specie  di  pialla  col  taglio  a  mezzo 
cerchio;  ma  pili  piccola  della  sponde- 
rola a  bastoni. 

mès'c,  agg.  =  mescolo,  mescolato,  mi- 
schio, mischiato. 

mescliìn,  agg.  =  meschino,  poveretto: 
povero  di  stato  o  di  spirito. 

1)  Esile,  gracile  :  di  chi  ha  comples- 
sione molto  debole. 

mes'cià,  ^'.  alt.  =  mescolare,  mischiare  : 
mettere  insieme,  confondendole,  cose 
diverse. 

1)  meà'eiti  i  cari  =  mescolare  le 
carte,  scozzarle. 

2)  mes'eiàèé  =  accomunarsi:  mesco- 
lai'si  con  persone  di  diverso  ceto  come 
se  fossero  pari. 

mes'ciàda,  s.  f.  =  mescolata,  mescola- 
mento :  il  mescolare  e  l'atto  del  me- 
scolare. 

mes'ciòss,  s.  m.  =  miscuglio,  mescuglio  : 
l'effetto  del  mescugliare,  cioè  fare  un 
cattivo  mescuglio. 

méscola,  s.  /.  =  mestola,  romaiolo  :  ar- 
nese da  cucina  per  prender  liquidi. 

m^sedà,  V.  alt.  =  mestare,  tramestare  : 
mescolare,  dimenando  col  mestolo,  o 
con  altro. 

1)  dai.,  tira,  mòla,  meéeda  =  dagli, 
picchia,  risuona,  martella.  Anche  :  da- 
gli oggi,  dagli  domani.  Cioè:  tenta  e 
ritenta. 

mesee,  s.  m.  =  nonno,  avolo:  il  padre 
d'uno  dei  genitori. 


mes 


483 


lues 


1)  Zazzerone  :  uomo  che    va  all'an- 
tica. 

2)  Suocero:  il   padre  della  moglie  o 
del  marito.  Disusa. 

luesèna,  s.  f.  =  mezzina  :  la  metà  di 
un  porco  salato. 

luesici;  s.  m.  =  il  messia:  spccià  'l  mesta 
=  aspettare  a  gloria  ;  con  molto  desi- 
derio. 

Illeso,  s.  m.  =  bacino,  catino  :  vaso  di 
ramo  più  grande  della  catinella  e  della 
bacinella.  Dal  latino. 


meso, 


messo, 
del 


messaggero, 
tribunale  e 


specialm.   T usciere 
messo  municipale. 

Illéso,  *  s.  m.  =  mezzo,  modo  :  troà  el 
méso  de  fa  =  trovare  il  mezzo,  il  modo 
di  faro  ;  no  gli  e  mèso  =  non  c'è  mezzo, 
non  c'è  modo  :  è  impossibile. 

1)  i  mesi  =  i  mezzi  ;  i  mezzi  finan- 
ziari, il  danaro,  il  patrimonio  :  el  vo- 
rèva  ància  à  Roma,  ma  \l  g' aveva 
minga  i  mési  =  voleva  andare  a  Roma 
ma  non  aveva  i  mezzi. 

iiicsola,  s.  f.  =  mensola.  T.  d'archit.  : 
sostegno  di  trave,  cornice  o  altro  che 
.sporga  dalla  parete. 

1)  Beccatello  :  mensole  o  peducci  o 
regoli  di  legno  confitti  nel  mnvo  per 
reggere  a  traverso  assi  sulle  quali  si 
posano  alcuni  utensili  della  cucina,  che 
non  si  possono    appendere., 

mesolèta  ora  meglio  mensoléta,  *  s.  f. 
=  beccatello.  Vedi    sopra   iiièsola,  1). 

mesolìna,  s.  f. .  =    rastrelliera  :    arnese  a 

.  regoli  dove  nella  cucina  si  tengono  le 
stoviglie. 

mèsoiisa,  s.  f.  =  ganascino  :  quando  si 
fa  sulla  guancia  tanaglia   delle  dita. 

mèsòra,  s.  f.  =  falcinola:  falce  da  mie- 
tere 0  messoria. 

inèss,  agg.  =  mezzo.  Fomm.  luèsa:  una 
delle  parti  divise  ugualmente,  ed  anche 
parte  che  s'avvicini  alla  metà. 

1)  vièss  éàòr,  mèés  briisaa,  mèss 
còtt^  mèss  ynòrt  =  mezzo  sapore,  mezzo 
abbruciato,  gaascotto,  mezzo  morto  : 
indica  che  s'avvicina  ad  essere  quel 
che  si  dico. 

2)  tness  busi  =  mezzo  busto:  colla 
testa  e  parte  del  petto,  senza   braccia. 

3)  mèés  dì  =  mezzogiorno  :  il  punto 
ohe  segna  la  metà  del  giorno,  la  12» 
ora  del  giorno. 

4)  mèss  moRUsg    =    mezzo    moggio  : 


misura  specialm.  del  carbone.  E  fig.  : 
batufolo,  tappo  di  botte:  pers.  troppo 
piccola  in  confronto  alla  grossezza. 

6)  mése  punt  =  mezzo  punto,  punto 
scempio  :  quello  che  si  fa  non  in  croce 
sull'ordito  del  canovaccio. 

6)  mèss  sopràn  =  mezzo  soprano  :  chi 
ha  la  voce  tra  il  soprano  e  il  contralto. 

7)  mèss  méter  =  il  mezzo  metro: 
misura  lunga  50  centimetri. 

8)  mèss  tèrmiìi  =  mezzo  termine  : 
espediente. 

9)  mèss  color  =  mezzo  colore  :  colore 
di  mezzo  tra  due  colori. 

IQ)  dò  vòlt  mèss  =  due  volte  mezzo  : 
lo  stesso  che  tutto. 

11)  de  mès'etaa  =  di  mezz'età  :  fra 
i  trenta  e  i  quarant'anni  l'uomo,  la 
donna  fra  i  venticinque  e  i  trenta. 

12)  vèÉs  vièss  dolor,  mèss  àocàtt, 
nùés  spesiee  =  essere  mezzo  medico, 
mezzo  avvocato,  mezzo  farmacista;  sa- 
perne assai  di  medicina,  di  legge,  di 
farmacopea  ,  quantunque  non  se  né 
professi. 

13)  invida  à  mésa  loca  =  invitare 
a  mezza  bocca  :  per  puro  complimento, 
senza  spontaneità  d'affetto. 

14)  mésa  calsela  =  calzino  :  calza 
che  non  giunge  alla  polpa.  Fig.  :  si- 
gnor di  maggio  :  chi  vuol  far  credere 
di  esser  gran  che,  non  lo  essendo. 

15)  mésa  fèéla  =  semiferia,  mezza 
vacanza. 

16)  à  mesa  vos  =  a  mezza  voce; 
non  a  voce  distesa. 

17)  mès'òra  =  mezz'ora:  30  minuti 
primi. 

mèss,  s.  m.  =  mezzo,  metà,  centro:  termi- 
ne ugualmente  distante  da  duo  estremi. 

1)  àndà  de  mèss  =  andarne  di  mezzo, 
patirne. 

2)  là  vìa  de  mèss  =  la  via  di  mezzo  : 
il  giusto  termine. 

3)  vèss  de  mèèé  =  esserci  in  mezzo, 
entrarci,  averci  parte. 

4)  fa  à  mèss  coni  vùn  =  fare  a  mezzo, 
bottinare:  accomunare    con    alcuno. 

5)  in  mèss  à  Ulti  quèst  =  non  per 
tanto,  con  tutto  ciò. 

6)  el  piali  de  mèss  =  tramesso,  fram- 
messo :  di  pietanza  che  si  porta  a 
mezzo  pranzo.  In  senso  volg.  anche  : 
mezzano. 

7)  on  mèàà  =  un   mezzo  :  elitt.  sot- 


mes 


484  - 


luet 


tintendo  litro,  boccale  ;  vhnm  à  be- 
ven  on  mèss  ?  =  andiamo  a  berne  un 
]nezzo  ?  ;  el  paga  trii  mése  =  paga  ho 
mezzi  litri. 

8)  per  inèsé  =  per  mezzo,  col  mezzo, 
a  mezzo  :  te  màndàroo  i  searp  per 
mèÉs  del  corér  =  ti  manderò  le  scarpe 
per  mozzo  del  corriere. 
luestee,  s.  m.  =  mestiere  :  l'esercizio 
dell'aitigiano,  e  per  estensione,  qua- 
lunque lavoro  materiale  per  guadagnarsi 
la  vita,  esclusa  la  penna. 

1)  vèéé  del  meétce  =  essere  del  me- 
stiere :  conoscerlo,  saperlo  far  bene, 
ed  anche  appai'tenere  a  quella  deter- 
minata classe  di  artigiani. 

2)  lè'l  so  mestee  =  è  il  suo  mestiere  ; 
di  cosa  che  a  uno  riesco  bene,  tanto 
se  buona,  quanto  se  cattiva. 

3)  robà'l  mestee  =  levar  k  mano  : 
imparare  da  un  altro  la  sua  arto  e 
fargli  poi  concorrenza. 

4)  ofelce,  fa  'l  tò  mestee  =  ognun 
faccia  il  suo  mestiere  :  chi  esce  fuor 
del  suo  mestiere,  fa  la  zuppa  nel  pa- 
niere. 

5)  mestee  òrb  =  mestiere  lucroso, 
profittevole,  di  guadagno. 

6)  itnbroià  'l  mestee  =  guastar  la  por- 
rata. 

7)  el  mestee'  de  Fra  Fàgòtt  l'è  quell 
de  tcettès  fastidi  de  nàjòtt  =  e'  prende 
il  mondo  come  viene,  e  d'altro  non  si 
cui-a. 

8)  on  mestee  de  morì  del  sògn  =  un 
mestieruccio  di  poca  risorsa  ;  un  la- 
voro da  morir  d'inedia. 

9)  no  gli' è  gràmm  mestee  die  à  vo- 
règìi  temi  no  se  glie  vìva  adree  =  chi  ha 
un  mestiere  in  mano  non  gli  manca  un 
tozzo  di  pane  ;  chi  ha  arto  ha  parte. 
Diciamo  anche  :  ehi  g'hà  on  mestee  in 
man  no  glie  càia  un  tòeeh  de  pan. 

10)  Faccenda  :  fa  i  mestee  de  eà  = 
far  le  faccende  di  casa. 

11)  Iron.  :  l'ha  faa  on  bèli  meàtee  ! 
=  ha  fatto  un  bell'affare,  una  bella  cosa  ! 
Di  chi  commette  qualche  malestio. 

12)  Cassa  :  legai  del  telaio  che  stanno 
sospesi  0  contengono  il  pettino. 

IH)  giiigà  ài  mestee  =   fare   ai    me- 
stieri :  specie  di  giuoco  da  ragazzi  che 
devono  indovinare  dai    gesti  del  com- 
pagno a  che  mestiere  cga  accenna. 
inesteràsc,  s.    m.  =  mostioraccio  :    me- 


stiere ordinario,  grossolano  ;  meàteràse 
dàneràse  =  mestiere  grosso,  danari 
molti  ;  mestiere  poco  fine  è  una  ma- 
gona. 

luestìerànt,  *  =  mestierante  :  chi  eser- 
cita una  professione  nobile  come  fosse 
un  mestiere. 

mestirolìii ,  s.  m.  =  mestieruccio  :  dim. 
di  mestee  special,  nel  signif.  10)  di 
faccenda  douiestica. 

mestiiràj  ».  att.  =  mescolare,  mischiare. 
Vedi  nies'cià. 

luesura,  s.  /.  =  misura.  Vedi  misura, 
che  oggi  l'ha  quasi  interamente  sosti- 
tuito. 

mèta,  s.  f.  =  tariffa,  calmiere  :  il  limite 
stabilito  dall'autorità  al  prezzo  di  al- 
cuno derrate.  Dallo  spagnuolo  mida. 
1)  dà,  fa  là  meta  =  criticare:  tagliare 
i  panni  addosso. 

metà,  s.  f.  =  metà  :  famigliarmente  la 
moglie. 

metaa,  s.  f.  =  metà,  mozzo:  il  termine 
equidistante  da  due  punti. 

1)  à  metaa  strada  =  a  mezza,  a 
metà  strada  ;  à  metaa  del  viàgg  =  nel 
mezzo  del  cammino. 

2)  là  metaa  di  dànee,  dèla  ròba  e 
sim.  =  la  metà  dei  danari,  della  roba 
e  sim. 

B)  fa  à  metaa  =  fare  a  mezzo:  di- 
vidersi la  roba  metà  per  ciascuno;  ac- 
comunare la  roba. 

4)  ilànee  e  pecaa,  metaa  dèla  metaa 
=  quattrini  e  sanità,  metà  della  metà  : 
non  è  a  credere  a  quanto  si  dice. 

5)  dà  vìa  i  bèsti  à  metaa  =  dare  a 
soccida  e  a  socoio  :  dare  il  bestiame  a 
mezzo  guadagno  e  a  mezza  perdita  a 
chi  lo  custodisca  o  cresca. 

6)  Metadella:  misura  disusata,  che 
serviva  per  cose  solide;  come  grani, 
castague,  e  sim.;  corrispondeva  alla  se- 
dicesima parte  dello  staio. 

mètàdòr,  s-  m.  =  criticone.  Sor  Appun- 
tino :  uno  che  trova  sempre  da  ri- 
diro. 

metàfora,  *•.  /'.  =  metafora:  figura  ret- 
torica  che  è  una  similitudine  abbre- 
viata. 

1)  pària  in  metàfora  =  parlare  ve- 
lato 0  allegorico,  perchè  non  intenda 
che  chi  deve  intendere. 

metàll,  s.  m.  =  metallo:  sostanza  mi- 
noralo semplice.  I  più  noti  sono:  Z'òr, 
l'àrgènt,  el  fèr.  el  ràmm,  el  mercùri. 


met 


-  485  - 


inet 


el  piòinb,  el  stàgn  =  l'oro,  l'argento, 
il  ferro,  il  rcime,  il  mercurio,  il  piombo, 
lo  stagQO. 

metamorfosi,  s.  f.  =  metamorfosi;  tras- 
formazione. 

mète^h,  v.  att.  =  pensarci,  indugiare  : 
ghe  ììièti  minga  tant  à  clàgh  on  piign 
=  non  ci  penso  molto  a  dargli  un  pugno. 

1)  mètegh  nò  sii  ne  sai  ne  péver  = 
non  mettervi  ne  sale, ^ né  pepe:  far 
presto  qualche  cosa    senza    riflessione. 

2)  Impiegare,  consumare:  el  dirètt 
de  Mildn  à  Róma  el  ghe  mctt  trèdes 
or  =  il  diretto  da  Milano  a  Roma  im- 
piega tredici  ore. 

metèmm!  =  per   ipotesi,  supponiamo. 

mèter,  s.  m.  =  metro  :  unità  di  misura 
di  lunghezza. 

méter,  s.  m.  =  padrone,  principale  :  il 
capo  del  negozio,  dell'uffìzio.  Dal  fran- 
cese: maitre. 

metes  e  métes  àdree,  r.  rifl.  =  porsi, 
mettersi,  accingersi  :  incominciare  a  fare 
una  cosa:  el  s'è  oniss  de  bòna  voeùia 
à  studiti  =  s'accinse  di  buona  voglia 
a  studiare;  quand  l'è  che  te  se  niètet 
àdree  à  fa  éto  doer  ?  =  quando  ti  metti, 
incominci  a  fare  questo  tuo  compito?; 
mètes  à  pioeiw,  à  floeà  =  incominciaro 
a  piovere,  a  nevicare. 

1)  mètes  già  =  porsi  a  lotto:  di  chi 
si  alletta  per  malattia  Del  tempo  di- 
ciamo :  el  se  mètt  gio,  quando  ci  pare 
ohe  la   pioggia   debba  durare  a  lungo. 

2)  vìèies  =  acchitarsi.  T.  di  giuoco 
del  biliardo  :  mandare  colle  stecca  la 
palla  in  un  punto  del  biliardo  a  pia- 
cere, acciocché  l'avversario    la    batta. 

metìcolòs,  *  agg.  meticoloso:  di  per- 
sona che  osserva  tutto  con  troppa  sot- 
tigliezza. 

métod,  s.  m.  =  metodo,  sistema  :  modo 
di  dire  o  di  fare  una  cosa  con  ordi- 
nate regole. 

1)  Abitudine,  costumanza  :  regolarità 
negli  atti. 

2)  Libro  in  cui  sono  alternate  le  re- 
gole agli  esercizi. 

metddicli,  agg.  =  metodico  ,  ordinato , 
abitudinario.  Vedi,   àbitudin. 

métrìch,  agg.  =  metrico:  da  metro. 

metropolitana,  *  .s.  f.  =  chiesa  metro- 
politana, cattedrale  :  la  chiesa  princi- 
pale della  città. 

mètt,  r.  att.  =  mettere,  porre:  dare  un 
l)Osto  in  genero. 


1)  Contribuire  colla  propria  quota 
alla  massa  del  capitale  :  el  me  sìo  el 
ghe  mètt  'vintmUa  franeh  =  mio  zio 
mette  ventimila  franchi. 

2)  Assegnare  il  prezzo  di  un  lavoro 
0  di  una  merce  ;  àio  veétii  ghe'l  mètt 
àpèna  quaranta  franeh  =  codesto  ve- 
stito glielo  metto  appena  quaranta  lire. 

3)  Stabilire,  imporre:  tpà^<  viij  mèti 
mi  =  i  patti  li  voglio  mettere  io  ;  el 
me  mètt  di  condision  imposibil  =  mi 
mette  condizioni  impossibili. 

4)  Produrre,  far  nascere  ;  el  me  mètt 
dna  gran  sudiéiòn  =  mi  mette  una 
gran  soggezione  ;  el  g'hà  metiiii  dna 
paura  màlàrbèta  =  gli  ha  messo  una 
paura   maledetta. 

5)  Cominciare  a  nascere;  mètt  ident, 
i  barbls  =  mettere  i  denti,  i  baffi; 
mètt  pànscia  =  metter  pancia. 

6)  Comunicare,  dare,  sboccare;  là 
étràda  che  mètt  in  piàsa  =  la  strada 
che  motte,  che  sbocca  in  piazza. 

7)  Supporre,  immaginare. 

8)  mètt'àcqua  .siti  faugh  =  mettere 
acqua  sul  foco;    mitigare    l'ira   altrui. 

y)  mètt  insèma  =  mettere  insieme 
e  assieme:  unire,  connettere,  accop- 
piare. Anche  :  mescolare,  raccogliere, 
accumulare. 

10)  mètt  à  botéga  =  allogare,  mandare 
a  bottega,  a  mestiere. 

11)  mètt  on  fóndo  à  gran,  à  vit  e 
sim.  =  mettere  un  campo  a  grano,  a 
viti,  e  sim.  ;  coltivarlo  in  quel  genere. 

12)  mètt  in  étràda  =  mettere  in  una 
strada:  abbandonare  senza  mezzi  di 
sussistenza,  rovinare. 

13)  mètt  pè  in  d'on  éit  =  mettere 
il  piede  in  un  posto:  andarci. 

14)  mètt  sii  cà  =  metter  su  casa; 
piantar  casa  :  allogarsi  in  casa  pro- 
pria. 

15)  mètt  .iil  botéga  =  metter  su  bot- 
tega :  aprirla. 

16)  mètt  sii  =  indossare  :  di  vestiti  ; 
mettere,  di  cappelli. 

17)  ììiètt  éii  =  metter  su,  aizzare, 
incitare  contro  qualcuno. 

18)  mètt  éii  =  scommettere,  caricare 
la  posta  in  un  gioco. 

19)  mètt  éii  =  arrestare,  mettere  in 
prigione. 

20)  mètt  éii  i  punt  di  càU-ett  =  in- 
cominciare lo  calze,  metterle    in  ferri. 


met 


—  486 


21  niètt  éii  'l  éucher,  el  jKver,  el 
saa,  e  sim.  =  aspergere  di  zucchero, 
di  pepe,  di  sale.  Invece:  niètegh  el  su- 
cher,  el  pécer,  el  saa  =  vuol  dire  inzuc- 
cherare, impepare,  insalare,  cioè  far 
penetrare  nell'interno  lo  zucchero,  il 
pepe,  il  sale.  In  questo  significato  di- 
ciamo anche  :  insiieherà  ,  impevert , 
salti. 

22)  mètt  èii  i  veder,  i  ant,  l'antiport 
=  ingangherare  le  invetriate,  gli  scuri, 
l'uscio. 

2'i)  mètt  gi3  =  metter  giù,  posare, 
adagiare.  Anche  :  quietare ,  rendere 
meno  adirato.  Ed  anche:  aver  recapito; 
di  corriere,  procacci,  e  sim, 

24)  mètt  già  tàola  =  apparecchiare 
la  tavola. 

25)  mètt  gio  inVàsee,  in  del  spirit 
e  sùn.  =  acconciare  in  aceto,  nello  spi- 
rito, e  sim.  :  di  funghi,  cipollette,  fagio- 
lini, peperoni,  marasche,  ciliege  e  sim. 

26)  mètt  gid  el  làorà  =  deporre,  ces- 
sare il  lavoro  :  smettere  di  lavorare. 

27)  mètt  già  =  seminare,  piantare; 
hoo  miss  gid  on  giràni  e  dna  ròsa  = 
ho  piantato  un  geranio  e  una  rosa; 
hoo  miàà  gid  el  bàsilich  e  7  timm  = 
ho  seminato  il  basilico  e  il  timo. 

28)  mètt  càrdia  =  metter  su,  metter 
carrozza  :  acquistarla  cominciare  ad 
averla. 

29)  mètt  =  mettere,  apporre  :  della 
firma  o  del  sigillo  che  si  mette  in  fine 
di  una  scrittura  :  hoo  miàs  là  mìa 
firma  àia  procura  =  apposi  la  mia 
firma  all'atto  di  procura. 

30)  mètt  =  impiegare:  applicare  cosa 
0  persona  a  tale  o  tal  altro  uso  o  ser- 
vizio :  el  mèli  ài  banch  =  l'impiego  al 
banco;  el  me  ficeu  foo  ciint  de  mètel 
in  di  fèrovij  =  mio  figlio  fo  conto  di 
impiegarlo  nelle  strade  ferrate. 

31)  de  mètt  =  da  mettersi:  da  do- 
versi mettere;  Ve  'l  vestii  de  mètt  Ma 
fèsta  =  è  il  vestito  da  mettersi  alla 
festa;  l'è  on  bisgiò  de  mètt  éiil  tdol 
in  sala  =  è  un  ninnolo  da  mettersi 
sul  tavolo  in  salotto. 

82)  de  toeu  e  de  mètt  =  da  levare  e 
mettere  ;  di  infissi  che  siano  movibili. 

33)  métes  cont  vun  =  mettersi  con 
uno  :  a  repentaglio,  a  lite,  a  contrasto, 
a  paragone. 

31)  Indossare,  vestire  :  métes  i  écarp, 
i  càléètt,  el  càpèll,  i  ogiaa  =  mettersi 


le  scarpe,  le  calze,  il   cappello,  gli  oc- 
chiali. 

35)  mètt  dènter  =  a)  accludere  :  chiu- 
der dentro,  se  si  tratta  di  una' lettera 
0  plico  che  si  chiuda  in  altra  lettera 
0  plico  ;  b)  metter  dentro,  se  si  tratta 
di  qualunque  altra  cosa  che  si  chiuda 
in  un'altra;  e)  arrestare,  imprigionare  ; 
se  si  tratta  di  pers.  che  si  chiudono 
in  carcere. 

36)  mè't  i  ORUce  àdòsé  =  metter  gli 
occhi  addosso  ;  far  dei  progetti  su  una 
cosa  che  si  desidera. 

37)  mètt  vìa  =  ripoiTC  :  collocare  in 
un  posto  dove  una  cosa  sia  custodita. 
Anche:  seppellire  ;  accompagnare  al  ci- 
mitero. 

38)  mètt  fmira  sUi  càntòn,  mètt 
fomra  i  àvìs  =, pubblicare  su  per  i  muri, 
appiccare  ai  canti  delle  vie. 

89)  mètt  in  nòta  =  scrivere  in  un 
elenco  :  ascrivere  nel  numero. 

40)  mètt  in  ciint  -  mettere  in  conto: 
ascrivere  a  debito. 

41)  mètt  maa  =  metter  male,  semi- 
nar zizzania. 

42)  vèsegli  nient  ne  de  toeu,  ne  de 
mètt  =  non  esserci  né  leva  ne  poni, 
andare  a  capello  :  di  cosa  che  sia  pre- 
cisa, precisa  quel  che  deve  essere. 

43)  de  primm  mètt  =  di  primo  indos- 
sare: pàgnitt  de  primm  mètt  =  vesti- 
tucci  a  crescenza  :  quelli  che  si  fanno 
larghi  apposta,  perchè  il  bambino  li 
possa  mettere  anche  cre.scendo. 

44)  mètegh  del  so  =  metterci  del  suo  : 
pagare  con  danari  suoi.  Ed  anche: 
metter  di  suo,  metterci  di  sua  bocca  ; 
aggiungere  delle  paiole,  delle  circo- 
stanze, raccontando  qualche  cosa,  ri- 
portando un'imbasciata  e  sim. 

inètuda,  s.  f.  =  messa:  il  mettere  delle 
piante  che  germogliano  :  là  metuda  rfi^ 
fosuj  =  la  messa  dello  foglie. 

1)  messa,  acchito.  T.  di    biliardo. 

2)  mètùda  di  càvàlèr  =  la  posta  dèi 
bachi. 

inèiìs,  s.  m.  =  scioccone ,  babbeo.  Di- 
susa. 

mi,  pron.  =  io,  pron.  di  prima  pers, 
soggetto  ed  anche  :  me,  nei  casi  obli- 
qui, de  mi,  à  mi,  cont  mi,  per  mi  < 
sim.  =  di  me,  a  me,  con  me,  per  m< 
e  sim. 

1)  de  mi  e  mi,  intra  de  mi,  dènter 
de  mi  =  tra  me  e  me,   dentro  di   meJ 


-  487 


luid 


2)  l'è  mèj  dì  poer  mi  che  poer  nun 
=  è  meglio  dii-e  povero  a  me  che  po- 
verini a  noi.  E'  buon  proverbio  altrui- 
stico che  non  dovrebbe  essei-e  dimen- 
ticato mai. 

3)  ilo  vèss  ne  ti  ne  mi  =  non  esser 
né  carne  ne  pesce  :  di  nature  o  cose 
indecise,  ambigue. 

4)  segònd  mi  =  secondo  me,  a  mio 
giudizio. 

mi,  s.  m.  =  mi;  nota  musicale. 

mi,  part.  pron.  =  me  ;  mi  e,  te  mi  = 
me  li,  me  le  ;  nelle  frasi  :  mi  e  dis, 
tni  e  scriv,  te  mi  véndei,  te  mi  troeuvet^ 
e  sim.  =  me  li  dice,  me  lo  scrive,  me 
li  vendi,  mele  trovi:  quando  l'oggetto 
della  proposiz.  in  cui  entra  la  partic. 
pronom.  come  complem.  indiretto,  è 
plurale.  Se  è  singolare  si  dice  me: 
me  le  dis,  me  le  fa  =  me  la  dice,  me 
la  fa. 

mìa,  pron.  =  mia;  pron.  pos.sess.  femm. 
di  prima  persona.  Al  plur.  me.  Diciamo 
spesso  :  mìa  de  mi. 

mìa,  s.  m.  =  miglio:  misura  stradale, 
vecchia,  per  noi  pari  a  km,  1784  circa, 
ora  quasi  interamente  sostituita  dall'u- 
nità di  misura  itineraria  chilometro. 
Il  mil.  mìa,  sempre  mai/ch.  al  sing.: 
on  mìa,  può  essere  anche  femm.  al 
plur.  dò  mìa,  tre  mìa. 

1)  vda  che  fa  'l  diàol  de  nòti  = 
miglia  che  fa  il  lupo  a  digiuno;  cioè 
lunghe,  che  pare  non  finiscan  mai. 

2)  vèàé  lontdn  mila  mìa  dà  dna 
ròba  =  esser  lontano  mille  miglia,  es- 
ser lontano  quanto  gennaio  dalle  more. 

3)  ve§§  on  quindes  dì,  quàtòrdes  mìa 
=  essere  una  lumaca,  una  tartaruga  :  di 
chi  è  lentissimo  nel  camminare. 

iiiiàra,  s.  m.  =  migliaio  :  mille  o  mille 
circa. 

miàr(BÙ,  s.  m.  =  granito  :  roccia  dui'is- 
sima  punteggiata  di   nero  e  rosso. 

1)  miàrceù  bidnch  =  granito  a  feld- 
spati bianchicci  ;  miàroeu  rosé  =  gra- 
nito a  feldspati  rossigni. 

mica,  s.  f.  =  pagnotta,  pane  :  un  pane 
del  peso  di  400  grammi,  che  sono  la 
nostra  ni^sa  lira  =  mezza  libbra.  Dal 
frane.  :  miche.  Al  plur.  miceli.  Ne 
abbiamo  di  forme  variissime,  ma  in 
buona  parte  non  comuni  alle  altre  città 
ital.  :  quindi  i  molti  nomi  restano  in- 
traducibili. 


1)  vègh  dent  là  mica  =  aver  tre  pani 
per  coppia;  vantaggiarsi. 

2)  vèss  come  àndà  ài  preàtìn  à  toeii 
dna  mica  =  essei'e  come  comprare  un 
pane  dal  fornaio  :  cioè  non  poter  di- 
scutere sul  prezzo  di  una  merce,  fìsso 
quasi  da  una  tariffa. 

3)  di  che  i  mieeh  hin  minga  pan  = 
dir  che  San  Cristofano  era  nano;  ne- 
gar la  luco  del  sole;  cioè  negare  le 
cose  più  evidenti. 

michéta,  s.  f.  =  panetto  :  piccolo  pane 
del  peso  di  circa  80  grammi,  di  varie 
forme  anch'esso. 

1)  michèfa  lustra  =  semel  o  semello, 
panino  fatto  con  fior  di  farina  e  lie- 
vito di  birra;  michèta  à  grigncBil  = 
panino  a  orlicci. 

michètìna,  s.  f.  =  panino  :  piccolo  pa- 
netto di  fior  di  farina,  di  pasta  bian- 
chissima. 

Michee,  s.  m.  =  Michele  :  nome  proprio 
di  persona.  Al  femm.  Michelìua. 

1)  fa  San  Michee  =  far  San  Mar- 
tino :  sgomberare,  sloggiare  ;  cambiar 
di  casa.  Noi  diciamo  cosi,  perchè  lo 
sgomberature  si  fanno  non  l'il  di  no- 
vembre, ma  il  29  settembre,  e  il  nome 
restò  anche  per  quelle  che  si  fanno  al 
29  marzo  o  in  qualunque  altro  giorno. 

Michelàss,  s.  m.  =  Michelaccio  :  nel 
prov.  fa  '  l  meètee  del  Michelàss,  man 
già  e  bev  e  àndà  à  spàse  =  far  la  vita 
di  Michelaccio,  mangiare,  bere  e  an- 
dare a  spasso  :  far  la  vita  oziosa. 

micliiii,  s.  m.    =    panellino,    ciambella: 
piccolo  panino  di  pasta  dolce. 
1)  Cavallina  :  sterco   di  cavallo. 

mìcia,  s.  f.  =  miccia:  corda  di  salnitro 
per  dar  fuoco  alle  artiglierie,  alle  mine, 
ai  fochi  artificiali. 

micotéla,  s.  f.  =  pagnotella:  una  pa- 
gnotta di  mezzana  grandezza. 

micrània,  s.  f.  =  emicrania  :  malo  di 
testa  fortissimo. 

mìcrobo,  usato  da  noi  specialm.  al  plur. 
microbi,  s.  m.  =  micròbio,  micròbi  : 
animaletti  microscopici  nel  corpo  umano 
cagione  di  molte  e  por  lo  più  terribili 
malattie. 

microscòpi,  s.  m.  =  microscopio  :  stru- 
mento ottico  che  ingrandisce  assai  i 
piccoli  corpi. 

midòla,  *  s.  m.  =  midolla,  midollo  :  la 
sostanza  grassa  dell'ossa  delle  bestie 
macellate. 


mie 


488  - 


in  il 


tniee,  s.  f.  =  moglie  :  donna  congiunta 
in  matrimonio.  In  mil.  non  ammette 
il  pronome  possessivo  posposto. 

1)  dà  miee  =  ammogliare  :  dar  moglie. 

2)  tceu  miee  =  ammogliarsi,  prender 
moglie  ;  tmu  per  miee  =  prendere  in 
moglie,  per  moglie. 

3)  di  rè  bela  ìnìa  miee  l'è  on  cer- 
erei de  bàdee  =  non  si  deve  mai  lodare 
la  bella  moglie  ;  chi  loda  la  moglie 
bella  ha  fastidi. 

4)  de  miee  en  càia  minga  =  mogli 
non  mancan  mai. 

5)  dolor  de  gombed  dolor  de  miee  = 
doglia  di  moglie  morta  dura   fino  alla^ 
porta. 

6)  toeu  miee  se  no  l'è  bona^  per  là 
prima  se  perdona,  là  segònda  se  ba- 
stona =  chi  ha  0  prende  una  moglie 
merita  una  corona-  di  pazienza,  chi  due 
una  di  pazzia. 

7)  chi  tati  miee  coni  niént  fina  fila 
mòri  ne  seni  =  chi  mal  si  marita  non 
esce  mai  di  fatica. 

8)  omm  tiltt  miee  =  mogliaio  :  che 
è  tutto  moglie. 

niierìna,  s.  f.  ■■=  moglietta,  moglina: 
vezzegg.  di  moglie  ;  el  glia  dna  mie- 
rina  gràéiòsa  come  =  ha  una  moglina 
veramente  graziosa  ;  ini  g'  hoo  dna 
brtiva  mierina  =  ho  una  brava  mo- 
glietta. 

miètt,  s.  m.  =  un  miglio  corto. 

miglior,  *  agg.  =  migliore  :  più  buono. 
Cominciò  da  poco  ad  usare  nei  lin- 
guaggio scelto. 

migliora,  *  «'.  cdt.  =  meglioraro,  miglio- 
rare: mettersi  o  trovarsi  in  uno  stato 
migliore. 

1)  Di  ammalati,  quando  il  male  scema 
alquanto  della  sua  gravità. 

2)  Ha  anche  signif.  trans.:  migliora 
là  àòa  posisiòn  =  migliorare  la  propria 
condizione. 

miglioràméut,  *  s.m.  =  miglioramento  : 
il  migliorare. 

1)  Abbellimento:  ciò  che  si  fa. per 
render  migliore  una  cosa. 

migliorìa,  s.  f.  =  abbellimento,  miglio- 
ramento :  ciò  che  si  fa  per  render  più 
bella  una  cosa  ;  specialm.  in  case, 
fondi,  ecc. 

migndna,  s.  f.  =  mignona.  T.  tipogr.  : 
sorta  di  carattere  in  corpo  sette. 

mila,  s.  m.  =  mille  :  dieci  centinaia  ;  ed 
anche:  mila  plur.  di  mille. 


1)  Iperb.  volendo  dir  molto,  molti  : 
ghe  l'hoo  ditt  mila  vòlt  =  gliel'ho  detto 
mille  volte. 

2)  te  là  doo  in  mila  =  te  la  dò  in 
mille,  sottinteso   anche:  a  indovinare. 

Milàn,  s.  vt.  =  Milano:  la  nostra  cittii. 
capitale  della  Lombardia  detta  capitalo 
morale  d'Italia;  certamente  la  prima 
per  slancio  di  iniziative  ed  amore  al 
progresso. 

1)  ehi  vòlta  'l  ciiil  à  Milàn  le  vòlta 
ài  pan  =  il  fumo  della  patria  riluco 
più  che  l'altrui  foco  :  chi  abbandona 
Milano,  abbandona  fortuna. 

2)  Milàn  e  poeu  pii  =  lo  diciamo  noi 
per  amoi'o  alla  città  natale  come  i  Na- 
poletani dicono  :  vedi  Napoli  e  poi 
mori,  e  i  Cefalutani  dicono  :  Koma  è 
caput  munni  (mundi)  e  Cifalù  sccunni 
(secondo).  Per  dire  soltanto  di  due. 

3)  i  leg  de  Milàn  d&ren  de  Vincoeii 
ài  domàn  =  le  leggi  di  Milano  durano 
dall'oggi  al  domani.  Come  del  resto  le 
leggi  di  tutto  il  mondo  per  i  prepo- 
tenti. 

4)  hin  longh  i  nòtt  de  Milàn  =  sono 
lunghe  le  notti  a  Milano!  Lo  diciamo 
per  celia  a  chi  sbadiglia. 

milànés,  agg.  milanese,  che  appartiene 
a  Milano. 

1)  à  dita  in  bòn  milàriés  =  a  dirla 
schietta,  a  parlar  chiaro. 

2)  milànés,  pisa  viin,  pisa  des  =  i 
milanesi  in  compagnia  si  ferman  tutti 
a  orinare,  se  uno  si  ferma.  E'  detto 
che  significa  la  nostra  socievolezza 
anche  un  po'  buon  tempona,  e  trae, 
come  aiTerma  il  Cherabini,  da  un  an- 
tico precetto  latino. 

milàntass,  v.  rifl.  =  millantarsi,  van- 
tarsi ;  esagerare  con  vantazione  i  propri 
meriti. 

milàrigli,  agg.  =  rigatino;  stoffa  tessuta 
in  finissime  e  moltissime  righettine. 

milèsim,  *  agg.  =  millesimo:  ordinale  di 
mille. 

1)  s.  m.  :  la  millesima  parte,  ed  an- 
che: lo  spazio  di    mille  anni. 

miliàra,  s.  f.  =  miliare.  T.  med.  :  febbre 
accompagnata  da  una  forte  eruziono 
cutanea  di  vescichette  rosse  e  perlaceo. 

miliàrd,  s.  m.  =  miliardo:  mille  mi- 
lioni, specialmente  di  lire. 

miliardàri,  *  *-.  m.  =  miliardario  :  chi 
possiede  almeno  un  miliardo  di  lire. 
Ve  ne  sono  parecchi  in  America. 


mil 


—  489 


min 


lailióii,  s.  ììt.  =  milione  :  mille  migliaia. 
In  senso  assoluto:  on,  diiii,  trii  mi- 
liòn,  ecc.  =  uno,  due,  tre  milioni  di 
lire,  ecc. 

milionàri,  s.  m.  =  milionario:  chi  pos- 
siede uno  0  più  milioni. 

milionètt,  s.  m,  =  amorino  :  reseda  odo- 
rata; pianticella  odorosa. 

milioiiìn,  s.  m.  =  milionoino:  dimin. 
vezegg.  di  milione. 

milizia,  s.  f.  =  milizia:  l'esercito:  là 
milléia  mòbil,  teritoridl  =  la  milizia 
mobile,   territoriale. 

militar,  s.  m.  =  militare,  soldato:  chi 
è  ascritto  alla   milizia. 

1)  Agg.  che  si  riferisce  alla  milizia  : 
tribunal,  éàlùt,  colég,  comanda  ediicà- 
éiòn  militar  =  tribunale,  saluto,  col- 
legio,   comando,    educazione    militare. 

milfloeur  (acqua  de),  s.  f.  =  acqua  di 
mille  fiori:  sorta  d'acqua  odorosa:  dal 
francese:  millefleurs. 

milimetroj  *  s.  m.  =  millimetro  :  la 
millesima  parte  di  un  metro. 

milord,  5.  m.  =  lord  :  signore,  gran  si- 
gnore. Dall'inglese. 

1)  dna  milord  =  una  milord  :  è  il 
nome  d'una  specie  di  carrozza  signo- 
rile. 

milordiii,  s.  m.  =  signorino,  milordino. 

milsa,  *  s.  f.  =  milza.  Vedi  iiìisa. 

mima,  *  s.f.  =  mima:  l'attrice  dram- 
matica che  agisce  coi  gesti  nelle  azioni 
coreografiche. 

mimica,  *  s.  f.  =  mimica:  l'arte  dei 
gesti. 

mimo,  *  s.  m.  =  mimo:  l'attore  dramma- 
tico che  agisce  coi  gesti  nelle  azioni 
coreografiche. 

mina,  s.  f.  =  mina  :  sorta  di  misura  ; 
mezzo  staio  ossia  circa  dodici  litri: 
non  usa  più  la  misura  e  la  parola  è 
([nasi  morta  anch'essa. 

mina,  s.  f.  =  mina  :  buco  nel  terreno, 
nella  roccia,  che  poi  si  riempie  di  pol- 
vere pirica,  perchè  scoppi  e  rompa  la 
compagine  di  quel  terreno,  di  quella 
roccia. 

mina,  r.  att.  =  minare:  far  scoppiare  o 
andare  all'aria  con  mine. 

1)  minti  là  sàliid  =  logorare,  sciupare 
la  salute  ;  anche  :  insidiare  alla  salute. 

minàcia,  *  s.  f.  =  minaccia  :  annunzio 
di  pencolo,  di  vendetta,  o  castigo. 

miiiacià,  r.  att.  =  minacciare  :  far  mi- 
nacce. 


1)  Dimostrare  da  certi  segnali;  el  mi- 
nàcia de  pioeuv  =  minaccia  di  piovere  ; 
el  minàcia  'l  tifo  =  gli  minaccia  il 
tifo. 

minadór,  s.  m.  =  minatore  :  chi  lavora 
nello  miniere. 

minción,  agg.  =  minchione  :  uomo  troppo 
ingenuo. 

1)  chi  è  mineiòn  so  dami  =  chi  è 
minchione  suo  danno,  il  mondo  è  di 
chi  se  lo  piglia;  chi  non  s'aiuta  suo 
danno. 

2)  fa  'l  mineiòn  per  no  paga  dàsi 
=  far  da  minchion  per  non  pagar  gabella: 
chi  fa  vista  di  non  intendere  le  offeso 
0  altro,  per  scansare  di  peggio. 

8)  chi  è  mineiòn  sta  à  cà  eòa  = 
testa  di  vetro  non  faccia  a  sassi  :  chi 
ha  paura  di  passere  non  semini  panico. 

4)  fa  de  mineiòn^  fa  'Z  mineiòn  = 
faro  la  gatta  di  Masino,  far  lo  gnorri, 
l'indiano:  fingere  di  non  capire. 

5)  ogni  fedél  mineiòn  =  ogni  fedel 
minchione:  la  persona  più  semplice  e 
baggiana. 

(j)  vèss  nò  on  mineiòn,  fa  nò  H  min- 
eiòn =  non  fare  il  minchione  :  di  chi 
non  si  lascia  sfuggire  le  occasioni. 
minciouà,  v.  att.  -  minchionare,  canzo- 
nare: pigliarsi  giuoco  d'uno  per  qualche 
suo  difetto  naturale  o  azione  più  degna 
di  riso  che  di  biasimo. 

1)  fàss  mineionà  =  farsi  minchionare 
canzonare:  diro  o  far  cosa  per  cui  altri 
abbia  a  ridere  di  noi,  segnatam.  di  chi 
essendosi  messo  a  fare  una  cosa  che 
richiedeva  qualche  abilità,  non  c'è  riu- 
scito. 

2)  Burlare;  ingannare  altri  per  poi 
pigliarsene  giuoco,  ed  anche  ingannarlo 
con  suo  pregiudizio,  segnatam.  col  dar- 
gli buono  parole. 

3)  Accileccare,  far  la  cilecca:  accen- 
nare di  voler  dare  o  far  cosa  grata  e 
poi  deludere  e  burlarsi  di  chi  ci  aveva 
creduto. 

4)  soo  ben  che  H  me  miìicionaf  = 
=  la  mi  canzona  ?  Esclamazione  di  me- 
raviglia. 

5)  mineionà  minga  =  non  minchio- 
nare; non  far  per  burla  :  far  davvero 
con  molto  più  impegno  e  riuscita. 

mincionaa  (rèsta),  =  rimanere  colla 
barba  di  stoppa,  con  un  palmo  di  naso. 

miiicionàda,  s.  f.  =  minchionatuia,  burla: 
cosa  detta  o  fatta  a  fine  di  tirar   altri 


490 


min 


in  un  inganao,  non  per  fargli  del  male 
ma  solo  per  riderne  poi  e  pigliarsene 
giuoco. 

1)  Minchioneria:  azione  da  minchione. 

mincionàdòr,  s.  m.  =  minchionatore, 
corbellatore,  burlone:  chi  minchiona. 

inincionàdura,  s.  f.  =  minchionatura, 
burla.  Lo  stesso  che  miiicioaàda. 

inincionària,  s.  f.  minchioneria,  cor- 
belleria, scerpellone  :  azione  da  min- 
chione. 

1)  òna  mincionàrìa  de  nàgòtt  =  una 
bagatella,  una  ciammengola,  un  non- 
nulla. 

minciònet!  (te)  =  tu  non  minchioni  ! 
sentendo  raccontar  cosa  che  non  si  cre- 
derebbe. 

minciòni!  esci.  =  minchioni!  corbez- 
zoli! capperi!  Esclam.  di  meraviglia. 

minee,  s.  f.  =  abbaiata:  quel  gridare  che 
fanno  i  ragazzi  dietro  qualcuno. 

1)  fa  là  mime  =  dar  la  baia. 

2)  ceuh,  là  minee!  =  lima,  lima  : 
quando  si  canzonano  specialm.  i  ragazzi 
che  della  canzonatura  si  stizziscono. 

minerai,  s.  m.  =  minerale:  nome  collet- 
tivo di  tutti  i  corpi  greggi  che  si  tro- 
vano sulla  terra   allo  stato  natui'ale. 

1)  Agg.  tt-'qua  minerai  =  acqua  mi- 
nerale ;  in  cui  sono  disciolte  materie 
minerali  e  che  hanno  azione  terapeutica. 

mineràlog'ìa,*  s.  f.  =  mineralogia:  scienza 
dei  minerali. 

minere  (àndà  à  farsi),  =  andare  a  farsi 
friggere,  a  farsi  benedire,  anlare  a  ro- 
toli. 

minestra,  *  s.  f.  =  minestra:  piatto  di 
pasta  cotta  o  riso  che  solitamente  si 
mangia  sul  principio  del  desinare. 

1)  che  'l  vègna  à  màiigià  là  mine- 
stra in  de  nuìi  =  venga  a  mangiar  la 
minestra  con  noi:  invitando  a  desinare. 

2)  éémper  là  étésa  minestra  là  stii- 
fise  =  sempre  la  stessa  minestra  viene 
a  noia:  l'uniformità  delle  cose  è  noiosa. 

3)  ò  mangia  sta  ìninèstra,  ò  éàlta 
età  finèétra.  Vedi  finèstra,  2). 

4)  mangia  la  minestra  in  eoo  à  vù,n. 
Vedi  eoo,  13). 

5)  minestra  riseàldàda  là  sa  de  filmm 
=  cavolo  riscaldato  e  garzon  ritornato 
non  fu  mai  buono:  diffìcilmente  le  ami- 
cizie ricomposte  son  come  prima  cor- 
diali. 

6)  épiià  in  là  minèétra  =  darsi  il 
dito  nell'occhio:  farsi  il  proprio  danno. 


7)  tira  fcetìra  là  minèétra  =  scodel- 
lare la  minestra. 

minestra,  v.  att.  =  scodellare,  minestrare: 
metter  la  minestra  dalla  zuppiera  nelle 
scodelle. 

minèstree,  s.  m.  =  minestraio:  che  man- 
gia volentieri  molta  minestra. 

1)  Anche  chi  fa  o  dispensa  la  mine- 
stra. 

minestrina,  s.  f.  =  minestrina:  vezzegg. 
di  minestra;  hoo  màngiaa  dna  bòna 
minèétrìna  de  ris  e  erborinn  =  ho  man- 
giato una  buona  minestrina  di  riso  e 
prezzemolo. 

1)  Scodella.  Vedi  fondina. 

minèstròn,  s.  m.  =  minestrone:  sorta  di 
minestra  di  riso,  fagioli,  cavolo  bianco 
cotenne  di  maiale,  ecc.  ;  è  piatto  ve- 
ramente milanese. 

1)  Fig.,  miscuglio  strano  di  cose. 

minga,  avv.  =  punto,  non  ;  Ve  minga 
vera  =  non  è  punto  vero  :  l'è  minga 
poèibil  =  non  è  possibile. 

1)  Nelle  interrogaz.  Ve  minga  rivaa? 
=  non  è  arrivato  ? 

mingàmàl,  avv.  =  così  così,  piuttosto, 
anzichenò,  abbastanza,  non  c'è  male  ; 
el  età  mingàmàl  =  sta  così  così  ;  Ve 
mingàmdl  seiòr  =  è  abbastanza  ricco. 

mìngràmalìn,  agg.  =  belloccino:  piuttosto 
bello;  Ve  mirigàmalin  sto  sit  =  è  bel- 
loccino questo  posto. 

mini,  s.  m.  =  minio  :  ossido  salino  di 
piombo:  se  ne  fa  vernice  che  preserva 
il  feiTO  dalla  ruggine. 

minia,  v.  att.  =  miniare:  dipingere  deli- 
catamente sopra  cartapecora,  cartoncino, 
avorio  0  porcellana,  con  colori  finissimi. 

miniatura,  s.  f.  =  miniatura  :  il  lavoro 
miniato  e  l'arte  del  miniare. 

1)  in  miniatura  =  in  miniatura,  in 
piccolissime  proporzioni. 

minièra,*  s.  f.  =  miniera  :  cava  sotter- 
ranea di  minerali  metallici. 

mìnini,  *  agg.  =  minimo,  piccolissimo. 

1)  vess  ridott  ài  minim  =  essere  ri- 
dotto ai  minimi  termini. 

2)  el  minim  =  il  minimo,  il  mini- 
mum, il  meno  possibile;  Ve  el  minim 
che  po'  capita  =  è  il  minimo  che  può 
capitare. 

minima,  s.  f.  =  minima.  T.  mus.  Nota 
che  è  la  metà  della  semibreve. 

minin,  s.  m.  =  micio,  gattino,    micino  : 
il  gatto  piccolo,  e  molto  giovane. 
1)  Entra  nella   canzonetta  infantile: 


m 


min 


-  491  - 


tnhiìn  minèll,  -  barba  càétèll,  -  barba 
Mildn^  -  foca  éii  là  man.  -  Doe  te  Éee 
staa?  -  à  cà  déla  cemaa.  -  còsa  là  t'ha 
daa?  -  pàli  e  formàgìn.  -  e  de  bev?  - 
pisa  d'àsnìn:  -  gratin,  gratin^  gratin. 
Corrisponde  in  toscano  :  guarisci,  gua- 
risci -  la  gatta  ci  pisci  -  la  gatta  e"  ha 
pisciato  -  è  beli' e  guari  sciato 

iiiìiiìster,  s.  m.  =  ministro  :  chi  ammi- 
nistra gli  affari  dello  Stato:  il  segretario 
di  Stato. 

1)  Ambasciatore  o  inviato  presso  una 
nazione  estera. 

ministèri,  s.  in.  =  ministero  :  il  consi- 
glio dei  ministri  di  uno  Stato  formato 
dal  presidente  del  Consiglio  stesso. 

1)  ci  publich  ministèri  =  il  pubblico 
ministero:  l'avvocato  della  legge. 

ministeriàl,  agg.  =  ministeriale,  del  mi- 
nistero. 

1)  Di  deputato,    giornale  e  sim.  che 
'     tiene  dal  ministero,  gli  ò  favorevole. 

minoàr,  s.  m.  =  laminatoio:  arnese  dei 
gioiellieri,  orefici  e  sim.  per  ridurre  il 
metallo  in  lamine  sottili. 

minón,  s.  m.  =  gattono:  accrescit.  di  gatto 
e  specialm.  di  gatto  cho  abbia  bella 
pelliccia. 

minor,  agg.  =  minore,  coi)ii)ar.  di  piccolo. 
Nel  senso  di  pi»  piccolo  usa  meglio 
mén.  Usa  invece  sempre  nel  senso  di 
minore  d'età;  el  fràdcll  minor,  la  so- 
réla  minor,  =  il  fratello,  la  sorella  mi- 
nore; mi  sont  minor  de  me  ciisin  = 
io  sono  minore  di  mio  cugino. 

1)    Ton    minor   =    tono    minore.    T. 
music. 

minorànsa,  *  s.  f.  =  minoranza  :  nelle 
assemblee  la  parte  che  può  contare  i 
minori  voti. 

minoréne,  *  agg.  =  minorenne  :  d'età 
minore,  che  non  ha  raggiunto  l'età 
maggiore. 

minoritaa,  s.  f.  =  minorità,  età  minore: 
per  i  maschi  i  21  anni,  per  le  donne 
i  18. 

minuètt,  *  s.  m.  =  minuetto  :  sorta  di  ballo 
elegante  e  grave  dei  tempi  di  Luigi  XIV 
fino  al  principio  del  secolo  nostro. 

miniiscol,  agg.  =  minuscolo:  il  piiì  pic- 
colo; di  carattere  di  stampa,  di  lettere 
dell'alfabeto. 

miuusia,  s.  f.  =  minuzia ,  piccolezza, 
briciolo,  bagatella,  inezia.  Usa  meglio 
inèsia. 

luiniisios,  *  agg.   =    minuzioso  :    ohe  sa 


troppo  di  minuzia,  ed  anche  che  bada 

troppo  alle  minuzie. 
minuta,  s.  f.  minuta:  bj-utta  copia. 
miniltà,  V.  att.  =  minutare.  T.  di  segret. 

stendere  la  minuta,  fare  la  brutta  copia 

di  un  atto. 
minuti   piacéri,  s.   m.  pi.  =  i  miauti 

piaceri:  le  piccole  esigenze  della  vita. 
miniìtt,  s.  m.  =  minuto  :  la  sessantesima 

parte  di  un'ora.   . 

1)  minuti  segond  =  minuto  secondo: 
la  sessantesima  j)arte  di  un  minuto. 

2)  orològg  che  no  sbaglia  on  miniìtt 
=  orologio  che  non  fa  un  minuto,  che 
va  bene.  Anche  che  'l  àpàca  'l  miniìtt 
=  che  spacca  il  minuto. 

3)  eu)ità  i  or  e  i  miniìtt  =  contar  lo 
ore  e  i  minuti  :  di  cose  o  pers.  ohe  si 
aspettano  con  impazienza. 

4)  in  d'on  miniìtt  =  in  un  minuto: 
iperb.  per  dire  in  tempo  brevissimo. 

5)  Agg.  minuto ,  piccolissimo.  Usa 
però  ancora  più  largamente  menuder» 

6)  compra,  vend  ài  ìniniitt  =  com- 
prare, vendere  a  minuto,  a  libbra,  a 
poca  roba  per  volta. 

minìitt,  s.  f.  =  rigaglie:  pietanza  fatta  con 
un  miscuglio  di  fegatini,  animelle,  e 
sim. 

mìope,  *  s.  m.  =  miopo  :  chi  ha  vista 
corta  e  non  vedo  so  non  gli  oggetti 
molto  vicini. 

mira,  s.  f.  =  mira:  il  punto  a  cui  si  volge 
la  mira  dello  armi  da  fuoco,  e  la  vista 
del  tiratore  che  sa  coglier   nel  segno. 

1)  ciàpà  là  mira  =  pigliar  la  mira: 
per  tirare. 

2)  toRU  de  mira  =  pigliar  di  mira: 
fig.,  pigliar  come  bersaglio,  per  colpire 
pers.  0  cosa.  Anche:  perseguitare. 

8)  in  mira  =  di  rimpetto,  di  faccia. 

mira,  v.  a't.  mirare:  prender  la  mira  col 
fucile  0  sim. 

1)  Fig.  volgere  il  pensiero;  lii  l'è  là 
che  'l  mira  =  lui  mira  là. 

miràbil,*  agg.  =  mirabile,  ammirabile, 
da  far  meraviglia  e  da  ammirarsi. 

mirabilia,  *  s.  m.  pi.  =  mirabilia:  coso 
mirabili,  degne  d'essere  viste  ;  cunten 
éii  mirabilia  de  Paris  =  raccontan  mi- 
rabilia di  Parigi. 

miràbilmènt,  *  avo.  =  mirabilmente:  in 
modo  mirabile. 

miràbocliin,  (g'iiìg'à  à)  =  giuocare  a  mi- 
rabocchino,  a  palla  a  calice,  a  palla 
americana.  Si  fa  cercando  di  raccoglierò 


—  492  — 


in  ima  specie  di  scodelletta  posta  in 
cima  a  un  bastoncino,  una  palla  legata 
al  bastoncino  stosso  e  mandata  per  aria. 
miràcol)  s.  vi.  =  miracolo,  prodigio,  por- 
tento: fatto  che  sfugge  alle  leggi  ordi- 
narie della  natura  e  pare  operato  da 
forza  soprannaturale. 

1)  fa  miràeol  =  far  miracoli,  far  cose 
superiori  a  quanto  si  poteva  aspettare. 

2)  che  mìrà^olf  cos'hin  Mi  miràeol/ 
=  che  miracolo  !  che  miracolo  è  questo! 
Vedendo  pers.  o  cosa  che  non  s'aspet- 
tava. 

aniràcolós,  agg.  =  miracoloso  :  che  fa 
miracoli. 

1)  Straordinario,  meraviglioso;  l'è  dna 
mcdeshia  che  glia  on  efètt  miràeolos 
=  è  una  medicina  d'un  effetto  miraco- 
loso. 

^nirdld,  s.  m.  =  biacco  ;  coluber  milo: 
specie  di  serpe  non  velenoso.  Diciamo 
anche  smirold,  biló. 

mirìade,  *  s.  f.  =  miriade:  un  grandis- 
simo numero.  Comincia  ad  usare  tra  le 
persone  colte  invece  di  infinitaa. 

Jiiiriii,  .<f.  m.  =  mira:  segno  nel  fucile  o 
altro  che  si  fìssa  per  colpir  giusto. 

^nisàntrop,  s.  vi.  =  misantropo  :  uomo 
che  fa  vita  solitaria,  odii  o  no  il  pros- 
simo. 

«lis'c,  ngg.  =  mescolato,  mischiato.  Vedi 
mès'c. 

•iniscelània,  s.  f.  =  miscellanea,  miscu- 
glio: in  senso  quasi  sempre  spregiativo. 
Quindi  anche  guazzabuglio. 

niis'cià;  V.  alt.  =  mischiare,  mescolare. 
Vedi  iiiès'cìà. 

.misciii,  .<?.  VI.  =  micino,  gattino.  Come 
minili. 

miscmàsc,  s.  vi.  =  buglione,  confusione 
di  cose,  nella  quale  difficilmente  ci  si 
raccapezzi.  Dall' ingl.  mishmash. 

miscio,  .<».  m.  micio,  gatto. 

mìsculi,*  s.  VI.  =  miscuglio,  mescolanza: 
in  senso  buono  e  in  senso   cattivo. 

miser,  agg.  =  misero,  meschino:  special- 
mente di  cose  fatte  con  gretteria  o  con 
soverchia  parsimonia  ;  l'è  étaa  on  mi- 
ser càrnoaa  =  fu  un  misero  carnevale; 
l'è  on  épetàcol  miser  =  è  un  misero 
spettacolo.  Diciamo  nello  stesso  signi- 
ficato anche  màgrlier. 

aniseràbìl,*  agg.  =  miserabile  :  pieno  di 
miseria,  senza  reddito  alcuno. 

1)  Fig.  e  spreg.  da  miserabile:  on'o- 
ferta  viiseràbi/  =  un'offerta  miserabile. 


miseràbilitaa,*  s.  f.  =  miserabilità:  l'es- 
sere miserabile. 

1)  feci  de  miseràbilitaa  =  fede  di  mi- 
serabilità: certificato  che  si  rilascia  dal- 
l'autorità, attestante  la  condiziono  mise- 
rabile, povera,  di  una  pers.  di  una  fa- 
miglia. 

miserére,  s.  m.  =  miserere  :  un  salmo 
della  Chiesa  cattolica  che  si  recita  poi 
morti. 

1)  el  maa  del  miserére  =  il  mal  del 
miserere:  il  volvolo:  gravo  malattia  in- 
testinale per  cui  si  vomitano  anche  gli 
escrementi. 

2)  fa  vegnì  el  maa  del  miserére  = 
far  venire  il  mal  del  miserere.  Di  pers. 
0  di  cose  seccantissime,  che  ci  indu- 
cano nausea  per  il  tedio,  la  noia  che 
ci  danno. 

misèria,  s.  f.  =  miseria,  povertà,  indi- 
genza: stato  di  estrema  povertà. 

1)  i  m,iséri  =  le  miserie,  le  tristezze, 
i  dolori  della  vita  anche  in  senso  mo- 
rale. 

2)  guarda  m,mga  miseri  =  far  senza 
miseria,  non  fare  a  miseria,  trattai'si 
0  trattare  senza  economia  veruna. 

3)  Meschinità,  miscea,  bagatella,  una 
cosa  da  nullfl.  Come  iuésìa. 

4)  onaviisériad'ónacà.  Vedi  cà,  26). 
misericòrdia,  s.  f.  =  misericordia,  com- 
passione. 

1)  vess  òn'  òpera  de  misericòrdia  = 
essere  un'opera  di  misericordia,  essere 
una  vera  carità. 

2)  viisericòrdia I  =  misericordia  ! 
esclam.  di  maraviglia. 

miserili,  agg.  =  scriatello,  graciletto,  po- 
chino: di  bambini,  ragazzi  ed  anche  tal- 
volta di  adulti  ridotti  per  gracilità  grande 
in  poco  florido  stato  di  ssvlute. 

misiòn,  s.  f.  =  missione:  l'essere  man- 
dati a  predicare  il  vangelo  in  paesi  lon- 
tani, ed  anche  ufficio  flato  dal  Vescovo 
ai  sacerdoti  di   predicare  o  altro. 

1)  In  senso  civile  qualun<iuc  incai'ico 
d'ufficio  delicato. 

misiooàri,  s.  vi.  =  missionario:  sacer- 
dote addetto  allo  missioni. 

miàolta,  s.  f.  =  nuvolo,  subisso,  fruscio, 

gran  quantità.  Vedi  bordoléri,  1,  2). 

1)  Misalta:  carne  di  porco  salata  pri 

ma  che  sia  rasciutta  e  secca. 

misoltà,  t\  att.  =  niisaltare:  far  misalta. 
Vedi  misòlta,  1). 


i 


I 


inisoltitt,  s.  m.  pi.  -  agoncini  salati  in 

barilo. 
misS)  part.  =  messo,    posto  :  da  mètt  = 

mettere. 

1)  bea  mi.is  =  tarchiato,  bene  im- 
piantato: se  di  figura.  Se  d'abiti:  rav- 
viato, bea  vestito.  Il  contrario  è  inai 
7niss. 

2)  mt'M-  sii,  =  aizzato,   istigato. 
uiìst,  (iffg.  =  misto,    mescolato  :    di  cosa 

che  tragga  di  più    altre  o  abbia   in  sé 
l>iù  altro. 
mistèri,  s.  m.  =  mistero  :    cosa   di    cui 
non  sappiamo,  «lè  paro  possiamo  spie- 
gar la  ragione. 

1)  Specie  di  meditazioni  o  contem- 
plazioni nel  rosario. 

2)  Di  cose  che  adombrano  qualche 
sospetto,  inganno,  astuzia,  e  sim. 

3)  fa  misteri  =  far  misteri:  non  voler 
spiegare,  voler  tenero  occulta  una  cosa. 

4)  quanti  misteri  inUtil  !  =  quanti 
misteri  inutili!  Diciamo  a  chi  non  si 
spiega  e  risponde  in  modo  evasivo,  per 
incitarlo  a  meglio  e  più  chiaramente 
spiegiirsi. 

misteriòs,  njg.  =  misterioso ,  che  ha 
del  mistero. 

1)  Di  pers.  che  ha  qualche  cosa  di 
cattivo,  di  tenebroso,  che  riuscirà  forse 
a  qualche  brutta  sorpresa. 

mistifica,*  V.  alt.  =  mistificare,  ingannare 
ciui'mare  :  ingannare  con  impostare. 

mistìflcàsiòii,*  5.  f.  =  mistificazione,  in- 
ganno, ciurmoria. 

mistrà,  s.  m,.  =  mistrà,  anesonc,  anisette: 
acquivite  d'anaci.  Io  alcuni  luoghi  lo 
chiamano  anche  fumo,  fumetto,  per  il 
rannuvolamente  bianco  azzurrognolo  che 
lìroduco  nell'acqua. 

mistura,  s.  /".  =  mistura,  miscuglio,  me- 
scolanza. 

1)  mistura  de  salda  =  saldatura.  T. 
doi  latto  n. 

2)  pàli  de  mistura  =  pane  mescolo, 
fatto  di  farina  di  frumento  e  di  farina 
di  granoturco. 

3)  Ferrana:  miscuglio  d'erbe  da  fo- 
r.iggio. 

mistiìrà,  v.  att.  =  mescolare,  mischiare. 
Vedi  mès'cìà. 

misiìra,  s.  f.  =  misura  :  quel  che  serve 
a  determinare  lo  spazio,  il  tempo,  la 
materia. 

1)  Oggetto,  strumento  itsato  pei-  mi- 
surare. 


-  493  -  mit 

2)  tcEÙ  là  misura  =  prendere  la  mi- 
sura: delle  scarpo  o  di  un  vestito  per 
farlo. 

8)  bòna  misura  =  buona  misura, 
giunta,  soprammercato. 

4)  dà  minga  giilst  i  misùr  =  fognar 
nelle  misuro. 

5)  misÈra  giusta,  cómora,  rasa  = 
misura  piena,    colma,  lasa  o  spianata.. 

6)  misura  de  biada  =  prebenda,  mi- 
sura abbondante. 

7)  Provvedimenti,  espedienti  legali,. 
morali;  Ve  dna  misura  tròpp  sevèra  e 
minga  util  =  è  una  misura  troppo  se- 
vera e  non  utile  ;  chi  insci  bisogna 
ciàpà  di  misur  on  poo  seri  =  qui  bi- 
sogna prender  delle  misure  un  po'  serie. 

8)  fceiira  de  misura  =  fuor  di  mi- 
sura, smisurato,  eccessivo. 

misiirà,  v.  att.  =  misurare  :  prenderò  le 
misure. 

1)  Limitare,  darò  a  compito;  misiirà 
'l  mangia  ài  per  san  de  servisi  =  dare 
il  mangiare  a  compito  alle  persone  di 
servizio. 

2)  bisógna  misiiràss  scgònd  i  so  fòrs 
=  chi  si  misura  la  dura:  bisogna  misu- 
rarsi bene  prima  d'  accingersi  a  una 
impresa. 

3)  *  amen  se  misuren  nò  col  bràsètt 
=  gli  uomini  non  si  misuran  col  metro; 
non  è  la  statura,  né  l'apparenza  fisica 
un  buon  elemento  di  giudizio,  nel  giu- 
dicar degli  uomini. 

4)  misiirà  àgòrd  =  misurare  con  lar- 
ghezza, con  abbondanza. 

5)  misiirà  dna  scàia  =  ruzzolar  da. 
una  scala  ;  misiirà  là  strada,  là  ètdasa 
e  sim.  =  cadere  distosi  in  terra  su  una 
strada,  in  una  stanza  e  sim. 

misiiràdòr,  s.  in.  =  misuratore  :  chi  ha 
per  ufficio  di  misurare,  od  anche  di 
macchine ,  strumenti  che  servono  a 
misurare. 

misiiràsióii,  *  s.  f.  =  misurazi:)nc:  il  mi- 
surare di  tei'rcni. 

misiirìu,  s.  Vi.  =  misurino  .  piccolo  va- 
setto di  latta  per  lo  più,  che  scrv§  a 
prendere  di  una  data  cosa  una  quantità 
piccola  che  vuol  essere  sempre  la  stessa; 
on  misilrin  de  épirit,  de  càfé,  d'oli,  ecc^ 
=  un  misurino  di  spirito,  di  caifò,  di 
olio,  ecc. 

mitaa,  s.  f.  =  metà.  Vedi  iiietaa. 

mitén,  *  s.  m.  =  mittene  :  sorta  di  guanti 
por  donna,  aporti  in  cima,  scn:'.a  sepa- 


lllit 


494  - 


nioc 


zioae  di  dita,  eccetto  un  mezzo  dito  pel 
pollice.  Dal  francese  mitaine. 

mitologìa,*  s.  f.  =  mitologia:  complesso 
dei  miti  dell'antichità. 

niitològricli,  *  agg.  mitologico  :  che  ap- 
partiene alla  mitologia. 

iiiitraa,  agg.  mitrato:  che  porta  mitria. 

niitràlia,  *  s.  f.  =    mitraglia  :    palla  da 
cannone  ripiena  di  schegge  o  di  pallette. 
1)  Volgami,  si  dice  nlitrcLlia  la  mo- 
neta spicciola  di  rame. 

inìtria,  s.  f.  =  mitria,  mitra:  ornamento 
a  mo'  di  cappello  a  punta  che  portano 
i  vescovi  nelle  sacre  funzioni. 

1)  Uropigio,  portacoda:  negli  uccelli: 
dalla  sua  forma  somigliante  un  po'  al- 
l'ingrosso a  una  mitria. 

mitriòtt,  s.  m.  =  uropigio.  Vedi  mi- 
tria, 1). 

moàr,  s.  m.  =  amoerre,  moerro,  moarè  ; 
stoffa  di  seta  molto  consistente  e  a 
onde.  Dal  francese  moire,  dall'inglese 
mohaire. 

mòbil,  s.  m.  =  mobile  :  oggetto  che  è 
paTte  della  mobilia. 

1)  Come  agg.  si  usa  nelle  frasi  :  fè- 
sta mòbil  =  festa  mobile,  che  non  ri- 
corre alla  medesima  data;  richèàa  mò- 
bil =  ricchezza  mobile,  la  tassa  impo- 
sta sui  redditi  ;  oeuce  mòbil  =  occhio 
mobile,  che  si  muove  molto  e  facilmente. 
Negli  altri  significati  dell' agg.  mobile 
jtal.  il  mil.  dice  movibil. 

2)  bèli  mòbil  =  bel  cero,  bel  soggetto, 
bell'avnese.    Fig.  di  pers.  cattiva. 

mobilia,  s.  f.  =  mobilia,  masserizia,  am- 
mobiliamento :  tutto  quanto  nelle  case 
serve  di  utilità  e  ornamento  mobile  di 
stanza. 

mobilia,  e  alt.  =  mobiliare,  ammobi- 
liare, fornir  di  mobilia  una  casa,  una 
stanza  e  sim. 

mobiliaa,  ogg.  =  mobiliato,  ammobiliato, 
fornito  di  mobili. 

1)  stane  mobiliaa  =  camere  mobiliate 
quelle  che  si  affittano  provviste  già  di 
mobilia. 

móca,  s.  f.  =  usato  per  lo  più  al  piar. 
mocch,  =  boccaccia,  visaccio,  musata, 
smorfia,  scontorcimento  della  bocca  fatto 
per  celia  e  per  lo  più  per  sgarbo  imper- 
tinente a  qualcuno. 

1)  Moca  :  sorta  di  caffè. 

mocà;  «-'.  att.  =  smoccolare:  levar  la  moc- 
colaia a  candele,  lampade  e  sim. 
1)  Spuntare;  levare,  togliere  la  punta. 


2)  moctila  =  zittire,  troncare  il  di- 
scorso, smettere  di  rispondere  in  con- 
tesa che  s'abbia  con  qualcuno:  farla  fi- 
nita. 
mocc,  s.  m.  =  mozzicone,  tronco,  tron- 
cone: quel  che  rimane  d'un  tutto  mozzo, 
troncato. 

1)  Cicca,  mozzicone  di  sigaro;  avanzo 
di  sigaro  fumato  :  àndO,  à  cerea  i  vioee 
=  raccattare  le  cicche  ;  cerea  mocc  = 
ciccaiuolo  :  chi  di  notte  col  lanternino 
va  attorno  per  le  vie  a  cercar  cicche  o 
mozziconi  di  sigaro. 

2)  Mozzicoda:  di  cavallo,  gatto,  cane, 
e  sim.  a  cui  sia  tagliata  la  coda. 

3)  moee  de  stala  =  mozzo,  garzone 
di  stalla.  Disusa. 

mocc,  agg.  =  mozzo,  mozzato,  spuntato: 
tagliato  un  po'  più  della  punta. 

1)  fitil  mocc  mocc  =  troncare  :  di 
cosa  0  di  azioni  che  sono  terminate 
prima  che  finite. 

mocch,  agg.  =  spuntato,  ottuso,  mozzato: 
di  cose  cho  dovrebbero  finire  in  punta, 
e  questa  o  non  fu   fatta  o  fu  tolta. 

1)  pària  mocch  =  scilinguare  ;  bal- 
bettare, essere  scilinguato. 

mochèta,  s.  f.  =  smoccolatoio  :  sorta  di 
forbici  con  cassottina  nel  gambo  che 
servono  per  smoccolare.  Dal  frano,  mou- 
chettes. 

mocliètt,  s.  m.  =  moccolo  :  pezzo  corto 
di  candela,  massime  quando  è  già  stata 
arsa. 

1)  Mozzicone  di  candela:  quel  pezzo 
che  rimane  di  una  candela  quando  si 
è  consumata  la  maggior  parte. 

2)  foriti  'l  mochètt  =  reggere,  tenere, 
il  lume;  fare  il  mezzano  d'amori  e  por 
noi  anche  soltanto  l'essere  presenti  allo 
cortesie,  meglio  alle  sdolcinature  reci- 
proche di  due  innamorat'. 

mocbiroeùla,  s.  f.  =  spegnitoio,  smocco- 
latoio. Vedi  mochèta. 

mocià,  V.  att.  =  mozzare  :  tagliare  un  po' 
più  della  punta  e  meno  della  metà  di 
un  tutto. 

1)  fase  mocià  i  càvèj  =  farsi  moz- 
zare i  capelli,  farseli  tagliare  senza 
farsi  rapare. 

2)  mocià  i  al  =  tarpare  le  ali,  ta- 
gliarle per  modo  cho  non  si  possa  vo- 
lare. 

mocìlia,  s.  f.  =  zaino:  valigia  da  soldato 
che  si  porta  con  cinghie  sulle  spalle. 
Dallo  spagnuolo. 


moc 


-  495  - 


mffi 


mocìn,  s.  m.  =  cicchettina:  dim.  di  cicca. 
Vedi  luocc,  1). 

inocój,  s.  m.  pi.  =  gelse,  moriuole  :  i 
frutti  del  gelso. 

1)  «  pisà  e  mocój  =  a  spizzico,  a 
spiluzzico,  a  miccino  :  a  piccole  dos". 

mdcol,  s.  m.  =  moccolo.  Vedi  mocliètt. 

mocolòtt,  s.  m.  =  candelotto  :  candela 
tozza  e  corta. 

1)  Anche  moccolo,  avanzo  di  can- 
dela. 

mocusc,  s.  n>.  =  fungo,  moccolaia:  quel 
bottone  carbonoso  che  si  forma  in  cima 
dello  stoppino    nelle  candele  accese. 

1)  Smoccolatura;  la  parte  smoccolata, 
la  moccolaia  tolta  dalla  candela. 

moda,  s.  f.  =  usanza  della  giornata. 

1)  là  moda  d'incoeù  =  la  moda  d'og- 
gidì. 

2)  vèsè  giò  de  moda  =  essere  fuori 
di  moda,  fuori  dell'uso;  non  usarsi  più. 

3)  Al  plur.,  mòd  =  mode  :  abbiglia- 
menti donneschi  alla  moda:  nella  frase: 
mereànt  de  mòd  =  mercante  di  modo. 

inodàcc,  s.  ìli.  pi.  =  smorfie,  visacci, 
atto  svenevole  o  significativo  colia  bocca. 
Vedi  mòca. 

modèla,*  s.  f.  =  modella  :  donna  o  ra- 
gazza che  va  per  modello  a  un  pittore 
0  a  imo  scultore.  ' 

modèlà;  V.  alt.  =  modellare  :  fare  il  mo- 
dello di  un  lavoro. 

inodèll,  s.  m.  =  modello,  esemplare  :  qua- 
lunque cosa  seiTa  come  campione  che 
si  debba  imitare. 

1)  Uomo  che  posa  davanti  a  un'  ar- 
tista per  aiutare  la  verità  del  disegno. 

2)  Agg.  modello;  che  può  servire  d'e- 
semplare; on  fìceii  modèll  =  un  figlio 
modello;  ona  maina  modèll  =  una  ma- 
dre modello. 

3)  Modano  :  legnetto  con  che  si  fer- 
mano le  maglie  delle  reti. 

4 )  modèll  de  pipa  =  muso  da  pipe  : 
spreg.  di  pers. 

modera,*  v.  alt.  =  moderare  ;  temperare, 
frenare  ;  modera  là  vos  =  moderare  la 
voce  ;  non  gridar  troppo. 

1)  sàvèss  modera  in  del  mangia,  in 
del  spend,  in  del  bev  =  sapersi  mode- 
rare nel  mangiare,  nello  spendere,  nel 
bere;  saper  tenere  la  giusta  misura. 

moderaa, *  agg.  =  moderato;  chi  sa  aver 
moderazione. 

1)  Chi  non  è  democratico,  non  è  ra- 


dicale in  politica,  ma  piuttosto  conser- 
vatore. 

moderàsiòn ,  s.  /".  =  moderazione  :  il 
sapersi  moderare,  conservar  la  misura. 

moderàtàmént,  avv.  =  moderatamente, 
con  moderazione. 

modèrno,*  agg.  =  moderno,  recente: 
che  è  de'  tempi  nostri,  non  è  antico. 

modést,  agg.  =  modesto  :  chi  non  sup- 
pone troppo  di  se,  e  non  mena  vanto 
dei  propri  meriti  uè  degli  onori  che  li 
accompagnano. 

1)  Temperato,  moderato,  limitato  ; 
mangia  modèàt  =  mangiare  modesto, 
moderato. 

2)  Anche  in  senso  d'avverbio  :  man- 
gia modèàt  =  mangiare  moderatamente. 

modèstàinènt,*  avv.  =  modertamente  ; 
con  modestia. 

modèstia,  s.  f.  =  modestia:  la  virtù 
dell'essere  modesto. 

modèstìua,  s.  f.  =  modestina.  Vedi 
bèrta,  2). 

modiliòii,  s.  m.  =  modiglione:  T.  d'ar- 
chit.  specie  di  mensola  che  è  sotto  il 
gocciolatoio  de'  cornicioni. 

modista ,  s.  f.  =  modista,  a-estaia  ;  la- 
voratrice di  cappelli  e  d'altri  abbiglia- 
menti pel  capo  delle  signore. 

modo ,  s.  m.  =  modo,  mezzo  ;  troà  el 
modo  de  vìv  =  trovare  il  modo  di  vi- 
vere. 

1)  maniera  ;  Ve  minga  queél  èl  mòdo 
de  jìàrlcL  =  non  è  questo  il  modo  di 
parlare. 

2)  fa  in  mòdo  de...  =  fare  in  modo 
di... 

3)  à  dgni  mòdo  =  a  ogni  modo,  in 
ogni  maniera  :  comunque  sia,  avvenga. 

mòdiila ,  s.  f.  =  modula,  modulo  ;  mo- 
dello di  scritto  che  deve  servire  per 
norma. 

moeud,  s.  m.  =  modo,  maniera,  guisa; 
cosa,  via  per  giungere  a  una  cosa  ; 
no  gii" è  moeud  de  fall  ilbedi  =  non  c'è 
modo  di  farlo  obbedire. 

1)  Co.stumanze,  usanze,  abitudini  : 
vìv,  fa  à  so  moeud  =  vivere,  fare  a 
suo  modo  ;  come  si  vuole. 

2)  te  vmut  fa  à  moeud  d'on  miìi- 
ciòn  ?  fa  à  tò  "ìnmud  =  vuoi  fare  a 
modo  d' un  minchione  ?  fa  a  tuo  modo. 
È  dettato  nostro  col  quale  vogliamo 
dar  del  minchione  a  chi  si  intesta  di 
volere  agiro  di  suo  capriccio. 

moeùia,  s.  f.  =  le  molle;   strumento  di 


—  49t)  - 


inol 


ferro    ripiegato    in    modo    da    prender 
tizzoni  e  carboni  accesi. 

1)  de  toeu  éii  coni  là  moRiìia  =  da 
])rendersi  colle  molle  :  di  persona  cat- 
tiva. 

2)  là  mmuia  del  pose  =  la  molletta 
del  pozzo  :  il  gancio  a  molla  che  ab- 
branca il  secchio,  perchè  sia  calato 
colla  corda  nel  pozzo. 

iiiaeuj  (à),  mod.  avo.  =  in  molle,  in 
liagno  ;  essere  i)Osto  in  un  liquido  a 
inacerare,  o  anche  semplicem.  a  im- 
beversi. 

1)  vesé  à  nixuj  =  essere  nelle  peste, 
nell'orcio;  di  chi  è  in  gravo  impiccio, 
da  non  sapere  come  districarsene. 

iiiiBul,  ora  più  comune  mòlo,*  s.  m.  = 
molo  :  muragliene  praticabile  che  dal 
Ijorto  s'avanza  nel  mare,  o  anche  nel 
lago,  per  difender  le  navi  dai  venti. 

inojùla,  s.  f.  =  macina,  macine,  mola  ; 
pietrona  rotonda  che  serve  a  macinare, 
a  frangere. 

1)  Rota  ;  il  disco  di  pietra  su  cui  si 
arrotano  i  feni  ;  pietra  da  arrotare. 

iiiJBUsg',  s.  m.  =  moggio  -,  misura  di  ca- 
pacità che  servo  specialmente  per  il 
carbone. 

moeiiv,  V.  att.  =  muovere  ;  mettere  in 
juovimento,  cambiar  di  posto. 

1)  luoetw  i  gàmb  =  mover  le  gambe, 
<;amminare  ;  podè  minga  mceuv  i  gàmb 
=  non  poter  muover  lo  gambe  ;  di  chi 
ò  malato,  impotente,  1'  ha  intirizzite, 
aggranchite  o  sim. 

2)  moiuii  el  còrp  =  movere  il  corpo  ; 
far  andar  di  corpo. 

inosùves,  v.  rifl.  =  moversi  ;  darsi  o  pi- 
gliar moto  ;  guarda  còme  se  mneiw  / 
fceiij  =  guarda  come  si  movon  le  foglie. 

1)  Agitarsi  :  quànd  el  pària  el  se 
lìfeuv  che  'l  par  on  osèsé  =  s'  agita, 
ijuando  parla,  ohe  pare  un  ossesso. 

2)  Avviarsi  ;  me  soni  riiomii  à:  qim- 
fr'ur  per  vegnì  chi  =  mi  son  mosso 
alle  quattro  oro  per  venir  qui. 

;-3)  Abrivare:  della  nave  che  comincia 
a  muoversi  por  xiscire  al  largo. 

inorili,  s.  m.  =  musino,  faccino:  di  bam- 
l)ino  avente  il  viso  tondetto  e  molto 
espressivo.  Si  estende  anche  a  ragazze, 
a  giovinette,  a  donne. 

iiiò^lieii,  s.  m.  =  mogano  :  sorta  di  le- 
gno compatto,  rossiccio,  molto  pregiato 
l)er  mobili. 

iiiògrii,  s.  m.  =  baffo  :  macchia  sul  viso 


d'uno,  specialm.  di  color  bruno,  pro- 
dotta dall' essersi  in  qualunque  modo, 
ma  inavvertitamente,  tinto. 

iiiogrnà,  V.  att.  =  gnaulare,  miagolare  : 
del  gatto  cho  emette  la  voce. 

1)  Scacchi  are  :  T.  agrar.  levare  alla 
Vito  i  talli  superllui,  troppo  rigogliosi 
0  d  innosi. 

luogruàda,  s.  f.  =  gnaulata,  miagolata  : 
il  miagolare  strascicato. 

mo^iiàdura,  s.  f.  =  soacchiatura  :  puli- 
tura delle  viti. 

mo^uàga,  s.  f.  =  meliaco  :  una  varietà 
di  albicocco,  ed  anche  meliaca,  frutto 
del  meliaco. 

mo^iiàniént,  s.  m.  =  guaulamento,  mia- 
golamento :  il  miagolare  dei  gat*^i. 

moia,  ».  att.  =  ammollare,  immollare, 
immergere  r  mettere  o  tutto  o  parte  di 
checchessia  in  un  corpo  liquido,  perchè 
si  inzuppi. 

1)  Intingere  ;  moia  là  péna  =  iatin- 
gore  la  penna. 

2)  Dimoiare  i  pannilini  o  sim.  nel- 
l'acqua. 

iiioiaa,  agg.  =  immollato  :  fatto  molle 
per  bagnatura. 

luoièta,  s.  f.  =  mollette  :  molle  piccole 
per  vari  usi,  come  per  asparagi,  zuc- 
chero, ecc. 

1)  pinzette  :  T.  di  tipogr.  e  d'altre 
arti  :  strumento  a  molla  per  agguan- 
tare e  tener  ferme  cose  minuto. 

luoimèiit,  s.  ni.  =  movimento.  Vedi 
movimènt. 

moia  (pan),  s.  m.  =  pano  inzuppato 
nel  vino. 

moina,  s.  f,  più  usato  al  plur.  uioluii,  = 
carezza,  juoina  :  vezzi,  carezze  affettate 
per  ingraziarsi  qualcuno. 

uioi(eù,  s.  in.  =  fragola  moraiola  o  sel- 
vatica ;  fraga  vesca  silvestris  :  specie 
di  fragola. 

moisc,  (tgg.  =    molliccio  :  un  po'  molle. 
1)  s.  m.  =  mollume  :  umidità  cagio- 
nata dalla  pioggia. 

mola,  s.  f.  =  molla  :  lama  che  com- 
pressa si  piega  e,  lasciata  libera,  torna 
allo  stato  di  prima,  servendo  cosi  a 
dare  energico  impulso  ;  là  mòla  de 
Vorològg,  del  càpipànln  occ.  =  la  molla 
dell'orinolo,  del  campanello,  ecc. 

1)  mòla  de  f  ombre  la  =  moUettine  : 
quelle  che  tengono  aperto  o  chiuso 
l'ombrello. 

2)  miilti  do  r«.^.'5  =    pallino,    cricca, 


IttOl 


—  497 


lUOl 


gruccia  (interna)  :  pomo  metallico  o 
d'altro  oho  serve  per  prendersi  in  mano 
per  aprire  le  serrature  a  colpo  e  tirare 
a  sé  gli  usci  :  maniglia  (esterna). 

d)  indll  dèla  fàscia,  del  còrp  =  stecca  : 
lamina  sottile  ed  elastica,  di  varia  ma- 
teria, ohe,  ficcata  in  una  gaaina,  aiuta 
a  tenere  a  sogno  il  busto  o  la  vita  del 
vestito. 

4)  *  mòli  de  la  finèstra  =  grucce. 
Vedi  fèr,  9j. 
mola,  f.  att.  =  allentare,  mollare,  am- 
mollare :  di  canape  o  fune  con  cui  si 
innalzino  pesi,  contrario  di  tira  =  ti- 
rare. Onde  il  grido  :  tira,  mola  =  tira 
molla,  0  ammolla, 

1)  Allentare,  affibbiare,  appioppare; 
di  pugni,  ceffoni  e  sim.  darli  :  el  g'hà 
ìitolaa  Oli  piign  =  gli  ha  allentato  un 
pugno  ;  se  te  vègnet  vesìn,  te  viòli  dna 
pesciàda  =  se  vieni  vicino,  t'  affibbio 
un  calcio. 

2)  Addipanare  :  movere  spesso  le 
gambe  ))er  staro  a  passo  con  altri  che 
lo  ha  più  lunghe  :  anche  soltanto  cor- 
rere, aftrettarsi. 

8)  Arrotare  :  ravvivare  il  taglio  dei 
ferri.  Detto  di  lastre  o  vasi  di  cristallo, 
significa  lavorarli  alla  ruota  per  po- 
lirli ;  bicièr  molaa  =  bicchiere  ari'otato. 

4)  Scomare,  diminuire  ;  mola  i prèsi  = 
diminuire  i  prezzi  ;  el  frece  el  mòla  = 
il  freddo  scoma. 

5)  molti  7  prèsi  =  peteggiaro,  far 
poti. 

molaa,  agg.  =  arrotamento  :  l'arrotare. 
1  )  més  àpèna  molaa  =  esser  di  rota, 

jnolàda,  .«.  f.  =  arrotamento  :  l'arrotare. 

1)  Addipanata  ;  il  correre  por   stare 

a  passo  con  altri  o  por  arrivai-  presto. 

Hioladura,  s.  /'.  =  arrotatura,  affilatui-a  : 
l'arrotare  ferri. 

nioIà^iiOii,  s.  m.  =  filaccione  :  specie  di 
lenza. 

inolàsc,  s.  m.  =  midollone  :  la  rete  tutta 
a  semi  del  popone  e  delle  zucche. 

molata,  s,  f.  =  macinatoio  :  nrulino  ver- 
ticale con  cui  si  frangono  le  ulive. 

molerà,  s.  f.  =  arenaria:  specie  di  pie- 
tra per  costruzioni. 

molesta,  r.  att.  =  molest  ire  :  dare,  ap- 
jioitar  molestia. 

molèstia,   s.   f.   =   molestia  :    senso    di 
giave  noia,  infastidi  mento. 

moléta,  s.  m.  =  arrotino  :  chi  arrota  col- 
telli, forbici,  ecc. 


molèta,  s.  f.  =  molletta,  molla  :  dim.  di 
mola  e  specialm.  la  lama  di  ferro  ripie- 
gata come  maglia,  bislunga,  per  assi- 
curare la  secchia  alla  fune    del  pozzo. 

molètòn,  s.  m.  =  cammellotto  finetto  : 
specie  di  stoffa. 

moliflcà,*  ^'.  att.  =  mollificare,  ammol- 
lire, rammorbidire  :  rendere  molle, 
morbido. 

molìg'a,  =  nel  gioco  che  si  fa  ai  bambini, 
pizzicando  loro  ogni  dito  o  dicendo  : 
piàiga,  mollga,  là  gàta  là  pìga  ;  pin 
pignmù,  dagli  on  para  di  tò  bau,  Méa 
là  eòa  e  va  à  cà  tòa.  In  Toscana  lo 
stesso  gioco  lo  fanno  dicendo  :  giii 
nella  piazza,  passa  una  lepre  pazza  ; 
uno  la  vide,  uno  la  prese,  uno  1'  am- 
mazzò, uno  la  pelò,  e  uno  la  mangiò. 

moliu,  s.  m.  =  molino  :  lo  stabilimento 
dove  si  macinano  grani,  olive,  ecc. 

1)  m,olìn  d'ingorgàda  =  molino  a 
ricolta  0  a  raccolta  :  quello  mosso  dal- 
l'acqua di  un  piccolo  torrentello  rac- 
colta in  una  gora  e  guidatavi  da  un 
canaletto  detto  gorello. 

2)  chi  va  ài  molìn  s'  infarina  = 
chi  va  al  mulin  s'  infarina  ;  chi  si 
mette  in  impicci,  ne  sente  sempre  qual- 
che danno.  Ed  anche  :  chi  va  col  lupo 
impara  ad  urlare;  chi  dorme  coi  cani 
si  leva  collo  pulci  ;  le  male  compagnie 
guastano  sempre. 

3)  tira  l'acqua  ài  so  molla  =  tirar 
l'acqua  al  suo  molino  ;  fare  una  cosa 
indirizzandola  al  proprio  interesse,  senza 
darsi  pensiero  dell'altrui. 

4)  molìn  à  veni  =  molino  a  vento  : 
quello  mosso  dalla  forza  dell'aria.  Fig. 
diciamo  mdlìn  à  veni  =  remola,  bat- 
tola, di  chi  chiacchiera  molto  e  in  fretta. 

moliu,  usato  più  frequent,  al  pi.  molitt, 
s.  ni.  =  caruocchio,  torsolo,  tutolo  :  il 
torso  della  pannocchia  di  grano  turco 
spogliato  dei  granelli  :  si  usa  molto, 
specialm.  in  campagna  come  combu- 
stibile. 

moliuèll,  s.  m.  =  mulinetto  :  piccolo 
molino. 

1)  mulinello  ;  T.  ginn,  e  scherm.  : 
il  rotare  della  spada  e  del  bastone  so- 
pra sé  e  intorno. 

moli,  s.  m.  =  mollica,  midolla  ;  la  parto 
intorna  e  più  molle  del  pano. 

1)  midollo  ;  la  parto  più  intorna  delle 
piante. 

mòli,   agg.   =    mollo     tenero,    morbido  ; 


lUOl 


—  498  — 


nion 


contrario  di  dm"o,  secco:  d'ogni  corpo 
cedevole  ad  ogni  minima  forza. 

1  )  Floscio,  fiacco  :  di  carattere  poco 
energico,  di  uomo  che  non  abbia  vo- 
lontà d'agire. 

2)  Vincido  :  del  pano  quando,  per- 
duta la  freschezza,  si  ammollisce  la 
crosta  0  diventa  quasi  pieghevole. 

3)  Lento  :  non  stretto  ;  ìàsà  mòli  = 
allacciar  lento. 

uiolón,  s.  m.  =  cornocchio,  tutolo,  tor- 
solo. Vedi  molin. 

molta,  s.  /'.  =  malta,  calcina  :  l' impa- 
sto di  calce  e  sabbia  per  murare. 

1)  ònini  faa  de  molta  =  uomo  di 
stracci,  di  pasta  frolla  ;  che  non  ha  al- 
cuna energia  di  volontà  né  di  carattere. 

moltìplica,  s.  f.  =  moltiplicazione  :  una 
delle  quattro  operazioni  fondamentali 
dell'  arimmetica. 

moltipllca,  t'.  alt.  =  moltiplicare  ;  au- 
mentar di  molto  una  cosa. 

1)  T.  arim.  fare    la  moltii^licazione. 

moltiplicando,  s.  m.  =  moltiplicando. 
T.  arim.  nella  moltiplicazione  uno  dei 
fattori. 

moltiplicàsiòii,*  s.  /".  =  moltiplicazione: 
il  numero  dello  parti  o  degli  addendi. 

moltiroeù,  s  m.  =  calcinaio  :  chi  spe- 
gno la  calce  e  chi  la  impasta  insieme 
alla  rena,  rimestandola  colla  mazza. 

moltitudiii,*  s.  f.  =  moltitudine  :  gran 
quantità  ai  jjers.  e  di  cose. 

mólto,*  avv.  =  molto  ;  accompagna  sem- 
pre un  aggettivo  :  mollo  bòn,  mólto 
bèli,  molto  sàvi,  mollo  lontdn,  e  sim.  = 
molto  buono,  molto  bello,  molto  savio, 
molto  lontano  e  sim. 

1)  Solo,  l'usiamo  nelle  risposte  per 
dire  :  molto,  assai  ;  te  pias  i  màgio- 
àter  ?  -  molto  =  ti  piacciono  le  fragole  ?  - 
molto. 

molusr,  agg.  =  molliccio  ;  un  po'  molle. 
E  del  pane  :  vincido.  Vedi  mòli,  2). 

momèut,  s.  vi.  =  momento,  istante  : 
piccola    porzione  di  tempo  brevissimo. 

1)  on  tnomènt  !  un  momento  ;  tron- 
cando un  discorso,  o  interrompendosi 
per  aggiungere  o  correggere  qualche 
espressione. 

2)  del  moment  =  del  momento;  mo- 
mentaneo, passaggero,  della  circostanza  ; 
èe  sa,  l'è  'l  dolor  del  moment,  ma 
poeu  'l  pàsa  =  si  sa  ;  è  il  dolore  del 
rnonicnto,  ma  poi  passa. 

8)  in   d'on   moment  =  in   un    mo- 


mento ;   in   un  lampo,    in   brevissimo 
tempo, 

4)  dal  moment  che  =  giacche,  poicliè. 

5)  à  ììiomént  =  a  momenti;  secondo 
i  momenti. 

6)  dà  on  moment  à  Valter  =  da  un 
istante  all'altro;  ad  un  tratto,  all'im- 
provviso. 

7)  per  el  moment  =  per  ora,  per 
adesso. 

8)  Intervallo  :  el  g'  ha  di  moment 
che  l'è  éàvi  come  =  ha  dei  momenti 
nei  quali  è  savio  assai. 

momentàueàméut,  *  aw.  =  momenta- 
neamente ;  sul  momento,  in  questo  mo- 
mento. 

momentàni,  agg.  =  momentaneo,  istan- 
taneo :  che  dura  un  momento  brevis- 
simo. 

moménti  (à), *  =  a  momenti:  tra  poco; 
à  moménti  l'è  vòra  de  diana  =  a  mo- 
menti è  ora  di  pranzo. 

1)  ffl  moménti  !  =  per  un  filo  !  Quando 
si  vuol  diro  che  per  pochissimo  non  ò 
accaduta  una  cosa  : .  s'  usa  por  lo  più 
di  pericoli  scampati. 

momentin,  s.  m.  =  momentino:  dimin. 
vezzegg.  di  momento. 

monarca,  s.  m.  =  monarca:  capo  d'una 
monarchia. 

1)  pàrVl  montlrea  profèta  =  fare  il 
satrapo:  creder  d'essere  una  divinità; 
fare  il  barbassoro:  darsi  arie. 

monarchia,*  s.  f.  =  monarchia  :  governo 
di  un  solo  e  il  paese  con  quel  governo. 

monàrchici!,*  agg.  =  monarchico  :  che  ò 
della  monarchia,  ed  anche  chi  parteg- 
gia per  la  monarchia. 

monàtt,  s.  m.  =  monatto:  infermiere  di 
appestati.  Voce  più  storica  che  dell'uso. 

Mondiceli,  s.  m.  =  Moncucco:  nomo  pro- 
prio di  un  paese  vicino  a  Milano.  En- 
tra nella  frase  vèss  àndaa  in  del  bàlón 
de  Monciicch  =  essere  andato  in  fumo, 
in  nulla. 

mond,  s.  m.  =  mondo,  universo.  Anche 
solam.  il  globo  terrestre,  la  vita  che 
vi  si  fa,  la  gente  che  vi  si  trova. 

1)  à  sto  mond  el  Signor  el  Doenr  ni- 
sùn  de  contént  =  ognuno  ha  il  suo  dia- 
volo all'uscio. 

2)  ff  sto  inond  chi  va  èli  e  chi  va 
gid  =  a  questo  mondo  chi  va  in  su  o 
chi  va  in  giù:  è  una  ruota. 

3)  ci  mond  bisogna  làsàll  come  'l  ss 
trceàva  =  il  mondo  va  lasciato  andare: 


iiion 


—  499  — 


lUOU 


non  darsi  troppo  affanno  delle  miserie 
del  mondo. 

4)  ci  mond  bisógna  ciàpàll  come  Ve 
=  il  mondo  va  preso  così  com'è,  biso- 
gna accontentarsi. 

5)  el  mond  l'è  de  chi  le  sa  god  =  il 
mondo  è  di  chi  lo  sa  godere,  di  chi  se 
lo  piglia. 

U)  sàvè  còsa  zorAir  dì  el  mond  = 
avere  esperienza  del  mondo,  sapersela, 
aver  pisciato  in  più  d'una  neve. 

7)  sàtè  fa  à  sta  ài  mond  =  saper 
vivere:  conoscere  l'arte  di  viver  bene. 
■  8)  el  mond  Ve  grand  =  il  mondo  è 
largo,  ci  si  sta  tutti.  Avvertendo  che 
non  è  obbligo  noiaro  o  tormentare  il 
prossimo. 

9)  àndà  à  Valter  mond  ò  ài  mond 
de  là  =  andare  all'altro  mondo;  morire. 

10)  Ve  ài  mond  jjerckè  glVè  post  = 
campa  perchè  mangia  :  di  chi  non  è 
buono  ad  altro  che  a  mangiare. 

11)  'vesÉ  là  fin  del  mond  =  ossero  il 
finimondo;  guài  se  saltava  Òna  mòla! 
là  sàrìa  stàda  là  fin  del  mond  =  guai 
se  una  molla  scattava  !  sarebbe  stato  un 
finimondo. 

12)  borlàss  giò  'l  mond.'  =  cascasse 
il  mondo  !  Di  chi  non  si  scrolla  per  pi- 
grizia 0  per  fermezza.         ' 

13)  ^)ar  che  tibia  de  boria  giò  'l  mond 
=  paro  che  caselli  il  mondo  :  a  chi  temo 
troppo  gli  effetti  di  qualche  cosa. 

14)  in  eoo  del,  ài  mond  =  in  capo 
al  mondo:  chi  sa  dove,  lontano. 

15)  de  che  mond  è  mond  =  da  cho 
mondo  è  mondo:  sempre  e  sposso. 

16)  sta  al  mond  =  vivere  ;  fin  che 
Moo  à  éto  mond  =  fin  cho  starò  a  que- 
sto mondo. 

17)  el  gran  mond  =  il  gran  mondo: 
la  società  dei  ricchi,  dei  nobili. 

18)  là  giiistìsia  de  éto  mond  =  la 
giustizia  del  mondo. 

19)  mèit  ài  mond  =  mettere  al  mondo, 
creare;  di  figliuoli. 

20)  vegni  ài  mond  =  venire  al  mondo, 
alla  luce;  nascere. 

21)  i^èss  òmni  de  mond  =  essere 
uomo  di  mondo;  di  chi  conosce  il  mondo, 
ne  ha  larga  esperienza. 

22)  tiitt  el  mond  =  tutto  il  mondo; 
ipcrb.  tutta  la  società,  gran  parto  della 
società  in  cui  uno  vive;  Ve  conoiiiii  de 
tiitt  el  mond  =  è  conosciuto  da  tutto  il 
mondo,  da  tutti. 


23)  el  mond  Ve  bèli  perchè  Ve  vàri  = 
è  bello  il  mondo  perdio  è  pien  di  ca- 
pricci e  gira  tondo:  è  bello  perchè  va- 
riato. 

24)  el  Signor  ie  mèli  ài  mond  e  lor 
èe  compàgnen  =  Dio  fa  gli  uomini  ed 
essi  si  appaiano:  la  gente  simile  facil- 
mente si  unisce  :  in  S2)ocio  la  poco 
buona. 

25)  gira  'l  mond  =  andar  per  il 
mondo,  viaggiare. 

26)  Ve  7  mond  à  V  incontràri  =  è  il 
mondo  alla  rovescia. 

27)  tiUt  el  mond  Ve  paes  =  tutto  il 
mondo  è  paese,  in  qualunque  parte  del 
mondo  l'uomo  può  trovarsi  bene.  Di- 
cono anche:  dove  è  il  pano  è  la  patria. 

28)  rèse  in  del  mond  de  la  luna  = 
essere  nel  mondo  della  luna,  esser  stor- 
dito; vegni  giò  del  mond  dcla  lùìia  = 
venire  dal  settimo  ciclo  :  essere  forte- 
mente meravigliato. 

29)  vèss  nun  èl  pàdròn  del  mond  = 
esser  noi  i  jìadroui  del  mondo  :  essere 
felici  tanto  da  parer  che  tutto  il  mondo 
sia  nostro.  Ed  auclie  :  credersi  padroni 
del  mondo  por    propotenza  e  superbia. 

30)  el  mo7id  =  il  mondo  :  una  delle 
figuro  principali  nel  giuoco  do'  tarocchi 
0  delle  minchiate. 

mond)  s.  m.  =  monte  di  ])ietà.  Per  la 
gran  somiglianza  della  pronuncia  del  d 
e  del  t  finale,  specialmente  se  prece- 
duto da  consonante,  la  parola  mont 
diventa  inoud,  (Quindi  la  frase  inse- 
gnagli à  sia  ài  mond  che  letteralmente 
significa  insegnargli  a  staro  al  mondo, 
cioè  a  vi  vero,  ed  è  lepido  giuoco  di  pa- 
rola per  indicare  che  un  oggetto  è  stato 
impegnato  al  Monte  di  pietà. 

monda;  v.  att.  =  mondare,  pulire,  net- 
tare, sceverare  fragole,  insalata,  piselli 
e  sim.  da  foglio,  gambi,  fuscelli  cho  non 
si  possono  mangiare. 

1)  Scoltellare:  nettare  col  coltello  le 
biade  dallo  orbo  nocivo. 

2)  monda  H  ris  =  vagliare,  nettare 
il  riso  :  rimondarlo,  i)ulirlo  dei  sasso- 
lini, grani  d'altra  specie,  ecc. 

niondàdura,  s.  f.  =  mondatura:  il  mon- 
dare 0  il  tempo  e  la  spesa. 

mondàìa,  s.  f.  =  mondiglia,  nettatura: 
la  ptirte  inutile  e  cattiva  che  si  toglie 
dal  riso,  dalla  foglia,  dai  ceci  e  sim. 
che  si  mondano. 

luondusc,  s.  m.  =  inon i. accio  :  po^g.  dì 


nion 


500  — 


uton 


mondo,  nel  signif.  di  gente,  d'avve- 
nimenti, disgrazie  che  accadono. 

inondeghili,  s.  m.  pi.  =  ammorsellati, 
piccatigli,  crocchette:  specie  di  vivanda 
fatta  di  carne  tritata,  impastata  con 
cacio ,  pane  grattato,  uova ,  pignoli , 
zibetto,  e  cotti  nel  burro. 

luondèllj  agg.  =  calvello,  gentile  :  di 
grano. 

inondìn,  s.  m.  =  mondatore,  vagliatore: 
l'uomo  che  monda,  vaglia,  specialm.  il 
grano. 

mondo,  s.  m.  =  mondo  ;  on  mondo  de 
de  geni  =  un  mondo  di  gente;  el  gran 
mondo  =  il  gran  mondo,  la  gran  so- 
cietà; el  mondo  novo  =  il  mondo  novo, 
il  cosmorama,  ed  anche  per  celia  il  culo. 

nionèda,  s.  f.  =  moneta,  spiccioli;  la  mo- 
neta minuta,  gli  spiccioli  di  rame. 

1)  tra  in  monéda  =  mettere  in  spic- 
cioli, spiegare  minutamente  e  molto 
chiaramente. 

2)  paga,  rari,  costà  òna  monèda  = 
pagare,  valere,  costare  una  somma;  una 
gran  quantità  di  danaro. 

3)  fa  monéda  falsa  =  far  monete 
false  :  far  di  tutto,  anche  un  delitto,  per 
ottenere  un  intento. 

4)  *  monéd  =  le  monete,  i  danari, 
specialmente  lo  antiche,  oggetti  di  nu- 
mismatica. 

mòiiegra,  s.  f.  =  monaca,  suora  :  donna 
ascritta  a  un  ordine  religioso  regolare. 

1)  àndà  à  monega,  màndtl  à  mdnega 
~  monacarsi,  monacare. 

2)  monega  falsa  =  monna  schifa  il 
poco.  Da  noi  si  denota  anche  una  donna 
0  uomo  finto,  ipocrite,  che  faccia  il 
santoccio. 

inoneglièll,  s.  f.  j)l.  =  mughetto  :  fiore 
gentile  detto  anche  giglio  delle. convalli; 
convallaria  ìtiaialis.  Dicesi  anche  mo- 
iie^hiu  e  monichéll. 

monestee,  s.  m.  =  monastero,  chiostro: 
lo  stesso  che  «  convento  »  ma  più  pro- 
priam.  di  monache,  che  non  di  frati. 

moufrìua,  s.  f.  =  monferrina  :  specie  di 
danza  popolana. 

1)  bàia  là  manfrina  =  ballar  la  mon- 
ferrina: non  star  mai  cheto. 

niouotonìa  e  luonotomìa,  s.  f.  =  mo- 
notonia :  asti-,  da  monotono  :  veèé  mo- 
nòtoni, =  essere  monotono  ;  ton  mo- 
ndton  =  che  è  sempre  sullo  stesso  tono, 
noioso. 

monsciòr,  s.   m.  =   monsignore:  titolo 


dato  ai  prelati.  Da  noi  specialm.  i 
monscior  del  Dòmm  =  monsignori  del 
Duomo,  canonici  ordinari. 
montj  s.  m.  =  monte  :  grande  solleva- 
mento del  teiTeno  non  minore  di  tre- 
cento metri  sul  livello  del  mare. 

1)  àndà,  irà  ó  manda  à  moni  =  an- 
dare, mandare  a  monte:  di  una  partita 
di  giuoco  che  non  si  conta,  e  per  estens. 
di  tutto  ciò  che  non  si  combina  defini- 
tivamente, pur  essendo  incominciate  le 
pratiche. 

2)  àndà  ai  o  sui  moni  =  salir  pei 
monti,  a  far  legna,  a  raccoglier  casta- 
gne, noci,  ecc. 

,S)  el  moni  =  il  monte  di  pietà;  portty 
vègli  ài  moni  =  portare,  avere  al  monte. 
4)  Gran  quantità;  on  mont  de  fastìdi, 
de  gent  =  un  monte  di  fastidi,  di  gente. 
mónta,  s.  f.  -  carica,  scatto  :  à  mesa 
monta,,  à  tUta  monta  =  a  mezzo  scatto, 
sullo  scatto:  di  una  molla  caricata  per 
metà  0  interamente. 

1)  iìi  monta  =  tutt' insieme,  in  blocco, 
in  complesso. 
monta,  v.  alt.  =  montare,  salire:  di  sti'ada 
ripida  per  andare  in  un  luogo  più  alto. 

1)  monta  à  cavali  =  montare  a  ca- 
vallo: di  chi  sa  0  si  prova  a  cavalcare. 

2)  monta  là  guàrdia  =  montare  la 
guardia,  farla  quando  tocca. 

3)  là  me  monta  =  la  mi  monta,  sot- 
tinteso, la  stizza. 

4)  monta  in  càrosa  =  montare  in 
carrozza;  salirvi,  mettervisi. 

5)  monta  là  cà  =  montar  la  casa: 
provvederla  dell'  occorrente. 

6)  monta  on  capèll,  óna  scufm  = 
guernire,  fare  un  cappello,  una  cuffia 
con  fiori,  nastri,  ecc. 

7)  monta  =  montare:  T.  d'art,  e  me- 
stiere e  meccan.  mettere  insieme  le  di- 
verse paiii  di  una  cosa. 

8)  Caricare  :  di  ordigni  destinati  a 
produrre  certi  movimenti  per  opera  di 
molle  e  di  pesi;  monta  là  tràpola,  l'o- 
rològg,  el  mènarost  =  cai'icai'e  la  trap- 
pola, l'orologio,  il  girarrosto. 

9)  montasi  =  montarsi,  esaltai'si,  la- 
sciarsi montare  il  capo  da  capricci,  da 
passioni,  e  sim;  se  ' l  comincia  à  mon- 
tàss,  gli' è  pii  niéun  che  le  tén  =  se  co- 
mincia ad  esaltarei,  non  lo  frena  nes- 
suno. 

montaa,  agg.  =  armato,    arredato,  cari- 
cato :  di  cosa  che  sia  fornita  di  quanto 


lUOU 


501 


mol- 


le occorre,  e  che  sia  i)ronta   ad   agire 

come  dove. 

1)    Esaltato  ;    appassionato    troppo  ; 

incoRU  l'è  montaa,    bisógna   mgh   pa- 

Ménsa  =  oggi  ò  esaltato,  bisogna  aver 

pazienza. 
montàda,  s.  f.  =  montata,  salita,  erta  : 

di  strada  che  sale  rapida  sul  fianco  di 

una  montagna;  guarda  g io,    che    bela 

montàda  hhniii  faa  =  guarda  in    giù, 

la  bella  salita  abbiani  fatto. 
montadùra,  s.  f.  =  montatura:  T.  d'arti  e 

mest.  ;  il   montare  di    mobili,  attrezzi, 

cappelli,  tende,  ecc. 
moutàg'iia,    s.    f.  =   montagna,    monte  ; 

specialm.  se  occupa  largo  tratto  di  paese. 

1)  là  montagna  =  la  montagna  :  in 
opposizione  alla  pianura. 

2)  /'  ària  de  montagna  =  1'  aria  dei 
monti. 

3)  hiii  doma  i  montagli  che  sta  à 
èò  post  =  i  monti  stanno  fermi  e  gli 
uomini  camminano  ;  incontrando  pcrs. 
che  non  si  sarebbe  creduto  di  vedere. 

inontàgnee,  s.  m.  =  montanaro,  alpi- 
giano :  chi  abita  fra  le  montagne  ;  i 
montàgnee  g' han  el  cervèll  éUtìl  =  i 
montanari  hanno  il  cervello  fino  ;  sèmm 
Étaa  minga  mal  anca  in  di  montà- 
gnee =  non  siamo  stati  malo  neanche 
fra  quelli  alpigiani. 

montàg'néta,  s.  f.  =  montagnetta,  mon- 
tagnola ;  piccola,  talvolta  piccolissima 
montagna. 

ì)  là  montàguèta  di  giàrdìn  pùblich 
=  la  montagnetta  del  giardino  pub- 
blico ;  un  piccolo  rilievo  del  suolo  dove 
la  banda  musicalo  dà  concerti. 

2)  là  Montàgnèta  =  la  Montagnetta  : 
una  osteria  fuori  di  Porta  Ticinese, 
posta  su  un  leggerissimo  rilievo  di 
terra,  e  dove  si  va  volentieri  a  man- 
giare il  pesce  fritto. 

montàss,  v.  rifl.  =  insuperbirsi,  gon- 
fiarsi ;  credersi  dappiù. 

1)  esaltarsi.  Vedi  monta,  9). 

montesèll;  s.  m.  =  monticollo,  monti- 
cino  :  di  ni.  vozzegg.  di  monte. 

montoenr,  s.  m,  =  montatore,  allesti- 
tore, preparatore  :  chi  mette  insieme 
le  diverse  parti  di  una  macchina,  per- 
chè agisca.  Dal  francese  montear. 

montdu,  s.  m.  =    mucchio  :   riunione  di 
persone  o  di  cose  ammonticchiate. 
1)  Gran  quantità  ;  te   l'hoo    ditt    on 


vionton  de  vòlt  =  te  1'  ho  detto    cento 
volte. 

2)  fàlà  'l  monton  =  non  azzeccarla, 
sbagliarsi,  non  indovinare. 

3J  tra  à  monton  =  scompigliare,  man- 
dare a  monte.  Vedi  mout,  1). 

montouàj  v.  att.  =  ammucchiare,  am- 
monticchiare :  fare  i  mucchi,  ridurre 
in  mucchi. 

montoiiscèll}  s.  m.  =  mucchietto,  muc- 
chiettino  :  dim.  di  mucchio. 

1)  Monticino,  monticello  :  dim.  di 
monte,  come  monteséll. 

montriicòtt,  agg.  =  ruvido,  zotico  :  di 
chi  ha  modi  sgarbati  e  incivili. 

moutiìòs,*  agg.  =  montuoso,  alpestre, 
erto  :  di  luogo  pieno  di  monti. 

montura,  s.  /.  =  assisa,  uniforme,  di- 
visa: vestimento  de'  soldati  che  distin- 
gue il  grado  di  chi  la  porta. 

monìimènt,  s.  m.  =  monumento  :  opora 
d'arte  fatta,  perchè  resti  a  memoria  e 
insegnamento  dei  posteri. 

1)  Mausoleo  :  edifizio  sepolcrale  gran- 
dioso. 

monumentai,  *  agg.  =  monumentale  ; 
che  ha  del  monumento,  ed  anche  che 
è  ricco  d'  monumenti  ;  el  cimiteri  mo- 
niimentM  =  il  cimitero  monumentale. 

moniimentìn,*  s.  m.  =  monumentino  : 
piccolo  monumento. 

1)  Cippo  ;  colonnino  senza  capitello,  o 
qualche  cosa  di  simile,  piantato  in  terra 
come  segno  di  sepoltura. 

mora,  s.  f.  =  mora  :  giuoco  notissimo 
che  si  fa  per  lo  più  nelle  osterie,  but- 
tando aperta  la  mano  e  cercando  in- 
dovinare la  somma  delle  dita  che  com- 
plessivamente distenderanno  i  giuoca- 
tori. 

1)  giiigà  àia  mòra  =  faro  alla  mora. 

mòra,  s.  f.  =  mora  :  frutto  della  spina, 
mora  prugnola.  Al  plur.  mor  e  mor. 

1)  Dormiglione  :  insetto  roditore  delle 
mele. 

2)  Agg.  femm.  di  mòro  =  donna 
mora  :  di  razza  negra,  ed  anche  ap- 
pena di  pelle  i)iù  scura  dell'ordinario. 

3j  vèàé  in  mòra  =  essere  in  mora  : 
T.  forense,  tardare  a  pagare  un  debito. 

moràia,  s.  f.  =  morsa,  mordacchia  :  stru- 
mento per  stringere  il  labbro  superiore 
al  cavallo  che  non  si  vuol  lasciar  fer- 
rare, per  obbligarlo  a  star  fermo. 

moràl,  s.  f.  =  morale  ;    moralità,    buon 


mor 


502  - 


mor 


costume  :  ofénd  là  mordi  =  offenderò 
la  morale. 

1)  là  mordi  d'óna  fàvola,  d'on  rà- 
cont  =  la  morale  d'una  favola,  d'  un 
racconto  ;  V  insegnamento  morale  che 
se  ne  può  ricavare. 

2)  Conclusione,  riassunto;  inéoma^ 
là  mordi  del  tò  discors  l'è  che  te  veni 
di  dànee  =  insomma  ;  la  conclusione 
del  tuo  discorso  è  che  tu  ^'lloi  danaro. 

3)  là  mordi  =  il  danaro  ;  i  soldi. 
moràìitaa,  s.  f.  =  moralità  :  la  pratica 

della  morale. 

moralista,  s,  in.  =  moralista  ;  chi  sfog- 
gia massime  di  morale  ;  oh  !  fa  piàsè, 
fa  minga  7  moralista!  =  oh!  fammi 
la  grazia,  non  farmi  il  moralista  !  Spe- 
cialm.  a  chi  fa  come  il  padre  Zappata. 

moràlmènt,  ape.  =  moralmente,  asso- 
lutamente ;  rè  moràlmént  impoéibil  = 
è  assolutamente  impossibile. 

morbid,  *  agg.  =  morbido  ;  cho  cede  al 
tatto,  e  anche  liscio,  senza  asperità. 

1)  Soffice  ;  scàgn.,  lètt  morbid  =  se- 
dia, lotto  soffice. 

niòrcìa,  e  mòrda  vìa,  csdam.  =  via  ! 
passa  via  !  va  via  ! 

mòrd,  V.  att.  =  mordere,  addentare  :  ag- 
guantare coi  denti  por  offendere. 

1)  mordcs  i  bàrbìs  =  mordei-si  i  baffi  ; 
di  chi  se  li  morde  per  un  po'  di  stizza 
cho  abbia. 

2)  mordes  là  lèngua  =  mordersi  la 
lingua  :  nel  mangiare,  nel  battere  il 
mento,  por  non  ridere,  per  non  par- 
lare, 0  pentendosi  d'aver  parlato. 

mordént,  agg.  =  mordente  :  che  morde 
0  pizzica  forte. 

1)  Fig.  di  parole,  di  frasi  acute,  an- 
che se  non  hanno  intenzione  di  of- 
fendere. 

2)  Impasto  di  sostanze  atte  a  fissare 
i  colori  sui  tessuti  o  la  doratura  o  l'ar- 
gentatura sugli  oggetti  dorati  o  argon- 
tati. 

3)  T.  mus.  :  appoggiatura  inferiore 
di  brevissima  durata. 

mordignà,  v.  alt.  =  morsicare  :  dim. 
frequent.  di  mordere  ;  mordignà  on 
pòm^m  =  morsicare  una  mela. 

mordigriiàda,  s.  f.  =  morsicatui'a  :  il 
morsicare  e  il  segno  che  ci  resta. 

mordigrnón,  s.  m.  =  morditore  :  che  fà- 
cilmente morde,  morsica.  '-l   -  •" 

mordOda^  s.  f.  =  morso  :  il  mordere  een 
una  boccata  e  l'effetto. 


1)  La  parte  ferita  col  morso  e  il  so- 
gno ;  el  s'è  faa  brilsà  là  mordUda  = 
si  fece  cauterizzare  il  morso  ;eZ  g' ha 
siila  fàcia  una  morduda  de  gàtt  =  ha 
sul  viso  un  morso  di  gatto. 

moréla,  (carta)  =  carta  turchina:  specie 
di  carta  sugante  colla  qualo  da  noi  i 
drogliiori  involgono  zucchero  e  caffè.  In- 
zuppata nell'aceto  il  nostro  popolo  la 
applica  alle  echimosi  prodotte  da  per- 
cosse 0  ha  fede  che  sia  eccellente  te- 
rapeutica. 

morèll,  agg.  =  morello  :  di  colore  ten- 
dente al  nero  e  specialm.  del  mantello 
di  cavalli. 

1)  s.  in.  =  livido,  lividore,  echimosi, 
pesca.  Vedi  boli,  2). 

2)  deventà  morèll  =  illividire. 
moreìòna,  s.  f.  =  schiarea  ;  salvia   sal- 

vatica;  salvia  sclarea.  Specie  di  pianta. 

morèlòn,  agg.  =  morello:  di  color  oscuro, 
moro. 

1)  morèlòn  de  persegh  =  pesca  reale. 

morèna,  s.  f.  =  spalletta,  sponda;  la 
parte  piana  del  parapetto  dei  pozzi. 

morécd,  avv.  =  a  poco  a  poco,  bel  bello, 
insensibilmente:  sempre  di  cosa  che  di- 
minuisce, degrada. 

moresìn,  agg.  =  morbido,  molle,  cede- 
vole, liscio,  manoso:  d'ogni  cosa  che 
al  tatto  non  oppone  resistenza,  rigidezza, 
asperità. 

morètìn,  s.  m.  =  merino,  branetto,  bru- 
nettino:  di  colore  piuttosto  caldo  che 
tende  al  nei'o.  M  foni  ni.  morètìna. 

luorètt,  agg.  =  brunetto:  di  colore  piut- 
tosto nero. 

1)  s.  m.  =  saltimpalo,  fornaiolo,  sal- 
timpunta,  pigliamosciie  :  motaciUa  ar- 
bìeola.  Uccello  silvano. 

2)  Moretta  turca,  anitra  folaghetta  ; 
anas  fuligula  cì-istata;  ucc.  acquat. 

morfina,  *  s.  f.  =  morfina;  uno  degli 
alcaloidi  dell'oppio,  ed  è  il  più  attivo. 

morgnin,  s.  m.  =  quietino,  mammamia: 
di  chi  si  dimostra  timido  e  quieto,  ma 
spesso  si  finge  con  molta  arte. 

morgninn,  s.  f.pl.  =  moine.  Vedi  moiun. 

morgnòn,  s.  vi.  =  chetone,  soppiattone: 
chi  parla  pochissimo,  ma  macchina, 
specialm.  pel  proprio  interesso  e  a  danno 
altrui. 

mori,  s.  m.  pi.  =  morette:  specie  di  ci- 
liege di  color  molto  cupo. 

mori,  V.  att.  =  morire,  cessar  di  vivere, 
uscir  di  vita. 


mor 


—  503 


mor 


1)  àndti  à  ris'e  de  mori  =  essere  in 
bocca  alla  morte;  in  gran  pericolo  di 
morire. 

2)  che  mocùra  chi  =  vo'  morire,  io 
possa  morire  ;  maniera  di  giaramento. 
Volgami,  dicósi  in  ital.  anche:  cli'i  af- 
foghi. 

3)  morlgh  àdrcc  à  quèicoss  =  cascar 
morto  sopra  una  cosa,  morirci  sopra  o 
su:  struggersi  dalla  voglia  di  posse- 
derla. 

4)  gh'è  de  morì  =  c'è  da  morire:  c'è 
da  pat're  molto,  da  impazientarsi ,  con- 
sumarsi di  noia.  Anche:  Ve  ròba  de  morì 
=  c'è  da  morire,  da  cascar  morti. 

5)  mori  del  rid  =  morir  dalle  risa: 
ridere  smoderatamente  ,  smascellarsi 
dalle  risa. 

6)  mori  dèla  vceuia  =  morir  di  vo- 
glia: aver  gran  desiderio. 

7)  Por  estens.    morire,  dei  vegetali. 

8)  Detto  di  lume,  di  fiamma,  di  foco: 
venir  meno,  spegnersi. 

9)  In  certi  giochi  :  morire,  uscir  dal 
gioco. 

inoribOnd,  agg.  =  moribondo  :  che  è  in 
termine  di  morte,  presso  a  morire. 

morìg'iosu,  s.  m.  =  topetto,  topolino, 
topo  casalingo:  mus  museulus . 

1)  Nottolino  :  arnese  per  serrare  gli 
sportelli  delle  finestre. 

iiiorisna,  v.  alt.  =  mollificare,  ammollire, 
ammorbidire:  render  morbido,  molle. 

iiiorisiiént,  agg.  =  emolliente,  mollifi- 
cante, mollificativo:  che  ha  la  proprietà 
di  ammorbidire. 

itiODiiorà,  V.  att.  =  mormorare  :  biasi- 
mare altrui;  dirne  malo  pili  che  la  ca- 
rità non  vorrebbe. 

morinor<àsión ,  s.  f.  =  monnorazione  : 
il  dir  male  d'altrui  e  le  pai-ole  dette  in 
detrazione  altrui. 

moriiee,  s.  m.  mugnaio,  mulinaio  :  chi 
jiiacina  il  giano. 

1)  pari  on  mornee  =  parer  nevicato  : 
essere  tutto  imbiancato  o  macchiato  di 
bianco. 

mòro,  s.  m.  =  moro,  affricano:  uomo 
nero  d'Etiopia,  negro. 

1)  Per  estens.  chi  è  molto  bruno  di 
carnagione. 

2)  tàbàceh  del  mòro,  e  assol.  el  moro 
=  tabacco  moro:  cosi  chiama  il  popolo  il 

trinciato  di  seconda  qualità. 
morocòflF,  s.  m.  =    morello,-  cavezza   di 


moro:  il  colore    del   manto  di    un    ca- 
vallo. 

iuorÒ8:iia,  s.  f.  =  rosticcio:  materia  che 
si  separa  dal  ferro  ribollito.  Anche:  mà- 
ròg'iia. 

moroid,  s.  m.  pi.  =  nnroidi,  emorroiii, 
le  vene  dell'ano,  special m.  quando  sono 
ingorgate  di  sangue. 

iiioròu,  s.  in.  =  moro,  gelso  :  albero  la 
cui  foglia  alimenta  i  bachi  da  seta. 

1)  spoitL  i  moròn  =  sfrondare,  stru- 
sciare i  gelsi. 

Morón,  (vìa  del)  =  via  Morene:  una  delle 
nostre  vie  intitolata  a  Gerolamo  Morene, 
uomo  di  Stato  che,  come  vico-cancel- 
liere, amministrò  il  Ducato  di  Milano 
sotto  gli  ultimi  Sforza. 

iiioronaa,  agg.  =  gelsato  :  piantato  a 
gelsi,  a  mori. 

moronàda,  s.  f.  =  piantagione  di  gelsi. 

moronérii,  s.  f.  =  gelsato  :  vivaio  o  ne- 
staiuola  di  gelsi. 

iiiorós,  s.  m.  =  amante,  anroroso,  damo  : 
chi  ha  pratiche,  corrispondenze  amo- 
rose. Per  lo  più  di  relazioni  illecite: 
delle  lecite  spòs,  fldàusaa. 

1)  moros  =  amoroso  :  nelle  compa- 
gnie comiche  quello  che  fa  le  parti  di 
innamorato. 

2)  Moroso.  T.  forense  :  chi  indugia 
lungamente  e  oltre  il  termine  dovuto 
a  pagare  il  proprio  debito. 

morósa,  s.  f.  =  amante,  amorosa,  ganza  : 
l'amante  d' un  uomo,  con  significato 
piuttosto  illegittimo, 

morosa,  v.  att.  =  amoreggiare,  vagheg- 
giare :  fare  all'amore  per  spasso. 

morosàment,  s.  m.  =  amoreggiamento  : 
l'amoreggiare. 

morosàtt,  s.  m.  =  accatta  amori,  amo- 
reggiatore  ;  chi  ha  molte  amanti. 

mòre,  s.  m.  =  morso,  freno  :  pezzo  di 
ferro  che  si  mette  in  bocca  al  cavallo 
per  guidarlo. 

1)  Mta  del  mòrs  =  guardia. 

2)  dola  de  mòra  =  delicato  di  morso  : 
di  cavallo  che  sente  il  morso  e  gli  ub- 
bidisce. 

mòrsa,  s.  f.  =  morsa  :  arnese  di  ferro 
0  di  legnò  a  guisa  di  grossa  tanaglia 
che  si  serra  con  una  vite  e  del  quale 
si  servono  i  fabbri,  i  legnaiuoli,  gli 
orefici  ed  altri,  per  stringere  e  tonei" 
fermo  il  lavoro  che  hanno  nelle  mani. 
1)  Morsa  a  banco  :  presso  i  legna- 
iuoli è  una   macchina   a    sinistra   del 


nior 


-  604 


nior 


banco  per  stringervi  fra  mezzo  1'  asse 
da  piallarsi  per  ritto  sui  due  lati. 

2)  Morsa,  e  meglio  al  plur.  morse, 
addentellato  :  quelle  pietre  o  mattoni 
che  sporgono  in  fuori  dai  lati  dei  muri, 
per  potervi  collegare  nuovo  muro. 

morsee,  s.  m.  =  frenalo,  morsalo:  chi 
fa  0  vende  morsi. 

morseli,  s.  m.  =  bocconcello,  morsello  : 
una  piccola  parte  di  roba  da  mangiare, 
e  specialm.  di  i)ane. 

1)  Rosicchiolo  :  pezzetto  di  pano  avan- 
zato e  secco. 

inorsèta,  s.  f.  =  morsetta  ;  piccola  morsa, 
specie  di  tanaglietta  a  vite  che  usano 
gli  orefici. 

inòrt,  s.  f.  =  morte,  la  cessazione  della 
vita. 

1)  Il  modo  di  morire  ;  fa  ona  bòna 
Tuòrt  =  fare  una  buona  morte  ;  òna 
fììòrt  onoràda  =  una  morte  onorata. 

2)  quistiòn  de  vita  ò  de  tnòrt  =  que- 
stione di  vita  0  di  morte  ;  importan- 
tissima, dalla  quale  dipende  la  sorte 
di  chicchessia. 

3)  ààvè,  ciintà  vita,  viòrt,  e  mirti- 
col  de  quèid&n  =  sapere,  raccontare  di 
alcuno  vita,  morte  e  miracoli,  cioè  ogni 
più  piccola  cosa. 

4)  La  figura  con  cui  si  rappresenta 
la  morte,  che  è  uno  scheletro   umano. 

5)  pari  là  mòri  in  pee  =  parere  la 
morte,  o  la  morte  secca,  essere  il  ri- 
tratto della  morte  ;  di  chi  è  secco  ri- 
finito. 

6)  condànà  à  mòri,  péna  de  ntòrt  = 
condannare  a  morte,  pena  di  morte  ; 
condannare  alla  pena  capitale. 

7)  pài't  Oli  condànaa  à  ìuòrt  =  pa- 
rere un  condannato  a  morte  ;  di  chi 
fa  cosa  a  malincuore. 

8)  in  punt  de  niòrt  =  in  punto  di 
morte  ;  sul  morire,  nell'atto  di  morire. 

9)  odia  à  mòri  =  odiare  a  morte, 
mortalmente  ;  moltissimo. 

10)  vèéà  irà  là  vita  e  là  mòri  =  es- 
sere tra  la  vita  e  la  morte  :  di  chi  è  mo- 
ribondo, e  fig.  di  chi  è  tra  speranza  e 
timore. 

11)  rèss  dna  mòri  =  essere  una 
morte  :  di  cosa  che  arrechi  sommo  di- 
sgusto 0  noia. 

12)  rèéS  là  mòrt  de  quèiditn  =  es- 
sere la  morte  d'  uno  :  di  cosa  che  ca- 
gioni la  morte. 

13)  l'è  là  eoa  mòrt  =  è  la  sua  morte  : 


si    dice    famigliami,    di    vivanda   fatta 
come  si  conviene. 

14)  torna  de  mòrt  à  vita  =  tornare 
da  morte  a  vita  :  chi  da  tristissime 
condizioni  fisiche  o  morali,  ritorna  a 
stato  migliore. 

15)  tègh  là  mòrt  in  cà  =  aver  la 
morte  all'  uscio  :  vèss  li  coni  là  mòri 
in  bóea  =  essere  colla  morte  in  bocca  : 
essere  in  pericolo  di  morire. 

16)  morte .'  =  morte  !  lo  diciamo  an- 
che imprecando  a  cose  che  non  hanno 
vita  ;  morte  tll-a  misèria  =  morte  alla 
miseria. 

17)  là  mòrt  =  la  morte  :  nel  giuoco 
deU'Oca. 

mòrt,  agg.   =  morto:   uscito  di   vita  de- 
funto. 

1)  fa  'l  mòrt  =  fare  il  morto,  fare 
la  gatta  morta:  del  nuotatore  che  sta 
sull'acqua  lungo  e  disteso,  immobile. 

2)  acqua  ritòrta  =  acqua  morta  :  ac- 
qua ferma  stagnante.  Fig.  mammamia  : 
che  si  mostra  mansueto,  docile,  timido, 
ma  finge  con  molta  ai-te. 

3)  dance  mòrt,  capital  mòrt  =  da- 
nari morti,  capitale  morto  ;  che  non 
danno  frutto. 

4)  lìngua  mòrta  =  lingua  morta  : 
quella  che  non  si  parla  più. 

5)  pes  mòrt  =  peso  morto  :  un  peso 
che  riesce  assai  difficile  l'alzare. 

6)  étràech  mòrt,  inàmoraa  mòrt ,= 
stanco  morto,  innamorato  morto  :  stan- 
chissimo,   innamoratissimo. 

7)  pàès  mòrt,  citaa  mòrta  =  paese 
morto,  città  morta  :  che  non  ha  la  vita 
che  potrebbe  avere,  dove  c'è  scarso 
movimento  di  persone  e  di  commercio. 

8)  mòrta  stàgion  =  stagione  morta  : 
quella  in  cui  un  commerciante,  un  ar- 
tefice ha  mono  lavori,  e  quindi  meno 
guadagni . 

9)  bàia  mòrta    =    palla    morta  :  che^ 
ha  perduto  l'impeto  della  corsa  e  però 
cade  languida  e  innocua. 

10)  vèss  on  mort  de  fàmm  =  essere 
un  morto  di  fame,  un  tritone,  un  mi- 
serabile. 

11)  àìidà  àdree  mòrt  à  dna  ròba  = 
andar  perduto  dieti'O  qualche  cosa,  mo  - 
rirci  sopra. 

12)  mòrt  mi,  mòrt  tilee  =  chi  vien 
dietro  serri  l'uscio;  morto  io,  vadali 
mondo  alla  malora;  campato  io,  cam- 
pati tutti. 


—  505  — 


mos 


13)  foeugh  mòrt,  cidr  mòrt  =  fuoco 
spento,  lume  spento:  che  non  è  più, 
0  non  è  ancora  acceso  ;  vèsè  fregia 
V acqua  e  mòrt  ci  faiugh  =  esserci  il 
gatto  nel  camino  :  quando  non  è  stato 
acceso  per  farci  da  mangiare. 

14)  chi  è  mòrt  è  mòrt  e  ehi  viv  se 
dà  eonfòrt  =  chi  muor  giace  e  chi  vivo 

si    dà   \)SXQQ. 

15)  man  morta  pica  là  porta,  pica 
Vilss,  man  miisé,  man  muse  =  ò  can- 
zonetta cho  accompagna  un  giuoco  in- 
fantile per  il  quale  prendiamo  la  mano 
abbondata  del  bambino,  e  di  sorpresa 
gliela  facciamo  battere  sul  viso. 

mòrt,  s.  m.  =  morto,  cadavere,  salma  : 
il  corpo  dell'uomo  morto. 

1)  pari  on  mòrt,  on  m,òrt  in  pee  = 
parere  un  morto,  un  morto  che  cam- 
mina :  di  chi  è  scarno,  sparuto,  pallido. 

2)  cràpa  de  mòri  =  testa  di  morto  : 
il  teschio  vero  o  rappresentato  che  sia. 

3)  ciirà  'Ir  mòrt  =  guardare  il  morto: 
di  chi  veglia  in  sua  guardia,  pregando. 

4)  Chi  è  passato  all'altra  vita,  ò  de- 
funto :  i  nòster  póar  mòrt^  là  mesa  de 
mòrt  =  i  nostri  poveri  morti,  la  messa 
da  morto. 

5)  el  di  di  Mòrt  o  semplic.  i  Mòrt 
-  il  giorno  dei  Morti,  i  Morti  :  il  2  no- 
vembre. ^ 

6)  pària  di  mòrt  à  tàola  =  rammen- 
tare i  morti  a  tavola;  faro  dei  discorsi 
inopportuni. 

7)  el  fa  reàiiscità  on  mòrt  =  farebbe 
risuscitare  un  morto  :  di  cibo  o  bevanda 
confortante  e  saporita. 

8)  son^  de  mòrt  =  sonare  a  morto  : 
sonare  le  campane  per  avvisare  il  po- 
polo che  è  morto  qualcuno. 

9)  el  mòrt  =  il  morto  ;  fam.  per 
somma  di  danaro. 

mòrta  (ali),  =  al%  è  segno  nei  giochi 
de'  fanciulli  o  specialm.  in  quelli  dove 
si  corre,  che  il  gioco  si  deve  inter- 
rompere. 

luortàdèla,  s.  f.  =  mortadella:  specie 
di  salame. 

mortài,  agg.  =  mortale  :  che  è  soggetto 
a  morte,  cho  muore. 

1)  peeaa  mortài  =  peccato  mortale; 
l'è  propi  peeaa  mortài  à  fàtt  on  piàsè 
=  è  proprio  peccato  mortale  a  farti 
piacere. 

2)  briitt   come  '  l  peeaa    mortài    = 


brutto  quanto  il  peccato  mortale  ;  brut- 
tissimo. 

3)  salt  mortài  =  salto  mortale  :  quello 
del  saltatore  che  fa  una  capriola  nel 
salto. 

4)  àndà  già  mortài  =  ammalarsi 
mortalmente  :  di  malattia  cho  fin  dal 
principio  si  mostra  grave  e  irrimediabile. 

mortàlitaa,  s.  f.  =  mortalità,  morìa  : 
il  morire  in  breve  tempo  molta  gente, 
per  cagione  di  malattia,  di  fame,  di 
guerra. 

mortàlmènt,  avv.  =  mortalmente  :  in 
maniera  che  cagiona  la  morte. 

1)  odia  mortàlmènt  =  odiare  mor- 
talmente, fieramente. 

2)  noiàss  mortàlmènt  =  annoiarsi 
mortalmente,  annoiarsi  in  sommo  grado. 

3)  ìnètes  già  mortàlmènt  =  amma- 
larsi  mortalmente.    Vedi    mortài,  4). 

mortàrètt,  *  s.  m.  =  mortaletto  :  specie 
di  fuoco  artificiale  che  acceso  fa  uà 
grande  scoppio  e  si  usa  per  far  segno 
di  festa. 

mortee,  s.  m.  =  mortaio  :  vaso  di  varia 
materia  in  cui  col  pestello  si  postano 
diverse  coso  per  ridurle  in  polvere,  o 
in  poltiglia. 

1)  peUà  l'acqua  in  del  mortee  = 
pestar  l'acqua  nel  mortaio:  far  cosa 
veramente  inutile. 

2)  Mortaletto  :  cannoncino  pieno  di 
polvere  che  si  spara  per  segno  di  festa 
nello  sagro. 

mortifica,  v.  alt.  =  mortificare:  attri- 
stare alcuno,  specialm.  con  rimproveri, 
riprensioni  o  sim. 

1)  Umiliare;  con  tanti  ringrasià- 
mènt  el  me  mortifica  =  con  tanti  rin- 
graziamenti, mi  umilia. 

mortiflcaa,  agg.  =  mortificato  :  umiliato, 
confuso. 

mortiflcàsión,  s.  f.  =  mortificazione, 
umiliazione  ,  avvilimento  :  meritava 
prdpi  nò  sta  mortificàsiòn  =  non  me- 
ritava proprio  questa  mortificazione. 

mortili,  s.  m.  =  morticino  :  bambino  o 
bambina  morti. 

mortòri,  s.  m.  =  mortorio  ;  onoranze, 
preci,  cerimonie  che  si  fanno  in  omag- 
gio di  chi  è  morto. 

1)  Fam.  ritrovo,  conversazione,  spet- 
tacolo senza  allegria,  malinconico. 

mòsa,  s.  f.  =  mossa  :  atto  ed  effetto  del 
movere  al  gioco  della  dama  e  degli 
scacchi. 


mos 


506  — 


mos 


1)  Delle  evacuazioni  del  corpo:  là 
verdura  là  glie  fa  vcgnt  là  mom  =  la 
verdura  gli  fa  venire  la  mossa  di  corpo. 

uiosà;  v.  att.  =  mussare,  spumare,  far  la 
spuma:  dei  vini  che  spumano. 

mosàìch,  s.  m.  =  mosaico  :  lavoro  fatto 
a  disegno  a  colori  con  pietruzze  di 
pregio  commesse  insieme,  in  modo  da 
parere  un  quadro  dipinto. 

mósca,  s.  f.  =   insetto    alato    notissimo. 

1)  ài  cali  mar  se  glie  rà  àdree  i 
mosch  =  le  mosche  si  posano  sui,  o 
danno  addosso  ai  cavalli  magri,  e  sulle 
carogne  ;  le  disgrazie  si  accumulano  sui 
disgraziati. 

2)  dna  mosca  là  glie  par  on  cavali 
=  d'ogai  mosca  fa  un  elefante:  di  chi 
si  esagera  l'importanza  delle  cose  anche 
minime. 

3)  sàvè  nò  quanti  para  fan  tré  mosch 
=  non  sapere  quante  dita  uno  ha  nelle 
mani  :  essere   un  minchione. 

—  sàvè  quanti  ptira  fan  tre  mosch 
=  saper  quante  paia  fauno  tre  buoi  : 
saper  le  cose  che  tutti  sanno. 

4)  podè  senti  à  vola  dna  mósca  = 
=  poter  sentir  volare  una  mosca  :  per 
gran  silenzio  di  gente  attenta. 

5)  salta  là  mósca  ài  nas  =  saltare 
la  mosca ,  montare  il  moscerino  al 
naso:  impermalirsi,  incollerirsi. 

6)  resta  coni  on  piign  de  mosch  in 
man  =  rimanere  collo  mani  piene  di 
mosche:  rimaner  deluso,  non  conse- 
gaire  il  fine  desiderato. 

7)  boria  gio  cóme  i  mosch  =  morire 
come  le  mosche  :  esserci  grande  morìa. 

8)  mósca  bianca  =  mosca  bianca  : 
modo  prov.  per  persona  o  cose  raris- 
sime, che  non  si  vede  mai  ;  l'è  rar 
cóme  dna  mósca  bianca  =  è  raro  come 
una  mosca  bianca. 

9)  pari  Óna  mósca  in  del  làtt  = 
sembrare  un  corvo  nella  neve  :  di  cosa 
non  solita  e  soprattutto  isolata,  singo- 
larissima. 

10)  mosca  de  Mildn  =  mosca  di 
Milano  :  specie  di  vescicante. 

11)  mósca  cavatina  =  mosca  canina 
0  cavallina,  assillo:  specie  di  mosca 
che  punge  e  molesta  più  fieramente. 

12)  i  mosch  morden  =  le  mosche 
pinzano. 

13)  fa  via  i  moàcli  =  scacciare  le 
mosche  ;  mandaiie  via. 


14)  Quel  ciuffetto  di  peli    che  molti 
portano  sotto  il  labro   inferiore. 

moscaa,  agg.  =  moscato  :  picchiettato, 
macchiettato  ;  del  mantello  del  cavallo 
sparso  di  macchiette  nere  come  mosche. 

inoscaa  e  moscato  (vìn),  s.  e  agg.  =  vino 
moscado,  moscadello  :  fatto  con  uva 
moscadella,  di  sapore  molto  dolce.  » 

moscàda  (nòs),  s.  f.  =  noce  moscada  o  .'| 
moscata  :  sorta  di  frutto  aromatico.         « 

moscàrdina,  s.  f  =  moscardina:  ceram- 
bice moscato.  Sp.  di  insetto.  Si  usa 
metterlo  nelle  scatole  di  tabacco  da 
naso,  perchè  gli  dia  l'aroma  che  gli  è 
particolare. 

moscardìn,  *  s.  vi.  =  moscardino,  ga- 
nimede, zerbinotto. 

moscàtèll,  s.  m.  =  moscadello  :  aggiunto 
d'una  soiie  d'uva  molto  dolce,  ed  anche 
d'altri  fratti  che  traggono  a  quel  sapore. 

mosclièr  (ì),  f.  pi.  =  paramosche  :  strisce 
di  cuoio  appiccate  a  certi  finimenti, 
per  parar  lo  mosche  ai   cavalli. 

moschéri,  s.  m,.  =  moscaio  :  quantità 
di  mosche. 

moschèta,  s.  f.  =  pizzo  :  ciuffo  di  barba 
lasciata  isolata  sul  mento. 

moschètt,  s.  m.  =  sopraccielo  :  la  parte 
superiore  del  cortinaggio  del  letto  a 
mo'  di  baldacchino,  e  tutto  il  parato, 
cioè  l'addobbo  del   letto  a  cortinaggio. 

moschiii,  s.  m.  =  moscerino  :  insetto 
volatile  assai  piccolo. 

1)  salta  'l  moschln  =  montare,  sa- 
lire, venire  il  moscerino  al  naso.  Vedi 
mosca,  5). 

2)  Permaloso  :  di  chi  facilmente  si 
lascia  montare  la  mosca  al  naso. 

moschiroeùla,  s.  f.  =  moscaiola  :  specie 
di  cassetta  coi  lati  di  tela  metallica  por 
tenervi  le  vivande  riguardate  dalle  mo- 
sche. 

1)  Guardavivande:  arnese  da  custo- 
dire le  vivande. 

2)  Scacciamosche  :  folto  mazzo  di 
lunghi  crini  di  cavallo,  che  si  usa  per 
cacciar  le  mosche,  specialm.  dai  cavalli. 

moscón,  s.  m.  =  moscone:  qualità  di  mo- 
sca più  grossa  della  comune  e  che  ronza 
assai  forte. 

1)  Fig.,  chi  ronzi  intorno  a  qualche 
ragazza. 

2)  Spillo  doppio:  specie  di  spillone  o 
fermaglio  agganciato. 

3)  moàcón  d'or  =  moscone  d'oro;  nm- 
sea  cupraria. 


mos 


507  — 


mot 


moséta,  s.  f.  =  mezzetta:  sorta  di  bavero 

prelatizio  di  vari  colori  secondo  i  gradi 

0  la  liturgia, 
iiiosión,  s.  f.  =  mozione  :  proposta  mossa 

da  qualcuno  in  una  adunanza. 
most,  s.  m.  =  mosto:  sugo  tratto  dall'uva 

pigiata  e  che,  quando  ha  bollito,  si  fa  vino. 

1)  Presmone:  mosto  che  cola  spon- 
taneo dalle  uve  ammonticchiate. 

mostsicc,  s.  in  =  mostaccio,  ceffo,  gru- 
gno: dispreg.  per  viso. 

\)  Piastra  a  cassetta.  T.  dei  fabbri: 
è  parte  delle  serrature. 

2)  *  mostàcc  =  i  mustacchi,  i  baffi; 
specialm.  i  baffi  arricciati. 

mostàcià,  ».  att.  =  rimbrottare,  sgridare, 
rinfacciare:  dire  in  faccia  cose  spiace- 
voli e  noiose. 

iiiostàciàda,  s.  f.  =  rabbuffo,  sgridata, 
mortificazione. 

luostàrdu,  s.  f.  mostarda:  mescolanza  di 
frutte  di  varie  qualità  cotto  con  zuc- 
chero e  senape. 

1)  Per  celia:  il  sangue  dal  naso  ;  te 
doo  Oli  àciifiòlt  che  te  foo  vegni  giò  là 
nioétcLrda  =  ti  do  un  mostaccione  che 
ti  fo  venir  sangue  dal  naso.  Vedi 
bro3ù(la,  3). 

iiiostàsàda,  s.  f.  Vedi  sopra  inostàciàda. 

mostàsìii,  s.  ni.  =  mostacciolo:  sorta  di 
pasta  dolce  con  molte  droghe. 

iiióster,  s.  m.  =  mostro:  di  uomo  o  donna 
eccessivamente  brutti. 

1)  Persona  di  qualità  singolari  dalle 
altre,  sì  in  bene  che  in  male. 

móster,  (i)  s.  f.  pi.  =  mostreggiature:  le 
manopole  delle  maniche  di  diverso  co- 
lore: le  usano  specialm.  i  militari. 

mostòs,  agg.  =  sugoso:  di  cibi  che  a  man- 
giarli non  sono  tigliosi,  né  duii  alla 
masticazione,  di  frutti  non  legaosi  di 
polpa. 

mostra,  s.  f.  =  mostra  :  l'atto  del  mo- 
strare e  spesso  con  qualche  ostentazione. 

1)  mUes  in  mòétra  =  mettei'si  in 
mostra:  di  chi  cerca  di  tirare  sopra  di 
sé  l'altrui  attenzione. 

2)  fa  à  mostra  =  far  le  visto,  mo- 
strare, figurare,  fingere;  et  fa  à  moétra 
de  capi  nò  =  fa  le  viste,  figura  di  non 
intendere. 

3;  fa  mòàtra  de  nàgòtt  =   fingere  di 
non  capire,  passarsela,  non  curare. 
mostra)  v.  att.  =  mostrare:  mettere  una 
cosa  innanzi  alla  vista  di  alcuno,  met- 
tere a  nudo. 


1)  mostra  i  dent  =  mostrare  i  denti: 
far  vedere  ad  altri  che  non  si  ha  paiu-a 
di  loro. 

2)  moétràés  =  mostrarsi:  darsi  a  di- 
vedere tale,  quale  indica  la  voce  ap- 
posta al  verbo;  el  s'è  mostraa  on  ver 
àmìs  =  si  mostrò  un  vero  amico;  l'ha 
cominciaa  à  moétràss  indiferènt  =  co- 
minciò a  mostrarsi  indifferente. 

mostrili,  s.  m.  =  mostra,  campione:  quel 
po'  di  mercanzia  che  si  mostra  ai  com- 
pratori, perchè  si  assicurino  della  qua- 
lità. Vedi  càmpioii.  Di  liquidi  si  dice 
sempre:  saggio. 

1)  Mostrino,  mostricino;  diin.  di  mò- 
ster,  =  mostro. 

mostrina,  s.  f.  =  mostreggiatura,  para- 
mano. Vedi  mòster  (i). 

mostriiòs ,  agg.  =  mostruoso ,  esorbi- 
tanto. 

mostriiositaa,  =  mostruosità,  esorbi- 
tanza: l'essere  mostruoso. 

mota,  s.  f.  =  mucchio  ;  òna  mola  de 
pòmm,  de  nòs  e  sim.  =  un  mucchio  di 
mele,  di  noci  e  sim. 

1)  Gran  quantità;  è  vegnuu  dna  mota 
de  geni  =  venne  un  mucchio,  una  folla 
di  gente;  de  storìèll  de  cilntà  ghe  n'hoo 
dna  mòta  =  di  storielle  da  raccontare 
ne  ho  un  mucchio. 

motaa,  agg.  =  afflitto,  mazzero:  di  pane 
mal  lievitato  e  cotto  in  forno  non  ab- 
bastanza caldo. 

motètt,  s.  m.  =  motetto  :  un  versetto 
spirituale  latino   messo  in  musica. 

motiv,  s.  m.  motivo:  causa,  ragiono;  el 
motlv  déla  vìsita  =  il  motivo  della  vi- 
sita; me  piàsària  èàvè  el  motto  de  sta 
stràpasàda  =  mi  piacerebbe  sapere  il 
motivo  di  questa  sgridata. 

1)  dà  motiv  =  dar  motivo,  provocare; 
mi  g'hoo  minga  daa  motiv  de  pensa 
mal  de  mi  =  io  non  gli  ho  dato  mo- 
tivo di  pensare  male  di  me. 

2)  T.  music:  l'espressione  di  un'i- 
dea 0  pensiero  musicale. 

motiva,  V.  att.  =  menzionare,  far  men- 
zione, accennare. 

1)  Motivare,  addurre  i  motivi  o  le  ra- 
gioni che  mostrano  la  bontà  e  la  ne- 
cessità di  una  cosa. 

mótoj  s.  m.  =  moto,  movimento:  il  pas- 
sare, il  trasferirsi  che  fanno  i  corpi  da 
un  luogo  a  un  altro;  fa  del  mòto  =  far 
del  moto;  on  poo  de  mòto  el  ghe  vceur 


mot 


—  508  — 


muf 


per  là  sàWd  =  un   po'  di  moto  è   ne- 
cessario alla  saluto. 

1)  vèii.^,  luétes  in  mòto  =  essere, 
mettersi  in  moto,  in  movimento;  ossero, 
mettersi  in  faccende,  ed  anche  sempli- 
cem.  cominciare  a  camminare,  a  an- 
dare ;  oì'a  che  H  s'è  miss  in  mòto  ghe 
vceur  on  éècol  =  prima  che  cominci  ad 
andare  ci  vuole  un  secolo. 

2)  (le  moto  pròpri,  mod.  avv.  =  di 
proprio  moto;  spontaneamente. 

3)  l'è  'l  mòto  perpétilv  =  è  il  moto 
perpetuo:  di  chi  non  si  ferma  mai  o 
non  trova  posa. 

motòii,  s.  VI.  =  montone:  il  maschio  della 
pecora.  Dal  francese  mouton. 

motòr,  *  s,  m,  =  motore:  di  apparecchi 
meccanici  che  servono  a  produrre  mo- 
vimento ;  on  motor  à  gas,  a  vapor, 
elètrich  =  un  motore  a  gas,  a  vapore, 
elettrico. 

inótria,  s.  f.  =  mutria  :  sostenutezza  af- 
fettata di  chi  fa  broncio  altrui  per  certo 
orgoglio  0  anche  per  isdogno. 

1)  Anche  semplicem.  muso,  broncio. 
Vedi  grinta,  bronsòu,   app,  luiisdn. 

inotriènt,  agg.  =  imbronciato. 

motrióii,  s.  m.  =  imbronciato,  buzzone: 
chi  sta  pensieroso  e  taciturno. 

movènt,  p.  pr.  e  agg.  =  movente,  forza, 
motivo  :  cagione  o  cosa  che  move,  dà 
impulso. 

movìbil,*  agg.  =  movibilo,  mobile  ;  cho 
può  esser  mosso. 

movili] ènt,  s.  m,  =  movimento,  il  mo- 
vere e  l'esser  mosso. 

1)  vess  lìber,  intrigaa  in  di  movi- 
mént  =  essere  libero,  impacciato  noi 
movimenti. 

2)  nwvimént  del  personal  =  movi- 
mento del  personale  ;  trasferimento  di 
persone  da  un  luogo  all'altro. 

3)  li'  affluire  di  molte  persone  che 
vanno  e  vengono  per  un  luogo;  à  Mi- 
làìi  gli  è  séniper  on  gran  movimént  = 
a  Milano  c'è  sempre  un  gran  movi- 
mento. 

4  )  movimént  de  còrp  =  mossa  di  corpo; 
delle  evacuazioni  dei  corpo. 

movOii,  pcurt.  pass.  =  mosso  :  dal  verbo 
moeuv,   =  muovere. 

miicc,  s.  m.  =  mucchio,  ammasso:  quan- 
tità di  cose  ammassate.  Vedi  montòii. 

miicilàg'in,*  s.  f.  =  mucilaggino  :  sugo 
viscoso,  spremuto  per  lo  più  da  semi, 
orbe,  radiche,  otc. 


mQda,  s.  f.  =  muta  ;  abito  intoro  per  di- 
stinguerlo da  altri. 

1)  Di  panniliui,  si  intende  quella 
quantità  e  qualità  che  occorre  volta  per 
volta;  ona  mUda  de  fc;^s«^ì  =  una  muta 
di  lenzuola. 

2)  dàés  là  muda  =  darsi  la  muta; 
di  pers.  che  si  succedono  l'una  all'al- 
tra in  qualche  operazione,  ufficio  e  sim. 

3)  Di  animali  s'  intende  coppia  per 
coppia;  ona  mtida  de  cdn  =  una  muta 
di  cani. 

4)  Chiusa,  muda.  T.  di  caccia;  mètt 
i  i'isèj  in  niÈda  =  metter  gli  uccelli  in 
chiusa,  in  muda:  cioè  al  buio,  perchè 
aspettino  a  cantare  al  tempo  dell' uccel- 
latura. 

miidà,  V.  att.  =  mutai'o:  mettere  una  cosa 
in  luogo  di  un'altra,  sempre  dello  stosso 
genere. 

1)  Eiferito  a  vesti.  Togliersi  di  dosso 
quelle  cho  si  portavano  e  mettersene 
altre. 

2)  miidà  'l  mn  =  mutare  il  vino 
dallo  botti:  travasarlo  in  modo  cho  la- 
sci la  fondata. 

3)  miidà  vita  =  mutar  vita;  cambiar 
tenore  di  vivere. 

4)  san  Oioànn  m&da  -visi  =  addriz- 
zatore,  moderatore.  Vedi  (TÌoànn,  2). 

miidàda,  s.  f.  =  mutatura  ;  atto  ed  ef- 
fetto del  mutare  ;  dòpo  là  miidàda  ci 
?  In  l'è  diventaa  piisee  bòn  =  dopo  la 
mutatura  il  vino  è  migliorato. 

miidànd,  s.  ni.  pi.  =  mutande:  brache  di 
pannolino  o  di  pannolano  che  si  por- 
tano sotto  agli  abiti,  così  dagli  uomini 
come  dallo  donne,  per  riparo  dal  freddo 
0  anche  per  pulizia. 

miidàiidiiiii,  s.  f.  pi.  =  mutandine  :  lo 
mutande  da  bagno. 

miidàss,  V.  ri/I.  =  mutarsi:  cambiarsi  la 
biancheria  della  persona. 

mufa,  s.  /*.  =  muffa:  specie  di  vegetazione 
ohe  nasce  sui  corpi  dove  si  trova  una 
materia  vegetabile  in  certe  condizioni 
di  umidità  e  di  incipiente  putrefazione. 
Detto  segnatam.  del  cattivo  odoro  di 
tale  vegetazione:  rln  che  ha  ciàpaa  là 
iniLfa  =  vino  che  ha  preso  la  muffa  ; 
vàsèll  còni  là  mufa  =  botte  colla  muffa. 
1)  Borracina,  musco:  vegetazione  mi- 
nuta che  viene  sulla  scorza  degli  al- 
beri vecchi  e  in  luoghi  umidi  ;  i  tècc 
hin  pién  de  mufa  =  i  tetti  son  pieni  di 
borracina. 


iiiuf 


509 


mar 


2)  T.  piti.  :  rifioritura  di  colori  pro- 
dotta dalla  calcina  nelle  pitture  fatte 
a  fresco. 

miiif,  offg.  =  muffato,  muffito  :  pieno  di 
muffa. 

inìifì;  V.  att.  =  muffare,  muffire,  ammuf- 
Jìre  :  pigliar  la  muffa,  diventar  muffato. 

1)  sta  in  casa  à  ni  ufi  =  stare  in  casa 
a  muffire  :  di  chi  non  esce  mai  di  casa. 

2)  tegm  à  miifì  là  ròba  =  tenere  a 
candirò  ;  i  dànee  hin  minga  faa  per 
tegnì  lì  à  mìlii  =  i  danari  non  son 
fatti  per  tenerli  li  a  candire. 

luiigri,  v.    att.  =  muggire,    mugghiare,   e 

fain.  mugliare  :  mandar   fuori   la  voce 

che  fa  il  bestiame  bovino. 

1)  Fig.  anche  in  mil.  delle  onde  del 

maro,  del  tuono,  dei  venti. 
iitu^ia,  s.f.  =  mucchio.  Vedi  mota,  miicc. 
miisrìàda,  s.  f.  =  mugghio,   muggito  :  il 

muggire. 
mula,  s.  f.  =  mula  :  la  femm.  del  mulo. 

1)  viula  de  l'ospedaa  =  nocentina, 
mula. 

2)  Pedignone  :  specie  di  gelone  che 
viene  ai  calcagni. 

miilàrìa,  s.  f.  =  mulaggine ,  ostinazione, 

caparbietà. 
miilàtee,  s.  nt.  =  mulattiere  :  quello  che 

guida  i  muli. 
miilàtt,*  s.  m.  =  mulatto  :  cplui    che    è 

generato  da  un  bianco  e  da  una  mora. 
miiléta,  s.  f.  =  budello  ;  intestino  cieco. 

T.  dei  pizzic.  e  dei  beccai. 

1)  Muletta  :  dim.  di  mula, 

2j  Magliuolo  :  sarmento  tagliato  dalla 

vite  e  che  si   pianta   por   allevar   viti 

nuovo. 
niiilètt,  s.  m.  =  muletto,  dim.  di  mulo. 
miill,  *-.  m.  =  mulo  :  animale  infecondo 

nato  d'asino  e  di  cavalla  o  di   cavallo 

I'  d'asina. 
^_        1)  oHinaa^  gnucch,  come  ou  miill  = 

ostinato,  caparbio  come  un  mulo. 

2)  fa  'l  miill  =  ostinarsi,  incapo- 
nirsi, fissare  il  chiodo  :  fissarsi  in 
uu'idea  si)ecialmente  non  buona. 

3)  (/  sclìcna  de  mieli  =  a  schiena  di 
mulo  ;  di  strado  convesse,  per  lo  scolo 
dello  acque  piovano. 

4)  à  schènct  de  miill  =  a  bastina  : 
detto  di  gite  o  trasporti  di  roba  fatti 
con  bestie  da  soma  per  luoghi  dove 
non  si  può  con  veicoli. 

5)  Salsicc.iuolo  :  specie  di  salsiccia. 
Vedi  liig'nnegrliin. 


multa,*  s.  f.  =  multa  :  pena  pecuniaria. 

milita,*  «'.  att.  =  multare  ;  condannare 
a  multa  ;  l'kan  miiltaa  de  des  franch  = 
lo  multarono  in  dieci  lire. 

miìmia ,    s.    f.    =    mummia  :     cadavere 

umano  colle  carni  dissecate  da  balsami. 

1)  Di  pors.  secca  e    brutta  ;    el  par 

óna  mùviia,   l'è    dna   véra    mUniia  = 

pare  una  mummia,  è  una  vera  mummia. 

mung',  V.  att.  =  mungere  ;  spremere  le 
poppo  di  animali  per  cavarne  il  latte; 
hoo  mungìilu  là  vaca  =  munsi  la  mucca; 
Ve  àndaa  à  mung  là  càrra  =  è  an- 
dato a  mungere  la  capra. 

1)  Fig.  mung  =  vuii    mungere  uno 
mùngegìi  là  bórsa  =  mungergli  la  borsa; 
cavargli  destramente  di  sotto  i  danari. 

mìluicipàl,  agg.  =  municipale  ;  appar- 
tenente al  municipio. 

muuicipàlitiia ,  .9.  f.  =  municipalità  : 
la  magistratura  stesso  del  Comune. 

1)  Qualche  volta  lo  diciamo  per  pa- 
lazzo del  Comune. 

municìpi,*  s.  vi.  =  municipio,  comune: 
il  complesso  delle  autorità  comunali  di- 
rigenti 0  il  palazzo  del  Comune. 

miinì,*  V.  att.  =  munire  ;  fornire,  prov- 
vedere ;  Z't'  àndaa  via  miinii  de  tiltt 
el  neeesàri  =  andò  via  munito  di  tutta 
il  necessario. 

muuisìòu,*  s.  f.  =  munizione  :  tutto  ciò 
che  serve  per  caricare  lo  armi  come 
palle,  pallini,  polvere,  e  sim. 

1)  pan  de  miinision  =  pane  da  mu- 
nizione :  quello  che  si  dà  ai  soldati. 

2)  miinision  de  bòca  =  munizioni  da 
bocca  :  noi  diciamo  così  scherz.  le  vet- 
tovaglie. 

miir,  s.  m.  =  muro  :  mattoni  o  sassi  col- 
legati con  calco  l'un  sopra  l'altro  per 
divisione  interna  di  un  edificio  o  per 
recinto  di  esso. 

1)  miir  à  sè:ch  =  muro  a  secco  ; 
senza  calcina. 

2)  miir  de  tàolaa  =  muro  sopram- 
mattone, 0  semplic.  soprammattono  : 
della  grossezza  di  un  mattone. 

3)  miir  màèéler  =  muro  maestro  : 
dai  fondamenti  al  tetto. 

4)  miir  divisòri  =  muro  comune, 
divisorio  :  che  divide  due  case  o  duo 
quartieri,  ed  è  per  ciò  comune  a  duo- 
inquilini. 

5)  miir  voeiij  =  nìuro  a  cassetta  : 
vuoto  nel  mozzo. 

6)  miir  de  cìnta  =  muro  di  ricinto  : 


-  610  - 


mus 


quello  che   cingo  un   podere,  un  giar- 
dino. 

7)  Parete:  quelle  ohe  racchiudono  in 
senso  verticale  una  stanza. 

8)  sarei  in  quàter  miir  =  chiudere 
ira  quattro  mura;  spccialm.  di  fanciulla 
ohe  si  metta  iu  convento. 

9)  bau,  pica  'l  eoo  in  del  miir  = 
battere,  dare  il  capo  nel  muro:  darsi 
alla  disperazione. 

10)  pariti  ài  miir  =  diro  al  muro: 
,  parlare  a  chi  non   vuole    ascoltare   né 

<lar  retta. 

11)  surucch  a  e  miir  =  indietro  te 
tì  il  muro:  di  prepotente,  ignorante  che 
non  vuole  udir  ragioni. 

12)  meies  coi  spali  al  miir  =  met- 
ter le  spalle,  o  i  piedi  al  muro:  star 
fermo,  duro:  non  si  lasciiire  smuovere. 

13)  vèss,  sta  diir  come  on  miir  = 
essere,  star  duro,  fermo  come  un  muro, 
essere  tenace  e  anche  ostinato. 

14)  tirala  àdree  ài  miir  =  stiracchiare 
le  milze  :  piatire  il  pane,  star  terra  a 
terra. 

16)  sta  à  miir  à  miir  -  essere  a 
muro  con  altri,  aver  la  casa  contigua. 
Anche:  stare  a  uscio  e  muro. 

16)  cava  sdngu  dà  on  miir  =  cavar 
sangue  da  un  muro:  voler  cose  da  chi 
non  può  0  non  vuol  darne. 

17)  diir  coni  diir  no  fa  bon  miir  = 
duro  con  duro  non  fa  buon  muro:  di 
due  ostinati. 

18)  tira  sii  on  miir  =  alzare  un 
muro  ;  irà  giò  òn  miir  =  smurare. 

mura;  s.  f.  sing.  =  mura:  quelle  che  cin- 
gono la  città. 

luiiràdór,  .«.  m.  =  muratore:  chi  esercita 
l'arte  del  murare.  Vedi  màìster. 

miiràia,  s.  f.  =  muraglia:  muro  piuttosto 
alto  e  grosso. 

muraiòli,  s.  m.  =  muragliene:  accrescit. 
di  muraglia;  g'kan  tiraa  sii  dendns  on 
miiràiòn,  che  7  po'  pii  ■vede  nàgòtt  = 
gli  hanno  innalzato  davanti  un  mura- 
gliene che  non  può  piiì  veder  nulla. 

murèll,  s.  m.  =  muretto:  piccolo  muro. 
1)  Muricciolo  :    piccolo  muro   basso, 
coperto  di  pietra,    sul  quaie  si  può  se- 
dersi. 

rniis,  s.  m.  =  muso  :  la  testa  degli  ani- 
mali dagli  occhi  all'  estremità  delle 
labbra. 

1)  Fani,  per  broncio;  niètt  giò  'l  miis 
=  metter  su  muso,  tener  muso. 


2)  romp  el  miis  =  rompere  il  muso, 
il  viso  ;  percuotere  brutalmente. 

miìs'c  e  miisch,  s.  m.  =  muschio  :  ma- 
teria odorifera  che  si  trae  da  un  pic- 
colo quadrupede,  detto  anch'esso  mu- 
schio. 

muscol,  s.  m.  =  muscolo  :  organi  del 
corpo  animale  che  servono  a  eseguire  i 
diversi  movimenti. 

miiscolàdura,  s.  f.  =  muscolatura:  l'ag- 
gregato dei  muscoli  ;  vèss  fòì-t  de  mii- 
scolàdura  =  aver  gagliarda  muscolatura. 

miiscolòs,*  agg.  =  muscoloso:  che  ha  mu- 
scoli forti,  sporgenti. 

miisèla,  s.  f.  =  labbrone:  labbro  arrove- 
sciato e  sporgente. 

miiselòcch,  s.  m.  =  labbrone:  chi  ha  lab- 
bra grosse  0  sporgenti. 

1)  Fig.  imbronciato,  musone,  mu- 
sorno. 

miiséo,  s.  m.  =  museo  :  galleria,  collo- 
zione di  cosa  insigni  per  arte,  o  rarità, 
0  antichità. 

miiseràgn,  s.  m.  =  museragnolo  :  sorex 
araneus  ;  animaletto  selvaggio,  grosso 
come  un  topo  e  col  muso  molto  ap- 
puntato. 

musica,  *  s.  f.  =  musica:  arte  di  formar 
coi  suoni  la  melodia  e  l'armonia. 

1)  profesor,  maèster  de  musica  = 
professore  di  musica  :  chi  la  insegna; 
m,aester,  compositor  de  musica  =  mae- 
stro di  musica,  compositore. 

2)  dirìg  là  viùsica  =  battere,  dirigere 
la  musica:  notare  colla  bacchetta  o  al- 
tro il  tempo,  l'andamento  agli  esecutori. 

3)  Pezzi  di  musica  staccati  ;  g'hoo 
pii  de  mÉsica  noeùva  =  non  ho  più  mu- 
sica nuova. 

4)  Esecuzione  dei  pezzi  musicali  : 
staséra  gh'è  mUsica  in  casa  del  sto  = 
questa  sera  c'è  musica  in  casa  dello  zio. 

6)  vèss  Vistèsa  mùsica  =  essere  la 
stessa  musica:  di  inconvenienti  che  sus- 
sistono sempre  anche  quando  si  potrebbe 
ragionevolmente  crederli  scomparsi:  onde 
il  detto:  ^''è  càmbiaa  el  màèster  de  cà- 
pèla,  ma  là  mUsica  Z'è  sémper  quèla  = 
è  cambiato  il  maestro  di  cappella,  ma 
la  musica  è  sempre  quella. 

mìisicà,  *  V.  att.  =  musicare:  mettere  in 
musica. 

miisicàbil,*  agg.  =  musicabile:  da  potersi 
convenientemente  musicare. 

miisicàl,*  agg,  =  musicale:  attenente  vT,lla 
musica. 


mus 


511 


iiiìisicànt,  s.  m.  =  musicante:  clii  fa  pro- 
fessione- di  sonare.  Anche  bandista. 

in  tisi  dièta,*  s.  f.  =  miisichetta:  dim.  di 
musica;  musica  senza  pretese. 

musicista,*  s.  in.  =  chi  si  occupa  di  mu- 
sica, anche  senza  farne  profess'ìone. 

niiisin,  s.  m.  =  musetto,  musino:  dimin, 
vezzegg.  di  muso. 

niiisirceùla,  s.  f.  =  museruola,  musoliera: 
arnese  cha  si  mette  al  muso  dei  cani  per- 
chè non  mordano.  Usa  anche  per  i  buoi. 

1)  Striscia  di  cuoio  legato  alla  bocca 
del  cavallo  per  obbligarlo  a  tener  alta 
la  testa. 

2)  mefcgh  là  milsiroetila  à  vuu  =  met- 
ter la  museruola  a  uno:  vietargli  di  par- 
lare a  modo  suo,  o  troppo  liberamente. 

niQso,  s.  m.    =    muso:    riferito  a  uomo; 
vess  muso  de  /a,    de  dì  =  esser    muso 
di  fare,  di  dire:  esser  tomo,   esser  ca- 
.  paco  di  faro  cosa  per  cui  occorra  ardi- 
mento. 

1)  dìghel  siti  muso  =  dirglielo  a  viso 
aperto,  francamente. 

Miisòccli,  s.  m.  =  Musocco:  nome  proprio 
di  un  paese  vicino  a  Milano  e  dove 
fu  costruito  il  nuovo  cimitero. 

miisùn,  s.  )ii.  =  musone,  muso,  broncio. 
Vedi  niiis,  grinta:  il  contegno  di  chi 
sta  serio  con  qualchoduno  e  non  gli 
parla  per  essersi  avuto  a  m^o  di  qual- 
che cosa. 

1)  fa  7  miison  =  imbronciare,  im- 
broncire,  far  segno  di  corruccio. 


2)  miison  del  pòrch  =  grugno. 
8j  Mazzocchi:  radici  di  spinaci. 

mìisouènt,  agg.  =  immusonito,  imbron- 
ciato: che  tieno  il  muso,  il  broncio. 

musola,  s.  f.  =  mussolina,  mussoliao; 
sorta  di  tela  sottilissima. 

niiisulòn,  s.  m.  =  mussoline  radono  : 
specie  di  fodera  ingommata,  molto  or- 
dinaria. 

iniita,  (ala)  ìnodo  avv.  =  alla  muta:  con 
segni,  alla  maniera  dei  muti. 

miitt,  s.  m.  =  muto,  mutolo:  privo  della 
favella. 

1)  dolor  miitt  =  dolore  cupo,  intenso. 

2)  sàia  mtìta  =  sala  muta  :  non  ar- 
monica, poco  risonante. 

3)  fa  i  so  ròbb  àia  muta  =  far  fuoco 
nell'orcio:  agire  alla  chetichella. 

4)  te  éee  miitt?  =  sei  muto? Hai  lasciato 
la  lingua  al  beccaio? 

mutiio,  s.  m.  =  mutuo:  prestito  in  danaro 
che  renda  frutto  o  per  cui  bisogna  pa- 
gare interesse. 

1)  Agg.  scambievole:  mutiio  socoré 
=  mutuo  soccorso. 

2)  là  Mutila  =  la  Mutua  :  così  si 
chiama  da  alcuni  qiialunquo  società  di 
mutuo  soccorso. 

niutlis,  nella  fraso  cìtus  muiils  et  non 
borbotàvèrunt  :  latino  maccheronico  col 
quale  noi  si  suole  ingiungere  ad  altri 
che  taccia,  e  non  si  dolga  di  ciò  che 
gli  avviene. 


IST 


n  =  enne:  la  dodicesima  lettera  dell'al- 
fabeto. Si  pi'onuncia  èna. 

NN.  =  abbreviatura  che  significa  :  «  non 
nominato  a .  Vedi  èna. 

nà,  inter.  =  là,  via,  sia  pure.  Inter,  con- 
cessiva. 

nàchera,  *  s.  f.  =  nacchera  :  usasi  per 
lo  più  al  plur.  ^  ntclier  =  le  nacchere: 
due  pezzetti  di  ebano  o  bosso  a  fonna 
di  conchiglia,  che,  battendoli  insieme 
stretti  nelle  dita,    mandano   un  suo:io. 


nàcòrgres,  v.  rifl.  =  accorgersi,  addarsi. 
Vedi  àcòrges. 

nàcorgìiiii  e  nàcòrt ,  ji'^^'t-  pnss.  di 
nàcòi'gres. 

naftalina,  *  s.  f.  =  naftalina  :  sostanza 
che  fortemente  odora  di  catrame  e  che 
si  usa  molto  a  difesa  dei  pannolani 
contro  le  tarme. 

nagròta,  particella  di  negazione  =  niente, 
G  s.  m.  :  il  nulla  ;  la  negazione  del- 
l'essere.  Vedi  niènt. 


iiag 

1)  òn  bèli  nagota  =  un  bel  niente, 
quel  gi'an  niente;  nulla  affatto,  asso- 
lutamente nulla. 

2)  Per  qualche  cosa  :  l'è  àndaa  foeùra 
coni  nàgdtt  in  eoo  =  andò  fuori  con 
niente  in  capo. 

3)  vèéé  nàgòta  =  essere  niente,  un 
niente  ;  non  valer  nulla,  cedere  al  con- 
fronto ;  vèàs  mèli  che  nàgòta,  pesg  che- 
nàgòta  =  esser  mono  che  niente,  poggio 
che  niente. 

4)  coàtà  nàgòta,  vàri  nàgòta  =  non 
costar  niente,  non  valer  niente. 

5)  vend  per  nàgòta  =  vendere  a 
prezzo  bassissimo. 

6)  per  nàgòta  =  per  niente  :  gratui- 
tamonte,  senza  prezzo  alcuno. 

7)  vorè  nò  dna  ròba  nànca  per  nà- 
gòta =  non  volere  una  cosa  neppur 
per  niente,  non  volerla  neppure  per 
cacio  bacato  ;  non  saper  che  farsene. 

8)  fa  nàgòta  =  non  fa  niente,  non 
fa  caso  :  di  cosa  che  noa  ha  importanza, 
non  guasta  ;  ée  'l vestii  l'è  on  poo  lungh 
fa  nàgòta  =  se  il  vestito  è  un  po'  lungo 
non  fa  niente,  non  fa  caso. 

9j  fa  nàgòta  =  non  far  niente;  non 
venire  a  nessun  effetto  ;  el  me  càn  el 
j)àr  catto  ma  H  fa  nàgòta  =  il  mio 
cane  sembra  cattivo,  ma  non  fa  niente, 
non  morde.  Di  rimedi,  non  avere  effi- 
cacia; glian  meiiiii  el  vèsigàìit^  mà^l 
glia  faa  nàgòta  =  gli  han  messo  il 
vescicante  ma  non  gli  fece  niente. 

10)  àndà,  finì  in  iiàgòta  =  finire  in 
niente  :  di  cosa  che  vada  scemando  e 
riducesi  in  nulla. 

li)  còme  nàgòta  =  come  niente,  a 
bocca  baciata:  con  facilità,  senza  fatica. 

12)  Ve  dna  ròba  de  nàgòta  =  è  cosa 
da  niente,  di  poco  valore,  di  poca  im- 
portanza. 

13)  fa  nàgòta  =  non  far  fiato:  di 
bottega  che  non  lavora  per  mancanza 
di  avventori. 

14)  me  fa  nàgòta  =  non  me  no  im- 
porta, non  mi  cale. 

nàgrotiu,  s.  m.  =  nulla,  niente:  te  regà- 
làroo  on  bèli  nàgotln  d'or  =  ti  regalerò 
un  bel  nulla  d'oro:  lo  diciamo  per  celia 
ai  bambini. 

nàg'òtt,  lo  stesso  che  uàgòta,  specialm. 
nella  frase  éàvè  nàgòtt  de  nàgòtt  =  non 
saper  niente  di  niente;  essere  ignoranti 
affatto. 


512  —  iiap 


nàn,  s.  m.  =  nano:  mostruoso  per  la  sua 
piccolezza. 

1)  Nachero:  che  è  piccolo  della  per- 
sona e  colle  gambe  storte. 

2)  Nanne:  vezzegg.;  cara  '/  me  ndnf 
=  caro  il  mio  nanno  ! 

nana,  s.  m.  =  nanna:  voce  infantile  per 
sonno,  dormita,  letto. 

1)  canta  là  nlna  nana  =  cantar  la 
ninna,  nanna. 

2)  fa  nana,  àndà  in  nana  =  fare  la 
nanna,  andare  a  nanna:  sempre  di  bam- 
bini, dormire,  andare  a  dormire. 

nànàn,  s.  m.  =  vezzeggiativo  che  noi 
usiamo  molto  specialm.  coi  bambini; 
poer  nànàn,  cara  7  me  nànàn,  che  bèli 
nànàn,  e  sim.  In  Toscana  dicono:  ani- 
ma mia. 

nànca,  partie.  negai.  =  neanche,  nean^o, 
neppure,  nemmeno  :  glie  nànca  óna 
jncmta  =  non  c'è  neppure  una  pianta. 

1)  nànca  per  éògn  =  neanche,  nem- 
mcn  per  sogno. 

2)  Anche:  coU'infin.  nella  negazione; 
nànca  à  pagali  el  me  farla  Mo  pìase 
=  anche  a  ])agarlo  non  mi  farebbe  que- 
sto favore;  benché,  quantunque  lo  pa- 
gassi 0  lo  pagassero. 

3)  7ne  par  nànca  véra  =  non  mi  par 
manco  vero. 

nàucàniò,  avv.  di  tempo  =  anulie,  per 
anche;  fin  qui,  fino  ad  ora  :  non  aa- 
cora;  ghe  soni  minga  nàncàmò  staa  = 
non  ci  sono  anche  (o  per  anche)  stato; 
Ve  nàncàmò  de  vegnì  =  non  è  per  an- 
che venuto. 

nànchèn,  s.  m.  =  anchina.  Vedi  àncliéu. 

nànìn,  s.  m.  =  nanino,  nanotto,  nane- 
rello:  dimiu.  vezz.  di  nano. 

nànmd,  avv.  =  peranche.  Lo  stesso  che 
nàncàmò. 

nàpi,  s.  m.  =  nappa,  nasone:  naso  grosso. 

uàpiòn,  s.  m.  =  nappone:  l'uomo  ohe  ha 
il  naso  grosso. 

nàpola,  s,  f.  =  napoletana,  verzicola:  al 
gioco  del  tresette  e  sim.  j  il  due,  il  tre 
e  l'asso  dolio  stesso  seme  e  nella  stessa 
mano. 

1)  Nasone;  naso  lungo  o  grosso. 

uàpoledn,  s.  m.  =  napoleone  :  moneta  di 
oro  da  venti  lire.  Vedi  màrèng-li. 
1)  Napoleone  :  nome  proprio  di  pors. 

uàpoletàn,  agg.  =  napoletano;  di  Napoli. 

1)  Il  nostro  popolo  chiama  nàpoletdn 

i   fannulloni,    gli  accidiosi    e  fa    male, 

perchè  mantiene  nel  linguaggio  la  tra- 


nap 


-  513 


nas 


dizione  di  quei  lazzaroni  napoletani  che 
il  novo  regime  a  poco  a  poco  va  di- 
struggendo. 

uàpoliii;  s.  wi.  =  arancina,  arancia  della 
*;iua:  sorta  d'arancia  forte,  piccolissima 
che  non  mangiasi  se  non  confettata, 

uàràns,  .s\  m.  =  arancio,  arancia,  mela- 
lancia;  citrus  aurantium;  frutto  dell'a- 
rancio. 

1)  peli  de  nàrnnà  =  buccia  o  scorza 
d'arancio. 

iiài'àusàtt,  •>>•.  m.  =  aranciaio  :  chi  vende 
arancie. 

uàrcìs,  s.  m.  =  narciso:  pianta  che  ha  i 
fiori  a  modo  di  cappa,  bellissimi. 

uàrcótich, *  5.  m.  =  narcotico:  sostanza 
medicinale  che  induce  sonno. 

narice,  s.  m.  =  moccio:  escremento  che 
esce  dal  naso. 

iiàrigèntj  agg.  =  moccioso,  moccicoso  ; 
che  è  sudicio  di  moccio. 

iiàrigiàda,  s.  f.  =  moccicaia,  moccica- 
"lia:  materia  molle,  un  po'  viscosa  si- 
mile a  moccio,  ed  anche  l'atto  e  l'ef- 
fotto  del  mandar  fuori  il  moccio  dal 
naso. 

iiàrig'iàtt,  s.  m.  =  moccione,  moccolone: 
si  dice  ai  bambini  piangolosi,  onde 
hanno  sempre  il  moccolo  al  naso. 

1)  Per  ischerno  a  pers.  adulta:  uomo 
da  nulla.  ' 

iiàrìs,  s.  f.  pi.  =  narici,  nari  :  i  buchi 
del  naso  per  cui  si  respira  e  che  danno 
sfogo  alla  pituita. 

1)  Quelle  del  cavallo  si  chiamano 
froge. 

nas,  s.  m.  =  naso:  prominenza  del  viso 
che  è  organo  dell'odorato. 

1)  ims  càleàgnin  =  naso  camuso, 
schiacciato  ;  nas  che  par  on  peverón  = 
naso  come  un  peperone  ;  nas  col  scà- 
gnHl  de  sciàmtin  =  naso  arcionato, 
sgrignuto;  nas  groporént  =  naso  a  bi- 
torzoli, a  globetti;  nas  rispetàhil  =  naso 
badiale. 

2)  àndà  ài  nas  =  dar  nel  naso  ;  sa- 
perne male. 

3)  -iàltà  là  niòèea  ài  nas  =  montare 
il  moscerino  al  naso.  Vedi  mósca. 

4)  càscia  'l  nas  =  metter  bocca,  o 
il  becco  in  un  discorso:  ficcare  il  naso; 
in  un  luogo,  in  una  cosa.  Fig.  di  per- 
sona indiscreta  ed  entrante. 

5)  bagna  'l  nas  =  mettere  in  calcetto; 
superare  gli  altri  di  gran  lunga  in  abi- 
lità;  Verdi  el  glie  bagna  'l  nas  à  luti 

■a 


i  ììiàèsier  de  musica  =  Verdi  metto 
tutti  i  maestri  di  musica  in  un  cal- 
cetto. 

6)  j}ÌGà  'l  nas,  pesta  el  nas  =  bat- 
tere il  naso,  la  bocca,  picchiarlo,  ca- 
scare in  avanti. 

7)  bàtt  el  nas  =  incappare  :  imbat- 
tersi a  caso. 

8)  mena  per  el  nas  =  menare  o  pi- 
gliar pel  naso:  far  fare  a  qualcuno  come 
piace  a  noi:  dargli  a  credere  quel  che 
si  vuole,  abbindolarlo.  Anche  :  dondo- 
lare uno;  rimandargli  da  un  giorno  al- 
l'altro la  soddisfazione  del  debito.  An- 
che: tenere  a  erba  trastulla,  a  bocca 
dolce:  tenere  uno  a  baia  senza  conclu- 
der mai. 

9)  fàgk  éii  'l  nas  ,  refignà  'l  nas  = 
torcere  o  arricciare  il  naso;  torcere  la 
bocca,  fare  la  bocca  acerba  :  far  boc- 
cuccia, dimostrare  scontentezza  di  una 
cosa. 

10)  vèss  doma  anice  e  nas  =  essere 
tutt' occhi  e  bocca  :  magrissimo,  este- 
nuato. 

11)  regordàés  nò  dal  nas  àia  baca  = 
non  rammentarsi  dalla  bocca  al  naso: 
non  ricordarsi  le  cose  neanche  più  i-e- 
centi  e  vicine.  Vedi  bòca,  26). 

12)  pària  in  del  nas  =  parlar  nel 
naso. 

13)  vègh  bon  nas  =  aver  naso,  o  buon 
naso,  essere  di  buon  naso;  aver  molta 
sagacia,  essere  di  giudizio  acuto. 

14)  mètt  foenra  là  pùnta  del  nas  = 
=  metter  fuori  la  punta  del  naso  :  af- 
facciarsi appena,  appena  uscire  di  casa. 

15)  vedègh  minga  à  dò  dìda  del  tias, 
puéee  in  là  del  nas  =  non  vedere  piiì 
là  del  naso.  Fig,  di  chi  non  ha  grande 
discernimento  e  non  è  perspicace. 

16)  resta  cont  tant  de  nas  =  rima- 
nere 0  restar  con  un  palmo  di  naso; 
rimaner  col  danno  e  colle  beffe,  di  cosa 
non  conseguita, 

17)  pàèà  édta  H  nas  =  passar  sotto 
il  naso:  di  cosa  che  passa  molto  vicino. 

18)  de  nas  =  da  naso;  che  serve  per 
il  naso  :  fàsolètt  del  nas  =  pezzuola 
da  naso  ;  tàbàcch  de  nas  =  tabacco  da 
naso. 

19)  à  morì  là  farà  impresa,  ma  à 
nas!  =  a  morire  farà  in  fretta,  ma  a 
nascere!  Gioco  di  parole  che  si  dice 
per  celia  a  chi  ha  il  naso  lungo  e  pos- 
sibile soltanto  in  dialetto   per  la  semi- 


nas 


-  514 


nat 


glianza  del  nostro  nàsè  =  nascere,  con 
nas  =  naso. 

20)  à  liinim  de  nas  =  a  occhio  e 
croce,  a  colpo  d'occhio:  di  giudizio  che 
si  faccia  senza  molta  analisi. 

21)  Sfogatoio  :  T.  de'  murat.,  filan- 
dieri e  strumentai. 

uàsà,  T.  att.  =  annusare,  fiutare:  tirar  su 

col  naso  per  odorare. 
nàsàda,  s.  f.  =  fiutata,  annusata  :   l'atto 

dell'annusare,  del  fiutare. 

1)  Nasata:  urto  dato  col  naso. 
nàsàsc,  s.  m.  =  nasaccio:  pegg.  di  naso, 

naso  deforme. 
nàscita,   s.  f.  =  nascita:  il  nascere:  fed 

de  nàscita,  àtt  de  nàscita  =  fede,  atto 

di  nascita. 

1)  Origine,  famiglia  :    vèés   de   bòna 

ììàscita  =  esser  di  buona  nascita. 
nàscondon  (de),  avv.  =  di  nascosto,  na- 
scostamente, colatamente. 
nàscòst,  agg.  =  nascosto,  celato,  segreto: 

tegni  nàscòst  queicòss  =  tener  segreto 

qualche  cosa. 
nàsin,  s.  ni,  =  nasino,  nasetto:  dim.  di 

naso. 
nasional,  agg.  =  nazionale  :  di   nazione 

della  nazione. 
nasiòn,   s.  f.  =    nazione  :    popolo   della 

stessa   razza   unito    di    sentimenti,    di 

lingua  e  di  leggi. 
nasón,  s.  m.  =  nasone,  nasuto  :  accr.  di 

naso. 
nàss,  s.  m.  =  tasso:  taxus  bacata:  specie 

d'albero  alto  e  a  fronde  d'un  verde  cupo. 
nàss,  *•.  att.  =  nascere;  venire  al  mondo, 

uscire  alla  luce. 

1)  niéùn  nàsè  màèster  =    nessuno 
nasce  maestro. 

2)  nàss  cavigiaa,  veétii,  coni  la  ca- 
mma =  nascere  vestito  :  di  chi  è  for- 
tunato e  tutto  gli  va  bene. 

3)  Ve  ànnid  de  nàss  =  non  è  ancor 
nato:  di  chi  vuol  far  cose  superiori  alla 
sua  età. 

4)  nàès  còme  i  fung  =  nascere  come 
i  funghi  :  di  pers.  e  di  cosa  che  par 
vengan  su  troppo  facili  e  in  gran  quan- 
tità. 

5)  torna  à  nàés  =  rinascere. 

6)  Di  biade,  semi,  fiori  e  sim.  Dei 
grani  specialm.  tallire. 

7)  Di  difficoltà,  questione,  discordia, 
guerra;  nascere,  sorgere,  intervenire. 

8)  Del  sole,  della  luna,  degli  astri; 
levarsi  sull'orizzonte,  spuntare,  sorgere. 


9)  Dì  fiume,  fontana  e  sim.  nascere, 
scaturire. 

10)  Pullulare:  spuntare,  sorgere,  ve- 
nir fuori  in  gran  quantità. 

nàsta,  s.  f.  =  fiuto,  olfatto:  il  senso  del- 
l' odorato. 

1)  i)ègh  bòna  nàsta  =  aver  buon 
naso.  Vedi  nas,  13j. 

nàster,  *  s.  m.  =  nastro:  tessuto  di  po- 
chissima larghezza  e  di  lunghezza  in- 
determinata a  uso  di  legare  o  di  ornare. 
Anche  bindèll. 

nàstiirsi,  s.  ni.  =  nasturzio:  pianta  odo- 
rosa e  fiore  noto;  volgarm.  crescione. 

nàsìiìi,  agg.  =  nato:  part,  pass,  di  nàss  = 
=  nascere. 

1)  àpèna  nàsilU  =  neonato  ;  appena 
nato.  Anche  :  non  ancor  nato.  Vedi 
nàss,  3). 

2)  el  par  nàsiiu  per...  =  par  nato 
apposta  per  una  cosa:  quando  uno  la 
fa  con  ogni  cura  e  insistenza. 

nàta,  s.   f.    =    natta:    tumore    che   suol 

venire  sul  capo. 
Xàtàl,    s.  m.   =    Natale  :    il    giorno    nel 

quale  si  celebra  la  nascita  di  Gesù. 
nàtàlisi,  agg.  =  natalizio  :  del  giorno  in 

cui  uno  é  nato.  Vedi  compleàmus. 
nàtiv,  agg.  =  nativo,    natio  :    di    luogo, 

dove  uno  è  nato,  ed  anche  di  persona 

che  trae  la  sua  origine    da   un  luogo  ; 

oriundo. 
nàtìvitaa,*  s. /".  =  natività,  nascita:  ma 

si  usa  solo    parlando    della    nascita  di 

Gesù  e  di  Maiùa. 
natura,  s.   f.    =    natura:    l'universalità 

degli  esseri  che  compongono  l'universo. 

1)  La  personificazione  delle  leggi  e 
delle  forze  che  regolano  l'universo  ; 
rè  natura  che  tilcc  àbien  de  morì  = 
è  natura  che  tutti  debbano  morire. 

2)  Per  tutte  le  forze  fisiologiche  :  in 
cèrti  màlàtlj  bisogna  làsàgh  fa  àia 
natura  =  in  certe  malattie  bisogna  la- 
sciar operare  la  natura. 

3)  Ingegno,  genio,  indole  :  vègh  dna, 
natura  bòna  =  avere  una  buona  natura, 
una  buona  indole.  Vedi  nàtiiràl. 

4)  istìnt  de  nàtflra  =  istinto  di  na- 
tura: tendenza,  disposizione  invincibile. 

5)  de  nàtùì-a,  jìer  natura  =  di  na- 
tura, per  natura  :  naturalmente. 

6)  in  natura  =  in  natura:  di  cose, 
come  le  dà  la  natura,  -non  rappresen- 
tate in  moneta. 


nat 


515 


nav 


uàtiiràl,  agg.  =  naturale:  di  natura,  che 
appartiene  a  natura. 

1)  Opposto  ad  artificiale  :  w>,  acqua, 
làtt  naturai  =  vino,  acqua,  latte  na- 
turale. 

2)  Conforme  alla  ragione,  al  senso 
comune  :  fé  nàtUràl  che  ehi  no  ghe 
n'ha,  no  mttgna  =  è  naturale  che  chi 
non  ne  ha  non  mangia. 

3)  rè  nàtiiràl,  o  solam.  nàtiiràl  !  = 
è  naturale  !  naturale  !  :  nelle  risposte, 
affermando  con  maggior  forza. 

nàtiiràl;  s.  m.  =  naturale  :  una  certa  di- 
sposizione di  natura  a  virtù  o  a  vizio  ; 
indole,  natura. 

1)  Nel  linguaggio  delle  arti,  l'aspetto 
giusto,  la  grandezza  vera  di  una  persona. 

2)  piiiirtL,  disegna  ài  nàtiiràl  =  di- 
pìngere, disegnare  al  naturale  o  dal 
naturale:  dipingere,  disognare  dal  vero, 
secondo  l'aspetto  naturale.  Ora  si  dice 
però  assai  meglio,  pitUrà  dal  véro. 

iiàtìiràlàsc,  s.  m.  =  naturacelo,  caratte- 
raccio, mala  indole. 

nàtiiràlesa,  *  s.  f.  =  naturalezza:  faci- 
lità con  cui  nelle  arti  si  nasconde  l'ar- 
tifìcio, così,  che  par  cosa  fatta  natu- 
ralmente. 

uàtiiràlisà)  v.  att.  =  naturalizzare  :  dar 
la  naturalità,  la  cittadinanza. 

nàtiiràlista,  *  s.  m.  =  naturalista:  chi 
attende  allo  studio  delle  cose  naturali. 

nàtiiràliuént,  avv.  =  naturalmente,  pei- 
natura. 

1)  Con  naturalezza,  al  vivo. 

2)  Fani.  :  di  cosa  probabile,  facile, 
debita,  che  va  da  se. 

3)  Per  naturale  conseguenza  :  ée  Hi 
el  me  provoca,  mi  nàtiiràlmént  devi 
riépònd  =  se  egli  mi  provoca  io  debbo 
naturalmente  rispondere. 

uàiifràgrà)  *  v.  att.  =  naufragare  :  far 
naufragio.  E'  voce  d'uso  nuovissimo, 
ma  già  abbastanza  diffusa. 

iiàiisea,  *  s.  f.  =  nausea  :  alterazione  di 
stomaco  e  voglia  di  vomitare. 

1)  Fig.  :  fastidio,  avversione  che  si 
prova  per  cose  non  piacevoli,  insipide. 

2)  règh  nàiisea  =  avere  gli  stoma- 
chini  :  dì  pers.  leziosa  a  cui  nulla 
faccia  appetito  e  per  ogni  pìccola  ca- 
giono dia  segno  dì  alterazione  dì  sto- 
maco. 

uàtisea,  *  v.  att.  =  nauseare  :  indurre, 
cagionare,  dar  nausea;  me  nàiiseàva 
come  Vodòr  de  mus'c  =  mi    nauseava 


assai  l'odor  dì  muschio;  el  glia  on 
contégno  insci  clnich  che  'l  nàiisea  =• 
ha  un  contegno  cosi  cinico  che  nausea. 

uàiiseànt ,  *  agg.  =  nauseante  ;  che 
nausea. 

nar,  s.  f.  =  nave  :  ogni  sorta  di  legno 
atto  a  navigare  e  specialmente  una 
sorta  di  barca. 

navàda,  s.  f.  =  navata,  nave:  lo  spazio 
di  una  chiesa  tra  il  mui'O  e  un  ordino 
di  colonne  o  pilastri,  o  ti"a  un'ordine 
e  l'altro. 

nàTàsccC)  s.  m.  =  bottinaio,  votacessi, 
nettacoBsi  :  ohi  vuota  i  bottini. 

1)  ora  de  nàvàscee  =  ora  da  botti- 
nai :  alla  mattina  prestissimo,  perchè 
una  volta  era  proibito  vuotare  ì  bottini 
a  giorno  fatto. 

nàyàscia,  s.  f.  =  benna,  bennaccìa,  na- 
vaccia,  carratello  :  gran  vaso  di  legno 
di  forma  quadrangolare  per  trasportare 
uva  e  pigiarvela. 

nàvàscioeiì,  s.  m.  =  tinella  :  piccolo  tino. 
1)  Bigoncione  :    per   pprtare  e  spar- 
gere sui  campi  il  cessinò. 

nàTàsción,  agg.  g  s.  m.  =  nachero:  che 
è  piccolo  della  persona  e  colle  gambe 
storte.  Dim.   nàvàscìn.  Vedi  nàii. 

nàvèll,  s.  m.  =  pila:  vaso  dì  pietra  o 
di  metallo  che  riceva  e  tenga  l'acqua. 

1)  nàvtll  déla  tromba  =  vasca,  pila 
della  tromba  :  gran  vaso  per  lo  più  di 
pietra  ia  cui  va  l'acqua  che  sì  spande 
nel  trombare. 

2)  Abbeveratoio  :  la  vasca  o  pila 
quando  serve  per  abbeverarvi  ì  cavalli. 

3)  Avello,    tomba:    arca  sepolcrale. 

4)  Pozzetta  :  specie  dì  catino  o  di 
tinozza  in  cui  sì  immolla  lo  spazzatolo 
dei  forni. 

nàTeta,  s.  f.  =  spola  :  sorta  di  navicella 
di  legno  che  serve  per  tessere.  Dal 
francese  :  navette.  So  ne  fanno  dì  varie 
fogge  e  servono  per  lo  macchine  da 
cucire  e  per  certi  lavori  dì  trina  molto 
fini. 

nàvicèla,  *  s.  f.  =  navicella  :  quella  dove 
si  tiene  l'incenso  da  ardere  nel  turi- 
bolo. 

nàvig'à)  V.  att.  =  navigare  :  usa  poco  nel 
significato  proprio;  molto  invece  nel 
fig.  ;  sàuè  navigala  =  saper  navigare, 
barcheggiare;  saper  regolarsi  nella  vita 
cercando  di  andare  a  versi  de'  potenti. 

nàvigraa,  agg.  =  navigato  :  chi  sa  navi- 
gare, regolarsi   astutamente  nella  vita. 


naT 


-516  - 


neg 


1)  vin  nàvigaa  =  vino  navigato  : 
che  ha  fatto  gran  tragitto  di  mare. 

iiàvigàbil,  *  agg.  =  navigabile  :  che  si 
può  navigare. 

uàTigàsion,  *  s.  f.  =  navigazione  :  l'atto 
del  navigare. 

Hàvìlì,  s.  m.  =  naviglio:    canale    navi- 
gabile che  corre  nell'interno  della  città. 
1)   nètt   cóme    l'acqua   del   nàvìli  = 
pulito  come  un  baston  da  pollaio  :  cioè 
punto  pulito. 

MÈTiroeù,  s.  m.  =  bardotto  :  l'uomo  che 
tira  l'alzaia. 

nàviséla,  s.  f.  =  navicella.   Vedi  nàvi- 
céla. 
1)  Spola.  T.  dei  tessit.  Vedi  nàvèta. 

nàviselìn,  s.  ni.  =  specie  di  dolce  fatto 
a  forma  d'uccellino  o  vuoi  di  navicella, 
che  si  compera  come  chicca  ai  bambini. 

ne,  partic.  negai.  =  ne.  In  milan.  si  pro- 
nuncia coir  e  stretta  e  non   accentata. 

ne,  partic.  p'onom.  =  ne.  In  fine  di  pa- 
rola e  dinanzi  a  vocale  l'è  si  elide: 
soo  minga  come  vegntghen  foRÙra  = 
non  so  come  uscirne  ;  chi  ne  dis  ben 
e  chi  ne  dis  mal  =  chi  ne  dice  bene 
e  chi  ne  dice  male  ;  ghe  pids  el  vìn  : 
ne  bevària  dna  brenta  =  gli  piace  il 
vino  :  ne  berrebbe  una  brenta  ;  ehi  no 
ghe  n'ha  ne  cérca  =  chi  non  n'ha,  ne 
raccatta. 

1)  Sta  per  «  ci,  a  noi  >  ne  ddscn 
tanti  robb  =  ci  dicono  molte  cose.  Con- 
giunta al  pron.  el  =  lo  diventa  nel: 
se  ghel  cerchem,  nel  dan  éUbit  =  se 
glielo  cerchiamo  ce  lo  danno  stibito. 

nèbia,  s.  f.  =  nebbia:  vaporo  acqueo 
sulle  ten'o  umide  e  basse. 

1)  nèbia  de  tàià  col  cortèll  =  nebbia 
che  s'affetta;    straordinariamente  fitta. 

2)  nèbia  grMa  quèll  che  là  troeuva 
là  làsa  =  la  nebbia  lascia  il  tempo 
che  trova. 

3)  Scriato,  scriatello,  un  cria:  di 
fanciullo  malaticcio  e  molto  esile. 

4)  Ruggine  delle  biade  e  delle  piante. 
nebiaa,  agg.    =    annebbiato,    caliginoso, 

intristito. 

1)  Nebbioso  :  dei  giorni  nei  quali  fa 

molta  nebbia. 
nebiàscia,  s.  f.  =  nobbiaccia,  nebbione: 

accr.  di  nebbia. 
necesàri,    agg.    =    necessario  :    senza  il 

quale  non  si    può    fare  ;    el  dormì,  el 

bev,  el  mangiti  hin  necesàri  ttla  vita  = 


il  dormire,  il    bere,    il    mangiare   son 
necessari  alla  vita. 

1)  Di  cosa  0  pers.  di  cui  paia  che 
non  si  possa  far  senza  •,  ci  tàbàcch,  el 
eàfè  hin  necesàri  =  il  tabacco,  il  caffè 
son  necessari. 

2)  s.  m.  il  necessario  :  ghe  manca  '  l 
necesàri  =  gli  manca  il  necessario. 

necesàriàmént,  *  avv.  =  necessariamente: 
in  modo  necessario. 

necesitaa,  s.  f.  =  necessità,  esigenza  : 
quanto  è  necessario  al  buon  andamento. 
1)  Bisogno  estremo  che  più  o  meno 
fa  forza  al  volere  :  neceàitaa  no  g'hà 
leg  =  necessità  non  ha  legge  ;  fa  de , 
necesitaa  virtù  =  far  di  necessità  virtù  : 
~ rassegnarsi  alle  contrarietà  che  ci  ven- 
gono addosso. 

necròfor,  *  s.  m.  =  necroforo,  becchino: 
l'incaricato  dall'ufficio  delle  pompe  fu- 
nebri di  andare  a  prendere  nelle  case 
i  morti,  e  curarne  tutte  le  convene- 
voli operazioni  della  sepoltura. 


nedru?rà, 


att.    =  sbuzzare  :    levai'e  le 


interiora  a  un  pollo. 

nefrite,  *  s.  f.  =  nefritide  ;  infiamma- 
zione dei  reni. 

nega,  v.  att.  =  negare  :  dire  che  non  è 
vero  ciò  che  altri  afferma. 

1)  Di  negatori  assurdi  e  sfacciati  : 
el  negarla  el  Signor  in  eros  =  neghe- 
rebbe il  pasto  a  un  oste  colla  forchetta 
in  mano,  e  col  boccone  in  bocca  \  ne- 
gherebbe il  sole,  la  luco  del  sole. 

2)  Non  concedere,  rifiutai'e  :  mai 
che  'l  m'tLbia  negaa  on  piàsè  =  non  ac- 
cadde mai  che  mi  negasse  un    favore. 

3)  Non  riconoscere  gli  altrui  pregi  ; 
el  ghe  nega  l'àbilìtaa  =  gli  nega  l'abilità. 

4)  Dire  di  non  aver  ricevuta  una 
cosa  :  nega  'l  dèbit   =  negare  il  debito. 

5)  Non  voler  dare  ciò  che  ad  altri 
è  dovuto:  negàgh  i  dance  del  mes  = 
negargli  i  danari,  lo  stipendio  del  mese. 

nega,  v.  att.  =  annegarsi,  affogare  :  chiu- 
dere il  respiro  proprio  o  la  vita  nel- 
l'acqua ;  l'è  negaa  in  del  lagh  de  Còmm 
=  annegò  nel  lago  di  Como. 

1)  nega  del  cald  =  affogar  dal  caldo  : 
iperb. 

2)  nega  in  d'on  cilgiaa  d'acqua  = 
affogare  in  un  bicchier  d'acqua,  morir 
di  fame  nell'Altopascio;  perdersi  nelle 
minime  difficoltà. 

3)  fa  nega  =  affogare,  trans. 


nei 


-  517 


neu 


negasi f  agg.  =  annegato,  affogato  :  chi  è 
morto  por  annegamento. 

1)  ròèt  negaa  =  arrosto  annegato  : 
arrosto  cucinato  in  una  maniera  spe- 
ciale per  cui  rimane  con  intingolo  e 
non  disseccato  alla  superfìcie. 

iieg'àsiòn;  *  s.  f.  =  negazione  :  di  cosa 
che  sia  l'opposto  assoluto  di  un'altra  ; 
rè  la  negaàiòn  délct,  pitilì'a  =  di  chi 
vuol  dipingere  e  non  ha  alcuna  delle 
doti  indispensabili  al  pittore. 

uegàtiv,  *  agg.  =  negativo  :  che  dice  di 
no  :  rispòéta  negativa,  voi  negàtìv  = 
risposta  negativa,  voto  negativo. 

ueg'àtìra,  s.  f.  =  negativa:  il  negare, 
negazione  :  sta  àula  negativa  =  star 
sulla  negativa  :  di  chi,  accusato,  per- 
siste a  negare  l'accusa. 

1)  Quella  lastra  dei  fotografi  dalla 
quale  ritraggono  l'immagine  dell'oggetto 
stampandola  su  carta  apposita. 

iièglier,  agg.  =  nero,  negro,  moro.  An- 
che :  abbronzatene  :  di  pelle  stata  al 
sole. 

1)  tleventà  ìiégher  =  ammorire:  di- 
ventar moro,  abbronzire:  della  pelle  a 
cagione  del  sole. 

2)  deventà  nigher  =  annerirò  :  pi- 
i^'liar  colore  oscuro  che  s'avvicini  al 
nero.  y 

3)  ànima  negra  =  empio,  cattivo  : 
di  uomo  molto  malvagio. 

4)  Tinto  :  cangiato  di  colore  a  ca- 
gion  d'ira. 

5)  temp  négher  =  tempo  nero,  scuro, 
minaccioso. 

6)  vin  négher  =  vino  nero,  contrario 
di  bianco;  vino   rosso. 

7)  boli,  sègn  négher  =  lividui'a  :  mac- 
chia turchiniccia  che  prende  la  pelle 
per  cadute,  battiture,  ecc. 

8)  vede  tiitt  négher  =  veder  tutto 
uoro  :  di  chi  giudica  le  coso  peggiori 
della  realtà. 

9j  mètt  el  négher  Sul  biànch  =  mettere 
il  nero  sul  bianco  :  scrivere,  firmare 
per  garanzia. 

lOj  fa  vede  biàneh  per  négher  =  mo- 
strar bianco  por  nero:  dare  ad  inten- 
dere il  falso. 

11)  el  négher,  s.  m.  =  il  nero  :  colore 
per  dipingere. 

12)  négher,  diciamo  noi  a  un  prete, 
e  négher  chiamiamo  anche  chi  ò  ere- 
tico 0  miscredente. 

negli^éiisa,   s.  f.  =  negligenza,  trascu- 


ratezza :    viziosa   abitudine    di    far    le 
cose   trascuratamente  o  contro    voglia. 

negligènte  agg.  =  negligente:  trascu- 
rato in  ciò  che  deve  fare. 

negligentàsc,  s.  m.  =  negligontonaccio  : 
chi  è  ncgligentissimo. 

neglisgé,  agg.  =  negletto,  trascui-ato. 

uegósi,  s.  m.  =  negozio,  luogo,  bottega 
in  cui  si  vendono  le  mercanzie. 
1)  Affare,   faccenda. 

negosià)  v.  att.  =  negoziare  :  trattare  ne- 
gozi mercantili  ;  negosià  in  capej  =  ne- 
goziare in  cappelli;  negosià  de  gran, 
de  vin  =  negoziare  di  grani,  di  vino. 
1)  Detto  di  cai-telle  del  debito  pub- 
blico,' di  cambiali,  ecc.,  cederle  a  un 
altro  che  no  paga  il  valore,  ritenendosi 
lo  sconto. 

negosiànt,  s.  m.  =  negoziante:  colui 
che  negozia. 

1)  negosidnt  de  staff  =  drappiere; 
mercante  di  drappi,  cioè  seta,  velluto, 
raso,  ermisino,  e  sim. 

negra,  a^r^f.  =  nera;  femm.  di   négher. 
1)  oh  fìòl  d'óna  negra  =  per  bacco, 
poffarbacco. 

negrèsa,  s.  f.  =  nerezza:  astr.  di  nero. 

negrologìa,  *  s.  f.  =  necrologia  :  com- 
memorazione di  pers.  morta  di  fresco. 

negroldgich,  *  agg.  =  necrologico  ;  tivis, 
ceno  negroldgieh  =  avviso,  cenno  ne- 
crologico. 

ne?ròn,  s.  m.  =  carbone,  ruggine,  fu- 
liggine: una  malattia  del  grano. 

nel,  partic.  pronom.  =  ce  lo,  a  noi  lo. 
Vedi  ne  1). 

nemén,*  part.  negat.  =  nemmeno,  nom- 
manco,  neppui'e.  Vedi  nànca. 

nemis,  s.  m.  =  nemico  :  che  dimostra 
inimicizia,  o  che  ne  prova  in  se  il  sen- 
timento. 

1)  on  nemis  V  è  tròpp  e  cent  àmis 
hin  minga  àéee  =  un  nemico  è  troppo 
e  cento  amici  non  bastano. 

2)  à  l'àmis  pélegh  el  figh  ài  nemis 
mòndegh  el  péréegh  =  all'amico  monda 
il  fico  e  la  pesca  al  nemico. 

3)  Di  esercito  contro  cui  si  combatte. 

4)  Per  estens.  di  chi  ha  avversione 
a  una  cosa  :  vèés  nemis  di  bosìj  = 
esser  nemico  delle  menzogne  ;  vèés  ne- 
mis del  laortL  =  esser  nemico  del  la- 
voro. 

nèn,  part.  inter.  =  neh  ?  né  ?  :  domàn 
te  vègnet  éénsa  fall,  nén  ?  =  domani 
vieni  sicuramente,  neh  ? 


neo 


518 


nev 


lieo,  s.  m.  =  neo  :  piccola  maccliia  ne- 
riccia sulla  pelle  del  corpo  umano  e 
spesso  alle  donne  dà  grazia. 

uepiiiieiiiànc  e  uepiiaemèn,  *  =  ne  più 
ne  meno;  per  l'appunto,  senza  ag- 
giungere, ne  levar  nulla. 

iier,*  agg.  =  nero  :  comincia  a  usare  lar- 
gamente in  parecchi  dei  significati  di 
négher.  Es.  vestiéà  de  ner  =  vestirsi 
di  nero  ;  càfè  ner  =  caffè  nero  ;  on 
pànii  che  g'hà  on  bèli  ner  =  un  panno 
che  ha  un  bel  nero,  ecc. 

nére,  agg-  =  scriato,  decimo  :  ragazzo 
patito. 

nèrcin,  agg.  =  scriatello,  cosina  :  dimin. 
di  nére. 

iierèsa,*  s.  f.  =  nerezza.  Come  negrésa. 

iierfttmm,*  s.  m.  =  nerofumo  ;  filiggine 
che  serve  per  tingere  in  nero.  Anche 
fiimm  de  ràtt. 

uèrv,  s.  m.  =  nei-vo  :  ligamenti  e  ten- 
dini che  se  molto  pronunziati  sono  in- 
dizio di  forza  ;  éeiit  che  nèrv  in  di 
hrasc  !  =  senti,  che  nervo  nel  braccio  ! 
Vedi  gnerv. 

1)  Quei  sottili  filamenti  che  trasmet- 
tono al  corvello  le  sensazioni,  alla  cir- 
conferenza le  volontà. 

2)  mal  de  nèrv  =  mal  di  nervi  ;  un 
malessere  vago,  penoso,  che  porta  tri- 
stezza. 

3)  dà  ài  nèrv.,  Urta  i  nèrv  =  dare 
ai  nervi,  urtare,  irritare  i  nervi  ;  di 
cose  che  ci  danno  noia,  ci  mettono  di 
malumore. 

iierYàdura,*  s.  m.  =  nervatm-a  :    tutti  i 

nervi  insieme. 
uervétt,  s.  m.  =  nervetto  :  dim.  di  nervo  : 

chiamiamo  così  specialmente  i  ligamenti 

e  i  tendini  degli  animali  macellati. 
nervòs,  agg.  =  nervoso  :  di  nervo,  o  dei 

nervi. 

1)  Delle  pers.  ;  òmm  nervós,  dona 
nervósa  =  uomo  nervoso,  donna  ner- 
vosa :  che  soffrono  di  affezioni  nervose, 
che  hanno  i  nervi  eccitabili.  Anche  : 
bisbetico,  insofferente. 

2)  el  nervòs,  s.  m.  =  il  nervoso,  il 
mal  di  nervi  ;  specialm.  la  eccitabilità 
dei  nervi. 

nèspola,  s.  f.  =  nespola  ;  albero  ;  e  ne- 
spola ;  frutto. 

1)  col  temp  e  coni  là  pAia  niàdura 
i  nèspol  =  col  tempo  e  colla  paglia 
maturano  le  nespole  ;  chi  ha  tempo  ha 


vita  ;  di  cosa  nasce  cosa  e  il  tempo  le 
governa. 

2)  nHpola  ! pdca  nèépola  !  =  nespola! 
è  una  nespola  !  corbezzoli  ! 
netà,  V.  alt.  =   nettare,    pulire,  forbire  : 
toglier  via  il  sudicio,  le  brutture. 

1)  netàéé  i  man,  el  nas,  là  baca  - 
nettai'e,  nettarsi   le  mani,  il   naso,   la   | 
bocca.  J 

2)  nett  7  tàol  =  nettare,  lavare  il 
tavolo. 

3)  netd  i  pàgn  =  nettare,  spazzolare 
e  smacchiare  gli  abiti. 

4)  netà  foetìra  =  ripulire  V  interno 
dei  corpi. 

netàda,  s.  f.  =  ripulita,  nettatura,  cen- 
ciata. 

netàpènn,  s.  m.  =  nettapenne  :  pezzi 
di  stoffa  sovrapposti  per  pulire  le  penne.  \ 

netésa  *  e  netisia,  s.  f.  =  nettezza,  pu- 
lizia :  astr.  di  netto. 

nètt,  agg.  =  netto,  pulito  :  forbito  da 
ogni  macchia,  sudiciume,  bruttura. 

1)  netto,  illibato  ;  incontaminato, 
senza  macchia,  nel  senso  morale. 

2)  fa  nètt  =  far  repulisti,  ripulisti, 
tabula  rasa. 

3)  nètt  come  l'acqua  del  NàvUi,  o 
del  Lamber  =  pulito  come  un  baston 
da  pollaio  ;  per  antifrasi,  di  cosa  molto 
sudicia  ;  perchè  l'acqua  del  Naviglio  o 
del  Lambro  non  è  mai  troppo  limpida 
né  troppo  pura. 

4)  pes  nètt  =  peso  netto  ;  da  cui  si 
è  detratta  la  tara. 

5)  rendita  nèta,  guàdàgn  nett  = 
rendita  netta,  guadagno  netto  ;  quel 
che  rimane  detratte  le  spese. 

6)  fedina  nèta  =  fede  netta  di  spec- 
chietto :  attestato  di  Polizia  di  buona 
condotta. 

7)  vègh  nètt  là  eoscensa  =  aver  la 
coscienza  netta  ;  scevra  di  colpe. 

8)  vegni  fceura  nètt  =  uscir  netto  ; 
uscir  da  un  affare,  da  una  impresa 
senza  danno  della  persona,  delle  so- 
stanze, del  buon  nomo. 

9j  dtla  nèta  e  s' cita  =  lìarlax  chiaro; 
dir  pane  al  jiane  e  vino  al  vino. 

nètiter  e  nèiitro,*  agg.  =  neutro  ;  che 
non  ha  genere  detenninato. 

nèiìtràl,  agg.  =  neutrale;  che  non  par- 
teggia né  i)er  l'uno  né  per  l'altro. 

nèutràlìtaa,*  s.  f.  =  neutralità  :  1'  es- 
sere, il  rimanere  neutrale.  j 

nev,  s.   f.  =  neve:    pioggia  gelata   chffi 


1 


ner 


-  519 


me 


cade  a  falde  bianche  e   leggiere.  Vedi 
fioca. 

1)  giàgà  ài  bàli  de  nev  =  fare  alla 
neve  ;  dei  ragazzi  che  ne  formano  palle 
e  le  tirano  gli  uni  contro  gli  altri. 

2)  biànch  come  là  nev  =  bianco  come 
la  neve. 

3)  fa  sii  là  nev  =  spalar  la  neve. 

4)  qilìj  che  fa  àii  là  nev  =  paladini, 
spalatori,  spalaiuoli  :  quelli  che  colla 
pala  levano  via  la  neve  nelF  inverno. 

ò)  ginee  e  feeree  là  nev  ài  pee  ;  là 
nev  Vè\  madrigna  e  mare  l'è  legna; 
là  nev  V  ingrtéa  i  càmpàgn  =  prov. 
a  cui  corrispondono  :  anno  di  neve, 
anno  di  bene  ;  sotto  l'acqua  fame,  sotto 
la  neve  pano  ;  quando  la  neve  sverna 
in  piano,  vai  più  il  sacco  che  non  vale 
il  grano  :  perchè  la  neve  feconda  il 
terreno  e  fa  le  raccolte  abbondanti. 

6)  dita  sbrofàdìna  de  nev  =  una 
fiorita  di  neve  :  una  nevicata  breve  e 
leggiera. 

7)  fa  i  omitt  de  nev  =  fare  i  fantocci 
di  neve. 

nevedìiia;  s.  f.  =  nepitella,  nepita  :  erba 
odorifera  che  somiglia  alla  menta. 

nevéta,  s.  f.  =  nevischio  :  neve  fina,  fina. 

nevica,*  v.  alt.  =  nevicare  :  cader  giù 
la  neve  dal  cielo. 

uevicàda,  s.  f.  =  nevicata  :  ^il  nevicare. 

nevòd,  s.  m.  =  nipote  :  al  femm.  ne- 
vòda  =  nipote  :  il  figliuolo  o  la  figliuola 
del  fratello  o  della  sorella  e  anche  il 
figlio  0  la  figlia,  del  figlio  o  della  figlia. 

nevodìn,  s.  m.  =  nipotino  :  dim.  di 
nevòd. 

itiàda,  s.  f.  =  nidiata,  nidata;  tanti  uc- 
celli q nauti  stanno  in  un  nido  ;  quanti 
nascono  in  una  covata. 

1)  ona  niàda  de  fìoeil  =  una  nidata 
di  figliuoli. 

iiìàroeù,  agg.  =  nidiace;  di  uccello  tolto 
dal  nido,  poi  allevato. 

iiiàsc,  s.  m.  =  covaccio,  covacciolo,  ca- 
nile :  fig.  di  letto  misero  e  mal  fatto, 
quasi  cuccia  da  cani  più  che  giaciglio 
per  uomini. 

uiascià,  V.  alt.  =  annidiare,  nidificare  : 
fare  il  nido. 

uiàsciàss,  V.  rifl.  =  accovacciarsi,  ac- 
coccolarsi. 

niàscioeù,  s.  m.  =  scria  :  F  ultimo  uc- 
cello che  resta  nel  nido. 

iiìbi,  s.  m.  =  nibbio  :  uccello  di  rapina; 
falco  milvus. 


1)  pari  on  ntbi  =  parere  un  cria. 

iiibiaa,  agg.  =  afato,  annebbiato:  di  frutte 
strizzate  dall'afa  o  dalla  nebbia. 

1)  Di  uomo  stento;  l'è  on  nibiaa  de 
vUn  =  è  un  povero  afato. 

nibioeìi)  s.  m.  =  scricciolo  :  di  persona 
esile  ed  anche  un   po'  malaticcia. 

nìcliel,  *  s.  m.  =  nichel,  nikel  :  sorta  di 
metallo. 

niclielà,  *  v.  alt.  =  nichellare  :  dare  il 
colore  del  nichel  a  un  metallo. 

niclielìn,  *  s.  m.  =  nichelino  :  le  mo- 
nete da  20  centes.  fatte  di  nichel. 

nicliil  transit,...  =  non  se  ne  fa  altro, 
non  si  va  più  innanzi.  Dal  latino. 

nicia,  s.  f.  =  nicchia  :  vuoto  o  incavo 
fatto  nel  mufo  per  mettervi  statua  o 
altro. 

1)  Fig.  :  il  posto  0  l'ufficio  che  è 
adatto  per  uno,  che  fa  per  lui;  el  é'è 
faa  là  eoa  bràea  ntcia  e  l'è  contenton 
=  s'è  fatto  la  sua  brava  nicchia  ed  è 
contentissimo. 

nicià,  V.  alt.  =  nicchiare  :  ciurlare  nel 
manico;  de  ciàee)'  ghe  n'ha  tanti,  ma 
quand  l'è  'l  bon  de  moeùocs  el  rìicia 
che  l'è  on  piàsè  =  chiacchiero  n'ha 
molte,  ma  quando  è  il  momento  di 
agire,  nicchia  che  è  una  bellezza. 

niciàsSj  V.  rifl.  =  rannicchiarsi,  accoc- 
colarsi :  quasi  come  ripiegarsi  in  una 
nicchia.  È  sempre  in  senso  figurato. 

nicotina,  s.  f.  =  nicotina  :  principio  e 
alcaloide    velenosissimo  del  tabacco. 

nid,  s.  m.  =  nido:  il  covo  che  si  fanno 
gli  uccelli  per  metterci  l'ova,  e  gli  uc- 
celli stessi  del  nido. 

1)  à  ogni  ilsèll  el  éò  nid  el  ghe  par 
bèli  =  a  ogni  uccello  suo  nido  è  bello: 
ciascuno  ama  il  suo  paese  natio. 

2)  fa  el  nid  =  annidare,  fare  il  nido  : 
*  rondin  han  faa  'l  nid  sili  tècc  déla 
teràsa  =  le  rondini  hanno  annidato  sul 
tetto  della  terrazza. 

3)  fàéé  el  àò  nid  =  farsi  un  nido, 
procacciarsi  vita  comoda  e  quieta. 

4)  Appaiatolo,  stanzino:  certo  scom- 
partimento in  una  gabbia  dove  gli  uc- 
celli, depongono  le  ova,  e  le  covano 
perchè  nascano  gli  uccellini. 

nidóla,  s.  f.  =  midolla.  Vedi  uiidòla. 
uielà,  *    V.  att.  =  niellare  :   lavorare    di 

niello.  Vedi  nièll. 
nièll,*  s.  m.  =  niello  :  intaglio  a  disegno 

sopra  un  metallo,    ripieno    poi  di  una 


me 


-  520  - 


nis 


mistura  nera  di  metallo  ordinariamente 
prezioso. 
niént;  part.  di  negax.  =  niente,    nulla. 
Vedi  nàgdta,  che  è  voce  più  volgare 
ma  di  identico  significato. 

1)  071  bèli  niènt  =  un  bel  niente, 
quel  gran  niente;  che  'l  dìsa  qucll  che  'l 
vmur]  ma  mi  no  ghe  credi  on  bèli  niént 
=  dica  quello  che  vuole,  maio  non  gli 
credo  un  bel  niente. 

2)  come  niènt  =  come  niente:  senza 
alcuno  sforzo,  o  disagio,  o  difficoltà  : 
ci  mangia  écs  oeuv  in  ciàpa  come 
niént  =  maagia  sei  ova  sode  come 
niente. 

3)  come  niènt  en  fiisé  =  come  niente 
fosse,  a  faccia  fresca,  a  bocca  baciata. 

4)  j)er  niènt  =  per  niente;  gratuita- 
mente; per  niént  mhia  minga  là  eoa 
jitinca  i  càn  =  per  niente  non  canta 
neanche  il  cieco. 

5)  per  niènt  =  inutilmente,  senza  al- 
cun effetto:  el  ni'  ha  faa  àndà  là  dò 
ròlt  per  niènt  =  mi  fece  andar  là  due 
volte  inutilmente. 

6)  Ripetuto  attenua  il  significato  : 
un  pochino,  appena  che  :  niént  niént 
che  7  intingìa  el  età  sUbit  pòeeh  ben 
=  niente  niente  che  mangi,  sta  subito 
poco  bene. 

7)  niént'àfàtt,  niènt  del  tùtt  =  niente 
affatto,  punto  punto. 

8)  àndà  in  niènt  =  finire  in  niente, 
andare  in  fumo,  svanire. 

niente mén,  esci.  =  nientemeno,  niente- 
dimeno: non  ha  il  signif.  avverb.  ha 
quello  di  esclamaz.  di  maraviglia;  g'han 
daa  de  fa  nientemèn  che  tri  disègn  in 
d'on  di  =  gli  hanno  assegnato,  niente- 
meno, che  tre  disegai  in  un  giorno. 

MÌls,  agg.  =  dolce:  di  una  specie  di  for- 
maggio. 

nilsa,  s.  f.  =  milza:  viscere  molle  e  spu- 
gnoso che  sta  sotto  il  diaframma  e  che 
gli  antichi  medici  reputavano  sede  del- 
l'umor malinconico. 

1)  dori  la  ntléa  =  dolere  la  milza: 
quando  si  corre  troppo,  o  per  trojjpo 
tempo. 

nin,  s.  m.  =  cova,  covo  :  buche  nei  pol- 
lai dove  le  galline  covano  l'ova. 

nin,  s.  m.  =  nino:  è  voce  carezzevole 
por  carino:  si  dice  ai  bambini  e  per  af- 
fetto anche  agli  adulti. 

nìna  nana,  s.  f.  =  ninna,  nanna:  quella 


cantilena   colla   quale  si    sogliono    ad- 
dormentare i  bambini.  Vedi  càntà^  6). 
ninà,  ■v.  att.  =  ninnare,  canterellare  per 
fare  addormentare  i  bambini  cullandoli. 

1)  Anche:  cullare;  agitare  la  culla  al 
bambino,  perchè  s'  addormenti  e  non 
pianga. 

2)  ninà  el  cilii  =  dimenar  l'anca. 
uiuìii,  s.    m.  =  cecino,    carino  :    dimin. 

vezz.  di  nin  =  nino. 

1)  Nannina;  fa  ninin  =  far  la  nan- 
nina  ;  àndà  in  nintn  =  andare  a  nanna, 
a  nannina.  Indi  la  canzonetta  per  ad- 
dormentare i  bambini;  fa  nintn  popò, 

-  che  vegnàrà  'l  papà  -  ci  portarà  l 
coed  -  per  ci  éò  bèli  popò,  a  cui  può 
corrispondere  :  fate  la  ninna  nanna  o 
miei  tesori  -  che  Fangiol  del  Signor,  - 
porta  le  chicche  e  i  fiori  -  alla  capanna, 

-  fate  la  ninna  nanna.  0  anche  :  fa  la 
nanna,  bimbin  -  che  ora  viene  il  papà 

-  che  ti  porta  il  chicchin  -  fa  la  nanna, 
bi  mbin . 

niuàsS;  V.  rifl.  =  fare  la  ninna  nanna, 
muoversi  barcollando,  andare  qua  e  là: 
camminai'  dondolone. 

uìiioeil,  s.  m.  =  nino.  Vedi  nin. 

ninsà;  v.  att.  =  incignare,  intaccare,  ma- 
nimettere. Vedi  ini  usa. 

niorìn,  s.  m.  =  afato,  scriato.  Vedi  ni- 
biaa. 

niscioeula,  s.  f.  =  nocciuolo,  avellano: 
albero;  nocciuola,  avellana:  frutto. 

nisciolàna,  s.  f.  =  nocciuola  lunga:  spe- 
cie di  nocciuola  bislunga  e  grossa  più 
dell'ordinario. 

nìsciolìn,  s.  m.  =  moscardino:  ghiro  più 
piccolo  di  un  topolino  modesto:  ed  an- 
che il  topolino  piccolo,  per  lo  più  di 
color  nocciuola. 

niss,  agg.  =  mezzo,  guasto:  dicesi  delle 
frutta,  ma  va  disusando. 

nisùn,  agg.  negai.  =  nessuno,  nissuno. 
Anche  in  mil.  non  si  usa  che  nel  singol. 
no  règh  niàùn  rimòrs  =  avere  nessun 
rimorso;  niéiin  goèrno  pò  resUt  =  nes- 
sun governo  può  resistere. 

1)  In  forza  di  sost.  ;  nisUn  sa  come 
là  finirà  =  nessuno  sa  come  l'anderà 
a  finire;  è  vegniiii  niàQn  =  non  venne 
nessuno. 

2)  In  signific.  di  alcuno,  qualcuno; 
gh'è  ètaa  nisUn  à  cercàmm?  =  c'è  stato 
nessuno  a  cercarmi  ? 

3)  Eufat.  ;  por  diro    poche    persone; 


Hit 


521  - 


uob 


I 


in  teàter  gli' era  niéùn  =  in  teatro  non 
c'era  nessuno. 

4)  Alcuno,  preceduto  da  negativa  : 
sénsa  nisun  rigitàrd  =  senza  alcun  ri- 
guardo; gli' è  nisùna  resòn  de  di  insci 
=  non  c'è  alcuna  ragione  di  dir  cosi. 

5)  on  poo  per  un  fa  maa  à  nièUn  = 
un  po'  per  uno  non  fa  male  a  nessuno. 

iiiter,  s.  m.  =  nitro:  sale  composto  d'a- 
cido nitrico  e  potassa  :  il  volgo  chiama 
uìter,  qualsiasi  efflorescenza  bianca 
salina. 

nitid,*  agg.  =  nitido:  di  stampa,  carat- 
teri e  sim.  netto,  distinto. 

nitraa^  *  s.  m.  =  nitrato  :  sale  formato 
coli' acido  nitrico;  nitraa  d'argént  =  ni- 
trato d'argento. 

nitrì,*  V.  att  =  nitrire  :  del  cavallo,  il 
mandar  fuori  la  voce. 

nìtrici!,  (acid)  *  s.  m.  =  acido  nitrico 
T.  chim.:  l'acqua  forta  no  l'è  che  acid 
nitrieh  =  l'acqua  forte  non  è  che  l'a- 
cido nitrico. 

uìvol,  agg.  =  nuvoloso  :  di  tempo,  di 
stagione  nella  quale  il  cielo  è  coperto 
di  nubi. 

1)  dòpo  'l  nwol  fén  el  seren  =  dopo 
la  pioggia  torna  il  ciel  sereno. 

2)  s.    m.  =    nuvolo  :    nuvola    molto 
,    densa  ed  oscm-a. 

1  3)  vegni  nivol  =  annui\'olare,  rannu- 
volarsi. 

nìvola,  s.  f.  =  nuvola:  massa  di  vapori 
sospesi  nell'aria. 

1)  àìxdtL  in  di  nìvol  =  andare  su  per 
le  nuvole,  o  su  pei  nuvoli,  di  chi  sot- 
tilizza troppo  0  dice  cose  vane,  seb- 
bene con  apparenza  di  sublimità. 

2)  rèse  in  di  nwol  =  essere  sulle  o 
tra  le  nuvole;  di  chi  non  sta  alla  realtà 
delle  cose. 

3)  vègli  el  eoo  in  di  nivol  =  aver  la 
testa  nello  nuvole  :  essere  molto  di- 
stratto. 

4)  vegnl  giò  di  nìvol  =  cascar  dalle 
nuvole:  mostrare  gran  meraviglia  come 
di  cosa  inaspettata. 

5)  Nuvola,  brulicame:  gran  quantità 
di  insetti  riuniti  e  tutti  in  movimento. 

G)  ona  nwola  de  polver  =  una    nu- 
vola di  polvere:  una  gi'an  quantità. 
niroléri,  s.  m.  =  nuvolaglia:  quantità  di 

nuvoli. 
ni  voi  in,  s.    m.  =   nuvolette,    nuvoletta: 
dim.  di  nuvolo,  nuvola. 
1)  Con  bella  immagine  chiamano  così 


a  Milano  quello  schizzo  di  panna  o 
latte  che  si  mette  nel  caffè  per  dargli 
un  po'  di  saper  di  latte  senza  che  pro- 
prio ne  venga  il  caffè  e  latte. 
nò,  avv.  di  ncga%.  =  no  :  contrario  di 
«  sì  ». 

1)  A  maggior  forza,  nò  e  poeu  nò  = 
no  e  poi  no. 

2)  come  nò  ?  =  come  no  '?  Ripren- 
dendo la  risposta  negativa  data  da  al- 
tri; ineoeu  mi  el  doér  el  fo  nò  -  Còme 
nò?  sigùra  che  te  'l  faree  =  oggi  il 
compito  io  non  lo  fo  -  Come  no'?  lo 
farai  di  sicuro. 

3)  se  nò,  èe  de  nò  =  se  no  ;  altri- 
menti, in  caso  diverso. 

4)  dì  de  nò  =  dir  di  no,  negare. 

5)  vèès  minga  bon  de  di  de  nò  = 
non  saper  dir  di  no;  concedere  facil- 
mente. 

6)  A  maggior  efficacia:  on  bèli  nò  = 
un  bel  no;  el  m'ha  riépoét  on  bèli  nò 
dar  e  nètt  =  mi  rispose  un  bel  no  chiaro 
e  tondo. 

7)  vUn  ài,  e  viln  nò  =  uno  sì,  e  uno 
no;  alternativamente. 

8)  Non  :  quando  è  posposto  al  verbo: 
el  voRur  nò  =  non  vuole;  mangia  nò  = 
non  mangiare;  credéven  nò  =  non  cre- 
devano. Con  tale  forza  negativa  si  usa 
anche  minga. 

no,  atw.  di  negax.  =  non;  no  me  tochee 
che  me  guàstee  =  non  mi  toccate  che 
mi  guastate;  mi  no  glie  n'ho  =  io  non 
ne  ho;  l'è  on  pèés  che  no  '/  vedi  =  è 
un  pezzo  che  non  lo  vedo;  no  te  càlet 
che  ti  =  non  manchi  che  tu;  no  vxwri 
sàvèghen  =  non  ne  voglio  sapere;  mi 
no  podi  dati  che  di  bònn  pàròll  =  io 
non  ti  posso  dare  che  buone  parole. 

noà,  V.  att,  =  nuotare.  Vedi  nodà. 

ndbil,  s.  m.  =  nobile  :  chi  ha  titolo  e 
grado  di  nobiltà. 

1)  Agg.  che  ha  nobiltà:  di  pers.  fa- 
miglie, e  delle  azioni;  di  tutte  le  cose 
degne,  ragguardevoli. 

2)  pian  nòbil  =  piano  nobile:  il  piano 
più  agiato  e  più  bello  della  casa;  da 
noi  il  primo  piano  sopra  gli  ammez- 
zati. 

3)  pàcler  nòbil  =  padre  nobile:  nelle 
compagnie  drammatiche  la  parte  d'uomo 
maturo  e  grave. 

4)  Delicato,  gracile:  d'aspetto,  spe- 
cialm.  del  volto  e  delle  mani. 

nobilàss  e  nobilòn,  s.m.=  nobilaccio: 


uob 


-  522  - 


uoi 


spreg.  di  uobil.  Usa  per  lo  più  al 
plurale  nel  senso  di  nobiìea,  nobilume; 
gKéra  in  teàter  iUti  i  nobilàsà  =  c'era 
in  teatro  tutto  il  nobilume,  tutta  la 
nobilea. 

nobilìii,  *  agg-  =  delicatiao,  gracilino: 
dim.  di  iidbil,  nel  signif.  4). 

nobilinènt,  *  avv.  =  nobilmente:  con  no- 
biltà, dignitosamente. 

nobiltaa,  s.  f.  =  nobiltà  :  qualità  e  con- 
dizione di  nobile,  e  tutti  i  nobili  d'un 
luogo  presi  insieme. 

uoblèss,  s.  f.  =  nobiltà.  Tedi  nobiltaa. 

UÒCC)  s.  f.  =  notte:  ormai  disusato  e  so- 
stituito da  nott.  Vedi. 

iiociv,  *  agg.  =  nocivo  :  che  nuoce,  che 
fa  danno,  specialm.  alla  salute. 

iiocoràlter,  =  non  occore  altro  ;  sta  bene, 
va  bene,  senza  più. 

Il  oda;  e  presso  il  volgo  noà,  v.  att.  = 
nuotare:  staile  a  galla  e  andare  per 
acqua  mediante  il  moto  regolato  delle 
braccia  e  delle  gambe. 

1)  nodt  à  quadrèll  =  nuotare  come 
una  gatta  di  piombo  :  ironico,  di  chi 
non  sa  nuotare. 

2)  nodà  in  V  àbondàma  =  nuotare 
nell'abbondanza,  nel  grasso,  nel  lardo; 
essere  largamente  provveduto  del  biso- 
gnevole. 

3)  Di  cosa  immersa  in  molto  liquido: 
sta  fritùra  là  noda  in  del  biitér  =  que- 
sta frittura  nuota  nel  bui-ro. 

iiodàdòV;  s.  m.  =  nuotatore  :  chi  nuota 
e  specialm.  chi  sa  nuotar  bone. 

iiodàr,  s.  m.  =  notare,  notaio;  pubblico 
ufficiale  che  roga,  distende  istrumenti 
pubblici,  autentica  atti  privati. 

ii(Bud,  s.  m.  =  nocca:  congiuntura  delle 
dita  delle  mani  e  dei  piedi. 

1)  i  nmicd  di  did  =  le  nocche  ;  le 
falangi  delle  dita. 

2)  nmud^  còli  dèla  man  =  nocella  o 
nocellina  :  l'osso  del  polso. 

3)  Nodo,  galano  ;  specie  di  fiocco  o 
cappio  di  nastro  di  seta,  per  ornamento 
al  capo,  al  petto  e  sim. 

iioeùra,  s.  f.  =  nuora  :  la  moglie  del  fi- 
glio. 
IKBUS,  V.  att.  =  nuocere:  recar  danno. 

1)  Seccare,  annoiare:  recar  fastidio. 
iiOBUY)  agg.   num.  =  nove  ;    noeuv   ànn, 
nreuv  mes,   noeuv  étané  =   nove   anni, 
nove  mesi,  nove  camere. 

1)  Il  numero  e  la  cifra  che  lo  rap- 
presenta; scriv  on  bèli  nceiw  «  scrivere 


un  bel  nove;  èeriv  i  nmii/c  cóla  eoa  in 
àil  =  scrivere  i  nove  colla  coda  in  su; 
cioè  scrivere  i  sei. 
noeuT)  agg.  =  nuovo,  novo:  venuto,  visto, 
apparso,  preso,  portato  di  fresco.  Con- 
trario a  àutigta,  véce,  =  antico,  vec- 
chio. 

1)  Non  adoperato:  lìber  nceiiv  =  libro 
nuovo  ;  non  ancora  tagliato  ;  lenéoeu 
noeuv  =  lenzuoli  novi,  nei  quali  non 
si  è  ancora  dormito. 

2)  noeuv  novént,  noeuv  de  trinca, 
fiamdnt  =  novo  di  zecca;  novo  novo. 

3)  lilna  noeuva  =  luna  nuova.  Vedi 
luna,  1). 

4)  vèéé  noeuv  in  quèicòéé  =  essere 
nuovo  di  una  cosa:  essere  poco  esperto. 

5)  rieéi  tiosuea  dna  ròba  =  giunger 
nova  una  cosa  :  non  averla  saputa  in- 
nanzi. Anche:  la  m'è  noeuva  =  mi  giunge 
nuova:  di  cosa  inaspettata. 

6)  de  bèli  noeuv  =  di  bel  nuovo,  di 
nuovo,  daccapo. 

noBÙva,  s.  f.  =  nuova,  novella,  notizia  : 
annunzio,  avviso  di  fatti  recenti  ;  no 
vedeva  là  éànVÒra  de  vègh  noeuna  di 
fati  toeù  =  =  non  vedevo  l'ora  d'aver 
novella  de'  fatti  tuoi;  ona  bona  noe  uva 
=  una  buona  nuova.  Comincia  a  disu- 
sare e  lo  sostituisce  uotisia. 

1)  quièta  l'è  nceùva  =  codesta  è  nova! 
Modo  di  dissentire,  contradire,  prote- 
stare. 

noeuTcént,  num.  novecento  :  nove  cen- 
tinaia. 

noèla,*  s.  f.  =  novella  :  racconto  scritto 
per  altrui  passatempo. 

noeléta,*  s.  f.  =  novelletta  :  piccola  no- 
vella, racconto. 

noèll,  agg.  =  novello,  nuovo  ;  de  noèti 
tùtt  è  bèli  =■  scopa  novella  fa  la  stanza 
bella  :  le  cose  nove,  piacciono  sempre, 
poi  ce  ne  stanchiamo. 

noémber,  s.  m.  =  novembre  :  l'unde- 
cimo  mese  dell'anno. 

noena,  s.  f.  =  novena:  nove  giorni  avanti 
una  festa,  nei  quali  si  ripete  la  stessa 
funzione  paiiicoiare. 

noia,  s.  f.  =  noia,  increscimento,  fa- 
stidio, molestia.  Al  plui'.  uòj. 

1)  Briga:  occupazione  che  reca  noia 
e  disgusto;  el  me  dà  doma  di  nòj  •= 
non  mi  dà  che  delle  noie. 

2)  morì  dèla  noia  =  morir  di  noia; 
non  poterne  più. 


noi 


—  523 


non 


noia)  V.  trans.  -  noiare,  annoiare,  dar 
noia,  molestare. 

1)  Aduggiare,  uggire  ;  ch'ti  màmtn 
à  furia  de  brontola  nòien  i  fioeii  =  certe 
mamme  col  continuo  brontolare  adug- 
giano  i  bambini. 

2)  noiàéà  =  annoiarsi  :  sentire,  provar 
noia. 

nolaa,  agg.  =  noiato,  annoiato  :  che  è 
sazio  di  tutto,  che  non  prende  più  pia- 
cere a  nulla. 

noiòS)  agg.  =  noioso:  che  dà  noia;  fa- 
stidioso, molesto. 

1)  s.  m.  persona  noiosa;  Dio!  l'è 
chi  quèll  noiòs  =  Dio  !  è  qui  quel 
noioso. 

noiositaa,  *   s.    f.  =    noiosità  :    astr.  di 

noioso  ;  che  noiositaa   che  hin  qulj  éi- 

gàll  !  =  che  noiosità  sono  quelle  cicale  ! 

noìsi,  s.  m.  =  novizio:  non  ancor  pra- 
tico nell'esercizio  di  cosa  che  ha  preso 
a  fare. 

noiàiaa,  s.  m,  =  noviziato,  tirocinio  : 
studio  che  uno  fa  per  apprendere  un'arte 
0  professione. 

1)  In  senso  religioso  le  prove  per 
entrare  in  convento,  e  il  tempo  per  cui 
durano. 

noitaa,  s.  f.  =  novità  :  cosa  nuova,  in- 
solita. 

1)  Segnatam.  di  mode  :  i  noitaa  vè- 
gnen  de  Parts  =  le  novità  vengono  da 
Parigi. 

2)  Nuova,  annuncio  :  che  noitaa  el 
me  cùnta  ?  =  che  novità  mi  racconta  ? 

nòli,  s.  m.  =  nolo:  pagamento  che  si  fa 
per  l'uso  temporaneo  di  una  cosa. 

1)  dà,  trntt  à  nòli  =  dare,  prendere 
a  nolo  :  dare,  prendere  una  cosa  da 
usarne  per  un  certo  tempo  e  per  un 
prezzo  stabilito;  a  giornata,  a  mesi,  ad 
anno. 

2)  vèéé  minga  vìa  à  nòli  =  non  es- 
ser venduto:  di  uno  da  cui  altri  pre- 
tenda più  lavoro  di  quel  che  può  fare, 
0  di  quel  che  corrisponde  alla  mercede. 

3)  OH  bèli  nòli  =  uq  bel  Colpo,  un 
bell'affare:  iron.  oh/  hoo  prdpi  faa  on 
bèli  nòli  =  oh  !  ho  proprio  fatto  un  bel- 
l'affare. 

nóme,  s.  m.  =  nome.  Nella  esclama- 
zione, in  nóme  di  Dìo  !  =  in  nome  di 
Dio  !  Modo  esortativo. 

nomenclatura,*  s.  f.  =  nomenclatura: 
collezione  di  parole  o  termini  partico- 
lari di  una  scienza  o  di  un'arte. 


nomina,  s.  f.  =  nomina,  il  nominare  a 
UQ  posto. 

1)  Fama;  vègh  bòna,  càtiva  nòmina 
=  aver  buona,  cattiva  fama. 

nomina,  v.  att.  =  nominare:  dire,  dirne, 
fare  il  nome  di  una  pers.  o  cosa. 

1)  Dare  la  nomina,  eleggere  a  un 
posto,  a  un  ufficio. 

uominaa,  agg.  =  nominato  :  di  cui  fu 
fatto  il  nome,  e  che  fu  eletto  a  un  po- 
sto, a  un  ufficio. 

1)  Famoso,  celebre  ;  l'è  on  éeiiltòr 
nominaa  =  è  uno  scultore  nominato; 
famoso. 

nominàtìv,  s.  m.  =  nominativo:  T. 
gramm.  il  primo  caso,  quello  in  cui  sta 
sempre  il  soggetto   della   proposizione, 

nominepàtris,  (vèss  tocch  in  del)  =  pa- 
tire nel  comprendonio;  non  avere  il  cer- 
vello a  posto  :  di  chi,  un  po'  pazzo, 
commette  stranezze. 

nòmm,  s.  in.  =  nome:  vocabolo  col  quale 
si  denotano  cose  o  persone. 

1)  bon  nòmm  =  buon  nome;  reputa- 
zione di  onestà. 

2)  ciàmtL  per  nòmm  =  chiamar  per 
nome:  chiamare  alcuno  col  suo  nome. 

3)  ciàmtL  i  ròbb  col  éò  nòmm  =  chia- 
mare le  cose  col  loro  nome;  parlar  chiaro 
senza  riguardi;  dire  le  cose  come  stanno. 

4)  cambia  nòmm  =  prendere  un  al- 
tro nome. 

5)  càm,biem  el  nòmm.  =  cambiami  il 
nome:  modo  di  affermazione,    specialm, 

nelle  proposizioni  condizionali  ;  .^e  do- 
mdn  vègni  nò,  ctLm,biem  el  nòmm  =  se 
domani  non  vengo,  cambiami  il  nome. 

6)  fààs  dà  ^l  nòmm,  =  prendere  il 
nome  d'alcuno:  appuntarlo;  farsi  dire  il 
nome. 

7)  vègh  in  nòmm  =  aver  nome;  met- 
tegh  in  nòmm,  =  dargli  il  nome. 

8)  mètegh  el  nòmm  del  9idno,  deC 
papà,  déla  sìa  e  sim.  =  rifare  il  nonno, 
il  babbo,  la  zia  e  sim.  ;  quando  si  dà 
ai  bambini  il  nome  stesso  del  nonno, 
del  babbo,  della  zia. 

9)  in  nòmm  de...  =  in  nome  di...; 
da  parte  di,  per   incarico  di  qualcuno. 

10)  fà§s  on  nòmm  =  farsi  nome;  ac- 
quistarsi fama. 

11)  Puntiscritto:  quello  Che  si  fa  sui 
pannilini. 

nòna,  s.  f.  =  nonna:  la   madre  dei    ge- 
nitori. Vedi  màmàn  e  màmàgràn<la. 
nonèta,  s.  f.  =  nonnina:  dim.  di  nòna» 


non 


-  524 


not 


nonin,*  s.  m.  e  nonìna,*  s.  f.  =  non- 
nino,  e  nonnina:  dim.  di  nono  e  nòna. 

nduO;  s.  in,  =  nonno  :  il  padre  dei  ge- 
nitori. Dicesi  ancora  molto  pàpàgrànd. 

nono,*  agg.  =  nono:  numero  ordinale  di 
nove. 

uonostànt,  avv.  =  nonostante,  malgrado, 
quantunque. 

nonsochè,  =  un  certo  che,  qualcosa  :  el 
g'hà  on  nonsoehè  de  antipàtich  =  non 
so  perchè  riesce  antipatico. 

uorànta)  agg.  num.  =  novanta  :  nove 
volte  dieci, 

\)  s.  in.  il  numero  e  la  somma  di 
novanta;  ài  lòti  è  vegnuii  éii  7  norànta 
=  al  lotto  è  sortito  il  novanta. 

2j  Per  accennare  probabilità  gran- 
dissima: norànta  vòlt  éù  cent  el  rièés 
minga  =  novanta  volte  per  cento  non 
riesce. 

noràutèna,  s.  f.  -  novantina  :  il  com- 
plesso di  novanta  cose. 

norma,  s,  f.  =  norma  :  avvertenza  che 
può  servir  di  guida;  quèst  el  me  servirà 
de  norma  =  questo  mi  servirà  di  norma; 
per  tèa,  per  vòstra,  per  eòa  ndrma  = 
=  per  tua,  per  vistra,  per  sua  norma. 
1)  à  norma  de...  =  a  norma  di...; 
secondo,  conforme  a... 

noruiàl,*  agg.  =  normale:  ciò  che  è  fatto 
secondo  la  norma;  l'è  in  del  so  état 
normal  =  è  nelle  sue  condizioni  nor- 
mali, solite  ;  el  tifo  el  fa  'l  so  core 
norniùl  =  il  tifo  fa  il  suo  decorso  nor- 
male, regolare. 

1)  *  SCOI  normal  =  le  scuole  ele- 
mentari comunali:  il  nostro  popolo  non 
chiama  «  normale  »  la  scuola  che  dà  le 
norme  per  l'insegnamento,  cui  chiama 
invece  màgìstràl:  chiama  «  normale  » 
quella  dove  acquistan  le  norme  i  di- 
scepoli. 

normalmente  *  avv.  =  normalmente;  so- 
litamente, di  consueto. 

normàna  (tàiaa  ala),  =  scodato  :  di  ca- 
vallo. 

noróncol,  s.  m.  =  ranuncolo  :  sorta  di 
fiore. 

nòs,  s.  m.  =  noce  :  albero  che  produce 
la  noce,  frutto  notissimo. 

1)  Il  legno  di  quest'albero  ,  on  tàol 
de  nós  =  un  tavolo  di  noce. 

nòs,  s.  f.  =  noce:  il  frutto  del  noce. 

1)  pertegà  i  nòs  =  bacchiar  le  noci. 

2)  2iàn  e  nòs  mangia  de  èpos  =  pane 
e  noci  mangiar  da  nozze:  noi  diciamo 


così  perchè  troviamo  eccellente  cibo  il 
pane  mangiato  colle  noci. 

3)  tànt  còme  Òna  nòs  =  quanto  una 
noce:  quanto  è  grossa  una  noce:  di  pic- 
cola quantità. 

4)  mi  glioo  i  vos  e  lii  'l  g'hà  i  nòs  = 
io  ho  le  voci  e  lui  ha  le  noci;  altri  ha 
gli  utili  che  s'attribuiscono  a  me. 

5)  nos  moscàda,  nòs  vomica  =  noce 
moscada,  noce  vomica. 

6)  nòs  strencéra  =  noce  malescia  : 
quella  i  cui  tramezzi  sono  aderenti  al 
guscio  in  modo  che  il  midollo  non  si 
può  cavare  che  a  pezzettini. 

7)  nòs  verd  =  noci  recenti,   fresche. 

8)  nòs  che  .sa  d'oli  =  noce  oliata. 
Vedi  òli,  8). 

9)  romp,  pesta  i  nòs  =  schiacciare 
le  noci. 

10)  fa  foenra  i  nÒs  =  smallare  le  noci: 
toglierle  dal  maUo. 

11)  nòs  del  pè  =  noce  del  piede,  mal- 
leolo: l'estremità    inferiore  della  tibia. 

12)  nòs  d'India  =  noce  d' India,  noce 
di  san  Cristoforo:  anche  cocco  ;  coeos 
nucifera;  noce  di  cocco. 

nosìna,  (giiigà  à)  =  fare,  giuocare  a  no- 
cino, alle  noci  :  gioco  che  i  fanciulli 
fanno  colle  noci. 

nòster,  agg.  =  nosti'o,  di  noi:  che  ci  ap- 
partiene e  a  cui  noi  apparteniamo. 

1)  el  nòster  temp  =  il  nostro  tempo; 
quello  in  cui  viviamo. 

2)  ai  nòster  temp  =  ai  nostri  tempi; 
quelli  della  nostra  gioventù. 

3)  vèéS  di  nòster  =  esser  dei  nostri; 
sentire  e  pensai-e  come  noi. 

4)  tegni  dèla  nòstra  =  tenere,  essere 
deUa  nostra:  sottinteso  parte,  opinione, 
e  sim. 

nostràn,  agg.  =  nostrale:  del  nostro  pae- 
se, dei  nostri  luoghi.  Specialm.  di  ver- 
dure, legumi,  frutti  ed  anche  di  ma- 
nifattuie. 

1)  Ordinario,  poco  fino;  ròba  nostrana 
=  roba  ordinaria;  téla  noètrdna  =  tela 
ordinaria,  grossa,  poco  fina. 

2)  fa  'l  noétrdn  =  fare  lo  gnorri, 
l'indiano:  fingere  di  non  sapere  una 
cosa,  di  non  intendere  una  domanda. 
Vedi  indiàn. 

nòta,*  s.  f.  =  nota:  indice,  catalogo,  li.sta, 
0  sim.  Al  plur.  nòtt. 

1)  mètt  in  nòta  =  scrivere  in  un  elen- 
co. Vedi  mètt,  3J). 


not 


525  — 


nnl 


2)  là  ilòta  di  pàgn  =  la  nota  del  bu- 
cato. Vedi  làvàudéra,  1). 

3)  Annotazione  :  bravo  avvertenza 
che  si  mette  por  lo  più  a  pie  di  pa- 
gina per  spiegare  o  illustrare  con  passo 
del  testo;  el  Cesare  coi  nòti  =  il  Ce- 
sare collo  note;  fa  i  nòti  =  annotare; 
fare  le  annotazioni  a  un  libro. 

4)  T.  mus.;  segno,  carattere  rappre- 
sentativo dei  suoni. 

5)  canta  a  chiare  nòte  =  cantare  a 
chiare  note  :  apertamente  il  vero. 

nota,  V.  att.  =  notare:  richiamare  l' altrui 
attenzione  sopra  un  oggetto,  una  cosa 
qualunque,  apponendovi  un  segno;  nota 
i  eror  con  l'tipis  bleu  =  notar  gli  er- 
rori colla  matita  turchina. 

1)  Avvertire  :  richiamare  parlando, 
l'attenzione  sopra  un  punto  speciale 
del  soggetto. 

2)  Appuntare  ;  pigliar  ricordo  per 
iscritto  in  un  libi'o  delle  cose  vedute  e 
dei  debitoii. 

3)  fa  ìtotà  =  comperare  a  credenza. 
iiòtàbèn,  *■.  m.  =  notabene  :  il  segno  N.B. 
iiotàbil,  agg.  =  notabile,  notevole  ;   che 

è  degno  di  nota. 

iiotàda,  s.  f.  =  nottata,  il  corso  di  tutta 
intera  xina  notte. 
1  )  fa  notàda  =  vegliare  tutta  la  notte. 

uotàril)  agg.  =  notarile  :  (Ji  o  da  notaro. 

iiotàscia,  s.  f.  =  nottataccia:  peg.  di  not- 
tata: una  notte  passata  male. 

iiotàsidu,  s.  f.  =  annotazione,  nota,  ap- 
punto: quel  che  si  scrivo  per  ricordarsi 
di  una  cosa,  di  un  fatto. 

note,  (felice)  s.  m.  =  felice  notte  :  sa- 
luto per  la  notte. 

1)  Si  usa  anche  per  indicare  che  una 
jjers.  0  cosa  è  spacciata,  va  a  finir  male. 

notes,  s.  m.  =  agenda,  taccuino,  diario: 
libro  di  noto,  di  appunti.  Il  mil.  leggo 
come  ò  scritto  notes,  parola  frane,  che 
sta  come  titolo  di  tali  libriccini. 

uotiflca,  .<f.  f.  =  notificazione  :  il  notifi- 
care e  la  cosa  notificata;  gh'è  rivaa  là 
notìfica  del  falimènt  =  gli  ai'rivò  la 
notificazione  del  fallimento. 

notifica,  V.  att.  =  notificare:  render  noto, 
far  noto  ;  bisogna  notiftefl  i  réndit  = 
bisogna  notificare  lo  rendite  ;  domdn 
voo  à  notifica  el  càn  =  domani  vado 
a  notificare  il  cane. 

notina,  s.  f.  =  nottina  :  dim.  di  notte: 
in  senso  ironico  però  per  notte  passata 
male. 


notìsia,  s.  f.  =  notizia:  cognizione  piìi  o 
meno  estesa  d'una  data  persona  o  cosa, 
di  fatti  ;  on  giorndl  pièn  de  notisi  = 
un  giornale  ricco  di  notizia;  domanda 
i  notisi  =  domandare,  chiedere  lo  no- 
tizie; m'han  daa  dna  bela,  dna  bruta 
nottsia  =  m'hanno  dato  una  bella,  una 
bratta  notizia. 

uotomìa,  s.  f.  =  anatomia.  Vedi  iitoniìa. 

notori,  agg.  =  notorio  :  che  è  general- 
mente noto  :  oramai  l'è  notòri  còme 
l'àbia  faa  à  guadagna  tanti  dànee  = 
ormai  è  notorio  come  abbia  fatto  a  gua- 
dagnare tanti  danari. 

notorìetaa,  *  s.  f.  =  notorietà  ;  astr.  di 
notorio;  àtt  de  notorìetaa  =  atto  di  no- 
torietà. 

nòtt,  *  s.  /".  =  notte:  lo  spazio  di  tempo 
fra  il  tramontare  e  il  nascere  del  sole. 

1)  de  nòtt  =  di  notte:  in  tempo  di 
notte  ;  de  nòtt  §e  dorma  =  di  notte  si 
dorme. 

2)  de  nòtt  =  da  notte:  che  si  usa  la 
notte;  là  càmisa  de  nòtt,  el  liimftì  de 
nòtt,  e  sim.  =  la  camicia  da  notte,  il 
lumino  da  notte  e  sim. 

3)  di  e  nòtt  =  giorno  e  notte:  conti- 
nuamente. 

4)  fa  dèla  nòtt  el  dì  =  fare  di  notte 
giorno:  vegliare  molto  innanzi  nella 
notte  0  per  lavoro  o  per  spasso. 

5)  bòna  nòtt  =  bona  notte;  saluto  per 
la  notte.  Como  note  (felice). 

6)  bòtta  nòtt,  ài  sonàdòr  =  chi  s'è 
visto,  s'è  visto. 

7)  sta  nòtt  =  ier  notte,  la  notte  pros- 
sima passata. 

8)  Per  nottata;  hoo  pàsaa  dna  noli 
pèsima  =  passai  una  notte  pessima; 
ha  pioviiii  tuta  nòtt  =  piovve  tutta  la 
notte. 

9)  àtà  àù  de  nòtt  =  far  nottata:  per 
assistere  infermi  o  per  altra   cagione. 

uovèghen,  =  avere  nulla:  scherz.  signor 

di  maggio,  da  burla. 
novìsim,*  agg.  =  nuovissimo  :   superlat. 

di  noeur,  =  nuovo. 
novitaji,  =  novità.  Vedi  noitaa. 
niid,  *  agg.   =  nudo.  Vedi  biòtt. 

1)  à  ceucc  niid  =  a  occhio  nudo:  senza 
aiuto  di  lenti. 

2)  niid  e  criid  =  nuda  e  cruda;  tale 
e  quale ,  senza  alcun  temperamento, 
senza  riguardo. 

nulatenèut,  s.  vi.  =  che  non  ha  nulla. 


nul 


-  526 


obe 


uiilitaa^  *  s.  f.  =  nullità  :  persona  da 
nulla,  che  non  ha  alcun  valore. 

uiìmer,  s.  m.  =  numero:  l'unità,  più 
unità,  parti  dell'unità. 

1)  Per  quantità  indeterminata,  mol- 
titudine; gh'éra  on  bèli  nùmer  de  per- 
iònn  =  c'era  un  bel  numero  di  per- 
•sone. 

2)  vèsé,  0  vèés  minga  in  n&mer  =  es- 
sere 0  no  in  numero  ;  essere  o  no  in 
quel  numero  di  persone  che  è  richiesto 
per  la  validità  delle  deliberazioni. 

3)  per  fa  nUmer  =  per  far  numero: 
senz' altra  ragione  migliori;  vèéè  li  per 
fa  nUmer  =  esserci  per  ripieno,  en- 
trarci come  il  finocchio  nella  salsiccia. 

4)  nitmer  vùn  =  numero  uno;  primo 
grado,  al  sommo,  buonissimo. 

5)  t(KU  fallirà  i  nùmer  =  rilevare  i 
numeri;  dalla  cabala,  dai  sogni  per  gio- 
carli al  lotto. 

6)  Il  numero  che  è  segnato  sulla 
porta  di  casa;  à  che  nitmer  el  sta  ?  = 
a  che  numero  sta  ? 

nttmeràri  ^   s,    m.    numerario  :    danaro 

contante. 
uumeràtór ,    s.    w.   =    numeratore.    T. 

arimm.  :  uno  dei  termini  dello  frazioni 

ordinarie. 
iiUmerisà)   ».  att.  =  nuQierare  :    apporre 

un  numero  alle  varie  cose. 
numismatiche  agg.  =  numismatico  :  chi 


professa   la   scienza   delle    medaglie  e 
monete  antiche. 
nùn,  pron.  =  noi  :  plur.  del  pron.  io. 

1)  vegnimm  à  nUn  =  veniamo  a  noi: 
veniamo  a  quello  che  ci  preme,  alla 
conclusione  del  nostro  discorso. 

2)  nun  éèmm  ò  no  sèmm  =  siamo  o 
non  siamo  noi:  siam  pure  una  per- 
sona da  poter  contar  qualche  cosa. 

3)  sta  con  nun  =  esser  con  noi;  del 
nostro  parere,  di  parte  nostra. 

4)  inrìdem  tiiéHn,  sèmm  àéee  nUn  = 
non  si  invita  nessuno,  bastiamo  noi  : 
detto  egoistico  che  significa  vogliamo 
goder  tutto  noi  quel  che  c'è  da  godere. 

5)  fàla  de  sdori  pòer  n&n  =  far  le 
nozze  coi  funghi,  coi  fichi  secchi  ;  di 
chi  dà  feste,  ma  lesina  nelle  spese  o 
perchè  non  ne  ha  o  perchè  non  vuol 
spendere. 

uiitrì;  «'.  att.  =  nutrire,  alimentare:  for- 
nire l'alimento  che  sostenga  la  vita. 

1)  niitriès  =  nutrirsi;  cibarsi,  pigliare 
alimento. 
niitriént,  agg.  =  nutritivo:  che  dà  buon 

nutrimento. 
niitrimént,  *  s.  m.  =  nutrimento:  il  mi- 

trire  e  il  nutrirsi. 
niitrìsión,    s.  f.  =  nutrizione:  lo  stesso 
che  nutrimento. 

1)  T.  fisici,  queir  atto  naturale  pel 
quale  gli  animali  e  anche  le  piante  si 
nutriscono. 


o 


o,  =  o:  tredicesima  lettera  dell'alfabeto, 
di  genere  maschile.  Ha  suono  largo  ò 
come  in  por,  farsa,  còti,  mòli,  ed  ha 
suono  chiuso  o,  come  in  moli,  fona, 
sponda,  góla. 

1)  vèsé  nanca  bon  de  fa  l'ò  =  non 
saper  fare  neanche  un  o;  di  chi  non  sa 
scrivere  affatto. 

2)  vèés  faa  à  ò  =  essere  fatto  in  cir- 
colo, circolare. 

ò,  cong.  =  0,  ovvero,  oppure,  ossia:  ha 
forza  disgiuntiva  ;  ò  vùìi  ò  l'alter  =  o 


l'uno  0  l'altro;  ò  dénter  ò  foeùra  =  o  den- 
tro 0  fuori.  S 
1)  Come  segno  di  vocativo;  ò  mAmaM 
=  0  manima;  ò  Dìo  =  o  Dio.  " 

obeliscli,s.m.  =  obelisco:  guglia,  piramide 
tutta    d'un    pezzo  e   con  base  quadra. 

obès,*  agg.  =  obeso,  abbuzzito:  troppo 
pieno  di  cibo  ed  anche  straordinaria- 
mente pingue. 

1)  sentile  obés  =  abbuzziro,  abbuz- 
zirsi:  sentirsi  abbuzzito,  troppo  pieno 
per  mangiare. 


obe 


527 


oca 


obesitaa^  *  s.  f.  =  obesità.  T.  med.  l'es- 
sere troppo  pingue:  ed  è  una  specie  di 
malattia;  là  soa  l'è  pii  gràseéa,  l'è  obe- 
sìtaa  =  la  sua  non  è  più  pinguedine, 
è  obesità. 

obiaa,  s.  m.  =  ostia,  cialda:  quella  pa- 
sta ridotta  in  sottili  e  piccole  falde  ro- 
tonde di  diverso  uso,  come  per  pren- 
der polveri,  e  sim. 

obiadin,  s.  m.  =  ostia  :  ostie  colorate 
per  sigillar  lettere  o  sim,  ostie  gom- 
mate da  sigillare. 

obiesiòn ,  s.  f.  =  obbiezione  :  opposi- 
zione che  si  fa  all'altrui  opinione  o  ra- 
gione. 

Òbis,  s.  m.  =  obice  ;  specie  di  cannone 
corto  0  di  piccolo  mortaio  nelle  batterie 
di  campagna. 

oblàsiòn,  *  s.  f.  =  oblazione,  offerta:  di 
pie  offerte  a  Dio,  alla  Chiesa. 

oblàtòr,  s.  m.  =  oblatore:  chi  fa  qual- 
che offerta  per  .scopo  di  beneficenza. 

oblàtt,  s.  m.  =  oblato  :  ordine  speciale 
di  frati,  che  da  noi  specialm.  son  noti, 
come  quelli  ai  quali  è  affidata  la  Bi- 
blioteca Ambrosiana. 

obligà)  ».  alt.  =  obbligare,  costringere; 
sto  temp  insci  bruti  el  me  dbliga  à  età 
in  cà  di  setimànn  =  questo  tempo  così 
bratto  mi  obbliga  a  stare  in  casa  per 
delle  settimane;  el  me  voréva  obligà  à 
firma  dna  cambiai  =  mi  voleva  co- 
stringere a  firmare  una  cambiale. 
t  1)  reitàgh  obligaa  à  min  =  restare 
•  obbligato  a  uno;  sapergli  grado,  esser- 
gli riconoscente. 

oblig'àut;  agg.  =  obbligante:  che  obbliga, 
che  lega  l'animo,  cattiva  la  simpatia. 

1)  vèsé  pilsee  éincer  che  obligdnt  = 
essere  più  sincero  che  obbligante:  non 
volersi  cattivare  la  simpatia  tacendo  il 
vero. 

obligràsiòn,  s.  f.  =  obbligazione:  l'ob- 
bligarsi, l'essere  obbligato;  vorè  minga 
fa  di  obligàsión  =  non  voler  fare  delle 
obbligazioni;  non  voler  accettar  favori, 
che  poi  obblighino  al  ricambio. 

1)  Atto  con  cui  uno  si  obbliga  di 
pagar  danaro. 

2)  Di  cartelle  bancarie  e  dello  Stato; 
*  obligàéidn  di  ferovij  =  le  obbligazioni 
delle  Strade  Ferrate. 

obli^àto,    esclam.    =  obbligato  !    grazie  ! 

grazie  mille. 
dbligh,  s.  m.  =  obbligo  :    atto   doveroso 

che  Siam  tenuti  dì  adempiere. 


1)  l'eéè  in  obligli  =  essere  in  obbligo; 
riconoscersi  obbligato,  sentire  l'obbligo; 
éont  in  obligli  de  ringràsià  là  m,aèéira, 
de  tUti  i  ciir  che  là  g'hà  aviiii  per  mi  = 
sono  in  obbligo  di  ringraziare  la  mae- 
stra per  tutte  le  cure  che  ebbe  per  me. 

Òboe,  s.  m.  =  oboe:  specie  di  clarinetto. 

obròbri,  s.  m.  =  obbrobrio,  ignominia, 
vergogna  :  disonore  ,  nota  d'  infamia 
procedente  da  malvagie  azioni. 

òca,  s.  f.  =  oca:  grosso  uccello  mange- 
reccio; anas  auser  domestica. 

1)  péna  d'oca  =«  penna  d'oca;  da  scri- 
vere. 

2)  veéé  òn'òea  =  essere  un'oca;  aver 
poco  comprendonio.  Al  contrario;  vèsà 
minga  on'dca  =  non  essere  un'oca;  di 
pers.  che  ha  senno  e  sa  il  conto  suo. 

3)  veéS  òn'òea  •  essere  distratto, 
astratto,  stordito,  smemorato:  essere  un 
alocco.  *" 

4)  vègli  l'oca  e  i  pèrni  =  avere  il 
pesce  senza  le  lische  ;  i  vantaggi  senza 
gli  svantaggi. 

5)  giuntagli  Vòca  e  i  pènn  =  met- 
tervi l'unguento  e  le  pezze  ;  andar  per 
la  decima  e  lasciare  il  sacco  ;  di  cat- 
tivi affari. 

6)  àndà  in  d^a  =  dimenticarsi,  scor- 
darsi di  cosa  che  si  debba  fare  ;  sont 
àndaa  in  dea  de  imposta  là  lètera  = 
mi  son  scordato  di  impostare  la  lettera. 

I)  dò  dònn  e  Òn'  òca  fan  on  mercaa  = 
dove  son  femmine  e  oche,  non  vi  son 
parole  poche. 

8)  èco  fato  il  bèeo  à  l'oca  =  ècco 
fatto  il  becco  all'eoa  ;  ecco  fatta  la  mi- 
nestra :  di  affare  beli'  e  concluso,  di 
cosa  finita. 

9)  i  pàver  mhien  à  bev  i  òccli  =  i 
paperi  voglion  menare  l'oche  a  bere; 
quando  gli  inesperti,  i  giovani,  pre- 
tendono insegnare  a  chi  ne  sa  più  di 
loro. 

10)  pària  quànd  pim  i  òcch  =  par- 
lare quando  piscian  le  galline  ;  cioè 
mai  :  si  dice  specialm.  a'  bambini  che 
voglion  metter  becco  in  ogni  discorso. 

II)  òca  éàlvàdega  =  oca  salvatioa, 
ottarda. 

12)  el  giceugh  de  Vòca,  o  semplic. 
Vòca  =  il  gioco  dell' oca,  l'oca:  giuoco 
fanciullesco  che  si  fa  con  due  dadi 
sopra  una  tavola  spartita  in  63  casello 
figurate. 
ocàda,  s.  f.    =    dimenticanza,    balordag- 


oea 


—  528  — 


odi 


gine,  sbadataggine.  Vedi  òca,  6)  e  lo- 
cada, 
ocàsiòn,  s.  f.  =    occasiono    destro  ;  op- 
portunità, idoneo  di  fare  una  cosa. 

1)  vègli  ocàsion  de  di,  de  fa,  de 
pària  =  avere  occasione  di  dire,  di  fare, 
di  parlare. 

2)  me  se  presenta  r  ocàsion  »  mi 
viene  il  destro,  mi  si  presenta  l'occa- 
sione, r  opportunità. 

3)  capita  V  ocàsion  =  capitare,  ve- 
nire il  bello  ;  quànd  me  capita  l' ocà- 
sion ghe  vceUri  pària  del  so  màtri- 
mdìii  =  quando  mi  capita  il  bello  gli 
voglio  parlare  del  suo  matrimonio. 

4)  Tempo  nel  quale  si  fa  o  avviene 
una  cosa  ;  poesìa  d'ocàsion  =  poesia 
d'occasione  ;  incceu  l'è  dna  bona  ocà- 
sion de  fa  l'àfàri  =  oggi  è  una  buona 
occasione  per  concluder  l'affare. 

5)  tLla  prima  ocàsion  =  alla  prima 
occasione  ;  per  quel  mezzo  che  primo 
si  presenti. 

òcc,  s.  m.  =  occhio.  Vedi  oeucc. 
ochèta,  s.  f.  =  oca  piccola  :  dim.  di  oca, 
1)  Al  plur.  i  ochètt  =   le    pecorelle  ; 

le  onde  piccine  e  sul  lago  quelle  grosse 

che  fanno  schiuma. 
ociài,  s.    m.  pi.  =  occhiali  :    due  lenti 

incastrate  in   un'armatm-a   di    metallo 

per  servir  d'aiuto  alla  vista. 

1)  ociài  del  so  =  occhiali  da  sole  ; 
verdi,  azzurri,  affumicati. 

2)  Paraocchi  :  due  pezzi  di  cuoio  a 
guisa  di  ventola  che  coprono  gli  occhi 
ai  cavalli,  perchè  non  adombrino. 

ocór,  v.  att.  =  occorrere,  bisognare  ;  far 

di  bisogno. 

1)  n'ocór  alter  =  non  occoito  altro  ; 

ho   inteso,    non   fa  bisogno    aggiunger 

parola. 
ocorènsa^   s.    f.    =  occorenza,    bisogno  : 

specialm.  di  bisogai  materiali. 

1)  à   l'  ocorénéa   =    all'  occoiTonza  ; 

ove  occorra  ;  al  bisogao,  quando  faccia 

bisogno. 
ocorént,    s,  m.    =   occorrente  :    ciò    che 

occorre,  bisogna  ;  compra  r  ocorént  per 

là  fotografìa  =  comprare    1'  occorrente 

per  la  fotografia. 
òcria,  s.  f.  =  ocra  :  terra  di  color  giallo 

e  alle  volte  rossiccio  che  si  trova  nelle 

miniere. 
oculista,  s.  m.  =  oculista;  chirurgo  che 

si  dà  singolarmente  alla  cura  delle  ma- 
lattie degli  occhi. 


ociìpà,  V.  att.  =  occupare  :  prendere  pos- 
sesso di  un  terreno,  di  un  edifizio,  ed 
anche  solamente  tenere  uno  spazio  ;  el 
tàol  Vdciipa  tuta  là  stdnéa  =  il  tavolo 
occupa  tutta  la  stanza. 

1)  D'onori,  uffici,  dignità,  sostenerli, 
esercitarli  ;  Vdciipa  ona  posiéiòn  invi- 
dittbil  =  occupa  un  posto  invidiabile. 

2)  ociipà  quèidiin  =  occupare  qual- 
cuno ;  dargli  da  fare,  da  lavorale,  im- 
piegarlo. 

3)  Riferito  e  tempo;  spenderlo  in 
qualche  cosa  ;  P  ocilpa  tiitt  el  di  à 
giiigà  =  occupa  tutto  il  giorno  a  gio- 
cai"e. 

ociipaa,  agg.  =  occupato  ;  part.  di  oc- 
cupare ;  tati  i  post  éren  giamo  ociipaa  = 
tutti  i  posti  eran  già  occupati. 

1)  Di  pers.  intenta  a  far  checches- 
sia ;  éont  ociipaa  à  scriv  i  lèter  de 
ringràsiament  =  sono  occupato  a  scri- 
vere le  lettere  di  ringraziamento. 

2)  Assol.  di  pers.  che  ha  delle  fac- 
cende, a  cui  non  manca  da  fare. 

ociipàslòn,  s.  f.  =  occupazione  ;  nego- 
zio, faccenda  di  rilievo  ;  pòé.^  minga 
vegnl,  perchè  éont  tròpp  pién  de  ocii- 
pàsiòn  =  non  posso  venire  perchè  son 
troppo  pieno  di  occupazioni. 

ociipàss,  V.  rifl.  =  occuparsi  ;  spendere 
l'opera  propria  in  qualche  cosa  ;  el  sé 
voetir  minga  ociipà  de  polìtica  =  non 
vuole  occuparsi  di  politica. 

1)  ociipàéè  di  àfhri  di  tllter  =  oc- 
cuparsi dei  fatti,  delle  faccende  altrui  ; 
volerli  sapere,  parlarne  a  vanvera. 

2)  Occuparsi,  trovar  da  fare,  impie- 
garsi ;  el  s'è  ociipaa  in  d'on  stUdi  de 
seda  =  si  è  occupato  in  uno  studio  di 
seta. 

ode,  *•.  /.  =  ode  :  poesia  da  cantarsi  : 
poesia  lirica. 

òdèss,  esci.  =  no,  cibò  ;  tutt' altro  :  ne- 
gativa energica. 

Òdi,  5.  m.  =  odio  :  passione  che  fa  de- 
siderare e  volere  il  male  aitimi. 

1)  vègli  in  Mi  =  avere  in  odio  : 
odiare,  aborrire. 

2)  ciàpà  in  òdi  =  cominciare  ad 
odiare,  ed  anche  odiare. 

3)  Odio,  abbominazione  ;  1'  abbomi- 
nare  ;  el  s'è  tiraa  àdòsà  Vòdi  de  tilec  = 
s'è  tirata  addosso  l' abbonii aazione  di 
tutti. 

odia,  V.  att.  =  odiare  :  portare  odio  a 
qualcuno. 


odi 


529  - 


<eu 


1)  Avere  in  odio,  in  aborrimento. 

2)  oditi  à  mòri  =  abbominare  ;  mi 
oda  à  mòri  i  fànigotoni  =  io  abbo- 
mino  i  fannulloni  ;  oditt  à  mòri  i  im- 
poàtòr  =  abbominarc  gli  impostori. 

odióS;  agg.  =  odioso,  ingrato,  antipatico, 
odiositaa,  s.  f.  =  odiosità  :  odio  che  uno 
si  procura  ;  vorè  minga  ciàpàéé  di 
odiositaa  =  non  volere  andare  incontro 
a  delle  odiosità. 
odor,  s.  m.  =  odore  :  sensazione  perce- 
pita dall'odorato. 

1)  Sostanza,  cosa  odorifera  ;  m,ètt  on 
poo  de  odor  sili  fàéolètt  =  mettere  un 
po'  di  odore  sulla  pezzuola. 

2)  vègli  odor  =  rendere,  gettare  odore  ; 
odorare. 

3)  éeìiti  l'odor  =  mangiar  col   naso. 

4)  éàvè  d'odor  =  sentir  d'odore. 

B)  Aroma  :  odore  forte  e  insieme  de- 
licato, proprio  di  alcune  sostanze. 

6)  Afrore  :  l'odore  forte  che  viene 
dal  vin  recente,  dall'aceto  e  anche  dal 
carbone.  Però,  odor  de  càrbon,  dicesi 
anche  :  puzzo  di  cai'bone. 

7)  tlequa  d'  odor  =  acqua  odorosa, 
profumata. 

8)  càttv  odor,  hon  odor  =  fetore  o 
puzzo,  fragranza  o  olezzo. 

9)  èénsa  odor  =  inodoro. 

10)  vèéè  in  odor  de  sàntitaa  =  essere 
in  odore  di  santo  ;  essere  in  concetto 
di  santo. 

odorós,  agg.  =  odoroso,  olezzante,  odo- 
rifero ;  che  ha  odore,  non  però  cattivo. 

òe  !  oé  !  e  oéì  I  inter.  =  oh  I  ehi  !  :  chia- 
mando persone  di  confidenza  o  che  non 
si  conoscono. 

oèè,  (fa)  =  belare  :  piangere  de'  bambini 
appena  nati  e  lattanti. 

oéra,  .?.  f.  =  Vedi  ovèra. 

oèrtur,  s.  f.  =  Vedi  ovèrtur. 

(Bucc,  s.  m.  =  occhio  :  l'organo  della 
vista  ;  oeuec  négher,  celèàt,  castàn  = 
occhi  neri,  celesti,  castani-. 

1)  el  biànch  de  Voeucc  =  il  bianco, 
la  palla  dell'occhio. 

2)  oeuec  bèli  nètt  =  occhio  scai'ico, 
non  appannato  :  ceuce  ineantaa  =  oc- 
chi fìssi. 

3)  ceuec  jnscinitt  =  occhi  ammam- 
molati ;  languidi  e  socchiusi  come  di 
chi  abbia  sonno  o  sia  leggermente  ac- 
ciuchito dal  vino.  Anche,  in  senso 
proprio,  occhi  piccoli. 

4)  ceuec  sbàràtaa  =  occhi   sgranati  ; 


spalancati:  càscia  foeura  dna  épàna 
d'oeucc  =  far  tanto  d'occhi,  sbaiTare  gli 
occhi. 

5)  mucc  màécàrpent  =  occhi  cisposi, 
scerpellini  ;  oetccc  piàngiorént  =  occhi 
imbambolati,  lagrimosi  :  in  questo  senso 
anche  t^ucc  liléter,  pién  de  làgrim. 

6)  (xucc  de  bocu  o  de  bò  =  occhi  di 
bove,  glossi  0  sporgenti  ;  oeiicc  de  gàtt  = 
occhi  di  gatto  ;  e  per  il  color  grigio  e 
per  l'attitudine  di  vedere  al  buio. 

7)  fa  tant  d' ceuec  =  far  tanto  di 
bocca  ;  allargare  gli  occhi  in  segno  di 
meraviglia. 

8)  fregààé  i  oeuec  =  stropicciarsi, 
strofinarsi  gli  occhi. 

9)  desgarbià  i  oeuec  =  spicciar  gli 
occhi  ;  vègh  i  oeucc  ingàrbiaa  =  aver 
gli  occhi  tra  peli  ;  esser  sveglio  d'  al- 
lora. 

10)  tra  là  pólcer  in  di  oeuec  =  dare 
la  polvere  negli  occhi  ;  ingannare  colla 
apparenza. 

11)  l'oeuec  del  pàdròn  V  ingràéa  el 
cavali  =  l'occhio  del  padrone  ingrassa 
il  cavallo  ;  alle  coso  proprie  badarci 
da  se. 

12)  lontàn  di  oeuec,  lontàn  del  ccetir 
=  lontàn  dagli  occhi,  lontàn  dal  core  ; 
sovente  l'assenza  scema  l'affetto.  Que- 
sto prov.  spesso  lo  diciamo  adirittura 
in  italiano. 

13)  oeuce  no  ved  coeur  no  dceur  = 
occhio  non  vede,  core  non  dole.  An- 
che questo  diciamo  spesso  in  italiano. 

14)  sarà  on  oeuec  =  chiudere  un  oc- 
chio ;  far  le  viste  di  non  vedere. 

15)  sarò,  i  oeuec  =  chiudere  gli  oc- 
chi. Fig.  morire.  Anche  :  hoo  minga 
sàraa  oeuec  =  non  ho  chiuso  un  oc- 
chio; non  ho  dormito. 

]  6)  dervl  i  oeuec,  vègli  i  ceuec  àvért 
»  aprire  gli  occhi,  aver  gli  occhi  aperti  ; 
star  vigilante,  all'  erta.  Vedi  dervì,  9). 
Anche  :  cader  la  benda,  cader  la  benda 
dagli  occhi  ;  conoscere  che  si  era  in 
inganno. 

17)  dervìgh  i  ceuec  à  vùn  =  aprire 
gli  occhi  a  uno  ;  avveiiirlo,  farlo  ac- 
coiio,  toglierlo  d'  inganno. 

18)  veghen  fin  deàoravia  di  oeuce, 
vegnt  foeura  di  oeuec  =  averne  sino 
agli  occhi  ;  di  pers.  0  di  cosa  esserne 
stufo. 

19)  schiscià  V ceuec  =  chiudere  l'oc- 
chio a  uno  ;  dar  d'occhio  a  uno,  sti'iz- 


—  530 


«en 


zar  l'occhio  :  ammirare,  far  cenno  co- 
gli occhi. 

20)  se  scàrpàrUen  foeura,  se  càvà- 
risen  i  ceucc  =  si  caverebbero  gli  oc- 
chi un  coir  altro  ;  di  persone  ti"a  sé 
nemicissime. 

21)  salta  à  l'oeucc  =  balzare,  saltare 
agli  occhi  ;  quando  una  cosa  richiama 
a  se  l'attenzione  in  modo  che  non  si 
può  non  vedere. 

22)  (là  in  l'cpucc  =  dar  nell'  òcchio: 
di  cosa  appariscente. 

23)  dàgh  on  anice  =  dare  un  occhio, 
far  d' occhio  ;  a  cosa  o  pers.  badarci, 
invigilarla  \  dàgh  on  ceucc  à  sto  fornii, 
clic  l'tihia  minga  de  boria  gid  =  dà 
un  occhio  a  questo  bambino  che  non 
abbia  a  cascare. 

24)  àsiiefàgh  dent  Voeuce  =  farci 
l'occhio  a  qualcosa;  assuefarvi  la  vista. 

25_)  guarda,  vedi  eont  là  eoa  de 
l  ceucc  ^  guardare,  vedere  colla  coda 
dell'  occhio. 

26)  làétLgh  àdree  i  ceucc  =  lasciarci 
gli  occhi  sopra  ;  di  pers.  o  cosa  che  si 
miri  con  desiderio  intenso. 

27)  mangiti  eòi  oeuee  =  mangiar  co- 
gli occhi  :  guardare  bramosamente.  An- 
«he  :  guardare  con  occhio  molto  adirato. 

28)  vègli  i  fètt  de  sàlàmm  sui  ceucc 
=  aver  gli  occhi  foderati  di  prosciutto: 
aver  la  benda  agli  occhi.  Vedi  binda. 

29)  vègh  jrìiàee  grand  V  ceucc  che 
'l  boeucc  =  mangiano  più  gli  occhi  che 
la  bocca;  aver  gli  occhi  più  grandi  del 
ventre  :  di  chi  a  tavola,  specie  i  bam- 
bini, si  mette  sul  piatto  più  di  quanto 
può  mangiare. 

30)  fa  quèicòés  à  ceucc  sàraa  = 
fare  una  cosa  a  occhi  chiusi,  di  sotto 
gamba  ;  con  facilità  e  sicurezza,  spec. 
per  gran  pratica. 

31)  costtL  on  oeuce  del  eoo  =  costare 
un  occhio,  esser  caro  un  occhio  ;  avere 
un  prezzo  molto  elevato. 

32)  vèsegh  sémper  dendns  di  oeuee  = 
star  fitto  negli  occhi  a  uno. 

33)  vègh  %  tràv  in  di  oeuce  =  aver 
le  traveggole. 

34)  vègh  i  càvij  fceura  di  oeuce  = 
mostrare  il  viso  aperto  :  rispondere 
francamente,  arditamente. 

35)  tegnì  d' oeuce  =  tener  d'occhio; 
tener  gli  occhi  addosso  a  uno,  sorve- 
gliarlo. 

36)  l'oeucc  el  voeur   là  eòa  pàrt  = 


l'occhio  vuole  la  parte  sua:  anche  l'ap- 
parenza è  necessaria. 

37)  paga  l'oeucc  =  soddisfare  gli  oc- 
chi, soddisfare  a  vederlo. 

38)  sàvè  fàss  i  biisch  fceura,  di  ceucc 
=  sapersi  levar  le  mosche  dal  naso; 
non  lasciarsi  posare  le  mosche  sul 
naso  ;  non  soffrire  ingiurie,   soprusi. 

39)  vèèà  l'oeucc  driéé  de  viin  =  es- 
sere l'occhio  diritto  di  alcuno  ;  essere 
il  suo  prediletto,  esserne  il  cucco. 

40)  àndà  àtòrna  i  ceucc  =  offuscarsi 
la  vista  ;  hàlà  i  ceucc  =  abbagliarsi  la 
vista. 

41)  volta  l'oeucc  à  viin  =  prendere 
in  uggia,  in  odio  qualcuno. 

42)  fa  i  oeuee  pietos  =  far  1'  occhio 
pio  ;  dare  delle  occhiate  affettuose  a 
qualcuno. 

43)  in  (Voti  hàter  cV oeuce  =  in  un 
batter  d' occhio,  in  un  batti  baleno. 
Anche  :  dal  vedere  al  non  vedere,  in 
un  ammen,  in  un  batter  d'ali  :  di  cose 
che  accadono  rapidissimamente  e  du- 
rano un  attimo. 

44)  vègh  sòtf  oeuce  =  aver  sott'  oc- 
chio, presente. 

45)  à  quàtr' oeuce  =  a  quattr'occhi; 
da  solo  a  solo. 

46)  i  ciuàtr'cBUcc  =  gli  occhiali:  modo 
scherz.  :  le  barelle.  Vedi  iiiipenàda. 

47)  vecU  de  bon  ceucc  =  vedere  di 
buon  occhio  ;  volentieri,  con  piacere. 

48)  à  oeuce  =  a  occhio  e  croce  :  alla 
grossa. 

49)  fa  girci  on  ceucc  =  far  girare  il 
boccino. 

50)  ceucc  2ìolm  =  occhio  di  pernice, 
lupinelle  ;  specie  di  callo  tra  le  dita 
dei  piedi.  Anche  :  male  del  lupino  ; 
specie  di  malattia  del  pollame. 

51)  oeuce  =  occhi,  scandelle.  Vedi 
br(Bud. 

52)  ceucc  =  gemma  :  dolio  piante,  la 
parte  per  la  quale  la  pianta  rampolla. 

53)  oìuce  =  apei-tura  ;  di  bottega. 

54)  ceucc  =  polla,  scaturigine,  sor- 
gente, vena. 

ceucc  de  bò,  s.  m.  =  eccola,   camomil- 
lone  ;  authemis  cota,  specie  di  pianta. 

1)  Fiorrancio,  fiorrancino,  regolo  ; 
regulus  vulgaris,  uccello  silvano. 

2)  Piattello  :  quello  di  porcellana  o 
terraglia  in  cui  si  stemperano  i  colori 
per  dipingere  all'  acquarello. 

3)  Specchietti  che  si  mettevano  alle 


I 


oeu 


531  — 


ofe 


paste  dolci  e  ai  cavallucci  di  pasta  clie 
si  vendevano  nelle  sagre  de'  villaggi. 

ceucc  de  mósca,  s.  m.  nome  di  un 
carattere  di  stampa  dei  più  piccoli,  ora 
in  disuso. 

oeuY,  s.  m.  =  ovo,  uovo  :  parto  di  di- 
versi animali,  dove  sta  l'embrione. 

1)  Assol.  quello  della  gallina. 

2)  eitir  d'oeuv  =  albume,  la  chiara 
dell'evo.  Quando  è  cotto  :  il  bianco  ; 
ì-oàs  d'osuv  =  tuorlo  doli' ovo. 

3)  csuv  in  ciàpa  =  ovo  sodo  ;  fa 
eoptcs  i  oeuv  in  citipa  =  assodar  l'ova; 
farle  cuocere  nell'acqua. 

4)  (Kuv  ài  làtt  =  ovo  a  boro  ;  poco 
più  che  riscaldato  nell'acqua  bollente. 

5)  auv  mognàga  =  ovo  bazzotto;  cotto 
nell'acqua  bollente,  nò  sodo,  né  da  bere. 

6)  a;uv  in  càmtsa  =  ova  affogate  ; 
lasciate  cader  fuori  dal  guscio  nell'ac- 
qua bollente. 

7)  oeuv  stràpàéaa  =  ova  in  tortino  o 
tortino  d'uova:  quelle  che  nel  tegame 
al  fuoco  si  van  tramestando  fino  a  cho 
abbiano  una  sufficiente  sodezza. 

8)  cetiv  ròsta  o  in  cercghìn  =  ova 
affrittellate,  al  tegame. 

9)  (Bue  màrsc  =  ovo  barlaccio  ;  quando 
il  tuorlo  si  spappola,  puzza. 

10)  (KUV  gàlaa  =  ovo  gallato. 

11)  ceuv  del  eàrtelàmm  =  ovo  sper- 
duto 0  aboi-tivo. 

12)  cetw  de  pula  =  ovo   di    tacchina. 

13)  speriti  i  muv  =  sperare  l'ova: 
osservarle  attraverso  alla  luce  per  ga- 
rantirsi che  siano  buone. 

14)  càveéà,  comoda  i  oeuv  in  del  ca- 
■vàgnoeu  =  acconciar  l'ova  nel  paniere, 
accomodar  bene   i  fatti  suoi. 

15)  vèsè-  come  bev  on  oeuv  =  esser 
come  bere  un  ovo:  di  cosa  agevolis- 
sima a  faro,  a  riuscire. 

16)  cercti  'l  pel  in  l'oeuv  =  cercare 
il  polo  neir  uovo  :  voler  trovare  per 
acutezza  o  per  sofisticheria,  vizi  dove 
non  ci  sono  ;  troti  el  pel  in  Voeuv  = 
vedere,  conoscere  il  pelo  nell'uovo  ; 
d'acutissimo  ingegno  a  cui  nulla  sfugge. 

17)  vèss  pién  come  on  oeuv  =  esser 
pieno  come  un  ovo,  pieno  zeppo,  come 
un'otre;   pienissimo. 

18)  àndà  éiii  oeuv  =  camminare  sulle 
ova:  con  molta  precauzione  e  lentam. 

19)  vègli  trédes  ceuv  per  don^èna  = 
aver  tre  pani  per  coppia  ;  aver  van- 
taggio  gi-andissimo   e  sovrabbondante. 


20)  fa  on  ceuv  foeùra  del  càvàgnoeù 
=  fare  un  ovo  genuino  ;  far  cosa  inso- 
lita, straordinaria. 

21)  là  prima  gàlina  che  canta  l'è 
quèla  che  ha  faa  l'oeuv  =  cui  di  pa- 
glia piglia  foco  subito. 

22)  pelA  i  oeuv   =    mondare    le  ova. 

23)  porta  oeuv  =  ovaiolo  :  calicino 
di  maiolica  o  d'altro  per  mettervi  l'evo 
a  bere  o  bazzotto,  per  mangi^-lo  in- 
tridendovi il  pane. 

24)  oiuv  de  trUta  =  veccia  piscila; 
vieta  saliva  alba  :  specie  di  legume 
piccolissimo.  Anche  :  occhi  di  pernice  ; 
pasta  minutissima  per  minestra. 

ofèla,  s.  f.  =  offella,   stiacciatina  :  sorta 

di  pasta  dolco  sfoglia. 
ofelee,  s.  m.  =  ciambellaio,  pasticciere: 

chi  fa  e  vende    ciambelle,    pasticci  di 

paste,  dolci,  confetture. 

1)  ofelee  /a  '/    tò    mestee  =  lascia  i 

fusi  a  chi  ne  usi;  chi  vuol  far  l'altrui 

mestiere,  fii  la  zuppa  nel  paniere. 
ofelerìa,  s.  f.  =  biscotteria,  pasticceria  : 

bottega  dove  si  fa  e  si  vende  biscottini 

Q  altri  dolci  fatti  con  pasta  e  zucchero. 
ofènd,  V.  att.  =  offendere  :    fare    offesa, 

ingiuria. 

1)  Recar  danno:  ofènd  in  Vonor  = 
offendere  nell'onore:  recar  danno  al- 
l'onoro, alla  reputazione. 

2)  ofèndes  =■  offendersi,  affrontarsi:  re- 
carsi a  ingiuria,  a  offesa,  pigliar  per 
affronto  checchessia  ;  el  se  ofènd  per 
nagota  =  s'offende  per  nulla;  di  pa- 
rali de  eèrta  geni  bisogna  minga  ofèn- 
des =  di  quel  che  dice  certa  gente  non 
bisogna  affi'ontarsi. 

ofensìv,  agg.  =  offensivo  :  atto  ad  of- 
fendere, cho  offende. 

ofensòr,*  s.  m.  =  offensore:  colui  che 
offendo. 

ofért,  part.  =  offerto  ;  particip.  pass,  del 
verbo  ofrì  =  offrire. 

ofèrta,  s.  f.  =  offerta:  l'atto  dell'of- 
frire, l'offrire. 

1)  Quei  doni  che  in  alcune  feste  si 
fanno  alla  Chiesa  e  la  pompa  stessa 
colla  quale  si  recano. 

2)  Il  prezzo  proposto  di  ciò  che  si 
vuol  comperare  :  mi  g'hoo  faa  là  di- 
manda :  éentimm  V  ofèrta  =  io  ho  fatto 
la  domanda:  sentiamo  l'offerta. 

ofèrtóri,  s.  m.  =  offertorio:  le  preci 
che  il  sacerdote  dice  nella  Messa  quando 
fa  l'offerta. 


ofe 


532  - 


ogri 


ofés,  agg.  =  offeso  ;  part.  pass,  di  offen- 
dere ;  el  colp  l'ha  ofès  in  la  Ungua  = 
il  colpo  l'ha  offeso  nella  lingua;  éont 
ofés  per  là  eoa  lètera  =  sono  offeso 
per  la  sua  lettera. 

1)  s.  m.  =  l'offeso,  cìii  ha  ricevuto 
offesa  :  l'ofés  soni  mi  =  l'offeso  sono  io. 

ofésa,  s.  f.  =  offesa:  ingiuria,  oltraggio 
di  fatti,  di  parole  :  quésta  chi  l'è  òn'ofésa 
che  me  Ughi  ài  dìt  =  questa  è  uq' of- 
fesa che  mi  lego  al  dito. 

off!,  inter.  =  gnaffe!,  naffe!,  ah!,  che!, 
ma  no  ! 

off,  (à)  =  a  nessun  costo:  a  scrocco. 

oflciàl,  s.  in.  =  ufficiale.  Vedi  nflciàl. 

oflcina,  *  s.  f.  =  officina:  la  bottega 
dove  gli  operai  fanno  lavori  meccanici 

ofìsi.  s.  m.  =  ufficio.  Vedi  ufìsi. 

oflsìa,  v.  =  uffiziare:  T.  eccl.  celebrare 
gli  uffici  divini. 

ofrì,  v.  alt.  =  offrire:  presentare,  pro- 
porre una  cosa  ad  alcuno,  perchè  l'ac- 
cetti come  sua:  quànd  ci  ven  de  mi, 
ghe  ofri  sémpcr  de  màìigià,  de  bev  = 
quando  viene  da  me,  gli  offro  sempre 
da  mangiare,  da  bere. 

1)  Profferire  ad  alcuno  una  cosa, 
perchè  se  ne  sei-va  :  pìlèee  che  ofrtgh 
là  mia  cà  sàwirièè  nò  cosa  fa  =  pili 
che  offrirgli  la  mia  casa,  non  saprei 
che  fare. 

2)  Di  prezzo,  di  patti  e  sim.  ;  farne 
la  proposta:  ghe  ofri  cent  frànch  de 
quell'aneli  II  cont  là  pèrla  =  le  offro 
cento  lire,  per  quell'anello  li  colla  perla, 

ofriss,  V.  rifl.  =  offrirsi  :  di  pers,  esi- 
bire i  propri  servigi  :  el  s'è  ofèrt  Iti 
de  fàmm  perdona  del  papà  =  s'è  offeiio 
lui  di  farmi  perdonare  dal  babbo. 

OgetÌT,  *  agg.  =  oggettivo  :  che  appar- 
tiene 0  che  si  riferisce  all'oggetto,  o 
da  esso  dipende, 

1)  Quel  vetro  convesso  del  canoc- 
chiale da  cui  ricevonsi  le  immagini 
degli  oggetti, 

ogetìvàmènt,  *  avv.  =  oggettivamente  : 
in  modo  oggettivo  :  el  giùdcs  el  dev 
considera  i  ròbb  ogetivàmént  =  il  giu- 
dice dove  considerare  le  cose  oggetti- 
vamente. 

ogrètt,*  s.  m.  =  oggetto  :  ciò  che  si  pre- 
senta alla  vista,  che  si  può  toccare, 

1)  T.  gramm,  :  il  tonnine  su  cui  va 
a  cadere  l'azione  propria  o  figurata 
espressa  da  un  verbo  transitivo, 

ogiaa,  s,  m.  pi.  =  occhiali.   Vedi  ociài* 


ogriàda,  s.  f.  =  occhiata,  guai-data  :  l'atto 
e  anche  il  modo  del  guardare, 

1)  dà  òn'  ogitida  =  dare  un'occhia- 
tina,  un  occhio  :  badare  a  una  cosa, 
custodirla. 

2)  dà  òn' ogitida  à  on  lìber,  ài  giorndl 
e  sim.  =  dare  un'occhiata  a  un  libro, 
al  giornale,  e  sim,  ;  scorrerlo  più  che 
leggerlo  attentamente, 

3)  òn'ogiàda  de  so  =  una  sperata, 
una  finestrata  di  sole, 

ogiàdìna,  s.  f.  =  occhiatina  :  dim,  di 
occhiata, 

ogriài,  s.  m.  pi.  =  occhiali.  Vedi   ociai. 

ogialàtt,  s.  m.  =  occhialaio  :  chi  fa  e 
vende  occhiali, 

Ogiàtà,  V.  att.  =  occhieggiare,  guardare 
con  compiacenza. 

ogiàter,  s.  m.  pi.  =  occhiacci  :  occhi 
grandi  e  sgranati. 

ogìn,  s.  m.  =  occhietto,  occhiolino,  oc- 
chi uccio  :  dim,  di  occhio. 

1)  T,  de'macellai,  de' cuochi,  ecc, 

Ogiòu,  s.  m.  =  occhione  :  accresc.  di  oc- 
chio, 

ogioeù,  s.  m.  =  occhiello  ,  ucchiello  ; 
piccolo  taglio  nelle  vesti  per  allacciarle. 

1)  là  maèstra  d'ogioeù  =  occhiellaia  : 
donna  che  cuce  gli  occhielli  dei  vestiti 
per  i  sarti, 

2)  Campanellina,  maglietta:  cerchietto 
d'ottone  che  si  introduce  nei  bucolini 
per  dove   si   infila  l'aghetto  o  stringa. 

8)  Maglietta  :  quella  colla  quale  si 
appendono  quadri,  attaccapanni  e  sim. 

4)  Bandella  :  spranga  di  ferro  che  si 
ferma  all'estremità  di  usci  e  finestre, 
munita  di  anello  che  infilasi  nell'ar- 
pione, reggendo  così  l'imposta. 

5)  Boncinello  :  piccolo  pezzetto  di 
ferro  fermato  al  manico  del  chiavistello, 
con  un  buco  in  cima,  dove  entra  la 
stanghetta  della  toppa  quando  si  chiude. 

6)  Anello  :  ferro  in  cui  entra  il  ba- 
stone del  catenaccio,  e  anche  quelli 
delle  forbici  in  cui  si  infilano  le  dita 
per  tenerle. 

1)  fa  on  ogiosù  in  del  vénter  =  dare 
una  coltellata  nel  ventre, 

ogiolèra,  s,  f.  =  occhiellaia  :  donna  che 
fa  gli  occhielli  dei  vestiti    per  i  sarti. 

ogìolitt,  s.  m.  pi.  =  buchi,  bucolini  : 
quei  molti  fori  che  sono  nei  due  mar- 
gini della  fascetta  o  delle  tomaie  nello 
scarpe  a  uso  di  allacciarle  coli' aghetto. 


OSI 


533  - 


ols 


ogriolin,  s.  m.  =  occhiellino  ;  dim.  di 
og'ifleù,  =  occhiello.  Vedi. 

og'itt,  s.  m.  pi.  =  alborellino  :  le  albo- 
relle appena  nate.  Vedi  àlbora. 

1)  Occhietti,  occhiettini:  dim.  di  oc- 
chi. 

Ògui,  agg.  =  ogni  :  qualunque,  ciascuno  ; 
dgni  cà  g'hà  i  éò  fastìdi  =  ogni  casa  ha 
i  suoi  guai. 

1)  ogni  tànt,  dgni  pòcch,  dgni  seti- 
mtLna,  ógni  mes  e  sim.  -  ogni  tanto, 
ogni  poco,  ogni  settimana,  ogni  mese, 
0  sim.  ;  accennano  a  intervalli  di  tempo. 

òg'nidun,  pron.  =  ognuno:  ciascun  uomo 
e  ciascuno  di  quelli  che  sono  nominati 
nel  discorso  ;  ognidùn  prefcriss  là  eòa 
cà  =  ognuno  preferisco  la  sua  casa  ; 
ognidùn  pénm  còme  vceur  =  ognuno 
pensa  come  vuole. 

òguun,  *  pron.  =  ognuno.  Lo  stesso  che 
ognidun. 

òli  bei,  òli  bèi  !  =  fiera  ohe  si  tiene  in 
Milano  nel  mese  di  dicembre  sulla 
riazza  di  S.  Ambrogio:  si  chiama  così 
dal  grido  dei  venditori. 

òibd,  inter.  =  ohibò  o  oibò  :  interiez. 
di  forte  negazione,  di  disapprovazione, 
di  ripugnanza  e  di  sprezzo. 

oimè)  e  òioiiié,  inter.  =  ahimè  !  oimè  ! 
ohi  :  esclamazione  di  pena. 

oìn,  s.  m.  =  Vedi  OYÌu. 

ola,  s.  f.  =  orcio  :  vaso  grosso  di  terra 
cotta,  con  ventre  rigonfio,  per  tenervi 
olio,  peperoni  e  sim.  Dal  latino. 

1)  vèsépiéti  còme  òn'òla  =  esser  pieno 
come  un'otre  :  di  chi  ha  mangiato  molto. 

2)  bev  còme  ònòla  =  essere  un'otre  : 
bere  molto,  senza  patirne. 

3)  pari  òn'  ola  =  parere  un'otre,  una 
botte  :  di  pers.  che  ha  gran   pancia. 

oleós,  *  agg.  --  oleoso,  olioso ,  oliato  : 
che  ha  in  sé  dell'olio. 

oli,  s.  m.  =  olio  :  liquido  che  s'esti'ae 
dalle  ulive  od  anche  da  altre  sostanze 
vegetabili,  corno  il  ricino,  il  lino,  il  se- 
samo, le  noci,  le  mandorle,  ecc. 

1)  ròba  à  Vóli  =  roba  sott'olio: 
come  tonno,  salmone,  acciughe,  sardine. 

2)  àndà  gid  còme  on  òli  =  sdruccio- 
lar giù  come  l'olio  :  detto  di  bona  be- 
vanda che  va  giù. 

3)  àndtL  còme  on  òli=  scorrer  bene: 
andar  bene,  a  meraviglia. 

4)  mètt  òli  §iil  foeugh  =  gettar  olio 
sul  fuoco,  aggiunger  olio  alla  fiamma: 
attizzare  ire,  ecc. 


5)  Voli  el  sta  deéoràma  de  V acqua 
=  l'olio  sta  a  galla.  Vedi  acqua,  III,  16). 

6)  oli  de  briósa  =  olio  da  ardere,  da 
lumi. 

7)  oli  vergin  =  olio  vergine:  cavato 
dalle  ulive  poco  mature. 

8)  nòs  che  sa  d'oli  =  noce  oliata, 
guasta,  che  pare  sia  stata  inzuppata 
nell'olio  ed  ha  cattivo  sapore. 

9)  pitiirà  à  òli  =  dipingere  a  olio, 
con  colori  stemperati  nell'olio  di  noce. 
Quindi  quader,  ritràtt  à  òli  =  quadi'o, 
ritratto  a  olio. 

10)  fa  l'oli  =  piagnucolare,  frignare. 

11)  i  òli  sànt;  s.  m.  pi,  =  l'olio  santo; 
l'estrema  unzione. 

12)  vègh  i  òli  sànt  in  éàcòcia  =  aver 
l'olio  santo  in  tasca  :  essere  in  gran 
paura  per  qualche  pericolo.  Anche:  ave- 
re un  cocomero  in  o^rpo. 

olia,  V.  alt.  =  inoliare:  metter  l'olio  sulle 

vivande. 
olina,  agg.  =  oliato:  condito  con  olio. 
oliee,  s.  m.  =  oliandolo:  chi  rivende  olio. 
oliera,*  s.  f.  =  oliera:    arnese   per  reg- 
gere le  ampolle  dell'olio  e  dell'aceto. 

Si  dice  dai  più  i  àmolitt. 
olili,  s.  m.  =  barattolo,  vaso,  orciolino: 

sei-ve  per   riporvi    conserve,    zucchero 

e  sim. 
olirà,  s.  f.  =  ulivo;  alea  europea^  pianta 

che  fa  le  ulive  e  il  frutto  stesso,  da  cui 

si  cava  l'olio. 

1)  l'oliva  =  la  palma;  il  palmizio  che 
si  benedice  nella  domenica  delle  palme. 

2)  oliva  =  oliva,  agg.  di  coloi-e. 

3)  échiva  l'oliva  !  =  Dio  ti  salvi  ! 
oliràster,  agg.    =  olivastro:  che    pende 

nel  color  d'uliva,  cho  tende  all'oscuro: 
detto  di  carnagione. 
oliTéta,  s.   f.  =  bruco  :    attacagnolo   dei 
segnali   che  si  mette  nei  messali,  bre- 
viari e  sim. 

1)  Ligustro:  specie  di  gelsomino. 

2)  Nappina:  specie  di  alamaro. 

3)  T.  d'orefic.  granata  faccettata  a 
mo' d'oliva. 

4)  Al  plur.  olivètt,  =  Olivetto:  spe- 
cie di  piccole  polpettine. 

oliuèra,  s.  f.  =  olmeto:  terreno  piantato 
a  olmi.  Anche:  olmaia;  quantità  d'olmi. 

ólmo,  s.  m.  =  olmo;  ulmus  campestris 
albero  fronzuto. 

oldgraf,  agg.  =  olografo:  testamento  tutto 
scritto  di  proprio  pugno. 

olsà,  V.  att.  =  osare,  ardire;  l'òlàa  minga 


olt 


-  534  - 


ome 


vegnt  chi,  perchè  'l  g'hà  paura  =  non 
osa  venir  qui  perchè  ha  paura. 

oltana,  s.  f.  =  altana:  specie  di  rete  per 
pescai'e. 

dltcr,  avv.  =  oltre,  al  di  là,  attraverso. 
Usa  soltanto  nella  frase  ée  ghe  ved  olter 
=  ci  si  vede  al  di  là;  quando  lo  sguardo 
passa  attraverso  corpi  trasparenti  per 
lo  più  per  sottigliezza. 

óltra,  (vegnì  à)  =  venir  fuori:  coli' idea 
dell'uscir  d'improvviso;  à  éentì  à  éontL 
liin  tcgniiil  à  oltra  tiicc  =  sentendo  so- 
nare vennero  faori  tutti. 

oniàgg,*  s.  ni.  =  omaggio  :  segno  d'os- 
sequio, rispetto,  venerazione. 

omàsC)  s.  m.  =  omaccio,  omone:  uomo 
di  grande  e  grossa  corporatui-a. 

1)  poer  ovitise  =  pover  uomo:  detto 
con  affetto  di  uomo  buono. 

omàsciou,  s.  m.  =  omaccione,  omone  : 
uomo  grande  e  grosso. 

omàsciòtt,  s.  m.  =  omacciotto  :  uomo 
gl'osso  e  tarchiato. 

dmber,  (ì)  s.  f.  pi.  =  ombro  :  plui-.  di 
ómbra.  Sono  uno  spettacolo  che  si  fa 
facendo  riflettere  su  una  superfìcie  bian- 
ca illuminata  l'ombra  di  figure  ritagliate 
nella  carta,  o  fatte  con  intrecciamenti 
delle  mani. 

1)  Ombre,  chiaroscuri:  il  colore  più 
0  meno  scuro  che  serve  a  dar  risalto 
alle  pitture  e  ai  disegni. 

ombra,  s.  f.  =  ombra  :  oscurità  cagionata 
dai  corpi  opachi  che  interrompono  la 
luce. 

1)  età,  vèèà,  mètt,  àndà  à  V  ombra  = 
stare,  essere,  mettere,  andare  all'ombra, 
in  luogo  riparato  dal  sole. 

2)  Ombra,  accolito  :  di  chi  sta  con- 
tinuamente dappresso  ad  altri  e  lo  ac- 
compagna ;  l'è  l'ombra  del  mintéter  = 
è  l'ombra,  l'accolito  del  ministro. 

3)  L'apparenza  del  corpo  umano;  m'è 
comptLrS  l'ombra  del  me  papà  =  mi 
comparvo  l'ombra  del  mio    babbo. 

4)  vèéé  nasuti  à  l'ombra  del  Dòmm 
=  esser  nato  all'ombra  del  Duomo:  cioè 
a  Milano,  come  i  fiorentini  dicono  al- 
l'ombra del  Cupolone,  per  significare 
nato  in  Firenze. 

5)  Di  pers.  s^^raia;  el  par  ón' ombra 
=  pai'O  un'ombra. 

6)  Lieve  segno,  orma,  apparenza  di 
una  cosa  :  el  g'  ha  nànca  V  ombra  déla 
comjìàéion  =  non  ha  neppui-  l'ombra 
della  compassione. 


?)  dà  ómbra  =  dare  ombra;  mettere 
in  sospetto. 

8)  giilgti  à  l'ombra  =  giocare  alle 
ombre  :  una  specie  di  gioco  di  carte, 
che  ora  non  si  fa  quasi  più. 

9)  ìianea  per  ombra  =  neppure,  nem- 
meno per  ombra;  punto,  niente  affatto, 
nemmen  per  idea. 

10}  on'oinbra  =  un  grano,  un   bric- 

ciolino:  di  quantità  più  che  minima. 
ombregià,  v.    alt.  =  ombreggiare  :    faro 

ombra,  coprir  d'ombra. 

1)  T.  pittor.  Dai"e  rilievo  colle  ombre. 
ombregiàdura,  *  s.  f.  =  ombreggiatura  ; 

l'atto  e  l'effetto  dell'ombreggiare. 
ombréla,  s.    f.  =    ombrello,    paracqua  : 

strumento   da   pai-are   la   pioggia  e  la 

neve. 

1)  el  pòrta  ombrèll  =  il  poiiombrelli; 
quello  nelle  anticamere  o  altrove  dove 
si  mettono  gli  ombrelli,  perchè  non  la- 
scino la  riga  dell'acqua  e  non  bagnino. 

2)  l'ombrèla  di  cdn  =  la  grondaia. 
ombrèlàda,  s.  f.  =  ombrellata:  colpo  dato 

coir  ombrello. 

ombrèlee,  *.  m.  =  ombrellaio  :  chi  fa  gli 
ombrelli  e  li  vende  o  accomoda. 

ombrèlìn,  s.  m.  =  ombrellino  :  quello 
con  cui  ci  ripariamo  dal  sole. 

ombrèlòn,  s.  m.  =  ombrellone  :  quello 
fra  noi  coperto  di  tela  incerata  che  di- 
fende dall'acqua  e  dal  sole  le  botteghe 
posticce  sulle  piazze. 

ombria,  s.  f.  =  ombra,  specialm.  nel 
senso  di  ómbra,  1). 

1)  Il  vizio  del  cavallo  che  impaurisce 
di  coso  insolite  che  incontra  per  via. 

ombrós,*  agg.  =  ombroso,  pieno  d'ombra, 
riparato  dal  sole. 

1)  Fig.  di  pers.  che  facilmente  piglia 
sospetto. 

2)  Di  cavallo  che  patisce  l'ombra. 
omelia,  s.  f.  =  omelia.  T.  ecclesiastico. 
omeopati  eli,  *  agg.  =   omeopatico  ;    che 

appartiene  alla  omeopatia. 

1)  Di  qualunque  cosa  data  o  presa 
in  dosi  più  che  minimo. 
omen,  (i)  s.  m.  pi.  di  òmm,  =  gli  uo- 
mini ;  *  omen  de  botéga  =  gli  uomini 
di  bottega,  i  garzoni;  on  esercii  de  qua- 
rantamila omen  =  un  esercito  di  qua- 
rantamila uomini. 

1)  Birilli:  ciascuno  dei  cinque  piccoli 
rulli  d'avorio  o  d'osso  che  si  mettono 
in  piedi  in  mezzo  del  biliardo,  perchè  lai 


ome 


-  535  - 


omo 


palla  li  faccia  cadere,  secondo  le  regole 
del  gioco. 

2)  àmia  in  di  omen  eont  là  eoa  = 
faro  i  birilli  colla  sua.  In  mil.  significa 
anclie  fare  il  proprio  danno,  darsi  la 
zappa  sui  piedi,  specialm.  adducendo  ar- 
gomenti elio  si  credono  favorevoli  a  noi 
0  ci  sono  invoco  dannosi. 

omeiiàri,  s.  m.  pi.  =  ominacci  :  usato, 
specialm.  dalle  donne,  in  senso  peg- 
giorativo. 

oiuenòu;  s.  m.  pi.  =  le  cariatidi,  che  so- 
stengono il  primo  piano  di  una  casa 
fabbricata  da  Leone  Aretino,  nella  via 
che  appunto  da  loro  si  chiama:  di  Ome- 
non  =  dogli  Omenoni. 

oiuètt,  s.  m.  =  ometto  :  uomo  di  mez- 
zana statura. 

1)  Omino:  di  fanciullo  savio,  giudi- 
zioso, serio. 

2)  Cappellinaio,  attaccapanni,  attac- 
cavestiti  :  arnese  di  ferro  o  legno  per 
appendervi  vestiti,  cappelli  o  altro.  Ce 
n'è  di  vario  fornie. 

3)  Grucce:  arnesi  di  legno  in  forma 
di  T  con  gancio  di  ferro  per  appendere 
gli  abiti  negli  armadi. 

4)  Trabiccolino  o  fungo.:  bastoncello 
per  posarvi  noli'  armadio  cappelli  da 
donna. 

5)  Birillo.  Più  comunen^.  usato  al  plui'. 
i  omen,  i  oniitt.  Vedi  óiueu,  1). 

0)  Monaco  :  travotta  di  mezzo  d'un 
cavalletto  di  tetto. 

omicidi,  *  s.  in.  =  omicidio  :  uccisione 
di  un  uomo  commessa  da  un  altro  uomo. 

omìn,  Ò-.  m.  =  omino:  omo  piccolo  della 
pers.  ma  non  senza  garbo. 

omisiòn,  s.  f.  =  ommissiono  :  l'omet- 
tere e  la  cosa  omessa  :  specialm.  nella 
frase:  stLÌvo  erór  e  omisiòn  =  salvo  er- 
rerò od  omissioni. 

omitt,  (i)  =  i  birilli.  Vedi   omètt,  5). 

òmm,  s.  m.  =  uomo  :  animale  ragione- 
volo  e  parlante:  s'intende  del  maschio 
e  della  femmina  ;  l'òmm  l'è  éogètt  à 
sbàlià  =  l'uomo  ò  soggetto  ad  errare  ; 
i  omen  hin  minga  etèrni  =■  gli  uomini 
non  sono  eterni. 

1)  Il  maschio  dell'umana  specie  :  on 
bòn  òmm  =  un  buon  uomo  ;  omm  pi- 
seinln  =  uomo  piccolo;  òm,m  càlcaa  = 
uomo  bassotto  ;  òmm  de  niesàtta  étà- 
tura  =  uomo  fra  le  duo  selle,  di  mezza 
tacca;  ne  grande  nò  piccolo. 


2)  on  mès'òmm  =  un  mezz'omo,  una 
cicca  d'omo:  piccolissimo. 

3)  òmm  in  etaa  =  uomo  in  età  :  vec- 
chiotto. 

4)  òmm  de  tèéta  =  uomo  di  testa: 
che  ha  senno  e  dottrina. 

5)  òmm  de  mond  =  uomo  di  mondo, 
dedito  allo  coso  del  mondo. 

6)  el  me  òììwi  =  il  mio  omo:  lo  donno 
del  volgo  lo  dicono  invece  di  marito. 

7)  òmm  éénèa  danee  l'è  on  mòri  in 
pee  =  uomo  senza  quattrini  è  un  morto 
che  cammina. 

8)  Chi  ò  addetto  a  qualche  bottega 
0  negozio;  ghe  màndàroo  el  me  òmm 
=  lo  manderò  il  mio  uomo;  Vòmm  che 
età  ài  baneh  =  l'uomo  che  sta  al  banco. 
Anche  di  chi  è  a  servizio  d'  una  fa- 
miglia. 

9)  vèsà  on  òmm  =  essere  un  uomo: 
persona  di  senno,  dogaa  di  stima. 

10)  ci  primm  òmm  =  il  primo  attore: 
nello  compagnie  drammatiche  quello  che 
fa  le  primo  e  più  difficili  parti. 

11)  C  Omm  de  prèia  =  l'uomo  di  pie- 
tra :  tra  noi  ò  una  statua  antica  con 
testa  dei  tempi  rozzi,  e  posta  non  lungi 
dal  tempio  di  S.  Carlo;  ed  ò  anche  un 
ottimo  giornale  umoristico  che  mantiene 
alta  la  tradizione  della  nobile,  onesta 
satira  meneghina. 

12)  bèi  òmm  =  balsamine:  fioro  noto. 

13)  òmm,  àsen  e  por  eh  se  pésen 
dòpo  mòri  =  dammi  l'uomo  morto;  il 
giudizio  sugli  uomini  va  dato  dopo  la 
morte. 

14;  *  òmen  e  i  tortèj  hin  sémper 
bèj  =  l'uomo  è  sempre  bello. 

omnia  pòsa,  (fa)  =  faro  tutto  il  possi- 
bile, ogni  sforzo  ;  far  tutto  quanto  sta 
in  noi.  Dal  latino. 

omnibiis,  s.  m.  =  omnibus:  gr-andi  car- 
rozze cho  noUo  città  per  un  dato  prezzo, 
conducono  le  persone  lungo  un  itine- 
rario assegnato. 

1)  on  trèno  òmnibus  =  un  treno  om- 
nibus: cho  non  ò  dirotto,  cho  si  forma 
a  tutto  lo  stazioni. 

2)  òmnibus  di  cdn  =  omnibus  dei 
cani:  la  carretta  collo  gabbie  dove  l'ac- 
calappiacani rinchiudo  per  via  i  cani 
accalappiati. 

omo,  s.  m.  =  l'uomo,  l'amico  ;  l'è  chi 
l'dmof  =  è  qui  l'amico! 

1)  el  vcn  l'omo  =  il  nibbio  cala. 
omogéni,    agg.  =   omogeneo,    simpatico, 


omo 


-  536 


ono 


geniale:  specialm.  di  lavori  che  si  fanno 
volentieri. 

omóu;  s.  in.  =  omono:  accrescit.  di  uomo. 

on,  art.  =  uno,  un  :  artic.  indetermin.  ma- 
schile singolare;  on  per,  on  pòmm.,  on 
òmm,  on  pàlàsé  =  un  pero,  un  pomo, 
un  uomo,  un  palazzo. 

óna,  art.  =  una:  artic.  indetermin.  fem- 
min.  singol.  ;  Óna  dCma,  dna  cà,  dna 
S'tràda,  Òn'àninia^  un'ara  =  una  donna, 
una  casa,  una  strada,  un'anima,  un'ora. 

onc,  s.  m.  e  agg.  =  unto.  Vedi  une  ;  an- 
che pei  derivati. 

ónda,  s.  f.  =  onda  :  acqua  agitata  dal 
vento  e  anche  da  una  corsa   violenta. 

1)  Moltitudine  grande  di  persone:  on- 
data ;  è  rivaa  on'  onda  de  pdpol,  che 
Vhà  sehisciaa  tiiscòés  =  arrivò  un'on- 
data, un'onda  di  popolo  che  ha  tutto 
calpestato. 

2)  Stria,  ondatura:  dei  capelli  ondu- 
lati. 

3)  risoti  à  ronda  =  risotto  all'onda; 
appena  cotto,  ancora  bollente,  levato 
dalla  pentola,  mentre  ancora  bolliva. 

on<1aa)  agg.  =  ondato  :  segnato,  fatto  a 
onde. 

oiulàda,  s.  f.  =  ondata:  colpo  di  onda. 

ondegiàmcnt;  *  s.  m.  =  ondeggiamento: 
l'ondeggiare  nel  fig.  cioè  l'essere  dub- 
bioso, incerto:  pendere  tra  un  pensiero 
e  un  altro. 

ondiilàsiòn,  *  s.  f.  =  ondulazione,  mo- 
vimento prodotto  dall'alzarsi  e  abbas- 
sarsi delle  ondo  e  d'ogui  altro  movi- 
mento che  gli  somigli. 

Oiidiilàtòri,*  agg.  =  ondulatorio  :  del  ter- 
remoto che  agita  la  terra  orizzontal- 
mente. 

onèst,  agg.  =  onesto  :  di  ciò  che  è  e  di 
chi  opera  conformo  alla  probità,  alla 
virtù,  all'onore. 

1)  Che  vive  secondo  le  leggi  del  pu- 
dore. 

onèstaa,  s.  f.  =  onestà,  probità:  astratto 
di  onesto,  e  più  particolarm.  per  la  pu- 
dicizia. 

Oiièstàmént,*  avv.  =  onestamente  :  con 
onestà,  secondo  le  leggi   dell'onestà. 

onèstìna,  s.  f.  =  bavaglino.  Vedi  bàii- 
scìua. 

ong,  V.  att.  =  ungere.  Vedi  ungr,  anche 
pei  derivati. 

ongia,  s.  f.  unghia.  Vedi  ùngia.  Anche 
pei  derivati. 


dnibiis,  s,  m.  =  omnibus.  Vedi  òmnibus. 

ònice,  s.  m.  =  onice:  pietra  preziosa. 

onipotènsa,  s.  f.  =  onnipotenza:  la  virtù 
di  poter  tutto  quanto  si  vuole. 

onipotènt,  agg.  =  onnipotente:  che  può 
molto  presso  altri. 

óuisC)  s.  m.  =  ontano,  alno:  sorta  d'al- 
bero, e  il  legno  di  quell'albero. 

onor,  s.  m.  =  onore:  la  stima,  la  ripu- 
tazione in  cui  uno  ò  tenuto:  ed  anche 
ciò  che  torna  ad  onore. 

1)  Riputazione  di  probità,  di  onestà, 
e  riferito  a  donna  :  pudicizia,  castità. 

2)  parola  d'onòr  =  jjarola  d'onore  : 
impegno  solenne. 

3)  piint  d'onòr  =  punto  d'onore:  quel 
sentimento  che  uno  ha  dell'onoro  pro- 
prio. 

4)  in  onòr  =  in  onore,  di  festa,  ri- 
cevimento e  sim.  fatto  per  onorare  ta- 
luno. 

6)  vègh  Vonor  de  fa  o  de  di  =  aver 
l'onore  di  faro  o  di  dire  :  tenersi  ono- 
rato di  faro  o  di  dire. 

6)  fàgh  onòr  à  tnin  =  fare  onore  a 
uno:  riuscir  d'onore.  Anche  di  cose  : 
l'è  on  giòin  che  ghe  fa  onòr  àia  écòla 
=  è  un  giovine  che  fa  onore  alla  scuola. 

7)  fàgh  onòr  =  fare  onore  ;  lo  diciamo 
anche  di  cosa  che  si  sia  offerta,  e  vale 
mostrar  di  gradirla,  farle  buona  acco- 
glienza. 

8)  fàéé  onòr  =  farsi  onore  :  riuscir 
bene  in  una  cosa  ;  fase  onòr  éénsa  nierit 
=  farsi  bello  del  sol  di  luglio. 

9)  fa  i  onori  de  cà  =  far  gli  onori  ; 
di  chi  a  una  festa,  a  un  convito  fa  lo 
accoglienze  di  padrone. 

10)  cavasela  eont  onòr  =  uscire,  riu- 
scire a  onore,  con  onore  in  alcuna  cosa; 
conduiia  a  fine  onorevolmente. 

11)  fàss  òn  bèlUonòr  =  farsi  un  bel- 
l'onore: iron.  far  cosa  che  non  ci  onora. 

12)  Onoratezza  :  qualità  di  chi  vive 
con  onore  ;  èii  l'onòr  de  quèla  persona, 
gh'è  niént  de  di  =  suU'  onoratezza  di 
quella  persona,  non  c'è  nulla  a  ridire. 

onora,  v.    att.    =  onorare  :    fare   onoro, 
rendere  onore,  ossequio. 
1)  Dar  fama,  onore,  lustro. 
onoraa,  agg.  =  onorato  :  colmo  d'onore. 
1)  Ohe  ticn  conto  del  proprio  onoro: 
t'èés  on  òmm  onoraa  =  essere  un  uomo 
onorato. 
onoràri,   s.   m.    =  onorario  :    stipendio, 


Olio  —  537  — 

provvisione  per  ufficio  d'arte  e  profes- 
sione liberale. 

1)  Agg.  eletto  a  solo  titolo  d'oaorc, 
senza  obblighi  ;  socio,  presidènt  ono- 
ràri =  socio,  presidente   onorario. 

oiioràtèsa,  s.  f.  =  onoratezza,  onestà. 

onorévol,*  agg.  =  onorevole  :  degno  di 
essere  onorato  :  meritevole  di  onore  ; 
l'ha  éèmper  tcgnilu  òna  condòta  ono- 
révol =  ha  sempre  tenuto  una  condotta 
onorevole. 

1)  Che  fa  onore  ;  g'han  daa  on  in- 
erir idi  onorévol  =  gli  hanno  dato  un 
incarico  onorevole. 

ouorevolmènt,  *  avv.  =  onorevolmente: 
con  onoro,  in  modo  onorevole. 

ouorìflcéiisa,  *  s.  f.  =  onorificenza,  ono- 
ranza: segno  d'onore  e  speoialm.  de- 
corazione. 

onorìflcli,*  agg.  =  onorifico  :  che  porta 
onore;  l'è  on  ineàrick  onorifìch  =  è  un 
incarico  onorifico. 

òiisa,  .«.  fi  =  oncia:  la  dodicesima  parto 
di  una  libbra. 

1)  Di  piccolo  poso  in  generale  :  et 
g'Iià  minga  àdòss  ón'òma  de  càrna  = 
non  ha  indosso  un'oncia  di  carne. 

2)  à  ons  à  om  =  a  once  :  a  poco  a 
poco  ;  morì  a  ons  a  ons  =  fare  una 
morte  lenta,  penosa.  y 

ónta,  (ad)  =  a  onta,  a  malgrado,  a  di- 
spetto: ad  ónta  de  tuli  i  sàcrifisi,  l'ha 
minga  podilii  ricsìgh  =  a  onta  di  tutti 
i  sacrifici,  non  ha  potuto  riuscirvi. 

opàccli,  *  agg.  =  opaco:  che  non  è  tra- 
sparente, non  è  diafano. 

1)  Di  suono  0  voce  :  velata,  non 
chiara. 

opàla,  s.  f.  =  opale:  pietra  preziosa,  di 
colore  bollissimo  e  cangiante. 

opàlìii,*  agg.  =  opalino:  che  ha  il  colore 
dell'opale. 

Òpera,  s.  f.  =  opera,  lavoro  :  ciò  che  è 
fatto  dall'uomo  o  dalla  natura. 

1)  opera  de  misericòrdia  =  opera  di 
misericordia  :  sette  azioni  morali  che 
hanno  per  fine  di  soccorrere  altrui.  E 
per  estons.  qualunque  altra  opera  van- 
taggiosa ai  bisognosi. 

2)  Per  lavoro  segnatani.  letterario  o 
artistico;  el  monilmént  del  Ròsa  à  Vi- 
tdri  Emànuèll  l'è  òna  gran  bela  òpera 
=  il  monumento  del  Rosa  a  Vittorio 
Emanuele  è  una  gran  bolla  opera. 

3)  Assol.   per    opera  in    musica  ;   el 


ope 

Vérdi  l'ha  seritt  tanti  dper  =  Verdi 
ha  scritto  molte  opere. 

4)  càpp  d'opera  =  capo  d'opera;  l'o- 
pera più  lodata,  più  bella. 

6)  òpera  pia  =  opera  pia:  istituzione 
avente  uno  scopo  caritatevole,   pio. 

6)  lìer  compi  l'opera  =  per  coinpir 
l'opei'a:  come  coronamento  dell'opera. 
Spocialm.  nel  senso  di:  quasi  non  ba- 
stasse il  resto,  anche  questa   capitò. 

7)  mrAt  in  òpera  quèicòs.s  =  mettere, 
porro  all'opera  checchessia,  servirsene, 
valersene,  ed  anche  metter  qualche  cosa 
in  condizione  da  poter  ossero  adoperato. 

8)  vede  vUn  à  l'opera  =  vedere  uno 
all'opera,  ai  fatti. 

opera,  v.  att.  =  operare:  produrre  effetto, 
fare  il  suo  effetto,  agire:  di  medicina. 
1)  T.  chirurgico  :  faro  l'operazione 
richiesta  dal  male  :  in  Italia  gh'è  ni- 
éùn  brào  de  opera  come  el  Baimi  =  in 
Italia  non  c'ò  alcuno  valente  nell'ope- 
raro  come  il  Bottini. 

operaa,  agg.  =  operato:  di  panno,  tova- 
glia, tela  e  sim.  quella  lavorata  in  modo 
che  vi  siano  rappresentati  fiori,  fogliami, 
animali  e  altri  disegni. 

1)  Part.  pass.:  chi  ha  subito  un'o- 
perazione chirurgica:  *  operaa  del  dolor 
Marconi  giiarìsen  quasi  éèmper  =  gli 
operati  del  dottor  Marconi,  guariscono 
quasi  sempre. 

operàbìl,  *  agg.  =  operabile:  che  si  può 
operare.  Nel  linguaggio  chirurgico  che 
può  essere  sottomesso  a  un'operazione. 

operìidòr,*  s.  m.  =  operatore  :  il  chirurgo 
che  opera,  dato  alla  pratica  dell'ope- 
rare. 

operàri,  s.  m.  =  operaio,  artiere,  arti- 
giano: chi  esercita  un'arto  meccanica, 
manuale,  un  mestiere. 

operàsìòn,  s.  f.  =  operazione:  l'atto  e 
l'effetto  dell'operare. 

1)  Per  i  banchieri  e  i  negozianti  : 
negozio,  affare. 

2)  T.  chirarg.  l'operare  del  chirurgo 
sull'ammalato. 

3)  T.  aritm.:  calcolo;  i  primm  quà- 
ter  operàéiòn  =  le  primo  quattro  ope- 
razioni; g'han  daa  on  quesiti  con  tré 
operàsión  =  gli  hanno  dato  un  quesito 
con  tre  operazioni:  a  risolvere  il  quale 
occorrono  tre  operazioni. 

operèta,  s.  f.  =  operetta:  dim.  di  opera. 
Comunem.    nel   senso    di  rappresenta- 


ope 


-  538  - 


or 


/iono  teatrale  mista  di  musica  e  prosa, 
di  soggetto  giocoso,  e  anche  burlesco. 

operali,  s.  m.  e  più  sposso  operóiia,  s.  f. 
=  operone,  operona  :  opera  in  musica 
grande,  che  richiedo  molto  apparato 
scenico:  qiiìj  del  Vàghner  hin  tùli  ope- 
rònn  =  quello  di  Wagner  .son  tutte 
operone. 

òpì,  s.  VI.  =  oppio:  sostanza  estratta  dal 
papavero  o  forte  narcotico. 

opinion,  s.  f.  =  opinione  :  acconsenti- 
mento  dell'intelletto  in  un  dato  giudizio, 
non  senza  dubbio.  Molti  dicono  iipì- 
niòn. 

1)  Stima,  riputazione  che  si  ha  di 
\ina  persona;  del  tò  àoeàtt  g'ìio  poca 
opinion  =  del  tuo  avvocato  non  ho  molta 
opinione. 

2)  mgh  ci  coràgg  di  éò  opinion  = 
avere  il  coraggio  della  propria  opinione; 
manifestarla  francamente,  senza  rispetti 
umani. 

3)  vèsé  d'opinion  =  essere  d'opinione, 
portare  opinione  ;  credere,  stimare,  pen- 
sare. 

4)  vèés  de  l'opinion  d'on  tLlter  =  es- 
sere dell'opinione  di  un  altro  ;  erodere 
quel  medesimo  che  un  altro  credo. 

opònes,  ».  rifl.  =  opporsi,  contrastare, 
avversare  ;  cercar  di  impedire. 

opònn,  V.  alt.  =  opporre  ;  addurrò  con- 
tro, contrapporre  ;  di  ragioni,  argo- 
menti e  sim.  Molti  dicono  però  ancora 
più  volentieri  dì  cóntra. 

oponjiii,  pari.  =  opposto,  da  opporre. 

oportun,  agg.  =  opportuno  ;  di  tempo, 
comodo,  utile  a  far  checchessia  :  di  cosa, 
che  viene  a  tempo  ;  di  luogo,  comodo, 
vantaggioso,  «acconcio. 

oportiìnist:!,*  s.  m.  =  opportunista  :  chi 
si  regola  più  secondo  l'opportunità,  che 
secondo  coscienza. 

oportiinitaa,  s.  f.  =  opportunità  :  cosa, 
tempo  opportuno. 

oposisiòn,  s.  f.  =  opposizione,  contradi- 
zione, contrarietà. 

1)  Nel  linguaggio  politico  la  parte 
che  si  oppone  alla  politica  di  chi  go- 
verna. 

oposìtór,*  s.  in.  =  oppositore  :  chi  fa 
opposizione,  nel  significato  politico. 

opost,  pari.  =  opposto  ;  à  l'opòst  =  al- 
l'opposto, all'incontro. 

oprèsiòn,  s.  f.  =  oppressione,  oppres- 
sura,  ambascia:  l'opprimere  e  l'essere 
oppresso,  ma  più  specialm.   quel    sen- 


timento di  peso  doloroso  al  petto  che 
ci  fa  compierò  j)enosamente  la  respi- 
razione. 

oprimènt,  *  agg.  =  opprimente  :  che 
opprimo,  specialmente  nel  senso  di 
oprìmm,  2). 

opri  nini,  v.  alt.  =  opprimere  :  aggravare 
con  superiorità  di  forze  o  con  soprusi. 

1)  Di  peso  ;  aggravare  assai  o  quasi 
schiaccìai'o  chi  lo  porta, 

2)  Fig.  di  noia,  caldo,  afa  ;  l'è  dna 
giornàda  che  oprimm  =  è  una  gior- 
nata che  opprime. 

opta,  V.  alt.  =  optare,  preferire. 

òpur,  *  cong.  =  oppure,  ovvero,  o  ;  cong. 
disgiuntiva. 

opuscol,  *  s.  ni.  =  opuscolo  :  operetta  di 
poca  mole. 

5r,  s.  m.  =  oro  :  metallo  prezioso  ;  òr 
niàsiés  =  oro  sodo,  tutt'oi'O,  oro  massic- 
cio ;  or  fin,  òr  bàés  =  oro  fino,  oro 
basso  ;  òr  fàls  =  oro  falso  ;  metallo  che 
imita  l'oro  ;  òr  giàld  =  oro  velato. 

1)  paga  in  òr  =  pagare  in  oro  :  usando 
monete  d'oro, 

2)  on  àfàri  d'or  =  un  affare  d'oro; 
molto  lucroso. 

3)  boeu  d'or  =  bue  d'oro  :  ricco  ed 
ignorante. 

4)  vèss  come  V  òr  e  'l  fèr  =  esser 
cent' ori  a  petto,  al  confronto,  al  para- 
gone di  un  altro,  o  di  un'  altra  cosa  ; 
valere  assai  di  più,  essere  molto  mi- 
gliore. 

5)  nànea  à  qiiàtàìnm  d' òr  =  neanche 
a  coprirmi  d'oro  ;  nànea  per  tiltt  l'or 
del  moìid  =  neanche  per  tutto  l'oro  del 
mondo.  Frasi  che  si  usano  per  dire  che 
per  nessun  premio,  utile,  onore,  si  fa- 
rebbe una  data  cosa. 

6)  vàri  tànt'òr,  o  vàri  tànt'òr  come 
'l  pésa  =  valer  taut'oro,  e  valer  tan- 
t'oro  quanto  pesa  ;  avere  molta  capa- 
cità, molto  pregio  :  di  pers.  o  di  cosa. 
Si  dico  anche  ;  vèàé  dna  góta  d'or  = 
essere  una  gocciola  d'oro. 

7)  à  pes  d'or  =  a  peso,  a  bilancia 
d'oro  ;  comprare,  vendere  a  carissimo 
prezzo. 

8)  òmm  d'or,  eoeur  d'or  =  uomo  d'orOj 
cuor  d'oro  ;  pieno  di  bontà. 

9)  l'è  minga  tiitt  òr  quèll  che  lii 
siss  =  non  è  tutt'oro  quel  che  riluce; 
non  si  deve  stare  allo  apparenze. 

10)  òr  de  Nàpoli  =  oro  di  Napoli  ; 
oro  basso  ;  òr  de  Bologna  =  oro  di  Be'; 


ora 


539  — 


ora 


logna  ;  falso.  Noi  diciamo  ;  or  de  Bo- 
logna ch'el  diventa  roàé  per  là  vergo- 
gna =  oro  di  Bologna  che  arrossisce 
por  vergogna. 

11)  Vòr,  =  gli  ori:  orerie,  oggetti 
d'oro:  el  g'hà  compraa  l'or  de  sposa 
=  le  ha  comperato  gli  ori  da  sposa. 

12)  fa  i  2)ont  d'or  =  fare  il  ponto 
d'oro  :  usare   tutti  i  riguardi. 

13)  giUét  cóme  l'or  =  esattissimo  in 
peso  e  in  misura. 

óra,  .s'.  f.  =  ora  ;    spazio    di    tempo  ;    la 
ventiquattresima  parte  di  un  giorno. 

1)  òr  =  ore  :  al  plur.  per  indicare 
che  ore  sono;  ài  des  or  =  alle  dieci 
ore  ;  hin  quàtr'or  =  sono  le  quattro  ore. 
Si  può  tacere  il  nome  or.  Per  le  mez- 
z'oro in  mil.  si  dice  m^sa,  non  mezzo 
come  in  ital.  ;  ài  noeuv  e  mesa  =  alle 
novo  0  mezzo. 

2)  o«'  ora  d'orològg  =  un'ora  d'oriolo, 
un'ora  intera  ;  precisa  lo  spazio  del 
tempo.  Invece  ;  òn'òra  =  un'ora,  indica 
uno  spazio  di  tempo  non  proprio  pre- 
cisato ;  ghe  voeiir  òn'  óra  à  dectdes  = 
ci  vuole  un'ora  a  decidersi. 

3)  vèés  là  eoa  ora  =  essere  la  sua 
ora  ;  esser  giunti  al  momento  di  mo- 
rire. 

4)  L'ora  della  giornata  nella  quale 
siamo  soliti  faro  tale  o  tal' altra  cosa  ; 
Vora  del  disnti  =  l'ora  del  pranzo  ; 
l'ora  de  àndà  in  lèti  =  l'ora  d'andare 
a  letto. 

5)  fa  vegriì  l'ora  de...  =  far  1'  ora 
di...;  impiegare  il  tempo  che  manca  a 
queir  ora. 

6)  Ve  óra!  el  sàriés  óra!  =  è  ora! 
sarebbe  ora  !  Dice  con  un  po'  di  risen- 
timento che  sarebbe  tempo  di  fare  una 
cosa. 

7)  l'è  óra  =  è  in  tavola  ;  siam  pronti. 
Anche  :  è  arrivato  il  momento  di  fare 
qualunque  altra  cosa. 

8)  vègh  minga  d'ora  =  non  avere 
ora  ;  non  aver  recapito  fìsso  a  una 
data  ora. 

9)  no  vede  l'ora  =  non  veder  1'  ora 
di  fare  una  cosa,  parere  ogni  ora  mille  ; 
un'ora  di  mille  ;  tardarci  assai  che  una 
cosa  desiderata  si  faccia  ;  no  vedeva 
l'ora  de  vcgnì  à  cà  =  mi  pareva  ogni 
ora  mille  che  venissi  a  casa. 

10)  fa  i  ór  =  passare  le  ore  del  ri- 
poso :  di  operai  quando  riposano  per 
la  colazione,  e  a  mezzogiorno. 


11)  à  bon'  óra  =  a  buon'  ora,  di 
buon'ora  :  di  buon  mattino. 

12)  à  bàs'  óra  =  verso  sera  :  nelle 
ore  tarde  del  giorno. 

13)  à  or  =  a  oro;  a  un  tanto  all'ora*,. 
tceu  à  nòli  là  biciclèta  à  ór  =  pren- 
dere a  nolo  la  bicicletta  a  ore. 

14)  à  et' óra  =  a  quest'ora  ;  a  quel 
punto  in  cui  una  cosa  deve  essere  av- 
veimta;  ed  anche  di  tempo  troppo  lungo 
che  duri  una  cosa  ;  à  et' óra  éèra  giàma 
àndaa  e  tornaa  des  vòlt  =  a  quest'ora 
era  già  andato  e  ritornato  dieci  volte. 

15)  d'ora  in  Óra,  da  on'óra  à  V  fil- 
tra =  d'ora  in  ora,  da  un'ora  all'altra; 
di  momento,  in  momento  ;  fra  poco. 

óra,  avv.  di  tempo  =  ora.  Non  si  usa 
che  ripetuto  ;  Óra  'l  dis  óna  ròba,  Óra 
ón'  altra  =  ora  dice  una  cosa,  ora  un'al- 
tra ;  óra  rè  chi,  Óra  l'è  là  =  ora  è 
qui,  ora  è  là.  Di  cose  che  seguono  a 
si  fanno  a  non  lunghi  intervalli. 

oràcol,  s.  m.  =  oracolo  ;  di  pers.  di  gran 
sapere  ed  autorità  ;  V  è  tegniiU  cóme 
V oràcol  =  è  tenuto  come  l'oracolo. 

oràda,  s.  f.  =  orata  ;  sparus  aurattts  ; 
sorta  di  pesce  di  mare. 

oràdèll;  s.  m.  =  orlo,  orlatura  ;  lembo 
di  tela,  panno,  ecc.,  rivoltato  sopra  di 
se,  poi  cucito  a  soppunto,  perchè  la 
tela  0  il  panno  non  si  sfilacci. 

1)  oràdèll  à  sgiór  =  orlo  afllato,  a 
giorno  ;  quello  che  si  fa  levando  dalla 
tela  alcuni  fili,  e  così  esso  viene  come 
a  traforo. 

orai,*  agg.  =  orale  :  a  viva  voce.  Me- 
glio si  dice  à  >'ós  =  a  voce  :  di  lezioni, 
esami,  risposte,  ecc.  * 

oramai,*  avv.  =  oramai,  ormai  :  arrivati 
fin  qui  ;  oramai  l'è  mèj  penéàgk  pie  = 
ormai  è  meglio  non  pensarci  più. 

oràngotàn,  s.  m.  =  orangutan,  orangu- 
tango ;  una  delle  scimmie  antropo- 
morfo ;  simia  satyrus  ;  el  g'  ha  óna 
gran  fàcia  d'  oràngotdn  =  ha  pur  la 
faccia  di  orangutan. 

oràosg,  agg.  =  arancio,  aranciato  ;  di 
colore  simile  a  quello  del  frutto  dello 
stesso  nome.  Dal  frauc.  orange. 

oràri,  s.  m.  =  orario  :  quella  tabella,  o 
quel  libro  di  tabelle,  che  determina  le 
ore  in  cui  si  farà  qualche  cosa  ;  l'oràri 
di  esàmm  =  l'oi'ario  degli  esami  ;  l'o- 
ràri di  mésa  =  l'orario  delle  messe  ; 
V oràri  déla  ferovia  =  V  orario  della 
ferrovia. 


ora 


-  540  - 


ord 


oràsióii,  s.  f.  =  prece,  preghiera.  Vedi 
oresìòn. 

«ràtòr,*  s.  m.  =  oratore  ;  chi  sa  parlare 
in  pubblico. 

oratòri,  s.  m.  =  oratorio  ;  luogo  sacro 
dove  si  fa  orazione  e  si  celebrano  an- 
che le  messe  ;  cappella. 

1)  Kicreatorio  annesso  per  lo  più  a 
tali  luoghi  dove  alle  feste  si  radunano 
i  fanciulli  per  spasso. 

Òrb,  s,  VI.  =  cieco  ;  che  non  ci  vede. 

1)  ròbh  che  ved  anca  on  drb  =  cose 
che  vede  anche  un  cieco;  evidentissime. 

2)  bòtt,  legnaci  de  drb  =  botto,  le- 
gnate da  orbi,  molto  e  sode. 

3)  drb  =  buio,  senza  luce:  coridòr  drb, 
stànsa  orba  =  corritoio  buio,  stanza  buia. 

Òrba,  (à  1')  =  al  buio  ;  ■vèsé,  tegnì  à 
l'orba  de  tiitt  =  essere,  tenere  al  buio 
d' ogni  cosa  ;  non  saperne,  non  lasciarne 
saper  nulla. 

1)  àndà  à  V  òrba  =  procedere,  fare 
a  moscacieca  ;  agire  senza  riguardo  a 
nessuno. 

orbesin,  *■.  m.  =  cecilia,  lucignola.  Vedi 

gÌ<àS(BU. 

«rbètt,  s.  m.  =  cicchino  :  lo  diciamo 
spocialm.  di  quelli  che  per  guadagnarsi 
il  pane  vanno  intorno  suonando  qual- 
che strumento,  od  anche  semplicemente 

'  di  quei  ciechi  che  vanno  limosinando. 

«rbìu,  s.  m.  =  ciechino  :  dim.  di  cieco. 
Vedi  orbètt. 

1)  vègh  nànea  on  quàtrin  de  fa  canta 
l'orbìn  =  non  avere  il  becco  d'un  quat- 
trino, non  aver  da  far  cantare  un  cieco. 

^bisèll,  s.  m.  =  abbaino  :  finestra  sopra 
tetto  per  uscire  su  questo  e  per  dar  luco 
alla  soffitta. 

orbisoeù,  s.  m.  =  cecilia,  lucignola.  Vedi 
gìàsoeù. 

«rbisoeùla,  (gifìgà  à  1')  =  giocare  a  mo- 
scacieca :  sorta  di  gioco  puerile. 

orchèstra ,  s.  /".  =  orchestra  :  luogo  presso 
il  palcoscenico  dove  stanno  i  suonatori 
0  tutti  i  suonatori  presi  insieme. 

orchestrai,*  agg.  =  orchestrale  :  aggiunto 
di  musica  da  eseguirsi  in  orchestra. 

1)  societaa  orchèètràl  =  società  or- 
chestrale ;  composta  da  suonatori. 

orchestrina,*  s.  f.  =  orchestrina  :  di 
pochi  suonatori,  ma  buoni. 

orchèstròna,*  s.  f.  =  orchestrona  ;  com- 
posta di  bravi  suonatori. 

òrco,*  s.  m.  =  orco:  l'è  on  òrco,  là  par 
on  drco^  l'è   briitt,    o    bruta    come   on 


orco  =  è  un  orco,  paro  un  orco,  è  brutto 
0  brutta  come  un  orco  ;  di  uomo  o 
donna  bruttissimi. 

ordègii,  s.  m.  =  ordigno,  ordegno  :  nome 
generico  di  qualunque  arnese  o  stru- 
mento meccanico. 

1)  La  struttura  e  il  congegno  di 
checchessia  ;  l'è  on  ordègn  eomplicaa 
come  =  è  un  ordigno  complicato  assai.  \ 

ordì,  V.  alt. .  =  ordire  :   distendere    i   fild 
sul  telaio  per  far  la  tela.  ^ 

ordii,  s.  m.  =  ordito  :  i  fili  distesi  sul 
telaio  per  far  la  tela,  il  panno,  o  il 
drappo. 

ordidóra,  s.  f.  =  orditora;  donna  che 
ordisce. 

ordidura,  s.  f.  =  orditura,  ordito  :  lo 
fila  distese  sull'orditoio. 

órdin,  s.  m.  =  ordine  :  disposiziono  e 
collocamento  delle  cose  secondo  un  de- 
terminato concetto. 

1)  mètt  in  órdin  o  à  l'òrdin  =  met- 
tere, porre  in  ordine,  ordinare,  asse- 
stare, accomodare  ;  mettere  ogni  cosa 
al  suo  posto,  in  buon  ordine. 

2)  métes  in  drdin  =  ravviarsi  ;  il 
lavarsi,  vestirsi  appena  che  si  è  alzati 
dal  letto. 

3)  in  drdin  =  in  ordine,  in  sesto,  in 
assetto  ;  vèèé  in  ordin^  à  l'òrdin  =  es- 
sere in  ordine,  all'ordine;  essere  ap- 
parecchiato, assettato,  pronto. 

4)  vèèè  ài  so  drdin  =  essere  ai  suoi 
ordini  ;  essere  suo  dipendente,  stare  ai 
suoi  comandi. 

5)  Per  comando  ;  l'ha  ricemiu  l'òr- 
din de  partì  sUbit  =  ha  ricevuto  l'or- 
dine di  partir  subito. 

6)  Per  il  grado  in  cui  si  pone  una 
persona  o  una  cosa  secondo  il  merito 
0  il  pregio  di  essa  ;  Ve  on  albèrgo  de 
segónd  drdin  =  è  un  albergo  di  secondo 
ordine. 

7)  Per  commissione  ;  el  </'  ha  daa 
l'òrdin  de  fàgli  tré  para  de  scàrp  = 
gli  diede  l'ordine  di  fargli  tre  paia  di 
scarpe. 

8)  òrdin  del  giórno  =  ordine  del 
giorno.  Vedi  griòrno. 

9)  i  òrdin  =  gli  ordini  sacri. 
ordina,  v.  att.  =  ordinare  :  disporre,  met- 
tere le  cose  in  ordine. 

1)  Comandare,  dare  ordini;  e  si  usa 
anche  assolutam.  senza  l'oggetto. 

2)  Eiferito  a  prescrizioni  mediche  ; 
el  dotòr  el  m'ha  ordinaa  là  cura  del 


ord 


541 


ore 


fèr  =  il  modico  mi  ha  ordinato  la  cura 
del  ferro. 

3)  Di  cibi,  di  bevande  ;  dare  ordine 
che  siano  fatte,  farsele  portare  ;  de  éò- 
lit  ordini  dna  cotelèta  =  por  solito  or- 
dino una  costoletta  ;  f  hee  ordinaa  i 
sorbètt  ?  =  hai  ordinato  i  sorbetti  '? 

4)  Por  comandar  che  uno  faccia  : 
g'hoo  ordi'/ma  ài  sari  on  para  de  càl- 
àón  =  ho  ordinato  al  sarto  un  paio  di 
calzoni. 

ordiuaa,  agg.  =  ordinato:  di  chi  ama 
l'ordine  e  tiene  in  ordine  le  proprie 
cose. 

ordinànsR)  *  s.  f.  =  ordinanza,  dome- 
stico ;  il  soldato  addetto  al  servizio  di 
un  ufficiale, 

ordinàri,  agg.  =  ordinario,  consueto  ; 
che  per  solito  si  fa,  o  avviene  ;  l'è  là 
mia  vita  ordinària  de  tùli  i  dì  =  è\& 
mia  vita  ordinaria  di  tutti  i  giorni.  Usa 
meglio  però  ancora  solit,  femm.  sòlita. 

1)  Koba  dozzinale,  di  poco  conto  ; 
téla  ordinaria  =  tela  ordinaria  ;  péli 
ordinària  =  ijelle  ordinaria  ;  eoràmm 
ordinàri  =  cuoio  ordinario. 

2)  on  ornili  ordinàri  =  un  uomo  or- 
dinario, di  maniero  grossolane,   rozze. 

ordinàriòtt,  agg.  =  ordinarione  :  un  po' 
dispregiat.  di  ordinàri,  nel  signific.  2). 

ordinàsión,    s.  f,   =  ordinazione;    com- 
missiono, incombenza,  comando. 
1)  Prescrizione  del  medico,  ricetta. 

ordiò,  -s-.  m.  -  orditoio  ;  quell'i  strumento 
a  modo  di  subbio  sul  quale  si  ordisce. 

ordìoetìla,  ordiroeiila,  s.  f.  =  panca, 
cannaia  :  strumento  di  legno  a  guisa 
di  panca,  con  corte  cassetto,  nelle  quali 
gli  orditori  mettono  i  gomitoli  per  ordire. 

orégìa,  s.  f.  =  orecchio  ;  al  piar,  orècc  : 
organo  dell'udito  ;  vèès  dilr  d'orègia  = 
esser  duro  d'orecchio  ;  stentare  a  per- 
cepire i  suoni. 

1)  Per  il  padiglione,  o  la  parte  estorna 
dell'orecchio  ;  el  gràéèll,  el  polpàètrèll 
de  Vorègia  =  il  lobo  dell'orecchio. 

2)  vègli  orègia  =  avere  orecchio  :  ri- 
ferito a  cose  musicali,  aver  la  facoltà 
di  percepire  e  ritenere  i  suoni,  1'  in- 
tonazione, l'armonia,  le  frasi  melodiche. 

3)  canta,  Sona  a  orègia  =  cantare, 
sonare  a  orecchio,  a  aria  ;  talvolta  non 
sapendo  neanche  la  musica. 

4)  fa  orègia  de  mercànl  =  fare  orec- 
chio da  mercante  ;  far  vista  di  non  in- 
tendere una  cosa  che  a  noi  non  garba. 


5)  éonà  i  orèce  =  cornai-e,  fischiare 
gli  orecchi  ;  immaginare  che  altri  parli 
di  noi,  sia  in  male  che  in  bene. 

Q)  vegnt  à  Vorégia  =  giungere  agli 
orecchi  ;  venire  alle  orecchie,  sentir 
dire. 

7)  mètt  on  pùres  in  l'origia  =  met- 
tere altrui  una  pulce  negli  orecchi,  in 
un  orecchio  ;  far  sospettare,  mettere  in 
sospetto  fastidioso  e  doloroso. 

8)  dì  in  d'  on'  orègia  =  dire  in  un 
orecchio  ;  confidare,  dire  in  segreto. 

9)  vesè  tiitt  orice  =  stare  cogli  orec- 
chi, a  orecchi  levati  o  tesi  ;  stare  in 
orecchi  ;  stare  intentissimo  per  ascol- 
tare. 

10)  tira  i  orècc  =  tirar  gli  orecchi  ; 
per  scherzo  nel  giorno  onomastico,  e 
fig.  fare  ad  altri  una  ramanzina. 

li)  éentl  coi  so  orècc  =  sentire  co- 
gli orecchi  propri  ;  essere  testimonio- 
di  udita. 

12)  fa  là  boea  fina  ài  orèce  =  far 
la  bocca  fino  agli  orecchi:  di  chi  si 
compiace  dei  danni  altrui. 

13)  nèta  orècc,  spàsa  orècc  =  stuz- 
zicorecchi  ;  piccola  asticciola  d'  avorio 
0  d'altro,  terminata  in  cucchiaio,  per 
togliersi  il  cerume  degli  orecchi. 

14)  de  éf  orègia  no  glie  senti  =  tu 
parli  al  muro,  parli  a  un  sordo. 

15)  scalda  i  orècc  =  scaldare  Io  orec- 
chie, dare  alla  testa  ;  di  vino  generoso. 

16)  Branchie  :  quello  dei  pesci. 

17)  La  parte  prominente  di  molto 
cose,  fatta  a  gaisa  d'orecchio. 

18)  Penna  ;  la  coda  del  martello. 
19j  La  ripiegatura  che  si  fa  agli  an- 
goli delle  pagine. 

20)  Quella  parte  dell'aratro  che  im- 
pedisce alla  terra  tirata  su  di  ricascare 
nel  solco. 

oregriàda,  ò\  /'.  =  orecchiata  ;  tirata  d'o- 
recchi. 

oregiàtt,  agg.  =  orecchiuto  :  clie  ha 
grandi  e  grosse  orecchie. 

1)  Orecchiante  ;  che  canta  o  suona 
a  orecchio,  senza  conoscere  la  musica. 

oregrìn,  s.  m.  =  orecchino ,  pendente, 
boccola  :  ornamento  delle  donne.  Vedi 
bòcola. 

1)  L'  orecchio  dell'  animale  elio  si 
condisce  o  cucina. 

oregìna,  s.  f.  =  orecchina,  orecchietta  ; 
dim.  di  orecchio,  orecchio  piccolo  o 
grazioso. 


-  542  - 


ori 


1)  Entra  nella  canzonetta  infantile  ; 
oghi  bèli,  éo  fràdèll,  ecc.  Vedi  delìn, 
delin,  1). 

«región,  s.  m.  pi.  =  orecchioni,  gattoni  : 
nome  volgare  della  carotide,  che  è  gon- 
fiezza di  glandule. 

orelògg,  s.  m.  =  orologio.  Vedi  orològg. 

orendèsa,*  s.  f.  =  orrendezza,  orrendità. 

«rendo,  agg.  =  orrendo,  ombile  ;  che 
desta  orrore:  specialm.  di  pers.  o  cose. 

■oresióu,  s.  f.  =  orazione,  preghiera, 
prece. 

1)  legni  i  man  in  oràsiòn  =  stare 
a  mani  giunte,  far  Gesù  colle  mani. 

2)  di  polid  i  so  oreéion  =  farsi  onoro 
a  tavola,  mangiare   molto  e   di  gusto. 

oréta,  s.  f.  =  oretta  :  dim.  di  ora  ;  ora 

non  bene  completa. 
■oréves,  s.   m.  =  orefice,  orafo  :    chi   fa 

lavori  d'oro  e  d'argento,  lega   gioie  e 

fabbrica  gioielli. 

1)  Gioielliere  :  chi  ne  fa  mercanzia. 

2)  orévcs  de  fin  =  minutiere  :  chi  fa 
i  gentili  lavori  di  minuteria  ;  oreaes  de 
gròéè  =  grossiere. 

orfàiiotrofl,  s.  m.  =  orfanotrofio  ;  luogo 

pio  ove  si  ricoverano    ed  educano    gli 

orfani.  Vedi  màrtinitt. 
Òrfen,  s.  m.  =   orfano  :    fanciullo    privo 

di  padre  o  madre,  o  d'uno  dei  due. 
orgànich,*  agg.  =  organico,  organizzato: 

che  ha  organi. 

1)  s.  m.  :  il  complesso  degli  elenchi 

del  personale  di  una  grande  azienda  e 

delle  norme  che  lo  dirigono. 
orgànìsà,  v.  alt.  =  organizzare  :  ordinare, 

disporre  ;  organisti  dna   bela   fèsta    = 

organizzare  una  bella  festa. 
-orgànisàsiòn,  s.    f.    =    organizzazione  : 

la  maniera  con  cui  un  corpo  è    orga- 
nizzato. 
orgànsin,  s.  m.  =  orsoio  :  seta  stata  torta 

due  volte  al  filatoio,  la  quale   serve  a 

ordire. 
■orgasmo,  s.   m.    =    orgasmo.    T.    med. 

straordinaria  e    impetuosa   eccitazione 

dell'organismo. 
1)  Fig.  grande  agitazione  dell'animo; 

l'è  in  d^on   orgasmo   de  no    dì  per   i 

esàmm  =  è  in  un   orgasmo  da  non  si 

dire  per  gli  esami. 
irglieli,  s.   m.  =  organo  :    strumento   a 

tastiera,  composto  di  canne,  alle  quali 

si  d.à  fiato  per  mezzo  di    mantici  e  si 

adopera  nello  chiese. 

1)   Organo,   cantoria  ;    palco   o   rin- 


ghiera, nelle   chiese   dove  è   l'organo  ; 
àndà  sii  l'drghen  =  salire  sull'organo. 

2)  vèàé  come  i  cànn  d'òrghen  =  os- 
sero come  le  canne  degli  organi,  es- 
sere come  lo  dita  ;  di  bambini  scalati 
0  piccoli. 

3)  ronip,  éecà  i  orghen  =  rompere 
i  timpani,  seccare  molto,  noiare. 

orghenìn,  s.  m.  =  organetto  ;  dim.  di 
òrgheii  =  organo. 

1)  Organino  :  so  il  mantice  è  menato 
dallo  stesso  sonatore.  Dicesi  più  vo- 
lentieri fisarmonica. 

2)  Quello  portatile  a  forma  di  ar- 
madio :  organetto  a  manovella. 

orglienìsta,  s.  m.  =  organista:  sona- 
tore d'organo. 

1)  Organaio:  artefice  che  fa  gli  or- 
gani, fabbricante  d'organi. 

Òrgia,  *  s.  f  =  orgia  :  qualunque  scostu- 
mato 0  sfrenato  tripudio. 

orgnètt,  s.  m.  =  occhialetto,  occhialino: 
occhiali  che  non  si  tengono  fissi  agli 
occhi,  ma  si  mettono  al  bisogno.  Dal 
frane.  :  lorgnette.  Si  dice  anche  al  plur.: 
*  orgnètt  =  le  lenti. 

orgdli,  *  s.  m.  =  orgoglio  :  il  troiipo  ■ 
presumere  di  sé  stesso. 

1)  Vanto,  onore  di  altri;  elmèfio&h 
Ve  el  me  orgdli  =  mio  figlio  è  il  mie 
orgoglio. 

2)  Alterezza  :  sentimento  per  cui  uno 
si  tien  lontano  da  ogni  atto  che,  seb-j 
bene  dovesse  tornargli  utile,  potesse 
anche  solo  parere  men  degno. 

orgoliòs,   *   agg.  =    orgoglioso,    altero 
pieno  d'orgolio,  altiero. 

1)  Che  mostra  orgoglio  ;  l'è  dna  ri- 
spdéta  orgoliósa  =  è  una  risposta  or- 
gogliosa. 

2)  vèàé  orgoliòs  de...  =  essere  orgo- 
glioso d'una  cosa  o  d'una  persona; 
andarne  superbo,  tenersene;  éont  or- 
goliòs déla  amicìzia  del  Petrdehi,  déla 
afesiòn  de  l'Ascoli  =  sono  orgoglioso 
dell'amicizia  del  Petrocchi,  della  affe- 
zione dell'Ascoli. 

orìbil,  *  agg.  =  ombile;  che  fa  inorri- 
dire, spaventoso,  orrendo  :  di  coso,  di 
pers.  ;  in  senso  proprio  e  in  senso 
figurato. 

òrì«ì,  agg.  =  orrido:  che  desta  orrore, 
per  gran  bruttezza. 

1)  s.  m.  Luoghi  belli  noi  loro  orrido  ; 
l'drid  de   Oéten    =  l'orrido   di  Osteno. 


ori 


543 


oro 


oridèsa,  s.  f.  =  orridézza;  l'essere  or- 
rido, la  qualità  dell'orrido. 

oriènt,  *  s.  m.  =  oriente:  dei  punti 
cardinali  quello  da  cui  i)are  che  levi 
il  solo,  e  i  luoghi  della  terra  corrispon- 
dente a  quel  punto. 

orientili,  *  agg.  =  orientale  ;  che  è  dalle 
parti  d'oriente. 

orieiitàss,  *  ^'.  rifl.  =  orientarsi  :  tro- 
vando l'oriento  riconoscere  il  proprio 
punto  geografico. 

1)  Fig.,  raccapezzarsi,  chiarire  le 
proprio  condizioni  per  sapersi  regolare. 

orìg'in,*  s.  f.  =  origino  :  principio,  co- 
mincianiento  qitèll  fàlimènt  l'è  èiàda 
Vorìgin  de  tùli  i  me  màlànn  =  quel 
fallimento,  fu  l'origine  di  tutte  le  mie 
disgrazie. 

1)  in  orìgin  =  in  origine  :  nei  prin- 
cipi, agli  inanzi. 

originai,  *  agg.  =  originale:  tutto  ciò 
che  non  è  stato  copiato  o  imitato  da 
altri:  e  di  scrittore,  di  artista  che  fa 
di  suo,  che  non  imita. 

1)  Di  pensiero,  idea,  partito  che  ha 
del  nuovo. 

2)  càràier,  ùmm,  iosa,  mari  origi- 
nai =  carattere,  uomo,  ragazza,  marito 
originale:  che  ha  dello  strano,  del 
bizzarro.  Si  dice  anche  :  stravagante, 
topico,  bizzarro.  ^ 

originai,  s.  m.  =  originale:  quella 
scrittura,  o  quell'opera  che  è  uscita 
dallo  mani  dell'autore  e  dalla  quale  si 
traggono  lo  copio. 

1)  Il  manoscritto  dal  quale  gli  stam- 
patori  compongono. 

2)  Di  persona  rispetto  al  suo  ritratto. 

3)  Di  opera  in  lingua  straniera,  ri- 
spetto allo  traduzioni. 

4)  Cajìo  armonico,  capo  ameno  ;  di 
cervello  bizzarro,  anche  festivamente 
bizzarro. 

originàlitaa,  *  s.  f.  =  originalità  :  stra- 
nezza, bizzarria. 

originàri,  *  agg.  =  originario:  che  ha 
origine,  che  prende  origine. 

orina,  *  s.  f.  =  orina:  liquido  escre- 
mentizio che  si  secorne  dai  reni.  Si 
comincia  a  dire  con  qualche  frequenza 
invece  del  più  volgare  pìsà. 

orina,*  v.  att.  =  orinare:  mandar  fuori, 

■  far  l'orina.  Anche  questo  invece  del 
più  volgare  pìàs. 

orinàri,  s.  m.  =  orinale,  pitale:  vaso 
nel  quale  si   orina. 


orisónt,  *  s.  m.  =  orizzonte  :  la  linea 
la  quale  intorno  intorno  termina  la 
nostra  vista  e  dove  paro  che  terra  o 
cielo  si  tocchino. 

orisontàl,  *  =  agg.  =  orizzontale  :  pa- 
rallelo all'orizzonte,  opposto  a  verticale. 

orisontàlmént,  *a«'y.  =  orizzontalmente: 
in  situazione  parallela  al  piano  dell'o- 
rizzontale. 

orìsontàss,  v.  rifl.  =  orientarsi,  raccapez- 
zarsi. Vedi  orientàss. 

orla,  v.  att.  =  orlare:  fai'o  l'orlo. 

orlaa,  agg.  =  orlato  :  di  cosa  che  ha 
l'orlo  fatto. 

orladura,  s.  f.  =  orlatura;  l'orlare,  e 
l'orlo  stesso.  Vedi  oràdòll. 

oi'léra,  s.  f.  =  orlatora:  colei  che  per 
mestiere  orla  lo  scarpo. 

orlètt,  s.  m.  =  orluccio  :    dim.  di  orlo. 
1)  Cornice:  la  cicatrice  che    rimano 
al  punto  ove  fu  fatto  Fìunesto  ad  una 
]nanta. 

Orlo,  s.  m.  =  orlo:  estremità  di  qua- 
lunque siasi  cosa;  e  specialm.  di  un 
burrone,  di  uà  precipizio. 

1)  vèss  in  éil  Vario  tléla  rilìna  = 
essere  sull'orlo  del  iirecipizio  :  in  grave 
e  imminente  pericolo  di  rovina. 

orlogee,  s.  m.  =  oriolaio,  orologiaro  : 
chi  fa  0  rassetta  orioli. 

orlogÌH,  s.  m.  oriolino  :  orologio  piccolo. 

ornali,  s.  m.  =  ornato:  la  pittura  o  scul- 
tura che  s'occupa  di  fare  ornamenti, 
come  foglie,  piccoli   animali,   occ. 

ornarne nt,*  s.  m.  =  ornamento  :  abbelli- 
mento, cosa  che  si  aggiunga  ad  altra 
per  darle  belleEza  e  farla  vaga. 

orològg,  5.  7n.  =  orologio,  orinolo  :  stru- 
mento por  misurare  il  tempo. 

1)  montti  V orològg  =  caricare  l'oriolo; 
tenderne  colla  chiave  la  molla. 

2)  vègli  V orològg  in  eoo  =  avere  l'o- 
rologio in  testa:  di  chi  sa  che  ore  sono 
senza  guardarlo. 

3)  ància  còme  on  orològg,  vèss  ou 
orològg  =  andare  come  un  oriolo,  essere 
un  oriolo  :  di  ciò  che  va  con  precisione, 
e  di  chi  è  preciso. 

4)  sta  eont  l'orològg  in  man  =  stare 
coir  oriolo  alla  mano  :  di  chi  bada  che 
le  cose  siano  fatto   all'ora  stabilita. 

oròr,  s.  VI.  =  orrore:  sentimento  cagio- 
nato da  qualche  cosa  di  terribile  o  di 
bruttissimo,  e  le  cose  stesse  in  quanto 
destino  tal  sentimento  ;  òna  comMia, 
on  quàdcr  che  l'è  oìi  ordr  =  una  com- 


ors 


—  544  —  osp 


media,  un  quadro  che  è  un  oiToro  ; 
ré  dna  donèta  de  épìrit,  ma  Ve  on 
gran  or  or  -  è  una  donnetta  di  spirito, 
ma  è  un  grande  oiToro. 

ors,  s.  m.  =  orso  :  grosso  e  feroce  qua- 
drupede dei  carnivori. 

1)  Fig.  di  pors.  rozza,  di  maniere 
selvatiche  e  che  non  ama  il  consorzio 
degli  uomini. 

ors,  s.  in.  =  orzo  :  sorta  di  grano  minuto. 

orsàda,  s.  f.  =  orzata  :  bevanda  fatta 
con  mandorle  peste  e  zucchero.  Vedi 
làtàda.  Anche:  minestra  d'orzo. 

orsflefi,  s.  m.  =  orzaiolo  :  bollicina  che 
viene  tra  i  peli  degli  occhi,  delia  forma 
di  un  chicco  d'orzo. 

1)  Al  plur.  i  or^cBÙ  =  le  ampolline  : 
quelle  dove  si  tiene  il  vino  o  l'acqua 
per  la  messa. 

orhiolinn,  s.  f.  pi.  =  orsoline:  monache 
che  tengono  in  Milano  parecchi  edu- 
candati. 

òrt,  s.  m.  =  orto  :  terreno  cintato  dove 
si  coltivano  erbe  da  mangiare  e  piante 
da  frutte. 

1)  vèéé  minga  là  via  de  l'òrt  =  non 
essere  la  via  dell'orto:  di  strada  lunga 
anziché  no. 

ortàìa,  s.  f.  =  ortaglia,  orto  :  in  mil. 
un  orto  più  vasto  e  vicino   all'abitato. 

ortènsia,  s.  f.  =  ortensia;  hortensia 
iaponiea  ;  pianta  da  giardini  con  fiori 
a  cespuglio  di  color  rosa  o  lilla. 

ortìg'a,  s.  f.  =  ortica  ;  nrtica  urens  : 
pianta  selvatica  molto  comune. 

1)  vèis  gràsios  come  i  ortigh  =  esser 
come  l'ortica;  di  pers,  molto  sgarbata 
e   rozza. 

ortig'liee,  s.  m.  =  orticaio:  luogo  pieno 
d'ortiche,  inculto. 

ortigrhéra,  s.  f.  =  orticaia  e  orticaria  ; 
malattia  della  pelle. 

ortografìa,  s.  f.  =  ortogi-afia;  la  ma- 
niera corretta  di  scrivere  le  parole  di 
una  lingua  :  eror  d'oìiogràfia  =  errore 
d'ortografia. 

ortolàn,  s.  m.  e  ortolana,  s.  f.  =  or- 
tolano e  ortolana  :  chi  coltiva  e  lavoi'a 
l'orto,  e  anche  rivendo  erbe  da  man- 
giare, frutta,  ecc.  Chi  però  tiene  bot- 
tega per  venderle  dicesi  treccone,  trecca, 
erbivendola,  civaiuolo,  crbaiolo. 

1)  màg  ortolàn  tanta  paia  e  pòech 
gran.  Vedi  niàg*. 

ortolàn,  s.  m.  =  ortolano  :  uccelletto 
che  si  ingrassa  nel  serbatoio  e  si  mangia. 


osa,  V.  alt.  =  osare,   ardire.  Vedi  olsà. 

osàdura,  s.  f.  =  ossatura,  carcassa,  sche- 
letro. 

1)  Anima,  intelaiatura.  T.  delle  Arti. 

osàri,  *  s.  m.  =  ossario  :  luogo  ove  sono 
deposte  le  ossa  di  molte  persone,  specie 
per  venerazione, 

oscenitaa,  s.  f.  =  oscenità:  atto  che 
ofl'ende  il  pudore,  ed  anche  cosa  tanto 
malfatta  che  desta  ribrezzo. 

osci  là,  *  V.  alt.  =  oscillare  :  muoversi 
in  qua  e  in  là,  da  un  punto  all'altro. 

oscilàsiòn,  *  s.  f.  =  oscillazione:  l'o- 
scillare. 

osciiritaa,  *  s.  f.  =  oscurità  :  privazione 
0  mancanza  di  luce. 

oservà,  v.  att.  =  osservare  :  fermare  gli 
occhi  su  qualche  cosa,  ed  anche  :  no- 
tare. 

osèrvàsiòn,  s.  f.  =  osservazione:  l'atto 
e  l'effetto  dell'osservare. 

1)  tegnl  in  osèrvàsiòn  =  tenere  in 
osservazione  :  di  cosa  che  bisogni  os- 
servare con  diligenza, 

2)  Eimarco,  rimprovero  :  el  m'ha  faa 
on^  oàèrvàHon  che  meritava  minga  = 
mi  fece  una  osservazione  che  non  me- 
ritava- 

oservàtori,  =  osservatorio  :  luogo  dove 
si  fanno  le  osservazioni  astronomiche 
e  meteorologiche. 

oséso,  *  agg.  =  ossesso,  indemoniato  : 
el  pareva  on  osèào  =  pareva  un  ossesso. 

osètin,  s.  ni.  =  ossicino,  ossicello;  di- 
minutivo di  osso. 

osètt,  s.  m.  =  ossetto,  ossicciolo  :  osso 
piccolissimo. 

òsi,  s.  m.  ozio  :  l'abito  vizioso  di  non 
far  nulla, 

osidà,  *  V.  alt.  =  ossidare  :  coprire  di 
ossido,  spocialm.  i  metalli. 

osidàsiòn,  *  s.  f.  =  ossidazione:  opera- 
zioue  ed   atto  dell'ossidare. 

osìgen ,  s.  iii.  =  ossigeno  :  gas ,  che 
forma  la  parte  respirabile  dell'aria. 

osigenS,  *  V.  att.  =  ossigenare  :  saturai'© 
di  ossigeno,  e  quindi  readero  piii  re- 
spirabile. 

osiòs,  agg.  =  ozioso  :  che  sta  in  ozio.    \ 

1)  Oggi  si   sente    diro  da  noi  anche» 

di  cosa,  discorso,  occupazione  da  nulla,; 

di  nessuna  conclusione  :    hin  tiitt  citi- 

cer  osiòs  =  son  tutte  chiacchiex'e  oziose. 

ospediia,  s.  m.  =  ospitale,  spedale  :  luogo 
dove  si  ricoverano  e  curano  gli  amma- 
lati poveri. 


osp 


545  — 


ost 


1)  l'ospedaa  el  fa  lumni  àia  cori  = 
la  chiesina  f;\  la  carità  al  domo  :  quando 
chi  ne  ha  meno  aiuta  chi  ne  ha  di  più. 

2)  vèss  fimi  de  l'ospedaa  =  essere 
un  nocentino,  un  trovatello. 

3)  là  tònega  de  l'ospedaa  =  la  gab- 
banella: quella  che  indossano  i  medici 
dell'ospedale  quando  fanno  le  visite 
agli  ammalati. 

©spisi,  *  s.  m.  =    ospizio:    pio    istituto 

ove  si  alloggiano  gli  infermi,  i  poveri, 

i  pellegrini. 
ospitai,  *  s.  m.  =   ospitale,  spedale.  Lo 

stesso  che  ospedaa. 
òss,  s.  m.  =  osso  :  parte  solida  del  corpo 

animale.  Al   plur.  i  òss  =  gli  ossi,  le 

ossa. 

1)  ròmpegh  i  òss  à  vun  =  -rompere 
le  ossa  a  uno  :  percuoterlo  fortemente. 

2)  Degli  animali  ;  i  òss  hin  bòn  per 
i  eàn  =  gli  ossi  si  danno  ai  cani. 

3)  chi  ha  godilil  la  polpa  goda  anca 
i  òéè  =  chi  ha  mangiato  la  carne,  roda 
l'osso;  chi  ha  mangiato  il  pesce  sputi 
lo  lische;  beva  la  feccia  chi  ha  bevuto 
il  vino  ;  chi  ha  avuto  i  vantaggi  abbia 
gli  svantaggi  relati  \"i. 

4)  là  lèngim  là  g'hà  minga  d'òss, 
ma  là  fa  ronip  i  òss  =  la  lingaa  non 
ha  osso,  ma  fa  rompere  il  dosso.  Vedi 
lèngua,  6). 

5)  vèss  de  càrna,  peli  e,  òss  =  esser 
di  carne  e  d'ossa  ;  sottoposto  alle  umane 
fragilità  come  gli  altri. 

6)  vèghel  o  vèghela  in  l'osé  =  averlo, 
averla  nell'osso;  di  cosa,  e  specialm. 
di  vizio,  che  ci  domini  e  di  che  non 
possiamo  guarire. 

7)  vègli  V  òss  in  là  s' chia  =  aver 
l'osso  del  poltrone  ;    essere   accidioso. 

8)  fa  on  àfàre  in  sii  l'òss  =  conclu- 
dere un  affare  con  pochissimo  guadagno. 

9)  on  òss  diir  de  pelucà  =  una  mala 
gatta  a  pelare:  un  negozio  non  facile, 
che  arreca  fastidi. 

10)  ròmpes  V  òés  del  còli  =  fiaccarsi  il 
collo. 

11)  vend  per  on  sàcch  d'osé  =  ven- 
ìere  per  un  sacco  d'ossa. 

12)  fàgh  dent  Vose  =  farci  il  callo, 
Bibituarsi  a  una  cosa  così  da  non  sen- 
irne  la  fatica  o  il  disgusto. 

13)  *  òss  del  stomegh  =  lo  sterno. 

14)  lùsàgh  i  osé  =  lasciarci  le  ossa, 
la  pelle:  perderci  la  vita. 

15)  i  òss  =  i  birilli  :    pozzetti  di  le- 

35 


gno  lavorati  al  tornio  con  che  si  gioca 
facendoli  cadere  colla  palla.  Se  sono 
alti  e  grossi   si  dicono  :  rulli,  gaglioffi. 

16)  i  osé  de  balètta,  e  sempl.  i  osé 
=  le  stecchine  :  quelle  laminotte  di  le- 
gno 0  d'altro  pieghevoli  che  si  cuciono 
nella  vita  dei  vestiti,  perchè  stiano 
meglio  attillati.  Vedi  baléna,  1). 

17)  osé  bils  =  osso  buco,  maestro  : 
osso  pieno  di  midollo  che  è  attaccato 
alla  polpa  della  coscia  e  delle  spalle 
nelle  bestie  macellate  ;  è  parte  ghiotta 
che  servono  specialm.  alle  trattorie. 

18)  òés  de  mòri  =  stinchetto,  osso 
di  morto;  specie  di  dolce  croccante  che 
trae  il  nome  dalla  sua  forma. 

òst,  s.  m.  =  oste  :  colui  che  dà  cibo,  o 
qualche  volta  alloggio  a  pago,  a  gente 
per  lo  più  di  povera  condizione. 

1)  fa  i  clini  éénéa  l'òét  =  fare  i 
conti  senza  l'oste  :  fare  assegnamento 
sopra  cose  o  fatti  che  dipendono  dalla 
volontà  d'altri  o  dal  caso. 

osta,  s.  f.  =  ostessa,  albergatrice:  ed  an- 
che la  moglie  dell'oste. 

ostàcòl,  s.  m.  =  ostacolo:  impedimento 
a  qualsiasi  azione  o  effetto. 

ostali,  agg.  =  agostano,  che  viene  d'a- 
gosto. 

ostarla,  s.  f.  =  osteria:  luogo  dove  si 
mangia  e  si  alloggia  a  pago  ed  anche 
hiogo  dove  si  vende  il  vino  al  minuto  : 
in  tal  caso  anche  :  bettola,  cànova,  mé- 
scita. 

1)  logia,  fermàéé  àia  prima  ostarla 
=  alloggiare,  fermarsi  alla  prima  osteria: 
fìg.  :  credere  cecamente  alla  prima, 
starsi  contento  alle  prime  ricerche. 

ostàriàtt,  s.  m.  =  bettolante,  crapulone  : 
chi  frequenta  lo  bettole  e  vi  si  ferma 
a  lungo. 

ostegrià,  *  V.  alt.  =  osteggiare  :  dar  con- 
tro, contrapporsi,  frapporre  ostacoli. 

ostensori ,  s.  m.  =  ostensorio  :  vaso 
sacro  in  cui  si  espone  l'ostia  consacrata. 

ostenta,  v.  alt.  =  ostentare  :  far  pompa 
di  qualche  pregio  o  virtù,  e  più  ancora 
mostrare  virtù  e  pregi  che  non  si  hanno. 

ostentàsiòn,  s.  f.  =  ostentazione  :  mo- 
stra pomposa,  finzione  di  sentimenti 
che  si  vuol  far  credei'e  d'avere. 

osterìa,  *  s.  /".  =  osteria.  Vedi  ostarla. 

ostèsa,  *  s.  f.  =  ostessa.  Vedi  osta. 

ostétricli,  *  s.  m.  =  ostetrico  :  il  medico 
che  esercita  l'ostetricia. 

òstia,  s.  f.  =  ostia  :    quel   pano   azzimo 


ost 


—  546  — 


ova 


ridotto  in  sottilissima  falda,  che  il  sa- 
cerdote consacra  alla  messa,  e  che  non 
consacrata  serve  ad  altri  usi,  come  ad 
involgervi  medicine  di  cattivo  sapore, 
l^er  poterle  prendere  senza  disgusto. 

ostiàri,  .9.  m.  =  ostiario:  chi  ha  l'ostia- 
riato  cioè  il  primo  dei  quattro  ordini 
minori.  A  Milano  sono  i  custodi  della 
Metropolitana. 

(ìsticli,  *  agg.  =  ostico  :  duro,  difficile  a 
tollerare;  te  ine  fec  fa  on  niestee  che 
'l  me  rièàè  dstich  debón  =  mi  fai  fare 
un  mestiere  che  mi  riesce  ostico  dav- 
vero. 

oslil,  *  agg.  =  ostile  ;  avverso,  contrario. 
Più  comun.  nemis. 

ostilìtaa,  *  s.  f.  =  ostilità,  contrarietà  ; 
el  ììihà  sémper  dimostraa  071' ostilitaa 
càìna  =  mi  ha  sempre  dimostrato  un'o- 
stilità accanita. 

ostiuaa,  ngg.  =  ostinato  ;  di  pers.  che  si 
ostina,  è  caparbia. 

1)  Di  cosa,  persistente  :  l'è  dna  fèver 
osHnàda  =  è  una  febbre  ostinata,  per- 
sistente. 

ostinàdèll,  ogg.  =  ostinatello  ;  detto  dei 
bambini  e  anche  di  chi  è  ostinato  ma 
non  troppo. 

ostinàsiòn,  s.  f.  =  ostinazione,  capar- 
bietà, caparbiaggine:  l'essere  ostinato. 
1)  Di  cose:  persistenza,  tenacità; 
qìiì'll  che  me  impenseriàs  l'è  Vostinà- 
sidn  de  sto  dolor  in  di  spali  =  quel 
che  mi  impensierisce  e  l'ostinazione  di 
questo  dolore  nelle  spalle. 

ostinàss,  'V.  rifl.  =  ostinarsi,  incaparsi: 
stare  formo,  irremovibile  senzauna  buona 
ragione. 

òsti'eg:a,  s.  f.  =  ostrica:  genere  di  mol- 
luschi ;  frutto  di  mare. 
1)  A'olgarm.  lo  scaracchio. 

ostrcg'àtt,  s.  m.  =  ostricaio:  chi  vende 
ostriche. 

ostricìi,  *  s.  f.  =  ostrica  :  detto  dalla 
gente  più  civile  per  óstreg'a. 

ostrìcài'O,  *  s.  m.  =  ostricaio.  Detto 
dalla  gente    più  civile   por  ostreg'àtt. 

otàg'ou,  s.  tn.  =  ottagono  figura  piena 
di  otto  lati,  ed  anche  una  stanza,  un 
crocicchio  di  vie  di  figura  ottangolare, 
1)  l otàgoii  dèla  gàleria  =  l'ottagono 
della  galloriìi  :  il  mezzo,  da  cui  diver- 
gono i  quattro  bracci. 

otàiifa, *  agg.  num.  =  ottanta:  che  con- 
tiene otto  diecine, 

otàv,  agg.  ="  ottavo  ;  ordinale  di  otto. 


1)  vèéé  l'otàva  mermllia  =  essere 
l'ottava  maraviglia.  Per  celia,  di  cosa 
di  che  altri  si  tenga  0  vanti  ti'oppo. 

2)  on  otàv,  s.  m.  =  un  ottavo,  l'ot- 
tava parte. 

otàva,  s.  f.  =  ottava  :  spazio  di  otto 
giorni,  e  più  coniunem.  quelli  che  se- 
guono una  solennità;  Votava  del  Cor- 
pusdomin  =  l'ottava  del  Corpus  Do- 
mini. 

1)  T.  lett.  :  stanza  di  otto  versi  en- 
decasillabi ,  rimati  alternativamente  i 
primi  sei,  gli  ultimi  dire  fra  loro. 

2)  T.  music,  la  voce  che  ò  distante 
da  un'altra  per  una  intera  scala  di 
note,  e  la  scala  stessa. 

otàvìn,  s.  m.  =  ottavino  :  strumento  si- 
mile al  flauto,  più  corto  e  di  suono 
molto  più  acuto. 

1)  Misura  pel  vino  di  Chianti  intro- 
dotta fra  noi  dalle  fiaschetterie  toscane, 
e  corrisponde  a  un  ottavo  di  fiasco, 
cioè  a  circa  un  quinto  e  mozzo  di  litro. 

otegriiì,  ■(>.  att.  =  ottenere;  conseguire 
quel  che  uno  desidera  0  chiede. 

otegraiiii,  part.  =  ottenuto:  di  ciò  che 
si  ottenne. 

otica ,  s,  f.  =  ottica  :  la  parto  della 
fisica  che  tratta  della  Ince  :  /'è  onefètt 
d' otica  =  è  un  effetto  d'ottica. 

dtich,  s.  m.  =  ottico  :  chi  fabbrica  istru- 
menti  d'ottica. 

otiin,*  agg.  =  ottimo;  superi,  di  buono. 
1)  rèss  sèmper  de  quèVdtima  =  es- 
ser sempre   d'ottimo   appetito;    esseue 
sempre    pronto    a    mangiare  di    buona 
voglia. 

otóber,  s.  vi.  =  ottobre  :  il  decimo  mese 
dell'anno. 

otomàua,  s.  f.  =  ottomana:  divano  a 
letto. 

1)  Sultana:  specie  di  canapè  senza 
spalliera,  né  bracciuoli,  che  si  metto 
nel  mezzo  della  sala  per  uso  di  sedervi 
più  persone. 

ottìs,  agg.  =  ottuso:  d'uomo,  d'ingegno 
lonto   noli' apprendere. 

1)  Di  suono  cupo,  sordo,  e  specialm. 
di  luogo  dov^e  lo  ondulazioni  sono  scarso  I 
e  i  suoni  non  rispondono  bone.  1 

òva,  s.  f.  =  forra  :  profondo  scoscendi- 
mento operato  dalle  acque,  specialm. 
alla  riva  dei  laghi. 

ovài,  *  agg.  =  ovale;  di  figura  elittica, 
come  quella  dell' ovo. 

ovàsiòn,  *  s.  f.  =  ovazisne:  accoglienze 


ora  —  547  — 

festose  che  si  fanno  a  taluno  per  ono- 
rarlo. 
ovata  e  oyàtà.  Vedi  loàta  e  loatà. 

ovéra,  s.  f.  =  ovaia  :  organo  nel  quale 
stanno  chiuse  le  ova  nella  femmina 
degli  animali  ovipari  e  anche  dei  mam- 
miferi ;  l'ovèra  di  pèss,  di  gàniber,  di 
gàìnn  =  l'ovaia  dei  pesci,  dei  gaaiberi, 
delle  galline. 


pac 


1)  i  over  =    gli   ovaccini  :  parecchie. 

ovaie   di    gallina    uccisa,  di  che  se  ne 

fa  un  ottimo  e  delicato  cibo. 
òverosìa,  cong.  =  ovvero,  ossia,  oppure  : 

congiunz.  disgiuntiva. 
overtur,  s.  f.  =  sinfonia,  preludio  :  quella 

con  cui  comincia  un  molodi'amma.  Dal 

frane,  ouverture. 
ovìn,  s.  m.  =  ovicino,  uovicino  :  piccolo 

ovo. 


p,  =  pi  :  la  quattordicesima  lettera    del- 
l'alfabeto ;  si  pronuncia  Pe  ;  di  genere 
masch.  ;  seriv  col  pe  grand    o    viaiu- 
■  scoi  =  scrivere  col  pi  grande  o   maiu- 
scolo. 

pà,  =  pa'  ;  scorciatura  plebea  di  padre  : 
va  però  sempre  restringendosi  l'uso  di 
questo  vocabolo. 

pàbi,  s.  m.  =  panico  peloso  ;  erba  dei 
prati. 

1)  Botta  campaiola  :  rana  bufo. 

pàbiòn,  s.  m.  =  panicastroUa  ;  specie  di 
panico  salvatico. 

paca,  s.  f.  =  pacca  ;  percossa  data,  per 
lo  più  a  mano  aperta. 

1)  Ammaccatura:  Vedi  g-ibòl. 

pàcàtésa,*  s.  f.  =  pacatezza,  tranquillità, 
placidezza  ;  lo  stato  di  chi  non  si  la- 
scia alterare  dalle  passioni. 

pace,*  voce  italiana  che  il  milanese  usa 

'  soltanto    nelle    seguenti    frasi  :    shnim 
■pace  =  Siam    pari;  fa    là  pace  =  fare 
la    pace,    invitare  chi  ha  vinto  a  fare 
l'altra   partita:  p^ce  !  buon  annoi  fe- 
sta! felice  notte. 

pàceui  abéte  !  =  pazienza  !  sia  pure.  Dal 
lat.  pacevi  liabete  ;  l'è  'l  me  destin  die 

'  tiltt  me  vaga  àtràvèrs,  e  pàcem  abéte  = 
è  mio  destino  che  tutto  mi  vada  alla 
rovescia  e  pazienza  ! 

pàcch,  s.  m.  =  pacco  ;  involto  o  piego 
bene  assicurato. 

1)  fa  sii  on  pàcch  =  impaccare  ;  faro 
un  pacco,   involgere   qualche   cosa    In 

•  pacco.  ,..'<,■ 


pàchètt,  s.  m.  =  pacchetto  ;  dim.  di  pacco. 
1)  fa  sii  on  pàchètt  =  imjìacchettare  ; 
fare  un  pacchetto. 

pàcér,  s.  m.  =  paciere,  paciere  ;  chi  si 
mette  di  mezzo  per  riconciliare  persone 
adirate, 

paci,  (àndà  à)  =  andare  a  mimmi  ;  lo 
dicono  i  bambini  per  andare  o  essere 
portati  attorno  a  diporto  :  qualche  volta 
si  dice  anche  ;  àndà  à  pàcia. 

pàcià,  V.  att.  =  pacchiare,  pappare  ; 
mangiar  del  bone,  in  abbondanza,  senza 
pensieri  ;  glie  pò  capita  qualunque  ròba, 
che  Hi  'l  pàcia^  el  bev  eH  fte  ne  càsicia 
minga  =  gli  può  capitare  qualunque 
evento,  che  egli  pacchia,  bevo  e  non 
se  ne  cura. 

1)  pàcia  ti  che  paci  anmì  =  pacchia 
ch'i'  pacchio. 

pàciàda,  s.  f.  =  pacchiata,  pappata  :  fam, 
mangiata  di  gusto,  abbondante,  senza 
pensij,r6  a  guai. 

1)  Fig.  pappatoria,   mangeria  ;   gua- 
dagno illecito. 

pàciàròtt,  s.  m.  =  pacchierono,  pacchie- 
rotto ;  ohi  mostra  al  viso  d'essere  ben 

-  nutrito  e  specialm.  di  ragazzo  prospe- 
roso e  paffuto.  In  mil.  il  vocab.  vale 
anche  pei-  il  femm.  pacchicrona,  pac- 
chierotta.. 

pàcìàtórìa,  s.  /.  =  pacchiata,  pappatoria: 
voce  di  scherzo;  il  mangiare. 

pacifica,*  V.  att.  =  pacificare  :  '  rimettere 
in  pace  chi  è  adirato  con  altri»- 


pac  —  548  — 

pàciflcàmèiit,*  avv.  =  pacificamente,  trau- 
quillameute  ;  senza  disturbi  o  contrasti. 

pàcìflcli,*  agg.  =  pacifico  ;  che  è  amante 
delia  pace,  che  è  alieno  da  brighe,  con- 
tese. 

1)  Di  luogo;  quieto  non  turbato  da 
rumori,  da  movimento  di  persone,  carri, 
carrozze  o  sim. 

pàcìòn,  s.  m.  =  pacchione  :  chi  pacchia 
con  troppo  gusto. 

1)  Mangione,  pappone  :  che  mangia 
molto. 

pàcìugra,  s.  f.  =  lattughe  :  gaio  o  guer- 
nizione  di  merletto,  di  trina,  di  tela 
insaldate  e  piegoliuate  che  si  cuciono 
allo  sparato  della  camicia  da  uomo. 
Or  son  fuori  di  moda, 

pàciìig'à,  V.  att,  =  impacchiucare,  im- 
brattare ;  sporcai'e  qualche  cosa. 

1)  Lavoracchiare,  lavoricchiare  :  la- 
vorare svogliatamente  e  tanto  e  quanto 
per  passare  il  tempo. 

2)  Dicesi  de'  pittori  malpratici  che 
imbrattano  le  tele  ;  qiièll  lì  el  pitùra 
nò,  el  paciuga  =  quello  li  non  dipinge, 
imbratta. 

pàciiigàdo,  s.  f.  =  imbratto,  pacchiuco  ; 
di  lavoro  sconvolto  e  mal  condotto. 

1)  Di  cancellaticci,  macchie  d' in- 
chiostro, cadute  sulla  carta  e  sim. 

pàciugh,  s.  m.  =  pacchiuco.  Vedi  pà- 
ciugàda. 

1)  Mota,  fanghiglia  ;  che  pàci&gh 
gh'è  in  sta  contrada  =  che  pacchiuco 
c'è  in  questa  via. 

2)  Iml»-attatore,  acciarpatore,  sciac- 
quino :  chi  lavorando,  fa  malo,  e  im- 
bratta ;  te  set  on  gran  pàciUgh  d'on 
ficeu!  =  sei  un  gi-ande  imbrattatore,  o 
figliolo  ! 

pàciiigliéri,  s.  m.  ^  pacchiuco,  mota, 
fanghiglia. 

1)  Guazzo.  Vedi  làvésg". 

pàciugrhìiij  s.  m.  =  imbrattino  ;  detto  ai 
fanciulli. 

paciugróii;  s,  m.  =  sciacquino,  imbrat- 
tatore, acciarpatore.  Vedi  paciugh,  2). 

pàcfònd,  s.  m.  =  argentone  ;  composi- 
zione metallica  che  imita  grossolana- 
mente l'argento  :  se  ne  fanno  per  lo 
pili  posate  per  tavola. 

pàdéla,  s.  f.  =  padella  ;  vaso  di  ferro, 
largo  e  poco  fondo  con  lungo  manico 
pur  di  ferro,  o  con  manico  ricurvo  a 
mezz'arco,  a  uso  di  friggere  alcune  vi- 
vande. 


pad 


1)  Teglia,  tegghia:  largo  vaso  di  ramo 
con  sponde  basse,  come  un  piatto  da 
cuocervi  torte,  migliacci,  e  sim.  Que- 
sta diciamo  anche  tortéra. 

2)  là  pàdèla  di  màròn  =  la  padella 
delle  braciate  :  col  fondo  tutto  forato 
per  cuocervi  le  castagne. 

3)  boriti  fiala  pàdèla  in  di  bràs  = 
cascar  dalla  padella  nella  brace  ;  scan- 
sare un  male  e  incontrarne  uno  peg- 
giore. 

4)  Noi  diciamo  per  celia  di  donna 
che  dicono  bella,  o  questa  risponde  fa- 
migliarm.  per  modestia  ;  còme  'l  cilii 
déla  pàdèla:  ho  risi  là  tòa  tósa  :  còme 
la  s'è  fàda  bela.'  -  .H,  còme  'l  ciiil 
déla  pàdèla  =  ho  visto  tua  figlia  :  come 
s'è  fatta  bella  !  -  sì,  come  il  fondo  della 
padella. 

5)  Vaso  di  maiolica,  per  lo  più  in 
forma  bislunga,  dove  i  malati  possano 
fare  i  loro  agì. 

6)  Frittella  :  macchia  d'  unto,  spe- 
cialm.  sugli  abiti  ;  che  pàdcll  che  te 
gltee  siii  càlsòn  =  che  frittelle  hai  sui 
calzoni. 

pàdelàda,  s.  f.  =  padellata  :  quanta  roba 
c'entra  o  si  frigge  in  una  volta  nella 
padella  ;  òna  bela  pàdelàda  de  pése  = 
una  bella  padellata  di  pesci. 

pàdèlìu;  5.  ni.  =  padellino,  padellina  : 
dim.  di  padella. 

pàdelòtt,  ••>•.  fìi.  =  padellotto,  casserola  : 
casseroia  grande  per  cuocervi  specialm. 
il  tacchino. 

pàder,  s.  m.  =  padre  :  quello  dal  quale 
si  è  generati  :  è  del  linguaggio  eletto; 
on  bòn  pàder  l'è  on  tesòr  per  òna  cà 
=  un  buon  padro  è  un  tesoro  per  una 
casa  ;  on  ptlder  el  mantén  des  ficeu, 
ma  des  fioeù  mantègnen  minga  on  pà- 
der =  un  padre  mantiene  dieci  figli, 
ma  dieci  figli  non  mantengono  un  padre. 

1)  jìàder  nòbil  =  padre  nobile  :  colui 
al  quale  nelle  compagnie  drammatiche 
sono  affidate  le  parti  serie. 

2)  Titolo  di  frati  e  monaci  ;  el  pàder 
Nàpi  =  il  padre  Nappi  ;  famoso  me- 
dico dei  Fate- bene-fratelli;  pàder  Gioà- 
chimm  =  padre  Gioachimo. 

3)  hoo  minga  màsaa  me  pàder  !  =  non 
ho  ammazzato  mio  padi'e  !  Rispondiamo 
noi  a  chi  ci  dice  di  far  cosa  strana  o 
difficile,  0  poco  buona,  che  noi  non 
vogliamo  faro. 

pàdiliòn,  s.  m.  =  padiglione  :  gran  tenda 


pad 


549  — 


pae 


di  tela  0  di  drappo    che,    distesa,    di- 
fende dal  solo  0  dalla  pioggia. 

1)  Gran  conopeo  :  drappo  dietro  l'al- 
tare nelle  chiese  :  si  usa  solamente  nel 
rito  ambrosiano. 

2)  Quello  del  letto,  segnatamente 
nella  parte  da  capo,  sino  alla  metà. 

pàdimà;  V.  att.  =  calmare,  mitigare  : 
rendere  meno  intenso,  specialni.  un 
dolore,  ed  anche  acquietare  1'  ira  di 
alcuno. 
pàdoànaj  ogg.  =  padovana  :  di  Padova. 
Ma  noi  l'usiamo  come  aggiunto  di  gà- 
lìna,  per  indicare  una  specie  di  gal- 
line. 

1)  gàlìna  pàdoàna  =  nanerottola  : 
di  donna  piccola  e  nana. 
pàdoànèll;  s.  m.  =  padovanello  :  cales- 
setto  con  cassino  scoperto,  senza  spor- 
tello, retto  sulle  stanghe  e  a  un  sol 
posto. 
pàdrég'n,  s.  m.  =  patrigno  :  il  marito  in 

seconde  nozze  della  propria  madre. 
pàdriii)  s.  m.  =  padrino,  compare  :  colui 
che  tiene  a  battesimo,  o  a  cresima  l'al- 
trui figliuolo. 

1)  Chi  rappresenta  e  assiste  un  duel- 
lante, por  accordi,  condizioni,  ecc.,  del 
duello. 
pàdròU)  s.  m.  =   padrone  ;,  proprietario   i 
di  case,  ville,  poderi  ed  anche  di  cose   | 
mobili. 

1)  In  relazione  alle  persone  di  ser- 
vizio ;  rè  Oli  pàdron  ràgionevol  =  è 
un  padrone  ragionevole. 

2)  vcés,  sta,  àlida  à  ])adrdn  =  es- 
sere, staro,  andare  a  padrone  ;  di  chi 
si  trova,  resta,  o  va  a  servizio  ;  rèsa 
gid  de  pàdron  =  essere  fuori  di  pa- 
drone ;  di  chi  non  è  a  servizio. 

3)  pàdron  de  eà  =  padrone  di  casa, 
affittatore  :  chi  dà  in  affitto  la  casa. 

4)  wéé  el  pàdron  dèla  melonera  = 
essere  il  maestro  della  fabbrica,  il  pa- 
drone, l'arbitro  di  tutto. 

5)  b'gà  l'àsen  dòe  voeiir  el  pàdron  = 
legar  l' asino  dove  vuole  il  padrone. 
Vedi  àsen,  2). 

6)  éermtór  de  cent  pàdron  =  servi- 
tore di  cento  padroni  :  di  chi  dove  o 
vuole  fare  il  servitore  di  troppi,  e  non 
troppo  d'accordo. 

7)  Di  chi  è  molto  perito  in  un'arte  ; 
rè  pàdron  del  patch  scènich  =  è  pa- 
drone del  palcoscenico  ;  dita   eoa   vos 


l'è  pàdron  Hi  =  della  sua  voce    è   pa- 
drone lui  ;  ne  fa  quel  che  ne  vuole. 

8)  jmdròn  déla  cUpa,  del  tela  =  pa- 
dronella;  padi-one  di  poco  conto,  che 
non  ha  i  quattrini  necessari  al  buon 
andamento  della  proprietà. 

padrona,  s.  f.  =  padrona:  femm.  di  pa-» 
drone,  ed  anche  la  moglie  del  padrone. 

pàdrouàusa,  s.  f.  =  padronanza  :  pieno 
possesso,  autorità  di  padrone. 

1)  Di  servitori  e  in  genere  di  .infe- 
riori che  per  troppa  confidenza  si  com- 
portino arrogantemente. 

pàdronegiàss,*  v.  rif.  =  padroneggiarsi  : 
frenare  le  proprie  passioni,  moderarsi  ; 
l'àndàrm  in  fùria  de  èpèsà,  ma  'l  Sa 
pàdronegiàsé  =  monterebbe  spesso  in 
furia,  ma  sa  padroneggiarsi. 

pàdronisim,*  s.  m.  =  padronissimo  :  su- 
peri, di  padrone  :  specialm.  quando 
s'usa  nelle  concessioni  ;  pàdroniéimr 
de  fa  quèll  che  H  voeur;  btiàta  che  'l 
me  làsa  sta  mi  =  padronissimo  di  far 
quello  che  vuole  ;  purché  lasci  stare  me. 

pàdttuim,  s.  m.  =  padule  :  palude  pic- 
cola. 

1)  fàés  on  pàdiimm  =  impaludare. 

pàèS;  s.  m.  =  paese:  regione  e  il  popolo 
che  la  abita  ;  là  Sviserà  Ve  on  gran 
bèli  pàés  =  la  Svizzera  è  un  gran  bel 
paese. 

1)  Il  luogo  natio,  o  adottivo  :  per  el 
pàés  se  fa  qualunque  sàgrifiài  =  per 
il  paese  si  fa  qualunque  sacrificio. 

2)  Villaggio  :  gruppo  di  poche  case 
in  campagna. 

3)  màìidà  riln  à  quèll  pàés  =  man- 
dar uno  in  quel  paese  :  mandarlo  alla 
malora,  a  farsi  benedire. 

4)  tiltt  el  mond  l'è  pàés  =  tutto  il 
mondo  è  paese  :  ogni  paese  e  patria 
all'uomo  onesto.  Anche  :  nel  senso  che 
daportutto  ove  sono  uomini,  vi  sono 
lo  stesse  virtù  e  gli  stessi  vizi. 

pàesàgg,  s.  m.  =  paesaggio  :  tratto  di 
paese  che  si  offra  alla  vista,  e  la  pit- 
tura che  lo  ritrae  ;  el  étudia  là  flgUra 
ò  'l  pàesàgg  ?  =  studia  di  figura  o  di 
paesaggio  V  In  questo  senso  si  dice  an- 
che :  paese. 

pàesèll,  pàesètt,  pàcsìn,  5.  m.  =  pae- 
sello, paesetto,  paesino  :  dim.  vezz,  di 
paese. 

1)  Casale  :  mucchio  di  poche  case, 

paesista,  .<;.  m.  =  paesista  :  pittore  o 
pittrice  di  paese  ;  el  pitòr  Lèti  Ve  éta» 


paf 


min  di  pmee  bravi  paesista  del  nòster 
temp  =  il  pittore  Lelli  è  stato  uao  dei 
più  valenti  paesisti  del  tempo  nostro. 

pàff,  =  paife,  paiftìte:  suono  imitativo  di 
cosa  che  caschi  in  terra,  o  di  colpo 
dato  su  cosa  cedevole. 
.pà'J^a,  s.  f.  =  paga:  retribuzione  in  da- 
naro a  tempi  determinati,  per  presta- 
zione d'opera.  È  alcun  che  nobilitata 
dalla  parola  stipèndi  =  stipendio. 

1)  Guiderdone  :  premio  o  mercede, 
anche  non  in  danaro,  dato  in  ricom- 
pensa di  servigi  prestati  o  altro  me- 
rito. 

pàgrà;  V.  att.  =  pagare  :  sborsare  il  prezzo 
convenuto,  sodisfare  un  debito. 

1)  pàgti  à  respir  =  pagare  a  respiri  : 
un  poco  alla  volta  ;  paga  à  vièta  =  pa- 
gare a  vista,  subito. 

2)  fàss  paga  =  farsi  pagare  :  volere 
essere  pagato. 

3)  paga  ài  bandi  =  pagare  a  marmo  : 
quando  gli  avventori  vanno  da  se  a 
pagare  al  banco,  segnatam.  in  un  caffè. 

4)  fagliela  paga  à  vùn  =  farla  pa- 
gare a  uno,  fargliela  scontare. 

5)  pàgàriés  no  soo  còsa  !  =  paghe- 
rei non  so  quanto  !  Enfut.  per  espri- 
mere un  desiderio  grande  di  cosa  che 
vorremmo  fosse,  accadesse. 

6)  chi  ronip  paga  =  chi  rompe  paga; 
chi  rompe  pnga  e  i  cocci  sono  suoi. 

7)  fa  de  miìieidn  per  no  jìàgà  dàsi 
=  fare  il  minchione  per  non  pagar  ga- 
bella. Vedi  dàsi. 

8)  eror  no  ptlga  dèbit  =ieiTore  non 
fa  pagamento  ;  salvo  errore  ed  omis- 
sione :  l'aver  sbagliato  n eli' esporre  un 
conto  non  è  ragione  per  cui  non  lo  si 
debba  pagare. 

9)  Appagare  ;  render  pago,  soddi- 
sfatto ;  Vii  dna  resón  che  me  paga  nò 
=  è  una  ragione  che  non  mi  appaga; 
Te  on  làortl  che  'l ptlga  minga  V anice  = 
è  un  lavoro  che  non   appaga  l'occhio. 

pàgàbil,*  agg.  =  pagabile  :  da  pagarsi, 
da  potersi  pagare  ;  l'è  on  bon  pàgàbil 
àia  banca  General  =  è  un  bono  paga- 
bile alla  banca  Generale. 

pàgàdòr,  s.  m.  =  pagatore  :  chi  ha  per 
ufficio  di  pagare  altri,  ed  anche  chi  paga 
puntualmente. 

pàg:àmè]it,  s.  m.  =  pagamento  :  sodi- 
sfazioue  del  debito  e  ciò  che  si  fa  per 
sodisfarlo. 

1)  Ricompensa   in    generale,   spesso 


—  550  —  pag 

ironie.  ;  in  pàgàmént  de  tiltt  quèll  che 
hoo  faa  te  me  tràtet  insei  ?  =  per  pa- 
gamento di  tutto  quanto  ho  fatto  mi 
tratti  così  ? 

2)  à  pàgàmént,  s.  m.  =  a  pago;  per 
mercede. 

Pàgànìii,  (sau)  =  il  giorno  della   paga. 

pàgètt,  s.  m.  =  paggetto  :  dim,  di  pag- 
gio :  ragazzo  al  servizio  dei  prelati, 
specialm,  nelle  solenni  cerimonie.  È 
uso  feudale  ed  è  una  teatralità  censu- 
rabile. 

pagri  na,  s.  f.  =  pagina  :  faccia  o  facciata 
d'un  libro  o  quinterno. 

pàgio,*  s.  m.  =  paggio  :  certi  gancetti  di 
metallo  per  tenere  alzate  le  vesti  da 
signora,  quando  la  strada  è  fangosa. 

pàgn,  s.  m.  pi.  =  panni  :  gli  abiti,  i 
vestiti;  i  pàgn  d'inverno,  d'eétaa  =  i 
panni  da  inverno,  da  estate. 

1)  i  pàgn  sporch  =  i  panni,  i  pan- 
nilini  sudici. 

2)  nota  i  pàgn  =  appuntare  il  bu- 
cato :  far  la  nota,  capo  per  capo,  dei 
pannilini  che  si  danno  in  bucato. 

3)  mètes,  vcés  in  di  pàgn  de  vùn  = 
mettersi,  staro  noi  panni  di  uno  :  met- 
*tersi,  stai'e  nella  sua  condizione,  al  suo 
posto. 

4)  tàià  i  pàgn  àdòéé  =  tagliare  i 
panni  addosso  :  dir  male  di  uno,  ta- 
gliargli la  giubba. 

5)  fàgli  ciàpà  ària  ài  pàgn  =  met- 
tere i  panni  a  asolare. 

6)  àéa  de  làvcl  i  pàgn  =  vassoio  : 
quella  su  cui  si  inginocchia  la  lavan- 
daia dinanzi  alla  ])ietra,  lungo  il  fosso. 

7)  pàgn  che  hin  ne  làvaa,  ne  de 
lava  =  il  bucato  di  donna  Oliva,  mette 
la  pulce  morta  e  la  leva  viva  ;  quando 
il  bucato  è  mal  fatto. 

8)  bàtt  i  pàgn  =  scamatare  i  panni  ; 
perchè  ne  esca  la  polvere. 

9)  inilmedì  i  pàgn  =  inumidire  il 
bucato  :  spruzzare  d'acqua  i  pannilini 
prima  di  stirarli,  perchè  la  stiratura 
riesca  a  dovere. 

10)  tàcà  i  pàgn  =  appiccare,  appun- 
tare i  pannilini  :  cucirli  insieme  a  due, 
a  tre  e  farne  mazzi  per  poterli  mettere 
in  bucato  con  maggior  sicurezza  che 
non  si  sperdano. 

11)  à  bàtt  i  pàgn  eompàr  là  strìa 
=  persona  rammentata,  o  l'è  per  via, 
0  l'è  i^er  casa.  Vedi  bàtt,  20). 

12)  sarei  i  pàgn  adòsé  à  viin  =  sor 


pag 


rare  i  panai  addosso    a  uno;    metterlo 
colle  si>alle  al  muro. 

13)  Al  sing.  pàgn  =  abito,  vestito  ; 
hoo  faa  fa  on  fàgn  intrégh  =  ho  fatto 
fare  un  abito  completo  ;  mètt  sii  el 
pàgn  gns  =  mettiti  il  vestito  grigio. 
Ma  però  soltanto  per  abito,  vestito  da 
maschio. 

pàgrnìu,  s.  m.  =  abitino,  vestitino  :  abito 
da  bambino  e  da  ragazzo. 

pàgnóta,  s.  f.  =  pagnotta:  pane  piccolo, 
tondo  e  uà  po'  schiacciato  :  specialm. 
quello  che  danno  ai  soldati. 

1)  Famil.  ciò  che  serve  pel  campa- 
mento ;  làorà  per  là  pàgnòta  =  lavo- 
rare per  la  pagnotta. 

l)àgiiotìsta,*  s.  m.  =  pagnottista,  mar- 
mittone :  chi  nulla  fa  se  non  per  il 
pensiero  della  vita  materiale,  e  spec. 
chi  adatta  le  sue  opinioni  a  quelle  di 
chi  lo  paga. 

pagòda,  s.  f.  =  cosino  :  di  pers.  e  spe- 
cialm. di  donna  un  po'  piccola  e  ve- 
stita con  intenzioni  di  eleganza,  ma  con 
effetto  ridicolo. 

paia,  .s.  f.  =  paglia  :  stelo  o  gambo  del 
grano  e  simili  biade,  mietute  e  bat- 
tute che  siano. 

1)  col  temp  e  còla  paia  màcMra  i 
nèspol  =  col  tempo  e  colla  paglia  si 
matui'a  le  sorbe  e  la  canaglia  ;  col  tempo 
s'accomodano  le  cose  e  si  vincono  le 
resistenze  dei  tristi. 

2}  foeugh  de  jjàia  =  foco  di  paglia  : 
ardore  improvviso  e  passeggero  ;  molta 
apparenza  e  poca  sostanza. 

3)  monda  là  paia  =  nettare,  scatti- 
vare  la  paglia. 

4)  màngiàss  là  ptLia  foeilra  del  bàét 
=  mangiarsi  il  fieno  in  erba  :  consu- 
mare innanzi  tempo  le  cose.  V.  bàst,  3). 

5)  vègli  pòca  paia  in  bàét  =  essere 
debole,  fiacco.  Vedi  bàst,  2). 

6)  bisogna  minga  mètt  là  paia  ve- 
stii ài  foeugh  =  non  bisogna  mettere  la 
paglia  accanto  al  foco  ;  si  devono  fug- 
gire le  occasioai  pericolose. 

7)  gran  pièn  de  paia  =  grano  pa- 
glioso :  che  ha  molta  paglia  e  pochi 
chicchi  nelle  spighe. 

8)  fa  ò  paia  ò  fén  =  cavarae  o  cappa 
0  mantello. 

pàiàsc  e  pàiàss,  s.  m.  =  pagliericcio, 
saccone  :  il  saccone  da  letto.  Vedi 
pàión. 

paiate,  s.  m.  =  pagliaccio  :  nome  d'una 


—  551  —  pai 

maschera  dell'antico  teatro  che  faceva 
la  parte  di  servo  sciocco  e  buffone  ; 
ora  non  usan  più  che  nei  circhi  eque; 
stri,  col  nome  inglese  di  clown. 

1)  Chi  pretende  fare  lo  spirito  e  non 
ci  riesce. 

2)  Chi  non  mantiene  le  promesse 
fatte. 

3)  In  generale  :  buffone,  pazzerellono. 
pàiàsciàda,  s.  f.  =  pagliacciata  :   atti  e 

parole  da  pagliaccio,  da  buffone. 

1)  Di  festa  0  spettacolo  mal  riuscito 
e  disordinato. 

pàiee,  s.  m.  =  pagliaio  :  massa  grande 
di  paglia  formata  a  guisa  di  cupola  in- 
torno a  un  grande  stilo. 

1)  càn  de  pàiee  =  cane  da  pagliaio  : 
quelli  che  i  contadini  tengono  legati 
presso  il  pagliaio,  a  guardia  della  casa 
e  non  hanno  pregio. 

pàièta,  s.  f.  =  pagliucola  :  piccolo  filo 
di  paglia. 

1)  Pagliolo  :  quella  parte  della  pa- 
glia del  grano  battuto  dove  resta  sem- 
pre qualche  chicco. 

pàiètòu,  s.  m.  =  falaride  arundinacea  : 
erba  di  prato,  con  pannocchia  a  forma 
di  spiga. 

pàiuàgh,  s.  m.  =  becero,  villano  :  di 
uomo  rozzo,  di  modi  contadineschi. 

pàioca,  s.  f.  =  pagliucola,  pagliucolina: 
un  minuzzolo  di  paglia. 

1)  Gambo  :  stelo  sul  quale  si  reg- 
gono le  piante  graminacee. 

pàiòcch,  s.  m.  =  bruscolo  :  piccola  pa- 
gliucola che  entra  negli  occhi  ©  vola 
per  l'aria  o  s'attacca  ai  panni  e  sim. 
1)  Noi  lo  diciamo  anche  d'uomo  gros- 
solano di  maniere  ed  anche  un  po' 
zotico, 

pàioetì,  s.  m.  =  aiata  :  la  quantità  del 
grano  disteso  sull'aia  per  essere  battuto. 

l)ài(BÙ,  s.  m.  =  tondello  :  fascio  di  sar- 
menti che  si  pone  all'imboccatura  della 
brenta  perchè  il  vino  trasportato  a  spalla 
non  ne  esca.  L'usano  anche  i  lattai 
allo  stesso  scopo  nelle  loro  bigonce. 

pàiòn,  s.  m.  =  pagliericcio,  saccone  : 
quello  pieno  di  paglia  o  di  cartocci  del 
formentone  che  si  tiene  sul  letto  sotto 
le  materasse. 

1)  briósa  'l  pàiòn  =  bruciar  pagliac- 
cio, il  pagliaccio,  far  billèra  :  di  chi 
manca  a  un  appuntamento  o  non  man- 
tiene un  impegno  preso  ;  el  doeva  Degni 
coni  nùn^  7nà  '/  ni' ha  briisaa  'l  pàiòn. 


pai 


-  552  - 


pai 


=  doveva  venire  con  noi  ma  ci  ha  bru- 
ciato pagliaccio,  ci  ha  fatto  ima  billèra. 

pàiroeù,  s.  m.  =  paiolo,  calderotto:  vaso 
di  rame  assai  cupo,  non  stagnato,  in 
cima  pili  largo  che  in  fondo,  da  farvi 
bollire  acqua,  farvi  la  polenta  o  altro. 

pàirolàda,  -«.  f.  =  paiolata:  quanta  roba 
si  può  cuocere  ed  entra  in  un  paiolo  ; 
m'ett  sii  dna  pàirolàda  de  castègn  à 
lèss  =  mettere  a  cuocere  una  paiolata 
di  ballotte. 

pàisàu,  s.  m.  =  contadino,  uom  di  villa, 
villano  :  che  fa  il  mestiere  del  conta- 
dino, che  lavora  la  terra. 

1)  Detto  in  generale  di  pers.  di  modi 
rozzi  e  scortesi.  In  questo  caso  si  dice 
anche  bifolco;  Ve  on  véro  pài  san  =  è 
un  vero  contadino,  un  bifolco. 

2)  pàisàn  qiiàder  =  vilIanacH3Ìo,  zo- 
ticone. 

3)  2^àrl  el  Signor  di  pàisàn  =  avere 
i  capelli  arruffati. 

4)  l'è  on  pàisàn  ves-tii  de  la  fèsta  = 
è  un  villano  rifatto  :  di  chi  in  abiti  si- 
gnorili ed  eleganti,  mosti-a  assai  poca 
creanza.  '.'-/> 

5)  i  comàndàmént  di  pàisàn  =  il 
decalogo  dei  contadini.  Per  celia  noi 
diciamo  tali  i  seguenti  :  mna,  liis  pii- 
see  'l  so  che  là  luna;  rfò,  el  mangia  e 
beo  el  fa  bon  prò;  trè^  el  mari  el  bàli 
inai  là  miee  se  no  gh'è  'l  éò  perché; 
quàter^  l'è  piisee  bòn  'l  vin  che  l'acqua-^ 
cìnqu,  l'è  on.  gran  mal  el  mal  di  dine; 
sés,  el  dì  de  San  Péder  se  càia  i  sei- 
rés;  sèi,  dòpo  là  mòri  gh'è  7  càtelètt; 
ròtt,  in  boca  on  sciòtt;  nceiw,  là  gaina 
negra  la  fa  biàne  I'cbuv;  des,  segond 
l'entràda  se  fa  i  spés.  Al  quale  co- 
mandamento nulla  corrisponde  in  To- 
scana: si  può  tuttavia  tradurre:  ed  una, 
brilla  pili  il  sole  che  la  luna;  secondo, 
mangiare  e  bere  fa  prò  a  dovere;  e  tre, 
il  marito  non  batte  mai  la  moglie  senza 
perchè;  quattro,  è  miglior  il  vino  del- 
l'acqua; cinque,  è  un  gran  male  il  mal 
di  denti  ;  sei,  a  San  Pietro  si  raccol- 
gono le  ciliege  ;  sette,  del  dipoi  non 
ti  dar  pensiero  ;  otto ,  uno  stronzo 
in  bocca  a  chi  vuol  troppo  ;  nove,  la 
gallina  nera  fa  bianco  l'ovo;  dieci,  se- 
condo l'entrata  si  fanno  le  spese. 

pàisànàda,  s.  f.  =  villania,  sgarbo,  zoti- 
cheria:  atto  da  contadino,  da  bifolco, 
da  zotico, 

pài,  s.  »/?.  =  palo:   legno  rotondo,    non 


molto  gl'osso,  che  si  mette  a  sostegno 
delle  viti  o  d'altre  piante  tenero  e  pie- 
ghevoli. 

1)  salta  de  pài  in  frasca  =  saltar  di 
palo  in  frasca;  passare  da  un  discorso 
all'altro  fuor  di  proposito. 

2)  Palo,  stilo,  abetella;  lunghi  alberi 
rimondi  per  costruire  ponti  da  muratori. 

3)  Ciascuno  di  quei  legni  o  grosse 
travi  che  si  conficcano  nel  terreno  per 
far  palizzate. 

4)  pài  del  telègrafo  =  palo  telegra- 
fico: palo  di  legno  sul  quale  si  racco- 
mandano i  fili  del  telegrafo  elettrico. 

5)  vègh  on  pài  in  là  s'cèna  =  star 
li  come  un  palo,  impalato,  impettito. 

6)  tceu  via  i  pai  =  spalare,  levare  i 
pali  che  furono  messi. 

pala,  s,  f.  =  pala:  stretta  assicella  con 
lungo  manico  a  uso  di  infornare  e  sfor- 
nare il  pane  e  sim. 

1)  Timone:  nelle  barche  del  naviglio 
e  dei  laghi  lombardi. 

pala,  V.  alt.  =  palare:  ficcar  pali  in  terra 
a  sostegno  delle  viti  e  d'altre  piante 
piccole. 

pàlàda,  s.  f.  =  palata  :  quanta  roba  si 
leva  colla  pala,  o  sta  sulla  pala. 

1)  Colpo  dato  colla  pala. 

2)  à  pàlàd  =  a  palate:  in  gran  quan- 
tità; el  tra  vìa  i  dànee  à  pàlàd  =  butta 
via  i  quattrini  a  palate. 

pàlàfreniér,*  s.  m.  =  palafreniere:  il  si- 
gnificato meno  nobile  però  dell'origi- 
nario, perchè  significa  chi  governa  i 
cavalli  nella  stalla. 

palanca,"^  s.  f.  =  palanca:  la  moneta  di 
rame  di  cinque  centesimi, 

palancò n,*  s.  m.  =  palancone,  bagherone: 
la  moneta  di  rame  di  due  soldi. 

pàlàndràii,  *  s.  m.  =  palandrana  o  pa- 
landrane: gabbano,  abito  lungo  e  largo; 
el  va  èémper  intòrna  con  quèll  pàlàn- 
drdn  che  '  l  sta  vial  come  =  va  sempre 
in  giro  con  quel  palandrane  che  sta  male, 
male, 

pàlàrìa,  s.  f.  =  palina:  gran  quantità^  di 
pali  per  palare  le  viti. 

pàlàsiua,  s.  f.  =  palazzina  :  bella  casa 
per  lo  più  di  campagna  che  sta  fra  il 
palazzo  e  la  casa. 

pàlàss,  s.  m.  =  palazzo  :  casa  signorile, 
grande,  magnifica,  e  per  lo  più  isolata. 

palatina,  s.  f.  =  pelliccia:  quella  che  le 
signore  mettono  sulle  spalle  e  scenda- 
fino  a  mozza  vita. 


pai 


—  553  — 


pai 


pillato^  s.  m.  =  palato  :  la  parte  di  so- 
pra nell'interno  della  bocca  ;  ine  sont 
scotaa  el  palato  =  mi  sono  scottato  il 
palato. 

1)  Gusto;  stusictL  H  palato  =  stuz- 
zicare il  palato;  guàétàss  el  pàlMo  = 
fjuastarsi  il  palato. 

pàlch;  .s,  in.  =  palco  :  tavolato  posticcio 
elevato  da  terra  dove  si  danno  spetta- 
coli 0  dove  si  sta  a  vederli:  questi  son 
fatti  per  lo  più  a  gradini. 

1)  pàleh  scènich  =  palco  scenico: 
quel  luogo  del  teatro  dove  gli  attori 
danno  le  loro  rappresentazioni. 

2)  Palco,  palchetto:  ciascuna  di  quelle 
stanzucce  dalle  quali  si  assiste  agli 
spettacoli  in  teatro. 

3)  pàleh  de  societaa  =  barcaccia, 
palco  tenuto  al  teatro  da  una  società 
di  amici  e  dove  non  vanno  che  no- 
mini. 

pàlché,  s.  m.^  =  impiantito,  pavimento 
intarsiato.  È  corruzione  un  po'  volgare 
di  parche.  Vedi. 

pàlchètìsta)  s.  m.  =  palchista  :  il  pro- 
prietario di  un  palco  al  teatro. 

palcliètóu,  s.  tu.  =  palchettone:  gran 
palco  nelle  sale  di  spettacolo:  noi  teatri 
sta  generalmente  sopra  la  porta  d'in- 
gresso. 

palesa)  «'.  att.  =  palesare:' manifestare, 
mettere  all'aperto,  far  conoscere  ;  l'ha 
minga  pàlesaa  el  nòìnm  di  compàgn  - 
non  ha  palesato  il  nome  dei  compagni. 

palestra,*  s.  f.  =  palestra  :  salone  dove 
si  trovano  attrezzi  convenienti  e  vi  si 
fa  ginnastica  per  istruzione  o  per  di- 
vertimento. 

pàléta,  s.  f.  =  paiettina:  paletta  piccola 
assai  e  gentile  per  isbraciaro  il  fuoco 
negli  scaldini. 

1)  Mestolina:  arnese  di  ferro  stagnato 
che  è  un  rettangolo  con  lungo  manico 
di  ferro  e  servo,  specialm.  a  rimuovere 
la  roba  mossa  a  friggere  nella  padella. 

2)  Racchetta:  retino  di  minuzia  con 
cui  si  giucca  al  volante. 

3)  Aletta,  scapola:  l'osso  piatto  pro- 
minente delle  spalle. 

4)  Ealla  :  istrumento  dei  contadini 
per  pulire  l'aratro  della  terra. 

5)  Spatola:  arnese  con  che  si  rimesta 
la  pasta  di  cioccolata,  lo  zucchero  li- 
quefatto e  sim. 

6)  cada  coni  là  pàlèta  =  caccia  colla 
ramata.  Vedi  càcia,  5j. 


pàletàda,  s.  f.  =  palettata,  mestolata, 
spatolata,  e  sim.;  colpo  dato  colla  pa- 
letta, col  mestolo,  colla  spatola,  e  sim. 

pàlètt,  s.  m.  =  paletto  :  dim.  di  palo  : 
piccolo  palo  che  si  usa  per  sostenere 
le  viti  e  altre  piante  leggere. 

1)  Asticella  di  ferro  che  si  mette  agli 
usci  in  luogo  di  chiavistello. 

2)  Gruggia:  quella  su  cui  si  posa  la 
civetta,  mentre  con  essa  si  uccella. 

pàli,  s.  m.  =  pallio  :  striscia  di  lana 
bianca,   distintivo  dei  metropolitani. 

1)  Paliotto:  arnese  di  stoffa  o  d'altro 
messo  davanti  all'altare. 

pàliàtìy,  s.  m.  =  palliativo:  rimedio  che 
addormenta  il  male  senza  sanarlo. 

pàlid,  agg.  =  pallido  :  di  colore  sbian- 
cato, smorto;  rerd,  rosa,  òr  pàlid  = 
verde,  rosa,  oro  pallido.  Del  volto  di- 
ciamo pili  volentieri  smòrt. 

palina,  s.  f.  =  biffa.  Vedi  bìfa. 

pàlisàda,*  s.  f.  =  palizzata,  steccato:  ri- 
paro fatto  di  pali  e  di  assi. 

pàlisón,  s.  m.  =  stecca  :  pala  di  ferro 
usata  dai  pellattieri. 

palma,  s.  f.  =  palma  :  specie  di  pianta 
che  produco  i  datteri. 

1)  là  doménica  déle  palme  =  la  do- 
menica delle  palme;  quella  che  precede 
la  Pasqua  di  Resurrezione. 

2)  i  pàlm,  0  i  palma  =  i  fiori;  vasi 
di  fiori  finti  per  ornamento  degli  altari 
nelle  chiese. 

pàliiiàr,  igg.  =  palmare:  fig.  grande,  no- 
tabile, evidente:  di  verità,  errore,  bu- 
gia e  sim. 

palmo,  s.  m.  =  palma  ;  il  concavo  o  la 
parte  sotto  della  mano. 

1)  jiortà  in  jìàlmo  de  man  =  portare 
in  palma  di  mano:  tenere  alcuno  in  gran 
pregio. 

2)  Palmo;  nètl  come  'l  palmo  dèla 
man  =  pulito  come  il  palmo  della  mano. 

8)  palmo  per  palmo  =  palmo  por 
palmo,  palmo  a  palmo:  a  poco  a  poco, 
e  anche:  minutamente. 
pàlòtt,  s.  m.  =  pala  di  legno,  mestolone: 
specialm.  usata  per  spalare  la  neve, 
rigovernare  le  stalle,  ecc. 
palpa,  v.  att.  =  palpare,  toccare,  branci- 
care, tasteggi(ire. 

1)  Soffriggere  ;  fa  palpa  la  scigola  = 
soffriggere  la  cipolla. 
pàlpàbìl,  agg.  =  palpabile:  che  ha  corpo, 
che  si  può  palpare. 

1)  Chiaro,    evidente,  da  cader   sotto 


pai 


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pan 


il  naso  ;  dna   •veritaa  pàlptbil   =   una 
verità  palpabile. 

pàlpàda,  s.  f.  =  palpata  :  toccata  colle 
mani. 

pàlpebra,  s.  f.  =  pàlbebra  e  palpebra  : 
quella  parte  che  serve  a  chiudere  l'oc- 
chio parte  di  sopra  e  parte  di  sotto. 

pàlpee,  s.  m.  =  cartoccio;  tanto  di  roba 
da  mangiare,  che  di  danaro.  Vedi  an- 
che pàlpiroeù. 

pàlpig'uà,  V.  att.  =  palpeggiai-e:  palpare 
continuato. 

pàlpignàna,  s.  f.  =  peluzzo,  perpignano: 
specie  di  tela  di  cotone  sfilacciata  o  la- 
nosa da  una  parte.  Trae  il  suo  nomo 
da  Perpignan. 

pàlpiroeù;  s.  m.  =  cartoccino,  mancia, 
cortesia:  fàgh  scàrb'gà  in  di  man  el 
pàlpiroeu  =  fargli  scivolare  fra  le  mani 
la  mancia,  il  cartoccino. 

pàlpit,  *  s.  in.  =  palpito:  moto  del  core 
che  palpita  ;  el  glia  on  pàlpit  tròpp 
àeeleraa  =  ha  un  palpito  troppo  acce- 
lerato. 

1)  ància  ài  pàlpiti.  Trase  figur.  e 
gioco  di  parole  che  vuol  dire:  palpare, 
toccar  colle  mani.  Specialm.  d'uomo 
manesco  colle  donne. 

palpita,  'V.  att.  =  palpitare  :  il  battere 
più  frequento  e  più   forte  del  cuore. 

pàlpltànt,*  part.  =  palpitante  :  specialm. 
aggett.  di  attualità,  l'è  dna  àtiiàlitaa 
pàlpitdnt  =  è  una  attualità  palpitante. 

pàlpitàsiòii,  =  palpitazione  :  moto  forte, 
violento,  frequente  del  cuore,  con  dif- 
ficoltà di  respiro. 

pàlta,  s.  f.  =  fango,  mota  :  terra  fatta 
quasi  liquida  dall'acqua  e  dal  passarvi 
sopra  gente,  carrozze,  ecc. 

1)  strolà  de  patta  =  impilaccherare; 
ètròll  de  patta  =  pilacchera,  schizzo  di 
fango. 

2)  vèss  on  òmm  de  pàlta  =  esser  un 
uomo  di  mota  che  non  sente  nulla, 
che  di  nulla  si  richieste. 

pàltina,  s.  f.  =  moticchio,  moliglio:  mota 
non  molta,  ma  incommoda,  e  che  quasi 
appiccica. 

1)  Bobbia:  materia  liquida,  piuttosto 
densa  e  d'  ordinario  in  gran  quantità; 
in  del  càriniaa  gKè  tuta  là  pallina 
de  l'incioster  =  nel  calamaio  c'è  tutta 
la  bobbia  dell'inchiostro;  qnànd  pioeuv 
in  strada  gh'è  ona  pattina  alta  iìiscì  = 
quando  piove  nella  strada  c'è  una  bob- 
bia tanto  alta. 


2)  Belletta:  posatura  che  fa  l'acqua 
torba  dei  fiumi,  ed  anche  la  fanghiglia 
che  rimane  sul  terreno  dopo  la  pioggia. 

3)  Fig.  Pàtina  :  roba  appiastracciata 
in  bocca  per  indigestione. 

paltò,  s.  m.  =  palton,  dal  frane,  paletot. 
Meglio:  cappotto,  soprabitone:  sorta  di 
tunicone  di  panno    grosso  che    scende 
fino  ai  ginocchi  e  anche  più. 

1)  Quello  per  signora  dicesi  cappotta. 

2)  paltò  de  mesa  stàgiòn  =  sopra- 
bito leggero,  cappa;  quello  che  si  metto 
in  primavera  e  autunno. 

—  Per  scherzo  chiamiamo  così  an- 
che la  bara,  la  cassa  da  morto. 

pàltiiium,  e  pàltusc,  s.  m.  =  pattume, 
piaccichiccio:  luogo  o  cosa  dove  vi  sia 
del  fradicio  e  dell'attaccaticcio. 

pàlùd,*  s.  f.  =  palude:  luogo  basso,  esteso, 
dove  l'acqua  rimane  stagnante. 

pàludos,*  agg.  =  paludoso  :  aggiunt.  di 
luogo,  da  palude. 

pàmpàlugra,  s.  m.  =  zugo,  citrullo  :  Ji 
buon  compagnone,  ma  sempliciotto. 

pàmporsìn,  s.  m.  =  ciclamino:  specie  di 
fiore  delicato  e  silvestre  di  bel  colore 
e  soavissimo  odore,  cijclameneuropoeum. 

pan,  s.  m.  =  pane:  alimento  dell'uomo, 
fatto  di  farina  di  grano,  e  anche  d'altro 
biade;  pan  biànch,  de  IQso,  négher,  de 
lira  =  pane  bianco,  di  lusso,  nero, 
grosso. 

1)  pan  croeànt  =  pane  arrivato;  ben 
cotto,  colla  corteccia  o  crosta  che  croc- 
chia; pan  motaa  =  pane  afflitto,  maz- 
zero, pasta  morta,  pane  che  sa  di  buca: 
cotto  in  forno  non  scaldato  abbastanza; 
pan  ben  levaa  ò  sòr  =  pane  allumi- 
nato, boffice. 

2)  pan  brustolii  ò  tostaa  =  crostino: 
pane  arrostito  o  abbrustolito  da  intin- 
gersi nel  caffè,  nella  cioccolatta,  ecc. 

3)  on  erostin  de  pan,  on  grignceù  de 
pan  =  un  orliccio  di  pane,  un  cantuccio 
di  pane. 

4)  pan  frèéch  =  pane  fresco  :  quello 
fatto  da  poco,  nella  giornata  ;  pan  pòsa 
=  pane  d'un  giorno  :  quello  non  più 
fresco,  senz'essere  secco.. 

5)  pan  moìn,  =  pane  inzuppato  nel 
vino. 

6)  pan  giàld  o  de  mÀj  =  pane  di  gi'au- 
turco,  di  meliga. 

7)  pan  de  mistura  =  pan  mescolo  ; 
fatto  di  farina  di  grano,  mescolata  a 
quella  di  granoturco. 


pan 


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pan 


8)  2^^n  de  rògioeil  =  pane  di  segale 
0  di  tritello;  ^J»'*  d^  sémola  =  pane  di 
iior  di  farina. 

9)  pan  pur  ò  soli  =  pane  solo , 
asciutto,  scusso:  senza  companatico. 
Anche:  pan  e  cortèll  o  pan  e  spùa  nello 
stesso  significato.  Vedi  cortèll,  9). 

10)  pan  vane  =  pane  unto,  panunto; 
su  cui  si  fa  sgrondare  l'untume  dello 
carni. 

11)  pan  gràtaa  =  pan  grattato,  pan- 
grattato ;  pane  sminuzzolato  alla  grat- 
tugia. 

12)  pan  trìd  =  pangrattato  :  la  mi- 
nestra fatta  di  pan  grattato  ;  pan  còti 
pancotto;  pane  bollito  nell'acqua. 

13)  pan  luster  =  pane  lucido:  quelle 
ciambelle,  sopra  le  quali  fu  spalmato 
il  chiaro    dell'uovo  prima  di  cuocerle. 

14)  digli  jKÌn  al  pan  e  vìn  ài  vìn  = 
dire,  chiamar  pane,  il  pane:  chiamar  la 
gatta,  gatta  e  non  micia;  esser  sinceri, 
chiamar  le  cose  col  loro  nome. 

15)  vèés  bon  còme  'Ipdn  =  essere  me- 
glio che  il  pane:  di  buonissima  indole. 

16;  vèéé  minga  pan  per  i  so,  i  tò, 
dent  =  non  essere  pane,  boccone,  carne, 
per  i  suoi,  per  i  tuoi  denti  ;  di  cosa  che 
uno  desideri  ma  che  non  possa  toccar- 
gli. Anche:  non  essere  poliotto  per  il 
suo,  per  il  tuo  altare  ;  detto  di  cosa 
non  adatta  o  non  meritata. 

17)  règh  nànca  pan  de  màngiù,  =  non 
aver  pane  pei  sabati:  essere  in  grande 
miseria. 

18)  dà  dna  legnàda  e  on  tòcch  de 
pan  =  dare  il  pane  con  la  balestra;  dare 
il  pane  e  la  sassata,  dare  una  calda  e 
una  fredda  :  fare  un  beneficio  zotica- 
mente. 

19)  rend  pan  imprèàtaa,  oppure  fa 
pan  restituii  =  rendere  pan  per  focac- 
cia; il  contraccambio  più  salato,  di  of- 
fese e  sim. 

20)  legna  vèrda  e  pan  fresche  se  va 
in  malóra  prèsi  =  appunto  son  come 
le  legno  verdi  che  utile  di  cavarne  in- 
van  tu  speri. 

21)  vèàs  on  mangia  pan  à  tràdiment 
=  essere  un  pan  perso;  un  buono  a  nulla; 
mangia  'l  pan  à  tràdiment  =  mangiare 
il  pane  a  tradimento  ;  a  ufo,  senza  gua- 
dagnarlo. Di  chi  vive  a  carico  degli 
altri  e  prende  il  salario  senza  fai'e  il 
proprio  dovere. 

22)  se  rè  mììiga   éUpa  Ve  pan  ba- 


gnila =  tant'è  zuppa  che  pan  lavato: 
è  una  zuppa,  tutt'una  zuppa  e  un  pan 
molle,  di  due  cose  che  si  equivalgono, 
specialm.  non  belle,  non  buone.  Anche: 
se  no  hin  fràsch  hin  foeiìj. 

23)  vàr  pilsee  on  tòech  de  pan  diir  che 
on  figli  màdur  =  meglio  un  evo  oggi 
che  una  gallina  domani. 

24)  mangiti  'l  pan  di  Mter  =  man- 
giare il  pane  altrui,  il  pane  degli  altri;' 
di  chi  è  al  servizio. 

25)  Pane,  alimento,  vitto;  -vèss  onpàn 
sicùr  =  essere  un  pane  sicuro;  ^jèrrf  el 
pan  =  perdere  il  pane;  perdere  l'im- 
piego. 

26)  pan  che  g'hà  sètt  erosi  =  pane 
del  dolore:  guadagnato  con  molto  stento 
0  molti  sacrifici. 

27)  'vèés  à  pan  e  peéìn  =  essere  a 
stecchetto:  stentare  la  vita  e  anche  vi- 
vere con  gran  parsimonia. 

28)  trii  de  pan,  trii  de  vln,  trii  de 
codeghìn  =  sette  o  diciotto  di  vino; 
modo  usato  per  mostrare  la  invariabile 
ostinazione  di  alcuno  in  un  dato  pro- 
posito. 

29)  l'è  minga  pan  de  mangia  =  non 
ò  indispensabile,  non  è  di  assoluta  ne- 
cessità. 

80)  pinpìn,  càvàlìn,  sòia  'l  pè  del 
tàolin,  pan  pòse  pan  frèsch  indiana 
che  l'è  quèst  Vedi  càvàlìn,  2). 

31)  Massa  di  altre  cose,  in  forma  di 
pane  ;  on  pan  de  àùclier,  de  biltèr,  e 
sim.  =  un  pane  di  zucchero,  di  burro 
e  sim. 

32)  giiigà  ài  pan  briisaa  = .  giocare 
al  pan  bruciato:  è  gioco  infantile  che 
ormai  si  usa  poco.  Vedi  prèstinee. 

l)ànà,  V.  alt.  =  appannare,  velare  ;  far 
perdere  il  lustro,  la  trasparenza;  l'acqua 
fresca  là  pana  el  bicér  =  l'acqua  fresca 
appanna  il  bicchiere. 

1)  Della  vista,  renderla  men  chiara 
e  distinta,  quasi  un  velo  leggero  si  sten- 
desse tra  l'occhio  e  gli  oggetti. 

pàuaa,  agg.  =  appannato,  annebbiato,  ve- 
lato. 

1)  Panato:  avvolto  nel  pan  grattato. 
Vedi  iiuboràgià. 

pànàdòra,  s.  f.  =  credenza  :  specie  di 
armadio,  tutto  ben  lavorato,  dove  si  ri- 
pongono le  cose  da  mangiare,  con  più 
palchetti  pel  cristallame,  ecc. 

1)  Peluzzo:  pannolano  con  cui  si  li- 
scia il  pelo  ai  cavalli. 


pan 


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pan 


pàn<àdura,  s.  f.  =  appannatura;  l'appan- 
nare, l'appannarsi. 

pànàrèta,  5.  f.  =  velo:  quel  velo  di  fior 
di  latte  che  si  va  formando  sulla  su- 
perficie del  latte,  allorché  sta  posando 
per  indi  quagliarsi. 

pànàrìs,  s.  vi.  =  panereccio,  patereccio, 
coronella:  tumore  che  viene  intorno  a 
un  dito,  fra  UQghia  e  carne  0  suppura. 

pànàrceiila,  s.  f,  =  pannarola,  spanna- 
tola: mestola  bucherellata,  per  racco- 
gliere la  panna  del  latte. 

pàuàsc,  .*>■.  m.  =  panacelo:  pegg.  dì  pane: 
pane  cattivo,  mal  fatto. 

1)  Anche  ia  senso  di  molto  pane: 
tiitt  quèll  pànàse  el  te  pò  minga  fa 
ben  =  tutta  quella  gran  quantità  di  pane 
non  ti  può  far  bene. 

panateli,  s.  m.  =  panetto:  dim.  di  pane, 
nel  seaso  di  pan,  £0). 

pànàtón,  s.  m.  =  panettone  :  sorta  di 
dolce  che  si  fa  specialmente  a  Milano 
e  che  si  mangia  a  Natale  specialm.  A 
Milano  è  segno  di  estrenìa  miseria  far 
Natale  senza  mangiare  il  panettone, 

1)  fa  regni  sii  7  pànàton  de  Nàtàl  = 
far  venire  il  latte  alle  ginocchia,  far 
stomaco,  ed  anche:  stuccar  tanto  da  di- 
sgustare e -produrre  la  nausea. 

2)  rèse  on  bòn  pànàton  =  essere  un 
pastricciano,  un  uomo  semplice  e  quieto. 

pàncociòn,  .«.  m.  =  pappa  e  latte;  pane 
bollito  nel  latto  che  molti  usano  invece 
dell'impiastro  di  seme  di  lino  per  far 
venire  a  suppurazione  i  paterecci. 

pàncòtt,  s.  m.  =  pancotto,  pan  bollito, 
pappa  :  minestra  di  pane  a  tocchetti 
cotto  nel  brodo  0  nell'acqua  condita 
con  burro. 

pàudàn,  s.  m.  =  riscontro,  contrapposto: 
quàder  che  fa  pàndàn  =  quadri  che  si 
fanno  riscontro.  Dal  frane,  pendant. 

pàndemèìn,  s.  m.  =  panello  di  miglio; 
panello  di  farina  di  granoturco,  di 
forma  cii'colare  e  schiacciato,  impa- 
stato con  zucchero,  e  burro. 

pànegriàinént,  s.  m.  =  pendone  :  drappo 
in  cima  della  tenda  tagliato  a  disegno 
e  continuato  con  frange.  Se  della  stoffa 
della  tenda,   dicosi  :  drappellone. 

panegiriche  *  s.  m.  =  panegirico:  di- 
scorso laudativo. 

pànèll,  s.  m.  =  sansa  :  la  pasta  delle 
ulive,  mandorle,  noci  e  sim.  che  ri- 
mano dopo  essere  stata  sotto  lo  stret- 
toio. 


pànepànéra,  s.  f.  =  Vedi  lungrlielun- 
ghèra. 

pàuer,  (i)  s.  f.  pi.  =  lenticchie,  lentig- 
gine, crusca.  Vedi  làntigia  e  lenti- 
^gria,  1). 

panerà,  s.  f.  =  panna,  crema,  fior  di 
latte,  capo  di  latte  :  la  parte  più.  bur- 
rosa  del  latte  di  mucche,    pecore,  ecc. 

1)  fa  sii  là  panerà  =  appannarsi. 

2)  panerà  dopia  =  panna  doppia; 
molto  densa,  consistente. 

3)  éciimà  vìa  là  panerà  ài  làtt  = 
spannare,  disfiorare  il  latte. 

pànètt,  s.  m.  =  pezzuola,  fazzoletto  :  co- 
mincia a  disusare. 

1)  Fazzoletto  da  testa:  specie  di  pic- 
colo scialle  che  mettono  in  testa  le 
contadino. 

pànfeta,  esci.  =  panfota,  patatrac.  Voce 
imitante  il  rumore  di  un  corpo  che 
cade. 

pànfort,  s.  m.  =  panforte  :  impasto  di 
mandorle,  cedro  candito,  cioccolata,  ecc. 
di  cui  si  fa  un  dolce  molto  gustato  in 
Toscana,  e  da  noi  non  ancor  troppo 
comune. 

pani,  V.  att.  =  ammollirsi  :  dei  legnami 
che,  tagliati  0  lasciati  sotto  la  scorza, 
si  fanno  molli. 

1)  Spegnersi  lentamente  il  lume,  per 
mancanza  d'olio  0  di  lucilina. 

pànie,  s.  m.  =  paniera:  cesta  rotonda 
di  vimini  che  si  tiene  presso  la  scri- 
vania per  gettarvi  i  fogliacci  che  si 
buttano  via.  Serve  anche  alle  signore 
per  riporvi  il  lavoro.  Dal  frane,  panier. 
1)  Panierone,  paniere  da  bottiglie: 
quello  per  lo  più  di  stuoia  nel  quale  i 
garzoni  del  mercante  di  vino  porta  in 
giro  bottiglie. 

pànigàda,  s.  f.  =  fior  di  sambuco,  sam- 
bucato. 

pànigrli,  s.  m.  =  panico  :  specie  di  pianta 
che  fa  un  frutto  buono  per  nutrire  uc- 
celli. 

pànin,  s.  m.  =  panino  :  dimin.  vezzegg. 
di  pane;  usa  specialm.  nel  linguaggio 
dei  bambini. 

1)  Pannino ,  pannicino  :  dimin.  di 
panno. 

pànina,  s.  f.  =  pannina  :  nome  collettivo 
d'ogni  sorta  di  pannilani  in  pezza. 

paniseli,  s.  m.  =  gattono,  orecchione: 
male  dietro  le  orecchie. 

1)  Pennecchio,  roccata.  T.  delle  fi- 
latrici. 


pan 


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pap 


pàniss,  V.  rifl.  =  imporrire  :  il  cuocerò 
del  legno  per  causa  dell'umidità. 

pànu,  s.  m.  =  panno  :  tessuto  di  lana, 
e  qualche  volta  di  lino. 

1)  smart  come  on  pàmi  làvaa  = 
bianco  come  un  panno  lavato. 

2)  pànn  pàstòs^  ràsaa  =  panno  ma- 
noso,  cimato. 

3)  ingànà  à  bràés  de  pànn  =  in- 
gannare a  partito. 

4)  Calza,  filtro.  T.  dei  confett.  li- 
quoristi e  sini. 

panorama,*  s.  m.  =  panorama:  veduta 
dipinta  0  fotografata  in  modo  che  dia 
Tillusiono  del  vero,  e  la  veduta  stessa 
nella  sua  realtà. 

pànpòss,  .f.  m.  =  pane  d'un  giorno. 
Vedi   pàli,  4). 

1)  Meggione  e  meggiona  :  persona 
grassa  e  lenta,  pigra  nell' operare. 

pànsàueg'a,  s.  f.  =  panzana,  fiaba  :  sto- 
riella che  non  ha  verisimiglianza. 

1)  han  faa  l'insalata  cont  Voli  cT o- 
liva  e  là  pànsànega  Ve  bela  e  fìnìda 
=  stretta  la  foglia  e  larga  la  via,  dite 
la  vostra,  ho  detto  la  mia  :  modo  po- 
polare nella  chiusa  delle  novelle  e 
delle  fiabe. 

pàitscèta,  s.  f.  =  serra,  tarantella,  ven- 
tresca: carne   della    pancia  del  tonno. 

1)  Lardone:  specie  di  lardo  venoso 
e  carnoso. 

2)  Pancetta  di   vitello. 

3)  Pancetta,  dim.  di  pancia  :  spesso 
in  ischerzo  di  pancia  piuttosto  grossa. 

4)  La  persona  stessa  con  pancia  : 
gii' è  chi  7  pànscèta  =  c'è  qui  il  pan- 
cetta. 

pàuscia,  s.  f.  =  pancia:  la  parte  dinanzi 
del  corpo,  dalla  bocca  dello  stomaco  al 
pube,  specialtn.  in  pers.  grasse  molto, 
e  per  estens.  e  siniil.  anche  di  vasi, 
bottiglie,  e  sim. 

1)  fa  -ptlnscia  =  far  pancia  :  di  muro 
che,  uscendo  dalla  sua  drittura,  sporge 
in  fuori. 

2)  gràtàéà  là  pànscia  =  grattarsi  la 
pancia:  stare  ozioso. 

3)  mangia  à  crèpa  pànscia  =  man- 
giare a  crepa  pancia:  moltissimo. 

4)  à  pànscia  à  tira  =  a  briglia 
sciolta,  a  tutta  briglia  :  modo  avvorb. 
coi  verbi  àndà,  cor  =  andare,  correx'e; 
più  che  si  può  spronando  il  cavallo,  e 
non  rattonondolo  punto  colle  briglie. 


5)  impresta  vìa  là  pànscia  =  ap- 
poggiare l'alabarda;  mangiare  a  ufo. 

6)  La  parte  piìi  larga  dei  vasi,  cam- 
pane, botti,  ecc. 

pànsciòii,    s.    m.    =    pancione;    grossa 

pancia. 

1)  Pancione,  buzzone  :   chi    ha  gran 

pancia. 
pàntàlòn,  s.  m.  =  pantalone  :  maschera 

veneziana. 

1)  jJàga  Pàntàlòn  =  pantalon  pagi 
pei'  tutti  ;  paga  il  più  largo  e  min- 
chione. 

2)  Pacione:  persona  d'indole  tran- 
quilla e  tutta  pace:  Ve  on  bòn  pàntà- 
lòn =  è  un  buon   pacione. 

3)  Pantaloni,  calzoni.  Vedi  càlsón. 
Usa  per  lo  più  al  plur.  i    pàntàlòn. 

Pànteon,  s.  m.  =  Panteon  :  nome  d'un 
tempio  famoso  dedicato  in  Roma  a 
tutti  gli  Dei,  e  per  estens.  nome  di 
un  luogo  dove  siano  riunito  le  salme 
0  i  ricordi  di  molti  uomini  illustri. 

pantèra,  s.  f.  pantera:  animale  feroce 
del  genere  felino. 

pantofola,  s.  f.  =  pantofola,  pianella, 
mula:  scarpa  di  lana,  o  di  canovaccio 
ricamato,  per  tener  caldo  il  piede. 

pàntomìna,  s.  f.  =  pantomima  :  azione 
scenica  rappresentata  coi  gesti  invece 
che  a  parole. 

pàntrìd,  s.  m.  =  pan  grattato.  Vedi 
pan,  12). 

pàòn,  s.  m.  =  pavone  :  uccello  dell'or^ 
dine  dei  gallinacci,  assai  bello. 

1)  el  pàòn  'l  fa  là  ronilda  =  il  pa- 
vone spiega  lo  penne  della  sua  coda 
a  ventaglio. 

pàona,  s.  f.  =  pavona,  pavonessa:  la 
femmina  del  pavone. 

pàonàss,  agg.  =  pavonazzo,  paonazzo; 
colore  tra  l'azzurro  e  il  rosso. 

papa,  s.  un.  = .  papa  :  sommo  pontefice 
dei  cattolici. 

1)  àndà  à  Róma  sema  vede  '  l  papa 
=  andare  a  Eoma  e  non  vedere  il  papa  : 
non  conseguire  l'effetto    più    notevole. 

2)  età  de  papa  =  stare  come  un 
papa  0  da  canonico  :  non  poter  desi- 
derare di  meglio  ;  mangia  de  papa  =* 
mangiar  bene  e  lautamente. 

3)  m,òrt  on  papa  se  n'  fa  on  alter 
=  morto,  0  dopo  un  papa,  so  ne  fa  un 
altro  :  non  manca  mai  ohi  comanda, 
od  anche,  per  noi,  nessuno  a  questo 
mondo  è  necessario. 


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par 


4)  Papa:  nomo  di  quei  busti  di  rame 
inargentato  o  d'argento  che  si  espon- 
gono sull'altare,  secondo  il  rito  am- 
brosiano. 

6)  Nome  di  una  delle  figure  nel  gioco 
di  tarocchi. 

6)  Papa:  quella  anticipazione  che  il 
l)roto  dà  ai  lavoranti  la  sera  del  sa- 
bato sul  lavoro  che  faranno  al  lunedì. 

7)  papa  de  gèss  =  papa  di  gesso: 
busto  di  gesso  che  figura  il  papa;  fàcia 
de  papa  de  gèsé  =  faccia  franca,  sfac- 
ciato; sta  li  come  on  papa  de  gèss  = 
star  di  sasso:  non  muoversi;  specie  per 
gran  meraviglia. 

papa,  s.  f.  =  pappa;  vezzegg.  di  mine- 
stra. Usa  specialm.  parlando  eoa  bam- 
bini. 

1)  invida  à  mangiti  la  papa  =  invi- 
tare a  pranzo. 

papà,  s.  m.  =  babbo  :  lo  stesso  che  pa- 
dre; fam.  0  spesso  vezzeggiativo.  Non 
si  usa  mai  senza  l'articolo. 

1)  vègh  nò  ne  pàptL  ne  marna  =  non 
avere  ne  babbo,  né  mamma  :  essere 
orfano. 

2)  fàgh  de  papà  à  vQn  =  far  da 
babbo  a  uno:  fare  con  lui  le  veci  del 
padre. 

3)  Il  maestro  più  autorevole,  il  crea- 
tore di  una  scienza  :  el  papà  di  dolor, 
di  ingegnee,  di  speéiee  =  il  babbo  dei 
medici,  degli  ingegneri,  dei  farmacisti  ; 
l'Alcoli  l'è  'l  papà  dèla  linguistica  in 
Italia  =  l'Ascoli  è  il  babbo  della  lin- 
guistica in  Italia. 

pàpàgràll,  s.  m.  =  pappagallo  :  specie  di 
uccello  che  impara  a  ripetere  le  parole. 

1)  l'è  on  pàpàgàll  =  è  un  pappagallo  : 
:  di  chi  ripete  ciò  che   sente  dire  o  che 

ha  studiato,  senza  comprendere. 

2)  Storta  :  vaso  di  vetro  storto  da 
orinaivi,  per  uomini   ammalati. 

pàpùg-òr^ia,  *  *•.  f.  =  pappagorgia  :  quel 
grasso  cho  pende  ad  alcune  persone 
sotto  la  mascella  inferiore,  a  guisa  di 
doppio  monto.  Vedi  bàrbòss-,  2). 

pàpàgràud,  s.  m.  =  avo.  nonno  :  il  pa- 
dre del  padre  o  della  madre.  Dal  fran. 
grand  pére. 

1)  mètt  el  nòmm  del  pàjxigrdnd  = 
rifare  il  nonno. 

pìtpàl,  agg.  =  papale;  dato,  scritto  del 
])apa. 

1)  benedisiòn  pàpàl    =    benedizione 


papale  :  data  dal   papa   o   per   delega- 
zione del  papa. 

pàpàlin,  agg.  =  papalino  :  dei  soldati 
del  papa  e  di  quelli,  che  privi  d'ogni 
buon  sentimento  di  italianità  e  di  ci- 
viltà, parteggiano  ancora  per  il  poter 
temporale. 

papalina,  s.  f.  =  papalina:  piccolo  ber- 
retto tondo  di  lana  o  seta,  spesso  ri- 
camato, por  casa. 

pàpàrèll,  (i)  s.  /.  pi.  =  pappardelle, 
nastrini;  certo  pasto  da  minestra  ta- 
gliate a  guisa  di  piccoli   nastri. 

pàpàrin,  s.  m.  =  babbino  ;  vezzegg.  di 
babbo. 

pàpàtàs,  s.  m.  =  pappataci,  tranquillqne, 
meggione  :  chi  si  gode  la  vita  e  lascia 
che  il  mondo  vada  come  vuole. 

1)  Culice  :  ciilex  ciliaris  :  insetto 
pili  piccolo  della  zanzara,  ma  ugual- 
mente molesto. 

pàpàver,  s.  m.  =  papavero;  fiore    noto. 

pàpeterì,  s.  f.  =  calaniaio  a  scrivania, 
0  a  cartella,  o  a  scatola.  Dal  francese 
papeterie. 

pàpiliòtt,  s.  m.  =  diavoletto:  quei  ro- 
tolotti  di  bambagia  o  di  carta  usati 
dalle  donne  per  farsi  o  per  mantenersi 
i  riccioli. 

pàpin,  s.  m.  =  gotata:  colpo  dato  sulla 
gota  colla  mano  aperta. 

pàpina,  s.  f.  =  pappa,  pappina:  specie 
di  minestra  per  bambini  di  latto  o  ac- 
qua e  farina. 

pàpis,  s.  m.  =  gotata.  La  stessa  cosa 
cho  pàpìu. 

papista,  s.  m.  =  papista,  papalino:  chi 
tien  dal  papa  e  vorrebbe  ritornasse  al 
poter  temporale. 

pàpóss,  s.  m.  =  scarpcrotto:  scarpa 
molto  accollata,  con  uno  sparo  sul  to- 
maio che  si  stringe  con  laccetti. 

para,  s.  m.  ='  paio,  paro  :  due  di  una 
cosa  stessa,  cho  si  usano  per  lo  più 
insieme  o  che  si  vendono  appaiati,  a 
due  a  due. 

1)  sàvè  nò  quanti  para  fan  tre  inoàcli 
=  non  sapere  quante  paia  fanno  tre  : 
di  persona  sciocca,  idiota. 

para,  v.  att.  =  parare  :  coprire  con  pa- 
ramenti, con  parati:  para  là  gèsa  = 
parare  la  chiesa. 

paràbola,*  s.  f.  =  parabola  :  racconto 
fatto  per  via  di  similitudini  e  di  alle- 
gorie, speciahn.  quelli  del  Yangelp. 

pàràboll,   s.   ni.   =    cércine  :    cuscinetto 


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559  — 


par 


circolare  alla  testa  dei  bambini,  por 
ripararli  dallo  cadute. 

pàr«àbràsca,  .<?.  m.  =  guardabrace  :  ferro 
ricurvo  noi  forni  per  tener  raccolte  le 
brace. 

pàràcàdud,*  s.  m.  =  paracadute:  conge- 
gno a  guisa  d'ombrello,  per  non  ca- 
dere i)recipitosamente. 

pàràcàmiu,  s.  vi.  =  paravento:  quella 
specie  di  quadro  con  cui  chiudesi  sta- 
bilimento r  apertura  del  caminetto , 
quando  non  vi  si  accende  il  fuoco. 

pài'àcàr,  s.  m.  =  pinolo  ,  paracarro  : 
ognuno  di  quei  piuoletti  che  sono  a 
intervalli  lungo  le  strade  di  campagna. 
1)  sta  II  còme  on  pàràeàr  =  star  li 
come  uno  stollo:  di  chi  è  quasi  impa- 
lato 0  non  si  muove. 

pàràda,  s.  f.  =  parato  :  drappo  o  altro 
con  clic  si  p'irano  le  pareti  e  le  fac- 
ciate delle   chiese. 

1)  vèss  vestii  de  jja?-d(/a  =  essere 
in  arredo  da  poter  comparire  a  fare 
onoro  ad  altri. 

2)  redè  là  mài  pàràda  =  vedere  la 
mala  parata  :  conoscere  che  la  cosa 
può  avere  cattivo  esito. 

pàràdìs,  s.  vi.  =  paradiso:  il  luogo  di 
premiazione  pei  giusti  nel  mondo  di  là. 

1)  àndà  in  pàràdls  =  andare,  salire 
in  paradiso,  al  cielo:  morire,  specialm. 
parlando  di  bambini.  , 

2)  Di  luogo  pieno  di  delizie,  aniono  ; 
f/Jiè  là.  on  giàrd'm  che  l'è  on  pàràdis 
=  c'è  là  un  giardino  che  è  un  paradiso. 

3)  de  pàràdls  =  di  paradiso  :  di  bel- 
lezza straordinaria  e  soavità;  là  g'hà 
ona  ras  de  pàràdls  =  ha  una  voce  di 
paradiso. 

4)  Uscii  del  pàràdls  =  uccello  del 
paradiso  :  uccello  belliasimo. 

pàràdór,  s.  ni.  =  paratore,  addobbatore, 
banderaio  :  colui  che  para  le  chiese  per 
le  feste. 

pàriidòra,  .s.  f.  =  coronella  :  argine  curvo 
a  difesa  di  una  ripa  corrosa  e  che  mi- 
naccia di   franai-e. 

pàràdòss,  s.  m.  =  paradosso  :  proposi- 
ziqpe  falsa,  o  almano  contraria  all'  opi- 
nione comune. 

1)  Asinelio  :  la  trave  che  reggo  le 
altro  travi  del  tetto  a  un.  solo  piovente. 

parafatila,  s.  in.  =  parafango  :  tutto  ciò 
■  che  serve,  specialm,  nelle   carrozze,  a 
i'il>ararc  dal  fango  della  strada. 

pàràfwùgh,  .«.  m.    =    parafuoco,  arnese 


che  si  pone  innanzi  ai  caminetti  per 
difendersi  dal  soverchio  calore.  Vedi 
ecràn. 

1)  Ventola,  parafuoco  :  quegli  arnesi 
a  guisa  di  ventaglio ,  che  reggiamo 
colla  mano  per  difonderci  dal  calore 
del  fuoco. 

pàràfrèdd,  s.  in.  guancialetto  :  specie 
di  sacchetto  bislungo,  pieno  di  lana  o 
capecchio  o  crine ,  che  si  mette  sul 
davanzale  delle  finestre  per  riparare  il 
freddo. 

pàràfulniìn,  *  s.  m.  =  parafulmine:  pala 
di  ferro  con  punta  che  si  pone  sugli 
edifici,  per  difenderli  dai  fulmini. 

pàr<àfiiiniu,  s.  m.  =  caminetto  :  tubo  di 
vetro  applicato  ai  lumi  a  calza,  perchè 
non  facciau  fumo  e  la  fiamma  sia  più 
vivace. 

pàràg'ón,  *  s,  w.  =  paragono,  agguaglio, 
comparazione ,  confronto  :  atto  della 
mente  per  cui  si  raffrontano  due  o  più 
cose  e  persone  tra  loro. 

1)  no  vèsegh  fàràgòn  =  non  esserci 
paragono  tra  due  cose  o  persone  ;  si- 
gnifica l'eccellenza  d'una  delle  duo  so- 
pra l'altra;  tra  'l  làgh  de  Lucèrna  e 
qiièll  de  Còmm  gh'è  nànca  pàràgòn  = 
fra  il  lago  di  Lucerna  e  quello  di  Como 
non  c'è  paragone,  non    c'è    agguaglio. 

2)  Paragono  ;  pietra  di  paragone  ; 
saggio  alla  toc  ;a  :  quella  pietra  colla 
quale  gli  orefici  saggiano  l'oro. 

paragona,*  v.  att.  =  paragonare  :  far  pa- 
ragono, confronto  fra  due  coso  o  per- 
sone. 

1)  pàràgoìiàss  =  paragonarsi,  aggua- 
gliarsi :  credersi  o  affermarsi  uguale  in 
merito  ad  altri. 

pàràg-onàbil,  *  agg.  =  paragonabile  : 
che  si  può  paragonare. 

pàrà?ràf,  s.  m.  =  paragrafo:  ciascuna 
dolio  parti  in  cui  si  divide  un  capitolo 
d'un  libro,  d'una  scrittura. 

pàràlèll,*  agg.  =  parallelo,  equidistante  : 
di  linee  o  piani  che  non  hanno  con- 
vergenza. 

1)  *  jxlràlèll  =.  le  parallele  :  attrezzo 
di  ginnastica. 

pàràlisà;  »  att.  =  paralizzare  :  impo- 
■  dire  il  corso  di  un'impresa,  sospendere 
il  moto  di  una  forza  ;  qtcèll  càld  chi 
el  me  pài'àllsa  tUta  là  bona  vneuia  = 
questo  caldo  mi  paralizza  ogni  buona 
volontà. 

paràlisi,*  s.  f.  =  paralisi  :   diminuzione 


par 


—  5tì0  — 


par 


0  cessazione  della  contrattilità   musco- 
lare di  lina  parte  del  corpo. 

pàràlìtich,*  agg.  =  paralitico  :  cki  è  in- 
fermo di  paralisi. 

pàràluiuiii,  s.  m.  =  paralume,  ventola  : 
qualunque  cosa  in  generale  che  difenda 
gli  occhi  dalla  luce  d'  un  lume  qua- 
lunque. 

pàràmàj;  s.  m.  =  pallamaglio  :  specie 
di  giuoco. 

pàràmàn,  s.  m.  =  mostreggiatura,  ma- 
nopola, mostra  :  rivolta  di  panno  che 
si  suol  faro  alle  maniche  dei  vestiti. 

1)  Guardia,  elsa  :  la  parte  della  spada 
che  difende  la  mano  di  chi  la  impugna. 

paraménti  s.  m.  =  paramento,  parato  : 
vesto  0  abito  sacerdotale,  ed  anche 
drappo  con  che  si  parano  le  chiese  o 
gli  altari. 

pàrìnnósch,*  s.  m.  =  paramosche  :  co- 
perchio di  rete  sottilissima  di  fil  di 
ferro  con  che  si  coprono  le  vivande 
per  impedire  che  vi  si  posino  le  mo- 
sche. Anche  còpràpiàtt. 

pàràngòn,  s.  m.  =  paragono  :  termine 
tipografico,  ora  quasi  interamente  di- 
susato. Vedi   pàràgòn. 

pàrcéla,  s,  f.  =  nota,  conto;  d'avvo- 
cato, di  legale  e  sim. 

pàràpètt,  s.  m.  =  parapetto  :  quel  muro 
che  lungo  fiumi,  ponti  e  sim.  arriva  al 
petto  d'un  uomo  e  impedisce  che  esso 
caschi  giù. 

1)   Parto    del   muro    dal    pavimento 
fino  al  cominciare  della  finestra. 

pàràscintill,  s.  m.  =  paracenero,  guar- 
dacenero,  rete,  camminiera  :  arnese  di 
metallo  che  mettasi  dinanzi  al  fuoco 
sulla  soglia  del  canmiinetto,  per  impe- 
dire che  il  fuoco  si  spanda  o  schizzi 
nella  stanza. 

pàràsciceùla,  s.  f.  =  cingallegra,  cincia: 
specie  di  uccello. 

1)  ciàpà  i  pàràscioeùl  =   battere  lo 
gazzette,  tremar  dal  freddo. 

pàràsciolin,  s.  m.  =  cinciarella,  cincia 
piccola:  specie  di  uccello. 

pàràsól,*  s.  VI.  =  parasole,  ombrellino: 
quello  con  cui  ci  ripariamo  dal  sole. 
E'  però  più  dell'uso  ombrelìn. 

paratola,  s.  f.  =  giogaia  :  la  pelle  pen- 
dente dal  collo  dei  buoi  e  delle  vacche. 

pàràvént,*  s.  m.  =  paravento  :  asse  che 
in  piedi,  allo  stipite  degli  usci  ripara 
l'aria. 

pareli,  s.  m.  =  parco  :  luogo  chiuso  in- 


torno 0  vicino  alle  ville,  per  lo  più 
tenuto  a  bosco,  dove  sì  mantengono 
animali  per  la  caccia. 

1)  Il  giardino  nuovo  e  grandioso  fatto 
a  Milano  suU'  area  di  piazza  d'  armi, 
tra  l'arco  del  Sempiono  e  il  Castello. 

parche,  s.  m.  =  impiantito,  pavimento 
intarsiato  :  quello  di  tavole  con  lavoro 
di  tarsia.  Dal  frane,  parquet. 

pàrchetìsta,  s.  m.  =  correntaiolo  :  chi 
fa  i  palchi  di  legname  allo  stanze. 

pàrècc,  agg.  =  usato  per  lo  più  al  plur. 
parecchi  e  parecchie  :  molti,  molte. 

pàregfià,  v.  att.  =  apparecchiare,  prepa- 
rare ;  V  ha  pàrejiaa  là  tàola  =  ha  ap- 
parecchiata la  tavola  ;  bisógna  pàregià 
'l  bauli  =  bisogna  prepai'are  il  baule. 
1)  Pareggiare,  agguagliare  ;  Ve  brào, 
ma  'l  pàrégia  minga  so  pàder  =  è 
bravo,  ma  non  agguaglia  suo  padre. 

pàrént,  s.  m.  =  parente  :  congiunto  di 
parentado,  di  consanguineità,  e  di  af- 
finità. 

1)  Del  padre  e  della  madre  insieme  ; 
el  g'hà  àncàmd  i  éò  pàrént  =  ha  an- 
cora i  suoi  parenti,  i  suoi  genitori. 

2)  vèsé  pàrént  de  vuu  =  essere,  ri- 
manere compare  d'uno  :  quando  si  pre- 
stano danari  ad  uno  e  quei  non  li 
rende  o  quando  in  qu.alunque  modo  si 
devono  danari  ad  uno. 

parentèla,  s.  f.  =  pai-entela,  parentado  : 
l'esser  parente  e  tutti  i  parenti  ;  el 
g'hà  dna  parentèla  che  finisé  pie  =  ha 
una  parentela  numerosissima. 

1)  Cognome,  casato,  nome  di  fami- 
glia ;  el  g'hà  dna  parentèla  francesa, 
ma  Ve  itàliàn  =  ha  un  cognome  fran- 
cese, ma  è  italiano. 

parentesi,  s.  f.  -  parentesi;  parole  con 
un  senso  a  se  intercalate  in  un  pe- 
riodo. 

1)  Il  segno  della  parentesi. 

parentóri,  s.  m.  =  parentado,  parentela  : 
tutti  i  parenti. 

parer,  s.  m.  =  parere,  opinione,  giudi- 
zio, avviso  ;  vèàs  del  parer  =  esser  di 
parere,  d'avviso  ;  sont  del  tò  parer  = 
sono  del  tuo  parere,  della  tua  opinione. 

1)  Per  consiglio  ;  voo  à  fàmm  dà 
on  parer  de  Vàocàtt  =  vado  a  farmi 
dare  un  parere  dall'avvocato. 

2)  metaa  parer  e  metaa  dàtiee  = 
metà  consiglio  e  metà  danari:  non  ba- 
sta consigliare,  bisogna  aiutare. 

3)  Ramanzina,    rabbuffo,    parlatina, 


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rimprovero  ;  ghe  doo  vun  de  qiiìj  pa- 
rer, che  le  tèn  à  niènt  jjer  on  pese  = 
^\\  dò  una  di  quelle  ramanzine  che  la 
ricorderà  per  un  pezzo, 
pari,  agg.  =  pari,  uguale  ;  on  bosàrd 
pUri  tò  l'hoo  mài  visi  =  un  bugiardo 
pari  tuo  non  l'ho  visto  mai. 

1)  Usa  a  modo  di  sostantivo  ;  el 
vcnur  uègh  à  che  fa  donict  eoi  so  pari  = 
vuole  aver  che  fare  coi  suoi  pari  sol- 
tanto. 

2)  de  pari  à  ptiri  =  da  pari  a  pari  : 
quando  si  tratta  uno  senza  riconoscer- 
gli alcuna  superiorità. 

3)  nùmer  ptiri  =  numero  pari  :  che 
si  può  divider  per  due. 

4)  gìiigà  à  pari  e  dlnper  =  giocare 
a  pari  e  caffo.  Vedi  dìsper,  1). 

5)  ài  pari  =  al  pari  :  egualmente, 
come. 

6)  sta  in  pari  =  esser  del  pari  : 
eguali  ;  in  màtemtitica  stan  in  pari  = 
in  matematica  son  del  pari. 

7)  vèss  in  pari  =  essere  a  lato,  a 
fianco  ;  i  ficeu  càminiiven  vù,n  in  pari 
à  l'alter  =  i  ragazzi  camminavano  l'uno 
a  fianco  dell'altro. 

8)  in  pari  =  al  paragone,  in  con- 
fronto ;  in  pari  à  Hi  mi  soni  on  gi- 
gànt  =  in  confronto  a  lui,  al  paragone 
con  lui  io  sono  un  gigante. 

9)  vègli  bèli  pà^i  =  aver  tempo  ; 
(pmnd  el  tèee  el  g'hà  i  còpp  ìnàtt,  là 
g'hà  bèli  pari  à  vegnì  gio  là  temjìe- 
sta,  là  glie  fa  nàgòtt  =  quando  il  tetto 
n  a  embrici  ha  tempo  a  venir  la  tem- 
pesta, non  guasta. 

pari,  V.  alt.  =  parere,  sembrare  :  aver 
l'apparenza  ;  el  par  fòri,  ma  l'è  minga 
=  pare  forte,  ma  non  lo  è  ;  pareva  che 
rorrss  pioiùv,  7nà  è  torna  fceitra  '/ 
so  =  pareva  volesse  piovere,  ma  è  ri- 
tornato il  sole. 

1)  Apparire,  rendersi  manifesto  ;  dà 
qucll  che  te  dìset  par  che  i  ròbb  sten 
insci  =  da  quanto  dici  appare  che  Io 
cose  stiano  così. 

2)  Reputare  ;  vie  par  che  7  sia  mèj 
partì  doìndn  =  mi  pare,  reputo,  sia 
meglio  partir  domani. 

3)  m,e  par  e  no  me  par  =  mi  pare 
e  non  mi  pare  :  di  cose  molto  indecise. 

4)  pari  e  no  vèss  =  parere  e  non  es- 
sere :  di  chi  ha  molta  apparenza  e 
poca  sostanza;  jj«?y  e  no  nèés  l'è  cóme 


ordì  e  no  tèés  =  parere    e  non    essere 
è  come  filare  e  non  tessere. 

5)  me  par  e  piàs  =  mi  aggrada,  mi 
pare  ;  foo  come  me  par  e  piàs  =  faccio 
come  mi  pare,  come  m'aggrada. 

6)  pari  minga  vera  =  non  parer 
vero  :  essere  ben  contenti  ;  me  par 
minga  vera  d'ave  finii  i  esàmm  e  de 
vèss  in  campagna  =  non  mi  par  vero 
d'aver  finito  gli  esami  e  d'essere  in 
campagna. 

pària,  V.    alt.    =    pareggiare,    appaiare  : 

render  le  cose  pari,  eguali. 
pàriaa,  lo  stesso  che  pari,  9).  Vedi. 
pàrig'ìna,*  s.  f.  =  parigina  :  una  specie 

di  stufa  a  carbone   cock,   che   ò  molto 

in  uso  presso  di  noi. 

1)  Una  sorta  di  giuoco  al  biliardo. 
pàrilia,  s.  f.  =  pariglia  :  una  coppia  di 

cavalli  da   tiro    di    forme    simili.  Usa 

ancora  molto  cobia.  Vedi. 
pàrioetìla,  s.  f,  =  toiioro  di  paglia  :  servo 

a  pulire  il  mantello  de'  cavalli. 
pàrisiènn,  (ala)  =  alla   parigina  :    alla 

moda  parigina.  Dal  frane,    à   la   pari- 

sienne. 
pàritaa,  s.  f.  =  parità,   uguaglianza  ;  à 

pàritaa  de  m,erit  =  a  parità  di  mei'ito. 
pària,  V.  alt.  =   parlare,    favellare  :    ar- 
ticolare delle  parole,  pronunziarle. 

1)  Manifestare  i  propri  concetti  per 
mezzo  della  parola  ;  pària  polid  =  par- 
lar bene,  con  eleganza. 

2)  Tenere  discorso  intorno  a  qualche 
cosa  ;  el  profesor  iér  Vhà  'pàriaa  de  la 
rivolilsidn  francèsa  =  ieri  il  professore 
parlò  della  rivoluzione  francese. 

3)  pària  sòtt  ms  =  bisbigliare  :  par- 
lare senza  quasi  emetter  la  voce. 

4)  pària  francés,  tedésch,  inglès,  ecc. 
=  parlare  francese,  tedesco,  inglese, 
ecc.  ;  pària  francés  come  dna  vaca 
spàgnoiula  =  parlare  il  francese  cojìie 
una  gatta  spagnola  :  di  chi  parla  malo 
il  francese. 

5)  pària  con  vÈn  =  parlare  ad  uno  : 
trattare  con  esso  di  qualche  cosa. 

6)  pària  sènsa  sàve  còsa  àe  dis  = 
parlare  a  casaccio,  senza  riflessione  ; 
pària  fodraa  =  parlar  collo  strascico  : 
lasciando  intendere  più  che  non  si  dica  ; 
pària  foeura  di  dent  =  parlare  fuor  dei 
denti  :  non  solo  con  libertà  e  franchezza, 
ma  anche  con  risentimento  ;  pària 
turcit  =  parlare  come  un  turco  :  di  chi 
non  si  fa  intendere  ;  pària  in   punt  e 


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vìrgola  o  in  pereè  =  parlare  in  punta 
di  forchetta,  con  le  seste  ;  con  gran 
precisione,  ed  anche  con  affettata  ele- 
ganza; 2^àrlà  in  di  dent  =  parlare  fra 
i  denti:  con  reticenze;  pària  in  là 
man  =  frastornare;  distrarre  altrui  da 
ciò  che  fa,  parlandogli  d'altro. 

7)  pària  àdree  à  vùn  =  tirarla  giù 
a  uno.  Vedi  àdree,  7).  Anche  :  me- 
nare, portar  per  bocca  uno  ;  dirne  male 
a  questo  e  a  quello  ;  ?j^*  là  eòa  ava- 
risi a  glie  pàrleìi  àdree  tilcc  =  a  ca- 
gione della  sua  avarizia  è  portato  per 
bocca  da  tutti. 

8)  pària  come  on  liber  àtàmpaa,  e 
per  celia,  come  on  liber  stràsciaa  = 
parlare  come  un  libro  stampato  :  di 
chi  parla  bone,  in  modo  da  essere  ap- 
provato, e  ironie.  :  come  un  libro  strac- 
ciato. 

0)  2)àrlàgh  à  dna,  tosa,  à  on  giòin 
=  parlare  a  una  fanciulla,  a  un  giovi- 
netto :  fare  all'  amore  con  essa,  con 
lui.  del  tempo  in  cui  son  fidanzati. 

10)  Cantare  :  detto  di  scritture,  con- 
tratti e  sim.  nei  quali  siano  molto  in- 
dicati gli  obblighi  0  diritti  delle  parti  ; 
el  coniràit  el  pària  ciàr  =  il  conti-atto 
canta  chiaro. 

11)  i-ori  pària  =  alludere:  accennare 
col  discorso,  spesso  con  intenzione  cri- 
tica, a  cose  0  a  persone  senza  farne 
menzione;  de  ehi  'l  voréva  pària  '/ 
predieàtor  in  là  prèdica  de  doménica? 
=  a  chi  alludeva  il  predicatore  nella 
predica  di   domenica? 

12)  sen  pària  nànca  =  non  se  ne 
domanda  :  di  cosa  notissima  e  facile  a 
immaginarsi  ;  pàrlèmen  pii  =  non  se 
no  parli  altro  ! 

18)  femm  minga  pària!  =  non  mi 
fate  parlare!  per  non  dir  eose  spiace- 
voli 0  a  carico  di  qualcuno. 

14)  pària  à  l'anima,  ài  cceur  =  par- 
lare all'anima,  al  cuore  :  fare  impres- 
sione. 

15)  con  licénàa  pàrldnd  =  con  ri- 
si)etto  parlando  :  modo  di  scusa.  Anche 
pàrldnd  con  pòceh  rispètt. 

16)  el  pària  perchè  'l  g'hà  là  hòca 
=  parla  proprio  perchè  ha  la  bocca; 
favella  come  i  pappagalli. 

17)  fa  de  diiii,  de  cinquanta  pària 
=  aver  due  lingue  :  non  aver  carat- 
tere, dire  e  disdirsi;  l'è  eàtìv  contràtà 
con  qiiìj  che  fa  dUu  pària  =  con  quelli 


che  hanno  due  bocche  mal  si  può  pra- 
ticare. 

pàrlàdór,  s.  m.  =  parlatore:  chi  o  che 
parla  facilmente. 

pàrlàmént,  *  s.  ni.  =  parlamento  :  le 
assemblee  legislative,  e  specialmente 
la  Camera  dei  deputati. 

parlamentàri,  *  s.  m.  =  parlamentario  : 
chi  è  inviato  dal  Capo  dall'esercito  a 
parlar  col  nemico. 

pàrlànt,  agg.  =  parlante  :  di  ritratto, 
molto  somigliante  e  così  ben  fatto  che 
par  che  parli. 

parlantina,  *  s.  f.  =  parlantina  :  loqua- 
cità smoderata. 

parlatóri,  s.  m.  =  parlatorio  :  quella 
stanza  nei  monasteri  dove  si  parla  alle 
monache  attraverso  a  una  grata  ;  e  per 
estensione  la  sala  dei  conventi,  dei 
collegi,  ecc.,  dove  si  sta  a  parlare  colle 
educande,  coi  convittori  e  sim. 

pàrocli,    s.   m.  =  parroco,    curato  :    sa- 
cerdote che    regge  una   paiTOcchia.  E'  • 
ancora  del  linguaggio  eletto. 

pàròchia,  s.  f.  =  parrocchia:  chiesa 
che  ha  cura  d'anime  e  il  luogo  sog- 
getto a  queUa  chiesa. 

1)  ghe  n'è  tinca  per  i  pòver  dela 
pàrdchia  =  ce  n'è  per  tutti,  in  grande 
abbondanza. 

pàrochiàn,  s.  m.  =  parrocchiano  :  chi 
appartiene  al  popolo  d'una  parrocchia. 

parodia,  *  s.  f  =  parodia  :  travestimento 
d'opera  o  lavoro  altrui  ri  ducendo  il 
serio  al  ridicolo. 

paròla,  s.  f.  =  parola  :  voce  umana  ar- 
ticolata, esprimente  il  pensiero. 

1)  vègh  là  paròla  fàcil  =  avere  la 
parola  facile:  la  loquela,  la  facoltà  di 
pai-lare  ;  vègh  el  don  dèla  paròla  = 
avere  il  dono  della  parola:  la  facilità 
di  parlare  all'improvviso. 

2)  ta-ii  là  parola,  roba  là  paròla  = 
=  cavare  o  levare  le  parole  di  bocca  a 
uno  ;  dir  cosa  che  l'altro  stava  per  dire. 

3)  toRu  là  paròla  =  togliere  la  parola 
nelle  assemblee,  impedire  che  uno  se- 
guiti a  parlare  ;  dà  là  paròla  =  dar  la 
parola:  del  presidente  d'un' assemblea 
che  concede  a  uno  di  parlare. 

4)  tàià  là  paròla  in  bòca  =  rompere 
la  parola  in  bocca:  interrompere  uno 
bruscamente. 

5)  mètt  dna  bòna  paròla  =  mettere, 
dire  una  buona  parola;  raccomandare 
che  un  affare  abbia  buon  esito. 


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6)  vèsé  de  pòcch  ijàròll  =  esser  di 
poche  parole:   solito  a  parlar  poco. 

7)  mètt  i  pàròll  in  boca  =  accomo- 
dare le  parole  in  bocca  a  uno  :  sugge- 
rirgli quel  che  deve  dire,  indettarlo. 
Anche  :  barattar  le  parole  in  bocca  a 
uno  :  fargli  dir  quello  che  non  aveva 
detto. 

8)  mangia  i  'pàròll  =  mangiare  le 
parole:  non  esprimerle  bene. 

9)  vèsegh  mai  staa  òna  mè^a  parola 
=  non  esserci  stata  mai  una  mezza  pa- 
rola: tra  persone  che  non  abbiano 
avuta  mai  cagione  di  lagnarsi  l'una 
dell'altra. 

10)  vcgnt  à  pàròll  =  venire  a  parole  : 
a  contesa  di   parole. 

11)  l'Ultima  paròla  l'è  minga  nàn- 
càmd  dita  =  l'ultima  parola  non  è  an- 
cor detta,  le  palle  non  sono  ancora 
ferme  ;  può  ancora  accadere  quello  che 
si  0  non  si  vorrebbe. 

12)  coni  ona  bòna  parola  se  giftsta 
tanti  ròbb  =  le  buone  parole  aggiustano 
i  mali  fatti. 

13)  gimiigh,  schèrà  de  pàròll  =  allit- 
terazione, anagramma  :  incontri  di  suoni 
e  di  sillabe  affini.  Anche  :  combinazione 
di  sillabe  che  danno  un  senso  diffe- 
rente da  quello  che  appare.  Il  volgo 
se  ne  serve  per  parlare  equivocamente; 
g'hoo  bòn  (gobon)  trii  nàmer  ài  lòtt  : 
si  dice  a  chi  ha  la  gobba.  Letteralmente 
vorrebbe  dire  :  Ho  tre  numeri  buoni  da 
giocare  al  lotto  ;  ma  l'incontro  delle 
prime  sillabe  produce  il  suono  della 
parola  gobon  =  gobbone  ;  ma  glie  l'ha 
ditt  de  tàsè  :  si  dice  a  chi  abbia  nel 
collo  lo  'gonghe  o  gongolo.  Letteral- 
mente: ma  glie  l'ha  detto  di  tacere; 
ma  l'incontro  delle  primo  sillabe  swona 
maghila  =  gonga,   gongola. 

14)  7ion  tati  i  cavai  hin  de  pòsta, 
non  tùli  i  pàròll  meriten  riàpòsta  = 
tutti  i  cavalli  non  son  da  posta,  e  tutte 
le  parole  non  voglion  risposta;  giova 
talvolta  non  rispondere. 

15)  pàròll  de   fmugh  =  parolacce. 

16)  Parola,  promessa:  manca  de 
paròla  =  mancare  alla  parola,  mentir 
parola. 

17)  là  eòa  paròla  l'è  on  iétrUmént  = 
la  sua  parola  è  un  contratto. 

18)  dà  2)àròla,  impegnai  là  jiàròla  = 
dar  parola,    impegnar  la   parola  ;  pro- 


mettere;   ciàptL  in  paròla  =   prendere 
sulla  parola;  accettare  subito  le  offerte. 

19)  paròla  d'òrdin  =  parola  d'ordine: 
quella  che  si  dà  negli  eserciti  per  ri- 
conoscersi. 

20)  paròla  per  paròla  =  parola  per 
parola:  con  esattezza,  precisione. 

21)  à pàròll  =  a,  in,  di  parole:  con- 
trapposto a  fatti  ;  à  pàròll  me  dàrìéen 
anca  r  ànima,  ma  à  fati  no  me  clan 
nàgòtt  =  a  parole  mi  darebbero  anche 
l'anima,  ma  a  fatti  non  mi  danno  nulla. 

22)  mésa  pàròll  =  mezze  parole;  di 
chi  parla  e  lascia  intendere  più  di  quel 
che  non  dica. 

pàrolàscia,  s.  f.  =  parolaccia;  brutta 
parola,  di  cattivo,  di  turpe  significato. 

pàrpàj,  s.  m.  =  crisalide,  fai-falla  :  bruco 
trasformatosi  nel  bozzolo. 

1)  Falena  del  grano. 

2)  Alia,  mastiettino:  ingegno  di  ferro 
di  varie  fogge. 

8)  Luminello  ;  serve  pei  lumi  ad  olio. 

pàrpàidn,  s.  m.  =  farfallone  :  insetto 
grosso  e  peloso. 

pàrpoeùla,  s.  f.  =  parpagliuola  :  una 
vecchia  moneta  del  valore  di  10  cent, 
ormai  disusata  da  un  pezzo. 

pàrpòtera,  s.  f.  =  panzana,  fiaba,  fa- 
vola, fanfaluca.  Vedi  pànsànega. 

pàrsiàlitaa,  s.  f.  =  parzialità  :  la  pas- 
sione 0  l'affetto  che  ci  rende  parziali, 
anche  l'ingiustizia  che  commettiamo 
sotto  l'impero  di  tale  affetto  o  passiono. 

pàrt,  s.  m.  =  parto  :  l'atto  del  partorire, 
il  partorire. 

1)  àndà  à  fàss  leva  de  pàrt  =  an- 
dare in  santo  :  delle  donne  che  si  re- 
cano alla  chiosa  la  prima  volta  dopo 
il  parto,  per  ricevervi  la  benedizione 
del  sacerdote. 

pàrt,  s.  f.  =  parte  :  porzione  di  un  tutto, 
e  ciò  che  tocca  di  checchessia  a  una 
persona, 

1)  Lato,  banda:  el  dorma  ééniper 
dàla  pàrt  del  coettr  =  dorme  sempre  dalla 
paiie  del  cuore. 

2)  per  pàrt  de...  da  parte  di...  ;  el 
rèéta  so  parént  per  pàrt  de  mMer  = 
resta  suo  parente  da  parte,  da  canto 
della  madre. 

3)  fa  pàrt  del  so  doer  =  fare  parte 
dell'obbligo  suo,  del  suo  dovere. 

4)  mètt,  làsà  de  pàrt  =  mettere,  la- 
sciar da  parte,  da  banda  ;  pàéà  de  pàrt 
e  pàrt  =  passar  da   parte  a  parte,  da 


par 


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par 


banda  a  banda  ;  mètt  de  pàrt  =  met- 
tere da  pai-te,  mettere  in  serbo  :  se  di 
danari,  accumulare,  fare  economia. 

6)  Quel  che  ognuno  dei  personaggi 
di  un  dramma  deve  dire;  sàvè  là 
pàrt  =  saper  la  parto  ;  fa  là  pàrt  = 
far  la  parte:  eseguirla. 

6)  pài't  odiósa  =  parte  odiosa:  che 
reca  altrui  dispiacere  ed  è  fatta  contro 
voglia. 

7)  là  pàrt  contrària  =  la  parte  con- 
traria: l'avversario  in  giudizio. 

8)  vièfcs  dàla  pàrt  del  tòri  =  mot- 
tersi  dalla  parte  del  torto  :  di  chi,  pur 
avendo  ragione  nel  fondo,  sciupa  la 
sua  condizione  con  false  argomenta- 
zioni, condotta  sbagliata,  ecc. 

9)  vèsé  à  pàrt  de  quèicòsà  =  essere 
a  parte  di  checchessia  :  avervi  parte, 
parteciparvi . 

10)  l'cBucc  el  voeur  là  eoa  pàrt  = 
l'occhio  vuol  la  sua  parte:  si  deve 
badare  anche  all'aspetto,  alla  bellezza 
esterna. 

11)  à  pàrt  =  a  parte,  separatamente. 

12)  dà  071  ànn  à  sta  pàrt  =  da  un 
anno  in  poi,  da  un  anno  ad  oggi. 

13)  per  mia  pàrt  =  da  parte  mia, 
a  mio  nome. 

14)  d'oìta  pàrt  =  da  una  parte:  per 
un  certo  rispetto,  riguardo  ;  d'ona  pàrt 
voo  in  campagna  volontéra,  de  l'altra 
■voràrisà  sta  a  Milàn  =  da  una  parte, 
da  un  canto  vado  volentieri  in  cam- 
pagna, dall'altra,  dall'altro  voiTei  stare 
a  Milano. 

15)  ciàptL  in  bona,  in  mala  pàrt  = 
prendere  in  bona,  in  cattiva  o  in  mala 
parte  ;  in  senso  buono  o  cattivo. 

16)  là  mìa,  là  tòa,  là  sòa  pàrt  =  la 
mia,  tua,  sua  parte:  molto;  el  glia 
finca  Hi  là  eòa  pàrt  de  tòri  =  anch' egli 
ha  la  sua  pai-te  di  torto. 

17)  fa  pàrt  e  volentaa  =  far  differenze, 
non  essere  imparziali:  usar  due  pesi  e 
due  misure. 

18 j  còsa  1  fa  de  éti  pàrt  ?  =  che  fa 
lei  in  questi  mari?  Incontrando  qual- 
cuno in  luoghi  lontani  da  quelli  che 
osso  frequenta. 

19)  àndàgh  nttnca  per  là  pàrt  =  non 
andare  affatto  in  un  luogo;  non  lasciarsi 
manco  vedere. 

20)  sàvè  pii  de  che  pàrt  voltasi  = 
non  saper  da  che  parte  volgersi,  come 
uscire  di  i^ruai. 


21)  /a  là  lìàrt,  i  pàrt  =  far  la  parto, 
le  parti  ;  scompartire,  distribuire. 

22)  Scotto  :  pagamento  per  la  man- 
giata che  si  fa  in  comune. 

23)  fa  dò  pàrt  in  comédia  =  aver 
due  facce;  esser  finto. 

pàrtàniént,  s.  m.  •=  appartamento.  Vedi 
àpàrtàmént. 

partecipa,  *  «'.  att.  =  partecipare  :  pren- 
dere parte  a  una  cosa  e  più  spesso  far 
noto,  significare. 

pàrtecipàsiòn,*  s.  f.  =  partecipazione: 
il  partecipare  e  1'  atto  del  significare  : 
avviso,  notizia. 

pàrteg-nì,  r.  att.  =  appai-tenere.  Vedi 
àpàrteg-uì. 

pàrténsa,  s.  f.  =  partenza:  il  partirsi, 
il  momento  in  cui  si  parte. 

pàrtér,  s.  m.  =  aiuola  :  spazio  di  terreno 
fiorito  nei  giardini.  Dal  frane,  parterre. 
1)  Trionfo  :  specie  di  ornamento  delle 
mense  sontuose. 

partì,  V.  att.  =  partire:  andar  via  da  un 
luogo. 

particola,  s.  f.  =  particola  :  l'ostia  con 
la  quale  si  amministi-a  l'eucaristia. 

pàrticolàr,  agg.  =  particolare:  che  è  pro- 
prio di  una  tale  cosa  ;  l' inéàlàta  in 
campagna  là  glia  on  giist  tiitt  so  pàr- 
ticolàr =  l'insalata  in  campagna  ha  un 
gusto  tutto  suo  particolare. 

1)  ctlsa  pàrticolàr  =  casa  particolare; 
di  persone  private. 

pàrticolàr,  s.  m.  =  particolare  :  persona 
privata,  non  d'alto  grado. 

1)  Circostanza  di  una  cosa,  di  un 
fatto,  di  un'opera:  ho  èàviiii  certi  piàr- 
ticolàr  de  qioèll  matrimoni  che  hin  bèj 
come  =  ho  saputo  certi  particolari  di 
quel  matrimonio  che  sono  bellini  assai. 

pàrticolàregìaa,*  agg.  =  particolareg- 
giato: di  racconto,  rapporto  in  cui  l'au- 
tore si  fermi  sui  particolari,  sulle  mi- 
nuzie, 

pàrticolàritaa,  s.  f.  =  particolarità,  sin- 
golarità; qualità  o  circostanza  partico- 
lare. 

1)  Maniera  speciale  di  uno  un  po' 
strano:  qtièsta  Ve  runa  di  tanti  .§ó  pàr- 
ticolàritaa =  questa  è  una  delle  tante 
sue  particolarità. 

pàrticolàrmènt,*  avv.  =  particolarmente; 
in  modo  particolai-e. 

pàrtida,  s.  f.  =  partita,  impostatura: 
quella  nota  o  memoria  di  debito  o  cre- 
dito che  si  fa  sui    libri    dei    conti;    el 


par 


-  565  - 


pas 


nMi  Illa  eoa  pàrttda  =  lo    segno   alla 
sua  partita. 

1)  Quaatità  più  o  meno  grande  di 
mercanzie;  dna  pàrtlda  de  vm,  de  gran 
o  sim.  =  una  partita  di  vino,  di  grano 
e  sim. 

2)  T.  di  gioco  :  partita,  giocata  ;  fa 
una  pàrtlda  à  scopa  =  fare  mia  partita 
a  scopa. 

3)  fa  dna  pàrtìda  de  ciàccr  =  fare 
una  partita  a  chiacchiere;  scherz.  pai- 
lare  del  più  e  del  meno  per  passare  il 
tempo. 

4)  Petto,  busto  :  ciascuna  delle  due 
parti  della  giubba  che  coprono  il  petto 
e  si  sovrappongono  l'una  all'altra. 

5)  Lama.  T.  dei  coltellin.,  ognuna 
delle  duo  lame  di  una  forbice. 

6)  Lama,  foglia.  T.  dei  carrozz.  nome 
di  quelle  lame  che  forraan  le  molle. 

7)  vèàà  là  sóa  pàrtìda  =  essere  il 
suo  pano:  quel  ramo  di  sapere  o  di 
arti   che  altri  conosca  per    eccellenza. 

pàrtidìiia,  s.  f.  =  partitina  :  dimin.  di 
partita. 

pàrtidòu,  s.  m.  =  partitone  :  buon  par- 
tito di  matrimonio. 

1)  Partitona:  quando  al  gioco  si  vince 
in  pochi  tratti  la  partita. 
y^pàrtidòr,  s.  m.  =  partitore  '  chi  divide 
in  parti;  chi  fa  le  parti  e  specialmente 
colui  che  nelle  zecche  separa  o  parto  i 
metalli. 

pàrtidura,  *  s.  f.  =  partitura.  T.  music, 
scrittura  o  stampa  musicale,  dove  sono 
una  sotto  l'altra,  misura  per  misura, 
tutte  lo  parti  vocali  o  istrumentali. 

partii,  pari.  =  partito:  dal  verbo  partire. 

partii,  s.  m.  =  partito:  occasione  di  ma- 
trimonio. 

1)  vèss  ridòtt  à  mal  partii  =  es- 
sere ridotto  a  cattivo,  a  mal  partito: 
in  tristi  condizioni,  in  pericolo. 

2)  ìnètt  el  eoo  à  partii  =  mettere  il 
cervello  a  partito;  far  giudizio,  pensare 
ai  casi  suoi. 

3)  Partito:  in  politica,  unione  di  più 
persone  consenzienti  in  date  opinioni  e 
tendenti  a  un  medesimo  fine;  ed  anche 
per  estens.  tutte  insieme  le  persone  che 
sostengono  un'  idea  o  favoriscono  una 
persona. 

4)  quii  del  partii  =  gli  aderenti,  che 
prendono  il  partito  di  uno. 

5)  tra  partii  de  tìitt  còse  =  cavar 
partito  d'ogni  cosa. 


pàrtisiòn,  s.  f.  =  partizione,  affinamento: 
il  separare  i  metalli.    T.  di  zecca. 

pàrtiirì,  v.  att.  =  partorire  :  mandar  fuori 
dal  corpo  il  proprio  figliuolo. 

pàrtilriénta,  s.  f.  =  partoriente,  puer- 
pera: donna  che  partorisce,  o  ha  ap- 
pena partorito. 

pàrur,  s.  f.  =  finimento.  Dal  frane,  pa- 
rure. Vedi  flniinènt,  1). 

pas,  s.  f.  =  pace  :  tranquillità  d'animo; 
mori  in  pas  =  morire  in  pace;  viv  in 
pas  =  vivere  in  pace,  tranquilli;  man- 
gia, bev  e  tàs  e  viv  in  santa  pas  = 
mangia,  beve  e  taci  e  vivi  in  santa 
pace. 

1)  Quiete,  riposo;  éto  dolor  de  dent 
no  'l  me  dà  pas  ne  di  ne  nótt  =  que- 
sto dolore  di  denti  non  mi  lascia  pace 
ne  di  giorno,  ne  di  notte;  podè  minga 
dàss  pas  =  non  saper  darsi  pace;  es- 
sere tribolati  da  forte  angoscia. 

2)  Pazienza,  rassegnazione;  i  disgràsi 
biéògna  eiàpàj  in  santa  pas  =  le  di- 
sgrazie bisogna  prenderle  in  santa  pace. 

3)  Di  Stati  il  non  essere  in  guerra 
con  altri,  e  il  godere  tranquillità  in- 
terna, 

4)  va  in  pas  =  va  in  pace  :  licen- 
ziando uno  quasi  con  augurio  che  non 
ritorni. 

5)  dàs^  pas  =  darsi  pace  ;  mètt  el 
coeùr  in  pus  =  mettere  il  core  in  pace: 
rassegnarsi,  acconciarsi  a  ciò  che  suc- 
cede anche  se  non  ci  soddisfa. 

6)  mètt  pas,  fa  fa  la  pas  =  metter 
pace,  accordare:  conciliare  persone  che 
discordano. 

1)  fa  pas  =  far  pace,  la  pace  ;  tor- 
nare in  pace,  rimpaciarsi  con  uno;  fa 
là  pus  =  far  la  paco.  T.  di  gioco. 
Vedi  pace. 

8)  là  societaa  déla  pus  =  la  società 
per  la  pace:  ottima  istituzione  che  ha 
per  scopo  di  diffondere  sempre  più  il 
concetto,  che  la  guerra  è  iniqua  e  sol- 
tanto nella  pace  risiede  la  felicità  dei 
popoli. 

9)  Palmizio  :  olivo  della  domenica 
santa  o  delle  palme. 

pàsà,  v.  att.  =  passare:  I.  Intrans.,  andare 
da  un  luogo  ad  un  altro  ;  pàéi  iùti  i 
dì  déla  Gàleria  =  passo  tutti  i  giorni 
per  la  Galleria;  pàsa  'l  vapor  =  passa 
il  vaporo. 
1)  Di  vento,  aria,  luce,  acqua,  ecc./ 


pas 


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pas 


finH'ter  che   làsen  pàéà  Vària  =  fine- 
stre che  lasciano  passar  l'aria. 

2)  Di  fiume,  strada,  e  sim.,  el  Pò  'l 
pòsa  de  Piacènsa  =  il  Pò  passa  per 
Piacenza;  el  étràdon  ci  pàsa  pròpi  de- 
ndns  àia  nostra  eà  =  lo  stradone  passa 
proprio  dinanzi  a  casa  nostra. 

3)  Riferito  a  discorsi,  a  ragionamenti; 
pàéà  da  on  diseoré  à  Valter  =  passare 
da  un  discorso  all'altro. 

4)  pàsà  per...  =  passare  per...,  essere 
tenuto  nell'opinione  altrui  per...:  elpàsa 
per  el  mèi  pi-ofesÓr  de  Milàn  =  passa 
per  il  miglior  professore  di  Milano. 

5)  pasti  per  là  ment  =  passar  por  la 
mente:  venire  il  pensiero. 

6)  Passare  in  una  casa,  in  una  stanza; 
entrarvi;  sònt  àndaa  per  fàgli  vìsita 
ài  étndech,  ma  làsàven  minga  pàéà  = 
sono  andato  per  far  visita  al  sindaco, 
ma  non  lasciavano  passare;  el  cdr  trdpj) 
alt  el  paéàpa  minga  de  la  pòrta  =  il 
carro  troppo  alto  non  passava  per  la 
porta. 

7)  Del  tempo,  trascorrere:  iànnpà- 
éen  àia  svèlta  =  gli  anni  passano  ra- 
pidamente. 

8)  Di  male,  dolore,  passioni,  pioggia 
burrasca,  ecc.,  finire,  cessare;  gh'è  pà- 
saa  là  fèver  =  gli  è  passata  la  febbre; 
Ve  dna  fùria  che  pàsa  prèét  =  è  una 
furia  che  passa  presto. 

9)  Di  cose  da  mangiare  e  segnata- 
mente di  carni  che  hanno  perduto  la 
freschezza:  el  melòn  el  fa  prèsi  a  pàéà 
=  il  popone  fa  presto  a  passare. 

10)  Di  legge,  di  proposta,  essere  o 
no  approvata;  se  pàsa  là  leg  éUi  dàèi 
semm  bèi  e  fritt  =  se  i)assa  la  legge 
sui  dazi,  Siam  fritti. 

11)  pàéà  i  esànim  =  essere  pro- 
mosso agli  esami;  riscuotere  l'appro- 
vazione; pàéà  per  el  biis  déla  ciàv  = 
passare  a  scapellotto,  per  essergli  stata 
usata  un'indulgenza  estrema. 

12)  pàéà  coni  là  scàpola  =  passare 
a  scapei  otto;  a  un  teatro,  a  iiuo  spet- 
tacolo, senza  pagare  l'ingresso. 

13)  podè  pàéà  =  poter  passare  :  di 
cosa  che  ò  passabilmente  buona. 

14)  pàéà  sora  à  quèicòéé  =  passar 
sopra  a  una  cosa,  non  fermarci  l'atten- 
zione. 

15)  pàéà  àtàech,  àtàech  =  rasentare. 

16)  pàéà  dent  =  intromettere,  inse- 
rire, entrare. 


17)  pàéà  =  sballare:  passare  un  dato 
punto  al  gioco  per  cui  invece  di  vin- 
cere si  perde. 

II.  Trans.  18  )  Attraversare  :  han 
pàéaa  '/  Gotàrd  lunedi  =  hanno  pas- 
sato il  Gottardo  lunedi. 

19)  Oltrepassare,  andare  al  di  là  : 
Ve  on  coràgg  che  pàsa  i  lìmit  =  ò 
un  coraggio  che  passa  i  limiti;  Ve 
on' attèsa  che  pàéa  i  trénta  m.éter  éi- 
cur  =  è  un'altezza  che  passa  certa- 
mente i  trenta  metri. 

20)  Vincere,  essere  superiore:  el  tò 
fimi  ie  pàéa  tiicc  per  diligenéa  =  tuo 
figlio  passa  tutti  gli  altri  in  diligenza. 

21)  Di  tempo,  spenderlo,  consumarlo  : 
eoo  minga  còme  fàroo  à  pàéà  àncàmù 
Óna  éetimàna  chi  insci  =  non  so  conio 
farò  a  passare  ancora  una  settimana 
qui. 

22)  Somministrai'e  ;  segnatamente  di 
alimenti  :  el  ghe  pàéa  trii  franch  ài 
di,  là  legna  e  'l  Din  =  gli  passa  tre 
lire  al  giorno,  la  legna  e  il  vino. 

23)  Tollerare,  sopportare;  n'hoo  pà- 
éaa tanti  de  dispiasè  !  =  ne  ho  passati 
molti  dei  dispiaceri  ! 

24)  pàéàéela  ben  o  mal  =  passarsela 
bene  o  male;  condurre  la  vita  bene  o 
male. 

25)  pàéàla  liscia  =  passarla  liscia, 
pulita  :  scampare  castigo  o  danno  o 
pericolo  impradontemente  affrontato  :  se 
là  pàH  ben  =  se  la  scampo. 

26)  fa,  pàéà  =  passare  ;  di  lenti,  pa- 
tate, fagioli,  ecc.,  che,  dopo  cotti  si 
comprimono  nello  staccio  per  estrarne 
la  pasta  che  contengono.  Anche:  far 
passare,  aiutare  la  digestione  di  cibi 
non  facilmente  digeribili. 

27)  tùli  i  dì  ne  2iàsa  viin  =  ogni 
dì  ne  passa  uno  :  il  tempo  vola. 

28)  Concedere,  non  far  caso  :  là  pri- 
ma te  Vhoo  pàéàda,  nm  quèéta  te  là 
jiàéi  pròpi  no  =  la  prima  te  l'ho  pas- 
sata, ma  questa  proprio  non  te  la  passo, 
a  questa  poi  non  do  passaporto. 

29)  Rivedere ,  osservare,  scorrex'e: 
fàmm  el  piàsè,  pàéi  ti  sii  bòéé  de 
élàvipa  =  fammi  il  favore,  passale  tu 
questo  bozze  di  stampa. 

pàsa,  (e)  avv.  =  oltre,  più  :  esprime  su- 
periorità di  numero,  di  prezzo  e  sim. 
=  el  g'hà  dna  rèndita  de  quaranta- 
mila frànch  e  pàéa  =  ha  una  rendita 
di  40,000  lire  e  piiì. 


pas 


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pas 


pàsaa,  agg.  =  passato,  scorso  che  è  tra- 
scorso; l'ànn  pàsaa,  là  éètimàna  pà- 
éàda  =  l'anno  passato  o  ugnanno,  la 
settimana  passata. 

1)  per  el  pààaa  =  per  il  passato,  per 
r  avanti. 

2)  Di  carni,  o  altro  da  mangiare, 
quando  hanno  cominciato  a  andare  a 
male.  Anche:  stracotto;  che  ha  passato 
la  cottura  giusta. 

3)  òna  tosa  pàsàda  =  una  ragazza 
attempatella.  Vedi  popolana. 

pàsàbil;  agg.  =  passabile,  comportabile, 
mediocre  :  da  potersi   passare. 

pàsàbroeiid,  s.  m.  =  colabrodo,  staccio, 
colino  :  serve  per  passare  il  brodo  e 
nettarlo  dagli  ossicini  che  la  carne  vi 
può  aver  lasciato. 

pàsàcórd,  s.  m.  =  passacorda:  arnese 
di  ferro  che  il  sellaio,  e  il  materassaio 
adoperano  a  mo'  d'ago. 

pàsàda,  s.  f.  =  passata,  passo,  passag- 
gio :  là  pàsàda  di  quàj  =  la  passata, 
il  passo  delle  quaglie. 

1)  dà^fh  òna  pàsàda  =  dare  una  pas- 
sata, di  scritti,  libri  e  sim,  scorrerli, 
senza  troppo  fermarvisi,  ed  anche  ri- 
vederli per  rinfrescarli  nella  memoria. 

2)  *  lìàsàd  del  bàselhi  di  càròsé  =  i 
battenti  del  predollino/ 

3)  dà  pàsàda  =  passarsela  :  non  cu- 
rarsi, non  darsi  pensiero  di  una  cosa. 

pàsàdéla,  agg.  =  passatella  :  di  donna 
non  pili  giovane  ;  l'è  pàsàdèla,  ma  là 
se  eonèerva  ben  e  l'è  àneàmd  simpà- 
tica =  è  passatella,  ma  si  conserva 
bene  ed  è  ancora  piacente. 

pàsàdèll,  agg.  =  passatotto  ;  di  uomo 
piuttosto  avanzato  in  età. 

pàsàddra,  s.  f.  =  passatoio  :  piccolo  pon- 
ticello. 

1)  Quella  lista  di  tela  stampata  larga 
un  due  terzi  d'un  metro  che  si  tira 
da  un  uscio  all'altro  di  una  sala  per 
non  passare  tutte  le  volte  sui  tappeti 
a  sciuparli. 

pàsàgér,*s.  m.  =  passeggiero:  chi  viaggia 
da  luogo  a  luogo  in  legno. 

pàsàgg,*  .9.  m.  =  passaggio:  il  passare 
per  un  luogo,  da  un  luogo  all'altro, 
il  luogo  stosso  per  cui  si  passa,  e  l'an- 
dirivieni di  molta  gente  che  passa. 

pàsàmàn,  s.  m.  =  passamano:  sorta  di 
guarnizione. 

pàsàmàntee,*  s.  m.  =  passamanaio  :  chi 


fa  passamani,   fiocchi,  frange,  coso  si- 
mili. 

pàsamàntéra,  *  s.  f.  =  passamanaia,  e 
trinaia  :  donna  che  fa  trine. 

pàsàmontàgu,  s.  m.  =  pappafico  :  specie 
di  berretto  che  copre  anche  gli  orecchi. 

pàsànt,  agg.  =  passante  :  di  cibi  o  be- 
vande, facilmente  digeribili. 

pàsàport,  .9.  m.  =  passaporto  :  permesso 
di  uscire    liberamente  dallo  Stato. 

pàsàréla,  s.  f.  =   passerella  :    specie   di 
cavalcavia  attraverso  a  strade   ferrate. 
1)  Tirante  codato  :  serve  a  tenere  in 
sesto  abetelle,  antenne  e  sim. 

pàsàréra,  s.  f.  =  colombaia  :  parte  più 
alta  delia  casa  a  mo'  di  torre,  dove 
vanno  a  por  nido  i  colombi  e  altri 
uccelli. 

pàsàrìn,  s.  m.  =  passerino  :  il  figlio  della 
passera. 

1)  *■  pàsàritt  =  gli  uccellini,  gli  uc- 
celletti :  quelli  in  genere  dal  becco  gen- 
tile, che  si   mangiano. 

pàsàròtt,  s.  m.  =  passerotto:  ciascuno 
dei  pulcini  della  passera  levati  dal  nido 
e  non  per  anco  cresciuti. 

pàsàtéinp,  *  s.  m.  =  passatempo  :  tutto 
ciò  che  diletta  e  serve  a  passare  il 
tempo  senza  noia. 

pàscénsa,  s.  f.  =  pazienza.  Voce  quasi 
interamente  disusata  per  pàsiéusa. 
Vedi. 

pàscol,  s.  m.  =  pascolo  :  luogo  dove  le 
bestie  possono  pascere. 

pascola,  V.  att.  =  pascolare,  pascere  : 
il  mangiare  che  fanno  gli  animali 
l'erba  nei  campi. 

pàségr,  s.  m.  =  passeggio:  il  luogo  dove 
si  passeggia. 

pàsegià ,  V.  att.  =  passeggiare  :  cam- 
minare con  passo  moderato  e  per  sem- 
plice diporto,  per  far  del  moto. 

pàsegiàda,  s.  f.  =  passeggiata:  il  pas- 
seggiare e  il  luogo  dove  si  passeggia  : 
à  Mendrts  gh'è  tanti  bèj  pàéegiàd  = 
intorno  a  Mendrisio  ci  sono  di  molte 
belle  passeggiate. 

pàsegiàdìua,  s.  f.  =  passeggiatina,  pas- 
seggiatella  :  dim.  di   passeggiata. 

pàsera,  s.  f.  =  passera:  piccolo  uccella 
di  color  grigio  e  ce  n'é  di  più  specie. 

1)  pàéera  éolitària  =  ji^ssera  soli- 
taria :  uccello  più  grosso  della  passera 
comune;  non  va  mai  in  branco  e  canta 
soavemente. 

2)  pari  dna  niàda  de  pàser  =  faro 


pas 


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pa» 


un  passeraio,  uq  passerio;  di  un  con- 
fuso cicaleccio,  di  persone  raccolte  in- 
sieme. 

3)  2^àri  'l  nid  di  pàser  =  parere  il 
nido  delle  passere  ;  di  testa  coi  capelli 
ariuffati  e  accatricchiati. 

pààerìn,  s.  m.  =  giilletto:  ferretto  che 
fa  scattare  la  molla  di  un'arma  da 
fuoco. 

pàsètt,  s.  m.  =  fioretto  :  spada  per  eser- 
cizio di  scherma.  Usa  ormai  pochis- 
simo. 

1)  Pernio:  asticella  o  cilindretto  di 
legno  0  di  ferro  che  tiene  uniti  due  o 
più  pezzi  di  un  congegno. 

2)  Anello  corsoio  :  strisce  di  cuoio 
che  nelle  cinghie  servono  a  tener  fer- 
me le  estremità  che  sorpassano  la  fìbbia. 

pàsia,  s.  f.  =  pazzia:  atto,  discorso 
strano,  irragionevole  ;  fa  di  pàMJ  = 
far  pazzie  ;  el  tmiir  àndà  sui  giàéee  à 
fa  Notài,  ina  là  me  par  dna  pasta  = 
vuole  andare  sui  ghiacciai  a  far  Natale, 
ma  la  mi  pare  una  pazzia. 

1)  l'è  pasta  =  è  inutile  ;  se  te  vègnet 
minga  ntinca  ti,  l'è  pasta  =  se  non 
vieni  neppur  tu,  è  inutile. 

pàsiénsa,  *  s.  m.  =  pazienza:  virtù  che 
insegna  a  sopportare  con  rassegnazione 
avversità,  dolori,  e  ogni  cosa  molesta  ; 
per  fa  'l  màèster  ghe  voeur  dna  gran 
pàsiénsa  =  per  fare  il  maestro  occorre 
una  gran  pazienza. 

1)  Cura  dilcgente,  assidua  nell'ese- 
cuzione di  qualche  lavoro  :  Tè  on  ri- 
càmin  fintsim;  gh'è  voriiii  dna  gran 
pàsiénsa  à  fall  =  è  un  ricamo  finis- 
simo; ci  voUe  una  gran  pazienza  a 
farlo. 

2)  tibia,  obice  pàsiénéa  =  abbi,  ab- 
biate pazienza:  è  modo  di  chiedere 
scusa  di  un  biasimo:  àbia  pàsiénsa, 
inìt  te  ghet  tòrt  =  abbi  pazienza,  ma 
hai  torto. 

3)  /rir  pèrd  là  pàéimsa  à  on  èànt  = 
far  rinnegare  la  pazienza. 

4)  In  senso  di  concessione  :  che  tosa 
pièna  de  càprtsi!  Pàsiénsa  là  g'àvèss 
di  dànec,  inà  là  g'hà  nàgota  =  che 
ragazza  piena  di  capricci  !  Pazienza, 
se  avesse  denari,  ma  non   ha   niente. 

pàsiéut,  agg.  =  paziente  :  chi  ha  pazienza 
è  tollerante,  e  anche  chi  fa  le  cose  con 
diligenza  con  amore. 

pàsin,  s.  m.  =  passettino,  piccolo  passo, 
1  )   Passiccio  :    alquanto   passo  ;    sti 


fior  kin  on  poo  pàsitt    =    questi    fiori 
sono  un  po'  passicci. 

pàsio,*  s.  m.  =  passio.  T.  eecles.  :  quella 
parte  del  Vangelo  dov'  è  naiTata  la 
passione  e  la  morte  di  Gesù  Cristo. 

pàsiòu,  s.  f.  =  passione  :  affetto  disor- 
dinato dell'animo. 

]  )  Amore  intenso,  affetto  vivissimo  ; 
e  la  persona,  o  la  cosa  oggetto  di  tale 
amore,  di  tale  alfetto  :  el  g'hà  dna  pà- 
éidn  per  là  tdsadel  stndech  =  ha  una 
passione  per  la  figlia  del  sindaco  ;  el 
pèss  fritt  l'è  là  sda  pàsidn  =  il  pesce 
fritto  è  la  sua  passione. 

2)  Afflizione,  dolore  dell'animo,  pena, 
travaglio:  póer  òmm  !  l'è  mòrt  de  pà- 
sidn =  pover  uomo!  ò  morto  di  pas- 
siono. 

3)  là  jìàsidn  =  la  passione  :  i  pati- 
monti  e  la  morto  di  Gesù  Cristo. 

pàsionàss,  v.  rifl.  =  appassionarsi  :  pren- 
dere passione  a  qualche  cosa,  e  acca- 
lorarsi nel  discorrere  di    qualche  cosa. 

pàsioniii;  s.  m.  =  fior  di  passione:  fio- 
rellino con  cinque  foglie  bianche,  e  la 
pianta  che  la  produce. 

pàsiv,  agg.  =  passivo  :  che  soffre  l'ef- 
fetto dell'altrui  azione,  che  non  opera 
da  sé  :  contrario  di  attivo. 

1)  pàstv,  s.  ni.  =  passivo,  passività  : 
debito. 

pàsivitaa,  s.  f.  =  passività:  debito,  ipo- 
teca. 

pàsmàn,  s.  m  =  fioretto.  T.  di  ballo,  il 
quale  però  non  usa  quasi  più. 

paso,  s.  m,  =  passo  :  nella  canzonetta 
dagliela  avanti  on  paso.  Vedi  da- 
gliela, 2). 

pàsón,  s.  ni.  =  passone,  palo  :  troncone 
per  lo  più  con  ghiere  di  ferro  nelle 
testate  clie  si  affonda  nel  terreno  per 
rendere  più  saldi  i  fondamenti,  o  gli 
argini. 

pàsoiià,  v.  att,  =  palificare,  palafittare  : 
ficcar  pali  in  terra. 

pàsonàda,  s.  f.  =  passonata,  palafitta  : 
riparo  fatto  di  })ali  confitti  in  terra  per 
istabilire  e  assicurare  i  fondamenti  de- 
gli edifizi  0  gli  argini. 

pàspà,  V.  att.  =  palpare,  toccare  e  ri- 
toccare stringendo  parti  morbide. 

1)  Brancicare  :  toccar  colle  mani  al- 
lentandole e  stringendole  spesso. 

2j  Tastare,  toccare  ripetutamente  con 
certa  arte,  riguardo,  premura. 

Pàsqua,  s.  f.  =  Pasqua,  Pasqua  di  Ee- 


pas 


569  — 


pas 


suiTezioae,  Pasqua  d'ova  :  il  giorno  in 
cui  i  cristiani  credono  sia  risorto  Gesù. 

1)  fa  Pàèqita  =  rendere,  prendere 
la  Pasqua  :  confessarsi  e  comunicarsi 
secondo  il  precetto  della  Chiesa. 

2)  Ve  contént  còme  dna  pàsqua  = 
ò  contonto  come  una  Pasqua  :  di  chi 
si  trova  assai  contento. 

3)  de  Faiqnci  =  pasquale  ;  i  fcst  de 
Pàsqua  =  le  feste  pasquali. 

pàsquàl,  agg.  =  pasquale,  da  Pasqua. 

p.àsquee,  s.  m.  =  piazza.  L'origine  del 
vocabolo  milanese,  ormai  rimasto  in 
pochissime  frasi,  è  latina,  e  trae  da 
pascila,  perchè  sullo  piazzo  cresceva 
l'erba  quasi  come  su  pascolo.  Si  dice 
ancora  con  qualche  frequenza  :  el  pàs- 
quee  di  gàlnn  =  la  piazza  galline. 

pàsquèta,  et.  f.  =  l'Epifania:  la  festa  dei 
Ke  Magi,  il  6  gennaio. 

Pàsquìn,  s.  •?».  =  Pasquino:  nome  di  un 
torso  di  marmo  in  Roma,  su  cui  ap- 
piccavansi  motti  satirici,  arguti,  come 
sul  nostro  Uomo  di  Pietra. 

1)  Nomo  di  un  giornale  umoristico 
torinese. 

pàsqiiìuàda,  s.  f.  =  pasquinata:  motto 
satirico,  arguto  che  appiccavasi  al  Pa- 
squino. Vedi  sopra  Pàsqfiìu. 

1)  Por  cstons.  in  gener.  ogni  breve 
satira. 

pàsqìiiroeù,  s.  m.  =  Pasqualino  :  chi  si 
accosta  ai  sacramenti  soltanto  per  la 
Pasqua. 

1)  Pasquirolo  :  piazzetta,  piazzola  : 
rimase  soltanto   nel   non^e  di  una  via. 

l)àsS)  «.  m.  =  passo  :  quel  moto  do'  piedi 
che  una  persona  o  un  animale  fa  an- 
dando, e  anche  lo  spazio  compreso  tra 
l'uno  0  l'altro  piede  quando  si  fa  il 
passo  :  slongà  '/;  pass  =  allungare,  ac- 
celerare, allestire  il  passo  ;  de  cà  mìa 
à  r tifisi  gli' è  minga  cent  pàéè  =  da 
casa  mia  all'ufficio  non  ci  sono  cento 
])assi  ;  àndti  d' on  bèli  pass  =  studiare 
il  passo;  on  pass  dòpo  l'alter  =  passo, 
passo  :  piede  innanzi  piede,  passo  in- 
nanzi passo;  adagio,  adagio. 

1)  fa  diiii  pass  =  far  due  passi  :  una 
breve  passeggiata. 

2)  àndà  del  àò  j)àss  =  camminare 
andantemente. 

8)  gh'è  quàter  pàSé  =  c'è  un  piccol 
tratto,  ci  son  pochi  passi. 

4)  fa  H  pààs  segond  làgtmba  =  fare 


i  bocconi  a  misura  della   bocca;  rego- 
larsi coi  mezzi  che  uno  ha. 

5)  L'andatura,  il  modo  di  cammi- 
nare, la  camminata  :  conoss  vun  al 
pass  =  conoscere  uno  al  passo,  alla 
camminata. 

6)  àndà  ài  pass  =  andar  di  passo  : 
del  passo  solito,  ordinario,  non  di  corsa. 
Dei  cavalli  è  la  più  lenta  andatura. 

7)  pàés  à  diiii  =  passo  a  due  :  il 
ballo  eseguito  da  un  ballerino  e  da  una 
ballerina  insieme. 

8)  Partito,  risoluzione  :  el  màtrimtini 
Ve  on  gran  pass  =  il  matrimonio  è  un 
gran  passo. 

9)  Ijuogo  per  dove  si  passa,  adito, 
passaggio  :  ed  g'hà  làsaa  lìber  el  pàsé 
=  gli  ha  lasciato  libero  il  passo,  gli 
aperse  l'adito. 

10)  Callaia,  callare  :  quell'  apertura 
che  si  fa  nella  siepe  per  potere  entrare 
nei  campi. 

11)  Guado:  luogo  basso  del  fiume 
dove  può  passarsi  senza  barca  o  ponte. 

12)  Le  pratiche  necessarie  per  otte- 
nere checchessia:  per  fàmm  paga  hoo 
doviiii  fa  i  me  pass  =  per  fanni  pa- 
gare ho  dovuto  ricorrere  allo  autorità, 
amministrative  o  giudiziali. 

13)  dà  pài-s  à  on  inipègn  =  soddi- 
sfare, compiere  un  obbligo. 

14)  se  là  fa  inàm  de  sto  pass  =  se 
,  continua  così,  se  progredisce  a  questo 

modo. 

15)  bòn  de  mètt  à  on  pass  doepàéa 
nisùn  =  uomo  da  nulla,  buono  a  nulla. 

16)  pass  del  bàselln  di  càrò§§  = 
montate  del  predelliuo. 

17)  Spallo:  il  passare  un  dato  punto 
al  gioco  per  cui  invece  di  vincere  si 
perde. 

pass,  agg.  =  passo,  appassito  :  di  frutta, 

fiori,  erbe  quando  non  sono  più  freschi. 

1)  Alido  :  di  frutto  che  por  mancanza 

di  umore  diventano  rasciutto  e  gi-inze. 

pàst,  s.  m.  =  pasto,  nutrimento,  cibo  : 
ciò  di  cui  si  ciba  l'animale. 

1)  H  mangiare  che  si  fa  una  o  più 
volte  al  giorno  abitualmente;  sta  ài 
pàst  =  mangiare  ai  pasti  :  cioè  non 
mangiare  se  non  nelle  ore  stabilite  per 
le  colazioni  e  per  il  ])ranzo. 

2)  ài  pàst  =  al  pasto  :  nel  mangiare  : 
ài  pàst  bévi  vin  legér  =  al  pasto  bevo 
vino  leggero  ;  foeùra  de  pàst  =  fuori 
di  pasto,  dopo  il  pasto  :  non  mangiando. 


pas 


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yas 


3)  vm  de  pàst  =  vino  da  pasto  : 
vino  buono  da  pasteggiare. 

4)  tegni  pàst  =  nutrire  :  soddisfare 
l'appetito. 

5)  à  tiitt  pàH  =  a  tutto  spiano  :  in 
abbondanza  e  senza  interruzione. 

pasta,  s.  f.  =  pasta:  farina  intrisa  con 
acqua  e  fatta  densa  quant' occorre  ri- 
menandola,  della  quale  si  fa  specialm. 
il  pano. 

1)  Paste:  pasta  che  ridotta  in  pic- 
cole parti  e  di  varie  forme,  si  cuoce 
per  minestra  con  svariatissimi  nomi. 

2)  pasta  fresca,  =  pasta  da  minestra 
fatta  in  casa  a  cui  si  aggiunge  ovo. 

3)  ptUa  conàìda  =  paste  asciutte 
con  cacio  e  burro. 

4)  là  cànèla  déla  pasta  =  spianatoio, 
matterello  :  bastone  a  cilindro  per  ispia- 
nare  la  pasta. 

5)  *■  pàst  =  le  paste  :  dolci  fatti  di 
pasta  con  ova,  zucchero  e  altro. 

6)  j)àsta  sfoiàda  =  pasta  sfoglia: 
pasta  dolce  a  strati  sottilissimi, 

7)  pasta  fròla  =  pasta  frolla  o  reale: 
pasta  con  zucchero  e  burro  per  pasticci. 

8)  vèss  de  pasta  fròla  =  essere  di 
burro,  èsser  fatto  di  buiTO  ;  fìg.:  avere 
una  costituzione  molto  delicata  che  si 
risente  d'ogni  più  leggera  impressione. 

9)  vèss  de  bòna  pasta  =  essere  di 
pasta  dolce,  di  cai'attere  buono  ;  vcsè 
de  ristésa  pasta  =  essere  d'una  buc- 
cia, d'una  stampa. 

10)  vègh  i  man  in  pasta  =  avere  le 
mani  in  pasta:  trattare  un  negozio, 
fare  un'affare;  ed  anche:  averci  pra- 
tica in  una  cosa. 

11)  Intriso  di  farina  e  acqua,  al- 
quanto consistente,  per  appiccicare  la 
carta. 

12)  Intruglio  di  stracci  macerati  e 
sminuzzati  nell'acqua,  col  quale  si  fa 
la  carta. 

13)  La  carne  tagliuzzata  per  farne 
salami  e  sim. 

14)  fa  là  pasta  =  pigiare  :  del  gatto 
quando  preme  colle  zampe  che  strìnge 
e  allenta. 

pàstee,  s.  m.  =  pastaio  :  chi  fa  e  vendo 
paste  da  minestra  e  quindi  si  può  chia- 
mare con  vari  nomi  :  vermicellaio,  la- 
sagnaio,  ecc. 

1)  Pastorello:  pallottole  di  sudore 
appastato  sulla  persona  di  chi  non  è 
netto. 


pàstegià;  V.  att.  =  pasteggiare  :  prenderò 
il  pasto,  mangiare  una  data  cosa  al 
pasto. 

1)  Del  vino  che  si  beve  mangiando 
a  pranzo  o  a  colazione  :  vln  de  pàste- 
già  =  vino  da   pasteggiare,    da   pasto. 

pàstéll,*  s.  m.  =  pastello  :  i  colori  as- 
sodati coi  quali  i  pittori,  senza  scio- 
glierli coloriscono  sulla  carta  le  loro 
figure. 

pàstilia,  ?.  f.  =  pasticca  :  pezzetto  ro- 
tondo, 0  a  quadrelli,  che  si  fa  con  zuc- 
chero, gomma  e  materie  medicinali,  per 
prendersi  come  rimedio. 

pastina,  s.  f.  =  pastina  :  dim.  di  pasta, 
nel  senso  di  paste  da  minestra. 

1)  Panicela  :  pasta  liquida. 

2)  Grumato  grigio  o  Prugnolo  ba- 
stardo :  specie  di  fungo. 

pastina,  V.  att.  =  impasticciare  :  far  doi 
pasticci,  cose  abborracciato  ;  fai'e  qual- 
che cosa  grossolanamente,  senza  garbo 
né  grazia. 

pàstìsee,  s.  m.  =  pasticciere,  pasticcialo  : 
chi  fa  e  vende  paste  dolci. 

pàstiserìa,*  s.  f.  =  pasticceria  :  la  bot- 
tega deve  si  fanno  e  si  vendono  paste 
.dolci,  pasticcini,  pasticci.  Si  dice  però 
più  largamente  ofeleria. 

pàstisìu,  s.  m.  =  pasticcino  :  pasta  dolce 
in  forma  di  piccolo  pasticcio. 

pàstisòn,  s.  m.  =  pasticcione:  accresciti 
di  pasticcio. 

1)  D' uomo  bonaccione  che  fa  le  coso 
senz'arte,  alla  rinfusa. 

2)  Aggeggione  :  chi  aggeggia  o  non 
conclude  nulla. 

pàstiss,  s.  m.  =  pasticcio  :  specie  di  vi- 
vanda ghiotta  e  delicata. 

1)  Qualunque  lavoro  abborracciato, 
senz'arte,  confuso. 

2)  Imbroglio,  avviluppamento  ;  km 
geni  tròpp  pién  de  pàstisé  =  son  gente 
troppo  piena  di  pasticci. 

3)  Aggeggio:  cosa  equivoca;  in  che 
pàstiss  te  me  mHet?  =  in  quale  ag- 
geggio mi  metti  ? 

pàstòcch,  s.  m.  =  intmglio  :  quando  ò 
denso  più  del  bisogno. 

pàstòcia,  s.  f.  =  pastocchia,  inganno, 
finzione. 

pàstòn,  s.   m.  =  pastone,    bozzima  :  in- 
triso di   crusca,  o    farina  e  acqua  che 
si  dà  ai  polli,  agli  uccelli  e  ai  cavalli,  i 
1)  Anche   di    una   minestra   troppo-  I 
densa  ;  questa  ehi  l'è  minga  minestra^ 


pas 


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pat 


l'è  pàston  per    i  gàinn  =  questa   non 
è  minestra,  è  bozzima  per  le  galline. 

pàstòr,  s.  m.  =  pastore,  mandriano,  be- 
stiaio :  colui  che  custodisce  e  mena  a 
pascolare  gli  armenti  e  le  greggio. 

pàstoràl,  s.  m.  =  pastorale,  ferula  :  ba- 
stone 0  mazza  vescovile  alta  e  ricurva 
in  cima. 

1)  Agg.  pastorale  :  da  pastore  ;  spe- 
cialmente le  sonato  por  organo  che  si 
usano  alle  feste  di  Natale. 

pàstorisia,*  s.  f.  =  pastorizia  ;  l'ai-te  di 
custodire,  allevare,  pivscolare  il  be- 
stiame e  trarne  guadagno. 

pàstoròtt,  (on  bòli)  =  una  buona  pasta 
di  zucchero  :  d'uomo  o  di  ragazzo  af- 
fabile, docile  e  buono. 

pàstós,  agg.  =  pastoso,  molle,  morbido  ; 
trattabile  come  la  pasta. 

1)  In  arte  ciò  che  non  è  ruvido,  che 
fa  dolco  impressione. 

pàstrugn,  s.  in.  =  intruglio,  piaccicotto, 
pacchiuco  :  cosa  fatta  senza  cura,  in 
modo  confuso. 

1)  Pottiniccio  :  qualsiasi  accomoda- 
tui'a  mal  fatta,  mal  riuscita. 

I)àstrug'nà,  v.  alt.  =  brancicare,  man- 
trugiare :  ravvolgere  fra  le  mani  una 
cosa  con  poco  garbo  :  toccarla  qua  e 
là  stringendo  e  allontanando  le  mani 
più  volte. 

Iiàstriig'naa,  agg.  =  mantrugiato,  bran- 
cicato :  di  frutte  a  buccia  liscia  che 
hanno  perduto  il  naturai  fiore,  cioè 
quella  polvere  o  velo  bianchiccio  che 
lo  ricopre  fresche. 

pàstriignàda,  s.  f.  =  piaccicotto,  bia- 
sciotto  :  cosa  malfatta. 

1)  Pottiniccio.  Vedi  pàstrug'ii,  1). 

pàstriigriiìn,  s.  m.  =  brancichino  :  dim. 
di  brancicone. 

pàstriiguón,  s.  m.  =  brancicone  :  chi  ha 
il  vizio  di  brancicare. 

1)  Imbrattone:  chi  facilmente  imbratta. 

2)  Imbroglione  :  chi  fa  imbrogli  bene 
e  volentieri. 

pastura,  s.  f.  =  pastura  :  luogo  di  pa- 
scolo, e  l'erba  di  cui  le  bestie  si  pascono. 

pàstiirà,  V.  att.  =  pasturare,  pascere  : 
condurre  alla  pastura,  dar  la  pastura. 

pasturai,  s.  m.  =  impastura  :  parte  del 
piede  dei  cavallo,  dove  gli  si  legano  le 
pastoie. 

pàta,  s.  f.  =  bracchetta,  toppa,  toppino: 
pezzo  tagliato  a  guisa  di  sportello,  che 
chiude  lo  sparato  dei  calzoni  e  si  ferma 


con  due  bottoni  alla  cintola.  Ora  se  ne' 

vede  di  rado  assai. 

1)  fa  pata  =  impattare:    far  pari  e 

patta;  non  vincer  ne    perder  al  gioco. - 
pàtàca,  s.  f.  =  patacca,  frullo  :  cosa  da 

nulla  affatto. 
pàtàfla,  s.  f.  =  epitaffio.  Vedi    epitàfl." 

1)  Macchia  larga.  A^edi  pàdéla  6). 

2)  Lenzuolo;  avviso  grande  e  largo. 
pàtàìa,  (in)  =  in  gonnella,  in  gonnelle  : 

delle  donne  e  dei  bambini  quando  sono 
mezzo  vestiti  e  non  hanno  che  la  gon- 
nella, e  talora  neanche  quella. 

pàtàn,  s.  m.  =  bamboccio:  fam.  di  bam- 
bino grasso  e  fresco.  Anche  bàdàu^ 
pòer  pàtun ;  come  Ve  bèli!  =  caro  bam- 
boccio ;  quant'è  bello  ! 

pàtàttflàua,  s.  f.  =  ciondolona  :  di  donna 
grassa,  che  lavora  poco,  malvolentieri 
e  lentamente. 

pàtària,  s.  f.  =  ciarpe,  ciarpame  :  sferre 
vecchie,  vecchiume,  raccolta  di  arnesi,- 
oggetti,  vesti  vecchie  e  poco  utili. 

patata,  s.  m.  =  patata  :  pianta  comunis- 
sima  i  cui  tuberi  si  mangiano  cotti,  e 
il  tubero  stesso. 

pàtàtoccli,  s.  ni.  =  patatucco  :  voce  di 
spregio  colla  quale  si  chiamavano  da- 
noi  i  soldati  austriaci. 

pàtàtin,  pàtàtóii,  =  picchia  eh'  i'  pic- 
chio :  quando  si  danno  busse  senza  mi- 
sericordia. 

pàtàtràch,  esci.  =  patatrac  :  quando  si 
indica  lo  sfasciarsi  subitaneo   di  qual- 

.    che  cosa  che  per  conseguenza  precipita. 

pàtee,  s.  m.  =  rigattiere  :  rivenditore  di 
vesti  ed  altre  cose  usate. 

1)  Ferravecchi  :  chi  compera  e  ri- 
vende sferre  ed  altre  cose  vecchie. 

pàteléta,  s.  f.  =  rivolta  :  strisce  di  panno 
che  si  sovrappongono  alle  tasche  delle 
giacchette,  dei  palton  e  sim. 

1)  Mostra,  mostreggiatura  :  la  rivolta 
del  petto  negli  abiti  maschili. 

pàtèll,  s.  ni.  =  pezza  :  pannolino  o  lana 
in  cui  si  rinvolgono  i  bambini  in  fasce. 

1)  Braca:  la  pezza  che  si  mette  ai 
bambini  fra  le  cosce,  perchè  non  si  in- 
sudicino e  non  si  recidano. 

2)  Fazzoletto  ;  coni  on  étràsc  cV  on 
pàtèll  in  eoo  =  con  uno  straccio  di 
fazzoletto  in  capo. 

patema,  e.  m.  =  patema,  afflizione,  do- 
lore amaro. 

patena,  s.  f.  =  patena  :  disco  di  me- 
tallo che  copre  il  calice  sopra  la  palla. 


pat 


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pat 


pàteutà)  «'.  citt.  =  patentare  :  munire 
della  patente  per  esercitare  un  ufficio, 
un  mestiere. 

pàtènta  e  meno  volgarm.  patènte,*  s.  f. 
=  patente  :  carta  che  attesta  della  fa- 
coltà di  esercitare  un  ufficio,  una  pro- 
fessione, un  commercio. 

1)  dàgh  à  vun  là  patente  de  ciàll^ 
de  ksen,  de  stttpid,  e  sim.  =  dare  ad 
uno  la  patente  di  stolto,  d'  asino,  di 
imbecille,  e  sim.,  qualificarlo  tale. 

pàteutaa,  agg.  =  patentato  :  che  ha  la 
patente. 

pater,  s.  m.  =  pater  :  voce  latina  per 
indicare  l'ovazione  del  Paternostro. 

pàtera;  *•.  att.  =  spaternostrare  ;  biasciar 
paternostri  ;  Ve  dna  bigotdna  ;  invece 
de  ciirà  i  fioeu,  l'è  sémper  in  gésa  à 
pàtera  =  è  una  bacchettona  ;  invece  di 
curare  i  figlioli,  è  sempre  in  chiesa 
a  spaternostrare. 

patèrna  e  pàtèrnàl,  s.  f.  =  paternale: 
grave  rampogna  fatta  a  persona  infe- 
riore. 

pàtèriiàmènt,  *  atw.  =  paternamente  : 
con  affetto  di  padre. 

pàtèrnitaa^  s.  f.  =  paternità  :  l'essere 
padre,  lo  stato  e  la  qualità  di  padre. 

paternòster,  s.  m.  =  paternostro  :  ora- 
zione domenicale. 

1)  Ogni  pallottolina  maggiore  della 
corona  per  dire  il  rosario  che  fra  die- 
cina e  diecina  d'aveniarie  segna  la  re- 
cita di  un  paternostro. 

2)  éàvè  óna  ròba  còme  'l  paterno- 
ster =  sapere  una  cosa  come  il  pater- 
nostro :  saperla  benissimo,  senza  sba- 
gliare. 

3)  dì  àdree  el  paternòster  di  ràtt  = 
dire  il  paternostro  della  bertuccia  :  be- 
stemmiare, maledire  altrui  fra  i  denti. 

pàtètich,    agg.    =    patetico  :    che   desta 

malinconia. 

1)  àndà  in  del  pàtètich  =    dar    nel 

patetico  :  cominciar  a  dire   o  far   cose 

che  destino  malinconia. 
pàti,  V.  att.  =  patire  :  soffrir  dolore. 

1)  finì  de  pàti  =  finir  di  patire  :  di 
chi  iiiuore  per  fiera  malattia. 

2)  fa  pàti  =  far  patire  :  cagionar 
dolore. 

3)  pàti  on  mal  =  patir  d'un  male  : 
andare  soggetto  ;  mi  pàttèi  el  mal  de 
feéta  =  io  patisco  di  mal  di  testa. 

4)  Di  cosa  che  riceva  in  qualunque 
modo  danno,  detrimento  ;  là  carne  col 


càld  là  pàtisé  =  la  carne  col  caldo  pa- 
tisce. 

5)  bisogna  pàti  per  compatì  =  corpo 
satollo  non  crede  al  digiuno  :  la  pancia 
piena  non  pensa  a  quella  vuota. 
pàtibol,  *  s.  m.  =    patibolo  :  palco  dove 
si  dà  la  morte  per  mano  del  boia. 

1)  el  par  cìie  '  /  vaga  ài  pàtìbol  =  par 
che  vada  al  patibolo  :  di  chi  fa  cosa 
contro  volontà,  con  grande  avversione. 

patibolar,*  agg.  =  patibolare,  da  pati- 
liolo  :  si  dice  come  aggiunto  di  faccia  ; 
l'è  ona  fàcia  patibolar  =  è  una  faccia 
da  patibolo:  d'uomo  da  forca. 

patirli,  V.  att.  =  adirarsi,  adontarsi,  aver- 
sene a  male  :  aversi  per  male  di  una 
cosa  e  stare  scorracciti  ;  se  7  ghe  pà- 
tisé che  '/  vaga  ài  frèsch  =  chi  se  l'ha 
a  male  s'allenti  :  non  curandoci  di  chi 
possa  avere  a  male  una  cosa  ;  à  digli 
là  veritaa  el  gite  pàtiss  =  a  dirgli  la 
verità  se  ne  adonta. 

patii,  agg.  =  patito  :  smunto  per  ma- 
lattia 0  sofferenze  avute. 

lì  Afato  :  di  frutte  state  strizzate 
dall'afa. 

2)  Guasto  :  della  carne,  del  vino,  o 
sim.  che  abbia  avuto  danno,  detrimento. 

pàtimènt,  *  s.  /«.  =  patimento,  il  patire. 
pàtin,    s.  m.  =  pattino  :   sorte  di    ferro 

che  si  applica  al  suolo  della  scarpa  per 

scivolare  sul  ghiaccio. 
pàtina,  s.  f.   =    patina  :    inverniciatura, 

vernice. 

1)  Strato  d'olio  di  pesce,  nerofumo  e 
sego  strutto,  per  dare  il  lucido  alle 
pelli. 

2)  Di  roba  appiastracciata  in  bocca 
per  indigestione. 

pàtina,  s.  f.  =  presa,  pugnetta  :  specie 
di  guancialino  di  cenci  con  cui  le  sti- 
ratore, i  sarti,  i  cappellai  prendono  la 
maniglia  del  ferro  per  non  iscottarsi. 
1)  Guiggia  :  parte  superiore  dello 
zoccolo  e  della  pianella,  dove  si  infila 
il  piede. 

pàtina ,  V.  att.  =  pattinare  :  scivolare 
sul  ghiaccio  coi  pattini. 

pàtoà,  s.  m.  =  dialetto  :  la  lingua  spe- 
ciale di  un  paese  in  rapporto  alla  lin- 
gua comune.  Dal  frane,  patois. 

pàtòccli,  agg.  =  bazzotto,  coccio,  cagio- 
noso, aociaccoso. 

1)  deventà  pàtòcch  =  imbozzacchire, 
incatorzolire,  intristire. 

pàtona,  s.  f.  =   toppone  :    pili   pezzi    di 


pat 


573  - 


pat 


pannolino  soprapposti  1'  uno  all'  altro, 
cuciti  insieme  a  guisa  di  coltroncino. 
Si  mette  sotto  ai  bambini  e  ai  malati, 
perchè  le  orine  non  guastino   il  letto. 

1)  Tela  da  pane  :  quella  tela  grossa 
che  servo  a  coprire  il  pane  in  sul- 
l'asse. 

2)  Panno  delle  bruciate  :  il  coltrone 
sotto  cui  si  mettono  le  bruciate  appena 
cotte  a  impolpare. 

3)  Coltrone  :  quella  specie  di  por- 
tiera che  è  all'uscio  delle  chiese  e  an- 
che di  certe  botteghe  da  vinai  per  pa- 
rar l'aria  e  il  freddo  :  onde  era  cele- 
bre fra  noi  1'  Osterìa  déla  pàtdna. 

pàtoiiìn,  s.  VI.  =  toppino  :  dimin.  di 
patoua  =  toppone. 

pàtouiua,  s.  f.  =  stomachino  :  pezzo  di 
tela  fino,  addoppiato,  imbottito  di  co- 
tono 0  trapuntato  che  si  porta  talvolta 
sul  petto  per  tenerlo  caldo. 

pàtràss,  (àndà  à)  =  andare  a  patrasso  ; 
morire. 

pàtria,  s.  f.  =  patria  :  il  paese  dove  uno 
è  nato  e  vissuto  ;  l'amor  de  ptitria  l'è 
gimt,  ma  l'è  piisee  yiuàt  e  sànt  l'amar 
de  Vìimànitaa  =  F  aniore  di  patria  è 
giusto  ;  ma  è  più  giusto  e  santo  l'amore 
dell'umanità, 

patriarca,  s.  un.  =  patriarca  :  nome  che 
si  dà  ai  primi  padri,  ai  santi  perso- 
naggi dell'antico  testamento. 

1)  pari  on  pàtritLrca  =  parere  un 
patriarca  :  d'  un  vecchio  venerando, 
colla  lunga  barba. 

2)  Titolo  di  dignità  ecclesiastica  ;  el 
patriarca  de  Venèsia  =  il  patriarca  di 
Venezia. 

pàtriàrcàl,*  agg.  =  patriarcale  :  di  o  da 
patriarca  ;  l'è  òna  fàmilia  pàtriàrcàl 
=  è  una  famiglia  patriarcale. 

patrimoni,  s.  m.  =  patrimonio  :  beni 
ereditati  dai  genitori  e  dagli  antenati, 
ed  anche  le  sostanze  accumulate  col 
lavoro  e  col  risparmio  ;  el  s'è  faa  on 
bèli  patrimòni  =  s'è  messo  insieme  un 
bel  patrimonio. 

patriòta,*  s.  m.  =  patriotta  :  chi  ama  la 

■    patria,  pronto  a  sacrificarsi  per  lei. 

pàtriòticli,*  agg.  =  patriottico  :  da  buon 
patriotta. 

1)  Di  cose  che  riguardano  la  patria, 
la  gloria,  la  fortuna  di  lei  ;  ona  càn- 
àòn  jìàtriòtica  =  una  canzone  patiùot- 
tica  ;  on  ino  pàtriòtich  =  un  inno  pa- 
triottico. 


pàtriotìsnio,*  s.  m.  =  patriottismo  :  sin- 
cero e  caldo  amore  di  patria. 

pàtriòtt,  s.  m.  =  patiiotto,  compatriotto  : 
della  stessa  patria.  Spesso  anche  com- 
paesano, dello  stesso  paese. 

pàtrisà,  v.  att.  =  padreggiare,  patriz- 
zare :  tirar  dal  padre  ;  i  màse  màtri- 
sen  e  i  tosami  pàtrisen  =  i  maschi 
madreggiano  e  le  ragazze  padreggiano. 

pàtrìsi,  s.  m.  =  patrizio,  nobile. 

1)  Nome  proprio  di  persona. 

2)  vèés  el  poés  de  san  Pàtrièi  =  es- 
sere il  pozzo  di  San  Patrizio  :  di  pers. 
0  cosa  inesauribile,  specialm.  nel  bene. 

patron,  s.  m.  =  patrone.  Vedi  pàdrón 
ora  assai  più  largamente  usato. 

pàtronaa,*  s.  m.  =  patronato  :  protezione 
del  maggiore -sul  minore. 

pàtt,  s.  m.  =  patto,  accordo  :  conven- 
zione con  cui  si  accomoda  una  ver- 
tenza, specialmente  di  interesse.  Al 
plur.  qualche  volta  pàti. 

1)  Condizione  che  si  metto  per  fare 

0  permettere  ad  altri  che  faccia  qual- 
che cosa. 

2)  l'è  in  di  pàtt,  o  in  di  pàti  = 
slam  di  patti  ;  V  è  iìi  di  pàtt  che  'l 
vègna  in  càmpàgìia  coni  mi  =  siam 
di  patti  che  venga  in  campagna  con  me. 

pàtùlia,*  s.  f.  =  pattuglia  :  guardia  di 
soldati,  0  sim.  che  va  scorrendo  per 
la  città,  0  per  le  campagne,  a  difesa 
dell'ordine  o  della  sicurezza  pubblica. 

pàtur^na,  s.  f.  =  paturaa,  tristezza,  malu- 
more, malinconia. 

pàtusc,  s.  m.  =  pacchiuco  :  intriso  di 
varie  sostanze,  e  per  estons.  :  mota, 
fanghiglia. 

1)  Di  lavoro  sconvolto  e  mal  condotto. 

2)  Di  cancellaticci,  macchie  d'in- 
chiostro cadute  sulla  carta,  e  sim. 

3)  Pattume  :  quantità  di  cose  sozze 
fradice,  che  fanno  ingombro  e  lordura. 

pàtiiscént,  agg.  -  fangoso,  poltiglioso, 
motoso  :   imbrattato  di  pacchiuco. 

pàtiiscéri  e  pàtiinim,  s.  m.  =  piacci- 
chiccio, paltume. 

pàtiiscià,  «?.  att.  =  imbrattare,  imbrodo- 
lare, gualcire  :  spoi'care  di  poltiglia,  di 
pacchiuco. 

1)  Impasticciare,  Vedi  pàstisà. 

p<àtiisciàda,  s.  f.  =  imbratto,   inibrodo- 

1  atura. 

pàtiiscìu,  s.  m.  =  imbrattatene:  detto  ai 
bambini  che  giocando  coU'acqua  o  con 
altro  si  sporcano. 


pan 


—  574 


]>àura,  s.  f.  =  paura,  spavento,  timore  : 
forte  commozione  dell'animo  per  grave 
pericolo  prosente  o  sovrastante.  An- 
che: fifa,  spàg'hètt.  Vedi. 

1)  Di  sospetto  0  dubbio  grave  ;  g'hoo 
paura  ma  ùicoaiì  tempèsta  =  ho  paui'a, 
ma  oggi  grandina. 

2)  trema  de  paUra  =  ti'emar  di  o 
dalla  paura. 

3)  vègli  minga  pà&ra  =  non  aver 
paura  :  esser  sicuro  di  sé. 

4)  podè  nànca  fiàdà  per  là  paura  = 
non  aver  manco  balia  di  rifiutare  per 
la  paura. 

5)  i  pàùr  =  le  paure  :  esseri  imma- 
ginari che  il  volgo  crede  frequentino 
certi  luoghi. 

pàiirèsgr,  s.  m.  =  pauroso  :  che  è  sog- 
getto a  paura. 

pàiisa,  s.  f.  =  pausa  :  interruzione  mo- 
mentanea, di  breve  dui'ata,  in  una  lunga 
operazione. 

1)  T.  music.  :  le  battute,  i  quarti,  i 
momenti  d'aspetto. 

pàviniènt,*  s.  tn.  =  pavimento  :  il  piano 
0  suolo  della  stanza  su  cui  si  cammina, 
e  propriamente  lo  strato  di  mattoni  o 
d'alti'o  cho  sta  sopra  tale  piano. 

paviòii,  s.  m.  =  padiglione  :  tenda  per 
lo  più  spiovente  da  una  lancia. 

pàvionee,  s.  m.  =  addobbatore,  tapez- 
ziere:  chi  addobba  parete  di  chiese  e 
case,  0  acconciatore  di  tende  e  di  drappi. 

pàróii;  s.  m.  =  pavone.  Vedi  pàòu. 

pàvòua,*  s.  f.  =  pavona,  pavonessa.  Vedi 
pàòna. 

1)  Fig.  donna  vanitosa;  specialm. 
in  arte. 

pàvonàss,  agg,  =  paonazzo,  pavonazzo. 
Vedi  pàou<àss. 

pàvoiiegriàss,  v.  rifl,  =  pavoneggiarsi  : 
fare  il  pavone. 

pè,  e  pee,  s.  m,.  sing.  e  pi.  =  piede,  e 
qualche  volta  pie:  il  membro  del  corpo 
congiunto  all'estremità  della  gamba,  che 
serve  per  reggersi  e  per  camminare. 

1)  Sostegno,  base,  e  anche  la  parte 
inferiore  di  checchessia,  anche  di  una 
montagna,  di  una  pianta. 

2)  àndà  coi  pè  de  piòmb  =  andare 
col  calzare  di  piombo:  con  molta  pru- 
denza e  circospezione. 

3)  on  bocòn  in  pec  =  un  bere  lesto, 
tosto:  un  po'  di  desco  molle. 

4)  càscia,  manda  fceùra  di  j)ec  =  le- 
varsi di  tra  i  piedi,  d'attorno,  di  torno: 


pe 


allontanare,  licenziare.  Anche:  trattare 
uno  bruscamente  perchè  se  ne  vada,  o 
sim.  ;  el  me  secava  e  l'hoo  mandaa 
fceiìra  di  pee  =  mi  annoiava  e  l'ho  al- 
lontanato. Si  dice  d'  un  importuno,  di 
un  imbroglione  e  sim. 

5)  va  faiùra  di  pee!  =  escimi  di  tra' 
piedi  !  levamiti  dinanzi  ! 

G)  -vèés  sémper  per  i  pee  =  star  sem- 
pre tra  i  piedi. 

7)  in  di  pee,  capita  per  i  pee  =  dar 
tra'  piedi,  v-enir  tra'  piedi  :  inciampare 
in  uno  0  in  una  cosa. 

8)  vègh  i  pee  giàld  =  essere  Martino: 
essere  ammogliato. 

9)  tegnì  'l  pè  in  dò  seàrp  =  tenere 
il  piede  in  due  staffe:  star  preparato  a 
due  0  più  partiti. 

10)  vègli  ne  eoo  ne  pee  =  non  avere 
né  capo  né  coda,  né  principio,  né  fine: 
d'un  lavoro  sconclusionato. 

11)  ciàpà  pè  =  pigliar  piede,  campo: 
prendere  forza,  consistenza;  el  mal  el 
va  eiiraa  èubit  e  àpeciti  nò  che  7  citipà 
pè  =  il  male  va  curato  subito  e  non 
aspettare  che  pigli  piede,  campo. 

12)  làààés  mètt  i  pè  siil  còli  =  la- 
sciarsi venire  coi  piedi  sul  collo  :  la- 
sciarsi ferrare:  lasciare  che  altri  ci  so- 
prafaccia. 

13)  ée  fàpè  =  si  tocca  :  se  nell'acqua 
s'arriva  coi  piedi  al  fondo. 

14)  dàss  là  sàpa  siii  pee,  sili  pè  = 
darsi  della  scure  in  sul  pie,  aguzzarsi 
il  palo  sulle  ginocchia:  far  cosa  che  ne 
incolga  male,  operare  a  nostro   danno. 

15)  slogasi,  stràmbàsé  on  pè  =  stra- 
collarsi un  piede  :  slogarselo,  storcerlo 
dolorosamente. 

16)  mètt.,  poìidà  j)è  =  mettere,  porre 
piede  in  un  luogo:  entrarvi;  per  mi  in 
cà  toa  no  ghe  mèli  pU  jjè  =  per  conto 
mio,  in  casa  tua  non  ci  metto  piede. 

17)  mètes  coi  pè  al  miir  =  mettere 
i  piedi  al  muro:  star  fermo  in  quello 
che  è  risoluto,  senza  recedere. 

18)  boria  già  in  pee  =  cadere,  ca- 
scare in  piedi:  cavarsela  bene. 

19)  àndà  coi  éò  pè  =  andar  coi  suoi 
piedi:  andare  regolarmente,  come  deve. 

20)  levt  éil  in  pee  =  alzarsi  in  piedi, 
rizzarsi  da  sedere. 

21)  fa  coi  pee  =  far  coi  piedi,  ac- 
ciarpare: fare  senza  diligenza  :  peggio 
che  abbon'acciai'e. 


pe 


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ped 


22)  età  in  pee  =  reggersi,  stare  in 
piedi,  star  ritto:  non  cadere. 

23)  àndà  éii  coi  pee  =  calpestare  : 
calcare  ripetutamente  coi  piedi  per  ira, 
dispetto,  ecc. 

24)  mètt  éòta  ài  pee  =  mettersi  sotto 
i  piedi,  calpestare,  vilipendere:  non  far 
caso  di  una  cosa  spezzarla. 

25)  viètt  sota  à  on  pè  =  mettere  sotto 
a  un  tacco:  non  pensarci  pili. 

26)  fa  7  bàgn  ài  pee  o  mètt  i  pee 
à  mceéj  =  mettere  i  piedi  in  molle: 
fare  i  pediluvi. 

27)  de  pee  =  appiè:  nella  parte  più 
bassa  di  una  cosa  che  s'  alzi  da  terra. 

28)  de  càpp  à  pee  =  da  capo  a  piedi, 
dal  principio  alla  fino. 

29)  eoi  man  e  coi  pee  =  colle  mani 
e  coi  piedi;  el  glie  s'è  pròpri  miss  dent 
coi  man  e  coi  pee  =  ci  si  è  proprio 
messo  collo  mani  e  coi  piedi. 

30)  à  pè  càléèta  =  in  calzo.  Tedi  cài- 
se  ta,  1).  Anche:  in  peduli. 

31)  à  pè  biòtt  =  a  piedi  nuli,  sgam- 
bucciato:  chi  sta  senza  calze  colle  gambe 
nude. 

32)  éui  diiii  pee  =  sui  due  piedi,  a 
bruciapelo,  sull'istante,  a  frullo,  a  bat- 
tiscarpa; ciàj)à  vùn  sÈi  diiii  pee  =  pi- 
gliare uno  a  bruciapelo  ;'ry?à«(;*a  élii 
diiii  pee  =  mangiare  a  battiscarpa,  cioè 
alla  lesta,  in  piedi,  senz'  apparecchio; 
manda  ria  sui  diiii  pee  =  licenziare 
sull'istante,  sui  due  piedi. 

33)  à  joè  =  a  piedi:  coi  propri  piedi, 
senza  aiuto  che  ci  porti. 

34)  à  pee  =  mediocre:  che  è  rimasto 
al  disotto  degli  altri  e  di  ciò  che  si 
aspettava. 

35)  in  pè  del  tal  =  invece,  in  luogo 
del  tale:  al  suo  posto. 

36)  in  pee  =  ripido,  erto,  scosceso: 
di  sti'ado  montanine,  di  scale  e  sim. 

37)  de  pee  del  lètt  =  da  pie  del  letto: 
quella  dove  volgono  i  piedi,  opposta 
alla  testana. 

38)  pee  dols  =  pie  ciocci  :  cicciuti, 
senza  fiosso. 

39)  pee  in  del  ciiii  =  calcio.  Vedi 
pesciàdn. 

40)  nita  pè  =  cassetta  a  setolino, 
ed  anche:  ferro  da  piede,  secondo  la 
sua  forma:  quegli  arnesi  appena  fuori 
dagli  usci,  perchè  vi  si  puliscano  i  piedi 
quando  le  strade  sono  impiastricciate 
di  mota. 


41)  scalda  pè  =  guarda  piedi:  specie 
di  cassetta  di  legno  o  anche  borsa  di 
pelo  per  mettervi  i  piedi  a  fine  di  con- 
servarli caldi,  quando  si  sta  lungo  tempo 
allo  scrittoio  o  in  viaggio. 

42)  pè  =  pedule,  piede:  quella  parte 
della  calza  che  vesto  tutto  il  piede  della 
persona. 

43)  pè  de  cà  =  casamento.  Vedi  cà,  20). 

44)  j:>c  colombin  =  erba  roberta,  ge- 
ranio; geraniiim  robertianuìn. 

45)  pè  de  nìbi  =  pie  corvino,  piede 
di  leone  :  spilli  d'oro,  margheritine  : 
specie  di  fiori. 

46)  jjè  de  r iteli  =  gichero:  pianta  tu- 
berosa dei  fossi. 

pecà;  r.  att.  =  peccare,  errare,  sbagliare; 
commetter  peccato,  errore,  cadere  in 
peccato. 

1)  Di  difetti  ;  l'è  on  brdo  fioBU,  ma 
'l  pèea  on  poo  in  V  àmbiéiòn  =  è  un 
bravo  ragazzo,  ma  pecca  un  po'  d'am- 
bizione. Anche  di  cose  ;  Ve  bòna  età 
fritUra^  ma  là  pica  on  poo  in  del  éàl 
=  è  buona  questa  frittura,  ma  pecca 
un  po'  di  sale,  cioè  abbonda. 

pecaa)  s.  m.  =  peccato,  colpa:  azione 
che  viola  una  legge  e  merita  castigo  o 
rimprovero. 

1)  l'è  on  peeaa  !  =  è  un  peccato  !  Di 
cosa  bella  e  buona  e  non  curata. 

2)  ehi  ha  faa  'l  pecaa,  fcLga  là  pe- 
nitensa  =  chi  ha  fatto  il  peccato,  faccia 
la  penitenza. 

3)  pecaa  véce,  penitéma  ncewva  = 
peccato  vecchio,  penitenza  nuova  :  il 
castigo  può  tardare,  ma  non  si  scansa. 

4)  briitt  còme  'l  pecaa.  Vedi  briitt. 
pecàcuàua,  s.  f.  =  ipecacuana:  radice  di 

una  pianta  delle  rubiacee  usata  in  me- 
dicina. 

pecàdor,  s.  m.  =  peccatore  :  verbale  da 
peccare. 

péce,  s.  m.  -■  capezzolo;  appendice  delle 
poppe  nelle  vacche,  capre,  pecoi'e,  e 
sim.  dalle  quali  si  spreme  il  latte. 

pecèna,  s.  m.  =  nome  aggiunto  alla  no- 
stra maschera  Meneghin,  a  quella  ma- 
niera che  dicono  Arlechin  Batooio, 
Pantalon  de'  Bisognosi,  e  sim. 

pècia,  r.  tr.  =  aspetta.  Vedi  specià. 

pecòndrìa,*  s.  f.  =  ipocondria  :  malattia 
che  ha  per  effetto  e  sintomo  una  grave 
malinconia. 

pecunia,  s.  f.  =  denaro,  scherz. 

pedàda,  s.  f.  =  staffa,  montatoio:  arnese 


ped  —  576  — 

di  ferro  su  cui  posa  il  piede  per  salire 
in  carrozza  e  discenderne. 

pedàgg;  s.  m.  =  pedaggio:  dazio  o  tassa 
che  si  paga  per  passare  da  qualche 
luogo. 

pedàgrn,  s.  m.  =  gonnella:  veste  femmi- 
nile dalla  cintura  alle  calcagna. 

1)  Corpo  :  nella  camicia  da  uomo  la 
parte  che  copre  il  busto,  escluse  le  ma- 
niche, lo  sprone  e  il  collo. 

2)  pedàgn  del  IHt  =  tornaletto:  stri- 
scia di  stoffa  che,  attaccata  al  saccone 
0  alla  coperta,  gira  intorno  al  letto  per 
nascondere  il  sotto.  Va  ognor  più  di- 
susando la  parola  insieme  colla  cosa. 

pedagogìa,  *  s.  f.  =  pedagogia:  scienza 
doli' educare  e  dell'ammaestrare  i  fan- 
ciulli; in  dì,  noiter  scoi  gh'è  cèrti  iisàns 
che  hin  contràri  del  tiitt  Ma  pedagogia 
=  nelle  scuole  nostro  ci  sono  certi  usi 
che  sono  affatto  contrari  alla  pedagogia. 

pedagògici!,  *  agg.  =  ])edagogico  :  atti- 
nente alla  pedagogia;  congrèss,  giornàl 
pedàgògich  =  congresso,  giornale  peda- 
gogico. 

pedàl,  s.  ni.  =  pedale:  T.  nnisic.  In  pa- 
recchi istrumenti  ordigno  a  leva  che, 
pigiato  col  piede,    modifica  i  suoni. 

1)  Calcola:  regoli  sui  quali  si  preme 
col  piede  per  mettere  in  moto  i  licci 
delle  tessitore  e  la  macchina  da  cucire. 

2)  Ora  anche  quelli  nelle  biciclette 
su  cui  posano  i  piedi  per  mettere  in 
moto  le  ruote. 

pedala,  v.  alt.  =  pedaleggiare  :  muovere 
coi  piedi  i  ])edali  delle  biciclette. 

pedalerà,  s.  f.  =  pedaliera:  serie  di  pe- 
dali, specialm.  nell'organo  e  nell'arpa. 

pedana,  s.  f.  =  camminata,  passo;  co- 
noss  viln  àia  pedana  =  conoscere  uno 
alla  camminata,  al  passo. 

1)  Pedata:  larghezza,  ossia  la  parte 
piana  dello  scalino. 

2)  Pedana:  striscia  di  panno  interno 
da  piedi  degli  abiti. 

pedàut,  s.  VI.  =  pedante,  abitudinario: 
chi  si  mostra  schiavo  delle  regole,  delle 
minuzie  senza  importanza,  e  va  troppo 
dieti'o  alle  abitudini  prese. 

pedanteria,  *  s.  f.  =  pedanteria  :  affet- 
tazione pedantesca,  atto  e  abito  da  pe- 
dante. 

pedàntòu,  *  s.  m.  =  pedantone:  uno  che 
sia  molto  pedante. 

pédegli,  agg.  =  lento,  pigro,  agiato:  che 


ped 


fa  le  cose  piano,  piano;  Dio!  che  ònim 
pèdegh!  =  Dio!  che  uomo  agiato! 

Péder,  s.  m.  =  Pietro:  nome  proprio  di 
persona,  maschile. 

1)  el  siir  Péder,  gamba  de  veder, 
gamba  de  stràse ,  Péder  botàsc.  Vedi 
botàsc,  2). 

pedesiu,  s.  m.  =  pellicino:  quelle  estre- 
mità dei  sacchi  e  delle  balle,  dove  si 
pigliano  per  scuoterli. 

pedestàll,  s.  m.  =  piedistallo:  la  pietra 
quadrata  sulla  quale  posa  la  colonna,  e 
qualunque  sostegno  di  statue  o  altro. 

1)  Pianta:  la  base  di  un  calice.  An- 
che pè. 

pediluvi ,  s.  m.  =  pediluvio  :  immer- 
sione più  0  meno  prolungata  dei  piedi 
nell'acqua  riscaldata  o  semplice  o  me- 
dicata. 

pedina,  s.  f.  =  pedina  :  uno  dei  pezzi 
nel  gioco  degli  scacchi  e  della  dama. 

1)  Aderenza,  relazione,  amicizia  au- 
torevole, altolocata,  a  cui  si  cerca  ap- 
poggio per  riuscire  in  un  affare  ;  /'  è 
riilsii  perchè  el  g'hà  di  pedìnn  bònn 
=  è  riuscito  perchè  ha  buone  pedine, 
aderenze  buone. 

pedina,*  v.  att.  =  pedinare,  codiare  :  se- 
guitare uno  senza  farsi  vedere,  per 
i  spiarne  i  fatti  ;  l'han  pedinaa  tiitt  el 
dì  e  siil  piisee  bèli  Vhan  perdiiii  de 
■vista  =  l'hanno  pedinato  tutto  il  giorno 
e  sul  più  bello  l'hanno  perduto  di  vista. 

pedóca,  s.  m.  =  pedantone,  ma  un  pe- 
dantone seccante,  noioso.  Vedi  pcdànt. 

pedòcc,  s.  m.  =  pidocchio.  Vedi  picencc. 

pedociàrìa,  s.  f.  =  pidocchieria,  tacca- 
gneria ;  grettezza ,  avarizia  lesinosa , 
estrema. 

1)  Fatto,  pensiero  d' uomo  gretto, 
avaro;  riià  faa  tinca  ter  vuna  di  so 
sòlit  pedociàrij  =  fece  anche  ieri  una 
delle  sue  solite  pidocchierie. 

pedocids,  agg.  =  pidocchioso  :  che  ha 
dei  pidocchi. 

1)  Avaro,  sudicio  :  l'è  un  pedociòs 
che  'Z  niangiaria  nò  per  no  spend  = 
è  un  pidocchioso  che  non  mangerebbe 
per  non  spendere. 

pedón,  s.  m.  pedone:  chi  fa  cammino  a 
piedi,  e  in  luogo  assegnato  a  persone 
che  vanno  a  piedi. 

1)  Procaccio,  procaccino:  colui  che  a 
piedi  porta  la  bolgetta  da  luogo  a  luogo 
in  paesi  campestri. 


ped 


577  — 


pel 


pedona,  ^^  att.  =  Lo  stesso  che  pedina. 
Vedi. 

pedrioeu,  s.  m.  =  imbuto:  arnese  di  uso 
comunissimo  per  spillare  e  riempire  le 
bottiglie. 

1)  Vasetto  da  inzuccherare:  vaso  di 
latta  col  coperchio  sforacchiato,  da  cui 
esco  lo  zucchero  per  aspergere  i  dolci, 
le  torte,  e  sim. 

pee,  .<!.  m.  sing.  e  pi.  =  piede.  Vedi.  pè. 

peg',  ngg.  =  peggiore:  avv.  peggio.  Vedi 
il  più  comune  pesg. 

Ijegriorà,  v.  att.  =  peggiorare;  farsi'peg- 
giore ,  e  di  malati ,  aggravarsi  ;  pa- 
reva che  ier  el  stààs  nièj,  ma  stàmà- 
ilna  l'ha  pegioraa  =  pareva  che  ieri 
stesso  meglio,  ma  stamane  ha  peggio- 
rato. 

pegrioràniènt,  *  s.  m.  =  peggioramento, 
il  peggiorare,  specialm.  di  malattie. 
gn,  s.  ni.  =  pegno:  la  cosa  che  si  dà 
in  mano  del   creditore  per   sigurtà  del 
suo  credito. 

1)  La  cosa  che  si  deposita  al  Monte 
di  Pietà  per  averne  danari  in  prestito. 

2)  biliètt  de  pègn  =  la  polizza  del 
prestito. 

8)  giilgà  ài  pègn  =  giocare  o  fare  ai 
pegni:  specie  di  giuochi  che  si  fa  in 
molti  e  svariati  modi. 

pegrnàtari,  s.  m.  =  pignoratario,  usuraio. 
Vedi  iuipègnàtàri. 

pègora,  s.  f.  =  pecora,  agnella:  noto  qua- 
drupede lanoso  ed  anche  la  sua  carne 
jnacellata. 

1)  Persona  debole  e  fiacca  :  in  IttLlia 
hin  tutt  pégor,  se  nò  àe  ne  vedàrìa  de 
hèj  =  in  Italia  son  tutte  pecore,  se  no 
so  ne  vedrebbero  delle  beUe. 

2)  fase  pégora  =  farsi  pecora,  impe- 
corire: farsi  servile. 

3)  dà  i  pegor  in  consegna  ài  luff, 
ci  luff  el  mttngia  anca  i  pégor  ciintaa. 
Vedi  luff,  2,  3). 

peg-oràtt,  s.  ni.  =  agaellaio:  chi  vende 
carne  d'agnelli  o  capretti. 

pegoree,  s.  m.  =  pecoraio:  colui  che  ha 
in  custodia  le  pecore  e  le  mena  a  pa- 
scere. 

pegrorin,  s.  m.  =  pecorina  :  dim.  di  pe- 
cora. 

1)  Agg.,  pecorino  :  di  pecora,  o  di 
roba  fatta  col  latte  di  pecora. 

pegroròn,^  s.  m.  =  pecorone:  accresc.  di 
pecora  e  di  pecore.  Uomo  senza  viri- 
lità, energia. 

37 


pegrisia,  s.  f.  =  pigrizia.  A'edi  pigrìsia,* 

ora  sulle  bocche  de'  più. 
pegrislòs,  agg.  =  pigro,  accidioso.  Vedi 

pigher. 
pel,  s.  m.  =  pelo:  filamento  sottilissimo, 

insensibile  che  spunta  in  diverse  paiti 

della  cute.  Spesso  diciamo  anche  :  pélo. 

1)  Pelame  :  tutti  i  peli  di  un  ani- 
male, riguardo  alle  loro  qualità. 

2)  pel  màtt  =  peluria,  caluggine  :  la 
prima  lanugine  che  spunta  negli  ani- 
mali in  sul  metter  dei  peli. 

3)  Un  minimo  che,  una  cosa  da 
niente  :  gh'  e  càlaa  on  pel  che  no  'l 
ghe  vegnisé  sul  eoo  ^  ci  mancò  un 
pelo  che  non  gli  cadesse  sul  capo. 

4)  vègh  el  pel  sili  étòniegh  =  avere 
il  cuore  con  tanto  di  pelo  :  durissimo, 
insensibile  alle  altrui  miserie. 

5)  ceretl  'l  pel  in  Vaniv  =  cercare  il 
pel  nell'uovo  :  guardar  la  cosa  in  un 
filare  d'embrici,  guardarla  troppo  per 
la  sottile. 

6)  vèsà  à  on  pel  ò  à  on  pelo  de  fa, 
de  dì  =  essere  a  un  pelo  di  fare,  di 
dire  :  essere  sull'undici  once,  essere  11, 
lì  ;  sul  punto  di . 

7)  ètàgh  ài  pélo  à  vUn  =  stare  alle 
costole  d'alcuno  :  sorvegliarlo  perchè 
faccia  ciò  che  deve. 

8)  vtdègh  el  pel  =  rivedere  il  pelo, 
le  bucce:  sindacare,   censurare. 

pelàj  V.  att.  =  pelare,  spelare:  levare  il 
pelo,  e  anche  levar  le  penne. 

1)  Pelare,  scorticare  :  di  mercanti 
che  fanno  pagar  caro. 

2)  Sbucciare ,  mondare  :  levare  la 
buccia  alle  frutte,  come  le  mele,  lo 
pesche  e  sim. 

8)  Sfrondare,  sbrucare:  di  albeii  a 
cui  si  levan  le  foglie. 

4)  Sgusciare  :  di  ovo  a  cui  si  toglie 
il  guscio. 

5)  pelti  là  gàìna  sema  fàla  cria  = 
pelare  la  gazzera,  la  cornacchia,  senza 
farla  stridere  :  fare  a  uno  del  danno 
senza  che  se  ne  accorga. 

pelaa,  agg.  =  pelato,  calvo  :  che  non  ha 
capelli. 

1)  Pelato,  sbrucato,  spennato,  sbuc- 
ciato, sgusciato:  part.  pass,  di  pola- 
re, ecc. 

2)  s.  m.  Ferondo,  coglia,  zerbinotto: 
giovane  elegante,  tutto  per  l'appunto 
che  sta  troppo  sull'attillato. 

pelàbròccli,  s.  m.  =  Vedi  stràpelaa. 


pel 


pelàca,  s.  f.  =  giogaia.  Vedi  paratola, 
pelàda,  s.  f.  =  pelata  :  dàgh  dna  pelàda 
=  dare  una  pelata  :  pelare. 

1)  cràpa  pelMa  =  raperonzoli  e  ra- 
dicchio, ziiccamonda  :  di  una  testa  ra- 
pata, tosata. 

2)  là  cràpa  pelàda  Vhà  faa  i  tor- 
te j,  ece.  Vedi  cràpa,  1). 

pelàdèll,  s.  m.  =  perondino ,  coglia, 
zerbinotto,  vanesio:  dim.  di  pelaa,  2). 

pelàdéj,  s.  m.  j)l,  =  pelate,  tigliate, 
mondine  ;  castagne  mondate  dalla  buc- 
cia e  messe  a  bollire  nell'acqua  infi- 
nocchiata. 

pelàg'ra,  s.  f.  =  pellagra  :  triste  malattia 
della  pelle  dei  contadini  lombardi,  do- 
vuta alla  miseria  e  alle  fatiche. 

pelàgróSj  agg.  =  pellagroso  :  ammalato 
di  pellagra. 

pelàmiu,  s.  in.  =  pellame  :  quantità  o 
assortimento  di  pelli,  per  lo  più  conce. 

pelàuda,  s.  f.  =  brucatura:  la  sfronda- 
tui'a  dei  gelsi. 

1)  Palandra,  panicona:  lunga  e  larga 
sopravveste  da  camera  :  si  usa  scher- 
zevolmente. 

pelàndròu,  s.  m.  =  palandrane,  palan- 
dra, palandrana:  vestito  d'uomo  con 
molta  falda,  ed  anche  :  gabbano,  veste 
lunga  e  larga. 

IJ  Sor  Palandra,  chi  porta  la  pa- 
landra ;  chi  l'è  quèll  pelàndroii  là?  = 
chi  è  quel  sor  Palandra? 

pelàtee,  s.  m.  =  pellaio,  conciatore,  pe- 
lacane,  cuoiaio  :  chi  concia  le  pelli.  ■ 

peleg'àta,  s.  f.  =  pelletica:  pelle  floscia 
e  ricascante. 

1)  Carne  grossa  da  mangiare  dove 
ci  sia  troppa  pelle:  chi  Ve  che  le 
mangia  quèla  ì^elegùta  ehi?  =  chi  la 
mangia  questa  pelletica? 

pelegàtinn,  (ì)  s.  f.  pi.  =  poppuzze, 
])oppelline:  dim.  di   poppe. 

pele^rìiij  s.  m.  =  pellegrino:  colui  che 
va  per  devozione  alla  visita  dei  luoghi 
santi,  0  a  Roma  dal  Pontefice. 

pelegrìua,  s.  f.  =  pellegrina,  bavera: 
corto  mantelletto  a  mo'  di  bavero,  che 
scende  fino  alla  cintura,  o  poco  più  su. 

pelegrinàgg- ,  s.  m.  =  pellegrinaggio: 
il  viaggiare  del  pellegrino  visitando 
luoghi  santi  o  andando  a  Roma  per 
omaggio  al  Pontefice. 

pelesìna,  s.  m.  =  pellicina  :  pelle  piccola 
e  sottile. 
1)  Pellicola:  membrana   sottile   che 


578  -  pel 

involge  0  copre  alcuna  cosa  a  guisa  di 
pelle:  là  pelesìna  de  l'ceuv  =  la  pelli- 
cola dell'  uovo  ;  el  làtt  quànd  el  ée 
scalda  el  fa  èii  là  pelesìna  =  il  latte, 
quando  si  scalda,  fa  in  alto  una  pelli- 
cola. 

pèlg'ora,  s.  f.  =  pergola.  Vedi  il  più 
usato  pèrgola.  * 

pelicàn,  s.  m.  =  pellicano  :  uccello  del- 
l'ordine dei  palmipedi. 

peligóruia,  s.  f.  =  mattana  :  lo  stato 
dell'animo  di  chi  ha  dei  pensieri  ug- 
giosi e  si  sente  disposto  a  montare  in 
collera  per  il  più  leggiero  motivo. 

pelìsa,  s.  f.  =  pelliccia  :  pelle  eoncia  che 
abbia  il  pelo  lungo.  Vedi  anche:  pa- 
latina. 

1)  Abito  0  veste  foderata  di  pellicce, 
pelicciata. 

2)  Almuzia  :  distintivo  canonicale. 
peliscioeù,  s.  rn.  dittamo:  origanum  die- 

tamnunt:  inantA  odorosa  delle  rutaceo. 
pelisee,  s.  m.  =    pellicciaio  :    colui    che 

vende  le  pellicce. 
pèllj  s.  f.    =    pelle  :    la    membrana  che 

copre  tutte  le  parti  del  corpo  animalo. 

1)  Anche  la  pelle  d'un  animale  morto 
conciata  e  preparata. 

2)  sàlvci  là  péli,  giimtàgh  o  làsàgh 
là  péli,  prèmm  là  péli  =  salvare,  ri- 
metterci, premere  la  pelle  :  salvare,  per- 
dere, premere  la  vita. 

3)  mss  domtL  peli  e  òés  =  essere 
tutt'ossa  e  pelle:  socco  allampanato. 
In  senso  dispregiativo  :  essere  una  car- 
cassa. 

4)  vegnt  là  péli  de  càpon  =  fare, 
venire  la  pelle  d'oca,  di  cappone:  cor- 
-rugarsi  che  fa  la  polle  per  brivido, 
freddo,  timore,  raccapriccio. 

5)  età,  pii  in  là  péli  =  non  capire 
nella  pelle,  in  se;  non  entrar  più  nella 
pelle:  esultare  d'allegrezza. 

Q)'m,ètegh  là  péli  =  arronzarsi  :  affa- 
ticarsi molto,   stare    assiduo  al  lavoro. 

7)  fa  stringh  dela  peli  =  esser  l'a- 
sino; lavorare  ad  ogni  faccenda  por 
poter  campare  la  vita. 

8)  vèghen  qtcttter  sitla  péli  =  star 
fresco,  essere  in  guai. 

9)  Sugatto.  T.  d'orefic.  grossa  striscia 
di  cuoio,  per  mettere  in  movimento  il 
tiratoio.  In  generale  ogni  pelle  concia 
da  cigne. 

10)  Pelle.  T.  d'orefic.  ;  quella  poco 
tesa  che  sostituisce  la  cassetta  nel  ta- 


pel 


-  579  - 


pen 


volollo,  dove  cadono  lo  limatui-o  e  altre 
particelle  d'oro  o  d'argento. 

11)  Buccia  :  la  parte  superficiale , 
l'involucro  esterno  delle  frutto  ;  peli 
de  fìgh,  de  nàràns,  del  pòmm,  ecc.  = 
buccia  di  fico,  d'arancia,  del  pomo,  ecc. 
Por  le  arance,  i  limoni,  i  cedri,  dicesi 
anche:  scorza.  La  buccia  dell'uva  si 
dice  :  fiocine. 

12)  péli  seca  di  piàgh   =    schianza. 

13)  fànn  dna  péli  de  scriv,  de  leg, 
de  làoì'à,  de  mangia,  ecc.  =  scrivere, 
leggere,  lavorare,  mangiare,  ecc.,  mol- 
tissimo e  continuatamente. 

14)  per  là  péli  =  per  la  pelle:  a 
ogni  costo  ;  Ve  on  montirchich  per  là 
péli  =  è  un  monarchico    per    la  pelle. 

15)  Otre:  pelle  tratta  intera  dall'a- 
nimale e  che  servo  per  portarvi  olio, 
vino  e  sim. 

16)  Corteccia:  superficie  per  lo  più 
legnosa  di  alcune  j)iante. 

17)  vèss  dna  péli  =  essere  un  cattivo 
arnese,  un  soggettaccio. 

pelo,  s.  m.  pelo.  Vedi  pel. 

pelocàsu,  V.  alt.  =  scapaccionare,  schiaf- 
feggiare :  scappellottare,  prendere  a 
scappellotti. 

pèlòccli,  s.  m.  =  scaimaccione,  scap- 
pellotto :  colpo  a  mano  aperta  nel  capo. 

pelòs,  agg.  =  peloso  :  che  ha  pelo,  molto 
pelo. 

1)  pclòs  0  tnàtt  0  virtiios  =  uomo 
peloso  0  matto  o  virtuoso. 

2)  càritaa  pelosa  =  carità  pelosa  :  la 
carità  di  chi  fa  del  bene  per  interesse 
proprio. 

3)  Peluto  :  di  panno  che  ha  pelo  : 
el  pànn  tròjtp  pelos  el  me  va  nò  =  il 
panno  troppo  peluto  non  mi  va. 

pelòtt,  s.  m.  =  pelle.  Vedi  péli,  2). 
pélter,  s.  m,  =  peltro  :  un  metallo  fatto 

di  stagno  raffinato  e  argento  vivo:    se 

ne  fanno  più  spesso   stoviglie,   posato, 

catini,   ecc. 

1)  Si  usa  anche  volgar.  per  denaro, 

quattrini. 
pèltree,  s.  m.  =    stagnaio,    stagnarolo  : 

chi  fa    e    vende   lavori    di    peltro,    di 

stagno  e  di  latta. 
peltréra,  s.  f.  =  scansia,  scafi"ale:  dove 

si  mettono  le  stoviglie  di    peltro  nella 

cucina. 
peliicà,  v.  alt.  =  piluccare  :    spiccar  dal 

grappolo  i  chicchi  uno  a  uno. 

1)  Mangiare  a  poco   a   poco,  a  pez- 


zetti :  specialm.   togliendo   il  cibo  dal- 
l'osso. 

2)  Levar  quattrini  a  spizzico  :  ài 
càfè  el  é'è  miss  à  giiigà  e  Vhan  pe- 
liicàa  polìd  =  al  caffè  s'è  mosso  a  gio- 
care e  l'hanno  piluccato  bone. 

3)  Piluccare,  guadagnucchiare:  far 
qualche  gaadagnuccio  :  se  trceuva  sem- 
per  de  iielucti  quèieòés  =  si  trova  som- 

,  pre  da  piluccare,  da  guadagnucchiare 
qualche  cosa. 

4)  peliictL  de  chi  e  de  là  =  pusignare  : 
mangiare  dopo  cena,  fare  un  pusigno  ; 
prima  de  àndà  in  lèti  quèicòss  el  pe- 
luca  semper  =  prima  d'andare  a  letto 
pusigna  sempre  un  po'. 

pelilcch,  s.  m.  =  poluzzo,  peluia  :  dim. 
di  pelo,  e  particelle  minute  di  lana  e 
sim.  ;  el  g  ha  on  pelilcch  sili  vestii  - 
ha  una  peluia  sull'abito. 

p eluse,  s.  ni.  =  pelaccio  :  pelame  cattivo, 
incolto  :  peggior.  di  pelo. 

pena,  s.  f.  =  pena,  punizione  :  castigo 
di  mali  commessi  ;  là  pena  de  mòri 
=  la  pena  capitale,  di  morte. 

\)  i  pénn  de  l'infèrno,  del  purga- 
tòri =  le  pene  dell'inferno,  del  purga- 
torio. 

2)  àcnéa  phta  =  impunemente,  im- 
punitamente: con  impunità,  senza  pu- 
nizione. 

3)  Qualunque  afflizione  così  del  corpo 
come  dell'anima  ;  el  vedètt  à  pàti  el 
me  fa  dna  pena  de  no  di  =  il  vederti 
a  patire,  mi  dà  una  pena  da  non  si 
diro. 

4)  Briga,  incomodo  :  ée  te  ée  dee  là 
jìèua  de  leg,  te  càpirett  =  se  ti  dai  la 
pena  di  leggero,  capirai. 

5)  vàri  là  péna  =  valer  la  pena  : 
metter  conto. 

6)  phia  là  vita  =  a  pena   della  vita. 
pena,  s.  f.  =  penna  :  istrumento  appiui- 

tato  per   scrivere   intingendolo  nel  ca- 
lamaio. 

1)  pena  d'asti  =  penna  d'acciaio, 
oltre  che  acciaiola  si  dico  pennino. 

2)  làst  in  là  pena  =  lasciar  nella 
penna:  dimenticarsi  di  scrivere. 

3)  eròr  de  phia  =  scorso  di  penna: 
errore,  svista  commessa  nello  scrivere. 

4)  èàvè  minga  legni  là  pena  in 
man  =  non  saper  tenere  la  penna  in 
mano  ;  non  saper  scrivere. 

pena,  s.  f.  =  penna  :  veste  del  corpo  e 
strumento  del  volo  degli   uccelli:  òna 


peu 


-  580  - 


peu 


jjèn<i  (le  paón^  de  fàsàn,  de  gàlìna 
faraona  =  una  penna  di  pavone,  di 
fagiano,  di  gallina  faraona. 

1)  vègli  Vòea  e  poeu  tinca  i  pèrni  = 
=  avere  il  pesce  senza  le  lische:  i 
i  vantaggi  senza  gli  svantaggi. 

2)  giuntflgh  Vaca  e  i  pèrni  =  met- 
ter l'unguento  e  le  pezze;  gittare  il 
ranno  e  il  sapone  :  non  aver  che  danno 
da  una  cosa. 

pena,  V.  in.  =  penare:, piatir  pene. 

peiiàcc,  s.  m.    =    pennacchio  :    ciuffo  di 
penne  attaccate  al  cappello  o  all'elmo. 
1)  Anche  quello  di  certe  piante,  come 
del  granoturco  quando  comincia  a  fio- 
rire. 

penàg'ee,  s.  m.  =  pennaio  :  chi  vende 
0  accomoda  penne  per  ornamenti  don- 
neschi. 

peuàg'ia,  s.  f.  =  zangola  :  vaso  di  legno 
dove  sbatton  la  panna  per  fare  il  burro. 

peuàl)  s.  f.  =  penale  :  ciò  che  uno 
paga  in  più  del  suo  debito  per  avere 
indugiato  il  pagamento,  e  ciò  che  uno 
paga  per  contratto  dovuto  sciogliere 
per  una  colpa. 

1)  Agg.  Che  concerne  la  pena  o  le 
pene  ;  diritt,  còdes  pentii  =  diritto,  co- 
dice penale. 

pene  e  penciorà^  v.  alt.  =  invaiolare, 
sai'acinare  :  dell'  uva  che  comincia  a 
colororarsi  maturando. 

1)  uga  che  pene  =  uva  ghezza. 

peiid,  V.  att.  =  pendere,  pencolare  :  non 
istar  diritto,  e  di  cosa  che  accenni  di 
cadere  :  pend  d' dna  pàrt  =  pendere  da 
una  parte,  inclinare. 

pendénsa,  s.  f.  =  pendenza  :  il  pen- 
dere, lo    stato    di    una   superfìcie    che 


1)  Per  controversia  :  hèmm  nàncà- 
mò  de  comoda  i  ndster  pendine  =  non 
abbiamo  ancora  accomodato  le  nostre 
pendenze. 

2)  Partita   di    credito    non    saldato  : 
^  còla  fin  de  l'ànn  de  pendéns  ghe  n'hoo 

pu  =  colla  fine  dell'anno  pendenze  non 
ne  ho  più. 

3)  in  pendénèa  =  acclive,  in  salita. 
pendènt,  agg.  =  pendente  :  ciò  che  pende. 

1)  s.  m.  =  buccola,  ciondolino,  perino  : 
gioiello  che  le  donne  portano  agli  orec- 
chi. Usa  per  lo  più  al  plur. 
pendisi,  s.  m.  =  patti,  vantaggi,  giunte  : 
ciò  che  i  massai  pagano,  specialm.  in 


polli,  ova,  lino  e  sini.  al  loro  padrone 
per  soprappiù  del  fitto. 

1)  Fastidio,  noia,  tedio;  quèst  Ve  on 
bèli  pendìéi  che  t'è  càpitaa  =  questo  è 
un  bel  fastidio  che  t'è  capitato. 

péndol,  s.  m.  pendolo  :  il  peso  che, 
oscillando,  mette  in  movimento  il  mec- 
canismo dell'orologio. 

pèndola,  s.  f.  =  orologio  a  dondolo,  o 
a  pendolo  :  per  lo  più  si  mette  sul 
piano  del  camino. 

pendolént,  agg.  =  penzolante,  pendente: 
che  pendo  dall'alto,  per  lo  più  dondo- 
lando. 

pendolerà  o  peudolòn,  (à)  =  penzoloni  : 
penzolando  a  maniera  delle  cose  che 
penzolano. 

pendolin,  s.  vi.  =  forcella  del  pendolo, 
forchetta:  dove  entra  la  spranga  del 
pendolo. 

peuelà,  p.  att.  pennellare  :  distendere 
col  pennello  qualche  cosa  di  liquido 
su  qualche  altra  cosa  solida. 

penelàda,  s.  f.  =  pennellata  :  tanta  tinta 
quanta  ne  prende  il  pennello  in  una 
volta. 

1)  Colpo,  tratto  di  pennello  :  in  qua- 
ter  penelàd  l'è  bon  de  fa  on  quttder  = 
in  quattro  pennellate  è  capace  di  fai'o 
un  quadro. 

penelàdùra,  s.  f.  =  pennellata,  pennel- 
latura:  il  distendere  col  pennello;  g'han 
faa  dna  penelàdùra  de  iddio  =  gli  hanno 
applicato  una  pennellata  di  iodio. 

penelésa,  s.  f.  =  pennellessa:  pennello 
di  pelo  di  martora  che  adoperano  i  do- 
ratori. 

penèll,  s.  m.  =  pennello  :  stmmento  che 
adoperano  i  pittori,  gli  imbianchini  e 
sim.  fatto  di  setole  di    peli  d'animali. 

1)  penèll  de  strofa  =  pennello:  fa- 
scette di  setole  corte  di  cui  usa  il  mu- 
ratore. 

2)  fa  quèicòss  à  penèll  =  fare  una 
cosa  a  pennello  :  benissimo. 

3)  penèll  de  impàétà  i  càrton  = 
pennella  :  arnese  di  setole  con  piccolo 
manico  che  adoperano  i  librai  e  car- 
tolai per  impastar  cartoni. 

4)  àìidti  à  penèll  =  andare,  conve- 
nire a  cappello  :  appuntino.  Di  un  ve- 
stito :  àndti  à  penèll  =  star  dipinto: 
éto  vestii  el  te  va  à  penèll  =  questo 
abito  ti  sta  dipinto. 

5)  Pignone:  riparo  di  mui-o  fatto 
lungo  la  riva  dei  fiumi. 


pon 


penerà»  s.  f.  =  penna:  la  estremità  del 
martello  che  pende  al  tagliente  ed  è 
opposta  alla  balla  =  bocca. 

1)  Augnatura  :  quelle  parti  di  un  la- 
voro di  logaamo  tagliato  a  scancio  per 
poterlo  connettere  con  altre  parti  del 
lavoro  stosso. 

penetra,  v.  alt.  =  penetrare  :  passare 
dentro  a  una  cosa,  attraversarla:  chi 
de  liis  ne  penetra  2^ii  =  qua  di  luce 
non  ne  penetra  più.  Ancke  penetra  ma 
e  usato  meno. 

penetràsìòn,  s.  f.  =  penetrazione  :  il 
penetrare;  dell'intelletto,  intuizione. 

penili  e  penina,  s.  m.  e  f.  =  pennino: 
la  punta  d'acciaio  che  si  innesta  nel 
cannello  della  penna. 

peninsiilàr,  *  agg.  =  peninsulare  :  che 
appartiene  a  penisola. 

penìroeù,  s.  m.  =  pennaiolo  :  bocciolo 
di  maiolica  o  di  metallo,  per  tenervi 
lo  penne  d'oca  da  scrivere  o  le  astio - 
ciuole  colla  penna  d'acciaio. 

penìsola,  *  s.  f.  =  penisola  :  terra  cir- 
condata da  tre  parti  dal  mare. 

penitènza,  s.  f.  =  penitenza  :  ciò  che 
il  sacerdote  impone  al  penitente  in 
espiazione  dei  peccati  commossi  ;  el 
g'hà  daa  là  peniténsa  ^e  dì  per  vòtt 
dì  des  avemàrij  tlla  èira  e  fila  màtina 
=  "gli  ha  dato  la  penitenza  di  dire  per 
otto  giorni  dieci  avomaria  alla  sera  e 
alla  mattina. 

1)  Pena,  castigo,  in  gcner.  :  quèla 
vittLscia  chi  bisogna  che  là  soporta  in 
peniténsa  di  me  pecaa  =  questa  vitac- 
cia bisogna  che  la  toUeii  in  penitenza 
dei  miei  peccati. 

2)  Nei  giuochi  di  sala,  quel  che  si 
fa  fare  a  chi  abbia  mancato  in  qualche 
cosa  e  abbia  dovuto  metter  pegno. 

3)  el  thi  de  ini  à  fa  on  poo  de  pe- 
niténsa ?  =  viene  da  noi  a  fare  un  pò 
di  penitenza?   Invitando  a  desinare. 

4)  chi  ha  faa  'l  mal  che  fàga  là 
peniténàa  =  chi  ha  fatto  il  mal  faccia 
la  penitenza. 

5)  pecaa  vece,  peniténsa  noewva  = 
peccato  vecchio,  penitenza  nuova. 

penitensìèr,  s.  ni.  =  penitenziario  :  casa 
di  penitenza,  di  pena,  carcere. 

penitènt,  s.  m.  =  penitente  ;  chi  abi- 
tualmente va  a  confessarsi  da  un  sa- 
cerdote. 

pènn,  s.  f.  ])l:  =  penne  maestre  :  lo 
penne  più  grosse  delle  ali,  e  del  codione. 


—  581  —  pen 

1)  giunttgh  Vòea  e  i  pènn.  Vedi 
péna  2). 

2)  vègh  foca  e  pmu  ^nca  i  pènn. 
Vedi  péna  1). 

3)  el  siir  ènn  ènn,  tèmpera  pènn  = 
il  signor  enne,  enne  che  tempera  lo 
penne:  quando  non  si  sa  o  non  vo- 
gliamo esprimere  il  nome  di  colui  al 
quale  si  riferisce  il  discorso. 

4)  quàtaa  de  pènn  =   pennuto. 
penombra,  *  s.  f.  =  penombra  :  sfuma- 
tura d'ombra. 

I)en6s,  agg.  =  penoso:  pieno  di  pena, 
che  apporta  pena;  per  mi  gh'è  niént 
da  piisee  penós^  che  'l  doè  éeparàmm 
del  me  fixiì  =  per  me  non  c'è  nulla 
di  più  penoso  che  il  dovermi  separare 
da  mio  figlio. 

pens,  s.  m.  =  penso,  penitenza  :  lavoro 
che  si  dava  e  pur  troppo  ancora  si  dà 
da  taluno,  per  castigare  gli  alunni  di 
qualche  mancanza.  Dal  lat.  pensum. 
1)  pens  =  piega  :  piegatura  che  va 
morendo  o  che  si  fa  per  lo  più  alla 
vita  dei  vestiti  da  donna. 

pensa,  v.  att.  =  pensare,  meditare,  con- 
siderare :  concepire  colla  mente  le  idee 
ed  esaminare  i  rapporti. 

1)  pénsegh  nò .'  =  non  ci  pensare  ! 
Vedendo  uno  assorto  in  qualche  pen- 
siero. 

2)  Del  rivolgere  le  proprie  cure  in- 
torno a  persone  o  cose  e  del  provve- 
dere al  bisognevole  :  bisogna  che  i 
ftoeù  ghc  pénsen  à  pàder  e  màder  = 
bisogna  che  i  figli  ci  pensino  al  padre 
e  alla  madre. 

i>)  chi  glia  de  fa  ghe  pensa  =  chi 
ci  ha  a  pensare  ci  jiensi,  chi  l'ha  a 
mangiar  la  lavi  :  a  chi  tocca  strigare 
una  faccenda  la  strighi. 

4)  ^;ews9.  per  lor  =  pensare  a  sé  : 
occuparsi  soltanto  dei  fatti  propri,  spec. 
per  egoismo. 

5)  Deliberare,  determinare; /«oo  ^jen- 
saa  de  àndà  nò  in  campagna  quèél' 
ànn  =  ho  pensato  di  non  andare  in 
villa  quest'anno  ;  hoo  pensaa  de  mètt 
ci  ficBU  in  colég  =  ho  pensato  di  met- 
tere il  ragazzo  in  collegio. 

6)  Opinare,  stimare,  credere  ;  se  tati 
pensàsen  tila  stèsa  mànéra,  el  mond 
el  sàì'isé  nànca  bèli  =  se  tutti  pen- 
sassero a  un  modo,  il  mondo  non  sa- 
rebbe bollo  ;  ti  come  te   là   pénset  ?  =» 


pen 


tu  come  la  pensi  ?  ;  pensa  ben,  pensa 
mal  =  avere  buona  o  cattiva  opinione. 

7)  dà  de  pensa  =  dar  da  pensare  : 
dar  cagione  d'apprensione  ;  sto  ritàrd 
el  me  dà  de  pensai  =  questo  ritardo  mi 
dà  da  pensare. 

8)  Esclamaz.  di  maraviglia  o  di  rim- 
pianto ;  e  pensa  che  'l  doveva  riva  do- 
màn  !  invéce  l'è  mòri  =  e  pensare  che 
doveva  arrivar  domani  !  invece  è  morto. 

9)  àndà  à  pensa  /  =  e  chi  voleva 
pensarlo  ! 

10)  sénsa  pensagli  =  senza  pensarci, 
impensatamente. 

11)  penstlgh  sóra  =  riflettere  :  prima 
di  prendere  una  decisione. 

12)  vuj  intriga  pensa  maa  =  non 
vo'  far  giudizio  temerario  e  falso. 

pensamént,  s.  m.  =  riflessione:  nella 
sola  frase  sema  pensamént,  =  sbadata- 
mente, senza  riflettere,  inavvertitamente. 

pensèr,  s.  m.  =  pensiero  :  la  facoltà  e 
l'atto  del  pensare;  quanti  ròbb  nun  se 
imàginem  col  pensèr  !  =  quante  cose 
ci  figuriamo  col  pensiero  ! 

1)  Ciò  che  la  mente  pensa;  dà  on 
piensér  ne  vén  mila  =  da  un  pensiero 
ne  vengono  mille. 

2)  Grattacapo,  pensiero  spiacevole, 
cura  ;  Ve  dna  màlàtìa  che  me  ten  in 
pensèr  =  è  una  malattia  che  mi  tiene 
in  pensiero. 

3)  Prima  idea  di  un  lavoro,  con- 
cetto, trovata  ;  r  è  on  gran  bèli  pensèr 
quèll  del  moniimènt  di  cinqu  giornàd 
=  ò  un  gran  bel  pensiero  quello  del 
monumento  delle  cinque  giornate. 

4)  Concetto  melodico,  motivo  musi- 
cale. 

5)  làsà  i  pensèr  foeùra  de  Viiss  = 
attaccare  i  pensieri  alla  campanella 
dell'uscio  :  non  pensar  più.  agli  affari, 
alle  seccature  di  fuori,  una  volta  che 
si  è  entrati  in  casa. 

6)  dà  minga  pensèr  =  non  dar  pen- 
siero una  cosa  ;  non  sgomentar- i  a  faiia 
agevolmente  ;  el  fa  sès  chilo  metri  à 
l'ora  el  me  dà  nisùn  pensèr  =  il  fare 
sei  chilometri  all'ora  non  mi  dà  nes- 
sun pensiero.  ' 

7)  vèés  idra  pensèr  =  essere  sopra 
pensiero  :  mostrarsi  turbato  da  gravi 
pensieri  e  anche  soltanto  pensieroso, 
immerso  in  un  pensiei'o  ;  scusa,  hoo 
minga  capii  coàé  te  ditt  ;   séra   éòra 


—  582  —  peii 

penéér  =  scusa,  non  ho  capito  cosa  hai 
detto  :  era  sopra  pensieri,   pensieroso. 

penseròs  e  peiisos,  a^g.  =  pensieroso  : 
assorto  in  un  pensiero. 

pensión,  s.  f.  =  pensione  :  assegnaziono 
0  rimunerazione  fissa  che  si  dà  ai  pub- 
blici impiegati,  messi  a  riposo,  ed  an- 
che por  servizi  prestati  a  privati. 

1)  Pensione,  retta  ;  quel  tanto  che 
pagano  i  convittori  per  stare  in  un 
convitto. 

2)  sta  in  pension,  fa  penèiòn  =  stai'O 
a  pensione,  far  pensione  :  di  chi  sta 
ad  albergo  in  una  casa  anche  per  il 
vitto,  0  di  chi  dà  a  pago  alloggio  e 
vitto. 

pensiona,  v.  att.  =  pensionare  :  asse- 
gnare a  uno  la  sua  pensione. 

pensionànta  e  pensionarla,  s.  f.  =  edu- 
canda: ragazza  in  collegio  o  in  pen- 
sione. 

pensionèta,  s.  f.  =  pensioncina  :  pic- 
cola pensione. 

1)  In  senso  vezzegg.  e  un  po'  iron. 
pensione  non  tanto  scarsa  ;  el  se  gòd 
là  eoa  pensionèta  de  sès  lira  al  di  = 
si  gode  la  sua  pensioncina  di  sei  lire 
al  giorno. 

penta,  s.  f.  =  cincia  codona,  codilungo: 
specie  di  uccello. 

pentecost,  s.  f.  =  pentecoste  :  la  festa 
dello  Spirito  Santo  :  Pasqua  di  rose. 

pentì,  V.  att.  =  pentire  :  s'  usa  sempre 
riflessivo  tranne  nelle  frasi  col  verbo: 
fa  =  fare  ;  te  me  fee  pentì,  ci  t'ha  faa 
pentì,  e  sim,  =  mi  fai  pentire,  ti  ha 
fatto  pentire,  e  sim. 

pentii,  agg.  =  pentito  :  che  prova  pen- 
timento. 

pentimént,  s.  m.  =  pentimento  :  il  do- 
loro ohe  affligge  l'uomo  per  un  fallo 
commesso. 

1)  Mutazione  di  proposito,  di  pen- 
siero ;  77i'  è  vegnuii  on  pentimént  e 
sont  minga  àndaa  via  =  m'  è  venuto 
un  pentimento  e  non  sono  partito. 

pentiss,  V.  rifl.  =  pentirsi  :  provar  do- 
lore, sentir  rimorso  del  fallo  commesso. 

1)  Mutar  proposito;  el  vorèva  àndà 
in  America,  ma  pmit'l  s'è  pentii  e 
l'è  àndaa  nò  =  voleva  andare  in  Ame- 
rica, ma  poi  si  è  pentito  e  non  andò. 

2)  te  àndàree  minga  à  Róma  à  pen- 
titi =  non  tarderai  a  pentirti  :  minac- 
cia a  chi  ha  fatto  qualche  cosa  che 
danneggia  o  non  ci  piace. 


peli 


—  583 


per 


penultiiu,  agg.  =  penultimo  :  avanti  l'ul- 
timo. 

penììria,  s.  f.  =  penuria:  scarsezza  di 
cose  utili  alla  vita  :  inscm  gli' è  penu- 
ria de  pan  =  oggi  c'è  penuria  di  pano. 

peònia,  s.  f.  =  peonia:  pianta  alpestre 
coltivata  nei  giardini,  e  il  suo  fiore. 

pepe,  s.  m.  =  scarpina,  scarpettina  : 
voce  infantilo. 

pepsina,  s.  f.  -  pepsina:  principio  fisio-chi- 
mico  contenuto  nel  succo  gastrico. 

per,  prep.  =  por  :  in  tutti  gli  usi  della 
prepos.  ital. 

per,  s.  VI.  =  pero  :  l' albero  che  fa  lo 
1^.  pei'B  e  il  suo  legname  ;  dna  bela  bà- 
'^  cheta  de  per  =  una  bella  mazzetta  di 
pero. 

1)  vèss  incapù  sii  on  per  e  domati 
sii  on  pòmm  =  essere,  saltare,  passare 
di  palo  in  frasca  :  di  persona  molto  in- 
stabile. 

2)  Pera  :  frutto  del  pero,  dolce  e  pol- 
poso, benissimo  a^  mangiare  e  ve  n'ha 
di  più  sorte. 

3)  à  per  =  a  pera  :  a  modo,  a  foggia 
di  pera. 

4)  per  d'invh-no  =  pera  vernereccia  ; 
per  càvàlér  =  pera  caro  velia  ;  per  spà~ 
don  =  pera  coscia  ;  per  gnòce  »  pera 
bugiarda  ;  2)ér  de  San  Jdartin  =  pera 
ruggine. 

5)  el  càgnon  di  per  =  il  gialloso  : 
specie  di  verme. 

6)  per  de  tira  =  patata  salvatica  : 
specie  di  patata  oblunga  e  bianca. 

perbàco,  esci.  =  poffare  il  cielo,  corpo 
del  mondo. 

percàll,  s.  m.  =  percalle  :  specie  di  tes- 
suto di  cotone.  Dal  frane,  percale. 

percepì,  v.  alt.  =  percepire,  guadagnare  ; 
el  percepiss  on  bèli  stipendi  =  guadagaa 
un  buon  stipendio, 

perche,  partic.  interrog.  =  perchè  :  per 
qual  ragione  ?  ;  perchè  te  vègnet  mai 
à  troàmm?  =  perchè  non  vieni  mai  a 
trovarmi  ? 

1)  Come  partic.  responsiva  ;  perchè 
te  me  guàrdet  no  ?  -  Perchè  te  see  staa 
càtìv  =  perchè  non  mi  guardi  ?  -  Per- 
chè sei  stato  cattivo. 

2)  Anche  senza  interrogazione  nel 
senso  di  :  per  questa  ragione  che... 
perchè  rè  sciór  el  cred  de  vèss  Hi  el 
pàdron  de  luti  =  perchè  è  ricco  crede 
di  essere  lui  il  padrone  di  tutti. 

3)  Acciocché,    affinchè  ;    pe   avèrti 


perchè  tibiev  minga  de  vègh  di  fastidi 
=  vi  avverto  perchè  non  abbiate  ad 
aver  noie. 

4)  perchè,  perchè  =  modo  di  reticenza, 
per  dire  che  una  cosa  non  la  si  fa  per 
alcuni  buoni  riguardi;  se' l  filss  minga 
perchè  perchè,  te  dàrìa  on  sciifiòtt  = 
se  non  fosse  perchè  perchè,  ti  darei 
uno  scappelotto. 

5)  perchè  de  ài,  perchè  de  nò  =  per- 
chè si,  perchè  no  :  quando  non  si  vuol 
rispondere  alle  altrui  interrogazioni. 

6)  perchè  là  gamba  Ve  tacàda  ài 
pè  =  perchè  le  due  non  fanno  le  tre  : 
fam.  quando  non  si  vuol  rispondere. 

7)  perchè  e  per  còmm  =  perchè  e  per 
come  :  modo  fam.  preceduto  anche  dal- 
l'articolo e  vale,  tutte  le  ragioni  e  i 
modi  ;  èénsa  sàvè  ne  'l  perchè  ne  'l  per- 
còmm  =  senza  sapere  né  il  perchè,  né 
il  percome. 

8)  giiigà  ài  perchè  =  fare  il  giuoco 
del  perchè  :  è  un  giuoco  di  sala  con 
domande  fitte  :  perchè  questo  V  perché 
quest'altro  ?  Le  risposte  devono  essere 
pronte,  senza  ripetere  «  perchè  »  altri- 
menti si  dà  pegno. 

percòntra,  aw.  =  dirimpetto,  di  faccia. 

pèrd,  ».  att.  =  perdere  :  restar  privo  di 
cosa  che  si  aveva,  si  possedeva,  e  si 
riferisce  a  cose  tanto  materiali  quanto 
morali . 

1)  Non  fare  a  tempo  a  profittare  d'una 
cosa,  a  intervenire  là  dove  uno  doveva  ; 
pèrd  là  corsa  =  perdere  il  treno  ;  pèrd 
mèéa  =  perdere  la  messa. 

2)  Riferito  a  battaglie,  contese,  gare; 
el  Bàràtieri  Vhà  perdila  là  bàtàlia  de 
Abàgàrìma  =  il  Barai  ieri  ha  perso  la 
battaglia  di  Abba-Carima  ;  hèmm  per- 
diiù  là  càiisa  tinca  in  Apèll  =  abbiamo 
perso  la  causa  anche  in  Appello. 

3)  pèrd  l'ànn  =  perdere  l'  anno  :  di 
scolari  non  ammessi  alla  classo  supe- 
riore. 

4)  pèrd  el  temp,  la  giornàda  =  per- 
dere il  tempo,  la  giornata  :  spenderli 
invano,  ninnolare. 

5)  vègh  niènt  de  pèrd  =  non  aver 
nulla  da  perdere  :  di  chi  non  possiedo 
nulla,  e  nel  fig.  di  persona  screditata 
che  non  teme  di  macchiare  il  proprio 
onore. 

6)  pèrd  là  bitèola  =  perdere  la  bus- 
sola. Vedi  busola,  1). 

7)  pèrd  là  tramontana  =  perdere  la 


per 


—  584 


per 


tramontana  :  non  raccapezzare  in    che 
luogo  uno  si  sia. 

8)  'pèrd  de  vièta.  =  perder  d'occhio: 
perdere  la  vista  di  una  persona  o  di 
una  cosa. 

9)  pèrdegh  in  del  con  front  =  perderci 
al  paragone  :  di  persona  o  cosa  inferiore. 

10)  pèrdegh  =  perderci,  scapitarci  : 
à  cambiti  cinqu  frànch  de  carta  in 
ùrgént  se  gke  pèrd  trentàcìnqu  ò  qua- 
ranta ceìitésim  =  a  barattar  cinque  lire 
di  carta  con  argento,  ci  si  perdono 
trentacinque  o  quaranta  centesimi. 

11)  Smarrire:  perdere  temporanea- 
mente ;  Vài: èva  perdila  V  orològg^  ma 
()he  l'han  portaa  àncàniQ  =  aveva  smar- 
rito l'orologio,  ma  gliel' hanno  portato 
ancora. 

12)  rè  mèj  perdei  che  trovali  =  e' 
sareltbe  meglio  perderlo  che  trovarlo. 

perdee,  s.  m.  =  ventriglio,  buzzo  :  lo 
stomaco  dogli  uccelli. 

1)  seca  perdee  =  mozzafiato,  seccatore. 

pèrrtes,  v.  rifl.  =  perdersi,  smarrirsi,  ca- 
der d'animo. 

1)  Perdersi,  perder  l'anima,  dannarsi. 

2)  pèrdes  in  ciàcèr,  in  ciànciàfrU- 
.vro/  =  perdersi  in  chiacchiere,  in  futilità. 

'à)  pèrdes  =  smarrirsi,  smarrir  la  via, 
essere  sviato. 

4)  pèrdes  ma  =  ninnolarsi,  baloc- 
carsi ;  di  chi  si  lascia  distrarre  da  ogni 
minimo  che  e  perde  il  tempo. 

perdiana  e  perdinci,  esci.  =  perdinci: 
ouf.  invece  di  perdio. 

perdisiòn,  s.  f.  =  perdizione  :  danno 
grave,  rovina  ;  tira  ttla  perdisidn  =  ti- 
lare  in  perdizione.  Anche  :  dannazione 
dell'anima. 

pèrdita,  s.  f.  =  perdita,  il  perdere  ;  i 
giMidàgn  coìiipénsen  minga  i  jjèrdit  = 
i  guadagni  non  compensano  le  perdite  ; 
i'èés  in  2ìèrdita  de  cent,  de  mila  lìr  = 
essere  in  perdita  di  cento,  di  mille  lire. 
1)  Di  persone  care  ;  dòpo  là  pèrdita 
de  la  maina  l'è  étaa  pii  lil  =  dopo  la 
perdita  della  mamma  non  è  stato  più  lui. 

pèrditémp,  s.  m.  =  perditempo,  scio- 
perio :  vano  impiego  del  tempo,  tempo 
male  speso. 

perdòn,  s.  m.  =  perdono  :  remissione 
dell'offesa  ricevuta  ;  dotnàndà  perdòn 
=  chiedere  il  perdono. 

1)  Per  atto  di  scusa  ;  perdòn,  se  in- 
coìnodi  =  perdono,  se  incomodo. 

2)  Indulgenza  ;    andà   à   toeu   éii  'l 


perdòn  =  andare  a   farsi    concedere  la 
indulgenza. 

perdona,  v.  tr.  =  perdonare  :  dar  perdono. 
1)  g'ho  bèi  e  perdonaa  =  gli  ho  fatto 
grazia  ;  gli  ho  perdonato. 

perdonàbil,*  agg.  =  perdonabile  :  che  si 
può  perdonare  ;  V  è  stàda  dna  màn- 
ctinéa  pròpd  minga  perdonàbil  =  ò 
stata  una  mancanza  proprio  non  per- 
donabile. 

perdonànsa,  s.  /.  =  perdono,  indulgenza  ; 
atidà  à  toeu  là  perdonànSa  =  andare 
al  perdono  :  a  farsi  dar   l' indulgenza. 

perdiìii,  pari.  pass.  =  perduto,  perso, 
smarrito  :  part.  dal  verbo  perdere. 

perentori,  agg.  =  perentorio,    decisivo. 

perfesiòn,  s.  f.  =  perfeziono  :  1'  essere 
perfetto,  qualità  di  cosa  perfetta. 

1)  à  perfesiòn  =  a  perfezione,  in 
modo  perfetto. 

perfèsionàmènt,*  s.  m.  =  perfeziona- 
mento :  il  perfezionare,  il  perfeziona- 
mento ;  là  .scola  de  perfèsionàmènt  = 
la  scuola  di  perfezionamento. 

perfètàmènt,*  aw.  =  perfettamente  :  in 
modo  perfetto,  compiuto  ;  ci  tedèsch  Ir 
pària  jierfètàmènt  =  il  tedesco  lo  parla 
perfettamente. 

1)  Affatto  ;  Ve  perfètàmènt  inulil  = 
è  perfettamente  inutile. 

perfètt,  agg.  =  perfetto  :  che  non  ha  bi- 
sogno gli  sia  aggiunto  niente,  intero, 
compiuto. 

pèrfld,  agg,  =  perfido,  pessimo,  catti- 
vissimo :  specialm.  di  condizioni  clima- 
tiche e  di  commestibili. 

perfldàniént,  aw.  =  perfidamente  :  alla 
peggio,  nel  peggiol-  modo. 

perfidia,  i\  att.  =  perfidiare  :  persegui- 
tare ostinatamente. 

perfil,  s.  m.  =  profilo.  Tedi  il  più  co- 
mune profil. 

perfiimà,  v.  att.  =  profumare.  Vedi  il  più 
comune  profiimà,  anche  pei  derivati, 

pèrgola,*  s.  /',  =  pergolato  :  pergola  molto 
estesa  0  più  pergole  che  ^si  continuano 
quasi  a  formar  galleria.  È  ancora  d'uso 
molto  largo  topia. 

pergotà,  V.  att.  =  pillottare  :  versare  del 
grasso  0  dell'olio  bollente  sull'arrosto, 
mentre  gira  nello  spiede, 

perìcol,  s.  m.  =  pericolo  :  minaccia  di 
qualche  danno. 

1)  Probabilità  sgradevole  ;  domdn 
gKè  perìcol  che  pioeiiva  =  domani  c'è 
pericolo  che  piova. 


per  —  585  — 

2j  Iroii,  gh'è  minga  pericoli  =  non 
c'è  pericolo  I  Di  cosa  che  si  preveda 
che  uno  non  farti. 

3)  à  so  rise  e  perieol  =  a  tutto  suo 
rìschio  e  pericolo  :  affrontando  tutte  le 
responsabilità  e  le  conseguenze. 

pericola,  v.  att.  =  pericolare  :  correre 
pericolo,  essere  in  pericolo,  a  rischio  ; 
Ve  Olia  ctt  che  pericola  =  è  una  casa 
clie  pericola  :  che  è  a  rischio  di  rovinare. 

pericolòs,  agg.  =  pericoloso  :  pieno  di 
pericoli  ;  dna  strada  pericolósa  =  una 
strada  pericolosa. 

perìcòti,  s.  m.  =  perecottaio  :  chi  va 
attorno  a  vendere  le  pere  cotte.  Lo 
chiamiamo  così  dal  grido  con  cui  an- 
nuncia la  sua  merce  ;  ma  diciamo  an- 
che molto  quèll  che  vend  i  per  còti. 

perìn,  s.  m.  =  perina  :  dimìn.  vezz.  di 
pera;  periti  moscàtèj  =  perine  moscadelle. 

1)  Ferino  :  specie  di  orecchino,  di 
pendente  che  portano  per  ornamento 
le  signore. 

2)  Arnese  dì  gomma  in  forma  di 
l)oro,  per  dare  piccoli  clisteri,  special, 
ai  bambini. 

perìod,  s.  m.  =  perìodo  :  un  dato  nu- 
mero d'anni  che  compiono  un  avve- 
nimento. 

1)  rè  staa  ci  perlod  pw§ee  brUtt  déla 
mìa  vita  =  fa  il  periodo  più  brutto 
della  mia  vita. 

2)  Le  fasi  d'una  malattia  ;  sèmm  in 
d'on  period  on  ])00  pericolòs  =  siamo 
in  un  periodo  \\n  po'  pericoloso. 

3)  Varie  frasi  congiunte  che  formano 
un  senso  compiuto  ;  *  fràneés  glian 
OH  2)erÌod  roti,  à  sàltitt  =  i  francesi 
hanno  un  periodo  rotto,  saltellante. 

periòdìcli,*  agg.  =  periodico  :  di  cosa 
che  ritorna  a  periodi  ;  óna  fèver  pe- 
riodica =  una  febbre  periodica  ;  Óna 
piiblicàsión  periodica  =  una  pubblica- 
zione periodica. 

IKM'ipesìa,  s.  f.  =  peripezìa  :  vicenda 
umana  più  specialmente  sfortunata. 

perìsia,  s.  f.  =  perizia  :  la  stima,  por 
lo  })ìù  in  iscritto,  fatta  dal  perito. 

perita,  v.  att.  =  stimare  fare  una  perìzia, 
attribuire  il  valore  per  gli  effetti  legali; 
là  cà  riian  peritàda  diisentmlla  lir  =  la 
casa  l'hanno  stimata  duecento  mila  lire. 

peritai,  agg.  =  peritale  :  di  perizia  ; 
ràlòr  pjeritdl  =  valore  peritale  :  quello 
attribuito  dal  perito. 

perito,    s.  m.    =  perito,   stimatore:  chi 


per 

dà  giudizio    del   valore   di    una   cosa, 
specialm.  in  contestazioni  legali. 
pèrla,  s.  f.  =  perla  :  globuletti    preziosi 
che  si   formano    in   certe    conchiglie  ; 
jìèrla  orientai  =  perla  orientale. 

1)  Di  cosa  pregiata,  ottima,  e  spe- 
cialm. dì  persone  ;  g'àvéra  on  èervitór 
che  l'èra  óna  perla  =  aveva  un  ser- 
vitore che  era  una  perla  ;  Ve  là  pèrla 
di  dòmi  =  è  la  perla  delle  donne. 

2)  color  gris  pèrla  =  perlaceo,  color 
di  perla,  color  perla  :  grigio  pallido. 

8)  còli  e  colie  de  pèrla  =  vezzo  di 
perle. 

perlina,  s.  f.  =  perlina:  dimin.  dì  perla, 

1)  àrmàndol  àia  perlina  =  mandorle 

confettato,  caramellate,  toste  :  specie  di 

mandorle  involto  nello  zucchero  cotto. 

perliistrà,  v.  att.  =  perlustrare  :  andare 
in  perlustrazione  :  percorrere  luoghi 
sospetti  e  visitarli  por  scoprirvi  i  ma- 
landrini che  vi  si  annidano. 

perliìstnàsiòn,  s.  f.  =  perlustrazione  : 
ispezione  di  guardie  o  soldati  armati 
fuori  di  città  ;  è  pàsaa  i  càràhiniér 
in  perliiètràsión  =  son  passati  i  cara- 
binieri in  perlustrazione. 

permaa  e  perniai,*  avi\  =  perniale  ; 
vèghen  pe'rmaa  d'òna  ròba  =  aversi 
pcrmale  d'una  cosa  :  prenderla  in  mala 
parte. 

permàlòs,  *  agg.  =  permaloso,  piccoso, 
garrese  :  di  persona  facile  a  aversi  per- 
male  delle  cose,  che  si  picca  per  nulla  ; 
bisogna  minga  vèss  tròpp  p^armàlòs  = 
non  bisogna  essere  troppo  permalosi. 

permanént,*  agg.  =  permanente  :  che 
è  stabile,  che  rimane,  che  dura  ;  espo- 
sisiòn  permànènt  =  esposizione  per- 
manente ;  mi  per  el  teàter  g'hoo  '/  bi- 
liètt  pennànent  =  io  per  il  teatro  ho 
il  biglietto  permanente. 

permesso,    permis- 


permess,   s.    m. 

sione  :  il  permettere. 

1)  Concessione  data  a  un  impiegato 
di  staro  assente  dall'uffìzio,  a  un  sol- 
dato di  allontanarsi  dal  corpo  ;  Ve  ve- 
gnùri  sìil  làgh  à  fa  i  èò  vòlt  di  de 
pèrmèss  =  è  venuto  sul  lago  a  passare 
i  suoi  otto  giorni  dì  permesso. 

2)  vèss  in  permèss  =  essere  in  per- 
messo :  dì  impiegato  o  di  soldato  che 
l)assa  lontano  dall'uffizio  o  dal  corpo 
il  tempo  accordatogli. 

permètt,    v.    att.  =   permettere,    conce- 
dere :  dar  facoltà  di  fai'e  ;  permètt    ài 


per 

fioeù  de  giiigà  =  permettere  ai  ragazzi 
di  giuocare  ;  mi  permèti  nò  che  i  éco- 
làr  cieiàren  in  scola  =  io  non  per- 
metto che  gli  scolari  chiacchierino  nella 
scuola. 

1)  Di  cose,  non  riescire  d'  impedi- 
mento a  ciò  che  si  vuol  fare  ;  écH 
temp  el  permctt  àndàrènim  ttla  Ca- 
gncsUla  =  se  il  tempo  permette,  an- 
dremo alla  Gagnola. 

2)  l'è.  pèrmèss  ?  =  permette  ?  è  per- 
messo? Si  dice  per  creanza  nell'atto 
di  prendere  un  oggetto,  che  è  lì  per 
uso  comune,  e  di  entrare  in  casa  o  in 
camera  d'altri. 

perniciósa,  s.  f.  =  perniciosa  :  febbre 
del  genere  intermittente,  ma  violentis- 
sima e  spesso  mortale. 

peruìs,  s.  f.  =  pernice  :  sorta  d'  uccello 
dell'ordine  dei  gallinacci  :  silvaao,  della 
grossez?a  di  un  piccione  e  colle  gambe 
rosse;  è  eccellente  a  mangiarsi. 

perno,  s.  ni.  =  perno  :  pernio  congegno 
di  metallo  o  di  legno,  che  unendo  due 
0  più  pezzi,  fa  che ,  possano  essere  sor- 
retti e  girare. 

1)  Fig.:  sostegQO,  fondamento  di  chec- 
chessia ;  l'economia  l'è  el  perno  déla 
fàmìlia  =  l'economia  è  il  pernio  della 
famiglia. 

2j  Albero:  asse  di  ferro  o  legno  su 
cui  gira  un  meccanismo. 

pero,  prep.  =  però,  per  altro;  g'hoo  im- 
prestaa  là  mia  machina,  però  eoi  pàti 
che  me  le  reètitilìsa  domdn  =  gli  ho 
prestato  la  mia  macchina,  però  col  patto 
che  me  la  restituisca  domani. 

perora,  v.  att.  =  perorare:  difendere  con 
discorso  oratorio,  e  per  esteus.  di  qua- 
lunque difesa  fatta  con  molto  calore. 

perpendicolàr,  agg.  =  perpendicolare  : 
che  cade  a  piombo. 

perpetra,  v.  tr.  =  perpetrare:  di  delitti, 
mandarli  a  effetto. 

perpétov,  agg.  =  perpetuo:  che  ha  prin- 
cipio e  non  fine  mai  o  colla  vita. 

Perpètiia,*  s.  f.  =  Perpetua:  i)or  antono- 
masia, dopo  il  Manzoni,  si  chiamò  cosi 
la  serva  di  un  prete,  e  per  estens.  ora 
qualunque  altra. 

perpètiièll,  s.  f.  =  rascia:  specie  di  panno 
di  lana  grossolana.  Dal  frane,  perpétuel. 
1)  Amaranto:  fiore  d'autunno  :  ama- 
ranthus. 

perplèss,  agg.  =  porplos.so,  incerto:  di 
chi  non  sa  risolversi. 


586  —  per 

perqiiisisión,  s.  f.  =  perquisizione:  ri- 
cerca minuta  da  parte  dell'autorità  in 
luoghi  so.spetti. 

pèrs,  pdrt.  pass,  di  pèrd,  =  perso,  per- 
duto. 

1)  troàss  pèrs  =  trovarsi  sperso  :  di 
chi  per  la  mancanza  di  qualche  per- 
sona non  si  sente  ad  agio. 

perscimm,  s.  m.  =  lattime:  malattia  dei 
bambini  che  poppano  e  consiste  in  cro- 
ste alla  testa  o  alla  faccia. 

1)  ave  ànmd  de  irà  vìa  el  perseimm 
=  avere  ancora  il  latte  alla  bocca:  fig. 
essere  ancora  molto  giovane. 

2)  dolor  del  perscimm  =  dottore  de' 
miei  stivali,  da  nulla. 

perseciisión,  s.  f.  =  persecuzione:  il  per- 
seguitare. 

persegàda,  s.  f.  =  persicata:  marmellata 
di  pesche. 

1)  Zoticheria  :  atto  da  villano.  Vedi 
pàisanàda. 

pèrsegrli,  s.  m.  =  pesco:  l' albero  delle 
pesche. 

1)  Pesca:  frutto  del  pesco,  polposo 
e  gustoso. 

2)  àll'àmìs  pèlegh  el  figh.,  ài  nemis 
mòndegh  el  peràegh.    Vedi  nemis,  2). 

3)  pèrsegli  diirds  =  pesca  duracine. 
Vedi  diiràs,  pèrsegli  làss  =  pesca  bur- 
rona, spiccagnola.  Vedi  làss. 

4)  pèrsegh  =  rustico,  contadino:  di 
chi  ha  fare  e  modo  da  paesano,  da 
villano. 

pèrseghètt,  s.  m.  =  sanguisorba,  pim- 
pinella maggiore  ;  sanguiso>-ba  offici- 
nalis\  pianta  o  radice,  ramosa. 

persegliinii,  s.  f.  =  cresta  di  gallo:  spe- 
cie di  erba:  rhinanthus   crista  galli. 

perseguita,  v.  att.  =  perseguitare  :  cer- 
care insistentemente  di  nuocere,  di  mo- 
lestare. 

1)  Tribolare:  dar  de'  triboli,  tormen- 
tare. 

perseli  del  càr,  s.  m.  =  verricello  : 
specie  di  curro  dietro  ai  carri,  con  fori 
per  cacciarvi  i  randelli  a  stringere  con 
funi  il  carico  del  carro. 

persevera,  v.  in.  =  perseverare:  essere 
costante  nell'esercizio  o  esecuzione  di 
lina  cosa,  special,  buona. 

perseverànsa,  s.  f.  =  perseveranza  :  co- 
stanza nell'esercizio  o  esecuzione  di  una 
cosa,  specialmente  buona. 

1)  Nome  d'  uno  dei  nostri  giornali 
del  mattino,  molto  autorevole. 


per 


587  — 


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II 


persiana,    *•.    f.  =   stoino    di   cannucce: 

specie  di  tenda. 
persicli,  s.  m.    =  pesco    e   pesca  :    voce 

del  dialetto   scelto  invece  di  pérsegrh. 

Vedi. 
persìpità)  v.  att.  =  noiare,    tormentare: 

seccare  con  atti  ripetuti  e  fastidiosi. 
persisi,  V.  alt.  =  persistere  :   continuare 

con  insistenza,    durare  a  lungo.    Voce 

nuova. 
persona,  s.  f.,  =  persona:  uomo  o  donna 

in  genere. 

1)  Ve,  Ili  in  persona  =  è  lui  in  per- 
sona: è  lui  stesso. 

2)  vèss  el  diàol  in  persona  =  essere 
il  diavolo  in  persona,  personificato. 

3)  i  tre  persònn  déla  Sàntìsinia  Tri- 
nitaa  =  le  tre  persone  deUa  Santissima 
Trinità. 

pèrsonàgg',  ngg.  =  personaggio:  persona 
d'alto  grado,  d'importanza. 

1)  Persona  d'un  dramma,  d'un  ro- 
manzo e  sim.  ;  i  personàgg  di  Pro- 
illési  Sposi  pàrcn  tiltt  vìv  =  i  perso- 
naggi dei  Promessi  Sposi,  sembrano 
tutti  vivi. 

personal,  agg.  =  personale  :  della  per- 
sona, attenente  alla  persona;  ofèsa  per- 
sonal =  offesa  personale. 

1)  in-vit  personal  =  invito"  personale: 
quello  fatto  a  una  determinata  persona, 
in  cui  è  scritto  il  suo  nome  e  cognome. 

personal,  s.  m.  personale:  lo  stesso  che 
persona,  forma  e  struttura  del  corpo; 
l'è  òn  personal  de  bela  presénsa  =  è  un 
personale  di  bell'aspetto. 

1)  Più  persone  di  uno  stesso  uffizio, 
d'una  professione;  cèrti  negoéidnt  trà- 
ten  pi-òpi  de  cdn  el  peréoncil  =  certi 
negozianti  trattano  proprio  da  cani  il 
personale. 

2)  el  bààé  persònAl  =  il  basso  per- 
sonale: quelli  che  attendono  a  lavori 
manuali,  ad  umili  servigi  di  un  ufficio. 

pèrsouàlitaa,  s.  f.  =  personalità:  parole 
0  scritti  che  feriscono,  che  offendono 
una  persona  o  manifestano  odio,  ani- 
mosità. 

)èrsonàlmént,  avv.  =  personalmente  : 
in  persona,  da  se  medesimo;  Ve  ve- 
gnilii  pèrsonàlmént  à  fàmm  i  àilgùri 
=  venne  personalmente  a  farmi  gli  au- 
guri. 

pèrsoniflcàsión,  *  s.  f.  =  personifica- 
zione: il  personificare,  o  di  chi  perso- 
nifica in  sé  qualche  vizio  o  virtii. 


persiiàd,  v.  att.  =  persuadere  :  indurre 
altri  a  credere  o  a  fare  checchessia. 

1)  persiiàdes  =  persuadersi:  indursi 
a  credere,  farsi  una  ragione  di  una 
cosa,  di  un'opinione;  pòss  minga  pcr- 
suàdem  che  sia  pàsaa  giàmd  tri  ànn 
=  non  mi  posso  persuadere  che  già  siau 
passati  tre  anni. 

persiiàs,  part.  pass,  di  persiiàd,  =  per- 
suaso, convinto. 

persiiàsiòu,  s.  f.  =  persuasione:  il  per- 
suadere e  il  persuadersi  ;  vègli  la-  per- 
éilàsiòn  =  avere  la  persuasione:  essere 
persuasi,  convinti  di  una  cosa  ;  g'hoa 
là  persiiàsiòn  de  vèlVofès  in  nagdta  = 
ho  la  persuasione  di  non  averlo  in  nulla 
offeso. 

persiiàsÌT,*  agg.  =  persuasivo:  atto  a  per- 
suadere, che  persuade;  ci  Gàvàloti  àia 
Càmera  Vìià  faa  on  discórs  bèll^  ele- 
gànt,  persiiàsiv  =  Cavallotti  alla  Ca- 
mera ha  fatto  un  discorso  bello,  ele- 
gante, persuasivo. 

pèrtega,  s.  f.  =  pertica  :  bastone  lungo,, 
per  lo  più  rozzo,  appena  pulito  dai 
rami. 

1)  Di  persoaa,  fam.  lunga  e  secca; 
che  pèrtega  d'on  ficeu!  el  finiss  pii  de 
vegnì  grami  =  che  pertica  di  un  ra- 
gazzo I  non  la  finisce  più  di  crescere. 

2)  Bacchio:  lungo  bastone  che  servo 
a  uso  di  bacchiare. 

3)  Canna  con  dello  stoppino  o  eoa 
dello  spirito  per  accendere  lumi  alti. 

4)  Staggio:  bastone  lungo  che  regge 
i  pinoli  nella  scala  a  mano  e  la  reto 
nello  reti. 

5)  Sorta  di  misura  pei  terreni,  equi- 
valente da  noi  a  mq.  654,52. 

6)  vèss  al  càvip  di  cinqu  pèrtegh^ 
Vedi  camp,  2). 

l)èrtegà,  v.  att.  =  abbacchiare:  picchiar 
con  bacchio  {pèrtega)  olive,  noci  o  al- 
tro per  buttarle  giù;  sèmm  ehi  ài  temp 
de  pèrtegà  i  nos  =  slam  qui  al  tempo 
di  abbacchiare  le  noci,  o  alla  abbac- 
chiatura delle  noci. 

pèrteglièta,  s.  f.  =  lancia  ;  quella  che 
portano  i  lanceri,  i  quali  appunto  per 
ciò  si  dicono;  quij  déla  pèrteghèta. 

2)  Pertichetta:  piccola  pertica. 

3)  el  tram  déla  pèrteghèta,  diciamo- 
noi  il  tramvai  elettrico  per  quella  spe- 
cie di  pertica  che  lo  congiunge  ai  fili 
trasmissori  della  energia  eletti'ica. 

pèrtejliin,  s.  m.  =   trapelo  :    bestia  da 


per 


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tiro  cho  s'aggiuage  provvisoriamente  a 
quella  o  quelle  ordinarie  per  aiuto  in 
strade  ripide  o  cattive. 

pèrte^róii,  s.  m.  =  perticone:  accrescit. 
di  pertica,  spocialm.  nel  signif.  fig.  di 
persona  lunga  e  magra. 

pertocà,  r.  att.  =  appartenere,  spettare: 
essere  ufficio,  dovere  di  qualcuno  ;  l'è 
minga  on  mestee  che  me  pertoea  à  mi 
=  non  è  una  faccenda  che  spetti  a  me. 

Perù,  s.  m.  =  Perù:  regione  dell'Ame- 
rica meridionale. 

1)  vàri  on  Perù  =  valere  un  Perù: 
valor  tant'oro,  moltissimo.  Si  usa  an- 
che molto  in  senso  ironico  ;  per  romp 
i  scàtol  te  vtiret  on  Perù  =  per  sec- 
care vali  un  Polii. 

peruca,  ff.  f.  =  parrucca,  perrucca:  ca- 
pigliatura posticcia. 

1)  Porracea,  gridata:  acerba  ripren- 
sione; el  (fhà  faa  voeuna  de  qiiij  pc- 
rùech!  =  gli  ha  fatto  una  di  quelle 
paiTUCche  ! 

2)  fa  dna  peruca  =  faro  una  faccetta; 
una  non  bella  figura. 

3)  servì  vùn  de  barba  e  permea  =  ac- 
conciar bene  uno:  servirlo  di  cappa  e 
di  mantello. 

4)  Saldatoio  (se  di  fil  di  ferro).  T. 
d'orcfic. 

periicliee,  s.  m.  =  paiTucehìere:  chi  tiene 
bottega  da  barbiere  piuttosto  elegante. 
1)  Anche  chi  fa  le   parrucche,  fa  la 
barba,  pettina  e  acconcia  i  capelli. 

periiclièra,  s.  f.  =  pettinatora.  Vedi  pe- 
tenà<lòra« 

periicliìii,  s.  m.  =  parrucchino,  fiatino: 
quella  mezza  parrucca  cho  si  confonde 
coi  capelli  veri. 

periicòn,  s.  m.  parruccone:  accrescit.  di 
parrucca. 

1)  Scherzovolm.  di  persona  vecchia 
e  grave. 

pervérs,  ogg.  =  perverso,  pessimo  osti- 
natamente: mal  volto.  Pi  coso  e  di 
persone. 

pervertì,  *  ^'.  att.  =  pervertire:  corrom- 
pere, guastare:  riferito  al  morale  ;  kin 
i  càtiv  compàgn  che  ha  pervertii  el  tò 
fèmu  =  sono  i  cattivi  compagni  che 
hanno  pervertito  tuo  figlio. 

pès,  s.  m.  =  peso,  gravità,  gravezza;  el 
pés  déla  roba  el  se  misUra  cola  sta- 
dèra =  il  peso  delle  cose  si  misura 
colla  stadera. 

1)  ^?es  mòrt  =  peso  morto  :  la  resi- 


stenza che  la  forza  d'inerzia  oppone  al 
sollevamento  d'un  corpo  :  quindi  ogni 
peso  difficile  a  sollevare. 

2)  pés  ìùtt,  pés  lord  =  peso  netto, 
peso  lordo:  levata  la  tara,  colla  tara. 

3)  bon  pés  =  buon  peso:  aggiunto  di 
chilogrammo  vale  vantaggiato,  ardito, 
e  quello  che  si  dà  in  più;  l'èra  diiil  èti 
bon  pés  =  erano  due  ettogrammi  van- 
taggiati. 

4)  La  stessa  cosa  pesante,  carico, 
soma;  V  tsen  el  porta  di  gran  j^és,  sèma 
reagì  =  l'asino  porta  di  molti  posi  senza 
reagire. 

5)  Fig.;  *  pés  =  i  posi,  le  gravezze, 
le  tasse,  lo  imposte  ;  hin  tròpp  i  pés 
che  gh'è  incmu  in  Italia  =  son  troppi 
i  pesi  che  oggi  ci  sono  in  Italia. 

6)  Por  aggravio,  peso  di  spesa  ;  ci 
g^hà  '/  pés  di  nevod  e  el  pò  minga 
mètt  via  =  ha  1'  aggravio  dei  nipoti  e 
non  paò  far  risparmi. 

7)  Peso:  molesta  sensazione  allo  sto- 
maco 0  alla  testa,  come  di  cosa  pe- 
sante ;  me  fa  pés  el  mangia  =  mi  fa 
peso  il  cibo. 

8)  Gravezza  di  cui-e,  di  pensieri  e 
sim.  ;  el  pés  déla  fàmìlia,  l'è  minga 
pòcch  =  il  peso  della  famiglia  non  v 
poco. 

9)  pés,  e  più  coman.  al  pi.  i  pés  = 
peso,  i  pesi:  pozzi  metallici  cho  si  pon- 
gono su  un  piattello  della  bilancia  per 
pesare. 

10)  a  pés  =  a  peso;  vend,  compra  à 
pés  =  vendere,  comperare  a  peso:  non 
con  altre  misure. 

11)  à  pés  de  carta  =  a  peso  di  carta: 
di  libri  senza  valore  cho  si  vendono 
per  il  peso  della  loro  carta  ;  chisà  se 
sto  me  vocabolàri,  dopo  tanta  fàdiga, 
no  7  vendàrtln  à  pés  de  carta!  =  chi 
sa  se  questo  mio  vocabolario,  dopo  tanta 
fatica,  non  lo  venderanno  a  peso  di 
carta  ! 

12)  à  pés  d'or  =  a  peso  d'oro:  a  ca- 
rissimo prezzo. 

13)  vègh  dna  pés  e  dò  misur  =  aver 
due  posi  e  dae  misure:  non  essere  im- 
parziale nei  giudizi. 

14)  dà  '/  pés  giust  =  dare  il  peso 
giusto:  quel  tantj  di  roba  che  il  com- 
pratore deve  avere  e  non  meno. 

15)  levtl  de  pés  =  levar  di  peso:  al- 
zare interamente  da  terra.  Fig.,  dare 
una  sgridata  solenne. 


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16)  portti  'l  pes  =  portare  il  peso: 
sopportare  i  carichi  e  anche  la  pena  di 
qualche  cosa,  anche  non  nostra. 

17)  Contrappeso:  quel  poso  che  re- 
gola il  movimento  dogli  orologi  e  dei 
girarrosti  meccanici. 

pesa,  s.  f.  =  stadera  :  specie  di  bilancia 
grande  con  un  piatto  solo  da  una  parto 
e  dall'altra  il  romano. 

pésa,  s.  f.  =  pece:  pece  nera. 

1)  pésa  gréga  o  greca  =  pece  greca, 
colofonie.  Si  dico  anche:  pésa  de  violìn 
perchè  serve  anche  a  uso  di  spalmare 
i  crini  dell'arco  da  violino  perchè  ade- 
riscano alle  corde. 

jtésa,  s.  f.  =  pezza:  pezzetto  di  panno  o 
stolta. 

1)  óna  pesa  de  pànn,  de  téla,  de 
percàll,  e  sim.  =  una  pezza  di  panno 
di  tela,  di  percalle:  l'intero  panno,  tola, 
percalle,  di  un  corto  numero  di  metri. 

2)  òna  pèm  de  bindèll  =  una  pozza 
di  nastro:  un  determinato  numero  di 
metri  di  nastro. 

3)  Sciavero  :  ritaglio  di  stoffa  avan- 
zato dal  tagliare  vestiti  e  sim. 

4)  Pezza,  pezzetta:  quei  pezzi  di  tola 
che  servono  per  medicare  le  ferite,  le 
piaghe. 

5)  pesa  déla  barba  =  barbino.  Vedi 
barba,  7). 

6)  pesa  del  stòmeph  =  toppi  no,  sto- 
machino: pozzo  di  flanella  o  altro  che 
si  porta  sul  petto  per  difenderlo  dal 
freddo. 

7)  pesa  =  toppa:  pezzo  di  panno  lino, 
lana,  o  altro  che  si  cuce  in  sulla  rot- 
tura di  vestimento,  o  di  che  sia  d'altro, 
di  simile  stoffa, 

8)  Pocetta,  toppicina ,  vantaggino  : 
piccola  toppa  e  pezzo  di  pelle  che  si 
cuce  sulla  rottura  delle  scarpe. 

9)  mètegh  òna  pesa  =  ripescare  le 
secchie:  riparare  i  falli.  Ed  anche  :  evi- 
tare in  una  malattia  il  pericolo  di  morte, 
senza  guarirne  del  tutto. 

10)  pééa  d'tLsen  =  pezzo  d'asino  :  asi- 
naccio. 

11)  pesa  d'ovini,  de  giòin,  de  dona 
=  pezzo  d'omo,  di  giovane,  di  donna: 
di  grande  e  robusta  persona,  ben  tar- 
chiata. 

pesa,  V.  att.  =  pesare:  gravitare,  ossero 
grave:  el  fer  el  pésa  piisee  del  bombds 
=  il  ferro  pesa  più  del  cotone. 
1)  Pesare,  gravare,  dar  molestia  ;  el 


irà  ma  là  nòti  el  me   pésa  come  =  il 
buttar  via  la  notte  mi  pesa  assai. 

2)  Misurare  il  peso  d'una  cosa  collo 
bilance  o  colla  stadera. 

3)  pesa  i  parali  =  pesar  le  parole  : 
non  metterle  fuori  avventate. 

4)  pesàss  sic  =  posare,  gravitare  :  pro^ 
]nere  col  proprio  peso. 

pésa,  V.  att.  =  rattoppare,  rabberciare  : 
mettere  dello  toppe,  agli  sdruci. 

pesaa,  pari.  pass,  di  pesa,  =  pesato. 

pèsaa,  part.  pass,  di  pésa,  —  rattop- 
pato, rabberciato. 

1)  Macchiato  :  dna  fàcia  tUta  pèéàda 
de  gitlld  =  una  faccia  tutta  pezzata  di 
giallo  ;  por  mal  di  fegato  o  altra  ma- 
lattia. 

2)  Luniacato  :  di  biancherie  stirate  in 
cui  si  vedano  macchio  d'  amido  o  di 
turchino  qua  e  là. 

pesànt,  agg.  =  pesante,  peso  :  che  posa» 
grave. 

1)  tiria  pesante  e  piìi  volgami,  pc- 
sànta  =  aria  pesante,  affogatola,  afosa, 
affannosa,  grave. 

2)  Di  pers.  e  de'  suoi  modi,  grave,^ 
uggioso,  noioso.  Anche  dello  stile  d'una 
scrittore. 

pesàda,  s.  f.  =  pesamento,  pesata  :  il 
pesare,  e  specialm.  il  pesare  alla  lesta. 

pèsca,  s.  f.  =  pesca,  pescagione:  il  pe- 
scare. 

1)  La  quantità  di  pesci  pescati  :  dna 
pesca  bondànsiosa  come  qiièla  d'incoed 
là  capita  de  ràr  =  una  pesca  abbondante 
come  quella  d'oggi  capita  di  rado. 

2)  Lenza  ;  arnese  per  pescare  :  è  una 
cordicella  lunga  cogli  ami  attaccati. 

pésca,  v.  att.  =  pescare:'  prendere  i  pesci 
con  reti,  coll'amo,  o  altrimenti. 

1)  Por  simil.  cercare  o  trovare  una 
cosa  :  doe  te  l'hee  pescàda  sta  bela  éto- 
rièla?  =  dove  l'hai  pescata  questa  bella 
storiella  ? 

2)  Nei  giochi  di  carte,  di  dominò, 
prenderò  dal  monto,  cercare  la  carta 
che  ci  bisogna. 

3)  Sommergersi  più  o  meno  nei  li- 
quidi :  là  barca  là  pèsca  minga  piisee 
de  mèss  méter  =  la  barca  non  pesca  più 
di  mezzo  metro. 

4)  peéctl  in  del  torbid  =  pescare  nel 
torbido  :  provocar  guai  per  cercarvi  van- 
taggio. 

5)  vMeVà  pdéca  =  vattel' a  pesca: 
fam.  di  cosa  malagevole  a  indovinarsi. 


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pescàda,  s.  f.  =  pescata;  quantità  di  pesce 
preso  in  una  retata,  o  preso  in  quel 
giorno,  in  quella  notte. 

pèscadòr,  s.  w.  =  pescatore  :  chi  vive 
di  pesca. 

pèscàrèll,  s.  m.  =  pescaiola,  monachetta, 
monaca  bianca:  uccello  acquatico. 

pescarla,  s.  f.  —  pescatello,  pescatelli, 
pesciolini,  pesce  minuto  :  pèscàrìa  frìta 
=  un  fritto  di  pescatelli. 

1)  Pescheria:  luogo  dove  si  vende 
il  pesce;  mercato  del  pesce. 

pèscàròtt,  s.  m.  =  smergo  minore, 
smergo  oca:  uccello  acquatico. 

l)èsclièra,  s.  f.  =  peschiera:  riccetto  d'ac- 
qua per  tenervi  i  pesci  vivi. 

1)  Specie  di  rete  colla  quale  si  pe- 
scano i  pesci  persici. 

X)èscia,  s.  f.  =  abete  bianco,  pino  bianco: 
e  legno  dolce  d'uso  ordinario. 

pesciàda,  s.  f.  =  pedata,  calcio  :  colpo 
dato  col  piede  :  ciàpà  vun  à  pesciàd  = 
prendere  uno  a  pedate,  a  calci  ;  manda 
ria  a  pesei^d  in  del  ciiii  =  mandar  via 
a,  calci  nel  sedere. 

1)  Degli  animali  i  soli  colpi  dati  coi 
piedi  di  dietro.  Vedi  scàlciàd. 

2)  dàgh  dna  pesciàda  à  quèicòss  = 
dare  un  calcio  a  una  cosa,  respingerla, 
staccarsene  per  sempre  :  glie  doo  dna 
pesciàda  ài  àfàri  e  voo  in  càmpùgna 
=  do  un  calcio  agli  affari  e  vado  in 
campagna. 

3)  fa  per  dà  dna  jìesciàda  =  accen- 
nare una  pedata. 

pesciàn,  pescìàna,  (à)  =  a  piedi,  col 
cavallo  di  S.  Francesco  :  senza  l'aiuto 
di  alcun  mezzo  di  trasporto. 

pesciàtà  sii,  r.  att.  =  pigliare  a  calci  e 
a  pedate. 

pesciàter,  s.  ??2.  =  piedone:  piede  grosso 
e  largo. 

pescìn,  s.  m.  =  piedino  :  vezzegg.  di 
piede. 

pescìceiì,  s.  m.  =  peduccio:  tutta  la  parte 
dal  ginocchio  in  giù  del  maiale,  mon- 
tone, agnello,  ecc.,  staccata  dall'animale. 
Del  vitello  dicosi  anche:  zampa. 

1)  Sbercia  :  persona  incapace  non  pra- 
tica nel  suo  mestiere  o  nel  fare  una 
cosa,  e  specialmente  nel  gioco. 

pesciòu,  s.  m.  =  abete  rosso;  albero  alto 
da  legname. 

pescò,  agg.  verb.  =  pescatore  :  uccello 
Santamaria.  Vedi  màrtinpescó. 


pesee,  s.  m.  '^  pesciaiuolo,  pescivendolo  : 

chi  vende  pesci. 
peserà,  V.  att,  =  affrettarsi,   sollecitare: 

continuare    alacremente  ciò  che  si   sta 

facendo. 
peserà,  s.  f.  =  pesciaiola;  vaso  di  rame 

0  d'altro,    lungo,    stretto    e    cupo    per 

farvi  lessare  grossi  pesci. 

1)  Pescivendola  :  venditrice  di  pesci. 
pesg,  agg.  =  peggiore,  peggio. 

1)  de  pesg  no  capita  !  =  di  questo 
desse  sempre  il  convento  ! 

2)  di  vòlt  pesg  se  fa  e  piihe  là  va 
ben  =  chi  peggio  la  fa,  meglio  la  concia. 

3)  tàcàm  ftémper  ài  pesg  =  far  come 
la  mosca  d'oro;  gira,  gira  e  finisce  che 
si  posa  sullo  sterco. 

4)  cont  pii  te  se  ven  àdree,  cont  pil 
te  fee  pesg  =  fai  come  l'ova:  più  bol- 
lono e  più  assodano  :  dicesi  di  bambino 
indocile,  riottoso. 

5)  gli'è  niént  de  pesg  de...  =  non  c'è 
la  peggio  di...  ;  ghe  niént  de  pesg  de 
quànd  pioettv  in  campagna  =  non  c'è 
la  peggio  di  quando  piovo  in  campagna. 

6)  pesg  per  mi,  per  ti,  per  Iti  e  sim. 
=  peggio  per  me,  per  te,  per  lui  e  sim.; 
mio,  tuo,  suo  danno. 

7)  àìidt  de  mài  in  pesg  =  andar  di 
male  in  peggio  ;  del  male  quando  cresce. 

8)  Ala  pesg  di  pesg  =  al  peggio  dei 
peggi,  alla  peggio;  nella  peggiore  ipotesi. 

9)  pesg  che  pesg  =  peggio  che  peggio; 
esprime  maggiore  disapprovazione. 

pèsim,  agg.  =  pessimo  ;  superi,  di  càtìv, 
=  cattivo. 

péso  duro,  s.  m.  =  pezzo  gelato  ;  un  sor- 
betto diu'o  fatto  in  piccolo  forme. 

pesoeil,  s.  ni.  =  pezzetta;  piccolo  pozzo 
di  tela,  per  lo  più  da  metter  sullo 
piaghe. 

1)  Fig.  Limbello,  scilinguagnolo  ;  la 
lingua. 

2)  Sciavero:  ritaglio  di  stoffa  avan- 
zato dal  tagliare  vestito  o  sim. 

3)  Pappino  :  servo  di  ospedale,  in- 
fermiere. In  questo  senso  però  si  ode 
assai  di  rado. 

pesòn,  s.  m.  =  forte  ;  pezzo  di  cuoio 
che  si  mette  dentro  o  fuori  della  parte 
di  dietro  dello  stivale,  dove  si  suol 
fermar  lo  sperone. 

1)  pesati  de  soràtista  =  Pozzo  di  cuoio 
addoppiato  che  sovrapponesi  alla  te- 
stiera della  sella. 


pes 


591  - 


pet 


pesiu,  s.  m.  =  pesciolino:  diminut.  di 
pesce. 

1)  à  pan  e  pesin  =  alle  strette,  fra 
r  uscio  e  il  muro. 

2)  tegnì  à  ptn  e  pesìu  =  tenere  a 
stecchetto. 

pèspèrsich,  s.  m.  =  pesce  persico  :  perco 
di  fiume. 

pèss,  s.  m.  =  pesce;  gli  animali  verte- 
brati a  sangue  freddo  che  nascono  e 
vivono  nell'acqua. 

1)  ci  vas  di  pese  =  l'acquario:  vaso 
elegante  di  vetro  pieno  d'acqua  con 
pesciolini  di  bellissimi  colori. 

2)  i  pèss  gròss  màngen  i  piscinitt  = 
i  pesci  grossi  mangiano  quei  piccini  : 
i  prepotenti  pur  troppo  si  fan  sempre 
ragione. 

3)  vèss  un  pèss  foeura  de  l'acqua  = 
essere  un  pesce  fuor  d'acqua;  in  una 
condizione,  in  un  ambiente  che  non  è 
il  nostro. 

4)  vèès  ne  ctirna,  ne  pèés  =  non  esser 
ne  carne,  né  pesce  ;  di  nature  o  cose 
indecise,  ambigue, 

5)  vèés  àlégher,  svòlt  còme  on  pèss  = 
essere  vispo,  svelto  come  un  pesce  ; 
molto  vispo,  molto  svelto. 

6)  fa  là  boea  de  pèss  =  boccheggiar 
come  un  pesce.  y 

7)  T.  di  stamp.  il  lasciare  che  fa  il 
compositore  qualche  parola  e  la  parola 
inavvertentemente  lasciata. 

pèss,  s.  m.  =  pezzo:  specialm.  pezzo  di 
musica,   componimento  musicale. 

1)  Al  gioco  della  dama,  degli  scac- 
chi, del  dominò  e  sim.,  ciascuna  pe- 
dina 0  figura  con  cui  si  gioca. 

2)  pèss  gròés  =  pezzo  grosso  :  uomo 
di  importanza,  di  grande  autorità. 

3)  pèss  de  àrtilierla  =  pezzo  d'ar- 
tiglieria, cannone. 

4)  pése  in  modo  avverbiale,  quantità 
di  tempo;  l'è  on  gran  pèss  che  no  vedi 
mìa  sorèla  =  è  un  gi-an  pezzo  che  non 
vedo  mia  sorella. 

pèst,  (càstègn)  s.  f.  pi.  =  vecchierelle, 
castagne  secche.  Vedi  càstégrna. 

pesta,  s.  f.  =  peste,  pestilenza:  male  epi- 
demico e  contagioso. 

1)  Peste:  di  persona  cattiva,  insolente, 
molesta. 

2)  Nabisso,  frugolo,  serpentello,  de- 
monio: di  ragazzo  irrequieto  e  distur- 
batore. 

pesta,  V.  att.  =  pestare:  ammaccare  una 


cosa  percuotendola,  per  ridm-la  in  mi- 
nuzzoli, 0  in  pesta,  o  in  polvere;  pésta 
'l  péver,  là  sai,  el  sùcher  =  pestare  il 
pepe,  il  sale,  lo  zucchero. 

1)  pesiti  e  peétà  sii  =  pestare,  pic- 
chiare, percuotere;  l'ha  pestaa  el  fioeù 
sènsa  misericòrdia  =  picchiò  il  ragazzo 
senza  misericordia.  Anche  pesta  giò. 

2)  Calcare  coi  piedi,  calpestare:  pas- 
sare sopra  coi  piedi  ;  l'ha  pestaa  tuta 
Vh'ba  =  calcò,  calpestò  tutta  l'erba. 

3)  pesiti  l'ùga  =  calcare,  pigiar  l'uva: 
per  spremerne  il  mosto. 

4)  pestù.  i  nòs  =  schiacciare,  rompere 
le  noci:  togliere  il  gheriglio  dal  guscio. 

ó)  pesta  'l  cémbol  =  bastonare  il  pia- 
noforte: suonarlo  malissimo. 

6)  Acofacciaro,  gualcire:  detto  di  cose 
dove  uno  si  pose  a  sederò;  l'è  on  vestii 
tUtt  pestaa  =  è  un  vestito  tutto  aco- 
facciato,  gualcito. 

7)  jìestti  legermént  =  acciaccare,  con- 
tundere; per  fa  'l  vin  chinaa  bisogna 
pesta  legermént  la  scòrsa  de  china  = 
por  fare  il  vin  chinato  bisogna  acciac- 
care la  china. 

8)  pesta  l'àcqica  in  del  mortee  =  pe- 
star r  acqua  nel  mortaio  :  perdere  il 
tempo  e  la  fatica. 

9)  jjestà  in  del  eoo  =  pestare  nella 
mente,  nella  testa;  far  entrare  un'idea 
nella  mente  di  alcuno  a  forza  di  ripe- 
tergliela. 

pestaa,  agg.  =  pestato,  pesto  ;  sgualcito  e 
gualcito:  dei  vestiti  malmenati,  piegati 
malamente,  grinzosi.  Anche:  incignati, 
allucignolati. 

pèstàda,  s.  f.  =  pestata  :  l'atto  del  pe- 
stare. 

1)  Battuto  :  composto  di  cipolla,  erbe 
minute,  aglio  o  lardo,  battuto  fine  fino 
por  condimento  delle  pietanze.  Anche  : 
pèstàda  de  làrd. 

péstàpèTer,  s.  m.  =  postapepe  :  dicesi 
per  disprezzo  ai  giovani  di  farmacie  o 
di  drogherie. 

pestèll,  s.  m.  =  pestello  :  strumento  per 
lo  più  di  legno  che  serve  a  pestare 
nel  mortaio. 

pèstìfer,*  agg.  =  pestifero  :  dannoso, 
esiziale  ;  specialm.  di  odori  cattivi. 

pèstòn,  s.  m.  =  fiasco  :  però  senza  paglia. 
1)  Pestone,  pestello  grande. 

petà  e  petegià,  =  v.  att.  spetezzare  : 
tirar  peti.  De'  buoi  si  dice  :  corneggiare. 


pet 


—  592  — 


pet 


1)  Appioppare  ;   glie    V  hoo  petàda 
polid  =  gliel'ho  appioppata  beno. 

2)  petà  dent   =    cacciar    dentro,    fic- 
care. 

8)  petàsé  giò   =  coricarsi,  allettarsi  : 
cader  malato. 

pètàbàll,  s.  m.  =  boccione.  Vedi  ba- 
lista. 

petàca,  s.  f.  =  patacca  ;  no  vàrt  dna 
petàca  =  non  valere  una  patacca  :  non 
valore  un'acca,  non  valer  niente, 

1)  Plettro  :   laminetta  di  legno  colla 
quale  si  suona  il  mandolino  e  la  chitarra. 

petàch  (filaceli  e).  Vedi  g-nàccli. 

petàrd,  s.  m.  =  petardo  :  scatola  di  ferro 
carica  di  polvere,  che  esplode  :  l'usano 
come  avvisatore  sullo  ferrovie  nelle 
giornate  di  nebbia. 

1)  Agg.,  paffuto,  grasso  ;  lene  e  pe- 
tàrd =  luccicante. 

petàsc,  s.  m.  =  buzzo  :  lo  stomaco  e  gli 
intestini  degli  animali  ;  el  g'/ià  pièn 
'l  petàse  =  ha  pieno  il  buzzo. 

petàscioeù,  s.  m.  =  buzzino,  dim.  di 
petàsc. 

1)  raspa  'l  petàscioeù  =  rinfacciare 
i  torti  ad  uno.  E'  modo  volgarissimo. 

petàsciòn,  s.  m.  =  pancione,  trippone  : 
d' uomo  che  ha  molta  pancia  ed  è  molto 
grasso. 

petàsin,  s.  m.  =  pett' azzurro  :  codirosso 
con  petto  ceruleo.  Specie  d'uccello  sil- 
vano. 

petècc,  (i)  s.  f.  pi.  =  le  petecchie  :  mac- 
chiette cutanee  rosse  e  nere  che  ac- 
compagnano certe  malattie. 

petecliiàl;  agg.  =  petecchiale  :  di  ma- 
lattie manifestate  dalle  petecchie  ;  fèver, 
tifo  petechiàl  =  febbre,  tifo  petecchiale. 

petegàsciàss,  v.  rifl.  =  infangarsi,  im- 
pilacoherarsi  :  imbrattarsi  di  fango,  di 
mota. 

petègrol,  agg.  =  pettegolo,  brachino  :  che 
sta  sulle  chiacchiere,  su  tutte  le  brache, 
che  s'ingerisce  dei  fatti  altrui,  che  ri- 
porta ogni  cosa  ;  l'è  on  mond  petégol 
=  è  un  mondo  pettegolo. 

1)  petégola,  s.  f.  =  pettegola,  remola, 
-  battola  :  donna  che  fa  di  molte  chia- 
chiere. 

petegrolà,  V.  att.  =  pettegolare,  bracare  : 
andare  attorno  raccogliendo  brache  sul 
conto  di  questo  e  di  quello  ;  l'è  éem- 
per  chi  à  petegolà  =  è  sempro  qui  a 
bracare. 


peteg'olàda,  s.  f.  =  pettegolata,  chiac- 
chierata :  discorso  di  pettegole. 

i)  Braca,  brache  :  futili  notizie  di 
fatti  e  interessi  altrui,  ricercati  con 
molta  curiosità. 

petegolàmènt,  s.  m.  =  pettegolume  : 
quantità  di  pettegolezzi  e  anche  di  per- 
sone pettegole  ;  l'è  on  petcgolàmènt 
che  fmiés  pù  =  è  un  pettegolume  che 
non  finisce  mai. 

peteg'olèss,  s.  m.  =  pettegolezzo,  braca: 
ciarla  vana,  frivola,  che  può  recare 
altrui  danno. 

1)  Discordie,  dispute  per  cose  da 
poco  ;  l'è  étaa  on  petegolèsà  che  mètt 
ìninga  ciint  de  ocupàsen  =  fu  un  pet- 
tegolezzo che  non  mette  conto  di  oc- 
cuparsene. 

péten,  e  anche  molto  pètin,*  s.  m.  = 
pettine  :  strumento  dentato  d'osso,  bos- 
solo, avorio  0  altro  per  strigare  o  rav- 
viare i  capelli  e  ])ulir  la  testa. 

1)  Quello  per  semplice  ornamento 
delle  donne. 

'2)  Strumento  a  punta  di  ferro  per 
raffinare  la  canapa,  il  lino,  la  lana  e 
sim. 

3)  Regolotto  nelle  macchine  da  scar- 
dassare. 

4)  T.  tessit.  strumento  per  farci  pas- 
sare i  fili  della  tela. 

5)  i&'ti  i  gropp  tègnen  ài  pèten  = 
tutti  i  nodi  vengono  al  pettine.  Vedi 
gropp,  8). 

6)  stiice  de  peten  =  pettiniera  :  quel- 
l'arnese dove  si  tengono  i  pettini. 

pètenà,  v.  att.  =  pettinare  :  ravviare  e 
pulire  i  capelli  col  pettine. 

1)  Di  lino,  canapa,  lana,  raffinarla 
col  pettine. 

2)  Rimproverar  forte,  ed  anche  far- 
gli una  ripassata  e  critica  coi  fiocchi. 
'  3)  petenàss  =  graffiarsi,  percuotersi: 
venire  alle  mani. 

pètenàda,  s.  f.  =  pettinata  :  1'  atto  del 
pettinare  in  tutti  i  suoi  significati.         j 

1)  dàés  dna  pètentlda  =  darsi  una 
pettinata  :  percuotersi,  graffiarsi. 

pètenàdòra,  *  s.  f.  =  pettinatora  :  che  pet-  , 
tina  signore  per  mestiere. 

pèteuàdura,  s.  f.  =  pettinatura  :  accon-  . 
datura  del  capo. 

pètenee,  s.  m.  =  pettinalo,  pettinàgnolo  :  ; 
fabbricatore  e  venditore  di  pettini. 

pèteiiéra,  s.  f.  =  pettinatora.  Vedi  pè- 
tenàdòra. 


pet 


I>èteiiin,  s.  m.  =  pettiniao  :  dira,  di 
pettine,  Specialm.  quello  che  gli  uo- 
mini usano  per  lisciarsi  i  baffi. 

pètenina,  s.  f.  =  pettiuella,  pettinina  : 
pettine  fitto  clie  serve  a  levare  la  for- 
fora dal  capo. 

pètèra,  s.  f.  =  pappagorgia.  Vedi  pàpà- 
gorgia. 

peti,  V.  tr.  =  appetire,  desiderarle  :  aver 
voglia  di  una  cosa. 

petisión,  s.  f.  =  petizione  :  domanda 
nello  forme  legali. 

petitòs,  agg.  =  appetitoso  :  segnatam,  di 
cibo,  che  appetisce,  che  stuzzica  l'ap- 
petito. 

1)  Di  pors.  desideroso  :  chi  ha  gran 
voglia  di  una  cosa  e  la  ricerea. 

petitt,  s.  m.  =  appetito  :  voglia  che  viene 
da  istinto,  ma  solo  dell'  uomo.  Più 
propriam.  in  mil.  :  piccole  voglie,  spe- 
cialmente delle  donne  gravide. 

1)  scceudes  quàj  petitt  =  levarsi  qual- 
che gusto. 

pètola,  s.  f.  =  pesta,  imbarazzo,  impic- 
cio :  usato  quasi  sempre  al  plur. 

1)  ncsà  in  di  pèiol  =  essere  nelle  peste, 
esser  nel!'  orcio  :  di  chi  non  si  può  aiu- 
tare per  sottrarsi  a  un  pericolo,  a  un 
danno. 

2)  mètes  in  di  pUol  =  entrar  nella 
calca  e  farsi  pigiare  :  mettersi  a  im- 
presa che  non  ci  appartiene  e  dalla 
quale  si  risica  di  non  uscir  senza  danno 
0  disgusto. 

3)  tira  fccura  di  petol  =  cavar  d'in- 
trigo, d'impiccio. 

petoràl,  agg.  =  pettorale,  petto  :  di  me- 
dicamenti per  le  malattie  di  petto. 

1)  s.  rn.  pettorale  :  striscia  di  cuoio 
sul  petto  del  cavallo,  parte  del  fini- 
mento. 

pètt,  s.  m.  =  i)eto  :  il  rumore  che  fa 
l'aria  uscendo  dal  corpo  per  di  dieti'o; 
on  pètt  el  fa  rid  e  dna  slòfa  là  fa 
tàcù,  Ut  =  un  petto  fa  ridere  e  una 
loffia  è  cagione  di  brighe  :  lo  diciamo 
noi,  perchè,  la  loffia  uscendo  senza  ru- 
more, nessuno  vuol  confessare  d'averla 
fatta. 

1)  giàld  còme  on  pètt  =  fegatoso, 
giallo,  isterico  :  del  viso  di  ammalato. 

2)  tra  l'ultini  pètt  =  dare  i  tratti, 
tirar  l'aiuolo  :  morire,  volgare. 

3)  pètt  vestii  =  peto  vestito  :  cioè  col 
resto. 

pètt  e  péto,  s.  ni.  =  petto  :   parte   del 

38 


593  —  pev 

tronco  animale  che  contiene  i  polmoni 
e  il  cuore. 

1)  àtàcch,  tnaa  de  pètt  =  attacco, 
malattia  di  petto. 

2)  toeus'S  à  pètt  =  avere,  pigliarsi  a 
petto  una  cosa,  averla  a  cuore,  interes- 
sarsene. Usa  poco  ormai. 

8)  vos,  nota  de  pUt  =  voce,  nota  di 
petto  :  la  voce  che  nel  canto  esce  dal 
petto,  non  è  di  gola  né  di  testa  ;  e  la 
nota  intonata  con  voce  di  petto. 

4)  punta  de  pètt  =  spicchio  di  petto  : 
la  carne  del  petto  della  bestia  macel- 
lata. 

5)  jìètt  =  petti  :  le  duo  parti  davanti 
di  un  abito  o  del  panciotto  che  si  so- 
vra])pongono  e  si  abbottonano. 

petiilàusa,  s.  f.  =  petulanza  :  arroganza 
presuntuosa  :  baldanza. 

petiilàut,  agg.  =  petulante,  arrogante  : 
di  pers.  a  cui  manchi  la  modestia  e  il 
rispetto  dovuto  specialmente  ai  supe- 
riori ;  0  pigli  animo  a  offendere  e  so- 
verchiare altri  dal  sentirsi  più  forte. 

petulàntèll,  s.  m.  =  petulantello,  arro- 
gantello  :  dim.  di  petiilàut. 

pètiirìna,  s.  f.  =  pettino,  pettina  :  la 
parto  del  grembiale  che  sale  sul  petto. 

1)  Pettorina  :  pezzo  triangolare  del 
busto  che  sta  sul  petto  negli  intervalli 
delle  allacciature  lente. 

2)  Zanca  :  quella  parto  della  razza 
nelle  ruote  che  rimane  schiacciata  o 
appiattita. 

3)  pètikrina  de  mèrliiss  =  baccalà  : 
un  baccalà  come  lo  vendono  sparato, 
e  seccato. 

4)  pètiirìna,  T.  tipogr.  specie  di  gia- 
citura della  fine  di  un  titolo,  di  un 
capitolo,  0  sim.  la  quale  rassomiglia  a 
una  piramide  arrovesciata,  ed  è  for- 
mata da  linee  che  vanno  diminuendo 
ai  due  lati. 

péver,  s.  m.  =  pepo  :  frutto  coloniale  in 
piccoli  chicchi  e  s'usa  in  polvere  per 
condimento. 

1)  mètègh  minga  sii  ne  sai  ne  péver 
à  fa,  à  di  quèieòss  =  non  avere  un 
callo  a  fare,  a  dire  qualche  cosa  :  es- 
sere pronto  a  farla,  a  dirla  senza  ri- 
guardi, senza  difficoltà.  Anche  :  senza 
dire  né  ai  ne  bai,  non  far  né  ben  no 
male  ;  el  ghe  mett  sii  ne  sai  ne  pév§r 
la  à  àndh  in  America  =  punto  punto 
ci  pensa  lui  a  andare  in  America. 

2)  vèsà  on  grantn  de  péver  =  esser 


per 


-  594  - 


pia 


x;n  gran  di  pope,  essere  tutto  pope,  un 
pepino  :  di  chi  ha  molto  ingegno,  e 
molto  spirito. 

3)  l'è  piisee  'l  pérer  che  l'impeve- 
rMa.  Vedi  impeTeràda,  1). 

4)  gh'è  su  'l  péver  =  è  pepato,  sa 
di  rame,  è  caro  saettato  :  di  cosa  che 
vien  fatta  pagare  carissimo. 

pevera,  *  r.  att.  =  impepare  :  condire  con 
pepe. 

peveràscia,  s.  f.  =  mordigallina,  centon- 
chio  :  orba  bellica,  erba  che  fa  cantar 
le  galline;  fiorisce  quasi  tutto  l'anno 
noi  luoghi  coltivati  e  lungo  i  muri 
delle  strade  non  selciate. 

peverèla,  s.  f.  =  eaglio  bianco,  robbia 
salvatica  :  erba  che  trovasi  pei  campi 
e  per  le  siepi  e  le  radici  della  quale 
danno  una  tinta  rossa. 

pereriu,  s.  m.  =  pepaiuola:  arnese  pic- 
colo di  legno  o  d'altro  in  cui  si  tiene 
il  pepe  macinato  ;  e  anche  quella  specie 
di  macinino  col  quale  si  schiaccia  il 
pepe  li  per  lì  a  tavola. 

1)  Pepino  :  si  dice  di  persona  vivace, 
spiritosa  e  anche  maliziosa. 

peveróii,  s.  m.  =  peperone  :  pianta  er- 
bacea i  cui  frutti  e  le  bacche  si  man- 
giano acconci  sott' aceto. 

1)  Scherz.   di    naso    grosso  e  lungo. 

2)  roÉs  come  on  peveron  =  rosso 
come  un  peperone  :  di  chi  è  molto 
rosso  speci  alm.  per  troppo  bere. 

pevida,  5.  f.  =  pipita.  Tedi  piiida. 
p'ià,    r.    att.    bazzicare  :    percuotere    col 

becco. 

1)  Frizzare,    mordere  :  del  vino  che 

spuma,  e  in   generalo    anche    di    roba 

forte  come  senapa,  aceto,  peperoni  e  sim, 
pìàcévol,  *  agg.    =    piacevole  :   collose, 

trattabile,  affabile. 

1)  Di  chi  ha  umore  lieto,  solazze- 
vole:  in  compagnia  l'è  piàcevol  come 
=  in  compagnia  è  piacevole  assai. 

2)  Atto  a  piacere,  che  piace  :  n'hoo 
vist  pòcrh  de  èit  piàcevol  come  el  tò 
giàrdìn  =  ne  ho  visti  pochi  di  luoghi 
piacevoli  come  il  tuo  giardino. 

piada,  s.  f.  =  bezzicata,  frizzamento  : 
l'atto  e  l'effetto  del  pia. 

piaga,  s.  f.  =  piaga,  ferita  :  disgiungi- 
mento  nelle  parti  molli  del  corpo,  co- 
municante coir  esterno. 

1)  medegà  i  piàgh  =  medicare  le 
piaghe  :  curarle. 

2)  piaga  e  loitiga  incilrtibìl  =  piaga, 


piaga  incurabile,  seccafistole,  canchero  : 
di  persona  che  dà  noia,  molta  noia, 
e  che  è  incontentabile.  Anche  di  per- 
sona che  ò  sempre  in  un  mar  di  guai. 
3)  mètt  el  dia  mia  piaga  =  mettere 
il  dito  sulla  piaga:  additavo  il  vero 
male,  e  anche  :  toccar  sul  vivo. 

piàghèta,  s.  f.  =  piaghetta,  piaghina  : 
dim.  di  piaga. 

piala,  s.  f.  =  pialla:  strumento  del  le- 
gnaiolo  por  appianare  e  ripulire  i  le- 
gnami. 

piala,  V.  att.  =  piallare  :  pulire  e  lisciare 
i  legni  colla  pialla,  e  assolutamente 
lavorare  di  pialla. 

pian,  agg.  =  piano  :  che  ha  la  superficie 
liscia,  uguale  :  contrario  di  montuoso, 
rotondo,  ineguale,  erto. 

pian,  s.  m.  =  piano:  luogo  piano,  pia- 
nura. 

1)  *  pian  dèla  cà  =  i  piani  della 
casa  :  gli  ordini  di  stanze  le  une  so- 
vrapposte alle  altre:  el  prinim  pian 
éòta  ài  copp  =  r  ultimo  piano  ;  pian 
terèn  =  a  terreno. 

2)  in  pian  =  in  piano  :  orizzontal- 
mente. 

piali,  avv.  =  piano  :  senza  rumore  ;  pària 
pian  =  parlar  piano  :  a  bassa  voce. 
Anche  :  lentamente  :  andtl  pian  =  an- 
dar piano. 

1)  chi  va  pian,  va  san  e  va  de  lon- 
tàn  =  chi  va  piano,  va  sano  e  va  lon- 
tano. 

2)  pitin  pian  =  piano,  piano  :  adagio, 
adagio  :  a  poco,  a  poco. 

piana,  s.  f.  =  piallone  :  sorta  di  grossa 
pialla. 

1)  Presa  :  gli  spartimentì  del  terreno 
quadri  e  regolari,  per  diverse  culture: 
una  piana  l'è  mim  (t  formènt,  l'altra 
à  patate  =  una  presa  è  messa  a  frumento, 
l'altra  a  patate.  Anche:  campo. 

2)  Spianatoia  :  la  parte  inclinata  del 
banco  del  fornaciaio. 

3)  Perro  piano  :  uno  degli  arnesi  del 
tornito]'e. 

piana,  v.  att.  =  piallare.  A'edi  piala, 
piànàdòr,  s.  m.  =   pianatoio  :  specie  di 

cesello   che  gli    orefici    adoperano    per 

tirare  il  lavoro  in  piano. 
piànéda,  s.  f.  =    pianeta  :    vesto   che  il 

sacerdote  mette  sopra  il  camice  quando 

dice  la  messa. 
piànéla,  s.  f.   =    pianella:    un   mattone 


pia 

più  levigato  e  più  sottile    per  i  palchi 
0  pavimenti  delle  case. 

]>ijuiéta,  *  s.  m.  =  pianeta  :  corpo  celeste 
ch.0  gira  intorno  a  un  astro  maggiore.  ■ 
1)  Oroscopo  :  augurio  :  ciò    che  pre- 
dice l'avvenire. 

piàiielòna,  s.  f.  =  quadrone:  sorta  di 
mattone  che  servo  por  fare  la  corona 
circolare  verticale  dei  forni,  e  anche 
dei  pavimenti. 

}>iàiig';  »•  chtt.  =  piangere:  versar  lagri- 
me, por  un  doloro  fisico  o  morale. 

1)  me  piàng  el  coeur  =  mi  piange 
il  cuore:  ho  grande  doloro,  rincresci- 
mento. 

2)  ròbb  de  fa  pi^ng  i  sàss  =  cose 
da  far  piangere  le  pietre,  i  sassi  ;  cose 
sommamente  dolorose. 

3)  Versar  lagrime  por  altro  che  per 
dolore  ;  piàng  per  el  fiimm  =  piangere 
])er  il  fumo;  el  scgiiitàva  à  piàng, 
perchè  el  tàiàva,  i  scigoll  =  continuava 
a  piangere,  perchè  tagliava  le  cipolle  ; 
ho  pìàngiilii  déla  giòia  =  ho  pianto 
per  la  gioia. 

4)  chi  rid  in  venerdì  piàng  in  do- 
mhiiea  =  chi  ride  in  sabato  piange  la 
domenica. 

5)  Del  cane  :  uggiolare  :  poera  bestia! 
el  piàng  perchè  'l  traciivà  pil  'l  so 
pàdròn  =  povera  bestia  !  piange  perchè 
non  trova  più  il  suo  padrone. 

6)  Dei  tizzoni  verdi  :   cigolare. 

7)  (jomere  :  della  botte  quando  stilla 
dalle  commessure  leggermente  il  vino. 

8)  s.  m.  =  il  pianto:  Vera  on  piàng 
soli  =  era  un  pianto  solo. 

piàngrènt  e  piàiigriorént,  a^^r.  piangente, 
])iangoloso. 

piàngistéri,  s.  m.  =  piagnisteo  :  il  con- 
tinuo piangere,  specie  delle  donne  o 
bambini. 

piàugìuda,  s.  f.  =  pianto  ;  dàgh  dna 
bela  piàngiUda  =  rompere  in  pianto 
dirotto. 

piànìu;  avv.  =  pianino,  adagino  :  negli 
stessi  significati  di  pian  al  quale  spesso 
si  unisce  :  pian  piànìn  =  piano  pia- 
nino. 

1)  Pialletto  :  nome  generico  di  pic- 
colo piallo  di  varie  forme. 

pianista,  *  s.  m.  e  f.  =  pianista:  suo- 
natore 0  suonatrice  di  pianoforte. 

piano,  s.  m.  =  piano,  disegno,  pensa- 
mento, progetto. 

1)    Piano,    pianoforte:    stniniento  a 


—  595  —  pia 

corde  che  si  suona  coi   tasti  ;  piano  à 
coda,  uerticdl,    à   tàol   =    pianoforte  a 
coda,  verticale,  a  tavolino. 
l)iànta,  s.  f.   =    pianta:    nome    di    ogni 
sorta  d'alberi  e  di  vegetali. 

1)  piànta  de  fa  àss  =  pianta  sega- 
ticcia  :  piànta  de  àomee  =  pianta  da 
travi. 

2)  piànta  che  vén  sii  de  per  lee  = 
pianta  spontanea. 

3)  là  piànta  del  pè  =  la  pianta  del 
piede  :  soltanto  dell'uomo  :  il  disotto, 
la  parte  che  posa  sulla  terra. 

4)  piànta  =  pianta:  il  disegno  che 
sì  fa  sopra  la  carta  d'un  edifizio,  di 
una  città,  d'un  terreno. 

5)  fa  de  piànta  =  faro  di  pianta,  di 
sana  pianta:  dai  fondamenti,  per  intero. 

6)  inventa  de  jnànta  =  inventar  di 
sana  pianta:  narrare  cose  interamente 
false. 

7)  Pianta,  ruolo,  elenco  :  vòss  no- 
minaa  in  piànta  stàbil  =  essere  no- 
minato in  pianta  stabile  :  di  un  impie- 
gato che  è  nominato  stabilmente  al 
suo  ufficio. 

piànta,  V.  att.  =  piantare.  Vedi  pientà, 

picàntàgriòn,  *  s.  f.  =  piantagione,  albera- 
tura :  gli  alberi  che  sono  sopra  un 
terreno;  Ve  bela  là piàntàgión  de  quèll 
fóndo  =  bella  è  l'albei-atura  di  quel 
fondo. 

l)iàntàscia,  s.  f.  =  piantaccia,  alberone  : 
pegg.  di  pianta,  albero. 

piàntela,  s.  f.  =  pianticella,  pianticina, 
arboscello;  dimin.  di  pianta,  di  albero: 
pianta  legnosa,  bassa,  con  tronco  fles- 
sibile. 

1)  Alboretto:  piccolo  albero:  veshi 
àia  cà  gh'è  ona  bela  piàntela  depòmtn 
accanto  alia  casa  c'è  un  bell'alboretto 
di  pomi. 

piàntòn,  s.  m.  =  piantone:  soldato  messo 
fisso  in  un  luogo  senza  fucile,  a  fare 
la  guardia. 

piantona,  s.  f.  =  alberone:  accrescit. 
di  albero. 

piantona,  v.  tr.  =  vigilare  :  esercitare 
l'osservazione,  non  perdere  di  vista  una 
casa. 

pianura,  s.  f.  =  pianura:  piano  esteso 
di  terreno  ;  là  pianura  del  Pò  =  la 
pianura  del  Pò;  Ve  on  paés  iti  pia- 
nura =  è  un  paese  in  pianura, 

piàntìsa,  s.  f.  =  itialletta:  altra  sorta  di 
piccola  pialla  per  lavori  gentili. 


pia 


-  596  - 


pia 


piàsa,  s.  f.  =  piazza  :  luogo  pubblico, 
spaziato,  libero  da  case  ;  là  piàsa  del 
Dòmni,  là  piàsa  Montana  e  sini.  =  la 
piazza  del  Duomo,  la  piazza  Mentana 
e  sim. 

1)  piàsa  d'armi  =  piazza  d'arme  o 
d'armi;  luogo  spazioso  e  pianeggiante, 
per  lo  più  fuori  dalla  città,  dove  i  sol- 
dati si  esercitano  nelle  armi. 

2)  el  par  dna  piàm  =  pare  un'aia: 
di  letto  di  cui  si  voglia  dire  che  è 
molto  grande. 

3)  In  signific.  mercantile  :  piàsa  = 
piazza  :  vuol  dire  il  luogo,  la  città  dove 
si  fanno  gli  aifari, 

4)  Impiego,  posto  :  Véra  dna  bòna 
piàsa  e  l'ha  minga  éàvilil  stagli  =  era 
un  buon  posto  e  non  ha  saputo  starci. 

5)  bèli  in  fàsa  briitt  in  piàsa  e  vi- 
ceversa =  bello  in  fasce  e  brutto  in 
piazza  e  vicev.  Vedi  fàsa,  3). 

6)  piàsa  =  calvizie,  testa  calva,  pe- 
lata. 

7)  àìidà  in  piàsa  =  incalvire  :  di- 
venir calvo  ;  vòss  in  ^nàsa  =  essere 
calvo. 

piàsàda  s,  f.  =  piazzata,  piazzaiolata  ; 
chiassata,  cosa,  azione,  atto  da  uomo 
di  piazza. 

piàsàl  s.  ni.  =  piazzale;  spazio  grande 
a  uso  jjiazza  non  selciato  e  non  sempre 
regolare. 

piàsè  s.  m.  =  piacere  ;  giocondità  d'animo, 
diletto,  godimento  :  el  sàvè  che  te  me 
voeuret  ben  l'è  dna  roba  che  me  fa  on 
gran  piàsé  =  il  sapere  che  mi  vuoi  bene 
è  cosa  che  mi  fa  gran  piacere. 

1  )  Volontà,  desiderio  vivo  :  per  fàmm 
piàsè  V  andarla  in  del  fceugh  =  per 
farmi  piacere  andrebbe  nel  fuoco. 

2)  Servizio,  favore;  el  m'ha  cercaa 
on  piàsè  =  mi  ha  chiesto  un  favore  ; 
el  me  fa,  prdpi  on  piàsè  =  mi  fa  una 
vera  grazia. 

3)  vèg'h  piàsè  =  aver  piacere,  godere  ; 
sentir  piacere. 

4)  à  piàsè  =  a  piacerò,  secondo  il 
piacere,  a  volontà. 

piàsè  V.  att.  =  piacere,  aggradire,  aggu- 
stare  ;  dar  gusto  :  el  sorbètt  el  me  piàs 
=  il  sorbetto  mi  piace,  m'aggusta:  me 
piàs  minga  àndà  foeura  de  eà  àia  sìra 
=  non  mi  piace  uscir  di  casa  alla  sera. 
1)  Garbare;  piacere  per  la  figura, 
l'impressione:  l'è  un  ònim  che  me  piàs 


prdpi  nò  =  è  un  uomo  che  proprio  non 
mi  garba. 

2)  piàsèéé  =  piacersi  :  reciproco  :  tro- 
varsi a  vicenda  d'aggradimento.  Spe- 
cialm.  di  due  che  si  vogliono  bene  e 
si  sposano. 

3)  come  me,  te,  ghe  par  e  piàs  =' 
come  mi,  ti,  gli  pare  e  piace;  secondo 
la  mia,  tua,  sua  volontà. 

4)  là,  el  me  finiss  nò  de  piàsè  =  non 
mi  finisce  di  piacere  ;  non  mi  piace  in 
tutto,  mi  lascia  qualche  cosa  a  desi- 
derare. 

piastra  s.  f.  =  piastra;  metallo  ridotto 
in  lastra. 

piàstréla  s.  f,  =  piastrella;  quelle  pietre 
piatte  che  usano  i  ragazzi  per  giocare 
e  specialm.  per  farlo  saltare  sull'acqua. 
1)  Ambrogetta;  lastricina  di  marmo 
0  di  qualunque  altra  composizione  di 
varia  figura  e  colore,  da  far  pavimenti. 

piàstiii  part.  =  piaciuto  ;  part.  pass,  di 
piàsè  =  piacere. 

piàtàfòrma  *  s.  f.  =  piattaforma  ;  quel 
tondo  nelle  stazioni  di  strade  ferrate  su 
cui  si  girano  le  locomotive  per  mutarle 
di  binario. 

piatarìa  s.  f.  =  piatteria  ;  tutt'insieme  i 
piatti  per  uso  della  casa;  servito  di 
piatti. 

piàtee,  s.  m.  =  piattaie,  stovigliaio;  chi 
vende  piatti  scodello,  stoviglie  :  chi 
vende  soltanto  vasi  di  terra  cotta  dicosi 
cocciaio. 

piateli,  s.  m.  =  piattello;  dim.  di  piatto, 
specialm.  quelli  per  stemperarvi  i  co- 
lori a  guazzo. 

piàtèra,  s.  f.  =  piattaia,  stovigliaia;  la 
moglie  del  piattaie,  o  anche  la  donna 
che  tiene  negozio  di  piatteria. 

1)  Piattaia,  scanceria  ;  specie  di  scan- 
sia a  palchetti  su  cui  si  tengono  per 
coltello  in  bella  mostra  piatti  e  stoviglie. 
Anche  la  rastrelliera  dove  si  pongono 
i  piatti.  j 

piàtin,  s.  m.  =  piattino  ;  piccolo  piatto^ 
e  specialm.  quello  su  cui  si  posa  1^ 
tazza  prendendo  il  caffè. 

piatola,  s.  f.  =  piattola;  insetto  che  sta. 
sulla  persona  e  si  annida  fra  i  peli, 

1)  Di  pers.  noiosa,  incontentabile  di* 
ciamo  :  fé  dna  piatola  =  è  un  pialtone, 
una  piaga;  è  un  canchero. 

piatoli,  s.  m.  =  piattone  ;  piatto  grosso 
pesante. 


pia 


-  597  - 


pie 


1)  Anche  piatto  abbondante,  nel  quale 
vi  sia  molta  roba. 
piàtonà,*  V.  att.  =  piattonare;  dare  colla 
.     sciabola  dei  colpi  di  piatto. 
>  piàtonàda,  s.  f.  =  piattonata;  colpo  dato 
di  piatto  con  la  sciabola. 
piàtt;  s.  m.  =  piatto  ;  vaso  dove  si  man- 
giano le  pietanze. 

1)  piàtt  de  2)ortMa  =  vassoio;  piatto 
più  grande  degli  altri  e  più  fondo  in 
cui  si  portano  in  tavola  le  vivande  e, 
se  non  è  già  fatto,  vi  si  scalcano. 

2)  Il  contenuto  :  hèmm  màngiaa  on 
piàtt  die  Vera  dna  bontaa  =  abbiam 
mangiato  un  piatto  che  ora  una  bontà  ; 
me  fàroo  insegna  dèla  coeuga  à  fa  on 
piàtt  noeuv  =  mi  farò  insegnar  dalla 
cuoca  a  fare  un  piatto  nuovo. 

3)  i  piàtt  =  i  piatti,  lo  stoviglie:  ter- 
mine generico  di  tutti  i  vasi  di  terra 
cotta  da  cucina. 

4)  làvti  i  piàtt  =  rigovernare  i  piatti, 
le  stoviglie;  lavarli  nell'acqua  ben  calda, 
dall'unto  delle  pietanze. 

6)  el  stràse  di  piàtt  =  il  ceneracciolo; 
pezzo  di  tela  appallottolata  con  cui  si 
strofinano  i  piatti  per  rigovernarli. 

6)  àsa  di  j-jiàtt,  de  colà  i  piàtt  = 
piattaia,  rastrelliera;  asse  inclinata  su 
cui  si  posano  i  piatti  per"  coltello  a 
sgrondo,  affinché  sgocciolino  bene  dopo 
essere  risciacquati. 

7)  on  piàtt  =  un'  acca,  niente  ;  M- 
vènn,  vèghen  on  piàtt  =  saperne,  averne 
niente,  un'acca. 

8)  on  piàtt  de  bona  céra  =  un  piatto 
di  buon  cuore:  buona  accoglienza. 

9)  i  piàtt  déla  bàlànsa  =  i  piatti  della 
bilancia:  quei  dischi  un  po'  concavi  sui 
quali  si  mette  da  una  parto  la  merce, 
dall'altra  i  pesi. 

10)  i  piàtt  =  i  piatti.  T.  music,  quei 
duo  dischi  di  metallo  che  si  fanno  suo- 
nare picchiandoli  o  strisciandoli  l'uno 
contro  l'altro. 

11)  piàtt  de  mèès  =  cozzone,  arruf- 
famatasse, ]nezzano  di  matrimoni,  e 
mezzano  in  generale. 

piàtt,  agg.  =  piatto:  schiacciato  e  quasi 
piano;  gh'è  cèrti  càn  che  g'han  el  nàs 
piàtt  =  ci  son  certi  cani  che  hanno  il 
naso  piatto. 

pica,  s.  f.  =  picca  :  gara  puntigliosa  ;  fa 
dna  ròba  per  pica  =  far  qualche  cosa 
per  picca,  per  dispetto, 

pica,  r.   att.    =    picchiare  :    battere    alla 


poi'ta  0  su  corpi  duri;  pica,  che  te  dervi- 
rdn  =  picchia  e  t'apriranno. 

1)  chi  l'è  che  pica?  -  el  Tòni  mica 
-  ehi  l'è  che  sona?  -  là  padrona  -  chi 
l'è  che  bàia?  -  là  càràla.  È  un  gio- 
chetto infantile  che  diciamo  per.  tenerci 
quieti  i  ragazzi  d'  intorno,  ma  che  in 
Toscana  non  c'è,  e  non  è  traducibile, 
so  non  letteralmente,  e  senza  sapore. 
Così  ò  quest'altro;  m'àn  mòrta,  pica  là 
pòrta  pica  Vilss,  mànmiisé,  mdnmìlsé. 

2)  Dare,  urtare,  dar  di  cozzo;  Vhà 
picaa  el  geìimiicc  in  del  spìgol  =  ha 
picchiato  il  ginocchio  nello  spigolo. 

3)  Percuotere,  dar  busse;  el  g'hà  là 
bruta  àbitudin  de  pica  i  fla"u  =  ha  la 
brutta  abitudine  di  picchiare  i  ragazzi. 

4)  ;>«Va  7  so  =  battere  il  sole:  esserci 
spesso. 

5)  pdcà  'l  nds  in  quèicòss  =  battere 
il  naso  in  qualche  cosa:  trovarsela  da- 
vanti e  quasi  urtarci  contro. 

6)  pica  'l  eoo  in  di  milr  =  battere 
il  capo  nel  muro;  fig.,  darsi  alla  dispe- 
razione. 

7)  Martellare:  di  forti  pulsazioni  ac- 
compagnate da  dolori  in  qualche  parte 
del  corpo. 

8)  pica  i  cecc  in  fàcia  =  piantare  gli 
occhi  in  viso:  fissare  uno  con  insistenza. 

picaa,  agg.  =  offeso,  impermalito,  im- 
bizzito; rè  picaa  minga  de  pòcch  per 
i  par  òli  che  te  gliee  ditt  =  è  offeso 
non  poco  per  le  parole  che  gli  hai  dette. 

picàcuàna,  s.  f.  =  ipecacuana.  Tedi  pè- 
càcuàua. 

picàdii,  s,  f.  =   picchiata:    l'atto  e  l'ef- 
fetto del  picchiare:  specialm.  di  botte. 
1)  frittìra  picMa  =  piccata  di  vitello, 
frittura  i^iccata. 

picànèll,  s.  m.  =  picciuolo,  gambo  :  la 
parte  delle  cose  che  serve  a  tenerle,  a 
infilarlo. 

picànt,  agg.  =  piccante:  che  picca,  pun- 
gente, frizzante;  hin  paròll  on  poo  pi' 
cànt  =  son  jìarole  un  ])o'  piccanti. 

1)  Del  vino,  che  frizza,  che  morde 
il  palato. 

picàpréj,  s.  m.  =  scalpellino:  chi  lavora 
la  pietra  collo  scalpello. 

1)  Lastricatore:  chi  lastrica  le  strade: 
od  anche  sqiiadratore;  quello  scalpellino 
che  lavora  le  pietre  di  sqiiadro. 

picàss,  v.  rifl.  =  piantarsi:  mettersi  fisso 
in  un  luogo  ;   el  se  pica  in  siili' Usa  e 


pie 

àe  pò  pii   desfesciàll  =  si  pianta   sul- 
l'uscio e  non  si  può  liberarsene. 

1)  picàss  de...  =  pretendere  di...  pre- 
tenderla a...  el  se  pica  de  vèss  on  le- 
tcràto  =  la  pretende  a  letterato. 

picàrdìa,  s.  f.  =  contadinume:  molti  con- 
tadini insieme. 

picch,  s.  m.  =  fitta,  martellata  :  pulsa- 
zione dolorosa,  doloro  acuto  e  inter- 
mittente. 

1)  Contadino,  villico,  rustico.  Anche 
di  chi  non  conosce  le  regole  dell'eti- 
chetta e  si  comporta  un  po' zoticamente, 
contadinescamente. 

2)  Picche:  uno  dei  semi  delle  caiic. 

3)  nega  sii  ràss  de  piceli  =  negare 
il  paiuolo  in  capo.  Vedi  eros,  1),  ne- 

4)  éilcc  còme  l'àss  de  picch  =  guitto, 
meschino,  pitocco:  senza  un  quattrino. 

5)  inàgher  còme  Vàés  de  jnech,  o 
uiàgher  in  piceli  =  magro  allampanato, 
magro  strinato.  Vedi  iiiàgrlier,  3).  An- 
che: secco  come  una  gratella. 

(j)  el  va  già  à  piceli  =  scende  a 
picco  ;  verticalmente ,  perpendicolar- 
mente. 

7)  Piccone:  stramento  di  ferro  che 
serve  a  rompere  sassi. 

picètt,  s.  m.  =  pettirosso,  pettiere:  spe- 
cie d'ucc.  e  in  generale  qualunque  uc- 
cello piccolo  dal  becco  gentile. 

piche,  s.  m.  =  coltroncino  d'InghilteiTa: 
specie  di  stoffa  di  cotone.  Dal  frane. 
piqué. 

pìchetà,  v.  att.  =  picchettare:  punteg- 
giare fitto,  smerlando  o  tagliuzzando 
strisce  di  seta,  di  crespo  o  altro  per 
guarnizione. 

piehètt,  s.  m.  =  picchetto:  piccolo  nu- 
mero di  soldati  staccati  a  corpo  speciale 
e  propriamente  quello  di  guardia,  d'i- 
spezione. 

1)  Legnetto  che  gli  ingegneri  mettono 
a  distanze  lungo  le  strade  che  trac- 
ciano. 

2)  Giuoco  di  data  con  32  carte. 
picià,  V.  att.  =  snocciolare:  dare,  contar 

danaro  disinvoltamente;  elg^hàpiciaa 
lì  in  d'on  moment  dès  bilictt  de  mila 
còme  nagòtt  =  gli  snocciolò  lì  in  un 
momento  dieci  biglietti  da  mille  come 
niente. 
picio  pàcio,  s.  m.  =  piaccichiccio  :  si 
dice  di  fango  o  poltricchio  delle  sti*ade 
molto  battute  in  tempo  di  pioggia. 


598  —  pid 

piciura,  picìiirà,  modi  volgari  e  quasi 
interamente    disusati  per  pitura,    pi- 

-    tiirà.  Vedi. 

pìcol,  agg.  =  piccolo:  di  poca  quantità, 
entità,  corpo  :  contrario  di  grand,  = 
grande,  e  di  gròss,  grosso. 

1)  Di  età;  vèss  pìcol  =  esser  piccolo,,, 
aver  pochi  anni,    esser  ragazzo. 

2)  pìcol,  s.  m.  =  garzoncello,  fatto- 
rino: ragazzo  che  in  bottega  rendo  pic- 
coli servigi,  ed  eseguisce  alcuno  fac- 
cenduole  in  aiuto  del  padrone  e  dei 
garzoni. 

3)  òtui  pìcola  =  una  porzione  ;  quel 
tanto  di  pietanza  che  portano  per  una 
persona  alla  trattoria. 

4)  in  pìcol  =  in  piccolo  :  in  piccole 
proporzioni. 

5)  in  del  me,  in  del  so  pìcol  =  nella 
mia,  sua  coudizione  non  larga:  facendo 
un  paragone  con  chi  sta  meglio  di  noi. 

pieolaa,  agg.  =  picchiettato  :  punteggiato 
di  vario  colore. 

pieolàss,  V.  rifl.  =  imporrai*e,  imporrire: 
del  guastarsi  i  pannilini  e  altre  cose 
per  l'umido. 

picolésa,  s.  f.  =  piccolezza:  cosa  piccola, 
meschina. 

1)  Frivolezza:  cosa  frivola,  di  poco, 
nessun  conto. 

picoll,  s.  m.  =  picciuolo:  gambo  di  frutta, 
foglie,  fiori  0  sim. 

1)  cìnqu  e  cìnqit  dés.  ti  el  picoll  e 
mi  i  scires  Vedi  dès,  3). 

pieòn,  *  s.  m.  =  piccone:  specie  di  zappa 
a  due  punte  coniche  che  serve  per  sfon- 
dare il  terreno,  scalzar  macigni  e  sim. 

picosà,  V.  att.  =  picchiettare:  picchiare 
spesso  con  un  corpo  duro  checchessia, 
lasciandoci  delle  tracce;  hoo  faa  picosà 
i  colami  déla  cort  =  ho  fatto  picchiet- 
tare lo  colonne  della  corte. 

picòss,  s.  m.  =  picchio  rosso:  uccello 
rampicante. 

1)  Piccozza:  maiiello  tagliente  da  una 
parte. 

pìdria,  s.  f.  =  pevera:  imbottavino,  im- 
bottatoio: arnese  di  legno  a  mo'  di  na- 
vicella con  foro  e  tubo  in  fondo,  per 
imbottare  il  vino. 

1)  seca  là  pìdria  =  romper  le  sca- 
tole: infastidire. 

pidrioeu,  s.  m.  =  imbuto.  Vedi  pedrioen. 

pidi'ìòtt,  s.  m.  =  imbottatoio:  grosso  im- 
buto di  latta  per  imbottar  vino. 
1)  Cappellina;  specie  di  imbuto  che 


ine 


599  — 


pie 


ponesi  da  capo  ai  doccioni  per  raccorre 
lo  acque  dei  tetti. 

piedàtéi'j  s.  vi.  =  spogliatoio,  posapiede: 
dal  frane,  pied-à-terre:  quartiere  o  an- 
che lina  sola  camera  che  si  ha  in  città 
0  alla  campagna,  non  propriamente  ad 
uso  di  continuamente  abitarvi,  ma  per 
aver  dove  fare  qualche  breve  fermata, 
ripararvisi,  ricomporsi,  mutar  qualche 
parte  del  vestimento,  ecc. 

pièga,  s.  f.  =  piega  :  la  parto  di  una 
stoffa  che  si  ripiega  sopra  sé  stessa,  e 
il  segno  che  ci  rimano. 

1)  Segno  che  rimane  piegando  caria 
e  sim. 

2)  Fig.  il  modo  come  vanno  le  cose; 
me  par  clie  i  esàmni  ciàpen  òna  bruta 
pièga  =  mi  pare  che  gli  esami  pren- 
dano una  brutta  piega. 

3)  Garbo,  grazia;  ei  ghe  va  àdree  eont 
dna  piega  ài  so  papà  che  'l  glie  fa  fa 
tiitt  quèll  che  'l  voeùr  =  sta  dietro  al 
suo  babbo  con  un  garbo  tale  che  gli  fa 
faio  tutto  quello  che  vuole. 

l)iegà,  V.  alt.  =  piegare:  fare  una  o  più 
pieghe  a  ])anni,  drappi,  carta  e  sim. 

1)  piegò,  òna  lètera  =  piegare  una 
lettera,  chiuderla. 

2)  Di  panni,  fogli,  ecc.,  ripiegarli  per 
dar  loro  la  forma  occorrente;  piega  là 
tomàia  =  piegar  la  tovaglia  ;  piega  in 
quàter  el  lenéoeii  =  piegar  in  quattro  il 
lenzuolo. 

3)  piegàss,  rifl.  =  piegarsi,  curvarsi, 
torcersi  ;  Vasài  el  se  piega  minga  = 
l'acciaio  non  si  piega;  l'ala  del  eapèll 
la  é'è  piegàda  indree  de  per  lee  =  la 
tesa  del  cappello  si  piegò  all'  indietro 
da  sé;  diventàtul  véce,  pòer  òmm,  el 
ée  pièga  che  '/  par  on  e  =  diventando 
vecchio,  pover'uomo,  si  piega  che  i^are 
un  e. 

pìegaa,  agg.  =  piegato,  curvo. 

1)  àndà  tiitt  picgaa  =  andar  grondon, 
grondone:  con  andatura  curva  o  lenta- 
mente. 

piegàdura,  s.  f.  =  piegatura,  addoppia- 
tura:  il  piegare  e  il  punto  e  modo  in 
cui  si  piega,  si  raddoppia  ;  là  seda  là 
àe  slìsa  in  di  piegàdùr  =  la  seta  si  lo- 
gora nelle  addoppiature. 

piègrli,  s.  m.  =  piego  :  involto  ben  pie- 
gato, specialmente  di  fogli  da  trasmet- 
tere. 

pìeghetà,*  v.  att.  =  pieghettare,  appie- 
ghettare,  piegolinare  :    dei  petti   di  ca- 


mice, delle  gale,  ecc.,  dicono  le  stira- 
tore delle  piogoline  che  vi  fanno  dopo 
averli  insaldati  e  che  fermano  col  pas- 
sarci sopra  il  ferro  caldo. 

1)  Piegheggiare.  Anche  piegare  a 
macchina. 

pieghèvol,  *  agg.  =  pieghevole  :  che  si 
piega  facilmente.  Di  cosa,  e  di  persona 
che  si  lascia  persuadere,  che  cede  fa- 
cile all'altrui  consiglio,  preghiera,  ecc. 

pièn,  agg.  =  pieno:  che  contiene  quanto 
può;  botèlia,  bott,  braca  pièna  =  botti- 
glia, botte,  brocca  piena;  fìter,  càsètt, 
peston  pièn  =  litro ,  cassetto,  fiasco 
pieno. 

1)  bóca  pièna  =  bocca  piena  :  dove 
c'è  ancora  cibo  da  masticare,  e  che  fa 
i  bocconi  troppo  grossi. 

2)  Completo  :  che  contiene  quanto 
persone  può  ;  el  tràmm,  l'omnibus,  el 
vàgòn  l'è  pièn  =  il  tram  vai,  l'omnibus, 
il  carrozzone  è  completo. 

3)  Di  gran  quantità;  là  sàia  Ve  pièna 
de  belee  =  la  sala  è  piena  di  ninnoli; 
el  giàrdtn  Vera  pièn  de  ficeti  =  il  giar- 
dino era  pieno  di  ragazzi;  el  m'iui  seritt 
dna  lètera  pièna  de  gentilèsà  =  mi  scrisse 
una  lettera  piena  di  cortesia. 

4)  Sazio  ;  pièn  de  fàsmu,  de  pààta 
comodàda  =  pieno  di  fagioli,  di  pasta 
asciutta  col  burro  ;  vèss  pièn  come 
òn' ola  =  essere  pieno  come  un'otre. 

5)  à  jiànscia  pièna  =  a  pancia  piena, 
dopo  aver  bene  mangiato  e  ben  be- 
vuto. 

6)  pièn  éèpp  e  pièn  pienlse  =  pieno 
zeppo,  pieno  pinzo;  pièn  ras  =  pieno 
raso;  pièn  cornar  =  pieno  colmo,  pieno 
a  cupola. 

7)  pièn  de  voiàmtn  =  affatto  voto. 
pièn,  s.  tn.   =  ripieno  :    quanto    sei've  a 

riempire;  el  pièn  di  polpètt  =  il  ripieno 
delle  polpette;  el  pièn  del  pàétiss  =  il 
ripieno  del  pasticcio. 

1)  Scandalo,  putiferio  ;  se  vègnen  à 
savè  che  Ve  àndaa  in  America  éiiced 
on  pièn  =  se  vengono  a  sapere  che  è 
andato  in  America  accade  un  putiferio; 
là  prima  dona  Vhà  minga  vorilii  canta 
e  àia  èira  in  tcàtcr  è  sileèss  an  pièn 
de  no  di  =  la  prima  donna  non  vello 
cantare  e  alla  sera  in  teatro  è  accaduto 
uno  scandalo  da  non  si  dire. 
pièna,  s.  f.  =  piena  :  aumento  d'acqua 
ne'  fiumi  o  sim.  solitamente  cagionata 
da  piogge  o  nevi  disciolte. 


l)ie  —  600 

1)  Folla;  l'altra  séra  in  teàter  gh'éra 
dna  pièno,  che  se  sofogàva  =  l'altra 
sera  in  teatro  c'era  tale  piena  che  si 
soffocava. 

pìeuàsc,  agcf.  =  pienotto  :  di  ragazzo  e 
di  uomo  piuttosto  pieno  :  robusto  e 
grasso. 

l)ìenésa,  s.  f.  =  pienezza:  astr.  di  pieno: 
pienesa  de  sàngit  =  pienezza  di  sangue; 
di  chi  ha  il  sangue  troppo  ricco  di  glo- 
buli rossi  e  che  affluisco  troppo  al  cer- 
vello 0  al  cuore. 

piouòtt,  (tgg.  =  pienotto.  Vedi  pienàsc. 

pièiit,  agg.  =  frizzante,  mordente:  di  cibo 
0  bevanda  che  frizza,  morde,  come  pe- 
peroni, senape,  vino,  aceto  e  sim. 

pieutà,  V.  att.  =  piantare  :  mettere  una 
pianta  sotto  terra  perchè  alligni. 

1)  Per  simil.  collocare,  ficcare;  pientà 
i  pài  in  tèra  =  ficcare  i  pali  in  terra. 

2)  Abbandonare:  l'è  àndà  in  Amtrà- 
lia  e  Vhà  picntaa  chi  pàder  e  nitider 
in  miseria  =  andò  in  Australia  e  ab- 
bandonò qui  il  padre  e  la  madre  in 
miseria. 

3)  Lasciare  in  asso:  lasciare  uno  solo 
sili  piii  bello  e  quando  non  se  l'aspetta; 
ci  m'ha  pientaa  lì  sénsa  di  ne  biff  ne 
hàff  =  mi  piantò  lì  senza  dirmi  né  ahi 
nò  bai. 

4)  pientà  li  mcch  e  fiisèla  =  pian- 
tar baracca  e  burattini:  andarsene  senza 
far  discorsi  e  senza   troppi  riguardi. 

5)  pientàla  -  rimanere,  finirla,  smet- 
terla; no  le  piénta  mai  nànea  on  mo- 
ment de  tormenta  'l  prdsim  =  non  ri- 
mane mai  neanche  un  momento  di  in- 
fastidire il  prossimo. 

6)  piéntelaf  e  jntintela  =  abbozza! 
tira  a  monte  !  smettila  !  finiscila  ! 

7)  pientàss  =  annidarsi;  stabilirsi  in 
un  luogo,  specialm.  in  casa  d'  altri. 

8)  pientàss  =  ingambarsi,  far  fortuna, 
arricchirsi. 

pieutaa,  agg.  =  piantato;  part.  pass,  di 
pientà  =  piantare. 

1)  ben  pientaa  =  tarchiato,  ben  com- 
plesso, tarcagnotto. 

pìentàgriòn,  s.  f.  =  piantagione.  Vedi 
pìàntàgrión. 

pientèna,  s.  f.  =  listello,  regolo.  T.  ar- 
chit.  :  modinatura  piana  e  quadrata  ac- 
compagnatoria 0  di  divisione. 

1)  Staggio:  bastone  che  regge  i  pinoli 
nelle  scale  a  mano. 


pìf 


pientenaa^  agg.  =  li  stellato:  che  ha  i  li- 
stelli. 

pieutòn,  s.  m.  =  piantone;  ramo  d" al- 
bero che  si  trapianta  per  riproduzione. 

1)  Broncone  :  gi-osso  ramo  non  ri- 
mondo, con  cui  sostengonsi  le  viti  nel 
mezzo  dei  campi. 

2)  Perno:  ordigno  d'acciaio  appuntato 
ad  uso  di  fermar  qualche  pezzo. 

3)  Palmone;  pertica  grande  di  ramo 
d'albero  verde  che  ha  da  capo  tre  o 
quattro  verghe  un  po'  elevate  su  cui 
s'affiggono  dei  paniuzzi  per  prendere 
gli  uccelli. 

4)  dàgh  on  pienton  =  piantare,  dar 
la  gambata  :  abbandonare,  lasciare  in 
asso. 

pientonà,  v.  att.  =  fare  i  piantoni,  tra- 
piantare: educar  rimessiticci. 

pierò,  s.  m.  =  pierotto:  maschera  in  co- 
stume bianco  col  viso  infarinato.  Dal 
frane,  pierrot. 

piesà,  V.  att.  =  spalettare,  dal-  forma  colla 
paletta  alle  tese  di  un  cappello. 

pièss,  s.  m.  =  paletta:  di  rame,  di  legno 
0  d'ottone  che  usano  i  cappellai. 

pìetaa^  s.  f.  =  pietà;  nobile  disposiziono 
d'animo  a  benevolenza  e  misericordia; 
fa  pietaa  =  far  pietà  ;  tibia  pietaa  de 
mi!  =  abbi  pietà  di  me  ! 

pìetòs,  agg.  =  pietoso  :  che  ha,  sente 
pietà;  ed  anche:  che  muove  a  compas- 
sione. 

1)  là  gMa  pietosa  là  fa  i  gàtitt 
òrb  =  la  madre  pietosa  fa  la  figliuola 
tignosa:  in  certi  casi  la  pietà  è  malin- 
tesa e  nuoce. 

piètra,*  s.  f.  =  pietra:  ogni  sostanza  mi- 
nerale che  non  è  sale,  metallo,  o  com- 
bustibile, e  più  specialm.  quelle  delle 
rocce. 

1)  Gemma:  gioiello  come  rubino,  dia- 
mante, zaffiro  e  sim.  o  pezzi  di  vetro 
che  vi  assomigliano. 

2)  mal  dèla  piètra  =  mal  della  pie- 
tra: i  calcoli  della  vescica.  Dicesi  an- 
che; vègh  el  mal  déla  piètra  =  avere 
il  male  del  calcinaccio  :  di  chi  ha  la 
smania  di  fabbricare. 

pietriBcà,*«7.  a^^.  =  pietrificare:  far  di 

venir  pietra. 
pifània,  s.  f.  =  epifania.  Vedi  epifania, 
pìfer,  s.  m.  =  piffero,  e  pifero  :  piccolo 

flauto  di  suono  acuto. 

1)  Anche:  pifferaro  ;  suonatore  di  pif- 


ing 


601  —  pil 


fero.  E  sempre  ia  senso  dispregiativo 
l)Ov  indicare  un  uomo  babbeo,  citrullo. 

pig'ài'oetì,  s.  f.  =  rete:  mandasi  in  acqua 
con  sugheri  o  sassi. 

pìg'àsìn,  s.  m.  =  [)otatoio:  roncolo  ferro 
curvo  che  servo  per  potare. 

pìgher,  agg.  =  ])igro  :  lento  per  vizio  o 
|)er  inerzia  volontaria;  on  scolar  plgher 
l'è  dna  gran  disgràsia  per  là  scola  e 
per  là  fàmìlia  =  uno  scolaro  pigro  è 
gran  disgrazia  por  la  scuola  e  per  la 
famiglia. 

pìg'hiroeùla,  s.  f.  =  stecca:  jnegatoio  di 
osso  0  di  legno  col  quale  si  ripiegano 
0  lisciano  i  fogli  di  carta. 


pigmeo ,    s.   m. 


pigmeo    0    pimmeo: 


uomo  di  ])iccola  statura 
pigna,  s.  m.  =  ])igna:  parte  massiccia  di 
])iotra  che  forma    l'estremità  delle  cu- 
l)ole. 

1)  pien  coni  sii  là  pigna  =  pieno  a 
cupola,  pieno  cu])olo. 

2)  Mucchio,  monte  formato  di  oggetti 
soprapposti  l'uno  all'altro. 

3)  fa  sii  là  pigna,  ìuètt  in  pigna  =• 
accastellare:  mettere  ova,  frutte  e  sim. 
le  une  sopra  le  altre  in  modo  che  for- 
mino una  ])iramide. 

pigliata,  s.  f.  =  ])ignatta,  pentola,  cal- 
derotto, marmitta.  Il  mtl.  li  comprende 
tutti  i)orchè  col  nome  pignàta  non  di- 
.stingue  la  materia  di  cui  è  fatto  l'ar- 
nese. 

1)  el  diàol  ci  fa  i  pignàtt  e  minga 
i  coève.  Vedi  diàol,  7). 

pigliata,  V.  alt.  =  cucinare:  proparare  e 
cuocere  le  vivande,  in  cucine  non  si- 
gnorili dove  si  faccia  un  mangiare  molto 
casalingo. 

pignàtàda,  s.  f.  =  pentolata  :  quanto  ci 
sta  in  una  pentola. 

pigliatili,  s.  m.  =  pignattino,  pignattina: 
dim.  di  ])ignatta. 

1)  Paiuolina,  vaso  a  guisa  di  paiolino 
dove  si  scalda  la  colla. 

pignoeù,  s.   m.  =    pinocchio,    i)inolo  ;  il 

frutto  del  pino,  che  si  trova  nello  ])ine. 

1)  fa  i  pignoeH  =  far  pepe:  accozzare 

insieme  tutti  i  cinque  polpastrelli  delle 

dita. 

pignòli,  s.  m.  =  rocchetto,  jiirone  :  ro- 
tellina  cilindi'ica  i  cui  denti  ingranano 
in  quelli  d'una  ruota  maggiore. 

1)  Fusto:  pezzo  d'acciaio  sul  quale 
sono  fermate  le  ruote  dell'orologio  per- 
chè vi  girino  sopra. 


2)  pignòn  lungh  de  bofètt  =  riposo  : 
quel  ferro  a  squadra  su  cui  si  ripiega 
0  posa  il  soffietto  delle  carrozze. 

pignora,  v.  alt.  =  pignorare  :  gravare, 
sequestrare  la  roba  altrui  per  pegno  di 
pagamento. 

pignoràinènt,*  s.  m.  =  pignoramento:  il 
lìignorare. 

pigota,  s.  f.  =  bambola  :  specie  di  ba- 
locco. Fantoccio  di  legno,  carta  pesta, 
0  altro,  vestito  da  donna. 

1)  giiigà  tlla  pigola,  =  faro  alle  bam- 
bole :  il  baloccarsi  che  le  bambino  fanno 
colle  bambolo. 

2)  pàrt  dna  pigola  =  sembrare  un 
bambin  di  Lucca,  un  figurino  :  di  chi 
ha  il  viso  bianco  e  rosso,  ma  senza 
es])ressione,  senz'anima. 

.S)  là  cà  déla  pigola.  Vedi  cà,  43^. 

pigotee,  s.  m.  =  bambocciaio  :  chi  fa  e 
vende  le  bambole. 

pigotin,  s.  m.  =  bambolina,  bamboletta: 
piccola  bambola. 

1)  l'è  on  bèli  pigotin  =  è  una  bella 
bambolina  :  di  ragazza  o  donna  gentile 
e  di  volto  grazioso. 

pigrìsia,  *  s.  f.  =  pigrizia  :  il  vizio  del- 
l'essere pigro:  là  pigrisia  l'è  siàda  là 
ri'dna  de  tanti  e  tanti  fioeti  =  la  pigri- 
zia é  stata  la  rovina  di  molti  e  molti 
ragazzi . 

I*ìj,  (Lffiugli)  s.  agg.  =  Luogo  Pio:  ri- 
covero pei  vocclii  indigenti;  istituzione 
milanese. 

pila,  s.  f.  =  pila:  il  vaso  dove  con  pe- 
stoni si  frantumano  le  ulive,  si  brilla 
il  riso  e  sim. 

1)  Pila;  la  pila  elettrica:  l'apparec- 
chio trovato  dal  Volta  per  sviluppare 
l'elettricismo. 

pila,  V.  att.  =  brillare:  togliere  il  riso 
dalla  sua  scorie  e  mondarlo. 

pilàdòr  e  pilo,  s.  m.  =  ])ilatoro,  bril- 
latore :  chi  la  S'ora  alla  brillatura  del 
riso,  dell'orzo,  ecc. 

pilàdiira,  s.  f.  =  brillatura:  l'operazione 
del  brillare  l'orzo,  il  riso,  ecc. 

pilàster,  s.  7n.  =  pilastro:  niuramento 
in  forma  quadrilatera  dello  stesso  or- 
dine dello  colonne  e  che  fa  ufficio  di 
colonna. 

pilàstrin,  s.  m.  =  pilastrino,  pilastretto  : 
dimin.  di  pilastro. 

pilàtàda,  .s'.  f.  =  sciatteria,  sucideria: 
cosa  fatta  male  e  senza  pulizia. 


pil 


-  602  - 


pio 


pilàtàss,  V.  rifl.  =  insudiciarsi,  sciattarsi, 
sciamaauarsi,  trascufarsi. 

pilàtèll,  s.  in.  =  sudicetto,,  sudiciotto  : 
dim.  di  pilàtt. 

pilàtènt,  agg.  =  sbortucoiato,  strucio, 
sudicio  :  che  non  lia  alcuna  cura  della 
])ulizia  e  della  nettezza. 

pilàtt,  agg,  =  sciatto,,  sciamannato,  su- 
dicio :  di  chi  per  pigrizia  o  per  tra- 
scuratezza si  lorda  con  facilità. 

1)  Acciarpone:  chi  ha  l'abitudine  di 
acciarjìare. 

2)  cà  de  pilàtt  =  casa  disordinata, 
mal  tenuta. 

3)  Pilato,  s.  1/1.  =  manda  dà  Eròd 
à  Pilàtt  =  mandare  da  Erode  a  Pilato. 
Vedi  Erod. 

pile,  (sficlier)  agg.  =  zucchero   bianco, 
pìleri,  (i)  s.  m.  pi.  =  i  soldi,  i  danari. 
piléta,  s.  f.  =  ralla:  dado  di  ferro  a  li- 
vello   del    pavimento    con    un    incavo 
tondo  sul   quale    posa   il   bilico    dogli 
usci,  perchè  vi  girino. 

1)  Lucerna:  parte  del  torchio  da 
stampatore. 


pilòn,  .v. 


=  pila  :  pilastro    dei  ponti 


sul  quale  posano  i  fianchi  degli  archi. 

piloro,  s.  m.  =  piloro:  piccolo  orifizio 
dello  stomaco  presso  il  collo  della  ve- 
scica biliare  ;  vègh  on  cancro  ài  pilòro 
=  avere  un  cancro  al  piloro  ;  on'infìa- 
màsiòn  ài  piloro  =  un'infiammazione 
al  piloro. 

pilòta,  *  s.  m.  =  pilota,  piloto  :  ufficiale 
esperto  della  navigazione,  che  guida 
la  nave  scientificamente. 

1)  Anche,  quel  marinaio  che,  cono- 
scitore di  iin  porto  esce  a  prendere  e 
a  guidare  le  navi  che  vi  vogliono  en- 
trare. 

pimpin.  Entra  nella  canzonetta:  pim- 
pin,  cavalìn,  éòta  ài  pè  del  taolin,  ecc. 
Vedi  càvàliii,  2). 

pìmpinéla,  s.  f.  =  pimpinella,  salva- 
strella: erba  perenne. 

piiupirimpàra,  (pólver  del)  con  pii 
se  Yed  e  màiicli  se  impara  =  la 
polvere  del  bi  ribara,  dove  chi  più  vede 
meno  impara:  frottola  dei  saltimbanchi. 

pìn,  s.  m.  =  pino  :  genere  di  piante  delle 
conifere,  sempre  verdi,  e  il  legname 
che  se  ne  cava. 

l)  Anche  nome  proprio  per  Giuseppe. 

pinacotèca,  *  s.  f.  =  pinacoteca:  galle- 
rie di  quadri  e  statue  :  là  pinacoteca 
de  Brera  =  la  pinacoteca  di  Brera. 


pine,  s.  m.  =  pince  :  cane  piccolo  dal 
pelo  lungo  e  fine. 

pinciorà  e  piucirolà,  v.  alt.  =  raspol- 
lare, racimolare:  raccogliere  da  terra 
i  chicchi  dell'uva. 

1)  Piluccare:  mangiare  l'uva  spic- 
candone chicco  per  chicco  dal  grappolo 
non  colto  dalla  pianta. 

pinciroeù,  s.  m.  =  chicco,  acino  :  cia- 
scuno dei  grani  dell'uva. 

pineta,  s.  m.  =  piccino,  bambino,  ra- 
gazzo; éont  vegniiii  col  me  pinela  = 
son  venuto  col  mio  piccino,  col  mio 
ragazzo. 

pinéta,  s.  f.  =  pineta:  selva  di  pini. 
1)  Anche  nome  proprio  per  Giusep- 
pina. 

pinola,  s.  f.  =  pillola  :  medicamento  ri- 
dotto a  pallottola. 

1)  pìnol  de  desina  e  deeòtt  de  can- 
tina. =  Vedi  ciisina,  3). 

2)  l'è  dna  pinola  àtnàra  =  è  una 
pillola  amara  :  un  passo   disgustoso. 

3)  indora  là  pinola  =  dorare,  indo- 
rare la  pillola  :  fare  accettar  con  gai'bo 
con  grazia  o  palliativi  un  partito  amaro. 

4)  pinola  f  =  capperi  !  corbezzoli  ! 
Esclam.  di  maraviglia. 

pinsa,  s.  f.  =  pinzette,  mollette  :  stru- 
mento a  molla  per  agguantare  e  tener 
ferme  cose  minute. 

plnseta,  s.  f.  =  pinzette,  mollette  :  spe- 
cialm.  nell'uso   della  chirurgia. 

pinsòcliera,*  s.  f.  =  pinzochera:  bacchet- 
tona, bigotta. 

pinta,  s.  f.  =  pinta:  sorta  di  misura  di 
un  litro  circa  ;  restò  la  parola  ma  la 
misura  non  usa  più. 

pióda,  s.  f.  =  lastra:  pietra  piatta  e 
grande  da  far  muri  a  secco  e  da  la- 
stricare. 

pioeucc,  s.  m.  =  pidocchio  :  insotto  pa- 
rassita che  vive  in  capo  e  addosso  alla 
gente  sudicia. 

1)  àndti  tiitt  à  piosucc  =  impidoc- 
chire. 

2)  fa  dànee  àUla  peli  d'on  pioeucc 
=  levare  la  pelle  alle  pulci  per  ven- 
derla. Vedi  pures  1):  far  danari  sul- 
l'acqua: far  d'ogni  cosa  danaro;  stil- 
lare la  nebbia. 

3)  ghe  eroda  nànca  là  peli  d'on 
pioeucc  =  non  gli  scappa  un  quattrino  ; 
non  se  ne  può  sperare  la  croce  di 
un  centesimo  ;  non  darebbe  fuoco  a 
cencio. 


pio 


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pir 


4)  Fig.  :  nomo  avaro  o  sudicio. 

5)  pioRuec  polììi  =  pidocchio  pollino  : 
quelli  che  prendon  le  galline. 

pìoeùv,  V.  att.  =  piovere  :  cader  la  pioggia. 

1)  pioBÙv  à  slùns,  0  pioRÙv  che  Dìo 
le  manda,  o  pkeilo  à  éèec  =  venir  giù 
l'acqua  a  orci,  piovere  a  dirotto,  a  bi- 
gonce, a  rovesci  grossi. 

2)  2)àr  che  voeicra  piceiìv  !  iron.  = 
pare  che  voglia  piovere!  Quando  piove 
bene  o  da  un  pezzo. 

8)  D'acqua  cho  trapela  per  muraglie, 
finestre  o  por  il  tetto  :  in  studi  me 
pioeùv  (/io  àula  éerivànìa  =  nello  stu- 
dio mi  piove  sullo  scrittoio. 

4)  pigilo  sili  bàgnaa  =  piovere  sul 
bagnato  :  capitare  delle  disgrazio  a  chi 
ne  ha  già   troppo. 

pioeùya,  s.  f.  =  pioggia  :  acqua  che  vien 
dalle  nuvole. 

piog'ìàda,  s.  f.  =  pidocchieria,  spilorce- 
ria: atto  da  pidocchio,  spilorcio. 

piogiàtt,  s.  m.  =  pidocchioso:  pieno  di 
pidocchi  e  anche,  spilorcio,  avaro. 

piòinb,  s.  m.  =  piombo  :  metallo  mal- 
leabile, biancastro,  turchiniccio. 

1)  (inda  coi  pè  de  piòmb  =  andar 
coi  piedi  di  piombo  :  con  molta  cautela 
e  prudenza. 

2)  Piombino.  Vedi    sotto    piombìu. 

3)  «  piòmb  =  a  piombo,  perpendico- 
larmente. 

4)  de  piómb  =  di  piombo,  violente- 
mente, a  peso  morto-,  el  gk'è  borlaa 
(idòs^  de  piómb  =  gli  precipitò  addosso 
di  piombo. 

pioiubàj  V.  in.  =  piombare,  scagliare  : 
cadere  a  piombo  e  special,  con  impeto, 
e  in  senso  traslato. 

piombatili;  *  s.  f.  =  piombaggine,  gra- 
fite: sostanza  metallica  che  serve  a 
faro  i  lapis  e  le  matite. 

piombili,  s.  m.  =  piombino,  perpendi- 
colo: pezzo  di  piombo,  di  pietra  o  di 
altro  legato  a  un  filo  per  misurare  la 
profondità  di  un  luogo  o  trovar  la  di- 
rittura di  una  parete.  Anche  per  te- 
nere abbasso  le  reti,  o  altro. 

piosa,  s.  f.  =  pis^jola:  famiglia  d'uccelli 
cantori . 
1)  Bezzica:  picchia  col  becco. 

piovana,  (acqua)  =  acqua  piovana:  quella 
ohe  piove,  raccolta  in  bigonce  o  in  ci- 
sterne. 

piovènt,  s.  VI.  =  acquapendente,  pendio: 


nei  tetti,  nei  colli,  nei  monti,  quel 
declivio  per  cui  scorre  giù.  l'acqua. 

liiovisnà,  V.  att.  =  piovigginare,  piovi- 
scolare, limicare:  piovere  leggermente, 
minutamente. 

piovìsnèiit,  (Kjg.  =  piovigginoso  :  del 
tempo   quando    pioviggina,    pioviscola. 

piovisaéta,  s.  f.  =  luraacaglia,  lamicata, 
acquerugiola  :  acqua  lenta  e  minutis- 
sima, che  appena  si  vede. 

piovòs,*  agg.  =  piovoso:  di  tempo,  quando 
piove  con  insistenza  o   frequenza. 

piovuda,  s.  f.  =  scossa  d'acqua,  pioggia;. 
Óaa  bela  piovuda  =  una  guazzata. 

pipa,  s.  f.  =  pipa  :  arnese  per  fumarvi 
tabacco. 

1)  el  v(ìsctt  clèla  pipa,  =  il  bocciolo, 
quello  dove  sta  il  tabacco. 

2)  vèss  on  modèll  de   pipa    =    esser 
muso  da  pipe  :  spregiativo. 

pipa,  v.  att.  =  pipare  :  fumare  tabacco, 
specialmente  colla  pipa. 

pipàda,  s.  f.  =  pipata:  il  fumare  a  ])ipa. 

pipadòr,  s.  m.  =  pipatore  :  chi  fuma 
molto  nella  pipa. 

Piperita,  agg.  =  pepe  o  peperita  e  pe- 
periua:  monta. 

pipéta,  s.  f.  =  pipina  :  dim.  di  pipa. 
1)  pipèta,  s.  ni.  Lo  diciamo  noi  di 
quegli  ometti  piccoli  di  statura  e  br ut- 
tini  che  pur  vogliono  tenersi  sullo  pre- 
tensioni e  si  dirizzano  stecchiti  i)er 
parere  più  alti. 

pipi,  s.  m.  =  bilie  :  voce  fanciullesca  per 
diro  un  uccellino,  un  pollo,  sia  viva 
che  morto,  vero  o  dipinto. 

pi,  pi,  =  pi,  pi,  billi  billi  ;  voce  imita- 
tiva d'alcuni  uccelli  e  usata  anche  per 
richiamo  a  caccia  o  quando  si  voglion 
raccogliere  i  polli. 

1)  fa  pi  pi  =  far  pi  pi,  pipilare. 

pipili,  s.  m.  =  pipino  :  dim.  di  pipa. 

piràiiiida  e  piràmide,  *  *\  f.  =  pira- 
mide :  monumento  a  base  rettangolare 
e  facce  triangolari. 

piramidàl,  *  agg.  =  piramidale  :  che  ha 
forma  di  piramide. 

pirla,  V.  alt.  =  torcere,  rotare  :  far  gi- 
rare come  ruota,  e  girare  a  guisa  di 
ruota. 

1)  Ballare,  danzare  :  è   modo    popo- 
laresco e  volgare. 

pirlòu,  s.  m.  =  ciondolone,  prolisso,, 
seccatore  :  di  chi  impiega  molto  tempa 
per  fare  cose  che  non  ne  richiedono 
tanto. 


pir 


—  604 


pis 


pirlonà,  v.  alt.  =  girellare,  ciondolare, 
cincistiare,  indugiare  :  tirare  in  lungo 
le  cose;  star  fermo  in  un  luogo  per 
lentezza  nel  partirsene. 

pirloiiàda,  s.  f.  =  tiritera,  stampita,  fi- 
lastrocca :    una  tirata   lunga  e  noiosa. 

pìroéta,  s.  f.  =  giravolta  :  il  girare  della 
persona  su  sé  stessa. 

piroètà,  V.  att.  ■^  far  giravolte. 

pirota^  .<>•.  f.  =  mortaio  :  vaso  di  pietra, 
bronzo,  ferro,  e  sim.  in  cui  col  pestello 
si  tritano  o  riducono  in  i)olvero  varie 
sostanze. 

1)  là  pirata  déla  èaa  =  bacioccolo 
del  sale  :  vaso  di  cucina  dove  si  tiene 
il  sale. 

Pisa,  (vegli!  qiiìj  de)  =  aver  la  lucia: 
di  bambini  che  non  ne  i)ossono  pili 
dal  sonno. 

pìsa,  s.  /".  =  orina,  piscia  :  liquido  ani- 
male che  dalla  vescica  esce  per  i' uretra. 

1)  pim  Clara  e  mèrda  dura,  là  tòa 
rita  l'è  sicura  =  piscia  chiara  e  merda 
dura,  la  tua  vita  è  sicura:  aforisma 
medico  attribuito  al  celebre  dottor  Pa- 
letta. I  Toscani  dicono  :  chi  piscia  chiaro 
ha  in  tasca  il  medico. 

2)  che  'l  Signor  te  benedìsa  cont 
V aspèrges  déla  ptsa.  Vedi  àspèrg'es,  1). 

pisà,  V.  att.  =  pisciare,  orinare:  emet- 
tere l'orina. 

1)  te  pòdet  pisà  in  lètt  e  lìceu  di 
che  te  sce  éiidaa  =  puoi  pisciare  a  letto 
e  dire  che  hai  sudato:  di  fortunato  a 
cui  tutto  riesce  bene. 

2)  te  se  accorgiàrét  in  del  pisà  = 
ti  accorgerai  al  far  dei  conti;  a  dige- 
rirli ti  voglio,  diceva  la  volpe  al  lupo 
che  mangiava  rasoi. 

B)  toezc  sii  à  jjwà  =  pigliarle,  pren- 
dere a  gabbo;  beffare. 

4)  Accendere  :  dar  fuoco  a  qualche 
«osa  che  nel  bniciare  sia  utile  o  la 
crediamo  tale  :  pisà  'l  eìàr,  el  fceugh, 
el  sigher,  là  stua  =  accendere  il  lume, 
il  fuoco,  lo  sigaro,  la  stufa;  pisà  óna 
candéla  ài  Signor  e  l'altra  ài  Didol  = 
ivccendere  una  candela  a  Dio,  una  al 
Diavolo  ;  tenere  da  due  partiti  opposti. 

5)  Fig.  Versare,  sgocciolare,  buttar 
fuori. 

pìsàcàii;  s.  m.    =    pisciacane  :    nome  di 

una  specie  di  fungo. 
pisàcc,  s.  m.  =  piscia,  orina  :  nel  parlar 

famigliare  e  volgare. 
pìsàda,  .*?.  f.  pisciata,   orinata  :  atto  del 


pisciare  e    l'orina    che    si    fa   in   una 
volta. 

pisàfoeùg'Iu  s.  m.  =  attizzino:  chi  at- 
tizza liti. 

pisàmochètt,  s.  m.  =  abatonzolo,  aba- 
tucolo  :  dispreg.  di  abate. 

pìsàiièll,  s.  m.  =  pisciancio,  piscianico: 
vino  rosso  di  poco  colore. 

pìsàrèla,  s.  f.  pisciarella,  pisciarello  : 
lo  stesso  che  pisàiièll. 

pìsàss,  1).  rifl.  =  accendersi,  prender 
fuoco  ;  là  legna  seca  là  se  pìsa  àia 
svèlta  =  le  legno  secche  s'accendono 
in  fretta.  Anche  da  se  :  gh'è  cèrti  ròbb 
che  se  piéen  ècnàa  feeùgh  =  vi  sono 
certe  materie  che  s'accendono  senza 
fuoco. 

1)  Con  un  complem.  :  àdòss,  in  di 
eàlsoìi,  e  sim.  pisàss  adòsé  =  pisciarsi 
indosso;  farsi  la  piscia  addosso,  ori- 
narsi indosso:    scompisciarsi. 

pisàtój,*  s.  m.  =  pisciatoio,  e  meglio: 
orinatoia,  smaltitoio:  luogo  por  orinare. 

pisciiiiu,  agg.  =  piccolo,  piccino  :  è  più 
usato  di  pìcol.  * 

1)  Bambino,  citte;  el  tò  jnscintn 
come  el  età  ?  il  tuo  piccino  come  sta  ? 
l'è  0)1  piscinin  gràsiòs  come  =  è  un 
piccino  molto  grazioso. 

2)  Angusto,  stretto,  che  non  basta 
al  bisogno  :  detto  di  spazio  ;  éit  pisci- 
nin, lèti  piscinin  =  luogo,  letto  an- 
gusto. 

3)  piscintna  =  ragazzetta,  fattorina  : 
corrisponde  tra  le  fomm.  al  picol,  ma- 
schile e  s'usa  special m.  per  indicare 
quelle  delle  sarte  e  delle  modiste. 

4)  Di  mente,  d'animo  meschino. 

5)  de  piscinin  =  da  piccino,  da  ra- 
gazzo. 

pisciiiela,  s.  m.  =  piccinaccio  :  specialm. 

di  bambino  vispo,  un  po'  monello. 
piscinerìa,  s.  f.  =  piccineria  :  cosa  gretta 

e  meschina. 
piscìnèsa,  s.  f.  =   angustia,    strettezza: 

si  dice  dolio  spazio. 

1)  piscine  sa  de    eoo    =    angustia  di 

mente,  piccineria. 
piscinòtt,  s.  m.  =  tozzo,  tappo  di  botte  : 

di  chi  è  piccolo  e    tarchiato,    robusto. 
pìsetìn,   s.  m.    =    bigherino:    specie   di 

trina  molto  stretta,  per  guarnizione  ai 

vestiti  da  donna. 
pisìde,  *   s.   f.    =    pisside  :    vaso    dove 

stanno  le  ostie   consacrate    nell'altare. 


pis 


—  605 


l)ìt 


pisigà,*  V.  att.  =  pizzicare  :  induiTe  piz- 
zicore. 

1)  Dare  dei  pizzigotti  :  el  so  de  fa 
rè  quèll  de  pisigà  là  geni  =  il  suo 
da  lare  è  pizzicar  la  gente. 

2)  Sbocconcellare:  mangiar  qualche 
bocconcello  leggermente ,  togliendolo 
anche  a  pizzico  colle  dita. 

3)  Frizzare;  mordere  ;  sto  vtn  biànch 
chi  el  pièiga  =  questo  vino  bianco 
pizzica,  frizza. 

4)  pisiga,  mollga,  là  gàia  là  ptga  ; 
pìn  pignceu,  dagli  on  para  di  tu  bmu, 
Élsa  là  eoa  e  va  à  cà  tòa  =  questa  è 
una  bolla  piazza,  che  ci  passa  una  le- 
])ro  ])azza  :  uno  la  vide,  uno  la  prese, 
uno  l'ammazzò,  uno  la  pelò  e  uno  la 
mangiò.  E'  gioco  che  se  non  si  corri- 
sponde nelle  parole,  si  corrisponde  nel 
fatto,  perchè  cosi  noi  come  i  Toscani, 
dicendo  le  parole,  chiudiamo  verso  il 
palmo  successivamente  lo  dita  della 
mano ,  finché  da  ultimo  son  chiuse 
tutto. 

pìsigrh,*  s.  m.  =  pizzico:  quanta  roba  si 
prende  coi  cinque   polpastrelli    riuniti. 

1)  Arzillo  :  del  vino  che  pizzica  : 
vili  che  g'hà  'l  ptsigh  =  vino  coli' ar- 
zillo. 

2)  vègh  àiil  pìsigh  déla  lèngua  = 
avere  sulla  punta  della  lingua  :  star 
per  diro  una  parola  e  non  potere,  per 
averla  al  momento  dimenticata. 

pìsig'òn,  s.  m.  =  pizzicotto:  lo  stringere 
con  due  dita  la  pelle  altrui  tanto  da 
fargli  male. 

1)  dà  di  pisigon  =  pizzicottare  :  dare 
dei  pizzicotti. 

pìsìs,  s.  m.  =  contadino.  Lo  stesso  che 
piceli  1). 

pìsocà,  V.  att.  =  appisolarsi.  Lo  stesso 
che 

pisola  e  pisorà,*  v.  att.  =  pisolare,  appi- 
solarsi: prender  sonno,  ma  leggeris- 
simo e  di  poca  durata. 

pisolili,*  s.  7)1.  =  pisolo,  pisolino:  sonno 
leggiero,  breve. 

pisoli,  s.  m.  =  piscioso,  piscialletto  ; 
spccialm.  di  bambini  che  orinano  in 
letto  0  nei  calzoni,  o  sono  quindi  spesso 
imbrattati  di  piscia. 

piss,  agg.  =  acceso,  ardente;  dar  piéé 
=  lume  acceso;  càrbòn  piàé  =  carbone 
acceso,  ardente;  Ve  piss  el  foeugh?  = 
il  fuoco  è  acceso  ? 

1)  giilgà  à  piss  te   l'doo,    piss  te  V 


màntegni  =  giocare  a  sempre  vivo  te 
lo  dò  ;  oppure  :  giuocare  a  ben  venga 
e  ben  vada  il  signor  Bonaronzolo,  a 
giuocare  a  passa  passa,  messer  Gio- 
vanni. 

piss,  s.  m.  =  pizzo:  merletto,  trina;. 
òna  guàrnisiòn  de  piss  de  Brìlsèll  = 
una  guarnizione  di  jiizzo  di  Bruxelles. 

pista,  *  s.  f.  =  pista  :  la  striscia  di  ter- 
reno dove  corrono  i  cavalli  e  le  bici- 
clette negli  ippodromi  e  nei  velodromi .^ 

pìst.i,  (carta)  s.  f.  =  cartapesta.  Vedi 
càrtàpista. 

piataceli,  s.  m.  =  pistacchio  :  albero- 
deli'  Italia  merid.  sempre  verde  con 
frutti  dolci  del  medesimo  nome. 

pistàg'iia,  s.  f.  =  pistagna:  striscia  im- 
bottita che  forma  il  collo  del  soprabito, 
palton  0  sim. 

pistòla,  s.  f.  =  pistola  :  sorta  d'arme  da 
fuoco  per  lo  più  tascabile. 

1)  èia  còla  pistòla  Ma  man  =  star 
colla  pistola  alla  mano  :  essere  rigorosa 
neir  esigere. 

piatoli,*  s.  m.  =  pistone  :  tubetto  metal- 
lico negli  istrumenti  d'ottone  per  mo- 
dificare l'intonazione. 

pìta,  s.  f.  =  chioccia  :  la  gallina  quanda 
cova  e  quando  ha  i  pulcini. 

1)  Per  celia  noi  lo  diciamo  della 
madre,  allorché  le  si  fanno  intorno  i 
figliuoli. 

pitàusa,  s.  f.  =  pietanza:  piatto  servito 
per  companatico  ;  el  tò  eoettgh  el  fa  di 
pitcms  che  hin  bònn  come  =  il  tuo- 
cuoco  fa  delle  pietanze  che  sono  buo- 
nissime. 

1)  Companatico  :  ogni  cibo  che  sì- 
mangia  col  pane;  là  pitflnm  fé  sèrn- 
per  àsce  =  il  companatico  é  sempre 
abbastanza. 

pitàiisìii,  s.  m.  =  manicaretto  :  vivanda 
appetitosa,  delicata. 

pitigTÌ,  s.  m.  =  dosso,  vaio  :  la  parte 
della  schiena  del  vaio  molto  nota  e 
usata  per  far  pellicce.  Dal  frane,  petit- 
gris. 

pitima,  s.  f.  =  pittima:  persona  noiosa, 
che  non  si  spiccica;  el  glia  mài  à  fin 
à  mceùves,  quèla  pitima  =  non  si  de- 
cide mai  a  moversi,  quella  pittima. 

1)  Canchero,  piaga:  chi  non  è  mai 
contento  di  nulla  e  tutto  sprezza. 

pitocà,  V.  att.  =  pitoccare,  mendicare,, 
fare  il  pitocco  :  andare  accattando  an- 
che senza  bisogno. 


pìt 


-  606  - 


piv 


pitocàda,  .<«.  f.  =  pitoccheria  ;  azione  da 
pitocco,  spilorceria, 

pitòcch,  s.  m.  =  pitocco,  mendico  :  strac- 
cione ctie  va  accattando.  Anche  sem- 
plicemente bisogaoso,  povero. 

1)  el  jìàr  on  pitócch  =  pare  un  pi- 
tocco :  di  pers,  d'aspetto  miserabile, 
malvestita. 

2)  l'è  on  ìnàngià  de  pitòcch  =  è  un 
cibo  ghiotto,  una  vivanda  saporitissima. 

pitòr,  s.  m.  =  pittore:  chi  fa  l'aito 
di  dipingere. 

1)  pitor  à  fresca  =  frescante  :  pittore 
che  dipinge  a  fresco  ;  pitor  de  figura 
=  figurista  ;  pitor  de  teàter  =  sceno- 
grafo, pittore  di  scene  ;  pitor  de  pàe- 
aàgg  =  paesista  ;  pitor  d'ornaa  =  orna- 
tista; pitor  de  quadratura  =  riquadra- 
tore  di  stanze. 

pitorèsch,    agg.    =    pittoresco  :    che   ha 
della  pittura,  che  ritrae  al  vivo  le  cose. 
1)  Di  luogo  bellissimo,  ameno,  degno 
d'esser  ritratto  dal  pennello. 

l)ìtrìce,  *  s.  f.  =  pittrice,  e  scherzevol. 
pitto  ressa  :  donna  che  esercita  l'arte 
della  pittura. 

pitt,  s.  pi.  -•  peto,  volgare, 

1)  Piedi,  volg.:  àndà  coipitt  all'Èri 
=  cadere  coi  piedi  in  aria, 

pitiìra,  s.  f.  =  pittura:  l'arte  del  dipin- 
gere e  roi)era  dipinta. 

1)  àndti  de  pitùra  =  andare  a  pen- 
nello, andar  benissimo. 

2)  i  pitti r  =  i  colori:  pezzetti  circo- 
lari e  rettangoli  di  pasta  colorante  in- 
durita; dna  scàtola  de  pitur  =  una 
scatola  di  colori. 


pitiirà, 


aft. 


pitturare  :    dar   su  la 


tinta,  il  colore,  per  lo  piìi  a  olio. 

1)  Dipingere  :  rappresentare  oggetti 
corporei  per  mezzo  di  segni  e  colori  ; 
pitiirà  à  oli,  à  frcsch  =  dipingere  a 
olio,  a  fresco;  pitiirà  sili  veder,  sili 
lègn,  stòla  porcelàna  =  dipingere  sul 
vetro,  sul  legno,  sulla  porcellana. 

2)  l'è  de  pitiirà  =  è  da  dipingere: 
di  cosa  0  pers.  di  bellezza  singolare. 

3)  pitiiràss  =  dipingersi  :  darsi  il 
colore  al  viso. 

4)  sta  lì  à  pitiirà  =  star  lì  a  dipin- 
gere :  di  chi  scrive  mqlto  adagio,  ba- 
dando troppo  alla  calligrafia. 

5)  ghe  étàrta  nànca  pitUraa  =  non 
ci  starei  dipinto,  non  ci  starei  neppure 
in  pittura  :  di  un  luogo  che  non  pos- 
siamo patire. 


piuma)  s.  f.  =  piuma  :  la  penna  córta  e 
fina  degli  uccelli. 

1)  dormi  siila  piuma  =  dormir  sulle 
piume  :  sulla  materassa  riempita  di 
piuma. 

2)  leger  còme  ona  piÈma  =  leggero 
come  una  piuma,  come  la  paglia  :  di 
pers.  volubile. 

3)  i  piiimm  =  le  piume,  le  penne, 
i  pennacchi  :  quelle  degli  uccelli  usate 
come  ornamento  dei  cappelli  o  del  capo. 

4)  Frasca  :  tutta  la  ramatura  degli 
alberi  d'alto  fusto. 

piiiinàsc,  s.  m.  =  piumaccio  :  guanciale 
da  letto  che  usava  per  lo  più  di  piume. 

piìiiuàscioeù,  s.  m.  pi.  =  le  due  testate 
che  da  capo  e  da  piede  attraversano  e 
collegano  tutto  il  letto  di  un  barroccio 
0  di  un  carro. 

1)  Piumacciolo  :  il  tendono  di  paglia 
su  cui  appoggiano  il  ginocchio  i  sel- 
ciatori mentre  stanno  lavorando. 

piiimàsìn,  s.  m.  =  piumacciolo  :  pez- 
zetto di  tela  ripiegata  a  più  doppi,  o 
fascette  di  fila  serrate  insieme,  per 
mettere  sulla  vena  d'onde  s' è  levato 
sangue,  o  in  generale  sopra  un  taglio, 
una  ferita,  una  piaga, 

piiiniin,  s.  m.  =  piumino  :  guanciale  ri- 
pieno di  piume  che  si  tiene  sul  lètto 
per  riscaldare  i  piedi. 

1)  Fiocco  di  cotone  o  piume  di  ci- 
gno per  darsi  la  cipria. 

2)  Peluria  :  quella  lanugine  che  ri- 
mano agli  uccelli  dopo  che  sono  pelati. 

piiimìsta,  s.  m.  =  pennaio  :  chi  acconcia 
e  vende  penne  da  ornamento  femmi- 
nile. 

piya,  s.  f.  =  piva,  cornamusa  :  strumento 
rustico  da  fiato  che  consiste  in  tre  o 
quatti'o  canne  i)nboccate  in  un'  otre, 
una  per  gonfiarlo,  e  le  altre  sfiatando, 
per  suonare. 

1)  Gozzo  gozzaia  :  gozzo  grande  e 
pendente. 

2)  piva  =  diciamo  noi  a  un  ragazzo      s 
che  per  nulla  piange. 

3)  mètt  i  plv  in  del  sciceli  -  andar 
colle  pive,  colle  trombe  nel  sacco  : 
senza  aver  ottenuto  nulla. 

4)  romp  o  seca  là  piva  =  romper  le 
scatole,  infastidire. 

5)  Pastorale,  pastorella  :  sonata  che 
suol  farsi  coli' organo  in  chiesa  per  la 
novena  di  Natale  o  alla  messa  mattu- 
tina del  giorno  di  Natale. 


piv 


—  607  — 


poc 


pivèllj  s.  m.  =  giovincoUo  :  l'uomo  tra 
ragazzo  e  giovine. 

pivìaa  e  piviàl,*  s.  m.  =  piviale  :  para- 
mento sacerdotale  fatto  a  mantello,  usato 
nel  vespro  o  altro  funzioni. 

1)  borsa  del  pimàl  =  borsa  del  pi- 
viale. 

2)  Vestito  di  festa  ;  nictt  sii  'l  pi- 
viàl  =  mettersi  l'abito  della  festa,  ab- 
bigliarsi con  lusso. 

piriòii)  s.  m.  =  piccione.  Vedi  piiTÌdn. 

placa,  s.  f.  =  placca,  piastra  :  lastretta 
di  metallo  piii  o  mono  grossa. 

1)  Afta  :  quello  bianche  o  Verdastre 
che  l'angina  produce  in  gola. 

placa,  v.  tr.  =  i)lacare-:  togliere  o  miti- 
gare l'ira  altrui. 

1)  Placcare  :  rivestire  di  metallo  pre- 
zioso un  metallo  che  non  lo  è. 

piaceli,  s.  m.  =  piastra  :  grosso  pezzo 
di  ferro  che  ricevo  i  diversi  pezzi  com- 
ponenti la  forma  dei  caratteu'i. 

placènta,*  s. /■.  =  placenta.  T.  d'ostetricia, 

piacile,  agg.  =  placcato  :  lavoro  incami- 
ciato d'una  lastrina  di  metallo  prezioso. 
Dal  frane,  plaqucr. 

plàcid ,  agg.  =  placido  :  quieto,  tran- 
quillo, non  commosso,  non  agitato. 

plàfòii,  s.  m.  =  soffitto,  palco,  stoiato  : 
il  ciolo  della  stanza  che  nasconde  il 
palco  ;  0  il  palco  stesso  riguardo  alla 
parto  di  sotto.  Dal  frane,  plafond. 

1)  plàfón  cààetonaa  =  palco  scom- 
partito :  se  i  legnami  sono  disposti  con 
arte  in  vari  scompartimenti. 

2)  plàfón  de  cànètt  =  stuoiato  di 
canne. 

plàfonà,  ì^.  alt.  =  stuoiare  un  soffitto. 

piata,  s.  f.  =  ciancione,  chiacchierone  : 
chi  ciancia  di  molto.     ^  ^^ 

1)  Ciaccino  :  di  bambino)  o  di  donna 
che  Ciaccia.  1 

piata,  V.  alt.  =  cianciare,  chiacchierare  : 
parlare  molto  e  spesso  a  sproposito. 

1)  Ciacciare  :  chi  vuol  discorrere,  en- 
trare, e  sentenziare,  insegnare  in  tutto, 
anche  se  non  lo  sa,  e  non  gli  appar- 
tiene. 

platèa,  s.  m.  =  platea  :  parte  più.  bassa 
del  teatro  per  gli  spettatori  che  forma 
la  piazza  del  teatro  stesso. 

plàteàl,  agg.  =  plateale,  volgare,  triviale. 

piateti,  s.  m.  =  platano;  platanus  orien- 
talis  =  genere  di  pianto  arboree. 

plàtin,  s.  m.  =  platino  :  il  piii  pesante, 


il  meno  combustibile  o  fusibile  di  tutti 
i  metalli. 

plàtón,  s.  m  =  appaitene,  chiacchie- 
rone :  chi  di  tutto  giudica  e  sentenzia 
per  darsi  aria  d'  importanza. 

plàtdiiicli,  *  agg.  =  platonico:  ideale. 

plebàia,  s.  f.  =  plebaglia  :  la  feccia  della 
plebe. 

plebiscito,*  s.  m.  =  plebiscito  :  voto 
popolare. 

plètora,  s.  f  =  pletora:  T.  medico;  so- 
vrabbondanza sanguigna. 

plèiirite,*  s.  f.  =  pleurite  :  malattia  de' 
polmoni  che  è  una  infiammazione  della 
pleura. 

plèccli,  s.  m.  =  fare  d'  importanza,  gra- 
vità \  el  se  dà  on  gran  plèceh  =  si  dà 
grandi  arie. 

plenariji,  agg.  =  plenario,  pieno.  T.  ec- 
clesiastico. 

pliàn,  s.  ni.  =  sodia  a  libro,  seggio  a 
icasse  0  pieghevole.  Dal  frane,  pliant. 


pliccli, 


plico  :  pili  lettere  o  fo- 


gli chiusi  insieme,    specialni.    di    fogli 
da  spedire,  mandare. 

plòccli,  s.  m.  =  masso  :  grosso  sasso, 
fitto  sotto  terra,  o  sporgente,  o  stac- 
cato ;  el  torént  ci  mena  giò  de  qiiìj 
plòcch  che  fa  pau>-a  =  il  torrente  mena 
giiì  di  quei  massi  che  fanno  paura. 

1)  Ciottolono  :  grosso  ciottolo,  sasso 
portato  giù.  dalla  corrente  e  da  essa 
già  arrotondato. 

ploif,  s.  m.  =  tonfo  :  caduta  di  un  corpo 
molle  in  terra,  o  di  un  corpo  duro  su 
terreno  molle. 

plotòii,*  s.  m.  =  plotone  :  T.  milit.  :  di- 
visione 0  parte  d'una  compagnia. 

pliiràl,  agg.  =  plurale  :  contr.  di  sin- 
golare ;  il  numero  del  più, 

plurimi,  (in  tanti)  =  in  tanti  plurimi, 
a  danari  contanti. 

pneuniàticli,*  agg.  =  pneumatico  ;  ma- 
china pneumatica  =  macchina  pneu- 
matica :  che  serve  per  estrarre  l'aria 
da  un  recipiente. 

pdbia,  s.  f.  =  pioppo  :  genere  di  piante 
dello  salicinee  ;  populus  dilatata  ;  ha 
la  scorza  quasi  bianchiccia  e  i  rami  in 
fomia  piramidale. 

1)  vèsè  sègn  de  pdbia  =  essere  cat- 
tivo segno. 

pòccli,  agg.  =  poco  :  contrario  di  molto, 
relati  vani. 

1)  pòcch.,  s.  m.  =  poco  ;  g'à-véva  pòcch 
pan  e  quèll  pòech  l'era  tniiff  =   aveva 


poc 


—  608  — 


pod 


poco  pane  e  quel  poco  era  ammuffito  ; 
el  g'hà  quèll  pòcch  e  coni  qnèll  bisd- 
gna  che  'l  viva  =  ha  quel  poco,  e  con 
quello  deve  vivere. 

2)  tùti  i  pòcch  fan  el  àoèènn  =  molti 
pochi  fanno  il  molto  :  chi  busca  meno, 
busca  pivi. 

3)  Avv.  mangia,  làorti,  guàdàgntL 
pòcch  =  mangiare,  lavorare,  guadagnar 
poco. 

4)  càia,  manca  pòcch  =  andare,  man- 
car poco  :  esser  vicino  a  accadere  ;  è 
càlaa  pòcch  che  l'àndàsé  coi  gàmb  in 
tiri  =  c'è  mancato  poco  che  non  an- 
dasse a  gambe  all'aria. 

5)  eàlària  anca  quèla  pòca  !  =  ci 
mancherebbe  quest'altra  ! 

6)  vhss  pòcch  de  che  =  valer  poco  : 
specie  in  senso  morale.  Anche  :  vèéé 
on  pòcch  de  hòn. 

7)  pòcch  pòcch  =  poco  poco  :  pochis- 
simo. 

8)  per  pòcch  =  a  poco  :  a  poco  prezzo  ; 
el  vend  là  fr&ta  per  pòcch  =  vende  le 
frutte  a  poco. 

9)  à  pòcch,  à  pòcch,  à  pòcch  fila 
■vòlta  0  per  vòlta  =  a  poco,  a  poco  :  a 
poco  alla  volta. 

10)  pòcch  fa,  pòcch  temp  fa  =  poco 
fa,  poco  tempo  fa  :  pochi  momenti  sono, 
or  non  è  molto,  non  è  molto  tempo. 

11)  pi-èss  à  pòcch  =  press'  a  poco  : 
a  un  dipi'esso,  quasi  ;  sèmm  press  à 
■pòcch  déla  stèsa  etaa  =  siamo  press' a 
poco  della  medesima  età.  Anche  :  pòcch 
sii,  pòcch  giò  ! 

12)  de  pòcch  =  da  poco,  di  fresco  : 
da  poco  tempo  ;  hin  rivaa  de  pòcch  = 
sono  arrivati  da  poco,  di  fresco.  An- 
che :  poco  rilevante;  Ve  ròba  de  pòcch 
=  è  cosa  da  poco,  di  poco  momento. 

pochètì  ma  toclièti,  =  pochi  maledetti 
e  subito  ;  meglio  pochi  ma  pronti  :  di 
danari.  Si  dico  anche  nello  stesso  senso; 
■pòcch,  ma  mondtLj  =  pochi,  ma  pronti  : 
un  soldo  meno,  ma  pronti. 

pòcliìn,  agg.  =  gracilino,  esile,  mingher- 
lino :  di  ragazzo  o  giovinetto  in  non 
troppo  buona  salute,  magro  e  debo- 
luccio. 

pochitt,  (Tèghen)  =  averne  pochi  :  sott. 
quattrini. 

pòcia,  s.  f.  =  intinto,  salsa.  Vedi  bàgrna, 
bàgnìfa. 

pocià;  V.  att.  =  inzuppare,  ammollare, 
immollare,  immergere  :  mettere  in  molle 


nel  vino  biscotti  o  pane  o  altro.  Vedi 
moia. 

1)  Intridere  ;  pocià  'l  pan  in  l'oeuv, 
in  là  bagna  =  intridere  il  pane  nel- 
l'uovo, neir  intinto. 

pociaa,  agg.  =  immollato  :  fatto  mollo 
per  bagnarne nto. 

pocìàca  e  pociàchera,  s.  f.  =  potti- 
niccio,  fango,  mota. 

1)  Fondiglielo  :  il  vino  o  altro  li- 
quido che  resta  in  fondo  alla  botte, 
alla  bottiglia,  al  fiasco  e  sim. 

pociàda^  s.  f.  =  impennata  :  quanto  in- 
chiostro ritiene  la  penna  tuffata  ;  cont 
dna  pociàda  el  scriv  ■mdsa  pàgina  = 
con  una  impennata  scrive  mezza  pagina. 

pocìàngiiera,*  s.  f.  =  pozzanghera,  pozza; 
le  buche  delle  strado  ripiene  d'acqua 
piovana. 

pocica,  s.  f.  =  intruglio  :  mescolanza  di 
varie  cose  che  mal  combinano  insieme, 
cosicché  ne  riesce  cosa  non  buona  ;  ed 
anche  e  specialm.  pottiniccio  :  mesco- 
lanza di  cose  fangose  e  torbide. 

pocòndrìa,  s.  f.  =  ipocondria.  Vedi  pe- 
còndria. 

podà,  V.  att.  =  potare  :  tagliare  il  su- 
perfluo e  il  nocivo  alle  piante  ;  e  senza 
complem.  si  dice  delle  viti. 

podagra,  s.  f.  =  podagra:  gotta  dei  piedi. 
Più  coni.  gota. 

podè,  V.  att.  =  i)otere  :  aver  facoltà,  forza, 
modo. 

1)  podènn  pii,  podi  pil  =  non  po- 
terne più,  non  potere  più  :  essere  stanco, 
finito,  anche  moralmente  ;  quànd  àc  ne 
pò  pil,  crèpa  l'tisen  e  quèll  che  gh'è 
sii  =  quando  non  si  può  più  si  torna 
al  buon  Gesù  ;  podènn  piò  del  rìd  = 
non  poterne  i)iù  dal  ridere. 

2)  Si  può  sempre  sottintendere  l'idea 
che  sappiamo  dover  esprimere  ;  se  pò  ? 
=  si  può?  specialm,  entrando  in  una 
casa, 

3)  el  pò  vèéé  =  può  essere  :  è  pos- 
sibile, 

4)  Ve  tati  quèll  che  'l  pò  vèéé  de... 
-  è  quel  che  può  essere  di.,.  :  è  in 
sommo  grado, 

5)  bèli,  briltt^  éàci,  bòn  ée  H  pò  vèéé 
=  bello,  brutto,  savio,  buono  quanto 
può  essere, 

6)  Di  probabilità,  dubbio  ;  podàrìa 
ingànàmm,  podi  àvè  sbàgliaa  =  potrei 
ingannarmi,  posso  aver  sbagliato. 


pod 


7)  à  pii  non  pòss  =  a  più  non  posso  : 
straordinariamente,  a  tutta  violenza. 

podestà,  s,  m.  =  podestà.  Usa  solo  nella 
locuzione;  èco  fato 'l  beco  à  l'oca  e 
l(\  barba  ài  podestà  =  ecco  fatto  il  becco 
all'  oca  0  lo  corna  al  podestà.  Vedi 
òca,  8). 

lìodiroetì,  s.  m.  =  potatoio  :  arnese  per 
potare. 


podisnaa, 


=  dopo    pranzo,    dopo 


desinare. 

1)  Pomeriggio  :  le  ore  tra  il  mezzo- 
giorno e  la  sera. 

podiiii,  pari.  pass.  =  potuto  :  da  podé  = 
])otere. 

posu,  aw.  =  poi,  dopo  ;  el  vegnàì'à  posu 
^  ven'à  poi  ;  e  poeu  ?  =  e  poi  ?  Per 
chiedere  che  cosa  segue,  che  cosa  vien 
dopo  ;  prtma  màngem  là  minestra  e 
poeu  'l  niàns  =  prima  mangiamo  la  mi- 
nestra 0  poi  il  manzo. 

1)  quèst  poeu  nò  !  =  questo  poi  no  ! 

poeusg',  s.  m.  =  soprosso,  aggravio  :  spe- 
cialm.^  di  figli,  di  persone  dappoco,  e 
sim.  E  voce  quasi  interamente  disusata. 

poèma,  s.  m.  =  poema:  narrazione  di 
fatti  meravigliosi. 

1)  Ve  on  poema  =  è  un  poema,  an- 
che detto  scherzosamente. 

póer,  agg.  =  povero  :  chi  ha  a])pena  il 
necessario  ;  poera  gent  =  povera  gente  ; 
l'è  on  póer  paès  =  è  un  povero  paese. 

1)  póer  òmm  =  pover'  uomo  e  po- 
vero uomo  :  compassionando. 

2)  Se  è  iron.  vale  :  di  poco  intel- 
letto, minchione  ;  te  see  on  póer  fioiiì 
=  sei  un  povero  ragazzo. 

3)  Minacciando  ;  poer  ti,  póer  à  ti 
=  ])Overo  a  te. 

4)  Esclam.  di  sciagura  ;  pòer  nùn  ! 
■póer  mi  !  opp.  pòer  à  min  !  pòer  à 
mi  !  =  poveri  noi  !  povero  me  !  opi). 
]iover'  a  noi  !  pover'  a  me  ! 

5)  Di  animali  e  di  cose  ;  pòer  cà- 
gnosu  !  =  povero  cagnolino  !  ;  poera  ctl 
=  povera  casa  !  Sempre  di  compassiono. 

poeràia,  s.  f.  =  poveraglia  :  molti  po- 
veri insieme. 

poerètt,  agg.  =  bisognoso  ;  Ve  on  òmm 
poerètt  com%  =  è  un  uomo  molto  bi- 
sognoso. 

1)  s.  7n.  ;  poverello,  mendicante,  ac- 
cattone ;  te  g'hee  daa  el  sòld  ài  poe- 
rètt ?  =  hai  dato  il  soldo  al  poverello  ? 

2)  là  poeréta  déla  gésa  =  l'aocattina 
della  chiesa  :  donna  che   sta   a  custo- 


-  609  -  po^ 

dij'o  la  chiesa  e  vive  d'elemosina  ;  pari 
là  poeréta  déla  gésa  =  parer  la  vecchia 
0  la  vecchina  dell'aceto  :  di  donna  pic- 
cina e  rifinita  che  ha  l'aria  di  vecchia, 

poerìn,  agg.  =  poverino  :  dim.  di  pòer 
=  povero  :  speci_alni>^  compassionando  ; 
o/i,  poerìn  !  cÒme^Ve^ Intlgher  !  =  oh, 
poverino  !  come  è  magro  ! 

poèrtaa,  s.  f.  =  povertà  :  astr,  di  povero, 
l'ossero  povero. 

1)  Meschinità  ;  el  glia  Òna  poertaa 
d'idèj  che  spaventa  =  ha  una  povertà, 
una  meschinità  d'ideo  che  spaventa. 

poesìa,  s.  f.  =  poesia  :  arte  di  espri- 
mere le  cose  con  ricchezza  di  imma- 
gini e  per  lo  più  in  versi. 

poeta,  s.  m.  =  poeta  :  chi  e  nato  e  edu- 
cato alla  poesia. 

poetésa,  s.  f.  =  poetessa  :  donna  nata 
ed  educata  alla  poesia. 

poetici!,  *  agg.  =  poetico  :  di  poeta,  che 
appartiene  alla  poesia.  Anche  poèticli; 
licènsa  poètica  =  licenza  poetica  :  quello 
che  talvolta  è  permessa  al  linguaggio 
poetico,  non  al  prosastico. 

poetusc,  s.  m.  =  poetastro,  poetonzolo, 
poetucolo  :  dispreg.  di  poeta. 

pofàtt,  s.  m.  =  pianta  chiodi,  imbro- 
glione, mal  paga  :  chi  'per  abitudine 
fa  debiti,  anche  sapendo  di  non  i)oterli 
pagare,  o  non  pagandoli  quando  lo  può. 

poff,  s.  m.  =  pierotto  :  specie  di  maschera 
che  ora  quasi  da  tutti  si  chiama  pierò. 
Vedi. 

1)  càpèll  Ma  poff  =  cappello  a  cen- 
cio :  quello  non  incollato,  che  si  può 
piegare  come  si  vuole. 

2)  Cestino  :  nel  vestito  da  donna  lo 
sgonfio  che  la  moda  vuole  subito  sotto 
la  schiena. 

3)  Chiodo  :  debito  che  si  lascia  a  una 
bottega,  0  sim.  ;  fa  o  piente  poff  = 
fare  o  piantar  chiodi  ;  far  debiti. 

4)  Sultanina  :  specie  di  canajtè,  ro- 
tondo 0  di  sgabello  imbottito,  basso, 
senza  spalliera,  che  si  motte  nella  sala 
per  sedervisi. 

5)  poff,  poff  =  voce  imitante  il  ru- 
more che  fa  il  vaporo  uscendo  dagli 
stantuffi. 

pog'ià,  V.  att.  =  appoggiare  :  accostare 
una  cosa  a  un'altra,  sicché  questa  le 
serva  di  sostegno  ;  pogitl  là  sctda  ài 
miir  =  appoggiare  la  scala  al  muro. 

pògiàposàd,  s.  m.  =  cavalletto,  ponti- 
cello,   rocchettino:    piccolo    arnese    di 


39 


pog 


-  610 


poi 


metallo  o  cristallo  sul  quale  a  tavola 
si  appoggiano  le  posate,  perchè  non 
insudicino  la  tovaglia. 

pog-ioeù,  s.  m.  =  balcone,  terrazzino  : 
finestra  piii  grande  delle  ordinarie, 
aperta  fino  a  terra  con  balaustro  o  con 
ringhiera,  e  talvolta  sporgente. 

pogriorìn,  s.  m.  =  balconcino  :  dimin. 
di  balcone. 

poiàii«  (àndà  in  man  ài)  =  morire,  an- 
dare al  cimitero. 

poiana,  s.  f.  =  poiana  :  sorta  di  falco. 

pola,  5.  f.  =  gallina  d' India,  tacchina  ; 
la  femm.  del  tacchino. 

1)  Chioccia  :  gallina  covaticcia. 

2)  po/rt  fregia  =  pappafredda  :  più 
freddo  di  una  tramontana. 

polàcch,  s.  m.  =  scarponcello,  scarpe- 
rotto  :  scarpa  molto  accollata  con  uno 
sparo  nella  parte  superiore  del  tomaio, 
per  poterla  calzare  e  che  poi  si  stringe 
con  laccetti  o  stringhe,  o  correggiuoli. 

polànca^  s.  f.  =  capponessa  :  pollastra 
accapponata  e  ingrassata. 

polàr,*  agg.  =  polare  :  da  polo. 

polària,  s.  f.  =  pollame  :  quantità  dì 
])olli,  i  polli  in  genere. 

polàster,  s.  m.  =  pollo  :  nome  generico 
dei  volatili  domestici  della  famiglia  del 
gallo  e  della  gallina. 

1)  àlida  in  lèti  à  l'ora  di  polàster 
=  andare  a  letto  quando  i  polli  :  pre- 
sto, appena  buio. 

2)  i  mentis  de  polàSter  =  i  fegatini, 
le  rigaglie  dei  polli. 

3)  fa  rid  i  polàster  =  far  ridere  i 
polli  :  di  cose  ridicole,  senza  senso. 

4)  sventra  on  polàster  =  sbuzzare 
un  pollo  :  levargli  le  interiora. 

poléder,  s.  m.  =  puledro  :  cavallo,  asi- 
no, mulo  giovane,  non  ancora  domo. 

polee,  s.  m.  =  pollaio,  gallinaio  :  luogo 
dove  si  tengono  i  polli, 

polenta,  s.  f.  =  polenda  e  polenta  :  in- 
triso di  i:arina  di  granturco  o  di  sag- 
gina mestato  e  cotto  nel  paiuolo. 

1)  mena  là  polenta  =  dimenare,  me- 
stare la  polenta. 

2)  cànèla  déla  polenta  =  mestone  : 
specie  di  matterello  o  randelletto  col 
quale  si  rimesta  la  polenta  nel  paiuolo. 

polentàtt,  s.  m.  =  polendaio,  pattonaio  : 
chi  fa  0  vende  pattona  o  polenta. 

polentina,  s.  f.  =  pappina  :  intriso  di 
farina  e  acqua,  ma  tenuto  allo  stato  di 
pasta  liquida  ;  polentina  e  làtt  =  pap- 


pina e  latte  ;  polentina  de  linosa  = 
pappina  di  linosa  :  fatta  colla  farina 
dei  semi  di  lino. 

1)  Poltiglia  :  si  dice  di  qualunque 
cosa  ridotta  come  pasta  liquida. 

polentòn,  s.  m.  =  polentone,  poltrone  : 
chi  è  pigro,  si  muove  lentamente  e  mal 
volentieri.  Anche  :  Sant'Agio,  Ser  Agio 
di  Val  Eiposo. 

polerìa,*  s.  f.  =  pollame.  Vedi  polària. 

polid,  agg.  =  pulito,  lindo  :  vestito  con 
nettezza  e  accuratezza. 

1)  Avv.  acconciamente,  ammodo,  per 
bene,  per  benino,  con  accuratezza,  con 
garbo. 

Polittòr,  (el  siir)  =  il  signor  Polidoro: 
diciamo  noi  a  chi  ha  gran  cura  della 
pulitezza,  e  dell'accuratezza  della  casa, 
0  della  persona. 

polidór,  s.  m.  =  pulitore :,verb.  da  pu- 
lire. 

poligràna,  s.  f.  =  acqua  tepida,  acqua 
cheta,  sornione  :  di  pers.  che  non  lascia 
scoprir  nulla  di  quel  che  pensa. 

pòlìn,  s.  m.  =  tacchino,  billo  :  il  pollo 
d'India  ;  ghe  n'è  pòceh  che  fa  'l  Nàtàl 
sénèa  polin  =  ce  n'è  pochi  che  fanno 
il  Natale  senza  tacchino. 

polina,  s.  f.  =  tacchina  :  la  femm.  del 
tacchino  ;  là  palina  o  polinèta  à  lèse 
rè  ecelénte  =  la  tacchina  a  lesso  è  ec- 
cellente. 

1)  Cavallina  :  sterco  del  cavallo  ; 
■van  à  càia  sii  là  polìna  per  ingràsà 
=  vanno  a  raccattar  cavallina  per  con- 
cimare. 

polinàtt,  s.  in.  =  spazzatui-aio  :  chi  va 
per  le  strade  a  raccattai-  cavallina. 

polipo,  *  s.  m.  =  polipo  classe  d'ani- 
mali raggiati. 

1)  Tumore  dello  membrane  mucose. 

poliroeù,  s.  m.  =  pollaiolo  :  chi  vende 
polli  da  mangiare.  Anche  :  gabbiaio  o 
gallinaio,  se  alleva  e  vende  galline  ; 
ovaio,  se  vende  ova. 

polis,  s.  m.  =  cardine,  ganghero:  quelli 
su  cui  le  imposte  girano. 

1)  Pollice:  misura,  lunghezza  circa 
della  falange  estrema  del  pollice. 

2)  Ago,  lingua:  parlando  della  stadera. 
polisa,  s.  f.  =  polizza  :  piccola  caiia  di 

ricevuta  o  di  conti'asseguo. 
polisàj,  s.  m.  =  birre,  poliziotto:  agente 
della  bassa  polizia.  E  per  estens.  chiun- 
que esercita  ufffici  di  polizia,  con  ma- 
niere vessatorie. 


poi 


611 


poi 


polisìa,  s.  f.  =  polizia:  quanto  regola  e 

vigila  l'ordino  pubblico. 
lì  Pulizia,  pulitezza:  astr.  di  pulito. 
politècnìcli,  *    af/f/.  =   politecnico:    che 

concerne  molte  arti  che  dipendono  dalle 

scienze. 
polìtica,  *  s.  f.  =  politica  :    la    scienza 

di  governo. 

1)  Furberia  nel  parlare  e  nell'agire. 

2)  pària  de  polìtica  =  spoliticare. 
politicli,  *  agg.  =  politico:    che    spetta 

alla  i)olitica;  discòrs  polìtieh  =  discorso 
politico;    opinion   politica  =    0])inione 

•    ])olitica. 

polltigròn,  s.  m.  =  politicone  :  di  pers. 
furba,  astuta. 

polito,  avv.  =  acconciamente,  per  bene, 
ammodo:  con  accuratezza  e  garbo. 

poli,  (§:ìugà  àia)  =  giocare  alla  corda; 
fare  una  corda.  Dal  frane,  potile. 

poliuón,  s.  m.  =  polmone  :  organo  dop- 
pio del  torace  che  serve  alla  respira- 
zione. 

1)  slàrgàès  i  poimon  =  allargarsi  i 
polmoni,  per  buona  aria,  e  fìgurat.  per 
buone  notizie. 

polmonàr,*  agg.  =  i)olmonare  :  dei  pol- 
moni. 

pòlo,  s.  m.  =  polo:  estremità,  dell'asse 
di  rotazione  della  terra. 

1)  àndà  al  pòlo  =  andare  nelle  re- 
gioni polari. 

polouésa,  s.  f.  =  polacca:  specie  di  ballo 
0  musica  analoga.  Dal  frane,  polonaise. 
1)  Legno    alla    polacca  :   sp.  di  car- 
rozza. 

pólpa,  s.  f.  =  polpa  :  Li  parto  carnosa 
dell'animale. 

1)  chi  ha  godiiil  là  polpa  goda  tinca 
i  òès.  Vedi  òss. 

2)  Sostanza  molle  delle  frutto,  tolta 
la  buccia  e  il  nocciolo  o  torso. 

3)  polpa  de  càsia,  de  tàmàrìnd  = 
polpa  di  cassia,  di  tamarindo:  conserva 
di  cassia,  di  tamarindo. 

polpàsc,*  s.  m.  =   polpa,  polpaccio  :    la 

jiolpa  della  gamba. 
polpàstrèll,*^.  w.  =  polpastrello:  la  parte 

più  carnosa  dell'ultima  falange  del  dito. 
1)  polpàstrèll  di  orice  =  lobo    delle 

orecchie. 
polpeta,  s.  f.  =  poli)etta:  rotoletto  di  carne 

trita  con  pane  e  altri  ingredienti  fritto 

0  cotto  nel  tegame, 

1)  Boccone  velenoso,  cibo  con  veleno. 

2)  Guadagno  lauto;  gh'è  càpitaa  dna 


bela  polpeta  cont  quèll  màlaa  de  Ger- 
mania =  gli  è  capitato  un  l)el  guadagno 
con  quell'ammalato  di  Germania. 

3)  dà  H  color  ài  polpètt  =  dar  colore 
alla  cosa,  dar  fede  all'oste  :  presentar 
la  cosa  in  modo  che  altri  la  creda  come 
noi  vogliamo,  non  la  veda  com'è. 

4)  polpètt  =  rocchi:  i  capelli  avvolti 
a  mo'  di  polpette. 

5)  Braciolina  ripiena:  fetta  di  carne 
ripiegata  e  fatta  come  un  piccolo  ci- 
lindro, tenuto  insieme  con  refe,  dentro 
la  quale  si  mette  altra  carne  battuta  e 
odori. 

polpetòn,  s.  m.  =  grossa  jjolpetta. 

1)  Di  persona  grassa  e  poltrona. 
polpìn,  s.  m.  =  polpicina:  i)iccola  polpa 

e  piccolo  pezzo  di  polpa  ;  tira   già  on 

tilter   polpìn  de  poltLèter  =  prendi    un 

altra  ijolpicina  di  pollo. 
polpós,  agg.  =  polposo,  da  polpa. 
pois,  s.  m.  =  polso:  la  parte  del  braccio 

che  è  congiunta  alla   mano  e  ne  batte 

l'arteria. 

1)  11  battito  stesso  che  si  trova  an- 
che in  altra  parte  del  braccio. 

2)  *  jìols  =  le  temiiia:  parti  laterali 
della  fronte  dove  pulsano  le  arterie. 

3)  Forza,  anche  morale;  òìmn  de  polé 
=  uomo  di  polso:  gravo  e  di  carattere, 

polshi,  s.  m.  =  polsino:  la  parte  della 
camicia  e  del  vestito  che  fascia  i  polsi. 
Anche  staccati. 

polt  e  pòlta,  s.  f.  =  papi)ina,  intriso  : 
miscuglio  di  farina  e  acqua  o  latte. 

1)  Intrigo,  raggiro  ;  menti  là  polt  = 
faro  intrighi,  far  le  carte  :  maneggiare 
0  guidare  alcun  affare. 

poltìua,  s.  f.  =  poltiglia.  Vedi  polen- 
tina. 

poltiscià,  V.  att.  =  ap])iastricciare,  lor- 
dare, insudiciar  con  poltiglia. 

poltròn,  agg.  q  s.  m.  =  poltrone:  chi  ha 
il  vizio  di  non  far  nulla. 

1)  quànd  l'è  ètra  el  polir  on  el  s'invia 
=  Cecco  suda  e  fa  faccende  :  suoniamo 
le  campane  che  s'è  deciso,  o  si  è  mosso. 

poltrona,  s.  f.  =  poltrona:  grande  sedia 
a  braccioli,  generalm.  imbottita. 

1)  poltróna  che  dònda  =  dondolona: 
sedia  lunga  dove  ci  si  può  sdraiare  e 
dondolarsi. 

poltrona,  v.  att.  =  poltrire,  poltroneg- 
giare, fare  il  poltrone,  vivere  da  pol- 
trone. 


poi 


poltronària  o  poltronerìa,*  s.  f.  =  pol- 
troneria: il  vizio  del  poltrone. 

1)  tra  via  là  poltronerìa  =  spoltrirei, 
spoltronirsi:  levarsi  la  poltroneria. 

pólver,  s.  f.  =  polvere:  terra  arida  e  fine 
facilmente  sollevata  dal  vento;  là  Mrtida 
Ve  pièna  de  pólver  =  la  strada  è  piena 
di  polvere. 

1)  trà^  biità  là  pólver  in  di  oeuce  = 
=  gettare,  dar  della  polvere  negli  occhi  ; 
cercar  di  ingannare  mostrando  quel  che 
non  è,  0  \^\i\  di  quel  che  è. 

2)  fa  giti  là  pólver  =  spolverare:  le- 
vare la  ])olvore  dai  mobili  su  cui  si  è 
posata;  stràse  déla  pólver  =  spolverac- 
cio; pannolino  ordinario,  col  quale  si 
spolvera. 

3)  Polveri,  cartoline,  prese  :  medici- 
nale ridotto  in  polvere  e  involto  in  un 
pezzetto  di  cai-ta. 

4)  pólver  de  ù'ciòpp  =  polvere  da 
schioppo:  composiziono  di  salnitro,  zolfo 
e  carbone. 

polvei'ee,  s.  m.  polverista  :  fabbricante 
di  polvere  da  fuoco. 

polverént,  agg.  =  polveroso:  pieno,  co- 
perto di  polvere. 

polverèra,  s.  f.  =  polveriera:  fabbiùea  e 
deposito  di  polvere  da  fuoco. 

polvei'èri,  s.  m.  =  polverone,  polverio  : 
gran  quantità  di  polvere  sollevata. 

polverina,  s.  f.  =  spolverina  :  soprav- 
veste leggera,  specialm.  da  viaggio,  per 
la  polvere, 

1)  Polvere  sottilissima. 

polverisà,  *  v.  att.  =  polverizzare  :  ri- 
durre in  polvere. 

pomàda,  s.  f.  =  pomata.  Vedi  manteca. 

pomelaa,  *  agg.  =  pomellato:  del  mantello 
del  leardo,  o  sim. 

ponièll,  s.  ìli.  =  pomo:  cosa  rotonda  si- 
mile a  palla,  mossa  per  ornamento  o 
per  presa. 

1)  Pallino,  gniccia,  cricca.  Vedi  luà- 
néta,  1)  mòla,  2). 

2)  pomèll  del  giigìn  =  capo  dello 
spillo. 

poméra,  s.  m.  =  pomaio,  pometo;  luogo 

piantato  ad  alberi  da  frutte. 
pomeridiana,*  agg.  =  pomeridiana  :  agg. 

di  ora:  le  ore  dopo  mezzogiorno. 
pómes,  s.  m.  =  pomice;  pietra  vulcanica 

molto  porosa  e  bianca,  per  dar  l'ultimo 

pulimento  al  legname  e  per  altri  usi, 
pomìn,  s.  m.  =  melina:  piccola  mela. 


-  612  -  pon 

1)  i  pomztt  =  le  meluzze  dello  gote: 
rossoretto  delle  guance. 
pònini,  s.  m.  =  pomo,  melo  e  mela,  al- 
bero da  frutto  e  le  frutta  che  produce. 

1)  pòmm  grànaa  =  granato,  mela- 
grano e  melagrana:  pianta  delle  mirtacec. 
■  2)  pòmm  d'Adàììim  =  pomo  d'Adamo: 
protuberanza  ossea  della  gola. 

3)  pesa  i  pòmm  =  ammammolarsi, 
aver  la  lucia;  di  chi  non  no  imo  più 
dal  sonno,  e  s'addormenta  seduto,  ca- 
scando la  testa  sul  petto. 

4)  quànd  el  pòmm  l'è  màdur  el  eroda 
=  quando  la  pera  è  matura  casca:  da- 
gli e  ridagli,  arriva  la   catastrofe. 

5)  fa  cor  à  pòmm  =  rincorrere  a 
melate. 

6)  pòmm  de  tèra  =  i)omi  di  terra, 
patate:  tubero  della  patata,  e  pianta. 

7)  pòmm  d'or  =  pomodoro,  pomi- 
doro: pianta  delle  solanacee  il  cui  frutto 
è  usato  molto  per  cucina. 

8)  pòmm  *coddgu  =  melo  cotogno, 
albero,  e  mela -cotogna,  frutto. 

9)  e  on  pòmm  =  e  coda,  e  il  resto: 
dicesi  per  indicare  che  c'è  di  più  ;  là 
g'àvàrà  treni' ànn  -  E  on  pòmm  -  avrà 
trent'anui  -  E  coda,  e  il  resto. 

10)  pòmm  pòmm  =  paura,  timore, 
tremarella. 

pómpa,  *  s.  f  =  pompa,  tromba  :  stru- 
mento per  tirar  su  l'acqua. 

1)  fa  pòhipa  =  pompeggiare,  osten- 
tare, vantarne. 

pompa,  V.  att.  =  pompare;  tirar  l'acqua 
colla  pomjta. 

pompér,  s.  m.  =  pompiere:  guardia  del 
fuoco  che  colle  pompo  spegne  gli  in- 
cendi. 

pompièr,  s.  m.  =  pompiere.  Lo  stesso 
che  pompèr. 

pompon,  s.  m.  =  nappa:  sp.  di  palla  di 
lana,  che  anticamente  i  soldati  porta- 
vano sul  chepì  con  sognato  il  numero 
della  compagnia. 

pomponìn,  s.  m.  =  nappina:  i  fiocchettM 
di    cotone    che  si    sovrappongono    all< 
trapunture  nei  lavori  trapuntati. 

pone,  s.  m.  =  ponce  :  bibita  fatta  coi 
acqua  bollita  e  rum. 

1)  Poncio:  sorta  di  mantello  che  di- 
cesi anche  pipistrello:  e  un  pastram 
con  lunga  bavera.  Vedi  i)unc> 

poncignà,  v.  att.  =  agucchiare.  Vedi  pun 
cignà,  anche  poi  derivati. 

poudà,  v.  att.  =   appoggiare  :    accostai 


poli 


613 


pop 


una  cosa  a  un'altra,  sicché  questa  lo 
serva  di  sostegno;  pondtL  là  scàìa  ài 
mùr  =  appoggiar  la  scala  al  muro. 

1)  pondàgli  dna  bela  dormìda  = 
schiacciare  un  bel  sonno. 

2)  pondàgh  on  pucjn,  on  s'giàff  = 
appioppargli  un  pugno,  uno  schiaffo. 

pondàbràsc,  s.  m.  =  appoggiatoio  :  quello 
che  si  applica  ai  davanzali  delle  fine- 
stre 0  alle  ringhiere  dei  balconi,  per 
appoggiarvi  le  braccia. 

ponéiit,  s.  m.  =  ponente:  la  ])arto  dove 
apparentemente  va  sotto  il  sole. 

ponsò,  s.  m.  =  ponsò  :  specie  di  color 
rosso  vivo. 

pont,  s.  m.  =  ponte  :  costruzione  che 
serve  di  passaggio  di  pedoni  o  di  vei- 
coli d'un  fiume,  fosso,  valle  e  sim. 

1)  Quel  palco  fatto  di  antenne  e  travi 
delle  fabbriche  in  costruzione,  o  quello 
dei  pittori  per  dipingere. 

poiit  e  ponto,  s.  m.  =  punto.  Vedi  puiit. 

Iiònta,  s.  /■.  =  punta.  Vedi  pùnta. 

pontà,  V.  att.  =  puntare.  Vedi  punta. 

pontàda,  s.  f.  =  puntata.  Vedi  pun- 
tàda. 

poiitadòr,  s.  m.  =  puntatore.  Vedi  pua- 
tìidòr. 

pontàdura,  s.  f.  =  appuntatura.  Vedi 
puntàdura. 

pontàl,  s.  m.  =  puntale,  gorbia,  cal- 
zuolo. Vedi  puntai. 

pontàmént,  s.  m.  =  appuntamento.  Vedi 
piintanient. 

pontàss,  V.  rifì.  =  impuntarsi.  Vedi  puii- 
tàss. 

pontegià,  i\  ali.  =  punteggiare.  Vedi 
puntegìà. 

I)Ontèlà,  V.  att.  e  pontèll,  s.  m.  =  pun- 
tellare e  puntello.  Vedi  puntela  e  pun- 
toli. 

pontifica,  v.  att.  =  pontificare  :  celebrare 
le  sacro  funzioni  pontificalmente. 

pontiflcaa,  (inétes  in)  =  mettersi  in 
pontificale,  in  gala,  in  pompa   magna. 

pontili,  s.  m.  =  puntiglio.  Vedi  puntili. 

pontiliós,  agg.  =  puntiglioso.  Vedi  pun- 
tiliòs. 


pontii'ceù,   s. 


=    punteruolo.    Vedi 


puntirceiì. 
pontiroeù,  s.  m.  =  quelli  operai  che  si 
adunavano  a  certi  ponti  attraversanti 
il  naviglio,  corrispondenti  a  corsi,  ad 
aspettare  d'essere  chiamati  a  qualche 
lavoro. 


politiseli,  s.  m.  =  ponticello,  ponticino  : 
jiiccolo  ponte. 

1)  Negli  istrumenti  ad  arco,  tavo- 
letta d'acero  che  si  mette  sotto  alle 
corde  per  esaminarne  le  voci  e  le  di- 
stanze. 

pontonér,  s.  m.  =  pontiere  :  soldato  del 
genio  addetto  alla  costruzione  dei  ponti. 

pontiiàl,  agg.  =  puntuale:  fatto  con  scru- 
polosa diligenza. 

pontiiàlitaa,  s.  f.  =  puntualità,  astr.  di 
puntuale. 

pontura,  s.  f.  =  puntura.  Vedi  pnntura* 

poo,  s.  m.  =  poco,  alquanto,  un  po'  ; 
on  poo  de  mobìlia  =  un  poco  di  mo- 
bilia ;  on  poo  d'ficqua  =  un  poco  d'acqua; 
on  poo  de  pii  che  'l  duràss  =  un  po' 
più  che  durasse. 

1)  on  poo  indns  =  poco  innanzi  ; 
on  poo  inen  =  poco  meno  ;  on  poo  àia 
volta  =  a  poco  alla  volta  ;  on  alter 
poo  =  un  altro  po',  ancora  un  poco. 

2)  on  poo  de...  =  alquanto  di...  ;  una 
certa  quantità;  un  poo  de  òmen,  de 
cà,  de  pan  =  alquanti  uomini,  alquante 
case,  alquanti  pani. 

3)  on  poo  e  diiù  poo  =  un  poco  e 
un  altro  poco  :  lo  dice  chi  si  impa- 
zienta, quasi  a  voler  diro  :  per  un  po' 
ho  pazienza,  ma  poi  !... 

pòpa,  s.  f.  =  poppa.  T.  marin.;  la  parte 
di  dietro  del  bastimento,  rotonda  e 
larga. 

pope,  s.  f.  =  testiera,  testa  :  testa  di 
legno  a  viso  d'uomo  o  di  donna  a  uso 
di  lavorarvi  sopra  parrucche,  ecc.  Dal 
frane,  poupèe. 

popò,  s.  m.  =  bambino,  bimbo,  mimmo: 
voce  del  linguaggio  infantile. 

1)  Entra  nella  ninna  nanna  ;  fa  nintn 
popò,  ecc.  Vedi  ninìn. 

popoeu,  .9.  m.  =  pupilla,  bulbo  dell'oc- 
chio :  il  globo  dell'occhio. 

pòpol,  s.  m.  =  popolo  :  tutte  le  persone 
d'un  medesimo  ])aeso  colla  stessa  lin- 
gua e  gli  stessi  costumi. 

1)  Anche  quelle  d'una  città,  d'un 
villaggio  ;  el  pòpol  milànes.,  genovea, 
cornaseli  =  il  popolo  milanese,  geno- 
vese, comasco. 

2)  La  parte  degli  abitanti,  esclusa 
la  nobiltà  e  la  borghesia;  l'è  dna  dona, 

•  l'è  Òna  familia  del  popol  =  è  una 
donna,  è  una  famiglia  del  popolo. 

3)  le  èà  'l  pòpol  e  'l  comUn  =  è  noto 


pop 


-  614  - 


por 


Uppis  et  tonsoribus  ;  lo  sanno  sui  canti 
delle  vie  :  di  cosa  che  nessuno  ignora. 

popola,  s.  f.  =  ragazza,  fanciulla  :  donna 
che  non  ha  preso  marito. 

1)  vèss  pesg  d'òna  popola  =  faro  il 
lezioso,  il  canchero  :  essere  una  calia  : 
di  chi  si  ha  troppi  riguardi  e  non  si 
contenta  di  nulla. 

popola,  V.  alt.  =  popolare  :  far  venire 
in  un  luogo  molti  abitanti. 

popolaa,  agg.  =  popolato,  popoloso  :  di 
luogo  dove  sono  molti  e  spossi  gli  abi- 
tanti. 

popolana,  s.  f.  =  rosolaccio  :  specie  di 
papavero  salvatico,  dai  fiori  rossi,  che 
cresce  fra  i  campi. 

1)  Zitellona,  pulzellona:  che  non  ha 
preso  marito    od  è  innanzi  cogli  anni. 

popolar,  agg.  =  popolare,  di  popolo. 

popolàsiòii,  s.  f.  =  popolazione  :  tutti 
gli  abitanti  di  un  paese. 

popòna,  s.  f.  bambinona  :  di  donna  fatta 
e  grossa  che  vuol  far  la  bambina. 

poporà,  V.  att.  =  vezzeggiare,  careggiare  : 
far  vezzi  e  carezze  a  un  bambino. 

poporóii  e  poporòtt,  s.  m.  =  bambi- 
none,  bamboccione:  specialm.  di  per- 
sona adulta  che  ha  modi   da  bambino. 

por,  s.  m.  =  porro:  pianta  da  orto  delle 
gigliacee;  usa  come  cibo  e  specialm. 
come  condimento. 

1)  Escrescenze  carnose  attaccaticce 
che  vengon  sulla  persona. 

2)  Puliga:  boUicciattola  noi  metalli 
fusi  e  in  ogni  altro  lavoro  di  fusione 
come  gesso,  vetro,  ecc. 

3)  Poro  :  condotti  delle  glandule  su- 
doripare della  pelle  e  anche  i  meati 
dei  corpi  solidi. 

porcàda,  s.  f.  =    porcheria:    un'azione, 

un'  espressione    sporca   od   oscena;  fa 

minga  di  poreàd  =  non  far  poi'cherie; 

no  l'è  bòn  che  de  dì  di  poreàd  =  non 

sa  che  dir  porcherie. 

1)  Un  lavoro;  un'opera,  una  poesia 

mal  riuscita. 
porcàrìa,  s.  f.   =    porcheria  :    sudiceria, 

illuvie,  sporcizia:  una  cosa  sudicia. 
1)  Mala  azione. 
porcàsciòu,    agg.  =   porcaccione,   accr. 

spreg, 
porcèlàna,   s.    f.    =    porcellana  :  il  più 

pregiato  e  cui'ato  prodotto  ceramico. 
1)  vèsé  iìi  tòeeh  come  la  porcèlàna 

esser  povero  come   Giobbe  ;    esser  più 


povero  di  San  Quintino  che  sonava  la 
messa  coi  tegoli. 
pòrch,  s.  m.    =    porco:    mammifero  do- 
mestico e  la  sua  carne. 

1)  Di  pers.  :  gràss  còme  on  pòrch  = 
grasso  come  un  porco. 

2)  l'è  mi  pòrch  =  è  un  porco:  si 
dice  di  chi  è  sudicio,  o  di  chi  parla  o 
agisce  in  modo  disonesto,  immorale, 
osceno, 

porchee,  s.  m.  =  porcaio  :  guardiano  di 
porci. 

porcherìa,  *  s.  f.  =  porcheria.  Vedi 
porcàrìa, 

porcinéla,  s.  in.  =  pulcinella:  maschera 
napoletana, 

porco,  s.  m.  =  porco.  Vedi  pòrch. 
1)  Esci,  pòrco!  pòrco  càn  =  corbez- 
zoli !  maledizione  I 

porcón  e  porcòtt,  s.  m.  =  porcone: 
accrescit.  di    jìorco  :  è  ingiuria. 

poresìn,  =  s.  m.  =  pulcino  :  il  nato  della 
chioccia. 

1)  vèss  còme  on  porestn  in  là  stòpa 
=  essere  come  un  pulcino  nella  stop])a; 
di  pers.  impacciata,  confusa,  che  non 
sa  distrigarsi, 

2)  vèss  el  poresìn  nègher  =  esser  la 
panca  delle  tenebre  :  di  chi  sia  bistrat- 
tato da  tutti,  0  cui  tocchino  tutte  le 
colpe,    tutti  i  rabbuffi. 

porfld,  s.  m.  =  porfido:  sp,  di  rocce 
a  vari  colori. 

pormoné,  s.  m.  =  borsa,  borsello,  bor- 
sellino :  tasca  in  cui  si  tengono  i  da- 
nari. Vedi  borsìn.  Dal  frane:  porte- 
monnaie. 

1)  Portamonete:  arnese  di  pelle  con 
cerniera  per  moneta  metallica  e  bi- 
glietti di  banca. 

porós,  agg.  =  porroso  :  pieno  di  porri, 

porscelìn,  s.  m.  =  porcellino  :  porchet- 
tino:  dim.  di  porco. 

1)  dà  ma  on  iiselìn  per  ciàpa  on 
porscelìn  =  dare  un  pulcino  per  avere 
un  cappone,  dare  un  pasticcino  per 
avere  un  piccioncino,  dare  un  ago  per 
avere  un  pai  di  ferro  :  fare  un  regalino 
per  avere  un  regalone, 

2)  fa  i  porseelitt  =  rigettare,  vomi- 
tare. 

porscèll,  s.  ni.  =  porco,  porcello,  maiale: 
porco  castrato  da  ingrassare  e  ammaz- 
zare. Usa  in  tutti  i  significati  di  pòrch. 
Vedi. 

1)  fa  i  (Buce  de  porscèll  niòrt  =  far 


por 


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por 


Vagnus  dei:  guardarsi  amorosameate. 

2)  fdhcia  de  fwsceU  niòrt  =  faccia  di 
pesce  lesso  :  specialm.  di  chi  vuol  fare 
l'addolorato  e  non  vi  riesce. 

porscèlòn,  s.  m.  =  porcone,  sudicione. 
Vedi  porcóii. 

porsiòu,*  s.  f.  =  porzione:  parte  di  una 
cosa  distribuita. 

1)  Di  pietanze,  di  vivande  specialm. 
nelle  osterie:  dan  di  porsiòn  tròpp  pi- 
seininn  =  danno  le  porzioni  troppo 
piccole. 

pòrt,  s.  7)1.  =  porto  :  tratto  di  mare 
0  di  lago,  dove  le  navi  si  mettono  al 
sicuro. 

1)  vèss  à  bon  jjòrt  =  essere  a  buon 
porto;  essere  abbastanza  innanzi  in  un 
lavoro. 

pòrt,  s.  m.  =  porto:  la  spesa  della  por- 
tatura; paga  el  jiòrt  =  pagare  il  porto; 
fràncli  de  pòrt  =  franco  di  porto,  porto 
fianco  ;  già  pagato  ;  pòrt  àèegnaa  = 
porto  assegnato;  da  pagarsi  nell'atto 
della  consegna. 

1)  pòrt  d'arnia  =  porto  d'arme;  per- 
messo di  portarla  e  il  foglio  del  per- 
messo. 

porta,  s.  f.  porta:  apertura  per  la  quale 
si  entra  in  una  casa.  Se  la^porta  grande 
0  di  casa  civile  è  tale  da  passarvi  una 
carrozza  si  dice  :  portone. 

1)  Imposta  :  chiusura  per   lo  piìi  di 

legname  connesso  che  chiude  la  porta. 

2)-  Quelle  per  cui    si  entra  in  città  ; 

poìia   Venésia,    Cinés^  Ludovìga,  ece. 

=  porta  Venezia,  Ticinese,  Lodovica,  ecc. 

3)  ànd(l  à  fictl  là  pòrta  =  battere 
all'uscio  di  monna  Morte;  correre  gra- 
vissimo pericolo  di  morire. 

4)  ciàptl  là  pòrta  =  pigliar  la  porta, 
andarsene. 

5)  fa  porta  =  aprire  il  teatro,  dare 
accesso,  e  aspettare  che  aprano. 

6)  sta  in  là  stèi-a  pòrta  =  abitare  la 
medesima  casa. 

porta,  v.  att.  =  portare  :  tenere  o  soste- 
nere con  mano  o  addosso  qualche  cosa  ; 
el  pòrta  el  gèrlo  =  porta  la  gerla;  el 
Nàpoleòn  del  Canova  el  pòrta  'l  niond 
=  il  Napoleone  di  Canova  porta  il 
mondo. 

1)  Tras])ortare  :  el  veni  l'ha  portaa 
cMèà  in  dee  o  chisà  dòe  =  il  vento 
l'ha  portato  chi  sa  dove. 

2)  porta  vìa  =  portar  via  :  levar  da 
un  luogo  e  metterlo  in  un  altro.  E  an- 


che :  togliere:  levare,  rubare,  carpire  : 
portù,  ma  di  gran  maa  =  incontrare, 
superare  gravi  malattie:  essere  cagio- 
nevoli ;  portcL  foeilra  =  asportare,  espor- 
tare, liberare. 

3)  Sedurre,  lusingare  :  el  s'è  làsaa 
porta  via  dai  eiflcer  de  quèll  imbroiòn 
=  si  lasciò  portar  via  dalle  chiacchiero 
di  quell'imbroglione. 

4j  Di  quanto  si  porta  per  coprirci  o 
per  ornamento  :  el  pòrta  sèniper  i  eal- 
sòn  làrgh  =  porta  sempre  i  calzoni 
larghi . 

5)  Cagionare,  essere  cagione  :  el  tem- 
poràl  l'ha  portaa  on  gran  dànn  fila 
campagna  =  il  temporale  cagionò  un 
grave  danno  alla  campagna. 

6)  Allegare,  addurre,  mettere  innanzi 
per  dimostrare  una  cosa  ;  porta  dna 
reson,  di  proeùv,  di  testimoniàns  =  por- 
tare, allegare  una  ragione,  delle  prove, 
delle  testimonianze. 

7)  j)ortà  ben  i  ànn  =  portar  bene  gli 
anni:  parer  più  giovine  che  uno  non 
sia. 

8)  Ridui're;  g^ho  paÈra,  ma  quèla 
tose  li  le  pòrta  ài  fopon  =  temo,  ma 
quella  tosse  lì  lo  porta  al  cimitero. 

9)  Eeggere,  tollerare;  Ve  on  vln  che 
pòrta  minga  Vtiequa  =  è  un  vino  che 
non  porta  l'acqua. 

10)  Nutrire  dimostrare  ;  portd.  òdi, 
rispètt,  e  sini.  =  portare  odio,  rispetto 
e  sim. 

li)  Favorire,  proteggere:  l'ha  otegniiil 
el  post,  pèrche  l'ha  portaa  el  niiriìster  - 
ha  ottenuto  il  posto  perchè  l'ha  portato 
il  ministro;  là  mtLma  là  porta  doma  'l 
màgiòr  =  la  mamma  porta  soltanto  il 
maggiore:  favorisco  il  maggiore. 

12)  Di  contegno  ;  portàss  ben,  mal, 
dignitosàmént  e  sim.  =  portarsi  bene, 
male,  dignitosamente  e  sim. 

13)  portala  foeilra  =  andare,  u.scir 
netto:  camparla,  scamparla. 

14)  porta  sii  =  montare,  sommare, 
e  anche:  far  crescere  la  somma;  là  fa- 
miglia là  me  pòrta  sui  tresènt  ò  qua- 
tercént  lir  ài  mes  =  la  famiglia  mi  fa 
sommare  dalle  trecento  alle  quattro- 
cento lire  al  mese;  el  so  laorà  le  pòrta 
sui  trénta  frànch  là  setimtLna  =  il  suo 
lavoro  lo  porta  sui  trenta  franchi  alla 
settimana. 

portaa,  agg.  =  inclinato,  propenso,  pro- 
clivo: inclinato  con  favore,  simpatia. 


por 


616  — 


por 


portàbàstòn,  s.  m.  =  portamazze  :  ar- 
nese dove  si  tengono  le  mazze  per  non 
lasciarle  intorno  per  la  casa. 

portàbicér,  s.  m.  =  portabicchiere,  ton- 
dino: piattino  che  si  mette  sotto  il  bic- 
chiere perchè  non  macchi  la  tovaglia  o 
il  tavolo. 

portàbil,  agg.  =  portabile  :  che  si  può 
l^ortare;  lèti  portàbil  =  letto  portabile. 
Usa  piìi  largamente  portati!. 

portàbit,  s.  m.  =  attaccapanni,  attacca- 
vestiti.  Se  è  mobile:  servo  muto,  ser- 
vitore. 

portàbotéli,  s.  m.  =  portabottiglie;  ton- 
dino da  metter  sotto  alle  bottiglie. 

portàcàdèun,  s.  m.  =  cappelletto  :  sco- 
dellino rovescio  dal  quale  pendono  le 
catouolle  dello  lampade,  dei  turiboli  o 
si  in. 

portàcàdin,  s.  m.  =  lavamano  :  arnese 
che  porta  la  catinella  per  lavarsi  le 
mani  e  il  viso. 

portàda,  s.  f.  =  portata,  servito:  la  vi- 
vanda che  volta  per  volta  si  porta  in 
tavola  al  pranzo. 

1)  vèsà  tila  portàda  de  qiieidUn  = 
essere  alla  portata  di  uno:  addatto  alle 
sue  forze,  alla  sua  intelligenza:  l'è  mingo, 
Oli  spetàcol  àia  portàda  de  tuce  :  l'è 
tròpp  càr  =  non  è  uno  spettacolo  aUa 
portata  di  tutti:  è  troppo  caro. 

2)  Portata  :  T.  artigl.  :  peso  della  palla 
e  la  distanza  che  percorre. 

portàfoeiij,  s.  m.  =  portafoglio  :  arnese 
di  pelle  a  libro  per  annotazioni  e  per 
tenervi  danari. 

portalàpis,  s.  m.  =  portalapis,  matita- 
toio, toccalapis:  arnese  di  metallo  dove 
si  mette  la  matita  e  la  si  ferma  con 
un  anello  corsoio. 

portàlèter,  s.  m.  =  portalettere,  postino: 
fattorino  della  posta:  chi  porta  le  let- 
tere, i  i)lichi,  ecc.  al  domicilio  del  re- 
capito eletto. 

l)Ortàliicèriia,  s.  m.  =  sottolume,  posa- 
lume:  oggetto  per  lo  piii  di  stoffa  ri- 
camata su  cui  si  posa  la  lucerna,  per- 
chè non  insudici  il  tavolo. 

portàmàntèll,  *  s.  m.  =  attaccapanni. 
Vedi  portàbit. 

portàmént,  s.  m.  =  portamento:  l'at- 
teggiare della  persona  camminando;  là 
g'ìià  Oli  portàmént  nòbil  e  graéiós  in 
Visiterà  temp  ■=  ha  \va.  portamento  al 
tempo  stesso  nobile  e  gentile. 

portàmolìn,  s.  m.  =  oliera  o  ampolliera: 


arnese  che  porta  incastrate  le  ampolle 
per  l'olio  e  per  l'aceto. 

portàmoiiéd,  s.  m.  =  portamonete.  Vedi 
pòrinoiié. 

portàmórs,  s.  m.  -  poiiamorso  :  fini- 
mento del  cavallo. 

portàntiii,  s.  m.  =  portantino:  colui  che 
porta  la  portantina. 

portàutìua,  s.  f.  =  portantina,  bussola: 
sedia  portatile. 
1)  Barella.  Vedi  bàréla. 

portàoeùv,  s.  m.  =  ovaiolo:  calicino  di 
maiolica  o  d'altro  per  mettervi  l'uovo 
bazzotto  0  al  latte,  quando  si  vuol  man- 
giare intridendovi  il  pane. 

portàpènn,  s.  m.  =  pennaiolo:  bocciolo 
0  tubo  di  legno,  o  metallo  per  tenervi 
le  penne. 

pòrtàritràtt,  *  s.  m.  =  portaritratti:  ar- 
nese per  reggere  o  custodire  ritratti  in 
fotografìa. 

pòrtàrud  e  pòrtàriiff,  s.  m.  =  cassetta, 
cassetta  delle  spazzature,  pattumiera: 
arnese  di  legno  o  altro  i)er  raccogliervi 
le  spazzature  o  immondizie,  che  si  tro- 
vano spazzando  colla  granata. 

1)  vèss  ciintaa  come  'l  pòrtàrud  = 
esser  considerato  uno  zero. 

2)  Così  per  similitudine  chiamiamo 
il  sedile  posto  dietro  alla  carrozza  dove 
siedono  i  servitori. 

pòrtàsigrarètt,*  s.  m.  =  portasigarette:  e 

pòrtàsigrher,  s,  m.  =  portasigari:  astuccio 
e  custodia  per  lo  più.  di  ])clle  per  por- 
tare sigari  0  sigarette  in  tasca  senza 
romperli. 

1)  Bocchino:  arnese  di  corno,  ambra 
od  altro  })er  fumare  le  sigarette  o  i 
sigari. 

pòrtàspéd,  s.  m.  =  fattorino:  arnese  di 
ferro  con  piede  e  varie  tacche,  alle 
quali  si  appoggia  l' altro  capo  dello 
spiedo,  che  non  è  congiunto  al  girarrosto. 

pòrtàstàfa,  s.  m.  =  staffile:  la  striscia 
di  cuoio  che  regge  la  staffa. 

pòrtàstècch,  s.  vi.  =  portastecchi  :  boc- 
ciolo di  porcellana,  cristallo  od  altro, 
di  varie  forme,  \^Qx  mettervi  gli  stecclii 
o  stuzzicadenti  in  tavola. 

portàtilj  *  agg.  =  portatile  :  che  può  es- 
sere facilmente  portato  da  luogo  a  luogo. 

portàtiràut,  s.  m.  =  reggitirelle  :  parte 
del  finimento    dei  cavalli  da   tiro    che 
sono  come  staffe  di  cuoio  che   sorreg-  - 
gono  le  tii-elle. 

pòrtàvirànd,  s.  m.  =  portavivande:  tam- 


por 


—  617  — 


pos 


burlauo  per  portare  le  vivande  da  luogo 
a  luogo,  mantenendole  calde. 

pòrtàYÒs,*  s.  m.  =  portavoce:  tubo  di  latta 
0  gomma  ])er  comunicare  da  un  piano 
all'altro  della  casa:  ed  anche  strumento 
in  forma  di  gran  tromba  che  porta  lon- 
tano il  suono  della  voce. 

1)  Di  chi  parla  per  bocca  d'altri,  e 
chi  riporta. 

portegaa,  s.  m.  =  porticato,  perticale  : 
porto  ampio  e  lungo. 

pórteg'li,  s.  m.  =  portico:  luogo  coperto 
nel  piano  inferiore  degli  edilìzi  e  lungo 
le  facciate,  o  anche  isolato,  sorretto  da 
colonne. 

porteg'hètt,  s.  m.  =  portichetto:  dim.  di 
portico. 

1)  Pronao,  vestibolo,  loggiato:  luogo 
come  portichetto  che  è  dinanzi  aUa 
porta  delle  chiese  e  dei  templi,  soste- 
nuto da  colonne. 

porteli)  s.  m.  =  sportello:  piccolo  uscio 
nelle  porte  e  principalm.  nel  portone, 
che  serve  per  la  notte  quando  i  due 
battenti  son  chiusi;  l'è  anmò  on  bàgaj 
e  ci  voeur  là  eiàv  del  porteli  =  è  an- 
cora un  ragazzo  e  vuole  la  chiave  dello 
sportello. 

portènt,  s.  m.  =  portento  :  avvenimento 
0  cosa  maravigliosa  :  quèll  fioeù  li  l'è 
Oli  portèìit  =  quel  ragazzo  è  un  prodigio. 

portér,  s.  m.  =  portiere  :  chi  sta  alla 
porta  dei  palazzi. 

1)  Tavolaccino:  servo  di  magistrati. 

2)  Bigliettinaio.  Vedi  bìgliètàri. 
porterà,  s.  f.  =  sportello  :    1'  apertura  o 

imposta  della  carrozza  a  cui  sono  i  cri- 
stalli e  le  tendine. 

1)  Portiera  :  tonda  di  velluto,  di  seta 
0  altro,  che  si  suol  mettere  alle  porto 
delle  stanze. 
pòrtìcli,*  s.  m.  =  portico.  Vedi  pórtegrli. 

1)  Loggiato;  edifizio  aperto,  sorretto 
da  colonne. 

2)  Atrio:  spazio  coperto  davanti  alla 
jjorta  d'ingresso  d'un  edificio. 

portinàda,  (fa  òna)  =  uscita:  uscire  tutti 
dalla  porta  in  una  volta  sola. 

portlnàr,  s.  m.  =  portinaio:  custode  della 
porta.  Se  di  ])alazzi,  specialm.  pubblici, 
portiere. 

portlnàrìa,  s.  f.  =  portineria,  la  stan- 
zetta dove  stanno  i  portinai.  Se  di  pa- 
lazzi, porteria. 

portceùr,  s.  m.  =  portantino,  lettighiero. 
Dal    frane,  jmrteur.    Vedi  portàntìn. 


pòrtombrèll,  s.  m.  =  posombrelli,  por- 
tombrelli  :  arnese  di  metallo  dove  si 
posa  chiuso  l'ombrello  bagnato,  perchè 
non  isgoccioli  sul  pavimento. 

portoli,  s.  m.  =  portone  :  porta  grande. 

pòrtorològrg,  s.  m.  =  portorologio:  arnese 
per  posarci  l'orologio. 

poi'tiigràll,  s.  m.  =  Portogallo  :  arancia, 
il  frutto  dell'arancio. 

portura,  s.  f.  =  portatura,  porto,  tra- 
sporto: il  portare  e  la  spesa  del  porto. 

pòsa,  *  s.  f.  =  posa  :  il  posare,  lo  staro 
fermi  specialmente  davanti  alla  mac- 
clvina  fotografica. 

1)  L'  atteggiamento  della  persona  in 
atto  di  posare;  l'era  là  coni  dna  pòsa 
^entimenttil  che  l  fasèva  rid  i  polMter 
era  là  con  una  posa  sentimentale  che 
faceva  ridere  i  polli. 

2)  L'aria  che  uno  si  dà:  el  gh'à  dna 
2msa  che  'l  par  el  pota  de  Modena  = 
si  dà  una  posa  che  pare  il  Re  di  Picche. 

posa,  *  V.  att.  =  posare:  di  chi  sta  a  mo- 
dello 0  a  farsi  ritrattare. 

1)  Di  chi  si  dà  un'aria  da  quello  che 
non  è  0  da  più;  el  posa  à  grand'ònim 
eH  fa  rid  =  posa  a  grand'uomo  e  fa  ri- 
dere. 

X)0sà,  v.  att.  =  posare,  riposare:  prender 
quiete,  riposo. 

posaa^  agg.  =  posato,  serio,  grave  :  di 
pers.  che  ha  costumi  buoni;  l'è  on  òmm>, 
l'è  on  giotn  posaa  =  è  un  uomo,  è  un 
giovane  posato. 

posàda,  s.  f.  =  posata:  nome  collettivo 
dei  tre  piccoli  strumenti  da  prendere 
il  cibo:  coltello,  forchetta,  cucchiaio. 

1)  Un  posto  apparecchiato  a  tavola; 
gh'è  gio  dna  posàda  de  pil:  chi  Ve  che 
gh'è  chi  à  disnà?  è  messa  una  posata 
di  più:  chi  c'è  a  pranzo? 

2)  òna  bòna,  posàda  =  un  buon  man- 
giatore: di  chi  a  tavola  mangia  molto. 

3)  pògìa  pofiàd,  porta  posàd  =  pon- 
ticello, rocchettino,  cavalletto.  Vedi  pò- 
giàposàd. 

pòsàpiàii,  s.  m.  =  posapiano  :  si  scrive 
sopra  le  casse  contenenti  oggetti  fra- 
gili, che  si  mandano  in  viaggio. 

1)  Per  ischerzo  si  dice  di  chi  fa  tutto 
adagio,  quasi  avesse  paura  di  sciuparsi. 

posàtésa,  *  s.  f.  =  posatezza:  l'esser  po- 
sato, quieto. 

poscritt,  s.  m.  =  poscritto  :  ciò  che  si 
aggiunge  alla  lettera,  facendovi  prece- 
dere P.  S. 


POS  —  618  — 

posdomàn,  avv.  =  doman  l'altro,  posdo- 
mani. 

posèd,  V.  att.  =  possedere:  avere  ìq  pro- 
prietà, essere  in  possesso  ;  el  poséd 
nfliica  on  mèter  quàdraa,  e  'l  par  el 
pàdròn  del  niond  =  uon  possiede  un 
nietro  quadrato  e  pare  il  padrone  del 
mondo. 

posedimént,  *  s.  m.  =  possedimento:  di 
terreni,  campagne  ;  l'è  àndaa  fceura, 
in  di  so  posedimént  =  è  andato  fuori, 
nei  suoi  possedimenti. 

posèsióu,  s.  f.  =  possessione,  possedi- 
mento. Vedi  posedimént. 

posèsòr,  s.  VI.  =  possessore  :  chi  pos- 
siede; Ve  posèsór  d'  on  bèli  patrimoni 
=  è  possessore  di  un  bel  patrimonio. 

posèss,  s.  m.  =  possesso  :  il  possedere 
una  cosa. 

1)  vèés  in  posèss  =  essere  in  pos- 
sesso: possedere,  avere  in  proprietà. 

2)  toeu  sii  H  posèsé  =  prendere,  en- 
trare in  possesso. 

3)  ciàptl  poàess  =  prender  possesso, 
farsi  padrone,  spadroneggiare. 

4)  Aria  autorevole,  gravità,  albagia, 
fasto;  là  va  via  cont  on  posèsé  ehe  là 
par  là  regina  del  Mogòll  =  cammina 
con  una  gravità  che  pare  la  regina  del 
Mogol. 

posibil,*  agg.  =  possibile:  che  può  essere, 
che  può  avvenire,  che  può  farsi. 

1)  fa  'l  poàìbil  =  fare  il  possibile: 
fare  ogni  sforzo. 

2)  posibil! QSG\a.m.  =  possibile!  escla- 
mazione quasi  di  inci'edulità. 

posibilìtaa  *  s.  f.  ^  possibilità  :    modo, 

maniera  possibile,  comodità. 
posibìlinènt,*  avv.  =  possibilmente  :  in 

modo  possibile. 
posidènt;  s.  m.  =  possidente,  abbiente: 

proprietario  di  stabili. 
posision,    s.    f.   =    posizione,    positura: 

modo  di  stare;  ho  dormii  in  d'una  po- 

sisiòn  discòmoda  =  ho  dormito  in  una 

positura  scomoda. 

1)  Collocazione,  luogo;  Ve  dna  cà  in 
d'una  posisiòn  piirànca  bela  =  è  una 
casa  in  una  posizione  pur  bella. 

2)  fài'S  dna  posisiòn  =  farsi  una  po- 
sizione: riguardo  a  condizione  sociale. 
Così  ;  là  mia  posisiòn  me  le  permètt 
nò  =  la  mia  posizione  non  me  lo  per- 
mette: ed  altre. 

3)  Condizione  in  cui  uno  si  trova, 
stato:  vèss  in  d'ona   posisiòn  trista  = 


pos 


ossero  in  cattiva  posizione;  là  mìa  Ve 
òna  posisiòn  delicàda  =  la  mia  è  una 
posizione  delicata. 

4)  posisiòn  falsa  =  posizione  falsa: 
di  chi  si  trova  in  uno  stato  che  non 
è  per  lui,  a  cui  non  ò  adatto  e  che  lo 
motto  in  imbarazzo. 

B)  T.  milit.  In  atto  di  saluto,  di  at- 
tenzione, per  ricevere  ordini  ;  el  s'è 
miss  subit  in  posisiòn  =  s'è  mosso  su- 
bito in  posizione. 

6)  posisiòn  =  posizione:  luogo  tattico. 

7)  uficiàl  in  posisiòn  ausiliaria  =  uf- 
ficiale in  posizione  ausiliaria:  a  riposo 
ma  che  può  essere  richiamato. 

8)  T.  leg.  Tutti  gli  atti  di  un  pro- 
cesso, d'un  affare:  una  pratica,  un  in- 
serto. 

positÌT,  *  agg.  =  positivo  :   pratico,    che 

fugge  l'ideale. 

1)  Ve   positìv  =  è  certo,  è  sicuro,  ('■ 

fuor  di  dubbio. 
positivàmènt,  avv.  =  apposta,  a  posta: 

con  intenzione  di  riuscire  in  quello  di 

cui  si  parla. 
pospóni!,  ^'.  att.  =  posporre:  stimar  meno  ; 

te  g'àvàrìet   el   coràgg  de   pospònn  là 

tòa  mttm-a  à  qiièla  dona  lì  ?  =  avresti 

il  coraggio  di  posporre  la  tua  mamma 

a  quella  donna? 
pòss,  agg.  =  avvizzito,  passato:  di  frutte, 

di  fiori,    anche   di    abiti    che   abbiano 

perduto  la  loro  freschezza. 

1)  diventa  pòss  =  avvizzire:  diventar 
vizzo, 

2)  tLcqua  posa  =  acqua  calda:  da  un 
pezzo  attinta  ;  j^dn  pòse  =  pane  d'un 
giorno. 

pòss,  *  (à  pti  non)  aw.  =  a  più  non  posso, 
a  tutto  potere:  con  ogni  possibile  sforzo, 
quanto  è  possibile. 

poss,  s.  ni.  =  pozzo:  buca  tonda  e  pro- 
fonda in  terra  per  trovare  e  raccogliere 
l'acqua  di  polla. 

1)  prèia  del  poss  =  pozzale:  il  pa- 
rapetto 0  sponda  del  pozzo. 

2)  roeuda.  del  pose  =  carrucola:  stru- 
mento a  cui  si  affida  la  corda  per  ca- 
lare la  secchia  e  ritirarla  piena. 

3)  ci  poss  de  San  Pàtrisi  =  il  pozzo 
di  San  Patrizio  :  di  richiesto  che  non 
vengono  a  fine  :  di  cosa  o  di  persona 
che  costi  continuamente  danaro. 

4)  vèss  on  poss  de  scensa  =  essere 
un  pozzo  di  scienza:  averne  molta. 

5)  on  poss  e  on   praa  el  spesiee  Ve  l 


pos 


—  619  — 


pos 


faa  =  un  pozzo  o  xin  prato  e  il  farma- 
cista è  fatto:  perche,  specie  una  volta 
i  farmachi  si  riducevano  a  succhi  di 
erbe. 
post,  s.  m.  =  luogo:  ma  con  senso  più 
determinato,  circoscritto;  luogo  d'onde 
s'assiste  a  uno  spettacolo,  e  luogo  dove 
uno  potrebbe  stare  ;  hoo  iòlt  on  post 
Ma  Scàia  per  stàUra  =  ho  proso  un 
posto  alla  Scala  per  questa  sera  ;  à 
tàola  gii' è  post  àpèna  per  sès  =  a  ta- 
vola c'è  posto  appena  per  sei;  ài  mond 
gh'è  post  per  ticce  =  al  mondo  c'è  po- 
sto por  tutti. 

1)  Spazio  da  poterci  mettere  qualche 
cosa;  in  là  vàlìs  gh'è  pie  post  nànea 
per  on  para  de  càlscit  =  nella  valigia 
non  c'è  più  posto  neanche  per  un  paio 
di  calze. 

2)  Il  luogo  del  fatto  ;  àndà^  portàss 
sili  post  =   andare,  portarsi  sul  posto. 

3)  siti  post  =  sul  posto  :  di  merci, 
luogo  d'origine,  di  produzione. 

4)  vèsé  ài  so  post  =  essere  al  suo 
posto;  di  pers.  o  cosa,  essere  dove  sta 
bone. 

5)  sta  ài  so  post  =  stare  al  suo  po- 
sto: di  pers.,  non  ingerirsi  di  ciò  che 
non  gli  tocca. 

6)  mètt  à  post  =  allogare;  trovare  il 
posto  a  una  pers.  o  cosa  e  mettercela; 
edme  fàrèmm  à  mètt  à  post  tÉta  sta 
geni  ?  =  dove  allogheremo  tutta  questa 
gente  ?- Anche  :  dar  marito;  riià  miss 
à  post  polito  i  so  tosami  =  allogò  bene 
le  sue  figliuole.  E  di  danari,  metterli  a 
frutto;  l'ha  miss  à  post  i  so  capitai  = 
ha  allogato  bene  i  suoi  capitali. 

7)  mètcs  à  post  =  allogarsi,  trovarsi 
il  posto,  maritarsi. 

8)  mètt  à  post  =  accomodare,  asse- 
stare; dar  sesto,  mettere  ogni  cosa  al 
suo  posto,  in  buon  ordine. 

9)  quèll  lì  l'è  'l  me  post  =  quello  è 
il  mio  posto.  I  toscani  dicono  anche: 
non  sapete  il  paternostro  questo  posto 
non  ò  vostro.  Di  chi  reclama  il  posto 
prima  occupato  e  che  altri  abbia  preso, 
perchè  noi  per  un  momento  ce  ne  siamo 
allontanati. 

10)  Impiego  ;  l'è  minga  bòn  de  sà- 
vèss  conserva  'l  post  =  non  è  capace 
di  sapersi  conservare  l' impiego  ;  Phà 
ciàpaa  on  bòn  post  =  ha  ottenuto  \in 
buon  posto,  un  buon  impiego. 

posta,  s.  f.  =  posta:  quel  laogo  dove  si 


pone  il  cacciatore  per  aspettare  l'ani- 
male al  passo,  e  il  luogo  prefìsso  per 
fermarvisi. 

1)  dàss  là  pòsta  =  darsi  la  posta: 
fissare  il  ritrovo;  fàgh  là  pòsta  à  vùn 
fare  la  posta  a  uno  ;  aspettarlo,  atten- 
derlo al  varco. 

2)  Luogo,  casa  ove  si  fermano  le 
vetture  in  viaggio  e  mutano  cavalli;  ed 
anche  il  legno  di  vettura  che  fa  viaggi 
da  un  luogo  a  un  altro  in  ore  deter- 
minate, e  porta  le  lettere  ;  à  che  óra 
riva  là  pòsta  ?  =  a  che  ora  arriva  la 
posta  ? 

3)  Ufficio  governativo  dove  si  rice- 
vono, si  spediscono,  si  distribuiscono- 
le  lettere,  i  giornali,  i  pacchi,  e  la  casa 
0  palazzo  dove  risiede. 

4)  Il  carteggio,  le  lettere  che  uno- 
spedisce  e  riceve  per  la  posta. 

5)  T.  di  gioco:  la  scommessa,  la  i)un- 
tata. 

6)  à  pòsta  =  a  jìosta,  a  bella  posta; 
apposta,  a  bello  studio,  appositamente. 

7)  nànea  à  fall  à  pòsta  =  noancho 
a  farlo  apposta  ;  d'una  cosa  che  poggio» 
non  poteva  riuscire,  o  anche  d'un  caso 
fortunato  e  inaspettato. 

8)  de  età  pòsta  =  di  questa  posta  : 
per  indicare  una  grossezza  o  grandezza 
più  dell'ordinario,  col  gesto  che  ac- 
compagna la  parola. 

9)  fa  insci  de  pòsta  =  far  per  celia, 
per  scherzo,  non  seriamente.  Contrario- 
di  fa  de  bòn.  Vedi  bòn,  s.  m.  4), 
agg.  30,  e  deboli. 

10)  Avventore,  cliente,  bottegaio  :  chi 
va  per  solito  a  comperare  nella  stessa; 
bottega. 

postai,*  agg.  =  postale:  di  posta,  atte- 
nente a  posta  ;  pàccìi,  vàglia,  ilfiéi 
pastài  =  pacco,  vaglia,  ufficio  postalo. 

postee,  s.  m.  =  rivendugliolo,  pizzica- 
gnolo :  chi  rivende  cose  minute  man- 
gerecce,  oltre  ai  salumi. 

posticipa,  V.  att.  =  posticipare  :  fare  una 
cosa  dopo  il  tempo  consueto  o  prefìsso  ; 
hoo  dovUii  posticipa  à  àndà  in  cam- 
pagna in  càusa  del  temp  =  ho  dovuto- 
posticipare  l'andata  in  campagna  por 
cagione  del  tempo. 

posticipaa,  agg.  =  posticipato  ;  pàgà- 
ment,  stipendi  posticipaa  =  pagamento,, 
stipendio  posticipato. 

posticipàsiòii,  s.  f.  =  posticipazione:  il 
posticipare. 


pos 


620  — 


pra 


postila,  «•.  tr.  =  postillare  :  far  postille, 
faro  aggiuute. 

postin,  s.  m.  =  postino,  i)rocaccio,  pro- 
caccino :  impiogato  della  posta  che  ri- 
capita lo  lettere.  Vedi  pedòn. 

posticeli,  s.  m.  =  posticino  :  dimin.  di 
posto,  e  specialm.  di  uffizio  piuttosto 
lucroso. 

postiòii,  s.  m.  =  postiglione  :  quello  che 
guidava  i  cavalli  delia  posta  stando  a 
cavallo,  e  quello  che  a  cavallo  guida 
in  campagna  i  cocchi  signorili. 

posti  ss,  agg.  =  posticcio  :  di  cosa  posta 
in  un  luogo  che  non  è  il  suo  naturalo, 
dove  non  dove  rimanere. 

Pota  (de  aiòdena),  =  Fotta,  il  Fotta  di 
Modena  ;  el  par  el  Pota  de  Mòdeìia  = 
pare  il  Fotta,  il  seccnto,  un  gi-an  che. 

potàbil,*  agg.  =  potabile  :  d'acqua,  che 
si  può  bore,  buona  da  bore. 

potàsa,  s.  f.  =  potassa  :  un  sottocarbo- 
nato di  i)otassa  che  ò  in  commercio  e 
serve  a  parecchi  usi   anche   domestici. 

poténsa,  s.  f,  =  potenza,  forza,  consi- 
derazione, potere. 

potént,  e  potente,*  agg.  =  potente,  ga- 
gliardo, efficace  ;  lioo  ciàpaa  sii  on  rà- 
freclór  potént  =  mi  son  preso  un  raf- 
freddore potente  ;  l'ha  tòlt  on  potente 
piirgànt  =  ha  iiroso  un  i)otente  i)ur- 
gante. 

potére,*  s.  m.  =  potere  :  la  potenza,  la 
facoltà  di  fare,  autorità,  influenza  ;  el 
g'Iià  minga  potére  =  non  ha  potere, 
non  può. 

potig'iià,  f.  att.  =  accarezzare  con  troppa 
sdolcinatura  i  bambini.  Vedi  cocorà. 

potìnfia,  s.  f.  =  pittima,  leziosa:  che 
fa  smancerie,  e  leziosaggini. 

pott  pott,  (fa)  V.  att.  =  grillare,  gril- 
lettare :  il  rumore  di  ciò  che  comincia 
a  bollire. 

pover,  s.  m.  =  povero,  meschino,  indi- 
gente, accattone;  hoo  trovaa  tanti pdver 
che  m^/tan  siigaa  el  borsln  =  ho  tro- 
vato tanti  poveri  che  m'  hanno  sec- 
cato il  borsellino. 

1)  Anche  agg.  quando  però  non  s'ac- 
compagna con  un  nome,  perchè  allora 
si  usa  nella  forma  póer.  Vedi. 

2)  derentà  poter  =  impoverire  :  di- 
venir povero. 

praa,  s.  m.  =  prato  :  teri*eno  ricoperto 
d'erba. 

1)  fa  i  tòmm  sul  praa  =  fare  i  ca- 
pitomboli sulle  prata. 


2)  écàrpti  el  praa  =  rompere  il  })rato  : 
levarlo  per  farvi  altra  sementa. 

3)  mètt  à  praa  =  ap])ratiro  :  coprir 
d'orba  un  campo. 

pràdària,  s.  f.  =  prateria  :  tratto  di  ter- 
reno tenuto  a  ]  irato. 

pràdiroeù,  s.  m.  =  segatore  :  chi  fa  il 
mestiere  di  segare  i  fieni  nei  campi. 

1)  Frataiolo  :  di  certi  funghi  cho  so- 
glion  fare  nei  prati  :  agaricus  campe- 
stris. 

pràns,*  s.  m.  =  pranzo  :  desinare  lauto, 
signorilo,  generalmente  con    convitati. 

pràtica,*  s.  f.  =  pratica  :  facilità  acqui- 
stata coll'usOj  nel  fare  checchessia. 

1)  Dar  pUsee  là  pràtica  che  là  grà- 
mitica  =  vale  di  più  la  pratica,  che 
la  grammatica  :  altro  la  pratica,  altro 
la  grammatica  ;  il  fare  insegna  più  che 
le  regole. 

2)  ciàpà  pràtica  =  prendere,  acqui- 
star pratica  :  addestrarsi,  impratichirsi. 

8)  mètt  in  pràtica  =  mettere  in  ])ra- 
tica  :  mettere  a  effetto,  in  uso. 

4)  Esperienza  ;  w'gh  pràtica  del  mond 
=  avere  pratica  del  mondo. 

5)  in  pràtica  =  in  pratica  :  all'atto, 
nella  realtà  dell'esecuzione,  contrario 
di  :  in  teoria. 

6)  vcgh  pràtica  de  queicòsà  =  aver 
pratica  di  una  cosa  :   conoscerla  bene. 

7)  Negozio,  affare,  t)-attativa  ;  g'hoo 
imr  i  man  óna  pràtica  de  minga  pòca 
importànsa  =  ho  tra  le  mani  una  pra- 
tica di  non  poca  impoi-tanza. 

pràtica,*  ■p.  att.  =  praticare  :  bazzicare 
con  qualcuno,  conversarci  abitualmente. 

pràticàbil,  agg.  =  praticabile:  da  esser 
praticato.  Anche  T.  teatr. 

pràticànt,  s.  m.  =  praticante,  appren- 
dista: chi  sta  a  far  ]iratica  di  una  pro- 
fessione, presso  un  maestro. 

pràticàscia,  *  s.  f.  =  praticacela  :  pegg. 
di  pratica. 

pràticli,*  agg.  =  pratico,  addestrato  :  di 
l»ers.  che  ha  pratica,  esercizio  di  una 
cosa. 

1)  Che  va  coli' esperienza,  non  si  la- 
scia ingannare  :  positivo  ;  à  Sto  mond 
bisogna  vèsà  pràtich  =  a  questo  mondo 
bisogna  essere  pratici. 

2)  Di  cosa  :  che  si  può  mettere  in 
pratica  ;  l'è  on  bèli  càrimaa,  ma  l'è 
minga  pràtigh  =  é  un  bel  calamaio, 
ma  non  è  pratico. 

3)  l'àto  pràtich  =  l'atto  pratico  ;  el 


pra 


-  621   - 


pre 


g'hà  di  gran  eiàcer,  ma  à  l'ttto  prà- 
ticìi  l'è  bori  de  fa  nàgòtt  =  ha  di  molte 
chiacchiere,  ma  all'atto  pratico  non  sa 
far  nulla. 

praticoli,*  s.  m.  =  praticone  :  chi  lavora 
per  pratica,  senza  cognizioni  scienti- 
tiohe  ;  el  tò  dotar  l'è  on  pràtieon,  ma 
come  studi  el  vàr  pòeeh  =  il  tuo  me- 
dico è  un  praticone,  ma  come  studio 
vai  poco. 

pràtiv,  agg.  =  prativo  :  di  luogo  tenuto 
a  prato. 

preàdàmìticli,*  agg.  =  preadamiticO;  an- 
tidiluviano :  di  remota  età. 

preàinbol,  s.  m.  =  preambolo  :  ciò  che 
uno  dice  per  avviare  il  discorso  ;  àn- 
dèmm  !  ptirla  eiàr,  sénsa  tanti  pretLm- 
bol  =  andiamo  !  parla  schietto,  senza 
tanti  preamboli. 

1)  Anche  quel  discorso  che  si  fa  nella 
scuola  della  dottrina  cristiana  dagli 
scolari  scelti. 

preàvìs,*  s.  m.  =  preavviso  :  il  fatto  e 
il  foglio  dell'avviso  dato. 

preàyisà,  *  v.  att.  =  preavvisare.  T.  banc. 
chiedere  per  qualche  giorno  dopo  il 
pagamento  di  una  data  somma. 

precàri,*  s.  m.  =  precario  :  concessione 
temporanea,  revocabile  ad  arbitrio. 

1)  Agg.  non  stabile,  per  il  momento, 
temporaneo.  Usa  più  largamente  in 
questo  senso  provisori. 

precàiisìòii,  .v.  f.  =  precauzione  :  cautela 
])er  ])revenire  il  male. 

precéd,*  v.  att.  .  =  precedere  :  andare, 
essere  innanzi. 

i)  fa  precèd  =  far  precedere  :  rife- 
rito a  discorsi,  dire  innanzi,  porre  prima. 

2)  Càvoilr  Vhà  sàviiii  precéd  i  àve- 
niniént  =  Cavour  seppe  precedere  gli 
avvenimenti. 

precedèiisa,  s.  f.  =  precedenza  :  il  pre- 
cedere altri  e  il  diritto  di  prender  posto 
innanzi  ad  altri  nella  cerimonia  ;  i 
dòmi  g'han  sémper  là  precedensa  in 
cmifrònt  ài  amen  =  le  donne  hanno 
sempre  la  precedenza  appetto  dogli 
uomini. 

precedènt,  *  s.  w.  =  precedente  :  un  fatto 
che  precede,  e  che  può  esser  tenuto 
come  norma  dei  successivi  ;  vcKÙri  nò 
stàbili  on  precedènt  =  non  voglio  sta- 
bilire un  precedente. 

1)  Al  plur.  i  precedènt  =  i  prece- 
denti, gli  antecedenti  :  gli  avvenimenti 


passati  che  servono  come  elemento  del 
giudizio  su  una  persona. 

prècetà,  v.  att.  =  precettare  :  dare  a  uno 
il  precetto  di  polizia  di  faro  o  di  non 
fare  qualche  cosa. 

prècetaa,  agg.  =  precettato  :  colui  che 
dalla  polizia  ebbe  precetto  di  non  faro- 
una  cosa. 

prècetòr,  s.  m.  =  precettore,  aio  :  chi 
sta  in  una  casa  signorile  per  vegliare- 
all'  istruzione  e  alla  educazione  dei  fi- 
gliuoli. 

precètt,  s.  m.  =  precetto,  comando,  co- 
mandamento. 

precipìsi,  s.  m.  =  precipizio,  burrone  : 
sfondo  chiuso  fra  balze,  o  rupi  alte  e 
scosceso. 

1)  à  precipìsi  =  a  precipizio  :  pre- 
cipitosamente. 

precipita,  v.  att.  =  precipitare  :  pren- 
dere u.na  risoluzione  subitanea,  senza 
ponderazione. 

1)  Fare  una  cosa  in  furia,  abbrac- 
ciarla, tirar  via. 

2}  Di  racconto,  azione  drammatica  : 
affrettarne  troppo  lo  scioglimento. 

precìs,  agg.  =  preciso  :  esatto  per  ogni 
parte  ;  se  va  à  tàola  ài  sètt  precìs  = 
si  va  a  tavola  alle  sette  precise. 

1)  Di  pers.  che  opera  con  jn-ecisione, 
esatto;  l'è  on^ònim  tànt  precìs  in  di 
éò  ròbb,  che  l'è  fina  pedani  =  è  un 
uomo  cosi  iH'eciso  nelle  cose  sue,  ohe 
è  persino  pedante. 

2)  Avv.  di  confermazione  ;  ma  l'è 
propi  insci  là  tòa  cà  ?  -  Precìsa  !  = 
ma  è  proprio  così  la  tua  casa  '?  -  Pre- 
cisa ! 

precisión,  s.  f.  =  precisione,  esattezza. 

preconcètt,*  s.  m.  =  preconcetto  :  ])en- 
siero,  proposito  avuto  innanzi,  senza 
esame  sufficiente  dei  fatti. 

preciirsòr,*  s.  m.  =  precursore  :  specialm. 
chi  precede  nel  mondo  dello  idee. 

predecesór,*  s.  m.  =  predecessore,  ante- 
cessore :  chi  è  stato  avanti  ad  un  altro 
in  un  ufficio,  in  un  grado.  Op[)Osto  a 
silcesòr  =  successore. 

predèla,*  s.  f.  =  predella  :  piano  di  le- 
gno un  po'  alto  da  terra,  a  guisa  d'am- 
pio scalino,  innanzi  all'altare,  dove  il 
prete  sta  durante  la  messa. 

predestinaa,  àgg.  =  predestinato  :  desti- 
nato avanti. 

prèdica,  *  s.  f.  =  predica  :  discorso  fatta 
al  popolo  in  chiesa,  di  solito  dal  pul- 


pre 


l)ito,  e  per  estens.    discorso,    ammoni- 
zione lunga. 
predica,  v.  att.  =  predicare  :  far  prediche 
in  chiesa. 

1)  predicti  ài  desèrt,  ài  so7'd  =  predicare 
al  deserto,  a'  porri,  al  vento,  ai  sordi. 

2)  Discorrere,  ammonire  in  tono  en- 
fatico, con  molte  parole. 

3)  Di  chi  parla  o  legge  a  voce  alta, 
in  tono  di  predica. 

predicàtOj  s.  m.  =  predicamento  ;  vèss 
in  predicato  =  essere  in  i)redicamento  : 
essere  in  voce  di  venire  eletto  a  un 
ufficio,  a  una  dignità. 

1)  Anche  :  essere  in  progetto,  ven- 
tilarsi ;  gli" era  in  predicato  ona  gita 
ài  Oeneròs,  ma  l'è  andàda  à  mont  = 
si  ventilava  una  gita  al  Generoso,  ma 
andò  in  fumo. 

predicatór,  s.  m.  =  predicatore  :  che 
predica  ;  el  par  on  predieàtor  =  pare 
un  predicatore  :  di  chi  declama  parlando. 

predicòtt,  s.  m.  =  predicozzo  :  ammo- 
nizione uggiosa. 

predìlesiòn,  s.  f.  =  predilezione  :  af- 
fetto parziale  ;  là  mania  là  g'Iià  ona 
■predilesion  special  per  el  fimi  màgior 
=  la  mamma  ha  una  predilezione  spe- 
ciale per  il  figlio  maggiore. 

predilètt,  agg.  =  prediletto,  preferito  : 
l'amato  con  preferenza.  Vedi    càrtefl. 

predìsposìsìón,*  s.  f.  =  prodisposizione: 
l'essere  predis])Osto,  preparato. 

predomìni,*  s.  in.  =  predominio,  pre- 
valenza ;  l'ha  eiàpaa  on  predomini  in 
oà,  che  ghe  stan  sòta  tiiec  =  ha  preso 
tal  predominio  in  casa  che  tutti  gli 
stanno  sottoposti. 

prefàsiòii,  s.  f.  =  prefazione:  scritto  che 
si  prepone  a  un'opera,  a  un  libro. 

preferénsa,  s.  f.  =  preferenza  :  il  pre- 
ferire. 

1)  à  preferensa  =  a  preferenza  :  più 
volentieri. 

preferi,  «>.  att.  =  preferire  :  scegliere  una 
cosa  piuttosto  che  un'altra. 

1)  Volere  piuttosto,  amar  meglio  ; 
preferìsi  là  niUsica  de  Vérdi  à  quèla 
de  Vàghner  =  preferisco  la  musica  di 
Verdi  a  quella  di  Wagaer. 

preferìllil,*  agg.  =  preferibile  :  da  pre- 
ferirsi. 

prefètt,*  s.  m.  =  prefetto  :  il  capo  di 
una  provincia. 

1)  Nei  collegi  o  convitti  :  chi  vigila 
-alla  disciplina.  Vedi  istitiitòr. 


-  622  —  pre 

prefetura,  s.  f.  =  prefettura  :  l'ufficio 
e  la  residenza  del  prefetto,  e  anche  il 
territorio  sottoposto  a  un  prefetto. 

prefllàdòr,  s.  m.  =  profilatoio  :  stru- 
mento por  cesellare. 

preflss,  agg.  =  profisso  :  determinato, 
fissato  innanzi  ;  da  qitcll  che  l'è  prefisé, 
la  no  'Z  dectlmpa  =  da  quel  che  è  pre- 
fisso, egli  non  s'allontana. 

prega,  v.  att.  =  pregare  :  chiedere  per 
grazia  una  cosa  ;  prega  Dìo  che  H  te 
consèrva  là  bona  sàlùd  =  prega  Dio 
ohe  ti  conservi  la  buona  salute. 

1)  prega  Dio  !  =  prega  Dio  !  minac- 
ciando, a  chi  fa  cosa  oltraggiosa  ;  prega 
Lio  che  'Z  me  te  manda  minga  in  di 
pee  !  =  prega  Dio  clic  non  mi  ti  mandi 
tra  i  piedi. 

2)  Assol.  ;  recitare  le  preci  della 
Chiesa;  el  età  tiitt  ci  dì  in  gésa  à 
preg'à  =  sta  tutto  il  giorno  in  chiesa  a 
pregare. 

3)  te  jìréghi  !  sii  prcgaa  !  =  ti  prego  ! 
siete  pregati  :  a  chi  si  arbitra  di  fare 
cosa  che  non  ci  va,  sottintendendo  :  di 
smettere. 

4)  fàéà  prega  =  farsi  pregare  :  di  chi 
non  cede  pronto  alle  proghiere  per  ri- 
trosia. 

5)  séfzéa  fàss  pregd^  =  seuza  farsi 
pregare  :  degli  impacciosi,  che  si  fanno 
avanti  da  sé. 

pregio,*  s.  m.  =  pregio,  valore,  stima. 

pregiiidicà,  v.  att.  =  pregiudicare:  dan- 
neggiare, recar  danno. 

pregiiidicaa,  agg.  =  progiudicato  :  di  chi 
è  sospetto  alla  polizia. 

pregiiidìsi,  s.  m.  =  pregiudizio,  su- 
perstizione ;  idea  erronea,  senza  base, 
accolta  senza  ponderazione  ;  gh'è  àn- 
càmò  tròpp  pregiiidìsi  à  àto  m,ond  = 
ci  sono  ancora  troppi  pregiudizi  a  que- 
sto mondo. 

1)  Danno  alle  persone  e  alle  cose: 
l'ha  vendilii  là  cà,  ma  con  pregiiidièi 
del  me  interèss  =  ha  venduto  la  casa, 
ma  con  pregiudizio  del  mio  interesse. 
E'  poco  usato  ancora. 

pregiiidisiàl,  agg.  =  pregiudiziale  :  che 
precede  al  giudizio. 

prègn,  agg.  =  pregno,  gravido,  pieno. 

1)  fa  'l  prègn  =  fare  il  prezioso. 

2)  vèss  mài  prègn  =  non  essere  mai 
pieno,  essere  insaziabile. 

préia,  s.  f.  =  pietra  :  concrezione  di  ma- 
terie terrestri  per  lo    quali    si    produ- 


pre 

uoiio  in  varie  maniero,  corpi  di  diversa 
durezza,  i  quali  si  possono  spezzare, 
ma  non  tirare  a  martello  a  guisa  dei 
metalli. 

1)  La  lastra  di  pietra  che  forma  il 
marciapiede  delle  strade  ;  sta  stila  prèia 
=  star  sulla  pietra,  sul  marciapiede. 
Contrario  di  sta  sui  sàss  =  camminare 
■sui  ciottoli  del  selciato. 

2)  prèia  del  càmìn  =  frontone  :  la- 
stra di  sasso  0  ferraccio,  posta  verti- 
calmente in  fondo  al  focolare  contro  il 
muro  per  preservarlo  dai  guasti  della 
legna  e  del  fuoco. 

3)  prèia  dèla  cistèrna  =  chiusino,  e 
so  più  grande,  lapida  :  la  pieti-a  che 
copro  la  buca  del  pozzo  nero  o  serve 
di  coperchio  alle  fogne,  alla  cisterna. 

4)  prèia  de  horus  =  boraciere  :  ar- 
nese d'orefice. 

5)  prèia  =  pietra  di  paragone  e  scm- 
plicem.  paragone.  Su  questa  pietra  l'ore- 

.  fice  saggia  l'oro. 

0)  ci  mài  dèla  prèia  =  il  mal  di 
pietra  :  quella  rena  pietrificata  che  si 
genera  nei  reni  e  nella  vescica  od  an- 
che in  altra  parte  degli  animali.  Chia- 
miamo così  per  celia,  la  smania  di 
fabbricare. 

7)  vègli  dna  prèia  de  moUn  sUl  stò- 
megh  =  avere  una  macina  sullo  sto- 
maco :  avere  un  peso  forte  per  indi- 
gestione 0  per  affanno. 

preleva,  v.  tr.  =  prelevare  :  T.  banch. 
levare  una  parte  di   somma,  distrarla. 

prelibaa ,  agg.  =  prelibato ,  squisito  : 
Iniono,  eccellente. 

preliniinar,  s.  m.  =  preliminare  :  la 
baso,  la  condizione  principale  di  un 
trattato  da  fare. 

preludi,  s.  vi.  =  preludio  :  introduzione. 
T.  music. 

premètt,  v.  att.  =  premettere  :  anteporre, 
dire  prima. 

premi,  s.  m.  =  premio  :  ciò  che  si  dà 
in  ricompensa  o  riconoscimento  di  me- 
rito superiore  ad  altri. 

1)  Le  vincite  nelle  lotterie,  e  la  quota 
che  si  paga  a  una  società  d'assicurazione. 

premia,  v.  att.  =  premiare  :  dare  il  pre- 
mio, rimunerare  di  premio. 

prèmiàsión,*  s.  f.  =  premiazione  :  la  di- 
stribuzione dei  premi. 

prèmit,  (i)  s.  m.  pi.  =  i  premiti  :  di- 
consi  gli  sforzi  che  si  fanno  andando 
di  corpo. 


—  623  —  pre 

prèmm,  v.  att.  =  premere  :  importare. 

1)  me  prèmm  là  mia  cà  =  mi  preme 

la  mia  casa  ;  ne  ho  premura,  pensiero  ; 

me  prèmm  el  me  fioeU  =  mi  preme  mio 

figlio  :  ne  ho  cura,  me  ne  dò  pensiero. 

premouisión  y  s.  f.  =  premonizione , 
preammonizione,  preavviso.  Vedi  preà- 
v!s. 

premiiiiiss,  Vi  rifl.  =  premunirsi,  assi- 
curarsi :  provvedersi  anticipatamente  ; 
ci  s'è  prciniinii  cantra  'l  pericol  del 
temporàl  =  si  ò  premunito  contro  il 
pericolo  del  temporale. 

premura,  s.  f.  =  premura  :  desiderio 
vivo,  cura  di  chi  brama  fare  od  otte- 
nere ;  el  studia  con  ben  poca  premura 
=  studia  con  ben  poca  ])remui'a. 

1)  Riguardo,  attenzione  ;  me  usen 
dna  qiiantitaa  de  premÈr  =  mi  usano 
una  quantità  di  premure. 

2)  fa  premura  =  far  premura  :  sol- 
lecitare, raccomandare. 

premtiròs,  agg.  =  pronnu'oso  :  che  ha, 
che  mette  premura  ;  el  me  piàs  come, 
perchè  l'è  on  giòin  tanto  premilrós  = 
mi  piace  molto  perchè  è  un  giovine 
tanto  itremuroso. 

prenota,  v.  att.  =  prenotare  :  iscrivere, 
notare  prima  ;  el  s'è  faa  prenota,  per 
vègli  el  pàlch  Ma  prima  déla  Boèmm 
=  s'è  fatto  pronotare  per  avere  il  palco 
alla  prima  della  Boheme. 

prenotàsiòn,  sost.  da  prenota. 

l)reociipaa,*  agg.  =  prooccupato,  impen- 
sierito: compreso  da  pensiero  molesto. 

preocìipàsión,  *  s.  f.  =  preoccupazione  : 
l'essere  ])reoccupato  o  ciò  che  preoccupa. 

preociipàss ,  *  v.  rifl.  =  preoccuparsi  : 
prendersi  troi)po  pensiero  di  una  cosa 
con  un  certo  timore  ;  el  se  preòciipa 
éèmper  tròpp  di  esàmm  =  si  preoccupa 
somiere  troppo  degli  esami, 

prepara,  v.  att.  =  proparare,  apparecchiare: 
mettere  in  pronto,  apprestare,  allestire, 
disporre  ;  prepara  là  tàola  =  ])roparare, 
apparecchiare  la  tavola  ;  prepara  i  liber 
per  là  scòla  =  preparare  i  libri  per  la 
scuola;  prepara  'l  lètt  =  apprestare  il 
letto. 

1)  Di  pers.  :  disporne  la  mente,  l'a- 
nimo :  soo  nò  cóme  fa  à  prepara  là 
marna  à  dna  notìèia  insci  tremenda  = 
non  so  come  fare  a  preparare  la  mamma 
a  una  notizia  così  terribile. 

2)  T.  medico  :  comporre,  ammanire 
medicamenti,  e  T.  anat.  :   mettere  allo 


pre 


624  - 


pre 


scoperto,  sezionare  un  cadavere  per 
studio. 

prepàraa,  s.  m.  =  preparato:  prodotti 
farmaceutici,  o  pezzi  che  servono  per 
lo  studio  dell'anatomia. 

preparasi  òn,  s.  f.  preparazione  :  il  pre- 
parare, il  prepararsi  e  la  cosa  prepa- 
rata. 

prepàràss,  v.  rifl.  =  propararsi  :  fare 
ciò  che  occorre  al  nostro  fine;  prepà- 
ràss ài  esàniìu  =  prepararsi  agli  esami  ; 
prepàràss  à  àndà  via  =  prepararsi  alla 
partenza. 

prepàràtìv,  s.  m.  =  preparativo,  prepara- 
mento :  le  cose  preparate  a  un  dato  fine  ; 
han  faa  di  magnìfich  prepàràtìv  per  là 
fèsta  =  hanno  fatto  preparativi  magnifici 
per  la  festa. 

preparatòri,  *  s.  m.  =  preparatorio: 
che  prepara  ;  specialm.  di  corsi  di 
scuola  che  preparano  a  un  corso  su- 
periore che  sia  il  primo  di  quella 
scuola. 

prepondera,  v.  att.  =  preponderare, 
prevalere  :  avere  pili  forza. 

preponderàusa,  s.  f.  =  preponderanza, 
prevalenza  :  il  preponderare. 

prepònta,  s.  f.  =  coltrone,  trapunta,  im- 
bottito :  specie  di  coperta  imbottita 
di  cotone  e  impuntita,  per  parare  il 
freddo.  Anche  :  tenda  imbottita  agli 
usci  delle  chiose  per  parare  il  freddo. 

prepontà,  v.  att.  =  imbottire,  trapuntare  : 
fare  le  trapunte  o  le  imbottiture  alle 
materasse. 

prepontìn,  s.  m.  =  coltroncino,  piumino  : 
quello  che  si  tiene  sui  piedi  in  letto. 
Vedi  piiimìu. 

prepoténsa,  s.  f.  =  prepotenza,  soper- 
chieria  ;  azione  del  prepotente  ;  cara 
ti  questa  l'è  dna  prepoténsa  bela  e 
bona  =  caro  mio,  questa  è  una  prepo- 
tenza bella  e  buona. 

prepotènt,  s.  m.  =  prepotente,  sover- 
chiatore, che  abusa  della  sua  forza  ; 
el  mètàroo  ài  doèr  mi,  quèll  prepotènt 
d'on  càrosee  =  lo  metterò  io  al  dovere 
quel  prepotente  d'un  cocchiere. 

prerogativa,  s.  f.  =  prerogativa  :  privi- 
legio, facoltà,  diritto  speciale. 

1)  Dote,  buona  qualità  d'animo,  di 
ingegno. 

2)  Proprietà,  efficacia:  *  lesiòn  del 
profesòr  de  neolatine.,  g'àvéven  là  pre- 
rogativa de  fa  dormì  tuli  i  iklitór  = 
le  lezioni  del    professore  di   neolatine. 


avevano  la  prerogativa  di  far  dormire 
tutti  gli  uditori. 
présa,  s.  f.  =  quanto  si  può  prendere 
fra  i  polpastrelli  di  due  dita  ;  òna 
présa  de  tàbàcch  =  una  presa  di  ta- 
bacco; ona  présa  de  étpria  =  una 
presa  di   cipria. 

1)  vèss  on  cdn  de  présa  =  essere  un 
cane  da  presa  :  cane  che  insegue  e 
prende  l'animale. 

2)  fa  présa  =  far  presa  :  il  coUegare 
della  calcina  coi  sassi,  e  l'attaccarsi  o 
assodarsi  della  pasta,  della  colla. 

prèsa,  s.  f.  =  fretta,  sollecitudine  :  la 
mania  di  finir  presto. 

1)  fa  prèsa  =  sollecitare:  spingerò 
a  fare  in  fretta. 

2)  in  prèsa  e  in  fùria  =  in  frotta 
e  furia.  Vedi  furia,  7). 

presàgi,  v,  att.  =  presagire  :  far  presa- 
gio, lasciar  supporre;  Ve  òna  cèrta 
fevereta  che  me  presàgiés  niént  de  bon 
=  è  una  certa  febbriciattola  che  non 
mi  presagisce  nulla  di  buono. 

presànt,  p.  pr.  e  agg.  =  pressante  :  da 
pressare,  urgente. 

prèsàpòccli,  aw.  =  pressappoco  :  a  un 
di  presso. 

prèsbit  e  prèsbite,*  s.  m.  =  presbite  : 
chi  vede  bene  da  lontano  e  male  da 
vicino. 

presbitèri ,  s.  m.  =  banco  presbite- 
rale, presbiterio  :  dove  siedono  i  preti 
durante  la  messa. 

Prescentenee,  (vegnì  de)  v.  att.  =  ve- 
nir da  Peretola  ;  cascar  giù  dal  mondo 
della  luna:  arrivare  come  un  pesce 
fuor  d'acqua. 

prescìnd,  v.  att.  =  prescindere:  lasciar 
da  parte  ;  àdèss  dimm,  prescindènd  dà 
qualunque  filtra  rdba,  se  g'hoo  minga 
resón  de  àndà  nò  =  ora  dimmi,  pre- 
scindendo da  qualunque  altra  cosa,  se 
non  ho  ragione  di  non  andare. 

prescrisióu,  s.  f.  =  prescrizione  :  spazio 
di  tempo,  passato  il  quale  s'acquista 
0  si  perde  un  diritto,  o  cessa  l'efficacia 
di  una  condanna. 

prescrÌT,  v.  tr.  =  prescrivere;  ordinare, 
limitare. 

presémpi,  aw.  =  presempio,  per  esem- 
])io  a  cagion  d'esempio  :  allegando  qual- 
che passo  0  qualche  modello. 

presénsa,  s.  f.  =  presenza:  l'essere  pre 
sente. 
1)  presénéa  de  épirit  =  presenza  di 


pre 


—  625  — 


pre 


spirito  :  prontezza,  franchezza.  Anche  : 
presenza  d'animo,  coraggio,  ardimento. 

2)  òmm  de  nisùna  presensa  =  uomo 
di  poca,  di  meschina  presenza  :  piccolo, 
mingherlino. 

3)  l'è  là  presensa  di  Dio  =  è  come 
la  malerba  :  di  chi  è  prosente  in  ogni 
luogo,  sempre  si  vedo  o  pare  che  possa 
essere  da  por  tutto  nel  medesimo  tempo. 

presènt,  ac/f/.  =  presente  :  cho  è  nel 
luogo  dove,  di  cui  si  parla  ;  éren  pre- 
sént  in  dilii  o  irli  =  erano  jn'esenti 
due  0  tre  ;  S'éra  presént  mi  quànd  l'è 
rivaa  =  era  presente  io  quando  è  arri- 
vato. 

1)  vègli  presali  =  aver  presente  : 
avere  in  mente,  ricordarsi. 

2)  vèf!^  presént  à  lor  Hèss  =  essere 
presente  a  sé  stosso  :  colla  tosta  a  se- 
gno, non  distratta. 

3)  ci  presént,  s.  m.  =  il  presente:  il 
tempo  attuale,  contrapposto  al  futuro 
0  al  passato. 

4)  presént  mi,  IH,  ti,  e  sim.  =  pre- 
sento me,  lui,  te,  e  sim.  ;  alla  mia,  alla 
sua,  alla  tua  presenza. 

5)  ài  presént  =  al  prosente:  presen- 
temente, in  questo  momento,  per  ora; 
ài  presént  g'hoo  pròpi  in  vìHa  tmgòtt 
=  al  presente  non  ho  proprio  in  vista 
nulla. 

6)  presént  =  presente,  regalo  :  una 
cosa  che  si  regala. 

presenta,  v.  alt.  =  presentare  :  condurre 
alla  presenza,  far  conoscere  ;  s-e'lper- 
mètt,  glie  presentàroo  mìa  miee  =  se 
permette,  le   presenterò  mia  moglie. 

1)  Mostrare,  porgere,  offrire;  ci g'hà 
presentaa  dna  bela  ^-càtola  de  bombòn 
che  colava  cinquanta  tir  =  lo  presentò 
una  bolla  scatola  di  dolci,  che  costava 
cinquanta  Uro. 

2)  Affacciare  :  di  bambini  prenderli 
in  collo  e  ])rosentarli  al  pubblico,  da 
finestre  o  balconi  ;  oppiu'o  anche  met- 
tere innanzi  una  quistione  ;  presenta 
dna  qicistiòn  =  affacciare  una  questione. 

3)  presenta  l'arma  =  presentar  l'ar- 
me :  rendere  il  saluto  col  facile  o  con 
le  armi. 

presentàbil,  *  agg.  =  presentabile  :  cho 

può  ossero  presentato,  specialm.  comò 

dono,  come  regalo. 
preseutàsiòii,  s.  f.  =    presentazione:  il 

presentare  nel   senso  di    dire  il    nomo 

por  far  conoscere. 


presentàss,  r.  rj.fl.^=  presentarsi  :  an- 
dare innanzi  ad'  una  peTsona.  farsi  co- 
noscere, farsi  vedere  ;  ed  anche  :  com- 
parire in  un  luogo. 

1)  el  -S'e  presenta  ben,  el  s-c  presenta 
maa  =  si  presenta  bene,  sì  presenta 
male  ;  ha   apparenza   buona  o  cattiva. 

presentemént,  avo.  =  presentemente  : 
nel  punto,  nell'ora  attuale. 

presentì,*  v.  att.  =  presentire:  immagi- 
narsi che  una    cosa    sta    per  accadere. 

presentimént,  *  s.  m.  =  presentimento  : 
il  presentire. 

presepi,  s.  m.  =  presepio  :  la  capan- 
nuccia  che  si  fa  nelle  chiese  o  altrove 
per  le  feste  di  Natale. 

preservàtìy,  s.  m.  =  preservativo:  ciò 
che  è  atto  a  preservare,  a  tener  lon- 
tano naie  o  danno  che  possa  accadere: 
el  tàbàech  e  là  naftalina  liin  diiil  bòn 
pre^ervàtiv  cantra  i  càmol  =  il  tabacco 
e  la  naftalina  sono  due  buoni  preser- 
vativi contro  le  tignole. 

prèsi,  s.  ni,  =  prezzo  :  quello  che  co- 
stano le  cose. 

1)  fa  H  prHi  d'ona  roba  =  fare  il 
prezzo  di  una  cosa:  determinarlo. 

2)  prHi  corént,  fis-s-  =  prezzo  cor- 
rente, fìsso  ;  quello  della  merce  in  un 
dato  giorno  e  quello  cho  non  dù  luogo 
a  diminuzione  ;  mangiti  à  prèH  fis^  = 
mangiare  a  pasto. 

3)  Urti  'l  prè^i  =  stiracchiare  il 
prezzo,  lesinare  sul  prezzo  :  conti'attaie 
sottilmente. 

4)  prèH  d'àfeHòn,  de  coèt  =  prezzo 
di  affeziono,  di  costo  :  quel  più  che  uno 
paga  sul  costo  reale  dì  una  cosa,  o 
quello  pagato  dallo  stesso  mercanto 
alla  fabbrica. 

5)  càia  de  presi  =  rinvilire  ;  là  seda 
rè  càlàda  de  prèsi  =  la  seta  è  rinvilita. 

6)  prèsi  in  blòceh  =  prezzo  andante  : 
di  oggetti  che  si  paghino  un  tanto 
l'uno,  sebbene  meriterebbero  ciascuno 
un  prezzo  diverso. 

7)  mola  '/  j)rèsi  =  calare,  agevolare, 
facilitare  il  prezzo.  Anche  volgarmente  ; 
far  loffie  o  spetezzare. 

presidènsa,  s,  f.  =  presidenza  :  l'atto 
0  l'ufficio  del  presidente,  il  luogo  dove 
esso  risiede,  e  il  presidente  con  tutti 
quelli  che  lo  coadiuvano  nell'ufficio. 

presidènt ,  s.  m.  =  presidente  :  chi  ò 
a  capo  di  un'assemblea,  di  un  consi- 
glio 0  di  una  repubblica. 


pre 


—  626  — 


pre 


presiéd,  *  v.  alt.  =  presiedere,  prese- 
dorè  :  essere  capo  e  regolatore  di  una 
asseniblea,  di  un  consiglio,  e  sim. 

l»resiós,  agg.  =  prezioso  :  di  gran  pregio, 
valore  o  stima. 

1)  fa  'l  presiòs  =  fare  il  prezioso, 
farsi  desiderare. 

presoli,  s.  f.  prigione,  carcere  :  luogo, 
stanza  dove  si  tengono  chiusi  gli  accu- 
sati 0  i  condannati,  e  la  pena  della 
prigione  ;  l'han  condànaa  àia  preson 
per  on  ami  =  l'hanno  condannato  alla 
prigione  per  un  anno. 

1)  mètt  in  presòn  =  carcerare,  in- 
carcerare, imprigionare. 

presoiiee,  s,  m.  =  prigioniero  :  chi  è  in 
prigione  o  chi  in  guerra  è  preso  da' 
nomici. 

1)  Per  ostens.  e  fìg.  chi  è  chiuso  in 
casa,  chi  è  obbligato  a  trattenersi  in 
un  luogo  più  in  là  del  tempo  prefìsso. 

presoutuòs,  agg.  =  presuntuoso.  Vedi 
presi!  iitiiòs. 

prèspàpiè,  s.  m.  =  calcalettere,  calca- 
fogli.  Del  frane.  :  Presse  papier.  Vedi 
fermàcàrt. 

prèst,  avv.  =  presto  :  prestamente,  su- 
bito ,  con  sollecitudine;  bisogna  fa 
prèU  à  mHes  in  Òrdin  tila  màtìna  = 
bisogna  far  presto  a  mettersi  in  ordine 
alla  mattina. 

1)  In  breve,  fra  breve,  fra  poco 
tempo  :  vegnàroo  prèst  à  troàtt  =  verrò 
presto  a  trovarti. 

2)  Di  buon  ora  :  levi  semper  sii  prèsi 
àia  màtìna  =  mi  alzo  sempre  presto 
alla  mattina;  là  scola  là  comincia 
tròpp  prèét  =  la  scuola  comincia  troppo 
presto. 

3)  prèèt  !  prèst  !  =  presto  !  presto  ! 
per  esortazione. 

4)  ò'e  fa  prèst  à  di,  à  fa  =  sì  fa 
presto  a  dire,  a  fare:  ci  vuol  nulla, 
si  precipita  nel  risolversi,  ma  poi  ce 
ne  accorgiamo,  se  ne  vedono  le  con- 
seguenze. 

5)  po-èU  ò  tàrd  =  presto  o  tardi;  di 
cose  che  devono  accadere  di  cei-to. 

prestigiàt6r,*s.  >/«.  =  prestigiatore,  ba- 
gatelliere  :  chi  fa  giochi  di  prestigio, 
di  prestezza  di  mano. 

prestìn,  s.  m.  =  forno  :  la  bottega  dove 
si  vende  il  pano;  el  prestìn  di  tré 
Màrìj  =  il  forno  delle  tre  Marie. 

prestili,  aw.  =  prestino;  vezzegg.  dim. 
di  presto;  el   me  par  on  poo   prestìn 


per  àndà  à  fa  vìsita  =  mi  pare  un  po' 
prestino  per  andare  in  visita. 
prestinee,  s.    m.    =    fornaio  :    chi    fa  e 
vende  il  pano  fatto  nel  suo  forno. 

1)  Panicuocolo  :  se  cuoce  il  pane  al- 
trui, ma  non  lo  vende. 

2)  giiigà  ài  prestinee.  Gioco  che  i 
ragazzi  fanno  dicendo  :  preètinee,  l'i 
còti  el  pàn'ì  -  él  ma  l'è  on  poo  briisaa 
-  chi  Ve  staa?  -  quèll  pòrco  lì  -  et 
eiàpàrèmm,  ci  ligarèmm,  còla  frusta 
ci  friistàrèmm.  In  Toscana  non  fanno 
questo  gioco  e  quindi  manca  loro  la 
corrispondenza. 

prèstìt,  s.  m.  =  prestito:  il  ]ircstare  ; 
l'ha  faa  on  prèstit  =  ha  contratto  un 
prestito,  e   anche  ha   prestato   danaro. 

presiimìbil,  *  agg.  =  presumibile:  che 
può  presumersi,  che  era  da  presumere. 
da  supporre,  immaginare;  in  quèll  stài 
l'era  minga  presùmìbil  che  l  podèsi 
guarì  =  in  quello  stato,  non  era  pre- 
sumibile che  potesse  guarire. 

presiiniiu,  v.  tr.  e  in.  =  presumero  : 
avere  presunzione  ;  supporre. 

presuiisiòn,  *  s.  f.  ^  presunzione  ;  il 
presumere  di  sé  ;  avere  un'  opinione 
esagerata  del  proprio  valore,  della  pro- 
pria importanza. 

presuiituòs,  *  agg.  =  presuntuoso  :  che 
ha  presunzione,  che  presume  di  se. 

pret  e  volg.  prèvi,  s.  m.  =  prete,  sa- 
cerdote: chi  è  ordinato  ad  anrmini 
strare  le  cose  sacre  e  agli  ufflci  divini 

1)  ciàmà  'l  pret  =  chiamare  il  prete 
star  malo,  star  per  morire  ;  vorè  minge 
'l  pret,  no  vort  èàvighen  de  pret  = 
non  volere  il  prete,  non  voler  saper» 
di  preti  :  morire  senza  chiamare  il  prete 
perchè  non  si  ha  fede  nell'utilità  dell; 
sua  assistenza. 

2)  sbaglia  anca  7  pret  à  dì  mesa 
sbaglia  il  prete    all'altare;    si    sbadii 
tutti. 

3)  pret  viciilrìn  =  prete  scagnozzo 
mancamoccoli  :  che  va  qua  e  là  a  bu 
scarsi  una  messa  o  un  mortorio  o  altn 
da  guadagnarsi.  Detto  volg.  , 

4)  Arnese  di  legno  come  gabbia,  doi 
si  metto  uno  scaldino  per  scaldare» 
letto.  Dicesi  anche  :  trabiccolo. 

pretààcioeù,  s.  m.  =  pretonzolo,  pretu 
colo:  dim.  spreg.  di  prete. 

preténd,  v.  att.  =  pretendere:  chiedere 
volere  checchessia,  sostenendo  d'avei 
diritto  ;  el  pretendeva  de  podé  droà . 


pre 

dota  déla  mìee  =  protendeva  di    poter 
adoperare  la  dote  della  moglie. 

1)  Aspirare  a  cosa  al  di  sopra  delle 
nostre  forze  :  el  pretènd  de  pària  fràn- 
eès,  sénsa  èàvcll  =  pretende  di  parlar 
francese  senza  saperlo. 

2)  preténd  de  vègh  resòn  =  preten- 
dere d'aver  ragione:  parlare  con  asse- 
veranza. 

3)  Arrogarsi  :  eoss-  te  pretèndet  ?  Che 
tibia  de  àndà  in  tòeah  mi  per  ti?  = 
che  cosa  pretendi?  Glie  abbia  io  da 
rovinarmi  ])or  te? 

I)reteiiduu,  part.  pass.   =    preteso  :    hoo 

pretendiiil    mài   nàgòtt  =  non    ho  mai 

preteso  nulla. 
pretensìón,  s.  f.  =  pretensione,  pretesa. 

Vedi  pretèsa, 
preterii,*  s.  m.  =  preterito  ;    il  sedere, 

il  culo  ;  ragiona  col  preterii  =  ragionar 

male,  senza   conclusione. 
pretésa,  s.  f.    =    pretesa;    pretensione: 

il    pretendere ,    special,    con   alterigia, 

superbia,  prepotenza. 
pretèst,  s.  m.  =  protesto  :  motivo  appa- 
rente che  nascondo  il  vero. 
pretìn,  s.  ni.  =  pi'etino  :  dim.  di  prete  ; 

prete,    piccolo,    mingherlino,    o    molto 

giovine. 

1)  Agg.  pretino  :  da  pre^,  pretesco. 

2)  Pretaio,  pretaiolo  :  che  se  la  dice 
coi  preti  :  /'  è  on  pretìn  de  viln  jnii-ee 
pàpU'ta  del  papa  =  è  un  pretaiolo  più 
])apista  del  papa. 

pretór ,  s.  m.  =  pretore:  giudice  di 
cause  minori. 

pretura,  s.  f.  =  pretura  :  ufficio  e  giu- 
risdizione del  pretore,  ed  anche  la  sua 
residenza;  Vhoofaa  ciccmà  in  pretUra 
l'ho  fatto  chiamare  in  pretura. 

prevàlènt,  *  agg.  =  provalente  :  che 
prevale,  vince,  rimane  superiore. 

prevàlèss,*  v.  rifl.  =  prevalersi  :  appro- 
fittarsi, servirsi  di  pers.  o  cosa,  quasi 
abusare  ;  el  ée  prevàl  tròpp  déla  mìa 
bontaa  =  si  prevale  troj)po  della  mia 
bontà  ;  lii  el  s-à  che  mi  ghe  voetìri  ben 
e  S'6  ne  prevtìl  =  egli  sa  che  io  gli  vo  - 
glio  bene  e  se  ne  prevale  ;  oh  !  l'è  on 
é'àlàmm  de  viin;  se  pò  minga  prevà- 
lèàen  in  nàgòtt  =  è  un  piaccianteo; 
non  si  può  prevalersene  in  nulla. 

prevàls,  pari.  pass.  =  prevaluto,  pre- 
valso. 

prevarica,  v.  att.  =  prevaricare:  uscir 
de'  precetti,    delle   regole,    dei   limiti; 


—  627  —  pri 

se  se  vcEur  sta  ben,  bisogna  mài  pre- 
varicai in  del  mangia  e  in  del  bev  = 
se  si  vuol  star  bene,  non  bisogna  pre- 
varicar mai  nel  mangiare   e    nel  bere. 

prevàricàsiòn  s.  f.  =  prevaricazione  :  il 
prevaricare. 

prevàriss,  v.  rifl.  =  prevalersi.  Vedi 
prevàlèss,  che  è  voce  più  nuova  e 
che  va  usando  sempre  più  largamente. 

prevéd,  e  prevede,  v.  att.  =  prevedere, 
antivedere:  vedere  innanzi,  conoscere 
in  antecedenza  ;  chi  l' è  che  podéva 
prevede  dna  fòla  compagna  =  chi  po- 
teva mai  provedere  uno  sproposito  si- 
mile. 

preveg'nì,  v.  att.  =  prevenire  :  fare  pri- 
ma d'alti-i;  ed  anche  prendere  misure 
contro  un  danno  nella  supposizione 
che  ci  debba  toccare. 

prevensìòn,  s.  f.  =  prevenzione  :  giu- 
dizio anticipato  preoccupazione;  dispo- 
siziono del' animo  ostile  o  favorevole; 
àl'esàmm  el  profesòr  el  dev  giiidictl 
sénsa  prevensiòn  =  all'esaino  il  profes- 
sore deve  giudicare  senza  prevenzioni. 

preventìv,  s.  m.  =  preventiv^o  :  la  pre- 
visione del  bilancio  ;  e  in  genere  il 
calcolo  preventivo  di  una  spesa. 

preventiva,*?',  att.  =  preventivare:  fare 
il  preventivo  d'una  spesa. 

previsiòn,  *  s.  f.  =  previsione:  il  pre- 
vedere ;  in  previsiòn  del  frccc ,  hoo 
compraa  legna  e  carbòn  per  on  pèss 
=  in  previsione  del  freddo,  ho  compe- 
rato legna  o  carbone  per  molto  tempo. 

prevìst,  part.  j)ass.  =  provisto:  da  pi'e- 
vedere;  là  fin  de  quèll  pòer  fioeu  Và- 
wva  prevista  dà  on  pèss  =  la  fine  di 
quel  povero  ragazzo  l'aveva  prevista 
da  un  pezzo. 

prevòst,  s.  m.  =  proposto,  prevosto, 
parroco  :  dignità  ecclesiastica  con  cura 
d'anime. 

prevòstura.  s.  f.  =  propositura,  prevo- 
stura:  ufficio,  dignità  di  proposto  ed 
anche  la  sua  casa. 

prima,  avv.  =  prima,  avanti,  innanzi  : 
indica  un  tempo  anteriore;  Vànn,  el 
di,  el  més  prima  =  l'anno,  il  giorno, 
il  mese  prima ,  avanti  ;  ttinto  temp 
prima  =  molto  tempo  avanti  ;  pensàgh 
prima  =  pensarci  prima,  avanti,  ri- 
fletter bene  a  quello  che  si  fa  ;  prima 
de  di  =  prima,  di  giorno,  avanti  giorno  ; 
prima  de  disnà  =  avanti   pranzo. 


pri 


1)  prima  del  temp  =  prima  del  tempo, 
antici  patainente . 

2)  Cominciando  un  discorso,  un  ra- 
gionamento; prima  de  tùtt  =  inima  di 
tutto,  primieramente. 

3)  còme  prima  =  come  prima;  come 
era  prima. 

4)  prima  ò  dòpo  =  prima  o  poi, 
prima  o  dopo;  è  incerto  quando,  ma 
è  certo  che  verrà. 

6)  prima  i  tceu,  e  pceu  i  alter  se  te 
poeu  =  prima  i  tuoi  e  gli  altri  so  tu 
puoi  ;  sottinteso  :  aiutare. 

6)  de  prima  =  di  prima;  d'una  volta, 
d'innanzi  ;  dà  che  l'è  tornaa  de  càm- 
pàfjna  l'è  pil  quèll  de  prima  =  da  che 
è  tornato  dalla  campagna,  non  è  più 
quello  di  prima. 

7)  à  tuta  prima  =  a  tutta  prima, 
alla  prima,  alla  bella  prima;  subito, 
sul  principio,  di  prim' acchito. 

priinàndtn,  s.  f.  =  prima  nota,  quader- 
naccio,  scartafaccio  :  quel  libro  su  cui 
il  bottegaio  o  il  negoziante  fa  di  volta 
in  volta  le  sue  annotazioni  che  poi  re- 
gistra a  mastro. 

primàri,  agg.  =  primario  :  primo,  supe- 
riore, principale. 

1)  s.  ììi.  Il  medico  primario,  diret- 
tore di  una  sala  nel    nostro    ospedale. 

primavèra,  s.  f.  =  primavera  :  la  prima 
delle  quattro  stagioni  e  per  estens.  il 
tempo  tiepido  come  a  primavera. 

1)  on  fior  et  fa  viìiìga  primavèra 
=  una  rondine  non  fa  primavera  :  un 
caso  non  fa  regola. 

priiiiàverìl,  *  =  primaverile:  di  prima- 
vera. 

priiuàyerìna,  s.  f.  =  primaverina:  fiore 
che  somiglia  molto  alla   margherita. 

primièra,  s,  f.  =  primiera:  specie  di 
combinazione  di  carte  nel  gioco  di  pri- 
miera 0  a  scopa. 

primirceùla,  s.  f.  =  primaiola,  primi- 
para :  donna  che  partorisce  la  prima 
volta. 

priiiiisia,  *  s.  f.  =  primizia:  frutto  prima- 
ticcio e  quindi  raro. 

primm,  femm.  prima  agg.  =  primo  : 
numero  ordinale,  corrispondente  a  uno. 

1)  Principale,  cospicuo  ;  /'è  viin  di 
primm  cerésigh  d' Eiiròpa  =  è  uno  dei 
primi  chirurghi  d'Europa. 

2)  Il  cominciare  di  una  cosa;  l'istante 
in  cui  ha  principio  :  ài  primm  leva 
sii  me  dceur  éémper  on  poo  là  tèsta  = 


G28  —  pri 

al  primo  levarsi  mi  duol  sempre  un 
po'  il  capo  ;  in  del  primm  sògii  =  nel 
ptimo  sonno;  al  principiare  del  sonno. 

3)  Prossimo  :  che  ha  da  venir  presto  ; 
àia  prima  ocàsion  te  ìnàndàroo  i  pagri 
=  alla  prima  occasione  ti  manderò  gli 
abiti. 

4)  de  prima  man  =  di  prima  mano  : 
della  fabbrica,  senza  intermediari. 

5)  el  primm  de  l'ànn  =  capodanno,  il 
primo  giorno  dell'anno. 

6)  là  prima  là  se  perdona,  là  se- 
gònda  là  sx  bàHdna  =  la  prima  si  per- 
dona, e  la  seconda  si  bastona  :  sottint. 
colpa. 

7)  l'è  minga  ne  là  prima,  ne  Vul- 
tima  =  non  è  ne  la  prima,  ne  l'ultima: 
di  chi  è  uso  a  faro  una  cosa,  e  si  in- 
tende non  buona, 

8)  chi  è  primm  <-e  ^pèta  =  chi  ])riina 
arriva,  prima  aspetti  ;  dando  un  con- 
vegno. 

9)  là  prima  =  la  prima  :  nelle  pro- 
duzioni sceniche,  la  prima  rappresen- 
tazione ;  là  prima  de  l'Aida  =  la  pri- 
ma dell'Aida. 

prìua,  s.  f.  =  brina.  Vedi  brina. 

prinà,  V,  att.  =  brinare.  Vedi  brina. 

prinàda,  s.  f.  =  brinata.  Vedi  brinàda. 

prìncip,*  .f.  m.  =  principe:  membro  di 
una  casa  regnante  ;  el  princip  de  V2.- 
jìoli,  del  Montenegro  =  il  principe  di 
Napoli,  del  Montonegi'o;  princip  eredi- 
tàri -=  il  principe  ereditario, 

1)  Titolo  nobiliare;  el  princip  Triulà 
=  il  principe  Trivulzio. 

2)  età  de  pì-incip  =  stare  come  un 
principe;  signorilmente,  benissimo. 

principàl,  agg.  =  principale:  maggiore, 
primo  in  grado,  in  importanza;  di  mag- 
gior forza,  efficacia. 

1)  s.  m.  Capo,  padrone  d'un  negozio, 
di  un'arte,  di  un'impresa;  è'è  àmàlaa 
el  principàl  e  fa  tilscòàà  el  primm 
gioin  =  si  è  ammalato  il  principale  e 
fa  tutto  il  primo  giovane, 

principàlmént,  avv.  =  principalmente  : 
da  principale. 

principèsa,*  s.  f.  =  principessa  :  la  mo- 
glie di  un  principe. 

principi,  *  s.  m.  =  iirincipio:  comincia- 
mento,  origine. 

1)  bona  fin  e  bòn  principi  =  buona 
fine  e  buon  principio;  augurio  che  si  fa 
al  cadere  di  un  anno  e  al  cominciare 
di  un  nuovo. 


pri 


-  629  - 


prò 


2)  del  principi  Ma  fin  =  dal  jirin- 
cipio  alla  fine:  da  capo  a  fondo. 

3)  T(;ès  ài  princìpi  dèla  fin  =  essere 
al  pnncii)io  della  line,  di  un  discorso, 
di  un'  operazione,  di  un'  inii)resa  che 
volge  al  line. 

4)  vègh  i  hòn  princìpi  =  avere  buoni 
])rincipi:  moralità,  buoni  costumi. 

priiicipiàiit,  agg.  =  principiante  chi  in- 
comincia a  l'are  o  studiare  qualche  cosa 
od  ò  ancora  maldestro. 

prìucipìu,*  s.  m.  =  principino:  dimiu.  di 
]irincipe. 

prìacisbèccli,  *  s,  m.  =  pri  nei  sbecche  : 
rame  inargentato  e  in  generale  metallo 
prezioso  falso. 

1)  1-es-tà  lì  (le  princisbèeeh  =  restare, 
rimanere  di  princisbecclie:  restar  male, 
sorpresi. 

priòr,  s.  m.  =  priore:  dignità  inferiore 
a  pievano,  ed  anche  il  Capo  di  un  or- 
dino religioso. 

prióra,  .s'.  f.  =  priora;  carica,  in  corte 
Com])agnie,  nelle  parecchie  di  campagna 
e  qualche  volta  anche  di  città. 

1)  Priora,  superiora  ;  dignità  dello 
monaclio. 

prìv,  agg.  =  privo,  privato,  ^mancante; 
l'è  Oli  pHs  che  sont  prw  di  notisi  de 
cà  =  è  un  ])ezzo  che  son  privo  delle 
notizie  di  casa;  Ve  on  poer  òmm  prìv 
dcla  rista  =  è  un  pover'  uomo,  privo 
della  vista:  cieco. 

1)  bisógna  vèss  priv  de  sens  comun 
=  bisogna  essere  privi  di  senso  comune: 
Itisogna  essere  mentecatti. 

priva,  V.  alt.  =  privare:  togliere,  levare, 
lasciar  senza. 

1)  privasi',  V.  rifl.  =  privarsi  :  S])0- 
gliarsi  volontariamente  di  checchessia: 
togliersi;  me  privi  mi  d'oii  tòecii  de 
pan,  piitòst  de  vede  el  me  fimi  à  pàti 
là  fàmm  =  mi  privo  io  d' un  tozzo  di 
pane,  j)iuttosto  cho  vedere  mio  figlio 
soffrir  la  fame. 

privaa,  agg.  =  privato:  di  pers.  contrario 
di  pubblico;  chi  non  ha  uffici,  dignità 
pubblica;  l'è  on  privaa  qualùnque  =  è 
un  i)rivato  qualunque. 

1)  Di  cose;  vita  privàda,  diritt  pri- 
vaa., scòla  lìrivàda,  càpèla  privàda  = 
vita  privata,  diritto  privato,  scuola  pi-i- 
vata,  cappella  privata. 

2)  eàrosa  privàda  =  carrozza  privata, 
di  patronato. 


3)  in  privaa  =  in  privato,  privata- 
mente. 

privàsiòn,  s.  f.  =  privazione:  il  [trivarsi, 
l'essere  privo,  e  per  estcns.  sacrifizio, 
astensione  volontaria,  mancanza,  as- 
senza. 

privàtàmént,  avr.  =  privatamente,  da 
privato:  contrario  di  pubblicamente. 

privativa ,  .s.  f.  =  privativa  :  facoltà 
esclusiva  di  fabbricare  o  vendere  certi 
prodotti  e  specialm.  quelli  di  cui  lo 
spaccio  ò  riservato  allo  Stato,  e  in  modo 
IKirticolare  sale,  tabacco,  polvere  e  sim. 

privile^,  s.  m.  =  privilegio:  jn-erogativa, 
vantaggio:  la  particolare  condizione  che 
uno  ha  di  poter  fare,  dire,  avere,  ciò 
che  altri  non  possono. 

privilegia,  v.  alt.  =  privilegiare  :  dare, 
accordare  un  privilegio,  un  favore. 

privilegriaa,  agg.  =  privilegiato:  che  gode 
di  un  i>rivilogio. 

1)  crédit  privilegicm  =  credito  privi- 
legiato: che  va  innanzi  agli  altri. 

prò,  s.  m.  =  \)xo:  favoi'e,  vantaggio,  gio- 
vamento, utilità  ;  à  che  prò  stri'tsiàss 
tànt  ?  =  a  clic  prò  logorarsi  tanto. 

1)  hòn  prò  =  buon  prò;  del  cibo,  di- 
gerirlo bone. 

2)  hòn  prò  glie  fàga  =  buon  prò  gli 
faccia;  augurio,  spesso  ironico. 

3)  prò  e  còntra  =  prò  e  contro:  le 
ragioni  in  favore  e  in  disfavore. 

proà,  V.  att.  =  provare  :  far  prova  di 
checchessia:  dare  la  prova  o  le  provo: 
esporimentare  ;  proà  l'orològg  sé  'l  va 
ben  =  provare  l'orologio,  se  va  bene. 

1)  proà  ròr,  Vargènt,  e  sim.  =  pro- 
varo l'oro,  l'argento  e  sim.;  saggiarlo, 
determinarne  la  purità. 

2)  proà  '/  vestii,  i  seàrp  =  provare 
l'abito,  le  scarpe:  vedere  se  son  fatto 
bone,  so  vanno  come  devono. 

3)  l'rovarsi,  tentar  di  fare  ;  vceuri 
2)roà  à  noà  =  voglio  |)rovarmi  a  nuo- 
tare; proàj  tiice  =  provarlo  tutte,  per 
riuscire. 

4)  Mostrare,  dimostrare  con  prove; 
quest  el  proeiìva  che  là  resòn  l'è  mìa  = 
questo  prova  cho  la  ragione  è  della 
parte  mia;  quèst  te  pì-criìva  se  mi  g'hoo 
resòn  ò  tòri  =  questo  ti  mostri  se  io 
ho  ragione  o  torto. 

5)  proà  còme  diiii  e  dilil  fa  quàter  = 
l)rovare  come  quattro  e  quattro  fa  otto; 
in  modo  da  convincerne  ognuno. 

6)  te  proàree  !  =  tu  proverai  !  Quando 


prò 


—  630  — 


prò 


si  vuole  avvertire  alcuno  che  tutto  non 
aadrcà  comò  s'aspetta. 

7)  proe-ùva  !  s-e  te  g'hee  coràgg  = 
in-ova  !  so  hai  coraggio:  a  ctii  minaccia. 

proàdìna,  s.  f.  =  addossata.  Il  sarto 
dice:  dàgh  dna  proàdina  =  dare  un' ad- 
dossata, provare  un  vestito  so  torna 
bene;  domdn  ghe  dèmm  una  proàdina 
ài  gilè  e  sòmm  in  ordin  =  domani  si 
dà  un' addossata  al  panciotto  e  siamo 
all'ordino. 

probàbile  *  agg.  =  probabile  :  che  può 
darsi  accada,  verisimile,  più  che  pos- 
sibile. 

probàbilitaa,  s.  f.  =  ])robabilità  :  l'es- 
sere probabile. 

problèma,  *  s.  m.  =  problema:  questione 
da  risolverò  matematicamente ,  e  per 
estens.  una  questiono  difficile. 

problemàtìch,  *  agg.  =  problematico  : 
oscuro,  incerto,  dubbio;  Ve,  mólto  pro- 
hlemtitich  se  podàroo  vcgnt  in  càìn- 
ptLgna  tinca  èt'ànn  =  è  molto  proble- 
matico, se  ])otrò  venire  in  villa  anche 
quest'anno. 

probòscida  o  probòscide,  *  .9.  f.  =  pro- 
boscide: il  prolungamento  flessibile  del 
muso  dell'elefante. 

procéd ,  ».  att.  =  procedere.  T.  leg. 
intentare  a  uno  un  ]»rocesso  penalo, 
una  lite. 

1)  procéd  à  011  ^•equH-ter  =  procedere 
a  un  sequestro:  venire  agli  atti  esecu- 
tivi di  un  sequestro. 

procedura ,  s.  f.  =  procedm-a:  il  modo 
di  condurre,  ordinare  un  processo  lo- 
gale.^^ 

procesà,  v.  att.  =  processare:  mettere 
uno  sotto  processo,  intentargli  un  pro- 
cesso. 

l>rocesì6ii,  s.  f.  =  processione:  lunga 
fila  d'ecclesiastici  0  devoti,  che  vanno 
salmodiando.  Vedi  fuiisìòn. 

procèss,  s.  m.  =  processo:  procedimento 

giudiziario,  il  procederò  contro  alcuno. 

1)  Censure   lunghe,    esame    minuto; 

per  ròbb  de  nagota  et  fa  on  procèss  = 

per  cose  da  nulla  ci  fa  un  processo. 

procint.  Nella  frase:  vè.s'S  in  procint  = 
essere  in  procinto;  ossero  lì  li  per  faro 
una  cosa. 

proclama,  s.  m,  =  proclama  ;  pubbli- 
cazioue  solenne,  editto,  bando. 

proclama,  *  v.  att.  =  proclamare:  piib- 
blicaro,  far  noto  solennemente. 

proclàmàsiòn,  *  s.  /".  =  proclamazione: 


l'atto  del  proclamare;  han  faa  là  pro- 
clàmàsiòn di  depiltaa  =  hanno  fatto  la 
proclamazione  degli  eletti  a  deputati. 

procflra,  s.  f.  =  procura:  atto  legale  con 
elio  uno  si  fa  rappresentare  da  altri  ; 
el  tri'hà  faa  procura  general  per  luti 
i  éò  àfàri  =  mi  ha  fatto  procura  ge- 
nerale per  tutti  i  suoi  affari. 

1  )  per  procura  =  per  procura  :  per 
mezzo  d'altri. 

2)  procura  general,  procura  del  rè  = 
procura  generale,  procura  del  re;  l'uf- 
ficio del  Procurator  Generale,  del  Pro- 
curatore del  re. 

prociirà,  v.  att.  =  procurare,  procac- 
ciare: cercare,  aver  cura  di  fare,  di  ot- 
tenere, di  far  avere,  di  riuscirò  in  un 
intento;  proeiiràgh  on  impiègh  a  quèi- 
dùn  =  procurare  ad  uno  un  impiego. 

1)  prociiràss,  ri  fi.  ==  procurarsi,  pro- 
cacciarsi; el  éc  procura  de  viv  =  si  pro- 
cura da  vivere. 

prociiràdòr,  s.  m.  =  procuratore  :  chi 
ha  facoltà  di  rappresentare  altri  presso 
i  tribunali,  negli  atti  giudiziari. 

1)  procuràdòr  general,  del  rè  =  pro- 
curatore generale,  regio  :  il  rappresen- 
tante della  logge  dinanzi  ai  tribunali. 

prodèsa,  s.  f.  =  prodezza:  specialm.  nel 
senso  ironico  che  vale  :  atto  imbollo, 
opera  vile. 

pròdigh,  *  agg.  =  prodigo:  che  dà,  che 
spende  senza  misura. 

prodig'iós,  *  agg.  =  prodigioso,  maravi- 
glioso:  straordinario,  raro;  l'è  prodigios 
el  làortL  che  'l  fa  quèll  òmin  =  è  pro- 
digioso il  lavorare  che  fa  queir  uomo. 

produ,  V.  att.  =  produrre,  generare:  darò 
origino;  la  malària  là  produs  là  féver 
=  la  malaria  genera  la  febbre. 

prodott,*  s.  m.  =  prodotto  :  il  frutto  del 
lavoro. 

1)  In  aritmetica  ;  il  risultato  della 
moltiplicazione. 

proèd,  V.  att.  =  provvedere:  procacciare 
quello  che  fa  di  bisogno;  hoo  proedilii 
el  càrhòn  per  là  parigina  =  ho  prov- 
visto il  carbone  per  la  parigina. 

1)  àndà  à  procd  =  andare  a  fare  la 
sposa:  recarsi  al  mercato  a  comperar 
roba  da  ammanire  ai  pasti. 

2)  Dìo  ved  e  proèd  =  Dio  vede  0  prov- 
vede: dicono  quelli  che  hanno  fiducia 
nella  provvidenza  di  Dio. 

proedèss,  v.  rifl.  =  provvedersi,  procac- 
ciarsi, munirsi  di  quel  che  fa  bisogno; 


à. 


prò 


631  — 


prò 


se  'l  pioeuv  me  proedàroo  d'óna  bòna 
ombrUa  =  se  piove  mi  provvedere  di 
im  buon  ombrello. 

proeditòr,*  s.  m.  =  provveditore  :  spe- 
cialm.  il  Provveditore  agli  studi  :  il 
capo  di  tutte  le  scuole  pubbliche  di  una 
provincia,  escluse  le  superiori. 

proécc,  s.  m.  =  incerto,  ripresa,  vantag- 
gio :  quel  guadagno  eventuale  che  si 
può  faro  nel  condurre  un  negozio,  un 
affare,  o  noli' esercitare  una  professione. 

proeg'nì,  v.  att.  =  provenire,  derivare, 
aver  cagione,  origine. 

proeniènsa,  0*.  f.  =  provenienza,  deri- 
vazione: accenna  al  luogo  di  dove  viene 
0  deriva  una  cosa;  de  che  proeniènsa 
l'è  sto  mn  ?  =  di  che  provenienza  è 
questo  vino  ? 

proèrbì,  s.  ni.  =  proverbio  :  motto  ar- 
guto, sentenzioso,  per  lo  più  figurato, 
usato  popolarmente. 

1)  vègh  in  proerbi  =  aver  per  dettato. 

2)  pàsà  in  proerbi  =  passare  in  pro- 
verbio: diventar  proverbio. 

proèrbiàl,  *  agg.  =  proverbiale:  noto  a 
tutti,  passato  in  proverbio  ;  là  bontaa 
di  riiilànès  l'è  proèrbiàl  =  la  bontà  dei 
milanesi  è  proverbiale. 
roeùsa,  s.  f.  =  presa  :  spartimenti  del 
terreno  per  diverse  culture,  ^^di  piana. 

proeùva,  s.  f.  =  prova  :  esperienza  per 
riscontrare  checchessia  ;  han  faa  là 
proeùva  dà  la  machina  e  là  va  benòn  = 
hanno  fatto  la  prova  della  macchina  0 
va  benone. 

1)  Attestato ,  dimostrazione,  segno  ; 
in  proeùva  d' ànnciàia  =  in  prova  d'a- 
micizia. 

2)  mètt  on  veétii  in  prceùva  =  met- 
tere un  vestito  a  prova  0  in  prova  : 
provarlo,  condurlo  al  punto  d'essere 
provato. 

3)  mètt  vun  àia  prceùva  =  mettere 
uno  alla  prova;  al  caso  di  mostrare  la 
sua  abilità;  vede  vùn  àia  proRiiva  =  ve- 
dere uno  alla  prova,  all'atto,  nell'eser- 
cizio delle  sue  qualità. 

4)  là  proetìva  =  la  prova:  quella  re- 
cita di  ima  commedia,  di  un  dramma, 
di  un'opera  fatta  por  studio,  per  ve- 
dere se  riesce. 

5)  Testimonianza  conformativa;  te  doo 
subii  dna  prmiìva  che  quèll  che  t'han 
ditt  l'è  minga  véra  =  ti  dò  subito  una 
prova  che  quel  che  t'hanno  detto  non 
ò  vero. 


6)  prceùva  ne  èia  che...  =  prova  no 
sia  che...:  adducendo  un  fatto  a  prova 
di  quanto  si  dice. 

7)  vèès  à  prmuva  de  bomba  =  essere 
a  prova  di  bomba,  a  tutta  j)rova:  che 
non  si  ò  mai  smentito,  non  ha  mai 
fallito  nelle  prove. 

8)  dà  proeiiva  =  dar  prova,  dimo- 
strare; sperèmm  che  'l  daga  prmlva 
de  vèsé  on  brào  fioeiZ  =  speriamo  òhe 
dia  prova  d'essere  un  buon  ragazzo. 

proffinàsiòii,  *  s.  f.  =  profanazione  : 
profanità  ;  il  violare  la  reverenza  do- 
vuta alle  cose  sacre. 

profano,  *  agg.  =  profano:  di  chi  è  nuovo 
a  una  scienza,  a  un'arte,  non  la  conosce. 

proferì,  v.  att.  =  proferire:  pronunziare, 
dire;  cara  ti,  te  pi'oferii  dna  gran  pa- 
ròla =  caro  mio,  hai  proferito  una  gran 
parola. 

profèsìa,  s.  f.  =  profezia  :  prodizione, 
congettura  avverata;  là  tèa  l'è  pròpi 
étàda  òna  profèsìa  =  la  tua  fa  dav- 
vero una  profezia. 

profèsión ,  s.  f.  =  professione  :  eser- 
cizio di  un'arte,  dì  una  scienza. 

profèsionàl,  *  agg.  =  professionale  :  ri- 
ferito a  professione,  che  concerno  una 
professione;  doér  profèsionàl  =  dovere 
professionale. 

1)  là  profèsionàl  =  la  professionale; 
la  scuola  professionale   femminile. 

profesionìsta,  *  s.  m.  =  professionista: 
chi  esercita  una  professione. 

profesòr,  s.  vi.  =  professore  :  chi  in- 
segna una  scienza,  una  disciplina  non 
volgare. 

1)  Titolo  che  si  dà  a  xva.  medico 
molto  reputato. 

2)  Eccellente:  bravo,  dotto,  maestro. 

3)  profesòr  d' orchèstra  =  professore 
d'orchestra:  chi  suona  in  orchestra  0 
specialm.  le  prime  parti. 

profesòra  e  profesorésa,  s.  f.  =  pro- 
fesserà: donna  che  professa  qualche  di- 
sciplina, che  fa  da  professore. 

profeta,*  s.  m.  =  profeta  :  chi  antivedo 
e  annunzia  il  futuro. 

profìl,  s.  m.  =  profilo;  disegno  della  li- 
nea estrema  di  un  oggetto. 

1)  de  profU  =  in  profilo,  per  profilo: 
di  cosa  veduta  0  ritratta  di  fianco,  per 
pai"te,  non  di  faccia. 

2)  Profilatura  :  orlo,  ornamento  di 
abito. 


prò 


-  G32  - 


prò 


profila,*  V.  att.  =  profilai-e  :  orlare,  filet- 
tare. 

profllaa,  *  agg.  =  profilato,  affilato:  magi'o 
per  malattia:  fino,  sottile;  nàs,  dìt  pro- 
filaci =  naso,  dito  profilato,  affilato. 

l>rofltà,*  V.  att.  =  profittare:  far  profitto; 
aciiuistare,  progredire;  l'ha  studiaa  on 
ànn  el  frànces,  ma  l'ha  profìtaa  nà- 
gòtt  =  ha  studiato  un  anno  il  francese, 
ina  non  profittò  niente. 

1)  profitàéen  =  profittare,  avvantag- 
giarsi, approfittare. 

l>rofltt,  s.  m.  =  profitto:  utile,  guadagno, 
giovamento,  progresso;  l'ha  ciàpaa  des 
in  eondota,  via  in  profitt  el  vàr  pròpi 
uàgòtt  =  ha  preso  dieci  in  condotta, 
ma  in  profitto  non  vale  proprio  nulla. 

profluvi,  s.  m.  =  profluvio:  gran  quan- 
tità; gK  èra  on  profilivi  de  geni  à  vede 
f  iliiminàsidn  =  e'  era  un  profluvio  di 
gente  a  vedere  l'illuminazione. 

l>rofòiid,  agg.  =  profondo:  piìi  ohe  fondo; 
che  va  molto  a  basso,  molto  in  giii. 

1)  T.  music.  Delle  voci  gravi  del 
contralto  e  del  basso;  l'è  on  bàss  pro- 
fond  =  è  un  basso  profondo. 

profonditaa,*  s.  f.  =  profondità  :  di  luogo 
jirofondo;  chi  Ve  in  dóe  gh'è  là  jmsee 
gran  profonditaa  del  làgh  =  qui  è  dove 
(•  la  maggiore  profondità  del  lago. 

profiimà,*  z>.  att.  =  profumare  :  dare  il 
l)rofumo:  spargere  o  cospargere  di  pro- 
fumo; l'ha  voriiil  profiimti  'l  fàsolètt  = 
ha  voluto   profumar§-.il  fazzoletto. 

profiimerìa,  *  s.  /. '=  profumeria:  es- 
senze odorose,  profumi  ;  ed  anche  la 
bottega  del  profumiere,  l'officina  dove 
si  fabbricano  e  vendono  profumerie  ; 
([uéla  del  Migóne  l'è  dna  bona  jjrofii- 
merìa  =  quella  del  Migone  è  una  buona 
profumeria. 

profiisión,  *  s.  f.  =  profusione,  abbon- 
danza; gh'ira  dna  profiisión  de  fior 
che  Véra  òna  màràvìlia  =  c'era  una 
profusione  di  fiori  che  era  una  mara- 
viglia. 

1)  à  profiisión  =  a  jìrofusione  :  in 
abbondanza. 

progetà,  ^'.  att.  =  progettare  :  proporre 
specialm.  un  negozio,  un  lavoro,  un'o- 
pera; j)i'ogetà  dna  gita  éiil  làgh  =  pro- 
gettare una  gita  sul  lago. 

progètt,  s.  m.  =  progetto  :  proposta, 
siiecialm.  di  un  affare ,  di  un  negozio; 
/'('  rùn  che  segUita  à  fa  di  progètt, 
ma  '/  conelUd  mài  nàgdta  =  è  uno  che 


continua  a  far   progetti,  ma   non  con- 
clude mai  nulla. 

1)  Disegno,  piano  da  eseguire  :  per 
ci  teàter  han  scèlt  el  progètt  del  me 
ingegnee  =  i)er  il  teatro  hanno  scelto 
il  progetto  del  mio  ingegnere. 

progràma,  s,  m.  =  programma  :  avviso 
che  si  distribuisce  por  far  sapere  i  par- 
ticolari di  qualche  cosa  da  farsi;  gene- 
ralmente di  uno  spettacolo. 

progredì,  *  v.  att.  =  progredire;  proce- 
dere in  meglio,    crescere,  avanzarsi. 

1)  Riferito  a  studi,  arto,  discii)lina: 
farvi  dei  progressi;  quèsfàìin  i  me  sco- 
lar han  propi  progredii  tanto  =  que- 
=  sfanno  i  miei  scolari  hanno  proitrio 
progredito  molto. 

progrèsìsla,*  s.  m.  =  progressista  :  par- 
tito di  coloro  che  amano,  favoriscono 
il  progresso. 

progrèsìv,*  agg.  =  progressivo  :  che  pro- 
cede con  progressione  ;  impdsta  pro- 
grèèìva  =  tassa  progressiva  :  che  va 
crescendo  proporzionatamente  ;  paràlisi 
progrèsìva  =  paralisi  progressiva. 

progress,  s.  m.  =  progresso  :  il  ])rogrc- 
diro  nel  bene,  avanzamento  ;  là  chi- 
mica Vhà  faa  di  gran  pi-ogrèsè  =  la 
chimica  ha  fatto  grandi  progressi,  avan- 
zamenti. 

1)  Miglioramento  politico,  morale  ; 
vèss  amante  del  progress  =  essere  amante 
del  progresso. 

2)  Andare  al  fine  ;  me  par  che  quèll 
mài  li  Vàbia  faa  di  progress  =  mi 
paro  che  quel  male  li  abbia  fatto  pro- 
gressi. 

proibì,  V.  att.  =  proibire,  vietare  :  co- 
mandare che .  non  si  faccia,  impedire 
che  si  faccia  una  cosa  ;  el  dolor  el  m'ha 
proibii  de  mangia  V  inSàlàta  =  il  me- 
dico mi  ha  proibito  di  mangiar  l' insa- 
lata; el  qiièstùr  V Ila  proibii  là  funèiòn 
=  il  questore  ha  proibito  la  processione. 

proibisidii,  s.  f.  =  proibizione,  divieto, 
impedimento. 

proidénsa,  s.  f.  =  provvidenza  :  il  sa- 
pere, la  saggezza  attribuita  a  Dio. 

1)  rè  dna  proidènéa  =  è  una  prov- 
videnza :  di  cosa  o  persona  cho  rechi 
del  bene. 

proigiòu,  s.  f.  =  provvisione.  Vedi  pro- 
vigiòn. 

proìn,  s.  m.  =  provino  :  strumento  per 
provare  la  densità  dei  liquidi. 


prò 


-  633  - 


prò 


1)  Macchinetta  por  ])rovare  i  titoli  o 
il  gi'ado  di  forza  della  seta. 

proiiicìa,  «.  /'.  =  provincia  :  circoscri- 
zione amministrativa  o  politica  del 
Eegno  che  ha  a  capo  un  prefetto. 

proiiiciàl,  cuig.  =  provinciale  :  abitante 
della  provincia,  che  non  sta  in  città 
principale. 

proisòri,  agg.  =  provvisori  :  fatto,  ordi- 
nato a  tempo,  non  stabilmente. 

proìsta,  s.  f.  =  ])rovvista,  provvisione  : 
lo  cose  provvedute  e  specialm.  quello 
necessarie  al  mantenimento. 

proletàri,*  s.  m.  =  proletario  :  chi  non 
possiedo  nulla,  ed  è  stato  da  tutti  fin 
qui  tenuto  in  infimo  grado,  ma  tende 
ad  acquistare  finalmente  anch'  esso  i 
suoi  diritti  d'uomo. 

pròlogrh,*  s.  m.  =  prologo  :  la  prima 
parte  di  un  lavoro  drammatico,  che 
servo  di  introduzione. 

prolunga,  v.  att.  =  prolungare  :  allun- 
gare, fare  più  lungo. 

proluug'siiuèiit,*  s.  ?M.  =  [ìrolungamento  : 
il  i)rolungare,  l'essere  prohingato  ;  col 
prolungàment  dèla  strada,  l'ha  acqui- 
staa  tinca  ci  ìiiè  fóndo  =  col  prolun- 
gamento della  strada  ha  acquistato  an- 
che il  mio  fondo.  y 

proliisióii,  s.  f.  =  prolusione  :  discorso 
che  serve  di  introduzione  a  un  corso 
di  lezioni. 


pronieiuoria, 


promemoria 


quel  che  si  scrive  per  ricordarsi,  o 
perche  altri  si  ricordi  di  qualche  cosa. 

proiiiésa,  s.  f.  =  promessa:  assicura- 
zione data  di  fare  o  diro  qualche  cosa. 

promètt,  V.  att.  =  promettere  :  fare  pro- 
messa ;  te  promèti  che  vigni  à  troàtt 
à  Roma  =  ti  prometto  che  vengo  a 
trovarti  a  Roma  ;  ci  m'ha  promiss  che 
.'/  vi' avarìa  ràcomàndaa  =  mi  promise 
che  m'avrelAe  raccomandato. 

1)  promètt  mari  e  mónti  =  promet- 
tere mari  e  monti,  promettere  Koma  e 
toma  :  fare  promesse  straordinarie. 

2)  promèti  minga  =  non  prometto, 
non  volendo  impegnarsi  assolutamente; 
se  podi  tei  darò,  ma  promèti  niìnga  = 
se  posso  te  lo  darò,  ma  non  prometto. 

promontòri,*  s.  m.  =  promontorio  :  i)ro- 
minenza  del  terreno  che  sporge  nel 
mare  o  nel  lago. 

promceùv,  v.  att,  =  promuovere  :  ecci- 
tare, provocare  ;  l'amaro  el  promoeuv 
Vàpetitt  =  l'amaro  promuove  l'appetito. 


1)  Far  andare  innanzi  di  grado,  o 
nelle  scuole  di  classe  ;  mi  spéri  che 
prèsi  me  promcenvàrdn  titolar  deprìma 
class  =  io  spero  che  ]u-esto  mi  pro- 
muoveranno titolare  di  prima  classo  ; 
se  te  studici  nò  te  promoeu'ven  minga 
ài  esànim  =  se  non  studi  non  ti  pro- 
muovono all'esame. 

promosiòu,  s.  f.  =  promozione  :  il  pro- 
muovere e  r  ossei'e  promosso  ;  àdèsé 
ùìica  in  r  esercii,  per  àvègh  òna  pro- 
motion bisogna  siildià  =  ora  anche 
nell'esercito  per  avere  una  promozione 
bisogna  studiare  ;  i  esàmm  de  promo- 
sión  =  gli  esami  di  promozione. 

proiuòss,  agg.  =  promosso  :  avanzato  di 
grado,  e  approvato  all'esame. 

prouevód,  s.  yn.  =  pronipote  :  il  figlio 
del  nipote. 

1)  Abiatico,  nipote  :  il  figlio  del  fi- 
glio 0  della  figlia. 

pronòiuin,  *•.  m.  =  pronome:  parola  che 
si  usa  invece  del  nome. 

pronostica,  v.  tr.  e  in.  =  pronosticare: 
far  pronostici. 

pronòsticli,  *  s.  m.=  pronostico,  presa- 
gio :  ciò  che  si  predice. 

pront,  agg.  =  pronto  :  presto,  ai)parec- 
chiato,  acconcio,  preparato. 

1)  bèli  e  proni  =  bell'o  pronto:  pron- 
tissimo. 

2)  vèss  pront  =  essere  in  pronto,  in 
]ninto  ;  là  colesión  Ve  pronta  =  la  co- 
lazione e  in  pronto,  in  punto.  Di  per- 
sone, anche  :  esser  lesto. 

pronta,  v.  att.  =  allestire,  preparare  : 
mettere  in  tutto  punto  con  qualche  sol- 
lecitudine ;  hoo  dovilil  pronta  là  cole- 
sión per  i  vòlt  =  ho  dovuto  allestire 
la  colazione  per  le  otto. 

prontèsa,  s.  f.  =  prontezza,  sollecitu- 
dine :  l'operare  senza  indugio,  con  ala- 
crità ;  *  operàsión  de  chiriirgìa  van 
faa  coni  prontèsa,  se  nò  van  minga 
bèli  =  le  operazioni  di  chirurgia  devono 
esser  fatte  con  prontezza,  se  no  non 
vanno  bone. 

pronti ,  nelle  frasi  ;  pàgti,  compra  à 
prónti  =  pagare,  comperare  a  pronti 
contanti  :  pagando  subito. 

prontuàri,  s.  m.  =  prontuario,  pron- 
tuari: T.  scoi.  Tit.  d'alcuno  raccolto 
di  nomi  o  citazioni  disposti  in  modo 
da  potersi  trovare  prontamente. 

pronuncia,  s.  f.  =  pronunziare  :  profe- 
rire chiaramente  e  speditamente  le  pa- 


prò 


-  634  - 


prò 


role  ;  Ve  mmga  hón  de  pronuncia  l'èra 
=  non  è  capiice  di  pronunziare  1'  erre. 

pronùncia  o  proniìnsìa,  s.  f.  =  pro- 
nuncia e  pronunzia  :  il  modo  di  profe- 
rire le  parole,  e  il  tono  della  voce. 

1)  Accento  :  cadenza  o  calata  di  una 
pronunzia,  di  un  dialetto,  di  una  lingua  ; 
ci  j}àrla  fràncés  coni  òiia  bela  pronùn- 
fiia  =  parla  francese  od  ha  buon  ac- 
cento. 

propaganda,*  (fa)  v.  alt.  =  far  propa- 
ganda :  di  chiunque  cerchi  propagare 
delle  idee. 

propèns,*  agg.  -=  propenso  :  inclinato 
con  favore,  simpatia  ;  Cànn  pàsaa  Véra 
prdpi  pòcch  propèns  à  àndtl  in  càni- 
pàgna  =  l'anno  scorso  egli  era  proprio 
poco  propenso  all'andare  in  campagna. 

própi,  agg.  =  proprio.  Al  femm,  fa 
pròpria,*  amor  pròpi,  nòmm  pi'opi  = 
amor  proprio,  nome  proprio. 

1)  Avv.,  proprio  propriamente,  ap- 
punto, davvero  :  per  confermare  ciò  che 
altri  dice,  o  per  avvertire  che  ciò  che 
uno  dico  è  vero  e  non  detto  per  celia 
0  con  secondo  line  ;  V  è  étaa  In  che 
Vhà  diit?  -  prdpi  =  è  stato  lui  che  l'ha 
detto  ?  -  davvero  ;  me  dispiàs   pròpi  = 

-  mi  dispiace  proprio  ;  pròpi  nò  =  no 
davvero. 

2)  pròpi  ?  ma  pròpi  ?  =  proprio  ?  ma 
proprio  ?  desiderando  conferma  di  cosa 
poco  credibile. 

3)  pròpi  insci  =  proprio  cosi,  così 
davvero. 

4)  Ironie.  Ve  pròpi  bèli!  ^  bello 
davvero! 

5)  Si  unisce  a  parecchi  verbi  ;  làorà 
pròpi,  pensagli  pròpi^  bev  pròpi,  àndà 
pròpi  =  lavorare,  pensarci,  bere,  andar 
davvero. 

tì)  Appunto  :  di  cosa  dispiacente, 
rammaricandosi  quasi  che  delle  tante 
possibili,  sia  accaduto  proprio  quella, 
in  quel  momento  ;  glie  maticàva  pròpi 
là  guèra  !  =  ci  mancava  appunto  la 
guerra  ! 

7)  còme  ée  là  fiiàs  pròpi  là  eòa 
mtima  =  come  se  fosse  •  proprio  sua 
madre. 

propina  ^  s.  f.  =  propina  :  compenso 
speciale  dato  a  un  insegnante,  per  l'as- 
sistenza agli  esami. 

propina,*  v.  alt.  =  propendere,  inclinare  : 
aver  propensione,  essere  propenso. 

propìsi,  *  agg.  =  propizio,  favorevole,  op- 


portuno ;  Ve  mitiga  el  ienip  propisi 
per  fa  èecà  i  fimg  =  non  è  il  tempo 
propizio  per  disseccare  i  funghi. 

proponimént,  5.  m.  =  proponimento, 
proposito  :  quello  che  uno  si  propone  ; 
Vhà  faa  el  proponimént  de  bev  minga 
de  vìn  =  ha  fatto  proponimento  di  non 
ber  vino. 

propònn,  i\  alt.  =  proporro  :  mettere 
innanzi  un'idea,  un  progetto,  un  af- 
fare da  esaminare,  scegliere,  eseguire; 
éont  chi  per  propònet  on  àfàri  bòn  = 
sono  qui  per  proporti  un  buon  affare; 
mi  te  proponària  de  vend  là  tua  cà  à 
on  prèài  conveniént  =  io  ti  proporrei 
di  vendere  la  tua  casa  a  un  prezzo 
conveniente. 

1)  Mettere  innanzi  come  idoneo  ; 
spéri  che  te  me  proponàree  mi  per 
quèla  leéion  lì  =  spero  che  proporrai 
me  per  quella  lezione  li. 

2)  Far  proposito  ;  V  òmm  el  propònn 
e  Dio'l  dispònn  =  l'uomo  propone  e 
Dio  dispone. 

proporsiòn,  s.  f.  =  proporzione  :  armo- 
nica convenienza  di  parti  fra  loro  o 
col  tutto. 

proporsionà,  v.  alt.  =  proporzionare  : 
fare  che  una  cosa  sia  in  proporziono 
con  altra  ;  bisogna  proporsionà  i  spés 
ài  entràd  =  bisogna  proporzionare  lo 
speso  alle  entrate. 

proporsionaa  ,  agg.  =  proporzionato  : 
che  ha  le  debite  proporzioni. 

1)  Adeguato,  proporzionato  :  detto 
di  prezzo,  di  trattamento,  di  cosa  dove 
c'entri  la  convenienza,  la  giustizia; 
Ve  minga  on  disnà  proporsionaa  ài 
so  fòrs  =  non  è  un  pranzo  adeguato  ai 
suoi  mezzi  ;  V  è  minga  on  stipèndi 
proporsionaa  ài  so  mèrit  =  non  è  uno 
stipendio  adeguato  ai  suoi  meriti. 

proposisiòn,  s.  f.  =  proposizione  :  giu- 
dizio espresso  con  parole. 

propósi!,  s.  m.  =  proposito  :  pensiero 
fermo,  maturo  di  fare  una  cosa. 

1)  òmm.,  dona  de  propòsit  =  uomo, 
donna  di  proposito  :  di  carattere  fermo, 
risoluto. 

2)  à  propòsit  =  a  proposito  :  conve- 
nientemente alla  cosa,  al  tempo,  al 
luogo  di  che  si  tratta. 

3)  rispònd  à  propòsit  =  rispondere 
a  proposito  :  secondo  la  materia  pro- 
posta e  secondo  1'  interrogazione. 

4)  vegnì,    capita   à    propòsit   =  ve- 


prò 


636 


prò 


nire,   capitare,    cadere   in    acconcio,   a 
proposito  :  nel  momento  opportuno. 

5)  à  proposit  =  a  proposito  :  diciamo 
quando  si  passa  a  parlare  di  cosa  che 
ci  viene  in  mente  lì  per  li  e  che  ci 
preme. 

6)  de  proposit  =  di  proposito  :  se- 
riamente, d'impegno. 

7)  fmùra  de  proposit  =  non  a  pro- 
posito :  di  ciò  che  non  è  opportuno. 

propòst,  p.  p.  e  agg.  =  proposto. 
proprietaa,  s.  f.  =    proprietà  :    l'essere 
proprio,  qualità  propria  di  una  cosa. 

1)  Il  diritto  per  il  quale  una  cosa 
appartiene  in  proprio  ad  alcuno  e  la 
cosa  che  appartiene  in  proprio. 

2)  Docenza,  convenienza  ;  el  se  ve- 
stws-  Mmper  cont  dna  gran  proprietaa 
=  vesto  sempre  con  gran  proprietà. 

proprietàri,  s.  m.  =  proprietario  :  chi 
ha  la  proprietà  di  una  cosa,  e  assol. 
chi  possiede  beni  stabili,  immobili. 

proroga,  s.  f.  =  proroga,  aggiornamento, 
dilazione  :  il  prorogare,  rimandare  a  un 
tempo  più  lungo  e  più  lontano;  el  inlià 
concediiil  dna  pròroga  dèla  càmhitll  = 
mi  concesse  una  proroga  per  la  cam- 
biale; el  podéva  minga  partì  sUbit  e 
g'han  eoncèss  dna  pròroga  =  non  po- 
teva partire  subito  e  gli'hanno  con- 
cosso una  pi'oroga. 

proroga,  v.  alt.  =  prorogare,  dilazio- 
nare: protrarre  il  tempo  stabilito  per 
una  cosa,  quindi  anche  :  aggiornare  : 
mandare  a  un  altro  giorno,  anche  lon- 
tano ;  proroga  el  dibàtinient  =  aggior- 
nare il  dibattimento. 

pròsa,  s.  f.  =  prosa  :  discorso  disteso, 
sciolto  :  senza  legature  di  metro  ;  ed 
anche  il  componimento  in  prosa. 

prosàich,*  agg.  =  prosaico  :  di  cosa  senza 
soffio  di  poesia,  d'immaginazione. 

1)  Di  persona  volgare  per  sentimenti, 
maniere  ;  còme  Ve  prosàich  quòll  òmm! 
Noi  phiùa  che  à  màngi'à  e  bev  =  come 
è  prosaico  quell'uomo  !  Non  pensa  che 
a  mangiare  e  bere. 

prosceni,*  s.  m.  =  proscenio  :  la  parte 
anteriore  del  palcoscenico  dove  gli  at- 
tori recitano. 

prosegìiimèiit,*  s.  m.  =  proseguimento  : 
il  proseguire.  L'usiamo  negli  auguri 
del  principio  dell'anno  ;  boti  pro^ègid- 
mènt  =  buon  proseguimento,  ed  anche 
augurando  buona  la  continuazione  del 
pranzo,  del  viaggio,  ecc. 


prósim,  *  s.  m.  =  prossimo  :  tutti  gli  altri 
uomini. 

1)  tribillà  'l  pròèim  =  tormentare  il 
prossimo  :  gli  altri. 

2)  Agg.  parént  pròHm  =  parente 
prossimo  ;  te  g'hee  minga  on  pàrènt 
piésiee  pròéim  =  non  hai  altri?  Sottint. 
da  tormentare,  da  seccare,  e  sira. 

prosit,  =  prosit,  buon  prò  :  alla  fine 
del  desinare,  augurando  bona  digestione. 
E'  voce  latina. 

prosmà,  v.  att.  =  presumere  :  addarsi, 
supporre,  immaginare. 

prosopopèa,*  s.  f.  =  prosopopea  :  gra- 
vità presuntuosa  ed  affettata  ;  el  se 
presenta  èémper  cont  dna  gran  proso- 
popèa =  si  presenta  sempre  con  una 
gran  prosopopea. 

prosperós,  agg.  =  prosperoso,  prospero, 
robusto  :  di  sanità,  di  età,   di  persona. 
1)  Arzillo,    vispo,    vivace,    rubizzo  ; 
Ve  on  vegeti   proi-peròs    =    è    un    vec- 
chiotto arzillo. 

prospètìva,  s.  f.  =  prospettiva  :  arto  di 
rappresentare  gli  oggetti  nello  loro  pro- 
porzioni, distanze  e  colori,  E  il  disegno 
stesso. 

prospètt,  s.  m.  =  prospetto  :  tavola  o 
scritto  dove  con  cifre  e  numeri  si  di- 
mostra la  materia  di  un'opera  e  la  sua 
distribuzione  per  sommi  capi  ;  fa  'l 
prospètt  di  capitai  de  V  Eiiròpa  =  faro 
il  prospetto  delle  capitali  d'Europa. 

1)  de  prospètt  =  di  prospetto,  diret- 
tamente, di  facciata. 

prostràsiòn,*  s.  f.  =  prostrazione,  ab- 
battimento :  diminuzione  di  forze. 

protCg,  «'.  att.  =  proteggere  :  dare  altrui 
appoggio  e  difesa,  aiutare,  soccorrere. 
1)  A  significare  parzialità  ;  se  ti  tei 
protegèset  minga,  el  sàvia  nò  insci 
càtìv  =  se  tu  non  lo  proteggessi,  non 
sarebbe  tanto  cattivo. 

protegiiiii,  V.  jmss.  =  protetto:  da  pro- 
teggere. 

próten,  s.  m.  =  santolina  :  genere  di 
pianto  delle  composite  ;  è  molto  odo- 
roso. Dicesi  anche  :  èrba  cipr esina. 

protèsiòii,  s.  f.  =  protezione,  egida  :  il 
protoggoi'e  ;  ti  te  see  sòta  fila  mia  pro- 
tcsión  =  tu  sei  sotto  la  mia  protezione, 
sotto  l'egida  mia. 

1)  Assol.  ;  favore  parziale,  non  sem- 
pre lecito  :  se  no  se  g'hà  di  protèsiòn, 
se  otén  nàgòtt  del  ministeri  =  so  non 


pio 


—  mG 


pu 


si  hanno  protezioni,  non  si  ottiene  nulla 
dal  ministero. 

2)  trgh  (iria  de  protH-iòn  =  avere 
aria,  tono  di  protezione,  di  albagia,  di 
sussiego. 

protesi,  s.  m.  =  protesto:  atto  col  quale 
si  dichiara  ai  firinatori  di  una  cam- 
bialo che  son  tenuti  al  risarcimento  dei 
danni  per  il  non  effettuato  pagamento. 
1)  àndà  in  protèsi  =  andare  in  pro- 
testo :  di  cambiale  non  jìagata. 

protesta,  s.  f.  =  protesta:  atto  d'ojipo- 
sizionc  altrui  :  contro  gli  altrui  senti- 
menti, le  altrui  opinioni. 

protesta,  v.  att.  =  protestare  :  dichiarare, 
affermare,  asseverare  positivamente. 

1)  protcs-tà  óìia  cambiai  =  protestare 
una  cambiale  :  mandarla  in  protesto. 

protestànt,  s.  ni.  =  protestante  :  chi 
professa  la  religione  riformata. 

l>rótètòr,  s.  VI.  =  protettore  :  chi  pro- 
tegge -,  l'è  7  j-ò  èànt  protètòr  =  è  il  suo 
santo  protettore. 

proto,  s.  VI.  =  proto  :  chi  nelle  stam- 
perie è  il  primo  e  fa  da  direttore  nel- 
l'arte. 

protocol!,  s.  VI.  =  protocollo  :  libro  ma- 
stro dove  i  notari  registrano  i  testa- 
menti e  gli  atti  che  rogano. 

1)  Libro,  registro  dove  giorno  per 
giorno  si  notano  gli  atti,  gli  affari  di 
un  pubblico  ufficio, 

protocolìsta,  s.  vi.  =  protocollista  :  chi 
tiene  il  protocollo  e  chi  vi  registra  gli 
affari;  Vò  protocolìsta  àia  Càmera  de 
eomèrc  =  è  protocollista  alla  camera  di 
commercio. 

protomàrtir,*  s.  m.  =  protomartire  :  il 
primo  martire. 

protra,  t.  att.  =  protrarre  :  tirare  in 
lungo,  mandare  piìi  oltre  ;  se  sègiiita 
tuli  i  di  à  protra  7  disnà  =  si  con- 
tinua ogni  giorno  a  protrarre  il  desi- 
nare, a  desinare  più  tardi. 

prova,  V.  att.  =  provare.  Vedi  proà,  au- 
dio pei  derivati. 

provèd,  r.  att.  =  provvedere.  Vedi  procd, 
anche  pei  derivati, 

proveiiiénsa,  s.  f.  =  provenienza.  Tedi 
prociiièiisa. 

provèut,  s.  VI.  =  provento:  utile  in  de- 
nari che  si  ricava  da  certi  e  incerti,  e 
forma  poi  la  rendita. 

I>rovérbi ,  s.  m.  =  proverbio.  Vedi 
proérbi,  anche  pei  derivati. 


providènsa,  s.  f.  =  provvidenza.  Vedi 
proidènsa. 

provìgiòn,  s.  f.  =  provvisione,  aggio  : 
vantaggio  sopra  contratti  o  riscossioni 
percepito  dalla  persona  che  li  fa  per 
conto  d'altri. 

provili,  s.  VI.  =  provino.  Vedi  proìii. 

provìncia,  s.  f.  =  provincia.  Vedi  proiii- 
cia. 

provìiiciàl,  ngg.  =  provinciale.  Vedi 
proinciàl. 

provisòri,  agg.  =  provvisorio.  Vedi  proi- 
sòrì. 

provìsta,  s.  f.  =  provvista.  Vedi  proista. 

provoca,  v.  tr.  =  i)rovocare  :  procurare 
elio  succeda,  nasca,  operi  qualcosa  di 
male. 

priidèusa,  s.  f.  =  prudenza,  cautela,  con- 
sideratezza. 

priìdéiit,  agg.  =  i)rudente  :  che  ha  pru- 
denza, che  fa  quanto  è  opportuno  e 
scansa  i  pericoli  e  i  rischi  ;  vcsé  pril- 
dcnt  v(Kur  viinga  di  ■vègli  2)àùra  =  es- 
sere prudente  non  vuol  diro  aver  paura. 

priiibi,  r.  att.  =  proibire.  Vedi  proibi, 
anche  pei  derivati. 

ps,  pst,  =  ps,  pst:  voce  imitat.:  espres- 
sione delle  labbra  per  indicar  silenzio 
0  per  chiamare. 

pii,  avv.  comp.  =  più  :  contrario  di  meno, 

1)  Indica  cessazione  dell'  azione  ; 
parla  pii,  vede  irii,  rid  pii,  bév  pii  = 
non  parlar  più,  non  veder  più,  non  ri- 
dere più,  non  bere  più. 

2)  per  de  pii  =  per  di  più,  per  giunta, 
oltre  a  ciò. 

3)  j}cr  lo  pii  =  per  lo  più  :  il  più 
delle  volte, 

4)  mài  pii  =  mai  più,  rinforza  la  ne- 
gativa ;  guàrdeten  ben  de  fall  mài 
pii  !  =  guardati  bene  di  non  farlo  mai 
più. 

5)  te  me  eiàpet  pii  =  non  mi  ci  pi- 
gli più, 

6)  ne  pii  ne  mén  =  né  più  né  meno  ; 
precisamente,  appunto,  appunto  ;  dal 
pii  ài  mén  =  dal  più  al  juono,  poco 
più  poco  meno. 

7)  de  sòra  pii  =  di  sopra  più,  per 
di  più;  al  di  là  della  quantità,  misura, 
numero  determinato  ;  ed  anche  oltre 
a  ciò. 

8)  parla  del  pii  e  del  mèn  =  parlar 
del  più  0  del  meno  :  di  cose  di  nes- 
suna importanza. 

9)  tiitt  ài  piì-=  tutt'al  più  ;   l'estremo 


pub 


-  637  - 


pui 


limite;  el  podàrà  rari  tiitt  ài  pu  on 
fini  lir  =  potrà  valere  tutt'al  più  un 
venti  lire. 

10)  vèss  de  pii  =  essere  un  di  più  ; 
superfluo,  inutile  ;  rèsegh  per  on  de  pii 
=  esserci  per  un  di  più  ;  di  persona 
senza  autorità,  inutile,  come  se  non  ci 
fosse.  0  anche  incomodo,  che  dà  noia. 

piiblicà;  ».  att.  =  pubblicare;  far  cono- 
scero  al  pubblico,  mettere  in  pubblico 
])or  mozzo  della  stampa;  V Italia  del 
Pòpol  là  .<'6  publica  tùli  i  dì,  e  l'è 
rùn  di  boli  giornài  che  publichen  à 
Mildn  =  l'Italia  del  Popolo  si  pubblica 
tutti  i  giorni  ed  è  uno  dei  buoni  gior- 
nali che  si  pubblicano  a  Milano. 

piiblicaa,  agg.  =  pubblicato,  edito,  di 
libri  a  stampa  messi  in  vendita. 

publicàsiòii,  s.  f.  =  pubblicazione:  l'o- 
pera, il  librò  pubblicato. 

1)  Di  matrimonio  :  denunzia. 

publìch,  s.  ni.  =  pubblico  :  tutta  la  gente 
di  una  città,  di  un  ])aese,  di  una  na- 
zione; quànd  l'ha  sàvilil  el  ptlblich, 
gh'è  itaa  on  gran  frecàH-  =  quando 
l'ha  saputo  il  pubblico,  se  ne  levò  un 
i!;ran  rumore. 

1)  La  gente  che  va  al  teatro,  a  uno 
spettacolo,  a  una  festa  :  ài  Mànsoni 
gh'è  quasi  fiémpcr  on  publich  mólto 
elegànt  =  al  Manzoni  c'è  quasi  sempre 
un  pubblico  molto  elegante. 

2)  in  publich  =  in  pubblico,  pubbli- 
camente. 

publicli,  agg.  =  pubblico  :  che  spetta, 
appartiene  al  pubblico  :  contrario  di 
l)rivato  ;  el  giùrdìn  publich  =  il  giar- 
dino pubblico  ;  ofUi  publich  =  ufficio 
|)ubblico. 

piiblicìsta,  *  s.  m.  =  pubblicista  :  scrit- 
tore 0  compilatore  di  giornali  e  riviste. 

piiblicitaa,  s.  f.  =  pubblicità:  l'essere 
0  far  ])ubblico. 

1)  Clamore  in  pubblico,  richiamando 
la  gente  ;  no  hin  bon  che  de  fa  di  pil- 
hlicitaa  =  non  son  capaci  che  di  fare 
pubblicità. 

piìcia,  s.  f.  =  intinto,  intingolo.  Vedi 
pócia. 

pìiciàiia,  agg.  =  ladro:  di  cose  brutte, 
indiavolate,  cattive,  pessimo;  onfrècc, 
una  fatimi,  ona  set  pilc.iàna  =  un 
freddo  ladro,  una  fame  ladra,  una  sete 
ladra. 

piidór,*  s.  m.  =  pudore  :  sentimento  che 


ci  fa  aborrire  dalle  cose    sconce,  disc 
neste. 

piìerìl,  *  agg.  =  puerile  ;  di  o  da  fan- 
ciulli :  se  di  cosa  fatta  da  uomini,  si- 
gnifica :  degno  di  ragazze,  di  fanciulli. 

piierilitaa,  *«./■.  =  puerilità:  cosa  o 
atto  leggero,  di  nessuna  gravità,  da 
fanciulli  ;  ctlra  ti  inslst  minga  in  quèla 
roba  chi,  perchè  Ve  òna  piierilitaa 
minga  degna  de  ti  =  caro  mio,  non 
insistere  in  questa  cosa,  perchè  è  una 
puerilità  indegna  di  te. 

puèrpera,*  s.  f.  =  puerpera  :  donna  che 
ha  partorito  dì  fresco. 

puèrperàl,*  agg.  =  puerperale  :  relativo, 
conseguente  al  parto,  al  puerperio  ;  là 
fèver  puèrperàl  =  la  febbre  puerperale. 

puerpèri,  *  s.  m.  =  puerperio  :  il  tempo 
0  rincomodo  del  parto  e  dopo  il  parto, 
il  quale  dura  por  quaranta  giorni. 

pug"!),  s.  m.  =  pugno  :  la  mano  serrata; 
fa  'l  piign,  dèrvì  'l  piign  =  fare  il  pu- 
gno, aprire  il  pugno. 

1)  Il  colpo  che  si  dà  colla  mano 
chiusa,  cartoccio,  cazzotto  ;  ed  anche 
quanto  sta  nel  pugno,  manciata,  bran- 
cata; el  glia  daa  on  tremèndo  piign 
sula  fàcia  =  gli  diede  un  terribile  pu- 
gno sul  viso;  rhà  miss  dcnter  on 
piign  de  ris  à  tèsta  =  ha  messo  a 
cuocere  un  pugno  di  riso  per  ciascuno. 

2)  fa  à  piign  =  fare  a  pugni,  a  cozzi, 
a  calci  :  si  dice  di  cose  incompatibili 
e  repugnanti  ;  stùdi  e  diverti  meni  hin 
dò  ròbb  che  fa  a  piign  =  studio  e  di- 
vertimento son  due  cose  che  fanno  a 
calci. 

3)  fa  à  piign  =  fare  a'  pugni  :  darsi 
reciprocamente  dei  pugni,  ed  anche  : 
accalcarsi,  spingersi  a  un  ingresso,  a 
una  porta. 

4)  tra  i  piign  in  cièl  -  dare  i  pugni 
in  cielo  ;  fare  sforzi  inutili. 

piig'uàtà,  V.  att.  =  cazzottare  ;  dar  ])u- 
gni,  cartocci  e  sim. 

piig^nìua,  (g'iiig'à  à)  v.  att.  =  faro  a 
pugnino  :  gioco  dei  bambini  che  fanno 
col  pugno  chiuso,  mettendolo  1'  uno 
sull'altro  a  vicenda. 

pUìda,  s.  f.  =  pipita  :  filamento  cutaneo 
che  si  stacca  di  cima  alle  dita  dello 
mani,  dove  è  l'attaccatura  dell'unghia. 

1)  Malattia  elio  viene  alla  lingua  noi 
polli  e  gallinacei. 

2)  Gnagnerino,  calia,  cancherino  :  di 


pui 


persona  che  non  s'accontenta  di  nulla, 
mangia  pocliissimo,  ma  è  di  gran  noia. 

pùì  e  piii,  s.  m.  pi.  =  polli.  Vedi  po- 
làster. 

1)  puj  purgaa  =  polli  stiati  ;  temiti 
su  nella  stia. 

puléder  e  piìlèder,  s.  m.  =  puledro. 
Vedi  polèder. 

piìlpit,  *  s.  VI.  =  pulpito  :  luogo  elevato 
dove  il  prete  predica. 

pulisìa,*  s.  f.  =  pulizia:  l'esser  pulito, 
netto:  il  pulire,  il  nettare;  l'è  dna 
dona  che  glia  minga  de  pulisia  =  è 
una  donna  che  non  ha  pulizia,  alla 
quale  manca  il  sentimento  della  net- 
tezza. 

puuc,  s.  m.  =  pastrano  :  specie  di  fer- 
raiolo con  maniche,    bottoni  e  bavero. 

puuciàtei*,  s.  m.  puntacelo  :  punto  lungo, 
cattivo. 

puiicigriià;  v.  alt.  =  potinicciare,  aguc- 
chiare :  fare  una  cucitura  male,  a  punti 
lunghi. 

punci^iiàda,  s. /.  =  potiniccio,  frinzello: 
aggiustatura  mal  fatta. 

puusòu;  *  s.  m.  =  punzone  :  arnese  di 
acciaio  con  rilievi  per  battere  i  coni 
delle  monete,  medaglie;  per  fare  i  ca- 
ratteri da  stampa,  ecc. 

pniit,*  s.  m.  =  punto  :  del  cucito,  ogni 
tratto  di  filo  che  coli' ago  si  passa  e 
ripassa  sulla  stoffa,  nel  panno,  nella 
pelle. 

1)  dà  on  punt  =  mettere  un  punto, 
cucire. 

2)  punt  à  rebàtt  =  costura  spianata; 
jnmt  de  gipàdura  =  impuntura  ;  punt 
d'ogiceti  =  punto  intrecciato,  a  occhiello, 
allacciato  ;  punt  èora  =  sopraggitto  ; 
2)unt  sòtt  =  soppunto,   punto    andante. 

3)  fa  i  pilnt  d'or  =  fare  il  ponte 
d'  oro  :  accarezzare,  vezzeggiare  ;  far 
patti  vantaggiosi  ad  uno  per  levarselo 
d'attorno. 

4)  Maglia  ;  nello  calze  :  ància  già  i 
pwit  =  cadere  le  maglie. 

5)  T.  ortogr.  :  segno  di  posa  che  si 
mette  nella  scrittura,  dove  termina  la 
proposizione  :  dùil  punt,  punt  e  vìrgola, 
punt  d'eéclàmàéion,  punt  d'interogà- 
éiòn  =  duo  punti,  punto  e  virgola, 
punto  esclamativo,  punto  interrogativo. 

6)  T.  commerc,  :  fa  punt  =  fai'  punto; 
fiospondere  i  pagamenti. 

7)  Parte,  luogo  di  scrittui'a  :  hoo 
doviiii  desmètt  de  lég  ind'on  punt  in- 


—  638  -  pun 

teresànt  come  =  ho  dovuto  smetter  di 
leggere  in  un  punto  interessantissimo. 

8)  *  punt  =  i  punti  :  al  gioco,  i  vari 
numeri  che  uno  fa  o  guadagna  nella 
partita. 

9)  per  on  punt,  per  ptint.  I  gioca- 
tori del  lotto  dicono  cosi  quando  sor- 
tono due  numeri  che  precedono  o  se- 
guono il  numero  giocato  da  loro.  I  To- 
scani li  chiamano  numeri   accanto. 

10)  dà  di  punt  à  vun  =  dar  i)appa 
e  cena  ad  uno;  essere  da  più  di  lui 
in  qualche  arte,  scienza,  ecc. 

li)  punt  de  vista  =  punto  di  vista  : 
lato,  aspetto  d'una  cosa;  ed  anche  lo 
spazio  che  si  domina  da  un  luogo. 

12)  in  punt  de  mòrt  =  in  punto  di 
morte.  Vedi  inòrt,  s.  f.  8). 

13)  Spunto  :  quel  sapore  di  forte  che 
piglia  il  vino  al  cambiare  della  stagione 
quando  non  è  ben  custodito. 

pùnta;  s.  f.  =  punta:  un'estremità  ac- 
cuminata. 

1)  Punta,  0  mal  di  petto. 

2)  Sorta  di  bullettina  o  chiodino 
senza  capo,  che  usano  per  lo  più  i 
calzolari. 

3)  Saettuzza  :  estremità  del  trapano. 

4)  Eebbio,  punta:  quelle  dell'ardi- 
glione in  una  fibbia,  che  si  piantano 
nei  fori  appositi  della  cinghia. 

6)  à  punta,  in  pùnta  =  a  punta, 
terminato  in  punta,  accuminato. 

6)  in  pimta  de  pè  =  in  punta  di 
piedi-:  senza  far  rumore. 

7)  'Pègh  dna  roba  àula  punta  déla 
léngua  =  avere  una  cosa  sulla  punta 
della  lingua  :  essere  lì  lì  per  dirla,  e 
dimenticarsene. 

8)  Sabbia,  sbozzino  :  scarpello  ap- 
puntato. T.  di  scult,  murat.  e  sim. 

punta,  v.  alt.  =  appuntare  l'ago  :  la- 
sciarlo nella  tela  o  nel  panno,  facen- 
done passare  più  volte  la  punta  di 
sopra  e  di  sotto  quando  si  sospende  il 
lavoro. 

1)  puniti  coi  man  e  coi  pè  =  pun- 
tare, appuntare  mani  e  piedi  :  far  forza 
colle  mani  e  coi  piedi  contro  un  punto, 
per  sollevarsi,  spingere;  o  resistere 
essendo  spinti  verso  di  quello. 

2)  Puntare ,  mirare  :  prendere  la 
mira  colle  armi  da  fuoco. 

puntàda,*  s.  f  =  puntata:  T.  di  scher- 
ma, colpo  di  punta. 


pilli 


—  639  — 


pur 


1)  T.    di  gioco  :  il   puntare    in    una 
volta. 

2)  T.  libr.  puntata,  dispensa. 
puutàdòr,  s.   m.  =   puntatore,   verb.  di 

puntare. 

puntàdiira,  s.  f.  =  appuntatura,  fermare 
colla  punta  d'un  ago  o  d'uno  spillo 
qualcosa. 

}»untàl;  s.  VI.  =  puntale  :  finimento  por 
lo  più  di  metallo  alla  punta  di  certi 
strumenti.  Por  le  mazze  da  passeggio 
dicesi  meglio  calza,  gorbia  da  bastoni, 
calzuolo,  ghiera,  ed  è  quel  ferro  per  lo 
pili  piramidale  che  si  pone  in  fondo 
al  bastone. 

puiilàmènt,  s.  m.  =  appuntamento.  Vedi 
àpiintàmént. 

pimtàsSj  V.  rifl.  =  puntarsi,  impuntarsi, 
appuntare  i  piedi  :  per  non  volersi 
muovere  dal  luogo  dove  siamo,  e  da 
dove  ci  vogliono  togliere. 

punteria,  v.  att.  =  punteggiare:  sognare 
con  punti  e  mettere  la  punteggiatura. 
T.  lettor. 

puntela,  v.  att.  =  puntellare  :  metter 
puntelli  a  una  cosa,  perchè  non  cada. 

punteli,  s.  m.  =  puntello  :  trave  di  le- 
gno 0  di  ferro  messo  a  sostegno  o  rin- 
calzo d'un  muro,  d'un  edificio  che  mi- 
nacci cadere.  ^ 

1)  Appuntamento,  convegno.   Scherz. 
e  famigliare. 

puntili,  s.  m.  =  puntiglio:  jranto  d'o- 
nore basato  su  coso  futili  o  sorretto 
da  meschinità. 

1)  Sdegno  e  stizza  di  chi  crede  non 
gli  sia  fatto  il  debito  onore. 

2)  Amor  proprio  :  el  g'hà  minga  de 
puntili  =  non  ha  amor  proprio. 

puntiliòs,  agg.  =    puntiglioso  :    che  sta 

sui  puntigli. 

1)  Chi   ha    amor    proprio,    e    mette 

gran  cura  nel  farsi  onore. 
puntili,  s.  m.  =  puntino,  punto  :  piccola 

macchia;  el   g'hà    là    fàcia  jì^^na  de 

puntitt  rosé  =   ha   la   faccia  piena    di 

punti  rossi. 
1)  Capolino,   puntino:    quello    sopra 

gli  L 
puntiroeiì,  s.  m.  =    punteruolo  :    arnese 

a  punta,  fatto  per    bucare  il  legno,  la 

calia  e  sim. 
puntiiàl,  agg.  =  puntuale,    assiduo  :  chi 

fa  le    cose    appunto,    con    precisione; 

preciso  nei  suoi  impegni. 
puntura,  s.  f.  =  ago  puntura.  T.  chirurg. 


sorta  di  operazione  che  si  fa  con  ago 
d'oro  0  d'argento,  oche  fanno  per  dare 
sfogo  alle  acque,  agli  umori  del  corpo 
malato.  Anche  l'iniezione. 

plipila,  s.  f.  =  pupilla  :  apertui'a  centrale 
dell'iride  per  cui  l'occhio  vede. 

1)  Femm.  di  pupillo:  una  minorenne 
orfana. 

piipill,  s.  m.  pupillo  :  il  minorenne, 
privo  dei  genitori  e  sottoposto  all'altrui 
tutela. 

piir,  agg.  =  puro:  schiotto,  sincero:  che 
non  ha  mescolanza  d'altre  sostanze; 
vin  piir,  d^cqua  imra,  càfè  jmr,  tLria 
pura  =  vino  pui'o,  acqua  pui'a,  caffè 
puro,  aria  pura. 

piir,  partic.  Gong,  e  avv.  =  pure,  tutta- 
via, nondimeno. 

1)  Per  affermazione  enfatica  :  hisò- 
gna  piir  viv  à  sto  tnond!  =  bisogna 
pur  campare  a  questo  mondo  ! 

2)  Affermando,  promettendo  :  che  'l 
se  fida  piir,  che  l'ingàni  vitnga  =  si 
fidi  pure,  clie  non  l'inganno. 

3)  piir  tròpp  !  =  pur  troppo  !  Escla- 
mazione di  vero  rammarico. 

piiràniènt,  avo.  =  puramente,  solamente, 
iinicameute  :  mi  te  Vhoo  ditt  piilì-à- 
mént  per  fa  'l  me  doér  =  io  te  l'ho 
detto  puramente  per  fare  il  mio  dovere. 

piirànca,  cong.  =  pur  anche,  anche  :  per 
rafforzare  l'affermazione;  g'àvii  pii- 
rànca resòn  se  ve  làmentee  =  avete 
anche  ragione  se  vi  lagnate. 

purè,  s.  m.  =  purè,  macco,  purea:  le- 
gumi passati  allo  staccio  e  special m. 
le  patate.  Dal  frane,  puree. 

pures,  s.  m.  =  pulce  :  insetto  noto  e 
noioso. 

1)  fa  dànee  àula  péli  d'on  pUres  = 
levare  la  pelle  alle  pulci  per  venderla, 
spellare  lo  pulci  per  vender  la  pelle  : 
chi  di  tutto  farebbe  danari. 

2)  77iètt  on  pures  in  Vorègia  =  met- 
tere una  pulce  in  un  orecchio.  Vedi 
©règia,  7j  ;  vèss  on  pures  in  Vorègia 
à  quàidun  =  essere  una  pulce  nell'o- 
recchio per  qualcuno,  essere  un  bru- 
scolo negli  occhi  a  qualcuno;  dargli 
ombra,  sospetto. 

3)  fàgh  i  pUres  à  vUn  =  rivedere  le 
bucce  ad  uno  ;  scoprirne,  rilevarne  i 
difetti,  gli  errori,  senza  pietà,  né  ri- 
guardi. 

4)  luti  i  pures  g'han  là  toss  =  ogni 
cencio  vuole  entrare  in  bucato  :  di  chi 


pur 


—  640  — 


puv 


si  intromette,    si    fa    avanti   a   volere, 

sol  perchè  altri  ha  avuto. 
piìresin  e    puresìn,   s.   ni.    =   pulcino. 

Vedi  poresìii. 
piirgà,    V.    att.    =    purgare  :   togliere  la 

parte    impura,    nociva    di    una   cosa; 

piirgà  l'aria  =  purgare  l'aria:  renderla 

pura  ;  piirgà  'Isàngii  =  purgare  il  sangue. 

1)  Di  medicina  atta  a  fare  evacuare, 
purgativa:  là  magnèsia  là  purga  =  la 
magnesia  purga. 

2)  Affinare,  purificare  :  detto  di  me- 
talli preziosi,  purificarli  d'ogni  materia 
eterogenea:  piirgà  l'or  =  affinar  l'oro. 

3)  Espiare:  di  colpe,  delitti  e  sim., 
portar  la  pena  per  colpe  proprie  o  al- 
trui: Ve  étaa  on  làder,  ma  l'ha  piir- 
gaa  i  so  làdràrij  =  fu  un  ladro,  ma 
espiò  le  sue  ruberie. 

4)  Suppurare  :    di    piaghe    venuto  a   j 
suppurazione. 

5)  Stiare  :  dei  polli  che  si  tengono 
nella  stia  perchè  se  ne  migliori  la 
carue. 

piirg'ànt,  s.  m.  =  purgante,  purga  :  so- 
stanza purgativa,  atta  a  provocare  l'e- 
vacuazione degli  intestini. 

piireràss,  v.  rifl.  =  purgarsi  :  i)rendere 
un  purgante. 

piirgàtiv,  *  agg.  =  purgativo  :  atto  a  pur- 
gare, che  purga  :  acqua  purgativa  = 
acqua  purgativa. 

piirg-àtóri,  s.  vi.  =  purgatorio:  luogo 
dove  la  fedo  insegna  che  le  anime  si 
fanno  pure  dei  peccati. 

1)  rè  on  'Vero  piirgàtdri .'  =  è  un 
vero  purgatorio  !  Si  dico  di  qualunque 
pena  0  travaglio   grande. 

piiriAcàj  V.  att.  =  purificare:  rendere 
[>uro  ciò  che  non  lo  è. 

piirlflcàdòr,  s.  m.  =  purificatoio  :  pan- 
nolino che  sta  immediatamente  sopra 
il  calice  e  servo  a  ripulirlo  prima  e 
do])0  che  vi  sia  versato  il  vino  e 
l'acqua  nel  celebrare  la  messa. 

piirìsiià,  V.  att.  =  bucare,  pizzicare, 
prudere  :  dar  prudore  :  di  cosa  che 
cagiona  alla  pelle  una  sensazione  si- 
juile  a  quella  di  piccole  punture;  porti 
nò  là  càmìsa  de  lana  perchè  là  me 
piirisna  =  non  porto  la  camicia  di  lana 
perchè  mi  buca. 

1)  piirisna  i  man  =  prudere,  pizzi- 
car le  mani.  Vedi  luau;  21). 


parìglia,  s.  f.  =  prudore,  prurito,  pizzi- 
core: quella  sensazione  molesta  che 
induce  a  grattarsi. 

piisee,  avv.  =  più,  di  più  :  piiéee  grand, 
piisee  bèli,  piiéee  sàvi  =  più  grande, 
più  bello,  più  savio. 

1)  piisee  già,  piisee  sii.,  piisee  in  chi, 
piisee  in  là  =  più  giù,  più  su,  più  qua, 
più   là. 

2)  Aggiunto  a  cifre  indica  aumento 
indeterminato  :  piiiee  de  mila  =  più  d  i 
mille. 

3)  à  chi  piiéee  =  a  chi  più  :  indica 
gara;  fàsévcn  à  chi  ne  disiava  piisee 
facevano  a  chi  più  ne  dicova. 

piistèiua,  s.  f.  =  postema,  ascesso  :  tu- 
more che  viene  specialmente  nelle  oioc- 
chie. 

piistèrla,  s.  f.  =  antiporta:  quella  che 
dimezza  l'androne  nelle  case  signorili. 

pustola,  s.  f.  =  pustola  :  boUicciattola 
piena  di  pus. 

puta,  =  puta  :  ptda  metèmm  el  càs  =  puta, 
puta  caso,  per  ipotesi,  supponiamo. 
Dal  lat. 

piitàua,  s.  f.  =  puttana  :  femmina  da 
conio. 

1)  Il  mil.  lo  usa  molto  come  escla- 
mazione. 

piitàrdia,  piitàsca  e  piiciàsca,  esclam. 
come  ptttàna  1). 

piitàtìv,  agg.  =  putativo  :  del  padre,  ri- 
tenuto per  tale.  Riferito  specialm.  a 
san  Giuseppe,  padre  putativo  di  Cristo. 

piitóst,  avv.  =  piuttosto  :  più  presto,  in- 
vece, in  luogo  di. 

1)  Alquanto:  l'è  on  llber  piitòst 
noiòs  =  è  un  libro  piuttosto  noioso. 

2)  veghen  nànca  per  piitòét  =  non 
importarne  affatto. 

piiviaa  e  pìiviàl,  s.  m.  =  piviale.  Vedi 
piviàl. 

puviòn,  s.  m.  =  piccione,  colombo  :  uc- 
cello domestico,  che  si  mangia. 

1)  Rustico,  contadino.  Vedi  ghìrla, 
piceli  e  pìsis, 

2)  piivion  de  Biiét.  Da  noi  alcuni 
chiamavano  così  lo  mammelle  scher- 
zando colla  parola  biist  che  vuol  tanto 
dire  Busto,  cittadina  di  Lomliardia, 
quanto  busto,  fascetta.  I  piccioni  del 
busto  sarebbero  appunto  le  mammelle. 


641 


qua 


Q 


<|.  =  qu:'  quindicesima  lettera  dell'alfabeto 
di  gen.  maschile.  Si  pronuncia  eoo  e  gìIìI: 
si  unisce  sempre  colla  vocale  u. 

quaa,  pron.  =  quale  :  solamente  nel  si- 
gnificato interrogativo  :  qitaa  te  voeùret 
de  qiiij  dò  càmìs  chi  ?  =  quale  vuoi  di 
queste  due  camicie  ? 

qiiàcc,  agg.  =  chiotto,  quatto  :  quieto, 
tranquillo,  mogio. 

quàciàss,  v.  rifl.  =  acchiocciolarsi  :  porsi 
a  guisa  di  chiocciola,  rannicchiarsi  re- 
stringersi nella  persona  per  nascondersi, 
0  per  scaldarsi  più  facilmente  :  el  s'è 
qtmciaa  in  del  càldìn  del  lèti  =  s'è 
acchiocciolato  nel  calduccio  del  letto. 

(lUiiciii,  s.  ni.  =  cascino,  Vedi  quàgriroeil. 

quàder,  s.  m.  =  quadro,  dipinto  :  telaio 
0  cornice  entro  cui  è  una  pittura  o 
incisione,  col  suo  vetro  o  senza. 

1)  Scena  teatrale  :  l'è  on  bàli  in  dés 
quàder  =  ò  un  hallo  in  dieci  quadri. 

2)  Descrizione,  pittm-a  poetica,  de- 
scrittiva ;  el  in'  ha  faci  on  quàder  di 
.<•()  miseri  che  'l  i-tràsciàva  Vànivia  = 
mi  fece  un  quadro  delle  sue  miserie  che 
straziava  l'anima. 

3)  quàder  plàHich  =  quadro  vivente, 
]3lastico  :  fatto  con  persone  vive  in  po- 
sizione pittorica. 

4)  Figura  quadrata;  quindi  perestens. 
gli  spartimenti  che  si  fanno  in  terra 
nei  giardini,  nei  campi,  con  varie  cul- 
ture di  fiori  0  d'altro. 

5)  Quadri,  mattoni  :  uno  dei  quattro 
semi  nelle  carte  da  gioco. 

6)  ròbb  de  fànn  di  quàder  =  cose 
ridicole,  strane,  cui'ioso. 

7)  Squadra  zoppa,  pifferello.  T.  dei 
falcgn. 

8)  Quella  parte  del  torchio  da  coniare 
monete  che  è  base  al  torchio. 

quà«ler,  agg.  =  quadro  :  che  ha  quattro 
lati  e  quattro  angoli  retti. 

41 


1)  Di  spalle,  omeri  :  largo,  traverso. 

2)  tèèfa  quadra  =  testa  quadra  :  d'i 
uomo  ingegnoso,  assestato,  di  forti  pro- 
positi. 

'ò)  vilàìi,  pàisdn  quàder  =  villanaccio: 
molto  villano. 

quaderna,  s.  f.  =  quaderna  :  quattro  nu- 
meri giocati  al  lotto. 

1)  Quattro  numeri  di  una  quintina 
0  al  gioco  della  Tombola  :  quattro  nu- 
meri che  si  segnino  in  una  stessa  fila, 

quadèrno,  *  s.  m.  =  quaderno  :  libro 
bianco  e  special,  i  libri  da  scrivere  per 
uso  degli  scolari. 

quadra,  v.  alt.  =  quadrare  :  ridurrre  in 
forma  quadra. 

1)  quadra  '  l  eoo  =  quadrare  la  testa  : 
abituarla  ad  un  ragionamento  sti*etto, 
severo. 

2)  Piacere,  soddisfare  capacitare:  /"(' 
minga  dna  dona  che  me  quadra  molto  = 
non  è  una  donna  che  mi  quadri  molto. 
Ora  diciamo  meglio  squadra.     ' 

quàdraa,  agg.  =  quadrato:  di  cosa  clie 
sia  0  sia  stata  fatta    diventar    quadra. 

1)  spali  quàdraa  =  spalle  quadrate  : 
larghe,  di  persona  ben  formata,  robusta. 

2)  ràdis  quàdràda  =  radice  quadrata  : 
quel  numero  che  moltiplicato  per  si"- 
stesso  produce  il  numero  dato. 

3)  fa  on  quàdraa  =  formare  un  qua- 
drato :  di  coso  0  persone  disposte  su 
quattro  lati.* 

4)  quàdraa  =  quadro  :  velo  grande 
che  le  donne  mettono  in  capo  e  spe- 
cial, le  ragazze  alla  cresima  e  alla  co- 
munione. 

qu<àdràdura,  s.  f.  =  quadratura  :  forma 
quadrata. 

1)  Il  torso  del  cavallo,  bove  e  sim. 
dalle  spallo  alla  groppa  :  el  gh'à  òna 
quàdràdùra  svèlta  quèll  sàiir  =  ha  una 
quadratui-a  snella  quel  sauro. 


qUii 


-  642  - 


qua 


2)  La  quantità,  il  complesso  dei  vari 

quadrati  e  quadratini    di  un  carattere. 

T.  di  stamp. 
quàdràngrolài',  *  agg.  =  quadrangolare  : 

di  superfìcie  che  ha    quatti'O    angoli   e 

l)erò  quattro  lati. 
(Xuàdràiit,  s.  VI.   =    quadrante,   mostra  : 

nell'orologio  la  parte  dove  sono  segnate 

le  ore  con  numeri    romani  e  i    minuti 

con  piccolissime  lineette. 
quàdrària,  s.  f.    =    quadrerìa  :    raccolta 

di  molti  quadri. 
quàdràsc,  s.  m.  =  quadraccio  :  pegg.  di 

quadro  :  mal  dipinto,  brutto. 
quadrati;  s.  m.  quadrato  :  T.  di  stamp. 

sorta  di  spazio. 

1)    Quadraio,    quadrare  :    chi    vende 

quadri. 
qucàdrèlàda,  s.  f.  =    colpo  di    mattone: 

dato  con  un  mattono. 
quàdrèlàtt,  s.  m.  =  mattonaio  :  chi  fa 

i  mattoni. 
(luàdrèlin,    s.    in.  =   aguglione  :    specie 

d'ago  che  usano  i  sellai  ed  affini, 
quàdrèll,  s.  m.  =  quadrello,  quadruccio, 

mattone:  parallelepipedo  di  terra  cotta 

a  uso  di  murare. 

1)  quàdrell  in  coìtta  =  matton  per 
coltello,  per  taglio,  por  ritto;  posati 
l'uno  sull'altro  dalla  parte  stretta. 

2)  scàrtiL  'l  quàdrell  =  tagliare  il 
mattone  per  piano,  onde  farne  un  cu- 
neo grosso. 

3j  sniiisà  'l  quàdrell  =  tagliare  il 
mattone  per  lato  onde  averne  un  cuneo 
sottile. 

4)  tài^  'l  quàdrell  à  pè  d'àsnìn  = 
bipartire  il  mattone  e  tagliare  diago- 
nalmente i  due  mezzi. 

5)  quàdrèj  fàrioeù  o  ètràcòtt  =  mat- 
toni ferrigni  o  sferruzzati  ;  che  hanno 
hontito  troppo  l'azione  del  foco. 

6)  sosul  (le  quàdrèj  =  filare,  fìlaretto 
di  mattoni  :  ognuna  di  quelle  linee  di 
mattoni  colle  quali  si  va  erigendo  un 
muro. 

7)  fa  trii  j)àss  in  sii  on  quàdrell  = 
far  tre  passi  in  o  sopra  nn  mattone  ; 
di  chi  per  pigrizia  o  per  impotenza 
cammina  pochissimo. 

8)  nodà  à  quàdrell  =  nuotare  come 
una  gatta  di  piombo  ;  di  chi  non  sa 
nuotare  e  va  in  fondo. 

quàdretà,  v.  att.  =  graticolare,  retare  ; 
coprire  di    quadrettini  un    disegno    da 


ricopiare  o  una  carta  per  disegnarvi  o 
far  tabelle. 

1)  Misurare  a  braccia  quadre,  e  a 
braccia  cubiche  ;  quadrare:  determinare 
quanti  quadrati  contenga  una  super- 
ficie. 

quàdretaa,  agg.  =  a  quadrettoni:  di  sof- 
fitta lavorati  a  scompartimenti  con  ro- 
soni 0  altri  ornati. 

quàdrètàdura,  s.  f.  =  quadratui-a,  cu- 
batura ;  T.  geom.  :  il  quadrare. 

quàdrètìn,  s.  m.  =  quadrettino:  piccole 
quadro. 

1)  sto  fa  à  quàdrètìn  =  stoffa  a  qua- 
drettini; staccino  ;  tessuta  o  stampata  £ 
piccoli  quadi'etti. 

quàdrètòu,  s.  m.  =  i  veccioni:  pallini 
più  grossi  da  schioppo, 

1)  Sala  ;  erba  padulina.  Vedi  lisca  1' 
e  liscòn. 

2)  Quadrettino  ;  specie  di  barattolo 
di  vetro  grosso. 

3)  Villanaccio  ;  è  voce  d'ingiuria. 
quàdrètt,  s.    m.  =  quadi'etto;    dim.   di 

quadro. 

1)  Quadi-ello;  arnese  usato  per  rigar' 
la  carta. 

2)  quàdrètt  del  miràcol  =  quadretto: 
quello  che  si  appende  nelle  chiese. 
agli  altari  por  grazia  ricevuta. 

3)  à  quàdrètt  =  a  quadretti  ;, retico- 
lato. 

quàdrilia,  s.  /".  =  quadriglia  :  specie  di 
ballo  che  si  fa  in  più,  disposti  in  cop- 
pie, e  la  musica  che  l'accompagna. 

1)  quàdrìlia  d'onor  =  quadriglia  d'o- 
nore :  quella  colla  quale  si  aprono  i 
balli  a  corto  o  nelle  case  signorili. 

quadrine,  (à)  aw.  =  a  quadriglie  :  di 
stoffe  a  quadrettini,  a  scacchi. 

quàdrimèster,*  s.  m.  =  quadrimesti'e  : 
dello  spazio  di  quattro  mesi, 

quàdrón,  s.  m.  =  quadi-one  :  quadro 
grande,  accresc.  di  quadro. 

1)  Quadro  di  grande  composizione  • 
anche  di  gran  merito. 

quàdròtt,  s.  m.  =  scodellino  :  quello  d 
forma  quadra  con  vano  poco  cupo  dovi 
si  stemperano  i  colori  per  dipingere. 

quàdrfìped,*  s.  m.  =  quadrupede  :  ani- 
male di  quattro  piedi. 

quàdruplo,*  s.  m.  =  quadruplo  :  quattro 
volte  maggiore  ;  età  étànsa  chi  Ve  'L 
quadruplo  de  quHa  che  g' àvh'em  prhna 
=  questa  camera  è  il  quadruplo  di  quella 
che  avevamo  prima. 


qua 


—  643  — 


qua 


quàgiroetì,  s.  m.  =  cascino.  Vedi  àsa,  13). 

4][uàia,  s.  f.  =  quaglia  :  uccello  della  fa- 
miglia dello  pernici  o  starne. 

qnàicosa  o  quàicòss,  pron.  =  qualcosa: 
qualche  cosa,  una  cosa,  una  cosa  qual- 
siasi ;  demm  quàicòss  de  mangia  = 
datemi  qualcosa  da  mangiare. 

1)  Ve  ééinper  quàicòss  =  anche  que- 
sto è  qualcosa  ;  che  può  giovare,  me- 
glio di  niente. 

2)  gh'è  séniper  qualcosa  de  nceuv  = 
c'è  sempre  qualcosa  di  nuovo. 

3)  diventti  quàicòss  =  diventar  qual- 
cosa :  d'importante,  di  fuor  del  comune. 

4)  "vègh  quàicòss  =  aver  qualcosa  : 
che  dia  dolore,  dispiacere  ;  ti  incesti  te 
g'kee  quàieòss,  'perche  te  g'hee  minga 
là  fàeia  éolita  =  oggi  tu  hai  qualcosa, 
perchè  non  hai  la  faccia  solita. 

5)  vègli  quàicdéa  coni  vùn  =  avere 
■qualcosa  con  uno  :  avercela,  averci  che 
dire. 

6)  quàicòsa  d'alter  =  qualcos'altro  : 
qualche  altra  cosa. 

€|uàicosorìna,  pron.  =  qualcosina,  qual- 
cosellina,  qualcosetta  :  dim.  vezzegg.  di 
qualcosa. 

•quàidun,  proti.  =  qualcuno,  qualche  per- 
sona, alcuno;  àlmèn  ghc  fiiss  quàidun 
che  ven  à  troàmm  =  almpno  ci  fosse 
qualcuno  che  viene  a  trovarmi.  Al 
femra.  quàìvuna. 

quàicheduii,  pron.  Lo  stesso  che  quài- 
dun. 

quàid;    s.    m.    =    minchiono,    bietolone, 

•    babbeo. 

qnàiquàiòtt,  =  quaquariquà  :  il  verso 
della  quaglia. 

quàiroeù,  s.  m.  =  quagliere  :  strumento 
con  cui  si  imita  il  canto  della  quaglia. 

jquàj  e  anche  quèj,  pron.  =  qualche,  al- 
cuno, qual  che  si  sia.  E'  spesso  pre- 
ceduto da  on  0  da  òna  ;  on  quàj  di  = 
qualche  giorno  ;  oìia  quàj  volta  =  qual- 
che volta. 

1)  quàj  còés  =  qualche  cosa,  qual- 
cosa :  una  cosa  qualunque,  non  bene 
determinata  ;  g'hoo  cercaa  quàj  cosà 
de  bév  =  gli  ho  chiesto  qualche  cosa 
da  bere. 

quàl,  pron.  =  quale  ;  tal  e  quàl  =  tale 
e  quale  :  il  medesimo,  la  stessa  cosa, 
somigliantissimo. 

qualifica)  v.  att.  =  qualificare  :  espri- 
mere, manifestare  la  qualità  di  una 
cosa  0  persona  ;  mi  l'era  on  pesa  che 


l'aveva  quàlificaa  per  on  bàlòés  =  io 
da  un  pezzo  l'aveva  qualificato  per  un 
birbante. 

quàlitaa,  s.  f.  =  qualità,  specie  ;  vcss 
de  bòna  quàlitaa  =  essere  di  buona 
qualità  ;  l'è  dna  tela  d'òna  quàlitaa  fh- 
nisima  =  è  una  tela  d'una  qualità  fi- 
nissima. 

1)  Pregio,  dote  :  qualità  notevoli 
buone. 

quàlmént,  am.  =  qualmente  :  per  rin- 
forzo dei  come. 

qualora ,  avv.  =  qualora  :  ogai  volta 
che,  quando. 

qualunque,*  pron.  =  qualunque  :  una  o 
un'altra  cosa,  senza  distinzione,  senza 
scolta  ;  qualunque  ora  per  mi  l'è  bona, 
perchè  soni  in  libertaa  tiitt  el  di  = 
qualunque  ora  mi  va  bene,  perchè  sono 
in  libertà  tutto  il  giorno. 

qnànd,  ave.  =  quando  :  nel  tempo  che, 
allora  che  ;  quànd  el  èàrà  vora,  te  cià- 
màroo  =  quando  sarà  ora,  ti  chiamerò  ; 
quànd  se  diventa  vece  V  è  on  àfàri  mà- 
gher  =  quando  si  invecchia  è  un  magro 
affare. 

1)  Interrogando  :  in  qual  tempo  ; 
quànd  Ve  che  te  vegnàree  à  Milàn?  = 
quando  verrai  a  Milano  ? 

2)  de  quànd  =  da  quando  :  dal  tempo 
che  ;  Ve  de  quànd  l'ha  tòlt  miee  che 
noi  vedi  =  è  da  quando  ha  preso  mo- 
glie che  non  lo  vedo. 

3)  Posto  che  :  quànd  V  è  insci,  te 
g'hee  mitiga  tòri  =  qu.ando  è  così,  non 
hai  torto. 

4)  quànd  Se  sìa  =  quando  che  sia  : 
prima  o  poi. 

5)  Traduce  l'a  ital.  seguito  da  un  in- 
finito ;  quànd  eroda  i  fceuj  =  al  cader 
delle  foglie  ;  quànd  épUnta  'l  dì  =  allo 
spuntar  del  giorno. 

quan  quàn,  =  ani,  ani  :  verso  con  cui 
si  invitano  le  aniti'e,  le  oche. 

quànt,  agg.  =  quanto  :  dinota  quantità. 
Oggi  però  usa  sempre  più  largamente 
quanto,  come  correlat.  di  tant. 

quàutitaa,  s.  f.  =  quantità  :  un  dato 
numero,  una  somma,  o  parto  ;  speri 
che  in  sto  vocabolàri,  mancarti  minga 
òna  quàntitaa  de  pàròll  tròpp  grtinda 
=  spero  che  in  questo  vocabolario,  non 
mancherà  una  quantità  di  parole  troppo 
grande. 

1)  iti  quàntitaa  =  in  quantità,  in 
abbondanza,  in  gran  numero,  in  copia. 


qua 


-  044  - 


qua 


quàntitàtiv,  agg.  =  quantitativo,  di 
quantità  :  che  concerne  la  quantità. 

quanto,*  agg.  =  quanto;  quanto  temi)  che 
no  se  vedem!  =  quanto  tempo  che  non 
ci  vediamo  ;  quanto  te  jiàghet  ài  mès 
per  là  stànsa  ?  =  quanto  paghi  al  mese 
per  la  camera  ? 

1)  In  corrispondenza  di  tant  =  tanto 
g'hoo  dna  tant  quanto  'l  m'  ha  do- 
màndaa,  perchè  Vhoo  troaa  onHt  =  gì: 
ho  dato  tanto  quanto  mi  ha  domandato; 
perchè  l' ho  trovato  onesto  ;  tant  co 
bév,  quanto  col  mangiti  bisogna  andà 
àdàsi  =  tanto  col  bere  quanto  col  man- 
giare bisogna  esser  parchi. 

2)  quanto  jn-ìma  =  quanto  prima  : 
al  più  presto  possibile. 

3)  in  quanto  à  =  quanto  a,  in  quanto 
a  :  rispetto  a,  per  quello  che  concerne, 
s'attiene,  dipende  ;  iìi  quanto  à  mi  te 
podet  vèss  éicHr  =  in  quanto  a  me, 
puoi  esser  sicuro. 

quantùnque,*  atw.  =  quantunque,  ben- 
ché, sebbene,  ancorché  :  si  usa  spesso 
per  correggersi  e  modificare  un'espres- 
sione ;  te  far 00  compagnia,  quantùnque 
incocù  g'tibia  2>fSpi  pòceh  temp  =  ti 
farò  compagnia,  quantunque  oggi  abbia 
proprio  poco  tempo. 

quaranta,  agg.  =  quaranta  :  num.  card, 
indeclin.  di  quattro  diecine. 

1)  Iperb.  te  l'hoo  ditt  quaranta  vòlt 
=  te  l'ho  detto  quaranta  volte. 

2)  *  quartina  òr  =  le  quarant'ore, 
quarantore  :  l'esposizione  che  si  fa  in 
chiesa  del  Santissimo  per  tre  giorni  di 
seguito  a  varie  ore  ;  vègli  giò  i  quà- 
rànt'or  =  essere  imbronciato,  avere  il 
broncio. 

3)  vèsé  sui  quaranta  =  essere  sui 
quaranta  ;  sott.  anni. 

4)  vèé'S  in  di  quaranta  dì  =  essere 
nei  quaranta  giorni  del  puerperio.  Vedi 
puerpèri. 

quarantèna,  s.  f.  =  quarantena,  qua- 
rantina :  serie  di  quaranta  cose  ;  el  pò 
costà  òna  quarantèna  de  lir  =  può  co- 
stare una  quarantina  di  lire  ;  stàroo  in 
campagna  òna  quarantèna  de  dì  = 
starò  in  campagna  una  quarantina  di 
giorni. 

1)  Quel  tempo  piìi  o  meno  lungo  in 
cui  tengonsi  in  osservazione  cose  e  per- 
sone provenienti  da  luoghi  infetti,  per 
constatarne  la  incolumità. 

quàràntin,  agg.  =  quarantino,  cinquan- 


tino :  fnimento  detto  così  perché  dà  il 
suo  frutto  molto  più  presto  del  formen- 
tone, cioè  nello  spazio  di  circa  un  mese 
e  mezzo. 

quàràntotàda,  s.  f.  =  quarantottata  :  una 
cosa  del  quarantotto,  tutta  festa  evviva 
e  gridi,  di  che  era  piena  la  rivoluzione 
italiana  del  1848. 

qnàràntòtt,  agg.  mtm.  =  quai'antotto. 
1)  Abbaruffio,  confusione,  disordine  ; 
insòma  V  era  prdpi    on    qnàràntòtt  = 
insomma  era  proprio  un  abbaruffio. 

quàrAòca,  timininfUs  quàrdòca.  Frase 
di  scherzevole  rimprovero  :   birichino  ! 

qu<àr<lònsa,  s.  f.  =  quarto  d'oncia. 

quàrdòra,  s.  m.  =  quarto  d'ora:  laquaiia 
parte  di  un'ora,  quindici  minuti. 

1)  Fig.  :  tempo  breve,  un  momento, 
un  po'  di  tempo. 

quàrdorèta,  s.  m.  =  spazio  di  tempo 
qualche  minuto  più  breve  di  un  quarto 
d'ora. 

quàre,  =  nella  frase;  quànd  no  ghe  n'è 
qtiàre  contùrbàs  mi  =  quando  non  ce 
n'è  bisogna  aver  pazienza  e  rassegnarsi. 

quàrèla,  (vèss  in)  =  essere  in  guaio  : 
per  cosa  non  buona  commessa. 

quarésima,*  s.  f.  =  quaresima  :  i  qua- 
rantasei giorni  di  digiuno  che  prece- 
dono la  Pasqua. 

quàresìmàl,  agg.  =  quaresimale. 

1)  s.  m.  =  il  quaresimale  :  le  pre- 
diche che  si  fanno  in  quaresima,  e  il 
libro  delle  prediche. 

quàrt,  agg.  e  s.  m.  =  quarto  :  num.  ord. 
di  quattro  ;  el  quàrt  ànn  de  ginàsi  = 
il  quart'anno  di  ginnasio  ;  l'è  el  quàrt 
déla  class  =  è  il  quarto  della  classe. 

1)  ci  tèrs  e  'Z  quàrl  =  il  terzo  e  il 
quarto  :  questo  e  quello  ;  fa  minga  bi- 
sògn  de  àmia  à  eiintàghel  ài  tèrs  e  ài 
quàrt  =  non  fa  bisogno  di  andarlo  a 
raccontai"e  al  terzo  e  al  quarto. 

2)  La  quarta  parte  di  checchessia  ; 
ore  qtuìrt  de  polà.§ter  =  un  quarto  di 
pollo  ;  on  quàrt  de  càvrètt  =  un  quarto 
di  capretto. 

3)  vèss  on  nòbil  de  quàter  quàrt  = 
essere  un  nobile  di  quattro  quarti  :  per 
parte  delle  quattro  famiglie  del  padre, 
della  madre,  dell'avo  e  dell'ava. 

4)  qmlrt  de  luna  =  quarto  di  luna  : 
ciascuna  delle  lunazioni. 

5)  in  quàrt  =  in  quarto.  T.  degli 
stamp.  il  foglio  piegato  in  quattro. 

G)  *   quàrt  =  le   parti    di    un    abito 


qua  —  645  — 

ch.0  pendono  dalla  cintola  in  giù  ;  j^èrd 
i  quàri  =  cader  l'abito  a  brani  ;  i  quàrt 
dcdree  =  schienali  :  lo  parti  di  dietro 
del  vestito. 

7)  2>ortà  i  quàrt  de  min  =  proteg- 
gere, difendere  uno. 

8)  ciàptl  i  quàrt  denàns  =  pigliare 
i  passi  innanzi  :  antivenire. 

9)  971671(1  i  quàrt  =  dimenar  l'anca: 
camminando. 

<|nàrta,  (dormì  déla)  =  Vedi  dormi,  11). 

quàrtàl,  *  s.  m.  =  quartale  :  una  delle 
quattro  rate  dello  stipendio  agli  artisti 
da  teatro. 

quartana,  s.  f.  =  quartana:  di  febbre  che 
si  ripete  di  tre  in  tre  giorni. 

quàrtee,  s.  m.  =  quarto:  misura  di  ca- 
pacità, ora  disusata:  la  quarta  parto  di 
uno  staio. 

1)  Per  celia:  il  deretano. 

quàrtér,  s.  m.  =  quartiere,  sestiere:  cir- 
coscrizione della  città,  cioè  aggruppa- 
menti di  isole  0  ceppi  di  case. 

1)  Quartiere.  T.  mil.  caserma:  luogo 
dove  i  soldati  alloggiano  in  città  e  in 
campagna. 

2)  quàrtér  general  =  quartiere  gene- 
rale: del  comandante  in  capo. 

quàrtìn,  s.  m.  ='  quartuccio  :  misura  di 
capacità  che  era  la  sessantaquattresima 
parte  di  uno  staio  ;  ìioo  comjjraa  on 
quàrtìn  de  eàstègn  =  ho  comperato  un 
quartuccio  di  castagne.  Ora  è  disusato 
e  in  sua  vece  usa  qtiintiu. 

quàrtiroeiì,  s.  m.  =  quartirolo:  sorta  di 
cacio  lombardo. 

1)  Pastura,  pasciona:  l'erba  che  ri- 
mette nei  prati  dopo  l'ultima  tagliata 
a  fieno  e  che  si  fa  pascolare  dalle 
bestie. 

quasi,  am.  =  quasi:  poco  meno  che;  l'è 
quasi  vint'ànn  che  se  conosem  =  son 
quasi  vent'anni  che  ci  conosciamo;  l'è 
quasi  vòra  de  disnii  =  ò  quasi  ora  di 
pranzo;  Ve  qutLsi  fimda  là  prMiea  = 
è  quasi  finita  la  predica. 

1)  Incirca,  ititorno  ;  el  glia  quasi 
quàrànt'  ànn  =  ha  quasi  quarant'anni. 

2)  qutLsi^  quasi  =  quasi,  quasi:  come 
se  fossimo  sul  fare  una  cosa;  quasi 
quasi  làsàrìa  sta  de  àndà  vìa  de  Mildn 
=  quasi  quasi  tralascerei  di  andar  via 
di  Milano. 

quàtà,  V.  att.  =  coprire,  ricoprire,  metter 
sopra  qualcosa  a  qualcos'altro,  in  modo 


qua 


che  questo  non  si  veda,  o  in  modo  che 
lo  ripari  dal  freddo. 

1)  Palliare,  scusare,  mantellare:  te- 
ner nascosto  quel  che  di  male  altri  fa, 
perchè  non  venga  punito. 

qnàtàda,  s.  f.  =  coprimento:  1'  atto  del 
coprire. 

qnàtàdura,  s.  f.  =  copertura,  coperta; 
ciò  che  serve  a  coprire. 

quàtàss,  V.  rifl.  =  coprirsi,  ricoprirsi, 
rimpannarsi  :  mettersi  indosso  vesti- 
menti più  gravi  a  riparo  del  freddo. 

quàtàstràsc,  s.  m.  =  copricenci,  copri- 
miserie, paraguai. 

quàter,  agg.  num.  =  quatb-o:  due  volte 
due,  0  tre  più  uno. 

1)  Dinota  un  piccol  numero  di  chec- 
chessia, poca  quantità:  fa  quàter  pààé 
=  far  quattro  passi;  mangia  quàter  cà- 
étègn  =  mangiare  quattro  castagne;  di 
quàter  parali  =  dir  quattro   parole, 

2)  in  quàter  jìàròll  =  in  quattro  pa- 
role, brevemente:  con  brevità.  Solo  di 
chi  parla  ;  riàsiimm  in  quàter  parèli 
riassumere  brevemente. 

3)  dàglien  quàter  à  vUn  =  darne  quat- 
tro a  uno:  dargli  busse,  scappellotti. 

4)  dìghen  quàter  =  dirgliene  quattro: 
di  jiarole  acri,  forti. 

5)  come  dilli  e  diiil  fa  quàter  =  come 
duo  o  due  fan  quattro  :  con  certezza, 
con  evidenza. 

6)  in  quàter  =  in  quattro:  sottinteso 
l)ersone. 

7)  inventàj,  j)cnsàj  à  quàter  à  quàter 
=  inventarle,  ])ensarle  a  quattro  a  quat- 
tro: con  abbondanza. 

8)  àonà  à  quàter  man  =  suonare  a 
quattro  mani.  Vedi  man,  59). 

9)  à  quàter  à  quàter  =  a  quattro  a 
quattro:  in  file  di  quattro    ciascuna. 

10)  tir  à  quàter  o  de  quàter  =  tiro 
a  quattro:  carrozza  tirata  da  quattro 
cavalli. 

11)  fa  'l  diàol  a  quàter  =  fare  il 
diavolo  a  quattro  :  fare  un  putiferio, 
un  gran  chiasso. 

12)  fàés  in  quàter  =  prestarsi  con 
grande  premura. 

13)  quàter  in  tàola  =  calabraghe: 
gioco  di  carte  che  si  fa  in  due. 

quàtercènt,  agg.   mini,  =  quattrocento: 

quattro  centinaia. 
quàterpee,  s.  m.  =  quattropiedi:  sostegno 

di  ferro  a  quattro  piedi. 
quàtordes,  agg.  num.  =  quattordici;  viààa 


qua 


-  646  - 


qiie 


éèif ,  étrUpia  quàttrdes  =  ammazza- 
sette, ammazza  tutti.  Vedi  màsàsètt. 

quàtràss,  s.  m.  =  specie  di  navicello  in 
uso  sui  nostri  laghi. 

quàtrin,  s.  m.  =  quattrino  :  piccola  mo- 
neta di  rame  che  valeva  poco  più  di 
un  centesimo. 

1)  vègh  nànca  on  quàtrin,  on  quà- 
trìn  màtt  =  non  avere  un  quattrino 
da  far  cantare  un  cieco  :  non  averne 
affatto. 

2)  bàia  èie  on  quàtrin  =  ballare  su 
un  quattiùno:  dalla  contentezza. 

3)  vari  ntlnca  on  quatrìn  màtt  =  non 
valer  neanche  un  quattrino  bucato  :  di 
una  cosa  di  poco  valore. 

4)  sta  éiil  quàtrin  =  star  sul  quat- 
ti'ino:  essere  avido  di  danaro. . 

5)  tira  ài  quàtrin  =  tirare  al  quat- 
trino, squartar  lo  zero. 

6)  (là  ciint  fina  à  l'ùltim  quàtrin  = 
dar  conto  fino  all'ultimo  quattrino. 

7)  rcstti  éénsa  on  quàtrin  =  restar 
brallo. 

8)  tocti  mài  là  eros  d'on  quàtrin  = 
non  toccar  mai  la  croce  d'un  quattrino. 

quàtrceucc,  s.  m.  pi.  =  occhiali:  le  ba- 
relle. Modo   famigl.  e  scherzev. 

qiièicosorìna,  s.  f.  =  qualcosina.  Vedi 
quàicosoriua. 

qiìèicòss,  pron.  =  qualcosa.  Vedi  qual- 
còsa. 

quèidùn^  pron.  =  qualcuno.  Vedi  qnài- 
dùn. 

qiièìghedfln,  ì)ron.  =  qualcuno.  Vedi 
quàighedun. 

qìiéj,  pron.  =  qualche  ;  otia  quèj  volta  = 
qualche  volta.  Vedi  qnàj. 

quéla,  entra  in  parecchie  frasi  ;  on  poo 
de  quèla  =  un  po'  di  discrezione,  di 
creanza,  di  criterio. 

1)  iìi  mén  de  quèla  =  in  men  che 
non  si  dica. 

2)  età  in  èli  quèla  =  star  sull'intesa 
o  in  sull'avviso. 

3)  vèsè  à  qiièla  =  essere  al  punto  : 
esser  quel  caso. 

4)  E'  il  pronom.  femm.  di  quèll  = 
quello. 

quèll,  p}-on.  =  quello  :  di  cosa  e  di  per- 
sona egualmente  distinta  da  chi  parla 
e  da  chi  ascolta.  Al  plur.  quèj  e  qiiìj 
=  quelli. 

1)  quèlcheéeéìa  =  quel  che  si  sia, 
qualunque. 


2)  manda  à  quèll  pàés  =  mandare 
a  quel  paese  :  al  diavolo. 

3)  Per  esclamaz.  di  cosa  da  ammi- 
rarsi ;  quèll  l'è  on  brào  fioeù  !  quello 
è  un  bravo  figliolo  !  ;  quèll  Ve  on  bà- 
lòèé  !  =  quello  è  un  birbante  ! 

4)  Anche  :  l'uomo  ;  quèll  che  tàca 
fcBura  i  àvls  =  l'uomo  che  affigge  i 
manifesti,  tavolaccino  ;  quèll  di  giice  = 
l'uomo  che  vendo  gli  aghi,  gli  spilli  : 
agoraio,  spillettaio,  e  sim. 

quercia,*  s.  f.  =  querce,  quercia  :  albero 

d'alto  fusto  che  produco  ghiande;  e  il 

legao  di  osso  albero. 
querèla,*  s.  f.  =  querela  :  richiamo  alla 

giustizia   contro    alcuno    che    ci    abbia 

offeso. 

1)  dà  qìierèla  =  dar  querela  :  accu- 
sare in  tribunale  ;  glie  dàroo  querèla 
per  i  imolèm  che  'l  m'  ha  ditt  =  gli 
darò  querela  per  le  insolenze  che  mi 
ha  detto. 

2)  ritira  là  querèla  =  ritirare  la  que- 
rela :  fare  come  se  essa  non  fosse  stata 
fatta. 

qiiesitt  e  quesito,  *  s.  m.  =  quesito  : 
questione  da  sciogliere ,  e  specialm. 
quello  di  aritmetica  che  danno  da  scio- 
gliere nelle  scuole  per  esercizio. 

qiièst,  s.  m.  =  questo  :  di  cosa  o  per- 
sona vicina  a  chi  parla.  Al  plui'.  fa 
qiièsti  e  anche  qiiist  e  qiiisti;  hin 
minga  reson  de  dì  quésti  =  non  sono 
ragioni  da  dire  queste. 

1;  Questa  cosa  ;  qUèét  poeu  tei  per- 
mèli  jìròpi  nò  =  questo  poi,  davvero 
non  te  lo  permetto. 

2)  qiièst  e  alter  =  questo  e  altro  : 
molte  più  cose  e  diverse. 

3)  qiiès-t  e  qiièst  =  questo  e  questo  : 
quando  si  espongono  varie  cose. 

quésta,  s.  f.  =  questa  :  il  femm.  di  quèst; 
qiièsta  Ve  dna  medesina  che  te  fa  ben 
de  sicùr  =  questa  è  una  medicina  che 
ti  fa  bene  eoliamente.  Al  plur.  fa  an- 
che qiièsti,  qiiist,  qiiìsti. 

qiièstòr,*  s.  m.  =  questore  :  l'ufficiale 
che  è  a  capo  della  questura. 

qiièstiia,  s.  f.  =  questua,  accatto,  ele- 
mosina. 

qiièstiìra,*  s.  f  =  questura:  ufficio  di] 
polizia  0  la  sua  residenza. 

qiièstiirìn,  *  s.  ni.  =  questui'ino,  birre,] 
guardia  di  questura  :  agente  della  bassa] 
polizia. 

qiièstiiròtt,  s.  m.  Lo  stesso   che    qiiè* 


qui 


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qui 


stiirìii,  ma  con  intenzione  più  spre- 
giativa. 

4iuìd  (ad)  ì  interr.  =  a  che  proposito  ? 
a  che  prò  ?  Dal  latino. 

quidsìmil,  (vèss  oii)  =  essere  un  quis- 
simile :  un  qualche  cosa  di  simile  ;  l'è 
on  qunléìmil  dèla  nòstra  cà  =  è  un 
quissimile  della  nostra  casa.  Dal  latino. 

qttièscèusa,  s.  f.  =  quiescenza  :  riposo 
a  tempo. 

(quieta,  v>.  att.  =  quotare,  chetare  :  ac- 
quietare e  quietarsi,  sedare,  calmare, 
porre  in  calma  ;  dmnm  quàicòi-ù  che 
me  quieta  el  mal  de  dent  =  dammi 
qualcosa  che  mi  quoti  il  mal  di  denti  ; 
hoo  mài  podilU  quieta  tuta  nòti  =  non 
ho  mai  potuto  quietarmi  tutta  notte  ; 
el  m'ha  diti  dò  pàròll  che  m'han  éubit 
qUietaa  =  mi  disse  due  parole  che  m'han 
tosto  calmato. 

1)  qiiietà  i  ereditar  =  chetare  i  cre- 
ditori :  indurli  a  desistere  dalle  vie 
giudiziali  con    garanzie,  acconti,  ecc. 

2)  qiiietà  dna  Ut  =  quotare,  acche- 
tare una  lite. 

3)  Appacificare,  abborrire  :  qiiietà  on 
ònim  fceùra  de  Iti  per  là  ràbia  =  ap- 
pacificare un  uomo  fuori  di  sé  per  la 
rabbia. 

4)  qiiietàéé  =  chetarsi,  calciarsi,  star 
cheto:  cessar  di  parlai'e,  di  piangere 
di  rammaricarsi. 

qiìiète,  *  s.  f.  =  quiete,  tranquillità, 
calma;  per  stiidià  polìd  ghe  vceur  là 
qiiìéte  =  per  studiar  bene  ci  vuole  la 
quiete. 

1)  Riposo  :  tranquillità  dell'animo, 
della  coscienza;  se  Dio  vcnur,  dòpo 
tanti  fastìdi,  pòdem  vègh  on  poo  de 
qitiéte  =  finalmente,  dopo  tanti  affanni 
possiamo  avere  un  po'  di  quiete. 

qiiietésa,  s.  f.  =  quiete,  tranquillità  ; 
/'è  on  fioeii  d'ona  qiiietésa  esemplar 
=  è  un  ragazzo  di  una  quiete  esem- 
plare. 

qliiètt,  agg.  =  quieto,  cheto,  tranquillo, 
placido  ;  l'è  qiiiètt  come  on  papa,  eòm,e 
on  pàpàtàs  =  è  quieto  come  una  pa- 
squa. 

1)  sta  minga  qiiiètt  nànca  de  nòti 
quànd  ée  dorma  =  non  star  cheto,  non 
fermarsi  nemmen   la   notte   quando  si 

'    dorme. 

2)  sta  qiiiètt!  =  ti  cheti  !  A  chi  è 
troppo  vivace  e  si  muove  sempre. 

3)  età  qiiiètt  =  sta    quieto  ;    assicu- 


rando ;  età  qiiiètt,  che  quànd  ghe  sont 
mi  de  àsnàd  ne  fa  minga  =  sta  quieto, 
che  quando  ci  sono  io  sciocchezze  non 
ne  fa. 

qiiìj,  pron.  =  quelli,  quelle  :  plur.  di 
qiièll,  e  di  qiiéla    =^  quello  e  quella. 

quinci  e  sqiiiiici,  (sta  siil)  =  stare 
sull'onorevole,  sul  grande,  sul  grave. 
1)  vèéà  'veétii  in  quinci  e  squlnei 
=  essere  in  quinci  e  squinci,  in  ghin- 
gheri :  vestito  con  ricercatezza. 

qiiindeS;  agg.  nuni.  =  quindici:  quat- 
tordici più  uno,  tre  volte   cinque. 

qiiindesàda,  s.  /.  =  quindicina  :  la  paga 
che  si  riscuote  ogni  quindici  giorni. 

qiiindeséna,  s.  f.  =  quindicina,  quindici 
cose  0  press'a  poco. 

qiiiut)  s.  m.  =  quinto  :  la  quinta  parte. 
1)  Agg.:  l'è  al  quint  pian  =  è  al 
quinto  piano. 

qiiiiita;  s.  f.  =  quinta  :  ciascuna  delle 
scene  laterali  del  palcoscenico. 

1)  sta  dedree  di  qidnt  =  stare  dietro 
le  quinte  :  fare  qualche  cosa  di  nascosto. 

2)  T.  music.  :  uua  delle  consonanze  ; 
intervallo  di  cinque  gradi. 

qiiintàl,  5.  m.  =  quintale  :  cento  chi- 
logrammi . 

qìiinternètt,  s.  m.  =  quinternetto  :  dim. 
di  quinterno. 

qiiintéruO)  *  s.  m.  =  quinterno  :  cinque 
fogli  l'uno  dentro  l'altro;  vàmni  à  t(eu 
per  piàsè  on  quintèrno  de  carta  de 
Uter  =  vammi  a  prendere,  per  favore, 
un  quinterno  di  carta  da  lettere. 

qiiìntesénsa,*  s.  f.  quintessenza:  il  grado 
superlativo  di  una  cosa,  di  una  qua- 
lità ;  l'è  là  qiiìntesénsa  déla  màlignitaa 
=  è  la  quintessenza  della  malignità. 

1)  Noi  l'usiamo  anche  per  dire  una 
gran  quantità,  un  subisso:  ét'ànn  de 
per  ghe  n'è  dna  qilintesénsa  =  que- 
st'anno di  pere  ce  n'è  un  subisso. 

qiiintètt,  s.  m.  =  quintetto  :  componi- 
mento musicale  per  cinque  voci  o  stru- 
menti. 

qiiintiii,  s.  m.  =  quintino  :  la  quinta 
parte  di  un  litro:  misura  di  capacità 
per  solidi  e  liquidi. 

Qiiintìii)  s.  m.  =  Quintino  :  nomo  pro- 
prio ;  vèàs  in  éàn  Qiiintln  =  esser 
poveri  come  san  Quintino  :  di  chi  non 
ha  danari;  ridù,  in  éàn  Qiiintln  =  ri- 
durre sulle  cigno,  ad  estrema  povertà. 

qiiintina,  s.  f.  =  quintina,  cinquina: 
cinque  numeri  giocati  al  lotto,  o  cinque 


qui 


-  648  - 


rab 


numeri  su  una  stessa  linea  nelle  car- 
telle della  tombola. 

<iniproqud,  s.  m.  =  equivoco,  sbaglio, 
errore  :  il  credere  una  cosa  che  non  è, 
por  abbaglio. 

({iiirinàl;  *  s.  m.  =  Quirinale  :  il  pa- 
lazzo, residenza  del  Re  in  Eoma. 

(liiist,  qiiisti;  agg.  =  questi,  queste. 
Vedi  qìièst. 

1)  dà  de  qiiist  =  dar  delle  busse, 
delle  percosse. 

2)  vègli  de  qiiist  =  aver  di  questi  : 
dei  danari. 

3)  fàgh  qiliM  =  fare  le  corna:  di 
coniuge  infedele. 

Tutte  e  tre  le  frasi  suddette  accom- 
pagniamo con  relativo  gesto  esprimente 
la  cosa. 
quistà;  V.  att.  =  acquistare  :  procacciarsi, 
venire  in  possesso  ;  quièta  credit,  nòmm 
=  acquistar  credito,  fama. 

1)  quièta  tevip  =  acquistar  tempo: 
differire  cou  qualche  scusa  la  conclu- 
sione di  un  affare,  per  aver  agio  a 
deliberare. 

2)  qiiiètà  =  migliorare  :  crescere  in 
pregio  ;  qitèll  quMer  li,  in  età  liis  el 
quièta  tanto  =  quel  quadro  lì,  in  questa 
luce  migliora  molto  ;  qiiiètà  in  sàlut  = 
acquistare,  migliorare  in  salute  ;  in 
ràmj)àgna  i  fioeu  qiiièten  =  in  campa- 
gna i  ragazzi  migliorano. 

3)  Guadagnare;  hoo  qiiistaa  on  bèli 


eompénè,  à  iisàtt  tanti  dir  =  ho  guada- 
gnato un  bel  compenso  coli' usarti  tanto 
cure. 
quistiòn,  s.  f.   =    questione,    quistione: , 
contesa  di  parole  viva,  disputa. 

1)  vegnt  à  qiiiètión  =  venire  a  que^ 
stione  ;  venire  a  contesa. 

2)  là    qùiétión  Ve   minga   quièta 
non  usciamo  dall'argomento. 

3)  l'è  qiiiMión   de  tenip  =  si   tratta 
di  tempo. 

qiiìstioiià;  V.  att.    quistionai'e,    litigare; 

far  questione,  contendere. 

1)  Portar  la  cosa  ai  tribunali. 
qììitàusa,  s.  f.   =    quietanza:    dichiara? 

zione  fatta  per  scritto  di    un    ricevute 

pagamento. 
qiiitàiisà,  v.  att.  =  quietanzai'e  :  scrivere 

la  quietanza,  la  ricevuta. 
quòndam,  =  quondam  :  voce  latina  colla 

quale  si  accenna  a  persona  morta. 
1)  pàèà  ài  quondam  =  morire. 
quduìain,  (fa  el)  v.  att.  =  far  lo  gnoni 

0  l'indiano.  Dal  latino. 
qnosiéiit,  s.  m.  quoziente,  quoto:  il  ri- 
sultato della  divisione. 
quòta,  s.  f.  =  quota  :  porzione  che  tocca 

a  ciascuno,  in  un  pagamento,  o  in  una 

divisione. 
quotisà,    V.  att.    quotare:    assegnare  ad 

uno  la  quota  che  deve  dare  ;  assegnare 

lo  scotto. 


r  =  erre:  sedicesima  lettera  dell'alfabeto 
di  genere  femminile.  Si  pronuncia  èra. 

ràbàdàu,  s.  m.  =  baccano,  badanaio, 
chiassata  :  rumore  fatto  da  molti  in- 
sieme con  disordine  e  confusione;  stam- 
burìo,  strombettìo:  il  rumore  che  si  ode 
alle  fiere. 

ràbàrbor,  s.  m.  =  rabarbaro  :  pianta  le  cui 
radici  amare  si  usano  come  medicinali. 

ràbia,  s.  f.  =  rabbia  :  malattia,  in  specie 
dei  cani  ;  idrofobia. 

1)  Eccesso  d'ira  ;  furore. 


2)  chi  èe  sposa  d'amor,  èe  consuma 
de  ràbia  =  chi  si  piglia  per  amore,  si 
consuma  di  rabbia;  chi  per  amor  si 
piglia,  per  rabbia  si  scompiglia. 

3)  ciàpà  rtlhia  =  arrabbiarsi,  pigliar 
sdegno. 

4)  fa  màrscì  déla  rùMa  =  far  rodere 
di  rabbia. 

5  )  smàngiàèè  déla  ràbia  =  rodersi  dalla 
rabbia,  mangiarsi  il  cuore  dalla  saetta. 
ràbiaa,  agg.    =    arrabbiato  :    che   ha   la 
rabbia. 


rab 


-  649  - 


rad 


1)  can  ràbiaa  =  cane  arrabbiato  : 
idrofobo,  rabbioso. 

2)  ci  pàpti  rè  ràbiaa  =  il  babbo  è 
arrabbiato,  stizzito,  adirato. 

ràbiàdòii;  s.  m.  =  arrabbiatissimo  :  tutto 
stizza. 

ràbìii;  s.  m.  =  rabbino  :  dottore  e  mae- 
stro della  legge  ebraica. 

1)  Garoso,  cruccioso,  arrapinato,  rab- 
bioso. 

ràbiòs,  agg.  =  rabbioso,  arrabbiato,  pieno 
d'ira,  e  facile  all'ira. 

ràbiòsa,  s.  f.  =  acquavite.  Vedi  àcquà- 
Tìta. 

ràbotà)  V.  alt.  =  bricconeggiare,  furfan- 
teggiare: fare  il  briccone,  buttarsi  al 
birbone. 

1)  Piallare  colla  pialla  dentata. 

ràbotàda,  s.  f.  =  birbonata,  bricconata, 
monelleria. 

ràbotàia,  s.  f.  =  ciurmaglia,  gentaglia, 
racca  :  raccolta  di  gente  cattiva ,  di 
monelli. 

ràbotòn,  s.  in.  =  fui-fantone,  birbone. 
Vedi  locch. 

ràbòtt,  s.  m.  =  piazzaiuolo,  monello. 
Vedi  locch. 

ràcàgna,  s.  f.  =  acquavite.  Vedi  àc- 
qiiàyìta. 

ràcàgiiàtt,  s.  m.  =  beone  ^  bevitore  di 
acquavite. 

ràchéta,  s.  f.  =  racchetta:  arnese  di 
corde  di  minugia,  a  rote,  per  giocare 
a  palla. 

rachitidi,  *  agg.  =  rachitico:  che  soffre 
e  ha  soiferto  di  rachitide. 

ràcola,  s.  m.  =  lite,  taccola,  guaio  ; 
àndà  à  cerca  di  ràcol  =  andar  a  cercar 
gatta  da  pelare. 

ràcola,  v.  att.  =  litigare,  taccolare  :  cer- 
car litigi,  beghe. 

ràcòlt,  s.  m.  =  raccolto,  la  raccolta  : 
ciò  che  è  stato  raccolto. 

1)  Agg.  di  luogo,  come  casa,  quar- 
tiere: che  ha  stanze  comode,  l'una 
accosto  all'altra. 

2)  Di  persona  concentrata,  intenta 
in  un  pensiero,  a  una  cosa  ;  étàven  in 
scola  ràcolt  che  Véra  on  piasi  =  sta- 
vano nella  scuola  raccolti,  che  era  un 
piacere. 

ràcdlta,  s.  f.  =  raccolta,  collozione:  rac- 
colta di  oggetti  della  medesima  specie 
e  di  un  coito  pregio. 

racomàudà,  f.  att.  =  raccomandare:  pre- 
gare istantemente  altrui  di  fare  o  dire 


in  favore  d'una  cosa  o  d'una  persona; 
te  ràcomàndi  tànt  là  mia  eà  =  ti  rac- 
comando tanto  la  mia  casa. 

1)  Di  lettere,  plichi  e  sim,,  pagare 
una  sopratassa  per  essere  sicuri  della 
consegna,  o  risarciti  dei  danni  per  lo 
smarrimento. 

ràcomàndàbil,*  agg.  =  raccomandabile: 
che  merita  d'essere  raccomandato. 

ràcoiiiàudàda,  s.  m.  =  raccomandata  : 
lettera  che  si  è  voluto  raccomandare. 

ràconiàudàsiòn,  s.  f.  =  raccomandazione: 
il  raccomandare;  ini  g'hoo  hisogn  dna 
ràeomàìidàsión  p)er  el  sìndech  =  io  ho 
bisogno  una  raccomandazione  per  il 
sindaco. 

1)  Tassa  che  si  paga  per  raccoman- 
dare una  lettera. 

ràcomàndàtàri,  *  s.  m.  =  raccomanda- 
tario: la  persona  a  cui  uno  è  racco- 
mandato. 

ràcOnt,*  s.  m.  =  racconto:  narrazione  di 
un  fatto  semplice,  immaginato  o  vero 
che  sia. 

ràda,  v.  att.  =  radere.  Vedi  rasa. 

ràdica,  s.  f.  =  radica,  radice  :  sorta  di 
legno  specialmente  per  scatole  e  pipe. 

radicai,  *  agg.  =  radicale:   da  radica. 

1)  T.  med.  di  cura  o  rimedio  che 
combatte  il  male  nella  sua  radice  o 
sorgente. 

2)  T.  polit.:  di  partito  estremo  che 
vuol  rifare  lo  Stato  dalla  radice,  e  chi 
ai)])artiene  a  questo  partito. 

ràdìs,  s.  f.  =  radice,  barba:  la  parte  sot- 
terranea delle  piante. 

1)  Di  capelli,  peli  e  sim.  il  loro  bulbo: 
la  parte  interna  che  li  tiene  alla  pelle 

2)  Causa,  principio;  l'è  èttida  questa 
là  ràdìs  de  tttti  i  nòàter  disgràsi  =  fu 
questa  la  radice  di  tutte  lo  nostre  di- 
sgrazie. 

3)  ràdis  del  dent  =  radice,  barba  del 
dente. 

4)  àndà  àia  ràdìs  =  farsi  alla  radice: 
dall'origine. 

5)  àndà  in  malora  de  ramni  e  de 
ràdls  =  fallir  nelle  barbe:  dicesi  quando 
la  rovina  ò  completa. 

6)  pientà  i  ràdìs  in  d'óna  eà  =  met- 
ter le  barbe  in  una  casa  :  assicurar- 
cisi  in  modo  da  non  dover  temere  di 
esserne  scacciati. 

ràdisàmm,  s.  m.  =  sterpame,    sterpalo: 

molti  sterpi  insieme. 
ràdopià,*  v.  att.  =  raddoppiare:  crescere. 


rad 


—  U50  — 


aumentare  del  doppio,  cosi  nel  numero 
come  nella  grandezza,  tanto  di  cose  fi- 
siche quanto  di  morali. 

raduna,*  v.  alt  =  radunare  :  convocare, 
invitare  piii  persone  in  un  luogo:  adu- 
nare. 

1)  Raccoglierò:  di  coso  e  oggetti:  rà- 
dunàroo  tuta  là  mìa  ròba  e  vegnàroo 
à  sta  coni  ti  =  radunerò  tutta  la  mia 
roba,  e  vorrò  a  stare  con  te. 

ràfà,  t>.  att.  =  arraffare,  arraffìare:  strap- 
par di  mano,  portar  via  con  una  certa 
violenza. 

ràff,  (de  rìff  ò  de)  =  o  di  cenci  o  di 
cianci ;,o  di  ruffi  o  di  raffi:  a  tutti  i 
costi,  0  in  un  modo  o  nell'altro. 

ràfltià,  v.  att.  =  raffinare,  affinare,  ren- 
dere più  fine,  migliore,  levando  la  sco- 
ria 0  altro  ;  ràflnà  'l  éUeher  =  raffi- 
nare lo  zucchero. 

1)  Fig.;  perfezionare,  migliorare;  rà- 
fmé,  là  vièta  =  affinare  la  vista;  el  glia 
on  ingègn  ràfìnaa  =  ha  un  ingegno  af- 
finato. 

ràflnària,  s.  f.  =  raffineria  :  l'arto  del 
raffinare  e  il  luogo  dove  si  raffina. 

ràflnàtèsa,*  s.  f.  =  raffinatezza:  lo  stato 
della  cosa  raffinata,  e  anche  :  delica- 
tezza; in  citaa  se  viv  cont  tanti  rafi- 
nàtèés  che  in  campagna  se  sa  nànca 
cosa  sten  =  in  città  si  vive  con  tante 
raffinatezze  che  in  campagna  non  si  sa 
nemmeno  che  cosa  siano. 

ràfrèdaa,  *  agg.  =  raffreddato,  infreddato; 
di  chi  ha  il  raffreddore,  l'infreddatura. 

ràfredòr,  *  s.  m.  =  raffreddore,  infredda- 
gione,  imbeccata,  incapacciatura  :  tutti 
nomi  del  malanno  che  ci  piplia  quando 
per  freddo  si  produce  la  tosse  e  un  in- 
tasamento delle  vie  nasali,  con  peso 
alla  testa  e  lacrimazione. 

1)  tceu  sic  on  ràfredòr  =  infreddare, 
pigliare  un'imbeccata. 

ràgèra,*  s.  f.  =  raggerà;  l'ornamento  fatto 
di  tanti  spilli  che  portano  in  capo  le 
contadine  in  Lombardia. 

ràsria,  s.  f.  =  ruspa:  arnese  per  traspor- 
tare terra  nei  campi  da  livellare  o  col- 
mare, simile  a  una  cassetta  da  spaz- 
zature. 

1)  Treggia  :  specie  di  carro,  veicolo 
senza  ruote,  fatto  per  andare  a  salita 
coi  bovi.  La  chiamiamo  anche  :  darà. 

ràgia,  V,  att.  =  ragliare:  la  maniera  e  il 
suono  con  che  l'asino    manda  fuori  la 


ràgrg,  s.  m.  =  raggio  :  fascio  dì  luce  ; 
*■  ràgg  del  éo,  di  stèli  =  i  raggi  del 
sole,  delle  stelle. 

1)  *  ràgg  dèi  a  roiitda  =  i  raggi  o 
razzi  0  razze  della  mota  :  quelli  che, 
partendo  dal  mezzo  reggono  e  collegano 
il  cerchio  esteriore. 

2)  l'è  on  rcigg  =  è  un  caso,  una 
mera  combinazione. 

3)  T.  di  gioco  :  giro  :  ciascuna  delle 
tre  partite  speciali  che  costituiscono  la 
partita  completa  nel  giuoco  della  bri- 
scola. 

ragiona,  v.  att.  =  ragionare  :  giudicare, 
argomentare  con  ragioni,  servendosi 
della  ragione. 

1  )  Tener  discorso  ;  trattare  intorno 
a  uno  speciale  argomento,  e  anche  : 
raziocinare,  discorrere,  discutere. 

ràgiouàda,  (l'è)  =  è  ragionata:  di  cosa 
ragionevole. 

ràgionàtt,  s.  m.  =  ragioniere:  colui  che 
fa  e  rivede  i  conti  di  un'azienda,  di 
una  amministrazione;  Ve  ràgionàtt  Ma 
Casa  de  Riépàrmi  =  è  ragioniere  alla 
Cassa  di  Risparmio  ;  bisògnàrà  incà- 
rico on  ràgionàtt  de  tnètt  in  ordin  i 
ciint  de  Vcrcditaa  =  bisognerà  incari- 
care un  ragioniere  di  mettere  all'ordino 
i  conti  dell'eredità, 

1)  In  senso  spregiativo  :  abbachista  : 
sentimm  ci  éilr  Ràgionàtt  =  sentiamo 
il  sor  Abbachista. 

ragionerìa,  *  s.  f.  ragioneria  :  l'arte  del 
ragioniere,  ed  anche  l'uffizio,  la  resi- 
denza del  ragioniere  ;  l'ha  ciàpaa  qiiè- 
sfànn  là  patente  in  ragioneria  =  ha 
preso  quest'anno  la  patente  in  ragio- 
neria. 

ràgionèrol,  agg.  =  ragionevole  :  che  si 
lascia  guidare,  governare  dalla  ragione. 

1)  Di  cosa  che  è  conformo  alla  ra- 
gione ed  è  giusta,  conveniente  ;  l'è 
dna  lunghèm  ràgion^vol  qiièla  del  tò 
màntèll  =  è  una  lunghezza  ragionevole 
quella  del  tuo  mantello. 

2)  Fondato,  che  ha  giusta  causa  : 
el  so  l'era  minga  on  soàpètt  ràgioné- 
vol  =  il  suo  non  era  un  sospetto  ra- 
gionevole, fondato. 

ràgìr,  *  s.  m.  =  raggiro:  avvolgimento 
ailificioso  di  parole  o  di  fatti  per  in- 
gannare altrui  ;  à  fùria  de  ràgìr  el  g'hà 
màngiaa  tuta  là  éostànsa  =  a  furia  di 
raggiri  gli  ha  mangiato  tutto  il  patri- 
monio. 


ra? 


—  651  — 


ràgirà,  *  v.  att.  =  raggirare,  abbindolare  : 
trarre  qualcuno  in  inganno  con  raggiri. 

ràgiràdòr,*  s.  m.  =  raggiratore,  imbro- 
glione: chi  raggira. 

ràgìùng,  *  V.  att.  =  raggiungere  :  arri- 
vare alcuno,  andando  dove  egli  si  trova  ; 
l'è  àndtlda  à  Palermo  à  ràgitmg  el 
ìnàri  =  andò  a  Palermo  a  raggiungere 
il  marito. 

1)  Conseguire  :  gh'  è  niMn  che  pò 
^perà  de  rùgiilng  là  perfèsiòn  =  non 
c'è  alcuno  che  può  sperare  di  raggiun- 
gere la  perfezione. 

ràgli;  s.  m.  =  ragno  :  insetto  che  fa 
una  specie  di  tela  per  pigliare  altri 
insotti  di  cui  si  ciba. 

ràgnéra,  s.  f.  =  ragaatolo  :  quella  specie 
di  tela  che  fanno  i  ragni. 

1)  vèès  dna  ràgnèra  =  essere  una 
tela  di  ragno  :  si  dice  di  tela  logora, 
lisa. 

ràgo,  s.  m.  =  ragù:  vivanda  composta 
di  i)ezzetti  sodi,   por   lo  più  di  carne. 

ràgrnmaa,  *  agg.  =  raggrumato,  coagu- 
lato, rappreso. 


ràgnàli, 


ragguaglio  :    notizia 


paiiicolareggiata,  informazione  precisa 
el  giorntd  el  porta  i  ràgutli  deV in- 
cèndi di  ter  =  il  giornale  sporta  i  rag- 
guagli dell'incendio  di  ieri. 

ràgiiàlià;  v.  att.  =  ragguagliare  :  infor- 
mare, rendere  conto  di  una  cosa. 

ràia,  s,  f.  =  raggio,  circondario,  distretto  : 
di  torre  che  stanno  attorno  ad  un  paese. 
Non  è  più  dell'uso  vivissimo. 

ràlegrà,  v.  att.  =  rallegrare,  esilai-are: 
rendere  allegro,  lieto,  ilare  ;  on  ràgg 
de  so  el  ràlègra  pròpri  el  cceur  =  un 
raggio  di  sole  rallegra  proprio  il  core, 

ràlegràss,  v.  rifl.  =  rallegrarsi  :  sentir 
piacere  del  bene  altrui  e  congratl^larsi 
con  chi  l'ebbe. 

1)  me  ne  ràlègri  =  me  ne   rallegro 
tanto.  IroD. 

ràleiità,  *  v.  att.  =  rallentare  :  rendere 
più  lento  ;  scomare  d'impeto,  di  forza, 
di  corsa. 

1)  In  musica   battere    il   tempo  più 
lentamente. 

rama,  s.  f.  =  rama  :  ramo  non  tanto 
grosso  ben  fronzuto. 

ràmaa,  agg.  =  ramoso  :  fornito  di  rami, 
con  molti  rami. 

ràinàda,  s.  f.  =  rete,  reticolato  :  lavoro 
di  fili   metallici    intrecciati  e  rattorti  a 


mo'  di  rete  :  serve  di  difesa  a  finestre, 
armadi,  librerie,  e  sim. 

1)  Kinghierina  :  piccolo  parapetto  di 
metallo  dinanzi  al  camino  per  impe- 
dire ai  fanciulli  di  accostarsi  troppo  al 
foco. 

ràmàdìn,  s.  m.  =  grattugina,  retino  : 
lamiuetta  di  ramo  foracchiato  che  di- 
fende il  buco  della  pila  nell'acquaio. 

ràmàsg,  s.  m.  pi.  =  damasoatui'a  a  fo- 
gliami ;  à  ràmttsg  =  a  rabeschi.  Dal 
frane,  ramage. 

ràniee,  s.  vi.  =  ramaio,  ramiere  :  chi 
lavora  il  ramo  e  vende  utensili  pur  di 
rame.  Dall'  essere  questi  per  lo  più 
caldaie,  calderotti  e  sim.  si  dice  anche  : 
calderaio.  Vedi  màgiiàu. 

ràmètt,  s.  ni.  =  rametto,  ramicello  : 
piccolo  ramo. 

1)  Fil  di  ferro,  passaperla  :  tàctigk 
el  ràmètt  ài  càmpànìn  =  attaccare  il 
filo  di  ferro  al  campanello. 

2)  el  maa  del  ràmètt  =  è  una  delle 
malattie  del  gelso,  di  cui  muoiono  i 
rami  ad  uno  ad  uno.. 

ramina,  s.  f.  =  ramino  :  vaso  di  rame, 
fatto  a  guisa  d'orciolo,  per  scaldare 
r  acqua.  Da  noi  l'usano  specialm.  i 
barbieri. 

1)  Ramina  :  la  scaglia  che  si  fa 
battendo  il  rame  rinfocolato. 

ràmm,  s.  m.  =  rame  :  sorta  di  metallo 
rossastro,  cedevole,  malleabile. 

\)  el  ràmm  =  il  rame,  i  rami:  gli 
utensili  di  rame  che  servono  in  cucina  ; 
fa  étàgnà  el  ràmm  =  far  stagnare  il 
rame. 

2)  Rame,  intaglio,  incisione. 
ràmm,  s.  7ti.  =  ramo  :    parte  dell'albero 

che  sporge  dal  tronco  a  guisa  di  braccio, 
e  anche  il  ramo  staccato. 

1)  Di  commercio  :  parte  speciale  di 
commercio  :  el  vorèva  mètt  el  fioeù  i-iU 
corner  ciò ,  ma  'l  èàvèva  minga  che 
ràmm,  càtà  fceùra  =  voleva  mettere  il 
figlio  sul  commercio  :  ma  non  sapeva 
che  ramo  scegliere. 

rampa,  s.  f.  =  rampa,  erta,  salita  :  un 
piccolo  tratto  di  salita  ripida. 

1)  Branca  :  ognuno  dei  tratti  nei 
quali  è  divisa  una  scala  nelle  case  o 
il  tratto  compreso  fra  due  pianerottoli. 

rampa,  v.  att.  =  narpicare,  inarpicare, 
rampicare.  Vedi  ràmpegà. 

ràmpàda,  s.  f.  =  rampa,  rampata  :  tratta 
di  salita;    dà   Sàlorin  à  Somààà  gh'è 


1)52  — 


óna    bela   ràmptida    =    da    Salorino  à 
Somazzo  c'è  una  bella  rampa. 

1)  Pettata:  se  è  una  salita  grande 
0  faticosa. 

rampai;  s.  m.  =  rampino:  ferro  fatto  a 
uncino,  con  che  si  stacca  il  ghiaccio 
dalle  ghiacciaie. 

ràmpegrà,  ».  att.  =  ramiiicaro,  arrampi- 
carsi, narpicare,  inarpicare  :  salire  su 
por  luoghi  erti  e  scoscesi  usando  delle 
gambe  e  fin  delle  mani. 

1)  Dello  jtianto  e  frutici  che  vanno 
su  per  gli  alberi,  e  per  i  muri  ;  guarda 
qmll  edera  come  là  ràmpèga  sili  miir 
del  giàrdìn  =  guarda  quell'edera  come 
si  arrampica  sul  muro  del  giardino. 

2)  Di  bambini  che  salgono  su  e  giù 
per  sedie  e  tavoli  :  l'è  sémper  àdree  à 
ràmpegà  étti  càdrégh  =  è  sempre  a 
narpicare  su  por  le  seggiolo. 

3)  ràmpegà  sui  i}éder  =  attaccarsi  a 
cavilli  :  cavillare. 

ràmpegàda,  s.  f.  =  rampa,  rampata, 
pettata.  Vedi  ràiiipàda. 

ràmpeghìn,  s.  vi.  =  rampioliino  mag- 
giore, cerzia:  specie  d'uccello. 

1)  Fig.  :  cavilloso,  cavillatore:  chi 
s'attacca  volentieri  ai  cavilli. 

2)  Di  fiori  rampicanti  e  specialra. 
di  una  sorto  di  garofani. 

r.àiupèta  e  ràmpètola,  s.  f.  =  il  ma- 
nico dell'erpice. 

rampili,  .<?.  VI.  =  rampino,  graffio  ;  stru- 
juento  di  ferro  uncinato. 

1)  Gancio  :  uncino  per  attaccarvi 
qualche  cosa  ;  tàc^  sii  à  on  ràmptn  = 
agganciare. 

2)  Ganghero,  gangherelle  :  specie  di 
piccolo  uncino  per  affibbiare  gli  abiti 
agganciandosi  alla  gangherella  o  alla 
maglietta.  Vedi   àséta,  1). 

3)  Appicco,  appiglio,  attaccagnolo  : 
pretosto  a  cui  uno  ricorre  per  difen- 
dersi da  un'accusa,  liberarsi  da  un  ob- 
bligo o  sim. 

41  tàcàès  à  luti  i  ràmptn  =  essere 
uno  stillino,  un  cavillatore. 

5)  Vcl'àocàtt  ràmptn  =  è  l'avvocato 
cavillo:  di  chi  s'appiglia  ad  ogni  at- 
taccagnolo per  farsi  dar  ragione. 

6)  Uncino:  strumento  per  lo  più  di 
ferro,  sottile  e  ritorto,  così  da  prendere 
con  esso  la  roba  in  alto,  o  per  tenerla 
e  tirarla  a  se  o  giù  ;  el  calava  i  briign 
font  on  ràmptn  =  coglieva  le  susine 
con  un  uncino. 


7)  àsctt  e  ràmptn  =  i  rampini,  gli 
uncini,  il  raspaticcio  :  dicesi  per  cat- 
tiva 0  brutta  scrittura. 

ràmpinà,  v.  att.  =  agganciare  :  fermare 
con  ganci. 

1)  Pretestare,  cavillare  ;  Iti,  se  noi 
ràmpìna,  l'è  minga  contcnt  =  lui,  se 
non  cavilla,  non  è  contento  ;  ti^  per 
minga  fa  '/  compii,  te  ràmpinet  in 
luti  manér  =  tu  i)er  non  fare  il  com- 
pito, t'attacchi  ad  ogni  pretesto. 

ràmpiuaa,  agg.  =  uncinato,  adunco  : 
piegato  a  guisa  di  uncino. 

ràmpinàss,  «'.  rifl.  =  auncinarsi  :  tor- 
cersi a  guisa  di  uncino  ;  specialm.  per 
dolori  acuti. 

ràmpinàttj  s.  m.  =  attacchino,  stillino, 
cavilloso  :  di  chi  s'appiglia  ad  ogni  at- 
taccagnolo pur  d'aver  ragiono  di  una 
lite  0  altro. 

ràmpiiièra,  s.  f.  =  graffio,  raffio,  un- 
cino :  arnese  di  ferro  a  più  branchie 
per  pescare  la  secchia,  se  rimane  nel 
pozzo. 

.  1)  bisogna  tiràgh  foiura  %  pàròU 
coni  là  ràmpinéra  =  bisogna  levargli  lo 
parole  cogli  argani  :  di  chi  si  fa  pregar 
molto  a  parlare  o  è  per  natura  taciturno. 

ràmpiiiètt,  s.  vi.  =  roncolo  :  potatoio 
da  vite. 

1)  Gancetto,  uncinetto.  Dim.  di  ram- 
pili. 

ràmpoeùsgen,  s.  m.  =  raperonzolo,  ra- 
peron/,0  :  sorta  d'erba  di  campo,  che 
si  mangia  in  insalata  ;  campanula  ra- 
punculus. 

ràmpóii,  s.  VI.  =  rampone  :  gran  palo 
con  un  ferro  uncinato,  cui  usano  i  bar- 
caiuoli per  formare  le  barche. 

1)  Rebbio  :  uno  dei  rebbi  del  forcone. 

2)  Contrafforte,  bandella  :  verga  di 
ferro  uncinato  che,  fermata  al  muro, 
s'aggancia  in  un  anello  dell'  imposta 
per  toner  più  sicuramente  chiusa  la 
porta,  0  la  finestra. 

rana,  s.  f.  =  rana  :  animale  anfibio,  che 
vive  nei  pantani  :  rana  cseidenta. 

1)  piàrt  dna  rana  =  parere  una  rana  : 
di  chi  canta  e  non  sa,  ed  ha  cattiva 
voce.  ,Noi  lo  diciamo  anche  di  chi, 
piccolo  di  statura,  sgambetta  correndo. 

2)  Botta,  rettile  simile  alla  rana,  che 
si  dice  anche  rana. 

3)  Di  pers.  corpulenta  colle  gambe 
corte  ;  el  par  dna  rana  =  pare  una 
botta. 


—  653 


raii 


ràuà,  V.  att.  =  sgambettare  :  dicesi  dei 
fauciuUi,  spocialni.  in  lotto  o  nel  bagno. 

ràuca,  V.  att.  =  agguantare  :  pigliai'e  e 
stringere  ;  Vhà  ràncaa  on  més  e  gìie 
riià  tiraa  àdree  =  agguantò  un  sasso 
e  glielo  tirò.  Vedi  branca. 

ràncér,  ^.  di.  =  ranciere  :  soldato  che 
fa  e  distribuisce  agli  altri   il  rancio. 

ràncòr,*  s.  m.  =  rancore  :  odio  celato,  co- 
perto contro  alcuno  ;  l'è  on  òmni  on 
poo  fiirids,  ma  H  consèrva  r ancor  coni 
nisUn  =  è  un  uomo  un  po'  furioso, 
ma  non  conserva  rancore  con  nessuno  ; 
hàn  faa  di  eiàcer,  tua  se  s'hin  làéaa 
sema  ràncòr  =  son  venuti  a  parole, 
ma  si  sono  lasciati  senza  rancore. 

ràndèll;  *  s.  ni.  =  randello  :  grosso  e  corto 
bastone  ;  guarda  che  ciapi  on  ràndèll 
e  ten  doo  dna  fréga  =  guarda  che  pi- 
glio un  randello  e  te  ne  dò  una  serqua. 

ràndevò,  s.  m.  =  convegno,  appunta- 
mento. Dal  francese  rendex-voits.  Vedi 
àpiiutànient. 

rància,  s.  f.  =  raporella,  ghiera,  viera  : 
cerchietto  in  capo  al  manico  dei  ba- 
stoni, dello  mazze,  per  ornamento. 

rànf,  s.  m.  =  granchio  :  ritiramento  di 
muscoli  ;  l'è  staa  on  pèss  in  quèla  po- 
sisiòn  e  gh'è  vegnilit  ci  rànf  in  là 
gamba  =  rimase  un  pezzo  in  quella 
positura  0  gli  è  venuto  il  granchio  in 
una  gamba;  l'era  àdree  à  nodà  egh'é 
ciàpaa  7  rànf  =  stava  nuotando  e  gli 
ò  preso  il  granchio. 

1)  vègh  el  rànf  =  aggranchiare. 
ràugrià,  V.  att.  =  accomodare,  aggeggiare  : 

rimettere  in  buono  stato  una  cosa  guasta 
e  accomodarla  alla  meglio  ;  hoo  ràngiaa 
on  poo  sto  càpHl,  ma  7  ciàparan 
còme  Tè  =  ho  aggeggiato  un  po'  questo 
cappello,  ma  lo  piglioranno  com'è. 

i)  Rassettare,  raccomodare  :  correg- 
gere un  lavoro  sbagliato,  non  riuscito 
bene  alla  prima  ;  quèll  vestii  chi  bi- 
sógna che  '/  ràngia  mi  =  questo  ve- 
stito bisogna  che  l'accomodi  io. 

2)  Agghindare  :  accomodare  addosso 
vestiti  eleganti  con  galanteria  ;  l'è  sém- 
per  ràngiàda  che  là  par  dna  contèsa 
=  è  sempre  agghindata  cosi  che  paro 
una  contessa  ;  là  ràngia  sic  i  so  fioeH 
còme  iwìncip  =  agghinda  i  suoi  fi- 
gliuoli come  principi. 

3)  Aggiustare,  condire,  conciare  uno: 
fargli  del  danno  ;  j)er  quèll  lì  glie  pensi 
mi  à  ràiìgiàll  =  quanto  a  quello  lì  ci 


penso  io  ad  aggiustarlo  ;  te  irìngiàroo 
mi!  =  t'accomoderò,  ti  condirò  io! 

4)  Agguantare,  rubare  ;  g'han  ràn- 
giaa V  oròlògg  =  gli  hanno  agguantata 
l'orologio. 
ràngiàss,  v,  rifl.  =  agghindarsi,  acco- 
modarsi con  eleganza  gli  abiti  ;  còme 
te  see  ràngiàda  polìd  :  te  pàret  dna 
spòsa  =  comò  ti  sei  agghindata  bene  : 
pari  una  sposa. 

1)  Rifarsi,  accomodarsi  ;  quànd  gh'è 
pòcch  vin  bisogna  ràngiàsé  cont  P  acqua 
=  quando  il  vino  è  poco,  bisogna  ri- 
farsi coli' acqua. 

2)  Fare  quanto  si  può,  provvedere 
come  si  può  ;  che  ògnidun  se  ràngia 
còme  'l  pò  =  ognuno  dal  canto  suo 
cura  si  prenda. 

ràng-o,  s.  m.  =  rango,  grado,  condizione, 
ordine.  Dal  frane,  rang. 

1)  vcss  in  rango  =  essere  in  rango  ;^ 
nello  file.  Dicesi  di  soldati. 

ràngo^n,  s.  m.  =  lamento,  lagnanza, 
brontolamento  :  l'esprimere  il  proprio 
malcontento  per  l'altrui  condotta. 

ràngogrnà,  r.  att.  =  arrangolare,  bron- 
tolare, lagnai'si  :  esprimere  il  proprio 
malcontento  por  l'altrui  condotta  ;  l'è 
on  benedètt  òmm  che  'l  ràngògna  tiitt 
el  di  =  è  un  benedetto  uomo  che  ar- 
rangola, brontola  tutto  il  giorno. 

ràng'Ognòn,  s.  m.  =  brontolone,  arran- 
golone  :  chi  di  nulla  è  contonto  e  si 
lamenta  sempre,  o. trova  sempre  a  ri- 
dire. 

ràngotàn,  s.  m.  =  orangutan  :  l'omo 
salvatico. 

r?,nòncol,  s.  m.  =  ranuncolo:  sp.  di  pianta 
erbacea. 

rànsc,  agg.  -  rancido,  vieto  :  quasi  pu- 
trido ;  di  vivande,  olio,  burro. 

1)  eiàpà  'l  rànsc  =  irrancidire,  in- 
vietire. 

rànsc,  s.  m.  =  rancio  :  il  vitto  che  si 
dà  ai  soldati. 

rànscètt,  s.  m.  =  marciume,  guasto  : 
di  cose  mangerecce  irrancidite,  il  luogo, 
la  parte  non  buona. 

rànsa,  s.  f.  =  falce  fienaia,  o  frullana: 
quella  colla  quale  si  tagliano  i  fieni 
nel  prato. 

rànsà,  v.  att.  =  falciare,  frullare  :  segare 
le  orbo  nei  prati  per  farne  fieno. 

rànsàdor,  s.  m.  =  falciatore  :  chi  nei 
prati  falcia  l'erba. 

1)    Topo,    grisatoio  :    strumento   per 


654  — 


rap 


rodere  i  margini  dei  vetri.  T.  di  ve- 
traio. 

rànsàdura,  s.  f.  =  falciatura,  friUlatura  : 
l'atto  e  l'effetto  del  falciare  i  fieni. 

rànsàj,  s.  m.  =  ritaglio,  sciavero  :  pic- 
coli avanzi  di  un  panno,  di  un  drappo 
di  cui  si  è  fatto  un  abito,  una  veste 
o  altra  cosa. 

1)  Resumé  :  la  paglia  o  fieno  avan- 
zato dinanzi  allo  bestie  che  non  hanno 
buona  bocca. 

2)  A.vanzo,  avanzaticcio,  avanzuglio, 
rifreddo  :  ciò  che  rimane  di  qualunque 
cosa  e  si)ecialm.  del  pranzo  ;  domati 
godàrèmm  i  ràmtlj  =  domani  godremo 
i  rifreddi. 

rànsèta,  s.  f.  =  raschiatoio  :  strumento 
del  fornaciaio  por  lisciare  il  terreno. 

rànsin,  s.  m.  =  topo,  grisatoio.  Vedi 
rànsàdòr,  1). 

ràntegrà,  v.  att.  =  ansare  :  respirare  con 
aifanno,  pigliando  fiato  frequentemente. 

1)  Rantolare,  avere  il  rantolo.  Vedi 
ràuteg'li. 

2)  Brontolare,  lamentarsi.  Vedi  ràa- 

jrogiià. 

ràiitegli,  s.  VI.  =  rantolo  :  ansameato 
frequente  e  molesto  con  risonante  stri- 
dere del  petto,  prodotto  da  catarro. 

1)  Asma  :  malattia  dei  polmoni  ac- 
compagnata da  brevità  e  difficoltà  di 
respiro. 

2)  Rancore,  odio  celato  coperto  con- 
tro alcuno  ;  rccjh  di  rtntegh  =  aver 
rancore,  aver  voglia  di  litigare. 

ràntegrhént,  agg.  =  rantoloso  :  cho  ha  il 

rantolo. 
ràpaa  e  rapè,  -'.    ni.    =  rapè  :    sorta  di 

tabacco  da  naso. 
ràpèg'a,  s.  f.  =  erpico  coi  denti  di  legno. 
ràpeg-à,  r.  att.  =  erpicare.  Vedi  erpegà. 
ràpid,  agg.  =  rapido,  celerissimo  :  molto 

veloce. 

1)  Anche  :  ripido,  erto  :  malagevole 

a  salire. 
ràpida,*  s.  f.  =  rapida:  luogo  di  un  fiume 

con  fortissima  pendenza. 
ràpidìtaa,*   s.   f.    =    rapidità,    celerità  : 

l'esser  rapido;  el  tcinp  ci  va  coni  dna 

ràpidìtaa  che   sbàlordiss    =    il   tempo 

passa  con  una  rapidità  sbalorditola. 
ràport,  s.  vi.  =  rapporto  :   relazione   in 

scritto  0  a  voce  che  si  rende  altrui  di 

cosa  commessa,  o  riguardante  l'ufficio; 

el  prèside  Vhà  màndaa  el  so   ràport 


ài  ministeri  =  il  preside  ha   mandato 
il  suo  rapporto  al  ministero. 

1)  T.  milit.,  àndà  à  ràport  =  andare 
a  rapporto  :  presentarsi  al  superiore  a 
riferire  di  cose  d'ufficio,  ricevere  or- 
dini, avanzare  domande. 

2)  Fig.,  relaziono,  amicizia;  tra  de 
niin  gh'è  mài  staa  nisUn  ràport  =  tra 
noi  non  ci  fu  mai  rapporto  alcuno. 

3)  in  ràport  à...  =  per  rapporto  a... 
relativamente,  comparativamente.  E  più 
spesso;  a  proposito  di...:  in  ràport  àia 
campagna  cn  pàrlàremm  domdn  =  a 
proposito  della  villeggiatura  no  parle- 
remo domani. 

ràportà,  «?.  tr.  =  rapportare:  riferire 
piuttosto  con  sollecitudine,  segreto  e 
animosità. 

ràpresentà,  t>.  att.  =  rappresentare:  delle 
arti,  figurare  una  cosa,  renderne  l'im- 
magine coi  coloi'i,  col  disegno,  coi  ri- 
lievi; el  base  rilèv  del  moniiniént  à  Vi- 
tòrio  Emanitele  el  ràpresentà  VentrtLda 
di  Fràncés  in  Mildn,  in  del  1859  =  il 
basso  rilievo  del  monumento  a  Vittorio 
Emanuele ,  rappresenta  1'  entrata  dei 
Francesi  in  Milano  nel  1859. 

1)  ràpresentà  on  dràma,  dna  come- 
dia,  on  bàli,  on'òpera  =  rappresentare 
un  dramma,  una  commedia,  un  ballo, 
un'opera:  produrli  sulla  scena,  eseguirli. 

2)  ràpresentà  vun  =  rappresentare 
alcuno:  farne  le  veci,  tenerne  il  luogo; 
gii" era  l'àéeéòr  à  ràpresentà  el  slndecli 
=  c'era  1'  assessore  a  rai)presentare  il 
sindaco. 

ràpresentàusa,*  s.  f.  =  rappresentanza  : 
il  rappresentare  altri  o  i  diritti  altrui; 
Vhà  ciàpaa  là  ràprcsentànèa  d'òna 
bòna  dita  de  Paris  =  ha  preso  la  rap- 
presentanza d'una  buona  ditta  di  Parigi. 

ràpresentànt,  s.  m.  =  rappresentante:  co- 
lui che  rappresenta  un  altro  o  altri  ; 
l'ha  màndaa  el  èò  ràpresentànt  à  tceu 
i  comisidn  =  ha  mandato  il  suo  rap- 
presentante a  ricevere  le  commissioni; 
gWèra  el  ràpresentànt  del prefètt  =  c'era 
il  rappresentante  del  prefetto. 

ràpresentàsiòn,  s.  f.  =  rappresentazione, 
recita  :  il  rappresentare  che  si  fa  in 
teatro  un  dramma,  una  commedia, 
simile. 

ràpresentàtÌY,  *  agg.  =  rappresentativo; 
che  rappresenta,  atto  a  rappresentare; 
là  Càmera  V  è  on' àéembléa   ràpresen- 


—  655  — 


ras 


tàtìva  =  la  Camera  è  un'assemblea  rap- 
presentativa. 
ràr,  agg.  =  rado:  di  cose  tessute  o  a  ma- 
glia, le  cui  parti  uou  si  toccano,  non 
si  stringono  insieme;  Ve  ónci  téla  rara 
come  dna  ràgnèra  =  è  una  tela  rada 
come  un  ragnatele. 

1)  Di  cose  che  siano  a  una  corta  di- 
stanza fra  loro;  in  quela  cà  lì  gii' è  i 
finèèter  iròjjj)  ràr  =  in  quella  casa  lì 
ci  sono  le  finestre  troi)po  rade. 

2)  càvèj  ràr,  barba  rara  =  capelli 
radi,  barba  rada:  non  folti,  non  spessi; 
fèten  ràr  =  pettine  rado;  non  fìtto,  che 
ha  i  denti  un  po'  distanti. 

3)  de  ràr  =  di  rado,  radamente:  che 
capita  poche  volte;  de  ràr  dna  disgrà- 
éia  là  capita  de  jier  lee  =  di  rado  le 
disgrazie  capitano  sole;  se  vèdem  tròpp 
de  ràr  =  ci  si  vedo  troppo  di  rado. 

ràr,  agg.  =  raro,  contr.  di  denso:  di  parti 
non  tenacemente  unite  ;  là  minestra 
rara  =  la  minestra  rara. 

1)  Di  cose  che  non  si  trovano  facil- 
mente, dì  pregio  o  prezzo  singolare; 
07i  quàder  de  Ràfàcll  ài  dì  d'  incanì 
l'è  ràr  =  un  quadro  di  Raffaello  al 
giorno  d'oggi  è  raro. 

2)  ràr  come  dna  moéca  bianca  = 
raro  come  i  can  gialli,  carne  le  mosche 
bianche,  come  i  campanili  nello  selve: 
rarissimo,  impossibile  a  trovarsi  uguale; 
l'è  on  pàés  doe  i  gàlàntomen  hin  ràr 
còme  dna  mosca  bianca  =  è  un  paese 
nel  quale  gli  uomini  onesti  sono  rari 
come  le  mosche  bianche. 

rara,  s.  f.  =  arara  rossa  del  Brasile,  a- 
rara;  psittacus  macao:  uccello  del  ge- 
nere del  pappagallo. 

ràrètt,  agg.  =  rarotto:  piuttosto  raro,  un 
poco  raro;  fàmm  on  pàntrìd  ma  on  poo 
ràrètt  =  fammi  una  panata,  ma  un  po' 
raretta. 

ràroeùra,  s.  f.  =  canovaccio,  buratto  : 
specie  di  tela  rozza  e  rarissima,  spe- 
cialmente per  farvi  i  punti  scritti. 

ràritaa,  s.  f.  =  rarità:  di  cose  non  fa- 
cili a  trovarsi  e  che  capitano  di  rado; 
on  tisèll  compàgn  de  quèst  Ve  dna  rà- 
ritaa  =  un  uccello  come  questo  è  una 
rarità;  el  dòmm  de  Milun  l'è  dna  rà- 
ritaa  =  il  duomo  di  Milano  è  una  rarità. 

ras,  s.  m.  =  raso  :  specie  di  drappo  di 
seta  ben  liscio  e  lucente. 

1)  ras  de  cotdn,  de  lana  =  raso  di  co- 
tone, di  lana:  fatto  di  lana,  di  cotone. 


ras,  agg.  =  raso,  rasato,  pieno,  pieno 
zeppo.  Anche  pién  ras.  Vedi   àràs. 

rasa,  V.  att.  =  rasare:  ridurre  pari,  to- 
gliendo ciò  che  sopravanza;  rasa  ci  lìter 
=  rasare  il  litro:  togliere  il  colmo  del 
grano  passandovi  sopra  un  bastoncello 
0  la  rasiera. 

1)  rasa  'l  vàsèll  =  abboccare,  riab- 
boccare la  botte  :  riempirla  quando  ò 
calata. 

2)  rasa  i  càvèj.,  là  barba  =  rasare  i 
capelli,  la  barba:  tagliarli  a  cotenna. 

3)  Accappare  :  togliere  il  polo  alle 
pelli  per  farne  il  feltro.  T.  dei  cappell. 

ra^,  (acqua)  s.  f.  =  acqua  ragia.  Vedi 
àcquàràsa. 

rasa,  s.  f.  =  razza:  tutti  i  discondenti  dì 
una  famiglia,  d'una  schiatta  ;  'vèss  de 
bona  rasa  =  essere  di  buona  razza. 

1)  Dispreg.:  classe  d'uomini;  che  fi- 
nìàa  là  rasa  !  possa  perire  quella  razza  I 

2)  Dì  cose  strane,  grosso  ;  che  rasa 
de  idèj  che  te  g'iiee!  =  che  razza  di 
idee  hai  tu  ! 

3)  rasa  de  càn  =  razza  di  cani,  di 
vipere:  modi  ingiuriosi;  l'è  on  rasa  de 
càn,  che  ice  fa  tribillà  tiicc  =  è  un 
razza  da  cani  che  lì  fa  tribolar  tutti. 
Noi  lo  diciamo  anche  in  senso  non  cat- 
tivo; el  ladra  cdme  on  rasa  de  eun  = 
lavora  come  un  dannato. 

4)  fànn  de  tùti  i  ràss  =  farne  di 
pelle  di  becco  :  fare  coso  stranissime, 
sconvenientissime. 

rasa,  v.  att.  =  far  razza,  procreare;  in  di 
noster  paés  cèrti  bèsti  ràsen  minga  = 
nei  nostri  paesi  certe  bestie  non  fanno 
razza. 

1)  Allignare,  di  piante  ;  in  del  me 
giàrdìn  no  vce^lren  rààà  i  tiiberos  =  nel 
mio  giardino  non  vogliono  allignare  lo 
tuberose. 

ràsaa,  agg.  =  rasato:  fatto  a  mo'  del  raso. 

ràsàpàia,  s.  f.  -  razzamaglia,  razzuma- 
glia, marmaglia,  ciurmaglia  :  accozza- 
glia di  persone  non  omogenee  e  tristi; 
mi  inéèma  à  tuta  quèla  ràéàpàia  ghe 
roo  minga  =  io  insieme  a  quella  raz- 
zamaglia non  ci  vò. 

ràs'cià,  v.  att.  =  raschiare:  portar  via. 
strisciando  con  ferro  o  altro  che  di  ta- 
gliente, dalla  superficie  di  un  corpo  per 
pulirlo;  el  ras' eia  tUta  là  vernìs  déla 
pòrta  per  torna  à  invernisàla  =  raschia 
tutta  la  vernice  della  porta  per  tornarla 
a  verniciare. 


ras 


—  65G 


rat 


ràs'ciàdura,  s.  f.  =  raschiatura:  l'effetto 
del  raschiare  o  la  materia  che  si  toglie 
via  raschiando;  là  ràs'ciàdura  de  loton 
là  par  polver  d'or  =  la  raschiatura  di 
ottone  pare  polvere  d'oro. 

ràsègnaa,  agg.  =  rassegnato:  chi  si  ras- 
segna; morì  ràsègnaa  =  morir  rasse- 
gnato: chi  sa  di  morire  e  ci  si  è  pre- 
parato. 

1)  bisogna  ràsegnàss  e  fa  come  se 
pò  =  bisogaa  rassegnarsi  e  fare  come 
si  può. 

ràsegnàsiòn,  s.  f.  =  rassegnazione:  virtù 
per  la  quale  si  patiscono  con  pazienza 
e  senza  proteste  i  mali,  i  danni,  rimet- 
tendosene ad  una  volontà  superiore; 
con  cèrti  scolar  ghe  voRur  dna  gran 
ràsegnà^-iòn  =  con  certi  scolaiù  ci  vuole 
una  gran  rassegnazione. 

ràsegfiiàss,  v.  ri  fi.  =  rassegnarsi,  accon- 
ciarsi a  checchessia;  farsene  contenti. 

ràsgia,  s.  f.  =  razza,  razzo,  raggio  della 
ruota.  Vedi  ràg'g',  1). 

ràsiciirà,  *  v.  alt.  =  rassicurare:  togliere 
ad  uuo  dall'  animo  il  sospetto,  il  dub- 
bio, la  paura  di  checchessia;  meno  mài 
che  là  eòa  lètera  là  di' ha  ràèiciiraa 
Oli  poo:  ma  g' aveva  ònà  gran  paura  = 
meno  male  che  la  sua  lettera  mi  ha 
rassicurato  un  po':  ma  aveva  una  gran 
paura. 

ràsiocìni,  s.  m.  =  raziocinio,  ragiona- 
mento, argomentazione,  ragióne. 

rasión,  s.  f.  =  raziono:  la  parte  di  vitto, 
bevanda,  foraggio  che  tocca  a  ogni  sol- 
dato 0  marinaio. 

rà><ol,  s.  m.  =  barbatella,  magliuolo:  ser- 
mento tagliato  dalla  vite,  e  piantato 
per  allevare  viti  nuove. 

ràsp,  s.  m.  =  rancico  ;  irritamento  alla 
gola  prodotto  da  certi  cibi  fritti  nell'olio 
non  buono  o  cotti  con  burro  un  po' 
vieto. 

raspa,  s.  f.  =  raspa,  raspina,  radimadia: 
lamina  di  ferro  con  impugnatura  e  serve 
a  rastiare  la  madia  e  dividere  la  pasta 
in  pani  della  voluta  grandezza. 

1)  Stregghia,  streglia:  strumento  com- 
posto di  tante  lame  dentate  con  cui  si 
fregano  e  ripuliscono  i  cavalli. 

2)  Specie  di  lima  per  affinare  lo 
statue, 

3)  Rasiera:  strumento  simile  alla  ra- 
dimadia e  si    usa  a  raschiare  le  botti. 

raspa)  V.  alt.  =  raspare  :  pulire  con  la 
raspa. 


1)  Dei  polli  :  il  razzolare  che  fanno     1 
coi  piedi  dove    cercano    da   mangiare.     ì 

2)  Grattare  :  dei  cani,  gatti  e  simili, 
che  colle  zampe  producono  sull'uscio 
un  rumore  simile  a  quello  che  fa  la 
raspa. 

3)  Il  battere  che  fanno  i  cavalli  coi 
piedi  davanti  il  terreno. 

4)  D'un  vino  o  altra  bevanda  piut- 
tosto acida;  el  rtlspa  in  góla  =  raspa 
in  gola  :  produce  il  rancico,  allappa. 
Anche  di  cibi  fritti  nell'olio  non  bono 
0  nel  burro  un  po'  vieto. 

5)  Scaraare  :  consumar  le  pelli  dalla  ■ 
parto  della  carne. 

ràspàda,  s.  f.  =  raschiata,  raspata:  l'atto 
del  raschiare  e  del  raspare. 

ràspàdura,  s.  f.  =  raschiatura  ;  iìi  eèrti 
piàtt  ghe  dis  molto  ben  on  poo  de 
ràspàdura  de  lìmòn  =  con  certe  vi- 
vande s'accorda  molto  bene  un  po'  di 
raschiatura  di  limone. 

ràspìn,  s.  m.  =  sarchiello  :  piccola  marra 
che  serve  a  nettare  i  campi  coltivati 
dalle  male  erbe,  dallo  erbe  salvatiche. 

1)  Raspino:  T.  arm.  orof.  e  sim.  ar- 
nese di  ferro  tondo  e  piegato. 

2)  Raspa  da  spazzacamino. 
ràspiisc,    s.  m.    =    cucciolo,   forasiepe: 

ragazzetto  senato,  gracile. 

ràss,*  s.  VI.  =  razzo  :  sorta  di  fuoco  ar- 
tificiale che  va  dritto  in  aria  e  s'apre 
in  alto  in  più  forme  o  parti  lucenti, 
schizzanti  foco. 

rasura,  s,  f.  =  scar altura:  la  carne  che 
si  stacca  o  scarnisce  dallo  pelli  con- 
ciate. 

rata,  s.  f.  =  rata:  parte  di  checchessia 
cho  tocca  a  pagare  o  a  riscuotere  ad  uno. 
1)  pàgtL  à  ràtt    =    pagare  a  rate  :  a 
parti,  a  un  tanto  per  volta. 

ratafià,  s.  m.  =  ratafià,  amarasco  :  li- 
quore fatto  di  ciliege  e  aromi. 

ràtàtòia,  s.  /.  =  marame,  scegliticcio, 
avanzume,  rimasuglio  :  la  parte  guasta 
0  peggiore  di  una  cosa  :  cose  di  nes- 
sun valore  ;  in  quèll  negòéi  lì,  no  gh'è 
che  dèla  ràtàtòia  =  in  quel  negozio 
non  c'è  che  del  marame. 

1)  Gentaglia,  marmaglia.  Vedi  geii- 
tàia  e  ràsàpàia. 

ràtèlà,  V.  att.  =  gattigliare  :  pungersi 
di  continuo  volgarmente  e  per  cose  da 
nulla. 

1)  Beccarsi,  bisticciarsi  :  scambiarsi 
motti,  parole  pungenti  ;  contrastare  per 


rat 


—  657  — 


rav 


cose  di  iDOCo  conto  ;  staro  a  tu  per  tu  : 
i  fioeu  ràtèlcn  de  spèéé  tra  de  lòr  = 
i  ragazzi  bisticciano  spesso  tra  loro. 

2)  Piatire,  litigare  ;  esporimentare  le 
suo  ragioni  in  giudizio. 

ràtelàtt,  s.  m.  =  riottoso,  litigioso,  ac- 
cattabrighe :  chi  facilmente  si  bisticcia, 
si  becca  e  gattiglia. 

ràtèra,  s.  f.  =  bugigattolo,  topaia,  stam- 
berga, topinaia  :  stanzino  sottoscala  o 
in  una  parte  segregiita  della  casa; 
come  se  fa  à  vìo  in  d' dna  ràtèra  com- 
pàgn?  =  come  si  fa  a  vivere  in  un 
bugigattolo,  in  una  topaia  simile? 

ratìfica,  s.  f.  =  ratifica,  ratificazione: 
approvazione  o  conferma  di  un  atto 
compiuto  da  alti'i  in  nome  nostro. 

ratifica,  v.  att.  =  ratificare:  confermare 
ciò  che  uno  ha  detto  ;  ti  te  vamt  che 
ini  ratifica  quèll  che  fhee  ditt  ;  ma 
l'è  imposlbil  =  tu  vuoi  che  io  ratifichi 
quel  che  tu  hai  detto  ;  ma  è  impos- 
sibile. Usa  però  pochissimo. 

ràtiu,  s.  m.  =    topolino  :    piccolo    topo. 

1)  Per  similit.  noi  chiamavamo  ràtln 
quella  macchinetta  che  girava  intorno 
alla  cupola  della  Galleria  Vitt.  Eman. 
ad  accenderne  i  lumi  a  gas. 

2)  Granchio  a  secco,  pulce  secca  :  il 
segno  nero  che  resta  dall' oss^ersi  stretta 
la  carne  o  pelle,  nel  chiudere  uscio, 
baule,  0  altro. 

3)  Gnaulino  :  dicesi  per  gioco  di  un 
bambino  piccolo;  là  glia  onràtìn  d'on 
fimu  che  no  le  làsa  quièta  on  moment 
=  ha  un  gnaulino  di  ragazzo  che  non 
lo  lascia  un  momento  di  pace. 

ratina,  v.  att.  =  rattinare,  accotonare  : 
tirar  fuori  il  pelo  dai  panni  di  lana, 
col  cardo. 

ratina,  s.  /'.  =  rovescio,  saia  rovescia: 
sorta  di  pannolano  avente  il  pelo  lungo 
da  rovescio. 

ràtiuàdura,  s,  f.  =  rattinatura  :  il  ratti- 
nare dei  panni  di  lana. 

ràtòn,  s.  m.  =  topone,  sorcione,  topac- 
oio  ;  ràtòn  di  càntàrànn  =  topo  o  sorcio 
di  fogna,  delle  chiaviche. 

1)  Topone,  chetone,  sornione  :  uomo 
che  va  e  fa  di  soppiatto. 

ràtt,  s.  m.  =  topo,  sorcio  :  piccolo  mam- 
mifero dell'ordine  dei  roditori,  ve  n'ò 
di  più  specie;  ràtt  biànch  =  topo  sal- 
vatico,  0  campestre  o  di  bosco  ;  ràtt 
d' acqua  =  topo  campagnuolo  o  d' acqua  ; 
ràtt  de   campagna  =   topo  terragnolo, 

42 


agrario  ;  ràtt  de  colmègna  =  topo  tor- 
raiolo ;  ràtt  de  montagna  =  topo  al- 
pino, marmotta. 

1)  bceucc  di  ràtt  =  topinaia. 

2)  color  pel  de  ràtt    =    color  grigio. 

3)  càld  come  on  ràtt  =  caldo  conio 
\\n  fegatello  ;  di  chi  ò  ben  riparato  dal 
freddo  e  sta  bene  al  caldo. 

4)  di  àdree  là  corona  di  ràtt.  Vedi 
àdree,  7)  e  coróna,  9). 

5)  fa  cor  i  ràtt  =  sgomberare,  slog- 
giare: cambiar  di  casa. 

6)  fa  là  mòrt  del  ràtt  =  rimanere 
schiacciato. 

7)  ràtt  tàpon  =  talpa;  insettivoro, 
scav^atore. 

8)  gli' è  pilsee  tràpol  che  ràtt  =  vi 
son  più  trappole  che  topi  ;  vi  sono  più 
insidie  che  gento  da  insidiare. 

ràiicédin,  *  s.  f.  =  rocaggine,  rauce- 
dine :  r  esser  rauco,  1'  aver  la  voce 
rauca. 

ràucli,  agg.  =  rauco,  di  voce  non  chiara, 
reco. 

1)  diventa  ranch,  fa  diventa  ràuck 
=  arrochire  :  diventare  e  far  diventar 
roco. 

ràva,  s.  f.  =  rapa  :  brassica  rapa  :  pianta 
erbacea  di  cui  si  mangia  la  radico, 
bulbosa,  bianca  zuccherina. 

1  )  ràva,  tèsta  de  rttva  =  rapa,  testa 
di  rapa  :  di  persona  di  corto  intendi- 
mento. 

2)  cava  sàngu  dà  dna  ràva  =  levare 
0  trar  sangue  da  una  rapa  :  richiederò 
quello  che  uno  non  può  dare. 

3)  spirit  de  ràva  =  spirito  di  rapa  : 
quando  chi  non  ha  spirito  vuol  farne 
e  dico  non  spiritosaggini,  ma  insul- 
saggini . 

rùvànà,    v.    att.    =    sgambettare.    Vedi 

rana. 

1)    Frugare  :    dicesi,    specialm,    dei 

bambini    che    frugano    collo    mani    in 

cesti,  casse,  e  sim. 
ràvànèll,  s.  in.  =  ravanello,  ramolaccino  : 

di  min.  di  ramolaccio  :  sorta   di    radico 

che  si  mangia. 

1)    Cecino,    naccherino  :    di    ragazzo 

vivace  e  grazioso. 
ràvàrìn,  s.  m.  =  cardellino,  calderine  : 

uccello  che  ha    il    capo    rosso,    lo    ali 

macchiato   di    giallo    o    nero    e    canta 

bene. 
ràvedèss,  v.  rifl.  =   ravvedersi:  ricono- 


rav 


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reb 


scere  i  propri    falli,    i   torti  :   i  propri 
errori . 

ràvediiu,  x'^.rt.  pass.  =  ravveduto  :  da 
ravvedersi. 

ràvèta,  s.  f.  =  piccola  rapa:  dim.  di 
ràva  e  anche  semenza  di  rape. 

1)  fànn  pmee  che  Ràveta  =  farne  di 
ogni  colore. 

ràvètón,  s.  m.  =  navone  selvatico,  ra- 
vizzone, rapoccio  ;  sorta  di  rapa  con 
radici  molto  profonde,  il  cui  seme  è 
buono  per  cavarne  olio. 

ràvioeiì,  s.  in.  per  lo  più  plur.  =  agne- 
lotto ,  raviggiolo  ;  al  plur.  :  ravioli, 
cappelletto  :  minestra  di  pasta  spianata 
e  ripiena  di  carne  trita,  ricotta,  cacio 
e  simili. 

ràvisc,  s,  m.  =  ravacciuolo,  ravice  : 
broccoli,  tallonzoli  o  foglie  di  rapa  che 
si  cuociono  nel  brodo  per  farne  mi- 
nestra. 

ràviscioeù,  s.  m.  =  rapicella:  fronde  e 
talli  di  rape. 

ràvisciòn,  s.  m.  =  ravizzone,  rapaccio. 
Vedi  ràvètón. 

rèj  s.  m.  =  re  :  il  capo  del  regno. 

1)  me  par  de  vèéà  on  rè  =  mi  pare 
d'essere  un  re  :  dice  chi  è  contento  e 
non  ha  nulla  da  desiderare. 

2)  el  rè  di  galantòmen,  di  dolor,  di 
]jrofesdr,  e  sim.  =  il  re  dei  galantuo- 
mini, dei  medici,  dei  professori,  e  sim. 
chi  per  onestà  e  sapere  è  perfetto  ga- 
lantuomo, abile  medico,  valente  pro- 
fessore. 

3)  E  di  cosa,  la  più  eccellente;  el 
rè  di  rin,  el  rè  di  fiìinim,  el  rè  di 
bèsti,  ecc.  =  il  re  dei  vini,  dei  fiumi, 
degli  animali,  ecc. 

4)  Il  pezzo  più  importante  nel  gioco 
degli  scacchi. 

5)  Una  delle  figure  nel  gioco  delle 
carte. 

6)  *■  Rè  Màg  =  i  Re  Magi:  nel  Van- 
gelo i  tre  personaggi  che  dall'oriente 
andarono  a  Betlemme  per  adorare  Gesù 
Cristo. 

re,  s.  m.  =  re  :  la  seconda  delle  note 
musicali  nella  scala  di  do. 

reagì,  *  v.  alt.  =  reagire  :  agire,  rispon- 
dere in  modo  conti-arie  e  con  una  certa 
efficacia;  quindi  anche  opporsi,  rivol- 
tarsi. 

reàgént,  *  s.  vi.  =  reagente  :  sostanza  chi- 
mica che,  mescolata  ad  altre,  provoca 
delle  mutazioni  che  ne  svelano  la  na- 


tura; per  i  àntllis  ehìmieh  i  reàgént 
hin  necesàri  =  per  le  analisi  chimiche 
i  reagenti  sono  necessari.  ; 

reàl,  agg.  =  reale,  regio:  da  o  di  re, 
appartenente  al  re. 

1)  pMta  reàl  =  pasta  reale:  sorta 
di  pasta  dolce. 

reàl,  agg.  =  reale,  vero,  effettivo  :  con- 
trario di  apparente,  ideale. 

realismo,  *  s.  m.  =  realismo  :  scola  o 
dottrina  che  ripongono  l'arte  nella  sola 
riproduzione  o  imitazione  della  natura. 

reàlisà,  'V.  att.  =  realizzare:  di  ben^ 
mobili  quando  si  trasformano  in  capitale. 

realìsàss,  v.  rifl.  =  avverarsi,  diventar 
reale. 

reàlinènt,  ari).  =  realmente,  di  fatto. 

reàltaa,  s.  f.  =  realtà:  l'essere  reale; 
effettivo  d'un  oggetto  :  là  reàltaa  l'è 
quasi  sémper  divèrèa  de  quèll  che  se 
imàgina  =  la  realtà  è  ben  diversa  da 
quello  che  si  immagina. 

reàsiòn,  *  s.  /*.  =  reazione:  l'atto  e  l'ef- 
fetto del  reagire;  dòpo  'l  bàgn  frèdd 
bisogna  fa  là  reàsion  =  dopo  il  bagno 
freddo  bisogna  fare  la  reazione. 

1)  T.  polit.  :  el  partii  déla  reàfiiòì\ 
=  il  partito  che  in  politica  parteggi^ 
per  xin  antico  ordine  di  cose. 

reàsionàri,  *  s.  m.  =  reazionario,  retroi 
grado  :  chi  in  politica  vorrebbe  tornare 
ad  ordini  antichi  e  ostacola  ogni  pro- 
gresso veramente  civile.  ' 

reàtìii,  s.  m.  =  scricciolo.  Vedi  riotìu. 

reato,  *  s.  m.  =  reato  :  ogni  infrazione 
alla  legge  penale. 

rebàita,  s.  f.  =  ribalta  :  quell'asse  che 
s'alza  e  abbassa  davanti  ai  lumi  sul 
davanti  del  palcoscenico,  e  quella  estre- 
ma parte  del  palcoscenico  dove  sono  i 
lumi;  V han  ciàmaa  tré  ròlt  àia  re- 
bàita  =  l'han  chiamato  tre  volte  alla 
ribalta. 

rebàltà,  v.  att.  =  ribaltare  :  dar  la  balta, 
rovesciare:  di  carrozze,  di  veicoli  e 
delle  persone  che  sono  nel  legno  che 
ribalta  o  è  ribaltato. 

rèbàiiibì,  v.  att.  =  rimbambire:  perdere 
il  senno,  quasi  tornar  bambino  ;  ogni 
ànn  el  rebàvibiss  éémper  2^tsee  =  ogni 
anno  rimbambisco  sempre  di  più. 

rebàiubiì,  agg.  =  rimbambito  ;  ormai 
l'è  on  véce  rebàmbii  =  ormai  è  un  vec- 
chio rimbambito. 

rebàtidura,  s.  f.  =  ribattitura:  l'operai 
zione  e  l'effetto  del  ribattere. 


reb 


659  — 


ree 


1)  Costura:  tutta  la  serie  dei  costu- 
rini  formante  una  lunga  riga  lungo  la 
parte  di  dietro  delle  calze  fatte  coi 
ferri. 
rebàtt,  v.  att.  =  ribattere  :  far  la  co- 
stura :  T.  di  cucitrice. 

1)  rebàtt    on    ciod    =    ribattere    iin 
chiodo,  ribadirlo. 

2)  Del  giuoco  della  palla  :  rimandare 
la  palla  a  colui  che  l'ha  battuta. 

3)  T.    di  sarti  :    fare    doppio    cucito 
all'orlo  di  un  panno. 

rebàtòn,  (à)  =  a  sfuriata  ;  à  rebàtòn  de 
80  =  sotto  la  sferza  del  sole. 

rebecà;  «?.  att.  =  rimbeccare,  ribadire, 
stare  a  tu  per  tu,  rispondere  per  le 
rime  ;  tàs  òna  volta^  ò  sàcàgntn  ;  re- 
bèea  minga  sèmper!  =  taci  una  volta, 

•   rapino  ;  non  rimbeccar  sempre  ! 

rebelàss,  v.  rifl.  =  riaversi,  rifarsi,  rim- 
pannucciarsi: tornarsi  a  mettere  nelle 
condizioni  non  cattivo  di    prima. 

l'ebelidn,  s.  f.  =  ribellione,  rivolta,  scom- 
piglio, disordine;  àpèna  vegniiu  dent 
el  bidèll  Ve  stàda  dna  vera  reheliòn  = 
appena  entrato  il  bidello  fu  un  vero 
scompiglio. 

rebèll,  s.  m.  =  subisso  :  gran  quantità  ; 
ét'ànii  d'Uga  glie  n'è  on  rebèll  ma  l'è 
-vegnuda  coni  l'acqua  e  là  vàr  nàgòta 
=  quest'anno  d'uva  ce  n'è  un  subisso, 
ma  è  venuta  coli' acqua  e  non  vai 
niente. 

rèbélòtt ,  (à)  =  arrovescio ,  a  male  ; 
st'ànn  m'è  àndaa  tiiscòsè  à  rebelòtt  = 
q^uest'anno  mi  è  andato  tutto  a  rovescio. 
1)  càscia  dénter  à  rebelòtt  =  imbu- 
secchiare  :  cacciar  dentro  alla  rinfusa 
e  pigiandovi. 

rebocà,  i^.  att.  =  rinzaifare  :  dare  la 
prima  e  ruvida  crosta  di  calcina  sul 
muro  :  od  anche  arricciare  :  dare  una 
seconda  mano  di  calcina,  prima  di  in- 
tonacarlo. 

reboiubà,  v.  att.  =  rimbombare.  Vedi 
rimbomba. 

rebiìfaa,  agg.  =  rabuffato,  scompigliato, 
scarmigliato. 

rebiiì,  «'.  att.  =  ribollire,  tornare  a  bollire. 

rebiiìda,  s.  f.  =  ribollitura;  il  far  ri- 
bollire 0  la  cosa  ribollita;  broda:  l'ac- 
qua dove  sono  stati  cotti  maccheroni, 
0  fagioli,  0  ceci,  o  sim. 

rébiìs,  *  s.  m.  =  rebus:  sorta  d'indovi- 
nello fatto   con   figure,    segni,   lettere. 

rebiitt,  s.  m.  =  rimessiticcio  :  ramo  nuovo 


rimesso  nel    fusto  vecchio.  Quel  della 
vite  dicesi  :  femminella. 

rebiitàss,  v.  rifl.  =  arrabattarsi,  urtarsi  : 
fare  agli  urtoni  ;  spingersi  violente- 
mente l'un  l'altro  un  po'  qua  e  un  po'  là. 

rebiitonà,  v.  att.  =  urtai'e,  spingere  :  cac- 
ciare innanzi  qualcuno  aui'toni,'a  spinto. 

recàpit,  s.  m.  =  ricapito  :  il  luogo  o  la 
persona  a  cui  è  diretta  una  cosa. 
1)  Indirizzo:  di  una  lettera. 

recapita,  v.  att.  -  ricapitare.  Vedi  ri- 
capita. 

reciàmm,  s.  m.  =  richiamo.  Vedi  ri- 
ciàinm. 

recidiv,  agg.  =  recidivo  :  chi  ha  com- 
messo uno  stesso  delitto  una  seconda 
volta. 

reciòccli,  s.  m.  =  contentino,  vantaggio  : 
quel  po'  di  festa  che  si  fa  in  più  ri- 
stretta comitiva  dopo  una  festa  pivi 
grande.  In  questo  senso  è  piii  usato 
reciochìn. 

1)  Gridata,  rabbuffo,  ramanzina  ; 
l'ha  tèli  sii  vùn  de  qillj  reciòccli  de 
so  ptider  che  '  l  se  le  regordàrà  pei'  on 
pèss  =  s'  è  preso  uno  di  quei  rabbuffi 
da  suo  padre  che  se  lo  ricorderà  per 
un  pozzo. 

reciòss,  s.  m.  =  tanfo,  puzzo  :  odore  di 
muffa,  di  rinchiuso.  Vedi  riciòss. 

recipièiit,  s.  m.  =  recipiente  :  vaso  atto 
a  ricevere,  a  contenere  qualunque  cosa  ; 
g'iiènim  el  vln  e  g'hèmm  nò  i  recipiént 
de  mètel  =  abbiamo  il  vino  o  non  ab- 
biamo i  recipienti  dove  metterlo. 

recìproca,  s.  f.  =  reciprocanza,  ricam- 
bio ;  g'hoo  regàlaa  l'orològg  per  là  re- 
cìp'oca  de  quèll  che  'l  m'aveva  daa  Hi 
=  gli  ho  regalato  l'orologio  per  il  ri- 
cambio di  quanto  m'aveva  dato  lui. 

reciprocàmènt,  avv.  =  reciprocamente, 
scambievolmente  :  in  modo    reciproco. 

recìprocli,  agg.  =  reciproco,  scambie- 
vole, vicendevole  ;  §e  l'amor  l'è  minga 
reciproch  Ve  on  torméìzt  =  se  l'amore 
non  è  reciproco  è  un  tormento. 

recita,  s.  f.  =  recita  :  il  recitare  ;    rap- 
presentazione di  una   commedia  di  un 
dramma  ;  ài  àbonaa  g'han  daa  quttter 
.  rècit  de  pil  =  agli  abbonati  hanno  dato 
quattro  recite  in  più. 

recita,  v.  att.  =  recitare  :  rappresentare 
un  lavoro  drammatico  ;  quànd  rèciten 
polid  Ve  on  gran  bèli  àndt,  à  teàter 
=  quando  recitan  bene  è  pur  bello  l'an- 
dare a  teatro. 


ree 


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red 


recìtàtìv,  s.  m.  =  recitativo:  T.  music, 
sorta  di  declamazione  con  note,  fre- 
quente in  modo  speciale  nelle  opere 
buffe. 

reclama)  v.  att.  =  reclamare  :  far  pub- 
blico lamento  di  una  cosa  e  farsi  dar 
soddisfazione  di  torti  o  compenso  di 
danni  ;  hoo  reclàmaa  ài  Municipi  per 
fa  desmèit  on  àbiiso  tròpp  sfàeiaa  = 
ho  reclamato  al  Municipio  per  far  ces- 
sare un  abuso  troppo  sfacciato. 

reclamili,  s.  m.  =  reclamo  :  il  modo  e 
r  atto  con  cui  si  reclama  ;  fàroo  el  me 
reclàmm,  perchè  qiièst  V  è  minga  là 
mànéra  de  irata  =  farò  il  mio  reclamo, 
perchè  questo  non  è  il  modo  di  trat- 
tare. 

reclàmm,  s.  f.  =  pubblicità,  richiamo, 
reclamare  :  è  voce  tutta  nuova  e  fran- 
cese che  vuol  dire  tutto  quanto  si  espone 
al  pubblico  per  richiamarlo  a  uno  spet- 
tacolo, a  un  negozio,  a  comperare  libri, 
oggetti,  ecc.  ecc.  ;  ài  di  d'incoeii  là 
reclàmm  là  sa  pil  cosa  inventa  =  al 
giorno  d'oggi  la  reclame  non  sa  più 
che  inventare  ;  han  miéè  foeilra  tilit 
qiii  quàder  ^jer  reclàmm  =  hanno  espo- 
sto tutti  quei  quadri  per  richiamo. 

recliisión,  s.  f.  =  reclusione  :  la  pena 
del  carcero,  od  anche  semplicem.  l'es- 
sere, lo  star  rinchiuso  ;  coni  quel  tem- 
pàse  chi  sèmm  àia  reclusiòn  =  con 
questo  tempaccio  siamo  alla  reclusione. 

reclusòri,*  s.  m.  =  reclusorio  :  il  luogo 
dove  si  rinchiudono  i  condannati  a 
spese  del  pubblico. 

recliità,  v.  att.  =  reclutare  :  aiTolar  sol- 
dati, raccogliere  gente  per  il  servizio 
militare. 

1)  Eaccogliere,  assoldare:  anche  per 
altri  servizi  che  non  sia  il  militare. 

recòtt,  (1)  s.  m-,  pi.  =  i  bozzolacci  :  gu- 
sci 0  spoglie  di  bozzoli  rimasti  al  fondo 
nelle  caldaie,  dopo  trattane  tutta  la 
seta  possibile. 

reciilà,  v.  att.  =  rinculare,  piegare  :  dare 
indieti'O,  specialm.  di  animali  da  tiro. 

reciiperà,  v.  att.  =  ricuperare,  riavere  : 
ritornare  in  possesso,  riacquistare  la 
proprietà  di  una  cosa  perduta  o  toltaci. 

red,  s.  m.  =  rete  :  arnese  di  filo  o  fune 
tessuta  a  maglie  per  pigliare  pesci,  uc- 
celli od  altri  animali. 

1)  red  bastarda  =  ragna  mezzana  da 
uccellini  e  tordi. 


2)  red  ciàra  =  rete  rada  :  a  maglio 
larghe  per  pescare  le  trote. 

3)  red  de  ciàptt  i  lodol  =  rete  aperta 
0  da  allodole. 

4)  red  dordéra  =  ragna  da  tordi. 

5)  desfà  i  bore  ài  red  =  spannare 
le  reti  :  calare  il  panno  dalla  ragna 
perchè  non  faccia  sacco.  Contrario  ;  fa 
i  bore  ài  red  =  appannare  la  ragna  : 
farlo  fare  il  sacco. 

6)  magia  corcnta  di  red  =  maglia 
scorsoia  delle  reti. 

7)  mètt  gid  'l  red  =  tendere  la  reto, 
il  laccio. 

red,  s.  f.  =  rete  :    ogni   tessuto   fatto    a 

maglie  larghe.  Serve  a   molti    usi  ;    a 

portar  pano  o  altro  come  borsa,  sacco  ; 

a  coprire  il  corpo  come    giubboncino  ; 

a  riparare  dalle    mosche    come   tenda, 

ecc.,  ecc. 
redà,  v.  att.  =  rendere,   far   comparita  : 

esser  godibile  tutto.  Vedi  àrèd. 
redàda,  s.  f.  =  retata:    una   gettata   di 

rete  e  il  pesce  che    si   piglia   in   una 

volta  colla  rete. 

1)  Al  paretaio  :  quanti  uccelli  si  pi- 
gliano a  un  tirare  delle  reti. 

2)  Fig.  di  u.n  guadagno  molto  grande, 
in  una  vendita,  in  uno  spettacolo  o 
sim.  ;  domenica  à  r Arèna  han  faa 
dna  bela  redàda  =  domenica  all'Arena 
hanno  fatto  una  bella  retata, 

3)  L'arresto  di  molta  gente  o  di  molti 
malfattori  in  una  volta  ;  sta  nòtt  han 
faa  òna  bona  redàda  de  locch  =  questa 
notte  hanno  fatto  una  buona  retata  di 
bravacci,  di  barabba. 

redàsióii,  s.  f.  =  redazione,  il  redigere  : 
specialm.  di  un  giornale  ;  compilare. 

1)  Tutti  coloro  cho  attendono  alla 
compilazione  di  un  giornale,  e  l'ufficio 
dove  questo  si  compila. 

redàtòr,  s.  m.  =  redattore  :  chi  redige 
un  giornale,  chi  lo  metto  insieme. 

Rèdefòss,  s.  m.  =  Redifosso,  Redcfossi  : 
quel  canaio  a  Milano  cho  comincia 
fuori  di  Porta  Nuova,  rasenta  il  piede 
dei  bastioni  fino  a  Porta  Venezia,  Vit- 
toria, Romana,  poi  costeggia  da  sini- 
stra lo  stradone  fino  alla  Gambaloita, 
alla  Rampina  ed  al  Lambro. 

rédena,  s.  f.  =  redina,  redine,  briglia  : 
una  delle  due  strisce  di  cuoio  o  corda 
cho  dal  morso  del  cavallo  arrivano  alle 
mani  del  cocchiere. 

redensiòn,  s.   f.    =   redenzione:    l'atto 


red 


661  - 


ref 


del  redimere,  e  com.  il  riscatto  del  ge- 
nero umano  fatto  da  G.  C. 

redentòr,  s.  iti.  =  redentore  :  antonom. 
Gesù  Cristo  ;  là  fèsta,  là  gésa  del  Re- 
dentòr =  la  festa,  la  chiesa  del  Reden- 
tore. 

rèdescèr,  s.  f.  =  scriminatura,  drizza- 
tura :  lo  scompartimento  artificiale  che 
si  fa  colla  seta  color  carnicino  nello 
parrucche.    Dal   frane,  raie   de    cliair. 

redìbìs,  (on  ibis  e)  s.  m.  =  andiri- 
vieni. Vedi  ibis. 

reàìgf  V.  att.  =  redigere  :  compilare, 
stendere  ;  V  hoo  incàricaa  lii  de  redìgeni 
l'isttLnm  =  l'ho  incaricato  lui  dì  redi- 
germi l'istanza. 

redimìbil,*  agg.  =  redimibile  :  che  si 
può  redimere  ;  fóndo  redimibil  =  fondo 
redimibile. 

rèdìii,  s.  f.  -pi.  =  redini,  briglie.  E'  il 
plur.  di  rédena.  Vedi  sopra. 

rediii,  s.  m.  =  reticella,  rete  :  cuffia  fatta 
a  maglie  come  la  rete,  di  seta  o  di 
refe  o  d'altro  filo  finissimo. 

1)  Reticella,  rotino  :  dim.  di  rete, 
piccola  rete. 

reding-òtt,  s.  in.  =  buonsignori  :  specie 
di  giubba  colle  falde  mozze.  Dall'inglese 

.   riding-coat. 

rediroeù,  s.  m.  =  retaiuolo  :  chi  fa  le  reti. 

rédit,  s.  m.  =  reddito,  entrata,  rendita: 
quello  che  si  ricava  da  una  posses- 
sioQO,  da  un  podere,  dall'esercizio,  di 
un'industria,  o  d'uaa  professione. 

redòiid,  agg.  =  rotondo,  toado  :  di  forma 
circolare.  Disusa  ed  ò  sostituito  quasi 
del  tutto  da  rotónd. 

redondin,  s.  m.  =  randello.  Vedi  re- 
gondin. 

redriss,  s.  m.  =  malanno,  guasto  :  danno 
grave  per  cui  una  cosa  non  può  pivi 
faro  il  suo  ufficio. 

1)  Malestro  :  di  qualunque  danno 
facciano  i  ragazzi  per  casa  come  rom- 
pere, guastare,  ecc. 

refàss,  v.  ri  fi.  =  ricattarsi,  rifarsi  :  ri- 
storarsi del  danno  o  di  una  cosa  che 
si  è  patita  ;  hoo  minga  podiiil  fa  eo- 
leàión,  ma  me  soni  refaa  à  disnà  = 
non  ho  potuto  far  colazione,  ma  mi 
sono  ricattato  a  pranzo.  Disusa  e  lo 
sostituisce  rifàss. 

refetòrì,  s.  m.  =  refettorio  :  stanza  dove 
i  frati,  i  convittori  e  sim.  si  riuniscono 
a  tavola  a  mangiare. 

rèffj  s.  m.  =  refe  :  filo    di  lino,  da   cu- 


cire ;  dna  giigiàda,  on'  tiscia  de  rèff  = 
una  gugliata,  una  matassa  di  refe. 

1)  fa  gio  'l  rèff  =  dipanare. 

2)  scàrtosèll  de  fa  sii  'l  rèff  =  vol- 
golo, bigherino  :  quel  cartoccino  su  cui 
si  aggomitola  il  refe. 

3)  0)t  remiseli  de  rèff  desfaa  gid  = 
la  lunghezza  di  un  gomitolo  di  refe  ; 
i'an  intés  ma  de  lontdn  on  remiseli 
de  rèff'  desfaa  gio  =  van  d'accordo,  ma 
da  lontano  per  la  lunghezza  di  un  go- 
mitolo di  refe. 

reflciò,  s.  m.  =  affittatore  :  chi  affitta 
per  subaffittare,  sublocatore, 

refign,  s.  m.  =  aggrinzatura,  gualcitura, 
grinza:  la  traccia  e  l'effetto  dell'ag- 
grinzare, gualcire  ;  in  che  mànéra  el 
tò  vestii  l'è  insci  pién  de  refign  ?  =  in 
che  modo  il  tuo  abito  è  tanto  pieno  di 
grinze. 

reflgiià,  V.  att.  =  aggrinzire,  gualcire  : 
far  prendere  a  una  stoffa  brutte  grinze  ; 
te  refignet  tiitt  el  vestii  =  tu  aggrinzi- 
sci  tutto  il  vestito. 

refilà,  V.  att.  =  raffilare,  pareggiare  colle 
forbici  0  altro  ferro  tagliente  :  di  libri, 
carte,  pelli  e  sim. 

1)  Rifilare,  dare,  menare,  affibbiai*e: 
di  legnato,  botte  ;  el  g'hà  refilaa  on 
éciiflòtt  =  gli  affibbiò  uno  scapaccione; 
el  g'hà  refilaa  on  pilgn  in  del  eoo  = 
gli  rifilò  un  pugno  nella  testa. 

2)  Ammollare,  appiccicare,  affibbiare: 
dare  per  inganno  una  cosa  per  un'altra 
0  roba  cattiva  per  buona;  el  cervelee 
incoeù  el  m'ha  refilaa  margarina  per 
biltèr  =  il  salumiere  oggi  mi  ha  am- 
mollato margarina  per  burro;  i  càmpee 
cerchen  tiiec  de  refdàj  ài  primm  che 
capita  =  i  fondiglioli  corcano  tutti  di 
affibbiarli  al  jirimo  che  capita. 

refllàda,  s.  m.  =  raffilatura:  il  raffilare. 
1)  Ramanzina  parrucca:  sgridata  piut- 
tosto aspra. 

refllè,  s.  m.  =  sgridata,  ramanzina:  la- 
vata di  capo. 

refltò,  s.  m.  =  affittatore  Vedi  reflció. 

refràtàri,*  s.  m.  =  refrattario,  renitente; 
di  chi  si  sottrae  a  un  obbligo  :  di  chi 
non  tollera  una  cosa,  che  vi  rifugge; 
mi  sont  refràtàri  àsoliitàmént  à  V ip- 
notismo =  io  sono  refrattario  assoluta- 
mente all'ipnotismo. 

re  fregi,  v.  att.  =  rafreddare:  far  diventar 
freddo. 


ref 


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reg 


refrescà,  v.  att.  =  rinfrescare.  Vedi  rin- 
fresca. 

refud,  s.  m.  =  rifiuto,  il  rifiutare. 

1)  T.  di  gioco:  le  carte  che  si  scar- 
tano, che  si  gettano  via  perchè  non 
fanno  al  proprio  giuoco. 

refiidà,  v.  att.  =  rifiutare:  non  accettare, 
non  volere  una  cosa  offerta  o  data. 

refiidàsS;  v.  rifl.  =  rifiutarsi,  ricusarsi 
di  fare  una  cosa,  non  volerla  fare  ; 
quànd  mi  glie  cérchi  on  piàsè  el  se  re- 
fuda  sémper  =  quando  io  gli  cerco  un 
favore,  si  rifiuta  sempre. 

régr,  V.  att.  =  reggere:  sostenere,  soi^por- 
tare  uno  sforzo,  soffrire  ;  Ve  on  dolor 
che  pòdi  pii  reg  =  è  un  dolore  che,  a 
cui  non  posso  reggere. 

1)  Di  cose:  sopportare  un  peso  ;  Ve 
dna  scàia  dèbola,  là  règ  viinga  ài  io 
pés  =  è  una  scala  debole,  non  regge  al 
tuo  peso. 

regàda,  s.  f.  =  regata  :  gara  o  corsa  di  bar- 
che, battelli  nei  fiumi,  nei  laghi,  in  mare. 

regala;  v.  att.  =  regalare,  donare:  dare 
una  cosa  in  regalo,  in  dono  ;  el  m'ha 
regàlaa  sés  bèj  cràràtt  =  mi  ha  rega- 
lato sei  belle  cravatte;  ée  te  pàset  polid 
i  esàm,rn,  te  regàlàroo  Vorològg  =  se 
passi  bene  agli  esami,  ti  regalerò  l'o- 
rologio. 

1)  regala  là  ròba  =  regalare  la  roba: 
di  mercante,  negoziante  che  vende  la 
merce  a  pi'ezzo  inferiore  al  costo. 

regàlia,  s.  f.  =  regalia,  regalo,  gratifica- 
zione: quel  danaro  che  si  dà  ad  uno 
in  pili  del  suo  stipendio,  per  attesta- 
zione di  soddisfacimento  o  per  com- 
penso di  lavoro  straordinario. 

regàlin,  s.  m.  =  regaluccio  :  piccolo  re- 
galo e  di  poco  valore. 

regali,  s.  m.  =  regalo,  dono,  presente, 
e  la  cosa  donata. 

1)  fa  on  regali,  vèss  on  regali  =  fare 
un  regalo,  essere  un  regalo  :  fare,  es- 
sere cosa  molto  gradita;  se  '  l  ée  férma 
à  disnà  cont  n&n,  el  m,e  fa  pròpi  on 
regali  =  so  si  ferma  a  desinare  con  noi, 
mi  fa  proprio  un  regalo. 

2)  de  regali  =  in  rogalo,  in  dono: 
gratis, 

regata,*  s.  f.  =  regata.  Vedi  regàda. 

regént,  s.  m.  =  reggente:  chi  governa 
lo  Stato  in  caso  di  minorità,  assenza  o 
malattia. 

1)  Agg.  Anche  clii  regge  momenta- 
neamente una  cattedra. 


règia,  *  s.  f.  =  regìa  :  società  che   ha  un 

appalto  regio  come  quello  dei  tabacchi 

e  sim.;  i  àigher   déla  regìa  =  i  sigari 

della  regìa  de'  tabacchi. 
regimént,  s.  vi.  =  reggimento:  un  certo 

numero  di  soldati  divisi  per  compagnie, 

battaglioni,  squadroni. 

1)  vèés,    àndà  ài  regimént  =    essere 

entrare  al  leggimento:   essere   soldato, 

prendere  servizio  militare. 
regina,  s.  f.  =  regina:  la  moglie  del  re, 

e  anche  colei  che    governa   uno  Stato 

con  autorità  di  re. 

1)  là  par  dna  regina,  Ve  tràtàda 
come  òìia  regina.,  là  crea  de  vèss  dna 
regina  =  pare  una  regina,  è  trattata 
come  una  regina,  crede  di  essere  una 
regina.  Di  una  donna  che  è  conside- 
rata 0  si  considera  dappiii  e  meglio 
delle  altre. 

2)  Al  giuoco  degli  scacchi,  il  pezzo 
pili  importante  dopo  il  re. 

regir,  s.  m.  =  raggiro.  Vedi  ràgìr. 

regirà,  v.  att.  =  raggirare,  aggirare,  ab- 
bindolare :  imbrogliare  uno,  tirandolo 
dove  non  vorrebbe. 

regìràdòr,  s.  m.  =  raggiratore,  aggira- 
tore, bindolo,  rigirone:  di  chi  vive  di 
raggiri  e  di  imbrogli. 

register,  s.  m.  =  registro:  libro  dove  si^ 
notano  le  entrate  e  le  uscite  d'ogni 
giorno,  dove  si  appuntano  nomi,  indi- 
rizzi, ecc. 

1)  ufisi  del  register  =  ufficio  del  re- 
gistro: ufficio  governativo  dove  si  re- 
gistrano certi  atti,  perchè  abbiano  va- 
lore di  documento  pubblico. 

2)  Quelle  stecche  o  sbarre  nell'or- 
gano che  aprono  o  chiudono  i  A'ari  re- 
gistri. 

3)  cambiti  register  =  mutar  registro, 
mutar  contegno,  modo  d'agire. 

4)  T.  d'oriol.  Quella  parte  d'oriolo 
che  serve  ad  accelerarne  o  rallentarne 
il  moto. 

5)  La  perfetta  coincidenza  delle  pa- 
gine nelle  due  parti  del  foglio  da  stam- 
pare, cioè:  bianca  e  volta. 

6)  register  del  telar  =  telaio:  quattro 
spranghe  di  ferro  riunite  in    quadro 
divise  in  mezzo  da  un'  altra  stanga 
ferro  movibilc. 

7)  *  register  =  le  guide:  due  regoli 
conficcati  uno  per  parte  nelle  fiancate 
del  cassettone  o  sim,  e  sui  quali  scorre 
ciascuna  cassetta. 


663  — 


reg 


8)  Guide,  canali:  due  regoli  di  legno 
sodo,  con  solco,  sul  quale  scorre  cia- 
scun paio  delle  ruote  semplici  dol  letto. 
registra,  v.  att.  =  registrare,  allibrare: 
scrivere,  notare  nel  o  sul  registro;  re- 
gistrtb  i  indirU-s  =  registrare  gli  indi- 
rizzi; bisogna  registra  anca  i  spéspiisee 
piscininn  =  bisogna  registrare  anche  le 
spese  pili  piccole  ;  registra  i  partici  = 
registrare,  allibrare  le  paiiite. 

1)  D'orologio  0  altro  simile  ordigno, 
rimettere,  mettere  in  punto  il  registro. 

2)  T.  dei  libr.;  riscontrare  le  segna- 
ture di  un  libro  e  vedere  so  l'ultima 
pagina  di  un  foglietto  di  stampa  attac- 
chi bene  colla  prima  pagina  del  foglietto 
seguente. 

registràdfir?.,  s.  f.  =  registratura:  l'atto 

e  il  resultato  del  registrare. 
regna,  v.  in.  =  regnare  :  avere  il  regno. 

1)  Avere  autorità  e  special,  di  cose 
non  buono,  predominare. 

2)  Durare  a  lungo,  allignare,  reggere . 
regnàcaa,  agg.  =  bacaticcio,    malezzito: 

che  sta  poco  bene,  non    però  tanto  da 
credersi  ammalato  e  mettersi   in  letto. 

regnàcàdura,  s.  f.  =  malessere,  mala- 
voglia: qualche  cosa  più  che  gnàgnera. 
Vedi. 

regnala,  v.  att.  =  mestarla  e  rimestarla. 
Vedi  mena,  8).  ' 

1)  Stuccare,  venire  a  uggia:  seguitare 
nella  provocazione. 

regoeiìj,  p.  att.  raccogliere:  di  biade,  erbe, 
frutti  e  sim.,  raccattarlo  sul  campo. 

1)  àndà  à  regalili  =  pigliarle  :  di 
busse,  di  percosse. 

2)  ehi  sémina  e  chi  regaifd  =  chi 
semina  e  chi  raccoglie. 

3)  ehi  mài  sémina,  mài  regceùj  = 
chi  mal  semina,  mal  raccoglie. 

règol,  s.  m.  =  rasiere,  rasiera.  Vedi 
cànèla. 

ri''gola,  s.  f.  =  regola,  ordine  che  servo 
all'uomo  di  guida  nell' operare,  nel  vi- 
vere. 

1)  Principio,  legge  da  osservarsi  in 
un'arto,  in  una  professione,  in  una  di- 
sciplina; règola  de  gràmàtica  =  regola 
di  grammatica. 

2)  là  regola  del  trii,  de  seiint,  d'in- 
terèsé  =  la  regola  del  tre,  di  sconto, 
d'interesse. 

3)  ógni  regola  là  g'hà  là  eòa  ece- 
siòn  =  ogni  regola  ha  la  sua  eccezione. 

4)  mètt  i  ròbb    in   règola  =  mettere 


le  cose  in  regola:  in  ordine,  come  de- 
vono stjvre. 

6)  vèsé  in  règola  =  essere  in  regola; 
secondo  le  prescrizioni. 

6)  per  mìa,  toa,  eoa  règola  =  per 
mia,  tua,  sua  regola:  per  mio,  tuo,  suo 
governo. 
regola,  v.  att.  =  regolare  :  dar  regola, 
sottoporre  a  regola  ;  el  presidènt  l'ha 
regolaa  benìsim  là  diàcilsión  =  il  pre- 
sidente ha  regolato  benissimo  la  di- 
scussione. 

1)  Dirigere,  consigliare;  làset  consi- 
gliti de  mi  =  lasciati    regolare  da  me. 

2)  Mettere  in  regola,  in  buon  ordine; 
regola  i  cunt,  i  spès  =  regolare  i  conti 
le  spese. 

8)  Rifless.,  condursi  con  regola;  el 
sa  mitiga  regolàss  e  Tè  àèmper  màlaa 
=  non  si  sa  regolare  ed  è  sempre  am- 
malato. 

regolaa,  agg.  =  regolato,  assegnato;  òmnt 
regolaa  =  uomo  regolato,  assegnato:  che 
non  spende  piìi  di  quello  che  ha  e  tiene 
i  suoi  affari  in  buon  ordine. 

regolàdor,  s.  m.  =  regolatore,  registro; 
chi,  0  che  regola. 

1)  D'orologio:  che  è  così  perfetto  da 
servire  a  rimettere  gli  altri. 

regolàmént,  s.  m.  =  regolamento  :  un 
complesso  ordinato  di  regole  da  seguirsi 
per  un  ordinato  fine;  à  sta  ài  regolà- 
mént §e  sbaglia  de  ràr  =  a  stare  al  re- 
golamento, di  rado  si  sbaglia. 

regolar,  agg.  =  regolare,  normale,  di 
regola  :  che  è,  sta,  procede  in  regola  ; 
fa  vita  regolar  =  far  vita  regolare  ;  el 
poU  Ve  regolar  =  il  polso  è  regolare. 
1)  minga  regolar  =  anormale  :  di 
cosa  che  si  trovi  o  succeda  fuori  dello 
stato  0  andamento  suo  naturale. 

regolàrisà,  v.  att.  =  regolarizzare  :  porro, 
mettere  in  regola,  in  ordine. 

regolàritaa,  s.  f.  =  regolarità  :  astr.  di 
regolare. 

regolisi,  s.  m.  =  regolizia,  liquirizia  ; 
liquiritia  offieinalis  =  pianta  legumi- 
nosa dei  cui  semi  si  compone  una  pa- 
sta medicinale  chiamata  collo  stesso 
nome. 

1)  regolisi  nègher  =  sugo  di  liqui- 
rizia; regoliéi  de  Icgn  =  legno  di  li- 
quirizia. 

regolsà,  v.  att.  =  rincalzare  :  rammon- 
tare  la  terra   intorno   agli    steli    delle 


reg 


piante,  percliè  si  rafforzino  e  mettano 
meglio. 

rei?ondin,  s.  m.  =  randello,  bastono  : 
querciolo  tondo,  pedagnolo.  Vedi  ràii- 
dèli. 

i'eg"ordàss,  v.  rifl.  =  ricordarsi,  ram- 
mentarsi :  ritornarsi  qualche  cosa  o 
qualche  persona  nella  monte  o  nel  cuore. 

rèla,  (gìugà  ala)  =  giocare  alla  lippa, 
0  a  mazzascudo.  E  giuoco  di  bambini. 

relàsiòu,  s.  f.  =  relazione  :  dipendenza 
Ira  pili  cose  o  persone. 

1)  Riferito  a  persone  :  commercio, 
corrispondenza  e  sim.;  l'è  in  rèlàsión 
coni  vàri  cà  de  Paris,  Londra  e  Berlin 
=  è  in  relazione  con  vario  case  di  Pa- 
rigi, Londra,  Berlino. 

2)  Ragguaglio,  rapporto  a  voce  o  in 
iscritto,  d'una  cosa,  d'un  fatto,  d'una 
quistione  e  sim.  :  Vhà  lyrepàraa  là  rc- 
làéion  sii  V inchièsta  =  ha  preparato 
la  relazione  suH'  inchiesta. 

3)  rcgli  dna  relàsion  =  avere  un 
amante  :  essere  in  rapporti  intimi  con 
una  donna. 

4)  Aderenze,  amicizie  autorevoli,  al- 
tolocate :  el  t'ègh  di  relàsion  ài  mini- 
steri l'è  on  vàntàgg  =  avere  aderenze 
al  ministero  è  un  vantaggio. 

relàtìv,  agg.  =  relativo  :  che  ha  rela- 
zione con  altri  oggetti,  considerato  in 
relazione  d'altre  cose:  là  belèsa  Ve 
relativa  =  la  bellezza  è  relativa  ;  l'ha 
gnàdàgnaa  qimicòéà,  ma  Ve  onguàdàgn 
relàtìv  =  ha  guadagnato  qualcosa,  ma 
('  un  guadagno  relativo. 

1)  Che  riguarda,  concerne  la  cosa  di 
cui  si  discorre  ;  i  documènt  relàtìv  tila 
ctliisa  =  i  documenti  relativi  alla  causa. 

relig'iÓD;  s.  ni.  =  religione  :  i  donimi,  i 
riti  con  che  si  riconosce  e  si  onora 
Iddio  0  l'Essere  supremo,  ed  anche: 
sentimento  di  sommissione  a  Dio,  che 
si  fa  regola  della  vita. 

1)  Fig.  rispetto,  amore  a  cose  degne, 
nobili,  alte  ;  el  g^hà  àdritùra  dna  re- 
ligión  "per  là  sòa  famìlia  =  ha  addi- 
rittura una  religione  per  la  sua  fa- 
miglia. 

religrlòs,  agg.  =  religioso  :  che  ha  reli- 
gione, che  osserva  i  precetti  della  re- 
ligione. 

1)  Che  si  riferisce  alla  religione  ;  el 
matrimòni  religiós  =  il  matrimonio 
religioso. 

reliqiii,  (i)  s.  f.  2)1.  =  rilievi,  rifreddi  :  gli 


—  664  —  rem 

avanzi  di  un  pranzo,  di  una  cena,  di 
una  colazione  ;  à  éan  Steven  se  man- 
gia i  relìqui  del  di  de  Nàtàl  =  a  san 
Stefano  si  mangiano  i  rifreddi  del  giorno 
di  Natale. 

reliquia,  s.  f.  =  reliquia  :  tutto  ciò  che 
resta  di  un  santo  e  si  conserva  per 
onorare  e  venerare  la  sua  memoria. 

1)  Di  cose  care  come  ricordi  :  legni 
còme  dna  relìquia  =  tenere  come  una 
reliquia. 

relìqiiiàri,  s.  m.  =  reliquiario  :  custo- 
dia di  reliquie. 

rema,  v.  att.  =  remaro  :  far  andare  una 
piccola  nave  coi  remi. 

1)  7-emti  à  tiitt  remtL  =  remare  a 
voga  arrancata. 

reinàda,  s.  f.  =  remata,  palata  :  colpo 
di  remo  nell'acqua  ;  niossa  del  remo, 
ed  anche  il  remare  per  alquanto  tempo 
a  scopo  di  sollazzo  ;  voo  à  fa  ona  bela 
remàda  per  fàmvi  vegnt  fàmm  =  vado 
a  fare  una  bella  remata  per  farmi  ve- 
nire appetito. 

remàdór,  s.  m.  =  rematore  :  colui  che 
rema,  e  specialm.  chi  rema  con  va- 
lentia. 

Reinàgr,  s.  m.  pi.  =  i  re  Magi.  Vedi 
re,  (3). 

1)  i  Femàg  =  la  Befana  :  il  6  gen- 
naio, giorno  dell'Epifania.  La  Befana 
è  un  essere  fantastico  che  si  fa  cre- 
dere ai  bambini  che  venga  a  poi"tar  dei 
regali  ;  noi  invece  della  Befana  lo  fac- 
ciamo credere  dei  Re  Magi. 

remài'oeiìla,  s.  f.  =  scalmo,  scarmo  : 
forcelle  nelle  barche  per  appoggiarvi  i 
remi. 

reiiiédi,  s.  m.  =  rimedio.  Vedi  rimedi. 

remiseli,  s.  m.  =  gomitolo  :  filo  avvolto 
in  palla. 

1)  fa  sii  à  remiseli  =  aggomitolare  : 
ravvolgere  il  filo  dipanato  in  gomitolo  : 
fa  già  on  remiseli  =  sgomitolare. 

2)  fàss  éii  à  remiseli  =  ritorcersi  in 
se  stesso,  raggomitolarsi. 

3)  tegnì  à  man  i  gilgitid  e  tra  vìa 
i  r emise j  =  guardarla  nel  lucignolo  e 
non  nell'olio.  Vedi  bondon,  1),  gu- 
grlàda,  1). 

4)  tanti  gilgiM  fan  on  remiécll. 
Vedi  giig-iàda,  2). 

remisidn,  s.  f.  =  remissione,  perdono  : 
di  colpe  che  non  si  castigano. 

1)  sénsa  remisión  =  senza  remis- 
sione :  irremissibilmente. 


rem  —  665  — 

remisìv,*  a(jg.  =  remissivo  :  di  chi  fa- 
cile si  rimetto  all'altrui  consiglio,  vo- 
lontà ;  l'è  on  folèit  cVon  fimù,  ma  però 
Vii  àbàstàìisa  reniiéìv  =  è  un  nabisso 
di  ragazzo,  ma  è  abbastanza  remissivo. 

remiss,  agg.  =  posticcio.  Vedi  riinèss. 

reinìta,  s.  m.  =  eromita,  solitario.  Vedi 
ereDiìta. 

rèmm,  s.  m.  =  remo  :  lungo  legno  di 
faggino,  frassino  o  abete,  foggiato  a 
pala  da  un'estremità,  con  cui  si  voga, 
cioè  si  remiga,  per  fare  andare  piccola 
nave. 

remolà,  v.  att.  =  dighiacciare,  dimoiare  : 
di  nove  che  si  scioglie,  e  sgocciola 
dalle  grondaie  e  fa  nelle  strado  gran 
potiniccio. 

remolàsìn,  s.  m.  =  ramolaccino,  rava- 
nello :  dimin.  di  ramolaccio.  Vedi  rà- 
Tàuèll. 

remolàss,  s.  vi.  =  ramolaccio  :  radice 
bianca  che  si  mangia  col  lesso,  co- 
sparsa d'un  po'  di  sale  e  pepe  o  con- 
dita con  olio. 

remoli,  s.  m.  =  dimoiamonto,  disgolo, 
squaglio  :  struggimento  del  ghiaccio  e 
della  neve. 

remoudà,  v.  att.  =  risarchiare  :  sarchiare 
di  nuovo.  T.  d'agricolt.  ^ 

remoudiiia,  (ària)  .s.  f.  =  aria  finissima, 
sottilissima,  saluberrima. 

remondur,  s.  f.  pi.  =  rimondature,  raf- 
filatura, trucioli  di  carta  :  quelli  che 
sono  prodotti  dal  rimondare,  dal  raf- 
filare. 

remònta,  s.  f.  =  rimonta:  il  rimettere 
a  novo  un  paio  di  scarpe  rifacendolo 
in  parte. 

reinoutà,  v.  att.  =  vimont&ve  :  di  scarpe, 
farne  nova  una  parte. 

remontàdura,  s.  f.  =  rimonta.  Vedi  re- 
mòuta. 

remontuàr,  s.  m.  =  remontuar  :  sorta 
d'orologio  che  si  carica  girando  un  bot- 
tone al  gambo.  Dal  frane,  remontoir. 

reiid,  V.  att.  =  rendere,  fruttare  :  dar 
frutto,  interesse  ;  di  poderi,  terreni, 
capitali  ;  ài  di  d'ineceii  i  fóndi  rèndcn 
quasi  nàgota  =  al  giorno  d'oggi  i  fondi 
non  rendono  quasi  nulla. 

1  )  Far  diventare  ;  el  càlci  el  me  rend 
m,òll  còme  on  stràsc  =  il  caldo  mi 
rende  floscio  come  un  cencio. 

2)  rend  ciint  =  rendere  conto  :  dare 
altrui  giustificazione. 


rep 

rendicfmt,  s.  m.  =  rendiconto  :  il  ren- 
der conto,  rendimento  di  conti. 

rendita,  s.  f.  =  rendita  :  il  frutto  d'un 
podere,  d'una  casa,  d'un  capitale,  ne- 
gozio e  sim. 

1)  viv  de  rendita  =  campar  di  ren- 
dita ;  senza  guadagnare. 

2)  là  rendita  =  la  rendita  ;  la  ren- 
dita pubblica  :  il  frutto  corrisposto  dallo 
Stato  sulle  sue  cartello  di  debito. 

Réna,  s.  f.  =  Arena  :  il  nostro  anfiteatro  ; 
incoeii  fati  i  foeugh  in  là  Rena  =  oggi 
si  accendono  i  fuochi  d'artifizio  nel- 
l'Arena. Lo  dice  il  volgo. 

rengrli,  s.  m.  =  aringa  ;  clupea  haren- 
gus  =  pesco  che  da  noi  viene  salato  e 
seccato. 

rèiin,  s.  f.  pi.  =  reni  :  la  parte  estrema 
del  corpo,  opposta  al  petto  e  al  ven- 
tre, e  comincia  sotto  le  spalle  ;  me 
doetir  i  rèmi  =  mi  dolgono  le  reni. 

rens,  s.  m.  =  ronsa  ;  tela  bianca,  molto 
fine,  che  viene  dalla  città  di  Reims. 

rensciòtt,  s.  m.  =  ronca  :  strum.  rurale 
ad  uso  di  svellere  e  recidere  le  piante 
dannose  ed  inutili. 

repertori,  s.  m.  =  repertorio  :  libro, 
registro  dove  si  notano  le  coso  che  si 
vogliono  poi  facilmente  ritrovare. 

1)  Nota  dei  componimenti  dramma- 
tici che  una  compagnia  teatrale  suole 
rappresentare. 

repesà,  «?.  alt.  =  rappezzare,  ripezzare  : 
racconciare  una  cosa  rotta,  rimettere 
un  pezzo  dove  è  mancante,  strappato. 

repèss,  s.  m.  =  rappezzo,  rappezzatura; 
quel  che  si  mette  per  rappezzatura  :  la 
parte  rappezzata  e  il  punto  dove  la 
cosa  è  rappezzata. 

repetón,  s.  m.  =  garbacelo,  sgarbatezza  : 
azione  sgarbata,  specialm.  per  dispetto. 
1)  fa  doma  repetón  =  essere  dispet- 
toso, far  sgarberie. 

repià,  V.  att.  =  rimbeccare:  stare  a  tu 
per  tu,  rispondere  a  tono  e  acremente. 

repiàn,  s.  m.  =  pianerottolo,  ripiano  : 
piccolo  piano  fra  due  branche  di  scala 
ed  anche  lo  spazio  che  è  in  capo  allo 
scale;  voaUri  nò  che  se  stàga  à  giilgti 
sili  repiàn  =  non  voglio  che  si  stia  a 
a  giocare  sul  pianerottolo. 

repicch,  s.  m.  =  rimpallo  :  il  rimpallare 
delle  palle  al  biliardo.  Quando,  battuta 
la  palla  dell'avversario,  le  duo  palle  si 
ribattono  ancora  una  volta. 

1)  Ripicco,    dispetto  :    puntiglio  che 


rep 


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res 


uno  fa  per  ricattarsi  di  qualche  ingiu- 
ria ;  el  m'ha  riftpoét  de  nò  per  repicch 
=  mi  ha  risposto  di  no  per   ripicco. 
replica,  •>'.  f.  =    replica:    il  replicare  e 
la  cosa  replicata. 

1)  Di  commedie,  drammi  :  il  ripe- 
terli un'altra  sera:  elBàrchètt  de  Bo- 
fàlòra  el  g'hà  amili  piisee  de  diisént 
rèplirh  =  il  Barchette  di  Bofalora,  ebbe 
più  di  duecento  repliche. 

2)  Risposta  per  lo  più  sgarbata: 
quànd  parli  vùj  minga  de  rèplich  = 
quando  parlo  non  voglio  repliche. 

replica,  v.  alt.  =  replicare  :  ripetere  una 
cosa,  tornare  a  faro. 

1)  Contradire:  insòma,  vùj  nò  che 
se  rèplica  paròla  =  insomma  non  vo- 
glio che  si  replichi. 

repòrter,  s.  m.  =  referendario,  fiutone, 
bracone  :  chi  va  in  cerca  di  notizie  6 
di  informazioni  precise  sui  fatti  citta- 
dini, per  riferirli  ai  giornali.  Dall'inglese. 

repostili,  s.  m.  =  ripostiglio.  Vedi  l'ora 
più  usato  ripostili.  * 

reps,  s.  m.  =  specie  di  stoffa  di  seta 
vergata  o  di  lana. 

republica,  s.  f.  =  repubblica  :  Stato  retto 
a  popolo,  con  a  capo  un  Presidente, 
non  un  re  ;  e  la  forma  di  governo  più 
confaciente  allo  sviluppo  morale  ed  eco- 
nomico di  una  nazione. 

1)  Luogo,    casa,  famiglia  dove  tutti 
.comandano,  dove  è   confusione. 

2)  cinqu,  dés  ghèj  de  republica  = 
cinque,  dieci  centesimi  di  avanzaticci. 
Vedi  bàslèta,  4). 

repiiblicàii,  agg.  =  republicano  :  di  re- 
pubblica ;  in  Italia  dà  on-  poo  de 
temp  se  esténd  el  partii  repiiblicàn  = 
in  Italia  da  qualche  tempo  si  estende 
il  partito  repubblicano. 

1)  s.  m.  :  chi  parteggia  per  la  re- 
pubblica, 0  vive  in  repubblica. 

repiidorà,  v.  alt.  =  rimondare,  rammen- 
dare: ricucire  le  rotture  di  panno  di 
calza  0  d'altro,  che  abbia  buchi,  ov- 
vero che  ragni,  correggendone  il  difetto 
con  artifizio  d'ago. 

repiidiilà,  i\  att.  =  aggiustare,  rifare  coi 
ferri  i  peduli  alle  calze. 

repiigrna,  v.  att.  =  ripugnare.  Vedi  rì- 
piigruà,  anche  pei  derivati. 

rèqiii,  s.  m.  =  requie,  quiete;  no  gli' è 
rèqiii  =  non  c'ò  requie  ;  dà  rèqùi  = 
dar  requie. 

reqiiià,  v.  att.  =    quietare,    riposare;  el 


mài  de  tèsta  noi  ni' ha  làsaa  requià 
tuta  nòit  =  il  mal  di  capo  non  mi  la- 
sciò quietare  per  tutta  la  notte. 

réciiiieiii,  s.  m.  =  requie,  requiem:  la 
prece  por  i  defunti  ;  digh  on  rèquiem 
ài  pòer  papà,  àia  pòera  ìnàma  =  dire 
un  requiem  al  povero  babbo,  alla  po- 
vera mamma.  Dal  latino. 

reqiiisi,  V.  att.  =  requisire  :  chiedere  o 
prendere  sequestrando  per  urgente  bi- 
sogno pubblico. 

1)  m'iian  requisii  per  sona  el  cém- 
bol  =  mi  hanno  sequestrato  perchè  suo- 
nassi il  pianoforte. 

reqtiisisiòii,  s.  f.  =  requisizione,  richie- 
sta :  il  requisire  ;  han  faa  là  reqiiisi- 
siòn  di  cavai  e  di  càr  =  hanno  fatto 
la  requisizione  dei  cavalli  e  dei  carri. 

requisito,  *  s.  m.  =  requisito  :  qualità 
ricliiesta  a  un  dato  fine  ;  Vhan  minga 
àcètaa  in  studi ,  perchè  'l  g'  aveva 
minga  tUti  i  requisiti  necesàri  =  non 
l'hanno  accettato  nello  studio,  perchè 
non  aveva  i  requisiti  necessari. 

rèsa,  s.  f.  =  T.  milit.  :  il  rimettere,  o 
r  arrendersi  di  città,  di  fortezza,  al 
nemico. 

rèsca,  s.  f.  =  lisca  :  la  spina  del  pesce  ; 
sta  àtènt  à  spila  foeura  i  rèsch  =  sta 
attento  a  sputare  le  lische. 

1)  resta  là  rèsca  in  gola  =  rima- 
nere la  lisca  in  gola,  aver  l'osso  in 
gola.  Vedi  àj,  1)  e  gola,  6).  In  questo 
stesso  significato  anche  :  vègh  là  rèsca, 
òna  rèsca. 

2)  là  rèsca  del  formént  =  la  loppa, 
la  pula,  la  guscia. 

b)  là  rèsca  del  Un,  del  cànov  =  la 
lisca  del  lino,  della  canapa:  la  mate- 
ria legnosa  che  si  stacca  quando  si 
maciulla  o  si  pettina  o  si  scotola. 

rèscàdòr,  s.  m.  -  raschiatoio  :  arnese 
per  affinare,  raschiando,  oggetti  saldati . 

rèschee,  s.  m.  =  vagliatui-a,  liscame  :  il 
mucchio  delle  loppe  e  delle  ariste  ohe 
lascia  in  sull'aia  il  grano  battuto  o 
trebbiato. 

rèschig'nòii,  agg.  =  spennacchiato:  d'uc- 
cello, 0  sim.  che  abbia  perduto  molte 
penne.  Usa  poco. 

resela,  v.  att.  =  aggrinzare,  stazzonare, 
gualcire.  Vedi  reflgnà,  màstinà. 

1)  Accof acci  are,  gualcire  :  detto  di 
cose  dove  uno  si  posi  a  sedei^e. 

2)  rescià  su  i  gàmb  =  rannicchiarsi, 
acchiocciolarsi. 


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res 


resciàss,  v.  ri  fi.  =  aggi'inzirsi,  stazzouarsi, 
gualcirsi. 

1)  Attrappire,  rattrappirò,  imbozzo- 
lire:  ritirarsi  le  membra  come  in  se 
stesse  ;  divenire  incapace  di  stendersi 
0  di  piegarsi  ;  *  pòer  màlaa  del  tètano 
àe  resclen  sii  tiitt  =  i  poveri  malati  di 
tetano  rattrappiscono  tutti. 

résegra,  s.  f.  =  sega  :  strumento  por  ta- 
gliar legnami,  la  cui  parto  principale 
è  una  lama  dentata. 

]  )  résega  col  mànich  =  gattuccio  : 
specie  di  sega  col  manico  di  legno  in- 
vece del  telaio. 

resegrà,  v.  att.  =  segare:  dividere  colla 
sega. 

1)  toiit  à  resegà  =  seccare,  infasti- 
dire con  brontolamenti. 

resegàdura,  s.  f.  =  segamento,  sogatui-a  : 
il  segare. 

resegàùsc,  s.  m.  =  segatura.  Vedi  re- 
sei^usc. 

reseglièta,  s.  f.  =  seghetta  :  piccola  sega. 

1)  T.  d'orol.:  rastrellino  del  eclisso 
0  guida. 

2)  Listerella  di  legno  intagliata  a 
sega,  la  quale  dà  modo  di  mutare  a 
piacere  la  posiziono  dei  palchetti  mo- 
bili di  una  scansia. 

resegón,  s.  m.  =   segone;  sega  grande. 
1)  Nome  del  noto  monte  che  sopra- 
sta al  lago  di  Lecco  e  trae    dai    molti 
suoi  cocuzzoli  in  fila  il   suo  nome. 

resegòtt,  s.  m,  =  segatore,  segantino  : 
chi  sega  in  genero,  e  colui  che  fa  il 
mestiere  di  segare,  special,  riducondo 
in  tavole  i  grossi  alberi. 

resegusc,  s.  m.  =  segatui-a  :  quella  parte 
di  legno  che  ridotta  quasi  in  polvere 
grossa  casca  nel  segare  alberi  o  le- 
gname. 

1)  mèlt  giò  'l  rcsegùsc  =  dare  la  se- 
gatura. 

l'esenta,  v.  att.  =  risciacquare,  sciacquare: 
lavare  con  acqua  più.  e  piii  volte  vasi 
da  bere. 

1)  Sciabordare,  sciaguattare,  diguaz- 
zare :  battere  con  forza  un  panno,  o  altro 
che  di  simile  in  un  trogolo  o  vaso  qualun- 
que pieno  d'acqua,  per  levargli  il  troppo 
ranno  o  il  colore  soverchio. 

2)  resentàss  la  bòca  col  vln,  coni 
l'acqua,  e  sim.  =  risciacquarsi  la  bocca 
col  vino,  coir  acqua  e  sim. 

3)  resentà  vun  =  mandar  via  uno, 
liberarsene. 


4)  resentà  =  far  repulisti  :  mangiar 
tutto  quello  che  era  in  tavola. 

resentàdura,  s.  f.  =  risciacquatura,  soiac- 
quatui'a  :  quel  che  resta  dell'acqua  che 
ha  servito  per  risciacquare  i  fiaschi  del 
vino,  i  bicchieri,  ecc. 

1)  resentàdura  de  bicèr,  de  botèli  = 
risciacquatura  di  bicchieri,  di  fiaschi  ; 
cerboneca,  vino  delle  cent' una  botti  :. 
il  vino  allungato  o  che  ha  perso  del 
suo  sapore.  Vedi  ciorlìna. 

resentéra,  (vègli  à  che  fa  à)  =  far 
repulisti.  Dal  nome  di  Kesenterio,  fra- 
zione del  comune  di  Locate,  nella  no- 
stra provincia,  per  la  somiglianza  di 
suono  con  resentà,  cavammo  il  gioca 
di  parole.  Vedi  reseutà,  3). 

resentì,  v.  att.  =  risentire.  Vedi,  ri- 
sentì. 

rèsgia,  s.  f.  =  staffa,  banda  :  una  specie 
di  nastro  di  ferro  di  varia  lunghezza 
e  larghezza,  che  adoperasi  specialm. 
per  fasciare  gli  ascialoni  allo  abetelle, 
0  per  altro. 

rcsgiò,  s.  m.  =  capoccia,  massaio;  il 
marito  della  massaia  :  il  capo  di  casa, 
segnatam.  fra  i  contadini. 

1)  Uomo  giudizioso   per  la  casa. 

resgiòra,  s.  f.  =  massaia  :  la  moglie  dei 
capoccia,  quella  che  manda  avanti  la 
casa. 

1)  Donna  che  ha  cura  della  roba 
e  l'aumenta. 

resìa,  s.  f.  =  eresia.  Vedi  eresìa. 

resìa,  v.  att.  =  attaccar  brighe,  andarlo 
a  corcare  :  pigliarsela  con  questo  e 
con  quello  per  ragioni  frivolo  e  anche 
per  cose  nello  quali  non  abbiamo  nes- 
sun interesse. 

resiatt,  s.  m.  =   attaccalite,  attacchino  : 
chi  letica  di  tutto  e  con    tutti  per  ra- 
gioni futili,  0  anche    solo    per    voglia 
di  contradire,  per  puntiglio  e  sim. 
1)  Litigioso:  chi  ama  i  litigi. 

resìdov,  agg.  e  s.  =  residuo,  rimanente:- 
quello  che  resta. 

resignà,  v.  att.  =  rosicare,  rosicchiare  ^ 
rodere  leggermente  e  a  poco  a  poco  ; 
Z'è  tùtt  resignaa  di  ràtt  =  è  tutto  ro- 
sicato dai  topi;  s'era  àdree  à  resignà 
on  toclicll  de  pan  sèccìi  =  stava  rosi- 
cando un  pezzo  di  pane  secco. 

1)  Rg.  :  mangiare,  guadagnare  ;  l'è 
on  àfàri  elte  gh'è  niènt  de  resignà  = 
è  un  negozio  che  non  c'è  niente  da- 
rosicare. 


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resig'nàda,  s.  f.  =  rosicchiata,  rosicchia- 
tura  :  il  rosiccliiare,  l'effetto  del  rosic- 
chiare. 

resìgnóii ,  s.  m.  =  rosicchiatore  :  chi 
volentieri   rosicchia. 

rèsina  e  resina,  s.  f.  =  resina,  ragia: 
materia  attaccaticcia  che  cola  dalla 
scorza  di  corti  vegetali. 

resiós,  agg.  =  litigioso,  leticone,  attac- 
cabrighe: chi  ha  l'abitudine  di  attac- 
car brighe. 

resìpola,  s.  f.  =  risipola.  Vedi  rosì- 
pola. 

resisi  e  resìst,  «'.  att.  =  resistere:  star 
forte  contro  altra  forza  :  non  lasciarsi 
smuovere,  vincere;  llià  sàimii  resUt  à 
tùti  i  promèss  =  seppe  resistere  a  tutte 
le  promosse,  a  tutte  le  lusinghe  ;  hoo 
Dìinga  ■podiiii  rcsièt  àia  Untàèion  de 
àlida  à  fa  dna  pàscgiàda  =  non  ho  po- 
tuto resistere  alla  tentazione  di  andare 
a  fare  una  passeggiata. 

1)  Reggere,  durare,  perseverare;  mi 
resisti  minga  tanto  tenip  à  eàminà  in 
ìnonttLgna  =  io  non  resisto  molto  tempo 
a  camminare  in  montagna;  fa  on  càld 
elle  pddi  pii  resìst  =  fa  un  caldo  che 
non  posso  più  resistere. 

resisténsa,  s.  f.  =  resistenza  :  la  forza 
por  la  quale  pors.  e  cose  resistono  a 
un'altra  forza;  fé  dna  téla  d'òna  resi- 
itensa  còme  glie  n'è  pòcch  =  è  una  tela 
d'una  resistenza  come  ce  n'è  poche. 

resistéiit,*  agg.  =  resistente,  che  resiste, 
che  non  cede  alla  pressione,  ai  colpi, 
all'attrito,  ecc. 

reso,  s.  ni.  =  rasoio:  strumento  d'acciaio 
con  taglio  finissimo  per  far  la  barba. 

1)  tàià  come  on  reso  =  tagliare  come 
un  rasoio:  moltissimo. 

2)  el  se  tàcci  ria  à  on  reso  =  s'attac- 
cherebbe al  filo  d'un  rasoio,  a  un  filo 
di  paglia,  non  sa  dove  dar  del  capo, 
spora  dove  non  c'è  speranza. 

resola,  v.  att.  =  risolare  :  rimettere  un 
nuovo  suolo  alle  scarpe. 

reàolàdura,  s.  f.  =  risolatiira:  il  rimet- 
tere il  suolo  nuovo   alle  scarpe. 

l'esòn,  s.  f.  =  ragione:  facoltà  dell'uomo 
di  giudicare,  di  scernere  il  vero  dal 
falso. 

1)  vègli  VettL  de  la  resòn  =  arrivare 
all'uso  della  ragione,  all'età  del  giu- 
dizio. 

2)  Motivo  ragionevole,  causa;  mi  ca- 
pisi nò  là  resòn  del  tè  màliimor  =  io 


non  capisco  la  ragione  del   tuo   malu- 
more. 

'ò)  fa  vàri  i  éò  resòn  =  far  valere 
le  sue  ragioni,  il  suo  diritto. 

4)  vègli  resòn  =  aver  ragione:  essere 
in  diritto,  nel  giusto. 

5)  dà  resòn  =  dar  ragione  :  ricono- 
scere il  diritto  di  uno,  assentire  allo 
sue  ragioni. 

6)  Di  coso  che  comprovano  il  detto 
di  alcuno;  i  esànim  ni'kan  daa  resòn; 
gli  esami  mi  hanno  dato  ragione. 

7)  Proporzione;  *  èpés  bisogna  fàj  in 
resòn  di  entràd  =  le  spese  bisogna  farle 
in  ragione  dello  entrate. 

8)  ehi  vòsa  piisee  g'  ha  resòn  =  chi 
più  urla  più  ha  ragione. 

9)  fàsen  òna  reson  =  farsi  ragione  o 
una  ragione  di  una  cosa:  rassegnarvisi, 
darsene  pace. 

10)  iìi  resòn  de...  =  a  ragione,  in 
ragiono  di...:  in  proporzione;  *  hoo  pà- 
gaa  in  resòn  de  dUu  frànch  ài  para  = 
li  ho  pagati  in  ragione  di  due  franchi 
al  paio. 

11)  de  santa  resòn  =  di  santa  ra- 
giono: con  abbondanza;  =  ghi  hoo  ditt 
de  éànta  resòn  =  glie  le  ho  dette  di 
santa  ragione:  senza  risparmiargliele. 

12)  à  chi  de  resòn  =  a  chi  di  ra- 
gione: a  chi  si  deve;  bisogna  dàghel  à 
chi  de  reson  =  bisogna  darlo  a  chi  si 
dove. 

13)  là  resòn  del  bechee,  che  à  toeu  là 
eàrna  ghe  voeur  i  dànee  =  la  ragione 
sovrana  è  quella  dei  quattrini. 

resonà,  v.  att.  =  ragionare:  giudicare,  ar- 
gomentare con  ragioni,  servendosi  della 
ragione.  Vedi  ragiona. 

1)  el  resòna  ben  =  ragiona  bene,  di- 
scorre bene. 

2)  resonti  eòi  pce  =  ragionar  coi  piedi, 
colle  ginocchia,  con  le  gomita. 

resonètt,  s.  f.  pi,  =  frasi,  detti  di  bam- 
bino che  denotano  intelligenza  e  spirito 
d'osservazione  acuto;  el  vén  faeùra  coni 
cèrti  resonètt  che  l'è  ròba  de  mangiali 
de  basiti  =  esce  in  certe  frasi  che  l'è 
cosa  di  mangiarlo  a  baci. 

resoràda,  s.  f.  =  colpo  di  rasoio. 

respìr,  s.  m.  =  respiro  ;  fiato  l'atto  del 
respirare  :  il  movimento  che  si  fa  re- 
spirando. 

1)  màncàmcnt  de  reàptr  =  mancanza 
di  respiro,  di  fiato,  asma. 

2)  paga  à  reépìr  =  pagare  a  respiro: 


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a  poco  a  poco,  ed  anche   con    qualche 
dilazione. 

3)  T.  music:  respiro;  segno  che  fa 
sospendere  i  suoni  per  breve  tempo. 
Vedi  àspètt,  3). 
respira,  v.  att.  =  respirare,  fiatare;  ti- 
rare a  se  l'aria  esterna  e  rigettarla  fuori 
dai  polmoni;  vèmm  à  San  Salvador 
sora  Erba  à  respira  on  poo  d'aria 
bona  =  andiamo  a  San  Salvatore  sopra 
Erl)a  a  respirare  un  po'  di  aria  buona. 

1)  Intrans;  l'han  troaa  che  'l  respi- 
rava ancàmo  =  l'hanno  trovato  che  re- 
spirava ancora. 

2)  Ricrearsi,  prender  ristoro  ;  sotit 
vegniiii  à  Bee  per  respirti  on  poo  = 
sono  venuto  a  Bee  per  respirare,  por 
ricrearmi  un  pò. 

3)  vèscffh,  megli  ntLnea  temp  de  re- 
spirti =  non  esserci,  non  aver  neanche 
tempo  da  respirare  :  essere  sopraffatto 
dal  lavoro,  dalla  fatica. 

respiràsiòu,  *  s.  f.  =  respirazione  :  la 
funzione  fisiologica  per  la  quale  si  re- 
spira; el  glia  dna  dificoltaa  de  respi- 
ràsión  straordinària  =  ha  una  diffi- 
coltà di  respirazione  straordinaria. 

respònd,  v.  att.  =  rispondere.  Vedi  ri- 
spònd. 

responsàbil,  *  agg.  =  responsabile  :  che 
deve  rispondere  e  render  ragione  di  ciò 
che  fa,  0  di  una  qualsiasi  cosa. 

responsàbilitaa  s.  f.  =  responsabilità; 
l'ossero  responsabile. 

rèst,  s.  m.  =  resto:  ciò  che  resta,  rimane: 
avanzo;  el  rèst  dèla  giorntula  Vhoo  ini- 
piegaa  in  del  cercati  el  lìber  =  il  re- 
sto della  giornata  l'ho  impiegato  nel 
cercarti  il  libro. 

1)  La  fino  d'un  discorso,  ciò  che  ri- 
mano a  dire;  el  rèst  vel  cilntàroo  pmu 
dn'tdtra  vòlta  =  il  resto  poi  ve  lo  rac- 
conterò un'altra  volta. 

2)  La  differenza  in  più  tra  il  prezzo 
della  roba  e  la  moneta  con  cho  si  vuol 
pagare;  restituì  el  reét  =  rendere  il  re- 
sto. Anche:  rifare  il  resto;  el  m'ha  daa 
indree  el  rèsi  de  diiil  frànch  -  m'ha 
l'ifatto  il  resto  di  due  lire. 

3)  del  rèàt  =  del  resto,  d' altronde  ; 
pigliando,  considerando  la  cosa  da  un 
altro  lato. 

resta,  v.  att.  =  restaro:  rimanere  in  un 
luogo,  dove  uno  si  trova:  trattenersi  ; 
el  voréva  àndtl  via   incceH  e  invéce  el 


rèsta  chi  fin   domdn  =  voleva  [partire 
oggi  e  invece  resta  qui  fino  a  domani. 

1)  Riferito  a  discorso,  a  un'opera- 
zione qualsiasi,  rimanere  interrompersi; 
ììie  regòrdi  pie  cioè  soni  restaa  iér  à. 
lag  =  non  mi  ricordo  più  dove  sono  re- 
stato ieri  a  leggere. 

2)  Di  luogo,  casa,  e  sim  ;  esser  posto, 
trovarsi;  te  see  dóe  là  rèsta  là  vìa  Asà- 
roti  à  Genoa,  =  sai  ta  dove  resta  la 
via  Assarotti  a  Genova?;  Bee  ci  rèsta, 
à  on'Óra  de  strada  de  Intra,,  tra  Intra 
e  Premènn  =  Bee  resta  a  un'  ora  di 
strada  da  Intra,  tra   Intra  e  Premono. 

3)  Stupire,  restare  maravigliato;  cara 
ti,  mi  rèsti,  à  qnèll  che  te  me  ctìntet  = 
caro  mio.  io  stupisco,  a  quanto  mi  rac- 
conti . 

restàbilì,  v.  att.  =  ristabilire:  rimettere 
in  assetto  o  in  modo  stabile  ;  è  vegniiu 
ci  papà  e  l'ha  resiàbilii  i  ròbb  in  drdin 
=  è  arrivato  il  babbo  o  ha  ristabilita 
lo  cose  in  ordine. 

1)  restàbiliss  in  sàlUt  =  ristabilirsi 
in  salute,  recuperare  la  sanità. 

2}  Rintonacare:  rimettere  l' intonaca 
su  un  muro. 

restagli,  v.  att.  =  restarci,  rimanerci:  di 
donna  che  ingravidi. 

1)  Perderci  la  vita;  elpòer  Galiano  Ve 
àndaa  in  Africa  e  'l  gli' è  restaa  =  il 
povero  Galliano  è  andato  in  Africa  e 
c'è  restato. 

restàiir,  *  s.  m.  =  ristauro:  quel  che  si  fa- 
a  un  quadro,  a  una  statua,  a  un  edi- 
ficio deperiti  o  guasti  por  rimetterli  in 
buono  stato. 

rèstelà,  v.  att.  =  rastrellare:  raccogliere 
col  rastrello;  el  Mario  Ve  àdrcc  à  rè- 
sela el  giàrdln  =  il  Mario  sta  rastrel- 
lando il  giardino. 

rèstelàd.i,  s.  f.  =  rastrellata:  quanta  roba 
si  piglia  0  si  tira  a  so  col  rastrello; 
pòrtegh  dna  rèstelàda  de  fèn  ài  cavali 
=  porta  una  rastrellata  di  fieno  al  ca- 
vallo. 

rèstelàda,  s.  f.  =  cancellata  :  cinta  for- 
mata d'aste  0  verghe,  per  lo  più  di 
ferro,  piantato  per  ritto  a  uguale  di- 
stanza, con  traverso  dello  stesso  me- 
tallo, assicurato  dalle  parti  a  pilastri 
di  muramento. 

rèstelàsc,  s.  m.  =  cancellaccio:  pegg.  di 
cancello, 

rèstelèra,  s.  f.  =  rastrelliera  :  dove  si 
pone  da  mangiare   allo  bestie,    fatta  a 


res 


670  - 


reu 


stecche  e  a  piuoli  come  una  scala  messa 
a  traverso. 

1)  Rastrelliera:  fam.  e  scherz.  per  ì 
due  ordini  di  denti;  el  glia  on  fior 
d'onci  rèHeUra  =  ha  un  fior  d'una  ra- 
fitrelliera. 

2)  Cappellinaio:  arnese  di  ferro  o  al- 
tro con  beccatelli,  per  appiccarvi  nelle 
scuole  i  cappelli  e  i  berretti. 

rèstelètt,  s.  m.  =  cancelletto  :  dim.  di 
cancello. 

rèstelìii,  s.  m.  =  rastrellatore  :    chi  ra- 
strella, chi  raccoglie  roba  col  rastrello. 
1)  Rastrellino:  piccolo  rastrello. 

rèstèll,  s.  m.  =  rastrello  :  arnese  fatto 
con  denti  di  legno  o  di  ferro,  per  pren- 
dere e  tirare  a  sé  sassi,  paglia,  foglie, 
fieno  e  sim.  ;  ciàpa  'l  rès-tèll  in  piàsè 
e  nèta  on  poo  di  foeiìj  el  viàl  =  prendi 
il  rastrello  por  piacere  e  pulisci  un  po' 
dalle  foglie  il  viale. 

rèstèll,  s.  in.  =  cancello  :  affisso  a  uno 
0  due  battenti,  all'  ingresso  di  corti, 
giardini  e  sim.,  formato  per  lo  più  di 
aste  0  di  verghe  sottili  di  ferro  riunito 
mediante  traverse  dello  stesso  metallo. 
Ce  n'è  anche  di  legao.  Serve  anche  a 
dimezzare  l'androne  nelle  case  sigaorili. 

rèstèll,  (càcìa  à)  =  cacciarella.  Vedi 
càcia,  3j. 

rèstelò,  s.  m.  =  spigolatore  di  fieno:  quel 
contadino  che,  dopo  levato  tutto  il  fieno 
del  prato  dai  fienaiuoli,  va  rispigolando 
il  rimasto. 

rèstelòii  de  riga,  s.  m.  =  rigatore:  ar- 
nese a  guisa  di  rastrello  per  rigare  il 
terreno,  per  piantarvi  alberi  a  righe,  a 
quadrati. 

restili,  agg.  =  restio:  di  bestie  da  tiro  o 
da  soma  che  non  ubbidiscono  al  co- 
mando e  restano  come  impedite  d'an- 
dare avanti. 

restittii,  V.  citi.  =  restituire:  rendere  al- 
trui ciò  che  è  suo,  ciò  che  si  ebbe  da  lui. 

restitiisiòn,  s.  f.  =  restituzione  :  il  re- 
stituire; soni  chi  à  fàtt  là  restitiisiòn 
di  tò  lìber  =  son  qui  a  farti  la  resti- 
tuzione dei  tuoi  libri. 

1)  reàtitili  el  sàlUd  =  rendere  il  sa- 
luto, rispondere  salutando  a  chi  ci  ha 
salutato. 
restóbi,  s.  m.  =  ringrano:  il  r  ingran  are 
il  ristoppiare. 

restobià,  «•.  att.  =  ristoppiare,  ringra- 
nare:  seminare  di  novo  il  campo  che 
ha  la  stoppia  senza  lasciarlo  riposare. 


rèstòn,  s.  m.  =  resta:  tumoretto  che 
viene  talora  nei  piedi  ai  cavalli. 

restréiigr,  i\  att.  =  ristringere.  Vedi  ri- 
strèiigr,  anche  pei  derivati. 

resuscita,  v.  att.  =  risuscitare:  tornare 
alla  vita  e  fig.  tornare  in  bone  stato, 
riaversi. 

retaià,  v.  att.  =  ritagliare.  Vedi  ritàjà. 

retàj,  s.  m.  =  ritaglio.  Vedi  ritài. 

retecià,  ».  att.  =  rintegolare  :  riandare 
embrici  e  tegoli  di  un  tetto  per  bene 
raccomodarli. 

rètècìn,  s.  m.  =  conciatetti  :  chi  rianda 
ombrici  e  tegoli  per  accomodare  il  tetto. 

retifll,  s.  m.  =  dirittura:  la  linea  dritta 
sulla  quale  si  allineano  le  case  fron- 
teggianti  una  via. 

retirà,  v.  att.  =  ritirare.  Vedi  ritira. 

retiràda,  s.  f.  =  ritirata.  Vedi  ritiràda. 

retiràss,  v.  rifl.  =  ritirarsi.  Vedi  ritiràss. 

retòr,  s.  m.  =  rettore:  titolo  di  chi  reggo 
e  governa  una  università,   un  istituto. 

retorica,  *  s.  f.  =  rettorica  e  retorica  : 
l'arte  del  dire. 

1)  Ornamenti  vani  del  discorso:  sfog- 
gio di  belle  frasi,  ma  vuote;  in  quèla 
pì-èdica  gli' era  vùnga  on  j^ensér;  l'era 
tuta  retòrica  =  in  quella  predica  non 
c'era  un  pensiero:  era  tutta   rettorica. 

retoricli,  *  agg.  =  rettorico  e  retoxico: 
attenente  a  retorica,  e  specialm.  di  uno 
scritto,  di  un  discorso  vuoto. 

rètro  0  retrobotèj^a,  *  s.  m.  =  retrobot- 
tega: la  stanza  dieti'o  la  bottega. 

1)  1-étro  =  somma  retro;  il  già  som- 
mato. 

retrocàrica,  (à)  =  a  retrocarica:  di  fu- 
cili, cannoni  e  sim.,  che  si  caricano 
dalla  parte  della  culatta. 

retrògrado,  *  agg.  =  retrogrado?  chi  in 
politica  non  ama  il  progrosso  e  vor- 
rebbe tornare  al  passato. 

retroguàrdia,  *  s.  f.  =  retroguardia  : 
corpo  di  soldati  che  marcia  dietro  un 
esercito. 

réiima,  s.  m.  =  reuma:  malattia  mu- 
scolare ;  l'bà  ciàpaa  on  rèiima  in  del 
còli  che  le  fa  spasima  =  s'è  preso  un 
reuma  nel  collo  che  lo  fa  spasimare. 

reumàtica,  *  s.  f.  =  reumatica:  sottiut. 
febbre,  malattia  e  sim.:  quando  si  ha 
un  reuma. 

reiiniàtich,*  agg,  =  reumatico  :  di  reuma; 
el  g'hà  di  dolor  reiimàtich  che  'l  fan 
tribiilà  come  =  ha  dei  dolori  reumatici 
che  lo  fanno  tribolare  assai. 


-  r;7i  - 


rìb 


reiisì,  t\  att.  =  riuscire.  Vedi  riiisì. 

revàiigà,  v.  att.  =  rinvangare.  Vedi  ri- 
vàugrà. 

revegnì,  v.  att.  =  rinvenire.  Vedi  riii- 
vegiiì. 

reverendo,  s.  m.  =  reverendo  :  titolo 
d'onoro  dei  i)reti  ;  che  'l  se  còmoda, 
reverèndo  =  s'accomodi,  reverendo. 

reverìsì,  s.  m.  =  riverisco.  Vedi  rive- 
risco.* 

1)  Per  celia  :  reverìsi,  quànd  el  mdi 
ine  stremisi.  E'  modo  di  saluto  bur- 
lesco e  famigliare. 

revisiòn,  s.  f.  =  revisiono  :  esame  ac- 
curato che  si  fa  per  correggere. 

revìsór,  s.  m.  =  revisore,  censore:  chi 
fa  la  revisione. 

revìsta,  s.  f.  =  rassegna.  Vedi  rivista.* 

revoca,  v.  att.  =  revocare,  annullare  ; 
èont  riilsii  à  fa  r&ooeti  'l  dccrètt  = 
sono  riuscito  a  fare  revocavo  il  decreto. 

revoltà,  r.  att.  =  rivoltare.  Vedi  rivolta. 

revoltàss,  v.  rifl.  =  rivoltarsi.  Vedi  ri- 

VOltflSS. 

revoltiàj  t\  att.  =  voltolare,  avvoltolare  : 
frequentativo  di  voltare  ;  voltare  e  ri- 
voltare. 

revolver,  s.  m.  =  revolver,  rivoltella  : 
pistola  con  tamburo  per  le  cariche  gi- 
revole.  Dall'inglese  revolver. 

ri...  =  ri...  :  particella  che  promossa  ai 
verbi  indica  la  ripetizione  dell'azione 
e  usa  molto  nelle  frasi  ;  dì  e  ridi  = 
dire  e  ridire  ;  ^xt^a  e  ripàs-à  =  passare 
e  ripassare  ;  fènéa  e  ripensa  =  pensa 
e  ripensa  ;  bàtt  e  ribàtt  =  battere  e 
ribattere  ;  fa  e  rifa  =  faro  e  rifare,  e 
sim. 

riaa,  s.  m.  =  stillicidio  :  il  cadere  l'ac- 
qua a  stillo  da  un  tetto  mal  coperto, 
0  altro  liquido  da  checchessia  altro. 

1)  Spigolo  :  la  sommità  dello  due 
spalle  nel  bue. 

riàna,  s.  f.  =  stroscia  :  il  rigo  dell'acqua. 
Vedi  ariana. 

riàlsà,  V.  att.  =  rialzare  di  nuovo  e  di 
più  ;  hin,  pàròll  che  riàlsen  el  moràl 
don  òmm  =  son  parole  che  rialzano 
il  morale  d'un  uomo. 

riàsiimm,  *  v.  att.  =  riassumorc  :  racco- 
gliere l'esposizione  di  ideo,  di  fatti. 
])er  venire  ad  una  conclusione. 

l'iàsùnt,  *  s.  m.  =  riassunto  :  lo  scritto  o 
il  discorso  col  quale  si  riassumono  fatti, 
0  idee  esposte  ;  el  ni"  ha  faa  oii  beli 
riàsunt  del  romàna   nceuv   del    Fogà- 


sàro  =  mi  ha   fatto   un    bel    riassunto 
del  novo  romanzo  del  Fogazzaro. 

riàvè,*  V.  att.  =  riavere  :  avere  di  nuovo, 
ricuperare  ;  sont  rie<-i  à  riàvègh  là 
mìa  ombrèla  =  sono  riuscito  a  riavere 
il  mio  ombrello. 

1)  Rifl,  tornare  in  se,  ripigliare  animo, 
conforto  e  sim.  :  el  comincia  àpèna 
àdèss  à  riàvèss  déla  màlàtìa  =  comin- 
cia appena  ora  a  riaversi  della  malattia. 

ribàdi,  *  V.  att.  =  ribadire  :  imprimere 
bene  nella  memoria  ;  cérchi  sèmper  de 
ribadì  i  régol  in  là  mhit  de  tiicc  i 
me  ècolàr  =  cerco  sempre  di  ribadire 
le  regole  nella  monte  de'  miei  scolari. 

ribàita,*  s.  f.  =  ribalta  :  sportello  oriz- 
zontale che  chiude  o  apre  la  bodola  o 
cateratta. 

1)  Quell'asse  che  s'alza  o  abbassa 
dinanzi  ai  lumi,  sul  davanti  del  pal- 
coscenico, e  quella  estrema  parte  del 
palcoscenico  dove  sono  i  lumi. 

ribalta,*  v.  att.  =  ribaltare,  dar  la  balta, 
rovesciare  :  di  carrozze,  veicoli,  e  sim. 
1)  Delle  pers.  che  sono  nel  legno  che 
ribalta  o  è  ribaltato  ;  épèri  die  incoeu 
ribàltàrèmm  minga  =  spero  che  oggi 
non  ribalteremo. 

ribàltada,*  s.  f.  =  ribaltatura  :  il  ribal- 
tare. 

ribàsà,  v.  att.  =  ribassare  :  calare  i  prezzi, 
far  pagar  meno  la  roba. 

ribàss,  s.  ìli.  =  ribasso  :  il  tanto  di  meno 
che  si  paga  in  confronto  al  prezzo  di 
prima. 

1)  vè§s  in  ribàss  =  essere  in  ribasso, 
essere  in  meno  credito. 

ribatidura,  s.  f.  =  ribattitura  :  la  cu- 
citura fatta  nel  ribattere. 

1)  Rovescino  :  nelle  calze  le  maglie 
fatte  a  rovescio  che  formano  la  costura. 

2)  Ribattuto,  costura  :  parte  di  un 
abito  ripiegato  un  poco  sull'orlo,  e  ri- 
cucita. 

ribàtt,  V.  att.  =  ribattere  :  fare  la  co- 
stura ;  prima  se  fàH  punt  e  poeu  H  ée 
ribàtt  =  prima  si  fa  il  punto,  poi  si 
ribatte. 

1)  ribàtt  ori  ciod  =  ribattere  un 
chiodo,  ribadirlo  :  ritorcerne  la  punta 
ribattendola  verso  il  capo,  perchè  non 
possa  allentarsi  e  stringa  di  piii. 

2)  Fig.  contradire,  opporre  ;  /'  è  re- 
staa  li  sénsa  podi  ribàtt  nànca  ona 
parola  =  è  restato  lì  senza  poter  ri- 
battere nemmeno  una  parola. 


rib 


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3)  Del  giuoco  della  palla  :  rimandare 
la  palla,  a  colui  che  l'ha  mandata. 

4)  T.  dei  sarti  :  far  doppio  cucito 
all'orlo  di  un  panno. 

l'ìbelioU)  *  s.  f.  =  ribellione  :  resistere 
coUa  violenza,  spocialm.  agli  agenti 
della  leggo. 

1)  Putiferio,  baccano  :  il  fracasso,  la 
confusione  di  molta  gente  che  grida  e 
si  muove  senza  freno. 

ribes,  s.  m.  =  ribes  :  uva  dei  frati,  ge- 
nero di  pianta  che  produce  un  frutto 
simile  a  chicchi  d'uva.  Diciamo  anche 
ii^héta, 

ribrèss,  s.  m.  =  ribrezzo  :  certa  repul- 
sione dell'animo  a  qualche  cosa  o  per- 
sona, accompagnata  da  un  tremito  e 
quasi  orrore,  di  tutto  il  corpo. 

ribiità,  V.  att.  =  ributtare,  ripugnare  : 
far  nausea,  dar  fastidio  ;  gh'è  certa 
gent  che^  à  vedèj  à  tdola,  ribùten  = 
c'è  certa  gente  che,  a  vederla  a  tavola, 
ributta. 

ricàduda,  s.  f.  =  ricaduta,  recidiva  :  di 
malattia,  il  ricadérvi  ;  in  del  tifo  guài 
•s'è  se  fa  Òlla  ricàd&da  =  nel  tifo  guai 
se  si  fa  una  ricaduta. 

ricalca,*  ».  att.  =  ricalcare,  calcare  :  pas- 
sare con  una  punta  sui  contorni  di  un 
disegno,  aggravando  molto  la  mano, 
perchè  ne  resti  l'impronta  in  una  carta 
che  si  metta  al  di  sotto,  oppiu'o  met- 
tere su  un  disegno  una  carta  traspa- 
rente, per  copiarlo  andandoci  sopra  ; 
l'kà  ricàleaa  là  carta  geogràfica  =  ha 
ricalcato  la  carta  geografica. 

ricama,  v.  att,  =  ricamare  :  fare  sul 
panno,  sul  lino,  sul  drappo  dei  disogni 
coir  ago  ;  là  m'ha  rieàmaa  dna  càniisa, 
che  Ve  dna  belèsa  =  m'  ha  ricamato 
una  camicia  che  è  una  bellezza  ;  là 
ricama  iànt  ben  che  par  che  là  pitùra 
=  ricama  tanto  bene  che  pare  dipinga. 

ricàinàdòra,  s.  f.  =  ricamatrice  e  rica- 
matora  :  donna  che  fa  l' arte  di  rica- 
mare ;  bisogna  Tuàndàgh  i  fààolètt  Èia 
ricàmàdòra  =  bisogaa  mandare  i  faz- 
zoletti alla  ricamatora. 

ricambia,*  v.  att.  =  ricambiare,  contrac- 
cambiare ;  ci  m'iià  iisaa  tanti  genti- 
lèsa  che  eoo  minga  come  ricambia]  = 
mi  ha  usato  tante  cortesie  che  non  so 
come  ricambiarle. 

ricàmm,  s.  m.  =  ricamo  :  1'  arte  del  ri- 
camare e  il  lavoro  ricamato  ;  là  vanir 
minga  impara  'l  ricàmm  =  non  vuolo 


imparare  il  ricamo  ;  l'è  àdree  à  fa  on 
ricàmm  bèli  come  =  sta  facendo  un 
ricamo  assai  bello. 

1)  el  par,  Ve  on  ricàmm  =  paro,  è 
un    ricamo  ;    d' arte    finissima  :    d'  un 
opera  che  abbia  minuti  ed  eleganti  la- 
vori ;  el  nòster    Dòmm    el  par  pròpi 
on  ricàmm   =    il    nostro    Duomo    par 
davvero  un  ricamo. 
ricàpit,*  s.  m,   =    ricapito  :  luogo  dove 
una  persona  ricapita,  e  indirizzo,  spo- 
cialm. di  una  lettera. 
ricapita,*  v.  att.  =   ricapitare  e  recapi- 
tare :  far  pervenire,  portare    una   cosa 
a  chi  la  debba  avere  ;  che  le  làsa  chi 
là  létera  che  ghe  pensi  mi  à    ricapi- 
tala =  la  lasci  qui  la   lettera,    che   ci 
penso  io  a  ricapitarla. 
ricàtt,*  s.  m.  =  ricatto  :  l'obbligare   uno 
a  dar  danaro,  minacciandolo  di  scandali 
se  non  lo  fa. 
ricàv,  s.  m.   =   ricavo  :    il   ricavato,    lo 

cose  ricavate,  l'utile. 
ricava,  v.  att.  =  ricavare  :  trarre  utile, 
guadagno  ;  V  ha  compraa  on  negasi  che 
'l  ne  ricavava  ben  pòcch  =  è  un  ne- 
gozio dal  quale  ricaverà  ben  poco. 
riccli,  agg.  femm.  rìca,  =  abbondante, 
copioso  ;  Ve  on  acqua  rica  de  fèr  =  è 
un'acqua  ricca  di  ferro. 

1)  Di    vestito  :    ampio,    largo,    com- 
modo, agiato. 
ricèrcaa,*  agg.  =  ricercato,  richiesto,  de- 
siderato. 

1)  Studiato,  manierato  ;  Ve  on  òmm 
ricèrcaa  in  tuli  i  so  moimènt  =  è  un 
uomo  ricercato  in  tutti  i  suoi  movi- 
menti. 
ricérca,*  s.  f.  =  ricerca  :  il  ricercare,  ri- 
chiedere, desiderare  ;  édta  ài  fèst  gh'è 
óna  gran  ricérca  de  légor  =  vicino  allo 
foste  (di  Natale)  c'è  gran  ricerca  di 
lepri  ;  gJVè  dna  gran  ricérca  de  bravi 
dàìin  (le  servisi  =  c'è  gran  ricerca  di 
bravo  donne  di  servizio. 
ricéta,*  s.  f.  =  ricetta  :  prescrizione  in 
iscritto  fatta  dal  medico  per  lo  spe- 
zialo che  ha  da  prepare  un  medica- 
mento. 

1)  Indicazione  per  fare  un  dato  com- 
posto ;  me  soni  faa  dà   là   ricèta  per 
ci  rosoli  de  china  =  mi  son   fatto  dai' 
la  ricetta  per  il  rosolio  di  china. 
ricetàri,  *  s.   m.  =  ricettario  :    libro    di 

ricette. 
ricetòr,  s.  m.  =  ricevitore:  quegli   nei 


ne 


673 


ne 


botteghini  del  lotto  presso  cui  si  fanno 
lo  giocate. 
ricév,  V.  att.  =   ricevere  :    avere  ;    ricév 
dna  lUcra,  ricév  el  Signor  =  ricevere 
una  lettera,  ricevere  i  Sacramenti. 

1)  Ricevere,  tenere  ricevimento  :  ac- 
cogliere, fare  accoglienza  ;  perchè  te 
ricévei  insci  fr^da  i  àmis  ?  =  perchè 
accogli  così  fredda  gli  amici? 

2)  Controllare,  riscontrare,  riguar- 
dare: di  roba  portata  da  altri,  vedere 
se  e'  è  tutto  quanto  deve  esserci  ;  ricév 
i  pàgn  déla  làvàndéra  =  riscontrare, 
riguardare  il  bucato. 

ri»eevimént,  s.  in.  =  ricevimento,  acco- 
glienza. 

1)  Conversazione  :  invito  a  convegni, 
ritrovi  famigliari,  privati,  solenni  ;  in 
st'ànn  el  Prefètt  l'ha  fcoa  nis&n  riee- 
vimènt  =  quest'anno  il  Prefetto  non  ha 
fatto  alcun  ricevimento. 

rìcevitòr,  s.  m.  =  ricevitore.  Vedi  ricètòr. 

ricevuda,  s.  f.  =■  ricevuta,  appuntino. 
Lo  stesso  che  qiiitànsa.  Vedi. 

1)  àcusti  là  ricevuda  =  accusare  la 
ricevuta  :  dire  d'aver  ricevuto  una  cosa. 

2)  mètt  éill  lìber  di  ricevùd  =  con- 
siderare un  credito  come  non  riscuo- 
tibile  :  fare  andati  i  danari, 

riclièsa,  s.  f.  =  ricchezza  :  abbondanza 
di  beni  di  fortuna. 

1)  richèsa  mobil  =  ricchezza  mobile: 
quella  che  non  proviene  da  beni  sta- 
bili, ed  anche  la  tassa  che  si  paga  per 
tale  ricchezza. 

2)  Lusso  :  gh'éra  ài  core  on  eqili- 
pàgg  d'óna  richèsa  étràordinttria  = 
ij'era  al  coi"so  un  equipaggio  d'una  ric- 
chezza straordinaria. 

rieiàmà,  ».  att.  =  richiamare  :  chiamare 
una  seconda  volta  ;  han  riciàmaa  là 
dàés  del  éetàntàtrii  =  hanno  richia- 
mato la  classe  del  sottantatre. 

1)  Di  alcun  segno  della  scrittura  che 
rimandi  il  lettore  ad  altro  luogo  ;  te 
gho  niètet  on  éègn  che  ricittma  à 
pag.  102  e  bààta  =  ci  metti  un  seguo 
che  richiami  a  pag.  102  e  basta. 

2)  Ricordare  :  di  cosa  che  richiama 
la  memoria  di  un'altra  ;  là  ricitLma  là 
nòna  =  ricorda  la  nonna. 

riciàinin,  s.  m.  =    richiamo,    rimbello  : 
"•  gli  uccelli  che  si   tengono   in    gabbia, 

perché  cantando  attirino  gli  altri. 
1)  Di  libri,  0  scritture  :   quel   segno 

che  rimanda  il  lettore  altrove. 


rìcin,  s.  m.  =  ricino  :  gen.  di  piante 
erbacee,  i  cui  semi  danno  il  noto  olio 
purgativo.  ■  ?' 

riciòss,  (savé  de)  =  saper  d'  anguilla  : 
cattivo  odore  dei  piatti  lavati  e  non 
bene  risciacquati.     '•'~=^-    . 

1)  Saper  di  rinchiùsp.-.:  cattivo  odore 
delle  stanze  rimaste  molto  tempo  chiuse 
e  disabitate. 

ricoeràj  v.  att.  =  ricoverare  :  dare  al- 
trui ricovero,  ricevere  altrui  in  casa  ; 
ni'kà  ricoeraa  on  pàstòr  in  là  §òa 
Casina  =  mi  ricoverò  un  pastore  nella 
sua  cascina. 

rìcog'nìsióii,  s.  f.  =  ricognizione  :  veri- 
ficazione di  un  fatto  ;  perlustrare. 

ricognoss,  v.  att.  =  riconoscere.  Vedi 
riconoss. 

ricompènsa,  *  s.  f.  =  ricompensa  :  il 
contraccambio,  il  in-eraio  di  servigi,  di 
opere  meritorie  ;  dòpo  tanto  làorà  te 
g'hee  àvUii  dna  bela  ricompènsa  !  = 
dapo  tanto  lavoro  hai  avuto  una  bella 
ricompensa  ! 

ricompensa,*  v.  att.  =  ricompensare  : 
dare  la  ricompensa;  meno  mài  che  'l 
mìi  floeu  el  me  ricompensa  di  mcri- 
fìsi  che  fènim  per  Hi  =  meno  male  che 
mio  figlio  mi  ricompensa  dei  sacrifici 
che  facciamo  per  lui. 

riconciliàsìòn,*  s.  f.  =  riconciliazione  : 
il  riconciliarsir  il  far  pace. 

riconciliàss,*  v.  rifl.  =  riconciliarsi  : 
tornare  in  pace,  in  amicizia  ;  finàlmènt 
el  s'è  riconciliaa  còni  là  nòna  =  fi- 
nalmente s'è  riconciliato  colla   nonna. 

riconferma,*  v.  att.  =  riconformare  : 
confermare  di  nuovo  in  un  ufficio,  in 
una  carica  ;  l'hàn  riconfermaa  regènt 
per  trii  ànn  =  l'hanno  riconfermato 
reggente  per  tre  anni. 

riconoscènsa,*  s.  f.  =  riconoscenza  :  il 
sentimento  per  cui  si  riconosce  il  be- 
neficio ricevuto  e  se  ne  mostra  grati- 
tudine ;  mi  per  Paolo  Bosetti  g'àmroo 
àémper  ona  gran  riconoscènsa  =  io 
per  Paolo  Boselli  avrò  sempre  una 
grande  riconoscenza. 

rìconoscént,*  s.  m.  =  riconoscente  :  chi 
dimostra  animo  grato  pei  benefizi  ri- 
cevuti. 

riconoscibil,*  agg.  =  riconoscibile  :  ohe. 
può    essere    riconosciuto  ;     quànd    Ve 
tornaa  indree  de  l'Africa  Vera  pii  ri- 
conoscibil =  quando    tornò   dall'Africa 
non  era  piii  riconoscibile. 


674  - 


rid 


riconosciinènt,*  s.  m,  =  riconoscimento  : 
il  riconoscere  ;  el  g'hà  mise  on  sègn 
de  riconosciment  =  gli  ha  messo  un 
segno  di  riconoscimento. 

riconoss,  *  -v.  att.  =  riconoscere  ;  rav- 
visare, raffigurare  cosa  o  persona  già 
conosciuta. 

1)  Conoscere,  discernere,  ed  anclie  : 
ammettere,  dichiarare,  confessando  ; 
l'Iiù  dovùil  riconoss  Q,nea  '/  doiór  che 
l'era  dna  tose  nervosa  =  ha  dovuto  ri- 
conoscere anche  il  medico  che  era  una 
tosse  nervosa  ;  l'ha  rieonosiiu  anca  lù 
de  fègh  tòri  =  riconobbe  anch'  esso 
d'aver  torto. 

2)  riconoss  per  fioeu  =  riconoscere 
per  figlio  :  dichiarare  di  essergli  padi-e. 

ricopia,  *  'V.  att.  =  ricopiare,  copiare. 
Usa  però  assai  più  largamente  copia. 

rìcór,  «'.  att.  =  ricorrere  :  andare  da  qual- 
cuno per  chiedere  aiuto,  difesa,  grazia 
0  benefizio  qualunque  ;  quànd  g'àvàroo 
bisogn  ricoràroo  à  Hi  =  quando  avrò 
bisogno  ricorrerò  a  lei. 

1)  Eiferito  a  cose  :  adoperarle,  va- 
lersene ;  quànd  se  g'  ha  minga  de 
hroeud,  se  ricor  ài  Lièbig  =  quando 
non  si  ha  brodo,  si  ricorre  al   Liebig. 

2)  rieór  ài  tribunal,  ài  èindech,  ài 
ministeri,  e  sim.  =  ricorrere  al  tribu- 
nale, al  sindaco,  al  ministero,  e  sim. 
invocarli  per  farsi  rendere  giustizia. 

3)  rieòr  el  tècc  =  rintegolare  :  esa- 
minare le  tegole  del  tetto  per  rimettere 
a  posto  le  spostate  e  sostituire  le  rotte. 

ricorda,  *  v.  att.  =  ricordare  :  recare  a 
memoria  altrui.  Si  dice  però  più  spesso 
tira  in  in  e  ut. 

1)  Di  cosa  che  richiama  la  memoria 
di  un'altra:  là  glia  quàicòàs  chs  ri- 
corda eoa  màder  =  ha  qualche  cosa 
che  ricorda  sua  madre. 

2)  Far  menzione  :  mi  te  ricordi  èem- 
])er  in  fàmilia  =  io  ti  ricordo  sempre 
in  famiglia. 

ricordàss,*  v.  rifl.  =  ricordai"SÌ:  avere, 
recarsi  in  memoria;  me  ricordi  mài 
coinè  'l  se  ciàma  el  dolor  déla  sia  = 
non  mi  ricordo  mai  come  si  chiama  il 
medico  della  zia.  Vive  ancora  vigoroso 
regordàss. 

1)  ricor dàsà  nò  dal  ntis  Ma  boca  = 
non  ricordarsi  dal  naso  alla  bocca  : 
non  ricordarsi  di  qui  a  lì  :  di  nulla, 
di  ciò  che  è  accaduto  poco  prima. 

2)  Per    raccomandare ,    richiamare, 


raccomandarsi  :    ricdrdet    de   mi  =  ri- 
cordati di  me. 

ricordo,  *  s.  m.  =  ricordo,  memoria  : 
cosa  che  tien  viva  la  memoria  di  un'al- 
tra cosa  0  di  una  persona  ;  l'è  on  ri- 
cordo del  moni  Oenerós  =  è  un  ricordo 
del  monte  Generoso;  Ve  on  ricordo 
déla  mia  poera  marna  =  è  un  ri- 
cordo della  mia  povera  mamma.  Vedi 
luemoria,  9). 

ricorènsa,  *  s.  f.  =  ricorrenza:  di  festa 
0  solennità  che  ricorre  nel  giro  di  un 
anno.  Comincia  appena  a  usare  e  usa 
poco. 

ricòrs,  s.  m.  =  ricorso  :  rappresentanza 
a  qualche  persona  o  autorità  superiore, 
perchè  ci  sia  fatta  giustizia. 

1)  Il  ricorrere  ad  alcuno  per  aver 
grazia,  difesa. 

ricover,  s.  m.  =  ricovero:  luogo  dove 
uno  si  ricovera,  si  mette  al  riparo. 

ricovera,  v.  att.  =  ricoverare.  Vedi  ri- 
coerà. 

ricoveràss,  v.  rifl.  =  ricoverarsi,  rifu- 
giai'si. 

ricreàsiòn,  s.  f.  =  ricreazione  :  riposo, 
sollievo  dalle  occupazioni  con  qualche 
spasso  e  trattenimento  piacevole. 

1)  Nei  collegi,  nelle  scuole:  l'ora  del 
riposo,  di  giorno. 

ricrédes,*  v.  rifl.  =  ricredersi  ;  ripudiai'e 
un'opinione  riconosciuta  erronea  ;  el 
pensava  mal  de  mi,  ma  'l  s'è  doviiii 
ricréd  =  pensava  male  di  me,  ma  s"è 
dovuto  ricredere. 

riciiperà,*  v.  att.  =  ricuperare  :  riacqui- 
stare la  proprietà  di  una  cosa  perduta 
0  toltaci  ;  iìi  V  ària  fina  el  ricuperarti 
là  sàlùd  =  nell'aria  fine  ricupererà  la 
salute . 

riciisà,*  V.  att.  =  ricusare  :  negare  di  ac- 
cettare, rifiutare.  Usa  ancora  più  lar- 
gamente rifudà.  Vedi. 

rid,  V.  att.  =  ridere  :  moti  e  atti  della 
faccia  e  specialm.  della  bocca ,  per 
esprimere  allegria,  e  per  scherzare; 
à  sentili  à  pària  insci  el  s'è  metiiii  à 
rid  =  sentendolo  parlare  così,  s'è  messo 
a  ridere, 

1)  crepa,  s'ciopà  del  rid  =  ridere  a 
crepapelle,  sbracatamente  ;  fuor  d'ogni 
misura. 

2)  rid  sòia  ài  bà/rbis  =  ridere  sotto. 
i  baffi.  Vedi  bàrbis,  3). 

3)  rid  ben  chi  rid  per  VMtim  =  rida 
bene  chi  ride    l'ultimo;    chi    prima  si 


rid 


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rid 


•compiace  del  danno   altrui,  presto  poi 
piange, 

4)  fa  vegnì  de  rid  =  eccitare,  muo- 
vere il  riso. 

5)  jji'Msi  àdòss  del  rid  =  scompi- 
sciarsi dalle  risa. 

6)  rid  àdree  =  deridere,  beffare: 
farsi  beffe  d'alcuno. 

7)  tegnt  in  éàld  el  vénter  del  rid  = 
regger  le  coste  dal  ridere  ;  l'idere  molto. 

8)  tra,  ciàptb  tiitt  còse  in  rid  =  es- 
sere uno  scorbellato  ;  di  chi  tutto  can- 
zona :  rider  di  tutto,  pigliar  tutto  in 
ba)'zelletta. 

9)  fàss  rid  àdree  =  farsi  beifare: 
far  cose  che  muovono  altri  a  ridere 
di  noi. 

10)  vegli  voeUia  de  rid  =  aver  voglia 
di  ridere  :  mettere  le  cose  in  ischerzo, 
anche  quelle  che  non  si  dovrebbe. 

11)  mi  rìdi  nò!  =  io  non  rido!; 
con  un  certo  risentimento  e  minac- 
ciando. 

12)  chi  rid  in  venerdì  piàng  in  do- 
ménica =  chi  ride  il  venerdì  e  non  ha 
cherica,  spesse  volte  piange  la  dome- 
nica. 

13)  rid  s&la  fticia  =  ridere  ad  uno 
nel  muso.  y 

V      14)  fa  s'cioptL  del  rid  =  far  sbellicar 
.    dalle  risa. 

15)  fa  rid  i  éàss,  i  jìolitt,  o  i  polìn  = 
.     far  ridere  le  panche,  le   pietre,  le  tel- 
line :  di  cose  o  persone  ridicole  al  mag- 
gior segno. 

16)  per  rid  =  per  celia,  da  burla, 
por  ischerzo. 

17)  Bagnare  d'abiti;  scarpe  od  altro 
che  cominciano  a  rompersi  :  *  scàrp 
riden  =  le  scarpe  ridono  ;  *  mànich 
eomìncen  à  rid  =  le  maniche  comin- 
ciano a  logorarsi. 

rid,  s.  m.  riso  :  il  ridere  e  il  modo  di 
ridere;  el  g'hà  on  rid  sàrcttstieh,  mà- 
lìgn  =  ha  un  riso  sarcastico,  malizioso. 

1)  el  rid  el  fa  bon  sàngu  =  il  riso 
fa  buon  sangue  :  ogni  risata  leva  un 
chiodo  alla  bara:    stare    allegri  giova. 

2)  l'è  on  cèrto  rid  che  rèsta  in  gola 
-  è  un  riso  che  non  si  cuoce,  che  non 
va  giù,  che  non  passa  la  gola:  non 
sincero,  forzato,  fìnto. 

3)  é'ciopòn  de  rid  =  scroscio,  scop- 
pio di  risa:  il  ridere  molto  e  d'un 
tratto. 


ridàda  e  riduda,  s.  f.  =  risata:  il  ri- 
dere forte  e  segnatam,  per  beffa. 

ridéut,  agg.  =  ridente  :  che  ride  ;  l'è 
vegnilii  à  casa  tiitt  ridènt  =  è  venuto 
a  casa  tutto  ridente. 

1)  Di  luogo  dilettevole,  ameno  :5a« 
Salvador;  Bee  e  Mendrìs  hin  i  Ht 
piisee  rident  che  mi  tibia  vist  =  San 
Salvatore,  Bee  e  Mendrìsio  sono  i  luo- 
ghi più  ridenti  che  io  abbia  veduto. 

ridesen,*  v.  rifl.  =  ridersene,  ridersela  : 
non  importarne  nulla  di  pers.  o  di 
cosa,  non  temerla. 

ridicol,  agg.  =  ridicolo  :  che  fa  ridere  ; 
l'è  dna  fticia  ridìcola  =  è  una  faccia 
ridicola. 

1)  Strano,  eccessivo  :  là  tòa  l'è  dna 
pretèsa  ridicola  =  la  tua  è  una,  pre- 
tesa, una  pretensione  ridicola. 

2)  mètt  in  ridicol  =  mettere  in  ri- 
dicolo :  schernirò,  ridere  di  uno. 

ridicolàgin,  s.  f.  =  ridicolaggine  :  atto 
0  detto  da  far  ridere,  da  persona  ri- 
dicola. 

rìdoi,  s.  m.  pi.  =  ridoli  :  i  lati  a  rastrel- 
liera di  un  carro. 

ridott,  s.  m.  =  ridotto  :  luogo  di  passa- 
tempo, di  giuoco. 

1)  Nei  teatri  una  sala  dove  si  va  a 
passeggiare  negli  intervalli  fra  gli  atti  : 
el  ridoto  déla  Scàia,  del  Ltrieh  =  il 
ridotto  della  Scala,  del  Lirico. 

2)  Agg.  e  part.  pass,  dì  ridù  =  ri- 
durre ;  r  è  ridott  à  mài  partii  =  è  ri- 
dotto a  cattivo  partito  ;  /'  ha  ridott 
quela  càséta  che  Ve  dna  belèsa  =  ha 
ridotto  quella  casetta  che  è  una  bel- 
lezza. 

ridu,  V.  att.  =  ridurre  :  far  divenire, 
mutando,  cambiando  condizione,  forma 
e  sim.  ;  hoo  fa  ridù  là  giàchèta  in 
d'on  gilè  =  ho  fatto  ridurre  la  giacca 
in  un  panciotto;  hoo  voriiil  ridù  là 
cort  à  màgàsìn  =  ho  voluto  ridurre  la 
corte  a  magazzino. 

1)  Far  mutare  indole,  costumi  ;  in 
del  colèg  Bàràgiola  de  Riva  San  Vi- 
tal  ho  vist  à  ridù  bon  di  fèceu  che 
cren  tempèst  =  nel  collegio  Baragiola 
a  Riva  San  Vitale,  ho  visto  ridurre 
buoni,  ragazzi  che  erano  tempeste. 

2)  T,  music,  :  adattare  un  componi- 
mento musicale,  a  uno  o  ad  un  altro 
istrumento, 

3)  ridu  dn' ernia  =  ridurre  un'ernia; 
rimetterla  al  posto. 


rid 


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rif 


ridQses,  *  v.  rifl.  =  ridui'si  :  mutare  stato, 
condizione ,  comunem.  in  peggio  ;  à 
fù,ria  de  épàntegà  dàiiee^  el  s'è  ridott 
éènéa  ntLnea  on  quàtrin  =  a  forza  di 
sperperar  danaro,  si  è  ridotto  senza 
neanche  un  quattrino  ;  se  te  stùdiet 
■minga,  te  se  ridUset  à  fàH  sciàvàtin 
=  se  non  studi,  ti  riduci  a  fare  il  cia- 
battino. 

riepilog'à,  *  v.  att.  =  riepilogare  :  fare 
epilogo  di  ciò  che  si  è  detto  o  scritto. 

riesi,  *  V.  att.  =  riescire,  riuscire. 

1)  Di  discorsi,  ragionamenti,  parole; 
andare  a  parare  :  finire  ad  una  con- 
clusione. 

2)  Avere  buon  effetto,  conseguire  il 
fine  :  hoo  tentaa  de  fa  el  rosoli  de 
naràné  ;  ma  'l  ni' è  minga  rieàii  =  ho 
tentato  di  fare  il  rosolio  d'arancia,  ma 
non  mi  è  riescito. 

3)  Essere  abile  in  checchessia  :  el 
me  fèceu  el  rièsè  polid  à  scola  =  mio 
figlio  riesce  bene  a  scuola. 

4)  là  me  rièss  nceuva  =  mi  giungo 
nuova  :  di  cosa  inaspettata.  Vedi 
noeuT,  5). 

riesida,  s.  f.  =  riuscita  :  il  riuscire,  suc- 
cesso, evento  ;  là  rieéìda  d' dna  bàtà- 
lia  là  dipènd  qtitLsi  sémper  dal  gene- 
ral =  la  riescita  d'una  battaglia  dipende 
quasi  sempre  dal  generale. 

rifa,  s.  f.  =  lotto,  riffa;  giuoco  che  è  una 
specie  di  lotto,  il  quale  si  fa  tra  i  pri- 
vati e  il  cui  premio  non  è  danaro,  ma 
un  oggetto  di  qualche  valore. 

rifa;  *  v.  att.  =  rifare  ;  fare  di  nuovo, 
1)  fa  e  riffa  l'è  tiitt  làorù,    =  fare  e 
rifare  è  tutto  lavorare  :  di   chi  con  fa- 
cilità, disfa  il  fatto  per  rifarlo. 

rifaa,  *  part.  pass.  =  rifatto  ;  fatto  per  la 
seconda  volta. 

1)  vildn  rifaa  =  villan  rifatto  ;  chi 
di  condizione  bassa  è  salito  in  alto  e 
scioccamente  ne  insuperbisce. 

rifàss,*  ».  rifl.  =  rifarsi;  ritornare  in  buona 
condizione  economica,  ed  anche:  rivin- 
cere al  gioco  quel  che  si  è  perduto 
prima. 

riferì,  v.  att.  =  riferire:  riportare,  signi- 
ficare aitimi  ciò  che  si  è  visto,  saputo, 
udito  :  Vhoo  màndaa  à  informàéé  e 
'l  m'ha  riferii  de  qiiìj  ròbb  che  in  in- 
credìbil  =  F  ho  mandato  ad  informarsi 
e  mi  ha  riferito  cose  incredibili. 

riferìss,  v.  rifl.  =  riferirsi  :  aver  rela- 
zione, attinenza  :  l'è  minga  on  diàcors 


che  ée  riferisa  à  vitilter    =   non  è  di- 
scorso che  si  riferisca  a  voi. 

rifermà,  v.  att.  =  confermare  :  special, 
far  tenere  per  noi  qualche  cosa,  o  con- 
fermare un  ordine  dato.  Va  sempre 
più  fuori  d'uso. 

riff  o  de  ralf,  (o  de)  =  o  di  ruffi  o  di 
raffi:  a  tutti  i  conti,  o  per  dritto  o  per     ■ 
traverso. 

rìflesìòn,  s.  f.  =  riflessione  :  1'  attenta 
considerazione  sopra  qualche  cosa  e 
l'abito  di  considerare  attentamente  le 
cose. 

riflesìv,  agg.  =  riflessivo  :  d'uomo  che 
usa  molto  riflettere  alle  cose. 

riflèss,  s.  m.  =  riflesso:  il  riflettersi  deUa     ; 
luce. 

riflètór,  *  s.  m.  =  riflettore  :  che  rifletto     . 
i  raggi  della  luce. 

riflètt,  v.  att.  =  riflettere  :  ritornare  in- 
dietro de'  raggi  di  luce  ribattuti  da  un 
corpo. 

1)  Inti'ans.  Considerare  attentamente 
una  cosa  ;  bisógna  minga  pària  sema 
riflètt  =  non  bisogna  parlare  senza  ri-  \ 
flettere. 

Dai  due  significati  della  parola  ne 
venne  un  gioco  di  parole  che  se  non 
è  sempre  giusto,  è  però  grazioso  ;  el 
àpècG  el  riflètt  éènéa  pària,  là  dona  là 
pària  sénéa  riflètt  =  la  spera  riflette 
senza  parlare,  la  donna  pai-la  senza  ri- 
flettere. 

rifliiss,  s.  m.  =  riflusso  :  il  rifluire  ;  il 
ritirarsi  delle  acque  del  mare  in  certo 
ore  determinate. 

rifond,  v.  att.  =  rifondere,  rimborsai-e  ; 
rifònd  i  épés,  i  dànn  =  rifondere  le 
spese,  i  danni:  rifarle,  rimborsarle. 

rifórma,  s.  f.  =  riforma  :  il  riformare 
e  l'effetto  del  riformare  ;  l'  è  on  colég 
che  g'hà  bisogn  d'ona  rifórma  radi- 
cai =  è  un  collegio  che  ha  bisogno  di 
una  riforma  radicale  ;  quèla  de  fa  i 
esàtnm  in  princìpi  de  lilj  l'è  étttda 
ona  bona  rifórma  =  quella  di  fare  gli  i 
esami  in  principio  di  luglio  è  stata  una 
buona  riforma. 

riforma,  r.  att.  =  riformare:  correggere, 
migliorare,  togliendo  via  i  difetti,  gli 
abusi,  gli  errori,  e  dando  nuovi  ordini 
e  migliori. 

1)  T.  milit.  Licenziare  uno  dal  ser- 
vizio militare,  perchè  divenuto  inabile. 

2)  De'  cavalli,  muli,  vendere,  dare 
via  i  non  più  buoni  al  servizio. 


rif  —  677  — 

riforniss,  *  «'.  rifl.  =  rifornirsi,  fornirsi, 
procacciarsi  quanto  occorre,  o  quanto 
si  vuole. 

rifrèscà,*  v.  att.  =  rinfrescare  ;  fare  fre- 
sco, fare  che  si  abbassi  la  temperatura 
di  una  cosa  ;  là  pì-im'  ùequa  d'àgóst 
là  rifrHea  el  boéch  =  la  prima  acqua 
d'agosto  rinfresca  il  bosco,  l'aria. 

1)  Anche  della  temperatura  interna 
del  corpo  ;  el  tàmàrind  ci  rifrèéca  = 
il  tamarindo  liofresci. 

2)  Di  cavalli  ed  altri  animali,  risto- 
rarli, dar  loro  da  mangiare  e  da  bore: 
el  se  fermaa  à  rifrèseù,  i  cavai  =  si 
fermò  a  rinfrescare  i  cavalli. 

3)  Rinnovare,  rendere  novo  e  come 
fresco  ;  /'  ha  rifreècaa  i  mobil  déla 
starna  de  lòti  =  ha  rinfrescato  i  mobili 
della  camera  da  letto  ;  l'ha  faa  rifre- 
sctl  el  quAder  in  éàla  =  ha  fatto  rin- 
frescare il  quadro  in  sala. 

l'ìfrèscàda,  s.  f.  =  rinfrescata:  un  po'  di 
pioggia  che  tempera  il  caldo  dell'estate. 

rìfrèscànt,  agg.  =  rinfrescante:  che  rin- 
fresca ;  d'estaa  se  g'hà  on  gran  bisogn 
de  bev  di  blbit  rifreseànt  =  d'estate  si 
ha  gran  bisogno  di  bere  delle  bibite 
rinfrescanti. 

rìfrìlt,*  (frìtt  e)  =  fritto  p  rifritto  :  di 
cose  dette  e  ridette;    risapute  da  tutti. 

rifud,  s.  m.  =  rifiuto.  Vedi  refud. 

rifìidà^  V.  att.  =  rifiutare.  Vedi  refiìdà. 

rifudàss,  V.  rifl.  =  rifiutarsi.  Vedi  refii- 
dàss. 

rifug'  0  anche  spesso  rifugrio,  *  s.  r... 
rifugio:  luogo  di  scampo  e  di  sicurezza, 
dove  uno  può  rifugiarsi. 

rifUg'iàss,*  v.  rifl.  =  rifugiarsi:  andare  in 
un  luogo  per  corcarvi  rifugio. 

rìfiisiòn,  s.  f.  =  rifusione,  rimborso,  il 
rifondere,  il  rimborsare  spese,  danni 
e  sim. 

riga,  s.  f.  =  riga,  linea:  quella  nel  corpo 
degli  animali  e  quelle  tracciate  su  piani 
con  punte. 

1)  Stecca  di  legno  o  d'  altro  molto 
diritta  colla  quale  si  tirano  le  linee 
sulla  carta.  Se  è  quadi'angolata  dicesi: 
quadrello. 

2)  Verso  di  scrittura  :  in  d' dna  jìtL- 
gina  gh'è  einqtoàntàéès  righ  =  in  una 
pagina  vi  sono  cinquantasoi  righe. 

B)  Rigo,  riga,  lettera,  scrittura  breve: 
te  scrivàroo  dna  riga  àpèna  rivaa  = 
ti  scriverò  una  riga  appena  arrivato. 

4)  sta  in  riga,  tegni,  fa  sta  in  riga 


ri^ 

=  stare  in  riga,  in  fila,  tenere,  far  staro 
in  riga,  in  fUo,  staro  in  ordine,  tenere 
all'ordine,  fare  ubbidire. 

5)  de  prima  riga  =  di  prima  riga, 
di  prini'  ordine  ;  l'è  on  imbroion  de 
prima  riga  =  è  un  imbroglione  di  pri- 
ma sfera. 

6)  riga  bianca  =  riga  di  quadrati  o 
di  quadratini  che  si  frammette  nello 
stampato  o  che  nella  stampa  lascia  spa- 
zio bianco. 

7)  falsa  riga  =  falsariga.  Vedi  fal- 
sa rìgra. 

rìg-à,  V.  att.  =  rigare:  segnare  con  righe 
0  righi,  specialm.  la  carta. 

1)  rigti  dritt  =  rigar  dritto:  agir  bene, 
condursi  rettamente. 

rigàda,  s.  f.  =  rigata  :  colpo  dato  colla 
riga. 

ricadili,  s.  m.  =  rigatino,  bordatino:  tes- 
suto di  lino  0  canapa,  a  righe  bianche 
e  turchine,  per  vestiti  usuali. 

rigàdòr,  «•.  m.  =  rigatore  :  chi  por  me- 
stiere riga  la  caria. 

rigàdurìi,  s.  f.  =  rigatui-a  :  il  rigare  e 
l'essere  rigato. 

rigàverdura,  s.  m.  =  taglia  legumi:  spe- 
cie di  coltello  di  una  forma  particolare 
col  quale  i  cuochi  tagliano  i  legumi  in 
svariate  forme. 

rigetà,  V.  att.  =  rigettare,  vomitare:  get- 
tar fuori  dallo  stomaco. 

rigliètt,  s.  m.  =  mazzuolo:  arnese  del 
maniscalco,  per  segnare  e  scanalare  i 
ferri. 

righiroeù,  s.  m.  =  graffietto:  arnese  dei 
falegnami. 

1)  Segnatoio:  ferro  a  una  o  più  punto 
con  cui  gli  artieri  segnano  punti  e  ri- 
ghe sui  loro  lavori. 

rigor,  s,  m.  =  rigore:  severità  grande. 

1)  à  rigor  =  a  rigore  :  secondo  le 
strette  regole. 

2)  de  rigor  =  di  rigore:  obbligatorio; 
l'àbit  nér  rè  de  rigor  =  l'abito  nero  è 
di  rigore. 

rigoròn,  (à)  =  rotolone,  ruzzoloni  :  ro- 
tolando. 

1)  tira  à  rigoron  =  tirare  un  passa- 
tello. T.  di  bigliardo. 

2)  Pugno  :  colpo  dato  colla  mano 
chiusa. 

rigoronà,  v.  att.  =  mandar  rotoloni. 

rigoròs,  agg.  =  rigoroso  :  che  opera  con 
rigore,  e  di  cose  che  procedono  dal  ri- 
gore. 


rig 


riguarda  s.  m.  =  riguardo. 

1)  Della  salute:  mgh  riguàrd  =  aversi 
riguardo,  riguardarsi. 

2)  usti  di  riguàrd  =  usar  dei  riguardi: 
mostrar  premura. 

3)  rè  dna  persona  de  7-iguàrd  =  è 
una  persona  di  riguardo;  meritevole  di 
ogni  riguardo,  di  ogni  considerazione. 

4)  sènsa  riguàrd  =  senza  riguardo  : 
liberamente. 

5)  coni  riguàrd  =  con  riguardo,  con 
precauzione,  con  prudente  avvedutezza. 

riguarda,  v.  alt.  =  riguardare  :  appar- 
tenere, concernere  a  qualche  cosa  o 
persona;  qiiìèti  hin  minga  ròbb  che 
me  riguarda  =  queste  non  sono  cose 
che  mi  riguardano  ;  *  ròbb  che  riguarda 
l'ufiéi  i  cUnti  minga  in  cà  =  le  cose 
che  riguardano  l'ufficio  non  le  racconto 
in  casa. 

riguàrdaa,  agg.  =  riguardato,  cawto. 
1)  Chi  si  tiene  in  riguardo  con  pre- 
mura della  propria  salute. 

rìguàrdós,  *  agg.  =  riguardoso:  pieno  di 
riguardi,  che  ha  riguardi. 

rigurgita,  *  v.  att.  =  rigurgitare,  tra- 
boccare, specialm.  di  luogo  che  ha  tante 
persone  o  cose  da  non  contenerle  quasi 
più  ;  g'hoo  là  casa  che  là  rigurgita  de 
lìber  =  ho  la  casa  che  rigurgita  di  libri. 

rilàsa,  r.  att.  =  rilasciare,  dare:  fàtt  ri- 
làsà  là  ricevuda  del  fitt  =  fatti  rila- 
sciare la  ricevuta,  il  riscontrino  dell'af- 
fitto. 

rilàsaa,  agg.  =  floscio,  rilassato,  cascante; 
chi  è  snervato,  rammollito. 

rilàsàtèsa,  *  s.  f.  =  rilassatezza:  lo  stato 
e  l'abito  di  chi  è  rilassato  :  i  gioin  de 
là  gioimàda  g'han  dna  rilàsàtèsa  prò- 
pi  antipàtica  =  i  giovani  dell'  oggi  hanno 
una  rilassatezza  davvero  antipatica. 

rilég,*  V.  att.  =  rileggere:  tornare  a  leg- 
gere, anche  piìi  volte. 

1)  Leggere  quando  s'è  finito  di  scri- 
vere; l'ha  consegnaa  l'esperimént  éénéa 
nànca  rilégel  =  consegnò  l'esperimento 
senza  nemmeno  rileggerlo. 

rilèy,  s.  m.  =  rilievo  :  la  parte  d'  una 
cosa  che  sporge  in  avanti,  rilevato. 

1)  bàés  rilev  =  di  me^zo,  basso  ri- 
lievo; bassorilievo  delle  figure  o  d'  al- 
tro che  non  rilevino  interamente  dal 
piano. 

2)  san  Gioàntn  de  rilév  =  Cireneo, 
chi  aiuta  a  portare  il  peso  di  un  uf- 
ficio un  po'  grave. 


—  678  —  riiii 

rileva,  v.  att.  =  rilevare  :  notare,  met- 
tere in  evidenza  ;  di  pregi  o  difetti  in 
uno  scritto;  in  un'opera  d'arte;  fhee 
rilevaa  là  màncànéa  de  liis  in  sto 
quàder  ?  =  hai  rilevato  la  mancanza  di 
luce  in  questo  quadro? 

1)  Mostrar  di  sentire  le  offese  e  cruc- 
ciarsene, tenerne  conto;  7iii  ne  rilevi 
ntLnca  vùna  di  so  pàròll  =  io  non  ne 
rilevo  nessuna  delle  sue  parole. 

2)  rileva  run  =  sottentrare  o  porre 
un  altro  nel  suo  ufficio,  nel  suo  posto. 

3)  Comperare  la  roba  già  comperata 
da  altri  che  se  ne  vuol  disfare;  hoo 
compraa  là  casa  e  ho  rilevaa  insèma 
tuta  là  mobìlia  =  ho  comperato  la 
casa  e  ho  rilevato  insieme  tutta  la 
mobiglia. 

rima,  s.  f.  =  rima,  plur.  riniui,  con- 
sonanza e  armonia  procedente  dalla 
medesima  desinenza  o  terminazione  di 
parole  che,  per  lo  piii,  stanno  al  ter- 
mine dei  versi  fra  loro  legati. 

1)  rimm  obligaa  =  rime  obbligate  : 
quelle  che  si  danno  per  lo  più  agli 
improvvisatori  con  le  quali  devono 
trattare  un  tema. 

2)  fa  rima  =  rimare. 

3)  riépond  per  le  rime  =  rispondere 
per  le  rime,  alle  rime  :  quando  uno 
risponde  con  acerbità,  forza. 

4)  vèghen  dna  rima  =  averne  un 
ramo,  patir  di  girelle. 

rimanda,  v.  att.  =  rimandare:  rimettere 
il  lettore  da  uno  ad  altro  luogo  del 
medesimo  luogo,  del  medesimo  libro  e 
da  un  libro  a  un  altro;  l'è  iìidispen- 
èàbil  che  on  vocabolàri  el  rimanda  de 
spèse  dà  dna  paròla  à  l'altra  =  è  in- 
dispensabile che  un  vocabolario  ri- 
mandi spesso  da  una  parola  all'  altra. 

1)  All'esame:  respingere,  disappro- 
vare; non  concedere  l'approvazione,  la 
promozione. 

2)  Differire,  rimettere;  far  qualche 
cosa  in  tempo  posteriore  a  quello  che 
si  era  fissato  ;  han  ritnàndaa  là  prima 
ràpresentàsiòn  à  èàhet  =  hanno  ri- 
mandato la  prima  rappresentazione  a 
sabato. 

rimànénsa,  s.  f.  =  rimanenza  :  ciò  che 
avanza,  il  resto  ;  l'ha  vendini  là  ,ri- 
mànènéa  di  stòff  d'inverno  à  étràsc  e 
bonmercaa  =  ha  venduto  la  rimanenza 
delle  stoffe  d'  inverno  a  buonissimo 
mercato. 


rim 


679  — 


rim 


rìmànéiit,  (del)  =  del  rimanente,  del 
resto;  per  ciò  che  spetta  ad  altre 
cose. 

rimarca,*  v.  alt.  =  rimarcare,  notare,  os- 
sei-vare  ;  el  ée  fa  rimarca  per  i  so 
origìnàlitaa  =  si  fa  notare  per  le  sue 
originalità. 

rimàrch,  s.  m.  =  rimarco,  appunto  : 
censui-a  che  si  fa  a  qualche  atto  o  pa- 
rola; g'han  faa  sÈbit  el  rimtlrch,  per- 
chè in  campagna  l'andava  à  l'osteria 
=  gli  hanno  subito  fatto  il  rimarco, 
l'appunto,  perchè  in  campagna  andava 
all'osteria. 

rimàri,  s.  m.  =  rimario,  rimari  :  raccolta 
di  parole  disposte  secondo  la  loro  desi- 
nenza. 

1)  I  versi  d'  un    autore    disposti  in 
rima. 

rimàridàss,  v.  rifl.  =  rimaritarsi  :  mari- 
tarsi un'altra  volta. 

rimbàlsà,*  v.  att.  =  rimbalzare  :  balzare 
ripercuotendo  su  qualche  cosa  di  so- 
lido. 

rimbambì,*  v.  att.  =  rimbambire:  quasi 
tornar  bambino.  Anche  :  imbarbogire, 
rimbarbogire  ;  perdere  il  senno  per 
vecchiezza. 

rimbambii,*  agg.  =  rimbambito,  imbar- 
bogito, rimbarbogito.     , 

rimbòmb,  *  s.  m.  =  rimbombo  :  suono 
che  resta  per  l'aria  dopo  un  forte  ru- 
more ;  el  rimbomb  del  trón.,  del  canon 
=  il  rimbombo  del  tuono,  del  cannone. 

rimbomba,*  v.  att.  =  rimbombare:  far 
rimbombo;  è  borlaa  gid  on'ààa  e  l'ha 
faa  on  frecàés  che  ha  rimbombaa  tuta 
là  cà  =  cadde  un'assa  e  fece  tale  ru- 
more che  ne  rimbombò  tutta  la  casa. 

rimbórs,  s.  m.  =  rimborso  :  il  rimbor- 
sare e  il  rimborsarsi  di  danari. 

rimborsa,  'V.  att.  =  rimborsare:  resti- 
tuire i  denari  che  uno  ha  speso  o 
spende  per  conto  nostro  ;  per  àdèss 
paga  ti^  che  dòpo  te  rimboréàroo  = 
per  ora  paga  tu,  che  dopo  ti  rimbor- 
serò. 

rimborsàsS)  v.  rifl.  =  rimboraarsi  :  ri- 
prendere i  danari  che  si  sono  spesi 
per  altri  ;  me  vceùri  rimborsa  di  dànee 
che  g'hoo  foeura  =  mi  voglio  rimbor- 
sare dei  danari  che  ho  sborsato. 

rimèdi,*  s.  m,.  =  rimedio:  ciò  che  è 
atto  0  s'adopera  por  guarire  d'un  male, 
0  riparare  a  un  danno  ;  per  el  tò  mài 
gh'è  prdpi  nò   rimidi    =    per   il  tuo 


male  proprio  non  e'  è  rimedio  ;  per  i  tò 
càprìsi  ghe  l'hoo  mi  el  rimèdi  che  va 
ben  =  per  i  tuoi  capricci  l'ho  io  il  ri- 
medio che  va  bene. 

1)  à  éto  mond  à  tiitt  còse  gh'è  ri- 
medi =  a  tutto  e'  è  rimedio  fuorché 
alla  morte  :  di  nulla  ci  dobbiamo  sgo- 
mentar troppo. 

rimedia,  *  v.  att.  =  rimediare  :  riparare 
al  danno  ;  porre  rimedio. 

rimediàbil,*  agg.  =  rimediabile  :  dire 
cosa  a  cui  può  esser  messo  rimedio. 

rimésa,  v.  att.  =  rimessa  :    stanzone   a 
teiTcno  per  tenervi  riparate  le  caiTozze. 
1)  càrosa  de   rimesa  =  carrozza  da 
nolo:  quella  che  si  noleggia. 

rimescola,  *  v.  att.  =  rimescolare  :  del 
sangue,  turbarsi  per  qualche  paura  ; 
te  me  faa  rimescolaci  sàngit  =  mi 
hai  fatto  rimescolare  il  sangue. 

rimèsia,  s.  m.  =  fronte  :  Vedi  frontin. 

rimèss,  agg.  =  fìnto,  posticcio:  di  capelli, 
denti  e  sim. 

rimétes,  v.  rifl.  =  rimettersi  :  ristorare 
la  propria  condizione;  tornare  in  buono 
stato,  in  essere;  el  spèra  de  podè  ri- 
métes sta  primavèra  =  spera  di  po- 
tersi rimettere  questa  primavera. 

1)  Affidarsi  pienamente  ad  uno  ; 
mi  me  rimèti  à  Hi  ;  Hi  che  '  /  ghe 
pènéa  =  io  mi  rimetto  in  lei;  Ella  ci 
pensi. 

2)  Di  tempo,  della  stagione:  Tornare, 
darsi  al  bono  ;  sto  tenip  el  se  rimètt 
pu  =  questo  tempo  non  si  rimette  più. 

3)  Cedere  dalla  propria  opinione  ; 
gh'è  minga  perlcol  cho'l  se  rimèta.' 
non  c'ò  pericolo  ohe  egli  ceda! 

rimètt,  t>.  att.  =  rimettere: 

1)  rimètt  on  bràsc,  dna  gamba,  i 
dent,  i  cmèj,  ecc.  =  rimettere  un 
braccio,  una  gamba,  i  denti,  i  ca- 
pelli, ecc.  ;  sostituire  i  boni  con  altri 
finti  e  posticci. 

2)  Rigettare,  vomitare.  Vedi  rigètà. 

3)  Perdere,  scapitare,  di  danari  : 
in  quèll  negòài  li  el  ghe  rimètàrà  àl- 
mén  on  para  de  mila  frànch  =  in  quel 
negozio  lì  ci  rimetterà  almeno  un  paio 
di  mille  lire. 

rimira,  v.  att.  =  rimirare;  mirare  più 
intensamente. 

rimoderna,  v.  att.  =  rimodernare,  am- 
modernare, togliere  a  una  cosa  il  vec- 
chio, quel  che  ha  di  antico  ;   l'kà  faa 


—  680 


rimoderna  ci  vestii  de  ééda  =  ha  fatto 
rimodernare  il  vestito  di  seta. 

rìiiionta,*  s.  f.  =  rimonta;  il  riaccomo- 
dare le  scarpe  col  cambiarne  il  to- 
maio. 

rìmontàdfìra*  s.  f.  =  rimontatm-a  ;  il  ri- 
jiioutare  e  l'essere  rimontato;  el  voeur 
quàter  frànch  per  dna  rimontàddra  de 
smrjj  =  vuole  quattro  lire  per  una  ri- 
iuontatura  di  scarpe. 

rimorchia,*  v.  att.  =  rimorchiare;  fare 
andare  una  nave  tirandola  a  forza  con 
un'altra,  e  fig.  conduri-e,  guidare. 

1)  làsàés  rimorchiti  =  lasciarsi,  farsi 
rimorchiare;  tirare  a  fai'e  una  cosa  con- 
traggenio, quasi  per  forza. 

rìmord,  i>.  att.  =  rimordere;  della  co- 
scienza, che  pungo;  sentir  dolore,  pen- 
timento; ghe  rìmord  anmo  là  coscènèa 
=  gli  rimorde  la  coscienza. 

rìmórs,  v.  in.  =  rimorso:  il  rimordere, 
della  coscienza:  riconoscimento  d'  un 
errore,  d'un  fallo  commesso,  di  cui  si 
sente  il  dolore  e  il  pentimento. 

1)  Pentimento  di  non  aver  fatto  cosa 
buona  e  debita. 

l'impasta,*  ^'.  att.  =  rimpastare  :  rifare, 
rinnovare  in  jiarte. 

rlmpiàng',*  v.  att.  =  rimpiangere:  ram- 
mentare con  rincrescimento  una  cosa 
perduta;  el  rimpitbng  i  bèj  dì  che  Vhà 
1)àma  à  Nàiìoli  cont  n&n  =  rimpiange 
i  bei  giorni  che  ha  passato  a  Napoli 
con  noi. 

rimpiàsà,  v.  att.  =  rimpiazzare  :  sosti- 
tuire, surrogare  uno  in  un  ufficio. 

riiupròer  e  rimprover,  s.  m.  =  rim- 
provero :  parola  o  discorso  di  biasimo, 
con  cui  si  rimprovera;  no  l'è  bon  che 
de  fàmm  dì  rimprover  =  non  sa  che 
farmi  rimproveri. 

rimproera  e  rimprovera,  v.  att.  =  ri- 
prendere, ammonire,  rimproverare:  dire 
ad  alcuno  parole  di  biasimo  o  di  cen- 
sura per  cosa  detta  o  fatta  di  male. 

riii,  s.  m.  =  giacchio  :  rete  tonda  che, 
gettata  nell'acqua,  s'apre  e  si  restringe 
avvicinandosi  al  fondo. 

rinàscimènt,*  s.  m.  =  rinascimento:  il 
rinascere. 

rinàss,  v.  att.  =  rinascere,  e  speoialm. 
ridestarsi  delle  passioni. 

1)  Riaversi,  rifarsi  d'  animo  e  di 
forza;  in  sta  bancària  me  éénti  à  ri- 
nàss =  in  questa  buona  aria  mi  sento 
rinascere. 


rincresciiuént,*  s.  m.  =  rincrescimento: 
quel  sentimento  di  pena  o  di  dolore, 
che  provasi  per  cosa  che  rincresce. 

riucrèss,  v.  att.  =  rincrescere  :  avere  a 
noia:  essere  gl'ave. 

1)  Sentir  dispiacere,  essere  cagione 
di  dispiacere:  dolere:  nel  signif.  morale 
me  doeùr. 

riuciilà,*  V.  att.  =  rinculare,  tirarsi,  farsi 
indietro  senza  voltare  il  corpo,  indie- 
treggiare. 

rìnegàif*^^.  att.  =  rinnegare,  abiurare:  apo- 
statare, abbandonare  la  propria  fede,  la 
patria,  tutto  ciò  che  l'uomo  dovrebbe 
amare  e  rispettare. 

rinegaa,'*  agg.  =  rinnegato,  apostata:  col- 
pevole d'apostasia:  chi  abbandona  una 
religione,  una  dottrina  o  un  pai'tito  per 
passare  ad  un  altro. 

rlnfàcià,  v.  att.  =  rinfacciare:  rimprove 
rare,  rammentando,  un  benefizio  o  un 
utile  recato. 

rinfòrs,  s.  m.  =  rinforzo:  il  rinforzare, 
e  quanto  rinforza. 

rinforsàss,  v.  rifl.  =  rafforzarsi,  met- 
tersi in  forze:  di  malati  convalescenti, 
di  bambini  deboli. 

rinfràucà,*  v.  att.  =  rinfrancare,  rinfran- 
chire,  assodare  dar  novo  vigore,  ren- 
dere più  difficile  a  cedere. 

1)  Eifless.  rinfrancai-si:  pigliai'e  nuovo 
vigore,  nuova  forza,  siciu'ezza  ;  quànd 
te  se  sàree  rinfràncaa  in  là  leàìòn  te 
interogàroo  =  quando  ti  sarai  rinfran- 
cato nella  lezione  ti  interrogherò. 

rinfresca,  v.  att.  =  rinfrescare.  Vedi  ri- 
frèscà,  anche  pei  derivati. 

rinfréscli,  s.  m.  =  rinfresco:  apparecchio 
di  gelati,  liquori,  confetti  e  altro  simile, 
in  occasione  di  qualche  festa,  solennitÈi. 

rinfusa,*  (ala)  ai^v.  =  alla  rinfusa:  disor- 
dinatamente, confusamente. 

ringàliisiss,*  v.  rifl.  =  ringallettare  :  dar 
segni  di  una  certa  baldanza. 

1)  Ringalluzzire:  dar  segni  di  alle- 
grezza e  soddisfazione. 

ringrliéra,  s.  f.  =  ringhiera  :  riparo  di 
bacchette  di  feiTO  per  non  cascare. 

ring'ràsià,  v.  att.  =  ringraziare:  rendere 
grazie,  significare  in  qualsiasi  maniera 
l'animo  grato. 

1)  sàvè  nò  chi  ringràéitL  =  non  sa- 
per chi  ringraziare  o  si  ringraziare:  non 
saper  donde  o  per  che  cagione  ti  ac- 
cada una  cosa  buona  :  e  ironicamente 
anche  una  cattiva. 


681  — 


rip 


riugrràsiàmént,  s.  m.  =  ringraziamento: 
il  ringraziare  e  le  parole  colle  quali 
si  ringrazia  ;  ghe  ècrivàroo  i  ringrà- 
siàmènt  2)er  el  bèli  regali  che  'l  m'ha 
faci  -  gli  scriverò  i  ringraziamenti  per 
il  bel  regalo  che  m'ha  fatto. 

rinoà,*  ».  alt.  =  rinnovare:  tornare  a  far 
di  nuovo  una  cosa,  a  nominare  un  Con- 
siglio, un  magistrato,  ecc. 

1)  rinoà  dna  càmbitll  =  rinnovare 
una  cambiale:  estinguerla  con  un'altra 
cambialo  della  stessa  somma. 

2)  rinoà  l'aria  in  di  étàné  =  rinnro- 
var  l'aria  alle  stanze, 

rìiiocerònt,*  s.  m.  =  scarabeo  rinoceronte; 
scarabcaus  silemis;  insetto  col  corno 
rivolto. 

1)  Rinoceronte:  animale  del  genere 
dei  pachidermi. 

rinomaa,*  a^r^/.  =  rinomato,  famoso:  che 
ha  molta  fama,  che  è  conosciuto  da 
molti. 

l'inlàuàsS)  *  r.  rifl.  =  rintanarsi  :  ridursi 
in  luogo  nascosto,  rientrare  nella  tana: 
àia  aera  i  conili  ée  rintànen  e  se  vé- 
den  pii  =  alla  sera  i  conigli  si  rinta- 
nano e  non  si  vedono  pili. 

rintrona,*  v.  alt.  =  rintronare:  fortemente 
scuotere:  di  rumore,  grido  o  altro  qual- 
siasi forte  suono;  s'è  sentivon  colp  tànt 
fòri  che  ha  rintronaa  tuta  là  cà  =  s'è 
udito  un  colpo  tanto  forte  che  rintronò 
tutta  la  casa. 

rinuncia,*  s. /'.  =  rinuncia:  l'atto  e  le  pa- 
role colle  quali  si  rinunzia;  l'ha  màn- 
daa  là  eoa  rinuncia  à  l' impiègh  = 
mandò  la  sua  rinunzia  all'impiego. 

rinuncia,*  ».  att.  =  rinunciare,  rinun- 
ziare :  rifiutare  spontaneamente  una 
cosa,  un   ufficio,  un  incarico. 

1)  Parlando  di  cose  di  poca  impor- 
tanza; vorèva  àndà  à  spàès,  ma  ghe 
rinunci  =  voleva  andare  a  spasso  ma 
vi  rinuncio;  Ve  vegia  oramai,  e  biso- 
gna che  là  rinuncia  à  cèrti  càprisi  = 
è  vecchia  ormai  e  bisogna  che  rinunci 
a  certi  capricci. 

rinvegnì,*  v.  att.  =  rinvenire  :  ritornare 
in  se,  ricuperare  i  sensi;  l'è  rinvegniiil 
dòpo  mès'èra  =  rinvenne  dopo  mez- 
z'ora, 

1)  Ammollire  e  rigonfiare  che  fanno  le 
cose  secche  messe  nell'acqua  ;  *  fung 
àècch  in  l'acqua  calda  rinv^gnen  po- 
lid  e  àia  svèlta  =  i  funghi  secchi  nel- 
l'acqua calda  rinvengono  bene  e  presto. 


rinvia,  *  v.  att.  =  rinviare,  aggiornare  : 
mandare  a  un  altro  giorno  anche  lon- 
tano; rinvia  dna  càusa  =  rinviare,  ag- 
giornare una  causa, 

rinvìo,  *  s.  m.  =  rinvio,  aggiornamento: 
il  rinviare,  il  differire. 

rión,  s.  m.  =  rione,  sestiere,  quartiere. 
Vedi  quàrtèr. 

riordina,  *  v.  att.  =  riordinare:  rimettere 
in  ordine,  assestare;  hoo  riordinaa  tUta 
là  mìa  librerìa  =  ho  riordinato  tutta 
la  mia  libreria. 

riotin,  s.  m,.  =  scricciolo,  forasiepe:  spe- 
cie d'uccello. 

ripàr,  s.  m.  =  riparo:  il  riparare,  difen- 
dere, provvedere  ;  Ve  on'òmm  pim  de 
giildU'i,  che  'l  sa  mètegh  ripàr  à  tiitt 
CÒSE  =  è  un  uomo  pieno  di  giudizio  che 
sa  metter  riparo  a  tutto. 

1)  Ciò  che  serve  a  riparare;  l'ha  mièè 
èii  'l  ripàr  cantra  'l  so  e  àdèss  chi  se 
età  benon  =  ha  messo  su  il  riparo  con- 
ti'o  il  sole  ed  ora  qui  si  sta  benone. 

ripara,  v.  att.  =  riparare,  difendere,  pro- 
teggere. 

1)  ripara  del  sol,  del  veni,  del  frècc 
=  riparar  dal  sole,  dal  vento,  dal  fred- 
do: impedire  che  i  raggi  del  sole  o  il 
vento  0  il  freddo  colpiscano,  facciano 
male,  diano  noia. 

2)  quèll  che  ripara  el  frècc  ripara 
'l  càld  =  quel  che  ripara  il  freddo  ri- 
para ancora  il  caldo. 

3)  Porre  riparo,  rimediare  ;  l'è  dna 
disgràsia  che  nis&n  pò  ripara  =  è  una 
disgrazia  a  cui  nessuno  può  riparare. 

4)  Impedire  che  un  colpo,  una  per- 
cossa ci  colpisca;  l'ha  faa  per  dàgh 
dna  legnàda,  ma  l'è  riesii  à  riparala 
=  ha  fatto  per  dargli  una  legnata,  ma 
egli  riuscì  a  ripararsi. 

ripàràsiòn,  s.  f.  =  riparazione:  il  ripa- 
rare. 

1)  esàmm  de  ripàrààiòn  =  esame  di 
riparazione:  diconsi  quegli  esami  che 
si  fanno  subire  ai  giovani  non  passati 
nel  primo. 

2)  Restauro,  risarcimento  ;  l'è  dna 
bèta  spésa  doma  quéla  per  i  ripàrà- 
àiòn =  è  una  bella  spesa  soltanto  quella 
per  le  riparazioni. 

rìpàrt,  s.  m.  =  reparto.  T.  comm.  e 
burocr.  distribuzione,  divisione. 

ripàsà,*  V.  att.  =  ripassare:  riandare,  leg- 
gendo, un  libro,  un  passo  per  meglio 
fissarselo  in  mente;  domdn  màtìna  ri- 


rip 


—  682 


rip 


pàààroo   là   leèidn  =    domani    mattina 
ripasserò  la  lezione. 

1)  Dar  nuova  mano  di  tinta,   colore 
e  sim. 

ripàsàda,*  s.  f.  =  ripassata:  àcigh  dna 
ripàéàda  Ma  lesion  =  dare  una  ripas- 
sata alla  lezione. 

1)  Il  rivedere  accm-atamente  ;   g'hoo 
daa  mi  dna  ripàsàda  ài  sòmm  e  an- 
dateti  benon  =  ho  dato  io  una   ripas- 
^sata  alle  somme  e  andavano  benone. 

ripètént,*  s.  di.  =  ripetente:  l'alunno  che 
ripete  la  classe,    perchè    non    fu   pro- 
^niosso  a  quella  superiore. 

rìpétes,*  V.  rifl.  =  ripetersi,  rinnovarsi: 

accadere,  avvenire  di  nuovo;   cara  ti, 

quièti  hin  scènn  che  se  ripèti  tròpp  de 

Spèàs  =  caro  mio,  queste  son  scene  che 

^si  ripetono   troppo  di  frequente. 

ripetidór,  s.  m.  =  ripetitore  :  insegnante 
che  ripete  a  uno  scolare  a  casa  le  le- 
zioni di  scuola,  0  che  gli  insegna  ciò 
in  cui  è  rimasto  indietro  ;  g'han  tòlt 
el  ripetidór,  ma  l'ha  impàraa  nàgòtt 
=  gli  hanno  preso  il  ripetitore,  ma  non 
imparò  niente. 

ripetisiòn,  s.  f.  =  ripetizione:  la  lezione 
che  fa  0  che  dà  il  ripetitore. 

1)  ripetisiòn  =  ripetizione  :  quell'o- 
rologio da  tasca  che,  premendo  una 
molla  alla  campanella,  suona  le  ore  e 
i  quarti  ;  .</'  hoo  dna  ripetisiòn  dora, 
che  va  benìsim  =  ho  una  ripetizione 
^  d'oro  che  va  benissimo. 

ripèti,  V.  att.  =  ripetere:  tornare  a  dire. 

1)  Dire  ciò  che  è  stato  detto  da  al- 
tri; soo  nò  ée  Ve,  ò  no  l'è  véra;  mi  ri- 
pèti quèll  che  m'han  diti  =  non  so  se 
sia  0  non  sia  vero,  io  ripeto  quello  che 
m'hanno  detto. 

2)  ripèti  de  pàpàgàll  =  ripetere  a  pap- 
pagallo :  ridire  una  cosa  senza  inten- 
derla. 

3)  Eispondere  al  suono,  alla  voce  ; 
se  vosi  «  còme  se  fa  à  fa  ròba?..  » 
l'eco  el  ripeti  «  roba  »  =  se  grido  «  co- 
me si  fa  a  far  roba  ?  »  1'  eco  ripete 
«  roba  »  cioè  ruba.  È  gioco  di  parole 
non  possibile  in  ital. 

4)  Rifare  qualche  cosa;  han  ripetuti 
là  àinfoma  =  hanno  ripetuto  la  sin- 
fonia; g'han  faa  ripèti  el  diiètt  =  gli 
hanno  fatto  ripetere  il  duetto. 

5)  Opporsi,  conti-adire,  ridire;  fa  quèll 
che  te  disi  e  ripèti  minga  =  fa  quel 
che  ti  dico  e  non  ripetere. 


ripetiiii,   pari.  pass.  =  ripotuto  :  da  ri-  i 
potere.  | 

rìpid,  *    agg.    =   ripido:   malagevole   a  ^ 
salire. 

ripièghi  s.  m.  =  ripiego,  compenso, 
provvedimento;  ho  troaa  on  ripiégh  per 
el  moment  =  ho  trovato  un  ripiego  per 
il  momento. 

riport,  s.  m.  =  rapporto:  quei  pezzi 
che  s'adattano  a  qualunque  lavoro,  per 
ornamento  o  per  supplire  a  ciò  che 
manca,  e  specialra.  quei  pezzi  che  si 
sovrappongono  a'  panni,  a'  di-appi,  co- 
me disegni. 

riporta,  v.  att.  =  riportare:  riferire, 
rapportare,  rifischiare  ;  sta  minga  ben 
che  i  ficeù  riporten  tiitt  qi^ll  che  àèn- 
ten  à  di  =  non  sta  bene  che  i  ragazzi 
riportino  tutto  ciò  che  sentono  dire. 

1)  Rapportare  :  di  disegni,  piante  e 
sim.  trasportare  sulla  carta  colle  do- 
vute proporzioni  e  rapporti. 

2)  Rapportare:  di  ricamo,  traspor- 
tarlo da  un  pezzo  di  tela  o  stoffa  in 
un  altro. 

riposa,*  V.  alt.  =  riposare;  prender  ri- 
poso, cessare  dalla  fatica. 

1)  Doi-mire  :  el  papà  l'è  àndà  à  ri- 
posa? =  il  babbo  è  andato  a  riposare  ? 

2)  Di  terreni,  non  essere  coltivati 
per  alcun  tempo,  perchè  riprendano 
vigore;  in  ét'ànn  hoo  làsaa  riposa  H 
me  fondo  =  quest'anno  ho  lasciato  ri- 
posare il  mio  fondo. 

riposo,  *  s.  m.  =  riposo  :  quiete  di  corpo 
e  d'animo  dopo  cessato  la  fatica  o 
l'affanno;  i  profeéór  qitànd  Ve  'Imés 
de  lUj  g'han  propi  bisogn  de  ripdso  = 
i  professori  quand'è  il  mese  di  luglio 
hanno  proprio  bisogno  di  riposo  ;  Ve  , 
mitiga  màlaa.  Ve  étràcch  ;  coni  on  poo  ! 
de  ripdso.  Ve  bèli  e  guarii  =  non  è 
ammalato,  è  stanco;  con  un  po'  di  ri- 
poso è  bell'e  guarito. 

1)  D'impiegati:  la  giubilazione,  l'e- 
senzione dal  servizio  :  Ve  on  màgidr 
à  ripdso  =  è  un  maggiore  in  riposo. 
Vedi  ritìr,  2);  mèli  à  ripdso  =  met- 
tere in  0  a  riposo;  giubbilare,  dispen- 
sare un  impiegato  dal  servizio.  Si  dice 
per  celia  anche  di  abiti,  di  vestimenti. 

ripostili,  *  s.  m.  =  ripostiglio  :  luogo 
piccolo,  appartato,  dove  si  può  o  si 
suole  riporre  della  roba. 

riprép,  (i)  s.  f.  pi.  =  le  branche  ;  i  pezzi 


rip 


—  683  — 


ris 


di  una  stessa  scala  interrotti  da  piano- 
rottoli. 

riprodu,*  v.  alt.  =  riprodurre  :  di  nuovo 
imprimere,  rappresentare  la  stessa  cosa 
in  disegno,  in  rilievo  e  simili. 

riproduses,*  v.  rifl.  =  riprodursi,  rige- 
nerarsi ;  ghe  poden  fa  iUti  i  operàsion 
che  voeuren,  'ina  l'è  on  maa  che  ée  ri- 
prodùs  =  gli  possono  fare  quante  ope- 
razioni vogliono,  ma  è  un  male  che  si 
riproduce. 

riprodiisiòii,  *  s.  f.  =  riin-oduziono  :  il 
riprodurre,  il  riprodursi,  e  anche  la 
cosa  riprodotta. 

riprométes,  *  v.  rifl.  =  ripromettersi, 
sperare;  Ve  on  operàsion  déla  quàl 
me  ripromUi  on  discrètt  guàdàgn  = 
è  un'operazione  dalla  quale  mi  ripro- 
metto un  discreto  guadagno. 

ripiidià;  *  '/;.  att.  =  ripudiare  :  mandar 
via,  allontanar  da  se  come  cosa  non 
piii  sua,  specialm.  la  moglie. 

rìpiignà,*  v.  att.  =  ripugnare,  repugnare  ; 
lare,  destare  avversione,  ribrezzo;  el 
glia  on  fa  che  me  ripugna  =  ha  un 
fare  che  mi  ripugna  ;  hin  ròbb  che  ma 
ripugna  pensàj  =  son  cose  che  mi 
ripugna  pensarle. 

rìpiigiiànsa,*  s.  f.  =  ripugpanza:  senti- 
mento d'avversione;  mi  voo  ài  bàgn 
ma  Too  sèmper  in  l'acqua  coni  dna 
eèrta  ripilgn'ànàa  =  io  vado  al  bagno; 
ma  entro  sempre  nell'acqua  con  una 
corta  ripugnanza. 

ripiignànt,*  agg.  =  ripugnante,  nauseante, 
che  fa  nausea,  ribrezzo;  ^'/i' è  niént  de 
piléee  ripiign^nt  d'òna  dona  eidea  = 
non  c'è  nulla  di  più  ripugnante  d'una 
donna  ubriaca. 

rlpiilsìv,*  agg.  =  ripulsivo  :  che  respinge 
che  allontana  ogni  ombra  di  desiderio. 

ripiitàsiòn,  s.  f.  =  riputazione  :  stima, 
opinione  che  uno  ha  nel  pubblico,  e 
assolut.  intendesi  di  buona  fama. 

rìSj  s.  ni.  =  riso  :  oryx,a  sativa  :  pianta 
delle  graminaceo  il  cui  frutto  del  me- 
desimo nomo  si  mangia  cotto,  per  lo 
più  come  minestra;  minestra  de  ris  e 
vere  =  minestra  di  riso  e  cavolo;  in- 
ccBil  ho  màngiaa  on  bón  ris  e  erborinn 
=  oggi  ho  mangiato  un  buon  riso  e 
prezzemolo. 

1)  ìis  in  càgndn  =  pilìlo  :  sorta  di 
riso  cotto  in  acqua  e  condito  con  burro 
e  cacio.  Vedi  càg'uón,  3) 

2)  Varietà   principali    di    riso  :   rts 


biànch  =  riso  bianco,  brillato  ;  vis  ber- 
tòn  =  riso  mutico  o  zucco  ;  ris  déla 
China  =  riso  secco,  o  di  montagna  o- 
della  Cina;  ris  de  écùma  =  riso  fiore, 
il  riso  migliore,  sgusciato  cho  sia;  ris. 
giàsoeu  =  riso  patito  per  la  nebbia  ; 
ris  morètt  =  riso  di  color  bianco  na- 
turale, serbatoio,  assai  reputato  ;  ris 
ross  =  riso  rossigno;  ris  iisiiàl  =  riso- 
mercantile. 

3)  rebàtt  el  ris  =  vigliare  il  riso  : 
trebbiare  una  seconda  il  riso  sfuggito 
alla  prima  trebbiatura. 

4)  fa  on  ris  e  fàsom  =  fare  un  pot- 
tiniccio,  andare  a  brodetto  ;  farsi  d'ogni 
cosa  un  miscuglio. 

risa,  V.  att.  =  selciare,  imbrecciare  :  co- 
prire di  ghiaiottoli  grossi  por  lo  ritto- 
una  strada. 

1)  Arricciare  :  fare  i  j'iccioli  ai  capelli 
e  le  pieghette  ai   pannilini. 

risàda,  s.  f.  =  acciottolato,  ciottolato  : 
la  strada  imbrecciata  di  ciottoli. 

risàdìn,  s.  vi.  =  stradino  :  chi  lavora 
attorno  alle  strade,  selciandole,  lastri- 
candole, ecc. 

risàlt,  s.  m.  =  risalto,  spicco,  compa- 
rita ;  quèll  spèco  li  el  ghe  dà  on  bèU 
risàlt  Ma  sàia  =  con  quella  spera  li, 
fa  un  bel  risalto  la  sala. 

risalta,  v.  att.  =  risaltare  :  fare  spicco, 
fare  molto  effetto  ;  l'è  on  color  che  ri- 
salta come  =  è  un  colore  che  risalta 
molto. 

1)  fa  risalta  =  far  risaltare  :  mettere 
in  bella  vista,  far  notare  ;  l'è  dna  tó- 
pèéària  che  fa  risalta  come  là  mobilia 
=  è  una  tapezzeria  che  fa  risaltare  assai 
la  mobilia. 

risarei,  *  v.  att.  =  risarcire:  ristorare 
danni  e  spese. 

risàrcimént,  *  s.  m.  =  risarcimento  :  il 
compenso  di  danni  e  speso. 

ris'c,  s.  in.  =   rischio,    pericolo,   risico» 

1)  vèsegh  ris'c,  àndà  à  ris'c  =  es- 
serci rischio,  correre  rischio,  esserci^ 
pericolo,  pericolare,  correr  pericolo. 

2)  à  ris'c  =  a  rischio  :  col  pericolo, 
nell'eventualità, 

3)  à  ris'c  e  perieol  =  a  rischio  e- 
pericolo:  di  imprese  o  tentativi  cho 
uno  faccia. 

4)  Alea  :  rischio  eventuale  a  cui  va 
incontro  chi  firma  un  contratto  por 
possibili  perdite  o  lucri  ;  cor  el  rié'c  « 


ris 


^  634  - 


ris 


correrò  l' alea  :  si  dice  di  chi  accousento 
a  quel  rischio. 

rise,  s,  m.  =  riccio  l'invoglio  spinosis- 
simo della  castagna. 

riscàld,  s.  m.  =  riscaldamento  :  ribolli- 
mento del  sangue:  l'effetto  del  sover- 
chio moto  che  induce  sudore  ;  l'kà 
fiiàpaa  òna  tose  de  riseàld  =  si  prese 
una  tosse  di  riscaldamento. 

riscalda,  v.  att.  =  riscaldare  :  rimettere 
al  fuoco  ciò  che  era  freddato. 

riscàldaa,  agg.  =  riscaldato  :  accaldato  ; 
infervorato. 

1)  là  minestra  riscàldtlda  là  m 
sémper  de  fi'mim.  Vedi  minestra^  5). 

riscàldàmciit,  s.  m.  =  riscaldamento  : 
il  riscaldare,  specialm.  stanze,  teatri, 
magazzini  e  sim. 

riscaldasi,  r.  rifl.  =  riscaldarsi  :  riac- 
quistar calore. 

1)  Di  stagiono,  di  tempo  e  sim.: 
cominciare  a  far  caldo;  àpéna  che  se 
riscalda  l'aria  l'è  on  bèli  riv  in  mon- 
tagna =  appena  si  riscalda  l'aria  è 
bello  vivere  in  montagna. 

2)  Inanimirsi,  infervorarsi  in  chec- 
chessia ;  gutLi  se  el  se  riscalda/  l'è 
hon  de  àìidà  in  furia  àdritùra  =  guai 
se  si  riscalda!  è  capace  di  montare 
addirittura  in  furia. 

riscéra,  s.  f.  =  ricciaia:  luogo  dove  sì 
ammassano  i  ricci  delle  castagno. 

riscìà,  V.  att.  =  acciottolare,  selciare. 
Vedi  risa. 

rìsela,  V.  att.  =  aggrinzare.  Vedi  rescià, 
anche  pei  derivati. 

ris'cià,  V.  att.  =  rischiare,  arrischiare, 
avventurare:  mettere  a  risico,  in  pe- 
ricolo ;  riè' citi  là  vita  =  rischiare  la 
vita;  el  riè' eia  là  eoa  fortuna  =  av- 
ventura la  sua  fortuna;  el  riè' eia  Vim- 
piègh  =  arrischia  rimi)iego. 

i)  Correr  rischio,  pericolo;  à  dormi 
eoi  finèéter  àvèrt  se  ris'  eia  de  ciàpà  on 
ràfredor  =  dormendo  colle  finestre  aperte 
si  rischia  di  pigliarsi  un'  infreddatura. 

riseiàda,  s.  f.  =  acciottolato,  selciato. 
Vedi  risàda. 

risciàdìu,  s.  m.  =  selciatore,  stradino. 
Vedi  risàdìn* 

ris'ciàss,  V.  rifl.  =  rischiarsi,  arrischiarsi, 
azzardarsi:  risolversi  a  far  cosa  che 
abbia  in  sé  qualche  rischio  ;  de  nòtt 
bif^ògna  minga  ris'ciàsà  in  di  stràd 
perdùù  =  di  notte  non  bisogna  arri- 
-schiarsi  nelle  strade  deserte. 


1)  Di  coso  da  cui  si  ripugni  per 
modestia  e  pochezza  d'animo;  el  ée 
rié'ciàva  minga  à  pària  =  non  s'ar- 
rischiava a  parlarle. 

2)  Correre  il  rischio  :  à  àndà  on  poo 
tàrd,  se  ris'cia  de  troà  là  fèsta  finìda 
=  se  si  va  un  po'  tardi,  s'arrischia  di 
trovar  la  festa  fi  ulta. 

ris'eiòs,  agg.  =  rischioso,  azzardoso  :  che 
ha  in  sé  molto  rischio  ed  anche  chi 
azzarda  molto  e  facilmente. 

riscònter,  s.  m.  =  risposta  :  quella  che 
si  scrive  rispondendo  a  una  lettera. 

1)  Riscontro  :  confronto  delle  corre- 
zioni fatte  sulle  prove,  per  vedere  se 
furono  eseguite  dallo  stampatore, 

riscontra,  v.  att.  =  rispondere  :  ad  una 
lettera  ;  el  m'iià  riècontraa  subii  =  mi 
ha  risposto  subito. 

1)  Eiscontrare  :  verificare  la  copia 
coir  originale,  oppure  verificare  il  peso 
di  una  merce,  o  il  numero  di  certi  og- 
getti ;  àpèna  à  cà  là  riècòntra  sùbit 
là  spésa  =  appena  a  casa  riscontra  su- 
bito le  spese. 

risènt,  agg.  =  frizzante,  del  vino. 

risentì,  *  v.  att.  =  risentire  :  ritenere, 
sentire  l'azione,  l'influenza;  el  ne  ri- 
sènt àncàmò  de  la  màlàtìa  de  l'ànn 
pàsaa  =  ne  risente  ancora  della  ma- 
lattia dell'anno  scorso. 

1)  fàss  risenti  =  risentirsi  :  far  ri- 
chiamo d'una  cosa,  dir  contro  ad  essa; 
el  è' è  faa  risentì  perchè  Vhan  tràtaa 
cont  pòca  gentilèéa  =  si  è  risentito, 
perchè  lo  trattarono  con  poca  gentilezza. 

risentìmènt,*  s.  m.  =  risentimento  :  il 
dolersi  d'una  cosa,  il  rammaricarsene, 
e  il  conseguente  corruccio  ;  tra  fràdèj 
bisogna  minga  vègh  de  sti  risentiment 
=  tra  fratelli  non  bisogna  avere  di  tali 
risentimenti. 

risèra,  s.  f.  =  risaia  :  terreno,  luogo 
dove  si  semina  il  riso;  l'aria  di  riser 
rè  malsana  =  l'aria  dello  risaie  ò  mal- 
sana ;  riséra  de  ara  =  risaia  aratia  ; 
riséra  à  vicènda  =  risaia  alterna  ;  ri- 
séra de  sàpa  o  de  vali  =  risaia  di  valle  ; 
riséra  stàbil  =  risaia  permanente  ;  ri- 
séra de  còdega  =  risaia  nuova,  fatta 
in  terreno  che  l'anno  prima  era  prato. 
1)  inàrsci  dna  riséra  vègia  =  farvi 
scorrer  su  l'acqua  durante  l'inverno  a 
fine  di  prepararla  alla  sementa  per  la 
successiva  primavera  senza  bisogno  di 
concimazione. 


—  685 


ris 


2)  mètt  dna  riséra  à  màrseìda  mas'' e 
r  fèniina  =  ridui-re  una  risaia  in  modo 
t'ho  i  rigagnoli  scolatoi  della  risaia  su- 
]  ieri  ore  entrino  nei  rigagnoli  adaoquatori 
dell'  inferiore. 

3)  ùsèll  de  riséra  =  pagliiiolo  ;  mo- 
tacìlla  acquatiea  ;  uccelletto. 

I  toscani  non  hanno  che  poche  risaie 
permanenti  epperò  mancano  le  corri- 
spondenze toscane  della  fraseologia  che 
concerne  le  risaie  nostre. 

riserva,  s.  f.  =  riserva.  T.  milit.  sol- 
dati in  disparte  per  essere  adoperati  al 
bisogno,  come  rinforzo. 

1)  Fig.  di  cose  tenute  por  certe  oc- 
casioni, per  sopperire  a'  bisogni  ;  g' hoo 
sétnper  el  me  fondo  de  riserva  =  ho 
sempre  il  mio  fondo  di  riserva. 

risèrvaa,  agg.  =  riservato  :  particolare, 
speciale. 

1)  càcia  risèrvàda  =  caccia  riservata  : 
bandita. 

2)  teiera  risèrvàda  =  lettera  riser- 
vata :  che  non  deve  essere  aperta  o 
letta  che  dalla  persona  a  cui  è  indi- 
rizzata. 

3)  pòét  risèrvaa  =  posto  riservato  : 
nei  teatri  o  in  altri  luoghi  quelli  che 
non  possono  essere  occupati  che  da 
certe  persone  ;  per  lo  più  da  quelle  che 
li  hanno  acquistati  avanti. 

4)  Eiguardoso:  che  ha  riservatezza,  cir- 
cospezione conveniente  al  propriostato. 

risèrvàtésa,  s.  f.  =  riservatezza,  riser- 
batezza  :  moderazione,  riguardo,  circo- 
spezione conveniente  al  proprio  stato  ; 
eì  me  pitls  perchè  7  pària  sémper  con 
molta  risèrvàtésa  =  mi  piace,  perchè 
parla  sempre  con  molta  riservatezza. 

risguàrd,  s.  m.  =  guardia  :  foglio  ripie- 
gato in  duo  parti  di  cui  l'una  è  impa- 
stata alla  parete  interna  del  cartone, 
l'altra  protegge  il  frontespizio  del  libro. 

risica,*  abbiamo  il  proverbio  :  chi  no  ri- 
sica no  risica  =  chi  non  risica  non 
rosica,  trasportato  di  pianta  dalla  lin- 
gua nel  dialetto.  Significa  :  non  e'  è 
commercio  senza  rischio  :  chi  vuol  gua- 
dagnare qualcosa  deve  lischiare. 

risin,  s.  m.  e  risìua,    s.   f.    =  risine  : 
riso  di  qualità  piii  piccola,    o   rottame 
di  riso  che  diamo  per  lo  più  da  man- 
-     giare  ai  polli. 

risirfleiì,  s.  m.  =  coltivatore,   purgatore 
di  risi. 
1)  Pagliuolo.  Vedi  riséra,  3). 


risma,  s.  f.  =  risma  :  della  carta,  venti 
quaderni,  ossia  cinquecento  fogli  da 
stampa,  e  di  quella  da  scrivere,  ottan- 
tacinque quaderni  di  cinque  fogli  l'uno. 

1)  Fig.  qualità,  genere,  specie  ;  hin 
tati  d'òna  risma  =  son  tutti  d'una 
risma. 

2)  Serqua,  quantità,  numero  grande;, 
póer  diàol  !  el  g'hà  dna  risma  de  fioau 
povero  diavolo  !  ha  una  serqua  di  fi- 
glioli. 

risola,  *  V.  att.  =  risolare  :  rifare  le  solar 
alle  scarpe. 

risolili,  *  s.  m.  =  ricciolino  :  piccolo  ric- 
cio, ed  anche  bambino  coi  capelli  ric- 
ciuti. 

risolòn,  *  s.  m.  o  f.  =  ricciolone,  riccio- 
Iona  :  che  ha  o  porta  i  riccioli. 

risòlt ,  agg.  =  risolto  :  da  risolvere  ; 
èco  el  quesito  bèli  e  risòlt  =  ecco  il 
quesito  beli' e  risolto. 

risoliisiòii,  s.  f.  =  risoluzione,  delibe- 
razione, decisione  :  proposito  pronto  ef- 
fettivo. 

1)  ciàpà  dna  riéoliisiòn  =  prendero.. 
fare  una  risoluzione  :  risolversi. 

risoluto,  agg.  =  risoluto,  coraggioso,  ar- 
dito, pronto  all'operare. 

1)  on  fa  de  riéolùto  =  un  piglio- 
fermo,  animoso. 

risolv,  V.  att.  =  risolvere  :  di  problemi,, 
quesiti,  trovare  il  valore  dell'  incognita 
che  risponde  ai  dati  del  problema,  del 
quesito. 

1)  Decidere,  definire,  schiarire  :  là 
quistión  là  risòlvi  mi  in  quàter  pa- 
rèli =  la  quistione  la  risolvo  io  in  quat- 
tro parole. 

risolvènt,  pari.  pres.  =  risolvente  :  che 
risolve,  specie  di  medicamenti. 

risòlves,  v.  rifl.  =  risolversi,  deliberare, 
decidere  :  determinar  di  fare,  prenderò 
una  risoluzione. 

1)  Di  una  malattia  :  chiarirsi,  speci- 
ficarsi, determinarsi  ;  i  gran  fèver  che 
'/  g' aveva  so  é'hin  risoli  in  d'on  tifo 
=  le  grandi  febbri  che  aveva  si  sona 
risolte  in  un  tifo. 

risolviiii,  pari.  pass.  =  risolto.  È  forma 
antiquata  e  presso  a  spegnersi. 

rison,  s.  m.  =  risone  :  specie  di  riso  i 
cui  chicchi  sono  più  grossi  di  quelli 
del  riso  comune. 

risòrg",  V.  att.  =  risorgere  ;  rièórg  de 
ììiòrt  à  vita   =  risorgere    da  morte   a 


ris 


686  — 


ris 


vita  :  di  miglioramenti  grandi  e  im- 
provvisi. 

l'isorgrimént,*  s.  m.  =  risorgimento  :  il 
risorgere.  E  quasi  per  antonomasia,  il 
risorgimento  d'Italia,  per  cui  s'affrancò 
dalla  dominazione  straniera. 

l'ìsòrsa,  s.  f.  =  risorsa,  rincalzo  :  van- 
taggio, per  cui  ci  sentiamo  riavere,  ci 
possiamo  aiutare  ;  V  àvè  vcngiiiii  ài  lòti 
l'è  étàda  dna  riéorèa  =  l'aver  A'into  al 
lotto  è  stata  una  risorsa. 

1)  Partito,  espediente,  ripiego,  ri- 
presa ;  r  è  on  òmni  che  glie  mtLnca 
minga  de  visore  =  è  un  uomo  che  non 
^li  mancan  riprese. 

2)  se  no  te  g'het  ttltra  riéorèa  =  se 
non  hai  altra  ripresa,  se  non  hai  altri 
moccoli. 

rìsòtt,  s.  m.  =  risotto  :  minestra  fatta 
di  riso  asciutto,  condito  con  burro,  for- 
maggio zafferano  ed  altri  ingredienti. 

1)  Quelli  che  vanno  in  teatro,  pa- 
gati per  applaudire. 

rispàrmi,  s.  m.  =  risparmio  :  lo  spen- 
dere parcamente  e  con  profitto  ;  fare 
avanzi  del  proprio  danaro. 

1)  E  il  danaro  risparmiato  :  coi  so 
rispù,rmi  l'ha  compraa  el  càpèll  noeuv 
=  coi  suoi  risparmi  ha  comperato  il 
cappello  nuovo. 

2)  sénsa  rispàrmi  =  senza  risparmio, 
con  profusione. 

l'ispàrmià;  'v.  alt.  =  risparmiare  :  far 
risparmio  d'una  cosa,  non  usare,  non 
fare,  serbare  ad  altro  tempo  ;  riàpàr- 
mitl  i  dànee  =  j'isparmiare  i  danari  ; 
risparmia  'l  fìaa  =  risparmia  il  fiato  : 
consigliando  che  è  inutile  parlare  ;  ri- 
sparmia là  vòs  =  risparmiare  la  voce, 
non  la  sforzare. 

1)  no  ghe  le  risparmia  à  nisùn  = 
non  la  risparmia  a  nessuno  :  non  la 
perdona  ad  alcuno. 

2)  risparmiti  mtoiga  fàdìga  =  non 
risparmiar  fatica  :  non  perdonarla  a 
fatiche,  lavorare  indefessamente,  fati- 
cando. 

3)  Tralasciare  ;  domdn  te  pddet  ri- 
sparmia de  vegnt  de  niin  perchè  éèmm 
via  Ititi  =  domani  puoi  tralasciare  di 
venire  da  noi,  perchè  siamo  via  tutti. 

risparmiati,  (tanti)  =  tutto  risparmio  ! 
Dicesi  quando  per  qualunque  ragione 
non  spendiamo  quel  che  avevamo  de- 
terminato di  spendere. 

rispètà;  V.  att.  =  rispettare  :  portare  ri- 


spetto, avere  in  rispetto  :  ed  anche  non 
offendere,  non  ledere  ;  bisógna  rispètà 
là  roba  di  Alter  =  bisogna  rispettare 
la  roba  degli  altri. 

1)  fase  rispètà  =  farsi  rispettare:  farsi 
valere,  non  farsi  mancare  di  rispetto. 

rispètàss,  V.  rifl.  =  rispettarsi:  aver  ri- 
spetto a  se  medesimo;  astenersi  da  tutto 
ciò  che  offenda  il  proprio  onore,  la  pro- 
pria riputazione  ;  on  òmm  che  ée  ri- 
spètà le  pensa  nànea  dna  ròba  com- 
pagna =  un  uomo  che  si  rispetti  non 
la  pensa  neppure  una  cosa  simile. 

rispètàbil,  *  agg.  =  rispettabile;  che  me- 
rita rispetto,  riguardo. 

1)  Per  scherz.  e  iron.  grande,  grosso: 
el  g'hà  on  gceubb  rispètàbil  =  ha  una 
gobba  rispettabile. 

rispètós,  *  agg.  =  rispettoso:  che  ha  ri- 
spetto, mosti-a  rispetto. 

rispètt,  s.  m.  =  rispetto;  sentimento  di 
deferenza,  di  riguardo  verso  una  per- 
sona. 

1)  rispètt  l'iman  =  rispetti  umani: 
paura  d'offendere  l'opmione  degli  altri 
la  quale  ci  impedisce  di  agire. 

2)  pèrd  el  riépètt  =  perdere,  togliere 
il  rispetto:  non  aver  più  stima  a  uno, 
mancargli  d'ogni  riguardo.  Per  celia  e 
famigliarm.  noi  lo  diciamo  anche  di  un 
figlio  che  cresce  più  alto  di  babbo  e 
mamma  o  dei  fratelli  maggiori. 

3)  cont  pòcch  rispètt  pàrlànd  =  con 
rispetto  parlando:  dicesi  pronunziando 
palmole  e  frasi  contrarie  alla  decenza, 
per  farsele  scusare. 

4)  rispètt  à....  =  in  rispetto,  a  ri- 
spetto, in  confronto,  al  paragone  :  ri- 
spètt à  ti  el  par  piscinin  come  =  in 
confronto  a  te  par  molto  piccolo. 

5)  à  tàola  e  in  lètt  ghe  voeur  m  inga 
de  rispètt  =  né  a  tavola,  ne  in  letto,  ci 
vuol  rispetto  :  prov.  un  po'  ti'iviale  per 
dire  che  a  tavola  e  in  letto  si  devo  po- 
ter stare  con  libertà. 

risplénd,  v.  att.  =  risplendere  ;   rinfor- 

zativo  di  splendere. 
rispònd,  *  v.  att.  =  rispondere,  parlai'e  o 

scrivere  ad  alti'i,  secondo  che  uno  è  stato 

inteiTOgato. 

1)  rispònd  à  ton  =  rispondere  a  tono; 
conforme  alla  domanda. 

2)  rispdnd  ài  èàlud  =  rispondere  al 
saluto  :  salutare  chi  ci  ha  salutato. 

3)  rièpond  à  l'àpèll  =  rispondere  alla 


687  — 


ris 


chiama:  nelle  riunioai,  nello  assemblee, 
dire  che  si  è  presenti. 

4)  Eibattere,  rimbeccare  ;  i  fiau  polìd 
glie  rispondeu  minga  ài  papà  e  alla 
marna  =  i  ragazzi  di  garbo  non  rispon- 
dono ai  genitori  ;  mss  vun  ò  vuna  che 
rispònd  =  essere  rispondioro,  rispon- 
diera  ;  che  ò  facile  a  rispondere. 

5)  T.  di  gioc:  giuocare  la  carta  del 
.    medesimo   seme    di    quella  giocata  da 

altri. 

6)  riépond  d'ona  persona  =  rispon- 
dere di  una  persona:  esserne  malleva- 
dore. Si  dice  anche  di  coso. 

risporscèll,  s.  m.  =  riccio,  spinoso,  por- 
cospino: animale  che  ha  la  pelle  mu- 
nita di  aculei  ;  specie  di  spine. 

1)  vèss  gràsios  come  on  risporscèll 
essere  gentile  come  uno  spinoso  :  di  per. 
ruvida,  sgarbata. 

rispósta,  s.  f.  =  risposta  :  il  rispondere 
e  il  modo  di  rispondere,  e  la  lettera 
che  serve  a  rispondere  a  un'  altra  let- 
tera. 

1)  bota  e  risposta  =  botta  e  risposta  : 
il  rispondere  con  prontezza;  ad  un  motto 
pungente.  Vedi  bota,  3). 

riss,  s.  m.  =  riccio,  ricciolo  :  ciocca  di 
capelli  inannellati  e  cadenti, 

1)  La  parte  superiore  ricurva  del  ma- 
nico del  violino. 

riss,  agg.  =  ricciuto,  crespo,  arricciolato: 
càvH  risa  =  capelli  arricciolati. 

ristabilì,  v.  att.  =  ristabilire.  Vedi  re- 
stàbili. 

ristàbiliss,  v.  rifl.  =  ristabilirsi  :  riac- 
quistare la  salute. 

ristagli,  s.  m.  =  ristagno,  ristagnamento: 
del  sangue  che  si  ferma,  quasi  impa- 
luda tra  carne  e  pelle  e  produce  un 
malanno. 

1)  Fig.  Impedimento  al  procedere  del 
commercio,  d'un  negozio,  d'  un  affare; 
gli'è  011  gran  riètàgn  in  di  àfàri  ;  se 
guàdtlgna  pil  nàgòtt  =  c'è  un  gran  ri- 
stagno negli  affari  ;  non  si  guadagna 
più  nulla. 

ristampa,  s.  f.  =  ristampa  :  nuova  edi- 
zione di  un  libro,  o  nuova  stampa  di 
un'edizione  vecchia. 

ristampa,  v.  att.  =  ristampare  :  pubbli- 
care nuovamente  un  libro  ;  g'hoo  tòrt 
se  spéri  che  'l  me  vocabolàri  el  riétàm- 
pen  ?  =  ho  torto  se  spero  che  il  mio 
vocabolario  lo  ristampino  ? 


ristocràticli,  agg.  =  aristocratico.  Vedi 
àristocràtich. 

ristor,  s.  m.  =  ristoro:  conforto  mate- 
riale 0  morale  ;  quèla  bela  àrièta  chi  Ve 
on  gran  ristdr  =  questa  bella  arietta  è 
un  gran  ristoro. 

ristora,  v.  att.  =  ristorare,  dar  ristoro  : 
recar  conforto,  sollievo  ;  quànd  èè  g'hà 
set  dna  bona  tàéa  d'  àcqica  frièta  là 
ristora  propi-i  =  quando  si  ha  sete  una 
buona  tazza  d'acqua  fresca,  ristora  dav- 
vero. 

ristoràiit,  s.  m.  =>  ristorante:  luogo  dove 
uno,  mangiando  e  bevendo,  si  può  ri- 
storare. 

ristréng-,  *  v.  att.  =  ristringere,  restrin- 
gere: di  sostanze  medicamentose,  indurre 
stitichezza,  arrestare  il  flusso  del  ventre; 
el  tàmàrtnd  el  ristreng  =  il  tamarindo 
restringe. 

ristrénges,*  v.  rifl.  =  ristringersi  :  farsi 
pili  stretto,  ridursi  a  minor  larghezza; 
là  càrna  à  cceus  là  sé  ristreng  =  la 
carne  cuocendo  si  ristringe. 

1)  Fare  maggiore  economia,  rispar- 
miare nelle  spese  di  casa  ;  hèmm  do- 
mili riàtrénges  per  no  fa  brìitt  figUr  = 
abbiamo  dovuto  ristringerci  per  non  far 
brutto  figure. 

2)  Rientrare  :  di  cosa  che  si  accorci, 
e  specialm.  del  panno  che  si  accorcia 
bagnandolo.  Si  dice  più  spesso  ritiràss. 

ristretésa,  s.  f.  =  ristrettezza:  condi- 
zioni domestiche  non  buone,  mancanza 
di  mezzi. 

ristrètt,  agg.  =  ristretto  :  augusto ,  dì 
poca  estensione  ;  g'hèmm  on  àpàrtà- 
mént  on  pò  riàtrètt  =  abbiamo  un  ap- 
partamento un  po'  ristretto. 

1)  Di  prezzo:  il  minor  di  cui  si  possa 
vendere  una  cosa.  Usasi  anche  assolut. 
el  ristrètt  =  il  ristretto. 

2)  Di  brodo,  vivande,  etc,  concen- 
trato, cotto  con  poco  liquido,  con  tutto 
il  proprio  sugo. 

3)  Bisognoso  ;  in  istrettczzo. 
risiiltà,  v.  att.  =  risultare:  mostrarsi  evi- 
dente, venire  di  conseguenza  ;  à  mi  me 
risalta  che  iér  gK  èra  in  pàés  pòca 
gent  =  mi  risulta  che  ieri  in  paese  c'era 
poca  gente. 

risiiltaa,  s.  m.  =  risultato  :  ciò  che  ri- 
sulta, il  fatto  che  risulta  ;  el  g'hà  perd 
àviiii  on  bel  risiiltaa  del  éò  làorà  =  ha 
però  avuto  un  bel  risultato  dal  suo  la- 
voro ;  là  màgiór  pàrt  di  vòlt  ée  fàdìga. 


ris 


688  — 


rit 


se  inèegna  e  àe  g'hà  minga  de  risilltaa 
=  la  maggior  parte  delle  volte  si  fatica, 
si  insegna  e  non  si  hanno   risultati. 

risuscita,  v.  att.  =  risuscitare.  Vedi  re- 
siiscita. 

risvolt,  s.  m.  =  manopola;  ciascuna  delle 
liste  traversali  nelle  maniche,  che  co- 
prono i  polsi. 

ritàià,*  V.  att.  =  ritagliare  :  di  un  dise- 
gno, tagliarlo  secondando  le  linee  ester- 
ne, che  lo  chiudono. 

rìtàj,*  s.  m.  =  ritaglio:  pezzo  non  grande 
di  panno,  di  drappo  o  simil.  tagliato  o 
rimasto  d'una  pezza.  Anche  scàinpol. 

1)  Sciavero  :  ritaglio  di  stoffa  avan- 
zato dal  tagliare  vestito,  o  sim. 

2)  Biracchio:  pezzetto,  ritaglio,  avanzo 
di  roba. 

3)  Tritoli:  rimasuglie,  limature  di  ori- 
ficerie. 

ritàrd,  s.  m.  =  ritardo:  ritardamento,  in- 
dugio. 

1)  vès§,  vegnl,  riva  in  ritàrd  =  es- 
sere, venire,  giungere  in  ritardo  ;  cioè 
di  quel  che  s'aspettava  o  è  fissato. 

ritarda,  v.  att.  =  ritardare:  indugiare  a 
giungere  ;  me  par  che  ineoeu  el  pòrtà- 
lèter  el  ritarda  =  mi  pare  che  oggi  il 
procaccino  ritardi. 

1)  Dell'orologio:  andare  troppo  lento, 
andare  in  dietro  ;  el  me  orològg  el  ri- 
tarda éémper  de  clnqu  miniitt  =  il  mio 
orologio  ritarda  sempre  di  cinque  mi- 
nuti. Anche  tarda. 

ritég'u,  s.  m.  =  ritegno,  riparo,  ostacolo: 
éénéa  ritègn  =  senza  ritegno:  senza  modo 
né  misura. 

ritegni,  v.  att,  =  ritenere  :  credere,  sti- 
mare, essere  persuaso  ;  mi  ritegni  che 
el  guarirà  =  io  ritengo  che  guarirà. 

ritensiòn  d'orina,*  s.  f.  =  ritenzione  di 
orina,  o  ritenzione:  iscuria,  difficoltà 
di  emettere  l'orina. 

ritentiva,  s.  f.  =  ritentiva:  la  facoltà  di 
ritenere  a  memoria. 

ritìr,  s.  m.  =  ritiro:  luogo  ritirato,  ap- 
partato, dove  uno  vive  isolatamente. 

1)  Convento  dove  ci  si  ritira  dal 
mondo  o  dove  alcuni  mettono  lo  fan- 
ciulle ad  educarsi  e  istruirsi. 

2)  in  ritìr  =  in  ritiro,  in  riposo:  di 
impiegato  giubbilato  ;  l'è  on  giÈdes,  on 
capitani  in  ritìr  =  è  un  giudice,  un 
capitano  in  ritiro,  in  riposo. 

ritira,  v.  att.  =  ritirare  :    tirare  in  den- 


tro, far  rientrare   in   se   stessa  alcuna 
cosa. 

1)  Di  denari,  riscuoterli,  metterli  in 
tasca  0  in  cassa;  èont  àndaa  à  ritira 
el  me  étipmdi  =  sono  andato  a  ritirare 
il  mio  stipendio. 

2)  Di  lettere,  merci,  roba,  prenderlo 
dalla  dogana,  dai  luoghi  d'arrivo,  dalla 
posta,  e  sim. 

4)  ritira  la  paròla  =  ritirar  la  pa- 
rola: annullarla,  disdirla. 

ritiraa,  agg.  =  ritirato,  appartato. 

ritiràda,  s.  f.  =  ritirata:  il  ritirarsi  dei 
soldati  al  quartiere  la  sera,  e  il  cenno 
che  se  ne  dà  colle  trombe,  colla  mu- 
sica. 

1)  Il  ritirarsi  dell'esercito  in  campo 
contro  al  nemico. 

2)  bàtt  in  ritiràda  =  battere  in  ri- 
tirata ;  andarsene  da  un  luogo. 

3)  Luogo  comodo,  gabinetto,  latrina. 
ritiràss,  v.  rifl.  =  ritirarsi ,  ritirarsi  :  ti- 
rarsi, andare ,  farsi    indietro  :    mi  me 
sont  ritiraa  per   làsàll  pàsà  =  io  mi 
sono  ritirato  per  lasciarlo  passare. 

1)  Desistere,  cessare  da  ciò  che  uno 
ha  intrappreso  :  ritiràsà  à  fa  'l  scior 
=  ritirarsi  a  fare  il  signore. 

2)  Ritiràsà  dai  esàmm  =  ritirarsi 
dagli  esami  ;  non  prender  più  parte 
agli  esami  e  sim. 

3)  Rifuggirsi,  ricoverarsi  in  un  luogo. 

4)  Da  un  ufficio,  incarico  o  altro; 
lasciarlo,  rinunziarvi. 

5)  Rientrai-e  :  di  panno  o  drappo  o 
sim.  che,  bagnato,  si  accorci. 

ritocà,  V.  att.  =  ritoccare.  T.  dei  pittori. 
ritornèll,  s.  in.   =  ritornello  :   verso   o 

strofa  intercalare  ;  che  si  fa  di  quando 

in  quando,  a  intervalli. 

1)  T.  music.   Il    ripetere    che    si  fa 

un  ti'atto  di  musica  a  intervalli. 
ritorno,*  s.  m.    =    ritorno:    il   viaggio 

che  si  fa  per  ritornare. 

1)  Ritorno,  rimeno;  càrQéa,  cavai 
de  ritorno  =  cai'rozza,  cavalli  di  ri- 
torno, di  rimeno  ;  che  tornino  al  luogo 
d' onde    sono    partiti,    avendo   portato 

.   passeggeri  a  un  luogo. 

2)  fà'l  bàli  del  ritorno  =  fare  il 
ballo  del  ritorno,  del  ritessere  ;  tornare 
indietro. 

ritràtà,  v.  att.  =  ritrarre,  ritrattare: 
fare  il  ritratto  a  uno. 

ritràtàsiou,  s.  f.  =  ritrattazione,  il  ri- 
trattarsi disdicendosi;    se    Vhà   voriiii 


rit 


—  OSO 


càràsrla  Vhà  doinlii  fa  on  fior  cVóna 
ritràtàsiióii  =  se  ha  voluto  uscirne  ha 
dovuto  fare  un  fior  di  ritrattazione. 

rìtràtàss,  v.  ri/I.  =  ritrattarsi,  disdirsi: 
dire  il  contrario  di  quello  che  si  è 
detto. 

riti'àtìsta,  s.  m.  =  ritrattista  :  pittore 
cilio  fa  e  che  ò  valente  nel  fare  ri- 
tratti. 

ritràtt,  s.  m.  =  ritratto,  effige  :  la  ri- 
produzione artistica  di  una  figura. 

1)  ■«(■§§,  pari  l  ritràtt  de  mn  =  es- 
sere, parere  il  ritratto  di  uno;  somi- 
gliargli molto  così  da  parer  lui. 

2)  vèss  pàrV  l  ritràtt  dèlcc  sàlud  = 
essere,  parere  il  ritratto  della  salute  ; 
avere  aspetto  florido. 

3)  fài-s,fà't  ritràtt  =  farsi  ritrarre; 
farsi  fare  il  ritratto. 

rìtroàto,  s.  m.  =  ritrovato  :  invenzione, 
ritrovamento  di  qualche  cosa;  là  mi- 
f/rinlna  per  el  mài  de  tèUa  Ve  staa 
on  gran  bèli  ritrotito  =  la  migrinina 
per  il  mal  di  testa  ,  è  stato  un  gran 
bel  ritrovato. 

rifluì,*  V.  att.  =  riunire,  ricongiungere, 
mettere  insieme. 

1)  Accentrare,  concentrare  :  far  che 
in  un  sol  luogo  o  in  una  ^ola  persona 
siano  tutte  lo  attribuzioni  e  le  cariche 
amministrativo  di  uno  Stato,  di  una 
città,  di  un  Istituto. 

rinuión,  *  s.  f.  =  riunione,  adunanza: 
persone  riunito  a  caso  o  por  convegno. 

riuniss,*  t\  rifl.  =  riunirsi,  radunarsi  in- 
sieme. 

riiisi,*  V.  att.  =  riuscire.  Vedi  :  riesì. 

riusìda,*  s.f.  =  riuscita:  successo,  evento; 
quèll  fioeil  pareva  minga  che'l  doèèè 
fa  dna  riusìda  insci  bòna  =  quel  ra- 
gazzo non  pareva  dovesse  fare  una 
così  buona  riuscita. 

riva,  s.  f.  =  riva,  proda:  il  terreno  che 
termina  al  mare  o  a  un  corso  d'acqua 
qualsiasi;  el  .Ha  àula  riva  à  giiigà  à 
fa  Salta  i  piòd  =  sta  sulla  riva  a  gio- 
care a  rimbalzello. 

1)  Eipa,  riva:  luogo  scosceso. 

2)  Proda,  sponda,  ripa:  la  parte 
esterna,  l'orlo  di  checchessia:  là  riva 
del  viti,  dèla  strada    =    la   proda  del 

_     viale,  della  strada. 
riva,  V.  att.  =   arrivare,    giungere:    es- 
sere   al    termino    del    cammino  :     nel 
luogo  a  cui  si  ora  dirotti. 
4t 


1)  Di  cose,  merci,  lettere,  o  sim.  ; 
è  rivaa  'l  pese  =  è  arrivato  il  pesce. 

2)  Bastare  al  bisogno:  di  misura,  di 
numero;  là  eòrda  là  riva  nò  =  la 
corda  non  arriva. 

3)  Di  chi  vada  in  uq  luogo  coli' in- 
tenzione di  non  fermarcisi  che  pochi 
momenti  ;  rivi  Ma  pitsa  e  torni  = 
arrivo  alla  piazza  e  torno. 

4)  riv(l  «...  arrivare  a...:  di  cose: 
arrivare  a  qualche  cosa:  essere  vicino 
tanto  da  poterla  toccare  o  prendere  ; 
el  vàs  l'è  tròpp  alt;  ghe  rivi  minga  = 
il  vaso  ò  troppo  alto  ;  non  ci  arrivo. 

5)  Parlando  di  tempo,  durare,  con- 
servarsi, vivere  fino  a  quel  tempo  ; 
el  pàpàgrtind  l'è  rivaa  ài  vofànt' ànn 
=  il  nonno  arrivò  agli  ottant'anni. 

6)  Di  numero ,  misura ,  compirla  : 
el  forment  el  riva  minga  à  cent  éàccli 
=  il  frumento  non  arriva  a  cento  sacchi. 

7)  riva  à...  =  arrivare  a...:  riuscire 
a...;  rivi  à  guadagna  cent  frànch  al 
inés  =  arrivo  a  guadagnare  cento  fran- 
chi al  mese. 

8)  Ammontare,  ascendere,  sommare: 
detto  di  un  conto  di  più  partite  o  del- 
l'insieme di  più  valute:  là  spèsa  là 
l'iva  minga  à  trenta  frànch  =  la  spesa 
non  arriva  a  trenta  franchi. 

rivàgrli,  V.  att.  =  arrivarci:  capire  quel 
che  altri  dice  in  modo  un  po'  velato  ; 
l'è  tròpp  ignordnt;  el  ghe  rica  minga 
=  è  troppo  ignorante;  non  ci  arriva. 

rivai,  s.  ni.  =  rivale:  chi  concoiTe  con 
le  stesse  pretensioni  d'altri  allo  stesso 
amore,  e  per  estens.  emulo. 

rivalsa,  s.  f.  =  rivalsa,  ricambio.  T.  di 
commercio. 

rivanga,  v.  att.  =  rivangare:  riandare 
una  cosa  spiacente. 

rivede,  v.  att.  =  rivedere:  esaminare  di 
nuovo  per  correggere. 

1)  rivede  i  eiint  =  rivedere  i  conti: 
tornare  a  farli,  vedere  se  essi  tor- 
nino. 

rivedérci  (à),  =  a  rivederci:  commiato 
che  si  danno  gli  amici. 

rivelàsión,*  s.  f.  =  rivelazione:  quanto 
balena  alla  mente  richiamando  fatti 
prima  ignoti. 

rivèiid,*  V.  att.  =  rivendere:  vendere  al 
minuto  ciò  che  uno  ha  comperato  al- 
l'ingrosso. 

1)  Vendere  di  nuovo;  l'ha  compraa 
on  cavali  per  cent  màrèngh  e  Vhà  ri- 


—  690  — 


rob 


vendilii  per  centciiiquànta  =  ha  com- 
perato un  cavallo  per  cento  marenghi 
e  l'ha  rivenduto  per  centocinquanta. 

rivéndita,*  s.  f.  =  rivendita:  il  riven- 
dere, e  il  luogo  dove  uno  rivende  la 
roba,  la  merce;  paga  là  tàsa  (Veser- 
ctsi  e  rivendita  =  pagare  la  tassa  di 
esercizio  e  rivendita. 

riveuditór,*  s.  ni.  =  rivenditore  :  chi 
rivende  al  minuto  la  merce  comperata 
all'ingrosso. 

rivérber,  s.  m.  =  riverbero,  reverbero: 
quel  disco  di  metallo  che  si  mette  ai 
lumi,  perchè  riflettano  maggior  luce. 

1)  L'effetto  di  riverberare:  el  ri- 
vérber del  éo  el  me  inMpa  là  vièta  = 
il  riverbero  del  sole  mi  abbaglia  la 
vista. 

2)  eitir  col  rivérber  =  lume  a  river- 
bero ;  il  lume  munito  di  riverbero. 

rìverénsa,  s.  f.  =  riverenza,  reverenza, 
inchino:  saluto  d'onoro  che  si  fa  chi- 
nando la  testa  e  la  persona. 

riyerì,  v.  att.    =  riverire:   far  segno  di 
rispetto  0  d'ossequio  con  atti  o  parole. 
1)  riveriéi  =  riverisco,  la  riverisco; 
si  dice  incontrando  una  persona. 

riverisco,  riverita  e  riverito,  =  riveri- 
sco, riverito.  Vedi  sopra  :  ri  veri  1). 

rivesti,*  *•.  att.  =  rivestire  :  incorniciare 
con  mattoni,  pietre  o  altro,  muri,  for- 

,  tifìcazioni.  e  sim.  ;  l'èra  on  bàstiment 
tUtt' rivestii  d' àsàl  =  era  un  basti- 
mento tutto  rivestito  d'acciaio. 

rivi,  s.  m.  =  capecchio  :  la  materia 
grossa  e  liscosa  che  si  trae  dalla  pri- 
ma pettinatura  del  lino  e  della  ca- 
napa, avanti  la  stoppa  ;  impienì  de 
rivi  dna  poltrona  =  riempire  di  ca- 
pecchio una  poltrona. 

rivìncita,*  s.  f.  =  rivincita:  la  partita 
che  si  fa,  perchè  il  perdente  possa  ri- 
farsi. 

1)  Vendetta,  ricambio  ;  hoo  faa  dna. 
figura  minga  tròpp  bela  ma  prèsi 
g'àvàroo  là  rivincita  =  ho  fatto  una 
figura  non  troppo  bella,  ma  jìresto 
avrò  la  rivincita. 

rivista,*  s.  f.  =  rivista,  rassegna:  l'ispe- 
zione dei  soldati  che  si  fa  da  un  su- 
periore. 

1)  E'  anche  il  titolo  di  qualche 
giornale  o  periodico. 

rivòlg,*  V.  att.  =  rivolgere,  volgere,  di- 
rizzare; rivòlg  là  parola    =    rivolgere 


la  parola  ;  indirizzare  a    uno    una  do- 
manda ;  parlargli. 

1)  rivolge s  à  quèidun  =  rivolgersi 
ad  alcuno;  richiederlo  d'aiuto  di  con- 
siglio, di  difesa. 

Rivòlta,  s.  f.  =  Eivolta:  borgo  di  Lom- 
baidia  suIl'Adda.  Ne  abbiamo  cavato 
i  giuochi  di  parole;  andà  à  Rivòlta, 
manda  à  Rivòlta  =  per  dire  che  si 
fa  per  so  o  si  fa  fare  per  altri  un 
abito  rivoltato  perchè  un  po'  logoro 
sul  suo  ritto. 

rivolta,  *  V.  att.  =  rivoltare,  rivolgere  : 
volgere  sottosopra. 

1)  rivolta  H  stòmegh,  e  semplic.  ri- 
volta =  rivoltare  lo  stomaco,  rivoltare  : 
di  cose  schifose  o  turpi  che  muovano 
il  vomito. 

rivoltàss,*  V.  rifl.  =  rispondere  con  ar- 
roganza: ribellarsi,  far  rivolta,  som- 
mossa. 

rivoliisiòn,  s.  f.  =  rivoluzione:  solleva- 
zione del  popolo  per  distruggere  o  mu- 
tare il  proprio  governo;  là  famósa  ri- 
voliisiòn di  cinqu  giorntid. 

rivoliisionàri,  s.  in.  =  rivoluzionario  : 
chi  ò  del  pai-tito  della  rivoluzione. 

riviilsiv,  *  agg.  =  rivulsivo:  medica- 
mento atto  a  deviare  una  malattia,  un 
umore. 

roba,  s.  f.  piar,  robb,  =  cosa,  roba: 
nome  di  termine  generalissimo  e  si 
dice  di  tutto  quello  che  è  o  che  può 
essei'e  in  qualunque  modo. 

1)  D'oggetti  materiali  che  servono 
ai  bisogni  materiali  dell'uomo:  i  ròbb 
nece^àri  tlla  vita  =  le  cose  necessarie 
alla  vita. 

2)  Di  tutto  ciò  che  avviene;  l'è  stàda 
pròpi  dna  ròba  importuni,  incredibil  = 
cosa  importante,  incredibile;  l'è  on  al- 
tra ròba  =  è  un'altra  cosa. 

3)  Di  tutto  ciò  che  si  fa;  bisógna  fa 
dna  ròba  Ma  vòlta  =  bisogna  fm:e  una 
cosa  alla  volta;  fa  dna  ròba  =  fa  una 
cosa  ;  fam,  nel  consigliare,  proporre,  eÀ 
anche  con  aria  di  comando;  hin  mingaT 
ròbb  de  fa  =  non  sono    cose    da  farsi:] 
])er  correzione  più  che  per  rimprovero;! 
ami  de  sti  ròbb?  =  a  me  queste  coso'? 
con  senso  di  rimprovero  e  di  minaccia. 

4)  Di  tutto  ciò  che  si  dice;  te  diroo 
dna  ròba  =  ti  dirò  una  cosa:  per  chia- 
mar l'attenzione  su  quello  che  si  vupl 
dire;  di  di  bèj,  di  briitt  ròbb  =  dir  delle 
belle,  dolio  brutto  cose. 


rob 


G91 


rob 


5)  Di  (luanto  può  formare  oggetto  di 
una  cogaizione  o  d'  altra  operazione 
della  mente;  pensa  à  dna  ròba^  desmen- 
iegàéè  (Vòna  ròba  =  pensare  a,  dimen- 
ticarsi di  una  cosa. 

6)  vèss  là  stèàa  roba  =  essere  la  stessa 
cosa;  non  esserci  differenza. 

7)  tùt' filtra  ròba  =  tutt' altra  cosa: 
diversissima. 

8)  i  éò  ròbb  =  le  sue  cose;  le  proprie 
occupazioni,  i  propri  interessi  ;  mèti  à 
post  i  so  ròbb  =  assestar  le  suo  cose. 

9)  vègli  i  so  ròbb  =  aver  le  sue  cose, 
rivedere:  di  donna,  le  sue  ricorrenze. 

10)  qiièla  ròba  =  quella  cosa:  indi- 
cando cosa  nota  alla  persona  con  cui 
si  parla,  quando  non  si  vuol  nominarla 
0  non  se  ne  ricorda  il  nome;  règh  on 
poo  de  quella  ròba  =  avere  un  po'  di 
criterio,  di  discernimento  o  prudenza. 

11)  vègh  dna  ròba  =  avere  una  cosa: 
detto  di  qualità,  requisiti  particolari, 
sui  quali  si  vuol  richiamare  l'attenzione; 
Ve  on  bòn  fioeu,  via  ^Ig'hàòna  ròba; 
Ve  on  2)00  testàrd  =  è  un  buon  figliuolo 
ma  ha  una  cosa;  è  un  po'  testardo. 

12)  cèrti  ròbb  =  certe  cose:  di  cose, 
poco  regolari,  alle  quali  si  accenna  senza 
indicarle;  cèrti  ròbb  on  ffmu  polìd  ie 
dis  minga  =  certe  cose  un  ragazzo  a 
modo  non  le  dice. 

13)  dna  ròba  giusta,  polìda  =  una 
cosa  giusta:  né  troppo,  né  poco. 

14)  vèss  minga  dna  grati  ròba  =  non 
essere  gran  cosa:  di  persona  o  di  cosa 
per  dire  che  ha  sì  certo  qualità,  ma 
non  nel  grado  che  si  crede. 

15)  ròbb  de...  =  cose  di,  del...:  indi- 
cando un  ordine  determinato  di  cose; 
ròbb  de  scòla  =  cose  di  scuola;  ròbb  de 
Valter  mond  =  cose  dell'  altro  mondo: 
le  soprannaturali,  le  stranissime.  In 
senso  spregiat.  anche  ròbb  de  ciòd  = 
cose  da  orbi,  robe  da  chiodi  ;  ròbb  che 
bisa  Vària  =  cose  che  fìnano  l'aria. 

16)  là  prima  ròba  =  la  prima  cosa; 
per  prima  ròba  =  per  prima  cosa:  in- 
nanzi tutto. 

17)  pòca  ròba  =  poca  roba;  pochis- 
simo. 

18)  Esclamaz.;  che  ròba!  o  ma  che 
ròba  !  =  che  cosa  !  ma  che  cosa  !  espri- 
mendo rincrescimento  o  meraviglia. 

19)  Ve  dna  ròba  de  nièiU  !  =  è  una 
cosa  da  niente  I  é  affar  da  nulla  !  Per 


antifrasi,  di  cosa    grave,  di  molta   im- 
portanza. 

20)  Ve  minga  roba  per  ini  =  non  è 
affar  mio:  di  cosa  di  cui  non  vogliamo 
occuparci  assolutamente. 

21)  còme  se  fa  à  fa  ròba?  -  ròba! 
Vedi  ripètt,  3). 

22)  i  ròbb  de  cà  =  le  faccende  di 
casa. 

23)  fa  i  so  ròbb  =  fai"  le  sue  cose: 
far  testamento,  prendere  i  sacramenti, 
prima  di  morii-e. 

24)  fa  dna  ròba  éànta  =  fare  una 
santa  cosa:  di  buona  azione  che  faccia 
molto  bene  a  qualcuno. 

25)  mctt  i  ròbb  in  grand  =  esagerare: 
aggrandire  le  cose. 

20)  tra,  àdree  là  ròba  =  gettar  via  la 
roba:  darla  o  venderla  per  meno  del 
valore. 

27)  là  ròba  Ve  de  chi  le  gòd  =  la 
roba  non  è  di  chi  la  fa,  ma  di  chi  la 
gode. 

28)  là  par  ròba  robMa  =  par  roba 
di  ladri,  del  Comune. 

29)  Ve  ròba  trotlda  =  è  roba  trovata: 
quando  ci  vengon  dati  danari  che  non 
s'aspettavano. 

roba,  V.  att.  =  prendere,  agguantare:  ap- 
propriarsi 1'  altrui  indebitamente  e  di 
nascosto;  nVhan  robaa  H  borèìn  =  mi 
hanno  rubato  il  borsellino. 

1)  Ve  tànt  làder  chi  ròba  còme  chi 
tén  à  man  =  tanto  è  ladro  chi  niba 
quanto  chi  tiene  il  sacco. 

2)  i  ròbi  minga  ve!  opp.  voo  minga 
à  robtij  =  non  li  rubo  mica!  I  quat- 
trini :  dice  chi  non  vuole  spendere  più 
di  quanto  può  ed  é  accusato  d'avarizia 
ingiustamente. 

3)  roba  siil  pés  =  rubare  nel  peso  ; 
di  chi  vende  o  dà  meno  di  quel  che 
dovrebbe. 

4)  roba  'l  mestee  =  rubare  il  me- 
stiere; entrare  in  un  campo  che  non  è 
il  nostro,  che  ò  d'altri. 

5)  roba  coi  oeucc  =  nibar  cogli  oc- 
chi: guardare  attentamente,  appassio- 
natamente. 

6)  Sottrarre,  levare  :  el  ròba  i  or  ài 
èògn  per  studiti  =  ruba  le  ore  al  sonno 
per  studiare. 

7)  robtl  sUla  spésa  =  furfare:  rubare 
sulla  spesa,  mangiare  sulla  sporta. 

robàcoeùr,  s.  m.  =  rHbacori:  d'uomo  o 


rob 


—  692  — 


roi 


di    donna    che    innamori    facilmente; 
bello,  buono,  da  farsi  voler  bene. 

robàda,  (ròba)  =  roba  rubata:  si  dice 
della  merce  venduta  a  vilissimo  prezzo. 

robàia,  s.  f.  =  robaccia:  pegg.  di  roba. 

robàlìsi,  s.  m.  =  rubamento,  rapina, 
furto,  ladroneccio:  il  rubare. 

l'òbàmàsètt,  s.  m,.  =  rubamonte:  sorta 
di  giuoco  colle  carte  dove,  secondo 
celie  regole,  1'  uno  prende  il  monte 
dell'altro  e  vince  quegli  a  cui  rimane. 

ròbàmestee,  s.  m.  =  guastalarte,  gua- 
stamestieri. Vedi  ^nàstàntestee. 

robàtà,  V.  att.  =  rubacchiare  :  freq.  di 
l'ubare. 

ròbb,  s.  m.  =  coso  :  uomo  stupido  o 
malfatto:  cos'hoo  de  fànn  de  quèll 
ùmtn  li;  Ve  on  ròbb  =  cos'ho  da  farne 
di  quell'uomo  li;  è  un  coso. 

1)  Arnese:  cattivo  soggetto;  F  è  on 
bèli  ròbb,  va  là  !  =  ò  un  liell'  arnese, 
va  là! 

robéta,  s.  f.  =  robina,  coserella:  dim. 
vezz.  di  roba. 

1)  Robetta:  con  senso  un  po'  dispre- 
giativo; roba  di  poco  conto. 

robetìii,  s.  m.  =  e 

robin,  s.  m.  =  cosino,  cosettino:  Di 
pers.  e  specialm.  di  bambini  e  di 
donne,  magrine,  mingherline,  esili. 

ròbia,  s.  f.  =  robbia:  rubia  tinctorum  ; 
pianta  colorante  di  macchia,  la  cui  ra- 
dice è  usata  dai  tintori. 

robioeùla,  s.  f.  usato  per  lo  più  al 
plur.  =  formella  :  panello  tonde  e 
piane  di  corteccia  di  quercia  o  corro, 
già  usata  per  la  concia  del  cuoio.  Si 
usano  come  combustibile,  specialm. 
per  le  stufe. 

1)  Raviggiolo:  cacio  freschissimo,  te- 
nero, fatto  di  latte  di  capra. 

robiolàtt,  s.  m.  =  venditore  o  fabbri- 
catore di  formelle  da  ardere. 

robioliU)  s.  m.  =  raviggiuolo:  specie  di 
piccoli  formaggini:  sono  celebri  quelli 
di  Montàvègia  =  Montevecchia. 

1)  Pioppino:  specie  di  cappello  da 
uomo  che  rassomiglia  a  una  cappella 
di  fungo. 

robiòn,  s.  m.  =  scotano:  specie  di  le- 
gno giallo  venato  di  verde. 
robìoràtt,  s.  tn.  =  fungacelo  anneb- 
biato: di  cappellone  grande  e  man- 
trucciato. 
robiorìn,  s.  m.  =  fanghino  annebbiato: 
fungo  con  piccolo  cappello  mantiucciato. 


robust,  agg.  =  robusto:  forte,  gagliardo 
di  membra,  sano  ;  mi  preferìsi  vègh 
on  fioeù  robust  che  on  fioeu  bèli  =  io 
preferisco  avere  un  figlio  robusto  che 
un  figlio  bello. 

l'obiistèsa,  s.  f.  =  robustezza:  forza,  vi- 
gore di  membra  sane. 

rdca,  s,  f.  =  ròcca,  conocchia:  arnese 
per  lo  più  di  canna,  del  quale  si  ser- 
vono le  donne  per  filare. 

1)  pari  dna  ròca  =  avere  il  corpo 
come  una  canna:  di  persona  secca  e 
lunga. 

rocàda,  s.  f.  =  roccata,  conocchiata: 
quanta  lana  si  mette  sulla  rocca  per 
filare  in  una  volta. 

1)  Colpo  dato  colla  rocca. 

rocadìu,  s.  m.  =  sinighella:  seta  infima 
che  si  trae  dai  bacacci  e  che  si  fila  in 
guindane. 

rocàtt,  s.  m.  =  fabbricatore  di   rocche. 

rochetee,  s.  ?n.  =  Fabbricatore,  vendi- 
tore di  rocchetti. 

1)  Voce  di  grande  spregio,  da  non 
sentirsi  sulla  bocca  di  persona  dab- 
bene. 

rochetéra,  s.  f.  =  rocchettiera  :  disco 
con  piantati  in  giro  grossi  aghi  su  cui 
si  infilano  i  rocchetti:  l'usano  le  sarte 
perchè  le  operaie  lavorino  con  mag- 
giore comodità  e  lestezza. 

rochètt,  s.  VI.  =  accappatoio  :  manto  di 
pannolino  increspato  da  capo,  che  si 
mette  indosso  quando  uno   si  pettina. 

1)  Roccetto  :  cotta  con  le  maniche 
lunghe  e  strette  al  polso.  Serve  ad 
alcune  dignità  ecclesiastiche  e  ai  Ve- 
scovi. 

2)  Rocchetto:  piccolo  pezzo  di  legno 
cilindrico,  forato  per  il  lungo,  su  cui 
è  avvolto  il  filo  :  si  usa  negli  incan- 
natoi e,  più  piccolo,  dalle  donne  per 
cucire  e  lavorare. 

rococò,  s.  f-  =  roccoccò  :  sorta  d' orna- 
mento bizzarro  usato  nella  seconda  metà 
del  secolo  xvii.  T.  d'arch. 

1)  E'  il  nome  nostro  di  una  specie 
di  carrozza  a  quattro  ruote,  con  spon- 
de bassissime  e  col  guscio  che  posa 
sulle  sole  molle. 

rococò,  (ala)  avv.  =  alla  roccoccò,  alla 
gi'ottesca,  grottescamente  :  di  tutto  ciò 
che  è  un  po'  goffo,  carico  d'arzigogoli. 

ròcol,  s.  r)i.  =  paretaio:  quell'aiuola  dove 
si  distendono  due  reti  che  per  mezzo 
di  un  ordigao  si  fanno  scattare  su  un 


roc 


-  693 


boschetto  situato  in  mezzo  e  dove  si 
posano  gli  uccelletti  clie  si  chiappano, 
e  il  boschetto  stesso. 

1)  Di  luogo  pericoloso,  o  dove  si 
può  incontrar  danno  :  quela  cà  II  Ve 
propi  el  rdcol  di  gioin  =  quella  casa 
è  proprio  il  paretaio  per  i  giovani. 

rocolàj  V.  att.  =  irretire,  uccellare:  chiap- 
par nelle  reti  ;  specialm.  nel  fig.  cir- 
condare di  lusinghe  e  ingannare. 

rocolà  ben,  v.  att.  =  formarsi  un  bel 
palco  :  degli  alberi,  spandere  la  chioma 
in  sfera. 

rocolaa,  agg.  =  Di  pianta  coi  rami  a 
trcijpiedi  od  opposti,  o  tricotomi. 

rocolàda,  s.  f.  =  uccellazione,  irreti- 
mento:  il  prendere  uccelli  al  paretaio, 
e  la  quantità  di  uccelli  presi. 

rocolàdor,  s.  m.  =  uccellatore:  chi  prendo 
al  paretario. 

roda,  iS.  /".  =  arenaria:  nome  di  una  are- 
naria di  Viggiù  che  si  usa  per  arrotare 
i  marmi,  ossia  per  dar  loro  il  pulimento. 

roda,  r.  att.  =  scroccare,  andare  a  spa- 
gliare: di  pers.  che  mangiano  e  bevono 
gratis,  a  spese  altrui. 

1)  Euttare,  eruttare:  dell'aria  che 
esce  con  impeto  e  rumore^  dallo  sto- 
maco. 

2)  roda,  0  specialm.  rodmé  =  rodere, 
rodersi:  di  abiti  che  per  sfregamento 
specialm.  agli  orli  riescono  come  rosic- 
chiati. 

ròdàbiisèccli,  s.  m.  =  uggioso,  leva  fiato, 
mozzafiato:  di  pers.  noiosa,  che  uggi- 
sce. Meglio  roseg-àbiisècch. 

rodeg'à,  v.  att.  =  tormentare,  seccare: 
specialm.  di  chi  secca,  uggisce  con 
continui  brontolamenti . 

rodegàss,  v.  rifl.  =  rodersi:  consumarsi 
dentro  per  rabbia,  rancore  e  sim,  :  el 
pò  minga  età  ben;  noi  fa  che  rode- 
gàss  =  non  può  star  bene;  non  fa  che 
rodersi. 

rodèla,  s.  f.  =  rotella:  piccola  ruota. 

1)  Eotellina:  specialm.  quelle  che  si 
mettono  ai  piedi  delle  poltrone,  dei  letti, 
ecc.,  per  condurle  qua  e  là. 

2)  Spronella:  la  stelletta  dello  sprone, 
colla  quale  si  punge  il  cavallo. 

8)  rodèla  di  ràviaeù  =  sprone:  piccolo 
disco  metallico  per  recidere  i  lembi  de- 
gli agnolotti  e  d'  altre  paste  si  che  ri- 
mangano frastagliati  a  smerlature  o  a 
festoni. 


rodili,  s,  m.  =  ruotino:  una  delle  ruote 

piccole  davanti  al  legno. 
rodòii,  s.  m.  =  ruotona:  gran  ruota. 

1)  Scroccone,  cavalier  del  dente:  che 
va  a  spagliare. 

2)  Eitrecine  :  sorta  di  macchina  che 
serve  a  facilitare  il  moto  in  alcuni  nio- 
lini  a  acqua. 

roèiit,  agg.  =  rovente,  infocato,  arroven- 

tito. 
roeiità,  ».  att.  =  arroventare,  roventare  : 

scaldare  al  fuoco  ferro  o  alti'O   metallo 

tanto  che  diventi  rosso. 
ròer,  s.  f.  =  rovere.  Vedi  róg'or. 
roèrs,  agg.  =  rovescio:  on  man  roèn-  = 

un  man  rovescio. 
roeud,  s.  m.  =  rutto,  llato:  aria  che  esce 

dallo  stomaco. 
roetìda,  s.  f.    =   ruota,  rota  :    strumento 

circolare  che  gira  volgendosi  intorno  a 

un  asse  e  serve  al   movimento  d'  altri 

oggetti. 

1)  tèsta  déla  roeuda  =  mozzo  della 
ruota:  quella  da  cui  partono  i  raggi. 

2)  roeuda  del  poH-  =  carrucola:  stru- 
mento a  cui  si  accavalla  la  corda  per 
calare  la  secchia  e  lùtirarla  piena  di 
acqua. 

fi)  vèss  là  quinta  rcBuda  del  cdr  = 
essere  la  quinta  ruota  del  carro  ;  che 
non  c'è  ;  essere  inutile  e  trascurato. 

4)  ung  i  rczud  =  ungere  le  ruote  : 
corrompere  con  mance. 

5)  cerca  là  quinta  roeuda  in  del  cdr 
=  cercar  cinque  piedi  a  un  montone, 

non  contentarsi  del  convenevole,  o  met- 
tere difficoltà  dove  ella  non  è  :  Dicesi 
anche;  cercai  cinqu  roeud  in  d'on  cdr. 

6)  mètt  el  bàéton  in  di  roeud.  Vedi 
bàstón,  13). 

7)  Capriola:  forza  che  fanno  i  ragaz- 
zi puntando  le  mani  in  terra  e  slan- 
ciando i  piedi  in  aria  per  ricadere  di 
nuovo  ritti  a  una  certa  distanza:  è  un 
capitombolo,  ma  di  fianco. 

8)  D'uccelli  quando  spiegano  ed  al- 
zano la  coda  a  ventaglio,  fa  là  roeuda 
=  far  la  rota.  E  fig.  di  chi  si  pavoneg- 
gia; el  par  on  polìn  che  fa  là  roeuda 
=  pare  un  tacchino  che  fa  la  ruota. 

9)  mena  là  roeuda  =  andare  a  spa- 
gliare :  di  persone  che  vanno  a  scroc- 
care in  casa  altrui. 

10)  roeuda  =  stella  :  quella  che  fa 
girare  i  cilindri'  del  laminatoio.  T.  di 
orefic. 


—  694  — 


rosiìsa,  s.  f.  =  rosa.  E'  la  forma  anti- 
quata ora  quasi  interamente  sostituita 
da  ròsa.  Vedi. 

rogàsiòn,  s.  f.  =  rogazioni.  T,  eccles. 

ro^it,  s.  in.  =  rogito  :  l'atto  e  la  so- 
lennità del  rogare.  T.  de'  notai. 

rògrn,  s.  m.  =  taccole,  disputa,  querela, 
lagnanza,  dissapore  ;  Dìo  /  ehe  cà.'  gli' è 
sémper  di  rògn  !  =  Dio  !  che  casa  !  non 
ci  son  che  querele  ! 

1)  vègh  di  rògn  coni  viin  =  essere 
in  uggia,  in  dissapore  con  uno. 

ròg'na,  s.  f.  =  rogna,  scabbia  :  malattia 
cutanea  che  dà  un  forte  purito. 

1)  cerca  rogna  de  gratti  =  pigliare, 
prendere  una  gatta  a  pelare,  cercar 
Maria  per  Ravenna  :  entrare  in  brighe 
e  noie  senza  fine  e  senza  costi'utto, 
cercare  il  proprio  danno.  Vedi  g'ràtà, 
6).  Di  clii  provoca  :  cercar  Maria  por 
averne. 

rogna,  v.  att.  =  brontolare  ;  lil  el  rogna 
sèmper,  se  po'  mài  contentali  =  ei  bron- 
tola sempre,  non  si  può  mai  accon- 
tentarlo. 

1)  Belare  :  di  bambino  che  si  la- 
menta. Vedi  frigrnà. 

2)  Del  cane,  ringhiare  :  il  far  sentire 
fra  i  denti  digrignati,  certa  voce  cupa 
e  rantolosa,  quando  mostra  di  non 
voler  esser  toccato. 

rognéta,  s.  f.  =  curasnetta  :  ferro  ri- 
curvo e  tagliente  in  cima  con  cui  net- 
tasi neir  interno  il  piede  del  cavallo, 
0  si  scarna  a  solchi. 

rogriiòHj  s.  m.  =  rognone,  arnione,  lombo: 
parte  carnosa  dell'animale  che  è  nelle 
reni . 

1)  vègh  i  rognùn  diir  =  essere  ricco 
sfondato  :  non  esser  facile  ohe  uno  pa- 
tisca troppo  di  rovesci.  Lo  diciamo  an- 
che nel  senso  di  esser  forte,  sano,  ro- 
busto. Per  celia  :  oh  !  quèll  li  el  crèpa 
pii,  el  glia  i  rognòn  diir  =  oh  !  quello 
lì  non  more  più,  è  duro  di  cuoio. 

2)  Brontolone.  Si  dice  più  volentieri 
però  tontogndn. 

rognòs,  agg.  =  rognoso  :  che  ha  la  rogna. 
1)  frittida  rognosa    =    frittata   cogli 

zoccoli.  Vedi  fertàda  1). 
rògor  e  rógora,  s.  f.  =  rovere  :   querce 

comune,  e  il  legno  che  se  no  ha. 
ròj,  s.  m.  =  giunco  angoloso  a  fior  giallo  ; 

cyperus     flavescens ,     erba    palustre  : 

mangiata   dallo   pecore   crcdcsi   faccia 


venir  loro  quel  male  che  pur    si    dico 
el  ròj. 

1)  Porco,  animale  :  detto  specìalm. 
di  chi  vive  o  parla  animalescamente. 

rolà,  V.  att.  =  rullare  :  inchiostrare  le 
forme  da  stampa  col  rullo. 

1)  Picchiare,  dar  busse,  sonare,  per- 
cuotere ;  ghi  ha  rolaa  sénsa  miseri- 
còrdia =  gliele  ha  picchiate  senza  mi- 
sericordia. 

roléta,  s.  f.  =  roUetta  :  specie  di  giuoco 
d'azzardo.  Dal  frane,  roulette. 

rolètt,  s.  m.  =  roUetto,  bastone.  T.  dei 
cappell.  Dal  frane,  roulet. 

ròU,  s.  ni.  =  rullo  :  quel  suono  conti- 
nuato di  tamburo  fatto  percuotendo  al- 
ternativamente colle  bacchette,  e  con 
moto  accelerato. 

rolo,  s.  m.  =  rullo  :  cilindro  per  distri- 
buire l'inchiostro  alle  forme  di  stampa, 
e  anche  quello  che  sulla  forma  premo 
il  foglio  per  averne  una  prova  di  stampa. 

Roma;  s.  f.  =  Roma:  la  capitale  d'Italia. 

1)  Ve  còme  àndà  à  Roma  sénsa 
vede  el  papa  =  è  come  andare  a  Roma 
senza  vedere  il  papa  :  quando  si  va  in 
un  luogo  per  concludere  un  affare  e 
non  lo  si  conclude  ;  quando  non  si 
consegue  il  fine  di  una  cosa. 

2)  viln  el  dis  Roma  e  r  alter  toma 
dice  uno  pari  e  uno  caffo  :  di  due  per- 
sone che  non  s'accordano  nei   giudizi. 

3)  ciàp^  Hònia  per  tòma  =  confon- 
dere gli  Ebrei  coi  Samaritani  :  una 
cosa  con  una  ben  diversa. 

4)  luti  i  stràd  mènen  à  Roma  = 
tutte  le  strade,  o  le  vie,  conducono  a 
Roma  :  in  più  maniere  si  può  riescire 
alla  stessa  cosa. 

5)  dà  d'inténd  Roma  per  toma  = 
far  vedere  lucciole  per  lanterne  :  ven- 
der carote  per  raperonzoli. 

6)  àndà  minga  à  Roma  à  pentiés  = 
non  andare  al  prete  per  la  penitenza  : 
saper  alcim  che  d'aglio,  d'agnime. 

romàna,  (ala)  =  alla  romana  :  secondo 
il  rito  romano. 

1)  Accozzando  i  pentolini  :  di  quando 
si  prende  parte  a  un  divertimento,  a 
una  gita,  a  una  festa,  pagando  cia- 
scuno la  propria  parte. 

romàiiàda,  (fa  òna)  =  accozzare  i  pen- 
tolini, 0  il  pentolino  :  far  tavola  co- 
mune portando  ciascuno  il  suo. 

romànitt,  s.  m.  pi.  =  burattini  ;  là  ha- 


1  OHI 


GD5 


l'Oli 


rtca  di  romànitt  =  la  baracca  dei  bu- 
rattini. 

roiiiàiiòtt.  Nomo  volgare  di  quel  timpano 
a  corda  piana  e  a  lati  semicircolari  o 
curvi,  0  troncati,  o  frastagliati  che  al- 
cuni architetti  hanno  introdotto  invece 
del  timpano  vero  e  proprio. 

romàtica,  s.  f.  =  reumatica.  Voce  vol- 
gare che  si  va  perdendo  e  si  diffondo 
reumàtica.  Così  pei  derivati. 

roiiiàiis,  s.  m.  =  romanzo:  specie  di  com- 
ponimento in  cui  con  una  favola  in- 
ventata 0  un  racconto  favoloso  si  cerca 
di  dilettare  e  istruire  ;  i  romàne  del 
Vèrne  fer  i  ficeù  hin  iltilisim  =  i  ro- 
manzi del  Verne  per  i  ragazzi  sono  uti- 
lissimi. 

1)  Di  vita  piene  di  avventure,  da 
non  si  credere,  che  paiono  inventate  ; 
là  mìa  vita  rè  on  romàns  =  la  mia 
vita  è  un  romanzo. 

2)  on  gran  romtms  =  un  romanzone: 
romanzo  buono,  eccellente;  i  Miserabili 
jicr  mi  hin  on  gran  romàns  =  i  Mi- 
serabili per  me  sono  un  romanzone. 

romàiisa,  s.  f.  =  romanza:  aria  semplice 
e  affettuosa.  T.  music. 

romàiisièr,  *  s.  m.  =  romanziere  :  chi 
compone  o  scrive  romanzi. 

roiuàusiua,  s.  f.  =  ramanzfina,  gridata  ; 
acerba  riprensione  :  el  m'ha  daa  vùna 
de  quij  romànsinn  che  me  là  regordàroo 
per  on  pèés  =  mi  ha  dato  una  di  quelle 
ramanzine,  che  me  la  ricorderò  por  un 
pezzo. 

roiuàntich,*  agg.  =  romantico:  chi  affetta 
gran  sentimento:  chi  troppo  si  tien  dietro 
alla  fantasia;  là  voeur  fa  là  romàtitica 
=  vuol  fare  la  romantica. 

1)  Di  luogo,  paese  passeggiata  amena, 
solitaria. 

rómbo,*  s.  ni.  =  rombo:  specie  di  pesce. 
1)  Losanga:  figura  geometr.   quadri- 
latero, equilatero  ma  non  rettangolo. 

romita,  s.  m.  =  eremita.  Vedi  ereiuita. 

roiup,  V.  alt.  =  rompere  :  di  una  cosa 
guastarne,  sconnetterne  le  parti;  romp 
i  /-cder  =  rompere  i  vetri;  romp  i  écàrp 
=  rompere  le  scarpe  ;  romp  el  eoo  = 
rompere  la  testa. 

1)  romp,  e  r'òmpes  dna  gamba,  on 
bràsc  =  rompere  e  rompersi  una  gamba, 
un  braccio;  spezzarne,  o  averne  spez- 
zato l'osso. 

2)  romp  là  fòla  =  rompere  la  folla; 
aprirsi  in  mezzo  ad  essa  la  via. 


3)  romp  i  nós  =  rompere,  schiacciare 
le  noci. 

4)  ròmpela  coni  riln  =  romperla  con 
imo:  guastare  l'amicizia  con  lui. 

5)  romp  el  digiun  =  rompere  il  di- 
giuno :  guastare  il  digiuno  mangiando 
0  bevendo  alcun  che. 

6)  romp  el  giàss  =  rompere  il  ghiac- 
cio. Vedi  g'iàss,  4). 

7)  rómpes  el  eoo  =  rompersi  la  testa. 
Vedi  eoo,  24). 

8)  chi  romp  ptiga  =  chi  rompe  paga, 
chi  rompe  paga  e  1  cocci  son  suoi:  chi 
ha  commesso  un  errore  o  una  colpa 
prima  o  poi  ne  paga  il  fio. 

9)  Scompletare  :  di  libri  quando  si 
perde  un  volume  di  un'  opera  in  più 
volumi. 

roinpàcòll,  (à)  =  a  rompicollo:  all'im- 
pazzata, a  precipizio. 

rompàscàtol,  s.  m.  =  rompiscatole,  rom- 
pistivali:  chi  secca  molto  e  infastidisce. 

rompàtòrta,  s.  m.  =  guastamestieri,  gua- 
stacavoli,  guastafeste,  guastalarte  :  chi 
si  impiccia  in  cosa  non  sua  e  secca  gli 
altri  e  guasta  le  loro  faccende. 

rompicoo,  s.  m.  =  i-ompicapo  :  cosa  che 
obbliga  a  pensare,  a  riflettere    molto. 

rompiuòs,*  s.  ni.  =  rompinoci:  arnese  por 
schiacciare  le  noci  a  tavola. 

rompimèiit,  s.  m.  pi,  =  pendoni  :  tutte 
quello  tele  isolate  che  insieme  col  telone 
di  prospetto,  formano  quasi  il  soffitto. 

roucaa,  agg.  =  inciglionato:  di  giardino 
messo  a  scaglioni,  a  ripiani. 

roucàsc,  s.  m.  =  roncaccio  :  vigna  in 
poggio  trasandata. 

roncàsgeii,  s.  m.  =  fusaggine,  silio,  ber- 
retta di  prete,  specie  d'albero. 

ronch,  s.  m.  =  ronco:  colle  inciglionato, 
vigna  in  poggio,  a  gradinate. 

1)  mètt  à  ronch  =  inciglionaro. 

2)  piente  'l  ronch  =  russare.  Per 
celia. 

roud,  s.  m.  =  rotondo,  ronde:  sorta  di 
carattere  in  calligrafia,  tondo,  calcato, 
forte.  Dal  frane,  rond. 

ronda,  s.  f.  =  ronda:  guardia  che  fanno 
i  soldati  passeggiando  per  l'interno  di 
una  fortezza,  della  città  o  all'aperto 
della  campagna,  e  i  soldati  stessi  cho 
la  fanno. 

1)  fa  là  ronda  =  far  la  ronda:  gi- 
rare attorno  ad  uno  o  ad  una,  per  lo 
più  per  amore. 

rondella,  s.  f.  al  plur.  ròn'len  e  rón«- 


ron 


696  - 


roj* 


din  *  =  rondiae:  piccolo  uccello  can- 
tore che  viene  a  noi  in  primavera. 

1)  à  eoa  de.  ròndena  =  a  coda  di 
rondine,  di  ferri,  legno  o  altro  fatti  ad 
una  estremità  a  somiglianza  della  coda 
di  una  rondine.  E  anche  si  dice  :  eoa 
de  ròndena  Ik  giubba. 

rondeniii,  s.  m.  =  rondinino,  rondinotto: 
il  pulcino  della  rondine. 

rondili,*  s.  f.  =  rondine.  Vedi  róndcna. 

roudeuòii,  s.  m.  =  rondone:  uccello  in 
tutto  simile  alla  rondine,  ma  più  grosso 
assai  e  più  forte. 

rondò,  s.  m.  =  piazza,  portico  o  spiazzo 
che  abbia  una  parte  circolare  ;  ci  rondo 
del  Semj)iòn,  ci  rondo  de  Lorètt  =  il 
rondò  del  Sempione,  il  rondò  di  Lo- 
reto ;  quello  fuori  di  porta  Sempione, 
questo  fuori  di  porta  Venezia. 

ronfà,  v.  aft.  =  russare  :  mandar  fuori, 
dormendo,  un  suono  più  o  meno  ru- 
moroso. 

i)  Fare  le  fusa:  del  gatto  quando 
se  no  sta  in  quiete,  e  nel  respirare  fa 
un  certo  rumore  simile  al  rantolo,  o  a 
fusa  che  ruzzolino  per  terra. 

rongèta,  s.  f.  =  gorello,  fossicino  :  dim. 
di  gora. 

ròngria,  s.  f.  =  gora  :   piccolo  fossatello. 

ronsà,  v.  att.  =  ronzare  :  far  per  aria  un 
rumore  sottile  e  confuso,  proprio  del 
valore  che  fanno  le  zanzare,  vespe, 
mosconi  e  sim. 

1)  Andare  attorno,  girare  e  rigirare. 

ronsgèta,  s.  f.  =  gorello.  Vedi  ron^eta. 

rònscìa,  s.  f.  =  gora.  Vedi  róng'ia. 

ronsìn,*  s.  ni.  =  ronzino  :  specie  di  ca- 
vallo piccolo,  di  vettura,  non  da  corsa 
e  a  mal  partito. 

rosa,  *  s.  f.  =  rosa  :  genere  di  pianta  er- 
bacea die  produce  un  fiore  bello,  odo- 
rosissimo, e  il  fiore  di  tal  pianta  ;  el 
m'ha  regàlaa  on  bèli  mass  de  ròs  = 
mi  ha  regalato  un  bel   mazzo  di  rose. 

1)  par?  dna  ròsa  =  parere  una  rosa  ; 
di  persone  e  in  specie  di  giovinetta  o 
giovinetto  fiorente  di  salute  e  molto 
colorito. 

2)  acqua  de  ròs  =  acqua  di  rose: 
acqua  che  si  fa  colle  rose. 

3)  no  gh'è  ròsa  sénéa  épln  =  non 
c'è  rosa  senza  spine;  non  c'è  bene 
senza  che  costi  qualche  pena. 

4)  vèès  minga  in  d'on  lèti  de  ròs  = 
non  essere  in  un  lotto  di  rose,  non 
trovarsi  bene. 


5)  vede  ròsa,  vede  tiltt  còse  ròsa  = 
veder  le  cose  dal    loro   Iato    migliore. 

6)  ròsa  incàrnàda  =  rosa  imhalco- 
nata. 

7)  fa  là  ròsa  =  far  la  rosa:  dicono 
i  cacciatori  della  munizione  che  si  al- 
larga e  si  spande. 

rosaa,  ogg.  =  rosato:  del  colore  delle 
rose,  0  fatto  colle  rose  ;  làver  rosaa  = 
labbra  rosate;  mei  rosaa  =  miele  ro- 
sato. 

rosàda,  s.  f.  =  nigiada:  vapore  acqueo 
che  in  specie  la  notte  e  al  sorgere  del 
sole,  si  posa  sull'erba,  sulle  piante, 
sul  terreno. 

rosàri,  ^.  m.  =  rosario:  devozione  dei 
cattolici  per  cui  ricordano  i  nristcri 
della  Vergine. 

1)  l'è  minga  àdree  à  dì  el  rosàri  = 
non  dice  il  rosario  :  di  chi  si  crede 
faccia  tutt' altro  che  pregare. 

rosbiff,  .s.  m.  =  rosbiffe  :  pezzo  di  manzo, 
per  lo  più  nella  lombata,  che  si  coce 
ed  è  cotto  arrosto.  Dall'inglese  rost- 
beaf. 

ròse,  s.  m.  =    .stormo:    folata    d'uccelli. 

i)  Branco,  gregge,  armento.  È  fig.  : 

frotta,    crocchio,  capannello  :  di  gente. 

2)  Corata,  frattaglia:  tutt'insieme  le 
interiora  degli  animali. 

3)  Penzolo  :  piii  gi'appoli  d'uva  ser- 
bevole  legati  insieme  e  appesi  al  palco. 

4)  ròse  cVàvi  =  sciame  d'api. 

5)  ròse  de  cà.  Vedi  ca,  27). 
rosciàda,  s.  f.  =  scossone  d'acqua.  Vedi 

dàcquada. 
rosegà,  i\  att.  =  rosicare,  rodere,  noiare. 

Usa  pili  largamente  tosegrà. 
rose^àbiìsècch.  Vedi  ròdàbiisèccli. 
rosegàcoetìr,  s.  m.  =  uggioso,  seccatore. 

Vedi  ròdàbiisèccli. 
rosegràdQra,  s.  f.  =  seccatura,  noia,  ro- 
dimento. 
rosegàmènt,  s.  m.  =   rodio  :  rodimento 

continuato. 
roseghìn,  ^.  m.  =  rodio:    lo  stesso  che 

rosegàmènt. 
rosela,  s.  f.  =   rosetta,    rosellina  :  sorta 

di  piccola  rosa,  scempia  o  doppia. 

1)  Goccinola  :  piccolissima  enfiagione 
dei  piedi  pei  geloni. 

2)  Girello.  T.  macoli.  Taglio  di  carne, 
nel  dietro  della  coscia. 

3)  Rosetta  :  disposizione  di  più  pietre 
in  un  anello. 


ros 


-  697  - 


ros 


4)  Occhio  :  piccola  apertura  nell'uscio 
di  casa,  attraversata  da  spranglictte  di 
ferro  o  formata  con  una  gratellina,  por 
vedere  clii  picchia  o  suona. 

rosètt,  s.  m.  =  rossetto  :  sostanza  colo- 
rante usata  per  belletto  e  belletto  in 
genere. 

1)  Solfato  di  rame;  vetriolo. 

rosgiceii,  s.  m.  =  tritello  :  crusca  mi- 
nuta che  esce  per  la  seconda  stacciata  ; 
pan  de  rosgioeil  =  pan  di  tritello. 

rosignceiì,  s.  m.  =  usignuolo  :  specie  di 
uccello  cantore  di  molto  pregio. 

1)  canta  còme  on  rosiyncEn  =  can- 
tare come  un  usignuolo,  molto  bene. 

Rosina,  s.  f.  =  Rosina  :  nome  di  donna, 
dimin.  di  Rosa. 

1)  fàgh  còme  Rosina  ài  é-ò  òmm,  = 
far  come  la  nebbia  che  lascia  il  tempo 
che  trova  :  di  cosa  che  non  fa  nò  ficca. 

2)  ci  me  fa  coinè  Rosina  =  me  ne 
imbubbolo,  non  me  ne  curo. 

rosìpola,  s.  f.  =  risipola  :  sorta  di  ma- 
lattia costituita  da  intensa  infiamma- 
zione della  cute.  Anche  :  resipela  ed 
eresipela. 

rosmàriii,  s.  m.  =  ramerino,  rosmarino  : 
sorta  di  pianta  aromatica  che  si  usa 
negli  arrosti. 

rosòli,  s.  m.  =  rosolio  :  sorta  di  liquore 
fatto  d'  acquavite  finissima  con  zuc- 
chero, e  aromatizzato  con  varie  es- 
senze.    . 

rosòli,  s.  m.  =  rosone  :  T.  archit.  di- 
consi  alcuni  ornamenti,  per  lo  più  nel 
soffitto  0  sotto  i  gocciolatoi  del  corni- 
cione, fatti  a  guisa  di  grandi  rose. 

1)  Borchia  :  rosetta  di  metallo,  per 
lo  più  d'ottone,  che  serve  d'ornamento 
e  di  finimento  allo  portiere,  alle  tende, 
alle  cassette  del  cassettone  e  sim. 

2)  Finali  :  fregi  di  lamina  dorata, 
fatti  a  fiorami  o  altrimenti,  che  si  in- 
filano e  si  conficcano  al  bastono  a  cui 
son  raccomandate  le  tende  delle  fine- 
stre, 0  così  si  dicono  anche  quegli  or- 
namenti che  si  mettono  ai  letti  parati. 

rospètt,  s.  m.  =  glossite  :  infiammazione 

che  viene  alla  lingua  dei  buoi, 
ross,  s.  in.  =  risega  :   quel   segno    rosso 

che  lascia  nella  pelle  una  legatura  troppo 

stretta. 
ross,  acjg.  =  rosso  :  colore,  simile  a  quello 

del  sangue  e  della  porpora. 

1)  roso  (li  sera  bèi  tempo  si   spéra 

=  aria  rossa  di  sera  bel  tempo  ne  mena. 


2)  vèss  biànch  e  rosé  =  essere  bianco 
e  rosso  ;  biànch  e  ross  come  on  pjòmrn 
=  bianco  e  rosso  come  una  melagrana, 
per  salute. 

B)  bùndéra  ròsa  =  bandiera  rossa  : 
dei  repubblicani, 

4)  rosé  d' cenv  =  rosso  dell'evo  :  tuorlo 
d'ovo. 

5)  fa  vegnl  rosé  =  arroventare,  af- 
focare :  detto  di  ferro  che  si  scalda. 

(j)  diventa  rosé  =  arrossare  :  detto 
di  corpi  e  di  sostanze,  divenir  rosso 
per  effetto  di  azioni  chimiche.  Arros- 
sire :  diventar  rosso  in  viso  per  ver- 
gogna e  anche  per  modestia. 

7)  el  diventa  ne  roéé,  ne  sinòrt  = 
non  muta  colore  :  di  chi  sfacciatamente 
dice  bugie  o  ascolta  rimproveri, 

8)  fa  roéé  =  rincuocere.  T.  d'orefic. 
rinfuocare  una  o  più  volte  un  pezzo 
d'ai'gento,  sia  per  condizionarlo,  sia 
per  restituirgli  il  necessario  grado  di 
caloi'0,  perchè  continui  a  reggere  al 
martello. 

9)  che  tra  del  roéé  =  rossigno,  l'os- 
siccio. 

10)  eiàpà  del  roéé  =  rosseggiare  : 
cominciare  a  diventar  rosso. 

11)  roéé  écàrlàtt  =  rosso  vermiglio: 
molto  rosso,  rosso  vivo. 

rosiiiiiàda,  s.  f.  =    rossumata,    latte    di 

gallina,  brodetto  :  secondo  che  il  tuorlo 

d'ovo  è  sbattuto    con   acqua    o    vino, 

latte,  0  brodo. 
rosiiinm,  s.  m.  =  anima  :    la   parte   più 

interna  del  legno  dogli  alberi,  la  quale 

viene  subito  dopo  l'alburno. 
ròst,  s.  m,  =  arrosto  :  carne  cotta  sullo 

sjpiedo  0  in  casserola  senza  umido  e  a 

fuoco  vivo. 

1)  ròét  negaa  =  arrosto  moi"to. 

'     2)  ^'c  jnlsee  'l  filmin  ò  là  éàléa  che 

'l  ròét  =  è  più  il  fumo  che  l'arrosto; 

è  più  la  giunta  che  la  derrata  ;   è  più 

l'apparenza  che  la  sostanza. 

8)  à  ròét,  avv.  =  arrosto  ;   fa   eceUs 

à  ròst  =  cuocere  arrosto. 

4)  niètt  à  lèés  e  à  ròét  =  mettere  in 
tutte  le  salse  :  far  di  qualcuno  quel 
che  meglio  piace  per  la  sua  troppa  ar- 
rendevolezza. 

5)  àndà  à  ròst  =  avvampare  :  quando 
si  ò  sotto  il  sollione, 

6)  fa  àndà  à  ròsi  =  arrostire,  cuo- 
cere aiTOsto. 

7)  'Pèéé  Oli  ròét  =  essere  un  cosacelo, 


ros 


69S 


rov 


uno  sciattino,  nn  rosticcio  :  di  una 
persona  che  riesce  male  in  checchessia, 
e  che  fa  male  qualunque  cosa  ;  di 
donna  secca,  non  bella,  da  poco. 

rostàda,  s.  f.  =  ciucheria ,  asineria  : 
cosa  fatta  male,  riuscita  male,  da  noi 
specialm.  azioni  drammatiche  male  pen- 
sate e  peggio  scritte. 

rostì,  V.  atl.  =  arrostire,  cuocere  senza 
umido  e  a  fuoco  vivo. 

1)  Fig.  :  gabbare,  corbellare,  friggere  : 
se  comincia  à  pingue,  te  see  bèli' e  ro- 
ètii  =  se  incomincia  a  piovere,  sei 
bell'e  fritto. 

rosticerìa,  *  s.  f.  =  rosticceria  :  la  bot- 
tega dove  si  cuoce  e  si  vende  la  carne 
arrosto. 

rostìda,  s.  f.  =  arrostitura,  arrostimento  : 
l'atto  dell'arrostire. 

1)  Soffritto  :  la  roba  battuta  e  soffritta, 
posta  poi  a  condimento  di  vivanda  da 
cuocersi  insieme. 

rostisciàua,  s.  f.  =  rosticciana  (?)  :  vi- 
vanda fatta  di  carne,  per  lo  più  di 
maiale,  cotta  insieme  con  salsiccia  in 
un  soffritto  di  cipolle. 

Entra  nella  canzonetta  che  si  dice 
a'  bambini,  quando  li  si  fanno  saltare 
sulle  ginocchia  :  eciUvim ,  eciilmm, 
eciiimm,  fàrèmtn  là  rostisciàna  coni 
VQli  (lèla  lilmm. 

vota,  s.  f.  =  rotta  :  'vèss  in  rota  =  essere 
in  rotta  o  alle  rotte,  essere  in  valigia: 
essere  scorrucciato  e  in  collera  con 
uno  ;  àndà  in  ròta  coni  quàidUn  =  ve- 
nire alle  rotte,  guastarsi  con  alcuno  ; 
inimicarsi. 

1)  à  rota  de  còli  =  a  rotta  di  collo: 
andare  precipitosamente,  con   pericolo. 

rotàj  V.  alt.  =  sgranocchiare:  macinar 
coi  denti. 

rotàia,  *  s.  f.  =  ^ida,  rotaia  :  una  delle 
due  liste  o  piuttosto  cordoni  di  ferro 
su  cui  passa  il  convoglio  o  treno. 

rotàmm,  s.  m.  =  rottame  :  quantità  di 
roba  rotta,  e  specialmente  oro,  argento 
vecchio. 

roti,  (i)  s.  m.  pi.  =  i  rotti  :  i  numeri 
frazionari,  le  frazioni;  g'hoo  daa  dès 
lir  e  roti  =  gli  ho  dato  dieci  lire  e 
rotti  :  cioè  e  centesimi,  frazioni  di  lira. 

ròtol,  s.  w.  =  rotolo  :  grande  striscia  di 

carta  o  altro   avvolta  sopra  se  stessa. 

1)  ròtoi  =    rotoli,    si    dicono    quelle 

lunghe  castelline  di  monete  della  stessa 


specie ,    che    ravvolgonsi    nella    carta 
come  un  cilindro. 

2)  àndti  à  ròtoi  -  andare  a  rotoli  : 
andare  in   malora. 
rotola,  V.  att.  =  rotolare,  arrotolare  :  av- 
volgere sopra  se  stesse  carte,  panni  e 
sim.  ;  farne  un  rotolo. 

1)  Intrans.  :  rotolare,  cadere,  andare 
girando  su  sé  medesimo;  quèll  éàss 
chi  Ve  rotolaa  giò  dèla  montagna  = 
questo  sasso  rotolò  dal  monte. 

2)  rotolàès,  v.  rifl.  =  rotolarsi,  av- 
voltolarsi ;  rotolàès  per  tira,  in  là  pól- 
ver,  in  là  pàlta  =  avvoltolarsi  per  terra, 
nella  polvere,  nel  fango  :  detto  di  per- 
sone e  di  animali  distesi  in  terra: 
quasi  ruzzolare  voltandosi  sopra  un 
fianco  e  poi  sopra  l'altro. 

3)  rotolàès  =  abatufolarsi  :  venire 
alle  mani  e  voltolarsi  per  terra. 

rotolàmént,  s.  m.  =  rotolamento  :  l'atto 
e  l'effetto  del  rotolare  e  del   rotolarsi. 

rotolòu,  (à)  rtw.  =  rotolone,  rotoloni  : 
rotolando,  ruzzolando;  a  capitomboli. 
1)  àndà  à  rotolòn  =  andare  a  ro- 
toloni :  in  malora. 

rotdnd,  agg.  =  rotondo,  tondo:  che  è 
circolare,  se  piano  ;  e  sferico,  se  di  un 
solido. 

1)  tàol-a  rotonda  =  tavola  rotonda: 
quella  negli  alberghi,  dove  pranzano 
insieme  più  persone  pagando  ciascuno 
la  sua  parte.  Si  dice  ancho  aUa  fran- 
cese tàbeldòtt. 

2)  Pieno,  in  pari  :  cifra  rotonda  = 
cifra  rotonda,  senza  frazioni  ;  senza 
rotti:  che  compie  lina  diecina,  o  un 
centinaio  e  sim. 

rotonda,  v.  att.  =  arrotondare  :  far  diven- 
tare rotondo. 

ròtt,  part.  jjass.  =  rotto,  da  rompere: 
disunito,  guasto. 

rotura,  s.  f.  =  rottura:  il  rompere  un 
oggetto  e  la  parte  dove  un  oggetto  è 
rotto. 

1)  Inimicizia  o  principio  di  inimicizia 
fra  due. 

2)  Scasso  :    guasto    di    cassa  o  sim. 
rovéd,  s.  m.  =  roveto:   luogo    pieno  di 

rovi  ;  prunaio. 
rovèiit,  agg.  =  rovente.  Vedi  roént. 
roventa,  v.  att.  =  roventare,  arroventare. 

roentà. 
róver,  s.  f.  =  rovere.  Vedi  rògror. 
rovèrs,  agg.  =  rovescio.  Vedi  roèrs. 


rub 


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rui 


riibiu,  j?.  m.  =  rubÌQO  :  pietra  preziosa 
rossa  e  tfaspareute. 

riibìiia,  s.  f.  =  robinia,  acacia  :  robinia 
psettdoeacia  ;  pianta  spinosa  che,  sel- 
vatica, serve  nei  luoghi  dinipati  per 
sostenere  il  terreno,  e,  innestata,  d'or- 
namento e  d'ombra  lungo  i  viali.  Il 
popolo  toscano  la  dice  Càscia. 

l'iibinètt,  s.  m.  =  cannella  :  corto  tubo, 
cannoncello  o  boccinolo  d'ottone  spor- 
gente, che  dà  e  toglie  a  piacere  l'ef- 
flusso dell'acqua  delle  canne  interno. 

1)  riibinètt  =  le  cannelle  :  per  l'ac- 
qua calda  e  fredda  nel  bagno.  Le  più 
piccolo  per  gas,  acqua,  ecc.  :  chiavette. 

2)  Rubinetto  :  chiavetta  che  apre  o 
chiude  il  foro  della  cannella. 

3)  riibinètt  dèla  spina  =  mastio, 
chiave,  chiavetta  :  legno  conico  con  un 
foro  attraverso  alla  cannella,  con  u,Da 
gruccia  per  volgerlo  e  spillare  il  vino 
dalla  botte. 

rubrica,  s.  f.  =  rubrica:  partizione  d'un 
Trattato,  d'un  libro,  d'un  giornale  ;  (//f  è 
de  ràr  là  rubrica  di  tetLter  =  e'  ò  di 
rado  la  rubrica  dei  teatri. 

1)  Alfabeto,  repertorio  :  libro  che  nei 
margini  ha  segnate  le  lettere  dell'alfa- 
beto, perchè  si  possa  aprire  alla  pagina 
corrispondente  ad  ogni  lettera. 

riid,  s.  m.  =  immondizia,  sporcizia.  Vedi 
ruir. 

riiee,  s.  m.  =  spazzaturaio  :  chi  racco- 
glie le  spazzature  per  le  strade  e  per 
le  case. 

1)  Letamaiolo,  se  raccoglie  il  letame  : 
merdaiolo,  se  va  attorno  raccogliendo 
per  le  strade  storco  per  vendere. 

riièra,  s.  f.  =  letamaio,  mondezzaio  : 
luogo  della  casa  dove  si  raccolgono  le 
spazzature,  le  immondizie. 

riifàld,  agg.  =  arrogante,  insolente,  pre- 
potente. 

riiff,  s.  tu.  =  spazzatura,  scoviglia,  la- 
menta :  ciò  che  si  toglie  via  dal  pavi- 
mento nello  spazzarlo. 

1)  Concio,  letame  :  lo  sterco  degli 
animali  macerato  per  farne  concime  da 
campi . 

2)  Sudiciume,  porcheria  :  in  qualun- 
que luogo  si  trovi,  0  specialm.  la  spor- 
cizia della  pelle  di  chi  ha  poca  sim- 
patia per  l'acqua. 

3)  Forfora  :  quella  cruschetta  che  fa 
la  cute  della  testa. 


4)  porta  rilff  =  cassetta  delle  spaz- 
zature. 

riiflànàj  v.  att.  =  arruffianare  :  accomo- 
dare cose  che  si  mettono  in  mostra  in 
modo  da  farle  parer  più  belle  di  quello 
che  sono.  E'  però  modo  triviale. 

rug-a,  (èrba)  s.  f.  =  erba  ruta  :  specie 
d'erba  di  sapore  amaro,  che  si  usa  met- 
tere nell'acquavite. 

ruga,*  5.  f.  =  ruga,  grinza  :  solco  nella 
superfìcie  della  pelle  proveniente  dal- 
l'età. 

riigà,  V.  att.  =  frugare,  tramestare  :  di 
luogo  in  cui  si  suppone  che  sia  una- 
cosa  nascosta  ;  cacciarvi  dentro  le  mani 
e  correrne  minutamente  ogni  parte  a 
fine  di  trovarla. 

1)  riigtL  sii  =  mestare,  rimestare. 

2)  Noiare,  seccare  ;  Gioànìn^  te  ine 
rughet,  opp.  Teresin,  te  me  riìghet  = 
mi  secchi,  mi  infastidisci. 

3)  Rimproverare  :  quando  si  digeri- 
sce male  :  hoo  tòlt  dna  roi'iimtlda,  ma 
àdèss  là  ine  ruga  =  ho  preso  una  ros- 
sumata  ma  ora  mi  rimprovera. 

4)  riigà  sii  H  écàldàlètt..  et  formll, 
e  sim.  =  sbraciare  lo  scaldino,  il  fornello 
e  sim.:  allargare,  rivoltare,  rimestan- 
dola, la  brace,  perchè  prenda  sempre 
più  fuoco. 

riigàda,  s.  f.  =  frugata  :  1'  atto  del  fru- 
gare. 

1)  Rimestata  :  l'atto  del  rimestare. 

riigàtà,  V.  att.  =  frugacchiare,  frugolare. 

riigh,  (dà  el)  v.  att.  =  avviare  :  dare 
lo  sfratto,  mettere  alla  porta. 

riighiroeùla,  s.  f.  =  giradito,  coronella  : 
tumoretto  doloroso  che  viene  intorno 
all'ultima  falange  di  un  dito. 

riigi,*  V.  att.  =  ruggire  :  del  leone  quando 
manda  fuori  la  voce. 

1)  Grillare  :  cominciare  a  bollire  del- 
l'olio, burro,  strutto,  e  sim. 

rugin,*  s.  f.  =  raggine  :  ossido  che  si  fa 
sul  ferro  e  altri  metalli  e  li  consuma. 

1)  Odio,  rancore,  mal  animo  ;  tra 
de  nÈìi  gh'è  dita  rugin  che  là  pò  minga 
fini  =  fra  noi  c'è  una  ruggine  che  non 
può  finire. 

2)  Ruggine,  roggio  :  di  colore  cho 
somiglia  alla  ruggine  :  per,  pòmm 
rugin  =  pere,  melo  rogge. 

ruid,  agg.  =  ruvido,  aspro  :  di  superficie,, 
polle,  terreno  non  uguali,  non  uniti,, 
non  lisci. 


—  700  — 


1)  Di  modi,  parole  non  cortesi  nò 
benevoli  :  non  educati,  ma  rozzi. 

riiiiia,  s.  /.  =  rovina,  disastro. 

riiiiià;  'V.  ali.  =  rovinare,  perdere,  fai'e 
andare  a  male. 

riiminà;'^  'v-  att.  =  ruminare:  tornare  a 
masticare  il  cibo  già  introdotto  nello 
stomaco. 

1  )  Ruminare,  almanaccare  ;  fanta- 
sticare colla  mente  senza  conclusione  : 
rè  tre  or  che  rUmini  per  troà  chi  ha 
sen'ft  sta  lètera  ànonitna  =  è  tre  ore 
che  almanacco  per  scoprire  chi  ha  scritto 
questa  lettera  anonima. 

riiiuin,  s.  ra.  =  rum,  rumme  :  liquore 
esti'atto  dalle  canne  di  zucchero. 

riimòr,*  s.  in.  =  rumore,  fracasso  :  suono 
cupo,  indistinto,  forte,  senza  armonia. 

rtìs,  ^.  f.  =  astuzia,  scaltrezza,  malizia. 
Dal  francese  ruse. 

riisà;  V.  att.  =  ruzzare  :  attaccar  briga 
con  qualcuno.  Vedi  ràtelà. 

1)  Strascinare  :  tirar  strasciconi. 

2)  Spingere,  spingere  in  là,  o  in  su 
colle  spalle. 

3)  se  rtisa  là  =  la  va  là,  la  va  come 
Dio  vuole  :  di  salute  non  prospera. 

4)  rilsà  sii  =  strapazzare;  rispondere 
sgarbatamente. 

rusàda,  s.  f.  =  strascinamento,  sti"ascico. 

riisc,  s.  m.  =  gorgiera,  soggolo,  gala, 
lattughe  :  guarnizione  da  collo,  incre- 
spata a  cannoncini. 

rusca,  s.  f.  =  baccello,  guscio  :  quello 
dei  piselli,  fagioli,  delle  fave,  e  sim. 

1)  Scorza,  corteccia  :  degli  alberi. 

2)  Forfora  :  quella  che  fa  la  cute 
della  testa. 

3)  Fig.  e  per  spregio  :  scorza  ;  la  divisa 
del  soldato  ;  qimnd  Ve  che  te  Itiset  giò 
quèla  rusca  =quando  deponi  quella  scorza. 

4)  rusca  de  fèr  =  scoria  del  ferro  : 
i  detriti  del  ferro. 

5)  r&sca  de  ramni  =  ramina  :  i  de- 
triti del  rame. 

TÌiséla,  *\  f.  =  carrucola:  rotella  gire- 
vole intorno  al  suo  asse,  sospeso  me- 
diante una  staffa  e  sulla  quale  si  fa 
passare  la  fune  per  alzar  pesi. 

1)  el  temp  che  ée  tirtiva  sii  i  càlsòn 
eont  là  riisèla  =  quando  usava  tirarsi 
su  i  calzoni  colle  carrucole  ;  a  tempo 
dei  nostri  vecchi,  volendo  accennare 
alla  loro  ignoranza  e  rozzezza. 

riisgrì,  'V.  att.  =  ruggire.  Voce  vicina  a 
spegnersi,  cacciata  da  TÌigì.   Vedi. 


rfisgìn,  s.  f.  =    ruggine.   Anche    questa 
parola,  quasi  morta,  diede    il    passo  a 
rubili.  Vedi. 
Rusia,  8.  f.  =  Eus-sia:  il  grande  impero 
dell'Europa  settentrionale. 

1)  Tèsegli  là  Rùsia  =  essere  al  verde 
come  le  candele  ;  se  pò  nò  àndti  in 
càmptigna  gli'è  dna  Elisia  màlàrbèta 
=  non  si  può  andare  in  villa:  si  è  al 
verde  come  le  candele. 
riispà,  r.  att.  =  razzolare  :  il  raspar  che 
fanno  i  polli  in  terra. 

1)  Ruscolare:   guadagnare    cercando 
qua  e  là  :  quèicòés  se   rièàé  sémper  à 
riiàpà  sii  =  qualche  cosa  si  riesce  sem- 
pre a  ruscolare. 
riìspàn,  s.  m.  =  villano,  ruvido,  screan- 
zato,  zotico. 
riiss,  s.  m.   =    ruzzo  :    capriccio,    voglia 
d'attaccarla.  Si  dice  anche  riis. 
1)  Screzio,  dissidio,  ruzza. 
riiss,  (téla).  Vedi  tela. 
riistegà,  r.  att.  maltrattare  :  trattare  ru- 
vidamente. 
rustegh,  s.  m.  e  agg.    =    rustico.    Vedi 

rusticli.  * 
riisteglièsa,  s.   f.    =   rustichezza,   ruvi- 
dezza ,    rozzezza  :    qualità    di    rustico, 
villano. 
riistegòtt,  s.  m.  =  burbero:  di  contegno. 
Può  indicare  superbia,  ma    Spesso  an- 
che  collera   passeggiera  o   austerità  o 
certa   stranezza    di    naturale    che   può 
accompagnarsi  anche    colla   bontà:  l'è 
on   riiétegòtt   ma    boti  =    è    un    uomo 
burbero,  ma  buono. 
rustici!,  *  agg.  =  rustico  :  rozzo,  zotico  : 
l'è  dna    bela   seiora,   ma   Ve   on  poo 
rùstica  =  è   una   bella    signora,  ma  è 
un  po'  rustica. 

1)  tlla  rustica  =  alla  rustica:  in 
modo  rustico,  e  specialmente  di  un 
modo  di  legare  i  libri  senza  il  cartone 
e  semplicemente  cucendoli. 

2)  Di  un  modo  particolare  di  archi- 
tettura, che  s'addice  alle  costruzioni  di 
campagna. 

3)  rùstich.,  s.  m.  =  casa  rustica: 
abitazione  di  contadini,  nella  quale 
sono  anche  luoghi  per  tenere  il  bestiame 
grosso  0  minuto,  e  quella  parte  più 
riposta  nelle  case  civili  dove  sono  la 
stalla,  il  fienile,  la  legna  da  ardere  e 
simili. 

ruyid,  agg.  =  ruvido.  Vedi  ruid. 


701  - 


sab 


'S  =  esse  :  la  dieciasettesima  lettera  del- 
l'alfabeto. Si  pronuncia  èm.  Per  i  vari 
suoni  e  i  vari  segui  di  questa  lettera. 
Vedi  èsa. 
saa;  s.  f.  e  m.  =  sale:  cloruro  di  sodio 
che  si  usa  comunemente  per  le  vivande. 

1)  éaa  fina  =  sale  bianca,  sale  in 
polvere. 

2)  ciàpà  '/  ma  =  pigliare  il  sale  : 
essere  penetrato  dal  saie. 

3)  ìnHt  gio  in  ma  =  mettere  in  sa- 
lamoia :  neir  acqua  salata  per  conser- 
vare le  vivande. 

4)  là  buéera  déla  saa  =  alberello, 
portasale:  vaso  di  teiTa  o  cassetta  di 
legao;  dove  si  tiene  il   sale  in  cucina. 

5)  fa  de  loeeh  per  no  pàgtt  là  saa 
=  fare  lo  gnorri  per  non  pagar  gabella. 
Vedi  dàsi,  3). 

saa,  s.  f.  corruzione  di  àsaa  =  sala  della 
ixiota:  ferro  o  legao  intorno  a  cui  si 
aggira  la  ruota. 

1)  còrp  de  saa  =  guscio  della  sala  : 
grosso  ascialone  squadrato  sotto  di  cui 
ò  incassata  e  fermata  la  sala  di  ferro 
delle  ruote. 

sàbàdìna,  s.  f.  =  sabatina  :  la  cena  di 
grasso  che  si  fa  talvolta  al  sabato  dopo 
la  mezzanotte,  veniente   la    domenica. 

sàbàión,  s.  m.  =  zabaione,  zambaione: 
dolce  fatto  con  tuorli  d'ova  sbattuti 
con  qualche  liquore  forte  o  con  vino 
e  scaldato  appena  fino  al  bollore. 

!Ìàbet,  s.  m.  =  sabato  :  nome  del  sesto 
giorno  della  settimana. 

1)  el  sàbet  mnt  =  il  sabato  santo: 
il  sabato  della  Settimana  Santa,  che 
precede  la  Pasqua  di  Eesurrezione  ;  el 
sàbet  gràss  =  il  sabato  grasso:  l'ultimo 
giorno  del  nostro  carnevalone  ;  il  sabato 
che  precedo  la  prima  domenica  di  qua- 
resima. 


sàbeta,  s.  f.  =  pettegola,  donnicciuolay 
trecca.  Vedi  petègola. 

sàbeta,  v.  alt.  =  pettegolare,  chiacchie- 
rare. Vedi  petegrolà. 

sabetàda,  s.  f.  =  cianata,   treccolata  :  di 

molte  chiacchiere  fatte    intorno  a  coso 

che  per  lo  più  non  ne  valgon  la  spesa. 

sàbetàiiiéut,  s.  m.  =  chiacchierio  :  il 
molto  chiacchierare  di  molte  pettegola 
insieme. 

sàbetàia,  s.  f.  =  cianume,  pettegolume  : 
molte  ciane,  pettegole  insieme. 

sàbetòn,  s.  m.  =  pettegolone,  ciano,  be- 
cero :  di  uomo  che,  a  guisa  di  femmi- 
netta,  si  compiace  di  pettegolezzi. 

sàbìa,  s.  f.  =  sabbia,  rena  :  la  parte 
arida  della  terra  rilevata  dalle  acque 
che  si  trova  lungo  il  lido  del  mai'e, 
nei  greti  dei  fiumi,  si  mescola  col  gras- 
sello 0  calce  colata. 

1)  Polverino,  sabbia  :  limatura  di  me- 
tallo 0  sabbia  finissima  per  mettere  sullo- 
scritto  fresco,  perchè  non  si  cancelli. 

2)  viètegh  Sic  là  sàbia  =  metterci  il 
polverino  :  sanzionare  una  cosa,  ma- 
gari senza  neanche  averla  letta. 

sàbià,  v.  att.  =  interrare  ;  spargere  la 
rena  sulle  strade. 

1)  Impolverare  :  mettere  il  polverino- 
sullo  scritto. 

ààbiéta,  s.  f.  =  renella:    materia    simile 
a  rena  che  si  emette  colle  orine. 
1)  Rena  finissima. 

sàbiìu,  s.  m.  =  polverino  :  vasetto  dal 
coperchio  foracchiato,  in  cui  si  tiene 
la  limatura  di  metallo  o  sabbia  finis- 
sima per  mettere  sullo  scritto  fresco^ 
affinchè  non  si  cancelli. 

sàbionee,  s.  m.  =  renaiuolo:  chi  fa  il 
mestiere  di  cavar  la  rena  da'  fiumi  e 
venderla. 


sab 


—  702  — 


sa  e 


sàbiòs>  agcj.  =  sabbioso  :    che   ha,    coq- 

tiono  della  sabbia. 
sàbò,  s.  m.  fi.   =  scarperotti  :  specie  di 

scarpe  grosse. 
sàcàg'iià,  V.  att.   =    contendere,    piatire. 

litigare,  rampognare.  Vedi  ràtèlàt 
sàcàgriiiti)  s.  m.  =  rapino,  rapinoso  :  di 

ragazzo  o  d'uomo    piuttosto   rabbioso, 

stizzoso. 
sàcàpàii;  s.    ni.  =  saccapane,    bisaccia  : 

T.  milit.  :  tasca  o  borsa  che  portano  i 

soldati  per  il  pane. 
sàcàréla,  s.  f.  =  mandorla    spaccarella: 

quello  il  cui  giiscio  è  tenero  e  sottile. 
sàccli;  s.    m.    =    sacco  :    recipiente    di 

grossa  tela,  aperto  di  sopra,  alla  bocca, 

e  in  fondo  e  dalle   parti   cucito  forte  ; 

per  trasportare,  grano,    farina,    civaie, 

pannilini,  ecc. 

1)  Quanta  roba  vi  sta  dentro,  vi  può 
•essere  contenuta  ;  hoo  compraa  quàter 
Miceli  de  pòmtn  de  lèva  =  ho  compe- 
rato quattro  sacchi  o  sacca  di    patate. 

2)  E  per  misura  del  grano,  tre  staia, 
oioò  circa  75  chilograaimi  ;  el  forment 
l'hcm  pàgaa  iér  fina  25  fràneh  ài 
Éàcch  =  il  frttuiento  l' hanno  pagato 
ieri  fino  25  lire  al  sacco. 

3)  vcM  minga  farina  del  s-ò  mceh. 
Vedi  farina,  2). 

4)  vèfis  ò  diventa  on  éàcch  d'òsè  = 
■essere  o  diventare  un  sacco  d'  ossa  : 
■di  persona  molto  magra. 

5)  mceh  vmuj  età  minga  in  pee  = 
sacco  vuoto  non  sta  ritto  :  senza  man- 
giare non  ci  si  regge. 

G)  viv,  àndti,  mangia  col  eoo  in  del 
Éàcch  =  vivere,  andare,  mangiare  col 
capo  nel  sacco;  di  chi  fa  le  cose  spen- 
sieratamente. 

7)  di  ilo  trentun  se  no  l'è  in  del 
éàcch  =  non  dir  quattro  se  non  1'  hai 
nel  sacco  :  non  si  deve  fare  assegna- 
mento sopra  una  cosa,  se  non  l'ab- 
biamo sicura. 

8)  stinta  Caterina  là  pòrta  on  éàcch 
de  farina:  noi  lo  diciamo  per  indicare 
-che  al  25  nov.  l'inverno  incomincia  e 
e  il  più  delle  volte  nevica. 

9)  fa  cóme  el  dotòr  Isàcch  che  'l 
stràscitLva  i  càmìs  per  giiistà  i  éàcch. 
Vedi  Isàcch,  1). 

10)  picntà  li  éàcch  e  fiisèla.  Vedi 
fiiséla,  1). 

11)  mètt  vUn  tu  d'on  éàcch  =  met- 
eore uno   in    un   calcetto  :    sopraffarlo 


colle  ragioni  si  che  non  sappia  che  ri- 
spondere. E  anche  :  superarlo  di  gran 
lunga  in  abilità. 

12)  dervi  'l  éàcch  =  sciogliere,  vuo- 
tare il  sacco  :  dire  liberamente  tutto 
quello  che  uno  sa  o  che  ha  sul  cuore. 

13)  on  éàcch  =  un  sacco  :  una  gran 
quantità  ;  l'Iut  ciàpà  on  éàcch  de  dànee 
=  prese  un  sacco  di  quattrini  ;  ghe  n'ha 
ditt  on  éàcch  =  gliene  disse  quante  ha 
voluto. 

14)  éàcch  de  nòti,  de  viàgg  =  sacco 
da  notte,  da  viaggio  :  sorta  di  sacco 
largo  e  corto  per  riporci  roba  da  por- 
tare, viaggiando. 

15)  fa  éàcch  =  far  sacco,  saccaia  : 
delle  piaghe  quando,  per  essersi  rac- 
chiuse, non  danno  sfogo  alla  materia, 
che  internamente  si  accumula,  e  anche 
di  rete  o  d'altro  che  insacchi. 

16)  là  corèa  in  di  éàcch  =  il  palio 
ne'  sacchi  :  gioco  in  cui  si  corre  in- 
saccati. 

17)  giiigà  à  éàcch  =  fare  al  sacco  : 
è  un  certo  giuoco  che  i  ragazzi  fanno 
sulle  piazze  e  consiste  nell' obbligare 
uno  a  rincorrere  gli  altri  fin  che  ne  ha 
potuto  toccare  uno  sulle  spalle.  Tocca- 
tolo egli  diventa  fuggente  e  il  toccato 
si  fa  inseguitore  e  cosi  via  ;  sàech  = 
toccato  :  è  la  parola  che  deve  dir  sem- 
pre ad  alta  voce  il  giuocatore,  quando 
tocca  leggermente  1'  avversario  nelle 
spalle. 

sàcliég,  s.  tn.  =  saccheggio  :  il  saccheg- 
giare, il  depredare. 

sàchegià,  v.  att.  =  saccheggiare,  svali- 
giare :  portar  via,  spogliare. 

sàchéla,  (fa)  =  far  sacco  o  saccaia.  Vedi 
sàccli,  15). 

sàchera,  s.  f.  =  zacchera,  bagatella  : 
cosa  di  pochissimo  valore  e  pochissimo 
pregio  ;  hin  tiitt  sicher  e  sàcJier  =  son 
tutti  ninnoli,  tutte  fruUe. 

sàchèta,  s.  f.  =  borsa  :  quella  che  in 
cima  ad  una  stanga  serve  a  raccogliere 
le  elemosine  in  chiesa. 

1)  tLtiima  éàchèta.  Vedi  ànima,  4). 

sàcliinipàcch,  .i.  m.  =  sacco,  zaino.  Vedi 
niocìlia. 

sàcocia,  s.  f.  =  tasca,  saccoccia:  sac- 
chetta negli  abiti  per  tenervi  lo  cose 
necessarie  durante  il  giorno. 

1)  vègìiela  in  éàcòcia  =  farsela  si- 
cura; di  cosa  che  si  prevede  con  cer- 
tezza. 


-  703 


saf 


2)  tegni  i  man  in  sàeòcia  =  tener 
le  mani  in  tasca:  metterle  in  tasca  per 
averlo  calde. 

3)  m'ett  i  man  in  sàcocia  =  mettersi 
la  mano  a  tasca  :  frugarsi  in  tasca  ; 
prende!'»  dalla  tasca  i  danari  per  spen- 
dere ;  vègli  sémper  i  man  in  éàcoeia 
=  avere  sempre  le  mani  in  tasca  :  spen- 
dere continuamente  :  pagare  sempre 
danari  o  darli  in  elemosina. 

4)  giuntagli  de  sàcocia  =  rimetterci, 
perderci  del  suo. 

5)  àndà  àdrce  ài  milr  coi  man  in 
sàcocia  =  essere  in  terra  di  ladri  e 
convenire  aver  occhio  continuo  alle 
robe  sue. 

6)  i  sàcòce  =  le  borse:  si  fanno  nel- 
l'interno degli  sportelli  delle  carrozze. 

sàcocia;  «'.  att.  =  intascare  :  mettere  roba 
in  tasca. 

sàcociàda,  s.  f.  =  tascata:  quanta  roba 
sta  in  una  tasca. 

sàcocìii,  s.  m.  =  taschino  ;  specialm. 
quello  dove  teniamo  l'orologio. 

sàcoròto!  esclam.  =  saccorotto  !  escla- 
mazione di   minaccia  o  di  giuramento. 

sàcràmènt,  s.  m.  =  sacramento.  T.  eccle- 
siastico. Il  segno  sensibile  della  grazia 
divina  istituito  da  Gesù/  Cristo. 

1)  L'ostia  consacrata. 

2)  ricév  i  sàcràmènt  =  ricevere  i 
sacramenti,  sacramentarsi  :  di  chi  sta 
morendo,  e  si   confessa  e  comunica. 

sacramenta,    r.    att.    =    sacramentare  : 
amministrare  il  sacramento  dell'Euca- 
ristia per  viatico  ai    moribondi. 
1)  Bestemmiare,  tirar  moccoli. 

sàcràuóii,  esci.  =  saccorotto,  perdiana. 
Dal  francese  :  sacre  nom. 

.sacràri,  s.  m.  =  sacrario  :  buco  interra, 
pozzo  a  fondo  perduto  dove  si  buttano 
le  lavature  dei  vasi,  i  panni  che  hanno 
servito  al  sacrificio,  e  gli  avanzi  di 
cose  sacre. 

sacrifica,  t\  att.  =  sacrificare  :  far  sacri- 
fici, privarsi  di  ciò  che  preme  a  van- 
taggio altrui. 

Scàcrif  ìsi,  *  s.  m.  =  sacrificio  :  priva- 
zione, concessione  forte  con  scapito 
proprio  per  vantaggio  altrui. 

sàcrilèg',  s.  m.  =  sacrilegio  :  violazione 
delle  cose  sacre  ;  turpitudine,  delitto 
verso  persona  o  cosa  sacra. 

1)  Anche  semplicemente  :  mancar  di 
rispetto  a  chi  non  lo  merita  e  merita 
invece  molta  considerazione. 


sàcrìlegrli ,  agg.  =  saci-ilogo  :  che  ha 
commesso  o  commette  sacrilegio. 

1)  Malvagio,  turpe  :  /'('  ona  lingua 
sacrìlega  =  è  una  lingua  sacrilega  ;  che 
taglia  il  ferro. 

sacro,  agg.  =  saero,  inconcusso,  indu- 
bitato, certo. 

1)  l'fiso  sacro  =  l'osso  sacro  :  dove 
finisce  la  spina  dorsale. 

sàcrosànt,  agg.  =  sacrosanto  :  d'ogni 
cosa  che  non  si  debba  violare  o  ma- 
nomettere. 

sàèta,  .f.  f.  =  saetta;  folgore,  fulmine, 
baleno,  lampo:  la  scintilla  elettrica, 
uno  dei  fenomeni  elettrici  dell'atmo- 
sfera. Vedi  lampo. 

1)  Saetta,  saeppola:  di  ragazzo  vi- 
vace, cattivo. 

2)  Dardo,  freccia:  il  proiettile  del- 
l'arco. 

3)  Puntone  :  ogni  traversa  diagonale, 
posta  a  rinfoi'zo    nei   lavori    di   legno. 

4)  T.  d'art,  e  mest.  :  la  punta  di 
acciaio  dei  trapani;  il  ferro  col  quale 
i  legnaiuoli  fanno  il  minor  membro 
delle  cornici  ;  l'asta  tronca  della  zan- 
gola a  curro  che  agita  il  bastone  che 
rai)piglia  il  fior  di  latte  in  buiTO. 

5)  Razza,  monachetto  :  per  calzare  i 
puntini  del  cavalletto  del  tetto. 

6)  Di  donna,  cattiva,  arrogante. 

7)  cor,  àndà  come  dna  sàèta  =  cor- 
rere, andare  come  o  a  guisa*  d'una 
saetta;  come  un  fulmine,  velocissimo. 

sàetòn,  s.  m.  =  molle  dei  mantici. 
sàfa,  s.  f.  =  tana,   squarcio;  nei  vestiti 

0  altro  :  buco  grande. 

1)  Ferita  :  Ve  borlaa  giù  e  ^l  s'è  faa 

dna  éàfa  in  del  eoo  =  cadde  e  si  fece 

una  ferita  alla  testa. 
sàfairna,  s.  f.  =    zaccagna:    la   cotenna 

dinanzi  del  capo. 

1)  tirtt  per  là  éàf^gna  =  tirar  la 
zaccagna  :  dicesi  quando  preso  un 
ciuffo  dinanzi  si  fa  staccar  la  pelle 
dall'osso. 

2)  vigli  dna  gran  éàfàgna  =  aver 
l'osso  del  poltrone. 

sàfàiitt,  s.  m.  =  pacchione,  mangione; 
ed  anche  uomo  che  tutto  prende,  cui 
tutto  servo  :  è  vocabolo  assai  di  rado 
udito  oramai. 

sàfìr,  s.  m.  =  zaffiro  :  pietra  preziosa 
pellucida  di  color  porporino  se  è  zaf- 
firo maschio,  turchino  se  è  zaffiro  fem- 
mina. 


^af 


—  704  — 


sai 


sàfi'àii,  s.  m.  =  zafferano  o  croco  di 
Ijrimavera  :  seme  d'  un  fiore,  che  si 
secca  e  tritura  e  serve  per  lo  più  a 
dare  il  colore  giallo  e  il  sapore  al  ri- 
sotto giallo  alla  milanese. 

sàg'g:,  s.  m.  =  saggio,  prova:  piccola 
parte  di  una  cosa  che  si  dà  per  mostra, 
jier  farla  assaggiare. 

1)  dà  on  éàgg  dèla  sóa  bràura  = 
dare  un  saggio,  far  prova  della  propria 
valentia. 

sàgià,  «'.  att.  =  assaggiare,  assaporare, 
gustare  :  apprendere  e  giudicare  per 
mezzo  del  gusto  la  qualità  dei  sapori, 

1)  Mangiare  o  bere .  poco  più  di 
quanto  si  farebbe  assaggiando  :  iér  à 
tàola  hoo  àpèna  sàgiaa  '/  mangia  = 
ieri  a  tavola  ho  appena  assaggiato  il 
cibo. 

2)  Saggiare  ;  fare  il  saggio  :  accer- 
tare se  un  metallo  sia  puro  o  no,  in 
specie  dell'oro. 

sàgìn,  s.  m.  =  spillo:  piccolo  foro  nel 
fondo  di  una  botte  per  assaggiare  il 
vino. 

1)  Saggiolo  :  piccolo  fiaschetto  in  cui 
si  porta  il  vino  per  saggio. 

sàgoll,  agg.  =  satollo,  sazio  :  che  ha 
soddisfatto  interamente  ,  esuberante- 
mente l'appetito. 

sàgoma,  s.  f.  =  sagoma:  profilo  d'ogni 
menrbro  o  modanatura    d'architettura. 

1)  -Forma,  stampo,  modello  :  la  forma 
su  cui  si  modellano  gii  oggetti,  e  an- 
che la  forma  che  questi  hanno   preso. 

2)  vèss  dna  sàgoma  =  essere  un  coso, 
un  arfasatto,  un  muso  da  pipe.  Ed 
anche  essere  un  canchero,  una  calia. 
Vedi  piaga. 

sàgoma,  v.  att.  =  sagomare:  dar  la  sa- 
goma, la  forma  ad   oggetti. 

sàgomaa,  (mài)  agg.  =  abbozzato,  abor- 
tito :  di  pars,  mal  formata. 

sagrestìa,  *«./".  =  sagrestia,  sacrestia  : 
stanza  unita  alla  chiesa  dove  si  ripongono 
gli  arredi  e  si  parano  i  sacerdoti  prima 
d'uscire  alle  funzioni. 

sàgriflcà,  v.  att.  =  sacrificare.  Vedi  sa- 
crifica. 

sàgrifìsì,  s.  m.  =  sacrificio.  Vedi  sà- 
crifisi. 

sàgriiià,  V.  att.  =  granire  :  picchettare 
la  carta  e  la  pelle  a  punti  in  rilievo, 
l)  Eodersi,  assaettarsi,  arrabbiarsi. 

sàguàcià,  V.  att.  =  sciabordare,  guazzare, 
sciaguattare  :   dibattere  cose  liquide  in 


modo  che  si  intorbidino,  rimettendo  a 
galla  la  posatura  che  ha  fatto  ;  i  botèli 
de  vi)i  on  poo  fin  bisógna  nò  sàgiià- 
eitij  =  le  bottiglie  di  vino  un  po'  fino 
bisogna  non  guazzarle  ;  prima  de  bev 
el  (lecòit  tei  sàguàcet  on  poo  =  prima 
di  bere  il  decotto  lo  guazzi  un  po'. 

1)  sàguàeià  là  bóca  =  risciacquare 
la  bocca. 

sàia,  s.  f.  =  saia  :  sorta  di  panno  o 
stoffa  di  seta  spigata   per    farne  abiti. 

sàiua,  s.  f.  =  zaina:  misura  di  liquidi 
che  contiene  la  quarta  parte  di  un 
boccale.  E'  voce  lombarda  che  a  Mi- 
lano va  disusando  col  diffondersi  sem- 
pre più  largo  del  sistema  metrico  de- 
cimale. I  Toscani  hanno  il  quaituccio, 
la  terzarola. 

sàinéra,  s.  f.  =  cerniera,  mastietto  :  due 
pezzi  di  metallo  o  altro  fermati  da  un 
l^ernio,  per  aprire  e  chiudere  coperchi 
di  casse,  cassette,   ecc. 

fàino,  s.  m.  =  zaino:  soi-ta  di  sacco  di 
pelle  peloso  esternamente  che  portano 
addosso  i  soldati  per  le  cose  più  ne- 
cessarie al  viaggio. 

sàiuter,  s.  m.  =  singhiozzo  :  moto  con- 
vulso del  diaframma  con  violenta  ispi- 
razione. 

sài,  *  s.  m.  e  f.  =  sale  :  viètegh  minga 
tropp  sài  sii  l'insalata  ~  non  metterci 
troppo  sale   sull'insalata. 

1)  L'usiamo  sempre  quando  si  parla 
di  sali  chimici:  sài  gema,  sài  àniàr, 
ààl  d'Inghiltèra  e  sim.  =  sai  gemma, 
sale  amaro,    sale   d'Inghilterra,  e  sim. 

sàia,  s.  f.  =  sala  :  la  camera  meglio 
arredata  dove  per  lo  più  si  riceve. 

1)  stia  mànsgé  =  sala  o  salotto  da 
pranzo;  stila  de  ricèv  =  salotto  bono; 
quello  fatto  e  ammobiliato  per  ricevere. 

2)  Bottega  :  nelle  cartiere  è  quella 
stanza  in  cui  si  dispongono  in  quin- 
terni e  risme  i  fogli. 

B)  làorànt  de  sàia  =  botteghini  e 
botteghine  :  operai  ohe  nella  bottega  i 
della  cartiera  fanno  l'abbinatura  e  l'ac- 
quidernatura  dei  fogli. 
sàia,  V.  att.  =  salare,  insalare:  dare  il 
sale  a  una  cosa,  condirla  o  acconciarla 
col  sale  0  sotto  sale. 

1)  sàia  H  màns,  el  càldàr  =  salar 
la  pentola  :  mettere  il  sale  nell'acqua 
della  pentola  per  darlo  al  brodo  e  alla 
carne  insieme. 

2)  Assol.  :  faro  uso  del  sale  :  bisogna 


sai 


-  705  - 


sai 


digli  ài  co'àgh  die  'l  fiala  minga  tròpp 
=  bisogna  dire  al  cuoco  che    non    sali 
troppo. 
sàlaa,  agg,  =  salato  :  che  è  stato  condito, 
acconcio  col  sale. 

1  )  tlcqua  éàlàda  =•  acqua  salata  : 
'juella  del  maro.  Contrario  di  acqua 
dal  sa  =  acqua  dolce. 

2)  Che  è  eccessivamente  salato  :  con- 
trario di  sciocco,  scipito  :  incoeii  là  mi- 
nestra l'è  on  poo  éàlàda  =•  oggi  la 
minestra  è  un  po'  salata. 

3)  mlaa  còme  dna  brtsa  =  salato 
arrabbiato,  amaro  di  sale. 

4)  Fig.  :  arguto,  spiritoso,  frizzante  ; 
qiiesta  l'è  sàlàda /  =  questa   è  salata! 

5)  fàla  pàgtl  càrna  salMa  =  farla 
pagare  salata,  dare  castigo  o  pena  foiie 
])iìi  che  la  colpa. 

6)  mlaa,  s.  m.    =    salato  :    salame  ; 
yn  piàtt  de  sàlaa  =   un    piatto    di  sa- 
ziato, di  salame  ;  quando  è  affettato  per 

servire  in  tavola. 

sàlàmelèccli,  s.  m.  =  baciabasso:  atto 
di  sommissione,  dimostrazione  di  osse- 
quio verso  persona  di  cui  si  ricerchi 
il  favore  o  si  tema  la.  potenza. 

1)  Salamelecche,  usato  per  lo  piìi  al 
plur.:  voce  usata  per  scherzo:  compli- 
mento, saluto  cerimonioso. 

sàlàiiiìn,  s.  m.  =  salamino  ;  piccolo  sa- 
lame, ma  un  po'  differente  dal  vero  sa- 
lanre:  per  lo  più  si  cuoce. 

1)  i  éàlàmitt  déla  vcrs*Lda  =  sala- 
mini piccoli  che  si  cuociono  nella  zuppa 
di  verze. 

sàlàium,  s.  m.  =  salame:  carne  di  porco 
trita,  salata  e  insaccata  in  grosse  bu- 
della di  maiale. 

1)  ligà  come  on  mlàm>n  =  legare 
come  un  salame:  di  pers.  legar  stretto 
che  non  si  possa  muovere. 

2)  sàlàmm  de  tèsta  =  soprassata:  te- 
sta di  maiale  pesta  e  cotta. 

3)  Fig.,  d'uomo  goffo,  zotico:  che 
non  sa  che  si  dire  o  che  si  fare.  Il 
nostro  mlàmvb  in  questo  senso  corri- 
sponde a  molte  espressioni  toscane:  ma- 
laccorto, incauto,  capocchio  :  uomo  di 
cervello  grosso  che  non  capisce  nulla; 
piaccianteo:  omo  t<irdo,  grasso  e  dap- 
poco; grullo,  giucco  :  che  ha  il  capo 
vuoto,  stordito,  scemo. 

4)  vèéà  on  sàlàmm  =  essere  un  sa- 
lame, essere  battezzato  in  domenica: 
essere  uno  sciocco. 


salàri,  s.  m.  ■=  salario:  mercede  pattuita 
che  si  paga  mese  per  mese  a  chi  ci 
serve. 

sàlàriaa,  agg.  =  salariato:  chi  per  vivere 
è  obbligato  a  servire,  e  ne  riceve  un 
salario,  non  sempre  proporzionato  al 
lavoro,  all'opera  prestata, 

sàlàsà,  'V.  att.  =  salassare:  cavar  sangue 
con  arte. 

sàlàss,  s.  m.  =  salasso  :  cavata  di  san- 
gue toccando  la  vena. 

sàlbriiuètt,  s.  m.  =  salprunella  :  nitro 
fuso  con  un  poco  di  zolfo  che  si  dà 
come  medicamento. 

sàlcràut,  .9.  m.  =  salcrùutte:  cavolo  sa- 
lato, cavolo  agro.  Dal  tedesco  saner- 
kraut. 

sàld,  s.  in.  =  saldo  :  intiero  pagamento 
di  un  debito,  di  un  conto  e  sim. 

1)  Dichiarazione,  ricevuta  dell'intiero 
pagamento.  Oggi  usa  sempre  più  larga- 
mente saldo.  * 

sàld,  agg.  =  saldo,  sodo.  Nelle  frasi;  te- 
gnì  sàld  ò  in  sàld  =  tener  fermo,  forte; 
•vèss  dent  bèli  sàld  =  essere  infisso  saldo, 
sodo:  fermamente. 

salda,  V.  att.  =  saldare  :  appiccare,  riu- 
nire cose  rotte  e  disgiunte:  farle  stare 
insieme  fortemente. 

1)  Di  debiti,  conti,  pagarli  per  in- 
toro, farne  il  saldo. 

sàldàdòr,  s.  m.  =  saldatoio:  arnese  per 
saldare:  è  fatto  come  un  martello  senza 
penna  e  con  bocca  a  punta  ettusa.  Sì 
fa  arroventare  nel  fuoco  e  con  esso  si 
strugge  il  piombo  o  lo  stagno  o  altro 
nel  punto  da  saldare. 

sàldàdtira,  s.  f.  =  saldatura:  il  saldare  e 
la  pai-te  saldata. 

saldo,  *  s.  ni.  =  saldo.  A^edi  sàld. 

sàldura,  s.  f.  =  granaglia,  saldatura:  sorta 
di  fusione  o  preparazione  d'oro  e  d'ar- 
gento in  minutissimi  granelli. 

sàlètìn,  s.  m.  =  salottino:  piccolo  salotto, 

sàlgréiua,  .5.  m.  ^  salgemma:  saie  che  si 
estrae  dal  seno  della  terra. 

sàlicilaa,"^  s.  m.  =  salicilato.  T.  chim.: 
ogni  sale  dell'acido  salicilico. 

sàlìda,  s.  f.  =  salita,  erta,  montata:  luogo 
per  cui  si  sale. 

sàlin,  s.  m.  =  saliera  :  vasetto  dove  sta 
il  sale  che  si  mette  in  tavola. 
1)  éàlin  del  péver  =  pepaiuola. 

salina,  s.  f.  =  salamoia:  acqua  salata  i)er 
uso  di  conservarvi  pesce,  olivo,  ecc. 

saliscéndi,  s.  m.  =  rota:  meccanismo  in 


sai 


—  706 


sai 


forma  d' armadietto  girante,  usato  nei 
conventi,  in  certe  sale,  per  far  passare 
la  roba  da  una  stanza  da  basso  ad  un'al- 
tra superiore,  senza  esser  visto  chi  la 
porge. 

saliva,  s.  f.  =  saliva:  selezione  di  certe 
glandule  che  sono  nella  bocca. 

1)  manda  gio  là  éàllva  =  ganghire, 
venir  l'acquolina  alla  bocca. 

sàlivàsióu,  s.  f.  =  salivazione  :  il  sa- 
livare: quella  funzione  animale  per  la 
quale  si  forma  e  si  separa  la  saliva. 

salma  e  salmo,  s.  m.  =  salmo  :  canto 
sacro. 

1)  tÈti  i  salmi  fbiìsen  in  glòria  = 
ogni  salmo  finisce  in  gloria,  tutti  i  salmi 
finiscono  in  gloria:  la  lingua  batte  dove 
il  dente  duole:  di  certi  discorsi  che  fi- 
niscono sempre  a  un  modo,  specialm. 
chiedendo  qualche  cosa, 

sàlmàtràcclijS.  m.  =  sciamannato,  sciatto: 
scomposto  negli  abiti  e  nella  persona. 
1)  Piaccianteo,  grullo  :    uomo   goffo, 
malaccorto. 

salmi,  s.  m.  =  salmi.  T.  cuc.  Specie  di 
intingolo. 

salnjìstraa,  agg.  =  messo  in  salamoia. 
Ve:i  salina. 

salmo,  *  s.  m.  =  salmo.  Vedi  salma. 

sàlniter,  s.  m.  =  salnitro:  lo  stesso  che 
nitro.   V^edi  nìter. 

salòli,  .^.  m.  =  salone:  sala  grande,  per 
lo  più  da  ballo,  e  anche  per  grandi. adu- 
nanze. 

sàlotìii,  *  s.  m.  -  salottino:  quello  dove 
le  signore  ricevono  in  maggior  confi- 
denza. 

sàls,  s.  m.  =  salsedine:  iimore  salso  del 
corpo  che  si  manifesta  il  più  delle  volte 
in  un  erpete  fastidioso. 

salsa,  s.  f.  =  salsa,  intingolo,  savore  : 
condimento  con  che  si  preparano  o  si 
servono  certe  pietanze. 

1)  èàlàa  picànta  e  pictintc  =  salsa 
piccante:  specie  di  salsa  con  capperi  e 
acciughe. 

salsamentàri,  s.  m.  =  salsamentario, 
pizzicagnolo,  salumaio:  venditore  di  sa- 
lami e  salumi. 

sài  séra,  s.  f.  =  salsiera:  vasetto  di  for- 
naa  ovale  per  tenervi  salse. 

sàlsisòn,  s.  m.  -  salsiccione:  specie  di 
salame  crudo  proprio  della  Lombardia. 

sàlsòs,  agg.  =  salsedinose;  che  ha  della 
salsedine  nel  sangue. 

sàlt,  s.  m.  =  salto;  il  moversi  scattando 


co"  piedi,  ricadendo  su  lo  stesso  punto, 
0  portandosi  più  innanzi  o  da  parte, 
senza  toccare  lo  spazio  di  mezzo. 

1)  mìt  mortài  =  salto  mortale:  quello 
del  saltatore  che  fa  la  capriola  nel  salto. 
Anche  capitòndolo:  salto  che  si  fa  lan- 
ciandosi colle  mani  in  terra  e  i  piedi 
per  aria,  imprimendo  così  alla  persona 
un  moto  di  rotazione,  ])er  modo  che 
essa  si  ritrovi,  compiuto  il  salto,  nella 
posizione  di  prima. 

2)  à  sàlt  =  a  salti,  saltando. 

3)  fa  dUil,  qiiàter  èàlt  =  far  due, 
quattro  salti:  fare  i  ballonzoli  :  ballare 
un  poco,  alla  buona,  senza  apparenza 
di  festa. 

4)  in  d'on  sàlt,  in  diiil,  in  quàter, 
sàlt  =  in  un  botto,  in  duo  in  quattro 
battute:  in  due,  in  tre  salti:  in  un  mo- 
mento, prestissimo;  el  g'hà  prèsa?  el 
sbrighi  in  quàter  kilt  =  ha  fretta  V  in 
quattro  battute  la  sbrigo. 

5)  Balzo:  il  balzare  della  palla  e  del 
pallone. 

6)  fa  on  sàlt  =  fare,  dare  un  balzo: 
di  persona  che,  essendo  seduta,  s'alzi 
a  "un  tratto  e  con  impeto. 

7)  Fig.,  fa  on  sàlt  =  fare  un  salto: 
parlando  di  promozione  di  grado,  di 
sti])endio,  e  sim. 

8)  sàlt  de  gàtt  =  l)otte,  tromba  sot- 
terranea: canale  che,  conduce  1'  acqua 
a  passare  sotto  una  strada  o  un  altro 
canale  e  poi  la  ritorna  al  livello  di 
prima. 

salta,  V.  att.  =  saltare:  spiccare  il  salto, 
0  salti:  far  dei  salti. 

1)  Di  cose;  salta  via  =  saltar  via; 
cont  dna  màrtelàda  l'ha  faa  salta  ria 
on  tòech  de  cotona  =  con  una  martel- 
lata fece  saltar  via  un  pezzo  di  colonna. 

2)  salta  fmlra  =  saltar  fuori:  venir 
fuori  all'improvviso,  d'  un  colpo,  d'un 
tratto.  Anche  venire  in  campo;  guarda 
che  aòrta  d-on  imbròj  salta  fccùra  = 
guarda  che  sorta  d'un  imbroglio  salta 
fuori. 

3)  sàM  àdòss  =  avventarsi;  detto 
d'uomini  e  d'  animali  :  muoversi  con 
imiieto  per  saltare  addosso  e  per  lo  più 
con  intenzione  di  offendere. 

4)  Iporbol.  sàltàgh  àdòss  ài  mangia 
avventarsi  al  cibo:  mettersi  a  mangiare 
con  grande  avidità. 

5)  mlt(i   àrlds.i  =    saltar   su,    saltare 


*al 


707  — 


sai 


I 


addosso:  di  creditori    clie  si  fanno  in- 
torno al  debitore  per  avere  il  suo. 

6)  iàlM  in  tria  =  saltare  in  aria: 
di  cose  clie  vanno  in  rovina  per  qual- 
che esplosione. 

7)  i-àltà  in  eoo,  in  tèsta  =  saltare  in 
capo:  venire  il  pensiero  improvvisa- 
mente. Anche  :  .<-e  là  me  salta  =  se 
mi  viene  il  ticchio. 

8j  salta  ài  còli  =  saltare,  avventarsi 
al  collo:  dell'  abbracciare  uno  per  im- 
peto d'affetto. 

9)  salta  dèla  giòia  =  saltar  dalla  con- 
solazione. 

10)  Scattare:  di  una  molla;  là  mola 
là  salta  =  la  molla  scatta. 

11)  salta  ria  =  trasalire  :  riscuotersi 
improvvisamente. 

12)  salta  H  fòsé  =  scalzare  uno,  dare 
alle  buche.  Vedi  fòss,  B). 

13)  fa  salta  =  far  correre:  far  lavo- 
rare con  alacrità. 

14)  cosa  te  éàlta?  =  che  ticchio  ti 
viene  ? 

15)  salta  vìa  vun  =  saltare,  scavalcare 
uno  :  non  dargli  la  carica,  1'  avanza- 
mento che  gli   spettava   per  anzianità. 

16)  Omettere  nel  discorso,  nella  let- 
tura, nello  scritto  una  parola,  un  passo, 
una  cosa;  l'è  tànt  distrati  che  hin  pil- 
see  i  parali  che  'l  salta  de  qiiìj  che  '/ 
lég  =  è  tanto  distratto  che  son  più  le 
parole  che  salta,  di  quelle  che  legge. 

17)  salta  là  bara  =  saltare  la  barra. 
T.  mil.:  fuggire  dal  quartiere  la  notte. 

18)  salta  ài  cBUcc  =  balzare  all'occhio, 
venir  sott' occhio:  rendersi  a  un  tratto 
chiaro,  evidente.  Anche:  saltare  agli 
occhi  :  avventarsi  al  viso  d'uno,  graf- 
fiandolo. 

19)  Balzare  :  dei  corpi  elastici  e  spe- 
cialm.  delle  palle  di  gomma;  dna  bàia 
là,  salta  tanto  ò  pòcch  =  una  palla 
balza  molto  o  poco. 

20)  salta  in  qtiàj  sii  =  balzare  in 
un  luogo. 

21)  $àltà  già  de  cavali  =  balzar  di 
sella. 

22)  éàltti  giò  del  lètt  =  balzar  giù 
dal  letto  :  alzarsi  in  gran  furia. 

23)  voré  salta  fmira  'l  coniir  =  bal- 
zare il  cuore  :  battere  per  emozione 
forte  e  improvvisa, 

24)  salta  àdree  =  rispondere  con 
arroganza,  rimbrottare. 


25)  saliti  là  strada  =  assaltare,  ag- 
gredire :  commettere   una  grassazione. 

sàltàcolonètt,  (giiigrà  à)  =  fare  a  salta 
ragazzo,  o  a  salta  paracarri  ;  secondo 
che  nel  gioco  si  saltano  via  ragazzi  o 
paracarri. 

sàltàdòr,  s.  m.  =  saltatore,  funambolo, 
acrobata  :  forzatore  che  cammina  sulla 
corda,  fa  giochi  sui  cavalli,  o  altri 
giochi  ginnastici  dinanzi  al  pubblico. 

sàltàforinàgia,  (gritigà  à)  =  giocare  a 
saltarsi  via  ;  gioco  simile  al  salta  ra- 
gazzi. Vedi  sàltàcolonètt. 

sàltàfòss,  (fa  on)  =  tirar  giù  le  calze 
a  uno  :  faro  una  cavatina  d'  ingegno 
per  scoprir  terreno. 

sàltàmàrtin,  s.  ni.  =  cavalletta,  locu- 
sta, grillo  verde  :  specie  di  insetto  dei 
campi. 

1)  Saltamartino  :  giocattolo  da  bam- 
bini, fatto  con  un  mezzo  guscio  di 
noce,  che  per  un  filo  avvolto  e  uno 
stecchetto  in  mezzo,  salta  e  si  rovescia 
come  un  ranocchio. 

sàltàméiit,  s.  ni.  =  assassinio,  grassa- 
zione, aggressione  ;  età  nòti  gh'è  staa 
on  èàltàmént  sul  stràdón  de  Lorètt  = 
questa  notte  ci  fu  una  grassazione  sullo 
stradone  di  Loreto. 

1)  Usa  anche  come  correzione  di 
sàcràmént,  che,  essendo  bestemmia, 
sta  male  sulla  bocca  di  jìersone  a  modo  ; 
sàltàment  !  me  ne  va  ben  ntinca  rUna 
=  accidempoli  !  non  me  ne  riesce  manco 
una  ;  Ve  on  sàltàment  d^on  floeii  che 
no  se  po'  fall  iibedl  =  è  un  accidente 
d'un  ragazzo  che  non  si  può  farlo  ub- 
bidire. 

sàltàrèj,  (i)  s.  m.  pi.  =  grucce.  Vedi 
fèr  dì  g-elosìj. 

saltarèlli  s.  m.  =  saliscendi  :  serratura 
ordinaria  delle  porte,  usata  por  lo  più 
nelle  case  dei  contadini. 

sàltimbàucli;  s.  m.  =  giocoliere  di  piazza, 
saltatore,  acrobata  :  ciarlatano. 

sàltón,  (fa  '1)  v.  alt.  =  fare  il  salto  : 
dei  bambini  che  si  fanno  saltar  giù 
dal  tavolo,  da  una  sedia,  ecc. 

saltuàri,  agg.  =  saltuario  :  a  salti,  senza 
ordino  regolare. 

sàlM,  s.  f.  =  salute,  sanità  :  1"  essere 
sano,  in  buono  stato  fisico. 

1)  Per  augurio  di  sanità,  bevendo  ; 
fila  àòa  éàlùd  =  alla  sua  salute. 

2)  l'è  là  eoa  sàlM  =  ò  la   sua   sa- 


sai 


—  708  — 


Iute  :  si  dice  di  cosa  che  fa  molto  bene 
a  uno  e  lo  tien  sano. 

3)  spiist  là  éàlud  =  puzzare   il  be- 
nestare,, la  salute  :  non  far    nulla   per 
conservarselo. 
sàlud,  s.  7)1.  =  saluto,  il  salutare:  l'atto 
e  le  parole  con  che  si  suole   salutare. 

1)  restimi  el  sàlud  =  rendere  il  sa- 
'vito. 

2)  leva  'l  éàlud  =  levare  il  saluto  a 
uno  :  rompere  ogni  rapporto  d'amicizia 
con  lui  ;  non  salutarlo  più. 

3)  on  bèli  sàlud  =  un  salutone  :  sa- 
luto di  cuore,  amichevole. 

sàliidàj  'i^.  alt.  =  salutare  :  pregare  ed 
augurare  felicità  e  salute  ad  altrui  con 
parole  o  con  cenno  di  riverenza  ;  ed 
anche  fare  colla  destra  atto  di  saluto 
a  chi  si  incontra. 

1)  Dire  addio,  non  pensarci  più  ; 
mluda  '/  gioeùgh  e  i  divertiment  se  te 
'vosiìret  jìàsà  i  esànim  =  saluta  il  gioco 
e  i  divertimenti,  dì  addio  al  giuoco  e 
ai  divertimenti,  se  vuoi  passare  agli 
esami. 

sàludemel  !  iron.  =  addio  fave  !  saluta- 
melo I 

salute  !  =  salute  !  salve  !  Dio  vi  salvi  ! 
Ad  uno  quando  starnuta. 

sàlv,  agff,  =  salvo  :  fuori  di  pericolo, 
scampato  da  morte  :  che  ha  cessato  di 
soffrire  un  male,  un  danno  e  sim. 

1)  san  e  sàlv  =  sano  e  salvo  :  in- 
colume. 

2)  sàlv  eror  =  salvo  en'ore  :  eccetto 
che  vi  sia  errore. 

salva,  v.  att.  =  salvare  :  far  salvo,  trarre 
di  pericolo  :  dar  salute. 

1)  salva  l'anima  =  salvar  l'anima: 
procurarsi  l'eterna  salute;  anzi  lo  di- 
ciamo anche  per  celia,  quando  vogliamo 
giustificare  ciò  che  stiamo  facendo  ;  se 
fa  de  tùtt  per  salva  VtLnima  =  si  fa 
di  tutto  per  salvar  l'anima. 

2)  sàlvt  là  vita  ò  là  peli  =  salvar 
la  vita  0  la  pelle  :  scampare  da  peri- 
colo imminente  di  morte. 

3)  sàlvti  là  ptLnseia  per  i  fìgh.  Vedi 
figli,  18). 

4)  salva  i  àpàrené  =  salvar  1'  appa- 
renza 0  le  apparenze  :  nascondere  ciò 
che  farebbe  torto  sotto  l'apparenza  del 
contrario. 

5)  Serbare,  consei^are  ;  sàlvegh  diiil 
pèrsigli  ài  pàp^  =  serba  due  pesche 
lìev  il  babbo  ;  perchè  te  me  ne  minga 


ààlvaa  on  tond  de  risoti?  =  perchè 
non  me  ne  hai  serbato  un  piatto  di 
risotto  ■? 

sàlràcondott,  s,  m.  =  salvacondotto  : 
sicurtà  data  ad  uno  di  passare  o  stare, 
escire,  entrare,  in  o  per  un  luogo,  che 
gli  sarebbe  vietato. 

sàlvàdàuea,  s.  m.  =  salvadanaio,  sal- 
vadanaro :  vasetto  di  terra  cotta,  fatto 
a  guisa  di  un  piccolo  coppo,  dove  si 
introducono  le  monete  per  uno  spacco 
0  fessura  che  v'ò  in  alto. 

sàlvàdegli,  agg.  =  salvatico  :  di  piante, 
non  coltivate,  non  innestate  ;  tali  quali 
nascono  e  crescono  naturalmente. 

1)  òmm  sàlvàdegh  =  uomo  salvatico  : 
che  vive  ritirato,  che  ha  con  la  gente 
modi  ruvidi. 

2)  .»?.  m.  sàlvàdegh  =  selvaggina  : 
animali  selvaggi  boni  a  mangiare,  come 
fagiani,  pernici,  lepri,  camoscio,  ecc. 

3)  sàvè  de,  vcgk  del  sàlvàdegh  = 
saper  di  salvatico,  aver  del  salvatico  : 
avere  odore  di  salvatico,  cioè  di  cosa 
0  d'animale  che  cresce  e  sta  nei  boschi. 

salvàdegòu  e  sàlvàdegòtt,  s.  m.  =  sal- 
vaticone  :  pers.  molto  rozza  e  di  ma- 
niere dure. 

sàlvàdegiisc,  s.  m.  =  salvaticume  :  cose 
che  hanno  del  salvatico. 

Salvador,  (San)  =  San  Salvatore  :  nome 
di  parecchie  chiese,  santuari,  monta- 
gne e  sim. 

sàlvàgént,*  s.  m.  =  salvagente  :  corpo 
galleggiante  che  si  butta  in  acqua, 
quando  alcuno  pericola,  perchè  vi  si 
aggrappi. 

salvaguàrdia,  s.  f.  =  salvaguardia,  cu- 
stodia. 

sàlvànd,  =  salvo,  eccetto,  tranne  ;  sài- 
v^nd  el  bàtésim  Pè  dna  bestia  =  salvo 
il  battesimo,  è  una  bestia  :  di  prete  ; 
éàlvtmd  quèll  che  'l  mànègia,  l'è  on 
porscèll  =  salvo  quel  che  ei  maneggia 
è  un  porco. 

sàlvàss,  V.  rifl.  =  salvarsi  :  scampare  a 
un  pericolo. 

salvo,  cong.  =  eccetto  che,   tranne   che. 

sàiubruca,  s.  f.  =  basta,  sessitura,  ri- 
treppio  :  piegatura  orizzontale  fatta  alla 
veste  e  ad  altro  per  poterla  accorciare 
senza  tagliare. 

sàiiibucli,  s.  m.  =  sambuco  :  pianta  da 
siepe  e  da  ornamento,  i  cui  rami  pieni 
di  una  midolla  bianca,  tenera  e  copiosa, 
facilmente  si  vuotano  per  far  cannelli. 


sani 


-  703  - 


1)  fior  de  sàmbùcli  =  fiori  di  sam- 
buco :  fiori  biancki  che  hanno  virtù 
diuretica. 

sàmpèll,  s.  m.  =  inciampo,  intoppo.  Voce 
che  disusa  ogni  giorno  più. 

1)  Trama,  insidia  ;  mètt  vùn  in  d'on 
fiàmpèll  =  mettere  uno  nell'inti'igo. 

sàmpètt,  s.  m.  =  zampetto,  zampone  : 
carne  di  maiale,  accomodata  nella  pelle 
della  zampa  porcina. 

ssìu,  agg.  =  sano  :  che  non  ha  malattia, 
che  com])ie  bene  tutte  le  sue  funzioni  ; 
cosi  d'una  persona,  come  d'un  mem- 
bro o  d'una  parte  di  essa. 

1)  Salubre  :  che  conferisce  alla  sa- 
nità, di  cibi,  bevande,  aria,  luogo  e 
sim. 

2)  color  san  =  coloro  sano  :  d'uomo 
sano. 

3)  Di  frutta  e  sim.  senza  magagne  : 
non  cominciate  a  infracidare. 

4)  éàn  cóme  on  corno  =  sano  come 
un  pesce,  come  una  lasca  :  sanissimo. 

5)  cJd  rà  pian  va  san  e  chi  va  fòrt, 
va  fila  mòri  =  chi  va  piano  va  ratto  : 
chi  va  piano  va  sano  e  va  lontano. 

san,  agg.  =  san  :  apocope  di  santo,  che 
si  usa  dinanzi  al  nome  del  santo  ;  san 
Péder,  San  Carlo,  san  'Gioànn,  éan 
Rodòlf,  ecc.  =  san  Pietro,  san  Caiio, 
san  Giovanni,  san  Rodolfo,  ecc. 

sànca,  c<f.  f.  =  coda  dell'arpione  :  quella 
che  serve  per  immurare  l'arpione  stesso. 

sàiicàrliu,  s.  in.  =  zingarlino  :  specie 
di  cacio  che  sogliono  fabbricare  su  quel 
di  Como.  Va  disusando  fra  noi. 

1)  Margherita;  fiore  bianco  a  seme 
giallo,  che  fiorisce  specialmente  sui 
primi  di  novembre,  d'onde  il  suo  nome. 

sancii,  (i)  =  s.  f.  pi.  =  le  forbici  :  le 
bocche  dei  gamberi. 

sandàlìiia,  s.  f.  =  pendone  :  drappo, 
festone  che  penda  in  alto  e  ricaschi 
per  ornamento. 

sàndol,  s.  m.  =  sandalo  :  albero  di  legno 
duro,  odoroso,  di  vario  colore  che  ci 
viene  dalle  Indie. 

sàndolìii,*  s.  m.  =  sandolino  :  specie  di 
barchetta  snella  e  leggiera  da  una  sola 
persona. 

sàndràca,  s.  f.  =  sandracca  :  gomma  di 
ginepri  colla  quale  si  fanno  vernici  e 
la  cui  polvere  serve  a  più  usi. 

sàndrìè,  s.  m.  =  raccattacenere  :  piccolo 
arnese  di  ceramica  o   di    metallo,  per 


mettervi  la  cenere  degli  sigari.  Dal 
frane,  cendrier. 

sànéver,  s.  vi.  =  ginepro  :  specie  di 
pianta  aromatica. 

sàufàson,  (ala)  =  alla  buona  :  senza  ca- 
ricatura. Dal  francese  à  la  sans  facon. 

sànfoiu,  s.  in.  =  lupino  salvatico,  fieno 
sano. 

sànfdrgrna,  s.  f.  =  cacciapensiero,  spas- 
sapensiero,  grillone  :  sorta  di  piccolo 
strumento  di  metallo  ;  si  suona  appog- 
giandolo fuori  alle  labbra  e  facendo 
oscillare  più  o  meno  una  linguetta  di 
ferro  che  v'è  nel  mezzo  e  batte  sui  denti. 
1)  Voltolo  :  specie  di  campanelle  al 
morso  dei  cavalli. 

sànforgnàtt,  s.  vi.  =  chincagliere  :  che 
però  traffica  soltanto  in  chincaglie  di 
Norimberga  e  di  Germania. 

saligli,  s.  m.  =  sangue  :  liquido  di  color 
rosso  che  circola  nello  arterie  e  nelle 
vene  degli  animali. 

1)  àndà  stmgu  =  andar  del  corpo 
sangue  :  per  lo  più  per  forte  infiam- 
mazione. 

2)  àndà  '/  éàngn  tila  tèsta  =  salire 
il  sangue  al  capo:  specialm.  per  ira. 

3)  àndà  sòtt  éora,  seàgiàsé  et  sàngu 
=  rimescolarsi  il  sangue,  stare  col  san- 
gue rimescolato  ;  specialm.  per  paiu-a. 

4)  sentiss  à  dà  dna  man  in  del 
Sàngu;  gela,  càgifl  'l  stlngu  =  sentirsi 
dare  un  tuffo  al  cuore,  agghiacciare  il 
sangue  nelle  vene. 

5)  sboecli,  sgorgh  de  ààngu  =  sbocco 
di  sangue. 

6)  àndà  'l  sàngu  in  acqua  =  andare 
il  sangue  a  catinelle  :  provare  un  gran 
dispiacere  per  cosa  che  non  si  può  im- 
pedire 0  non  si  può  rimediare. 

I)  el  sàngu  l'è  nnnga  dequa.  Vedi 
acqua,  14). 

8)  piirgà  'l  sàngu  =  assottigliare  il 
sangue  :  renderlo  più  scorrevole. 

9)  biii  el  sàngu  =  bollire  il  sangue  : 
essere  ancor  giovine,  facile  alle  pas- 
sioni, agli  entusiasmi  e  comunem.  al- 
l' ira. 

10)  vegli  pii  de  sàngu  àdòss  =  non 
rimanere  sangue  addosso  :  di  grandis- 
sima paura. 

II)  àndà  à  éàngu  =  andare  a  san- 
gue :  piacere,  andare  a  genio. 

12)  cài-à  sàngu  =  cavare,  trar  san- 
gue :  fare  un  salasso,  salassare. 


710 


san 


13)  Stirpe,  progenie  :  l'è  d'ori  bòn 
sàngu  =  è  d'un  sangue  bono. 

14)  Carne  :  dei  figliuoli  e  congiunti 
di  sangue  si  dice  ;  Vè'l  me  sàngu  = 
è  mia  carne  ;  l'ha  tradii  H  ed  sàngic 
=  ha  tradito  la  sua  carne. 

lo)  sàngu  frèce  =  sangue  freddo  : 
calma  nelle  passioni. 

16)  ààngu  blmu  =  il  divino  antichis- 
simo sangue,  il  sangue  purissimo  ce- 
leste: il  sangue  nobile. 

17)  cava  sàngic  d'on  miir  =  cavar 
sangue  dal  muro;  voler  l'impossibile. 

18)  glie  Vhà  in  del  èàngu  =  l'ha 
nel  sangue;  l'ha  per  natura  sua. 

19)  fa  i  ròbb  col  sàngu  àia  gola  = 
lavorare  coli'  acqua,  col  sangue  alla 
gola;  con  fretta  per  finire'  in  un  tempo 
molto  vicino  a  scadere. 

20)  siidà  sàngu  =>=  sudar  sangue;  fare 
una  fatica  grande,  improba. 

sàiiguàna;  v.  alt.  =  sanguinare:  far  san- 
gue, gemere,  stillare  sangue. 

1)  sànguànà  'l  eo;ur  =  sanguinare  il 
core  :  sentire  viva  afflizione,  dolore  e 
sim.  per  qualche  cosa. 

sànguànènt,  agg.  =  sanguinolento,  san- 
guinoso :  c&e  getta  sangue,  cospai-so  di 
sangue. 

sàuguànòu  !  esci.  =  cospetto  !  corpo  di 
bacco. 

sàngnèta,  s.  f.  =  sanguisuga,  mignatta: 
verme  bislungo  che  sta  nei  fossi  e  si 
usa  in  medicina  per  levar  sangue. 

1)  Sanguisuga,  segavene,  vampiro  : 
di  persona  che  sa  fai*si  dare  quattrini 
da  un'altra. 

sàiigiiètàda,  s.  f.  =  una  applicazione  di 
mignatte. 

sànguìg'n*,  agg.  =  sanguigoo;  di  molto 
sangue. 

sanguinàri;  *  agg.  =  sanguinario  :  di 
uomo,  crudele,  feroce  ;  facile  e  pronto 
a  sparger  sangue,  uccidendo  o  ferendo. 

sàngiiin<àss,  s.  m.  =  sanguinaccio,  ro- 
ventino. Vedi  biisècliin. 

sàngiiinéla,  s.  f.  =  sanguinaria,  san- 
guinella: specie  di  gramigna  che  a 
metterne  un  po'  per  il  naso  fa  uscirne 
il  sangue. 

sàngiiinòs,*  agg.  =  sanguinoso  :  di  io- 
giurie,  parole,  libelli  :  che  lacera  la 
fama  d'un  uomo. 

sanitàri,  s.  m.  =  sanitario  :  che  riguarda 
la  pubblica  sanità. 


san  Marcii  !  e  san  Marcii  l'è  òna  bela 

gésa.  Vedi  gèsa,  8). 
san  Martin,  s.  m.  =  san  Martino:  l'il 

novembre,  epoca  delle  sgomberature. 

1)  fa  san  Martin  =  far  san  Martino  : 
mutar  di  padrone,  di  fondo,  di  casa. 

2)  l'estua  de  san  Martin  =  l'estate 
di  san  Martino  :  il  bel  tempo  che  suol 
fare  per  qualche  giorno  nella  prima 
metà  di  novembre. 

san  Michee,  s.  m.  =  sau  Michele  :  il  29 
settembre  epoca  delle  sgomberature  a 
Milano.  Anche:  sgomberatura,  il  mutar 
di  casa. 

san  Qiiiutìn,  s.  m.  =  san  Quintino;  tra 
in  .san  Quintln.  Vedi  Oiìintìn. 

sànsàra,  s.  f.  =  zanzara  :  genere  d' in- 
setti, molestissimi  nella  notte  a  chi 
dorme,  succhiando  il  sangue  e  lasciando 
il  segno  ovunque  punge. 

sànsàrèra,*  s.  f.  =  zanzariere  :  vario  ar- 
nese fatto  di  velo  per  difendere  il  letto 
dalle  zanzare. 

Sànsòn,  s.  m.  =  Sansone:  nome  proprio 
di  un  personaggio  biblico,  e  per  anto- 
nom.  uomo  fortissimo. 

sànsosi,  s.  ni.  =  spensierato,  indifferente, 
freddo:  che  non  si  entusiasma  per  nulla, 
che  per  nulla  si  accalora,  di  nulla  si 
cura.  Dal  francese  sans-souei. 

sànt,  agg.  =  santo  :  di  chi  si  crede  sia 
eletto  da  Dio  fra  i  beati  e  dalla  Chiesa 
è  canonizzato  per  tale. 

1)  Di  quelle  cose  che  riguardano  Dio 
0  che  a  Dio  in  qualunque  modo  si  ri- 
feriscono; che  Dìo  'l  te  legna  là  eoa  santa 
man  in  testa,  =  che  Iddio  ti  tenga  la 
sua  santa  mano  in  capo. 

2)  el  spirito  sànt  =  lo  spirito  santo: 
una  delle  persone  della  Santissima  Tri- 
nità. 

3)  là  santa  eros  =  la  santa  Croce: 
su  la  quale  spirò  Gesù  Cristo. 

4)  sètimàna  santa  =  settimana  santa: 
quella  che  precede  la  Pasqua;  anche 
agg.  d'ogni  giorno  di  essa  settimana. 

5)  el  dì  di  sànt  =  ognissanti:  giorno 
delle  solennità  di  tutti  i  santi:  il  1  no- 
vembre. 

6)  tira  già  i  sànt  =  attaccar  moc- 
coli, bestemmiare:  strizzare  i  limoni  da- 
vanti ai  santi. 

7)  vègh  qiiej  sànt  dèla  eòa  =  avere 
qualche  santo  dalla  sua. 

8)  èàvè  minga  à  che  sànt  vodàss  = 
non  sapere  a  qual  santo  votarsi,  o  rac- 


711  — 


gap 


tìomandai'si  :  non  sapere  a  qual  partito 
appigliarsi. 

9)  OH  qilèj  sànt  me  iiltàrà  =  qual- 
(.^lio  santo  aiutorà:  dicesi  per  dimostrar 
fiducia  nell'avvenire. 

10)  (le  chi  à  domdn  on  quàj  sànt 
proedàrà  =  cavami  d'oggi  e  mettimi  in 
domane. 

11)  vorè  àndà  o  sta  in  cjèsa  à  di- 
spètt  di  sànt.  Vedi  g'èsa,  9). 

12)  gh'è  on  sànt  anca  ^jer  *  ciocch 
=  c'è  un  Dio,  nn  angelo  custode  anche 
l)or  gli  ubbriaclii. 

sìiiitàsàiitòrum,  s.  m.  =  santasantorum  : 
luogo  0  stanza  in  casa  dove  uno  non 
introduce  che  i  più  stretti  suoi  amici, 
lo  persone  d'intima  confidenza.  Dal  la- 
tino. 

sàutiflcètiir,  s.  m.  e  /".  =  santificetm-, 
santerello:  mammamia,  agnus  dei:  per 
lo  più  in  celia.  Dal  latino  :  el  par  on 
■sàntificétur  =  pare  un  agnus  dei. 

sàutìsim,*  (el)  s.  m.  =  il  santissimo,  il 
Sacramento:  l'ostia  consaci'ata:  Gesù  sa- 
cramentato. 

1)  Ostensorio:  arnese  d'argento  o  al- 
tro metallo  in  cui  si  pone  l'ostia  per  le 
benedizioni  al  po])0lo.  Vedi  ostensori. 

sàutitaa,  s.  f.  =  santiti\  :  qualità  di  ciò 
che  è  santo. 

sàiitòcc,  s.  m.  =  santocchio,  bigotto:  che 
fa  il  sàntificétur. 

sàntociàrìa,  s.  f.  =  santocchieria,  ipo- 
crisia, bigottismo. 

sàntiiàrì,  s.  vi.  =  santuario  :  chiesa  o 
luogo  sacro  dove  si  vanno  ad  adorare 
famose  reliquie  di  santi. 

sànto^  agg.  =  santo  :  s' usa  nelle  frasi 
ci  stinto  ciod  =  il  santo  chiodo  ;  ttltt 
el  stinto  di  =  tutto  il  sauto  giorno  ;  el 
fa  ci  éànto  nàgòtt  =  fa  il  vero  niente 
e  sim. 

sàntouiua,  *  s.  f.  =  santonina:  polvere 
antelmintica  o  vermifuga;  là  santonina 
là  fa  vede  giàld  =  la  santonina  fa  ve- 
der giallo. 

sàóii,  s.  ììi.  =  sapone:  composizione  che 
si  scioglie  facile  nell'acqua  e  si  adopera 
nel  lavarsi. 

1)  dà  on  poo  de  sàon  =  adulare  :  dir 
I30S0  favorevoli  più  di  quanto  uno  me- 
riti. Anche:  dar  la  soia,  ungere  gli  sti- 
vali. 

sàonàda,  s.  f.  =  saponata:  acqua  nella 
'juale  sia  sciolto  il  sapone  e  che  fa  della 
schiuma  agitandola. 


sàoiiàtt,  s.  m.  =  saponaio:  che  fabbrica 
0  vende  sapone. 

sàouèta,  i?.  f.  .=  saponetta:  piccolo  pezzo 
di  sapone  per  lavarsi. 

1)  Nome  di  una  speciale  forma  d'o- 
rologio. 

sàór,  s.  Hi.  =  sapore  :  la  sensazione  del 
gusto  :  la  proprietà  che  hanno  certe 
cose  di  produrre  questa  sensazione. 

sàorì,  v.  att.  =  assaporare:  di  cibi  e  be- 
vande gustose:  trattenerle  in  bocca  cer- 
cando di  prolungare  e  rendere  più  viva 
una  sensazione  piacevole. 

1)  D'opere  d'arte  ;  sdori  là  musica 
=  assaporare  la  musica;  l'è  on  liber  che 
hoo  pròpi  morii  =  ò  un  libro  che  pro- 
prio ho  assaporato. 

sàorii,  agg.  =  saporoso,  saporito:  che  ha 
molto  sapore. 

1)  Un  po'  troppo  salato;  /'è  on  poo 
sàortda  ineoeu  là  minestra  =  ò  un  ])o' 
saporita  oggi  la  minestra. 

sàpa,  s.  /'.  =  zappa,  mazza,  arnese  rusti- 
cale  con  ferro  largo  e  piatto  per  ribat- 
tere il  terreno  seminato  e  lavorarlo  alla 
superficie. 

1)  dàsà  là  stipa  sui  pee  =  darsi  la 
zappa  0  l'accetta  sui  piedi;  detto  di  chi 
volendo  difendersi,  dice  cose  che  pos- 
sono invece  fornire  argomento  all'ac- 
cusa. Anche:  rompersi  le  noci  sul  capo; 
tagliarsi  le  legna  addosso;  darsi  del  dito 
nell'occhio. 

2)  Ascia  da  botto,  rasiera.  T.  dei 
bottai. 

sàpà)  V.  att.  =  zappare,  marreggiare:  la- 
vorare il  terreno  colla  zappa  o  colla 
marra. 

1)  sàpA  'l  formentón  =  sarchiare  : 
ripulire  il  terreno  dalle  male  erbe  col 
sarchio. 

sàpàdòr,  s.  m.  =  zappatore  :  chi  zappa 
nei  campi. 

sàpèll,  s.  ni.  =  callaia,  valico,  passo  : 
apei-tui-a  fatta  nella  siepe  per  passare 
nei  campi. 

sàpéta,  s.  f.  =  sarchio  :  sorta  di  marra 
piuttosto  ])iccola  ohe  serve  a  nettare  i 
campi  coltivati  dalle  male  orbe,  estir- 
pandole. 

sàpètt,  s.  ìli.  pi.  =  semitoni  :  piegatelli 
d'ottone  che  mossi  da  pedali  di  con- 
serva coi  capitasti,  stringono  le  cordo 
dell'arpa  quanto  basti  a  produrre  i  se- 
mitoni. 


sap 


-  712  - 


sàpiènsa;  s.  f.  =  sapienza  :  il  sapere, 
la  dotti-ina. 

sàpiènt,*  agg.  =  sapiente  :  che  sa,  che  è 
dotto,  che  ha  sapienza. 

sàpienton,  agg.  =  sapientone:  usato  per 
lo  più  ironicamente:  saccentone. 

sàpìn,  s.  m.  =  sarchiello,  sarchiellino  : 
piccolo  sarchio  che  si  adopra  per  pulire 
l'aia  0  le  prode  negli  orti. 

sàpoeùr,  s.  m.  =  zappatore,  guastatore. 
T.  mil.  stor.  Ora,  cessato  r^uesto  genere 
di  milizia,  va  perdendosi  anche  il  nome 
che  a  noi  venne  dal   francese   sapeur. 

sàpdu,  s.  ìli.  =  zaijpona,  beccastrina  : 
sorta  di  zappa  più  gi'ande. 

saponària,  *  s.  f.  =  saponaria  :  genere 
di  pianto  che  hanno  radici  saponacee, 
e  le  radici  stesse. 

1)  Saponaria,  steatite:  pietra  tenera, 
untuosa  al  tatto,  che  serve  per  scrivere 
sulle  lavagne. 

sarà,  r.  att.  =  chiudere,  serrare:  impe- 
dire che  per  l'apertui-a  entri  o  esca  cosa 
alcuna,  opponendo  a  ciascheduna  lo  stru- 
mento 0  l'ordigno  suo  proprio,  come 
coperchio  alle  casse,  imposte  e  spor- 
telli agli  usci,  alle  finestre,  agli  ar- 
madi, etc.  Noi  l'accompagniamo  volen- 
tieri colla  preposiz.  sii. 

1)  mrà  là  bòcci,  sàrtL  i  orucc  =  chiu- 
dere la  bocca,  chiudere  gli  occhi:  avvi- 
cinando le  labbra,  abbassando  le  pal- 
pebre; sarti  i  oeucc  =  serrare  gli  occhi, 
vuol  dire  anche  morire. 

2)  sàrd.  l'iiss  in  ftlcia  à  vun  =  ser- 
rare l'uscio  in  faccia  a  uno:  per  fargli 
sgarbo,  perchè  non  si  provi  a  tornare. 

3)  Ile  cdn  ne  rildn  sarà  mài  l'iiss 
coni  i  man  =  cani  e  villani  non  sor- 
nano mai  l'uscio. 

4)  sarà  sii  e  assol.  sàrt  =  serrare:  per 
chiudere  la  bottega  ;  tlla  festa  el  sàì-a  à 
méscli  =  alla  festa  chiude  a  mezzogiorno. 

5)  sarà  f ranch  =  agganciare,  fermar 
con  ganci  ;  èàrà  frànch  là  fmèétra  = 
agganciare   la  finestra. 

6)  sarà  vìa  =  riporre:  mettere  in  serbo. 

7)  Intrans.  serrare,  incassare,  com- 
baciare :    chiudere    bene  :    di    coperchi 

,  usci,  etc  ;  Ve  dna  finèstra  che  sarà 
minga  ben  =  è  una  finestra  che  non 
serra  bene. 

8)  éàràsà  giò  'l  tenip  =  chiudersi  il 
tom]W  :  far  culaia,  farsi  sempre  più 
brutto  0  j)er  un  pezzo. 


9)  Di  ferite:  rimarginarsi,  saldarsi, 
cicatrizzare. 

10)  Pareggiare  il  dente:  del  cavallo, 
quando  non  si  può  conoscere  quanti 
denti  abbia. 

sàraa,  agg.  =  serrato,  chiuso;  hoo  troaci 
rUss  sàraa  =  ho  trovato  l'uscio  chiuso, 
l'uscio  di  legno. 

1)  Di  vestito:  accollato,  che  copre  il 
petto  fino  al  collo. 

2)  dormi  sàraa  =  dormir  sodo,  ser- 
rato. 

sàràccli,  s.  m.  =  salacca:  pesce  di  mare 
che  si  secca  sotto  sale  per  conservarlo 
e  mangiarlo  come  si  fa  delle  ai'inghe. 
1)  Sagrato,  moccolo,  bestemmia;  tira 
sàràcch  =  attaccar  moccoli,  bestem- 
miare. 

sàràdiira,  s.  f.  =  serratura,  toppa:  con- 
gegno che  si  chiude  e  si  apre  colla 
chiave. 

sàràj,  s.  ni.  =  zappa,  calzatoia:  ogni  pez- 
zetto di  legno  tagliato  in  forma  di  pri- 
sma triangolare  che  pongono  sui  sedili 
contro  ciascun  lato  della  botte  perchè 
non  giri  o  rulli  da  sé. 

sàràmàuegrli,  s.  m.  =  serramanico:  spe- 
cie di  coltello  la  cui  lama  è  girevol- 
mente imperniata  sul  manico. 

sàràméut,  s.  ni.  -  impostame,  serrame: 
tutto  ciò  che  serve  a  tener  serrati  gli 
usci,  le  porte,  le  finestre  e  sim. 

1)  Intasamento,  intasatura,  costÌ2>a- 
zione.  Vedi  ràfredòr. 

21  Ambascia,  affanno.  In  questo  senso 
si  dice  spesso  sàràmint  (le  fìaa,  dr 
stòniegh. 

sàràiit  à  dì  1  (cóme)  =  vale  a  dire  r 
Come  sarebbe  a  dire  ? 

sàràsàra,  s.  ni.  =  un  serra  serra,  un 
bolli  bolli:  un  tafferuglio,  un  tumulto. 

sarcasmo,    s.    m.    =    sarcasmo  :    ironia^ 
mordace  e  offensiva  ;  parola  sarcastica.  ^ 

sàrcàsticli,*  agg.  =  sarcastico  :  che  ha 
del  sarcasmo. 

ààrdela,  s.  f.  =  sarda,  sardella,  sardina  : 
piccolo  pesce  della  famiglia  delle  arin- 
ghe, molto   comune  nel   Mediterraneo. 

1)  v'ess  come  i  sàrdèll  =    essere  pi-; 
giati  come  le  sardine,  essere  in  bastar- 
della; fam.  essere  in  una  stanza  o  in 
una  carrozza  dove  si  stia    pigiati  e  si 
soffra  il  caldo. 

2)  rcss  màgher  come  dna  ààrdèla  = 
essere  una  salacca  :  di  persona  molto 
magra. 


—  71B  — 


sat 


i 


sàrdoiiicli,  *  ayg.  =  sardonico  :  di  riso 
amaro,  uialigao,  provocatore. 

sàres,  s.  m.  =  salcio,  salice:  sorta  d'al- 
bero che  fa  nei  luoghi  umidi  o  palu- 
dosi, con  rami  flessibili,  lunghi,  sottili 
che  servono    per  legare  lo  viti  e  sim. 

1)  S(Lres  piàngént  =  salcio  piangente: 
specie  di  salcio  che  usasi  nei  giardini, 
di  fusto  più  grande  e  di  rami  che 
spiovono  in  giù:  mettesi  anche  per 
ornamento  ai   sepolcri. 

2)  i  sàres  =  i  salcioli  :  verbene  di 
salcio  con  cui  si  legano  le  viti. 

?y)  éit  jnéìi  de  ^àres  =  salceto  :  luogo 
piantato  a  salci. 

sàreséra,  s.  f.  =  salceto  :  luogo  piantato 
a  salci. 

sàresèta,  s.  f.  =  salterello,  razzo:  spe- 
cie di  piccolo  fuoco  artificiato. 

1)  sàresèta  à  bìsa  =  raganelle,  razzo 
matto. 
àrgént,  s.  m.  =  sergente:  grado  infe- 
riore di  sotto  ufficiale  neir esercito; 
quello  immediatamente  sopra  al  capo- 
rale. 

sàriss,  s.  m.  =  selce,  gneis:  pietra  che 
è  un  f|uarzo  argilloso  stratificato  colla 
mica  argentina. 

1)  Granito  nero  :  a  gi-ana  pìccola  e 
in  pezzi  erratici. 

sàròii,  s.  m.  =  siero  :  parte  acquosa  del 
latte. 

sàrt,  s.  VI.  =  sarto,  sartore  :  chi  fa  i 
vestiti,  in  specie  da  uomo. 

sarta,  s.  f.  =  sarta,  sartora:  donna  che 
fa  da  sarto  ;  che  taglia  e  cuce  i  vestiti 
S]ieeialmente  da   donna. 

sàrtàg-na,  s.  f.  =  allodola  da  prato: 
sjiecie  d'uccello. 

sartina,  s.  f.  =  sartina  :  ragazza  che  va 
a  imparare  il  mestiere  di  sarta. 

1)  Sarta  da  poco  i)rezzo,  non  tanto 
capace. 

sartorìa,  s.  f.  =  sartoria:  la  bottega 
del  sarto,  o  la  stanza  dove  esso  lavora. 

sàsàda,  s.  f.  =  sassata:  colpo  d'un  sasso 
tirato  a  forza  contro  uno  ;  ciàpt  vùn 
à  sàsàd  =  pigliare  uno  a  sassate  :  ti- 
rargli contro  dei  sassi. 

1)  Botta,  frizzo,  fiancata  :  allusione 
che  si  fa  nel  discorso  alla  persona  con 
cui  si  parla,  perchè  intenda  e  a  fine 
di  punzecchiarla. 

sasi,  affff.  =  sazio,    soddisfatto  del  cibo. 
1)  Nauseato,  stucco. 


sàsià,    r.   att.    =    saziare  :    soddisfare    a 

sazietà. 
sàsina,  v.  att.  =   assassinare,    guastare  : 

fig.  di  danno  grave  e  irreparabile  che 

si  rechi  a  persona  o  a  cosa. 

1)  sàsiiiti  011  làortL  =  assassinare  un 

lavoro  ;  farlo  malissimo  :  per  mancanza 

di  diligenza  o  per  fretta. 
sàsonia,  s.  f.  =  sasseto.  E'  modo  nostro 

fam.  e  scherz.  per  dire  un   luogo  sas- 
soso, pieno  di  sassi. 
sàss,  s.  m.  =  sasso,  ghiaietto:  pietra  non 

grossa  troppo,  di  nessun  pregio,  senza 

una  forma    particolare  ;  ed  anche  una 

[lietra  qualunque. 

1)  òli  de  mas  =  olio  di  sasso,  can- 
fìno  ;  olio  minerale. 

2)  resta  de  sàss  =  rimaner  di  sasso, 
stupito,  attonito  :  preso  da  tanta  ma- 
raviglia 0  stupore  da  rimanere  immo- 
bile e  muto. 

3)  vèss  dilr  come  on  sàss  =  esser 
duro  come  un  sasso;  durissimo. 

4)  dormì  come  on  sàss  =  dormire 
come  un  masso  :  profondamente. 

5)  fasi  cor  à  sàss  =  fare  a  sassi, 
alle  sassate  :  fare  la  sassaiola. 

6)  rè  roba  de  àndà  à  compagna  i  sàss 
màs'e  e  fèmina  =  Di  chi  proprio  non 
ha  niente  da  fare  e  gli  si  vuol  indi- 
care una  occupazione  qualsiasi  ])er 
amazzare  il  tempo. 

7)  fa  jìiàng  i  sàsà  =  far  pianger  le 
pietre  :  di  cose  straordinariamente  do- 
lorose. 

8)  Sasso  da  battere:  quello  che  il 
calzolaio  tiene  sui  ginocchi  per  battervi 
il  cuoio  bagnato. 

d)  Ciottolo:  sasso  tondeggiante  per- 
chè lungamente  rotolato  dalle  acque, 
clie  si  usa  per  selciare  le  vie. 

sàtànàss,  s.  m.  =  satanasso  :  di  persona 
infuriata,  indemoniata. 

sàteii,  e  satin,  s.  -m.  =  raso  di  cotone 
0  di  lana.  Dal  francese  satin. 

satina,  v.  att.  =  cilindrare  :  appianare  i 
fogli  col  cilindro.  Vedi  cilindra. 

sàtine,  agg.  =  cilindrato  :  passato  sotto 
i  cilindri.  Dal  frane,  satiné. 

sàtira,  s.  f.  =  satira:  specie  di  poesia 
che  morde  e  deride  il  vizio  o  il  vizioso 
per  ossequio  alla  virtù,  e  cosi  corregge 
i  mali  e  indirizza  al  bene. 

1)  Anche:  poesia  unicamente  diretta 
a  infamare  della  gente  ;  libello. 

2)  Fig.  :  censura  acerba,  beffarda. 


sat 


714 


sba 


sàtirich,  *  agg.  =  satirico  :  ciò  cho  ha 
qualità  di  satira,  ed  anche  :  uomo  fa- 
cile a  censurare,  mordace. 


satrap,  s.  m. 


satrapo;    solitario,    mi- 
sauro  :  colore  del  mantello 


santropo 
sàiìr,  agg.  = 

del  cavallo. 
sàus  e  sàiiss,  agg.   =   segugio:  di  cane. 
sàfiter,  .s',  m.  =  singhiozzo.  Vedi  sàiuter. 
sàvàgìà,  V.   ait.    =    guazzare.  Vedi    sà- 

guàclà. 
sàvàià,  'V.  att.  =  scioperare:    andare  in 

volta  senza  uno  scopo. 

1)  Canzonare,  burlare,  scherzai"e. 
sàvàj,  s.  m.  =  savalì:  persona    da   non 

farne  conto  :  semplice,  irriflessivo. 
1)  Eandagio,  girovago,   girellone. 
sàvé,  V.  att.  =  sapere:    aver   cogaizione 

d'alcuna  cosa;  conoscerla  appieno. 

1)  Assolut.  :  esser  dotto  ;  l'è  on  òmm 
che  sa  =  è  un  nomo  che  sa. 

2)  sàvi  à  memòria  =  sapere  a  me- 
moria :  poter  ripet-ere  a  memoria  una 
data  cosa. 

3)  forèghen  pu  sàvè  =  non  voler 
più  sapere  di  una  cosa  o  di  una  per- 
sona :  averci  levato  il  pensiero,  averla 
abbandonata. 

4)  fa  sàvi  =  far  sapere,  far  consa- 
pevole :  riferire,  annunziare,  informare. 

5)  vègli  de  sàvè,  cioè  sàvè  =  aver  da 
sapere,  dover  sapere  :  quando  si  fa  al- 
trui qualche  dichiarazione  o  si  dà 
qualche  ammonimento  ;  te  g'hee  de  sàvè 
che  domdn  voo  à  Paris  =  hai  da  sa- 
pere che  domani  vado  a  Parigi. 

6)  se  m  che  ;  se  sa  =  si  sa  che  ;  si 
sa  :  volendo  dire  che  una  cosa  è  nota, 
saputa  da  tutti. 

7)  en  soo  tànt  =  so  per  molto,  so 
di  molto:  maniere  ironiche  per  signi- 
ficare cho  uno  ignora  una  cosa  ;  en 
àoo  tànt  mi  dòe  el  va  sémper  Ma  sìra 
=  so  per  molto  dove  va  sempre  alla 
sera.  Anche  :  le  sa  'l  Signor  =  lo  sa 
Iddio. 

.  8)  éàvè  nò  =   non    sapere,  ignorare. 

9)  sàvèla  liiuga  =  sapersela,  saperla 
alla  lunga. 

10)  le  èà  anca  quèll  che  ptLàa,  tinca 
'l  Bìgia  càpelee  =  lo  sanno  anche  i 
muricciuoli:  è  cosa  notissima. 

11)  bèli  sàvè?  =  chi  lo  sa?  chi  lo 
può  sapore? 

12)  Aver  sapore  di  qualche  cosa  :  sàvè 
de  rds  =  saper  di  rose  ;  sàvè  de  nàgòtt 


=  saper  di  nulla  ;  sàvè  de  inufa  =  sa- 
per di  muffa. 

13)  Iramucidire,  diventar  mucido, 
vizzo,  vicino  a  putrefarsi  ;  mccetl  sta 
càrtia  là  sa  =  oggi  questa  carne  è  mu- 
cida ;  l'è  on  polttster  che  sa  =  è  un 
pollo  che  ammucidisce. 
sàvi,  agg.  =  savio,  buono,  quieto,  docile: 
dello  star  fermi,  del  non  toccare. 

1)  Di  bambini.  Vedi  bou,  3). 

2)  Detto  anche  di  adulti  :  che  'l  stàga 
sàvi  !  che  'l  tégna  à  cà  i  man  !  =  stia 
bono  !  tenga  le  mani  a  se. 

3)  vàr  piisee  on  màtt  à  cà  sòa  che 
on  sàvi  à   cà   di  tdter.  Vedi  cà,  18). 

sàvia,  (erba)  s.  f.  =  salvia  :  pianta  aro- 
matica delle  cui  foglie  si  fa  uso  nel 
cucinare. 

sàviésa,  s.  f.  =  saviezza,  posatezza, 
quietezza,  docilità. 

sàvòra,  s.  f,  =  zavorra,  savorra  :  deno- 
minazione generale  delle  materie  pe- 
santi che  pongonsi  nel  fondo  della  sen- 
tina del  bastimento  per  farlo  affondar 
nell'acqua  e  procui-argli  1'  equilibrio 
stabile. 

sàviiii,  part.  pass.  =  saputo  :  da  sajtere. 

sbàccJi,  (à)  avv.  =  a  biscia:  in  gran 
quantità:  vèghen  à  sbàcch  =  averne  a 
biscia. 

sbàciocà,  V.  att.  =  sbatacchiare,  dime- 
nare, tentennare:  delle  ruote  d'un  carro 
non  ben  solidamente  imperniate,  e  di 
qualunque  altro  oggetto  che  si  muova 
in  cassetta,  o  altro. 

sbàdìlì,*  s.  m.  =  sbadiglio  :  l'atto  e  l'ef- 
fetto dello   sbadigliare. 

sbadilià,*  v.  att.  =  sbadigliare  :  racco- 
gliere il  fiato  e  poi  mandarlo  fuori  colla 
bocca  spalancata,  quasi  convulsa  o  i)er 
fame,  o  per  noia,  o  per  sonno. 

sbà?àscià,  V.  att.  =  sbevazzare.  Vedi 
bagàscia. 

sbàgr^,  5.  m.  =  morsa  :  tiene  a  forza 
dilatata  la  bocca  al  cavallo,  e,  piiì 
aggraziato,  si  mette  a  chi  impara  il 
canto,  perchè  tenga  bene  aperta  la 
bocca. 

1)  Freno,  randello  :  quello  che  serve 
a  tener  ferme  le  ruote  di  un  carro  nello 
discese. 

2)  Puntello  :  trave  messa  orizzontal- 
mente fra  due  muri,  ])erchè  non  ri- 
pieghino uno  sull'altro. 

sbàgrola,  s.  f.  =  scotola:    specie  di  col- 


sba 


—  715 


sbii 


tcllo  di  legno  o   di    ferro,    con   che  si 
batte  il  lino  prima  di  pettinarlo. 

«bagola,  V.  att.  =  scotolare  :  battere  il 
lino  colla    scotola  prima  di  pettinarlo. 

sbcàlaa,  agg.  =  spallato,  aereo:  che  non 
lia  fondamento;  ctLiis  ébàlaa  =  cause 
spallate  ;  iliision  sbàlaa  =  illusioni 
aeree. 

sbalestra,*  «'.  att.  =  balestrare  :  mandare 
lino  che  non  se  l'aspetti  o  con  suo  di- 
sagio a  staro  in  un  paese  diverso  e 
lontano  :  l'han  sbàlèstraa  d'on  eoo  à 
l'alter  cr Italia  =  l'han  balestrato  da 
un  capo  all'altro  d'Italia. 

sbàli,  s.  m.  =  sbaglio,  abbaglio,  orrore  : 
il  pigliare  una  cosa  per  un'altra.  Ri- 
ferito a  donna,  ha  senso  morale  e  più 
grave  :  l'ha  faa  on  sbàli  ma  l'ha  pur- 
gaa  poera  diaola!  =  commise  uno  sba- 
glio, ma  l'ha  pagato,  poveretta! 

1)  Tutto  ciò  che  si  faccia  contro  lo 
j'egole  e  i  precetti  di  una  scienza  o 
ai'te  :  l'è  on  tràtaa  d'aritmètica  pièn 
de  sbàli  =  è  un  trattato  d'aritmetica 
])ieno  di  errori;  l'è  on  sbàli  de  grà- 
màtiea  =  è  un  errore  di  grammatica. 

3)  in  sbàli  =  per  errore  ;  V  è  staa 
invidaa  in  sbàli  =  è  stato  invitato  per 
errore.  ^ 

8bàlià,  ■v.  att.  =  sbagliare  :  pigliare  una 
cosa  per  un'altra,  prendere  abbaglio, 
cadere  in  errore,  ingannarsi. 

1)  se  sbàlia  nò  =  non  si  sbaglia  : 
di  cosa  che  si  è  corti  di  dire  o  di  far 
senza  errare. 

.sbalordì,  v.  att.  =  sbalordire  :  far  per- 
dere il  sentimento,  attutirlo  fortemente, 
con  frastuono  o  altro  che  introni  il 
cervello. 

1)  ròbb  de  fa  sbalordì  =  cose  da  sba- 
lordire, da  far  sbalordire  :  cose  assai 
maravigliose. 

sbalordii,  agg.  =  sbalordito,  intontito, 
grullo. 

sbalotà,  'V.  att.  =  acciottolare  :  di  piatti 
e  di  scodelle,  maneggiarli  senza  ri- 
guardo in  modo  da  farli  cozzare  in- 
sieme. 

1)  Sballottare,  abballottare  :  tenere 
nelle  braccia  un  bambino,  facendolo 
saltarellare. 

sbàls,  s.  m.  =  sbalzo,  balzo,  rimbalzo  : 
lo  sbalzare,  l'atto  dello  sbalzare. 

1)  de  sbàU  =  di  sbalzo,  sbalzando  : 
ed  anche  di  promozioni  che  poiiano  in 
su  non  per  i  debiti  gradì. 


2)  inventa  de  sbàls  =  inventare  di 
sana  pianta.  Vedi  piànta,  4). 

sbàisà,  V.  att.  =  sbalzare  :  gettare  con 
violenza  lontano  da  so. 

1)  Mandare  da  un  luogo  ad  un  altro 
in  una  certa  distanza.  Vedi  sbalestra.- 

sbanca,  v.  att.  =  sbancare  :  mandar  giii 
di  posto  ;  soppiantare  altri  nel  posto- 
che  occupa. 

sbàiidaa,  agg.  =  sviato,  dissipato,  sca- 
pestrato :  di  chi  ò  dissoluto,  discolo, 
traviato. 

sbànfà,  V.  alt.  =  ansimare.  Vedi  bàiifà. 

sbava,  s.  f.  =  sbarra  :  tramezzo  alto  che 
si  mette  por  separare  o  impedire  il 
passo  ;  siila  {strada  de  san  Salvador 
han  miss  dna  sbàra,  ma  l'è  tànt  come 
se  là  gke  fuse  minga  =  sulla  strada  di. 
san  Salvatore  hanno  messo  una  sbarra, 
ma  è  come  se  non  ci  fosse. 

1)  I  ferri,  le  inferriate  delle  prigioni. 

2)  Quello  strumento  che  si  mette  per 
traverso  onde  sorreggersi,  tenersi,  sal- 
tare. 

3)  sbàra  di  scàl  =  maniglio,  appog- 
giamento,  braciuolo  delle  scale. 

sbàra,  v.  att.  =  sbarrare  :  chiudere,  im- 
pedire il  passo  ;  sbàrà  là  strada  =  at- 
traversare la  strada  :  mettersi  o  metter 
cose  attraverso,  sicché  non  ci  si  possa 
passare. 

sbàràlia,  (ala)  avv.  =  alla  scoperta,  al 
sereno,  all'aperta. 

sbàràsà,  v.  att.  =  sbarazzare,  districaro, 
sgomberare  :  toglier  di  mezzo  ciò  che 
può  esser  d' impedimento,  d'  ostacolo, 
d'ingombro. 

1)  sbàràsàss  de  vùn  ~  sbarazzarsi 
d'uno  :  levarselo  d'attorno,  liberarsene. 

sbàràtà,  v.  att.  =  sbarrare,  spalancare  : 
di  porte,  finestre,  aprirle  quanto  è  pos- 
sibile, senza  riguardi. 

sbarba,  v.  att.  =  sbarbare,  radere  :  dei 
peli  della  barba,  toglierli  col  rasoio. 

sbarbateli,  s.  m.  =  sbarbatello  :  giovi- 
netto imberbe  che  non  ha  messo  an- 
cora la  barba  e  la  pretende  a  giovinetto. 

sbarca ,  v.  att.  =  sbarcare  :  uscire  o- 
scondere  di  barca,  venire  a  terra.  An- 
che approdare  :  accostarsi  alla  proda^ 
venire  a  riva. 

sbàrcli,*  s.  m.  =  sbarco  :  lo  sbarcare. 
1)  Sbarcatoio.  Vedi  imbarcadèro. 

sbàsà,  V.  att.  =  sbassare,  abbassare  :  di- 
minuire l'altezza,  ossia  la   dimensiono 


sba 


fl6 


i^hì 


dalla  base  alla  sommità  ;  sbàsà  '  /  w?Sr 
=  sbassare,  abbassare  il  muro. 

rsbàsàda,  s.  f.  =  abbassata  ;  dctgh  óna 
bela  sbcUàda  à  qiicll  niiir  =  dà  una 
buona  abbassata  a  quel  mui'O. 

sbàsàss,  V.  rifl.  =  sbassarsi  :  farsi  più 
basso. 

1)  Chinarsi:  chinar  la  persona,  spe- 
cialm.  per  raccattar  qualche  cosa  in 
terra. 

2)  Abbassarsi,  umiliarsi. 

:j*bàsì,  V.  att.  =  basire,  svenire  ;  cadere, 
in  deliquio. 

sbasii,  agg.  =  spossato,  languido  lasso. 

sb<àt<àg:ià,  i\  att.  =  sbatacchiare  ;  sbat- 
tere, battere  impetuosamente  con  forza 
e  prestezza. 

i»bàtt,  i\  att.  =  sbattere  :  battere,  per- 
cuotere violentemente  contro  chec- 
chessia. 

1)  Agitare  con  violenza,  frettolosa- 
mente :  di  liquidi. 

2)  Disciogliere,  agitando,  detto  di 
ova  e  simili;  sbàtt  el  ciàr  (T oeùv  Ma 
fiòca  =  sbattere  l'albume  d'uovo  fino 
a  farlo  diventar  come  neve. 

3)  Battere,  sbatacchiare,  scagliare  : 
spinger  con  forza  una  cosa  contro  un'al- 
tra ;  Vhà  sbàtiiii  mi  miir  =  lo  battè 
nel  muro. 

4)  nò  gli  è  de  sbàtt  =  è  inconcusso, 
non  c'è  che  dire. 

5)  sbàtt  gtò  =  abbattere,  demolire. 

6)  sbàtt  fceura  i  lìàgn  =  sciabordare, 
sciacquare.  Vedi  resentà. 

7)  ébàtt  i  gelosi]  =  sbattacchiare  le 
persiane  :  delle  persiane  che  spinte  dal 
vento  sbattono  contro  la  finestra  e 
contro  il  muro. 

sbàtiroeiì,  s.  m.  =  palloncino  :  specie 
di  frusta  fatta  di  fili  d'ottone  per  sbat- 
tere uova  0  far  la  panna  montata. 

«bàtuda,  s.  f.  =  sbattuta,  sbattimento  : 
l'atto  e  l'effetto  dello  sbattere. 

sbàvesà,  v.  att.  =  doi)pieggiare:  T.  stamp. 
difettosamente  imprimere. 

sbecàss,  V.  rifl.  =  sbocconcellarsi  :  di 
piatti  che  all'oi'lo  per  qualche  colpo 
perdono  lo  smalto. 

«bérgiia,  (guarda  de)  v.  att.  =  guardar 
con  occhio  sprezzante. 

1)  mùngiti  de  sbèrgna  -  mangiar 
svogliato  :  criticando  tutto. 

.sbèrla,  s.  f.  =  guanciata,  mostaccione  : 
colpo  dato  colla  mano  aperta  sulla 
guancia. 


sbèrlàss  fceura,  v.  alt.  =  spettorarsi, 
sciorinarsi  :  aprirsi  gli  abiti  e  la  ca- 
micia sul  petto  per  troppo  caldo. 

sberlèff,  s.  m.  =  sberleffo:  atto  o  gesto 
di  sft-egio,  di  scherno;  el  me  fa  doviti 
di  sberle ff  =  non  mi  fa  che  sberleffi. 

sberlugià,  r.  att.  =  sberluciare,  sbiilu- 
ciare  :  guardarle  di  sottecchi  e  con  in- 
tenzione. 

sberliisént,  agg.  =  rilucente  :  che  in- 
flette i  raggi  della  luce  e  si)lende. 

sberliisì,  v.  att.  =  rilucere  :  risplcnderc, 
perchè  si  riflettono  i  raggi  della  luce. 
Vedi  barliisì.* 

sbevàsà,*  v.  att.  =  sbevazzare  :  bere 
spesso  e  bere  molto. 

sbianca,  s.  f.  =  cura,  bianchimento  :  la 
materia  colla  quale  si  imbianca. 

sbianca,  v.  att  =  imbiancare  :  far  di- 
ventar bianco,  specialm.  la  seta,  il 
refe,  la  tela,  e  sim. 

1)  Dipingere  le  pareti  delle  camere 
0  i  muri  delle  case. 

sbiàncàdura,  s.  f.  =  imbiancatura,  im- 
bianchimento :  l'operazione  dell'imbian- 
care. 

sbianchi,  v.  att.  =  bianchire,  imbian- 
chire :  far  diventar  bianco. 

1)  Di  carni  :  fermare  ;  far  prendere 
il  bollore  e  ritirarle  tosto  dal  fuoco  : 
dicesi  specialm.  di  polli. 

sbiàncliìn,  s.  m.  =  imbianchino  :  l' im- 
biancatore di  muri. 

sbiàsegà.  Vedi  biàsà. 

sbiàvaa,  agg.  =  sbiadito,  dilavato,  smorto  : 
di  colore  che  ha  perduto  la  vivacità. 

sbiéla,  s.  f.  =  tavolone  :  forma  per  fare 
la  tesa  del  cappello.  T.  dei  cappell. 

sbièss,  agg.  =  sbieco  :  fuori  di  squadra, 
storto. 

1)  in  sbièss  =  a  sbieco,  in  isbieco  : 
obliquamente  ;  l'ha  fàbriena  ci  m  ilr  in 
sbièss  =  tirò  su  il  muro  a  sbieco. 

2)  Di  traverso  :  obliquamente  ;  no 
se  pò  pàsà  che  in  sbièss  =  non  si  può 
passare  che  in  isbieco. 

3)  guarda  in  sbièss  =  guardare  a 
sbieco  :  dare  un'occhiata  torta  per  ira 
0  minaccia. 

4)  tàit,  in  sbièss  =  augnare  :  tagliare 
il  legno  0  altro  a  scancio,  obliquamente  ; 
tàj  in  sbièss  =  augnatura  :  taglio  fatto 
a  scancio. 

5)  Cìàptl  là  bàia  de  sbièss  =  frisare: 
toccare  leggermente  la  jìalla  di  scancio 
e  mandarla  per  obbliquo.  T.  del  biliardo. 


Sfiì 


717  — 


slir 


sbilàuc,*  6\  ni.  =  sbilancio,  disquilibrio. 
Qualche  volta  usa  anche  a  indicare  i 
passaggi  lopontini  dal  caldo  al  freddo 
e  viceversa. 

sbilàuciàss,  V.  ri/I.  =  sbilanciarsi,  dis- 
sestarsi :  di  iiJteressi,  spese  e  sim. 

sbìls,  s.  rn.  =  zampillo  :  sottil  filo  d'acqua 
o  d'  altro  liquido,  che  schizza  fuori 
da  piccolo  canaletto.  Anche  :  spruzzo, 
schizzo. 

sbilsa,  '-'.  (Ut.  =  zampillare,  schizzare  : 
l'uscir  di  un  liquido  da  piccolo  foro 
in  zampillo. 

sbiòcch,  acfg.  =  fischione,  rifischione, 
sbricio  ;  meschino,  gretto:  di  chi  è  po- 
vero in  canna. 

sbiotà,  V.  att.  =  ignudare,  denudare  : 
spogliare  dei  panni,  delle  coperte. 

sbìr,  .5.  m.  =  sbirro,  birre,  sgherro.  Vedi 
polìsàj.  Fig.  arrogante,  petulante. 

sbir,  s.  m.  =  bruscolo,  favilla.  Vedi 
busca. 

1)  Monachina  :  scintille  che  noli' in- 
cenerirsi la  carta  bruciata,  si  dileguano 
0  a  poco  a  poco  si  spengono. 

sbiràJa,*  s.  f.  =  sbirreria,  sbirraglia  : 
tutti  i  birri  insieme. 

sbircia,  *  v.  att.  =  sbirciare  :  guardare 
cogli  occhi  socchiusi,  e  anche  guardare 
alla  sfuggita. 

sbirciàda,*  s.  f.  =  sbirciata  :  lo  sbirciare, 
l'atto  dello  sbirciare. 

sbisàriss,  v.  rifl.  =  sbizzarrirsi,  sbiz- 
zirsi :  sfogare  la  propria  bizzarria,  il 
proprio  capriccio,  le  proprie  bizze. 

:ibitisc,  s.  VI.  =  scusso:  quegli  a  cui  non 
è  rimasto  niente. 

1)  vèés  sblilse  =  essere  al  verde,  po- 
vero in  canna. 

sbocà,  «7.  att.  =  sboccare,  imboccare  : 
dell'acqua  dei  fiumi  ;  far  capo,  metter 
foce.  Anche  di  strada,  via  e  sim. 

1)  Della  gente  indirizzata  ad  un 
luogo  :  irrompere  ;  hin  sbocaa  tuti  dal 
Brolètt  in  piàm  Mercànt  =  sboccarono 
tutti  dal  Broletto  in  piazza  Mercanti. 

2)  sboefi  là  botèlia,  el  fèàseh  =  sboc- 
care la  bottiglia,  il  fiasco:  gettarne  via 
il  vino  presso  la  bocca. 

sbocàscee,  s.  m.  =  sboccato  :  largacelo 
di  bocca,  sboccatacelo  :  chi  non  ha  ri- 
tegno nel  parlare. 

sboccb,  s.  m.  =  sbocco  :  lo  sboccare  e 
il  luogo  dove  sbocca  un  fiume,  una 
strada. 


1)  sboecìi  de  sàngit  =  sbocco  di  san- 
gue: il  gettare  molto  sangue  dalla  bocca. 

sboff,  ò\  Di.  pi.  =  sgonfi:  le  parti  di  un 
vestito  da  donna  rialzate  in  modo  che 
paiono  rigonfie. 

sbogià,  V.  att.  =  bucare,  forare:  fare  un 
buco. 

1)  Del  vaiolo:  buttcrare,  tarmare:  la- 
sciar le  tracce  delle  pustole  specialm, 
sul  viso. 

2)  sbogià  failra  =  uscirne. 
sbogiàdura^  s.  f.  =  bucatura,    foratura: 

l'atto  del  bucare,  del  forare. 
1)  Buttero:  il  segno   del  vaiolo. 

sbolsegà,  V.  att.  =  tossicchiare  :  tossire- 
con  qualche  insistenza. 

sboudoiià,  V.  att.  =  scocchiumarc:  stap- 
pare, togliere  alle   botti  il  cocchiume. 

sbòruia,  *  s.  f.  =  sbornia,  ubriacatura: 
l'ubriacarsi. 

sbors,  s.  ììi.  =  sborso,  disborso,  paga- 
mento: lo  sborsare  danari. 

sborsa,  v.  att  =  sborsare,  levar  dalla 
borsa  danari,  pagar  de'  quattrini. 

sbosà,  V.  att.  =  sbozzare,  abbozzare:  dare- 
la  prima  forma  imperfetta,  specialm.  a 
un'opera  d'arte, 

sboss,  s.  m.  =  sbozzo,  abbozzo,  bozzetto, 
schizzo:  opera  d'arto  nella  sua  prima 
forma  imperfetta. 

sbotàsciaa,  v.  att.  =  spaccato,  spiatel- 
lato,  pretto,  sputato  :  specialm.  di  un 
dialetto  parlato  con  vocaboli  e  pronun- 
zia del  tutto  idiotica. 

sbotì ,  V.  att.  =  prorompere  :  romper 
fuori;  di  vesciche,  sacchi  o  sim.  ti"oppo 
pieni. 

1)  Fig.  di  ira  compressa  che  non  si 
pirò  pili  contenere. 

sbotonà,  V.  att.  =  sbottonare.  Vedi  de- 
sbotonà. 

sbràgàlà,  ^'.  att.  =  gridare,  far  baccano,, 
vociare:  parlare  alzando  molto  la  voce 
ma  senz' altra  intenzione  che  di  chiac- 
chiere e  d'allegria. 

sbràgàlàda,  s.  f.  =  gridata,  vociata,  bac- 
cano": l'effetto,    l'atto  del   sbràgàlà. 

sbràgàlón,  s.  m.  -  chiassone  :  chi  fa- 
cilmente vocia,  grida. 

sbràgrià,  v.  att.  =  berciare,  sln-aitare:  al- 
zar molto  la  voce  e  sgarbatamente  par- 
lando, cantando  o  lamentandosi. 

sbràgiàda,  s.  f.  =  berciata,  sbraitamento, 
il  gridare  fortemente. 

sbi'àg'iòn,  s.  m.  =  bercione:  chi  bercia,, 
sbraita  molto  e  volentieri. 


sbr 


718  — 


<Ì)U 


i«bràiià,  V.  att.  =  sbranare,  dilaniare:  fare 
a  brani,  uccidere  lacerando  e  straziando. 

jibreg'à,  v.  att.  =  sciupare,  guastare,  roni- 
])ore:  specialm.  di  vestiti  dei  quali  non 
s'abbia  alcuna  cura. 

*»brèii(lol,  *  (à)  avt\  =  a  sbrendoli,  a 
brindelli:  di  vestito  a  cui  cascano  i 
pezzi  rotti,  strappati.  A'edi  sotto  anche 
sbrìndol. 

sbriaa,  ac/g.  =  sbrigliato.  Vedi  desbriaa. 

sbrigràss,  V.  ri  fi.  =  sbrigarsi,  distrigarsi, 
sollecitarsi:  fare  in  fretta. 

1)  Levarsi  dalle  mani,  d'attorno  una 
faccenda. 

•iibrindoi,  *  s.  m.  =  sbrendolo,  brindello: 
pezzetto  d'un  abito  d'un  drappo  e  sini. 
lacero,  che  non  sia  anche  strappato  af- 
fatto dall'abito,  dal  drappo  stesso. 

sbriiuloliiia,  *  s.-  f.  =  brindellona.  Vedi 
sbrìiulolòn. 

iiibrindolòn,*  s.  m.  =  brindellone:  che  se- 
mina brindelli,  e  iporbol.  sciatto  nel 
vestire. 

1)  à  shrindolòn  =  brendoloni,  in  modo 
di  vestire  sciatto  e  cattivo. 

iibrius,  s.  m.  =  sbrinze:  di  formaggio  e 
specialm.  di  un  formaggio  svizzero  che 
fanno  a  Brienz. 

*ibrìs,  s.  in.  -  gretto,  meschino,  povero 
in  canna. 

sbrìsìgà,  v.  att.  =  scivolare,  sdrucciolare, 
scorrere  del  piede  su  cosa  che  non  regge. 

sbrocà,  v.  att.  »  sbrancare,  brucare  i 
rami,  togliere  ai  rami  la  foglia. 

imbrodola,  r.  att.  =  sbrodolare,  imbrodo- 
lare, sbrodare,  lordare,  insudiciare  con 
l)rodo,  ed  anche  con  unto,  bava  e  sim. 
1)  Di  scritto,  giornali  e  sim.  buttar 
giìi  alla  lesta,  senza  correttezza,  alla 
rinfusa  e  sopratutto  senza  interesse  per 
il  lettore. 

sbrodolàda,  ».  /".  =  sbrodolatura,  imbro- 
dolatura:  l'atto  e  l'effetto  dell'  imbro- 
dolare. 

sbrodolàmént,  s.  m.  =  imbrodolamento, 
imbrodolatura, 

sbrodolàss,  v.  ri  fi.  =  imbrodolarsi:  lor- 
darsi di  roba  liquida  in  più  luoghi  sulle 
vestiraenta,  specialm.  nel  mangiare  e 
nel  bere. 

^brodolòii,  «.  m.  -  brodoloso:  chi  è  im- 
brodolato 0  è  solito  imbrodolarsi. 
1)  Brodolone:  chi  mangia  o  beve  in 
•  modo  che    dalla  bocca  la  roba  gli  coli 
giiì  per  il  mento. 

isbroeùsgor,  agg.  =  greggio,  rozzo,  secco: 


senza  ornamenti,  non  solo  senza  il  su- 
perfluo, ma  anche  con  qualche  scarsità 
del  necessai'io. 

1)  Di  cibo:  asciutto,  scipito,  malcan- 
dito. 

2)  Di  modi  un  po'  troppo  semplici, 
asciutti,  quasi  rozzi. 

sbrofà,  V.    att.    =   sbruffare,    spruzzare, 
aspergere  :  bagnare  leggermente  la  su- 
perficie di  un  corpo  ;    sbrofà   d'àsee  = 
inacetare,  spruzzar  d'aceto. 
1)  Sfoggiare,  grandezzate. 

sbrofàda,  .<?.  f.  =  spruzzata:  l'effetto  dello 
spruzzare. 

1)  Passata:  di  pioggia  piuttosto  ab- 
bondante, ma  di  breve  durata  e  senza 
violenza. 

sbròff,  s.  ni.  =  sbruffo,  spruzzo,  asper- 
sione, sprazzo  :  il  liquido  sottilmente 
spruzzato  e  il  semplice  spruzzare. 

1)  Zaffata  :  quella  schizzata  di  vino 
che  salta  intorno  e  addosso  a  chi  tura 
la  botte  0  il  tino,  quando  ne  esce  forte 
lo  zampillo. 

sbrofìn, *  5.  m.  =  sbruffino,  spruzzino: 
piccolo  spruzzo. 

1)  Mela,  cipolla:  specie  di  palla  stiac- 
ciata e  foracchiata  che  applicata  all'in- 
naffiatoio, spande  minutamente  1"  acqua 
con  che  s'innaffia. 

sbrofolènt,  agg.  =  bitorzoluto  :  che  ha 
bitorzoli;  l'è  tiitì  sbrofolènt  in  fàcia  = 
è  tutto  bitorzoluto  sul  viso. 

sbroià;  «•.  att.  =  scottare  :  il  leggiero 
bruciare  del  fuoco  e  dell'acqua  bollente 
e  d'altro  che  bruci  sulla  carne;  el  càfè 
el  scòta  =  il  caffè  scotta;  là  ròba  eh' è 
staa  sul  foeugh  là  écota  =  la  roba  che 
è  stata  al  fuoco  scotta. 

1)  Scottare,  fermare:  cuocere  legger- 
mente: dare  una  lieve  cottura. 

sbroiàda,  s.  f.  =  scottata:  l'atto  e  l'ef- 
fetto dello  scottare. 

sbròscera,  s.  f.  =  piantastecchi.  T.  dei 
calzol.:  lesina  i)er  fare  i  Ijuchi  in  cui 
ficcare  le  bullettine  di  legno  per  le 
scarpe.  Questa  parola  che  danno  i  vo- 
cabolari io  non  l'ho  sentita  dalla  bocca 
di  nessuno  dei  calzolai,  ai  quali  mi 
sono  rivolto. 

sbrotà,  (no)  v.  att.  =  non  batter  parola, 
star  cheto  come  un  olio  :  non  rifiatare. 

sbiisà,  r.  att.  =  bucare:  forare  fare  uno 
0  più  buchi;  sbiisà  on  mùr  =  bucare 
un  muro. 

1)  sbilstL  là  péli,    sbiisà  'l   vcnter    = 


sbu 


—  719 


sca 


bucare  la    pollo,   il  ventre,   dare  delle 

coltellate. 

2)  sbììsàss  =  sfarfallare:  dei  bozzoli; 

gorgogliare,  intonchiare  ;   dei   legnami; 

intignare:  delle  pelli. 
sbiisàtà,  V.  att.  =  bucacchiare;  fare  mólti 

0  piccoli  burchi. 
sbiisecà,  v.  att.  =  sbudellare,  sventrare; 

ferire  nel  ventre  cosi  che  no  escano  lo 

budella. 
sbiisircetì,  s.  m.   =   foratoio  :    strumento 

con  cui  si  fora. 
.sbiitòn,  s.  ni.  =  urto,  spintone:  ulia  spinta 

data  con  molta  forza.  Vedi  biitòn. 

1)  Spinta:  lo  spingere  e  l'effetto  dello 
spingere  ;  coni  on  shilton  l'ha  traa  per 
tèra  =  con  una  spinta  lo  gettò  in  terra. 

2)  Fig.  aiuto  che  uno  presta  a  un 
altro;  l'è  àndaa  indns  à  fària  de  shii- 
tón  =  è  andato  innanzi  a  forza  di  spinte. 

sbiitoiià,  V.  att.  =  urtare,  spingere  :  dare 

spintoni.  Vedi  bìitouà. 
.scàbi,  s.  m.  =    vino  :   vóce   venuta   dal 

gergo  nel  dialetto  e  usata  qualche  volta 

nel  parlar  molto  famigliare. 
scàbros,*  agg.  =  scabroso:  erto,  malage- 
vole: di  salita,  cammino. 
1)  Fig.,  arduo,  diffìcile. 
scàcaa  agg.  =  scacoato:  f^tto  a  scacchi, 

a  quadretti. 
.scàccli,  s.  VI.  =  scacco,  quadretto,  ognuno 

dei    quadrelli   di    diverso    colore    della 

scacchiera  e  della  dama. 

1)  *  écàech  =  gli  scacchi,  il  giuoco 
che  si  fa  con  vari  pezzi  figurati  sullo 
scacchiere. 

2)  à  écàech  =  a  scacchi:  di  quei  la- 
vori, tessuti,  dipinti  a  guisa  di  tanti 
scacchi,  di  tanti  quadratini. 

3)  vede  'l  so  à  écàech  =  vedere  il 
sole  a  scacchi  :  essere  in  prigione,  ve- 
dere il  sole  da  una  inferriata. 

4)  Disappunto ,  soangeo  :  quando  le 
cose  vanno  male ,  inentre  si  poteva 
credere  che  andassero  bene;  qucll  l'è 
étaa  on  écàech,  pder  dittai!  =  quello 
fu  un  disappunto  poveretto  ! 

5)  écàech  viàtt  =  scaccomatto;  quando 
si  minaccia  il  re  dell'avversario  così 
che  non  si  può  difendere,  per  cui  la 
partita  ò  vinta. 

scàcliéra,*  s.  f.  =  scacchiera  e  scacchiere: 
tavola  sulla  quale  si  giuoca  a  scacchi. 

scàd,  V.  alt.  =  scadere  :  di  pagamenti, 
cambiali,  obbligazioni,  patti:  essere  spi- 
rato il  termino  assegnato. 


scàdèusa,  s.  f.  =  scadenza  :  il  tempo 
in  cui  una  cambiale,  un  effetto  devo 
essere  pagato:  il  termine  fissato  al  pa- 
gamento. 

scàdensàri,  *  s.  vi.  =  scadenzario  e  sca- 
denziere:  libro  dove  i  commercianti  ten- 
gono nota  e  registro  delle  scadenze  delle 
cambiali  da  essi  accettate  o  ad  ossi  gi- 
rate. 

scàdènt,  agg.  =  scadente  :  non  affatto 
buono  nel  suo  genere  :  deI)ole,  imper- 
fetto; gh'éra  on  tenòr  écadénf  =  c'era 
un  tenore  scadente;  là  tela  di  me  cà- 
viìs  l'è  viinga  déla  piiéee  àcàdénta  =  la 
tela  delle  mie  camice  non  è  della  più 
scadente. 

scafai,  .<t.  m.  =  scaffale  :  arnese,  mobile 
per  lo  pili  di  legno,  a  vari  palchetti  o 
scompartimenti,  per  tenervi  in  ordine  e 
conservare  libri,  carte,  biancheria  o 
altro. 

scàgià,  V.  att.  =  intimorire,  impaiirire: 
quasi  far  gelare  il  sangue  nelle  vene. 

schggf  s.  VI.  =  paura,  timore,  batticore: 
l)alpitazione  di  cuore ,  per  eccessiva 
paura. 

scàgu,  s.  VI.  e  scàglia,  s.  f.  =  sedia, 
seggiola,  sedile,  scanno. 

i)  quànd  là  merda  là  vionta  in  Pcàgn 
è  là  épùsa  ò  là  fa  dàgn  =  la  gente  ri- 
fatta è  superba  sem])re.  Vedi  dàgn. 

2)  àndà  giù  del  écàgn  =  andar  giù 
di  scanno:  cader  di  collo:  uscire  o  ca- 
dere di  grazia  :  quando  si  perde  roi)i- 
nione  e  l'affetto  di  uno. 

3)  écàgn  sgàngàraa  =  seggiola  sper- 
niata: quella  che  non  è  ben  soda,  per- 
chè i  perni  sono  usciti  fuora,  o  perchè 
cominciano  a  lenteggiare  e  più  non  ser- 
rano bene:  dal  che  proviene  un  molesto 
cigolare  della  seggiola. 

4)  Desco,  scranno  :  sgabellotto  su  cui 
i  caciai  posano  la  forma  del  cacio  lo- 
digiano,  per  ripulirla  o  assestjirla. 

5)  Predola:  asso  inclinata  che  usa 
nelle  cartiere. 

scàgnèll,  s.  m.  =  scannello  :  ])iccolo 
scanno. 

1)  T.  dei  carrozz.:  due  legni  sopra  e 
sotto  la  sala. 

2)  Deschetto,  sgabello:  sodile  di  legno 
su  quatti"0  piedi  e  piuttosto  alto. 

3)  Scannello  :  uno  dei  tagli  del  cu- 
laccio del  bove,  della  vacca,  ecc. 

scàia,  .s.  VI.  =  scjiglia.  Disus.  e  sostituito 
da  scheia. 


—  720  — 


sca 


SL'àiaa,    agg.    =    scheggiato ,    ronchioso, 
scheggioso:  di  legno,  rupi  e  sim. 
1)  Fig.,  rauco,  arrantolato,  rantoloso. 

scàiàdura,  s.  f.  =  rinzaffo  :  che  si  fa 
riempiendo  di  sverze  i  vani  che  sono 
tra  pietra  e  pietra. 

scàiàsc,  s.  m.  =  pagliaccio,  buUaccio  : 
quello  che  resta  dalla  ventilatui-a  del 
grano  già  trebbiato. 

scàiass,  V.  rifl.  =  scheggiarsi,  sverzarsi. 
Vedi  sclieiàss. 

scàioetì,  s.  m.  =  vigliolo,  vigliaccio:  spi- 
ghe 0  baccelli  separati  dal  gl'ano,  o 
biade  battute  dopo  la  prima  trebbiatura. 

scàicetìra,  s.  f.  =  scagliola.  Vedi  sche- 
icexìla. 

scala;  s.  f.  =  scala:  lungo  ordine  di  sca- 
lini fatto  per  salire  o  scendere  da  un 
piano  all'altro  di  una  casa;  boria  gid 
(léla  scàia  =  ruzzolare  la  scala. 

1)  scàia  lilmàga  =  scala  a  chiocciola: 
«lucila  che  si  rigira  intorno  ad  una  co- 
lonna. 

2)  scala  à  man  =  scala  a  pinoli:  è 
fatta  di  due  staggi  nei  quali  per  sca- 
lini sono  infissi  pinoli. 

3)  scàl  =  branche  :  i  pezzi  di  una 
stessa  scala  interrotti  da  pianerottoli, 
e  che  prendono  spesso  direzioni  oppo- 
ste; se  m  sii  de  tre  scàl  e  l'ilss  in  fàeia 
Vi  'l  so  =  si  salgono  tre  branche  e  l'u- 
scio di  faccia  è  il  suo. 

4)  scàia  de  corda  =  scala  di  eorda: 
quella  formata  con  grosse  funi. 

5)  rig.  scala:  ordine  di  checchessia, 
che  vada  scemando  o  crescendo  di  nu- 
mero, d'intensità  di  forza;  là  Scala  mu- 
sical =  la  scala  de'  suoni. 

6)  Nelle  carte  geografiche,  topogra- 
fiche, quella  che  serve  a  misurare  le  di- 
stanze, proporzionata  alle  miglia,  ai  chi- 
lometri . 

7)  sii  larga  scàia  =  su  vasta  scala, 
in  grande:  è  del  dialetto  scelto,  ma  usa. 

scàia,  v.  att.  =  scalare  :  scemare,  dimi- 
nuire :  specialm.  di  danaro,  togliere 
dall'avere  o  dal  dare  quel  che  si  è  già 
avuto  0  già  dato. 

scàlàcàvàll,  s.  f.  =  scaleo  :  scala  di  le- 
gno, dì  pochi  scalini  che  si  regge  da 
sé  e  non  ha  bisogno  d'  appoggiarsi  al 
muro. 

scàlàda,  *  s.  f.  =  scalata:  lo  scalare  un 
muro,  una  fortezza  :  il  montarvi  sopra 
per  mezzo  di  scale    posticcie,  o  facen- 


dosi scalini  di  sporgenze  o  rientri  che 
vi  si  trovino  naturalmente. 

scalar,  agg.  =  scalare:  che  procede  per 
gradi;  on  ciint  scalar,  i  interèss  scalar 
=  un  conto  scalare,  gli  interessi  scalari. 

scale,  «.  m.  =  calcio  :  la  parte  dello 
schioppo  opposta  alla  bocca. 

i^càlcàg'uà,  V.  att.  =  scalcagnare  :  ab- 
bassare i  quartieri  dello  scarpe  dalla 
parte  del  calcagno,  cosi  che  i  tacchi 
vanno  fuori  di  pernio  e  son  buttati  tutti 
da  una  parte.  Per  celia  dicono  i  Toscani: 
mettere  da  parte. 

1)  Porre  il  piede  sulle  calcagna  a  uno 
ncir andargli  dietro,  e  quindi  figuratam. 
scalzare,  sprezzare,  tribolare,  conculcare. 

scalcia,*  V.  att.  =  scalciare:  tirar  calci, 
scalciare  ;  el  cavali  ci  scalcia  =  il  ca- 
vallo calcia,  tira  calci. 

scàlclàda,  s.  f.  =  calcio  :  degli  animali 
i  soli  colpi  dati  coi  piedi  di  dietro  : 
miill  che  dà  scàleiàd  =  mulo  che  tira 
calci. 

scalda,  v.  att.  =  scaldai-e,  far  caldo,  ri- 
scaldare, accendere  ;  el  so  el  scalda  = 
il  sole  scalda,  accende. 

1)  scaldagli  el  eoo  à  vùn  =  accen- 
derlo, attizzarlo  ;  metterlo  su  ;  mettergli 
qualche  passione  addosso. 

2)  Affocare,  arroventare  :  el  feree  el 
scalda  el  fèr  per  podè  làoràll  =  il  fab- 
bro arroventa  il  ferro  per  poterlo  la- 
vorare. 

3)  Incalorire,  infervorire;  el  m'ha 
scàldaa  de  àndà  in  Germania  =  mi 
ha  incalorito  ad  andare  in  Germania  ; 
mi  ha  messo  addosso  forte  la  voglia  di 
andarvi. 

4)  Agitare,  dare  smania;  Ve  là  fèver 
che  le  scalda  =  è  la  febbre  che  lo 
scalda,  lo  agita;  Ve  on  liquor  che 
scalda  el  stomegh  =  ò  un  liquore  che 
agita  lo  stomaco;  in  modo  non  igie- 
nico; scalda  Hpopol  =  agitare  il  popolo. 

5)  scalda  'l  stomegh  =  abbracciare  lo 
stomaco  :  in  modo  igienico  di  vino  ge- 
neroso che  fa  bene  allo  stomaco,  non 
di  liquore  che  lo   irrita. 

6)  Riscaldare:  tornare  a  far  divenir 
caldo  ciò  che  s'  era  raffreddato  :  spe- 
cialm. di  vivande. 

7)  scalda  i  orècc  =  scaldare  lo  orec- 
chie; di  vino  che  dà  un  po'  alla  testa. 

scàldàbàiicli,  s.  m.  =  scaldapanche,'  fru- 
stamattoni,  pordigiorni  :  scolaro  cho 
non  studia  affatto  ;   fannullone. 


sca 


r2i 


sca 


scàldàda,  s.  f.  =  scaldata:  lo  scaldare 
e  lo   scaldarsi. 

scàldàlètt,  s.  ni.  =  scaldaletto:  arnese 
olle  serve  per  scaldare  il  letto;  per  lo 
])iù  fatto  in  forma  di  padella,  o  casse- 
rola  chiusa  con  coperchio  traforato  e 
dentro  piena  di  brace  accesa,  che  si 
struscia  più  volte  sulle  lenzuola. 

1)  Noi  chiamiamo  così  scherzevol. 
un  orologio  di  tasca  grande  e  poco 
aggraziato. 

scàldàmàu,*  s.  ih.  =  scaldamano,  scal- 
damani, 0  scaldamano  :  palla  di  metallo 
vuota,  che  s'empie  d'acqua  calda,  e  si 
tiene  fra  lo  mani  per  riscaldarsele. 

scàldàss,  V.  ri  fi.  =  scaldarsi  :  stare  in- 
torno al  fuoco,  al  sole  per  temperare 
il  freddo. 

1)  Accaldarsi  :  di  chi  per  esercizio 
violento  0  prolungato,  specialmente  al 
sole,  si  riscalda  eccessivamente  e  ne 
dà  segno  col  rossore  del  viso. 

2)  Riscaldarsi  :  rifarsi  caldo.  Vedi 
scalda,  6). 

3)  giiigil  à  scàldàss  i  man  =  fare, 
giocare  a  scaldamani  :  giuoco  che  fanno 
i  ragazzi  battendosi  le  mani  a  vicenda 
l'una  contro  l'altra  e  intanto  si  riscal- 
dano, y 

4)  Fermentare;  di  biado,  farine,  uva 
e  sim. 

5)  scàklài-ela  =  prendersela  a  cuore. 
scàldàvivànd,  *  s.  m.  =  scaldavivande: 

vaso  di  metallo  che  serve,  con  del 
fuoco  0  dell'acqua  bollente  dentro,  a 
mantener  calde  le  vivande. 

scaldi!  ia^  s.  f.  =  cassetta,  cassettina. 
Vedi  càséta,  2). 

1)  Scaldapiedi  :  cassetta  di  metallo, 
jiiena  d'acqua  calda  e  ben  chiusa,  sulla 
quale  si  tengono  i  piedi  per  riscaldarli. 

scaldili,  s.  m.  =  scaldino,  caldo  :  vaso 
di  rame  o  di  terra  cotta  da  mettervi 
il  foco  per  scaldare  il  letto  col  trabic- 
colo 0  prete;  inètt  el  àcàldin  in  lètt  = 
mettere  il  caldo  nel  letto  :  il  foco  per 
iscaldarlo. 

scàlèta,  s.  f.  =  scaletta:    piccola  scala. 

1)  i  écàlètt  =  le  scale  :  le  inegua- 
glianze lasciate  nell'altezza  dei  capelli 
quando  si   tagliano. 

2)  fa  scàlèta  =  far  scala:  aiutare 
uno  a  salire,  facendogli  scala  delle 
proprie  mani,  spalla  e  testa. 

3)  in  écàleta  =  a  scala,  gradata- 
mente. 


scàlètt,  s.  m.  =  scaletto,  scaleo  :  piccola 
scala  di  legno,  manevole,  di  3  o  4 
scalini  0  poco  di  ])iù,  che  sta  in  piedi 
da  se  :  serve  per  potere  arrivare  i  libri 
0  altro  nei  più  alti  palchetti  degli  scaf- 
fali e  le  fratte  sugli  alberi  di  fusto  sot- 
tile, che  non  sosterrebbe  la  scala  ap- 
poggiatavi. 

scàlf,  s.  >H.  =  scollo  :  apertura  del  collo 
nelle  camice  e  nei  vestiti  da  donna  ; 
in  quelli  da  uomo    si  dice  :  scollatura. 

1)  Scavo   delle  maniche   negli  abiti. 

2)  Fiosso  :  la  parte  stretta  della 
scarpa  fra  il  tacco  e  la  pianta.  • 

scàlf à,  V.  alt.  =  scollare:  far  l'apei-tui'a 
del  collo  negli  abiti,  e  specialm.  quella 
molto  ampia  nei  vestiti  da  donna,  che 
lascia  veder  nude  le  spalle  e  parte  del 
petto. 

1)  Scavare  :  per  noi  anche  :  allai'gare 
il  giro  delle  maniche. 

scàlfaa,  agg.  =  scollato  :  di  abito  cui  sia 
stato  fatto  lo  scollo. 

scàlf àda,  agg.  =  scollata  :  tanto  di  veste 
scollata,  come  di    donna  che   la  porti. 

scàlfàdura,  ••?.  f.  =  scollatura:  dell'abito, 
la  parte  superiore  che  lascia  vedere  il 
collo. 

scàlfàrotìn,  s.  m.  =  calzerottino  :  dim. 
di  calzerotto. 

scàlfàròtt,  s.  m.  =  calzerotto,  calzino: 
calza  corta  che  arriva  lino  allo  stinco. 
1)  Scarpa  di  feltro,  pantofola  di  ci- 
niossa. 

scalfii!,  .5.  m.  =  scappino,  soletta  :  la 
parte  della  calza  che  propriamente  co- 
pre la  punta  e  la  pianta  del  piede,  e 
per  lo  più  si  rimette. 

scalili,  s.  m.  =  scalino  :  gradino  della 
scala,  e  anche  un  gradino  solo. 

1)  Gradino:  di  gradinata,  di  chiese, 
palazzi,  ecc.  Vedi  gradili,  1). 

scàliiiàda,  s.  f,  =  scalinata  :  un  ordine 
di  scalini  piuttosto  grandi  ;  gli  scalini 
pei  quali  si  accede  a  un  monumento, 
ad  un  altare  e  sim. 

scalmana,  s.  f.  =  caldana:  caldo  che 
monta  improvvisamente  al  viso,  alla 
testa. 

1)  Scalmana  :  malanno  in  seguito  a 
strapazzo,  al  raffreddamento  istantaneo 
0  quasi  del  sudore. 

scàlmànàss,  v.  rifl.  =  scalmanarsi,  af- 
fannarsi :  darsi  gran  moto,  gran  da  fare. 

scàlòn,  s.  m.  =  scalone:  scala  signorilo 
e  pai'ccchio  volto  monumentali. 


722  — 


sca 


scàlosà,  V.  att.  =  trabalzai-e  :  pigliar  de' 
trabalzi,  dei  ribaltoni  in  carrozza. 

scàlòss,  *•.  ìu.  =  trabalzo,  sbilancione, 
ribaltone  :  salto  grande,  fuori  di  tempo: 
movimento  violento,  quasi  del  ribaltare; 
se  citlpa  éu  dì  gran  éeàlòèé  in  sfa 
càrdm  =  si  pigliano  di  gran  ribaltoni 
in  questa  carrozza. 

scàlòtt,  s.  m.  =  scaleo  :  di  pochissimi 
scalini,  che  s'usa  per  arrivare  alle 
botti  e  sim. 

scàlsà)  V.  att.  =  scalciare.  Vedi  scalcia. 
1}  Scalzare  :  levare  la   terra  intorno 
alle  barbe  degli  alberi. 

2)  Di  muro,  scassinarlo  sotto,  nel 
fondamento. 

scàlsàcàn,  s.  m.  =  scalzacane,  mascal- 
zone :  uomo  di  condizione  e  di  costumi 
bassi,  vili. 

scàlv,  s.  m.  =  diramamento,  scamozza- 
tura  :  il  taglio  delle  ramature  minori 
degli  alberi. 

scàlvàj  v.  att.  =  diramare,  scamozzare  : 
spiccare,  troncare,  tagliare  i  rami  mi- 
nori di  un  albero. 

1)  Togliere  la  parte  rotta  di  una 
oal/;:\  lasciando  smagliato  tutto  un  giro, 
affinchè  vi  si  possano  infilare  i  ferri  e 
rifare  il  pezzo  tolto. 

ècàlsàdòr,  s.  m.  =  scalzatoio:  stramento 
che  adoperano  i  dentisti  per  scalzare  i 
denti, 

scàmbi;  s.  m.  =  scambio,  cambio  :  cam- 
bio di  merci,  di  oggetti. 

1)  ciàpà  in  sctimbi  =  accettare  in 
scambio,  in  vece;  in  scàmbi  del  liber 
hoo  ciàpaa  dna  ctLrta  geogràfica  =  in 
cambio  del  libro  ho  accettato  una  carta 
geografica. 

2)  in  Ècàmhi  de...  =  in  iscambio, 
scambio  :  in  vece  ;  in  Scàmbi  de  vegnt 
la.  el  mila  màndaa  ci  servitòr  = 
scambio  di  venire  da  se,  mi  ha  man- 
dato il  servitore. 

3)  Baratto,  scambio:  congegno  col 
quale  si  fa  passare  il  treno  da  un  bi- 
nario ad  un  altro. 

scambia;  v.  att.  =  cambiare:  di  denari 
quando  si  dà  un  biglietto  o  una  moneta 
di  un  dato  valore  per  avere  lo  stesso 
valore  in  altrettanti  biglietti  o  monete 
più  piccoli. 

scàmòn,  s.  m.  =  taccone  :  pezzo  di  cuoio, 
cucito  al  tomaio  rotto  della  scarpa,  o 
simile. 


1)  Coppone  :  ogni  pezzo  di  legno  che 
casca  nel  riquadrare. 

2)  Groppa  di  culaccio  :  parto  del  bove 
macellato. 

3)  Sciavero.  Tedi  ritàj. 
scàmotà;  V.  att.  =  furacchiare,  trafugare  : 

portar  via  ad  uno  qualche  cosa,  o  da- 
naro senza  che  se  ne   accorga. 

^càmp)  s.  m.  =  scampo  ;  rifugio  ,  sal- 
vezza da  pericolo  :  no  gh'è  écàmp  = 
non  c'è  scampo. 

scampa;  ;  v.  att.  =  campare,  vivere  : 
mantenersi  in  vita  ;  quasi  che  il  vivere 
non  sia  altro  che  un  continuo  scampar 
dalla  morte  ;  V  è  ècmnpaa  tròpp  =  è 
campato,  ha  vissuto  troppo  ;  pM-ee  che 
vece  se  écàmpa  nunga  -  più  che  vec- 
chi non  si  campa. 

scàmpàg'nàda,  s.  f.  =  scampagnata:  spasso 
0  gita  in  campagna,  fatta  per  diver- 
timento, svago. 

scampana,  t.  alt.  =  scampanare:  fare 
un  gran  suonare  di  campane  ;  quànd 
l'è  doménica  el  ciirdt  el  scampana 
tiitt  el  dì  =  quando  è  domenica  il  ca- 
cato scampana  tutto  il  giorno. 

scàmpànàda;  s.  f.  e  scàmpàiiàménty 
s.  m.  =  scampanata  :  lungo  sonar  di 
campane  a  festa. 

scàmpànelàmèiit,  s.  m.  =  scampanellio: 
un  lungo  sonare  di   campanelli. 

scàmpàninà;  s.  f.  =  scampanellare  :  so- 
nare a  lungo  e  con  forza  il  campanello. 

scàmpàninàda,  s.  /".  scampanellata  :  lun- 
go e  forte  sonai-e  di  campanello. 

scàmpol,*  s.  m.  =  scampolo,  ritaglio  : 
quel  tanto  che  avanza  da  una  pezza  di 
tela  0  di  panno,  di  cui  s'è  venduta  la 
maggior,  parte.  Vedi  anche  :  ritàj. 

scànà;  V.  att.  scannare  :  uccidere  tagliando 
la  gola,  la  canna  della  gola  ;  ed  anche 
uccidere  ferocemente,  atrocemente. 

1)  scànà  indi  prèsi  =  star  sull'osso, 
esser  tirato  nel  prezzo:  pagare  così 
poco  la  roba,  che  il  guadagno  sia  pic- 
colissimo. 

scànìilàdura,*  s.  f.  =  scanalatura:  l'in- 
cavo che  si  produce  scanalando. 

scàncèlà,*  t\  att.  =  scancellare,  cancellare: 
far  sopra  una  parola  dei  freghi  per 
indicare  che  non  si  ha  a  leggere. 

scàncelàdura,*  s.  f.  =  scancellatura:  dove 
è  cancellato,  e  la  parola  scancellata. 

scànchigrnà;  f.  att.  =  tentennare,  tra- 
ballare, barcollare,  di  cose  mal  ferme, 
che  non  stanno  diritte,  ferme. 


sca 


-  723 


sca 


1)  Tentennare,  girar  nel  manico  :  dì 
chi  si  mostra  incerto,  che  non  è  fermo 
nel  suo  proposito. 

2)  Pencolare,  vacillare  ;  di  chi  mi- 
naccia di  volgere  al  malo  o  di  cader 
di  grazia. 

scàndali ,  s.  m.  =  scandaglio  :  stru- 
mento per  conoscere  la  profondità  delle 
acque. 

1)  Fig.  :  le  ricerche,  le  infonnazioni 
che  si  prendono  per  poter  giudicare 
della  convenienza  di  una  cosa. 

scàndàlisà,  v.  alt.  =  scandalizzare:  dare 
scandalo. 

scàndàlòs,  agg.  =  scandaloso:  che  è 
cagiono  di  scandalo,  che  dà  scandalo. 

scàndoi,  s.  m.  =  scandalo;  quel  che  è 
occasione  di  colpa,  di  peccato  ;  mal 
esempio  di  colpa  grave. 

scàndion,  s.  m.  =  cannapùli:  i  fusti 
stigliati  della  canapa. 

ìicànelà)  v.  att.  =  scanalare,  scannellare  : 
fare  lo  scannellato,  la  scanalatura  o 
incavo  per  lungo  ad  ornamento  di  al- 
cun lavoro. 

scànelàdura,  s  f.  =  scannellatura,  scan- 
nellato. Vedi  scànàLàdura. 

scàns,  (à)  am.  =  a  scanso  :  per  evitare, 
per   scansare.  ^ 

scansa)  v.  att.  =  scansare,  causare,  evi- 
tare :  sfuggire  checchessia  cosa  ;  scansa 
fàdlga  =  causare   la  fatica. 

scànscéta,  s.  f.  =  gruccetta:  piccola 
gruccia  che  usa  il  fornaio  per  tirare  a 
sé  i  pani  dal  forno. 

1)  Gruccia  :  la  stecca  corta  in  cima 
fatta  a  gruccia,  colla  quale  ael  gioco 
del  biliardo  si  tiran  vicini  i  birilli  e  le 
palle. 

scanscia,  s.  f.  =  gruccia,  stampella  : 
bastone  forcuto  per  appoggiarvisi  gli 
storpiati . 

1)  àndà  coi  é-cànsc  =  camminar  collo 
grucce,  a  griccia. 

2)  ci  presttn  di  semise  =  il  forno 
dello  grucce.  Reso  celebre  dal  Manzoni 
nei  «•  Promessi  Sposi.  :» 

Scànsciàda,  s.  f.  =  grucciata  :  colpo  dato 
con  una  gruccia. 

§cànsci<àfàdiga,  s.  m.  =  scansafatiche, 
sbucciafatiche  :  che  sfugge  la  fatica  ; 
chi  è  tanto  pigro  che  non  vuol  far 
niente. 

scansìa,  s.  f.  =  scansia;  specie  di  scaf- 
fale. 

scàntòn,    s.  m.    =    smerlo,    dentello:  il 


lavoro  dello  smerlai'e,  e  la  parte  smer- 
lata di  un  vestito,  di  un  panno. 
scantona)  v.  att.  =  smerlare  :  ricamare 
i  lembi  di  un  panno  e  ritagliarli  se- 
condo il  ricamo  per  modo  che  termini 
a  punte,  a  curve,  e  sim. 

1)  Della  carta,  smerluzzare:  tagliare 
la  carta  nei  margini  come  smerlandola. 

2)  scantona  =  sfuggire  ;  àpèna  che  H 
m'ha  rist  l'ha  écàntonaa  =  appena  mi 
vide,  mi  sfuggì. 

scapa,  V.  att.  =  scappare:  fuggire,  an- 
dar vìa  da  un  luogo  dove  uno  era  rite- 
nuto 0  da  persone  che  lo  ritenevano. 
1)  Andare  quasi  di  corsa,  a  modo 
di  chi  fugge:  doe  te  scàpet  insci  de 
f&ria?  =  dove  scappi  così  di  furia? 

2)  làsàss  scàptL  l'ocàsiòn  =  lasciarsi 
scappar  l'occasione:  lasciar  che  passi 
r  opportunità  di  fare  una  cosa,  senza 
approfittarne. 

8)  scàjjà,  scàptL  de  bóca  =  scappare, 
scappar  dì  bocca  :  venir  detto  a  uno 
una  cosa  involontariamente,  senza  ri- 
fletterci. 

4)  ècàpù,  la  pàsiènéa  =  scappare  la 
pazienza  ;  perderla  :  entrare  in  collera. 

5)  àcàpà  là  piSa,  scàpt  là  etica  = 
scai)par  da  orinare,  scappare  da  andar 
di  corpo.  Si  dice  anche  assolut.  :  là 
me  échpa  =  mi  scappa. 

6)  è-càpaa  i  boau.,  ètren  là  sitila  = 
chiuder  la  stalla  quando  sono  scappati 
i  buoi  :  di  provvedimenti  presi  troppo 
tardi,  quando  non  c'è  più  tempo  a  im- 
pedire il  danno. 

7)  Evadere  :  fuggire  da  un  luogo  di 
pena. 

8)  Scampare  :  di  un  pericolo  che  sì 
eviti:  l'ha  scàpàda  bUa  =  l'ha  scam- 
pata bella;  ée  glie  rièsi  à  écàptlla,  Ve 
on  miràcol  =  se  la  scampo,  è  un  mi- 
racolo. 

9)  Cascare  :  no  glie  ne  écàpa  inina  = 
non  gliene  casca  una  :  di  chi  nota  con 
finezza  e  malignità  tutto  (quello  che 
nei  discorsi  o  nei  portamenti  degli  al- 
tri possa  offrire  occasione  di  censura  o 
di  riso. 

10)  làsà  ò  làsàss  scapa  =  lasciarsi 
cascare,  o  lasciarsi  cascar  di  mano. 
Fig.  :  perdere  per  colpa  o  dapocaggine 
pro])ria  ciò  che  avrebbe  potuto  conser- 
varsi. 

11)  fa  écàptt  dent  =  introdurre  dì 
sotterfugio  ;  el  g'hà  faa  scàptL  dent  dna 


sca 


—  724  — 


sca 


teiera  tinca  per  mi  =  gli  ha  introdotto 
di  sotterfugio  una  lettera  anche  per  me. 

12)  fa  ficàpti  roba  =  far  scappare, 
rubare. 

13)  ^càptL  de  rtd  =  non  poterne  più 
dal  ridere. 

14)  scàpt  'l  èo  =  nascondersi  il  sole  ; 
dietro  le  nuvole. 

15)  é'càpà  on  pò  =  scivolare,  sdruc- 
ciolare, cadere. 

ècàpàda,  s.  f.  =  scappata  :  una  corsa 
breve  quasi  a  scappa  e  fuggi  ;  foo  ona, 
seàpàda  à  Moma  e  per  disnh  èont  in- 
dree  =  fo'  una  scappata,  dò  una  corsa 
a  Monza  e  per  desinare  sono  di  ritorno. 
1)  Trascorso,  eiTore  non  grave  e  non 
preveduto  ;  l'ha  faa  de  qiiij  scàpàd  in 
gioentù,  che  ée  po'  nànca  eiintàj  =  fece 
di  quelle  scappate  in  gioventù,  che  non 
si  possono  neppur  numerare. 

scàpàmènt;  s.  m.  =  scappamento  :  quel 
meccanismo  che  serve  a  regolare  il 
movimento  degli  orologi. 

scàpàtória,  s.  f.  =  scappatoia  :  sotter- 
fugio :  scusa  ti'ovata  lì  per  lì  per  rico- 
prire un  fatto,  fuggire  un  pericolo. 

scàpelàda,  s.  f.  =  scappellata  :  saluto 
fatto  col  levarsi  il  cappello,  allonta- 
nandolo molto  dal  capo. 

scàpol,*  s.  m.  =  scapolo  :  che  non  ha 
moglie. 

scapolagliela,  e  anche  scapolala,  v.  att. 
=  scamparla,  evitarla;  l'hoo  scàpolàda 
polid  =  l'ho  scampata  bene. 

scàpusc,  s.  m.  =  scappuccio,  orrore, 
sbaglio  :  Qgni  tànt  el  fa  on  qilèj  seìx- 
pmc  tinca  el  pàptL  =  ogni  tanto  com- 
mette qualche  scapuccio  anche  il  babbo. 

1)  Per  estens.  inciampata,  inciam- 
pone  :  l'urtar  coi  piedi  in  un  ostacolo 
in  modo  da  cader  quasi. 

2)  Monello,  birichino  ;  fa  'l  scàpUsc 
=  buttai'si  al  monello  ;  fàcia  de  scà- 
pusc =  viso  furbo,  da  matricolato. 

3)  pret  éeàpùsc  =  prete  buontem- 
pone, buon  compagnone  :  che  non  sta 
in  tutto  ai  canoni  ;  anche  un  po'  di- 
scolo. 

scàpiiscià,  V.  att.  =  inciampare,  ince- 
spicare :  urtare  coi  piedi  in  qualclie 
cosa  in  modo  da  quasi  cadere. 

scàpiiscìàda,  s.  f  =  scapuccio,  inciam- 
pata :  toeu  sii  ona  seàpiiscitLda  =  inciam- 
pare, incespicare. 

scàràbòcc,  •■?.  m.  =  scarabocchio  :  mac- 
chia d'inchiostro  fatta  scrivendo. 


1)  Scarabocchio,  abbozzaticcio  :  scrit- 
tura fatta  alla  peggio,  da  chi  impara. 
scàràbocià,  ».  att.  =  scarabocchiare, 
schicchera,re,  scombiccherare:  macchiare 
di  scarabocchi,  fare  degli  scarabocchi 
sopra  un  foglio,  in  un  libro  e  sim. 

1)  Per  sfregio  altrui  o  per  modestia 
di  sé,  scrivere,  disegnare  ;  éont  àdree 
à  scàràbociti  gio  qiiàicòss  =  sto  sca- 
rabocchiando qualche  cosa. 

2)  Rabescare  :  di  fantocci  e  figure 
d'ogni  genere  che  i  ragazzi  fanno  sui 
margini  dei  libri,  o  sul  banco  della 
scuola. 

scàràbociàda,  ò\  /".  =  scarabocchiatura, 
scarabocchio,  scombiccheratura,  sgorbio: 
macchia  d' inchiostro,  ed  anche  scrit- 
tura inintelligibile,  che  pare  un  in- 
sieme di  scarabocchi. 

scài'àbocìii,  s.  m.  =  impiastrafogli,  scrit- 
to raccio. 

scàràboclòu,  s.  m.  =  scarabocchione  : 
che  fa  molti  scarabocchi  ;  chi  non  fa 
che  scarabocchiare. 

scàrbonti,  v.  att.  =  imporrare,  impor- 
rire :  guastarsi  dei  pannilini  o  d'altro 
per  l'umidità  interna. 

scàrcà,  V.  att.  =  scaracchiare,  scrac- 
chiare  :  fare  degli  scaracchi.  Vedi  màr- 
gàlà. 

scàrdàsà,*  v.  att.  =  scardassare  :  raffinare 
la  lana  cogli  scardassi. 

scàrdàss,  s.  m.  =  cardo  da  lanaiuoli. 

scàrdol,  s.  m.  scàrdola,  s.  f.  scàr- 
dova,  s.  f.  =  scardova  :  sorta  di  pesce 
d'acqua  dolce,  con  molte  scaglie,  ma 
buono  a  mangiare. 

scàrdoléta,  s.  f.  =  brugliola  :  la  scar- 
dova quando  è  giovane  e  minuta. 

scàregà,  v.  att.  Vedi  descàregà. 

scàrega,  s.  f.  =  scarica  :  lo  scaricare  di 
più  armi  da  fuoco  in  un  tempo. 

1)  Scarica  di  ventre,  scarica  :  F andai- 
del  corpo  ;  el  g'hà  àmiii  dna  icàrega 
iér  nòti  e  poRU  pio  =  ha  avuto  una  sca- 
rica ieri  notte  e  poi  più. 

scàregàbàri,  s.  m.  =  scaricabarile  ;  fa  à 
ùcàregàbàri  =  fare  a  scaricabarile  ;  ri- 
versare su  altri  la  colpa. 

scàregàdor,  s.  m.  =  scaricatoio  :  luogo 
dove  si  scaricano  le  acque. 

scàregàlàsen,  s.  m.  ■-■  scaricalasino  : 
sorta  di  gioco  col  quale  i  ragazzi  fanno 
a  portarsi  a  cavalcioni  sopra  lo  spalle. 

scàrica,*  v.  att.  =  scaricare.  Vedi  de- 
scàregà. 


s*ca 


—  725  — 


sca 


scàrica,*  s.  f.  =  scarica.  Vedi  scàrega. 

scàriòn,  *■.  m,  =  pruno  :  frutice  spinoso. 

scàrlàtina,  s.  f.  =  scarlattina  :  malattia 
della  pelle. 

scàrlàtt,  agg.  =  scarlatto  :  di  color  rosso 
vivo,  acceso. 

scàrligà,  V.  att.  =  scivolare,  sdruccio- 
lare :  scorrere  del  piede  su  una  cosa 
che  non  regge. 

1)  Correre  leggermente  sopra  una 
superfìcie  lubrica  e  inclinata, 

2)  ècàrligti  foeùra  di  man  =  scivo- 
lare di  mano  :  fuggire,  cadere,  escire 
di  mano,  leggermente  scivolando.  Anche 
lìg.  di  chi  non  corrisponde  alle  speranze 
in  lui  riposte. 

3)  scàrligà  ma  =  scivolare  sopra  un 
argomento  :  toccarne  alla  sfuggita,  non 
trattenercisi. 

4)  me  là  Penti  à  scàrligà  giò  per  i 
li'pàll  =  me  la  sento  a  sdrucciolare  giii 
per  le  reni,  o  per  le  spalle  :  quando 
si  teme  che  avvenga  cosa  che  ci  di- 
spiaccia. 

scàrligàda,  s.   f.    =   sdrucciolone  :    una 

caduta  sdi-ucci dando. 
scàrlìghènt,  agg.  =   sdrucciolevole  :    in 

cui  si  sdrucciola,  lubrico. 
scàrligrlièta,    s.    f.    =    sdrucciolamento, 

sdracciolo  :  lo  sdrucciolare,  l'atto  dello 

sdi-ucciolare. 
scarna,  v.  att.   =    scarnare  :    levare   ixn 

po'  di  carne  alla  superficie. 
scàrocià,  v.  att.  =  scarrozzare  :  far  delle 

trottate  in  carrozza. 
scàrociàda,   s.    f.    =    scarrozzata  :    gita 

piuttosto  lunga  fatta  in  carrozza. 
scàrÒJi,  s.   m.  =   scalinata,    scaletta  :  il 

palco  su   cui   si   pongono   le   tavole   o 

graticci  per  distendervi  i  bachi  da  seta. 
1)  Scaglione:  specie  di  scansia  a  molti 

palchetti  per  mettervi  le  forme  di  cacio 

lodigiano. 
scàrós,  agg.  =  delicato,  facile  a   sentire 

l'azione  dolorosa:  specialm.  della  cute 

della  testa  che  non  può  reggere  il  pettine. 
scàrp,  s.  m.  =  schianto,  strappo  :  il  rom- 
persi violento  di  una  stoffa,  e  il  luogo 

dove  la  rottura  è  fatta. 
.scarpa,  s.    f.   =    scarpa  :    calzatura   del 

l)iede,  fatta  per  lo  più   di    cuoio  o    di 

pelle  con  suola  e  tacchi. 

1)  rèhg  el  giildU-i  Pota  là  Poetila  di 
scàrp  =  avere  il  giudizio  sotto  la  siiola 
dello  scarpe  :  averne  jìoco. 

2)  Acarpa  larga  e  biccr  pien  e  ciàpdla 


cóme  là  vm  =  chi  vuol  vivere  e  star 
bene  prenda  il  mondo  come  viene  ;  pi- 
glia la  via  come  i  tempi  danno  ;  ne 
di  tempo  ne  di  signoria  non  ti  dar 
malinconia  ;  pigliare  il  mondo  come 
viene  ;  tutti  proverbi  che  significano 
che  di  ciò  che  avviene  nel  mondo  non 
s'ha  a  darsi  uè  briga,  ne  dolore. 

8)  tegnl  'l  pò  in  dò  sctirp  «  tenere 
il  piede  in  due  o  in  più  staffe  :  di  chi 
in  un  negozio  tiene  più  pratiche,  s'ap- 
poggia a  più  partiti,  per  essere  più 
sicuro, 

4)  Per  simil.  il  pendìo  che  si  dà  a 
un  muro,  ad  un  terrapieno,  che  viene 
a  sporgere  in  fuoi'i. 

0)  Quel  feiTO  o  legno  che  stringe  la 
ruota,  quando  si  vuole  che  non  giri 
per  fermare  o  moderare  il  moto  del 
veicolo. 

6)  à  acarpa  =  a  scarpa,  a  pendio. 
scarpa,   v.   att.  =   schiantare,    lacerare, 
strappare,  stracciare  :  fare  a  brani,  pro- 
durre una  rottura  violeilta  in   drappi, 
carta  e  sim. 

1)  scarpa  vìa  =  strappare  :  portar 
via  con  violenza,  lacerando. 

scàrpàda,  s.  f.  =  strappo,  lacerazione, 
schianto  :  l'atto  dello  strappare,  lace- 
rare, schiantare. 

scàrpàsa,  s.  f.  =  erbolata,  erbato  :  torta 
di  erbe  e  specialm.  di  spinaci. 

scàrpeta,  s.  f.  =  scarponcello,  scarpa 
scollata,  scarpino  :  specie  di  scarpa  più 
0  meno  bassa  che  non  sale  fino  al 
collo  del  piede, 

1)  scàrpeta  bàéa  =  calcetto  :  scarpa 
molto  scollata  e  leggiera. 

2)  Vaso  da  orinarvi  le  donne  gra- 
vemente ammalate. 

scàrpiàtol,  s.  m.  =  scerpellone,  sva- 
rione :  errore  grosso,  madornale. 

1)  Pottiniccio  :  lavoro,  specialm.  di 
cucito,  mal  fatto. 

scàrs,  agg.  =  scarso  :  che  manca,  al- 
quanto manchevole. 

1)  Di  misui'a  :  minore  del  giusto, 
che  non  è  pi'eciso  :  el  làtee  el  me  dà 
sémper  el  làtt  écàrs  =  il  lattivendolo 
mi  dà  sempre  il  latte  scarso. 

scàrsegià,  v.  att.  =  scarseggiare:  es- 
sere scarsi  di  una  cosa,  averne  scarsità. 

scàrsela,  s.  f.  =  scarsella,  saccoccia. 
Vedi  sàcdcia. 

scàrsitaa,  s.  f.  =  scarsità  :  l'essere  scarso, 
il  non  avere  abbondanza  di  una  cosa» 


sca 


—  726  — 


sca 


scàrt,  s.  m.  =  scarto,  rifiuto,  sceltume  : 
cosa  rigettata  dopo  aver  scelto  il  meglio. 

1)  7-dba  de  scàrt  =  roba  da  scarto  : 
non  scelta,  non  della  migliore. 

2)  Sbalzo:  del  cavallo  che  sbalza  da 
una  parte  con  atto  improvviso. 

scarta,  V.  att.  =  scartare  :  gettare  a 
monte  le  carte  che  non  fanno  o  che 
non  servono. 

1)  Scozzare  :  mescolare  il  mazzo  delle 
carte. 

2)  Eifiutare,  appartare  :  mettere  in 
disparte. 

3)  scarta  =  scartare.  T.  mil.  dichia- 
rare non  abile  al  servizio  militare. 

4)  scarta  bàgàtt  =  abbassar  visiera, 
sciorre  i  bracchi  :  non  aver  più  riguardo 
e  dire  francamente  e  liberamente  le 
proprie  ragioni. 

scàrt àbelà,  v.  att.  -  scartabellare  :  scor- 
rere un  libro,  voltandone  e  l'ivoltan- 
done  le  pagine  senza  porvi  grande  at- 
tenzione. 

scàrtàfàss,*  s.  m,  =  scartafaccio  :  libro  o 
fiuaderno  di  più  fogli,  dove  uno  prende 
degli  appunti,  fa  delle  mi  auto. 

scàrtàgìn,  s.  tu.  =  scardassino,  scardas- 
siere  ;  pettinatore  di  lana  :  ohi  raffina 
la  lana  cogli  scardassi. 

scàrtàri,  s.  m.  =  scartafaccio,  scarta- 
bello :  f|uaderno  di  poco  pregio  per  le 
minute.  Anche  scàrtàfàss. 

scàrtegià,  v.  att.  =  scardassare  :  raffi- 
nare la  lana  cogli  scardassi. 

scàrtófìa,  5.  f.  =  cartaccia,  cartiglia, 
cartina  :  carta  da  giuoco  che  vale  meno 
delle  altre. 

scarto  sàda,  s.  f.  =  cartocciata  :  quanto 
n'entra  in  un  cartoccio. 

scàrtosèll  e  scàrtosìii,  s.  m.  =  cartoc- 
cetto,  involtino  :  piccolo  cartoccio. 

scàrtòss,  s.  ììi.  =  cartoccio  :  carta  rav- 
volta con  roba  messavi  dentro  ;  involto 
di  carta. 

1)  Anche  :  involto,  fogliata  ;  un  fo- 
glio ])ieno  di  cose  involtate  in  esso  ; 
on  ècàrtòsé  de  sàlànim  =  una  fogliata 
di  salame. 

2)  fa  sii  et  scàrtòss  =  incartocciare, 
involtare  :  mettere  in  cartoccio,  ravvol- 
gere in  carta. 

3)  fàès  èie  còme  on  scartasi'  =  ac- 
cartocciarsi, imbozzolire. 

4)  fa  gto  Oli  seàrtòs-i  =  svoltare, 
sfare  un  involto,  xin  cartoccio. 


scasa,  t\  att.  =  scassare,  cassare,  can- 
cellare, dar  di  penna.  Vedi  scalicela. 

scàsiu,  5.  m.  =  sfregatoio  :  quel  rotolo 
di  cimossa  con  che  si  sfregia  lo  scritto 
fatto  col  gesso  o  colla  steatite  sulla  ta- 
vola nera. 

scàtà,*  V.  att.  =  scattare  :  di  molla  che 
si  lascia  andare,  che  si  distende  ;  e  di 
cose  che  agiscono  come  molle  o  per  le 
molle. 

scàtola,  s.  f.  =  scatola  :  recipiente  che 
si  può  chiudere  col  suo  coperchio,  di 
varie  forme  e  materia  per  tenere  o  ri- 
porci roba. 

1)  scàtola  del  tàbàcch  =  scatola  del 
tabacco,  tabacchiera  :  scatoletta  in  cui 
si  tiene  il  tabacco  da  naso. 

2)  scàtola  de  solfànèj  =  scatola  di 
fiammiferi  :  piccolo  recipiente  pieno  di 
fiammiferi,  che  si  porta  in  tasca,  per 
lo  più  di  cartone  e  con  delle  figurine 
dipintevi  sopra. 

3)  à  lèter  de  scàtola  =  a  lettere  di 
scatola,  cubitali  ;  di  chi  parla  molto 
chiai'amente. 

4)  romp  i  écàtol  =  rompere  le  sca- 
tole, le  tasche  :  rompere,  vuotare  il 
capo  ;  riuscir  noioso,  grave  ;  seccare, 
infastidire. 

scàtolee,  s.  m.  =  scatolaio  :  chi  fa  e  vende 
scatole  di  legno  sottile  e  simili  lavori. 

scàtolin,  s.  m.  =  scatoline  :  piccola  sca- 
tola, scatolina. 

1)  tegnt  in  d'on  scàtolin  =  tenere 
nello  scatoline  :  riguardato,  non  esposto 
all'aria,  alla  vista  della  gente. 

scàtolòn,  s.  m.  =  scatolone:  specialm. 
quello  in  cui  le  fattorino  delle  sarte  e 
delle  modiste  portano  per  le  case  i  ve- 
stiti 0  i  cappelli  finiti. 

scàtt,*  s.  m.  =  scatto  :  lo  scattare  dì 
una  molla. 

1)  Atto  improvviso,  subitaneo,  come 
lo  scattare  di  una  molla  ;   el  g'hà  de  ^ 
qilìj  scàtt,  che  se  fò  minga  prevéd  = 
ha  di  quegli  scatti  che  non  si  possono 
prevedere. 

scàv,  s.  m.  =  scavo,  escavazione:  l'ope- 
razione dello  scavare  e  la  parte  scavata 
di  qualche  cosa. 

scava,  -v.  att.  =  scavare  :  cavare  di  dentro 
alla  terra,  al  masso,  colla  zappa  o  col 
piccone. 

1)  Fare  una  buca,  andare  a  fondo  ; 
formare  cavando  ;  far  più  cavo. 

2)  scava  terén  =  scoprir   paese  :  in- 


-  727  - 


sce 


dagare  con  accortezza  cose  clic  ci  pre- 
ma di  sapere. 

3)  Venire  con  astuzia  a  sapere,  a  cono- 
scere una  cosa;  adoperarsi  con  destrezza 
a  cavar  di  bocca  ad  uno  un  segreto. 

scàvàlcli,  s.  in.  =  callaia;  quell'apertura 
che  si  fa  nelle  siepi  per  entrare  nei 
campi. 

scavalca;  V.  att.  =  scavalcare;  passare 
al  disopra  di  qualche  cosa. 

1)  Fig.  scavalcare,  soppiantare  ;  far 
cadere  di  grazia,  di  grado,  sottentrando 
in  suo  luogo. 

2)  Oltrepassare  altrui  in  una  carriera, 
in  una  professione. 

scàvèsà,  ■v.  att.  =  rompere,  spezzare, 
infrangere  ;  dividere  con  violenza  in 
due  pezzi  o  pili,  qualche  cosa  di  rigido 
come  legno. 

scàvèsàcòU,*  s.  m,  =  scavezzacollo  ;  omo 
dato  ad  ogni  vizio. 

scàvèss,  agg.  =  tronco,  spezzato,  divelto  ; 
di  ciò  che  ò  rotto  in  due  o  piìi  pezzi. 

scàviaa,  (cgg.  =  scarmigliato,  arruffato  ; 
di  capelli  non  ravviati,  in  disordine. 

scàviòn,  s.  in.  =  arruffone,  scarmiglia- 
tone ;  chi  ha  i  capelli  non  ravviati  ; 
in  molto  disordine.  Usiamo  accompa- 
gnare la  parola  coli' aggiunta  di  fràneès. 

scèccli,  s.  m.  =  bono  per"*  pagamento. 
Dal  frane,  chèque. 

scefè  e  scèff,  agg.  =  ottimo,  esimio  ;  che 
risponde  ad  ogni  convenienza  di  colore, 
sapore,  gusto  estetico,  etc:  l'è  on  spe- 
tàcol  scèff  =  è  uno  spettacolo  esimio, 
coi  fiocchi. 

sceleràtàmèiit,  avv.  =  scelleratamente; 
in  modo  scellerato,  pessimamente. 

sceleràto,  .<?.  m.  =  scellerato,  malvagio, 
cattivo.  Di  pers.  e  di  cosa. 

scèlt,  agg.  =  scelto,  eletto;  di  ciò  che 
si  è  preferito  fra  più  cose,  part.  pass, 
di  scegliere  :  on  disnù,  scèlt  =  un  pranzo 
scelto  ;  squisito  ;  non  grossolano. 

scélta,  *  s.  f.  =  scelta,  elezione  ;  lo  sco- 
gliere, il  preferito;  ed  anche  il  risul- 
tato dello  scegliere  :  riià  tòlt  mari, 
ma  Vhà  minga  faa  dna  bona  scèlta  =  ha 
preso  marito,  ma  non  ha  fatto  una 
buona  scelta. 

1)  La  parte  migliore  di  checchessia  : 
ghe  màndàroo  là  scelta  di  àrnitindol  = 
lo  manderò  la  scelta  delle  niandorle  ; 
che  là  créda  che  in  tutt  piàtt  de  prima 
scèlta  =  creda,  che  son  tutti  piatti  di 
prima  scelta. 


2)  à  scelta,  avv.  =  a  scelta  ;  a  pia- 
cere ;  secondo  il  proprio  gusto. 

scèiuin,  agg.  =  scemo;  sciocco,  di  poco 
senno,  scempio,  scimunito. 

scempiàgin,*  s.  f.  =  scempiaggine,  scem- 
piataggine  ;  azione,  atto  da  scempio, 
da  scimunito. 

scémpi,  s.  m.  =  subisso  ;  gran  quantità, 
grande  abbondanza  :  in  sVànn  de  me- 
lòn  ghe  n'  è  on  scémpi  =  quest'  anno 
di  poponi  ce  n'è  un  subisso. 

1)  fànn  di  scémpi  =  far  le  grasse 
risa,  ed  anche  qualche  volta  farne  d' ogni 
qualità. 

scèna,  s.  f.  =  scena;  la  parte  del  teati'O 
dove  agiscono  gli  attori,  e  rappresenta 
il  luogo  dove  si  finge  avvcnxrto  il 
dramma,  la  commedia  e  sim. 

1)  Scena,  scenario  :  ciascuna  delle 
tele  dipinte  che  rappresentano  il  luogo 
finto  dal  poeta;  in  l'Aida  gh'  èra  di 
gran  bèj  scènn  =  nell'Aida  c'erano  di 
gran  belle  scene. 

2)  Ciascuna  dello  parti  in  cui  è  di- 
visa la  commedia,  il  dramma  in  ogni 
atto  :  l'Ultima  scèna  del  tèrs'  àtt  l'è 
pilrànea  bela  =  l'ultima  scena  del  terzo 
atto  e  pur  bella. 

3)  Caso:  fatto  che  ha  del  comico, 
del  curioso  :  .se  te  éàvèàct  che  bela  scèna 
è  siicèss  iér  !  =  se  sapessi  che  bella 
scena  è  accaduta  ieri  ! 

4)  Chiasso,  litigio  che  richiami  gente; 
fatto  grave  :  iér  hoo  visi  dna  scèna 
che  m'  ha  faa  dristL  in  pee  i  càvèj  = 
ieri  ho  veduto  una  scena,  che  nr'  ha 
fatto  rizzare  i  capelli  in  capo. 

5)  Scena,  campo  :  vegìii  in  scèna  = 
venire  in  scena,  in  campo,  farsi  in- 
nanzi in  un  affare  :  de  chi  on  poo  ve- 
gnàrù,  in  scèna  mila  dificoltaa  =  fra 
poco  verranno  in  campo  mille  difficoltà. 

s'cèna,  s.  f.  =  scheggia:  pezzo  di  legno 
lungo  due  buone  spanne  spaccato  colla 
scure. 

s'cèna,  s.  f.  =  schiena,  dorso  :  è  modo 
un  po'  troppo  volgare.  A'edi  schèna. 

scénderà,  s.  f.  =  cenere.  Vedi  séner. 

scenderee,  s.  m.  =  Generandolo  :  chi 
compera  la  cenere,  girando  casa  per  casa. 
1)  Il  luogo  dove  si  mette  in  serbo 
la  cenere. 

scenografo,  *  s.  m.  =  scenografo,  pit- 
tore di  scene. 

scénsa,  s.  f.  =  scienza,  complesso  di 
cognizioni  ordinate  ;  sapere. 


sce 


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8ce 


1)  òmìii  de  scénsa  =  scienziato,  uomo 
di  scienza. 

scènteii,  a.  vi.  =  centina,  arco  di  legno 
con  cui  armano  le  volte  per  sostenerle. 

scentenà,  'V.  att.  =  centinare  :  armar  la 
volta  di  centina. 

s'cèpa,  s.  f.  =  sbercia   Vedi  pescioeù. 

s'cepà,  V.  att.  =  schiantare,  rompere, 
spezzare  ;  fare  a  pezzi. 

scepa,  V.  att.  =  cestire,  accestire  :  far 
cesto  di  piante. 

s'cèpàcàsuii,  (à)  =  a  bandiera  spiegata, 
a  guerra  rotta. 

1)  fa  i  ròbb  à  s' cèpàeàmii  =  far  le 
cose  col  maglio,  a  rotta  di  collo,  senza 
riguardi. 

liicepàda,  s.  f.  =  ceppata:  più  jìcdagnoli 
di  piante  che  scappano  fuori  subito 
sopra  terra  da  un  medesimo  ceppo. 

s'cepàda,  *•.  f.  =  spaccata,  spezzatura, 
rottura:  l'atto  dello  spaccare,  e  l'eifetto. 

s'cèpàdora,  s.  f.  =  spaccherello  :  ferro 
dei  panierai  per  spaccar  le  bacchette  e 
i  virgulti  coi  cui  si  tessono  le  paniere. 

s'cèpàdura,  s.  f.  =  fenditura,  spaccatura, 
spezzatura  :  quella  special,  delle  legno. 

s'cèpàlègrn,  e  s'cèpàlugn,  s.  m.  =  bo- 
scaiuolo :  chi  fa  il  mestiere  di  tagliar 
boschi  per  conto  altrui. 

1)  Spaccalegna,  taglialegna:  chi  va 
per  le  case  cogli  arnesi  necessari  a 
spaccare  le  legne. 

scepàri,  s.  m.  =  sipario  ;  tenda  per  lo 
dipinta,  che  chiude  il  proscenio  ;  che 
si  tira  su  o  s'abbassa  secondo  che  co- 
mincia 0  finisce  la  rappresentazione. 

s'cepàss,  V.  rift.  =  spezzarsi,  fendersi, 
schiantarsi  :  separarsi  violentemente  di 
due  parti  di  cliecchessia  prima  unite. 

scepèll,  .^.  m.  =  marmino,  pietrine,  pun- 
tello :  picciol  pezzo  piramidale  di  legno 
0  d'altro,  che  si  mette  sotto  all'  uscio 
a  sdrucciolo  per  tenerlo  aperto. 

è'cepin,  s.  m.  =  sbercino  ;  ciabattino  : 
poco  abile. 

1)  Di  suonatori:  strimpellatore,  pe- 
statore. 

SCèpp,  s.  m.  =  mozzo  :  pezzo  di  legno 
grande  nel  quale  sono  incassati  i  ma- 
nichi della  campana,  per  tenerla  so- 
spesa nei  campanili. 

1)  Cespo,  cesto  :  delle  erbe  che  si 
dilatano  ad  uso  di  cespuglio  ;  on  scèpp 
de  inoeul,  de  pàmporàitt  =  un  cespo 
di  viole,  di  ciclamini. 

2)  Ceppo:  gi'osso  tronco  o  ramo  d'al- 


bero, e  fìg.  stipite,  origine;  l'è  del  no- 
èter  scèpp,  el  pò  minga  PfàUtL  =  è  del 
nostro  ceppo,  non  può  fallire. 

s'cèpp,  agg.  =  fesso,  schiantato,   rotto. 
Ij  hontL  de  è'cèpp  =  essere    in  peri- 
colo, non  lasciar  sperar  bene. 

2)  ms  è'  cipa  =  voce  fessa,  in  falsetto. 

scèr,  s.  m.  =  cerro  :  albero  che  dà  una 
legna  forte  da  ardere,  e  le  legne  stesse. 

scéma,  s.  f.  =  cernita,  scelta  :  l'azione 
dello  scegliere. 

scemi,  ».  att.  =  scegliere  :  prendere  tra 
più  cose  0  persone  quella  che  si  pre- 
ferisce, che  si  vuole. 

1)  Separare  il  meglio  dal  peggio,  di 
una  cosa  in  certa  quantità;  scemi  i  gà- 
lètt  =  scegliere  i  bozzoli. 

2)  gh'è  pòcch  de  scernt  =  c'è  poco 
da  scegliere  :  di  cose  in  quantità  molto 
scarsa. 

scernìgrora,  s.  f.  =  sanguinella.  Vedi 
sàngruìuèla. 

scemìi,  part.  pass.  =  scelto.  Vedi  il  più 
usato  scèlt. 

scerpa,  .«?.  m.  =  serpe.  T.  caiTOzz.  sede- 
rino sul  dinanzi  e  per  noi  anche  sul 
didietro  delle  diligenze,  omnibus,'  car- 
rozzoni da  viaggio,  più  alto  della  cas- 
setta del  cocchiere. 

s'cèrvelàss,  v.  rifl.  =  scervellarsi,  dicer- 
vellarsi,  lambiccarsi  il  cervello. 

scès,  s.  f.  =  siepe:  sorta  di  riparo  su  i 
ciglioni  di  campi,  fatto  con  de'  pruni 
0  altri  sterpi. 

1)  dna  stràscia  d'ona  scés  =  siepaglia: 
una  siepe  malfatta  o  consumata  dal  tempo. 

2)  scòndes  in  là  scès  =  insieparsi, 
internarsi  nella  siepe. 

3)  cinta  de  scés  =  assiepare:  circon- 
dare, cingere  un  campo  con  siepe. 

4)  scés  viva,  scés  mòrta  =  siepe  viva, 
siepe  morta  :  secondo  che  è  fatta  di 
piante  vive,  o  di  pruni  e  sterpi  secchi. 

5)  à  santa  Agnés  cor  là  lusérta  per 
là  scés  =  a  santa  Agnese  corre  la  lu- 
certola per  la  siepe:  per  indicare  che 
il  giorno  di  santa  Agnese,  il  21  di  gen- 
naio, l'invernaccio  è  finito. 

scèsta,  s.  f.  =  cresta:  quella  carne  rossa 

a  merluzzi  che  hanno  sulla  testa  i  galli 

e  lo  galline. 
s*cètt,  agg.  =  schietto,  sincero  ;  vin  é'cèlt 

=  vino  schietto. 

1)  dìla  nUa  e  è'cHa  =  dirla  netta  e 

schietta:  parlar  sinceramente  dir  le  cose 

come  sono. 


^cli 


-  729 


scli 


2)  vegnì  vìa  scètt  =  procedere  schietto; 

di   cosa  che  si   fa  senza   sotterfugi,  e 

conseguentemente. 
scheda  *  s.  f.  =  scheda:  quella  caria  che 

serve  per  le  elezioni,  dove  si  scrivono 

i  nomi  di  coloro  che  si  vogliono  eletti. 
schéìa,  s.  f.  =  scheggia,    scaglia  :   falda 

che  vien  via  dalle  pietre,  dai  marmi  ai 

colpi  del  martello. 

1)  Scheggia  :  pezzetto  più  o  meno 
grande  di  legno  che  si  spicca  dal  le- 
gname, quando  si  taglia  a  colpi  d'ac- 
cetta, senza  segarlo,  ed  anclie  qualunque 
altro  pezzo  che  si  spìcea  nel  rompere  un 
corpo  duro. 

2)  Scheggia  di  dente  rotto. 

3)  Dirizzatura,  scriminatura,  divisa: 
quel  rigo  che  si  fa  separando  i  capelli 
in  due  parti. 

schèìà,  V.  att.  =  scheggiare,  mandare  in 

schegge. 
«clièìàss,  V.  rifl.  =  scheggiarsi  :    andare 

in  schegge,  farsi  in  schegge. 
schèiceù,  s.  m.  =  viglinolo.  Vedi  scàioeù. 
sclièioeiila,  s.   f.  =  scaglinola  :    sorta  di 

stucco  gessoso,   adesivo  e  resistente   a 

cui  si  aggiungono  materie  coloranti  per 

imitare  sassi  venati. 

1)  Scandella,  orzo  salv^tico  :    specie 

d'orzolo  che  mette  in  cinquanta  giorni. 
schèiòs,    agg.    =    scheggiato  :    pieno    di 

schegge. 
schèlter,  s.  m.    =  scheletro,  le  ossa   di 

un  uomo  morto  o  di  un  animale. 

1)  diventa  on  schèlter  =  farsi  sche- 
letrito, ridursi  a  scheletro. 

2)  pari  on  àchèlter  =  parere  uno  sche- 
letro: di  chi  è  magrissimo  e  lascia  ve- 
dere gli  ossi. 

3)  L'ossatura  di  checchessia;  el  schei- 
ter  déla  barca,  del  teàter,  ecc.  =  lo 
scheletro  della  barca,  del  teatro,  ecc. 

scheiia,  s.  f.  =  schiena,  dorso,  tergo:  la 
parte  di  dietro  negli  uomini,  quella  di 
SO] tra  dalle  spalle  alla  groppa  de'  qua- 
drupedi, e  tra  il  collo  e  la  coda  negli 
uccelli. 

1)  à  .scMna  de  miill  =  a  schiena  d'a- 
sino, a  schiena,  a  comignolo:  di  strade 
rialzate  nel  mezzo,  perchè  le  acque  vi 
scorrano  verso  i  lati,  nei  canaletti. 

2)  vègli  Z'òs'.v  in  là  (tellina.  Vedi 
<)ss  7). 

3)  làorà  de  schhia  =  lavorar  di 
buona  lena  ;  mettercisi  coli'  arco  della 
schiena. 


4)  Pezzo  di  catasta,  scheggia,  stecca. 

schènàl,  s.  m.  =  dorsale,  tergo,  spalliera: 
la  parte  dei  sedili  a  cui  può  appog- 
giare la  schiena  chi  vi  sta  seduto. 

schérma,  s.  f.  =  scherma  :  l'arte  dello 
schermire,  del  servirsi  della  spada  o 
della  sciabola  per  difendersi  e  per  of- 
fendere. 

1)  tira  de  sehèrma  =  tirar  di  scherma, 
secondo  le  regole  della  scherma. 

2)  màèster  de  schérma  =  maestro  di 
scherma,  schermidore  :  chi  insegna  la 
scherma. 

schèrà,  s.  vi.  =  scherzo,  beffa  :  atto  o  pa- 
rola giocosa  per  ridere,  per  burlare, 
per  beffa;  l'è  on  schèrs  de  càtìv  ghier 
=  è  un  brutto  scherzo. 

1)  Una  figura,  un  disegno  fatto  per 
bizzarria,  senza  dargli  importanza. 

2)  schèrs  de  natura  =  scherzo  di  na- 
tura; qualunque  singolarità  curiosa, 

3)  Burla,  scherzo,  celia,  barzelletta: 
ciò  che  si  dice  per  far  ridere. 

4)  Acchiaparello,  chiaparello:  inganno 
ma  non  doloso:  e  anche  discorso  pre- 
parato in  modo  che  uno  rispondendo 
caschi  a  dir  cosa  per  cui  vien  inesso 
in  canzonella;  g'han  ditt  che  'l  prefett 
l'invidùjva  à  disnà,  ma  Ve  staa  on 
schèré  =  gli  hanno  detto  che  il  prefetto 
lo  invitava  a  pranzo,  ma  fu  uno  scherzo; 
per  fàgh  on  schèrs  g'  han  faa  di  in 
frànces  là  mtlma  d'Adda  e  lil  Vhà  ditt: 
la  mère  d' Adda  {là  mèrdàda)  =  per 
fargli  uno  scherzo,  gli  han  fatto  dire 
in  francese  la  mamma  d'Adda  e  lui  lo 
disse.,,  ecc. 

5)  fa  schèré  =  riprovare,  del  legname 
non  stagionato  che  screpola,  schianta, 
si  piega,  ecc, 

schèrsà,  v.  att.  =  scherzare:  fare  scherzi, 
ruzzare. 

1)  Bui-lare:  dire  o  fare  per  ischerzo: 
èclitrsi  nò  =  non  burlo,  dico  davvero, 
parlo  sul  serio;  l'è  on  òmm  che  ghe 
piàs  à  schèréà  =  è  un  uomo  che  gli 
piace  a  burlare:  a  far  cose  per  celiai 

2)  Canzonare,  berteggiare:  mettere  in 
canzonella,  in  burla,  dare  la  berta,  bef- 
fare; el  me  schèrsa  Mmper,  perchè  Pont 
minga  boti  de  di  rèsse  =  mi  canzona 
sempre  perchè  non  so  dir  bene  Tesse, 

3)  ,ichèrsà  nò  =  dir  davvero:  fare  una 
cosa  in  modo  da  produrre  il  maggior 
effetto  che  si  possa;  quànd  el  se  wMt 


t>ch 


—  730  — 


SCJl 


à  làorà  el  S'chh'm  nò  =  quando  si  mette 
al  lavoro  dice  davvero. 

4)  s-e  schèn-a  minga/  =  non  si  bui-la! 
non  si  canzona!  c'è  poco  da  scherzare! 
Dicosi  a  chi  prende  in  ischerzo  cose 
serie.  Ed  anche  significa:  mettersi  di 
proposito.  Usa  anche  riferito  a  cose  ; 
st'ànn  ve  scheH-a  minga  col  frècc  = 
quest'anno  col  freddo  non  si  canzona. 

5)  eoo  ben  che  te  ^chèrset,  che  H 
fichèrm,  che  là  i-ehèrm,  ecc.  =  che  ?  mi 
fai?  mi  fa  celia?  che?  mi  burli?  mi 
burla?  Suol  dirsi  parlando  di  cosa  che 
a  noi  pare  strana. 

6)  Contraifare:  specialm.  dei  fanciulli 
dispettosi:  imitare  gli  atteggiamenti,  i 
modi  di  dire  e  sim.  di  altre  persone. 

schiàrimént,  *  s.  m.  =  schiarimento  : 
dichiarazione,  schiarimento  d'un  dubbio 
d'una  difficoltà. 

schìcherà,  v.  att.  =  schiccherare:  pale- 
sare altmi  tutto  quello  che  uno  sa,  ma 
che  sarebbe  stato  bello  tacere. 

1)  Spiattellare:  dire  alcuna  cosa  chia- 
ramente, senza  riguardi,  senza  circon- 
locuzioni. 

schifòs,*  agg.  =  schifoso,  sporco,  lordo; 
che  fa  schifo  nausea. 

1)  Di  pers,:  che  è  eccessivamente 
gretta,  avara. 

sciiifositaa,  *  s.  f.  =  schifosità,  schi- 
fezza, qualità  di  ciò  che  è  schifoso,  lai- 
dezza, sporcizia.  Riferito  anche  a  qua- 
lità morali. 

schìribiss,  s.  m.  =  ghiribizzo,  schiri- 
bizzo,  capriccio.  Vedi  gliirìbiss. 

1)  Arzigogolo,  ghirigoro:  intrecciatui-a 
di  linee  fatta  colla  penna. 

scliirpa,  s.  f.  =  corredo,  dònora:  quella 
roba  di  vestimento  che  si  dà  per  lo  più 
dai  parenti  ad  una  giovane  quando  si 
marita  o  si  fa  monaca. 

schisa,  V.  att.  =  schizzare  :  saltar  fuori 
con  forza,  a  spruzzi  violenti:  d'acqua  e 
d'altri  liquidi, 

1)  Disegnare  alla  grossa,  alla  brava. 

2)  Schifiti  fmigh,  velén,  =  schizzar 
foco,  veleno:  fare  atti  della  più  grande 
stizza:  fremere  di  sdegno. 

schise,  agg.  =  schiacciato,  stiacciato, 
comi)resso:  che  ha  preso  una  forma 
piatta. 

.   1)  vénter  ftehise  =  ventre  piatto,  vuoto: 
che  non  è  teso,  perchè  non  si  ha  man- 
giato. 
2)  el  Schise,  s.  m.  =  l'amante,  il  damo. 


schiscéta,  s.  f.  =  gibus,  sottobraccino: 
cappello  a  molla,  che  si  schiaccia,  e  si 
porta  sotto  il  braccio. 

1)  Guscetto,  faloppa,  sinighella:  boz- 
zolo mal  sortito. 

2)  Fiaschetta:  piccola  fiasca,  impa- 
gliata 0  no  da  portare  in  viaggio:  è 
schiacciata  per  comodo  di  portarla. 

sciuscià,  v.  att.  =  schiacciare  o  stiac- 
ciare: comprimere,  far  prendere  a  un 
coi'po  più  0  meno  cedevole  una  forma 
piatta;  el  s'è  ùetaa  gio  sili  me  càpèll  e 
me  l'ha  schisciaa  =  s'è  seduto  sul  mio 
cappello  e  me  l'ha  schiacciato. 

1)  Pigiar  tanto  da  far  male  ;  èren 
dènter  schisciaa  còme  sàrdèll  =  eran 
dentro  schiacciati  come  sardine. 

2)  schisciàgh  on  i-ognètt  =  stiacciare 
un  sonnellino:  fare  una  dormitina  bre- 
vissima. 

3)  schiscià  on  pè  =  schiacciare,  pe- 
stare un  piede, 

4)  Spremere:  premere  con  forza  fino 
a  farne  uscire  tutto  ciò  che  v'ha  di  li- 
quido; sciuscià  i  limòn,  i  tomMes^  ecc. 
=  spremere  i  limoni,  i  pomidoro,    ecc. 

schisciàda,  s.  f.  =  schiacciatura,  schiac- 
ciamento; l'atto  dello  schiacciare. 

schisciàliiuòu,  s.  m.  =  strizzalimoni, 
matricina  :  piccolo  strettoio  per  strin- 
zare,  spremere  i  limoni. 

scliisciàmént,*  s.  m.  =  schiacciamento, 
pigio:  l'essere  schiacciato,  pigiato. 

schisciòn,  s.  m.  =  camuso  :  di  chi  ha 
il  naso  schiacciato  o  rincagnato. 

schisetà,  V.  att.  =  schizzettare:  umettare, 
bagnare  collo  schizzetto. 

schisètt,  s.  m.  =  schizzetto,  schizzatolo: 
strumento  fatto  per  schizzare. 

schiss,  s.  m.  =  schizzo  ;  specie  di  disegno 
abbozzato,   senz'ombra. 

schità,  V.  att.  =  schizzare.  Vedi  scliisà,2). 

schiva,  V.  att.  =  schivare,  scansare,  evi- 
tare; schiva  i  fàdigh  =  causare  le  fa- 
tiche; schwù,  on  perìcol  =  schivare  un 
pericolo  ;  schiva  là  gent  =  schivare  la 
gente. 

1)  schiva  à  malapena  =  far  vola  a 
tempo  ;  l'ha  faa  per  dàmin  òna  pe- 
sciàda,  ma  Vhoo  schivàda  à  malapena 
=  fece  per  darmi  una  pedata,  ma  a 
tempo  feci  vela. 

scliivàfàdig'a,    s.    m.    =    sbucciafatiche, 
scansafatiche,  schifanoia.   Vedi   scàn- 
sciàfàdiga. 
I  schivi,  *\    m.  =   schifo,    schifiltà,    schi- 


scli 


—  731  — 


fezza,  ripugoanza;  tiis-còH-  gite  fa  Schivi 
=  tutto  gli  fa  schifo. 

scliiviòs,  agg.  =  schifiltoso,  ritroso  :  che 
di  tutto  ha  schifo,  e  specialm.  trattan- 
dosi di  mangiare. 

sciàbàlèut,  s.  m.  =  nano,  bilenco,  na- 
nei'ottolo:  chi  ha  le  gambe   storte. 

sciàbalóu,  s.  m.  =  nanerottolo,  ranco  : 
di  chi  cammina  arrancando  colle  gambe 
storte. 

sciàbol,  s.  m.  e  sciàbola,  s.  f,  =  scia- 
bola :  sorta  d' arme  tagliente,  piatta  e 
alquanto  falcata. 

1)  i  sciàbol  =  le  bilie,  le  gambe  storte. 
Per  celia  e  similit. 

sciàbola,  V.  att.  =  sciabolare:  percuotere, 
ferire  colla  sciabola. 

sciàbolàda,*  s.  f.  =  sciabolata  :  colpo  di 
sciabola  e  ferita  fatta  con  la  sciabola; 
el  g'hà  dna  sciàbolàda  in  del  còli  = 
ha  una  sciabolata  nel  collo. 

sciàcquàda,*  s.  f.  =  sciacquata:  lo  sciac- 
(juare  alla  lesta:  il  lavare  con  nuova 
acqua:  dàgh  dna  sciciequàda  ài  bicèr 
=  dare  una  sciacquata  ai  biccliieri. 
sciàcquàss,*  v.  rifl.  =  sciacquarsi,  ri- 
sciacquarsi: specialm.  la  bocca,  i  denti. 

scialala,  'V.  att.  =  scialare,  scialarsela: 
darsi  bel  tempo,  spendendo  assai;  far 
scialo. 

sciàlàpa,  s.  f.  =  scialappa,  sciarappa: 
radice  medicinale  d'una  pianta  delle 
Indie,  assai  purgativa. 

sciàlètt,  s.  ni.  =  scialletto:  piccolo  scialle 
che  copro  solo  le  spalle. 

sciali,  s.  m.  =  scialle:  ampio  panno  qua- 
drangolare che  portano  le  donne  per 
coprirsi  le  spalle,  e  di  dietro  quasi  tutta 
la  persona. 

scialo .  s.  m.  =  scalogno  ;  allium  asca^ 

lonicum:  sorta  di  cipolla  e  aglio. 
sciàmbola,  s.  f.  =  scialo:  lo  scialare,  il 
darsi  bel  tempo. 

1)  fa  sciàmbola  =  fai'e  ri^ta:  suol 
dirsi  quando  alcuno  fa  un  desinare  o 
una  cena  più  grossa  dell'usato  in  oc- 
casione di  prosperità,  d'invito  e  sim. 
sciànipa,  s.  f.  =  zampa:  piede  d'animali 
specialm.  quadrupedi. 

1)  scitLmpa  de  gàina  =  raspatura  di 
gallina.  Vedi  gàìna,  12). 

2)  Zampetto,  di    agnello  o   di    lepre 
che  si  usa  per  spolverare. 

sciàinpà,  V.  att.  =  ghermire,  agguantare, 
rubare;  àia  fera  g'han  sciàmpaa  Vo- 


rològg  =  alla   fiora  gli  hanno    agguan- 
tato l'orologio. 
sciàmpàda,  s.  f.  =    zampata  :    colpo   di 
zampa. 

1)  Manata,  manciata  :  quanto  sta  in 
una  mano. 

2)  à  sciàmpàd  =  a  manciate:  in  gran 
quantità. 

sciàmpàg'ii,  s.  m.  =  sciampagna  :  vino- 
spumante  e  gentile  della  prov.  francese- 
di  Champagne. 

sci<àmpeta<  s.  f.  =  zampetta  :  dim.  di 
zampa. 

1)  fa  là  sciàmpUa.  Modo  speciale- 
di  attaccare  gli  apparati  in  chiesa,  a 
festoni. 

sciàiiipètt,  s.  m.  =  zampone.  Vedi  sàm- 
pètt. 

sciàinpìn,  s.  m,  =  zampino;  ])iccolo  zam- 
pino. 

1)  mètegh  on  sciàmpin  =  entrarci 
per  qualche  cosa. 

sciàn,  s.  VI.  =  gatto  :  modo  famigliare- 
per  chiamare  il  gatto.  Al  femminile  : 
sciàua. 

s'ciàncà,  V.  att.  =  schiantare,  spezzare: 
rompere  violentemente. 

s'ciào,  esci.  =  addio,  senz'altro:  digli 
de  nò  e  s'ciào  =  digli  di  no  e  addio  ; 
màngiàroo  on  tòcch  de  pan  e  s'ciào 
=  mangerò  un  pezzo  di   pane  e  addio. 

sciàràbàn,  s.  m.  =  carro  a  panca  :  sjie- 
cie  di  calessino  senza  sportelli.  l)al 
frane,  char-à-banes. 

sciàràbàtàua,  s.  f.  =  cerbottana  :  specie 
di  straniente  da  tirare  agli  uccelli. 

sciarada,  s.  f.  =  sciarada  e  sciarrada: 
sorta  d'indovinello.  Si  fa  d'una  parola 
composta,  sciogliendola  in  quelle  che 
la  compongono,  e  facendo  una  perifrasi 
di  ciascuna  di  queste  per  dare  a  trovare 
la  parola  intera. 

s'ciàrì,  V.  att.  =  schiarire  :  far  diventar 
chiaro;  mettere  in  chiaro  checchessia, 
chiai'ire. 

1)  é'ciàriés  =  serenarsi  :  del  tempo 
che  da  piovoso  e  cupo  si  mette  al 
bello. 

s'ciàriméut,  s.  m.  =  schiarimento.  Vedi 
schiàriinéut.  * 

sciàrlòtt,  s.  f.  =  pasticcio,  melato,  char- 
lotte :  fratta  cotta  con  zucchero  e  vino 
bianco,  e  messa  in  una  crosta  di  pasta 
frolla:  poi  ricotta  al  forno. 
sciarpa,  s.  f.  =  sciarpa,  fusciacca:  fa- 
scia di  seta  o  d'altro  che  si  cinge  alla 


S»Cl 


-  732  - 


SCI 


vita  e  si  porta  ad  armacollo  ia  segno 
della  carica  che  uno  riveste,  o  della 
tìua  autorità. 

1)  Golettone  :  grossa  e  lunga  striscia 
di  maglia  che  si  avvolge  al  collo  nel- 
l'i averne. 

é'ciàsech  e  s'ciaser,  agg.  =  fitto,  ser- 
rato, compatto. 

.sciatoli)  s.  f.  =  scatola,  stipetto  :  serve 
a  vari  usi,  per  viaggio,  per  dolci,  etc. 
Dal  tedesco. 

■scìàtt,  s.  m.  =  rospo  :  una  botta  grossa 
di  colore  cenerino,  giallognolo. 

1)  Agg.  Tozzo. 

2)  boria  là  come  on  sciati  =  cader 
boccone,  bocconi.  Vedi  vénter. 

3)  e  dàj  che  l'è  on  sciati  =  qui  giace 
nocco  ;  e  dalli  !  Tedi  camp.  2) 

^ciàtòu,  s.  m.  =  ingordo  :  che  vuole  tutto 
per  so. 

*ciàvàtà,  V.  alt.  =  andare  a  zonzo  ;  an- 
dar girelloni,  bighellonare. 

iscìàvàtiu,  s.  m.  =  ciabattino,  ciaba: 
calzolaio  che  fa  le  rattoppature. 

1)  Fig.  :  ciabattiere,  ciarpone:  poco 
abile. 

«ciàvàtòn,  s.  m.  =  bighellone,  randagio  : 
colai  che  va  volentieri  senza  necessità. 

.scìàvàtt,  s.  f.  pi.  =  ciabatte;  scarpe 
rotte  e  logore. 

1)  Pantofole,  mule:  sorta  di  scarpe 
di  casa  fatte  coli' ago,  o  di  stoffa. 

2)  dolor,  profesor  di  me  sciàvàtt  = 
dottore ,  professore  dei  miei  stivali  : 
che  vai  nulla,  del  quale  non  abbiamo 
nessuna  stima. 

sciceli,  agg.  =  egregio,  esimio,  elegante: 
che  esce  dal  comune,  dall'ordinario. 

*cifòu,  s.  m.  =  orinaliera,  tavolino  da 
notte.  Anche:  cìfóu. 

iicifonà,  V.  att.  =  sgualcire,  gualcire, 
accofacciare.  Vedi  màstinà. 

•-scigrhèra,  s.  f.  =  caligine:  nebbia  fìtta; 
vapori  che  oscurano  l'atmosfera. 

1)  Alone,  cintura.  La  ghirlanda  di 
luce  non  sua  che  vedesi  talvoHa  in- 
torno alla  luna. 

*cigriiòii,  s.  m.  =  mazzocchio,  fintino, 
parrucca  :  specie  di  capigliatui"a  rimes- 
sa. Dal  francese  chignon. 

:SÇrola,  s.  f.  =  cipolla:  specie  d'aglio 
che  si  coltiva  pei  suoi  bulbi  adoperati 
nelle  vivande. 

1)  Bulbo,  cipolla  :  rigonfiamento  car- 
-noso  della  radice  di  alcune  piante  er- 


bacce, come  rape,  carote,  bai"babietole, 
e  simili. 

2)  Caccianfuori,  mozzamela:  d'orologi. 

3)  Piccolo  lume  con  recipiente  di 
vetro  0  altro  in  forma  schiacciata,  co- 
me il  bulbo  d'una  cipolla. 

scivolili,  s.  m.  =  bulbetto;  dim.  di  bulbo. 
1)  Carino,   bottoncino:    di    bambino 

grazioso  e  bello,  e  di  ragazza   gentile 

e  leggiadra. 
scigrolìua,  s.  f.    =    bulbettino:    dim.  di 

bulbetto,  sottodim.  di  bulbo. 
scigriieta,  s.  f.  =  civetta  :  uccello  rapace 

che  serve  per    richiamo    nella    caccia 

col  vischio. 

1)  Donna  sfacciata  e  ardita  nel  trat- 
tar cogli  uomini  e  nell' uccellarli, 

2)  cticia  coni  là  sciguèta.  \eii 
càcia,  6. 

scigriiètàrìa,  s.  f.  =  civetteria  :  il  civet- 
tare delle  donne. 

scigiiètòuj  s.  m.  =  birracchio  ;  vitello 
dal  primo  al  secondo  anno  di  età. 

scilòster,  s.  m.  =  candelabro  e  cero  pa- 
squale. 

scìmà,  s.  f.  =  cima,  vetta  :  la  parie 
estrema  di  una  montagna  di  un  bastone, 
di  una  pianta,  ecc. 

1)  Selma  del  moni  =  cima,  vetta, 
cimolo  del  monte. 

2)  de  serma  à  fond  =  da  capo  a 
fondo;  dal  principio  alla  fine. 

3)  Tèi-é  nò  dna  sclma  =  non  essere 
un  barbero;  non  essere  un  gi'an  che; 
di  persona  poco  sveglia  d'ingegno. 

sciinà,  r.  att.    =    cimare  :  degli    alberi, 
del  panno  :  tagliarne  le  sporgenze. 
1)  Tarpare  :  delle  ali. 

scimàsa,  s.  f.  =  cimasa.  T.  archit.  :  li- 
neamento  o  membro  che  sta  sopra 
qualsivoglia  membro  d'architettui-a  per 
finimento. 

scimbia,  =  s.  f.  =    scimmia,    bertuccia  : 
animale  quadrumane  assai  noto. 
1)  Fig.  :  figuraccia;  brutta  figura. 

sciinbioefi,  s,  m.  =  scimiottino,  bertuc- 
cino. 

1)  Entra  nella  canzone  infantile  ; 
tròta,  tròta  scimb'iceu  -  che  domdn  fa- 
rènim  fàscen  -  dòpodomàn  fàrèmm 
bàsgiànn  -  per  fa  i-tà  àlegher  i  bèj 
tosànn.  Corrisponde  in  toscano.  Traci, 
truci,  cavallino  -  mena  l'asino  al  mu- 
lino; il  mulino  è  rovinato  -  il  mu- 
gnaio s'è  impiccato.  Oppure:  Din,  don. 


SCI 


-  733 


SCI 


campanou  -  la  Diana  del  Simon  -  e 
iSiraon  Simonella  -  che  avea  una  cam- 
panella -  che  sonava  le  ventitre.  -  Tutte 
lo  donne  dicono  :  pover  a  me  !  -  Son 
canzoni  che  si  dicono  facendo  saltare  i 
bambini  sulle  ginocchia. 
cìmes,  ò'.  m.  =  cimice.  Insetto  schifoso. 

1)  scìmes  mlvàdegh  =  gorgoglione: 
piccolissimo  insetto  verde  che  si  trova 
sui  rosai. 

2)  Fig.  Uomo  senza  cuore,  insensi- 
bile. 

sciiuìu  di  solètt  =  cappelletto  :  la  parte 
della  soletta  che  fascia  le  dita  del  piede. 

sciiiiiotà,  v.  alt.  =  scimmiottare,  scim- 
inieggiare  :  imitare  servilmente  e  senza 
senno,  come    fanno  le  scimmie. 

scimiòtt,  s.  VI.  =  scimmiotto:  di  per- 
sona goffa  e  brutta. 

sciniisèta,  s.  f.  =  camicino  :  parie  del 
vestiario,  per  lo  più  di  tela  molto  fine 
che  lo  donne  portano  sopra  la  fascetta, 
al  di  sotto  del  vestito,  ed  esce  fuori 
dal  collo  con  una  bavera  per  lo  più 
ricamata  che  si  rovescia  sulle    spalle. 

licimósa;  s.  f.  =  cimossa,  vivagno  ;  orlo 
dei  tessuti  e  s])ecialm.  del  ])anno. 

1)  fèH-  Hui  seimo<-<-  =  essere  sullo 
scorcio,  sul  finire;  «ssere  ^lla  porta  coi 
sassi. 

scimostóiij  s.  ìli.  =  tronco,  mozzicone, 
zingone  :  ramo  d'albero  tagliato. 

scili,  (inverà  còme  oii)  =  da  umore  ne- 
rissimo. 

s'ciiicà,  ».  att.  =  schiantare,  spezzare, 
rompere.  Vedi  scàvesà. 

scindiroeù,  s.  m.  e  /".  =  cova  il  fuoco, 
cenerentola:  di  donna  che  sta  volen- 
tieri nell'angolo  del  camino. 

scine,  agg.  =  picchiettato,  picchiolato, 
brizzolato:  di  tutto  ciò  che  sia  ])un- 
teggiato  di  qualche  colore  sopra  altro 
colore  ;  fttòfa  scine  =  panno  brizzolato. 

scinivèla,  s.  f.  =  cervello  :  quello  degli 
animali  macellatii,  che  si  cuoco  special- 
mente in   frittura. 

scintila,  s.  f.  =  scintilla,  favilla  molto 
accesa,  viva. 

1)  el  g'hà  nò  là  scintila  =  non  ha 
la  scintilla:  il  genio,  l'ispirazione. 

sciòccli,  s.  m,  =  ciocco,  ceppo,  toppo: 
grosso  tronco  da  bruciare  e  anche  da 
tagliarvi  le  carni  in  beccheria  e  da' sa- 
lumieri. 

1)  tal  e  quàl  l'è  ci  seiòcch,  venfoeàra 
i  tàpp  =  la  scheggia    ritira  del  ceppo  ; 


d'un  cattivo  legno  non  può  venire  una 
buona  scheggia  ;  di  chi  non  traligna- 
dai  suoi  ;  ma  si  dica  sempre  di  gente 
cattiva.  Anche:  il  frutto  cade  poco- 
lontano  dall'albero. 

2)  dormì  come  on  seiòcch  =  dormir 
sodo,  profondamente.  Vedi  donni  2), 

sciochèsa,  *  s.  f.  =  sciocchezza,  grulle- 
ria :  atto  e  detto  da  sciocco,  da  grullo^ 

sciocliina,  s.  f.  =  giucchina  :  di  ragazza; 
un  po'  troppo  semplice. 

sciólt,  agg.  =  sciolto,  disinvolto,  franco: 
non  maniei'ato. 

sciònsgia,  s.  f.  =  sugna:  gi-asso  levato- 
d'attorno  agli  arnioni  del  maiale. 

scionsg'ià,  V.  att.  =  sonare,  picchiare  : 
di  busse.  E'  modo  volgare  ;  se  te  tàsef 
nò  ti  scionsgi  =  se  non  taci  te  le- 
suono. 

sciousgin,  s.  m.  =  cicerbita,  grispi- 
gnolo:  specie  di  insalata  selvatica. 

s'ciopà,  V.  att.  =  scoppiare  :  spaccare,, 
aprirsi,  i-ompersi  violentemente  e  con- 
forte  rumore,  di  cose  troppo  igiene  a 
nelle  quali  all'intorno  si  sprigiona  una 
gran  forza. 

1)  Rompersi,  incrinarsi  violentemente; 
bisogna  sbMà  quèla  lucèrna,  perche 
fte  nò  'Z  veder  el  s' doparti  =  bisogna 
abbassare  quella  lucerna,  perchè  se  no- 
li caiioccio  scoppierà. 

2)  ù'cioptb  d' itivìdia,  de  rtbia  = 
scoppiar  d'invidia,  di  rabbia:  essere 
pieno  d'invidia,  di  rabbia. 

3)  s'ciopa  !  =  che  tu  scoppi  !  che  tu 
possa  scopi)iare!  Imprecazioni  pleblee. 

4)  s'ciopa  del  eàld  =  scoppiar  dal 
caldo;  per  caldo  eccessivo. 

5)  ft'ciopti  del  rid  =  scoppiare,  sbel- 
licarsi dalle  risa  :  ridere  smoderatamente. 

6)  voi'è  ^'ciopti  'Z  ccBiir  =  scoppiare 
il  cuore  :  sentire  vivissimo  dolore. 

7)  Dei  tumori,  gonfiori  e  sim.,  aprirsi 
e  gettar  fuoil  la  marcia. 

8)  s'ciopti  foeura  à  piàng  =  scop- 
piare in  pianto,  prorompere  in  pianto. 

s'ciopàda,  s.  f.  =  scoppiata  :  lo  scop- 
piare, e  il  suono  dello  scoppiare. 

s'ciopètà,  V.  att.  =  fucilare:  uccidere 
col  fucile. 

s'ciòpetada,  =  s.  /".  =  schioppettata,  fu- 
cilata :  lo  scaricare,  lo  scaricarsi  delio- 
schioppo,  del  fucile. 

s'ciopètt,  s.  m.  =  scoppietto,  schiop- 
petto :  piccolo  schioppo. 

1)  Canna    di    sambuco    vuota    nella. 


»Cl 


-  734  - 


SCI 


quale  si   introduce    una   bacchetta  per 

farne  uscire  con    scoppio  una  palla  di 

capecchio. 
s'ciopiroeùl,  s.  f.  pi.  =  ravaglione:  vaiolo 

selvatico. 
s'ciopòn,  s.  m.   =    scoppio  :    di   pianto, 

di  riso. 
1)  Garofano  sbocciato  molto  e  grosso. 
s'cìòpp,  s.  m.  =  fucile  :    arma  da  fuoco 

che   adoperano    i    soldati.    Se    è    per  i 

cacciatori,   schioppo. 

1)  vès'^  proni  cóme  on  s-'ciòpp  =  es- 
sere prontissimo. 
«ciòpp,  s.  m.  =  sciop  :  bicchiere  grande 

che  s'usa  i)er  la  bin-a.  Dal  tedesco. 
*»ciòr,  s.  m.  =    signore,    ricco:    che   ha 

molti  possedimenti  e   molti  danari. 

1)  Padrone  :  el  me  seior  =  il  mio 
padrone. 

2)  fa  diventa  sciòr  =  aiTicchire,  far 
diventar  ricco. 

3)  ^ont  on  sciòr  =  sono  arcicontento, 
sono  a  posto. 

sicióra,  s.  m.  =  signora,  padrona.  Il 
femm.  di  sciòr. 

1)  fa  là  sdora  =  far  la  ruota.  Del 
tacchino,  del  pavone,  rialzare  le  penne 
della  coda  tenendole  allargate  a  ven- 
taglio. 

sicioràrìa,  s.  f.  =  ricchezza,  fasto,  lusso 
signorile. 

sciòstra,  s.  f.  =  sostra  (?)  :  magazzeno 
di  materiali  come  legaa  e  pietre. 

sciostree,  s.  m.  =  sostraio  :  negoziante 
di  legno  o  di  pietre. 

scioràsé,  s.  m.  =  signorazzo:  gran  si- 
gnore. 

■s'ciorlì,  V.  att.  =  chiurlare:  lo  stridere 
della  quaglia  covaticcia. 

.*ciòtt,  s.  m.  =  meta  o  micca:  la  quan- 
tità di  sterco  che  fa  in  una  volta  l'a- 
nimale. 

scipàri,  s,  m.  =  sipario,  tela.  T.  da  teati'o. 
Vedi  8cepàri. 

scirés,  s.  f.  pi.  =  incotto,  vacche:  livi- 
dori stille  cosce  di  chi  cova  il   fuoco. 

i»cirésa,  s.  f.  =  ciliegio  e  ciliegia:  specie 
d'albero  e  di  frutte  notissimi. 

1)  llioo  conosim  scirésa  =  lo  co- 
nobbi a'  suoi  tempi  :  quando  era  in 
cattive  condizioni  di  fortuna. 

•sciresònn,  s.  f.  pi.  =  ciliege  marchiane. 

sciro,  s.  m.  =  scirro  :  specie  di  tumore 
duro  che  spesso   degenera    in   cancro. 

*ciròcch,  .9.  m.  =  scirocco:  nome  di  un 


vento  di  sud  est,  e  della  parte  da  dove 
spira  esso  vento. 

scirceu,  s.  m.  =  gazzuolo,  grumolo,  co- 
sto :  le  foglie  aggrappate  a  uso  mazzo 
che  certe  piante  buttano  dalla  radice  : 
on  sciroRU  de  veré^  de  làtùga  =  un 
grumolo,  un  cesto  di  cavolo,  di  lattuga. 
1)  Broccolo:  grumolo  che  il  cavolo 
e  le  rape  fanno  in  mezzo  al  cesto, 
quando  son  vicine  a  fiorire. 

scìrósa,  s.  f.  =  matton  pesto,  cirossa, 
mattone  arrotato  :  la  polvere  di  mattone. 

sciròtt  f  s.  m.  =  cerotto ,  piastrello  : 
composto  medicinale  fatto  specialm.  di 
cera,  o  materia  tenace  perchè  s'ap- 
picchi sui  malori. 

scirpia^  s.  f.  =  lesina,  avaraccio,  gretto  : 
d'uomo  assai  ritenuto  nello  spendere. 

scirpiària,  s.  f.  =  grettezza,  lesineria: 
risparmio  eccessivo,  sordido. 

scirpiòn,  s.  m.  =  lesinone,  avarone, 
sordido;  che  non  spende  un  quattrino 
se  non  con  dispiacere. 

scisela;  V.  att.  =  succhiare,  succiare: 
attrarre  a  sé  colle  labbra  l'umore  e  il 
sugo. 

1)  Fig.  :  pocciare,  trincare  :  bere  con 
gusto. 

2)  Poppare  :  di  bambini  lattanti. 

3)  scìscia  bobò  =  pagheresti  !  dicatti  ! 
aver  dicatti,  star  contento,  dover  esser 
soddisfatto. 

scisciaa^  agg.  =  sparuto;  di  chi  par  suc- 
ciato per  vita  troppo  licenziosa. 

scisciàna^  s.  f.  =  domestichezza  :  rela- 
zione di  famigliarità  ;  V  è  tuta  scisciàna 
cont  me  cilsìn  =  è  in  tutta  domesti- 
chezza con  mio  cugino. 

sciscioeu,  s.  m.  =  assiolo  chiù:  uccello 
simile  alla  civetta. 

sciscióii;  s.  m.  =  poppatoio,  tiralatte  : 
strumento  che  serve  all'allattamento 
artificiale. 

1)  Bordone,  pennina  d'uccello  piena 
di  sangue. 

2)  Succio,  rosa:  sangue  che  viene 
a  fior  di  polle  e  rosseggia  tiratovi  da 
succhiatura  delle  labbra. 

scìsger,  s.  m.  =  cece:  specie  di  legume 
notissimo  che  si  mangia  da  noi  con 
carne  di  maiale,  specialm.  il  giorno  della 
Commemorazione  dei  defunti. 

1)  aììdà  in  brceud  de  scìsger  =  non 
capir  nella  pelle,  andare  in  brodo  di 
giuggiole  ;  per  grande  contentezza  e 
soddisfazione. 


-  735  - 


2)  vèPs-  sctsyer  e  biiòll  =  essere  paae 
e  cacio  ;  intimi,  amicissimi. 

^cistèrna,  s.  f.  =  cisterna,  fogna,  cloaca, 
chiavica:  luogo  scavato  sotterra  per 
raccogliervi  l'acqua  piovana  e  gli  scoli 
delle  latrine. 

1)  Bottino  0  pozzo  nero.  Vedi  ci- 
stèrna. * 

s'ciuma,  s.  f.  =  schiuma.  Vedi  scuma. 

sciusc,  s.  m.  =  putiferio,  fracasso.  Vedi 
spiièll. 

scoa,  s.  f.  =  granata  :  mazzi  di  saggina, 
di  scopa  0  sim.  legati  strettamente  in- 
sieme dalla  parte  dei  fusti,  e  infilatovi 
nel  mezzo  un  bastone  ;  serve  per  ispaz- 
zare. 

1)  écòa  de  lègn  =  scopa  :  granata 
grossolana  fatta  di  vimini,  di  ramoscelli, 
per  spazzar  stalle,  cortili,  strade,  ecc. 

2)  benedì  rùn  cont  là  seda  =  bene- 
dire uno  col  manico  della  granata  ; 
bastonarlo. 

3)  ròbb  de  benedì  cont  là  écòa  = 
cose  di  poco  momento,  da  prendersi 
alla  leggera. 

4)  Di  dipinto  ;  faa  cont  là  ècoa  = 
dipinto  colla  granata  ;  malissimo. 

5)  Miehelàngiol  bòna  scpa  =  il  pittor 
Granata;  di  cattivo  pittore. 

6)  ciàpà  là  écòa  =  pigliar  la  granata; 
mandar  via  tutti  in  una  volta,  i  servi- 
tori, gli  impiegati  di  un  ufficio,  o  sini. 

7)  Ve  òna  Pcòa  =  è  un  tocca  e  sana; 
di  rimedio  efficace. 

8)  Scopa.  T.  gioc:  sorta  di  gioco  che 
si  fa  in  due  o  in  quattro  con  tre  carte 
per  uno  e  quattro  in  tavola  scoperto. 
Fa  scòa  =  fare  scopa  ;  dicesi  allo  stesso 
giuoco  quando  non  si  lascia  punto  carte 
in  tavola. 

scoà,  r.  att.  =  scopare:  pulire,  spazzare 

colla  granata. 
-scoàsS)  s.  m.  =  fraciandolo  ;  pertica  con 

pannuccio  in  cima  per  pulire  il  forno. 
"Scdca  s.  f.  =   biciancola,    o    biciancole  : 

altalena  che  si  fa  con  un  asse  o  trave. 

1)  Altalena  :  tavola  sospesa  sulla 
quale  due  siedono  ai  due  capi  alzan- 
dosi e  abbassandosi  a  vicenda  ;  o  tavo- 
letta fra  due  funi  sulla  quale  a  solere 
0  ritti  si  va  a  guisa  di  pendolo. 

2)  cavali  de  scdca  =  cavallo  a  don- 
dolo :  quello  di  legno  su  cui  i  ragazzi 
vanno  a  cavallo. 

3)  Cassa  :  la  parte  della  carrozza  che 


posa  sui  cignoni  o  sulle  stanghe  e  dove 
stanno  le  persone. 

scoca,  V.  att.  =  altalenare;  fare  all'alta- 
lena ;    giocare  sull'altalena. 

scocorà,  r.  att.  =  bevucchiare  :  bere  vo- 
lentieri. 

scodegà,  V.  att.  =  scotennare  :  levare  la 
cotenna. 

scodidura,  s.  f.  =  storno:  lo  spazio  che 
occorre  perchè  un  mobile  possa  girare 
su  se  medesimo  o  volgersi  comodamente: 
,<-e  pò  ilo  porta  sii  là  guardaroba  perche 
gli  è  minga  àsce  scodidura  sui  scàl  = 
non  si  può  portar  su  la  guardaroba 
perchè  non  e'  è  abbastanza  storno  per 
lo  scale. 

scoèrt,  agg.  =  scoperto  :  di  ciò  che  non 
ha  né  veli,  ne  coperchio,  ne  altro  che  lo 
copra;  càròsa  scoèrta  =  carrozza  sco- 
perta, senza  mantice. 

sc(Bud,  r.  att.  =  riscuotere.  Di  danaro, 
cambiali  e  sim.:  ricevere  il  pagamento 
d'una  somma  dovuta. 

1)  Avere  storno,  esserci  storno  :  di 
mobili  0  altro  che  hanno  spazio  per  poter 
girare  su  sé  medesimi. 

2)  seoBud  là  fàmm,  là  set,  on  càprìsi 
=  soddisfare  la  fame,  la  sete,  un  ca- 
priccio. 

scceugria,  s.  f.  =  madrevite  :  parte  del 
torchio  0  pressoio  da  vino. 

scoeuì,  s.  m.  =  scoglio  :  masso  alla  riva 
0  in  mezzo  al  mare  ;  fuori  o  dentro 
alle  acque. 

1)  Di  persona  dura,  lenta  a  muoversi. 

scoin,  s.  m.  =  granata.  Vedi  scòa. 

scoinàda,  .f.  f.  =  granatata:  colpo  dato 
colla  granata. 

scoinàtt,  s.  m.  =  granatalo:  chi  fa  le 
granate  da  spazzare  e  le  vende. 

scoinètt,  s.  m.  =  granatino  :  dim.  di 
granata  ;  specialm.  quello  per  l'acquaio 
e  per  il  luogo  comodo. 

1)  Spazzola,  spazzola  da  padulo  ;  maz- 
zetto di  canne  da  padule  che  serve  a 
spolverare  i  palchi  e  lo  pareti. 

scoi,  s.  m.  =  scolo,  scolatoio. 

scSla,*  s.  f.  =  scuola  :  luogo  dove  si  in- 
segna a  leggere  e  scrivere,  qualche 
scienza  o  qualche  arte. 

1)  Scolaresca  :  nome  generico  per 
dire  tutti  gli  scolari  di  una  scuola. 

2)  bigia  scòla  =  far  forca  :  mancare 
alla  scuola. 

scola,  V.  att.  =  scolare,  sgrondare  :  an- 
dar giù  colando  ;  detto  di  liquidi. 


SCO 


736  - 


SCO 


1)  Trans,  far  scolare  :  tenere  alcuna 
cosa  in  modo  che  n'esca  l'acr^ua  o  al- 
tro, scolando. 

2)  Schiccherare  :  bere  il  fondo  del 
vino  0  d'altro  restato  nei  bicchieri. 

i^colaa,  agg.  =  sgrondato  :  part.  pass,  di 
sgrondare. 

écolàdòr,  s.  m.  =  scolatoio,  colatoio  : 
arnese  per  scolare. 

1)  seolàdòr  de  P  insalata  =  scuotitoio. 
Vedi  scolàinsàlàta. 

scolàiusàlàta,  s.  m.  =  scotitoio  :  arnese 
di  fil  di  ferro  per  scuotervi  l' insalata 
lavata,  affinchè  s'asciughi. 

scolàorsoeù,  s.  m.  =  abatucolo,  abaton- 
zolo,  chierichetto  :  dispr.  di  abate, 
chierico. 

scolar,  s.  m.  =  scolaro,  scolare  :  allievo, 
alunno  ;  chi  è  nella  scuola  per  impa- 
rare :  el  màèfster  de  spèss  el  se  cognoss 
dtLi  scolar  =  il  maestro  spesso  si  co- 
nosce dagli  allievi. 

1  )  Confratello  :  chi  appartiene  ad  una 
confraternita. 

scolàstich,  agg.  =  scolastico;  che  appar- 
tiene alla  scuola. 

scòlcióii,  s.  m.  =  bordone  :  le  penne 
che  cominciano  a  spuntare  agli  uccelli. 

1)  Calugine,  pelui'ia,  bordoni:  il  pelo 
matto  de'  giovanetti  sul  mento. 

2)  Sterpacchi  :  cai)elli  corti,  radi,  irti. 
scòlciònéra,  s.  f.  =  radicchio  :  grosse  e 

lunghe  radici  cotte  che  si  mangiano  in 
insalata ,  private  dell'  interna  anima 
un  po'  legnosetta. 
scolpì,  V.  att.  =  scolpire  :  fare,  formare 
immagini,  figure  di  tutto  rilievo,  in 
materia  solida,  levando  il  soverchio, 
per  lo  più  in  marmo. 

1)  scolpi  i  pàròll  =  scolpire  le  pa- 
role :  pronunziarle  bene,  spiccandole 
fortemente. 

2)  scolpì  in  del  ecetir,  in  là  meni  = 
scolpire  nel  cuore,  nella  mente,  impri- 
mersi bene  e  conservar  lungamente 
qualche  cosa  nel  cuore,  nella  mente. 

scolta,  «7.  att.  =  ascoltare  :  stare  a  sen- 
tire con  attenzione  ;  e  anche  :  dar  retta, 
fare  a  modo  d'  altri.  In  questo  senso 
si  usa  anche;  dei  à scoli  =  dare  ascolto. 

scombàtt,  V,  att.  =  quistionare,  disputare. 

scomésa,  s.  f.  =    scommessa":    il   patto 
che  si  fa  scommettendo,    e  la   somma 
scommessa  al  gioco. 
1)  scomesa  !  =  scommetto  !  scommet- 


tiamo !  Per  meglio  e  più  affermare  quel 
che  si  dice. 

scomètt,  V.  att.  =  scommettere  :  pat- 
tuire di  pei-dere  o  pagare  una  data  cosa, 
se  non  avviene  o  non  è  vero  quello 
che  si  dice  o  si  vorrebbe. 

1)  Prender  parte  al  gioco  con  una 
somma  in  favore  o  contro  l'uno  o  l'altro 
dei  giuocatori. 

scoiupàginàss,  v.  rifl.  =  scompaginarsi, 
turbarsi  :  mettersi  in  disordine. 

scoinpàgruà,  v.  att.  =  Vedi  descompàgnà. 

scomparì,  v.  att.  =  scomparire  :  perdere 
al  paragone,  comparire  da  meno  ;  e  di 
pers.  fare  non  buona  né  bella  figui-a. 

1)  Disparire,  sparire  :  non  essere  ve- 
duto più,  togliersi  allo  sguardo. 

scompàrt  e  scompàrtimènt,  s.  ni.  = 
compartimento.   Vedi  compàrtimént. 
1)  Palchetto  :  quello  delle  librerie. 

scompìàcéut,  agg.  =  scompiacente:  non 
compiacente  ;  contr.  di  compiacente. 

scompìli,  s.  m.  =  scompiglio,  confusione. 

scompònn,  v.  att.  =  scomporre  :  gua- 
stare, disordinare  ciò  che  é  composto, 
r  insieme  di  una  cosa. 

scomunica,*  s.  f.  =  scomunica:  censura 
ecclesiastica  ;  pena  che  itriva  della  par- 
tecipazione dei  sacramenti  e  della  co- 
munione dei  fedeli. 

sconcért,  s.  m.  =  sconcerto,  disappunto, 
scangeo  :  tristo  caso  ;  sinistro  che  ar- 
resta 0  impedisce  il  procedere  di  qual- 
che cosa. 

sconcerta,  v.  att.  =  sconcertare,  distm-- 
bare,  mettere  sossopra  :  impedire  il 
procedere  di  una  cosa. 

scond,  V.  att.  =  nascondere,  celare,  ap- 
piattare :  riporre  un  oggetto  in  un  luogo 
dove  sia  difficile  che  altri  lo  trovi. 

scòndes,  v.  rifl.  =  nascondersi,  celarsi, 
non  lasciarsi  ti'ovare. 

1)  giiigà  à  scòndes  =  fare  a  capan- 
niscondere,  a  rimpiattino,  a  rimpiat- 
tarsi, a  rimpiatterello  :  gioco  dei  ragazzi 
nel  quale  tutti  vanno  a  nascondere, 
fuorché  uno  che  riman  fuori  e  deve 
scoprire  dove  si  sono  nascosti  gli  altiù. 

2)  àndà  à  scòndes  =  andarsi  a  ri- 
])orre.  Per  vergogna. 

3)  va  à  scòndes .'  va,  scòndet  !  = 
vatt'  a  riporre  !  a  chi  si  vanta,  a  chi 
fa  delle  sguaiataggini. 

sconfònd,  v.  att.  =  negare,  confondere  : 
mettere  allo  scopeiio  l'impostura  di  uno. 


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scoiigriiirà,*  V.  att.  =  scougiiirare  :  pre- 
gai'e,  supplicare  sti'aoi'dinariamente. 

^coiiquàsà,  v.  att.  =  scoiiquassaro,  seas- 
siuave  :  buttare  all'aria,  rovinare  con 
violenza  ogni  cosa. 

scouqnàss,  s.  m.  =  sconquasso,  con- 
quasso :  rovinio  d'ogni  cosa  con  vio- 
lenza, baccano. 

^contórc,  V.  att.  =  contorcere,  attorti- 
gliare :  rivolgere  sopra  se  stesso. 

scontrili,  .?.  m.  =  riscontrino  :  quello 
che  danno  nelle  stazioni  registrando  i 
bagagli,  perchè  il  viaggiatore  possa  ria- 
verli alla  stazione  di  arrivo. 

1)  Polizza  che  danno  ai  teatri  a  chi 
osco  negli  intermezzi,  perchè  possa 
l'ientrare. 

2)  Zipolo  :  legnetto  ravvolto  in  poca 
stoppa,  col  quale  si  tura  la  cannella 
di  una  botte,  spingendovelo  dentro  colla 
mano  spiralmente. 

scopàsòii,  s,  m.  =  scapaccione  :  colpo 
dato  colla  mano  aperta  sulla  testa. 

1)  ciàpiì  à  sropàéòn  =  prendere  a 
scapaccioni  ;  scapaccionare. 

scopàsiiii,  agg.  =  grande  e  grosso.  Usa 
nella  sola  frase  :  grand  e  gròH-  e  sco- 
pàmil,  dove  non  fa  che  ripetere  rin- 
forsando  il  significato  delle  jiarole  che 
precedono. 

scopèll,  s.  m.  =  scalpello,  scarpello  : 
arnese  di  ferro  o  acciaio  tagliente  in 
cima,  a  ralla,  con  cui  il  legnaiuolo 
scava  canali  nel  legno,  o  gli  scultori 
lavorano  il  marmo. 

s'copelòtt,  s.  m.  =  scappellotto,  scapac- 
ciono :  colpo  dato  leggermente  colla 
mano  aperta  sul  capo. 

scopért,  agg.  =   scoperto.  Vedi  scoért. 

scopèrta,*  s.  f.  =  scoperta  :  il  ritrova- 
mento di  cose  ignote  o  nascoste  ;  di 
nuove  verità,  o  applicazioni  nuove  di 
verità  conosciute. 

scopi,*  s.  m.  =  scoppio  :  il  rumore  che 
fa  una  cosa  scoppiando. 

Scopo,  *  s.  m.  =  scopo,  oggetto  :  il  fine 
che  uno  si  propone  ;  gh'è  nisùn  ècòpo 
per  àndà  à  épààs  con  sto  tempàse  = 
non  c'è  alcun  scopo  d'andare  a  pas- 
seggio con  questo  tempaccio. 

scòpola,  s.  f.  =  scopola,  schiaffo,  scap- 
pellotto :  colpo  dato  colla  mano  aporta 
sulla  guancia. 

1)  entra  coni  tà  scòpola  =  entrare 
'■olla  scopola,  alla  portoghese  :  di    chi 


va  a  teatro  e  passa  per  sotterfugio, 
senza  pagare. 
scopri,*  V.  att.  =  scoprire  :  togliere  di 
sopra  ad  una  cosa  ciò  che  la  copre,  la 
nasconde,  la  toglie  alla  vista  della  gente. 
Usa  specialm.  di  pittura,  statua,  mo- 
numento e  sim.  per  togliere  quei  ri- 
pari che  erano  fatti  apposta  i)er  na- 
sconderlo. Negli  altri  Usi  comuni,  vedi 
(lesqUiàtà. 

1)  Arrivare  a  sapei-e,  a  conoscere  ciò 
che  si  ignorava  o  che  non  si  sapeva  : 
tanto  di  cose  fisiche  e  materiali,  quanto 
morali. 

2)  Trovare  nuove  terre,  nuovi  paesi, 
viaggiando. 

scoràg'ià,*  'e.  att.  =  scoraggiro,  scorag- 
giare :  togliere  altrui  il  coraggio. 

scoràgiàmèiit,*  s.  m.  =  scoraggiamento  : 
lo  stato  di  chi  è  scoraggiato  ;  el  i-e 
àbàndòna  à  on  seoràgiàmént  che  Ve 
pròpi  tròpp  =  si  abbandona  a  uno  sco- 
raggiamento che  è  davvero  eccessivo. 

scoràgriàss,*  v.  rifl.  =  scoraggirsi,  sco- 
raggiarsi :  perdere  il  coraggio. 

scoràsà,  v.  att.  =  scarrierare  :  andare 
di  carriera,  correre  qua  e  là  all'  im- 
pazzata. 

scòrba,  s.  /.  =  corba,  spoi-ta  :  cesta  in- 
tessuta di  vimini  o  sim. 

scorbàtt,  s.  m.  =  corvo  :   specie    d'  uc- 
cello dalle  piume  nerissime. 
1)  Prete:  voce  di  spregio. 

scorbiitt,  s.  ni.  =  scorbuto  :  malattia  ca- 
ratterizzata da  indebolimento  di  forze, 
e  da  emorragie  por  cattiva  assimila- 
zione di  cibi,  aria  malsana,  ecc. 

scordaa,*  agg.  =  scordato  :  di  istrumenti 
a  corda  che  hanno  perduto  1'  accorda- 
tura, e  anche  degli  altri  che  non  sono 
accordati  fra  loro. 

scorènsgia,  s.  f.  =  correggia,  peto  :  vento 
che  esce  dall'ano. 

scorént,  agg.  =  inzuppato:  molle  d'acqua 
•  0  di  sudore. 

scorlàcoo,  s.  m.  =  dissipato,  scapestrato, 
rompicollo,  discolo:  di  chi  tiene  una  con- 
dotta leggiera  e  troppo  spensierata. 

scorlèra,  5.  f.  =  maglia  scappata  :  l'ac- 
cavallare 0  saltar  qualche  maglia  nel 
far  le  calze,  per  distrazione  o  imperizia. 

scorli,  V.  att.  =  scuotere,  scrollare  :  smuo- 
vere e  agitare  una  cosa  violentemente 
con  moto  interrotto  ;   scorti  là   piànta 
=  scuotere  la  pianta. 
1)  srorlì  el  eoo  =  crollare,  scuoterò 


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la  testa:  per  accennare    di    no    o    per 
accennare  a  dubbio,  a  preoccupazione. 

2)  scorllj  già  =  scotere  le  busse,  le 
bastonate:  non  curarle,  non  farsene  caso. 

3)  Agitare  :  detto  di  un  liquido  nel 
suo  recipiente  ;  scorti  ci  decòtt  =  agi- 
tare il  decotto. 

scorlìda,  s.  f.  =  scrollata:  l'atto  e  l'ef- 
fetto dello  scrollare. 

1)  Bussata.  Nel  fig.  cosa  che  rechi 
danno  grave  nella  salute  o  negli  inte- 
ressi ;  pòer  diàol  !  el  g'  ha  àvidi  dna 
bela  seorlìcla  !  =  poveretto  !  ebbe  una 
bella  bussata  ! 

scorpioii,  s.  m.  =  scorpione  :  genere  di 
animali  degli  aracnidi. 

scòrsa,  s.  f.  =  corsa,  scorsa  :  il  correre 
in  un  luogo  e  non  fermaroisi,  o  fer- 
marcisi  brevissimo  tempo. 

1)  dàgh  òna  scòrsa  =  dare  una  scorsa  : 
lo  scori'ere,  di  un  libro,  uno  scritto,  ecc. 

scorsa,  s.  f.  =  scorza,  buccia  :  la  scorza 
delle  piante  e  dei  rami  giovani. 

1)  La  parte  supei-ficiale,  l'involucro 
esterno  delle  frutte  ;  òna  ècòrm  de  me- 
tòn,  de  limòn^  d'inguria,  e  sim.  = 
una  buccia,  una  scorza  di  popone,  di 
lini  me,  di  cocomero  e  sim. 

■J)  vèss  diir  de  scorsa  =  essere  di 
scorza  dura,  aver  la  buccia  dura  :  re- 
sistente alla  fatica  e  insensibile  al  do- 
lore così  fisico  come  morale  :  quindi 
non  cura  le  ammonizioni,  ecc. 

3)  vàri  òna  scorsa  =  non  valer  nulla. 

scòrta,  s.  f.  =  scorta  :  provvista  di  da- 
naro e  di  quanto  altro  può  bisognare 
alla  vita. 

1)  scorta  morta,  vìva  =  scorta  morta, 
viva  :  secondo  che  è  di  semenza,  fieni 
ecc.,  0  di  pollame,  bestiame,  ecc. 

2)  de  scòrta  =  di  rispetto  :  di  cavallo 
0  d'attrezzo  che  si  tenga  per  supplire 
aUa  mancanza  o  al  difetto  di  uno  si- 
mile che  ci  sopravvenga. 

scorta,  V.  att.  =  fornire,  provvedere  : 
procurare  il  necessario  e  più  a  qualcuno. 

scortaa,  agg.  =  fornito  :  provveduto  e 
non  scarsamente  di  ciò  che  occorre. 

scortàss,  V.  rifl.  =  munirsi,  approvec- 
ciai'si  :  fornirsi  del  necessario. 

scortegà,  v.  att.  =  scorticare  :  togliere 
0  levare  la  pelle. 

scortegàda,  s.  f.  =  scorticatura  :  lace- 
razione della  pelle  ;  la  piaga  che  si 
forma  dove  è  scorticata. 


scortès,*  agg.  =  scortese  :  senza  cortesia, 

iTistico,  villano. 
scortesìa,*  s.   f.    =    scortesia  :    l'essere 

scortese;  l'usar  villania,  atti  rustici. 
scosa,  s.  f.    =    scossa,    crollo  :    l'atto    e 

l'effetto  dello  scuotere  e  dello  scuotersi. 

1)  scosa  de  teremòtt  =  scossa  di  ter- 
remoto :  agitazione,  scotimento  della 
terra  con  moto  ondulatorio  o  sussultorio. 

2)  Disgrazia,  sventura  ;  là  mòrt  déla 
m'ama  per  mi  l'è  stàda  òna  gran 
scòsa  =  la  morte  della  mamma  per  me 
è  stata  una  gran  scossa. 

3)  scosa  elètrica  =  scossa  elettrica  : 
quello  scotimento  che  produce  F  elet- 
tricismo con  la  macchina. 

scosaa,  s.  m.  =  grembiale,  zinale,  grem- 
biule :  pezzo  di  pannolino  o  sim.  che 
le  donne  si  cingon  dinanzi,  ed  anche 
alcuni  artefici  per  riparo  dei  calzoni. 

1)  Parafango,  grembialino  da  calesse. 
T.  dei  carrozz.  :  specie  di  grembiale  di 
cuoio  sul  davanti  di  una  caiTozza  aperta 
che  ripara  la  pioggia  e  il  fango. 

scosàràda,  s.  f.  =  grembialata,  grem- 
biata  :  quanta  roba  si  può  mettere  in 
un  grembiale. 

scosés,  agg.  =  scozzese  :  di  disegno  di 
stoifa  a  quadretti  di  colori  vaii  e  vi- 
vacissimi. 

scosètìna,  s.  f.  =  scosserella,  scossetta: 
dim.  di  scossa. 

scosìna,  (in)  =  in  gi-embo.  È  voce  in- 
fantile e  vezzeggiativa. 

scòss,  s.  m.  =  grembo  :  le  ginocchia 
della  madre,  della  nutrice  o  di  chiun- 
que altri. 

1)  Soglia,  limitare:  pieti-a  sulla  quale 
posano  gli  stipiti,  o  la  parte  inferiore 
della  porta,  parallela  all'architrave. 

2)  Davanzale  :  delle  finestre,  qirella 
parte  di  parapetto  che  corrisponde  alla 
soglia  delle  porte  ed  è  per  lo  più  for- 
mata da  un  parallelepipedo  di  pietra 
sporgente. 

scota,  V.  att.  =  scottare,  bruciare  :  della 
sensazione  che  produce,  toccandolo,  un 
corpo  troppo  caldo  ;  el  càfè  tròpp  eàld 
el  m'ha  seotaa  là  léngua  =  il  caffè 
troppo  caldo  mi  ha  scottato,  bruciato 
la  lingua. 

1)  Cuocere  leggermente:  dare  una 
lieve  cottura,  in  specie  nell'  acqua  a 
bollore. 

2)  Di  parole  che  pungono,  che  fanno 


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male  ;  hin  resoti  che  scota,  etra  ti  = 
sono  frasi  che  scottano,  caro  mio. 

3)  ftcot^  là  tèra  é-dta  ài  pee  =  scot- 
tare la  terra  sotto  i  piedi  :  di  quando 
in  un  luogo  non  si  può  più  stare  ; 
quando  si  mostra  fretta  d'  andarsene. 

4)  chi  è  è-cotaa  de  V  ticqua  ctLlda, 
g'hà  paura  tinca  déla  fregia  =  il  cane 
che  fa  scottato  dall'  acqua  calda,  ha 
paura  della  fredda. 

5)  Delle  carni  per  febbre  o  altra  ca- 
gione ;  me  scota  là  tèsta  =  mi  scotta, 
mi  brucia  la  testa  ;  el  écdta  come  per 
là  féver  =  scotta  assai  per  la  febbre. 

«cotàda,  s.  f.  =  scottata  :  lo  scottare  ; 
dàgh  dita  scotàda  ài  vitèll  =  da'  una 
scottata  al  vitello. 

scotàdéo,  ngg.  indecl.  =  scottante,  bol- 
lente: che  scotta  :  di  vivande  che  son 
buone  appena  levate  dal  fuoco. 

scotàdura,  s.  f.  =  scottatui'a,  bruciatura  : 
vescichetta,  piaga  in  qiialche  parte  del 
corpo  prodotta  dal  fuoco  o  da  qualun- 
que materia  scottante,  e  il  segno  che 
ne  rimane. 

scotàss,  *  V.  rifl.  =  scottarsi,  bruciarsi  : 
farsi  una  bruciatura,  una  scottatura  ; 
el  s'è  scotaa  in  del  fa  el  càfè  =  s'  è 
bruciato  nel  fare  il  caffè.^ 

scotént,  agg.  =  scottante ,  bruciante  : 
specialm.  di  vivanda  troppo  calda. 

scotoli,  s.  m.  =  birracchio ,  vitellone  : 
vitello  un  po'  vecchio.  Vedi  scig-iletòn. 

screànsaa,  agg.  =  screauzato,  villano, 
malcreato  :  senza  buona  educazione. 

scredita,  v.  att.  =  screditare,  svilire  : 
diminuire  il  valore,  il  credito  di  una 
azione,  o  di  una  cosa. 

screpola,*  v.  att.  =  screpolare:  fondersi 
in  più  crepe  :  si  usa  specialm.  degli 
intonachi,  della  mestica  e  vernice. 

1)  E  delle  mani  o  della  pelle  che  si 
apre  qua  e  là  ;  col  frèce  ghe  screpola 
tati  i  man  =  col  freddo  gli  screpolano 
le  mani. 

scrèpolàdura,*  s.  f.  =  screpolatura  :  la 
fessui-a  prodotta  dallo  screpolare. 

scribàscià,  v.  att.  =  scribacchiare  :  scom- 
biccherare. 

scribàscin,  s.  m.  =  scrivano  :  chi  scrive 
0  trascrive  libri  o  altre  carte  per  me- 
stiere. 

scrisà,  t\  att.  =  stridere,  scricchiolare, 
sgrigiolare,  cantare  :  del  suono  che  fa 
la  penna  sulla  carta   o   che   fanno   le 


scarpe  nel  camminare  o  qualche  volta 
i  denti. 

scritòr,  s.  m.  =  scrittore,  e  anche  scri- 
vano :  chi  fa  la  professione  di  scrivere. 

scritt,  s.  m.  =  scritto  :  ciò  che  è  scritto. 

scritura,  s.  f.  =  scrittura,  carattere  :  il 
modo  particolare  con  cui  uno  scrivendo 
forma  le  lettere. 

1)  Scritto,  istromento,  patto:  atto  pri- 
vato, e  specialm.  in  lingua  teatrale  il 
patto  fra  artista  e  impresario. 

2)  tisen  de  natura  conoss  mtnga  là 
sòa  scritura  =  asino  di  natura  non  co- 
nosce la  sua  scrittura  ;  diciamo  a  chi 
stenta  a  leggere  per  fino  i  propri  scritti. 

scritiiràsiòii,  s.  f.  =  copia,  scrittura: 
scritturazione. 

scrìv,  V.  att.  =  scrivere:  significare,  espri 
mere  le    parole,  i  numeri,  i  suoni,  coi 
caratteri  dell'alfabeto,  coi  numeri  e  lo 
note  in  sulla  carta  e  altrove. 

1)  scrw  dna  pàgina,  on  foetij  =  scri- 
vere una  pagina,  un  foglio:  empirli  di 
scrittura. 

2)  CompoiTo  scrivendo;  me  piàs  pòccli 
come  'l  scì'tv  el  Càntù  =  mi  piace  poco 
come  scrive  il  Cantù. 

3)  seriv  à  qileidun  =  scrivere  ad  uno; 
scrivergli  una  o  più  lettere. 

4)  scrìv  sola  dètàtUra  =  scrivere  a 
dettatura:  scrivere  le  parole  che  uno  va 
dettando,  perchè  altri  le  scriva. 

5)  sàvè  tég  e  scrìv  =  saper  di  scrit- 
tura, saper  leggere  e  scrivere. 

6)  scrìv  sénsa  pensàgh  =  scrivere  a 
casaccio,  senza  riflessione. 

7)  scrìves  =  carteggiare  :  di  persone 
che  abitualmente  si  scrivono. 

scriràn,  *  s.  m.   =  scrivano;  più  nobile 

di  scribàscin.  Vedi. 
scrivanìa,  s.   f.    =    scrittoio,    scrivania: 

banco  fatto  apposta  per  scrivervi  e  ri- 
porre carte. 
scrocà,   V.    att.    =    scroccare  :    godere   a 

macca,    andare  a   scrocco,    mangiare  e 

bere  alle  spese  altrui. 
scrocàda,  s.  f.  =  mangeria,  scroccheria, 

scrocco:  l'atto  dello  scroccare  e  l'azione 

di  chi  scrocca. 
scròcch,  agg.  =  furbo,  accorto:  di  uomo 

avveduto,  sagace. 
scrofola,*  s.  f.  =  scrofola:  malattia  alle 

gangole,  gangola. 
scrostàss,    V.    rifl.  =    scrostare.    Di    un 

muro  :  lo  spiccarsi    dal  muro    e  anche 


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scu 


cadere  a  terra  l' intonico  a  larghi  pezzi 
irregolari. 

1)  Sbullettare  :   scrostarsi  per  mezzo 
di  piccoli  rigonfiamenti  dell'intonico. 
scrfipol,  s.  m.  =  scrupolo  :  inquietezza, 
dubbio  di  coscienza. 

1)  fàés'  minga  i-eìiipol  de  di  o  de  fa 
=  non  aver  scrupolo  di  dire  o  di  fare: 
non  peritarsi,  non  credere  di  fare  o  di 
dii'  male. 

2)  Eiguardo,  delicatezza  nel  modo  di 
procedere;  Ve  on  òmm  àénsa  scrupol 
=  è  un  uomo  senza  scrupoli. 

scriipolòs,  agg.  =  scrupoloso:  chi  si  la- 
scia sopraffai-  dagli  scrupoli,  che  ha 
molti  scrupoli, 

scriìsciàss,  v.  rifl.  =  acchiocciolarsi:  rac- 
cogliersi come  una  chiocciola  nel  guscio. 
Vedi  quàciàss. 

1)  Accoccolarsi:  ripiegarsi  col  capo 
«iuasi  alle  ginocchia  e  il  sedere  sulle 
calcagno. 

scriisciòn,  (in)  =  coccolone,  coccoloni: 
sedendo  sulle  calcagna. 

scrutìni,  *  s.  m.  =  scrutinio  :  verifica- 
zione di  voti  in  elezioni,  esami,  ecc. 

sciid,  s.  m.  =  scudo:  arma  di  difesa  che 
portavasi  al  braccio  per  coprire  e  di- 
fendere la  persona. 

1)  Moneta,  della  quale  oggi  non  ri- 
mane che  il  nome  e  questo  serve  a  de- 
nominare i  pezzi  d'argento  da  5  lire. 

sciidèla,  s.  f.  =  ciotola:  vaso  da  bere 
senza  piede  con  forma  sferoidale  e  per 
lo  più  di  terraglia  o  porcellana. 

1)  Giara:  vaso  di  cristallo  o  porcel- 
lana con  due  manici  per  bere  brodo. 

scttdèlèra,  (bìsa)  s.  f.  =  gongola:  specie 
di  rettilo,  che  si  trova  nei  campi. 

sciiderìa,*  s.  f.  =  scuderia:  stalla  signo- 
rile, ampia,  comoda,  con  tutti  gli  an- 
nessi e  connessi. 

sciieléra,  s.  f.  =  scanceria  :  specie  di 
scansia  a  palchetti  su  cui  si  tengono 
per  coltello  in  bella  mostra  i  piatti  e 
le  stoviglie. 

scufla,  s.  f.  =  cuffia,  ben-etta  :  specie  di 

copertura  del  capo,  specialm.  da  donna. 

ì)  Cappuccio:  specie,  di  cuffia  di  pelle 

che  si  mette  in  testa  al  cavallo  quando 

piove. 

2)  veghen  pién  là  àcufia  =  averne 
piene  le  tasche  :  essere .  stufi  di  noie 
e  sini. 

3)  sectl,    romp  là  écufia  =    rompere 


il  cantino,  o  il  boccino,  o  il  capo  a  uno: 
importunarlo. 

scìiAà,  V.  alt.  =  pecchiare:  bere  di  molto 
e  con  gusto;  bisógna  vede  còme  H  scùfia 
=  bisogna  vedei'e  come  pecchia. 

sciifìn,  .9.  771.  =  berrettino:  copertura  or- 
dinaria del  capo  dei  bambini;  el  g'hà 
el  écilfìn  per  tràvèrs  =  ha  il  berrettino 
di  traverso. 

sciifiòtt,  s.  m.  =  mostaccione:  colpo  forte 
dato  colla  mano  aperta  sul  volto. 

•S'Ciilàtà  sii,  V.  att.  =  sculacciare  :  percuo- 
tere colle  mani  i  bambini  sulle  parti  di 
dietro. 

sciilàtàda,  s.  f.  =  sculacciòne:  percossa 
data  con  tutta  la  mano  aperta  sulle 
parti  di  dietro. 

sciiltòr,  s.  ni.  =  scultore:  artista  che  scol- 
pisce 0  fa  delle  sculture. 

1)  sciiltòr  in  lègn  =  intagliatore,  scul- 
tore ia  legno. 

scìiltiìra,  s.  f.  =  scultura:  l'arte  di  rap- 
presentare figure  di  rilievo  nel  marmo, 
nella  pietra  e  sim.  e  l'opera  scolpita. 

scùma,  s.  f.  =  spuma,  schiuma:  l'unione 
di  piccole  bolle  d'acqua  piene  d'aria 
che  fanno  l'acqua  e  aitai  liquidi  agitati 
0  battuti. 

1)  Spuma  di  mare  :  pasta  minerale 
di  color  bianco  lattato,  di  cui  si  fanno 
pili  specialmente   bocchini  e  pipe. 

2)  Stumia,  stummia:  la  schiuma  della 
pentola  e  fig.  persona  trista,  arrogante. 

3)  scuììia  =  schiumino ,  spumino  : 
specie  di  pasta  dolce  molto  porosa  e 
friabile,  fatto  di  poca  farina  e  zucchero 
uniti  a  molta  chiara  d'ova  sbattuta. 

scìimà;  V-  att.  =  schiumare,  stummiare  : 
levare  la  schiuma  del  bi'odo,  della  carne 
dalla  pentola  che  bolle. 

sciiiuàroeiila,  s.  /.  =  schiumarola:  me- 
stola da  schiumare:  mestola  bucherellata 
per  levare  la  stummia  e  tirar  su  dalla 
pentola  le  paste  in  acqua  quando  son 
cotte. 

sciimèta,  s.  m.  =  schizzinoso,  permaloso, 
ritroso,  schifiltoso. 

sciimòss,  s.  m.  =  schìumaccia:  specialm. 
quella  che  vien  dalla  bocca  quando  si 
hanno  disturbi  di  stomaco. 

sciint,  s.  m.  =  sconto,  abbuono:  ciò. che 
si  rilascia  di  un  credito  nell'atto  di  ri- 
ceverne il  pagamento. 

sciintà,  «'.  att.  =  scontare  :    detraiTe  dal 

conto  in  ragione  di  pagamento  o  lavoro. 

1)  scilntà  Òna  cambiai  =  scontare  una 


scu 


-  741 


cambiale,  pagiirae  la  valuta  al  posses- 
sore prima  della  scadenza,  facendovi 
fare  la  gira. 

2)  scuntdi  i  pecaa  =  scontare  i  pec- 
cati: pagarne  il  fio. 
scur,  agg.  =  scuro,  oscuro,  con  poca  luce, 
quasi  buio;  me  piàs  minga  sta  in  (Vona 
s-tànéa  scura  =  non  mi  piace  stare  in 
una  stanza  scura. 

1)  Di  colore,  cke  pende  al  nero,  quasi 
nero;  là  g'hà  quasi  sémper  sii  di  vestii 
ècHr  =  ha  quasi  sempre  indosso  abiti 
oscuri. 

2)  Buio,  clie  manca  di  luco  ;  sttlné 
scur  =  stanze  buie:  quelle  interne  che 
non  hanno  finestre. 

3)  temp  scur  =  tempo  scuro,  buio:  lo 
stesso  che  tempo  nero:  quando  il  cielo 

coperto  di  nuvole. 

4)  Bruno:  poco  illuminato;  tiria  écura, 
nòti  scura  =  aria,  notte  bruna;  càstdn 
écùr  =  castano  bruno.  Del  coloro  dei 
capelli. 

scùr^  s.  m.  =  scui'O,  buio,  oscurità:  man- 
canza di  luce;  gh'è  scQr  in  età  stànsa 
=  c'è  buio  in  questa  stanza. 

1)  Per  notte;  sèmm  levaa  sii  che  Véra 
ànmd  scur  =  ci  siamo  alzati  che  era 
ancora  scuro,  buio;  d'inverno  el  diventa 
scur  prèsi  =  d'inverno  si  fa  buio  presto. 

2)  ài  scÈr  =  all'oscui'o,  al  buio;  àndà 
in  lèti  ài  scur  =  andare  a  letto  al  buio; 
ài  ècÈr  hin  bèj  tiicc  coniptLgn  =  al  buio 
tutte  le  gatte  son  bigie;  oppure:  al  buio 
la  villana  è  bella  quanto  la  dama. 

3)  mètt  ài  àcùr  =  mettere  al  buio  : 
in  gattabuia,  in  prigione. 

4)  vèss  scdr  come  in  baca  ài  luff  = 
essere  buio  fitto,  buio  pesto. 

5)  fa  diventa  scÈr  =  abbuiare  :  ren- 
dere buio. 

6)  diventa  àcur  =  abbuiarsi,  farsi 
buio.  Ed  anche:  imbrunare,  farsi  scuro, 
farsi  sera. 

7)  fa  là  fàcia  scura.  Vedi  fàcia,  2). 

8)  i  scHr,  s.  m.  pi.  =  gli  scuri,  le 
imposte.  Vedi  anta,  2). 

9)  vèsegh  di  dar  e  scùr  =  esserci  un 
po'  di  temporale,  esserci  nubi  ;  quando 
fra  due  o  più  e'  è  del  malumore. 

sciiràtàda,  s.  f.  =  sculacciata.  Vedi  àcii- 
làtàda. 

sciirciàtoj,  s.  m.  =  scorciatoia,  accor- 
ciatoia: via  più  breve,  tragitto  scorcio. 

sciirì,  V.  att.  =  oscurare,  abbuiare  :  ren- 
dere SCUl'O. 


sciiriàà,  V.  rifl.  =  annebbiarsi,  offuscarsi: 

abbuiare,  farsi  buio:  specialm.  del  tempo 

che  si  annerisce. 

1)  me  se   àeilrisé    là   vista   =  mi  si 

abbuia,  mi  si  annebbia  la  vista. 
sciiriàda,  s.  f.  =  frustata,  sferzata  :  colpo 

dato  colla  fnista,  colla  sferza. 
sciiroeu,  s."  m.  =  sepolcro.  Nelle   chiese 

il  sepolcro  del  giovedì  santo. 

1)  Confessione:  cappella    sotterranea 

sotto  l'aitar  maggiore,  colle  reliquie  dei 

santi . 
sciirta,  V.  att.    =  scorciare,    accorciare  : 

far  corto  o  più  corto  ;   r  ha  faa  sciirtti 

el  vestii  =  fece  scorciare  il  vestito. 

1)  sciirtà  là  strada  =  scorciare  la 
strada,  il  cammino:  prendere  qualche 
traversa  che  la  renda  più  breve. 

2)  Abbreviare,  render  più  breve  ;  se 
le  sciirtàss  on  poo  là  éinfoma  là  éàriés 
piisee  bela. 

3)  Far  parere  più  breve:  dna  bòna 
compagnia  là  scurta  là  slra  »=  una 
buona  compagnia  abbrevia  la  serata. 

4)  sciirtà  là  vita  =  scorciare  la  vita, 
renderla  di  minor  durata  ;    quèll  ficeu 
coi  so  bàlosàd  el  glie  scurta  là  vita  = 
quel  figliolo  colle  sue  bricconate  le  ac 
corcia  la  vita. 

sciirtàda,  s.  f.  =  raccorciata,  accorcia- 
mento: raccorciare  e  l'effetto  dell'ac- 
corciare. 

sciìrtàtòj,  5.  m.  =  accorciatoia,  scor- 
ciatoia. Vedi  scttrciàtój. 

sciirtàss,  V.  rifl.  =  accorciarsi,  scorciarsi: 
diventar  corto,  breve  ;  me  é'è  sciirtaa 
i  mànich  dèla  càmisa  =  mi  si  scorcia- 
rono le  maniche  della  camicia  ;  in  liij 
i  dì  comincen  giàmd  à  sciirtàss  =  in 
luglio  i  giorni  cominciano  già  ad  ac- 
corciarsi. 

sciìsa,  s.  f.  =  scusa,  pi-etesto:  la  ragione 
il  motivo  che  uno  adduce  pei'  scusai'o 
se  ed  altri,  e  le  parole  che  uno  ado- 
pera per  scusare  o  scusarsi. 

1)  ciàmtL  scÈsa  =  chiedere,  doman- 
dare scusa. 

2)  tira  sii  di  scùs  =  allegare  pre- 
testi, mendicar  scuse. 

3)  porta  là  scUsa  =  portare  la  giu- 
stificazione. T.  scoi. 

éciisà,  V.  att.  =  scusare:  addurre  ragioni 
e  motivi  di  una  cosa,  por  scolpare  so 
0  altri,  per  rispondere  a  un'accusa. 

1)  sciisee  se  l'è  pòcch  !  =  scusate  se 
è  poco  !  Si  dice  ironie,  quando  si  vede 


-  742  - 


sec 


0  si  ode  una  cosa  detta  o  fatta  in  ec- 
cesso. 

2)  scusa!  che  'l  scusa/  =  scusa! 
scusi  !  Si  dice  quando  o  si  contraddice, 
0  si  fa  cosa  che  si  teme  rechi  noia  o 
fastidio. 

3)  Fai-  senza,  non  aver  bisogno,  fare 
a  meno;  ho  èciisaa  sema  dolor  =  ho 
fatto  a  mieno  del  dottore  ;  troeuvi  nò  de 
limòn;  te  pddet  sdisti  ?  =  non  trovo  li- 
moni; puoi  farne  senza? 

4)  l'è  cóme  dì  sciisemin  =  non  se  ne 
fa  più  nulla. 

sciisàbil,  *  agg.  =  scusabile:  da  potersi 

0  da  doversi  scusare. 
sdegna  f   V.    alt.    =    sdegnare  :    avere   a 

sdegno,  sprezzare. 
sdegnòs,  *  agg.  =  sdegnoso:  che  mostra 

sdegno  nelle  parole  e  negli  atti. 
sdeiitaa,  agg.  =  sdentato:    che    non    ha 

più  denti. 
sdogana,*  v.  alt.  =  sdoganare:  cavare  una 

merce  qualsiasi   dalla    dogana,    pagan- 
done il  dazio, 
se,  cong.    =    se.    Particella   condizionale 

ohe  vale:  dato  che,  posto  che. 

1)  E  anche  cong.  dubitativa  ;  soo 
minga  se  foo  ben  ò  mal  =  non  so  se 
faccio  bene  o  male. 

2)  se  r è  mtbi  bèli!  =  quanto  è  bello!  ; 
bèli.,  bòn,  sàvi,  càtìv  se  ghe  n'è  =  bello, 
buono,  savio,  cattivo  quanto  è  possibile 
essere. 

sé,  pron.  =  sé,  pron.,  personale  di  terza 
persona;  in  sé,  de  sé  =  in  se,  da  se. 

1)  torntl  in  sé  =  tornare  in  sé:  ria- 
versi da  uno  svenimento. 

se,  pari.  pron.  =  si,  pron.  aggiuntivo: 
se  pò  m:mga  =  non  si  può;  se  dis  =  si 
dice;  se  sedarti  =  si  vedrà;  el  se  guarda 
in  del  spècc  =  si  guarda  nella  spera. 

seàtica,  s.  f.  =  sciatica,  ischialgia:  ma- 
lattia delle  gambe,  che  prende  al  nervo 
ischiatico. 

seca,  s.  f.  =  zecca:  officina^  pubblica  dove 
si  coniano  le  monete. 

seca,  v.att.  =  seccare:  perdere  l'umore, 

■  prosciugarsi  ;  i  fior  sèchen  tiicc  cotit 
sto  càld  =  i  fiori  con  questo  caldo  sec- 
cano tutti. 

1)  fa  sèctl  =  seccare  :  togliere  l'u- 
more, prosciugare,  levare  la  freschezza 
0  la  vita;  fa  éectL  i  fìgh,  i  fung  =  sec- 
care i  fichi,  i  funghi. 

2)  Asciugare  :  se  si  toglie  l'umidità 
esterna. 


3)  Inalidire ,  disseccarsi  :  divenire 
alido  :  specialm.  di  frutta. 

4)  Noiare,  importunare:  stancare  spe- 
cialmente con  domande  insistenti.  An- 
che: assediare,  stare  intorno  ad  uno  con 
istanze  continue,  importune.  Ed  impic- 
ciare, essere  d'  impiccio  a  qualcuno  ; 
gh'é  sta  càdrega  che  là  me  seca  =  c'è 
questa  sedia  che  mi  impiccia. 

sècàbàll,  s.  m.  =  rompiscatole,  seccatore  : 
di  chi  noia  molto. 

secàda,  s.  f.  =  seccaggine,  seccata,  im- 
piccio, impedimento,  imbroglio.  Anche: 
noia,  uggia,  fastidio. 

1)  Impiccione:  chi  suole  impicciare 
altrui. 

sècàdòr,  s.  m.  =  seccatore  :  colui  che 
secca,  annoia,  infastidisce. 

secàdiìra,  s.  f.  =  seccatura,  impiccio. 
Come  secàda. 

secànt,  agg.  =  seccante,  noioso  :  tanto  di 
chi  secca  quanto  di  cosa  che  ci  secchi 
di  fare. 

sècàperdee,  s.  m.  =  straccammelli,  sec- 
catore: specialm.  di  vagheggini  assidui 
e  importuni, 

sècàrèla,  s.  f.  Vedi  sàcàréla. 

sèccli,  agg.  =  secco,  arido:  privo  d'u- 
more, di  umidità  ;  là  legna  seca  là  brusa 
mèj  =  le  legno  secche  bruciano  meglio. 

1)  Di  frutti  seccati  al  sole  o  al  forno; 
figh  sècch,  fung  sèceh,  =  fichi  secchi, 
funghi  secchi. 

2)  sèceh  còme  on  ciòd  =  secco  im- 
prosciuttito, allampanato  :  di  persona 
magrissima. 

8)  diventai  sècch  =  assecchire:  dive- 
nir secco,  magro. 

4)  tèrno  sècch  =  terno  secco;  quando 
si  giocano  al  lotto  ti'e  numeri  colla  con- 
dizione che  escano  tutti  e  tre. 

5)  f/ày,  pictj  éécch  =  darle,  picchiarle 
sode;  di  busse. 

sechìn,  s.  m.  =  zecchino  :  sorta  di  mo- 
neta veneta  antica. 

1)  àsnìn  càgasechtn.  Vedi  àsnin,  3). 

sécol,  s.  m.  =  secolo:  lo  spazio  di  cento 
anni,  ed  anche  per  iperb.  un  lungo 
spazio  di  tempo. 

1)  àndà  col  sècol  =  andar  col  secolo: 
di  chi  nacque  il  primo  o  uno  dei  primi 
anni  del  secolo. 

2)  vèss  indree  on  sècol  =  essere  in 
arretrato  di  un  secolo:  essere  ignoranti, 
non  aver  seguito  il  progresso  delle 
scienze,  né  della  vita  civile. 


.sec 


-  743  - 


sea- 


secòlài')  s.  m.  =  secolare,  laico:  che  vive 
al  secolo,  che  non  è  ecclesiastico. 

secòiiil,  agcj.  Vedi  segònd. 

secretàri,  s.  m.  =  segretario.  Vedi  se- 
gretàri.* 

secretèr,  s.  m.  =  scrigno,  stipo:  piccolo 
armadio  mobile  di  legno  prezioso,  la- 
vorato con  vari  sconipai-ti  e  cassettini 
jior  conservarvi  cose  minute, 

secreterà,  s.  f.  =  segretezza  :  il  tenore 
segreto. 

1)  in  tuta  secretèsa  =  colla  massima 
segretezza. 

decreti,  s.  m.  =  segreto,  arcano:  cosa 
occulta  0  da  doversi  tenore  occulta,  né 
da  palesarla  a  nessuno. 

1)  Ricetta,  0  modo  di  fare  checchessia 
.saputo  da  uno  solo  o  da  pochi. 

2)  Chiusino,  ripostiglio,  segreto:  una 
cassetta  in  un  mobile  che  non  apparo 
die  ci  sia  o  che  non  si  vede  come  si 
possa  aprire. 

3)  Agg.  di  cosa  che  non  è  conosciuta 
0  saputa  che  da  uno  o  da  pochi. 

4)  ^-ctila  secreta  =  scala  segreta:  che 
serve  imicamente  per  i  padroni,  per 
dove  non  passa  chi  vuole. 

5)  i  secréti  =  le  segrete  :  quelle  parti 
della  messa  che  il  sacerdote  dice  sot- 
tovoce. 

secrìsta  e  segrìsta,  s.  m.  =  sagrestano: 
chi  ha  la  cura  e  il  servizio  della  sa- 
grestia e  della  chiesa. 

secristìa,  s.  f.  =  sagrestia,  sacrestia.  Vedi 
sagrestìa. 

secai! (lu 111  luiiaiu,  avv.  =  secondo  la  luna, 
secondo  il  caiiriccio.  Dal  latino. 

seda,  s.  f.  =  seta:  il  filo  che  fanno  i  fi- 
lugelli e  il  tessuto  cho  se  ne  fa. 

1)  Anche  la  seta  filata  e  torta  per 
cucire. 

2)  vèss  dna  seda  =  essere  una  seta: 
di  roba  morbida  e  lustra. 

sedagli  e  sedàgiia,  s.  f.  =  lenza:  arnese 
per  pigliare  i  pesci  all'amo. 

sedàsà,  V.  att.  =  stacciare,  tamigiare:  pas- 
sare por  Io  staccio  sostanze  in  polvere. 

sedàss,  s.  m.  =  staccio:  cerchio  piuttosto 
alto  con  stesovi  un  tessuto  di  crino  o 
seta,  e  serve  a  stiacciar  farina,  patate, 
colar  latte  e  sim. 

1)  Colino,  colatoio,  colabrodo:  arnese 
por  colarvi  il  brodo,  perchè  so  ne  tol- 
gano gli  ossiccini,  0  per  passarvi  i  po- 
midori, le  patate  e  sim.  Da  noi  è  per 
lo  più  fatto  come  lo  staccio. 


2)  Ciabatta:  se  è  fatto  di  legno  e  tela 
da  staccio  in  forma  oblunga. 

3)  pàsù,  ài  sedàss  =  ripassare,  ripas- 
sare allo  staccio:  spremere  qualcosa  at- 
traverso il  setaccio,  il  colino,  e  sim. 

sedenO;  cong.  =  altrimenti,  in  caso  di- 
verso, so  no  ;  se  vegnii  ben,  sedeno 
voo  vìa  de  per  mi  =  se  venite  bene, 
altrimenti  vado  via  solo, 

sedentàri,  agg.  =  sedentario:  della  vita 
di  chi  siede  molto  e  poco  si  adopera 
negli  esercizi  del  corpo, 

sèdes,  agg.  =  sedici.    Agg,  ntim,    cardi- 
dinale,  che  si  compone  di  dieci  e  sei. 
1)  el  sèdes  =  il  culo,   il  sedere. 

sèdia,  s.  f.  =  calesso  :  specie  di  carroz- 
zella jnolto  leggiera  a  due  posti  e  senza 
mantice. 

1)  Posto  riservato  al  teatro,  o  ad  uno 
spettacolo  qualunque. 

sédol,  s.  f.  pi.  =  setole,  crepacci  :  scop- 
piature alle  mani,  alle  labbra  specialm. 
per  l'azione  di  rapidi  mutamenti  della 
temperatura. 

sèdola,  s.  f.  =  setola  :  pelo  grosso  che 
hanno  sulla  schiena  i  maiali  e  i  cin- 
ghiali ;  ed  anche  i  peli  lunghi  e  più 
grossi  degli  altri,  che  gli  animali,  comò 
i  cavalli,  hanno  alla  coda. 

sedu,  V.  att.  =  sedurre  :  condurre  con 
arto  0  false  apparenze  al  nostro  volere, 
0  a  far  male  ;  specialm,  di  donne  e 
fanciulle, 

sedMa,  s.  f.  =  seduta  :  adunanza  di  due 
0  più  persone  per  trattare  ordinaria- 
mente di  cose  da  deliberarsi  ;  per  lo 
più  fatte  stando  a  sedere. 

1)  Anche  il  posare  davanti  al  pittore 
por  farsi  fare  il   ritratto. 

sega,*  V.  att.  =  segare  :  mietere  il  fru- 
mento, 0  tagliar  l'erba. 

segéla,  s.  f.  =  botticelle  :  vaso  di  legno 
noi  castello  dell'arrotino  del  quale  a 
goccia  cade  l'acqua  sulla  ruota. 

segèll,  s.  m.  =  secchiello  :  piccolo  secchio. 
1)    Einfrescatoio ,    cantinetta  :    reci- 
piente dove  si  tiene  in   fresco  nell'ac- 
qua 0  nel  ghiaccio  il  vino  a  tavola. 

segèta,  s.  f.  =  cantero,  seggetta:  mobi- 
letto che  ha  tutto  l'occorrente  per  i 
bisogni  corporali. 

seglièss,  s.  in.  =  falce,  segolo  :  specie 
di  pennato  più  piccolo,  per  potare  gli 
alberi. 

ségia,  s.  f.  =  secchio  :  vaso  di  legno  a 
doghe  assai  cupo,  di  fondo  più  stretto 


-  744 


sei 


che  la  bocca  con  manico  arcato  e  mo- 
bile per  tenervi  acc[ua,  mungere  le 
vacche,  ecc. 

1)  vegnhgiò  à  sègg  =  venir  giù  l'ac- 
qua a  orci  :  piovere  dirottamente. 

2)  làéà  giù  là  sègia  =  vuotai-e  il  sacco, 
confessare:  spiattellai-e  tutto  quanto  si 
sa  e  che  non  si  vorrebbe,  ne  si  do- 
vrebbe dire. 

sègriòn,  s.  m.  =  bigonciolo,  tinozza,  ma- 
stello, bugliolo:  arnese  di  legno  a  do- 
ghe, ovale  0  rotondo,  d'uso  nelle  ti- 
naie :  serve  anche  ai  curandai  per  fare 
il  bucato. 

1)  Da  noi  è  anche  ingiuria  grosso- 
lana e  volgare  detta  a  uomo  che  si 
disprezza. 

sègionee,  s.  m.  =  bottaio,  mastellaio  : 
chi  fa  e  accomoda  le  botti  e  altri  vasi 
da  vino. 


segionin, 


bugliolo,   ramiere  : 


piccolo    bigonciolo    che    serve    per    il 
bucato. 

sègn,  =  s.  m.  =  segno  :  tutto  ciò  che 
serve  a  richiamare  alla  mente  una 
qualche  idea,  memoria,  o  cosa  diffe- 
rente. 

1)  Impronta  lasciata  su  qualche  cosa  ; 
gh'è  chi  àncàmo  el  sègn  del  bicér  = 
c'è  qui  ancora  il    segno  del  bicchiere. 

2)  làéàgh  el  sègn  =  lasciar  traccia; 
diciamo  noi  quando  alcuno  mettendo 
mano  a  quattrini  ne  porta  via  molti, 
0  sedendo  a  tavola  mangia  assai,  co- 
sicché il  vuoto  fatto  sia  segno  dell'o- 
pera di  lui. 

3)  Linea,  rigo  e  sim.  fatto  per  no- 
tare checchessia  o  anche  per  nulla; 
fàgh  on  siègn  coni  l'àpis  =  fagli  un 
segno  colla  matita  ;  copiàroo  quèla  pà- 
gina chi  fina  ài  sègn  =  copierò  questa 
pagina  fino  al  segno. 

4)  Il  pezzetto  di  carta  o  che  altro  si 
pone  in  un  libro  per  segnale  del  dove 
siamo  rimasti  a  leggere  o  del  dove  c'è 
un  brano  che  ci  interessa. 

5)  à  l'ultim  sègn  =  all'xiltimo  segno; 
estremamente. 

6)  el  sègn  déla  eros  =  il  segno  della 
croce  :  V  atto  del  cristiano  del  farsi  la 
croce  sul  petto. 

7)  Cenno,  accenno  :  segno  che  si  fa 
col  capo,  0  cogli  occhi,  o  colla  mano 
per  farsi  intendere  senza  parlare,  per 
comandare,  imporre:  elm'hàfaa  sègn 
de  tàst  =  mi  ha  fatto    cenno  di  stare 


zitto;  per  on  fi<£,u  ìibediént  basta  oìt 
sègn  =  per  un  figlio  obbediente  basta 
un  cenno. 

8)  Cenno  dato  con  istrumenti  :  là 
campana  l'ha  giti  daa  i  trii  sègn  déla 
mè%a  =  la  campana  ha  già  suonato  i 
tre  cenni  della  messa. 

9)  Segno,  indizio  :  *  io  làgrim  hin 
sègn  de  pentimènt  =  le  tue  lagrime 
sono  segno  di  i)entimento  ;  quànd  i 
rondin  vòlen  à  ter  a,  l'è  sègn  d^tlcqua  = 
quando  le  rondini  volano  a  terra  è  in- 
dizio di  pioggia. 

10)  dà  on  sègn  =  dare  un  segno  :  fare 
un  piccolo  dono  che  attesti  l'amicizia, 
l'affetto. 

11)  fa  sègn  =  accennare,  additare: 
far  cenno,  segnar  col  dito  ;  fa  sègn  de 
si  =  affermare  col  capo. 

12)  sègn  =  bomba:  luogo  d'immu- 
nità in  certi  giuochi  fauciuUeschi. 

^egnà;  «'.  att.  =  segnare  :  notare  con  un 
segno  ;  fare  o  lasciare  un  segno. 

seguàcol,  s.  m.  =  bruco;  segnale  da 
messali,  breviari  e  sim. 

seguàl;  s.  ni.  =  segnale  :  segno  o  ac- 
cenno speciale  da  vedersi  bene  anche 
da  lontano  per  dare  altrui  avviso  di 
qualche  cosa  o  di  qualche  fatto. 

1)  Indizio,  pronostico  :  là  stila  co- 
mèta Ve  éegnàl  de  disgràsia  =  la  co- 
meta è  segnalo  di  disgrazia  ;  el  tra  vìa 
el  saa  in  tàola  l'è  on  càtìv  segnai  = 
il  versare  il  sale  in  tavola  è  un  cat- 
tivo segnale.  Per  fortuna  la  più  diffusa 
istruzione,  va  ogni  dì  più  distruggendo 
simili  pregiudizi  irragionevoli. 

segnàroeùla,  s.  f.  =  segnatoio  :  stru- 
mento per  imprimere  un  segno  su 
checchessia. 

segnàss,  v.  rifl.  =  segnarsi  :  farsi  il  se- 
gno della  croce. 

1)  te  se  sett  minga  segnaa  stàmà- 
tìna  ?  =  non  ti  sei  segnato  stamane  V 
Oppure  :  ti  sei  segnato  male,  stamane  ; 
si  dice  a  chi  ha  una  giornata  cattiva, 
che  non  gliene  va   bene  "una. 

2)  podè  segnàss  col  gòmbet  =  poter 
baciarsene  i  gomiti.  Vedi  gómbet,  1). 

segónd,  agg.  num.  ordin.  di  due  =  se- 
condo :  che  seguita  dopo  l'uno,  che 
viene  dopo  il  primo. 

1)  miniitt  segond  =  minuto  secondo  : 
la  sessantesima  parte  di  un  minuto 
jjrimo. 

2)  là  segònda  de  ctìnbì  =  la  seconda 


!!*e:r 


745  - 


sei 


di  cambio  :  di  cosa  non  grata,  fatta  da 
capo,  ed  anche  di  cosa  che  capita  peg- 
giore di  una  cattiva  già  capitata. 

3)  s-egond  fin  =  secondo  fine  ;  inte- 
resse velato,  non  espresso,  ma  che 
pure  uno  ha  di  mira  nel  fare  una  cosa, 
un  benefizio  aitimi . 

4)  de  ^-effónda  man  =  di  seconda 
mano  :  di  ciò  che  si  compra  dai  riven- 
ditori. 

5)  Conforme ,  rispettivamente  :  se- 
guendo un  indirizzo  :  là  i-pesa  là  va 
fMa  iegònd  i  entrttd  =  la  spesa  deve 
essere  fatta  secondo  le  entrate  ;  ì-egond 
là  boca  che  ie  dis  se  giudica  i  parali 
=  secondo  chi  le  dice  si  giudicano  le 
parole. 

6)  segònd  là  luna  =  secondo  la  luna; 
secondo  iL  capriccio. 

7)  iegond  mi,  ti,  lii  e  sim.  =  a  giu- 
dizio mio,  tuo,  suo  e  sim.  ;  secondo 
che  penso  io  o  pensi  tu,  o  pensa  lui 
e  simili. 

8)  §egònd  !  =  secondo  I  se  potrò  ;  se 
le  circostanze  lo  permetteranno,  e  sim, 

9)  à  segòìida  de  o  che...  =  secondo 
che;  conforme  a  ciò  che... 

10)  ànd^  in  ùegonda  =  rinnovare, 
ripetere;  servirsi  i)er  la  gfeconda  volta 
di  una  vivanda  a  tavola. 

segondà,  v.  att.  =  secondare,  assecon- 
dare :^andar   dietro,  andare  a  seconda. 

segondàri,  agg.  =  secondario  :  che  viene 
in  secondo  luogo. 

seg-oiidin,  s.  m.  =  guardiole:  il  guar- 
diano nelle  prigioni  ;  guardia  carceraria. 

segraa,  s.  m.  =  sagrato,  piazzuola:  lo 
spiazzo  innanzi  alla  chiesa  ;  specialm. 
in  campagna. 

segretàri,  s.  m.  =  segretario:  chi  con- 
serva, dispone  e  distende  gli  atti,  di 
accademie,  di  magistrature,"  di  comu- 
ni, ecc. 

segretària,  s.  f.  =  segreteria  :  luogo  ove 
sta  a  scrivere  il  segretario,  e  si  con- 
servano gli  atti  di  una  magistratura, 
di  un'accademia,  ecc. 

sogretèsa,  s.  f.  =  segretezza.  Vedi  se- 
cretèsa. 

segrètt,  .«J.  m.  =  arcano  :  cosa  che  non 
ò  possibile  di  sapere  o  di  intendere. 
Vedi  secrètt. 

negri,  5.  m.  =  sagrì  :  pelle  di  pesce  con- 
ciata e  raffinata  per  diversi  usi. 

segrigioeula,  s.  f.  =  santoreggia  dome- 


stica 0    erba    acciuga:    specie   d'erba 
aromatica. 

segrin,  s.  m.  =  granitoio  :  specie  di  ce- 
sello appuntato  in  cima,  oppure  inta- 
gliato quasi  a  foggia  di  lima,  a  uso  di 
granire.  T.  d'orefice. 

segrlnà,  v.  att.  =  granire.  T.  dei  cesel- 
latori. Vedi  sàgrlnà,  granì. 
1)  Eugumare,  rodere  il  freno. 

segrìnaa,  agg.  =  sagrinato,  granulare; 
formato  come  da  piccoli  granelli,  pic- 
chettato a  punti  in  rilievo  come  il 
sagrì. 

ségìiit,  s.  m.  =  seguito  :  le  persone  che 
accompagnano  o  tengon  dietro  ai  prin- 
cipi, ai  grandi  personaggi,  alle  cariche. 

1)  de  i-éguit  =  di  seguito  :  senza  in- 
terruzione :  l'ha  pioviiii  qutndes  dì  de 
ségìiit  =  piovve  quindici  giorni  di  se- 
guito. 

2)  Continuazione  :  ciò  che  continua 
una  cosa  incominciata  :  per  incceu  ba- 
sta ;  el  ségiiit  el  vegnàrtl  domàn  =  per 
oggi  basta  ;   il    seguito    verrà   domani. 

segiiìtà,  V.  att.  =  seguitare  :  continuare 
in  checchessia,  nel  fare  o  nel  dire  una 
cosa;  quànd  el  comincia  el  ségiiita  à 
pariti,  per  di  or  =  quando  incomincia, 
seguita  a  parlar  per  delle  ore.  Anche  : 
durare  di...;  l'ha  éegùitaa  à  sputi 
sàngu  otta  settimana  =  dui'ò  di  sputar 
sangue  una  settimana. 

sègiira,  s.  f.  =  chiurlo  grosso.  Vedi  ar- 
cala. 

segiirìn,  s.  m.  =  accetta,  scure,  manna- 
rola,  ascia  :  arnese  di  ferro  tagliente 
per  tagliar   legno  e  digrossare  le  assi. 

segiirinàda,  s.  f.  =  accettata:  colpo  di 
accetta,  di  scure. 

sèla,  s.  f.  =  sella  :  arnese  che  si  pone 
sopra  la  schiena  del  cavallo  per  meglio 
cavalcarlo. 

1)  càràll  de  sèla  =  cavallo  da  sella  ; 
buono  0  domato  per  la  cavalcatura. 

2)  bàit  là  sèla  per  no  bàtt  el  cavali 
=  batter  la  sella  non  potendo  battere 
il  cavallo  ;  chi  non  può  dare  all'asino 
dà  al  basto  :  chi  non  se  la  può  pigliare 
0  non  si  può  vendicare-  con  chi  vor- 
rebbe, se  la  piglia  o  si  vendica  con  un 
altro  che  abbia  che  fare  in  qualche 
modo  con  quello. 

sèla,  s.  f.  =  ascella:  il  concavo  dell'ap- 
piccatura del  braccio  colla  spalla. 

1)  sòtt  èUa  =  sotto  le  ascelle,  sotto 
braccio. 


sei 


746  - 


seii 


selàiit,  agg.  =  zelante:  chi  ha  e  dimostra 
zelo. 

selàrìa,  s.  f.  =  selleria  :  bottega  di  selle 
e  d'altii  finimenti  da  cavalli. 

selee,  s.  m.  =  sellaio,  brigliaio-  fabbri- 
catore 0  venditore  di  briglie,  selle  e 
cose  simili. 

sèler,  «.  m.  =  sedano  :  pianta  erbacea  con 
lunghe  e  grosse  costole,  di  sapore  piut- 
tosto acuto,  e  si  mangia  cotta,  oppure 
condita  come  in  insalata. 

sèlìn,  s.  m.  =  sellino  :  la  parte  del  fini- 
mento che  posa  sulla  schiena  del  cavallo. 

sélva,  *  s.  f.  =  selva,  foresta  :  luogo  per 
lo  pili  di  poggio  dove  non  sono  che 
alberi  spessi  e  grossi. 

1)  Assol.  selva,  castagneto. 

selvàtleg'li,  agg.  =  salvatico,  selvatico. 
Vedi  sàlvàdegh. 

seinàda,  s.  f.  =  semata,  orzata,  lattata: 
sciroppo  di  semi  di  popone,  o  di  man- 
dorle. 

semèusa,  *  s.  f.  =  semenza,  seme  :  le 
biade  o  altra  cosa  che  si  semina. 

1)  Il  seme  dei  bachi  ;  le  ova  dalle 
(juali  nascono  i  bachi  da  seta. 

semèster,  *  s.  m.  =  semestre:  lo  spazio 
di  sei  mesi. 

1)  Ciò  che  si  paga  o  si  riscuote  se- 
mestralmente; l'ha  pàgaa  doma  on 
iemèster  =  ha  pagato  soltanto  un  se- 
mestre. 

semicupi,  *  s.  m.  =  semicupio  :  specie  di 
bagno  clie  si  fa  stando  seduti  in  un 
vaso  da  ciò,  per  modo  che  l'acqua 
giunga  sino  alla  metà  del  corpo. 

semifrédi,  s,  m.  =  unguento  di  semi- 
freddi :  fatto  coi  semi  di  cocomero, 
popone,  zucca  e  sim. 

sémina,  *  v.  att.  =  seminare,  sementare  : 
spargere  il  seme  nel  terreno  perchè 
nasca. 

1)  qiièU  che  se  sémina  se  regoeuj  = 
quel  che  si  semina  si  raccoglie  :  di  chi 
soffre  le  conseguenze  del  male  che  ha 
fatto. 

seminàri,  s.  m.  =  seminario  :  istituto 
dove  si  tengono  e  si  istruiscono  coloro 
che  si  tiran  su  per  preti. 

seminarista,  s.  in.  =  seminarista:  il 
giovane  che  sta  a  convitto  in  seminario. 

semitòn,  s.  m.  =  semitono  :  mezzo  tono. 
T.  music. 

sèmm  de  melòn,  s.  m.  pi.  =  semi  di 
popone. 

sèmm  sànt,  s.  m.  =  seme  santo  :  dicesi 


una  semenzina  confettata  che  si  dà  ai 
bambini,  come  medicamento  per  i  bachi 
0  vermi  del  corpo  umano. 

se)uola,  s.  f.  =  fior  di  farina:  la  stac- 
ciatura della  farina  più  fine. 

semolina,  s.  f.  =  semolino,  semoletto. 
Sp.  di  pasta  da  minestra  formata  di 
piccolissimi  granellini. 

sèmper,  am.  =  sempre  :  senza  interru- 
zione, senza  cessare. 

1)  Talvolta  indica  ripetizione  di  un 
atto  e  di  un  avvenimento  al  ripetersi 
di  altro  atto  o  avvenimento  col  quale 
si  connette  o  è  Qpnnesso  ;  tuli  i  vòlt  che 
mi  voo  in  campagna  pioeuv  sémper  = 
tutte  le  volte  che  io  vado  in  campagna, 
piove  sempre. 

2)  sémper  che  =  sempre  che  ;  a  con- 
dizione che  ;  mi  promèti  de  àndà,  ma 
sémper  che  poda  =  io  prometto  di  an- 
dare, ma  sempre  che  possa. 

3)  per  sémper  =  per  sempre  ;  di  du- 
rata perpetua. 

4)  tei  disi  Olia  volta  per  éémper  = 
te  lo  dico  una  volta  per  sempre;  che 
basti  por  tutte. 

semperyèrd,  s.  m.  =  sempreverde  :  di 
pianta  che  conserva   sempre  le  foglie. 

sempervìv,  s.  m.  =  semprevivo  :  nome 
di  un  fiore  che  difficilmente  si  secca 
e  si  adopra  per  lo  piii  nello  corono 
mortuarie. 

sémpi,  agg.  =  semplice,  scempio  ;  sci- 
pito, sciocco,  scimunito,  goffo.  Anche 
semplicemente:  inesperto,  senza  malizia. 

sémplic,  *  agg.  =  semplice:  non  com- 
posto di  parti,  e  contrario    di    doppio. 

semplicemént,  avv.    =    semplicemente  : 
con  semplicità,  in  modo  semplice. 
1)  Solamente,  non  d'altro. 

semplicitaa,  s.  f.  =  semplicità  :  la  qua- 
lità di  chi  0  di  ciò   che  è  semplice. 

sempliflcà,  v.  att.  =  semplificare,  sem- 
plicizzare:  rendere  più  semplice  un'o- 
perazione. 

sèn,  s.  m.  =  seno.  Usa  in  poche  frasi:  mètt, 
legni  in  séti  =  mettere,  tenere  in  seno. 

sèna,  s.  f.  =  sèna.  T.  botan.  arboscello 
i  cai  follicoli  detti  pure  sèna  si  usano 
come  purgativi  :  decòtt  de  sèna  =  de- 
cotto di  sèna. 

sèna,  s.  f.  =  cenj^:  il  minore  dei  pasti 
giornalieri  che  si  fa  la  sera.  Usa  an- 
che per  quel  mangiare  che  si  fa  alla 
notte  in  occasiono  di  veglie  o  di  feste. 


seu  —  747 


Ha  sostituito  l'antico  scèna    che    nou 
si  ode  quasi  più. 

bèuà)  V.  att.  =  cenare  :  mangiare  a  cena. 

ééuàpe,  *  s.  f.  =  "senapa  e  senape: 
pianta  il  cui  seme  tritato  e  macinato 
minutissimo  serve  per  fare  della  mo- 
starda, i  senapismi  e  sim.  E  il  some 
stesso. 

senapismo,  s.  m.  =  senapismo  :  catapla- 
sma fatto  di  farina  di  senapa,  aceto,  ecc. 

senato,  *  s.  vi.  =  senato  :  uno  dei  due 
rami  del  Parlamento,  nominato  dal  re 
sulla  proposta  dei  ministri. 

1)  ècnhto,  diciamo  noi  per  celia  al 
petto  delle  donne  so  è  abbondante. 

senàtòr,  s.  m.  =  -senatore:  membro  del 
Senato. 

senàvra,  s.  f.  =  senape,  senapa.  Vedi 
sènape. 

1)  vegnì  là  senàvra  àl^  nds  =  salire 
il  pizzicore  al  naso. 

2)  Senàvra  :  edifìcio  fuori  di  Porta 
Vittoria  dove  tempo  fa  si  custodivano 
i  pazzi,  e  per  conseguenza  per  noi  Se- 
nàvra venne  a  significare  Ospedale  dei 
matti. 

3)  minga  tuli  i  màtt  hin  tlla  sena- 
fra  =  non  tutti  i  pazzi  sono  all'ospe- 
dale :  molti  sono  pazzi  o  qliasi  e  son 
liberi  fra  la  gente. 

4)  l'è  otta  senàvra  de  vHn  =  é  un 
mattacchione,  un  pazzarellone. 

seudàlìna,  s.  f.  =  festone,  filza.  Vedi 
sàndàlìna. 

seller,  s.  f.  =  cenere  :  quella  polvere  che 
rimane  della  legna  bruciata. 

senerìu,  agg.  =  cenerino  :  di  colore  molto 
simile  al  bigio. 

seuéver,  s.  m.  ginepro:  una  pianta  delle 
conifere  e  il  frutto  molto  aromatico. 

1)  (lord  col  senéver  =  tordi  che  hanno 
mangiato  il  ginepro. 

seus,  s.  m.  =  senso  :  sentimento,  sen- 
sazione. 

1)  sene  eomun  =  senso  comune:  la 
facoltà  che  hanno  tutti  gli  uomini  di 
giudicare  di  certe  cose  che  più  atten- 
gono alla  vita. 

2)  bón  sens  =  buon  senso,  senso 
retto  ;  la  facoltà  di  giudicare  rettamente 
delle  coso. 

3)  Significato  d'  una  parola,  d'un 
modo  di  dire,  di  un  discorso  ;  capisi 
minga  H  sens  =  non  capisco  il  senso. 

4)  pird  i  sens  =  perdere  i  sensi: 
svenire. 


5)  fa  sens  =  far  senso:  fare  una 
forte  impressione. 

6)  moeùves  in  sens  contràri  =  muo- 
versi in  senso  opposto  ;  in  direziono 
opposta. 

sensaa,  agg.  =  sensato,  saggio,  giudi- 
zioso :  che  manifesta  retto  senso. 

sènsa,  prep.  =  senza  :  accenna  a  man- 
canza, privazione  di  alcuna  cosa  di 
cui  si  palli  0  che  si  nomini;  Ve  dna 
dona  sensa  eoeur  =  è  una  donna  senza 
cuore;  rèon  fimii  sensa  tèsta  =  è  un 
ragazzo  senza  testa  ;  sensa  diploma 
se  pò  nò  fa  'l  dolor  =  senza  diploma 
non  si  può  fare  il   medico. 

1)  Oltre;  non  computando; /'M  ere- 
ditaa  cinquantamila  lir,  èénsa  là  cà 
=  ereditò  cinquantamila  lire  senza  la 
casa  ;  el  guadagna  tresént  lir  ài  mès 
sensa  i  inceri  =  guadagna  trecento  lire 
al  mese  senza  gli  incerti. 

2)  séns'àlter  =  senz'altro;  subito. 
Anche  :  certamente. 

3)  fa  sensa  =  far  senza  :  fare  senza 
bisogno  di  una  tale  cosa  che  ordina- 
riamente occorre. 

4)  sensa  tanti  ciàcer,  o  complimènt 
=  senza  tanti  discorsi,  o  complimenti  ; 
alla  spiccia,  in   confidenza. 

5)  sensa  fall  =  senza  fallo,  imman- 
cabilmente. 

sensàl,  s.  m.  =  sensale,  mediatore.  Vedi 
niàrosee. 

1)  Cozzone  :  mediatore  o  sensale  di 
cavalli. 

sensàra,  s:  f.  =  sanzara.  Vedi  sànsàra. 

sensàrìa,  s.  f.=  senseria:  la  mercede 
il  premio  dovuto  al  sensale. 

sensàsión,  "*  s.  f.  =  sensazione:  impres- 
sione che  l'anima  ricevo  per  mezzo  dei 
sensi  :  l' ha  proaa  còme  là  sensàsiou 
del  frègg  =  provò  quasi  la  sensazione 
del  freddo. 

sensìbil,  agg.  =  sensibile,  notevole, 
gravoso  :  non  mediocre. 

])  Che  ha  squisita  attitudine  a  sen- 
tire certi  affetti. 

sensitiva,   s.   m.  =  sensitiva,   mimosa: 

pianticella  che  toccata  abbassa  lo  foglie. 

1)  Fig.  di  pors.  sensibilissima  che  di 

nulla  soffre  fisicamente  o   moralmente. 

sensiiìn ,  s.  m.  =  giuggiolo ,  rizzolo  : 
specie  d'albero  di  Siria. 

1)  E  il  nomo  d'una  delle  nostre  vie. 

senta,  ò\  /.  =  cintura,  cintola,  fascia  : 
striscia  di    seta  o  pelle,  ovvero  nastro 


seii 


748  — 


seii 


con  che  le  donne  cingono  la  veste  in- 
torno alla  vita. 

1)  Se  la  cintola  è  lai'ga  e  si  annoda 
di  dietro  o  sui  fianchi,  dicesi  fusciacca. 

2)  Serra  :  tutta  la  cintura  dei  cal- 
zoni con  che  si  abbottonano  e  si  strin- 
gono alla  cintola. 

seiitee,  s.  m.  =  sentiero  :  stretto  viottolo 
a  uso  di  camminarvi    a   piedi  o  a  ca- 
vallo, ma  non  sufficiente  al  passaggio 
dei  carri. 
1)  Callaia;  viottolo  per  i  campi. 

éentènsa,  s.  f.  =  sentenza  :  giudizio 
pronunciato  da  uno  o  piìi  giudici,  in 
specie  nelle  cause    civili    e    criminali. 

1)  l'è  ìi'éj  on  mttgher  àgiiiétàment 
che  dna  gràsa  ientènsa  =  è  meglio  un 
magro  accordo  che  una  grassa  sentenza; 
il  litigare  costa  e  rovina  sempre  anche 
a  chi  vince,  e  l'accordarsi  giova  a  tutti 
anche  a  chi  qualcosa  ci  rimette. 

2)  spUa  S'enténs  =  sputa  sentenze  : 
di  chi  sdottoreggia,  non  sempre  a  pro- 
posito. 

8)  senténsa  cl'^sen  no  va  in  cièl  = 
raglio  d'asino  non  sale  al  cielo. 

senteiisiàj  v-  att,  =  sentenziare  :  dare 
sentenza,  giudicare. 

sentì,  f.  att.  =  sentire:  provare,  avere 
la  sensazione  di  qualche  cosa  :  sentì 
el  càlci.,  el  frèec,  l'odor,  el  dolor  =  sen- 
tire il  caldo,  il  freddo  l'odore,  il  dolore. 

1)  Aver  l'animo  commosso  da  affetti, 
passioni  :  el  éent  nàgòtt  per  nisun  = 
non  sente  niente  per  nessuno  ;  non  ha 
sentimento. 

2)  Sentire,  udire;  percepire  i  suoni. 

3)  senti  rnèm  =  sentir  messa  ;  ascol- 
tarla, udirla. 

4)  el  vie  sentirti  !  =  mi  sentirà  ! 
Modo  col  quale  si  minaccia  di  gridare 
ad  uno. 

5)  fàss  senti  =  farsi  sentire  :  dire 
le  proprie  ragioni  con  forza,  con  sen- 
timento, e  anche  gridando. 

6)  sentila  =  sentirla  :  avere  opinione  : 
mi  là  senti  minga  insci  =  io  non  la 
sento  così  :  non  ho  questa  opinione. 

7)  Aver  l'uso  dell'udito:  el  glie  éent 
2)òcch  =  ci  sente   poco. 

8)  senti  'léàór  =  assaggiare:  gustai-e 
leggermente  per    distingaere  il  sapore. 

9)  Rifl.  sentiès  =  sentirsi  :  stare  di 
salate  ;  iér  me  èont  éentii  mal  comi  = 
ieri  mi  son  sentito  male  assai. 

10)  éentìés  =  sentiisi ;   essere  dispo- 


sto a  fare  una  cosa  ;  el  ée  sentiva 
minga  de  vegnl  éii  fina  chi  =  non  si 
sentiva  d'inerpicarsi  fin  quassù. 

11)  S.  m.  seìitì  =  sentimento:  /"(' 
rf'o«  seìiti  delìcàtisim  =  è  di  un  sen- 
tire, di  un  sentimento  delicatissimo. 

12)  fa  briltt  sentì  =  far  bratto  sen- 
tire; di  cosa  brutta  a  udirsi. 

sentilión,  s.  m.  pi.  =  fedine  :  quella 
parte  della  barba  che  cresce  sulle 
guance  degli  uomini  fra  le  orecchie  e 
il  mento. 

sentimént,  s.  m.  =  sentimento:  affetto, 
tendenza,  inclinazione  dell'animo;  ci 
g'hà  di  sentimént  tiit'tilter  che  generOs 
=  ha  dei  sentimenti  tutt' altro  che  ge- 
nerosi. 

1)  Senso:  el  g'hà  mise  tuli  i  cìnqu 
sentimént  =  ci  ha  messo  tutti  i  cinque 
sentimenti;  fece  la  cosa  colla  massim 
attenzione. 

2)  Pensiero,  opinione  :  el  me  senti- 
mént l'è  qiièst:  viàltcr  pe7isee  come 
vorii  =  il  mio  sentimento  è  questo: 
voi  pensate  come  volete. 

3)  fa  pèrd  i  sentimént  =  cavare, 
levare  di  sentimento;  stordire  uno, 
specie  facendo  remore  o  parlando  forte 
0  a  lungo. 

4)  vèsé^  o  ■vcss  nò  in  di  éentimént 
essere  o  non  essere  in  sentimento;  di 
un  malato  che  sente  o  non  sente  più 
nulla. 

sentimentàl,  agg.  =  sentimentale:  che 
accenna  a  un  sentimento  romantico, 
femminile,  affettato. 

1)  Di  persona,  di  volto,  di  modi  e 
sim.  :  che  rivelano  sentimenti  delica- 
tissimi :  là  glia  on  bèli  fàcìn  senti- 
mentàl  =  ha  un  bel  visino  sentimentale. 

sentimentalismo,  *  s.  m.  =  sentimen- 
talismo :  affettazione  del  sentimento. 

sentinèla,  s.  f.  =  sentinella:  soldato 
armato,  di  guardia  a  un  luogo. 

1)  sentinèla  morta  =  sentinella  morta: 
dicesi  in  tempo  di  guerra  quel  soldato 
che  si  pone  più  avanzato  degli  altri, 
più  vicino  al  nemico,  per  spiarne  ogni 
movimento. 

sentiroeu,  s.  m.  =  viottolo,  stradicciuola: 
piccolo  sentiero  nei  campi  e  sui  monti. 

sentòn,  s.  m.  =  cinghia  di  trasmissione; 
quelle  strisce  di  cuoio  che  avvolte  sulle 
ruote  0  sui  volanti  trasmettono  il  mo- 
vimento dalia   macchina   ai   vari  con- 


sen 


F49 


sei' 


gegni  di  un  meccanismo,  di   un   oi>ifi- 
cio,  ecc. 

seatòr,  s.  in.  =  sentore  :  un  certo  sen- 
timento della  cosa  ;  indizio  o  cono- 
scenza della   cosa  avuta  quasi  a  caso. 

sentiirìu,  s.  m.  =  cintura,  cinturino  : 
fascia,  per  lo  più  di  cuoio,  colla  quale 
l'uomo  si  cinge  i  panni  o  la  spada 
intorno  alla  vita. 

1)  Coda  :  listerella  di  stoffa  cucita 
di  dietro  ai  calzoni,  a  ciii  è  attaccata 
la  fìbbia. 

seiitiiròu,  s.  m.  =  codino  :  listerella  che 
si  infila  nella  fibbia  della  coda  per 
stringere  alla  vita  la  serra  dei  calzoni. 

seuttiu,  v.  pass.  =  sentito  :  da  sentire. 
Si  dice  però  anche  ;  sentii. 

separa,  v.  att.  =  separare,  dividere  : 
mettere  uno  o  una  cosa  da  una  parte, 
e  una  cosa  dall'altra. 

1)  Scompaiiire  due  o  più  che  siano 
in  rissa  fra  loro. 

sepàràsiòn,  s.  f.  =  separazione  :  il  se- 
pararsi del  marito  e  della  moglie  con 
atto  di   tribunale. 

sepàràss,*  v.  rifl.  =  separarsi.  Vedi  di- 
vìdes.  Spocialm.  il  separarsi  della- 
moglie  e  del  marito  con  atto  di  tiù- 
bunale.  , 

sepeli,  V.  att.  =  seppellire  :    mettere  un 
morto  nella  sepoltura,  nel  suo  sepolcro. 
1)  sepeliss  =  seppellirsi  ;  nascondersi, 
tapparsi  in  casa. 

sépia,  =  *  s.  f.  =  seppia  :  specie  di  pesce 
di  mare,  e  l'osso  bianco  e  friabile  che 
noi  usiamo  specialm.  nelle  gabbie,  per- 
chè gli  uccelli  vi  arrotino  il  becco. 

sepòlcher,  s.  m.  =  sepolcro,  tomba, 
avello,  tumulo  :  luogo  di  sepoltura  di- 
stinto dalla  fossa  comune. 

sepoltura,  s.  f.  =  sepoltura:  luogo  dove 
uno  si  seppellisce,  e  le  cerimonie  che 
si  fanno  per  seppellire  un  morto. 

sequèla,  *  s.  f.  =  sequela:  un  lungo 
succedersi  di  cose  ,  di  avvenimenti 
simili;  gh'è  càpitaa  àdòss  dna  sequèla 
de  disgràài  =  gli  è  piombata  addosso 
una  sequela  di  disgrazie. 

seqiièster,  s.  m.  =  sequestro:  l'atto  con 
che  si  sequestra  una  cosa. 

sequestra,  v.  citt.  =  sequestrare  :  assi- 
curare per  via  legalo  una  cosa,  perchè 
il  proprietario  non  la  possa  ne  vendere, 
nò  comunque  alienare,  se  prima  non 
ha  soddisfatto  al  debito. 


1)  seqitèiirà  vun  =  sequestrare  al- 
cuno: obbligarlo  a  non  uscire  di  casa. 

2)  Staggire  :  prendere  por  forza  di 
legge  una  cosa  che  in  pubblico  si  credo 
farebbe  del  danno  :  fermarne  la  vendita, 
l'uscita  ;  iér  han  sequèiiraa  l' Italia  del 
Popol  =  ieri  hanno  sequestrato  l'Italia 
del  Popolo. 

sera,  *  s.  f.  =  sera  :  la  parte  del  giorno 
quando  il  sole  va  o  e  andato  sotto;  le 
prime  ore  della  notte. 

1)  in  prima  m-a  =  in  prima  sei'a  ; 
appena  il  sole  è  andato  sotto. 

2)  Ha  séra  =  questa  sera,  stasera:  la 
sera  del  giorno  stesso  in  cui  si  parla; 
domàn  de  séra  =  domani  sera,  doman 
da  sera  ;  la  sera  di  domani  ;  iér  séra  = 
ieri  sera  :  la  sera  di  ieri. 

3)  sér  fa  =  sere  sono  ;  qualche  sera  fa. 

4)  bona  séra  =  buona  sera  ;  saluto  di 
chi  si  trova  con  altri  alla  sera. 

5)  dàla  màtìna  Ma  séra  =  dalla  mat- 
tina alla  sera  ;  tutto  il  giorno,  senza 
interruzione. 

6)  ròss  de  séra  hòn  témp  se  spéra  = 
rosso  di  sera  buon  tempo  si  spera  ; 
aria  rossa  di  sera  buon  tempo  ne  mena  : 
ò  segno  che  il  tempo  si  rifa. 

séra,  s.  f.  =  serra  :  tepidario,  stufa  da 
piante  nei  giardini. 

seràda,  s.  f.  =  serata  :  lo  spazio  della  sera 
in  cui  per  lo  più  si  veglia. 

1)  T.  teatr.  serata,  beneficiata.  Vedi 
beueflciàda. 

aerai,  *  agg.  =  serale  ;  che  si  fa  nella 
sera;  là  scòla  seràl  =  la  scuola  serale. 

serali,  -s-.  m.  =  serraglio  ;  luogo  dove  si 
tengono  in  mostra  ben  chiuse  con  spran- 
ghe di  ferro  belve  feroci. 

serànda,  s.  f.  =  piastra  :  disco  di  lamina 
di  ferro,  girevole  entro  il  tubo  della 
stufa  per  dare  e  togliere  la  comunica- 
zione della  pai"te  inferiore  di  esso  colla 
superiore  e  coli' aria  esterna. 

1)  Valvola  del  caminetto  :  lamina 
di  ferro  imperniata  che  s'alza  e  abbassa 
e  quindi  apre  e  chiude  la  gola  del  ca- 
mino :  la  si  chiude  quando  tutta  la  legna 
è  bruciata,  perchè  non  si  disperda  il 
calore  troppo  rapidamente. 

sèrb,  agg.  =  acerbo.  Vedi  àsèrb. 

sèrb,  s.  m.  =  sodaglia.  Vedi  gèrb. 

sèrbid,  s.  m.  =  sodaglia.  Vedi  g'èrb. 

sèrbìn,  s.  m.  =  stoino  :  la  piccola  stola 
che  si  motte  agli  usci  dei  quartieri,  delle 


ser 


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ser 


sale,  degli  uffici  e  sim.  anche  per  pu- 
lirci le  scarpe, 

sèrbinòtt,  ò\  m.  =  beUimbusto,  zerbino, 
zerbinotto.  Vedi  magia. 

sere,  •«.  m.  =  cerchio,  circolo,  circonfe- 
renza. 

1)  .s-erc  déla  luna  =  alone;  cerchio 
formato  da  vapori  intorno  alla  luna. 

2)  Cerchio  della  botte:  dà  dna  bota 
ài  éerc  e  runa  ài  ràsèll  =  dare  un 
colpo  al  cerchio  ed  uno  alla  botte. 

3)  vègh^  sentiss  el  sere  tila  fèsta  = 
avere,  sentirsi  la  spranghetta,  la  stan- 
ghetta :  quella  accapacciatura,  o  quel 
leggiero  dolor  di  capo  che  produce 
l'aver  bevuto  o  troppo  o  vino  che  fac- 
cia male. 

sercià  sii,  v.  att.  =  accerchiare,  circon- 
dare: chiudere  come  in  un  cerchio. 

serciàdùra,  s.  f.  =  cerchiatura  :  lavoro 
del  cerchiar  raote,  botti,  tini,  ecc. 

sercìòn,  s.  m.  =  cerchione:  quello  che 
tiene  insieme  i  quarti  della  ruota  :  è 
quasi  sempre  di  ferro. 

serèii,  agg.  =  sereno  :  agg.  di  cielo  : 
senza  nubi  e  senza  nebbia. 

1)  on  fùlmin  à  ciél  serèn  =  fulmine 
a  ciel  sereno:  di  una  disgrazia  o  di 
che  altro  di  tristo  che  ci  colga  all'im- 
provviso. 

2)  gota  serena  =  gotta  serena.  Vedi 
gota  8). 

3)  S.  m.  Lo  stato  dell'aria  o  del  cielo 
senza  nubi,  senza  nebbie  ;  che  bèli  serén 
gli'  è  ineoRu  !  =  che  bel  sereno  è  oggi  ! 

4)  dòpo  'l  nwol  ven  el  serèn  =  dopo 
la  pioggia  torna  il  ciel  sereno  :  dopo  il 
cattivo  viene  il  buono. 

5)  l'è  on  seren  ételaa  =  e  un  sereno 
che  smaglia  :  di  cielo  serenissimo  la 
notte. 

serena,  (ala)  =  all'aperto,  a  cielo  aperto, 
al  sereno. 

1)  dormi  ttla  serena  =  dormire  al- 
l'aperto; all'albergo  della  stella, 

serenàda,  s.  f.  =  serenata:  concerto  che 
si  fa  di  sera  sotto  le  finestre  di  qualche 
casa,  0  all'aria  aperta,  come  in  giardino 
0  sim. 

1)  fa  ona  serentjda  coni  moeuia  e 
bàrnàss  =  fare  una  scampanata  :  un 
sonare  di  ferri,  come  molle,  palette  e 
sim.  per  canzonatura. 

serenela,  s.  f.  =  lilla:  frutice  che  fiorisce 
in  primavera  e  i  cui  fiori  sono  fra  il 
violetto  e  il  turchino. 


seri,  agg.  =  serio:  che  usa  gravità,  che 
non  ride. 

1)  Di  cose,  che  fanno  pensare,  che 
hanno  gravità. 

2)  Grave,  pericoloso;  l' è  dna  màlàtìa 
seria  =  è  una  malattia  seria. 

3)  Austero:  di  persona  rigida  nell' os- 
servare e  nel  fare  osservare  strettamen- 
te le  regole,  e  indifferente  por  tutto  ciò 
che  piace  e  diletta.  Detto  anche  di  atti, 
pratiche,  maniere  nelle  quali  si  mani- 
festi una  tale  disposizione  d'  animo  ; 
eostumm,  studi  seri  =  costumi,  studi 
austeri:  contrario  di  ameni,  piacevoli. 

4)  Accigliato,  serio  ;  che  ha  le  ciglia 
aggrottate  dando  al  viso  una  espressione 
severa  e  pensosa  ;  fàeia  seria  =  viso 
accigliato. 

5)  siil  sèri  =  sul  serio  ;  da  senno, 
seriamente,  di  proposito. 

6)  2}àrlà  siil  sèri  =  parlar  sul  serio, 
dir  davvero;  non  burlare. 

7)  Efficace;  che  produce  l'effetto  vo- 
luto ;  r  è  minga  dna  ciàrlcdànàda,  l' è 
on  rimèdi  sèri  =  non  è  una  ciurmeria, 
è  un  rimedio  serio. 

serietaa,  s.  f.  =  serietà  :  contegno  grave,- 
serio. 

cerimonia,  s.  f.  =  cerimonia,  compli- 
mento. Vedi  complimént. 

serioeula,  (là)  s.  f.  =  la  Candelaia,  Can- 
delara.  Candelòra:  la  festa  della  Puiù- 
ficazione  che  cade  il  2  febbraio. 

1)  Ma  Serioeula  de  l'inverno  sèmm 
foeura,  se  sari  à  vèn  sèmm  dent  piisee 
ben  =  Santa  Maria  di  Candelora,  o  che 
nevichi  o  che  plora  dell'inverno  siamo 
fuora  ;  se  gli  ò  sole  o  solicello  siamo 
ancora  a  mezzo  il  verno.  Proverbio 
pronostico  del  tempo. 

sèro,  s.  m.  =  zero  ;  la  cifra  in  significativa. 
1)  l'è  on  sèro  =  è  uno  zero  ;  non  vale 
nulla  ;  di  persona  dappoco. 

serpa,  s.  f.  =  serpentina  ;  ruotella  nel 
meccanismo  dell'orologio. 

serpàn,  s.  m.  =  biscione  inglese,  serpen- 
tone; specie  d'istrumento  da  fiato.  Dal 
frane,  serpent. 

serpént,  s.  m.  =  serpente;  serpe  assai 
pili  grossa  delle  ordinarie,  per  lo  più 
velenosa  o  feroce  ;  ce  ne  sono  di  varie 
specie. 

1)  Dicesi  anche  di  donna  brutta  e 
dispettosa  e  di  chiunque  risponda  con 
soverchia  arroganza. 


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ser 


2)  càvàlièr  i-erpent  =  cavalier  ser- 
vente :  detto  per  scherzo. 

-crpentiii,  s.  m.  =  serpentina,  serpe  : 
specie  di  fuoco  artificiato  ;  sorta  di  sal- 
tarello. 

-erra,  .s-.  f.  =  serva:  la  donna  che  fa  i 
servizi  in  casa. 

1)  tec/nì  còme  ona  i-èrra  =  tenere  per 
0  come  una  serva  ;  la  donna  a  cui  si 
faccia  fare  ciò  che  dovrebbe  la  serva, 
avvilendola. 

2)  pari  là  serva  de  Filati  -  essere 
una  sudiciona. 

3)  pàrt  'l  fioeù  dèla  serva  =  parer 
figlio  di  nessuno  :  di  chi  è  trascurato, 
considerato  in  casa  come  nulla  o  ben 
poco. 

servènt,  (càvàlièr)  s.  m.  =  cavalier 
servente.  Vedi  càvàlièr  1). 

servéta,  s.  f.  =  servetta,  servina:  serva 
giovane  e  piuttosto  leggiadra. 

1)  Nelle  commedie,  colei  che  fa  la 
parte  di  serva. 

servi,  «'.  ait.  =  servire:  fare  il  servitore 
0  la  sen'a  :  T  è  via  à  servì  =  è  via  a 
servire  ;  V  è  quàtr'ànn  che  là  me  éèrv  = 
son  quattro  anni  che  mi  serve. 

1)  Detto  di  soldati  :  essere  al  servizio 
militare,  sotto  le  armi. 

2)  ànddi  via  à  éervì  =  atidare  a  ser- 
vire, acconciarsi  per  servitore. 

3)  el  pan  del  servì  el  g'hà  èètt  crost 
=  il  pan  degli  altri  ha  sette  croste;  è 
pane  arrotato,  è  pane  del  dolore. 

4)  servi  d'àmis  =  servir  da  amico  : 
bene,  con  premura. 

5)  Di  cosa  ;  che  è  atta  a  un  servigio, 
disposta  a  un  fine  ;  V  è  dna  étànsa  che 
éèrv  de  ripostili  =  è  una  stanza  che 
serve  di  ripostiglio. 

6)  à  còsa  'l  éèrv  ?  =  a  che  serve  ?  a 
che  giova?  a  che  è  utile? 

7)  servì  de...  =  servir  da...;  tener 
luogo  di  una  cosa,  farne  le  veci  ;  el  fà- 
seva  éervì  de  bàéton  el  ìnttnich  del  écoìn 
=  faceva  servir  di  bastone  il  manico  della 
gi'anata. 

8)  D'un  artefice  che  presta  l'opera 
propria,  e  di  un  negoziante  che  fornisce 
dei  suoi  generi  una  casa,  un  particolare; 
el  me  càléolàr  el  éèrv  i  primm  fàmìli 
de  Mildn  =  il  mio  calzolaio  serve  le 
prime  famiglie  di  Milano. 

9)  ée}-vì  el  càfe,  el  broeud,  el  sàlàmm 
=  servire  il  caffè,  il  brodo,  il  salame  ; 
apprestarli,  porgerli. 


10)  éervì  mesa  =  servire  la  messa  ;  di 
chi  ministra  e  risponde  al  sacerdote 
durante  la  messa. 

11)  servì  vùn  =  servire  uno  :  tagliar- 
gli la  vita  addosso;  maltrattarlo  con 
parole  o  con  fatti. 

servìbilj  *  agg.  =  servibile  :  che  può  ser- 
vire, di  che  uno  si  può  servire. 

servièta,  s.  f.  =  asciugamano,  sciuga- 
mano,  asciugatoio  :  pezzo  di  tela  per 
asciugarsi  il  viso  e  le  mani,  o  altra 
parte  del  corpo,  dopo  essersi  lavati. 

servii,  agg.  =  servito  :  da  servire. 

1)  fa  resta  servii  =  far  restar  servito; 
]n'offerire  ad  altri  di  quel  che  uno  man- 
gia 0  beve. 

2)  el  bon  servii  =  il  ben  servito,  il 
benservito:  dichiarazione  di  buon  ser- 
vizio, onesto  e  premuroso. 

servisi,  s.  m.  =  servizio,  servigio  :  il 
servire  specialmente  in  casa  altrui  e 
con  salario  ;  l' è  on  bon  éervìéi  =  è  un 
buon  servizio. 

1)  perédna.,  dona  de  servisi  =  persona, 
donna  di  servizio  ;  servitore,  serva. 

2)  L'opera  che  uno  presta  allo  Stato. 
al  Comune,  ad  una  Istituzione  qualsiasi  ; 
g'  hoo  giamo  dersètt'  ànn  de  servisi  = 
ho  già  dieciasette  anni  di  servizio. 

3)  fa  i  servisi  =•  fare  i  servizi  :  di- 
cesi di  chi  disimpegna  alcune  partico- 
lari ed  umili  incombenze,  comunicazioni, 
faccende  in  una  casa,  in  una  bottega, 
ufficio  e  sim. 

4)  fa  on  viàgg  e  dilil  éervìsi  =  fare 
un  viaggio  e  due  servizi  ;  prendere  due 
piccioni  a  una  fava;  conciliare  in  una 
operazione  più  cose. 

5)  gràéie  tìbi  dàgo  del  tò  servisi  me 
ne  ineàgo  =  il  riposo  del  Calenzuoli, 
una  pedata...  dentro  e  fuori  :  a  chi, 
dopo  un  servizio,  si  manda  via  senza 
alcuna  ricompensa. 

6)  servisi  de  tàola  =  servito,  servizio  ; 
tutti  i  vasellami  che  servono  per  appa- 
recchiare una  tavola.  Finimento  di  bian- 
cheria: il  complesso  di  tovaglie  e  to- 
vaglioli della  stessa  opera  o  disegno. 
Finimento  di  posate  :  il  complesso  dei 
cucchiai,  forchette,  coltelli,  ecc.  Appa- 
recchio poi  si  dice  r  insieme  di  tutte 
le  cose  occorrenti  ad  apparecchiare  la 
tavola. 

7)  éervìéi  de  eàfè  =  servito  da  caffè; 
il  complesso  delle  chicchere  con  zuc- 
cheriera, lattiera,  caffettiera,  ecc. 


ser 


r2  - 


ses 


8)  fa  servlH  =  rendere  servizio,  gio- 
vare, essere  utile  ;  étài-èra  el  màntèll 
el  te  fa  cèri  sewU-i  =  stasera  il  man- 
tello ti  fa  certamente  servizio. 

9)  Gli  agi  del  corpo  :  vie  écàpa  qiièll 
servisi  =  ho  voglia  di  andar  di  corpo. 

10)  vègh  vùn  in  qiièll  éerméi  =  avere 
uno  in  un  calcetto,  aver  uno  dentro 
d'un  sacchetto  :  non  curarsene,  disprez- 
zarlo. 

servii; iàl,  s.  m.    =    serviziale,    clistere, 

lavativo.  Vedi  clistèr. 
servisiètt,  s.    m.  =   serviziolo:    piccolo 

servizio  ;  dimin.  di  servizio. 
servìsièyol,  agg.  =  serviziato  :  pronto  al 

nostro,  al  vostro  piacere,  che  fa  e  rende 

volentieri  servigio. 
seryiss  v.  rifl.  =  servirsi  ;  di  una  cosa, 

0  di  una  persona,   valersene  ad   alcun 

fine,  farne  uso. 

1)  Prendere  sul  proprio  piattello  dal 
piatto  grande  la  vivanda  a  tavola,  o 
prendere  da  un  vassoio  i  dolci,  il  bic- 
chiere, ecc. 

2)  Kiferito  a  medico,  legale,  artigiano 
operaio  e  sim.:  valersi  abitualmente  di 
un  tal  medico,  legale,  artigiano,  ope- 
raio e  sim. 

3)  Riferito  a  bottega,  negozio  e  sim.; 
provvedersi  a  una  tal  bottega,  a  un  tal 
negozio. 

4)  che  H  se  serva;  che  7  se  serva 
piir  =  si  serva  pure,  si  serva  a  suo 
piacere  ;  modi  che  si  usano  per  dire 
cortesemente  che  uno  prenda  di  quello 
che  gli  si  offre  quanto  e  come  vuole. 


servitòr,  s.  m. 


servitore,  domestico 


chi  servo  in  casa  altrui  a  stipendio. 

1)  Fig.:  chi  è  costretto  a  fare  a  modo 
d'altri. 

2)  servitòr  in  prèsta  =  servitore  di 
scambio  :  servitore  che  prendesi  per  un 
certo  tempo,  mentre  se  ne  cerca  un 
altro  definitivo. 

3)  Servo  muto:  quell'arnese  di  ferro 
0  legno  che  serve  a  reggere  piatti,  pane 
e  altro  vicino  alla  tavola,  a  comodo  di 
chi  vi  siede. 

4)  servitòr  de  piàSa  =  servitore  di 
piazza  :  quello  negli  alberghi  che  ac- 
compagna i  forestieri  per  la  città  e  ne 
mostra  loro  le  cose  degne  a  vedersi. 

5)  l'è  mèj  vèés  on  nittgher  pàdrón 
che  on  gràsé  servitòr  =  è  meglio  esser 
capo  di  gatta  che  coda  di  leone  :  me- 
glio uccello  di  bosco  che  in  gabbia  d'oro. 


servitorèll,  s.m.  =  servitorino:  dimin. 

vezzegg.  di  servitore  ;  quando  chi  serve 

è  un  ragazzo,  un  giovinetto. 
servitù,  s.  f.  =  servitù  :    servizio    cura  ; 

l'è  on  niàlaa  che  glie  vceur  Òna  gran 

servitù,  =  è  un  malato  che  richiede  una 

gran  servitù. 

1)  Tutti  i  servitori  di  una  casa  :  domti 
in  là  servitù  el  spend  di  bèj  dànee  = 
soltanto  nella  servitù  spende  di  bei 
quattrini. 

2)  T.  leg.  Diritto  sopra  uno  stabile 
a  benefìcio  d'un  estraneo:  Vèonfòndo 
che'l  g'hà  là  servitù  del  pass  =  è  un 
fondo  che  ha  la  servitù  del  passaggio, 
del  transito. 

3j  Obbligo;  legame:  quéll  doè  com- 
pagna à  scola  i  fiorii  quàter  vòlt  ài  di 
rè  òna  servitù,  intoleràbil  =  quel  do- 
vere accompagnare  a  scuola  i  ragazzi 
quattro  volte  al  giorno,  è  una  servitù 
intollerabile. 

servòta,  s.  f.  =  servona  :  serva  grassa, 
rigogliosa,  tarchiata. 

sés,  agg.  num.  card.  =  sei  ;  che  è  com- 
posto di  cinque  più  uno. 

1)  S.  m.  quantità  del  numero  sei  e 
anclie  la  cifra  che  la  rappresenta  :  sciiv 
i  éés  coni  là  eòa  in  gid  =  scrivere  i 
sei  colla  coda  all' ingiù;  cioè  scri- 
vere dei  nove  ;  me  càia  'l  sés  à  fa 
tómbola  =  mi  manca  il  sei  a  far  tom- 
bola. 

2)  Il  giorno  sesto  del  mese  :  el  éés 
febràr  =  il  sci  febbraio. 

3)  i  sés  =  le  sei  ;  delle  ore,  1'  ora 
sesta  dopo  la  mezzanotte,  e  prima  della 
riforma  che  conta  fino  alle  ventiquattro, 
anche  l'ora  sesta  dopo  il  mezzogiorno. 

sesàiita,  agg.  num.  card,  e  s.  m.  =  ses- 
santa ;  che  contiene  sei  diecine. 

sesàntàinìla,  agg.  num.  card.  =  sessan- 
tamila ;  che  contiene  sessanta  migliaia. 

sesàntésim,  agg.  num.  ord.  =  sessan- 
tesijuo. 

sesàutèna,  s.  f.  =  sessantina:  quantità 
di  sessanta  o  che  s'avvicina  ai  sessanta; 
òli!  el  glia  ben  là  eòa  sesàntèna  d\ìnn 
=  oh!  li  ha  bene  la  sua  sessantina 
d'anni. 

sesèni,  s.  m.  -  sessennio:  lo  spazio  di 
sei  anni. 

sesia,  s.  m.  mezzo  soldo  :  moneta  da  due 
centesimi. 

1)  Ano  ;  orificio  dell'  intestino  retto. 


753 


set 


sesìón  s.  f.  =  sezione,  anatomia;  opera- 
zione anatomica:  fa  là  seéion  d'on  cà- 
dàver  =  far  la  sezione,  l'anatomia  di  un 
cadavere. 

1)  Una  delle  parti  nelle  quali  si  di- 
vidono certi  pubblici  uffici,  o  le  classi 
troppo  numerose  di  una  scuola. 

2)  Sessione  :  congresso,  convegno  di 
|)iìi  persone  per  consultare,  deliberare, 
ecc.,  come  tribunali,  commissioni  d'e- 
same, il  parlamento,  ecc. 

sesionà,  v.  att.  =  sezionare;  fare  la  se- 
ziono di  un  cadavere,  notomizzarlo, 

sèst,  s.  m.  =  sesto  :  T.  archit.;  cui-va  degli 
ardii  :  l'è  dna  cà  coi  finèster  à  éèst 
àciitt  =  è  una  casa  colle  finestre  a  sesto 
acuto. 

1)  T.  dei  carrozz.  Traversa  anteriore 
di  volticella  e  della  posteriore  di  coda 
del  carro  delle  carrozze,  sulla  quale  sono 
invitati  i  T  delle  moile. 

2)  Num.  ord.  di  sei  :  el  fa  'l  sèst 
ànn  de  medicina  =  fa  il  sesto  anno 
di  medicina. 

sèsta,  s.  f.  =  cresta.  Vedi  crésta. 

sestiga,*  s,  f.  =  sestiga  :  cocchio  a  due 
ruoto  alla  romana  tirato  da  sei  cavalli. 
E  una  sestiga  quella  di  bronzo  sull'Arco 
della  Pace  i  cui  cavalli  furono  model- 
lati da  Giovanni  Putti. 

sestina,*  s.  f.  =  sestina  :  stanza  di  sei 
versi  rimati  i  primi  quattro  alternati- 
vamente e  gli  ultimi  due  fra  loro. 

set,  s.  f.  =  sete  :  bisogno  di  bere  ;  niént 
scceml  là  sèi  nièj  d'  on  bieér  d'acqua 
frHca  =  nulla  leva  la  sete  meglio  di 
un  bicchiere  d'acqua  fresca. 

1)  morì  de  set  =  morir  di  sete,  af- 
fogar di  sete  :  avere  intensissimo  biso- 
gno di  bere. 

2)  brilsti  de  là  set  =  assaettar  dalla 
sete  ;  aver  gran  sete. 

3)  g'hàn  set  =  hanno  sete  ;  diciamo 
!ig.  delle  piante,  dei  vasi  da  fiori  che  vo- 
gliono ossero  annacquati,  perchè  troppo 
aridi. 

4)  droà  eàrna  ààlàda  per  seoRud  là 
■<-èt  =  cavarsi,  levarsi  la  sete  col  pre- 
-oiuvto  :  far  cosa  che  ci  accresco  il  danno. 

aelaa,  a(/g.  =  seduto  :  di  sedere. 

setàuta,  agg.  num.  ord.  =  settanta:  nu- 
mero che  contiene  sotte  diecine  o  quan- 
tità che  somma  a  sette  diecine. 

setàutèna,  s.  f.  =  settantina  :  quantità 
di  sottanta,  che  s'approssima  o  di  poco 
supera  il  settanta. 


setàss,  V.  rifl  =  sedere,  sedersi:  mettersi 
a  sedere.  Spesso  si  accompagna  colla 
prep.  g-id. 

1)  dà  de  éetàss  =  dar  da  sedere,  por- 
gere una  sedia,  una  poltrona,  uno  sga- 
bello perchè  altri  segga. 

2)  fa  séta  gid  =  mettere,  porre  a 
sedere  ;  acconciare  uno  sulla  seggiola  e 
dicesi  per  lo  più  di  bambini. 

3)  Assettarsi  :  di  fabbrica  la  quale 
col  suo  peso  va  a  trovare  il  suo  sodo. 

sètcént,  agg.  num.  =  settecento  :  il  nu- 
mero e  quantità  composta  di  sette  cen- 
tinaia. 

setèmber,  s.  m.  =  settembre:  il  settimo 
mese  dell'anno  astronomico  o  il  nono 
dell'anno  civile. 

1)  de  setèmber  nòti  e  dì.,  già  H  sàvii 
sòtéòra  hin  lì  =  di  settembre  la  notte 
e  il  di  contende:  son  lunghi  press' a 
poco  ugualmente. 

setembrin,  agg.  =  settembrino  :  dei  frutti 
che  maturano  in  settembre. 

sètenàri,*  5.  m.  =  settenario:  verso  di 
sette  sillabe  :  i  l'èrs  del  ('tnque  Màgio 
hin  sètenàri  =  i  versi  del  Cinque  Maggio 
son  settenari. 

sèténì,*  s.  m.  =  settennio:  spazio  di  sette 
anni.  Usa  ancora  assai  scarsamente. 

setentriòu,*  .«.  m.  =  settentrione  ;  quello 
dei  quattro  punti  cardinali  opposto  al 
al  mezzodì. 

setentriouàl,*  agg.  =  settentrionale  :  che 
è  posto  al  settentrione  di  un  particolare 
orizzonte  :  i  pdrtieh  setentriontti  de 
piàsa  del  Dònim  =  i  portici  settentrio- 
nali di  Piazza  del  Duomo  ;  V  Italia  éè- 
tentrionttl  =  l'Italia  settentrionale. 

1)  Chi  è  delle  parti  del  settentrione, 
del  nord. 

sétim,  agg.  num.  ord.  =  settimo;  ordin. 
di  sette. 

sètima,  s.  f.  settima:  spazio  di'^sette 
giorni  che  si  computa  special,  nel  de- 
corso di  certe  malattie  come  il  tifo,  il 
vainolo,  ecc.;  ée  'l  rièsé  à  pàsà  là  tèréa 
sètima  l'è  foeiìra  de  perìcol  =  se  riesco 
a  passare  la  terza  settima  è  Jfuori  di 
pericolo. 

setimàna,  s.  f.  =  settimana;  spazio  di 
sette  giorni  ;  tempo  che  corre  fra  il  lu- 
nedì e  la  domenica  inclusivi. 

1)  fìQj  d'óna  setim,tLna!  =  corpo  di 
bacco!  Bsclam.  di  impazienza  e  qualche 
volta  di  minaccia. 

2)  rè  intréga  là  éetimttna  =  diciamo 


set 


—  754  — 


sii 


di  chi  è  lento,    impacciato.  Vedi    in- 
irègh,  1). 

3)  setimàna  gràsa  =  settimana  grassa  : 
l'ultima  di  carnevale. 

4)  setimàna  santa  =  settimana  santa  : 
quella  nella  quale  si  celebrano  i  mi- 
steri della  passione  di  Cristo  e  termina 
colla  domenica  di  Pasqua.  ' 

6)  vèéÉ  de  setimttna  =  essere  di  set- 
timana :  adempiere  a  certi  uffici  du- 
rante una  tale  settimana. 

sètimiii,  s.  m.  =  settimestre  :  di  sette  mesi 
e  dicesi  di  bambino  nato  a  sette  mesi. 

setina^  s.  f.  =  cecce  :  fa  setìna  =  fa  cecce  : 
si  dice  sempre  solamente  ai  bambini 

setòn,  (in)  avv.  =  a  sedere  sul  letto. 

Sètt,  agg.  num.  card.  =  sette  ;  che  con- 
tione  sei  più  uno. 

1)  Quantità  che  ammonta  a  sette  e  la 
cifra  colla  quale  si  scrive. 

2)  Anche  noi  diciamo  §ètt  uno  strappo 
una  ferita,  che  abbia  la  forma  di  un  7  : 
l'ha  fa  dent  on  i-ètt  in  del  vestii  che 
g'  e  sarà  de  fa  à  giiiàtàll  =  ha  fatto  un 
sette  nel  vestito  che  ci  sarà  da  fare  ad 
accomodarlo. 

3)  trii  sètt  e  anche  trisètt  =  tre  setti, 
tresetti:  specie  di  gioco  di  carte. 

4)  sètt  e  mèss  =  sette  e  mezzo  ;  altro 
gioco  di  carte,  però  più  d'azzardo. 

5)  vègh  sètt  ànim  e  on  ànimin  = 
regger  l'anima  coi  denti;  di  chi  per 
robustezza  di  fisico,  muore  con  stento 
0  di  chi,  pur  facendosi  gran  male,  non 
muore. 

6)  vend  per  sètt  ò  per  dersètt  =  bac- 
chettare :  V  era  mèj  regalai  i  quttder 
piitdst  che  vendi  per  sètt  o  per  deréètt 
=  era  meglio  regalarli  i  quadri  piuttosto 
che  bacchettarli. 

7)  mflsa  sètt  strùpia  quàtdrdes.  Vedi 
màsàsètt. 

8)  sètt  fa  nètt  =  piazza  pulita;  fa  sètt 
fa  nètt  =  fare  piazza  pulita;  finire  ogni 
cosa  specialm.  di  roba  da  mangiare. 

sér,  s.  m.  =  sevo,  sego:  grasso  d'alcuni 
animali  con  che  si  fanno  certe  candele, 
0  si  unge  il  cuoio,  il  tomaio  delle  scarpe 
e  altro. 

sevér,  agg.  =  severo  :  che  è  rigoroso  con 
sé  e  cogli  altri;  rigido,  un  po'  aspro. 

séver, .?.  m.  =  bigonciolo,  bigoncino  :  pic- 
colo bigoncio  con  due  manichi  formati 
da  due  doghe  sporgenti  e  forate  per  in- 
filarvi un  bastone  e  portarlo. 


sereritaa,*  s.  f.  =  severità,  rigore:  qua- 
lità astratta  di  chi  è  severo,  e  il  suo 
modo  di  essere,  di  trattare. 

sfàciaa,  agg.  =  sfacciato,  sfrontato  :  senza 
vergogna 

1)  Di  colore,  non  modesto,  molto  ap- 
pariscente ;  Ve  minga  on  ve§tii  per  mi.. 
Ve  tròpp  sfàciaa  =  non  è  abito  per  me; 
è  troppo  sfacciato. 

2)  Àbbordone;  chi  usi  abbordare  di 
primo  acchito  le  persone,  anche  senza 
averci  confidenza. 

3  Rispondiero  ;  facile  a  rispondere, 
a  rimbeccare:  l'è  òna  bòna  tosa  ma 
V  è  on  poo  sfàciàda  =  è  una  buona 
ragazza,  ma  è  un  po'  rispondiera. 

sfàciàdón,  s.  m.  =  sfacciatone  :  chi  è 
molto  sfacciato,  sfrontato. 

sfàciàtàgrin,  s.  f.  =  sfacciataggine,  sfron- 
tatezza: l'essere  sfacciato,  impudente 

sfàdigà,  V.  att.  e  sfàdigàss,  v.  rifl.  = 
faticare,  affaticarsi  ;  lavorare  con  fatica 
e  molto  per  riuscire  a  uno  scopo  :  poer 
dìàvol!  el  éfàdiga  tiitt  et  di  per  gua- 
dagna, diin  frànch  =  poveretto  !  fa- 
tica tutto  il  giorno  per  guadagnare  due 
franchi. 

sfalsa;  iK  att.  =  tralignare,  dissimigliare, 
dirazzare  :  di  chi  agisce  diversamente 
dal  come  lo  dovrebbero  portare  ad 
agire  le  tradizioni  di  famiglia  o  dal 
come  ci  si  potrebbe  aspettare  dalla  sua 
vita  antecedente. 

sfàrso,*  s.  m.  =  sfarzo:  pompa,  sfoggio 
borioso,  di  molto  lusso  È  parola  nova 
al  dialetto,  ma  già  abbastanza  larga- 
monte  usata. 

sfàrsós,'^  agg.  =  sfarzoso  :  fatto  con  sfarzo. 

sfàrorévol,*  agg.  =  sfavorevole,  contrario. 

sfera,  -s.  f.  =  lancetta,  ago,  indice,  saetta;  i 
quella  che  nella  mostra  dell'  orologio  ] 
segna  le  ore. 

1)  de  prima  éféra  =  di  piima  riga, 
di  prim' ordine. 

sfèria,  s.  m.  =  squarcio,  strappo,  sdni- 
cio  ;  lacerazione  subita  e  violenta  di 
una  pai'te  del  vestito  o  d'altro  panno 
che  si  impigli  in  chiodo,  sterpo  o  altro. 

sfèrlà,  V.  att.  =  sti'acciare,  squarciare, 
strambellare  :  di  drappi,  tele,  panni  e 
simili. 

sflàdàss,  V.  rifl.  =  sfiatarsi  ;  buttar  via 
il  fiato:  di  chi  parla  per  nulla,  poiché 
non  lo  ascoltano. 

sfida,  .s.    f.  =  sfida  :    1'  atto    dello    sfi- 


sfl 


-  755  - 


sfo 


dare    a    duello,    a   un  cimento,  a  una 
prova  qualsiasi. 

sfldà,  v.  att.  =  sfidare  :  invitare,  provo- 
care; chiamare  uno  a  un  cimento,  a 
una  prova,  a  un  duello  e  sim. 

1)  sfidi  mi!  =  sfido  io!  dicesi  a  di- 
mostrare l'impossibilità  di  una  cosa  o 
dei  suo  contrario:  el  771' ha pàgaa  p'un- 
tiiàtmént,  ma,  sfidi  mi!  g^hoo  minà- 
eiaa  là  eitàsion  =  mi  ha  pagato  pun- 
tualmente, ma  sfido  io  !  gli  ho  minac- 
ciato la  citazione.  Se  invece  si  vuol 
dire  di  cosa  certa,  si  dice  elitticamente  : 
domando  !  el  t'ha  daa  el  fàtt  tò  ?  sfidi 
mi!  =  t'ha  dato  il  fatto  tuo?  Domando. 

sflg'iirà,  v.  att.  =  sfigurare  :  far  cattiva 
figura  ;  così  di  persona  come  di  cosa  ; 
qiiànd  voo  in  societaa  me  pitLs  à  sfì- 
gilrtL  nò  =  quando  vado  in  società,  mi 
piace  a  non  sfigurare  ;  in  quèla  éflla 
chi  el  tò  quàder  el  Éfègura  =  in  que- 
sta sala  il  tuo  quadro  sfigura. 

sfilàj  v.  att.  =  sfilare  :  marciare  in  pic- 
cole fronti  e  anche  1'  un  soldato  dopo 
l'altro,  e  dicesi  di  qualsiasi  moltitudine 
che  cammini  in  siffatto  modo  ;  per  lo 
più  dinanzi  a  qualche  alta  autorità,  a 
qualche  monumento  e  simili. 

sfllàda,*  s.  f.  =  sfilata:  lungo  ordine  0 
fila  di  persone  0  di  cose. 

sfllàprà;  V.  att.  =  filacciare,  sfilacciare  ; 
ridurre  in  filaccia. 

1)  Rifless.  perder  le  fila  ;  di  panno, 
di  stoffa. 

sfllàprént,  agg.  =  sfilacciato,  sfioccato. 
Anche:  a  brindelli,  a  brendoli. 

sfinii,*  agg.  =  sfinito  ;  di  uno  a  cui  sono 
venute  meno  le  forze,  per  mancanza  di 
cibo,  0  per  fatica. 

sflnimènt,*  s.  tyi.  =  sfinimento  :  il  sen- 
tirsi mancare,  venir  meno. 

sfiora,  V.  att.  =  sfiorare:  di  un'arma, 
di  una  palla  e  sim. ,  lievemente  toccare 
più  che  altro  strisciando  sopra  la  pelle. 

sfiorì,    V.    att.    =    fermentare,    lievitare. 
Della  calcina,  della  pasta  e  sim. 
1)  Sfiorire;  perdere  il  fiore,  i  fiori. 

s<'oeùia,  s.  f.  =  sogliola  :  sorta  di  pesce 
di  mare  che  si  mangia  fritto. 

èfoefii,  (fa  \)v.  att.  =  perquisire:  frugare 
una  persona,  una  casa,  specie  per  man- 
dato del  tribunale  0  della  questura. 

sfoga,  V.  att.  =  sfogare:  d'una  passione, 
d'un  affetto;  darle  corso  soddisfarlo. 

gfogaa,    agg.    =    sfogato  :    di    voce   0  di 
,     cantante  ohe  arriva  bene  alle  note  più 


alte  della  sua  chiave:  V  è  on  éopràn 
èfogaa  =  è  un  soprano  sfogato. 

sfogàda,  s,  f.  =  sfogamento:  l'atto  dello 
sfogarsi. 

sfogàss,  «J.  rifl.  sfogare  :  d'  umori  non 
sani  nel  corpo  umano  e  di  certe  ma- 
lattie; venire  alla  pelle,  uscirne  fuori, 
produrre  delle  eruzioni  :  là  milittra  l'è 
on  ben  che  là  se  sfoga  =  la  miliare  è 
bene  che  sfoghi , 

1)  sfogàss  con  vHn  =  sfogarsi  con 
uno;  manifestare  ad  esso  ciò  che  ci 
cagioni  dolore,  risentimento.  Ed  anche: 
dar  libero  corso  all'  ira  contro  di  uno, 
ma  solo  con  parole. 

2)  sfogàss  à  piAng  =  sfogarsi  in  la- 
grime ;  sfogàss  à  pariti  =  sfogarsi  in 
parole:  lo  stegso  che  dare  sfogo  al  proprio 
dolore  piangendo,  0  al  proprio  desiderio 
vivo  di  parlare. 

sfog'iày  V.  att.  =  sfoggiare  :  vestire  son- 
tuosamente e  far  mostra  0  sfoggio  di 
ricchezza  spendendo  molto  in  cose  vane  ; 
per  8 f agiti  cóme  sfdgen  bisogna  che  ghe 
n'tlbien  ben  tanti  o  che  vòlen  à  dèbit  = 
per  sfoggiare  come  sfoggiano  bisogna 
che  ne  abbian  di  molti  0  ohe  affoghino 
nei  debiti. 

sfocio,  s.  m.  =  sfoggio:  lo  sfoggiare; 
mostra  soverchia  e  fatta  per  vanità  di 
qualunque  cosa  sia  0  simuli  ricchezze. 

sfógo,  s.  m.  =  sfogo  :  l'uscire  dell'aria, 
acqua,  vapore  e  sim.,  che  sopravanzano 
e  il  punto  da  cui  hanno  esito. 

1)  Il  manifestare  che  uno  fa  il  proprio 
dolore,  le  proprie  afflizioni. 

2)  T.  med.  Il  venire  alla  pelle  in 
forma  di  pustole,  bolle,  calore  e  sim. 
di  malsani  umori. 

3)  fa  'l  80  éfSgo  =  fare  il  debito 
sfogo,  spurgo. 

sfoià,  agg.  =  sfogliare  ;  levar  le  foglie, 
sfrondare  :  l'ha  sfoiaa  là  vid  perchè  là 
fàseva  trdpa  ombra  =  ha  sfogliato  la 
vite  perchè  faceva  troppa  ombra. 

1)  sfotti  'Iformentdn  =  sfogliare,  scar- 
tocciare il  grano  turco;  togliere  la  spiga 
secca  dalla  pannocchia. 

2)  sfolti  on  liber  =  sfogliare  un  libro; 
sooiTcrlo,  voltandone  le  pagine  ;  scar- 
tabellarlo. 

sfoiàda,  s.  f.  =  sfogliata:  pasta  dolce, 
una  specie  di  torta  di  pasta  sfoglia,  che 
diciamo  anche  pà.§ta  sfoiMa  ed  è  una 
pasta  dolce,  sottilissima,  latta  a  modo 
di  tanti  fogli  l'uno  sull'altro. 


sfo 


—  756  — 


sfu 


sfoiàsà,  v.  att.  =  sfogliare ,  scartabel- 
lare; scorrere  alla  lesta  dei  fogli  :  fre- 
quent.  di  sfoià  2). 

sfoiàss,  V.  rifl.  =  sfogliarsi  :  perdei'e  le 
foglie  0  i  fogli. 

sfoiàss,  s.  m.  =  scartafaocio,  vacchetta: 
quaderno  o  più  fogli  riuaiti  in  quantità 
per  appunti,  primi  conti,  prime  note,  ecc. 

sfolla,  s.  f.  =  sogliola.  Vedi  àfoeùia. 

sfoud,  s.  m.  =  sfondo  :  un  fondo  un  po' 
lontano,  e  quel  vano  lasciato  per  di- 
pingervi una  prospettiva;  Ve  on  giàr- 
diìi  che  g'hà  on  fìiàgnìfich  sfond  =  è 
un  giardino  che  ha  un  magnifico  sfondo. 

sfonda,  V.  att.  =  sfondare  :  rompere  il 
fondo  ;  e  anche  rompere  una  cosa  pas- 
sandola da  una  parte  all'altra;  à  furia 
de  mètegh  dènter  ròba  -  V  ha  sfondaa 
el  càèetdn  del  eiimd  =  a  furia  di  met- 
tervi roba  ha  sfondato  il  cassetto  del 
cassettone. 

sfòr,  s.  m.  =  traforo:  il  lavoro  e  l'ope- 
razione del  traforare. 

1)  Sorta  di  lavoro  fatto  di  seta,  refe 
e  simili  con  l'ago,  oppure  di  metallo  o 
di  legno  traforato. 

2)  Luce,  apertura  :  ogni  vano  nelle 
fabbriche. 

sfora,  V.  att.  =  traforare  :  lavorare  di  tra- 
fori, ricami,  intagli  e  altro. 

sforàg'laa,  agg.  =  scalmanato,  accaldato  : 
rosso  in  faccia,  affaticato. 

sforàgrlàss,  v.  rifl.  =  scalmanarsi,  accal- 
darsi: darsi  gran  da  fare  e  affaticarsi 
fino  a  diventar  rosso  in  faccia,  sudato. 

sformaa,*  agg.  =  sformato  :  di  cattiva  e 
brutta  forma,  senza  forma  conveniente. 

sfòrs,  s.  m.  =  sforzo  :  atto  di  forza,  fa- 
ticoso e  talvolta  pericoloso  e  dannoso. 

1)  Frova,  argomento  per  giungere  a 
checchessia,  ottenerla. 

2)  fa  tuli  i  sfòrs  =  fare  ogni  sforzo 
possibile,  sbracciarsi. 

sforsà,  V.  att.  =  sforzare  :  forzare,  co- 
stringere. 

1)  Obbligare  qualcuno  a  fare  contro 
sua  volontà. 

2)  RoDipere,  guastare  sforzando;  han 
èforèàa  là  sàràdura  =  hanno  sforzato 
la  serratura. 

sforsàss,  v.  rifl.  =  sforzarsi,  ingegnarsi, 
affaticarsi  ;  per  ottenere  qualche  cosa, 
per  fare  ciò  che  ci  costa  fatica  materiale 
0  morale. 

1)  Farsi  forza  per  celare  l' animo 
proprio. 


sfortiinaa,  *  agg.  =  sfortunato  :  che  ha  la 
fortuna  contraria. 

sfràgèll,  s.  m.  =  infinità,  subisso,  nu- 
volo: di  gran  quantità  di  cose;  in  sfami 
de  seirés  ghe  n'è  on  àfràgell  =  que- 
st'anno di  ciliege   ce  n'è  un  subisso. 

sfrasca,  v.  att.  =  sfrondare,  sfogliare  : 
toglier  le  frasche,  le  fronde,  le  foglie 
agii  alberi. 

sfràtàbàj,  s.  m.  =  acciarpone:  chi  è  so- 
lito acciarpare. 

sfrégi,  v.  att.  =  raffreddare,  far  diventar 
freddo. 

1)  Soffreddare  :  far  divenire  un  po' 
freddo,  scemare  di  calore:  specialm.  di 
vivande. 

sfrèsfisé,  v.  rifl.  =  raffreddarsi:  perdere 
il  calore,  specialm.  di  roba  stata  al 
fuoco. 

1)  Raffreddarsi:    inaridire,  di  affetti, 
\  scemare  di  intensità,  mancar  di  fervore. 

sfreg'ulà,  v.  att.  =  sminuzzare,  sbricio- 
lare :  ridurre  in  minuzzolo,  in  briciole 
cose  dure  e  friabili. 

sfrenaa,*  agg.  =  sfrenato,  senza  freno: 
in  significato  specialm.  morale, 

sfresura,  s.  f.=  incassatura;  T.  d'orolog.: 
piano  0  incavo  che  si  fa  negli  oriuoli 
per  collocarvi  alcun  pezzo  o  alcuna  ruota. 

sfrìs,  s.  m.  =  intaccatura,  scalfitnra:  se- 
gno lasciato  da  un  corpo  duro  e  per  lo 
più  acuto  su  una  superficie  di  altro 
corpo  meno  duro. 

1)  vègh  on  àfris  ài  eoo  =  "avere  un 
po'  di  spranghetta;  specialm.  per  vino 
bevuto. 

sfrlsà,  'V.  att.  =  intaccare,  scalfire:  pro- 
durre una  scalfitura,  un'  intaccatara. 

sfròs,  s.  m.  =  frodo,  contrabbando  :  il 
far  passare  cosa  soggetta  a  dazio,  senza 
pagarlo. 

1)  Sotterfugio:  cosa  fatta  di  nascosto 
e  contro  le  leggi. 

2)  de  sfros  =  furtivamente,  di  na- 
scosto. 

sfrosà,  v.  att.  =  frodare:  far  passare  cosa 

soggetta  a  dazio,  senza  pagarlo. 
sfrosàdòr,  s.  m.  =  contrabbandiere:  chi 

fa  contrabbandi,    chi   froda  la  roba   al 

dazio,  per  mestiere. 
sfrug'àtòn,  (de)  avp.  =  di  soppiatto,  aUa 

sfuggita:  in  modo  da  non  farsi  scorgere. 
sfiimà,  V.  att.  =  sfumare:  andare  in  fumo, 

di  cosa  che  si  sperava  riescisse  e  non 

riesce. 


sfa 


-  757  - 


8ga 


1)  Fumeggiare,  sfamalo  :  far  degra- 
dare i  colori  col  chiaroscuro. 

sfiimàdura,  s.  f.  =  sfumatura  :  lo  sfu- 
mare, il  digradare,  sminuire  legger- 
mente, ed  anche  una  tinta  leggera. 

sfumìn,  s.  in.  •=  sfumino  :  un  pezzetto 
di  carta  o  di  pelle  fatto  a  cono,  del 
quale  si  servono  i  pittori  per  fumeg- 
giare, sfumare  i  dipinti,  i  disegni. 

sfuriàda,  *«./".=  sfuriata  :  manifesta- 
zione un  po' violenta,  ma  fuggevole  d'ira, 
di  risentimento,  di  collera. 

sg'àbelìn,  s.  m.  =  panchettino,  predella: 
arnese  di  legno  da  posarvi  i  piedi. 

1)  Posapiedi:  se  è  fatto  con  ricami, 
imbottitura,  frangia,  ecc. 

ggàbèll,  s,  m.  =  panchetto.  Lo  stesso  che 
sgàbèlìu;  un  po'  più  gi-ande. 

1)  Sgabello:  sedile  di  legno  su  quat- 
tro piedi  e  piuttosto  alto. 

scàglia,  p.  att.  =  addentare,  mordere  : 
prendere  e  staccare  coi  denti. 

1)  Mangiare  ;  gh'è  nient  de  sgàgntt 
incceu  =  non  c'è  nulla  da  mangiare 
oggi.  —  Anche  nel  senso  di  far  man- 
gerie, guadagni. 

sgàgnón,  s.  m.  =  mangione,  pacchione. 

sgàiòsa,  5.  f.  =  sagratina,  sagratona:  ple- 
beismo usato  per  fame,  specialmente  se 
grande. 

sg'àlflon,  s.  in.  =  ciliegia  d«.racine  o  lu- 
strina,  ciliegia  pistoiese  :  specie  di  ci- 
liegia grossa,  polposa  di  colore  giallo- 
gnolo rosso. 

sgàliS;  s.  m.  =  spavaldo,  ardito:  con  un 
po'  di  furberia. 

$§ràmbà(la,  s.  f.  =  sgambata:  lunga  cam- 
minata pedestre,  corsa,  camminata. 

sg'àiubetà;  v.   att.  =   sgambettare,    scar- 
pinare: dei   bambini    che   muovono   le 
gambe  come  quando  camminano  ed  an- 
che camminar  frettoloso. 
s^ànàsà)  v.  att.  =  mangiare:  macinare  a 

duo  palmenti. 
sg'àiidolà,  V.    att.  =    mangiare  :    di    chi 
mangia  di  gusto  e  con  una  certa  avidità. 

isgàn^àraa,  agg.  =  sgangherato  :  uscito 
dai  gangheri;  di  uscio,  porta  e  sim. 

1)  Sgangherato,  scosciato:  con  le  ossa 
ohe  non  stanno  più  insieme,  che  non 
si  reggono. 

2)  Sganasciato  :  di  mobili  sconnessi. 
sgràngàràss,  v.  rifl.  =  scosciarsi:  allargar 

lo  gamlio,  fino  a  slogarsi  le  cosce. 

1)  Sganasciarsi;  di  mobili,  rompersi, 
sconnettersene  le  parti. 


sgànsérla,  s.  m.  =  gambuto,  grandiglione: 
di  chi  è  di  statura  grande,  ma  è  magro. 

sgànserlón,  s.  m.  =  gambuto,  gi-andi- 
glione.  Lo  stesso  che  sgànsérla. 

sgài>  s.  m.  =  grido,  strillo,  strido  :  l'e- 
missione violenta,  acuta  della  voce  di 
chi  è  fortemente  spaventato  o  prova 
acuto  dolore. 

s^àrà,  p-  att.  =  gridare,  strillare:  il  man- 
dar fuori  stridi,  strilli  per  forte  spavento 
0  per  acuto  dolore. 

sgàrbèlà,  v.  att.  =  graffiare,  escoriare: 
portare  una  leggera  sbucciatura  alla 
pelle. 

1)  Agguantare,  rubare:  portar  via. 

2)  sgàrbelàss  =  graffiarsi,  escoriarsi. 

s^àrbelàda,  s.  f.  e 

sgàrbelàdtìra,  s.  f.  =  graffiatui-a,  esco- 
riazione :  1'  effetto  dell'  escoriare,  del 
graffiai'e. 

sgarberìa,*  s.  f.  =  sgarbatezza,  bischenco, 
mal  garbo,  sgarbo  :  modo  e  atto  sgar- 
bato, parola  contraria  alla  civiltà,  senza 
grazia  ed  educazione.  Anche  talvolta: 
sguerguenza. 

sgàrgàrisà,  v.  att.  =  gargarizzare,  sgar- 
garizzare: fare  gargarismi. 

sgàrì,  V.  att.  =  gridare,  strillare.  Lo  stesso 
che  sgàrà. 

1)  Piangere  dirottamente  :  accompa- 
gnando il  pianto  con  lamenti. 

sgarsa,  ».  att.  =  raschiare,  gi-attare:  can- 
cellare lo  scritto  fi'egando  la  carta  fino 
a  portarne  via  una  leggiera  superficie. 
1)  Cardare,  di  lana,  lino,  canapa,  ecc. 
Vedi  scàrtegià. 

sgàrsàdfira,  s.  f.  =  cardatui-a:  l'opera- 
zione del  cardare  e  la  materia  che  si 
leva  coi  cardi. 

1)  Easchiatura  :  la  materia  che  Ì5i  leva 
raschiando  e  il  segno  dell'osservisi  ra- 
schiato. 

sgàrsìn,  s.  ni.  =  grattino,  raschino,  ra- 
schietto: arnese  d'acciaio  per  raschiare 
lo  scritto. 

sgàrsnetì,  .s.  m.  =  gargiolo,  rampollo  :  il 
ramoscello  della  vite  che  serve  alla  ri- 
produzione della  pianta. 

sgàrsorin,  s.  m.  =  zerbinotto,  damerino: 
chi  sta  dietro  alle  ragazze  e  le  coi*teggia. 
1)  Forosetta:  ragazza,  anche  donnetta 
vispa,  leggiadra. 

Sgàrsotà,  fi.  att.  =  celiare  :  di  chi  fa 
qualcosa  per  celia  per  tentare  se  il  caso 
di  far  poi  per  davvero. 


sga 


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sgo 


s.  m.  =  gagliolo,  baccello,  siliqua: 
la  buccia  dei  piselli,  delle  fave,  dei  fa- 
gioli, ecc. 

1)  Torso,  torsolo.  Vedi  càrùspi. 

sg'àTàsg'ià)  V.  att.  =  sganasciarsi,  sma- 
scellarsi, scompisciarsi  dalle  risa:  ridere 
a  più  non  posso. 

ggàvàsgriàda,  s.  f.  =  risata,  sghignazzata  : 
il  ridere  smoderato. 

ggàTàsg'ìòn,  s.  m.  =  ridancione:  che  ride 
volentieri  e  smoderatamente. 

Sgè,  s.  m.  pi.  =  canutiglia,  giaietto  : 
piccoli  cannellini  di  vetro  che  usano 
per  ricami  e  sim. 

sgenà)  v.  att.  =  impacciare,  tediare,  mo- 
lestare. Dal  frano,  gener  ;  l'è  dna  vìsita 
che  ine  sgèna  come  =  è  una  visita  che 
mi  tedia  assai;  l'è  on  vestii  che  me 
sghia  =  è  un  abito  che  mi  impaccia. 

sgeuàduraj  s.  f.  =  impaccio,  molestia, 
tedio. 

gghigaàsà)  *  v.  att.  =  sghignazzare:  ri- 
dere con  un  certo  rumore ,  e  anche 
trattenendosi  a  forza  e  malamente. 

g'giàcà)  V.  att.  =  scagliare,  gettare:  lan- 
ciar lontano  e  con  una  certa  violenza. 
Qualche  cosa  più  che  btità. 

s'giachè,  s.  m.  =  giacchetto:  giacchetta 
meno  elegante  e  più  grossolana. 
1)  Carniera,    giaccotto.  Vedi  carne. 

s'giàfa,  s.  f.  =   schiaffo.   Vedi  s' giàff. 

s'giàfà  sii,  V.  att.  =  schiaffeggiare  :  dar 
schiaffi. 

s'giàlf,  s.  m.  =  schiaffo,  gotata  :  colpo 
dato  colla  mano  aperta  sulla  faccia, 
sulle  gote. 

1)  vèsà  on  tira  s'giàff  =  essere  muso 
da  schiaffi:  ohe  fa  venir  voglia  di  darli. 

2)  fa  cor  à  s'giàff  =  schiaffeggiare  ; 
dar  schiaffi. 

3)  Fig.  :  insulto,  affronto,  umilia- 
zione; Vàvèll  ìninga  àcètaa  l'è  étaa  on 
bèli  s'giàff  per  IH  =  il  non  averlo  ac- 
cettato è  stato  un  bello  schiaffo  per  lui. 

s'giàfòn,  s.  m.  =  mostaccione,  scapac- 
cione.   Accrescit.  di  s'giàff. 

s' gicch  s'  giàccli  f  e  anche  s'  gigrh 
s'giàgli.  Voci  imitanti  lo  schioccar 
della  frusta. 

s'giòiif,  agg.  =  gonfio.  Vedi  sgónfi. 

sgiùr,  là)  =  a  giorno.  Dal  francese  àjour. 

1)  punt  à  sgior  =  punto  o  impun- 
tura a  giorno:  quello  che  si  fa  in  modo 
che  i  punti  formino  dei  bucolini  come 
una  specie  di  ricamo, 

2)  ligaa  à  sgior  =  legato  a  giorno  : 


di  brillante  legato   colle  due   facce  vi- 
sibili. 

sgiosg-ò,  s.  m.  =  geggè,  caramella:  spe- 
cie di  caramelle  di  gomma  usate  come 
ammolliente  per  la  tosse, 

s'giss  I  (elle)  =  che  lusso  ! 

sgnépa,  s.  f.  =  beccaccino:  specie  d'uc- 
cello, eccellente  a  mangiarsi. 

sgnicà,  V.  att.  =  accoccare  :  di  scapac- 
cione 0  pugno;  el  glia  sgnieaa  on piign 
=  gli  ha  accoccato  un  pugno. 

Sgobà,  v.  att.  =  sgobbare:  faticare  assai, 
fare  un  lavoro  di  gran  fatica, 

sgobàda,  s.  f.  =  sgobbo:  studio  faticoso 

e  materiale,  in  cui  poco  lavora  la  mente. 

1)  Lavorata,  faticata;  incceu  g'hèmm 

prdpi  daa  dna  bela  sgobàda  =  oggi  ab- 

biam  proprio  fatto   una  bella  lavorata. 

ggobòn,  s.  m.  =  sgobbone  :  quello  sco- 
laro che  studia  di  sgobbo,  o  gli  scolari 
dicono  anche  per  spregio  quello  che 
studia  molto, 

sgola  gió,  V.  att.  =  ingollare:  di  liquidi 
che  si  bevono  d'un  fiato, 

sgoltèra ,  s.  f.  =  orecchioni,  gattoni  : 
nome  volgare  della  parotide  che  è  gon- 
fiezza di  glandule. 

sgomentàss ,  v.  rifl.  =  sgomentarsi , 
sbigottirsi:  perdersi  d'animo,  non  sapere 
quei  che  uno  si  debba  fare. 

sgónfi,  agg.  =  gonfio,  enfiato:  di  ciò  che 
rileva  ingrossando,  e  specialm.  della 
pelle  per  malanni. 

1)  s.  in.,  enfiagione,  enfiatura,  gon- 
fio: l'enfiarsi  per  malattia  una  parte 
del  corpo. 

sgonfia,  V.  att.  =  gonfiare:  far  diventar 
gonfio,  far  rilevare  ingrossando,  em- 
piere d'aria;  sgonfiti  el  bàlòn  =  gon- 
fiare il  pallone. 

1)  Lodare  uno  molto,  solleticandone 
l'orgoglio, 

2)  Esagerare,  ingrossare  ;  sgonfiti  i 
ròbb  =  gonfiare  le  cose,  far  d'una  mo- 
sca un  elefante:  ingrandirò  le  cose. 

3)  Inbubbolare  :  dire  altrui  bubbole, 
menzogne;  mi  te  ine  sgonfiet  nò  =  me 
non  mi  imbubboli. 

4)  Imbrogliare,  bindolare  :  aggirare, 
ingannare,  prender  dentro  :  specialm.  . 
di  chi  trova  pretesti  o  ammenicoli  pe 
non  pagare  i  debiti. 

sgonfiàdùr,  s.  m.  =    gonfiatore,    imbro-: 
gliene,  bindolo  :  secondo  i  vari  signifi- 
cati di  sgonfia.  Vedi  sgonfiòn. 
1)  Gonfia,  soffia:  operaio  che  lavora 


sgo 


—  769 


sgu 


vetri    soffiandoli    alla   fiamma    di    una 
lacerna. 

sgouflàdura,  s,  f.  =  gonfiatura,  esage- 
razione: specialm.  nel  lodare  qualcuno; 
disen,  disen  de  sto  pitór,  ma  no  l'è 
che  dna  gran  sgonfiàdxira  =  dicono, 
dicono  di  questo  pittore,  ma  non  è  che 
una  gran  gonfiatui'a. 

sgonfiàss,  V.  ri  fi.  =  enfiare:  del  corpo  o 
parte,  crescere,  ingrossare  per  concorso 
di  umori. 

8goiifiesa,  s.  f.  =  gonfiezza  :  1'  essere 
gonfio:  specialm.  di  parti  del  corpo  en- 
fiate per  malattia. 

ggouflòn,  s.  m.  =  carotolaio,  bombone: 
chi  suole  piantar  carote,  dir  bonibe  ; 
ehe  sgonfloni  che  hin  i  giornài  =  che 
bomboni  sono  i  giornali  ;  mi  à  ti  te 
erMi  nàgòtt,  perchè  te  see  on  sgonfion 
=  io  a  te  non  credo  nulla,  pefchè  sei 
un  carotolaio. 

1)  Imbroglione,  bindolo:  di  chi  trova 
pretesti  e  ammenicoli  per  non  pagare 
i  debiti,  ed  anche  di  chi  facilmente 
manca  di  parola. 

sgoràtà,  V.  att.  =  svolazzare:  andar  vo- 
lando (^[ua  e  là,  e  fig.  andar  qua  e  là 
correndo  per  spasso  e  per  gioco. 

sgorgli,  s.  m.  =  sbocco.  Vedi  sàngu,  5). 

sgràff,  s.  m.  =  graffa,  grappa.  Vedi 
gràpa,  2). 

sgrà figli,  s.  m.  =  graffiatoi-a,  graffio, 
sgraffio  :  lo  straccio  che  fa  il  graffiare. 

sgràflguà,  «'.  att.  =  graffiare,  sgraffiare: 
stracciare  la  polle  colle  unghie  o  altro. 
1)  Sgraffignare,  aggraffignare,  aggran- 
fiare: portar  via,  rubare,  ma  lesti  e  di 
soppiatto. 

sgràflguàda,  s.  f.  =  graffiata:  atto  del 
graffiare. 

1)  Sgraffignata,  aggranfiata:  ruberia. 

Sgràdgruòn,  s.  m.  =  graffiatore:  chi  graf- 
fia ;  sgraffignatore  :  chi  sgraffigna. 

1)  àngiol  sgràfignòn  =  il  diavolo. 
Lucifero.  \ 

Sgrana,  v.  att.  =  sgranare:  cavare  i  gra- 
nelli 0  i  chicchi  dal  guscio,  e  dicesi 
comunem.  del  grano  tai'co. 

1)  sgrana  fuga  =  schiccolar  l'uva; 
levare  i  chicchi  dal  graspo. 

Bgràudì,  V.  att  =  ingrandire,  aggrandire: 
far  diventare  più  ampio;  detto  di  case 
e  sim. 

Sgràndiss,  v.  rif.  =  ingrandirsi,  aggran- 
dirsi :  farsi  grande  in  ricchezza,  potenza. 

Bgrànfà,  V:  att  =  aggranfiare:  pigliar  colle 


granfie,  e   fig.   rubare   con   propotenza 
frodolenta. 

sgràsà,  V.  att.  =  digrassare,  sgrassare  : 
levare,  separare  il  grasso  dal  magro. 

1)  sgràsti  el  broeéd  =  digrassare  il 
brodo:  togliervi  il  grasso  che  galleggia 
a  scandelle. 

sgràsa,  s.  f.  =  grappolo.  Vedi  gràpa. 

sgràràss,*  v.  rifl.  =  sgravarsi:  diminuire 
la  propria  responsabilità,  la  propria  colpa; 
per  sgravasi  Iti,  el  ghe  tra  tuta  là  colpa 
àdòss  à  quèll'ttlter  =  per  sgravarsi  getta 
tutta  la  colpa  su  quell'altro. 
1)  Di  donna,  partorire. 

sgràvi,  *  s.  m.  =  sgravio:  lo  sgravare  e 
lo  sgravarsi  :  diminuzione. 

1)  per  .sgràvi  de  cosciénsa,  de  re- 
sponsàbilitaa  =  per  sgravio  di  coscienza, 
di  responsabilità:  per  non  arere  rimorsi 
per  aver  detto  o  fatto  tutto  quel  che  si 
doveva. 

sgreg  0  sgresg,  agg.  =  greggio.  Vedi 
greg. 

Ij  Di  pers.  ruvido,  rozzo,  rustico. 

sjiTifif,  s.  m.  =  artiglio:  l'unghie  adunche 
di  alcuni  animali. 

1)  vèés  in  di  sgriff  =  essere  negli 
artigli;  fig.  essere  aUa  balìa  di  uno  che 
sia  crudele,  prepotente,  o  esoso, 

sgrinfia,  s.  f.  =.  granfia,  sgranfia,  ranfia: 
artiglio  di  uccello  rapace,  o  zampa  ar- 
mata di  artiglio.  Vedi  sgrifT;  te  see 
borlaa  in  di  me  sgrtnfl!  sei  cascato 
nelle  mio  ranfie  ! 

sgrisol,  s.  m.  pi.  =  brivido,  brividi  :  il 
ribrezzo  della  febbre. 

sguàgn,  s.  m.  =  guaito:  grido  di  dolore. 

sguàg'ni,  V.  att.  =  guaire,  guattire,  ga- 
gnolare: il  mandar  fuori  la  voce  che  fa 
il  cane  quando  si  duole.  I  tre  verbi 
italiani  dicono  tre  diversi  modi  di  la- 
mentarsi secondo  tre  diverse  cause  del 
dolore;  ma  il  milan.  le  esprime  tutte  e 
tre  con  un  solo  verbo.  In  Ital.  si  dice 
anche,  invece  di  guaire,  far  caino;  g^han 
schisciaa  on  pè  e  l'ha  sguàgnii  =  gli 
hanno  schiacciato  un  piede  e  fece  caino. 
Si  estende  anche  a  persone,  e  specialm. 
a'  bambini. 

sguàiaa,  agg.  =  sguaiato,  sfrontato,  spu- 
dorato. 

sguàndàlin  e  sguàndàrin,  s.  ni.  =  grem- 
biale da  cucina:  quello  di  tela  grossolana 
che  si  mette  davanti  il  cuoco  o  la  cuoca 
per  riparare  le  vesti  dall'untume  che  vi 
potrebbe  cadere  cucinando. 


—  760  — 


SIC 


sguardo,  *  s.  m.  =  sguardo,  guardatura, 
occhio  :  l'atto  e  il  modo  col  quale  si 
guarda;  el  g^hà  on  sguardo  insci  dols 
che  Vinàmòra  =  ha  uno  sguardo  cosi 
dolce  che  innamora. 

sguàsà;  v.  alt.  =  sguazzare,  diguazzare, 
guazzare  :  essere,  trovarsi  in  guazzo. 

1)  sguàètigh  dénter  =  sguazzare  in 
una  cosa  :  essere  nell'  abbondanza  di 
quella,  averne  di  sopra  più.  Per  noi" 
anche  :  pigliarci  molto  gusto  a  una  cosa. 

sguàsee,  s.  m.  =  grassaccio,  adiposo, 
corpulento  :  Z'  è  on  sguàsee  d' dna  ddna 
=  è  una  grassaccia. 

sguàsètt,  5.  m.  =  guazzetto  :  manica- 
retto bi'odoso  con  salse  e  intingoli  ;  noi 
ci  cociamo  specialm.  le  rane. 

sguàss,  s.  m.  =  guazzo  :  luogo  pieno 
d'acqua  dove  si  possa  guazzare,  e  per 
similit.  ogni  grande  ammollamento  che 
si  faccia  nelle  case  o  altrove  per  acqua 
versata. 

sguàter,  s.  >ii.  =  guattero,  sguattero,  la- 
vascodelle  :  uomo  che  fa  i  bassi  ser- 
vizi in  cucina,  il  servo  del  cuoco. 

sguerci,  v.  ntt.  =  accecare  :  levare  o  far 
perdere  un  occhio. 

sgìigià,  V.  att.  =  agucchiare. 

1)  Lavorar  d'ago  con  assiduità  ;  là 
sgugia  dèla  màttna  Ma  ètra  =  aguc- 
chia da  mane  a  sera. 

2)  Lavorucchiare  coli' ago,  detto  di 
chi  sa  poco;  Z'è  brtlra  de  làorà?  là 
sgugia  =  è  brava  per  il  lavoro  ?  agucchia. 

Sgiiìsà,  «'.  att.  =  guizzare  :  muoversi  che 
fanno  i  pesci  nell'acqua,  e  il  balenare 
che  fa  tra  le  nubi  il  lampo. 

1)  sgiiisà  fopura  di  man  =  sguiz- 
zare :  propriam.  dei  pesci  che  scappano, 
sgusciano  di  mano  a  chi  li  abbia  presi. 

sgiiìser,  agg.  =  svizzero  ;  della  Svizzera. 

Sgiirà,  i}.  att.  =  arrenare,  strofinare:  nettare 
fregando  con  rena  o  con  ranno  o  con 
pomice,    .specialm.  oggetti    di    metallo. 

sgiìràda,  s.  f.  =■  strofinata,  stropicciata: 
pulitura  diligente  e  completa  ;  anche 
fatta  alla  nostra  pei'sona. 

sgìiràlàtàsa,  s,  m.  =  guancialin  d'oro: 
specie  di  gioco  infantile,  che  si  fa  fa- 
cendo indovinare  a  uno  che  abbia  gli 
occhi  bendati  o  chiusi,  chi  l'ha  per- 
cosso sulla  schiena. 

sgiisà,  V.  att.    =    sgusciare,    sbaccellare, 
sgranare  :  di  fagioli,  piselli,    fave,  che 
si  levino  dai  baccelli,  dai  gusci. 
1)  Appuntire,  aguzzare.  Vedi  giisà. 


si,  s.  ìli.  =  si:  nota  musicale. 
sì,  avv.  =  sì  :  per   affermazione,  contra- 
rio di  no. 

1)  di  de  si,  rispond  de  si  =  dir  di 
sì,  rispondere  di  sì  :  affermare,  rispon- 
dere affermando. 

2)  e  si  che  =  e  sì  che  :  eppure  :  e 
ài  che  'l  m'aveva  promiss  de  màncQ, 
nò  =  e  sì  che  m'  aveva  promesso  di 
non  mancare. 

3)  .siche  =  sì  che,  sicché  :  congiun- 
zione che  esprime  o  indica  conclusione  ; 
siche,  la  'l  vosur  pròpi  àndtt  via  do- 
main ?  =  sicché,  lei  vuol  proprio  par- 
tir domani  ? 

4)  E  anche  sostantivo  masch.  ;  tànt 
vàr  el  me  sì  come  el  tò  nò  =  tanto 
vale  il  mio  sì  come  il  tuo  no  :  non 
bastano  le  dichiarazioni  degli  aventi 
interesse  in  causa  ;  Vhà  diti  el  so  si 
ciàr  e  nètt  =  disse  il  suo  sì  chiaro  e 
netto  :  del  sì  che  si  pronuncia  dichia- 
rando al  sindaco  o  al  prete  di  volersi 
unire  in  mati'imonio. 

sia,  s.  f.  =  zia  :  la  sorella  o  la  cognata 
del  babbo  o  della  mamma. 

sia,  cong.  =  sia,  oppure,  ovvero  ;  sia 
che  '/  incBìiva,  àia  che  ftga  bèli  temp 
domdn  bisogna  che  vaga  via  =  sia  che 
piova,  sia  che  faccia  bel  tempo,  do- 
mani bisogna  che  io  parta. 

1)  sia  còme  se  sìa  =  avenga  che  può, 
sia  come  si  voglia,  ad  ogni  modo. 

2)  gent  come  se  sìa  =  gente  da  poco. 

3)  vèés  bon  de  fa  conte  se  sia  = 
esser  uomo  da  bosco  e  da  riviera. 

sibètt,  s.  m.  =  zibibbo  :  specie  d'  uva 
passa. 

sibi,  s.  m.  =  subbio  :  quel  cilindi'O  di 
legno  sul  quale  si  avvolge  via  via  nel 
telaio  la  tela  tessuta,  o  il  panno,  o  il 
drappo  e  sim. 

sibréta,  s.  f.  =  babbuccia,  pianella,  pia- 
nellina  :  calzamenti  sottili  da  tener  per 
casa  senza  quella  parte  che  copre  il 
calcagno. 

sibrètee,  s.  m.  =  pianellaio  :  chi  fa  e 
vende  pianelle. 

siche.  Vedi  sì  3). 

sicóme,  avv.  =  siccome,  come,  subito  che. 

sictìr,  agg.  =  sicuro  :  che  non  teme  e 
non  ha  da  temere  pericolo  o  danno 
qualsiasi  ;  in  cà  mia  me  senti  sictìr 
=  in  casa  mia  mi  sento  sicuro. 

1)  Di  luogo  dove  non  si  corre  nessun 
pericolo  ;  l'è  on  pàés   tànt   sictìr,   che 


SIC 


e  un 
tenere 


^■pse  pò  làstl  àvèrt  Anca  de  nòtt 
^^^^  paese  così  sicuro,    che    si    può 
aperto  anche  di  notte. 

2)  Di  cosa  per  la  quale  non  si  debba 
temer  danno  ;  qiièla  pèndola  lì  là  me 
par  viìnga  tròpp  sidlra  =  quella  pen- 
dola non  mi  pare  troppo  sicura. 

8)  Di  chi  è  corto  d'una  cosa  ;  soni 
sicUr  che  domdn  rwa  el  pàpÈ  =  sono 
sicuro  che  domani  arriva  il  babbo. 

4)  Di  cosa  che  avverrà  sicuramente  ; 
mi  te  propani  dna  ^■peciilàHon  sicura 
=  io  ti  propongo  una  speculazione  sicura. 

5)  de  sicùr  =  di  sicuro  :  sicui'amente, 
alla  sicura  ;  hoo  promiùs  de  vegnt  e 
■vcgnàroo  de  HcHr  =  ho  promesso  di 
venire  e  verrò  di  sicuro,  alla  sicura. 
In  questo  senso  avverbiale  anche  sieùr: 
l'è  minga  èieUr  d'itwèrno  che  màdura 
i  scirès  =  non  è  di  certo  d'inverno  che 
maturano  le  ciliegie. 

6)  che  'l  étàga  sicUr  !  =  vada  libero  ! 
Non  dubiti,  non  abbia  paura. 

sicfir,  s.  m.  =  sicuro,  sicurezza,  sicurtà: 
in  specie  nei  modi  ;  vèss,  viv.  sta  ài 
éicHr  =  essere,  vivere,  stare  al  sicuro. 
1)  àndà,  làorà  siil  sicÉr  =  andare, 
lavorare  sul  sicuro  :  procedere  in  chec- 
chessia senza  alcun  pericolo. 

siciìrà,  «'.  atf.  =  assicurare,  accertare. 
Vedi  àsiciirà.*  y 

sìciirèsa,  s.    f.    =    sicurezza 
sicxiro,  la  condizione  di  chi 

1)  p&blica  éicurèsà  =  pubblica  si- 
curezza :  l'ufficio  che  vigila  alla  sicu- 
rezza di  ciascun  individuo  e  della  pro- 
prietà contro  i  malfattori  ;  i  guardi  de 
pÈblica  àicilresa  =  le  guardie  di  pub- 
blica sicurezza  :  quelle  addette  a  tale 
ufficio. 

sìcutèrat,  s.  m.  =  sicutera.  Nelle  locu- 
zioni ;  vèss,  torna  ài  èiciitèrat  =  es- 
sere, tornare  al  sicutera  :  alle  solite, 
come  prima.  Dal  latino. 

sidela,  s.  f.  =  secchio  :  vaso  cupo  di 
rame  in  forma  di  cono  tronco  capovolto, 
0  stagnato  nell'  interno  solamente  :  serve 
por  tenervi  l'acqua  in  cucina. 

sidèlìn,  s.  m.  =  secchierello,  secchiolino  : 
dim.  di  secchio,  e  specialm.  quello 
dove  si  tiene  l'acquasanta. 

sidèll;  s.  m.  =  secchio  :  vaso  di  rame 
tondeggiante  stagnante  di  dentro  e  di 
fuori  per  tenervi  l'acqua  in  cucina. 

sìfoi,  .s.  m.  =  zufolo,  piffero,  zampogna: 


761 


sig- 


r  essere 
è   sicuro. 


strumento    da    fiato   rusticale    fatto    a 
guisa  di  flauto  o  di  trombetta. 

1)  Lo  zufolare,  il  fischiare;  Dio! 
còme  te  Mòret  con  t  qiièll  tò  sìfol  !  = 
Dio  !  come  stucchi  con  quel  tuo  fi- 
schiare, ziifolare  ! 

2)  Di  pers.  citrullo,  baggeo  ;  l'è  on 
gran  àifol  à  làéàés  mena  per  el  nas 
in  quèla  mànèra  =  è  un  gran  baggeo 
a  lasciarsi  menare  pel  naso  in  quel  modo. 

sifolà,  ».  att.  =  zufolare,  fischiare  :  man- 
dar fuori  il  fischio  dalle  labbra  oppor- 
tunamente chiuse. 

sifolàri.  s.  m.  =  citrullo,  baggeo,  sciocco. 
Vedi  sìfol,  2). 

sifolìn,  s.  m.  =  zufoletto,  fischietto  : 
piccolo  strumento  di  legno,  di  metallo 
0  di  terra  cotta  per  fischiare.  Ce  n'è 
di  quelli  specialm.  usati  per  richiamo 
degli  uccelli  a  caccia. 

SÌfolòtt,  s.  m.  =  ciuffolotto,  monachino, 
fringuello  marino  :  sp.  d'uccello. 

sifón,  *  s.  m.  =  sifone  :  boccia  o  vaso  di 
cristallo  munito  di  sifone  che  usasi  per 
l'acqua  gasosa. 

sigiala,  s.  f.  =  cicala  :  insetto  altrettanto 
noto  quanto  noioso. 

1)  Sigaro.  Vedi  sìglier. 

siffàrèta,  s.  f.  =  sigaretta,  spagnoletta  : 
cartoccmo  di  tabacco  da  fumo  leggero 
e  odoroso  che  si   fuma  come  il  sigaro. 

sigrli  sàgh,  s.  m.  =  zig-zag  :  voce  imi- 
tativa di  cose  che  vanno  tortuose,  a 
zeta. 

sfgher,  s.  m.  =  sigaro  :  rotolet.to  di  fo- 
glie di  tabacco  ravvolte  che  si  fuma. 

sigrilà,  V.  att.  =  sigillare,  sugellare  :  chiu- 
dere, fermare  col  sigillo  ;  e  anche  chiu- 
dere ermeticamente. 

\)  là  botèlia  per  Hgilà  =  la  botti- 
glia per  sigillare,  per  chiudere  ;  1'  ul- 
tima di  vino  fino  che  si  porta  in  ta- 
vola per  chividere  bone  il  pranzo. 


sigili, 


sigillo  :  arnese  col  quale 


si  preme  sulla  ceralacca  molle  per  darle 
l'impronta. 

1)  Suggello  :  r  impronta  in  rilievo 
fatta  dal  sigillo  sulla  ceralacca. 

2)  mètt  i  èigtj  =  mettere  i  sigilli  : 
chiudere  per  ordine  del  tribunale  e  coi 
suoi  stemmi,  per  sequestro,  fallimento 
e  sim. 

signiflcà,  V.  att  =  significare  :  espri- 
mere qualche  cosa,  essere  segno  di 
qualche  cosa. 

sig'niflcaa,    ."?.    m.  =  significato  :    il    si- 


Slg 


762 


gnifìcare,  concetto,  espressioae,  senso; 
el  lég,  ina  'l  càpiéè  minga  '  '  significaa 
di  pàròll  =  legge  ma  non  capisce  il 
significato  delle  parole. 

1)  Accezione  :  significato  e  ognuno 
dei  veri  significati  nei  quali  un  voca- 
bolo è  ricevuto  ;  là  paròla  «  pàder  » 
in  di  so  vàri  significaa  =  la  parola 
«  padre  »   nelle  sue  varie  accezioni. 

2)  sarà  signifieaa  =  sarà  detto  ; 
quando  si  assicura  di  dire  ciò  di  cui 
veniamo  incaricati. 

siguòu,  s.  m.  =  parrucca.  Vedi  scig'nòn. 

Signor,  s.   m.    =    Signore  :    il    Signore, 

Gesù,  Dio  ;  oh  !   Signor  !    =    Signore  ! 

Signore    Dio,    Signoreddio  :    esclamaz. 

di  dolore,  d'impazienza  e  sim. 

1)  porta  'l  Signor  =  portare  la  co- 
munione, il  viatico. 

2,  s'è  setaa  '/  Signor  in  eà.  Vedi 
cà,  35). 

3)  el  negàrìa  el  Signor  in  eros  = 
negherebbe  il  paiuolo  in  capo  :  neghe- 
rebbe il  pasto  all'  oste  colla  forchetta 
in  mano.  Vedi  eros,   i),  nega,  1). 

4)  el  Signor  el  dis  iutet  che  te  iii- 
tàroo  =  a  tela  ordita  Dio  manda  il  filo. 

5)  el  Signor  el  làsa  fa,  ma  minga 
strafa  =  Dio  non  paga  il  sabato. 

6)  el  Signor  el  ■vceur  nisun  de  con- 
tènt  =  ognuno  ha  la  sua  croce. 

7)  l'ha  troaa  'l  Signor  indorm,ènt. 
Vedi  iudorméut  1). 

8)  el  Signor  ie  mètt  ài  mond  e  lor 
se  compàgnen  =  Dio  fa  gli  uomini  ed 
essi  si  appaiano.  Vedi  anche  com- 
pagna. 

9)  no  gh'è  ne  Signor  tie  Màddna  = 
non  c'è  che  dire,  non  si  ripete,  di  qui 
non  s' esce  :  è  inutile  ogni  protesta. 

10)  cdr  Signor,  compàgnee  qiiij  de 
per  lor  =  modo  d' esclamaz.  tutto  nostro. 

11)  che  '/  Signor  te  le  manda  bòna! 
=  Dio  te  la  mandi  buona  ! 

12)  Anche  fuori  del  suddetto  signi- 
ficato nelle  frasi  ;  sì,  signor^  nò,  si- 
gnor =  sì,  signore  ;  nò,  signore,  op- 
pure sissignore,  nossignore  :  parlando 
a  persone  di  riguardo  per  dire  sì  o  no. 

SÌt?ttorìl,*  agg.  =  signorile  :  da  signore  ; 

là   g'hà   on   fa    tiitàlter    che   éignoril. 

qiièla  sdora  li  =  ha  un  fare  tutt' altro 

che  signorile  quella  signora  lì. 
signorina,  s.    f.  =  signorina  :    vezzegg. 

di  signora.  Titolo  che   si    dà    alle    ra- 

srazze  di  condizione  civile. 


sigoin,  *  s.  m.  =  zigomo  :  ciascuno  dei 
due  ossi  sporgenti  della  guancia  sotto 
gli  occhi. 

siguria,  avv.  =  sicuro,  si,  certamente  ; 
certo,  di  certo  :  in  una  risposta  affer- 
mativa ;  sigùra  de  si,  de  nò  =  certo 
che  sì,  che  no  ;  ma  sigùra  !  =  ma  certo  ! 

sigiirtaa,  s.  f,  =  sicui'tà,  cauzione,  mal- 
levadoria ;  chi  fa  sigiirtaa  paga  =  chi 
fa  sicurtà  paga. 

sij,  s.  m.  pi.  =  ciglia:  la  parte  supe- 
riore all'occhio  con  un  piccolo  arco  di 
peli  ;  là  se  teng  i  sij  coni  on  solfà- 
nèll  briisaa  ^-  si  tinge  le  ciglia  con  un 
fiammifero  bruciato. 

Sila,  s.  f.  =  cera.  Vedi  céra. 

1)  Sila  frùéta  =  cera  arsa,  cera  ar- 
siccia :  le  candele  e  le  torce  che  già 
sono  state  accese  e  che  per  ciò  si  com- 
perano a  minor  prezzo. 

2)  sita  vèrgin  =  cera  vergine,  greggia  : 
non  lavorata. 

3)  élla  de  Spagna  =  ceralacca  :  com- 
posizione resinosa,  che  ammollita  col 
calore  serve  a  suggellare  lettere,  pli- 
chi, ecc. 

silàba,  s.  f.  =  sillaba  :    T  unione  di  due 

0  più  lettere  che   si  pronunziano    con 

una  sola  emissione  di  voce. 

1)  di  nànea  silàba  =    non    profferir 

sillaba  :  non  dir  nulla. 
silàba,  V.    att.    =    sillabare  :    leggere  le 

pai'ole  0  profferirle,   staccando    sillaba 

da  sillaba. 
silàbàri,  s.  m.  =  sillabario.   Vedi    àbe- 

cedàri. 
silee,  s.  m.   =    ceraiuolo,    candelottaio  : 

chi  fa  e  vende  candele  e  torce  di  cera. 
silénsi,  s.  m.  =  silenzio  :  l'assenza  d'ogni 

rumore. 

1)  fa  silénsi  =  far  silenzio  :  chetarsi, 
cessar  di  parlare. 

2)  silénsi  !  =■■  silenzio  !  dicesi  per 
imporre  silenzio. 

silin,  s.  m.  =  cerino,  stoppino,  cande- 
letta :  piccola  candela  di  cera,  ed  an- 
che un  fiammifero  di  cera. 

sìlri,  s.  m.  =  silvie  ;  sorta  di  carattere 
da  stampa  detto  anche  corpo  14. 

simàra,  s.  f,  =  zimarra  :  toga  talare  ad 
ampie  maniche  ridotte  a  striscio  chia- 
mate dàndinn. 

siuibol,  s.  m.  =  simbolo  :  cosa  o  ani- 
male usato  a  significare  altra  cosa  mo- 
rale, come  vizio,  virtù,  affetto  e  sim.  ; 
là  nivola  Ve  'l   éimbol   del   tò   senti- 


siili 


-  763- 


mént^  perchè  'l  cambia  èémper  =  la 
nuvola  è  il  simbolo  del  tuo  sentimento, 
perchè  muta  sempre. 

simboli  ih}*  ayg.  =  simbolico,  allegorico: 
attenente  a  simbolo. 

SÌiuil)  agg.  =  simile  :  che  somiglia,  che 
ha  somiglianza  con  altra  cosa  o  per- 
sona ;  hoo  mài  visi  dna  roba  shnil  = 
non  ho  mai  veduto  una  cosa  simile. 

1)  on  quidsìmil  =  un  quid  simile, 
un  quissimile  :  press'a  poco  lo  stesso. 
Dal  latino. 

2)  éliuil  cont  èimil  =  simili  con  si- 
mili e  gente  di  su'  pari  :  prov.  che 
significa  che  ciascuno  deve  stare  con 
gente  della  sua  condizione. 

similór,*  s.  m.  =  similoro  :  lega  di  zinco 
e  rfli  rame  che  assomiglia  per  colore 
all'oro. 

simitria,  s.  f.  =  simmetria,  euritmia: 
ordine  di  vari  corpi  disposti  con  un'arte 
e  secondo  somiglianza  ;  àdhss  se  usa 
pii  guarda  tànt  àia  simitria  =  oggi 
non  usa  più  badar  molto  alla  simmetria. 

siuiòn,  s.  n^.  =  vezzeggiatore:  chi  fa  vo- 
lentieri vezzi  e  moine. 

simojià;  «>.  att.  =  vezzeggiai-e,  lusingare  : 
far  vezzi  ;  sjìecialm.  de'  bambini  che 
si  carezzano,  baciano  e  fanno  essi  poi 
a  noi  mille  vezzi. 

siiuoiiàrìj,  s.  f.  pi.  =  moine.  Vedi  iiioiun. 

simpatìa,  s.  f.  =  simpatia  :  tendenza 
affettuosa  che  uno  prova  verso  un  altro  ; 
e  riferito  a  cosa;    inclinazione,  amore. 

simpàticll,*  agg.  =  simpatico  :  che  desi;a 
simpatia,  che  si  fa  ammirare  e  voler  bene. 
1)  Avvenente,  accetto:  di  persona  che 
ha  un  aspetto  piacevole,  una  grazia  na- 
turale. 

simpàtisà,  *  '0.  att.  =  simpatizzare:  aver 
simpatia  con  uno;  àpèna  che  se  s'hin 
eonósiiil  han  simpàtisaa  èUbit  =  appena 
si  sono  conosciuti  hanno  subito  sim- 
patizzato. 

simiilà,  V.  att.  =  simulare,  fìngere:  mo- 
strare una  cosa  per  un'altra,  un  sen- 
timento diverso  da  quello  che  uno  ha. 

Simillàsiòu,  s.  f.  =  simulazione  :  il  si- 
mulare. 

simiiltàneàmènt^ow.  =  simultaneamente: 
ad  un  tempo. 

sinàg-ógra,  s.  f.  =  sinagoga  :  la  chiesa, 
il  tempio  degli  Ebrei. 

1)  Qualunque  adunanza ,  luogo  di 
(confusione;  pari  là  sinagòga  di  ebrèj. 
Vedi  ebrèj,  4). 


siiicér,  agg.  =  sincero,  candido  :  che  è 
schietto,  non  doppio,  non  finto. 

1)  Di  cose,  specie  sostanze  come  vino, 
olio,  latte  e  sim:  non  mescolato  d'altro, 
puro,  schietto. 

2)  pariti  sineér  =  parlare  aperto, 
schietto. 

sinceràiuént,  am.  =  sinceramente,  can- 
didamente: con  sincerità,  schiettamente. 

sincerasi,  ».  rifl.  =  sincerarsi  :  accertarsi, 
convincersi  ;  me  n'  han  ditt  ttinti  che 
hoo  vorilii  àndù,  mi  à  éinceràmm  siil 
post  =  me  ne  hanno  dette  tante  che  ho 
voluto  andar  io  a  sincerarmi  sul  luogo 
del  fatto. 

siuceritaa,  *  s.  f.  =  sincerità:  l'essere 
sincero;  abito  sincero  dell'animo. 

sindaca,  v,  att.  =  sindacare  :  rivedere 
altrui  il  conto  minutamente. 

sìudech,  s.  m,  =  sindaco  :  colui  che  è 
deputato  a  rivedere  i  conti. 

1)  sindech  del  ,àlifnént  =  sindaco  del 
fallimento:  colui  che  è  nominato  d^l 
tribunale  ad  esaminare  tutti  i  conti,  i 
libri,  l'amministrazione  del  fallito. 

2)  sindech  =  sindaco  :  il  capo  del- 
l' amministrazione  comunale  che  un 
tempo  fra  noi  dicevasi  podèétaa  =  po- 
destà. 

sinfonia ,  s.  f.  =  sinfonia  :  preludio 
istrumentale  alle  opero  in  musica  ;  là 
sinfo  .ia  del  Tànàiiser  l'è  piirttnca  bela 
=  la  sinfonia  del  Tauauser  è  puranche 
bella. 

1)  Concerto  di  voci  e  di  istrumenti  : 
gh'è  pòcch  ròbb  piiéee  gràndiòs  dèla 
nòna  sinfonìa,  de  Betòven  =  ci  son  poche 
cose  pili  grandiose  della  nona  sinfonia 
di  Beethoven. 

slnfónich,*  agg.  =  sinfonico  :  di  sinfonia  ; 
on  concert  sinfònich  =  un  concerto  sin- 
fonico . 

sìn;^lier,  s.  m.  =  singaro  :  razza  vaga- 
bonda, senza  patria,  senza  domicilio, 
senza  religione,  che  vive  di  fui-ti  e  in- 
ganna il  credulo  volgo  con  far  la  buona 
ventura  e  con  suoi  oroscopi. 

singrliioss  *  0  singrioss,  s.  m.  =  singhiozzo: 
moto  convulso  del  diaframma  con  vio- 
lenta ispirazione  d'aria. 

1)  Per  dolore,  piangendo  :  domt,  à 
vostigh  àdree  on  tnomentin  glie  vén 
Mbit  i  làgrim  e  'l  singhioss  =  solamente 
a  sgridargli  un  momento,  gli  vengono 
subito  lo  lagrime  e  il  singhiozzo. 


sin 


-  -764  - 


sia 


singolàr,  agg.  =  singolare:  speciale,  non 
comune,  straordinario. 

1)  T.  gramm.  il  numero  della  decli- 
nazione che  si  riferisce  a  una  cosa  o  a 
una  persona  sola. 

sinister,*  agg.  =  sinistro:  che  è  dalla  parte 
della  mano  sinistra;  bràsc,  ceucc,  pè 
siméter  =  braccio,  occhio,  piede  sini- 
stro ;  orègia,  gamba  sinistra  =  orecchio 
sinistro,  gamba  sinistra. 

1)  toeu  i  ròbb  in  sinistra  pàrt  = 
pigliare  in  mala  parte  le  cose. 

sinistra,  s.  f.  =  sinistra:  la  mano  dalla 
parte  del  cuore,  o  la  parte  del  corpo 
dove  sta  il  cuore. 

1)  Delle  cose  considerate  dal  punto 
di  chi  le  guarda. 

2)  In  politica  il  partito  d'opposizione 
al  Governo. 

sinivè],  .5.  m.  pi.  =  cervello.  Vedi  cer- 
vèll". 

1)  fàss  sàltcl  i  sinivèj  =  farsi  schiz- 
zar le  cervella. 

sinivéla,  s.  f.  =  cervella.  Vedi  cervéla. 

sinònim,  *  s.  m.  =  sinonimo  :  d'  una 
parola  che  ha  significazione  quasi  simile 
a  un'  altra,  cosichè  si  può  adoperare 
nell'uso  l'una  per  l'altra. 

sintàsi,  s.  f.  =  sintassi  :  T.  gramm.  col- 
legazione e  ordine  delle  parole  nel  di- 
scorso. 

sintom,  s.  m.  =  sintomo  :  fenomeno  o 
accidente  che  manifesta  o  pronunzia  una 
malattia. 

sio,  s.  m.  =  zio  :  il  fratello  o  il  cognato 
del  babbo  o  della  mamma. 

1)  Tato,  zio  :  appellazione  generica, 
colla  quale  i  bambini  indicano  ogni 
persona  che  loro  non  sia  babbo  o  mam- 
ma, specialmente  quella  che  li  porta  a 
mimmi  e  colla  quale  essi  hanno  mag- 
giore domestichezza. 

sipàri,  s.  tn.  =  sipario.    Vedi   scepàri. 

sipoli,  s.  m.  pi.  =  tritoli  :  pezzetti  di 
legna  che  fa  la  scure  fendendo  legname. 

sìpria,  s.  f.  =  cipria  :  polvere  di  riso  per 
spolverarsi  la  faccia  o  i  capelli. 

sira,  s.  f.  =  sera.  Vedi  séra. 

1)  quànd  l'è  sìra  elpoltron  el  é'inma 
=  la  vecchia  mal  ridotta  quando  è  sera 
piglia  la  rocca.  Vedi  poltròn. 

2)  ne  i  dònn,  ne  là  tila  gutlrdei  mfti 
de  èira  =  ne  donna,  ne  tela  non  guar- 
dare al  lume  di  candela  ;  le  donne  e  la 
tela  bisogna  vederle  di  giorno  per  sco- 
prirne i  difetti. 


siringa,  s.  f.  =  siringa:  cannello  per  in- 
trodurre nella  vescica.  T.  chir. 

1)  Arnese  simile  per  dare  forma  alla 
pasta.  T.  dei  past. 

siropin,  s.  m.  =  giulebbe:  sciroppo  che 
si  dà  per  calmante  ai  bambini. 

siròpp,  s.  m.  sciroppo:  zucchero  sciolto 
nell'acqua,  ridotto  per  via  di  bollore  a 
una  certa  densità,  unitovi  poi  sugo  di 
frutta  ed  altre  sostanze,  che  gli  danno 
sapore  e  odorej:  éiròpp  de  ftlmbros,  de 
màrènn,  ecc.  =  sciroppo  di  lamponi, 
d'amarene,  ecc. 

sisània,  s.  f.  =  zizzania  :  le  discordie 
sjjarse  dai  maligni. 

1)  somentb  là  §istlnia  =  seminare, 
spargere  zizzania  :  metter  discordia  nelle 
famiglie,  tra  amici  e  sim. 

sisola,  s.  f.  =  sizza,  sizzettina:  brezza 
forte,  fredda,  acuta;  stàmàttna  gh' era 
sii  dna  sìsola  che  là  tàiàva  là  fàcia  = 
stamane  c'era  una  sizza,  una  sizzettina 
che  trinciava  il  viso. 

sistema,  s.  m.  =  sistema:  ordine  nell'e- 
sporre,  nel  vivere,  nell' insegnare,  ecc. 
1)  càmbit  sistema  =  mutar  di  sistema, 
di  vita. 

sistema,  v.  att.  =  dar  sistema:  acconciare 
qualcuno. 

Sisto,  esci.  =  corniz.  di  Cristo. 

sit,  s.  m.  =  sito  :  posto,  luogo,  posizione 
soggiorno. 

1)  in  d'on  tLlter  sU  =  altrove,  in  un 
altro  luogo. 

siti,  V.  att.  =  zittire,  disapprovare  :  inti- 
mare ad  uno  di  tacere. 

sitiià,  V.  att.  =  situare,  collocare. 

sitiiàsidn,  s.  f.  =  situazione,  posizione: 
il  sito  dove  una  casa,  un  fondo,  una 
vigna,  ecc.,  è  posta. 

shàdinàss,  v.  rifl.  =  allentarsi:  diventar 
meno  difficile  a  far  scorrere. 

slànciàss,*  «>.  rifl.  =  slanciarsi;  mettersi 
ad  un"  impresa  arrischiata;  el  s'è  slànciaa 
in  di  àfàri  e  là  gh'è  àndttda  ben  =  si 
è  slanciato  negli  affari  e  gli  è  andata 
bene. 

slàncio,*  s.  m.  =  slancio,  ardore,  vi- 
vezza, impeto  :  han  eàntaa  cont  on 
slàncio  màràviglios  =  cantarono  con 
uno  slancio  maravigli  oso. 

slàns,  (à)  aw.  =  a  orci,  a  catinelle: 
dell'acqua  quando  piove  dirottamente; 
là  ven  giù  à  slàns  =  la  vien  giù  a  orci. 

slànsaa,  agg.  =  slanciato,  agile,  snello  : 
di  persona  o  personale  svelto. 


^l;i 


—  766 


slo 


slarga,  v.  att.  =  allargare,  slargare  ;  fare 
più  largo:  slarga  on  vestii,  on  para  de 
■scàrp,  òna  Uànm  =  allargare  uq  vestito, 
iiu  paio  di  scarpe,  una  camera. 

1)  Se  la  capacità  della  camera  si  au- 
lueata  ])er  larghezza  o  lunghezza  slarga 
là  starna  =  ingrandire  la  camera. 

2)  slarga 'l  eceùr  =  allargare,  slar- 
gare li  cuore  ;  aprirlo  grandemente  alla 
speranza,  alla  consolazione. 

3)  slarga  i  man  =  allargar  la  mano; 
concedere,  spendere  troppo. 

4)  me  se  slarga  'l  flaa  =  mi  si  al- 
larga il  respiro  ;  respiro  piìi  facilmente 
per  soddisfazione,  per  essoro  all'aria 
aperta  e  sim. 

5)  slarga  el  tetup  =  allentare,  allar- 
gare il  tempo.  T.  mus. 

slàrg'àda,  s.  f.  =  allargata  ;  un  allargare 
alla  lesta  :  g'hoo  faa  dà  òna  slàrgÈda 
ài  càpèll  =  ho -fatto  dare  un'  allargata 
al  cappello. 

slàr^àdìua,  s.  f.  =  allargatina  :  dim.  di 
allargata. 

slàrg'àdura,*  s.  f.  =  allargatura:  l'opera- 
zione dell'allargare  oggetti  di  vestiario 
e  di  calzatura,  e  il  punto  dove  la  cosa 
è  allargata  :  koo  pàgaa  on  fraiich  per  là 
slàrgàdura  del  gilè  =  ho  pagato  un 
franco  per  l'allargatura  del  panciotto  ; 
l'è  in  là  slàrgàdura  che  m^  fa  inai  i 
seàrp  =  è  nell'allargatura  che  le  scarpo 
mi  fanno  male. 

ulàrj^àiuèut,*  s.  ni.  =  allargamento  :  l'al- 
largare; slàrgàinént  d^  on  fòès,  d'ona 
strada,  d'Ónapiàsa,  d'ona  contrada,  ecc. 
=  allargamento  di  un  fosso,  strada, 
piazza,  via,  ecc. 

slàr^àss,  V.  rifl.  =  allargarsi. 

1)  slàrgààs  in  di  spés  =  allargarsi 
nelle  spese  ;  poter  spendere  di  più,  per 
maggior  benessere. 

2)  se  slarga  'l  temp  =  s'allarga,  si 
rasserena  il  tempo. 

3)  slàrgàsé  =  allargarsi:  detto  di  abi- 
tazione, andare  a  stare  in  una  casa  più 
larga,  più  ampia. 

4)  slàrgàsé  dna  man  =  stracollarsi, 
slogarsi  una  mano  ;  farsi  una  lussa- 
zione alla  mano. 

dàràg'iaa,  agg.  =  slavato,  dilavato:  che 
ha  perduto  ogni  sapore  per  ossero  troppo 
ammollato  nell'acqua. 

ilàviòu,  s.  m.  =  scapaccione.  Vedi  sctt- 
lìòtt. 


slég^ued,  agg.  =  alido,  tiglioso  :  della 
carne  specialmente  fresca. 

slépa,  s.  f.  =  guanciata:  colpo  di  mano 
sull  a  guancia.  Entra  nel  seguente  modo 
scherzoso  d'impori'e  silenzio  ai  ragazzi: 
silènsio  perfèto,  chi  pària  òna  slèpa, 
ehi  pària  de  bòa  on  bèli  ècopàsòn.  Non 
ha  che  la  traduzione  letterale  ;  ma 
questa  non  ha  più  neanche  il  sapore 
della  rima. 

1)  Fotta.  Vedi  féta.  Si  dice  special, 
dello  fette  di  carne. 

slèpìU)  s.  ni.  =  schiaffo  :  piccola  mo- 
stacciata. 

sligerì  e  sliug-eri,  v.  att.  =  alleggerire: 
far  più  leggero,  sgravare  :  sligerì  òna 
mésola^  on  cdr,  òna  barca,  on  bàsti- 
niént  =  allegerire  una  mensola,  un  carro, 
una  barca,  una  nave. 

1)  sligerì  vùn  =  allegerire  uno  ;  ru- 
bargli. 

sli^erida  e  slingerìdà,  s.  f.  =  alleg 
gerimento  ;  l'alleggerire. 

sligeriss,  v.  rifl.  =  alleggerirsi.  Dotto  di 
panni,  levarseli:  bisogna  minga  sli= 
geriàs  ài  primni  càld  =  non  bisogna 
alleggerirsi  ai  primi  caldi.  Prov.  Aprii 
nànca  on  fèl,  Màg  àddg,  àdàg,  Oiùgn 
s larga  ' l  piign  =  d'aprile  non  t'allegge- 
rire, di  maggio  non  te  no  fidare,  di 
giugno  fai  pur  quel  che  ti  jjare. 

1)  Levarsi  gli  impacci  :  el  s'è  sligerii 
de  tÉti  i  dèbit  =  si  è  alleggerito  di  tutti 
i  debiti. 

slisà,  iy.  att.  =  logorare,  ragnare:  di  panni, 
di  drappi,  di  tele  e  sim. 

slìsàdura,  s.  f.  =  ragnatura  :  quella  tra- 
sparenza nelle  calze,  nei  panni  o  di'appi 
prodotta  da  logoramento. 

slìta,  s.  f.  =  slitta  :  traino  tirato  da  ca- 
valli, renne  o  sim. 

sldfa,  s.  f.  =  vescia ,  loffia  :  correggia 
sorda.  Vedi  pètt. 

slisàss,  V.  rifl.  =  ragnare,  sperare:  lo 
stato  di  calza  o  di  tessuto  che  mostra 
una  difettosa  trasparenza,  prodotta  da 
logoramento. 

slog'aa)  agg.  -  slogato  :  di  articolazioni 
che  escono  dalle  loro  cavità. 

slog'àdura,  s.  f.  =  slogatura  :  lo  slogarsi 
dello  ossa. 

slo8"àss,  v.  rifl.  =  slogarsi  :  delle  ossa 
quando  escono  dalle  loro  cavità. 

sloiaa,  agg.  =  svogliato,  annoiato,  fiacco. 

slou^a,  V.  att.  Vedi  slungà. 


slo 


-  766  - 


sma 


slÓMsa,  s.  f.  =  falda:  la  carne  attaccata 
alla  lombata  e  alla  coscia  del  maiale. 

slonsà,  V.    att.   =    rilassarsi,    slembare  : 

§/di  pezzi  di  tela  che,  sparati  presentano 
ondeggiamenti  di  fili. 

slonsàdura,  s.  f.  =  ammarezzatura  :  di- 
fetto del  panno  quando  il  ripieno  non 
è  in  tutti  i  punti  serrato  ugualmente. 

slontàuà,  V.  att.  =  allontanare,  slontanare: 
mandar  lontano  o  discosto  :  slo7itàntL 
dna  ècàgna  =  allontanare  una  sedia. 

slontànààs,  ».  rifl.  =  allontanarsi,  slon- 
tanarsi :  slontànàss  de  cà  =  allontanarsi 
da  casa. 

1)  Non  frequentare  :  slontànàss  di 
àmìs  =  allontanarsi  dagli  amici. 

sluugà,  ».  att.  =  allungare  :  far  più  lungo, 
aggiungere  di  lunghezza:  slungà  Òna 
corda,  on  diseors,  on  vestii  =  allun- 
gare una  fune,  un  discorso,  un  vestito; 
slungà  là  vita  =  allungare  la  vita. 

1)  slimgti  là  strada  =  allungare  la 
strada:  pigliar  la  strada  pili  lunga. 

2)  slungtL  'l  pass  =  allungare,  alle- 
stire il  passo  ;  farlo  più  lungo  per  cam- 
minare più  svelti.  Vedi  pass. 

3)  slungtL  'l  mn,  el  làtt  e  sim.  =  al- 
lungare il  vino,  il  latte  e  sim.;  an- 
nacquarlo. 

4)  slungà  i  man  =  allungare  le  mani  ; 
stenderle  per  pigliare  ;  toccare  impron- 
tamente,  portar  via,  picchiare. 

slungràss,  V.  rifl.  =  allungarsi:  farsi  più 
lungo  :  el  di  el  se  slùnga  =  il  giorno 
s'allunga. 

1)  Dar  busse,  picchiare. 

slfìscìa,  s.  f  .  =  acquazzone,  dirotta,  sfu- 
riata :  di  pioggia  forte  e  di  breve  durata 

8111  àcch,  s.  m.  =  smacco:  cosa  che  torna 
a  vergogna  invece  che  a  onore,  e  torto, 
parola,  che  reca  vergogna  ;  per  Ite  l'  è 
staa  on  bèli  smàeeh  =  è  stato  per  lui 
un  bello  smacco. 

sniàgèyol,  agg.  =  macchiabile:  facile  a 
macchiarsi. 

smàgia,  s.  f.  =  macchia  :  segno  o  traccia 
d'untume,  d'inchiostro  o  altro  ohe  de- 
turjoa  una  supei"ficie.  Le  macchie  d'olio 
si  dicono  fam.  frittelle. 

smàgià;  V.  att.  =  macchiare:  far  delle 
macchie  sopra  una  superficie. 

smàgiàss,  V.  rifl.  =  macchiarsi,  sfrittel- 
larsi :  farsi  frittelle  sullo  vestimenta, 

STìiàgri  e  gmàgrìss,  v.  att.  =  smagrire, 
dimagrire,  immagri  re  :  divenire,  farsi 
magro,    dimagrare. 


gmàlisià,  V.  att.  =  ammalizzire  :  detto  di 
fanciulli  ;  fare  che  acquistino  oeiie  co- 
gnizioni prima  del  tempo,  toglierli  alla 
loro  ingenuità. 

1)  Scaltrire:  rendere  uno  scaltro. 

smàlisiaa,  agg.  =  ammalizzito  :  di  persona 
scaltrita  dall'  esperienza,  e  così  anche 
d'animali  e  special,  uccelli,  che,  essendo 
altre  volte  scampati  dalle  reti  o  dalla 
pania,  è  più  difficile  di  chiapparli. 

smàlisìàss,  v.  rifl.  =  ammalizzire,  scal- 
trirsi: acquistare  le  cognizioni  necessarie 
per  non  essere  ingannato  nel  comprare, 
vendere  ed  altri  simili  affari. 

smàlt)  s.  m.  =  smalto:  sorta  di  vernice 
di  più  colori  che  si  dà  col  fuoco  ai 
metalli. 

1)  La  superficie  dei  denti  :  eèrti  pòl- 
ver  nèten  polìd  i  dent,  maghe  i-ùinen 
el  smàlt  =  alcune  polveri,  puliscono 
bene  i  denti,  ma  ne  rovinano  lo  smalto. 

smalta;  V.  att.  =  smaltare:  coprire  di 
smalto. 

smalti,  V.  att.  =  smaltire  :  di  roba,  mer- 
canzie e  sim.  spacciarle,  venderle  tutte. 

smangia,  v.  att.  =  rodere,  corrodere  : 
consumare  a  poco  a  poco  :  di  lima, 
raspa,  polveri,  acidi  ed  altre  sostanze  : 
là  rùgin  là  smtingia  el  fèr  =  la  rug- 
gine rode  il  ferro. 

1)  Di  ulceri,  cancri  e  altre  malattie 
che  consumano  a  poco,  a  poco  la  carne, 
i  visceri  e  sim. 

2)  Di  dolore,  passione  :  l'invidia  le 
sìuttngia  =  l'invidia  lo  rode. 

smàngiàss,  v.  rif.  =  rodersi:  consumarsi 
dentro  per  rabbia,  rancore  e  sim.  :  mi 
me  smàngi  à  vede  quèll  firpu  inoeì 
ostinaa  =  io  mi  rodo  al  vedere  quel 
ragazzo  così  ostinato  ;  à  fùria  de  smàn- 
giàés  in  quèla  mànera,  el  finirti  per 
crepti  =  a  furia  di  rodersi  a  quel  modo 
finirà  per  morire 

smània,  s.  f.  =  smania:  molesta  agita- 
zione prodotta  per  lo  più  da  malattia 
0  da  qualche  cagione  fisica  :  el  g'hà 
aviiii  tuta  nòtt  dna  smània  che  s'è 
inai  podUii  qiiiètà  =  ha  avuto  tutta 
notte  una  smania  che  non  s'è  potuta 
mai  chetare. 

1)  Desiderio  eccessivo,  brama  intensa: 
là  g'hà  trdpa  smània  de  màridà.^s, 
qiièla  tosa  =  ha  troppa  smania  di  ma- 
ritarsi quella  ragazza. 

smàniàss,  v.  rif.  =  smaniare,  smaniarsi: 


sraa 


767 


sino 


essere  turbato    da    smania,    dar    nelle 
smanie. 

smàniòs,  agg.  =  smanioso:  che  ha  sma- 
nia, forte  desiderio  di  qualche  cosa. 

smàrgàià,  v.  att.  =  scatarrare,  sornac- 
chiare.  Vedi  màrgràià. 

smàrgràiòn,  s.  m.  =  scaracchione,  sorac- 
chione:  chi  scaracchia  spesso:  chi  non 
fa  che  scaracchiare. 

smàrgàj,  s.  m.  =  scaracchio,  sornacchio  : 
sputo  catarroso. 

smàrsTèsòn,  s.  m.  =  smargiasso  :  spac- 
cone, millantatore,  prepotente. 

1)  Casista,  casoso  ;  chi  in  tutto  vede 
pericoli  e  difficoltà  e  d'ogni  cosa  fa 
caso. 

smàrgrèss,  .5.  m.  =  chiasso,  chiassata, 
putiferio  :  molto  rumore ,  specialm. 
sproporzionato  alla  cosa  per  cui  si  fa. 

smàrg'inà;  v.  att.  =  smarginare  :  tagliare 
i  margini  dei  libri. 

siiiàri,  V.  att.  =  smontare  :  di  colori,  per- 
dere la  vivezza,  sbiadire. 

Sinàsiicàss,  v.  ri  fi.  =  dicei-vellarsi,  sca- 
parsi :  fare  ogni    sforzo    coli' intelletto. 

smemoraa,  *  agg.  =  smemorato  :  che 
non  ha  memoria,  che  non  si    ricorda. 

smentì,  v.  att  =  smentirei  convincere 
uno  di  falsità;  provare  che  una  cosa 
asserita  non  è  come  si  dice  ;  negare 
ciò  che  uno  assevera. 

smentida,  *  s.  f.  =  smentita  :  lo  smen- 
tire ;  usasi  nelle  locuzioni  ;  dà,  ricév 
ona  smentìda  =  dare,  riceveie  una 
smentita. 

smentiss,  v.  rifl.  =  smentirsi  :  fare,  dire 
cosa  non  conforme  alla  propria  indole, 
al  proprio  modo  di   pensare,  di  agire. 

smeràld,  s.  m.  =  smeraldo:  pietra  pre- 
ziosa di  color  verde. 

smèrcio,  s.  m.  =  smercio,  esito:  spaccio 
della  merce  :  l'è  on  àrtìcol  che  g'hà 
pòceh  smÉreio  =  è  un  articolo  che  ha 
poco  smercio,  poco  esito. 

smerdàcàmìsa,  s.  m.  =  giovinetto  che, 
non  ancora  rasciutto  il  latte  sulle  labbra, 
posa  ad  uomo. 

smergèss,  s.  m.  =  chiasso,  rumore.  Vedi 
sniàr^èss. 

smerìli,  *  s.  m.  =  smeriglio  :  sorta  di 
polvere  minutissima  e  durissima,  per 
lavorare  le  pietre  dure:  bi-unire  l'ac- 
ciaio, ecc. 

smerilià,*  v.  att.  =  smerigliare  :  lavorai'e 


una  pietra   coUo    smeriglio.  Di  vetro  : 

appannare,  renderlo  quasi   opaco. 
smèsà,  V.  att   =  dimezzare:    dividere  in 

due  parti  uguali  0  press' a  poco. 
smingol,  agg.  =  mingherlino,    sottilino, 

magri  no  :  scarso  della  persona. 
smìntisà,  *  v.  att.  =    sminuzzare:  fare, 

ridui-re    in     minuzzoli.    Nel    dialetto  è 

parola  nuova. 
smiróld,  s.  m.  =  biacco,  saettone  :  specie 

di  serpente  non  velenoso. 
smocà,  V.    att.    =    ottundere,    spuntare: 

•togliere  la  punta  a  un   oggetto    acuto; 

el  g/i'è  rièèii  à  smocti  là  gUgia  =  c'è 

riuscito  a  spuntare  l'ago. 
smocià,  V.  att.  =  scapezzare  :   tagliare  i 

rami   di   un    albero    0    la   sommità   di 

qualche  cosa. 

1)  smocitL  i  tLl  =  tarpare  le  ali; 
spuntnre  le  penne  delle  ali  agli  uccelli. 

2)  smociti  i  càvèj  =  tagliare  i  capelli. 
smoenj,  .s.  m.  =  ranno  :    acqua    bollente 

pnssata   sulla   cenere  ;  si  usa   per  fare 
il  bucato. 

smoftuv,  V.  att.  =  smuovere  :  muovere 
con  forza,  a  stento,  ed  anche  sempli- 
comente  muovere. 

s  ni  olà,  v.  att.  =  allentare,  mollare  :  ren- 
der lenta  un'allacciatura,  0  altra  affib- 
biatura, si  che  il  vestimento  sia  men 
serrato  alla  persona. 

1)  Render  piir  lento  un  corpo  che 
era  teso,  stretto,  tirato  :  smolt  là  cdrda 
allentare  la  corda. 

smolàdura,  s.  f.  =  allentamento  :  l'al- 
lentare. 

smolàss,  V.  rifl.  =  allentarsi:  diventare 
meno  teso,  meno  stretto,  meno  tirato. 

1)  Avvincidire  ;  divenir  vincido,  per- 
dere la  freschezza:  del  pane  quando 
la  crosta  si  rammolisce,  e  diventa  quasi 
pieghevole. 

2)  Smottare,  franare,  scoscendere: 
detto  della  terra  in  pendìo. 

smont,  agg.  =  smontato,  scolorito  :  di 
colore  scialbo,  che  ha  perduto  la  vi- 
vezza ;  l'è  on  vestii  ànmd  bon^  ma 
tiitt  smont  =  è  un  vestito  ancora  buono, 
ma  tutto  smontato. 

smonta,  v.  att.  =  smontare,  scolorire; 
detto  dei  colori  ;  perdere  la  vivezza, 
sbiadire. 

1)  Smontare,  discendere:  da  carrozza, 
da  cavallo 

2)  Di    macchine,    stmmenti  e  sim.  : 


SIUO 


768  - 


so 


mettere  in  pezzi,  ma    senza    rompere  ; 
disfaro  parte  a  parte, 

smorbi;  agy.  =  ruzzante,  gaio,  baione  ; 
che  ha  voglia  di  ridere,  di   scherzare. 

smorbìà,  v.  att.  =  ruzzare,  galluzzare; 
far  baie,  scherzare,  giocare, 

smòrfia,  s.  f.  =  smorfia,    lezio,   moina  : 
atto  svenevole,  leziosaggine. 
1)  Piaga.  Vedi  piàg'a  2). 

smorllaa,  ayg.  =  mogio  mogio;  resiti 
smorflaa  =  rimaner  mogio  mogio  ;  per 
qualche  forte  impressione  o  mortifica- 
zione. Anche  :  restar  brutto  ;  di  chi 
resta  mortificato  per  qualche  brutta 
figura  che  ha  fatto  o  che  si  aspetta 
di  fare. 

smorflàda^  s.  f.  =  mortificazione  :  umi- 
liazione, avvilimento. 

smorflòs,  agg.  =  smorfioso  :  che  fa  delle 
smorfie,  lezioso  ;  l'è  dna  smorfiosa  eke 
ine  pitis  jM'opi  nv  =  è  una  smorfiosa 
che  proprio  non  mi  piace. 

1)  Daddolino  :  pieno  di  daddoli,  cioè 
smorfie,  leziosaggini. 

smorsà,  v.  att.  =  smorzare,  ammortire  : 
rendere  meno  vivo,  meno  forte  :  stnoréà 
i  color  =  ammortire  i  colori  ;  sinorsà 
on  colf  =  ammortire  un  colpo:  sco- 
rnarne 0  anche  toglierne  quasi  affatto 
la  forza. 

1)  Estinguere,  spegnere:  smorsà  7 
foRugh,  el  eiàr  =  spegnere  il  fuoco,  il 
lume. 

smorsiroeflla,  s.  f.  =  spegnitoio  :  piccolo 
arnese  di  metallo  a  cono  per  spegnere 
la  candela, 

smòrt)  agg.  =  smorto,  pallido  :  quasi  del 
pallore  della  morte. 

1)  smòrt  ednie  on  pànn  làvaa  = 
bianco  come  un  panno  lavato  ;  del  co- 
lore del  viso  per  malattia  e  forte  com- 
mozione. 

2)  diventa  smòrt  =  impallidire,  fare 
il  viso  bianco  ;  per  malessere  o  per 
turbamento  dell'animo. 

3)  Sbiadito  ;  colore  smorto  :  l'è  on 
verd  smòrt  =  è  un   verde  smorto. 

4)  pan  smòrt  =  pane  afflitto  ;  di  pane 
cotto  a  forno  poco  caldo. 

smortésa,   s.  f.    =    pallidezza,    pallore  : 

l'essere  smorto,  pallido. 
smortòn,    s.    m.    =    pallidone  :    persona 

pallida  di  natura,  che  denota  floscezza, 

Volgarm.  da  noi  si  usa  come  ingiuria. 
smiisà ,    v.    att,    =     smussare  :    tagliare 

l'angolo,  la  punta,    il   canto    di    choc-   [ 


chessia,  specialm.  di  mobili  in  legno, 
di  cornici  in  muro  e  sim. 

smiiss,  s.  m.  =  smusso  :  l'angolo,  la 
punta  smussata. 

snegTÌ,  V.  att.  =  annerire:  far  diventar 
nero  ;  el  filmm  V ha  snegri i  tiitt  el 
miir  =  il  fumo,  ha  annerito  tutta  la 
parete. 

snèll,  *  agg.  =  snello,  agile,  svelto  :  fa- 
cile e  leggero  nei  suoi  movimenti. 

snerva,  v.  att,  =  snervare:  privare  di 
forze,  ammollire. 

snidolà,  V.  att.  =  snervare,  indebolire  : 
levar  la  forza,  quasi  la  midolla  della 
spina  dorsale. 

snoda,  *  v.  att.  =  snodare  :  piegare  le 
giunture  in  modo  che  siano  piii  facili 
le  più  difficili  flessioni. 

so  e  sol,  s.  m.  =  sole:  l'astro  mag- 
giore che  illumina  la  terra. 

1)  Luce  e  calore  che  emanano  dal 
sole  :  sta  ài  so  per  scaldasi'  =  stare  al 
sole  per  riscaldarsi;  ine  dà  fàétidi  el 
éo  =  mi  dà  noia  il  sole;  Vhà  ciàpcut 
tròpp  éo  =  ha  preso  troppo  sole. 

2)  so  =  occhio  di  sole,  soie:  di  ra- 
gazza di  rara  bellezza. 

3)  no  gilè  sàbet  sénsa  so  =  non  c'è 
sabato  senza  sole. 

4)  fa  i  ròbb  àia  liis  del  èo  =  far  le 
cose  alla  luce  del  sole  ;  in  modo  che 
tutti  lo  vedano,  le  possano  giudicare; 
senza  alcun  sotterfugio. 

5)  mètegh  i  ràdis  ài  so  =  metter 
le  barbe  al  sole;  d'una  pianta  che  si 
sradica. 

6}  quànd  el  éo  el  se  vdlta  indree, 
àia  màtina  g'hèmm  V  acqua  ài  pee  = 
tempo  rifatto  di  notte  non  vai  tre  pere 
cotte. 

7)  sol  che  brùsa,  che  cceils  =  sole 
che  coce  la  carne  sull'ossa. 

8)  ripara  ci  sol  =  far  solecchio  :  di 
cosa  che  para  il  sole,  come  la  laj'ga 
tesa  del  cappello  e  sim.  i 

9)  àlida  gid  col  éo  =  non  potere  ac-  ■ 
cozzar  la  cena  col  desinare  :  sbarcare  ; 
appena  il  lunario  ;  quando  i  guadagni  < 
bastano  appena  alle  necessità  della  vita.  ] 

10)  à  rebàton  de  éo.  Vedi  rebàtò». 

11)  vègh  qiièicòés  ài  éo  =  aver  terra  . 
al  sole:  aver   qualche    po'  di  terra,  di 
fondo. 

12)  ciàr  come  'l  so  =  chiaro  come 
la  luce  del  sole,  di  cosa  evidentissima. 


so 


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soc 


13)  colp  de  so  =  insolazione,  solata; 
male  iirodotto  dall' esporsi  troppo  al  sole. 

14)  àndà  cóme  lì  nev  ài  éo  =  con- 
sumare come  neve  al  sole:  rapidamente. 

15)  òii'og  ti'la  de  ò'o.  Vedi  ogiàda,  3). 

16)  mèi  al  éo  =  assolare,  soleggiare: 
porre  qualche  cosa  al  sole  perchè  a- 
sciughi. 

17)  veèegli  irti  éo  =  splendere  il  sole 
smagliante. 

18)  sàvè  de  che  pàrt  leva  'l  so  =  sa- 
pere il  fatto  suo,  il  conto  suo. 

19)  seàpà  '/  so.  Vedi  scapa,  14). 

20)  ghe  càia  '/  éo  qiiànd  el  gh'è  nò 
=  gli  manca  il  sole  quando  non  c'è;  di 
chi  ha  tutto  quel  che  gli  bisogna,  non 
manca  di  ciò  che  si  può  avere. 

21)  eoi  smòrt,  sbiàvaa  =  solicello  : 
sole  languido  e  mezzo  coperto  di  nuvoli . 

22)  tiltt  à  so  =  assolato,  soleggiato: 
battuto  dal  sole. 

23)  de  qiièl'tlcqua  che  no  me  bagna, 
ne  de  qiièl  §o  che  no  me  sedia  me  ne 
importa  on  bèli  nàgota  =  tant'è  il  mal 
che  non  mi  nuoce  quanto  è  il  ben  che 
non  mi  giova. 

so,  pron.  =  suo  :  pron.  poss.  di  terza 
pors.  di  lui,  di  lei.  Al  plur.  éò  =  suoi; 
el  so  pensér,  coi  éò  pè,  jjer  i  éò  fra- 
dèj,  in  di  so  fondi,  ài  éò  ])àptl  =  il 
suo  pensiero,  coi  suoi  piedi,  per  i  suoi 
fratelli,  nei  suoi  fondi,  al  suo  babbo. 

1)  vìv  à  éò  moeud  =  vivere  a  modo 
suo  :  come  piace  a  ciascuno. 

2)  vèés  sicùr  del  fati  éò  =  essere  si- 
curi del  fatto  suo  :  di  ciò  che  avviene, 
della  cosa  fatta. 

3)  el  so  =  il  suo,  il  patrimonio. 

4)  rig.  dà  via  del  so  =  non  farsi  in- 
salata che  non  vi  sia  della  sua  erba  : 
a  chi  insulta,  e  dice  titoli  ingiuriosi  che 
a  lui  starebbero  bene. 

5)  vèés  tiltt  el  so  =  è  il  suo  pane  ; 
ò  cosa  che  gli  spetta  e  gli  si  attaglia 
bone. 

6)  irotL  'l  fàtt  éò  =  trovare  il  fatto 
silo;  quel  che  si  merita. 

7)  *  éò  =  le  sue  :  i)lur.  femm.  di 
sua  ;  i  éò  éorèll  =  lo  sue  sorelle  ;  i  éò 
ìdèj  =  le  sue  idee  ;  i  so  nevodinn  = 
lo  sue  nipotino. 

8)  ne  fa  sémper  dì  so  =  no  fa  som- 
iere delle  sue  ;  l'è  vuna  di  so  =  è  una 
delle  sue  :  di  azioni,  fatti  propri  di 
lui  :  che  mostrano  la  sua  indole. 

9)  Loro,  di  loro  :  spocialm,  in  forza 

49 


di  sostantivo  ;  el  éò  =  il  loro,  il  pa- 
trimonio, ciò  che  spetta  ;  i  éò  =  i  loro, 
i  parenti,  ed  anche  :  quelli  del  proprio 
partito. 

10)  Come  agg.  i  éò  àbitudia  =  le  loro 
abitudini;  i  éò  dànee  =  i  loro  danari. 
sóa,  pron.  femm.  =  sua  :  femm.  di  suo  ; 
là  sóa  marna,  là  sóa  cà,  là  sóa  miee 
=  la  sua  mamma,  la  sua  casa,  la  sua 
moglie. 

1)  dì  là  sóa  =  dir  la  sua  :  quel  che 
pensa,  il  proprio  giudizio. 

2)  sta  sula  sóa  =  star  sulle  sue  :  in 
sussiego,  senza  dare  o  volere  confidenza. 

3)  vègh  el  diàol  déla  eoa  =  aver  fatto 
patto  col  diavolo.  Vedi  diàol  5). 

soàré,  s.  m.  =  serata,  veglia.  Dal  frane. 
soiree. 

soàvitaa,*  s.  f.  =  soavità,  dolcezza,  pia- 
cevolezza :  l'essere  soave. 

sobàtidura,  s.  f.  =  contraccolpo,  abbat- 
timento :  il  dolore  che  si  prova,  lo 
stato  di  abbattimento  in  cui  si  è  dopo 
una  caduta,  dopo  un'operazione  chi- 
rurgica, dopo  aver  preso  un  rimedio 
forte. 

sobórgli,  *  s.  m.  =  sobborgo  :  borgo 
prossimo  alla  città,  quasi  sotto  le  mura. 

sóca,  s.  f.  =  gonna,  gonnella  :  veste  o 
abito  da  donna  che  dalla  cintura  giunj^ 
alle  calcagna. 

1  )  Sottana  :  veste  che  le  donne  por- 
tano sopra  la  camicia  o  sotto  la  gon- 
nella del  vestito. 

2)  vèés  cilsii  àia  sòca  déla  marna, 
sta  sémper  ài  sòcch  déla  marna  =  es- 
ser cucito  alla  sottana  della  mamma, 
stare  attaccati  alla  sottana  della  mamma: 
del  figliolo  che  non  si  scosta  mai  dalla 
mamma. 

soci,  s.  m.  =  socio,  camerata  :  compagno 
di  divertimenti,  di  spassi. 

1)  Socio,  associato  :  compagno  in  una 
azienda,  in  un  negozio,  in  un  com- 
mercio. 

societaa,  s.  f.  =  società  :  il  vivere  degli 
uomini  con  certe  leggi  e  patti  e  co- 
stumi a  loro  imposti  o  da  essi  accettati. 

1)  Di  commercio,  industria  e  sim.  : 
compagnia  di  traffico,  d' industria,  di 
interessi. 

2)  àndà  in  éoeietaa  =  andare  in  so- 
cietà :  in  compagnia  amichevole,  in 
conversazione  di  signori,  distinta. 

sociévol,  agg.  =  socievole  :  che  ama  la 


soc 


—  770  — 


sof 


società,  che  ama  di  stare  in  comi^agnia 
degli  altri. 

sòcio,*  s.  m.  =  socio.  Vedi  sòci.  Usa 
la  t'orma  nuova  specialm,  nel  sigaifìcato 
commerciale. 

sòcol,  s.  m.  =  zoccolo,  base,  basamento  : 
la  parte  che  sostiene  un  monumento, 
una  casa  o  si  presenta  a  mo'  di  fascia 
che  si  appoggia  in  terra.  Anche  quella 
dipinta  sulle  pareti  delle  camere. 

s6cor,  s.  m.  pi.  =  zoccoli  :  pianelle  di 
legno  :  specie  di  calzatura  che  usa 
molto  fra  gli  operai  e  specie  fra  i  con- 
tadini. 

socór,  r.  att.  =  soccorrere,  aiutare  :  por- 
gere soccorso  altrui  ;  Ve  ìidster  doer 
de  èvcor  el  lyrdsim  =  è  nostro  dovere 
di  soccorrere  il  prossimo. 

éocoràtt  e  socoree,  s.  m.  =  zoccolaio: 
chi  fa  e  vende  zoccoli,  pianelle  di  legno. 

socórs,  s.  in.  =  soccorso,  aiuto,  sussidio. 

soda,  .';.  f-  *=  soda  :  alcali  minerale,  os- 
sido di  sodio. 

1)  Bicarbonato  di  soda.  Usa  come 
efficace  rimedio  per  aiutare  la  dige- 
stione, attivando  le  funzioni  dello  sto- 
maco. 

sodàss,  V.  rifl.  =  posarsi  :  farsi  posato, 
diventar  serio,  assestato  ;  de  gidin  Véra 
on  poo  on  èeorlàcoo,  ina  àdèéi-  el  ^-'è 
Podaa  =  da  giovine  era  un  po'  un  dis- 
sipato, ma  ora  si  è  posato. 

sodèsa,  s.  f.  =  sodezza,  compostezza, 
modestia  :  serietà  di  carattere. 

sodisfa,  V.  att.  =  sodisfare,  appagare  : 
rendere  pago,  sodisfatto. 

1)  Pagare  :  dare  altrui  quel  che  deve 
avere  ;  Vhà  èodif:faa  luti  i  éò  creditór 
=  ha  sodisfatto  tutti  i  suoi  creditori  ; 
àont  chi  à  éodis-fà  '/  me  dèbit  =  son 
qui  a  sodisfare  il  mio  debito. 

soilisfàcènt,  agg.  =  sodisfacente,  con- 
veniente, ciicevole:  in  modo  da  con- 
tentare. 

sodisfàsiòn,  s.  f.  sodi  sfazione  :  il  so- 
disfare 0  il  rimanere  sodisfatto. 

1)  domanda^  vorè,  dà  èodisfàsion  = 
chiedere,  volere,  dare  sodisfazione  ;  chie- 
dere, volere,  dare  ammenda  o  ripara- 
zione di  un  torto  o  di  un'offesa  fatta  o 
ricevuta. 

2)  dàgh  i-odU-fàHòn  à  min  =  dare 
sodisfazione  a  uno  :  adempiere  con  esso 
al  debito  d'onore,  comunom.  battendosi 
in  duello. 

sopisfàss,  V.  rifl.  =  sodisfarsi,  appagarsi,   I 


scapricciarsi,  saziarsi  :  rimanere  pago, 
contento. 

sòdo,  agg.  =  composto,  grave,  serio,  mo- 
desto: si)ecialm.  di  vestiti  non  appa- 
riscenti. 

soeu,  pron.  =  suoi.  Voce  antiquata,  ma 
non  ancor  morta.  Vedi  so. 

sceuj,  s.  m.  =  colatoio:  vaso  che,  pieno 
di  cenere  serve  per  il  bucato. 

SiBÙl,  s.  m.  =  pavimento:  il  piano  o 
suolo  della  stanza  su  cui  si   cammina. 

1)  Impiantito  ;  se  il  pavimento  è  fatto 
con  pianelle  o  mattoni  posti  di  pianta. 

2)  éocùl  d'ài'è  =  tavolato  o  assito  in- 
tavolato ;  quello  fatto  di  tavole  connesse. 

3)  Sfosùl  à  ichèioeula,  tila  i^enei-ià)ia  = 
suolo  a  mosaico  ;  con  figure  di  pietruzze 
di  diverso  colore. 

4)  Sfsul  de  quadri/  =  filare,  filaretto 
di  mattoni  ;  ognuna  di  quelle  linee  di 
mattoni  colle  quali  si  va  ergendo  un 
muro. 

5)  Suolo,  strato  :  il  piano  di  una  cosa 
sopra  l'altra,  come  frutta,  mercanzie  e 
altro:  se  fa  on  soeul  de  per  e  vùn  de  brilgn 
=  si  fa  un  suolo  di  pere  e  uno  di  susine. 

soeùla,  s.  f.  =  suolo:  nella  scarpa  la 
parte  di  cuoio  grosso  e  forte  che  tocca 
la  terra. 

1)  quhll  che  no  rà  in  soeula  va  in 
tatuerà  =  quel  che  non  va  nel  suolo, 
va  nel  tomaio,  quello  che  non  va  nelle 
maniche  va  nei  gheroni,  quel  che  non 
va  nel  manico  va  nel  canestro  ;  quando 
va  in  una  cosa  la  spesa  risparmiata  in 
un'altra. 

sofà,  s.  m.  =  sofà  :  ampio  canapè  ad  uso 
di  sdraiarvisi. 

sofegrà,  v.  att.  =  soffocare  :  sentirsi  sof- 
focare ;  dicevi  per  il  troppo  caldo  o  per 
mancanza  d'aria,  quando  uno  non  re- 
spira bene.  Vedi  sofogà. 

1)  Trans,  soffocare  :  impedire  il  re- 
spiro, uccidere  togliendo  il  respiro. 

2)  Opprimere  :  aggravare,  togliere  il 
respiro  ;  va  via  che  te  me  koféghet  =  va  ! 
mi  soffochi  ! 

3;  Soverchiare,    sopraffare  ;    vantag- 
giare uno  con  la  forza,  l'ingegno,  ecc. 
Ed  anche:  umiliarlo  con  maggior  lusso, 
sfoggio  e  sim. 
sofegràinént,   s.   m.  =  soffocamento  :   il 

soffocare,,  l' impedire  il  respiro. 
sSfe^h,  '»i  m.  =  afa:   quell'affanno    che 
per  mancanza  d'aria  o  soverchio  caldo 


-  771  - 


sog 


par  che  renda  difficile  la  respirazione. 
Vedi  sòfog'h. 

sofért,  part.  pass.  =  sofferto  :  da  soffrire. 

sofia,  r.  aft.  =  soffiare,  Isella  sola  frase 
i-ofià  'l  nas  =  soffiare  il  naso,  per  pu- 
lirselo. 

so  lìce,  agg.  =  soffice:  che  cele,  avalla; 
morbido. 

sofistica,*  V.  att,  =  sofisticare,  fisicare, 
cavillare  :  usar  cavilli  per  criticare  ogni 
cosa  ;  voler  ridire  su  tutto. 

sof  istich,*  agg.  =  sofistico:  di  persona  che 
sofistica  facilmente,  che  sopra  tutto  trova 
a  ridire. 

sofità,  V.  atl.  =  impalcare,  soffittare  :  fare 
la  soffitta  a  una  casa,  a  una  stanza. 

sofitt,  s.  m.  =  soffitto:  la  parte  d'ogni  piano 
di  qualunque  stanza  che  si  vede  al- 
zando gli  occhi  e  che  per  lo  piiì  na- 
sconde il  palco. 

1)  Solaio  :  tutto  quanto  forma  il  palco 
e  il  soffitto. 

2)  Palco  :  il  piano  superiore  o  coper- 
tura di  una  stanza  che  è  a  sopraccapo 
a  chi  vi  sta  dentro,  e  sostiene  il  pavi- 
mento delle  stanze  di  sopra. 

sòfocli,  s.  m.  =  afa  :  aria  calda,  soffo- 
cante, che  opprime  :  Dìo!  che  édfoeh, 
stàéérd  =  Dio  !  che  afa,  stassera. 

sofogà,  «'.  aft.  =  affogare:  negli  stessi 
significati  di  neg'à. 

1)  sofogà  de  ciàcer  =  affollare  dì 
chiacchiero,  sopraffare  di  chiacchiere. 

sofogaa,  agg.  =  affogato. 

1)  vós  éofogàda  =  voce  affogata  :  cupa. 

2)  ctisa  èofogMa  =  casa  affogata: 
senza  luce  e  senz'aria. 

3)  Sopraffatto:  Ve  tròpp  àofogaa  in 
di  biìiinghitt  =  è  troppo  affogato  dai 
frónzoli. 

sofrànèll,  s.  m.    =   fulminante,  zolfino, 

fiammifero.  Tedi  solfànèll. 
sofrì,  V.  att.  =  soffrire,  patire:    soppor= 

tare,  provar  qualche  cosa  di   doloroso, 

di  violento  :  là  éòfre  di  gran  dolor  de 

Étdmegh  =  soffre  di  grandi    dolori  allo 

stomaco. 

1)  Sopportare,  tollerare  :  pòss  minga 

s-ofrì  i  floiu  minga  sineér  =  non  posso 

soff l'ire  i  ragazzi  non  sinceri. 
sofribil,*  agg.  =  soffribile,  comportabile: 

da  potersi  soffrire  senza  troppo  dolore. 

Usa  per  lo  più  preceduto  da  minga  in 

significato  negativo. 
sòfrich,  .9.  m.  =  zolfanello,   fiammifero. 

Vedi  solfànèll. 


sogrètàss,  T.  rifl.  =  assoggettarsi,  sotto- 
porsi: accettare  le  condizioni  che  ci  ven- 
gono imposte  dalle  persone  o  dalle  con- 
dizioni delle  cose.  Quasi  un  rassegnarsi. 

sogètt,  s.  m.  =  soggetto:  sottoposto. 

1)  àndà  sogètt  à...  andare  soggetto 
a...,  in  specie  a  qualche  male,  infor- 
tunio e  sim.:  esserci  o  andarci  esposto 
facilmente. 

2)  Uomo  0  persona  rispetto  alle  suo 
«[ualità  morali,  spocialm.  in  cattivo  senso; 
l'è  on  càtlv  sogètt  =  è  un  cattivo  sog- 
getto. 

3)  T.  gramm.;  quella  parte  essenziale 
della  proposiz.  di  cui  si  dice,  si  affer- 
ma, si  enuncia  qualche  cosa  col  pre- 
dicato. 

sogìòrno,  *  s.  m.  =  soggiorno:  il  luogo 
dove  uno  soggiorna  o  può  soggiornare 
piacevolmente;  Mendris  l'è  on  gran  bèli 
éogiòrno  =  Mendrisio  è  un  gran  bel 
soggiorno.  In  dialetto  è  modo  nuovis- 
simo, e  si  dice  invece  dai  più:  à  Men- . 
dris  rè  on  gran  bèli  étàgh,  on  gran 
bèli  vìv. 

sògn,  s.  m.  =  sonno:  il  dormire  ;  appa- 
rente assopimento  dell'attività  animale. 

1)  sògn  quièti  =  sonno  bono,  natu- 
rale: non  agitato. 

2)  Bisogno  di  dormire;  tlla  séra  me 
vén  sògn  prèsi  =  alla  sera  mi  vien 
sonno  presto. 

3)  ciàpd.  sògn  =  attaccare  il  sonno, 
prender  sonno,  addormentarsi  ;  sta  nòti 
hoo  mài  poduil  ciàpà  sògn  =  questa 
notte  non  ho  mai  potuto  attaccar  sonno. 

4)  sehiseiàgh,  pieàgh  on  sògn  =  schiac- 
ciare un  sonno:  fare  una  dormita. 

5)  fa,  on  sògn  soli  =  far  tutto  un 
sonno:  dormire  tutta  la  notte,  senza 
interruzione. 

6)  vèsé  pién,  mòri,  ciocch  de  sògn, 
eroda  del  sògn  =  esser  pieno  di  sonno, 
cascar  dal  sonno;  non  ne  poter  più  per 
il  sonno. 

7)  pèrd  el  sògn  =  perdere  il  sonno: 
non  poter  più  dormire. 

8)  mètt  sògn  =  assonnare,  addor- 
men!:are:  specialm.  di  pers.  o  spettacoli 
0  musica  che  annoiano. 

9)  on  mestee  de  mori  del  sògti.  Vedi 
mestee,  8). 

10)  pària  in  éògn  =  parlare  nel  sonno: 
dormendo. 

11)  torna  à  ciàptL  sògn  =  rappiccare, 


—  772  — 


^<0l 


ripigliare  il  sonno  ;    tornare  a  dormire 
dopo  un  sonno  interrotto. 

12)  romp  el  éògn  =  rompere  il  sonno; 
svegliare  di  soprassalto. 

13)  dÈr,  legèr  de  éògn  =  duro,  leg- 
gero di  sonno  :  che  diffìcilmente  o  fa- 
cilmente si  sveglia. 

14)  impàstaade  èògn  =  fatto  di  sonno: 
di  chi  ha  sempre  sonno,  non  farebbe 
che  dormire. 

sògli,  s.  m.  =  sogno:  immagine  di  i)er- 
sone  e  di  cose  reali  che  si  rÌ2)roducono 
stranamente  nell'animo  durante  il  sonno; 
hoo  faa  on  éògn  bèli  come  =  ho  fatto 
un  sogno  bellissimo. 

1)  Fantasia,  immaginazione  vana, 
irrealizzabile  ;  j)cr  mi  Ve  on  éògn  là 
càriéra  épléndida  de  qilèll  giòin  =  per 
me  è  corno  un  sogno  la  carriera  splen- 
dida di  quel  giovino. 

2;  ntnca  per  éògn  =  neppure,  nem- 
men  per  sogno:  dicesi  per  negai'e  riso- 
lutamente una  cosa. 

B)  pcvrì  on  éògn  =  parerò  un  sogno: 
non  potersi  persuadere  di  una  cosa. 

sogna,  V.  alt.  =  sognare  :  immaginarsi 
ciò  che  si  brama  ;  lu  el  éògna  domù, 
grandèés  =  egli  sogna  soltanto  gran- 
dezze; lu  noi  éògna  che  l  éò  fìoeu  = 
egli  non  sogna  che  suo  figlio. 

sognali,  s.  m.  =  soppiattone,  acqua  morta: 
chi  fa  le  cose  di  soppiatto.  Vedi  mor- 
gnòn.  Ormai  s'ode  poco. 

sognètt,  s.  m,  =  sonnellino:  piccola  dor- 
mita. 

sòia  0  sòie  mi  2  =  che  ne  so  io?  io  non 
ne  so  nulla.  Interrogazione  impropria 
negativa. 

soìn,  A',  m.  =ranniore:  doglietto  che  ri- 
ceve il  ranno  dal  colatoio. 

sòl,  s.  m.  =  sole.  Tedi  so. 

sola,  V.  alt.  =  impalcare,  pavimentare  : 
fare  il  palco,  il  pavimento. 

1)  Ammattonare:  fare  il  pavimento 
di  mattoni  o  di  pietra  o  d'altro. 

2)  éolà  i  écàrp  =  risolare,  solettare 
le  scarpe:  rifar  loro  il  suolo. 

solàdura,  s.  f.  =  solatura,  risolatura: 
l'azione  del  risolare  le  scarpe  od  anche 
il  nuovo  suolo  rimosso. 

solàment,  avv.  =  solamente,  soltanto. 
Usa  ancora   molto  in  sua  vece  <lonià. 

soldi,    s.    m.    =  solco  :    qualunque   fon- 
ditura 0  fossa   lasciata  da   checchessia 
nel  terreno  o  altrove. 
1)  Specie  d'uccello.  Vedi  àstSrg. 


sòld,  s.  m.  =  soldo:  moneta  di  rame  equi- 
valente oggi  a  cinque  centesimi  di  lira 
e  per  il  passato  valeva  meno. 

1)  vàri  nànca  on  éòld  =  non  valere 
un  soldo:  valere  poco,  quasi  che  nulla. 

2)  ghe  vaeìlr  on  éòld  à  cominciò,  e 
dès  a  finì  =  fa  come  la  vecchia  di  Ve- 
rona; se  le  dava  un  quattrino  perchè 
cantasse  e  due  perchè  restasse  ;  come 
Meino  che  non  voleva  la  pappa  e  mangiò 
anche  il  mestolino  ;  ci  vuol  molto  a 
farlo  incominciare,  ma  quando  comincia 
non  la  finisco  più. 

3)  càia  desnoeuv  e  mèés  à  fa  vini 
éòld  =  mancargli  due  e  mezzo  a  far 
tre,  aver  ben  poco,  aver  quasi  nulla. 

4)  l'Ila  pàgaa  tre  lir  e  vintoti  sòld 
=  l'ha  pagato  soldi  e  quattrini:  quando 
non  si  vuol  dire  il  prezzo  che  s'è  pa- 
gata una  merce. 

5)  paga  lir,  éòld  e  quàtrìn  =  pagare 
fino  al  centesimo. 

0)  éòld  =  soldi,  quattrini  ;  Ve  vùn 
che  g'hà  di  éòld  =  è  uno  che  ha  dei 
soldi,  dei  quattrini,  che  è  ricco. 

soldaa,  s.  m.  =  soldato  :  colui  che  è 
ascritto  alla  milizia  di  terra  e  no  riceve 
il  soldo,  e  comunem.  quello  che  non 
ha  grado  nella  milizia. 

1)  àndà  à  éoldaa  =  andar  via  por 
soldato:  andare  a  fare  il  soldato. 

2)  Ordinanza  :  il  soldato  addetto  al 
servizio  di  un  ufficiale  ;  l'ha  màndaa 
el  éò  éoldaa  à  toeii  H  liber  =  mandò  il 
suo  soldato  a  prendere  il  libro. 

soldàioefi,  s.  m.  pi.  =  quattrini:  poco  da- 
naro; el  g'hè  rieéii  à  mètes  vìa  quàter 
éoldàifvil  =  è  riuscito  a  mettere  in  serbo 
un  po'  di  quattrini. 

soldàràsc,  s.  m.  =  soldataccio:  spreg.  di 
soldato. 

sòldo,  s.  m.  =  soldo,  stipendio  :  spe- 
cialm.  quello  degli  impiegati  pubblici; 
el  éòldo  che  '  l  goèrno  el  ghe  dà  ài  prò- 
feéòr  Ve  àdritura  vergognòs  =  il  soldo 
che  il  governo  dà  ai  professori  e  addi- 
rittura vergognoso. 

solecità,*  V.  att.  =  sollecitare:  spingere, 
stimolare  alcuno  a  far  presto  una  cosa. 

1)  Di  cosa:  sbrigarla,  farla  sbrigai'e. 

2)  Far  presto,  prima  del  solito  ;  so- 
lecità el  disnti.,  perchè  glioo  de  àndà 
via  =  sollecita  il  desinare,  perchè  devo 
partire. 

solène,  agg.  =  solenne:  splendido,  gran- 
dioso, magnifico. 


sol 


—  773 


sol 


1)  Forte,  grande;  l'ha  ciàpaa  dna 
sbòrnia  éolène  =  prese  una  sbornia  so- 
lenne. 
solènitaa,  s.  f.  =  solennità  :  giorno  di 
festa  solenne;  el  mètt  éu  i  gicànt  doma 
in  di  solcnitaa  =  non  metto  i  guanti 
che  nelle  solennità. 

1)  Modo  solenne  di  fare  qualche  cosa 
di  importante  ;  l'ha  ricevuu  coni  òna 
solènitaa  che  'l  pareva  on  diplomàtich 
=  l'ha  ricevuto  con  una  solennità  che 
pareva  un  diplomatico. 

2)  Sollione,  stellone:  calore  grandis- 
simo''di  sole,  il  gran  sole  d'ostate;  coni 
sta  solènitaa  Ve  imposìbil  moeuves  de 
m  =  con  questo  stellone  è  impossibile 
muoversi  di  casa. 

solèta,  s.  f.  =  soletta,  scappino,  pedule: 
la  parto  della  calza  che  copre  la  punta 
0  la  pianta  del  piede  e  per  lo  pivi  si 
rimette. 

soletìcà,*  V.  att.  =  aleccorniro,  allettare, 
solleticare:  far  venire  voglia,  eccitare  i 
desideri. 

solètt,  agg.  =  soletto  :  usasi  per  rinfor- 
zare soli,  =  solo  ;  Véra  à  èpàsà  soll^ 
solètt  =  era  a  passeggio  solo,   soletto. 

soler,  s.  m.  =  sollievo:  il  riaversi,  il  sen- 
tirsi riavuto  moralmente  e  fisicamente. 

soleva,  V.  att.  =  sollevare:  alzare,  ele- 
vare da  terra  energicamente;  el  soleva 
de  qiiìj  pés  che  H  par  incredìbil  =  sol- 
leva certi  pesi  che   paro  incredibile. 

1)  Ricreare:  rialzare  l'animo,  far  ria- 
vere; eont  sta  notìsia  te  me  solévet 
prdpi  de  bòn  =  con  questa  notizia  mi 
sollevi  davvero. 

2)  Aizzare,  instigare,  sobillare  :  sti- 
molare a  far  qualche  cosa  non  buona, 
0  specialm.  a  ribellarsi. 

solfànelàtt,  s.  m.  =  zolfanellaio,  fiam- 
miferaio: chi  fa  e  vende  zolfanelli. 

solfàuèll,*  s.  m.  =  zolfanello,  fiammifero, 
fulminante:  stecchino  di  legno  con  mi- 
stura di  fosforo  per  accendere  i  lumi  e 
il  fuoco. 

1)  che  solfànèll  che  te  see  =  come  ti 
bolle  il  pentolino  presto:  di  chi  monta 
facilmente  in  collera. 

solfèg',  s.  m.  =  solfeggio.  T.  music: 
specie  d'aria  senza  parole. 

éolfeg'ià,  V.  att.  =  solfeggiare:  esercitarsi 
nel  solfeggio. 

.solfo,*  s.  m.  =  solfo,  zolfo:  minerale  giallo, 
friabile,  infiammabilissimo. 


solfora,  *  V.  att.  =  solforare  :  dare  a  una 
cosa  lo  zolfo,  come  alla  vite,  ai  fiori,  ecc. 
perchè  guariscano  da  certe  malattie  pa- 
rassitarie. 

solfdricli,  *  agg.  =  solforico  :  aggettivo 
di  un  acido  liquido  risultante  dallo  zolfo 
e  l'ossigeno:  veleno  violento. 

sóli,  agg.  =  liscio,  levigato:  di  corpo  che 
non  presenta  alcuna  asperità  al  tatto. 

solià,  V.  att.  ^  lisciare,  levigare:  rendere 
liscio,  togliere  ogni  asperità  dalla  su- 
perficie di  un  còrpo. 

solid,  agg.  =  solido:  saldo,  sodo,  forte, 
resistente;  Ve  dita  scàia  éòlida  =  è  una 
scala  solida. 

solidàl,  agg.  =  solidale  :  che  è  obbligato 
in  solido  cioè  insieme  cogli  altri. 

solìdàrietaa,  *  s.  f.  =  solidarietà:  l'es- 
sere solidale  o  solidario. 

soliditaa,  s.  f.  =  solidità:  fermezza, 
stabilità;  in  cèrti  ròbb  bisogna  minga 
guarda  là  bèlèsa,  bisogna  guarda  là 
soliditaa  =  in  certe  cose  non  si  deve 
badare  alla  bellezza,  ma  alla  solidità. 

solilòqui,*  s.  m.  =  soliloquio:  il  parlare 
da  se  solo,  quasi  tra  se  e  se,  ma  a 
voce  alta. 

solìn,  s.  m.  =  squadrino  :  l'operaio  che 
squadra  le  pianelle,  connette  insieme 
l'ammattonato  del  pavimento. 

solit,  agg.  =  solito  :  usato,  consueto,  abi- 
tuale; se  dìsna  à  Vora  sòlita  =  si  de- 
sina all'ora  solita;  el  glia  sii  el  éò  àd- 
lit  càpèll  =  ha  il  suo  solito  cappello; 
Ve  là  mia  pàsegitida  sòlita  =  è  la  mia 
passeggiata  solita,  abituale. 

1)  s.  m.  Ciò  che  è  solito  essere,  ac- 
cadere, e  riferito  a  persona  :  costume, 
abitudine;  Ve  'l  so  sòlit  =  è  il  suo  so- 
lito, è  suo  costume  ;  còntra  '/  sòlit  = 
contro  il  solito:  di  ciò  che  accado  fuori 
del  consueto. 

2)  de  sòlit  =  abitualmente,  secondo 
l'abitudine. 

3)  éegond  el  éòlit  =  secondo  il  so- 
lito, al  solito:  come  per  sempre,  come 
usualmente;  Ve  on  pater  e  on'àve  ée- 
gond el  sòlit  =  la  va  là  secondo  il  so- 
lito: di  condizioni  che  non  mutano  mai. 

sòlitàmènt,  *  avv.  =  solitamente:  di  so- 
lito, abitualmente:  éòlitàmént  ài  eìnqu 
or  Ve  in  gàleria  =  solitamente  alle  ore 
cinque  è  in  galleria. 

solitàri,  s.  m.  =  solitario,  romito:  che 
vive  lontano  dal  mondo,  appartato  dalla 
gente,  per  indole  o  per  devozione. 


sol 


—  774  — 


1)  solitàri  =  pazienza  :  sorta  di  giuoco 
colle  carta  che  si  fa  da  una  persona  sola, 
solitàri,  agg.  =  solitario:  di  luogo  non 
frequentato  da  gente,  lontano  dall'abi- 
tato; el  me  piàs  perché  l'è  on  giàrdin 
solitàri  =  mi  piace,  perchè  è  un  giar- 
dino solitario. 

1)  ■vènnen  solitàri  =  tenia  :  specie  di 
verme  intestinale. 

2)  pàsera  solitària  =  passera  soli- 
taria: uccello  selvatico  che  fa  il  nido 
sui  monti. 

solitèr,   s.  m.  =   solitario  :  un  brillante 
solo,  piuttosto  grosso.  Dal  francese  so- 
litair. 
1)  Pazienza.  Vedi  solitàri,  s.  m.  1). 

solitudin,  s.  f.  =  solitudine:  luogo  dove 
non  frequenta  la  gente,  deserto:  ed  an- 
che lo  stato  di  chi  vive  solitario  ;  là 
solitudin  riià  faa  diventa  sàlvàdegh  = 
la  solitudine  l'ha  reso  salvatico. 

haW^agg.  =solo:  senza  compagnia,  senza 
altri  0  senz'altro;  Ve  àndaa  foeùra  soli 
=  ò  uscito  solo;  mi  glioo  on  fioeu  eoli 
=  io  ho  un  figlio  solo. 

1)  7nej  soli  che  mài  compàgnaa  = 
meglio  soli  che  male  accompagnati  : 
prov.  noto  e  chiaro. 

2)  .5.  m.  el  papà  l'è  'l  soli  che  se 
séta  in  poltrona  =  il  babbo  è  il  solo 
che  sieda  in  poltrona  ;  là  miee  l'è  là 
sola  che  pdda  otegnl  quèicòés  =  la  mo- 
glie è  la  sola  che  possa  ottener  qual- 
che cosa. 

3)  on  à  soli  =  un  solo,  un  a  solo. 
T.  music,  la  parte  che  non  si  canta  o 
che  non  si  suona  che  da  uno  solo. 

sóli,  s.  m.  =  sol:  nota  musicale. 

solubil,  *  agg.  =  solubile:  che  si  può  scio- 
gliere, che  è  facile  a    sciogliersi. 

soliisiòu,  s.  f.  =  soluzione  :  scioglimento 
di  parti. 

1)  Di  un  problema:  risolverlo. 

solvìbil,  *  agg.  =  solvibile:  che  può  pa- 
gare i  debiti  che  contrae  ;  dàgh  piir 
anca  là  botéga;  l'è  óna  persóna  sol- 
vìbil  =  dagli  pure  anche  la  bottega,  è 
persona  solvibile. 

sòma,  s.  f.  =  somma,  addizione:  la  prima 
operazione  fondamentale  dell' arimme- 
tica  ;  l'è  nànca  bon  de  fa  là  éòma  = 
non  è  capace  neppure  di  far  la  somma. 
1)  Quantità  di  danari  ;  l'  ha  doviiii 
paga  dna  éòma  minga  de  pòcch  =  ha 
dovuto  pagare  una  somma  non  da  poco. 


soma,  V.  ait.  =  sommare:  faro  la  somma, 
raccogliere  sommando. 

somàr,  s.  m.  =  somaro,  giumento:  asino 
da  soma. 

1)  Di  pers.  ignorante,  stupida:  detto 
per  ingiuria. 

somari,  s.  m.  =  sommario:  sunto,  com- 
pendio: breve  ristretto  di  vasta  materia. 

somàriàmènt,  avv.  =  sommariamente  : 
in  sunto,  in  compendio. 

somàss,  V.  rifl.  =  scemare:  detto  dello 
botti,  quando  il  vino  scema. 

somee,  s.  m.  =  somiere,  trave.  T.  dei 
fabbri. 

somèià,  V-  alt.  =  somigliaro,  assomigliare, 
rassomigliare:  essere  simile;  tùli  dìsen 
che  'l  me  fioeti  el  me  éomèia  =  tutti  di- 
cono che  mio  figlio  mi  somiglia. 

1)  fa  éomèià  bon  =  far  parer  buono; 
far  che  uno  trovi  buono. 

someuà,  v.  att.  =  seminare.  Vedi  semina. 

1)  mi  g'hoo  'Ibon  tenip  e  ti  tei  so- 

menet  =  io  ho  il  buon   tempo  e  tu  lo 

godi:  a  chi  rimprovera  gli  altri  di  stare 

in  ozio  mentre  osso  non  lavora  punto. 

somenéri,  s.  m.  =  seminagione,  semi- 
natura, sementa:  l'operazione  del  se- 
minare e  il  terreno  seminato. 

èomènàbontèmp,  s.  m.  =  buontempone, 
sfaccendato:  scioi>erato,  che  non  ha  da 
far  nulla. 

so  mènsa,  s.  f.  =  semenza,  seme,  se- 
menta. Vedi  seménsa. 

1)  àmia  in  àomcnàa  =  semenzire,  far 
seme;  di  frutto  che  non  son  più  bone 
a  mangiarsi  perchè  troppo  maturo,  co- 
minciano a  scoprire  il  seme. 

somensàtt,  s.  m.  =  venditor  di  semenze. 

somes,  s.  m.  =  pollice,  somniesso  :  la 
misura  del  pugno  chiuso  col  dito  grosso 
alzato. 

sométa,  s.  f  =  sommetta,  sommarella: 
dim.  di  somma. 

somilià,  *  V.  att.  =  somigliare.  Vedi 
someià. 

somiliànsa,*  s.  f.  =  somiglianza:  il  so 
migliare,  così  di  persone  come  di  cose; 
l'era  tanta  là  somiliànsa  che  Se  Stati- 
tàva  à  distingu  r&n  de  l'alter  =  eri 
tanta  la  somiglianza  che  si  faticava 
distinguere  l'uno  dall'altro. 

sòmm,  agg.  =  scemo  :  di  botto  che  è  ca- 
lata, 0  fatta  calare,  o  non  empita. 

sòn,  s.  VI.  =  suono  :  vibrazioni  che 
percossa  d'uno  o  più  corpi  manda 
nostro  orecchio  ;  el  sòn  del  campani 


SOll 


-  775  — 


sop 


=  il  suoQO  del  campanello  ;  el  éon  del 
erìMàll  =  il  suono  del  cristallo. 
sona,  V.  att.  =  sonare,  suonare  :  rendere, 
mandar  suono,  far  che  un  oggetto  suoni. 

1)  sont,  assol.  =  sonare  :  dicesi  del 
campanello  di  case  e  delle  campane  ; 
ìian  sonaa,  m  à  clervl  =  hanno  so- 
nato, va  ad  aprire  ;  han  giamo  sonaa 
meéa  ?  =  han  già  sonato  la  messa  ? 

2)  àonà  'l  tàmbòr  =  sonare,  battere 
il  tamburo  :  dar  segnali  col  taniburo. 

3)  Dell'orologio  ;  ionà  i  òr,  i  mè- 
sor,  i  qitàrt  =  sonare,  battere  le  ore, 
le  mezz'ore,  i  quarti.  E  intrans,  assol.  ; 
sona  i  noRuv,  i  vùnde3  =  suonano  le 
nove,  le  undici. 

4)  come  éònen  bisogna  baiti  =  biso- 
gna ballare  secondo  il  suono,  tal  la 
sonata,  tal  la  ballata.  Per  noi  ha  due 
significati  :  agire  secondo  la  ricompensa, 
e  agire  secondo  impongono  lo  persone 
0  le  condizioni  di  tempo  e  di  luogo. 

5)  iont  àia  gronda  =  sonare  a  dop- 
pio, alla  distesa  :  di  campane. 

6)  éonà  de  erèpp  =  sonare  a  fosso, 
crocchiare.  Vedi   crèpp,  1;»,  2). 

7)  sona  i  orìiCG  =  fischiare  gli  orec- 
chi: di  un  ronzio  speciale  dell'orecchio 
che  par  di  sentirci  un  fischio.  Noi  di- 
ciamo per  celia  che  sona  i  orèce^  quando 
alcuno  parla  di  noi. 

8)  Frecciare,  ingannare,  giuntare, 
danneggiare  :  anche  quasi  rubare  ;  V  è 
fàlii  e  '  l  m'  ha  s-onaa  in  mila  frànch  = 
falli  e  mi  danneggiò  in  mille  franchi  ; 
el  g'hà  daa  afra  ài  so  eiàeer  e  Hi  V  ha 
sonaa  d'ineàtit  e  meràvllia  =  gli  diede 
retta  alle  sue  chiacchiere  ed  egli  1'  ha 
ingannato  d' incanto  e  meraviglia. 

9)  sonàghi  à  vùn  =  picchiarlo. 
sonaa,    agg.  =    sonato  :    specialm.    degli 

anni  compiuti;  el  g'hà  trenfànn  sonaa  = 
ha  trent'anni  sonati. 
sonada,  s.  f.  =  sonata  :  il  sonare,  con 
una  certa  lunghezza  e  forza  ;  tila  se- 
gònda  sonàda  dèla  campana  se  va  à 
disntt  =  alla  seconda  sonata  della  cam- 
pana si  va  a  desinare. 

1)  Giunteria,  inganno,  danno  ;  che 
sonhda  che  Vhà  eiàpaa  !  =  che  giun- 
teria gli  han  fatto  ! 

2)  Trecciata:  l'azione  compiuta  del 
frecciare,  cioè  levar  di  sotto  i  danari  a 
qualcuno  per  inganno;  el  m'ha  daa  dna 
sonàda  de  cent  lir  éto  bàlòés  =  mi  ha 


dato    una    frecciata  di  cento   lire   quel 
birbante. 
souàilòr,  s.    m.  =  suonatore,    sonatore  : 
colui  che  suona. 

1)  bòna  nòti  ài  sonàdòr  =  bona  notte  : 
nella  fine  d'un  racconto,  dopo  aver 
detto  come  la  cosa  fini  ;  hin  rivaa  à 
casa  contént  e  bòna  nòti  ài  sonculòr  = 
arrivarono  a  casa  contenti  e  bona  notte 
ai  sonatori.  Vedi  nòtt,  6). 

2)  sonàdòr  de  cèmbol  =  pianista  : 
suonatore  di  piano-forti  per  professione. 

sonàj,  s.  m.  =  sonaglio,  bubbolo  :  pic- 
coli campanelli  che  si  attaccano  ai  fi- 
nimenti dei  cavalli.  Vedi  ciochìn. 

1)  sonàj  =  sonagli  :  diconsi  anche  lo 
bollicene  che  fa  l'acqua  piovana  ca- 
dendo sulle  lastre  delle  strade.  In  que- 
sto senso  non  è  però  voce  di  largo  uso. 

sonàmbol,  *  s.  m.  =  sonnambulo,  son- 
nambolo  :  chi  dormendo  fa,  inconsa- 
pevole, atti  di  persona  sveglia. 

1)  Ut  sonàmbola  =  la  sonnambula, 
la  magnetizzata  :  donna- cui  il  volgo 
crede  magnetizzata  e  capace  di  indo- 
vinare il  futuro,  di  vedere  nell'interno 
del  corpo,  e  quindi  tiene  in  conto  di 
profetessa  e  di  medichessa. 

sonèll ,  s.  m.  =  zufolo,  sufolo.  Vedi 
sìfol. 

sonerìa,  s.  f.  =  suoneria  :  meccanismo 
dell'oriolo  che  suona  le  ore. 

sonètt,  s.  m.  =  sonetto  :  breve  poesia  di 
14  versi  endecasillabi  divisa  in  due 
quartino  e  due  terzine  ;  i  sonètt  del 
Renàto  Fucini  se  legen  purànca  vo- 
lente r  a  =  i  sonetti  di  Renato  Fucini  si 
leggono  pur  volentieri. 

sonflà.  Vedi  sofia. 

sònsg'ia,  .«.  f.  =  sugna.  Vedi  sciònsgia. 

sonsg'ìu,  s.  m.  =  cicerbita,  grispignolo. 
Vedi  scionsgrìn. 

sònso,*  (àndà  à)  v.  att.  =  andare  a  zonzo, 
girandolare,  star  girandoloni  :  girel- 
lando qua  e  là  a  spasso,  senza  scopo 
e  più  del  bisogno. 

sontuòs,  agg.  =  sontuoso  :  di  grande 
spesa,  di  gran  lusso. 

sopà,  V.  att.  =  azzoppire  :  far  diventar 
zoppo;  Ve  minga  bòn  de  gilidà  e  Vhà 
sopaa  H  cavali  =  non  è  bone  di  gui- 
dare ed  ha  azzoppito  il  cavallo. 

1)  sopàss  =  azzoppire,  intrans.  ;  pòera 
bastia  el  s'è  èopaa  !  =  povera  bestia, 
si  è  azzoppito  ! 

sopedàni,    s.    m.    =    suppedaneo,    posa 


sop 


776  - 


sor 


piedi  :  panchettino  per  i  piedi.  Noi 
l'usiamo  anche  ad  indicare  il  tappeto 
che  si  stende  nella  corsia  del  lotto,  per 
posarvi  i  piedi  quando  ci  si  alza. 

sopèta,  (àndà  à)  v.  att.  =  andare  a 
pie  zoppo  :  tenendo,  o  per  giuoco  o 
per  bisogno,  un  piede  levato,  che  non 
appoggia  in  terra.  Si  dice  anche  sopìu 
sopèta. 

fciopigna;  V.  att.  =  zoppicare  :  andar  zoppo; 
l'è  óìia  bela  tosèta,  ma  là  sojìigna  on 
poo  tròpp  =  è  una  bella  ragazza,  ma 
zoppica  un  po'  troppo. 

sopii,*  agg.  =  sopito,  assopito. Vedi àsopii. 

sopinn,  (vicofll)  s.  f.  pi.  =  violo  mam- 
mole :  specie  di  viole  gentilissimo  o 
odorosissime. 

sopiss,*  V.  rifl.  =  sopirsi,  assopirsi.  Vedi 
àsopiss. 

sopori  a,  V.  att.  =  sopportare,  tollerare, 
patire  :  sentire,  prendere  con  sofferenza; 
Vh  on  mài  che  pòès  pròpi  pu  soportà 
=  è  un  male  che  non  posso  proprio 
più  sopportare,  tollerare. 

Soporlàbil,*  agg,  =  sopportabile  :  che 
può  essere  sopportato  ;  fina  che  '  l  dura 
insci,  l'è  ànmd  on  dolor  soporttibil  = 
fin  clie  dura  così,  è  ancora  un  doloro 
sopportabile. 

sòpp,  agg.  =  zoppo  :  chi  ha  un  piede  o 
tutt'o  due  storpi  o  malati,  sicché  non 
può  camminare  naturalmente  bene. 

1)  Di  oggetti  che  abbian  le  gambe 
come  tavole,  sedie,  letti,  ecc.,  quando 
una  delle  gambe  non  lo  regge. 

sopràbit,  *  s.  m.  =  soprabito  leggero, 
cappa  :  il  leggero  soprabito  che  si  metto 
in  primavera  e  autunno.  Vedi  paltò,  1). 

èopràcìli,*  s.  m.  =  sopracciglio  :  i  due 
archi  di  pelo  che  sono  sopra  gli  occhi. 

sopràfìn,*  agg.  =  sopraffino  :  più  che 
fino,  finissimo  ;  di  qualità  eccellente. 

sopràn,  s.  m.  =  soprano.  T.  mus.  :  la 
voce  più  alta  della  musica  ;  àdèés  cèrti 
^■oprdn  còme  gh'éra  dna  volta  se  sén- 
ten  pii  =  ora  certi  soprani  come  c'erano 
una  volta  non  s'odono  più. 

sopràDàtiiràl,*  agg.  =  sopi-annaturale  : 
che  è  sopra  la  natura,  che  opera  senza 
apparentemente  obbedire  alle  leggi  della 
natura. 

éoprèsa,  s.  f.  =  soppressa,  pressa,  stret- 
toio. Strumenti  che  adopera  il  legatore 
di  libri  per  stringere  le  mani  battute 
dei  fogli  per  raffilarli,  dorarli,  tingerli. 


tagliarli,  ecc.  Si  dice 
de  streng. 


anche   soprésa 


sopresa,  v.  att.  =  sopressare  :  compri- 
mere fra  due  assi  con  pesi  o  jnacchina 
per  dar  la  pressa. 

1)  Stirare  :  passare  il  ferro  caldo 
sulla  biancheria  perchè  si  distenda  bene 
e  perda  ogni  grinzn, 

2)  sopresà  d'àmid  =  dar  la  salda  : 
stirare  biancheria  che  sia  stata  prima 
immollata  noli'  acqua  d'  amido,  nella 
salda. 

3)  sopresà  i  spali  =  sonare,  picchiare  : 
ripassare  le  spalle,  dar  busse  sulle  spalle. 

sopresàda,  s.  f.  =  stirata:  l'atto  com- 
piuto dello  stirare. 

1)  Soprassata,  sopressata:  specie  di 
salame  fatto  colla  testa,  i  muscoli,  lo 
zampe  e  le  cotenne  del  maiale. 

2)  Tambussata,  bastonatui'a. 
soprèsàdòra,  s.  f.  =  stiratrice,  stiratora  : 

donna  che  stira  per  mestiere.  Qualche 
volta  anche  insaldatora. 

soprèss,  (fèr  de)  =  s.  m.  =  ferro  da 
stirare  :  quello  che  ben  scaldato,  s'im- 
pugna colla  pugnetta  e  si  passa  sulla 
biancheria  per  stirarla. 

soprimm,  «?.  att.  =  sopprimere  :  annul- 
lare, toglier  di  mezzo  con  forza  legale 
0  violenza. 

àoprinteudént,*  s.  m.  =  soprintendente  : 
che  soprintende  e  quasi  per  antono- 
masia di  assessore  municipale  che  so- 
printende alle  scuole  del  comune. 

sòr,  agg.  =  boffice,  soffice:  di  lana,  co- 
tone e  alti-i  corpi  molto  leggeri  che  a 
comprimerli  perdono  gran  parte  del 
loro  volume. 

1)  Di  pane,  pasta  che  sia  ben  lie- 
vitata e  acquisti  tali  qualità. 

sòra,  prop.  =  sopra,  sovra  :  prep.  di 
luogo  che  indica  l'essere  di  una  cosa 
relativamente  a  quello  che  la  sostiene 
0  è  inferiore  ;  Bee  l'è  sor  a  Intra.,  San 
Salvador  l'è  sòra  Erba  =  Bee  è  sopra 
Intra,  San  Salvatore  è  sopra  Erba  ; 
sòra  là  gè  sa  g'han  miss  el  pàràfUlmin 
=  sopra  la  chiesa  hanno  messo  il  pa- 
lafulmine  ;  han  metiiil  òna  casa  sòra 
l'altra  per  fa  on  poo  de  jwst  =  hanno 
messo  una  cassa  sopra  l'altra  per  faro 
un  po'  di  spazio. 

1)  sòra  tiitt  =  soprattutto,  sopra  ogni 
altra  cosa. 

2)  boria  sòra  qHèidUn  o  qiìèicòés  = 


1 


sor 


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sor 


cascare   sopra   qualcuno,    o    qualcosa  : 
cascare  addosso, 

3)  t'èsé  èóra  quèidùn  =  essere,  star 
sopra  a  qualcuno  :  essere  superiore  di 
grado  ;  sòra  de  lu  gh'è  el  càpp  divi- 
sìon  =  sopra  lui  c'è  il  capo  divisione. 

4)  vèès  sòra  =  soprintendere  ;  idra 
i  ì'còl  déla  proìneia  gh'è  'l  proeditòr 
=  sopra  le  scuole  della  provincia  c'è 
il  provveditore. 

5)  fa  etint  sora  quèidìln  o  qilèieòéè  = 
fare  disegno,  assegnamento  sopra  una 
persona  o  una  cosa  :  calcolarci,  contarci. 

6)  vèsegh  minga  sora  =  non  averci 
il  pensiero:  non  ci  si  racapezzare. 

7)  pàéàgh  sora  =  compatire,  sorpas- 
sare; non  farci  caso,  non  darci  impor- 
tanza. 

8)  Tema,  materia  di  ragionamento, 
di  studio  ;  Ve  on  discorè  éòra  i  con- 
diHotìj^i  emigrànt  =  è  un  discorso 
sopra  Te  condizioni  degli  emigranti. 

9)  de  sòra  de  =  al  di  sopra  di  ;  de 
éora  de  nùn  gh'è  'l  ciél  =  al  di  sopra 
di  noi  c'è  il  cielo. 

10)  el  de  Sora  =  il  di  sopra  :  la  parte 
di  sopra. 

11)  de  éora  =  di  sopra  :  nei  piani  su- 
periori ;  contrario  a  de  bàé$^=  dabbasso. 

sera,  V.  att.  =  sfiatare,  svaporare  :  la- 
sciar che  l'aria  sfugga  per  qualche  foro 
0  fessura. 

1)  Raffreddarsi  ;  intani  che  éòra  là 
mineétra  ghe  doo  on'  ogiàda  ài  gior- 
nàl  =  intanto  che  la  minestra  si  raf- 
fredda, dò  un'occhiata  al  giornale. 

2)  Asolare,  esilararsi  ;  voo  fmicra  à 
éorà  on  momentìn  jjerehd  éont  locch 
=  esco  ad  asolare  un  istante,  perchè 
son  balordo.  Diciamo  anche  in  questo 
senso  éorà  i  vere. 

3)  làét  éorà  '/  lèti  =  abbalinare  il 
letto  :  perchè  asoli,  e  le  materasse  si 
rinfreschino. 

soràcàsa,  s.  f.  =  sopracassa:  degli  orologi. 

soràcòll,  s.  m.  =  reggipetto,  sopraspalla: 
parto  del  finimento  dei  cavalli. 

soràdènt,  s.  m.  =  sopraddente  :  dente 
che  spunta  sopra  un  altro  ;  ghe  ven 
fmura  quìj  diiii  éoràdént  che  étan  mal 
come  =  le  sporgono  quei  due  soprad- 
denti che  stanno  malissimo. 

soràdór,  s.  m.  =  asolo,  sfiatatoio,  sfo- 
gatoio :  fori,  solchi,  canali  per  cui 
l'aria  sfiati  liberamente.  Ne  hanno  le 
cantine  per  mantenersi   fresche,  e    gli 


apparecchi  dei  fonditori,  degli  orefici, 
perchè  la  fusione  del  metallo  riesca  a 
dovere. 

soràèrba,  s.  m.  =  copertoio,  erpicatolo  : 
sorta  di  reto. 

soràmàDicli,  s.  m.  =  Diciamo  noi  per 
colia  con  questo  nome  chi  suona  un 
istrumonto  a  manico,  come  il  violon- 
cello, il  contrabasso  e  sim. 

soràm.VròsS)  s.  m.  =  soprammercato  : 
quel  che  talvolta  si  dà  per  soprappiù, 
oltre  al  dovuto,  nelle  vendite. 

sorànòmm,  s.  m.  =  soprannome  ;  nome 
aggiunto  al  proprio  e  al  casato,  per 
vezzo,  usanza,  scherzo,  scherno,  satira  ; 
per  lo  pili  ricavandolo  da  qualità  fi- 
siche 0  morali  ;  el  Barbistn,  el  Bion- 
din,  el  Bàslèta  =  il  Baffino,  il  Bion- 
dino, il  Bazza.  Molti  poi  dei  sopran- 
nomi nostri  sono  intraducibili  ;  el  Pi- 
éàgxigg,  el  Tègna,  el  Pàciàsàéé,  el 
Bàrbàpedàna,  ecc.  ecc. 

sorànumer,  s.  m.  =  soprannumerario: 
fuori  del  numero  stabilito. 

soràòss,  s.  ni.  =  soprosso  :  osso  ingros- 
sato per  malattia  o  cattiva  rimettitura. 

soràpeusèr,  (vèss)  =  essere  soprappen- 
siero, impensierito. 

soràptì,  s.  m.  =  soprappiù  :  il  di  più  ; 
de  soràpÈ  =  di,  per  soprappiù. 

soràschèna,  s.  m.  =  sopraschiena,  reg- 
gitirelle  :  uno  dei  finimenti  del  cavallo. 

soràscrìta,  s.  f.  =  soprascritta,  indirizzo  : 
su  lettere  e  sim. 

soràstànt,  s.  ni.  =  soprastante,  sopro- 
mini :  chi  assiste,  invigila  uomini  che 
lavorano.  Anche  :  capofabbrica.  Vedi 
càpfàbrica. 

soràtutt,  avv.  =  soprattutto  :  principal- 
mente, specialmente,  anzitutto. 

soràvèsta,  s.  f.  =  sopravveste,  soprav- 
vesta  :  veste  che  si  porta  sopra. 

sorbètee,  s.  m.  =  sorbettiere,  diacciatine  : 
chi  vende  qua  e  là  gelati,  acque  ce- 
drate, ecc. 

sorbètéra,  s.  f.  =  sorbettiera:  vaso  dove 
si  fa  i  sorbetti  ed  anche  la  quantità  di 
sorbetto  che  vi  si  contiene. 

sorbètt,  s.  m.  =  sorbetto,  gelato:  sughi 
di  frutta,  panna  e  sim.  congelati  con 
zucchero  e  aromi  e  servito  in  bicchierini 
0  piattini. 

1)  sorbètt  misi  =  arlecchino  :  perchè 
ha  più  colori  come  il  vestito  di  questa 
maschera. 

2)  Accidente  spiacevole,  negozio  :  gh'è 


sor 


—  nb  — 


fiàpitaa  on  bèli  è-orbèti,  poer  diàol! 
l'ha  perdiiii  el  borsìn  coni  dénter  quà- 
tercént  lir  =  gli  è  capitato  un  bel  ne- 
gozio, poveretto  !  ha  perduto  il  borsel- 
lino con  dentro  quattrocento  lire. 

3)  sorbètt  e  sorbettn  de  campagna  = 
=  zuccherini:  specie  di  dolci  che  si  squa- 
gliano in  bocca  e  vi  lasciano  l'impres- 
sione come  del  fresco. 

4)  éorbètt  de  V  tlngia  =.  sorbetto; 
quello  venduto  qua  e  là  per  le  vie  dai 
sorbettieri. 

5)  Fig.;  Ve  on'^Èria,  on'tieqiia  che  l'è 
on  sorbètt  =  è  un'aria,  un'acqua  fresca 
comò  un  sorbetto. 

sorbì,  *  ^'.  att.  =  sorbire,  assorbire  :  l'im- 
beversi che  fa  un  corpo  poroso  messo 
in  un  liquido. 

1)  Sorbire,  prendere,  ingoiare  :  detto 
di  liquidi  0  di  cose  quasi  liquide  ;  sorso 
a  sorso,  per  gustarne  meglio  il  sapore. 

sord,  agg.  =  sordo,  privo  dell'udito,  od 
anche  di  chi,  senz'  esserne  privo  del 
tutto,  ci  sente  poco. 

1)  Urna  éòrda  =  lima  sorda,  che 
opera  senza  rumore  ;  quindi  per  sim.  di 
dolori  che  rodono  1'  anima  a  poco  a 
poco,  di  spose  che  consumano  a  poco 
a  poco  l'intero  patrimonio. 

2)  diventa  sord  =  assordire,  divenir 
sordo. 

3)  te  see  éord?  =  sei  sordo?  Chie- 
diamo con  qu.alche  risentimento  a  chi 
non  risponde  alle  nostre  domande. 

sordina,  s.  f.  =  sordino  :  sor. a  di  ra- 
strellino per  sonar  più  dolcemente  il 
violino  e  la  viola. 

1)  Ma  éordina  =  alla  sordina  :  di 
soppiatto,  di  nascosto,  alla  chetichella. 

sordità»,  *  s.  f.  =  sordità:  l'essere  sordo, 
il  difetto  d'essere  sordo. 

soree,  s.  m.  =  palco  morto,  solaio:  pic- 
colo ricetto  nella  parte  più  alta  di  una 
stanza  ;  ripostiglio  fra  piano  e  piano  di 
una  casa,  e  per  lo  più  fra  il  tetto  e 
l'ultimo  piano;  i  èoree  hin  àéniper 
còmod  =  i  palchi  morti  fan  sempre 
comodo. 

sorèla,  s.  f.  =  sorella  :  femmina  nata 
dagli  stossi  genitori,  o  da  uno  dei  due. 

1)  dò  èorèìl  in  d' òna  cà,  gh'è  'l  didol 
e  noi  se  sa.  È  proverbio  correlativo  al- 
l'altro; amor  de  fràdèj,  amor  de  cortei, 
e  significa  che  anche  tra  sorelle  spesso 
non  regna  buona  e  amorevole  pace. 

2)  Fig.,  compagna,  simile  ;  oh  !   che 


bela  scàtola!  -  g'hoo  à  cà  mi  là  eòa 
éurèla  =  oh  !  che  bella  scatola  !  -  ho  a 
casa  io  la  sua  sorella,  la  sua  compagna. 

sorèlàstra,  s.  f.  =  sorellastra,  sorella 
nata  da  altro  padre  o  da  altra  madre. 

sorg,  V.  att.  =  sorgere,  scaturire,  uscir 
fuori,  derivare,  nascere;  V acqua  che 
sorg  dal  fontànin  =  l'acqua  che  sorge 
dalla  fontànin  a. 

sorgrènt,  s.  f.  =  sorgente  :  acqua  che 
sorge  dal  terreno,  specialm.  dal  sasso. 
1)  Per  estens.  tutto  ciò  che  è  causa 
di  qualche  cosa  ;  *  àpàlt  di  ferovlj  hin 
ètaa  là  sorgént  de  la  eòa  richeéa  =  gli 
appalti  delle  strade  di  ferro  furono  la 
sorgente  delle  sue  riccLezze. 

sorgrìva,*  agg.  =  sorgiva  :  di  acqua  di  sor- 
gente. 

sorìàn,  agg.  =  soriano  :  d'una  specie  di 
gatti  bigi  con  striscie  nere. 

soriana,  agg.  =  vaccina:  della  carne  di 
vacca  macellata. 

sorid,*  V.  att.  =  sorridere:  ridere  un  poco, 
d'affetto,  di  dolore,  d'ironia;  quànd  là 
sorid  Ve  pilrànea  bela  =  quando  sor- 
ride è  pur  bella. 

1)  Arridere,  favorire,  essere  propizio  : 
là  fortuna  là  ghe  sorìd  =  la  fortuna 
gli  sorride,  gli  arride. 

sorimpòsta,  s.  f.  =  sovrimposta:  imposta 
aggiunta  a  un'altra. 

sorinténd,  v.  att.  =  soprintendere,  sor- 
vegliare ;  curare  che  altri  faccia  come 
deve  il  proprio  lavoro. 

soricsula,  (in)  am.  =  in  gonna,  discinto; 
vestito  con  molta  libertà  per  godere  un 
po'  di  fresco. 

sorìso,  *  s.  m.  =  sorriso  :  il  sorridere  ; 
Ve  minga  bela,  ma  là  g'hà  on  sortso 
dols  come  =  non  è  bella,  ma  ha  un 
sorriso  dolcissimo. 

sormonta,  v.  att.  =  sormontare  :  mon- 
tare sorpassando,  specialmente  di  ve- 
stiti. 

sornión,  *  s.  m.  =  sornione,  soppiat- 
tone, fintone.  Vedi  morgnòn. 

sorpàsà,  V.  att.  =  sorpassare,  sopravan- 
zare :  tanto  nel  significato  materiale, 
quanto  nel  morale. 

sorprènd,  v.  att.  =  sorprendere  :  pren- 
dere all'  improvviso  su  un  fatto  ;  là 
marna  Vhà  sorprès  intànta  che  Véra 
àdree  à  toeu  sii  'l  sùcher  =  la  mamma 
lo  ha  sorpreso  mentre  stava  pigliando 
lo  zucchero. 

1)  Cagionar  meraviglia:  Ve  Òna  no- 


sor 


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SOS 


tuia  che  me  èorprcnd,  perchè  l'hoo 
séììiper  erediiU  on  gàUmtòmm  =  è  una 
notizia  cho  mi  sorprende  perchè  l'ho 
sempre  creduto  un  galantuomo. 

sorpreudèut,  agg.  =  sorprendente  :  elio 
cagiona  sorpresa,  ammirazione. 

soi'près,  agg.  =  sorpreso,  maravigliato, 
stupito. 

sorprèsa,  s.  f.  =  sorpresa  ;  fàgh  à  vun 
dna,  èorprésa  =  fare  ad  uno  una  sor- 
presa ;  faro  una  visita  inaspettata  ;  fargli 
un  regalo  o  altro  di  grato  e  inaspettato. 
Voce  nuova:  diciamo  ancora  molto  e 
più  volentieri  :  fa  on'iniprovisàda. 

sors,  s.  m.  =  sorso,  sorsata  :  quel  tanto 
che  si  beve  d'un  tratto  senza  riprender 
fiato,  ed  anche  poca  quantità,  un  po- 
chino. A^edi  gott. 

1)  à  sors,  à  àors  =  a  sorsi  ;  un  poco 
alla  volta,  un  sorso  dopo  l'altro. 

sorsà,*  v.  att.  =  sorsare,  sorseggiare,  cen- 
tellare,  centellinare:  bere  a  sorsi,  a 
sorsate. 

sorsàda,*  s.  f.  =  sorsata,  gorgata  :  quel 
tanto  di  liquido  che  si  manda  giù  in 
una  volta. 

sòrt,  s.  f.  =  sorto,  fortuna,  destino,  com- 
binazione :  per  bQna  éòrt,  gh'è  scàmpaa 
on  pèM'  pàder  e  tnàder  =  per  buona 
sorte,  gli  camparono  merito  tempo  il 
padre  o  la  madre. 

1)  i  sdrt  hin  dò  =  o  guasto,  o  fatto  ; 
la  fortuna  è  doppia;  i  casi  possono  es- 
sere favorevoli  o  no. 

2)  tirù,  sii  à  sòrt  =  tirare,  estrarre  a 
sorte  ;  eleggere,  scegliere  per  mezzo  di 
polizze,  numeri,  secondo  il  caso,  la 
fortuna. 

sòrt,  s.  f.  =  sorta,  sorto,  qualità,  specie: 
ne  fa  on  poo  de  luti  i  sòrt  =  no  fa 
un  po'  di  tutte  le  sorta  ;  de  eàpèj  ghe 
n'è  de  tanti  èòrt  =  cappelli  ce  n'è  di 
molte  sorta  ;  gh'è  ógni  sòrt  de  fritta  = 
c'è  ogni  sorta  di  frutta. 

1)  Assortimento  :  una  partita  di  cacio. 
T.  dei  cascinai,  o  negozianti  di  for- 
maggio ;  in  del  formàgg  là  bàtt  de 
vèss  fortànaa  in  là  sòrt  =  nel  cacio 
dipende  dall'essere  fortunati  nella  sorto. 

sórta,  .9.  f.  =  sorte,  caso.  Nella  frase  ; 
se  sorta  vèn  =  se  la  sorto  vuole,  se  si 
dà  il  caso. 

sortègr,*  s.  m.  =  sorteggio:  l'operazione 
del  tirare  a  sorte. 

sorti,  V.  att.  =  sortire,  uscire:  andar 
fuori  e  uscir  dall'uma,  da  casa,  ecc. 


1)  Di  sformati  :  riuscir  bene,  colla 
debita  forma. 

sortida,  s.  f.  =  scappata:  di  parole,  di 
frasi,  argomenti  ;  el  glia  di  éortid 
che  7  tira  bòtt  lontàn  on  mia  =  ha 
certe  scappate  cho  tira  le  busso  un 
miglio  lontano;  el  g'hà  de  qiiìj  sortld 
qiièl  fimil  che  l'è  roba  de  mangiali  de 
bàsitt  =  ha  di  quello  scappate  quel  ra- 
gazzo che  è  da  mangiarvelo  a  baci. 

sorto,  s.  m.  =  vestito,  abito  :  la  parte 
del  vestito  che  copre  la  persona  di 
fuori.  Dal  francese  surtout. 

sorvelià,  v.  att  =  sorvegliare,  invigi- 
lare, soprastare.  Tener  gli  ocelli  addosso 
a  persona  o  cosa,  per  vedere  quel  cho 
ne  avviene  o  perchè  male  non  avvenga. 

sorveliànsa,  s.  f.  =  sorveglianza,  vigi- 
lanza: il  vigilare,  l'invigilare. 

sorveliànt,  s.  m.  =  sorvegliante,  so- 
prastante, assistente  :  guardiano,  cu- 
stode: chi  invigila  qualche  lavoro. 

1)  Specialmente  il  vigile  urbano,  la 
guardia  urbana. 

sorvola,*  v.  att.  =  sorvolare,  passare  sopra 
una  difficoltà  o  altro  senza  fermarsi, 
senza  prestarvi  troppa  attenzione  ;  Vii 
mèj  sorvola  sii  cèrti  àrgomént  =  è 
meglio  sorvolare  su  certi  argomenti. 

sosènn,  s.  m.  =  assai,  molto  :  luti  i  pòcch 
fan  on  àoéènn  =  molti  pochi  fanno 
l'assai  ;  molte  piccole  quantità  mésse  in- 
sieme no  fanno  una  grande. 

1)  sosènn  avv.  =  a  dovizia,  iù  abbon- 
danza. 

sospéud,  V.  att.  =  sospendere  :  interrom- 
pere, lasciare  a  mezzo  un  lavoro  o  ches- 
sisia. 

1)  D' impiegati,  pubblici  ufficiali  o 
sim.  ;  allontanarli  temporaneamente  dal- 
l'ufficio loro;  e  di  scolari,  allontanarli 
dallo  lezioni. 

sospensiòn,  s.  f.  sospensione  :  il  sospen- 
dere 0  l'essere  sospesi. 

sospensiva,  s.  f.  =  sospensiva  :  atto  cho 
sospende,  che  interrompe  un'oporaziono, 
una  deliberazione. 

sospés,  agg.  =  sospeso  :  da  sospendere  ; 
interrotto,  allontanato  dall'ufficio,  dalla 
scuola,  ecc. 

1)  vèss  éospés  =  pendere  :  essere  o 
star  sospeso,  appiccato  in  alto  a  fune  o 
ad  altro  che  sostenga. 

2)  viv  éèmper  sospés  =  stare  corno 
l'uccello  sulla  frasca;  in  una  vita  in- 
certa 0  penosa. 


SOS 


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sot 


3)  tegnì  -in  èoépés  =  tenere  ia  so- 
speso: quando  si  aspetta  a  decidere  de- 
finitivameato  una  cosa. 

sospètà,  V.  att.  =  sospettai'e  :  aver  so- 
spetto, avere  in  sospetto,  in  dubbio  : 
diffidare. 

1)  Credere,  supporre  cosa  che  non  ci 
garbi. 

sospètós,  agg.  =  sospettoso:  che  ha,  che 
vive  in  sospetto. 

sospètt,  s.  VI.  =  sospetto  :  opinione  dub- 
bia, paurosa  di  o  su  persona  o  cosa. 

1)  chi  è  in  di  fèti  è  in  sospètt  =  chi 
è  in  difetto  è  in  sospetto  ;  chi  fa  malo 
è  sempre  in  timore  di  essere  scoperto 
e  incorrere  nel  castigo. 

2)  dà  sospètt  =  dar  sospetto,  far  -so- 
sospettare. 

3)  peréona  éospèta  =  persona  so- 
spetta: della  quale  si  diffida. 

SOSpir,  s.  m.  =  sospiro:  respirazione  forte 
cagionata  da  dolore,  affanno,  desiderio 
intenso. 

sospira,  V.  att.  =  sospirare  :  mandar 
sospiri  ;  V  ha  éegiiitaa  tuta  nòti  à  so- 
spira =  seguitò  tutta  la  notte  a  sospirare. 

1)  Sentir  gran  desiderio  d'avere,  d'ar- 
rivarci a  una  cosa  o  persona  ;  noi  so- 
spira che  ^  l  moment  de  àndà  in  cam- 
pagna =  non  sospira  che  il  momento 
d'andare  in  campagna. 

2)  fa  sospira  qiièicòàs  =  far  cascare 
una  cosa  da  alto  o  dall'alto;  farla  aspet- 
tare, desiderare  un  pezzo. 

3)  chi  prima  no  pensa  in  Ultim-  so- 
spira =  chi  tosto  giudica,  tosto  si  pente; 
ed  anche:  chi  prima  non  pensa  in  ul- 
timo sospira. 

,Sostànsa,  s.  f.  =  sostanza  :  la  parte  più 
nutritiva  di  checchessia. 

1)  Sostanza,  avere,  patrimonio  :  quei 
beni  che  uno  possiede. 

2)  in  sostànsa  =  in  sostanza,  in- 
somma, in  conclusione. 

sostànsiòs,  agg.  =  sostanzioso,  succoso: 
che  ha  della  sostanza  ;  dicesi  comunem. 
di  cibi  di  sostanza  nutritiva. 

sostanti V ,,  s.  m.  =  sostantivo  :  nome 
che  indica  la  cosa.  T.  gramm. 

sostégru,  s.  m.  =  sostegno,  aiuto  :  cosa 
che  sosciene. 

1)  Fig.  on  fbmù  sostègn  de  fàniUia 
=  un  figlio  sostegno  di  famiglia  ;  che  col 
suo  lavoro  mantiene  la  famiglia. 

sostegni,  V.  att.  =  sostenere,  tenere,  reg- 
gere su,  0  sopra  a  sé  ;  hia  diiii  pilàster 


che  éostègìien  tùia  là  cà  =  son  due  pi- 
lastri che  sostengono  tutta  la  casa. 

1)  Sorreggere  in  qualsiasi  modo  ;  sont 
cors  là  à  sostegnill,  se  de  nò  el  boriava 
2)er  tèra  =  son  corso  là  a  sostenerlo, 
se  no  cascava  in  terra. 

2)  Difendere,  aiutare  qualcuno  :  mi 
spéri  die  in  là  càiisa  te  me  soétègnàree 
=  io  spero  che  nella  causa  mi  sosterrai, 
mi  aiuterai  a  difendermi,  a  vincerla. 

3)  Affermare,  asseverare  :  mantener 
fermo  quel  che  si  è  detto. 

sostègrniiiì,  agg.  =  sostenuto  :  che  si  so-] 
stieno  da  sé,  rigido  ;   /'  è  dna  bela  M-7 
cheta  sostegnùda  =  è  una  bella  mazza 
sostenuta,  rigida,  dura. Anche  di  stoffe 
ben  compatte  e  resistenti. 

1)  Contegnoso,  grave,  non  senza 
qualche  affettazione. 

2)  fa  H  sostegniiU  =  stare  sul  soste- 
nuto :  mostrare  del  dispetto. 

sostènibii,  *  agg.  =  sostenibile  :  che  può 
essere  sostenuto  ;  di  opinione,  argo- 
mento, questione  e  sim.  Ve  minga  on'opi' 
niòn  sostenibil  questa  chi  =  non  è  un'opi- 
nione sostenibile  questa. 

sostenta,*  z'.  ai^.  =  sostentare:  alimentare, 
nutrire. 

sosteniitèsa,  s.  f  =  sostenutezza:  qua- 
lità di  ciò  che  è  sostenuto,  e  di  chi  si 
mostra  grave  e  riservato  verso  la  gente. 

sostitiii,  V.  att.  =  sostituire  :  metter  per- 
sona 0  cosa  al  posto  di  un'altra:  se  me 
amali,  me  sostitiiiés  gentilmént  vHn  di 
m.è  colèga  =  se  mi  ammalo,  mi  sosti- 
tuisco gentilmente  uno  dei  miei  colleghi. 

sostitiisiòn,  s,  f.  =  sostituzione  :  il  so- 
stituire; l'atto  e  l'effetto  del  sostituire. 

sostitiitt,  s.  m.  =  sostituto  :  chi  sosti- 
tuisce un  altro:  l'ha  minga  podiiii  àndtt 
lii  e  l'ha  màndaa  on  sostitUtt  =  non 
ha  potuto  andar  lui  e  ha  mandato  un 
sostituto. 

sóta,  prep.  o  avv.  =  sotto.  Vedi  sòtt. 

sòtàbràsètt,  avv.  =  a  braccetto  :  àndà, 
ciàpà ,  tegnì  sòtàbràsètt ,  =  andare  , 
pigliare,  tenero  a  bracotto  :  passando 
la  mano  tra  il  gomito  e  la  vita  di  una 
persona,  per  appoggiarsi  all'avambraccio 
che  questa  tiene  ripiegato  sul  petto. 

sòtàcqua,  avv.  =  sottacqua  :  sotto  il  li- 
vello dell'  acqua.  Anche  in  senso  di: 
di  soppiatto,  in  modo  nascosto,  subdolo. 

sotàna,*  s.  f.  =  gonnella,  sottana;  il  vestito 
dello  donno  dal  fianco  in  giù. 

1)  Sottana:  veste  che  le  damo  por- 


à 


sot 


—  781  — 


sot 


taao  sopra  la  camicia  o  sotto    la   gon- 
nella del  vestito. 

sotàniiij  s.  ni.  -  sottanina  e  sottanino  : 
sottana  molto  corta  ed  elegante,  che  si 
fa  vedere  ;  l'è  on  pisi-  ìnàgnifioh  per 
guarnì  on  èotànln  =  è  un  merletto  ma- 
gnifico, per  guarnire  una  sottanina. 

1)  sotànìn  oàtaa  =  coltroncino  :  sot- 
tana ovattata  e  impuntita  per  l'inverno. 

sòtcàpp;  s.  m.  =  paragrafo.  T.  degli  stamp. 
una  dello  parti  in  cui  si  dividono  lo 
scritture  per  capitoli. 

1)  Sotto  capo  :  chi  sta  immediata- 
mente sotto  il  capo  di  una  ammini- 
strazione in  ordine  gerarchico. 

sòtcòa,  s.  m.  =  posolino  :  arnese  di  cuoio 
imbottito  in  cui  si  infila  la  coda  dei 
cavallo. 

sòtcoeùgli,  s.  m.  =  sotto  cuoco  :  che 
aiuta  il  cuoco  in  cucina. 

sotèrà,  V.  att.  =  sotterrare,  seppellire, 
tumulare  :  mettere  sotto  terra,  specialm. 
i  morti. 

1)  Sopravvivere:  V ha  giàmd  soteraa 
dò  miee  =  ha  già  sotterrato  due  mogli. 

2)  Ricoricare  ;  ricoprir  l'erbe  colla 
terra  per  imbiancarle. 

soteràni,  s.  m.  =  sotterraneo:  luogo 
scavato  o  murato  sotto  torr'a,  e  la  parte 
di  un  edificio  che  rosta  sotterra. 

soterò,  s.  m.  =  becchino,  affossatore, 
beccamorti  :  l'uomo  addetto  ai  campi- 
santi  per  seppellire  i  morti. 

sòtgràinba,  s.  m.  =  sottogamba.  Vedi 
gamba,  14). 

sòtgròla,  s.  in.  =  sottogola,  soggolo  :  stri- 
scia di  cuoio  che  p  issa  sotto  la  gola  e 
tien  fermo  il  berretto  al  soldato.  Anche 
il  soggolo  delle  monache. 

1)  Giogaia,  pagliolaia  :  la  polle  pen- 
dente dal  collo  dei  bovini. 

sòtgTÓiidji,  s.  VI.  =  sottogrondale.  T.  ar- 
chitt.  :  la  parte  di  sotto  del  gocciolatoio. 

sotinténd,  v.  att.  =  sottindere:  inten- 
dere cosa  non  espressa,  lasciarla  in- 
tendere. 

sotolineà,*  v.  att.  =  sottolineare  :  segnar 
sotto  con  una  linea. 

sòtinàn,  s.  m.  =  sottomano  :  di  nascosto. 

sotométes,  v.  rl/l.  =  sottomettersi,  as- 
soggettarsi :  farsi  dipondente.  Ed  anche  : 
inchinarsi,  umiliarsi. 

sotomètt,  V.  att.  =  sottometterò  :  fare, 
rendere  soggetto  :  bisogna  che  i  ficBu 
ftotomèten  sémper  là  sòa  volontaa  fila 
poloittaa  (li  genitór    =    bisogna    che    i 


figli  sottomettano  sempre  la  loro  volontà 
alla  volontà  dei  loro  genitori. 

sotoinèss,  agg.  =  sottomesso:  che  si  sot- 
tomette alla  volontà  altrui. 

sotopòiies,  V.  rifl.  =  sottoporsi,  sobbar- 
carsi :  è'el  vcBitr  guarì,  bisogna  che  'l 
se  sotopòna  à  dna  cura  radicai  =  se 
vuol  guarire  bisogna  che  si  sottoponga, 
sobbarchi  a  una  cura  radicale. 

sotopònii,  V.  att.  =  sottoporre:  ridurre  sotto 
la  propria  autorità,  soggiogare. 

1)  èotopònn  «...  ^  sottoporre  a...; 
all'opinione,  al  giulizio   d'altri. 

sotopòst,  agg.  =  sottoposto  :  che  si  sot- 
topone, 0  chi  alti'i  sottopose. 

sotoscrisiòii,  s.  f.  =  sottoscrizione:  l'in- 
vito che  si  fa  ad  altri  di  sottoscriversi 
per  una  determinata  cosa. 

1)  La  somma  di  ciò  che  è  stato  sot- 
toscritto. 

sotoscrìv,  V.  att.  =  sottoscrivere,  firmare: 
approvare  e  obbligarsi  scrivendo  il  pro- 
prio nome  sotto  un  atto,  una  nota,  una 
obbligazione  e  sim.  Anche  firmare  una 
lettera. 

1)  Dai'e  il  proprio  nome  ia  segno  di 
approvazione  e  assumendosi  degli  ob- 
blighi per  una  qualsiasi  cosa. 

sòtpàgrn,  avv.  =  al  nudo,    sotto  i  panni, 

sòtpàiiscia,  s.  m.  =  sottopancia  :  parte 
del  finimento  del  cavallo,  che,  passando 
sotto  il  ventre  della  bestia,  serve  a  te- 
ner fermo  il  sellino  sul  dorso. 

sòtpe,  s.  m.  =  tramezzato,  tramezza.  T. 
dei  calzo].:  striscia  di  cuoio  che  si  cuce 
fra  il  suolo  e  il  tomaio  per  rinforzo. 

sòtprefètt,  *  s.  m.  =  sotto  prefetto  :  il 
capo  del  circondario,  che  dipendo  dal 
prefetto,  capo  della  provincia. 

sotrà,  V.  att.  =  sottrarre.  T.  aritm.  fare 
la  sottrazione. 

sotràsiòn,  s.  f.  =  sottrazione  :  la  seconda 
operazione  che  consiste  nel  levare  un 
numero  da  uno  maggiore.  T.  aritm. 

sòtscala,  s.  m.  =  sottoscala  :  lo  spazio 
vuoto  sotto  la  scala,  che  può  servire  a 
riporvi  sferre  o  ad  altro  uso. 

1)  Bugigattolo:  stanzino  sottoscala  o 
in  una  parte  segregata  della  casa. 

sòtsela,  s.  m.  =  ascella,  gavigna  :  la  fos- 
setta che  rimane  sotto  la  spalla  fra  il 
braccio  e  il  torace. 

sòtsquàder,  s.  m.  =  sottosquadro:  qua- 
lunque rilievo  che  abbia  bisogno  di 
zeppe  e  tasselli  per  cavarne  la  fórma. 

sòtsòra,  ave.  =  sottosopra,  sossopra  :  la 


sot 


782  - 


spa 


parte  di  sopra   messa  di  sotto  :    a  ca- 
tafascio. 

1)  Press'a  poco;  a  un  dipresso  :  el 
coétàrà  ftòtéora  dna  centina  de  lir  = 
costerà  press'a  poco  im  centinaio  di 
lire. 

2)  vèH-  èòtètira  =  essere  disturbatis- 
sinio,  aver  l'animo  sottisopra. 

sòtt,  prep.  e  avv.  =  sotto,  di  sotto  :  in- 
dica luogo  di  continua   inferiorità  alla 
cosa  accennata  :  sòtt  ài  eopp,  éòtt  ^la 
eoèrta,  sòtt  ài  poni   =    sotto   il   tetto, 
"  .sotto  la  coperta,  sotto  il  ponte. 

1)  0  nel  piano  o  località  sotto:  el 
dotòr  el  età  chi  sòtt  =  il  dottore  abita 
qui  sotto. 

2)  Fig.  :  non  cbiaro,  non  dotto,  na- 
scosto: mi  me  par  che  ghe  sìa  sòtt 
qitèieóés  =  mi  pare  che  ci  sia  sotto  qual- 
che cosa. 

3)  gh'è  sòtt  cantina  =  gatta  ci  cova. 
Vedi  cantina,  6). 

4)  Di  doniinii,  governi,  padronanza, 
superiorità  :  sòtt  ài  Todèseh  èe  ])àg(tva 
mén  tàss  =  sotto  i  Teleschr  si  paga- 
vano meno  tasse  ;  sperèmm  che  lidma 
là  toma  mài  pii  sòtt  ài  papa  =  spe- 
riamo che  Eoma  non  ritorni  mai  più 
.sotto  il  papa. 

5)  vèsé  sòtt  =  essere  vicino,  presso  : 
di  tempo;  sòtt  ài  esànim,  éòtt  ài  fest 
de  Kàtàl.  éòtt  à  càrnevaa  =  sotto  gli 
esami,  sotto  le  feste  di  Natale,  sotto 
carnevale  :  quando  sono  imminenti. 

6)  éòtt  vos  =  sotto  voce;  a  voce 
bassa. 

7)  de  éòtt  =  di  sotto  ;  pàéà  de  sòtt  = 
])assar  di  sotto,  sotto. 

8)  àndà  ài  de  éòtt  =  venire  al  meno  ; 
di  famiglie  che  soadono    in   ricchezza. 

9j  vèàé  éémper  sòtt  =  essere  due 
volpi  in  un  sacco;  esser  sempre  in 
lite,  a  battibecco  con  qualcuno. 

10)  àndà  éòtt  =  sommergersi. 

11)  àndà  sòtt  =  coricarsi,  andar  sotto 
le  coltri. 

12)  vègh  sòtt  =  avere  alle  proprie 
dipendenze. 

13)  l'è  sòtt  2361'  to&u  miee  =  è  in  ti'at- 
tative  di  matrimonio. 

14)  dàgh  sòtt  à  vUn  =  istigare,  aiz- 
zare uno. 

15)  fànn  de  sòtt  e  dòés  =  farne  di 
ogni  erba  fascio,  d'ogni  sorta:  specialm. 
di  cose  non  buone. 

16)  fàéé  éòtt  à  piign  =  fare  a  pu»QÌ. 


17)  fa  éòtt  i  coert.  Vedi  eoèrta,  1). 

18)  manda  éòtt  vun  =  mandare  un 
uomo  di  paglia  :  uno  che  finga  di  trat- 
tare l'affare  per  sé  e  lo  tratti  per  altri. 

19)  éòtt,  entra  a  comporre  molto  pa- 
role che  indicano  chi  è  immediatamente 
sotto  a  un  altro  in  ordine  gerarchico  e 
ne  fa  le  veci  ;  éotsegretàri,  éòtcoeugh, 
sòtpriòr,  ecc.  oppure  ciò  che  si  mette 
sotto  ad  altra  cosa;  sòtcópa,  sòtvàs,  ecc. 

soturno,  agg.  =  ottuso,  malinconico.  A^edi 
siitiìrno. 

sòtrìa,  am\  =  sottomano  ;  di  soppiatto. 
Còme  sòtmàn. 

sòtròs,  avv.  =  sottovoce.  Vedi  sòtt,  6). 

sovegnì,  V.  att.  =  sovvenire,  ricordarsi. 

sovensiòn,  s.  f.  =  sovvenzione:"  il  sov 
venire  in  danaro,  o  la  somma  sov- 
venuta. 

sovènt,  *  avv.  =  sovente,  spesso  ;  me  par 
che  l  me  vigna  on  poo  tròpp  de  so- 
vènt sto  mài  de  tèsta.  =  mi  pare  che 
mi  venga  un  po'  troppo  sovente  questo 
mal  di  capo. 

soventór,  s.  m.  =  sovventore:  chi  pre- 
sta aiuto  di  danaro  a  qualcuno. 

spàcà,  V.  att.  =  spaccare,  fendere  :  aprire 
una  cosa  con  violenza;  fare  uno  o  più 
spacchi;  el  vent  l'ha  épàeaa  tuta  là 
guardaroba  =  il  vento  spaccò  tutta  la 
guardaroba. 

spàcaa,  s.  m.  =  spaccato.  T.  archit.  :  la 
sezione  sulla  carta. 
1)  agg.  ;  fesso,  rotto. 

spàcàda,  s.  f.  =  spaccatura:  lo  spaccare, 
lo  spaccarsi  e  il  punto  dove  una  cosa 
è  spaccata. 

spàcàdura,  s.  f.  =  spaccatura:  l'effetto 
dello  spaccarsi,  il  punto  dove  una  cosa 
è  spaccata. 

spàcàss,  V.  rifl.  =  spaccarsi,  fendersi  : 
della  pietra  e  del  legno. 

spàcià,  V.  att.  =  spacciare  :  di  affari, 
faccende  e  sim.  :  compirle,  sbrigarle. 
1)  Far  figurare;  le  spada  per  on 
gran  brào  fivu  e  Ve  on  tànghen  =  lo 
spaccia  per  gran  bravo  ragazzo  ed  è 
un  tanghero. 

spàciàdura,  s.  f.  =  disinvoltura,  sciol- 
tezza: e  qualche  volta  anche  in  cat- 
tivo s3nso:  sfacciataggine. 

spàciàss,*  V.  rifl.  =  spacciarsi:  darsi  per..., 
farsi  credere  :  el  èe  épàoiàva  per  dolor 
e  Véra  nànca  épeéiee  =  si  spacciava 
per  medico,  e  non  era  neppur  farma- 
cista. 


4 


spa 


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spa 


spàcìiig'à,  V.  att.  =  imbrattare.  Vedi  pà- 

citìgà. 
spada,  s.  f.  =  spada  :  arma   offensiva  di 

varia  lunghezza,  per   lo    più   come  la 
t    sciabola,  ma  dritta. 

1)  à  spada  tràla  =  a  spada  tratta  ; 
con  tutta  possa,  coraggiosamente. 

2)  épàda  =  pala.  Tedi   pala. 

3)  s-pàd  =  spade  :  uno  dei  semi  delle 
carte  del  gioco  di  tarocchi. 

spàdee,  s.  m.  =  spadaio  :  chi  fa  e  vende 

le  spade. 

1)  *  Spàdee    =    gli    Spadari  :    nome 

storico  di  una  delle    vie    della   nostra 

città.  Vedi  àrmoree. 
spàdérna,  s.  m.  =  spadcrno:  strumento 

per  pigliar  pesci  all'amo. 
spàdìua  f   s.  f.    =    spadina  :    spada   piiì 

corta  e  piii   stretta  della    comune  ;  od 

anche  quella  di    legno  o  di    latta  che 

serve  per  giocattolo  ai  fanciulli. 

1)  Spadina  :  spillo  a  spada  pei  ca- 
pelli, specialm.  usato  dalle  contadine 
lombarde. 

2)  Infilacappi,  infila  guaine.  Vedi 
grUgèla. 

spàdoii,  agg.  =  spadona.  Agg.  di  pera: 
ì)ér  s-pàdon  =  pera  spadona, 

spàdroueg'ià;  *  v.  att.  =  spadroneggiare, 
spadronare  :  esercitare  autorità  di  pa- 
drone, farla  da  padrone. 

spàgrli,  s.  m.  =  spago  :  filo  rinterzato, 
che  serve  per  lo  più  a  cucire  le  scarpe. 

spàghéti,  *  s.  m.  pi.  =  spaghetti,  bavet- 
tine  :  specie  di  pasta  per  minestra. 

spàg^hètt,  s.  m.  =  spago,  pauriccia,  paura: 
el  g'hà  vun  de  qilìj  spàghètt  =  h.a  uno 
spago  !  ;  ha  una  di  quelle  paui'e  ! 

Spagna,  (sìla  de)  s.  f.  =  cera  di  Spa- 
gaa;  la  ceralacca:  composizione  di  re- 
sina, lacca,  spirito,  trementina,  ecc.  : 
serve  a  sigillare. 

Spagna,  (pan  de)  s.  m.  =  pan  di  Spa- 
gna :  specie  di  dolce,  molto  simile  al 
marzapane. 

spàgnoléta,  s.  f.  =  spagooletta,  spa- 
gnola: bastone  o  asta  di  ferro  pel 
lungo  dell'  imposta ,  che  serve  per 
cliiudere  alzandosi  e  abbassandosi.  Se 
e  ritorto  alle  due  estremità  e  chiude 
girando,  dicesi  anohe  torcetta. 

1)  Agganciatolo  :  nottolino  che  servo 
a,d  agganciare  usci,  finestre  e  sim.  e 
muove  la  spagnuola. 

2)  Tabacco  avvolto  in  un  rotolotto 
di  foglio  per  fumare. 


spàiàss,  s.  ni.  =  battitoio,  sguscio:  sca- 
nalatura 0  incavatura,  per  lo  più  cir- 
colare, a  uso  di  incastrarvi  qualche  cosa. 

spàiàss,  V.  ri/I.  =  spagliare  :  perder  la 
paglia. 

spala,  s.  f.  =  spalla  :  la  parte  più  alta 
del  braccio  e  negli  animali  delle  gambe 
davanti.  Dell'  uomo  dicensi  anche  : 
òmero. 

1)  càresà  i  épàll  =  accarezzare  le 
spalle;  iron.  :  bastonare. 

2)  vègh^  vèsi-  ài  spali  =  avere,  essere 
alle  spalle;  vicino,  minacciante. 

3)  btità  dedree  di  épàll  =  buttarsi, 
gettarsi  dietro  le  spalle;  trascurare, 
non  pensarci  più  a  una  cosa. 

4)  vìv,  divertile  ài  spali  de  quèi- 
duìi  =  campare,  divertirsi  alle  spalle, 
alla  barba  d'uno;  a  ufo,  a  spese  di  lui. 

5)  volt^  i  spali  =  voltare  le  spalle  ; 
andarsene  da  uno  con  dispetto,  cruccio. 

6)  vcgh  i  épàll  gròsé  =  aver  buone 
spalle  ;  di  uno  a  cui  attribuiscono  una 
responsabilità  che  non  ha. 

7)  impara  à  spali  di  ttUer  =  farsi 
saggio  all'altrui  spese. 

8)  tirtl  sii  i  épàll  =  stringersi  nelle 
spalle  :  chi  alza  le  spalle  non  sapendo 
0  non  curandosi  di  rispondere.  Anche: 
fare  spalucce ,  quando  si  alzano  le 
spalle  por  dispetto.  Fare  una  spalluc- 
ciata, si  dice  quando  si  fa  uno  scatto 
con  una  spalla,  alzandola  con  sdegno 
0  stizza. 

9)  tceu  sii  là  eà  in  épàl».  Vedi  cà,  SO). 

10)  sentisé  à  cor,  à  scàrligà  giò  per 
i  spali.  Vedi  scàrligà,  4). 

1 1)  vègh  sui  spali  =  aver  sulle  brac- 
cia; aver  da  mantenere ,  da  far  le 
spese  ;  el  glia  sHi  épàll  là  fàmìlia  de 
éò  fràdèll  =  ha  sullo  braccia  la  fami- 
glia di  suo  fratello.  E  anche  di  lavoro, 
faccende  :  m^han  làsaa  sui  spali  tiitt 
còss  à  mi  =  mi  hanno  lasciato  tutto 
sulle  mio  braccia. 

12)  pària  àpos  ài  épàll  =  parlare 
dietro  le  spallo,  parlar  malo  di  un  as- 
sente. 

ld)mètt  iépàllàlm&r.  Vedimur,  12). 

14)  mctt  i  gàmb  in  spala  =  affret- 
tarsi a  spron  battuto  :  camminare  di 
buon  passo. 

15)  La  parte  degli  abiti,  delle  camice 
che  copre  le  spalle. 

16)  Specie  di  salame  :  la  spalla  del 
maialo  salata. 


spa 


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»pa 


17)  Stipite:  Vedi  stìpit. 
spàlàda^  s.    f.    =    spallata  :    urto    colle 

spallo. 
spàlàss,  V.  rifl.    =    spallarsi  :    dislocarsi 

una  spalla. 
sp.àleg'ià,    V.    att.    =    spalleggiare:    fare 

spalla  a  uno,  aiutarlo. 
spalerà^  s.  f.    =    spalliera:    parte   d'un 

mobile    destinata     all'  appoggio     delle 

spalle. 

1)  Verzura  che  copre  le  mura  negli 
orti  e  nei  giardini:  per,  brugn  tiraa 
èli  à  spalerà  =  peri,  susini  tirati  su  a 
spalliera. 

2)  èpàléra  de  éoldaa  =  spalliera  :  le 
file  dei  soldati  che  fanno  siepe  alla 
gente  nelle   vie. 

spàléta,  (porta  in)  v.  att.  =  portare  a 
cavalluccio:  portar  altrui  accavalciato 
sulla  schiena,  sorreggendogli  con  cia- 
scuna mano  le  cosce  ;  ed  anche  portare 
uno  seduto  sulle  spalle  a  cavalcioni 
del  collo. 

«pàlìn,  s.  m.  =  spalla:  nella  camicia 
una  lista  di  pannilino  che  sulla  spalla 
va  del  collo  all'attaccatura  delle  ma- 
niche. 

1)  Spallina.  T.  milit.:  ornamento  della 
spalla  negli  ufficiali  e  il  grado  stesso. 

2)  là  frànga  di  èpàlìn  =  i  grillotti  ; 
fili  d'oro  0  d'argento  a  mò  di  bruchi 
per  farne  spalline  da  ufficiali. 

spalma,  *  v,  att.  =  spalmare:  stendere 
uno  strato  di  pece,  sego  e  sim.  su 
qualche  cosa. 

1)  SpàlmtL  de  buter  =  imburrare  ;  di- 
stendere il  burro  sul  pane  o  altro. 

spàlòUj  s.  m.  =  contrabbandiere,  froda- 
tore: chi  fa  entrare  i  colli  di  merce 
frodando  il  dazio ,  portandoli  sulle 
spalle. 

Spampana,  v.  att.  =  propalare,  divulgare: 
fare  che  tutti  sappiano  una  cosa. 

spàmpànàda,  s.  f.  =  spampanata  :  van- 
teria, millanteria. 

spana,  s.  f.  =  palmo,  spanna  :  quanto  si 
allarga  la  mano  del  dito  pollice,  al- 
l'estremità del  mignolo. 

1)  i  òtnen  ée  misùren  minga  à  àpànn 
=  gli  uomini  non  si  misurano  a  canne: 
non  si  deve  giudicare  degli  uomini 
dalla  statura,  e  in  gener.  dall'appa- 
renza. 

2)  càscia  ftxura  ona  spana  d'ceucc 
=  sbarrare  gli  occhi;  far  tanto  d'occhi. 


B)  grand  dna  àptina  =  alto  un  soldo 
di  cacio,  piccinaco. 

spana,  v.  att.  =  spannare,  scremare: 
levar  la  panna,  la  crema  del  latte. 

spànd ,  V.  att.  =  spandere ,  emanare  , 
diffondere  :  éti  viceul  épànden  on  odor 
delicàtìéim  =  questo  viole  spandono, 
emanano  un  odore  delicatissimo. 

1)  épeiul  e  épànd  =  spandere  e  span- 
dere: scialacquare. 

spàndes,*  v.  rif.  =  spandersi,  diffondersi, 
allargarsi  :  là  magia  d'oli  là  &e  épànd 
come  =  la  macchia  d'olio  si  spande 
assai  ;  ée  comincia  à  spàndes  là  vòs, 
l'è  fìntda  =  se  incomincia  a  spandersi 
la  voce,  è  finita. 

spàndiiii,  p.  pass.  -  spanto:  da  spandere. 

spànèta,  (g'iiìgà  à)  =  giuocare  al  sussi, 
0  alle  murielle  :  specie  di  gioco  che 
fanno  i  ragazzi. 

spànsciàda,  s.  f.  =  spanciata,  scorpac- 
ciata, corpacciata,  strippata:  una  gran 
mangiata. 

1)  Panciata:  colpo  battuto  colla  pancia 
specialm.  quando  si  salta  nell'acqua  e 
vi  si  cado  bocconi. 

spàntegà,  v.  att.  =  spandere,  dissemi- 
nare, spargere:  gettare  intorno  a  sé;  di 
roba,  di  odori  e  sim. 

spàntegón,  s.  m.  =  spaccone,  vendifumo. 
Vedi  spàrón. 

spai',*  s.  m.  =  sparo:  lo  sparare  delle 
armi  da  fuoco,  il  colpo  che  si  fa  spa- 
rando. 

spara,  v.  att.  =  sparare:  scaricare  armi 
da  fuoco  ;  sjìàrà  'l  é'ciòpp,  et  canon., 
là  pistòla  =  sparare  il  fucile,  il  can- 
none, la  pistola. 

1)  Schioccare  :  sparti  là  frUUa  = 
schioccare  la  frusta. 

2)  Vantare,  millantare:  far  lusso, 
specialm.  quando  non  si  è  convene- 
volmente ricchi. 

spàràda,  s.  f.  =  sparata:  lo  sparare  dello 
armi  da  fuoco.  , 

1)  Sparata,  sbraciata,  sbracionata, 
spacconata:  millanteria  di  parole  ed 
anche  :  spesa  inconcludente  e  spro- 
positata. 

spàràvég:,  s.  m.  =  spaventacchio.  Vedi 
spàventìipàser. 

spàrg",  s.  m.  =  sparagio;  asparagus  of- 
fbcinalis  ;  pianta  erbacea  i  cui  talli  son 
mangerecci. 

1)  t^egni  ma,  erèéé  come  on  .^pàrg  = 


spi 


—  785 


spa 


crescer  bene  ;    di    ragazzo  ohe  diventa 
alto  presto  e  in  buona  salute. 

2)  driés  cóme  on  épàrg  =  dritto  come 
uno  sparagio;  di'ittissimo. 

spàrgrèra,  s.  f.  =  sparagiaia:  luogo  pian- 
tato di  sparagi. 

spàrgitt  spàrgiòtt,  è  il  grido  con  cui  si 
annunciano  e  invitano  i  nostri  vendi- 
tori girovaghi  di  sparagi. 

spari,  V.  att.  =  sparire:  il  levarsi  rapido 
e  inosservato  da  dinanzi  agli  occhi;  il 
non  vedersi  più.  Come  scomparì. 

1)  fa  sparì  =  far  sparire:  rubare,  in- 
volare. 

spanni,  v.  att.  =  risparmiare.  Vedi 
rispàriuià. 

spàròn,  s.  m.  =  spaccone,  vendi  fumo: 
chi  la  fa  da  grande,  da  forte,  da  po- 
tente. 

spàrouàda,  s.  f.  =  spacconata,  grandez- 
zata: millanteria  di  grandizia. 

spàrpàlà,  V.  att.  =  sparpagliare:  spar- 
gere in  qua  e'  in  là  disordinatamente  e 
piuttosto  distanti. 

spài's,  agg.  =  sparso,  disperso  :  che  si 
trova  un  po'  qua  e  un  po'  là,  su  una 
superficie;  gKc  i  moròn  spari-  per  tiitt 
ci  fóndo  =  ci  sono  i  gelsi  sparsi  per 
tutto  il  fondo. 

spài't,  (à)  avv.  =  a  parte,  seilaratamcnto. 

sparti,  V.  att.  =  spartire:  far  lo  parti, 
dividere  nelle  parti  a  cui  spetta  ;  épàr- 
tirèmm  i  giiàdàjn  =  dividei'emo  i  gua- 
dagni ;  vègni  tinca  mi  col  i)àtt  che  se 
spàrtisa  là  spesa  =  vengo  anch'io,  col 
patto  che  si  divida  la  sposa. 

1)  Scompartire  ;  dividere  due  che  at- 
taccano lite  ;  r  è  core  à  spàrtìj,  se  de 
nò  se  copàvcn  =  corse  a  scompartirli, 
se  no  s'ammazzavano. 

2)  Aggruppare:  spartire  più  cose  in 
gruppi  .^ 

.3)  vègli  niént  de  sparti  cont  vùn  = 
non  essergli  dissimile,  esser  tutt'  uno 
con  lui:  spocialm.  nel  male. 

4)  sparti  i  cilgiau.  Vedi  ciig'iaa,  2). 

spartii,  s.  m.  =  spartito:  l'insieme  dello 

])arti  cavate  dalla  ])artiturà.  T.  music. 

1)  Agg.,  diviso,  tagliato  in  duo. 

2)  l'è  on  pòm,m  spartii  in  dilii  = 
sono  due  gocce  d'acqua:  di  due  che  si 
somigliano  assai. 

spàrtisiòn,  -s.  f.  =  spartizione:  special- 
mente di  beni,  lo  scompartire. 

spàrtiss,  ».  rifl.  =  dividersi,  separarsi  : 
spocialm.  di  coniugi.  Vedi  sepàràss. 


spàsa,  V.  att.  =  spazzare:  pulire  con  la 
granata  il  pavimento  delle  stanze, 

1)  Scasare,  traslocare,  sgomberare: 
togliere  i  mobili  da  una  casa,  da  una 
stanza  per  portarli  in  un'altra. 

2)  spàst  là  pipa  =  nettare  la  pipa; 
pulirla  dal  fondiglielo  di  tabacco. 

3)  spàsa  là  cà,  là  botéga  =  spazzare, 
pulire  la  casa,  la  bottega,  nel  senso  di 
portar  via,  rubare. 

spàsaa,  agg.  =  chiaro,  sereno:  del  cielo. 
1)  Spazioso,  ampio:  di  campagna. 

spàsàbàslòtt,  s.  m.  =  pappone:  chi  man- 
gia molto  e  spazza  il  proprio  piatto  o 
quel  degli  altri. 

1)  Anche  chi  ruba  tutto  ciò  che  trova. 

2)  Lo  diciamo  per  celia,  senza  om- 
bra di  ingiuria,  ai  commessi,  ai  giovani 
di  mercante. 

spàsàcà,  s.   m.   =   solaio,    palco    morto. 

A^edi  soree. 
spàsàcàiuin,  s.  m.  =  spazzacamino:  che 

fa  il  mestiere  di   pulire  i  camini  dalla 

filiggine. 

1)    négkcr   come  on   spàéàeàmìn    = 

nero  come    uno    spazzacamino,  sudicio 

molto,  con  le  mani  e  il  viso  neri. 
spàsàdóra,  s.  f.  =  pala:  quella  lai-ga  dei 

fornai  per  infornare  e  sfornare  il  pane. 
spàsàfòss,  s.  m.  =  fossaiolo:  chi  ha  cura 

dei  fossi  lungo  le  strade. 
spàsàposs,  s.  m.  =  votapozzi  :  chi  fa  il 

mestiere  di  vuotare  i  pozzi. 
spàsegià,    •/;.    att.    =    passeggiare.   Vedi 

pàseg-ià.  Anche  poi  derivati. 
spàsèta,  s.  f.  =  spazzola,  setola:  arnese 

fatto  di  molti   pennelli    di    setolo  o  di 

crini  0  altro  con  cui  si  nettano  i  panni 

dalla  polvere. 

1)  spààèta  dèla  tèsta  =  spazzola  da 
capelli,  per  la  testa  ;  quella  fatta  di 
setole  che  serve  a  lisciarsi  o  a  pulire 
i  capelli. 

2)  spàsèta  del  càpèll  =  spazzola  da 
cappelli  ;  una  spazzola  fatta  apposta  por 
i  cai)pelii  da  uomo,  di  felpa. 

spàsèta,  V.  att.  =  spazzolare:  pulire  con 

la  spazzola. 
spàsètàda,  s.  f.  =    spazzolata:  lo   spaz- 

zolai'c  ;    dàgh    dna   spàéètàda  =  dargli 

una  spazzolata. 

1)  Colpo  dato  colla  spazzola  ;  elg'kà 

tìraa  dna  spàsètàda    in    del  eoo  =  gli 

ha  tirato  una  spazzolata  nella  testa. 
spàsètee,  s.  m.    =    setolinaio:  chi    fa   e 

vende  le  setolo  o  spazzole. 


spa 


spàsetìu,  s.  in.  =  spazzolino,  setolino: 
piccola  spazzola,  e  in  ispecie,  quello 
piccolissimo  di  crini  sottili  di  clie  uno 
si  serve  per  pulire  le  unghie,  i  denti 
e  simili. 

spa^i;  s.  m.  =  spazio:  tempo  e  luogo  fra 
due  termini. 

1)  T.  tipogr.:  pezzetti  metallici  più 
bassi  dello  lettei'c  che  servono  a  dividere. 

2)  T.  music:  T intervallo  fra  l'una  o 
l'altra  delle  cinque  righe  dove  è  scritta 
la  musica. 

spàsìàj  V.  att.  =  spaziare  :  mettere  gli 
spazi  per  dividero  le  lettere.  T.  di  tipogr. 

spàsicàmin,  s.  ni.  =  spazzacamino.  Tedi 
spàsàcàmin. 

spàsiin,*  s.  m.  =  spasimo:  dolore  intenso, 
che  fa  sospirare. 

spasima,  V.  att.  =  spasimare:  avere,  sof- 
frire spasimo,  acuto  dolore. 

1)  fipàsimcL  per  vUn  =  spasimar  d'a- 
more per  qualcuno. 

spàsìmànt,  s.  m.  =  amante,  innamorato: 
spasimante  d'amore. 

spàsin,  s.  m.  =  spazzino,  spazzatore, 
paladino:  chi  spazza  e  scopa  le  pub- 
bliche vie  0  chi  colla  pala  leva  via  la 
neve  dalle  strade  nell'inverno. 

spàsionaa,  agg.  =  spassionato:  non  par- 
tigiano,  sereno  nei  giudizi. 

spàsiós,  agg.  =  spazioso:  di  grande  spa- 
zio, che  ha  molto  spazio. 

spàsmódicli,*  agg.  =  spasmodico:  di  ma- 
lattie, di  dolori  che  danno  spasimo. 

spàsorècc,  s.  m.  =  stuzzicaorecchi  :  pic- 
colo arnese  d'avorio  o  d'altro  por  stuz- 
zicarsi gli  orecchi. 

spàse,  s.  m.  =  spasso  :  lo  spassare  o 
spassarsi:  Vlioo  faa  insci  per  spàéà  = 
l'ho  fatto  così  per  spasso. 

1)  menti  à  spàse  =  condurre,  menale 
portare  uno  a  spasso;  menare  il  can 
per  l'aia;  portarlo  per  le  lunghe  dal- 
l'oggi al  domani  per  non  concludere. 

2)  opertiri,  impiegaa  à  spàse  =  ope- 
raio, impiegato  a  spasso;  disoccupato, 
senza  lavoro. 

3)  Passeggio:  àndà  à  spàsi-  =  andare 
a  passeggio,  passeggiare;  camminare  per 
svago  0  salute. 

spàsura,  s.  f.  =  spazzatura,  tritume.  T. 
degli  oref.  :  quei  detriti  d'oro  e  d'ar- 
gento che  restano  sul  banco  per  aver 
lavorato  gli  oggetti. 

spàtola,  s.  f.  =  mestichino.  T.  dei  pitt. 


786  -  spe 

strumento  d'acciaio  per  portare  e  me- 
scolare i  colori  sulla  tavolozza. 

1)  Spatola;  piccolo  strumento  di  ferro 
sottile  che  usano  gli  speziali  per  levare 
dai  vasi  gli  unguenti  e  simili  materie, 
e  per  lavorarli  o  spalmarli. 

2)  Mestola,  spatola:  arnese  di  legno 
piatto  per  impastare  il  torrone,  il  sor- 
betto, ecc. 

spàtolòn,  s.  m.  =  pie  dolci  :  chi  cam- 
mina doglioso,  buttando  i  piedi  infuori. 

spaiirésg',  agg.  =  pauroso.  Vedi  pàiirésg. 

spàrént,  s.  m.  =  spavento;  paura  terri- 
bile :  fa  spàfént  =  fare,  mettere  spa- 
vento. 

1)  Subisso ,  nuvolo  :  grandissima 
quantità. 

spàyentà,  t\  att.  =  sparentare  fare,  met- 
tere spavento:  atterrire:  segnatam.  di 
ogni  forte  impressione  che  ci  induce  ad 
abbandonare  un  disegno. 

spàreiitàdèll,  s.  m.  =  spaventaticcio  : 
un  po'  spaventato. 

spàveutàpàser,  s.  m.  =  spaventacchio, 
spauracchio  :  fantoccio,  ombra,  cosa  da 
far  paura. 

spàyentàss,  ».  rifl.  =  si)aventarsi,  at- 
terrirsi, allibire  :  restare  sbigottito. 

spàventéyol,*  agg.  =  spaventevole:  che 
fa  e  mette  spavento. 

1)  Iperb.:  grandissimo,  forte,  terri- 
bile :  in  èV  ànn  gh'  è  dna  quàntitaa 
épàventévol  de  fung  =  quest'anno  e'  è 
una  quantità  spaventevole  di   funghi. 

spàventós,  agg.  =  spaventoso  :  che  fa 
spavento. 

spècc,  s.  m.  =  spera,  specchio  :  lastra  di 
vetro  amalgamato  in  cornice:  spesso 
aggiunta  a  un  tavolino. 

1)  là  lils  del  spècc  =  bambola  :  il 
vetro  dello  specchio. 

2)  nètt,  luéter  come  on  èpècc  =  netto, 
pulito  come  uno  specchio  :  nettissimo. 

-spècià,  V.  att.  =  aspettare,  attendere  : 
fermarsi  in  un  luogo  coll'anima  di  ri- 
manervi fino  all'arrivo  di  una  persona 
0  di  cosa. 

1)  Xel  senso  di  appostare:  l'ha  speciaa 
sul  càntòn  e  'l  g  ha  daa  dna  cortelMa 
=  l'aspettò  alla  svoltata  e  gli  menò  un 
colpo  di  coltello. 

2)  Tenersi  quasi  certo  che  una  per- 
sona arrivi,  o  una  cosa  succeda  tra  non 
molto  :  àpècià  l'àumént  del  stipèndi  = 
aspettare  l'aumento  dello  stipendio. 


spe 


787  — 


spe 


3)  Formarsi,  rallentare  il  passo,  perchè 
altri  ci  possa  arrivare  e  teaerci  dietro. 

4)  Differire,  indugiare  :  à  viètes  àdree 
à  fàhricti  spèei  che  vegna  'l  bèli  temp 
=  a  metter  mano  alla  fabbrica  aspetto 
il  bel  tempo. 

5)  e  Speda,  e  èpèeia  !  =  aspetta, 
aspetta!  Dopo  aver  aspettato  molto. 

6)  Speda  email,  che  l'èrba  là  crèSa; 
itpècia  pòcch  tre  or  e  mésa;  éiìèeia 
poco  =  aspetta  cavai  che  l'erba  la  cre- 
sca ;  puoi  aspettare  un  pezzo:  ironie, 
per  diro  a  uno  che  la  cosa  che  aspetta 
non  succederà. 

7)  Assol.:  fermarsi,  sospendere  una 
operazione  :  spècia  on  moment  che  tòmi 
éubit  =  aspetta  un  momento  che  torno 
subito. 

8)  fàss  Spècià  =  farsi  aspettare  :  non 
arrivare  all'ora  convenuta,  o  preveduta 
o  annunziata. 

9)  spècia,  ve  !  aspetta  !  e  aspetta  ve  ! 
Dice  chi  sospendo  un  racconto  e  si  rac- 
coglie un  momento  per  rammentarsi  di 
qualche  circostanza. 

10)  Speda  mi  !  aspetta  !  Ed  anche 
ripetuto,  aspetta,  aspetta  !  Con  signifi- 
cazione di  minaccia.  Si  dice  anche  ai 
bambini  nel  fare  il  chiasso. 

special,*  arjff.  =  speciale,  particolare  :  di 
una  specie  particolare,  che  si  distingue 
dalle  cose  simili:  el g^ ha  ona  Simpatìa 
Special  per  mi  =  ha  una  simpatia  spe- 
ciale per  me. 

specialista,*  s.  vi.  =  specialista:  chi  at- 
tende solamente  a  studi,  rami  speciali, 
specialmente  a  qualche  ramo  della  me- 
dicina e  della  chirurgia:  l'è  on  specia- 
lista per  i  ceucc,  per  i  màlàtìj  del  nas 
e  sim.  =  è  uno  specialista  per  gli  oc- 
chi, per  le  malattie  del  naso,  e  sim. 

speciàlitaa,*  s.  f.  =  specialità:  nomo  di 
quei  vari  prodotti  dell'industria,  e  spe- 
cialmente dei  medicinali,  fabbricati  da 
caso,  da  stabilimenti,  che  li  hanno  come 
particolarità  propria;  i  pìnol  de  eàtrà- 
mtna  Berteli  hin  dna  bòna  Speciàlitaa 
=  le  pillole  di  catramina  Bertelli  sono 
una  buona  specialità;  là  farmacia  Zàm- 
belèti  là  g'hà  tuli  i  Speciàlitaa  inglés 
=  la  farmacia  Zambelletti  ha  tutte  le 
specialità  inglesi. 

speciàlméiit,  avv.  =  specialmente,  mas- 
sime: in  modo  speciale. 

spèciàss,  V.  rifl.  =  aspettarsi  :  credersi, 
immaginarsi  che  ci  debba  avvenire  una 


cosa  buona  o  cattiva;  l'era  dna  fin  de 
spèeiàSS  qiièla  lì.  Véra  on  ficeii  tànt 
eàtìv  !  =  quella  era  una  fine  da  aspet- 
tarsi: era  un  ragazzo  tanto  cattivo  ! 

spècie,  s.  f.  =  specie,  sorta,  qualità. 
Vedi  sòrt. 

1)  me  fa,  me  fa  minga  èpeeie  =  mi 
fa,  non  mi  fa  meraviglia,  stupore. 

specìfica,  s.  f.  =  specifica:  nota  specifi- 
cata: per  noi  specialm.  il  conto,  la  par- 
cella degli  avvocati,   notai  o  medici. 

specifica,*  V.  att.  =  specificare:  spiegare 
meglio,  mettere  in  chiaro. 

specill,  s.  m.  =  specillo,  specolo.  T.  chi- 
rurg.  :  strumento  per  dilatare  qualche 
cavità,  per  esplorare  qualche  parto 
malata. 

spècola,  s.  f.  =  specola:  luogo  eminente 
da  dove  si  può  contemplare  il  cielo  a 
scopo  scentifico.  Per  noi.tó  Spècola  de 
Brera. 

specilla,  V.  att.  =  speculare:  guardar  di 
guadagnare,  di  far  affari  :  non  sempre 
onestamente  ;  el  speeiilàrla  Sfila  péli 
d'òn  pioRÙcc  =  speculerebbe   sul  nirlla. 

speciilàdòr,  s.  m.  =  speculatore  :  colui 
che  specula  nel  commercio. 

speciilàsiòn,  s,  f  =  speculazione,  im- 
presa, rischio. 

speciinià,  v.  att.  =  squartar  lo  zero:  staro 
anche  sugli  utili  minimi. 

spèd,  s.  m.  =  spiedo,  schidione:  asta  di 
ferro  appuntata  da  un'estremità  per  in- 
figgervi carne  da  arrostirò  sul  fuoco. 

1)  Fig.  Paccianteo,  o  canchero  :  di 
persona  che  impacci,  e  che  non  sia  bona 
a  nulla. 

spedì,  V.  att.  =  spedire:  mandare,  inviare 
roba,  merci,  e  sim.  ad  una  persona. 

1)  Sbrigare,  dar  termino  a  un  affare. 
Vedi  despedì. 

2)  spedi  dna  ricèta  =  spedire  una 
ricetta,  dicosi  dei  farmacisti,  per  ese- 
guirne la  ordinazione. 

3)  Spedì  on  màlaa  =  spedirò  un  ma- 
lato :  quando  il  medico  dichiara  cho 
non  c'è  più  speranza  di  guarigione. 

spedisión,  s.  f.  =  spedizione:  lo  spedire, 
l'inviare  di  merci  in  qualche  luogo. 

1)  T.  milit.  invio  di  tmppe,  l'andar 
di  soldati  in  un  luogo  :  là  Spedisión  de 
Gàribù,ldi  in,  Sicilia  l'è  Òna  glòria 
d'Italia  =  la  spedizione  di  Garibaldi 
in  Sicilia  è  una  gloria  d'Italia. 

2)  i  Spedisión  =  guarnizione,  forni- 


spe  —  V 

tura:  quel  che  mettono  di  refe,  bottoni, 
nastri,  ecc.,  i  sarti  nel  faro  un  vestito. 

spedisionee,  s.  m.  =  spedizioniere:  chi 
fa  la  spedizione  della  mercanzia  di  al- 
tri negozianti. 

spegàsc,  s.  m.  =  sgorbio,  scarabocchio: 
macchia  d'inchiostro  fatta  sulla  carta. 

1)  Bambocci,  fantocci:  quei  disegni 
che  fanno  i  ragazzi  sui  margini  dei  li- 
bri, sulle  coportino,  sui  frontispisi,  ecc. 

2)  Imbratto:  cattiva  jjittura  ;  qilèll  lì 
l'è  minga  on  quàder,  fé  on  spegàse  = 
quello  non  ò  un  quadro,  è  un  imbratto. 

3)  Parola  troppo  libera,  sconcia. 
spegràscìà,  •v.  alt.  =  scarabocchiare:  im- 
brattare d'inchiostro,  cancellare  lo  scritto 
di  fresco. 

1)  Imbrattare:  di  pittore  cattivo  che 
non  sa  far  che   brutti  quadri. 
spegràscìn,  s.    m.  =  imbrattatele,    pittor 


da   chiocciolò    o    da    sgabelli 
pittore. 


cattivo 


spegàscìòn,  s.  in.  =  scarabocchione:  chi 
non  fa  cho  scarabocchiare. 

1)  Sboccato:  che  parla  troi)po   licen- 
ziosamente. 

spegètt,  5.  m.  =  specchietto.  Dim.  di 
specchio. 

1)  ctLcia    eont   el  sj>cgctt.    Vedi    cà- 
cìa,  7). 

spegìàss,  V.  rifl.  =  specchiarsi:  vedersi, 
guardarsi  nelle  si)occhio. 

1)  se  pò   épegiùM  dent  =    ci   si  può 
spccchiare:  di  cose  tersissime. 

spegìu,  s.  m.  =  specchietto:  piccolo  spec- 
chio e  per  lo  più  quello  che  si  appende 
alla  finestra  per  potersi  radere  la  barba. 
1)  Finestrino,  occhio:  quello  sul  fondo 
posteriore  delle  carrozze, 

spela,  V.  att.  =  spelare:  far  perdere,  le- 
vare il  pelo.  Anche  pelare.  Vedi  pela. 
1)  Spellare:  levare  la  buccia  della  pelle 
produrre  escoriazione. 

spelàdura,  s.  f.  =  spellatura,  escoria- 
zione: lo  spellarsi. 

speLàss,  V.  rifl.  =  spellarsi:  perdere  la 
buccia  della  pelle. 

1)  Mostrar  la  corda:  di  abiti  vecchi, 
logori. 

Spelonca,  s.  f.  =  spelonca:  luogo  buio, 
umido,  malsano:  lo  diciamo  specialm. 
di  camere  ampie,   ma  oscuro  e  brutte. 

épeliicàss,  V.  att.  =  spelarsi:  perdere  i 
])oli:  di  panno,  drappo  e  sim. 

speiid,  V.  att.  =  spendere:  dare  i  danari 
in  cambio  d'altra  cosa,  opera,  ecc.;  hoo 


5  —  spe 

àpés  dés  f ranch  per  dilii  chili  de  pèèé 
=  ho  sposo  dieci  franchi  por  due  chilo- 
grammi di  pesce  ;  cosa  Se  spend  jìer 
àndti  de  Mildn  à  Lilcèrna?  =  quanto 
si  spende  por  andare  da  Milano  a  Lu- 
cerna ?  Se  ée  voeur  on  profeéòr  che  vara 
queicòèé  bisógna  spend  àlmén  quàter 
frànch  per  leéiòn  =  se  si  vuole  un  pro- 
fossore di  qualche  valore,  bisogna  spen- 
dere almeno  quattro  franchi  per  lezione. 

1)  chi  pii  spend,  men  Spend  =  dal 
becco  vien  l'uovo:  col  pagar  bone  si 
ottiene  più  e  meglio  lavoro,  roba  di 
miglior  qualità  e  maggiore  durata. 

2)  spend  e  épànd  =  spendere  e  span- 
dere: scialacquare. 

3)  spend  là  parola  =  spender  la  pa- 
rola: profferirsi  in  nome  proprio  o  d'altri. 

spendasela,  ?'.  att.  =  spenducchiare , 
sbraciare:  spendere  assai  più  del  dovere. 

speiiiàsciòn,  s.  m.  =  spendaccione:  chi 
spendo  troppo,    senza  risparmio. 

speudolà,  V.  att.  =  penzolare,  essere  so- 
speso. 

spendolèra,  (h)  aw.  =  penzolone,  pen- 
zoloni. 

spendiiìi,  pari.  pass,  di  spend,  =  speso. 

spènser,  s.  m.  =  sponsor:  specie  di  giubba 
usata  per  lo  più  da  alcuni  ufficiali.  Dal- 
l'inglese. 

spensierjia,  agg.  =  spensierato,  trascu- 
rato: chi  agisce  senza  riflessione,  con 
trascuratezza. 

1)  Prodigo,  scialacquatore  :  chi  spen- 
ducchia,  sbracia  e  va  presto  in  rovina, 
perchè  non  si  dà  pensiero  dell'avvenire. 

sperà  ^'.  alt.  =  sperare:  avere  speranza 
d'una  cosa,  credere  che  avverrà  ciò  cho 
si  desidera;  Speri  che  'l  me  vocabolàri 
el  froàrdn  faa  polld  =  spero  che  il  mio 
vocabolario  lo  troveranno  ben  fatto. 

speràbil,  *  agg.  =  sperabile:  che  si  può 
sperare;  /'è  Speràbil  che  domdn  fàga 
bèli  temp  =  è  sperabile  cho  domani 
faccia  bel  tempo  ;  Se  te  studici  àlnien 
òn'ora  ài  di,  l'è  Speràbil  che  te  pàset 
i  esàìnm  =  se  studi  almeno  un'ora  al 
giorno,  è  sperabile  che  passi  agli  esami. 

sperànsa,  s.  f.  =  speranza:  aspettazione 
di  qualche  cosa  di  nostra  soddisfazione; 
ci  me  /ice«  l'è  là  mìa  sperànSa  =  mio 
figlio  è  la  mia  speranza  ;  g'hoo  sperànèa 
de  vèss  promòks  prèét  =  ho  speranza 
di  essere  presto  promosso. 

1)  Probabilità  di  buon  esito  ;  g'hoo 
Sperànéa  de  rieSì  in  del  eoncoré  =  ho 


spe 


789  - 


spe 


speranza  di  riuscire  nel  concorso;  gh'è 
àperànsa  che  là  ìnàma  là  riva  domdn? 
=  c'è  speranza  che  la  mamma  arrivi 
domani  '? 

2)  fin  che  gh'è  vita,  gk^è  sperànéa  = 
fin  che  c'è  fiato  c'è  speranza;  non  bi- 
sogna mai  perdersi  di  coraggio,  vedendo 
anche  malati  gravi. 

3)  èperània  dora  =  speranzina  di 
mole,  mio  bene,  cuor  mio:  per  vezzo  ad 
una  persona  amata. 

spèrges,  s.  f.  Vedi  aspèrges. 

spergiura,  v.  alt.  =  spergiurare:  fare 
spergiui-i,  giurare  il  falso. 

1)  Asserire  con  sempre  nuovi  argo- 
menti e  giuramenti  la  verità  di  una 
cosa;  el  giura  e  '/  épergiÈra  che  Hi  el 
ghe  entra  nùgòtt  =  giura  e  spergiura 
che  egli  non  c'entra  punto;  el  giura  e 
'/  èper giura  che  i  dànee  i  ha  épedii  = 
giura  e  spergiura  che  i  danari  li  ha 
spediti. 

spèrla,  V.  att.  =  sperare:  guardare  atti'a- 
vcrso  alla  luce  qualche  cosa  per  meglio 
osservarlo,  e  specialm.  doUe  ova  per 
veder  se  son  buono. 

1)  Per  estens.  osservare  con  molta 
diligenza,  per  scegliere^ 

sperluscént,  agg.  =  aiTuffato,  scarmi- 
gliato, scapigliato:  coi  capelli  non  pet- 
tinati, scomposti. 

sperliiscià,  v.  att.  =  scapigliare,  scaruf- 
faro,  scarmigliare:  arruffare  i  capelli. 

sperliisciàda,  s.  f.  =  arruffata,  scaruf- 
fata  :  l'atto  e  l'effetto  dell'  arruffare, 
dello  scaruffare. 

1)  Fig.  picchiata;  el  g'hà  daa  dna 
i-perliiseiàda  màlàrbèta  =  gli  diede  una 
piccliiata  maledetta. 

spermaceti,  s.  m.  =  spermaceti:  una  so- 
stanza bianca,  oleosa  tratta  dal  capo  di 
alcuni  cetacei. 

speróii,  s.  m.  =  sperone,  sprone:  arnese 
di  metallo  pungente  per  incitare  il  ca- 
vallo alla  corsa  :  lo  tiene  il  cavaliere 
attaccato  al  calcagno. 

1)  T.  veter.  Cornetto  nel  fiocco  del 
cavallo. 

2)  Unghione  conico  dei  polli  dietro 
le  zampe. 

3)  Mozzicone  di  tralcio  secco,  scep- 
polo,  brocco. 

4)  Legni  che  si  mettono  di  i)untello 
alle  muraglie. 

5)  Il  muro  di  rinforzo,  sporgente  nel- 
l'acqua che   nelle  pile  dei    ponti  serve 


a  rompere  la  corrente  e  a  difender  le 
pile  da'  grossi  legnami  .che  porta  la 
piena. 

6)  là  g'hà  i  speróii  =  di  vecchia  gal- 
lina: di  donna  molto  in  là  cogli  anni 
0  che  pure  la  pretenda  ancora  all'ele- 
ganza, al  parere  più  giovane. 

speronee,  s.  m.  =  spronaio  :  artefice  di 

sproni,  morsi,  e  sim.  finimenti  metallici. 

1)  %  Speronee  =  gli  Speronari:  nome 

d'una  delle  nosti'e  vie.  Vedi  Armoree. 

spés,  pari.  pass.  =  speso:  di  spendere. 

spèsa,  s.  f.  =  spesa:  lo  spendere  ed  an- 
che il  danaro  speso  ;  l'è  dna  Spésa  de 
lUso  =  è  una  spesa  di  lusso  ;  el  fa  di 
spés  inutil  =  fa  delle  sjìcse  inutili  ;  Ve 
(ina  spésa  tròpp  fòrta  =  è  una  spesa 
troppo  forte. 

1)  fa  là  spésa  =  far  la  spesa,  le  spese: 
di  quel  che  occorre  per  l'ordinario  della 
tavola. 

2)  roba  sii  là  spésa  =  furfaro,  rubare, 
mangiare  sulla  sporta.  Vedi  roba,  7). 

3)  càvtL  i  épés  =  cavar  le  spese:  gua- 
dagnare almeno  quanto  si  spende. 

4)  condànà  in  di  épés  =  condannar 
nello  spese:  di  speso  legali. 

5)  paga  dànn  e  spés  =  pagar  danni 
e  spese  :  compensare  i  danni  o  pagare 
in  più  le  spese  del  giudizio. 

6)  impara  à  éò  spés  =  imparare  a 
proprio  spese:  a  proprio  danno. 

7)  àmia  in  di  spés  =  incontrare  grave 
spesa  :  spendere  molto.  Spesso  si  usa 
ironie,  a  significare  il  contrario. 

8)  porta  minga  là  spésa  =  non  fran- 
care la  spesa,  non  tornar  conto  :  non 
meritare  che  sì  faccia  alcuna  sposa  per 
una  cosa. 

9)  sta  sui  spés  =  stare  a  spesa:  vi- 
vere in  un  luogo,  che  nOn  è  casa  pro- 
pria, pagando. 

spesa,  V.  att.  =  spesare  :  far  lo  spese  a 
uno:  dargli  il  mantenimento. 

spesaa,  s.  m.  pi.  =  spezzati  :  moneta 
spicciola. 

spesegrà,  v.  att.  =  sollecitare.  Vedi  pe- 
serà. 

spesela,  s.  f.  =  spesetta,  speserella:  pic- 
cola spesa. 

spesi,  s.  f.  pi.  =  spezie:  aromi  (cannella, 
garofani,  noce  moscata,  ecc.). 

spesiee,  s.  m.  =  speziale,  farmacista:  co- 
lui che  vende  e  fa  le  medicine  ordinato 
dal  medico. 


spe 


—  790  — 


spi 


1)  eiint  de  épeéiee  =  conto  da  spe- 
ziali: molto  caro. 

2)  dal  fcree  no  loca,  dal  speèiee  no 
mètt  in  bòea.  Vedi  buca,  31). 

3)  on  posa  e  on  praa  e  '  l  spesiee  l'è 
bèli  e  faa  =  acqua  e  prato  e  lo  spezialo 
è  fatto:  per  dire  che  la  materia  prima 
dei  prodotti  farmaceutici,  costa  po- 
chissimo. 

spesièra,  s.  f.  =  speziala:  la  moglie  dello 
speziale,  ed  anche:  donna  che  esercita 
la  farmacia. 

spesierìa,*  s.  f.  =  spezieria,  fai-macia:  la 
bottega  dello  speziale,  del  farmacista. 

1)  Spezio,  aromi:  per  condimento  di 
vivande. 

spèsìsini,*  avv.  =  spessissimo,  molto  spes- 
so; in  campagna  me  sikedèva  épèéìéim 
de  ricév  minga  i  lèter  =  in  canijìagna 
mi  accadeva  spessissimo  di  non  rice- 
vere le  lettere. 

speMr,  *  s.  m.  =  spessore,  spessezza: 
la  grossezza  di  un  corpo. 

spèss,  agg.  =  sposso  :  denso  ;  ci  brceiid 
spèse,  là  panerà  spèsa  =  il  brodo  sposso, 
la  panna  spessa. 

1)  là  ée  fa  spèéa  =  la  matassa  s'ar- 
ruffa, il  temporale  si  fa  nero,  la  cosa 
incalza. 

2)  de  spèse,  avv.  =  spesso,  sovente, 
spesse  volte:  di  frequente. 

spètà,  V.  att.  =  aspettare,  attendere.  Vedi 
specià. 

spètàcol,  s.  m.  =  spettacolo:  rappresen- 
tazione pubblica  che  ha  del  grandioso, 
del  .meraviglioso,  del  movimento  e  in 
specie  le   rappresentazioni  a  teatro. 

1)  rè  on  spètàcol!  =  è  uno  spettacolo! 
Si  dice  in  genere  di  tutto  ciò  che  ec- 
cita 0  può  eccitar  meraviglia. 

spetàcolòs,*  ogg.  =  spettacoloso:  di  ballo, 
dramma,  giuochi  ed  alti-o  che  abbiano 
dello  spettacolo,  del  grandioso. 

spetàsc  e  spetàscéri,  s.  m.  =  schiac- 
ciata, schiacciamento:  lo  schiacciarsi. 

1)  Subisso,  nuvolo:  grande  quantità 
che  quasi  schiaccia. 

spetàscia,  v.  att.  =  schiacciare,  spiac- 
cicare: far  prendere  a  un  corpo  più  o 
mono  cedevole  una  forma  piatta,  anche 
rompendolo,  sfracellandolo. 

spetàsciaa,  agg.  =  squarciato  ;  el  pària 
milànés  épetàsciaa  =  parla  milanese 
squarciato. 

spetàsciàda,  s.  f.  =  schiacciata:  lo  schiac- 
ciare. 


spìa,  s.  f  =  spia  :  chi  indaga  i  fatti  al- 
trui e. riferisco  per  mestiere  o  por  viltà: 
può  essere  stipendiato  dalla  polizia  e 
può  farlo  per  proprio  piacere;  si  dico 
d'uomini  e  anche  di  ragazzi. 

1)  fa  là  èpla  =  far  la  spia,  soffiare, 
soffiare  nel  pan  bollito:  riportare  le  coso 
udite  0  veduto. 

2)  là  épta  del  vàsèll  =  la  spia  della 
botte;  quel  foro  che  si  fa  in  alto  doUa 
botto  por  vedere  quando  è  piena. 

8)  là  Spia  de  l'ués  =  la  spia  dell'u- 
scio: il  foro  cho  si  usa  fare  negli  usci 
e  nelle  porte,  perchè  di  dentro  si  veda 
chi  picchia  e  suona. 

spia,*  V.  att.  =  spiare:  investigare  e  rife- 
rire quel  cho  altri  fa  :  soffiare,  trom- 
bettare. 

spiàg:ia,  *  s.  f.  =  spiaggia:  la  terra  ra- 
sente il  mare. 

spiana,  v.  att.  =  spianare:  ridurre  piano, 

agguagliare  al  suolo  ;  han  épiànaa   là 

cà  =  hanno  agguagliato  al  suolo  la  casa. 

1)  Della  pasta:  lavorarla  o  stenderla 

collo  spianatoio. 

spiànàdii,  s.  f.  =  spianata  :  luogo    spia- 
nato, piano. 
.spiàss,  s.  m.  =  spiazzata:  spazio  vuoto, 

'     radura  in  campi,  boschi  e  sim. 

spiatela,  v.  att.  =  spiattellare:  dire  una 
cosa  corno  sb,  apertamente,  senza  al- 
cun riguardo. 

èpica,*  V.  att.  =  spiccare,  risaltare:  fare 
spicco,  risalto;  mettersi  in  molta  evi- 
denza; come  '/  èpica  qiièll  fior  ross 
èiil  càpèll  de  j)àia  !  =  come  spicca  quel 
fioro  rosso  sul  cappello  di  paglia. 

àpice,  agg.  =  spiccio,  sollecito,  sbriga- 
tivo, spicciativo. 

spicch,  s.  m.  =  spicco  :  risalto  che  una 
cosa  fa  tra  lo  altre. 

1)  Miracolo,  cosa  straordinaria;  che 
spicch  !  te  èee  vegnilii  sii  à  pè\  =  che 
si)icco  !  sei  venuto  su  a  piedi  ! 

spìcia,  (ala)  avv.  =  alla  spiccia,  alla  le- 
sta: senza  andar  per  le  lunghe. 

spicolì,  V.  att.  =  impiccinire.  Vedi  spi- 
scinì. 

spiega,  V.  att.  =  spiegare:  fare  intendere 
0  intender  meglio  il  significato  riposto; 
mi  me  par  de  épicgà  ciàr  i  régol  de  la 
gràmàtiea  =  a  me  sembra  di  spiegar 
chiaro  le  regole  della  grammatica. 

spiegaa,  agg.  =  spiegato:  aperto,  chiai'o; 
càràter  spiegaa  =  carattere   aperto  ;  et 


spi 


—  791  — 


spi 


tèmp  el  s'è  spiegaa  =  il  tempo  s'è  fatto 
chiaro. 

spiegàbile  *  agg.  =  spiegabile:  che  si 
può   spiegare. 

spiegàsiòii,  s.  f.  =  spiegazione:  lo  spie- 
gare; il  dichiarare  una  difficoltà,  un 
enigma,  un  mistero  e  sim. 

1)  Dichiarazione  di  un  senso,  di  un 
passo  di  scrittore. 

spieiità^  V.  alt.  =  disfare  :  nella  frase  : 
spientà  là  cà  =  disfare  la  casa. 

spieutaa^  agg.  =  spiantato  :  che  ha  con- 
sumato ogni  avere,  o  che  è  in  miseria. 

spiferà,  v.  att.  =  spifferare,  schiccherare: 
palesare  altrui  tutto  quello  che  uqo  sa, 
ma  che  sarebbe  stato  bello  tacere. 

spiga,  s.  f.  =  spiga:  la  parte  alta  del 
fusto  del  grano  e  sim.  che  contiene  i 
chicchi. 

1)  in  spiga  =  a  spiga,  a  spina,  spi- 
gato: di  tessuto,  lavoro  fatto  a  modo 
di  spiga. 

spiglièta,  s.  f.  =  spighetta,  spighina, 
spigolina  :  una  specie  di  nastro  o  cor- 
doncino fatto  0  tessuto  a  spiga. 

spiglietaa,  agg.  =  spigato  :  di  abito  or- 
nato di  spighetta  all'orlo. 

spigol;  *  s.  m.  =  spigolo  :^  canto  vivo 
dei  corpi  solidi;  l'ha  picaa  'Igenoeucc 
in  del  spìgol  del  tàol  =  ha  battuto  il 
ginocchio  nello  spigolo  della  ta^  ola. 

spigorà,  V.  att.  =  spigolare  :  raccogliere 
le  spighe  rimaste,  o  cadute  nel  campo. 

1)  Racimolare:  andar  raccogliendo  i 
racimoli. 

2)  Raspollare  :  andar  cercando  i  ra- 
spolli d'uva. 

spigoriM,  s.  m.  =  cosino  :  di  donna  pic- 
cina, esile,  ma  leggiadra  e  graziosa  ; 
l'è  on  épigorhi  dona  doneta  che  là  par 
on  bàgàj  =  è  un  cosino  di  donnetta 
che  pare  un  fanciullo. 

spila,  s.  f.    =    spilla,    fermaglio:    spillo 
artistico. 
\  spilàtegh  e  spilàtich,*  s.  m.  =  spilla- 
tico:   assegno   che  un    signoro  fa   alla 
moglie  per  lo  piccole  spese. 

spilòrc,*  agg.  e  s.  ni.  =  spilorcio,  caca- 
stecchi ;  avaro  sordido,  uomo  stinti- 
gnoso. 

rgpin,  s.  ni.  =  spina,  spino  :  appendice 
puntuta  di  certe  pianto  e  animali;  * 
mòr  g'han  i  épin  =  le  more  hanno  le 
spine. 

1)  no  gh'è  ròsa  éénéa  éptn  =  non 
c'è  rosa  senza  spine. 


2)  vèés,  legni  éUi  éptn  =  essere,  te- 
ner sui  pruni,  sullo  spine:  staro,  te- 
nere in  disagio,  in  pona,  in  una  attesa 
ansiosa. 
spina,  s.  f.  =  spina:  il  filo  delle  reni, 
meglio  detto  :  épina  doréàl  =  spina 
dorsale. 

1)  épina  ventosa  =  spina  ventosa  : 
malattia  congenita  delle  ossa  dilatato 
e  perforate. 

2)  Cannella  :  tubo  di  legno  poi  quale 
si  spilla  il  vino  dalla  botte.  Ed  anche: 
zipolo,  quel  legootto  conico  col  qualo 
si  tura  la  cannella;  ed  anche:  spina: 
quel  buco  nella  botto  in  cui  si  ferma 
la  cannella. 

3)  spina  déla  éàràdUra  =  ago  della 
toppa  :  quello  dove  si  infilano  le  chiavi 
femmine. 

4)  Spina,  perno.  T.  d'arti  e  mest.  : 
quel  ferro  o  legno  prominente  por  lo 
più  arrotondato,  su  cui  si  imperniano 
parti  di  un  lavoro,  di  un  meccanismo. 

5)  vègli  dna  épina  in  del  eosiìr  = 
avere  una  spina  nel  cuore  :  un  pen- 
siero molesto  e  fastidioso  molto. 

spina,  v.  att.  =  spillare  :  fare  uscire  il 
vino  dallo  spillo  della  botto. 

spinàss,  s.  m.  pi.  =  spinaci  :  spinacia 
oleracea  :  sorta  d'erba,  da  orti,  che 
variamente  cucinata  dà  un  cibo  nutri- 
tivo e  sano. 

spinènt,  agg.  =  spinoso,  prunoso  :  che 
spina. 

spinèta,  s.  f.  =  spinetta  :  specie  di  stni- 
mento  che  usava  prima  del  pianoforte. 
Ora  se  ne  dà  il  nomo  ai  pianoforti 
cattivi,  0  scordati,  che  danno  suoni 
fessi. 

1)  Spinetta:  dimin.  di  spina. 


spin£ 


att.    =    spingerò  :    )nandaro, 


cacciar  innanzi  con  forza,  puntandovi 
le  mani:  v&n  el  tirava  e  l'alter  el 
épingéva  dedree  ài  càrètt  =  uno  tirava 
e  l'altro  spingeva  di  dietro  il  carretto. 

1)  Fig.  eccitare,  muovere,  indurre  a 
far  checchessia;  bisógna  épingel  col 
ghiaa  per  fall  étiidià  =  bisogna  spin- 
gerlo col  pungolo    por    farlo    studiare. 

2)  Sbirciare,  spiare  ;  l'è  vegnilii  à 
éping  à  l'iléé  =  venne  a  spiare  all'uscio. 

spinite,  *  s.  f,=  spinite  :  infiammazione 

alla  spina  dorsale. 
spìnòn,  s.  ni.  =  pettino:  quello  che  usano 

i  cardatori. 


spi 


-  792  - 


spi 


spiiiós,  *  agg.  =  spinoso  :  che  ha  delle 

spine,  pieno  di  spine. 
spinta  f   s.    f.    =    spinta ,    impulso  :    èe 

no  gh'è  là  Spinta   l'è  bòn  de  fa  nàgòtt 

=  se  non  c'è  la  spinta  non  sa  far  nulla. 
épión,    s.    m.    =    spione  :    accrescit.    di 

spia. 

1)  Gelosia  :  la  parte  bassa  della  per- 
siana che  s'alza  e  s'abbassa  come  uno 
sportello,  per  dare  più  o  meno  luce 
alle  stanze,  e  da  cui  si  può  guardar 
fuori  senza  essere  molto  visti. 

2)  Ogni  foro  o  graticcio,  o  congegno 
donde  si  possa  spiare  all'esterno  inos- 
servati. 

spioiià,  V.  alt.  =  spiare,  spioneggiare  : 
far  lo  spione. 

spira,  V.  alt.  =  spirare:  mandar  l'ultimo 
respiro,  morire;  Ve  prdpi  rivada  in- 
tani che  'l  Spirava  =  è  proprio  aiTÌvata 
mentre  spirava;  el  pareva  che  'l  spi- 
ràéS  dà  on  moment  à  l'ttlter  =  pareva 
spirasse  di  momento  in  momento. 

spirai,  *  s.  f.  =  spirale:  la  molla  che 
regola  il  moto   negli    orologi  da  tasca. 

spirali,  *  s.  m.  =  spiraglio  :  fessura, 
breve  apertura  per  vedere,  sentire,  la- 
sciar passare  aria  e  luce. 

spirindìo,  s.  m.  =  scriatello:  di  persona 
esilissima,  che  pare  quasi  debba  da  un 
momento  all'altro  spirare. 

spirit,  s.  m.  =  spirito  :  alcool  che  ha 
gradi  sopra  il  55"  ;  comunem.  dicesi  : 
Spìì-it  de  vtn  =  spirito  di  vino. 

1)  màrènn^  mogntigh,  seirés,  Uga,  e 
sim.  in  del  é-ptrit  =  marene,  meliache, 
ciliege,  uva  e  sim.  in  guazzo  ;  nel- 
l'alcool. 

2)  Brio,  vivacità  di  carattere  :  l'è  on 
òmm  de  Spirit  =  è  un  uomo  di  spirito. 

3)  fa  del  Spirit  =  fare  il  bello  spi- 
rito ;  di  chi  mostra  o  affetta  una  certa 
argutezza  di  modi,  di  pensieri. 

4)  Coraggio  ,  vigore  :  bisdgna  fàSS 
Spirit  e  decides  à  pàrlàgh  =  bisogna 
farsi    coraggio  e   decidersi  a  parlargli. 

5)  presénéa  de  épìrit  =  franchezza, 
prontezza,  imperturbalità. 

6)  spirit  de  ràva  =  spirito  di  rapa. 
Vedi  ràva,  3). 

7)  Naturale  disposizione  dell'anima  : 
le  fa  per  Spirit  de  càritaa  =  lo  fa  per 
spirito  di  carità;  l'èel  Spirit  de  eontrà- 
disiòn  =  è  lo  spirito  di  contradizione. 

8)  i  spirit  =  gli  spiriti  ;  esseri  in- 
corporei ,    immaginari ,    che   si   crede 


siano  le  anime  dei  trapassati.  In  que- 
sto senso  diciamo  anche  :  Spirit  folètt 
=  spirito  folletto. 

spiritismo,  *  s.  m.  =  spiritismo:  cre- 
denza della  comunicazione  dei  viventi 
cogli  spiriti  dei   morti. 

spiritós,  o^g.  =  spiritoso  :  che  ha,  che 
contiene  dello  spirito  :  vin,  rosòli  spi- 
ritós =  vino,  rosolio  spiritoso. 

1)  Di  persona  :  ingegnoso,  vivace  : 
cosi  degli  atti,  delle  parole  che  hanno, 
che  dimostrano   dello   spirito.  1 

2)  fa  '/  épiritòs  =  fare  lo  spiritoso,! 
mostrarsi  spiritoso. 

spiritosànt,  s.  m.    =    spiritosanto  :  una 

delle  tre  persone  della  Trinità. 
spiritositaa,  s.  f.  =  spiritosaggine  :  atto, 

0  parola  di  chi  vuol  far  dello  spirito; 

coi  so  Spiritositaa    el    tén    àlégher  là 

compagnia  =    colle    sue    spiritosaggini 

tiene  allegra  la  comitiva. 
spiritiiàl,   agg.  =   spirituale,  incorporeo: 

contrario  di  corporale  ;  là  vita   Spiri- 

tiiàl  =  la  vita  spirituale. 

1)  diretòr  spiritati  =  padre  spiri- 
tuale :  il  confessore,  quello  che  dirige 
il  penitente  nelle  cose  spirituali. 

2)  el  potére  spiritual  =  lo  spirituale  ; 
contrario  di  temporale  ;  elpàpa  bisógna 
che  'l  Se  contenta  del  potére  spiritual 
=  il  papa  bisogna  che  s'accontenti  del 
potere  spirituale. 

spirlougóu,  s.  m.  =  spilungone:  lungo 
lungo;   magro,  magro. 

spisciui,  V.  att.  =  impiccinire,  impic- 
ciolire :  render  piccino  ;  5^2sc««?  'Itàol 
=  impicciolire  la  tavola. 

1)  Rifl.  spisciniSS  =  impiccinirsi  : 
diventar  piccolo  ;  quànd  el  bév  ghe  Se 
SpisciniSS  i  ceuee  =  quando  beve  gli  si 
impicciniscono  gli   occhi. 

spisig'à,  V.  att.  =  pizzicare.  Vedi  pisigà. 

spisigòu,  s.  m.  =  pizzicotto.  Vedi  pi' 
sigón. 

splàngrliéta,  s.  f  =  maglietta,  asola:  la 
femmina  del  ganghero,    se    è    di    filo 
1)  Anche  la  cucitui'a  ai  capi  d'un  uc 
chiello,  all'estremo  di  uno  sparato,  per- 
chè restino  saldi. 

spléudid,  *  agg.  =  splendido  :  pieno  dà 
luce  viva. 

1)  Magnifico,  bellissimo:  di  cosa 
bella,  grandiosa,  ecc. 

2)  Munifico,  liberale,  generoso:  largo 
nello  spendere. 


spi 


spleiididàmènt,  *  avv.  =  splendidamente: 
in  modo  splendido,  con  splendore. 

spleudòr,  s,  m.  =  splendore  :  luce  in- 
tonsa 0  viva. 

1)  Magnificenza  nel  vivere,  nel  trat- 
tarsi. 

2)  éplendor  di  me  seiàvàti  =  bellezza, 
occhio  di  sole:  in  senso  sempre  ironico, 
per  dire  il  contrario. 

spceùla,  s,  f.  =  spola:  arnese   a   foggia 
di  navicella,  mediante   ava    il   filo  del 
ripieno  si  fa  passare  fra  quelli  dell'or- 
:     dito  nell'operazione  del  tessere. 

spoetisà,  V.  att.  =  spoetizzare:  far  ces- 
sare ogni  illusione. 

spoià;  V.  att.  =  brucare:  spogliare  il 
ramo  dalle  sue  foglie,  strisciandovi  so- 
pra la  mano. 

1)  Spannocchiare;  togliere  la  pan- 
nocchia al  grano  turco  :  L'è  on  gran 
bèli  in  campagna,  quànd  ala  èira  ée 
époia  =  è  pur  bello  in  campagna, 
quando  alla  sera  si  spannocchia. 

spdli)  s.  m.  =  spoglio:  abito  che  uno  non 
mette  più  e  regala  ad  altri,  o  lascia 
morendo. 

1)  fa  '/  spdlì  =  fare  una  scelta:  spe- 
cialm.  di  brani  d'autore,  ^i  nomi  di  un 
elenco,  lettere  e  sim. 

spolmonàss,  r.  rifl.  =  spolmonarsi  :  af- 
faticarsi, stancarsi  i  polmoni  per  cam- 
minare troppo  in  fretta  o  all'erta  o 
per  urlare,  gridare,  parlare  a  lungo  ; 
el  noèter  l'è  on  meàtee  de  épolmonàéà 
tiitt  el  dì  =  il  nostro  è  un  mestiere  da 
spolmonarsi  tutto  il  giorno. 

spolpa,  V.  att.  =  spolpai'e:  levar  la  polpa. 

spolpasi,  V.  rifl.  =  spolparsi  :  dar  tutto 
il  proprio  per  gli  altri. 

1)  èpolpet  =  spolpati,  impiccati  :  in- 
vettiva volgare. 

spòlvei',  s.  m.  =  spolvero  :  lo  spolverare, 
e  la  materia  spolverata. 

1)  Sacehetto  pieno  di  carbone  trito 
0  di  gesso  0  sim.  che,  scosso  su  un 
disogno  bucherellato  serve  a  riportare, 
alla  decorazione  e  sim. 

spolvera,  *  v.  att.  =  spolverare.  Voce 
nuova  per  fa  gid  là  polver.  Vedi  pòl- 
yer,  2). 

spolverili,  s.  m.  =  spolverina  :  soprave- 
ste da  viaggio  per  riparo  della  polvere. 
1)  Spolverino,  polverino:  arnese  sfo- 
racchiato  in   cui  si  tiene    zucchero  in 
polvere,    o  polvere    di    cipria,  o    altre 


—  793  —  spo 

polveri  per  spolverizzarne  torte,  pasticci, 
guanti,  scarpe  e  altro. 

spolverisà,  ».  att.  =  spolverizzare:  co- 
prire, aspergere  come  di  polvere,  con 
dello  zucchero  macinato,  con  farina  o 
altro. 

spónda,  s.  f.  =  sponda,  riva:  le  parti 
laterali  di  fiume,  fosso  e   sim. 

1)  L'estremità  di  alcune  cose  :  éont 
setaa  àula  éponda  del  lètt  =  sono  se- 
duto sulla  sponda  del  letto. 

2)  T.  di  biliardo  :  mattonella  ;  cia- 
scuna delle  quattro  spondo  imbottite 
dalla  parte  di  dentro. 

3)  Fig.  dna  bòna  Sponda  =  un  buon 
appoggio:  sia  morale  che  materiale. 

spontàni,  agg.  =  spontaneo  :  da  natiu"a, 
senz'arte;  che  procede  dalla  volontà, 
senza  coercizione  :  i  gentilèéé  han  de 
vèès  spontàni  =  le  cortesie  devono  es- 
sere spontanee. 

spopola,  *  V.  att.  =  spopolare  :  scemare, 
diradare  la  popolazione  di  una  città, 
d'un  paese  e  simili. 

1)  spopolàsé,  rifl.  =  spopolarsi  :  per- 
dere di  popolazione,  rimanerne  scemo. 

spopolaa,  agg.  =  spopolato  :  con  poca 
gente. 

sporca,  r.  att.  =  sporcare,  insudiciare, 
lordare,  imbrattare,  illaidire  ;  rendere 
sporco,  laido,  sudicio,  lordo. 

sporcàciòn,  s.  m.  =  ignobile,  vilo,  ab- 
bietto. 

spore h,  agg.  =  sporco  :  lordo,  sudicio. 
1)  Di  atto,  parola  oscena,  laida. 

sporchìsia,  s.  f.  =  sporcizia:  l'essere 
sporco,  e  anche  la  cosa  che  sporca  ; 
sudiciume,  laidume. 

spòrg,  «'.  att.  =  sporgere,  emergere:  uscire 
dal  piano  o  perpendicolo;  ed  anche  di 
cosa  tuffata,  ricoperta  dall'acqua;  tor- 
nare a  galla. 

1)  Essere,  stare  in  accollo.  Vedi 
fceùra,  6). 

sporgénsa,*  s.  f.  =  sporgenza,    aggetto. 

1)  La  parte  che  aggetta,  spoi'ge  :  in 
qiièll  pàlàsé  gh'è  Iròpp  éporgéné  =  in 
quel  palazzo  ci  son    di  troppi   aggetti. 

2)  Lo  sporgere  della  parte  che  ag- 
getta :  per  qiièll  cornisòn  ghe  voréva 
on  poo  mén  de  èporgénsa  =  per  quel 
cornicione  ora  necessario  un  aggetto 
minore. 

sporgiiuént ,  s.  m.  =  offerta ,  tratta- 
mento :  fa  éporgimént  =  far  tratta- 
mento ;  servire   rinfreschi,    dolci,  ecc. 


spo 

sporgiiiii,  p.  p.  =  sporto:  da  sporgere. 

spoi'scelènt,  agg.  =  sporco,  sudicio,  lordo. 

sporteli,  s.  m.  =  spoiiellino  :  dove  nelle 
stazioai  vendono  i  biglietti  per  lo  corse 
e  dove  in  molti  uffici  sta  un  impiegato 
che  riceve  le  comunicazioni  del  pub- 
blico. 

àportìna,  s.  f.  =  sporta:  arnese  piutto- 
sto fondo,  a  sacco,  di  giunchi,  paglia, 
sala  0  altro,  con  due  manichi,  usata 
specialmente  per  far  la  spesa. 

spós,  s.  m.  =  sposo  :  sposato  di  fresco  o 
prossimo,  quindi  el  me  èpos  =  il  mio 
fidanzato. 

spòsa,  s.  f.  =  sposa:  donna  maritata  di 
fresco  0  vicina  a.  maritarsi.  Anche  : 
moglie  specialm.  giovane. 

1)  Libelhila.  Vedi  g'ugela,  2). 

2)  pari  òna  sposa  =  parere  una  sposa: 
essere  in  gi'an  gala. 

sposa,  V.  att.  =  sposare  :  condurre  sposa, 
0  prender  marito,  fare  il  matrimonio; 
là  voPAir  àpostl  on  scior  =  vuol  sposare 
un  ricco  ;  bisógna  sposa  Òna  bòna  tosa, 
minga  òna  bòna  dota  =  bisogna  spo- 
sare una  buona  ragazza,  non  una  buona 
dote. 

sposàlìsl,  s.  m.  =  sposalizio  :  la  ceri- 
monia dello  sposarsi  :  ineoe,u  gli' è  on 
èposàUéi  in  grand  =  oggi  c'è  uno  spo- 
salizio in  grande. 

sposàss,  V.  rifl.  =  sposarsi:  unirsi  in 
matrimonio. 

1)  se  scmm  minga  sposaa  =  non  ci 
siamo  sposati  :  si  dice  per  significare 
che  non  si  hanno  vincoli  indissolubili. 

spostaa,*  agg.  =  spostato:  persona  che, 
sbagliato  indirizzo,   non    sa   cosa  fare. 

spólicli,  agg.  =  assoluto,  indipendente: 
di  proprietà  senza  condizioni  ;  ì7ie  Vhà 
regàlaa  per  mi  épòtich  =  me  l'ha  re- 
galato per  me  assolutamente,  in  asso- 
luta proprietà. 

spranga,  s.  f.  =  .  spranga  :  ferro  lungo, 
messo  per  lo  piii  a  rinforzo. 

spranga,  v.  att.  =  sprangare:  mettere 
una  0  più  spranghe  ;  épràngt  Viiéé  = 
sprangare  l'uscio. 

spregiiidicaa,  agg.  =  spregiudicato:  di 
uomo  che  giudica,  opera  secondo  la 
realtà,  senza  pregiudizi. 

sprèla,  s.  f.  =  sgarbataccia,  rozza,  ru- 
vida :  di  donna  rispondiera,  che  ha 
cattivi  modi  ed  arroganti. 

sprèmni,  v.  att.  =  spremere,  strizzare  : 
premere  con  forza  fino   a  farne  uscire 


—  794  —  spr 

tutto  ciò  che  v'ha  di  liquido,  d'umore; 
éprèmm  on  limòn,  on  nàràns  =  s])re- 
mere  un  limone,  un'arancia. 

1)  E  delle  erbe  o  altro  per  levarne 
l'umido,  farne  uscire  l'acqua. 

spremuda,  s.  f.  =  spremuta,  limonata. 
Vedi  litnonàda. 

1)  Strizzata:  lo  strizzare. 

spreumii,  agg.  =  spremuto. 

1)  vèéè  on  limÒn  épremilii  =  essere 
un  limone  spremuto  ;  dicesi  di  persona 
da  cui  si  sia  cavato  tutto  quello  che 
si  poteva,  e  della  quale  si  mostri  di 
non  fare  più  conto. 

sprèsà,  V.  att.  =  sprezzare,  disprezzare  : 
non  curare. 

1)  chi  spì-èàa  tLma  =  chi  biasima 
\Tiol  comprare  :  detto  di  chi  mostra  i 
difetti  di  persona,  segnatam,  di  sesso 
diverso  per  la  quale  ha  dell'inclina- 
zione. 

sprèso  *  e  sprèss,  s.  m.  =  sprezzo,  di- 
sprezzo :  lo  sprezzare  e  l'effetto  dello 
sprezzare. 

spretaa,*  agg.  =  spretato  :  che  si  è  levato 
il  collare  di  prete,  che  ha  cessato  di 
essere  prete.  Xon  l'usiamo  mai  solo, 
ma  sempre  preceduto  da  prét. 

sprisà,*  v.  att.  =  sprizzare,  spicciare  :  di 
liquido  che  sgorga  impetuoso,  specialm. 
da  una  apertura  piccola. 

sprofonda,*  «?.  att.  =  profondare  :  cadere 
nel  fondo,  andare  in  giù  rovinosa- 
mente. 

sprofondi,  *  v.  att.  =  approfondare,  ap- 
profondire :  rendere  più  profondo,  sca- 
vando di  più  ;  qiièla  fòpa  chi  bisógna 
sprofondila,  se  nò  'l  pài  el  glie  sta  nò 
=  questa  fossa  bisogna  approfondaiia, 
altrimenti  il  palo  noa  ci  sta. 

sproìst,*  agg.  =  sprovvisto,  sprovveduto  : 
non  provvisto,  sguarnito  ;  che  non  ha 
quello  di  cui  abbisogna. 

sproporsiòn,  s.  f.  =  sproporzione  :  man- 
canza di  proporzione. 

sproporsionaa,    agg.  =   spropoi"zionato  : . 
fuori  di  proporzione. 

1)  Inadeguato  :  non  confacenti  al 
soggetto  ;  el  fa  di  sjjés  che  hin  tròpp 
sproporsionaa  ài  so  étàt  =  fa  delle 
spese  che  sono  troppo  inadeguate  al 
suo  stato. 

sproporslonàtàmént,  *  avv.  =  inade- 
guatamente :  in  modo  inadeguato,  spro- 
porzionato. 

sproposit,  s.  m.    =    sproposito,    errore, 


spr 


-  795  - 


spu 


sbaglio,  farfallone  :  cosa  fuor  di  pro- 
posito 0  del  vero  ;  quànd  l'è  interogaa 
noi  fa  che  dì  di  sproposit  =  quando 
è  interrogato  non  fa  ohe  dir  spropositi. 

1)  Azione,  parola  imprudente,  teme- 
raria, ardita  ;  fa  on  sproposit  =  fare, 
commetterò  uno  sproposito  :  anche  di 
cosa  riprovevole 

2)  eiàmà  on  spropdsit  =  domandare 
uno  sproposito,  un  prezzo  spropositato  : 
di  marcanti  che  chiedono  un  prezzo 
troi)po  caro  per  la  loro  merce. 

3)  on  sproposit  =  un  subbisso,  una 
gran  quantit.à,  un'  infinità.  Come  avv, 
moltissimo,  in  modo  enorme. 

spropositaa,  ctgg.  =  spropositato,  esor- 
bitante, enorme. 

sprovìst,*  agg.  =  sprovs'isto.  Vedi  sproist. 

spriiss,  s.  m.  =  spruzzo.  Usa  meglio  o 
vedi  sbròff.     - 

sptì.i,  s.  f.  =  saliva  :  liquido  un  po'  vi- 
schioso che  si  separa  dalle  glandule 
della  bocca  ';  à  mangia  certi  ròbb 
brilsch  se  se  impienisé  de  spUa  là 
hòca  =  mangiando  certe  cose  acide,  ci  si 
riempio  di  saliva  la  bocca.  Vedi  saliva. 

1)  tàcaa  per  là  spUa  =  accomoda- 
ticcio :  cosa  accomodata  in  modo  che 
si  vedo  la  fretta  e  1'  accouiodatura,  e 
non  ò  stabile. 

2)  spUa  =  sputo  :  la  saliva  sputata  ; 
se  traiùva  épua  de  per  tiltt  in  età 
stànéa  =  si  trovano  sputi  da  por  tutto 
in  questa  camera. 

3)  mangia  pan  e  àptia.  Vedi  pan,  9) 
cortèll,  9). 

^pfià,  V.  alt.  =  sputare  :  cacciar  la  saliva 
dalia  bocca. 

1)  spiià.  fceùra  =  sputare  :  cacciar 
fuori  ;  se  te  piàs  nò,  spua  fmàra  =  se 
non  ti  piace,  sputala.  Anche  in  senso 
hg.  di  cose  che  non  accomodano  e  che 
bisogna  por  forza  mandar  giù. 

2)  mangiti  fèl  e  spila  mei  =  masti- 
caro  amaro  e  sputar  dolce.  Vedi  mèi,  2). 

>pfiaa,  agg.  =  sputato  ;  spUaa  épiiise  = 
nato  e  sputato  :  scrivo  scrivo,  o  serio 
serio  ;  di  persona  somigliantissima  o 
che  si  crede  tale. 

spiiàsc,  s.  m.  =  sputo  :  saliva,  sputata, 
specialmente  in  discreta  quantità. 

spiiàscià,  V.  alt.  =  sputacchiare  :  fre- 
quent.  di  sputare. 

Bpiidoraa,  arjg.  =  spudorato,  senza  pudore. 

spiièll,  s.  m.  =  chiasso,  remore  :  spec. 
quello  che  si  fa  per  nulla  o  per  poco  ; 


han  faa  on  gran  spiièll  per  on  gàròfol 
=  hanno  fatto  un  gran  chiasso  per  un 
garofano. 

spttìn,  s.  m.  =  sputacchiera  :  vasetto  di 
maiolica  o  cassetta  di  legno  con  sega- 
tura, da  sputarvi  dentro. 

spuuion,  s.  m.  =  spumone:  lattemiele  ge- 
lato in  uno  stampo. 

spuaci^uà,  V.  alt.  =  rattoppare,  potti- 
nicciare  :  mettere  delle  toppe,  fare  do' 
pottinicci ,  delle  raccomodature  alla 
buona,  a  frinzelli. 

spùng',  v.  att.  =  pungere,  bucare  :  ferir 
leggermente  di  punta  ;  el  g'hà  épun- 
giilil  on  did  coni  on  giigtn  =  gli  ha 
punto,  bucato,  un  dito  con  uno  spillo  ; 
i  spln  épilngen  =  le  spine  pungono. 

1)  Per  siniil.  e  fìg.  di  asprezze  mo- 
lesto ;  el  giponln  de  lana  àula  péli  el 
me  épimg  =  il  giubboncino  di  lana 
sulla  pelle  mi  punge. 

2)  Dir  parole  che  urtano,  offendono  : 
el  m'ha  ditt  di  parali  che  spimgen  = 
mi  ha  detto  delle  parole  che  pungono. 

spùnga,  s.  f.  =  spugna  :  materia  molle 
e  assorbente  che  presa  nel  mare  devo 
forma  Io  scheletro  d'una  sostanza  vi- 
schiosa dello  stesso  nome  dopo  vario 
purghe  è  messa  in  commercio  e  serve 
a  molti  usi,  in  specie  per  lavare,  asciu- 
gare l'acqua. 

1)  Fig.  i  ficeic  hin  dna  èpilnga  =  i 
ragazzi  sono  spugao  :  assorbono  quasi 
0  si  imbevono  di  tatto  ciò  che  vedono 
e  sentono,  dell'ambiente  in  cui  vivono. 

spùiiges,  V.  rifl.  =  pungersi,  bucarsi  : 
ferirsi  leggermente  di  punta  ;  el  s'è 
épungiiiU  cont  là  fòrbes  =  si  e  punto, 
bucato,  colle  forbici. 

spnugrig'uceù,  s.  m.  =  spugnolo  :  specie 
di  fungo. 

spuugigiiòn,  s.  m.  =  pungiglione,  acu- 
leo :  stimolo,  pungolo. 

1)  Spunzone  :  punta  forte  e  resi- 
stento  ;  ferri  quadrati  o  tondi,  non 
grossi,  ma  acuti  che  si  mettono  specialm. 
per  difesa  di  inerte,  muri,  ecc.,  e  lo 
spine  grosso,  acute  delle  piante. 

spung'iuda,  s.  f.  =  puntura,  bucatura: 
il  buco  fatto  0  l'atto  del  pungersi,  fe- 
rita di  punta  ;  el  à'è  faa  dna  spungiuda 
cont  là  gùgia=  s'è  fatto  una  bucatura 
coU'ago. 

1)  Fig.;  motto  pungente,  frizzo. 

spangiudina,  s.  f.  =  punturina,  buca- 
turina  :  dim.  di  puntura,  di  bucatura. 


spu 


spunta,  V.  alt.  =  spuntare,  intrans.  : 
cominciare  a  venir  fuori  corno  in  una 
punta,  a  poco  por  volta  ;  spunta  el 
formént  =  spunta  il  frumento  ;  spùnta 
el  di  =  spunta  il  dì. 

1)  Di  persona  che  apparisca,  si  mo- 
stri ;  riioo  mata  à  Spunta  in  foncl  àia 
contrada  =  l'ho  vista  a  spuntare  in 
fondo  alla  via. 

2)  ài  èpuntà  del  dì  =  allo  spuntar 
del  giorno,  all'apparita  dell'alba. 

b'puntà,  u.  att.  =  spuntare,  transit.  :  to- 
gliere la  punta  a  una  cosa  appuntata. 

1)  Riscontrare,  verificare:  esaminare 
attentamente. 

2)  Spuntala  =  spuntarla,  spuntare 
una  cosa  :  vincere  qualche  difficoltà. 

spuntiroeu,  s.  m.  =  sbrocco,  sbroccone, 
sfondino,  punteruolo  :  ferretti  aguzzi 
come  lesine  coi  quali  i  calzolai  fanno 
buchi  nel  tacco,  o  nel  suolo. 

1)  Forabuchi  :  asticciuola  appuntata 
per  far  buchi  nella  tela  o  altro. 

spuutÒD,  s.  m.  =  spillone  :  grande  spillo 
per  appuntare  i  capelli  e  i  cappelli. 

1  )  Spuntone,  agone  :  asta  grossa  e 
forte  munita  di  lungo  ferro,  quadrato 
0  tonde,  non  grosso  ma  acuto. 

2)  Ago  dei  gabellieri. 
spurg-o,  v*».  ni.  =  spurgo,  sfogo.  Vedi  sfógo, 
spusa,  s.  f.  =  puzza,  puzzo,  sito,  lezzo: 

cattivo  odore. 
spiisàj  V.  att.  =  puzzare  :    mandar   sito, 
lezzo,  cattivo  odore;  spocialm.  di  escre- 
menti, di  roba  corrotta,  ecc. 

1)  Ammucidire  :  diventar  mucido  ; 
di  carne  vicina  a  putrefare  ;  ineoiil  là 
cervèla  là  épùsa  =  oggi  la  cervella  ò 
ammucidita. 

2)  fa  spiisà  =  appuzzare-:  empir  di 
puzzo  ;  l'ha  faa  épiisà  tuta  là  stànsa 
de  éìghcr  =  ha  appuzzato  di  sigaro  tutta 
la  camera. 

3)  comincia  à  spiisà  =  impuzzare, 
impuzzire,  impuzzolire  :  diventar  puz- 
zolente. 

4)  spiiéà  minga  =  non  guastare,  pa- 
rer buono:  di  cosa  che  si  crede  inutile 
e  invece  giova. 

5)  spiisà  là  sàlud  =  trascurare  la  sa- 
lute: non  averne  riguardo. 

spttséta,  s.  m.  =  coglia,  vanesio,  zerbi- 
notto. 

spusolént,  agg.  =  puzzolente:  che  puzza, 
che  manda  molto  puzzo. 


796  —  squ 

1 

scxuàdra^  s.  /.  =  squadra  :  strumento  di 
legno  per  segnare  angoli  retti. 

1)  vcsé  fcRura  de  squadra  =  essere 
fuori  di  squadra  :  non  essere  tracciato 
secondo  lo  buone  regole.  Anche  in  senso 
figur. 

2)  T.  milit.  :  metà  di  un  plotone, 
da  12  a  25  soldati  e  per  estens.  frotta. 

squadra,  v.  att.  =  squadrare  :  aggiustare 
colla  squadra. 

1)  Fig.  guardare  con  attenzione  da 
capo  a  piedi. 

2)  Quadrare,  piacere,  soddisfare,  ca- 
pacitare. Vedi  <xuà<1rà. 

squàdròn,  s.  m.  =  squadrono.  T.  mil.  : 
la  sesta  parte  di  un  reggimento  di  ca- 
valleria. 

1)  Squadrone,  sciabolono  :  la  scia- 
bola dei  soldati  di  cavalleria. 

squàìà)  V.  att.  =  scoprire,  propalare.  Vedi 
desq^àtà,  1). 

squàiàss,*  v.  rifl.  =  squagliarsi,  strug- 
gersi, liquefarsi  :  di  roba  che  al  calore 
della  bocca  si  disfa,  si  strugge.  Meglio 
deslenguà. 

squama,*  s.  f.  =  squamma,  scaglia  :  la- 
minetto  dui'O  che  copron  la  pelle  di 
alcuni  animali  e  spocialm.  rettili  e  pesci. 
1)  i  squàmni  =  alette  di  pesce,  le 
pinne  :  quelle  collo  quali  guidano  il 
loro  nuoto. 

squama,*  v.  att.  =  squammare,  squamare  : 
levar  le  scaglie  ai  pesci,  per  poterli 
cucinare. 

squànquànà,  v.  att.  =  arrancare  :  cam- 
minare colle  gambe  storte,  come  le 
anatre. 

sqaàrc,  s.  m.  =  sguancio,  strombatura,  ■ 
strombo  :  quell'apertura  nella  grossezza 
del  muro  ai  lati  della  finestra  che  va 
allargandosi  verso  l'intorno  della  stanza, 
affinchè  le  imposte,  meglio  spalancate 
diano  meno  ingombro  e  più  lume. 

squarta,  v.  alt.  =  squartare  :  spaccare 
in  quarti,  spocialm.  di  animali  macel- 
lati, od  anche  semplicemente  sparare, 
spaccare. 

squàs  e  squàsi,  aw.  =  quasi.  Vedi  quasi. 

squàtrinà,  v.  att.  =  guadagnucchiare:  far 
piccoli  guadagni;  àia  fèsta  cóla  banca 
de  frUta  squàtrìnen  =  alla  festa  col 
banco   della   frutta,    guadagnucchiano. 

squinterna,  v.  alt.  =  sconquassare,  scon- 
nettere, sgangherare  ;  rhà  squintenma 
là  càdréga  in  del  sctàsé  giò  =  scon- 
quassò   la    sedia    nel  sedervisi. 


squ 


797  - 


sta 


«liiilibràss,  v:  rifl.  =  sbilanciarsi.  Vedi 
sbilànciàss. 

^iiìlibraa,  agg.  =  squilibrato,  fuor  d'e- 
quilibrio. 

1)  Anche  di  chi  ha  perturbato  il  sonno, 
guasto  il  corvello. 

ìiqnìiici.  Vedi  cilici  e  qiiìuci. 

squìnsia,  .s.  f.  =  smorfiosa,  leziosa.  Vedi 

'    piaga,  2). 

sqiiisìto,*  agg.  =  squisito  :  di  gusto  per- 
fetto, eccellente  ;  là  pttnera  col  sucher 
vànUiaa  Ve  fiquisìta  =  la  panna  collo 
zucchero  vanigliato  ò  squisita. 

sqiiitàrela  e  sqiiitirla,  s.  f.  =  cacarella. 
Vedi  càglièta. 

sr.agionà,  v.  att.  =  sragionare  :  ragio- 
nare con  cattive  ragioni. 

sràrì,  V.  att.  =  diradare  :  far  più  rado  ; 
Eràri  i  ràmm  d'òna  piànta  =  diradare 
i  l'ami  di  un  albero  ;  àràrl  i  fineu  in 
di  bànch  =  diradare  i  ragazzi  nei  banchi. 

srejolaa,  agg.  =  sregolato  :  che  non  ha 
misura,  spocialm.  nella  vita. 

ssc,  =  friggio  :  strepito  o  schioppettio  del 
liquido  0  di  altro  che  frigge  ;  scnt  che 
bèli  sse  che  fànn  i  cotelètt  =  senti  che 
bel  fi'iggio  fanno  le  costolette  ;  sent  el 
ssc  del  biltér  =  senti  il  friggio  del  burro. 

st'  e  sss,  =  st'  :  csclamaz.  per  indicare 
silenzio.  Come  cito. 

sta,  pron.  =  questaj  codesta.  Si  usa  invece 
di  qiiésta,  quando  precode  immediata- 
mente il  nomo  a  cui  si  riferisco  ;  sta 
aera  =  questa  sera  ;  sta  dona  chi  = 
questa  donna  qui  ;  .sta  lètera'làvàspedìda 
in  giornàda  =  questa  lettera  deve  os- 
sero S])edita  in  gioi'nata  .sia;  casa  chi 
Ve  malincònica  come  =  questa  casa  è 
assai  malinconica  ;  sta  màtina  g'hoo 
■minga  fàmm  =  questa  mattina  non  ho 
tàmo. 

sta,  V.  att.  =  staro  :  essere  in  un  luogo 
con  deliberazione  o  volontà,  od  anche  ; 
trovarsi,  star  fei'mo,  rimanere  in  un 
luogo  ;  à  li  orna  ghe  sèmm  e  ghe  sta- 
rèmm  =  a  Roma  ci  siamo  o  ci  staremo. 

1)  Acconsentire,  partecipare  ;  ghe 
stoo  tinca  mi  à  fa  on  bèli  disnà  in 
del  Sàvini  =  ci  sto  anch'io  a  fare  un 
l)cl  pranzo  dal  Savini. 

2)  sta  ben  =  star  bene  :  di  buona 
salute,  sentirsi  bone.  Anche  dello  star 
bone  economicamente,  di  finanza. 

3)  digli  qiièll  che  età  ben  =  dirgli 
quel  che  sta  bone  :  quello  ohe  gli  si 
conviene,  che  gli  spetta,  che  merita. 


4)  Rimettersi  ;  mi  étoo  à  qiièll  che 
fee  viàlter  =  io  sto  a  quello  che  fate  voi. 

5)  Tardare  ;  el  po'  sta  minga  tànt 
à  Degni  =  non  può  star  molto  a  venire. 

6)  Abitare,  dimorare  ;  àdèss  el  età 
pie  à  Mildn,  el  sta  à  Paris  =  ora  non 
sta  più  a  Milano,  sta  a  Parigi. 

7)  Dipendere  ;  se  là  stasa  de  mi, 
éàfièé  giti  àndaa  in  America  dés  vòlt 
=  se  dipendesse  da  me,  sarei  già  an- 
dato in  America  dieci  volte. 

8)  Vivere,  far  la  vita  ;  età  minga 
mal  in  d'on  sii  =  non  farci  vita  a  male. 

9)  Stare  in  un  luogo,  capirci,  en- 
trarci ;  là  mia  mobìlia  là  ghe  età  nò 
in  sto  àpàrtàm,ént  chi  =  la  mia  mo- 
biglia non  ci  sta  in  questo  apparta- 
mento ;  ghe  stèmm  minga  tùli  in  cà- 
rdia =  non  ci  stiamo  tutti  in  carrozza  ; 
Ve  on  pàcck  tròpp  gròéé,  el  ghe  età 
minga  in  sàcòcia  =  è  un  pacco  troppo 
grosso,  non  ci  sta  in  tasca. 

10)  sta  in  sii  quèla  =  star  sull'av- 
viso, stare  in  continua  attenzione,  per 
profittare  di  un'occasione  che  si  presenti. 

11)  sta  de  papa,  de  princip  =  stare 
in  barba  di  micio,  far  vita  gaudente. 

12)  sta  cont...  =  attenersi...  Di  per- 
sone in  quanto  si  seguono  le  loro  dot- 
trine, i  loro  insegnamenti  :  di  cose  che 
si  proferiscono  ad  altre  ;  mi  stoo  coi 
liberai  =  io  sto  coi  liberali  ;  Hi  el  àtà 
con  Rosmini  =  egli  attiene  a  Ro- 
smini ;  stee  cont  là  ciisìna  casalinga, 
àe  vorii  sta  ben  =  attenetevi  alla  cucina 
casalinga,  se  volete  star  bene. 

13)  el  sa  com2  'l  sta  =  sa  quel  che 
gli  spetta:  si  aspetta  quello  che  le  sue 
azioni  gli  hanno  meritato. 

14)  Jà  sta  éii  =  furare,  rubare:  pren- 
dersi più  del  dovuto,  senza  che  chi 
vendo  se  no  accorga. 

16)  là  ghe  età,  là  ghe  età  minga  = 
ò  conveniente,  equo,  onesto  o  no. 

16)  làsà  .sta  =  non  toccare.  Anche 
tralasciar  di  fare. 

17)  ghen  sta  sii  pii  =  è  ì\  colmo:  di 
ciò  che  si  erode  abbia  raggiunto  l'ul- 
timo limito  del  possibile. 

18)  àtà  cantra  =  far  coatro,  essere 
avversario. 

19)  sta  sii  =  vegliare:  stare  alzato  la 
notte  invoco  di  coricarsi;  ed  anche: 
star  sul  grave,  tenero  il  broncio. 

20)  sta.  lì  =  durare,  poter  essere  con- 
servato senza  ammucidire. 


sta 


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sta 


21)  sta  =  noQ  chiedere    altre    carte. 
T.  di  giuoco, 
^tàbièll;    5.    m.    =    stabbiolo,    stalletto, 
stalluccio  :  specialm,  quello  del  porco. 
1)  Per  estens.    di    qualunque    luogo 
sporco,  sudicio. 
.stàbil,*  agg.  =  stabile  :  che  non  è  prov- 
visorio ;    rè    oti   inipiegaa   in  pitLnta 
stàbil  =  è  un  impiegato  in  pianta  stabile. 

1)  Fermo,  coerente  nelle  proprio  idee  ; 
rè  minga  on  legeròtt,  Ve  on  omni 
étàbil  in  di  so  opinion  =  non  è  un 
leggierone;  è  un  uomo  fermo  nelle  suo 
opinioni. 

2)  s.  m.  Proprietà  stabile,  e  specialm. 
una  casa,  un  edificio. 

stàbili,*  V.  att.  =  stabilire:  creare,  decre- 
tare stabilmente  ;  han  stabilii  de  co- 
mincia i  làori  sta  jjrimàréra  =  hanno 
stabilito  di  incominciare  i  lavori  que- 
sta primavera. 

1)  Intonicare  :  dare  una  terza  ed 
ultima  copertura  piìi  liscia  alla  mura- 
glia arricciata  ;  ed  anche  semplic.  :  ar- 
ricciare, dare  al  muro  rinzaffato  {re- 
bocaa)  una  seconda  mano  di  calcina 
per  meglio  pareggiare  le  ineguaglianze 
del  rinzaffo. 

stàbilidura,  s.  f.  =  arricciatui-a,  intonico  : 
la  calce  mescolata  a  rena  finissima 
colla  quale  si  arriccia  o  intonica  il  muro. 

stàbilimènt,  s.  m.  =  stabilimento  :  isti- 
tuto di  pubblica  utilità  ;  ètàbilimènt 
tipogrtlfich,  stàbilimènt  de  bàgn  =  sta- 
bilimento tipogr,,  stabilimento  di  bagni. 

^tàbiliss,*  V.  rifl.  =  stabilirsi  :  farsi  sta- 
bile ;  et  temp  el  se  stàbilisé  pil  =  il 
tempo  non  si  stabilisce  piii,  non  Ngi 
mette  più  al  bello. 

1)  Andare  a  stare,  fissar  la  dimora; 
/'  è  on  min  che  s' hin  àtàbiUi  à  Tilrin  = 
è  un  anno  che  si  sono  stabiliti  a  To- 
rini); Vànn  che  ven  van  à  stàbilisé  à 
Genoa  =  l'anno  venturo  vanno  a  sta- 
bilirsi a  Genova. 

stàclièta,  s.  /".  =  bulletta:  sorta  di  chiodo 
liiccolo  con  capocchia  larga  :  specialm. 
quelli  dello  scarpe  e  dei  tappezzieri. 

1)  bau  stàcheta  o  stàchètt.  Vedi  bi'O- 
chètt,  2). 

2)  tegnì  à  àtàehèta  =  tenere  a  stec- 
chetto :  tenere  a  corto,  far  vivere  uno 
con  gran  parsimonia. 

3)  .<-tò  à  étàckèta.  Vedi  pan,  27). 

4)  stàchètt  de  gàrdfol  =  chiodi  o  chiovi 
di  garofano.  Vedi  gàlòfer,  2). 


stàchètìna,  s.  f.  =  buUettina  :  dim.  di 
bulletta. 

stàclietóna,  s.  f.  =  buUettone  :  bulletta 
grossa,  spesso  con  capocchia  d'ottone  a 
volte  dorata  per  ornamento  di  mobili 
antichi  o  all'antica. 

stadèra,  s.  f.  =  stadera:  lo  stesso  arneso 
che  la  bilancia,  più  grande,  con  un 
piatto  solo  sostenuto  da  catenelle  che 
si  legano  all'estremità  di  un'asticciuola 
di  ferro  e  un  peso  che  si  fa  scorrere 
a  volontà  su  questa  asticciuola  ad  in- 
dicare il  peso  corrispondente  sul  piatto. 

stadere©,  s.  vi.  =  stadoraio,  bilancialo  : 
chi  fa  e  vende  stadere. 

stara,  s.  f.  =  staffa:  specie  di  anello  pen- 
zolo d'ambo  i  lati  della  sella,  in  cui 
il  cavaliere  mette  il  piede. 

1)  Staffa  0  montatoio:  arnese  di  ferro 
su  cui  si  posa  il  piede  per  salire  in 
carrozza  e  discenderne.  Anche:  paletta 
del  predellino. 

2)  Canale  per  le  lamine  :  quello  la 
cui  cavità  è  pochissimo  fonda  e  molto 
larga:  le  sottili  piastre  che  so  ne  cavano 
sono  così  già  avviato  ad  essere  tirate 
in  lamine  col  cilindro. 

3)  Staffa:  specie  di  forma  composta 
di  due  pezzi  simili  di  bronzo  o  di  le- 
gno, quasi  a  foggia  di  due  telaietti  nel 
cui  vano  si  calca  e  si  spiana  argilla 
umida  e  su  questa  si  fa  col  modello 
l'impronta  di  ciò   che  si  vuol   gettare. 

4)  Quella  parte  della  calza  che  passa 
fra  il  collo  del  piede  e  il  calcagno. 

5)  Striscio  di  pelle  o  di  stoffa  sotto 
la  scarpa  per  impedire  che  i  calzoni 
vadano  su. 

6)  Chiamasi  cosi  un  bicchiere  di  vino 
che  ci  si  fa  dare  dall'oste. 

7)  perà  i  staff  =  perdere  la  staffa: 
uscir  di  se,  perdere  la  misura. 

8)  ^1?^/?^  'l  pè  in  dò  staff.  Vedi 
scàrp,  3). 

stàfèta,  s.  f.  =  staffetta:  uomo  a  cavallo 

spedito  a  portare  in  qualche  luogo  o  a 

qualche  persona  una  lettera,  un  plico, 

una  notizia. 

1)  La  locomotiva  che  precede  il  trono 

reale  suUa  strada  ferrata. 
stàfi  e  st.àfil,  *  s.  m.  =    staffile:  sferza 

di  cuoio. 
stafilà,  V.  att.  =  staffilare:  battere  collo 

staffile. 
àt<àfllàda,  s.  f.  =  staffilata:  una  percossa 

di  staffile. 


sta 


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sta 


1)  Motto  pungente,  satirico  ;  in  del 
éò  diécorè  el  g  ha  daa  di  gran  étà/ilàd 
ài  clericài  =  nel  suo  discorso  diede  di 
gran  staffilate  ai  clericali. 
j-tàgli,  V.  att.  =  starci,  entrarci.  Vedi 
sta,  9). 

1)  étàgh  =  acconsentire  a  prender 
parte  a  qualche  cosa. 

2)  a  sttLghela  lì  =  a  far  molto,  a  dir 
molto. 

stàg'ia,  s.  f.  =  staggio:  bastone  che  regge 
i  pioli  nelle  scale  a  mano,  o  qualunque 
lista  di  legno  o  ferro  trasversale  a  so- 
stegno di  qualche  cosa. 

stàgióu,  s.  /".  =  stagione:  ognuna  delle 
quattro  parti  dell'anno. 

1)  mesa  Stàxfiòn  =  mezzo  tempo:  l'au- 
tunno e  la  primavera;  el  j^àltò  de  mesa 
étàgiòn  =  soprabito  leggiero,  di  mezza 
stagione.  Vedi  paltò,  2). 

2)  siieck  e  melón  Ma  eòa  stàgiòn. 
Vedi  inelóii)  1). 

stagiona,  v.  att.  =  stagionare  :  di  cose 
che  acquistano  le  volute  proprietà  in 
un  dato  tempo,  come,  per  esempio,  il 
legno. 

stàgionaa,  agg.  =  stagionato  :  del  legno 
quando  non  è  nuovo  e  che  è  adatto  per 
far  mobili. 

1)  Di    persona  :    che    è,  quasi    fatta 
.  vecchia. 

stàgiouàdura,  s.  f.  =  stagionatura  :  lo 
stagionare,  lo  stagionamento. 

stagli,  s.  m.  =  stagno:  corpo  indecom- 
posto: sorta  di  metallo  grigiastro. 

stagli,  agg.  =  sodo,  saldo,  consistente  : 
che  resiste  abbastanza  al  tatto,  alla 
pressione;  càrna  ètàgna  =  carne  soda; 
ligà  àii  on  fàgòtt  bèli  Stàgn  =  legare 
un  involto-  ben  sodo. 

stagna,  i\  att.  =  stagnare,  ristagnare  : 
coprire  u.n  altro  metallo  collo  stagno,  e 
specialm.  l'interno  dei  rami  di  cucina. 

1)  Tener  duro:  conservare  un  segreto, 
tener  mano  a  una  burla. 

2)  Saldare:  con  giungere  coUo  stagno 
0  il  saldatoio  pozzi  metallici. 

B)  s-tàgnà  H  èàngu  =  ristagnare  il 
sangue:  quando  cessa  di  buttare.  Per 
noi  anche  nel  senso  transitivo  di  far 
cessare  il  sangue. 

4)  Màgntl  'l  ràsèll   =  far   ristagnare 
la  botte:  impedire  che  ne  esca  per  fes- 
sure il  contenuto. 
iitàgnàdura,  s.  f.  =  stagnatura  :  lo  stJi- 
gnare. 


stàgnoeùla,*  s.  f.  =  stagnola  :    foglia  di 

stagno  battuto. 
stala,  s.    f.  =    stalla  :    stanza  a   terreno 

dove  si  tengono  le  bestie,  cioè  cavalli, 

buoi,  vacche,  muli  e  sim. 

1)  iicàpaa  i  bxu,  stlren  là  stala.  Vedi 
boeu,  3). 

2)  te  éee  minga  in  stala  =  non  sei 
in  una  stalla:  si  dice  da  noi  a  chi  fa 
troppo  i  suoi  commodi  e  fa  il  villano. 

3)  pari  dna  stilla  =  essere  come  una 
stalla:  di  luogo  sùdicio,   sporco. 

stàlàss,  s.  m.  =  stallatico,  stallaggio  : 
luogo  dove  si  danno  i  cavalli  a  vet- 
tura, 0  dove  si  dà  ricetto  a  cavalli  di 
fuori  in  viaggio. 

1)  Rimessa  :  quella  dove  i  barocciai 
e  i  vetturini  rimettono  i  loro  veicoli  a 
un  tanto  il  giorno  o  l'ora. 

stàlee,  s.  m.  =  stalliere,  mozzo  di  stalla: 
famiglio  e  servo  che  ha  cura  delle  cose 
della  stalla  e  delle  bestie  che  vi  sono. 

stàlòn,*  s.  m.  =  stallone:  cavallo  intero, 
da  razza. 

stàmàtìiia,  avv.  =  stamattina,  stamane, 
stamani  :  questa  mattina,  la  mattina 
d'oggi. 

stamina,  s.  f.  =  stamina,  stamigna:  pezzo 
di  tela  di  stame  per  colare. 

starnili,  s.  m.  =  stame:  la  parte  più  fine 
e  più  consistente  della  lana. 

stàmp,  s.  ni.  =  stampo,  stampa  ;  stru- 
mento da  imprimere  o  stampare  il  drap- 
po, il  cuoio,  e  sim. 

1)  Stampo:  disco  bucherellato  in  va- 
rio modo  per  dar  forma  alla  pasta  da 
minestra. 

2)  Forma,  cavo:  la  cavità  dove  si  fa 
la  fusione  e  che  ha  la  forma  dell'og- 
getto che  ne  deve  riuscire  e  qualunque 
altro  recipiente  che  dà  la  propria  forma 
al  contenuto, 

3)  Petrella:  forma  di  pietra  o  altra 
materia,  per  gettarvi  piatti  di  stagno 
e  sim. 

4)  *  omen  hin  faa  tiicc  sii  nàtesi- 
stàmp  =  gli  uomini  son  tutti  filati  a 
una  rocca:  son  tutti  compagni. 

stampa,  s.  f.  =  stampa  :  immagine  im- 
pressa con  niacchina  o  rame,  acciaio  e 
sim.  e  la  figura  impressa. 

1)  L'impressione  dei  caratteri  tipo- 
grafici e  di  figaro  sulla  carta,  l'arto 
dello  stampare  e  l'atto  dello  stampare. 

2)  Il  modo  dello  stampare:  il  carat- 
tere di  che  si  servono  por  stampare. 


Kta 


800  — 


sta 


3)  vèsé-  de  V  istèsa  stampa  =  ossero 
della  stessa,  della  medesima  stampa: 
di  cose  fatto  allo  stesso  modo  o  che  si 
somigliano  in  tatto  e  per  tutto,  e  di 
persone  ugualmente  buone  o  cattive. 

4)  dà  Ma  stampa  =  darà  alle  stampo; 
fare  stampare  un  qualche  scritto  da 
pubblicarsi . 

5)  vHeghen  pu  nànca  là  stampa  = 
non  Qssercono  nemmeno  la  stampa:  di 
cosa  della  quale  si  manchi  affatto. 

6)  se  n'è  perdiiil  là  stampa  =  se  n'è 
perduta  la  stampa  :  di  cose  o  persone 
singolari,  rarissime. 

stampa)  V.  alt.  =  stampare  :  imprimerò 
colla  stami)a. 

1)  Comporre  coli'  arte  tipografica  e 
anche  pubblicare. 

2)  Di  rami,  acciai,  incisi  col  bulino 
0  altrimenti. 

3)  Fig. ,  pòss  minga  fall  étàmpti  ; 
dòe  voo  à  stampali?  =  non  posso  stam- 
parlo ;  dove  vado  a  stamparlo  '?  non 
posso  trovarlo  lì  per  lì,  farlo  essere 
subito  come  uno  vuole  :  di  impieghi, 
danari,  oggetti,  e  sim. 

stànipàdór,  s.  m.  =  stampatore  :  colui 
che  stampa. 

1)  Assol.  tipografo:  colui  che  stampa 
libri,  carte  e  sim.  ed  anche  colui  che 
lavora  in  una  stamperia. 

stàiupària,  s.  f.  =  stamperia,  tipografia: 
officina  0  bottega  dove  si  stampa  ;  là 
stàmpària  del  Màèimln  l'è  fùria  di 
mèj  de  Mildn  =  la  stamperia  del  Mas- 
simino  è  una  delle  migliori  di  Milano. 

stampateli,*  s.  m.  =  stampatello  :  carat- 
tere a  mano  che  imita  quello  della 
stampa. 

stàmpéla,*  s.  f.  =  stampella:  le  gruccie 
colle  quali  si  aiutano  a  camminare  gli 
zoppi  e  storpiati. 

stamperìa,*  s.  f.  =  stamperia,  tipografia. 
Vedi  stàmpària. 

stàmpìlia,  s.  f.  =  stampiglia:  stampa  vo- 
lante d'annunzi  e  sim. 

stanga,  s.  f.  =  stanga  :  lunga  e  grossa 
asta  piallata  e  lavorata  per  vari  usi. 

1)  Un  travicello  che  si  pone  attra- 
verso le  imposte  entro  duo  anelli  per 
chiudere. 

2)  dàgh  là  attinga  =  metter  la  stanga: 
chiuder  l'uscio  e  forte. 

3)  i  étàngh  =  le  stanghe:  duo  lunghe 
asto  di  legno  della  carrozza  fra  cui  si 
attacca  il  cavallo. 


4)  Battifianco:  quello  che  divido  nella 
stalla  il  posto  di  un  cavallo  e  quello 
d'un  altro. 

5)  vèéé  vUn  à  stanga  e  r  alter  à  bà- 
lànsin.  Vedi  bàlànsin,  3) 

stàngàda,  s.  f.  =  stangata,  legnata:  colpo 

dato  colla  stanga. 
stànghéta,  s.  f.  =  arpese:  pezzo  di  ferro 

per  tener   insieme   a  catena    le    pietre 

d'un  edifìzio.   . 

1)  Stanghetta:    ferretto    della   toppa 

che,  volto  colla   chiave  serra  od  apre. 
stànghètt,  s.  m.  =  batacchio:  grosso  ba- 
stone. 
stàngóu,  ."?.  m.  =  stangone  :   accresc.  di 

stanga. 

1)  Fig.,  di  persona  alta  e  forte  ;  Ve 

on  étàngòn  de  vUn  che  '/  par  on  grà- 

nàtèr  =  è  uno   stangone    che    pare  un 

granatiere. 
stànócc  e  stànòtt,*  avv.  =  stanotte,  questa 

notte  :  tanto  la  notte  passata  quanto  la 

prossima. 
stànsa,  s.  f.  =  stanza:  ognuna  delle  parti 

per  lo  pili    quadrangolari,    nelle   quali 

è  divisa  una  casa. 

1)  stlnsa  de  lètt,  e  assol.  étànsa  = 
camera  :  stanza  ad  uso  principalmente 
di  dormirvi;  stànsa  de  èpos  =  camera 
da  sposi:  bella,  ben  messa. 

2)  étànsa  à  pian  teren  =  stanza,  ca- 
mei'a  terrena. 

3j  starna  mobiliàda  =  camera  am- 
mobigliata:  che  si  appigiona,  per  lo  più 
a  mese,  colla  mobilia  ;  sta  éHi  stàns 
mobiliaa  =  stare  a  dozzina. 

4)  dà  òrdin  là  stànsa  =  far  la  ca- 
mera: rifare  il  letto,  spazzare  o  fare  gli 
altri  servizi  occorrenti  a  mettere  in  or- 
dine la  camera. 

5)  étànsa  impegnàda  =  stanza  di 
passo:  quella  per  dove  si  passa  p«r  an- 
dare in  un'altra. 

6)  stànsa  di  ^guardar  òbb  =  guarda- 
roba, stanza  degli  armadi.  Vedi  guar- 
daròba. 

stànsàscia,  s.  f.  =  stanzaccia,  cameraccia; 
pegg.  di  stanza,  camera  :  l'è  óna  àtàn- 
éàscia  Umida  come  =  è  una  cameraccia 
molto  umida. 

stànséta,  s.  f.  =  stanzetta,  cameretta  : 
dimin.  vozzegg.  di  stanza,  camera  :  l'è 
óna  bela  étànsHa  tanto  carina  =  è  una 
bella  stanzetta  tanto  carina. 

stànsètìna,  s.  f.  =  camerina,  stanzettina. 

stànsià,*  1^.  att.  =    stanziare  :  assegnare 


sta 


83] 


sto 


stabilmente  una  somma,  uno  stipendio 
e  sini.:  han  étànsiaa  inìla  lir  per  el 
càrnovaa  =  hanno  stanziato  mille  lire 
per  il  carnevale. 

stàusìn,  s.  m.  =  stanzino  :  stanza  picco- 
lissima ;  el  stànéin  de  toelètt  =  lo  stan- 
zino di  toeletta;  el  stànéin  de  làorà  = 
lo  stanzino  da  lavoro. 

stànsòu,  s.  m.  e  stànsòiia,  ò\  f.  =  stan- 
zone, camerone,  stanzona,  camerona  : 
accr.  di  stanza,  camera.  Nell'uso  stàn- 
éòn  è  più  che  étànèòna;  Ve  minga  doma 
dna  étànèòna,  Ve  on  étànéòn  =  non  è 
solamente  una  stanzona,  è  uno  stanzone. 

stàiisuscia,  s.  f.  =  stanzucoia,  camoruc- 
cia  :  dim.  dispreg.  di  stanza,  camera. 

stàntà,  v.  att.  =  stentare  :  durar  fatica, 
arrivare  con  stento  :  con  qùèll  pòceh 
étipéndi  che  H  g'hà  el  étànta  à  vìv  = 
con  quel  poco  stipendio  che  ha  stenta 
a  vivere  ;  attuti  minga  à  cred  =  non 
stento  a  credere  :  credo  senza  difficoltà. 

stàutiì,  agg.  =  stantio,  invietito  :  di  cose 
che  han  perso  freschezza  e  bontà. 

starni,  V.  atl.  =  starnazzare,  sparnazzare  : 
il  battere  delle  ali  che  fa  la  starna  e 
gli  altri  uccelli;  por  noi  specialm.  delle 
anitre  e  delle  oche.  y 

staséra,*  e  stàsìra,  avv.  =  stasera  :  questa 
sera,  la  sera  d'oggi,  del  giorno  che  corre. 

stàsidn,  s.  f.  =  stazione  :  grande  o  pic- 
colo edifìcio  dove  ogni  treno  si  ferma 
per  lasciare  o  prendere  passeggieri  o 
merci,  e  dove  sono  gli  uffici  della  strada 
ferrata. 

1)  T.  occles.:  quelle  della  Via  Crucis. 

stàsioiiàri,  agg.  =  stazionario  :  che  ha 
interrotto  il  suo  movimento,  progresso; 
che  non  procede.  Per  lo  pili  dello  stato 
di  un  ammalato. 

stàt,  s.  m..  =  stato  :  1'  essere,  condizione 
d'una  persona  o  cosa:  ài  étàt  di  ròbb 
come  hin  ineoeu,  gli"  è  pòech  de  sperà 
=  allo  stato  presente  delle  cose  c'è 
poco  da  sperare  :  el  me  càpèll  Ve  àn- 
eàmò  in  bòa  àtàt  =  il  mio  cappello  è 
ancora  in  buono  stato,  in  buone  con- 
dizioni. 

1)  Di  salute,  di  finanze  :  vèéé  in  bon 
étùt  =  trovarsi  in  buono  stato. 

2)  Stato:  paese  retto  da  una  società 
civile,  e  la  società  stessa:  foeùra  de 
Stàt  se  pò  nò  àndti  éènéa  pàéàpòrt  = 
fuori  di  Stato  non  si  può  andare  senza 
passaporto;    òmm  de  étàt    =    uomo  di 


stato  ;  che  ha  le  qualità  opportune  per 
reggere,  governare  uno  Stato. 

3)  Ve  mi'ìga  on  àfàri  de  àtàt  =  non 
è  un  affare  di  stato;  si  dice  a  chi  fa 
gran  scalpore  per  un  nulla. 

4)  étàtmàgiòr  =  stato  maggiore.  Vedi 
màgiòr,  6).. 

statàri,  agg.  =  statario  :  di  giudizio  che 
si  fa  prostamonte  e  con  procedura  piìi 
sollecita,  e  specialm.  per  noi  quelli  che 
il  governo  austriaco  facova  per  condan- 
nare con  apparenza  di  legalità  i  pa- 
triotti. 

statìstica,*  s.  f.  =  statistica  :  scienza  dei 
fatti  sociali  espressa  con  termini  nume- 
rici, e  l'enumerazione  di  cose,  di  fatti 
di  persone,  volta  a  scopo  di  scienza. 

stàtua,  s.  f.  =  statua:  figura  a  tutto  ri- 
lievo rappresentante  un  essere  umano, 
divino,  0  uno  spirito  o  un  animale. 

1)  pari  òna  statila  =  parere  una 
statua  ;  di  chi  sta  immobile  e  in  si- 
lenzio. 

2)  là  stàtua  del  sur  Ineiòda.  E'  il 
titolo  di  una  delle  pivi  graziose  e  al- 
legre conimediole  del  teatro  milanese. 
E'  di  Ferdinando  Fontana. 

stàtiiéta,  s.  f.  =  statuetta,  statuina  :  dimin. 

vezzegg.  di  statua. 
statura,  s.  f.  =  statura  :  altezza  del  corpo 

dalla  pianta  dei  piedi  al  vortice  (negli 

animali  misurano  la  parte  più  elevata), 
stàtiitt,  s.  m.  =  statuto  :    corpo  di  leggi 

che  uno  Stato  dà  a  sé  stesso. 

1)  Regolamento,  legge  che  governa 
una  società,  un'Accademia,  un  Collegio 
e  sim. 

2)  el  di  del  étàtùtt  =  il  giorno  dello 
statuto:  la  prima  domenica  di  giugno 
nella  quale  si  commemora  l'emanazione 
dello  statuto  di  Carlo  Alberto. 

steàrica,*  agg.  femm.  =  stearica:  di  can- 
dela di  grasso  depurato.  Vedi  ceróffiu. 

steca,  s.  f.  =  stecca:  bastone  diritto  di 
più  pezzi  di  legno  commessi  insieme 
che  comincia  grosso  come  un  soldo  o 
finisce    come    un    centesimo  circa,  per 

•    spinger  le  palle  al  biliardo. 

1)  Oggetto  fatto  a  lama  di  coltello 
d'avorio,  d'osso,  di  legno  o  metallo, 
per  lo  più  a  uso  di  piegare  o  tagliar 
carta. 

2)  Per  sim.  quella  usata  dai  calzolai 
per  lustrare  il  suolo. 

3)  0  altro  legno  di  poca  dimensione, 


ste 


802 


ste 


per  vari  usi,  spesso  piatto;  i  stecch  de 
Vombrèla  =  le  stecche  dell'ombrello. 

4)  stècch  déla  fài-èta.  Vedi  mola,  3). 

5)  Voce  stonata  in  chi  canta  o  suona  ; 
Swca  7  Tàmtigno  quèj  vòlta  l'ha  eiàpcia 
dna  quttj  stèca  =  anche  TamagQO  qual- 
che volta  fece  qualche  stecca. 

6)  Paraguanto,  mancia  ;  l'ha  tràtaa 
ben  Vàfàri,  ma  'l  g'hà  àviiii  tinca  dna 
étèca  de  mila  frànch  =  trattò  bene 
l'affare,  ma  ebbe  però  un  paraguanto 
di  mille  franchi. 

7)  ciàpà  là  stèca  =  avere  avuto, 
prendere,  pigliare  il  boccone  :  di  chi 
si  lascia  corrompere  da  donativi. 

stecà,  V.  att.  =  inlardare,  inagliare.  Vedi 
instàchetà,  1). 

stècàda,  s.  f.  =  steccato,  palancato,  im- 
palancata :  chiusura  di  stecche,  d'assi 
0  panconi  in  piedi,  con  pali  per  tra- 
verso, per  impedire  il  passaggio, 

stèccli,  s.  m.  =  stecchino,  stuzzicadenti  : 
piccolo  stecco  e  sottile  per  nettarsi  tra 
dente  e  dente  dopo  aver  mangiato. 

1)  màgher  come  on  stecch  =  magro 
come  un  chiodo  :  magro  allampanato, 
magassimo. 

2)  hin  dìiii  étècch  =  son  due  stecchi, 
due  canne  :  diciamo  noi  delle  braccia 
e  delle  gambe  sottilissime  per  magrezza. 

3)  tiraa  còme  on  stècch  =  stecchito: 
morto,  finito  ;  coni  dna  corteltida  l'ha 
traa  là  tiraci  coyne  on  stècch  =  con 
una  coltellata  lo  stese  stecchito. 

stechèta,  (tegni  à)  =  tenere  a  stecchetto. 

Vedi  pan,  27). 
stecola,  s.    f.  =    stecca  :    strumento   dei 

fornaciai. 
stee,  s.  in.  =  staio  :  misura  di    capacità 

delle  biade  e  civaie  ;  è  1'  ottava   parte 

di  un  moggio  e  contiene  litri  18,25.  Va 

disusando. 

1)  Deretano.  Voce  famigliare. 

2)  ètàgh  à  tUti  étee  =  stare  ad  ogni 
partito^  accomodarsi  a  tutto. 

stèla,  s.  f.  =  stella  :  qualunque  astro 
luminoso  che  par  fisso  nel  cielo. 

1)  stèli  càdént  =  stelle  cadenti  :  cor- 
puscoli materiali  che  circolano  come  i 
pianeti  intorno  al  sole  e  formanti  grappi 
che  urtati  dalla  terra  si  infiammano. 

2)  stèla  comèta,  =  cometa,  stella  co- 
meta :  noto  corpo  coleste  che  sta  fra 
il  pianeta  e  le  nebulose  con  nucleo  e 
chioma  o  coda. 

3)  stèla  comèta  =  aquilone:  balocco 


consistente  in  un  pezzo  di  carta  mon- 
tato su  cannucce,  che  tirato  contro 
vento  per  mezzo  di  un  filo,  jniò  in- 
nalzarsi e  sostenersi  per  aria. 

4)  étèla  d'dra  =  splendente  amorino  : 
modo  affettuoso  col  quale  ci  rivolgiamo 
specialm.  a'  bambini. 

5)  vede  i  stèli  =  veder  le  stelle  : 
quando  per  percossa  o  altro  si  sente 
un  gran  dolore  e  acuto. 

6)  nàsiiii  éòtt  dna  bòna,  ò  dna  cà- 
tìva  stèla  =  nato  sotto  buona,  sotto 
cattis^a  stella  :  fortunato  o  no. 

7)  porta  ài  stèli  =  alzare  alle  stelle  : 
levare  a  cielo  ;  lodare  eccessivamente. 

8)  /'  albèrgo  déla  stèla  =  albergo 
della  stella  :  è  insegna  comune  di  molti 
alberghi,  ma  si  usa  anche  scherz.  per 
dire  di  chi  dorme  all'aperta,  non  sotto 
tetto. 

9)  orfanotròfi  dèla  Stèla  =  il  nostro 
orfanotrofio  femminile. 

10)  Asterisco.  T.  di  stam]). 
stelèta,  s.  f.  =  stellina,  giacoraina  :  pa- 
sta da  minestra  tagliata  in   forma    di 
stelle  piccole. 

steliua,  s.  f.  =  bigallina  :  bambina  alle- 
vata nell'orfanotrofio  della  Stella. 

1)  Innocentina  :  se  è  figlia  dell'ospe- 
dale e  non  conosce  i  genitori. 

stèrna,*  s.  m.  =  stemma,  arme  :  arme 
gentilizia,  o  quella  di  una  città. 

steinègiia,  s.  m.  =  stillino,  avaraccio, 
taccagno,  gretto  :  che  nello  spendere 
teme  sempre  di  spender  troppo. 

stemègnària,  s.  f.  =  gretteria,  tacca- 
gneria, spilorceria  :  meschinità  nello 
spendere. 

steiuègiióu,  s.  m.  =  gretto,  taccagno. 
Come  stemégua. 

stènd,  r.  att.  =  stendere.  Noi  l'usiamo 
soltanto  nella  frase  èténd  el  contràtt  = 
stendere  il  contratto,  e  sim. 

stendàrd,  s.  m.  =  stendardo,  gonfalone: 
vessillo  ecclesiastico  ;  el  stendàrd  déla 
Màdòna,  l'è  tiitt  ricàmaa  in  òr  =  lo 
stendardo  della  Madonna  è  tutto  rica- 
mato in  oro. 

stenografa,*  v.  att.  =  stenografare  :  scri- 
vere con  segni  stenografici. 

stenografìa,  s.  f  =  stenografia  :  l'arte 
di  scrivere  con  segni  abbreviati  delle 
parole. 

stenogràflcli,  *  agg.  =  stenografico  :  di 
discorsi,  relazioni,  prediche,  ecc.,  rac- 
colte dalla  viva  voce  dell'oratore  colla 


ste 


-  803  - 


sti 


stenografia  ;  el  resocunt  stenogràfich 
dèla  Càmera  =  il  resoconto  stenogra- 
fico della  Camera. 

stenògrafo,*  s.  m.  =  stenografo  :  colui 
che  scrive  stenograficamente. 

stenta,  f.  att.  =  stentare.  Vedi  stàntà. 

stentàrèll,  s.  m.  =  stenterello  :  maschera 
del  teatro  fiorentino,  e  1'  attore  che  la 
rappresenta. 

stenti,  (a)  =  con  stento,  con  pena,  con 
gran  fatica. 

stereotipa,*  v.  att.  =  stereotipare  :  ri- 
produrre per  mezzo  della  stereotipia. 

stereotipia,    s.  f.    =  stereotipia  :  la   ri- 
produzione delle   pagine    composte  coi 
lipi  mobili  in  lastre  fisse  che  si  stam- 
.  pano  senza  scomporsi  mai. 

1)  Le  pagine  stesse  così  riprodotte  : 
là  étereotipia  èe  pò  minga  corégela  = 
la  stereotipia  non  si  può  correggere. 

sterilisà,  *  «-'.  att.  =  sterilizzare  :  ren- 
dere immune  da  microbi  dannosi  alla 
salute.  E'  nova  la  voce  del  dialetto, 
come  e  nova  nella  lingua  ed  è  nova 
la  cosa. 

sterlina,  s.  f.  =  sterlina:  di  moneta 
0  lira  inglese  d'  oro,  che  vale  circa 
venticinque  lire  italiane;  Ve  on  cavali 
de  còrsa  che  vàr  di  éterlin  tanti  =  è 
un  cavallo  da  corsa  che  vale  di  molte 
sterline. 

sterni,  r,  att.  =  fare  l'impatto,  il  letto, 
per  il  bestiame. 

sterno,  s.  m.  =  pagliuolo:  tavolato  mo- 
bile che  si  fa  sul  fondo  delle  barche. 

stérsa,  s.  f.  =  sterzo:  l'ordigno  sul  quale 
gira  la  parte  dinanzi  della  carrozza, 
quella  dove  sono  le  ruote   più  piccole. 

stèrsà,  V.  att.  =  sterzare:  girare  sullo 
sterzo  un  veicolo,  uoa  carrozza. 

stèrsàda,  s.  f.  =  sterzatura  :  lo  sterzare 
e  l'effetto  dello  sterzare;  Vhà  podiiu 
échivti  el  pàràcàì\  ma  cont  òna  stèr- 
sàda del  cliàol  =  ha  potuto  schivare  il 
paracarro,  ma  con  una  sterzatura  del 
diavolo. 

stèsa,*  agg.  al  femm.  stésa  =  stesso, 
stessa;  il  medesimo,  la  medesima; 
ètan  tiitt  diiii  in  là  étèàa  cà  =  stanno 
tutt'e  due  nella  stessa  casa.  Usasi  per 
lo  più  al  femm.  e  se  precede  imme- 
diatamente il  nome.  Se  novedi  istèss. 
1)  Proprio  lui,  lei,  loro  :  el  dtsen  i 
fìreii  ètèèà,  che  Ve  on  brào  profeéòr  = 
lo  dicono  gli  stessi  ragazzi  che  è  un 
buon  professore;  me   Vhà    ditt  so  2ìà- 


der  stèse  che  le  tira  faeùra  de  colég  = 
me  lo  disse  suo  padre  stesso  che  lo 
leva  di  collegio. 

Steven,  s.  m.  =  Stefano  :  nome  proprio 
di  uomo. 

1)  Voce  scherz.  per  deretano  deriv. 
da  stee. 

stevenin,  nella  frase  pàder,  fioeù  e  ste- 
ventn,  che  diciamo  per  celia,  vedendo 
tre  persone  insieme. 

sti,  pron.  =  questi,  codesti.  Usa  invece 
di  qiiésti  0  qiiisti  quando  precede 
immediatamente  il  nome  a  cui  si  rife- 
risce :  hin  bònn  sti  briign  =  son  buone 
queste  susine  ;  hin  éàvi  sti  fioeu  ?  = 
son  savi  codesti  ragazzi?;  mi  vceUri 
ilo  èentinn  de  éti  ròbb  =  io  non  ne 
voglio  sentire  di  codeste  cose  ;  à  sti 
eiàr  de  luna  gh'è  pòcch  de  sia  àlègher 
=  a  questi  lumi  di  luna  c'è  poco  da 
stare  allegri. 

stifèlius,  s.  m.  =  soprabito:  veste  che 
si  serra  a  vita  e  ha  falda  che  scende 
fino  a  mezza  coscia  e  copre  tutt'intorno 
la  persona  quasi  corto  gonnellino. 

stil,  s.  m.  =  stile  :  modo  di  scrivere  di 
un  autore  rispetto  all'arte;  el  ètti  del 
d'Animsio  Ve  on  poo  tròpp  àmpolòs  = 
lo  stile  dol  D'Annunzio  è  un  po'  troppo 
ampolloso. 

1)  Stile,  costume  ;  el  g'hà  là  mobì- 
lia in  stil  àntich  =  ha  la  mobilia  in 
stile  antico  ;  àdèss  per  i  mòbil  gh'è 
de  moda  el  stil  àia  Lii%  chèns  =  ora 
per  i  mobili  è  di  moda  lo  stile  alla 
Luigi  XV. 

stilètàda,  s.  f.  =  stillettata  :  colpo  dato 
collo  stile;  ferita  prodotta  con  lo  stile. 
Anche  in  senso  fig. 

stilètt,  s.  m.  =  stiletto  :  stile  un  po' 
più  piccolo;  el  g'hà  daa  òna  stilètàda 
cont  on  stilètt  che  èe  vedeva  quasi 
nàìica  =  gli  diede  una  stilettata  con 
uno  stilletto  che  quasi  non  si  vedeva. 

stili,  s.  m.  =  stile:  specie  di  pugnale, 
arma  micidialissima  ;  van  èéniper  àtomo 
col  stili  anca  i  dònn  in  ehii  élt  = 
vanno  intorno  sempre  collo  stile  anche 
le  donne  in  corti  luoghi. 

stima,  s.  f.  =  stima  :  lo  stimare  e  il 
prezzo  assegnato;  l'ha  venduU  là  cà  à 
on  prèsi  ài  de  sòtt  déla  étìma  =  ha 
venduto  la  casa  a  un  prezzo  al  di  sotto 
della  stima. 

1'  Fig.  Buona  opinione:  el  gòd  òna 
gran   stima    à    Milàn    Vàoeàit    Liiìgi 


sti 


-  804  - 


sti 


Rdéi  =    gode  una  gran  stima  a  Milano 
l'avvocato  Luigi  Rossi. 

2)  vègli  stima  di' dna  perédna  =  fare 
stima  di  una  persona,  averla  in  buon 
concetto,  in  buona  opinione;  mi  g'hoo 
dna  gran  stima  de  V  Aècoli  per  el  so 
ingégn  e  per  là  eoa  bontaa  =  io  ho 
una  gran  stima  dell'Ascoli  per  il  suo 
ingegno  e  per  la  sua  bontà. 

3)  vègh  étima  de  vUn  =  aver  stima 
d'uno  ;  stimarlo  dabbene,  galantuomo  : 
cosà  te  vceutt?  mi  del  tò  ragionati 
g'hoo  niéùna  stima  =  cb.e  vuoi?  io 
del  tuo  ragioniere  non  ho  alcuna  stima. 

stima,  V.  att.  =  stimare,  valutare  :  asse- 
gnare il  valore  di  una  cosa  :  el  me  oro- 
lògg  d'àrgént  Vhan  stimaa  trénta  lir 
=  il  mio  orologio  d'  argento  l'hanno 
stimato  trenta  lire. 

1)  Avere  stima,  opinione  ;  pregiare 
tenere  in  conto  :  mi  ètimi  pusee  on 
gàlàntòmm  che  on  seior  =  io  stimo  di 
più  un  galantuomo,  che  un  ricco  si- 
gnore ;  r  è  jnisee  de  àtimtl  dna  dona 
bona  che  dna  dona  bdla  =  è  più  da 
stimare  una  donna  buona  che  una 
donna  bella. 

2)  étimti  i  ànn  =  dare  gli  anni  ad 
alcuno:  indovinare  quanti  anni  ha. 

stiiuàbil,  *  agg.  =  stimabile  :  degno  di 
stima. 

stiiuàdòr,  s.  m.  =  stimatore,  perito:  per- 
sona dell'aite  chiamata  a  stimare  il  va- 
lore di  oggetti. 


stimàss. 


rifl.    =    stimarsi  :    credersi, 


ritenersi;  el  se  étima  on  gran  brào, 
ma  invéce  el  vàr  pòech  =  si  stima 
molto  bravo,  ma  invece  vai  poco. 

1)  Ingarzullivo  :  compiacersi  per  una 
cosa  senza  fondamento  e  fatua. 

2)  Tenersene:  Ve  on  brtto  fiosu:  là 
eòa  marna  là  pò  stimàès  =  è  un  bravo 
figliuolo  ;  la  sua  mamma  se  ne  può 
tenere. 

3)  Pavoneggiarsi  ;  fare  il  pavone  ; 
mostrarsi  vanaglorioso:  perchè  l'è  ve- 
stida  polid  qiièla  sdora  li  là  Se  Stima 
come  =  perchè  è  ben  vestita,  quella 
signora  li  si  pavoneggia  assai. 

stiinui,  (à)  avv.  =  a  giudizio,  a  discrezione 
a  occhio  e  croce  :  mi  ha  tninga  m,i- 
siiraa  i  càstègn,  mi  ha  daa  insci  à 
stimm  =  non  me  le  ha  misurate  le  ca- 
stagne, me  le  diede  così  a  occhio  e 
croce. 


stiucaa,  agg.  =  stecchito,  finito.  Vedi 
stècch,  1). 

stìucli,  s.  m.  =  stinco:  osso  deUa  gamba 
dal  ginocchio  in  giù  :  l'ha  prdpi  pieaa 
'  l  ètinch  in  del  spigol  del  mar  e  l'ha 
éentii  on  dolor  fortìèitn  =  ha  proprio 
battuto  lo  stinco  enti'o  lo  spigolo  del 
muro  ed  ha  sentito  un  dolore  foi-tissimo. 
1)  Agg.  rigido,  duro  :  non  pieghevole: 
gKè  restaa  là  gamba  Stinca  =  gli  è 
rimasta  la  gamba  rigida. 

stipèndi,  s.  m.  =  stipendio,  emolumento: 
quel  tanto  di  danaro  che  vien  dato  an- 
nualmente 0  mensilmente  a  un  impie- 
gato: in  Italia  qiiìj  che  ladra  men, 
hin  qiiij  che  ciàpa  i  stipèndi  piisee 
gròss  =  in  Italia  quelli  che  lavorano 
meno,  pigliano  gli  stipendi  più  grossi: 
quànd  on  profeéor  el  g'hà  tremila  lir 
de  Stipèndi^  el  pò  ciàmàss  fortilnaa  = 
quando  un  professore  ha  tremila  lire  di 
stipendio,  può  dirsi  fortunato. 

stipendiaa,  agg.  =  stipendiato:  che  riceve 
uno  stipendio. 

stìpit,  s.  m.  =  stipite  :  le  parti  laterali 
dell'uscio  che  poggiano  sulla  soglia  e 
reggono  l'architrave,  ed  anche  il  rive- 
stimento di  legno  verniciato  di  esse 
parti. 

stipula,  V.  att.  =  stipulare  :  distendere, 
redigere  un  contratto,  colle  formule 
legali. 

stiramént,  s.  m.  =  stiramento  :  lo  sti- 
rarsi della  persona,  dei  nervi. 

stìsa,  s.  f.  =  stizza,  collera,  bizza  :  ira 
momentanea,  superficiale  e  per  cose  di 
poco  conto:  à  vede  cèrti  ròbb  me  ven 
òna  stisa  de  no  di  =  vedendo  certe 
cose  mi  viene  una  stizza  da  non  si  dire. 
1)  stisa  bile  =  atrabile  :  umor  nero 
che  ci  rende  acri  e  stizzosi.  E  anche 
amarezza  e  disin-ezzo  contro  persone 
che  si  manifesta  più  che  altro  nelle 
parole  e  nel  modo  di  trattare. 

stisiss^  V.  rifl.  =  stizzire,  imbizzire  : 
prendere  stizza,  montare  in  collera,  in 
stizza. 

stisós,  agg.  =  stizzoso,  bizzoso:  che  si 
lascia  pigliar  dalla  stizza,  dalla  bizza; 
che  fa  delle  bizze.  * 

stìsosèll,  agg.  =  stizzosetto,    bizzosino  ;     « 
dimin.  di  stizzoso,  bizzoso. 

stìticli,  *  agg.  =  stitico  :  che  va  rado  di 
corpo  e  con  qualche  fatica. 

1)  Stillino;  di  persona  che  stilla  su 
tutto,  tirata  per  il  denaro. 


sti 


805 


sto 


stivali,*  s.  m.  =  stivale.  Vedi  il  più  usato 
strivàll,  anche  pei  derivati. 

sto,  pron.  =  questo,  codesto.  Usa  invece 
di  ([iiést,  quando  precede  immediata- 
mente il  nome  a  cui  si  riferisce. 

stóbia,  s.  f.  =  stoppia  :  la  paglia  che  ri- 
mane sul  campo,  segate  le  biade. 

1)  i  étobi  =  le  stoppie  :  il  campo  con 
la  stoppia. 

stocàda,  s.  f.  =  stoccata:  colpo  di  stocco 
e  al  fig.  richiesta  di  denaro.  Se  il  de- 
naro non  è  solamente  chiesto,  ma  è 
levato  di  sotto  per  inganno,  si  dice  : 
frecciata.  El  m'ha  daa  òna  stocàda  de 
mnt  lir  =  mi  diede  una  frecciata  di 
venti  lire;  me  le  portò  via  levandomele 
per  inganno. 

stocàdòr,  s.  m.  =  frecciatore,  chiedono. 
Vedi  bàtidòr. 

stòcàflss,  s.  m.  =  stoccafisso  :  pesce  sa- 
lato più  secco  del  baccalà. 

stòccli,  s.m.  =  stocco  :  arme  bianca  ma- 
nevole di  varie  sorti  e  vari  usi  e  so- 
litamente per  ferir  di  punta. 

1)  La  spada  entro  il  bastone  e  il 
bastone  con  quella  :  el  va  vitii  fomra 
de  cà  éema  H  stòcch  =  non  esce  mai 
di  casa  senza  lo  stocco. 

2)  Stecca:  pezzo  di  legno,  anterior- 
mente tagliato  a  schiso,  sul  quale  l'o- 
refice appoggia  i  pezzi  da  lavorarsi  per 
lo  più  colla  lima. 

stcetìrla  o  meglio  stoeùra,  s.  f.  =  stuoia; 
tessuto  di  sala  col  quale  si  ricopre  di 
iuverno  il  pavimento,  e  in  qualche 
luogo  d'  estate  si  riparano  le  finestre 
dal  sole. 

1)  Cercine:  panno  avvolto  a  uso  cer- 
chio che  mettono  sul  capo  per  portarvi 
roba. 

stòfa,  s.  f.  =  stoffa:  drappo  di  seta,  lana, 
velluto  e  sim.  per  fare  abiti  da  donna 
0  per  uso  di  tappezzeria:  el  me  éàrt 
el  glie  mètt  doma  là  fàtùra;  là  stòfa 
ghe  là  doo  vii  =  il  mio  sarto  non  ci 
mette  che  la  fattura;  la  stoffa  gliela  dò 
io  ;domti  in  là  étòfa  V  è  on  veétii  che 
costa  pusee  de  cent  lir  =  soltanto  per 
la  stoifa  è  un  vestito  che  costa  più  di 
cento  lire. 

1)  étòfa  càneté  =  cordellone  ;  drappo 
di  seta  o  lana  a  corde  rilevate. 

2)  negosiànt  de  àtòff.  Vedi  nego> 
siant,  1). 

3)  gh'  è  poca  stòfa,  gh'  è  minga  de 
Stòfa  =  c'è  poca  stoffa,  non  c'è  stoffa; 


di  pers.  a  cui  manca  qualche  cosa  per 
riuscire  quello  che  vorrebbe,  o  a  cui 
sarebbe  indirizzato. 

4)  Capitale,  bel  soggetto ,  arnese  : 
qilèll  iiìj  che  stòfa  !  =  quello  che  stoffa, 
che  capitale! 

stoich,  agg.  =  filosofo,  strano,  originale. 

stolrceii,  s.  tn,  =  ciambella:  quel  cerchio 
di  sala  che  talvolta  si  sottopone  alle 
pentole  perchè  non  insudicino  la  tavola. 

stola,  s.  f.  =  stola  :  striscia  di  drappo 
che  il  sacerdote  mette  sopra  il  camice 
0  sopra  la  cotta. 

1)  Per  simil.  le  strisce  degli  abiti  don- 
neschi e  specialm.  delle  mantiglie. 

stoich,  s.  m.  =  gallo  0  fagiano  alpestre 
minore.  Vedi  àstórg. 

stomatlch,  *  agg.  =  stomatico  :  di  cose 
che  confortano  lo  stomaco. 

stoiiiegà,  V.  att.  =  stomacare,  dare  allo 
stomaco;  rivoltare  lo  stomaco  per  nausea. 

stómegrli,  s.  771.  =  stomaco:  viscere  del 
petto  che  è  l'organo  principale  della 
digestione  :  vèsé  fòrt,  delicaa  de  étò- 
Tnegh  =  essere  forte,  delicato  di  stomaco. 

1)  giUétà  '1  stòmegh  =  accomodare, 
raccomodare,  abbracciare  lo  stomaco  ; 
si  dice  di  bevanda  e  specialmente  di 
vino  che  gusti  e  conforti.  Diciamo  anche 
tirtL  sii  'l  stòmegh. 

2)  gioàétà  7  stòmegh  =  sconcertare, 
scomodare  lo  stomaco  :  dare  allo  sto- 
maco cibo  0  bevanda  che  ne  disordina 
0  impaccia  le  funzioni. 

3)  Martin  bòn  stòmegh  =  buon  sto- 
maco: chi  mangia  senza  ripugnanza 
cose  anche  disgustose.  Fig.  che  accetta 
vantaggi  senza  far  nessun  conto  della 
sua  dignità. 

4)  vègh  on  stòmegh  de  struse,  de  fèr 
=  avere  uno  stomaco  da  struzzo,  di 
ferro  :  che  digerisce  facilmente  le  cose 
più  indigeste.  Invece  vègh  el  Stòmegh 
àndaa,  desfaa  =  avere  lo  stomaco  ro- 
vinato, a  mal  partito:  che  non  digerisce 
se  non  con  grande  stento. 

5)  rivolta  'l  étòmegh  =  rivoltare  lo 
stomaco  :  muovere  lo  stomaco,  far  venir 
voglia  di  vomitare.  Anche  invèrsa  7 
étòmegh. 

6)  hi  boca  del  stòmegh  =  la  bocca 
dello  stomaco;  la  parte  superiore,  il 
punto  dove  l' esofago  mette  nello  stomaco. 

7)  Stomaco,  petto  ;  la  parto  della  per- 
sona che  sta  nello  stomaco,  il  davanti 


sto 


-  806  - 


sto 


vèss  làrgh  de  étdmegh  =    essere   largo 
di  stomaco. 

8)  vègh  éiil  étdmegh  =  aver  sul  petto, 
sul  cuore  :  di  pensiero,  di  cura,  che  ci 
pesi,  ci  affanni. 

9)  bàtes  el  étdmegh  =  battersi,  per- 
cuotersi il  petto  ;  dàgh  on  piign  in  del 
étoviegh  =  dargli  un  pugno  nel  petto, 
nello  stomaco. 

10)  là  pèéa  del  Uòmegh  =  toppino. 
Vedi  pésa,  6). 

11)  eiàpti  vHn  per  el  étdmegh  =  pi- 
gliare, prendere  uno  per  il  petto;  af= 
ferrarlo  per  le  vesti  che  coprono  il  petto. 

12)  Delle  donne,  il  seno,  le  mam- 
melle; là  g'hà  tanto  étdmegh  =  ha  molto 
petto  :  là  pò  m,ìnga  àlàtà  perchè  là 
g'hà  'l  étdmegh  tiitt  pién  de  éédol  =  non 
può  allattare  perchè  ha  il  petto  tutto 
pieno  di  setole. 

13)  vègh  el  pel  éiil  étdmegh  =  avere 
il  cuore  con  tanto  di  pelo. 

Vedi  pel,  4). 

14)  Coraggio,  ardore  ;  el  g'hà  '  l  étd- 
megh de  fall,  qiièll  li  =  ha  lo  stomaco 
di  farlo,  quello  lì. 

15)  fa  di  étdmegh.  Di  chi  fa  cose 
che  rivoltano  lo  stomaco,  specialm.  nel 
curare  gli  ammalati,  i  vecchi,  gli  sce- 
mi, eco. 

stomeghìn,  s.  m,.  =  pettino  :  piccolo 
petto.  Dim.  di  stómeg'h,  12). 

stomegòn,  s.  m.  =  pettone  :  petto  ab- 
bondante. Accresc.  di  stómeg'h,  12). 

stona,  V.  alt.  =  stonare  :  escir  di  tono  ; 
non  essere  in  tono:  el  càuta  con  sen- 
tim.int,  viàH  étdna  qicàsi  sémper    = 
canta  con  sentimento,  ma  stona   quasi 
sempre. 

1)  Di  cose:  non  convenire  alle  altre; 
non  attagliarsi  :  qiiHci  eràvtta  lì  là 
stdna  col  rcét  del  veétii  =  quella  cra- 
vatta stona  col  resto  dol  vestito;  el  verd 
évi  rdsa  l' è  on  color  che  étdna  =  il 
verde  sul  rosa  è  un  colore  che   stona. 

stoiiàdura,*  s.  f.  =  stonatura:  lo  stonai-e. 

stòpa,  s.  f  =  stoppa,  capecchio:  ciò  che 
avanza  dopo  pettinato  il  lino  o  la  ca- 
napa, che  serve  per  imbottiture  di  mo- 
bili, per  fare  stopacci  e  sim.  e  anche 
per  filare. 

1)  vègh  i  man  de  étopa  =  aver  le 
mani  di  lolla  :  che  non  sanno  tener 
saldo  nulla. 

2)  Di  .carne  tigliosa,  dura:  éto  màrié 


incoeu  l'è  étopa  =  questo  manzo  oggi  è 
stoppa. 

3)  vèéé  imbroiaa  còme  on  poresìn 
in  là  étopa  =  essere  imbrogliato  come 
un  pulcino  nella  stoppa:  molto  confuso: 
di  chi  non  si  sa  districare  da  difficoltà 
anche  non  grandi. 

4)  òmm  de  stòpa  =  uomo  balordo, 
insensato. 

5)  Stoppa,  cotta,  balla:  sbornia,  ub- 
briachezza:  l'ha  ciàpaa  dna  stòpa  che  'l 
pò  ntinca  età  in  pee  =  ha  preso  una 
stoppa  che  non  si  può  regger  dritto. 

stopà,  V.  att.  =  stoppare:  turare  con  la 
stoppa  0  con  altro  che  di  simile  :  étopà 
là  botèlia  =  stoppare  la  bottiglia;  étopà 
i  boeucc  =  stoppare  i  buchi. 

Ij  Accecare  :  étopà  dna  fèniàtra  = 
accecare  una  finestra:  murarla  o  fare 
un  muro  dirimpetto,  tanto  da  levar  la 
luce;  étopà  on  fòss,  on  canài  =  acce- 
care un  fosso,  un  canale:  farci  entrare 
0  buttarci  delle  materie,  riempirlo. 

stòpàboeucc,  s.  m.  =  comodino:  di  per- 
sona che  è  adoperata  in  qualche  affare 
in  modo  indiscreto,  umiliante  per  co- 
prire chi  lo  fa  :  ed  anche  di  persona  a 
cui  si  usa  una  cortesia,  si  fa  un  invito 
che  dovrebbe  e  non  può  essere  usata, 
fatto  ad  un  altro;  oppure  di  chi  si  in- 
vita per  riempitivo,  per  es.,  il  quat- 
tordicesimo, per  non  essere  in  tredici. 
Vedi  comodin. 

stòpàg'òss,  s.  m.  =  ingesso:  boccone  che 
fa  intoppo  alla  gola. 

stopàsc,  s.  m.  =  zaffo.  Vedi  stoporón. 

stopàss,  V.  ri/I.  =  ingorgarsi,  turarsi:  di 
canali,  che  restano  accecati  per  materia 
che  v'entri  da  sé. 

stopin,  s.  m.  =  stoppino,  lucignolo  ;  filo 
di  bambagia  a  più  doppi  che  forma 
come  l'anima  delle  candele,  o  che  si 
immerge  nell'olio  e  si  accende. 

1)  étopìn  déla  lùeèrna  =  calza,  lu- 
cignolo a  calza  :  quello  in  forma  di 
nastro  per  le  lucerne,  o  quel  piccolo 
tubo  di  bambagia  fatto  a  maglia  che 
nelle  lucerne  fa  le  veci  di  lucignolo. 

2)  étopìn  del  càrimaa  =  stoppaccio: 
stoppa  0  bambagia  messa  nel  calamaio, 
perchè  si  inzuppi  d'inchiostro  e  sia  men 
facile  il  versarlo. 

stoporón,  s.  m.  =  tappo,   zaffo  :    turac- 
ciolo grosso  per  botti,  damigiane  e  sim.    | 
stopòs,*  agg.  =  stopposo  :  chi  è  come  la 


sto 


—  807  — 


sto 


I 

I 


stoppa:  specialin.  di  carni  cotte,  tigliose 
e  dure. 

storà,  V.  alt.  =  aduggiare,  uggire,  aug- 
gire: dar  fastidio,  seccare:  cèrti  profe' 
à()r  stòren  rànima  di  scolar  =  certi  pro- 
te.--3ori  aduggiano  l'anima  degli  scolari. 

sitoràda,  s.  f.  =  noia,  fatica,  affaticamento: 
l'essere  stanchi  e  noiati  insieme, 

stòràpèver,  s.  m.  =  aduggiatore,  secca- 
tore, noioso:  chi  assedia  qualcuno  e  lo. 
ad  uggia,  lo  secca,  lo  annoia. 

stòrbàluna,  s.  m.  =  lunatico  :  che  è  di 
cervello  poco  stabile  e  di  tanto  in  tanto 
si  arrabbia  anclie  senza  ragione. 

stordì,  V.  att.  =  stordire:  produrre  nella 
mente  uu  senso  di  sbalordimento  o  di 
stupore  :  con  tuti  i  so  ciàcer  el  me 
stordiss  =  con  tutte  le  sae  chiacchiere 
mi  stordisce. 

stordii,  agg.  =  stordito,  balordo,  rinton- 
tito :  che  non  sa  quel  che  si  fa,  che  di 
tutto  molto  facilmente  si  dimentica. 

storee,  s.  m.  =  stuoiaio:  venditore  e  fa- 
citor  di  stuoie,  ed  anche:  tappezziere: 
quello  che  mette  in  opera  e  leva  i  tap- 
peti sui  pavimenti  delle  stanze:  bisogna 
ciàmà  el  storee  per  mètt  giò  i  tàpee  = 
bisogna  chiamare  lo  stuoiaio,  il  tap- 
pezziere, perchè  metta  i  tfippeti. 

stòrg',  s.  m.  =  gallo  o  fagiano  alpestre 
minore.  Vedi  àstorg'. 

stòrg',  V.  att.  =  storcere,  torcere:  voltare 
dalla  dritta  linea  o  condizione  naturale: 
torcere  a  forza  e  stravolgendo. 

1)  Spremere  torcendo:  stòrg  i  pàgn 
spremere  i  panni:  quando  sono  inzup- 
pati, per  farne  uscire  l'acqua  alla  grossa. 

2)  stòrg  ròsa  del  còli  =  stoi'cere  il 
collo,  impiccare,  tirare  il  collo:  d'uomini 
e  d'animali. 

torgiuda,  s.  f.    torcimento,    torcitura  : 

l'effetto  e  l'atto  del  torcere. 
stòria,  s.  f.  =  storia:  racconto  dei  fatti 
dei  popoli  degni  di  memoria  :  là  étòria 
romàna  =  la  storia  romana  ;  là  étòria 
dèla  Rivolusiòn  fràncésa  =  la  storia 
della  Rivoluzione  francese. 

1)  Di  persone  singole  o  di  famiglia  : 
e  qiièsta  V  è  là  mìa  dolorosa  stòria  ! 
=  e  questa  è  la   mia   dolorosa   storia! 

2)  Canzone,  leggende  che  si  cantano 
dal  popolo  :  là  stòria  del  mago  che 
robàva  i  fioeil  =  la  storia  del  mago  che 
rubava  i  bambini  ;  g'hoo  ciintaa  àie  là 
étòria  di  trii  nàràns  =  gli  ho  raccon- 
tato la  storia  delle  tre  melarance. 


3)  l'è  là  sòlita  étòria  =  è  la  solita 
storia,  la  solita  canzone  ;  di  fatti  e  di- 
scorsi ripetuti,  segnatam.  di  ripetizione 
noiosa  e  inutile. 

4)  hiìi  tiitt  étòri  =  son  tutte  storie  ; 
diciamo  a  chi  racconta  cose  non  vere, 
non  credibili. 

5)  fa  tanti  stòri  =  far  mille  o  tante 
storie  ;  fare  un  monte  di  storie  :  di- 
ciamo a  chi  si  fa  pregare  tanto  e  tanto, 
prima  di  acconsentire  a  uiia  preghiera, 
a  un  invito. 

6)  Cose  favolose,  lungagnate,  peri- 
pezie, avventure  ;  l'è  dna  stòria  mài 
pii  ftntda  =  è  una  storia  non  mai  finita. 

stòricli,  *  agg.  =  storico  :  che  appartiene, 
si  riferisce  alla  storia. 

1)  Autentico,  reale,  vero  :  là  par 
minga  véra  e  l'è  stòrica  =  non  par 
vera  ed  è   storica. 

storiéla,  ò\  f.  =  storiella  :  una  cosa  non 
vera  e  di  nessuna  importanza. 

stornèll,  s.  m.  =  storno,  stornello  ;  ge- 
nero d'uccelli  cantatori. 

stornì,  V.  att.  =  imbalordire,  assordare  : 
di  gran  fracasso,  che  faccia  rimaner 
come  sordi  ;  coìit  qilèll  so  éegìiità  à 
sona  i  campami  m'han  quasi  àtornii 
=  con  quel  loro  seguitare  a  sonar  le 
campano,   mi    hanno    quasi    assordato. 

stórno,  agg.  =  sordo.  Vedi  sord. 

1)  Storno  :  quei  biglietti  del  lotto 
che  si  prendono  anche  dopo  chiuso  il 
botteghino  staccandoli  da  una  tavoletta, 
dove  il  padrone  del  botteghino  stesso 
li  tiene  esposti,  dopo  di  averli  giocati 
per  conto  proprio. 

2)  Stornello.  Vedi  stornèll. 
stòrt,  agg.  =    storto:    non    diritto,  con- 
torto; Ve   on   fhoeii    tiitt   start  =  è  un 
ragazzo  tutto    storto;    l'è   dna  piànta 
étòrta  =  è  una  pianta  storta. 

1)  Di  idee  non  giu.ste,  non  rette; 
Ve  òn'idèa  Stòrta  el  cred  che  se  pòda 
fa  in  d'on  mès  qiièll  che  é'è  minga 
faa  in  d'on  ànn  =  è  un'idea  storta 
credere  che  si  possa  fare  in  un  mese 
quello  che  non  si  è  fatto  in  un  anno. 

stòrta,  s.  f.  =  storta:  lussazione  mu- 
scolare del  piede  per  contorcimento, 
per  averlo  messo  male  in  terra. 

1)  Vaso  di  vetro  per  distillare,  il 
collo  del  quale  si  ripiega  su  sé  me- 
desimo. 

storta,  V.  att.  =  torcere,  scontorcere: 
deviare  dalla  linea  diritta  ;    Vhà  stor- 


lo 


Bl'S 


■iti- 


taa  là  eicLv  =  torse  la  chiave;  el  veni 
Vhà  stortaa  tùli  i  gelostj  =  il  vento 
ha  scontorto  tutte  le  persiane;  quànd 
el  camma,  el  étorta  i  gàmb  =  quando 
cammina  torce  le  gambe. 

stòrtàcòll,  s.  m.  =  storta  di  collo,  tor- 
cicollo :  dolore  muscolare  cagionato  da 
reumatismo,  da  qualche  frescura  e  sim. 

stortàdura,*  s.  f.  =  torcitura,  torcimento: 
il  torcere  e  la  parte  torta. 

stortisia,  s.  f.  =  stortezza  :  la  qualità 
dell'essere  storto. 

strà,  =  stra  :  particella  che  usasi  com- 
ponendola con  altra  parola,  al  signifi- 
cato della  quale  aggiunge  forza  :  étràor- 
dintiri,  stracòtta  stràcontént  =  straor- 
dinario, stracotto,  stracontento;  l'ìioo 
ditt  e  str àditi  =  l'ho  detto  e  stradetto; 
l'è  giamo  faa  e  stràfaa  =  è  già  fatto 
e  strafatto. 

stràbàls,  s.  m.  =  sbalzo,  ti-abalzo,  tra- 
ballone :  grande  e  improvvisa  scossa  ; 
el  treno  el  s'è  fermaa  tiltt'à  on  tràtt 
e  hoo  ciàpaa  Sii  on  stràbàlà  =  il  treno 
si  fermò  tutt'a  un  tratto  e  ho  preso 
un  traballone,  un  ti'abalzo. 

strabilia,*  v.  att.  =  strabiliare:  meravi- 
gliarsi straordinariamente  ;  el  eunta  sii 
de  qilìj  ròbb  de  l'Africa  che  fan  étrà- 
bilià  =  racconta  cose  dell'Africa  che 
fanno  strabiliare. 

stràbiifaa,  agg.  =  rabbuffato,  scompi- 
gliato :  anche  scalmanato ,  agitato  ; 
quànd  Vhoo  visi  mi  Véra  tiitt  strà- 
biifaa  =  quando  l'ho  visto  io  era  tutto 
scalmanato. 

stràcàj  V.  att.  =  straccare,  stancare,  af- 
faticare :  rendere  stanco,  spossato  di 
forze  ;  ètràcà  i  oeitcc  =  affaticare  gli 
occhi  ;  étràcti  i  eàvtii  =  stancare  i  ca- 
valli ;  stràcà  i  gàmb  =  sti'accare  le 
gambe  :  di  strada  faticosa  ;  V  è  dna  le- 
sion  che  stràea  =  è  una  lezione  che 
stanca,  che  affatica. 

stràcàda,  s.  f.  =  straccata,  stancata  : 
fatica  che  stanca,  stracca  molto  ;  ami 
tòlt  iii  dna  bela  Ètràctida  =  vi  siete 
presi  una  bella  straccata,  una  bella 
fatica. 

stràcàss,  v.rifl.  =  straccarsi,  stancarsi: 
à  fa  diiii  2MSS  el  se  stràea  =  a  far  due 
passi  si  stanca;  el  se  Hràca  mài  de 
lìàrlà  =  non  si  stanca  mai  di  parlare, 

stràcch,  agg.  =  stracco,  stanco,  affati- 
ticato:  spossato  di  forze;  soni  àndaa 
àula  /Seda,  e  sont  stràcch  =  sono  andato 


sulla  Zeda  e  sono  stanco  ;  hoo  làoraa 
tiitt  el  dì  e  éont  stràcch  =  ho  lavoraco 
tutto  il  giorno  e  sono  stanco,  stracco. 

1)  Annoiato,  infastidito:  ée  vénfoenra 
de  qiièla  lesion  tròpp  stràcch  =  si  esce 
da  quella  lezione  troppo   stracchi. 

2)  Di  terreno  :  esausto,  svigorito  ; 
l'è  dna  ter  a  stràea  =  è  un  terreno  stracco. 

3)  vèès  stràcch  mòri  =  essere  stanco 
morto,  stanco  allenito. 

4)  fa  i  ròbb  de  étràceh  =  far  le  cose 
da  allenito,  a  straccabraccia  :  come  chi 
ha  perso  la  lena, 

5)  Arrembato  :  de'  cavalli  e  d' altre 
bestie  da  lavoro  che  per  debolezza 
hanno  i  ginocchi  leggermente  piegati 
in  avanti. 

6)  T.  tip,  càràter  stràcch  =  carattere 
sciupato. 

stràcliésa,  s.  f.  =  stanchezza:  lo  stato 
di  chi  è  stanco.  Se  la  stanchezza  è 
prodotta  da  fatiche  materiali,  si  dice 
anche:  stracchezza. 

stràchin,  s.  m.  =  stracchino  :  sorta  di 
cacio  lombardo  morbidissimo,  fatto  per 
lo  più  col  latte  delle  vacche  stracche 
dal  viaggio,  calando  dai  monti  ;  étrà- 
chin  de  Gorgomoeula  =  stracchino  di 
Gorgonzola  ;  ètràehin  erborinaa  =  strac- 
chino verderognolo. 

1)  stràchtn  gelaa  =  gelato  :  il  dolce 
gelato,  per  lo  più  di  panna  e  uova,  che 
si  serve  alla  fine  del  pranzo. 

2)  étràchin  de  tegàsc  =  pane  di  vi- 
nacce: tutto  quel  complesso  di  vinacce 
che  si  leva  dal  torchio  dopo  ogni  stretta. 

3)  Agg.  :  stanchetto  :  dim.  di  stanco. 
stràcontént,   agg.    =    stracontento  :   più 

che  contento,  contentissimo. 

stràcòtt,  agg.  =  stracotto  :  più  che  cotto, 
molto,  troppo  cotto. 

strada,  s.  f.  =  strada  :  via  tracciata  con 
arte  e  comodità  relativa  dagli  uomini  : 
étràda  jyrovinciàl,  comiinàl  --=  strada 
provinciale,  comunale  ;  strada  bàtùda 
=  strada  battuta  :  quella  più  frequen- 
tata, che  fa  la  maggior  parte  della 
gente  ;  strada  groSa  =  strada  maestra, 

1)  La    strada  di  una  città  e  paese  : 
à  Tiirìn  gh'è  tùli  i  àtràd  dritt  =  a  To-  '■ 
rino  ci  sono    tutte    le    vie    diritte.  In  ' 
questo  senso    diciamo  però  più  volen- 
tieri :   contrada. 

2)  Strada,  cammino:  la  strada  e  l'an- 
dare che  fa   uno    verso    un    luogo  ;   à 


str 


—  809 


str 


metaa  étrMa   =    alla   metà    del   cam- 
mino ;  étràda  lunga  =  lungo  cammino. 

3)  àrida  per  là  eoa  étrMa  =  andare 
per  la  sua  strada,  per  il  suo  cammino  : 
senza  curarsi  di  quel  che  altri  dica  o 
faccia. 

4)  Mezzo,  maniera  di  fare  una  cosa, 
di  conseguire  un  fine  ;  §e  trpàés  là 
étrtlda  de  guadagna  di  dànee  sàriés 
minga  viàlcontént  =  se  trovassi  la 
strada  di  guadagnar  de'  quattrini,  non 
sarei  malcontento. 

5)  tùli  i  stràd  mènen  à  Roma  = 
tutte  le  strade  conducono  a  Roma  : 
tutti  i  mezzi  son  buoni,  pui'ch.è  si  per- 
severi . 

6)  fa  étrtida  =  acquistar  terreno  : 
migliorare  di  condizione  rispetto  a  un 
fine  che  si  abbia  in  mira  :  prendere 
vantaggio  sopra  gli  altri  ;  viàlter  ètee 
lì  coi  man  in  man  e  intani  i  àver- 
sàri  fan  étràda  =  voi  ve  ne  state  colle 
mani  alla  cintola  e  intanto  gli  avver- 
sari acquistan  terreno. 

7)  2^2rrf  là  strttda,  tèàé  fceura  de 
étrtida,  sbagliti  étrtida  =  essere  smar- 
rito di  via,  non  trovar  pili  la  strada 
che  ci  conduca  dove  vogliamo  andare, 
aver  presa  un'altra  strada  da  quella  che 
si  doveva. 

8)  vèés  giò,  fceura  de  étrtida  =  es- 
sare  fuori  di  strada  :  fig.  di  chi  usa 
mezzi  non  atti  al  suo  fine  o  di  chi  ha 
deviato  dalla  strada  retta,  dal  vero,  e 
dal  buono. 

9)  mètt  éilla  étràda,  vèéé  àula  étràda 
=  mettere,  essere  in  istrada  :  insegnare 
0  sapere  la  via  di  ottenere  ciò  che  uno 
desidera. 

10)  mètt  in  étràda  =  mettere  uno 
in  mezzo  di  una  strada  :  licenziarlo 
cacciarlo  dal  proprio  servizio,  o  dalla 
propria  casa,  riducendolo  all'  estrema 
miseria.  Vedi  anche  mètt,  11). 

11)  de  qiièla  étràda  =  a  un  tempo, 
contemporaneamente  ;  intani  che  te 
vee  à  écòla,  de  qiièla  étràda  te  me 
pdrtet  quèla  lètera  chi  =  intanto  che 
vai  a  scuola,  mi  porti  a  un  tempo 
questa  lettera. 

12)  vede  tiànca  là  étràda  = 'divorare 
la  via:  percorrerla  così  rapidamente 
che  quasi  non  si  veda. 

13)  étràda  de  fèr  =  strada  di  ferro, 
ferrovia. 

14)  tàià  là  étràda  =  tagliar  la  strada. 


chiudere  il  cammino  impedire  uno  nella 
sua  via.  Anche  figur. 

stràdéla,  s.  f.  =  stradetta,  stradicciuola  : 
piccola  sti'ada. 

stràdèlìna,  s.  f.  =  stradello  :  strada  pic- 
colissima. 

stràdÌD,  s.  m.  =  selciaiuolo  :  chi  selcia 
le  strade. 

1)  Fossaiuolo.  Veci  spàsàfòss. 

stràdòii,  s.  m,  =  stradone  :  grande  strada. 
1)  Viale,    stradone    fiancheggiato  da 
due  0  più  filari  di  alberi    per   uso   di 
passeggio. 

stràfàlàrì,  s.  m.  =  avventato,  disutile, 
sciammannone  :  chi  opera  alla  sciam- 
mannata,  alla  peggio,  senza  cura  ;  l'è 
on  étràf alari  d'on  òmm,  el  fa  mài 
nàgòtt  de  bon  =  è  uno  sciammannone, 
non  fa  mai  nulla  di  buono. 

stràfelaa,*  agg.  =  strafelato,  agitato,  af- 
fannato :  di  chi  si  è  riscaldato  lavo- 
rando, camminando. 

stràfogna,  ».  att.  =  abbaruffare,  man- 
trugiare, aggrinzire  :  far  prender  la 
grinza  ;  te  glie  étràfògnei  tùii  el  càpe- 
lìn  =  le  abbaruffi  tutto  il  cappellino  ; 
Vhà  étràfognaa  tiitt  el  vestii  =  ha 
mantrugiato  tutto  il  vestito.  Vedi  re- 
flg-nà. 

stràfoià,  V.  att.  =  barbugliare  :  parlare 
interrotto,  confuso  e  con  parole  blese  : 
specialm.  dei  bambini. 

stràfoión,  s.  m.  =  barbuglione  :  chi 
parla  barbugliando. 

stràfòj,  s.  m.  =  ciarpa,  rimbrenciolo  ; 
anche  ninnolo  :  cosa  di  poco  valore, 
ma  per  lo  più  graziosa. 

1)  Cosino  :  donnina  o  bambino  pic- 
colo, leggiadro. 

stràfòr,*  (de)  avv.  =  di  straforo  :  di  na- 
scosto, copertamente, 

stràforsìn,  s.  m.  =  sferzino,  sverzino  : 
spaghetto  all'estremità  della  frusta  per 
farla  schioccare. 

1)  Cordicella  rinforzata  ;  bisógna  li- 
gàll  col  étràforéìn,  perchè  là  cordèta 
l'è  minga  fòrta  àéee  =  bisogna  legarlo 
colla  cordicella  rinforzata,  perchè  la 
cordellina  non  è  forte  abbastanza. 

stràfotàsen,  v.  rifl.  =  imbuscherarsi,  in- 
fischiarsi :  non  importarne  nulla  di  una 
cosa,  non  curarsene.  E'  modo  volgare. 

stràfusàri,  s.  m.  =  unguento  di  strafi- 
sagra,  strafizzeca  :  s' usa  per  ammaz- 
zare i  pidocchi  e  le  piattole. 


itr 


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str 


1)  Sciammaanoue,  cout'asionario.  Vedi 
stràfàlàri. 

strage,*  s.  f.  =  strage  :  uccisione  straor- 
dinaria, e  flgurat.  di  grande  mortalità; 
el  t'àroeiU  el  fa  àncàmò  strage  =  il 
vainolo  fa  ancora  strage. 

stràlàtàuiént,  s.  m.  =  sciupìo  :  lo  sciu- 
pai'e  continuato  ;  come  han  de  fa  à 
ància  nò  in  malora,  se  in  qiiéla  cà 
gli' è  on  stràlàtàmént  coniìnov  =  come 
possono  non  andare  in  maloja,  se  in 
quella  casa  c'è  un  continuo  sciupìo. 

stràlàtòn,  s.  m.  =  sciupone,  dissipatore  : 
chi  sciupa,  dissipa  la  roba,  non  aven- 
done alcuna  cura. 

strale,  f>.  m.  =  stralcio:  T.  mero,  pezzo 
di  stoffa  tagliato  dalla  pezza  prima  di 
venderlo,  nella  misura  presunta  neces- 
saria per  ciò  a  cui  deve  servire.  Si  fa 
quando  un  negoziante  si  vuol  disfaro 
un  po'  presto  della  merce,  per  liqui- 
dazione volontaria  o  forzata. 

stràliinà,  *  v.  att.  =  stralunare  :  degli  oc- 
chi, stravolgerli  qua  e  là  spaventati  ; 
Vhà  cominciaa  à  straluna  i  oeucc  e 
poeii  gli'è  ciàpaa  'l  mal  =  ha  comin- 
ciato a  stralunare  gli  occhi  e  poi  gli 
prese  il  male. 

stràliinàmènt,  *  s.  m.  =  stralunamento  : 
lo  stralunare  ;  el  primm  segnai  del 
ììiaa  l'è  on  gran  stràlwiàmen  t  f/'  oeucc 
=  il  primo  segno  del  male  è  un  gran 
stralunamento  d'occhi. 

stràlusc,  s.  m.  =  lampo,  baleno.  Vedi 
lampo. 

stràlùster,  s.  ni.  =  allumacatura  :  quel 
complesso  di  strisce  lucide  lasciate  dal 
ferro  sulla  stoffa  quando  il  sarto  stira 
male  gli  abiti,  o  prodotto  dallo  sfrega- 
mento per  il  lungo  uso. 

stràmàss,  s.  m.  =  strapunto  :  specie  di 
materassa  di  capecchio  impuntita  a  qua- 
dretti, da  metter  per  lo  pivi  in  terra:  o 
saccone  impuntito  per  dormirci. 

strànibàss,  v.  rifl.  =  stracollarsi  :  slo- 
garsi un  piede  o  una  mano  ;  prendere 
una  storta  a  un  piede  o  a  una    mano. 

stràmbàda,  s.  f.  =  slogatura,  stracoUone: 
storta  ad  un  piede  o  ad  una  mano. 

stràmbàlaa,  agg.  =  strampalato:  strano 
eccessivamente. 

stràmbàlàda,  s.  f  =  strampalateria:  azio- 
ne, atto,  detto  da  strampalato. 

strambo,  agg.  =  strano,  bizzarro,  mez- 
zomatto: ed  anche  qualche  volta,  sciocco, 
imbecille  ;    dàgh   tnìnga    atra,    l'è   on 


strambo  de  vun  =  non  gli  dar  retta,  è 
uno  sciocco. 

stramberìa,  s.  f.  =  bizzaria,  stranezza: 
sciocchezza,  scempiaggine. 

stràmésa,  s.  f.  =  tramezzo,  divisorio  : 
assito  e  muro  fine  per  dividere  una 
stanza  e  sim.  ;  là  stànsa  l'è  grànda, 
glie  fèmm  dna  stràmésa  e  divènten  dò 
=  la  camera  è  grande,  facciamo  un 
tramezzo  e  diventano  due. 

1)  Solaio  :  il  piano  orizzontale,  com- 
posto di  travi,  panconcelli  ed  assi  che 
separa  due  stanze  sovrapposte,  sì  che 
all'una  serve  di  palco  e  alla  superiore 
faccia  da  pavimento. 

slràmesà,  v.  att,  =  tramezzare:  dividere 
con  tramezzo. 

stràmm,  s.  m.  =  strame:  i  foraggi  in 
genere. 

1)  '(isen  che  g'hà  fàmm  el  mangia 
d'dgni  stràmm  =  asino  che  ha  fame 
mangia  d'ogni  strame:  il  bisogno  toglie 
i  capricci,  la  fame  è  il  miglior  condi- 
mento. 

stràmusc,  s.  m.  =  spellicciatura  :  ri- 
prensione aspra,  ramanzina,  rabbuffo. 
1)  Stentino,  scria  :  di  bambino  che 
vien  su  male,  a  stento,  patito  ;  l'è  on 
stràmusc  d'on  bàgtij,  che  col  fiaa  el 
se  ho  fa  via  =  è  uno  stentino  di  ragazzo 
che  col  fiato  si  butta  via. 

strangola,  v.  att.  =  trangugiare,  man- 
giare coir  imbuto:  ingollare  avidamente; 
hi  étràvgóia  giò  di  tòcch  de  mese  chilo 
l'iiìi  =  trangugia  di  quei  pezzi  di  pane 
che  sono  mezzo  chilogrammo  ciascuno. 

stràugoióu,  s.  m.  =  nodo,  groppo  :  quello 
che  si  fa  alla  gola,  per  cibo  che  non 
va  giii  0  per  commozione,  specialmente 
(Quando  non  si  può  piangere. 

strànèsa,*  s.  f.  =  stranezza  :  fatto  strano, 
cosa  insolita  e  strana  ;  el  temp  in 
àVànn  el  glia  de  qiiìj  ètrànèàà  incre- 
dìbil  =  il  tempo  quest'  anno  ha  stra- 
nezze incredibili. 

strangola,  v.  'att.  =  strangolare,  stroz- 
zare :  uccidere  serrando  ad  uno  la  gola. 

1)  Costringere,  metter  la  corda  al 
collo  ;  el  m  ha  stràngolaa  li  in  ma- 
il era  che  hoo  podilii  pil  moemem  =  mi 
ha  costretto  lì  in  modo  ohe  non  ho  più 
potuto  muovermi. 

2)  Dare  comperando  un  prezzo  molto 
basso  che  lascia  ben  poco  guadagno. 

stràngolàda,  agg.  =  strangolata  :  di  nota, 


m 


str 


SII  - 


str 


voce  troppo  alta,  che  non  esce  quindi 
bene  dalla  gola. 

1)  s.  m.  sti'angolatura,  strangola- 
mento :  lo  strangolare. 

strànafolàprèt,  s.  m.  pi.  =  gnocchi:  è 
parola  volgare. 

stràni,  agg.  =  straneo  :  di  persona,  che 
è  di  fuori  :  appartiene  a  un'  altra  fa- 
miglia 0  società  ;  nun  de  stràni  en 
vceiirem  viìnga  =  noi  estranei  non  ne 
vogliamo  ;  hin  mari  e  miee  e  l'è  còme 
se  fùsen  cluii  Stràni  =  sono  marito  e 
moglie  ed  è  come  fossero  estranei  l'uno 
all'altro. 

strànocià,  v.  att.  =  pernottare,  buttar 
via  la  notte  in  gozzoviglie. 

strànud,  s.  m,.  =  starnuto  :  movimento 
convulso  accompagaato  da  un  certo 
ramore  dei  muscoli  espiratori  ;  l'ha  faa 
éètt  stràntld  vùn  in  fila  à  l'alter  = 
fece  sette  starnuti,  uno  di  seguito  al- 
l'altro. 

strànttdà,  v.  att.  =  starnutire  :  fare  de- 
gli starnuti  ;  òìia  présa  de  tàbàceh  le 
fa  strànildà  per  cinquanta  =  una  presa 
di  tabacco  lo  fa  starnutire  per  cinquanta. 

stràntidìlia,  e  stràniidina,  s.  f.  =  star- 
nutiglia  :  certa  polvere  che  eccita  Io 
starnuto  ;  e  stranutella,  i^orta  d' erba  o 
di  tabacco  che  pure  fa  starnutire. 

straordinàri,  agg.  =  straordinario  :  non 
ordinario,  non  solito  ;  ed  anche  molto 
fuori  dell'ordinario,  grande,  notevole  ; 
l'è  qiièieòss  de  àtràordinàri  =  è  qual- 
che cosa  di  straordinario. 

stràpà,  V.  att.  =  strappare,  sbarbare, 
estirpare  :  di  piante,  levarle  con  tutte 
le  barbe;  perchè  non  si  riproducono. 

1)  Levare,  estrarre  :  stràpà  i  dent 
=  levare,  estrarre  i  denti, 

2)  Estorcere,  di  promesse,  dichiara- 
zioni, ecc.  :  el  m'ha  étràpaa  là  pro- 
mèsa  che  l'avari  sé  ràeomàndaa  ài 
éhidech  =  mi  strappò,  mi  estorse  la 
promessa  che  l'avrei  raccomandato  al 
sindaco. 

3)  Stràpà  via  =  strappare,  spiccare: 
levare  con  violenza  ;  l'ha  stràpaa  via 
tati  i  botòn  déla  giàchèta  =  strappò 
tutti  i  bottoni  della  giacchetta. 

4)  Stràpà  fcBura  =  strappare  ;  étràpà 
foeUra  de  boca  =  strappar  di  bocca, 
costringere  a  dire  :  far  confessare  per 
forza  una  cosa. 

stràpaa,  s.  m.  =  pitocco,  straccione. 
Vedi  stràpelaa,  1). 


1)  Svelto,  divelto,  estirpato.  Part. 
pass,  del  verbo  stràpà. 

stràpàda,  s.  f.  =  strappata:  una  forte  ti- 
rata; el  glia  daa  dna  Stràpàda  ài  cor- 
dòn  del  càmpànin  =  diede  una  strap- 
pata al  cordone  del  campanello. 

straparla,  v.  att.  =  farneticare:  il  par- 
lare fuori  di  se;  per  là  féver  fòrta  l'ha 
stràpàrlaa  tUta  nòtt  =  per  la  febbre 
forte  farneticò  tutta  notte. 

1)  Fig.  Di  chi  dice  cose  irragione- 
voli, cervellotiche  ;  ma,  cara  lù,  el 
étràpàrlal  =  ma,  caro  mio,  lei  far- 
netica ! 

sti'àpàsà,  V.  att.  =  strapazzare  :  maltrat- 
tare, sgridare  uao  fortemente  ;  el  me 
stràpàsa  come  on  cdn  =  mi  strapazza 
come  un  cane  :  moltissimo  ;  qiiànd  el 
vén  à  casa,  el  stràpàèi  mi  còme  ée  dea 
=  quando  viene  a  casa,  lo  strapazzo  io 
come  si  deve. 

1)  étràpàsà  i  cavai  =  strapazzare  i 
cavalli:  affaticarli. 

2)  étràpàsà  Òna  ròba  =  strapazzare 
una  cosa:  non  curai'la,  iLsarla  senza  ri- 
guardo; el  àtràpàéa  i  pàgn  che  l'è  òna 
vergogna  =  strapazza  gli  abiti  che  è  una 
vergogna;  el  àtràpàéa  i  liber  e  ie  còn- 
scia tùli  =  strapazza  i  libri  e  li  fa  tutti 
malconci. 

3)  étràpàsà  on  làorà  =  strapazzare, 
acciabattare  un  lavoro:  lavorare  in  fretta 
e  senza  cura. 

stràpàsaa,  agg.  =  strapazzato,  affaticato: 
l'è  tornaa  indree  tànt  étràpàéaa  che, 
Se  H  ée  amala  nò,  V  è  on  miràcol  =  ri- 
tornò così  strapazzato,  che,  se  non  si 
ammala,  è  un  miracolo. 

1)  Affrettato  :  difettoso  perchè  fatto 
in  fretta  ;  làorà  étràpàSaa  =  lavoro 
affrettato. 

2)  oeuv  étràpàsaa.  Vedi  oeùv,  7). 
stràpàsàda,  s.  f.  =  strapazzata:  sgridata, 

acerba  riprensione. 

stràpàsàss,  v.  rifl.  =  strapazzarsi  :  alfa- 
ticarsi  troppo,  non  aver  cura  della  pro- 
pria salute  ;  el  po'  nò  sta  ben;  el  Se 
StràpàSa  tròpp  =  non  può  star  bene: 
si  strapazza  troppo. 

stràpàss,  V.  rifl.  =  strapparsi  :  levarsi 
d'addosso  con  violenza  qualche  cosa; 
el  Se  àtràpàva  i  càvèj  =  si  strappava  i 
capelli;  el  S^è  Stràpaa  vìa  òn'ilngia  = 
si  è  strappato  un'unghia. 

1)  Fig.,  étràpà  'l  cmir  =    strappare 


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il  cuore:  di  cosa  che  commuova  molto 
fortemeate. 

stràpàss,  s.  m.  =  strapazzo:  lo  strapaz- 
zarsi, l'aversi  poca  cura  nella  salute;  * 
stràpàss  de  gioentu  è-e  pàghen  quànd 
se  diventa  vece  =  gli  strapazzi  di  gio- 
ventù si  pagano  quando  si  diventa  vec- 
chi; àndà  e  vegni  dal  Qeneròs  in  d'ona 
giornàda  l'è  on  stràpàss  =  andare  e 
tornare  dal  Generoso  in  una  giornata 
ò  uno  strapazzo  ;  el  g'hà  dna  féver  de 
stràpàsè  =  ha  una  febbre  di  strapazzo; 
presa  per  il  troppo  strapazzarsi. 

1)  ròba  de  ètràpàSs  =  roba  da  stra- 
pazzo: non  di  suggezione,  da  non  farne 
gran  conto  e  di  poco  valore. 

stràpàdèut;  s.  m.  =  cavadenti.  Modo 
scherz.  e  spesso  anche  spregiativo  in- 
vece di  dentista. 

stràpelaa,  agg.  =  sciamannato,  sciatto: 
scomposto  negli  abiti  e  nella  persona. 
1)  s.  m.  =  Pitocco,  straccione,  strac- 
ciato: di  persona  miserabile;  l'è  on  poer 
stràptlaa  de  vHn  =  è  un  povero  strac- 
cione. 

stràpientà,  v.  att.  =  trapiantare.  Vedi 
strepientà. 

strapiomba,  *.  att.  =  uscire  di  perpen- 
dicolo. 

stràpòn,  s.  m.  =  strappo,  strappone:  una 
scossa  violenta;  el  seguitava  à  dagli  di 
stràpon  per  podè  liberàss  =  seguitava 
a  dar  sti'appi  per  potersi  liberare. 

stràportà,  v.  att.  =  straportare,  traspor- 
tare. Vedi  trasporta. 

str  a  sa,  s.  f.  =  catarzo,  sbrocco  :  seta 
grossa,  meno  buona,  adoprata  oggi  spe- 
cialm.  a  far  nappe  e  una  volta  per  vesti. 
Dal  frane,  strasse. 

1)  stràsa  de  lana  =  borra  :  cardatui'a 
della  lana. 

2)  Diamante  artificiale.  Dal  francese 
stras. 

stràsa,  v.  att.  =  scialacquare  :  spendere 
profusamente,  da  prodighi  :  dissipare  il 
proprio  ;  Phà  stràsaa  in  pòech  temp 
tuta  là  sostànsa  =  scialacquò  in  poco 
teinpo  tutta  la  sostanza. 

1)  Buttar  via,  adoperare  con  nessuna 
utilità,  con  nessun  profitto  :  sciupare; 
droà  là  rdba  va  ben  ma  stràstLla  l'è 
prdpi  peeaa  =  adoperar  la  roba  sta  bene, 
ma  buttarla  via  e  proprio  peccato. 

2)  Strubbiare,  strucinare:  consumare, 
malmenare,  guastare  :  di  abiti,  panni, 
e  sim. 


stràsaa,  agg.  =  sciupato,  sperperato:  l'è 
roba  strasàda  =  è  roba  sciupata. 

1)  rè  tiitt  temp  stràsaa  =  è  tutto 
tempo  sciupato,  perso. 

stràsc,  s.  m.  =  straccio,  brandello,  brano, 
pezzo  stracciato. 

1)  hin  ééniper  i  stràsc  che  va  àia 
fola  =  gli  stracci  vanno  sempre  all'aria, 
son  sempre  i  più  deboli  che  ne  bu- 
scano. 

2)  Straccio,  sdrucio  :  la  parte  strac- 
ciata; rhà  faa  dénter  on  étràse  in  del 
vestii  =  ha  fatto  uno  sdrucio  nell'abito. 

3)  Cencio:  pezzo  di  tessuto  logoro,  o 
usato,  0  ordinario  ;  el  stràsc  dela  pòl- 
ver  =  il  cencio  da  spolverare;  el  stràsc 
de  lava  gio  =  il  cencio  da  rigovernare. 

4)  tra  in  di  stràsc  =  mettere,  buttar 
ne'  cenci,  tra'  cenci  :  di  biancheria  o 
panni  non  più  servibili. 

5)  i  Étràse  =  i  cenci,  gli  stracci:  quelli 
adoprati  per  far  la  carta. 

6)  hin  jJocch  stràsc  =  son  cenci,  po- 
chi cenci:  di  poca  roba. 

7)  on  stràsc  d'on  càpèll,  d'on  vestii, 
.  d'ona  cà  e   sim.  =  un    cencio  di  cap- 
pello, di  vestito,  di  casa,  e  sim.,    una 
meschinità;  on  stràsc  d'on  tinibo    =  un 
ambuccio:  una    vincita  di  poco  valore. 

8)  Fig.  di  pers.;  perchè  l'è  riesìda  à 
troà  on  Étràse  d'on  màrt  là  fa  tànt 
freeàss  =  perchè  è  riuscita  a  trovarsi 
un  cencio  di  marito  mena  tanto  scalpore. 

9)  l'è  Étràse  =  è  un  cencio  :  di  chi 
si  trova  in  cattive  condizioni  di  salute; 
poer  bagàj  !  l'è  prdpi  stràsc  =  povero 
ragazzo  !  è  proprio  un  cencio  ! 

10)  on  sàcch  de  stràsc,  =  una  balla 
di  cenci  ;  di  pers.  vestita  goffamente, 
affagottata. 

11)  òmm,  dona  de   étràse  =    uomo,      j 
donna  di  lolla,  di  calze  disfatte:  fiacco, 
slombato. 

12)  stràsc  =  ciarpe,  carabottole:  nome 
collettivo  di  vestimenta  logore  e  smesse 
0  di  masserizzuole  di  poco  pregio. 
Spesso  si  sogliono  chiamare  così  le  robe 
proprie  benché  ne  vili,  ne  logori;  tmn  .^ 
sii  i  me  stràsc  e  voo  =  prendo  i  miei  m 
stracci  e  me  ne  vado.  TI 

stràscee,  s.  m.  =  cenciaiuolo  :  chi  fa  il 
mestiere  di  comprare  e  rivendere  cenci. 
1)  dà  fceiira  cóme  on  stràscee  =  mon- 
tare in  bestia,  adirai"si,  uscir  dìii  gan- 
gheri. 

stràscià,   V.    att.  =    stracciare,  lacerare. 


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strappare,  ridurre  in  brani,  in  pezzi, 
di  stoffe,  tele,  carta  e  sim.;  el  stràseia 
i  lìber  =  straccia  i  libri  ;  àtràscià  i  eal- 
sòn  =  lacerare,  strappare  i  calzoni  ;  el 
m'ha  étràsciaa  'Z  doer  =  mi  ha  lace- 
rato il  compito. 

1)  Fig.  ;  stràscià  'l  coRÙr,  l'  ànima 
=  strappare,  lacerare  il  cuore,  l'anima; 
di  spettacolo ,  o  fatto,  grandemente 
pietoso. 

stràsciaa,  agg.  =  stracciato,  lacero,  cen- 
cioso: di  cosa  fatta  a  brani  e  di  per- 
sone che  abbia  gli  abiti  in  cenci. 

stràsciàda,  s.  f.  =  stracciatura,  strac- 
ciameiito. 

1)  ógni  làvtLda  rè  dna  stràsciàda  = 
=  ogni  panno  che  va  in  bucato,  ne  ri- 
torna pili  stracciato:  lo  diciamo  noi  per 
significare  che  la  roba  più  si  lava  e  più 
si  consuma. 

stràsciàniercaa,  (à)  avv.  =  a  prezzo  di- 
sfatto, a  prezzo  rotto:  di  chi  vende  la 
roba  a  prezzo  bassissimo,  magari  al  di 
sotto  del  costo. 

stràsciària,  s.  f.  =  cenciaia  :  ammasso 
di  cenci;  cosi'  ho  de  fànn  de  tUta  quèla 
àtràseiàrìa  li?  =  che  ne  debbo  fare  di 
tutta  quella  cenciaia  ? 

1)  Bagatella,  cosa  da  poco,  frullo:  un 
nonnulla, 

strascina,  v.  alt.  =  strascinare,  strasci- 
care: tirarsi  dietro  una  cosa  senza  che 
sia  alzata,  per  lo  meno  in  parte. 

stràsciòn,  s.  m.  =  straccione:  colui  che 
ha  vesti  lacere,  stracciate:  povero,  mi- 
serabile. 

strasecola,  v.  att.  =  strasecolare,  stra- 
biliare: essere  fortemente  meravigliati. 

stràsi,*  s.  m.  =  strazio:  dolore  forte,  tor- 
mentoso che  dilania  l'anima,  la  strazia. 

stràsiàj*  V.  att.  =  straziare  :  addolorare 
fortemente,  quasi  lacerando  l'anima;  Ve 
ona  scena  che  àtrààia  =  è  una  scena 
che  strazia;  gh'è  niént  che  étràHa  piléee 
del  penàér  de  l'imprésa  d'Africa  =  non 
c'è  nulla  che  strazi  di  piii,  che  il  pen- 
siero dell'impresa  d'Affrica. 

étràsiòu,  s.  f.  =  estrazione  :  specialm. 
quella  del  lotto, 

stràsón,  s.  m.  =  scialacquatore,  sciupone, 
struscione  :  chi  scialacqua  il  suo,  chi 
sciupa,  consuma  molto  la  roba. 
:stràsòra,  avv.  =  fuori  d'ora;  d'ora  e  i-lrà- 
sòra  =  a  qualunque  ora,  specialm.  di 
ora  inopportuna. 


stràsordinà,  v.  att.  =  disordinare,  stra- 
viziare: essere  intemperanti. 

stràsordinàri,  agg.  =  straordinario.  Vedi 
straordinàri. 

stràsudòr,  s,  m.  =  sudore  eccessivo:  ve- 
gni  i  Urààiòdòr  =  sudar  freddo. 

stràtàgéina,  s.  m.  =  strattagemma  :  ri- 
piego astuto  per  uscir  dalle  peste  e  li- 
berarsi. 

stràtàià,  v.  att.  =  ritagliare:  tagliare  in 
pezzi  minuti  stoffa,  carta,  e  sim. 

1)  Smerlare,  frastagliare  :  far  ricami 
coi  quali  termina  il  lembo. 

stràtàj,  s.  m.  pi.  =  ritagli,  minuzzoli  : 
quelli  che  restano  dopo  la  ritagliatura. 

strato,  *  s.  m.  =  strato:  suolo  di  materia 
disteso  orizzontalmente,  per  deposito, 
ribollimento,  ecc. 

1)  m,ètt  à  strati  =  assolare:  mettere 
a  suoli,  a  strati  come  i  fichi  nei  pa- 
nieri e  sim. 

stràtt,  s.  VI.  =  strato,  coltre,  tappato: 
coperta  di  panno  o  drappo  nero  per  co- 
prire la  bara  o  il  catafalco;  se  il  morto 
è  un  giovinetto  o  una  giovinetta,  il 
drappo  è  bianco. 

stràvàcà,  v.  att.  =  rovesciare,  versare 
rovesciando  ;  Vhà  ètràvàcaa  el  bicer 
iuta  toàia  =  rovesciò  il  bicchiere  sulla 
tovaglia. 

1)  Ribaltare  :  di  carrozza.  Vedi  ri- 
bàita. 

2)  étràmeà  'l  pè  =  stracollare  il  piede. 
Vedi  strànibàss. 

8)  Traviare,  disviarsi:  uscir  dal  retto 
cammino.  In  senso  morale. 

stràyàcaa,  agg.  =  rovesciato,  arrovesciato: 
di  ciò  che  fu  versato  rovesciandosi. 

1)  Licenzioso,  scurrile  :  di  parlar 
troppo  libero  e  senza  riguardo  alla 
decenza. 

stràvàcàss,  v.  rifl.  =  arrovesciarsi  :  di 
cosa,  cadere  per  disgrazia  sopra  uno 
dei  lati  ;  .9 'è  ètràvàcaa  là  màrmlta  = 
s'è  arrovesciata  la  zuppiera. 

stràvàgrànsa,  s.  f.  =  stravaganza  :  atto 
di  persona  stravagante:  azione  strava- 
gante; coi  §ò  stràvàgàm  l'ha  finii  per 
fàis  màndcl  ma  =  colle  sue  stravaganze 
finì  por  farsi  licenziare. 

stràvàgànt,  agg.  =  stravagante,  bizzarro: 
stranamente  fantastico. 

stràvàs,  s.  m.  =  travaso,  stravaso,  stra- 
vasamento  :  degli  umori  di  corpo  vi- 
vente che  traboccano  morbosamente  in 
altri  vasi  ;   gh'è  vegniiil  on  stràvàs  de  " 


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814  — 


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bile,  de  sàngu  =  gli  è  venuto  uno  stra- 
vaso di   bile,  di  sangue. 

stravasa,  v.  att.  =  travasare  :  tramutare 
un  liquido  da  un  vaso  in  un  altro,  o 
por  lo  più  da  uno  grande  in  altri  più 
piccoli. 

stràvècc,  agg.  =  stravecchio,  vecchis- 
simo :  proprio  dei  caci  e  dei  vini  che 
quanto  più  sono  vecchi  e  sono  migliori. 

stràvént,  s.  m.  =  buffo,  turbine,  bu- 
fera :  vento  impetuoso  con  acqua,  neve 
0  grandine. 

stràvestii,  agg.  =  travestito  :  vestito  con 
panni  che  simulano  un'  altra  persona  ; 
*  guardi  étràveétii  =  le  guardie  tra- 
vestite. Vedi  travestii. 

1)  Mascherato  :    vestito    in    costume 
da  maschera. 

stravisi,*  s.  m.  =  stravizio  :  disordine  e 
abuso  di  vino,  cibo,  e  altri  piaceri  ma- 
teriali ;  coi  àò  étràvisl  el  finire  mal 
=  coi  suoi  stravizi  fiairà  male. 

stràvólt,  agg.  =  stravolto:  di  chi  in  viso 
manifesta  lo  spavento,  o  la  pena  di  un 
dolore  intenso  sia  fisico  che  morale. 

ètrècc,  agg.  =  stretto.  Tedi  1'  ora  più 
usato  strètt.* 

strècia,  s.  f.  =  corsello  :  quella  piccola 
corsia  0  spazio  fra  il  letto  e  il  muro 
0  fra  due  letti  ;  in  là  strècia  del  me 
lèti  ghe  età  nànca  oiia  sctigna  =  nel 
corsello  del  mio  letto  non  ci  sta  nem- 
meno una  sedia. 
1)  Chiasso,  vicolo:  via  stretta. 

strècioeiì,  s.  m.  =  chiassuolo  :  una  con- 
trada molto  stretta  e  cortissima. 

strèoioeùra,  s.  f.  =  corsello.  Vedi  strecia. 

stremi,  (fa)  v.  att.  =  spaventare,  sbi- 
gottire, impaurire  :  far  spavento,  paura. 
Anche  stremi  sii. 

stremisi,  s.  m.  =  spavento  :  paura  ter- 
ribile, terrore  ;  ciàptL  èli  on  stremisi 
=  avere  uno  spavento  ;  ghe  vegnìiU  el 
briltt  mài  per  on  stremUi  =  gli  è  ve- 
nuto il  mal  caduco  por  uno  spavento. 
1)  Uno  specie  di  giuoco  che  si  fa 
colle  carte,  pescando  nel  mazzo  scom- 
posto sul  tavolo  la  carta  fissata. 

stremìss,  v.  rifl.  =  spaventarsi,  impau- 
rirsi :  essere  preso  da  spavento,  da 
paura  ;  là  èe  stremiés  per  n  àgata  = 
s'impaurisce  per  nulla  ;  là  s'è  stre- 
mida  come  qiumd  è  s'ciopaa  là  éàèta 
=  si  spaventò  assai  quando  scoppiò  il 
fulmine. 


stremitaa,  s.  f.  =  estremità.  Vedi  estre- 
mitaa. 

stréua,  s.  f.  =  strenna  :  libro  dove  sono 
raccolti  vari  componimenti,  fatto  per 
essere  dato  in  dono.  Ora  speci alm.  dai 
giornali  ai  propri  abbonati. 

strenc,  agg.  =  stretto.  Ormai  è  quasi  in- 
teramente sostituito  da  strètt,  ed  usa 
solo  alla  frase  :  tegni  strenc  =  tener 
stretto,  saldo. 

strencéra,  (nós)  s,  f.  =  noce  malescia. 
Vedi  nós,  6)  e  biisàròtt. 

strenciroetì,  s.  m.  =  carruccio  :  arnese 
di  legno  con  quattro  girelle,  con  un'aper- 
tura tonda  di  sopra,  dove  si  mettono 
ritti  i  bambini,  perchè  imparino  a  cam- 
minare. 

streugr,  1-.  att.  =  stringere  :  riunire  con 
forza  le  parti,  o  chiudere,  serrare  con 
forza  una  cosa;  streng  el  piign  =  strin- 
gere il  pugno  ;  strenq  là  eòrda  =  sti'in- 
gere  la  corda. 

1)  ètreng  là  man  à  rù.n  =  stringere 
la  mano  a  uno  :  prendere  per  lo  più 
la  destra  di  uno  e  stringerla  nella  de- 
stra propria  in  segno  d'  amicizia  e 
d'  affetto. 

2)  ètreng  on  vestii,  on  càpèll  e  sim. 
=  ristringere,  strettire,  un  vestito,  un 
cappello  e  sim.  :  renderlo  meno  largo, 
meno  agiato. 

3)  i'treng  i  g  ropp  =  venire  alle  strette, 
raggruppar  le  fila. 

strénges,  «?.  rifl.  =  stringersi,  ristrin- 
gersi :  diventar  stretto. 

1)  ètrenges  el  cmur  =  stringersi  il 
cuore,  annodarsi  il  cuore  :  per  troppo 
forte  commozione. 

2)  Accostarsi  di  più  persone  l'una 
all'  altra  così  da  lasciare  del  posto  ;  se 
shnm  strengiiiii  in  del  bànch  e  Vhà 
podilil  stagli  ^nca  Iti  =  ci  siamo  stretti 
nel  banco  e  ha  potuto  trovar  posto  an- 
ch'esso. 

strengimént,  s.  m.  =  stringimento  ; 
strengimént  de  coeur  =  stringimento  di 
cuore  ;  strengimént  de  flaa  =  stringi- 
mento di  fiato:  asma,  affanno. 

1)  strengimént  d'orma  =  strangùria: 
emissione  dell'orina  a  gocce  a  gocce  con 
sforzo  e  dolore. 

strengiuda,  s.  f.  =  stretta  :  el  g'hà  daa 
dna  bela  strengiuda  de  man  =  gli  diede 
una  bella  stretta  di  mano. 

strengiiiii,  p.  pass.  =  stretto,  ristretto  : 
da  stringere,  ristringere  ;  Vhà  strengi/iiil 


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7  fréno  =  ha  stretto  il  freno  ;  sto  ve- 
stii chi  el  va  strengiiiii  =  questo  ve- 
stito va  ristretto,  strettito. 

strèpa,  s.  f.  =  svincolo  :  distorsione  dei 
legamenti  intervertebrali,  prodotta  da 
lino  sforzo,  come  dal  sollevare  un  peso 
e  sim. 

strepa,  v.  att.  =  strappare,  estirpare, 
sbarbare.  Vedi  stràpà,  anche  pei  de- 
rivati. 

strepenaa ,  agg.  =  arruffato ,  malme- 
nato :  scomposto  per  essere  stato  mal- 
trattato, percosso. 

strepìeiità,  v.  att.  =  trapiantare  :  met- 
tere una  pianta  da  un  luogo  a  un  altro. 

strepita,  v.  att.  =  strepitare  :  fare  stre- 
pito, far  rumore  aspro,  grande,  risen- 
tito ;  jyeì'  nàgòtt  el  Hrepita  cóme  on 
tiqiiila  =  per  nulla  strepita  come  un'a- 
quila. 

strepitò»,  agg.  =  strepitoso,  meraviglioso. 

stréta,  *  s.  f.  =  stretta.  Tedi  strécia. 

stretàj,  ."?,  m.  pi.  =  ritagli,  sciaveri. 
Vedi  stràtàj. 

strèto,  *  agg.  =  stretto.  Nella  sola  frase 
a  strèto  rigor  =  a  stretto  rigore,  di- 
ritto: secondo  lo  scrupolo  della  legge, 
della  realtà. 

strètt,*  agg  =  stretto,  seil'ato  :  on  gropp 
strètt  =  un  nodo  stretto  ;  on  'vestii  strètt 
=  un  abito  stretto  ;  dna  éctirpa  strèta  = 
lina  scarpa  stretta. 

1)  Angusto;  che  non  basta  al  biso- 
gno :  contrario  di  ampio  :  strada,  stànsa 
strèta  =  strada,  camera  stretta;  pòrta 
strHa  =  porta  stretta. 

2)  rèse  étrètt  de  étò megli  =  avere  il 
petto  stretto;  che  non  arriva  alla  mi- 
sura normale. 

3)  Di  vesto,  troppo  scarsa,  angusta: 
i  càlèòn  strètt  =  i  calzoni  stretti  ;  el 
paltò  rè  tròpp  étrètt  de  spali  =  il  cap- 
potto è  troppo  stretto  nelle   spalle. 

4)  vèàs  de  mtinega  strèta  =  essere 
di  maniche  strette;  essere  rigoroso, 
stare  strettamente  alla  morale ,  alle 
leggi,  alle  regole  fissate. 

5)  ì'cés  étrètt  =  essere  ristretti,  in 
ristrettezze;  in  condizioni  economiche 
assai  poco  floride. 

6)  vèss  Ma  strèta  =  essere  in  angu- 
stie, avere  scarsa  fortuna:  anche  essere 
in  una  casa  non  sufficiente  per  lo  spa- 
zio a  quanto  bisogna. 

stria,  s.  f.  =  strega,  fatucchiera,  ma- 
liarda :  donna  che  si    credeva    facesse 


malie;  el  temp  di  strìj  Ve  pàèaa  =  il 
tempo  delle  streghe  è  passato. 

1)  Fig.  :  donna  vecchia,  brutta,  cat- 
tiva ;  bàdegh  nò  à  gitela  bruta  Strìa  = 
=  non  ci  badare  a  quella  brutta  strega. 

2)  pari,  vèss  dna  stria  =  parere,  es- 
sere una  befana;  di  donna  brutta  e 
sgarbata,  anche  se  non  vecchia. 

3)  à  bàtt  i  pàgn  compàr  là  strìa .  = 
persona  rammentata  o  l'è  per  via  o 
l'è  per  casa;  persona  rammentata  per 
via  va  :  si  dice  quando  sopraggiunge 
persona  di  cui  si  ragionava. 

stria,  V.  att.  =  stregare  :  far  malia  ad 
uno,  ammaliare,  affatturare  ;  piir  tròpp 
gh'è  àncàmò  qilij  che  cred  die  se  pòda 
ètrià  i  fimi  =  pur  troppo  c'è  ancora 
chi  crede  che  si  possano  stregare  i 
ragazzi. 

1)  Fig.  :  di  passione  che  soggioghi 
l'animo  :  qiièla  tosa  V ha àdritUra striaa 
=  quella  ragazza  l'ha  addirittura  am- 
maliato. 

striaa,  agg.  =  stregato,  ammaliato:  che 
si  crede  sia  vittima  di  malia. 

1)  Secco,  smunto,  patito;  òA  signóri 
cóme  Ve  striaa  qiièll  ficeu  =  o  signore! 
come  è  patito  quel  ragazzo  ! 

striàmènt,  s.  m.  =  stregoneria,  streghe- 
ria :  azione,  atti  della  strega. 

1)  Stregamento  ;  l'effetto  dello  stre- 
gare. 

striceli,  s.  m.  =  filetto:  quello  che  infi- 
lato nelle  campanelle  delle  cigno  serve 
a  tener  alta  la  testa  del  cavallo. 

strìgria,  s.  f.  =  striglia  :  strumento  di 
ferro  a  lamine  dentate  per  levare  la 
polvere  dalla  pelle  dei  gi'andi  quadru- 
pedi domestici,  specialm.  solipedi. 

strigrià,  V.  att.  =  stregghiare:  ripulire 
colla  stregghia,  specialm.  i  cavalli. 

strigòss,  s.  m.  =  brandello,  cencio,  struf- 
folo  :  pezzo  strappato  di  panno,  di  tela 
0  sim.,  e  specialm.  quelle  parti  più  so- 
lide che  si  trovano  in  certi  liquidi, 
come  nel  vino,  nel  latte  e  sfm. 

strila,  V.  att.  =  strillare  :  fare  o  man- 
dare strilli  ;  gridare,  piangere  forte  e 
con  voce  stridula. 

1)  fa  étrilà  là  geni  =  far  stridere:  an- 
gariare altri  in  modo  che  ne  debba  me- 
nar scalpore. 

strili,*  s.  ni.  =  strillo,  strido:  voce,  urlo 
che  penetra  ;  quànd  ghe  fan  el  bàgn 
el  fa  de  qiiij  strili  che  H  sénten  in 
étràda  =  quando  gli  fanno  il  bagno  fa 


str 


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sfi- 


di quegli  strilli  che   lo    sentono    dalla 
strada. 

strilòu,  *  s.  m.  =  strillone  :  chi  strilla 
molto. 

1)  Chi  va  vendendo  i  giornali  per 
la  strada  e  ne  strilla  il  titolo. 

strimpelà,*  v.  att.  =  strimpellare  :  sonare 
malamente  uno  strumento  a  corde  ; 
clìsen  che  l'èona  'Z  piano,  ma  no  l'è 
bòn  che  de  Strimpelà  =  dicono  che 
suona  il  pianoforte,  ma  non  sa  che 
strimpellare. 

strlmpèlàdòr,*  s.  m.  =  strimpellatore  : 
colui  che  strimpella;  tànt  de  podi  bàia 
hall  faa  vegni  on  àtrimpèlàdór  qua- 
lùnque =  tanto  per  poter  ballare  hanno 
fatto  venire  uno  strimpellatore  qua- 
lunque. 

strimpelàmènt,*  s.  m.  =  strimpellamento, 
striinpellio  :  lo  strimpellare  continuato  : 
quànd  comincia  'l  càrnoaa  in  quèla 
cà  l'è  on  gran  ètrimpèlàmént  =  quando 
incomincia  il  carnevale  in  quella  casa 
è  un  gran   strimpellìo. 

strilla,  *  V.  att.  =  strinare,  arrabbiare, 
avvampare:  di  vivande  cotte  con  fuoco 
molto  vivo  e  senz'umido  o  con  poco; 
cotolètt  Urinaa  =  costolette  arrabbiate, 
avvampate. 

strìnga,  s.  f.  =  stiinga,  aghetto  :  cordel- 
lina 0  cordoncino  con  punta  o  puntale 
di  metallo  per  allacciare  il  busto  delle 
donne  o  lo  scarpe. 

1)  Correggiuolo  :  se  la  stringa  per  le 
scarpe  è  formata  con  una  striscia  di 
cuoio. 

2)  fa  àtringh  déla  peli  =  esser  l'a- 
sino. Vedi  péli,  7). 

stririgaa,  agg.  =  stretto,  ristretto:  chi 
è  in  ristrettezze  economiche. 

striòii,  s.  m.  =  stregone,  maliardo,  ne- 
gromante :  colui  che  fa  la  strega. 

striòss,  s.  m.  =  stregoneria,  malefìcio, 
incantesimo  ;  quel  che  fanno  le  streghe 
e  gli  stregoni. 

striscia,  v.  att.  =  adulare,  piaggiare, 
strisciarsi  ad  uno:  secondare  servil- 
mente l'opinione  d'altri  per  acquistar- 
sene l'animo  e  trarne  benefìcio. 

strisciànt,  s.  in.  =  strisciante,  striscione: 
chi  si  striscia  ad  uno,  lo  adula  fregan- 
dosi a  lui  per  ottenere  ciò  che  desi- 
dera: è  da  vile. 

stritola,*  V.  att.  =  stritola.Te  :  rompere  in 
minutissimi  pezzi. 

strivàlìn,    s.  m.    =    stivaletto,    tronco, 


tronchetto  :  piccolo    stivale   che  arriva 
alla  noce  del  piede  o  poco  sopra. 
strivàll,  s.   m.    =    stivale  :    scarpa   che 
copre  tutto  o  gran  parte   dello    stinco. 

1)  ct/oa  strivàj  =  cavastivali  :  arnese 
per  levare  più  facilmente  gli  stilali. 

2)  étrivtlj  à  trombìn,  tila  dràgdaa, 
Ala  soaròf  =  stivali  colle  rivolte,  alla 
scudiera,  alla  Soarow. 

stròfa,*  s.  f.  =  strofa,  strofe  :  stanza  di 
una  canzone. 

strolà,  V.  att.  =  buUettare  ;  spruzzare: 
sporcare  con  schizzi  di  mota  o  d'altra 
materia  per  lo  più  densa  che  venga 
addosso  per  cagione  di  qualche  corpo 
duro  che  vi  cada  dentro  d'improvviso. 
1).  Étrolà  de  pàlta  =  impilaccherare; 
empiere  di  pilaccheri  o  spruzzi  di  fango. 

strolàdura,  s.  f.  =  spruzzata,  bulletta- 
tura  :  lo  sporcare  e  lo  sporcarsi  con 
schizzi  di  mota  o  altro. 

1)  Abborracciatara  ;  detto  di  quando 
si  insegna  a  qualcuno  in  fretta,  un 
po'  in  qua,  un  po'  in  là,  perchè  im- 
pari di  tutto  ;  el  g'hà  dna  sirolàd&ra 
de  fràncés  e  de  inglés,  ma  'l  sa  minga 
ne  vùn,  ne  Valter  =  ha  una  abbon-ac- 
ciatura  di  francese  e  di  inglese,  ma 
non  sa  ne  l'uno,  ne  l'altro. 

strolàss,  V.  rifl.  =  buUettarsi:  sporcarsi 
con  schizzi  di  materia  per  lo  più  densa. 
1)  ètrolàéé  de  ptlta  =  impilacche- 
rarsi,  inzaccherarsi  ;  empiersi  di  zac- 
chere 0  schizzi  di  fango  che  uno  si 
getta  su  per  le  gambe  camminando. 

stròlegli,  s.  m.  =  strolago  ;  astrologo, 
indovino  :  che  si  credeva  arguisse  gli 
eventi  umani  dalla  osservazione  degli 
astri. 

1)  Uomo  accorto,  ma  tristo;  V  e  on 
étrolegh  de  vUn  che  ée  po'  minga  fi- 
dàéé  =  è  uno  strolago  che  non  e'  è  da 
fidarsi. 

2)  crèpa  'l  stròlegh  =  crepi  l' astro- 
logo ;  diciamo  per  celia  ad  uno  che  ci 
pronostichi  male  o  cosa  non  desiderata. 

stròll,  s.  m.  =  schizzo  :  la  materia  che 
schizza,  spiccia,  e  il  segno  che  lascia; 
el  g'hà  là  càmlsa  pièna  de  stròll  de 
rln  =  ha  la  camicia  piena  di  schizzi 
di  vino. 

1)  étròll  de  palla  =  zacchera,  pilac- 
chera. Vedi  pàlta  1). 

strologa,  «'.  att.  =  astrologare ,  strolo- 
gare, almanaccare  ;  pretendere  di  pre- 
dire il  futuro. 


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stu 


1)  Strologa  'l  temp  =  strologare  il 
tempo;  guardare  di  qua  e  di  là  il  tempo 
per  indovinare  o  vedere  se  voglia  pio- 
vere 0  no. 

strombètà,*  v.  att.  =  strombettare,  strom- 
bazzare, far  sapere  quasi  a  suon  di 
tromba  ;  suonar  molto  o  noiosamente 
tromba  o  trombetta. 

1)  Spifferare;  dire  e  ridire  senza  ri- 
tegno ;  riferire  tutto  quanto  si  sa. 

strombétàmént,  s.  m.  =  strombettio  : 
un  grande  strombettare;  tila  fera  gh'èra 
on  àtrombètàmènt  che  inloehtva  =  alla 
fiera  e'  era  uno  strombettio  che  sba- 
lordiva. 

stropàj,  ò*.  m.  =  ritorta,  ritortola  :  ver- 
mena verde,  che  attorcigliata  serve  per 
legame  di  fastella. 

stronS;  s.  m.  =  stronzo,  stronzolo:  pezzo 
■  di  sterco  sodo  e  tondo. 

àtrosà,  V.  att.  =  strozzare,  strangolare. 
Vedi  strangola. 

1)  Dell'usuraio  che  presta  il  danaro 
a  un  interesse  enorme. 

2)  strdset  =  affogati.  Imprecazione. 
strosaa,  agg.  =  strozzato,  strangolato. 

1)  Arrabbiato  :  in  fretta  e  senza  il 
tempo  che  pur  ci  vorrebbe;  mangia 
itroéaa  =  mangiare  arrabbiato;  vègh  el 
temp  Ètroéaa  =  avere  appena  appena 
il  tempo;  quasi  non  averne  abbastanza. 

strosiii,*  s.  m.  =  strozzino,  usuraio;  co- 
lui che  presta  il  danaro  a  enorme  fratto. 

strnbidu,  s.  m.  =  faticatore,  lavoratore: 
chi  fa  tutte  le  fatiche  più  grosse  in 
una  casa. 

strupi^  agg.  =  storpio,  stroppio  :  chi  ha 
qualche  membro  storpiato,  storto. 

sti'ìipià  )  V.  att.  =  storpiare  :  rendere 
storpio  ;  guastare  le  membra  così  da 
non  poterle  adoperare. 

striipiàsètt  iiiàsa  quàtòrdes.  Vedi  mà- 
ààsètt. 

strusa,  s.  f.  =  sinighella  :  prodotto  se- 
condario della  trattura  della  seta,  ca- 
scami dei  bozzoli:  se  ne  fanno  per  lo 
più  coperte  da  letto. 

1)  Strascino  ;  sorta  di  rete  per  gli 
uccelli  e  di  giacchio  per  prendere  i 
pesci. 

2)  àndd  à,  in  àti-Usa  =  andare  a 
zonzo,  andar  bighellonando. 

striisà,   V.    att.   =    strisciare  :  el   strusa 

tèra  =  striscia  in  terra. 
;         1)  Per   lo    più    si    accompagna    con 
'     àdree:  ètriistL  àdree  =  strascicare,  stra- 

52 


scinare  ;  tirarsi  dietimo  una  cosa  senza 
che  sia  alzata  ;  el  ée  étrilstiva  tcdrce 
on  sàech  =  strascicava  un  sacco  ;  el 
étrùsa  àdree  là  gamba  =  strascina  la 
gamba. 

2)  striisà  dent  =  rasentare  ;  andar 
rasente;  el  glia  àpèna  étriisaa  dent  = 
lo  ha  appena  rasentato. 

3)  Fig.  toccare,  rivolgere  la  parola 
a  uno;  V  è  invh'S  come  ;  se  po'  nfinca 
striisdgh  dent  =  è  assai  di  malumore  ; 
non  si  può  neanche  rivolgergli  la  parola. 

4)  Accennare ,  toccare  di  un  argo- 
mento ;  àpina  à  strilsàgh  dent  de  po- 
lìtica^ el  va  éUbit  in  fùria  =  appena 
ad  acoenar  la  politica,  monta  subito  in 
furia. 

strusi,  s.  m.  =  travaglio,  pena ,  fatica  : 
quella  che  si  dura  per  ottener  cose 
diffìcili,  specialm,  per  guadagnarsi  il 
pane;  el  tira  intins  là  cà  à  filria  de 
StrUéi ,  poer  diàol  =  tira  innanzi  la 
casa  a  furia  di  fatiche,  poveretto. 

striisiaa,  agg.  =  arrangolato,  arrapinato: 
che  costa  fatica  e  crucci  ;  l' è  òna  vita 
àtrilàitUla  =  è  una  vita  arrangolata. 

striisiàss,  V.  rifl.  =  attapinarsi ,  arra- 
pinarsi; affaticarsi  molto  intorno  a  un 
lavoro  che  non  riesca  o  s'  abbia  gran 
fretta  di  finire. 

1)  Confinilo  lamentarsi  di  chi  non 
potendo  impedire  un  male  non  sa  dar- 
sene pace. 

2)  striisìn  =  aiutante:  garzone  di  bot- 
tega da  fornaio. 

strusòu,  s.  m.  =  bighellone,  randagio, 
girovago:  chi  tutto  il  dì  è  in  giro  senza 
uno  scopo,  per  puro  spasso  o  per  am- 
mazzare il  tempo. 

striiss,  s.  m.  =  struzzo:  uccello  dell'or- 
dine dei  corridori. 

1)  ètòmegh  de  étrusè  =  stomaco  di 
struzzo;  che  digerisce  molto. 

striitt,  s.  m.  =  strutto  :  lardo  strutto 
non  salato,  conservato  in  vasi  o  ve- 
sciche per  uso  della  cucina  ;  là  ròba 
frtta  col  étriitt  là  me  bUta  tròpa  pe- 
sànta  =  la  roba  fritta  collo  strutto  mi 
riesce  troppo  grave  allo  stomaco. 

stua,  s.  f.  =  stufa  :  specie  di  cassa  di 
terra  cotta  inverniciata  ,  o  ghisa  ,  con 
piccolo  focolare,  in  cui  si  accendo  il 
fuoco. 

1)  Camino  chiuso,  spostabile,  con 
tubi  per  riscaldare  le  stanze. 

2)  Stanza  con  intavolato  tenuta  calda 


stu 


-  818  - 


stu 


con  stufa,    caldano    o    calorifero    qua- 
lunque. 

3)  Forno  ;  edifìcio  cilindinco  usato 
nei  setifici  per  uccidere  le  crisalidi  e 
impedirne  la  sfarfallatui'a. 
stuaa,  s.  m.  =  stufato,  stracotto  :  specie 
di  vivanda  fatta  con  carne  di  bove 
messa  in  fusione  nel  vino  e  cotta  con 
odori  in  umido. 

1)  Ciaccione  ;  chi  Ciaccia  di  molto  e 
per  nulla  fa  strepito. 

2)  mètt  giò  étiiaa  =  ciacciare;  darsi 
da  fare  in  tutto  quanto  non  sa  e  non 
gli  si  appartiene.  Anche  :  darsi  aria, 
avere  gran  prosopopea. 

stiicà;  V.  att.  =  stuccare  :  riempire,  tu- 
rare collo  stucco  ;  l'ha  faa  stiicà  i  ge- 
losìj  =  fece  stuccare  le  persiane. 

stiicàdòr,  s.  m.  =  stuccatore:  chi  lavora 
di  stucco. 

stu  ce,  s.  m.  =  astuccio,  busta,  custodia: 
scatoletta  o  cassettina  di  varie  forme, 
con  guide  o  incavi  neUa  parte  interna 
per  riporvi  gioie,  finimenti,  posate,  ferri 
chirurgici,  occhiali,  ecc. 

stiiccli,  s.  m.  =  stucco:  composizione  di 
"  calce  spenta,  argilla,  marmo  polveriz- 
zato e  sim.  che  impastato  serve  a  tap- 
pare buchi  e  fessui-e,  appianare  e  sim. 
per  fare  ornati,  cornici,  mosaici,  figu- 
rine colle  forme,  ecc. 

1)  Altra  composizione  di  gesso  e 
coUa  forte  che  usano  i  falegnami  e  i 
verniciatori. 

2)  Mestura;  mastice  dei  vetrai. 

3)  reàtà,  rèse  de  éliicch  -  rimanere 
di  stucco  ;  restare  molto  sorpresi,  me- 
ravigliati. 

4)  fa  on  mur  à  stuech  =  fare  una 
parete  a  stucco;  applicandovi  uno  strato 
di  stucco  che  coi  ferri  caldi  si  tira  lu- 
cido e  imita  il  marmo. 

stiichévol,  *  agg.  =  stucchevole:  noioso 
fino  al  fastidio  ;  come  te  ée  ètùehévol 
coni  qilèll  tò  sifolti  !  =  come  sei  stuc- 
chevole con  quel  tuo  zufolare  ! 

stiiciàtt,  s.  m.  =  astucciaio  :  che  fa  o 
vende  astucci. 

stiidént,  s.  m.  =  studente  :  chi  va  alle 
scuole  per  studiare,  e  specialm.  quello 
che  va  a  studiare  alle  Università. 

studi,  s.  Tìi.  =  studio:  occupazione  della 
mente  alla  ricerca  del  vero  e  dello 
scibile  nella  riuscita  di  una  cosa;  iiénéa 
étudi  ée   i-ièsé   nàgòtt  à   èto  mond  = 


senza    studio    non    si   riesce    nulla   al 
mondo. 

1)  Osservazioni  piuttosto  accurate 
sopra  qualche  soggetto;  el  fa  on  studi 
pàrticolàr  èHi  iécriéion  etruàch  =  fa 
uno  studio  pai-ticolai-e  sulle  iscrizioni 
etrusche. 

2)  Disegno  di  una  testa  o  paesaggio 
fatto  da  un  artista  a  scopo  di  studio  ; 
gh'è  cèrti  stùdi  del  Leli  e  del  Cremona 
che  rtiren  cent  qutlder  =  vi  sono  ceiii 
studi  del  Cremona  e  del  Lelli  che  val- 
gono cento  qu.adri. 

3)  Stanza  più  o  meno  grande  dove 
si  sta  a  studiare  o  dove  avvocati,  no- 
tai, ragionieri  e  sim.  trattano  gli  affari 
e  ricevono  i  clienti,  o  dove  gli  aitisti 
lavorano  intorno  alle  loro  opere. 

studia,  v.  att.  =  studiare  :  applicarsi 
allo  studio  0  a  UDO  studio  :  à  qiimdes 
ànn  V  ha  pientaa  li  de  studia  =  a  quin- 
dici anni  smise  di  studiare  ;  el  Studia 
medicma,  màtemtltica  e  sim.  =  studia 
medicina,  matematica  e  sim.. 

1)  Occuparsi  con  intensità,  cercare, 
riflettere,  guai-dar  con  attenzione  ;  Ve 
àdree  à  stiidià  on  metodo  piiéee  fàeil 
per  insegntl  là  gràmtLtica  =  sta  stu- 
diando un  metodo  più  facile  per  inse- 
gnare la  grammatica  ;  te  par  nò  vora 
de  ìnètes  à  stiidiÈ  ?  =  non  ti  pare  ora 
di  metterti  a  studiare  ? 

2)  studiti  i  pàròll,  i  frtLs,  i  gèst  = 
studiar  le  parole,  le  frasi,  gli  atti  :  cal- 
colare le  parole  che  uno  dice,  misurare 
i  discorsi,  i  gesti  per  non  essere  presi 
in  fallo  0  perchè  facciano  proprio  quel- 
l'éfTetto  che  si  vuole.- 

stìidìaa,  agg.  =  studiato  :  ponderato,  cal- 
colato bene  ;  là  se  capiva  dna  roba 
stUditida  =  \&  si  capiva  una  cosa  studiata. 

stiidìètt,  s.  m.  =  studiolo,  studiolino, 
studietto  :  piccolo  studio,  nel  signif.  di 
stanza  dove  uno'  studia. 

stiidiòs,  agg.  =  studioso  :  chi  attende 
allo  studio,  che  studia  volenterosa- 
mente  ;  l'è  ìntnga  tànt  d' ingègn,  ma 
Ve  ttinto  stiidiós  che'l  ghe  rièss  in 
tmeòss  =  non  è  di  grande  ingegno,  ma 
è  tanto  studioso  che  riesce  in  tutto  ; 
i  scolar  studiòs  hin  sémper  i  piisee 
benmst  =  gli  scolari  studiosi  sono  sem- 
pre i  più  benevisi. 

stiifaa,  s.  m.  =  stufato,  sfaracotto.  Tedi 
stiiaa. 

stiiff,   agg.    =    stufo,    seccato,    annoiato, 


stu 


819  — 


su 


stanco,  sazio  :  sont  stiiff  de  tiitt  sti 
citicer  =  sono  seccato  da  tutte  queste 
chiacchiere  ;  éont  stuff  de  fa  età  vita 
=  sono  stanco  di  far  questa  vita  ;  bévi 
pii  perchè  èont  stiiff  =  non  bevo  più 
perchè  sono  sazio  ;  là  ìn^ma  Ve  stufa 
de  doètt  shnper  dì  i  iètèss  ròbb  =  la 
mamma  è  stufa  di  doverti  sempre  dire 
le  stesse  cose. 

stufi,  V.  att.  =  stufare,  noiare,  infasti- 
dire :  el  vent  el  me  stùfèss  pilsee  dela 
piceiiva  =  il  vento  mi  stufa  più  della 
pioggia  ;  c^-a  ti,  te  me  stiiftset  coi  tò 
domànd  =  caro  mio,  mi  stufi  colle  tue 
domande  ;  i  fioeu  se  déven  regordà  che 
bisogna  mài  stufi  là  geni  =  i  ragazzi 
si  devono  ricordare  che  non  bisogna 
mai  stufare  le  persone. 

stUfìda,  s.  f.  =  noia,  noiosità,  infastidi- 
mento  :  l'essere  noiato,  l'annoiarsi,  l'es- 
sere infastidito  ;  che  stufìda  quèla  co- 
media  !  =  che  noia  quella  commedia  ! 
hoo  mtii  proaa  dna  stiiftda  compàgn 
in  vita  mia  =  non  ho  mai  avuto  una 
noia  simile  in  vita  mia. 

stiifiss,  V.  rifl.  =  stancarsi,  annoiarsi. 
Rifl.  di  stiifì. 

stiiin,  s.  m.  =  pentola  :  vaso  d'  argilla 
cotta  con  ventre  gonfio,  laf  bocca  e  il 
fondo  più  stretto  con  due  manichetti 
pure  di  terra  a  guisa  d'  orecchie,  da 
cuocere  il  lesso. 

1)  Bastardella  :  vaso  di  terra  cotta 
ordinaria  più  alto  del  tegame,  con  due 
manichi  e  coperchio  per  cuocervi  vi- 
vande in  umido. 

2)  coèrc  del  stilin  =  testa  o  copri- 
cella  :  se  però  è  anche  lui  di  teiTa  cotta. 

stiiìstH,  s.  m.  =  fumaiolo  :  chi  fa  le  stufe. 

1)  Fumista  :  chi  accomoda  stufe,  ca- 
minetti, ecc. 

2)  Caloriferaio  :  chi  mette  a  posto 
ed  accomoda  caloriferi. 

stupèndo,  agg.  =  stupendo  :  bellissimo, 
magnifico  ;  dal  Qeneròs  se  gòd  dna  vièta 
stupenda  =  dal  Generoso  si  gode  una 
vista  stupenda  ;  VEeelsior  l'è  on  bàli 
stupèndo  =  l'Excelsior  è  un  ballo  stu- 
pendo ;  là  g'hà  sii  ona  vista  stupenda 
=  ha  indosso  una  veste  stupenda. 

,  stQpid,  agg.  =  stupido,  insensato  :  senza 
criterio  ;  l'è  bSla,  ma  l'è  àltertttnt  sttl- 

-  pida  =  è  bella,  ma  è  altrettanto  stupida. 
1)  fa  'l  stUpid  =  far  l'asino,  il  va- 
gheggino. Vedi  giàvàn. 


stiipidàda,  s.  f.  =  stupidaggine  :  azione 
0  parole  da  stupido. 

1)  Giuccheria,  scempiaggine  :  azione 
di  nessun  valore  e  che  pretende  d' averlo. 

stiipidela,  s.  f.  =  giucchina  :  detto  in 
modo  un  po'  spreg.  un  po'  vezzegg.  a 
ragazzo  ;  là  fa  de  qiltj  ròbb  sta  stiipi- 
dela, che  par  imposìbil  =  fa  certe  cose 
quella  giucchina,  che  paiono  impos- 
sibili. 

stììpiss,  V.  rifl,  =  stupire:  rimanere  preso 
da  grande  stupore  ;  me  stilpiss  de  ve- 
dètt  insci  àlégher  dòpo  là  bruta  figura 
che  t'Irne  faa  =  stupisco  di  vederti  così 
allegro  dopo  la  brutta  fìgui'a  che  hai 
fatto. 

1)  me  stiipìsì  pii^  de  nàgota  =  non 
stupisco  più  di  nulla  :  nulla  mi  fa  più 
stupore. 

stiìpor,  s.  m.  =  stupore  :  senso  di  me- 
raviglia che  lascia  quasi  muti  ;  me  fa 
grand  stiipor  de  vedètt  ànmo  ehi  = 
mi  fa  gran  stupore  il  vederti  qui  an- 
cora ;  m'ha  faa  stiipor  de  troàll  insci 
fila  mtln  =  mi  fece  stupore  il  trovarlo 
cosi  alla  mano. 

stiiriòn,  s.  m.  =  storione  :  pesce  di  mare 
benissimo  a  mangiarsi. 

sii,  avv.  e  prep.  =  su,  sopra  :  contrario 
di  giò  =  giù.  Indica  luogo  alto,  su- 
periore. 

1)  sii  !  =  su  !  ;  dicesi  a  chi  giace  per 
invitarlo  ad  alzarsi  ;  éU,  che  l'è  vora, 
poltroni!  =  su,  che  è  l'ora,   poltroni! 

2)  levtL  sii  =  alzarsi,  levarsi  su  ;  farsi, 
drizzarsi  in  piedi  ;  anche  alzarsi  dal 
letto:  quànd  ven  in  Scola  el  prèéid 
tuti  i  ficeU  léven  sii  =  quando  entra 
in  i scuola  il  preside  tutti  gli  scolari  si 
alzano  su;  stàmàtina  sont  levaa  èii 
pUsee  prèét  del  sdlit  =  stamane  mi 
sono  alzato  più  presto  del  solito.  Si  usa 
spesso  la  forma  Glittica  sii  :  àpèna  sii, 
quànd  Ve  sii  =  appena  alzato,  quando 
è  alzato  dal  letto, 

3)  vegni  sii  =  venir  su  ;  crescere  ; 
Itlsen  vegriì  sii  i  fioeu  cóme  i  beati  =  la- 
sciano venir  su  i  ragazzi  come  bestie. 

4)  tir^  sii  =  alzare,  tirare  più  in  su; 
tirtb  èii  on  pian  =  alzare  un  piano; 
tira  sii  'l  eoo  =  alzare  il  capo;  se  'l 
podèss  tirti  sii  'Z  eoo  =  se  potesse  al- 
zare il  capo  :  di  chi  è  morto  e  vale  se 
potesse  rivivere. 

5)  tira  sii  i  spali  =  alzar  le  spalle, 


820  — 


sub 


far  spallucce  :  modo  di    mostrare    non- 
curanza e  disprezzo. 

6)  tira  sii  'l  vestii  =  alzare  il  ve- 
stito :  tirarlo  un  po'  in  su  per  non 
insudiciarlo. 

7)  tira  sii  =  raccomodare,  riassestare  : 
tirtt  sii  el  piss  =  raccomodare  la  trina, 
il  pizzo. 

8)  tira  sii  =  recere,  vomitare. 

9)  tegniss  sii  =  tenersi  su,  tenersi 
alto  :  fare  grande  stima  di  sé,  anche 
troppo;  quànd  s'è  in  cèrti  posision 
bisógna  tegniss  on  poo  sii  =  quando 
si  è  in  certe  condizioni  bisogna  tenersi 
un  po'  su. 

10)  guarda  in  sii  =  guardare  in  su, 
in  alto. 

11)  àndti  in  sii  =  salire  :  di  erta,  di 
strada  che  sale  ;  e  di  chi  la  percorre  ; 
de  Intra  à  Bee  là  strada  là  va  sém- 
per  in  sii  =  da  Intra  a  Bee  la  sti-ada 
sale  sempre  ;  V  àndti  in  sii  el  me  strtea 
tròpp  i  polmon  =  il  salire  mi  stanca 
troppo  i  polmoni. 

12)  di  sii  =  dire,  raccontare.  Vedi 
di,  20). 

13)  vSghela  sit  cont  viin  =  aver  mal- 
fiele  con  alcuno  :  averlo  in  uggia,  ve= 
derlo  di  malocchio. 

14)  àndti  SU  =  crescere,  ammontare: 
di  somme  di  denaro,  sia  di  prezzi,  sia 
di  debiti  o  crediti. 

15)  fa  su.  Vedi  fa  dal  39  al  42)  ; 
lètt,  6);  bauli,  2). 

16)  mèt  sii.  Vedi  mètt  dal  14  al  22). 

17)  pòceh  sii  ,  pòceh  gid.  Vedi 
pòccli,  11). 

18)  gh'è  sii  'l  gàtt.  Vedi  gàtt,   17). 

19)  sii  e  gid  =  saliscendi  :  strada 
tutta  scese  e  salite  e  casa  dove  le 
stanze  non  sono  allo  stesso  livello  e 
si  va  dall'una  all'altra  per  delle  scale 
e  degli  scalini  ;  l'è  dna  bela  strtlda, 
ma  là  sàriss  mèj,  se  là  fiiss  minga 
on  sii  e  giti  contmov  =  è  una  bella 
strada,  ma  sarebbe  migliore  se  non 
fosse  un  continuo  saliscendi. 

20)  sii  e  gid  =  alternativa  :  il  passare 
e  ripassare  più  volte  da  uno  stato  a 
un  altro,  specialm.  di  malati  ;  l'è  staa 
per  on  m'ès  on  sii  e  gid  che  se  sàveva 
pii  nànca  cosa  di  =  è  stata  per  un 
mese  una  alternativa  che  non  si  sapeva 
più  neanche  che  dire. 

21)  là  ghe  m  sii  bela  =  tutte  le 
ciambelle  gli  riescon  col  buco,  ed  anche 


si  dà  buon  tempo  :  si  dice  di  persone 
a  cui  riescan  bene  le  cose  e  faccia  vita 
allegra  anche  un  po'  spensierata. 

22)  àndà  sii  per  sii  =  non  aver  sta- 
bile dimora. 

siiàld,  agg.  =  arrogante,  impertinente. 
Vedi  riifàld. 

siibàfità,  V.  att.  =  subaffittare;  riaffittar 
le  cose  prese  in  affitto  ;  in  là  cà  doe 
stoo  mi  l'è  minga  permèss  siibàfità  = 
nella  casa  dove  sto  io  non  è  permesso 
subaffittare. 

siibàfltt,  s.  m.  =  subafitto  :  il  subaffittare. 

siibàltérno,  *  s.  m.  =  subalterno  :  che 
dipende  da  un  alti'O  nell'ordine  del 
suo  lavoro  ;  el  tratti  d'alt  in  bàés  i  su- 
baltèrni l'è  sègn  d'on  càràter  briitt  = 
il  trattar  d'alto  in  basso  i  subalterni 
è  indizio  di  brutto  carattere. 

éiibentrà,  v.  att.  =  subentrare  :  entrare 
in  luogo  d'altra  cosa  o  persona;  l'in- 
qUilin  che  subentra  el  rileva  on  poo  déla 
mia  roba  =  l'inquilino  che  subentra 
rileva  un  po'  della  mia  roba. 

siibì,  V.  att.  =  subire,  sopportare,  patire  : 
ghe  toca  à  subì  de  qiiìj  iiniiliàsidn! 
=  le  tocca  subire  di  quelle  umiliazioni  ! 

stibicBÙ,  s.  m.  =  bocciolo  :  pezzetto  di 
buccia  in  forma  di  canna,  cavato  dalle 
mazze  per  innesto. 

siibìsà,  V.  att.  =  subissare,  subbissare: 
mandare  in  subisso,  a  precipizio  ;  el 
m'ha  guàrdaa  cont  diiu  omcc  che  H 
pareva  che  '  /  7ne  vorèsà  mbisà  =  mi  ha 
guardato  con  due  occhi  che  pareva 
volesse  subissamii. 

siibit,  avv.  =  subito,  subitamente  :  di- 
viato, difilato,  senza  alcun  indugio  ; 
vègni  sUbit  =  vengo  subito  ;  quànd  là 
marna  là  pària  bisógna  iibedì  siibit  = 
quando  parla  la  mamma  bisogna  ob- 
bedir subito. 

1)  l'è  sÈbit  chi  =  è   vicinissimo:  di 
luogo. 

siibliiuaa,  s.  m.  =  sublimato  :  e  specialm. 
il  sublimato  coiTosivo ,  biclorurp  di 
mercurio  :  potente  veleno  che  si  usa 
come  antisettico. 

sublime,  *  agg.  =  sublime  :  il  più  alto, 
l'ottimo  ;  noi  l'usiamo  iperbol.  anche 
per  cose  materiali ,  specialm.  cibi  e 
bevande  ;  l'è  on  vin  sublime  =  è  un 
vino  eccellente,  ottimo. 

sublimitaa,*  s.  f.  =  sublimità  :  la  qua- 
lità del  sublime,  specialm.  nel   signif. 


sub 


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sue 


iperbolico  nel  quale  l'usiamo  noi.  Vedi 

sublime, 
subodora,  v.    att.    =    subodorare:    aver 

sentore  di  cosa  accaduta  o  che  stia  per 

accadere. 
subordina,  v.  att.    =    subordinare  :    far 

dipendere   una    cosa    da   un'altra;    el 

àiibordintiva  Vàndtl   in   càmptLgna'  ài 

come  starisi  eoa  miee   =   subordinava 

l'andare  in  campagna  al  come  starebbe 

sua  moglie. 

1)  Rassegaare,  presentare,  sottoporre: 

T.  degli  uffici  :    di    suppliche,  istanze, 

pratiche,  ecc. 
suca,  s.  f.  =  zucca  :    genere    tipo    della 

famiglia  delle  cucurbitacee  che  ha  frutti 

voluQiinosi  di  varia  forma  e  diversi  usi. 

1)  l'è  ona  suca  =  è  zucca  :  diciamo 
di  un  popone,  di  un  cocomero,  di  un 
ananas  che  sia  scipito. 

2)  é-Qea,  sùea  màrUea  =  zucca,  zucca 
baracca,  al  vento:  persona  vana,  senza 
prudenza,  ed  anche  testarda,  di  testa 
ottusa. 

3)  siieeh  e  melon  Ma  eoa  stàgion. 
Vedi  luelòn,  1). 

4)  mas  minga  ito  fior  de  èiicch  - 
non  essere  fior  di  farina^  non  valere 
poi  tanto  quanto  altri  vorrebbe  far 
credere. 

5)  éuea  =  cucuzza,  celloria  ;  voce  di 
celia  per  dir  testa,  cervello. 

sìicada,  s.  f.  =  capata  :  colpo  dato  colla 

testa  ìq  un  corpo  duro. 
siiec,  agg.  =  asciutto:  contrario  di  umido, 

bagnato,  molle,  inzuppato,  fradicio. 

1)  Detto  di  stagione  e  terreno,  anche 
arido,  alido  :  mancante  dell'  umidità  ; 
temp,  inverno,  mes  èiiee  =  tempo,  in- 
verno, mese  asciutto:  quando  non  piove 
terén  silce  =  terreno  alido. 

2)  minestra,  pasta  s&cia  =  minestra 
asciutta,  paste  asciutte  :  condite  con 
burro,  cacio,  sugo  ecc.,  ma  senza  brodo. 

3)  pati  siicc  =  pane  asciutto,  solo, 
senza  companatico. 

4)  làsà,  resiti  à  boca  sÈcia  =  restare, 
rimanere  a  bocca  asciutta:  perdere,  non 
ottenere  cosa  molto  desiderata  e  di  cui 
uno  si  teneva  sicuro. 

5)  òmm  siicc  =  uomo  di  maniere  ri- 
servate e  di  poche  parole  ;  Ve  èiiec 
come  'l  pan  de  mèj  =  è  asciutto  come 
l'esca. 

Gj  siiec,  diciamo  noi  di  chi  è  rimasto 


senza  danari,  o  senza  le  cose  che  prima 
aveva. 

7j  s.  m.  eZ  ^Mce  =  il  secco,  l'asciutto; 
pàti  'l  éiice  =  patir  l'asciutto. 

siicéd,  V.  att.  =  succedere,  avvenire,  av- 
verarsi :  accadere  quello  che  si  era 
previsto. 

1)  siicéda  qiièll  che  vceur  éiiced  = 
nasca  quel  che  sa  nascere,  avvenga  che 
può. 

1)  Accadere,  toccare.    Vedi    capita. 

siicèsión,*  s.  f.  =  successione  :  il  succe- 
dere ad  altri,  specie  nel  senso  legale; 
el  diritt  de  sueèéion,  là  tàsa  de  silcè- 
sion  =  il  diritto,  la  tassa  di  successione. 

siicèsòr,*  s.  m.  =  successore:  chi  succede 
ad  una  persona,  specialm.  dei  negozi, 
0  di  alte  cariche. 

siicèss,  s.  m.  =  successo,  esito,  risultato: 
l'accadere  qualche  cosa  in  modo  favo- 
revole; l'ha  faa  ttinti  operàsion  dificil 
e  cont  siicèss  =  fece  molte  operazioni 
difficili  e  con  successo  ;  el  Falstaff  el 
g'hà  àviiii  on  bèli  siicèss  =  il  Falstaff 
ha  avuto  un  bel  successo. 

sueher,  s.  m.  =  zucchero:  sostanza  dol- 
cissima che  si  estrae  da  molti  vegetali 
e  si  trasforma  bollito  in  una  sostanza 
cristallizzata  solubile  nel  liquido. 

1)  s&cher  candid  =  zucchero  di  Candia; 
lo  zucchero  candito. 

2)  pan  de  éilcher  =  pane  di  zucchero; 
grosso  cono  di  zucchero  raffinato. 

3)  vèèé  no  sto  fior  de  éucher.  Vedi 
suca,  4). 

4)  piirgtL  H  éilcher  =  chiarire  lo  zuc- 
chero, raffinarlo. 

5)  l'è  ttLnto  stòcher  =  è  tutto  zuc- 
chero :  è  cosa  ottima,   opportunissima. 

siieherà,*  ».  att.  =  inzuccherare,  zucche- 
rare: metter  lo  zucchero  in  una  sostanza 
perchè  diventi  dolce;  siiehertl  'Z  càfè  = 
inzuccherare  il  caffè. 

siieheréra,  s.  f.  =  zuccheriera:  vaso  per 
riporvi  lo  zucchero,  da  portare  in  ta- 
vola col  caffè,  col  latte  e  sim. 

siicheta,  s.  f.  =  zucchetta,  zucchine:  dim. 
di  zucca:  piccola  zucca:  specialm.  quelli 
ancora  in  erba  quasi  che  si  affettano 
e  si  friggono  o  si  cucinano  in  altri  vari 
modi. 

sticia,  s.  f.  =  aciuttore:  stagione  che  va 
molto  asciutta,  cioè  senza  pioggia  si 
che  la  campagna  ne  soffra  ;  se  ditra  là 
éUcia  Ve  on  àftiri  seri  =  se  dura  l'a- 
sciuttore è  un  affare  serio. 


sue 


-  822  - 


sug 


1)  èiloia  del  nàvtli  =  l'asciutta  del 
naviglio  ;  di  quando  gli  si  leva  l'acqua 
per  poterne  pulire  il  fondo. 

2)  Fig.  noia,  fastidio  ;  specialm.  re- 
cato con  narrazioni  insulse,  lunghe  ; 
el  me  n^hà  daa  dna  éueia  coi  so  àtestaa 
de  benemerenza,  cola  storia  di  so  bàttili 
=  mi  inflisse  gran  noia  coi  suoi  atte- 
stati di  benemerenza,  colla  storia  delle 
sue  battaglie. 

siicìnt,  (in)  avv.  =  in  succinto,  in  breve; 
concisamente. 

sticoeu,  s.  m.  =  zucchettina  ;  cucurbita 
melopepo  :  novellina  che  si  mangia  ac- 
concia in  più  modi. 

sìicòn,  s.  m.  =  zuccone,  testone,  testa 
grossa. 

1)  Fig.  Di  poca  intelligenza  e  capa- 
cità, ostinato,  caparbio. 

siicoria,  s. /".=  cicoria,  radicchio;  eicho- 
rium  intybus  ;  pianta  erbacea  che  si 
mangia  per  lo  più  in  insalata. 

1)  càfè  de  siicoria  =  caffè  di  cicoria; 
polvere  fatta  colla  cicoria  abbrustolita 
che  serve  come  un  surrogato  del  caffè. 

2)  ronip  là  siicoria  =  rompere  il 
capo,  seccare,   aduggire.  Vedi    scàtol. 

siìciirsàl,*  agg.  =  succursale:  che  dipendo 
e  viene  in  soccorso  d'altri,  specialm. 
di  negozi,  di  chiese,  di  scuole,  ecc.;  i 
Bocòni  g^han  sUeiirsài  depertiitt  =  i 
Bocconi  hanno  succui'sali  dapertutto. 

siidà,  V.  att.  =  sudare  :  mandar  fuori  il 
sudore;  d^eàtaa  se  suda  tinca  à  fa  nà- 
gòtt  =  d'estate  si  suda  anche  non  fa- 
cendo nulla. 

1)  sieda  étiìtgu  =  sudar  sangue  :  fati- 
care e  pensare  per  conseguire  una  cosa. 

2)  siidà  =  sudare  :  di  vasi,  bicchieri 
che  si  appannano  in  luogo  caldo,  se 
contengono  liquido  freddo. 

siidaa,  agg.  =  sudato:  che  è  in  sudore. 
1)  fa  àndti  l'anta  intLns  e  ìndree  fin 
che  l'è  siidàda  =  prendi  una  mosca  e 
falla  ballare:  diciamo  a  chi  non  sa  come 
ammazzare  il  tempo  e  ci  secca  lamen- 
tandosi della  noia. 

sudàda,  s.  f.  =  sudata,  camiciata:  il  su- 
dare, il  mandar  fuori  molto  sudore,  tanto 
da  doversi  magari  mutar  la  camicia. 

siidisidn,  s.  f.  =  suggezione,  soggezione: 
quel  sentimento  di  rispetto,  di  inferio- 
rità che  uno  prova  dinanzi  a  un  mag- 
giore, a  una  persona  di  gran  riguardo, 
a  molta  gente  insieme. 

1)  persóna  de  siidisiòn  =  persona  di 


molto ,   di   grande   abbordo  ;    che   alla 
prima  vi  impone. 

2)  persóna  minga  de  éudision  =  per- 
sona accessibile. 

3)  toeuss  éiidiéion  =  prendersi  sug- 
gezione ,  peritarsi  ;  vergognarsi ,  non 
aver  ardire. 

sQdit,  s.  m.  =  suddito:  sottoposto  all'au- 
torità sovrana  ;  l'è  sùdit  inglés,  fràn- 
cés  e  sim.  =  è  suddito  inglese,  fran- 
cese, e  sim. 

sudòr,  s.  m.  =  sudore  :  traspirazione 
cutanea;  siigàsé  el  siidòr  =  asciugarsi 
il  sudore  ;  vèss  tiitt  in  d'on  sildor  = 
essere  tutto  in  sudore  ;  i  goti  de  siidor 
=  le  gocce  di  sudore. 

1)  siidór  frèec  =  sudore  freddo  : 
quello  della  morte,  o  quello  di  chi  ha 
forte  paura. 

siidorifer,  agg.  =  sudorifero:  bevanda 
rimedio  che  provoca  il  sudore  ;  el  tè 
rè  on  bon  siidorifer  =  il  thè  è  un  buon 
sudorifero. 

siièfà,  V.  att.  =  asuefare,  abituare  :  far 
prendere  un  abitudine  ;  *  ficeU  bisógna 
silèfàj  à  iibedi  =  i  ragazzi  bisogna 
assuefarli  ad  ubbidire;  rhan  sOèfàda 
à  dna  vita  tròpp  de  sciór  =  l'hanno 
abituata  a  una    vita   troppo    signorile. 

siiefaa,  agg.  =  assuefatto,  abituato  :  chi 
ha    l'abitudine    di    una    cosa. 

sìièfàsión,  s.  f.  =  assuetazione,  abitudine, 
consuetudine  :  l'essere  assuefatti,  abi- 
tuati. 

siièfàss,  V.  rifl.  =  assuefarsi,  abituarsi  : 
prendere  l'abitudine  di  una  cosa;  bi- 
sógna minga  sUèfàss  tròpp  golos  = 
non  bisogna  assuefarsi  troppo  golosi  ; 
i  me  scolar  bisógna  che  se  sìièfen  à 
làoró.  =  i  miei  scolari  bisogna  che  si 
assuefino  a  lavorare. 

sttèll;  s.  m.  =  acciarino  :  specie  di  chiodo 
fìsso  nel  mezzo  delle  ruote,  perchè 
non  escano  dalla  sala. 

siiff,  s.  m.  =  prepotente,  arrogante  :  chi 
spadroneggia  e  impone  la  propria  vo- 
lontà. 

suflcént,*  agg.  =  sufficiente  :  che  basta 
allo  scopo. 

sufiimìgio,  *  s.  m.  =  suffumigio  :  il 
profumare  medicamente  persona  o  cose 
per  preservarla  da  infezioni  epidemiche. 
La  dicono  ancora  pochi,  quantunque 
s'oda  abbastanza  nel  dialetto  :  i  più 
dicono  nello  stesso    senso    profumili. 

suga,  (carta)  s.  f.    =    carta   sciuganto, 


su^ 


823 


Slip 


[■  assoibente;  carta  bibula:  quella  che  si 

mettt  sullo  scritto  di  fresco,  perchè  non 

si  caLcelli. 
èngàf  V.  att.  =  asciugare:  rendere  asciutto; 

§iigtl  '\  tàol    =    asciugare    la    tavola  ; 

mgti  i  hicér,    i  poèàd    =   asciugare  i 

bicchieri,  le  posate. 

1)  Intrans.  divenire  asciutto  ;  i  pàgn 
à  l'tLria  sUglien  =  i  panni  all'aria 
asciugano. 

2)  là  vernts,  el  color  el  é&ga  =  la 
vernice,  il  colore  asciuga  ;  si  dissecca, 
perde  V  umidità  che  contiene  quando 
s'adopera. 

3)  Di  una  superficie  bagnata  che  si 
asciuga  con  panni  o  salviette  dicesi  : 
astergere. 

siìgàmàn,  s.  m.  =  sciugamano,  asciuga- 
mano, sciugatoio  :  pezzo  di  tela  per 
asciugarsi  il  viso,  le  mani  o  altra  parte 
del  corpo,  dopo  essersi  lavati.  Vedi 
servièta. 

1)  sìigàmttn  de  cilsina  =  torcione  : 
asciugamano  di  tela  grossa  appeso  a 
un  chiodo  per  asciugarvi  le  mani  la 
cuci  ni  era  o  altri. 

sììgàss,  V.  rifl.  =  asciugarsi  :  di  qualche 
parte  del  corpo  ;  silgàss  là  ftlcia,  i 
man,  i  gàmb  =  asciugarsi  la  faccia  le 
mani,  le  gambe.  ' 

1)  silgàsà  i  polmon  =  rimetterci 
un'ala  del  polmone:  di  quando  ci  vo- 
gliono molte  parole  e  gran  fatica  a 
persuadere  uno. 

siig'elà;  *  V.  att.  =  suggellare  :  lo  stesso 
che  sigillare.  Vedi  sigrilà. 

sfigrèll,  *  s.  m.  =  suggello,  sigillo.  Vedi 
sigili. 

èiigerì,  V.  att.  =  suggerire  ;  proporre, 
insinuare  :  consigliare  un  partito  a  chi 
si  trova  in  impiccio;  cosa  te  me  suge - 
rìset  de  fa?  =  che  mi  suggerisci  di 
fare  ?  ;  el  vi'hà  èiigerii  de  senti  on 
parer  del  Botìni  =  mi  suggerì  di  sen- 
tire un  parere  dal  Bottini. 

1)  Rammentare  a  voce  bassa  a  chi 
ha  da  parlare,  predicare,  recitare,  ciò 
che  ha  da  dire,  la  predica,  la  parte. 
Igeridòr,  s.  m.  =  suggeritore,  ram- 
mentatore :  chi  nei  teatri  ha  per  ufficio 
di  rammentare  la  parte  ai  comici. 

Ifigreriiuént,  s.  m.  =  suggerimento  :  il 
suggerire  ;  consiglio,  proposta;  el  m'ha 
sémper  daa  di  bon  siigerimént  =  mi 
ha  sempre  dato  buoni  suggerimenti  ; 
degli  sémper  àtrtt,  fimi^  ài  siigerimént 


de  pMer  e  mMer  !  =  ascoltate  sempre, 
ragazzi,  i  suggerimenti  del  padre  e 
della  madre. 

siìgèstión,  *  s.  f.  =  suggestione  :  insi- 
nuazione 0  ispirazione  fatta  coll'ipno- 
tismo. 

siigestìv,*  agg.  =  suggestivo  :  che  sug- 
gestiona; interogàsion  sugèstìva  =  in- 
terrogazione suggestiva. 

sugli,  s.  m.  =  sugo,  succo  :  umore  so- 
stanzioso e  saporito  della  carne  o  al- 
tro. Vedi  gius. 

1)  Agi-o  :  il  sugo  che  si  spreme  da- 
gli agrumi  :  siigli  de  limòn,  de  nàrtinà 
=  agro  di  limone,  d'arancio. 

2)  sénsa  sUgh  =  senza  sugo  ;  di  di- 
scorso e  sim.  ;  che  non  conclude  a 
nulla,  da  cui  non  si  apprende  niente. 

3)  gli'è  minga  de  sUgh  =  non  c'è 
sugo  ;  con  che  sugh  !?  =  con  che  sugo  I  ? 
dicesi  di  cosa,  di  azione  che  non  con- 
duce a  nulla. 

èugher,  *  s.  m.  =  sughero  :  specie  di 
quercia  il  cui  legno  diiro  è  rivestito 
d'una  scorza  leggiera,  spugnosa  e  ela- 
stica; la  scorza  stessa,  e  gli  oggetti 
che  se  ne  fanno,  come  suoli  per  le 
scarpe ,  tappi  per  le  bottiglie ,  ecc. 
Vedi  legnàss. 

siìgliilo,  s.  m.  =  sugo  :  umore  che  esce 
dalla  carne  nell' arrostirla.  Adoperiamo 
la  parola  specialm.  a  indicare  un  con- 
dimento particolare  della  pasta  per  mi- 
nestra. 

sfìgo,*  s.  m.  =  sugo.  Vedi  sugli. 

siigòs,  agg.  =  suggoso,  succoso  :  che  ha 
molto  sugo,  che  può  dar  molto  sugo. 

siìicidi,*  s.  m.  =  suicidio  :  l'uccidersi, 
il  darsi  la  morte  volontariamente. 

sul,  prep.  =  sul,  sopra  il,  composta  da 
sii  e  el.  Vedi  sòra  e  sii. 

siiltàna,  agg.  femni.  Di  uva  secca  e 
dolcissima,  che  diciamo  anche:  %a  mtL- 
làga  =  uva  malaga. 

sìiltàuo,  s.  m.  =  sultano,  il  Gran  Turco  : 
l'imperatore  dei  Turchi;  fà'l  siilt^no 
=  fare  il  sultano,  fare  il  despota  :  co- 
mandare a  bacchetta. 

sQpa,  s.  f.  =  zuppa  :  specie  di  minestra 
fatta  di  fette  di  pane  inzuppato  nel 
brodo  ;  stipa  de  làntice  =  zuppa  di 
lenti  ;  sùpa  de  vérs  =  zuppa  di  verze. 
1)  Tiritera,  abburattata  :  cosa  noiosa, 
noia  :  che  sùpa  là  tragèdia  d'iér  èira 
=  che  zuppa  la  tragedia  di  ieri    sera  ! 


Slip 


824  - 


*up 


2)  se  l'è  mtnga  éìl])a  Ve  pan  bàgnaa. 

_  Vedi  pan,  22). 

sìipà>  'V.  att.  =  abburattare,  noiare  :  par- 
lar lungamente  e  noiosamente  ;  eome 
'/  éUpa  coi  èò  lesion,  qiièll  profesor  = 
come  abburatta  colle  sue  lezioni  quel 
professore. 

siipàdór,  s.  m.  =  abburattone,  noioso, 
mozzafiato  :  chi  abburatta  cbiaccliiere 
0  fa  racconti  noiosi  o  dice  cose,  trite 
e  ritrite. 

supera,  v.  att.  =  superare  :  arrivar  so- 
pra, passar  sopra. 

1)  Vincere  alcuno,  riuscirgli  supe- 
riore ;  l'ha  siiperaa  i  comptign  à  fùria 
de  bona  volontaa  =  superò  i  compagni 
a  forza  di  buona  volontà. 

2)  Di  difficoltà,  ostacoli,  e  sim.  ; 
sormontarli  :  l'ha  Mlperaa  i  primm  di- 
fieoltaa  del  violìn  e  àdèèè  el  studia 
volentéra  =  ha  superato  le  prime  dif- 
ficoltà del  violino  ed  ora  studia  a'o- 
lentieri. 

3)  Di  malattia  pericolosa,  uscirne  a 
salvamento  ;  là  mperaa  là  tèrsa  sètima 
e  §e  comincia  à  Urti  'l  fiaa  =  superò 
la  terza  settima  e  si  comincia  a  re- 
spirar pili  tranquilli. 

siìperàbil,*  agg.  =  superabile:  che  può 
essere  superato. 

siiperàsiou,  s.  f.  =  suppurazione  :  il 
suppurare,  il  maturar  di  tumori,  fi- 
gnoli,  ecc. 

siiperàss,  f.  rifl.  =  frenarsi,  contenersi: 
vincere  l'impeto  della  propria  ira;  on 
òmm  el  dev  ùàvè  èilperàsè  =  un  uomo 
deve  sapersi  frenare. 

siipèrb,  agg.  =  superbo,  borione,  altero, 
muffoso  :  che  ha  un  gran  concetto  di 
se  e  lo  dimostra  con  alterigia,  che  ha 
molta  superbia.  Muffoso  lo  dicono  i 
toscani  specialm.  della  gente  rifatta. 

1)  àndà  sUpèrb  =  essere,  andare  al- 
tero, superbo  di  una  cosa  :  tenersene 
onorato. 

supèrbia,  s.  f.  =  superbia,  alterigia  : 
contegno  sostenuto  o  sprezzato  di  chi 
si  tenga  o  mostri  di  tenersi  per  molto 
da  più  degli  altri. 

1)  là  supèrbia  l'  è  tosa  de  .  l'  igno- 
rtLnsa  =  la  superbia  viene  da  ignoranza. 

2)  mètt  supèrbia  =  metter  superbia, 
inalberarsi,  insuperbire,  inorgoglire  : 
dimostrare  alterezza. 

3)  tràtfl  con  supèrbia  =  trattare  con 
superbia,  alteramente. 


supèrbo,  agg.  =  superbo,  squisito,  ec- 
cellente, magnifico. 

siipèrf ice,*  s.  f.  =  superficie  e  saperfice  : 
il  di  fuori  d'ogni  corpo  ;  bisdgrM  minga 
guarda  i  ròbb  doma  àia  superfìce  = 
non  si  devono  guardar  le  cose  soltanto 
alla  superficie. 

siipèrflciàl,  agg.  =  superficiale  :  ciò 
che  è  alla  superfice. 

1)  Di  persona,  che  non  va  a  fondo 
delle  cose  :  che  delle  cose  ha  una  tin- 
tura e  non  la  scienza. 

siìpèrfol,  e  assai  meglio  ora  supèrfluo,* 
agg.  =  superfluo  :  che  è  più  del  biso- 
gno. L'uno  e  l'altro  usano  poco  :  rxsa 
in  loro  vece  de  ptì,  el  de  pii. 

stiperiór,  agg.  =  superiore:  che  supera, 
è  sopra  per  ordine,  grado,  merito,  in- 
telligenza; in  là  linguìstica  ,gh^  è  ni- 
sÈn  in  Italia  stiperiór  à  l'Ascoli  = 
nella  linguistica  nessuno  in  Italia  è  su- 
periore all'Ascoli.  I 

1)  Chi    è    gerargicamente   sopra,    e  \ 
specialm.  per  età  :  tibia  rispètt  per  i 
tò  éilperiòr    =    abbi    rispetto    pei    tuoi 
superiori. 

2)  fàss  Stiperiór  =  essere  superiore: 
d'animo  che  non  bada  a  dolori,  dicerie, 
fastidi,  calunnie,  ecc. 

superiora,  s.  f.  =  superiora  :  monaca 
che  dirige  un  monastero. 

siiperioritaa,  s.  f.  =  superiorità  :  1'  es- 
sere superiore. 

siiperlàtiv,  agg.  =  superlativo  :  più  su- 
periore di  tutti,  che  per  qualità  ec- 
celle su  tutti  ;  l'è  superlàtw  sto  càfè 
=  è  superlativo  questo  caffè. 

siipèrstisiòn,  s.  f.  =  superstizione  :  cre- 
denza 0  paura  vana  di  cose  religiose. 
1)  Pregiudizio,  superstizione  :  cu- 
riosa e  vana  osservanza  di  auguri  sor- 
tilegi, e  sim.  ;  el  g'hà  là  silperstiéión 
de  viàgià  nò  in  venerdì  =  ha  la  su- 
perstizione di  non  viaggiare  di  venerdì  ; 
el  cred  in  d'óna  disgrttsia  qucind  $e 
tra  ma  là  saa  o  Vóli,  a  se  romp  on 
spèec,  ò  se  seni  à  eànttt  là  scigilèta 
hin  titti  siipèrstisiòn  =  il  credere  in 
una  disgrazia  quando  si  versa  il  sale 
0  l'olio,  0  si  rompe  uno  specchio,  o  si 
sente  cantare  una  civetta,  son  tutte 
superstizioni. 

silpèrstisios,  agg.  =  superstizioso:  che  ha 
superstizione  ;  se  'l  fiiss  mén  igìiorànt 
el  sàriss  à?ica  mén  silpèrstisios  =    se 


sup 


825  — 


sur 


fosse  meno   ignorante,    sarebbe   anche 
meno  superstizioso. 

siipii,  agg.  =  assopito.  Vedi  àsopii. 

siipin,  s.  m.  =  zuppino:  poca  zuppa,  una 
piccola  porzione  di  zuppa. 

supleniéiit,  s.  m.  =  supplemento:  il  sup- 
plire e  la  cosa  che  supplisce  e  che  s'ag- 
giunge ;  el  suplemmt  àia  diligénèa  = 
il  supplemento  alla  diligenza:  quel  le- 
gno che  si  fa  partire  dietro  la  diligenza 
quando  questa  non  basta  a  trasportare 
tutti  i  passaggieri. 

1)  Il  foglio  che  talora  si  pubblica  in 
aggiunta  d'un  giornale  già  uscito  in- 
nanzi per  recare  notizie  più.  recenti; 
ho  legiiiu  el  suplemént  de  V  Italia  del 
pòpol  =  ho  letto  il  supplemento  del- 
l'Italia del  popolo. 

siìplénsa,*  s.  f.  =  supplenza  :  ufficio  di 
supplente  in  un  ufficio;  g'han  ofèrt  là 
siiplénèa  de  làitn  ài  Liceo  =  gli  hanno 
offerto  la  supplenza  di  latino  al  Liceo. 
1)  Il  tempo  in  cui  uno  è  stato  sup- 
plente; g'han  tegniiii  cìint  déla  siìplénsa 
come  on  ànn  de  servisi  =  gli  han  te- 
nuto conto  della  supplenza  come  d'un 
anno  di  servizio. 

siìplént,  s.  m.  =  supplente  :  colui  che 
supplisce,  fa  le  veci  di  un  altro  nel 
suo  ufficio.  y 

siiplì;  1).  alt.  =  supplire:  sovvenire  al  di- 
fetto, alla  mancanza  o  assenza;  quànd 
gli'è  minga  de  màns  se  silpliss  col  liè- 
bigh  =  quando  non  c'è  manzo  si  sup- 
plisce col  liebig;  quànd  se  g''hà  pòcch 
ingigli,  bisógna  siiplì  cola  bòna  volontaa 
=  quando  si  ha  poco  ingegno  bisogna 
supplire  colla  buona  volontà. 

1)  Fare  le  veci  ;  quànd  me  àmttli, 
me  supliss  sémper  on  quèj  coléga  gen- 
til =  quando  mi  ammalo  mi  supplisce 
sempre  qualche  gentile  collega. 

sGplica,  s.  f.  =  supplica  :  lo  scritto  col 
quale  si  fa  una  domanda  di  grazia,  di 
soccorsi  e  sim.  là  voréva  presenta  là 
eoa  sUplica  ài  rè  =  voleva  presentare 
la  sua  supplica  al  re. 

siiplicà,  «'.  att.  =  supplicare:  pregare  cal- 
damente, umilmente.  Accompagna  per 
lo  più  con  significato  intensivo  il  verbo 
prega  ;  l'àmlil  bèli  pari  à  prega  e  siip- 
plicà^  Vhà  otegnuu  nàgòtt  =  ebbe  un 
bel  pregare  e  supplicare,  non  ottenne 
nulla. 

siiplìsi,  .5.  m.  =  supplizio  :  pena,  tor- 
mento grande;  vedi  quèla  pdera  ddna 


à  sopri  tàìit  l'è  on  sUpliéi  =  vedere 
quella  povera  donna  soffrir  tanto  è  un 
supplizio. 

siiponént;  agg.  =  presuntuoso  :  che  pre- 
sume troppo  di  se,  che  crede  di  essere 
gran  cosa. 

siiponìbil;  *  agg.  =  supponibile;  che  si 
può  supporre;  V  è  minga  silpontbil  che 
in  d'on  més  se  pò  da  fini  quéla  ftbrica 
lì  =  non  è  supponibile  che  in  un  mese 
si  possa  finire  quella  fabbrica  li. 

sìipònU;  V.  att.  =  supporre,  credere:  fare 
una  congettura,  un'ipotesi;  mi  silponéva 
che  viàlter  sàvèsev  giàmd  tiittcòss  =  io 
supponeva  che  voi  sapeste  già  tutto  ; 
me  ripugna  siipònn  che  i  fimu  poden 
di  di  bosij  =  mi  ripugna  supporre  che 
i  ragazzi  possan  dire  bugie. 

siiposisiòn,  s.  f.  =  supposizione:  il  sup- 
porre :  ipotesi;  à  fUria  de  sUposiéion 
ée  riva  à  cred  di  gran  fàlsitaa  =  a 
forza  di  supposizioni  si  arriva  a  cre- 
dere delle  grandi  falsità. 

siipost,  agg.  =  supposto:  da  supporre. 
1)  s.  m.    ipotesi  :    metèmm   per    on 
silpoét  =  ammettiamo  per  ipotesi. 

siiprèmm,  agg.  =  supremo,  il  più  alto: 
anche  l'estremo,  l'ultimo. 

siipurà)  V.  att.  =  suppurare:  maturare 
di  tumori,  di  fignoli,  ecc. 

siipiìràsìón ,  s.  f.  =  suppurazione  :  il 
suppurare.  Vedi  superàsión. 

siir,  s.  m.  al  femm.  àura,  =  sor;  signore: 
si  dà  tanto  alle  persone  la  cui  signoria 
è  famigliare,  come  a  una  conoscenza 
di  Lei:  el  siir  Felisìn  =  il  signor  Fe- 
lice; el  siir  Forménti  =  il  signor  Fer- 
menti; là  sÈra  FertLndi  =  la  signora 
Ferrandi;  là  stira  Pepìna  =  la  signora 
Giuseppina. 

surba,  s.  f.  =  tromba:  bigoncia.  La  voce 
usa  nelle  frasi  seguenti: 

1)  el  bev  come  dna  s&rba  =  beve  a 
bigonce,  imbotta:  beve  soverchiamente. 

2)  l'è  dna  stlrba  =  è  una  bigoncia, 
una  botta:  gran  bevitore. 

siirbì,  V.  att.  =  assorbire,  imbeversi.  È 
voce  che  va  sempre  più  disusando. 
Vedi  àsorbi. 

siirbiiì,  V.  att.  =  fermentare,  ribollire: 
del  mosto,  della  birra,  del  fiamiento: 
di  tutto  ciò  che  è  soggetto  a  ^rnien- 
tazione. 

1)  siirbiiì  inéèma  =  saldare  a  calore, 
rammarginare:  unire  insieme  du.e  pezzi 
fondendoli  alle  due  estremità. 


-  826  - 


sva 


siirbuj,  s.  m.  =  fermento,  ribollimento. 
1)  Fig.,    subbuglio,   fermento  di  po- 
polazione, di  persone. 

siirogà,  V.  att.  =  surrogare  :  mettere  uno 
0  entrare  in  luogo  d' un  altro  ;  se  me 
amali,  me  fàroo  sùrogà  =  se  mi  ammalo 
mi  farò  surrogare. 

Siisàna;  s.  f.  =  Susanna:  nome  di  donaa. 
Entra  nelle  frasi  seguenti  : 

1)  pari  là  eàs'ta  Siisàna,  fa  là  càéta 
Susina  =  parere,  fare  la  casta  Susanna: 
donna  che  ostenta  castità,  pudore. 

siisc,  s.  m.  =  fracasso.  Vedi  sciusc. 

siiscetìbil,  *  agg.  =  suscettibile:  capace 
di  prendere,  di  ricevere  ;  l'è  on  càpèll 
pii  siiscetìbil  de  nisUn  miglioràmént 
è  un  cappello  non  più.  suscettibile  di 
nessun  miglioramento. 

1)  Di  pers.:  troppo  facile  a  offendersi; 
se  pò  nànca  digh  dna  paròla  ;  V  è  sii- 
scetìbil come  =  non  gli  si  può  dire 
nemmeno  una  parola;  è  molto  suscet- 
tibile. 

siìscètibilitaa,  *  s.  f.  =  suscettibilità  : 
r  essere  suscettibile  ;  facilità  d' impres- 
sionarsi. 

suscita,  V.  att.  =  suscitare  :  far  nascere, 
far  sorgere  ;  el  siiscita  domtL  di  guttj 
=  non  suscita  che  guai. 

siisi,  "V.  att.  =  ganghire  :  vedere  altri 
mangiare,  specialm.  qualche  ghiottor- 
nia,  e  avere  gran  voglia  di  fare  altret- 
tanto, e  aspettare  come  grazia  che  ce 
ne  diano  un  poco:  specialm.  dei  bambini. 
1)  fa  siisi  =  far  cilecca  :  quando  al 
bambino  si  mostra  una  chicca  e  non 
gliela  si  dà  così  presto,  per  accrescer- 
gliene il  desiderio. 

siisldi,  s.  m.  =  sussidio,  aiuto  :  soccorso 
per  lo  più  finanziario    e   dell'autorità. 

siisidiària,  agg.  =  succursale,  annessa: 
chiesa  dipendente  da  una  chiesa  paroc- 
chiale,  a  cui  serve  come  d'aiuto. 

siiéiègh  e  siisiégo,*  s.  m.  =  sussiego, 
albagia  :  gravità,  sostenutezza  boriosa 
0  dura. 

sii.sist,  *  ».  att.  =  sussistere  :  durare  a 
lungo,  mantenersi  ;  Ve  ori' imprèsa  che 
po'  minga  siisìst  smèa  àiiitt  =  è  im- 
presa che  non  può  sussistere  senza 
aiuti. 

siisiiltori,  *  agg.  =  sussultorio  :  di  ter- 
remoto che  scuote  la  terra  dall'alto  al 
basso. 

siisur,  s.  m.  =  sussurro,  sussurrìo,  mor- 


morio :  il  rumore  che  si  fa  sussurrando. 
E'  più  usato  bàcàn. 
siitil,  agg.  =  sottile  :  di  poca  grossezza; 
càvéj  siitil  =  capelli  sottili;  ramni  siitìl 
=  ramo  sottile.  Vedi  il  più  usato  fin. 

1)  mài  .siitìl  =  mal  sottile  ;  l'etisia. 

2)  guarda  i  rdbb  per  el  siitìl  =  guar- 
darla nel  sottile  ;  di  chi  si  mostra 
troppo  difficile  e  minuzioso. 

3)  ària  siitìla  =  aria  sottile,  fina 
pura;  specialm.  quella  dei  monti. 

siitilià,  V.  att.  =  assotigliare  :  render 
sottile  0  più  sottile. 

1)  siitiliti  el  sàngu  =  assotigliare  il 
sangue,  renderlo  più  fluido. 

siitiliesa,  s.  m.  =  sottigliezza:  l'essere 
sottile  :  ed  anche  acutezza  d' ingegno  e 
di  mente. 

siitt,  agg.  =  asciutto,  secco.  Vedi  stìcc. 

siiturno,    agg.    =    ottuso ,    malinconico  : 
luogo  oscuro,   di   poca    luce;  me  pitbs 
minga  ?nà7tgitL  in  (V  dna  stànsa  sUtérna 
=  non  mi  piace  mangiare    in   una  ca- 
mera ottusa,  malinconica. 

svàgàss,  V.  rifl.  =  svagarsi,  divagarsi  : 
distrarsi  dal  lavoro,  dallo  studio,  da 
una  idea  fissa;  sont  vegniiii  in  cam- 
pagna per  svàgàmm  on  poo  =  sono 
venuto  in  campagna  par  svagarmi  un  po' . 

svago,*  s.  m.  =  svago  :  cosa  che  svaga  ; 
e  l'effetto  dello  svagarsi;  on  poo  de 
svago  ógni  tànt  el  fa  ben  =  un  po'  di 
svago  ogni  tanto  fa  bene. 

svàlisà,  V.  att.  =  svaligiare  :  spogliare 
altrui  violentemente  delle  cose  sue,  ed 
anche  rubare  tutto  in  una  casa,  in  un 
negozio  ;  ièr  nòti  g'han  svàlisaa  là 
botéga  =  ieri  notte  gli  hanno  svaligiato 
la  bottega. 

svàni,  V.  att.  =  svanire  :  perdere  la  forza, 
il  colore,  l'odore,  il  sapore  e  sim.  ;  ài 
so  svànìsen  tUti  i  color  =  al  sole  sva- 
niscono tutti  i  colori  ;  sto  rilmm  or- 
mM  Ve  svanii  =  questo  rum  ormai  è 
svanito. 

svanii,  agg.  =  svanito  :  di  colore,  sa- 
pore, odore  e  sim.  che  ha  perduto  la 
forza. 

1)  Svanito  di  mente  ;  di  persona 
che  ha  perduto  della  sua  intelligenza, 
della  memoria. 

svànimént,  s.  m.  =  svanimento.  Vedi 
sveniniént. 

svànsega,  s.  f.  =  svanzica:  moneta  au- 
striaca che  vale  circa  dieciasette  soldi 
italiani.  Per  fortuna    cessò    fra    noi  la 


sva 


827  — 


sve 


dominazione  sti'aniera  e  anche  il  nome 
della  moneta  non  si  sente  quasi  più. 
svàntàgrg',  s.  ni.  =  svantaggio,  incomodo, 
pregiudizio,  danno  :  contr.  di  vantag- 
gio ;  mi  no  g'ìioo  che  i  svàntàgg  de 
sti  noitaa  =  io  non  ho  che  gli  svan- 
taggi di  queste  novità. 
svàntàgriòs,*  agg.    =    svantaggioso  :  che 

non  ha  per  noi  vantaggio. 
svapora,  v.  att.  =  svaporare,  evaporare, 
sperdersi,  esalare  ;  di  un  corpo  la  cui 
essenza  si  disperde  invisibilmente  nel- 
l'aria;   el    cloroformi,    se    Ve   minga 
Uopaa  palici  el  svapora  =  il   clorofor- 
mio, se  non  è  ben  tappato,  svapora. 
svàrgelà,  v.  att.  =    sferzare,   flagellare: 
colpire,    percuotere   col   flagello,    colla 
sferza  in  modo  che  ne  restino  i  segni. 
svàrgrèll,  s.  m.  =  sferzata  :  il  segno  che 
resta    dopo    una   percossa    di  flagello, 
scudiscio,  ecc. 
STàrìàss,  V.  rifl.   =    svariarsi,    svagarsi. 

A'edi  svàgàss. 
svasa.  V.  att.  =  accecare:    far  entrare  il 

capo  dei  chiodi  nel  legno. 
STàsàdura,  s.  f.  =  brachetta:  nelle  armi 

da  fuoco. 
svegnì,  V.  att.  =  svenire  :  perdere  il 
sentimento;  àpèna  vedèy'lsàngu,  certi 
svègnen  =  appena  a  vedere  il  sangue 
alcuni  svengono;  el  é'è  làsaa  tàià  ma 
là  gamba  sema  svegnì  =  s'è  lasciato 
tagliare  la  gamba  senza  svenire. 
svélia,  s.  f.  =  sveglia  :  suono  di  stru- 
mento atto  alla  mattina  a  svegliare  ; 
in  colég  sonava  là  svélia  tli  ctnq  or 
=  in  collegio  suonavano  la  sveglia  alle 
ore  cinque. 

1)  L'orologio  stesso  con  una  soneria 
che  scattando,  sveglia  all'ora  fissata  : 
'monti  là  svélia  per  leva  sii  pi-èst  do- 
main màtina  =  carico  la  sveglia  per 
alzarmi  presto  demattina. 
sveliaa,  agg.  =  svegliato,  sveglio,  aperto, 
intelligente  :  di  spirito  pronto,  perspi- 
cace; el  me  fioeil  rè  sveliaa  =  mio 
figlio  è  svegliato. 
SYèlt,  agg.  =  svelto  :  di  pers.  slanciato, 
agile  ;  anche  sollecito  nel  far  le  cose  ; 
ehi  ghe  voeur  on  càmerér  svèlt  =  qui 
occoiTe  un  tavoleggiante  "svelto. 

1)  Accorto,  astuto  ;  se  no  .s'è  on  poo 
svèlt  à  sto  morul  se  crèpa  de  fàmm  = 
se  non  si  è  un  po'  accorti,  a  questo 
mondo  si  muore  di  fame. 


,  2)  Di  ingegno  agile  :  l'è  on  gioinòtt 
svèlt  =-•  è  un  giovinetto  svelto. 

3)  càmintb  svèlt  =    camminare    spe- 
dito, andar  lesto. 
svèlta,  (ala)    avv.    =    brevemente,    alla 
lesta  :  con  brevità,  lestamente. 

1)  fa  tila  svèlta  =  fare  alla  svelta, 
abbreviare  ;  tirela  minga  in  liingh,  fa 
tila  svèlta  =  non  andar  per  le  lunghe, 
abbrevia.  Anche  :  affrettarsi,  spicciarsi, 
esser  breve. 

2)  camini  tila  svèlta  =  andar  lesto, 
lesto  :  lesti,  lesti. 

sveltésa,  s.  f.  =  sveltezza,  agilità:  l'es- 
sere svelto  ;  Ve  d'óna  sveltésa  straor- 
dinària =  è  di  una  agilità  straordinaria. 

svelto,  svelto  !  =  lesto,  lesto  !  lesti, 
lesti  !  Per  incitare  a  far  presto. 

sveltòn,  s.  m.  =  dirittone,  furbaccio  : 
chi  usa  la  propria  accortezza  a  fine 
egoistico,  spesso  cattivo. 

svena,  v.  att.  =  svenare  :  tagliare  le  vene 
così  che  ne  esca  tutto  il  sangue  ;  g'hàn 
minga  fàsaa  ben  là  f erida  e  Ve  mòri 
svenaa  =  non  gli  hanno  ben  fasciato 
la  ferita  ed  è  morto  svenato. 

STenimént,*s.  m.  =  svenimento  :  lo  sve- 
nirsi, il  perdere  il  sentimento,  il  venir 
meno  ;  àia  séra  ghe  citlpa  sémper  i 
svenimént  e  ditren  on  pèss  =  alla  sera 
gli  pigliano  sempre  gli  svenimenti  e 
durano  molto  tempo. 

sventa,  v.  att.  =  sventare  :  impedire  gli 
effetti  di  una  congiura,  di  una  trama. 

sventaa,  agg.  =  sventato  :  di  pers.  che 
opera  senza  considerazione,  senza  cri- 
terio ;  Ve  on  gióin  sventaa  =  è  un 
giovane  sventato. 

sventola,*  v.  att.  =  sventolare  :  alzare 
in  aria,  agitare  in  aria  fazzoletti,  ban- 
diere, ecc.,  in  segno  di  festa,  di  saluto, 
e  sim. 

sventra,  v.  att.  =  sventrare  :  aprire  il 
ventre  degli  animali  morti  per  levarne 
le  budella. 

1)  Dei  polli  :  sbuzzare  ;  svenirti  on 
polàster  =  sbuzzare  un  pollo  :  levargli 
le  interiora. 

svergogna,  v.  att.  =  svergognare  :  far 
vergognare  uno  della  sua  colpa,  e  comun. 
in  pubblico,  dinanzi  a  molta  gente  ; 
Vhà  svèrgognaa  in  fàcia  à  tuta  là 
sedia  =  l'ha  svergognato  in  faccia  a 
tutta  la  scuola. 

svergina,  v.  att.  =  sverginare  :  comin- 
ciare l'uso  di  qualche  cosa;  soni  staa 


sve 


-  828 


svo 


mi  à  svergina  là  èttnéa  =  io  ho  sver- 
ginato la  camera  :  cioè  vi  dormii  per 
il  primo. 

1)  Anche  servirsi  per  il  primo  di  un 
piatto  ancor  non  toccato;  el  me  fa 
svergintt  de  m,i  tiitt  qiièll  che  vén  in 
itola  =  fa  sverginar  da  me  tutto  quanto 
portano  in  tavola. 

svérgna,  s.  f.  =  pittima,  leziosa.  Vedi 
potìnfia. 

evèrsa.  Nella  locuzione  ;  vàri  dna  svérsa 
=  non  valer  nulla,  non  avere  affatto 
valore. 

svignasela,*  ».  att.  =  sbiettare,  svignar- 
sela :  fuggire  ,  é-énèa  di  ne  vàn  ne  diiii 
se  rè  svigntda  e  felice  ndte  =  senza 
dire  ne  ai  ne  bai  se  l'è  svignata  e  fe- 
lice notte. 

sviliipàsà,*  V.  rifl.  =  svilupparsi  :  pren- 
dere sviluppo,  forza  :  avere  il  debito 
accrescimento  delle  membra. 

1)  Di  malattie  :  manifestarsi  ;  glie 
s'è  smliipaa  el  tifo  =  gli  si  è  sviluppato 
il  tifo. 

2)  Fiorire,  prender  vigore  :  specialm. 
di  commerci,  di  industrie. 

sviliipp,*  s.  m.  =  sviluppo  :  lo  svilup- 
pare, sviluppamento. 

1)  etaa  del  sviliipp  =  età  dello  svi- 
luppo :  quando  uno  diventa  forte,  ga- 
gliardo. 

svincola,*  V.  att.  =  svincolare  :  levare 
dai  vincoli  ;  l'kà  svincolaa  là  roba  in 
dogana  =  svincolò  la  roba  in  dogana. 
Tedi  liberà. 

svirgola,  V.  att.  =  sbiecare,  storcere  : 
deviare  qualche  cosa  dalla  linea  sua  ; 
el  vcnt  Vhà  smrgolaa  tiitt  i  àéè  =  il 
vento  storse  tutte  le  assi. 

svirgolaa.  agg.  =  storto,  storpio  :  sbi- 
lenco^ poer  ditLol,  l'è  tiitt  svirgolaa 
=  povero  diavolo,  è  tutto  storto. 

svisa,*  V.  att.  =  svisare  :  cambiare  aspetto 
a  una  cosa,  presentarla  sotto  un  aspetto 
diverso  ;  per  svtst  i  ròbb  l'è  famoso  = 
è  famoso  per  svisare  le  cose  ;  ti  àdèss 
te  sviset  là  quiétiòn  =  tu  ora  svisi  la 
quistione. 


sviscera,  v.  att.  =  sviscerare  :  trattare 
a  fondo  una  quistione,  un  argomento  ; 
Vhà  propi  svisceraa  el  procèss  in  tUti 
i  màner  =  ha  proprio  sviscerato  il 
processo  in  tutti  i  modi. 

svisceraa,  agg.  =  sviscerato,  esagerato  : 
di  amore,  di  dimostrazione  d'affetto. 

svista,  s.  f.  =  svista  :  sbaglio  per  non 
aver  guardato  bene  ;  à  dama  se  pèrd, 
perchè  se  fa  sémper  dna  qiièj  svista  = 
a  dama  si  perde,  perchè  si  fa  sempre 
qualche  svista. 

svola,  V.  att.  =  vuotare,  evacuare  :  ren- 
der vuoto  ;  svoit,  là  botUia  -  vuotar 
la  bottiglia  :  versarne  tutto  il  conte- 
nuto ;  svolti  'l  bàiill  =  vuotare  il  baule  : 
levarne  tutto  il  contenuto. 

1)  svoià  H  gòsé.  Vedi  gòss,  5). 

svoiaa,  agg.  =  svogliato  :  senza  voglia,  chi 

non  ha  voglia  di  lavorare,  di  studiare. 

1)  Vuotato:  pari.  pass,  di  vuotare. 

svoiàda,  s.  f.  =  vuotata,  vuotamente  ; 
g'hèmm  daa  dna  bela  évoiada  ài  ma- 
gàsin  =  abbiamo  fatto  un  bel  vuota- 
mente nel  magazzino. 

1)  el  g'hà  daa  dna  bela   svoitlda  = 
andò  abbondantemente  di  corpo. 

svoiàss,  V.  rifl.  =  vuotai'si:  diventar  vuoto. 
1)  Evacuare.  Di  pers.  andar  di  coi-po. 

svolàsà,  V.  att.  =  svolazzare  :  volare  qua 
e  là  senza  direzione  fìssa  ;  e  anche  di- 
battere le  ali  frettolosamente  come  vo- 
lando. 

svolàss,  s.  m.  =  svolazzo  :  fascia  o  na- 
stro che  i  pittori  rappresentano  svo- 
lazzante. 

1)  Tratteggio  ornamentale  calligrafo. 

svòlg,*  V.  att.  =  svolgere  :  d'argomento, 
trattarlo  distesamente,  ordinatamente  ; 
per  svòlg  el  progràma  de  geografia, 
hin  tninga  àsee  tré  dr  là  setimtiKi  = 
per  svolgere  il  programma  di  geografia 
non  bastano  tre  ore  la  settimana. 

svolgimént,*  s.  m.  =  svolgimento  :  lo 
svolgere,  lo  svolgersi  ;  in  del  svolgi- 
mént del  progràma  ghe  vceur  drdin  = 
nello  svolgimento  del  programma  ci 
vuole  ordine. 


—  829  — 


tab 


'T 


t,  =  ti:  la  dieciottesima  lettera  dell' alfa- 
fabeto,  si  pronuacia  te;  di  genere  ma- 
schile. 

tàbàcà)  V.  att.  =  tabaccare,  pigliare  ta- 
bacco; là  ndna  là  tàbàea  tiitt  et  dì  = 
la  nonna  tabacca  tutto  il  giorno. 

1)  Andarsene,  svignarsela;  senàa  di 
ne  vùn  ne  diiii,  quànd  Ve  là  eoa  ora 
'l  tàbàea  =  senza  dir  ne  ai  ne  bai, 
quando  è  l'ora  se  ne  va,  se  la  svigna. 

tàbàcch,  s.  m.  =  tabacco:  pianta  esotica 
e  divenuta  indigena  in  Eux'opa,  la  cui 
foglia  manipolata  si  brucia  per  pren- 
derne il  fumo,  0  si  riduce  in  polvere 
per  tirai'la  su  pel  naso;  el  dàsi  èiil  tà- 
bàeeh  l'è  fòri  =  il  dazio  sul  tabacco  è 
forte  ;  i  fo&ùj  del  tctbàcch  Imi  làrgh  e 
épdrehen  i  man  =  le  foglie  del  tabacco 
sono  larghe  e  sporcano  le  mani. 

1)  tira  tàbàcch  =  tirare,  prender  ta- 
bacco: tirarlo  su  per  il  naso. 

2)  là  scàtola  del  tàhàech  =  la  tabac- 
chiera, scatola;  scatoletta  in  cui  si  tiene 
il  tabacco  da  naso. 

tàbàchee,  s.  m.  =  tabaccaio  :  chi  vende 
il  tabacco  e  i  generi  di  privativa;  àndti 
in  del  tàbàchee  à  toeu  on  f(BÙj  de  carta 
bolàda  =  andar  dal  tabaccaio  a  pren- 
dere un  foglio  di  carta  bollata. 

1)  Tabaccone,  tabacchista:  chi  per  uso 
prende  molto  tabacco  da  naso,  e  ha 
spesso  sudicio  il  naso  e  imbrattato  il 
vestito. 

tàbàchént)  agg.  =  tabaccoso  :  lordo,  puz- 
zolente di  tabacco. 

tàbàchéra,  s.  f.  =  tabaccaia  :  la  moglie 
del  tabaccaio,  o  la  donna  che  vende  ta- 
bacchi e  generi  di  privativa. 

tàbàcon^  s.  m.  =  tabaccone  :  colui  che 
abusa  del  tabacco  da  naso,  e  ha  spesso 
sudicio  il  naso  e  imbrattato  il  vestito. 

tàbàloeùri,  5.  m.  =  giucco,  scempio,  za- 


vali,  baggiano:  chi  ha  poca  testa,  poco 
criterio;  l'è  on  poer  tàbàloeuri  de  vùn 
=  è  un  povero  giucco,  un  povero  zavali. 

tàbàr,  s.  m.  =  tabarro,  mantello,  ferraiolo: 
ampio  panno  con  bavero,  senza  ma- 
niche che  nell'inverno  si  porta  sulle 
spalle  per  involgervi  la  persona. 

tàbàrèll;  s.  m.  =  mantelletto  :    dim.   di 
mantello,  usato  per  bambini. 
1)  Ferraiolo,  tabaiTO  dei  preti. 

tabe,  s.  f.  =  tabe  :  T.  med.  consunzione, 
marcia,  infezione. 

t.àbéla,  s.  f.  =  tabella,  specchio,  prospetto: 
carta  scompartita  in  tanti  colonnini  che 
hanno  in  cima  il  titolo  di  ciò  che  essi 
contengono. 

1)  tàbèla  déla  Imàndèra  =  Vedi  là- 
vàndèra,  1). 

tàbeldòtt,  s.  f.  =  tavola  rotonda:  il  pranzo 
che  si  fa  a  prezzo  e  ad  ora  fìssa  negli 
alberghi  di  qualche  considerazione.  Dal 
frane,  table  d'h'òte. 

tabernàcoli  s.  m.  =  tabernacolo,  ciborio: 
tabernacolino  nel  mezzo  dell'altare  dell© 
chiese  cattoliche  per  l'ostia  consacrata. 

tàbió,  s.  m.  =  ritratto,  quadro,  pro- 
spetto, tavola.  Dal  frane,  tableau. 

1)  Esci,  dinanzi  a  qualche  colpo  di 
scena,  o  fatto  inatteso  ;  éren  àdree  à 
spartì  là  ròba  robàda,  ée  vdlten  e  gh'  è 
lì  dò  guardi  sii  l'ilés,  tàbld  !  =  sta- 
vano dividendo  il  bottino,  si  voltano 
e  vedono  due  guardie  sull'  uscio , 
quadro  ! 

tàboré,  s.  m.  =  panchetto:  sedile  di  le- 
gno con  quattro  o  tre  gambo  e  senza 
spalliera,  come  si  vedono  nei  caffè  ; 
el  càmerér  l'ha  portaa  diiii  ò  trii  la- 
bore =  il  tavoleggiante  portò  due  o  tre 
panchetti . 

tàbula  rasa,  (fa)  =  far   tavola   rasa  e 


tab 


-  830  - 


tac 


dicesi  anche  tabula  rasa  :  far  piazza 
pulita.  Fig.  senza  nulla  :  vota. 

tàbiiscià  e  tàmbiiscìà)  v.  att.  =  armeg- 
giare, rovistare,  frugiare  :  ricercai'e  mi- 
nutamente con  premura. 

tàca,  s.  f.  =  tacca,  augnatura  ;  piccolo 
mancamento  nel  filo  tagliente  :  Ve  on 
cortèll  pién  de  tàech  =  è  un  coltello 
pieno  di  tacche. 

1)  Taglia,  tacca  :  legnetto  diviso  pel 
lungo  con  piccoli  segni  a  riscontro  per 
memoria  di  chi  non  sa  scrivere;  là  ittca 
di  càrètt  de  èàbia  =  la  tacca  dei  cani 
di  sabbia  :  quella  su  cui  è  segnato  il 
numero  dei  carri  portati. 

2)  de  mdéa  tàca  =  di  mezza  tacca: 
di  mediocre  statura,  di  mediocre  qualità. 

3)  Intaglio  :  T.  di  stamp. 

tàcà,  'V.  att.  =  attaccare:  fermare,  fissare 
una  cosa  a  un  altra  ;  tòcà  on  boton  = 
attaccare  un  bottone;  tàeti  on  msigànt, 
i  sanguetta,  i  copètt  =  attaccare  un  ve- 
scicante, le  sanguisughe,  le  coppette  : 
applicarli. 

1)  tàcà  '  l  cavali,  e  assol.  tàeà  ;  an- 
che tàcù  iota  =  attaccare  il  cavallo, 
attaccare:  unire  il  veicolo  alla  bestia  in 
modo  che  questa  lo  tiri. 

2)  tàcà  sott  =  por  mano,  dar  prin- 
cipio :  cominciare  a  fare  una  cosa,  un 
lavoro. 

3)  Trasmettere  ,  comunicare  ;  iàctL 
foeiìgh  =  attaccare  il  fuoco.  E  segna- 
tani.  dei  mali  contagiosi;  el  glia  tàcaa 
et  tifo,  là  rdgna  =  gli  attaccò  il  tifo, 
la  rogna. 

é)  Intrans.  ;  di  materie  collose  ;  el 
mù'c  che  tàca  =  pania  ehe  attacca;  là 
gòma  rara  là  tàca  nò  =  la  gomma 
troppo  liquida  non  attacca. 

5)  Attaccare,  attecchire,  allignare:  di 
vegetabili  che  cominciano  a  prendere 
il  nutrimento  e  vengon  su  bene  ;  hoo 
pientaa  on  giràni,  ma  'l  tàca  nò  =  ho 
piantato  un  geranio  ma  non  alligna; 
el  gàròfol  l'è  tàcaa  polìd  =  il  garofano 
attaccò  bene. 

6)  Di  idea,  dottrina,  proposta,  opera 
la  quale  sia  o  non  sia  bene  accolta;  al- 
lignare, abbarbicarsi,  allegare;  Z'è  dna 
mdda  che  tàca  nò  =  non  è  moda  che 
alligni;  l'è  dna  fórma  de  goérno  che 
tàca  nò  in  quèll  pàés  là  =  è  una  forma 
di  governo  che  in  quel  paese  non  al- 
lega; òn'  opinion,  on'àbitàdin  ehe  tàca 


=  un'opinione,  un'abitudine  che  si  ab- 
barbica. 

7)  Aggiungere  :  unire  una  cosa  a 
un'altra;  bisogna  tàcàgh  cent  Ur  àn- 
càmo  =  bisogna  aggiungere  altre  lire 
cento. 

8)  tàcà  fceùra  =  affiggere,  attaccare 
in  pubblico  fogli,  avvisi  ;  hàn  tàcaa 
foRìira  ràvis  del  teàter  =  hanno  affisso 
l'avviso  del  teatro. 

9)  tàcà  gid  =  arrivare  :  di  vivande  a 
cui  nel  cuocerle  si  faccia  sentire  il  fuoco 
più  del  dovere. 

10)  tàcà  gid  el  temp  =  il  tempo  si 
è  messo  al  brutto. 

11)  tàcà  gid  =  diciamo  noi  di  due 
giovani  che  si  piacciono  e  incominciano 
ad  amarsi. 

12)  tàcà  in  gola  =  dare  il  rancico:  di 
cibi  fritti  nell'olio  non  buono  o  nel 
burro  vieto. 

13)  tàcà  iné-èma  =  appozzare;  unire 
più  pezzi  ;  là  pelièa  Ve  fàda  de  tanti 
peli  tàcaa  insèm,a  =  la  pelliccia  è  fatta 
di  più  pelli  appczzate. 

14)  tàcà  lìt,  tàcà  bàrUfa^  tàcà  i-dta 
=  abbaruffarsi,  pigliarsi  a  parole  e  ve- 
nire alle  mani  specialm,  per  cagione 
leggera  e  improvvisa.  È  breve  zuffa  e 
finisce  senz'altro  danno,  per  lo  più,  che 
i  panni  e  la  persona  scomposti  e  qual- 
che sgraffiatura.  Si  dice  anche  del  pi- 
gliarsi solamente  a  parole  ;  in  rersee- 
tàchen  lìt  tùli  i  moment  =  in  verziere 
s'abbaruffano  tutti  i  momenti. 

15)  tàcà  Ut,  =  azzuffarsi,  attaccar 
lite:  quando  non  si  tratta  più  di  1)a- 
mffa  soltanto,  ma  la  cosa  è  più  seria 
e  finisce  peggio. 

16)  tàcà  su  =  appendere,  sospendere; 
attaccare  in  modo  che  l' oggetto  resti 
nella  posizione  che  prende  per  effetto 
del  proprio  peso;  tàcà  su  là  liicèrna  = 
=  appendere,  sospendere  la  lucerna  ; 
tàeà  sii  i  quàder  =  appendere  i  quadri 
alla  parete  ;  tàcà  sii  H  càldàr  =  porre 
a  fuoco  il  calderotto, 

17)  tàcà  sii  là  mtèa  =  bruciare,  sa- 
lare la  messa  ;  tàcà  sii  là  écdla  =  ma- 
rinare la  scuola  :  non  andarci  per  quel 
giorno. 

18)  tàcà  éii  'l  càpèll  =  usiamo  dire 
d'un  uomo  che  possedendo  poco  o  nulla 
sposa  una  donna  ricca,  e  va  ad  abitare 
in  casa  della  sposa. 

19)  tàcà  in  Vondr  =    diffamare,    de- 


tac 


831  — 


tac 


nigrare  :  cercar  di  levare ,  offuscare 
parlando  della  riputazione  d'una  per- 
sona, dicendone  male. 

20)  tàcò,  i  pàgn  =  appuntare,  attac- 
care i  panni  a  due,  a  tre  per  metterli 
in  bucato. 

21)  tornù,  à  tàcti  =   riattaccare  :    at- 
^gi      taccare  di  nnovo. 

^B'  22)  tàctt  dent  =  impigliarsi:  di  stoffe 
specialm.  che  son  strappate  da  uncini, 
da  punte  in  cui  urtano. 

23)  là  me,  te,  ghe  tàca  =  la  mi,  ti, 
gli  brucia:  di  cose  che  seccano,  offen- 
dono; rhà  gh'è  tàeàda  perchè  te  g'ìiet 
•vosaa  àdree  ài  so  fimu  =  la  gli  è  bru- 
ciata, perchè  hai  sgridato  suo  figlio. 
tàcaa,  agg.  =  attaccato  :  òmm  tàeaa  ài 
doér  =  uomo  attaccato  al  dovere,  esatto 
neir  adempierlo;  òmm  tàcaa  ài  dànee  = 
uomo  attaccato  al  danaro  :  interessato. 

1)  Part.  pass,  di  tàcà  in  tutti  i  suoi 
significati. 

2)  Addetto  :  che  appartiene  per  ele- 
zione 0  per  forza  a  un  dato  corpo;  l'è 
tàccia  Èia  Cort  =  è  addetto  alla  Coi-tc. 

3)  Annesso,  aggiunto  ;  che  fa  parte 
di  una  cosa,  ne  dipende,  la  segue  ;  là 
cà  col  giàrdìn  tàcaa  =  la  casa  col  giar- 
dino annesso;  là  càrtèla  coi  copòn  tà- 
caa =  la  cai-tella  coi  tagliandi  annessi. 
.  4)  vèéé  tàcaa  sii  =  pendere,  essere 
sospeso.  Vedi  sospès,  1). 

5)  àvègh  tàcaa  nàgòtt  =  essere  magro 
assaettato  ;  vèsegh  tàcaa  nàgòtt  =  non 
esserci  utile  alcuno. 

tàcàgrii,  *  agg.  =  taccagno,  avaro,  spi- 
lorcio; hoo  mài  vedUii  on  òmm  tàcàgn 
come  quèll  li  =  non  ho  mai  visto  un 
uomo  taccagno  come  quello  lì. 

tàcàpàgu,  s.  m.  =  attaccapanni,  attacca 
vestiti  :  arnese  di  varie  forme  per  ap- 
pendervi cappelli'  e  vestiti. 

tàcàss,  V.  rifl.  =  attaccarsi.  Oltre  ai  si- 
gnificati di  attaccare  in  senso  lùflessivo: 

1)  Prendere  affetto  a  persona  cara; 
el  s'è  tàcaa  à  quèla  sta  che  noi  pò  età 
on  di  senéa  àndtL  à  trottla  =  s'  è  attac- 
cato a  quella  zia  tanto  che  non  può 
stare  un  giorno  senza  andarla  a  trovare. 

2)  tàcààs  ài  hicér,  ài  fèàsch  =  attac- 
carsi al  bicchiere,  al  fiasco:  mettersi  a 
bere  con  avidità. 

3)  tàcàéà  ài  càmpàntn,  ài  eàvipànn 
=  attaccarsi  al  campanello,  alle  cam- 
pane: mettersi  a  sonare  in  fretta  e  con 
forza. 


4)  tàcàès  à  qiièicòsà  =  attaccarsi  a 
una  cosa:  stare,  attenersi  a  quella,  po- 
tendo sceglier  fra  molte;  ?ni  me  tàchi 
ài  fànàtòn  e  ve  làéi  tuli  i  alter  p)àst 
=  io  m'attacco  al  panettone  e  vi  lascio 
tutte  le  altre  paste. 

5)  Fig.  afferrarsi,  agrapparsi,  appi- 
gliarsi :  scegliere  fra  pivi  partiti  quello 
che  sembra  il  migliore  ;  tàcàss  à  tUti 
i  ràmptn  =  appigliarsi  a  pretesti,  ca- 
villi :  cercare  sottilmente  scuse. 

6)  Attenersi,  aggrapparsi:  reggersi  a 
qualche  cosa  per  non  cascare  ;  el  s'è 
minga  màsaa  perche  'l  s'è  tàcaa  tila 
linghera  =  non  s'accoppò  perchè  s'ag- 
grappò alla  ringhiera. 

7)  tàcàss  sii  =  impiccarsi,  appic- 
carsi :  darsi  la  morte  attaccandosi  con 
un  laccio  alla  gola. 

tàcch,  s.  m.  =  tacco:  rialto  di  suolo  che 
si  pone  nelle  scarpe    sotto  il  calcagno. 

1)  àlsti  i  tàcch  =  battere  il  tacco, 
battersela  :  andai-  via  a  precipizio  ;  se- 
gnatam.  per  scansare  una  compromis- 
sione,   senza  prender  commiato. 

2)  T.  di  stamp.  rialzo  di  cai-ta  che 
si  mette  sul  timpano  per  correggere 
una  mancanza  d'  impronta.  Anche  T. 
di  cappell.  e  fabbri. 

tàchént,  agg.  =  tenace,  viscoso,  attac- 
caticcio :  che  agevolmente  si  attacca, 
che  aderisce  agli  altri  corpi. 

tàcheta,  =  toppete  :  voce  imitativa  di 
un  colpo  di  bacchetta,  o  nimore  secco, 
breve. 

tàchìn,  agg.  =  tirato,  taccagno,  avaro, 
spilorcio. 

1)  éàvè  de  tàchtn  =  aver  sapore  agro, 
aspro. 

tàcch,  tàcch,  =  tich  tac  tich,  toc  : 
voce  imit.  il  bussare  a  una  porta  o 
altro  colpo  secco,  forte. 

tàcita,  V.  att.  =  chetare,  pagare  :  con 
adeguato  compenso  o  pagamento  fai'e 
che  altri  si  cheti  e  taccia  ogni  sua 
pretesa. 

tàcdgU;  agg.  =  brontolone,  borbottone  : 
chi  brontola  continuamente. 

tàcola,  s.  f.  =  taccola,  cornacchia,  tac- 
colino,  ciarlone  :  di  chi  ciarla  molto, 
troppo. 

1)  Baccello,  pisello  baccellone  :  fava 
dal  guscio  fresco  e  giovine  che  si  man- 
gia cotta. 

tàcolà,  V.  att.  =  cicalare,  fig.  gracchiare  : 


tac 


-  832  - 


tai 


parlare  di  cose  frivole,  vane,  importune 
contro  alcuno. 

tàcón,  s.  m.  =  taccone  :  pezzo  di  pelle 
che  si  attacca  alle  scarpe  rotte. 

1)  Frinzello,  rappezzo  :  ricucitura,  o 
rammendo  mal  fatto. 

tàconà;  V.  att.  =  rattoppare:  metter  toppe, 
e  tacconi;  l'ha  Uiconaa  éìi  i  càlàon  à 
quèj  mànéra  =  rattoppò  i  calzoni  in 
qualche  modo. 

tàcouàda,  s.  f.  =  rappezzatura,  rabber- 
ciatura :  accomodatura  alla  meglio  o 
alla  peggio. 

tàcuin,  s.  m.  =  taccuino,  almanacco,  lu- 
nario, calendaiùo:  tavola  o  libretto  dove 
sono  registrati  tutti  i  giorni  dell'anno 
divisi  per  mesi,  e  innanzi  al  numero 
progressivo  del  giorno,  il  nome  di  esso 
giorno  nella  settimana,  e  il  santo  che 
in  quel  dì  si  commemora. 

tafanàri,  s.  m.  =  tafanario:  lo  stesso  che 
deretano,  culo. 

tàfeta,  =  espressione  di  un  atto  che  si 
fa  presto  e  con  forza.  Vedi  anche  tà- 
cheta. 

tàflàda,  s.  f.  =  zaffata,  effluvio  :  fetore 
che  esce  improvviso  da  alcun  luogo. 

1)  Motto,  zaffata,  cinghiata:  detto 
pungente  ;  el  ven  via  di  vòlt  coni  de 
qilfj  tàfiàd,  che  pélen  là  fàcia  =  ar- 
riva alle  volte  con  certe  zaffate  che 
sferzano  il  viso. 

tàftà;  s.  m.  =  taffetà:  tela  di  seta  leg- 
gerissima. 

1)  Specie  di  drappo ,  detto  anche 
drappo  inglese,  che  si  usa  per  mettere 
sulle  piccole  ferite,  i  tagli,  ecc. 

tàglia,*  s.  f.  =  taglia  :  prezzo  promesso 
con  pubblico  bando  a  chi  consegni  in 
mano  alla  giustizia  un  malfattore. 

tàia,  s.  f.  =  taglia:  natura,  qualità,  sta- 
tura, grandezza,  tacca  ;  l'è  déla  tnia 
ttia  =  è  della  mia  taglia. 

1)  Strumento  meccanico  composto  di 
piii  cari-ucole  per  sollevar  pesi. 

2)  Taglia.  Vedi  tàglia. 

3)  Stramento  con  che  i  ceraiuoli  ta- 
gliano i  lucignoli. 

4)  Forbici  di  zecca,  colle  quali  si 
tagliano  lastre  da  fare  monete.  E  il  luogo 
dove  si  lavora  con  dette  forbici. 

tàià,  v.  att.  =  tagliare  :  far  più  parti  di 
una  quantità  continua  con  istrumento 
tagliente;  tàitb  ^l  pan  =  tagliare  il  pane, 
tàià  là  tela  in  trii  tòcch  =  tagliar  la 
tela  in  tre  pezzi. 


1)  tàià  i  càvèj  =  tagliare  i  capelli: 
tosarli. 

2)  Ferire,  incidere  la  pelle,  una  parte 
della  persona;  el  g'hà  tàiaa  là  fàcia  = 
=  gli  tagliò  il  viso;  g'hoo  patirà  de 
tàiàmm  dna  man  =  ho  paura  di  ta- 
gliarmi una  mano. 

3)  Di  un  ferro,  di  un  istmmento 
qualunque  che  taglia  bene,  è  affilato; 
l'è  dna  fdrbes  che  tàia  benòiv  =  le  son 
forbici  che  tagliano  benissimo.  E  fig. 
l'è  dna  lèngua  che  tàia  '/  fèr  =  è  una 
lingua  che  taglia  il  diamante:  maledica. 

4)  tàià  gid  =  fare  i  bocconi;  affettare, 
sminuzzare  la  carne  o  il  pane  a  un 
bambino,  a  un  vecchio  che  non  lo  pos- 
sono fare  da  sé. 

5)  tàià  à  fèti  =  affettare;  tàià  à  fètt 
el  giàmbon,  el  pan,  là  polenta  e  sim. 
=  affettare  il  prosciutto,  il  pane,  la  po- 
lenta e  sim.  E  iperbol.:  ammazzare  con 
una  0  più  sciabolate  ;  i  Ulani  l'han 
tàiaa  à  fètt  =  gli  Ulani  l'affettarono. 

6)  tàià  là  péli  =  segare  la  carne,  re- 
ciderla :  dicesi  specialmente  di  un  le- 
gaccio che  stringa  troppo. 

7)  tàià  vìa  =  amputare:  recidere  un 
membro  malato  o  pai-te  di  esso;  biso- 
gna tàiàgh  TÌa  el  bràsc  =  bisogna  am- 
putargli il  braccio  ;  el  se  tàiaa  via  nètt 
on  did  =  si  tagliò  via  netto  un  dito. 

8)  tàià  i  càst^gn  =  castrar  le  ca- 
stagne: intaccarle,  perchè  non  scoppino, 
volendone  far  bruciate. 

9)  tàià  =  potare  :  detto  del  tagliare 
le  piante  a  tempo  opportuno  perchè 
crescano  più  rigogliose. 

10)  tàià  sii,  =  troncai'e:  tanto  nel 
senso  di  farla  breve ,  tagliar  corto  : 
come  nel  senso  di  smettere,  interrom- 
pere; Vhà  vist  che  là  conferènsa  là  diven- 
tava tròpp  lunga  e  l'ha  tàiaa  sii  =  vide 
che  la  conferenza  si  prolungava  ti'oppo 
e  tagliò  corto;  han  tàiaa  éii  i  ràpre- 
sentàsion  pèrche  andava  nisUn  in  teà- 
ter  =  han  troncato,  hanno  smesso  le 
rappresentazioni ,  perchè  non  andava 
nessuno  in  teatro  ;  l'ha  doviiii  tàià  éii 
col  negQsi  pèrche  i  àfàri  àndàven  mal 
=  ha  dovuto  smettere  il  negozio  perchè 
gli  affari  andavano  male. 

11)  tàià  foeiìra  =  ritagliare  :  di  un 
disegno  tagliarlo  secondo  le  linee  esterne 
che  lo  chiudono.  Ed  anche  riferito  a 
corpi  militari  :  separarli  dal  resto  del- 
l'esercito. 


I 


tai 


833 


tal 


12j  tùia  i  (jàmb  à  vun  =  tagliare  i 
nervi,  le  braccia  a  uno  :  togliergli  le 
forze,  impedirgli  di  operare  con  efficacia. 

18)  tàitL  là  paròla  in  boca  à  vun  = 
tagliare  lo  parole,  rompere  la  parola  in 

P  bocca  a  uno:  interromperlo  bruscamente. 
14)  tàit  là  Uràda  =  tagliare  la  via, 
impedire  il  cammino.  Specialm.  nel  fìg. 

15)  tùia  i  pàgn  àdòss  =  tagliare  i 
panni  addosso  a  uno,  parlarne  male, 
censui'arlo. 

16)  tàid.  'l  vin  =  tagliare,  ritagliare 
il  vino:  i)renderlo  di  diverse  qualità  e, 
mescolandolo,  dividerlo  in  più  vasi. 

17)  gli'è  on  veni  che  tata  là  fàcia 
=  c'è  un  vento  che  pela  la  faccia, 

18j  tata  !  =  smettila  !  Vedi  piéntela. 

19)  tàiti  =  frisare  :  toccare  legger- 
mente una  palla  coli' altra  nel  giuoco 
delle  bocce  e  al  biliardo  ;  tagliare  le 
carte  dicono  i  giuocatori  per  dividere 
il  mazzo  in  due  mucchi. 

tàiaa,  p.  p.  =  tagliato  :  tàiaa  gid  coni 
là  corlàéa  o  coni  là  fòle  =  Vedi  cor- 
làsa,  1). 

1)  Agg.  temp  tàiaa  =  tempo  tagliato. 
T.  mus.  tempo  ordinario  ridotto  a  due 
ijuaiii. 

tàìàcàrt,*  s.  m.  =  tagliaca/te,  stecca  : 
strumento  da  piegar  carte  o  tagliare  la 
piegatura  delle  pagine  e  dei  fogli. 

tàiàrta,  s.  f.  =  tagliata  :  il  tagliare. 

1)  jj%a  el  ciint  del  èàrt  ma  dagli 
dna  bela  tàìMa  =  paga  la  nota  del 
sarto  ma  con  una  forte  riduzione. 

tàiàdéj,  s,  m.  pi.  =  taglierini,  tagliolini, 
tagliatelli:  paste  da  minestra  piatte  come 
nastrini.  Anche  tàiàdiu. 

tàiàdòr,  s.  m.  =  tagliatore  :  colui  che 
taglia  nelle  sartorie,  calzolerie,  macel- 
lerie e  sim. 

1)  Chi  tiene  e  scozza  le  carte  perchè 
fa  il  banco. 

tàiàdura,  s.  f.  =  tagliatura:  l'atto,  l'ef- 
fetto, il  modo  di  tagliare. 

tàìàpàsta,  s.  VI.  =  tagliapasta,  stampo: 
arnese  da  cucina  di  varie  forme  per  ta- 
gliare i  fogli  di  pasta. 

tàìàpioeucc,  s.  m.  =  parracchiere.  Voce 
scherz.  o  spreg. 

tàiàràv,  s.  m.  =  taglieretto  :  sottile  as- 
sicella di  legno  gentile,  lunga  e  larga 
circa  un  palmo  con  allungamento  a 
guisa  di  manico  ;  nel  mezzo  è  un'aper- 
tiu'a  stretta,  trasversale,  rettilinea,  cui 
è  adattata  una  lama  tagliente  lungo  la 


quale  si  affettano  le  rape,  i  tartufi, 
e  sim. 

tàiàràvioeiì,  s.  ni.  =  tagliapasta:  rotella 
dentata  per  tagliare  e  dar  figura  ai  pezzi 
di  pasta  spianata  per  farne  agnolotti. 

tàiàss,  V.  rifl.  =  tagliarsi,  incicciare  : 
farsi  un  taglio,  ferirsi  con  arma  ta- 
gliente. 

tàiee,  s,  ni.  =  carello,  cariello;  tondone 
che  tura  la  bocca  del  cesso. 

tàìètt,  s.  m.  =  taglietto  :  piccolo  taglio, 
piccola  fenditura. 

tàiòn,  s.  m.  =  specie  di  malattia  dello 
ungtiie  delle  bestie  bovine. 

tàj,  s.  m.  =  taglio:  ferita  che  si  fa  nel 
tagliare  ;  in  del  tàià  l'èrba  el  .v'è  faa 
on  gran  tàj  in  là  gamba  =  nel  segar 
l'erba  s'è  fatto  un  gran  taglio  nella 
gamba. 

1)  L'atto  0  la  maniera  di  tagliare  o 
la  cosa  tagliata  ;  l'è  on  mrt  che  y'hà, 
on  bèli  tàj  =  è  un  sarto  che  ha  un  bel 
taglio;  l'ha  compraa  on  tàj  de  vei-tii 
])er  pòch  dànee  =  comperò  un  taglio 
d'abito  per  pochi  danari. 

2)  La  parte  tagliente  di  strumento 
destinato  a  tagliare.  Diciamo  più  spesso 
in  questo  senso  fìl. 

3)  Braciuola  :  taglio,  più  specialm. 
sul  viso  nel  farsi  la  barba. 

4)  vegni  à  tàj  =  cadere,  venire  in 
taglio,  a  puntino:  esser  zucchero  sulle 
fragole:  venire  a  momento  opporttino. 
Anche  e  più:  venire  a  bisogno,  spe- 
cialm. di  cose  che  si  tengono  in  serbo: 
venire  il  caso  di  doverle  adoperare  ; 
tiltt  ven  à  tàj,  fina  i  ung  de  petti  l'àj 
=  tutto  può  venire  a  bisogno. 

5)  vend  à  tàj  =  a  taglio  :  aggiunto 
di  roba  che  si  vende  tagliandone  quanto 
uno  desidera  ;  non  intera,  a  pezzi. 

6)  dagli  dent  on  tàj  =  incidere  :  fare 
dei  tagli  poco  più  oltre  la  superflce. 

7)  tàj  de  bosch  =  il  taglio  dei  boschi 
e  la  tagliata. 

8)  colp  de  tàj  =  fendente.  T.  scherni, 
colpo  di  sciabola. 

9)  dàghen  on  tàj  =  finirla,  smetterla: 
cessar  di  fare  una  cosa,  specialmente 
che  arreca  noia  o  costa  fatica. 

10)  tàj  =  T.  lett.  kg.  rescissione, 
annullamento. 

tal,  agg.  =  tale,  cosiffatto,  di  tal  modo: 
l'èra  on  tlsen  tal  che  de  pilsee  tisen 
gli  è  ìiisthi  =  era  tale  asino  che  più 
asino  di  lui  non  c'è  nessuno;  hoo  èen- 


tal 


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taiu 


tik  071  tal  dolor  che  à  nioménti  me  vén 
fìd-tldi  =  ho  sentito  un  dolore  tale  che 
a  momenti  svengo. 

1)  tal  e  quàl  =  tale  e  quale:  uguale, 
somigliantissimo;  Ve  tal  e  qtiàl  s-ò  2}à- 
der  =  è  suo  padre  tale  e  quale. 

2)  Riferito  a  cose  di  cui  si  parla  o 
si  scrive;  tttl  e  quàl  vuol  dire:  qual'è, 
senza  nulla  di  più  o  di  meno;  mi  te 
là  cùnti  tal  e  qtiàl  me  l  han  cUntàda 
à  mi  =  io  te  la  narro  tale  e  quale 
l'hanno  narrata  a  me. 

3)  Pron.  indet.;  el  tal  di  tài  =  il  tal 
dei  tali  ;  por  significare  una  persona 
qualsiasi. 

tàlàr,  agg.  =  talare  :  di  veste  lunga  fino 
ai  piedi  ;  tonaca  o  abito  da  prete. 

tàlcli,  s.  m.  =  talco  :  specie  di  minerale, 
silicato  di  magnesia,  che  si  divide  fa- 
cilmente in  foglie  sottili  e  trasparenti 
di  variati  colori. 

1)  I  droghieri  chiamano  talco  anche 
certe  sottilissime  lamine  d'ottone  va- 
riam.  colorate. 

tàlént,  s.  m.  =  talento  :  ingegno,  facoltà 
intellettuale,  attitudine  ad  una  cosa:  l'è 
on  òmm  de  tàlént  =  è  un  uomo  di  ta- 
lento; l'è  on  tàlént  =  e  un  talento:  ha 
molto  ingegno. 

tàlentón,  s.  m.  =  talentacelo  :  omo  di 
gran  talento  :  spesso  usato  iron. 

làler,  s.  m.  =  tallero  :  moneta  di  Ger- 
mania, del  valore  di  circa  cinque  lire 
italiane. 

tàlìàu,  agg.  =  italiano.  Usa  però  quasi 
esolusiv.  nel  signif.  metaf.  per  astuto, 
dirittone,  furbacchione  e  sim.  ;  quèll  l'è 
on  tàliùn!  =  quello  è  un  dirittone  ! 

tàlis  et  quàlis,  =  tal  e  quale:  assolu- 
tamente come  è. 

tàlmént,*  avv.  =  talmente:  in  modo  tale: 
l'èra  tàlmént  màlaa,  che  '  l  pareva  che 
H  doèéì-  mori  d'on  moment  à  l'alter  = 
era  talmente  ammalato  che  pareva  do- 
vesse morire  da  un  momento  all'altro. 

tàldu,  s.  m.  =  tacco,  calcagnetto  :  rialto 
del  suolo  della  scarpa  che  risponde  al 
calcagno  del  piede.   Anche  tàccli. 

tàloiiì,  s.  m.  =  telonio  :  qualunque  banco 
da  lavoro,  da  studio,  e  comunem.  la- 
voro, studio  ;  6*^00  ài  tàlòni  dàla  ma- 
tina  Ma  èira  =  sto  al  telonio  dalla 
m^ina  alla  sera. 

talpa,  s.  f.  =  talpa:  animaletto  quasi  si- 
mile al  topo  che  vive  sotterra. 

1)  Fig.  persona   materiale,    stupida, 


inerte;  el  càpii-s  nàgòtt;  l'è  dna  talpa 
=  non  capisce  nulla:  è  una  talpa. 

2)  Tèsi-  sord  còme  dna  talpa  =  essere 
molto  sordo. 

tàmàrin  e  tamarindi,  s.  m.  =  tamarindo: 
specie  di  pianta  leguminosa  il  cui  frutto 
è  medicinale,  e  per  noi  specialm.  il 
frutto  del  tamarindo,  o  la  polpa  di  ta- 
marindo. 

tàmbàrlàu,  agg.  =  grullo:  che  ha  il  capo 
vuoto,  stordito,  scemo. 

tàmbèrla,  agg.  =  sciocco.  Tedi  bàdee 
e  tàiubàrlàu. 

tàmbiir,  s.  m.  =  tamburo:  strumento  mi- 
litare che  si  suona  con  bacchette,  com- 
posto di  una  cassa  cilindrica,  chiusa  di 
sopra  e  di  sotto  da  una  pelle  ben  tesa 
su  cui  si  battono  le  bacchette. 

1)  Cilindro  nel  quale  sta  chiusa  la 
molla  dell'orologio. 

2)  Fig.  un  uomo  piuttosto  grosso  e 
di  poca  levatura;  l'è  v&n  de  qilìj  tàm- 
bilr  che  se  pò  minga  ered  =  è  un  tal 
tamburo  da  non  credersi. 

3)  vègli  ci  vénter  come  on  tàmbùr  = 
avere  il  ventre  come  un  tamburo:  gon- 
fio e  teso  ;  specialm.  per  troppo  man- 
giare. 

4)  à  tàmhùr  bàtént  =  a  tamburo  bat- 
tente, e  sul  tamburo;  in  fretta  e  im- 
mantinente. 

5)  tàmbtìr  di  pàgn  =  tamburlano  : 
arnese  di  legno  leggero,  piuttosto  alto 
per  mettervi  a  rasciugare  e  scaldare  la 
biancheria. 

6)  Tombolo  :  cuscino  cilindrico  ;  quello 
usato  dalle  donne  per  far  pizzi,  ricamare. 

7)  Tamburo,  timpano  :  T.  archit. 
tàmbiirèll,*  s.  ?».  =  tamburello:    tambu- 
rino, piccolo  tamburo,  specialm.  quello 
che  serve  come  giocattolo. 

tàmburiu,  s.  m.  =  tamburino:  quello  che 
suona  il  tamburo,  specialm.  se  è  un 
ragazzo. 

1)  tàmburin  de  polàster  =  coscina 
di  pollo  :  dim.  di  coscia. 

t<àiiibnrón,  s.  m.  =  gran  cassa  :  il  tam- 
burone grande  delle  bande  militari , 
delle  orchestre. 

tampina,  r.  att.  =  noiare,  importunare 
dar  molestia. 

tàmpon,  s.  m.  =  stuello  :  specie  di  tappo' 
fatto  di  garza  per  chiudere  una  ferita, 
un  vaso,  il  naso  e  sim. 

t<àmpouà,  T.  att.  =  stuellare  :  impedire 
emorragie  con  garza  e  sim. 


J 


talli 


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tan 


taluni  taluni,  s.  m.  =  tamtam:  istrii- 
mento  orientale,  sp.  di  cembalo  tutto 
di  metallo,  il  quale  martellato  rende 
un  suono  acutissimo,  eccheggiante. 

tana,  s.  f.  =  tana  :  buco  che  serve  di 
nascondiglio  alle  bestie  selvatiche. 

tànàbus,  s.  m.  =  bugigattolo,  biscanto, 
stambugetto  :  luogo  appartato  ;  stanzino 
per  lo  più  scuro  e  per  ripostiglio. 

tànàscìn,  s.  m.  =  nanerottolo,  tangoc- 
cino,  picei  naco:  di  chi  è  piccolo  di  sta- 
tura e  piuttosto  goffo. 

tànàsciòtt,  s.  m.  =  tozzo,  tangoccio:  chi 
è  nano,  piccolo,  ma  anche  tarchiato, 
grassotto. 

tàndem,  s.  m.  =  tandem  :  bicicletta  a 
due  posti. 

1)  fegm  ài  tàndem  =  venire  alla 
conclusione. 

tànderàndàn,  agg.  =  babbeo.  Vedi 
bàdee. 

1)  tàììderànddn  Liiéla  sòia  quèll 
càsinòtt,  glie  età  dna  vègia  étrla  che 
fa  baiti  i  pigòtt.  Non  c'è  la  corrispon- 
denza italiana. 

tàndoeù^ia,  agg.  =  baggeo.  Vedi  tàiu- 
berla. 

tàuf,  s.  m.  =  tanfo:  puzzo  forte  di  mu- 
cido, di  mixffa:  odor  di  linchiuso;  gh'è 
on  tànf  in  sta  ùtànm  che  se  pò  minga 
resUt  =  c'è  un  tanfo  in  questa  stanza 
che  non  si  può  resistere. 

tànfeta,  =  toppete.  Vedi  tàfeta. 

tànfog'uà  e  tànfiiscìà,  r.  att.  =  rovi- 
stare. Vedi  tàbuscià. 

tàngènt,  s.  f.  =  tangente  :  quota,  por- 
zione, parte;  ciò  che  tocca  a  una  parte 
0  ad  una  persona  nella  divisione  d'una 
eredità,  d'un  credito  e  sim. 

tànghen,  s.  m.  =  tanghero,  zotico:  per- 
sona grossolana  e  rustica. 

tànt,  agg.  =  tanto  :  denota  grandezza  al 
singolare  e  quantità  al  plurale;  fa  minga 
tànt  f recasi  =  non  far  tanto  baccano; 
l'è  inUtil  fa  tanti  citicer  =  è  inutile 
far  tante  chiacchiei'e  ;  l'ha  guùdcignaa 
tanti  dance  =  guadagnò  molti  danari. 
j  1)  Assai  ;    tanti   vòlt,    tanti  parali, 

f         ttnta  geni  =  assai  volte,  assai  parole, 
assai  gente. 

2)  glie  sta  'l  tànt  e  'l  pòcch  =  c'entra 
il  poco  e  l'assai:  di  un  recipiente  molto 
più  grande  di  quel  che  bisogni. 

3)  Sì  grande,  seguito  dalla  particella 
che:  rhà  màngiaa  tanta  polenta  che 
rè  étaa  mal   =  mangiò   tanta   polenta 


che  si  sentì  male;  ghe  nlià  ditt  tanti 
die  piiéee  se  podéva  nò  =  gliene  disse 
tante  che  più  non  si  poteva. 

4)  Assol.  una  somma,  un  prezzo  fisso; 
tànt  ne  guadagna  e  tànt  ne  spend  = 
tanto  guadagna  e  tanto   spende. 

5)  on  tànt  ]}cr  cent.,  on  tànt  ài  méter 
-  un  tanto  per  cento,  un  tanto  al  me- 
tro: vale  quel  tanto  di  frutto,  di  prezzo 
pattuito. 

6)  ogni  tànt.,  de  tànt  in  tànt  =  ogni 
tanto:  di  quando  in  quando,  a  inter- 
valli ;  ogni  tànt  el  «vi  à  Paris  à  com- 
pra =  ogni  tanto  va  a  Parigi  a  far 
compere. 

7)  règh  tànt  in  man  =  aver  tanto, 
aver  bono  in  mano.  Vedi  man,  2). 

8)  §e  tànt  me  dà  tànt  =  se  tanto  mi 
dà  tanto:  se  la  cosa  va  così,  se  procede 
di  pari  passo. 

9}  à  di  tànt,  à  fa  tant  =  a  dire 
molto,  a  fare  assai. 

10)  s' el  fa  tànt  de  àndà  vìa  el  tòma 
pii  indree  =  se  egli  ha  il  coraggio  di 
partire  non  ritorna  più  indietro. 

11)  Avverbio:  significa  lunghezza  di 
tempo,  grandezza  di  spazio,  quantità 
di  cosa;  mangia,  dormi,  studiti,  pàti 
tànt  =  mangiare ,  dormire,  studiare , 
patir  tanto. 

12;  Così,  in  siffatto  modo;  Vhàpiàn- 
giiiil  tànt  che  el  g'hà  sgonfi  e  rosé  i 
ceuce  =  ha  pianto  tanto  che  ha  gli  oc- 
chi gonfi  e  rossi. 

13)  Cosicché,  tantoché  ;  el  s'è  faa 
sfiecià  on  gran  pèàs;  tànt  che  mi  cre- 
deva che  l  ri'càsé  pii  =  si  fece  aspet- 
tare un  gran  pezzo:  tanto  che  io  cre- 
deva non  arrivasse  più. 

14)  tànt  e  tànt  =  tanto  :  dicesi  per 
mostrare  una  certa  indifferenza,  il  non 
prendersi  pensiero  di  una  cosa  ;  tànt  e 
ttmt  pioeùv;  dònca  pòse  sta  in  cà  àénsa 
éàgrifiéi  =  tanto  piove,  dunque  posso 
restare  in  casa  sènza  sacrificio;  tànt  te 
glie  n'kee  à  fa  insci  =  tant'  è  che  tu 
faccia  così. 

15)  ne  tànt  ne  pòcch  =  né  poco,  né 
assai:  punto. 

16)  me  ne  impòrta  tànt!  =  mi  im- 
l)orta  assai  !  Detto  di  cosa  che  ci  sia 
indifferente. 

17)  eoo  tànt.  el  sa  tànt  =  so,  sa 
assai;  so,  sa  per  molto,  di  molto;  di 
persona  che  né  sappia,  né  abbia  modo 
di  sapere. 


tau 


tàuto,  *  avv.  =  tanto,  di  molto,  assai. 
Come  tàiit;  Ve  òn' òpera  che  me  piàs 
tanto  =  è  un'opera  che  mi  piace  tanto; 
ài  me  ficett  glie  vmìri  propi  tanto  ben 
=  a  mio  figlio  voglio  proprio  bene  di 
molto,  assai;  l'è  tanto  bèli  iibedì  e  vèsè 
rispetos  =  è  assai  bello  obbedire  ed  es- 
sere rispettoso. 

tàol,  s.  m.  =  tavola:  mobile  fatto  d'uno 
0  più  assi  orizzontali,  retto  da  una,  tre 
0  fj^uattro  gambe,  per  più  usi,  ma  spe- 
cialmente per  la  mensa,  e  per  lavorarci 
sopra.  Il  piano  per  lo  più  ò  quadran- 
golare, talora  tondo  od  ovale. 

1)  tàol  de  slàrgù,  =  tavola  a  ribalta: 
quella  il  cui  piano  si  può  allungare  o 
allargare  inediante  una  parte  di  esso 
mastiettata  che  sta  pendente,  e  che  al- 
l'uopo si  alza  orizzontalmente  e  le  si 
dà  il  sostegno  di  due  mensoline  che  si 
tirano.  Oppure:  tavola  da  allungarsi  se 
si  allarga  con  altro  sistema. 

2)  franca  'l  tàol  =  rincalzare  la  ta- 
vola: mettere  qualche  cosa  sotto  i  suoi 
l)iedi,  perchè  non  tentenni,  non  si 
muova. 

3)  Banco:  la  tavola  che  nello  studio 
serve  per  starvi  a  scrivere  e  a  tenervi 
tutto  quello  che  abbisogna  a  chi  studia. 

tàola,  s.  f.  =  mensa:  tavola  apparecchiata 
per  mangiare. 

1)  prepara  là  tàola  =  apparecchiai'e 
la  tavola:  metterci  sopra  la  tovaglia,  i 
piatti  e  quanto  occorre  per  mangiare 
e  bere, 

2)  vèsé  à  tàola,  àndà  à  tàola,  leva 
ùii  de  tàola  =  essere  a  tavola,  andare 
a  tavola,  alzarsi  da  tavola,  essere,  an- 
dare a  desinare,  aver  finito  di  desinare.^ 

3)  porta,  mètt  in  tàola  =  portare, 
mettere  in  tavola:  cominciare  a  man- 
giare, servire  le  pietanze  e  specialmente 
la  minestra  con  la  quale  si  suol  co- 
minciare il  desinai'e. 

4)  à  tàola  ée  diventa  nò  véce  =  a 
tavola  non  s' invecchia,  mangiando  si 
passa  bene  il  tempo. 

5)  tàola  rotonda  =  tavola  rotonda  : 
alle  locande  dove  a  una  cert'ora  si 
mette  per  chi  vuol  desinare. 

6)  èerDléi  de  tàola  =  servito,  forni- 
tura, fornimento  da  tavola.  Vedi  ser- 
visi, 6). 

7)  là  ciisìna  e  là  tàola  hin  dna  Urna 
èòrda  =  Vedi  ciisiua,  2). 

8)  Canniccio,  stoia:  piano  formato  di 


-  836  -  tap 

cannucce  o  giunchi  della  stessa  lun- 
ghezza, messi  uno  accanto  all'altro  e  riu- 
niti insieme:  usano  per  allevarvi  bachi 
da  seta,  o  per  mettervi  la  frutta  ser- 
bevole. 

9)  tàola  e  molìn  =  filetto  :  sorta  di 
gioco  che  si  fa  con  nove  pedine  cia- 
scuno da  due  giocatori  su  una  tavola 
su  cui  sono  disegnati  tre  quadi-ati,  uno 
dentro  l'altro  coi  lati  tagliati  per  metà 
da  una  linea  trasversale.  Fig.  guada- 
gnare da  due  parti  nello  stesso  tempo 
e  sulla  stessa  cosa. 

tàolaa,  s.  m.  =  tavolato  :  parete  o  pavi- 
mento di  tavole:  assito.  Ed  anche  quella 
parete  fatta  di  mattoni  messi  per  col- 
tello, cosicché  riesce  sottile  molto. 

tàolàda,  s.  f.  =  tavolata:  tatti  quanti 
sono  a  desinare  a  una  medesima  tavola, 
specialm.  se  molti  ;  guarda,  che  bela 
tàolàda!  =  guarda,  che  bella  tavolata. 

tàolàss,  s.  m.  =  tavolaccio,  pancaccio: 
tavolato  nei  corpi  di  guardia  e  nelle 
prigioni  per  mettervisi  a  giacere. 

tàolèta,  s.  f.  =  tavoletta  :  specie  di  pa- 
nini più  lunghi  che  larghi  fatti  di  cioc- 
colata 0  altro,  che  si  tengono  avvolti 
nel  talco  o  nella  carta  ;  tàolèta  de  ci- 
colàtt,  de  toròn  =  tavoletta  di  ciocco- 
lata, di  torrone. 

1)  Piccola  tavola  apparecchiata  per 
desinare;  éèrem  dna  tàolèta  de  cìnqu 
perèònn  doma  =  eravamo  una  tavoletta 
di  appena  cinque  ])ersone. 

2)  Teletta,  abbigliamento,  ecc.  Vedi 
toàlètt. 

tàolìn,  s.  m.  =  tavolino:  mobile  di  legno 
più  piccolo  della  tavola,  fatto  di  vai'io 
forme  e  per  vari  usi  ;  tàoltn  de  càfè 
=  tavolino  da  caffè:  quello  dei  caffè  al 
quale  sediamo  per  prendervi  il  caffè,  il 
gelato  0  altro,  ed  anche  per  desinarvi. 

1)  tàolln  de  làorà  =  tavolino  da  la- 
voro, è  alcune  volte  diverso  dagli  altri 
tavolini  per  avere  cassetto. 

2)  sta  ài  tàolln,  ài  tàol  =  stare  a 
tavolino,  stare  a  studiare. 

3)  piti  pln  càvàlìn  ;  sòta  ài  i)è  del 
tàolln,  ecc.  Vedi  càTàlin,  2). 

tàolósa,  s.  f.  =  tavolozza  :  sottile  assi- 
cella sulla  quale  i  pittori  tengono  e  me- 
scolano i  colori,  mentre  dipingono. 

tàpa,  s.  f.  =  tappa,  fermata:  luogo  dove 
i  soldati  0  altri  si    fermano  per   man- 
giare 0  riposarsi  ne'  viaggi  ;  hèmm  faa  i 
dna  tàpa  d'òn'òra  in  sii  on  bèli  praa^ 


tap 


837 


tar 


=  abbiali!  fatto  una   fermata  di  un'ora 
su  un  bel  prato. 

1)  Gita:  il  tanto  di  cammino  fra  una 
tappa  e  l'altra. 

2)  Scheggia:  quella  che  salta  via  da 
un  legno  spezzato  o  tagliato  coli' ascia. 

3)  Tastiera  degli  istrumenti  ad  arco, 
o  a  corda  come  il  mandolino,  la  chi- 
tarra. 

4)  sorci  eòme  dna  ttpa  =  sordo  molto; 
che  ode  pochissimo. 

5)  tal  e  quàl  l'è^l  seidcch  veti  fceùra 
i  tàpp.  Vedi  scìóccli. 

6;  Talpa,  zotico:  di  chi  capisce  poco 
e  impara  meno;  se  glie  ne  cava  nàgòtt^ 
l'è  dna  iàpa  =  non  se  ne  cava  nulla, 
ò  una  talpa. 

tàpàscèll)  s.  VI.  =  bamberottolo:  di  bam- 
bino che  comincia  a  muovere  con  si- 
curezza i  passi. 

tàpàscià;  V.  alt.  =  camminare,  addipa- 
nare, sgambare:  muover  spesso  le  gambo 
per  andar  lesto  e  specialm.  per  stare 
a  passo  con  chi  lo  ha  più  lunghe  ;  el 
tàpàseiàva  sto  pòer  brighila  che  l'era 
on  j>iàsè  à  vedèll  =  addipanava  quel 
povero  brighella  ch'era  un  piacere  a 
vederlo. 

tàpàsciàda,  s.  f.  =  cammijiata,  addipa- 
nata. Vedi  c<àininàda. 

tàpàss,*  V.  rifl.  =  tapparsi  :  imbacuccarsi 
nel  mantello,  coprirsi  bene  con  abiti 
per  ripararsi  dal  freddo;  te  se  ttpet  éii 
p)olìd  e,  pàsa  frècc,  se  te  pò  =  ti  tappi 
bene  e,  passa  freddo,  se  puoi. 

1)  Chiudersi  in  casa  ;  eont  giornàd 
insci  orìbil  el  mèj  l'è  tàpàés  in  cà  e 
guarda  fceùra  là  nev  che  ven  già  =  con 
così  orribili  giornate,  il  meglio  ò  tap- 
parsi in  casa  e  guardar  fuori  la  neve 
che  cade. 

tàpee,  s.  m.  =  tappeto  :  sorta  di  panno 
grosso  a  opera,  di  vari  colori,  per  uso 
di  coprir  tavole  o  pavimenti  di  stanze. 

1)  métt  giò  i  tàpee  =  tappetare:  co- 
prire di  tappeto  una  stanza. 

2)  mètt  fceiira  i  tàpee  =  mettere  i 
tappeti  alla  finestra  :  ornare  le  finestre 
mettendovi  sulla  via  dei  tappeti,  delle 
stoffe,  arazzi  e  sim. 

tàpèla^  s.  f.  =  parlantina:  loquacitti  mo- 
derata; el  doveva  fa  l'àocàtt,  perchè  el 
g'hà  dna  gran  tàpèla  =  doveva  far 
ì  avvocato  perchè  ha  una  gran  par- 
lantina. 

1)  Anche    ciaccionc,    chiacchierone  : 


chi  parla  facilmente  e  troppo  ;  te  see 
dna  gran  tàpèla  f  no  te  tàset  on  mi- 
niltt  =  sei  un  gran  chiacchierone  !  non 
taci  un  minuto. 

tàpelà,  r.  att.  =  ciacciare,  ciambolare, 
chiacchierare;  Ve  tuta  màtìna  che  tà- 
pèlen  =  è  tutta  la  mattinata  che  ciam- 
bolano. 

tàpelàda,  s.  f.  =  chiacchierata,  ciarlata  : 
cianciare  a  lungo  specialm.  senza  sugo. 

tàpèll,  s.  m.  =  calzatoia,  puntello:  quella 
bietta  di  legno,  o  quel  pezzo  di  car- 
tone a  più  doppi  che  si  mette  sotto 
un  mobile  per  rincalzarlo. 

tàpelóiij  s.  rìi.  =  ciaccione,  ciambolone, 
chiacchierone:  chi  chiacchiera  facilmente 
e  troppo. 

tàperìiij  s.  w.  =  tappetino:  piccolo  tappeto. 
1)  Pedana:  pezzo  di  tappeto   sotto  il 
tavolino  0  accanto  al  letto  per  non  po- 
sare i  piedi  in  terra. 

tàpesà;  T.  att,  =  tappezzare:  parare  con 
tappezzeria  ;  hoo  faa  tàpeéà  là  sàia  = 
ho  fatto  tappezzare  la  sala  ;  là  stànsa 
de  lèti  là  me  piàs  nò  tàpesàda  =  la 
camera  da  letto  non  mi  piace  tappezzata. 

tàpesarìa,  s.  f.  =  tappezzeria  :  stoffa  o 
carta  con  che  si  ricopron  le  pareti. 

1)  fa  tàpei-àrìa  =  figurare  senza  pren- 
dere parte  attiva  in  una  festa  di  balio. 

tàpesee,  s.  m.  =  tappezziere:  chi  acco- 
moda e  addobba  le  stanze  :  chi  mette 
tappezzerie,  tende,  tappeti  e  anche  mo- 
bili imbottiti  e  coperte  ;  hoo  fa  regni 
'Z  tàpesee  à  mètem  in  drdin  là  sàia  = 
ho  chiamato  il  tappezziere  a  mettermi 
all'ordine  la  sala. 

1)  Addobbatore:  chi  addobba  pareti 
di  chiese  e  case.  Vedi  pàrionee,  pà- 
ràdòr. 

tapina,  t'.  att.  =  camminare  :  andare 
colle  sue  gambe ,  parlando  sempre  di 
bimbi;  el  tnè  bàgti  el  comincia  à  tà- 
pinti  per  cà  =  il  mio  bambino  inco- 
mincia a  camminare,  a  trotterellare. 

tàpòii)  s.  m.  =  scempione,  babbione, 
zuccone:  di  cervello  duro,  tardo. 

tara,  s.  f.  =  tara  :  diffalco  che  si  fa  al 
peso  della  merce  levandone  il  peso  del- 
l'involto, ecc. 

1)  Marame  :  la  parte  di  una  merce 
che  si  rifiuta,  perchè  meno  buona,  o 
non  buona  affatto,  o  inutile. 

2)  Pecca,  o  macchia,  o  difetto  morale. 

3)  fàgh  là  tara  =  tenere  in  quaran- 


tar 


—  Bas- 


tar 


tena:  di  notizie,  vagliarle,  non  crederle 
ciecamente,  ma  toglierne  le  esagera- 
zioni e  le  inverisimiglianze. 

tàràbàcol,  s.  f.  pi.  =  carabattole:  le  mas- 
serizie. Si  intonde  cose  di  poco  valore; 
à  s-àn  Michee  porti  i  me  tàròMcol  in 
piàè-a  CùMèll  =  a  san  Michele  porto  le 
mie  carabattole  in  piazza  Castello. 

tài'àbàcola,  s.  f.  =  aggeggio:  oggetto  di 
poco  conto,  di  poco  valore,  che  non 
funziona  bene,  che  non  si  capisce  alla 
prima  che  sia;  che  tàràbàcola  te  ìii'hee 
porlaa?  =  che  aggeggio  m'hai  portato? 
l'è  viinga  dna  machina  (le  eiist,  Fé 
òna  tàràbàcola  =  non  è  una  macchina 
da  cucire,  è  un  aggeggio. 

1)  Archileo:  vecchio  mobile,  grande, 
passato  di  moda  che  non  serve  più  e 
ingombra  inutilmente;  te  gliee  ìincàmo 
quHa  tàràbàcola  d'on  veùtee  in  clislna? 
=  hai  ancora  quell'archileo  d'un  armadio 
in  cucina  ? 

2)  Trespolo:  d'un  veicolo,  caiTettino 
e  sim.  che  male  si  regge,  sconquas- 
sato. 

tàràbèscolà;  v.  att.  =  ammestare  :  ope- 
rare confusamente  e  con  disordine;  lil, 
w  noi  tàràbèicola,  Ve  minga  eontént 
egli,  se  non  ammesta,  non  è  contento. 

tàràinòtt,  s.  m.  =  piaccianteo,  impac- 
ciato: di  chi  non  sa  moversi  svelto,  o 
di  chi,  quando  si  move,  non  sa  far  che 
malestri. 

tàràiitèla,  s.  f.  =  tarantella,  tarantolismo: 
sorta  di  malattia  nervosa,  che  produce 
una  strana  irrequietezza  ;  sta  on  poo 
fèrtìio,  te  g''1iee  àdòH-  là  tàràntèla?  = 
sta  un  po'  fermo  :  hai  indosso  la  ta- 
rantella ? 

1)  Tarantella:  specie  di  ballo  conta- 
dinesco, e  la  sonata  con  cui  si  accom- 
pagna. 

tàrd,  agg.  =  tardi,  fuor  di  tempo,  dopo 
il  tempo  convenevole,  passata  l'ora  =  inr- 
c(eH  vèmm  in  lètt  tàrd  =  oggi  andiamo 
a  letto  tardi;  se  dev  minga  ?-ivà  tàrd 
à  scòla  =  non  si  deve  arrivar  tardi  a 
scuola. 

1)  Per  ora  tarda;  el  vén  èémper  à  cà 
tàrd  àia  nòtt  =  vien  sempre  a  casa  tardi 
la  notte. 

2)  siil  tàrd  =  in  sul  tardi,  verso  sera. 

3)  ài  pie  tàrd  o  àia  pii  tarda  =  al 
più,  alla  più  tardi,  il  tempo  più  lon- 
tano 0  l'ora  più  tarda  in  cui  avverrà 
0  si  farà  una  cosa;  ài  pii  tàrd  àndàroo 


via  gioedi  =  al  più  tardi  paiiirò  gio- 
yedì  ;_  àia  pii  tarda,  eomineiàroo  col 
més  (le  setémber  =  alla  più  tardi  co- 
mincerò col  mese  di   settembre. 

4)  l'è  mèj  tàrd  che  mài  =  meglio 
tardi  che  mai. 
tarda;  v.  att.  =  tardare  :  star  molto  a 
fare,  a  venire  ;  indiigiare  ;  capisi  nò 
perchè  incanì  là  marna  là  tarda  insci 
tànt  =  non  so  capire  perchè  oggi  la 
mamma  tarda  tanto;  se  tardi  on  mo- 
ment, fàmm  el  piasi  épètem  =  se  tardo 
un  momento  fammi  il  favore,  aspettami. 
Vedi  ritarda. 

tàrdètt,  avv.  =  tardetto  :  un  po'  tardi, 
piuttosto  tardi;  Ve  già  tàrdètt  per  se- 
mina 'l  bàsilieh  =  è  già  tardetto  por 
seminare  il  basilico. 

tardi,*  avv.  =  tardi.  Lo  stesso  che  tàrd. 

tàrdii,  agg.  =  tardivo,  tardo:  non  solle- 
cito, che  arriva  tardi  ;  specialm.  di 
frutte,  legumi,  civaie,  ecc.;  in  sfami  i 
épàrg  hin  tàrdii  =  quest'anno  gli  spa- 
ragi son  tardi,  tardano  a  spuntare,  a 
potersi  mangiare. 

tàrèlàda,  s.  f.  =  randellata  :  colpo  di 
randello. 

tàrèll,  s.  m.  =  randello  :  bastone  corto 
e  piuttosto  grosso. 

tàrifa,  s.  f.  =  tariffa  :  determinazione 
fatta  da  alcuna  autorità  dei  prezzi  di 
alcune  derrate  o  di  dazi  da  pagarsi  ; 
ed  anche  nota  dei  prezzi  assegnati  a 
merci  o  a  servizi  ;  i  briimìsta  pddcn 
minga  preténd  pilsee  (lèla  tàrifa  =  i 
fiaccherai  non  possono  pretendere  di 
più  della  tariffa. 

tàriaa,  (vèss)  v.  att.  =  intarlare,  tarlare  : 
essere  roso  internamente  dalla  larva  di 
minuto  coleottero  che  chiamasi  tarlo; 
si  dice  del  legno.  Dei  legumi  dicesi 
intonchiare  ;  delle  pelli,  pellicce  e  pau- 
nilani,    intignare. 

tàrlàntàna,  s.  f.  =  tarlatana  :  tessuto 
di  velo  per  abiti  da  ballo,  guai'nizioni 
e  sim. 

tàriìs,  s.  m.  =  traliccio  :  grossa  tela, 
ordinariamente  di  lino,  che  usasi  per 
le  materasse. 

tarlo,  s.  m.  =  vermicciuolo  che  vive  noi 
legno  e  lo  rode. 

1)  Fig.,  ciò  che  rode  l'animo,  come 
invidia,  odio,  passione,  ecc. 

tàrliiccli,  s.  m.  =  baggiano,  babbeo,  sci- 
pito :  di  poca  svegliatezza  di  mente  e., 
poco  criterio. 


tar 


-  839  - 


tas 


tàrueg"à,  v.  att.  =  puzzare  come  un 
avello,  mozzaro  il  fiato,  puzzare  molto  : 
più  che  altro  di  persona  a  cui  puzzi 
il  fiato  0  che  abbia  piaghe  puzzolenti  ; 
à  sfàgli  vcsln  el  tàrnèga  =  a  stargli 
vicino  mozza  il  fiato  ;  in  qiièla  è-tàma 
.<'e  tàrnegàva  =  quella  camera  puzzava 
come  un  avello. 

tàrocà,  V.  att.  =  taroccare  :  al  gioco  di 
tarocchi  rispondere  con  tarocchi  per 
non  aver  cartacce. 

1)  Barbugliare  :  specialm.  di  una 
lingua  che  non  si  conosca  bene  ;  el 
tàròea  iil  qitèicòH-  in  inglès,  ma  le 
m  minga  polld  =  bai'buglia  qualche 
po'  di  inglese,  ma  non  lo  sa  bene. 

tài'òcch,  s.  m.  =  tarocco,  tarocchi,  min- 
chiate  :  sorta  di  giuoco  composto  di  78 
carte  divise  in  quattro  semi  con  14 
carte  cadauno,  21  carte  figurate  e  nu- 
merate dette  tarocchi,  ed  una  detta  : 
il  matto. 

1)  el  trèdes  de  tàròcch  =  la  morte  : 
perchè  è  appunto  la  figura  di  uno  sche- 
letro che  nel  gioco  dei  tarocchi  porta 
il  numero  13. 

tàrtàià,  V.  att.  =  balbettare,  tai-tagliare. 
Vedi  betegà. 

tàrtan,  s.  ìu.  =  specie  di  stoffa  molto 
in  uso  per  foderare  abiti  da  uomo. 

tartàrji,  s.  f.  =  specie  di  torta  cotta  in 
tegame,  composta  di  latte,  zucchero  e 
uova. 

tàrtàrug'a,  *\  f.  =  tartaruga,  testuggine  : 
rettilo  anfibio  involto  in  una  cassa  os- 
sea che  sempre  porta  con  se,  ed  in 
cui  si  rannicchia  in  caso  di  pericolo. 

1)  L'osso  stesso  in  cui  sta  chiuso 
l'animale  e  che  lavorato  serve  per  vari 
mobili  e  utensili,  come  pettini,  sca- 
tole, ecc. 

2)  Santagio,  pigro,  posapiano,  tar- 
taruga: persona  lenta  assai  nell'operare. 

tàrtasà,  v.  att.  =  tartassare,  malmenare, 
tambussare  :  maltrattare  con  angherie. 

tàrtàéàda,  s.  f.  =  malmenio:  un  mal- 
menare continuato. 

tàrter,  s.  m.  =  tartaro,  taso,  gi-omma 
di  botte  :  crosta  che  fa  il  vino  dentro 
la  botte  di  cui  i  chimici  fanno  molto 
preparazioni,  specialm.  per  la  medicina. 
Vedi  cremortàrter. 

1)  tàrter  emètìch  =  tartaro  emetico  : 
medicamento  che  si  dà  per  eccitare  il 
vomito. 

tartina,*  s.  f.  =  tartina,  pantondo  gra- 


vido: quello  nel  cui  mezzo  è  del  burro, 
della  carne,  e  simili. 
tàsa,  s.  f.  =  tassa,  imposta,  balzello  : 
quella  che  si  paga  al  governo  o  al  co- 
mune e  quella  che  si  paga  per  entrare, 
stare  in  una  società,  compagnia;  ecc.  : 
là  tàsa  de  richésa  mòbil  =  la  tassa  di 
ricchezza  mobile  ;  gli'è  pòcch  paes  dòe 
<-e  paga  tanti  tàss  odine  in  Italia  =  in 
pochi  paesi  si  pagano  tante  tasse  quante 
in  Italia  ;  bisognarci  paga  là  tà<-a  d'à- 
misión  =  bisognerà  pagare  la  tassa 
d'  ammissione  ;  glie  voeur  paga  dna 
tàsa  d'ingrèss  =  si  deve  pagare  una 
tassa  d'ingresso. 

1)  Tara  :  diffalco  che  si  fa  ai  conti 
quando  si  voglion  saldare  ;  ài  ciint  di 
spesiee  se  glie  fa  sémper  dna  tàsa  del 
15  per  cent  =  ai  conti  dei  farmacisti 
si  fa  sempre  una  tara  del  15  per  cento. 

2)  Tazza,  romaiolo  :  arnese  di  me- 
tallo in  forma  di  ciotola  con  lungo  ma- 
nico, per  prendere  l'acqua  dai   secchi. 

3)  Anche  :  bicchiere  grande  di  vetro 
0  cristallo  per  bere  per  lo  più  acque 
acconce,  birra  e  sim. 

tàsa,  V.  att.  =  tassare  :  sottopoiTe  a  tassa  ; 

on  poo  che  vàgliem  inàns  tàsen  ànea 

'l  pensér  =  un  po'  che  si  vada  avanti 

e  tassano  anche  il  pensiero. 

1)  tàsà  vHn  =  tassare  uno  :  imporgli 

una  tassa. 
tàse,  V.  att.  =  tacere  :  non  parlare,  star 

cheto  ;  non  rispondere,  finir  di  parlare. 

1)  mètt  in  tàsè  =  mettere  in  silen- 
zio, addormentare,  mettere  in  tacere  : 
fare  che  non  se  ne  parli  più  ;  han 
miss  in  tàse  l'àfàri  déla  Banca  = 
hanno  addormentato  l'affare  della  Banca. 

2)  vèss  nò  bón  de  tàsè  =  non  saper 
tenere  un  cocomero  all'erta  :  non  es- 
sere capace  di  mantenere  nessun  se- 
greto. FA  anche  :  non  essere  capace  di 
non  risentirsi  ;  mi  à  vede  cèrti  abusi 
sont  nò  bón  de  tàsè  =  io  al  veder  certi 
abusi  non  son  capace  di  tacere. 

tàsèì,  s.  m.  pi.  =  chiavi  :  specie  di  ghe- 
roni nel  busto  delle  donne,  per  allar- 
garlo di  sopra  e  di  sotto  perchè  meglio 
si  adatti. 

1)  Tasselli.  T.  d'orefic.  e  argent.  : 
pozzi  della  stessa  materia  che  la  ma- 
dreforjna  che  si  usano  nel  plasmare, 
nel  gettare  gli  oggetti. 

tàéelà,  V.  att.  =  tassellare  :  fare,  met- 
tere un  tassello. 


tas 


»4u  — 


te 


tàsèlìn,  s.  m.  =  biettiua,  biettolina,  clini, 
di  bietta. 

\)  ì  tmelitt  del  pedtgn  =  i  qiiader- 
lettini  :  pezzetti  di  tela  quadra  cuciti 
per  rinforzo  agli  sparati  nel  fondo  delle 
camice. 

tàsèll,  s.  m.  =  bietta  :  pezzo  di  legno 
spianato,  per  turare  le  fenditura  dei 
mobili  ;  bisogna  metegh  on  tàMll  ài 
veMee  che  'l  .v'è  ft'cèpaa  i-iil  dentini-  = 
bisogna  mettere  una  bietta  all'armadio 
che  s'è  spaccato  sul  davanti. 

1)  Quaderletto  :  pezzo  quadrato  nella 
manica  delle  camice,  cucito  sotto  l'a- 
scella per  rinforzo. 

2)  Tassello.  T.  de'  caciai,  fruttiv.  ; 
pozzetto  cuneiforme  che  vien  tolto  alle 
forme  di  cacio,  ai  cocomeri'  e  sim.  per 
riconoscerne  la  qualità,  e  poi  si  rimette 
in  posto. 

tàsìn,  s.  m.  =  piattino:  il  piattello  che 
sta  sotto  la  chicchera,  della  medesima 
materia  e  del  disegno  uguale  ;  Hti 
minga  ben  bev  el  càfè  in  del  tài-ìn  = 
non  sta  bene  bere  il  caffè  nel  piattino. 

tàsiiia,  s.  f.  =  ciotola,  scodella  :  vaso 
da  bere  capace,  senza  piede,  di  forma 
rotonda  come  una  semisfera. 

tàss,  s.  m.  =  tasso  :  animale  di  genere 
dei  mammiferi  carnivori,  pianti  gradi 
del  quale  è  specialm.  pregiato  il  grasso. 

1)  dormì  còme  on  tùM-  =  dormire 
come  un  tasso  :  profondamente. 

2)  T.  bot.  albero  d'alto  fusto;  taxus 
baccalà:  tàsé  bàrbàM  =  tasso  barbasse, 
verbasco. 

3)  Tasso.  T.  dei  magn.  oref.  e  arm.: 
s])ecie  di  incudine  senza  corni. 

tàst,  s.  m.  =  tasto  :  ognuno  di  quei  le- 
gnetti  in  fila  dell'organo,  pianoforte  e 
sim.  che  si  toccano  per  suonare. 

1)  Fig.  loca  on  làii,  on  cèrio  IMI  = 
toccare  un  tasto,  un  certo  tasto  :  toc- 
care col  discorso  un  argomento,  ac- 
cennare ad  un  certo  fatto  determinato. 
_  2)  Tatto.  Tedi  tato. 

tasta,  «•.  alt.  =  tastai'e  :  nella  frase  tà- 
i-là  lerén  =  tastare  il  terreno  :  cercare 
di  conoscere  ixno,  indovinarne  l'animo, 
l'inclinazione. 

1)  Assaggiare,  provare.  Vedi  sàgrià. 

tàstàda,  s.  f.  =  assaggiatura,  assaggio: 
l'atto  dell'assaggiare. 

tasterà,  *  s.  f.  =  tastiera  :  registro,  or- 
dine di  tasti  in  un  organo,  pianoforte,  ecc. 

tàstón,  (à)  art:  =  a  tasto,  tastone  :  usasi 


col  verbo  àndà  =  andare  ;  àndà  à  td- 
stòn  =  andare  a  tasto,  brancolare  :  an- 
dare al  buio  aprendo  e  movendo  at- 
torno le  braccia  e  le  mani  come  chi 
nuota,  per  non  urtare  nei  corpi  circo- 
stanti. Ed  anche  :  guidarsi  toccando 
via  via  gli  oggetti  circostanti. 

1)  àndà  à  làiiòn  =  andare  a  tasto  : 
fig.  andare  a  caso,  senza  sapere  a  che 
si  riesca. 

tàtera,  Vedi  bàrlàfus. 

tàtica,  s.  f.  =  tattica  :  accortezza  nel 
procedere,  nel  condm-si  in  qualsiasi  cosa. 

tato,*  s.  in.  =  tatto  :  uno  dei  sensi  este- 
riori pel  quale  si  apprende  la  qualità 
tangibile  dei  corpi,  toccandoli. 

1)  vègli  x>àcch  tàlo,  vègli,  tato  =  aver 
poco  tatto,  aver  tatto  :  non  essere  o 
essere  prudente,  accorto  nel  trattare  le 
proprie  faccende  in  relazione  con  altri. 

tàvàil,  s.  m.  =  tafano  :  insetto  volatile, 
pili  grosso  della  mosca,  assai  noioso 
agli  animali,  e  agli  uomini. 

1)  Noi  figurat.  chiamiamo  :  tàràn  = 
chi  fa  vita  ritirata,  non  si  lascia  quasi 
mai  vedere,  e  s'appiatta  volentieri. 

tàvàiià,  r.  ali.  =  corbellare,  minchio- 
nare, canzonare  :  prendersi  beffe  di 
qualcuno. 

1)  Frugare.  Vedi  ràTàiià,  1). 

tàrela,  s.  f.  =  pianella,  campigiana,  am- 
brogetta, formella,  mezzana  :  vari  nomi 
per  indicare  pezzi  di  marmo  o  di  terra 
cotta  per  fare  gli  impiantiti. 

tàvol,  s.  m.  =  tavola.  Vedi  tàol,  anche 
pei  derivati. 

te,  x>^'on.  =  tu  :  nomin.  te  diset  =  tu  dici  ; 
te  credei  =  tu  credi. 

1)  Ti  :  accus.  te  tedi  =  ti  vedo  ;  le 
mandi  ma  =  ti  mando  via. 

2)  Ti,  dativo  :  a  te  ;  te  voeiìri  ben  = 
ti  voglio  bene  ;  le  dàroo  dna  bela  ròba 
=  ti  darò  una  bella  cosa.  Vedi  il  cor- 
risp,  di  1''^  pers.  me. 

tè,  s.  m.  =  tè  0  thè  :  genere  di  pianta 
orientale,  delle  cui  foglie  si  fa  un'  in- 
fusione e  si  beve  come  il  caffè.  E  la 
bevanda  stessa  fatta  con  le  foglie  del 
thè  ;  el  m'ha  invidaa  à  bev  el  tè  = 
mi  ha  invitato  a  bere  il  thè;  mi  el 
tè  el  me  picLs  coni  là  panerà  =  a  me 
il  thè  piace  colla  panna. 

1)  i  bis-còtt  del  tè  =  le  pastine  da 
thè  :  quelle  che  specialmente  si  man- 
giano immollate  nel  thè. 

tè,  r.  alt.  =  tieni  :  tò,  prendi. 


te.a 


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tes 


teàter,  s.  m.  =  teatro  :  edificio  destiuato 
ai  pubblici  spettacoli. 

1)  geni  de  tetlter  =  gente  di  teatro  : 
che  vive  recitando,  o  cantando,  o  bal- 
lando in  teatro. 

2  àndà  èiil  teàter  =  dedicarsi  alla 
scena  per  carriera. 

3)  l'è  on  teàter  =  l'è  una  scena:  di  cose, 
di  avvenimenti  che  paiono  commedie. 

4)  teàter  anatomie k  =  teatro  anato- 
mico :  la  sala  dove  si  danno  lezioni  di 
anatomia. 

5)  La  gente  che  si 'trova  in  teatro  ; 
gh'éra  on  teàter  màgm fieli  =  c'era  un 
teatro  magnifico  :  molta  gente  in  teatro 
e  molto  elegante.. 

teàtràl,  agg.  =  teatrale  :  di  teatro,  ap- 
partento  al  teatro  e  per  noi  anche  ciò 
che  arieggia  lo  spettacoloso. 

teàtrànt,  s.  m.  =  comico,  istrione  :  la 
gente  di  teatro. 

teàtrìu,  s.  m.  =  teatrino  :  teatro  piccolo, 
grazioso. 

1)  fa  'l  teàtrtn  =  fare  il  teatrino  :  il 
recitare  qualche  commedi  ola  colle  ma- 
rionette che  fanno  i  bambini  su  piccoli 
teatrini  da  giocattolo. 

teàtrón,  s.  m.  =  teatrone:  teatro  molto 
grande  ;  là  Scàia  se  ^jò  di  che  l'è  on 
teàtrón  =  la  Scala  si  può  dirlo  un  tea- 
trone. 

1)  Un  gran  numero  di  spettatori, 
molta  gente.  Tedi  teàter,  4). 

tècc,  s.  m.  =  tetto  :  coperto  delle  case 
fatto  di  embrici,  tegoli,  o  altro. 

1)  sòta  ài  tèce  =  a  tetto  :  si  dicono 
quelle  stanze  che  sono  subito  sotto  il 
tetto,  senza  palco. 

2)  mètt,  làorà,  vèés  à  tècc  =  mettere, 
lavorare,  essei'e  al  coperto  ;  al  riparo 
delle  intemperie. 

3)  èpecià  à  fa  giilètà  H  tècc  qiiànd 
inoeùv  =  ridursi  all'olio  santo. 

4)  gii' è  giò  là  cà  e  'l  tècc  =  c'è  un 
putiferio, 

5)  pòera  cà  èénèa  tècc.  Vedi  cà,  5). 

6)  fègh  nò  ne  cà  ne  tècc.  Vedi  cà,  4). 

7)  là  mòri  là  età  siti  tècc,  ecc. 
Vedi  véce,  7). 

tecètt,  s.  m.  =  tettino,  tettuccio  :  pic- 
colo tetto. 

tècnicli,  agg.  =  tecnico  :  appartenente 
alle  arti,  o  che  è  proprio  di  questa  o 
quell'arte  o  mestiere. 

1)  scòla  tècnica,  iétitiltt  tècnich  = 
scuola  tecnica,  istituto    tecnico  :    dove 


si  insegnano  le  arti  e   le    scienze    che 
si  riferiscono  alle  arti  o  mestieri. 

tedéum,  s.  m.  =  teddeum  :  l' inno  com.- 
posto  da  sant'  Ambrogio ,  però  dotto 
anche  inno  ambrosiano. 

tedèsch,  agg.  =  tedesco.  A'edi  todéscli. 

tedia,  V.  att.  =  tediare:  dar  tedio,  noiare 
alcuno. 

tediòs,  agg.  =  tedioso:  che  reca  tedio, 
noioso  :  rincrescioso. 

tèèra,  s.  f.  =  tettiera,  teiera  :  vaso  di 
metallo  per  fare  e  dare  il  tè. 

tegàsc,  s.  m.  pi.  =  graspo,  raspo  :  grap- 
polo da  cui  è  stata  levata  l'uva. 

1)  Anche  vinacce  :  raspi,  bucce  e 
vinaccioli    rimasti,  uscito  il  mosto. 

tègna,  s.  f.  =  tigna  :  malattia,  erazione 
sulla  cotenna  del  capo  che  tramanda 
un  umore  marcioso. 

1)  Uomo  molto  avaro,  spilorcio,  ti- 
gnoso ;  l'è  óna  tègna  de  vììn  che  no 
glie  eroda  on  quàtrin  =  è  una  tigna 
che  non  gli  casca  un  centesimo. 

tegnì,  V.  att.  =  tenere  :  avere  nelle  o 
fra  le  proprie  mani,  reggere,  portare  ; 
quànd  V lià  podilii  pii  legnili  l'ha  làsaa 
àndà  in  tèra  =  quando  non  l'ha  più 
potuto  tenere  lo  lasciò  cadere  in  terra. 

1)  Di  servitori,  operai  e  sini.  averli 
e  mantenerli  al  proprio  stipendio,  alla 
proprio  dipendenza  ;  l'ha  tegnilii  on 
cceùgk  sés  ànn  =  tenne  un  cuoco  sei  anni. 

2)  legni  ben  ò  mal  dna  roba  =  tener 
bene  o  male  una  cosa  :  averne  cura  o 
no,  usarne  o  no  con  diligenza  ;  là  mia 
miee  là  tén  là  cà  cóme  on  bomhòn  = 
mia  moglie  tiene  la  casa  che  pare  un 
gioiello,  che  è  una  vaghezza. 

3)  Portare,  avere  indosso  ;  l'è  de 
pàisàn  tegnì  'l  càpèll  in  eoo  anca  in 
cà  =  ò  da  villano  tenere  il  cappello-  in 
capo  anche  in  casa. 

4)  legni  insèma,  d'àcord  =  tenere 
insieme,  d'accordo  ;  l'è  l'interèss  che 
ie  tén  insèma,  minga  l'amor  =  è  l'in- 
teresse che  li  tiene  insieme,  non  l'amore. 

5)  legni  de  vùn  =  tenere,  o  tenerla 
da  uno  :  essere,  stare  dalla  sua  parte. 

6)  legni  sòtt  =  tener  sotto  :  far  che 
uno  ci  sia  sottoposto,  ubbidiente. 

7)  Eitenere,  contenere,  impedire  : 
eoo  minga  chi  me  tègna  de  dagli  on 
éciiflòtt  =  non  so  chi  mi  ritenga  dal 
dargli  uno  scappellotto. 

8)  tegnt  là  ptéa  =  ritenere  1'  orina  ; 
non  spanderla,  rattenei"la. 


teg 


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tei 


9)  tegnì  vun  =  ritenere  uno  in  un 
luogo  :  fare  che  uno  non  esca  ;  impe- 
dirgli di  andarsene. 

10)  tegni  i  man  à  cà  =  tener  le 
mani  a  casa  :  tenerle  a  se. 

11)  Di  vasi  e  sim.  contenere,  essere 
capace  di...;  Ve  on  msèll  che  tèn  tré 
brent  =  è  una  botte  che  tiene  tre  brente  ; 
sta  botèlia  là  tèn  àlmen  diiil  liter  = 
questa  bottiglia  tiene  almeno  due  litri. 

12)  Allegare  :  degli  alberi  ;  mante- 
nere i  frutti  promessi  ;  éVànn  i  per 
lian  minga  tegniiii  =  quest'anno  i  peri 
non  hanno  allegato. 

13)  Prendere  :  riferito  a  spazio,  a 
luogo  nel  senso  di  occuparlo  ;  el  tin 
tiltt  el  post  =  prende  tutto  il  posto  ; 
el  vefttee  el  tén  tiltt  el  mur  =  l'armadio 
tiene  tutta  la  parete. 

14)  tegnì  già  =  abbassare;  ten  gid  el 
eoo  =  abbassa  la  testa. 

15)  tegnì  gid  =  tarare  :  trattenere  del 
denaro  pagando  un  conto. 

16)  tegnz  gid  pie  nàgòta  =  non  poter 
più  digerire. 

17)  tegm  li  =  tenere,  mettere  in  sorbo. 

18)  legni  lì  =  tenere  in  soggezione, 
tenere  in  freno. 

19)  tegni  pii  ne  vìn  ne  acqua  =  scop- 
piare dalla  gioia. 

20)  tegnì  èli  =  allevare  :  d'animali 
che  non  si  vendono  e  non  s'ammaz- 
zano, ma  si  fanno  crescere  per  pro- 
fìtto; tegni  sii  i  conili  =  allevare  i 
conigli.  Dei  polli  si  dice  anche  stiare; 
tegni  sii  i  polàster  in  càponéra  =  stiare 
i  polli. 

21)  fàghela  legni  àvùn  =  far  filare, 
far  stare  uno:  non  gli  lasciar  fare 
quello  che  vuole  contro  la  nostra  vo- 
lontii. 

22)  ito  vorè  ne  tegni,  ne  scortegà  = 
non  voler  né  dormire,  nò  far  la  guar- 
dia ;  non  volersi  impacciare  in  una 
faccenda. 

tesrnìsc  e  tegnìss,  s.  m.  =  tignoso. 
Vedi  teguón,  1). 

tegniss,  V.  rifl.  =  tenersi,  ritenersi,  con- 
tenersi ;  hoo  minga  podiiii  tegnimm 
de  digli  el  fàtt  so  =  non  ho  potuto 
tenermi  di  dirgli  il  fatto  suo. 

1)  tegnisé  tlla  corda,  ùla  mànita, 
fila  sbàra,  ecc.  =  tenersi  alla  corda, 
alla  maniglia,  alla  sbarra,  ecc.  ;  sor- 
reggersi a  quella,  appoggiarvisi  per  non 
cadere. 


2)  Attenersi  :  tegniss  ài  consili,  à 
dna  règola  e  sim.  =  attenersi  ai  con- 
sigli, a  una  regola,  e  sim.  :  seguitarli. 

3)  tegnisé  de  ciint  =  curarsi,  pren- 
dersi cui-a  della  salute. 

tegnoeùla  e  tègnoetìra,  s.  f.  =  nottola, 
pipistrello:  piccolo  mammifero  in  for- 
ma  di   topo  con  ali  membranose. 

tegnóii,  s.  m.  =  tignoso  :  che  ha  la  tigna. 
1)  Tigna,  tignoso,  cacastecchi  :  uomo 
avaro,  sordido.  Vedi  spilórc. 

tegniiii, /).  jj.  =  tenuto:  obbligato  nel  senso 
di  grato,  ricoribscente  ;  glie  éont  propi 
tegniiii  per  tuli  i  éò  gentilèss  =  gli  sono 
proprio  tenuto  per  tutte  le  sue  cortesie. 
1)  vèss  tegniiii  à  fa  dna  ròba  =  es- 
sere tenuto,  obbligato  a  fare  una  cosa: 
specialm.  di  obbligo  morale. 

te'l,  pron.  =  te  lo,  tu  lo  ;  tc'l  disi,  te'l 
seti  =  te  lo  dico,  tu  lo  sai.' 
1)  te'l  chi  =  eccolo. 

téla,  s.  f.  =  tela:  tessuto  di  lino,  ca- 
napa 0  cotone.  Si  pose  vittoriosamente 
accanto  al  vecchio  tìla,  pure  non  debel- 
landolo; càniìsa  de  téla  =  camicia  di 
tela;  compra  là  téla  jier  i  lensoeiì  = 
comperare  la  tela  per  le  lenzuola. 

1)  téla  bàtisa  =  tela  batista  :  sorta 
di  tela  finissima.  Vedi  bàtisa. 

2)  téla  d'  Olanda  =  tela  d'Olanda  ; 
specie  di  tela  d'ottima  qualità  che  si 
fa  in  Olanda. 

3)  téla  rusa  =  tela  russa,  roscendoc- 
che  :  tela  greggia,  grossa. 

4)  tela  de  colon  =  tela  bambagina. 

5)  téla  de  sàcch  =  traliccio,   sacco. 

6)  téla  d' imbàlàdór  =  tela  d'invoglio. 
7J  téla  operàda  =    tela  a   rinfranto, 

alla  gramignuola. 

8)  téla  rigàda  =  bordato,  vergato  di 
filo. 
telar,  s.  m.  =  telaio:   ordigno  di  legna- 
me   0    altra    macchi  aa   per   tessere  la 
tela,  drappi,  maglie,  ecc. 

1)  Legname  commesso  in  quadro  o 
sim.  su  cui  si  distende  o  tela,  o  carta, 
0  altro,  per  ricamare,  disegnare  e  sim. 

2)  Quell'arnese    di  ferro  o  di    legno    . 
nel  quale  gli    Stampatori    stringono  lo 
forme  che  poi  mettono  sul  torchio. 

3)  Armatui-a,  sostegno,  ecc.  ;  el  telar 
dèla  finèstra  =  il  telaio  della  finestra  ; 
quella  su  cui  girano  le   imposte. 

4)  Graticolato.  T.  di  giard.  :  legnami 
incrociati  per  sostegno  di  piante  da 
spalliera. 


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tei 


843  — 


teiu 


telèfon,  *  s.  m,  =  telefono  :  strumento 
per  il  quale  si  trasmette  lontano  la 
voce,  il  suono  ;  l'Edièòn  l'è  quèll  che 
ha  inventaa  l  telèfon  =  V  Edison  è 
l'inventore  del  telefono. 

telefona,  *  v.  alt.  =  telefonare:  parlare 
con  uno  lontano  per  mezzo  del  telefono  ; 
-S'e  pò  telefona  de  MilCin  à  Marna  =  si 
può  telefonare  da  Milano  a  Monza. 

telegTàfà,  *  V.  att.  =  telegrafare  :  tra- 
smettere per  telegrafo,  dare  avviso, 
notizia  e  sim.  per  mezzo  del  telegrafo  ; 
et  m'ha  telegràfaa  là  rèvoca  del  de- 
creti e  che  mi  restava  ài  me  pòU  = 
mi  telegrafò  la  revoca  del  decreto  e 
che  io  restava  al  mio  posto. 

telegràflch,  agg,  =  telegrafico:  appar- 
tenente alla  telegrafia ,  al  telegrafo , 
od  anche  trasmesso  per  mezzo  del  te- 
legrafo ;  dispàcc  telegràfich  =  dispaccio 
telegrafico;  notisi  telegràfich  =  notizie 
telegrafiche. 

telegrafista,  *  s.  m.  =  telegrafista:  ad- 
detto al  telegrafo,  che  trasmette  i  di- 
spacci telegrafici. 

telègrafo,  *  s.  m.  =  telegrafo:  mac- 
china che  da  lontano  per  mezzo  del- 
l'elettricismo trasmette  con  lettere  o  con 
segni  notizie,  avvisi,  parole,  discorsie 
sim.  ;  ne  à  Bee  ne  à  San  Salvador  gh'è'l 
telegrafo  =  ne  a  Bee,  né  a  San  Salva- 
tore c'è  il  telegrafo  ;  fàtorin  del  telè- 
grafo =  fattorino  del  telegrafo;  quello 
che  lo  porta  alla  persona  cui  è  man- 
dato ;  i  ptii  del  telègrafo  =  i  pali  del 
telegrafo  ;  quelli  che  sostengono  i  fili 
metallici  trasmissori  della  elettricità 
nel  telegrafo. 

1)  L'ufficio  telegrafico;  hoo  màn- 
daa  ài  telègrafo  à  spedi  on  dispàcc  = 
ho  mandato  al  telegrafo  a  spedire  un 
dispaccio. 

2)  fa  '  l  telègrafo  =  fare  il  telegrafo  : 
comunicare  con  qualcuno  lontano  per 
mezzo  di  segni  convenzionali  ;  fàsèven 
el  telègrafo  eont  el  crespln  =  facevano 
il  telegrafo  col  ventaglio. 

telegràma,  *  s.  m.  =  telegramma:  no- 
tizia mandata  per  telegrafo  ;  è  rivaa 
on  telegràma  del  pàpti  =  è  arrivato  n.n 
telegramma  del  babbo  ;  hoo  ricevuii  on 
telegràma  che  'l  sìo  el  riva  mercoldi  = 
ho  ricevuto  un  telegramma  che  dice 
che  lo  zio  arriva  mercoledì. 

telerìa,  *«./".=  teleria:  quantità  di  tele, 
mercanzia  di  tele. 


telescopi ,  s.  m.  =  telescopio  :  sorta 
di  grande  canocchiale  che  fa  vedere 
come  vicine  le  cose  lontane  e  servo 
specialm.  allo  studio  degli  astri. 

telòn,  *  s.  m.  =  telone  :  il  sipario  che 
chiude  0  apre  alla  vista  del  pubblico 
il  palcoscenico.  E'  voce  molto  nuova 
nel  dialetto  che  dice  più  volentieri  : 
scepàri. 

telóni,  s.  m.   =  telonio.  Vedi  tcàlóni. 

téma,  *  s.  m.  =  tema,  argomento:  sog- 
getto di  discorso,  di  un  libro,  ecc.  ; 
fé  'l  tèma  de  luti  i  convèrsàéiòn  = 
è  il  tema  di  tutte  le  conversazioni; 
Ve  minga  fàcil  troà  di  bèj  tèma  de 
composiàiòn  per  i  fioeil  =  non  è  facile 
trovare  dei  bei  tomi  di  composizione 
per  i  ragazzi. 

tèma,  s.  f.  =  tema,  timore;  el  glia  minga 
tèma  di  so  genitor  =  non  ha  tema  dei 
suoi  genitori. 

temeràri,  agg.  =  temerario,  troppo  ardito, 
inconsiderato ,  sfacciatamente  audace. 
1)  giildìsi  temeràri  =  giudizio  teme- 
rario :  giudizio  senza  prove,  senza  ar- 
gomenti, che  uno  fa  sulle  azioni  altrui. 

tèmola,  s.  f.  =  amante,  amorosa,  druda  : 
amica  in  mal  senso  ;  l'han  visi  sili 
hàstiòn  cont  là  tèmola  =  l'hanno  ve- 
duto sui  bastioni  coli' amante. 

tèmp,  s.  m.  =  tempo  :  successione  dei 
fenomeni  nel  mondo  sensibile. 

1)  Stagione  :  bèll^  briitt  tèmp  =  bello, 
brutto  tempo,  bone  o  cattivo  tempo, 
dicesi  della  stagione  buona  o  cattiva  ; 
el  tèmp  el  vmur  cambia  =  il  tempo 
vuol  cambiare. 

2)  el  me,  el  §ò,  el  noster,  el  voéter 
tèmp  =  il  mio,  suo,  nostro,  vostro 
tempo;  il  tempo  di  che  uno  può  di- 
sporro ;  quello  che  uao  spende  in  varie 
operazioni,  studi  o  cose. 

3)  Usasi  a  significare  la  durata  di 
un  ufficio,  di  un'operazione  ;  Phà  pà- 
saa,  tiitt  el  tèmp  dèla  càmjìàgna  à 
stadia  =  passò  tutto  il  tempo  della 
campagna  a  studiare. 

4)  i  tèmp  =  i  tempi  :  le  condizioni 
della  vita  pubblica;  hÌ7i  tèmp  crìtick 
i  noster  =  sono   tempi  critici  i  nostri. 

5)  Agio,  comodità  di  .  fare  ;  dàm,m 
tèmp  e  fàroo  tiitt  quèll  che  te  voeilret  = 
dammi  tempo,  agio,  e  farò  tutto  ciò 
che  vuoi. 

6)  vègli  nànca  tèmp  de  fiàdà  =  non 


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aver    tempo    neppur   di    mangiare,   di 
fiatare. 

7)  el  témp  =  il  tempo  :  detto  degli 
orologi:  ciò  che  ne  regola  il  moto. 

8)  tèmj)  =  tempo  :  dicesi  in  musica 
la  misura  del  suono  delle  voci  e  anche 
del  moto.  Di  qui  la  maniera  :  àndà  à 
tèmp  =  andare  a  tempo  ;  sonare,  can- 
tare ed  anche  ballare  a  regola  di  suono. 

9)  mesa  tèmp  =  mezzi  tempi  ;  quando 
non  è  ne  troppo  freddo,  né  troppo 
caldo. 

10)  vègli  el  bau  témp  =  avere,  darsi 
il  buon  tempo  ;  passare  allegramente 
il  tempo,  la  vita. 

11)  te  gliee  bon  témp  =  tu  parli  fuor 
di  proposito. 

12)  Ve  minga  à  cor  Ve  à  riva  à  témp 
=  non  vale  correre  per  aver   fortuna. 

13)  giitstàs-è  el  témp  =  il  tempo  si 
rimette,  si  rischiara. 

14)  vèsé  temp  traa  vìa  =  essere  tempo 
sprecato,  perso. 

15)  ciàpà  témp  =  cogliere  il  tempo; 
cogliere  l'occasione,  prendere  l'oppor- 
tunità propizia.  Anche.:  prendere  tem- 
po :  indugiare,  aspettare  a  fare  una 
cosa. 

16)  tegnl  a  riiàn  el  témp  =  acquistar 
tempo  ;  far  cose  che  non  sarebbe  ne- 
cessario fare  addesso,  ma  che  in  tutti 
i  modi  s'avrebbe  a  fai"  poi. 

17)  dà  témp  ài  tèmp  =  dar  tempo 
al  tempo  :  fare,  terminare  comodamente 
un  negozio;  frenare  l'impazienza,  at- 
tendere il  momento  opportuno  ad  una 
cosa. 

18)  vèsegh  témp  à...  =  esserci  tempo; 
esserci  lo  spazio  di  tempo  che  ci  vuole 
a  fare  una  cosa. 

19)  pàsà  'l  témp  =  passare  il  tempo  ; 
passarlo  non  senza  piacere,  diverti- 
mento, sollazzo. 

20)  pèrd,  tra  vìa  H  témp  =  perdere, 
sciupare,  gettare  il  tempo,  ninnolare  : 
trattenersi  in  cose  da  nulla. 

21)  pèrd  minga  témp  =  non  mettere 
tempo  in  mezzo  ;  non  trattenersi  nel 
fare  una  cosa  :  farla  subito,  senza  in- 
dugio. 

22)  el  témp  Ve  gàlàntòmm  =  il  tempo 
è  galantuomo  ;  perchè  passa  per  tutti 
e  passa  ugualmente. 

23)  ingànti  'l  témp  =  ammazzare  il 
tempo  ;  far  qualche  cosa  per  passare  il 
tempo  senza  noia. 


24)  riva  à  témp  =  arrivare  a  tempo  ; 
al  momento  oppoiiuno. 

25)  ài  me,  ài  tò,  ài  so,  ài  nosfcr 
témp  =  ai  miei,  al  mio,  ai  tuoi,  al  tuo, 
ai  suoi,  al  suo,  ai  nostri,  al  nostro 
tempo  ;  in  gioventù  o  nel  tempo  felice. 

26)  rSba  che  ha  faa  'l  so  témp  = 
cosa  del  tempo  andato. 

27)  à  témp  =  a  tempo;  all'ora  op- 
portuna; al  tempo  fissato,  debito. 

28)  à  témp  e  loeùgh  =  a  tempo  e 
luogo  ;  secondo  che  il  tempo  e  il  luogo 
lo  concedono,  lo   permettano. 

29)  témp  écùr,  tèmp  èàraa  giù  = 
tempo  buzzo  ;  nuvoloso. 

30)  Temperie,  condizione  di  tempo  : 
Pc  on  témp  piovòs  =  è  un  tempo  pio- 
voso ;  st'estaa  l'ha  sèmper  faa  on  témp 
del  diàol  =  quest'  estate  ha  sempre 
fatto  un  tempo  del  diavolo. 

tempera,  s.  f.  =  temperare,  appuntare:  far 
la  punta  a  penne,  matite,  ecc.  ;  tempera 
VUpis  =  appuntare  la  matita,  il   lapis. 

teinperàdura,  s.  f.  =  temperatura  :  stato 
dell'atmosfera  e  dei  corpi  secondo  il 
grado  di  calore. 

temperalapis,  *  s.  m.  =  temperalapis: 
una  macchinetta  fatta  apposta  per  ap- 
puntare gli  apis. 

temperàmént,  s.  m.  =  temperamento  : 
complessione,  qualità  o  stato  del  corpo 
umano  ;  el  g'àvéva  on  temperàmént 
tròpp  linfàtich  =  aveva  un  tempera- 
mento troppo  linfatico. 

1)  Fig.  mitigamento ,  espediente , 
compenso  ;  Ve  on  temperàmént  che  se 
po'  àeètà  =  è  un  temperamento  che  fii 
può  accettare. 

temperànsa,  s.  f.  =  temperanza:  il  sa- 
persi moderare,  il  saper  mantenere  in 
tutto  la  misura. 

temperàpènn,  s.  m.  =  macchinetta  da 
temperare:  congegno  di  legno  con  un 
ferro  tagliente,  per  temperare  le  penne 
d'oca. 

temperi,  s.  m.  =  temporale  senza  gran- 
dine ;   gran  vento  con  scossoni  d'acqua. 

temperiu,  s.  m.  =  temperino  :  sorta  di 
piccolo  coltellino  per  temperai'e  le  penne 
ed  altri  usi. 

temperinàda,  s.  f.  =  temperinata:  colpo 
0  taglio  netto  col  temperino. 

tempèsta,  s.  f.  =  gragnuola,  grandine: 
gocciole  d'acqua  congelata  nell'atmo- 
sfera che  cadono  nelle  stagioni  calde 
sulla  terra. 


teiii 


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teli 


1)  tempèsta,  tempèsta  de  mcuj  =  na- 
bisso  :  di  ragazzo  special,  che  faccia  il 
diavolo  a  quattro  por  giuoco  o  per 
cattiveria. 

tempesta,  v.  att.  =  grandinare:  cadérla 
grandine  ;  mdg  e  giùgn  Imi  i  més  che 
tempèsta  =  maggio  e  giugno  sono  i 
mesi  nei  quali  grandina. 

1)  Importunare ,  sollecitare  alcuno 
con  troppe,  insistenti  domande. 

tempestaa,  agg.  =  tempestato,  gioiellato: 
di  cosa  su  cui  stiano  per  ornamento 
molte  gemmo  e  specialm.  brillanti. 

tempestàda,  s.  f.  =  grandinata:  il  gran- 
dinare, il  cader  della  grandine  ;  e  vc- 
gniiil  òna  tempestàda  che  l'ha  jjortaa 
via,  tiiécòss  =  venne  una  grandinata 
cbe  portò  via  tutto. 

tempia,  s.  f.  =  tempia  :  parte  della  faccia 
tra  l'occhio  e  l'orecchio;  se  'l  bàtéva 
là  tempia  l'era  bèli  e  mòri  =  se  bat- 
teva la  tempia  era  beli' e  morto. 

1)  La  carne  delle  tempie  nel  maiale  ; 
hoo  màngiaa  là  tempia  coi  scìsger  = 
ho  mangiato  la  tempia  coi  ceci. 

tempiètt,  s.   m.    =  ciborio  :  tabernacolo 
a  forma  di  tempio.  Vedi  tàbei'nàcol. 
1)  tempiètt  =  chiosco:  padiglione  alla 
foggia  di  quelli  chinesi. 

tempìii,*  s.  m.  =  tempino ,  tompetto , 
tempettino  :  dimin.  di  tempo  per  sta- 
gione ;  usasi  ironie,  con  senso  di  tempo 
cattivo  ;  chi  l'è  che  m  à  spàse  cont 
^to  cdr  tempìii  =  chi  va  a  spasso  con 
questo  caro  tempino  ;  l'è  on  més  che 
fa  on  tempin  deliéiós  =  è  un  mese 
che  il  tempettino  è  delizioso. 

tempista,  *  s.  m.  e  f.  =  tempista:  chi 
conosce  bene  il  tempo  della  musica, 
chi  va  bene  a  tempo. 
tèmpor,  s.  f.  pi.  =  le  tempora:  i  di- 
giuni di  tre  giorni  prescritti  dalla 
chiesa  nelle  quattro  stagioni  o  tempi 
dell'anno. 
tempora!,  s.  m.  =  temporale,  bufera  : 
tempesta  improvvisa  o  brutto  tempo  in 
generale  ;  temportil  in  viontàgna  = 
temporale  in  montagna  ;  sfeètaa  ha 
fàa  temperai  de  épèss  =  quest'estate  vi 
furono  di  frequente  temporali.  Vedi 
stràvént. 

1)  gh'è  te^nportll  =  c'è  temporale,  è 
buio  :  diciamo  fìgurat.  quando  in  una 
casa  c'è  del  malumore. 

2)  Agg.  :  caduco  ;  contrario  di  spi- 
rituale. 


3)  el  poter  temperai  =  il  poterò  tem- 
porale: il  governo  che  il  Pa^ia  aveva 
sulla  romagna  e  che  finì  nel  1870. 

temporàneàmènt,  *  avv.  =  temporanea- 
mente :  in  modo  temporaneo,  per  un 
certo  tempo. 

temporii,  e  temporìv  agg.  =  precoce, 
primaticcio  :  di  frutte  che  maturano 
per  le  prime. 

1)  Mattutino,  mattiniero:  chi  si  alza 
presto  alla  mattina. 

tèmpra,*  s.  f.  =  tempra,  tempera:  durezza 
che  si  dà  all'acciaio  riscaldandolo  e  raf- 
freddandolo  improvvisamente. 

1)  Fig.,  indole ,  carattere  d'  uomo 
forte,  risoluto  e  fermo  ;  l'è  on  òmm 
d'otta  bòna  tempra  =  è  uomo  di  buona 
tempra. 

2)  tétnpra  =  tempera  :  quel  liquido, 
0  colla  0  chiaro  d'uovo  col  quale  i  pit- 
tori sciolgono  i  colori,  ed  anche  i  co- 
lori così  disciolti. 

tenàia,  s.  f.  =  tenaglia,  tanaglia  :  stru- 
mento fabbrile  per  uso  di  stringere,  di 
sconficcare,  o  trarre  checchessia  con 
violenza, 

1)  Stampino  :  quello  con  cui  il  bi- 
gliettinaio fora  i  biglietti  nelle  stazioni 
delle  strade  ferrate. 

teuàin,  s.  m.  =  tenaglietta  :  dim.  di  te- 
naglia. 

tene,  agg.  =  tinto,  macchiato,  bruttato  :  ci 
g^hà  là  fàcia  tènda  =  ha  il  viso  tinto. 
1)  Bruno:   del  colore    quasi   bronzeo 
di  chi  sta  molto  al  sole. 

tènca,  s.  f.  =  tinca  :  sorta  di  pesce  di 
fiume  0  di  lago,  buonissimo  a  mangiare. 

tencheta,  s.  f.  =  tincolino:  piccola  tinca. 

tenciòn,  agg.  =  nero,  bruno  :  di  chi  ha 
la  pelle  di  colore  oscuro. 

teiid,  V.  ait.  =  attendere,  accudire,  ba- 
dare; tend  ài  fàtt  so  =  attendere  ai  fatti 
proprii. 

tènda,  s.  f.  =  tenda  :  tela  che  si  distende 
in  aria  allo  scoperto  per  riparare  dal 
sole,  dall'acqua,  dall'aria  qualche  cosa. 

1)  Cortina  :  drappo  che  si  appendo 
alle  finestre  per  riparare  la  troppa  luco 
0  per  ornamento. 

2)  tira  àìi  i  tend  =  rialzare  le  tende: 
raccoglierle  in  alto  con  un  meccanismo 
qualunqire,  perchè  non  impediscano  la 
luce;  ed  anche  :  aggruppare  le  tende, 
cioè  ripigliarle  in  qualche  punto,  per  so- 
stenere certe  parti  e  lasciarne  pendere 
certe  altro. 


teli 


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teii 


3)  Drappellone:  quei  pezzi  di  drappo 
che  pendono  dal  cielo  del  baldacchino 
o  che  si  mettono  agli  archi  o  alle  porte 
delle  chiese  in  occasione  di  paramenti. 

4)  i  tend  del  lèti  =  le  tende  da  letto; 
il  parato  che  serve  per  lo  più  come  or- 
namento. 

5)  Tendale:  gran  tenda,  specialm.  in 
uso  nelle  barche. 

téndegh,  v.  att.  =  attendere:  accudire  a 
faccende  che  richiedono  cura  continua; 
el  glie  tend  intriga  ^la  botéga  =  non 
accudisce  alla  bottega. 

tendénsa,  s.  f.  =  tendenza:  propensione, 
inclinazione  dell'  animo  verso  chec- 
chessia. 

tènder,  e  tener,  agg.  =  tenero.  Vedi 
tener. 

tènder,  s.  m.  =  traino,  tender:  carro  di 
scorta:  il  carro  del  treno  su  cui  si  porta 
l'acqua  e  il  carbone  occorrenti  per  la 
caldaia.  Dall' ingl.  tender. 

tèndinj  s.  m.  =  tèndine:  cordone  di  fibre 
che  lega  i  muscoli  alle  ossa;  ghe  s'è 
inflàmaa  i  tèndin  del  bràse  =  gli  si 
sono  infiammati  i  tendini    del  braccio. 

tendina,  s.  f.  =  tendina:  dim.  di  tenda: 
piccola  tenda  e  specialm.  quella  che  si 
mette  ai  vetri  della  finestra  e  alle  fine- 
strino delle  carrozze. 

1)  Quella  tela  con  che  in  chiesa  si 
copre  una  sacra  immagine,  che  suol 
essere  anche  di  seta,  d'oro  e  sim. 

tendòn,  s.  m.  =  tendone:  tenda  molto 
grande  e  specialm.  quella  che  si  mette 
a  guisa  di  padiglione  fuori  dalle  botte- 
ghe per  ripararle  dal  sole. 

tenént,  s.  m.  =  tenente  :  uffiziale  mili- 
tare sotto  il  capitano  di  cui  talora  fa 
le  veci;  Ve  pàsaa  de  tenént  à  capitani 
in  pòceh  ami  =  jiassò  da  tenente  a  ca- 
pitano in  pochi  anni. 

tener,  agg.  =  tenero:  contrario  di  duro, 
di  sodo:  che  cede  al  tatto,  ohe  facil- 
mente si  comprime. 

1)  Di  membra,  non  forti,  delicate;  i 
fiolitt,  g'han  i  bràseitt  tener  come  =  i 
bambini  hanno  i  braccini  tenerissimi. 

2)  Fig.  dell'animo:  ailettuoso,  sensi- 
bile, di  modi  dolci  ;  el  g'hà  '/  coetir 
tener  =  è  tenero  di  cuore. 

tenerésa,  s.  f.  =  tenerezza:  affetto  deli- 
cato verso  una  persona  o  una  cosa;  là 
^ìa  là  g'hà  ona  gran  tenerem  per  el 
me  fimi  =  la  zia  ha  una  grande  tene- 
rezza per  mio  figlio. 


1)  tenèrèss  =  tenerezze  :  gli  atti,  le 
parole  che  dimostrano  tenerezza  verso 
qualcuno. 

tengr,  r.  att.  =  tingere:  far  pigliare  a  qual- 
che cosa  un  colore  che  prima  non  aveva; 
rhà  faa  teng  de  négher  el  vestii  ceUst 
=  fece  tingere  in  nero  il  vestito  celeste. 
1)  Macchiare,  insudiciare  ;  el  glia 
tengiiiu  lei  fàcia  de  néglier  =  gli  tinse 
di  nero  la  faccia. 

ténges,  V.  rifl.  =  tingersi:  macchiarsi, 
prendere  un  colore;  à  sta  vesin  ài  càl- 
dàr  l'è  fàcil  ténges  =  stando  vicini  alle 
pentole  è  facile  tingersi. 

1)  ténges  i  càvèj,  là  barba,  i  bàrbts 
=  tingersi  i  capelli,  la  barba,  i  baffi: 
rendere  ai  capelli,  barba  o  baffi  il  co- 
lore che  hanno  perduto:  rifarli  di  bianchi 
neri  o  biondi. 

tengiuda,  =  tinta  :  fig.  accoccamento  di 
un  debito. 

tenor,  s.  m.  =  tenore:  soggetto,  concetto 
del  discorso,  di  una  lettera;  conòsi  nò 
el  tenor  de  la  lètera  che  H  Vhà  Periti 
el  pàpt^  =  non  conosco  il  tenore  della 
lettera  che  t'ha  scritto  il  babbo. 

1)  Modo,  forma;  el  g'hà  on  tenor  de 
fila  che  me  pìàs  prQpi  pòcch  =  ha  un 
tenore  di  vita  che  mi  piace  poco  dav- 
vero. 

2)  Tenore:  voce  da  canto  fra  il  basso 
e  il  contralto  e  il  cantante  stesso  ;  el 
Tàmtigno  el  g'hà  dna  gran  bela  ros 
de  tenor  =  il  Tamagno  ha  una  gran 
bella  voce  di  tenore. 

tenorèll,*  s.  m.  =  tenorino  :  tenore  di 
poca  forza,  ma  di  una  certa   grazia. 

tensiòn,*  s.  f.  =  tensione:  l'essere  molto 
teso,    specialm.  di  nervi  e  di  muscoli. 

tenta,  v.  att.  =  tentare:  far  prova,  sjio- 
rimentare;  hoo  tsntaa  tanti  vòlt  de  sta 
in  casa  Ma  séra,  tnà  ghe  riHi  nò  = 
ho  tentato  parecchie  volte  di  stare  in 
casa  alla  sera,  ma  non  ci  riesco  ;  hoo 
tentaa  de  perniàdel  à  stadia,  ma  no 
gh'è  vèrso  =  ho  tentato  di  persuaderlo  a 
studiare,  ma  non  c'è  modo. 

1)  Fig.,  istigare  al  male,  al  peccato; 
l'è  'l  diàol  che  m,e  tenta  =  è  il  diavolo 
che  mi  tenta;  làéààs  tenttt  dal  gioeùgh 
=  lasciarsi  tentare  dal  giuoco. 

2)  Anche  semplicem.  allettare,  sol- 
leticare, senza  l'idea  del  male;  ài  Dàl- 
Vèrme  gh'è  on  épetàcol  che  me  tenta  = 
al  Dal  Terme  c'è  uno  spettacolo  che 
mi  tenta. 


ten 


847  - 


ter 


3)  Attentare:  fare  azioni  dirette  con- 
tro r  altrui  bene  o  diritto  comunfiiie 
non  segua  l'effetto  ;  tenta  fila  vita,  à 
l'olir))'  =  attentare  alla  vita,   all'onore. 

4)  rès<-  tenfaa  de  fa,  de  di  =  essere 
tentato  di  fare,  di  dire  nna  cosa:  avere 
grandissima  voglia  di  fare  o  di  dire 
una  cosa;  éont  te?itaa  de  digh.en  qiititer 
in  doH-  e  briléck  =  sono  tentato  di  dir- 
gliene quattro  in  agro  dolce. 

tentàdòr,  s.  m.  =  tentatore.  Vedi  ten- 
tàtòr. 

tentàsión,  s.  f.  =  tentazione:  il  tentare: 
l'istigare,  specie  al  male  ;  in  mèé-è  à 
tanti  tentààiòn  còme  ée  fa  à  resìst?  = 
in  mezzo  a  tante  tentazioni  come  si  fa 
a  resistere"?  Ve  cantra  i  tentààiòn  =  ò 
contro  le  tentazioni  :  di  cosa  brutta  cosi 
che  non  può  piacere  proprio  a  nessuno. 

teiitàtìv,  ."?.  m.  =  tentativo  :  azione  per 
tentar  qualche  cosa;  l'ha  faa  tanti  ten- 
tàtiv  per  otegni  '/  post,  ma  'l  gKè 
minga  rièsii  =  fece  molti  tentativi  per 
ottenere  il  posto,  ma  non  c'ò  riuscito. 

tentàtòr,  *  s.  m.  =  tentatore  :  chi  o  che 
tenta. 

tenuda,*  s.  f.  =  tenuta:  estensione  di  ter- 
reno; el  g'hà  dna  mcigntfica  tenUda  éitl 
lodesàn  -  ha  una  magni^ca  tenuta  sul 
lodigiano. 

tenuta,*  s.  f.  =  tenuta:  l'abito  militare: 
montura;  in  tllta,  in  bàSa  tenuta  =.  in 
alta,  in  bassa  tenuta. 

teodolitt,  s.  m.  =  teodolite  :  istruraento 
degli  ingegneri. 

teologrh,*  8.  m.  =  teologo  :  chi  ])rofessa 
teologia:  dotto  o  dottore  in  teologia. 
1^  teologia,    s.    f.    =  teologia  :    la    scienza 
p        che  tratta  di  Dio  e  dei  suoi  attributi. 

teológicli,  *  agg.  =  teologico,  teologale; 
che  si  riferisco  alla  teologia. 

teorèma,  *  s.  m.  =  teorema:  proposi- 
zione che  ha  bisogno  d'  essere  dimo- 
strata per  divenire  evidente;  g'han  daa 
de  rièòlv  diiii  teorema  fàeilikini  =  gli 
han  dato  da  risolvere  due  teoremi  fa- 
cilissimi. 

teorìa,  .s.  f.  =  teoria:  la  i)arte  specula- 
tiva di  una  scienza,  e  l'insieme  di  co- 
gnizioni che  spiegano  un  certo  ordine 
di  fatti. 

1)  in  teorìa  =  in  teoria,  teoricamente; 
contrario  di  praticamente. 

teòrìcli,*  agg.  =  teorico  :  di  uomo  che 
non  è  pratico:  che  s'attiene  soltanto 
alla  teorica  e  fa  professione  di  teorie. 


tèpa,  s.  f.  =  borraccina:  musco  che  na- 
sce sulle  scorze  degli  alberi,  sopra  al- 
cune pietre  e  nei  luoghi  umidi,  om- 
brosi. 

1)  Musco,  muschio:  piante  crittogame 
minute  e  delicate  che  coprono  come  un 
tappeto  fitto  e  mordido  il  fondo  delle 
foreste  a  volte  i  massi  e  i  tronchi  de- 
gli alberi. 

2)  compagnia  dèla  tèpa  =  compagnia 
della  teppa:  una  compagnia  di  giovi- 
nastri, prepotenti  e  crudeli  che  fanno 
il  male  per  amore  del  male  e  per  sma- 
nia di  sbravazzare. 

tèra,  s.  f.  =  terra:  pianeta  che  si  aggira 
periodicamento  intorno  al  sole  e  sul 
quale  noi  abitiamo  il  mondo. 

1)  Il  terreno  su  cui  si  cammina,  da 
cui  nascono  e  crescono  tutti  i  vegetali  ; 
là  tèra  là  dà  Pe  ée  ghen  dà  =  la  terra 
dà  se  gliene  vien  dato  ;  l'è  dna  tèra 
grtLéa  =  è  una  terra  grassa;  tèra  col- 
tiva =  terj-a  seminale ,  da  coltivare  ; 
tèra  vérgin  =  terra    vergine,  sodaglia. 

2)  Suolo  :  boria  in  tèra  =  cadere  in 
terra  ;  dormi  in  tèra  =  dormire  in  terra. 

3)  tèra  cdfa  =  terra  cotta,  terracotta  : 
terra  indurita  al  fuoco  con  che  si  fanno 
vasi,  piatti  ed  anche  oggetti  d'arte. 

4)  tèra  de  Frància  =  terra  da  foi'mare. 

5)  l'è  dna  tèra  promèsa  =  è  una 
terra  promessa  :  di  qualunque  terreno 
fertilissimo. 

6)  àndà  in  tèra,  per  tèra  =  andare 
in  terra,  per  terra  :  cadere. 

7)  viàgitL,  àndcL  per  tèra  =  viag- 
giare, andare  per  terra  :  facendo  il 
viaggio  per  terra,  non  per  mare. 

8)  vèèé  in  tèra  =  essere  in  terra  ; 
fig.  d'averi,  di  condizione  :  essere  ro- 
vinato 0  pressoché  rovinato  ;  se  glie 
èiicéd  qiièta  disgràsia  li  l'è  dna  fà- 
m,ilia  in  tèra  =  se  le  succede  quella 
disgrazia  lì,  è  una  famiglia  in  terra. 

0)  ròbb  che  età  nò  ne  in  cièl  ne  in 
tèra  =  cose  che  non  stanno  né  in  cielo 
né  in  terra  :  che  non  hanno  né  babbo 
né  mamma,  di  cose  strane,  fuori  d'ogni 
proposito. 

10)  vèès  ntlnca  dègn  de  basa  là  tèra, 
dde  'Z  mètf  i  pee  =  non  esser  degno  di 
legargli  le  scarpe  :  essergli  grandemente 
inferiore. 

11)  tra  à  tèra  =  allettare,  gettare  in 
terra  :  dotto  di  l)iade  o  fieni,  stenderli 
come  in  un  letto,  senza  che  si  possano 


ter 


—  848 


ter 


rialzare;  là  tempèsta  Vhà  trema  (èra 
fiitt  el  formént  =  la  grandine  ha  al- 
lettato tutto  il  frumento,  il  grano. 

12)  glie  càia  là  tèra  .'iota  ài  pè  = 
gli  manca  il  terreno  sotto  ai  piedi  :  gli 
manca  il  necessario.  Noi  lo  diciamo 
anche  di  chi  è  insaziabile,  e  desidera 
sempre  di  più. 

13)  cerctl  j)er  mar  e  per  ter  a.  Vedi 
mar,  5). 

14)  tèra  =  polvere  ;  gh'h  on  càr  de 
ter  a  sui  mobil  =  c'è  molta  polvere  sui 
mobili. 

15)  còme  tèra,  avv.  =  moltissimo, 
assai  ;  fa  dànee  come  tèra  =  arricchire 
assai,  guadagnare  moltissimo. 

16)  temp  de  giièra  bàli  cóme  tèra  = 
in  tempo  di  guerra  bugie  come   terra. 

17)  Podere,  campo  ;  el  g'hà  on  poo 
de  tèra,  ma  roba  de  pòdi  =  ha  un  po' 
di  terra,  ma  affar  da  poco. 

18)  tèra  càtu  =  caccili  :  sugo  della 
mimosa  cateclm,  mescolato  a  zucchero, 
cannella  e  altri  aromi  e  serve  specialm. 
a  togliere  il  cattivo  odore  del  fiato. 

tèràlia,  s.  f.  =  terraglie,  s.  2}l.  vasi  e 
altre  stoviglie  di  terra  cotta  ;  in  del 
fa  San  Michee  han  ròtt  quasi  tuta  là 
flràlia  =  nella  sgomberatui'a  hanno 
rotto  quasi  tutte  le  terraglie. 

tèràpiéii,  s.  m.  =  terrapieno:  bastione 
fatto  di,  0  ripieno  di  terra,  ed  ogni 
elevazione  artificiale  di  terra. 

teràgg,  s.  m.  =  terraggio  :  nome  nostro 
di  parecchie  contrade  dietro  il  naviglio. 
Dal  lat.  terragium. 

te  rasa,  s.  f.  =  terrazza,  altana,  belve- 
dere :  parte  alta  della  casa,  scoperta  o 
aperta  da  uno  o  più.  lati  ;  àndà  èula 
fertLsa  à  bev  el  càfè  =  andar  sulla  ter- 
razza a  bere  il  caffè. 

1)  Loggia,  verone  :  specie  ai  terrazza 
anche  non  in  alto. 

tereinòtt,  *  s.  m.  =  terremoto,  tremoto  : 
veemente  scossa  di  qualche  parte  della 
terra  per  causa  naturale  ;  mvàrìa  nò 
.ve  Vh  ùtaa  piisee  tremèndo  el  tcremòtt 
de  Càiàmìciola;  o  qucll  de  Diano 
Marina  =  non  saprei  se  è  stato  più 
tremendo  il  tremoto  di  Casamicciola  o 
quello  di  Diano  Marina. 

1)  teremòtt  =  diciamo  anche  a  chi 
è  lento,  intrigato  nel  muoversi. 

terén,  s.  m.  =  terreno  :  la  ten-a  che  si 
coltiva  ;  l'è  rriìnga  on  terén  prodiitiv 
=  non  è  un  terreno  produttivo. 


1)  Fig.  Scoprì,  ^càvà  terén  =  sco- 
prire paese,  terreno  :  indagare  con  ac- 
cortezza cose  che  ci  prema  di   sapere. 

2)  guadagna  terén,  pèrd  terén  = 
guadagnare,  acquistar  terreno  ;  perder 
terreno  :  di  persona  che  acquisti  o 
perda  infiuenza,  di  cosa  che  acquisti 
0  perda  il  credito  presso  la  gente. 

3)  Agg.  della  terra,  vicino  a  terra  ; 
el  pian  terén  =  il  piano  terreno  : 
quello  d'una  casa  più  prossimo  a  terra, 
appena  fuor  di  terra.  Dicesi  anche  :  il 
terreno. 

téreo,*  agg.  =  terreo  :  che  è  color  della 
terra,  specialm.  del  volto. 

toréster,  agg.  =  terrestre  :  della  terra  ; 
pàràdis  terèster  =  paradiso  terrestre  : 
luogo  ])ieno  di  delizie. 

terìbil,  *  agg.  =  terribile  :  che  apporta 
terrore  ;  el  .(petàcol  d'òna  bàtàlia  l'è 
qiièicòis'  de  terìbil  =  lo  spettacolo  d'una 
battaglia  è  qualche  cosa  di  terribile. 

1)  Assai  grande,  eccessivo  ;  l'è  on 
floetì  d'una  vivàcitaa  terìbil  =  è  un 
ragazzo  di  una  vivacità  terribile  ;  in 
America  i  treni  van  cont  dna  velocitaa 
terìbil  =  in  America  i  treni  vanno  con 
una  velocità  terribile. 

teribol,  s.  m.  =  turibolo.  Vedi  turibol. 

teritòri,  s.  m.  =  territorio  :  quel  tratto 
di  paese  a  cui  si  estende  il  dominio, 
la  giurisdiriziono  di  un  municipio,  di 
un  principe,  ecc. 

teritoriàl,*  agg.  =  territoriale  :  spettante 
a  territorio,  di  territorio. 

1)  là  teritoriàl  =  la  milizia  territo- 
riale. 

tèrinàl,  *  agg.  =  termale  :  di  terme  : 
stàbilimént  tèrmàl,  cura  tèrmiti  =  sta- 
bilimento termale,  cura  termale. 

tériiien  e  tèrinin,*  s.  m.  =  termine  :  vo- 
cabolo proprio  di  alcuna  scienza  o  arte  ; 
el  x>àrla  cont  di  tèrmin  tècnich,  che 
se  càpiss  pòcch  o  niént  =  paila  con 
termini  tecnici  che  si  capiscono  poco 
0  nulla. 

1)  Pietra  o  altro  che  sta  ad  indicare 
dove  termina  una  proprietà  e  ne  co- 
mincia un'altra  ;  g'han  portaa  via  tiiti 
i  tèrmin  =  hanno  portato  via  tutti  i 
termini. 

2)  Tempo  assegnato  e  fissato  per  il 
pagamento  di  un  debito,  il  compimento 
di  un  atto  e  sim.  ;  hàn  minga  àcètaa 
Vistànsa,  perchè  èra  scadila  el  tèrmin 
per  là  presentàéiòn  =  non    hanno  ac- 


ter 


849  - 


tes 


cettato  la  domanda  perchè  era  scaduto 
il  termine  per  la  presentazione. 

3)  là  ròba  Ve  in  sii  termin  =  la 
cosa  è  in  questi  termini  ;  in  questo 
stato,  in  queste  condizioni. 

4)  à  termin  =  a  maturanza,  al  punto 
ultimo  di  una  cosa. 

5)  à  termin  de  lèg  =  a  termine  di 
legge  ;  secondo  dispone  o  vuole  la 
leggo;  à  termin  de  ìég  el  doeva  paga 
nànca  on  sòld  =  a  termine  di  legge 
non  doveva  pagare   neppure  un  soldo. 

6)  in  termin  d'on  més,  d^on  ànn, 
e  sim.  =  in  termine  d'un  mese,  d'un 
anno,  e  sim.  ;  nel  decorso,  nel  tempo 
di  un  mese,  di  un  anno  e  sim. 

7)  Titolaccio ,  improperio,  insulto  ; 
denominazione  d'ingiuria,  ingiuria  ;  el 
m'ha  daa  de  luti  i  termin  =  mi  diede 

f-  d' ogni  sorta  di  titolacci  ;  mlj  minga  de 
th-min  =  non  voglio  ingiurio. 

termòinetro,  s.  m.  =  termometro  :  stro- 
mento  por  conoscere  il  grado  della  tem- 
peratura di  un  luogo  0   dei  corpi. 

tèma,  s.  /.  =  terna  :  scelta  di  tre  per- 
sone, specialm.  quella  che  si  propone 
per  la  scolta  da  una  commissione  d'e- 
same in  un  concorso  ;  in  del  concoré 
ài  colèg  retll  di  tosànn  sqnt  staa  in 
tèrna  =  nel  concorso  al  collegio  reale 
delle  fanciullo  fai  in  terna. 

tèrnèta,  s.  f.  =  tagliarini,  tagliolini  : 
pasto  da  minestra  a  liste  piatte  e  strette 
come  nastri. 

1)  Trinetta  :  piccolo  orlo  che  finisce 
la  trina. 

tèrnOj  s.  m.  =  terno  :  la  combinazione 
di  tre  numeri  al  giuoco  del  lotto  o  sim. 

1)  tèrno  éècch  =  torno  secco  :  terno 
giocato  solo,  escluso  l'ambo. 

2)  rè  on  tèrno  ài  lòti  =  è  un  torno 
al  lotto  ;  diciamo  d'ogni  avvenimento 
fortunato,  specie  se  ci  produce  gua- 
dagno . 

terOr,  s.  m.  =  terrore  :  grande  spavento. 
ters,    agg.    =    terzo;    agg.    num.    ordin. 

di  tre,  ed  una  delle  tre  parti  in  cui  si 

divida  un  intero. 

1)  òna  tersa  persona  =  una  terza 
persona  ;  un  estraneo,  una  persona  che 
si  interpone  fra  due  che  trattano. 

2)  el  tèrs  e  'l  quàrt  =  il  terzo  e  il 
quarto;  questo  e  quoUo,  chiunque. 

3)  el  tèrs  incomod  =  il  terzo  inco- 
modo :  chi  entra  o  si  trova  fra  altri 
importuno,  non  gradito. 

51 


4)  tèrùa  =  terza:  intervallo  musicale. 

tèrsàua,  s.  f.  =  terzana  :  febbre  che 
viene  un  giorno  si  e  un  giorno  no. 

tèrsètt,  s.  m.  =  terzetto  :  composizione 
musicale  a  tre  voci  o  a  tre  parti. 

tèrsili,  *  .■?.  m.  =  terziglio  :  sorta  di  gioco 
di  carte  che  si  fa  in  tre. 

tèrsìiia,  s.  f.  =  terzina:  tre  versi  le- 
gati insieme  dalla  rima,  per  lo  più 
endecasillabi  ;  i  tersimi  d'on  sonètt  = 
le  terzine  d'un  sonetto;  el  Mùnti  Phà 
cercaa  de  ignita  là  teréìua  de  Dante  = 
il  Monti  cercò  di  imitare  la  terzina  di 
Dante. 

1)  Terzina  :  T.  music.  :  tre  note  della 
stessa  specie  del  valore  di  due. 

tèrsiroetì,  agg.  =  settembrino  :  di  fieno 
che  tagliasi  per  la  terza  volta. 

1)  Trevoltino  :  di  bachi  che  mutano 
la  pelle  solo  tre  volte. 

tèrsiìitim,*  agg.  =  terzultimo,  antepenul- 
timo :  quello  che  viene  prima  del  pe- 
nultimo, che  dopo  lui  ce  n'è  ancora 
due  prima  di  finire. 

tés  e  tésa,  s.  f.  =  palude  :  è  uno  stagno 
artificiale  por  andarvi  a  caccia  di  uc- 
celli acquatici, 

tési,  *«./■.  =  tesi:  proposizione  scien- 
tifica che  si  sostiene  e  si  sviluppa 
nelle  scuole. 

1)  tési  de  làurea  =  tesi  di  laurea: 
r  argomento  che  uno  nel!'  esame  di 
laurea  tratta  in  iscritto  e  sul  quale  poi 
si  fa  l'esame. 

2)  eomédia  à  tési  =  commedia  a  tesi: 
una  commedia  che  intende  dimostrare 
una  tesi. 

teserà,  s.  f.  =  tessera,  schedina  :  carta 
0  simile  di  riconoscimento  ;  là  teiera 
de  giornalista  =  la  tessera  di  giorna- 
lista ;  là  teserà  déla  Societaa  di  ini- 
piegaa  =  la  tessera  della  Società  degli 
impiegati. 

tesidòr,*  s.  m.  =  tessitore,  tesserandolo: 
chi  fa  il  mestiere  di  tessere. 

tesidòra,*  s.  f.  =  tessitrice,  tessitora, 
tossaudora,  tesserandola  :  colei  che  fa 
il  mestiere  di  tessero. 

tesidura,  s.  f.  =  tessitura:  l'operazione 
del  tessere  e  il  modo  di  fare  il  tessuto. 

Tesili,  s.  m.  =  Ticino  :  fiume  affluente 
del  Po. 

1)  càscia  Tesin  =   maestralare:  sof- 
fiar vento  di  maestro,  che   per  lo  più 
porta  a  noi  il  bel  tempo. 
I  tesòr,  s.  m.  =  tesoro:    cumulo   di   rie- 


tes 


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tes 


chezze  ;  oro,  argento,  gioie  e  altre  cose 
preziose. 

1)  Il  luogo  dove  si  custodiscono 
molte  ricchezze  ;  el  tesòr  del  Dòmm 
=  il  tesoro  del  Duomo. 

2)  tesòr  ;  el  me  tesòr  =  tesoro  ;  te- 
soro mio  :  dicesi  di  persona  molto  cara; 
el  me  Mario  Ve  '/  me  tesòr  =  il  mio 
Mario  è  il  mio  tesoro. 

3)  l'è  on  tesòr  =  vale  un  tesoro  : 
diciamo  di  persona  clie  abbia  tutte  le 
buone  qualità  e  clie  ci    giovi  molto. 

tesoreria,  *  s.  f.  =  tesoreria:  luogo  ove 
sono  gli  uffici  del  Tesoro  pubblico. 

tèss,  V.  att.  =  tessere  :  comporre  la  tela 
mediante  il  telaio. 

test,  s.  m.  =  testo  :  coperchio  per  pen- 
tole, casseruole,  padelle.  Da  noi  pro- 
priam.  quello  di  ferro  per  poterci  met- 
tere fuoco  quando  si  cuoce  una  vivanda 
sotto  e  sopra. 

test,  s.  7)1.  =  testo  :  ciò  che  è  contenuto 
in  un  libro,  parola  per  parola,  punto 
per  punto. 

1)  lìber  de  test  =  libri  di  testo  :  quelli 
che  si  adoperano  nella  scuola  per  la 
lettura. 

2)  test  =  testo  :  specie  di  carattere 
di  stampa,  superiore  al  silvio. 

testa,  s.  f.  =  testa,  capo.  Per  molti  si- 
gnificati vedi  eoo. 

l'I  Fig.  mente,  intelletto,  ingegno  ; 
el  Càvàlòti  l'è  ona  bela  tèsta  =  Ca- 
vallotti è  una  bella  testa,  una  bella 
mente  ;  in  Italia  gh'  è  bisògn  de  òìnen 
de  testa  =  in  Italia  c'ò  bisogno  di  uo- 
mini di  ingegno. 

2)  tèsta  qtiàdra,  bòna  =  testa  quadra: 
uomo  di  molto    acume,  e  sodo  sapere. 

3)  tèsta  voeiìia  =  testa  piena  di  pappa 
frullata;  uomo  di  poco  ingegno,- e  di 
minor  criterio. 

4)  tèsta  cMda  =  testa  calda  :  chi  è 
esaltato  ed  anche  collerico,  impetuoso. 

5)  à  tèsta  =  a  testa.  Nella  frase  oìi 
tànt  à  tèsta  =  un  tanto  a  testa,  per 
significare  un  tanto  a  persona,  un  tanto 
ognuno;  han  faa  on  disntt  che  7  co- 
stava trénta  fr aneli  à  tèsta  =  hanno 
fatto  un  pranzo  che  costava  trenta 
franchi  a  testa. 

6)  àia  tèsta  =  alla  testa,  in  testa  : 
innanzi  agli  altri,  prima  degli  altri, 
quindi  anche  a  guida  degli  altri. 

7)  de  soa  tèéta  =  di  sua  testa:  se- 
condo la  propria  testa,  il  proprio  pen-' 


siero  ;  senza  tener  conto  dell'  altrui 
consiglio;  el  fa  sémper  i  ròbb  de  soa 
tèsta  e  mi  me  loca  rimedia  =  fa  sem- 
pre le  cose  di  sua  testa,  e  a  me  tocca 
rimediare. 

8)  règh  là  tèéta  in  di  nit'ol  =  aver 
la  testa  in  campagna  ;  essere  distratto. 

9j  vègli  là  tèsta  à  casa  =  aver  la 
testa  con  se:  aver  giudizio,  senso  pratico. 

10)  pèrd  là  tèsta  =  perdere  la  testa  ; 
smarrirsi,  perdere  il  senno. 

11)  sàvè  nò  dòe  se  g'iià  là  tèsta  = 
non  sapere  dove  uno  abbia  la  testa: 
non  saper  più  che  si  faccia  ;  non  esser 
buono  a  niente. 

12)  chi  no  g'kà  tèsta,  tibia  gàtnb  = 
chi  non  ha  testa,  abbia  gambe  :  chi 
non  si  ricorda  delle  cose,  rifaccia  la 
strada. 

13)  ée  mi  foo  'l  càpelee,  nàss  là 
gent  sènsa  tèsta  =  se  mi  metto  a  far 
cappelli ,  nascono  gli  uomini  senza 
testa  :  dicono  gli  sfortunati  a  cui  nulla, 
proprio  nulla  va  bene. 

14)  dà  tila  tèsta  =  dare  al  capo  ;  di 
odori  troppo  forti. 

15)  tèsta  de  lègn  =  uomo  di  paglia  : 
che  finge  di  trattare  interessi  propri  e 
li  tratta  invece  per  un  altro  che  non 
vuol  comparire. 

16)  tèéta  déla  rceùda  =  mozzo  della 
ruota:  quello  da  cui  partono    i    raggi. 

17)  éàlàmm  de  tèsta.  Vedi  sà- 
làmin,  2). 

testàmént,  s.  m.  =  testamento  :  sci'it- 
tura,  per  lo  pili  in  forma  pubblica,  per 
cui  uno  dichiara  l'ultima  sua  volontà 
e  si  costituisce  l'erede;  fa  testàmént 
far  testamento  ;  làsà  in  testàmént  = 
lasciare  in  testamento  ;  impiignà  on 
testàmént  =  impugnare  un  testamento  : 
cercar  di    farlo  dichiarare    non  valido. 

test.àmeiitàri,  agg.  =  testamentario  :  che 
si  ]-iferisce  a  testamento  ;  eseciitòr  te- 
stamentàri =  esecutore    testamentario. 

testàna,  s.  f.  =  testata  :  1'  estremità 
della  lunghezza  di  una  cosa  piuttosto 
grossa. 

1)  là  testàna  del  lètt  =  spalliera, 
capoletto  :  la  parte  dalla  quale,  stando 
a  letto,  si  tiene  il  capo  :  il  daccapo 
del  letto. 

testàrd,  agg.  =  testardo,  capai-bio,  coc- 
ciuto :  chi  vuol  far  tutto  di  sua  testa 
e  rifiuta  l'altrui  consiglio. 


tes 


—  851 


tet 


testàrdàgiu,  *  s.  f.  =  testardaggine:  la 
•qualità  d'uomo  testardo,  caparbio. 
testerà,  s.  f.  =  spalliera.  Vedi  testàiia,  1). 
testìcol,  s.  m.  =  testicolo  :  organo  della 

ri])roduzione  nell'animale  maschio. 
testifica,*  v.  att.  =  testificare  :  fare  testi- 
monianza di  una  cosa  ;  attestare  una 
cosa;  gh'è  dés  pcr^'dim  che  pòden  te- 
stifica là  mia  inocenèa  =  vi  sono  dieci 
persone  che  possono  testificare  la  mia 
innocenza. 

•testimóni,  s.  m.  =  testimonio,  teste, 
testimone  :  chi  fa  o  può  fare  testimo- 
nianza, specialm.  dinanzi  ai  tribunali; 
è  finii  iér  V interogàtòri  di  testimotii 
=  è  finito  ieri  l'interrogatorio  dei  te- 
stimoni. 

1)  Chi  è  0  fu  presente  a  qualche 
fatto  0  a  qualche  cosa  ;  r  è  i-taa  el  me 
testimòni,  qìiànd  me  ^-ont  i-posaa  =  fu 
mio  testimonio  quando  mi  sono  spo- 
sato ;  han  faa  on  diteli  Sénm  testi- 
moni =  hanno  fatto  un  duello  senza 
testimoni. 

testimonia,  *  v.  att.  =  testimoniare  : 
rendere  testimonianza,  far  fede,  atte- 
stare d'una  cosa  ;  soni  jjroìit  à  testi- 
moniali qiiòll  che  hoo  viét  =  di  quel 
che  ho  visto  son  pronto  a  testimoniare. 

tèstìn,  s.  m.  =  capino  :  dim.  vezzegg. 
di  capo;  là  g^hà  on  bèli  tèstln  =  ha 
un  bel  capino. 

1)  Testino:  sorta  di  carattere  tipo- 
grafico di  occhio  assai  piccolo. 

testina,  s.  f.  =  testina  :  dim.  vezzegg. 
di  testa;  l'è  dna  bela  teètìna  =  è  una 
bella  testina  :  di  donna  molto  leggiadra. 
Anche  :  capino. 

1)  Come  vezzeggiativo  bambinesco  ;  te 
doeiir  là  testina?  =  ti  duolo  la  testina? 

testiroetì,  s.  m.  pi.  =  orecchi  :  le  due 
doghe  sporgenti  e  forate  del  bigonciuolo 
per  infilarvi  un  bastone  e  portarlo. 

tèstòn,  s.  m.  =  testone,  capone:  accre- 
scitivo di  testa,  capo. 

1)  Zuccone,  ostinato,  caparbio,  te- 
stardo ;  te  see  on  gran  tèstòn,  quànd 
te  se  fiset  in  d'ona  roba  =  sei  un  gran 

'    testardo  quando  ti  fissi  in  una  cosa. 

2)  Persona  che  capisce  poco  :  Ve  on 
hon  fioeiì,  ma  come  seolàr  l'è  tròpp 
tcstdn  =  è  un  buon  ragazzo,  ma  come 
scolaro  è  troppo  testone. 

3)  Mascherone  :  quella  maschera  raf- 
figui'ante  una  testa  grossa  molto  più. 
del  naturale. 


tèsto,  ^.  m.  =  gravina:  arnese  da  mu- 
ratore come  martello,  il  cui  ferro  di 
qua  fa  da  zappa,  di  là  da  piccone. 

tèstiiàl,  *  agg.  =  testuale  :  di  parole, 
tali  e  quali  furono  dette  o  scritto. 

tesiiii,  s.  m.  =  tessuto  :  qualunque  stoffa, 
panno,  drappo  tessuto. 

1)  Agg.  :  l' è  minga  stàmpaa,  l'è 
tesilii  =  non  è  stampato,  è  tessuto  :  di 
stoffe  a  disegni  formati  tessendola,  non 
stampativi  dopo. 

téta,  s.  f.  =  poppa,  mammella,  tetta, 
cioccla:  la  parte  del  corpo  che  nelle 
femmine  è  la  parte  secretoria  del  latte. 

1)  dà  de  tèta  =  allattare  :  dare  il 
latte  ai  poppanti  ;  tcBU  là  tèta  =  svez- 
zare. 

2)  ftoeit  de  tèta  =  bambino  lattante. 
tèta,  ■v.  att.  =  poppare  :  succhiare  il  latte 

dalle  poppe:  dei   bambini    che    si  nu- 
trono col  latte  della  nutrice. 

1)  Buggere,  succhiare:  di  chi  tiene 
la  bocca  in  modo  che  pare  stia  sempre 
succiando. 

2)  el  ghe  tèta  dent  =  ci  si  pascola  : 
diciamo  di  chi  gode  assai  facendo  o 
vedendo  una  cosa. 

3)  el  mn  Ve  là  tèta  di  véce  =  il  vino 
è  la  poppa  de'  vecchi. 

4)  à  toeu  èie  à  creta  ée  tèta,  à  pàgti 
ée  crèpa  =  comperare  a  credito  ingrassa 
e  a  pagare  ammazza. 

5)  Pecchiare  :  bere  molto  vino.  Vedi 
sciifià. 

tètàda,  s.  f.  =  poppata  :  il  poppare. 
1)  Pecchiata,  bevuta  :    il   pecchiare. 
Vedi  tèta,  5). 

tetano,  *  s.  m.  =  tetano  :  malattia  mor- 
tale che   ha  per    carattere   una   rigida 
tensione  dei  muscoli. 

tètàtèt,  s.  m.  =  colloquio  a  quattr'occhi, 
da  solo  a  solo  :  il  trovarsi  in  due  soli 
a  pranzare,  a  discorrere,  ecc. 

tètìua,  s.  f.  =  poppina  :  vezzegg.  di 
poppe  ;  usato  specialm.  al  plur. 

1)  Zinna  :  le  poppe  della  mucca  mac- 
cellata  che  servono  a  parecchi  usi  in 
cucina. 

2)  Luminello  :  quello  su  cui  sta  il 
fulminante  e  su  cui  batte  il  cane  del 
fucile  perchè  ne  esca  il  colpo. 

tètircetì,  s.  m.  =  dentarolo,  zanna,  branca, 
pestellino,  ciambella,  bubbolino,  se- 
condo le  sue  varie  forme  ;  è  arnese  da 
porre  in  bocca  ai  bambini  nel  tempo 
della  dentizione,   perchè  la   agevolino. 


tet 


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tini 


tètòu  f  s.  m.  =  poppone  :  il  bambino 
che  poppa  volentieri  e  molto. 

1)  s.  m.  =  popputa:  di  donna  che 
lia  grosse  poppe. 

tetro,  agg.  =  teti-o  ,  tenebroso  ,  cupo  , 
oscuro,  tristo  :  specialm.  di  luogo. 

téved,  agg.  =  tiepido  e  tepido:  tempera- 
tamente caldo,  un  po'  caldo,  o  percbè 
poco  riscaldato,  o  perchè  quasi  raffred- 
dato ;  me  pitis  nò  mangia  là  mi?ièstra 
téveda  =  non  mi  piace  mangiare  la 
minestra  tiepida;  l'è  minga  ne  bèli, 
ne  igihiieh  lavasi'  coni  V  acqua  iévecla 
=  non  è  ne  bello,  ne  igienico  lavarsi 
coir  acqua  tepida. 

ti,  pron.  =  tu:  noni,  del  pron.  di  seconda 
persona  ;  ti  te  m,e  voeuret  ben  =  tu  mi 
vuoi  bene;  ti  te  see  on  brdo  ficeu  =  tu 
sei  un  bravo  ragazzo.  Lo  si  accompa- 
gna sempre  col  te, 

1)  Te,  preceduto  da  proposiz.  ;  coni 
ti,  per  ti,  de  ti,  à  ti,  in  ti,  ecc.  =  con 
te,  per  te,  da  te,  a  te,  in  te,  ecc. 

2)  no  vèsè  ne  ti  ne  mi.  Vedi  mi,  3) 

3)  segone  ti  =  secondo  te,  a  tuo 
parere. 

4)  dà  del  ti  =  dare  del  tu  ;  trattare, 
parlare  ad  uno  con  confidenza. 

5)  dàss  del  ti  =  darsi  del  tu;  essere 
amico  di  tu. 

ti,  pari.  pron.  =  te  li,  te  le  ;  se  no  te 
tègnet  i  liber  polid,  ti  porti  ma  =  se 
non  tieni  bene  i  libri  te  li  porto  via  ; 
i  càstègn  ti  dàroo  quànd  hin  còtt  = 
le  castagne  te  le  darò  quando  saranno 
cotte. 

1)  Partic.  pron.  che  in  italiano  non 
si  traduce  ;  i  nivol  ti  védet  à  cor  =  le 
nubi  le  vedi  correre  ;  i  éedrp  ti  lustret 
luti  i  màtinn  =  alle  scarpe  dai  la  cera 
ogni  mattina. 

tìbé,  s.  m.  =  tibet:  sorta  di  stoffa  di 
lana  che  usasi  per  i  vestiti  da  donna. 

tìbia,  s.  f.  =  tibia  :  lo  stinco. 

tibilori,  s.  m.  =  mai-toro.  Vedi  tàbà- 
loeùri. 

ticch,  s.  m.  =  ticchio  :  capriccio,  ghiri- 
bizzo; àdèès  el  g'hà  'l  ticch  de  pària 
sémper  fràncés  =  ora  ha  il  ticchio  di 
parlar  sempre  francese. 

1)  Tic,  ticche:  malattia  dei  nervi 
della  faccia. 

2)  ticch  tàech  =  tic  tac  e  tic  toc  ; 
voce  imitativa  di  colpo  secco. 

tifo ,  s.  m.  =  tifo  :  sorta  di  malattia 
gravissima  e  contagiosa. 


tifoidèa,*  s.  f.  =  tifoidea  :  specie  di  feb- 
bre che  ha  molta  somiglianza   al  tifo. 

tìg-lier  e  tigre,  *  s.  f.  =    tigre:    mam- 
mifero ferocissimo  col  manto  d'un  giallo 
sbiadito,  a  macchie  e  strisce  scure. 
1)  Fig.  Persona  crudele. 

tigraa,  agg.  =  tigrato:  macchiato  a  più 
colori  come  la  pelle  della  tigre. 

tila,  s.  f.  =  tela.  Vedi  téla.  * 

Ij  de  èira  cànevàss  per  tila,  opp. 
ne  i  dònn,  ne  là  tila  giottrdej  mài  de 
èira  =  ne  donna,  ne  tela  a  lume  di 
candela.  Vedi  èira,  2). 

tilbiirì,  s.  tn.  =  tilburi  :  bagherino  leg- 
gero. Dall'  ingl.  tilbury. 

tìli,  *  s.  m.  =  tiglio  :  sorta  di  pianta  le 
cui  foglie  servono  per  fai-e  dei  decotti. 

tildn,  s.  m.  =  telone.  Vedi  telon. 

tìmber, *  s.  m.  =  timbro,  bollo:    specie 
quello  che  si  usa  negli  uffici  pubblici. 
1)  timber   de  ms  =  timbro  di  voce  : 
corpo  di  voce. 

timbra,*  v.  att.  =  timbrare  :  segnare  col 
timbro,  bollare. 

timbro,  *  s.  m.  =  timbro.  Vedi  timber. 

tìmid,  agg.  =  timido  :  ritenuto,  che  ha 
soggezione,  che  non  ardisce. 

timidèsa,  s.  f.  =  timidezza,  timidità  : 
atto,  qualità  ed  abito  di   chi  è  timido. 

timininfiìs  qnàrdòca.  Vedi  quàrdóca. 

timm,  s.  m.  =  timo,  popolino  :  erba 
odorifera  che  serve  a  molti  usi,  spe- 
cialm, in   cucina. 

timón,  s.  m.  =  timone  :  arnese  di  legno 
con  cui  si  governa  la  direzione  della  nave. 

1)  Nella  carrozza  l'asta  di  legno  a 
cui  si  attaccano  i  due  cavalli. 

2)  timòn  del  cdr  =    tiro    del   carro. 

3)  mdinich  del  timon  =  ribolla. 
timonéla,  s.  f.  =  timonella:  carrozza  a 

quattro  ruote  con  mantice  tirata  per  lo 
più  da  un  cavallo  solo. 

timoniér,  *  s.  m.  =  timoniere  :  colui 
che  navigando  regola  il  timone. 

timor,  s.  m.  timore,  paura  :  perturba- 
zione d'animo  cagionato  dalla  proba- 
bilità di  incorrere  nel  male,  di  aver 
qualche  danno,  ecc. 

1)  timor  di  Dio  =  timore  di  Dio  :  il 
rispetto  che  i  credenti  gli  devono  e  la 
paura  di  offenderlo. 

2)  vèi'S  sèma  timor  di  Dio  =  esser 
senza  timore  di  Dio  :  essere  uomo  cat- 
tivo, bestiale. 

3)  timor  pànich  =  timor  panico  : 
una  specie  di  costernazione  improvvisa. 


tini 


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tir 


timoraa,  agg.  =  timorato  :  chi  ha  timore 
di  non  essere  abbastanza  giusto,  chi  ha 

.    il  timor  di  Dio. 

'  timpen,  s.  m.  =  timpano,  timballo:  stru- 
mento di    suono    strepitoso    risultante 

■  da  percosse  date  su  una  pelle  secca 
fortemente  distesa  sopra  gli  orli  di  un 
vaso  sferico  e  cancavo  di  rame. 

1)  Timpano  :  delle  orecchie  ;  ì-omp  i 
Umpen  =  rompere  i  timpani. 

2)  T.  tipogr.  :  parte  del  carro  del 
torchio  dove  si  appuntano  i  fogli  che 
vanno  stampati. 

lina,  s.  f.  =  tina,  tino:  gran  vaso  di 
legno  a  doghe  in  cui  si  pigia  l'uva 
affinchè  diventi  vino. 

1)  Pila:  recipiente  dove  si  pestano 
i  cenci  nelle  cartiere. 

tiuèll;  s.  m..  =  tinello:  nelle  case  si- 
gnorili la  stanza  dove  mangiano  le 
persone  di  servizio. 

tinéra,  s.  f.  =  tinaia,  tinaio  :  il  luogo 
dove  si  tengono  i  tini  per  fare  il  vino. 

tinivelin,  s.  m.  =  succhiello,  succhio  : 
ferro  con  manico  di  legno  a  gruccia  ; 
serve  a  far  buchi  nel  legno  per  con- 
ficcarvi chiodi. 

tinta)  s.  /.  =  tinta  :  il  colore  ;  i  ààrà- 
mént  hin  invernisaa  polìd^  ma  là 
tìnta  Ve  trdpa  ciàra  =  i  sferrami  sono 
verniciati  bene,  ma  la  tinta  è  troppo 
chiara. 

tintàra.  Vedi  tintóra. 

tintilo,  s.  m.  =  ticchio,  capriccio,  ghi- 
ribizzo. Vedi  tìcch. 

tintimilia,  s.  f.  =  leziosa,  smorfiosa. 
Vedi  smorfla. 

tintili,  =  tintin  :  voce  imitativa  di  suono 
di  campanello.  Vedi  din  din. 

tintòr,*  s.  m.  =  tintore  :  chi  esercita 
l'arte  di  tingere    panni,  drappi  e  sim. 

tintóra,  tintàra  in  del  fàlà  s' impara 
=  chi  fa  falla,  e  sbagliando   s'  impara. 

tintoria,  *  s.  f.  =  tintoria:  la  bottega 
dove  si  prendono  a  tingere  o  si  tin- 
gono i  panni;  sul  poni  Beàtrìs,  in 
fond  de  Borghnoeuv  gii' è  dna  bòna 
tintorìa  =  sul  ponte  Beatrice,  in  fondo 
a  Borgo  nuovo  c'è  una  buona  tintoria. 

tintura,  s.  f.  =  tintura,  tinta  :  il  tingere 
e  la  materia  colorante  colla  quale  si 
tinge;  specialm.  si  dice  degli  specifici 
per  tingere  capelli,  barba  e  baffi. 

1)  Anche  T.  medie.  :  tintura  d'tir- 
niea,  d'iodio,  e  sim.  =  tintura  d'arnica, 
di  iodio,  e  sim. 


tiòrba,  *  s.  f.  =  gironda,  ghironda: 
rozzo  strumento  musicale  a  corda,  so- 
nato colla  manovella. 

1)  chi  sona  là  tiorba  guadagna  on 
sòld  de  pan,  e  mi  che  l'hoo  sonàda  no 
g'hoo  nàgòtt  in  man  ;  e  qualche  volta 
con  maggiore  sprezzo  e  maggior  scon- 
forto :  guadagni  on  stroné  in  man  = 
ogni  fatica  ha  compenso  e  la  mia  ri- 
mane senza;  lo  dice  chi  vede  il  pro- 
prio lavoro  infruttuoso  o  mal  retribuito. 

2)  Bilurchio,  bircio  :  corto  di  vista  ; 
Ve  on  tiòrba  de  vÈn  che  H  ghe  véd 
tntnga  dò  dìda  in  là  del  nds  =  è  un 
bircio  che  non  ci  vede  due  dita  al  di 
là  del  naso. 

tipo ,  s.  m.  =  tipo  :  modello ,  forma 
originale;  l'è  ona^  gàleria  fàda  in  éiil 
tipo  de  qiièla  de  Mildn  =  è  una  gal- 
le]ia  fatta  sul  tipo  di  quella  di  Milano. 

1)  Fisonomia  caratteristica;  l'è  'l 
vero  tipo  di  ciàrlàtdn  =  è  il  vero  tipo 
dei  ciarlatani. 

2)  rè  on  bèli  tipo,  on  gran  tipo!  = 
è  un  gran  tipo!  ;  che  tipo!  Ve  on  cèrto 
tipo  =  che  tipo  !  ;  è  un  certo  tipo  ;  si 
dice  familiarmente  di  un  uomo  strano, 
bizzarro,  ed  anche    poco    promettente. 

tipografia,  *  s.  f.  =  tipografia,  stampe- 
ria: l'arte  della  stampa  dei  libri  e 
l'officina  dello  stampatore. 

tipogràflch,  *  agg.  =  tipografico:  ap- 
partenente a  tipografia. 

tir,  s.  m.  =  tiro:  l'atto  del  tirare  e  il 
colpo  stesso  ;  Vhà  faa  trii  tir,  màgni- 

-  fieh  =  fece  tre  tiri  magnifici  ;  el  glia 
'l  tir  sicàr  =  ha  il  tiro   sicuro. 

1)  Tiro  a  segno,  esercizio  al  bersa- 
glio ;  Vhà  eiàpaa  '/  premi  ài  tir  fede- 
rai de  Liigdn  =  ebbe  il  premio  al  tiro 
federale  di  Lugano.  Vedi  bersàli. 

2)  Azione  cattiva,  mal  tratto  :  el  ìnlià 
faa  vÈn  de  quij  tir  prdpi  de  birichin 
=  m'ha  fatto  uno  di  quei  tiri  proprio 
da  biricchino. 

3)  vèss  à  tir  =  essere  a  tiro,  essere 
presso  al  termine  di  qualche  cosa,  es- 
sere al  punto  giusto. 

4)  tir  à  diiil,  à  quttter,  à  sés  =  tiro 
a  due,  a  quattro,  a  sei  :  una  carrozza 
a  due,  a  quattro,  a  sei  cavalli. 

5)  tir  d'oRucc  =  veduta  :  per  quanto 
può  comprendere  l'occhio  in  giro. 

tira,  V.  att.  =  tirare  :  condurre  o  muo- 
vere dietro  a  sé  o  verso  di  so  qualche 
cosa  con  forza;    *  bcetì  tiren  el  cdr  = 


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tir 


i  buoi  tirano  il  carro  ;  quànd  i  cavai 
tìren  pii  Vèéègnche  hin  propi  stràeeh 
mòrt  =  quando  i  cavalli  non  tirano 
più  è  segno  che  sono  stanchi  morti  : 
tivù,  àprèéé  ài  mur  el  tàol  =  tirare  la 
tavola  accosto  al  muro. 

1)  Allungare,  tirando  con  forza;  bi- 
sogntl'va  tira  i  lensoetì  per  podèj  fa 
^ota  =  bisognava  tirare  le  lenzuola  per 
poterle  rincalzare. 

2)  tir^  '  l  còli  =  tirare  il  collo  :  rom- 
perlo ,  slogarlo  ;  uccidere  tirando  il 
collo. 

3)  tira  i  ténd,  là  porterà  e  sim.  = 
tirare  le  tende,  la  portiera  e  sim.  : 
chiuderle  o  aprirlo  secondo  i  casi,  ti- 
rando una  corda  che  le  fa  scorrere  in- 
nanzi 0  indietro. 

4)  Gettare  a  forza  lontano  ;  el  glia 
tiraa  on  sàss  in  là  tèsta  =  gli  tirò  uu 
sasso  nella  testa. 

5)  tirti  i  daa  =  tirare  i  dadi  :  get- 
tare i  dadi  giocando. 

6)  Urti  là  bògia  =  tirare  la  palla: 
lanciarla   nel  gioco  delle  bocce. 

7)  tira  éiitìl,  piàtt,  fin  =  tirar  sot- 
tile, piano,  fine  :  di  ferro  o  altro  me- 
tallo, distenderlo,  allungarlo  a  colpi  di 
martello  o  facendolo  passare  per  la 
trafila. 

8)  tirù,,  tira  de  prèsi  =  tirare  :  nel 
prezzo  di  una  cosa  che  si  compri,  van- 
taggiarsi, cercai-  di  fare  il  proprio  gua- 
dagno pagando  il  minor  prezzo  possibile; 
tira  indree  =  diffalcare  :  pagar  meno 
di  quel  che  ci  è  richiesto. 

9)  tirti  foeùra  o  à    Óltra    ma   roba 
.   =  tirar  fuori  una  cosa  :  levarla  di  den- 
tro, di  dove  è  chiusa,  riposta,  nascosta. 

10)  tira   foeura    o  tirti    sii    scus   = 
tirar   fuori  scuse  :  addurle,  esporle. 

1 1)  tir^  foeùra  on  ciint  =  tirar  fuori 
un  conto  :  trascriverlo  dal  libro  mastro 
in  foglio  separato. 

12)  tira  fo^ura  =  deviare,  scansare. 
T.  dei  cocchieri. 

13)  tira  foeùra  =  provocare  :  spin- 
gere agli  eccessi  dell'ira. 

14)  tir'à  l'ticqua  ài  so  molìn  =  tirar 
l'acqua  al  suo  mulino;  tirare  ogni  cosa 
al  proprio  utile.  Vedi  acqua  11),  mo- 
lìn, 3). 

15)  tirti  infine  =  tirare  avanti:  se- 
guitare, procedere  innanzi  ;  l'è  celebre 
oràmp^i  el  famoso  «  tirèmm  intins  » 
del  pòer  Scie  sa  =    è   celebre   ormai  il 


famoso  «  Tiriamo  avanti  :;■    del   povero 
Sciesa. 

16)  tirti  là  góla  =  tirare  la  gola; 
me  tirtlva  la  gola  de  ància  ài  bàgn  = 
mi  tirava  la  gola  di    andare  ai  bagni. 

17)  Degli  abiti  :  essere  stretti,  impe- 
dire i  liberi  movimenti  della  persona; 
on  vestii  chi  tira  in  di  spali  =  xm 
abito  che  tira  alle  spalle. 

18)  tirt  =  tirare  :  dicesi  di  una  stufa, 
di  un  camino,  quando  il  famo  va  su 
per  la  cappa  o  per  il  canale  libera- 
mente. 

19)  tir^  =  tirare  :  esplodere  un'arma 
da  fuoco;  ài  iisèj  piscinitt,  mi  glie 
tiri  nò  =  io  non  tiro  agli  uccelli  pic- 
cini. 

20)  Di  vento  :  soffiare  un  po'  forte  ; 
tirava  on  veni  étàmàtina,  che  se  étàn- 
tàva  à  sta  in  pee  =  tirava  un  vento 
stamane  che  si  dui-ava  fatica  a  stare 
in  piedi. 

21)  tira  de  spada,  de  scherma  =  ti- 
rar di  spada,  di  scherma:  saper  ado- 
perare la   spada,  giuocare  di  scherma. 

22)  tirti  là  come  Dìo  voeùr  =  reggersi 
alla  meglio  :  vivere  come  si  può. 

23)  tirù,  là  =  campare  :  vivere  cosi 
così,  alla  meglio:  e  si  dice  della  sa- 
lute e  dei  guadagni. 

24)  tirala  coi  dént  e  tirti  àdree  ài 
mur,  e  assol.  Urtila  =  strappare  la 
vita  :  campare ,  tirarsi  innanzi  alla 
meglio,  mediocremente,  con  stento. 

25)  Esercitarsi  al  bersaglio. 

26)  iir-à  dent.  Tedi  dent,  11),  bà^ii 
maria,  1). 

27)  tirk  àprèsé  =  arieggiare;  avere 
qualche  somiglianza.  Anche  :  tirti  de 
vùn  =  tirare  da  uno,  ritrarre  da  uno, 
rassomigliargli. 

28)  tira  àdree  =  stare  accanto  :  si 
dice  di  cosa  che  si  avvicini  in  merito 
a  un'altra.  La  persona  di  cui  si  dica 
che  là  tira  àdree  à  òn.  altra,  nel  con- 
cetto dei  piiì  è  inferiore.  Anche:  tra- 
scinare. —  Tirt  àdree  lo  diciamo  anche 
per  sgocciolare,  delle  bottiglie  dalla  cui 
bocca  uscendo  il  liquido,  scorre  lungo 
il  collo  e  la  pancia  invece  di  cadere  a 
parabola  nel  recipiente. 

29)  tirti  èit  =  raccogliere  :  specialm. 
di  danari  in  colletta. 

30)  'tir'à  sii  =  caricare  :  d'  orologi  e 
altri  meccanismi  simili. 

31)  tirti  àie  'l  ficc  =  Vedi   lìce,  1). 


tir 


-  855  - 


tir 


82)  tira  ■vìa  =  levare,  portar  via,  to- 
gliere da  una  cosa. 

8B)  tira  sii  =  tirar  su,  campare  : 
nutrire,  per  le  spese  ;  el  tira  sii  i  ficeil 
à  pòmm  de  tèra  =  campa  i  figliuoli  a 
patate. 

84j  tirti  sic  =  tirar  su,  educare,  al- 
levare. In  questo  significato  anche  : 
tira  grand. 

35)  tira  sii  =  aggruppare,  fare  in 
gruppo  ;  tira  àii  i  càvèj  =  aggruppare 
i  capelli  ;  tirti  sii  i  ténd  =  aggruppare 
le  tende  ;  rannodarle  in  qualche  punto 
per  lasciar  pendere  il  rimanente. 

86)  tira  sii  =  erigere,  costruire,  in- 
nalzare. Anche  semplicem.  alzare,  sol- 
levare, quando  non  si  tratta  di  edifici. 

37)  tir^  sii  =  estrarre:  dei  numeri 
del  lotto,  della  tombola,  ecc. 

38)  tira  sii  OH  càpèU  =  rimontare 
un  cappello  :  rimetterlo  a  nuovo,  rifa- 
cendolo in  parte  ;  tira  sii  piés  =  in- 
saldare, raccomodare  un  merletto. 

39)  tira  giù  =  abbassare  una  cosa, 
scemare  l'altezza,  calare,  far  discen- 
dere ;  tirtl  giò  là  liicèrna,  tira  già  on 
qiiàder  =  abbassare,  staccare  la  lucerna, 
un  quadro. 

40)  tira  giò  =  servirsi  :  prendere  a 
tavola  la  vivanda  dal  piatto  comune. 

41)  tira  giò  =  copiare,  ricopiare  : 
dal  vero  e  da  un  disegno. 

42)  tira  giò  che  te  'vengiilii  o  che  te 
g'hee  reson  =  chetati  !  te  la  dò  vinta. 

43)  tirtt  giò  'l  càpèll  =  levarsi  il 
cappello. 

44)  tira  indree  'l  ciiii  =  ritrarsi  : 
disdire  quel  che  si  aveva  promesso. 

45)  tird.  là  paga  =  tirare  la  paga  : 
riscuotere  la  paga. 

46)  tii-à  là  péli  in  eoo  =  scannare, 
prendere  per  il  collo  :  fig.  far  pagare 
ad  uno  una  merce  o  fargliela  vendere 
a  un  prezzo  che  sia  molto  maggiore  o 
molto  minore  del  giusto.  Anche  stroz- 
zare :  di  chi  pretende  da  contadini,  pi- 
gionali, ecc.,  più  del  possibile. 

47)  tirtL  in  lungh  o  tila  lUnga  =  ti- 
rare in  lungo,  indugiare,  procrastinare. 

48)  tirct  de  lungo  =  passar  via,  non 
badare  :  non  curar  checchessia. 

49)  tivù,  =  rendere,  far  diventare  ; 
tirti  lUcid,  noeiw,  grand,  driss,  e  sim. 
=  rendere,  far  diventar  lucido,  nuovo, 
grande,  diritto,  e  sim. 

50)  tira  driss    =    arar    dritto  :    non 


sgarrare  dalla  via  retta  ;  in  senso  ma- 
teriale e  morale. 

51)  tirti  i  càlsètt^  tira  7  fiaa  =  Vedi 
càlsètt,  2)  ;  flaa,  2). 

52)  Urti  per  i  pee  =  tirare,  mettere 
in  campo,  tirare  in  ballo  :  farci  entrare 
uno  che  non  lo  voglia. 

53)  Attirare  :  tirare  a  se  persone  o 
animali,  per  voglia  che,  con  azioni  no- 
stre, se  ne  faccia  nascere  in  loro  ;  tira 
i  àventor  =  attirare  gli  avventori  ;  tir^ 
là  gent  =  attirare  la  gente  ;  tirù.  i  ba- 
siti =  attirare  i  baci.  Anche  di  coso 
materiali,  quando,  non  essendo  visibili 
le  ragioni  del  moto,  par  questo  l'ef- 
fetto di  un  atto  spontaneo  ;  i  pitlnt 
tiren  el  fÈlmin  =  lo  piante  attirano  il 
fulmine. 

54)  Allettare  :  attirare  colla  speranza 
di  godimento  ;  el  m'ha  tiraa  coi  citicer 
=  mi  ha  allettato  colle  chiacchiere. 
Vedi  ingàtià. 

55)  tira  =  tirare  ;  T.  tipogr.  :  di  fogli 
imprimerli,  stamparli. 

56)  tii-(i  =  salire  :  di  strada  erta  che 
si  inerpica  su  per  il  monte. 

57)  tira  sii  =  Vedi  sii,  dal  4  all'  8). 

58)  càì-na  che  ée  tira  là  ràr  ntlnca 
on  quàtrin  là  lira  ;  ma  quànd  l' è  b&it 
tiràda  l'è  mài  pie  pcigàda.  Lo  diciamo 
noi  per  celia  quando  uno  si  sta  stirando 
a  significare  che  l'atto  dello  stirarsi  ò 
brutto  e  ineducato  ma  l'effetto  ò  soddi- 
sfacente per  chi  si  stira. 

tiraa,  agg.  =  tirato,  part.  pass,  di  tirare. 

1)  tiraa  còme  on  stècch  =  stecchito, 
rigido. 

2)  tiraa  =  tirato,  spilorcio,  avaro. 
tiràbràsca,  s.  m.  =  tirabrace,  rastione: 

ferro    ricurvo,  a  lungo    manico,  a  uso 
di  cavar  la  brace  dal  forno. 

tiràbiisciòu,  s.  m.  =  cavatappi,  tira- 
tappi, tirabusciò,  cavaturaccioli  :  arnese 
per  stappare  la  bottiglia  quando  è  ben 
stoppata  colla  macchina. 

tiràca,  s.  f.  =  pellancica. 

tiràda,  s.  f.  =  tirata  :  discorso  lungo, 
noioso. 

1)  dna  tiràda  =  una  tirata:  un  se- 
gaito  di  cose. 

tiràdòr,  s.  m.  =  tiratore  :  colui  che  tira 
bene  di  fucile,  pistola  e  sim. 

tiràdiìra,  s.  f.  =  tiratura,  il  tirare. 

1)  là  tiràdùra  d'on  giornàl,  d'on 
lìber  =  la  tiratura  di  un  giornale,  di  un 
libro  :  lo  stampare  il  giornale,  il  libro- 


tir 


—  856 


tìs 


tìràlàtt  ,  s.  ni.  =  poppatoio  :  arnese 
por  succiare  il  latte  da  sé  quaado  è 
troppo  e  fa  male. 

tiràlìui)  s.  m.  =  tiralinee  :  piccolo  stile 
d'acciaio  sottilmente  appuntato,  che  si 
pone  ai  due  bracci  delle  seste  per  ti- 
rare delle  linee. 

tìràiuàntcs,  s.  m.  =  tiramantici  :  chi  sugli 
organi  ha  per  ufficio  di  tirare  i  mantici. 

tìràiuént ,  s.  m.  =  tiramento  :  1'  atto 
e  l'effetto  del  tirare. 

tìràniòla,  s.  m.  =  tiremmolla  :  di  cosa 
che  s'allenta  e  cede;  del  dire  e  disdire, 
del  volere  e  disvolere  e  sim. 

tii'àiiìa,  s.  f.  =  tirannia  :  atto  ingiusto  del 
tiranno  o  atto  prepotente  di  chicchessia. 

tirano,  s.  vi.  =  tiranno:  persona  in- 
giusta e  crudele  coi  suoi  inferiori. 

tirànt,  s.  m.  =  tirante,  laccetto:  na- 
stro 0  striscia  di  pelle  addoppiata,  al- 
l'estremità del  collo  della  scarpa  per 
calzarla  facilmente. 

1)  Tiranti,  tirastivali:  gancetti  di 
ferro  che  servono  a  calzare  lo  stivale, 
tirandolo  su  con  essi. 

2)  Tirelle:  due  strisce  di  cuoio  o 
d'altro  da  attaccare  il  cavallo  perchè 
tiri  la  carrozza. 

3)  Stracche,  cigno.  Vedi  bràtèj. 

4)  T.  delle  arti  :  tirante,  ogni  pezzo 
di  macchina  o  altro  che  serve  a  te- 
nerne in  sesto  le  varie  parti. 

5)  Cordiera  :  l'cgoletto,  verso  il  fondo 
degli  strumenti  ad  arco,  a  cui  si  rac- 
comandano le  corde. 

6)  tirtint  =  nottola.  Vedi  bàtiroeù,  10). 
tiràpé,    e    ancora    in    qualche    famiglia 

tiràpee,  s.  m.  =  pedale:  striscia  di 
cuoio  con  che  i  calzolai  tengono  forme 
sui  ginocchi  le  scarpe. 

1)  Tirapiedi  :  garzone  del  boia. 

2)  fa  'l  tiràpee,  vèsà  el  tiràpee  de 
vun  =  faro  il  tirapiedi  ad  uno  :  com- 
piacerlo anche  in  cose  basse  e  abbiette, 
servilmente. 

tii'àsa,  (coiupàguìa  del)  =  compagnia 
di  sonatori  ambulanti  :  suonano  male 
e  senz'arte,  sono  laceratori  d'erecchi 
che  accattano  in  tal  modo  la  vita.  Vanno 
scomparendo. 

tiràss,  V.  rifl.  =  stirarsi,  allungarsi,  pro- 
tendersi ,  prostendersi  :  allungare  le 
membra,  le  braccia  distendendo  i  nervi  ; 
l'è  minga  creànsa  tiràss  in  ftleia  àia 
geni  =  non  è  creanza  stirarsi  in  faccia 
alla  gente. 


1)  tiràés  de  lìàrt  =  tirarsi,  farsi  da 
parte  :  portarsi  da  parte  ;  me  soni  tiraci 
de  pàrt  per  làsà  pàèà  'l  tràmm  =  mi 
son  tirato  da  parte  per  lasciar  passare 
il  tranvai. 

2)  tiràss  in  là  =  tirarsi  in  là,  scan- 
sarsi :  fare  un  po'  di  posto  ad  altri  dove 
siamo  noi. 

3)  tiràss  foRiXra  =  fare  eccezione  : 
essere  diverso  dagli  altri  della  stessa 
specie  ;  l'è  on  cavali  che  se  tira  fceiìra 
de  luti  i  càvtli  =  è  un  cavallo  che  fra 
tutti  i  cavalli  fa  eccezione. 

4)  tiràsé  foRwra  =  aprirsi  :  del  tempo 
minaccioso  che  poi  si  rasserena  e  fa 
bello. 

5)  tiràss  fcenra  =  levarsi,  togliersi 
da...;  el  s'è  tiraa  foeiìra  déla  societaa 
=  si  levò  dalla  società. 

6)  tiràés  indree  =  arretrarsi,  tirarsi 
indietro.  Fig.  sottrarsi,  scansarsi  da 
un  obbligo. 

7)  tiràss  in  mént  =  rjcordai'si  e 
sforzarsi  di  ricordare. 

8)  tiràéè  àdòss  =  tirarsi  addosso, 
procacciarsi  :  far  che  ci  avvenga  una 
cosa,  specialm.  spiacevole. 

9)  tirààà  àdòéà  è  àprèèà  ;  avvici- 
narsi, accostarsi. 

10)  tiràss  sii  =  alzarsi,  e  specialm. 
mettersi  a  sedere  sul  letto. 

11)  tiràsé  èli  =  riaversi,  rifarsi  :  di 
convalescenti  che  vanno  riacquistando 
le  forze. 

12)  tiràss  àii  =  ringalluzzire  :  met- 
tere una  certa  baldanza  da  gallo. 

tirént,  agg.  =  tirato,  sodo  :  della  carne 

contrario  di  floscia. 

1)  Di  pers.  :  ritenuto  nello  spendere, 

un  po'  avaro. 
tirètt,  s.  m.  =  tratto,  trattuzzo  :  il  filetto 

che  taglia  il  ti    minuscolo  (t)  verso  la 

testa. 
tiriuciàpp  e  tiriuciììi,  s.  m.  =  abitino 

strozzato,  scarso:  che   stringe  da    ogni 

parte   ed  è  assai  corto. 
tiritèra,  s.  f.  =  tiritere,  stampita  :   una 

tirata  lunga,  noiosa;    un    discorso  che 

non  conclude  a  nulla. 
tirliudàiia,  s.  f.  =  lenza  :  strumento  per 

pescare  all'amo. 
tirocìni,  *  s.  m.  =  tirocinio  :    il   novi- 
ziato che  uno  fa   in   una    professione, 

in  un'arte. 
tiròs,  agg.  =  tirante.  Vedi  tirént. 
tisana,  s.  f.  =  tisana,  decotto. 


tis 


857  - 


toc 


Tisi,  s.  ni.  =  Tizio  :  nome  proprio  ve- 
nuto ora  a  significare  persona  in  ge- 
nere ;  è  vegnuìi  on  Tisi  =  venne  un 
K  Tizio,  un  tale. 
1)  Tisi,  Semprdni  e  Mmiìn  =  Tizio, 
Sempronio  e  Martino  :  questo  e  quello. 
tisich,  *  cigg.  =  tisico,  etico  :  che  è  af- 
fetto da  tisi. 

1)  fa  crepti  tìsich  =  far  morir  tisico  : 
di  chi  tormenta  altri  in  modo  assai  fa- 
stidioso. 
tisiguscj  agg.  =  tisichello,  tisicuccio  ; 
dimin.  di  tisico  :  si  dice  anche  di  chi, 
malfermo  in  salute  accenna  di  dar  nel 
tisico. 
tìtol,  s.  m.  =  titolo  :  iscrizione  di  libro 
0  d'altro,  denominazione. 

1)  Eapporto  fra  il  metallo  fine  e  la 
lega  in  oggetti    d'oro  e  d'argento. 

2)  Epiteto,  aggiunto,  mala  parola; 
ingiuria:  el  g'hà  daa  de  triti  i  titol  = 
gli  disse  epiteti,  male  parole  d'ogni 
sorta  ;  dàss  di  tìtol  =  gettarsi  in  faccia 
di  male  parole. 

3)  Nome  generico  di  grado,  dignità, 
principato,  ecc.;  el  g'hà  'l  tltol  de 
duca  =  ha  il  titolo  di  duca. 

4)  tltol  =  titolo  :  una  carta  o  altro 
che  attesti  del  merito  o  del  diritto  che 
uno  ha  o  crede  di  avere  per  un  ufficio, 
una  dignità  e  sim.;  l'ha  minga  sàviiil 
fa  vàri  i  so  tìtol  =  non  ha  saputo  far 
valere  i  suoi  titoli. 

5)  T.  econom.  Nome  generico  di 
qualsiasi  carta  di    credito  o  di  valore, 

6)  Pretesto,  motivo  :  gh'éra  "nirnn 
tìtol  per  podèll  inviati  =  non  c'era  alcun 
motivo  di  poterlo  invitare.  Disusa. 

tivàn,  s.  m.  =  tivano  :  nome  d'un  vento 
che  sul  Lario  spira  da  Colico. 

titola,  s.  ni.  =  baggeo,  babbione,  grullo: 
uomo  di  poco  criterio,  credenzone  e 
scipito. 

titolaa,  agg.  =  titolato  :  chi  è  investito 
di  un  titolo  nobiliare  di  signoria,  di 
dignità,  di  cavalierato,  ecc. 

titolar,  agg.  =  titolare  :  chi  è  investito 
del  titolo  di  un  ufficio,  di  un  beneficio 
e  sim.  ;  Ve  'Z  profesor  titolar  =  è  il 
professore  titolare  ;  Ve  '/  titolar  déla 
pàrdchia  =  è  il  titolare  della  parrocchia. 

titiibà ,  V.  att.  =  titubare  ,  esitare  : 
stare  ambiguo,  dubbioso,  non  si  risol- 
vere ;  tl7ica  dòpo  luti  i  prceilv  che 
g'hoo  daa  el  titubava  àncàniQ,  noi  me 
voréva    créd    =    anche    dopo    tutte  le 


prove  che  gli    diedi,    titubava   ancora, 
non  mi  voleva  credere. 

titiibàiit,  *  agg.  =  titubante,  incerto, 
dubbioso,  perplesso  :  chi  è  come  colui 
al  quale  il  si  e  il  no  nel  capo  gli  ten- 
zona. 

tò,  jìvon.  =  tuo,  tuoi,  tue.  Per  i  vari 
usi  vedi  so. 

tòa,  pron.  =  tua  :  femm.  del  pron.  tò  = 
tuo  :  toa  niiee  =  tua  moglie  ;  là  tòa  cà 
=  la  tua  casa. 

1)  Al  plur.  fa  anche  questo  tò; 
càrtiìna  coi  tò  gàmb  =  cammina  colle 
tue  gambe;  i  tò  idèi  =  le  tue  idee; 
i  tò  viriti  =  le  tue  virtù. 

toàia,  s.  f.  =  tovaglia  :  largo  pannolino 
con  cui  si  copre  la  tavola  per  appa- 
recchiarla. 

1)  Ampio  pannolino  guernito  di  tulle 
che  si  stende  sulla  mensa  degli  altari. 

toàià,  v.  att.  =  svignarsela  :  andarsene 
senza  che  altri  se  n'accorga,  o  anche 
fingendo  di  non  accorgersi  d'altri. 

toàiàn,  s.  m.  =  cicmdolone,  soppiattone  : 
chi  fa  il  baggeo  per  non  pagar  gabella  ; 
per  averne  vantaggio. 

toàléta  e  toàlètt,  s.  f.  =  teletta,  toe- 
lette, toeletta  :  è  una  tavola  a  modo 
di  cassa  con  coperchio,  entro  la  quale 
sono  pettini,  specchio  e  quant' altro  oc- 
corra per  pettinarsi  ed  acconciarsi  il 
capo.  Talvolta  è  una  piccola  tavola 
guarnita  di  tela  e  merletti  che  serve 
allo  stesso  uso.  Dal  frane.  :  toilette. 

1)  Specchio  :  quando  lo  specchio  è 
aggiunto  a  un  tavolino  con  lavamano 
e  catinella  e  l'occorrente  per  pettinarsi 
e  lisciarsi. 

2)  stànsìn  de  toàlètt  =  abbigliatoio, 
camerino  :  stanzino  con  tutto  il  comodo 
per  abbigliarsi.  L'hanno  i  signori. 

3)  Abbigliamento,  acconciatura;  là 
contèéa  là  g'àvéva  dna  toàlètt  elegàn- 
tìsima  =  la  contessa  aveva  un  abbi- 
gliamento elegantissimo  ;  fa  toàlètt  = 
faro  0  farsi  teletta;  abbigliarsi,  vestirsi, 
lavarsi,  pettinarsi. 

tobìs,  s.  m.  =  bircio,  miope  :  che  ci  vede 
poco.  Vedi  tiòrba. 

1)  Brillo,  altetto,  alticcio:  di  uno  a 
cui  il  vino  ha  dato    un  po'  alla  testa. 

tobisceùra,  s.  f.  =  cecilia,  lucignola. 
Vedi  giàsoeù. 

tòca,  s.  f.  =  paragone,  pietra  di  para- 
gone :  una  pietra  di  colore  nericcio,  a 
grana  fina,  inattaccabile   dall'acido  ni- 


toc 


—  65S  — 


toc 


trico.  Su  questa  pietra  l'orefice  prova 
il  titolo  dell'oro. 
tocà,  V.  att.  =  toccare:  accostai'e  una 
mano  o  parte  qualunque  del  corpo  ad 
una  cosa,  ed  anche  di  cose,  essere  a 
contatto  ;  là  càdrega  là  idea  'l  mur  = 
la  sedia  tocca  il  muro  ;  i  coèrt  tóchen 
in  tira  =  le  coperte   toccano  in  terra. 

1)  Fig.  :  di  anni,  esservi  giunto, 
averli  ;  ormài  el  loca  i  quaranta  = 
=  orinai  tocca  i  quaranta. 

2)  toeù,  con  man  =  accertarsi.  Vedi 
mail,  34). 

3)  toeà  dal  vlv  =  toccar  sul  vivo,  ar- 
recar dispiacere  con  le  parole  ;  trattare 
di  cose  che  scottano  altrui. 

4)  tocà  'l  del  coni  on  did  =•  toccare 
il  cielo  con  un  dito.  Vedi   ciél,  2). 

5)  tocà  'l  cceilr  =  toccare  il  cuore: 
commovere,  fare  impressione.  Anche 
detto  di  Dio  ;  tocà  '  l  cceilr  à  vQn  = 
toccare  il'  cuore  ad  uno  :  indurlo  a 
pentimento,  farlo  buono. 

6)  Toccare  ,  spettare  ,  appartenere  : 
esser  debito  di  uno  ;  ineoeil  tóca  à  ti 
à  sta  de  guàrdia  =  oggi  tocca  a  te 
star  di  guardia;  tóea  àia  marna  à 
guardagli  àdree  ài  fioeu  =  tocca  alla 
mamma  custodire  i  figliuoli. 

7)  tocà  'l  pois  =  toccare  il  polso  : 
tastare  il  polso  per  sentire  se  uno  ha 
0  no  la  febbre. 

■  8)  no  me  tochee  che  me  guàstee  = 
non  mi  toccate  che  mi  sciupate.  Vedi 
guasta,  3). 

9)  vede  e  no  tocà  l'è  dna  rdba  de 
impara  =  vedere  e  non  toccare  ò  una 
cosa  da  imparare  :  lo  diciamo  ai  fan- 
ciulli, perchè  non  mettano  le  mani  su 
tutto  ciò  che  vedono  e  spesso-  lo  di- 
ciamo adirittura  colla  forma  italiana, 
diventata  così  del  dialetto. 

10)  el  toca  =  ruba;  Vhà  mandaa 
ria  el  servitòr  perchè  '/  locava  =  li- 
cenziò il  servitore  perchè  rubava. 

11)  ti  toca  =  tocca  a  te  a  sbrigartene  : 
arrangiati. 

12)  lochimela  Èli  =  stringiamoci  la 
mano. 

13)  tocà  sii  =  eccitare,  spingere  : 
delle  bestie  far  che  corrano  di  più. 

14)  tocà  =  toccare  in  sorte  ;  el  quà- 
der  el  gh'è  tocaaà  Hi  =  il  quadi'O  toccò 
a  lui. 

tocch,  s.  m.  =  tocco:  il  toccai'o,  l'atto  del 


toccare  e  specialm.  quello  del  battaglio 
sulla  campana. 

1)  Il  modo  con  cui  uno  suona  un 
istrumento  a  corde,  il  pianoforte,  l'arpa 
e  sim,;  el  g'hà  on  tocch  delicàtisim  el 
me  màèster  de  piano  =  ha  un  tocco 
delicatissimo  il  mio  maestro  di  piano- 
forte. 

2)  dà  Vultim  tocch  =  dar  l'ultimo 
tocco,  l'ultima  mano,  finire. 

tocch,  agg.  =  ammaccato  :  di  fratte  sode 
che  ricevono  e  conservano  certo  livi- 
dore 0  altro  segno  cagionato  da  per- 
cossa 0  da  sfregamento. 

1)  Noi  diciamo:  Ve  tocch  =  è  tocco, 
magagnato,  di  chi  abbia  i  polmoni 
bucati. 

tòccli,  s.  m.  =  tocco:  pezzo  grosso  di 
checchessia,  brano;  el  m'ha  daa  on 
tòech  de  pan  =  mi  ha  dato  un  pezzo 
di  pane. 

1)  Brano,  pezzo:  di  tela,  stoffa, 
carta  e  sim.  ;  l'è  on  tòech  del  to  vestii 
=  è  un  pezzo  del  tuo  vestito. 

2)  Parte,  tratto  ;  l'è  on  -tòech  de 
Idgh  màgnìfich  quèll  de  Moltrds  =  è 
un  tratto  di  lago  magnifico  quel  di 
Moltrasio. 

3)  boria  già  à  tòcch=  cascare  a  brani, 
a  pezzi:  di  cosa  vecchia,  lacera,  che 
non  sta  più  insieme.  Anche  à  tòech  e 
bocòn, 

4)  tàià  à  tòech  =  tagliarle  a  pezzi  ; 
dividere  in  pezzi:  se  si  fa  con  una 
certa  regola  si  dice  :  appczzare. 

5  )  oìi  tant  ài  tòech  =  a  occhio  e  croce, 
a  casaccio,  a  fànfera,  a  quattro  quat- 
trin  la  calata,  coll'accetta:  locuzione 
avverbiale  che  vale  alla  peggio,  all'in- 
grosso, all' incirca,  senza  fare  le  ope- 
razioni necessarie.  Vedi  bràss,  4);  fa 
qùèicòss  on  tant  ài  tòech  =  fare  una 
cosa  a  occhio  e  croce  :  con  poca  atten- 
zione e  poca  diligenza. 

6)  oti  tant  ài  tòech  =  a  mal  aggua- 
gliare :  di  confronto  che  si  faccia  o 
serva,  sebbene  non  torni  in  tutto. 

7)  giudica  on  tant  ài  tòech  =  dal* 
sentenze  coll'accetta,  coli' ascia:  giudi- 
care alla  cieca,  senza  un  esame  suffi- 
ciente. 

8)  tòech  d'on  òmm,  de  tósa,  d'on 
fioeil  e  sim.  =  è  un  tocco  d'omo,  di 
ragazza,  di  ragazzo  ;  è  un  bordello  cioè 
grosso,  rubusto,  forte,  fatticcio  e  tar- 
chiato. 


toc 


—  859 


tee 


9)  tòceh  d'on  tisen  =  pezzo  d'asino  : 
di  persona  scempia,  dura  ad  intendere 
0  che  mal  sa  provvedere  al  proprio 
interesse.  Vedi  àsen. 

10)  ància  in  tòcch  =  andare  in  ro- 
vina :  di  stato  economico  della  famiglia. 

11)  vèsS  in  tòceh  =  essere  bazzotto, 
coccio  :  di  salute  non  buona. 

12)  l'è  on  tòceh  cVÒna  vergogna  =  è 
una  gran  vergogna,  un  vitupero. 

toclielìn,  s.  ni.  =  brincello,  pezzettino, 
bocconcino.  Vedi  boconìn. 

toclièll,  s.  m.  =  brandello,  pezzetto: 
diniinut.  di  tòccli  =  brano,  pezzo. 

1)  Di  roba  da  mangiare,  boccone, 
frusto  :  e  se  è  pane  ancbe  :  tozzo. 

tochesàua,  s.  m.  =  tocca  e  sana  :  me- 
dicamento portentoso,  istantaneo. 

tochèti,  (pocliéti  ma)  =  Vedi  pochéti. 

tòder,  s.  m.  =  tedesco,  straniero.  Lo 
stesso  che  todèsch  ma  più  volgare. 

Todescàrìa,  s.  f.  =  Tedescheria,  Germa- 
nia :  il  paese  dove  sono  i  tedeschi. 

todèsch,  agg.  e  s.  m.  =  tedesco:  che  o 
chi  è  di  Germania,  e  specialm.  gli  Au- 
striaci :  quàncl  ghiera  ehi  i  Todèseh  = 
quando  c'erano  qui  i  Tedeschi;  studia 
el  todèseh  =  studiare  il  tedesco,  la  lingua 
tedesca. 

1)  pària  todèsch  !  =y  parlare  in  te- 
desco. Per  noi  significa  anche  parlare 
in  modo  da  non  esser  capiti. 

2)  te  see  on  gran  todèseh!  =  sei  un 
gran  zuccone  !  E'  traccia  ancora  del- 
l'odio nostro  per  la  dominazione  au- 
striaca e  non  ripassò  le  Alpi  con  loro. 

toeù,  pron.  =  tuoi.  Vedi  tò. 

1)  prima  ti  e  poeu  i  toeu  e  pceu  i 
ttlter  se  te  pceu  =  stringe  più  la  ca- 
micia che  la  gonnella,  più  vicino  è  il 
dente  che  nessun  parente  :  significa 
che  gli  interessi  propri  stanno  sempre 
più  a  cuore  che  quelli  degli  altri  e  che 
la  prima  carità  è  la  carità  di  sé  me- 
desimi. 

ì.  toeu,  v.  att.  =  prendere,  di  rado:  pigliare; 
toiu  on  sorbètt,  el  càfè,  e  sim.  =  pren- 
dere, pigliare  un  sorbetto,  il  caffè  e  sim. 

1)  Offrendo;  toeul   che   'l   tceuia  !  = 
t         to'  !  prendi  !  prenda  !  Non,  piglia!  pigli  ! 

2)  toeu  lesiòn  =  prender  lezione:  farsi 
dare  lezione  da  un  maestro. 

3)  toeti  on  bàgn,  là  medestna  =  pren- 
dere un  bagno,  la  medicina. 

4)  Di  pers.;  hoo  tòlt  là  cameriera 
noe  uva  =  ho  preso  la  cameriera  nuova, 


ho  fatto  venire  al  mio  servizio  una  ca- 
meriera nuova. 

5)  Andare  da  uno  per  accompagnarsi 
con  lui,  per  condurlo  seco;  ància  à  toeic 
'Z  dotòr  =  andare  a  prendere  il  medico; 
andarlo  a  chiamare  perchè  venga;  hiu 
vegnull  à  toeumm  de  àndà  in  barca  = 
sono  venuti  a  prendermi  per  andare  in 
barca. 

6)  Provvedersi  ;  mi  tceui  el  vìn  dal 
Clèrici  in  del  vìcol  de  Santa  Maria 
Segreta,  =  io  prendo  il  vino  dal  Clerici 
nei  vicolo  di  Santa  Maria  Segreta. 

7)  Sposare;  tceu  miee,  mari  =  pren- 
der moglie,  marito  :  ammogliarsi,  ma- 
ritarsi. 

8)  toeio  in  àfdt  =  prendere  a  pigione, 
in  affìtto:  specialm.  della  casa  che  abi- 
tiamo quando  non  è  proprietà  nostra. 
In  questo  senso  anche  toeu  cu  =  pren- 
der casa,  abitazione. 

9)  toRU  là  misÈra  =  prendere  la  mi- 
sura: del  sarto,  del  calzolaio  che  mi- 
surano la  persona,  il  piede  per  adat- 
tarvi gli  abiti,  le  scarpe;  e  in  generalo 
di  chi  misura  qualunque  cosa  per  adat- 
tarvene  un'altra. 

10)  vègh  el  tceu  e  poeu  toeu  =  avere 
tre  pan  per  coppia  :  più  di  quello  che 
si  poteva  sperare. 

11)  toeu  sic  =  raccogliere,  raccattare; 
prendere  ciò  che  ora  in  terra, 

12)  toetc  sii  =  prendere,  buscarsi:  toeu 
sii  di  bòtt  =  prendere  delle  busse;  tceu 
sic  on  màlànn  =  prendere,  buscarsi  un 
malanno,  una  malattia;  toeu  sii  once  fià- 
mtida  =  prendere  una  fiammata. 

13)  tceu  sii  e  mètt  gio  =  piglia  e  posa: 
di  lavoro  interrotto  spesso,  sia  per  poca 
volontà  0  per  impedimento  d'  altrui. 

14)  toeu  sii  à  creta  =  comperare  a 
credenza,  a  respiro. 

15)  toeu  sii  à  nòli  =  prendere  a  nolo. 
Vedi  nòli,  1). 

16)  toeu  àie  di  ciance  =  prendere  a 
mutuo,  mutuare  danari. 

17)  tceu  Sii  'l  dna  de  copp  =  batter- 
sela, spulezzare  :  andarsene  lestamente. 

18)  tceu  sii  à  piati  =  Vedi  plsà,  3), 
gamba,  14),  gir,  7). 

19)  de  toeu  e  de  mètt  =  Vedi  mètt, 
32),  42). 

20)  sàvi  toeu  vun  =  saper  prendere 
uno  per  il  suo  verso. 

21)  toeu  clent  =  prendere  in  cambio  : 


t(B 


-  8(30  - 


tol 


quando  si  vende  qualclie  cosa  e  se  ne 
ha  tutto  0  parte  del  compenso  in  natui'a. 

22)  toRU  fmira  =  scegliere,  distin- 
guere. Anche  :  estrarre,  e  cavare.  Vedi 
tira). 

23)  t(»u  giò  =  prendere  ingollare  ; 
Vlìà  tòlt  gio  l'oli  de  rtcin  =  ha  ingol- 
lato l'olio  di  ricino.  Vedi  anche  :  tira, 
39,  40.  41,  43). 

24)  fàèé  minga  tmu  ma  =  non  la- 
sciarsi scorgere  :  non  far  capire  le  pro- 
prie intenzioni. 

25)  Togliere,  levare;  el  m'ha  tòlt  tuli 
i  spertLnè  =  mi  tolse  tutte  le  speranze; 
Vhà  m'ha  tòlt  làpds  =  VQ.i  ha  toltola  pace. 

26)  tmu  'l  sàlild  =  togliere  il  saluto; 
non  salutare  più  uno,  non  rispondere 
nemmeno  al  suo  saluto 

27)  tceu  là  paròla,  =  togliere  la  pa- 
rola ;  impedire  ad  uno  di  parlare  :  lo 
diciamo  tanto  di  un  presidente  d'as- 
semblea che  intimi  ad  uno  di  tacere, 
quanto  di  altre  cause  che  per  meravi- 
glia 0  dolore   impediscano  di  parlare. 

28)  toeu  'l  fìaa  =  mozzare  il  fiato, 
seccare,  infastidire. 

29)  Scemare,  ridurre  a  meno,  dimi- 
nuire; l'etaa  là  tcBU  i  fora  =  l'età  scema 
le  forze;  el  càld  el  me  tceu  là  fàmm  = 
il -caldo  mi  scema  l'appetito. 

30)  Comperare  per  uno  qualche  cosa; 
g'hoo  tòlt  on  bèli  lìber  ài  me  fioBU  = 
ho  comperato  un  bel  libro  per  il  mio 
figliolo. 

31)  tceu  per  =  scambiare,  prendere 
imo  per  un  altro  ;  el  m'ha  tòlt  per  éò 
ciisin  =  mi  prese  per  suo  cugino.  An- 
che reputare,  credere  ;  el  me  tceu  per 
on  niàtt  =  mi  reputa  pazzo. 

32)  tmila  coni  ■vÉn  =  prenderla,  ric- 
cattarsi  con  uno  :  averci  che  dire,  op- 
pure sfogare  con  lui  la  propria  rabbia. 

33)  tabula  de  ehi,  mètela  de  là  =  gi- 
rala come  vuoi  :  in  qualunque  modo 
consideri  la  cosa:  da  qualunque  verso 
la  pigli. 

34)  tmùla  èil  cont  fiàca  =  prender- 
sela comoda  :  senza  affannarsi. 

35)  podè  minga  toeùla  ne  impattila. 
Vedi  impàtala,  2). 

36)  éàvè  minga  doe  àndà  à  tcsull  = 
non  sapere  dove  andarlo  a  pescare. 
Vedi  pesca  1). 

toeu!  esclam.  =  toh!  Denota  meraviglia; 
toeuf  chi  vedi  mi  chi!  =  toh!  chi  vedo 
io  qui  ! 


toeuftaa,  s.  m.  =  sfondastomaco,  mozza- 
fiato: di  cose,  di  persone  che  riescono 
gravi,  noiose,  moleste. 

toeùniel  e  dàniel,  (rèss  on)  =  essere  un 
dire  e  disdire,  un  tira  e  allenta. 

t(£nss,  t).  rifl.  =  prendersi,  pigliarsi:  è  il 
riflessivo  di  toeu,  in  tutti  i  suoi  signi- 
ficati. 

toeuss,  agg.  =  incurvito  :  di  persona  che 
si  piega  nelle  spalle  o  per  abitudine  o 
per  malattia,  o  per  età. 

1)  àndà  gid  tceuss  =  incurvirsi:  e  in 
modo  scherzoso  anche:  imbarcai'si. 

toeutoeù,  s.  m.  pi.  =  voce  infantile  per 
busse,  botte. 

toff  e  tofìn,  s.  m.  =  cane,  cagnolino  : 
usiamo  queste  parole  per  vezzeggiativo, 

tdg'a,  s.  f.  =  toga  :  veste  lunga  di  ma- 
gistrati, avvocati,  e  sim.  in  funzione 
solenne. 

Tògn,  s.  m.  =  Tonio:  corruzione  di  An- 
tonio, nome  proprio  di  uomo. 

1)  Beco:  chi  si  mostra  grossolano  e 
malaccorto;  te  §ee  étaa  pròpi  on  tògn 
à  làsàiela  fa  in  sta  màneraf  =  sei 
proprio  stato  beco  a  lasciartela  fare  cosi! 

2)  Tògn,  Tògn,  pela  rògn,  ecc.  = 
Vedi  griiéra,  3). 

tognitt,  s.  m.  pi.  =  gli  austriaci.  Noi 
chiamavamo  così  per  dileggio  i  soldati 
che  l'austriaco  teneva  qui  a  mantenerci 
sul  collo  la  catena  del  suo  governo.  Li 
chiamavano  anche  pàtàtoccìfi^  Surncch 
ti  e  iiiiir. 

lòia,  s.  f.  =  latta:  lamiera  di  ferro  sot- 
tilmente distesa  e  coperta  di  stagno. 

1)  Stagnata  :  recipienti  cilindrici  per 
portarvi  minestra,  latte  e  sim.  o  per 
cuocervi  il  caffè,  scaldarvi  acqua,  ecc., 
e  conservarvi  olio,  biscotti  e  altro. 

2)  Audacia,  sfacciataggine;  ghe  voeùr 
dna  bela  tota  à  vegnì  foeùra  cont  sti 
diécoré  =  ci  vuole  una  bolla  audacia  a 
venir  fuori  con  codesti  discorsi  ;  se  'l 
torna  in  qiièla  cà  dòpo  là  scèna  dHér, 
el  g'hà  dna  tdla  de  l'alter  moml  =  se 
torna  in  quella  casa  dopo  la  scena  di 
ieri,  ha  un'audacia  dell'altro  mondo  ; 
el  g'hà  minga  àviiii  là  tdla  de  nega 
l'evidénéa?  =  non  ebbe  la  sfacciatag- 
gine di  negare  l'evidenza? 

3)  vdr  piièee  là  tota  che  Vàrgent  = 
al  mondo  vale  più  essere  audaci  che 
buoni.  E'  proverbio  troppo  pessimista. 

4)  fa  tdla  =  fare  a'  visi  :   gioco  per 


tol 


861 


toii 


cui  due  si  guardano  fissi    in    faccia    e 
fanno  a  chi  primo  sorride. 

5)  vègli  el  eànàriiss  fodraa  de  tdla  = 
avere  la  gola  lastricata.  Vedi  eànà- 
riiss, 1). 

tolàléla,  s.  m.  =  baggeo.  Vedi    bàdee. 

tólbor,  agg.  =  torbido.  Vedi  tòrbid. 

tolee,  s.  m.  =  lattaio,  stagnaio  :  chi  la- 
vora e  vende  oggetti  di  latta. 

1)  Fig.,  audace,  sfacciato:  chi  di  nulla 
si  fa  riguardo  e  non  ha  por  nulla  ri- 
spetto. 

tolerà,  V.  att.  =  tollerare,  sopportare  : 
sostenere  senza  ri mpiaiito  e  senza  ram- 
marico cose  che  non  soddisfano,  che 
non  piacciono,  che  riescono  dolorose. 

1)  Riferito  a  persona:  sopportare  con 
pazienza  i  suoi  costumi,  i  suoi  difetti, 
le  sue  parole,  anche  quando  potrebbero 
dispiacere.  Vedi  sofrì. 

toleràbil,*  agg.  =  tollerabile  :  che  può  es- 
sere tollerato:  specialm.  di  dolori  fisici. 

tolèta,  s.  f.  =  secchiolino:  il  piccolo  sec- 
chio di  latta,  cilindrico,  che  serve  a 
trasportar  minestra,  latte  e  sim. 

1)  Bricco:  vaso  da  preparare  il  caffè. 
Da  noi  però  ha  forme  vai'ie  e  diverso 
da  quella  del  bricco  propriamente  detto. 

tolipàn,  s.  m.  =  tulipano.  Vedi  tulipàu. 

tòlt,  agg.  =  tolto,  levato, ''scemato,  com- 
perato ;  part.  pass,  di  toeu,  =  togliere 
in  tutti  i  suoi  significati. 

tòma,  s.  f.  =  caduta  :  il  cadere,  segna- 
tam.  di  persona;  l'ha  faa  dna  toma  e 
'l  è' è  slogaa  on  bràse  =  fece  una  ca- 
duta e  si  slogò  un  braccio. 

1)  Cimbottolo,  cascata  :  colpo  che  si 
dà  in  terra  cascando. 

2)  ciàpti  Roma  per  toma  =  veder 
lucciole  per  lanterne. 

Tomàs,  s.  m.  =  Tommaso:  nome  proprio 
di  uomo. 

1)  Beco:  chi  si  mostra  grossolano  e 
malaccorto:  è  come  Tògn. 

2)  vèéé  cdme  san  Tomàs,  no  cród  se 
no  se  glie  mètt  el  ntis  =  essere  come 
san  Tommaso,  che  non  credeva  se  non 
ciò  che  vedeva  o  toccava. 

tornasela,  s.  f.  =  ammorsellato,  picca- 
tiglio  di  carne  di  maiale. 

tomàtesa,  s.  f.  =  pomodoro,  pomidoro: 
frutto  di  pianta  ortense,  rosso  il  cui 
sugo  agretto  è  condimento  gustoso  in 
molte  vivande. 

tomba,  s.  f.  =  tomba,  sepolcro:  arca  mo- 
numentale per  sepoltui'a. 


1)  Cripta  :  volta  sotterranea  in  una 
chiesa  dove  si  sepelliscono  persone  o 
famiglie  particolari. 

2)  Ve  dna  tomba  =  è  una  tomba:  si 
dice  di  luogo  umido,  scuro. 

tombìn,  s.  m.  =  chiavica ,  smaltitoio: 
fossa  copeiia  che  riceve  le  acque  su- 
perfle  e  le  immondizie  della  casa. 

1)  coerc  del  tombm  =  chiusino:  pie- 
tra forata  che  copre  la  chiavica. 

tombiuà,  V.  att.  =  fognare  :  far  fogne, 
smaltitoi. 

tómbola,  s.  f.  =  tombola  :  noto  giuoco 
che  si  fa  con  cartelle  di  15  numeri  cia- 
scuno e  con  novanta  numeri  che  si 
estraggono  da  una  borsa. 

1)  fa  tombola  =  far  tombola:  vincerò 
il  gioco  della  tombola  segnando  prima 
degli  altri  i  quindici  numeri  di  una 
delle  proprie  cartelle. 

2)  Caduta,  cascata.  Vedi  toma, 
tombòn,    s,    m.    Così    chiamiamo     due 

grandi  archi  sotto  cui  passa  il  naviglio  ; 

tombòn    de    san    March,     tombòn    de 

Viàrèna. 
tomborlà,  v.  att.  =  tombolare,  rotolare, 

voltolarsi,  razzolare  :  cadere,  specialm. 

col  capo  all'ingiii  e  rigirando  sopra  so 

stesso. 
tomborlon,  s.  m.  =    tombolone,   ruzzo- 
lone: caduta  precipitosa  per  terra. 
1)  à  tomborlon  =  ruzzoloni,  a  rotoli. 
tornerà,  s.  f.  =  tomaio  :  la  parte   supe- 
riore della  scarpa. 

1)  qiièll   elle  no  va  in  sceiìla  va  in 

tornerà.  Vedi  soeiìla,  1). 
tomètt,  s.   m.  =  temette,    buona   lana  : 

capo  ameno,  furbo,  ardito. 
tòmm,  s.  m.  =  tomo,  volume  :    uno  dei 

volumi  nei  quali  è  stampata  un'opera. 
tomo,  s.  m.  =  tomo:  capo  amono,  furbo 

ardito;  Ve    on    tòmo  el  tò  ficeu  =    tuo 

figlio  è  un  tomo. 
tòn,  s.  m.  =  tono.   T.  music:    grado   di 

elevazione  o  abbassamento  di  voce  o  di 

suono;    tòn   màgiòr   o   minor    =    tono 

maggiore  o  minore. 

1)  Il  modo  di  chi  parla;  dàss  el  tòn 
d'artista,  de  seensiàto  e  sim.  =  darsi 
il  tono  d'artista,  di  scienziato  e  sim.: 
tenerne  il  linguaggio,  darsene  l'aria. 

2)  m,ètes  in  tòn  =  mettersi  in   gala. 

3)  vèàs  del  bòn  tòn  =  essere  del  buon 
tono,  della  buona  società. 

4)  gràss  e  in    tòn   còme  'l   mtlnich 


ton 


—  862  — 


tor 


(Von  làmpiòn   =    magro    allampanato, 
assaettato. 

5)  rispond  à  ton  =  rispondere  in  tono: 
dare  una  risposta  adeguata  alla  do- 
manda. 
tòn,  s.  m.  =  tonno:  grosso  pesce  di  mare 
ch.e  si  mangia  fresco,  salato,  e  sott'olio; 
mangia  ^l  tòn  cont  V insalata  =  man- 
giare il  tonno  coir  insalata. 

1)  pànsceta  de  ton  =   ventresca,  ta- 
rantelle: la  pancetta  del  tonno  sott'olio. 
toud,  s.  m.  =  piatto,  tondo:  i  vasi  dove 
si  mangiano  le  pietanze.   Vedi    piàtt. 
Anche  la    quantità  di    roba   contenuta 
nel  piatto  ;    ho    màngiaa   on  tond    de 
gnòcch    =   ho    mangiato   un    piatto    di 
gnocchi. 
tónda,  agg.  Vedi  rotòud,  2). 
toudèll,  s.  m.  =  tritello.  Vedi   tridèll. 
toiidiu,  s.  m.  =  piattino:  piccolo  piatto 
e  specialm.    quello    su  cui    si  posa  la 
tazza. 

1)  Tondino,  astràgalo  :   tondino    che 
orna  l'estremità  superiore  delle  colonne. 
tònega,  s.  f.  =  tonaca:  la  veste  de'  clau- 
strali e  scherzos.  anche  la  zimarra  dei 
preti. 

1)  Gabbanella:  abito  lungo  dei  giovani 
medici  praticanti  negli  spedali. 
tonfa,  s.  f.  =  sacco,  carico  :   di  legnate, 
busse  e  sim.  ;    l'han   ciàpaa  e  te  ghe 
n'han  daa  dna  tonfa  =  1'  han  preso  e 
gliene  hanno  dato  un  sacco. 
tònfeta,  =  toppete  :  voce  imitat.  di  colpo. 
Tòni,  s.  m.  =  Tonio.  Vedi  Tògn. 
tonìua,  s,  f.  =  tonnina.    Nella   frase  fa 
tonìna  =  far  tonnina:  di  cose  e  di  per- 
sone: tagliarlo  a  pezzi,   trattarle  senza 
riguardo. 
tOnsila,  s.  f.  =  tonsilla:  glandola  vasco- 
lare sanguigna  delle  fauci. 
tonsura,  s.  f.  =  tonsura  :  la  chèrica. 
tontoguà,  V.   att.  =    brontolare,  borbot- 
tare :  lagnarsi  a  lungo  con   parole    in- 
distinte, confuse. 
tontognòn,  s.  vi.  =  brontolone:  chi  sem- 
pre brontola. 
topàsi  e  topàss,  s.  m.  =  topazio:  sorta 
di  pietra  preziosa  di  color  giallo  più  o 
meno  cupo. 
topé,  s.  m.  =  ciuffo,  rocco:  qualche  volta 
anche  tupè  :  quei    capelli  sul    dinanzi 
della   testa  che  si  pettinano    rivolgen- 
doli  indietro  a  guisa  di  polpetta.    Dal 
frane  toupet. 


1)    tope    =    audacia,    sfacciataggine. 
^Vedi  loia,  2). 
tòpia,  s.  f.  =  pergolato:  ingraticolato  di 
pali  0  simili,  su  cui  si  mandano  le  viti 
e  forma  come  una  galleria  per  la  suc- 
cessione delle  pergole. 
topica,  s.  f.  =  granchio,  abbaglio,    sba- 
glio, errore. 

1)  Brutta  figura  fatta  per  qualche 
sbaglio  si  sia  commesso  nel  dire,  nel- 
r operare. 

2)  Vóra  tòpica  =  l'ora  del  pastore  ; 
l'ora  opportuna  e  comoda  per  qualche 
cosa. 

topica,  «'.  att.  =  inciampare,  incespicare, 
scappucciare  :  ui-tare  camminando  in 
qualche  cosa  ;  l'ha  topieaa  in  d'on 
sàsè  e  l'è  borlaa  già  =  inciampò  in 
un  sasso  e  cascò. 

1)  Fig.,  trovare  intoppo  nel  parlare, 
nel  leggere,  nel  fare. 

topicch,  s.  m.  =  inciampata,  scappuc- 
cio :  r  inciampare;  il  colpo  dato  colla 
punta  di  un  piede  in  un  sasso  o  sim. 
l'ha  tèli  sii  'VÙn  de  qiiij  topieeh  che 
l'è  staa  in  pee  per  miràeol  =  prese 
una  tale  inciampata  che  stetto  ritto  per 
miracolo. 

tòpich,  agg.  =  critico,  decisivo  :  di  mo- 
menti nella  vita,  in  malattie,  ecc. 

1)  figura  tòpica  =  fìgui'a  zotica  :  di 
pers.  E  figura  barbina.  Vedi  topica,  1). 

topiàtt,  s.  m.  =  becero:  voce  di  sprezzo 
e  volgare,  detta  specialm.  ad  uomini  o 
avari,  o  vigliacchi,  o  per  qualsivoglia 
altra  ragione  indegni  di  stima. 

topografìa,  *  s.  f.  =  topografia:  descri- 
zione particolareggiata  di  un  luogo  spe- 
ciale; l'ha  nàncàmò  de  cognoss  là  to- 
pografìa déla  cà!  =  non  conosce  ancora 
la  topografia  della  casa! 

topogràflcli,  *  agg.  =  topografico  :  che 
si  riferisce  alla  topografia  ;  iètitiitt  to- 
pogràfich  -  istituto  topografico;  là  carta 
topogràfica  déla  citaa  =  la  carta  topo- 
grafica della  città. 

tor,  s.  f.  =  torre  :  edifizio  elevato,  più 
lungo  che  largo,  tondo  o  quadrato  a 
difesa  di  città  e  castelli,  o  per  fare  cam- 
panili, prigioni,  ecc.;  là  tor  de  Pisa  = 
la  torre  di  Pisa;  i  tor  de  Còmm  =  le 
torri  di  Como. 

1)  frànch  còme  dna  tor  =  fermo  come 
una  torre. 

2)  Eocco,  torre:  pezzo  nel  gioco  de- 
gli scacchi.    ■ 


tor 


—  863 


tor 


tòr, 


=  toro  :  il  mascliio   delle   be- 


^ 


stie  vacci  ne. 

1)  iàitl  là  tuta  ài  tòr  =  tagliare  il 
nodo  gordiano  :  decidere  risolutamente 
una  quistione,  togliendo  la  possibilità 
di  qualunque  obbiezione. 

2)  vos  de  tòr  -  vociona,  vocione  : 
voce  profonda. 

toràss,  s.  m.  =  torrazzo:  edifizio  a  torre. 

torba,  *  s.  f.  =  torba  il  più.  recente  dei 
combustibili  fossili:  materia  bruna  pro- 
dotta dall'  alterazione  di  piante  acqua- 
tiche. 

torbéra,  s.  f.  =  torbiera  :  luogo  dove  si 
trova  molta  torba. 

tórbid,  (iffg.  =  torbido,  torbe  :  non  chiaro; 
el  Tìn  tòrbid  =  il  vino  torbido,  torbo; 
l'Acqua  là  vm  già  torbida  =  l' acqua 
viene  torbida. 

1)  S.  m.  pi.  i  tòrbid  =  sommosse, 
l)olli  bolli,  subbuglio. 

2)  peèctL  in  del  tòrbid  =  pescare  nel 
torbido:  di  chi  s'approfitta  del  disor- 
dine. 

1  erborili,  s.  m.  =  mosto  :  il  vino  che 
non  ha  ancora  bollito,  e  per  noi  spe- 
cialm.  il  vino  bianco. 
tòrc,  s.  m.  =  torchio,  strettoio,  torcolo  : 
macchina  per  comprimere  o  stringere 
qualche  cosa,  e  specialm.  quella  per 
spremere  le  vinaccie  pigiate  per  trarne 
tutto  il  vino. 

1)  Strettoio:  ordigno  da  dare  forma 
alla  pasta. 
torcerà,  s.  f.  =  palmento  :  luogo   ove  è 

il  torchio  da  vino. 
'i^rcètt,  s.  m.  =    torcoletto,    torchietto: 
■     piccolo  torchio:  serve  a  molte  arti  e  usi. 
torcia,  s.  f.  =  torcetto:    quattro  lunghe 
[,-   candele  bianche  attaccate  che  formano 
un  pezzo  solo  ;  e  in  generale  ogni  fìac- 
-     cola  grande  sia  di  cera,  sia  di  resina. 
1)  tòrcia  à   veni    =    torcia  a  vento, 
torcia  :    grossa  fiaccola  di    resina  che 
sta  accesa  anche  quando  tira  vento. 
^torcia,  V.  att.  =  torchiare  :  mettere  sotto 
f^   .  il  torchio. 

■'torciàdeg'h,    agg.    =   strizzo:    del   vino 
spremuto  nello  strettoio,    nel   torchio. 
toreiòn,  s.  m.  =  cero  :  cera  lavorata  in 
.  grosso  cilindro  con  lucignolo  da  accen- 
dersi nelle  chiese. 
torcolee,  s.  m,.  =  torcoliere  :  l'uomo  che 
lavora  al  torchio  nelle  tipografie  e  nelle 
litografie. 
torèll,  s.  m.  =  torello  :  dim.  di  toro. 


1)  rè  on  torèll  =  è  toroso  :  diciamo 
di  uomo  forte,  gagliardo. 

torént,  s.  m.  =  torrente  :  piccolo  fiume 
che  nasce  non  da  sorgente,  ma  da  sù- 
bite pioggie,  sì  che  cresce  e  manca  in 
brevissimo  tempo  :  e  anche  il  letto  di- 
rupato e  sassoso,  per  lo  più  asciutto, 
in  cui  scorre. 

tórg,  V.  att.  =  torcere  :  avvolgere  un 
corpo  lungo  e  flessibile  dalle  due  estre- 
mità in  senso  contrario;  tòrg  el  fìl  = 
torcere  il  filo. 

toriàii,  agg.  =  terraiuolo  :  di  colombi  che 
stanno  per  le  torri. 

toriòu,  s.  m.  =  torrione  :  torre  piuttosto 
bassa  e  merlata  nella  quale  per  lo  più 
s'apre  la  porta  di  un  castello,  di  un 
forte. 

tormént,  s.  m.  =  tormento  :  dolore  con- 
tinuo, acuto  ;  V  è  on  gran  tormént  el 
mal  de  dent  =  è  un  gran  tormento  il 
mal  di  denti. 

1)  Fig.  Grave  afflizione  dell'animo, 
travaglio  ;  el  pemér  de  qilèll  fioeu  l'èra, 
2)er  la  on  tormént  =  il  pensiero  di 
quel  figliuolo  era  per  lui  un  tormento. 

2)  Chi  e  ciò  che  reca  noia  grave  ; 
per  certi  scolar  càttv  là  scòla  Ve  on 
tormént  =  per  certi  cattivi  scolari  la 
scuola  è  un  tormento.  In  questo  senso, 
ma  più  seriamente  e  con  maggior  gra- 
vità si  dice  anche  :  carnefice  ;  che  mari! 
l'è  'l  tormént  de  eoa  miee  =  che  ma- 
rito !  è  il  carnefice  di  sua  moglie. 

tormenta,  v.  att.  =  tormentare:  recare 
tormento  altrui,  farlo  patire. 

Intrans.  :  soffrire  ,  patire  :  provare 
tormento  :  hoo  tormentaa  tuta  nòti  per 
el  mal  de  tèsta  =  ho  patito  tutta  la 
notte  per  il  mal  di  capo. 

torna,  v.  att.  =  tornare  :  ricalcare  la  via 
fatta  prima,  ritornare  ;  quànd  el  torna 
de  Venèèia  el  me  pòrta  on  bèli  regali 
=  quando  torna  da  Venezia,  mi  porta 
un  bel  regalo. 

1)  Ricuperare  lo  stato  o  la  qualità 
di  prima  ;  el  temp  el  tòma  nìvol  =  il 
tempo  torna  annuvolato  ;  là  sta  là  tòma 
à  derentà  magra  =  la  zia  torna  a  dima- 
grare; torna  cóme  prhna  =  tornar  co- 
me prima. 

2)  Noi  usiamo  il  verbo  tornti  a  in- 
dicare il  ripetersi  di  una  azione,  che 
l'italiano  esprime  mediante  la  parti- 
cella ri  innanzi  al  verbo  ;  tornA  à  dì, 
à  nàH-,  à  sentì,    à   àndà  vìa,    ecc.  = 


tor 


864  — 


tor 


ridire,  rinascere  ,  risentire  ,  ripartire  ; 
torna  dént  =  rientrare;  tortiti  sii  =  ri- 
salire, ecc. 

3)  torna  indree  =  tornare  indietro, 
0  addietro:  riprendere,  rifare  la  via 
fatta,  prima  di  essere  giunti  dove  si 
voleva. 

4)  Fig.  :  rimuoversi  da  una  im- 
presa ;  là  ée  pentiéà  de  àvè  vendiiii  là 
cà,  ma  adèsé  là  pò  pii  tornti  indree  = 
si  pente  d'aver  venduto  la  casa,  ma 
adesso  non  può  piii    tornare    addietro. 

5)  torna  de  moda  =  tornai'e  in,  uso, 
0  di  moda  :  di  una  cosa  che  era  stata 
dismessa  e  che  torna  a  usarsi. 

6)  torna  de  càpp  =  tornar  da  capo  : 
ricominciare,  rifarsi  dal  principio. 

7)  àndà  in  d'Óna  càéa  e  torna  in 
d'oìi  bàiill  =  andare  vitello  e  tornar 
bue:  di  chi  va  in  un  luogo  per  istra- 
zione  e  ne  torna  più  ignorante  di  prima. 

.  8)    tornti  à   cà    =    essere   restituito, 
tornare  al  padrone. 

9)  torna  pii  =  non  ripetere  il  fallo, 
non  ricadere  nell'errore. 

tornàcunt,  s.  m.  =  tornaconto:  guada- 
gno, utile,  vantaggio;  se  'l  fa  insci 
l' è  sègn  che  '  l  ghe  trotuva  el  so  tornà- 
cunt =  se  fa  così  è  segno  che  ci  trova 
il  suo  tornaconto. 

tornèll,  s.  m.  =  verricello,  burbera: 
specie  d'argano  per  calare  la  corda 
colla  secchia  nel  pozzo. 

tornì,  V.  att.  =  tornire  :  lavorare  al  tor- 
nio, e  dare  a  qualche  cosa  col  tornio 
forma  tondeggiante. 

toruiché,  s.  m.  =  via  a  giravolte,  a  zig 
zag  :  strada  che  sale  a  spira  per  arrivare 
senza  erta  troppo  ripida  ad  una  altui'a. 
Dal  frane,  tourniquet. 

1)  Strettoio  :  istrumonto  ghirurgico 
oramai  quasi  disusato. 

toraidòr,  s.  m.  =  tornitore:  chi  per 
mestiere  lavora  al  tornio.  Vedi  intor- 
nidòr. 

tórno,  s.  m.  =  tornio:  ordigno  col  quale 
si  fanno  lavori  rotondi  od  ovali  di  le- 
gno, d'osso,  d'avorio  o  metallo. 

1)  Rota:  quella  cassetta  ik) tonda  nella 
quale  si  deponevano  i  bambini  dal  di 
fuori,  perchè  girandola  venivano  all'in- 
terno dell'ospizio  senza  far  vedere  e 
sapere  chi  ve  li  avesse  messi. 

2)  Rota  ;  passapiatti  :  meccanismo  in 
forma  di  armadietto  girante,  usato  nei 
conventi  e  in  certe  sale  per  far  passare 


la   roba   da   una    stanza   ad   un'altra, 
senz'esser  visto  chi  la  porge. 

torniìr,  s.  f.  =  sgonfio,  culo  posticcio  : 
quel  rialto  che  le  donne  mettono  un 
po'  sotto  la  vita,  per  rialzare  le  vesti 
sul  di  dietro.  Dal  frane,  tournure. 

toron,  s.  m.  =  torrone  :  dolciume  di 
mandorle,  miele  ed  albume,  ridotto  in 
tavolette  molto  solide,  ma  che  al  caldo 
e  all'umido  si  sciolgono  facilmente. 

torototéla,  s.  m.  =  nome  d'  uno  stru- 
mento monocorde  antico,  che  da  gran 
pezzo  non  usa  più.  Il  nome  rimase  a 
indicare  le  persone  leggere  senza  ca- 
rattere. Mi  pare  si  possa  tradurre  col 
toscano  :  girella. 

1)  Per  la  stessa  origine  l'usiamo  come 
scherzo  per  indicare  ritornello,  poesia 
noiosa^ 

torpédin,  *  s.  f.  =  torpedine:  macchina 
da  guerra  che,  nascosta  sotto  l'acqua 
nel  mare,  scoppia  se  toccata  e  manda 
sossopra  la  nave  nemica. 

tòrt,  s.  m.  =  torto:  ingiuria,  offesa;  te 
se  fee  tòrt  à  dì  de  sti  pàròll  =  ti  fai 
torto  a  dire  di  codeste  parole. 

1)  vègk  tòrt  =  aver  torto,  avere  il 
torto:  lo  stesso  che  non  aver  ragione. 
Anche  :  vcss  de  là  pàrt  del  tòrt  =  es- 
sere dalla  parte  del  torto. 

2)  vcgh  di  tòrt  vèrs  qiibidiin  =  aver 
dei  torti  verso  alcuno  :  avergli  recato 
danno  o  ingiuria;  non  essersi  portati 
bene  con  lui. 

3)  fàgli  on  tòrt  à  vHn  =  fare  nu 
torto  ad  uno  ;  preferirgli  un  altro  nel 
fare  una  cosa, 

4)  dagli  tòri  à  vun  =  dare  il  torto 
a  uno  :  riconoscere  che  egli  non  ha  ra- 
gione, che  agisce  male. 

5)  vègli  minga  tuli  i  tòrt  =  non  aver 
tutti  i  torti:  dicesi  di  chi  ha  qualche 
buona  ragione  a  fare  o  dire  quello  che 
fa  0  dice. 

6)  fa  tòrt  =  far  torto  :  dicesi  quando 
chi  è  solito  servirsi  a  una  bottega,  per 
qualsivoglia  ragione,  compera  in  altra 
bottega. 

tórta,  *  s.  f.  =  torta  :    vivanda  di  coso  ; 
sbattute,  o  di  uova  ^  latte  che  si  cuoce 
in  teglia. 

1)  roìnp  là  torta  =  rompere  le  sca- 
tole: seccare,  infastidire,  riuscire  im- 
portuno. 

2)  me>itt  là  tòrta  =  affaccendarsi,  in- 
trigare. 


é 


tor 


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tos 


3)  vis  de  tòrta  =  brutto  figuro  :  frase 
assai  spregiativa. 
tortelitt,*  s.  m.  pi.  =  tortellini:  picco- 
lissimi pezzi  di  pasta  ripieni  di  carne 
che    poi    si    cociono   nel   brodo    o   col 
sugo  e  si  servono  come  minestra. 
torteli,  s.  m.  =  tortello  :  usa  per  lo  più 
al  plui'.  tortéj  e  sono   pezzi  di  pasta 
ben  lievitata  e  sbattuta,  messa  a  pez- 
g     zetti  a  friggere  nell'olio  bollente.  Se  ne 
,    hanno  di  varie    specie  ;  tortèj  noiirdti 
=    tortelli    nostrani,   fatti    di    farina  e 
acqua;  tortèj  fin  =  tortelli    fini,    pasta 
:     siringa;  se  vi  si  aggiungono  ova  sbat- 
tute e  si  lasciano  cadere  nell'olio  dalla 
siringa;  tortèj  de  rts  =  tortelli  di  riso; 
'_   se  la  pasta  è  fatta  di  riso  cotto,  ecc.,  ecc. 
1)  là  cràpa  pelàda  là  fa  i  tortèj,  ecc. 
Vedi  cràpa,  1). 
iiortèra,  5.  f  =  teglia.  Vedi  pàdéla,  1) . 
[tortìlia,  s.  f.  =  vergola  :  seta  addoppiata 

e  torta. 
tortili,  s.   m.    =    migliaccio:    specie  di 

torta  di  sangue  di  pollo. 
tortiòn,    s.    m.    =    grovigliola  :    il    filo 

troppo  torto  che  si  aggrovigliola. 
tortoréla,  s.  f.  =  tortora,  tortorella  :  uc- 
cello molto  simile  al  colombo,  ma  più 
piccolo  e  di  piume  bigio.  ' 

1)  color  tortoréla  =  color  tortora  : 
di  roba  che  abbia  il  colore  simile  a 
quello  delle  penne  della  tortora. 
tortura,  s.  f.  =  toiiura:  pena  afflittiva 
che  si  dava  in  antico  per  far  confes- 
sare i  misfatti. 

1)  Fig.:  tormento,    afflizione  gravis- 
sima. 
tósa,  s.  f.  =  tosa,  fanciulla,  ragazza;  Ve 
òna  bela  tosa  =  ò  una   bella  ragazza. 

1)  Pòrta  Tósa  =  Porta  Tosa:  una 
delle  porte  di  Milano  detta  oggi  Porta 
A'^ittoria,  in  ricordo  dell'eroismo  dei 
Milanesi  nelle  Cinque  Giornate  del  1818 
perchè  fu  da  quella  porta  che  gli  Au- 
striaci uscirono,  fuggendo. 

2)  de  tósa  =  da  ragazza:  prima  di 
maritarsi. 

3)  tósa  de  ctL  =  ragazza  da  casa: 
che  attende  volentieri  alle  faccende  di 

Pcasa. 
4)  Ioga  ona  tósa  =  collocare,  allogare 
una  ragazza  :  maritarla. 
tosa,  V.  att.  =  tosare:  tagliare  la  lana  alle 
pecore,  il  pelo  ai  cani,  ai  cavalli,  ecc., 
e  i  capelli  quasi  fino  alla  cute. 


tosami,  s.  f.  pi.  =  ragazze,  fanciulle. 
E'  il  plur.  di  tósa. 

toscàu,*  agg.  =  toscano  :  che  è  della  To- 
scana; detto  specialm.  di  una  qualità 
di    sigari.    Diciamo   anche  :    toscano. 

toscàneg-ìà,  v.  att.  =  toscaneggiare,  fio^ 
rentineggiare  :  affettare  parlando  la  to- 
scanità, il  fiorentino. 

tosegà,  V.  att.  =  intossicare,  amareggiare, 
importunare  :  molestare ,  specie  con 
brontolamenti. 

tòsegh,  s.  m.  =  tossico.  Vedi   tósicli.* 

toséta,  s.  f.  =  bambina:  là  mìa  tosèta 
là  g'kà  in  nòmm  Maria  =  la  mia  bam- 
bina ha  nome  Maria. 

tosi,  V.  att.  =  tossire  :  spingere  con  vio- 
lenza e  rumore  l'aria  dal  petto,  per 
cacciarne  ciò  che  impedisce  la  respira- 
zione, 0  per  initazione. 

tòsicli,*  s.  Tìi.  =  tossico  :  veleno  cattivo, 
micidiale.  Fig.  :  amarezza. 

1)  àndti  in  tànt  tòéich  =  andare  fra 
la  camicia  e  la  giubba,  o  fra  la  camicia 
e  la  gonnella  :  di  cibo  che  non  faccia 
prò  :  qiìèll  eicìn  de  disnti  el  me  àndaa 
in  tànt  tòHch  =  quel  po'  di  desinare 
mi  è  andato  fra  la  camicia  e  la  gon- 
nella. 

toss,  .9.  f.  =  tosse  :  il  tossire  :  respira- 
zione affannosa  e  rumorosa  prodotta  da 
varie  cause;  toàs  nervosa,  convulsiva., 
de  ràfredór,  e  sim.  =  tosse  nervosa, 
convulsiva,  d'infreddatui-a,  e  sim. 

1)  toéà  àsnìna.  Vedi  àsnìna,  1). 

2)  luti  i  pÈreà  g'han  là  toéà.  Vedi 
pfires,  4). 

3)  Vàmor,  là  fàmm  e  là  toH-,  sé 
fan  conos'S  =  amor  ne  tosse,  non  si 
può  celare  :  il  fuoco,  l'amore  e  la  tosse 
presto  si  conosce. 

tòst,  a^g.  =  abbi-ustolito,  rosolato,  tostato: 
cotto  a  fuoco  vivo,  senza  liquido  in 
modo  che  si  formi  una  crosta  legger- 
mente colorita. 

tosta,  V.  att.  =  tostare,  abbrustolire,  ab- 
bronzare: specialm.  del  caffè,  cacao, 
mandorle  o  sim.  che  si  tostano  per 
macinarli  e  farne  decotti. 

tostaa,  agg.  =  tostato,  abbrustolito,  ab- 
bronzato. 

tostàdura,  s.  f.  =  abbronzatura:  l'effetto 
dell'abbronzare  caffè,  cacao,  ghiande 
e  sim. 

tostin,  s.  m.  =  tostino  :  tutto  il  fornello 
col  tamburlano  per  tostare  il  caffè. 
1)  Tamburlano,    tamburlanino,  tam- 


tot 


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tra 


bui'O  :  arnese  di  ferro  a  foggia  di  tam- 
buro con  manico  da  una  parte  e  con 
naso  dall'altra  dove  si  tosta  il  caffè 
ponendolo  su  un  fornellino  e  rigiran- 
dovelo   continuamente. 

total;  agg.  e  s.  m.  =  totale,  intero  :  di 
tutta  l'estensione,  in  tutta  la  somma  ; 
e  l'intero,  la  totalità. 

totàlmént,  avv.  =  totalmente:  intera- 
mente, affatto,  in  tutto  e  per  tutto. 

totòj  s.  m.  =  tette:  il  cane.  E'  voce 
fanciullesca. 

totorà)  «'.  att.  =  careggiare,  accarezzare  : 
specialm.  dei  bambini  che  si  accarez- 
zano troppo  e  stanno  volentieri  in 
grembo. 

tovàia,  s.  f,  =  tovaglia.  Vedi  toàia. 

toraià,  v.  ait.  =  svignarsela.  Tedi  toàià. 

tovàiàu,  s.  VI.  =  ciondolone.  Vedi  toàiàn. 

tra,  prep.  =  fra,  tra  :  preposiz,  che  in- 
dica interposizione,  intervallo. 

1)  tra  de  nitn  =  tra  noi,  in  famiglia, 
fra  amici. 

2)  tra  tiltt  =  tra  tutto,  fra  tutto  : 
valutato  tutto. 

B)  tra  per  riguàrd,  tra  per  pàUra, 
el  se  decid  mM  à  nàgòtt'  =  tra  per 
riguardo,  tra  per  paura,  non  si  decide 
mai  a  nulla. 

tra,  (dà  à)  v.  att.  =  dar  retta,  ascoltare: 
prestare  attenzione. 

tra,  V.  att.  =  gettare,  buttare.  Vedi  biità. 

1)  tra  in  tiri  =  buttare  all'aria,  met- 
tere sossopra ,  in  disordine.  Anche  : 
sollevare,  aizzare. 

2)  tra  fcsura  =  buttar  fuori  ;  fig.  per 
dire. 

3)  tra  fceura  =  addestrare:  render 
desti'o  nell'  esercizio  di  un'arte  o  di 
una  disciplina  ;  qilèll  profesòr  li  el 
t'ha  traa  foeura  in  latiti  =  quel  pro- 
fessore ti  ha  addestrato  nel  latino. 

.4)  tra  fceura  on  use  =  fare  il  vano 
per  un  uscio. 

5)  tra  gid,  tra  in  tèra  =  buttai'  giù, 
abbattere,  indebolire;  *  féver  Vhan 
traa  giò  come  =  le  febbri  l'hanno  but- 
tato giii  molto. 

6)  Anche  screditare,  avvilire;  cér- 
clien  de  tràll  giò  per  invidia  =  cer- 
cano di  buttarlo  giù  per  invidia. 

7)  tra  giò  =  abbattere,  demolire, 
gettar  giù;  hàn  traa  giò  là  gésa  per 
fànn  sii  vÈna  noeuva  =  hanno  gettato 
giù  la  chiesa  per  fabbricarne  una  nuova. 

8)  tra   giò   =    bandire  :    annunziare 


pubblicamente,  a  viva  voce,  nelle  chiese 
sia  celebrazioni  di  riti,  sia  matrimoni, 
sia  la  perdita  di  oggetti,  sia  indulto 
e  sim. 

9)  tra  giò  'l  làorà  =  acciarpare: 
farlo  in  fretta,  senza  cura,  senza  dili- 
genza. 

10)  tra  giò  =  ammazzare.  T.  da  ma- 
cell.  :  è  proprio  l'uccidere  il  bue  con 
un  colpo  di  mazza. 

11)  tra  intórno,  à  torno  =  divulgare, 
far  correr  voce;  ha7i  traa  intórno  là 
vós  che  i  presonee  de  l'Africa  cren 
staa  liberaa  =  han  fatto  correr  voce 
che  ì  prigionieri  d'Africa  erano  stati 
liberati. 

12)  tra  indree  =  respingere,  ammor- 
bare :  di  odori  cattivi  che  obbligano 
col  puzzo  loro  a  ritrarre  prontamente 
la  faccia. 

13)  tra  =  scagliare,  lanciare  :  tirar 
con  forza,  con  impeto  lontano  da  se, 
contro  alcuno;  el  g'Iià  traa  on  sàséin 
del  eoo  =  gli  ha  scagliato  un  sasso 
nella  testa. 

14)  tra  =  pendere  :  di  cosa  materiale, 
averne  aspetto,  somiglianza,  qualità  ; 
rè  on  festa  che  tra  ài  roéè  =  è  un 
abito  che  pende  al  rosso. 

15)  tra  hràsc  de  per  tiitt  =  sbrac- 
ciare :  agitare  molto  le  braccia,  cam- 
minando, declamando,  discorrendo. 

16)  tra  in  rid  =  pigliare  o  pigliar- 
sela in  canzonella  :  el  dolor  el  g'ìià 
ràcomàndaa  de  vègh  rigutird  per  là 
tose,  ma  Hi  le  tra  in  rid  =  il  dottore 
gli  ha  raccomandato  che  badi  alla  tosse, 
ma  lui  se  la  piglia  in  canzonella. 

17)  rèsa  minga  nancàmò  de  tra  fìa 
=  non  essere  ancora  da  buttar  nei 
cenci  :  non  essere  ancor  tale  da  non 
j)0ter  essere  più  utile. 

18)  tra  via  =  gettar  via,  rifiutare. 
Anche  :  spargere. 

19)  tra  via  V acqua  =  spander  acqua  : 
orinare. 

20)  tra  via  i  fior  =  ammalare  :  spar- 
gere per  terra  fiori  ed  erbe  in  gran  nu- 
mero e  senz'ordine. 

21)  tra  vìa  el  colàrtn  =  Vedi  co- 
làrin,  2). 

22)  tra  via  =  sperperare,  scialac- 
quare :  di  roba,  danaro  e  sim. 

23)  fa  tra  on  hilj  =  scottare  :  far 
levare  il  bollore. 


J 


tra 


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tra 


i 


24)  tra  àdòés  =  versare  su  uno. 
Anche  fìg.  incolparlo. 

25)  tra  fceiìgh  e  fùimm  =  gettar 
fuoco  e  fiamme. 

26)  tra  sii  =  vomitare,  recere.  Anche  : 
fig.  ;  l'ha  de  tràj  sii  i  dànee  che  'l 
m'ha  robaa  =  li  deve  rendere  i  danari 
che  mi  ha  rubato. 

27)  tra  su  on  sgàr  =  gridare,  man- 
dare un  grido. 

28)  tra  in  7noneda  =  sminuzzare. 
Vedi  monéda,  1). 

29)  tra  in  tòceh  =  rovinare  :  man- 
dare uno  in  rovina. 

80)  tra  màtt  =  far  passare  per  matto. 

31)  tra  =  scalciare,  sparar  calci.  Vedi 
scalcia, 
tràbàlà,  v.  att.  =  traballare:  l'andare  in 
qua  e  in  là  come  fa  chi  non  può  reg- 
gersi in  piedi,  por  debolezza,  per  ter- 
rore, per  ubbriachezza,  o  per  alti'a 
causa. 

1)  Anche  di  cose  che  non  stanno 
ferme  su  sostegno  e  di  cose  poco  stabili. 

2)  Brandire  :  si  dice  di  una  trave  o 
altro  corpo  appoggiato  per  una  dello 
sue  due  estremità  o  per  tutt'e  due,  che 
piega  e  ripiglia  più  voltola  sua  figura 
per  effetto  di  una  pressione  intermit- 
tente e  variabile.  ^ 

tràbàlàniént,  s.  m.  =  traballio  :  il  moto 
di  ciò  che  traballa. 

tràbisònda,  (sàvè  de)  v.  att.  =  sapere 
per  cerbottana:  sapere  per  via  indi- 
retta, di  rimbalzo. 

tràbiicàdór,  s.  m.  =  nome  di  quegli 
uomini  che  accompagnano  gli  ingegneri 
nei  lavori  in  campagna. 

tràbiicch,  s.  m.  =  misura  agraria,  e  che 

.  serve  agli  ingegneri  quando  livellano 
il  suolo. 

tràbiichèll,  s.  m.  =  trabocchello,  tra- 
becchetto  :  luogo  fabbricato  con  insidia, 
nel  quale  si  precipita  con  inganno. 

1)  Fig.  :  insidia,  tranello  :  frode  or- 
dita con  sottile  malizia. 

tràcàgnòtt,  s.  m.  =  tarcagnotto,  tar- 
chiato, tozzotto,  appannatotto  :  di  per- 
sona piuttosto  robusta  o  traversa. 

tràcheta,  =  crac:  voce  imitat.  il  suono 
che  fanno  gli  ingegni  d'una  serratura 
quando  si  chiude. 

tràcia,  s.  f.  =  traccia:  segno  lasciato 
da  qualunque  corpo  sia  tratto,  oppure 
si  muova  sul  suolo. 

1)  L'abbozzo,  il  primo    disegao  che 


uno    fa  di    un  componimento,  di    uno 
scritto,  d'un' opera. 

2)  Di  stoffe:  radura:  il  segno  la- 
sciato dall'  ammanco  di  un  filo  nel 
tessuto. 

tràcia,  *  v.  att.  =  tracciare  :  segnare  la 
traccia,  specialm.  di  una  strada,  di  un 
canale  e  sim. 

tràciaa,*  agg.  =  tracciato,  tracciamento  : 
il  fare  o  segnare  la  traccia. 

tràccia,  s.  f.  =  tracolla  :  striscia  di  cuoio 
0  d'alti'o  da  cui  pende  la  sciabola  dei 
soldati,  0  alla  quale  è  attaccato  il 
fucile. 

1)  à  tràcdla  =  a  tracolla,  ad  arma- 
collo :  a  guisa  di  tracolla;  di  oggetto 
che  si  porta  attraversante  il  petto,  scen- 
dendo da  una  delle  spalle  al  fianco 
opposto. 

tràcòll,  s.  m.  =  tracollo,  casco,  rovina  : 
fa  on  tràcòll  =  fare  un  casco,  avere 
un  tracollo  :  di  chi  a  un  tratto  va  giù 
di  salute>  e  di  chi  ha  fatto  grosse  per- 
dite, ha  avuto  gravi  danni. 

tràdi,  V.  att.  =  tradire  :  usar  frode  nelle 
persone  che  si  fidano. 

1)  Parlandosi  d'una  ragazza,  man- 
carle della  promessa  di  matrimonio  :  e 
della  moglie,  venir  meno  alla  fedeltà 
che  le  si   deve. 

2)  Fig.:  rivelare,  far  conoscere  una 
cosa  nascosta,  dissimulata;  rè  stàda 
qiièr  ogiàda  che  Vhà  tradii  =  fu  quel- 
l'occhiata a  tradirlo. 

tràdimént,  s.  m.  =  tradimento,  il  tradire: 
l'ingannare  la  buona  fede  altrui,  e  il 
rivelare  secreti  con  danno  d'altri. 

1)  à  tràdimént,  avv.  =  a  tradimento, 
all'improvviso  :  quando  uno  meno  se 
l'aspetta  ma  di  cosa  che  reca  danno  o 
poco  meno. 

2)  mtngia  pan  à  tràdimént  =  Vedi 
pan,  21). 

tràditòr,  s.  m,  =  traditore  :  colui  che 
tradisce. 

1)  Anche  di  cose  che  producono  ef- 
fetti cattivi,  quando  meno  si  aspettano  ; 
el  l'in  l'è  tràditòr,  el  Itigh  rè  tràditòr 
=  il  vino  è  traditore,  il  lago  ò  traditore. 

tràditóra,  s.  f.  =  traditora,  traditrice  : 
colei  che  tradisce. 

tràdott,  p.  pass.  =  tradotto:  da  tradurre; 
me  pids  pòech  à  lég  i  libar  tràdott  = 
mi  piace  poco  leggere  i  libri  tradotti. 

tràdu,  V.  att.  =  tradurre,  spiegare:  por- 
tare da  una  in  altra  lingua,  e  specialm. 


tra 


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tra 


da  una  lingua  antica  o  straniera  nella 
propria;  in  Liceo  ée  conimela  à  tràdUt 
V  Ilìade  de  Omero  =  in  Liceo  si  co- 
mincia a  tradurre  l'Iliade  di  Omero;  el 
tràdus  Virgili  polìd  come  =  traduce 
Vergilio  bene  assai;  Ve  piisee  difìcil 
tìrulù  dal  fràneés  che  dà  Vinglés  =  è 
più  difficile  traduiTe  dal  francese  che 
dall'inglese. 

tràdiisióu,  s.  f.  =  traduzione,  spiegazione, 
versione  :  traduzione  da  altra  lingua 
nella  propria;  Tè  borlaa  giti  in  là  trà- 
duéidn  dal  latin  in  itàliàn  =  cadde 
nella  versione  dal  latino  in  italiano. 

1)  Anche  il  libro  che  traduce  un  au- 
tore classico  usato  come  testo  nella 
scuola.  Yedi  bigin. 

tràdiitòr,  s.  m.  =  traduttore:  chi  traduce, 
specialm.  per  mestiere,  libri  da  una 
lingua  in  un'altra. 

tràèut,  s.  m.  =  traente.  T.  cambiario  : 
colui  che  fa  tratta  di  cambiali. 

tràflch,*  s.  m.  =  traffico:  l'arte  e  l'eser- 
cizio del  trafficare,  del  mercanteggiare, 
ed  anche  il  luogo,  la  bottega  dove  uno 
traffica. 

1)  pienttL  on  trùfich  =  impiantare  una 
azienda.  Per  celia  anche  far  degli  im- 
brogli. 

2)  Aggeggio,  archileo.  Vedi  tàrà- 
bàcola. 

trafila,  s.  f.  =  trafila,  scala:  progressione 
di  regola. 

1)  pàsd  per  là  trafila  =  passare  per 
la  trafila:  passare  per'  lunghe  e  difficili 
prove,  per  una  quantità  di  cose  o  di 
persone,  per  ottenere  ciò  che  si  desidera. 

trafóro,*  s.  m.  =  traforo:  il  lavoro  e  l'o- 
perazione del  traforare,  specialmente  le 
montagne  per  farvi  passare  una  strada. 
1)  Sorta  di  lavoro  fatto  di  seta,  refe 
e  sim.,  con  l'ago,  oppui-e  di  metallo  o 
di  legno  traforato. 

tragèdia,  s.  f.  =  tragedia:  rappresenta- 
zione teatrale  con  azione  seria,  impor- 
tante, con  ternilno  funesto  ;  i  tràgédi 
del  Cosa  hin  pilì-^nca  bèj  =  le  tragedie 
del  Cessa  sono  pur  belle. 

1)  Un  avvenimento  o  fatto  sangui- 
noso, terribile  ;  iér  in  contrada  è  éii- 
cèM  dna  tragèdia  =  ieri  nella  nostra 
via  è  accaduta  una  tragedia;  qutisi  tUti 
i  dì  se  lég  sili  giorntil  dna  quàj  trà- 

.  gèdia  =  ogni  giorno  quasi  sul  giornale 
si  legge  di  qualche  tragedia. 


tràgliètt,  s.  m.  =  vigna  :  modo  di  gua- 
dagnare con  facilità  ;  inmtti  on  bèli 
tràghètt=  troxare,  avere  una  bella  vigna. 

tràgich,  agg.  =  tragico:  di  tragedia,  con-     s 
veniente  a  tragedia.  i 

1)  dna  ròba  tràgica,  on  fàtt  tràgick     * 
=  un  fatto  tragico  :    fatto    che  ò   finito 
tragicamente,   dove  s'è  sparso    sangue. 

tràgitt,  *  s.  m.  =  ti-agitto:  cammino  da 
luogo  a  luogo;  l'è  on  tràgitt  de  pòcch 
se  pò  fall  tinca  à  pè  =  è  un  tragitto 
breve,  si  può  farlo  anche  a  piedi. 

tràlàsà,  V.  att.  =  tralasciare:  sospendere, 
metter  da  parte,  lasciare  e  anche  omet- 
tere ;  qiiòll  che  no  te  jìo'  fa  tràlàsa  = 
quello  che  non  puoi  fare,  tralascia. 

trama,  s.  f.  =  trama:  T.  tessit.  il  ripieno 
del  tessuto:  ripieno. 

1)  Fig. ,  macchinazione,  maneggio 
occulto;  g'àveven  pientaa  dna  trama 
màlàrbèta  =  gli  avevano  ordito  una 
trama  maledetta. 

trama,  v.  att.  =  tramare  :  ordire,  fare 
una  trama:  macchinare  qualche  cosa 
contro  uno. 

tràmbust,*s.  m.  =  trambusto,  confusione, 
disordine,  grida,  rumori  ;  el  di  de  san 
Michee  gWè  on  gran  trànibùst  in  di  cà 
=  il  giorno  di  saniMichele  c'è  gran  tram- 
busto nelle  case. 

tràmèsa,  s.  f.  =  tramezzo.  Vedi  strà- 
mesà. 

tràmm,  s.  m.  =  tranvai  :  veicolo,  caiTOzza 
che  è  tirata  o  dai  cavalli  o  per  forza 
del   vapore  su  rotaie  o  guide  di  ferro. 

1)  ciàpti  '/  tràmm  =  prendere  il 
tranvai  :  farsi  condui're  da  un  luogo  al- 
l'altro dal  tranvai. 

2)  tràmm  elètrich  =  tranvai  elettrico: 
quello  che  va  per  forza  d'elettricismo. 

3)  Baggeo ,  piaccianteo ,  pentolone, 
dappoco,  inerte  :  uomo  tardo,  pigro, 
impacciato  in  ogni  sua  azione  ;  di 
donna:  baggiana,  tarda,  intricata  ;  g'hoo 
dna  dona  de  servisi  che  l'è  on  gran 
tràmm  =  ho  una  donna  di  servizio, 
che  è  di  molto  baggiana. 

tràmònt,  s.  m.  =  tramonto  :  il  tramon- 
tare del  sole;  éiil  Idgh  de  Còmm  gh'è 
di  tràmdnt  che  hin  dna  màràvilia  = 
sul  lago  di  Como  ci  sono  tramonti  che 
sono  una  maraviglia. 

1)  Fig.,  il  venir  meno  della  giovi- 
nezza, della  bellezza,  della  freschezza 
e  sim.  d'un  uomo,  d'una  donna  ;  Ve 
dna  bela  dona,    ma  Ve  sul  tràmdnt  = 


tra 


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è  una  bella  donna,  ma  è  al  suo  tra- 
monto. 

tramonta,  v.  att.  =  tramontare  :  dicesi 
del  sole,  della  luna,  delle  stelle  quando 
spariscono  dal  nostro  orizzonte;  quànd 
tramonta  7  so,  ven  sii  on'àriètct  fresca 
che  l'è  on  piàsè  =  quando  tramonta  il 
sole,  si  leva  una  brezza  fresca  che  è  un 
piacere. 

tramontana,  s.  f.  =  tramontana,  tramon- 
tano: uno  dei  quattro    punti    cardinali 

.  dell'orizzonte,  quello  detto  il  Nord,  al 
quale  si   volge   l'ago  calamitato    della 

,  bussola. 

1)  Bacìo  :  luogo  a  tramontana  dove 
non  batte  il  sole  ;  à  tràmonttina  =  a 
bacìo. 

2)  pèrd  là  tràmonttna  =  perdere  la 
•    tramontana.  Vedi  pèrd,  6). 
tramortii,*  agg.  =  tramortito  :  privo  di 

sensi,  svenuto;  Ve  r estua  li  tramortii 

-  per  el  spàvènt  =  rimase  tramortito  dallo 
spavento. 

tràmpelin,  *  s.  m.  =  trappolino,  trampo- 
lino ;  arnese  di  ginnastica  per  spiccare 
il  salto. 

tràmpoi,*  s.  m.  pi.  =  trampoli:  due  aste 
lunghe  con  una  staffa  a  una  certa  al- 
tezza, sulla  quale  si  posano  i  piedi, 
per  farsi  più  alti  camminando. 

1)  càminà  éui  tràmpoi  =  camminar 
sulle  ova:  camminare  non  sicuri.  An- 
che fig.  di  chi  tentenna  nelle  sue  azioni. 

tràne,  *  at-v.  =  tranne,  eccetto,  meno; 
tràne  là  domenica  Ve  à  Milàn  tUti  i 
dì  =  tranne  la  domenica,  è  a  Milano 
tatti  i  giorni. 

trànèll,*  s.  m.  =  tranello,  inganno  :  in- 
sidia tesa  ad  altri;  in  mese  à  qiiUa 
geni  li  glioo  sémjjer  paura  d'on  qtiàj 
trànèll  =  in  mezzo  a  quella  gente  lì  ho 
sompre  paura  di  qualche  tranello. 
trànqiiilàmént,  avv,  =  tranquillamente: 
in  modo  tranquillo,  senza  fretta,  senza 
darsi  pensiero  di  nulla  ;  intànta  che 
ghe  tàiàven  ma  là  gamba,  lu  el  sègiii- 
ttlva  trànqiiilàment  à  fmntl  =  intanto 
che  gli  amputavano  la  gamba,  segui- 
tava tranquillamente  a  fumare. 

trànqiiilisà,  v.  att.  =  tranquillizzare, 
tranquillare  :  fare,  render  tranquillo  ; 
inccBU  H  dolor  el  mhà  trànqiiilisaa  = 
oggi  il  medico  mi  ha  tranquillato. 

tràuqìiilitaa,  s.  f.  =  tranquillità,  quiete: 
l'essere  tranquillo,  in  pace,  senza  sec- 
cature e  lontano  dai  rumori. 


1)  trànqiiilitaa  d'ànim  =  tranquillità 
d'animo:  lo  stato  dell'animo  non  tur- 
bato da  preoccupazioni,  rimorsi,  pen- 
sieri tristi. 

trànqiiill,  agg.  =  tranquillo  :  iu  calma, 
senza  turbamento  nessuno,  lontano  dai 
rumori.  Noi  usiamo  però  nello  stesso 
senso  più  volentieri  qiiiètt. 

trànsàsiòn,  s.  f.  =  transazione:  contratto 
fatto  per  accomodare,  i  patti  di  un  ac- 
comodamento ;  tant  per  fènìla  hin  te- 
gnidi  à  dna  trànsàsión. 

trànseat,  =  transeat:  voce  latina  che  si- 
gnifica passi,  sia  pure  ;  che  te  g'àbiet 
pòca  voeiìia  de  studiti  trànseat,  ma  àl- 
mén  iibediss  =  che  tu  abbia  poca  voglia 
di  studiare,  transeat,  ma  almeno  ol)- 
bedisci. 

trànsìg',  «'.  att,  =  transigere  :  fare  una 
transazione  ;  per  podè  ciàpà  qUèicòss 
me  tocaa  de  trànsig  e  contentàmm  de 
cent  frànch  =  per  poter  pigliare  qual- 
che cosa,  m'ó  toccato  transigere  e  con- 
tentarmi di  cento  franchi. 

1)  trànsig  minga  =  non  transigere: 
essere  inflessibile,  non  cedere. 

trànsit,  s.  m.  =  transito ,  corridoio  : 
passo,  passaggio  da  luogo  a  luogo  ; 
el  g'  ha  on  cence  déla  botéga  che  guarda 
in  del  tràìisit  =  ha  un'apertura  della 
bottega  che  guarda  nel  transito. 

transita,  v.  att.  =  transitare  :  passare 
per  una  via,  per  un  luogo  e  simili.  Si 
dice  specialm.  di  merce  in  rapporto 
alla  stazione  di  transito. 

trànsiti V,  agg.  =  transitivo.  T.  gramm. 
dei  verbi  che  significano  un'azione  che 
dal  soggetto  passa  nell'oggetto. 

transitori ,  agg.  =  transitorio,  tempo- 
raneo :  che  dura  poco.  Usiamo  con 
maggiore  frequenza  provisòri. 

tràntràn,  *.  m.  =  andazzo  :  il  solito  pro- 
cedere di  negozio,  affari,  vita,  ecc. 

trànvàj,*  s.  m.  =  tranvai.  Vedi  tràmm. 

trapana,  v.  att.  =  gemere,  gemicare, 
trasudare,  trapelare  :  parlandosi  di  botti 
0  sim.  è  lo  stillare  leggiero  e  sottile 
del  vino  o  altro  liquore  dalle  commes- 
sure delle  doghe  ;  il  venire  del  liquido 
da  un  recipiente  come  il  sudore  della 
pelle  ;  capisi  nò  'l  perchè  là  lucèrna 
là  trapana  insci  tànt  =  non  capisco 
perchè  la  lucerna  trasudi  tanto  ;  bi- 
sogna stagna  'l  vàsèll  pierchè  'l  tra- 
pana =  bisogna  ristagnare  la  botte 
perchè  gemica. 


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1)  Trapanare  :  forare  col  trapano 
0  sim. 

tràpànànt,  s.  m.  =  contrabbandiere.  È 
voce  piuttosto  del  gergo. 

trapela,*  v.  att.  =  trapelare  :  compren- 
dere da  piccoli  segni,  da  qualsiasi  pic- 
cola cosa  ;  no  glie  trapela  ntLnca  on 
ètt  =  non  gli  trapela  un  ette. 

tràpen,  s.  m.  =  trapano  :  strumento  con 
punta  d'acciaio,  che  facendola  girare 
violentemente,  serve  a  forare  il  ferro, 
la  pietra,  il  legno  e  simili. 

1)  Lo  strumento  del  quale  i  chirur- 
ghi si  servono  per  la  trapanazione 
del  capo. 

2)  Menarola  :  specie  di  succhiello  da 
legnaiuolo  con  manico  piegato  ad  arco. 

tràpés,  s.  in.  =  trapezio  :  un  legno  oriz- 
zontale appeso  a  due  corde  raccoman- 
date a  una  trave  in  alto,  o  al  palco 
d'una  stanza  per  esercizi  ginnastici. 

trapela,  s.  f.  -  trappola  :  arnese  per 
acchiappare  i  topi. 

1)  Agguato,  inganno  teso  al  nemico  ; 
el  credeva  de  vesé  fìirb  ma  l'è  borlaa 
in  là  trapala  =  credeva  d'essere  astuto, 
ma  incappò  nell'agguato. 

2)  tii-tl  in  trapala  =  mettere  in 
mezzo,  giuntare  ;  far  con  inganni  che 
altri  operi  con  proprio  danno  a  nostro 
vantaggio. 

3)  ^'è  dna  trapala  d'ona  cà  =  è  una 
casupola,  una  casaccia. 

trapela,  v.  att.  =  trappolai-e,  ingannare  : 
far  cascare  in  un'  insidia,  in  una  trap- 
pola ;  per  trapala  là  geni  l'è  famosa 
=  per  trappolar  la  gente  è  famoso. 

tràpolàrìa,  s.  f.  =  trappoleria  :  l'azione 
di  chi  trappola  ;  inganno,  insidia  ;  V  è 
jnén  de  tràpolàrij  =  è  pieno  di  ti'ap- 
polerie. 

tràsà,  V.  att.  =  sciupare,  scialacquare. 
Vedi  stràsà. 

tràsàndà,  v.  att.  =  trasandare,  trascu- 
rare: lasciar  andare,  non  fare  con  cura; 
l'ha  tràsàndaa  tròpp  i  àfàri  e  àdèèà 
le  pÈrga  =  ha  trasandato  troppo  gli 
affari  ed  ora  ne  paga  il  fio. 

tràsàndaa,  agg.  =  trasandato  :  chi  è 
trascurato  in  ogni  cosa,  così  nei  pro- 
pri uffici,  come  nella  cura  della  per- 
sona, della  casa  ;  el  farti  mtii  ben  in 
nisitn  sit  perchè  l'è  tròpp  tràsàndaa 
=  non  farà  mai  bene  in  nessun  luogo, 
perchè  è  troppo  trasandato. 

tràscénd,*  v.  att.  =  trascendere  :  passare 


i  limiti  della  convenienza,  del  decoro; 
§e  ée  vceur  vègh  reson,  bisogna  mài 
tràscénd  =  se  si  vuole  aver  ragione, 
bisogna  non  trascendere  mai. 

trascina,*  v.  att.  =  trascinare.  Vedi  stra- 
scina. 

tràscór,  v.  att.  =  spargersi,  spandersi, 
diffondersi  :  specialm.  dell'  inchiosti'O 
su  carta  che  sia  appena  appena  assor- 
bente ;  Ée  pò  minga  écrtv,  perchè  trà- 
éeór  tiltt  rincdster  =  non  si  può  scri- 
vere perchè  l'inchiostro  si  spande  tutto. 

tràscriy,*  v.  att.  =  ti'ascrivere  :  copiai-e 
una  scrittura  e  anche  copiare  da  un 
libro.  Diciamo  più  spesso  copia. 

trascura,  v.  att.  =  trascurare  :  essere 
negligente  verso  una  cosa,  una  per- 
sona :  non  cui'are,  non  darsi  pensiero  ; 
el  tràscUra  là  écòla  e  'l  pensa  mitiga 
ài  esàmm  =  trascura  la  scuola  o  non 
pensa  agli  esami. 

1)  tràéeiirà  dna  persona  =  trascu- 
rare una  persona  :  non  usarle  i  dovuti 
riguardi,  mancare  ai  doveri  verso  di 
lei  ;  voo  pii  in  qiièla  cà,  perchè  hàn 
caminciaa  à  tràsciiràmm  tròpp  =  non 
vado  più  in  quella  casa,  perchè  hanno 
preso  a  trascui-armi  troppo. 

tràsciiraa,  agg.  =  trascurato,  trasandato. 
A  edi  tràsàndaa. 

tràsciiràtesa,*  s.  f.  =  trascuratezza  :  il 
non  aver  cura  d'  una  cosa  che  la  ri- 
chieda. 

trasferì,  *  v.  att.  =  traslocare,  trasfe- 
rire :  di  impiegati,  soldati,  ecc.  :  mu- 
tarli di  residenza.  Vedi  trasloca. 

trasferta,*  s.  f.  =  transferta  :  quel  tanto 
che  si  paga  ad  un  impiegato  in  più 
del  suo  stipendio  come  compenso  delle 
spese  da  lui  sostenute  nel  compiere  un 
ufficio  affidatogli  fuori  della  sua  resi- 
denza. 

trasforma,*  v.  att.  =  trasformare  :  mu- 
tar la  forma  ad  una  cosa.  Anche  e 
specialm.  in  senso  fig.  ;  Pè  tornaa  de 
V  America  àdritura  tràéformaa  =  tornò 
dall'America  addirittura  trasformato. 

trasgredì,*  v.  att.  =  trasgredire  :  non 
rispettare,  violare  ;  l'ha  vorilil  trasgredì 
i  òrdin  déla  mtima  e  gh'è  tocaa  de 
pilrgàla  =  volle  trasgi-edire  gli  ordini 
della  mamma  e  gli  toccò  pagarne  il  fìo.| 

trasloca,  v.  att.  =  traslocare  :  parlando! 
di  impiegati,  soldati,  e  sim.  mutarli! 
di  residenza,  farli  andare  da  un  luogo^ 
ad  un  alti'O  ;    me    vorévcn   trasloca 


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Tortona^  ma  'l  minUier  Ve  ètaa  giust 
e  Vhà  revocaa  'l  decréti  =  mi  volevano 
traslocare  a  Tortona,  ma  il  ministro 
fu  giusto  0  revocò  il  decreto, 

tràslòcch,  e  traslòco,*  s.  m.  =  tra- 
sloco ,  traslocamento ,  trasferimento  : 
l'essere  mutati  di  residenza. 

tràsmètt,*  v.  att.  =  trasmettere  :  far  pas- 
sare, mandar  fuori,  comunicare  ;  là 
pila  là  tràsmètt  là  fòréa  elètriea  ài 
fii  del  càmpànin  =  la  pila  trasmette 
la  forza  eletti-ica  ai  fili  del  campanello. 

tràson,  s.  m.  =  sciupone,  sciupatore, 
scialonc  :  chi  sciala  molto,  chi  spende 
con  prodigalità  e  spreca  il  danaro, 
sciupa  la  roba. 

tràspàrénsa,  *  s.  f.  =    trasparenza  :    la 

■      qualità  di  ciò  che  è  trasparente  ;  quèll 

che  è  bèli  in  Vàlàbàster  rè  là  tràéiìà- 

rénéa  =  quel  che  è  bello  nell'alabastro 

è  la  trasparenza. 

tràspàrént,  agg.  =  trasparente,  diafano  : 
di  quei  corpi  attraverso  ai  quali  passa 
la  luce  e  che  lasciano  vedere  al  di  là 
di  esso.  Di  quarzo  e  cristallo  di  rocca 
si  dice  anche  :  ialino. 

1)  te  see  bèli  ma  Tnlnga  tràspàrént 
=  sei  bello,  ma  non  risplendi  :  diciamo 
quando  uno  ci  toglie  la  luce,  per  av- 
vertirlo che  si  sposti  alquanto  e  non 
ci  intercetti  i  raggi  luminosi. 

2)  s.  m.  Trasparente  :  specie  di  tenda, 
di  tela  dipinta  che  si  mette  alle  fine- 
stre per  lo  più  per  ornamento. 

traspari,  v.  att.  =  trasparire  :  dar  segno, 
fare  intendere,  capire  ;  le  ^à,  ma  l 
ItLsa  trààpàrt  nàgòtt  =  lo  sa  ma  non 
lascia  trasparir  nulla. 

tràspìràsiòii,  s.  f.  =  traspirazione,  il 
traspirare,  il  ,  sudare  :  1'  uscire  degli 
umori  dai  pori  della  pelle  del  corpo 
animale  ;  ci  decòtt  de  tilt  el  facilita 
là  tràspiràiion  =  la  tisana  di  tiglio 
facilita  la  traspirazione. 

tràspórt,  s.  m.  =  trasporto:  il  traspor- 
tare ;  el  tràs-pòrt  déla  mobìlia  el  gKè 
eostaa  on  ceucc  del  eoo  =  il  trasporto 
della  mobilia  gli  costò  un  occhio  del 
capo. 

1)  Trasporto  e  trasporto  funebre  :  il 
portare  onorevolmente  con  accompa- 
gnatura un  morto  alla  sepoltura  ;  qtièll 
del  presidént  déla  Cort  d'Apèll  Ve  étaa 
on  bèli  trààport  =  quello  del  presidente 
della  Corte  d'Appello  fu  un  bel  tra- 
spoi'to. 


2)  Smania,  passione  :  propensione 
grande  ;  el  glia  sémper  àviiii  on  gran 
tràépdrt  per  là  musica  =  ebbe  sempre 
una  grande  smania  per  la  musica. 

3)  Eccesso  ;  in  d'on  tràépdrt  de  ie- 
nerèsa,  à  moménti  le  èofèga  à  basiti  = 
in  un  eccesso  di  tenerezza,  a  momenti 
lo  soffoca  coi  baci. 

trasporta,  v.  att.  =  trasportare  :  por- 
tare da  un  posto  all'altro  ;  hoo  trà- 
sportaa  tuti  i  llber  in  stànéa  de  lèti 
=  ho  trasportato  tutti  i  libri  in  ca- 
mera da  lotto. 

1)  làéàéà  trasporta  =  lasciarsi  tra- 
sportare ;  lasciarsi  vincere  dalla  pas- 
sione, dall'affetto;  non  sapersi  tempe- 
rare; el  é'è  lààà  iràéporitL  à  de  qutj 
titi  che  ghe  fan  propi  on  gran  tori  = 
si  lasciò  trasportare  ad  atti  tali  che 
davvero  gli     fanno  gran  torto. 

2)  T.  comput.  Portare  una  partita  da 
una  colonna  ad  un'altra  nel  libro  dei 
conti,  da  un  titolo  a  un  altro  nel  bi- 
lancio ;  qiiUa  soma  chi  là  va  trààpor- 
iàda  dai  épés  fàcoltàttv  ài  spés  obli- 
gàtòri  =  questa  somma  va  trasportata 
dalle  spese  facoltativo  alle  spese  ob- 
bligatorie. 

3)  T.  music,  mutar  di  tono  :  bisogna 
trasporta  tuta  là  pari  in  d^on  ton 
piiàee  alt  =  bisogna  trasportare  tutta 
la  parte  a  un  tono  più  alto. 

4)  Rimaneggiare  le  pagine.  T.  di 
tipogr. 

tràsportàbil,*  agg.  =  trasportabile  :  cho 
può  essere  trasportato. 

tràss,  v.  rifl.  =  buttarsi,  gettarsi  :  la- 
sciarsi cadere  dall'alto  in  basso  ;  tràss 
gid  del  Dòmm  =  buttarsi  dal   Duomo. 

1)  tràsé  àdòès  on  veétii  =  buttarsi 
un  vestito  addosso  :  metterselo  in  fretta, 
senza  cura. 

2)  tràss  in  ièra  =  buttarsi,  gettarsi 
per  le  terre.  Vedi  biitàss,  2). 

3)  tràéè  vìa  =  traviare  :  prenderò 
una  cattiva  strada,  nel  senso  morale. 

4)  tràss  vìa  =  buttarsi  via  :  di  chi, 
parlando,  agita  molto  la  persona,  ge- 
stisce troppo  e  sgarbatamente  ;  el  pre- 
dica ben,  ma  'l  se  irà  via  tròpp  = 
predica  bene,  ma  si  butta  troppo   via. 

5)  tràSé  àmàlaa  =  darsi  ammalato  : 
far  credere  di  esserlo. 

tràsvestii,  agg.  =  travestito.  Vedi  tra- 
vestii, 
tràta,  s.  f.  =  tratta  :  lettera  di  cambio  ; 


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el  m'ha  faa  dna  tràta  per  el  so  bàn- 
clièr  e  'Z  m'ha  pàgaa  coni  qùeìa  =  mi 
fece  una  tratta  per  il  suo  banchiere  e 
ini  pagò  con  quella. 

1)  Tratto,  estensione  :  distanza  spa- 
zio fra  un  luogo  e  l'altro. 
tràtà,  v.  att.  =  trattare  :  comportarsi  con 
una  persona  ;  eì  tràta  là  geni  on  poo 
iròpp  tila  bona  =  tratta  la  gente  un 
po'  troppo  alla  buona  ;  el  glia  dna 
mane r a  de  tràtà  i  so  pàrént  che  me 
jnàs  pi-òpi  nò  =  ha  un  certo  modo  di 
trattare  i  suoi  genitori  che  davvero 
non  mi  piace. 

1)  Maneggiare,  specialm.  di  oggetti 
pericolosi  ;  i  tirma  de  foeùgh  vàn  tràtaa 
coni  on  gran  rigiitird  =  le  armi  da 
fuoco  Yanno  trattate  con  un  gran  ri- 
guardo. 

2)  tratti  =  trattare  :  di  un  soggetto, 
di  un  argomento  parlarne  o  scriverne 
distesamente  con  studio  ;  àf  ànn  el 
profesòr  d'itàlidn  el  trelta  de  la  ortgin 
de  la  lingua  =  quest'anno  il  professor 
d' italiano  tratta  della  origine  della 
lingua. 

3)  Discutere,  ventilare  ;  el  tràtàva 
là  véndita  déla  cà,  Vhà p-xu  vendùda? 
=  trattava  la  vendita  della  casa,  1'  ha 
poi  venduta  ? 

4)  ée  tràta  de...  =  si  tratta  di...,  è 
quistione  di  ;  se  tràta  de  capitai  minga 
indiferent  per  fa  là  strada  feràda  = 
si  tratta  di  capitali  non  indifferenti  per 
fare  la  ferrovia. 

5)  tràtà  =  far  trattamento  :  offrire 
da  mangiare,  da  bere.  Yedi  tràtàmèut, 
sporg-iiuènt. 

tràtaa,  s.  m.  =  trattato  :  libro  o  scrit- 
tura dove  si  svolge  una  scienza  o  un 
ramo  della  scienza  ;  Vhà  ècritt  on  bèli 
tràtaa  de  filosofìa  =  scrisse  un  boi 
trattato  di  filosofia. 

1)  Pratica  :  trattativa  fra  due  o  pivi 
governi  o  potentati  per  appianare  delle 
difficoltà,  venire  ad  un  accordo  ;  el 
tràtaa  de  Viòla,  de  Berltn.,  de  Paris, 
ecc.  =  il  trattato  di  Vienna,  di  Berlino, 
di  Parigi,  ecc. 

tràtàbil,*  agg.  =  trattabile,  affabile,  alla 
buona  :  di  persona  colla  quale  si  tratta 
bene  e  volentieri  ;  Ve  molto  piièee  trà- 
tàbil III  che  sòa  miee  =  è  molto  pivi 
trattabile  lui  che  sua  moglie. 

tràtàmént,  s.  m.  =  trattamento  :  ciò  che 
si  dà  a  mangiare,  pranzo,  convito  ;  mi 


s''éra  in  d'ona  pensión  doe  gh'éra  on 
tràtàmént  ecelénte  =  io  era  in  una  pen- 
sione dove  c'era  un  trattamento  ec- 
cellente; Valter  dì  in  casa  del  sto  gh' è 
staa  tràtàmént  =  l'altro  giorno  in  casa 
dello  zio  ci  fa  trattamento.  j 

tràtàss,  v.  rifl.  =  trattarsi  :    dare,    pro--| 
curare  a  se  stesso  un  determinato  modo  ^ 
di  vita,  e  specialm.  un  modo   agiato  ; 
el  se  tràta  de  prìneip  =  si    tratta   da 
principe. 

tràtàtiva,  s.  f.  =  trattativa  :  pratica  in- 
torno a  speciali  negozi  ;  Ve  in  tràtà- 
tiva de  trnit  on  negasi  =  è  in  trattativa 
per  acquistare  un  negozio  ;  rèse  in 
tràtàtiva  de  matrimòni  =  essere  in 
trattativa  di  matrimonio. 

tràtegnì,  v.  att.  =  trattenere,  ritenere  : 
di  paga,  0  parte  della  paga,  non  darla, 
tenerla  per  rimborsarsi  o  far  rimbor- 
sare altri. 

tràtegniss,  v.  rifl.  =  trattenersi,  rite- 
nersi, frenarsi,  contenersi  ;  sont  minga 
Staa  bòn  de  tràtegnimm  de  digìien 
quàter  =  non  fui  capace  di  ritenermi 
dal  dirgliene  quattro. 

1)  Fermarsi  in  un  luogo. 

tràtenìméiit,  s.  m.  =  trattenimento,  ri- 
trovo :  festa,  ma  senza  sfarzo  ;  fami- 
liare ;  sont  invidaa  per  étàsèra  à  on 
tràtenimént  =  sono  invitato  per  questa 
sera  a  un  trattenimento. 

tr<àtoeur,  s.  ni.  =  trattore  :  colui  che, 
facendosi  pagare,  dada  mangiare  e  da 
bere  a  chiunque.  Dal  frane,  traiteur. 

tràtorìa,  s.  f.  =  trattoria  :  luogo  dove, 
pagando,  si  va  a  mangiare  e  a  bere. 
Per  noi  è  qualche  cosa  piii  dell'osteria, 
qualclie  cosa  nieao  del  ristorante. 

tràtt,  s.  m.  =  tratto,  trattamento  :  co- 
stume modo  di  comportarsi;  Ve  minga 
on  tràtt  de  persóna  pollda  =  non  è 
tratto  di  persona  a  modo. 

1)  in  cl'on  tràtt,  tiltfà  'n  tràtt,  avv. 
=  ad  vvn  tratto,  in  un  tratto,  tutt'a  un 
tratto  :  subitamente,  in  un  attimo. 

2)  de  tràtt  in  tràtt  =  di  tratto  in 
tratto  :  spesso,  di  quando,  in  quando. 
Anche  à  tràtt  =  a  riprese,  a  intervalli, 
interpolatamente. 

3)  tràtt  de  pena  =  svolazzi  :  fregio 
ghiribizzoso  fatto  di  tratto  in  punta  di 
penna. 

tràr,  s.  m.  =  trave  :  fusto  d'albero  d"una 
certa  grossezza  e  lunghezza,  riquadrato 
e  pulito  per  uso  di  palchi,  ponti  e  sim.  ; 


tra 


-  873  - 


tra 


gh'b  minga  pertcol  che'ì  fece  el  bòria 
gid  ;  gliati  miss  éòtt  de  qiiìj  tràv  che 
hin  etèrni  =  nou  c'è  pericolo  che  il 
tetto  rovini  ;  gli  hanno  messo  sotto 
certo  travi  che  sono  eterne. 

1)  età  in  lètt  à  cilntà  i  tràv  del 
sofitt  =  stare  a  letto  a  contaro  le  travi 
e  i  travicelli,  fare  il  poltrone. 

2)  el  ved  là  buèca  in  di  ceucc  di 
tilter  e  minga  7  trae  in  di  so  =  nota 
il  fuscello  nell'occhio  altrui  e  non  vede 
la  trave  nel  proprio  :  di  chi  conosce  i 
difetti  altrui,  non  i  propri. 

tràvàdura,  s.  f.  =  travatura  :  lo  travi 
collegate  a  reggere  il  tetto. 

1)  Travata  :  un  insieme  di  più  travi 
collegato  a  qualunque  altro  scopo. 

tràvàli,  s.  m.  =  travaglio,  lavoro,  fa- 
tica. E'  modo  alquanto  scherz.  ;  ah  ! 
àndèmm  ài  tràvàli  =  ah  !  andiamo  al 
lavoro,  al  travaglio.  Ci  viene  forse  dal 
frane,  travail. 

tràvàs,*  s.  m.  =  travaso,  travasamento  : 
il  travasare  ;  on  tràvàs  de  sàngu,  de 
hUa  =  un  travaso  di  sangue,  di  bile. 

travasa,  v.  att.  =  travasare  :  versare  da 
un  vaso  in  un  altro,  da  uno  in  un 
altro  recipiente  ;  el  fin  cèrti  stàgion 
bisogna  travasali  =  il  vino  in  certe 
stagioni  bisogna  travasarlo". 

traverà,  s.  m.  =  traversa  :  una  sbarra 
di  legname  o  anche  di  ferro  posta  at- 
traverso di  alcuna  cosa  per  dare  mag- 
gior forza,  per  assicurare. 

1)  Mazza  :  i  bastoncelli  delle  seggiole 
tra  gambe  e  gambe  o  tra  i  due  staggi. 

traverà,  prep.  =  attraverso:  in  direzione 
obbliqua. 

1)  Di  cose  frapposte  ;  Vària  là  pàsa 
traverà  ài  veder  =  l'aria  passa  attra- 
verso ai  vetri. 

2)  de  traverà  =  attraverso,  obliqua- 
mente :  contrario  di,  a  diritto  ;  el 
gàniber  el  camma,  de  traverà  =  il  gam- 
Jjero  cammina  attraverso. 

3)  àndà  in  traverà  =  andare  attra- 
verso, andar  male.  Anche  si  dice  di 
cibi  e  bevande  quando  nell'  inghiottirli 
s'affacciano  alle  vie  del  respiro. 

4)  guarda  in  traverà,  de  traverà  = 
guardare  attraverso,  biecamente,  con 
occhio  bieco:  mostrar  malanimo  in  ai'ia 
di  minaccia. 

5)  ciàpà  òna  ròba  in  traverà  =  pren- 
dere una  cosa  attraverso  :  prenderla 
malo,  in  mala  parte. 


6)  mangia  per  traverà  =  mangiare 
ingordamente  e  molto. 

7)  mangia  per  traverà  vHn  =  man- 
giare uno:  consumare  ad  uno  tutto  il  suo. 

travèrsa,  s.  f.  =  toppone  :  pezzi  di  tela 
in  qualunque  modo  sovrapposti  l'uno 
all'altro  da  porre  sotto  ai  malati,  per- 
chè non  insudicino. 

travèrsa,  v.  att.  =  traversare,  attraver- 
sare :  passare  attraverso  ;  guarda  i 
càròss  in  del  travèrsa  là  àtràda  =  guar- 
dati dalle  carrozze  nel  traversare  la 
strada;  Vhà  voràiiii  travèrsa 'l  fiiiìnvt 
in  sàndolìn  e  l'è  borlaa  dènter  =  volle 
attraversare  il  fiume  in  sandolino  e  vi 
cadde  dentro. 

1)  Passare  in  tutta  la  sua  lunghezza 
un  paese,  un  territorio,  una  città,  da 
un  capo  all'altro  ;  hoo  tràveràaa  t/'iff 
Milàn  =  ho  traversato  tutta  Milano  ; 
per  àndà  à  cà  l'ha  doviliò  travèrsa  i 
càmpàgn  =  per  andare  a  casa  ha  do- 
vuto traversare  i  campi. 

tràvèrsìn,  s.  m.  =  capezzale  :  guanciale 
che  si  mette  a  capo  al  letto  stretto  e 
lungo  quant'è  la  larghezza  del  letto 
stesso. 

1)  i  tràveràilt  dèla  gàbia  =  posatoi: 
quelle  cannucce  che  si  mettono  nelle 
gabbie  perchè  vi  saltino  su  gli  uccelli. 

2)  T.  dei  macoli,  scannello:  taglio  di 
carne  di  bestia  macellata,  e  specialm. 
del  culaccio  più  vicino  alla  coscia. 

traversina,*  s.  f.  =  traversina:  ognuno 
di  quei  forti  sciaveri  di  legno,  grossa- 
mente riquadrati,  collocati  trasversal- 
mente sul  suolo  per  porvi  le  rotaie 
della  ferrovia  o  del  tranvai. 

traversali,  s.  ìu.  =  traversone:  quel  grosso 
legno  che  regge  per  traverso  le  stanghe 
del  carro. 

1)  Guida:  un  legno  per  traverso  in- 
canalato nelle  due  cosce  del  torchio  da 
vino,  cui  appoggia  la  vite. 

travestii,*  agg.  =  travestito  :  vestito  in 
modo  affatto  diverso  dall'  usuale  per 
non  essere  riconosciuto;  i  guardi  trà- 
veàtii  =  le  guardie  travestite;  Ve  scàpaa 
tràveàtii  de  dona  =  scappò  travestito 
da  donna. 

tràvestimèiit,  *  s.  m,.  =  travestimento: 
il  travestirsi  ;  l'è  dna  scèna  à-  tràve- 
àtimhit  bela  come  =  è  una  scena  a  tra- 
vestimenti assai  bella. 

tràvètt,  s.  m.  =  travicello:  corrente  fra 


tra 


874 


tre 


trave  e  trave  nel  palco  delle  stanze.  Al 
plur.  traviti. 

1)  Travet,  travetto  :  un  semplice  e 
povero  impiegato.  Dalla  commedia  del 
Bersezio  che  nel  monsu  Travet  creò  o 
inventò  il  tipo;  Ve  on  póer  tràvètt  à 
mila  e  diiù  =  è  un  povero  travet  a 
mille  e  due. 

tràvòn,*  s.  m.  =  travone:  grossa  trave; 
l)er  tegnt  éii  'l  tèee  déla  sàia  g'han 
miéé  dilii  tràvòni  enormi  =  per  soste- 
nero  il  tetto  della  sala  ci  hanno  messo 
due  travoni  spropositati. 

tré,  agg.  =  tre,  il  num.  tre  al  femmi- 
nile ;  tre  dòmi,  tré  tosami, _  ecc.  =  tre 
donne,  tre  ragazze,  ecc. 

trebìsónda,  (vèss  gi5  de)  =  essere  sviato, 
aver  perduto  l'orizzonte. 

trebtilà,  v.  att.  =  tribolare.  Vedi  tri- 
biilà,*  anche  pei  derivati. 

trédes,  agg.  =  tredici  :  num.  card,  che 
si  compone  di  dodici  più  uno,  di  dieci 
più  tre  ;  à  trMes  ànn  l'era  grand  come 
là  eòa  mttma  =  a  tredici  anni  era  alto 
come  la  sua  mamma;  l'è  dna  étilpidtLda 
vègli  patirà  se  s'è  iti  trMes  à  tao  la  = 
è  una  sciocchezza  aver  paura  se  si  è 
in  tredici  a  tavola. 

1)  el  trédes  de  tàròcch  =  la  morte. 

trèdesìn,  s.  m.  =  Vedi  luàrs,  2). 

trefoexìj,  s.  m.  =  trifoglio  :  specie  d'erba 
da  pascolo. 

trèlira,  s.  m.  =  Vedi  contént,  2). 

trema,  v.  att.  =  tremare  :  essere  agitato 
da  più  0  meno  scosse;  trema  déla  pàUra 
=  tremar  dalla  paui'a;  tremti  del  frècc 
=  ti'emar  dal  freddo;  tremti  come  dna 
fceùia  =  tremar  come  una  vetta;  quànd 
ptisa  on  cdr  trema  tUti  i  veder  =  quando 
passa  un  carro  tremano  tutti  i  vetri. 

1)  Rimballare,  sussultare:  scotersi  di 
sotto  in  su;  quànd  pàsa  on  càrètt  trema 
fitta  là  cà  =  quando  passa  un  carretto 
rimballa  tutta  la  casa. 

trèniàcda,  s.  m.  =  batticoda,  cutrettola: 
nome  di  un  uccello  piccolo,  dal  mo- 
vere che  fa  spesso  la  coda. 

trèiuàgrg,  s.  m.  =  tramaglio:  sorta  di  rete 
fatta  a  tre  fili  di  reti  l'una  sovrapposta 
all'altra  e  di  maglie  1'  una  più  stretta 
dell'altra,  per  pescare  e  uccellare. 

trèniàrèla,  s.  f.  =  tremarella,  tremerella; 
paui'a  che  non  accada  qualche  cosa  di 
grosso,  di  male;  el  g' aveva  indòsé  dna  ' 
trèmàrèla  del  diàol  =  aveva  una,  stava 
con  una  gran  tremarella. 


tremendàmènt,  *  aw.  =  tremendamente, 
atrocemente:  in  modo  tremendo,  atroce; 
incoRU  là  mia  gamba  là  me  fa  tre- 
mendàmènt mal  =  oggi  la  mia  gamba 
mi  fa  male  atrocemente. 

tremèndo,  agg  =  tremendo,  atroce,  im- 
mane, gi'andissimo,  veemente;  è  vegniiU 
èli  on  tremèndo  temporàl  =  si  scatenò 
un  tremendo  temporale;  el  g'hà  on  tre- 
mèndo mal  de  tèsta  =  ha  un  tremendo 
mal  di  capo. 

1)  l'è  tremèndo  =  è  tremendo  :  di- 
ciamo di  chi  0  è  gran  seccatore  o  ec- 
celle in  qualunque  altra  cosa  cattiva. 

2)  quésta  l'è  tremènda!  =  questa  è 
atroce!    Di  cosa   che  ci    addolori    e  ci 

-    offenda  profondamente. 

trementina,  s.  f.  =  trementina  :  resina 
del  terebinto  e  d'altri  alberi,  come  la- 
rici, pini  e  sim. 

tremila,  agg.  =  ti'emila:  num.  card.:  tre 
volte  mille. 

tremit,*s.  m.  =  ti-emito:  il  tremare.  Moto 
convulso  delle  membra  o  d'una  parte 
del  corpo  animale  prodotto  dal  freddo, 
dalla  paui-a,  da  un  male;  gli  è  dùraa 
'l  trèmit  dèla  fèver  piisee  de  mÀs'óra 
=  gli  durò  il  tremito  della  febbre  per 
più  di  mezz'ora. 

trèmoeugia,  s.  f.  =  ti-amoggia  :  cassetta 
quadrangolare  a  piramide  tronca  rove- 
sciata, che  versa  regolarmente  sopra 
la  macina  il  grano  o  la  biada  che  si 
vuol  macinare. 

treno,  *  s.  m.  =  treno,  convoglio:  la  fi- 
lata dei  carri  e  delle  caiTOzze,  aggan- 
ciati l'uno  all'  altro  e  trascinati  dalla 
macchina. 

1)  Lusso  d'abiti,  di  masserizia,  d'ad- 
dobbo; g'han  on  màgnìfich  trèno  de  cà 
=  hanno  un  magnifico  treno  di  casa. 

2)  trèno  retil  =  treno  reale  :  quello 
fatto  appositamente  per  i  viaggi  del  re 
e  della  sua  famiglia;  el  trèno  reàl  l'è 
pàsaa  de  Mildn  à  mèsànòtt  =  il  treno 
reale  è  passato  da  Milano  a  mezzanotte. 

trénta,  agg.  =  trenta:  num.  card.;  tre 
volte  dieci  ;  hoo  compraa  i  scirès  à 
trénta  centèsim  ài  chilo  =  ho  compe- 
rato le  ciliege  a  trenta  centesimi  al  chilo. 

trentèna,  s.  f.  =  trentina:  si  usa  a  si- 
gnificare un  numero  approssimativo  di 
trenta;  per  compra  on  discreti  orelògg 
d'àrgènt  glie  voeUr  dna  trentèna  de 
frànch  =   per   comperare   un   discreto 


tre 


—  875  — 


tri 


orologio  d'argento  ci  vuole  una  tren- 
tina di  lire. 

trentèsim,  *  agg.  =  trentesimo  :  nuni. 
ord.  di  trenta. 

trentun,  agg.  =  trentuno  :  num.  card.: 
trenta  più  uno. 

1)  Del  giorno  ultimo  dei  più  lunghi 
mesi  dell'anno;  el  trentun  de  gendr,  de 
mtirè,  de  mag,  ecc.  =  il  trentuno  di 
gennaio,  di  marzo,  di  maggio,   ecc. 

2)  àpnl  n'ha  trénta,  piovèsé  trent&n 
fa  mal  à  niéHn  =  aprile  ne  ha  trenta 
se  piovesse  trentuno  non  farebbe  male 
a  nessuno  ;  aprile  n'  ha   trenta,  tutti  i 

'-  giorni  una  brenta  :  prov.  per  dire  che 
l'acqua  di  aprile  fa  bene  ai  campi. 

3)  L'anno  ti'entunesimo  del  secolo  ; 
i  cospìràéidn  del  trentun  =  le  cospi- 
razioni del  trentuno  (1831). 

4)  giiigà  à  trentun  =  giocare  a  tren- 
tuno: sorta  di  gioco  a  carte  nel  quale 
si  vince  non  passando  il  numero  tren- 
tuno dei  punti,  o  facendo  trentuno,  o 
approssimandosi  a  questo  più  degli  altri. 

5)  di  nò  trentun  ée  no  Ve  in  del 
sàeeh  =  non  dir  quattro  se  non  l'hai 
nel  sacco,  non  bisogna  dir  gatto  finche 
non  è  nel  sacco:  le  cose  bisogna  aspet- 
tare che  sian  sicure  prima  di  farci  as- 
segnamento. 

6j  già  che  s'è  faa  trénta  se  fa  tren- 
tun =  dacché  s'è  fatto  un  sacrifizio, 
so  ne  faccia  un  altro  per  raggiungere 
lo  scopo. 

trésa,  s.  f.  =  treccia:  tutto  ciò  che  è  in- 
sieme intrecciato,  ma  particolann.  i  ca- 
pelli delle  donne  ;  se  Usa  quasi  pti 
portti  là  trèéa  già  per  i  spali  =  non 
usa  quasi  più  portar  la  treccia  giù  per 
lo  spalle. 

tresént,  agg.  =  trecento:  num.  card.: 
ti'O  volte  cento. 

L)  in  del  tresént  =  nel  trecento:  nel 
secolo  XIV  dal  1301   al  1400. 

tresìa,  s.    f.    =    migliarola,   migliarina  : 
qualità  più  minuta  di  pallini  da  schioppo. 
1)  Treggea  :  confetti   minutissimi  di 
varie  sorte. 

trià,  V.  alt.  =  tritare,  tritui'are,  sminuz- 
zolare :  ridurre  in  tritoli  o  minuzzoli; 
triti  là  carne,  i  tomtites,  i  erborinn  e 
sim.  =  triturare  la  carne,  i  pomidoro, 
il  prezzemolo  e  sim.  Anche  triù,  gid. 

triaca,  s.  f.  =  triaca:  medicamento  com- 
posto di  varie  sostanze  medicinali  e  che 
si  diceva  guarisse  da  molti  mali;  àdèéé 


là  triaca  là  ée  Usa  quasi  pie  =  ora  la 
triaca  non  si  usa  quasi  più. 

triàda,  s.  f.  =  tritata,  tritatura,  triturata: 
l'atto  del  tritare;  te  ghe  dee  dna  bela 
triàda  ài  scigòll  =  dai  una  bella  tri- 
tatura alle  cipolle. 

1)  Anche  la  cosa  tritata;  in  del  mi- 
nèétron  bisogna  niUegh  dna  bela  triàda 
de  làrd  =-  nel  minestrone  bisogna  met- 
terci una  bella  tritatura  di  lardo. 

trià^àtt,  s.  m.  =  salumiere:  voce  scher- 
zosa e  non  senza  una  intonazione  spre- 
giativa. 

triàngol,  s.  m.  =  triangolo  :  poligono  di 
tre  lati  che  formano  tre  angoli,  e  la 
sua  figui'a  ;  l'è  minga  bon  de  disegna 
on  triàngol  =  non  è  capace  di  disegnare 
un  triangolo. 

1)  Oggetto  di  forma  triangolare  co- 
perto di  rosso,  posto  dietro  all'osten- 
sorio sull'altare.  Si  usa  solamente  nel 
rito  ambrosiano. 

2)  Saettia:  triangolo  di  legno  sul  quale 
la  settimana  santa  si  infiggono  le  can- 
dele che  SI  spengono  ad  una  ad  una 
prima  di  battere  le  tenebro  colla  ra- 
ganella. 

3)  Triangolo:  specie  di  lima  formata 
a  triangolo. 

4)  Triangolo  :  strumento  formato  da 
un  triangolo  di  fer]-o  non  uniti  da  uno 
dei  vertici,  sul  quale  con  una  bacchetta 
pure  di  ferro  si  batte  traendone  un 
suono  come  di  campanello. 

5)  Nicchio:  il  cappello  da  prete. 
triàràv,  s.  m.  =  pialletto  :   per  tagliare  a 

fette  rape,  tartufi  e  sim.  Vedi  tàiàràv. 
tribiilà,*  "v.  att.  =  tribolare,  affliggere; 
dare  dei  triboli  ;  là  fànini  e  là  giiéra 
tribulen  el  pàés  =  la  fame  e  la  guerra 
tribolano  il  paese. 

1)  Affannare  :  dare  affanno  ;  perchè 
te  tribUlet  insci  quéla  poera  ddna?  = 
perchè  triboli,  affanni  così  quella  povera 
donna? 

2)  Intrans.  :  tribolare  :  soffrire  molto, 
avere  dello  tribolazioni  ;  à  sto  mona 
no  ée  fa  che  tribiilà  =  a  questo  mondo 
non  si  fa  che  tribolare. 

3)  Stentare  :  trovar  difficoltà  a  fare  ; 
hoc  tribillaa  come  per  troàgh  dna  bona 
écòla  ài  me  fioeil  =  ho  stentato  assai 
per  trovare  una  buona  scuola  a  mio 
figlio. 

tribiilaa,  agg.  =  tribolato,  affannato  : 
pieno  di  tribolazioni,    d'affanni. 


tri 


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tri 


tribiilàsiòu,  s.  f.  =  tribolazione,  il  tri- 
bolare :  la  cosa  ohe  tribola,  che  af- 
fligge l'anima  e  il  corpo;  no  g'hoo  che 
di  tribulàèiòn  e  pòcch  consolàsión  = 
non  ho  che  tribolazioni  e  poche  con- 
solazioni. 

1)  Di  persona  che  è  cagione  di  tri- 
bolazione ad  altri  ;  là  g'ìià  on  mari 
che  Ve  là  eoa  tribulàsiòn  =  ha  un  ma- 
rito che  è  la  sua  tribolazione. 

tribiilèri,  s.  m.  =  bordello,  chiasso,  bi- 
sbiglio: d'ogni  rumore  che  disturbando 
tribola  ;  euàa  V  è  sto  tribiilèri  =  che  è 
questo   chiasso? 

1)  Tribolazioni  ;  el  vìv  in  mèss  à  di 
gran  tribiilèri  =  vive  in  mezzo  a  grandi 
tribolazioni. 

tribuna,  s.  f.  =  tribuna,  cantoria:  specie 

-  di  pulpito  dove  stanno  i  musici  e  i 
sonatori  in  chiesa,  e  per  analogia  an- 
che «quello  dove  stanno  come  in  pal- 
chetto a  sentir  la  messa. 

1)  Luogo  fatto  appositamente  per 
assistere  ad  un'assemblea,  ad  uno  spet- 
tacolo e  sim.  ;  rè  àndaa  à  redè  i  core 
in  di  tribiinn  de  cìnqii  frànch  =  andò 
a  vedere  le  corse  nella  tribuna  da  cin- 
que franchi  ;  l' ha  éentii  el  dis'cdrè  de 
Cara  lofi  in  là  tribuna  di  giornalista 
=  sentì  il  discorso  di  Cavallotti  nella 
tribuna  dei  giornalisti. 

tribunal,  s.  m.  =  tribunale  :  luogo  dove 
risiedono  i  giudici  per  rendere  ragione, 
e  i  giudici  stessi;  Ve  staa  condànaa 
dal  tribiintLl  de  Genoa  =  fu  condannato 
dal  tribunale  di  Genova. 

1)  Clama  vùn  in  tribiinàl  =  mettere 
uno  al  tribunale  :  chiamarlo  in  giudizio, 
sporgere  contro  di  lui  querela. 

tribiiuaa  e  tribiiuàto,  *  s.  m.  =  tri- 
bunato :  presso  noi  il  Tribunato  operaio 
istituzione  popolare  nell'interesse  degli 
operai. 

tribiitt  e  tributo,  s.  m.  =  tributo  :  se- 
gno di  ossequio  0  di  omaggio. 

trìcàutòii,  s.  m.  =  biodo  :  sorta  di 
giunco  da  fare  stuoie. 

1)  Nicchio,  lucerna  :  il  caijpello  del 
prete. 

triccli  e  tràccli,  s.  m.  =  crotalo,  cre- 
pitacolo, raganella,  tabella  :  arnese  di 
legno  che  nella  settimana  santa  si  suona 
invece  delle  campane. 

1)  tric-trac  :  voce  di  chi  imita  colla 
voce  il  rumore  di  chi  cammina  cogli 
zoccoli,  0  di  una  imposta  che  rumoro- 


samente si  chiude    o    si   apre,  o  altro 
simile  rumore. 

2)  Anche:  T.  di  gioco:  tavola  reale, 
e  sbaraglino. 

tricliina,  *  s.  f.  =  trichina:  verme  che 
si  trova  nell'intestino  e  nei  muscoli 
del  maiale,  per  l'uomo  velenoso. 

tricolòr,  (i)  s.  m.  pi.  =  il  tricolore  :  la 
bandiera  italiana. 

tricorno,  s.  m.  =  lucerna,  nicchio  o 
meglio  triade:  il  cappello  a  tre  punte 
dei  preti. 

tricotè,  s.  m.  =  camiciuola,  giubbon- 
cino  :  farsetto  di  lana  o  di  cotone  a 
maglia.  Dal  frane,  tricotè. 

trìd,  agg.  =  trito  :  sincope  di  tritato. 
Noi  l'usiamo  specialmente  come  ag- 
giunto di  pan  e  di  formàgg;  el  pan  trìd, 
el  formàgg  trìd  =  il  pan  trito,  il  for- 
maggio trito. 

tridà,  V.  att.  =  tritare  :  vedi  trià,  anche 
pei  derivati. 

tridèll,*  s.  m.  =  tritello:  crusca  più  mi- 
nuta ;  màutegnéven  i  vàcch  à  tridèll 
=  nutrivano  le  mucche  col  tritello. 

trìdov,  s.  m.  =  triduo  :  funzione  reli- 
giosa che  si  ripete  per  tre  giorni  con- 
tinui :  Vhà  faa  ontrulov  Ula  Màdona, 
per  fa  che  là  glie  fàsèss  giiàrt  '  l  fìoeH 
=  fece  un  triduo  alla  Madonna,  perchè 
le  facesse  guarire  ii  figlio. 

triènàl,  agg.  =  triennale  :  che  si  fa  o 
che  ricorre  ogni  tre  anni  ;  Vànn  che 
vèn  fan  à  Milàn  l'esposision  triènàl 
di  quttder  =  l'anno  venturo  fanno  a 
Milano  l'esposizione  triennale  di  pittura. 

trieni,  s.  m.  =  triennio:  corso  o  spazio 
di  tre  anni;  l'è  staa  nominaa  regènt 
per  on  trieni. 

trifoetìj,  s.  m.  =  Vedi  trefoeiìj. 

trifola,  s.  f.  =  tartufo  :  genere  di  funghi 
compatti  e  polposi,  una  dello  tuberacee; 
trifola  bianca,  negra  =  tartufo  bianco, 
nero  ;  el  risoti  coi  trlfol  =  il  risotto 
coi  tartufi. 

trifolaa,  agg.  =  trifolato,  a  mo'  di  funghi  : 
di  una  maniera  di  cuocere  le  vivande 
con  olio  e  aglio  ;  i  pattiti  trifolaa,  ci 
rogìion  trifolaa  =  le  patate  trifolate, 
il  rognone  trifolato. 

trifolòtt,  agg.  =  tarcagnotto,  tarchiatotto, 
tappo  di  botto  :  di  pers.  piccola,  e  grassa. 

trii,  agg.  m.  =  tre:  num.  card,  che  in- 
dica due  unità  piii  una;  *  trii  di  déla 
mèrla  =  i  tre  giorni  della  merla  :  i  tre 
giorni  ultimi  del  gennaio;  rhàgiiigaa 


tri 


-  877  - 


tri 


trii  numer  ài   lòti  =  giocò  tre  numeri 
al  lotto. 

trilà,  V.  att.  =  trillare,  fare  dei  trilli  : 
di  cantante,  o  di  uccelli  cho  cantando 
facciano,  battano  trilli. 

trilla,  *  s.  f.  =  triglia:  sorta  di  pesce 
di  mare  di  carne  squisita,  che  per  lo 
più  si  mangia  fritto  all'olio. 

trill,  s.  ìli.  =  trillo  :  abbellimento  della 
voce  e  del  suono,  che  consiste  in  due 
note  contigne  che  si  succedono  con 
grande  rapidità. 

triméster,  s.  m.  =  trimestre  :  lo  spazio 
di  tre  mesi  ;  pàg^  à  triméster  =  pagai'e 
a  trimestri. 

1)  La  somma  che  uno  paga  o  riscuoto 
ogai  trimestre  ;  l'è  àndaa  à  scmud  el 
triméster  =  andò  a  riscuotere  il  tri- 
mestre. 

trimèstràl,  *  agg.  =  trimestrale  :  che  si 
fa  0  ricorre  ogni  tre  mesi  ;  in  cèrti 
ficòl  fan  i  esàmfìi  trimcètrài  =  in  ta- 
lune scuole  fanno  gli  esami  trimestrali . 

trinca,  (ikbùv  de)  =  nuovo,  nuovo. 
Tedi  iioeùv,  2). 

trinca,  v.  att.  =  trincare  :  bere  avida- 
mente ,  bere  al  boccale  ;  tlla  èira  el 
trinca  che  Ve  on  or  or  =  alla  sera  ti'inca 
che  è  un  oiTore,  in  modo  orribile. 

trincèa,*  s.  f.  =  trincera  e  trincea  :  strada 
scavata  nel  terreno,  difesa  da  parapetto. 

trinceràss,  v.  rifl.  =  trincerarsi  :  mu- 
nirsi, difendersi  con  trincea  ;  ed  anche 
rimanere  in  un'opinione  non  opponendo 
che  un  solito  argomento  alle  ragioni 
avverse. 

trlncètàda,  *  s.  f.  =  trincettata:  colpo 
dato  con  un  trincetto,  ferita  di  trin- 
cetto ;  l'è  mòri  per  dna  trincèiàda  in 
del  còli  =  è  morto  per  una  trincettata 
nel  collo. 

trincètt,  s.  m.  =  trincetto:  lama  di 
acciaio  che  usano  i  calzolai  per  tagliare 
il  cuoio.  Lo  chiamano  però  più  volen- 
tieri cortèll. 

trincia,  v.  att.  =  scalcare  :  tagliare  la 
carne  cotta,  i  polli  e  sim.  per  servirli 
in  tavola  ;  minga  tuti  hin  bòn  de  trin- 
cia poUd  i  polàÉter  =  non  tutti  sono 
capaci  di  scalcare  bene  i  polli. 

trinciàdòr,  s.  in.  =  scalco:  colui  che 
per  solito  scalca  le  vivande  a  tavola  e 
chi  lo  fa  con  maestrìa;  Vèon  trincià- 
dòr de  prima  fòrsa  =  è  uno  scalco  di 
primo  ordino. 

trìnciànt,  s.    m.    =    trinciante  :    gi'OSSO 


coltello  per  iscalcare  la  carne,  le  vi- 
vande; ho  doviiii  fa  molti  'l  trinciànf 
ho  dovuto  far  arrotare  il  trinciante. 

trinitaa,  s.  f.  =  trinità:  le  tre  persone 
divine  in  una  sostanza  sola. 

trio,  *  s.  m.  =  trio:  T.  music.  :  terzetto, 
pezzo  di  musica  a  tre  parti. 

1)  La  seconda  delle  due  parti  in 
ceiii  ballabili;  g'han  faa  ripèti  el  trio 
dola  pòlca  =  gli  hanno  fatto  ripetere  il 
trio  della  polca. 

trionfa,  v.  att.  =  trionfare:  riportare 
sugli  avversari  una  vittoria  grande: 
in  del  concors  l'ha  trionfaa  de  tiicc  = 
nel  concorso  trionfò  su  tutti. 

1)  Fig.  :  essere  portato  in  auge,  gran- 
deggiare; IH  intenta  el  fa  '/  bàlòéé  e 
'l  trionfa  =  egli  intanto  fa  il  briccone 
e  trionfa. 

trionfai,  agg.  =  trionfale  ;  pòrta,  àrch, 
cÈr  trionfai  =  porta,  arco,  carro  trionfalo. 

trionfànt,  agg.  =  trionfante,  soddisfatto. 
Vedi  gloriò»,  1). 

triónfo,  ''^  ni.  =  trionfo  :  le  acclama- 
zioni che  si  fanno  ad  uao  per  qualche 
suo  atto,  0  qualche  sua  opera  ;  quèll  de 
Vérdi  coni  V  Otèlo  l'è  pròpi  étaa  on 
triónfo  =  quello  di  Verdi  coli' Otello 
fu  davvero  un  trionfo. 

1)  porta  in  trionfo  =  portare  in 
trionfo,  alle  stelle:  glorificare  con  pa- 
role, con  acclamazioni,  con  scritti  l'o- 
pera di  uno. 

2)  t,ria  de  trionfo  =  aria  di  trionfo  ; 
l'aria  che  uno  si  dà  quando  crede  di 
avere  vinto  gli  altri  in  qualsivoglia  cosa. 

3)  trionfo  =  trionfo,  trionfo  da  ta- 
vola :  certi  piatti  fatti  in  modo  da  riu- 
scire d'ornamento    alla   tavola   stessa. 

trìpa,*  s.  f.  =  trippa,  pancia.Vedi  pànscia. 

tripee,  s.  m.  =  treppiedi:' arnese  di  ferro 
triangolare  con  tre  piedi  da  posare  sul 
fuoco  e  addattarvi  sopra  tegami  e  sim. 
stoviglie  0  altro. 

1)  Fig.  :  pentolone,  dappoco,  inerte. 

tripilà,  V.  att.  =  guizzare,  sguizzare, 
sgambettare  :  di  bambini  specialm.  che 
non  stanno  mai  fermi,  e  dimenano  lo 
gambe. 

1)  tripilà  dèla  contenterà  =  non  star 
più  in  sé  per  la  gioia. 

triplica,  ■v.  att.  =  triplicare  :  aumentare 
del  triplo  ;  in  pòcch  temp  Vhà  tri- 
jìlicaa  i  so  dèbit  =  in  poco  tempo  tri- 
plicò i  suoi  debiti. 

triplico,*  (là)  s.  f.  =  la  triplice  :  diciamo 


tri 


—  878  — 


tro 


noi  ora  ad  iadicare  la  triplice  alleanza 
che  lega  diplomaticamente  insieme  Ger- 
mania, Austria  e  Italia. 

triplo,*  s.  m.  =  triplo  :  quantità  tre  volte 
maggiore  d'un' altra  ;  qiièll  pànàtdn  chi 
l'è  'l  triplo  de  quèll  de  rami  pàéau  = 
questo  panettone  e  il  triplo  di  quello 
dell'anno  scorso. 

tripol,  s.  ìli.  =  tripoli,  tripolo:  sorta  di 
minerale  silicioso  che  si  usa  specialm. 
per  pulire  gli  ottonami. 

tripòtt,  s.  m.  =  trippone,  pancione  : 
uomo  che  ha  la  trippa  grossa  spor- 
gente. Noi  diciamo  anche:  l'è  ona  tri- 
2)òU  de  mina  =  è  una  trippona. 

trisètt,  s.  m.  =  tressette,  tressetti,  ca- 
labresella  :  un  gioco  a  carte  che  si  fa 
in  quattro,  o  in  tre  persone  ;  §e  troeùven 
tati  i  air  à  fa  là  pàrtida  à  trisètt  = 
si  trovano  tutte  le  sere  a  far  la  par- 
tita a  tressetti. 

trlst,  agg.  =  tristo,  cattivo  :  disposto  al 
mal  fare  ;  l'è  on  mond  trist  =  è  un 
mondo  tristo,  cattivo  :  che^  brutto  vi- 
verci. 

1)  fa  dna  trista  figura  =  fare  una 
figura  cattiva,  una  figuraccia. 

2)  Triste,  malinconico,  mesto,  sparuto; 
perchè  incoeu  te  éett  insci  trist?  =  per- 
chè oggi  sei  così  tnste  ? 

tristèsa,*  s.  f.  =  tristezza,  mestizia,  ma- 
linconia :  l'essere  triste,  mesto,  malin- 
conico ;  iér  g'  aveva  àdòàs  ona  triétèàa 
che  avaria  piàngiiiil  tiitt  el  dì  =  ieri 
aveva  indosso  una  tristezza  tale  che 
avrei  pianto  tutto  il  giorno. 

Triuls,  s.  m.  =  Trivulzi  :  casato  d'una 
delle  più.  antiche  famiglie  nobili  di 
Milano. 

1)  vèsè,  àndù,  in  di  Triùlè  =  essere, 
andare  al  pio  albergo  Trivulzi.  Vedi 
Iceù^li  pij. 

triviàl,  agg.  =  triviale,  volgare  :  da  trivio, 
abbietto  ;  ^jàro/a ,  mànèra  triviàl  = 
parola,  modo  triviale. 

triviàlitaa,*  s.  f.  =  trivialità:  l'essere 
triviale  ;  Ve  dna  dona  d'òna  triviàlitaa 
tremenda  =  è  una  donna  d'una  trivia- 
lità enorme. 

1)  Parola  o  atto  che  dimostra  tri- 
vialità ;  el  créd  de  fa  rid  cont  cèrti 
triviàlitaa  che  ripàgnen  =  crede  di 
far  ridere  con  certe  trivialità  che  ri- 
pugnano. 

troà,  V.  att.  =  trovare  :  scoprire,  rinve- 
nire una  persona  o  una  cosa  che  non 


si  sapeva  dove  fosse,  che  si  andava 
cercando  ;  chi  cerca  troeiiva  =  chi  cerca 
trova  ;  hoo  pii  podiiii  troà  el  me  liber 
=  non  ho  piii  potuto  ti-ovare  il  mio  libro. 

1)  Scoprire,  inventare  ;  el  Volta  l'ha 
troaa  là  pila  =  il  Volta  trovò  la  pila  ; 
el  Vérdi  Vhà  troaa  di  penèér  d'óna 
delicàtèéa  straordinària  =  Verdi  ha 
trovato  dei  pensieri  di  una  delicatezza 
straordinaria. 

2)  Giudicare,  stimarle  ;  Vhoo  minga 
troàda  tanto  bela  là  comèdia  noeùra 
=  non  l'ho  trovata  molto  bella  la  com- 
media nuova. 

3)  troà  vHn  =  trovare  uno  :  sorpren- 
derlo in  un  luogo,  incontrarsi  inaspet- 
tatamente con  lui  ;  rhoo  troaa  che  '/ 
tràvèréàva  là  Gàlerta  =  1'  ho  trovato 
che  attraversava  la  Galleria. 

4)  ré  mèj  pèrdei  che  troàll.  Vedi 
pèrd,  12). 

troàda,  *  s.  f.  =  trovata  :  il  trovare  un 
ripiego,  un'  invenzione  e  sim.  ;  el  Vèrne 
in  di  so  liber  el  g'hà  di  troàd  che 
hin  bèj  come  =  il  Verno  nei  suoi  libri 
ha  certe  trovate  bellissime. 

troààs,  V.  rifl.  =  trovarsi  :  essere  in  un 
luogo  ;  el  ée  troàva  à  Genoa  per  V  e- 
sposiéion  =  si  trovava  a  Genova  per 
l'esposizione. 

1)  Eiferito  allo  stato  proprio,  alle 
sue  particolari  condizioni  di  salute, 
d' interessi  e  sim.  ;  el  se  troàva  ben 
doma  in  cà  eoa  =  si  trovava  bene  sol- 
tanto in  casa  sua  ;  ée  te  vee  inane  insci 
te  se  troàree  pi-èst  à  on  partii  brlitt  = 
se  seguiti  così  ti  troverai  presto  a  mal 
partito. 

trofèo,  s,  m.  =  trofeo  :  ornamento  d'armi 
e  bandiere  unite  insieme  a  fascio  o 
d'armi  e  teste  d'animali  ;  el  g'hà  in 
sàia  mànsgé  on  bèli  trofèo  de  càcia  = 
ha  in  sala  da  pranzo  on  bel  trofeo  da 
caccia. 

troia,  s.  f.  =  porco,  schifoso  :  è  titolo 
fortemente  ingiurioso  che  suona  sulla 
bocca  di  volgarissimi. 

troiàda,  s.  f.  =  porcheria,  troiata:  azione 
0  cosa  siidicia. 

trómba,  s.  f.  =  ti-omba:  strumento  a 
fiato,  d'ottone,  ripiegato  due  volte  che 
dà  suono  chiaro  e  squillante. 

1)  Colui  che  suona  la  tromba  nella 
banda,  nell'orchestra  ;  el  nòéter  Falda 
rè  dna  gran  bona  trómba  =  il  nostro 
Falda  è   una   gran  buona   tromba  ; 


tro 


tromb   han    stonaa    de    màlàdètt   =  le 
trombe  hanno  stonato  alla  maledetta. 

2)  Tromba,  tromba  idraulica  :  quello 
strumento  cbe  si  usa  per  tirare  l'acqua 
dal  fondo  del  pozzo  ad  una  certa  al- 
tezza ;  l'è  debàéé  che  '  l  vihia  là  tromba 
=  è  abbasso  che  mena  la  tromba  ;  n&ti 
g'hèmvi  là  tromba  in  cà  =  noi  abbiamo 
la  tromba  in  casa  ;  mtLnich  déla  tromba 
=  menatoio. 

3)  tromba  marina  =  tromba,  tromba 
marina  :  meteora,  o  vortice  turbinoso 
d'aria  che  tutto  svelle  e  rovina. 

4)  tromba  =  nasone,  nappa  :  naso 
gl'osso. 

5)  Bombarda  :  uno  dei  registri  del- 
l'organo. 

trombaa,  agg.  =  strombato.  Di  finestra. 
Vedi  squàrc. 

tronibàda,  agg.  femm.  =  sporgente  :  di 
finestra  ferrata  i  cui  ferri  arrotondan- 
dosi sporgono  in  fuori. 

tronibee,  s.  m.  =  trombaio,  cannaio, 
idraulico  :  chi  fabbrica  e  mette  le  trombe 
per  tirar  su  1'  acqua,  e  ne  fabbrica  i 
tubi  e  altri  attrezzi. 

trombèta,  s.  f.  =  ti'ombetta  :  dim.  di 
tromba,  strumento  musicale. 

1)  Trombetta,  trombetto,  ^rombettiere: 
sonatore  di  tromba  tra  i  militari. 

2)  Tromba,  ciarlone,  rifischione  :  chi 
facilmente  riporta  le  cose  ;  bisogna  fàgli 
sàvè  nàgòtt  perchè  Ve  on  trombèta  di 
primm  =  bisogna  non  lasciargli  saper 
nulla  pei'chè  è  una  tromba  tra  le  prime. 

3)  Trombino  :  specie  di  paste  dolci 
fatte  a  forma  di  piccole  trombettine  che 
si  vendono  per  le  vie  fra  la  gente  del 
popolo  e  i  ragazzi. 

trombèta,  v.  att.  =  strombettare  :  sonar 
molto  e  noiosamente  tromba  o  trom- 
betta ;  el  trombèttva  tiltt  el  santo  di 
=  strombettava  tutto  il  santo  giorno. 

1)  Strombazzare  :  far  sapere  quasi  a 
suon  di  tromba. 

2)  Rifilare,  rifischiare  :  riferire,  ri- 
portare una  cosa  ;  fare  la  spia  :  Vàn- 
dàva  à  trombèta  tuécòsé  in  qUeétUra 
=  andava  a  rifilar  tutto  in  questura. 

ronibòn,  s.  m.  =  trombone,  bombardone. 
'Vedi  bombàrdòii. 

1)  Uno  schioppo  più  corto  dell'ordi- 
rnario  colla  bocca  più  larga  :  *  brigtnt 
g^àvéven  el  trombon  =  i  briganti    ave- 
vano il  trombone. 
tròll,  s.  m.  =  tuono  :  strepito   cagionato 


879  -  tro 

nell'atmosfera  dall'esplosione  delle  nubi 
elettriche  ;  ddpo  H  lampo  gli  è  qutLsi 
éémper  el  tron  =  dopo  il  lampo  c'è 
quasi  sempre  il  tuono. 

troiià,  V.  att.  =  tuonare,  tonare,  ragliare  : 
lo  scrosciare  del  tuono  ;  Ve  r^r  che  7 
tròna  che  noi  pioeuva  =  di  rado  tona 
che  non  segna  pioggia. 

1)  Buccinarsi,  sussurrarsi  ;  tronen  de 
fa  dna  dimoètràéion  étàstra  =  si  buc- 
cina che  questa  sera  ci  sia  una  dimo- 
strazione. 

tronàda,  s.  f.  =  tuono,  tonamento  :  il 
iTimoreggiare  del  tuono  ;  tiitVà  'n  tràtt 
é'è  èentii  dna  tronàda  màlàrbèta  = 
tutt'a  un  tratto  s'udì  un  tuono  male- 
detto. 

tronca,*  ».  att.  =  troncare  :  smettere,  in- 
terrompere di  fare  una  cosa,  ed  anche 
rompere  una  relazione,  un'amicizia,  le 
trattative  ;  pàrèiia  che  se  doèsen  éjjosà 
e  tiilVà  'w  tràtt  han  troneaa  tUscòss  = 
pareva  si  dovessero  sposare  e  tutt'a 
un  tratto  hanno  troncato  tutto. 

tronch,  s.  m.  =  ti'onco,  troncone,  fusto  : 
quel  che  rimane  di  un  albero  tagliato 
anche  quando  il  taglio  non  si  fa;  han 
incts  el  nòmni  Sili  tronch  d'óna  piànta 
=  hanno  inciso  il  nome  sul  fusto  d'un 
albero. 

1)  Tronco  :  tratto  di  ferrovia ,  di 
strada. 

tròno,  s.  m.  =  trono  :  seggio  reale  ;  ci 
rè  Véra  éetaa  sili  trono  =  il  re  stava 
seduto  in  trono. 

1)  étla  del  tròno  =  sala  del  trono  : 
quella  dove  è  il  trono. 

tròpa,  s.  f.  =  branco,  frotta  :  un  certo 
numero  d'animali  della  stessa  specie, 
riuniti,  all'aperta  campagna;  ona  tròpa 
de  pégor,  de  cttver,  de  vàcch  =  un  branco 
di   pecore,    di    capre,    di  mucche. 

1)  Per  simil.  un  gran  numero  di 
persone  riunite  ;  lièmm  viét  à  pasti 
dna  tropa  de  gent  =  abbiamo  visto  pas- 
sare un  branco  di  gente. 

tropìn,  agg.  =  troppino  :  dimin.  di 
troppo  ;  el  me  par  on  poo  tropìn  qiièll 
éàlàmm  =  mi  pare  un  po'  troppino 
quel  salame. 

tròpp,  agg.  =  troppo  :  che  è  più  del 
giusto,  del  convenevole,  di  ciò  che  si 
richiede  ;  Vhà  màngiaa  tròpp  pan  = 
ha  mangiato  troppo  pane  ;  el  me  voeilr 
tròpp   ben    =    mi    vuol    troppo   bene  ; 


tro 


-  880  - 


trn 


qiièll  che  Dìo  vceiìr    l'è    mài    tròjjp  = 
quel  che  Dio  vuole  non  è  mai  troppo. 

1)  tUti  i  tròpp  hiii  tròpp  =  il  troppo 
stroppia,  il  troppo  guasta  la  festa,  il 
troppo  non  giova  mai. 

2)  tLnca  tròpp  =  anche  troppo,  d'a- 
vanzo ;  te  Vhoo  ditt  tinca  tròpp  =  te 
l'ho  detto  anche  troispo. 

3)  fin  tròpp  =  dicatti,  anche  troppo; 
te  glie  n'hee  fin  tròpp  de  liber  =  di 
libri  ne  hai  dicatti,  anche  troppi. 

4)  tròpp,  avv.  =  troppo  ;  el  mangia, 
el  dorma,  el  be-v  tròpp  =  mangia,  dorme, 
beve  troppo. 

5)  minga  tròpp  =  non  troppo  :  poco, 
non  abbastanza  ;  éont  minga  tròpp 
content  dèla  mia  Scola  =  non  sono 
troppo  contento  deUa  mia  scuola. 

6)  ^jwr  tròpp  =  pur  troppo  :  affer- 
mazione di  cosa  spiacevole,  dolorosa. 

7)  el  éàrta  tròpp  =  ti'oppo  sarebbe, 
sarebbe  assai  ;  el  éària  tròpp  se  fusen 
tùt-i  eàtìv  i  scolttr  =  troppo  sarebbe  se 
tutti  gli  scolari  fossero  cattivi. 

trosoeiìj  s.  m.  =  rocchio  :  dei  pezzi  d'an- 
guilla e  specialm.  dell'  anguilla  mari- 
nata; de  coleéion  hoo  màngiaa  on  ptira 
de  trosoeu  de  ingitila  àròét  =  per  co- 
lazione ho  mangiato  un  paio  di  rocchi 
d'anguilla  arrosto. 

trota,  V.  att.  =  trottare:  andare  di  trotto; 
si  dice  del  cavallo,  ma  anche  di  chi  è 
a  cavallo;  me  più,s  piisee  trota  che  gà- 
lopti  =  mi  piace  di  piii  trottare  che  ga- 
loppare. 

1)  rig.,  di  chi  cammina  con  passo 
celere,  quasiché  di  corsa.  Vedi  luolà, 
tàpàscià. 

2)  trota,  tròta  scimbioeu  che  doman 
fàrèmm  fàsoRii,  dopo  dimàn  fàrèmni 
bàsgiànn,  j^^}'  fa  sta  àlégher  i  he}  to- 
sami =  trucci,  trucci  cavallino,  mena 
l'asino  al  mulino,  il  mulino  è  rovinato, 
il  mugnaio  s'è  impiccato,  s'è  impiccato 
alla  catena,  e  la  moglie  si  chiama  Lena. 
La  canzonetta  toscana  che  corrisponde 
alla  nostra  è  piir  lunga.  Vedi  màrón,  7) 
ed  anche  scimbiceu,  1). 

trotàda,  s.  f.  =  trottata  :  una  corsa  o 
l)asseggiata  fatta  al  trotto. 

])  /a  dna  trotMa  =  fare  una  trottata: 
andare  a  spasso  in  legno,  o  a  cavallo; 
se  in  legno  dicesi  anche:  fare  una  sca- 
rozzata. 

trotàdòr,  s.  m.  pi.  =  guide,  rotaie,  bat- 
tute :  le  due  liste  di  lastra   nel  mezzo 


della  contrada  per  i  carri;  Ve  dna  citaa 
mòrta  dóe  gh^è  i  coìitràd  sénàa  trotà- 
dòr =  è  una  città  morta,  dove  le  vie 
non  hanno  le  battute. 

trotola,  *  s.  f.  =  trottola:  giocattolo  da 
fanciulli  :  piccolo  arnese  di  legno  in 
forma  di  una  pera  colla  punta  di  feiTO 
che  si  fa  girare  su  sé  stessa,  tirando 
fortemente  una  cordicella  avvoltavi  in- 
torno. Non  è  il  bìrlo,  =  palèo. 

1)  vèsé  in  trotola  tt'itt  el  di  =  gi- 
ronzolare ,  andar  qua  e  là  tutto  il 
giorno. 

tròtt,  s.  m.  =  trotto:  andatui'a  del  ca- 
vallo tra  il  passo  e  il  galoppo,  e  la 
maniera  di  trottare. 

1)  ài  tròtt  =  di  trotto,  trottando;  han 
faa  là  strada  ài  tròtt  =  hanno  fatto  la 
strada  di  trotto. 

trova,  'V.  att.  =  trovare.  Vedi  troà.  An- 
che pei  derivati. 

triicà,  V.  att.  =  cozzare,  urtare.  Vedi 
triisà. 

1)  Mazzerangare,  pillonare,  mazza- 
picchiare:  battere  il  selciato,  il  terreno 
colla  mazzeranga. 

trucàss,*  V.  rifl.  =  truccarsi:  accomodarsi 
la  persona  così  da  rappresentare  con 
più  verità  il  personàggio  di  cui  uno  fa 
la  pai'te  in  teatro  ;  el  Novèli  el  se  truca 
piirànca  poHd,  =  il  Novelli  si  trucca 
pui"  bene. 

triicch,  s.  m.  =  stratagemma,  imbroglio: 
negozio  immaginato,  ordito  per  ingan- 
nare altrui.  Dal  frane,  irne. 

1)  Mazzeranga,  mazzapicchio,  pillone: 
sorta  di  pestone  por  terreno,  ciottolato, 
massicciato,  ecc. 

trufa,  s.  f  =  truffa,  inganno,  frode  : 
danno  procurato  altrui,  sorprendendo 
la  sua  buona  fede;  qiièla  fàda  tlla  Pòsta 
Vèstàda  dna  trufa  tremènda  =  la  truffa 
fatta  alla  Posta  fu  enorme;  Vhan  con- 
dànaa  tre  vòlt  per  trufa  =  l'hanno  con- 
dannato tre  volte  per  truffa. 

triifà,  *  V.  att.  =  truffare  :  commettere 
una  truffa  a  danno  altrui;  rubare,  sot- 
trarre ad  alti'i  roba  o  danari  con  in- 
ganno; el  s'è  làéaa  triifà  diisènt  tir  = 

.    si  lasciò  truffare  duecento  lire. 

triifàdór,  s.  m.  =  ti-uffatore  :  colui  che 
truffa;  el  pareva  on  gàlàntòmm  e  in- 
vece Véra  on  triifàdór  coi  fiòcch  =  pa- 
reva un  galantuomo  e  invece  era  un 
truffatore  coi  fiocchi. 

triig'ii,  s.  m.  =  caparbio,  ostinato,  duro: 


tru 


881 


tum 


rè  on  gran  triign  qiièll  òmm  ■=  è  pure 
ostinato  quell'uomo. 

1)    Anche  :    pentolone,    piaccianteo  : 
uomo  lento  a  muoversi,  ad  agire. 

triiind;  s.  in.  =  cassettiera:  mobile  piut- 
tosto alto  e  stretto  a  molti  cassetti  per 
riporvi  biancheria,  abiti  e  sim. 

trupa,  s.  f.  =  truppa:  esercito,  gente  ar- 
mata- han  faa  vegnt  là  trQpa  per  paura 
di  hordej  =  hanno  fatto  arrivar  la  truppa 
per  paura  dei  subbugli. 

triisà,  V.  att.  =  cozzare  :"  dei  montoni  e 
d'altri  animali  che  ui'tano  collo  corna. 

trflscifl,  s.  f.  =  trascia,  fretta,  affaccen- 
damento: l'affaccendarsi. 

1)  vèsè  in  tr'ù,scia  =  ossero    in  fac- 
cende, affaccendati. 

triiscià,  V.  att,  =  affaccendarsi,  acciac- 
cinarsi,  ammostare  :  darsi  un  gran  da 
fare,  affannarsi  in  un  modo  frettoloso; 
là  trùscia  per  prepara  'l  disntU  =  si 
affaccenda  per  preparare  il  pranzo. 

triiscìòn,  .5.  m.  =  ammestone,  faccen- 
done; chi  molto  e  volentieri  ammesta; 
l'è  on  truscion  che  7  ptlr  che  tiltt  el 
de  fa  ghe  l'àbia  Hi  =  è  un  ammestone 
che  pare  tutto  il  da  fare  l'abbia  lui. 

truta,  s.  f.  =  trota:  specie  di  pesce  squi- 
sito e  finissimo  d'acqua  dolco;  gh'è  de 
qiiij  che  preferìèen  là  trùta^àl  hrànsìn 
=  ve  n'ha  di  quelli  che  preferiscono  la 
trota  al  nas  Ilo. 

1)  ceuee,  ceilv  de  trùta.Yeài  oeÙT,  24). 

tu,  pron.  =  tu.  L'usiamo  nella  sola  frase 
à  tu  per  iti  =  da  solo  a  solo,  a  quat- 
tr'  occhi  ;  e  vèés  ài  tii  per  tu  =  stare  a 
tu  por  tu,  contrastare  o  contendere  con 
alcuno  ribattendo  ogni  sua  proposta  o 
ragione,  stare  di  fronte  ad  uno  o  a  qual- 
che cosa. 

tiibàtòr,  s.  m.  =  banditore  :  annunzia- 
ti tre  pubblico  nello  aste  o  incanti. 

tiibèrcol,  s.  m.  =  tubercolo  :  ogni  pic- 
colo ascesso  o  tumoretto  cho  formasi 
noi  corpo  e  più  pai-ticolarmente  nel 
polmone. 

tubèrcolòs,  *  agg.  =  tubercoloso:  cho  ha 
i  tubercoli;  poer  diàol!  §e  vèd  lontàn 
■cnt  mìa  che  l'è  tiibcrcolós  =  poveretto! 
si  vede  lontano  cento  miglia  che  è  tu- 
bercoloso. 

tubercolòsi,  *  s.  f.  =  tubercolosi  :  il 
principio  di  tisi  tubercolare  ;  là  tilbèr- 
coldsi  piir  tròpp  l'è  dna  màlàtìa  ere- 
ditària =  la  tubercolosi  pur  troppo  è 
una  malattia  ereditaria. 


tuberósa,  s.  f.  =  tuberoso:  soita  di  fiore 
candido  ed  odoroso  con  radice  tuberosa: 
l'odor  di  tUberds  Ve  tròpp  àciitt  -  l'o- 
dore dei  tuberosi  è  troppo  acuto. 

tUbètt,*  s.  m.  =  tubetto:  piccolo  tubo  per 
lo  più  contenente  colori,  o  brodo  con- 
densato, 0  medicine;  ront  on  tilbètt  del 
Màgi  "ée  fa  on  broeud  ecelènte  =  con  un 
tubetto  del  Maggi  si  fa  un  brodo  ec- 
cellente; on  tiibètt  de  àiéro  àntidiftérich 
el  còsta  di  dànee  tanti  =■  un  tubetl  o  di 
siero  antidifterico  costa  di  molti  danari. 

tubo,  s.  m.  =  scartoccio  :  quei  cilindri 
di  cristallo  che  si  mettono  ai  lumi  ad 
olio,  a  petrolio,  a  gas.  Li  chiamiamo 
anello  tubo  déla  lucèrna,  Tèder 
dèla  liicérna. 

1)  Tubo,    canna:  *    t^bi  de    l'acqua 
potàbil  =  i  tubi  dell'acqua  potabile. 

tiicc,  agg.  pi.  =  tutti,  tutte;  plur.  di  tiltt 
=  tutto.  Vedi  tutù* 

tiiff,  s.  m.  =  tufo:  sorta  di  roccia  calca- 
rea, porosa  che  s'usa  speoialm.  come 
ornamento  nei  giardini. 

1)  Tanfo,  sito  :    puzzo   forte  di  mu- 
cido, di  muffa. 

2)  odor  de  tiiff  =  puzzo  di  rinchiuso. 
tugruri,  s.  m.  =  tugurio:  povera  casetta, 

piuttosto  squallida. 

tìiìn,  s.  m.  =  sgricciolo:  specie  d'uccello 
piccolo. 

1)  Giacchetta:  piccola  giacca  corta  o 
stretta. 

tnlipàn,  s.  m.  =  tulipano:  pianta  che  ha 
cipolla  e  un  fiore  non  odoroso,  ma  vago 
per  la  diversità  dei  colori. 

1)    Fig.    Persona    dappoco,    grullo, 
trullo. 

tiiH,  s.  m.  =  tulle:  sorta  di  tessuto  rado 
a  mo'  di  volo,  per  guarnizione  di  vesti 
femminili  ed  anche  per  abiti  da  ballo; 
l'era  vestlda  de  tiill  biàneh  e  là  parerà 
dna  nwola  =  era  vestita  di  tulle  bianco 
e  pareva  una  nuvola. 

tiimòr,  s.  m.  =  tumore:  enfiamento  mor- 
boso, sporgente  alla  superficie  di  qual- 
che parto  0  anche  nell'interno  del  corpo 
animalo  ;  ghe  dà  faùra  éémper  di  tii- 
mòr in  èill  còli  =  gli  sortono  sempre 
dei  tumori  sul  collo  ;  l'è  mòrta  per  on 
tiimòr  in  del  vénter  =  è  morta  per  un 
tumore  nel  ventre;  g'han  faa  l'opera- 
éiòn  e  g'han  tòlt  fceura  on  tiltnòr  che, 
H  pestiva  mèés  chilo  =  le  hanno  fatto 
l'operazione  e  le  hanno  levato  un  tu- 
more che  pesava    mezzo  chilogramma. 


tum 


882 


tut 


tiimult,  s.  m,  =  tumulto  :  rumore  di 
molta  gente  che  grida,  strepita  e  al- 
l'occasione si  picchia,  e  anche  specie 
di  rivolta  ;  càsees  minga  in  mèéé  ài 
tiimtlU  =  non  cacciarti  in  mezzo  ai  tu- 
multi. 

tùnel,  s.  m.  =  traforo,  galleria  :  quello 
per  cui  la  ferrovia  o  qualunque  altra 
strada  passa  attraverso  una  montagna, 
forandola,  non  valicandola;  el  t&nel  del 
Cenìs,  del  Oott^rd,  del  Sempion  =  il 
traforo,  la  galleria  del  Cenisio,  del  Got- 
tardo, del  Sempione  ;  che  fila  de  Mnel 
gW  è  éùla  lìnea  de  Mildn  Ohiou-  Pisa 
che  seguito  di  gallerie  c'è  sulla  linea 
Milano-Grenova-Pisa. 

tiìueséla,  s.  f.  =  tonachella,  tonachetta: 
paramento  del  diacono  e  del  suddiacono. 

tunica,*  s,  f.  =  tunica:  la  giubba  dei  mi- 
litari 0  alla  militare  ;  l'ha  faa  rimo- 
derna là  tùnica  =  fece  mettere  a  nuovo 
la  tunica. 

turba,  s.  f.  =  turba  :  moltitudine  con- 
fusa di  persone,  per  lo  più  di  gente 
volgare. 

tiirbànt,  s.  m.  =  turbante  :  copertura 
del  capo  degli  orientali  formata  con  piiì 
fasce  avvolte  l'una  sull'altra. 

turbili,  s.  ni.  =  turbine  :  vento  impe- 
tuoso e  vorticoso;  è  vegniiii  éii  on  thr- 
bin  che  Vhà  traa  giò  tUti  i  piani  de 
Vòrt  =  sorse  un  turbine  che  abbattè 
tutte  le  piante  dell'orto. 

tiirbìna,*  s.  f.  =  turbina,  turbine  :  mac- 
china motrice  a  ruote  orizzontale  o  ver- 
ticale; iiren  sii  l'acqua  coni  dò  tiirbinn 
=  tirano  su  l'acqua  con  due  turbine. 

turca ,  (ala)  avv.  =  alla  turca  :  alla 
maniera  dei  turchi;  setàés  giò  Ma  turca 
=  sedersi  alla  turca:  in  terra  colle  gambe 
incrociate. 

tttreli,  agg.  =  turco,  della  Turchia  ;  là 
lìngua,  là  pipa  tUrca  =  la  lingua,  la 
pipa  turca  ;  el  tàbàech  ticrch  =  il  ta- 
bacco turco;  bév  el  càfè  tur  eh  =  bere  il 
caffè  turco. 

1)  s.  m.  Abitante  della  Turchia;  i 
tilrch  hin  indree  di  èècol  in  confrónt 
ài  rèSt  de  rEurdpa  =  i  turchi  sono  in 
arretrato  di  un  secolo  in  confronto  al 
resto  d'Europa. 

2)  La  lingua  che  parlano  i  turchi  ; 
impara,  studiti,  pària  H  tilrch  =  im- 
parare, studiare,  parlare  il  turco. 

8)  pariti    tiirch  =    parlar    turco  :    in 


modo  da  non  farci  intendere.  Diciamo 
anche;  pariti  tiràbo. 

4)  bèsteìnti,  bév^  fiimti  còme  on  tiirch 
=  bestemmiare,  bere,  fumare  come  un 
turco  :  di  chi  bestemmia  molto  e,  be- 
stemmiando dice  eresie  orribili;  di  chi 
beve,  fuma  molto. 

tìirchèsa,  s.  f.  =  turchese,  turchina  : 
una  pietra  preziosa  di  colore  turchino 
e  talvolta  di  verde  azzurrino  non  af- 
fatto trasparente  ;  m'  han  regàlaa  on 
bèli  aneli  eòi'  turchis  =  m'hanno  rega- 
lato un  bell'anello  coi  turchesi. 

turi  boi  e  tiìrìbol,  s.  m.  =  turribolo,  in- 
censiere: vaso  metallico  con  catenelle 
in  cui  si  arde  incenso  nelle  sacre  fun- 
zioni. 

turliil•u,^s.  m.  =  turlum,  baggeo,  sto- 
lido; te  see  étaa  on  gran  tiirliirH  à  ve- 
gnì  via  de  botega  =  sei  stato  un  gran 
turlurù  ad  abbandonar  la  bottega. 

turno  e  turno,  s.  m.  =  turno:  rincorri- 
mento  dell'alternativa  nell'esercizio  di 
qualche  ufficio;  qioànd  vén  el  me  turno 
soni  proni  =  quando  viene  il  mio  turno 
son  pronto. 

1)  per  turno  =  per  turno  :  per  giro, 
dopo  l'uno  l'altro;  i eiàniàven per  turno 
à  fa  i  eserciéi  ài  àtrèés  =  li  chiama- 
vano per  turno  a  fare  gli  esercizi  agli 
attrezzi. 

turquàss,  s.  m.  =  una  specie  di  stoffa 
di  seta  leggera,  per  guarnizione  spo- 
cialm.  di  cappelli  da  signora. 

tiiscòss  e  tiitcòss,  s.  m.  =  ogni  cosa, 
tutto;  el  troeiiva  tiiécòéà  bòn  =  trova 
tutto  bono;  hoo  mst,  soo  tiitcòéà  =  ho 
veduto,  so  ogni  cosa;  iiiàcòàé  me  va  mài 
=  tutto  mi  va  male. 

tìitèla,  s.  f.  =  tutela  :  T.  leg.  assistenza 
e  cura  della  persona  ed  amministra- 
zione dei  beni  e  diritti  di  un  pupillo  ; 
vèés  fceilra  de  tutèla  =  essere  uscito  da 
sotto  tutela:  essere  maggiorenne. 

tiitelà,*  V.  alt.  =  tutelare,  proteggere,  di- 
fendere :  specialm.  di  chi  deve  curare 
gli  interessi  propri  od  altrui;  g'hoo  rà- 
comàndaa  à  Vàocàtt  de  tiitelti  'l  mi 
interèsé  =  ho  raccomandato  all'avvocato 
di  tutelare  il  mio  interesso. 

tuti,*  agg.pl.  =  tutti,  tutte:  plur.  di  tiitt 
=  tutto;  tùti  voeùren  dì  là  sòci  =  tutti 
vogliono  metter  becco  ;  tUti  i  dmen 
g'han  i  éò  fastìdi  =  tutti  gli  uomini 
hanno  i  loro  fastidi;  in  tùli  i  cà  gh'c 
'/  éò  bòn  e  'l  éò  gràmm  =  in  tutte  le 


tot 


-  88b  - 


tut 


case  c'è  il  suo  bene  e  il  suo  male;  el 
vedi  tùli  i  di  =  lo  vedo  tutti  i  giorni; 
el  va  tùti  i  èer  à  teàter  =  va  tutte  le 
sere  a  teatro  ;  tUti  i  sani  =■  tutti  i  santi: 
ognissanti. 

1)  tdti  =  tutti:  per  tutti  o  quasi  tutti 
gli  uomini  ;  tùti  pòden  sbàlitL  =  tutti 
possono  sbagliare. 

2)  Anche:  tutti  coloro  di  cui  si  parla 
senza  eccezione;  i  me  àeolàr  qilèst'ànn 
hin  pàéaa  tati  =  i  miei  scolari  que- 
st'anno sono  stati  tutti  promossi. 

tiitòr,  s.  m.  =  tutore  :  chi  o  per  testa- 
mento ovvero  per  legge  ha  la  tutela  di 
un  pupillo  ;  el  g'hà  on  tutor  che  ghe 
voeùr  ben  come  on  pàder  =  ha  un  tu- 
tore che  gli  vuol  bene  come  un  padre, 
l)  mètt  èdta  à  tiltor  =  mettere  sotto 
tutela. 

tilt  óra,  avv.  =  tuttora,  ancor  ora.  Più 
spesso  però  noi  lo  diciamo  per:  appena 
che;  tiitora  che  riva  i  dànee,  phrtem 
=  appena  che  arrivano  i  danari  par- 
tiamo. 

tutrìce,*  e  tiitrìs,  s.  f.  =  tutrice  :  là 
tUtrice  di  fioeu  l'è  là  mtlma  =  la  tu- 
ti'ice  dei  figli  è  la  madre. 

tiitt,  agg.  =  tutto:  indica  1'  interezza  di 
una  cosa;  la  sua  quantità  senza  man- 
camento, senza  deflcenza  ;  hoo  legiilii 
tuta  là  OerUsàlhne  Liberata  in  d'ona 
■Hra  =  ho  letto  tutta  la  Gerusalemme 
Liberata  in  una  sera;  l'ha  invidaa  à 
disntt  tata  là  fàmìlia  de  éò  fràdèll  = 
invitò  a  pranzo  tutta  la  farfiiglia  di  suo 
fratello; /'/?à  éegùitaa  tiitt  eldìàpiceùn 
=  seguitò  tutto  il  giorno  a  piovere;  là 
(empietà  l'ha  riiinaa  tiltt  el  giàrdtn 
=  la  tempesta  guastò  tutto  il  giardino. 

1)  Si  prepono,per  aggiungere  efficacia 
a  intrégh  =  intero,  tilter  =  altro  ;  el 
màìula  gid  i  cànim,éi  tiltt  iìArégh  =  in- 
ghiotte lo  caramello  tutt' intero;  l'è  tiitt 
Alter  che  àlégher  éto  SU  chi  =  questo 
posto  è  tutt' altro  che  allegro. 

2)  vèsé  tiltt  =  essere  il  tutto:  ossero 
l'essenziale;  là  fedeltaa  Ve  tiltt  in  d^ on 
cài'er  =  la  fedeltà  è  il  tutto  per  un 
cassiere.  Vedi  anche  yèss,  10), 

3)  tiltt  el  di  =  tutto  il  giorno,  tutto 
dì:  continuamente,  del  continuo  ;  éé- 
giliten  tiitt  el  di  à  àonà  i  càmpànn  = 
seguitano  tutto  il  giorno  a  suonar  le 
campane. 


4)  cont  tiltt  qiièàt  =  con  tutto  questo, 
con  tutto  ciò:  nonostante,  tuttavia,  non- 
dimeno ;  quànd  t'hee  disiibedii  te  ée 
éett  Sémper  troaa  màlcontént  e  con  tiitt 
qilèét  te  disiibedìèet  àncàmd  =  quando 
hai  disobbedito  ti  sei  sempre  trovato 
malcontento,  e  con  tutto  ciò  disobbe- 
disci ancora. 

6)  del  tiitt,  in  tutt  e  per  tiltt  =  del 
tutto,  al  tutto,  in  tutto,  affatto,  appieno: 
interamente,  totalmente  ;  l'è  ròtt  del 
tiltt  =  è  rotto  del  tutto,  affatto;  l'è  drh 
del  tiitt  =  è  cieco  affatto,  al  tutto. 

6)  de  per  tiitt  =  da  per  tutto,  per 
tutto:  ovunque,  in  ogni  parte;  càscia 
H  nds  de  per  tiltt  =  mettere  il  naso 
dovunque. 

7)  tutt  qiièll  mài,  tiltt  ài  pii  =  tut- 
t'al   piiì,    al  più  al  più. 

8)  fa  de  tutt  =  far  di  tutto,  arra- 
battarsi, darsi  gran  moto:  volgersi  da 
ogni  paiie  per  ottenere  una  cosa. 

9)  quànd  s'è  ditt  qilèét  s'è  ditt  tiitt 
=  quando  s'è  detto  questo,  è  finito  il 
discorso. 

10)  tiltt  à  'n  tràtt  =  tutto  a  un  tratto, 
in  un  tratto:  subitamente,  in  un  istante; 
ci  temporàl  l'è  vegniiii  sii  tiltt  à'n  tràtt 
=  il  temporale  si  scatenò  tutto  a  un 
tratto. 

11)  là  ghe  voeùr  iUta  =  la  ci  vuol 
tutta;  è  una  gran  sfacciataggine.  Vedi 
Yorèg:!!,  2  . 

1 2)  sta  ài  iiitt  =  adattarsi  al  tutto  ; 
contentai  si  di  tutto. 

13)  à  tiitt  =  a  tutto  spiano  ;  cor  à 
tiitt  cor  =  correre  a  tutto  spiano,  a 
rotta  di  collo  ;  pioeuv  à  tiltt  pioeuu  = 
piovo  dirottamente. 

14)  in  tiitt  e  per  tiitt  =  in  tutto,  in 
tutto  assolutamente  :  sotto  ogni  rispetto. 

15)  Ve  tiltt  la  =  è  tutto  lui:  gli  so- 
miglia moltissimo. 

16)  Ve  iiitt  el  me,  el  tò,  el  éò  =  è 
proprio  quel  elio  mi  ci  vuole  ;  è  pro- 
prio secondo  il  mio  desiderio.  Spesso 
l'usiamo  ironicamente. 

17)  vèsà  tiltt  in  d'on  àcqua^  in  d'on 
dolor  e  sim.  =  esser  tutto  sudato,  tutto 
in  un  dolore  ;  esser  molto  sudato,  sen- 
tir un  dolore  molto  acuto  e  sim. 

tiitùna,  agg.  =    tutt'  uno,    la    medesima 
cosa,  la  cosa'  stessa. 


884  - 


ufi 


U 


n,  =  u:  diciottesima  lettera  dell'alfabeto. 
Ha  due  suoni;  P  ii:  suona  come  l'u  to- 
scano in  quasi  tutte  le  parole  derivate 
dall'italiano,  che  hanno  dopo  l'u  un 
gruppo  composto  di  nasale  più  conso- 
nante; p.  es.  ;  pimt,  fung,  giunta, 
épuvga,  mimg,  ungia,  vunc,  da  punto, 
fungo,  giunta,  spugna,  mungere,  un- 
ghia, unto  ;  2^  il:  suona  come  l'ii  fran- 
cese in  tutte  le  parole  che  derivano 
dall'  italiano  coli'  u  non  seguito  dal 
gruppo  suddetto;  pilr,  étriitt,  milr,  miicc 
muli,  mula,  miida,  niid,  àpiià,  criidél, 
stùa,  imlpit,  sUbit,  fiinicolàr,  ecc.,  da 
puro,  strutto,  muro,  mucchio,  mulo, 
mula,  muta,  nudo,  sputare,  crudele, 
stufa,  pulpito,  subito,  funicolare,  ecc. 
Non  mancano  però  eccezioni  come  tam- 
bùr,  turibol,  da  tamburo,    turribolo, 

ìibedi,  V.  alt.  =  ubidire,  ubbidire,  obbe- 
dire, eseguire:  faro  ciò  che  uno  comanda 
adempiere  l'altrui  volere;  per  sàvè  co- 
manda bisogna  tmpàrtL  à  Ubedi  =  per 
saper  comandare  bisogna  imparare  a 
ubbidire. 

ubedièusa,  s.  f.  =  ubbidienza,  obbedienza: 
il  faro  ciò  che  viene  imposto  o  coman- 
dato dai  superiori,  dalla  legge;  in  d'on 
ficeil  l'iibediénsa  l'è  là  prima  di  virtù 
=  nei  ragazzi  l'ubbidienza  è  la  prima 
delle  virtù.  • 

iidièusa,  s.  f.  =  udienza:  ammissione  di- 
nanzi a  principi  o  gran  personaggi  ; 
l'haa  otegniiii  dn'iidiénéa  dal  prefètt  = 
ha  ottenuto  una  udienza  dal  prefetto. 
1)  L'udire  che  fanno  i  giudici  le  ac- 
cuse e  le  discolpo  degli  accusatori;  in- 
corH  l'era  minga  dì  d'udiénéa  ài  tri- 
bUìitLl  =  oggi  non  era  giorno  d'udienza 
in  tribunale. 

iibediéut,  agi;.  =  ubbidiente  :  chi  ubbi- 
disce volentieri. 

udito,  *  s,  m.  =  udito  :  uno  dei  cinque 
sensi,  l'organo  dei  quali  è  l'orecchio; 


el  g'Ità  on  Udito  finiéim  =  ha  un  udito 
finissimo. 
iiditor,  s.  m.  =  uditore  :  scolaro  am- 
messo solo  ad  udire  le  lezioni  con  corta 
libertà;  l'è  étaa  àmèéé  come  ilditòr  ài 
politéeme  de  Siirìgh  =  fu  ammesso 
come  uditore  al  politecnico  di  Zurigo. 
iiditòri,*  s.  m.  =  uditorio  :  tutti  coloro 
che  stanno  ad  udire  un  oratore  e  spo- 
cialm.  un  predicatore  ;  el  g'hà  éémper 
on  Uditòri  enórme  =  ha  sempre  un 
uditorio  grandissimo,  affollatissimo. 
uflciàl,  agg.  =  ufficialo,  officiale:  che 
emana  dagli  uffici  pubblici  e  quindi  ne 
ha  la  conveniente  autorità  ;  là  notista 
oràmti  Ve  uficitLl  =  la  notizia  è  or- 
mai ufficiale. 

1)  Graduato  superiore  dell'  esercito; 
Ve  iiflcitil  de  càvàleria  =  è  ufficiale  di 
cavalleria;  el  circol  di  ilficiài  =  il  cir- 
colo degli  ufficiali. 
Ullciàlitaa,*  s.  f.  =  ufficialità:  il  complesso 
degli  ufficiali  dell'  esercito,  o  di  una 
pai-te  dell'esercito:  VUficiàlitaa  del  re- 
gimént,  del  bàtàlion  =  V  ufficialità  del 
reggimento,  del  battaglione. 
ufisi,  s.  m.  =  ufficio,  officio  :  il  luogo 
dove  stanno  a  lavorare  gli  impiegati 
pubblici;  V ufisi  del  register  =  l'ufficio 
del  registro  ;  V  ufisi  de  ricevitorìa  = 
l'ufficio  di  ricevitoria  ;  càpp  d'ufìéi  = 
capo  ufficio. 

1)  Funzione  religiosa  che  si  fa  in 
suffragio  dei  morti;  el  filneràl  ghe  Vhan 
faa  ineoetl,  ma  Vufièi  ghe  '  l  dìsen  do- 
mdn  màtìna=  il  trasporto  gliel'  hanno 
fatto  oggi,  ma  1'  ufficio  glielo  cantano 
domattina.  ^ 

2)  Preghiera   quotidiana  a  cui  è  te| 
nuto  il  sacerdote  e  consiste   nella   vr 
cita  delle  ore   canoniche   fatta   in  coi 
0  privatamente. 

uflsià,  v.  att.  =  ufficiare,  uffiziare:  cel( 


u.?a 


—  885  — 


ult 


brare  i  divini  uffizi  in  una  chiesa:  eser- 
citare, mantenere  il  culto  in  una  chiesa. 
Oga,  s.  f.  =  uva:  frutto  della  vite  da  cui 
si  cava  il  vino;  l'Éga  là  màdùra  d'àii- 
tun  =  l'uva  matura  d'autunno. 

1)  grana  d'Uga  =  chicco  d'uva. 

2)  là  péli  de  Vttga  =  buccia  o  fio- 
cini; grànelitt  o  gàndolitt  de  l'Uga  = 
vinaccioli. 

3)  uga  biciolàna  =  uva  galletta:  spe- 
cie d'uva  a  chicchi  grossi  ed  oblunghi; 
Uga  americana  =  uva  ananas  :  specie 
d'uva  dolcissima,  con  sapore  d'ananas, 
buona  a  mangiarsi,  ma  che  non  fa  vino 
buono;  Uga  sjieron  de  gali  =  uva  spina; 
%a  pàsa  =  uva  passa,  passula. 

4)  peata,  àchiscià  l'itga  =  ammostare, 
pigiar  l'uva:  por  farne  il  vino  nei  tini. 

5)  Uga  che  péne  =  uva  ghezza.  Vedi 
pene. 

6)  dols  come  Vfiga  =  dolcissimo  :  di 
sapore  e  fig.  anche  di  cai-attere. 

7)  che  Uga!  esclamaz.  nostra  volgare 
che  ha  molti  significati  :  per  es.  che 
arie  !  quanto  chiasso  !  che  noia  !  ecc. 

iighèta,  s.  f.  =  passula,  uva  tui-ca,  uva 
passerina:  specie  d'uva  secca  che  usa 
in  parecchie  vivande,  specialm.  nelle 
vi  va  ade  dolci. 

1)  Eibos  :  pianticella  che  fa  grappe- 
letti  con  piccoli  chicchi  di  piacevole 
sapore  dolcj  agl'etto  ;  iighèta  bianca, 
iighèta  rosa  =  ribes  bianco,  ribes  rosso. 

ugìa,  s.  f.  =  uggia:  eiàpà,  vègh  in  Ugia 
=  avere  in  uggia,  di  ciò  che  ci  riesce 
uggioso. 

iigriòs,  *  agg.  =  uggioso  :  che  dà  uggia, 
noia,  fastidio;  cóme  l'èiigios  qUèll'òmm 
coni  tati  iéò  pedàntertj  /  =  come  è 
uggioso  quell'uomo  con  tatte  le  sue  pe- 
danterie. 

jigola,  *«./■.  =  ugola:  parte  glandulosa 
all'estremità  del  palato,  presso  le  fauci; 
ghe  S'è  infiàmaa  l'ugola  =  gli  si  è  ir- 
ritata l'ugola. 

1)  àndà  in  éii  V ùgola  =  andar  por 
traverso:  di  cibo  o  bevanda  che  arri- 
schi di  entrare  nel  canal  del  fiato  e  che 
dà  una  fastidiosa  sensazione  in  gola  e 
produce  la  tosse  violenta. 

ugual,  agg.  =  uguale,  piano,  liscio:  senza 
asprezze,  senza  scabrosità  ;  éent  come 
l'è  bèli  Ugual  àio  tàol  =  senti  come  è 
ben  liscia  questa   tavola.  Yedi  egnàl. 

iignàlà  e  ìiguàlià)  v.  att.  =  agguagliare. 


pareggiare  :  rendere  due  o  più  cose 
uguali,  pari  fra  loro. 

iiguàliànsa,  s.  f.  =  uguaglianza,  egua- 
glianza. Vedi  eguàliànsa. 

iij,  iij  là,  fiia  =  arri,  arri  là.  Voce  con 
cui  si  incitano  specialm.  gli  asini. 

filcera,  s.  m.  =  ulcera:  piccola  piaga  ca- 
gionata non  da  colpo  o  ferita,  ma  da 
umore  acre,  e  maligno;  gh''è  vegniiii  i 
ùlcer  in  bòca,  in  del  èidmegh  =  gli  son 
venute  le  ulceri  in  bocca,  nello  stomaco. 

iìlceràsiÓM,  *  s.  f.  =  ulcerazione  :  for- 
mazione dell'ulcera,  delle  ulceri  ;  gh'è 
è' è  smlùpaa  on' iilceràéidn  minga  de 
pòech  =  gli  si  è  sviluppata  una  ulce- 
razione non  leggiera. 

fìlster,  s.  m.  =  specie  di  pastrano  agiato, 
allacciato  di  dietro  con  duo  code  {éen- 
tUritt). 

filtim,  agg.  =  ultimo  :  che  nell'  ordine 
viene  in  fine;  l'è  sémper  Vùltim  a  rivtL 
=  arriva  sempre  ultimo. 

1)  Chi  è  0  coloro  che  sono  in  fino, 
all'estremo;  ài  Ultlni  gh'è  tocaa  pii  na- 
gòtt  =  agli  ultimi  non  toccò  più  nulla. 

2)  di  ùltim  =  degli  ultimi  :  infimo, 
uomo  di  poco  conto.  In  questo  senso 
anche  Èltim  ;  l'è  Vùltim  déla  clài'à  = 
è  l'ultimo  della  classe;  il  più  infimo. 

3)  Vùltim  di  penéér  =  l'ultimo  dei 
pensieri:  la  cosa  a  cui  si  pensa  meno; 
Véra  prdpi  Vùltim  di  me  penéér  =  a 
questo  proprio  non  ci  pensava. 

4)  in  ùltim  =  all'ultimo,  in  ultimo, 
da  ultimo:  ultimamente;  in  ùltim  el 
podéva  pii  ntnca  pària  =  da  ultimo 
non  poteva  più  neppur  parlare  ;  àdèSè 
in  ùltim  Véra  deventaa  bon  come  = 
ora,  in  ultimo,  s'ora  fatto  buonissimo. 

5)  in  ùltim  =  in  ultimo,  alla  fine  di 
un  discorso. 

6)  tirtL  Vùltim  =  dare  i  tratti^  spi- 
rare, morire. 

iiltimà,  V.  att.  =  ultimare  :  condurre  a 
termine,  finire;  Vhà  iiltimaa  là  cura 
e  Ve  tornaa  à  cà  =  ultimò  la  cura  e 
tornò  a  casa. 

iiltiniàiuént,  avv.  =  ultimamente,  in  ul- 
timo, poco  fa  :  negli  ultimi  giorni  o 
tempi;  iiltimàmént  Véra  à  Paris;  àdèéù 
eoo  nò  dòe  'l  àia  =  ultimamente  era 
a  Parigi,  ora  non  so  dove  sia. 

filtra,  (non  plus)  =  non  plus  ultra:  di- 
ciamo anche  noi  di  cose  perfette,  quando 
non  si  può  andare  più  in  là  né  in  malo 
né  in  bene;  sto  vtn  Ve  ^Inonpliis  ùl- 


urna 


886 


mmo 


tra  déla  bontaa  =  questo  vino  è  il  non 
plus  ultra  della  bontà. 
Umàii;  agg.  =  umano:  di  uomo  ;  el  g'à- 
veva  pii  forma  umana   =   non   aveva 
più  forma  umana,  d'uomo. 

1)  Affabile,  benigno:  di  modi  cortesi 
e  buoni;  el  g^hà  on  pàdron  piiàee  ùmdn 
deità  =  lia  un  padrone  più  umano  del  tuo. 

2)  Per  estens.,  sopportabile,  mite; 
ineoeu  'l  frèce  Ve  on  poo  piiéee  ùmdn 
=  oggi  il  freddo  è  un  po'  più  soppor- 
tabile, mite. 

iiiaànàménty  aiw.  =  umanamente,  beni- 
gnamente, cortesemente;  *  operavi  hin 
dmen  tinca  lór  e  van  tràtaa  umùnà- 
ment  =  gli  operai  sono  uomini  anche 
essi  e  devono  essere  trattati  umana- 
mente. 

iiiuànìsàss,  v.  rifl.  =  umanizzarsi  :  am- 
mansarsi, ingentilirsi:  diventar  benigno, 
cortese,  meno  crudele. 

iimànitaa,  s.  f.  =  umanità:  tutti  gli  uo- 
mini in  generale;  Viimànitaa  là  pro- 
grediéà  sèmper  =  l'umanità  progredisce 
sempre. 

1)  Benignità,  bontà,  cortesia,  affa- 
bilità; el  tràta  là  gent  eont  pdca  iimà- 
nitaa  =  tratta  la  gente  con  poca  uma- 
nità. 

ttmànìtàrì,  *  a^g.  =  umanitario:  che  in- 
tende al  bene  generale  degli  uomini; 
là  propaganda  per  là  pàs  l'è  on' opera 
umanitària  =  la  propaganda  per  la  pace 
è  un'opera  umanitaria. 

fimid,  agg.  =  umido:  un  po'  bagnato, 
contrario  di  asciutto;  el  glia  i  man 
àémper  dmid  =  ha  le  mani  sempre 
umide. 

1)  Di  tempo,  quando  nell'aria  c'è 
dell'umidità;  ier  l'è  stà'ia  dna  giornà- 
dtLscia  tìmida  come  =  ieri  fu  una  gior- 
nataccia umida  assai. 

2)  sttLiiéa  umida,  éìt  ùmid  =  stanza 
umida,  luogo  umido  :  dove  per  qual- 
sivoglia cagione  è  dell'umidità. 

3)  s.  m.,  Vùmid  =  l'umido;  Vtìmid 
el  me  impieniùà  de  dolor  =  l'umido  mi 
riempie  di  dolori. 

4)  ètti,  vèèé  à  Vitmid  =  stare,  essere 
all'umido  :  in  luogo  umido,  dove  c'è 
dell'umidità. 

5)  Vùmid  =  l'umido,  lo  stracotto: 
la  carne  cotta  in  guazzetto;  el  vitèll  in 
•Qmid  coi  fung  =  il  vitello  in  umido  coi 
funghi. 

iimiditaa,  s.  f.  =  umidità:  l'essere  umido; 


Ve  étàda  V Umidita^  déla  stànéa  che 
g'hà  faa  vegm,  Vàrtrtte  =  fu  l'umidità 
della  camera  che  gli  ha  fatto  venir  l'ar- 
trite. 

Qmil,  agg.  =  umile ,  modesto  :  dimesso, 
senza  gonfiezza:  che  non  si  vanta,  né 
vanta  le  cose  proprie. 

finiilià,  V.  att.  ■=  umiliare:  abbassare  l'or- 
goglio di  alcuno;  el  profeéòr  V ha  iimi- 
liaa  dentné  à  tati  i  comptign  =  il  pro- 
fessore l'umiliò  davanti  a  tutti  i  com- 
pagni. 

ìimiliàiitj  agg.  =  umiliante:  che  umilia, 
che  abbassa;  di  vòlt  hin  piiéee  ilmilitLnt 
i  fa  che  i  pàròll  ■=  alle  volte  sono  più 
umilianti  i  modi  che  le  parole. 

umiliàsìonj  s.  f.  ■=  umiliazione  :    atti  e 

'  parole  che  esprimono  umiliazione,  l'u- 
miliai-si;  el  fa  dgni  aorta  de  iimilià- 
éion,  piir  de  rìHéì  =  commette  ogni 
sorta  di  umiliazioni,  pur  di  riuscire. 

Ij  L'essere  umiliato;  per  on  pàpt 
vede  che  'l  So  fiosu  Ve  l  pésg  de  tati 
Ve  dna  gran  Umiliàsión  =  per  un  pa- 
dre vedere  ohe  suo  figlio  è  il  peggiore 
di  tutti  è  una  grande  umiliazione. 

iimìliàss,».r*/Z.  =  umiliarsi:  divenire,  farsi 
umile,  abbassarsi;  V ha  doviiu  iimiliàéé 
à  cerea  là  càritaa  =  ha  dovuto  umi- 
liarsi a  cercar  l'elemosina. 

ìimìlmènt,  ave.  =  umilmente  :  in  modo 
umile,  con  umiltà. 

ìiinìltaa,  s.  f.  =  umiltà:  l'essere  umile  e 
la  virtù  che  conduce  a  farsi,  a  sentirsi 
umile:  è  il  contrario  di  superbia. 

iimor,  s.  m.  =  umore  :  secrezione  vege- 
tale 0  animale;  dna  bdna  éildàda  là 
càscia  fceura  tùti  i  Umor  càtw  =  una 
buona  sudata  caccia  fuori  tutti  gli  umori 
cattivi. 

1)  Stato,  disposizione  d'jinimo  ;  vèéè 
de  bòn  Umor  ■=  essere  di  buon  uQiore; 
essere  allegri,  non  malinconici. 

2)  conosé  l'Umor  déla  bèétia.  Vedi 
béstia,  6). 

3)  bèli  Umor.  Vedi  bèli,  32). 
iìmorin,  s.  m.  =  umorista,    bell'umore  ; 

tóa  éorèla  Ve  vùn  de  quìj  Umorin  che 
■vàr  on  Perii  =  tua  sorella  è  tal  bel- 
l'umore, che  vale  un  Peni. 
iimorìsticli,  *  agg.  =  umoristico:  che  ha 
dell'umorismo  e  dicesi  di  giornali,  scritti 
e  sim.;  VOmm  de  Prèja  e  H  OHertn 
Meschìn  hin  duii  gran  bèj  giornài  Umo- 
rìétich  =  l'Uomo  di  Pietra  e  il  Guerino 


una 


—  887  — 


Meschino  sono  due  bellissimi  giornali 
umoristici. 

tinànimitaa,  s.  f.  =  unanimità:  concordia 
d'animo  e  di  volere,  specialm.  nel  dare 
un  voto,  che  riesce  dato  ugualmente  da 
tutti. 

une,  agg.  =  imto:  di  cosa  su  cui  è  spal- 
mato olio  0  grasso  o  che  ne  è  mac- 
chiata. Vedi  vung'. 

1)  s.  m.  Cosa  unta  o  che  unge  e 
specialm.  il  grasso  del  maiale  che  si 
usa  come  olio,  come  condimento." 

ung",  V.  att.  =  ungere:  spalmai'o,  aspar- 
gere 0  macchiare  con  olio  o  grasso. 

1)  ung  i  càdenààS,  i  man  =  unger 
la  ruota,  mascere:  dare  sbruffi,  danari. 

ungàrés,  agg.  =  ungherese:  di  chi  e  di 
ciò  che  è  d'Ungheria;  Ve  on  ungàrés 
=  è  un  UQgherese  ;  *  vìn,  i  eàvài  un- 
gài-ès  =  i  vini,  i  cavalli  ungheresi. 

ungèla,  s.  f.  =  ugnella,  cesellino,  ciap- 
pola: specie  di  piccolissimo  scopello  che 
usano  gli  orefici  e  gli  orologiai. 

ungeta,  s.  f.  =  scarpelletto:  piccolissimo 
scarpello,  proprio  dei  cesellatori. 

1)  Dulotta;  T.  di  fabbro-ferraio:  sgor- 
bietta  da  forare  gli  ingegni  da  chiave. 

2)  Ugnata,  tacoa;  T.  dei  coltellin.: 
la  tacca  nelle  lame  dei  temperini  che 
serve  ad  aprirle. 

3)  Ungula  dell'occhio:  malattia  degli 
ocohi. 

uttgètt,  s.  m.  =  ugnetto:  specie  di  scal- 
pello anche  questo. 

nngia,  s.  f.  =  unghia,  ugna  :  appendice 
cornea  noli' estremità  superiore  o  esterna 
dei  diti  e  degli  artigli. 

1)  seiseiàsé  i  ung  =  leccarsi  i  baffi, 
por  cosa  che  si  affetta  di  non  deside- 
rare e  che  invece  si  desidera  molto  di 
ottenere;  ée  te  glie  Vàvèéet  te  ée  sci- 
seiàrìet  i  ung  =  se  l'avessi  tu,  ti  lec- 
cheresti i  baffi;  te  pddet  scisciàtt  i  ung 
=  hai  fatto  primiera  con  peggio  caiio: 
diciamo  a  chi  parla  in  modo  sprezzante, 
specialm.  di  donna,  per  sigaificare  che 
altre  volte  s'è  contentato  di  peggio. 

2)  mdrdes  i  ung  =  mordersi  le  un- 
ghie: brutto  vezzo  che  molti  hanno  ed 
è  da  fuggire. 

3)  Anche:  mordersi  il  dito  o  le  dita: 
por  dispetto,  p3ntimento;  rhà  voimii  fa 
à  tUti  i  coati  là  Eoa  volontaa  e  àdèéà 
ghe  toeaa  à  mdrdes  i  ung  =  ha  voluto 
fare  ad  ogni  costo  la  sua  volontà  ed 
ora  si  trova  a  doversi  mordere  il  dito. 


4)  Ungia  incàrntida  =  unghia  incar- 
nita. Vedi  incàrnàss. 

5)  boria  in  di  ung  =  dare  nelle  un- 
ghie; vèéé  in  di  ung  =  essere  nelle 
unghie;  vègli  in  di  ung  =  avere  tra  le 
unghie  ;  àndd  fmùra  di  ung  =  uscire 
dalle  unghie.  ITrasi  che  indicano  cadere, 
essere,  avere  nelle  mani,  uscir  dalle 
mani,  cioè  nella  o  dalla  potestà  di  qual- 
cuno; gutli  se  'l  ine  bòria  in  di  ung! 
=  guai  se  mi  dà  nelle  unghie  ! 

6)  vègh  i  ung  lungh  =  avere  la  un- 
ghie lunghe  :  di  chi  ruba. 

7)  bitnch  de  Vilngia  =  lunetta. 

8)  piirisnà  i  ung  =  pizzicar  lo  mani  : 
sentirsi  voglia  di  picchiar  busse. 

9)  tiùtt  vén  à  tàj  tinca  i  ung  de 
peli  l'àj.  Vedi  tàj  4). 

10)  ungia  =  zoccolo  :  dei  cavalli, 
dei  bovini  e  sim. 

ungià<Ia,  s.  f.  =  unghiata  :  colpo  dato 
coll'unghia  e  ferita  fatta  coll'unghia  ; 
el  g' aveva  òn'ttngiàda  in  del  còli  = 
aveva  un'unghiata  nel  collo. 

unì,  V.  att.  =  unire:  formare  l'unione, 
congiungero  due  o  più  cose  insieme. 

1)  Aggregare:  unire  a  qualche  asso- 
ciazione, oppure  una  amministrazione 
a  un'altra  ;  voeuren  Uni  i  telèfoni  ài  te- 
lègrafi =  vogliono  aggregare  i  telefoni 
ai  telegrafi. 

uuicàmént,  avv.  =  unicamente,  sola- 
mente, soltanto. 

unich,  agg.  =  unico,  solo:  che  non  ha 
altra  compagnia;  Ve  tósa  Unica  =  è  fi- 
glia unica;  Vùnich  sit  dòe  'Iva  Ve  in 
casa  mia  =  l'unico  luogo  dove  egli 
vada  è  casa  mia. 

1)  Sommo  :  che  non  temo  paragone 
con  altri;  in  del  so  gèner  Ve  Unich  = 
nel  suo  genere  è  unico. 

2)  Ve  V unica  =  è  l'unica  :  è  la  mi- 
gliore maniera,  di  tutti  i  partiti  è  il  piìi 
opportuno  e  conveniente. 

iinifòrma  e  uniforme,  *  s.  f.  =  uni- 
forme, divisa,  assisa.  Vedi   montura. 

iìniformàss,  v.  rifl.  =  unifomiarsi  adat- 
tarsi: conformarsi  della  volontà,  dell'a- 
nimo alla  volontà  e  all'animo  altrui; 
el  vmur  minga  iìniformàss  ài  àbittldin 
dèla  sedia  =  non  vuole  uniformarsi  alle 
abitudini  della  scuola. 

uniformitaa,  s.  f.  =  uniformità  :  ugua- 
glianza di  forme  nelle  maniere,  nei 
modi,  nel  metodo  e  sim. 

iinii,  agg.  =  unito,  congiunto,  aggregato: 


ani 


-  888  - 


USI 


han  unii  el  ginàsi  ài  liceo  =    hanno 
uaito  il  gianasio  al  liceo. 

1)  Concordi  :  uniti  nello  stesso  sen- 
timento, nell'intento  medesimo. 
Uuìòn,  s.  f.  =  unione:  il  congiungersi  di 
più  persone  o  coso   tanto    da   formare 
un'unità,  un  corpo  solo,  omogeneo. 

1)  Unione,  alloanza:  lega  fra  partiti 
0  persone  por  qualche  fine  comune; 
r  Union  di  radicai  e  di  socialista  = 
l'unione,  l'alleanza  dei  radicali  e  dei 
socialisti. 

2)  V Union  là  fa  là  farsa  =  l'unione 
fa  la  forza:  prov.  che,  indica  che  la  con- 
cordia dà  vigoria  di  resistenza,  contro 
ai  pericoli  materiali  e  morali. 

tiiiisoii)  s.  m.  =  unisono:  di  suono  con- 
forme: di  due  suoni  il  cui  rapporto  è 
della  stessa  quantità. 

iiiiisSj  V.  rifl.  =  unirsi,  congiungorsi:  le- 
garsi insieme  due  o  più  cose. 

1)  Unire  le  pioprie  forze,  i  propri 
danari,  colle  forze,  coi  danari  dogli  al- 
tri per  riuscire  ad  un  comune  i  atento; 
ée  s'hin  Unii  luti  cantra  do  vii  =  si 
sono'  uniti  tutti  contro  di  mo. 

2)  Legare:  della  pasta  o  d'altro  che 
si  amalgamano  bene  insieme. 

liuitaa,  s.  f.  =  unità:  l'essere  unito;  Vu- 
nitaa  d  Italia  =  l'unità  d'Italia. 
^  1)  Unità.    T.    d'aritm. 

iiiiitaiuéut,  am\  =  unitamente. 

iiiiivèrs,  s.  m.  =  universo:  tutto  il  creato, 
tutta  la  terra. 

fluiversàl,  agg.  =  universale  :  che  com- 
prende tutto  e  tutti;  qiièll  briitl  tempàse 
chi  Ve  iiniversàl  =  questo  brutto  tem- 
paccio è  universale;  à  Paris  ii  del 
noettfcént  fan  ón'àltra  esposiéión  Uni- 
vers^l  =  a  Parigi  nel  novecento  fanno 
im' altra  esposiziono  universale 

iinivèrsitaa,  s.  /.  =  università  :  studio 
di  scienze  e  lettere  superiore,  dove  si 
conferisce  la  laurea  per  l'esercizio  delle 
professioni;  i  ètildènt  de  Vunivèrèitaa 
de  Pària  =  gli  studenti  dell'università 
di  Pavia. 

uusiòn,*  s.  f.  =  unzione:  l'ungere  deli- 
beratamente; g'hàn  faa  òn'unsión  d'oli 
de  Usciamo  =  gli  hanno  fatto  un'un- 
zione d'olio  di  giusquiamo. 

iipiuiÓD,  s.  f.  =  opinione.  Veli  opiiiión. 

uràgràii,*  s.  vi.  =  uragano,  bufera:  tur- 
bine, gran  buixasca. 

ìirbàua,  agg.  femin.  =  urbana:  di  guàr- 
dia =  guardia;  polista  =  pulizia. 


ìirbànitaa,  s.  f.  =  urbanità,  gentilezza: 
de  spèéà  i  guardi  Urbànn  hin  sénéa 
Urbànitaa  =  spesso  lo  guai'die  urbane 
mancano  d'urbanità. 

iirgènsa,  s.  f.  =  urgenza,  premura:  ne- 
cessità di  fare  prestamente  una  cosa; 
che  'l  ée  éforàgia  minga  tròpp ;  Ve 
minga  dna  ròba  de  grài  Urgénsa  = 
non  s'affanni  di  soverchio,  non  è  cosa 
di  grande  urgenza. 

iirgént,  agg.  =  urgente  :  che  urge,  cho 
vuole  e  deve    essere  fatto  prestissimo. 

urla;  V.  att.  =  urlare:  far  degli  urli,  gri- 
dar forte,  alzare  la  voce;  quànd  g'hàn 
ètràpaa  '/  dent  Vhà  urlaa  per  cin- 
quanta =  quando  gli  hanno  levato  il 
dente  ui'lò  per  cinquanta. 

urlo,  s.  m.  =  urlo  :  forte  grido  e  spc- 
cialm.  grido  di  lamento,  di  rabbia,  di 
imprecazione,  ejc.  ;  quànd  è  brUsaa  là 
cà  ée  Sentiva  de  qiiij  urli  che  fàséven 
paura  =  quando  s'incendiò  la  casa,  si 
udivano  urli  che  mettevan  paui-a. 

urna,  s.  f.  =  urna:  vaso  per  raccogliere 
i  voti  nei  suffragi  o  per  le  estrazioni, 
1)  Vaso  per  riporvi  le  ceneri  dei 
morti. 

iirtà,  r.  att.  =  urtare  :  darò  un  urto.  In 
questo  significato  proferiamo  però  pica. 
1)  Di  cose  che  fanno  una  sgradevole 
impressione  ;  el  g'hà  on  fa  che  me 
Urta  =  ha  un  fare  che  mi  urta  ;  i  n^- 
èpol  me  piàscn  nò,  ine  urta  fina  l'odor 
=  le  nespolo  non  mi  piacjiono,  mi  ui^ta 
perfino  l'odore. 

urto,*  s.  m.  =  mio  :  forte  spinta  ca- 
suale 0  deliberata. 

1)  vèsà  in  Urto  =  urtai'e,  essere  in 
Urto,  in  urta  :  essere  in  disaccordo,  in 
lite  con  qualcuno,  venire  in  contro- 
versia con  alcuno. 

2)  métes  in  Urto  =  mettersi  in  urto, 
prendere  in  urto  qualcuno  :  conti'aiiarlo, 
nemicarlo  in  tutti  i  modi. 

usa,  V.  att.  =  usare  :  essere  uso,  in  uso; 
essere  soliti,  avere  in  uso  ;  mi  usi 
minga  dì  dna  roba  pei'  l'altra  =  io 
non  uso  dire  una  cosa  per  un'altra  ; 
rè  on  càpèll  che  ée  Usa  pu  =  è  un 
cappello  che  non  s'usa  più. 

1)  Usti  di  àtensiòn,  di  gentilèsé  - 
far  cortesie,  gentilezze,  favori. 

iisaa,  agg.  =  usato,  adoperato  :  che  non 
è  più  nuovo  ;  el  me  voréva  refilà  per 
noeuB     de    trinca    on    para    de   ècàrp 


—  839 


iisaa  =  mi  voleva  appicciccare  por  nove 
di  zecca  un  paio  di  scarpe  usato. 

iisànsa,*  s.  f.  =  usanza,  uso  :  coso  di 
consuetudine  ;  à  Milàn  gh'è  l'ilsànéa 
de  paga  'l  fitt  ógni  sés  més  =  a  Milano 
c'è  l'uso  di  pagar  la  pigione  ogni  sei 
mesi. 

iisàsSj  v.  intr.  =  usarsi,  avozzarsi:  es- 
sere in  uso;  esser  di  moda. 

uscér,  s.  m.  =  usciere  :  chi  è  impiegato 
a  guardare  chi  va  e  chi  entra. 

1)  Usciere,  cui'sore  :  impiegato  di 
Tribunale  il  cui  ufficio  è  di  notificare 
alle  parti  gli  atti  del  Tribunale. 

2)  Famiglio,  donzello  :  servo  di  un 
magistrato. 

iisciàmo,  s.  m.    =    giusquiamo  :    pianta 

medicinale  delle  solanacoe  ;  òli  d'useìà- 

nio  =  olio  di  giusquiamo. 
iiscida;  s.  f.  =  escita,   uscita  :    porta    o 

luogo  da  cui  si  esce. 

1)  Uscita  :  nei  bilanci,  il  passivo. 
iìs'cioeu,  s.   m.  =  mezzule  ;  apertura  nel 

fondo  della  botte  per  entrarvi  a  ripulirla. 

1)  Sportello  :  quello  che,  fermatovi 
colla  staffa,  serra  il  mezzule  nello  botti. 

2)  Sportellino  ;  quello  della  gabbia 
per  mettervi  gli  uccelli. 

iisèlà,  V.  att.  =  uccellare  :  tendere  agli 
uccelli  insidie  per  pigliarli. 

iisèlàdór,  s.  m.  =  uccellatore  :  chi  uc- 
cella, specialm.  per  mestiere, 

iisèlàmiu,  s.  m.  =  uccellame  :  quantità 
di  uccelli  morti. 

iisèlànda,  s.  f.  =  uccellare,  frasconaia, 
uccoUiora  :  luogo  preparato  apposta  per 
uccellare  ;  luogo  dove  si  fa  la  tesa  ai 
tordi  e  ad  altri  uccelli  ;  in  campagna 
el  g'hà  'l  rò  ol  e  pòech  lontàn  Viisè- 
lànda  =  in  villa  egli  ha  il  paretaio  e 
poco  lontano  l'uccelliera. 

iìsèlèra,  s.  f.  =  uccolliera  :  luogo  dove 
si  conservano  vivi  gli  uccelli. 

iisèlìn,  s.  m.  =  uccellino  :  piccolo  uc- 
cello, dim.  vezzegg.  di  uccello. 

1)  l'ha  diti  l'Uselìn  =  me  l'ha  detto 
l'angioli  no,  o  me  1'  han  dotto  gli  an- 
giolini  :  modo  famigliare,  quasi  di  celia, 
accennando  di  risapere  cose  segreto,  lo 
dicono  le  mamme  con  dolce  rimprovero 
a'  bambini  che  han  fatto  qualcosa  di 
male  e  che  tenevano  nascosta. 

2)  dà  via  on  iisèlìn  per  ciàpà  on 
porscèlìn  =  dare  un  ago  por  avere  un 
pai  di  ferro:  poco-por  aver  molto.  Vedi 
porscèlìn,  1). 


3)  ò  ctira  viàma  grànda  compremm 
on  é'ciopetìn  -  che  poàa  andare  in 
Fràttcia  -  à  màéà  qiièll'iisclin  -  qiièl' 
ruéèlìn  che  etnia  -  che  canta  nòti  e 
dì  -  ò  etra  mtirna  gronda  -  el  me 
làéa  mtli  dormì.  E  una  nostra  canti- 
lena, che  diciamo  ai  bimbi  per  ad- 
dormentarli. 
iisèll,,  s.  m.  =  uccello  :  animale  oviparo, 
pennuto  e  colle  ali  ;  on  iisèll  che  vola 
=  un  uccello  che  vola  ;  i  iisèj  cànten 
=  gli  uccelli  cantano. 

1)  iisèll  de  ricià?nm  =  zimbello. 
Vedi  riciàmm. 

2)  dgni  iisèll  el  Pò  nid  el  ghe  par 
bèli  =  ad  ogni  uccello  suo  nido  è  bollo. 
Vedi  nid,  1). 

3)  l'è  on  iisèll.  fig.  =  è  svelto,  leggero 
come  un  uccello. 

4)  tè  lee  visi  l'iisèll  ?  qiièéta  l'è  l'ala 
=  canta,  merlo  !  Vedi  cìpelì  merli. 

5)  iisèll  =  abbaino  :  finestra  sopra 
tetto. 

user,  s.  m.  =  ussaro,  ussero  :  sorta  di 
soldato  di  cavalleria  con  divisa  all'un- 
gherese. 

iìsmà,  V.  att.  =  fiutare,  annusare  :  aspi- 
raro  col  naso  por  sentire  un  odore. 

1)  Fig.  di  pers.,  indovinarne  V  in- 
dole :  g'hoo  bon  nds  e  Hsmi  sÈbit  là 
geni  =  ho  buon  naso  e  annuso  subito 
la  gente. 

2)  fa  iismtt  à  qUèidUn  de  Vàsee,  de 
l'acqua  d'odor  =  faro  annusare,  fiutare 
a  qualcuno  dell'aceto,  dell'acqua  odo- 
rosa :  porgergliela  perchè  1'  annusi, 
la  fiuti. 

iismàda,  s.  f.  =  annusata  :  1'  annusar 
leggermente. 

iisinàrin,  s.  m.  =  ramerino,  rosmarino  : 
pianta  odorosa  che  si  adopera  per  aro- 
matizzar le  vivande. 

iismàss,  V.  rifi.  e  recipr.  =  annusarsi  : 
dicesi  specialm.  delle  bestie. 

1)  Fig.  di  pers.,  andar  d'  accordo  : 
hin  diiii  che  se  Èsma  pòech  =  son  duo 
che  non  s'annusano  :  che  vanno  poco 
d'accordo. 

liso,*  s.  m.  =  uso,  esercizio,  abitudine  ; 
rkà  perdiiii  l'uso  di  gàmb  =  ha  perso 
l'uso,  l'esercizio  delle  gambe. 

1)  Uso  :  diritto  di  servirsi  di  una 
cosa;  el  in' ha  làsaa  VUso  del  é'ciòpp 
per  tiitt  el  temp  déla  eàeia  =  mi  ha 
concosso  l'uso  del  fucile  per  tufo  il 
tempo  della  caccia. 


U8S 


—  890 


2)  &S0    =    all'uso  :  di    imitazioni   di 
merce  ;  Aso    lontra,  uso   inglés    =    al- 
l'uso di  lontra,  all'uso  inglese, 
iiss,  s.  m.  =  uscio  :  apertura  nella  parete 
per  entrare  e  uscire. 

1)  uèé  fini,  ràsaa,  ò  à  fìl  mùr  = 
uscio  a  muro:  quello  la  cui  imposta 
si  chiude  pai'i  al  muro  e  spesso,  pel 
colore  0  per  la  tapezzeria  uguale,  si 
confonde  col  muro  stesso. 

2)  iiss  che  ée  ètra  de  per  lù  =  uscio 
a  sdrucciolo  :  quello  ch.e  si  racchiude 
dà  sé  per  forma  paiiicolai'O  della  ban- 
della inferiore. 

3)  Vilès  de  la  éàla  =  la  portiera  della 
sala,  del  salotto. 

4)  vèéS  sii  rués  =  essere  per  var- 
care la  soglia  dell'uscio,  sia  nell'  en- 
trare che  neir  uscire. 

5)  troà  pii  ntnca  l'Osé  =  non  ri- 
trovar la  strada  per  tornare  a  casa  : 
di  chi  resta,  per  una  riprensione  o 
altro,  cosi  confuso  che  non  sa  più  dove 
andare. 

6)  mèit  là  eitiv  éota  à  Viiéé  =  dare 
un  canto  in  pagamento  :  di  chi  se  no 
va  senza  pagare  i  debiti. 

7j  trotL  Viiéé  de  lègn  =  trovar  l'uscio 
ghiacciato  o  impranato  :  quando  non 
si  trovano  quelli  che  si  vanno  a  cer- 
care e  la  loro  casa  è  chiusa. 

8)  vèéé  à  iiéé  à  iiéé  =  essere  a  uscio 
e  bottega  :  vicinissimi. 

9)  vègh  min  éémper  éii  rùés  =  avere 
uno  sempre  per  casa. 

10)  ne  ctLn  ne  vilàn  étira  mài  Viiès 
coi  mttn.  Yedi  sarà,  3). 

11)  éàrti  Viiséinfilcia.  Vedi  sarà,  2). 

12)  tiràéé  àdree  l'iìéé  =  chiudere  la 
porta:  uscendo. 

iisiiàlj  a^'^'.  =  usuale,  comune:  di  uso; 
l'è  'l  éò  veétii  iisiiàl  =  è  il  suo  ve- 
stito usuale,  solito. 

1)  Ordinario,  di  meno  fine  qualità  : 
rhà  compraa  on  eàpèll  iisiiàl  =  ha 
comperato  un  cappello  ordinario,  usuale. 

usJiàlinèutj  avv.  =  usualmente,  comu- 
nemente, solitamente. 

iisiifriiì)  ».  att.  =  usufruttare,  usufrut- 
taare  :  aver  l'usufrutto  di  qualche  cosa. 
Si  dice  però  meglio  profilaseli,  god, 
droà. 

iisiifriìt,  s.  m.  =  usufrutto  :  diritto  di 
godere  da  padrone  roba  alti-ui. 


MsMfriitiiàri,  *  s.  m.  =  usufruttuario  : 
chi  gode  l'usufrutto;  l'ha  làiaa  eredi 
i  nevod  e  iisiifriitiitria  là  miee  =  lasciò 
eredi  i  nipoti  e  usufruttuori»  la  moglie. 

Mslìra,  s.  f.  "  usui-a  :  frutto  illegale,  so- 
verchio ;  el  dà  vìa  i  dànee  à  iis&ra  = 
presta  i  danari  ad  usura. 

iisMràri,  s.  ni.  -  .usui'aio,  strozzino  :  chi 
dà  a  usm-a  e  rovina  così  queUi  che 
dalla  necessità  son  costretti  a  ricorrere 
a  lui.  Noi  lo  diciamo  anche  di  chi  vende 
la  merce  a  prezzi  esorbitanti. 

tisiirpà,  V.  att.  =  usurpare  :  occupare 
ingiustamente  l'alti'ui,  specialm.  di  di- 
ritti, di  vantaggi  e  sim.  ;  l'ha  iisiirpaa 
là  fama  de  gcdàntòmm  =  ha  usurpato 
la  fama  di  galantuomo. 

iisiirpàddr,  s.  m.  =  usurpatore  :  chi 
usurpa,  specialm.  i  beni  alti-ui,  un  po- 
tere non  suo. 

ìisiirpàsiòn,  s.  f.  =  usurpazione  :  l'usur- 
pare. 

iitensìl,*  s.  m.  =  utensile,  arnese  :  ogni 
arnese  domestico,  da  cucina,  di  bottega. 

ùter,  s.  m.  =  utero  :  organo  della  ge- 
stazione ;  alvo,  nella  locuzione  «  alvo 
materno.  » 

iiterin,  agg.  =  uterino  :  da  utero  ;  còlica 
uterina  =  colica  uterina. 

1)  fràdèll  ilterin  =  fratello  uterino  : 
nato  dalla  stessa  madi-e  e  di  padre  di- 
verso. 

util,  agg.  =  utile  :  che  è  di  vantaggio, 
serve  a  qualche  cosa  ;  gh'è  niént  ài 
mond  che  noi  éta  Util  à  qiièicòsé  = 
non  c'è  niente  al  mondo  che  non  sia 
utile  a  qualche  cosa. 

1)  s.  m.,  guadagno,  di  capitali  messi 
in  commercio  ;  Vhà  interèéaa  in  di 
Util  =  r  ha  interessato  negli  utili  :  gli 
concede  un  tanto  per  cento  sugli  utili. 

iitilisà,  V.  att.  =  utilizzare  :  trarre  uti- 
lità* da  una  cosa  che  pareva  inutile  ; 
l'ha  iltilisaa  tUti  i  mìnim  tochèj  de 
étòfa  =  utilizzò  i  più  minuti  sciaveri 
di  stoffa. 

iitilitaa,  s.  f.  =  utilità  :  profitto  che  si 
trac  daUe  cose,  giovamento,  vantaggio. 

iitilmént,  avv.  =  utilmente  :  in  modo 
utile,  con  vantaggio. 

iitoiuìa,  s.  f.  =  anatomia  :  sezione  ca- 
daverica. Vedi  anatomìa. 

iitopia,*  s.  f.  =  utopia  :  disegno  di  cosa 
impossibile,  o  quasi,  nella  pratica. 

iiràdegh,  s.  m.  =  uva.  Vedi  fìgra. 


—  891 


V 


j  =  v;  vi:  la  ventesima  lettera  dell'al- 
fabeto; si  pronuncia  Ve:  di  genere 
masch.  :  l'è  minga  bon  de  fa  'l  ve  mà~ 
jHécol  =  non  sa  fare  il  vi  maiuscolo, 
vaca,  s.  f.  =  vacca;  mucca,  giovenca:  la 
femmina  del  bestiame  bovino. 

1)  Da  noi  entra  nel  parlar  volgaris- 
simo  in  una  quantità  di  frasi'  compara- 
tivo; l'èmàtt  còme  dna  vàoa  =  è  pazzo 
del  tutto;  mangiti  come  dna  vaca  = 
mangiar  come  \\n  Gargantua,  come  un 
porco  ;  ignordnt  còme  óna  vaca  =  igno- 
rante come  un  bue. 

2)  dna  vaca  d'on  òmm  =  un  por- 
caccio  ;  ona  vaca  d'on  èàsé  =  un  sasso 
così  fatto;  un  bordello  d'xin  sasso:  e 
locuz.  simili. 

3)  dormì  fin  che  canta  là  vaca  =  le- 
varsi all'alba  dei  tafani;  a  giorno  inol- 
trato. 

4)  pària  fràncés  come  dna  vaca  §pa- 
gnoeula  =  parlar  francese  come  una 
vacca  spagnola  ;  parlarlo  male. 

5)  à  eà  sda  là  vaca  là  fa  età  'l  bò  = 
in  casa  propria  la  donna  è  regina  :  ha 
la  maggiore  autorità. 

6)  à  santa  Caterina  vén  gid  i  vàcch 
Ma  Casina  =  a  Ognissanti  manicotto  e 
guanti,  oppure:  a  santa  Caterina  ma- 
nicotto e  cassettina:  alla  fine  di  no- 
vembre ò  già  freddo  come  d'inverno. 

1)  là  vaca  là  g^hà  m,àngiaa  i  liber 
=  i  libri  glieli  ha  mangiati  la  vacca: 
di  chi  non  ha  voglia  di  studiare  e  non 
studia. 

8)  vaca,  =  vacca  :  la  carne  '  macel- 
lata della  vacca,  ohe  pur  troppo  i  ma- 
cellai vendono  per  manzo. 

9)  ée  no  Ve  boeu,  l'è  vaca  =  se  non 
ò  lupo  sarà  can  bigio:  se  non  è  zuppa 
ò  pan  bagnato. 

vàcàda,  s.  f.  =  sudiceria,  porcheria  :  atto, 
cosa,  detto  che  fa  schifo,  che  non  piace; 
rè  dna  vàctlda  sta  miniètra  =  è  una  por- 


cheria questa  minestra;  Ve  on porscèll 
che  noi  fa  che  di  vàcàd  =  è  un  porco 
che  non  fa  che  sudicierie. 

1)  Oscenità  ;  detti,  racconti  osceni, 
sconci  :  ci  cred  de  fa  rid  disend  sii  di 
grati  vàcàd  =  crede  di  muovere  al  riso 
dicendo  delle  grandi  oscenità. 

2)  Anche  :  cattiva  azione,  tiro  da 
malvagio. 

vàcànsaj  s.  f.  =  vacanza:  il  tempo  in 
cui  cessano  gli  studi  accademici  di  uni- 
versità, scuole,  collegi,  ecc.;  minga  tuli 
i  aedi  ài  gioedi  g'han  vàctLnàa  =  non 
tutte  le  scuole  al  giovedì  fanno  vacanza; 
*  vàctinS  de  Pàsqua  =  le  vacanze  di 
Pasqua. 

vàcànt,  agg.  =  vacante,  libero  :  non  oc- 
cupato :  di  impiego  che  è  senza  il  suo 
titolare;  gh'éra  vàcànt  là  càtedra  de 
filosofia  =  era  vacante  la  cattedra  di 
filosofia. 

vàchee,  s.  m.  =  vaccaio,  vaccaro,  man- 
driano :  guardiano  di  vacche. 

vàchèta,  s.  f.  =  vacchetta:  dim.  vezz. 
di  vacca:  el  g'hà  dna  bela  vàcheta 
bianca  =  ha  una  bella  vacchetta  bianca. 

1)  Cuoio  del  bestiame  vaccino:  el  me 
fa  i  scàrp  de  vàchèta  =  mi  fa  le  scarpe 
di  vacchetta. 

2)  Melolonta,  ronzone:  sorta  di  co- 
leottero che  volando  ronza  come  una 
zanzara. 

3)  Vacchetta  :  libro  alto  e  stretto  dove 
giornalmente  si  scrivono  le  spese  minute. 

Tacila,*  V.  att.  =  vacillare  :  di  persona  o 
cosa  mal  sicura,  ma  spocialm.  dell"  in- 
telletto e  della  volontà  :  ma  ii  te  và- 
cilet  =  ma  tu  vacilli  ;  sei  matto. 

vàcinà,  V.  att.  =  vaccinare  :  comunicare 
0  inoculare  il  vaccino  agli  uomini  per 
preservarli  dal  vainolo. 

vàcinàsìòii,  s.  f.  =  vaccinazione  :  l'azione 
e  l'effetto  del  vaccinare:  per  vèéé  àmèSs 
in  di  scoi  ghe  voeur  el  certificaa   de 


rad 


-  892  — 


vai 


vàeinàsión  =  per  essere  ammessi  nelle 
scuole  occorro  il  certificato  di  vaccina- 
zione. 

yàda,  s.  m.  =  coperchiello,  protesto,  scusa: 
qiièst  chi  l'è  on  vada  qualùnque  per  no 
paga  =  questo  è  un  pretesto  qualunque 
por  non  pagare. 

vàg'a,  v.  alt.  =  vada:  cong.  pros.  terza 
pers.  sing.  del  verbo  àndà   =   andare. 

Tàg'àbond^  agg.  =  vagabondo:  poltrone, 
ozioso  e  senza  stabile  dimora. 

vàghegrià,*  v.  alt.  =  vagheggiare  :  aspi= 
rare  con  desiderio  grande  a  qualche  cosa; 
l'era  on  pèss  che  'Z  vàghegiAva  qUèll 
post  li  =  da  un  pezzo  vagheggiava  quel 
posto. 

Tàglia,  s.  m.  =  vaglia:  propriamente  il 
vaglia  postale,  cioè  il  polizzino  con  cui 
la  Posta  si  obbliga  di  pagare  una  data 
somma  in  altro  ufficio  ad  altra  per- 
sona. 

1)  Valore  d'animo,  di  mente,  d'in- 
gegao  :  /'  è  on  profesòr  de  vàglia  =  è 
un  profossore  di  vaglia;  di  credito,  di 
molta  autorità  e  levatura. 

vagò  II;  s.  ni.  =  carrozza,  vagone:  oguuna 
delle  vetture  d'un  treno  dove  stanno  i 
viaggiatori.  Dall' ing.  wagon. 

1)  Carro  :  è  più  grossolano  della  car- 
rozza e  servo  a  trasportar  roba;  se  por 
le  bestie  dicosi  gabbia,  se  per  i  bagagli 
dicesi  bagagliaio. 

vàiàna,  s.  f.  =  palandi-a,  palandrana  : 
abito  d'uomo  con  molta  falda.  Si  dice 
anche  scherzos.  in  ital.  batticulo. 

1)  Palandrauo,  gabbano  :  veste  lunga  e 
larga;  te  rédet  che  vàiàna  l'ha  niiés 
incoRil  che  l'è  fèèta  ?  =  vedi  che  po'  di 
palandra  s'è  messo  oggi  che  è  festa? 

Tàiron,  s  m.  =  scalbatra  :  pesciolino  dei 
fiumi  lombardi. 

1)  Fig.  di  pors.  Furbaccio,  astuto  : 
l  è  on  vàiron  del  Làmber  =  e  un  uomo 
matricolato,  è  un  fui'baccio. 

vàlàda,  s  f.  =  vallata  :  lo  spazio  di  una 
valle. 

TàlàugH,  s.  f.  =  valanga  :  gran  massa  di 
nove  che  si  stacca  e  si  precipita  rovi- 
nosamente dalle  montague  più  alto,  in- 
grossando nel  rotolare. 

1)  Fig.  Valanga,  subbisso,  nugolo  ; 
per  una  gran  quantità  ;  dna  volta  i  fo- 
reètee  vegnèvcn  giò  à  vàlàngh  =  una 
volta  i  forestieri  calavano  a  valanghe. 

Tàlànsièim,  s.  f.  =  pizzo  trina.  Dal  frane. 
vxleneiennes. 


yàldràpa,  s.  f.  =  gualdrappa.  Vedi  guàl- 

dràpa. 
Vàlénsa,  s.  f.  =  Valenza  :  nome  proprio 

di  una  città  del  Piemonte. 

1)  dolor  de  Vàlénsa  che  g'hà  vièta 
lunga  e  cùria  sciénéa  =  dottore  de' 
miei  stivali,  dottore  di  poco  conto. 

2)  tirala  coi  còrd  de  Vàlénéa  =  ti- 
rarla coi  denti;  stentare  a  vivere. 

vàiéra,  =  Voce  tutta  nostra  che  usiamo 
nella  fra5e  va  là  vàiéra  e  corrisponde 
all' ital.  pazienza!  ancora  ancora!  meno 
male!  etc.  che  te  dbiet  faa  di  dèbit, 
va  là  vàiéra  !  ma  che  t'tlbiet  de  éeguità 
à  fànn  V  è  tròpp  =  che  tu  abbia  fatto  dei 
debiti,  pazienza  !  ma  che  tu  seguiti  a 
farne  è  troppo. 

valeriana,  s.  f.  =  valeriana  :  pianta  me- 
dicinale da  cui  si  estrao  un  efficacissimo 
febbrifugo  ;  el  g'hà  ordinaa  dòdes  pìnol 
de  chinin  e  valeriana  =  gli  ordinò  do- 
dici pillole  di  chinino  o  valeriana. 

vàléta,  .s.  f.  =  cortina:  parte  di  fortifi- 
cazione fra  un  baluardo  e  l'altro;  ora 
rimase  il  nome  al  posto  dove  dovreb- 
bero essere  tali  fortificazioni  sui  bastioni 
nostri. 

vàlévol,*  agg.  =  valevole,  valido:  che 
vale,  che  ha  valore;  el  biliètt  Ve  và- 
lévol per  vòlt  dì  =  il  biglietto  è  vale- 
vole, valido  por  otto  giorni.  In  questo 
significato  noi  diciamo  molto  anche  bon 

vàlicli,  s.  m.  =  valico  :  luogo  por  cui  si 
passa  :  el  vàlich  del  Sempión,  del  Spie- 
ga, e  sim.  =  il  valico  del  Sempione, 
dello  Spinga  e  sim. 

1)  Nelle  arti  :  ordigno  di  legno  per 
torcere  o  filare  la  seta  che  gira  mosso 
0  dalla  mano,  o  dall'  acqua  o  dal  va- 
pore. 

vàlid,  s.  m.  =  valido,  valevole  :  che  ha 
valore  :  on  crontràtt  V  è  mi  iga  vcLlid 
se  no  gh'è  là  firma  de  tiit'e  dò  i  pàrt 
=  un  contratto  non  è  valido  se  non  c'è 
la  firma  d'entrambe  le  parti. 

vàlìs,  s.  f.  =  valigia:  bauletto  di  pelle, 
cuoio  per  riporvi  roba  da  trasportare 
viaggi'ando. 

1)  fa  èli  là  vàlìs  =  fare,  preparare 
la  valigia.  Vedi  bauli,  2). 

vàlisàtt  e  vàlisee,  s.  ni.  =  valigiaio  : 
chi  fabbrica  o  vende  valigo,  bauli,  ecc. 

vàlisèta,  s.  f.  =  valigetta  :  quella  che 
si  può  portare  con  sé  viaggiando. 

Tali,  s.  f.  =  valle:  spazio  di  terreno 
racchiuso  fra  duo  file  di  monti  là  vali 


vai 


-  893  - 


ram 


éeritlna  =  la  valle  seriana;  la  vali  de 
Miigg  =  la  valle  di  Muggio. 

1)  là  vali  de  Oiosàfàtt  =  la  vallo  di 
Giosafatte:  il  giorno  del  giudizio  uni- 
versalo. 

2)  triàt  quell  ùsèll  che  nàéà  in  càtìva 
vali  =  tristo  queir  uccellino  che  nasce 
in  cattiva  valle  :  poveretto  chi  nasce 
in  un  ambiente  tristo  e  corrotto. 

vali,  s.  m.  =  vaglio,  ventilabro  :  arnese 
por  mondare  grano  e  biade  da  cattivo 
semenze  o  altre  mondiglie. 

yàlmàsìa,  s.  f.  =  malvasia.  Vedi  mal- 
vasia. 

valor,  s.  m.  =  valore  :  prezzo  delle  cose 
e  merito  intrinseco  di  un  lavoro  o  cosa  : 
eàmpiòn  éènsa  valor  =  campione  senza 
valore  ;  Ve  on  aneli  de  valor  =  ò  un 
anello  di  valore,  che  costa  molto  ;  Ve 
on  quàder  de  valor  =  è  un  quadro  di 
valore,  che  ha  molto  pregio. 

1)  Valore,  coraggio,  fortezza  d'animo; 
han  combàtuu  coni  on  valor  àmiràbil 
=  hanno  combattuto  con  un  valore  am- 
mirabile. 

vàloròs,  agg.  =  v.-.loroso ,  coraggioso , 
animoso:  chi  è  prode  in  armi. 

vàlséut ,  3.  m.  =  valsente  :  il  prezzo 
che  vale  qualche  cosa,  comprata  o  ven- 
duta ;  se  te  perdilu  là  roba^  dàmm  el 
vàlsént  =  se  hai  perduto  la  merce,  dam- 
mi il  valsente. 

vàlser,  s.  m.  =  valzer:  ballo  a  tre  tempi 
d'origino  germanica. 

vàlfìta,  s.  f.  =  valuta  :  monete  o  cedole 
di  credito  o  carta  monetata. 

vàltità,  V.  alt.  =  valutare  :  determinare 
il  prezzo  di  checchessia  da  potersi  o 
doversi  pagare  in  moneta;  g'han  vàlii- 
taa  là  cà  dmentmila  lìr  =  gli  hanno 
valutato  la  casa  duecento  mila  lire. 

vàlvola,  9.  f.  =  valvola  :  specie  di  co- 
perchio che  lascia  passare  un  fluido 
per  poi  richiudersi  ermeticamente,  sic- 
ché non  rifluisca;  el  g'hà  miss  i  vài- 
voi  de  éiciirHa  =  gli  ha  messo  le  val- 
vole di  sicurezza. 

lampa,  s.  f.  =  vampa:  gran  fiamma. 

1)  Gran  calore;  là  vampa  del  so  = 
la  vampa  del  sole. 

2)  vègh  i  vamp  àia  fàcia  =  avere, 
sentirsi  le  vampe  al  viso:  per  l'affluenza 
forte  del  sangue. 

vanaglòria,  s.  f.  =  vanagloi'ia:  amore 
fatuo  di  gloria  vana.  — 


vanàdio riòs,  *  agg.  =  vanaglorioso:  pieno 
di  vanagloria. 

vànegia,  v.  alt.  =  vaneggiare:  dir  cose 
vane  sognando,  farneticando  ;  quàìid  è 
rivaa  là  marna  el  vàtiegiàva  già  = 
quando  arrivò  la  mamma  vaneggiava  già. 

vànèll  0  vànètt,  s.  m.  =  pavoncella  : 
uccello  dei  trampolieri. 

vanga,  s.  f.  =  vanga:  strumento  agricolo 
simile  alla  pala,  ma  che  ha  in  fondo  al 
manico  una  stecca  di  ferro  per  pun- 
tarci il  piede:  serve  a  lavorar  la  terra. 

1)  tra  I  ìa  là  vanga  =  posar  la  vanga: 
smettere  il  mestiere  del  contadino. 

2)  là  vanga  là  g'hà  là  pùnta  d'dr  = 
la  vanga  ha  là  punta  d'oro:  il  lavorare 
la  terra  produce  ricchezza. 

B)  vildn  de  vanga  =  zoticaccio,  vil- 
lanaccio. 

vanga,  V.  att.  =  vangare,  zappare:  lavo- 
rare la  terra  colla  vanga. 

vàngàda,  s.  f.  =  vangata:  colpo  di  vanga 
e  lavoro  di  vangatura. 

vangèli,  s.  m.  =  vangelo,  evangelio:  li- 
bro del  Novo  Testamento  dove  è  nar- 
rata la  vita  di  Gesù  Cristo. 

1)  Ve  vangèli  =  è  vangelo  :  è  verità 
sacrosanta. 

vangelista,*  s.  m.  =  evangelista:  gli  scrit- 
tori dei  vangeli. 

vànilia,  s.  f.  =  vaiùiglia  :  orchidea  pa- 
rassita e  sarmontosa  del  Messico  e  delle 
Indie  Occidentali  che  da  dei  baccelletti 
odorosi  di  cui  si  usa  per  dar  sapore 
alle  vivande  dolci. 

1)  Pianticella  con  fiori  violetti  e  d'o- 
doro simile  alla  vaniglia. 

vano,  s.  tn.  =  ambiente,  locale;  Ve  on 
àpàrtàmént  de  quàter  vani  =  è  un  ap- 
partamento di  quattro  locali. 

vano,*  agg.  =  vano ,  leggiero,  volubile, 
fàtuo:  di  pers.  di  poco  o  punto  corvello. 

vànsà,  V.  att.  =  avanzare  :  dover  avere, 
essere  creditore;  el  vànsa  nàgòtt  de  mi 
=  da  me  non  avanza  nulla.  Fig.  a  chi 
ci  tratta  con  arroganza  o  paia  voler 
qualcosa  da  noi,  diciamo;  el  vànsa  qiièi- 
còsé  de  mi?  =  che  avanza  da  me? 

1)  Di  ciò  che  rimane  di  una  cosa 
dopo  averne  consumato  quanto  basta 
al  bisogno;  VdU  che  vànsa  tei  mètet  in 
d'ona  tàsìna  =  l'olio  che  avanza  lo 
metti  in  una  ciotola. 

2)  In  aritmetica,  del  residuo  della 
sottrazione  e  della  divisiono;  quàter  de 
sètt  en  vànsa  trii  =  quattro  da  sette  no 


ran 


—  894 


rar 


avanzano  tre;  trii  per  quàter  dódes,  ài 
dersètt  ne  vtnéa  ctnqu  =  tre  per  quat- 
tro dodici,  al  dieci asette  ne  avanzano 
cinque. 

3)  vànsa  temp  !  =  c'è  tempo  !  Anche 
nel  senso  di  esserci  margine  a  faro 
una  cosa. 

4)  vànàà  fcmra  =  sporgere  ;  vànstt 
giQ  =  pendere  ;  vànéti  éii  =  sopravan- 
zare. 

5)  er^pa  ptLnéa  piitoét  che  ròba  vànsa 
=  corpo  mio  fatti  capanna:  piuttosto 
che  avanzar  roba  si  crepi,  ma  la  si 
mangi. 

g)  de  carila  in  becària  ne  vànsa  nò 
=  non  resta  mai  carne  in  beccheria  per 
trista  ch'essa  sia  :  significa  che  presto 
0  tardi  si  maritano  tutte  le  zittelle  ;  ma 
ciò  non  è  vero. 

7)  vànsàsè  de...  =  ridursi  a...  me 
èont  vànsaa  de  mori  de  fàmm  =  mi 
son  ridotto  a  dover  morire  di  fame. 

rànsàusc,  s.  m.  =  avanzaticcio,  avan- 
zuccio,  avanzuglio,  rimasuglio:  ciò  che 
rimane  d'  una  cosa  usata ,  specialm. 
mangereccia;  mi  viij  nò  mangia  i  vmt- 
sàùse  di  alter  =  io  non  voglio  man  ■ 
giare  gli  avanzaticci  altrui. 

vanta)  V,  alt.  =  vantare,  millantare:  dire, 
esaltare  con  vanto  in  senso  buono  o 
cattivo;  tiiti  i  negoéitint  vànten  là  eoa 
merce  =  tutti  i  negozianti  vantano  la 
propria  merce  ;  el  vanta  i  éò  càritaa 
in  cTona  mànéra  prdpì  ridìcola  =  vanta 
le  sue  carità  in  un  modo  davvero  ri- 
dicolo. 

vàiitàgg  0  vàntàcc,  s.  m.  =  vantaggio, 
utilità:  quanto  è  di  soprappiù,  di  giunta, 
di  superiorità;  el  g'hà  'l  vàntàgg  déla 
gioentU  =  ha  il  vantaggio  della  gio- 
ventù; el  treno  Ve  rivaa  con  trii  mi- 
niitt  de  vàntàgg  =  il  treno  arrivò  con 
tre  minuti  di  vantaggio.  Vedi  àyàntàcc. 
1)  T.  tipogr.;  assicella  rettangola  con 
lue  staggi  che  serve  al  compositore  por 
assestarci  le  righe. 

vàntàgià,  v.  att.  =  vantaggiare,  avvan- 
taggiare: aumentai'e,  accrescere  il  pro- 
prio stato,  migliorarlo  ;  dà  che  rè  ve- 
gnuii  à  Mildn  Vhà  vàntàgiaa  pròpi 
tanto  =  da  che  venne  a  Milano  avvan- 
taggiò molto  davvero. 

Tàntàgiós,  agg.  =  vantaggioso,  conve- 
niente, utile:  che  reca  vantaggio,  uti- 
lità; m'hàn  faa  di  propósi  minga  mài 


vàntàgiòs  =  m'hanno  fatto   delle    pro- 
poste abbastanze  vantaggiose. 

vàntàss,  V.  rifl.  =  vantarsi,  gloriarsi: 
darsi  vanto,  millantarsi;  el  ée  vantava 
tròpp  per  àm  vengiiiii  ài  berèàli  =  si 
vantava  troppo  d'aver  vinto  al  tiro  a 
sogno. 

1)  foo  m,vnga  per  vàntàmm  =  non 
faccio  per  vantarmi. 

vàntO)  *  s.  m.  =  vanto,  vanteria,  mil- 
lanteria; el  se  ne  fa  on  vanto  de  qiiij 
pòceh  ròbb  che  l'iià  faa,  che  'l  àtufiéà 
=  mona  tal  vanto  di  quelle  poche  cose 
che  ha  fatto,  che  stanca. 

vapor,  s.  m.  =  vapore:  ogni  gas  non  por- 
manente  ;  vàpdr  d' ttcqua  =  vapore 
acqueo. 

1)  Piroscafo  :  la  navo  più  o  meno 
grande  che  va  per  forza  del  vapore. 

2)  La  macchina  motrice  del  trono  o 
il  trono  stesso  ;  voo  a  vede  à  riva  el 
vapor  =  vado  a  vedere  il  treno,  il  va- 
pore ad  arrivare. 

3)  àndà  come  'l  vapor  =  andar  come 
il  vapore,  come  il  lampo  :  in  modo 
molto  celere. 

4)  mànà  à  vapor  =  manzo  à  vapore: 
manzo  cotto  in  un  vaso  ben  chiuso. 

5)  fornèll,  bàgn,  filanda  à  vapor,  ecc. 
=  fornello,  bagno,  filanda  a  vapore. 

6)  Entra  nella  canzonetta  ;  là  àtèla 
comèta  là  riva  ài  dés  or  -  oh,  che  bèli 
fior!  oh,  che  bèli  fior!  -  là  àtéla  co- 
mèta là  riva  in  vapor. 

7)  vapor,  chiamavasi,  quando  usava, 
il  crinoline.  Vedi  coregh,  2). 

vara,  *  v.  att.  =  varare:  spingere  in  mare 
la  navo  o  nel  lago  la  barca;  ttla  Spééia 
hàn  vàraa  eh' è  pòcch  el  Cari' Albert  = 
alla  Spezia  hanno  varato  da  poco  il 
Carlo  Alberto. 

vàrch,  s.  m.  =  anguinaia,  inguine.  Vedi 
ìngìiiii. 

vàrdà,  V.  att.  =  guardare.  Vedi  guarda. 

1)  eont  pii  se  vàrda,  cont  nièn  se 
véd  =  più  si  guarda  mono  si  vede. 

2)  vàrda  ben!  =  esortazione  o  mi- 
naccia. 

3)  vàrda  ti  =  pensaci  tu  !  giudica  tu  ! 
Tare  e  vàri,  v.  att.  =  valere:  aver  va- 
lore intrinseco:  di  persone  o  cose;  là 
on  òmm  che  'l  vàr  tànfdr  come  'l  pésa 
=  è  un  uomo  che  vale  tanto  oro  quanto 
po«a;  l'è  on  càfè  che  vàr  nàgòtt  =  è  un 
caffè,  che  non  vai  nulla;    Ve  on'dpera 


yar 


895 


vas 


che  vdr   pòcch  =  è   un'opera  che    vai 
poco. 

1)  fààela  vàri  =  farsi  valere;  farsi 
stimare,  rispettare. 

2)  cd§a  vdr?  =  che  vale  ?  a  che  prò  ? 
cosa  vàr  fa  tanti  ààerifìèi,  èe  no  se 
fan  per  i  hlter  che  pdden  c/oden  el  friltt  ? 
=  che  vale  far  tanti  sacrifici  se  non  si 
fanno  per  gli  altri  che  ne  possono  go- 
dere il  frutto? 

3)  vàri  là  pena  =  valer  la  pena: 
metter  conto  di  fare. 

4)  Importare,  costare;  on  bàri  de  vìn 
el  po'  vàri  dai  trentàcinqu  ài  quà- 
rtlnta  lìr  =  un  barile  di  vino  può  im- 
portare dalle  trentacinquo  alle  quaranta 
lire;  l'è  on  orològg  che  vdr  minga  nién 
de  cent  fràneh  =  è  un  orologio  ohe  non 
vale  meno  di  cento  lire. 

5)  vdr  pùsee  on  àndà  che  cent  àn- 
dèmm  =  vai  più  il  fare  che  il  diro:  le 
parole  sono  foglie  e  i  fatti  fratti. 

vàri,  agg.  =  vario,  variato,  diverso:  che 
non  è  uniforme,  non  è  costante;  el  niond 
Ve  bèli  perchè  Ve  vàri  =  il  mondo  è 
bello  perchè  è  variato. 

1)  Al  plur.  vàri  =  parecchi:  più  di 
uno;  ghe  n'è  étaa  chi  vàri  à  vede  V  à- 
pàrtàmént  =  ce  ne  son  stati  parecchi 
a  vedere  l'appartamento. 

vària,  v.  att.  =  variare  :  cambiare  diver- 
samente, in  modo  vario;  el  vària  per 
là  campagna:  on  ànn  el  va  à  Moltràs, 
on  àltr'ànn  à  Mendris,  ona  vòlta  el 
va  à  Vàrés^  l'altra  el  va  ài  Oeneros  = 
varia  sempre  per  la  villeggiatura:  un 
anno  va  a  Moltrasio,  un  altr'  anno  a 
Mendrisio ,  una  volta  va  a  Varese, 
l'altra  va  al  Generoso. 

Tàriàbil,*  agg.  =  variabile,  mutabile  : 
facile,  sottoposto  a  mutare;  el  baròmetro 
el  segna  vàriàbil  =  il  barometro  segna 
variabile. 

1)  di  pers.  Leggera,  incostante,  in- 
stabile. 

vàrìànt,  s.  f.  =  variante  :  diversa  ma- 
niera con  cui  un  autore  si  esprimo  nel 
tale  0  tal  altro  passo  della  sua  opera: 
l'è  tnterèsànt  étildià  i  vàriànt  déla 
Oeriisàlhne  Liberata  =  è  interessante 
studiare  le  varianti  della  Gerusalemme 
Liberata. 

Tàriàsiòn,  s.  f.  =  variazione  ;  il  variare 
e  l'effetto  del  variare:  quànd  el  vén  à 
cà  de    eolèg  el  Sta    àthit  se'l    troema 

'    oìia  qiidj   vàriàéiòn   in    cà  =    quando 


viene  a  casa  di  collegio  sta  attento  se 
trova  qualche  variazione  in  casa. 

1)  T.  music.  Diversificazioni  di  me- 
lodia sopra  un  medesimo  tema  :  i  và- 
riàéiòn de  Tàlbergh  siti  Mosè  hin  mà- 
gnifieh  =  le  variazioni  di  Thalberg  sul 
Mosè  sono  magnifiche. 

varicela,*  s.  f.  =  varicella,  morviglione, 
morbiglione:  specie  di  vainolo  benigno; 
vainolo  spurio. 

varicósa,  (rena)  s.  f.  =  varice  :  dilata- 
zione permanente  di  vene  con  pericolo 
di  rottura. 

yàrietaa,  s.  f.  =  varietà  :  lo  stato  di  ciò 
che  è  vario  :  qilèll  che  è  bèli  in  sto  pàés 
l'è  là  vàrietaa  di  punt  de  vista  =  ciò 
che  è  bello  in  questo  paese  è  la  varietà 
dei  punti  di  vista. 

1)  Cose  varie  :  hoo  viét  dna  bela  rà- 
còlta  die  vàrietaa  =  ho  veduto  una  bella 
raccolta  di  varietà. 

2)  i  vàrietaa  =  le  varietà  :  rubrica 
di  giornali. 

vàrceùl,  s,  m.  =  vainolo  :  malattia  conta- 
giosa, epidemica,  terribile,  con  eruzione 
pustolosa  alla  pelle,  che  lascia  i  segni 
guarendo  :  là  mia  pòera  màma  V  è 
mòrta  del  vàrceùl  =  la  mia  povera 
mamma  è  morta  di  vainolo.  Noi  diciamo 
volentieri  al  plurale  i  vàroeùL 

1)  ineètà  el  vàroeul,  i  vàroeùl  =  in- 
nestare il  vaiolo,  vaccinare.  Vedi  và- 
cinà. 

vàroeùla,  s.  f.  =  bolla  di  vainolo  :  la 
pustola  del  vaiuolo. 

1)  formàgg  cont  là  vàroeùla  =  for- 
maggio colla  cancrena. 

2)  vàroeùla  del  mùr  =  sbullettatura. 
vàrolaa,  agg.  =  butterato  :  pieno  di  but- 
teri ;  detto  di  viso  butterato  del  vaiuolo 
0  di  chi  ha  il  viso  butterato. 

vàrolòs,  agg.  =  vaioloso:  che  ha  il  vaiolo. 

vàrs,  vàriiii,  part.  pass.  =  valso,  va- 
luto. Dal   verbo  Tare  =  valere. 

vàs,  s.  m.  =  vaso:  recipiente  in  generalo 
e  specialm.  quello  per  mettere  i  fiori 
sia  nell'acqua,  sia  in  terra. 

1)  Di  teatro  o  chiesa,  la  capacità, 
l'interno. 

2)  vas  déla  còmoda  =  càntero  :  vaso 
di  terra  che  si  tiene  nella  seggetta  per 
farvi  i  propri  bisogni. 

vasca,  s.  f.  ~  vasca  :  riccetto  murato 
dove,  specialmente  nei  giardini,  si  rac- 
joglie   acqua  :    l'  ha  faa  fa  òna  bela 


vas 


-  896  - 


Ted 


vasca  in  mése  ài  giàrdìn  =  foce   faro 

una  bella  vasca  in  mezzo  al  giardino. 

1  )  Tinozza  :  quel  recipiente  di  marmo 

0  di  metallo  nel  quale  si  fanno  i  bagni. 

yàselàmm,  s.  m.  =  vasellame  :  quantità 
di  vasi,  stoviglie,  per  uso  di  tavola  e 
cucina. 

vàsèll,  s.  m.  =  botte  :  vaso  di  legno  a 
doghe,  di  forma  cilindrica,  un  po'  pan- 
ciuto per  tenervi  il  vino  in  cantina. 

1)  dà  on  colp  ài  sere  e  vùn  ài  và- 
sèll =  dare  un  colpo  al  cerchio  e  uno 
alla  botte  :  di  chi,  avendo  più  faccende 
tra  mano,  manda  avanti  un  po'  questa, 
un  po'  quella.  Ed  anche  di  chi,  dovendo 
pronunziar  giudizio  fra  due  parti,  si 
destreggia  dando  un  po'  di  ragione  e  un 
po'  di  toiio  all'  uno  e  all'altra. 

2)  resenttL  'l  vàèèll  fig.  =  purgare  il 
corpo:  prendere  un  purgante. 

8)  éavè  de  vàèèll  =  avere  odor  o 
gusto  di  botto.  Vedi  lègii,  10). 

vàsètt,  s.  m.  =  vasetto,  barattolo  :  pic- 
colo vaso  di  terra  o  di  vetro  por  tenervi 
medicine,  conserve,  ecc. 

vàsiòu,  s.  f.  =  evasione.  Vedi  «vàsiòn. 

vàstitaa,  s.  f.  -  vastità,  ampiezza  :  stato 
di  ciò  che  è  vasto  ;  là  vàètitaa  del  del, 
del  mar,  del  mond  =  la  vastità  del  cielo, 
del  mare,  del  mondo. 

vàtelacàta  e  yàtelàpésca,  =  vattola 
pesca ,  valla  a  indovinare  :  di  cosa 
ignota    0  molto   dubbia. 

Vaticano,*  s.  m.  =  Vaticano  :  la  corte 
del  PontoficG  e  il  palazzo  dove  a  Eoma 
risiede  ;  el  Vaticano  el  g'hà  àncàmd 
dna  gran  poténàa  in  Eiirdpa  =  il  Va- 
ticano ha  ancora  una  grande  potenza 
in  Europa. 

vàvà.  Nella  locuzione  :  color  fiifu  fo- 
draa  de  vàvà.  Di  cosa  della  quale 
non  sappiamo  dire  la  qualità. 

Vàver,  s.  m.  =  Vaprio  :  nome  proprio 
di  un  paesetto  lombardo  al  confluente 
del  Brembo  coli' Adda. 

1)  làortl  per  là  gesa  de  Vàver.  Vedi 
Sésa,  5). 

ve,  pron.  =  voi,  a  voi,  vi  :  pron.  di  se- 
conda pers.  plur.  Vedi  il  coirisp.  pron. 
di  seconda  pers,  sing.   te. 

ve,  eselam.  =  ve'  !  minacciando,  ammo- 
nendo ;  ée  te  stUditt  nò,  te  pàset  nò 
i  esàmm  ve  !  =  se  non  studi  non  su- 
peri gli  esami  ve'  ! 

véce  e  vègg,  agg.  =  vecchio,  annoso  : 
che  ha  molto  tempo,  molti  anni  relativa- 


mente, di  animali  e  di  coso  ;  el  ndno 
Ve  véce  =  il  nonno  è  vecchio  ;  el  età 
in  là  cà  vègia  =  sta,  abita  nella  casa 
vecchia  ;  vin  véce  =  vino  vecchio. 

1)  vèSs  véce  de  eopH  =  essere  vecchio 
a  sodo  ;  véec  come  Noè  =  vecchio  quanto 
il  brodetto  :  vecchissimo. 

2)  l'è  vègia .'  =  è  cosa  scritta  sui 
boccali  di  Montelupo  :  è  cosa  vecchia, 
notissima.  Anche  :  è  ora  di  finirla,  bi- 
sogna smetterla. 

3)  vééà  véce  del  meétee  =  essere  vec- 
chio, pratico  del  mestiere. 

4)  gàlìna  vègia  fa  bon  brceiid  =  Vedi 
briBùd,  15). 

5)  ehi  làsa  là  étràda  vègia  per  là 
ncBuva  Ve  ràr  ée  màlcontent  poeu  noi 
ée  trcetiva  =  chi  lascia  la  via  vecchia 
per  la  nuova  spesse  volte  ingannato  si 
ritrova. 

6)  ne  à  tàola  ne  in  léce  ée  diventa 
mài  véce  =  Vedi  tàola,  4)  e  lètt,  20). 

7)  là  mort  là  età  éiil  tèee  e  no  là 
guarda  in  fàcia  ne  ài  gióin  ne  ài 
véce  =  la  morte  sta  dietro  la  porta  e 
non  guarda  in  faccia  a  nessuno. 

8)  devenià  véce  =  invecchiare  :  di- 
ventar vecchio. 

véce,  s.  m.  =  vecchio  :  un  uomo  vecchio  ; 
l'è  on  bèli  véce  =  è  un  bel  vecchio  ; 
rè  on  tècc  bòn  e  simpàtieh  come  =  è 
un  vecchio  buono  e  simpaticissimo. 

1)  Antenato,  ascendente  remoto  ;  * 
ndster  véce  =  i  nostri  vecchi,  i  nostri 
antenati. 

2)  de  giòin  ne  mceur  éoéènn  ma  de 
véce  ne  écàmpa  minga  =  piii  che  vec- 
chi non  si  campa  :  per  quanto  s'arrivi 
in  là  cogli  anni  è  por  forza  morire. 

3)  el  vin  l'è  là  tèta  di  véce  =  Vedi 
téta,  8). 

4)  càr  él  me  vére  !  póer  véec  !  =  ce- 
cino mio  bello!  cecino  caro  !  Detto  per 
vezzo  ai  bambini  ;  cara  là  mìa  vègia! 
pòera  vègia  !  =  cara,  povera  bimba  mia  ! 

5)  véce  balata.    Vedi  bàldta. 
véce,  s.  f.  =  vece  :  ufficio,    incombenza 

per  un  altro.  Usa  per  lo  più  al  plur.  ; 
fa  le  eoe  véci  =  far  le  veci  sue. 
1)  in  véce  =  invece.  Vedi  invéce, 
vede,  V.  att.  =  vedere  :  percepire  le  im- 
magini por  mezzo  degli  occhi,  e  figur. 
delia  mente  ;  vede  i  montàgn  =  vedere 
le  montagne  ;  vede  'l  ciél  =  vedere  il 
cielo. 

1)  Incontrare,  trovarsi  con  uno  -,  l'è 


yed 


-  897  - 


red 


on  pèés  che  no  te  vedi  =  da  un  pezzo 
non  ti  vedo. 

2)  el  vedi  e  noi  vedi  =  lo  vedo  e 
non  lo  vedo  :  di  persona  che  è  per 
morire,  cadere  da  un  impiego  e  sim., 
0  di  roba  che  sia  in  pericolo  ;  quUa 
gelosia  lì  lei  vedi  e  no  là  vedi  =  quella 
persiana  la  vedo  e  non  la  vedo. 

3)  età  à  vede  =  stare  a  vedere  :  stare 
in  aspettativa. 

4)  podè  minga  vede  =  non  poter  ve- 
dere, avere  in  uggia,  abbominare  :  è 
più  odiare  che  abon-ire  ;  è  avere  un 
sacro  orrore,  un  profondo  disprezzo  per 
una  cosa. 

5)  fasi',  làsàéà  vede  =  affacciarsi, 
lasciarsi  vedere  :  farsi  vedere  dove  tutti 
vanno  o  sarebbe  obbligo  andare  ;  ddpo 
che  g'hoo  imprestaa  i  vini  lìr  el  é'è 
pu  làéaa  vede  in  cà  mìa  =  dopo  che 
gli  ebbi  prestate  le  venti  lire,  non  s'è 
più  affacciato,  non  s'è  più  fatto  vedere 
in  casa  mia  ;  ItLèet  vede  !  =  lasciati  ve- 
dere !  fa  che  ti  veda  !  Diciamo  a  ohi 
desideriamo  vedere  più  spesso. 

6)  àìultb  à  fase  vede  =  andare  a  mo- 
stra :  detto  delle  persone  di  servizio 
che  vanno  a  farsi  vedere  nelle  case, 
dove  vorrebbero  essere  occupate  a  ser- 
vire. 

7)  Procurare,  cercare  :  vedàroo  de 
troàtt  on  bón  impiegh  =  vedrò  di  tro- 
varti un  buon  impiego  ;  che  'l  veda  lii 
de  toeumm  foeura  de  èti  fastìdi  =  veda 
lei  di  levarmi  da  questi  fastidi. 

8)  no  vedi  l'ora  =  non  veder  l'ora: 
avere  gran  desiderio  di  fare  qualche 
cosa;  noi  vedeva  Vora  de  àndà  in 
campagna  =  non  vedeva  l'ora  di  an- 
dare in  campagna  ;  no  vedeva  là  sàn- 
f  ora  de  vègh  noeuva  di  fàtt  toeù  =  non 
vedevo  l'ora  d'aver  tue  notizie. 

9)  ghe  vedi  lontdn  on  mìa  =  mi 
basta  la  vista  lontano  un  miglio. 

10)  bisognarti  pceu  vede  =  alla  prova 
si  scortica  l'asino  :  tutto  va  accettato 
con  benefìcio  d'  inventario. 

11)  vede  i  stèli.  Vedi  stèla,  5). 

12)  là  mànèra  de  vede  =  il  modo  di 
vedere  :  il  proprio  punto  di  vista,  il 
proprio  sentimento. 

13)  vede  =  far  vedere  :  di  condimento 
che  si  metta  in  misura  troppo  scarsa; 
in  sto  pàètiés  el  siicher  ghe  Vhà  faa 
redi  =  in  questo  pasticcio  lo  zucchero 
glie  lo  ha  fatto  vedere. 

57 


14)  ftlghela  vede  à  vUn  =  fargliela 
vedere,  pagare  :  fargli  pagare  il  fio. 
Anche  :  metterlo,  tenerlo  al  dovere. 

15)  dna  fòrbis  che  ttiia  qilèll  che  là 
véd  =  una  forbice  che  taglia  e  cuce  : 
cioè  che  non  taglia  affatto. 

16)  vedi  !  hoo  vìst  !  =  capisco  !  ho 
capito  ! 

17)  eont  pii  se  gutLrda  e  màneh  ée 
véd  =  più  si  guarda  e  meno  si  vede  : 
talvolta  il  voler  ti'oppo  vedere  fa  che 
non  si  veda  nulla. 

18)  Dìo  véd  e  proéd  =  Dio  vede  e 
provvede  :  bisogna  affidarsi  alla  mise- 
ricordia di  Dio. 

19)  fa  bèli  vede,  fa  briitt  vede  =  far 
bella  mostra  ;  far  brutto  vedere. 

20)  lÈsa,  fàmm  vede  =  mostra  ;  la- 
scia che  veda. 

21)  me  là  vedi  =>  me  la  vedo,  pre- 
vedo :  in  generale  di  cose  non  liete. 
Anche:  vedela  bruta. 

redégh)  v.  att.  =  vederci  :  d'estaa  se 
comincia  à  vedègh  ài  tré  or  =  d'estate 
si  comincia  a  vederci  alle  ore  ti'e. 

1)  vedigh  pii  déla  fàtnm  =  avere  una 
fame  da  non  vederci  lume  :  avere  una 
fame  assaettata. 

2)  vedigh  dénter  in  d' ona  rdba, 
vedégh  citr  =  vederci  chiaro,  capirla 
bene.  Anche  :  trovarci  il  proprio  van- 
taggio, il  tornaconto. 

3)  ghe  védem  !  ?  =  ohe  !  ci  vediamo  ! 
Si  dice  a  chi  cammina  distratto  e  cam- 
minando ci  urta,  0  incespica  lui  in 
qualche  intoppo. 

4)  Trovare,  scoprire  :  in  qiièll  quttder 
li  ghe  vedi  qiièicòàs  che  me  par  minga 
àrtìstich  =  in  quel  quadro  ci  vedo,  ci 
trovo  qualche  cosa  che  non  mi  pare 
artistico. 

5)  tiiee  voetiren  vedigh  =  ogni  santo 
vuol  la  sua  candela. 

veder,  s.  m.  =  vetro  :  corpo  trasparente 
e  fragile  che  è  un  composto  di  sabbia 
silicea,  soda,  potassa  e  altri  ossidi  me- 
tallici. 

1)  veder  de  Vorològg  =  cristallo  del- 
l'orologio :  quel  vetro  terso,  circolare, 
più  0  meno  convesso,  incastrato  nella 
intaccatura  circolare  della  lunetta  e 
serve  di  coperchio  trasparente,  che  la- 
scia vedere  l'ora  segnata  dalle  lancette 
sulla  mostra,  senza  aprire  la  cassa. 

2)  veder  déla  lileèrna  =  tubo,  scar- 
toccio. Vedi  àrgàn,  e  liicérna,  2). 


ved 


-  898  - 


Te§r 


3)  *  veder  déla  finèétra  =  invetriata, 
veti'ata  :  i  vetri  delle  finestre  ;  veder 
de  ctbrta  =  impannata  :  telaio  per  fi- 
nestra con  carta  oliata  invece  delle  la- 
stre di  vetro  ;  i  piomb  di  veder  =  ì 
regoli  dei  veti-i  :  quelle  strisce  di  piombo 
che  tengono  unite  le  lastre  di  vetro 
nella  vetrata;  veder  dopi  =  contrim- 
pannata. Vedi  contràréder. 

4)  slistL  i  veder  =  star  sempre  alla 
finestra. 

5)  vèsS  de  veder  fig.  =  esser  di  vetro, 
essere  fragilissimo. 

6)  el  veder  =  il  vetro  :  la  boccia,  il 
fiasco,  la  bottiglia  dove  sta  un  liquido. 

veder,  (Pont)  =  Ponte  voterò:  uno  dei 
larghi,  0  delle  piazze  di  Milano,  che 
ti'ae  il  nome  da  un  vecchio  ponte  che 
vi  esisteva. 

vèdoa,  s.  f.  =  vedova  :  la  moglie  cui  è 
morto  il  marito  ;  l'ha  Sposaa  dna  vèdoa 
=  sposò  una  vedova. 

1)  polenta  vMoa  =  polenta  scussa  : 
senza  companatico. 

vedoànsa,  s.  f.  =  vedovanza  :  stato  di 
vedovo  0  vedova.  E'  parola  nuova  e 
del  dialetto  scelto. 

redoli,  agg.  =  vedovile  :  che  spetta  a 
vedova,  a  vedovo  ;  Za  porttva  el  veli 
vedati  fina  tti  pè  =  portava  il  velo  ve- 
dovile fino  ai  piedi. 

vedoin,  s.  f.  =  vedovina,  vedovella  : 
dim.  vezz.  di  vedova. 

TèdOT,  s.  m.  =  vedovo  :  il  marito  a  cui 
è  morta  la  moglie  ;  l'è  restaa  vMov 
dòpo  diiii  ànn  de  matrimòni  =  rimase 
vedovo  dopo  due  anni  di  matrimonio. 

Vedrà,  (la)  =  la  Vetra  :  largo  sul  corso 
di  Porta  Ticinese,  presso  alla  chiesa  di 
S.  Lorenzo  ;  era  chiamato  là  Vedrà  di 
Citàdìn  =  la  Vetra  dei  Cittadini. 

yedrina,  s.  f.  =  vetrina,  mostra:  luogo, 
scansia,  armadìno  o  cassetta  a  vetri  dove 
i  bottegai  tengono  in  pubblica  mostra  la 
merce. 

1)  mètt  in  vedrtna  =  avvistare  :  detto 
delle  merci,  metterle  in  mostra  in  modo 
che  facciano  bella  figura  e  attirino  l'at- 
tenzione. 

2)  m^tes  in  vedrtna  =  mettersi  in 
mostra  :  farsi  vedere  con  qualche  osten- 
tazione. 

vedrloetì,  s.  m.  vetriolo,  vitriolo  :  ogni 
solfato  metallico,  specialm.  del  rame, 
del  ferro,  dello  zinco. 


1)  òli  de  vedrioRu  =  olio  di  vetriolo; 
acido  solforico. 

Teduda,  s.  f.  =  veduta:  la  cosa  che  si 
vede  per  mezzo  di  strumento  ottico  ; 
ài  Panorama  gh'  è  di  belìéim  vedùd  de 
l'America  =  al  Panorama  ci  sono  bel- 
lissime vedute  d'America. 

1)  Anche  la  stampa  e  il  disegno 
stesso. 

regedaa  e  yegrésa,  s.  f.  =  vecchiaia, 
vecchiezza  :  la  terza  parte  della  vita, 
contrapp.  a  giovinezza  e  maturità. 

vegeta,  v.  att.  =  vegetare  :  di  piante  e 
sim.  vivere  e  crescere. 

1)  Pig.  di  pers.  Vivere  la  vita  pu- 
ramente materiale. 

regetàbil  e  vegetai,  *  s.  m.  =  vegeta- 
bile, vegetale  :  tutto  ciò  che  vegeta  e 
specialm.  i  cibi  vegetali,  come  verdure 
e  frutte. 

vegetàsiòn  *  s.  f.  =  vegetazione  :  il  ve- 
getare, il  crescere  delle  piante  e  sim.  ; 
stòi  àlp  gh'  è  dna  vegetàéiòn  tuta  di- 
vèréa  che  in  di  ndéter  piànÈr  =  sulle 
alpi  la  vegetazione  è  ben  divei-sa  da 
quella  dei  nostri  piani. 

vegetomineràl,  (acqua)  s.  f.  =  acqua 
vegeto-minerale  :  acetato  di  piombo. 
Sp.  d' acqua  medicinale  per  uso  esterno. 

yèggf  agg.  e  5.  m.  =  vecchio.  Vedi  véce. 

règh,  V.  att.  =  avere:  regge  qualunque 
complemento  che  significhi  uno  stato, 
condizione,  modalità,  facoltà  del  sog- 
getto ;  vègh  èògn,  fàmm,  frèec  =  aver 
sonno,  fame,  freddo  :  vègh  mtnga  pàs 
on  moment  =  non  aver  pace  un  mo- 
mento. Oppure  cosa  che  sia  nel  soggetto, 
ne  faccia  parte,  ne  dipenda,  gli  sia  unita 
e  segnatam.  che  si  porti  in  mano  o  sulla 
persona,  oppure  che  stia  col  soggetto 
nella  relazione  indicata  da  una  prepo- 
sizione, avverbio  o  modo  avverbiale  ; 
vègh  denàns  dna  cà  =  aver  davanti 
una  casa  ;  vègh  gent  à  disntL  =  aver 
gente  a  pranzo.  Ovvero  una  relazione 
indicata  dal  complemento  ;  vègh  miee 
e  fiaeu  =  aver  moglie  e  figli  ;  vègh  el 
pàpti  e  là  mtma  =  avere  il  babbo  e  la 
mamma. 

1)  D'anni,  di  età  ;  vègh  dés  ànn  = 
aver  dieci  anni  ;  mi  quànd  ho  tòlt  miee 
g'  aveva  vintidiiil  ànn  =  io  quando  presi 
moglie  avevo  ventidue  anni. 

2)  Al  giuoco,  detto  dei  punti  che  uno 
accusa  o  segna,  delle  partite  che  uno 
ha  vinto.  Al  lotto  ;  g'  hoo  diiii,  trii  nft- 


I 


mer  =   ho  due,   tre   numeri,   essendo 
usciti  due  0  più  dei  numeri  giuocati. 

3)  Ottenere  :  el  épéra  de  vègh  on  im- 
piégh  =  spera  di  avere,  di  ottenere  un 
impiego. 

4)  gh'èmm,  g' àmrèmm  =  abbiamo, 
avremo,  nell' annunziare  o  predire  av- 
venimenti che  in  qualche  modo  ci  ri- 
guardino; cosa  gh'èmm  de  noeuv  =  che 
abbiamo  di  nuovo?;  dimdn g'àvàrèmm 
bèli  temp  =  domani  avremo  bel  tempo. 

5)  vègh  de  fa,  de  di,  de  mangia  = 
aver  da  fare,  da  dire,  da  mangiare  ; 
aver  modo,  occasione,  motivo  di  far 
quelle  azioni  ;  vègh  el  pànàton  de  man- 
gia =  avere  il  panettone  da  mangiare. 
Anche  assol.  glioo  là  lesion,  g'hoo  là 
mèéa  =  ho  la  lezione,  ho  la  messa  ; 
sottint.  da  dire,  da  sentire.  Vègh  de... 
=  avere  a  o  da...,  dovere,  indicando 
gran  volontà,  bisogno  o  un  impegno 
preso,  una  deliberazione  ;  ètàmàtina 
g'hoo  de  làortL  =  stamane  ho  da  lavo- 
rare, devo  lavorare  ;  el  g' aveva  el  fitt 
de  pàgti  =  aveva  da  pagare,  doveva 
pagare  la  pigione. 

6)  vagliela,  vSghela  sii  coni  qiièidUn 
=  averla  con  qualcheduno,  avere  il  baco 
con  uno  ;  di  malanimo  che  si  abbia 
contro  persona  e  segnatam.  per  torti 
ricevuti. 

7)  vègh  =  avere  ;  come  ausiliare  si 
unisce  al  partic.  pass,  di  tutti  i  verbi 
transitivi  e  dì  parecchi  intransitivi  per 
formare  i  tempi  composti  \,hoo  crediiil, 
hoo  ditt,  aveva  pensàa,  avaria  màngiaa, 
ée  l'àvèsé  visi,  ecc.  =  ho  creduto,  ho 
detto,  aveva  pensato,  avrei  mangiato, 
se  avesse  visto,  ecc. 

8)  vègh  on  poo  del  tal  =  arieggiare 
un  tale:  aver  l'aria  del  tale,  somigliargli. 

9  chi  n'ha  àvUii  n'ha  àviiii  =  avuta 
la  grazia,  gabbato  lo  santo:  chi  ha  avuto 
il  benefizio  si  dimentica  del  benefat- 
tore. Anche:  chi  ha  avuto  ha  avuto: 
per  significare  che  un  affare  è  finito 
che  non  deve  parlarsene  più. 

10)  vègh  del  màìt  =  pizzicar  di  matto: 
essere  un  po'  matto. 

11)  vÈghen  =  averne,  avere:  dinota 
proprietà,  possesso;  l'è  vdn  che  ghe  n'ha 
=  è  uno  che  ha;  v^ghen  minga  titnti  = 
non  aver  molto. 

12)  insci  véghen  !  =  averne  I  dicatti  ! 
Modo  di  dire  per  significare  che  una 
fcosa  è  buona,  conveniente;  insci  vèghen 


—  899  —  reg 

de  sii  liber  ehi  =  averne  di  tali  libri  ! 

"Vedi  cinàfose. 

13)  qilèll  che   no  pSdi  vègh  va  che 

tei  dbni  =  quel  che  non  posso  aver  va, 

che  ti  dono;  quando  è  caduto  di  sella 

disse:  voleva  scendere. 
vegria,  agg.  e  s.  f.  =  vecchia  :    di   cosa 

vecchia,  donna  vecchia.  Vedi  yècc. 
yegiàbi,    s.   m.    =   vecchio,   vecchiotto; 

spreg.  di  vecchio. 
vegiàda,  s.   f.    =    anticume,    anticaglia, 

vecchiume  ;  là  comedia  de  stdétra   l'è 

dna  vegittda  =  la  commedia  di  questa 

sera  è  un'anticaglia. 
reg'iàia,  s.  f.  =  vecchiaia:  l'età  dei  vecchi. 
vegìn,  s.    m.  =    vecchino  :    vezzegg.    di 

vecchio.  L'usiamo  per  vezzo   parlando 

a'  bambini. 
región,  s.  m.  =  vecchione,  accrescit.  di 

vecchio. 

1)  Ognuno  dei  vecchi  accolti  nel  Pio 
Albergo  Trivulzi. 

2)  *  vegiòni,  i  vegiònn  =  scuola  ma- 
schile e  femminile  di  dieci  maschi  e 
dieci  femmine  per  l'offerta  del  pane  e 
vino  nelle  messe  solenni   del  Duomo. 

vegiòss,  (fa  minga)  v.  att.  =  non  aver 
da  campare  un  pezzo:  aver  ancora  po- 
chi carnevali. 

vegiòtt,  s.  m.  =  anziànotto  :  di  pers. 
piuttosto  inoltrata  negli  anni. 

regitt,  s.  m.  pi.  =  seccumi  :  frutte  sec- 
che e  specialm.  pere,  pesche,  meliache 
e  sim. 

yeglión,*  s.  m.  =  veglione:  gran  veglia  in 
teatro  con  festa  da  ballo;  i  ficeH  Ve  mèj 
che  vtghen  in  lètt,  m,inga  ài  veglion  = 
i  ragazzi  è  meglio  vadano  a  letto,  non 
al  veglione. 

regni,  v.  att.  =  venire:  muovere  verso 
il  luogo  dove  è,  fu  o  sarà  la  persona 
che  parla  o  a  cui  si  parla;  vegnàroo  à 
Tilrin  à  troàtt  =  verrò  a  trovarti  a  To- 
rino; el  m'ha  ditt  che  'l  èàrisè  vegnUii 
à  Mildn  =  mi  disse  che  sarebbe  ve- 
nuto a  Milano. 

1)  Arrivare,  provenire;  el  pèéè  de  mar 
à  Milàn  el  vén  de  Veniéia  e  de  Otnoa 
=  il  pesce  di  mare  a  Milano  viene  da 
Venezia  e  da  Genova. 

2)  Uscire,  esser  nato,  derivare  ;  el 
vén  dà  dna  fàmilia  bdna  =  viene  da 
buona  famiglia  ;  el  vén  dàla  sedia  de 
l'Ascoli  =  viene  dalla  scuola  dell'A- 
scoli :  l'Ècqua  de  Moltràs  là  vén  dàla 
Veéporina  =  l'acqua  di  Moltrasio  viene 


Teg 


—  900 


dalla  Vesporina.  Anche  :  emanare,  di 
cosa  che  proviene  direttamente  e  con- 
tinuamente da  un'altra;  dal  tò  contégno 
mn  là  neeesitaa  di  me  parali  =  dal  tuo 
contegno  viene,  emana  la  necessità  delle 
mie  parole;  dal  tò  giàrdìn  veti  on  pro- 
fU/mm  d'dlea  frtlgrans  ehe  l'è  on  piàsè  = 
dal  tuo  giardino  emana  un  profumo  d'o- 
lea  fragrans  che  è  un  piacere. 

3)  Cadere ,  sopravvenire  ,  seguire  ; 
quànd  vén  aera  =  quando  cade  la  sera; 
quànd  sarà  vegnuii  'l  niés  rf'  aprii  = 
quando  sarà  venuto  il  mese  d'aprile. 

4)  vegni  fila  finèstra  =  venire,  affac- 
ciarsi alla  finestra. 

5)  Di  pensiero,  idea,  fantasia  e  sim. 
nascere,  sorgere,  venire  in  mente;  w'è 
vegnilu  on  bon  penéér  =  m'è  nato  un 
buon  pensiero. 

6)  tanti  en  ven,  ttnti  en  va  =  tanti 
ne  nasce,  tanti  ne  more  :  di  chi  suole 
spendere  tutto  quel  che  guadagna. 

7)  Crescere,  svolgersi,  e  se  di  piante, 
farci;  l'Uga  là  vén  benone  se  le  iuta  el 
càld  =  l'uva  ci  fa  a  perfezione  se  l'as- 
siste il  caldo;  el  làortL  el  vén  polid  » 
il  lavoro  viene  bene. 

8)  Diventare;  vegnì  cóììie  noeuv  =  ve- 
nir come  nuovo  ;  el  pànn  à  éegttittt  à 
d/roàll  el  vén  lùcid  =  il  panno  coll'uso 
continuato  diventa  lucido  ;  el  me  fimi 
et  vén  grand  tUti  i  dì  =  mio  figlio  di- 
venta alto  ogni  giorno  di  più. 

9)  Attaccai'e,  di  ciò  che  viene  subito 
dopo;  ddpo  ona  mésa  vén  l'altra  =  dopo 
una  messa  attacca  coli' altra:  delle  tre 
messe  del  Natale. 

10)  vegni  gio  =  calai'e,  scendere,  ve- 
nir giù;  Nàpoleon  V  è  vegnuii  in  Italia 
dal  Gotàrd  =  Napoleone  calò  in  Ita- 
lia per  il  Gottardo.  Di  concorso^  af- 
fluenza in  un  luogo  per  effetto  di  qual- 
che forte  richiamo;  vegnéven  gid  de  tùti 
i  pari  à  vede   el  ndàter   càrnevàlon  = 

,  calavano  da   tutte  le  pai-ti  a  vedere  il 
nòstro  cai"nevalone. 

11)  vegtii  gid  di  nivol  =  cascar  dalle 
nuvole:  di  chi  è  fortemente  meravigliato 
per  cosa  che  oda,  o  di  chi  è  sempre 
distratto  e  gli  paion  sempre  nove  anche 
le  cose  più  solite. 

12)  vegnt  à  pàròll,  à  pilgn  =  venire 
a  pai-ole,  a  pugni. 

13)  vegm  ài  tàndem  =  venire  alla 
conclusione,  alle  strette. 


—  vegr 

14)  vegnì  à  óltra  =  venir  fuori,  pa- 
lesarsi, uscire. 

15)  vegnimm  à  nùn  =  veniamo  a 
noi,  concludiamo. 

16)  vegm  àdòsé  =  prendere,  assalire: 
di  malanni;  gh'è  vegnuu  àdòàs  là  féver 
=  lo  prese  la  febbre. 

17)  vegnì  foeitra  =  venir  fuori,  uscire, 
mosti'arsi.  Anche  :  risultare,  specialm. 
di  conti. 

18)  vegnì  fceitra  =  venir  fuori,  uscire 
scoppiare  :  di  espulsioni,  di  malattie  ; 
ddpo  trii  di  de  féver  gh^  è  vegniiii  fceura 
'l  vàro&ùl  =  dopo  tre  giorni  di  febbre 
gli  scoppiò  il  vaiolo. 

19)  vegnì  giti  =  struggersi,  far  cat- 
tiva cera;  i?i  sf  inverno  l'è  vegniiii  gid 
ben,  poer  diàol!  =  quest'  inverno  ha 
fatto  una  gran  brutta  cera,  poveretto. 

20)  vegnì  èii  =  crescere  ;  el  vén  sii 
grand,  gròss  e  scopààuii  =  cresce  grande 
grosso  e  minchione. 

21)  vegnì  sii  H  temporàl,  el  vént,  el 
temp  eàtiv.  =  levarsi  il  temporale,  il 
vento,  il  maltempo. 

22)  vegnì  sii  =  tornare  a  gola:  di  cibi 
non  digeriti  che  provocano  fortori. 

23)  vegnì  éii  di  dànee  =  entrare  da- 
naro, fare  incassi. 

24)  vegnì  sii  i  càvéj,  là  barba,  i  bàr- 
bìs  =  nascere,  crescere,  i  capelli,  la 
barba,  i  baffi. 

25)  vegtiì  vìa  =  venir  via,  abban- 
donare, lasciare:  di  un  luogo  dove  non 
sia  la  persona  che  parla  ;  éont  vegniiii 
vìa  de  Nàpoli  ài  trénta  d'àgoét  =  ho 
lasciato  Napoli  al  trenta  d'agosto;  vè- 
gni  vìa  de  teàter  ài  vUndes  or  =  lascio 
il  teatino  alle  ore  undici. 

26)  vegnì  vìa  =  crescere,  svilupparsi; 
per  fortuna  el  me  Mario  et  vén  vìa 
polid  =  per  fortuna  il  mio  Mario  cre- 
sce bene. 

27)  Capitare,  toccare,  specialm.  di 
cosa  che  capiti  o  tocchi  all'improvviso; 
gh'è  vegniiii  via  dna  peseiàda  =  gli 
capitò  un  calcio;  vegnéva  via  di  bèj 
regài  =  capitavano  dei  bei  doni. 

28)  vegnì  de  éè  =  venir  da  sé,  natu- 
ralmente, spontaneamente. 

29)  lunedi,  martedì,  ecc.  ehe  vén;  el 
més,  Vànn  che  vén  =  lunedì,  mar- 
tedi,  ecc.,  venturo;  il  mese,  l'anno 
ventui'O. 

30)  me  vén,  te  vén,  ne  vén,  ve  vén 
=  mi,  ti,  ci,  vi  viene  :   mi   tocca,    mi 


veg 


901  — 


Tel 


spetta,  è  dovuto  ;  vie  vén  dés  lir  che 
fhoo  impreétàa  r  alter  di  =  mi  son  do- 
vute dieci  lire,  mi  devi  dieci  lire  che 
t'ho  prestato  l'altro  giorno  ;  de  mi  te 
vén  pil  nàgòtt  =  io  non  ti  devo  più 
nulla. 

31)  là  véli  =  piove:  d'acqua,  di  neve, 
di  tempesta.  Anche:  venir  giù. 

^'2)vegm  =  costare;  coà'el  ven?  =  quanto 
costa?  el  vén  duii  fràneh  =  costa  due  lire. 

33)  épettl  e  no  vegni  Ve  dna  ròba  de 
morì  =  aspettare  e  non  venire  è  una 
cosa  da  morire.  Prov.  che  denota  la 
pena  dell'aspettare  invano. 
Tegnuda,  s.  f.  =  venuta:  il  venire;  Ma 
vegnÈda  del  ctlld  el  m  in  càmptLgna  = 
alla  venuta  del  caldo,  va  in  villa. 

1)  vès'è  de  vegnitda  =  essere  per  ve- 
nire, essere  sul  venire. 
véi,  esclam.  =  ve  lì!    ohe  lì!  Specialm. 
di  forte  ammonimento  e  minaccia. 

1)  Anche  pronome:  ve  li,  ve  le;  éti 
ròbb  véi  disi  per  rdéter  ben  =  queste 
cose  ve  le  dico  per  vostro  bene.  Pre- 
feriamo però  oggi  la  pai-tic.  pron.  vi. 
ve'l,  2^^'on-  =  ve  lo:  el  personal  ve'l  rà- 
eo7)iàndi  tànt  =  il  personale  ve  lo  rac- 
comando molto. 
Téla,  s.  f.  =  vela  :  vasto  panno  formato 
di  teli,  usato  a  utilizzare  la  forza  del 
vento  per  spingere  le  navi. 

1)  Randa  :  vela  delle  barche  pescho- 
recce  attaccata  all'albero  e  fermata  a 
poppa. 

2)  vèàs,  pari  dna  vela  =  essere,  pa- 
rere un  buratto,  una  remola,  una  bat- 
tola :  di  chi  parla  molto  e  in  fretta. 

3)  Banderuola.  Vedi  bàndirceula. 
vela,  r-  att.  =  veleggiare:  navigare  a  vela. 
velaa,  agg.   =    velato,    coperto  :    el   ciél 

w-        l'èra  velaa  e  pareva  che  piovèéè   d'on 
\       miniitt  à  Vtllter  =  il  cielo  era  coperto 
e  pareva  dovesse  piovere    da   un   mi- 
j       nuto  all'altro. 
i  1)  Di  parlare,   discorso  :    misterioso, 

oscuro. 

-  ■  Telàdiira,  s.  f.  =  velatur^^  :  guarnimeuto 
di  vele. 
Telarla,  5.  f.  =  velame  :  quantità  di  veli. 

Non  usa  molto. 
Telèitaa,  s.  /.  =  velleità  :  volontà  monca, 
imperfetta,  capriccio  ;  àdèàs  gh'è  vegniiu 
là  velèitaa  déla  biciclUa  =  ora  gli  è 
venuta  la  velleità  della  bicicletta. 
Telén,  s.  m.  =  veleno  :  sostanza  malefica 
0  mortale  d'origine   minerale   e  ^orga- 


nica ;  el  velén  déla  vipera,  di   fung  = 
il  veleno  della  vipera,  dei  funghi. 

1)  Essenza  o  preparazione  speciale 
che  cagiona  la  morte. 

2)  Fig.  el  velén  di  parali  =  il  ve- 
leno delle  parole. 

3)  Stizza,  odio,  animosità  maligna; 
l'è  domti  Ili  e  velén  =  è  tutto   veleno. 

Telenà,  v.  att.  =  avvelenare  :  far  morire 
di  veleno  ;  detto  di  persone.  Di  ani- 
mali è  più  comune  ;  dàgh  el  boemi,  el 
velén  =  dare  il  veleno. 

Telenós,  agg.  =  velenoso  :  che  ha  in 
se  il  veleno  e  avvelena  ;  i  fung  velenos 
=  i  funghi  velenosi. 

1)  bisa  velenosa  =  serpe  maligno, 
velenoso  :  quello  ohe  col  suo  mordere 
uccide.  E  fig.  di  lingua  maledica,  in- 
solente, cattiva. 

Telèta,  s.  f.  =  veletta  :  piccolo  velo  in 
aggiunta  al  cappellino  da  signora  per 
coprire  la  faccia. 

Telìna,  (carta)  s.  f.  =  carta  velina  :  fina 
come  un  velo. 

Telioeùs,  s.  f.  =  lume  da  notte.  Dal  frano. 
veilleuse. 

Tèli,  s.  m.  =  velo  :  tessuto  finissimo  e 
trasparente  e  specialm.  quello  che  por- 
tano in  testa  le  donne  ;  l'è  àndàda  à 
fa  spos  cont  el  veli  bitlnch  =  andò  a 
nozze  col  velo  bianco. 

1)  Velo  :  panno  che  copre  il  calice 
a  vari  colori. 

2)  véli  del  tàberntcol  =  conopeo  :  il 
velo  del  ciborio,  quello  che  copre  an- 
che la  piside. 

TClóce  e  Telocìped,*  s.  m.  =  veloci- 
pede :  sorta  di  veicolo,  specialm.  a  due 
ruote,  su  cui  sedendo,  e  movendo  due 
pedali  si  corre  velocemente. 

Telocipedista,*  s.  m.  =  velocipedista  : 
chi  va  sul  velocipede. 

Telocitaa,*  s.  f.  =  velocità  :  la  qualità  di 
ciò  che  è  veloce,  celerità,  lestezza  nel- 
l'andare. 

1)  grt/nda,  incoia  velocitaa  =  grande, 
piccola  velocità  :  di  due  modi  ohe  ten- 
gono le  ferrovie  nel  trasporto  delle 
merci. 

Telfi,  s.  m.  =  velluto  :  drappo  di  seta, 
di  cotone  e  di  lana  velloso  da  una 
parte,  ma  col  pelo  corto,  spesso,  mor- 
bidissimo e  lucente. 

1)  on  praa  che  H  par  on  velÈ  =  un 
prato  accartato  :  quando  ci  si  vede 
l'erba  piccola,  folta,  fitta  fitta. 


vel 


—  902 


veu 


2)  vègh  el  eUii  siil  velii  =  vivere  nelle 
piume,  nelle  agiatezze. 

3)  négher  come  'l  velii  =  nero  vel- 
lutato, nerissimo. 

veliitaa,  agg.  =  vellutato  :  liscio  come  il 
velluto,  tessuto  alla  foggia  del  velluto. 

reliitìiij  s,  m.  =  vellutino  :  piccolo  na- 
stro di  velluto,  usato  speciabn.  per 
guarnizione  d'abiti. 

1)  Fiore  velluto  :  nappa  di  cardinale. 

vena,  s.  f.  =  vena:  tubo  cilindrico  nel 
corpo  animale  per  cui  il  sangue  dalle 
arterie  torna  al  cuore. 

1)  Sorgente  natui'ale  sotterranea  ; 
v^na  d'tiequa  =  vena  d'acqua,  polla. 

2)  Di  minerali,  di  legni,  il  loro 
verso  ;  trofl  là  véna  del  lègn  =  trovar 
la  vena  del  legno. 

3)  el  g'hà  dna  véna  de  màtt  -  piz- 
zica di  matto,  ha  una  vena  di  matto. 

4)  vìn  che  g'hà  là  véna  del  dols  = 
vino  che  pende  al  dolce. 

5)  vèéè,  vèés  minga  in  véna  =  es- 
sere, non  essere  in  vena  :  avere  o  no 
la  disposizione  a  una  cosa. 

Tenaa,  agg.  =  venato  :  di  legni  o  pietre 
che  son  segnati  di  vene  naturali  ; 
mtlrmo  venaa  tUnto  ò  pòcch  =  marmo 
molto  0  poco  venato. 

yenàdura,*  s.  f.  =  venatura:  di  legni  e 
pietre  venate  ;  il  modo,  la  disposizione 
delle  vene. 

renài;  o,gg.  =  venale:  che  si  compera  e 
si  vende,  che  si  può  aver  per  danaro. 
1)  òmm  venti  =  uomo  ven^e;  queUo 
che  vende  sé  stesso  e  la  propria  vo- 
lontà, che  per  danaro  abbandona  ogni 
scrupolo. 

Tenàlitaa,  s.  f.  =  venalità:  l'essere  ve- 
nale, di  persona;  l'è  on  òmm  d'Óna 
venàlitaa  schifosa  =  è  un  uomo  di  una 
venalità  schifosa. 

vend,  V.  att.  -  vendere  :  cedere  a  chi 
compera,  dar  per  danaro;  vend  el  pan, 
el  vin,  dna  cà,  ecc.  =  vendere  il  pane, 
il  vino,  una  casa,  ecc.;  vend à  pronti 
=  vendere  a  pronti. 

1)  vend  per  èètt  ò  per  dersètt  =  ab- 
bacchiare, bacchettare  :  vendere  a  vii 
prezzo  per  bisogno  di  danari  ;  V  ha 
prdpi  vendUda  per  èètt  a  per  dersètt 
qiiéla  cà  =  l'ha  proprio  bacchettata 
quella  casa. 

2)  vèghen  de  vend  d'  dna  rtiha  = 
avere  da  vendere  una  cosa;  averne  in 
gran  quantità  ;  vègh   reson  de   vend  = 


avere   ragione   da  vendere   e  da  ser- 
bare. 

3)  véndela  come  ne  l'han  vendùda 
0  come  là  é'è  comprtlda  =  venderla 
come  s'è  comprata  :  riferire  una  cosa 
per.  quel  che  vale,  come  s'è  sentita  dire. 

4)  vend  per  forment  éècch.  Vedi 
forméntj  2). 

5)  vede  come  là  vénden  =  vedere  che 
c'è  di  nuovo;  che  si  dice,  che   si  fa. 

6)  fànn  de  vend  =  farne  da  vendere, 
d'ogni  sorta:  sempre  in  senso  cattivo, 
0  per  lo  meno  non  buono. 

7)  bisogna  comprt  éémper  e  miti 
vend  =  parla  poco,  ascolta  assai  e  giam- 
mai non  fallirai;  abbiamo  due  orecchi 
per  ascoltar  molto  e  una  sola  bocca 
per  parlar  poco. 

8)  domandò,  ée  Milàn  l'è  de  vend  = 
letteralm.:  domandare  se  Milano  è  da 
vendere:  lo  diciamo  per  significare  che 
uno  è  assai  contento  e  gli  pare  di  pos- 
sedere gran  che.  Vedi  anche  Dòmm,  2). 
Gli  potrebbe  corrispondere  il  toscano  : 
non  toccare  la  camicia  il  culo. 

Tendéinbia,  s.  f.  ora  anche  rendémia,  * 
=  vendemmia  :  la  coglitura  dell'  uva 
e  il  tempo  che  si  fa  ;  àndt  à  fa  ven- 
démbia  =  andare  a  far  vendemmia. 

yendembià  e  ora  anche  yendemià,  *  v. 
att.  =  vendemmiare:  far  la  vendemmia, 
cogliere  l'uva  da  metter  nei  tini  per 
farne  vino. 

yendèta,  s.  f.  =  vendetta:  soddisfazione 
d'offesa  contro  l'offensore. 

1)  cria  vendéta  in  del  =  gridar 
vendetta  al  cospetto  di  Dio:  di  azione 
che  merita  severo  biasimo  e  punizione, 
ed  anche  di  lavori  fatti  molto  male  ; 
l'ha  Scritt  on  Izber  che  'l  cria  ven- 
dita in  ciél  =  ha  messo  fuori  un  libro 
che  grida  vendetta  al  cospetto  di  Dio. 

2)  Scherz.  fa  vendéta  =  vendere  ; 
hoo  faa  dna  vendéta  general  =  ho  fatto 
una  vendita  generale. 

vendìbil,*  agg.  =  vendibile:  che  si  può 
vendere. 

vendica,  v.  att.  =  vendicare  :  far  ven- 
detta di  pers.  e  di  cose;  l'ha  vendicaa 
èò  fràdèll  =  vendicò  suo  fratello. 

1)  vendicàéé,v.  rifl.=  vendicarsi;  pren- 
dersi vendetta  contro  qualcuno  di  qual- 
che offesa;  me  éont  vendicaa  coétrin- 
géndel  à  domàndàmm  perdòn  =  mi 
sono  vendicato  costringendolo  a  do- 
mandarmi perdono. 


ren 


903  - 


ren 


Tendicàtìv,  agg.  =  vendicativo  :  incli- 
nato, disposto  alla  vendetta. 

Téudita,  s.  f.  =  vendita  :  il  vendere,  lo 
smercio  di  una  mercanzia;  prima  V  era 
in  màgàstn ,  àdèàS  l'han  mise  fila 
véndita  =  prima  era  in  magazzino,  ora 
l'hanno  messo  alla  vendita!;  véndita  ài 
minuti  =  vendita  al  minuto.  Vedi 
miniitt,  6). 

Tenditòr,  *  s.  m.  =  venditore:  chi  vende; 
el  venditor  el  cérca  sémper  de  ciàptL 
de  pU  e  'l  compràdor  de  pàgd  mén  = 
il  venditore  cerca  sempre  di  intascare 
di  più  e  il  compratore  di  pagar  meno. 

yenduda,  (càrna)  s.  f.  =  carne  venduta: 
di  gente  schiava  e  qualche  volta  ser- 
vilmente abbietta. 

renerà,  v.  att.  =  venerare  :  avere  in 
gran  reverenza  ;  el  venertva  el  éò  mi- 
èter cóme  se  'l  fiiàé  el  so  pàptt  =  vene- 
rava il  suo  maestro  come  fosse  suo  padre. 

Teneràbil,*  agg.  =  venerabile:  che  me- 
rita di  essere  venerato. 

reneràsiòn,  s.  f.  =  venerazione  :  il  ve- 
nerare, la  gran  reverenza  che  si  ha 
per  qualcuno;  el  trtlta  eoa  mtLder  coni 
dna  gran  veneràéion  =  tratta  sua  ma- 
dre con  una  grande  venerazione. 

TCnerdì,  s.  m.  =  venerdì  :  nome  del 
quinto  giorno  della  settimana. 

1)  el  venerdì  éànt  =  il  venerdì  santo; 
il  venerdì  della  settimana  santa;  el  ve- 
nerdì grààé  =  il  penultimo  giorno  del 
nostro  cai'nevalone.  y 

2)  chi  rid  in  venerdì  piàng  in  do- 
menica. Vedi  piàngr,  4)  e  rid,  12). 

3)  de  venerdì  Se  vitgia  minga  =  né 
di  Venere  né  di  Marte  non  si  sposa 
né  si  parte. 

Vènere ,  s.  f.  =  Venere  :  la  dea  della 
bellezza.  Noi  l'usiamo  ad  indicare  una 
donna  molto  bella;  l'è  dna  Venere  = 
è  una  Venere  ;  è  bellissima. 

yeuesiàna,  s.  f.  =  veneziana  :  specie 
di  panetto  di  pasta  dolco,  quasi  ciam- 
bella senza  buco,  cosparsa  alla  super- 
Scie  superiore  di  granellini  di  zucche- 
ro ;  éont  àndaa  à  toeu  on  vèrmut  coni 
dna  venesifLna  =  sono  andato  a  pren- 
dere un  vermouth  con  una  veneziana. 
1)  éORiil,  pd/vim,ént  tLla  veneèitLna  = 
pavimento  alla  veneziana.  Vedi  S(BÙI,  3). 

veng,  V.  att.  =  vincere:  portar  vittoria, 
superare  l'avversario;  veng  dna  bàtà- 
lia  =  vincere  una  battaglia. 
1)  Fig.  e  per  estens.  ;  veng  ài  gioeugh 


=  vincere  al  gioco;  veng  là  pàrtìda  = 
vincere  la  partita  ;  veng  là  ctLiisa  = 
vincere  la  causa,  la  lite. 

2)  véngela  =  vincerla,  spuntarla:  di 
puntiglio  ostinato  ;  ée  noi  rièéé  à  vén- 
gela l'è  minga  contént  =  se  non  riesce 
a  spuntarla  non  è  contento. 

3)  veng  i  càprìsi  =  soddisfare  i  ca- 
pricci ;  =  ài  ficee  bisógna  minga  là- 
ààgh  veng  tùli  i  càprìéi  =  ai  ragazzi 
non  si  deve  lasciar  soddisfare  tutti  i 
capricci. 

4)  chi  le  dUra  le  veng  =  chi  la  dui'a 
la  vince,  volere  é  potere  ;  la  costanza 
é  il  migliore  elemento  per  la  riuscita. 

vengiiiti,  part.  pass.  =  vinto  :  qictLnti 
pàrtìd  tliee  vengiiiU?  =  quante  par- 
tite hai  vinto  ? 

1)  tira  gid  che  fhee  vengiicii  =  va 
là,  te  la  dò  vinta.  Vedi  tira,  42). 

reniàl,  agg.  =  veniale:    di  peccato  non 

grave,  non  mortale. 
vent,  s.  m.  =  vento  :  corrente  d'aria  più 
0  meno  rapida  :  tira  vent  =  tira  vento  ; 
vègh  el  vent  in  fàvdr  =  navigar  col 
vento  in  poppa  ;  l' è  dna  giorntda  de 
vent  =  è  una  giornata  ventosa. 

\)  on  boff  de  vent  =  un  colpo  di  vento, 
una  ventata. 

2)  àndtb  cóme  'l  vent  =  andar  come 
il  vento,  andar  di  volo,  con  molta  ce- 
lerità. 

3)  fa  vent  =  far  vento  :  agitar  ven- 
taglio 0  altro  per  dare  aria  fresca  al  viso. 

4)  fiegdnd  el  vent  che  tira  e  èegdnd 
che  'l  tira  'l  vent  =  secondo  il  vento 
che  tira,  secondo  il  vento  ;  di  opinioni, 
idee,  mutarle  facilmente,  senza  coerenza. 

5)  tòrcia  à  vent  =  torcia  a  vento. 
Vedi  tòrcia,  1). 

6)  che  bdn  vent?  =  che  buon  vento? 
Chiediamo  a  chi  vediamo  con  qualche 
meraviglia. 

Tentala,  s.  f.  =  ventola  :  arnese  di  car- 
tone 0  di  penne  o  d'altro  per  far  vento 
sul  fuoco  e  specialm.  sul  fuoco  dei  for- 
nelli. 

vénter,  s.  m.  =  ventre,  addome  :  la  gi'an 
cavità  che  contiene  gli  intestini. 

1)  col  vènter  in  ter  a  =  boccone,  boc- 
coni, a  bocconi  ;  la  posizione  di  chi  è 
disteso  col  ventre  e  colla  bocca  volti 
all'  ingiù.  Contrario  di  col  vénter  in 
tiria  =  supino. 

2)  cilrids  come  'Z  doldr  de  vénter. 
Vedi  cilrids. 


veu 


—  904  — 


Ter 


3)  dori  'l  vénter  =  rincrescere  assai, 
ti"Ovar  molto  amaro  di  fare  una  cosa. 

4)  te  doe,ur  el  vénter  ì  Prega  'l  Signor 
che  'l  te  doeura  sémper,  prega  san 
Qioànn  che  'l  te  doeura  tiitt  l'ànn.  Let- 
teralmente significa  :  ti  duole  il  venti^e  ? 
prega  Dio  che  ti  dolga  sempre,  prega 
san  Giovanni  che  ti  dolga  tutto  l'anno  ; 
e  lo  diciamo  a'  ragazzi  quando  vogliamo 
mostrare  di  non  credere  ai  malanni  che 
dicono  d'avere  per  sottrarsi  al  compito, 
per  non  alzarsi  dal  letto,  ecc. 

b)  el  vénter  pién  el  conéìdera  minga 

quèll  voeuj  =  corpo  satollo  non  pensa, 

non  crede  al  digiuno  ;  chi  gode  non  si 

dà  pensiero  di  quelli  che  soffrono. 

6)  gràtàss  el  vénter.  Vedi  pàugcia,  2). 

rentilaa)  agg.  =  ventilato,  arieggiato:  di 
ambiente,  a  cui  si  sia  data  aria,  di 
giornata  nella  quale  spiri  la  brezza; 
incoeù  Ve  ori.  bèli  dì  ventilaa  =  oggi  è 
una  bella  giornata  colla  brezza,  arieg- 
giata. 

ventìlàddrj*  s.  m.  =  ventilatore:  apertura 
0  macchina  per  tirare  correnti  d'aria  e 
dare  aria  agli  ambienti. 

ventilàsióii;  s.  f.  =  ventilazione:  il  ven- 
tilare, specialm.  nel  senso  di  esaminare, 
discutere;  là  ventilàHòn  d'on  progètt, 
d'òna  ereditaa  =  la  ventilazione  d'un 
progetto,  d'una  eredità. 

ventiseli,  s.  m.  =  venticello,  brezza: 
vento  non  impetuoso  ed  asciutto,  ma 
freddo  penetrante. 

ventosa,  s.  f.  -  ventosa,  coppetta.  Vedi 
copéta. 
1)  spina  ventosa.  Vedi  spina,  1). 

ventositaa,  s.  f.  =  ventosità  :  aria  rac- 
colta neU'  intestino,  e  che  si  sfoga  in 
venti  per  l'ano. 

ventréra,  s.  f.  =  reggipancia:  cinto  fatto 
apposta  per  tenere  sollevata  la  pancia 
0  alto  il  corpo. 

1)  Brachiere,  allacciatui-a.  Vedibrà- 
gliee. 

ventricol,  s.  m.  =  venti'icolo,  stomaco. 

ventura,  s.  f.  =  ventiu-a,  sorte. 

1)  àndt  àia  ventura  =  mettersi  alla 
ventui-a,  affidarsi  alla  sorte,  in  un'im- 
presa. 

Tentfìra,  (el  siir)  =  il  signor  Vento.  Noi 
diciamo  così  per  scherzo  quando  il  vento 
apre  la  porta  di  casa  e  ci  fa  accorrere 
come  se  entrasse  qualcuno  :  accortici 
dell'inganno  diciamo;  Ve  'l  èiir  Ven- 
tura, opp.;  bòn  giorno,  èiir  VentUra! 


ventiirina,  s.  f.  =  ventimna:  prodotto 
industriale  a  imitazione  di  pietre  pre- 
ziose; è  specialm.  industi'ia  veneziana. 

ver,  s.  m.  =  vero,  reale  :  guarda  come 
Ve  ver  giièll  pàesàgg  =  vedi,  come  ò 
vero  quel  paesaggio;  come  Ve  vèr  el  cà- 
ràter  del  Càntàìiréna  in  là  Baraonda 
del  BovHa  =  come  è  vero  il  carattere 
del  Cantasirena  nel  <:  Baraonda  »  di  Ko- 
vetta. 

vera,  s.  f.  =  vero:  la  verità;  Ve  véra 
=  è  vero,  è  la  verità;  véra?  =  vero? 
pari  nànca  véra  =  non  parer  vero;  Ve 
véra  che...  =  vero  è  che... 

1)  come  Ve  véra  Dio  =  come  è  vero 
Dio:  come  è  vera  la  Madonna  :  affer- 
mazione assoluta. 

véra,  s.  f.  =  anello  nuziale:  l'anello  be- 
nedetto, del  matrimonio. 

1)  Ghiera:  cerchietto  di  metallo  per 
guarnire  o  fortificare  in  fondo,  bastoni 
mazze  o  altri  oggetti. 

veràniént,  avv.  =  veramente:  per  verità, 
a  vero  dire,  davvero. 

vèrb,  s.  m.  =  verbo:  la  parte  principale 
del  discorso  che  denota  1'  esistenza,  la 
affermazione;  v^rb  àtiv,  pàéìv.,  trànsi- 
tiv,  riflesìv,  regolar^  difètiv,  =  verbo 
attivo,  passivo,  transitivo,  riflessivo, 
regolare,  difettivo. 

verbàl,  agg.  =  verbale:  di  ordini,  re- 
lazioni, contratti  dati,  fatti  a  voce;  or- 
din,  contràtt,  ràpdrt  verbttl  =  ordine, 
conti-atto,  rapporto  verbale. 

1)  proeèés  verbtLl  =  processo  verbale: 
atto  scritto  che  raccoglie  il  modo  come 
è  proceduta  un'azione,  come  è  av\'e- 
nuto  un  fatto,  quel  che  si  è  detto  in 
una  assemblea  e  sim. 

2)  forma,  vos^  àgetiv  verbttl  =  forma, 
voce,  aggettivo  verbale:  del  verbo. 

3)  s.  m.  Verbale:  il  processo  verbale; 
lég  el  verbttl  déia  èedùta  àntecedént  = 
leggere  il  verbale  della  seduta  antece- 
dente. 

verbàhttént,  avv.  =  verbalmente:  a  voce. 

verbéna,  s.  f.  =  verbena:  pianta  e  fiore 
vivace  della  famiglia  delle  dicotiledoni 
monopetali. 

vérd,  s.  m.  =  verde:  uno  dei  sette  co- 
lori dell'iride:  è  colore  dell'  oi-taggio  e 
dell'erba  fresca;  vérd  citLr,  écùr,  smdrt 
=  verde  chiaro,  cupo,  pallido;  vérd  bo- 
tèlia  =  verdone  ;  vérd  bro^iè  -  verde 
bronzo. 
1)  vèàé  vérd  come  on  ghèéé  =  essere 


ver 


—  905 


ver 


verde  come  un  ramarro  :  per  malattia 
0  per  rabbia. 

2)  càétègìi,  nos,  niscio&ùl,  àrmtindol 
véra  =  castagne,  noci,  nocciuole,  man- 
dorle recenti,  fresche:  appena  colte. 
Noi  diciamo  verd  anche  delle  pelli  non 
ancora  conce. 

3)  frMa  vérda  =  fratte  verdi  :  non 
mature. 

4)  Ugna  vérda  =  legne  verdi:  appena 
tagliate  dall'  albero  ;  non  ancora  dis- 
seccate. 

5)  eàregàés  de  legna  vérda  =  pren- 
dersi delle  brighe:  per  lo  più  inutili. 

6)  ddna  in  vérd  là  se  fida  di  éò 
belèss  =  chi  di  verde  si  veste  d'ogni 
beltà  si  spoglia:  il  verde  non  sta  bene 
alla  persona. 

7)  vèéé  ài  vérd  =  essere  al  verde: 
senza  quattrini.  Diciamo  "però  più  vo- 
lentieri; vèéè  in  bolèta. 

verderàmm,  s.  m.  =  verderame  :  sotto- 
carbonato di  rame,  che  si  forma  sugli 
utensili  di  rame  o  di  bronzo;  hin  étaa 
velenaa  dal  verderàmm  -  furono  avve- 
lenati dal  verderame. 

verdesìn,  agg.  =  verdino,  verdognolo: 
color  verde  molto  pallido  e  leggero. 

verdètt,*  s.  m.  =  verdetto  :  risultato 
della  deliberazione  del  giuri. 

verdolìn,  agg.  Vedi  sopra  verdìn. 

verdòn,  s.  m.  =  rigogolo:  uccello  cantore. 

verdura,  s.  f.  =  verdura,  ortaggio,  civaie: 
erbe  in  genere  degli  ox'tiy  e  ogni  ge- 
nere di  legumi  ;  à  disntL  on  fiati  de 
verdura  el  pitLs  sémper  =  a  desinare 
un  piatto  di  verdura  piace  sempre. 

verdfìsc,  agg.  =  verdiccio:  un  po'  verde. 

vérga,*  s.  f.  =  verga  :  pezzo  d'oro  fuso, 
d'altro  metallo,  come  stagno,  piombo, 
argento  e  sim. 

vergili,  s.  f.  =  vergine,  ragazza,  fanciulla: 
donna  non  maritata. 

1)  oh!  $ànta  Vérgini  =  o  Vergine 
santa  I 

2)  là  Beata  Ver  gin  =  la  Beata  Ver- 
-    gine:  la  Madonna. 

3)  céra,  dli,  mèi  vérgin  =  cera,  olio, 
miele  vergine:  di  prima  fattura,  fatto 
a  freddo. 

4)  i  vérgin  =  le  cosce  :  i  due  travi 
verticali  su  cui  poggia  la  madrevite  nel 
torchio  0  pressoio  da  vino. 

vergiuitaa,  s.  f.  =  verginità  :  stato,  con- 
dizione di  chi  è  vergine. 
vergindn,  s.  m.  =  scapolo:  uomo  un  po' 


in  là  cogli  anni  e  non  ancora  ammo- 
gliato. 

verginòna,  s.  f.  =  zitellona.  Vedi  po- 
polana, 1). 

vèrgua,  s.  f.  =  garbo,  ^  grazia  :  moineria 
ma  un  po'  affettata.  È  qualche  cosa  più 
che  piega.  Vedi  piega,  3). 

Tèrguària,  s.  f.  =  moina,  carezza,  lezio; 
coni  i  so  vèrgnàrtj  l'otén  tiiscòés  dal 
so  pàptL  =  colle  sue  moine  ottiene  tutto 
dal  suo  babbo. 

vèrgnón,  s.  m.  =  moiniere,  lezioso:  chi 
fa  molte  moine,  ha  molta  moineria; 
l'è  on  vergnon  d'on  fìoeu  =  è  un  ra- 
gazzo tutto  moine,  un  ragazzo  lezioso. 

vergógna,  s.  f.  =  vergogna:  turbamento 
che  si  manifesta  sul  viso  per  cose  che 
l'uomo  reputa  disoneste  o  di  disonore; 
el  g'hà  vergógna  de  di  qiièll  che  l'ha 
faa  =  ha  vergogna  di  dire  ciò  che  ha 
fatto. 

1)  èénpa  vergógna  =  impudente,  im- 
pudico :  che  offende  le  convenienze  e 
si  fa  gioco  dei  riguardi  dovuti  alle  per- 
sone e  alle  cose. 

2)  Cosa  che  fa  vergogna;  qiièla  cà 
lì  insci  sporca  e  dirocMa  Ve  ma  ver- 
gógna =  quella  casa  lì  così  sporca  e 
diroccata  è  una  vergogna;  Ve  dna  ver- 
gógna per  V  Italia  el  vègh  tanta  geni 
eh' è  minga  bon  de  écriv  =  è  una  ver- 
gogna per  l'Italia  l'avere  tanta  gente 
che  non  sa  scrivere. 

3)  Le  vergogne,  le  parti  pudende;  el 
g'àvéva  àpèna  quàtaa  là  vergógna  = 
aveva  coperte  appena  le  vergogne. 

4)  vergógna!  vergógna  mttrscia!  = 
vergogna  !  vergognaccia  !  Esclamazione 
di  disapprovazione  di  cose  brutte. 

5)  vègh  vergógna  =  essere  timido, 
scontroso;  el  va  in  nisùn  éit  perche  el 
glia  vergógna  =  non  va  in  nessun  luogo 
perchè  è  timido,  è  scontroso. 

6)  el  bocontn  déla  vergógna  =  il  boc- 
concino del  complimento  ;  quello  che 
di  una  pietanza  resta  nel.  vassoio  e  che 
nessuno  vuol  prendere  per  lasciarlo  agli 
altri. 

7)  Vór  de  Bologna  el  diventa  rosé 
per  là  vergógna  =  l'oro  di  Bologna  di- 
venta rosso  per  la  vergogna  :  si  dice 
dell'oro  basso  di  Bologna  che  arrossa 
presto. 

vergognasi,  v.  rifl.  =  vergognarsi,  aver 
vergogna;  el  ée  vergógna  ntnca  de  àvè 
minga  pàéaa  i  esàmm  =  non   si  ver- 


Ter 


—  906  — 


Ter 


gogna  nemmeno  di  non  aver  superati 
gli  esami. 
rergognós,  agg.  =  vergognoso  :  che  ha 
0  fa  vergogna;  là  tòa  eondota  in  ét'ànn 
rè  vergognosa  =  la  tua  condotta  que- 
st'anno è  vergognosa. 

1)  Timido,  scontroso  ;  ^è  on  fioeu 
tròpp  vergognos  =  è  un  ragazzo  troppo 
timido,  ti'oppo  scontroso. 

2)  Ve  vergognos  el  éfàeiàdèll  =  è  ti- 
mido lo  sfrontatello:  diciamo  scherzos. 
di  ragazzo  che  non  è  timido  affatto, 
ma  è  anzi  un  po'  sfacciato. 

yeriflca,  *  s.  f.  =  accertamento,  verifi- 
cazione: l'accertarsi  verificando  ;  hàn 
faa  là  verifica  de  cttéa  =  hanno  fatto 
l'accertamento  di  cassa. 

Teriflcà,  v.  att.  =  verificare:  accertare  il 
vero,  l'autenticità  di  una  cosa;  vègnàroo 
à  écdla  mi  à  verifica  §e  te  glie  vee  = 
verrò  a  scuola  io  a  verificare  se  ci  vai. 

veriflcàss,  v.  rifl.  =  avverarsi ,  effet- 
tuarsi: di  cose  che  si  speravano  o  si 
prevedevano. 

veritaa,  s.  f,  =  verità:  il  vero,  il  reale; 
di  là  veritaa  =  dire  la  verità  :  non 
mentire. 

1)  à  di  là  veritaa.  Vedi  dì,  1). 

2)  vèèé  là  boea  dela  veritaa  =  essere 
la  bocca  della  verità:  di  uomo  sincero. 

3)  me  rinerèsè  in  veritaa,  Ve  pecaa 
in  veritaa  =  mi  rincresce  in  verità,  è 
peccato  in  verità,  davvero,  proprio. 

4)  à  di  là  veritaa  no  ée  fàla  mài  = 
a  dire  la  verità  non  si  sbaglia  mai. 

5)  tùti  i  veritaa  ée  pQden  minga  di, 
opp.  minga  tùti  i  veritaa  ée  pdden  di 
=  non  tutte  le  verità  si  possono  dire  : 
qualche  volta  è  conveniente,  non  men- 
tire, ma  tacere  la  verità. 

6)  là  veritaa  là  vén  éémper  à  gàia 
=  la  verità  vien  sempre  a  gaUa,  le  bugie 
hanno  le  gambe  corte:  il  vero  prima  o 
poi  si  scopre. 

vérinen  e  vèrmiu,  s.  m.  =  verme:  ani- 
male invertebrato  il  cui  tipo  è  il  lom- 
brico; quànd  el  còrp  l'è  mòri  el  va  tUtt 
à  vèrmin  =  quando  il  corpo  è  morto 
si  dissolve  in  vermi. 

1)  el  vèrmin  éolitàri  =  il  verme  so- 
litario, la  tenia. 

2)  i  vèrmin  =  i  bachi,  i  vermi  :  i 
vermi  che  si  formano  negli  intestini  e 
la  malattia  che  ne  è  1'  effetto.  Questa 
dicesi  anche  :   verminazione  ;   bisógna 


medegttgh  i  vèrmin  à  quèll  fi>oe.ù  =  bi- 
sogna medicare  i  bachi  a  quel  ragazzo. 

3)  oeucG  de  vèrmin  =  occhi  abbaci- 
nati :  si  dice  d'occhi  che  dimostrano 
patimenti  per  la  malattia  de'  bachi  nei 
fanciulli. 

4)  vèrmen  =  chiocciola:  la  parte  in- 
feriore dell' asti cciuola  di  ferro  nel  ca- 
vatappi, appuntata  e  spiralmente  con- 
torta. 

5)  biòtt  come  on  vèrmen.  Vedi 
bìòtt,  5). 

6)  àndt  tiitt  à  vèrmen  =  marcire, 
infracidire,  putrefarsi. 

Termiceli,  s.  m.  pi.  =  vermicelli:  sorta 
di  pasta  in  fili  per  minestra.  Vedi  fl- 
delitt. 

vermisoetì,  s.  tn.  =  vermicciolo,    bache- 
rozzolo:   specialm.    1'  esca  per  i  pesci: 
.  màngen  el  vermisoeu  éti  pèés,  ma  no     ' 
ée  làéen  eiàptt  =  mangiano   il  bache-    | 
rozzolo  questi  pesci,  ma  non  si  lascian 
pigliare. 

Tèrmut  e  yermiit,  s.  m.  =  vermouth,  ver- 
mutte:  sorta  di  vino  bianco  aromatiz- 
zato; te  vègnet  à  bév  el  vèrmut  ?  =  vieni 
a  bere  il  vermut?   Dal  ted.  wermuth. 

Ternàcol,  *  s.  w.  =  vernacolo  :  dialetto 
proprio  di  una  città  ;  éeriv  in  verntlcol 
=  scrivere  in  vernacolo. 

yernerdi,  s.  m.  =  venerdì.  Idiotismo 
volgare  per  yenerdì. 

yernìglia,  s.  f.  =  saltaleone  :  oro  e  ar- 
gento riccio. 

yernls,  s.  f.  =  vernice:  sostanza  liquida 
vischiosa  che  si  stende  a  una  o  più 
mani  sopra  vari  corpi  per  salvarli  dal- 
l'ai'ia  e  dall'umido. 

1)  vègh  dna  vernis  de  chimica,  de 
fràncés,  de  matemàtica.,  de  tiiseòsé  = 
avere  un'  infarinatui'a  di  chimica,  di 
francese,  di  matematica,  di  tutto  :  sa- 
perne un  po',  ma  molto  superficial- 
mente. 

2)  el  g^hà  là  vernis,  ma  in  fondo  Ve 
càtiv  e  vilàn  =  ha  la  verniciatura,  l'ap- 
parenza, ma  in  realtà  è  cattivo  e  villano. 

yernjsà,  yernisàdfìra,  yernisceùr.  Vedi 
iuyeruisà,  esc. 

yeronès,  a^g.  =  veronese  :  di  Verona, 
città  del  Veneto. 

1)  veronesi  caldi  =  castagne  cotte 
nel  forno:  si  chiamano  così  perchè  son 
quasi  tutti  veneti  e  specialm.  veronesi 
quelli  che  le  vendono  per  le  vie  di  Mi- 


ver 


-  907  - 


Tes 


lano,  e  proprio  col  grido  «  veronesi 
caldi.  » 

Terosìmil,  agg.  =  verosimile,  verisimile: 
simile  al  vero,  che  ha  i  caratteri  della 
verità;  Ve  minga  ver  ostruii  che  on  fkeu 
el  ràgidna  cdme  te  dìset  ti  =  non  è 
verisimile  che  un  ragazzo  ragioni  come 
tu  dici. 

TérSj  s.  m.  =  cavolo  :  pianta  erbacea  a 
foglie  grandi  con  cesto,  coltivata  in 
orti  ;  si  mangia  cotta. 

1)  vègh  à  che  fa  come  i  vèr  è  à  me- 
renda =  entrarci  come  il  prezzemolo 
nelle  polpette.  Vedi  anche  ìiiàrénda,  1). 

2)  vèss  consideraa  còme  on  fuston 
de  vére  =  esser  tenuto  come  un  tor- 
solo di  cavolo  :  meno  che  niente. 

3)  sàlvt  là  ctLvra  e  i  vére  =  salvar 
la  capra  e  i  cavoli  :  prendere  un  par- 
tito che  salvi  dalle  contrarietà  di  due 
opposti  pericoli. 

4)  vHegh  minga  de  sfoitL  véra  =  non 
esserci  abbondanza,  non  esserci  da  scia- 
larla. 

5)  sorti  i  véra  =  asolare,  pigliar  aria  : 
darsi  un  po'  di  sollievo  dopo  molto 
lavoro. 

6)  fa  màgher  i  véra  =  tirarla  :  sten- 
tare la  vita,  campare  magramente,  con 
disagio. 

7)  Scherz.  à  ris  e  vére  =  a  rive- 
derci. 

Tèrs,  s.  m.  =  verso  :  riunione  armonica 
di  sillabe  e  di  cadenze;  el^fà  di  bèj 
vére  ma  che  'l  sìa  poèta  se  pò  prdpi 
minga  dill  =  fa  dei  versi  belli,  ma 
che  sia  poeta  proprio  non  si  può  dirlo  ^ 

1)  Modo,  maniera  :  no  gWè  étaa  vèrs 
de  fàgh  di  de  si  =  non  c'è  stato  verso 
di  fargli  dir  sì. 

2)  ciàptl  vùn  per  el  §ò  vére  =  pren- 
dere uno  per  il  suo  verso  :  con  garbo. 

3)  Emissione  di  voce  lamentosa  o 
sgarbata  :  suono  inarticolato  ;  che  vèrs 
che  han  faa  i  càntànt  ter  èira  =  che 
versi  hanno  fatto  i  cantanti  ieri  sera  ; 
i  selvtlgi  quànd  ptLrlen  fan  doma  di 
vèrs  =  i  selvaggi  quando  parlano  non 
fanno  che  versi. 

4)  La  voce  degli  animali  :  el  véra  de 
l'tisen,  del  edn,  del  cavali,  ecc.,  =  il 
verso  dell'asino,  del  cane,  del  cavallo, 

secc,  ecc. 

5)  vèrs  =  verso,  prepos.  ;  vègni  vére 
eà  tòa  =  vengo  verso  casa  tua  ;  vére 
de  mi  de  tdrt  glie  n'ha  minga  =  verso 


ft 


di  me  torti  non  ne  ha  :  nelle  relazioni 
con  me  non  ha  torti  ;  vére  Pàsqua, 
véra  Nattil  e  sim.  =  vicino  a  Pasqua, 
presso  a  Natale  e  sim. 

6)  àndà  in  véra  à  vHn  =  andar  fra 
i  piedi  d'alcuno. 

Tersa,  v.  att.  =  versare,  pagare:  fare  un 
versamento  di  danaro. 

versa  da,  s.  f.  =  cavoiata  :  minesti'a  o 
zuppa  di  verze  cotto  per  lo  più  insieme 
a  piccoli  salamini. 

versàri,  s.  m.  =  versacelo  :  pegg.  accr. 
di  ygrs,  3). 

versee,  s.  m.  =  mercato  della   verdui-a. 
V)  là  pitÀa  del  versee    =    la   piazza 
del  verziere  :  la  piazza  olitoria. 

rerseràta  e  verseràtt,  s.  m.  =  mer- 
catina  e  mercatino:  venditore  o  riven- 
dugliolo di  mercato. 

1)  Per  simil.  Uomo  e  donna  di  pa- 
role e  modi  triviali:  becero,  ciana. 

verso  =  verso:  lo  diciamo  qualche  volta 
per  véra,  nel  senso  del  N.  l). 

vért,  p.  pass.  =  aperto  :  dal  verbo  dervì 
=  aprire  :  diciamo  però  anche  àvért  | 
rè  vèrta  là  pdrta?  =  è  aperta  la  porta  ? 
Vedi  àvért. 

yerténsa,  s.  f.  =  lite  vertente  :  Ve  mai 
riesii  à  comoda  là  verténsa  coi  eréd 
=  non  è  mai  riuscito  ad  accomodar  la 
lite  vertente  cogli  eredi. 

vertì,  V.  att.  =  avvertire,  avvisare.  Vedi 
averti. 

vèrticàl,  agg.  =  verticale,  perpendicolare  : 
di  linea  che  scende  a  piombo  e  forma 
col  piano  su  cui  cade  due  angoli  retti. 
1)  pittno  verticdl  =  pianofoxie  verti- 
cale :  quello  in  cui  le  corde  e  la  tavola 
armonica  sono  disposte  verticalmente 
per  economia  di  spazio. 

yertìgin,  *  s.  f,  =  vertigine,  capogiro  : 
specialm.  quello  che  viene  guardando 
dall'alto. 

vesàsiòn,  s.  f.  =  vessazione  :  molestia, 
persecuzione. 

ves'c  e  vèsch,  s.  m.  =  vischio,  visco, 
pania  :  materia  tenace  contenuta  nelle 
coccole  del  vischio  per  l'uso  dell'uc- 
cellagione. 

Tèscov,  s.  m.  =  vescovo  :  prelato,  capo 
di  una  diocesi. 

1)  ógni  mòrt  de  véécov  =  per  le 
Pasque  :  di  cosa  che  accade  di  rado  ; 
ée  védem  dgni  mòrt  de  véécov  =  ci  ve- 
diamo per  le  Pasque. 


yes 


-  908  - 


ve» 


2)  el  dì  de  éan  Viorìn  t'èscov  =  il 
giorno  di  san  Bellino. 

vèscovìl,  agg.  =  vescovile  :  che  appar- 
tiene a  vescovo,  alla  sua  dignità. 

vésegh,  «».  att.  =  esserci,  esistere  :  ghe 
é^éra  minga  mi  in  del  quàràntòtt  = 
non  c'era  io  nel  quarantotto. 

1)  Assistere  :  star  presente  a  un  atto 
anche  senza  prendervi  parte,  per  ve- 
dere, sentire,  invigilai'e,  fare  da  testi- 
monio ;  ghe  é^éra  minga  mi  àia  se- 
d&ta  del  Conéìli  =  non  e'  era  io  alla 
seduta  del  Consiglio. 

2)  Cadere  :  mcoeii  gh'è  là  leèion,  là 
pàéegitda  =  oggi  cade  la  lezione,  la 
passeggiata  ;  qiièéf  ànn  gh'è  Vesàmm 
=  quest'anno  cade  l'esame. 

vesiga,  s.  f.  =  vescica  :  cavità  contenente 
r  orina. 

1)  La  vescica  area  o  natatoria  dei 
pesci  per  la  respirazione  o  per  galleg- 
giare. 

2)  Afta,  bolla  :  gonfiamento  di  pelle 
per  scottature  o  sim. 

3)  Fig.  vescicante,  noioso,  fastidioso, 
importuno  :  Ve  dna  gran  vesiga  d'on 
òmm  =  è  un  gran  noioso.  Vedi  piàg'a,  2). 

yesigrà  e  vesigà)  v.  att.  =  dolicchiare  :  di 
un  male  che  senza  proprio  dolere  forte, 
ci  fa  accorti  di  lui. 

1)  Lavoracchiare  :  quel  lavorare  un 
po'  qua  un  po'  là,  guadagnucchiando  ; 
gh'è  minga  sto  gran  làortt,  ma  tànt 
àe  veéiga  =  non  e'  è  un  gran  lavoro, 
ma  là,  si  lavoracchia. 

vesighèta,  s.  f.  =  vescichetta,  afta,  bolla  : 
vescichetta  che  viene  alla  pelle,  ulce- 
retta  biancasti'a. 

Tesili,  agg.  =  vicino  :  che  è  a  poca  di- 
stanza, attiguo,  adiacente  ;  i  pdés  vesin 
à  Lilgdn  =  i  paesi  vicini  a  Lugano  ; 
«  vili  vesinn  hin  tùti  bèj  =  le  ville 
adiacenti  son  tutte  belle. 

1)  s.  m.  ;  el  vesin  =  il  vicino,  l'abi- 
tante vicino  0  confinante  ;  el  tàca  §ém~ 
per  Ut  col  vesin  per  i  tèrmin  =  litiga 
sempre  col  vicino  per  i  termini. 

2)  *  vesin  déla  pòrta,  e  assol.  i  ve- 
sin =  i  vicini,  i  casigliani  :  quelli  che 
abitano  nella  stessa  casa. 

3)  Avv.  vicino,  allato,  accosto,  ac- 
canto ;  ìnUes  vesin  =  mettersi  accanto  ; 
Ve  là  ctLsa  vesin  tlla  ndétra  =  è  la 
casa  accosto  alla  nostra. 

4)  mètt  vesin  =  avvicinare,  accostare. 
ò)   tiì-à   vesin    =  avvicinare  :    dimi- 


nuire la  distanza  tra  una  cosa  e  un'al- 
tra, movendo  la  prima. 

6)  vèés  vesin  =  avvicinarsi  :  di  tempo  ; 
gKè  vesin  V inverno  =  s'avvicina  l'in- 
verno. 

7)  chi  vceur  ruxfiis  ài  vesin  piènta 
nos  grtnda  e  figh  piscinin  =  chi  vuol 
ingannare  il  suo  vicino  ponga  l'ulivo 
grosso  e  il  fico  picciolino. 

Tesinàia,  s.  f.  =  viciname:  il  complesso 
dei  vicini,  specie  dei  casigliani ,  in 
senso  spregiativo. 

Tesinànsa,  s.  f.  =  vicinanza  :  l'essere 
vicino  ;  Vhà  doviiu  tceu  cà  li,  per  là 
vesinànàa  à  Vufisi  =  ha  dovuto  pren- 
der la  casa  lì,  per  la  vicinanza  all'uf- 
ficio. 

1)  Vicinato  :  il  complesso  dei  vicini, 
dei  casigliani. 

Téspa,  s.  f.  =  ape,  pecchia  :  insetto  che 
produce  il  miele  e  la  cera  ;  vespa,  in- 
setto simile  all'ape.  Noi  non  distin- 
guiamo col  nome  le  pecchie  dalle  vespe. 
])  Fig.  Frugolo,  serpentello  :  di  ra- 
gazzo molto  vivace. 

vèspee,  s.  in.  =  vespaio  :  covo  di  vespe. 

1)  tra  in  ttria  on  vèépee  =  stuzzicare 
un  vespaio  :  promuovere  una  vasta  ir- 
ritazione, un  gran  putiferio. 

2)  Ginepraio  :  complesso  di  difficoltà, 
di  fastidi,  di  noie  ;  el  s'è  miSè  in  d'on 
bèli  vèspee  =  s'è  messo  in  un  bel  gi- 
nepraio. 

3)  Vespaio  :  malattia  grave,  formata 
da  vari  furoncoli  raccolti  in  un  punto. 
Noi  lo  chiamiamo  anche  faro. 

4)  Fig.  Serpentello,  nabisso;  V è  on  vè- 
épee d'on  bàgtij  che  sta  mài  qiiiètt  = 
è  un  vespaio  d'  un  ragazzo  che  non 
sta  mai  fermo. 

Tèsper,  s.  m.  =  vespro  :  la  penultima 
delle  ore  canoniche,  l'uffizio  e  la  pre- 
ghiera di  queir  ora,  il  segno  datone 
colla  campana  ;  sona  v%sper  =  sonare 
il  vespro  ;  l'è  à  vèsper  =  è  andata  al 
vespro. 

Tèse,  V.  att.  =  essere,  esistere  ;  ài  mond 
gh'è  tanti  ròbb  bèj  e  tanti  briitt  =  al 
mondo  sono  molte  cose  belle  e  molte 
brutte  ;  bisógna  pensa  che  ghe  éèmm 
minga  doma  ntln  =  bisogna  pensare 
che  non  esistiamo  solamente  noi. 

1)  Come  ausiliare  si  unisce  al  part. 
pass,  dei  verbi  transit.  in  significato 
passivo  ;  soni  étimaa  =  sono  stimato  ; 
rè  àmiraa  de  tdti  =    è   ammirato   da 


ves 


909  — 


Tes 


utti  ;  éren  veduii  de  lontàn  =  eran 
'isti  da  lontano  ;  l'è  coltivaa  =  è  col- 
•  irato.  Al  part.  pass,  degli  intransit. 
iier  formare  i  tempi  composti  ;  Véra 
iiiòrt  =  era  morto  ;  el  éàriéé  rivaa  = 
>arebbe  arrivato  ;  hin  partii  =  sono 
naiiitì. 

2)  Nei  composti  dei  pronominali  , 
riflessivi  e  reciproci  ;  se  è'hin  indor- 
nientaa  =  si  sono  addormentati  ;  me 
àont  faci  mtll  =  mi  son  fatto  male  ;  se 
è'hin  pieaa  di  bòtt  =  si  son  dati  delle 
busse. 

3)  el  pò  vèsé,  el  sarà  si  =  può  es- 
sere, sarà  :  di  cosa  che  ammettiamo 
sulla  fede  di  chi  la  dice,  non  avendo 
noi  da  negai'e  e  piuttosto  d'asserire. 

4)  ààràf  =  sarà:  nello  stesso  signi- 
ficato, ma  più  dubitativo,  anzi  per  noi 
quasi  negativo. 

5)  ehi  l'è?  =  chi  è?  Sentendo  pic- 
chiare all'uscio,  0  sonare  il  campanello. 
Nella  risposta  soni  mi,  éèmm  nUn  = 
sono  io,  siamo  noi. 

6)  Nei  contrapposti  :  èia  che  'l  vègna 
Iti,  sìa  che  '  l  manda,  dna  riàpdèta  ghe 
Vàvàrèmm  =  sia  che  venga  lui,  sia  che 
mandi,  una  risposta  l'avremo. 

7)  còme  sàrtLnt  à  dì?  =  come  sarebbe 
a  dire?  sarebbe  a  dire?  Invitando  uno 
a  spiegarsi. 

8)  Accompagnato  sempre  dal  pron. 
nelle  voci  del  singolare  unisce  il  sog- 
getto col  predicato  ;  là  ròsa  V  è  on  fior 
=  la  rosa  è  un  fiore  ;  i  fiorii  éren  mà- 
laa  =  i  ragazzi  erano  ammalati. 

9)  Eiuscire:  là  trC  è  minga  no&woa 
=  non  la  mi  è  nuova  ;  non  mi  riesce 
nuova. 

10)  Ve  tuta  cà,  tiitt  tettter,  tUta  po- 
litica, ecc.  =  è  tutto  casa,  tutto  teatro, 
tutto  politica,  ecc.  ha  passione  solamente 
per  la  casa,  per  il  teatro,  per  la  poli- 
tica, ecc. 

11)  éont  pii  mi  ;  V  è  pii  lii  =  non  son 
più  io  ;  non  è  più  lui  :  di  persona  mu- 
tata nella  fisonomia,  nelF  aspetto  per 
sofferenze  sia  morali  che  fisiche. 

12)  r  è  àtaa  Hi,  éont  étaa  mi,  sii 
étaa  vitilter,  e  sim.  =  è  stato  lui,  sono 
stato  io,  siete  stati  voi  e  sim.;  sottinten- 
dendo il  nome  «  la  causa,  la  cagione  » 
quando  si  afferma  che  uno,  o  noi  siamo 
stati  gli  autori  di  un  fatto. 

13)  Di  età  ;  àont  del  cinquàntàqutlter 
=  sono  del  cinquantaquattro  ;   V  è  dna 


.  botèlia  del  settantàéés  =  è  una  bottiglia 
del  settantasei. 

14)  Indicando  lo  stato,  la  condizione 
del  soggetto  :  l'era  in  del  bàgn  =  era 
nel  bagno  ;  àont  à  écòla  =  sono  a 
scuola  ;  èren  in  lètt  =  erano  a  letto. 

15)  vèsé  à,  in...  =  essere  a...  ;  arri- 
vare, essere  arrivato  ;  ée  Dio  voeùr 
sont  quasi  tLla  fin  de  sto  disiontiri  = 
finalmente  son  quasi  alla  fine  di  questo 
dizionario;  à'éra  àpèna  in  principi 
dèla  contrada  =  ero  appena  al  princi- 
pio della  via. 

16)  Esser  ridotto  ;  éont  in  miseria  = 
sono  alla  miseria  ;  V  è  ài  Ultim  =  è 
agli  estremi. 

17)  Nei  tempi  passati  :  andare  ;  P  è 
m,tti  étaa  à  Róma  =  non  fu  mai  a 
Roma. 

18)  Col  pron.  person.  o  col  de  =  di, 
esprime  la  appartenenza,  la  proprietà, 
la  derivazione  :  àto  càrimaa  Ve  me  = 
questo  calamaio  è  mio  ;  quUa  cà  lì  l'era 
àoa  =  quella  casa  era  sua  ;  V  èH  ficeCt 
del  Gioànn  =  è  il  figlio  di  Giovanni  ; 
mi  éont  de  Mildn  =  io  son  di  Milano. 

19)  Oppure  col  de  indica  la  materia  : 
vèsé  de  lègn,  d'dr,  d'àrgént,  de  mtlrmo, 
de  ààéé,  de  pàéta,  ecc.,  essere  di  legno, 
d'oro,  d'argento,  di  marmo,  di  sasso, 
di  pasta,  ecc.  In  ital.  anche  «  in  »  ; 
òna  stàtua  de  hrons  =  una  statua  in 
bronzo. 

20)  Del  modo  di  vestire  ;  vèéé  in 
miidttnd,  in  càmisa,  in  paltò  de  m^sa 
àtàgion  =  essere  in  mutande,  in  camicia, 
in  soprabito. 

21)  vèsé  à  pee  biòtt,  à  eoo  biòtt  = 
essere  scalzo,  essere  in  capelli,  in  zucca; 
senza  scarpe,  a  capo  scoperto. 

22)  vorè  vèsé  piiéee  de  qiièll  che  é'è 
=  voler  essere  più  di  quello  che  uno  è  ; 
farsi  più  grande. 

23)  Vivere  ;  qiiij  che  gh'è  incoeiì  han 
minga  viét  del  cèrt  là  fin  del  Prina 
=  quelli  che  ci  sono  oggi  non  hanno 
veduto  certamente  la  fine  del  Prina. 

24)  ghe  éèmm  =  ci  siamo  :  arrivando 
alla  meta,  o  essendoci  vicini.  E  anche 
quand'  è  vicino  qualche  pericolo  solito 
0  preveduto  ;  ghe  doeur  on  poo  là  t^àta 
-  ghe  éèmm,  V  è  là  àòlita  gàstrica  = 
gli  duole  un  po'  la  testa  -  ci  siamo,  è 
la  solita  gastrica. 

25)  éèmm  o  no  éèmm  =  sono  o  non 


ves 


-  910 


yes 


sono  un  uomo  io?  Nello    stesso  signi- 
ficato di  aan,  1).  Vedi. 

26)  v^éegh  pii  =  non  esserci  più  ; 
esser  morti  ;  qtiànd  ghe  éàront  pii  ve 
regordàree  àncàmd  de  mi?  =  quando 
non  ci  sarò  più,  vi  ricorderete  ancora 
di  me  ? 

27)  gh'  era  dna  vdlta  =  e'  era  una 
volta  ;  nelle  novelle. 

28)  ée  Se  pò  vèsé  =  quanto  ce  n'  entra, 
in  sommo  grado  ;  Z'  è  bàlòsé  ée  se  pò 
■vèàé  =  è  birbo  quanto  ce  n'entra. 

29)  no  vèés  ne  ti  ne  mi  =  non  essere 
né  carne,  ne  pesce  ;  non  aver  caratteri 
precisi,  determinati. 

30)  msé  de  eà  =  essere  di  casa,  fa- 
migliare. 

81)  més  de  parer  =  essere  di  opi- 
nione, pensare,  giudicare. 

32)  vèàé  pUsee  de  là  che  de  ehi  =  es- 
sere in  grave  pericolo  ;  di  salute  ;  op- 
pure ;  non  aver  la  testa  a  segno  ;  spe- 
cialm.  di  chi  è  alticcio  e  più  ubriaco 
che  no. 

33)  g^hoo  ben  de  vHegh  tinca  mi  = 
ho  ben  da  esserci  anch'  io  ;  i  conti  bi- 
sognerà ben  farli  anche  con  me. 

34)  gh'  è  =  e'  è,  ci  sono  ;  gh'  è  on 
pì'ofesòr  eoli  =  e'  è  un  professore  solo  ; 
gK  è  cinquanta  éeolàr  =  ci  sono  cin- 
quanta scolari. 

35)  vèèegh  =  esserci  ;  essere,  trovarsi 
in  casa  ;  et  gh'  è  '  /  dotòr  ?  =  e'  è  il 
dottore  ? 

36)  /'  è  chi  =  eccolo  ;  l'è  chi  Iti  coi 
§ò  fredùr  =  eccolo,  coUe  sue  freddure  ; 
l'è  chi  l'inverno  =  ecco  l'inverno. 

37)  doe  ghen'  è  ghen'  va  =  chi  ha 
danari  ne  fa. 

38)  pari  e  no  vèàé  l'è  come  fila  e 
no  tèèé  =  parere  e  non  essere  è  come 
filare  e  non  tessere. 

39)  qutind  non  ghen'  è  =  quando 
non  ce  n'  è,  non  se  ne  ha. 

40)  ée  fiisà  in  Iti  =  se  fossi  in  lui, 
ne'  suoi  panni,  e  sim. 

41)  come  niént  en  fiisé  =  come  se 
non  spettasse  a  lui,  come  se  non  fosse 
affar  suo. 

42)  vèèegh  éii  =  esserci:  dei  fenomeni 
del  tempo. 

43)  vHegh  gid  =  esserci:  noi  aggiun- 
giamo il  gid  molto  usato  da  noi  anche 
come  pleonasmo. 

44)  vèàé  àdòéé  =  essere  vicinissimo, 
e  fig.  essere  imminente. 


Tèsta,  s.  f.  =  veste,  vesta  :  abito  fem- 
minile specialm.  intero. 

1)  vHta  de  ctmera  =  veste  da  camera  ; 
quella  da  uomo  e  da  donna  che  si  tiene 
in  casa,  specialm.  al  mattino,  per  mag- 
gior libertà. 

2)  là  vèéta  de  prdt  =  l'abito  da  prete, 
la  veste  talare,  sottana,  tonaca. 

3)  chi  imprdéta  pèrd  là  vHta  =  chi 
impresta  perde  il  danaro  e  l'amico;  chi 
presta  tempesta  e  chi  accetta  fa  festa. 

4)  dimtLn  V  è  fèsta,  tUti  i  dònn  cdm- 
hien  là  vèéta,  e  mi  che  éont  on  pòer 
flcm  cttmbi  nUnca  'l  càmisceu.  Vedi 
càmigoeù. 

vestee,  s.  m.  =  armadio  :  mobile  di  legno, 
per  lo  più  con  due  battenti  e  con  vai-i 
palchetti,  per  riporvi  biancheria,  vestiti 
e  simili. 

1)  veétee  à  miir  =  armadio  a  muro  ; 
vuoto  fatto  nella  grossezza  del  muro  e 
chiuso  con  uno  sportello  finto  o  parato 
come  le  pareti  della  stanza. 

2)  Guardavivande  ;  arnese  da  custo- 
dire le  vivande. 

Testeràsc,  s.  m.  armadiaccio:  spreg.  di 

veétee  =  armadio. 
resteròn,  s.   m.   =  armadione  :   grande 

ai'madio,  molto  capace. 
Testi,  V.  att.  =  vestire  :  mettere  una  veste 

ad  altri  ;  digh  tLla  mtLma  che  là  te  ve- 

étìsa  =  di  aUa  mamma  che  ti  vesta; 

à  dés  ànn  el  ée  fa  veéti  àncàmd  de 

càpp  e  pè  =  a  dieci  anni  si  fa  vestire 

ancora  da  capo  a  piedi. 

1)  Provvedere  gli  abiti  occon-enti  ; 
me  fràdèll  el  màntègni  e  'l  vestìéi  mi 
=  mio  fratello  lo  mantengo  e  lo  vesto  io. 

2)  Del  sarto  che  fa  i  vestiti;  chi  l'è 
che  te  veètiéà  ?  el  Màrtinéngh  ?  =  chi 
ti  veste  ?  il  Martinenghi  ? 

3)  vèéé  veétii  de  biòtt  =  esser  nudo, 
esser  vestito  da  S.  Giovanni. 

vestiàri,  s.  m.  =  vestimento,  vesti,  ve- 
stiario :  il  complesso  deUe  vesti  che 
uno  ha  ;  tutto  quello  che  serve  a  co- 
prire la  persona  per  difesa,  decenza, 
ornamento. 

1)  Costume  ;  in  l'Opera  gh'éra  di  ve- 
étittri  che  sttiven  ben  come  =  neU'  opera 
e'  erano  dei  costumi  che  stavano  benis- 
simo, erano  bellissimi. 

Testiàrìsta,*s.  m.  =  vestiarista:  il  sarto 
che  fa  i  costumi  da  teatro  ;  el  reétià- 
riéta  déla  Scilla,  del  Filodràmtitich  = 


ves 


911  - 


rei 


il   vestiarista 
drammatico. 


della    Scala,    del    Filo- 


restibol,  s.  m.  =  vestibolo  :  atrio  esterno 
in  forma  di  portico,  di  corte,  o  sim.  ; 
el  veéttbol  de  San  Carlo  =  il  vestibolo 
di  San  Carlo. 

vestidin,  s.  m.  =  vestitino  :  vestito  gra- 
zioso, leggiadro  ;  vezzegg.  di  vestii. 

restii,  s.  m.  =  vestito  :  abito  qualunque 
da  uomo  o  da  donna  ;  el  g'  ha  èii  on 
bèli  méta  =  ha  un  beli'  abito. 

1)  veiiii  riceh  =  vestito  agiato  ;  quello 
che  è  dovizioso,  cioè  largo  e  abbondante 
intorno  alla  persona. 

2)  veMii  dèla  fèsta  o  de  pàrMa  = 
vestito  da  festa  o  dal  dì  delle  feste  ;  il 
migliore  che,  specialm.  gli  operai  e  i 
contadini,  usano  mettere  nei  dì  festivi. 

3)  vestii  de  bon  comtLnd  o  de  étrà- 
p১  =  vestito  ordinario,  giornaliero  : 
quello  che  si  porta  tutti  i  giorni  e 
non  è  di  gala. 

4)  veètii  ràngiaa  =  vestito  rassettato, 
raccomodato. 

5)  veÈtii  peéaa  =  vestito  rattoppato, 
rappezzato  :  quello  a  cui  furon  rimessi 
i  pezzi  0  toppe. 

6)  veétii  àndaa  =  vestito  rifinito  : 
quello  che  è  logoro,  consunto,  consu- 
mato e  non  si  può  più  portare. 

7)  veétii  tàiaa  in  di  piégh  =  vestito 
riciso  ;  che  si  rompe  nelle  pieghe. 

8)  veMii  cdmod,  pdver,  largii,  strètt, 
noeuv,  pèec,  smuntaa  =  vestito,  abito 
comodo,  misero,  largo,  stretto,  nuovo, 
vecchio,  scolorito.  ^ 

9)  veétii  ilsaa  o  fruét  =  abito  usato; 
che  è  stato  portato;  quantunque  non 
sempre  vecchio ,  e  talvolta  in  buon 
stato.! 

10)  reètii  de  lUto,  de  eondiéion  = 
brano  :  vestimento  nero  che  si  porta 
alcun  tempo  per  onoranza  di  prossimo 
parente,  morto   da  poco. 

11)  In  senso  generico,  maniera  di 
vestire  propria  di  una  data  professione, 
condizione,  ecc.,  e  in  questo  senso  com- 
prende tutte  le  parti  esterne  del  ve- 
stiario, come  cappello,  calzatura,  ecc. 
e  non  si  adopera  senza  l' aggiunto  o 
complemento  che  indica  la  maniera  di 
cui  si  parla  ;  veétii  de  prét^  de  soldaa, 
de  mtlseher,  de  èpos,  de  ctbcia  =  abito 
da  prete,  da  soldato,  da  maschera,  da 
sposo,  da  caccia. 

12)  tàj   de   restii  =  taglio   d' abito  ; 


quantità  di  roba  necessaria  per  fare  un 
abito. 

13)  comprtL  on  veétii  =  staccare  un 
abito  ;  comprare  la  roba  per  farlo. 

14)  vestii  che  cìpa  =  vestito  sgar- 
giante. 

15)  inversa  on  vestii  =  rivoltare  un 
abito. 

16)  veétii  de  quttter  àltèés  =  la  cassa 
da  morto:  lo  diciamo  per  celia,  ma  è 
di  cattivo  genere. 

Testina,  s.  f.  =  gonnellino,  vestitino  : 
quello  che  si  mette  ai  bambini  sopra 
il  camiciolino  e  i  giubbetti,  senza  di- 
stinzione di  sesso. 

restiroeù,  s.  m.  =  armadietto,  armadino  : 
dim.  vezzegg.  di  Testee. 

Testisión,  s.  f.  =  vestizione,  monaca- 
zione :  cerimonia  di  quando  una  mo- 
naca lascia  gli  abiti  mondani  per  ve- 
stire l'abito  religioso. 

TCStiss,  s.  m.  =  vestitura,  il  vestirsi  : 
la  foggia  di  vestirsi  ;  là  g'hà  on  veétiss 
tiitt  so  =  ha  una  certa  vestitura  tutta 
particolare. 

vestiss,  V.  rifl.  =  vestirsi  :  mettersi  in- 
dosso le  vesti  per  ripararsi  dal  freddo, 
per  coprire  le  nudità,  per   ornamento. 

1)  Anche  il  mutarsi  la  veste  o  l'abito 
che  uno  indossa  quando  si  leva,  per 
ricevere  altrui  o  uscire  di  casa  ;  hla 
màtìna  là  fa  i  nieétee  de  cà  e  per  co- 
leèion  là  se  vestisé  =  alla  mattina  sbriga 
le  faccende  di  casa  e  per  colazione  si 
veste  ;  in  càmptigna  el  g'hà  'l  bon 
témp  de  vestiés  màgtira  quÈter  vòlt  ài 
di  =  in  campagna  ha  il  buon  tempo 
di  vestirsi  magari  quattro  volte  al  giorno. 

2)  giilgtl  à  veétiéé  e  disveétiéé.  Vedi 
desvestiss. 

Vetàbia,  s.  f.  =  Vettabbia  :  canale  intemo 
sotterraneo. 

1)  Yettucce  d'alberi  :  è  voce  che  in 
questo  senso  disusa. 

Teteràn  e  Tcteràno,*  s.  m.  =  veterano: 
vecchio  che  ha  prestato  servizio  mili- 
tare e  per  lo  più  ha  combattuto  nelle 
guerre  per  l' indipendenza. 

yeterinàri ,  s.  m.  =  veterinario  :  chi 
esercita  la  medecina  degli  animali. 

veterinària,  s.  f.  =  veterinaria  :  il  pa- 
lazzo fuori  di  Porta  Venezia  dove  ri- 
siede la  scuola  di  veterinaria,  coli' an- 
nesso ospedale  per  le  bestie  ammalate. 

vetura,*  s.  f.  =  vettura  :  carrozza  che  si 


vet 


912 


Tia 


noleggia  perchè  ci  trasporti  dove  vo- 
gliamo andare,  specialm.  in  campagna. 

Tetiirìn,*  s.  m.  =  vetturino,  calessante. 
barrocciaio  :  chi  fa  il  mestiere  di  tra- 
sportare persone  col  calesse,  col  bar- 
roccio di  vettura. 

Ti,  partic.  pron.  =  ve  li,  ve  le  ;  cèrti 
ròbb  me  tdca  divi  'perche  Ve  V  me  doer 
=  certe  cose  mi  tocca  dirvele  perchè  è 
mio  dovere  ;  i  liber  vi  clan  perchè 
tbiev  de  étiidiÈ,  minga  de  giilgà  =  i 
libri  ve  li  danno  perchè  abbiate  a  stu- 
diare non  a  giocare. 

TÌa,  s.  f.  =  via.  Nel  senso  di  strada, 
contrada  lo  diciamo  soltanto  quando 
ne  denominiamo  qualcuna  ;  via  Lenttls, 
via  Dttnte,  via  del  Roèll,  e  sim.  =  via 
Lentasio,  via  Dante,  via  Eo vello,  ecc. 
Altrimenti  mai. 

1)  Mezzo  ;  hoo  nàncàmQ  de  trotL  là 
via  giUéta  =  non  ho  ancora  trovato  il 
mezzo  opportuno,  conveniente. 

2)  per  via  déla  via  =  con  mezzi  oc- 
culti, per  intrigo  :  oppure  con  quei  tali 
mezzi  che  son  noti. 

3)  Indica  allontanamento,  separa- 
zione; lonttin  via  =  da  lontano,  alla 
lontana. 

4)  vèss  via  =  essere  assente,  non  es- 
serci ;  l'è  giti  éés  més  che  Ve  via  de 
MiltLìi  =  già  da  sei  mesi  è  assente  da 
Milano. 

5)  Ve  vttn  de  via  =  è  uno  straniero  : 
uno  non  dei  nostri  paesi. 

6)  àndt  ma  =  andar  via,  partire, 
allontanarsi  ;  Ve  àndaa  via  ridénd  e 
cànttind  =  andò  via,  s'  allontanò  ri- 
dendo e  cantando. 

7)  S'aggiunge  ad  altri  verbi  per  in- 
dicare azione  sollecita,  rapida,  distrug- 
gitrice,  ecc.  ;  porttL  via,  tra  via,  cor 
via,  e  sim.  =  portar  via,  gettar  via, 
correr  via  e  sim. 

8)  dà  via  =  alienare,  cedere,  spesso 
per  vendita,  beni  immobili  o  rendite. 

9)  m,orÌ  via  =  morire  lentamente  : 
sensa  spasimi,  quasi  addormentandosi. 
Fig.  di  tagli  in  scancio  quando  degra- 
dano a  poco  a  poco,  o  di  suoni  che  si 
allontanano. 

10)  vèsS  tLla  via  =  esser  pronto  ; 
mètt  tLla  via  =  disporre,  mettere  al- 
l'ordine ;  V  aveva  miss  àia  via  t&ti  i 
so  ròbb  =  aveva  ben  disposto  ogni  cosa. 

11)  vìa  vQn  VtLlter  =  uno  dopo  l'al- 
tro, di  seguito. 


12)  ma,  vìa  =  via,  via  :  continua- 
tamente, di  volta  in  volta. 

13)  Moltiplicando  :  àés  via  dodes  ée- 
tàntàdiiii  =  sei  per  dodici  settantadue. 

14)  va  via  !  =  va  via  !  esclamazione 
di  repugnanza  e  di  meraviglia  incredula. 

15)  via  de  =  tranne,  fuorché. 
Tiàggr,  s.  m.  =   viaggio  :    gita   relativa- 
mente lontana. 

1)  bon  viàgg  !  =  buon  viaggio  !  a 
buon  viaggio  !  felice  viaggio  !  Augurio 
a  chi  si  mette  in  viaggio. 

2)  fa  on  viàgg  e  diiU  servièi  =  fare 
un  viaggio  e  due  servizi  :  due  affari  o 
benefizi  in  una  volta. 

3)  Ve  on  viàgg  =  è  un  viaggio  : 
quando  si  parla  dell'andare  in  qualche 
posto  anche  vicino,  ma  con  fatica,  con 
sacrifìcio. 

4)  on  viàgg,  diiu,  trii,  quàter  viàgg, 
ecc.  =  una  volta,  una  cannata  :  due, 
tre,  quattro  volte,  carrate,  ecc.  ;  quando 
il  trasporto  di  roba  si  fa  in  una  volta 
sola  0  in  più. 

5)  bon  viàgg  !  =  felice  notte  !  pa- 
zienza !  ;  esclamazione  di  rassegnazione 
quando  una  cosa  succede  diversamente 
da  quel  che  si  voleva. 

TÌàgià,  V.  att.  =  viaggiare  :  far  viaggio  ; 
me  piàs  pUrtlnca  tànt  viàgiàper  mtUr 
=  mi  piace  pur  tanto  viaggiar  per  mare. 

yiàgiàdòr  e  riàgiàtòr,  s.  m.  =  viag- 
giatore :  colui  che  è  in  viaggio. 

1)  Chi  viaggia  per  case  di  commercio, 
per  ispacciai'ne  la  merce. 

rial,  s.  m.  =  viale  :  stradone  fiancheg- 
giato da  alberi. 

1)  Andana  :  sentiero  largo  e  diritto 
compreso  fra  due  file  di  alberi. 

2)  Redola:  quel  viale  che,  traver- 
sando il  podere  conduce  alla  villa, 
alla  casa. 

TÌàmòU,  s.  m.  =  negozio,  affare,  fac- 
cenda ;  Vhà  pientaa  on  bèli  viàmòll  = 
ha  impiantato  un  bell'affare. 

1)  Ve  'l  sdlit  viàmòll  =  è  la  solita 
canzone  :  di  fatti  e  discorsi  ripetuti, 
segnatam.  con  ripetizione  noiosa  e 
inutile. 

Yiàrèna,  s.  f.  =  Yiarena:  uno  dei  quar- 
tieri più  popolaneschi  di  Milano,  dove 
si  parla  il  dialetto  più  squarciato. 

TÌàtich,  *  s.  m.  =  viatico:  la  comunione 
somministrata  agli  infermi  in  pericolo 
di  vita. 


Tia 


—  913 


vii 


viavài,  s.  m,  =  andirivieni:  andare  e  ve- 
nire di  gente  per  la  medesima  via. 

vicàri,  s.  m.  =  vicario  :  chi  tien  luogo 
di  vescovo  o  prelato;  incceu  ha  diti 
mèéa  el  vìcttri  =  oggi  ha  celebrato  la 
messa  il  vicario. 

vice,  s.  f.  =  vice:  prefisso  a  nome  indi- 
cando vece  ;  viceré,  viceconsole  vice- 
retor,  ecc.  =  viceré,  viceconsole,  vice- 
rettore, ecc. 

yicefràitei',  s.  m.  =  vicescambio  :  pa- 
rola lasciataci  dagli  austriaci  ma  che  è 
ormai  quasi  morta. 

Ticénda,  (à)  aw.  =  a  vicenda,  l'un 
l'altro. 

Yicéns,  s.  m.  =  Vincenzo:  nome  proprio 
di  persona.  Vedi  caldura. 

viceversa,  aw.  =  viceversa,  al  contrario; 
credeva  de  podé  vegnì  e  vicevèréa  koo 
miìiga  poduil  =  credeva  di  poter  ve- 
nire e  viceversa  non  ho  potuto. 

vìcol,  s.  m.  =  vicolo:  via  stretta;  el  sta 
in  d'oti  vtcol  briitt  come  =  abita  in  un 
vicolo  brutto  assai  ;  el  glia  i  finHter 
che  guarda  in  del  vtcol  =  ha  le  fine- 
stre che  danno  sul  vicolo. 

vìd,  s.  f.  =  vite:  pianta  che  fa  l'uva; 
vitis  vinifera;  fa  i  vìd  =  tagliare,  po- 
tare le  viti;  firtbgn  de  vtd  =  filare  di  viti; 
pè  de  vtd  =  pedale  di  vite. 

1)  Cilindro  scarialato  a  spira  ripiena, 
detto  «  maschio  »  che  si  muove  in  un 
altro  vuoto  a  spire  uguali  vuote,  detto 
«  femmina  » . 

2)  mètt  éii  à  vìd  =  invitare,  fermare 
colle  viti. 

vidima,  v.  ati.  =  vidimare,  autenticare, 
firmare,  legalizzare  :  mettere  il  visto 
che  dia  valore  a  un  atto  pubblico. 

vidiinàsiòu,  s.  f.  =  autenticazione,  le- 
galizzazione: l'autenticare  colla  firma 
un  documento,  un  atto. 

vìdol,  s.  f.  pi.  =  vivole:  le  parotidi 
dei  cavalli. 

vidòr,  s.  m.  =  vitame:  quantità  di  viti, 
luogo  piantato  a  viti. 

viènèsa,  s.  f.  =  viennese:  specie  di  pur- 
gante efficacissimo  il  cui  principale  in- 
grediente è  la  sèna. 

vigrìlia,  s.  f.  =  vigilia:  obbligo  di  digiuno 
il  giorno  prima  d'alcune  feste  e  il  giorno 
stesso;  là  vigìlia  de  NàttLl  =  la  vigilia 
di  Natale. 

1)  Per  estens.  il  giorno  prima  di 
qualche  importante  avvenimento  o  di 
qualche  festa  famigliare;  là  vigìlia  déla 


bàtàlia  de  Gustósa  =  la  vigilia  della  bat- 
taglia di  Custoza;  là  vigìlia  del  com- 
plet^miis  déla  nòna  =  la  vigilia  del  com- 
pleanno della  nonna. 

vigliaceli,  *  agg.  =  vigliacco,  abbietto, 
vile:  degno  del  massimo  disprezzo;  Ve 
on  vigliàceh  éénéa  dignitaa,  éénsa  punt 
d'onor  =  è  un  vigliacco  senza  dignità, 
senza  punto  d'onore. 

vigliàcherìa,  *  s.  f.  =  vigliaccheria  : 
azione  da  vigliacco,  azione  abbietta  ; 
el  bàtt  dna  dona  Ve  dna  gran  viglià- 
cherìa =  il  percuotere  una  donna  è  una 
gran  vigliaccheria. 

vigna,  s.  f.  =  vigna:  campo  o  un  certo 
numero  di  campi  coltivati  a  vite. 

1)  dna  vigna  e  dna  ctisa  de  campa- 
gna no  se  éà  quèll  che  là  mtlgna  =  casa 
fatta  e  vigna  posta,  non  si  sa  quel  che 
la  costa. 

2)  àv^  troaa  là  vigna  =  aver  pian- 
tato la  vigna,  aver  trovato  fortuna. 

3)  che  vigna  !  =  bazza  a  chi  tocca! 

4)  Oioànìn  déla  vigna  =  bighellone, 
ciondolone. 

vigneta,  s.  f.  =  vignetta  :  figura  illustra- 
tiva nei  libri  a  stampa  ;  ài  fioeu  ghe 
piàs  i  lìber  coi  vignéti  =  ai  ragazzi 
piacciono  i  libri  colle  vignette. 

vigògn,  s.  f.  =  vigogna:  la  stoffa  fatta 
colla  lana  della  vigogna,  sorta  di  ru- 
minante americano. 

vigor,  s.  m.  =  vigore,  vitalità,  forza, 
vigoria:  là  lég  Ve  àndtlda  in  vigor  col 
prinim  de  l'ànn  =  la  legge  è  andata 
in  vigore  col  primo  dell'anno  ;  l'è  on 
àniàlaa  che  àienta  à  ciàpti  vigor  =  è 
un  ammalato  che  stenta  a  prendei'e 
vigore. 

vigoros,  agg.  =  vigoroso:  che  ha  vigore; 
rè  on  gioin  vigoros  =  è  un  giovane  vi- 
goroso. 

vii,  agg.  =  vile.  Nella  sola  frase  vìi  d'tL- 
nim  =  pusillanime.  Negli  altri  signifi- 
cati diciamo  vile.  * 

vìla,  *  s.  f.  =  villa:  casa  civile  di  cam- 
pagna, per  lo  pili  con  podere  e  tenuta 
dove  il  cittadino  va  a  passare  qualche 
tempo  dell'anno  ;  g'han  dna  bUa  vila 
à  Moltrds,  éUl  làgh  de  Cdmm  =  hanno 
una  bella  villa  a  Moltrasio  sul  lago 
di  Como. 

vilàn,  agg.  =  villano  :  di  persona  rozza, 
zotica. 

1)  vildn  refaa  =  villan  rifatto,  villan 


5  8 


VÌI 


—  914  — 


Tin 


rivestito  :  detto  per  ingiuria  anche  ai 
cittadini  -  Ciuco,  pidocchio  riunto  :  po- 
vero arricchito  e  insuperbito. 

2)  ne  càn  ne  vilàn  ètra  mtti  Viiss 
coi  man.  Vedi  sarà;  3). 

3)  ctbrta  canta  e  vilàn  dorma.  Vedi 
canta,  9). 

4)  gioeugh  de  man  gioeugh  de  vilàn. 
Vedi  luàu;  60. 

5)  vilàn  qutLder.XQàx  qnàder,agg.  3). 
TÌlànàda)  s.   f.    =    villania,    increanza  : 

azione,  insulto  da  villani  \  el  fa  de 
qiitj  vilànàd  che  hin  prdpi  trópp  gròéé 
=  commetto  certe  villanie  che  proprio 
son  troppo  grosse. 

vile,*  agg.  =  vile,  pusillanime  :  chi  non 
ha  coraggio  ed  anche  chi  si  abbassa 
ad  azioni  indegne. 

Tìlegià)  *".  att.  =  villeggiai'e  :  passar  del 
tempo  in  villa. 

TÌlegrìàut,  s.  m.  =  villeggiante  :  chi  è 
in  villa  a  villeggiare  ;  à  Mendrìs  in 
sfami  gh'éra  tttnti  vilegiànt  =  a  Men- 
drisio  quest'anno  c'erano  molti  villeg- 
gianti. 

vilegiàtùra,  s.  f.  =  villeggiatui-a  :  il 
villeggiare,  il  luogo  e  il  tempo  ;  el 
eolég  etichi  el  fa  là  eoa  mlegiàt&ra 
èill  Itgh  Màgior  =  il  collegio  Calchi 
passa  la  villeggiatura  sul  lago  Maggiore. 

TÌlin,  *  s.  m.  =  villino  :  piccola  villa  si- 
gnorile ;  ed  anche  palazzina  con  giar- 
dino remota  dal  centro  della  città. 

yìlòta,  agg.  =  villano,  contadino. 

TÌltaa,  s.  f.  =  viltà  :  qualità  dell'  essere 
vile  e  azione  da  vile  ;  el  tribillt  chi 
se  pò  minga  difénd  l'è  ona  viltaa  =  il 
tormentare  chi  non  si  può  difendere  è 
una  viltà  ;  nèéUna  viltaa  Tè  pésg  del 
ècrtv  ona  lètera  anònima  =  nessuna 
viltà  è  peggiore  dello  scrivere  una  let- 
tera anonima. 

TÌmiiij*  s.  m.  =  vimine,  vetrice  :  ver- 
mèna di  vinco  ;  l'è  on  cèét  de  mmin 
=  è  un  cesto  di  vimini. 

Tin,  s.  m.  =  vino  :  sugo  dell'uva  schiac- 
ciata e  fermentata  ;  vìn  bìttnch,  rosa 
0  négher,  cittr,  fòri,  ecc.  =  vino  bianco, 
rosso  0  nero,  chiaro,  forte,  ecc. 

1)  vm  àmtibil  ma  che  pièlga  =  vino 
che  bacia  e  morde  ;  mn  risént  =  vino 
frizzante,  austero  ;  vìn  biànch  mtgher 
=  vino  bianco  asciutto  ;  vtn  bàtesaa  = 
vino  battezzato,  annacquato  ;  vtn  che 
bùscia  =  vino  spumante  ;  vm  fàtt  = 
vino  scipito,  fiacco  ;    vìn   de  éigiltt  = 


vino  per  sigillare,  per  chiudere.  Vedi 
sigila)  1)  ;  vin  d'ftga  sgràntLda  =  vino 
raspato  ;  vtn  torcitìdegh  =  vino  stretto; 
vìn  che  fila  =  vino  che  fa  lo  fila,  che 
diventa  viscoso  ;  vìn  erodali  =  vino  ero- 
vello,  presmone  ;  vìn  de  còrp  =  vino 
spiritoso,  che  ha  buon  corpo;  vìn  gniicch 
0  miitt  =  vino  diu'O,  stitico  :  sostan- 
zioso, ma  pesante. 

2)  vìn  pàrticolàr  =  vino  di  prima 
mano  :  quello  che  non  si  compera  dal 
negoziante,  ma  direttamente  dal  pro- 
duttore. 

3)  vtn  brille  =  vino  cotto,  ipocrasso: 
vino  in  cui  sia  stato  in  fusione  o  ab- 
bia bollito  cannella,  zucchero,  ecc. 

4)  àvè  beviiii  '/  vìn  ciocch  =  essere 
alticcio  :  un  po'  ebbro. 

5)  càvtl  'l  vìn  =  spillare  il  vino. 

6)  legni  pii  ne  vìn,  ne  ticqua.  Vedi 
acqua,  I,  17). 

7)  Ve  come  domandtgh  à  ori  òsi  Se  'l 
g'hà  el  vìn  bon  =  è  come  domandare 
a  un  oste  se  ha  il  vino  buono. 

8)  giQ  vìn  e  àii  pàròll  =  buon  vino 
e  favola  lunga  :  più  si  beve  e  pili  si 
ciarla. 

9)  in  vino  véritas  =  in  vino  veritas  : 
chi  ha  un  po'  bevuto  è  sincero. 

10)  miidfi  '  l  vìn  =  travasare  :  tra- 
mutare il  vino. 

11)  fa  'l  vìn  =  svinai-e  :  quando  lo  si 
leva  dal  tino,  perchè  al  punto  giusto. 

12)  el  vìn  rè  là  tela  di  vece  =  Vedi 
tèta,  3). 

13)  el  pan  el  ghe  voeur,  el  vìn  el 
ghe  voràrìa  =  il  vino  non  è  necessaiùo 
quanto  il  pane. 

14)  mercànt  de  vìn  =  vinattiere.  Vedi 
mercànt,  1). 

15)  épìrit  de  vìn  =  alcool,  spirito  da 
ardere,  da  bruciare. 

16)  vìn  dà  quàtdrdes  (d"  àcquàtdrdes) 
=  vin  di  nuvoli  :  vino  troppo  annacquato, 
ed  anche  l'acqiia  pura  ;  è  un  gioco  di 
parole. 

17)  di  vòlt  el  vìn  dola  el  deventa 
àsce  ràbiaa  =  del  vin  dolce  si  fa  l'a- 
ceto forte  ;  talvolta  il  grande  amore  si 
muta  in  grande  sdegno. 

18)  el  vìn  bonmercaa  el  mhia  l'òmm 
à  Voépedaa  =  il  vino  a  buon  mercato  J 
è  più  di  danno  che  di  vantaggio.  | 

19)  no  gh'è  mtLgher  càmpànìn  che 
noi  dUga  pan  e  vìn  =  non  c'è  terra 
così  misera  dove  non  ci  si  possa  vivere. 


vili 


915  - 


Tir 


YÌnàia,  s.  f.  =  vino.  È  modo  volgare  e 
spregiativo  ;  bevèmm  età  vint^ia  =  be- 
viamo questo  vino. 

vìnàsc,  s.  f.  pi.  =  vinacce  :  i  raspi  del- 
l'uva pigiata. 

1)  s.  m.  vinaccio  :  vino  di  cattiva 
qualità. 

vinàscìoeu,  s.  m..  pi.  =  vinacciòlo,  acino  : 
il  seme  che  è  nel  chicco  d'uva. 

viiicolàa,  ;jaW.  pass.  =  vincolato,  legato, 
:  obbligato:  d'obbligo  morale. 

vìncolàss,  V.  rifl.  =  vincolarsi,  impe- 
gnarsi :  assumere  un  obbligo,  un  im- 
pegno. 

A  ìiièll,*  s.  m.  =  vinello,  acquerello  :  vino 
piccolo,  leggero  molto,  anche  annacquato. 

YÌnt,  agg.  =  venti;    num.    due    diecine. 

viiitèna,  s,  f.  =  ventina  :  un  venti  circa. 

vintfìn,  agg.  =  ventuno:  num.  venti  piii 
uno. 

1)  s.  m.,  una  specie  di  gioco  colle 
carte. 

vioeula,  s.  f.  =  viola  :  genere  di  fiori 
che  comprende  moltissime  specie. 

1)  mmila  del  penéér  =  viola  del 
pensiero  :  iacea,  suocera  e  nuora. 

2)  vioeula  del  còrno  =  spron  da  ca- 
valiere, fior  cappuccio. 

3)  vimul  dopi  =  viole  acciocché. 

4)  vioRul  sopinn  =   viole   mammole. 

5)  san  Bastimi  el  pòrta  là  moeula 
in  man  =  san  Bastiano  porta  la  viola 
in  mano:  porta  la  primavera. 

6)  càsciàéà  per  el  Viosula  ?  =  per 
chi  mi  debbo  dar  pensiero?  Perchè 
debbo  affannarmi. 

TÌoeùla,  s.  f.  =  viola:  strumento  musi- 
cale, simile  al  violino  ma  più  grosso. 

violàsiòn,  *  s.  f.  =  violazione:  il  vio- 
lare, il  non  rispettare  il  diritto  altrui. 

TÌolénsa,  s.  f.  =  violenza  :  azione  com- 
messa colla  forza  a  danno  altrui. 

TÌolént,  agg.  =  violento:  che  agisce  con 
forza  impetuosa  e  non   sempre  giusta. 

Tiolentà)  v.  att.  =  violentare:  far  vio- 
lenza, costringere  con  violenza. 

yiolètt,  s.  m.  =  violetto,  violaceo:  co- 
lor viola  mammola. 

Tiolìn,  *  s.  m.  =  violino:  noto  stni- 
mento  musicale  con  cassa,  manico  e 
quattro  corde  :  sonti  'l  violpi  =  sonare 
il  violino  ;  on  eoncèrt  de  molm  =  un 
concerto  di  violino. 

1)  Ve  on  bèli  vioUn  ò  viorm  =  è 
una  bella  seccatura. 

2)  eiàpti  on  violtn  per  dna  càrtcia 


=  confondere  gli  Ebrei  coi  Samaritani, 
equivocare:  confondere  una  cosa  con 
una  ben  diversa.  Vedi  càrocia. 

3)  Anche  il  maestro  che  suona  il 
violino,  specialmente  nelle  orchestre. 

TÌolinista,  *  s.  m.  =  violinista:  sona- 
tore di  violino  ;  el  Sivori  l'è  ànmd 
viin  di  mèj  violiniéta  =  Sivori  è  an- 
cora uno  dei  migliori  violinisti. 

violoncèll,  s.  m.  =  violoncello:  stra- 
mento  più  grosso  del  violino  e  di  voce 
più  bassa. 

violoncèlìsta,  '^  s.  m.  =  violoncellista: 
suonatore  di  violoncello. 

TÌorin,  s.  m.  =  violino.    Vedi  Tiolìn. 
1)  Scarafaggio,  peraiuolo. 

TÌoron,  s.  m.  =  contrabbasso:  strumento 
a  corda  il  più  grande  nella  famiglia 
delle  viole;  el  Botesìni  l'è  on  grtLn- 
brào  concertista  de  vioron  =  Bottesini 
è  un  valentissimo  concertista  di  con- 
trabbasso. Vedi  contràbàss. 

1)  Ve  on  vioron  =  è  seccante,  fa- 
stidioso :  di  persona  che  annoia. 

2)  vioron  de  àtires  =  tanghero:  qual- 
che volta  anche  tempellone,  tentennone. 

3)  mètt  in  vioron  =  mettere  in  ar- 
resto, in  prigione. 

YÌpera,  s.  f.  =  vipera:  serpentello  vele- 
noso europeo;  Ve  mòrt  per  òna  mor- 
dUda  de  vipera  =  morì  per  una  morsi- 
catui'a  di  vipera. 

1)  Fig.  di  pers.  e  specialm.  di  donna 
bisbetica  o  maldicente  ;  èe  pò  minga 
viv  cont  qiièla  dona  li  ;  Ve  dna  vipera 
=  non  si  può  vivere  con  quella  donna: 
è  una  vipera. 

vira,  V.  att.  =  fissare  :  T.  di  fotogr.  fis- 
sare con  un  preparato  chimico  la  stampa 
della  fotografia  sulla  carta  apposita- 
mente preparata. 

viràbàcliin,   s.    m.  Vedi   griràbàgliiii. 

viràgg,  s.  m,  =  viraggio  :  neologismo 
per  indicare  il  fissare  sulla  cai'ta  pre- 
parata la  stampa  della  fotografia. 

Virgìnia,  s.  f.  =  Virginia:  nome  di 
donna. 

\)  i  étgher  de  Virginia  =  i  sigari 
di  Virginia  ;  e  anche  assolut.  :  on  vir- 
ginia =  un  virginia  :  sigari  di  foglia 
di  tabacco  lunghi,  sottili  che  prendon 
nome  daUa  Virginia,  regione  dell'A- 
merica Settentrionale. 

vìrgola,  s.  f.  =  virgola:  segno  di  breve 
posa  neUa  scrittu)-a. 
1)  pària  in  punt  e  virgola  =  parlare 


-  916  - 


T18 


sulla  punta  della  forchetta  :  con  esat- 
tezza sì,  ma  anche  con  qualche  affet- 
tazione. 

Tirgolètt,  s.  f.  pi.  =  virgolette:  quelle 
che  si  mettono  in  principio  e  in  fine 
di  riga  a  indicare  il  discorso  diretto 
di  una  persona. 

Tirgiill,  (scàpàmént  à)  s.  m.  =  scap- 
pamento a  virgola.  T.  degli  orol.  Dal 
frane,  virgule. 

Tiriseli,  s.  m.  =  serpentello,  nabisso, 
diavoletto:  di  ragazzi  che,  troppo  vi- 
vaci, non  sanno  mai  star  fermi,  ma 
che  tuttavia  non  corrono  pericoli  e  non 
son  dispettosi. 

Tiriti,  s.  f.  =  virtù:  la  scienza  e  la  pra- 
tica del  bene. 

1)  fa  de  necèèitaa  virtù,.  Vedi  ne- 
cèsitaa,  1). 

2)  Qualità  atta  a  produrre  certi  ef- 
fetti :  el  chintn  el  g^hà  là  viriti  de  fa 
eeéà  là  féver  =  il  chinino  ha  la  virtù 
di  far  cessare  la  febbre  ;  me  nevod  el 
g'hà  in  di  man  dna  virtù  che  'l  pe- 
rire pii  =  mio  nipote  ha  tale  abilità 
che  non  ha  più  nulla  a  temere. 

3)  in  virtù  de...  =  in  vii-tù  di...;  in 
forza,  in  causa  di...;  in  virtù  déla 
santa  boUta  =  in  causa  della  miseria. 

Tirtilds,  agg.  =  virtuoso:  che  pratica  la 
virtù. 

1)  òmmpelos  ò  màtt  o  virtuos  =  omo 
peloso,  0  matto,  o  virtuoso. 

vis,  s.  m.  =  viso:  soltanto  in  alcune 
frasi  volgari,  come  vis  de  torta,  vis  de 
forca,  ecc.  =  viso  di  marmotta,  faccia 
da  galera,  ecc. 

Tisà,  V.  att.  =  avvisare,  annunciare.  Vedi 
àvisà. 

TÌsàTÌ,  s.  m.  =  poltrone  gemelle,  dirim- 
petto :  due  polti'one  attaccate  insieme 
e  pai'  si  guardino  in  faccia.  Dal  fi'anc. 
vis-à-vis. 

1)  Una   specie  di  carrozza  elegante. 

2)  Le  pei-sone  che  ci  stanno  in  fac- 
cia: à  itola  g' aveva  on  bèli  visavì  = 
a  tavola  mi  stava  di  faccia  una  bella 
persona. 

3)  visavì,  avv.  =  a  viso  a  viso:  di 
due  persone  che  si  trovan  di  fronte. 
Anche  :  dirimpetto,  di  faccia. 

Tis'c,  s.  m.  =  vischio.  Vedi  vès'c. 
Tiscàrda,  e  viscàrdìua,  s.  f.  =   tordo 

maggiore  :  una  specie  d'uccello. 
TÌscer,    s   m.  =    viscere  :    organo   posto 

neUa    cavità    del    capo,    del    torace  e 


specialm.  dell'addome:  qtiànd  èe  àmtla 
on  viscer  esenSiàl  Èe  guàriés  pii  = 
quando  s'ammala  ui^viscere  essenziale, 
non  si  guarisce  più.  Si  usa  per  lo  più 
al  plur.  :  de  viscer  l'è  àànìéini  =  quanto 
a  visceri  è  sanissimo. 

1)  vegli  vùn  in  di  viscer  =  avere 
uno  carissimo. 

2)  èentiéé  à  riigtt  in  di  viscer  = 
sentirsi  a  rimescolare  il  sangue. 

Tiscéribiis,  (in)  avv.  =  con  tutte  le 
forze,  istantemente,  fervidamente  :  del 
pregare  uno:  el  m'ha  pregaa  in  vi' 
seéribiis  che  'Z  ràeomàndàss  ài  sìn- 
dech  =  m'ha  pregato  istantemente  che 
lo  raccomandassi  al  sindaco. 

viscònta,  (àrnia)  s.  f.  =  Vedi  arma,  1). 

TÌscor,  agg.  =  vispo,  vivace  :  pieno  di 
vita  :  vìécor  come  on  pèés  =  vispo 
come  un  pesce. 

1)  età  sii  viscor  !  =  stammi  su  al- 
legro !  Ironicamente.  Vedi  àlégher,  11). 

visi,  s.  m.  =  vizio  :  abitudine  difettosa, 
cattiva;  el  g'hà  'l  viéi  de  mangiti 
tròpp  =  ha  il  vizio  di  mangiar  troppo  ; 
el  g'hà  '  l  visi  de  sbadigliti  éènsa  mètt 
là  man  Ma  boca  =  ha  il  vizio  di  sba- 
digliare senza  mettere  la  mano  alla 
bocca. 

1)  Vizio:  abitudine  cattiva  contro 
l'onestà  e  la  moralità;  el  viéi  del 
giCBugh  =  il  vizio  del  gioco  ;  on  òmm 
pièn  de  viéi  =  un  uomo  pieno  di  vizi. 

2)  rdéi  rè  'l  ptider  di  visi  =  l'ozio 
è  il  padre  dei  vizi. 

3)  là  volp  là  pèrd  el  pél  tnà  minga 
'l  viéi  =  la  volpe  perde  il  pelo,  ma 
non  il  vizio  ;  il  gatto  muor  sempre 
gatto  ;  è  impossibile  mutar  natura  e  i 
tristi  son  sempre  tristi. 

Tisià ,  V.  att,  =  viziare  :  lasciare  per 
troppa  indulgenza  che  altri  prenda 
cattive  abitudini,  vizi  ;  cèrti  màmm  ' 
viàien  tròpp  i  fìoeu  e  fan  el  àò  dànn 
=  certe  mamme  viziano  troppo  i  figlioli 
e  fanno  il  loro  danno. 

Tisiaa,  agg.  =  viziato  ;  troppo  accarez- 
zato :  di  figliolo  che  cresce  male  pei" 
troppa  indulgenza  dei    genitori. 

TÌsìbil,  *  agg.  =  visibile  :  chiaro  che  si 
può  vedere;  l'è  visibil  là  sdora?  = 
la  signora  è  visibile? 

Tisibìli,  s.  m.  =  frugolo,  saetta,  nabisso: 
di  fanciullo  che  non  sa  star  fermo. 
Vedi  Tiriseli. 

1)  àndà  in  visibili  =  andare  in  vi- 


YIS 


—  917  — 


TIS 


sibilio  :  strabiliare,    andare    in    estasi  ; 
specialm.  per  cosa   che    faccia  molto 
piacere. 
TÌsièra,  5.  f.  =  visiera:  parte  dell'elmo 

che  copriva  il  viso. 
visìgà,  V.  att.  =  dolicchiare,  doliccicare, 

tormentare,  seccare.  Vedi  Tesigà. 
TÌsigànt,  s.  m.   =    vescicante,    vescica- 
torio: medicamento  che,  applicato,  pro- 
duce come  una  vescica  sulla  pelle. 

1)  Per  estens.  lo  diciamo  di  secca- 
tole grande  :  te  éee  on  gran  visigtmt 
de  rUn  !  =  sei  un  gran  seccatore  ! 
TÌsighìu,  s.  m.  =  doliccicamento  ;  il  do- 
licchiare, il  doliccicare  :  di  un  male 
che ,  senza  dar  gran  tormento,  però 
annoia  e  fastidia, 
TÌsin,   agg.    e   s.    m.    =    vicino.    Vedi 

Tesìn. 
visionàri,  agg.   e   s.    m.    =    visionario, 

sognatore:  chi  dà  corpo  alle  ombre. 
visiòSj  agg.  =  vizioso  :  che  è  pieno  di 
vizi  ;  el  g^hà  dna  fticia  de  visios  che 
me  pitLs  ndnca  on  j)oo  =  ha  una  faccia 
da  vizioso  che  non  mi  piace  affatto. 
vìsita,  s.  f.  =  visita:  il  visitare,  l'an- 
dare a  trovare  una  persona. 

1)  fa  vìsit  =  far  visite  :  aver  parec- 
chie persone  da  andare  a  trovare  e 
andarvi. 

2)  là  visita  del  dotor  =  la  visita  del 
medico  :  quella  che  il  medico  fa  all'am- 
malato per  fare  la  diagnosi  della  ma- 
lattia e  in  seguito  per  seguirne  l'an- 
damento e  provvedere  al  rimedio.  Noi 
lo  diciamo  anche  di  visita  qualunque 
che  sia  molto  breve. 

3)  bigliètt  de  vìsita  =  carta  da  visita. 

4)  reàtitilì  là  visita  =  rendere  la 
visita. 

5)  vìsita  de  digeétion  =  visita  di  di- 
gestione, di  ringi-aziamento:  quella  che 
si  suol  fare  negli  otto  giorni  susseguenti 
l'essere  stati  a  pranzo  in  casa  di  chi 
ci  ha  invitato. 

6)  àndtl  fila  visita  =  andare  alla  vi- 
sita :  dei  coscritti  che  si  presentano 
alla  visita  militare. 

visita,  V.  att.  =  visitare:  andare  a  ve- 
dere una  persona  0  cosa  per  ufficio, 
devozione,  cura;  visittL  i  gés  =  visitare 
lo  chiese  ;  visita  on  àmàlaa  =  visitare 
un  ammalato  ;  visitH  ì  éctH  =  visitare 
le  scuole. 

1)  visittt  i  bàHj  àia  dogana,  ài  dtéi 


=  esaminare  i  bauli   alla   dogana,  alla 
barriera. 

visorà,  V.  att.  =  sonnecchiare,  dormi- 
gliare,  pisolare  :  dormire  un  sonno  leg- 
gero, essere  tra  la  veglia  e   il  sonno. 

■visoriii,  5.  m.  =  dormiveglia,  pisolino: 
lo  stare  sonnecchiando,  l'aver  chiusi 
per  un  tempo  breve  gli  occhi  al  sonno, 
senza  dormire  del  tutto. 

TÌst,  part.  pass.  =  visto,  veduto  :  dal 
verbo  vedere. 

1)  chi  Va  vièt  Vhà  viàt,  opp.  :  ehi 
s'è  viét  s'è  vièt  =  chi  l'ha  visto  l'ha 
visto,  opp.:  chi  s'è  visto  s'è  visto; 
oppure  anche  :  bon  dì  che  t'hoo  visi 
felice  notte  :  frasi  che  si  dicono  quando 
si  sperava  da  uno  che  l'aveva  pro- 
messa una  cosa  e  invece  quello  mancò 
non  tenne  la  parola,  0  quando  si  spe- 
rava in  un  avvenimento  che  poi  non 
accadde. 

"Vista,  s.  f.  =  vista:  uno  dei  cinque 
sensi,  la  facoltà  di  veder  la  luce  e  le 
cose  ;  ph'd  là  vièta  =  perder  la  vista, 
diventar  cieco. 

1)  pèrd  de  vista  =  perdere  di  vista, 
perder  d'occhio;  non  veder  più,  non 
sorvegliar  più  uno. 

2)  quatti  là  vista  =  accecare:  offu- 
scare la  niente,  togliere  il  senno  ;  là 
tòa  oétinàéion  là  me  qudta  là  vista  = 
la  tua  ostinazione  m'acceca.  Anche  in- 
transit.  per  forate  passione:  quàtàéà  là 
mèta  :  quànd  el  §e  Idèa  ciàptt  déla 
gelosia  ghe  ée  qutita  là  vièta  =  quando 
lo  piglia  la  gelosia  acceca. 

3)  là  vièta  là  fa  batista  =  aver  la 
vista  annebbiata:  cominciare  a  vederci 
poco  per  età  0  per  malattia  0  per  altro. 

4)  inàèpaéè,  bàia  là  vièta  =  aver  la 
vista  torbida,  restare  abbagliato. 

5)  vèèè  in  mèta  =  essere  in  vista; 
in  luogo  da  poter  essere  veduto. 

6)  pàgtb  à  vièta  =  pagare  a  vista; 
alla  presentazione  di  un  effetto. 

7)  à  vista  =  subito,  immediatamente; 
quànd  ptlrli  vceuri  vèsè  ìibedii  à  vièta 
=  quando  parlo  voglio  essere  obbedito 
subito. 

8)  à  pi-ima  vièta  =  a  prima  vista  ; 
al  primo  guardare  una  cosa,  guardan- 
dola superficialmente. 

9)  à  prima  vièta  =  all'improvviso; 
càntd,  sontL,  à  prima  vièta  =  cantare, 
sonare  all'  improvviso;  leggendo  la 
parte  senza  averla  studiata  prima. 


VIS 


—  918 


vit 


10)  à  vièta  de  nds  =  a  occhio  e  croce, 
alla  grossa  :  di  cosa  fatta  o  giudicata 
senza  troppa  cura. 

11)  conoéé  de  vièta  =  conoscere  di 
vista,  per  veduta. 

12)  che  étlnta  Liisìa  te  consèrva  là 
vièta.  Vedi  Ltisia,  1). 

13)  ptcnt  de  vièta  =  punto  di  vista, 
modo  di  vedere  una  cosa.  Anche  luogo 
donde  si  può  godere  una  bella  veduta. 

14)  vèsè  ciirt,  base  de  vista  =  aver 
vista  colia,  vederci  poco. 

15)  Scopo,  fine  ;  se  el  fa  insci  el  gra- 
varti là  eoa  mèta  =  se  agisce  così  avrà 
il  suo  fine. 

16)  Apparenza,  finzione  :  fa  vièta  de 
nimt  =  fingere  di  non  accorgersi  di  nulla. 
Meglio  mostra.  Vedi  móstra,  3). 

17)  mèta  =  veduta,  occhiata,  prospetto, 
visuale:  tanto  spazio  di  luogo  quanto 
si  può  abbracciare  cogli  occhi  :  Mia 
vièta  =  bella  occhiata.  Vedi  bèlredé. 

TÌstàda,  s.  f.  =  guardata,  occhiata.  Vedi 
gnàrdàda. 

visto,*  s.  m.  =  visto,  il  visto:  la  firma 
che  si  pone  per  mostrare  che  s'è  ve- 
duta una  calia,  una  nota  e  sim. 

vìstos,  agg.  =  vistoso:  che  dà  nell'oc- 
chio :  on  càpèll,  on  veètii  tròpp  viètòs 
=  un  cappello,  un  abito  ti'oppo  vistoso. 
1)  Considerevole,  rilevante,  impor- 
tante; el  fa  di  àftiri  viètòs  =  fa  degli 
affari  considerevoli,  importanti  ;  el  gììà 
daa  dna  dota  viètosa  =  le  ha  dato  una 
dote  rilevante. 

visiiàl,  s.  f.  =  visuale,  veduta:  el  m'ha 
tòlt  là  visUtd  =  mi  tolse  la  visuale, 
la  veduta. 

vìt,  s.  f.  =  vite.  Vedi  vìd. 

vita,  s.  f.  =  vita:  stato  d'attività  della 
sotanza  organica;  là  vita  di  fior  =  la 
vita  dei  fiori  ;  là  vita  di  iisèj  =  la 
vita  degli  uccelli. 

1)  là  vita  eterna  =  la  vita  eterna; 
V filtra  vita  =  l'altra  vita:  quella  im- 
maginata dopo  la  morte. 

2)  Pai-te  considerevole  della' vita; 
el  ptéa  là  vita  ètti  liber  =  passa  la 
vita  sui  libri. 

3)  Campamento,  sussistenza  ;  il  ne- 
cessario per  campare;  guàdàgnàèè  là 
vita  =  guadagnarsi  la  vita,  il  campa- 
mento. 

4)  fa  bòna  vita  =  far  buona  vita  : 
viver  bene,  allegramente,  agiatamente. 

5)  dà  vita  =  dar  vita,  animare  :  dare, 


infondere  l'anima.  Anche  infondere  il 
brio,  la  vivacità. 

6)  vita  còmoda  =  agiatezza  :  stato  di 
chi  vive  agiatamente:  hoo  pròpi  mtii 
de  vègh  Òn'òra  de  vita  còmoda  ?  =  non 
ho  proprio  mai  da  avere  un'ora  di 
agiatezza  ? 

7)  vita  quièta  =  vita  tranquilla,  be- 
nestare :  il  vivere  riposato  e  tranquillo. 

8)  Di  pers.  che  s'amano:  l'è  là  mia, 
là  eoa  vita  =  è  la  mia,  la  sua  vita. 

9)  fin  che  gh'è  vita,  gh'è  èperdnsa. 
Vedi  sperànsa,  2). 

10)  La  storia  di  persone  notevoli  : 
là  vita  de  Nàpoleon  =  la  vita  di  Na- 
poleone. Vedi  Ibiogràfìa. 

11)  Il  tempo  per  cui  dura  la  vita: 
per  fa  cèrti  ròbb  Tè  minga  àéee  là 
vita  ó!  on  òmm  =  per  certe  imprese 
non  basta  la  vita  d'un  uomo. 

12)  à  vita  =  a  vita  :  tutto  il  tempo 
che  uno  vive;  condànà  à  vita  =  con- 
dannare a  vita. 

.  13)  La  parte  del  corpo  sopra  i  fian- 
chi e  specialm.  la  cintola;  làg'hàona 
bela  vita  =  ha  una  bella  vita  ;  bisógna 
minga  strénges  in  vita  =  bisogna  non 
stringersi  in  vita. 

14)  éentiéela  à  cor  per  là  vita  =  sen- 
tirsela sdiTicciolare  giù  per  le  reni  : 
immaginarsi  vicina  una  cosa  spiacevole. 

15)  ò  cara  vita.'  =  oh  !  buon  Dio  ! 
Esclamaz.  di  meraviglia. 

16)  fa  dna  gran  vita  =  fare  una 
grama  vita,  una  vita  sacrificata  o  an- 
gosciata per  qualunque  ragione. 

17)  fa  vita  =  vivere,  passar  la  vita. 

18)  gh'è  pilàee  temp  che  vita  =  c'è 
più  tempo  che  vita  :  diciamo  a  chi  si 
affanna  por  qualche  cosa. 

19)  là  vita  rè  on  boff  =  la  vita  è 
breve. 

20)  lég   là   vita  =  sparlare  di   uno,  « 
censurai'ne  gli  atti,  la  vita.  9 

21)  là  vita  !  =  badati  !  bada!  Gridano  ■ 
i  conduttori  di  carrozze  o  carri  perchè 
altri  si  scansi. 

vitàl,  agg.  =  vitale  :  che  dà  o  che  ha 
vita  ;  l'è  minga  nàèiiU  vitàl  =  non  è 
nato  vitale. 

vìtàlìsì,  s.  m.  =  vitalizio  :  assegnamento 
di  beni  che  vien  fatto  a  titolo  di  man- 
tenimento a  vita  del  cedente. 

vitàlisià,  v.  att.  =  vitaliziare  :  sottoporre 
a  vitalizio.  ! 


Tit 


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tìt 


vitelìn,  s.  m.  =  redo  :  il  nato  da  una 
bestia  vaccina  fino  a  che  è  di  latte. 

vitèll,  s.  m.  =  vitello:  il  nato  della 
vacca,  d'un  anno,  e  specialm.  la  carne 
macellata  di  questo;  el  mtèll  el  coàta 
diiil  frànch  ài  chilo  =  il  vitello  costa 
due  franchi  al  chilogrammo  ;  me  piàs 
el  vitèll  in  tìmid  coi  fimg  =  mi  piace 
il  vitello  in  umido  coi  funghi. 

1  )  La  pelle  del  vitello  conciata  : 
i  étrimlìtt  de  vitèll  =  i  tronchetti  di 
vitello. 

vitèlòn,  s.  m.  =  biracchio  :  vitello  dal 
primo  al  secondo  anno  ;  diciamo  anche: 
scotón. 

TÌtiiiia,  s.  f.  =  vittima  :  l'è  là  vUima  de 
éò  mari  =  è  la  vittima  del  marito,  o 
meglio  assai:  è  maltrattata  da  suo 
marito. 

1)  fa  là  vttitna  =  fare  la  vittima: 
atteggiarsi  a  sacrificato. 

2)  poera  mtima  !  =  povera  vittima  ! 
ironie,  di  chi  al  contrario  si  gode  la 
vita. 

TÌtoria,  s.  f.  =  vittoria  :  il  vincere  nel 
senso  proprio  e  nel  figurato. 

1)  Sorta  di  carrozza  signorile  e  da 
noi  ora  anche  molte  carrozze  pubbliche 
che  ne  hanno  la  forma. 

TÌtoriós,  agg.  =  vittorioso:  che  ha  ri- 
portato vittoria. 

vitura,  s.  f.  =  vettui-a  :  parola  ormai 
disusata.  Vedi  il  piii  vivo  vetura  an- 
che pei  derivati. 

Titiipèri,  s.  m.  =  vituperi!)  :  gran  diso- 
nore, scorno  e  specialm.  parole  di  grave 
insulto,  di  offesa  grande. 

vìv,  agg.  =  vivo  :  che  vive,  in  vita. 

1)  fàss  vìv  =  farsi  vivo  ;  presentarsi,  ' 
muoversi,    agire,  rispondere  :  hoo  cià- 
maa  per  mès'òra  e  niéÈn  é^è  faa  mv 
=  ho  chiamato  per  mezz'ora  e  nessuno 
si  fece  vivo. 

2)  ctirne  vìva  =  carne  viva  :  con- 
trapposta a  quella  incallita  o  persa. 

8)  ìio  ghièra  (tnima  viva  =  non  c'era 
anima  viva,  nata;  non  c'era  nessuno. 

4)  toctl  in  éiil  vìv  =  toccare  nel,  sul 
vivo  :  di  offesa  molto  sensibile. 

5)  floeù  vìv  =  ragazzo  vivo,  vivace: 
pieno  di  vita,  vispo. 

6)  fìàina  viva  =  fiamma  viva,  bril- 
lante. 

7)  fmlgh  viv  =  fuoco  vivo,  ardente. 

8)  color  viv  =  colori  vivi  :  accesi, 
intensi. 


9)  piètra  vìva,  éàsé  viv  =  pietra, 
sasso  vivo  :  da  battere,  da  taglio  ;  che 
non  si  rompe  facilmente. 

10)  àrgént  vìv  =  argento  vivo  :  il 
mercurio. 

11)  rè  r àrgént  viv  =  è  un  nabisso, 
l'ai'gento  vivo  ;  lo  diciamo  di  pers.  e 
specialm.  di  ragazzo  che  non  stia  mai 
fermo. 

vìv,  V.  att.  =  vivere:  essere  in  vita:  i 
pèès  viven  in  l'tLequa  =  i  pesci  vivono 
nell'acqua;  ^e  pò'  minga  vìv  séns'ària 
=  non  si  può  vivere  senz'aria. 

1)  Campare,  mantenersi  in  vita  :  per 
vìv  bisdgna  làortL  =  per  vivere  bisogna 
lavorare. 

2)  se  viv  mài  =  si  campa  male  :  non 
tanto  del  vitto  quanto  delle  traversie 
che  si  incontrano  nella  vita. 

3)  viv  à...  =  campare  a...,  vivere 
di...:  Ve  on  més  che  'l  vìv  à  br oditi 
è  un  mese  che  campa  a  brodi,  che  vive 
di  brodo. 

4)  vìv  d'aria,  de  niént  =  campare 
d'aria,  vivere  di  niente  :  di  chi  mangia 
pochissimo.  Anche:  vìv  coni  nàgòtt  = 
campai'e  come  le  starne  di  Montemo- 
rello;  e  talvolta  s'aggiunge:  che  si 
pascevan  di  rugiada  ;  campare  con  uno 
stecco  unto  ;  cioè  con  nulla ,  senza 
spesa. 

5)  vìv  de...  =  campai'e,  vivere  di...  ; 
se  éà  nò  de  cosa  'l  vìva  =  non  si  sa 
di  che  viva,  di  che  campi. 

6)  vìv  de  disprèsi  =  vivere  di  di- 
spetti. 

7)  vìv  àdree  ài  mUr  =  vivere  a  stec- 
chetto :  con  grande  parsimonia  e  quasi 
a  cibo  strettamente  misurato. 

8)  vìv  de  màlàdètt  =  vivere  stenta- 
tamente, non  accozzare  il  desinare  colla 
cena. 

9)  vìv  del  so,  d'entrtda  =  vivere  del 
proprio,  di  rendita. 

vìvj  s.  m.  =  vita  :  il  vivere  ;  à  RQma  el 
vìv  el  còsta  piléee  ctLr  che  à  Mildn  = 
a  Roma  la  vita  costa  più  caro  che  a 
Milano. 

riva!  esclam.  =  viva!  evviva!  esclam. 
d'applauso,  di  riconoscenza  a  persone 
e  a  cose. 

1  )  viva  là  soa  fàcia  !  =  benedetto  lui  ! 

vìva,  (ali)  =  cominciate  !  :  è  segnale  nei 
giuochi  che  il  giuoco  si  può  cominciare. 

Tivàcitaa,  s.  f.    =    vivacità:    qualità  di 


TIT 


920 


voe 


ciò  che  è  vivace,  specialm.  nel  senso 
di  irrequietezza  di  bambini. 

vivàmént,  avv.  =  vivamente,  vivace- 
mente :  con  vivacità. 

TÌTàndér,  s.  m.  e  TÌTàndéra,  s.  f.  - 
vivandiere  e  vivandiera  :  chi  vende  le 
vivande  ai  soldati. 

TÌTàtàj  V.  att.  =  vivacchiare,  campic- 
chiare: vivere  stentatamente,  campare 
alla  meglio  ;  ée  mvàta  coni  qiièll  pòcch 
che  ée  gvÀdtigna  =  si  vivacchia  con 
quel  poco  che  si  guadagna. 

viree,  s.  m.  =  vivaio,  peschiera:  ricetto 
murato  con  acqua  per  conservar  pesci. 

1)  Piantonaio  :  spazio  di  teiTeno  de- 
stinato all'allevamento  dei  piantoni, 
ossia  rami  d'alberi  che  si  trapiantano 
per  riproduzione. 

2)  Per  estens.  significa  abbondanza, 
copia  :  de  tosànn  glie  w'  èra  on  vivee  = 
di  ragazze  ce  n'era  abbondanza, 

vìver,  3.171.  =  vivere,  vita,  vitto:  il  vi- 
vere e  ciò  che  serve  a  nutrire  per 
mantenere  la  vita. 

1)  conoss  el  rwer  del  mond  =  co- 
noscere il  vivere  del  mondo. 

vocàbol,  s.  m.  =  vocabolo:  pai'ola  di 
una  lingua:  in  sto  diéionàri  devoct- 
boi  ghe  riè  prQpi  tanti  =  in  questo 
dizionario  di  vocaboli  ce  n'è  proprio 
molti. 

vocabolàri,  s.  m.  =  vocabolario,  dizio- 
nario :  libro  dove  son  per  alfabeto  i 
vocaboli  d'  una  lingua  con  relative 
spiegazioni,  ecc.  ;  el  criticai  on  vocà- 
boltlri  rè  fàeil,  ma  'l  fall  Ve  difìcil 
come  =  il  criticare  un  vocabolario  è 
facile,  ma  il  farlo  è  difficile  assai. 

vocàl,  s.  f.  =  vocale  :  quella  lettera  che 
si  forma  colla  semplice  apertura  deUa 
bocca  :  a,  e,  i,  o,  u. 

1)  Agg.  Vocale  ;  da  voce  :  concert 
•voctil  e  istrumentàl  =  concerto  vocale 
e  istrumentale  :  eseguito  cogli  istra- 
menti  e  da  cantanti. 

vocàsión,  s.  f.  =  vocazione  :  il  sentirsi 
chiamato,  inclinato  a  una  cosa  :  per  fa 
'l  m,àèster  ghe  voeiir  dna  gran  vocà- 
sión =  per  fare  il  maestro  ci  vuole 
una  gran  vocazione. 

1)  ghe  i^ceur  ona  bela  vocàsión  f  = 
ci  vuole  una  bella  vocazione  !  Ironie, 
quando  vediamo  qualcuno  far  cosa  che 
noi  non  faremmo  a  nessun  patto  e  che 
costa  non  lieve  fatica,  non  poco  sacri- 
ficio. 


vocàtìv,  s.  m.  =  vocativo.  T.  gramm. 
Nome  del  quinto  caso. 

vocifera,  v.  att.  =  vociferare:  sparger 
fama  ;  se  vociferava  che  dovHen  di- 
minuì i  tàss  =  si  vociferava  che  do- 
vessero diminuire  i  balzelli. 

Yociferàsión,  s.  f.  =  vociferazione  :  il 
vociferare,  il  parlar  forte  e  a  lungo. 

vòdvill,  s.  m.  =  burletta:  quei  pasticci 
teatrali  misti  di  prosa  e  poesia,  nei 
quali  non  e'  è  neppur  l' ombra  del  senso 
comune,  della  decenza  e  della  lingua 
e  dove  la  recitazione  prosastica  si  av- 
vicenda col  canto.  Vedi  operata.  Dal 
fi'anc.  vaudeville. 

voeuj,  agg.  =  vuoto,  vóto:  che  non  c'è 
niente  ;  contrario  di  pieno  ;  bicér  voeuj 
=  bicchiere  vuoto. 

1)  vénter  voeuj  =  ventre  vuoto  :  senza 
cibo. 

2)  torntb  à  man  vczuj  =  tornare  a 
mani  vuote:  senza  nulla,  senza  regali. 

3)  pt/nscia  pièna  cred  m,mga  à 
quèla  vmuia  =  corpo  satollo  non  crede 
al  digiuno  :  di  chi,  essendo  ben  prov- 
visto, non  crede  all'altrui   bisogno. 

4)  sàcch  voeuj  el  sta  minga  in  pee 
=  sacco  vuoto  non  sta  ritto. 

5)  te  éee  voeuj  ?  =  sei  libero  ?  sei  scarico? 
E  la  domanda  che  facciamo  ai  fiaccherai, 
per  sapere  se  ci  possono  prestar  ser- 
vizio 0  se  sono  già  con  altri  impegnati . 

6)  s.  m.  vuoto,  lacuna  :  el  vèsé  àn- 
daa  vta  ti,  Vlià  làsaa  in  cà  on  voeuj 
tremendo  =  1'  esser  partito  tu  ha  la- 
sciato in  casa  un  vuoto  enorme. 

voefiia,  s.  f.  =  voglia  :  il  volere,  per  ca- 
priccio 0  bisogno  natui'ale. 

1)  toeusé  là  vcmia  =  levarsi,  cavarsi 
la  voglia,  il  gusto. 

2)  mori  dita  voeuia  =  morir  di  vo- 
glia :  avere  una  gran  voglia  di  qualche 
cosa. 

3)  màndtt  gio  là  voeuia  =  sputar  la 
voglia:  attaccar  la  voglia  al  chiodo,  o 
alla  campanella  dell'uscio  ;  non  poten- 
dosela levare,  se  ne  fa  a  meno. 

4)  bùna  voeuia  =  buona  voglia,  buona 
volontà,  alacrità,  l'essere  alacre. 

5)  de  bòna  voeuia  =  di  buona  voglia, 
volonterosamente. 

6)  vègh  pSca  voettia  =  essere  di  cat- 
tiva voglia  :  sentirsi  poco  bene. 

7)  voeuia  de  làortt  sàltem  àdòàé  = 
0  voglia  saltami  indosso:  di  chi  non  ha 
volontà  di  lavorare. 


Toar 


—  921  — 


voi 


vog'a,  s.  f.  =  voga  :  uso  grande,  successo  ; 
rèU-  in  vdga  =  essere  in  voga;  ciàpé 
vóga  =  venire  in  voga. 

vog'a;  V.  att.  =  vogare  :  remare  con  forza 
e  per  conseguenza  l'andar  della  barca 
sull'onda  celeremente. 

TOià,  «'.  att.  =  vuotare.  Vedi  sroià. 
1)  voit  gid  =  versare,  mescere  :  far 
uscir  fuori  da  vaso  che  si  rovescia  e 
che  trabocca;  voitl  gid  'Z  càfè  =  me- 
scere, versare  il  caffè;  el  vtn  de  botè- 
lia  el  va  voiaa  gid  àdàsi  =  il  vino  di 
bottiglia  bisogna  mescerlo  adagio.  Nello 
stesso  significato  diciamo  anche  :  mia 
fcmra,  specialm.  se  il  vaso  è  di  bocca 
larga. 

TOiàmin.  Nella  frase  :  pién  de  voiàmm 
=--  vuoto  affatto,  del  tutto  vano. 

vòlj  s.  ni.  =  volo  :  il  volare  ;  certi  UsèJ 
gliàn  el  voi  bMs  come  =  certi  uccelli 
hanno  il  volo  assai  basso. 

1)  eiàptt  'l  voi  =  pigliare  il  volo. 
Anche  nel  senso  fig.  di  pers.  odi  cosa, 
andarsene  via,  fuggire,  non  trovarla  più. 

2)  ài  voi  =  a  volo  :  mentre  un  uc- 
cello sta  volando. 

3)  capì  ài  voi  =  capire  in  aria,  in- 
tender per  aria  :  presto,  prontamente. 

4)  fa  on  voi  =  fare  un  volo  :  di  tutto 
ciò  che  cade  dall'alto. 

5)  Stormo;  on  voi  de  dord  =  uno 
stormo  di  tordi. 

volàj  V.  att.  =  volare  :  sostenersi  o  tra- 
scorrer per  aria  colle  ali  :  i  fàrfàll,  i 
ilsèj,  i  moéch  volen  =  lef  farfalle,  gli 
ixccelli,  le  mosche  volano. 

1)  Cori'ere  rapidamente;  l'è  on  cà- 
vttli  che  '/  vola  =  è  un  cavallo  che 
vola  ;  rè  volaa  in  là  eòa  mttma  =  volò 
dalla  sua  mamma. 

2)  Di  cose  mosse,  portate  dal  vento  : 
volava  ititi  i  tend  che  Véra  on  àfàri 
aeri  =  volavan  tutte  le  tende  ed  era 
un  affar  serio. 

3)  Di  cose  che  cadano  dall'alto:  l'ha 
faa  volti  giò  tUti  i  piàtt  déla  finèétra 

.     =  fece  volare  tutti  i  piatti  dalla  finestra. 
TOlàda^  s.  f.  =  volata:  nota  alta  del  can- 
tante. 

1)  Della  palla  che  va  alta  al  gioco 
del  pallone. 

2)  Del  cavallo  o  del  corridore  in  bi- 
cicletta quando  nelle  gare,  poco  lungi 
dalla  meta,  si  spingono  a  più  veloce 
corsa  per  arrivar  prima. 

Yolànt,  s.  m.  =  volante  :    T.    meccan.  : 


una  ruota  pesante  aggiunta  ad  un  mec- 
canismo girevole  per  aumentarne  la 
velocità. 

1)  Balza,  balzana,  falpalà:  guarni- 
zione 0  ornamento  increspato,  quasi 
in  fondo  alla  veste. 

2)  Agg.  foeuj  volànt,  équtidra  volani 
=  foglio  volante,  squadra  volante. 

volàtil,  s.  m.  =  volatile  :  atto  a  volare, 
uccello. 

YOlàtilisàj  *  V.  att.  =  volatilizzare:  di 
quei  corpi  che  si  riducono  facilmente 
in  gas  0  in  vapore.  Preferiamo  però 
dire  :  svapora. 

Yolentaa,  s.  f.  =  volontà,  voglia  :  facoltà 
potenza  di  volere.  Nel  nostro  dialetto 
fra  volentaa  e  voRuia  non  c'è  la  diffe- 
renza chiara  e  spiccata  che  passa  fra 
volontà  e  voglia  in  italiano:  perciò 
s'usano  promiscuamente. 

1)  fa  pàrt  e  volentaa  =  essere  par- 
ziale, mostrare  parzialità. 

Tolentéra,  avv.  =  volentieri  :  di  buon 
animo,  di  buon  grado  ;  àeetti  volentéra  = 
accettar  di  buon  animo  ;  làorà  volen- 
téra =  lavorar  volentieri. 

1)  vede  volentéra  =  approvare,  fare 
una  cosa  di  buon  grado,  volentieri. 

Yolgàr,  agg.  =  volgare,  triviale:  d'ani- 
mo, di  mente  bassa,  vile.  Vedi  tri- 
viàl. 

Tolgàrmént,  avv.  =  volgarmente,  soli- 
tamente: di  solito,  per  lo  più. 

volili,  s.  m.  =  volano  :  palla  di  sughero 
fasciata  di  pelle  con  tanti  buchi  al- 
l'intorno dove  si  metton  delle  penne; 
da  mandarsi  in  aria  colle  racchette. 
Oppure  con  minor  lusso,  un  pezzo  di 
piombo,  0  un  sassolino  avvolto  in  uno 
sciavero  di  pelle,  pure  ornato  di  penne, 
da  mandarsi  in  aria  col  tambui'ello. 

volo,  *  s.  m.  =  usato  qualche  volta  per 
voi  specialm.  nelle  frasi:  ciàptL  ài  volo, 
àndà  de  volo  =  pigliare  al  volo,  andar 
di  volo. 

voloiitaa ,  .<».  f.  =  volontà.  Vedi  vo- 
lentaa. 

volontàri,*  agg.  =  volontario  :  chi  va 
spontaneamente  soldato;  Ve  volontàri 
de  càvàlerta  =  è  volontario  di  caval- 
leria. 

volontàriaa,*  s.  m.  =  volontariato:  il 
periodo  di  tempo  per  cui  dui'a  il  ser- 
vizio militare  prestato  volontariamente 
e  specialmente  il  volontariato  d' un 
anno. 


voi 


922  - 


TOl 


YOloutè,  (à)  avo.  =  a  suo  beneplacito, 
a  volontà:  di  cose  di  cui  si  abbonda 
e  si  può  disporre  liberamente;  el  g'hà 
roba  e  dànee  à  volontà  .=  ha  roba  e 
danaro  a  suo  beneplacito.  Dal  frane  : 
à  volante. 

volontéra,  aw.  =  volentieri.  Vedi  to- 
lentéra. 

volovàn,  s.  m.  =  pasticcino  :  sorta  di 
pasta  sfogliata  da  mettervi  carne  per 
servire  come  piatto  di  intermezzo. 

TOlp,  s.  f.  =  volpe:  genere  di  mammi- 
feri carnivori  della  famiglia  dei  cani  : 
là  vòlp  là  màngiaa  dò  gàlinn  =  la 
volpe  mangiò  due  galline. 

1)  là  volp  là  pèrd  el  pél  ma  mitiga 
'l  vìéi.  Vedi  visi,  3). 

2)  Persona  astuta,  garga;  Ve  ótia 
volp  vègia  quèll  li:  ghe  le  fa  à  Vàn- 
teerìét  =  è  una  vecchia  volpe  quello 
lì;  gliela  fa  all' antecristo. 

volpin,  agg.  =  volpino  :  che  trae  della 
volpe  :  edn  volpìn  =  cane  volpino. 

volpdu,  s.  m.  =  volpone,  sornione,  fur- 
baccio  :  di  pers.  astutissima. 

volsà)  V.  att.  =  ardire,  osare  :  avere  il 
coraggio  di  fare,  avere  un  ardire  che 
può  parer  temerario  ;  el  volsàva  ntnea 
guàrdànm  in  fàcia  =  non  ardiva  nem- 
meno guardarmi  in  faccia. 

vòlt,  s.  m.  =  volta:  muro  arcuato  per 
copertura. 

vòlta,  s.  f.  =  volta,  fiata. 

1)  mia  vòlta  =  una  volta,  un  tempo; 
nel  tempo  passato. 

2)  mia  vòlta  =  una  volta,  una  buona 
volta:  di  cosa  che  si  faccia  o  succeda 
dopo  avere  anche  troppo  indugiato  : 
finìéela  dna  vòlta  !  =  smettila  una  volta, 
una  buona  volta  ! 

3)  VI  pu  qiièll  d'óna  vòlta  =  non  è 
più  quello  d'una  volta,  di  prima. 

4)  di  vòlt  =  alle  volte,  a  volte,  delle 
volte  ;  in  certi  casi,  momenti  ;  el  dis 
eèrti  pàròll  di  vòlt  che  pèlen  là  fàcia  = 
dice  alle  volte  certe  parole  che  tagliano 
il  viso. 

5)  dill  mitiga  dò  vòlt  =  non  dirlo 
due  volte  :  quando  si  vuol  esprimere 
la  propria  gran  propensione  a  fare  una 
cosa  che  ci  vien  proposta. 

6)  per  èia  vòlta,  per  dna  vòlta  tànt 
=  per  questa  volta,  per  una  volta  sola  : 
in  significato  concessivo. 

7)  in  d'òna   vòlta,   in   d'òna   vòlta 


Sola  =  in  una  volta  sola,  a  una  volta; 
a  un  tratto  insieme. 

8)  vUn  Ma  vòlta  =  uno  alla  volta, 
ad  uno  ad  uno:  uno  dopo  l'altro. 

9j  otia  vòlta  per  Un  =  a  ciascuno  il 
suo  turno. 

10)  vòlta  per  vòlta  =  volta  per  volta: 
ogni  volta  che  occorre. 

11)  àndt  iti  vòlta  =  andare,  cam- 
minare,  passeggiai-e. 

vòlta,  s.  f.  =  volta.  T.  dei  murat,  :  mui'o 
arcuato  per  copertura. 

1)  T.  di  stampat.  la  contropagina  di 
un  foglio  di  stampa. 

volta,  v.  att.  =  voltare  :  muovere  da  un'al- 
tra parte,  per  lo  più  con  un  giro;  volttL 
'l  eoo  =  girare,  voltare  il  capo,  la  testa. 

1)  volta  i  spali.  Vedi  spala,  5)' 

2)  Piegare,  volgersi  :  volta  à  dèstra, 
à  éimàtra  =  voltare  a  destra,  a  sinistra. 

3)  Divergere:  delle  linee  o  raggi 
che  partendo  da  un  punto  comune  si 
vanno  prolungando  scostandosi  sempre 
più;  à  oti  cèrto  punt  là  strada  là 
vòlta  à  dèétra  =  a  un  dato  punto  la 
sti-ada  volta  a  destra,  diverge. 

4)  volta  indree  i  nittnich  =  smani- 
carsi, tirarsi  su  al  gomito  le  maniche 
della  camicia.  Noi  usiamo  la  frase  an- 
che per  dir  di  chi  si  accinge  volonte- 
roso a  qualche  lavoro  manuale. 

5)  volta  coi  gànib  à  Vàri,  col  ciiil 
in  sii  =  capovolgere,  capovoltare.  Vedi 
gàmb,  11). 

6)  volta  là  =  battere  la  capata:  mo- 
nre.  Anche   semplicemente  cadere. 

7)  voltàéé  itidree  =  rivolgersi,  rivol- 
tarsi, volgersi  indietro.  Noi  lo  diciamo 
anche  di  chi  non  è  contento  di  quanto  ha 
avuto  e  quasi  si  rivolge  a  cercarne 
dell'altro. 

8)  volta  foeitra  =  scantonare  :  di 
pers.  :  scansare,  di  veicoli  ;  el  briitnm 
Vlm  vòltaa  fceUra  àpèna  à  temp  =  la 
cittadina  scansò   appena  in  tempo. 

9)  volta  giò  =  rinnovare,  confermare: 
volta  giò  'l  cotitràtt  =  linnovare  il 
contratto. 

10)  volta  via  =  andarsene,  scompa- 
rire. Quindi  fig.  morire,  specialm.  di 
morire  tranquillamente,  senza  spasimi, 
quasi  senza  che  i  presenti  se  ne  av- 
vedano. Noi  lo  diciamo  anche  del  far 
scomparire,  mangiando;  el  vòlta  vìa  de 
quij  cotelètt  !  =  fa  scomparire  certe  co- 
stolette  ! 


voi 


-  923 


Tor 


11)  voliti  viin  =  voltare,  mutare  uno: 
fargli  cambiar  carattere,  opinione,  modo 
di  trattare,  di  vivere,  ecc. 

12)  voliti  i  dànee  =  cambiare  i  da- 
nari: di  contratto  dove  non  ci  si  gua- 
dagna nulla. 

13)  voliti  bàndéra  =  mutar  casacca  : 
cambiarie  opinione. 

14)  voliti  dent  =  dare  una  capatina, 
entrare. 

15)  voltala  =  mutarla,   cambiarla. 
TOltàda,  s.  f.  =  voltata,  mutazione,  can- 
giamento :  il  voltare. 

1)  Svolto,  canto  :  di  via,  di  strada  ; 
quànd  éèmm  rivaa  tila  voltàda  Hi  l'è 
tornaa  indree  =  quando  arrivammo 
allo  svolto,  egli  ritornò  ;  àdàsl  in  di 
volittd  =  va  largo  ai  campi. 

YOltér,  s.  m.  =  capezziere,  capezziera, 
capiera:  pezzo  di  tela  ricamata  o  la- 
voro all'  uncinetto  che  si  pone  alla 
spalliera  di  poltrone  e  canapè,  per  non 
conciarli  col  capo ,  appoggiandovisi. 
Dal  frane.  :  voltair. 

volterò  vòltra, prep.  Nelle  frasi:  vegnì 
vólter,  ò  vòlira  =  saltar  fuori. 

voltìn,  s.  m.  =  volticella,  volticina,  vol- 
terrana. Dim.  di  vòlta.  T.  murat. 

voltura,  s.  f.  =  voltura:  il  voltare  al 
catasto  i  possessi  da  uno  in  altro  pa- 
drone. Si  dice  anche  di  debiti  e  crediti. 

volubil,*  agg.  =  volubile,  mobile,  insta- 
bile :  del  carattere  di  persona. 

voliimètt,  s.  ni.  =  volumetto:^libro  piccolo. 

voluminòs,  agg.  =  voluminoso  :  di  molto 
volume,  di  gi-andi  dimensione;  Ve  on 
pàeek  voliiminds,  ma  'l  pésa  pòceh  = 
fi  un  pacco  voluminoso,  ma  pesa  poco. 

voliimiu,  s.  m.  =  volume:  l'estensione 
e  gi'ossezza  di  un  corpo  ;  el  bombtLé  el 
fa  piièee  volilmm  che  'l  fir  =  il  cotone 
fa  maggior  volume  che  il  ferro. 

1)  Tomo,  libro,  quanto  alla  legatura: 
l'è  oìi'tipera  in  trii  voliimm  =  è  un 
opera  in  ti-e  volumi,  in  tre  tomi. 

vòmica,  (nòs)  s.  f.  =  noce  vomica. 

vòmit,  s.  m.  =  vomito  :  il  vomitare  e 
la  cosa  vomitata. 

1)  ìmpei  0  tlmpii  de  vomii  =  arcata 
di  stomaco  :  sforzi  di  stomaco  per  ec- 
citamento al  vomito. 

2)  fa  vegnt  vdmit,  mèii  vòmit  =  ri- 
voltare lo  stomaco,  stomacare.  Fig.  di 
cose  che  fanno  uggia,  schifo  per  la 
loro  indecenza.   Vedi  stomegà. 


3)  vegni  vdmit  =  venir  la  voglia  di 
vomitare. 

vomita,  V.  att.  =  vomitare:  rimandar 
per  bocca  quel  che  era  nello  stomaco; 
l'ha  vomitaa  iilit  el  disnù,  =  vomitò 
tutto  il  desinare. 

1)  fa  vomiitL  =  far  vomitare  ;  el  tàr- 
ter  emUieh  el  fa  vomiià  =  il  tartaro 
emetico  fa  vomitare.  Fig.  di  cose  in- 
decenti, repugnanti,  far  schifo. 

vomitàda,  s.  f.  =  vomito  :  la  cosa  vo- 
mitata, e  l'azione  compiuta  del  vomi- 
tare. 

vomitòri,  s.  m.  =  vomitorio,  vomita- 
torio  :  medicina  o  altro  che  fa  vomitare. 
1)  Per  celia,  di  tutto  ciò  che  secca, 
infastidisce ,  aduggia  :  che  vomitQri 
vilij  qvèll  predicàiór  =  che  uggia,  che 
seccatura,  quel  predicatore. 

vòra,  s.  f.  =  ora,  tempo  :  l'è  vora  de 
disnti,  l'è  vòra  de  àndtl  in  lèti,  ecc.  = 
è  ora  di  pranzo,  è  ora  d'andare  a  letto  ; 
Ve  vòra  de  éeminti  'l  formént  =  è 
tempo  di  seminare  il  frumento. 

1)  Ve  vora!  el  ààriéé  vora!  =  è  ora  ! 
sarebbe  ora  !  Vedi  ora,  6). 

vòrdin,  (dà)  v.  att.  =  ordinare:  mettere 
in  ordine  la  casa. 

Yorò,  V.  att.  =  volere  :  aver  ferma  in- 
tenzione di  fare  una  cosa,  e  anche 
semplicem.  desiderare  ;  el  voeùr  là 
marna  =  vuole  la  mamma. 

1)  Di  comando  imperioso  ;  el  papà 
'l  voeùr  che  te  vàghei  subii  à  cà  =  il 
babbo  vuole  che  tu  vada  subito  a  casa. 

2)  Avere,  dovere,  senza  che  c'entri 
la  volontà;  el  voeur  mori  =  vuol  mo- 
rire :  di  chi  è  in  fin  di  vita. 

3)  Del  tempo  :  el  voeur  pioRUV,  el 
voeùr  fwcà^  el  voeùr  minga  fa  bèli  = 
vuol  piovere,  vuol  nevicare,  non  vuol 
fare  bel  tempo. 

4)  Di  cose  che  agiscono,  imperano  ; 
Ve  là  lég  che  vceùr  insci  =  è  la  legge 
che  vuole  cosi  ;  bisógna  viv  còme 
voeùren  i  iemp  =  bisogna  vivere  come 
vogliono  i  tempi. 

5)  vorè  ben,  vorè  mài  =  voler  bene, 
voler  male,  amare,  odiare;  el  m'ha 
ciàpaa  à  vorè  ben  =  m'ha  preso  a 
voler  bene,  a  ben  volere. 

6)  Pretendere  :  mi  voetlri  minga 
Vimposlbil,  §e  cerchi  Òtta  promotion 
=  io  non  pretendo,  non  voglio  l'impos- 
sibile se  chiedo  una  promozione. 

7)  èe  Dio  voeùr!  =   finalmente!   Di- 


vor 


924  - 


TOS 


ciamo  quando  alla  fine  accade  ciò  che 
da  tempo  era  desiderato. 

8)  se  se  ■voeur  =  se  si  vuole  :  l'u- 
siamo come  forma  concessiva. 

9)  quànd  el  vosv/r  =  quando  gli  piace; 
quando  crede  di  poterlo  fare. 

10)  vor^  e  no  pod^,  o  non  pòse  =  es- 
ser signori  colla  paglia  nelle  scarpe  : 
di  chi  vuol  parere  signore  e  ne  ha 
pochi. 

11)  voreva  ben  dì  ini!  =  mi  voleva 
meravigliare  !  :  quando  accade  contro 
l'aspettazione  degli  altiù  cosa  che  noi 
prevedevamo. 

12)  chi  insci  voeur  niént  glie  domr 
=  chi  fa  a  suo  modo  non  gli  duole  il 
capo;  uno  s'accontenta  anche  del  male 
quando  l'ha  voluto  lui. 

13)  l'è  chi  che  te  vuj  =  qui  ti  aspet- 
tava: a  chi  parlando  e  operando  in- 
toppa in  qualche  difficoltà  che  avevamo 
preveduta. 

14)  Esigere ,  aver  bisogno  :  cèrti 
pifLnt  vcmren  là  tèra  gràsa  =  alcune 
piante  vogliono  la  terra  grassa. 

15)  come  Dio  voetìr  =  come  Dio  vuole: 
di  cosa  fatta  troppo  alla  buona  e  con 
poca  cura. 

16)  chi  Doeur  vaga  e  chi  no  t)oeitr 
manda  =  chi  vuole  vada  e  chi  non  vuole 
mandi:  chi  fa  da  sé  o  per  sé  fa  per  tre. 

17)  ghe  vceur  Mter!  =  vuol  essere 
altro  !  ci  vuol  altro  che  questo  ! 

18)  vourènn  pii  =  non  ne  voler  più; 
non  poter  più  stare  in  sé. 

vorègh,  V.  att.  =  volerci,  abbisognare, 
occorrere  :  per  riiisi  quèicòss  ghe  voeur 
étiiditL  =  per  riuscire,  per  diventare 
qualche  cosa  bisogna  studiare  :  ghe 
roeur  minga  tànt  à  fàsS  vorè  ben  = 
non  ci  vuol  molto  a  farsi  voler  bene; 
Ve  qilèll  che  ghe  voeur  =  é  quello  che 
ci  vuole,  che  occorre. 

1)  qiièll  che  ghe  vmnr,  ghe  voBur  = 
del  necessario  non  si  può  far  senza, 
necessità  non  ha  legge. 

2)  vorègh  tUta  =  volerci  tutta  :  vo- 
lerci moltissima  abilità.  E'  detto  che 
esprime  la  meraviglia  per  cosa  che 
non  si  pensava  potesse  avvenire;  là 
ghe  voeùr  tUta!  noi  voeur  éftlditL  ntlnca 
à  màààll  =  la  ci  vuol  tutta  !  non  atioI 
studiare,  neanche  ad  accopparlo. 

3)  ghe  voeur  pàsiénéa  !  =  ci  vuol 
pazienza  !  bisogna  aver  pazienza. 

Torsiitt  e  TOriiii,  part.  pass.  =  voluto: 


l'kà  minga    vorsiiu   dimel   =    non  ha| 
voluto  dirmelo. 

1)  cóme  Dio  Vlià  vorsiiii  =  come  a 
Dio  piacque,  per  grazia  di  Dio. 

YÓrticli,*  s.  m.  =  rèmolo,  vortice,  moli- 
nello. ; 

vòs,  s.  f.  =  voce  :  il  suono  che  esce  dalla  ^ 
bocca  dell'uomo  ;  vos  fQrta,  grdèa,  dì-  ■ 
boia,  ecc.    =    voce   forte,    gi'ossa,    de- 
bole, ecc. 

1)  dà  sii  là  vos  =  dar  su  la  voce: 
sgridare,  rimproverare. 

2)  di  à  vòs  =  dire  a  bocca,  parlare 
a  voce  :  non  scrivendo  o  mandando  a 
dire. 

3)  *  esàmm  à  vos  =  gli  esami  orali: 
quelli  che  si  fanno  rispondendo  a  bocca 
alle  domande  direttamente  fatte  dal- 
l'esaminatore. 

4)  cor  vos  =  coiTer  voce  :  spargersi 
notizia ,  la  diceria  di  un  fatto  ;  tra 
àtòrna  là  vos,  fa  pàsà  là  vos  =  far 
correre  la  voce,  passar  parola,  spar- 
ger voce. 

5)  vègh  vòs  in  càpìtol  =  aver  voce 
in  capitolo:  avere  influenza,  contare 
per  qualche  cosa  in  una  società,  cir- 
costanza. 

6)  àndtL  gid  là  vos,  vègh  là  vos  in 
cantina  =  affiocare  ,  perder  la  voce  : 
quando  la  voce  si  abbassa  per  infredda- 
tura 0  altro. 

7;  sòtt  vos  =  sottovoce,  a  bassa  voce. 

8)  La  voce  modificata  per  il  canto  ; 
el  Tàmttgno  el  g''hà  dna  gran  btla  vos 
=  Tamagno  ha  una  gran  bella  voce  ; 
el  OàytLre  el  g'avéva  mia  vos  dolsa, 
dòléa  =  Gayarre  aveva  una  voce  dol- 
cissima ;  el  Maini  el  g' aveva  òna  bela 
vos  fQrta  =  Maini  aveva  una  bella  voce 
gagliarda  ;  là  vos  de  tenòr,  de  éoprmi, 
de  bàriton,  ecc.  =  la  voce  di  tenore, 
di  soprano,  di  baritono,  ecc.;  cànttb  à 
mésa  vòs  =  cantare  a  mezza  voce,  a 
voce  non  spiegata  ;  vèés  in  vòs  =  es- 
sere in  voce;  aver  voce  gagliarda,  po- 
ter cantare. 

9)  Suono  :  quello  degli  istrumenti 
musicali;  el  violoncèll  el  g'hà  òna 
gran  bela  vòs  =  il  violoncello  ha  un 
gran  bel  suono;  l'è  on  cémbol  che  g'hà 
pòca  vòs  =  é  un  pianoforte  che  risuona 
poco. 

10)  i  ròs  déla  tàrifa  dàéiària  =  le 
voci  della  tariffa  daziaria,  doganale:  i 


YOS 


—  925  — 


vul 


nomi  delle  merci  soggette  a  dazio,  elen- 
cati nella  rispettiva  tariffa. 

11)  vègli  i  vds  e  minga  i  nòs  =  aver 
la  voce  e  non  le  noci  :  essere  in  fama 
di  qualche  vantaggio  e  non  averlo, 
come  ad  esempio,  passar  per  ricco  e 
non  esserlo. 

12)  l'è  doma  la  e  vós  =  è  tutta  voce, 
non  ha  che  voce  ;  specialm.  di  bam- 
bini che  non  fanno  che  strillare  ed 
empir  l'aria  dei  loro  gridi. 

13)  àlètl  là  ms  =  alzare  la  voce,  gri- 
dare. Fig.  sgridare,  rimproverare. 

14)  vègh  éémper  là  vos  per  tiri  = 
aver  sempre  la  voce  alzata  :  esser  co- 
stretto a  sgridare  sempre  qualcuno. 

vosà,  V.  alt.  =  giidare  :  alzare  la  voce 
per  essere  sentito  da  lontano,  o  per 
concitazione  d'animo;  là  geni  là  vosàva 
ài  Ittcler  =  la   gente    gridava  al  ladro. 

1)  Prov.  :  in  versee  ehi  vosa  piiiee 
là  càvtLgna  Ve  eòa  =  tra  il  volgo  chi 
grida  più  forte  si  fa  dar  ragione. 

2)  Vociare,  bociare  :  esprimere  risen- 
timento alzando  molto  la  voce  ;  se  te 
feti  nò  'l  doér  el  pàptL  'l  vosa  =  se 
non  fai  il  compito,  babbo  grida. 

3)  vostL  àdree  à  qiièidun  =  gridare, 
sgridare,  riprendere  una  persona  ;  farle 
dei  rimproveri  con  vivacità  :  detto  di 
superiore  a  inferiore. 

4)  vostt  come  on  ètràseee,  on  àriàn, 
come  on'flnima  diéperàda  =  gridare  a 
squarciagola,  disperatamentp. 

TOSàda,  s.  f.  =  gridata,  ramanzina  :  acerba 
riprensione;  el  g'ha  daa  dna  vosàda 
che  V  à  levaa  de  pés  =  gli  ha  fatto  una 
gridata  che  lo  levò  di  peso. 

1)  Grido  :  suono  alto  e  forte  di  voce  ; 
rhà  daa  fmiìra  in  d'ona  vosàda  = 
diede  in  un  grido. 

Tosàmèiit,  s.  m.  =  gridio:  rumore  di 
più  persone  che  gridano  e  il  gridar 
prolungato. 

Tosàtà)  V.  alt.  =  bociare,  vociare  :  alzar 
la  voce  spesso.  E'  frequentativo  di 
vosà. 

Tosàtàmènt,  s.  m.  =  bocio  :  il  frequente 
e  prolungato  bociare. 

TOSàtòn,  s.  m.  =  vocionaccio  :  chi  non  fa 
che  vociare  ;  tds  dna  bòna  vòlta,  ò  vo- 
sàtón  !  =  taci ,  una  volta,  o  vocio- 
naccio ! 

vSster,  pron.  =  vostro:  pron.  possessivo 
di  voi. 


1)  *  vòéter  =  i  vostri:  sottint.  parenti, 
amici,  e  sim. 
vòtj  s.  m.  =  voto:  promessa  fatta  libe- 
ramente a  Dio  0  ai  santi  di  se,  o  delle 
cose  sue;  l'ha  faa  vot  de  éposààs  nò 
=  fece  voto  di  non  sposarsi. 

1)  Per  estens.  :  proposito  assoluto  ; 
hoo  faa  vot  de  pondàgh  pii  pè  in  qilUa 
cà  =  ho  fatto  voto  di  nen  metter  più 
i  piedi  in  quella  casa. 

2)  Oggetto  che  i  fedeli  attaccano  a 
qualche  immagine  in  segno  del  voto 
fatto,  di  grazie  avute  o  sperate. 

3)  Dichiarazione  libera,  segreta  o  pa- 
lese, della  nostra  opinione  ;  el  mini- 
stèri el  g'hà  àvUii  éetànta  vot  de  ma- 
giorànsa  =  il  ministero  ebbe  settanta 
voti  di  maggioranza. 

vota,*  V.  alt.  =  votare  :  dare  il  voto  ;  vota 
in  favor,  cantra  =  votare  in  favore, 
contro. 


votànta, 


=  ottanta  :  otto  diecine. 


votàsion,  s.  f.  =  votazione  :  il  votare, 
il  risultato  dei  voti  singoli,  e  il  mo- 
mento del  votare  ;  quànd  dna  propósta 
Ve  in  votàsion  ée  pò  pii  disciitt  = 
quando  una  proposta  è  in  votazione, 
non  si  può  più  discutere  ;  el  di  déla 
votàsion  =  il   giorno    della    votazione. 

vòtt,  agg.  =  otto  :  numero  card.  :  due 
volte  quattro. 

1)  de  ehi  vòlt  dì  =  tra   otto    giorni. 

2)  incoeu  vòlt  =  oggi  a  otto. 

3)  s.  m.  el  vòtt  =  specie  di  compasso 
usato  per  misurare  la  grossezza  di  corpi 
rotondi. 

vii,  pron.  =  voi  :  pron.  pers.  singol.  usato 
parlando  con  qualche  sprezzo,  e  con 
altezzosità  a  persone  soggette,  e  spe- 
cialm. ai  servi.  Sarebbe  bene  scompa- 
risse l'uso  di  questo   modo  superbo. 

viij,  s.  m.  =  l'erba  voglio.  Nella  frase  : 
el  viij  Ve  àpos  à  Vilés  =  l'erba  voglio 
non  nasce  nemmeno  in  Boboli.  Vedi 
erba,  12). 

Tiiìj,  esci.  =  ohe  !  eh  !  ehi  !  :  viiìj,  ri- 
spònd!  =  ohe,  rispondi. 

viilcàuo,  s.  m.  =  vulcano:  monte  da 
cui  escono  gas  o  materie  infiammabili, 
pietre,  lave  incandescenti,  fango,  ecc. 
11)  Fig.  :  di  mente  molto  eccitata, 
d'animo  appassionato,  focoso,  anche 
facile  all'ira. 

Tiilnerària,  s.  f.  =  vulneraria  :  anthyl- 
lis  vulneraria  :  =  sorta  di  pianta  co- 
mune buona  per  le  ferite. 


Tun 


926  — 


vuu 


Tun,  agg.  =  uno:  il  primo   dei   numeri. 

1)  Pron.  indeterminato:  uno;  «'fiweZ 
dìs  bitneh,  VtUer  el  dìs  négher  =  uno 
dice  bianco,  l'altro  dice  nero. 

2)  IJn  uomo  qualunque  :  è  staa  chi 
vHn  à  cercati  =  fu  qui  uno  a  cercarti. 

3)  ciàpt  v^n  per  VtLlter  =  prendere 
uno  per  l'altro:  equivocare  fra  due  o 
più  persone  o  cose. 

4)  à  vHn  à  'VÙn  =  a  uno  a  uno:  il 
distributivo  di  uno. 

5)  vè§s  nUmer  viln  =  esser  l'asso: 
si  dice  di  cosa  clie  sia  la  migliore  nel 
suo  genere. 

6)  vHn  per  Un  fa  maa  à  niéUn  = 
uno  per  uno  non  fa  male  a  nessuno  : 
è  giustizia. 

7)  tUti  i  dì  en  paia  tdn  =  tutti  i 
giorni  ne  va  uno. 

8)  s.  m.  =  un  tale;  è  étaa  ehi  vHn 
=  fu  qui  un  tale. 

rfina,  agg.  =  una  :  è  il  femminile  di  rfìn, 
in  tutti  i  suoi  significati. 

1)  vèghen  sémper  runa  =  aver  sem- 


pre  qualcbe  malanno,   qualche    briga, 
e  sim. 

2)  vegninn  à  v&na  =  venire  alla 
conclusione,  concludere. 

3)  s.  f.  vùna  =  un  tale;  Véra  vUna 
che  ghe  piàséva  à  àndà  à  spàèè  =  era 
una  tale  a  cui  piaceva  andare  a  spasso. 

rune,  agg.  =  unto.  Tedi  une,  anche  pei 
derivati. 

1)  dàghela  vùncia  =  fare  ì  ponti  d'oro, 
dar  grande  vantaggio. 

yfincia,  (à  dàghela)  m.  d.  d.  =  a  darla 
alta,  al  più,  a  dir  molto;  à  dtighela 
'vùncia  podàrdn  resisi  àncàmò  trii 
més  =  a  dargliela  alta  poti-anno  resi- 
stere alti-i  tre  mesi. 

vundes,  agg.  =  undici  :  num.  card.  :  dieci 
più  uno. 

Tun^,  r.  att.  =  ungere.  Vedi  ung. 

1)  vung  i  man  =  ungere  le  carru- 
cole: far  dei  regali  per  ottenere  la 
protezione,  il  favore   di   qualcheduno. 

Tiità,  n.  att.  =  aiutare.  Vedi  iuta. 

Tìifl,  part.  pass.  =  avuto  :  dal  verbo  avere. 
Vedi  àvnu. 


APPENDICE 


àbàtimènt;  s.  m.  =  abbattimento,  spossa- 
tezza, languore.  Anche  in  senso  morale. 

abominévole  agg.  =  abominevole  :  degno 
di  abominazione. 

àbordàj  v.  att.  =  affrontare  :  recarsi  da- 
vanti a  una  persona  all'improvviso,  ri- 
solutamente, quasi  aggredendola. 

àbusiràinént,  am.  =  abusivamente  :  in 
modo  abusivo,  per  abuso. 

àcentàj  v.  att.  =  accentare  :  mettere 
l'accento  sulle  parole. 

àcolà^  V.  att.  =  accollare  :  addossare  un 
peso,  una  spesa  a  qualcun^. 

àcqnirént,  s.  m.  =  acqiiirente:  chi  ac- 
quista comprando,  e  per  noi  anche  chi 
aspira  a  comprare. 

àciisàtÌT,  s.  m.  =  accusativo.  T.  gramm. 
il  caso  del  complemento  oggetto  nella 
proposizione. 

àderèiisa,  s.  f.  =  aderenza:  relazioni, 
amicizie  altolocate,  delle  quali  potersi 
valere  per  avere  favori  o  protezione  o 
difesa. 

àdiilteraa,  agg.  =  adulterato,  falsificato  : 
di  cibi,  bevande  e  sim. 

àfrònt,  s.  m.  =  affronto  :  azione  o  pa- 
rola che  offende. 

agevola,  V.  att.  =  facilitare,  render  facile. 

àgiùut  y  s.  m.  =  aggiunto  :  impiegato 
che  si  dà  ad  un  altro  o  ad  un  ufficio 
per  aiuto. 

alari,  avv.  =  all'ai'ia:  marniti  alari  tu- 
écòH  =  mandar  tutto  all'aria. 

1)  In  disordine:  vègh  là  cà  alari  = 
aver  la  casa  sottosopra,    in   disordine. 


àmàss,  s.  m.  =  mucchio  :  cose  ammassate. 

àmist,  s.  m.  =  marmotta:  specie  di 
pelliccia. 

àmm.  Vedi  gnànim  nel  vocabolario. 

àiuortisà,  V.  att.  =  mortificare,  anestiz- 
zare  :  rendere  insensibile  una  parte  del 
corpo  per  poterla  operare  senza  dolore. 

anbén.  Vedi  àncàbén  nel  vocabolario. 

àndaa,  agg.  =  andato,  disfatto,  finito, 
logoro  :  di  cosa  e  dello  stato  di  salute 
delle  persone  :  V  è  on  òmm  àndaa  =  è 
un  omo  finito,  disfatto. 

àngerotèll,  s.  m.  =  angiolino.  Vedi  àn- 
giolìn,  1)  nel  vocabolario. 

àngouìa,  s.  f.  =  agonia.  Vedi  nel  vo- 
cabolario agonia  che  ora  usa   di  più. 

ansa,  s.  f.  =  ansa,  presa,  e  sim.:  di 
quelle  sporgenze  nei  vasi  di  terra  che 
servono  a  poterli  prendere. 

àntecesór,  *  s.  m.  =  antecessore:  chi 
ha  preceduto  uno  in  un  ufficio,  in  una 
carica,  e  sim. 

àpèrtàmént,  avv.  =  apertamente,  fran- 
camente :  con   franchezza   del  parlare. 

àplicàss,  V.  rifl.  =  applicarsi  :  occuparsi 
darsi  a  un  lavoro. 

àprètt,  s.  m.  =  pappa:  la  salda  che  si 
dà  alle  tele  di  lino,  specialm.  se  nuove. 

àràss,  s.  in.  =  arazzo:  drappo  per  or- 
namento tessuto  con  lane  e  oro  filato 
e  istoriato, 

àrborèla,  s.  f.  =  alborella:  pesciolino 
argenteo  dei  laghi  lombardi. 

àrirà,  *  v.  att.  =    arrivare.  Vedi   riva. 

àrliatt,  s.  m.  =  superstizioso:  che  ha 
molte  ubbie  e  pregiudizi   per  il  capo. 


arni 


928  - 


cas 


àriuàuiènt,  s.  m.  =  armamento  :  prepa- 
rativo di  guerra. 

àriuòuiuiu,  s.  m.  =  armonium:  stru- 
mento simile  al  pianoforte  che  suona 
come  un  orgaiio  a  cui  si  dà  l'aria  mo- 
vendo i  pedali. 

àsedìà;  V.  att.  =  assediare:  cingere  di 
assedio.  T.  milit. 

1)  rig.:  star  sempre  intorno  ad  uno 
importunandolo,  per  ottenerne  qualche 
cosa. 

àstusia,  s.  f.  =  astuzia  :  astutezza,  fur- 
beria: ma  quasi  sempre  in  senso  buono. 

àteniiàntf  *  s.  f.  =  attenuante  :  cosa  che 
attenua  la  gravità  e  la  responsabilità 
di  una  colpa. 

àiitèutich,  *  agg.  =  autentico  :  provato 
autorevolmente  che  è  realmente  come 
si  dice. 

àFàlà;  *  V.  att.  =  avvallare  :  di  cambiale  : 
firmarla  sotto  l'accettante  per  garanzia. 

àvàllj  *  s.  m.  =  avvallo  :  l'avvallare  una 
cambiale. 

àyid,  agg.  =  avido,  bramoso  :  desideroso 
eccessivamente  di  qualche  cosa. 


bàclièta,  s.  f.  =  posatoio  :  i  bàchètt  del  a 
gtibia  =  i  posatoi:  quelle  cannuccie 
che  si  mettono  nelle  gabbie,  perchè  vi 
saltino  su  gli  uccelli. 

bàgriànàda,  s.  f.  =  baggianata:  azione 
da  baggiano.  Vedi  bàgiàn  nel  voca- 
bolario. 

bà^uàda,  s.  f.  =  bagnata,  bagno  :  l'a- 
zione e  l'effetto  del  bagnare. 

bar,  s.  m.  -  bottega  da  caffè,  bar  :  dove 
si  bevono  liquori  o  caffè  in  piedi.  Dal- 
l'inglese bar. 

bàrilètt  del  tòn  =  caratello  :  quelli  che 
ci  arrivano  col  tonno  sott'olio. 

Bàrtolàmee,  s.  m.  =  Bortolomeo  :  nome 
proprio  di  maschio.  Entra  nelle  frasi  : 
infine  indree,  Bàrlolàmee  =  un  via 
vai,  un  andirivieni  ;  ed  anche  :  un  dire 
e  disdire;  l'acqua  dopo  san  Bàrtolà- 
mee  l'è  bona  de  lava  i  pee  =  il  pio- 
vere dopo  S.  Bortolemeo  non  giova  ai 
campi. 

Batista,  s.  m.  =  Battista:  nome  proprio 
di  maschio. 

1)  vègh  là  vièta  che  fa  batista  =  aver 
lo  traveggole,  non  ci  veder  chiaro. 


beghina,  s.  f.  =  beghina,  bacchettona, 
bigotta. 

beni,  (i)  s.  m.  pi.  =  i  beni,  i  poderi,  i 
possedimenti  :  in  generale  i  beni  im- 
mobili di  una  persona. 

berla,  s.  f.  =  figuraccia,  cattiva  figura, 
non  senza  ridicolo:  qiiUa  l'è  étàda  dna 
bérla.'  =  quella  fu  una  figuraccia. 

biligòrnia,  s.  f.  =  mattana:  lo  stato  d'a- 
nimo di  chi  ha  dei  pensieri  uggiosi  e 
si  sente  disposto  a  montare  in  collera 
per  il  più  leggero  motivo. 

blàga,  s.  f.  =  vanteria,  millanteria;  de 
bltga  ghe  n'ha  tanta,  ma  à  l'àto  prà- 
tich  el  vàr  nàgòtt  =  di  vanteria  n'ha 
molta,  ma  all'atto  pratico  non  vai  nulla. 
Dal  frane,  blague. 

bocìà,  V.  att.  =  bocciare.  Vedi  bocià,  3). 

bronsón,  s.  m.  =  broncio  :  cruccio  che 
uno'  tiene  a  un'altra  persona  per  es- 
sersi avuto  a  male  di  qualche  cosa. 

btigàroeù,  s.  m.  =  ceneracciolo  :  grosso 
panno  di  canapa  con  che  si  copre  la 
conca  ripiena  e  su  cui  si  versa  il  ranno 
bollente. 

o 

càcola,  s.  f.  =  minuzia  :  roba  di  poco 
momento.  Usa  per  lo  più  al  plurale  ; 
V  è  on  òmm  che  guarda  tUti  i  cacai  = 
è  un  uomo  che  bada  a  tutte  le  minuzie, 

càlembòr,  s.  m.  =  freddui'a:  gioco  di 
parole.  Dal  frane,  calembour. 

càliciitt,  s.  f.  =  Calcutta:  nome  proprio 
di  città.  Noi  l'usiamo  per  significare 
un  paese  molto  lontano;  el  sta  fina  in 
Càliciitt  =  sta  fino  a  casa  del  diavolo. 

cànàlètt,  s.  m.  =  zanella  :  canaletto  o 
rigagnolo  nella  stalla  per  lo  scolo  delle 
urine. 

càràvàna,  s.  f.  =  Vedi  carovana,  nel 
vocabolario. 

càrpògn,  s.  m.  =  raffrigno  :  ricucitura 
mal  fatta. 

1)  Le  margini,  raffrigno  :  brutta  ci- 
catrice di  una  ferita,  di  un'  apertui'a 
alla  pelle. 

cartina,  s.  f.  =  perendo,  perondino:  tutto 
per  l'appunto  lisciato  e  azzimato. 

càselànt,  s.  m.  =  casellante,  cantoniere: 
chi  sta  nel  casotto  a  guardia  lungo  la  , 
strada  di  ferro. 

castiga, .  V.  att.  =  castigare,  gastigare, 
punire:  dare  il  castigo,  la  pena  per 
correggere,  educare. 


-  929  - 


càstigh,  *\  m.  =  castigo,  gastigo:  la  pena 
inflitta  por  correggere,   educare. 

1)  mhtt  in  càètìgh  =  gastigai'o,  punire. 

2)  vèis  OH  càbtìfjh  de  Dio  =  essere 
un  castigo,  un  tlagello  di  Dio  :  essere 
una  disperazione,  un  tormento. 

càstór,  s.  m.  =  castoro:  mammifero  an- 
fibio. 

1)  càpèlL  ijuànt  de  costar  =  cappello 
guanti  di  castoro:  fatti  col  polo  o  colla 
polle  del  castoro. 

crttàlètt  e  càtelètt,  s.  m.  =  cataletto, 
bara:  lottiiccio  che  serve  a  portare  i 
moiii  a  spalla  dalla  casa  alla  sepoltura. 

cataplasma,  s.  m.  =  impiastro,  catapla- 
sma. Nel  scuso  proprio  o  nel  fig.  di 
persona  molesta,  indiscreta. 

Càterrna,  s.  f.  =  Caterina:  nome  proprio 
di  donna. 

1)  Mnta  Catorbia  là  porta  l  éàech 
déla  farina  =  per  santa  Caterina  la 
neve  alla  collina. 

2)  iànta  Caterina  déla  roeiìda:  rò.y-s' 
demtt  de  S.  Caterina  =  essere  scroc- 
cone: di  chi  facilmoutc  e  volentieri  gode 
pranzi,  ti'attenimonti,  ecc., a  speso  altrui. 

càtràmonàcia,  s.  f.  =  paturnia,  malu- 
more: il  sentirsi  non  bene  cosi  fisica- 
mente, come  moralmente. 

càvàgnee,  s.  in.  =  panieraio  :  chi  in- 
tesso di  vimini  panieri,  cesti,  corbelli, 
e  sim. 

1)  Vagliaio  :  chi  fa  i  vagli  intossuti 
co)nc  i  panieri. 

càvàlàut,  s.  m.  =  vettural'o  :  chi  piglia 
^  trasportar  con  carri  e  eavalli  chec- 
chessia da  un  luogo  all'altro. 

cavèrna,  s.  f.  =  caverna  :  gran  buca 
sotto  terra,  ma  per  osteus.  di  buca 
profonda  e  sciu-a  dovunque. 

Cèca,  .9.  f.  =  Francesca  :  nomo  proprio 
di  donna; 

1)  fa  là  cèea,  rèse  òua  ceca  =  fare  la, 
essere  ambiziosa,  smaniosa  di  fare  com- 
parita. 

2)  là  Cèca  di  birlincfhitt  =  la  sora 
Rosa  de'  burattini. 

censór,"  s.  m.  =  censore:  colui  che  nei 
collegi  è  specialm.  incaricato  di  badare 
alla  disciplina. 

1)  Chi  trova  da  diro  sui  costumi  de- 
gli altri  e  li  correggo. 

centrai,"'  ngg.  =  centrale:  che  è  nel 
centro  o  vicino  al  oonti'o. 

ceràlàca,  s.  f.  =  ceralacca  o  cera  di 
Spagna  :  sorta  di  resina  oiicntale,  na- 

as» 


turalmcnte  rossa,  che  talora  si  ritingo 
dello  stesso  o  d'altro  coloro  e  riducasi 
in  bacchettino  ad  uso  di  sigillare. 

1)  cànHa  de  ceràlàca  =  bacchettina, 
cannello  di  ceralacca. 

cìàpà,  f.  att.  =  Al  u.  33  di  questa  voco 
nel  vocabolario,  aggiungasi  :  le  zucche 
marine  !"  Si  dico  per  negar  cosa  che  ci 
paia  impossibile,  sebbene  fortemente 
sostenuta  da  altri. 

cicatrice,*  e  cicàtris,  *.  /'.  =  cicatrice  : 
il  segno  che  lasciano  lo  ferito  richiu.se. 

cicàtrisàss,  o.  ri  fi.  =  cicatri/5zaro_,  ri- 
sarcire :  rinchiudersi  e  ritornare  della 
carne  sulle  piaghe  o  ferito. 

citàsiòn,*  .s-.  f.    =    citazione  :    l'atto   di 

citare  e  l'atto  legale  col  quale  si  cita. 

1)  Il  citare,  allogare  ;    d'autori  :    V^- 

on  lìber  fràpp  pièn  de  cità.Hòn  =  ò  un 

libro  troppo  pieno  di  citazioni. 

cocàrda,  s.  f.  =  pasticcino  :  la  cocoarda 
che  i  servitori  di  nobili  case  portano 
al  cappello. 

còccli,  .9.  Dì.  =  il  carI)one  coke,  si  dico 
in  italiano  anche  :  arso. 

cognoss,  V.  att.  =  conoscerò.  V'odi  no! 
vocabolario  conoss. 

oomi^letà,*  r.  att.  =  c<mipletaro  :  a^-- 
giungorc  a  una  cesa  quello  che  manca 
di  determinato  ;  hoo  mài  podim  iroà 
de  compietti  là  tóa  rà-colta  d/,-.  holitt  = 
non  ho  mai  i)otuto  trovare  da  com- 
pletare la  tua  collozione  di  francobolli. 

comporta,  v.  alt.  =  importai'e,  richie- 
dere: valer  la  sposa. 

compra,  v.  att.  =  compraro.  Vedi  nei 
vocabolario  erompa. 

compràdòr,'^  •s\  m.  =  compratore  :  olii 
compera. 

conchiu,  s.  m.  =  zangola  :  grosso  catino 
di  legno  per  ammollarvi  il  bawalà,  dar 
da  mangiare  alle  Ixistie,  ecc. 

cónsa,  s.  f.  =  pinzimiglio  :  olio,  aceto, 
sale,  pepo  por  sparagi  e  carciofi.  Vedi 
anche  cònscia,  nel  vocabolario. 

consnnt,  agg.  =  consunto  :  ammalato  di 
consunzione. 

copertina,  .«.  f.  =  copertina  :  quella  dei 
libri,  dei  giornali  in  fascicoli,  qoc. 

coronìu,  s.  m.  =  ciambellina  :  specie  di 
pasta  dolce  in  forma  di  anello. 

corsìv,  agg.  =  corsivo  :  specie  di  carat- 
tere adoprato  comunem.  nello  scriverò 
e  adottato  anche  a  somiglianza  nella 
stampa  :  contrario  di  :  tondo. 


cos 


930  — 


est 


così,  ave.  =  cosi,  in  questo  modo.  Vedi 
aei  vocabolario  insci. 

costriitt,  s.  m.  =  costrutto,  vantaggio; 
f/'Jioo  àr/iì'i  Oli  bèli  coétriitt  de  tùti  i 
ììiè  mgn'fìsa'  =  ho  ricavato  un  bel  co- 
strutto da  tutti  i  miei  sacrifici. 

créa,  (tèr.a)  s.  f.  =  creta.  Vedi  creda, 
noi  vocabolario. 

cremili,  s.  f.  =  il  fiore,  il  fior  fiore  :  la 
parte  più  eletta  di  una  cittadinanza,  di 
una  società, 

crèpàcoeur,  s.  m.  =  crepacuore,  aftlizione. 

crìco.  A'edi  cràco  nel  vocabolario. 

crochet,  s,  m.  =  crochet:  specie  di  gioco 
che  si  fa  con  mazze,  palle  ed  archetti 
di  ferro.  DalU  inglese  hricket. 

cuna,  ■•<■  f.  '  nella  frase  giiigà  tila  cuna 
=  giocare  a  ripiglino.  Vedi  nel  voca- 
bolario didìiia. 

cilràsò  s.  m.  =  curassò  :  liquore  fatto 
colle  luicco  delle  aranco. 

I> 

«lavanti,  ave.  =  davanti,  innanzi.  Tedi 
nel  vocabolario  denàns. 

dèli,  are.  =  dentro,  A'oce  idiotica  che 
s'ode  ancora  por  deiit,  dèiiter. 

deiitaa,  s.  m.  =  addentellato:  ordine,  se- 
rio di  morse  in  un  muro  :  cioè  quei 
mattoni  che  alternatamente  si  lasciano 
>'porgcnti  dal  muro,  per  attaccarvi  una 
eventuale    continuazione  di  fabbricato. 

deserà,  avv.  =  di  sopra:  contrario  a  de- 
bàss  =  abbasso  e  a  desòtt  =  di  sotto. 

diàcoii,  s.  m.  =  diacono:  prete  che  canta 
il  vangelo. 

dirama,  r.  att.  =  diffamare  :  sparlare 
contro  la  fama  altrui, 

difàmàsion,  *  «.  f.  =  diffamazione:  il 
diffamare  e  quanto  si  ripete  a  questo 
scopo. 

diferi,  V.  att.  =  differire:  rimettere  a  un 
altro  tempo. 

diflcilòtt,  agg.  =  difficilctto  :  piuttosto 
difficile,  quautimque  non  molto. 

difidàsiòn,  s.  f.  =  diffida:  l'atto  del  dif- 
fidare nel  senso  legalo.  A'edi  nel  voca- 
bolario difldà,  1). 

dilàsiòn,  *  s.  f.  =  dilazione:  il  differire 
e  specialm.  il  tempo  che  corre  fra 
quello  fissato  e  quello  a  cui  si  rimanda. 

dimentica,*  t\  att.  =  dimenticare.  Vedi 
nel  vocabolario  desmentegà. 

dimètes,  ^'.  jv'//.  =  dimettersi:  rinunziare 


a  un  impiego,  specialm.  per  pressioni, 
per  volontà,  por  forza  di  cose. 

dìnci,  (per)  esclam.  =  per  Dio,  per  bacco. 

dìrètt,  agg.  =  diretto  :  specialmente  di 
treni  ferroviari. 

dirocaa,  agg.  =  diroccato:  di  opera  mu- 
rata, buttata  giù,  in  rovina. 

dìsàèter,  s.  m.  =  disastro,  rovina:  gra- 
vissimo danno, 

disponibilitaa,  .<?.  f.  =  disponibilità  : 
stato  d'un  impiegato  civile  o  militare 
che  è  dispensato  dal  servizio  a  tempo 
indeterminato. 

distésa,  s.  f.  =  distosa:  estensione  grande 
di  teiTcno. 

1)  fila  distèsa  =  a  distesa  ;  sona, 
canta  Ma  distésa  =  sonare,  cantare  a 
distesa,  cantare  alla  diramata. 

disiiàd,  r.  att.  =  dissuadere,  distogliere: 
persuadere  uno  a  non  fare  una  cosa. 

dò,  ^'.  m.  =  do:  nota  musicale. 

dolile,  (or)  s.  m.  =  similoro  :  lega  di 
zinco  e  di  rame  simile  all'oro.  Dal  frane. 
doublet. 

dondà,  V.  att.  =  fare  la  ninna  nanna: 
muoversi  barcollando,  specialm.  dei  mo- 
bili a  cui  manchi  qualche  piede  o  so- 
stegno. 

dormì,  V,  att.  =  dormire  :  dormì  dèla 
prima  =  dormir  la  pelosina:  dei  bacili. 

1)  dormì  dèla  èegónda  =  dormir  la 
cinerina:  dei  bachi. 

2)  dormi  dèla  quarta  =  dormir  la 
grossa:  dei  bachi. 

dormida,  s.  f.  =  dormitura  :  dei  bachi. 

dotrinèta,  s.  f.  =  la  scuola  di  dottrina 
nelle  chiese,  specialm.  come  prepara- 
zione ai  sacramenti. 

diirà,  v.  att.  =  bastar  bene  ;  Vv  on  uga 
che  dura  on  ànn  =  è  un  uva  che  basta 
bene  un  anno. 

B> 

erìges,  v.  rifl.  =  costituirsi,  farsi;  'vcenrcn 
eriges  d  màèéier  d&  tilec  =  vogliono 
costituirsi  maestri  di  tutti. 

escliisìv,  agg.  =  esclusivo:  cho  esclude: 
di  persona  o  di  cosa  che  non  riconosce 
che  sé  stessa  o  il  proprio  modo  di  pen- 
sare, 0  che  non  ammette  se  non  il  iiro- 
prio  modo  di  essere,  escludendo  ogni 
altro. 

éstim,  s.  m.  =  estimo:  registro  delle  im- 
poste sui  teneni  e  relativa  stima. 


ève 


-  931  - 


gof 


evenièusa,  .«.  f.  =  evento  :    la  cosa  av- 


fàj,  s.  m.  =  nome  di  una  stoffa  di  seta 
per  vestiti  da  donna.  Dal  frane,  faille. 

fàlc,*  -s'.  f.  =  falce.  Tedi  fòle  nel  voca- 
bolario. 

fàlcètt,  *  s.  m.  =  falcetto:  piccola  falce. 

faraona,  (gàlìua)  s.  f.  =  gallina  faraona: 
una  sorta  di  gallino  colle  penne  nere 
picchiettate  di  bianco,  colla  carne  ros- 
sastra, ottima  a  mangiarsi. 

fàsGi'àda,  s.  f.  =  fagiolata  :  una  bella 
mangiata  di  fagioli  e  anche  un  bel 
piatto  di  fagioli. 

fàsàdùra,  s.  f.  =  fasciatura:  il  fasciare 
0  cosa  fasciata. 

favo,  s.  m.  =  vespaio.  Vedi  vespee,  3) 
nel  vocabolario. 

felicita»,  s.  f.  =  felicità  :  l'essere  felice, 
contento. 

ferinàpe,  ■?.  du  =  cordone  :  sorta  di  pietre 
che  si  mettono  attraverso  a  una  strada 
troppo  ripida  por  poterci  puntare  il 
piede  e  per  sostener  bene  il  ciottolato. 

fèstiYàll,  s.  m.  =  palco  da  ballarci,  ballo 
pubblico  :  padiglione  eretto  in  occasione 
di  feste  per  danzarvi  a  pago,  pubbli- 
camente. Anche  :  festa  popolare. 

fiàsclieterìa,  *  s.  f.  =  fiaschetteria:  bot- 
tega dove  si  vende  vino  al  minuto  e 
si  dà  da  mangiare  e  da  bei^e. 

iilòn,  ••?.  »i.  =    furbacchione  e  spilorcio, 
.  stentino. 

filòsof,  s.  m.  =  filosofo:  chi  studia,  pro- 
fessa la  filosofia,  e  volgami,  chi  piglia 
lo  cose  del  mondo  con  una  certa  in- 
differenza. 

filsa,  s.  f.  =  sfilata.  Vedi  iiifllàda  nel- 

■    l'Appendice. 

fognata,  V.  att.  -  rimpiattare,  api)iat- 
tare.  Frequentativo  di  fogna.  \"edi 
nel  vocabolario  fogna,  1). 

foj,  (che  fitt  che)  =  Vedi  nel  vocabolario 
■fltt,  6). 

foràgià,  V.  att.  =  fumarsela,  battersela: 
andar  via  in  fretta. 

1)  Eubaro  ;  quando    clii   ruba    lo  fa 
con  una  certa  astuzia. 

formilion,  s.  m.  =  formigliene:  arnese 
per  prendere  la  misura  dei  cappelli  e 
por  addattarli  alle  varie  misure. 

fornidOr,  s.  m.  =  fornitore:  chi  fornisce 


prende  a  fornire,  e  per  noi  specialm. 
i  bottegai  dove  si  va  a   far   le    spese. 

fóter,  s.  m.  =  coso,  arnese  :  hoo  troaa 
on  fóter  che  eoo  nò  còm  'l  sìa  =  ho 
trovato  un  coso  elio    non    so    che  sia. 

frànsa,  (tàcà  là)  i\  att.  =  ricamare  :  di 
persona  che  mormora  dei  fatti  altnii  ; 
far  la  frangia  raccontando  i  fatti  a  ca- 
rico degli  altri. 

frasca.  Aggiungi  nel  vocabolario  il  pro- 
verbio se  no  hin  fràPch  hin  foeuj  = 
tanfo  zuppa  che  pan  lavato.  Vedi 
pan,  22). 

fréga  de  bòtt,  de  legnàd,  .<?.  f.  =  una 
serqua  di  botte,  di  legnate  ;  dàghen 
ona  frega  =  darne  una  serqua, 

fung,  s.  m.  =  subbiello:  pernio  del  ca- 
lesse per  allungare  o  accorciare  i  ci- 
gnoni. 

fiirb,  agg.  =  furbo.  Vedi  nel  vocabolario 
fiirb. 

Oc 

galatèo,  *  .'-•.    w.    =  galateo:    le    buone 

creanze. 
gàrboeùsc,  agg.  =  rauco  :    chi   si    sente 

raspo  in  gola. 
gigolà,  V.  att.  =  stridere  :  del  suono  cho 

danno  i  cardini  girando  se    non    sono 

unti . 

1)    Anche:    gridare;    se    il   grido  è 

acuto. 
gir,  s.  m.  =  ripesco  :    intrigo    amoroso, 

amorazzo. 
giràbil,  *  agg.  =   girabile:    che    si  può 

girare. 
Gilìda,  s.  m.  =  Giuda:    nome    dell'apo- 
stolo che    tradì    Cristo  e,  per  antono- 
masia traditore. 

1)  fa  là   mìM    de    Giuda    =    far  la 

morte  di  Giuda:  impiccarsi. 
GiQli,  s.  m.  =  Giulio:   nome  proprio  di 

uomo. 

1)  Scherz.  :  l'orinale,  il  pitale.  Vedi 

nel  vocabolai'io  orinàri, 
giiisènt,  agg,  =  succoso  :  pieno  di  succo. 
goeubb,  s.  m.  =  sgobbo  :  studio  faticoso 

o  materiale  in  cui  poco  lavora  la  mente; 

à  écMa  '  l  fa  polid.  ma  V  è  tiitt  gcnuhb 

=  a  scuola  fa  bene,  ma  è  tutto  sgobbo. 
1)  làorti  de  gambb  =  lavoro  di  sgobbo 

di  fatica,  di   studio  :    in   cui    non    c'è 

ispirazione,  ne  ingegno. 
gofré,  V.  att.  =  stampare  fiori  finti. 


i?i-a 


—  !J32  — 


ini 


gratoar,  ••?.  m.  =  grattino  :  sti'umeoto  da 
orefici. 


Tàcom,  (jriaoomo.  \"edi  nel  vocabolario 
ti(ià<;om. 

iiribàchetà,  r.  att.  =  far  le  filze  degli 
zoccoli.  T.  degli  xocool. 

imbardi,  s.  m.  =  imbarco.  E,  comò 
l'imbarcadèro,  luogo  dove  si  imbar- 
cano persone  o  cose,  ma  è  più  gene- 
rale, perchè  vi  possono  andare  anche 
lo  barche  e  lo  barchette. 

ìmbosàràsen,  v,  ri  fi.  =  infischiarsene, 
imbuscherarsi  :  non  importainie  nulla 
di  juilla. 

imbroión,  s.  m.  =  trappolone  :  colui  che 
trai)pola  questo  e  quello.  .Aggiungi  a 
iitibroiun  nel  vocabolario. 

imposesàss,  v.  rifl.  =  impossessarsi  : 
prender  possesso,   impadronirsi. 

1)  Acquistare  pieno    possesso  d'una 
cognizione. 

imprendfiii,  pari.  pass.  =  appreso,  im- 
parato. Dal  verbo  imprèiid  =  appren- 
dere,   imparare. 

impresa,  ovv.  =  in  frotta,  lestamente. 

impròiit,  s.  IH.  =  impronto  :  foglio  di 
calta  disteso  sul  timpano  e  tagliato  o 
taccheggiato  onde  adattarne  la  super- 
ficie al  piano  della  forma,  perchè  non 
resti  troppo  forte,  né  troppo  del)ole  qua 
e  là  l'impressione. 

impiitau,  s.  7n.  =  iniputato,  accusato  : 
la  persona  imputata  e  chiamata  in  giu- 
dizio. 

inalberasi,  v.  rifl.  =  inalberarsi  :  di  chi 
è  spinto  a  movimento  risoluto  di  of- 
fesa, di  cruccio. 

inàns  e  iiidree:  fa  àndà  intim  e  in- 
dree  el  ^càldàlHt  =  strusciai'e  lo  scal- 
daletto sulle  lenzuola. 

iuàpelàbil,*  agft-  =  inappellabile:  contro 
cui  non  è  permesso  appellarsi  :  di  sen- 
tenze giudizi,  e  sim. 

iiiàyerténsa ,  *  s.  f.  =  iuavA'ortenza: 
mancanza   d'avvedutezza,    distrazione. 

incapace,  *  agg.  =  incapace  :  non  ca- 
pace, che  non  sa  faro,  che  non  ha  lo 
qualità  necessario  a   un    dato    oggetto. 

incdgnit,  *  agg.  =  incognito  :  che  non 
si  conosce. 

1)  viàgià  incògnit  =  viaggiare  inco- 
gnito :  dei  principi  che  viaggiano  senza 


gli  onori  del  proprio  grado,  come  pri- 
vati. 

iucomorìss,  r.  rif.  =  imbarcare,  pie- 
garsi :  di  tavole,  assi,  che  si  piegano 
specialmente  in  senso  convesso. 

incomplètt,  agg.  =  incompleto  :  a  cui 
manca  qualche  cosa.  Contrario  di  com- 
plèti. 

ÌMC0re8:ìbil,  *  agg.  =  incorreggibile:  (/ho 
non  può  essere  corretto,  che  non  vuole 
correggersi. 

increspa,  v.  att.  =  increspare:  formavo 
le  crespo. 

increspàdura,  s. /.  =  increspatura  :  ì' in- 
crespare 0  l'insieme  dello  crespo  wA 
cuciti. 

1)  Increspamento:    l'incresparsi. 

incricàla,  v.  att.  =  indovinarla,    az/,  r 
caria:  trovar  la  strada  Imoua  per  av.  iv 
qua]<;ho  vantaggio. 

incfidin,  *  >-.  f.  =  incudine.  Vedi  ìuA 
vocabolario  :  incfisgen, 

indecis,  agg.  =  indeciso,  incerto:  lii 
persona  che  non  si  decide. 

iudecisiòn,  s.  f.  =  indecisione:  sr,,-  . 
dell'animo  per  cui  l'uomo  non  si  de  oii  , 

indipcndènsa,  s.  f.  =  indipendenza:  -■• 
ritato  di  chi  è  indipendente. 

indìpendènt,  ngg.  =  indipendente:  ■  ;?•■ 
non  dipendo  da  altri,  non  è  soggetto 
ad  altri.' 

iudoè  J  arv.  =  dove?  Sonpre  interro- 
gativo. 

ìndol,  s.  f.  =  indolo:  natui-alo  inoli'  - 
ziono  0  disposizione  dell'animo. 

iudiisiòn,  *  s.  f.  -  induzione  :  giudi;cio 
che  consisto  noli" indurre  una  cosa  da 
un'altra. 

Infesiòn,  *  s.  f.  =  infezione:  l'azione  li 
un  dato  virus  sull'organismo^  che  svi- 
luppa la  malattia  d'infezione. 

infliàda,  s.  f.  =  sfilata:  lungo  ordine  di 
nomi,  di  parole,  di  pensieri  e  sim. 
posti  l'uno  dopo  l'altro  di  seguito. 
Vedi  anche  nel   vocabolario   infilerà. 

insiuiiàsiòn,  s.   f.  =    insinuazione:    di- 
scorsi maligni    fatti  per  indurre  il  so-  ' 
spetto  ncir animo  altrui. 

insìprià,  r.  att.  =  incipriare  :  dare  la 
cipria. 

iutàponii,  agg.  =  intontito,   instupidiro. 

inteligrt'usa,  •'  s.  f.  =  intelligenza  :  fa- 
coltà di  intendere,  abilità:  l'usare  nello 
operazioni  il  criterio  per  gli  opportuni 
miglioramenti. 


ilit 


938 


m©n 


1)  Di  buona  rolazionc.  d" intesa  fra 
persone. 

iiiteligrèiit,  ''  ogrj.  =  intelligonte  :  che 
intendo  molto:  ohe  dimostra  intelli- 
genza. 

1)  intGligmt  de...  =  intelligente  di...: 
che  si  intondo  di  quella  cosa,  clie  è 
competente  a  giudicarne. 

iiitensionaa,  agg.  =  intenzionato:  che 
)ia  intenzione. 

1)  In'n,  mal  intenéìomm  =  itene, 
male  intenzionato  :  con  ìjuone  o  cattivo 
intenzioni. 

iuràd,  V.  ait.  =  invadere:  di  folla  che 
entra  precipitosa  in  nn  luogo. 

intòpp,  s.  m.  =  intoppo,  ostacolo,  diffi- 
coltà. 

iutopàss,  r.  rifl.  =  otturarsi:  quando 
una  canna  si  riempie  di  materie  solide 
iu  modo  che  ne  resta  impedita  la  via 
ai  liquidi,  al  suono,    alla  luce  e  sim. 

iuYàlSj  agg.  =  invalso:  di  ciò  che  ha 
proso  a  valere,  ad  aver  forza  di  esten- 
sione. 

iuYersàda,  s-.  f.  rinterzo:  al  biliardo  il 
colpire  la  palla  avversaria  dopo  aver 
toccato  colla    propria    duo    mattonelle. 

ìiiTentà.  Aggiungi  ad  inventa  nel  vo- 
cabolario. 

1)  ne  inventa  vfma  tuti  i  di  =  una 
no  fa  e  un'altra  ne  peasa  :  di  chi  va 
sempre  mulinando  qualche  cosa  di  nuovo 
l>er  lo  più  in  senso  non  buono. 


V 


la-a,  -s.  Vi.  =  la  :  nome  della  sesta  nota 
musicale, 

1)  dà  el  lan  =  doi'e   1'  intonazione  ; 
nel  senso  proprio  e  nel  figurato. 

laciòtt,  s.  m.  =  bamberottolo,  bamboccio: 
di  bambino  paffuto,  ma  poco  energico: 
qualche  volta  anche  d'uomo. 

làmeutànsa  n.  f.  =  lagnanza,  lagno  :  il 
lagnarsi. 

lànterniu  x.  m.  aggiungi  a  lànteruin, 
1)  nel  vocabolario;  cerca  i  fàétidi  col 
làntermn  =  cercare  i  malanni  col  fu- 
scollino. 

lijttj  s.  rn.  =  latto:  compra,  vend  per 
fina  ciòca  de  k'ttt  =  comprare,  vendere 
por  un  tozzo  di  pane:  a  prezzo  bas- 
sissimo. 

làudano^  s.  m.  =  laudano.  Tedi  làfiden, 
nel  vocabolario. 


le,  pron.  =  lo,  la:  oggetto  della  preposiz  ; 
le  traùca  minga  =  non  lo,  non  la  trova; 
le  ved  de  tontdn  =  lo,  la  vede  da  lon- 
tano. 

Ièna,  s.  f.  =  lena  :  forza  di  spirito  e  di 
volontà  per  sostenere  fatiche;  Utorti  de 
Una  =  lavorar  di  lena,  di  bona  volontà. 

libràri,  ai/g.  =  librario:  da  libro;  ci  cO' 
mercio  libràri  =  il  commercio  librario. 

lineùmént,  s.  m.  pi.  =  lineamenti.  Vedi 
lìuiiunènt  nel  vocabolario. 

liscìoàr  s.  ni.  =  liscioar,  lisciatoio:  stru- 
mento di  legno  per  dare  il  lucido  ai 
cappelli.  Dal  frane,  lissoir. 

lord,  (pès)  s.  m.  =  peso  lordo:  non  ta- 
rato, non  defalcato. 

lorda,  (rèndita)  s.  f.  =  rendita  lorda: 
iicnza  calcolare  i  pesi,  le  spese. 

màijèta,  s.  f.  =  mugherino:  di  giovanetto 
galante  che  veste  agghindato. 

màij  arv.  =  mai  :  rànn  del  dliii  el  més 
del  mài  =  il  prim'anno  che  non  è  neb- 
bia: per  dire  mai. 

niàngrÌB.  Al  verbo  nel  vocabolario  aggiungi 
la  canzonetta  iufantile  che  noi  diciamo; 
mi  g'hoo  fàmm:  mangia  '/  scàgn  -  el 
écàgn  l'è  diìr:  mangia  '/  mur  -  el  mÈr 
rè  fàft:  mangiaci  rati  -  el  ràtt  el  cor: 
mangia  l' amor  -  ràmòr  el  scapa: 
màtigia  là  caca  -  là  caca  là  èpUm  : 
niàngela  tuta  -  tÈla  rè  mtnga  à^ee: 
màngen  on  atee  -  on  Hee  l'è  tròpp:  in 
bòea  on  sciòtt.  E  tiritera  volgare  che 
in  toscano  non  ha  l'esatta  corrispon- 
denza. Tuffai  più  si  può  citare  come 
una  approsimazione  la  canzonetta  citata 
nel  vocabolario  a  niàròn,  7). 

mànica,  volta  indree  i  niànich  =  sma- 
nicarsi :  tirarsi  sir  al  gomito  le  maniche 
della  camicia. 

wxòfinter.  =  mò,  un  po',  ora:  noi  l'usiamo 
spesso  senza  un  vero  e  proprio  signi- 
ficato e  piuttosto  come  rinforzativo  ; 
guarda  mo'  =  guarda  un  po';  l'è  mo' 
chi,  Ve  mò  là...  =  è  poi  qui:  è  poi  là....; 
e  niò'f  cóme- la  fé  min  =  ed  ora?  come 
la  mettiamo?  E  simili. 

ntolèta,  s.  f.  =  fermaglio:  oggetto  in  due 
pezzi  fatto  a  borchia  o  altra  forma  ar- 
tistica clie  serve  a  formare  due  capi 
separati. 

mougrolflè,  b.  m.  ~  acqua  acconcia  eoa 


muf 


_  034  —  più 


parecchi  sciroppi,  mareno,  ribes,    lam- 
poni 0  sim. 

luufolaj  •■*.  /*.  =  inufola  :  specie  di  forno 
per  cuocervi  porcellana  e  terraglie. 

Miisòcch^  s.  m.  àndà  à  Musòcck  =  an- 
dare a  Trespiano  :  dicono  i  fiorentini 
})or  morire,  perchè  a  Trespiano  ò  il 
loro  cimitero,  come  il  nostro  è  a  3Iu- 
socco. 

1)  vcès  de  Miisòcch  =  essere  sempre 
imbronciato,  col  muso  lungo. 

n: 

nas,  6\  in.  =  naso:  fa  on  gropp  éiil  nas 
=  farsi  una  tacca  sul  naso:  si  dice  per 
scherzo  ad  uno,  perchè  si  ricordi  di  una 
data  cosa. 

nàta,  (fa  '1)  =  fare  il  bravaccio,  il  gra- 
dasso: è  modo  piuttosto  volgare. 

!Nàtal)  5.  in.  =  il  Natale.  Vvox .'.  à  Nàtdl 
et  ihàcc  d.on  gali  =  al  dì  di  san  Tome 
cresce  il  di  quanto  il  gallo  alza  il  pie. 
1)  seiòcch  de  Nàtàl  =  ceppo:  il  tronco 
che  si  usa  l^ruciare  sul  camino  la  festa 
del  Natale. 

nercìn,  s.  ni.  =  stentino  :  di  bambino 
che  vien  su  male,  a  stento,   patito. 

UH'oI,  vèf/h  là  testa  in  di  nhol.  A'edi 
tèsta,  7)  nel  vocabolario. 

Noè,  s.  m.  =  Noè  :  nome  proprio  di 
uomo. 

1)  pari  Vttrca  de  Noè  =  i>ai*er  l'arca 
di  Noè:  di  casa  ove  si  aUeviuo  molti 
animali,  come  gatti,  cani,  uccelli  e  sim. 

nòtt,  s.  f.  =  notte:  jjà.sà  là  nòti  =  per- 
nottare :  passar  la  notte  dove  non  siamo 
soliti,  fuori  della  propria  casa;  spe- 
cialm.  di  chi  viaggia. 

nuovàmèute,  *  ave.  =  nuovamente,  di 
nuovo  :  modo  di  saluto,  per  indicare  il 
desiderio  di  rivedere  presto  una  persona. 

o 

oàl,  agif.    =    ovale.    Vedi    ovài    nel  vo- 

.  cabolario. 
«beraa,  agg.  =    oberato,    fallito  :    carico 

di  debiti  insolubili. 
odoriisc,  s.  m.  =  odoraccio:  odore  cattivo, 

e  per  noi  non  ben   definibile. 
oficiós,  agg.  =  officioso  :  di  notizia  che 

pur  non  venendo  dalla  fonte  ufficiale, 

si  ha  ragione  di  crederla  .ispirata>  sug- 


gerita da   chi   le  cose  può   saperlo  e  , 

vuol  che  si  sappiano.  j 

oleogrràfia,*  s.  f.  =  oleografia  :  riprodu-  ' 

zione  di  un  quadi'O  a  colori  colla  pietra,  j 

olt ràgia,  v.  att.  =  oltraggiare:    faro  ol-  j 

traggio,  ingiuria  grave,  ingiusta.  I 


paia,  s.  f.  =  0]>acità  :  è  difetto  di  splen- 
dore nei  diamanti.  T.  di  gioiellieri. 

pàuscia,  s.  f.  =  pancia.  Prov.  :  jfttnscict 
jyièna  crea  ìntnga  à  qiièla  vreiìia.  Vedi 
nel  vocabolario:  vceuj,  3). 

pàuse,  agg.  =  violetto,  violaceo  :  color 
viola  mammola.  Dal  frane.  :  jienscr. 

pàpera,  s.  f.  =  papera,  sbaglio  :  errore 
commesso  specialm.  parlando  e  reci- 
tando. 

pee.  Aggiungi  a  pee,  18)  nel  vocabolario: 
boria  giù  in  pee  =  cascar  ritto,  o  ritto 
come  i  gatti  :  di  chi  esce  con  poca 
danno  da  grave  i>ericolo.  E  in  fine  : 
■pt'ss  ne  à  pee  ne  à  carati  =  essere  a 
mezz'aria:  di  chi  ha  perduto  il  certo,, 
per  l'incerto  che  non  lia  conseguito. 

pesca,  r.  att.  Aggiungi  a  pesca  nel  vo- 
cabolario: soo  minga  dòe  àndà  à  pe- 
ccali =  non  so  dove  andarlo  a  pescare, 
non  mi  posso  rammentare  chi  sia  :  di 
persona  che  ci  par  di  conoscere  e  non 
sappiamo  rammentarla  bene. 

pesenterìa,  s.  f.  =  pitoccheria,  pezzen- 
teria :  azione  da  pitocco,  da  spilorcio. 

piàtt,  s.  m.  Aggiungi  a  piàtt,  4)  nel 
vocabolario  :  làvàdùra  de  piàtt  -^  rila- 
vatura, rigovernatura:  l'acqua  che  ha 
servito  per  rigovernare  i  piatti. 

plastron,  s.  m.  =  piastrone.  T.  di  scher- 
ma :  arnese  di  tela  d'olona  imbottita 
che  serve  negli  assalti  per  insegna- 
mento ad  attutire,  riparando,  lo  botte 
schermendo. 

1)  Sparato  della  camicia:  la  pai-te 
insaldata  che  copre  quasi  piastra  il 
petto. 

2)  Noi  chiamiamo  cos-i  anche  una 
specie  di  cravatta  larga  e  piatta  elio 
copre  buona  parto  del  petto  sotto  alla 
sottovesto  {jgilè).  Dal  frane.  :  plastron. 

pliisc,  s.  m.  =  felpa,  peluzzo:  drappo  di 
seta  0  di  lana  col  pelo  più  lungo  del 
velluto,  serve  per  guarnizione  d'abiti, 
specialni.  femminili.  Vedi  nel  vocabor 
laiio  félpa. 


poni 


-  935  - 


sbr 


pompài'dìiia,  (in)  =  iu  gala,  sgargiante: 
di  chi  è  vestito  dei  migliori  abiti  e  con 
galanteria  vistosa. 

porcelàiia,  *  s.  f.  Aggiungi  nel  voca- 
bolai'io  :  ///i'  h  intórno  là  porcdàna. 
Vedi  màidlega^  3). 

previdénsa,  *  s.  f.  =  previdenza  :  il  pre- 
vedere, l'ossero  provvido. 

probàbilméiit,  *  avv.  =  probabilmente, 
con  probabilità. 

pi'ofésa,  .>*.  /'.  =  professa:  suora  che  ha 
fatto  professione  di  voti  religiosi. 

propala,  r.  att.  =  pi'opalare:  spargere 
notizie  nel  pubblico. 

prosperà,  *  v.  att.  =  prosperare  :  cre- 
scere, divenir  prospero. 

prosperìtaa,  -f.  f.  =  prosperità,  flori- 
dezza: di  condizioni  di  saluto,  o  eco- 
nomiche che  prosperano,  fioriscono. 

prosimàtiv,  agg.  =  approssimativo.  A^edi 
aprosìmàtìv  nel  vocabolario. 

piitpurì,  s.  m.  =  pupurrl,  centone:  una 
miscela  di  cose  varie  e  buono.  Dal  frane. 
ììot'pourri. 

1)  T.  music.  A'ari  pezzi  di  musica 
tolti  da  un'opera  o  da  vario  opero,  e 
uniti  a  formare  un  pezzo  solo. 


ràbèscli,  s.  m.  =  arabesco,  rabesco.  Vedi 
àràbèsch  nel  vocabolario. 

repentàli,*  s.  m.  =  repentaglio:  rischio 
por  cimento  ;  mètt  à  repentàli  =  met- 
tere, porre  a  repentaglio  :  cimentare, 
arrischiare. 

residèiisa,  *  .s\  f.  =  residenza  :  il  risie- 
dere, l'aver  domicilio  temporaneo  e  di 
fatto  in  un  luogo. 

residèut,  *  .s-.  m.  =  residente:  chi  ha  la 
residenza,  il  domicilio  temporaneo  e  di 
fatto  in  un  luogo. 

rèt,  .s.  f.  e  m.  =  reto.  Vedi  rèd  noi  vo- 
cabolario. 

ridonda,  v.  alt.  =  ridoiidare,  ricadere: 
tornare  a  danno,  di  rado  a  vantaggio, 
di  uno. 

rilevaa,  agg.  =  rilevato:  sporgente,  con 
rilievo  0  ricamo;  dna  stòfa  à  fuir  ri- 
levaa =  un  drappo  a  fiori  rilevati. 

rilevànt,  agg.  =  rilevante,  iihportante: 
di  cosa  di  f[xwlcho  gravità,  di  qualche 
valore. 

rilevatàri,  s.  m.  =  rilevatario  :    chi  ri- 


leva, compera  la  roba  già  comprata  da 
altri  che  so  ne  vuol  disfare. 

romp,  i\  att.  =  roinp  là  legna  =  tribbiare 
le  legna:  rompere  le  legna  da  arderà 
colle  mani;  romp  on  poo  de  Ugna  per 
là  stua  =  tribbiare  due  legna  per  la 
stufa. 

rfìscà  s.  f.  -  là  ruéea  di  càstegn  =  ti- 
glio: la  buccia  della  castagna  che  ò  deu- 
tro  il  guscio  e  avvolge  immediatamente 
il  frutto. 


sàbàdilia,  s.  f.  =  sabadiglia:  pianta  mes- 
sicana di  cui  il  seme  e  frutto  sono  usati 
in  medicina  contro  i  parassiti  della 
pelle. 

sàbo.  Aggiungi  :  che  deriva  dal  frane. 
sabot. 

sàca,  s.  f.  =  sacca.  Xoi  l'usiamo  nelle 
sole  frasi  là  sàca  de  viàgg  =  la  sacca 
da  viaggio,  e  fa  ààea  =  far  saccaia. 
Vedi  nel  vocabolario  sàccli,  14)  e  15). 

sàgrlier,  s.  in.  =  tanghero,  villanaccio. 
jSToi  l'usiamo  però  specialm.  nella  frase; 
làorà  còme  on  i'àgher  =  lavorare  oon\e 
una  bestia,  come  un  somaro  :  cioè  la- 
vorar molto  0  faticosamente. 

sago,  s.  m.  =  saggina  bianca:  una  specie 
di  cereale    a  granelli    piccoli,    per  mi- 


nestra. 
sàles,  s.  VI.  = 

rio  sàres. 
saliva,  V.  alt. 

dante    saliva, 


calice.  Vedi  nel  vocabola- 


=  salivare:  fare  abbon- 
per  qualsivoglia  eccita- 
zione delle  glandule  salivali. 

sàltàfisi,  s.  m.  =  aQcidonte,  nabisso  : 
di  uomo  0  ragazzo  troppo  -vivo,  non 
buono. 

sàlveregìna,  *  5.  /".  =  salverogina:  ora- 
zione a  Maria. 

sanatoria,  *  .5.  f.  =  sanatoria:  sentenza 
deliberazione  e  sim.  colla  quale  si  le- 
gittima e  corregge  un  atto  fatto  contro 
la  legge  0  le  regole  legali. 

sàntàgiistìu,  s.  vi.  =  silvie  :  nome  d'un 
carattere  tipografico,  cho  equivale  ni 
corpo  14. 

sàvoiàrd,  s.  vi.  =  savoiardo  :  specie  di 
un  biscotto  che  si  inzuppa  nello  acquo 
acconce  o  nel  vino. 

sbàndàss,  v.  rifl.  =  sbandarsi,  dispera 
dorsi. 

sbrofòii;  .5.  in.  =   abboadone,    millanta- 


:ica 


-  936 


ten 


r-.rc  :  chi  fa  graudozzate  per  osteata- 
ziono. 

.scàldàlèlt,  s.  )}(.  =  fa.  àlida  inane  e  in- 
tìrcr  7  §e(ikkìlèlf  =  strusciare  lo  scal- 
daletto sullo  lenzuola. 

.scii  motta,  s.  f.  =  uua  smorfiosa,  una  sca- 
jnonea:  spregiativo,  di  persona  di  poca 
salute  e  uggiosa. 

scàudàlìà,  r.  atf.  =  scandagliare:  esa- 
jiiinaro  collo  scandaglio  e  fig.  esaminar 
con  cura,  tentare,  assaggiare,  specialm. 
l'opinione  altrui. 

scàng"èll,  «.  III.  =  piccolo  banco  sopra  il 
quale  i  tipografi  depongono  le  tonno 
destinate  alla  scomposizione. 

scansìa,  s.  f.  =  scansia  :  banco  ove  i 
tipografi  tengono  le  casse  dei  caratteri. 

scàrtegiii,  s.  III.  =  scardassatore,  scardas- 
siere:  chi  fa  il  mestiere  di  scardassare 
la  lana,  cio<''  raffinarla  cogli  scardassi. 

sc^^nàri,  s.  m.  =  scenario  :  la  scena  di- 
pinta che  foj'iiia  il  fondo  del  palcosce- 
nico. 

Scèves,  s.  III.  =  Seveso  :  il  fiume  che 
passa  sotto  Milano.  Dal  raccogliere  che 
esso  fa  tutte  le  immondizie  è  passato 
■A  denotare  fig.  cloaca,  fogna;  el  par  on 
seeves  =  pare  una  fogna,  una  cloaca. 

schiscia,  s.  f.  =  morosa:  l'amorosa,  l'a- 
mante. 

sciàinoà,  s.  m.  =  color  camoscio.  Dal 
frane,  chamoift. 

sciàmpìrolin,  s.  in.  =  zam petti na  :  lo 
diciamo  por  vezzo  allo  manine  dei 
Itambini. 

soiàncrà,  r.  alt.  =  scavare:  far  l'incavo 
della  vita,  negli  abiti. 

scìàncràdui'a,  .s.  f.  =  scavo:  incavo  della 
vita,  negli  abiti. 

sciàrlòtt.  Aggiungi  nel  vocabolai'io  che 
-deriva  dal  frane,  charlotte. 

sci  gore,  s.  III.  =  una  parte  del  cappello 
da  donna  e  precisamente  quella  specie 
•■li  tesa  che  dalla  testa  scendeva  un  pò* 
intorno  al  collo.  Ora  non  usa  più  eia 
pai'ola  va  disusando  anch'ossa. 

!$cimàda,  s.  f.  =  cimata  :  l'atto  e  l'ef- 
fetto del  cimare  le  piante. . 

seisciàbobó,  esci.  =  dicatti  I  Todi  cinà- 
fòse,  nel  vocabolario. 

«coefila,  s.  f.  =  scuola  :  voce  ancor  viva, 
quantunque  quasi  interamente  sosti- 
tuita da  scola.*  Vedi  noi  vocabolario. 

èei^niidura,  s.  f.  =  segnatara:  numero  o 
lettera  che  si  segna  in  calco  a  ogni  fo- 
glio di  stampa. 


1)  Il  segno  che  distingue  un  oggett,- 
dagli  altri  e  lo  fa  riconoscere  fra  molti. 

semi  néri,  s.  ni.  =  seminatura:  il  semi- 
nare e  il  tempo  del  seminare. 

Seneca,  s.  f.  =  vipera,  serpente:  di  donna 
stizzosa,  bisbetica. 

sfèrlàda,  s.  f.  =  stracciata,  sti-appata: 
l'atto  0  l'effetto  dello  stracciare,  dello 
strappare. 

sgrliìrìbiss,  s.  VI.  =  svolazzo.  Vedi  nel 
vocabolai'io  ghirlbiss. 

sgriss,  s.  m.  =  pocolino,  minima  quan- 
tità. Vedi  nel  vocabolario  cicìn,  fre- 
guin. 

signeli,  (oh)  esci.  =  o  Dio  I  o  Signoic  ! 
iSignoriddio  ! 

si  ss,  s.  m.  pi.    =  i  soldi,  le  monete  :  e 
voce  usata  j tarlando  ai  bambini. 
1)  Noi  gioco  della  morra  :  sei. 

socialista,  s.  rn.  =  socialista:  chi  è  af- 
figliato a  idoe  di  socialismo. 

spàrgiàda,  ».  f.  =  una  buona  mangiata 
di  asparagi. 

spila,  f.  alt.  =  miingeie  :  cavar  danari 
di  sotto  a  uno. 

spuda,  s.  f.  e  spiidà,  r.  atf.  =  Vedi  nel 
vocabolario  spQa,  e  spiia. 

striisiu,  s.  m.  =  garzone:  quel  garzone 
di  fornaio  che  va  por  le  case  a  por- 
tare il  pane.  Oggi  la  parola  disusa. 

tàcliegià,  v.  att  .  =  taccheggiare.  T.  ti- 
pogr.:  far  l'impronto:  aggiungere  della 
carta  dove  1'  impressiono  riesce  debolo 
e  si  vuole  più  marcata. 

tàccli,  s.  m.  =  tacco:  la  parte  della  scarpa 
rialzata  che  corrisponde  al  calcagno. 

1)  àlSà  i  fàech  =  battere  il  tacco:  an- 
dar via,  scappare. 

tàpp,  (ti  tipp  e  ti)  =  tippete  tappete: 
voci  colle  quali  indichiamo  il  gran 
chiacchierare  ohe  fanno  alle  volte  più 
persone  insieme  e  specialmente  le  donne. 

tàpouàda,  s.  f.  =  scioccheria,  corbel- 
leria: azione  da  baggeo,  da  scerai»io. 

tàponàrìa,  s.  f.  =  buaggine,  zucconeria. 

tàràbìis,  s.  m.  =  tarabuso:  uccello  degli 
aironi. 

tempàdèll,  ò.  m.  =  attempatello,  attem- 
patotto:  non  ancora  vecchio,  ma  un  po- 
chino in  là  cogli  anni.  , 

tèn  a  ment,  (on)  s.  ni.  =  una  lozione  coi 
fiocchi. 


tes 


-  937  - 


tUM 


*cstà<la,  5.  f.  =  capata  :    colpo  dato  col 

capo. 
testai  idi,  s.  m.  =  testatico:  imposta  ad 

wn  tanto  per  testa. 
limona,  v.  att.  =  timoneggiare:  guidare 

il  timone, 
liiiivéla,  s.  f.  =  trivella:  specie  di  grosso 

siiccliiollo  pcT.-  forar  corpi  duri. 
Ilnoli,   inler.  -  signore  !    o    signore!    E 

del  liugiiaggio  che    s'usa  coi  bambini, 

vezzeggiandoli. 
toìst,  a.  m.  =  scavia,  porcellino  d'India: 

animale  simile  al  coniglio,  rosiceliiante, 

originario  del  Brasile. 
tojiùn,  s.  m.  =  tosone  :    ordine   cavalle- 
resco istituito  da  Filippo  il  Buono  duca 

di  Borgogna  nel  1450. 
1)  Kagazzona  ;  accros.  di  ragazza. 


tràiiiflpiìg'ia,  s.  f.  =  tramoggia.  Vedi 
tremceùgria  nel  vocabolario. 

tràsbórd,  s.  m.  =  trasbordo;  il  trasbor- 
dare: noi  l'usiamo  non  solo  per  il  far 
passare  da  una  nave  ad  un'  altra,  ma 
anche  da  un  treno  ad  un  alti'o. 

tràsvèrsàl,  agg.  =  tmsversale,  obliquo: 
di  linee,  strade  clie  attraversano  altre 
linee  o  strade. 

tràtìu,  (Oli)  avr.  =  nientemeno,  niente- 
dimeno ;  i'hà  faa  on  tràtìn  desnceùv 
iuta'  à  pò  =  fece  nientemeno  che  die- 
cianove  miglia  a  piedi. 

trìquàtrìu,  s.  m.  =  cosino,  fragolino: 
di  persona  e  specialm.  di  ragazzo  o 
ragazza  piccoli,  smilzi. 

tunel.  Aggiungi  nel  vocabolario  che  de- 
riva dall'inslese  tunnel. 


REPERTORIO 


I  ta.lia.no  -  IVI  ilari  e  se 


a  -  « 

aah  !      aan  ! 
abachiuo  -  àbàchln 
abate  -  àbaa 
abatino  -  àbàdìn 
abatonzolo  -  ghicc.   àbaa 
ijhicc,    àbaa   cVon   gliicc, 
eereglìì'tt,  pim  mochètt 
abatucciaccio  -  ghiec,   à- 
baa  ghice,  àbaa  d'on  gliicc, 
ccrcghctt,  pi^àinocìiètt 
abatuccio  e  abatucolo    - 
gliicc,  àbaci   gliicc,    àbaa 
(fon    gliicc,  ccreghètf,  pi- 
i^àinochètt  [viànàcà 

abbacare  -   machina,   àl- 
abbaco  -  àbaco 
abbaccliiare  -  pertegti,  di- 

ùfcscià,  dc<-fe>iciài-fi 
abbacchiata  -  lìcrtegtula 
abbacchiato  -  càmiiff 
abbagfliare  -  inorbl 
abbag'liato  -  incàntaa 
abbaiare  -  bàjà^  boia 
abbaiatura  -  bàiàda 
abbaino  -  àhàln  * ,   càpii- 
cina 


abballinare  -  de^fà 
abballottare  -  bàlotà 
abbaniba^iare  -  ovatti 
abbanibag:iato  -  lovàtaa 
abbandonare  -j^<'e?»^(i,  ban- 
done, àbàndonà 
abbandonarsi  -  /àws-.v,  ban- 
do nàh-s; 
abbandonato  -  derelift 
abbandono  -  bàndòn,  àbàn- 

dòn,  * 
abbarbagrliare  -  imbàrbàià 

là  riita 
«abbaruffarsi    -    hàriifàii, 
I      bàrììfa,  (fàj,  bàrilfàmént 
abbaruffio  -  bàrilfàmmt 
abbassamento  -  sbànàda, 

à,bà<-àì)ic/i(*  sbàmmént 
abbassare    -  Wièti,   bàM, 

càia 
abbassarsi  -  ^-bàstàii-,  bà- 

.<Y>.v,v,  àbàmss  ■* 
abbasso  -  dehà^^ 
abbastare  -  bàstd'^ 
abbattere  -  àbàtt  * 
abbattersi  -  incontra,  iin- 

bàtes 
abbattimento  -  ^obàtimènt 
abbattuto  -  èobàtiiil,  àbà- 
abbaxia-  àbàUa        [tiiii  * 


!  abbecedario   -  àbeccdAri, 

àbcxedàri 
abbellimento  -  àòHiinént* 
abbCTeratoio  -  tìàvèll,  be- 
j      circe  lì,  albi 
I  abbici  -  àbecee 
abbiettezza  -  bài-èm 
\  abbietto  -  basisi 
'  abbisog-nare  -  bisogna  * 
abbig'Iiarsi  -  mèfes 
!  abboccamento    -    àbofà- 

niént  * 
abboccare  -  ràstb,  comhà- 

cià^  boctl 
abboccato  -  àbocaa,  àbocàto 
abboccatura  -  bàstn 
abbonamento  -  àbonàmcnt 
abbonare  -  àbonà,  bonifica 
abbonarsi  -  àbonàss 
.abbonato  -  àbonaa 
abbondante  -  bondànt,  bon- 

dànàiùs 
abbondanza  -  màca,  boii- 

dànéa 
abbondone  -   bàgolòn,  ci- 

eiàron 
abbonire  -  placa,    imbonì. 
abbordare  -  bord<i 
abborracciamento  -  boi- 
sàda 


abb 


939  - 


HCC 


abborraccione  -  bois 
abbottonare  -  hotond 
abbottonarsi  -  boionàss 
abbottonato  -  botonaa 
abbottonatura   -    botoìtà- 

dura,  botonèra 
il  bbozzolarsi-  làvord,lùorà 
abbozzaticcio  -  é-càràbùce 
abbozzo  siò.y.s' 
abbracciare  -  brùscià  sii, 

circonda 
abbracciatutto   -    brobrò, 

regiràdòr 
abbracciucchiare    -    brà- 

sefotà,  bròscia  sii 
abbrafiare     -  brasa 
abbrancare  -cià]ì% bro7icà, 

branca 
abbrancarsi  -  bràncàsé 
abbronzare-  briisàtà,  bron- 

.NYÌ,  (/rema,  tosta  [glicr 
abbronzato  -  grèmaa,  né- 
abbronzatura    -   yrhnm, 

bronsàdùra 
abbrostire  .-  tosta 
abbrostito  -  tósi 
abbruciacchiare  -  briisàtà 
abbruciacoda  -   briisàcda 
abbruciare  -  brasa 
abbrustoliniento  -  briiéto- 

lidùra 
abbrustolire    -    brustoli^ 

briisàtà,  gremtt 
abbrustolita  -    briistolìda 
abbrutimento    -    àbrilti- 

mmt  * 
abbrutire  -  àbriltì  * 
abbujare  -  sciirt,  confònd, 

infoschi 
abburattare  -  bilràià 
abburattata  -  bilràtMct 
abburattatore  -    criisehee, 
abburattatura    -    bilràtà- 

dilra 
abbattufolarsi  -  bàrilfàéè 
abdicare  -  abdica 
aberrazione  -    àheràsiòn 
abete  -  àbiè-ìs.-,  pèscia 
abete  bianco  -  piscia 
abile  -  tibil  *.  bòn,  brào 
abilità  -  mcièstrla,  àbilitaa, 

belitaa,  àbilitaa 
abilitazione  -  pàtènta,  j)à- 
abisso  -  àbisé-  *  [ténte 

abitabile  -  àbitdJjìl 
abitante  -  àhitdnt 


abitare  -  ctbità,  sta 
abitato  -  abitua 
abitazione  -  àbitàsiùn  * 
abiti  -  2^ùgn  [dei 

abitino  -  tirinciàpp,  àgniis- 
abito  -  sorto,  vestii,  àbit, 
abituale  -  solit  [abct 

abitualmente    -  per   àbi- 

tudin 
abituare  -  siièfà,  abitila  * 
abituarsi  -àbitiiàsé*,  àsilè- 

fàss,  silèfà<-s 
abituato  -   sdtit,    àsilèfaa 
abitudinario  -    schiàv  di 

ciJntudin  [tÈdin  * 

abitudine  -  ilsdnm,    àbi- 
aborrire  -  àborì  * 
abortire  -  abortì 
aborto  -  àbdrt  * 
abrotano  -  pròten 
abusare  -prevarica,  àbilstl 
abuso  -  àbùs,  abuso 
a  caso  -  desedesè,  demdèss 
acaciii  -  àcàsgiò,    mdgken 
acca  -  àea 

accademia  -  àcàdèmia 
accademico    -    àcàdhnieh 
accadere  -    dàés,    capita, 

iìiibàtes,  silccd 
accag*liare  -  càgià,  càgiàss 
accag'liarsi  -  càgiàU- 
accalappiare    -     ingàtià, 

ciàpà 
accaldarsi  -  àforàgiàés 
accalorarsi  -  àrdènm  {mè- 

tes   in)  [m'ènt 

accampamento  -  àeàmpà- 
accauiparsi  -  àcànipàss 
accannellare  -  incanì       \ 
accanto    -    vesìn,    àprèss,  ' 

àrènt  \ 

accapacciato  -  locch 
accaparrare  -    àcàpàrà  *,  j 

fisa,  incaparti 
accapezzare   -  deètrigàss, 

distrigàss  \_i  càvèj 

accapigliarsi  -  eiàpàsé  per 
accappare  -  ràs^ 
accappatoio  -  rochètt 
accapponare  -  càponà 
accarezzare- m;-cva,  brovà 
accarpionare   -    carpiona 
accasare  -  cologà.,    coloeà 
accasciamento  -  àvilimènt 
accasciarsi  -  àvilisé,   ca- 
se iàss 


accasciato  -  àvilii 
accattabrighe    -    litigùtt^ 

ràtelàtt 
accattamori  -  cièqiiitt 
accattare  -  rerctl  àil,  hàtèla 
accatto  -  cérca,  elemòsina 
accattolica    -    càtòlega 

{bàtt  là)  [sii  {eiy 

accatto  nag'g:io  (1')  -  cercti 
accattone  -  pòver,  porrrètt, 

poerètt,  cercòtt 
accavalcare  -  scavalca 
accecare  -  inorbì 
acceg'g'ia  -  gàlinàm 
accelerando  -  àceleràmlo- 
accelerato  -  àceleraa 
accendersi    -    écàlnìànàsS' 
acceudigliolo  -  bil^'càj  .^. 
accennare  -  invida,  lìtotivà 
accennato  -  àcènact 
accento  -  àeènt 
accentramento  -  àccntrà- 

niènt  * 
accentrare  -  centrai isà  * 
accentuare  -  àceniiià 
accerchiare  -    serciti    sii, 

circonda 
accerito  -  àeès 
accertare   -   sicilrà,   usi- 

dirà,  àcertà  *,  àmntà 
accertarsi  -  àcertàss,  vèH' 

cèrt 
acceso  -  invèmighènt.  àcès 
accesit  -  àcèéit 
accesso  -  àcèss 
accessorio  -  àcèsòri 
accestire  -  scèpà,  fiori 
accetta  -  segiirin 
accettabile  -  àcètàbil* 
accettante  -  àcètànt  * 
accettare  -  ùcètà,  bocà 
accettazione  -  àcètàsiòn 
acchiappacani  -  ciàpàcàw 
acchiappare  -  ciàpti,  càia, 

ingcitià,  blocà 
acchitarsi  -  mètes 
accia  -  àscia  [sciàdrc 

accìabattamento  -  filini- 
acciabattare    -   pàciilgà , 

fàràbiità,  filstUùcià 
acciabattata  -   pàcUlgàda 
acciarpatore  -  pàcilìgh 
accidia  -  ò^i 
acciabattatore  -  pàciùgh, 
pàMisfm         .  [wàeà 

acciaccare  -  gibolà,  pesta,. 


acc 


9-éO  — 


acij 


racciaecatara  -  màeàditra 
acciaeiiiare  -  bodèsgià 
acciaciiiato  -  bodèsgiòn 
acciacco  -  ùciàech. 
acciaiare  -  àéàlà 
acciai  Ili  -  àstòlitt 
acciaio  -  à<àf 
acciauuio  -    hodèégiàmtnt 
acciarino   -    àmlìn,    mèli 
acciarpare  -  pàciiigti^  fà- 

ràhiìtà,  fiìititscià 
accidentalmente  -  òriden- 

fi't/i,>fhit  [litaa  * 

accidentalità  -   àcidentà- 
accidentato  -  l'icidentan 
accidente  -  iieidènt 
accidenti  -  (n-idènti  * 
.;u:cidia   -   fcsaiàrta.    foi- 

fl.-nnàrta,  àr-ldia  * 
accidioso  -  fèseiòn,  fèscìa. 

femlsc,  pàntàlòn 
■acc'ileccare  -  ciàpti 
accipigliato    -    viotriénf, 

iyìgrinfna 
accipreti  -  àcidènti 
^ccinftare  -  òroncà,  branca 
accin8:a  (erba...)  -  iegrì- 

giicdra 
accing'a  -  inciddfi 
accoccare  -  re  fila 
accoccarla-  ciieà 
accoccolarsi     -     nleiàiè , 

s-/-rifsciàis-  già 
accoccolato  -  criisc-òn  {in) 
accoglienza  -   rkeiimént^ 

'fOiflicnsa  * 
accoarliere  -  ricév^  àcèià 
accolito  -  àcòlit 
accollarsi  -  àsumes 
accollatario  -  òpàltàdòr  * 
accollo  -  àpàlt  * 
accoltellare  -  em-telà,  eor- 

felà  .sii 
iìCC»ìio-àeòU  * 
accomoda  -  fomodln 
acconiodameuto  -  giiistà- 

iiirnf  .    ùcouKHhiment    *, 

ùil>ii§t(iìnt'nt 
-accomodare  -  quààrti,  r àn- 
gui, ridÈ,  datti,  comoda, 

ronsciti 
:accomodarsl    -  giiiétàsè, 

ù  lì  l'ita  ss,  dàtàèi 
accomodato  -  ràmgiaa 
accompagnamento  -  àcom- 

pàyìtàmvnt  * 


accompagruare  -  àcompà- 
gnà,  compàgnA  * 

accompagnarsi  -  àeompà- 
gnàss  *  [gnaa  * 

accompagnato  -  mompà- 

accompagnatore  •  àcom- 
pfignàdòr  * 

acconcialareggi  -  cons- 
fiùlàvesg 

acconciare  -  giiistà 

acconciarsi  -  àdàttt^s,  M- 
tàss! 

accoucìascodelle    -    con- 
I      sciàlàvégs 

.  acconciatore  -  consciàdéé 
I  acconcio  -  àdàtaa 

accondiscendere    -  àcon- 
!      discend,    coneed 

accontarsi  -  eonfàss 

acconsentire  -  làé-àss, 
àcondiscénd 

acconto  -  àctint 

accoppare  -  capa 

accoppiare  -   hinà,   cobià 

accoramento  -  màgòn 

;  accorarsi  -  mcigonàss^  cà- 

\      se  là. ss 

;  accorciare  -  ■sciirtà 

accorciatoia  -  scilrtàtój 

accordare  -  incorda,  ùeor- 
;      dà  *,  corda,  cordìiés 

accordarsi  -    core  lati r 
I      (à/ndà),  coiìiplotà 

accordatore  -   incordàdi'ir 

accordatura  -  infordàdììra 

accordellato  -  compi òtt 
\  accordo  - gii4.<'tù»ìént,  àeord 

dàcòrd 
i  ac<*orgersi  -  incdrges,  inà- 
corges,  intàims,  nàcdrges 
àcòrges 

accorrere  -  cor 
,  accortezza  -  ^cidtlsm,  fur- 
beria, fìnem 

accorto  -  inàlàdètt,  male- 
détta poUtich,  politigón-, 
^cròech,  è-vèlt,  gilsè.,  fiirb, 
àcorgiiiii,  à^Art,  inùcòr- 
giilii,  inòCcòrt  ,  àvediiii, 
botgiràdo,  desgàrbiaa,  de- 
èeàìitaa 

accostare    -  bà  dir  ce  ti  la 
{mètt   in),    amba,    bà<iA; 
tira  in  ckl 
;  accostati  (essere)  -  btida 
{rì's-s-  in) 


accosto  -pttri,  tàca-a,  àrhit 
accostumato   -    coHUmao 
accotonare  -  cotona,    ra- 
tina 
accovacciarsi  -  cuciàss 
accozzaglia  -  ciUrmaia 
accreditare  -  àcredità 
accreditato   -  àcreditaa  * 
accrescere,  .iccrescersi  - 

erèùh-,  aumenta  * 
accrescimento  -  àiimèni 
accudire  -  ténd 
accuratezza  -  cura 
accurato  -  àeiiraa  * 
accasare   (T.    di    gioco)   - 

ciisù,,  àciis-à  *,  incolpa 
accusarsi  -  àciimss 
accusata   (T.    di  gioco)   - 

cusa,  àciisàda,  *,    eiisnri" 
accusato  -  àmsa.a 
acerbo  -  àsh-b,  brUich 
acero  -  àccr 
'  acertello  -  fùhhètt 
acetato,   acetaro  -  à set- fi 
acetìni  -   giardinièra 
aceto  -  ù^^ee 
acetone  -  àseron 
acetosa  -  acetosa,  àsedàdrn . 

òsetàd^( 
achetare  -  calma 
acido  -  ^cid 
acidore  -  pij 
acino  -  pincirceit,  yùndolìn 
aconito  -  àcònit 
accfua  -  acqua 
acqua    (pioggia)  -  tc^jua 
acqua   battesimale  -  ò"- 

quàsànta 
acqua  ragia  -   ncqmirà-'<a. 

rasa  {acqua...) 
acqua  tiepida  -  poUgàna 
acquacela  -  àcguàseia 
acquaforte  -  àcquàfmia 
acquaio  -  làKàndin 
acquapendente  -  cdsta 
acquapendente  (1')  -  pio- 

vént 
acqua  piovana  -  piovami 

(Jlcqna...) 
acquarella  -  acquala 
acquarellare  -   acquarèlli 
acquata  -  dàcqu<ida 
acquavitaio  -aia  -  àcqnù- 

i-itee  -  èra 
acquavite  -  gràpa,  branda, 

ùcqmìmt^ 


ac(i 


-  941 


aff 


cicqiiazzone  -  iluseia.  àe- 

queri 
:i<;{inc(lotto  -  (/■^'quedott 
at'fjucrello  -  ànqnérèll^  i\c- 

qtiàrHa  [acqueta 

acquenig'gìola  -  bràmìna, 
acquetta  -  acqueta 
jKMiuietare  -  calma 
acquistare  -  quii-tà 
acquisto  -  àcqiuùt  '■'• 
acquito  -  mctUda 
acquolina  -    acqueta,    nc- 

quolinn  * 
acquoso  -  ncquos  * 
acre  -  desyàrbaa 
acrimonia   -   acrimònia  * 
acrostico  -  iicrfiMich  * 
acuto  -  finih-,  àciitt,  deixjà- 

(/iaa,  dc9càntaa 
atlacqnabile  -  irigàfòri 
adacc^uarc  -  dàcquà,  dàc- 

qìl^  f/io  {tris 

adacquatrice   -    àdùc^iuì- 
adagino  -  àdàsln 
adagio  -  pian,  adusi,  àpidn 
adamitico  -  àdàmitich  * 
Adamo  -  Adàinm 
adattabile  -  àdàtàòif  * 
adattare  -  àdàtà,  data 
adattarsi    -    Unifonuà^i , 

ùdàtàis,  dùtàs-s 
adattato  -  àdàtaa 
addarsi  -  intàiàys-^  rtàcòr- 

ges,  jìrosinil 
addaziare  -  dàh-ià  ' 

addebitare  -  àdèintà.  àcrc- 

diitt  \den-cia 

addentare  -  mòrd,  s-gàgnà. 
addentellato  -  iiidrm 
addentrarsi    -    iutèrnic^s-. 

penetra 
a4dentro  -  indènt,  inden- 
terà dent,  dènter,  den 
addietro   -    iìidrcc,  àdi-ee, 

dcdrec 
addio  -  àdlo^  ciào 
addirittura  -  òdrit,ura 
addirizzare  -  driià 
addizionale  -  iidi^iondl  * 
addizionare  -  iomà 
addizione  -HÒma 
addobbare  -  Mohà  * 
addogato  -  Movact, 
addolcire  -  iìidolH,  doma 
addolorare    -    àdohrfl   *, 


addolorarsi  -  criistiàsi 
addolorata  -  àdo/oràta 
addoniandare  -  domanda, 

dimanda 
addomandarsi  -    ciàmà^s 
addomesticabile   -  domè- 

sticcibil 
addomesticare  -  àmàèHrti, 

domèstica  [dar 

addomesticatore  -  donw- 
addoppiare  -  hincL.  cubiti, 

dobià 
addoppiarsi  -  dobiàis 
addoppiatolo    -   binàdòra 
addoppìatore  -  hinàdàr 
addoppiata ra  -  binàdiira, 

dobiàdùra  \  inentid-^- 

addormentarsi     -    indor- 
addormentato    -   indor- 

mènt 
addossarsi  -   imprgnà^^- 
addosso  -  àdùiy 
addottorare  -  do  torà 
adempimento    -    àdempi- 

mènt  * 
adempire  -  adempì 
aderente  -  itfil-aa 
aderire  -  àcondiscénd,  com- 

fxicià  [àdìi^-s 

adesso  -  in^fòra,  à  H'òra^ 
adiaicenze  -  dintorni 
adiposo  -  gràH  [6*'.<'v 

adirarsi  -  ■infurii(U>t,  inrà- 
adirato  -  iìidii-pèlii,  infii- 

riaa^  ràbian 
adito  -  ingrèss- 
adocchiare  -  dogitl 
adocchiata  -  dogiàflu 
adocchioue  -  dogiòn 
adone  -  àdón 
adoperabile  -  drovàòil 
adoperare  -  ìuànegià,  usa 

dopi'à,  doperà,    droà 
adoperarsi    -    inànc-giàsis-, 

gcDitmìi  ytràfnnìrn  p.l.,.^ 
adoperato  -  iisaa,  drovaa, 

droaa 
adoprablle  -  drovàbil 
adoprare  -  drovà,  droà 
adoprarsi  -  cerf-a       [itsaa 
adoprato  -  drovaa,  droaa, 
adorabile  -  àdoràbil  * 
adorare  -  adora 
adoratore  -  indoràdòr,  à- 

doràtor 
adorazione  -  àdorààiòn 


adornare  -  guàriù,  decora-. 
adottare  -  àd^tà 
adottato  -  Motaa. 
adottivo  -  àdotlti 
adozione  -  àdoUòn  ' 
ad  uggire  -  noia 
adulare  -  im-àoiià,  imensà,^ 

iidiikl  * 
adulatore  -  mouàf.f,   slri- 

scidut,  iuliWttijr  * 
adulazione  -s-àonàdo.  àdn- 

làs-ióji  * 
adulterare     -    mànipolil  ^■ 

fàls-i/i.fà,  fàtiirà 
adulterino  -  Ijùi^tàrd 
adulterio  -  adulteri 
adultero  -  àdàUcr 
adunanza  -  iidundn^  ■ 
adunque  -  dònca 
aereo  -  aèreo  * 
aereostato  -  bidòn 
afa  -  ^Òfegli.,  iòfocli;  òffi  ""'.- 

àmpi 
afato  -  ìiibiaa,  nior'iu 
affabile  -  àfàbil  * 
affabilità  -  àfàbilita'-' 
aft'acendamento    -     de/à,. 

tr  àscia 
affaccendarsi  -  triiscìà 
aft'aceudato   -   infàcendaa 
affaccettare  -  faceta  "■ 
aft'acciare  -  franta 
affacciarsi  -  compier'/- 
affagottaiiieuto  -    fàgotèri 
affamati»    -    lovaa    de    la 

fàmm,  àfnnaa 
affannare  -  cruciti 
affannarsi    -    i<cìdmìinàw, 
crds-iàss-  [crus-i 

affanno  -  oprèiiòn,  àfinm,. 
affannone  -  triisciòn 
aft'araccio    -    gàboìa.    à fa- 
rase 
aff'are  -  interest-,  ociipM-inn, 

triicch,  it.fàri,   fùcènda 
atfaretto  -  itfàrètt 
affarone  -  àfàròn 
affarsi  -  confà,  conferì 
affastellare  -  infàgoià 
affaticarsi  -  fculigà 
affatto  -  àfàtt,  àfàcc  (vol- 
gare) [bai 
aff'ermare  -  garantì,  àtri- 
afferrare  -  ciàjjfi 
affettato  -  àfètaa  * 
aff*ettazi(>ne  àfdà^ion  '' 


all' 


-  942  - 


agu 


att'ettuoso  -  àfètnùs 
attozioiiarsì  -  àfèsioncd-s  * 
affe/iouato  -  àfèsionaa 
aft'e/ioiie  -  àfeHòn  * 
affiatare  -  concerta 
affibbiatura  -  (Kp-àff 
affidare  -  fiM  * 
affidarci isi  -  riìnète.-i 
affidarsi  -  bàndonid-i 
affilare  -  molt,  re  fila,  coda 
affilata  -  codàda 
affilato  -  molai 
.affilatura  -  molàdura,  co- 

dàdùra,  fll 
-affluameuto  -    pàrliHòn, 

flnàsiiòn 
affinare  -  fina 
affinatore  -  pàrtidùr 
affinità  -  hfmitaa 
affissi  (g'ii)  -  àfhs 
affisso  -  àvìs 
affittabile  -  ùfimu  * 
afttttaiuolo  -  fitàol,  fitàvol 
affittanza  -  fitàma 
affittare  -  ptà,  àfità  * 
affittare  (d')  -  àfitàrsi  *  (rZ"  ) 
affitto  -  àfitt,  àfitàns-a,  fltt 
affittuario  -  àfdmiri  * 
affliggersi     -    màgonài-é , 

cra^ìàss 
afflitto  -  ùdoloraa 
afflizione  -  màgòn,  diipìù- 

fè,  deipiàsè 
affluente  -  àflilènt  * 
affluenza  -  àflìiénm  * 
affogamento   -    ingosàda, 

iugoùàmént 
afl'ogare  -  ingos-à,  negti 
aft'ogati  -  crìpa  I 
affollarsi  -  folàss 
aft'oltarsi  -  fàrfoiA 
affoltata  -  fàrfoitida 
affoltatore  -  fàrfoìòn 
affondare  -  fondA 
attortunato  -  càvigiaa 
affossatore  -  solerò 
aff'rancare  -  libera,  franca, 

àfràncà  * 
affranto  -  eMenuaa 
affresco  -  àfrUch  * 
affrettarsi  -  j)esegft 
affrittellare  (le  ova)  -  fa 

i  (PAÌv  in  cereghln 
4iffrontare,    assalire,  ag- 
gredire -  frontà,  àsàltà, 

òordà,  investì 


affrontarsi  -  bUfes 
affronto  -  figura 
affumicare  -  à filmica 
aff'usolato  -  fiisèlaa 
affusato  -  fiisèlaa 
aff'usto  -  àfiUt  * 
africana  -  africàna 
africano  -  àfricàn 
afta  -  fonsgln,  veslga,  ve- 

éigheta,  tlfta  *,  fitLca 
Agata  -  Agata 
agenda  -  notes  [fàlòr 

agente  -  mànegiòn,  àgént, 
agenzia  -  àgemìa 
agevolare  -  agevola,  faci- 
lità [fàcil 
agevole  -  India ,  còmod 
agevolezzi  -  àgevolèm,  fà- 

cilitàsiiòn,  fàcilitaa 
agevolmente   -   fàcilmènt 
aggavignare  -  branca 
aggettivo  -  àgètlv 
agghiacciare  -  giàèà,  gela 
aggirare  -  girivoltà 
aggio  -  àgio 
aggiudicare  -  deliberà 
aggiudicazione  -  delibera 
aggiungei'e  -  giunta 
aggiuntatura  -  gitìnta 
aggiunto  -  tìtol 
aggiustamento  -  àgiilstà- 
inent,  giiisiàìiiènt        [Ma 
aggiustare  -  àdàtà,  giii- 
aggiiistatura  -  giiiitàdfira 
aggradire  -  àgràdi,  piàsè 
aggranchiare  -   inrànghl 
aggrancìre  -  branca 
aggravamento    -    à grava- 
ménti *  pegiorànicnt 
aggravante    -    àgràvdnt  * 
aggravare-  càregà,  àgràvà 
aggravarsi  -    àgràiwàs,  * 

pegiorà 
aggravato  -  ùgràvaa  * 
aggravio  -  àgrdvi,  pendiéi 
livèll,  posàsg  ! 

aggregare  -  Uni  I 

aggressione  -  àgrès-ión  *, 

àsàltàmént 
aggressore  -  àgrcì-dr*        i 
aggrinzare,  aggrinzire  - 

rescià,  refignà 
aggrottato    -   ingrintaa  - 
aggrovigliare  -  ingàrbià, 

cotona 
aggrumare  -  gropì 


aggruppare  -  gropt 
agguagliare   -  confronta. 

Ugnai  tu  iiguàlià 
agguaglio  -  confrùnt 
agguantare  -  ciàpà,  hroncà 
branca 

I  agguantarsi  -  hràncàsè 
agguzzacoltelli  -  molHa. 

'  aghetto  -  stringa 
agiatamente  -  comodàménf 
agiatezza  -  bemser  * 
agiato  -  riceh,  cdmod 
agile  -  slànciaa 

I  agilità  -  àgilitaa 

;  agio  -  richèsa,  còmod 
agire  -  funziona,  àgi,  di- 

j     portàss,  fa 
agitare  -  agita 

\  agitarsi  -  cigità><s 
agitato  -  ògitaa 
agitazione  -  àgitààión 
agli  -  ài 

agliaio  -  àjee 
agliata  -  àjàda 
aglietto  -  àjoeù 
aglio  matto  -  àj  màtt 
aglio  -  àj 

aglio  maschio  -  ajòn 
agnella  -  pégora 
agnellino  -  bèrhi,  àgnèlin 
agnello  -  càrrètt,   bèe,   à- 

gncll 
Agnus  Deo  -  Agniisdèi 
ago  -  pòlis,   i-pina,  gugia. 
agocchia  -  gugia       [besèi 
agone  -  spuntòn,  àgòn 
agonia  -  agonia 
agonizzare  -  vèss  in  agonìa 
agoraio  -  giigec,    giigircpil 
Agostiniano  -  Agostinidn 
Agostino  -  AoHàn 
agosto  -  àgòst 
ago  torto  -  croscè 
agrario  -  agràri 
agricoltore  -   àgrieoltùr  * 
agricoltura  -   agricoltura 
agrifoglio  -  làor 
agrimensore  -àgrimenéòr* 
agrimensura    -  àgrimcn- 

i-ùra  * 
agro  -  àgher,  briii-c/t 
agronomia  -    àgrono>m<i  * 
agronomo  àgrònoni  * 
agrume  -  limòn 
agucchiare    -   x>uncignti, 

i-giigià 


a?u 


943  — 


alp 


ag'ug'Iia  -  (juglia 

aguarliata  -  giigitda 

aguglìoue  -  quàdnlìn 

aguzzare  -  (lii^-A 

aguzzino  -  ògoshi 

aaruzzo  -  giim 

ah  !  a  !  -  à,  ah,  ah  ! 

ahi  !  -  tlja  !,  tlì .' 

aho  !  -  ehoeù  ! 

ai  -  ài 

aia  -  era,  bònn 

aiata  -pò  ire  ti ,  àjàda 

aiuola  -  àjcetìla  *,   pàrtèr, 

lìropiìsa 
aiuolo  -  soràèrba 
ajutaute  -  àjiitànt 
aiutaiitessa  -  òJìUùnta 
aiutare  -viltà, Jiità,  giova, 

spàicgià,  s-ocòr 
aiutarsi  -  jiifùM 
aiuto    -    àiiitt   *,    insidi , 

spónda,  éoHègn 
aizzare  -  imigti 
al,  allo  -  ài 
ala  -  àia. 

alabardiere  -  lomhàrdec 
alabastraio  -  àlàbàstrec 
alabastro  -  àlùhàHer 
alamari,  aleuiari  -  àìemdr 
alari    -  ciinìn.    brùndinaa 
alba  -  alba  *  [bàgia* 

albagia   -   prosopopea,  àl- 
ftlbagio  -  biiràtòn,  fànUa 

posès-s,  riis-s- 
albanella  -  fàlehefón 
albatra  -  màgioHra 
albeggiare  -  àlbègià  * 
alberare  -  albera 
alberato  -  àrboraa 
alberatura  -  àlberàdura 
alberese  -  sù<-<- 
albergare  -  logia,    àlogià 
albergatore  -    òlbergàdòr 
albergo  -  albèrgo 
alberguccio  -  àlbèrghètt 
albero  -  àlber 
albicocco  -   àlbicòcch,  àr- 

bieòcch,  àrbicòca 
albino  -  àlbln 
albore  -  ciàr 
alborella   -   tlbora,    ogiit 
album  -  àlbum 
albuuiiua  -  albumina  * 
alburno  -  biumm 
alcalino  -  àlcàlin  * 
nlchechengi  -    chichlngcr 


alchernies  -  àleMrmes 

alcione  -  gàhiàn 

alcool  -  alcol  * 

alcoolico  -  àlcoòlieh 

alcoolizzare  -  àlcolisà  * 

alcova  -  àlc'ora 

al  (li  là  -  òlter,  iìiéit 

ale  -  pàlètt 

aleatico-  àl-eàiich,  àleàtech 

alfabetico  -  àlfàbHich 

alfabeto  -  àbecee,  alfabèti, 

rubrica 
alfiere  -  àlftèr,  bàìiderdl 
algebra  -  à^lgèbra,*  àrabo* 
alia  -  par  pài 
alibi  -  àlibi 
alice  -  inciòda 
alienare  -  àlontànà* 
alinearsì  -  àlineàss* 
alienazione   (mentale)    - 

àlicnàsiòn* 
aligusta  -  àràgos-ta 
alimentare,  alimentario  - 

alimentar 
annientare  -  niitri 
alimentato  -  Ppesaa 
alimento  -  àlimént* 
alitare  -  fìàdà 
alito  -  boff,  fiaa 
allacciare  -  làsà,  groju 
allacciatura  -  ligàdilra 
allagamento  -  àkìgàmént* 
allagare  -   àlàgà,  *    làgà, 

inonda 
.Illa  larga  -  àia  larga 
allampanato  -  liigimnt 
allargare  -  slarga 
allargatolo    -    màndrtn , 

bronài 
allarmante  -    àlàrmànt  * 
allarmare  -  àlàrmà  * 
allarme  -  àlàrme  * 
allattamento  -  àlàtàmént, 

bàjlidura 
alattare  -  àlàtà,  lata,  bàjli 
allattatura  -  bàjlidàra 
allato  -  pari 
alleanza  -  i'miòn,  àlednéa* 
alleato  -  cìleaa  * 
allegare  -  tàcà,  ligà 
allegato  -  àlegaa 
alleggerire  -  slingerì,  de- 

èlingeri 
allegramente  -  àlegràmént 
allegrezza  -  legria,àlegria* 
allegria,    baldòria,  legria 


allegro  -  ùlègher,  còce 
allegrone  ••  màtòn 
allegruccio  -  àlègher 
alleluia  -  àleluia 
allentare  -    smolà,    mola 
allentarsi  -  slàdinài-è,  dir' 

viH- 
allentatura  -  apertura. 
all'erta  -  èrta  (à  V) 
allettare  -  lusinga,  ingolosì' 
.allettativa    -    àtràtìva  * 
allevìimento  -   àlevàment 
allevare  -  leva,    alerà  * 
allevatura  -  àlevàment 
alleviare  -pàlià,  deslingert 
allievo  -    bàjlotèll,   àliév  * 
allignare  -  tàcà,  ròsa 
allineare  -  alinea  * 
alliterazione  -  ànàgràmn* 
allivellìire  -  lincia 
alloccarello  -  lochìn 
allocco  -  bàlàhiòtt,   loroeeh 
allodola  -  sàrtàgna,  lòdola 
allogare  -  piàéà,  Ioga 
alloggiare  -  logia,  àlogià 
.allòggio  -  àlògg* 
Jilloutan.ire  -  divid 
«allontanarsi  -  gira,  srlon- 

tànàést 
alloppio  -  dòrmia 
allora  -  àlóra 
alloro  -  làor,  àlòro  * 
allucciare  -  <-berlogià,  lii- 
[mà 
allucignoLare    -   stràfoitb 
allucinazione   -  àlMeinà' 

sion  * 
allumare  -  lUmà 
«allume  dì   rocca  -  liimm 

de  ròca 
alluminio  -  àliimini 
allungare  -  slongà 
allungarsi  -  tiràsà 
allup«ato    - 

fàmm 
allusione  - 
almanacco 

tàcuin 
almanco  -  àlmm 
almucia  -  pelìm 
alnaia  -  oniscee,  oniscéra 
alno  -  oìiise 
alò  -  àlun,  àlee 
aloe  -  àloè 

alone  -  scighéra,  éèrc 
«alpe  -  àlp 


lovaa    de    là 

[sion 

sài-àdct,    àlii- 

■  àlmànàch^  * 


alp 


-  944 


attim 


alpeggiare  -  àlfft,  àlpegià 
alpicello  -  àlpètt 
alpigiano  -  àlpe-e 
alpiiiitsmo    -    àlpiiilwio  * 
alpinista  -  àlpinUta  * 
alpino  -  àlpìn 
alpini  -  ('(Ipitt  * 
alquanto  -  poo 
altalena  -  altaléna,   s-còca 
altamente    -    fràncàmènt 
altana  -  glarièta,  bàltrèsca 
altare  -  aitar 
altarino  -  àltàrhi        \vón 
altea  -  (Mica,  àltèia,  mài- 
alterare  -  àlterù,  *       [tàss 
alterarsi  -  àlterùés,  esàl- 
alterato  -  àlteraa,  esàltaa 
alternare  -  alterna 
altero  -  silperb 
alletto  -  brill,  àUgher 
alte/za  -  l'iltèm 
alticcio  -  àlrghcr 
altipiano  -  àltipiùn  * 
altissimo  -  àltìsim  * 
alto  -  tilt,  fónti,  àvòlt 
altolocato  -  magnato 
altrettanto  -   àlterfùnt,   - 

àltretànt 
altrimenti  -  divèrsàmèìit 
altro  -  alter,  òltfir 
altura  -  altura  * 
alunno  -  àlic-v 
alveare  -  àlveàr,  bigcviì 
alveolo  -  gengìca 
alvo  materno  -  utcr 
alzaia  -  ànsàna 
alzamantici  -  àUàmdìites 
alzare  -  àUà,  leva 
alzata    -    àltèm,     àUàcla, 
alzo  -  àls  [ìnònta 

amabile  -  àm^Ml 
amabilità  -  àmàbilitaa 
amalgamare  -  àmàlgàmii,^ 

tìK'int/x'à,  incorpora 
amante  -  mords,  morosa. 

schise,  temala,  amante  * 
amaraco  -  màgioràìia 
amjw'anto  -  àmàrànt 
amarautoidi  -  àmàrcìnt 
amarasca  -  marcita 
amarascbiuo  -  màràùckln 
amare  -  àmtt 
amareggiare    -  àìnàregià, 

ioÈegft 
amareggiarsi  -  àmàregiàés 
amareggiola  -  crHpola 


amaretto  -  àmàrèit 
amarezza  -  àmàrcsa 
amarezzare    -    marmerà, 

màrmorìsà 
amarino  -  àmàrctt,  amar  In 
amaro  -  àìnàr 
amatista  -  àmàtìsta* 
amatore  -  àìnàdor 
amazzone  -  àìnàsou  * 
ambasceria  -  àmbàsciàda, 

imbàscidda 
ambascia  -  mràment 
ambasciata  -  àmbàseidda, 

imbà^'àda 
ambasciatore  -  mandò  tari 
ambasciatore  -  àmbàscià- 

dòr  * 
ambasciatrice  -  ambascia- 
trice* àmbàsciàfrìs 
ambiente  -  àmbiènt  * 
ambio  -  contràpàss 
ambire  -  àmbi,  desidera 
ambizione  -  àmbisiòn  * 
ambizioncella,  ambizion 

Cina  -  àmbi^ionHa  * 
ambiziosaccio     -     àmbi- 

siosàsc  * 
ambiziosetto ,     ambizio- 

sino  -  àmbisiosm* 
ambizioso  -  àmbiiiòs 
ambo  -  timbo 
ambra  -  timbra  * 
ambrogetta  -  tàrèla 
Ambrogio  -  Ambrccils 
ambrosiano  -  àmbrosidn 
ambulante  -  àndriiklnt 
ambulanza  -  àmhdlànm 
amenità  (luogo)  -  delìzia 
ameno  -  Icgriòs,    delisiòs, 

e  uri OS 
America  -  America 
amianto  -  àm.idnt 
amiclievole  (all')   -  à>ni- 

chérol  (àia) 
amicissimo    -    àmiclsim, 

àmisiiim  \cisia 

amicizia  -  relàsion^  ami- 
amico  -  àmìs,  fido 
amicone  -  àmisòn 
amido  -  ttmed,  tlmid 
ammaccare  -  màcà,  gibolà 
ammaccatura  -  màcàdura^ 

gibolùdùra.  giboll,  paca 
ammaestrare  -  àmàèètrà 
ammalare,    ammalarsi   - 

àmàlài'S 


animalato  -  àmàlaa 
ammaliare  -  ìnHriA 
ammaliato  -  /nàlif/h-io't 
ammalvata  -  pàlpàda 
ammammolarsi  -  cocTi 
ammanco  -  dèficit 
ammanierato  -  ùfèiaa 
ammansarsi  -  iimàn/.^àis 
ammantellarsi    -    ini'ùbà- 

ammattire  (far)  -  fa   di- 
ammazzameuto    -    mìmi- 

niciit 
ammazzare  -  màf<à 
ammazzasette  -  màéàsètf, 

strììpia  iìtt    miìi-a    quà- 

tòrdcs 
aminazzerato    -    inddriì, 

moina 
ammen,  amen  -  tìmr/i.' 
ammencire  -  palpa 
ammenicolone   -  ciciàràn 
ammettere  -  rieèr,  àmidi* 
ammezzire  -  màrscì 
ammezzito  -  mtlr$e 
amministrare  -  àminiitrti 
amiuinistrativo  -  àminì- 

ètràfìv  * 
.amministratore  -  àmini- 

.ìtràdòr  * 
amministrazione   -  ami- 

nisfràsiòi/  * 
ammirabile  -  miràbil,àrni- 

rhhil  ■■' 
ammiraglio  -  à mirali  * 
ammirare  -rimira,  àmirà 
ammirazione  -  àmiràiinn* 
ammissibile  -  ànmìhil* 
ammissione  -  àmii-iòu  * 
ammobigliare  -  mobiliti 
ammobigliato  ••  mobiliari. 
ammodo  -  i-omifò.  comilfù 
ammogliato  -  màridcm 
ammollare  -  moiA.  bolognfl 
ammollarsi  -  rcvegnì 
ammolliente  -  àmoliént. 
ammollire  -  n/olificà.  mò- 

risnà. 
ammouiaca  -  àmonìàca 
ammonito  -  ari. "a a 
ammonticchiare -«^o/Ji'o^d 
ammorbidire  -  morifnà 
ammorsellati  -  mondeghìU 
ammorsellato  -  polpHa 
ammortizzare  -  àmorlisti. 
ammorbare  -  negti. 


amili 


945  — 


ans 


auiiuosciato  màsotaa 
aiuiiiostare  -  folti 
aiumo/zarsi  -  motàs^- 
aiiuuozzolarsi  -  viotàM 
aiiiiuuccliiare  -  montonà 
aiiiiunfiire  -  miifì 
amnistia  -  amnistìa 
amo  -  àmiscioeiì,  àmin 
amove  -  amor,  corln 
amoregrgriameiito  -  moro- 

sàmènt 
amoreg'giare  -  tuorostl 
amoretto  -  hriiseglnn 
amorino  -  àmortn 
amorosa  -  morósa,  thnola, 

bela 
amoroso  -  schise,  àmoros, 

bàc  inceli 
ampie/za  -  vàstitaa 
ampio  -  Itirgh,  vàét 
ampolla  -  impala,   éonài, 

àmolin,  àmolitt 
ampolloso  -  àmpolùs 
amputare  -  tùiti  vìa 
amputazione -àmpMtòs'tó» 
anaci  in  camicia  -  ànesitt 
anacio  -  tlnes 
anagramma  -  ànàgràma 
aiialda  (erba)  àrhlda 
analisi  -  ànàlis 
analitico  -  ànàlìtieU 
analizzare  -  analisti 
analogia  -  analogìa 
analogo  -  ànttlogh 
ananasso  -  Ananas 
anarchia  -  anarchìa 
anarchico  -  àndrehich 
anasetto  -  ànesin 
anatomia  -  iitoniìa,    ana- 
tomìa 
anatra  selvatica  -  càéilròn 
anatra  -  tincda,  coross 
anatrino  -  ànedìn 
auatrotto  -  ànedòtt 
anca,  ancone  -  cu/àt>a 
anca  -  ùncheta,  Anca 
*  anche  (non)  -  nàncàmò 
anciie  -  tlnca^  ànch 
anch'io  -  ànmt 
anchina  -  ànchèn^  nànchèn 
ancia  -  Ancia 
:tnco  -  Anca,  ànch 
:iiicora  -  àneàmo,  ànmò 
àncora  -  Ancora 
ancorare  -  àncorA 
iincorchè  -  àncàbèn 


andamento  -  àndàmènt 

andante  -  àndant 

.andantemente  -  fàcilmènt 

andare  -  àndA 

andarsene  -  gir  A 

andatura  -  àndàdura,  an- 
dana 

andazzo  -  voga 

andiamo  -  àndèmm 

andito  -  pàsàdora,  àndà- 
dora,  coridora 

Andrea  -  Andreia 

anella  -  càneldn 

anellino  -  ànèlìn 

anello  -  ogioeil,  Asa,  aneli, 
didaa 

anello  nuziale  -  véra 

anellone  -  ànèldn 

anesone  -  ànesón 

aneurisma  -  èilrisma,  aneu- 
risma 

anfanare    -   bàjàfA 

anfiteatro,  arena  -  rena, 
arèna 

angelino  -  àngiolìn 

angelico  -  àngèlich 

Angelo  -  Angiol  {{V) 

angelus  domini  -  Angèliis 

anglieria  -  angaria 

angina  -  angina 

angiolini  -  Angioi  ciistòd 

angiolino  -  épìa^  àngiolòtt, 
àngiolìn 

angiolo  -  Angiol 

"angolare  -  àngolAr 

angolo  -  Angol 

angoscia  -  àngosia,   ermi 

angosciare  -  criisiA 

anguilla  -  ingiiìla 

angnillare  -  firAgn 

anguinaia  -  vArch 

angaria  -  iìigUria 

ani  ani  -  qiiAn  qiidn 

anice  -  Anes 

anici  in  camicia  -  beni- 
sitt  d'Anes 

anicio  -  Anes 

anima  -  oààdltra,  fodrìna, 
Aìiema,  Anima 

animale  -  Iceiìgia,  àniniAl 

animalesco  -  de  animai 

animare  -  ànimA 

animarsi  -  ànimàéà 

animato  -  ànimaa 

animella  -  làcèit,  lenguèta, 
eràpèta 


animellata  -  lenguaa 
an inietta  -  ànimèta 
animo  -  Anim 
anisetta  -  mistrA 
anisetto  -  aniséti 
annacquare  -  dàcquA 
annacquata  -  dàeqiiAda 
annaffiare  -  dàcquA,  dàc- 
quA giù 
annaffiatoio  -  dàcqmulòr 
annasare  -  nàsA,  icsmA 
annasata  -  nàsAda 
annaspino,  aspino  -  àspèta 
annaspo,  aspo  -  Aspa 
annata  -  ànn,  ànAda 
annatona  -  ànon 
annebbiato  -  nebiaa,  nibiaa 
annegare  -  negA 
annerito  -  tene 
annessi  e  connessi  -  ànèés 

e  conèss 
annestare  -  imàrsl,  insedi 
annetti  -  ànitt 
annetto  -  ànòit  [siòn 

annientamento    -   distrii' 
annientare  -  distrug 
annientato  -  distriitt 

\  anniversario  -  ànivèrmri 

I      compleAmiis 

j  anno  -  ànn 
annodare  -  gropì 

\  annoiare  -  riigA^  noìA. 
annoiato  -  noiaa 
annoso  -  véce 
annotare  -  comentà 
annotatore  -  comentàdòr 

I  annotazione  -  notàsiòn 

i  annottare  -  iiiseiirl 
annoverare  -  ci'mtA 
annualmente  -  ànllàlmènt 
annuario  -  àniiAri     ' 
annullamento  -  ànillàmènt 
annullare  -  àniilA 
annunciazione  -  ànuneià- 
annuncio  -  àvìs  [sion 

annunziare  -  visA,    àvisA 
annunziata   (1')  -  l'ànun- 

ciAda,    nunHAda 
annusata  -  ilsmAda 
annusarsi  -  ilsmàès 
annuvolarsi  -  inivolààé 
ano  -  eilil 
anodino  -  ànodin 
anolino  -  ànolìn 
anonimo  -  ànònim 
ansa  -  Ansa 


aus 

ausameuto  -  bànfàda 
ansare  -  ràntegà, 

bcmfà 
ànseri  -  cuni 
ansia  -  àngdsia^  itnsla 
ansimare  -  sbànftb 
antecedente  -  àntecedént 
antenna  -  àntèna,  ioti 
antenne  -  bàrbìs,   còrni 
antenitorio  -  covèrc,  coerc 
anteporre  -  àntepònn 
antesito  -  àntesìn 
anticaglia  -  regiàda 
anticamente  -  àniicchnent 

àntigàmcnt 
anticamera  -  anticàmera 
anticliità  -  àntighitaa 
anticipare  -  ànticipti 
anticipato  -  ànticipaa 
anticipa/ione  -  ànticijìà- 

i'iòn 
antico  -  àntigh,  véce 
anticnme  -  vegiMa 
anticristo  -  àntecrìét 
antidiluviano  -  àntidilii- 

t'iàn 
antifona  -  antìfona 
antimeridiana  -    àntime- 

ri  diana 
antimoniale  -  àntimoniàl 
antimonio  -  antimòni 
antipapa  -  antipapa 
antipasto  -  àntipMt 
antipatia  -  antipatìa 
antipatico    -    àntipàtich, 

odiòs 
aiitiquario    -    antiquàri . 

lapidàri 
antiquato  -  àntìgli 
antisettico   -  àntièètich 
antisito  -  àntesìn 
antivigilia  -   antivigìlia 
antologia  -  antologìa 
Antonio  -  Tògn 
antracite  -  antracite 
anulare  -  àniilàr 
anzi  -  ànsi 

anzianità  -   ànsiànitaa 
anziano  -  ànsidn 
anzitutto  -  éoràtiitt 
aocchi.ire  -  dogià 
ape,  pecchia   -   ava,   avi 
aperta,  (all')  -  à  V  averta 
apertamente  -  àmplàmént 
apertamente  -  fràncàmént 
aperto  -  intendèver,  àvert, 


—  946  — 

desgàgiaa  ,     deècàntaa  , 

pàlés 
apertura  -  apertura,  àver- 
aplce  -  scìnta  [tiira 

Apollo  -  Apòll 
apologo  -  àpologh 
apoplessia  -  ùpoplesìa 
apoplettico,  apopletico  - 

àpopUtich 
apostolico    -   àpostòlich 
apostolo  -  àpQstol 
apostrofare  -  apostrofa 
apostrofo  -  àpòstrof 
apostata  -  renegaa,  rinegaa 
appaiare  -  compagna,    à- 

compàgnà 
appaiato  -  compàgnaa 
appaiatolo  -  càpimu 
appaltare  àpàltà 
appaltatore    -    cotimUta, 

àpàltàddr,  impresàri 
appalto  -  àpàH,   imprèsa 
.appalto ne,  bàjòn,  bàjofòn 

bàjàfee,  bàjàfòn 
appannare  -  àfilm  ieà ,  pana 
appannatura  -  pànadtira 
apparamento  -  pàràmènt 
apparare  -  j)àrà 
apparata  -  jìàràda 
apparato  -  àpàrècc 
apparecchiare  -  pàregià, 

pronta,  prepara 
appareccliio  -  àpàricc 
apparente  -  àpàrènt 
apparentemente    -    àpà- 

rentemènt 
apparenza  -   àpàrénsa, 

vista 
apparire  -  comparì 
apparizione  -  àpàriéiòn 
appartamento    -    àpàrtà- 

ménf,  pàrtàmènt 
appartatamente  -  àspàrt 
appartenere  -  cotnpètt,  à- 

pàrtegnì^  pàrtegnt 
appassionarsi   -   càsciàss 
appassionato  -  àpàéionaa 
appassire  -  impàsì,  palpa 
appassito  -  pàsé 
appastare  -  impasta 
appellarsi  -  àpèlàsà 
appello  -  àpèll 
appena  -  àphia,  doma 
appendere  -  impicà 
appendice  -  àpendìce 
appendicista  -  àpendicìsta 


app 

appennacchiare  -  inrocà 
appennino  -  àpenìn 
appetito  -  fàmm,  àpetitt 
appianare  -  àpiànà 
appiattarsi  -  scdndes 
appicagnolo  -  ràmpìn 
appiccare  -  impicà 
appiccarsi  -  tàcàsé,    tàcà 
appiccicare  -  jìctà 
appicco  -  ansa,  ràmpìn 
appigionamento    -    àfitt, 

àfitànsa 
appigionìire  -  àfdà,  fità 
appigionasi  -  cartèlla  d'àfi- 

tarsi 
appigliarsi  -  tàeàss 
appinzante  -  besiént 
appinzare  -  besià 
appinzatura  -  besidda,  bè- 

siàdùra 
appioppare  -  boìognà,  re- 

filà,  petà,  2}ondà 
appiopparla  -  dica 
applaudire  -  àplàiidi 
applauso  -  àplMso 
applicarsi  -  mètes 
applicazione  -  àplicàsión 
appoggiare  -  àpogià^  pon- 

dà^  pogià,  petà 
appoggiatoio  -pondàbràsc, 

àpògg 
appoggio  -  àpògg,  èpònda 
appositamente  -  àpòsità- 

mént 
apposta   -   àpòàta,    àpòsi- 

tàniènt 
appostare  -  ciirà 
apprendista  -  àprendìsta, 

pràticànt 
apprensione  -  àprension 
apprensivo  -  àprensìv 
appresso   -    dòpo,    àrént^ 

àdree 
apprezzamento  -  àprèéà- 

mént 
approdare  -  giova 
approfittare  -  àprofità 

profila 
approfittarsi  -  àprofdàèé 
approfondire    -  intèrnàss 
appropriare,  -  àdàtà 
approssimativo   -  àpròH- 

inàtìv^  prosimàtìv 
approvare  -  àprovà^  pàsà 
approvazione  -  àprovàèidn 
approveccìarsi   -  scortàès 


api> 

appuntameuto  -  rànclevo, 

puntàment,  àpiintàmént 
appuntare  -  punta,  nota 
appuntire  -  gmà 
appunto  -  àpilnt 
aprile  -  aprii 
aprire  -  clervì 
aprirsi  -  dèrviéìt 
aquila  -  tequila 
aquilina  -  firesèi-a 
àqiiilino  -  àqililìn 
aquilone  -  comèta 
arabesco    -  àràbèèch,  rà- 
arabo  -  tiràb  [bèsch 

arancia  -  nàràns 
aranciata  -  àqiulrdncio 
aranciato  -  ora nse {color...) 
arancino  -  nàpolìn 
arancio  -  nàrtiné 
arare  -  arti 
arativo  -  aratòri 
aratolaio  -  qilèll  che  fa  i 

àraa 
aratro  -  ghìaa,  àraa 
arbitrario  -  arbitràri 
arca  -  tirca 
arcali  -  bràscimù 
arcangriolo  -  àrcdngiol 
arcano  -  misteri,  misteriòs 
arcare  -  inarca 
arcata  -  àrcàda 
archegrgrio  -  àrpég 
archeolog"ia  -  archeologia 
a,rcìieologico -àrcheoldgich 
archeologo  -  àrcheòlogh 
archi  -  i  àreh 
archipenzolare  -  livèlà 
archipenzolo   -  legnoeura, 

lignmlra,  live  II 
architetto  -  àrchitètt 
arcliitettonico    -    àrchitè- 

tonich 
architettura  -  àrchitètura 
architrave  -  àrchitràv 
archivio  -  archivi 
arci  -  arci 
arcione    -  Arch   del   bàst, 

tlrch  de   là  èèla,  contrà- 

b'àèta 
arcivescovo   -  àrcivHcov 
arcivescovado     -    àrcirè- 

Hcovaa 
arco  -  tireh.!  àrson 
Arco,  arcata  di  stomaco 

-  kmpi  de  vdviit 
arcobaleno  -  arcobalèno 


—  947  — 

arcolaio  -  bicòca 
arcuato  àrcilaa 
ardente  -  àrdént 
ardenti  -  lUsircetl 
ardere  -  briisà         [nària 
ardesia   -   lavagna,   sàpo- 
ardiglione  -  àrdiòn 
ardire  -  o^s-tl,  volsà^  àrdi, 

coràgg,  fidegh 
ardito  -  sgàlis.,  viv,  ardii 
arduo  -  di  fidi 
area  -  tirea,  ària 
arena  -  rèìia,  sàbia 
arenaria  -  molerà 
areometro  -  provln,  protn 
areonauta  -  bàlonista 
areostatlco    -    àreoétàtich 
argano  -  àrghen,  ài-gin 
argenteria  -  àr genièri 
argentiere  -  argentee 
argento  -  àrgent 
argento  (denari)  -  àrsgidn 
argentone  -  pàcfònd 
argilla  -  créda,  crèja 
arginare  -  argina 
arginatura  -  àrginàdUra 
argine  -  àrgen,  àrgin 
arginello  -  àrgemn 
argnone  -  rogn'ón 
argomento  -  prmiva,  téma 

àrgomént 
arguire  -  àrgilì 
arguto  -  fin,  gUss 
arguzia  -  ùpirit 
ària    -   incolàdura,    ària, 
ariaccia,  -  àriàscia 
ariano  -  àridn 
arido  -  àècch 
arietta  -  àrièta 
ariettina  -  àriètìna 
aringa  -  rèngh 
arioso  -  àrids  [tich 

aristocratico  -  àristocrà- 
aristocrazia    -  àriétocrà- 

sia 
aritmetica  -  àrimètica 
arlecchinata  -  àrlèchinàda 
arlecchino  -  àrlèchìn  -  bà- 

tocio  -  giardinièra 
armadio     -    guardaròba  , 

guàrnèri,  veétee,  càrdènéa 
armadio  a  specchio  -  àr- 

moàr 
armaiuolo  -  àrmirceu 
armare  -  arma  -  scentènà 
armata  -  àrmàda 


armato  -  montaa,   àrmaa 
armatore  -  àrmàdòr 
armatura   -  telar,   arma- 
arme  -  arma  [dura 

armeggiare  -  fogna 
armellino,  a  -  àrmèltn,  èr- 

mèlììi 
armento  -  ròse,  bèrgàmina 
armeria    -    armeria ,    ar- 
marla 
armistizio    -  àrmiàtìsi, 

àrmestisi,  mestisi 
armonia  -  armonia 
armonica  -  cembolin 
armonico    -  àrmònich 
armonioso  -  àrmonids 
armorari  -  /  àrmoree 
arnese  -  àniès 
arnia  -  bisoeue,  àlvcàr 
arnica  -  àrnica 
arnione  -  rognoìz,  ròse 
aro  -  giàr 

aroma  -  dròga,  aròma 
aromatico  -  àromàtieh 
arpa  -  arpa 
arpeggio  -  àìyég 
arpese  -  ciàvèla 
arpia  -  arpia 
arpioncello  -  càncànin 
arpioncino  -  cànchentu 
arpione  -  càrdin,  cànchen 
arpista  -  arpista 
arrabatarsi  -  rebiitàss 
arrabbiare  -  ineàgniss 
arrabbiarsi  -  inràbiàs,  bi- 
sca, dànà  [dòn 
arrabbiatissimo  -  ràbià- 
arrabbiato  -  ràbiaa,  ci{ccìt, 
arraifare  -  rdfà 
arraffato  -  sperluscént 
arrancare  -  squànquànà 
arrangolare   -  ràngognà 
arrapinarsi  -  étàgh  àdrec 
arrapinato  -  ràbm 
arredato  -  montaa 
arredo  -  fornitit 
arrenare  -  sgiirà 
arrendersi  -  àréndes 
arrendevole  -  dòdi 
arrendevolezza  -  dòcilitan 
arresa  -  résa 
arrestare  -  àrèstà,   blocà. 

ciàpd,  ferma 
arrestarsi  -  tràtegniss 
arresto  -  àrèH 
arretrato  -  àretraa 


-  948 


ass 


arricchire  -  fa  dànee 
arriccliirsi  -  pientààè 
arricciare  -  rebocà,  biscia 
arricciolare  -  biscia 
arricciolato  -  bise 
arringa  -  diéeorè  [dà 

arrischiare  -  ris'cit,  àsàr- 
arrischicTole  -  rié'ciòs 
arrivare  -  rirà,  vegnt,  ciàpti 
arroccare  -  inrocà 
arrocchiare  -  fàràbiltà 
arrocchione  -  fàràbiltt 
arrogante  -  petillànt,  pre- 
potént,  riifàld,  sbi>\   im- 
jìèrtinént,  àrogtLnt 
arroganza  -  peiiiltmsa ,  ini- 

pèrtinènsa,  àrogdnéa 
arrolamento   -  àrolàmént 
arrolare  -  àrolà 
arrostire   -  roétì,  brostoU 
arrosto  -  ròét 
arrotamento  -  molMa 
arrotare  -  inrodà,  mola 
arrotarsi  -  triiscià,  sia  à- 

dree 
arrotato  -  molaa,  soli 
arrotino  -  molèta 
arrovellare   -   crenà,    sà- 

grinà,  cica 
arrovellarsi    -   infiiriàs-s, 

des' cervelàéè 
arroventare  -  rovcnttt 
arrovesciare  -  inversa 
arruflfare  -  deépetent 
arrxiffato  -  scàviaa 
arruffio  -  bisàbòsa 
arruffone  -  confusionàri 
arrugginire  -  inriiginisé 
arsenale  -  màgàsm,  àrse- 
arseuico  àréhiich        [ndl 
arsiccio  -  grèmaa 
arsione  -  arsura 
arso  -  silcc,  ars 
arte  -  mestee,  giaeiìgh 
artefatto  -  àrtefaa 
arteria  -  arteria 
artesiano   (poazo)  -  àrte- 
siàn  pose  [éiòn 

articolazione,-  àrtieolà- 
articolista  -  articolista 
articolo  -  àrtìcol 
artificiale  -  àrtificiàl 
artificio  -  àrtifìsi 
artifizio  -  gioeugli 
artigiano,    artefice,    ar- 
tiere -  àrtesàn 


artigliere  -  àrtiglièr 
artiglieria  -  artiglierìa 
artiglio  -  sgriff 
artista  -  artista 
artisticamente   -  àrtièti- 

càmént 
artistico  -  artistica 
artrite,  artritide  -  àrtrP 

tida 
artritico  -  àrtrìtich 
arzigogolo  -  échiribisè 
arzigogolone  -  dritòn 
asce  -  còrlàsa 
ascella  -  sèla 
ascendente,  autorità  -  à- 

scendènt 
ascensione  -  sàlìda 
Ascensione    (l'j  -  Ascen- 

siòn,  V  Asènsa 
ascesso  -  àscèss 
ascia   -    eorlàsa,    folciòn, 

folciòtt 
asciatone  -  h-àghee 
asciugamano  -  sOgàmàn 
asciugare  -  éilgà 
asciutto  -  ars,  sUce 
ascoltare  -  dà  atra 
asfalto  -  àsfàlt 
asflsiarsi  -  àsf/,siàs§ 
asfisiato,  asfìttico  -  àsfi- 
asflssia  -  àsfisia  [siaa 

aserellinuccio  -  ùéètinoeil 
asilo  -  asilo 
asina  -  tLsna 
asinaggine  -  àsinària  asi- 
neria 
asinella,  asinina  -  àsnìna 
asinelio  -  pàràdòsé 
asinità,  asinata  -  àsnàda^ 

àsninùda 
asino  -  somàr,  fisen,  àsno- 

nùn,  brilcc 
asinona  -  àsnòna 
asiuone,  asiiiaccio  -  àsnòn 
asinuolo  -  àsnonscèll 
asma  -  ràntegh,  tisma 
asola  -  éplànghèta 
asolare  -  sorò,,  esala 
asolo  -  ogioeiì,  soràdòr 
asparago  -  spàrg 
asperges  -  àépèrges 
aspersione  -  sbroff' 
aspettare  -  èpeciti,  dirti 
aspettativa  -  àspètàtìva 
aspetto  -  morinèll,    idea, 

àépctt,  rè.^pir 


aspiera  -  menerà,  mena- 

dora,  àspéra 
aspirare  -  ààpirà 
aspretto  -  briléchin 
asprino  -  brilsehin 
aspro  -  tigher 
assaettarsi  -  biàcà 
assafetida  -  àsàfètida 
assaggiare  -  tasta,    sàgià 
assaggio  -  tocch,    sàgg 
assai,   abbastanza  -  àsce 
assalire  -  ciàpà^  invèsti 
assalto  -  àààlt 
assame  -  àmmm 
assassinio  -  sàltàmmt 
assassino  -  ààààin 
asse  -  tlsa 

assecondare  -  segondà 
assediare  -  àsediù 
assedio  -  àsèdi 
assegnamento  -  àéègn,  do- 

tàsiòn 
assegnare  -  fisa,  deétinti 
assegno  -  dotàéiòn 
assemblea  -  àsembléa 
assembramento    -   dimo- 

étràéiòn 
assennatezza  -  critèri 
assenso  -  conééné 
assentarsi  -  àsentàss 
assenza  -  màncànsa 
asseuzio  -  àbséns,  àbsénsi.. 

medeghètt  rerd 
asserella,   assicella,   as- 
sidua -  àsèta 
asserellina,  asserenino  - 

àsètina,  àsètin 
asserelle  -  bànchctina 
asserire,  assicurare  -  àsi^ 

ciirtb 
assessore  -  àsèsór 
assestato  -  ràngiaa 
assetato  -  ars 
assicurare  -  sici(/)%   àsi- 

eilrà,  garanti,  franca 
assicurarsi    -  premiinisé^ 
àéiciiràss  [àioni 

assicurazione   -  ài-iciirà- 
assile  -  éaa 
assimilare  -  digerì 
assiolo  chiù  -  scisciceù 
assisa    -    Unifórme,    Uni- 
fórme 
Assise  (corte)  -  Asisi 
assistente  -  àsiétént 
assistenza  -  àsistènsa 


ass 


949 


avy 


assistere  -  àéUt 

assito  -  Màda,  àmpràda 

asso  -  ms 

associarsi  -  àsoeiàès,  àho- 

nàss 
associato  -  sòci 
associazione  -  àsociàéiòn.i 

àbonàmènt 
assodare  -  franca 
assogrf?ettarsi  -  sogetàés 
assoldare  -  recluta 
assolto  -  àsòlt  [niént 

assolutamente    -  àsoliltà- 
assoluto  -  i-pòtieh,  MolÈto 
assoluzione   -  àsolusidn 
assolvere  -  àédlv 
assopimento    -  mopimènt 
assopire  -  àsopì 
assopirsi  -  àsopìM 
assopito  -  àsopii 
assorbire  -  bèv 
assordare  -  inlochl,  insordì 
assortimento  -  sòrt,  àéor- 

t'hnén  t 
assortito  -  cmigiòn^  àsortii 
assortitore  di  seta  -  àiior- 

tidòr  de  seda 
assotiffliare  -  i-iltiglià 
assuefare  -  suèfà,  abitila 
assuefarsi  -  àbituàss 
assuefatto  -  coétiimaa 
assuefazione    -     àbitudin 
Assunta  (1')  -    VAéàntn 
assurdo  -  àmrd  , 

asta  -  incanta  g(lmba,  ba- 
stati, tista 
asta  curvata  -  àrson 
astegrgiare  (1')  -  àstèg 
asteggio  -  àstèg        [gniss 
astenersi  -  tègniàs,    aste- 
astina  -  àétina 
astinenza  -  àstinèma 
astio  -  àsti 
astore  -  fàlchètt 
astorino  -  gàvinèll 
astratolo  -  tondìn 
astrakan  (pelle)  -  àstrà- 
astratto  -  diétràtt        [cdn 
astrazione  -  diétràéiòn 
astringente  -  astringe nt 
astrologo  -  strolegh 
astronomia  -  astronomìa 
astronomo  -  àétrònom 
astruso  -  àstrtòs,  difìcil 
astuccio  -  stiicc,  bàràchìn 
astuto    -  màlàdètt,    màle- 


dètt,    màtrieolaa,  tàlidn^ 

fiirb,  drlto,  fin 
astuzia  -  furberìa,  drolàrla 
ateo  -  Meo 
atlante    -  atlante 
atleta  -  ercol 
atrabibiare  -  biliùs,  bilòs 
attaccapanni   -  omètt 
attaccare  -  tàcà 
attaccarsi  -  tàcàss 
attaccaticcia  -  tàchént 
attaccato,  aderente,  -  à- 

tàcaa 
attecchire  -  Ugft,  tàetL 
attendente  -  ordinànsa 
attendere  -  speda,  tènd 
attento    -    ràcdlt,    intènta 

àtènt 
attenzione  -  àtenéion 
atteggiare  -  gesti 
attempatotto  -  àntigòtt 
attergare  -  àtèrgci 
attesa,  aspettazione  -  à- 
atte  stare  -  intesta        [tèsa 
attestato  -  àteètaa,  fedina 
attillato     -     inehickeraa, 

cartina 
attimo  -  Mini,  boff 
attingere  -  cava 
attingersi  -  inciàpàss 
attirare  -  tirtl 
attitudine  -  àtitudin 
attività  -  àtivitaa 
attivo  -  àtìv 
attizzatoio  -  tiràbràsea 
atto  -  àtt 
attonito  -  estàtich 
attorcigliare    -   intortià, 

destortià 
attore  -  àtór 
attorniare  -  circonda 
attorno  -  int'òrna,  intorno^ 

dtòrna,  àtomo 
attortigliare  -  intortià 
attossicare  -  veleni 
attrarre  -  tira 
attrattiva  -  edldmìta 
attraversare  -  traversa 
attrezzarlo  -  dtròélèta 
attrezzo  -  dtrèàs 
attribuire  -  dtribuì 
attrice  -  dtrlce 
attualità  -  dtikllitaa 
attuare  -  dtivà 
augurare  -  dilgUrà 
augurarsi  -  diigilrdés 


augurio  -  dilguri 
aumentare  -  crèss 
aumento  -  diimént 
aureola  -  diirèola 
aurora  -  dilròra 
autenticare  -  vidima 
autografo  -  originai 
autore  -  diitor 
autorevole  -  imponèni 
autorità  -  diltoritaa 
autorizzare  -  àiitorisà 
autorizzazione   -  datori-' 

sdsiòn 
autunnino   -  diitunìn 
autunno  -  diltììn 
avannotti  -  pescarla,  gidn- 

chètt,  centinbòca 
avanti,  avanti  !    -  avanti 

avanti! 
avanti  -  dendns 
avanzamento    -  2}^'og''(-'ss'f 

àvdnédmènt 
avanzare  -  reàtà,  vànsà 
avanzo  -  scorta 
avanzugli  -  rdtdtoia 
avaiizuglio  -  rdnàài 
avaraccio  -  stemègna,   te- 

gnon,  dvàràse 
avarizia  -  àvdrìsia 
avaro  -  lèsna,  dvdr 
avarone  -  dvdrón 
avaruccio  -  dvdrÉse 
avellana  -  niscioeula 
avellano  -  niscioeula 
avello  -  nàvèll,   sepdlcher, 

tómba 
Avemmaria,  Ave  3Iaria  - 

Avemàrìa 
avena  -  biada 
avere,  possedere,  cont«- 

nere  -  avere,   ciàpà,  de- 
sidera, ave,  àvegh 
avidità  -  ingordìsia 
avido  -  ingorda  intereéaa, 

loff,  tuff 
avo  nòno,  pàpà-gr^nd 
avola  -  màmàgrànda,  mà~ 

vidn,  nona 
aTolo  -  nono,  mesce 
avorio  -  avori 
avuto  -  viiii,  àviiii 
avvantaggiare-  -  acquista., 

(jUistà 
avvedersi  -  àedrges 
avvedutezza    -    drolàrìa^ 

dritura  - 


arr 

avyeduto,  accorto  -  drtto, 

ùveduli 
aTvelenare  -  velenù,,  àvelènÈ 
aTTelenire  -  toèegù 
avvenimento  -  fàtt,  cweni- 

ììiènt 
avvenire  (per  1')  -  -per  Và- 

vegnt 
avvenire  (1')  -  V  mentre 
avventatezza  -  impnidéma 
avventato  -  dsdrdós,  stròfa- 

lari,  ris'ciòs,  imprudént 
avventizio  -  àrentìéi 
avvento  -  àdvent 
avventore  -  dventor,  pòsta 
avverarsi  -  redlisàSé 
avverbio  -  àvh-bi 
avversario  -  dversàri 
avversione  -  àvèréidn 
avverso  -  contrari 
■avvertenza  -  dverténsa 
avvert  ire,  avvisare  -  avèrti, 

giilgtl,  nota 
avvertito  -  àvisaa 
avvezzare  -  àbificà 
^avvezzarsi  -  àbitilùss 
avvezzato,  avvezzo  -  àbi- 

tiiaa 
avviamento    -    inviàmént, 

àviàmènt 
avviare  -  inviti,  dà  el  riigh, 

boscti,  imbosca 
avviatura  -  cominetn 
avvicendare  -  alterna 
avvicinare  -  borda 
avvilimento ,     accascia- 
mento -  àvilimént 
avvilire  -  aviti 
avvilirsi,  accasciarsi  -  bà- 

mss,  àbàéàss,  ùviliès 
avvilnppatore  -  gàrbiijdn 
avvinazzare  -  inciocht 
avvisare  -  vis^ 
avvisato  -  àvisaa 
avvisatore  -  dvisdddr 
avviso  -  mdniféét,  toceh 
avviticchiarsi  -  rdmpegtt 
avvizzire  -  impósi 
avvocatino     -     dvocdtin , 

docdtìn 
avvocato  -  legai,    dvocdtt^ 

docdtt 
avvocatone,  avvocato  di 

grido  -  dvocdtòn^docàtòn 
avvocatuccio   -   avocateli, 


—  950  — 

docdtèll,    dvocdtusc,    do- 

cdtuse 
avvoltolare  -  revoltià 
azione  -  fàtt,  dsiòn 
azionista  -  dsionUta 
azzardo  -  dstird 
azzeruola  Idsdrifi 
azzimato  -  ràngiaa 
azzuffarsi  -  ciàpàss  per  i 

cdvèj  [tiirchìn 

azzurro    -    dsur,    celèèt, 

h  -  b 

bsibau  -  bdbdo 

babbeo  -    bàmba,    Idpdgg, 

bàdee,  gdddn,  tàròcch 
babbioue  ~  titola,  tiirliiril, 

tdpón  [rtn 

babbo  -  b&hi,  papà,  pdpàr 
babbuaccio  -  mdrtiiff 
babbuccia   -  pàpócia,   éi- 

hrèta 
babbuino  -  bdbiiìn,  macaco 
babilonia  -  babilònia 
babuasso  -  Mbikiss 
bacaccio  -  bordòeeh 
bacaio  -  bigdtee 
bacare  -  cdmolàés 
bacca  -  boi-lìn,  borlceu 
baccalà  -  merliiss,  bdcdlà 
baccalare  -  bdrbèlàto 
baccanella  (far)  -  bdrdcà 
baccanerlo  -  bdcdneri 
baccano  -  silsiir,  rdbdddn, 

giiibilee ,    ciòcch,   bdedn, 

bdcdn  eri 
baccano  (far)  -  bacanti 
baccellina  -  ghiringhèsa 
baccello  -  bdsgidna,  égàusc 

tàcoìa 
bacchetta  -  bdchèta,  cànèta 
bacchettata  -  bdchètàda 
bacchettina   -   bàehètìna, 

giànèta 
bacchettino  -  bàchetìn 
bacchetto   -   bàchètt,    bd- 
chèta 
bacchettone  -  bigòtt,   bd- 

sdptl  bdehètee,    bdchèton, 

colarmi,    fregdbdlduéter , 

bidéàpàièr 
hncchettonerì^-bigotìsmo 
bacchinone  -  bicioldn, 

mdtrigidn 


bag 

baccioccolo  -  piróta 
baccicucca  -  cidlàda,  cid- 

Idrii 
bacherozzolo  -  dmbròtola 
baciamano  -  bdsdmdn 
baciapile  -  fregàbàlàuster, 

bàsàptl 
baciapolvere    -   fregàbà- 
làuster^ bdsdpìl 
baciare  -  bdstt 
baciarsi  -  bdsdés 
bacile  -  bacìi,  bdsìla 
bacinella  bràsciorìn 
bacino  -  forma,  btn,  big  in, 

bdsin 
bacio  -  bàsiu 
baciocco  -  bdclcia 
baciucchiare  -  bàsotà 
baciucchiarsi  -  bàsotàsb- 
baco  da  seta  -  bigàtt,  cà- 

vàlee 
baco  -  eàgnon^  eàn 
bacocco      bàcol.    bàcol  de 

Seregn 
badalone  -  el  siir  dondàsi 
badanai  -  bàdàliicch,    bà- 

dàluchèri 
badanaio  -  ràbàddn 
badananai    -    bàdcdiicch, 

bàdàliicheri 
badanio  -  bàdàlùébh,    bà- 
dàliicheri 
badare  -  tend,  incàntàsé, 

guarda,  bada 
badarsi  -  ciiràéé 
badatore  -  càscìn 
badessa  -  bàdèsa 
badia  -  àbàsìa 
badilante  -  bàdildnt 
badile  -  badi,  bài 
baffaccio  -  bàrbisàsc 
baffettino  -  bàrbisìn 
baffetto  -  bàrbisin 
baffi  -  btlfi^  bàrbi»,  moàtcìce 
bafflno  -  bàrbisìn 
baffo  -  bài-bis,  i  bàrbìs 
baffone    -    bàrbisa,    bdrbi- 

sòn,  bdrbisòtt 
bagagliaio  -  cdr  di  bàgàli 
bagaglio  -  bàgàli,   bàgàgg 
bagagliume  -  bàgàgèri 
bagatella  -  bàgdtèla,  cid' 

làda,  inèsia,  minuéia 
bagatelle!  -  acqua  de  be- 

legòtt  ! 
bagatto  -  bdgdft 


baggeo  -  bdlàndràn.  libi- 
ilòceli,  eiòla,  hàdee,  fird- 
rpiòcch,    làpdgg,    bàmba, 
sifoltbri,    tdròech^    titola, 
tiirlùrU,  trdmni 
baghero  -  bàgher 
bagrsrisiuata  -  gidmnàda 
baggiano  -  bdgidn,    tdbd- 

lòri,  tdrliiceh 
baggio  -  bdgg 
bagliore  -    citlsma^  gibi- 
giana 
bagnaiuolo    -    bdgndroeiì, 

bdgnìn 
bagnante  -  bdgndnt 
bagnare  -  bdgnù, 
bagnarsi  -  mdsdrdsè 
bagnato  -  Mvaa 
bagno  -  bàgn 
bagnomaria  -   bdgnmdrm 
bagnnccliiare  -  hdgnicscitL 
bagole  -  cdndstrèi,  loriòn 
baia  -  ftinfer,  (rotola,  mi- 
baietta  -  bdjHa  [nee 

baiettone  -  bdjètòn 
baio  -  M* 
baiocco  -  bdjòceh 
baipne  -  giilgdtón  -  smorbi 
baionetta  -  bdjonèta 
baionettata   -    bdjonètàda 
baita  -  bàita  ! 

baiuca  -  hdgdtèla  ; 

balaustrata  -  bdldUétra 
balaustro  -  colonèta  \ 

balbettamento  -  betegàda  \ 
balbettare  -  betegà,    tdr-\ 
tdià^  fdrfoià  i 

balbo  -  hetegòi,  tàrttLia       I 
baldacchino  -  bdldiichìn    \ 
baldanza  -  bdldànsa 
1)a1doria  -  baldòria,  fdlò 
baldracca  -  donàscia,    fi- 

ìàpera 
balena  -  bdlèna 
balenare  -  vèss  in  ed  bd- 
lèna, bicocà,  bisti 
))aleno   -    strdlitsc,    mèta, 

liisnàda  -  tltim 
balestra  -  hdlèétra 
balestrare  -  cascia 
balestriera  -  bdlèstréra 
balestruccio     -     ddrddn, 

ddrddmll,  dtlrden 
balia  -  bàita 
baliatico  -  bdilidUra 
balio  -  bàilòtt 


—  951  - 

baliona  -  bàilòta 
balla  -  ciòca,  bàia,  biònda 
ballabile  -  bàlàbil 
ballare  -  salta,    bàia,  bà- 
ballata  -  bàlàda        [lascia 
ballatina  -  bàlàdina 
ballatoi  -  bàétonitt 
ballatoio  -  Idbia 
ballerina  -  trèmàcda,  bà- 

làrtna 
ballerino  -  gràtàeuil,   bà- 

làrìn,  bàlerm 
balletto  -  bàlètt 
ballo  -  bàli 

ballonchiare  -  baiasela 
ballone  -  bàlon 
ballonzare  -  bàlàseià 
ballonzolare  -  bàlàseià 
ballottaggio  -  bàlotàgg 
ballotte   -   fàrù,   bàlcsiis, 

belegòtt,  càstègn   à   lèi'é 
baloccaio  -  beìeràtt 
baloccare  -  incàntàés,  cin- 
quanta 
baloccarsi  -  giilgà 
balocchino  -  belerin 
balocco  -  bebèll,  belèc 
balogio  -  gnce^li 
balordaggine  -  loeàda,  bà- 

lordìsia  \l&rd 

balordo  -  loech,  ciicch,  bà- 
balsamo  -  bàlsem 
balza  -  màntoàna,  fràbàlà, 

bòrd,  bordura,  bàlsàna 
balzana  -  pedana 
balzano  -  bàUàn 
balzare  -  sbàlisà 
balze  -  còv  -  brieeh 
balzo  -  sbàls 
bambagia  -  hoìubàs,  bom- 

bàsìna 
bambagia  -  ovata,    loàta, 

ètopìn 

bambara   (giuocare   a)  - 

giilgà  à  bàinbra 

bamberottolo  -  bàmbinòtt, 
bàgàiòtt 

bambinaia  -  bònìi,  gover- 
nante, goèrndnte 

bambinata  -  hàmbinàda, 
bàrdàsàda,  bàgàiàda,  fio- 
làda 

bambinello  -  bàgàln 

bambino  -    bàmbìn,  flaiìl, 
stràfòj  [bàmbindn 

bambinone    -    bàrdàéon , 


bar 

bambocci  -  spegàse 
bambocciata  -  bàmbinàda 
bamboccio  -  bàmbòcc 
bamboccione    >•    fàsorou, 

pàciàròtt 
bambola  -  pigola,  èpeco 
banibolino  -  bàciòceh 
bambù  -  hàmbil 
banca  -  banca 
bancarotta    -     bàncàrdta, 

fàliment 
banchettare  -  tràtà 
banchetto  -  bànchètt,  ira- 
ta tnént 
bauchiei'e  -  bànchér 
banchina  -  scarpa 
banco  della   bambagia 

bàtàra 
banco    -    bdnch,     bàncaa, 
bàncdl  del  torno,  cilntèra, 
negòsi 
banda  -  banda,  anta 
bandella  -  ràrnpón,  ogiceù 
baudellone  -  asmi 
banderuola  -  bàndirmìla, 
*  gànivèH  -  vela 
banderuolina  -  bàndertna 
bandiera  -  bàndèra 
bandinella  -  bàndlna,  man' 

toàna,  servièta,  teétàna 
bandire  -  bandi 
bandista  -  bandista 
bando  -  grida,  notifica 
bandolo  -  bànder,  eoo 
bara  -   càrice,  càtàlètt 
baracane  -  bàràcdn 
baracca  -  bàràca 
baracchina  -  bàétàrdela 
baraccone  -  bàràcon 
baragozzo  -  blòceh 
baraonda  -  baraónda 
barare  -  bara 
barattare  -    barata,    cam- 
bia 
baratteria  -  làdràrla 
barattiere  -  bàstrosòn 
baratti na  -  bàétròé<- 
barattina  (far)  -  bàstroéà 
baratto  -  cambiamenti  bà- 

étròi-s,  càmbi,  bàràtt 
barattolo  -  olìn 
barba   -   ràdls,    càvèj   del 
formenton,   bàbi,    barba, 
bàrbèta 
barba  dì  becco   -   bàrbà- 
biceh,  bàsàbicch,  erbàbiech 


bar 


952 


bat 


barba    della    saggina    - 

barba  de  la  vi.èlega 
barbabietola  -  biedràva 
barbacane  -  hàrbàcùn 
barbacela  -  barbàscia 
barbagianni  -  loroech,  dH- 

go,  gran  dìlgo 
barbagliata  -  bàrbàiàda 
barbara  -  bàrbara, 
barbarie  -  bàrbàritaa 
barbaro  -  tirano 
barbatella    -    rasoi,    mà- 

gnoRH  [bosdl 

barbazzale  -bàrboma,  bàr- 
barbero  -  bàrber 
barberottolo  -  tàpàscéll 
barbetta  -  flòcch,  bàrbèta 
barbicare  -  rasa 
barbiere  -  periichee,  bàrbee 
barbina  -  brochètt 
barbino  -  barba 
barbio  -  bàlb,  vàiron 
barbogio  -  bàldta 
barbone  -  bàrbón,  bàrbln, 

barbina 
barbozza  -  bàslHa 
barbugliare  -  fàrfoià 
barbugliata  -  fàrfoiàda 
barbuglione  -  fàrfoiòn 
barca  -  barca 
barcaccia  -  bàrcàseia 
barcaiolo  -  bàrchirceu 
barcauienare  -  bàrcàmènà 
barcata  -  bàrcàda 
barchetta  -  bàrchèta 
barchettina  -  bàrchètìna 
barchetto  -  bàrchètt 
barelle  -  omètt 
barcollamento  -  bicocàda 
barcollare  -   àcànchignà, 

dondà,  bàreolà,  bicocà 
barcollata  -  dondàda 
barcone  -  combdll,  bàrcòn 
barcuUare  -  bàreolà 
bardare  -  inéèlà,  barda 
bardassa  -  bàrdàsa 
bardatura    -    forniment , 

bò.rdàdura 
bardotto  -  nàviroeu 
bardotto  di  cuciaa  -  àiil- 

tdnt  de  cilsina 
barège  -  bàresg  [lina 

barella    -  bàrela^  portàn- 
barellare  -  fa  genogìna  , 

dondà,  bicocà 
barellata  -  bàrèlàda 


barellone  -  dondàda 
bargiglio  -  coràj,  bàrbèll 
bargigliuto  -  bàrbèlàtt 
barile  -  bàri  [rilètt 

bàriletta,  bariletto  -  bà- 
barilotto  -  bàrilòtt 
barilozzo  -  bàrilètt,  bàrilòtt 
baritono  -  bàrtton 
barleta  -  bàrilètt 
barletta  -  piana 
barlume  -  bàrlumni 
barocco  -  hàròech 
barocco  (lavoro,    azione)  - 

bàrocàda 
barometro  -  baròmetro 
baronata  -  bàronàda 
baroncello  -  bàronscèll 
baroncino  -  bàronsm 
barone  -  bà)-dìi 
baronessa  -  bàròntia 
barrettina  -  bàrètlna 
barrettino  -  bàrètìn 
barrettone  -  bàrèión 
barricare  -  bàricà 
barricata  -  bàricàda 
barriera  -  dàéì,  bàriéra 
barrocciaio     -    càmlànt, 

bàrosìn 
barrocciata  -  bàroèàda 
barroccino  -  bàrosìn,  bi~ 

rocìn 
barroccio  -  gàbriolè,   cà- 

retèla,  bàrdm 
baruffa  -  bdrfifa 
barullo  -  ciiceh 
barzelletta  -  bàrselUa 
basamento     -     bàsàment, 

sòcol 
base  -   fondàmènt,  sòcol 
basettaccia  -  bàrbisàsc 
basette  -  bàrbìs 
basilico  -  bàsìlieh,  bàsilech 
basilisco  -  bàsillsch 
basino  bàs-in 
basito  -  sbasii 
basofflone  -  menestree,  mi- 

neètree,  polpetón 
bassa  (la)  -  là  basa 
bassa  voce  -  àpidn 
bassezza  -  bàsèsa,  ■viltaa 
bassino  -  bàsln        [volgàr 
basso     -    bàés ,    ordinàri, 
bass'ora  -  bàs'òra 
bassorilievo  -  bàsrilèv 
basta  -  àlsèta,    èàmbràca, 

imbàétid&ra,  in/ìlèta 


bastaio  -  bàstce 
bastante  -  bààtévol 
bastardella   -  bàstàrdHa 
bastardo  -  bàstàrd 
bastardo  ne  -  bastar  dòn 
bastare  -  diirà,  basta 
bastevole  -  bàstèvol 
bastimento  -  bàstimént 
bastina  -  bustina 
bastione  -  bàstiòn 
basto  -  basi 

basto  rovescio  -  cilnHa 
bastonare  —  legna  sii 
bastonata  -  Icgnàda,    bù- 

stonàda 
bastonatura  -  bàneàràus 
bastoncello  -  bààtonscèll 
bastoncino  -  bàstonhi,  già' 

neta 
bastone  (di  carro)  -  cànsòn 
bastone  -  bàstòn,  manga- 
nili,    mhier ,    regondtn, 
rolètt  [màtf 

batalmatt  (cacio)  -  bàtèl- 
batista  -  bàtlsa 
batistato  -  bàtisaa 
\)^Ì09,Ì2i  -briistiàda,  batòsta, 
battaglia  -  bàtàlia  bàtàia 
battaglio  -  bàtòce,  bàtùgg, 

bàtàcc 
battaglione  -  bàtàliòn,  bà- 

tàjòn 
battella  -  bàtUa 
battello  -  bàtoli,    combàll 
battente  -  bàtènt,  bàtàrèll, 
bàtàgg,     bàtùcc,    bàtuda, 
àntipòrt 
battere  col  coreggiate  - 

bàtàda 
battere  il  pelo  coU'arco 

-  àrsonà 
battere  -  bàtt,  bàia,  capita, 

pesta 
batteria  -  baiarla,  bàterìa 
battersela   -  bàtesela,  car- 
dasela, fibiàsela,  gira 
battersi  -  bàtes 
battesimo  -  bàtèsim 
battezzare  -  bàtcsà 
battibecco  -  ciàcer 
batticoda  -  bovàròta 
batticore  -  bàtiemùr,  scàgg 
battilano  -  màtàràsee 
battiloro  -  bàtilòr 
battimano  -  bàiimdn 
battine  -  bàtln 


bat 


953  - 


ber 


battirame  -  eonseiàlàvèsg 
battistero  -  bàtistér 
battistrada  -  bàtis-tràda 
battitoio  -  bàtucla 
battitore  -  bàtidór 
battitura  -  bàténda 
battoccliio  -   bàtòce,    bà- 

iàee 
battuta  -  bàtuda 
battuto  -  bàtilil,  caldana 
batufolo  -  fàgòtt 
baturiare  -  bugà 
bau,  bau  -  bopjj  bopp,  bor- 
doni séti 
baule  -  bàiill 
bauletto  -  bàillètt 
bauliuo  -  bàUlètt 
bautta  -  domino 
bava  -  bàÈseia,  btlva,  flàés, 

fìl  bòa 
bavaglino  -  onèstìna,  bàil- 

scina 
bavagrlio   -    bàilscìna,    bà- 

vtLli 
bavagliolitto,  -  bàUscineta 
bavarese  -  bàvàrésa 
baveriua  -  ècimisHa 
bavero  -  bàver,  2}elegrina 
bavoso    -   bàuscént,    hàil- 

sciòn 
baz/a  -  bàslèta,  basa,  ffh^ct 
bazzar  -  bàsù.)-  [ìàrta 

bazzecola  -    ciàlMa,  eià- 
bazzeccole    -  bàràvdj,  Uu- 

ràbàcol 
bazzica  -  bàsiga 
bazzicare  -  bàsigà 
baz/iua  -  bàslètina 
bazzoffia  -  bdsldfèa 
bazzoua      bdslètona 
bazzone  -  bàslètòn 
bazzotto  -  bàsgiòtt 
bea  -  b^h!  bèk^  caca! 
bearsi  -  beàss,  compitLses, 

compiàsèM 
?     beatitudine  -    beàtitudin 
l     beato  -  beat,  beato,    felice 
beatone  -  betit,  beàtòn 
becca  -  càntón 
beccabunga  -  fàvàcin 
beccaccia  -   gàlinàsa,  bè- 

càsa 
beccaccia  marina  -  àreàsa 
beccaccino  -  àgnèpa 
beccafico  -  bècàfìgh,  càne- 

vàr  celila 


beccaio  -  màcèldr,  bechee 
beccamorti  -  éoteró,  bechìn 
becciamoschino  -  bècàmo- 

schin 
beccare  -  bècà 
beccarsi  -  biiscàès 
beccastrino    -   mdrtelina, 

mpòìi 
beccata  -  bècàda 
beccateli»  -  càviec 
beccatina  -  bècàdina 
beccatoio  -  àlbicetl 
beccheria  -    becària,  mà- 

cèlàrm 
becchetto  -   bidànìn,    be- 

chètt 
becchino  -  solerò,    beehln 
becco  -  bècch,   càvrón 
becco  in  croce  -  bèchin- 

eros,  bècstort 
beccuccio  -eànàlìn,  bcchètt 
becero  -  topiàtt 
beduina  -  bediiinn 
beffare  -  mìncionft 
beft'eg'giarc  -  schèréà 
begliuomini  -  bèidmen 
bel  bello  -  àddsi  adusi 
belare  -  càrùfjntl,  frignai 
belatore  -  liròn 
belio  -  càràgnàda 
bell'umore  -  iimorln 
bella  -  bela 
belladonna,  belledonue  - 

bèidònn,   bèlàdóna 
belletta  -  litóii 
belletto  -  bidca,  bèlètt 
bellezza  -  bèlèsa 
bellezzina  -  bèlèsìna 
bellica  (erba)  -  peveràseia 
bellico  -   bàmborìn,    bom- 

borìn 
belliconcio  -  imbrdsàl 
bellide  -  màrgàritìn 
bellimbusto  -  ganimede 
bellino  -  bèlin 
belluria  -  bèlèsa 
bello  -  bèli,  bèj 
belmobile  -  tomètt 
belone  -  frignon 
belva  -  bèlva 

belvedere    -    bèhedè    bel- 
vedére, glorièta 
ben  alzato  -  benlevtLto 
benandata  -  bdnàmàn 
benda  -  binda 
bendare  -  imbindà 


bendatura  -  imbindàdtira 
bendina  -  bindìn,  bindìna, 

binda  [lèthi 

benduccio  -  fàsolètt,  fàso- 
bene   -   polii,   polito,  ben, 

bène 
benedetto  -    benedètt,    be- 

nedèto,  benedii,  briitÈra 
benedire  -  benedl 
benedizione  -  benedisiòn 
benefattore    -  benefàtòr 
beneficare  benefica 
beneficiata  -  beneflsiàda 
beneflcienza  -  benefècènéa 
beneficio  -  benefici 
benefico  -  benèfich 
benefizio  -  beneflsi,  servisi 
benemerito  -  compèné,  be- 

nemèrit 
beneplacito  -  beneplàeit 
benessere  -  benèser 
benestante   -  beneétdnt 
benfatto  -  benfacu 
bengala  -  bengMa        [min 
beniamino  -  càrcetl,  benià- 
benignamente    -   Umana- 

mènt 
benigno  -   iimdn,   begnlgn 
benino  -  benìn 
beninteso  -  benintés 
benone  -  benone 
benservito  -  benservii 
benta  -  àcquelàtt 
bentenuto  -  in  bòn  èéer 
benveduto  -  benvediili,  ben- 

vlst 
benvisto  -  benvlst 
benzina  -  bensìna 
benzolina  -  bensina 
beone    -   gàinàtt,    ciochee, 

ciocàtee,  bàgàscion 
bere  -  bèv,  éciifià 
bergamasco  -  bàrtoll 
berganiina    -    bregàmina, 

bèrgàmina 
bergamino  -  bèrgdmin 
bergamotto  -  bèrgàmòtt 
berlicclie  -   bèrlicch,    bar' 

licch,  ciàpin 
berlina  -  berlina 
bernoccolo  -  bergndcola 

berndcol,  bòia 
berretta  -  bàrètin,  bàndd 
berrettaccia  -  bàrètàscia 
berrettaio  -  bàrètee 
berrettata  -  bàretàda 


ber 


—  954  — 


bir 


berretto  -  bàrètt,  bàrèta 
bersagliere  -  bersàliér,  bro 

sàlièr 
bersaglio  -  bersàli 
bersi  -  hgià 
bersò  -  berso 
bertavellino  -  comèta 
berteggiare  -  schèrèà 
berteli  e  -  bràtèj 
bertone  -  mèla 
bertovello  -  covètdn 
bertuccia  -  schnbia 
bertuccione  -  macaco 
bertuello  -  bèrtàvhll,    bàr- 

tàvèll,  bàrtàbèll 
bestemmia  -  bèèthna,  bè- 

è tè  mia 
bestemmiare  -  bèétèmà 
bestia  -  bestia 
bestiaccia  -  bestiàscia 
bestiale  -  bcétiàl,  de  animai 
bestialità  -  bestiàlitaa 
bestialmente  -  bestiàlment 
bestiame  -  beUiàmm 
bestiola   -   bèsticsula,    bò- 

stiolina 
bettola  -    bètola,    osiàna, 

oèteria,  gàrgòta 
bettolante  -  betolinàtt 
bettoliere  -  òst,  betolinàtt 
bettoluccia  -  bètolìn 
bettonica  -  betònega 
betxilla  -  dùrìa,  béola,  onisc 
betula  pelosa  -  àlbàròtt 
bevanda  -  bìbita 
beveratoio  -  bevirceCi 
bevere  -  bèv 
beverello,  beverino  -  be- 

virceii  [bidnch 

beverone  -  beveròn,  bév  in 
bevibile  -  bcvìbil 
bevirolo  -  beviroeu 
bevitore  -  bevidòr 
bevola  -  béola 
bevuto  -  bevuda 
))evuta  -  ciàrida 
bezzi  -  bèH 
bezzicare  -  pifi 
biacca  -  bitica 
T)iacco  -  smiròld,  bilo 
biada  -  biada,    biava,  pi- 
ttima 
biadaiolo  -  biadarceli 
Biagio  -  Biàs 
bianca  -  càrtàbiànca  -  bàr- 

bàjàda 


biancherìa  -  j^^gn,  biàn- 

càrta,  biancherìa 
bianchezza  -  biànchèèa 
bianchimento   -   ébiànca, 

bilimént 
bianco  -  biànch 
biancomangiare    -     blà- 

mùnsgiè 
biasciare  -  sciscìà,  biàéà 
biascicare  -  biàsà,  dormi 
biascicotto,  biasciotto  - 

biàsaa 
biasciarosari  -  biàéapàtèr 
biasimare  -  desàpravt,  di- 

sàpravà 
biasimare  -  biàsimti 
bibbia  -  bìhia 
bibbio,  bibbo  -  coroès 
bibliografia  -  bibliografia 
bibliografico  -  bibliogrà- 

fleh 
biblioteca  -  hibiòtéca,  li- 
brària, libreria  [ctiri 
bibliotecario  =  hibiote- 
bibliotechetta  -  hibiote- 
bica  -  Loàscia  [chéta 

bicchierata  -  hicerMa 
bicchiere    -    Licer,    Lice, 

hàrchèta 
bicchieretto  -  hieerin 
bicchierino  -  cichètt,  grà- 

pm,  hicerìn  [ceròtt 

bicchierone  -  bicerdn,  bi- 
biccio  -  higiogìn 
biccicucca  -  càMna 
bicornia  -  bicornia 
bidè  -  bidè 
bidello  -  bidèll,  inèerriént, 

portér 
bieco   -  hesios,   càtìv 
biennale  -  bièndl 
bietola  -  biéda 
bietole  -  còàt 
bietolone  -  lifròceh,  dola, 

gàhiàn,  fàtòn,  hàdee,  ci- 

làpp,   gnòceh,    Uimàgòn, 

qiiùiò,  gorgordn  [peli 
bietta  -  chignceu,  gèpa,  eià- 
biette  -  cuni  [limi 

biffa  -    hìfa,    lìàlina,  pa- 
bifolco  -  bifòlch 
biforco  -  farcela,  forchètt 
biga  -  Mg  a 
bigattiera  -  bigàtéra 
bighellonare  -  bàlàndrà 
bigliellone  -  strilsdn 


bigio  -  grts 
bigìii  -  bisgio 
bigliettino  -  higliètìn 
bigliettinaio  -  biglietàri, 
portér  [bigliètt 

biglietto  -  heliètt,  biliètt 
bigoncia  -  brènta,    nàvà~ 

scia 
bigoncione  -  nàràsciceu 
bignonia  -  hignonia 
bigotteria  -  bigotìsmo 
bigotto  -  bigòtt 
bilancetta  -  bàlànèìna 
bilancia   -   hilàneiér,    bà- 
sgier ,     hàsgiertida,     bà' 
lànèiè,  hilàneiér,  bàlànsa 
bilanciare  -  equilibra 
bilanciere  -  bilànciéi- 
bilancina  -  hàlànsìna 
bilancino  -  hàlànsin 
bilancio    -    biidgètt,    con- 

silntìv,  bilànc 
bile  -  bila,  bile,  fèl 
bilenco  -  sciàbàlént 
bilia  -  busa,,  bìlia,  bjìla 
biliardo  -  hilittrd 
bilico  -  pòlis 
bilie  -  sciàbol 
bilioso  -  hilids,  biliósa 
billia  -  cànsòn 
billo  -  pipi 
bilnrchio,  tiòrba 
bimbo  -  bàmbin,  bàciòecky 

brighèltn,  popò 
bimestre  -  bimèéter 
bimolle  -  beinoli 
binario  -  binttri 
bindellino  -  bindèlin 
bindolata    -    birichinMa, 

berichinàda 
bindolo  -  bicòca,  bàlotìn 
binoccolo  -  cànociàl 
binoculo  -  binòeol        [lòtt 
bioccolo  -   flòceh,    càndi- 
biografla  -  biografia^   vita 
biografico  -  biogràfoch 
biondezza  -  biondèàa 
biondino  -  biondhi,    Jnon- 
biondo  -  biòné         [dina 
bìondone  -  hiondòn,  bion- 
dina [boiàca 
bioscia  -  brodàia,  hrceuda, 
biquadro  -  hefiutder 
biracchio  -    còrno,    màn- 
birba  ■  birba  [sHt 
birbaccioue  -  birbòn 


bir 


—  955  — 


boin 


birbante  -  hàlòèé^  hirJxlnt, 

hlicter,    hrieòn,     gàleòtf, 

ììiàlvirént 
birbanteria    -    hirhàna, 

MlostLda 
birbantello  -  bàloéctt 
birbata  -  hirhària 
birbonata  -  birhontida 
birboncello  -  hirhonscèll 
birbone  -  ràhotón,  blicter, 

birbo  a 
birboneria  -  birbonàda 
bircio  -  his^  tiòrba 
biribissaio  -  biribisànt 
biribissi  -  hiribiéé 
biribisso  -  càvàgnmila  (giil- 

f/à  à  làj 
biricchino    {P  essere)    - 

bàlosètt,    bàràbismo,  bà- 

ràbìn 
biricbinata  -  herichinMa, 

birichinàda 
birichino  -   bericMn,    bi- 

richin 
birilli  -  omètt  [chitt 

biroldi    -  biisèehin,    biisè- 
birra  -  bìra 
birraio  -  Uree 
birreria  -  biràrìa,  bireria 
birro  -  sbìr 
birrone  birdn 
bis  -  bié 
bisaccia  -  bisàea 
bisantini  -  liistritt 
bisaro,  bisavolo  -  bisnòno, 

bisnòna  [tigh 

bisbetico  -  bìsbetegh,  bishè- 
bisbigliare  -  mormora,  ci- 

ciorà 
bisbiglio    -    hisbiléri,    bi- 

sbUi,  cieioritt,  trebulèri, 

mormoràsion 
bisbocciare  -  bàràcà 
bisboccione  -  bàràchee 
biscanto  -  càntón 
biscazziere  -  biliàrdee 
bischeraccio,  bischerello 

-  hàciàcol 
hischero  -  birceu 
bischetto  -  bànchètt 
biscia  -  bìsa 
bisciole  -  lumàghitt,  pàrptbj 
bisciolina  -  bisèta 
bìsciolo  -  betegòi^    tàrtàia 
biscione  -  biàdn 
biscione  inglese  -  èerpàn 


biscotteria    -   bèàcòtàrta, 

biéeòterìa,  ofèleria 
biscottino   -  bèécotìn,    bi- 

àcotìn 
biscotto  -  bèécòtt,  biàeòtt, 

hi^eMi,-  gàléta 
biscroma  -  biscroma 
bisestile,  bisesto  -  biseètìl 
bislaccheria  -  bislàcMa 
bislacco  -  bislàeeh 
bislungo  -  bislunga 
bismalva  -  màlvdn 
bisnonno    -    bisnòno,    hi- 

snòna 
bisognare  -  Insogna 
bisogno  -    ocor,    esigensa, 

bisògn 
bisognoso  -  riUrètt 
bissacela  -  éàchèta 
bisteca  -  hiftèech 
bisturi  -  bisturi 
bisunto  -  bisilne,    bisilnt, 

besùnc, 
bitorzoletto     -    brosimù, 

hrosàioeu, 
bitorzolo  -  bròéol 
bitume  -  bitiimm 
bivaccare  -  hivàcà 
bivacco  -  bivàcch 
bizzarro   -  bàlédn,   bisàr, 

estròs,  eiiriòs,  stràvàgdnt 
bizeffe  (a)  -  à  bisèff 
blando  -  dols 
bloccare  -  blocà 
blocco  -  blóeeh 
blu  -  bleu 
blusa  -  bluse 
boa  -  bòa 
bobbia  -  gèpa 
bocca  -baca  [dama 

bocca  di    dama  -  bòea  de 
bocca  (di  leone)    -   boceh 

de  leon 
boccaccia  -  bocàseia 
boccaiuola  -  hochèta 
boccale  -  bocaa,  bocal 
boccalone  -  càràgnòn 
boccame  -  bocàmm 
boccascena  -  proscèni 
boccata  -  bocàda 
boccetta    -    flàcòn,   gèpa, 

bogèta,  bogetìn 
boccettina  -  bogètìna 
boccettino  -  bogetm 
bocchetta  -  bochèta,  bochin 
bocchina  -  bochèta,  bochìna 


bocchino  -  bochèll,  bochin, 

càntu 
boccia  -  botòn,    boi^glico 

botèglia ,    botèlia,    bdeia^ 

bàia 
boccina  -  bogèta 
boccino    -    bògtn,    bàlin,^ 
boccino  -  biiscìn 
boccio  -  botnn 
boccione  -  balista .  LotlgUòn- 

botègliòna, 
boccinolo  -  borión,  bocbèll(. 

bilscidn,  biléeròtt 
hocco  -  bàli 
bocconcello  -  morèlli' 
bocconcino  -  bocomn 
boccone  -  hocàseìa,  bocnm 
boddacchino  -  bàgàgcll 
bodino  -  fldn 
bodola  -  bòtola 
boga  -  bòga 
boia  -  bòia 
bolgetta  -  borirla 
bolla  -  bòsa,  géma,  so/iài,. 

veélga 
bollare  -  boia,  tèng 
bollato  -  bolaa 
bollente  -  biiiént 
bollerò  -  stipa 
bolli-bolli  -  sàrcc-.sàra,  cà~ 

tàbréga,  ferment 
bolliciattola  -  calcinar aìu-l 

càlcinirceu 
bollimento  -  bilìda 
bollire  -  bill,  buj 
bollito  -  lèse 
bollitura  -  bilìda,  bUidÉ- 

ra,  decòtt,   perbilidi/ra 
bollizione  -  biiida 
bollo  -  boli,  biiserm 
bollore  -  b&J 
bolo  -  bòli 
bolso  -  boia 
bomba    -    bàndèra,     bcila\ 

bómba,    éègn 
bomba    (giuoc.are    a)    - 

bara    (giùgà    à),    qnMer 

càntón 
bombare  -  ciàrì 
bombarda  -  trómba 
bombardamento    -    bom- 

bàrdàmént 
bombardare  -  bombarda 
bombardino  -   bombàrdìn 
bombardone  -  bombàrdón 
bomberò  -  btlmba 


boni 


-  956  - 


fera 


:  bombo  -  honhòn,  bohd 
bomboccione,  boiiib oc- 
ciotto  -  mà§'  ciòtt 
bombacciottolo  -  fàsoròtt 
boii'ora  -  honùra  [ntisc 
bollacelo  -  hoinhàson,  bo- 
bouaiuano     -     bònàmdn , 

mància 
bonariamente  -  bònàmént 
bonarietà  -  bonomia 
boncinello  -  bolson,ogiceu 
bondiola  -  hondiaùra,  boii- 

dàio'ùla 
bonetto  -  bonHt,  tortèra 
bono  -  bòli,  écontrln,  fin 
bononio  -  bòn  òmm 
bontà  -  bontaa,  tìtol 
borbottamente  -  bàrbotà- 

mènt,  hàrbotàda 
borbottare  -  barbata,  ma- 
cola, rogna,  toHtogtià 
borbottio  -  bàrbotàméitt, 
borbottone  -  bàrbotàfà- 
sceù,  bàriotón,  bàrbotòna 
borchia  -  bochèta,    mttpa^ 

molèta 
borchie  -  guàrniéión 
borchio  -  bòlgia 
bordello  -   bordèll,  trebii- 
.     Ièri, 

bordo  -  bordo, 
bordone    -    scolciòn,   scì- 

sciòn 
bordoni  -  scolciòn 
boreale  -  boreàl         [sgioà 
borghese  -  borghès,     bor- 
borghesia  -  borghesìa 
borghetto  -  borghètt 
borgo  -  borgh 
boria  -  bòria 
borioso  -  borìds  [già 

borraccia  -  bottgia,  bora- 
borace  -  bords 
boraciere  -  boràsin 
borracina  -  tèpa,  mufa 
borraggine  -  boràgeu 
borrana  -  boràgen,  hriigo- 

Iòsa 
borsa  -  bórsa,  boréèta 
b  or  saccia  -  borsàscia 
borsaiolo  -  horéiroeu 
borse  -  èàcòcc 
borsellino  -  boréìn 
borsettina  -  borèètìna 
borsiglio  -  bori-in 
borsìneri  (i)  -  bori-ime 


borsone  -  bolgiòtt,  boréòn 
boscaccio  -  boscose 
boscaglia  -  boseàia 
boscaiolo  -  hoéchir(zu 
boschetto  -  boschètt 
boschino  -  boschina 
bosco  (uccello  acq.)  -  boi-ch, 

còli  rosé 
bosinata  -  bosinMa 
bosino  -  bosin 
bosso  -  màrtèll 
bossoletto  -  biiserin 
bossolo  -    bàlotèra,   biiào- 

lòtt,     biiàeròtt,     biièerin, 

bòsor,  épin  biànch,  codee, 

màrtèll 
boto  -  màrmòta,  mortee 
botola  -  biiseròtt 
botta  -   bota,   colp,  paca, 

i-ài-àda 
bottaccio  -  gorga 
bottaio  -  i-egionee 
bottale  -  botai 
botanica  -  botànica 
bottarga  -  botàrga 
bottatrice  -  botrisa 
botte  -  bàita  bónsa,  vàsèll 
bottega  -  negòsi,  botéga 
bottega  (a  vento)  -  banca, 

bànchin 
bottegaccia  -  botcgàscia 
bottegaia  -  botegàra 
bottegaino  -  botegàrìn 
bottegaio  -  botegàr 
bottegaiuccio  -  botegàrÈsc 
botteghetta   -  botegkUa 
botteghino  -  lotiroeiì,  ho- 

teghìn,  cààèta 
bottegona  -  botegòna 
bottegone  -  botegòn 
bottegaccia  -  botegùscia 
bottellino  -  etichèta 
bottello  -  bàgàtèla,  càrtelin 

etichèta 
botticella  -  botesUa,  fèààca 
bottiglia  -   6o%/m,     bo- 

tèglia,   -  botèlia 
bottiglieria  -  botiglìeria, 

botègliària ,     botèglieria , 

cantina 
bottiglietta  -  botèglièla 
bottinaio  -  nàvàscee 
bottino   -  eàsèll,  màgàsin 
botto  -  bàgàgèll,  bòtt 
bottonaio  -    botonàtt,    bo- 

tonee 


bottoncino   -  bogetìn,   bo- 

tonin 
bottone    -   bogetìn,   botòn, 

tnàpa,  gropètt 
bottoni  (botanica)  -   caper 

càpiiscìn 
bottoniera  -  botane r a 
bottoniere  -  botonàtt,  bo- 

tonae 
bottnme  -  vàselàmm 
bove  -  bò,  boeu 
bovina  -  bovina 
bozza  -  boràdòr,  proeiìva  de 

i-tàmpa,  bòéa,  bòi-i,  bugna 
bozzetto  boàètt 
bozzima  -  bmUsma 
bozzolano  -  bicialdn 
bozzolaro     -    bombonàtt , 

bombonee 
bozzoliera  -  gàletéra 
bozzolo  -  gàlèta 
braca  -  braga,  fàléèta 
bracalone  -  bràgàsción 
braccetto  -  bràsètt 
bracchiere  -  eàscin 
bracciale  -  brasai 
braccialetto    -    bràéàUtt, 

mànìli;  bràeiàlètt 
bracciata  -  bràsciàda 
bracciatella  -  bràsciaii 
bracciatura  -  brài-àdùra 
bracciere  -  bràsér,    càcà- 

lièr  àervént 
braccìno  -  bràscin 
braccio  -  bràse,  brasi,  dièta, 

bàstòn,  [dita 

bracciolo  -  bràscioeù,  càn- 
bracco  -  bràcch 
brace  -  càrbonìna,  brasa, 

brasca 
braghe   -  bràgh,    mudànd 
brachetta   -  braga,   pàta, 

ivàsàdura  [degheo 

brachiere   -  bràghee,    àn- 
brachieraio    -  bràgherìita 
braciare  -  brasa 
braciere  -  braserà       [itree 
bracino  -    càrbonee,   scio- 
braciola  -  fricàndd 
braciuola  -  coteUta 
bradiglio  -  bràdili 
braghetta  -  braga 
brama  -  brama 
bramare  -  desidera 
branca  -  égriff 
brancale  -  bràncdl 


bra 


—  957  — 


1t»rii 


brancata  -  branca,    bràn- 

ctlda,  pilgn 
branchie  -  bàrhèll 
brancicare  -  màétmà 
brajicicatura   -   màstinà- 
b  ranco  -  ròse  [dtira 

brancolare  -  pàspà 
branda  -  brfLnda 
bi'audellì  (a)  -  à  bindolerà 
brandello    -  pàtilèll ,   pà- 

tiièla,  strigòàs,  bocòn 
brani  (a)  -  d  bindolerà 
brano  -  ètrigòéà,  tòccìi 
brasca  -  bràsii 
Brasile  -  Bràsii 
bravacciata  -  Milàda 
bravaccio  -  bùio 
bravare    -    spara ,    brava 
bravazzata  -  bràvàda,  Mi- 
làda 
bravazzone  -  biilàéo 
bravo  -  brào 
bravone  -  billàèo 
bravura  -  bràvUra 
breccia   -    brècia,   scèpp, 

geron 
brendoli  (a)  -  à  bindolerà 
\    brenna  -  rttgia,  bròcch 
\    brenta  -  brènta 
V  brentina  -  hrentìna 
I    bressanella  .  -    brééànUa, 
breèàna 
brevag'g'io  -  brèvàgg 
breve  -  curi 
brevetto  -  brevètt 
breviario  -  breviàri 
brevità  -  cUrtH-a 
brezza  -  brtsa 
brezzolone  -  infrògiò 
briaco  -  cioeeh 
bricche  -  brìeol,  bricch 
bricciche  -  bàràvàj 
brìcciolo  -  ndnM-ia 
"'•'    bricco  -  càfetèra,  cdgoma 
bricconaccio  -  bàlosmi 
bricconata  -  bàlosdda,  bri- 

conàda,  ràbotàda 
bricconatella  -  MloéMèla, 

bàlosàdìna 
briccone  -  birb&n,  bàlòùé, 

bàloédn,  bricòn 
briconeg'g'iare  -  ràhotà 
bricconeria  -  bricontida 
bricia,  briciola,  briciolo 
-  freguia 


briga  -  crùsi,  fastìdi,  crtca, 
mestee,  qiiistión,  éervtsi 
brig-adiere  -  brigàdér 
brigrante  -  hrigdnt 
brigantino  -  brigàntin 
brigata-  bregàda,  brigàda, 

compagnia,  cotària 
brighella  -  brighila 
brigidini  -  citicer 
briglia  -  bria,  rédencc 
briglia  io  -  briee 
brillantare  -  faceta 
brillante  -  brilànt 
brillantore  -  brilcmtà 
brillare  -  breiìià,  pila,  bri- 
là,     bdscià,    cipti,   mosà 
brillo  -  àlégher,  brill 
brina  -  brìna^  prina 
brinare  -  brina,  prinà 
brinata  -  prinMa 
brindisi  -    brindes,    brin- 
disi 
brio  -  vivàcitaa,  brio 
brioso  -  àlégher 
brissa  -  brìsca 
briscola  -  briscola 
briscole  -  càfè,  briscolln 
briscolone  -  briècolòn 
briscoluccia  briscolèta 
brividi  -  sg'^sol 
brividio  -  bàrbèlàmènt 
brivido  -  brivid,    bàrbèlà- 
mènt 
brizzolato  -  picolaa 
brocca  -  bròca.  càtàflgh 
broccatella,  broccatino  - 

brocàdèll 
broccato  -  brocaa 
brocclietta  -  brocheta 
brocchetto  -  brochètt 
brocco     -    braca,     bròcch, 

gropp,  speron 
broccolo  (di  uomo  stupido) 
-  bàcol,  bàcol  de  Serègn, 
mtipa 
broda  -  borlanda,  brmida, 

coróbia 
brodetto  -  roàUmàda 
brodiglia  -  broetlda 
brodo  -  brceud,    conàiimè, 

corbolion 
brodone  -  Irodòn 
brodoso  -  brodòs 
broduccio  -  brodìn 
brogiotto  ^  floròn 
broletto  -  brotètt,  broètt 


bronchi  -  hrónchi 
bronchiale  -  bronchiM 
bronchite  -bronchite, broii' 

ch/tide,  bronchltica 
broncio  -  miisdn,  mùtria 
broncone  -  codeghèta,  pài, 

mànègia 
brontolamento  -  brontola' 

mènt,  ràngògn 
brontolare     -     brontola , 

ràngognà,   rogna,    tonto» 

gnà,  tàcognà 
brontolone    -    hàrbotàfà- 

sceù,  bàrhotdn,  brontolòn, 

ràngognòn 
bronzina  -  forma 
bronzino  -  bronn 
bronzista     -     bronsinvà  ,  - 

bronsiéta, 
bronzo  -  broni- 
broscia  -  hrodàrìa,  bro'uda 
brossa  -  gràtàfànga 
broughani  -  briimm 
brozzola  -  braca 
brucare  -  sbrocà 
bruciacchiare  -  hrllsàtà 
bruciacoda  -  brilsàcóa 
bruciaculo  -  brilsdr 
bruciaglia   -   hàchettn    de 

brusà 
bruciare  -  bigia,  briisà 
bruciasiepi  -  brilsàscès 
bruciata  -  bigiàda,  bigià^- 

dlna  [dèli 

bruciate  ■   biroeùl.    hriisà- 
bruciataio  -  birolàlt.  inà- 

ronee 
bruciatene  -  hriisàdi-ll 
bruciatura  -  hrnmdùra 
brucio  -  briìs,  gàtina 
brucioli  -  bilsctij 
bruciore  -  hesèi,  brii^or 
bruco  (della    vite)  -  bà- 

làbiòtt 
bruco  -  àlemàr,    .scgn,  sè- 

gnàcol,    càmola,    gàtina, 

olivata 
brughiera  -  briighèra 
brulicame  -  nìvola 
brullo  -  biòtt,  sbliisc 
brunellino  -  brimèll 
brunetto  -  morètt 
brunire  -  imbornì 
brunitoio  -  bomidòr,  im-  ~ 

bornidòr 
brunitore  -  imbornidòr 


bru 


—  958  - 


but 


1t)ruuo  -  condisión,  luto,  tene 
brusca  -  hrùétia 
bruscagrlia  -  hiiscàj 
bruscaio  -  hrUàtiàtt 
bruscatura  -  hrovàdura 
briischette   (far  alle)   - 

huéchèta 
bruscolo  -  pelUech,  filtLpet\ 

hiischln,  hùéca 
brusco  -  hriiéeh 
brusio  -hordelèri,gàsàghee 
brusone  -  hì-usóu 
brutale  -  hèstiàl 
bruto  -  hèètia 
bruttacelo  -  hrùttse 
bruttaccione  -  brutondn 
brnttacchiolo  -  hrtitòtt 
bruttezza  -  Ja-uteàa 
bruttino  ,  hriitìn 
brutto  -  hriitt 
bruttomale  -  hriitura 
bruttone  -  briitòn 
bruttura  -  imondisi 
bruzzag'lia  -  vespee 
bu,  bu  -  bop,  bop,  bob,  bob 
bua  -  hobaa 
buaccio   -  boàseiòn ,    ma- 

màliicòn,    mànsòtt 
buacciolo  -  bàbiiàsé 
buaccioue  -  niàmàlucòn 
bubbola  -  bìlba^  ciàlàda 
bubbolare  -  bilgà 
bubboliera  -  eiochéra 
bubbolini  -  coniàgitt 
bubbolo  -  eàmpànìn,  cio- 

chìn,  sontti 
bubboncino  -  bilgnotiseèll 
bubbone  -  biibòn,    biignòn 
buca  -  f5pa,   déficit,   bus, 

busa,  boeitcc,  bocheta 
bucacori  -  cisquitt 
bucaneve  -  càmpàuitt 
bucapere  -  cornàbò 
bucare  -  sbiisà,  sbogià 
bucatino  -  biigàdma,  bii- 

gàdìn 
bucato  -  biis,  biigàda 
bucatura  -  sbogiàdtìra 
bucherattolo  -  hilsiroeùla 
bucherellino  -  bilsìn 
buchettino  -  bilsin 
buchino  -   bUsìn,  bogìn, 

boeucc  in  barba 
buccia  -  pelesina,  peli, 

.s'cdréa,  rùSca 
buccinarsi  -  tronà 


buccio  grana 

buccola  -  bdcola,  i  pendént 

buccoletta  -  bocolèta 

buci!  -  cito.' 

bucinio  -  cicioritt 

buco  -  bils,  boeucc 

buco  tò!  -  ciO^pa  ch'el  gKè! 

bucobia  -  biicolega,  bucò- 
lica 

bucolino  -  biism,  bogìn 

budella  -  biidèll 

budelle  -  budèll 

budello  -  biièll ,  biisèca, 
biisècch 

budiniera  -  bonètt 

budino  -  bodìn 

budriere  -  bodriee 

bue  -  màns,  bò,  boeù 

bufalo  -  bufai,  bùfol 

bufare  -  fiocQ, 

bufera  -  borimri,  iiragàn 

buffare  -  bofà 

buffetto  -  goga,  pàpin 

buffo  -  bofàda,  buff,  strà- 
vént 

buffonaccio  -  biifonòn 

buffonata  -  biifontlda 

buffoncello  -  biifonèll 

buffone  -  hiifón,  gott 

buffonegrgiare  -  bìlfmiti 

buffoneria  -  pàiàsciàda 

bugrliolo  -  mààtelètt 

buglione  -   niiscmàsc 

bugia  -  bosìa,  fandonia, 
càrdtola 

bugiardaccio  -  bosàrdàse 

bugiarderia  -  bosàrdàrta 

bugiardo  -  bosàrd 

bugiaza  -  biigitts 

bugietta  -  bosièta 

bugigattolo  -  boeucc,   bus 

bugione  -  boétòn 

bugna  -  bugna 

bugnato  -  à  bilgn 

bugnola  -  gàbiòtt 

buio  -  foseh^  sdir 

bulbo  -  scigòla 

bulgaro  -  bùlgher 

bulino  -  bolìn 

bulletta  -  bolèta,  étàckèta 

bullettame  -  brocàmm , 
stàcìiètàmm 

bullettario  -  boletàri 

buUettina  -  brochèta 

buUettinaio   -    bigliètàri 

bnllettino  -  bolèthi 


buUetto  -  dolèta         [dòn 
buUettone  -  brocon,  cio- 
buon  uomo    -   bon  oììiàse 
buonalana  -  tomètt 
buon  gusto  -  bontòn 
buonissimo  -  bonént,  bon 

bonènt 
buono  -  sàvi,  hùn 
buontempone  -   bàlàbon- 

témp,  bontempon,  somè- 

nàhontémp 
burattare  -  bilràtà 
burattinata  -  bìlràtinàda, 

ciribiràda 
I  burattino  -  buràtin,  ma- 
gateli, blìcter 
buratto  -   buràtón,  hiiràtt 
burbera  -  hUlbera,  bulbora, 

burba,  tornèll 
burbero  -  btirber,  rtiètich 
burchiello  -  eomhàll 
bure  -  bilrètt 
burgravio  -  càfu 
burla  -  burla,   sehèrs 
burlare  -  mvàitt,  seller ùù, 
burletta  -  burlata 
burlone  -  giugàton 
burocrazia  -  burocrazìa 
burraio  -  biiteree 
burrasca  -  boràsca 
burraschetta  -  boràschèta 
burraschina  -   boràècheta 
burro  -  biitèr 
burroso  -  biiteròs 
buscare  -  cerca,  biiseù, 
buscate  -  biièeaa 
bnsclierata  -  àsnàda 
buscherio  -  bàcdn 
buscherone  -  bolgirón 
bussare  -  bàtt,  pica 
bussata  -  batòsta 
busse  -  bòtt,  bota 
bussetto  -  dàndàld 
bussola   -   bùsera,   buèola 

bì-ustia,  portantina 
bussolare  -  brUàtit 
bussoletta  -  àntiportìn 
bussolotto  -  biiéolòtt,  bii- 

éeròtt  [étiice 

busta  -   ànvelòpp,    busta, 
Busto  Arsizio  -  BuH 
busto  -  biiM,  fàsèta 
bustina  -  ànvelopìn 
bustino  -  bustina 
butirro  -  biitér 
butirroso  -  biiteròs 


but 


959  - 


cai 


buttafuori  -  hiitàfmlra 
buttagra  -  ovèra,  ocra 
buttare  -  Imtà,  tra 
buttarsi  -  hiitàsé 
buttata  -  Liitàda,  hiltt 
butterare  -  shogiti 
butterato  -  càrpogn 
buttero  -   Loeuce,   shogià- 

dura 
butteroso  -  càrpogn 
buzzo  -  fìoriech,  eonsolaa, 

cosinètt,  giigirceu,  molàsc 
buzzouaccio  -  bongé 

O 

cabala   -  gtlbola,    menàda 

cabalare  -  gàbolà 

cabaletta  -  càbàlèta 

cabina  -  cabina 

cabriolè  -  cabriolè 

caca  -  cìépa 

cacadubbi  -  càgàdubì,  eà- 
chétich,  piUma 

cacaiola-  càgàrèla,  càghèta 

cacare  -  caga 

cacarella  -  càghèta 

cacata  -  càgàda 

cacatura  -  càgher 

cacazeccliino  -  càgàsechìn 

cacca  -  caca 

caccao  -  cacào 

caccaos  -  cacào 

cacchione  -  càgnon 

cacchioni  -  càn 

caccia  -  ctcia  {Uòrt 

cacciabotte  -  biitàvàn,  fèr 

cacciadiavoli  -  èrba  bal- 
samina 

cacciagione  -  eiàpàda 

cacciamosche  -  moschi- 
rceùla 

cacciaufuori  -  scigóla,  in- 
clisgnenèla,  incuginèla, 
inciidinèla  {càscia 

cacciare    (mandar    via)    - 

cacciarsi  -  càsciàsè 

cacciatoia  -  càseiàciòd 

cacciatoio  -  càsciàcitni 

cacciatora  -  càciàdòra 

cacciatore  -  càeiàdòr 

cacciatoruzzo  -  fàlopee, 
brusàscés 

cacciavite  -  càsciàmt 

caccola  -  caper 


cacherella  ■•  boriai 
cacherello  -  càgher 
cacheroso  -  frignaa 
caciaia  -  ceserà 
caccialo  -  formàgee,  càsce 
cacciaiolo  -  càsce 
caciciolo  -  formàgèla 
cacio  -  formai,  formàgg 
caciola  -  càrsénéa 
cacioso  -  càgiaa 
cacìuolo  -  formàgin 
cacone  -  càgòn 
cadavere  -  càdàver 
cadaverico  -  càdàvérich 
cadenza  -  càdénsa 
cadere-  capita,  boria,  eroda 
cadetto  -  minor,  càdèti 
caduta  -  crodàda 
caffè  -  eàfè 
caffeaus  -  càfèàns 
caffeino  -  càferìn 
caffeista  -  càferàtt 
caffettiera  -  càfètéra 
caffettiere  -  càfètee 
caffeuccio  -  càfei-Use 
caffo  -  disper 
cagione  -  mottv,  càiisa 
cagionevole  -  màlinghér 
caglio  -  càgg,  Agra 
cagna  -  cagna 
cagnaccio  -  càgnàse 
cagnaia  -  boiàda 
cagnoletto  -  càgnoeu 
cagnolina  -  càgnèta 
cagnolini  -  ftoeil  del  càn 
cagnolino  -  càgnoeu,   cà- 

gnolln 
Caino  -  Càìn 
calabraclie  (fare  a)  -  giiigti 

à  càlàbràgh 
calabrìno  -  mùgndn 
calabrone  -  gàlàvròn 
calaniaietto  -  càrimàrtn 
calaniaino  -  càrimàrtn 
calamaio  -  càrimaa,  càri- 

màréra 
calamina  -  càlàmma 
calamita  -  calamita 
calamità  -  briiàtiMa,    di- 

sgràéia 
calamitare  -  calamità 
calappio  -  trapala 
calare  -  càia,  vegnì 
calata  -  càlàda 
calca  -  calca,  fola,  fldta 
calcafogli  -  fermàctirt 


calcagninolo  -  dent  de  càn 
calcagno  -  càleàgn,  tàcch, 

tàldn 
calcalettere  -  fermàcàrt 
calcare  -  calca,  fola 
calcato  -  càlcaa 
calcatoio  -  crivèll 
calce  -  calcina 
calcedonia  -  càlcidòaia 
calcese  -  màsàprèj 
calcestruzzo    -    càlcèéter, 

càlcestriiss  ■ 
calcetto  -  nas,  5) 
calchino  -  càlchin 
calcina  -  calcina,  molta 
calcinaccio  -  calcinasi 
calcinaio  -  càlcinee,  bagnò 
calcinello    -    calcinarmi, 

calcinirceù  [sciàda 

calcio  -  pcc-in-del-cilil,  pe- 
calcolabile  -  calcolàbil 
calcolatore    -   càlcolàdór, 

eàlcolàdòra 
calcolare  -  calcola 
calcele  -  càlcol 
calcoliui  -  bàsgeritt 
calcolo  -  càlcol 
caldaccio  -  càldùn 
caldaia  -  càldàr,  caldèra 
caldaiata  -  càldàràda 
caldaione  -  càldàròn 
caldaiuola  -  bràsciortn 
caldamente  -  càldàmènt 
calda  nino  -  mari,  scalditi 
caldano  -  braserà 
caldarrostaio    -   birolàtt , 

màronee 
calderaio  -  màgnàn 
calderottina  -  càldàrlna 
calderottino  -  càldàrìn 
calderotto  -   càldàr,    cài- 
caldina  -  letórìn        [dàròtt 
caldino  -  lefortn,  càldin 
caldissimamente  -  càldisi- 

màmènt 
caldissimo  -  càldiéim 
caldo  -  càld 
calduccio  -  càldÈsc 
caldura  -  caldura 
calendario   -  tàciiln,    ca- 
lendàri 
calende  -   càlènd,  càlènde 
calenzuolo  -  àmoròtt 
calere  -  importa,  infà 
calessabile  -  càrosàbil 
calessata  -  càrosàda 


cai 


-  960 


caii 


calesse  -  cdìèss,  càlèse 
calessino  -  càlèèìn 
Ccilesso   -    càlèéìn,    càlèse, 

sèdia 
calìa  -  briisaa 
calibratoio  -  càlìber,    cà- 
libro 
calice  -  etiles,  cftlis 
calicetto  -  càlesìn 
caligine  -  nèbia 
caliginoso  -  nèbiaa 
calla  -  màé'chèrpa 
callettino  -  càlìn 
calligrafia  -  càligràfia 
calligrafico  -  càligrtifich 
calligrafo  -  càlìgràfo 
callista  -  càlìsta 
callo  -  flòeeh,  cali 
callotta  -  càlòta 
calma  -  calma 
calmante  -  caimani 
calmare    -    càlmtb,    pàdi- 

mta,    quieta,    quieta  già, 

imbonì 
calmarsi  -  càlmàès 
calmo  -  etimo 
calmucco  -  càlviiicch 
calo  -  cali 

calomelano  -  càlomeldn 
calbre  -  cùlòr 
calorifero  -  càlortfeì- 
calorino  -  càlorìn 
caloroso  -  càloròs 
calosce  -  clàcch 
calterire  -  intàeà 
calngine  -  écolciòn 
calunnia  -  càlùnia 
calunniare  -  càliinià 
calvario  -  calvàri 
calvello  -  mondèll 
calvezza  -  pitléa 
calvo  -  pelaa 
calza    -    baisela,    calsela , 

pànn,  puntai 
calzacela  -  càlsètàseia 
calzare  -  càléà 
calzatoia  -  tàpèll,  torno 
calzatoio  -  còrno 
calzatura   -  càlsàdura , 

ìicàrpa 
calzettaio  -  càlàètee 
calzolaia  -  càlàolàra 
calzolai  no  -  càlsolàrin 
calzolaio    -   càlsolàr,    cà- 

b-olàr 


calzolaiuccio  -  càlsolànusc 
calzoleria  -  cùUolùria 
calzouacci  -  càlsontisc 
calzoncini  -  càlàonitt 
calzone  -  càléòn,  pàntàlòn 
calzoni  -  càlàòn^  bràgh 
camaleonte  -  bàndirmtla 
cani  arra  -  martingala 
cambellotto  -  càmelòtt 
cambia-monete  -  crìmbià- 

vàlut 
cambiale  -  cambiai 
cambialetta  -  càmbiàlèta 
cambialtna  -   càmbiàlèta 
cambialuccìa  -  càmbiàlèta 
cambiamento    -    càmbià- 

niènt,  vàriàsiòn 
cambiare  -  cambiti,  volta, 

variti^  miidà 
cambiarsi  -  càmbiàsè 
cambiavalute    -    càmbià- 

vàlÈt 
cambio  -  càmbi,  scàmbi 
cambista  -  càmbimàlùt 
cambrì    -   cambrì, ,    cam- 

bricch 
camelia  -  camelia 
camello  -  càmèll 
camera  -  càmera,    stànèa 
cameraccia  -  càmiisciòn 
camerata  -  càmeràda,  cà- 

màràda,  compàgn 
camerella  -  moschètt 
cameriera  -  donsèla,  cà- 

meréra,  cameriera 
cameriere  -  cìimerèr 
camerino    ■   càmàrìn,  cà- 

merln,  càmer,  cela 
camice  -  eàmes 
camicetta  -  càmièèta 
camicia  -  càmìsa 
camiciaio  -   càmisàtt,  ca- 

misee 
camicina  -  càmiscetì,    cà- 

misorìn 
camiciona  -  càmisona 
camiciotto     -     càmisòit , 

blilsc 
camìciuola  -  biàn^hèta 
camisaccia  -  càmisàscia 
cammellotto    -    càmelòtt, 

molctòn 
cammeo  -  càrneo 
cammiccio  -  graa 
camminare  -  càminà         j 
camminata  -  càminàda     i 


camminatina   -    càminà- 
dìna  [dar 

camminatore    -    càminà- 
caniminatnra  -   àndàdÈra 
canini  inetto   -  càmimtt 
camminiera    -    càsèta   di 

lègn,  eàminéra 
cammino  -  càmìn 
camomilla  -  crèépola,  cà- 

màmèla 
camorra  -  càmòra 
camorrista  -   càmorUta 
camoscio  -  carnose 
campagna   -    campagna  ' 
!  campagnaccia    -    càmpà- 
I      gnàscia 
campagnata     -     scàmpà- 

gnàda 
campagnuolo     -    forèné, 

càrnjìàgiMeù 
campale  -  campài 
campana  -  campana 
campanaccio    -    hàgolùn , 
I      càmpànèll 

i  campanaio    -    càmpànàtt 
!  campanella  -  càmpànèla 
campanelle  -  goti,  ànelitt 
campanelletto  -    campa- 

nclin 
campanello  -  ogireù,  càm- 
pànìn 

campanina  -  càmpàntna 
campano  -  campanili 
campanone    -    cùmpànón 
campanuccia  -  eiochèta 
campanula     -     càmpànhi 
campare  -  scampa 
camparo  -  càmpee 
camparsela  -  campasela 
campata  -  càmpàda 
campeggiare  -  campegi(% 

risalta 
campeggio  -  càmpeg,  càm- 

piice,    càmpusc 
campi  -  fóndi 
campione   -    móstra,    mo- 

strìn,  càmpiùn 
campo  -  losugh,    sìt,    tèra^ 
camp  ,   càmpàda  ,     cam- 
pagna,  fònd,  fóndi 
camposanto  -  càpèànt,  fo 

pan,  cimitèri. 
camuso  -  schisción 
canaccio  -  càgnàsc 
canaglia  •  cànàia,  bàloiàia^ 
ràsàpàia 


can 


961  — 


canagliata  -  cànàiMa 
cauaglioue  -  cànàion 
cauaiuoli  -  liiitt 
canala  (la)  -  cantila 
canale  -  canài,  cànaa,  gàlee 
canaletto   canalino  -  ca- 
naletti cànàlin 
cànapa  -  cànàvdsa^    cane- 

Tosa,  ctinef,  ct/nov 
cànapa  maschia  -  ctneva 

mtis'cia  [fèmina 

cànapa  femmina  -  ctlneva 
canaparola  -  cànevàroeula, 

tilinòtt 
canapaia  -  cànevec 
canapaio  -  cànevdn 
canapè  -  cànape 
canapeino  -  cànàpèrm 
canapiglia  -  albera 
canapino    -    cànevàroeula, 

cànevtn 
canapule  -  cànevùsc 
canapuli  -  bdrbàj  [Un 

canarino  -  cànerln,  càne- 
canavaccio  -  cànevàsé 
cancellare  -  càncelà,  écàsà 
cancellata  -  rèételàda,  cà- 

jjonera 
cancellatura  -  càncelàdùra 
cancelleresco  -  bilrocràtich 
cancelleria    -  cànceleria 
cancelliere  -  càncelér 
cancherino  -  cr&éi,  fastìdi 
canchero   -  bàràca,    càtà- 

ntlj\    impiMter,    ciànfer, 

cdlàncà 
cancrena  -  càncrhia 
cancrenoso  -  càncrends 
cancro  -  ctinero,  càgnòn 
candela  -  candéla,  càndìla 
candelabro  -  candelabro 
candeletta  -  càndiUta 
candelina  -  cerìn,    càndi- 

lìna 
candelona  -  càndildna 
Candelora  -  Serimùla 
candelotto  -  càndilòtt 
caudelliere  -  càndilee 
candellierino  -  càndilertn 
candidato  -  càndidaa 
candidatura  -  candidatura 
candidezza  -  biànchèsa 
càndido  -    bitinch   ctlndid 
candìero  -  éàbàidn 
candire  -  càrdmelà,  càiulì, 

càndida 


candito  -  candid,  candii 
candore  -  biànchèéa 
cane  -  cdn,  ciào 
canestraio  -  càvàgnàtt,  ca- 

vàgnee 
canestrata   -  càvàgnàda 
canestrino    -    càmìgnceù, 

càcàgnìn,  ectvàgnorìn 
canestro  -  càvttgn 
canestrone  -  bànàMra,  bà- 

nàSta,  càvàgnòtt 
canestruccio    -  càvàgnUa 
canetteria  -  càgnetéra 
canevaccio  -  fregòn 
canfiuo  -  cànfin 
cànfora  -  ctLnfora 
canforato  -  cànforaa 
cangiamento  -  voltàda 
cangiante  -  càngiànt 
cangiare  -  cambia,  mildà 
canicola  -  canìcola 
canile  -  cucia,    càgnetéra, 

bàlin,  niàsG 
canina  -  càgneta 
canino  -  càgnìn,  càgncsil 
canizza  -  bàilìda 
canna  -  càna,  hàstón,  itòbo 
cannaio  -  ordir oeilla,    or- 

disoeula,  trombee 
cannella  -  eàntn,   bochìn, 

cànela,  cànèta,  spina 
cannellino  -  cànèta 
cannello  -  cànìn,  bochìn, 

cànèll,    cànèta,    époeUla, 

àtàsà 
cannellone  -  borlòn 
cannotto  -  beròtt 
cannevarola  -  cànevàroRiila 
cannonati    -    cànonàda , 

bàia 
cannoncini  -  cànonitt 
cannoncino    -    cànonéìn, 

mìcàrón 
Ciinnone  -  canon,  càna 
cannoneggiamento  -  cà- 

nonàmént 
cannoneggiare  -  cànonà 
cannoniere  -  cànonér,  cà- 

noniér  [ciàlàsc 

canocchialaccio   -   càno- 
canocchiale  -  cànociàl 
canone  -  càgnòn 
canonica  -    canònica,   cà- 

nònega 
canonicato   -   cànonegaa, 

cànonicaa 


canonico  -   cànònicìi,    cà- 

nònegh 
canonizzare  -  canonisti 
canotto  -  cànòtt  [gòìi 

e  movacelo  -  cànevàéé,  fre- 
cantabile  -  càntàbil 
cantacchiare  -  cantasela 
cantafavola  -  bàntbàna 
cantafera   -   lungàl u w- 

ghéra 
cantaiuolo  -  càntàdór 
cantante  -  cantante  càni'ór 
cantare  -  cànià 
cantare,  s.  m.  -  canto 
cantarellare  -  càntàrelà 
cantaride  -  càntàrèll 
cantastorie  -  bàrbàpedàna 
cantata  -  càntàda 
cantazzare  -  càntàscià 
canterano  -  càntàrà 
cantere  -  càsètt 
canterale  -demo 
canterella  -  càntàrèll 
canterina  -  càntàrina,  càn- 

tàràna 
canteo  -  éegèta,  cànter 
cantilena  -  cantilèna 
cintimplora  -  cànevèta 
cantina  -  cantina,  cròtt 
cantinaccia  -  càntinàscia 
cantiniere  -  càntinee 
cantinella  -  càntinèla 
cantinetta  -  càntinèta 
ciutiuina  -  càntinìn 
cantino  -  càntìn 
cantinone  -  càntinòn 
canto  -  canto,  càntòn,  cànt, 

canta 
cantonata    -    gàmbàrttda, 

gàmber,  càntonàda,  càn- 
tòn 
cantone  -  càntòn,  canto 
cantoniera  -  càntonàl 
cantoniere    -     càntoniér , 

càntonér,  bàgolòn 
cantonierina  -  càntonàlìn, 

etàsgè 
cantore  -  càntòr 
cantorino  -  coràl 
cantuccino     -     cìtntonìn, 

càntonscèll 
cantuccio  -   crostìn,    cor- 

nin,  càntòn 
canutiglia  -  càniitìlia 
c.muto  -  grìs 
canz  "nnccia  -  cànéonàscia 


can 

canzonare  -  càjiéontt,  co 

ionà,     èchèrstl,     tàvànt, 

sàvàiti,  mincionà 
canzonatore     -    mincio- 

nàdòr 
canzoncina  -  cànéonèta 
canzoae  -  cànéon 
caos  -  bisàbosa 
capaccio  -  eràpon      [àhil 
capace  -  capace,  brào^  boti, 
capacino  -  bràotn 
capacissimo  -  càpàcìsim 
capacità  -  càpàcitaa 
capacitare  -  capacitò, 
capannotto  -  càèinòtt 
capanella  -  gàsUn,  gàslètt 
capauelle  -  eàstèj 
capanna  -  càpàna,  càsìna, 

gàbànin 
capannetto  -  gàbànin 
capanno  -  càsòtt  [àlp 

capannone  -  fentl.  bardi, 
capannuccia  -  càsotèll 
caparbieria  -   ostinàéidn, 

cràponeria,  fisàsion 
caparbietà  -  gniicàrm,  tè- 

stàrdàgin 
caparbio  -  gniicch,  teèttrd 
caparra  -  càpòra 
caparrare  -  àcàpàrà,  fisa 
capassone  -  màsiicch 
capata  -  màsucàda,  coéàda 
capazza  -  càpàéa 
capelliera  -  lendenèru 
capelliera  della  saggina 

-  barba  déla  mélega 
capellini  -  fidelitt 
capello  -  càwU 
capelluto  -  càviòn 
capelvenere  -  càpilrèner 
capestro  -  càpèèter 
capettaccio  -  càpètìn 
capetto  -  cà^ìètt  [sin 

capezzale  -  tràvèrsìn,  co- 
capezzolo  -  càpèéol^  bortn, 

botonhi 
capifuoco  -  cuntn,  cUndta 
capìnerino  -  càponertn 
capinero  -  càpnégher 
capino  -  càpètt,  coéìn 
capiottare  -  càèotà  sii 
capiotto  -  càsòtt 
capire  -  capi 
capirosso  -  eoo  rosé 
capitagna  -  càvedàgna 
capitale  -  capital 


—  962  — 

capitaletto  -  càpitàlètt 
capitalista  -  capitalista 
capitalizzare  -  capitalisti 
capitaluccio  -  càpitàlusc 
capitanare  -  comanda 
capitaneria  -  capitaneria 
capitano  -  capitani 
capitare   -  capita,    boria., 

tocà,  imbàtes 
capitello  -  capiteli 
capitolare  -  capitola 
capitolato  -  càpitolaa 
capitolazione   -   càpitolà- 

siòn 
capitoletto,  capitolino  - 

càpitolln 
capitolo  -  capital 
capitombolo  -  càpitombol, 

toma,  sàltmorlàl 
capitozza  -  gàba  [ner 

capo  -  eoo,  càpp,  tèsta.,  gè- 
capobauda  -  càpbànda 
capocaccia  -  càpeàcia 
capocascinaio  -  càpcàsón 
cipocchia  -  testa,  pomèll, 

■màsochera 
capocchio  -  mààilcch 
capoccia  -  resgiò 
capocomico  -  càpedm.ieh 
capo  d'opera  -  càpdopera 
capoè  -  cacào 
capofila  -  càpfila 
ciiiìofabhricii  -  càpfàbriea 
capogiro  -  bàlorddn 
capoinfermiere    -   càpin- 

fermee 
capolista  -  càpliéta 
capoluogo  -  càplceùgh 
capomastro  -  càpmàster 
capomorto  -  mMer 
capone  -  eràpòn,    cràpòtt, 

teston,  coàòtt 
caponeria    -    oàtinàéiòn  , 

cràponeria 
capoperante  -  càmpàgnòn 
capopezza  -  testàna 
capoposto  -  càpp  post 
caporalaccio  -  càporàlàsc 
caporale  -  càporàl 
caporalino  -  càporàlìn 
caporaluccio  -  càporàMsc 
caporione  -  càporiòn 
caporosso  -  àneda  d'India, 

eoo  1-oss 
caposcuola  -  càpseceula 
caposezione  -  càpsesión 


cap 

caposoldo  -  càpsdld 
caposquadra-  càpéquàdra 
capostanza  -  càpétànsa 
capostazione  -  càpétàsiòn 
capo  strada  -  càntòn 
capotasto  -  captasi 
capotorto  -  becàformtij 
cappa  -  capa 
cappamagna  -  càpàmàgna 
cappella  -  capè  la 
cappellaccia  -  calandra 
cappellaccio  -  càpelàsc 
cappellaia  -  càpcléra 
cappellaio  -  càppìee 
cappellano  -  eàpelàn,  capo- 
lista 
cappellata  -  eàpelàda 
cappelletta  -  càpelHa 
cappelletto-  capeteti,  sci- 

viin  de  solèit,  guàrden 
cappelliera  -  càpeléra,  cu- 
stodia del  càpèll 
cappellina  -  càpelèta,  bra- 
ga, pidriòtt  [omètt 
cappellinaio    -    càpeléra, 
cappellino  -  càpelin 
cappello  -  càpèll,  càpeUna 
cappello   cliinese  -  càm- 

pànitt 
cappello  a  staio  -  cilinder 
cappellone  -  càpelòn,  sor- 
vèliànt  [siila 

cappellotto  -  càpéiill,  càp- 
cappe  -  càstèi 
capperi  -  ànima  hiiserina  /, 

tnincióni! ,  cioéca  ! 
cappero  -  caper 
cappiettino  -  àsèta 
cappio  -  càbi^    àsa,    capi, 

gàia 
cappita,cappiterina,cap- 
piteretta  -  càspita  !  ció- 
sca  ! 
capponaccio  -  càponàse 
capponaia  -  càponéra 
capponare  -  càponà 
cayponcello  -  eàponìn,  cà- 

ponsccll 
capponcino  -  càponin 
cappone  -  càpòn 
cappotina  -  càpotina 
cappotto  -  càpòtt 
cappuccino  -  càpiictn 
cappuccio    -    càpUcc,    eà- 

pùsc,  feltrìn 
capra  -  càvra 


cap 

capra  de'  fiorì  -  fiorerà 
capragrg'ine  -  làvàmdn 
capraio  -  càvree 
capretta  -  eàvrUa 
capretto  -  càvrètt,  càvàlètt 
capriata  -  drmàdÈra 
capriccelto  -  càprisiètt 
caprìcciaccio  -  càprisiàsc 
capriccio  -  eàprtéi,  erica, 
tintilo,  Èchiribiàs,  beschì- 
si,  grì  [siostise 

capricciosaccio  -  càpri- 
capricciosino  -  càprisiostn 
capriccioso    -     càprisids, 

cervelotich 
caprino  -  de  càvra 
capriolo  -  càvrioeii 
capro  -  càvròn 
caprugr^ine  -  gina 
capuccio;-  càpin        [làfus 
carabattole  -  bàràvàj,  bàr- 
carabina  -  carabina 
carabinata  -  eàràbinàda 
carabiniere   -    càràbinér, 

càràbiniér 
caracollare  -  càrÒAìoltl 
caradà  -  càràdtt 
caraffa  -  càrdifa 
carambolo    -    caràmbola, 
carolina  [nimèl 

caramella  -  càràmèla,  cà- 
caramelle  -  égiosgió 
caratello  -  bàrilètt  del  tòn 
carati  -  càraa 
caratteraccio  -  càràtertsc, 

nàtiiràlàse 
carattere  -  càràter,   scri- 

tÈra,  nàtiiràl 
caratterino  -  càràterin 
caratterista  -   càràteriéta 
caratteristico   -    càràteri- 

stich 
caratterizzare  -  càràterisà 
caratura  -  eàràdura,  àéiòn 
carbonaia  -  càponéra,  car- 
bonara [àtree 
carbonaio  -  càrbonee,  seio- 
Ciirbonato  -  càrbonaa 
carboncello  -  càrbonina 
carboncliiello  -  càrbonseèll 
carboncino    -    càrbonin , 

.  càrboìisin 
carbone  -  càrbon,    negron 
carbonella  -  càrbonina 
carbònico  -  càrbdnich 
carbònio  -  carbóni 


—  963  — 

carbonizzare  -  càrbonisà 
carcame  -  échèlter 
carcassa  -  càrcàsé,  oéàdUra 
carcero  -  preson 
carceri  -  «  career 
carceriere  -  càrcerer 
carciofaccio  -  àrticioeàse 
carciofaio,   carciofeto    - 

àrticiochéra 
carciofotto,  carcioflno  - 

àrticioehìn  [siaceli 

carciofo    -  àrticiòcch,  bi- 
carciofone  -  àrticiocon 
cardamomo  -  màniguèta 
cardare  -  carda,  écàrtegià 
cardatore  -  càrdàdor,  scàr- 

tegin 
cardellino,  cardello  -  rà- 

ràrìn,  cànerin,  làvàrin 
cardinale  -  cardinal,  gàr- 

dintil 
cardinalizio  -  càrdinàlisi 
cardine  -  càrdin,  cànchen 
cardo  -  càrdón 
cardo   làtteo   o   santo   - 

làciàròtt 
cardone  -  càrddn 
cardo  Santa  Maria  -  brii- 
carello  -  tàiee  [écòn 

carestia  -  càreétia.  scàr- 

èitaa 
caretto  -  liéea,  lièehèta 
carezza  -  càrèsa 
carezzare  -  càresà,  coeorà, 
"  totorà 

carezze  -  moinn 
carezzina  -  cara 
cariare  -    caria         [noni 
cariàtidi  -   omendn,  ome- 
càrica  -  eterica,  eàrega 
caricare  -  eàregà 
caricatura  -  caricatura 
càrice  -  liéchèta 
cariceto  -  lischee 
carico  -  eàrich,  pes 
cariello  -  tàiee 
carigliene  -  càriliòn,  cà- 

denààé.  càdenàsceii  à  ca- 
rillon 
carino  -  càrin        [eàirolaa 
carioso  -  cànós,  càriolaa, 
carissimo  -  càrtéim 
carità  -  càritaa  [Iona 

carlona  (alla)  -  à  là  car- 
Carmine  -  Càrmin 
carminio  -  càrmin 


car 

carnaccia  -  càrnàscia,  dc- 

rclnse,  dàrénsc 
carnag■io^e  -  càrnàgìdn 
carne  -  càma,  carne,  polpa^ 

cicia,  cici 
carnefice  -  bòia 
carnevale  -  eàmevàl,  càr- 

nevaa,   càrnoaa 
carnevaletto  -   càmoàlìn 
carnevalone  -  càmoàldn 
carniccio  -  camuse 
carniera  -  caritè,  s'giàché, 

càrnié 
carnoso  -  càrnòs 
caro  -  cdr 
carogna  -  carógna 
carognina  -  càrognèta,  cà- 

rognon 
Carolina  -   Carolina 
carolo  -  briison 
carota  -    càrdtola,   pàtàn- 

flàna  ,    pàrpòtera  ,    bàia, 

bàmbàna 
carovana   -  carovana,  gà- 

ràvò^na 
carpine  -  ctirpen 
carpinella     -     càrpànèll , 

càrpàneèa,  niseioUn 
carradore,  carraio  -  cà- 
carrata  -  càr  [ràdòr 

carratello  -  nàvtiscia 
carreggiabile   -  càrosàbil 
carreggiata  -  càrégia,  cà^ 

regiàda,  binàri 
carretta  -  càrèit 
carrettaio  -  càretee,  eàreto 
carrettata  -  càretàda 
carrettella  -  càretèla 
carrettiere  -  càretee 
carrettino  -    càretìn,    cà- 

reta 
carrettone-  càretón,  btra, 

càriàgina 
carrettoniere  -  bouree,  bà- 

risón 
carriaggio  -  càriàgg 
carriera  -  càriéra 
carriola  -  càrèta 
carro  -  càr 

carro  di  Boote  -  càr  màtt 
carroleva,    carromatto  - 

càrmàtt 
carrozza  -  eàròSa,  càrdeia 
carrozzabile  -  càrosàbil 
carrozzata  -  càròéàda,  eà- 

rociàda 


964  — 


cat 


carrozzella  -  cabriolè^  ci- 

tàdlna,  bi'ilmm 
carroizetta,  carrozzina  - 

càroseta 
carrozzone    -     eàrocion , 

bàrchètón  \rdbi 

carruba,  carrubbio  -  càr 
carrubo  -  gàràtola 
carrucola    -    rilsèla ,    ctir 

de  prèj,  càr  de  trtiv 
carrucole  -  gàmber 
carruccio     -    étrencirceu , 

eàrethi 
carta  -  carta,  pàlpee 
cartabìauca  -  càrtàbitinca 
cartaccia  -  càrtàscia,  scàr- 

td/ìa,   bèrtola.  [léta 

cartagloria  -  càrtèla,  tào- 
cartaia  -  càrtéra 
cartaio    -    càr  tee,    folàdòr 
cartapecora  -  càrtàpégora 
cartapesta    -    càrtàpiéta , 

pàpieìnd,^cé 
cartavolta  -  càrtàvòlta 
carte.  -  càrt 
carteggiare  -  càrtegiù 
carteggio  -  eoriépondénéa, 

càrtèg 
cartella  -  càrtèla 
cartellino  -  càrtelìn 
cartello  -  càrtèll  [son 

cartellone  -  càrtèlón,  àvi- 
cartiera  -  fòla,  eà-del-màj , 

càrtéra 
cartiglia  -  ptli 
cartilagine   -   càrtilàgin , 

càrtelàììitn  [nòs 

cartilaginoso  -  càrtilàgi- 
cartina  -  cartina 
cartocci  -  foeuj 
cartocci  no  -  pàlpiroeu 
cartoccio  -  pàlpee,    éeàr- 

tòss 
cartolala  -  càrtéra 
cartolaio  -  càrtee 
cartolare  -  mimerisà 
cartoleria  -  cartoleria 
cartolina  -  cartolina 
cartoncino  -  càrtonìn,  càr- 

tonsin 
cartone  -  càrtón,  èeàtolón 

àprètt 
cartuccia  -  eàrtàtueia 
cartucce  -  pàpiliòtt 
casa  -  casa,  cà 
casacca  -  càsàca,  giàchèta 


casaccliino  -  eàsàchin 
casale  -  càsina 
casalingo  -  eàsàlingh 
casamatta  -  carnata 
casamento  -  càsegiaa 
casata  -  càsàna 
casato  -  cognòmm,  paren- 
tèla 
cascaggine  -  fiàca 
cascaimpetto  -  brelòceh 
cascami  -  càéeàmm 
cascamorto   -    càscàmdrt, 

bàlotin,  cisqiiitt 
cascare  -  eroda,  boriti  gid 
cascata  -  càéctula,    crodà- 

da,  yìànegiàmént 
cascaticcio,    cascatolo    - 

crodiroeù,  erodili,  croèll 
caschetto  -  bàrèta 
cascimirra  -  càscmìr 
cascina  -   fàééra,  càéìna 
ca  sci  naia  -  càséra 
cascinaio  -  càéinàtt 
cascinello  -  càsinèll 
cascino  -  fàéèra,    quàcìii, 

quàciroeil ,     quàciroeilla , 

forma 
cascione  -  càscìn 
casco  -  chepi 
casella  -  càsèla 
casellante  -  càselànt 
caseliino  -  finca 
casello  -  gàrèta 
caserma  -  casèrma,  quàrtér 
casetta  -  càsèta 
casetto  -  càsètt 
casigliano  -  vesìn 
casimirra  -  càscmìr 
casino  -  càsin,  pàleh 
casipola  -  casupola 
casista  -  càgàdòbi 
caspita  -  ttcqua  de  behgòtt! 

tinima  bilsertna  ! 
caso  -   fàtt,   càs,    àcidént, 

vicenda,  incònter 
casona,   casone  -  càsòna, 

càsòn 
casotto  -  cucia,  càsèll,  cà- 

sòtt,  baita,  gàrèta 
cassa  -  càéa,  còfen,  mestee 
cassamadia  -  marna 
cassapanca   -    àrtibtneh , 

àrchibàìich,  bàncàl 
cassare  -  ùcàsà,  càncelà 
casserola  -  càéiroeilla 
cassetta  -  càsèta,  càseión, 


càsètt,  busera,  brèla,  brè- 

lln,  capeteti,  scàtola 
cassetta  delle  spazzature 

-  pòrtàr&d,  pòrtàriiff 
cassettiera  -  trihnò 
cassettina  -  càsetina 
cassetto  -  càsètt 
cassettone  -  ciimd 
cassettoni  (a)  -  qucidretaa 
cassiera  -  càséra 
cassiere  -  càsér 
cassone  -  càsòn,  biiràtòn 
castagna  -  càètègna 
castagnaio  -  càstègnàtt 
castagne  secche  -  eàétègn 

pèst 
castagneto  -  càstànil,  sélva 
castagnetta  -  eàétegnoetlla 
castagno  -  càstdn 
castagnola  -  càétegnceùla 
castelletto  -  càètelètt 
castellino  -  gàslin,  gàslètt 
castello  -  càétèll,  moimént, 

fortèsa 
castigamatti,  castigapaz- 

zi  -  càstigàmdtt 
castigare  -  castiga 
castigo  -  càstigh,  peni' 
castone  -  càstdn  | 

castoro  -  eàétòr 
castrino  -  cdnin        [mént 
casualmente    -    àeidentàl- 
catafalco  -tómba,  càtdftilch 
catafascio  (a)  -  à  bàrilòtt, 

eòi sur a 
cataletto  -  càtàlèit 
catalogare  -  mètt  à  cata- 
loga 
catalogo  -  cataloga 
cataletto  -  càtàlèit,    càrice 
cataplasma,  cataplasmo 

cataplasma  ,    polentina  , 

inàsdròn 
catarro  -  gàtàr 
catasta  -  meda 
catastino  -  càtàétrin 
catasto  -  càtàster 
catechismo    -  catechismo, 

doirina 
catelli,  catellini  -  fiosic 
catena  -  càdèna,  ciàv 
catenaccio  -  càdenàss 
catenella  -  càdenèla 
caterata  -  ciùsa,  incàéter 

cdtàràta 
caterattaio  -  conchee 


cat 


-  965  - 


cer 


«aterattiua  -  àngiolìn 
catinaio  -  buslotee 
catinella  -  lavabo,   càdln, 
badi 
catino  -  bàslòtt,  botàseioeu^ 

mes'o,  insàlàtèra 
«atinotto  -  bdslotèll 
catrame  -  càtràmvi 
cattedra  -  càtedra 
cattedrale  -  metropolitana 
cattiveria,    cattivezza    - 

eàtivéria 
cattivo    -    eàtiv,   gràmm^ 

sceleraa 
cattolico  -  càtòlich 
catube  -  pidtt 
causa  -  Ut,  viotìv,  càiisa 
cauterio  -  fonticol 
cauto  -  rigudrdaa 
cautare  -  càuta 
cauzione  -  cdiisiòn 
cava  -  ctiva 

cavabullette  -  ededstàchètt 
cavadenti  -  càvàdént 
cavagnola  (fare  Ji)  -  giilgà 

à  là  càvàgnoeula 
cavaino  - cùvàdln 
cavalcavia  -  bdldvQ 
cavaliere  -  edvdlìér 
cavallaro  -  càvàldnt 
cavalletta  -  cdvdlèta,  sàl- 

tàmàrtììi 
cavalletto  -  càvriMa,  cà- 

vàlètt, 
cavallina  -  pollna,  cdvàlìna 
cavallino  -  edcàlìn 
cavallo  -  cacali 
cavallotto  -  cavali  de  bara, 

càvàlón 
cavolocchìo  -  giiyèla 
cavare  -  tirtl,  cava 
cavastivali  -  càvàétrivài 
cavastopacciolo    -    càvà- 

bilsción 
cavastoppa  -  càoàètòpa 
cavastracci  -  càvàétràsc 
cavata  -  càvdda 
cavatappi  -  càvàbiiscidn 
cavatore  -  càvddór 
cavaturaccioli    -   càvàbii- 
scidn^ tiràbiisción 
cavedano  -  càvéden,  càveéàl 
cavedino  -  càvéden,  càveéàl 
cayerna  -  cavèrna] 
cavezza  -  càvèéa        [vesàl 
carezzino  -    càvéden,    ca- 


ca vezzo  -  cavess 
caviale  -  caviti 
cavicchio  -  càvigiòn 
caviccliìotto  -  eàvicc 
caviglia  -  càvtgia 
cavigrliatoio  -  càvigee,  me- 
nerà, vienàdòra 
cavigliuolo  -  eàvicc 
cavillare  -  boitti,  sofiéticà, 

ràtelà,  rampine 
cavillatore  -  ràmpinàtt 
cavillo  -  ràmpìn 
cavilloso  -  soflétick,  ràm- 
pinàtt 
cavità  -  incàv 
cavo  -  càv 
cavoiata  -  versàda 
cavolfiore  -  càvolfiòr 
cavolo  -  bròcol^  vere,  gàm- 

bus 
cavolo  salato  -  cràtiti 
Cavour  ino  -  eàorìn 
cazzarola  -  cdsirceilla 
cazzola  -  càsmlla 
cazzottare  -  piignàtà  àie 
cazzotto  -  piign 
cazzuola  -  botàràna 
ce  -  ghe 

cecca  (far)  -  fa  cìflìs 
cece  -  scìsger 
cecilia  -  orbisoeiila 
cecina    -   donin,    gognin, 

ninìn,  ràvànèll 
cecolina  -  biàèta 
cedere  -  ced,  concèda  réndes 
cedro  candito  -  cedraa 
cedevole  -  morestn 
Cédola  -  cédola,  copon,  po- 

lisa 
cedolone  -  pàtàfict 
cedroucella  -  limonsìna 
cedronella  -  melìéa 
ceduo  -  cédov 
ceffatella  -  pàpìn 
ceffo  -  ghigna,  gniff,  grinta, 

mostàcc,  miison 
celare  -  scond  [dòn 

celatamente  -  da  nàscon- 
celato  -  nàécòst         [lebrà 
celebrare  -  fonàionà,  ce- 
celebre  -  fàmds 
celebrità  -  celebritaa 
celeste  -  celeét 
celiare  -  giiigà 
celiatore  -  giiigàtòn 
celibe  -  gidin 


celletta  -  càscia 
cembalo  -  cémbol 
cementare  -  cementa 
cemento  -  cemént 
cemmanelle  -  piàtt 
cena  -  sèna 
conceria  -  àtràsciàrta 
cenciaia  -  stràseiàrìa 
cenciata  -  besàsciàda,  ne- 

tàda 
cenciaiuolo  -  stràseee 
cencio  -  besàsc,  étràse,  stri- 

gòss  [seion 

cencioso  -  fìlàprént,  strà- 
ceneraccio  -  cor 
ceneràcciolo    -    biigàrmi, 

stràsc  di  p)iàtt 
cenere  -  scénderà,  sèiier 
cenerentola  -  scindirceil 
cenerino  -  èenerin 
cenno  -  tocch 
censimento  -  cene 
censo  -  cens 
censore  -  censòr 
censuare  -  cenèl 
censuario  -  livèlàri 
censura  -  crìtica 
cent  aurea  -  moneghèta 
centesimo  -  ghèll,  quàtrin 
centinaio  -  centenee,  cen- 

tèna 
cento  -  cent 
cento?ambe  -  centpee 
centrale  -  centrM 
centro  -  mèàà,  cèntro 
ceppatello  -  cordnvdn 
ceppicone  -  cocòcia,  ciri- 

bicòcola 
ceppo     -    defèsta,     scèpp, 

seiòcch 
cera  -  éìla,  idèa,  ghigna, 

céra,  bàlèta 
cera  alleg'ra  -  cenn 
ceraiuolo  -  éilee 
ceralacca  -  ceràlàca 
cerambice  moscato  -  mo- 

scdrdina  [ioliea 

ceramica  -  màidlega,  mà- 
cerchio  -  aere,  cìreol 
cerclii  da  barca  -  drscio- 

naa 
cercine  -  pàràboll,  foeùsgicu 
cerca  -  cérca 
cercante  -  cercati 
cercare  -  cerca 
cercatore  -  cercòtt 


966  — 


eia 


ceretta  -  bàlèta,  eosmètick, 

Ulster 
cerimonia  -  serimonia 
cerimonie   -   compliménti 

càtdfàlch 
cerino  -  cerìn 
cerniera  -  ceiitiéra 
cernitoio    -    crosìn,   fra- 

schéra 
cernitore  -  criischee 
cero  -  torcion 
cerona  -  cerdta 
cerotto  -  seiròtt,  cerati 
cerozza  -  cerìn 
cerretano  -  ciàrlàtdn 
Cerro  -  scèr 
certamente  -  sigerà 
certificato  -  certificaa 
certo  -  sicur,  sacro,  cèri 
Certosa  -  Certosa 
cerusicastro  -  beehee 
cervellato,  a  -  cervelaa 
cervelletto  -  cervelètt 
cerrellino  -  cervelìn 
cerrello,  cervella  -  scini- 

vèla,  cervèll 
cervelloticamente    -  cer- 

velòticclmént 
cervellotico  -  cervelòtich 
cervo  -  cèrv 
cerzia  -  ràmpeghìn 
cesellare  -  ceselà 
cesellatore  -  ceselàdór 
cesellino  -  angela 
cesello  -  cesèll, 
cespo  -  scèpp 
cessare  -  cesa,    finì,  fenì, 

desmètt,  dismètt,  fermàéè, 
cessato  -  finii  [fornì 

cessino  -  gtinga 
cesso  -   cèsé,  càgdddr,  cà- 

mer,  comod,  latrina 
cesta  -  cèéta,  éèèta 
cestino  -  ceétìn,  còregh,  cc>- 
cestire  -  scepti,  [righ 

cesto  -  càvtLgn,  scèpp 
ceto  -  ceto 
cetriolo  -  cocumer 
ch'i  ti  -  e  che  te 
charlotte  -  scidrlòtt 
cherica,  chierica  -  cérega, 

ceregàda 
cherico  -  céregh 
cherichetto  -  cereghèft 
chericotto  -  ceregòtt 
chermisino  -  crèmes 


cheto  -  qiiiètt,  quàcc 
cheto  (star)  -  no  di  ne  biff 

ne  bàff 
chetone  -  morgnon,  quàcc, 

pàpàtàs 
che  che  sia  -  chièeéìa 
chiacchierare  -  cieiàrà,  bù- 
gola, tàpèlà,  sàbètà,  cin- 

qicànttL,  pldtà 
chiacchierata  -  ciciàrtda, 

bàgolàda 
chiaccliiere  -  ciàcer 
chiacchierino  -  ciciàréta, 

bàràbìn 
chiacchierio  -  ciciàràmént 
chiacchierone    -    càscid- 

bdll,  ciciàron 
chiamare  -  ciàmt 
chiamarsi  -  ciàmàsé 
chiamate  -  ciàmtid 
chiappa  -  ctllàta,  ciàpa 
chiappamosche    -   ciàpà- 

mòéch 
chiappoleria  -  bàgàtUa 
Chiaravalle  -  Ciàrdvàll 
chiarelle  -  lùsiroetì 
chiaretto  -  ciàrètt 
chiaro  -    visibil,    Itimped, 

lìmpid,  ciàr 
chiarore  -  cidrór,  i&s 
chiaroscuro  -  ciàreécur 
chiassaiuola  -  cerca 
chiassata    -    bordèlàniént, 

ràbàdtn,  piàsàda 
chiasso    -    ciàéè ,    bodèsg, 

bordèléri,  bàcàn^  trebiiléri, 

mànég,    spiceli ,    strècia, 

smergèéé,  smàrgèéà 
chiasso  (far)  -  bacanti 
chiassone  -  ciciàron,  bàià- 

fee,  bàia  fon,  bàjòn 
chiavarda  -  menerà,    me- 

nàdòra 
chiavare  -  ciàvà,  ciàvà  sii 
chiave  -  ciàv,  riibinètt 
chiavetta  -  ciàvèta,  cidvèll 
chiavica  -  scistèrna 
chiavistello   -  càdenàsmt, 

càdenàés 
chicca  -  cicolàtìn,  bombòn 
chicchera  -  chichera 
chiccherona  -   chicheron, 

chicheròtt 
chicchiriare  -  fa  ciiciiriiciiii 
chicchirichì   -  ciiciiriiciiii 
chicco  -  pinciroeù,  grana 


chiedere  -  cerca,  domanda, 

dimanda 
chieder  l'elemosina  -  bà- 

tela,  cerctL  Sii 
chiedone  -  bàtidor 
chiericheria  -  eeregtiia 
chiesa  -  gésa 
chiesolastico,    chiesola- 

stro  -  geé'iàtt 
chifel  -  chìfer 
chifello  -  chifer 
chilo,  chilog^ramma-e/«/o 
china  -  discésa,   china 
chinarsi  -  sbàéààé 
chincagliere  -    chincàliér 
chincaglieria  -  chincàlie- 
chinino  -  chinìn         [ria 
chino  -  toBUéà 
chioccare  - ciocà 
chioccia  -  pila,  fòla 
chiocciola  -  lUmàga,  mà- 

dervìt,  màdrevit 
chioccolo  -  ciòcch 
chiodaia  -  ciodéra 
chiodaiuolo  -  ciodirceil 
chiodame,  chioderia  -  cio- 
c  li  lodo  -  cidd  \dària 

chioma  -  ciSma 
chioma    (della   scopa)  - 

bàrbìs  de  là  seda   o   del 

scoìn 
chiosco  -  edìcola,  pàdiliòn 
chiostro  -  monestee,  ritìr, 

convént 
chi  ovaia  -  ciodéra 
chirurgia  -  ceriisìa 
chirurgo  -  cerUsegh 
chitarra  -  ghittira 
chiudere   -    éàrt,   sigila, 

ciàvà,  ciàvtl  àii 
chiurlo  -  falcinoli 
chiusa  -   conca,    inctléter, 

muda 
chiusino  -  ciilson,  éegrètt, 

éècrètt,  sigili 
chiuso  -  ciUs,  édraa 
ci  -  ghe 
ciaba  -  bàgàtt 
ciabatti  ere  -  seiàvàiìn 
ciabattina  -  sciàvàtìn^  bà^ 

gàtt,  s'cèpìn 
ciacche  !  -  ciàcheta  ! 
ciacchero  -  bàràbòtt 
ciaccino  -  bodèsg         [ron 
ciaccione  -  bodèsg,  cicià- 
ciacco  -  porseèll 


eia 


967  - 


cit 


ciaccolare  -  cieiàrà 
cialda  -  obiaa 
cialdone  -  canon 
cialtrone  -  bogher 
ciambella  -  giàmbèla 
ciambellaio  -  ofelee 
ciambelliua  -  coronìn 
ciambellotto  -  càmèlòtt 
ciammengrola  -  cinciàpUa 
ciana  -  dona^  bàltrdca,  sà- 

bèta 
cìanata  -  éàbetàmént,  bàl- 
ciance  -  eiticer        [irocàda 
ciancia  -  lofi 
cianciafruscole  -  bàrlàfùs 
cianciare  -  eiciàrti 
ciancione  -  eàscidbdll 
ciangottare  -  fàrfoiti 
cianume  -  bàltroeària 
ciappola  -  ongèla 
ciaramella  -  cieiàròn 
ciarlare  -  tdpelà,    cieiàrà 
ciarla,ta,iia,t&  -  ciàrldtdntLda 
ciarlatano  -  ciàrldtdn 
ciarliero  -  gàsgia,  cicidron 
cìarlìvendolo  -  bàgoldn 
ciarpa  -  étrdfoj,    sciarpa, 

fustùse 
ciarpame,  ciarpe  -  pàtd- 

rìa,  bardvàj,  bàrlàfus 
-cìarpiere  -  fUstUsc,  fàrà~ 

biitt  .  [ràbiltt 

ciarpone  -   scidvàtìn,  fà- 
ciascuno  -  ogni,    ògnidun 
ciborio  -  tàberntlcol 
cibreo  -  minuta,  miniitt 
cicala  -  éigàla 
cicalare  -  cicidrà 
cicalino  -  cicidrèta 
cicalone  -  albera,  bàgoldn 
cicatrice  -  cicatrice,  cica- 
tris 
cicatrizzare    -    cicàtri§à, 

sdrà 
cicca  -  cica 
ciccare  -  cica 
ciccia  -  dei,  cieia 
cicciola  -  cdrnèla,   càrni- 

sèla 
ciccioli  -  gràton  del  sév 
cicciolo  -  oregina 
ciccione  -  fonsgètt 
cicerbita  -  èonsgin,  scions- 

gìn,  làciàrèll,  gàrsdn 
cicero  -  cicero 
cicerone  -  ciceron 


cichino  -  eiee,  bris,  brisln 
cicigna  -  orbìsoeuta 
cicisbeare  -  ginginà 
cicisbeo   -  drdgdna,    cici- 
sbeo 
ciclamino  -  pàmporéìn 
cicuta  -  erborina  éàlvàdega 
cicchino  -   orbètt 
cieco  -  orb,  étòpp 
cielo  -  ciél 
cifra  -  nùmer,  cifra 
ciglia  (le)  -  i  éij 
ciglionare  -  argina 
ciglione  -  riva 
cigna  -  dàndina,  i  dàndhin 
cigno  -  bràtèj 
cigolare  -  cria,  piàng 
ciliegia  -  sciresa,  sgàlfiòn 
ciliegio  -   àrbdroeula,  sci- 
rèsa  [lindrà 
cilindrare   -   borlonà.  ci- 
cilindi'o  -  cilinder,  borlon, 
cima  -  seima  [tllber 
cimare  -  seimtb 
cimasa  -  seimtlsa        [boli 
cimbotto  -  gibolàdùra,  gi- 
cimbraccola  -  bàltrdca 
cimentare  -  cimenta 
cimento  -  cimént 
cimice  -  scimes 
cimitero    •-   bàbil,    fopon, 

cimiteri 
cimossa  -  scimoéa 
cimurlo,  cimurro  -  ciu- 

■  mor 
cincia  -  pàràseioetila 
cincia  codona-  cicè,  penta 
cincinnarsi  -  cincinàés 
cingallegra  -  pàràscioeula 
cinghia  -  èènta  \tMa 

cinghiata  -    tàfiàda,   sen- 
cingolo  -  Gordon 
cinguettare   -  tàpelà,    ci- 

eiorà 
cinigia  -  bornls 
cinismo  -  cinismo 
ciuqnadea  -  mUa 
cinquanta  -  cinquanta 
cinquantino  -  quàràntin 
cinque  -  cìnqu 
cinquina  -  quintina 
ciuta  -  èènta,  cinta 
cintare  -  cintt 
cintino  -  èotànin 
cintura  -  éénta,  scighéra 
cinturino  -  senturin 


ciocco  -  bàderon,  sciòeeh 
cioccolata  -  eicolàtt,  ciò- 

colati 
cioccolatiera  -  cicolàtèra 
cioccolatiere  -  cicolàtee 
cioccolatino  -  cicolàtìn 
ciondolare  -  bicocà,  lisontb 
ciondoli  -  bacia-; oi,  eiondoi 
ciondolina  -  bàrlochina 
ciondolo  -  cióndol 
ciondoloi:a  -  bàrlocdna 
ciondolone    -    bislungdn, 

lisòìi,    hmghigndn,    àn- 

deghee 
ciondoloni  -  bàndolèra 
cioncare  -  bocàlà,  trinca 
ciotola  -    tàsina,   bàia   de 

ràrmn,  bàslòtt,  eàràfa 
ciotolina  -  basimi 
ciotolona  -  bàsla 
ciottolo  -  mès,  coeùden 
cìperoide  -  lisca 
cipiglio  -  grinta,  grondón, 

milsòn 
cipolla  -  èeigola,  bochèll 
cipollaccio   -    àj   de    tuff, 

àioRil  éàlvàdegh 
cipresso  -  ciprèss 
circolare  -  circolar 
circolazione  -  circolàsión 
circolo  -  cìrcol,  gir,  sere, 

cliibb 
circondare     -     circonda, 

contorna,  sercià  éii 
circondario   -   ràia,   cir- 
condàri 
circonferenza  -  gir,    cir- 

eonferénéa 
circonflesso  -   circonflèss 
circonvenire  -  eirciii 
circoscrivere  -  limita 
circostanza    -    condiéiòn, 

circostdnàa  [èiaa 

circostanziato  -  circoètàn- 
circonvallazione  -  circon- 

vàldèidn 
ciricì  -  eicioritt 
cisale  -  riva 
cispa  -  ciépa,  màécMrpa 
cisposo  -  màécàrpènt 
cisterna    -    cistèrna,    sci- 

éièrna 
citare  -  cita 
citazione  -  eitàéiòn 
cittadina  -    citàdina,    ci- 

tàdè  la 


cit 


-  968 


col 


cittadino   -    eitàdtn,    bor- 

sgioà  [parsa 

citazione  -  citdéiòn,  com- 
citracca  -  fìres 
citragrgrine    -     limonsìna, 

meltsa 
citrullagiue  -  coeumeràda 
città  -  citaa 
cittadina  -  briimm 
cittadinanza  -  citàdinànsa 
cittadino  -  eitàdtn 
citrullo  -  dola,  cocùnier, 
.   gàbiàn,     bàdee,    merlòtt, 

pàinpàlÈga,  éifolàri 
citto  -  pwèll 
ciuco  -  boriceli,  tLsen,  briiee^ 

àsntn,  ciucio 
ciuffolotto  -  èifolòlt 
ciuino  -  donismil 
ciurlotto  -  àrcàsa 
ciurmaglia     -    ciiirmtia, 

ràbotàia,  ràsàpttia 
civea  -  lesiòtt,  rtigia 
civetta  -  sciguèta 
civetteria  -  sciguètàrìa 
civettino  -  cisqiiitl 
civile  -  eivll 
civilizzare  -  civilisà 
civilmente  -  civilmént 
civiltà  -  eiviltaa,  ereànsa 
clarinetto  -  clàrinètt 
classe  -  clàéà 
classico  -  clàsich 
classificare  -  clàsifieà 
classificazione  -  elàsificà- 

siòn 
clausola  -^  clàusola 
clausura  -  clausura 
clavicola  -  clavlcola 
clemenza  -  cleménsa 
clericale  -  elericdl 
clero  -  clèro 
cliente  -  cliént,  posta 
clientela  -  clientèla 
clima  --  elììiia 
climaterico  -   climàtérieh 
climatico  -  elimàtieh 
clinica  -  clinica 
clistere  -  levàiìv,   làmiw, 

eliétér 
clizia  -  giràèò 
cloaca  -  cistèrna,  scistèrna 
cloro  -  cloro 
cloroformio  -   cloroformi 
club  -  clilbb 
coadiutore  -  cogitòr 


coagulare  -  gropl 
coca  -  còca 
cocca  -  càntón 
coccarda  -  cocàrda 
coccare  -  fa  là  mdea 
cocchetta  -  cochèta 
cocchiere  -  eàrosee,  còeer 
cocchio  -  eqiiipàgg 
co  celi  ione    -    eàrosòn,  cà- 

roeiòn 
cocchiumatoio  -  bondonéra 
cocchiume  -  bondòìi,  biis, 

bceuee 
coccia  -  gnuca 
cocci  -  botiimn 
coccio  -  bòtt,  ciàpa,  cocòeia 
cocciutaggine  -  gniieàrta 
cocciuto  -  gniicch 
cocciuola  -  bagolerà,    bà- 

gòtola,  besèj 
cocciuolo  -  bòtt,  fìàca 
cocco  -  còech,  cocò 
coccola      borlìn,  boriceli 
coccolarsi    -    godèéela    à 

bàdilòn 
coccolone  -  in  éeruseion, 
coccoloni  -  écrilseiòn 
coccuzza  -  cocòeia 
cocere  -  eo&us 
cociore  -  briiseghln 
cocitura  -  perbUidùra 
cocoia  -  cipelimèrli 
cocolino  -  cicc,  cictn 
cocomeraio  -   ingiiriàtt 
cocomerino  -  bròca 
cocomero  -  ingùria 
cocorita  -  cocorita 
coda  -  eòa 
coda  (gran)  -  eoinòn 
codesti  -  sti 
codetta  -  coèta,  corderà 
codibiauco  -  cUbidnch 
codice  -  còdes 
coflilugliolO;  codilungo  - 

cieé,  penta 
codino  -  coìn 
codione  -  òso  Mero 
codirosso,  codirossone  - 

corosolòn 
coditremola  -  trèmàcòa 
codone  -ce-ò-eò,  còli  lùngh, 

sòtcòa 
coerente  -  coerént 
coerenza  -  coerénsa 
coetaneo  -  coetàni 
cofano  -  eòfen 


cogitabondo  -  penéeros 
cogliere  -  ciàpà,  ingànà, 

ingàtià 
cogliersela  -  càvààela 
coglitore  -  càtàdor 
cognato  -  ciignaa 
cognisione  -  cognisiòn 
cognome  -  cognòmm 
cola  -  bàgnoeu 
colabrodo  -  colàbroeild,  pà- 

éàbroeùd 
colare    -    colti ,    sbrodola, 

fònd 
colascione  -  càlisòn 
colatola  -  feltròn 
colatoio  -  scolàdòr,  soeuj, 

coràvò 
colatura  -  càndilòtt 
colazione  -   colesiòn,  des~ 

giiinè 
colèra  -  colera 
colica  -//filica 
colino  -  coràvò,  colìn 
colla  -  còla 

collaboratore  -  colàboràtòr 
collana  -  eoltlna 
collare  -  colàrìn,  càntlvra, 

rilse 
collarino  -  colàrìn 
collaudare  -  eolmidà 
collaudo  -  eolàild 
collazione      riécònter 
colle  -  dòàs,  mont 
collega  -  colèga 
collegiale  -  colegiM 
collegio  -  colég 
collera  -  blla,  bile,  còlerà 

fòla 
coUerino  -  biliòs 
colletta  -  éotoàeriàiòn,  co- 

lèta 
colletto  -  colàrin,  colètt 
collezione  -  ì-àcòlta 
collina  -  altura,  colina 
collirio  -  coltri 
collo  -  còli,  copln,  bricòla 
Collocare  -  colocà,  cologtt, 

piàsà,  Ioga 
collostorto  -  bècdformigh 
collottola  -  croàtin 
colmo  -  1-ds,  fognaa,  còmor 
colo  -  crtbi 
colofònia  -  pésa  gréga 
colomba  -  colombina 
colombaia  -  colombèra  _ 
colombario  -  colombàri 


col 


—  969  — 


coni 


colombo  -  colomb,  pilvion 
colonia  -  colonia 
colonizzare  -  colonisà 
colonna  -  cotona 
colonnata  -  eàmpis 
colonnello  -  colonèll 
colonnetta  -  colonèta,  pa- 
ra càr 
colonnino  -  finca 
colore  -  color 
colorire  -  colori 
color  uccio  -  coloruse 
colossale  -  colostil 
colosso  -  ìntichina,  eolòsà 
colpa  -  colpa 
colpetto  -  colpètt 
colpeTole  -  colpévol 
colpire  -  colpt,  ferì 
colpo  -  colp,  bott,  bota 
colta  -  ingorgàda 
coltella  -  cortUa 
coltellata  -  cortelMa 
coltellaccio    -   corteltLsc , 

cortèla 
coltelliera  -  corteUra 
coltellinaio  -  molèta,  cor- 
coltello  -  eortèll        [telee 
coltellone  -  cortelòn,  trin- 

ciànt 
coltivabile  -  eoUwàbil 
coltivare  -  coltiva 
coltivazione  -  coltimsion 
coltre  -  coèrta,  dràpp 
coltricella  -  coèrtiroeU 
coltroncino  d'Inghilter- 
ra -  piche 
coltrone  -  prepdnta 
coltura  -  coltura,  coltiv 
comandare    -    comanda , 
impònn  [dàmént 

comandaiuento   -   comàn- 
comaudante  -  comànddnt 
comandata  -  cojw 
comando     -    imposiéión , 

ordiìii  comànd 
comare  -  comaa,  madrina 
combaciare  -  combacia 
combattente  -  combàtént 
combattere  -  combàtt 
combattimento  -  combàti- 

mcnt 
combinare  -  combina 
combinazione  -  incònter, 

coìnbindsión 
comhricolsi -coìiiplòtt,  com- 
bricola 


combustibile  -  combiiéttbil 
come  -  come,   come 
cometa  -  comèta,  stèla  co- 
mèta, froìitàl  biànch 
comici  -  teàtrànt 
comico  -  cdmich 
comignolo    -  colma,    col- 

mègna 
cominciare    -    comincia , 

comencià 
cornino  -  chimm 
comitato   -   comitaa,    co- 
mitato 
comitiva  -  comitiva 
comizio  -  comisi 
commedia  -  comédia 
commediante  -  comedidnt, 

comediàtt 
commediografo  -  comme- 
diògrafo 
commemorazione  -  comc- 
moràéiòn  \dàtòr 

commendatore    -   comen- 
commerciabile  -  comèrcià- 

bil 
commerciale  -    comèreitil 
commerciante    -    comer- 
ciànt  [me  r  ciò 

commercio  -  camere,    co- 
commesso  -  giòin,  comèsi 
commessura  -  giuniilra 
commettere    -    comètt , 

giimtà 
commissario  -  comisàri 
commissionario    =    comi- 

sionàri 
commissione  -  incombén- 
éa,  comiéiòn,  ordinàèion 
commodo  -  èerviài 
commozione  -  comoèidn 
commuovere    -    inteneri , 
agita  [mént 

comodamente    -    comodà- 
comodino  -  stòpàbosuce 
comodità  -  comoditaa 
comodo  -    còmod ,    làrgh, 

disimpègnaa 
compaesano  -  patriòti 
compagine  -  compàgin 
compagnia    -    compagnia, 

cotàrìa 
compagno  -  compàgn 
compagnone  -  bàràchee 
companatico  -    compàtià- 

ticli 
compare  -  pàdrtn,  compact 


comparire  -  comparì,  ve- 
gnì  voltcr,    vegni    àòltra, 
vegni 
comparsa  -  comparsa 
compartimento  -  écompàr- 

timent,  compdrtimént 
compartire    -     diétribiil, 

spartì 
compassato  -  compàsaa 
compassionare    -   compà- 

éionà 
compassione  -  compàéiònj 

pietaa,  misericordia 
compassionevole  -  pietos, 

compàHonévol 
compasso  -  compàèà 
compatibile  -  compdtìbil 
compatimento  -  compàti- 

mént 
compatire  -  compatì 
CQXSil^titvìoiia.-  compatriota 
compatto  -  s'ciàser,  com- 
puti 
compendio  -  àbresgé,  com- 
pendi 
compenso  -  compiile,    re- 

driss,  ràdriéà 
compera  -  compera 
comperare  -  erompa,  com- 
pra 
competente  -  competènf 
competenza  -  competénm 
competere  -  competi 
compiacente  -  compiàcént 
co  mp  iac  e  nz  a  -  co  mpiàcènm 
compiacersi  -  beàèé,  gdd 
compiangere  -  compiàng 
compieta  -  compieta 
compimento  -  compimènt 
compire  -  compì.  Ultima, 

fini 
compitare  -  compitti 
compitezza  -  compitèsa 
compito   -  doér   de    scola, 

fata,  compii 
compiuto  -  compii 
compleanno  -  completmils 
complemento  -  complemmt 
complessione  -  complei-iòn 
complesso  -  complèH- 
completare  -  compietà 
completo  -  complèti 
complicare  -  complica 
complicazione  -  complica- 

i'inn 
complimenti  -  càtàfUch 


coni 


—  970  — 


con 


complimento -eom^/»mm^, 

éerimònia  [mentos 

complimentoso  -  compli- 
complotto  -  complòtti  ga- 
mma [nimént 
componimento   -  compo- 
comporre  -  compònn 
comportabile  -  pàsàbil 
comportare  -  porta,  règ 
compositore  -  compositói- 
compositore  di  musica  - 

màeéter 
composizione  com/)osmo« 
compostezza  -  éodèéa 
compostiera  -  compostéra 
composto  -  compòàt,  sodo 
comprare  -  compra 
compratore  -  compràdòr 
comprendere  -  capi,  tegnt, 

comprénd  [mari 

comprimario  -  compri- 
comprimere  -  comprimm, 
compromettere  -  compro- 

vnètt 
compunto  -  campimi 
C9mT^iiììz.ione-compunsidn 
computista  -  ragionati 
computisteria  -  ràgionà- 

teria 
comunale  -  comilnàl 
comune  -  eomiin.  general, 

ilsiiàl,  plàteàl 
comunemente  -  iisiiàhnent 
comunicare  -  comunica 
comunicativa   -    comiini- 

càiìoa 
comunicazione  -  comiini- 

càsion 
comunichino  -  particola 
comunione  -  comiiniòn 
comunità     -    corporàéión, 

comiinitaa 
con  -  cont,  con 
conca  -  conca,  nàpoli,  ctLv 
còncavo  -  incàvaa        [eéd 
concedere  -  permea,  con- 
concentramento  -  concen- 

tràmènt 
concentrare  -  concentra 
concentrico  -  concenirich 
concepire  -  concepì 
conceria  -  conceria 
concertare  -  concerta 
concertatore  -  concèriàddr 
concertista  -  concertista 
concerto  -  concert 


concessionario  -  conceéio- 

nàri 
concessione  -  concesiòn 
concetto  -  concètt,   pensér 
conchig-lia  -  conchìlia 
concia  -  conscia,  conficiàrìa 
conciabrocche  -  conscià- 

làvésg 
conciare  -  conficià,   con- 
scià, ràngiti 
conciateste   -   eonsciàcoo, 

càéiigàmàtt 
conciatetti  -  conseiàtèee 
conciatore  -  confido,  pe- 

làtee 
conciatura  -  gicàétàdUra 
conciliabolo  -  conciliàbol 
conciliatore  -  conciliàddr 
concimare  -  ingrààà 
concime  -  ingràss,  letàmm, 
cònscia  [conscia 

concio  -  itigràss,  riiff,  vvv, 
concisione  -  concisión 
conciso  -  concìs 
concludere  -  concimi 
conclusione    -  conclUsiòn, 

moràl 
concola  -  conchìn 
concordato    -    concordaa, 

concordato 
concorde  -  Unii 
concorrente  -  concorènt 
concorrenza  -  eoncorénéa 
concorrere  -  concòr 
concorso  -  concòrS 
concretare  -  concreta 
concreto  -  concrèti 
conculcare  -  scalcagna 
condanna  -  condàna 
condannabile  -  condànàbil 
condannare  -  condenti 
condannato  -  condànaa 
condensare    -    condensa, 

inépesì 
eondiment  -    cònscia,  ba- 
gna, condiment 
condire  -  condì  [sion 

condiscendenza   -    eonce- 
condiscendere    -    àcondi- 

sc'ènd,  eonced 
condiscepolo  -  comptlgn 
condito  -  condii 
condizione    -    condiéion, 
rango,  partii,  pàti,  étdt 
condogrlianza-  condoliànàa 
condonare  -  condona 


condotta  -  condola,  dipor- 

tàmènt  [doti 

condotto  -  cànàrèla,  con- 
condurre  -  mena 
condursi  -  diportasi 
conduttore    -    condiitoeur, 

cànàlètt 
confabulare  -  confabula 
confarsi  -  confà,  conferì 
confederarsi  -  confederàsà 
confeil erazione  -  confede- 

ràsiòn 
conferenza  -  conferinsa 
conferenziere  -  conferen- 

sièr  [ferma 

conferma  -  prceùva,    con- 
confermare   -    conferma, 

rifermtL 
confessare  -  confesà 
confessionario  -  confesio- 

nàri  [confèsé 

confessione    -    confesión, 
confessore  -  confesòr 
confettiera  -  bombonèra 
confetto^-  bcnis 
confettucci  -  benisiti 
confettura  -  confetura 
confidare  -  confida,  fidasi 
confidente  -  confidéni 
confidenza  -  confidénsa 
confidenziale  -  confiden- 

siàl 
confinare  -  confina 
confine  -  confln,  limit 
confiteur  -  confìteor 
confondere  -  confónda  mè- 

sedà,  sconfònd 
conforme  -  conforma 
confortare  -  conforta 
confortevold  -  conforiàbil 
confortino  -  bombòn 
conforto  -  confòrt,    ristar 
confratello  -  fràdèll,  con- 

fràtèll 
confraternita  -  confràtèr- 

niia 
confrontare  -  confronta 
confronto  (in)  -   impari, 

in    GonfrÒni,    pàràngòn, 

pàràgòn 
confusamente  -   confiisà- 

niént 
confusione    -    confUsión , 

guàsàb&J,  diavolèri,  dià- 

volàmènt,  pàstiéé,  misc- 

mtLsc,  écomptli 


con 


-  971  - 


con 


confuso  -  confÉs 
confutare  -  confuta 
congedare  -   congeda,    li- 

cenéià 
congedo  -  conged,   congee 
congegno  -  gimugh,    con- 

g'ègn,  ordègn 
congelarsi  -  giàst, 
congestione  -  congeétiòn 
congiungere"  -    congiilng, 

giunta,  uni 
congiuntivo  -  congiuntìo 
congiunto  -  pàrént 
cow^ìvLW/AonQ-congiunéidn 
congiura  -  congiura 
congiurare     -    congiura , 

complotà 
conglutinare  -  incoia 
congratularsi  -  congràtU- 

làss,  ràlegràéé 
congratulazione  -congrà- 

tiUàsiòii  [gàsiòn 

congregazione    -   cotigre- 
congresso  -  congrèàs 
congruo  -  eqiiitàtìv 
coniglio  -  conili,  donèll 
conio   -    chignoRUj   étàmp, 

stampa 
coniugare  -  coniuga 
coniugazione  -  coniilgàsidn 
coniuge  -  niiee,  mari 
connesso  -  conèàé 
connotati  -  conotaa 
conoscente  -  cdgnit 
conoscenza  -  reìàèidn,  eo- 

noscènsa 
conoscere    -    conosé,    co- 

gnosé^  inténdesen 
conosciuto  -  conosHii 
conocchia  -  rdca 
conquasso  -  sconquàès 
conquibus  -  conquìbus 
conquista  -  conqiiìéta 
conquistare  -  conquista 
consacrare  -  conèàcrà 
consanguineità    -   paren- 
tèla 
consanguineo  -  pàrént 
consapevole  -   comàpévol 
consegna  -  consegna 
consegnare  -  consegna 
conseguenza  -  conseguénsa 
conseguire  -  otegni 
conserva  -  consèrva 
conservare  -  gucirn%  con- 

éeì-và,,  màntegni 


conservarsi  -  diirà 
conservatore  -  conàèrràtdr 
conservatorio  -  conserva- 
tòri 
conservazione  -  consèrvà- 

siòn 
considerare   -   conéiderà, 

pensa,  rimarca 
considerato  -  riguàrdaa 
considerazione  -  conside- 

ràsiòn,  ì-iguàrd 
considerevole  -  vistós 
consigliare  -  Consilia 
consigliere  -  consiliér 
consiglio  -  consili,    siige- 

rimént,  parer 
consimile  -  consimil 
consistente    -    conéistént, 

étàgn 
consistenza  -  comiéiènsa 
consistere  •  conéiét 
consolare  -  consola 
consolato  -  consolaa 
consolatore  -  consolator 
consolazione  -  gioia,  con- 

solàsiòn 
console  -  cònéol 
consolidarsi      ^àldàsé 
consolle  -  consóli 
consonante  -  consonàut 
consorte  -  miee,  mari 
consorzio  -  consdrsi 
constare  -  consta 
consuetudine  -  lèohètt 
consulente  -  coìiéillèni 
consultare  -  conéiiltà 
consultivo  -  conéiiltiv 
consulto  -  consMt 
consumare  -  conéiim^,  mé- 

tegh,  esàiiri,  destriigà 
consumarsi  -  delimà 
consumatore  -  conéiitjiàdór 
consumazione  -  conéilmà- 

sion 
consumo  -  consiimm 
consunzione  -  consunéion 
contabitità  -  contàbilitaa 
contadino  -  crosin,  bàdin, 

contàdìn,  pàisàn 
contagioso  -  contàgiòs 
contaminare  -  contàmintl 
contanti  -  contanti 
contapassi  -  ciintàpàss 
contatore  -  contoetlr 
contatto  -  contati 
conte  -  cont 


contegno  -  contègn,  soste' 

niitèéa,  èerietaa 
contegnoso  -  ééì-i,   soste- 

giìiiii  [conéiderti 

contemplare  -  contempla,. 
contemplazione  -  contem- 

plàsión  [poràni 

contemporaneo  -  contem- 
contendere  -  ràcolà,  ràn- 

gognti,  rateiti  ' 
contenere  -  ùvègh,    legni, 

limita 
contenersi  -   fortàss,   sii- 

peràés,  tràtegniàà,  conte- 

gniàs 
contentare  -  contenta 
contentezza  -  giòia 
contentino  -  contentin 
contento  -  còcc,  felice,  con- 

tètit 
conterie  -  màrgàrititt 
contesa  -  ràngol,  Ut,    loia' 
contessa  -  contèsa 
contessina  -  contèéina 
contestare  -  contèsta 
conticino  -  ciintàrèll 
continente  -  continént 
continentale  -  continentàl' 
contino  -  contin 
continuo  -  filaa^  continov 
continuare   -  persisi,   ée- 

giiità 
continuazione  -  continua- 

siòn,  éègilit 
conto  -  ciint,  pàrtida,  épe- 

cifica,  lista 
contornare  -  contorntL 
contorno  -  contórno 
contrabandìere  -  conirà- 

bàndér,  èpàlòn,  àfrosàdór 
contrabando  -  sfròs,  con- 

tràhdnd 
contrabasso  -  contrabààé 
contracambiare  -  contrà- 

càmbià,  eorispònd 
contracambio    -    contrà- 

càmbi 
contraccolpo  -  contràcolp- 
contrada  -  contrada,  étrà- 

da,  via 
contradire,  contraddire  - 

Urta,  contràdi  [sion 

contradizìone  -  contràdi-^ 
contraente  -  contràént 
contraffare  -  àchèrsà 
contraffatto  -  contràfaa 


con 


972  - 


cor 


contraffazione  -  contràfà- 

éiòn 
contrafforte  -   contràfòrt, 

contràmur,  ràmpìn 
contragenio   -  contràgèni 
contraltare  -  contràltàr 
contralto  -  contràlt 
contramniantice  -  contrà- 

bofètt 
contrappelo  -  contràpél 
contrappeso  -  contràpés 
contrapporre  -  contràpònn 
■contrapposto  -  contràpost 
contrapunto  -  contràpunt, 

pànddnt 
contrappunzonare  -   con- 

tràponsonà  [ponéon 

contrappunzone  -  eontrà- 
contrariare    -    contrariti, 

rosegà 
contrarietà  -  contràrietaa 
contrarlo  -  contràri 
contrarlo  (al)  -  àl'incon- 

tràri  [marca 

contrassegno  -  contràéègn, 
contrastare    -    contrasta, 

contesta,  bosà 
contrasto  -  contràst,  erica 
•contrattare  -  contràtt 
contrattempo  -  contràtémp 
contratto  -  contrdtt 
contrauscio  -  contràntipdi't 
contravog'lja -  contràvmùia 
contruweleno-conti'melén 
contravvenzione  -  contrà- 

vensión 
contrazione  -  contràsión 
contribuire  -  contribuì 
contribxizione  -  contì-ibii- 

sìòn  [veder 

contrimpannata  -  contrà- 
contrizione  -  contrision 
contro  -  cantra 
controcolonna  -  lesena 
controdote  -  contràdota 
controllare    -    ricév,    ri- 
scontra, rivede 
controlume  -  contràlùs 
contromolla  -  contràmdla 
contropagina  -  contràpà- 

gina,  càrtdmlta 
controprova    -   cantra- 

proeiua 
contrordine  -  contrdrdin 
controscarpe  -  clà^.ch 
-controscena  -  controscèna 


controsenso  -  controsénè 
controserratura  -  contrà- 

mostàcG  [màcàdÈra 

contusione  -  contiisidn, 
contuttoché  -  contutt  che 
convalescente   -   convàle- 

scènt  [scensa 

convalescenza   -  eonmle- 
convalidare  -  convàlida 
convegno  -  ràndevo,  pun- 

tàniént 
conveniente  -  conveniente 

vàntàgiòs ,     sodisfacènt , 

eqùitàtì'V 
convenienza  -  conveniènéa 
convenire  -   convegni,  re- 
convento -  convént         [sta 
convenzionale    -    conven- 

sionàl 
convenzione  -  convensiòn 
convenuto     -     convegniiii, 

dàcòrd  [éion 

conversazione  -  converéà- 
conversione  -  converHòn 
convertire  -  converti 
convertito  -  convertii 
convesso  -  bombe,  botoriiii 
convincente  -  convincént 
convincere  -  persiiàd,  con- 

vìnc 
convincimento  -  upinión, 

opinion 
convinto  -  persiiàs 
convinzione  -   eonvinsiòn 
convitare  -  tràtà 
convito  -  tràtàmént 
convittore  -  eolegiàl,  con- 

vitòr 
convivere  -  convìv 
convocare  -  convoca 
convocazione    -    convocà- 

siòn 
convoglio  -  treno,    convdj 
convulso  -  convùlà 
convulsione  -    convUlsion 
cooperativa  -  coperàtìva 
coperchiello  -vàda^  crèmes 
coperchio  -  coverò,    coèrc 
coperta  -  tèec,  quàtàiura, 

coèrta 
copertina  -  àlèta 
copertone  -  coertòn 
copertoio  -  soràèrba,    co- 
'    vèrtón,  coèrtón 
copertura  -  tècc,  quàtàdura 
copia  -  copia,  écritiiràèiòn 


copia  lettere  -  eòpialèter 
copiare  -  copia,  ricava 
copiatura  -  copiddùra 
copista  -  copista 
copisteria  -  copistàrla 
coppa  -  copa 
coppaibe  -  copài 
coppale  -  copM 
coppe  -  cojìp,   cceur 
coppella  -  copèla 
coppetta  -  ventósa,  copèta 
coppettino  -  cvlètt 
coppia  -  jìtlra,  parìglia 
coppiola  -  dopiètt 
coppo  -  eopp 
coppone  -  tàpa,  scamÒH 
copi'amiserie  - quàtàétrtLse 
coi-ribusto  -  copribùst 
copricenci  -  quàtàétràsc 
coprimento  -  quàtàda 
copripiatti  -  copràpiàtt 
coprire  -  coprì,  quàtà 
coprirsi  -   quàtàéà, 
coraggio  -    coràgg,  valor, 

épìrit,  fìclegh 
corale  -  corhl 
coralessa  -  cordlàsc 
corata  -  ròse 
coratella  -   coràdèla,    co~ 

ràda,  ròse,  fideghìn 
corazza  -  corààa 
corrazzare  -  coràsà 
corazziere  -  coràsièr 
corba  -  scòrba 
corbellare  -  mincionà,  tà- 

vànà,  cifcà,  rostl 
corbellatore    -     mincio- 

nàdòr 
corbellatura  -  mincionàda 
corbelleria   -  gàbiànàda, 

gibiànàda,  mincionàrta 
corbelli  !  -  mincidni  ! 
corbellino  -  càtàroeu 
corbello  -  còfen,  cèsi 
corbellone  -  binòtt 
corbezzole  -  7nàgidétra 
corbezzoli  !    -    acqua    de 

belegòtt  !  bolgiràda 
corculo  -  germèj 
corda  -  còrda 
cordaggio  -  cordarla 
cordaio,  cordaiolo  -  cordee^ 
cordame  -  cordarla 
cordella  -  strìnga,  cord^}^\ 
cordellina  -  épighèta 
corderia  ^  cordàrìa 


cor 


-  973 


cos 


cordiale  -    corditi,    rosil- 

màda 
cordialità    -   cordiàlitaa, 

cspànèion 
cordicella    -    cordèta,    li- 

gnmùra,  legnoeura,  ètra- 

forsin 
cordiera  -  corderà 
cordiglio  -  cordòn 
cordino  -  cordomn 
cordonare  -  cordona 
cordone  -  cordòn,  lignoeu 

contórno,  fermàpè 
cordoni  -  mànctòn 
cordovano  -  cordovàn 
core  -  ròse,  camr 
coregrgiato  -  btita 
corc^giato    (colpo    di)  - 

bcitdjda 
coreggiuole  (da  gerla)  - 

pàlènn 
coreografia  -  coreografia 
coreografo  -  coreografo 
coriandoli  -  benis 
coriandolo  -  coriàndol 
corista  -  corista 
corna  -  bàrbìs 
cornabecco  -  ginèstra 
cornacchia  -  cornàgia,  tà- 

cola,  bèrta 
cornamusa  -  piva 
Cornareilo  -  Cornare 
cornata  -  cornàda 
Cornelia  -  còrni 
cornetta  -  comèta  ^ 

cornetto  -  gibolàdura,  gi- 

boli,  cornìn,  grignoeu 
cornettone  -  cometòn 
corni  -  còma,  còrni 
cornice  -  cornis 
corniciaio  -    cornisee 
cornicino  -  cornin 
cornicione  -  comisòn 
corniola  -  coì-naa,  cornà- 

icBula 
corniolo  -  cornaa 
corno  -  còrno,  eodee,  brii- 

gnòcola,  bota  [tòruin 

coro  -  cor,  còro,  éàntàèàn- 
corollario  -  coroltiri 
corona  -  corona,  frontàlin, 

diadèma 
coronalo  -  coronati 
corpacciuto  -    corpàsciiiii 
corpetto  -  copribusti  cor- 

pètt 


corpisanti  -  còrpsànt 
corpo  -  còrp,   titol 
corporale  -  corporàl 
corporatura  -  corporàdura 
corporazione    -   eorporà- 

sión  [Dòmin 

Corpus  Domini  -  Còrpiis 
corredo  -  corédo,  schirpa 
correggere  -   corég,   limti 

rivede  [rénsgia, 

correggia  -  corènsgia,  sco- 
correggiuolo  -  ligàscioeù 
corrente  -  corènt,   tràvètt, 

piateti^  càìitir 
correntina  -  corentèla 
corrcntino     -    costòn   de 

plàfòn,   codeghèta 
correre  -  cor 
correspettivo  -  corispetiv 
corretto  -  coregiiiU,  corètt 
correttore  -  corètòr 
correzionale  -  coresiontLl 
correzione  -  corea iòn 
corridore  -  coridòr 
corriere  -  corèr,  càvàlànt, 

esprèss  [dént 

corrispondente  -  corispon- 
corrispondenza    -   cori- 

épondènéa  [pàsà 

corrispondere  -  corièpònd, 
corritoio  -  coridòra,  cor- 

ridòr,  àndàdòra 
corrivo  -  cortv,  credenéòn 
corrodere  -  coròd 
corrompere  -  eoromp 
corrosivo  -  corosìv 
corrucciarsi  -  beschiéiàés 
corrugare  -  increspa, 
corrugazione  -   inerèspà- 

dùra 
corsa  -  còrèa,  scoréa 
corse  -  peticrina 
corsetto  -  corpètt 
corsìa  -  crosèra 
corsivo  -  corsìv 
corso  -  còrs 

corte  -  còrt  [scórsa 

corteccia  -  croata,  rùéca, 
corteggiare  -  cortègià 
corteggiatore  -  gàldnt 
cortese  -  gràsiòs,  obligdnt, 

compii 
cortesia  -  àgremàn,  finèéa, 

grcisia,    cortesia,  conipi- 

tèéa 
cortezza  -  cdrièsa 


cortina  -  tènda,  vàleta- 
corto  -  cùrt,  ristrètt 
corvo  -  scorbàtt 
cosa  -  còàa,  ròba 
coscia  -  gàlòn,  gàròm 
cosciali  -  cosòn 
coscienza  -  conscènéa,  co- 

sciènéa 
coscienzioso  -  coscenéiòs- 
coscritto  -  coscritt 
coscrizione    -    coscrièiòny 

lèva 
coserelle  -  bàràvài,  bàrlà- 
cosettino  -  robètìn        [fics 
cosette  -  bòlgir 
COSÌ  -  insci  [frìn 

cosino  -  robetin,  cinchetin" 
cosmetico  -cosmèiich 
coso  -  fóter 
cosone  -  boiòcch 
cospiratore  -  cospiràdor 
cospirazione  -  cospiràéidn. 
costa  -  còéia 
costante  -  coètànt 
costanza   -   coetànea,   fer- 

mèsa,  perseverànsa 
costare  -  costà,  vare,  vàriy, 

vegrìi 
costeggiare  -  costègiti 
costellazione  -  costelàsiòn' 
costerecci  -  coistàioeul,  co- 

stàimìr 
costipato  -  costipaa 
costipazione  -  costipàsiòn, 

éàrcvmènt 
costituirsi  -  eriges,  costi- 

tiiiéè 
costituzionale    -    costiiii- 

siontl 
costituzione  -  costiiiisiòn 
costo  -  cosi,  prèsi 
costola  -  còsta 
costole  -  cornàcc 
costolina  -  cotelèta 
costoso  -  costòs 
costretto  -  obligaa 
costringere  -  condenti,  o- 

bligà,  costring 
costrutto  -  costriitt 
costruzione  -  costriiéiòn 
costui  -  cositi 
costume  -  costiimm 
costura  -  giunta,  gitmtUra,. 

rebàtidura 
costurino  -  cànèta 
COSUCCio  -  bòlgir 


cot 


—  974 


cru 


•cotale  -  tu 

cote  -  còd,  cot 

cotenna  -  càgiòss,  codega, 

coièna 
-cotica  -  codega 
cotichino  -  codeghhi 
•cotognate  -  codognMa 
cotogno  -  coddgn 
cotona  -  cotona 
cotone  -  bombàà,  coton 
cotonina  -  cotonina 
coturnice  -  cottirnìs 
coturno  -  coturno 
«otta  -  bionda,  ciòca,  cdta 
cottimo  -  bòtt^  còtim 
cotto  -  cdtt 
•cottura  -  cotùra 
covare  -  coti,  cova 
covata  -  covàda,  pitàda 
cova  -  nm 
•covo  di  ladri  -  el  bos-ch  déla 

merlàda 
•cozzare  -  bosà,  triicà 
cozzo  -  giboll,  gibolàdùra, 

màcàdura 
cozzone  -  màrosee 
cranio  -  crtipa 
crapula  -   bàgàécitda,  ba- 
gordi, bàràca 
crapulone  -  oàtàriàtt 
crauti  -  éàlcràut 
cravatta  -  cràràta 
cravattaio  -  cràvàtee 
creanza  -  creànsa 
creare  -  crea 
creatura  -  creatura 
creazione  -  creànòn 
credente  -  credént 
credenza  -  bii/è,  créta,  fed, 
fido,  càrdénsa,  credénsa, 
guàrnéri,  pànàdora 
credenziale  -  credenàiàl 
credenziere  -  càrdenèér 
credere  -  créd 
credibile  -  credibil 
credito  -  crédit,  créta,  fido 
creditore  -  ereditar 
credo  -  crédo 
credulo  -  credenèón 
crema  -  càolàtt,  panerà 
cremare  -  crema 
crematoio  -  crematóri 
cremazione  -  cremàsion 
^«remisino  -  crèmes 
creinor  di   tartaro  -  cre- 
mortàrter 


cren,  crenno  -  cren 
crepa  -  créna 
crepacce  -  crepàsc 
crepacci  -  malandrà,  sédol 
crepaccio  -  crepàsc 
crepacuore  -  crèpdccBur 
crepapancia  -  crèpdpànscia 
crepapelle    (a)    -    à   cre- 

pàpànècia 
crepare  -  crepa,  dàgh  dna 

crepddlna,   derviàs 
crepatura  -  crèpp 
crepitacolo  -  tricch  e  tràcch 
crepitare  -  s'ciopà 
crepone  -  crepon        [éént 
crescente  -   crescént,  cre- 
crescere  -  crèss^  vegni 
crescione  -  gràsòn 
cresciuti  (i)  -  *  crèsilU 
cresima  -  cresima,  crésma 
cresimare  -  eresimt,  cre- 
crespa  -  créspa  [smà 

crespo    -   crèsp,     erèàpaa, 

fioràda 
crespone  -  crcèpon 
cresta  -  crésta,  scéàta 
cresta  di   gallo  -  pèrse- 

ghtna  [dista 

crestaia  -  màdàmm,  mo- 
creta  -  créia,  creta 
cretino  -  cretìn 
cretto  -  crèpp 
cria  -  biséta 
cribro  -  cribi 
cric-crac  -  cricch  crdcch 
cricche     -    cricch  cràcch, 

cricch 
cricchio  -  erica,  mata 
crico,  cricri  -  cricch 
criminale  -  crimintLl 
crine  -  gringa 
criniera  -  crinièra,  dòma 
crinolina,  crinolino  -  bà- 

lòn.  còregh,  crinolinn 
crisalide  -  gàtòés 
crisi  -  arisi 
cristallaio  -  criétàlee 
cristallame  -  criètàlerta 
cristallizzare,  cristalliz- 
zarsi -    criétàlisàés 
cristallo  -  criàtàll 
cristiano  -  Cristian 
Cristo  -  Crièt 
cristoforia  -  criétofòria 
criterio  -  criteri,    diéoèr- 

nimént 


critica  -  critica 
criticare  -  critica 
criticastro,  critico  -  crì- 

tich 
criticone  -  criticòn 
crivellare  -  cribià 
crivello  -  crìbi 
croccante  -  crocànt 
croccare  -  ciocà 
crocchiare  -  eàrocià,  croca 
crocchio  -   erose,  croeusc, 

cròtt,  gààlètt,  gààlìn,  ròse 
croce  -  eros,  eroséra 
crocè  -  croscè 
crocesanta  -  esiiss 
crocetta  -  crosìn 
crocchette  -  mondeghìli 
GVOGÌccYào  -incrosegiddùra 
crocidare  -  fa  cràerà 
crociere  -  bèehincrós,  bèeh- 

étòrt 
crocifero  -  crocìfer 
crocifisso  -  crocifiéé 
crocione  -  crosdn 
crocrò  -  cràerà 
crogiolare  -  confina 
crogiuolo  -  erosoeù 
croio  -  crdj 
croma  -  cròma 
cronaca  -  crònica 
cronico  -  crònich,  inférma, 

inférmo 
cronista  -  cromiia 
cronologia  -  cronologia 
cronologico  -  cronològich 
cronometro   -  cronòmetro 
crosciare  -  s'cìoptt 
crosta  -  crosta 
crostino  -  cròsttn 
crostone  -  croston 
erotto  -  cròtt 
crucciare  -  criiéià 
crucciarsi  -  criisiàès 
cruccio  -  cruài 
cruccioso  -  ràbin 
crudele  -  tirano 
crudeltà  -  bàrbàritaa,  crii- 

deltaa,  tir  ama 
crudo  -  criid 
cruna  -  fenéétra,  finèétra 
crusca  -  erUsca 
cruscaio  -  eriléeàtt 
cruscata  -  eriiscàda 
cruschello  -  i-osgieeu 
cruscherello(giocare  a...) 

-  giiigù,  à  cruschèll 


cru 


-  975  - 


dee 


craschino  -  bUràtd 
cubatura  -  quàdretàdura 
cuccag^na  -  c/iletigna 
cucchiaia  -  bàiron,  ciàpa 
cucciiiaiata  -  ciigiàrMa 
cucchiaìera  -  cUgiàrèra 
cucchiaio  -  ciigiaa 
cucchiaione  -  cilgiàròn 
cucchiara  -  pala 
cuccliino  -  mrcRu 
cuccia   -    cuGÌa ,    càgnèta, 

còda 
cucciare  -  cociàsè 
cucciolo  -  ràépusc 
cucco  -  beniàmtn,    càroRÙ^ 

cieión,  coca,  coco,  cucch 
cuccurucù  -  eiicuriicuu 
cucina  -  cilsina 
cucinare  -  ciiéinti 
cucire  -  ciisì 
cucito  -  cusii 
cucitursi  -  ciisidiira 
cucolo  -  coco 
cuffia  -  càmìsa,  sctìfia 
cufflaia  -  màdànim 
cug'ina  -  ciisìna 
cugino  -  ciisìn 
culaccino  -  cillètt 
culaccio  -  culata 
culatto  -  bofètt 
culbianco  -  ciibiànch 
culla  -  cuna,  nàvàscia 
cullare  -  cilnd,,  dà  là  dànda, 

ninti 
culetto  -  ciilc't  [sèdes 

culo  -  cuii,  fàbriàn,  g ìlice, 
cunxolo  -  meda 
cumulativo  -  cuniillàtìv 
cuna  -  cuna,  cuntn 
cunei  -  cuni 
cunetta  -  ciimn 
cuocere  -  c«ms 
cuoco  cmuqh 
cuoiaio  -  pelàtee 
cuoio  -  coràmm,  peli 
cuore  -  eoeur 
cuore  (di)  -  cordiàlmmt 
cuoricino  -  corm 
cupo  -  tetro 
cupola    -    bersò,    càpelètt, 

cupola 
cuppè  -  copé 
cura  -  custodia,   c&ra,  là- 

vàndàrm,  lavanderìa, 

sbianca 
curare  -  curti 


curarsi  -  curass 
curasse  -  ciiràsd 
curatalo  -  làvàndee 
curatela  -  curatèla 
curato   -  ciiraa,  eiiràt,  pà- 

roch 
curatore  -  curàtòr 
curcuma  -  curcuma 
curcussii  -  modenésa 
curia  (  la  )    -     là    cura  , 
curiale  -  legai  [curia 

curiosità  -  curiositaa 
curioso  -  curiòs 
curra  curra    -   cdra  cora 
currare  -  ciirlti 
curro  -  curio 
cursore  -  iiscièr 
curva  -  curva 
curvare  -  inarca 
curvato  -  cUrvaa 
curvo  -  tcBuss 
cuscinetti  -  cosinètt 
cuscino  -  cosìn 
cuscuta  -  gringa 
custode    (di   caserma)   - 

eàsèrniér  [guàrdidn 

custode  -  cilàtòd,  guàrdia, 
custodia  -  biista,  custodia 

guàrdia,  ètiicc 
custodire  -  cura,    cUstodì 
cutreccola  -  bòvàròta,  bò- 


13 


de 


d' avvantaggio ,  davvan- 
taggio -  depù,  d'àvàns 

d'avanzo  -  d'àvàné 

da  basso,  dabbasso  -  de- 

da  senno  -  debon  [bàss 

da  sé  -  deperlee,  deperlu, 
deperlòr 

dabenaggine  -  bonomìa 

daccapo  -  decàpp 

daddoli  -  frignàrìj,  ftà- 
sc.ìrij 

dado  -  pilèta,  bàléta,  bii- 
èeròtt,  daa 

daga  -  daga 

dagli  -  di 

dahlia  -  dàlia 

dai,  dalle  -  di 

dalli  dalli  -  dai  dai 

dalmatica  -  dalmàtica 

dama  -  dama,  bàcidca 


damare  -  dama 
damascato  -  dàmààcaa 
damasc atura  -  ràmàsg 
damasco  -  damaseli 
damerino  -  moàcdn,  galani, 

sgàrsorìn 
dauiigella  -  damma 
damigiana  -  damigiana 
damiua  -  damma 
damo  -  nioros,  baciaceli 
damuzzaccia  -  dàmàéa 
danaro  -  numeràri,  dànee 
dando  -  dàndlna,  i  dàndinn 
dannazione  -  dànàsiòn 
danneggiare  -  diserta,  dà- 

negià,  bosàrà 
danno  -  preg indisi,  redriés, 

ràdriss,  diécàpit,   descà- 

pit,  disgràsia,guàst,  svàn- 

tàgg,  dàgn,  dami 
dante  -  dànt 

danzare  -  salta  \lètt 

dappiede  (il)  -  el  depee  del 
dappocaggine  -  ddpocMsia 
dappoco  -  intrigaa,  lende- 

non  ,    bislàccli ,    fescion, 

dòrmimpee ,    firàgnòceh, 

tripee    ■ 
dare  -  làsà,  pàsà,  dà 
darsela  -  dagliela 
darsena  -  dàrsena 
darsi  -  dàsé 
data  -  data 
datare  -  data 
dativo  -  ddtìv 
dattero  -  dàter,  dàtol 
davanti  -  davanti,  denàns 
davanzale  -  scòss 
davvantaggio  -  d'avàns 
davvero  -  deverà,    dàvèra, 

debon 
debito  -  dèbit 
debitore  -  debitór 
debituzzo  -  pendisi 
debole  -  dèbol,  mòli 
debolezza  -  fèàca,  debolèsa 
decadenza  -  decàdénsa 
decalogo  -  decàlogh 
decano  -  deeàn,  decano 
decantare  -  decanta 
decennio  -  desèni 
decente  -  decént         [mént 
decentemente    -    decente- 
decenza  -  decénsa 
decidere  -  deeid,   deliberà 
decidersi  -WiSfoes,  reédlves 


dee 


—  976 


dù 


decisione  -  àtergaa,  cleci- 

siòn 

declamare  -  deelàmà 
declamazione    -  deelàmà- 

sion 
declinare-ci!ec//w3.,  decampa 
declinazione  -  declinàsiòn 
decollazione  -  decolààion 
decorazione  -  deeorààidn 
decoroso  -  decorós 
decotto  -  decòtt 
decrepito  -  dccripit 
decretare  -  decreta 
decreto  -    ordintìisa,    de- 
dedica  -  dedica  [crètt 

dedicare  -  dedica 
dedicarsi  -  metes,  invodàès 
dedotto  -  dedòtt 
dedurre  -  dedu 
deferenza  -  deferénsa 
definire  -  defmt 
degenerare  -  irnhàétàrdà 
degnare  -  degnàés 
degnarsi  -  bàsàès 
degli  -  di 

degnazione  -  degnàsidn 
degno  -  dègn 
dei  -  di 

delatore  -  trombeta 
delegare  -  delega,  incarica 
delegato  -  delegaa 
deliberare  -  deliberà,  decìd 
deliberazione  -  delibera 
delicatezza  -  delicàtèSa 
delicato  -  delicaa,  scàros, 

grticil,  frtigil 
delineare  -  disegnai 
deliquio  -  svànimént,  sve- 

nimènt 
delirare  -  iràspàrlà,  delira, 

vànegià 
delirio  -   deliri,    femesìa, 

frenesìa 
delitto  -  delitt 
delizia  -  dellHa 
delizioso  -  delisiòs 
delle  -  di 

delusione  -  delilsian 
demanio  -  demàni 
democratico-  democràtich 
demerito  -  demèrit 
demonietto  -  pésta,  ciàpin 
demonio  -  demòni,  diàol 
denari  -  beai 
densità  -   còìjt 
denso  -  spèse 


dentarolo  -  dentiroeu 
dentata  -  dencìMa 
dentatura  -  dentàdura 
dente  -  dent,  penerà 
dentello    -    dent,    dentèll, 

scànton 
dentice  -  àdàl 
dentiera  -  denterà,   rèste- 
dentino  -  dencin        [léra 
dentiruolo  -  tetiroeu 
dentista  -  dentista,  càvà- 

déìit 
dentro  -  dedént,  dent,  dén- 
ter,  indént,  indenter,  dén 
denudare  -  sbiotà 
denunciare  -  denunéià 
denunzia  -  denUnéia 
denunziare  -  dichiara,  re- 
feri, riferi 
deperire  -  deperì 
deporre  -  depònn 
depositare  -  deposita,  de- 
pònn 
deposito  -  depdsit 
deposizione  -   deposisidn 
depuratore   -  depiiràdòr 
deputato  -  depiltaa 
deputazione  -  depiitàsión 
derelitto  -  derelitt 
deretano    -   quàrtee ,    fà- 

britin,  gkicc 
derivare  -  provegnt,    de- 
riva, vegnt 
derivazione  -    derivàsidn 
derrata  -  àntepàrt,   géner 
deschetto  -  bànchètt,  sca- 

gnèll 
descrivere  -  descriv 
descrizione    -    deécrisiòn 
deserto  -  spopolaa,  desèrt 
desiderare  -  desidera,  vorè 
desiderio  -  desidèri 
desinare  -  disnà,  pràné 
desistere  -  mola 
desolato  -  desolaa 
desolazione  -  desolàsiòn 
destarsi  -   deèedàsà 
destinare  -  destinti 
destinato  -  destinaa 
destinazione  -  destìn 
destino    -    destìn ,    ètèla , 

pianeta 
destituire  -  destituì 
destituzione  -  destitiiéiòn 
desto  -  descàntaa,  diseàn- 
taa 


destra  -  drìta,  drìsa 
destreggiarsi-  bàrcdnièntt 
destrezza  -  àgilitaa,  svèl- 

tìsia,  fmèsa 
destro  -  svèlt,   desgàrbiaa, 

descàntaa,  politich,  poli- 

tigon,  màtrieolaa 
detenuto  -  detenilii 
determinare  -  precise,  de- 
termina^ fisa 
determinato  -  fise 
determinazione    -    detèr- 

minàèiòn 
detrarre  -  rebàtt 
detta  -  dita 
dettagliatamente  -  detà- 

gliàtàvient 
dettare  -  detà 
dettatura  -  detàtùra 
detto  -  confidaa,  ditt 
deviare  -  decampa 
devoto  -  fedél 
devozione  -  devoàiòn,  di- 

vosion,  fedeltaa 
di  -  di,  de 
di  mano  in   mano   -   de- 

mànimdn,  demenemdn 
di  mezzo  -  demèéé 
di  per  se    -    deperlee,    de- 

jjerlù,  deperlor 
diaccio  -  giàsà 
diaccio  marmato  -  l'è  ge- 
lida 
diaccinolo  -  cornàgia 
diacono  -  diàcon 
diadema  -  diadèma 
diagonale  •  diàgonàl 
dialetto  -  diàlètt,  pàtoù 
dialogo  -  diàlogh 
diamantare  -  diàmàntà 
diamante  -  didtnànt 
diamine  !  -  diàmin  !  diàn 

sen  !  ditìol 
diana  -  diana 
diancine  !  -  diànsen  ! 
diario  -  diàri,  notes,  diutit 
diarrea  -  càghèta,   diàrèa, 

càgàrela 
diaspro  -  diàéper 
diavolaccio      -     cornàbd , 

diàolàsc 
diavoleto  -  diàolàmènt 
diavoletti ,    diavolini 

bigolitt 
diavoletto  -  diàolètt 
diavolino  -  diàolòtt 


dia 


977 


dis 


diavolìo  - diàolàmènt,  diào- 

lèri 
diavolo  -  dittili,  bàrlicch 
diavolone  -  diàolòtt 
dibattere  -  shàtt,  rebàtt 
dibattimento  -  dibàtimènt, 

■procèès 
«librucare  -  desbroncà 
dicattì  -  einàfose,  sciseià- 

hobò 
dicembre  -  desèmber 
dicervellarsi  -  è'cervelààs, 

snuiéiicàsà,  des'cervelàss 

dichiarare  -  dichiaro,,  con- 

.  fèéd,,  spiatela,  denumià 

dichiarazioue  -  dichiùrà- 

éion,  notifica 
diciannove  -  desnoeuv 
diciotto  -  desdòtt 
didietro   -   dedree,    depòs, 

àpós 
dieci  -  d('s 
dieciasette  -  dersètt 
diecina  -  desèna 
di  esire  -  dìesira  ' 
dieta  -  dièta 
dietro  -  dedree,   àpós,  de- 

pòs,  àdrce 
difalco    -  (tra,  tàéa 
difendersi  -  difèndes 
difesa  -  difésa 
difetto  -  màncàment,  màn- 

cànsa,  mdngàgna,  difètti 

iàroj  visi 
d iffamare  -  difàmà,  infàmtt 
diifamazione  -  difàmàHòn 
differire  -  di  ferì,  prolun- 
ga, trasporta  [rcjit 
differente  -  divèrè,  difc- 
differenza  -  diferènsa,  de- 

svàri 
differenziare  -  desfercni-ià 
difficile  -  difìcil,  hilsUis 
dìfflciletto  -  di f le  Ilòti 
difttcoltà  -  dif?,coltaa 
diffida  -  difilùAiùn 
diffidare  -    difidà 
diffidente  -  dl[ldènt,  mdl- 

fbdaa 
diffidenza  -  difidènèa 
<iiffusionc  -  difUsiòit 
difterite  -  difterite 
(lig"erìl)ile  -   digerìbile   di- 

gestìv,  pàsànt 
digferire  -  digerì 
dijjestione  -  digeètiòn 


digestivo  -  digeétìv 
digrhìacciare  -  desgelà,  di- 
sgela, retnolà. 
digfitale  -  digitai 
digiunare  -  digiilnà 
digiuno  -  digiàn 
dig'nità  -  dignitaa,  onòr 
digranellarsì  -  despigààs 
dig-rassare     -     dcsgràùtt , 

sgrùéà 
digrossare  -  desgrosà 
diguazzare-  s^fMfi&'a,  resentà 
dilauiare  -  sbrana 
dilatare  -  destènd,    slarga 
dìliitazione  -  dilàtàsiòn 
dilavato  -  sbiàvaa,   slàvaa 
dilazione  -  dilàsiòn,  respìr 
dileggiare  -  minciontt 
dileggioso  -  giàvàniiéé 
dileiruarsi  -  épàrì 
dilètico  -  gàlitt 
dilettante  -  dilettnt 
dilicatino  -  delicàdìn,  nò- 

biiìn 
diligenza  -  diligènsa 
dilimare  -  delimà 
diliscare  -  desrescà 
dilungare  -  slongti 
dilungatore  -  pìrlòn 
diluvio  -  diVàci 
diluvione  -  ludria 
dimagrire    -   smagrì,    di- 

venttt  nittghcr 
dimanda  -  domanda 
dimandare  -  domanda 
dimani  -  dimàn,  dorndn 
dimenticare  -  desmentegà^ 
■*  dimentica 

dìmeiiticanzi  -  oeàda,  lo- 
cala, omisiàii 
dimer^'-olare  -  giigià 
dimesso  -  dtisìnetilii, dismiss 
dimesticare  -  domèstica 
dimesticarci   -  fàmiliàri- 

sàss 
dimettere    -   desniètt,    di 

sinètt 
dimettersi  -  dimètcs 
dimezzare  -  smejà 
diminuire  -  diminuì,  mola, 

càia,  bàlcà 
diminuito  -  càlaa,  ròlt 
dimissione  -  dimisiòn 
dimiss '•  ria  -  diiniéòria 
dimoiamcnto  -  remali 
dimoiare  -  remala 


dimostrare  -  dimoàtrà 
dimostrazione  -  dimostrà- 

sión 

dinastia  -  dinastìa 

dintorni  -  dintórni 

Dìo  -  Dìo.  Signor 

Dio  gnanìil-  dininguàrda! 

dipendere  -  dipénd 

dipeso  -  dipendiiii 

dipingere  -  pitUrà 

dipinto  -  quàder,  pitura 

dipiiitura  -  pitÉra 

dì  più  -  depiè,  piisee 

diploma  -  diploma,  pà- 
iénta,  patente 

diplomatico  -  diplomtltich 

diplomazia  -  diplomàsìa 

dipoi  -  preu 

diportamento  -  diporià- 
■inènt,  deportàrnént 

diportarsi  -  portàsé 

dippiìi  -  Mea 

diradare  -  sràrì,  épàri 

diramare  -  dirama 

diramazione  -  diràmàsion 

dire  -  di,  pària 

direnare  -  desrenà 

direnarsi  -  desflronàés 

diretto  -  dirctt,  dirigiiiii 

direttore  -  diretór 

direzidne  -  diresión 

dirigere  -  dirìg 

dirìgersi  -  contegniss 

dirimpetto    -   dirimpètt , 
perrònira,    à   visavì,    in' 
mìrii, 

diritto  -  dritt,   driss 

dìrìlt'>ne  -  hàrgnifón,  màr- 
gnifòn,  sveltón,  iàlidn, 
miiriòlt) 

dirizzatura  -  schèia 

diroccato  -  diroccia,  de- 
rócaa 

dirotta   -    sluscia 

dirozzare  -  desgroSà,  in- 
gentilì 

dirugginire  -  drsrilginì 

dirupo  -  darUpéri 

disal>itato  -  dasàbitaa,  di- 
sabitati 

disaccordo  -  disàcórd 

disagiare  -  descomodà,  in- 
còmoda [còniod 

disagiato  -  discomod,  in- 

disagio  -  discomod^  incó- 
mod 


i)2 


dis 


-  978  - 


dis 


disaminare    -    desàmintt , 

disàmintL 
disastro  -  disMter 
disapprovare   -   condànù,, 

disàproà 
disapprovazione    -   disà- 

prodsidn 
disappunto    -    disàptint  ^ 

sconcèrt 
disarmare    -  disarma 
disarmato  -  disài-maa,  de- 

sàrmaa 
disattento  -  disàtént 
disavanzo  -  disàvàns,   dè- 
ficit, disàpùnt 
disavvezzare  -  diUiefà 
disborso  -  sborè,  disimborà, 

dcsimbòì-é 
disboscare  -  desboseà,  di- 

sboècà 
disbrucare  -  desbroneà 
discapito    -    descàjnt,  di- 

àcàpit  [gid 

discendere  -  smonta,  vegnì 
discernimento    -    discer- 

nimént 
discesa  -  dìscésor 
discinto  -  in  sorioeula 
disciplina     -    disciplina , 

regola 
disciplinare  -  regola 
discoli  -  *  bàrrìbitt 
discolo  -  dìscol,   scàpùse, 

deboscé 
discordia  -    desilniòn,  di- 

siiniòn  [descòr 

discorrere  -  disedr,  pària, 
discorso  -  discors,  descórs 
discreto  -  discréti,  pàéàbil, 

niingàmàl 
discrezione  -   discresiòn 
discrezione  (a)-à  stimm 
discussione  -  disciiéidn 
discutere    -    diémtt,    ra- 
giona 
disdetta  -    dcécàriee,    de- 

sdiia,    ghignón,   disdèla. 

deèfortuna,  deslìpa 
disdire,  disdirsi  -  desdt. 

disdl,  ri(irà§s 
disegnare  -  disegna 
diseg'no     -    disègn  ,    tipo  , 

piano 
diseredare  -  discreda 
disertare  -  diserta 
disertore  -  disertar 


disfare  -  de§fà 
disfarsi  -  deèfààé        [daa 
disfatto  -dèsf,  desfaa,  àn- 
disformare  -  desformà 
disg'org'are  -  dasgorgtt 
disgrra'.ia  -  desgràsia,  di- 

gràsia,  legnàda,  deslìpa, 

desforiùna,  eqiiindéi 
disgraziatissimo  -  desli- 

paa 
disg'raziato   -  disgrdsiaa. 

desfortiinaa,  descàvigiaa, 

infelice 
disgustare  -  desgiiàtà,  di 

sgiistà,  revoltà,  rivolta 
disgusto  -  desgust,  disgust 
disgustoso  -  desgiistds,  di- 

sgiistòs 
disinibrogliare  ,    disim- 
pacciare -  desbroiO,,  di- 

sbroià 
disimparare  -  disimpara, 

dcsiìnpàrà 
disimpegnare  -    disimpe- 

gnà,  desim])cgnà 
disimpegno   •■    disimpègn 
disimpiegato  -   desimpie 

gaa,   disimpiegaa 
disinfettare  -  disinfetti 
disingannare  disingànà 
disingannarsi    -    desàbii- 

sàs's',   deslilsingàss 
disinganno     -    disingànn 
disinteressato    -  disintc- 

rema 
disinvolto  -  disinvdlt,  sciolt 
disinvoltura  - dismroliUra 
dislacciare  -  deslàsà       «» 
di  slogato  -  slogan 
dismontare     -    desmonlà, 

sìiwntà 
disobbedire    -    disiibcdì , 

dcsilbeilì 
disoccupato  -    disociipaa. 

drsnctipaa    -  [sonést 

disonesto  -  desonèst,  di- 
disonnare  -  deé-càntà,  di- 
scanta [twmin'à 
disonorare  -rZ/so72o;'fi,  con- 
disonore  -disonùr,  desonòr 
disorbitante  -  csorbitànt 
disordine   -  disórdin.  de- 

sàrden,  rebcliùn,  picn^ 
disossare  -  disoèà,  desosà 
disotterrare    -    dinoterà , 

desolerà 


disotto  -  desoli,  desdta 
dispaccio  diépàee 
disparere  -  disàcdrd 
dispari  -  dìsper 
disparire  -  spari 
disparte  (in)  -  despttrt 
dispensa  -   dispensa 
disperarsi  -  disperàss 
disperatamente  -  Ma  di- 

speràda  [éperaa 

disperato  -    desperaa,  di- 
disperazione  -  disperàsión 

deéperàsiòn 
disperso  -  dispera,  despèrs 
dispetto  -  diépètt,  repetòn, 

deé/wési 


despresiòs 
dispiàsc,  de- 

-     despiàsUii 
desténd 
disponibi- 


dispettoso 
dispiacere 

épiàsè 
dispiaciuto 
dispiegare  - 
disponibilità 

litaa 
disporre    -    dispònn,    de- 

spònn,  prepara 
disposizione  -rfi^/JOsmòH, 

dlitMin 
disposto  -  disposi,  prepàraa 
disprezzare  -  spreàà 
disprezzo  -  disprèss 
disputa  -  diseilsiòn,  boiàda , 

erica,  rògn  [sciitt 

disputare  -  scombàtt,  di 
dissaldare  -    disàldà,  de- 

sàldà,  destiicà, 
dissenteria  -  flUss,  càghSta 

diàrèa,  corentèla 
dissesto  -  déficit 
disseminare     -     somenà, 

semina,  èpàrpàià,  àpàn- 

tcgà 
disseppellire  -  desepelì 
dissestare  -  disestà 
dissi  migliare  -  sfalsa 
dissimile  -  divèrs,  dcseom- 

ptlgn  [  daa 

dissipato  -scorlàcoo,  sbàn- 
dissipatore  -  Utràlàtòn 
dissodare  -   dcs-'gcrbà 
dissolare  -  desola 
dissolutezza  -  dcbdse 
dissipato  -  dchoscé 
dissuadere   -   dis>'àd,  de 

sia-ù,  distoma  [stà^ch 

distacco    -    distaceli,   de- 
distanza  -  distànsa 


dis 


-  979 


don 


distare  -  dista,  rèss  lontàn 
distendere   -   distènd,  de- 

stcnd,  eompdnn 
distesa  (alla)  -  àia  distésa 

e  destèsa 
disteso  -  deMenduil,  diétès 
distillare  -  distila 
disting'uere   -    distìnguu, 

divìd,  desferenàitl 
distogliere    -   distosiì,  de- 

àtceil^  disiiàd 
distrarre  -  distra,  distmil 
distrazione    -    diètràsiòn 
distretto  -    distretta    vàia 
distribuire  -  diétribili,  de- 

strihiii  [siòn 

distribuzione  -    distribìi- 
districare ,    distrigare  - 

sbàràsà,    desbroià ,    des 

garbiti 
districarsi,  distrigarsi  - 

desvèrgcs,    tra    fnùra    el 

germmùj,  sbrigasi 
distruggere  -  distrùg 
distrutto  -  distrilit 
distruzione    -    distrUsión 
disturb  ire  -  disturba,  de- 

stiirbà,  sconcerta 
disturbo  -  dislÈrb,  desturb, 

sconrèrt  [diént 

disubbidiente     -     dcsilbe- 
disubbidìenza    -     disiibe- 

dièma .  dcs/iOediènsa 
disubbidire    -    disilbedì , 

de.iìi  icdl 
disug^elliire     -    disigilà^ 

desigi  là 
disugu  ile  -  desilguM 
disumare  -  deioteì-à 
disunione  -  disiiniùn,  de 

iiiiniòu  ròta, 
disunire  -  disiint,   desimi 
disusare  -  dasiisit 
disutilaccio  -  mitngiàpdn, 

disu'il 
disutile  -  boìs 
disviarsi  -  ètriirùcà 
ditale  -  diflaa 
ditali  -  did 
ditino  -  didìii 
dito  -  did,  dìdit 
ditola  -  didèla,    didrlìna, 

diiltcùla  [segna 

ditta  -  dita,    ìnuslra,    tii- 
dittanio    •  pdiscioiù, 
dittatore  -  dildlùr 


dittongo  -  ditòngh 
diurno  -  diurno 
divagare  -  divaga 
divagarsi    -    sràgàss,    di- 

stràss 
divano  -  divdn,   sofà 
divano  turco  -  dimn,  dil- 
scèss  [rènsa 

divario    -    desràri,    dife- 
divelto  -  seàvèss 
divenire,  diventare  -  di- 
venta^ déventà,  vegnl 
diverbio  -  ciàeer 
diversamente    -   divèrsà- 
di versi  -  rari  [mènt 

diversificare  -  desferensià 
diversità  -  div'ersitaa,  di- 

ferèma 
diverso  -  divèrs 
divezzare    -    desiata,    di- 

éiiefà 
divertimento     -    diverti- 
mént,  baldòria,    tràteni- 
mént,  àpàss,  divèrsiv 
divertire  -  divertì 
divertisi  -  divertiss,  giiigà 
diviatamente,  diviato  -  à 

fiiiviàda 
dividere   -   spartì,    divìd, 

distribuì,  diélìngitu 
di vidersi -,sjt>àrfw.s,  divìdes 
divinamente  -  divinàmènt 
divino  -  divino 
divisa  -  montura,  Unifór- 
me, Uniforma 
divisione  -  divisiòn 
divorare  -  divora,  ceus 
divorziare  -   épàrtiés,   fa 

divorai 
divorzio  -  divorai 
divoto  -  devòti,  divòtt 
divulgare  -propala,  spcim- 

pìtnà 
divulgato  -  general 
dizionario  -  disionàri,  vo 

(■(ibolàri 
dizione  -  termi'i 
do  -  dò 

dobletto  -  doblètt        [noia 
di>ccia  -  ciòcia,  rànaa,  cà- 
docciaio  -  trombce    - 
d(K;cione  -  càna.  canon 
docile  -    dòdi,    màiisiictt, 

rùgionévol,  bua 
docilità  -  dòeilitaa 
documeutare  -  documenta 


documento    -     dociimént, 

ducilmént 
dodici  -  dòdes 
doga'  -  dòa 

dogana  -  dogana,  fmànéa 
doganiere  -  dogàniér,  fi- 

nànsiér 
doglioso  -  doiùs 
dogma  -  dògma 
dogmatico  -  dogmàtich 
dolce  -  dols,  nils,  bombòn 
dolcezza  -  dolcèsa 
dolci  (i)  -  i  dolci,  i  bombòn 
dolciastro  -  dolsUsc 
dolcigno  -  doléìn 
dolcione  -  bombàsón,    bo- 

nàse 
dolere  -  dori 
dolorare  -  dolora,  pena 
dolore    -    dolor,    màrtiri, 

crusi 
dolo  retto  -  dolorin 
domanda  -  domanda,  di- 
manda, rieóré 
domandare    -    domanda , 

dimanda,  interogà 
domani  -  dimdn,  domdn 
domare  -  doma 
domatore  -  domàdòr 
domenica  -  domenica,  do- 

7nènega 
domestica  -  serva 
domestico  -fàmiliàr,  èèr- 

vitór,  domèstich 
domicilio  -  domicìli 
dominare  -  domina 
dominazione  -  dominàsion 
dominò  -  dòming 
domo  -  dòmm 
don  -  dòn 

donare  -  regala,  dona 
donazione  -  donàsiòn 
dondò  -  din,  ddn 
dondolare  -  lirrlà,  dondà, 

dondignà,  dondonà,  nas  8) 
dondolo   -  pcndol,    dònda, 

(loiiHàd'i,  dànda 
dondolone  -  el  sur  dondàéi^ 

fàiiàgolòn 
donna  -  dona,  fé  mina 
donnaccia  -  dunàscia 
donuiiiuolo  -  donati 
donnetta  -  dunèta 
doiinicciuola  -  sdbèta 
donnina  -  strafai^  donin- 
donnola  -  bèlora 


don 


-  980  - 


edu 


dono  -  presént,  regali,  cado, 
donora  -  schìrpa  {dòn 
donzella -;70/>3/a  [pmi 
dopo  -  dopo,  dàpós,  depos, 
dopodomani  -  posdomàn 
dopopranzo  -  podisnaa, 
dopodisnaa,  dcpodìsnaa 
doppia  -  dòbla.  dobiètt,  do- 

hión,  mmbruca 
doppiegrg-iatnra  -  dopi 
doppieri  -  càntari 
doppiezza   -  fintàrìa,   eà- 

vàlèta 
doppio  -  filli,  dopión,  dopi 
doppioniento  -pàpàgorgia 
doppione  -  dopión 
dorare  -  indora 
dorato  -  dar.  dorè,  doraa 
doratore  -  indoràdòr 
doratura  -  doràdùra,  in- 

doràdura 
dorè  -  dorè 
dorico  -  dorich 
dornialfuoco  -  dormimpce 
dormicchiare  -  bicocà 
dormigliare  -  visorà 
dormiglione  -  mora,    rà- 
molóti,  càviolòtt,  dormión, 
dormiòtt,  dormiàtt 
dormire  -  dormi 
dormita    -  dormida,    dor- 
mitela 
dormitona  -  dormida,  dor- 
mila 
dormitorio  -  dormitòri 
dormitura  -  dormida 
dormiregrlia  -  visorin 
dorsale  -  dorsàl 
dorso  -  dòsi,  gròpa,  cròpa,' 

scena,  spàlèta 
dose  -  ddsa 
dossale  -  éehenàl 
dossi  era  -  doàéra 
dosso  -  dòss 
dota  -  dota.,  dote 
dotare  -  dota 
dotazione  -  dotàsiòn 
dote  -  dota,  dòte,  dotàsiòn 
dottrina  -  dotrìna 
dotto  -  erudii 
dottora  -  dotoreàa 
dottore  •  dotòr 
dottoressa  -  dotorèsa 
dottorino  -  dotortn 
dottorone  -  dotoròn 
4ove  -  dóve,  dóe,  doè 


dovere  -  dovè,  doè,  dover, 

docr 
dovuto  -  dovila 
dozzina  -  donsèna 
dozzinale  -  ordinàri 
dozzinante  -  donselànt 
dragante  -  dràgunt 
draghinassa  -  mèla 
drago  -  dràgh 
dragona  -  dragóna 
dragone  -  dràgón 
dramma  -  dràma 
drammatico  -  dràmtltick 
drammaturgo  -    comedio- 

gràfo 
drappellone  -  pànegiàmmt 
drappo  -  dràpp 
drastico  -  drtstieh 
drittone  -  dritón 
drizzare  -  indriàà 
droga  -  droga 
drogheria  -  drogheria 
dro  ghetto  -  droghètt 
drogliiere     -     fondeghee, 

droghee 
dromedario  -  dromedàri 
druda  -  morósa 
drudo  -  morós 
dubbiezza  -  incèrtèm 
dubbio      dUbi,  inceri,  in- 

cèrlèsa 
dubitare  -  dubita  ,  esita 
duca  -  ddea 
duchessa  -  diiekèsa 
due  -  dilli,  dò 
duecento  -  dllsènt 
duellare  -  bàtes 
duello  -  dllèll 
duetto  -  diiètt 
dugento  -  dllsènt 
dulcamara  -  dulcamara 
duletta  -  ongf'ta 
dunque  -  dónca 
du»mo  -  dómm  [ber 

duplicato  -  dllplicaa,  gàm- 
duplicatura  -  gàmber 
dura  -  cròj 
duracine  -  dliràs 
durare  -  dllrà,  resisi 
durarla  -  règ 
durastro  -  dicroti 
durata  -  dlirtida 
duraturo  -  vèss  de  dUràda 
durezza  -  diirèéa,   diirón 
duro  -  dar 
durotto  -  dllròU 


ebanista  -  ebanista 

ebano  -  è  ben 

ebbene  -  ebèn,  ben 

ebete  -  cretln 

ebollizione  -  bllj 

ebbro  -  imhriàgh 

ebraico  -  ebràich 

ebroìno  -  cbreusc 

ebreo  -  ebrèi 

eccedente  -  esorbitànt 

eccedere  -  ecèd 

eccellente  -  supèrbo,  ece- 
lènte,  divino 

eccellenza  -  ecelénsa 

eccellere  -  emèrg 

eccessivo  -  eccàìv,  del  diàol 

eccesso  -  ecèsà 

eccetera  -  etcètera,  ecètera 

eccettuare  -  ccef.Uà 

eccezionale  -  ccesiontil 

eccezione  -  ecesiòn 

eccì  -  eciiimm 

eccitabile  -  ccitàbil 

eccitamento  -  ecitàmènt 

eccitante  -  eeitdnt,  piennt 

eccitare  -  ecitt.  eletrisà 

eccitarsi  -  esòltàès 

eccitato  -  esàltaa 

eccitazione  -  ccitàèión 

ecclesiastico  -  cclesiàitiek 

ecco  -  èco 

echimosi  -  morèll 

eclissare  -  eelisà 

eclisse  -  eeliss 

eco  -  èco 

economato  -  economaa 

economia  -  economìa 

economico  -  ccoriòmich 

economizzare  -  economisà 

economo  -  ecònom 

eden  -  èden 

edera  -  édera.,  èrgna 

eileraceo  -  èrgnós 

edicola  -  edicola 

eflillcare  -  fàbricà 

edificio  -  edifìsi 

edilizio  -  edijìéi 

edilizio  -  edilìéi 

editore  -  editor 

ed i Ito  -  editi 

edizione  -  ciisión 

educanda  -  ch'lrànd/' ,  pen- 
si )nària 


oda 


—  081 


erb 


tdacando  -  pensionavi 
educare  -  educa,  leva 
educativo  -  edueàiw 
eiliicatore  -  ediicàtór 
educazione  -  ediicàsiòn 
effe  -  f,  è  fa 
effemeridi  -  efemerid 
eff'ervescente  -  efèrvescént 
effervescenza-  eferveseénèa 
effettivo  -  efetìv,  reàl 
effetto  -  éfètl 
effettone  -  efètdn 
effettuare  -  efètiià 
efflgrie  -  eflgìe 
effimera  -  e  finterà 
efflorescenza  -  espiiUiòn 
effluvio  -  tàfiàda 
egrli  -  ci,  Hi 
eg'iziano  -  egiéidn 
egroismo  -  egoismo 
es:oista  -  egoista,  esOs 
eg'uain^liauza  -  eguàgliànsa 
eguale  -  eguài 
eh  !  -eh  ! 
elii  !  -  ehi 
ei  -  lil 

elasticità  -  elàsticitaa 
elastico  -  clàitich 
eldorado  -  eden 
elefante  -  elefdnt 
eleg'aute  -  elegdnt 
eleganza  -  elegónsa 
eleggere  -  ciàpà,  elèg,  no- 

minà 
eleggibile  -  elcgìbil 
elementare  -  elementàr 
elemento  -  element 
elemosina  -  elemòsina,  li- 
mosina, limosna 
elemosiniere  -  càritàtevol 
elenco  -    distinta^    elèncli, 

lista,  nòta,  piànta 
eletto  -  nominaa,  elegiilil, 

elètt,  scèlt 
elettorale  -  elètoràl 
elettore  -  elètór 
elettricità  -  eletricità 
elettrico  -  elètrich 
elettrizzare  -  elètrisà 
cletluario  -  lètiiàri 
elevare  -  eleva 
elevazione  -  elevàéiòn 
elezione  -  elèsión 
elica,  elice  -  elice 
eliminare  -  elimina 
eliotropo  -  glràsò 


elisire  -  elisir 
dìttico  -  ovài 
ella  -  là,  lee 
elle  -  l,  èia 
ellera  -  édera,  èrgna 
elmo  -  élmo 

elogio  -  elògio  [làddr 

eloc^uente  -  eloquente  pàr- 
eloquenza  -  eloquénsa,  fa- 
condia 
elsa  -  pàràmàn 
emancipare    -    emancipa, 

màncipà  [pdsioa 

emancipazione  -  emànci- 
emblemà  -  emblèma 
embrice  -  copp         [mènt 
emeudamento   -   emendà- 
emendarsi  -  emendàsé 
emergere  -  emèrg 
emetico  -  emètieh,  romitòri 
emettere  -  rilàsà 
emicrania    -     emicrània, 

micrània 
emigrare  -  emigra 
emigrato  -  emigraa 
emigrazione  -  emigràéión 
eminenza  -  eminènéa 
emme  -  m,  ^rna 
emolliente  -emoliènt,  àmo- 

liént,  morisnènt,  màsàron 
emorragia  -  emorogìa 
emorroidi  -  moròid 
emozione  -  emosiòn 
,empetiggini  -  es-pUlsidn 
empiastro  -  màsàron^  in- 

guént,  impiàéter 
empimento  -  impientda 
empio  -  erètich 
empire  -  impient 
emporio  -  empòri 
emulazione  -  emillàsiòn 
emulsione  -  emiilàión 
encefalite  -  eneefàlito,  en- 

cefàlìtiaa  [pédich 

enciclopedico    -    enciclo- 
endice  -   éndes 
endivia  -  indìvia 
energia  -  energia,  fermèsa 
energico  -  enèrgich 
energumeno  -  desperaa 
enfiare  -  sgonfia 
enfiato    -   sgònfi,    besìnfi, 

bismfi 
enfiteuta  -  livelàri 
enigma  -   induvinèll,   in- 

diiincll 


enigmatico  -  enigmàtich 
enimma  -  enigma 
enne  -  n,  èna 
enorme  -  enórme 
enormità  -  enormitaa 
entità  -  entitaa 
entrante  -  càsciànàs 
entrare  -  entra,  càsciàsi 
entrata  -  entràda,  ingrèssa 

intròit  [ter 

entro  -  dedènt,  dent,  den- 
entusiasmare    -    entiisid- 

smà,  elètrisà 
entusiasmo  -  entusiasmo, 

tràspòrt 
entusiasta    -    entiisiàstaf 

entiisiàsmaa 
epa  -  tripòtt 
epidemia  -  epidemia 
epidemico  -  epidhnich 
epifania    -    pifànìa,    pà- 

squèfa,  epifanìa 
epigrafe  -  legènda 
epilessia  -  briltura 
epilettico  -  epilètich 
episodio  -  episòdi 
epistola  -  epiÉtola 
epitalfto  -  pàtàfìa,  inseri- 
epiteto  -  titol  \èiòn 

epoca  -  època 
eppure  -  epur 
e<£uamente  -  oneàtàmént 
equatore  -  equàtòr 
etiuazioné  -  equàsiòn 
equilibrare  -  equilibra 
equilibrio  -  equilibri 
equinozio  -  eqiiinòéi 
equipaggiare  -  eqUipàgià 
equipaggiiito  -  montaa 
equipaggio  -  eqiiipàgg 
equità  -  onèstaa 
equivalente  -  eqUivàlènt 
equivoco  -  equivoch,  equi- 
equo  -  equitàtìv  fndsi 

erario  -  eràri 
erba  -  erba 
erbacce  -  erbètt 
erbaccia  -  èrbàscia 
erbaggio  -  verdura,  erbàgg 
erbaio  -  èrbàdegh 
erba  pepe  -  brusàbòca 
erba  ruta  -  èrba  ruga 
erbato  -  ècàrpàsa 
erbicine  -  erbètt 
erbivendolo  -  ortoldn 
erbolato  -  ècàrpàsa 


erb 


982  — 


est 


er bolina,  erbicciola  -  er- 

bètina 
<?rborista  -  erboravi 
erborizzare  -  erbora 
erboso  -  erbds,  erbddegh 
erbacce  -  i  èrb,  erbètt 
erede  -  eréd 
eredità  -  ereditaa 
ereditare  -  eredità 
ereditari  -  ereditàri 
eremita  -  eremita,  remtia 
eresia  -  eresìa 
eretico  -  eì-ètich 
erg-astolo-  ergàstol,  galera 
erica  -  briigh 
ermellino  -  crmelìn 
ermeticamente  -    ermeti- 

càmént 
ernioso  -  ergnos 
eroe  -  eroe 

eroicamente  -  eròicàmént 
eroico  -  eròich 
eroismo  -  eroismo 
erpete  -  dèrbita 
erpicare  -  erpegà,  erpesà, 

ràmpegà  [sa 

erpicatolo  -  soràèrba,  strÈ- 
erpicatnra  -  erpegàddra 
erpice  -  erpes 
erpicinare  -  erpegà,  èrpesà 
errare    fàlà,  pecà,  sbàlià 
errata-co irijf e   -  eràtàcd 
erre  -  r,  èra  [rigc 

errore  -  sbàli,  pecaa,  qili 

prò  quò^  mànaànsa,  mà- 

càròn,  gàìnber,  fall,  erór 
erta  (star    all')  -   età  in 

éiil  ehi  viv  [tàda 

erta  -  sàlida,  rampa,  mon- 
eruca  -  càrùga,   càrùgola, 

gàinèta,  gàtina 
erudito  -  eriidii 
erudizione  -  erildisiihi 
eruzione  -  eriisiòn 
ervo  -  vedriccu 
esacerbare  -  invelent 
esagerare  -  esagera 
esagreratore  -  esàgeraa 
esag'erazìone  -  esàgeràsiòn 
esag'ono  -  csàgon 
esalazioie  -  esàlàsión 
esaltare  -  esalta 
esaltarsi  -  esàltààs 
esaltato  -  esàllaa,  fànàtich 
esaltazione    -   fanatismo, 

esàltàsión 


esame  -  esamm 
esaminare  -  esamina 
esaminatore  -  esàminàddr 
esamino  -  esàmin 
esamone  -  esàmon 
esantema  -  espulsiòn 
esasperare  -  invelenì 
esattamente  -  esàtàmént 
esattezza  -  esàtèàa,  preei- 

siòn 
esatto  -  esàtt,  giiist,  precìs 
esattore  -  esàtór 
esattoria  -  esàtorìa 
esaudire  -  esàiidi 
esaurire  -  esàuri 
esausto  -  esàUrii 
esnzione  -  incàss 
esca  -  liica  [scensa 

escandescenza  -  eècànde- 
escara  -  èscara 
esclamazione    -   eéelàmd- 
escl  ud  e  re  -  eàclud        [éión 
esclusione   -  escllisiòn 
esclusivo  -  escliisìD 
escursione  gita,  esciirsiòn 
esecutore  -  eseciitór 
esecuzione  -  eseeiièiòn 
eseguire  -  esegui 
esempio  -  esèmpi 
esemplare  -  eìemjìlàr,  mo- 

dèll,  còpia 
esentare  -  esentila,  esonerà 
esenzione  -  esenàiòn,  esò- 
nero 
esequie  -  esèqiU,  mortòri 
esercente  -  esercènt 
esercitare  -  esercì,  esercita 
esercito  -  àrmàda,  esercii 
esercizio  -  esercisi 
esibire  -  esebi^  insebì 
esibizione  -  esibisiòn 
esigente  -  esigént 
esigenza  -  esigéma 
esìgere  -  esig,  incàsà 
esigilo  -  esìli 
esiguo  -  pìcol 
esile  -  rohèta,  ésil,  gràcil, 
esilararsi  -  sorà        [sutil 
esiliare  -  esilia 
esiliarsi  -  àndà  in  esili 
esiliato  -  esiliaa 
esilio  -  esili 
esimersi  -  esìmes 
esistenza  -  esistéma 
esistere  -  esist 
esitare  -  tituba,  esita 


esitazione  -  esitàsiòn 
esito  -  evàsiòn,  ésit 
esonerare  -  esonerà 
esorbitante  -  esorbitdnt 
esordiente  -  dehUtdnt 
esordio  -  esordi 
esordire  -  esordì,    debuta, 

comincia  [incita 

esortare   -   esorta,   ecità, 
esortazione    -  esortàHòn,j 

incita  mènt 
esoso  -  esòs 
esotico  -  esòtiche  foreétee  \ 
espansione  -  espàmiòn 
espansivo  -  espànsiv  _ 
espediente  -  espediént  l 
esperienza  -pràtica,  cspe-' 

riènsa 
esperimento  -  eàperimènt,: 

proeùva 
esperto  -  cògnit,  pràtich 
espettorare    -    espetorà , 

smàrgàià,  écdrcà 
espiazione  -  espiàsiòn 
esplorare  -  esplora 
esplorazione  -  esploràsiùn 
esplosione  -  e^plosiòn 
esporre  -  eàpònn 
esportare  -  esporta 
esportazione  -  esportàsiòn 
espositore  -  espositòr 
esposizione   -    esposisiòn, 

móstra  [;mènt 

espressamente  -   esprèsa- 
espressione  -  esprèsiòn 
espresso  -  esprèss 
esprimere  -  esprimm,  di 
espropriare  -  espropria 
espurgare  -  disinfètà 
essa  -  lee;  là 
esse  -  s,  èsa 
essenza  -  esènsa 
esseuziale  -  esensiàl 
essere  -  vèss 
esso  -  Hi,  el 
est  -  mdtina,  levànt 
estasi  -  tàtàsi 
estate  -  estaa 
estatico  cstàtich 
estendere  -  eàtmd,  càscia 

(delle  piante) 
estensione-  c,9<ews/o^^,  tràta 
estenuato  -  eéteniiaa 
esteriore  -  esteriòr 
esternRìaente- e<'fèrnàmént 
esterno  -  esterno 


est 


983 


fan 


estero  -  èster 
esteso  -  eètés 
estetico  -  eétètich 
èstimo  -  èstim 
estinzione  -  estinsión 
estirpare  -  sitrepà,  étràpà, 

(lesràsà,  disràsà 
estraneo  -  cAtràni,  étràni 
estrarre  -  estrà 
estratto  -  elisir,  lenguèta, 

gius,  eétràtt 
estrazione  -  estràsiòn 
estremità  -  eUremitaa,  pò, 

pee,  man 
estremo  -  ultim,  eMrèmm 
estro  -  èstro 
esuberante    -   supèrfluo  . 

éiipèrfol 
esulare  -  àndà  in  esili 
esumare  -  disotèrà,    deèe- 
età  -  temp,  etaa  [peli 

eternità  -  etèrnitaa 
eterno  -  etèrno 
eticlietta  -  etichèta,  bontòn 
etico  -  tìsich,   ètich 
etimologia  -  etimologìa 
etisia  -  etisia 
ette  -  ète,  ètt 
ettogramma  -  èto 
ettolitro  -  ètòUtro 
eucaristia    -    comiinión , 

ciicàriàtta 
euritmia  -  Hmìtria 
evangelico  -  evàngèlich 
evangelio  -  vangeli 
evaporare  -  svapora 
evasivo  -  evdslv 
evento  -  eveniénéa^  fàtt 
evidente  -  evidént 
evidenza  -  evidénsa 
evitabile  -  evitàhil 
evitare   -    evita,    scansa, 

schiva 
evviva  -  viva,  evtva,  evivàsa 
ezenia  -  espiilsidn 

fa  -  nota  nius.,  fa 
fabbrica  -  fàbrica 
fabbricare  -  fàbricà 
fabbricatore  -  fàbricàtòr 
fabricere  -  fàbricèr 
faccenda  -  face,   fàcénda, 
mestee 


faccendiere  -  imbroiòn 
faccendone    -    mènàpolt , 
mènàtorón ,     mànegiàtt  , 
mànegión 
faccenduole  -  fàcitt 
faccenduzze  -  fàcitt 
facchinaggio  -    fdchinàgg 
facchinata  -  fàchitiàda 
facchineria    -    fàchinMa 
facchino  -  fàchin 
faccia  -  fàcia,  idèa 
faccia  tosta  -  bróiisa , 
faccia  (di)  -  percòntra 
facciaccia  -  fàcia   de  Le- 
leràtt  [nilns 

facciata  -  fàciàda,    et  de- 
faccino  -  mofln,  fàcin 
facciola  -  bàrbèla 
faccione  -  fàciòn 
faceto  -  còmich 
facile  -  fàcil,  làdin 
facilità  -  fàcilitaa 
facilmente  -  fàcilmènt 
facoltà  -  fàcoltaa 
facondia  -  fàcdìidia 
fac-siinile  -  fàc-sìmil 
factotum  -  factòtum 
faeton  -  faeton 
faggio  -  fò 
fagiana  -  fàsdnòla 
fagiano  -  fdsdn 
fagiano  alpestre  -  ààtdrg, 

àt()rg 
fagioiala  -  fàsorMa 
'f.^giolettì  verdi  -  corniti 
fagiolo  -  fàsceil 
fagioli  dell'occhio,  tur- 
chi -  fàsoritt 
fagiolone  -  fàsoròn 
fagotto  -  fàgòtt 
fagottone    -   fdgotèri,   fà- 
faina  -  foln  [gotdn 

falaride  -  pàietdn 
falbo  -  fàlp 

falce  -  fàlc,  fole,  èeghcss 
falce  fienaia  o  frullana - 

rànsa 
falcetto  -  folcìn 
falciare   -  rànsti 
falciatore  -  rànsàdor 
falciatura  -  rdnsàdùra 
falco  -  fàlcòn  [chèli 

falco    fringuellaio  -  fàl- 
falcone  -  fàlcòn 
falda  -  falda,  fòlda,  mar- 
sina, dàndlna 


faldella  -  fdàper 
faldistoro  -  faldistòri 
falegname  -  legnàmee 
fallace  -  iliisòri 
fallace    (spiga)  -  gosèll 
fallare  -  fàlù, 
fallimento  -  fàlimènt 
fallire  -  fàlì 
fìillito  -  fàlii 
fallo  -  fall 

falò  -  falò  [sckiscèta 

faloppa  -   fàlòpa,    giisèta, 
faloppo  -  fàlòpa 
falsariga  -  falsariga 
falsario  -  falsàri 
falsatura  -  àntredcsH 
falsetto  -  fàlsètt 
falsificare  -  falsifica 
falsificato  -  àdiìlteraa 
falsificazione  -   fàlsificà- 
falsità  -  fàlsitaa        [siòn 
falso  -  fdts 
fama  -  fama,  nòmina 
fame  -  fàmm  [sion 

fame  assaettata  -  borlà- 
famiglia  -  fdmìlia,  nàscita 
f ani  i  gliare  -  fàmiliàr,  con- 

fklensiàl 
familiarità  -  confidénsa 
familiarizzarsi  -  fdmilià- 

risàss 
famiglio  -  fàmèj 
famiua  -  fàmlna 
famoso  -  fàmòs,    famoso, 

nominaa,  rinomaa 
fanale  -  fànàl 
fanatico  -  fànàtich 
fanatismo  -  fanatismo 
fanatizzare  -  fànàtisà 
fanciulla  -  bàgàia,  popola 
fanciuUetto  -  bàrdàsa 
fiinciullo  -  bàgàj,  ficBu 
fanciullone    -    mdtrigidn 
fandonia  -   fandonia,    ba- 
gola, càròtola 
fanello  -  fànell,  fànètt 
fanfano  -  fànfàròn 
fanfara  -  fanfara 
fanfaronata  -  fànfàronàda 
fanfarone  -   fànfàròn 
fanfera  (a)  -  à  on  tantàl 

bràss 
fango  -  fango,  palla 
fangoso  -  pàtiiscènt 
fantasia   -    fantasia ,   grìy 
idèa,  imàginàsiòn 


fan 


-  t)81  - 


fé» 


fautasm»  -  fantasma 
fantasinag'oria     -    fanta- 
smagoria 
fantasticare    -   fantàstica 
fantastico    -   fàntàitich 
fante  -  fànt 
fanterìa  -  fàntària,    fàn- 

teHa,    infàìTterìa,    lìnea 
fantino  -  fàntìn 
fantoccino  -  magateli 
fantoccio  -  magateli,  tnd- 

nirhèii  [§àron 

fanullone  -  fàndgotdn,  là- 
farabutto  -  fàràbiitt 
faragg-ine  -  fàràgin 
faraona  -    gàlina  faraona 
faraone  -  fàràòn 
fardello  -  fàgòtt 
fare  -  fa,  comètt 
farfalla  -  fàrftla,   fàrpttj 
farfallino  -  fà^-fàlìn 
farfallone  -  pàrpàión 
fàrfara  -  bàrdèna 
farfugliare  -  fàrlocti,  for- 

locà 
farfug'lione  -  fàrlocòn   . 
farina  -  farina 
farina  (flor   dì)  -  Semola 
farinaccio  -  fùrinee 
farinaio  -  màrnon 
farinoso  fdrinòs 
farinaccìa  ~  biilìn 
farneticare  -  straparla 
fiirsa  -  farsa 
farsetto  -  gilè,  giponhi 
fascetta  -  fàsèta^  bochèta, 

bilit,  bindìn 
fascettàia  -  fascéra 
fascia  -  fàsa,  I linda,  senta 
fasciare  -  imbindà 
fasciatura  -  fàsàdura,  im- 

binddd&ra 
fascina  -  fàsìna 
fascìnetta  -  fminèta 
fasci  II  etto  -  fàsinìn 
fascinone  -  fàsinón 
fascinotto  •  fàsinin 
fascio  -  fàss 
fastidio    -  fastidi,  bréga, 

crus-i ,    incòmodi    noia, 

pendisi,  suda 
fastidioso  -  fàslidiòs,noiòs 
fasto  -  sdorai  ìa 
fatica  -  fàdìga,  strùsi 
faticare  -  fàdigh 
faticatore  -  striibiòn 


'  faticoso  -  fàdigos  \ 

,  fatta  (é)  -  Ve  dada 
i  fattezze  -  fàtèss 

fatticcio  -  inquàrtaa 
j  falto  -  faa,  p.p.,  fàtt  s.  m. 

fattora  -  màséra 
1  fattore  -  fàtòr,  màsee 
i  fattorossa  -  fàtòra 

fattoria  -  fàtorìa 

fattori na  -  àspéra 

fattorino  -  fàtorln,  pòrtà- 
épéd,  càvàlètt 

fattotuni  -  factòtum 

fattura  -  fàtUra 

fatturare  -  fàtìirà 

fatuccliiera  -  stria 

fatuo  -  fàtov,  fàtt 

fatuone  -  fàtòn 

fava  -  bàsgiàna 

fava  g'rassa  -  èrba  bàsgiàna 

favaj^ello  -  èrba  maèstra 

favella  -  favela 

favellare  -  pàrlt 

faverella  -  ftbva 

faveto  -  fài-ee 

favilla  -  liighèra  de  foeiìgh 

favo  -  bàrèta 

favola  -  fàvola 

favore  -  favor,  piàsè 

favorevole  -  fàvoréml,  pro- 

favorìto  -  favorii        [pisi 

fazzoletto  -  fàsolètt,  pànètt, 
pàtèll 

febbraio  -  febràr 

febbre  -  fèrer 

febbricciattola  -  gnàgnera 

feccia  -  fèscia 

fede  -  fèd,  certifìcaa 

fedele  -  fedél,  fido 

fedeltà  -  fedcltaa 

federa  -  fodrèta 

fedina  -  fedina 

fegrato  -  fidcgh,  fìdigh 

fegatello  -  figàtèll 

fegatini  -  menùs 

felce  -  fircs 

felce   niag'griore  -  firesèsa 

felice  -  felice 

felicità  -  felidtaa 

felpa  -  félpa  [basti 

feltrare  -  feltra,  fola,  im- 

feltratura  -  feltràdùra,  fo- 

feltro  -  fèlter  [làdura 

femmina  -  fèmina 

fendersi   -  crepa,  derviss, 
s' ce  fàss 


fenditura  -  fUidUra,  s'ce- 

pàdùra 
feuomeno   -  feiidinen,   fe- 

nònem 
feriale  -  feriàl 
feriale  (g"iorno)  -  dì  de  làò 
ferimento  -  ferimént 
ferire  -  ferì,  tàià 
ferita  -  fcrida,  piaga 
ferma  -  férma 
ferma  molla  -  férma  càdènn 
termaglìo- fermali,  àgràff 
fermare  -  sbianchi,  fa  tra 

on  biij,  scota,  tàcà 
fermarsi  -  fermàés 
fermata  -fermàda,  férma, 

alt 
fermatina  -  fermàdina 
fermentare     -     fermenta, 

scàldàss,  siirbiii 
fermentazione    -   fermcn- 

tàsiòn 
fermento  -  fermhit,  leraa, 

siirbUlj 
fermezza  -  fermHa 
fermo,  agg.    -  férmo,    co- 

ètànt,  fiss 
fermo,  s.  m.  -  càgnèta,  2) 
ferraccio  -  feràsa 
ferrag-osto  -  fàràóst 
ferraio  -  feree 
ferraìuolo  -  mùnteli,  tàbàr, 

tàbàrèll 
ferramenti  -  fèràmént 
ferrana  -  mistìlra 
ferra  "-e  -  fera 
ferrare  le  string-he  -  in- 

giigelà 
ferrareccia  -  feràrèsa 
ferrato  -  feraa 
ferratura  -  fèràdùra 
ferravecchi  -  pàtee 
ferretto  -  ferètt 
ferro  -  fèr  [ràda 

ferrovia  -   ferovta,  là  fé- 
ferroviario  -  ferroviàri 
ferruzzo  -  fèrètt 
fesso  -  s-'ccpp 
fessura  -  filidUra,  crèna 
festa  -  fèHa 
festa  !  -  bùtt  li  ! 
festa  popolare  -  feMivàll 
festeggiare  -   fèétegìà,  fa 

Icgria 
festicciola  -  fèètàioeùla 
festino  -  fèétìn 


fes 


985 


lis 


festone  -  scndàllna,  éàn- 

dalìna 
fetore  -  fetòr 
fetta  -  feta 
fettone  -  fdòn 
fettuccia  -  frisa 
fiaba  -  pànèànega 
fiaccheraio  -  briirriìsta 
fìaccherre  -  càlèsc,  càlèss 
flaccliezza  -  ffàca,    debo 

lèsa 
fiacco  -  fiàcch,  mòli 
fiacco  (essere)  -  vègli  pòca 

paia  in  bàst 
fiacco  uà  -  fiàca 
fiacre  -  càlèse  o  càlèss 
fiamma  -  fiàma 
fiammante  -   fiàmànt 
fiammata  -   fiàmàda 
fiaiuuiingfa  -   fìàmenghìna 
fiancata  -  fìàneontida,  éà- 

éàda 
flanclietta  -  fàlàèia 
fianclietto   -  fiànchèit 
fianco  -  fiànch 
fianco  (a)  -  impari 
fianco  (di)  -  àprèés 
fiancuto  -  fiànciiii 
fiasca  -  fiàsca 
fiasciietta    -    fiàéchSta, 

échiscèla 
fiasclietteria  -  fiàscheteria 
fiasco  -  fiàsch,  pesion 
fiatare  -   f/àià,  reàpirà 
fiatata  -  fiàdàda 
fiato      fiaa 
fibbia  -  flbia 
flbbiaio  -  fibiàtt 
ficaio  -  figàtt  [nàs 

ficcanaso  -  ficàntis,  càscià- 
ficcarsi  -  càsciàéé 
ficato  -  fighcG 
fico  -  flgh 
fidato  -  fidaa,  fido 
fiducia  -  féd 
fiele  -  fel 

fienaiuolo  -  fenàgiòn 
flenaruola  -  èrba  màgènga 
fienile  -  fenìl 
fienirolo  -  feniroiil 
fieno  -  fèn  [nàgià 

fieno  (rivoltare  il)   -  fe- 
[nàda 
fieno  (raccolta   di)   -  fe- 
flera  -  fera 
fi&rliastro  -  fiàé-ter 


fisflio  -  fixiì 
filioccìo  - fiòàs 
filinolo  -  flxu  [sgètt 

fijjnoletto  -  fonsgètt,  fun- 
fi^:nolo  -  fiiróncol 
figura  -  figura,  àspètt 
figuraccia  -  figura  gotica^ 

mica,  berla 
figurare  -  figiirà 
fig^urina  -  figtirtna 
figrurino  -  figiirln 
figurista  -  flgilriéta 
figuro  -  fig'dròtt 
fila  -  fìloy   filerà,    firàgn, 

infilerà 
filaccia    -    fìlàper,    lesìgn 
fìlaccione  -  molàgnòn 
fila  loro  -  filàdr 
Alauda  -  filanda 
filandaia  -  filàndèra 
fllandaio  -  filàndee 
filare  -  fila 
filare  s.  m.  -  firàgn 
filarata  -  infilerà 
filarmonico  -  filàrmdnìch 
filastrocca  -  filàstròca 
filata  -  infilerà 
filatìccio  -  foriseli,  firisèla 
filato  -  filaa 
filatoio  -  filàtòj,  fèrèll 
filatera  -  filerà,  flréra 
filatore  -  filàdór 
filatrice  -  filerà 
filettare  -  filètà 
fllelto  -  filètt,  striceli 
filo  -  fU 
filodrammatico  -  filodrà- 

màtich 
filog'rana  -  filigrana 
filone  -  filon 
filosofia  -  filosofia 
filosofo  -  filosof  sldich 
filtrare  -  làmbicà,  colà 
fllug'ello  -  bigàtt 
filza  -  fllsa 
fimo  -  ingràss 
finale  -  final 
finali  -  roson 
finalmente  -  fuiàlment,  à 

là  fenitiea 
finanza  -  finànsa 
finanziere  -  finànéiér 
fine  -  fin 

fLn^.^iYa. -fenèstra,  fi,ne§tra 
finestrella  -  bochèta 
finezza  -  finèéa 


fingere  -  fing 
finimento  -   finiménti  fl- 

nitlva,  pàrùr 
finire  -  feul,  finì 
finito  -  finii,  compii,  àn- 

daa,  ètincaa 
finnosteruo  -  fiimària 
fino  agg.  -  gtiéé,  fin 
fino  avv.  e  p.  -  fina 
finoccliio  -  fcnòce 
finora  -  finàdèsS 
finto  -  finta 
fintino   -   fintàrèll,    perii" 

chln,  scignòn 
finto  -  fint,   rimiss 
finto  (essere  uomo)  -  vèés 

de  còcch  e  de  bigna 
finzione    -  finsión,  finta, 

fintarla 
fio  (pagare  il)  -paga  'Ifio 
fioccare  -  fioca 
fiocco  -  fiòccli,  gàia 
fiòcina  -  fiòsna 
fioraia  -  fioràia 
fioraio  -  fi'jree 
fiorame  -  fioràmm 
fiorato  -  fioraa 
fiordaliso  -  Uri 
fiore  -  fior,  fiorètt,  fèòcch, 

limon,  a'èmm 
fioretto   -  pàsètt,  pàsmdn 
fiori  (i)  -  i  pàlm,  i  palma 
fiorino  -  fiorili,  fiorii 
fiorire  -  fiori,  sviliipàss 
fiorista  -  fiorista 
fiorito  -  fiorii,  fioraa 
fioritura  -  florida 
fiorrancino  -  bibin,  miicc 

de  bò 
fiorrancio  -  amcc  de  bò 
fiorume  -  bUla 
firma  -  firma 
firmare  -  firma 
fisarmonica  -  fisarmonica 
fisarsi  -  fisàss 
flscliiare  -  fis'cià,  diironà 
fischio  -  fischio  [biòti 

fiscliione  -  sbiòcch,    bàlà^ 
fischione   turco   -   àneda 
fiscia  -  marca        [d'Itidia 
fisciù  -  fisciù 
fisco  -  fiscli 
fisico  -  flsich 
fisonomia  -  fisonomia 
fisoHomista  -  fisonomìétcu 
fissare  -  fiìà 


n» 


-  986  - 


fra 


fissazione  -  fisàsiòn 

Asso  -  fìsé 

ilstierella  -  eàntàrèll 

flstione  -  càsiirón 

fistola  -  fìstola 

fitta  -  gibolàdùra,  giboll, 
fliés,  mar  scimi 

fìtto  s.  m.  -  fbtt^  ficc,  fitàrèsa 

fitto  agg.  è'  eiàsegh,  s'ciàéer 

fiume  -  fiilmm 

fiutare  -  nàsà 

fintata  -  nàsàda 

Anto  -  nàsta 

Untone  -  reporter 

flagellare  -  svàrgelà 

flanella  -  fàndla 

flato  -  flato 

flanto  -  flàlU 

flemma  -  flèma 

flemmatico  -  flèmàtieh 

flemmone  -  flemón 

floscio  -  flòse,  mòli,  ma- 
gale^ rilàsaa 

flussione  -  fluSiòn 

flusso  -  fliiés 

focaccia  -  fii^àseia,  eàr- 
àénsa 

focaccina  -  càrsensin 

foce  -  imbocàdura 

fochista  -  foghÌÈta 

focolare  -  fogora% 

focone  -  fogòn 

focoso  -  focos,   fogos 

fodera  -  foeùdra,  contràfort 

foderare  -  fodrà 

fodero  -  fceùdcr 

foglia  -  fcBiiia 

fogliame,  fogliatura  -  fo- 
iàmm 

foglio  -  foeuj,  ceì-tificaa 

fogliolina  -  foiètìna 

fogna  -  scistèrna 

folaga  -  fòlega 

folasse  -  flortinsg 

folgore  -  sàèta^  stràlUsc 

folla  -  fòla,  flòta 

follare  -  fola 

follatore  -  folàdìn 

folletto  -  folctt 

follia  -  matèria 

folto  -  folt 

fomento  -  briiseghtn 

fondaco  -  fdndegh 

fondamento    -  fondàmènt 

fondamento  (far)  -  bàsàsé 

fondare  -  fonda 


fondarsi  -  bàsàss 
fondato  -  ràgionèvol 
fondelli  -  fonso 
fondere  -  fond 
fonderia  -  fonderìa 
fondigliolo  -  peeidea.  pe~ 

ciochera,  cànipee 
fonditore  -  fonditòr,  fon- 

dosilr 
fondo  -fond,  fondo,  fonduti 
fondo  di  botte  -  cubi 
fonduta  -  fusa 
fontana  -  fontana 
fontaniere  -  fontànee,  lo- 

tonee 
foiitanina  -  fontànìn 
fonte  -  fontana 
foraggio  -  foràgg 
forare  -  sbogid,  sbilsà 
forasacco  -  biada,  2) 
forasiepe  -  riotìn 
foraterra  -  flcòn 
foratoio  -  sbasirmi 
foratura  -  sbog'àdùra 
forbici  -  forbes,  forbesèta, 

foresèta 
forbiciaio  -  foresàtl 
forbiciata  -    forb.setàda, 

forcsetàda 
forbicìone  -  foresetòii 
forbire  -  netà 
forca  -  fórca 
forcata  -  forcàda 
forcella  -  pendolili 
forchetta  -  forcelìna,  pen- 

dolin 
forchettata   -  forcelinàda 
forchetto  -  forchetta  forcèla 
forchettone    -    forchetón, 

forcèla 
forcina  -  forcèla,  1) 
forcone  -  f  or  con 
forestiero  -  forestee 
fossa  -  fdpa 
fossetta  -  ctlv 
fossiciuo  -  rongèla 
fosso  -  càv,  2) 
forfecchia  -  fòrbes 
forfora    -  fórfora,    rùsca, 

crùéca,  riiff 
forfore  -  crusca 
forma  -  fórma,  idea 
forma  di  cacio  -  formtigia 
formaggiaio  -  formàgec 
formaggio  -  formàgg,  for- 

màj 


formiaio  -  formèta 
formare  -  forma 
formato  -  formaa 
formella  -  robioeilla 
formentone  -  formentón, 

mclgón 
formetta  -  càrotolln 
formica,  formicola  -  for- 

mìga 
fornaio  -  preétìnee 
fornaiolo  -  morètt 
fornello  -  fogkee 
fornire  -  scorta 
fornirsi  -  riforniéé 
fornito  -  scortaa 
fornitore  -  fornidòr 
forno  -  prestìn,  stÈa 
fo  muoio  -  crosom,  1) 
forra  -  óva 
forte  -  gàiàrd 
forza  -  fòrsa,  poténsa,  mo- 
ment, robliétèsa 
forzierino    da    posata   - 

bàràehìn 
fra  -  iìitrà 
fracassio  -  frecà^éri 
fracasso  -  frecàsé,  màncg, 

scinse 
fracidare  -  màrscl 
fracido  -  màrscètt 
fracidume  -  bàgniiscèri 
fradicio  -  màsàraa,    mà- 

sàròtt,  làvaa 
fradicio   (bianco)    -    im- 

piombaa 
fragaria  -  màgióétra 
fragile  -  fràgil 
fragilità  -  fràgilitaa 
fragola  -  màgióstra 
fragolaio  -  magioètréra 
fragole  -  magiostrina 
fragranza  -  fràgrtinéa 
frammesso  -   el  piàtt   de 
frana  -  frana  [mése 

franare  -  frana 
francamente  -  fràncàmetity 

àpèrtàmént 
francare  -  franca 
francatura   -  fràncàdura 
francese  (alla)  -  tila  frdn- 

cèsa 
franchezza    -    frànchèsa , 

presènsa  de  splrit 
franchino  -  frtnclin,  fràrt- 

clin 
franco  -  f ranch,  sciolt 


fra 


-  987  - 


fiir 


francobollo    -   fràncoboll, 
bolìn  [din 

francolino  -  frànclìn,  fràn- 
fraug'ia  -  frànsa 
frangia  arricciata  -  mei 

rubo 
frang'iare  -  borda 
frantoio  -  fràngia 
frasario  -  frasàri 
frasca  -  frà^ea,bosch,pi&ma 
frascata  -  frààeàda,  cfàbioeu 
fraschetta  -  frààehèta 
frasconaia  -  boscòn,  girceli 
frase  -  irtls 
frasi  -  rosonètt 
frassinella  -  giàvòn 
frassino  -  fràsin 
frasta'^liare  -  stràtàià 
fratata  -  fràtàda 
fratellanza  -  frdtelànsa 
frateria  -  fràtàrta 
fraternizzare  -  fràfèrnisà 
frattagrlie  -  fresàmm 
frattanto  -  intràtànta 
fra/ione  -  fràsión 
frecciare  -  hàtela 
frecciata  -  s-onàda 
frecciatore,   freccioue  - 

bàtidor,  sitocàdòr 
freddo  -  frèdd,  frècc,  frègg 
freddoloso  -    fregee,    mè- 

nàfrècc 
freddone  -  frògiòn 
freddai"a    -    frèdura,    frè- 

giùra.  càlembòr 
freddurista   -   frediirUta, 

fregiilrista 
freg'agione    -    fregàgiòn , 

fregàda,  friàiòn 
fregiare  -  fregò, 
fregata  -  fregMa 
frégola  -  frégola 
fregone,  si  -  briisàpignàtt 
frenalo  -  morsee 
frenare  -  frcntl 
frenarsi  -  siiparàss 
frenesia   -  frenesìa,    fer- 

nesìa 
frenetico  -  frenètich 
freno  -  frcn,  more,  sbàgg 
frequentare  -  frequentò, 
frescliezza  -  freschèéa 
fresco  -  fièseh 
frescolino  -  fròseolìn,  frè- 

scolino 
friabile  -  cròj 


fricassea  -  fricdsè 
friggere  -  frig,  frigna 
friggibuchi  -    frigìiàdUra 
fringuello  -  fràngilèll 
frinzello  -  càrpdgn,  tàcòn 
frisone  -  frisòn 
frittata  -  fertMa^   frittida 
frittella  -  fritola,  làciàda, 

làmpeda 
frittura  -  fritura 
fritto  -  fritÈra,  fritt 
frivolezza  -  pieolèéa 
frizione  -  frisidn 
frizzante  -  rise  ni 
frizzare  -  brilsù,  pia,  pi- 
frizzio  -  besèj  [sigà 

frizzo  -  sàsàda,  spungiuda 
frode  -  bosàràda 
frollo  -  fròll 
frontale  -  frontaa 
fronte  -  front,  frontin 
frontispìzio  -  frontespìsi 
frontista  -  frontista 
frontone  -  frontdn 
fronzoli  -  berlinghiti,  bir- 

linghitt 
frotta  -  flòtt.,  fròta 
frottola  -  fròtqld 
frottole    -   bàli    romànn , 

ciàcer 
fruciandolo  -  scoàsé 
frugare  -  ràvànà,  rilgà 
frugata  -  riigàda 
frugatolo  -  giàvàròtt 
frugatone  -  fognàtòn 
frugnolo  -  crosceiì, 
frugolo    (è  un)    -    l'è  on 

ecèss,    rè    dna    tempèsta 
frugone  -  forgòn 
frullana  -  forldna 
frullare  -  frolà,  rànsà 
frullare  (far)  -  borì 
fruii  atura  -  rànsàdura 
frullino  -  gilàrdina,  f rollìi 
frullonaio  -  biiràtò 
frullone  -   càsón,  bilràton 
frumento  -  formént 
frusone  -  frisdn 
frusta  -  frusta 
frustagno  -  fiiUàgn 
frustare  -  friistti 
frustata   -   friistàda,  scii- 

riàda 
frustatura  -  friistàdùra 
frustino  -   foètt,  frilétìn 
frusto  -  frUst 


frutta  -  frùta 
fruttaiolo  -  friltirceu 
fruttare  -  friità,  friitì 
fruttiera  -  friitèra 
frattillcare  -  friitì 
fruttivendolo  -    frUtirceic 
frutto  -  ànn.,  friìt 
fucilare  -  f Usila,  é'ciopelà 
fucilata  -  fiisitàda,  s'cio- 

2}stàda 
fucila/ione  -  filsilàsiòn 
fucile  -  fiisill,  s'eiòpp 
fucina  -  fiisina 
fuga  -  fuga 

f uligine  -  bisler,  càrìsna 
fulminante    -    fUlminànt 
fulminare  -  fulmina 
fulmine  -  fàlmen,  fulmini 
fumare  -  jfilmà 
fumària  -  filmària 
fumarsela  -    dàglien    dna 

fèta 
fumata  -  fiimàda 
fumatore  -  fUmàdòr 
fumo  -  filmm 
funaio  -  cor  dee 
funambolo    -    bàlerin    de- 

còrda,  sàltàdór 
funame  -  cordarla 
funata  -  ligàda 
fune  -  corda 
funerale  -  fiineràl 
fungacelo    annebbiato    - 

robiordtt 
funglietti  -  funégitt 
fnnghetto  -  funsgìn 
funghìno     annebbiato    - 

robiorin 
fungo  -  fung,  fong,  mocùsc 
fungosità  -  màton 
funicella  -  cordèta 
funzionare  -  funsiontl 
funzione  -  funsidn 
fuoco  -  foRÙgh 
fuoco  (di)  -  fochi! 
fuori  -  foedra 
fuori  via  (di)  foeuràvia  - 
furacchiata  -  Scdmotà 
furbaccio  -  gàinon 
furbacchione    -  bolgiràdo 
furberia  -    furberia.,  jjo/ì- 

tica 
furbo  -  bàrgniff,  mdldrbètt, 

m,àriòlo,    màtrico laa^ 

scròcch  [bón 

furbone  -  furbàseidn,  fur- 


far 

furente  -  furente 
furfante  -   bàlòss,  eriétòn 
furfantegr^iare  -  ràbotà 
furfautello  -  hirbonscèll 
furgone  -  forgòn 
furia  -  fùria 
furibondo  -  furibònd 
furiere  -  forér 
furioso  -  fiirios 
furlana  -  forlàna 
furore  -  fiirdr 
fusa  (far  le)  -  fa  fròn  fròn 
fusag'gine  -  roncàsgen. 
fusaio  -  fiiserocch 
fusaiola  -  fusàrcm 
fusaiolo  -  bìrlo 
fuscellini  -  %  àét 
fuscelli  ni  (giocare  ai)  - 
giiigà  ài  bàger,  ài  legnètt 
fuscello  pungente  -  6ròee/i 
fusciacca  -  sciarpa 
fusiera  -  flisera 
fusione  -  fusa,  filsiòn 
fuso,  agg.  -  fondiiil,  gitaa 
fuso,  s.  m.    -    fiis,    filsèla 
fustagnaio  -  fmtàgnce 
fustagno  -  fiistàgn 
fusto  -  fiist,  pignori 

O 

^  -  gì 

gabbacompagno  -  màngià- 

càpàra 
gabbaloste  -  briisàpàión 
gabbamondo  -  gàbàmdnd, 
gàbàdòr  [bàn 

gabbano  -  bàlàndrdn,  gà- 
gabbare    -    gàb^,   gàbolà, 

infenocià,  rostì 
gabbato  -  gàbaa 
gabbatore  -  gdbàdór 
gabbia  -  gtibia,  càjyia 
gabbiaio  -  càpiee 
gìibblano  -  gàbidn 
gabbiola  -  càpièia 
gabbione  -  càpiòtt 
gabella  -  gàbèla,  imposta 
gabellino  -  finànéiér,  bor- 
iandoti 
gabellotto  -  borlàndòtt 
gabinetto  -  gàbinètt 
gaggia  -  gàsìa,  robina 
^agliardia  -  fortèsa,  fòrèa 
gagliardo  -  gàiàrd 
pagliolo  -  sgàùsG 


—  988  — 

gagliuola  -  tàccia 
gag  II  a  -  pètola 
gagnolare  -  sguàgnì 
gaio  -  smorbi 
gala  -  gàia,  pàciUga 
galandri  -  gàldnder 
galanga  -  gàlànga 
galano  -  gàia,  noeud 
galante  -  gàlànt 
galanteria  -  galanteria 
galantina  -  galantina 
galantomisuio  -  gàlànto- 

mìsmo 
galantomone  -  gàlàntomon 
galantuomo    -  onèét,   gà- 

làntòmm 
galateo  -  galateo 
galattometro      -    provin, 

proìn 
galeotto  -  gàleòtt 
galera  -  galèra 
galiopsi  -  làeiòn 
galla  (a)  -  deèoràvla 
gallare  -  gàia  (i  oeuv) 
gallastrone  -  gàlàsc,   gà- 

loeus 
galle    -    i  bogitt,    fàdigh, 

gàletòn 
galleggiare  -  gàlegià 
galleria  -  gàia  ria,  gàlerìa 
gallerone  -  gàlàsc,  gàlmùs 
galletta  -  gàlèta 
gallettino  -  gàletin 
galletto  -  gàlètt,    càstelètt 
gallina  d'Iudia  -  pala 
gallina  -  gàtna 
gallinaccio  -  picòss  gàinee 
gallinaio  -  polee 
gallinella  -  gilàrdìna 
Gallinella   (la)  -  *  Oàli- 

nvùr 
gallinetta  -  gàineta 
gallo  -  gali 
gallo  d'India  -  polìn 
gallo  o  fagiano  -  àMòrg 
gallonare  -  gàlonà 
gallone  -  gàlòn 
gallozza  -  éonài 
gallozzole  -  *  bogitt 
galoppare  -  gàlopà 
galoppino  -  gàloptn 
galoppo  -  gàlòpp 
galtone  -  paniseli 
gattuccio  -  filèta 
galuppo  -  gàliipp 
galvanico  -  gàlvànich 


grar 

galvanizzare  -  gàlmmisà 
gamba  -  gamba 
gambale  -  càna 
gambali  -  gàìubài 
gambero  -  gàmbcr 
gambetta,  gambina  -^ràwi- 

bèia 
gambetto    -   gàmbiroeula, 

tàceh 
gambieri  -  gàmbài 
gambo  -  picoll,  gàmbèta  di 

beton 
gambone  -  gàmbótt 
gambuto  -  sgànscrla 
gammautte  -  gàmàiitt 
gammella  -  gàmcla 
ganascione  -  gdnàiun 
gancio  -  ràmpìn 
gangheri  -  bàjonètt 
gangherino  -  càncànin 
ganghero  -  oglaiù,  ràmpìn 
gangol  i  -  nàta 
ganimede  -  ganimede 
gauozze  -  àsón 
ganza  -  bela 
gara  -  gara,    fa   là   fica. 

erica,  pica 
garagolo  -  càvàstràsc 
garamoncino  - gdràmonèìn 
garamone  -  gàràmòn 
garante  -  gàrànt 
garantire  -  garanti 
garanzia   -  gàrànsìa,    si- 
garba  -  cribi  [giirtaa 

garbacelo  -  desprési 
garbare  -  àndà 
garbatezza  -  fmèsa,  fàtòr 
garbato  -  gràsiòs 
garbo     -    gàrb ,     gràiia  , 

méder 
garbuglio     -   ingàrbiàda, 

gàrbuj 
garganella  (bere  a)  -  bev 

à  eànèta 
garganello  -  gàrgànèll 
gargantua  -  ìoff 
gargarismo   -  gargarismo 
gargarizzare  -  gàrgàri^à, 

sgàrgàrisà 
gargie  -  barbali 
gargotta  -  gàrgòta 
garofonata  -  gàrofolàda 
garofano  -  gàldfer,  gàrofol 
garrese  -  ereserà 
garretto  -  gàretòn,  girètt, 

gerètt 


ffar 

garrire  -  erià 

ararroso    -    resiòs.    ràbln, 

/lermàlós 
ji'iirza  -  gàrsa 
g-arzare  -  gàrsà 
garzatore  -  gàrsàddr 
garzella  -  gàrséra 
srarzeria  -  gàrserìa  _ 
garzone  -  gàrsòn,  gàliipp, 

liyvordnt,  làorànt 
garzoiieggiare  -  crèss 
garzuolo  -  gàrsofAì,  seiroau, 
gas  -  gàsé 

gasometro  -  gà^dmetro 
gasosa  -  gcUòsa 
gassainolt)  -  gasista 
gasse  -  gàsé 
gastigare  -  càétigà 
gastigo  -  cààtìgh 
gastrite  -  gàstrica 
gastronomico  -  gàstrond- 

micli 
gattabuia  -   gàtàbuia,  fì- 

hia,  càtói 
gattaiola  -  biisiroeula 
gatti  gatti!   -  màràmàof 
(ifattinara  -  Oàiinàra 
gattino  -  niintn  [gàtt 

gatto   -   mlscio,    misción, 
gattono  -  minón,  poligàna, 

gàtòii 
gattuccio  -  s(^èll 
gaudente  -  gàiklènt,   bon- 

virda 
gaudio  -  giòia 
gavazzare  -  hàràetL 
gavetta  -  gàmUa 
gavina  -  màgòsà 
gavo  -  gàvèli  [scèll 

gavoc.chioliuo   -   biignon- 
gavocciolo  -  biignòn,    co- 

desèla 
gavotta  -  gàvòta, 
gavozza  -  gàòm 
gaz  -  gàés 
^azza  -  gtiscia 
gazzella  -  gàsela 
[g-azzerotto  -  gàsgiòtt 
ìgazzetta  -  gàsèta,  foe,uj 
■gea  -  bàciòca 
geggè  -  sgiosgio 
gelare  -  giàsà,  gela 
gelatina  -  gelààìna 
gelato  -  sorbètt 
gelo  -  gel 
geloni  -  gol 


—  989  — 

gelosia  -  gelosia 
geloso  -  gelus,  écàrds 
gelsato  -  moronaa 
gelso  -  moróìi         [siimin 
galsomino  - gelsiamn,  giic- 
gemello  -  gemèll 
gemere  -  piàng,  trapana, 

gèmm 
gemma  -  gema,  pèrla 
genuinità  -  originàlitaa 
gendarme    -   giàndàrma, 

gendàrma 
gencrsile  -  general 
generare  -  genera,    rasa, 

mètt,  ingenera 
genere  -  gèner,  rasa 
generoso  -  generòs 
gengiva  -  gengiva 
gengiovo  -  gingiiiàri 
genio  -  geni 
genitrice  -  mMer 
gennaio  -  genàr 
gentairlia    -   gentàìa,   rà- 

botàia,  gàliipàia 
gente  -  geni 
gentile  -  gràsiós 
gentilezza    -    iirbànitaa , 

regàlia,  gràsièta 
genuflessione-  -~-  ingenii- 

giàda 
genuflettersi  -  ingenUgiàsè 
geo  -  bàeiòeeh 
geografia  -  geografia 
geografico  -  geogràfìeh 
geometria  -  geometrìa 
geranio  -  girini,  geràni 
gerarchia  -  gerarchla, 
gergo  -  gèrgh,  gergo 
gerla  -  girlo,  gèrla 
gerlala  -  gerlàda,  gèrla 
gerii.an marino-  còli  longh 
germe  -  germèj,  biitt 
germinare  -  regni 
germogliamento-còsciarfa 
germogliare  -  germeiù. 
germoglio  -  germèj 
geroglifico  -  gcrogllfieh 
gerundio  -  gerondi 
gessaiuolò  -  gesee 
gesso  -  gèss 

gessoso  -  gesiv  [gestì 

gesticolare ,    gestire     - 
gesto  -  gèst 
(Jesìi  -  Gesù,,  Esùàé 
gettare  -  fond,  biità,  tra, 

s'giàcà,  làsà,  gita 


già 

gettata  -  càseiàda 
gettato  -  gitaa 
gettatore  -  gito,   fondoeÙT 
getto  -  geròn,  mòtta,   gitt 
gettone  -  viàrca 
gheppio  -  fàlchètt,  gàvinèW 
gheriglio  -  fesa,   ciieilrù- 

cilil 
gheriglio  di  noce  -  grimu 

de  là  nvs 
ghermire  -  brànctl 
gherone  -  Mmp,  gkeda 
ghetta  -  ghèta  [pene 

ghezza    (uva)    -    t<ga    che 
ghiacciaia  -  giàséra 
ghiacciaio  -  giàsee 
ghiaccio  -  giàss 
ghiaccinolo  -  corntlgia 
ghiado  -  caligo 
ghiaggiuola  -  Uri 
ghiaia  -  gèra 
ghiaioso  -  gerlv 
ghiain/za  -  gerèta 
ghianda  -  giànda 
ghiarone  -  gerón 
ghiera  -  réra,  ponibll,  rìc- 

nèla 
ghigliottina  -  ghigliotlna 
ghiotta  -  lècàrda 
ghiotto  -  lecàrd,  gormdn 
ghiottone  -  ludria 
ghiottoneria ,    ghiottor- 

nia  -  lecdrdàrla 
ghiozzo  -  bolina,  pescarla 
ghiribizzare  -  màsntt 
ghiribizzo     -    ghiribisé , 

èstro ,    màta^    échiribisè, 

beschisi 
ghiribizzoso  -   bcschìèiós, 

èstrós 
ghirigolo ,    ghirigoro    - 

flrifiss 
ghirlanda  -  sere 
ghiro      gira 
ghisa  -  -  ghisa 
già,  di  già  -  giù,  giamo 
giacca  -  giàché 
giacche  -  degict  che 
giacchetta    -  giàchèta,. 

s'giàchè 
giaciglio  -  bàita 
giacinto  -  càmpàmn,  già^ 

sint,  giàcint 
giaconetta  -  giàeonètt 
giaggiuolo  -  Uri 
giallamina  -  càlàiìilncc 


già 

gialliccio  -  giàlduso 
giallo  -  gicild 
giallore  -  giàldusc 
irialloriuo  -  giàldorìn 
giammai  -  mài 
giannetta  -   giàneta,    bà- 

eheta 
gianettina  -  bàchetìna 
giarda  -  giàvtird 
giarde  -  crost 
giardinetto   -  giàrdmètt, 

desèrt 
giardiniera  -  giardiniera, 

àrleehìn 
giardiniere  -  giàrdinee 
giardino  -  Sr^,  giàrdìn 
giardone  -  giàvàrd 
gìargone  -  giàrgon 
giavazzo  -  giàvàéè 
gibus  -  éehiscèta,  gibiis 
giga  -  gigotMa 
gigante  -  gigànt 
(irigia  -  Bigia,  bigiii 
giglio  -  tiri 
gilè  -  gilè 
ginepro  -  sànever 
ginestra  -  ginèstra 
ginestraggine  -  ginestroRU 
ginestrella    -   ginèstrmù, 

ghiringhèsa 
ginestriua  -  gìnesiroeu 
gingillare,  gingillarsi  - 

cilàpà 
gingillo  ~  ciàlàda,  eiàlàrii, 

belee,  bcbèll 
ginocchielli  -  genogiài 
ginocchiello    -   genogèra, 

mdlìtràHn 
ginnasio  -  ginAsi 
ginocchio  -  genaiuce 
ginocchioni  -  genogiòn 
giocare  -  giiigh 
giocattolo  -  belee 
gioco  -  gioeilgh,  schèrs 
giocolare  -  glilgàtà 
giogai'i  -  sòtgòla,  paratola 
gioielliere  -  gìoelèr 
gioiellino  -  belerìii 
gioiello    -    belee ,    bisgio , 

galanterìa,  gioia 
gioia  -  màpa,  gema 
gioire  -  gioì 

g'iornale  -    f'jeuj,   giornàl 
giornaliero   -  giornàliér. 

mànddpera  ,    diurnista  , 

giornàdee 


—  990  — 

giormlista   -  giomàlìàta 
giornada  -  giornàda 
giornello  -  gdbàss 
giostra  -  giòstra 
giovamento  -  ^ro 
giovane,  gioTìne  -  gidin 
Griovanni  -  Oiovànn,  Oio- 

ànn 
Giovanni  (erba  S.)  -  èrba 

balsamina,  erba,  bàsgiàna 
giovare  -  giova 
giovarsi  -  àprofità 
giovedì  -  giovedì,  gioedì 
giovenca  :  mànsèta,  vaca 
giovenco  -  mìmètt,  boàtèll 
gioventìi  -  gioventù 
giovevole  -  util 
gioviale  -  ceros 
gicvialone  -  màton 
giovine  -  gidin 
giovinezza  -  gioventù 
giovi notello  -  pelàdèll 
giovino  to  -  giovinòtt,  gioi- 

nòtt 
girabile  -  gir&bil 
giracapo  -  giràmént 
giraffa  -  girtLfa 
girandola  -  giràsò 
girandola  (far)  -  fa  bin- 

dèll 
girandolare  -  bdlàndrà 
girare  -  birlà^  gira 
girar  rost»     -    mènàrost , 

spéd 
girasole  -  bècdformìgh,  gi- 
ràsò 
girata  -  vidn 
giratario'  -  giratàri 
giratora  -  menerà,  menà- 

dóra 
giravolta  -  girivòlta 
giravoltare  -  giriv  dtà 
girella    -    tomèll,    bàlèia, 

pedina  [ronsà 

girellare    -    bàlàndrà,  gi- 
girino  -  botàràiia,  màiàcò 
gi'-o  -  gir 
gi rondi  -  tiòrba, 
gironsare  -  gironstt 
girovago  -  strUsòn 
gii  -  gìotòn 

gita  -    eiciirsiò/f.    sf'àpàd'i 
gìterella  -  girètf.   girclln 
gittaione  -  giotòa 
gitto  -  gitt 
gittone  -  giotòn 


già 

giìi  -  giò 

giubettino  -  giponìn 
giubbetto  -  gìpa,  giàehetìn, 

banda 
ginbboncino    -    giponìn^ 

corpètt 
giubbone   -   gipòn,  gìpa, 

banda 
giubilamento  -  gibilèri 
giubilare  -  giubila 
giubileo  -  giiibilee 
giubilo  -  gibilèri 
giucco  -  cicolàtee 
giudeo  -  ebrèi 
giudicare  -  giudica 
giudice  -  giùdes 
giudizio  -  giiidìsi 
giudizio  (a)  -  à  stimm 
giuggiolone    -  gongordv. 

gorgoràn 
giug^iulena  -  giorgiolèni 
giugno  -  giùgn 
gìulè  -  gilè 
giulebbare  -  giulèptl 
giulebbe  -  giìilèpp 
giuleone  -  gileròn 
giuncaia  -  càrècc 
giuncata  -  càgiMa 
giuncheto  -càrècc,  lischee 
giungere  -  rioà 
giunta  -  desoràpù 
giuntare  -^-iolgirà,  ingdnà 

giunta 
giuntatore    -    ingànàdór, 

gàbàdòr 
giunteria  -  ingànn,  bosà- 

ràda 
giuntura  -  giuntura 
giuocare   all'imperiale  - 

(ir' 'Or  iiìiperitil 
giuoco   -    gi  lùgli 

giuramento    -   giuràmènt 
giurare  -  giura 
giurato  -  giurato 
giureconsulto  -  legai 
giuri  lieo  -  giiiridich 
giurisdizione  -  giiirisdi- 

siòa 
giastezz  i  -  giiis'èsa 
giusti  ricare  -  giusti  fica 
iiiustificazione   -  gìiiétìf 

càiiùn 
giustizia  -  giiistìHa 
giusto  -  giùst 
giusto,  ain\  -  giusta 
gianduia  -  gondola 


già 

glastro  -  guaa 

jfleba  -  Iòta 

^li  -  ghe 

g-lìeg-iì  -  ghi 

g"lifo  -  cànàlìn 

1,^0  g-lo  -  glo  glò 

i;iobo  -  bàia,  bògia 

g'ioria  -  glòria 

gloriarsi  -  ràntàss 

g-Iorioso  -  gloriòs 

g- Il  alfe!  -  off! 

g-naulare  -  mognà 

g"!! ani  io  -  mognAda 

g-nocchi  (bocca  da)  -  bo- 
cdgnòcch 

g'nocco  -  gnòcch 

grobba  -  gaeuba,  goeubb 

gobbette  -  gobin 

gobbo  -  goeubb,  gvuha,  bèe 

goccia  -  gota 

goccio  -  goti 

gocciola  -  góta 

gocciolare  -  gotinà,  gota, 
gèmm 

gocciolatoio    -     frontàlin 

gocciole  -   gott 

gocciolino  -  gotìn 

gocciolotto  -  cornàgia 

godere  -  god 

godersela  -  campasela,  fa 
cucàgna,  fa  goghèta 

godiiiiento  -  goduda,  piàsè 

godiiiioil<iO   -  bàràchee 

goffaggine,  gofferia  -  go- 
fàda 
i    goffo  -  gòff,  èèmpi 

gogiiojiiio  -  gognin 

gola  -  gàia 

golata  -  slèpa 

goleria     -    gormcmderla , 
I        gormàndìs 
\.   goloso   -  lacàrd 
i    golpe  -  fàmm^  màrse,  màr- 
'        scctt 

gomitolo  -  remiseli 
;■     ^oiìunQ-bràinèra,  hrà>nerdn 
[    gonfia !c  (del  cacio)  -  dàsé 
;     g'onftare  -  é-gnnfià 

STO  aliarsi      -      mgàliisiàs, 
moìitàss 

g'o;:  fiat  ara  -  gòff 

gonfio    -    bcsliifi,    hisìnfì, 
Sgónfi, 

g'oulloue  -  hofiòtl 

gonfiore  -  tu  nór 
'    gonga  -  màglie  la 


—  991  — 

gongola  -  bim   ècudelèra, 

màgòiis 
g-ongoso  -  màghelént 
gonna  -  pedàgn 
g-onnella  -  pedàgn,  sòca 
gonnelletta,  gonnellino  - 

sochìn 
gonzo  -  picch,  vilàn 
g'ora  -  cànàrèla,  càv,  róii- 

sgla 
goral  a  -  ingorgàda 
gorbia  -  indceuia 
gorello  -  càrtàda 
gorgoglione  -  fràtìn 
gorgozzulo  -  cànàrmS 
g'ota  -  gallasi 
g:otazza  -  pàlòtt 
gotta  -  gota 
gottoso  -  gotòs 
governale  -  gimmàce 
g'overnante     -    bòrni,    go- 
vernante, goernànte 
governare    -   goèrnà,  go- 
verna 
governarsi  -  eontègniés 
governutore  -  goèrnàdòr, 

govèrnàdór 
g:overnatrice  -  goernànte, 

governante 
g'overnìine  -  ingràss 
g'ijverno  -  goèmo,  govèrno, 

mànég 
gozzo  -  gòàs 

gozzoviglia  -  bàràea,  go- 
y    dùda 
gozzovigliare  -  bàràeà,  fa 

goghèta 
gracchiare  -  fa  cràcrà 
gracchìellacciii-  calandra 
gracchiola  -  bèrta 
gracchione  -  gàsgia 
gracile    -    delicaa,   gràcil, 

ìnàllngher,  màs-trànsc 
graciletto  -  niiserì7i,poohm 
gracilità  -  gràcilitaa 
gradasso  -  màià^ètt,    niè- 

nàfrècc,  brùsàeàntón 
gr  dinata  -  scàlinàda 
gradinetto  -  bàsèlin 
gradino  -  bàsèll^  gràdìn 
gradire  -   àeètà,  àgràiì 
grado  -  bàsèll.  gràd,^  rango 
graduato  -  gràlutd 
griiffi  -  gàm'ter,  ràmpincra 
graHìaiiiento  -  ungiàda 
graffiare  -  sgàrbèlà,    gàtà 


gra 

graffiatura  -ungiàda,  ègàr- 

bòlàda,  sgràfign 
graffietto  -  rigkirceù 
graffio  -  ègràftgn 
grag nuota  -  tempèsta 
graiuaglia  -  condisión 
gvamigaa.  -  gràmègna,  gre- 

mègna,  cornàioeula 
graninia  -  gràmm 
grammatica  -  gràmàtica 
gramola  -    gràmola,  grè- 

tnola,  màsa 
gramolata  -  crepe,  grànida 
gramo  -  gràmm 
gran  dama  -  dàmàsa 
gran  mercè  -  màneomaa 
grana  -  grana 
granaglia  -  mldura,  trèsìa 
granaio  -  grànee 
granare  -  grani 
granata  -  grànàda,   seda, 

scóva,  scoìn,  scovili 
granatiere  -  granate r 
granatiglia   -  grdnàdìn 
granatina  -  grànàdinn 
granato  -  grànaa 
granchiaio  -  gàmbàree 
granchio  -  gdmber,  giova, 

rànf 
grancia  -  fonsgìn 
granciporro  -  gàmber 
grande     -    gran,    grand, 

màiuseol 
gvaiìulegsiare-spàcà.  Spara 
grandez;(a  -  gràndèéa 
grandezzata  -  gràndoeur 
grandiglione  -  gràndóu 
grandinare  -  tempèsta 
grandine  -  tempèsta 
grandioso  -  gràndiòs,  màè- 

slós 
granire  -  grani,  segrinà 
granita  -  crepe,  grànida 
granito  -  grànaa,  granii, 

niidrmiì  bianche  roàs 
granitoio  -  grànidòr 
granitone  -  giàndón 
grano    -    ciein,    formènt, 

gran,  mondcll 
grano  s  iriicenico  -  fràina 
grano  turco  -  formentón, 

melgòn,  còrion 
grano  di  tartaria  -  fràina 
granturcale  -  mèlgàse 
grappolarjB  -  gràpèlà 
grappolino  -  gràpèll 


grappolo  -  grtpa 
grascia  -  grtLsa 
irrassazione  -  sàltàmént 
grrasso  -  ùgórd,  gràss,  onc, 

petàrd,  vonc 
grassume  -  bàciàcia,   bd- 

eiàsa,  gràiuse 
grata  -  fcràda 
gratella  -  graticola 
gratìccio  -  ferMa,  graa 
graticola  -  graticola 
graticolato  -  telQir 
gratis  -    gratis ,  à   mtca, 

à  off 
grattaculo  -  gràtdcuil 
grattapngia  -  gràtàbrustia 
grattare  -  gràia 
grattino  -  gràtoàr 
grattugia  -  gràiiroeùla 
gratuitamente  -àmoredèi, 

à  màea,  gratis 
grave    -   grév.    imponént , 

sodo 
gravezza  -  pés 
gravoso  -  éemìbil 
grazia  -  gràéia,  gàrb 
graziacela  -  màlàgrtiùia 
graziare  -  gràsià 
grazie  -  ohh'gàto,  gràsie 
grazietta,  graziola  -  grà- 

sièta 
g'razioso  -  grààids 
greca  -  greca 
gregge  -  ròse 
gregario  -  sgresg 
grembialata  -  scosàràda 
grembiale  -écosaa,  sguàn- 

dàlìn 
grembialino  -  seosaa 
grembo  -  scòss 
grembo  (in)  -  in  scoslna 
greppia  -  màngiàdàra 
greppo  (far)  -  fa  el  càmii 
gretole  -  fèrol 
gretto  -  sbiòcch,  sbrìs 
greve  -  grév 
griccia  -  grinta 
grìcciolo  -  ghiribiss 
grida  -  grida 
gridare  -  sbràgàltl^  sgàrà, 

sgàrì,  ciocà.  cria,  vosà 
gridata  -  sgàràda,  reciòcch, 

rosàda,  criàda 
gridatore  -  sbràgtdn,   bà- 

golon 
gridellino  -  lilà 


-  992  - 

grido  -  gigol,    sbràgiàda, 

sgàr,  urlo 
grifo  -  miisòn 
grigio  -  grìs 
grigiastra  -  bràmìna 
grillare  •  fa  poti  pott,  riisgl 
grillettare  -  fa  pott  pott 
grilletto  -  pàsàrm 
grillo   -    mtita,    éàltàmàr- 

tin,  balbi,  grl 
grimaldello  -  gàriboldìn 
grinza  -  crespa 
grinzo,  grinzoso  -  crèèp, 

ereàpaa 
grinzume  -  erespàdàra 
grippe  -  gripp 
grispignuolo    -    songsgìn, 

seinngln,   làciàrèll 
grispigiione  -  gàrsdn 
grogiolare  -  confina 
gromma  -  crdpa 
gronda  -  gronda 
grondaia  -  cànaa,  grónda, 

grondàna 
grondare  -  grondonà 
groppa    -   crdpa ,    grdpa , 

gropòn 
groppiera  -  gropèra 
groppone-  ciilMa,  mitriòtl 
gropposo,  groppnto  -  gro- 

polènt 
gros  -  grò 
grossa  -  grdsa 
grossezza  -  grosèsa 
grossiere  -  orévcs  de  gròss 
grosso  -  èrtegli 
grossolano  -  material . 

grosolàn 
grotta  -  eròtt,  gròia 
grottesca  -  rò'còcd 
grovigliuolo  -  grimcll 
gru  -  grii 
grna  -  grua 

grucce  -  cs'.j         [àctnscia 
gruccia    -   pàlètt ,    erica, 
grugnire  -  rogna 
grugno  -   grilgn,    miisòn, 

mostàcc 
grugnolo  -  gniff 
grulleria  -  giàvànàda,  go- 

ftida,  ciàlàda 
grullo  -  giàmn,  insognent, 

ciàll.  bàrbàbicch 
grumato  -  pastina 
grumo  -  gnimni,  càgiòsé, 

gnòcch 


gua 

grumolo  -  sriro'u 
grumulo  -  gnòceh 
gruppetto  -  griiprtt 
gruppiere  -  gropcr 
gruppo  -  griipp,  gropp 
guadagnare    -    acquistai , 

qiiisfà,  guadagna 
guadagno  -  ciàpMa,  guà- 

dtlgn 
guade    -    guada,  guàdinn 
guado  -  guaa 
guaime  -  bàrbèta 
guaina  -  fonilder,  guàdìna 
guainella  -  guàdinèta 
guaio  -  guàj,  gntlia,  infèse, 

ràngol,   rticola,    quàrèla, 
guaire  -  sgiiàgni        [pién 
guaito  -  càhi 
gualchiera  -  fòla 
gualchieraio  -  folàdòr 
gualcire  -  màstinà 
gualcito  -  pàtUsciaa 
gualdrappa  -  guàldràpa 
guancia  -  gànàéa^  gànàsin 
guanciale  -  cosÌ7i 
guancialetto   -   cosln,  co- 

sinètt 
guancialino,  i  -  coHnctt, 

piiimàsln,  cosinitt 
guancialino  d'oro  -  sgii- 

ràlàlàsa 
guanciata  -  slèpa,    sbèrla 
guantaio  -  guàntee 
guantiera  -  gàbàre,  cabarè 
guanto  -  guani 
guardaboschi    -   guàrdà- 

bòseh  .  [dònn 

guardacatene    -  ferviàcà- 
guard'alpe   -  àlpàdòr 
guardamacchia  -  guàrdà- 

mùn 
guardamano  -  mànèta 
guardaportone  -  guàrdà- 

portòn  [vàrdii 

guardare  -  dirà,  guarda, 
guardar  losco  -  guarda  in 

berlusch 
guardaroba  -  guardaròba 
Snardusigìlli-  guàrdàsigilt 
guardastiuco  -  cosinètt 
guardata  -  vistàda 
guardatura  -  guàrdàdura 
guardia  -  eiisiòdia,  càsc- 
ia nt,  guàrdia,  càntonér,\ 

càntoniér,  bd,  sorvegliànt 

ronda,  pàràmdn 


lina 

^^uaiMlìauo  -  giiàrdidn 
auardinfaute  -  còregh 
y  iianliolo  -  guardina,  se- 

iiondin 
yiiardìone  -  guàrden 
guardo  - guàrdàda,  vistàda 
guarentig'ia  -  gàrànsta 
Siiart'utire  -  garantì 
j^uarire  -  guari 
j;-uarnello  -  sotànin 
g-uariiire  -  guàrni 
gnai'nitura  -  guàrniéiòn, 

forniiu 
g-uarnizìoiie   -   èpediéiùn, 

gimrnisidii 
g"uascherino  -  niàrcBu 
g'uascotto  -  màlcòtt 
g'uastal'este    -  rompàtòrta 
g-uastamestieri    -    imbro- 

iàmcstee  ,    guàétàmestee  , 

rompàtòrta 
gruastare  -  guàéttl,   sàsinti 
guastarsi  -  pàti 
guastato  -  guMt 
guastatore    -    gudstàddr , 

sàpoeiìr 
guasto  -  guàst,   patii,  re- 

driss,  ràdriàé,  niss 
guattarello  -  fògn 
g:uattero  -  sguMer,  làvà- 

piàtt 
gruattire  -  sguàgni 
g'uazzabugliare  -  iinpàstisà 
g^uaz/abuglio    -  gàsàbuj , 

guàsàbùj,  miscelàuia 
gu.azzire  -  sguàéà 
g-uazzatoio  -  guaa 
g"uazzetto  -  sguàMtt,  rògo 
g-uazziera  -  compoètèra 
g'uazzo  -  sguàés,  làvèsg 
g-uercio  -  losch,  guère 
gruernìre  -  guarnì 
guerra  -  guèra 
guerriero  -  gtieriér 
g"ufare  -  fa  là  móea 
g-ufo  -    dùgo,    gran    dugo, 

hdlàbiòtt,  loroech 
n' Il  glia  -  guglia,  fdlchètt 
gugliata  -  giigiMa 
guida  -  resegliela,    contrd- 

càna,  giiida 
guidaioio  -  giiida 
guidalesco  -  màrii-ch,  guà- 

riàck 
gnidana  -  ghindàna  • 
guiggia  -  pàta 


—  993  — 

guindolo  -  ghindes,  bicoca 
guisa  -  manid 
guizzare  -  tripilà,  ciocà 
guscetto    -   sehiscèta,  giti 
guscia  -  rèsca 
guscio  -  gitt,   g&m,   gilé§ 
guscìoni  -  càUlil 
gusto  -  giiét 
gustoso  -  giistòs 


i  -  t 

Iddio  -  Dìo,  Signor 
idea  -  idea,  concètti  idéia 
ideale  -  ideal 
idealismo,  idealith.  -  idea- 
lismo 
ideare  -  ideàf  imàginà 
idearsi  -  ideàès,  imàginàéà 
idem  -  idem 
identico  -  idéntich 
idillio  -  idìli 
idiota  -  ignoì-ànt,  cretìn 
idolatrare,  idoleggiare  - 

idoldtrà 
idolo  -  idol 
idoneo  -  tLbil,  bon 
idraulico  -  trombee 
ìdrofoìivà-  idrofobia,  ràbia 
idrofobo  -  idròfob,  ràbiaa, 

ràbiòs 
idrogeno  -  idrdgen 
idropico  -  idròpieh 
idropisia  -  idropisìa 
idroterapico  -  idroteràpich 
iena  -  ièna 
ieri  -  ièr 
igiene  -  igéne 
igienico  -  igènieh 
ignominia    -    ignominia , 

obrobri 
ignominioso  -  ignominiòs, 

obrobriòs  [sia' 

ignorantaggine  ignoranti- 
innovante  -   ignorànt,  bò- 

gher,  beau 
ignoranza  -  ig  norà n è  a, 

ignoràntìsia 
ignorare  -  ignorò,^  kìtè  nò 
ignoto  -  fninga  conomil 
igrometro  -  igromèter 
il  -  et  [ceròs 

ilare    -    legriòs ,    àlégher, 
ilarità  -  legria 
illegale  -  ilegàl 


.inib 

illegiadrirsi  -  imbclii-è 
illegittimo  -  ilegitim 
illimitato  -  ilimitaa 
illudere  -  ilùd 
illuminare  -  inliimind, 
illuminazione   -    inliimi- 

nàsiòn,  liitn inàsion 
illuminello  -  gibigiana 
illusione  -  iliisidn 
illuso  -  ilus 
illusorio  -  iliisòri 
illustrare  -  iliistrà 
illustrazione  -  iliisiràsión 
illustre  -  fàmòs 
illustrissimo   -    ìiiMriHm 
illuvione  -  iìiondàsiòn 
inibaccuccato  -  imbàciicaa 
imbagagliare  -  imbctgàgiù, 
imballaggio     -     imbàlàgg 
imballare  -  imbuiti 
imballatore  -   imbàlàdòr 
imballatura  -  imbàlàdùra 
imbalordire  -  storni,  im- 
balordì 
imbalsamare  -  imbàlsàmti 
imbalsamatore    -  imbàl- 

sàmàdòr 
imbalsamazione  -  imbàl- 

sàmàsiòn 
imbalzarsi  -  ineàvàlàss 
imbambolato    -    incàntaa 
imbandizione    -   porttLda 
imbarazzare    -    imbroitlf 

iiifescià,  i>n.bàrdsà 
imbarazzo  -  imbàràss,  in- 

feseiàdura,  infèsc,  imbrdj 
imbarcare  -  imbarca 
imbarcarsi  -  gitàèà 
imbarcatoio    -    imbàrcà- 
j      dèro 

:  imbarco  -  imbardi 
i  i mbastard ire  -  imbàstàrdà 
imbastire  -  imbastì,  infi- 

letà 
imbattersi  -   imbàtes 
imbeccata  -  ràfredór,  in- 
fregiò [làgin 
imbecillaggine  -  imbeci- 
imbecille    -  imbe  e  i  1 1, 

strambo,  cretìn 
imbellettarsi  -  imh'elctàés 
imbellirsi  -    imbeliéà 
imbendai'e  -  imbindd, 
imberciare  -  imbroctt 
imbercio  -  diéco  [gnà 

imbevere  -  imbibì,  impre- 


03 


imb  . 

imbeversi  -  imhéves 
imbiaccare  -  imbiàcà 
imbiancare  -  sbianca 
imbiancatura  -  sbiàncMa 
imbiancliino   -    sbiànchin 
imbiondire  -  imbiondi 
imbiutare  -  impiàètrti 
imboccare   -  ùnbocà,    in- 

grànti 
imboccatura  -  imhoeàdUra 
imbonire  -   imbonì 
imboscata  -  imboscàda 
imbottare  -  invàsela,  im- 
bola 
imbottatoio  -  liidria 
imbottig-liare  -  imbotelitL 
imbottire  -   imboli,    pre- 
monta 
imbottitore  -  imbotidòr 
Imborinare  -  imboàscià 
imbozzacchire   -    ciicàss, 

(hidà  in  erbión 
imbozzimare  -  imbcetismà 
imbraca  (buttarsi    sull') 

-  inipunfàss  [braga 

imbracare  -    fàlsetà,  im- 
imbrachettare,  imbragra- 

re  -   imbraghete 
imbrattare  -  impiastra,  in- 

fèscià,  bordegà, pàstriignà 
imbrattascene   -  fregà- 

scènn 
imbratto  -  pàeiiigàda,  co- 

ròbia,  iinpitLster 
imbrattone  -  pàstriignon 
imbrentìne  -  boff 
imbriacare  -  indachi,  im- 

briàgà 
imbriacatura    -    cidca, 

sbornia,  biònda 
imbrigliare  -  imbrià 
imbroccare  -  imbraca,  in- 

stàchefà 
imbroccarsi   -   imbrocàss 
imbrodarsi  -  imbradàèè 
imbrodolarsi  -  bodesgiàsi, 

sbrodolàss 
iììiìììoHolatvira. -pàciiigàda 
imbrog'liacasa  -  càìàncà 
imbrojfliare    -    imbroià, 

bolognà,  ingàrbià 
imbrog-lio  -  infèsc,  triiech, 

i>iìbròj\  impiec 
imbrog'lìone   -    imhroiòn, 

fiiétvse,  sgonfion,  jìàstrii- 

gnón.  i^àétiéOn 


—  yy4  — 

imbronciato  -   miisanént, 

motrient,  inmiisonaa 
imbruttire  -  imbriitièé 
imbudellare  -  insàcà 
imbullettare  -  instàchetà 
imburrare  -  insàonà 
imbuscherarsi  -impiptisen 
imbuto  -  pedrioeu 
imitare  -  imita 
imitazione  -  imitàsion 
immagrinabile  -  imàgintibil 
immag-inare    -    imàgin^, 

inventa,  imàginàès 

immagriuario  -  idetl,  imà- 

ginttri  [ideààs 

immag'inarsi  -  imàginàss, 

immagrinazione   -  imàgi- 

nàsion,  invension 
immag'ine  -  imàgin,  mài- 

staa 
immelensire  ■  inscemi 
immergere    -  bagna,   po- 
eta,  moia 
immergrersi  -  ingolfààs 
immezzire  -  pàti 
immezzito  -  j^àtii,   pààaa 
immischiarsi  -   intrigàés 
immiserire  -  intiseghiéé 
immobilità  -  imobiUtaa 
immodico  -  indiscrètt 
immollare  -  poeià,  moia, 

màsàrà 
immollarsi  -  màsàràss 
immorale  -  imordl 
immorbidire  -  imorbidl 
immoto  -  imòbil 
impaccare  -  impàcà 
impacchettare  -  impàchetà 
impacchìucare  -  pdeiiigà 
impacciare  -  iìtibroià 
impacciato  -   intrégh,  id- 
ra mot  t,  imbogaa 
impaccio  -  fastìdi,  impiec, 

gàrbuj,  infèsc 
impaci uccare  -  impetolà 
impadronirsi  -  impàdra- 

niss 
impagabile  -  impàgàbil 
impaginare  -  impagina 
impaginatore    -   impàgi- 

nàdòr 
impagliare  -  impàià 
impagliatino  -  càdrèga 
impagliatore  -  càdregàtt 
impagliatura  -  inliscàdUra, 
lis'càdùra,  impàiàdura 


imp 

impalare  -  pàltL,  impala 
impalato  -  impàlaa 
impalcare  -  Sola,  éofdtt 
impalcato  -  èoeul 
impalmare  -  promètt 
impalmo  -  màsàròn 
impanare  -  impana 
impaniare  -  innesca 
impanico  -  gàrbuj 
impanzauare  -  gàbolà 
impappinarsi  -  impàperàés 
imparare  -  impara,    im- 

prénd  [tàés 

imparentarsi  -   impàren- 
imparziale  -  impàrsiàl 
imparzialità  -  impàrsià- 

litaa,  giiistisia 
impassibile  -  impàsibil 
impassibilità  -  impàsibi- 

litaa 
impastamento  -  impàét 
impastapane  -  mèndlevaa 
impastare  -  impasta 
impastato  -  impàstaa 
impastatore  -   mènàlevaa, 

marno 
impasticciare  -  pàìtisà 
impasto  -  impàst 
impastocchiare    -    impà- 

étocià  [imbogaa 

impastoiato    -    infeseiaa, 
impatta  -  ftta 
impattare  -  impatti 
impatto  -  pàtusc 
impaurire  '  -    scàgià,    fa 

stremi 
impaurirsi  -  Hremiss 
impazientarsi,  impazien- 
tirsi -  impààientàss 
impazienza  -  impàsiénsa 
impeciare  -  impesti 
impedimento    -    impedi- 

mént 
impedire  -  impedi,  proibì. 

ocUpà,  intralcia,  imbroià 
impedito  -  impedii 
impegnare  -  impegna 
impegnarsi  -  impegndsé 
impegnato  -  impegnaa 
impegno  -  impègn 
impegolare  -  i?npesà 
impelagarsi  -'  impetalàsi 
impenetrabile   -  impene- 

tràbil 
impennarsi  -  impenààà 
impennata  -  impenàda 


imp 

irapensatauiente  -  impen- 

èàtàìnènt 
impensierire  -  impenéerì 
ini  pepare  -  impererà 
liupepata  -  impeveràda 
imperativo  -  imperàttv 
imperatore   -    imperàtdì-, 

imperàdor 

imperatrice  -  imperatrice, 

iiìiperàtris  [cètìbil 

impercettibile    -    imper- 

imperdonabile    -    imper- 

donàbil 
imperfetto  -  imperfett 
imperfezione    -    imperfe- 

éiòn 
imperiale  -  imperiai 
imperioso  -  imponènt 
impermeabile    -    imper- 
meàbil  [inàsà 

impernare    -     impernia , 
impero  -  impéro 
impersonale  -  impersonai 
imperterrito  -  impertèrit 
impertinente    -    imperti- 

nént,  éfàeiaa^  inèolént 
impertinenza    -    imperti- 

nénsa,  sfàciàtàgin 
impetigrine  -  dèrbita 
impettarsi  -  it?colàss 
impeto  )    impetuosità    - 
impet  [gos 

impetuoso  -  impetiiós,  fo- 
impiaccirottare  -  impià- 

strà 
impiallacciare  -  impelisi 
impiallacciatura  -  impe- 
■  lisàdUra  [impientà 

impiantare    -     impiàntt, 
impiai^to  -  impiànt 
impiastrare  -   impiastra, 

pdétrùgnà,  impoltià 
impiastricciare  -   impol- 
tià, im,poltiscià,   impia- 
stra [impiàéter 
impiastro    -    cataplasma, 
impiccare  -  impicà 
impiccato  -  impicaa 
impicciare  -  infèscià,  im- 

broià 
impiccio  -   crUsi,    ràngol, 

impiee,  fastìdi 
impicciolire  -  spiseinì 
impiccione  -  gàrbilión,  in- 
tèse [piega,  ocilpà 
iinpieg"are  -    mètegh,   im- 


—  995  — 

impieg'alo  -  impiegaa 
impieg'atuccio     -    impie- 

gàdèll 
impiego  -  post,  impiégh 
impietosire  -  comwùv 
impilaccherare  -  impHolà 
inipilaccherarsi   -   impè- 

tolàss,  peiegàsciàss 
impig-liare  -  tira  dent 
impig-liarsi  -  ciàpà  dent 
impig-rire  -  impoltroniss 
imping'uare  -  inquàrtàss 
impinguire  -  ingràsà 
impinzare  -  impirotà 
impiombare  -  impiomba 
impiombato  -  impiombaa 
impiombatura  -  impiom- 

bàdura 
impiparsi  •-  hnpipààen 
impippiare  -  imboeà 
implicito  -  comprés 
implorare  -  implora 
impoltronire  -   impoltro- 
niss 
impolverare  -  éàbià 
impolverato  -  impoheraa  \ 
impomiciare  -  impiomesà  I 
impomiciatore    -    impo 
mesò 


imponente 

niàeétòs 


imponènt, 


imponenza  -  tmponensa 
imponibile  -  imponìbil 
impopolare  -  impopoldr 
Imporrare ,    imporrire  - 

incàrboniss ,    écàrbontì  , 

jìànisS 
imporrato  -  incotH 
imporre  -  impònn 
imporrito  -  incotii 
importante  -  importdnt 
importanza  -  importànsa, 

entitaa 
importare  -  importa,  con- 

ètét,  prcmm,  ciintà,  infà, 

comporta  [éion 

importazione    -    importa- 
importo  -  import 
importunare  -  importuna, 

toàegà,  seca 
importuno  -  ròdàbiisècch, 

piatola^  resiga,  secàda 
imposizione  -  imposisión 
impossibile  -  imposibil 
impossibilità  -  impoéìbi- 

litaa 


imposta  -   impoéla,    iàsa, 

sàràmént,  anta 
impostame  -   i   éà-àmènt 
impostare  -imposta 
impostatura    -    pàrtìda , 

imponénsa  [siilta 

impostore  -  impostar,  ge- 
impostura  -   ingànn,  im- 

poétoràrta 
impotente  -  impotént 
impotenza  -  impotènsa 
impratichire  -  impratichì 
impregnare  -  impregna 
imprenditore  -  impresàri 
impresa  -  imprésa 
impresario  -  impresàri 
impressionare    -    imprè- 

sionà 
impressione  -  imprèéión, 

imprònt 
impresso  -  imprèés 
imprestare  -  impresta 
imprestanza  \ 
imprestito      (  impresta 
impresto         f 
imprevedibile   ■   impreve- 

dlbil  [dént 

imprevidente    -   imprevi- 
imprevidenza  -    imprevi- 

dènsa 
impreveduto,  imprevisto 

-  iììiprevlst 
imprimere  -  imprimm 
improbabile  -  improbàbil 
impronto  -  impi-ónt,  stàm- 
improperio  -  tèrmin      [pò 
improvvisamente  -  impro- 

tisàmént,    sénsa    dì    ne 

bi/f  ne  bàff 
improvvisare  -improvisà 
improvvisata   -    improvi- 

sàda  [t-isàdór 

improvvisatore  -   impro- 
improvviso  -  improvìs 
imprudente   -    impriidént 
imprudenza  -  imprildènsa 
impudente  -  sfàeiaa 
impudenza   -    impiidénsa, 

tòta,  coràgg 
impugnare     -    contràètà , 

impilgnà  [nàés 

impuntarsi  -puntàSà,  oàti- 
impuntire  -  gipà,    eiisl  à 

gipàdùra 
impuntura  -  gipàdùra 


lU 


996  — 


me 


in  un  tratto  -  tisa  bruta, 

tiUA  à  '«  tràtt 
inabile    -    inàbil,   minga 
inabissare  -  bisà        [boìt 
inacciaiare  -  àéàlà 
inacerbare,  inacerbire  - 

imbriiàchì 
inacutire  -  giièà 
inalveare  -  incàsà 
inamidare  -  inàmedà 
inamidato     -    inàmedaa , 

inàrcaa 
inanimire  -  ineoràgià 
inarcare  -  inarca 
inarcato  -  inàrcaa 
inarg-entare  -  inargenta 
inarsicciato     -    briisaa . 

gremaa 
inasinire  -  incretini 
inaspettatamente    -   im- 

proisàmént 
inaspettato  -  improìs,  im- 

pi-evìst  [leni 

inasprire  -  inciépri^  inve^ 
inavvertenza    -     orbàda  , 

ocàda 
incagrliare  -    ineepà,    in- 

càlià,  impedi 
incalappiare  -  holgirà 
incalzare  -  incàUà,  éping 
incamminare  -  invia 
incanire  -  incàgniss 
incannare  -  incànà 
incannatoio  -  incànàdòra 
incannatore  -    incànàdòr 
incantare  -  incanta 
incantesimo  -  étriòsi' 
incanto  -  incànt,  tista 
incautonarsi ,  incantuc- 
ciarsi -  incàntonàss,  in- 

seirotàH' 
incaparrare  -  incaparti 
incaponire  -  ostinàU 
incaponirsi  -  iìigniiclmè, 

incràponisà 
incappare  -   borl^,  capita 
incappucciarsi    -   incdpe- 

làss 
incaricare  -  incarica,  in- 

combemà 
incaricarsi  -  incàricàèé 
incarico  -  inctirich,  incà- 

regh,  incombènéa,  man- 

siòn 
incarnatino  -  color  incàr- 

nàdiii 


incartare  -  incarta 
incartato  -  eàrtonent,  in- 

càrtaa 
incartocciare  -  inécàrtoéti 
incassare    -    incàéà,    in- 
troita 
incassatura  -  incàùàdura 
incasso  -    incàss,    introit 
incastellato  -  incàételaa 
incastellatura    -  incàstè- 

làdura 
incastonare  -  incàéà 
incastonatura  -    ligàdUra 
incastrare  -  incàétrà 
incastro   -  ineàster 
incatramare  -  incatrama 
incatramato  -  incàtràmaa 
incatenare  -  incàdènà 
incavallare    -    ineiàpàss, 

in  tersa 
incavallarsi  -  intàiàss 
incaviccliiare  -   imbirolà 
incaviccliiato  -  incàvigiaa 

càvigiaa 
incavi g-liare  -  imbirolà 
incavo  -  incàv 
incendio  -  fceugh,  inchuli 
incensamento    -   incemà- 

mcnt,  incensàda 
incensare  -  incensa 
incensata  -  incenààda 
incenso  -  incènè 
inceppare  -  intralcia,  in- 
incerare  -  insila       [cèpà 
incerata  -  inéilàda,    ince- 

ràda 
incertezza  -  incèrtèéa 
incerto  -  incèrta  proccc 
inceso  -  fonticol 
incettare  -  incètà 
inchiedere  -  interguerl 
inchino  -  inchtn,  riverénéa 
inchiodare  -  inciodà 
inchiodato  -  ineiodaa 
inchiostrare  -  incioàlrà 
inchiostro  -  inciòstcr,  in- 

coMer 
inchiovatura  -  inciodàda 
inchiudere  -  includ 
inciampare    -   inciàpàsé , 

scàpiiscià,  topica 
inciampata  -  ècàpùsc,  to- 

picch  [diniént 

inciampo  -   tòpica,   impe- 
incidere  -  tàià,  incid 
incignare  -  ninsà,  ininàà 


iucig'nato  -  inlns 
incipriare  -  insiprià 
inciprig'uire  -  beschisiàH- 
incisione  -  incisiòn,  ramni 

tàiètt,  stampa 
inciso  -  incis 
incisore  -  incìsór 
incitamento  -  incitàmcni 
incitare  -  incita  i 

incivile  -  incipit,  vil<tn  ' 
inciviltà  -  inciviltaa  l 
inclinare  -  j)end,  inclina 
inclinato  -  pendént,  portaa^ 

àmbaa 
inclinazione  -  inclinàsiòn, 

gèni,  tendénèa 
incline  -  fàvorévol,  prò» 
includere  -  includ  [pène 
incocciarsi  -  ineociss 
incoerente  -  incoertnt,  in- 

costdnt 
incoerenza    -    incostànsa 
incollamento  -  incolàda 
incollare  -  incoia 
incolpare  -  incolpa 
incombenza  -  incombénsaf 

incàrich,  mànsiòn 
incominciato  -  imns 
incomodare  -   incomoda, 

descomodà,  indièpònn 
incomodità,   incomodo  - 

descomed^   discdmod   in- 

comod 
inconcusso  -  sacro 
inconsiderato    -   àsàrdós 
inconsolabile   -   inconso- 

làbil 
incontentabile    -    ineon- 

tentàbil 
incontrameuto  -  ineontcr 
incontrare  -  incontra 
incontrarsi    -    incontràss 
incorag'g'iamento   -   inco- 

ràgiàniènt 
incoragg'iare  -   ineoràgià 
incorniciare    -    ineornisà 
incoronare  -  incorona 
incoronazione    -    incoro- 

nàsiòìi 
incorporare    -    incorporà^j 
incorsatoio  -  incàstrìn 

fodrinn 
incostante     -     incostànt 

ììuitt,  vàriàòil 
incostanza  -  incostànéa 
incotto  -  seirés 


me 

increanza  -  vilànàda.  ina- 

làcrcàma 
incredibile  -  incredìbil 
increspaiueiito  -  incrèspà- 

(ìùra  [crèépti 

increspare  -  reflgntl,    in- 
increspatura  -  crespa 
incretinire  -  ineretim 
incrinarsi   -  càvèlàsS 
incrinato  -  càvèlaa,  crèpp 
incrociamento    -  incrose- 

qiàdura 
incrociare  -    incrosegià 
incrociatura  -  inerosegià- 

dùra 
incrostare  -  incatrama 
incrostato  -    incàtràmaa, 

incrostaa 
incudine  -   inc&dln,  incit- 

gin,  incùsgen 
incunibenza  -  incombhisa 
iucuHibenzare    -    incom- 

beìisà 
incuocersi  -  imhriigàés 
incupire  -  inécilri 
incurabile   -  inciiràbil 
incurvare  -  gitàéé,  piegai 
incurvarsi  -  dobiàéè,  pie- 
indaco  -    èndegh         [gààs 
indagrare  -  inti-eqiierì,  in- 
dagai 
indaghine  -  indàgin 
indebitìirsi  -  indèbitàés 
indebolirsi  -  indeboliés 
indebolito  -  esteniiaa 
indecente  -  indeeènt 
indecenza  -  indecénsa 
indeciso  -  iwèrt 
indegnamente  -   indègnà- 

mént 
indegnità  -  indègnitaa 
inilegno  -  indègn 
indemoniato  -  desperaa 
indennizzare   -    indenisà 
indennizzo  -  indeniàs 
indentro  -  indènt,  indénter 
indevoto  -   màldevòtt 
indi  -  poeu 

indiana  -  indiana,  fiomba 
indiano  -  indiun 
indiavolato  -  indiàolaa 
indice  -  indes,  ìndice 
indietro  -  indree 
indifferente  -    indiferént, 

àànsob-ì 
indifferenza  -  indiferénéa 


—  997  — 

indigeno  -  nos-trdn 
indigente  -  niiseràbH,  pder 
indigenza  -   miseria,  mi- 

seràbilitaa 
indigeribile  -  indigèèt 
indigestione  -  indigèHión 
indigesto  -indigèst,  pesdnt 
indipendente  -  spdtieh 
indirettamente  -  faturàviu 
indirizzo  -  indiì^iss-,  àdrèss 

soràscrìta 
indisciplinato  -   indisci- 

plinaa 
indiscreto  -  indiserètt 
indiscrezione   -   indiècre- 

siùn 
in  disiare  -  ingolosi 
indispensabile  -  indiépen- 

sàbiì 
indispettire  -  indispetì 
indispettirsi  -  indispetiéé, 

beschiéiàés 
indispettito  -  indispetii 
indisporre    -    indièpònn, 

inverati 
indisposizione  -  indiàpo- 

sisión,  gnèchìsia 
indisposto  -  indispQÈt,  re- 

gnàeaa,  gnècch 
indivia  -  indivia 
individuo  -  indilidov 
indizio  -  indiai 
iudogliito  -  ingàmbii 
indole     -    eàràter,    ìndol, 

temperàment,  natura,  nà- 

tilrhl  [indolentaa 

indolenzito    -   indolensii^ 
indorare  -  indora,  imbo- 

ràgiO, 
indoratura  -  indoràdura 
indormito  -  indormènt 
indovina  -  sontLtnbola 
indovinalo  grillo  -  vàtel 

à  càta 
indovinare  -  indiiinà 
indovinatore  -  indilin 
indovinello  -  indiiinèU 
indovino  -  indilin,  strolegh 
indubitato  -  étlcro,  cèri 
indugiare  -/e/-mà.S'S,  dondà, 

intàrdià,  lisonà,  tarda 
indugiarsi  -  incàntàéé 
indulgente  -  indiilgént 
indulgenza  -  indiUgénàa 
indulto  -  indùlt 
indurimento  -  indiirimént 


inf 

indurire  -  indiirì 
indurre  -  indÈ,  tira 
industria  -  industria 
industriale  -  indiistriàl 
industriarsi  -  indUUviàss, 

ingegnasi,  iiitàsé 
industrioso    -    indiiétrios, 

ingegnos 
inedia  -  inèdia  [nari 

ineducato  -  gdlupp,  ordi- 
inerpicarsi  -  ràmptl,  ràm- 
inerte  -  tripee  [pcgà 

inesperto  -  màlprAtich 
inestimabile  -  impàgàbil 
inetto  -  inàbil,  s-pèd 
inezia  -  inèsia 
infallantemente    -    infà- 

làntemént  [temènt 

infallibilmente  -  infàlàn- 
infamare  -  infama 
infamia  -  infàmia^   infù- 

mitaa  [fàngà 

infangare  -  impatta,    in- 
infangarsi  -  petegàsciàéà 
infarinare  -  infàrintL 
infarinatura  -   infàrind- 

dùra 
infastidire  -  seca,  étiifi 
infastidito  -  staff 
infatti  -  insània 
infedele  -  infedèl 
infedeltà  -  infedeltaa 
infelice  -  infelice 
infermeria  -  infermarla, 

infermeria 
infermiere  -  infermee 
infermità  -  màlàtia 
infermo  -  inférma,  inférmo 
inferno  -  infima^  infèrno 
inferraiolarsi  -  intàbàràss 
inferriata  -  ferMa 
infervorarsi  -  infolàrmàsé 
infervorato  -  infolàrmaa 
infiammare  -  infiàmtb 
inflammatorio  -  infìàmà-- 

tòri  [màMon 

infiammazione  -  infiàmà- 
inflascare  -  infiasca. 
infievolire  -  indcbolisé 
infllacappi  -  épàdìna 
iufllacappio  -  giigèla 
infilzare  -  infdsci 
infilzatura  -  infilsàdttra 
infingardaggine  -    fenei- 

seiària,  fèsciàrìa 
infingardo  -  fenctsc,  fèscia 


ilif 


—  998 


ins 


influita    -    on'  infinitaa, 

sfràgèll  . 
iuflnoccliiare  -  infenòcià, 

imbàgolà,  gàbolà 
infinto  -  fini 
inflscldarsene  -  incàgàsen 
ìufischiiirsi  -  iinpipMen 
infocare  -  infogà 
informare  -  informa,  rà- 

guàglià 
informaz  i one  -  informà- 

éiòn^  ragliali        [fornàda 
infornata  -   fornàda,    in- 
infracidire  -  campana 
inframmettersi  -  ingerire 
infrascare    -    boscà,    frà- 

sclietà,     imboéctt,    imbo- 
sca i  càvdlér 
infreddate  -  infregiàss 
infreddato  -  inéucaa,  rà- 

frhdaa 
infreddatura  -  infregiò 
inframettente      intrigànt 
infrantolo  -  frànsa 
infrascare  -  imbosca 
infruscare  -  confònd 
infuocato  -  invèmighént 
infuriarsi  -  infiiriàsé 
infuriatamente  -   à  V  in- 

fiiriàda 
infuriato  -  infiiriaa 
infusione  -i«/iis2Ò«,  fiisiòn 
ìng'abbiare  -  ingàbià 
ing'ag'g'iare  -  ingàgià,  im- 
pegna, 
ingagrliardire  -  ingàgliàr- 

diés,  ingàiàrdisS 
ingfalluz/ai'si  -  ingàlìisiéé 
ing'ambarsi  -  pientàés 
ingang-herare  -  inàsà 
ing'annare  -    ingànà,    bol- 

girà,  gàbà,  imbroià 
ingrannato  -  gàbaa 
ingannatore  -  ingànàdór, 

fàls,  impostor 
ingannevole  -  fàlàdise 
ingranno  -  càvàlèta,  gioRiìgh, 

inibroiàda,    ingànn,    in- 

iòrt,  bosàràda 
ingrarbugrliare  -  ingàrbià 
ing'eg'narsi    -    mànegiàsé, 

indilstriàsè ,     ingegnàés, 

iiitàsé 
ingregrnere  -  iìigegnee 
ingegno  -  contràec,  giosùgh, 

ingegn,  meni,  tàlént 


ingegnoso  -  mgegnos 
ingelosirsi  -  ingelosiés 
ingenerare- "«</e?ze/-a,  mètt, 

genera 
ingentilire  -  ingentilì 
ingenuo  -  inocènt 
ingerirsi  -  ingerièà 
ingessare  -  ingesà 
ingessatura  -  ingòsàdùra 
inghiaiare  -  ingerà 
inghiottire  -  inghiotì 
inghiottonire  -  inlècàrdì 
inghirlandato    -    inghir- 
landaci 
ingiallire  -  ingiàldiés 
inginocchiarsi    -  ingenu- 

giàss 
inginocchiata  -  trornbàda 
inginocchiatoio  -  ingeno- 

giàtòri,  genogidtòri 
in  ginocchio  -  genogidn 
iiigioiellare  -  gioia   àna 
in  giìi  -  ingio  [dona 

in  giù  (all'...)  -  ingiù 
ingiuria  -  ingiùria,  figura 
ingiuriare  -  ingiuriti 
ingiurioso  -  ingiiiriòs 
ingiustizia  -  ingiiiéliéia 
ingiusto  -  ingiuH 
ingoiatore  -  liidrta 
ingolfarsi  -  ingolfàss 
ingoffo  -  stopàgòs-s 
ingollare  -  càscia  giò,  in- 
ghiotì [gosàmént 
ingollata  -  ingosàda,   in- 
ingombrare  -  imbroiù,  in- 

fèscit 
ingordigia  -  ingordìsia 
ingordo  -  ingord 
ingorgarsi  -  ingorgasi 
ingrandire  -  sgràndi 
ingrassabue  -  vedri'^iì 
ingrassare  -  ingràsà 
ingrasso  -  letàmm 
ingratitudine   -   ingràti- 

tùdin 
ingrato  -  ingràt,  odios 
ingrediente  -  ingrediént 
ingresso  -  entràda,  ingrèèé 
ingrossare  -  iìigroHss 
ingrosso  (all'...)  -  à  l'in- 

gròsi 
inguinaia  -  codesela 
inguine  -  mrch 
inibire  -  inebì,  inibì 
inibizione  -  proibision 


inimicare  -  àlontànà 
iniquo  -  iiigiùU 
iunaiflatoio  -  dàcquàdòr 
innalzare  -  ifiàlsà,  eleva 
innamorarsi  -  inàmoràs» 
innanzi    -   denàns,  inane, 

davanti 
innaspare  -  inàspà 
innestare  -  inèètà,  insedi 
innesto  -  inèi-f,  imèd 
innocente  -  inocènt 
innocenza  -  inocéma 
iunondazione  -inondmion 
inoliare  -   olia 
inoltre  -  àneàii 
inondare  -  inonda,  làgti 
inorgoglirsi  -  inmpèrbiss 
inquerire  -  inqikrt 
inquietare  -  inqiiietà 
inquietarsi  -  inràbiè^,  à- 

gitàés 
inquietudine   -  inquietit- 

din,  diàolàmènt 
inquilino  -  inqiiilln,  vcsln 
inquisire  -  inqUirì 
ìnrugginire  -  inriiginiès 
insaccare  -  imàcti 
insalare  -  miti 
insalata  -  inkìlàta 
insalataio  -  ortoldn 
insalatiera  -  imàlàtéra 
insaldare  -  dà  ràmid,  i- 

nàmedà 
iììssinguìna.re -iimìngiiànyl 
insaponare  - inéàonà,  in- 

éàfonà 
insegna  -  arma,  dita,  in- 
segna, móstra 
insegnamento  -  istriisiòn 
insegnare  -  insegna,  istruì 
insenatura  -  èòca 
inserire  -  insàrst,  insedi^ 

incastra 
insidia  -  tràbiichèll 
insidiare  -  giilgfi' 
insieme  -  inèèma 
in  sogno  -  in  sògn 
insolente    -    impertinènt, 

petiildnt,  riifàld 
insolente  (  l'essere...  )  - 

bàràbismo 
insolenza  -  impertinénsa, 

ingiuria,  petiildnsa 
insomma  -  in  sòma 
insospettirsi  -  ingelosiH- 
instabile  -  vàriàbil,  volùbil 


—  999 


iustitore  -  iétitiltdr 
iiistupidirsi  -  imtupidiss 
iusudicLire  -  bordegà,  im- 
piastra, s-porcù, 
insulto  -  tèrmìn 
ìiisuperbii'e  -  ingàlimsè 
insuperbirsi  -  imiiperbìH:, 

montàsé 
iutabaccirsi   -  ìntàbàeàH- 
intaccare  -  intàeà,  inimà, 

ninsà 
intaccatura  -  ifris 
intag'liare  -  iìicìd 
intagliato  -  incìs 
intag-liatore  -  ineisòr 
intaglio  -  incision,  intài, 

ramili 
intanarsi  -  intànàss 
intanto  -  intràttnta 
intanto  che  -  inttinta  che 
intarlare  -  eàmolàss 
intarsiare  -  intarsia,  in- 

càsà 
intasamento  -    mràment, 

ingòrg 
intasarsi.  -  ingorgasi 
intasato  -  imucaa 
intascare  -  ààcocià,  gàiofà 
intasatura  -   iùràmènt 
intelaiatura  -  telar,  oéà- 

dura 
intelligrente  -    intendéver 
intemerata  -    intemeràda 
intemperanza  -  desorden, 

dii-urdin 
intemperie  -  intempèri 
intendersi  -  inténdesen 
intendere  -  intèrni,  capì 
intenerire  -  inteneri 
intento  -  fin,  intènta  mira 
intenzione  -  intension 
intercedere  -  intercèd 
intercessione  -  interceàidn 
intercettare  -  intercetti 
interame  -  ròse        [portfL 
interessare  -  interèsà,  ini- 
interessante   -  interèidnt 
interessato  -  interèma 
interesse  -  interest 
interessenza  -  intereséma 
interdire  -  interdi 
interinale  -  interina 
interiora  -  interior,   me- 

niidrtti 
interiore  -  intèmo 
interlinea  -    lìnea,    Unta 


intermezzo  -  intermèH' 
internamente-  dènt,  dènter 
internarsi  -   intèrnùss 
interno  (l'...)  -  el  dedént 
interno  -  intèrno 
intero  -  mn,  giUst 
interpellare    -    interpola 
interpolato  -  mltilàri 
interprete  -  intèrpeter,  in- 
tèrprete 
interrogare  -  intèrogà 
interrogsi'£ÌOìie- do  màmla 
interrompere  -   intèròmp, 

fvspénd 
interru'tione  -  pàiisa 
intervallo  -   interrai 
inteso  -  intés 
intestare  -  intesta 
intestazione  -  intèétàsion 
intestino  -  biièll 
intiero  -   intrègh 
intignare  -  càmolmé,  sbiisà 
intignato  -  càmolaa 
intimare  -  intima 
intimatore  -  iiscièr 
intimorire  -  scdgià 
intingere    -    inoià,   poeià 
intingolo  -  bàg^m,  bàgnèta, 

bàgnìfa,  conscia^  ràgò 
intinto  -  bàgna^   bàgnèta, 

bagni  fa,  pòcia 
intisichire    -    intiseghisé 
intitolare    -  intitola,   in- 
•     testa 

intitolatura  -  intèstàsiòn 
intonare  -  intona 
intonchiare    -    càmolàss, 

sbiisà 
intormentito  -intormentii 
intorno  -  intoma,  intorno^ 

sòtt 
intorpidimento  -  rdnf 
intorpidire  -  inrànght 
intorsato  -   inàrcaa 
intossicare  -  tosegà 
intirizzire  -  inrànghi 
intralciare  -  intralcia 
intramezzare  -  intràtnèsà 
intrecciare  -  intresà 
intrecciatolo  -  spàdina 
intreccio  -  intrècc 
intricare  -  incèpà,  imbroià 
intricarsi  -  intrigàss 
intricato  -  tràmm 
intridere    -    impoltiscià, 

spàrg 


intrigante  -  intrigante  im.' 

broión   ;  [trigll 

intrigai'e  -    complica,  in- 
intrigato  -   intrigaa,  im- 

bogaa 
intrigo  -  garbiti,  gimugh, 

imbroiàda,  intrtgh,   tnà- 

neg,  pàstisé,  pètola,  pién, 

polt,  polla 
intrinsicliezza     -     confi- 

dènsa 
intriso  -  pàston 
intristire  -  eucàss 
intristito  -  nebiaa 
introdurre  -  introdH 
introduzione  -  preludi 
intromissione    -    interce- 

sion 
intronamento    -    lochìsia 
intrugliare  -  bodèsgià 
intruglio  -  bodèsg,  pàston, 

pàstr&gn  [midi 

inumidire  -  inilmedi,  inil- 
ìnutile  -  inùtil 
invaiare  -  pene,  penciorà 
invacc lamento   -  giàldòn 
invalido  -  invàlid 
invece  -  inseàmbi,  invéce, 

scàmbi 
inveccliiare  -  invegì 
inveccliiuzzire  -  cilcàss 
invetriata  -  invedriàda 
inventare  -  inventa 
inventariare  -  inventaria 
inventario  -  inventàri 
inventore  -  inventar 
invenzione  -  invensiòn 
invernata  -  invèrnàda 
inverniciare   -   invernisà 
inverno  -inverna,  inverno 
investire  -  investì 
invest5tura   -    investitura 
inviare    -    invia,    manda, 

spedì 
inviato  -   màndaa 
invicidito  -  slàvàgiaa 
invidia  -  invidia 
invidioso  -  invidios 
invietire  -  pàti 
invietito  -  stantii 
invigilare  -  sorvèlià 
invigilatore  -  éorvèliàné 
invischiare  -  invesca 
invitare  -  invida 
invito  -  invìd 
involgere  -  involt ià 


lOI'O 


lau 


involtare  -  '^mpàcà,    im- 

pàclìèià,  ììWulHtL 
involtura  -  mrotfiàda 
inzaccherare    -    impatta, 

infanga 
iuzavardare  -  impètolà 
inzavardato  -  incropaa 
inzuccherare  -  inéiicherà 
inzuppare  -   moia,  poeta 
inzupparsi  -  imbèvcs 
io  -  mi 

ipecacuana  -   ipecàcilàna 
ipocrisia  -  sàntociàrìa 
ipocrita  -  impoMor 
ipoteca   -    ipotéca,   impo- 
téca,  Ipoteca 

ipotecare    -    ipotéca,  im- 
ippocastano  -  càitiln  cV In- 
dia 
ira  -  fang^  funsg,  ràbia 
iride  -  Uri,  arcobalèno 
irradiazione  -  ràgg 
irreflessivo  -  sàvàj 
irrelig'ioso  -  erètich 
irretimento  -  rocolàda 
irretire  -    inredà,    focaia 
iscrivere  -  imcflv 
iscrizione  -  inscriéidn 
isola  -  Isola 
isolamento  -  isolàmént 
isolare  -  isolti 
ispettore  -  ispètdr 
ispezionare  -  iépèsiontl 
ispida  -  màrtinpèscò 
ispirazione  -  èstro 
istante  -  W.im,  moment 
istigare  insigà 
istituto  -  istitiitt 
istitutore  -  istitiitòr 
istorie  -  étòri 
istrioni  -  tcàtrànt 
istromento    -    iUrilmént, 

seriiura 
istruire  -   inségna,  istriiì 
istru mento  -  istrilnicnt 
istruzione  -  iétriiéiòn 
italiano  -  tàliàn  . 
itinerario  -  itineràri 


là!  -  nà! 

là  -  là 

la  -  la 

labbro  -  làver,  làor 


labbrone  -  miisèla,  miisé- 

lòcch 
labirinto  -  lambirmi 
lacchè  -  lechee 
lacciuolo  -  tràpola 
lacerare  -  siràscià 
laccetti  -  làsitt 
lacrima  -  lacrima,  làgri- 
lacana  -  voeuj  [ma 

ladreria  -  làdràrta 
ladro  -    màlvivént,    làder, 

infedèl 
ladrocinio  -  robàlìsi 
ladroneria  -    màngiàma 
lagnanza  -   ràngdgn,  rògn 
lagnarsi  -    làmentàss,  ro- 
lago  -  Itigli  [gìià 

lagrima  -  lacrima,  làgrima 
lagrimare  -  lUcià,  piàng, 

gèmm 
lagrimata  -  màcàràda 
lagrimetta  -  ìnàdonlna 
lagume  -  làvésg 
laico   -  secolàr,   làich 
lama  -  lama,  pàrtìda 
lambiccare  -  làmbicà 
lambiccarsi   -   é'cervelààé 
lambicco  -  làmbiceh 
lambire  -  làpà 
lamentarsi    -    bercia,  la- 

mentùsé 
lamento  -  ràngdgn 
lamentone  -  frigna 
lamiera  -  làméra 
lamina  -  lama 
laminatoio  -  cilinder 
lampada  -  lucèrna,    làm- 

peda 


-    lampadàri 
■  liimin 
làmpedìn 
làmpànt,  fi,à- 


lampadario 
lampadina 
lampanino 
lampante  - 

mànt 

lampasso  -  làmpàsé 
lampionaio     -     làmpedee 
lampioncino  -    bàlón,  bà- 

loìiìn 
lampione    -    fànàl,    làm- 

piòn 
lampo    -    slràlusc,    sàèta, 

liisnàda 
lampone  -  fàmbrdsa 
lana  -  lana 
lanaggio  -  boromee 
lancetta  -    lànsHa,    sfera 
lanciabue  -  cicé 


anciuola  -  cortelàna 

anguidezza  -    làngiiidèsa 

anguido  -  Idngilid 

anguire  -  arena 

anguore  -  làngiiidèsa 

anterna  -  lantèrna 

anternone  -  bàlón 

anugine  -  pél 

anzichenecco  -  lombàrdee 

api dar e  -  lapida 

apide  -  sigili,  lapida 

apis  -  àpis 

appola  -  piatola 

appoleggiare  -  pàlpignà 

ardellare  -  inlàrdà 

ardo  -  làrd 

argliezza  -  làrghèèa 

argo  -  làrgh,  largo 

arice  -  làres,  àres 

as'tgnaio  pàstee 

asagne  -  làsàgn 

asagnone  -  làsàgnòn 

ascarsi  -  slàdinàss 

ascato  -  slàvàgiaa 

asciare  -    làsà,    bàndonà, 

ascito  -  legaa,  làscit         '■ 

asco  -  mòli 

assii  -  làsÉ 

astra  làétra 

astra  di  pietra  -  piòda 

astricatore  -  stràdìn 

astrone  -  cristàll 

at inetti  -  làtinitt 

atino      latin,  làdln 

at  inucci  -  làtinitt. 

ato  -  fiànch 

ato  (a)  -  de  fiànch,  im- 
pari 

atrare  -  boia,  bàia 

atrina    -   latrina,    càmer 

atta  -  tola 

aitata  -    àemàda,    làtàda 

attaio  -  làtee.   Iacee 

attaiuola  -  làciàréll 

atte  -  làtt,  làec 

attemiele  -  làtimèl 

atterini  -  centimboca , 
giànchètt 

attiera  -  càldàrtna 

attiginoso  -  làtós 

attime  -  perscimm 

attivendolo  -  lùtee,  Iacee 

attoniere  -  tolee 

attovario  -  letiiàri 

attuga  -  làtuga,   pàeiuga 

audemio  -  làiidèmi 


lati 

laureare  -  dotorà 
lavaceci  -    màrmì'tón 
lavasriia  -  lavagna 
lavanda  -  levànda,  lavanda 
lavandaio  -   làvdndee 
lavanderia    -   làvàndàrìa, 

lavanderìa 
lavanese  -  làvàmdn 
lavare  -  Idvà 
lavascodelle  -    Idvàpiàtt, 

mànnitòìi,  sguàter 
lavativo  -  levàtìv,  làvàtiv 
lavato  -  làvaa 
lavatoio    -    làmndin,  de- 

piiràdór 
lavatore  -  làmndee 
lavatura  -  coròbia,  làvùda, 

làràdùra  (li  pidtt 
laveg"8"io  -  làvésg,  mari 
lavoracchiare  -  resigà 
lavorante  -  làorti.nt 
lavorare  -  làorà 
lavoratore   -  làoràdor 
lavorìo  -  làorèri,  làorà 
lavoro  -  làoréri,  opera,  lào, 

làorà,  fàtùra 
lazzarone  -  làsàròn 
lazzeruola  -  Idsdrln 
leale  -  giuèt 
lealtà  -  gàlàntomìsmo 
leccapiatti  -  lecàpiàtt 
leccarda  -  lècàrda 
leccarde  -  lècàrd 
leccare  -  lecà 
leccata  -  lecàda 
lecco  -  bàlin 
leccornia  -  leeàrdàrm 
legra  -  dleànsa 
legacciolo  -  elàsticli 
leg-ale  -  legcil 
l^aralizzare  -   vidima,  le- 

gàlisà 
leg'almente  -    legàlmènt 
legrauie  -  Hgàmm 
K   legare  -  iiniM,  tigà,  làéà 
:    legatario  -  legatàri 
■    legato  -  ligaa,    legaa,  là- 

scit,  ineiodaa 
legatore  -  imbàlàdòr 
legatore  di   libri  -  llgà- 

dor  de  lìber 
legatura  -  Hgddura 
.  legge  -  leg 
leggenda  -  legenda 
leggendario  -  legendàri 
leggere  -  lèg 


-  1001  - 

leggerezza  -  legerèm 
leggermente   -   legemiént 
leggero  -  legér.  Unger 
leggiadria  -  elegànsa 
leggio  -  leidrtn 
leggìo  (da  pittori)  -  cà'vàlèlt 
legittima  -  legìtima 
legittimo  -  gimt,  legitim 
legna  -  legna 
legnaia  -  legnerà 
legnaiuolo  -  legnàmee 
legname  -  legnàmm 
legnata  -  legnàda 
legne  -  Ugna 
legno  -  lègn 
legnoso  -  legnòs 
legnuolo  -   lignoeu 
legume  -  fava 
lellare  -  lisonà,  lirelà 
lendine  -  lèndena 
lendinoso  -  lendendn 
lentamente  -  àpiàn,  àdàsi 
lente  -  càrdmèla,   lentìgia 

lìinèta 
lenticchia ,   lentiggine  - 

lentìgia 
lento  -  mòll^  pigher^  pùn- 

tàlòn,  lìèdegh. 
lenza  -  legnatura,   sedàgn, 

ftedàgna 
lenzuolo  -  lenèceil 
leone  -  leon 
leonessa  -  leonèm 
Jepre  -  légor 
lepretta,  leprotto  -  Co- 
lemia -  fiàsca  \ì-àtt 
lesina  -  lèsna 
lesso  -  /ès'S- 

lesto    -  svelt  [t'uff 

letame  -  ingràs-s-,  letàmm, 
letamaio  -  riiéì'a 
letamaiuolo  -  riiee 
letamare  -  ingràsà 
lettera  -  lètera 
lettiera   -    eocèta ,    lecéra, 

letéra,  filét  del  lètt 
lettighìero  -  portoenr 
lettino  -  letin- 
letto  -  còbi,  lètt.    léce,  ni- 

mn,  legiiiii 
lettore  -  letòr 
lettacelo  -  éofà 
lettura  -  legiuda 
leva  -  lèva,  crespai 
levante  -  levànt,  màtìna 
levantina  -  levantina 


lini 

levare  -  leva,  vioeà,  strepa, 

étràpà,  toeu,  cava 
levarsi  -  nài-s,  leva  sic 
levatoio    (ponte)   -    poni 

leràdòr 
lavatore  -  levàdìn 
levatosi  -  nàsiiil 
levatrice   -    comaa,    leva- 
trice 
levigare  -  eolia 
levigato  -  i-òli,  glàéé 
levitare  -  leva 
levriero  -  livree 
lezi  -  fiàscàda 
lezio  -  smòrfia 
lezione  -  lesión 
lezioso  -  2)otelaa 
le/.zo  -  spusa 
lì  -  Il 

libbra  -  lira 
libella  -  giigèla 
liberale  -  generds 
liberalità  -  liberàlitaa 
liberament  -  liberàviènt 
liberare  -  liberà,  deliberà 
libercolo  -  libèrcol 
libero  -  vàcànt,    desimpe- 

gnaa,  lìber 
libertà  -  libertaa 
libraino  -  bànchinàtt 
libraio  -  libree 
librerìa  -  librerìa,  librària 
libretto  -  lìber,  librètt 
libro  -  voliimm,  lìber 
lice  lata  -  lise 
licciaiuola  -  morsela 
liccio  -  lise 
licenza  -  congéd ,   congee, 

licénm 
licenziare  -  licensià 
liceo  -  licèo 
lichene  -  lìchen 
licuide  dioica  -  oregèta 
lieve  -  legèr.   Unger 
lievitare  -  fermenta,  leva, 

sfiorì 
lievitato  -  ^o;- 
lievito  -  levaa 
ligustro  -  olivéta,  cabraseli 
lima  -  lima 
lima    (  far  )   -    fa   ghigna 

gìiigna,  ìgna  ìgna 
limaccio  -  pàltiimni,  pài- 

tùsc 
limaccioso  -  litòs,   pallila 

scènt 


lim 

limare  -  lima 

limatura  -    limàdura,    li- 

tìiàia 
limitare  -  limita,  seòss 
limitarsi  -  reétrènges 
limite  -  lìmit 
limo  -  f cinga 
limonaio  -  limonàtt 
limonata  -  èpremuda 
limone  -  limòn 
limonea  -  limanttda 
limosina  -  limosina 
limpido  -  làmped,  lìmpid, 

Ièri 
lin  seme  -  linosa 
linaiuolo  -  Unàrmit 
lindo  -  in  chtchera,  cartina, 

nètt 
linea  -  riga,  lìnia,  linea 
lineamento   -    liniàmènt, 

lineamént 
lineamenti  -  fàtèsé 
linee  -  conotaa 
ling'ua  -  léngua,  polis 
ling-uaccinto  -  lengimsciòn 
ling'uetta  -  lenguHa 
lino  -  lin 
linone  -  linòn 
lippo  -  mmcàrpént 
liquefarsi    -    deéfàss,    de- 

slenguà 
liquefatto  -  fondiiii 
liquerizia  -  regolisi 
liquidare  -  liqiiidà 
liquidazione  -  liqilidàHòn 
liquore  -  liquor 
lira  -  lira 
li  rat  il  -  liràscia 
lisca  -  rèsca 
lisciapiante  -  dàndàld 
lisciare  -  deéresc'ià,   eòlia 
lisciarsi  -  imbeletàéè 
lisciatoio  -  funsg,  fitng 
liscio  -  lise,  mòrbid,  mo- 

resìn,  sdii 
lisciva  -  lesiva 
liscivio  -  àsmoeiìi 
liso  -  lis 
lista  -  lièto, 
listare  -  borda,  gàlonà 
listello  -  listèll 
litanie  -  litànij 
lite  -  gu^j^  Ut,  pièn,  qiii- 

stion,  ràcola 
litigare  -  litiga,  qilistionà, 
ràtelà,  resià,  riisà 


-  1002  - 

litigioso   -    litigati,   ràco- 

làtt,  resiòs 
litografia  -  litografìa 
litografo  -  litògrafo 
liuto  -  liiiit 
livella  -  livèll 
livellare  -  livèlà 
livellano  -  livelàri 
livellazione  -  livekìsiòn 
livello  -  livèll 
livido  -  morèll,  sègn 
lividore  -  morèll 
livrea  -  livrHa,  livrea 
lobo,  lobulo  -  gràsèll 
località  -  loeàlitaa 
locanda  -  locanda 
locandiere  -  locàndee 
locusta  -  èàltàmàrtìn 
locuzione  -  tèrmin,  fràs 
I  lodare  -  incensa,  loda 
!  lode  -  elògio 
\  lodola  -  calandra,   Iddola 
I  lodolaio  -  fdlchètt 
I  loggia  -   bàltrèsea ,    lòbia, 

terMa 
I  logica  -  lògica 
\  loglìerella  -  ìnga 
I  loglio  -  loeuj 
I  logoramento  -  consilmm 
logorare   -  friistà,  slisà 
logoro  -  lis,  frilst,   àndaa 
loguccio  -  loghètt 
loia  -  cròpa 
lombaggine  -  direnerà 
lombata  -  lóma 
londrino  -  londrìna 
lontananza  -  lontànànsa 
lontano  -  lontdn 
lontra  -  lùdria 
lonzo  -  làsàgnent 
loppa  -  rèsca 
loppe  -  el  lòpp 
loquacità  -  ciàcera 
lord  -  milord 
lordare  -  pàciiigà,  sporca, 

impoltiscicL 
lordura  -  sporchìsia,  crdpa 
losco  -  tobis,  tiòrba 
loto  -  bodèsg 
lotta  -  Iòta 

lottare  -  Iota,  scombàtt 
lotterìa  -  lotària,  loterìa 
lottino  -  lòto 
lotto  -  lòtt,  rifa 
lubrico  -  seàrlighént 
lucarìno  -  legorìn 


hip 

luccicante  -  lùcid,  lene 

luccicare  -  liist         [nina 

luccicone  -  goton,  màdo- 

luccio  -  liise,  liiéé 

lucciola  -  liisiroeiila 

luccioli  -  lilsircBÙ 

lucciolone  -  gotón 

lucchetto  -  lilchètt 

luce  -  lus 

Inceli aa  -  lilcilina,  ilcèlìna 

lucente  -  làmpànt 

lucentezza  -  luster 

lucerna  -  lacèrna,  liimm, 
tricàntòn 

lucernario  -  lantèrna 

Incerta,  lucertola  -  in- 
sèrta 

lucherino  -  legorìn 

lucidare  -  liieidà 

lucidezza  -  luster 

lucido  -  IQcid,  luster,  glàsè 

lucietta  -  càmpee 

lucigliela  -  giàsoeu 

lucignolo  -  stopìn,  élsa 

lucrare  -guadagna, gànàéà 

lucro  -  guàdàgn 

luglio  -  lilj 

lumaca  -  liimàga 

lumacone  -  liimàgón 

lumacoso  -  lilmàgaa 

lumacotto  -  lilmàgòtt 

lume  -  eiàr 

lumeggiare  -  ^m»?4 

lumia  -  lima 

lumiera  -  làmpedàri 

luminaria  -  inliiminàsiòn, 
liiniinàHón 

luminello  -  lilmìn  de  nòtt, 
bochèll,  legnàsé,  pàrptij, 
stopìn,  giiisilm/in 

luna  -  luna 

lunario  -  tàcìiìn 

lunatico  -  tiinàtigk,  stòr- 
bàluna 

lunedì  -  lunedi 

lunetta  -  spdiàss 

1  un  gagnola  -  pirlonàda 

luugagnole  -  èfori 

lungliezza  -  longhèéa 

lungliiera  -  lungàlunghèra 

lungi  -  lontàn 
lungo  -  longh 
luogo  -  Iceàgh,  sìt 
luogotenente    -   Imughte- 

nent 
lupa  -  lòa 


hip 


—  1003 


mal 


liipnccìo  -  ludria 
lupanare  -  càsòlt 
lupinaio  -  luinàtt 
lupino  -  lilìii,  sànfoln 
lupino  (canna    di)  -   liii- 

nlìsc 
lupo  -  loff,  lUi{ 
luppolo  -  lovertis,  loertìs 
Insìng'are    -   lusinga,    éi- 

monà 
lusso  -  Itiso 
lustraiuolo  -  picàprèi 
lustrare  -  liisl,  liiàtrà 
lustrascarpe  ,   lustrasti- 

vali  -  dccroteiìr 
lustratore    -    lustro ,    de- 

crotràr 
lustratura    -   lùéter ,    lil- 

éiràdùra 
lustrino  -  Ulètrin,  màgèta, 

decrotoeur 
lustrini  -  lustritt 
lustro  -  lùckl^  lùster 
lutto  -  luto,  condiHòn 

JVX 

ma  -  ma 
macca  -  mtca 
macca  (a...)  -  «  off 
macclierone  -  màeàron 
maccliia  -  boschtna,   làm- 
pada ,    màgèta  ,    mtLgia , 
pàdèla,  scés,  sègn,   snià- 
gia,  tara 
niacchiabiie  -  smàgèvol 
maccliiarc    -   contàminfl , 
màciii,  sniàgià         [giaa 
macchiato  -  màgètaa^  smà- 
maccliiatura  -  magia 
macchietta  -  màgèta 
maccli iettato  -  moéeaa 
maccliina  -  machina 
maccliinare  -  machina 
macchinetta  -  màchinèta 
maccliinista  -  màehinìéta 
macco  -  màsigòtt 
niace  -  màcis 
macellaio  -  màcelàr 
macellare  -  mààà 
macelleria  -  màcèlàrìa 
macello   -    màcèll,    màéà- 

eher 
macerare  -  musarci 
maceratoio  -  maser,   mi- 
sera 


macereto  -  càràvee 
macliia  -  màciàvèlega 
macigno  -  scèpp 
macina    -    mosùla ,    prèia 

d'i  inolln 
macinare  •   mdsnà 
macinatoio  -  titolata,  mà- 

sna 
macinatore  -  màsnò 
macinatura  -  màsna 
macinello  -  màsnm 
macìola  -  cilbiànch 
niacis  -  màcis 
maciulla  -  màsa 
madia  -  àrcòn,  marna 
madonna  -  mdddna 
madonnina  -  màdomna 
madre   -    màder,    marna, 

màtrìs 
madreperla  -  màderpèrla, 

madreperla 
madrevite  -  màdervìt,  mà- 

drevit  {dàéa 

madrina  -  madrina,  giii- 
maestoso  -  màèstds 
maestra  -  maèstra,  lesiva 
maestrìa  -  maestria 
maestro  -  màster,  màster 
maestrone  -  màèstrón 
maga  -  maga  [guàst 

magagna    -     màngàgna  , 
magagnare  -  guasta 
magagnato    -    màgàgnaa , 
,  tocch 
magazzinaggio    -   màgà- 

sinàgg 
magazziniere  -  màgàsiner 
magazzino   -  cà   de   lègn, 

màgàsin 
maggengo,  maggese -ma- 
maggio  -  mdg  [gèngh 
maggiorana  -   màgioràna 
maggiordomo    -    màgior- 

dòtìzm 
maggiore,    maggiorenne 

-  màgior 
maggioringo  -  magnato 
magia  -  magia 
maglia  -  màia 
maglia  scappata  -  scorlèra 
maglie  -  punt 
maglietta  -  ogimù 
maglietto  -  màémit 
maglio  -  hàtiroei(,bàtirosùla, 

màj,  màsa,  mààoeiìla 
magliuolo  -  màiceu 


magnano- /«à(/wrt«,  ràmee- 
magnesia  -  magnesia 
magnetizzata  -  sonàìtbola 
magnitìcare  -  esalta 
magnolia  -  magnòlia 
magola  -  piana 
magrina  -  robèta 
magro  -  màgher 
mai  -  mài 

maiale  -  pòrch,  porseèll 
maiolica  -  màiòlega,  ma- 
iòlica, 
maiorana  -  màgiordna 
maiuscolo  -  màiùscol 
mala  indole  -  nàtiiràlàsc- 
malacreanza  -  màlàcreàn- 

sa,  pàisàiiàda 
malagiato  -  descdmod,  di- 

scòmod 
malalingua  -   mdlàléngua 
malamente    -   màlàmènt ,. 

ma  a 
malandato  -  màlàndaa 
malandare  -  màlàndà 
malandrà  -  malandrà 
malanno  -  briistiàda,  ma- 

làmi 
malassetto    -    màlàndaa, 

màlmiss 
malattia   -    màlànn,   ma- 

làtia,  maa 
malaticcio  -  cròtt,   màlà- 

disc  ,     màlingher  ,    mà- 

strànsc 
malaugurio  -  màlingùri 
malavoglia  -    màlàvoBUia,. 

giiàg nera, lana,    lasagna 
malazzato  -  cròtt 
malcaduco  -  briltura 
malconcio    -    màlàndaa  j 

màleonsciaa 
malcontento  -  màlcontént 
malcreanza  -  inciviltaa 
malcreato  -M^m-?/,  screàn- 

saa 
maldicente  -   linguàseión 
maldicenza  -  mormordsiòn 
maldisposto  -  indiépètii 
male  -  maa  [ledètt 

maledetto  -  màlàdètt,  mà- 
maledizìone  -  diàfolàméntf 

nìàlediHon 
maleficio  -  mala  fisi,  ma— 

lefisi,  ètriòi-s 
malescia  (  noce  )  -   biisà- 

ròtt,  nòs  àtreneéra 


mal 


1004  — 


man 


anale-icio  -  gàmbìn 
malessere  -  indisposisidn, 

gnàgnera  [  làdtse 

jiialezzato  -  ìnvàlid,   mà- 
i\\si\ez7Aio-  màllngher^  mà- 

strànse,  regnàeaa 
malfatto  -  màlfaa 
malflue  -  màlàfìn 
malfondato  -  màlfondaa 
malìa  -  striòsà 
maliardo  -  striòn 
maliflciato  -  màlifiUaa 
malig-nare  -  maligna 
maligrnità  -  màlìsia 
maliafno-  niàllgn,  màlisiòs 
malinconia  -  malinconia 
malinconico    -    màlincd- 

negli  ,  niàlinconich  ,   so- 

.  turno,  saturno 
malinteso  -   màlintés 
malizia  -  màlìsia 
malizioso  -  màlisiòs 
malleolo  -  noeùd 
mallevadore  -  gàrdnt 
malleveria  -  gàrànsìa,  si- 

giirtaa 
mallo  -  dèrla,  derlòn 
malmaritata  -   màlmàri- 

dàda 
malmenare  -  maltratti 
malmenato  -  màltràtaa 
malnienio  -  màstinàdùra 
malmesso  -  màlmisé 
malaotiziato    -   màlinfor- 
malora  -  malora        [maa 
malordinato  -  màlconsciaa 
malpasratore  -  màlpàga 
malpratico  -  màlpràtich 
malsano  -  grànini,  màlsdn 
malsavischio  -  màlvòn 
maltempo  -  intempéri 
malte nnto  -  màltegniiii 
maltessnto  -  màltesilii 
maltinto  -  màltengiilii 
maltrattamento  -  màltràtt 
maltrattare    -   màltràtt . 

riistegà,  stràpàsà 
maltrattato  -  màltràtaa 
ìualnmore  -  eàtràmonàcia 
malva  -  màlba 
malvagia  -  vàlmàsìa 
malvag"io  -  sceleràto 
malvasia  -  vàlmàsìa^  mal- 
vasìa 
malvai 0  -  màlbìn 
mal  vedere  -  màlrèdè 


malvestito  -  làsàron 
malvezzo  -  leckètt 
malvivente  -  màhnvènt 
mal  volo  ntieri  -  màholen- 

tèra,  màlvolontera 
malvolere  -  màlvorè 
mamalncco  -  màmàluech 
mamma  -  màder,  màma 
mammamia  -  morgnm 
mammana  -  comaa,  placa 
manimetta,    mammina    - 

màmìn 
mammolo  -  popò 
mananna  -  àspéra 
manata  -  bàsgia,    branca, 
bràncàda,  mànàda,  sciàm- 
pàda 
mancamento  -  màneàmént 
nmncanza  -  mànctnéa 
mancare  -  càia,  manca 
mancatore  -  màncàdòr 
mancatore    di    parola   - 

bàlàndra 
manchevole  -  imperfètt 
mancia  -  mància,  regàlia 
manciata  -  mànàda,  piign 
mancino  -  mànàìn 
mancìpare  -  màncipà 
manco  -  m,ànch,  mèn 
mandare  -  manda 
mandata  -  bàtùda 
mandatario  -  mandatàri 
mandato  -  màndaa 
mandola  -  àrmàndolèta 
mandolino  -  àrmàndolìn 
mandorla  (fiore)  -àrmàn- 
dolèta. 
mandorlato  -  àrmàndolaa 
mandorlo  -  armandola^ 
mandrag:ora  -  mandràgora 
mandria  -  boàrèscia 
mandriano  -  àlpàdòr,  gui- 
da, pàstòr,  vàchee 
manegrgrevole  -  mànègévol 
manegrg'iare  -  mànègià 
manegr^io  -  mànèg 
manellino  -  càscia 
manesco  -  mànàseiòn,  mè- 

nàsciòn 
mang'anare  -  mangana 
manganatore  -  màngànà- 

dòr 
mang-anella  -  bànchèta 
mangrano  -  mànghèn 
mang'eria    -   màngiàrìa , 
écrocàda 


mangia  -  gnàmm 
mangiapane  -  màngiàpàn 
mangiare  -  màiocà,  man- 
gia, roda,  sgànàsà,  sgàn- 

dolà,  sgàgnà,  tra   in  cà- 

stèll  [sciàda 

mangiata  -  pàciàda,  spàn- 
mangiatoia  -  màngiàdòra 
ma nghne- pài-tìlra,  mangia 
mangione  -  pàciòn 
maniaco  -  delirato 
manica  -  mànega,  mànica, 

mànich 
manicaretto  -  ràgò 
manichetlo  -  bràsciceii 
manichino  -  mànUa,  mà- 

nii-ìn  [nìsa 

manicotto  -  gnàntìn,  mà- 
manico  -  mànegh,  mànich 
maniera  -  incinera,  moeùd, 

tràtà,  tràtt,  vèrgna 
manifattura  -  mànifàtura 
manifestare    -   eèprimm , 

palesa 
manifesto  -  mànifèèt,  piì'o- 

grama,  pàlès 
maniglia  -  bràciàlètt,  ma- 

negia,    mànèta,    mànìli, 

cord  man 
manipolare  -  manipola 
manipolo  -  mànipol,  piign 
maniscalco  -  becJice,    mà- 

niscàlch 
manna  -  màna  [sgia 

mannella,   mannello  M- 
mano  -  clèta,  lèta,  man 
mano  d'opera    -   mandò' 

pera 
manomesso  -  inins 
manomettere    -    ininsà , 

ninsà 
manopola  -  mànita 
manoscritto  -  màniiàcritt 
manoso  -  morestn 
manovale  -  màgiitt 
manovella  -  màniiHa 
manovra  -  manòvra 
manrovescio    -    copòn, 

sbèrla 
mansionàrio  -  mànèionàrii 
mansueto  -  bòn,  fàmiliàr,^ 

mànsiiètt,  iimàn 
manteca  -  mantèca 
mantellare  -  qmtà 
mantellino        coèrtiroefi  ,\ 

corèrtirceù 


-  1005  - 


mat 


III aut elio  -  inàntèll,  tàbàr, 
cMa  [sostégni 

mantenere    -    màntegni , 
mantenuto  -  ■màntegnim 
mantice  -  bofètt,  viàntes 
manticello  -  bofètt,  bofètln 
mantÌ8"lia  -  niàntigUa 
manto  -  farcela,  mànt 
mantrugiare  -  stràfoià 
manuale  -  màniiàl 
maniiiicrì'èto-màniiscrìitis 
manutengola  -  chi   ten  à 

bordòn 
manzetta  -  vàchèta 
nianxo  -  mtins 
nianzotta  -  màmèta 
mappa  -  màpa 
mappamondo  -  màpàmond 
maraarnuola  -  màràgnocù, 
marasca  -  marina 
maraschino  -  màràschìn 
marame  -  bora,  fófa,  via- 

r'òca,  ràtàtóia,  tara 
marca  -  marca 
marca  «la  bollo  -  bolìn 
marcare  -  marca 
niarcassita  -  màrchesèta 
marcatore  -  màrcàdòr 
marcliesita  -  màrchesèta 
marchio  -  boli,  ?nàrca 
marcia  -  mtircia,  màrscia, 

màrsciùra,  matèria 
marciapiede  -  màrciàpè 
marciata  -  màrcìàda 
marcio,  marcioso  -  màrse 
marcire  -  màrscl 
marcitolo  -  cà  di  fòli 
marciume  -  màrscia,  màr- 
sciùra 
marco  -  march 
mare  -  mar 

marezzare  -  macìa,  mar- 
morei, màrmorisà 
marezzo  -  magia 
margheritina  -  màrgàritìn 
margheritine  -   màrgàri- 
titt  [dura 

marginatura  -    màrginà- 
margine  -  màrgin 
margolato  -  millHa 
margone  -  ingorgMa 
Maria  -  Maria 
marina  -  mùrìna 
marinaio  -  marinar 
marinare  -  bigi%  marina, 
voga 


marinata  -    bigitida,    bi 

gi adi  ila 
mariolare  -  folcòtft 
marionetta    -    magateli , 

màrionèta  [cologà 

maritare  -  màridà,  colocà, 
maritato  -  màridaa 
marito  -  mari  [nàtt 

mariuolo  -  bdlosètt,  folci- 
marmaglia    -    màrmàia  , 

ràsàpàia 
marmellata  -  màrmèlàda 
marmino  -  fermàntipòi't 
marmista  -  màrmorin 
marmo  -  marmo,  màrmor 
aiarmolino  -  dént  giàéceu 
marmotta  -  àmìèt,    màr- 

mota,  sàsà 
maro  -  maro 
maroccliiuo  -  mdrochìn 
marra  -  sàpa,  vanga 
marreggiare  -  sàpti 
marrobbio  -  màrchi 
marrone  -   màeàrón,  mà- 

ron  ■ 
marsina  -  marsina 
martellare  -  màrtèlà,  p)icti 
martelletto  -  màrtelètt 
martellina  -  fuàrtèlina 
martellino  -  coèrc,  covèrc, 

màrtelètt 
martello  -  bàtàcc.  bàtàgg, 

bàtircBÙ,  màj,   màrtèll 
martinetto  -  cricc'i 
/Martino  -  Martin 
martire  -  mtirtir 
martirio  -  màrtiri 
martirizzare  -  màì-tiriiià 
martora  -  mtirter,  mtlrtor 
martore  -  màrtUff,  piceli, 
martoriare  -  mdrtirisà 
martoro  -  mtirter,  iibilòri 
marza  -  mèrsa 
marzaiuolo  màrsiroeu 
marzapane  -  màréàpàn 
marzenino  -  balsamina 
marzolino  -  màrsiroeu 
marzomino  -  uga    balsa- 
mina 
mascalcia  -  màriéch 
mascalzone  -  écàléàcàn 
mascarpone    -  màsedrpdn 
mascellare  -  gànàéàl 
maschera  -  màscher,  mtt- 

àchera 
mascheralo  -  màscàrce 


mascherata  -  ìuàscheràda 
masclierone   -  mà<-eàrdn^ 

brùtomàcàbec 
mascherotto  -  màscàròtt 
masclierpone  -  màècàrpòìt- 
maschio  -  màfc 
maschiotto  -  màsciòtt 
massa  -  pdioeiì 
massacro  -  màèticher 
massaia  -  màsera.  resgióra 
massaiola  -  c-iibitinch 
masserizia  -  mobìlia 
masserizziuola  -  bàràvài^ 

bàrldfus 
massiccio  -  ìnàsi^s 
massima  -  mMima 
massimamen'e  -  màsim 
mastellaio  -  segionce 
mastello  -  màstèll 
inasticamento  -  màstegMa 
masticare  -  màstegà 
masticaticcio  -   màstegà- 

dura 
masticazione  -  màstegMa 
mastice  -  cola 
masti ettatura  -  cernerà 
mastino  -  màsttn 
mastio  -  biroeù,  mortee 
mastiolo  -  birmù 
mastiolo    tondo    -    eàri- 

giceùla 
mastra  -  mastra 
mastro  -  màster 
matassa  -  àscia 
matassetta,   matassina  - 

asceta 
matassine  -  filmii 
materassaio  -  màfàràsee 
materasso  -  màtàràsà 
materia  -  materia 
materiale  -  material 
matita  -  àpis 
matraccio  -  màtràss 
matricaria  -  crèépola 
matrice  -  màtris 
matricina  -  schisciàlimòn 
matricola-  -  viàtricola 
matricolare  -  matricola 
matrigna  -  madrigna 
matrimoniale  -  matrimo- 
niai 
matrimonio  -  matrimòni 
matrona  -  matròna 
matta  -  cdmod 
mattana  -  biligórnia.  lùna^ 

peligdrnia 


inat 

luatterella  -  màtàrèla 
matterello  -   bàtirceù,  cà~ 

nèla,  cane  la  de  la  polènta 
matterò  -  tàrèll 
matterone  -  màtùcch 
mattezza  -  màtàda 
mattina  -  màtina 
mattiniero  -  bonorìv,  tem- 
mattino  màtina         [porti 
matto  -  màtt 
mattonaio  -  quàdrèUìtt 
mattone  -  màtòn,  medòn, 

quàdrcll 
mattoni  -  quàder 
mattoniero  -  fornàsin 
matiiranza  -  màdurànéa 
maturare  -  màdilrà 
maturità  -  màdurànéa 
maturo  -  màdùr 
mazza  -  bàstdn,  màsa 
mazza  sorda  -  hdtàcc,  bà- 

t-'99 
mazzapiccliiare  -  triicà 
mazzapiccliio  -  màsàbèea, 

mdsoeù.   triicch 
mazzaran^a   -   bàtircBil, 

bàio  [stonàda 

mazzata  -    màsoràda,  bàr- 
mazzerangra  -  trilceh 
mazzerengrare  -  triictlL 
mazzero  -  màédchera,  mo- 
mazzetto  -  viàéètt        [taa 
mazziere    -    màsàcrdnegh 
mazzocclii  -  musdn 
mazzolino  -  màiètt 
mazzuola  -  bdtiroeu,  bàti- 

rceilla 
mazzuole  -  màràsch 
mazzuolo  -  màimù,  màs'yu, 
me  -  mi  [pàlètt 

meccanica  -  viecànica 
meccanico  -  mecà^nich 
meccanismo  -  viemnìsmo, 

bàtàrìa  ,  c/ùftìf/h 
medaurlìa  -  >i>edàia 
medaarlione    -    vièdàion , 

dndec/hee 
medaglista  -  lapidàri 
medesimo  -  istèss- 
mediatore  -  mediàtòr,  sen 

sài  [mént 

medicamento  -  medegà- 
medicare  -  cUrà,  medec/à 
medicina  -  medesìna  mc- 

deijinnènt 
medico  -  dot  òr 


-  1036  - 

mediocrità  -  mediocritaa, 
demèés 

meditare  -  medita,  pensa 

meditazione  -  meditàsión 

mediterraneo     -    medile- 

medola  -  mèla  [vani 

meglio  -  mèj 

mela  -  bochèll,  pòmm 

melanzana  -  meresgiàn 

melarancia  -  nàràns 

melassa  -  melàsa 

melata  -  biànchètt.    màna 

melato  -   tnelaa,    sciàrlòtt 

melazzo  -  melàsa 

mele  -  mèi 

meleghetta    -    màniguèta 

meliaca,    meliaco    -  mo- 
gnàga 

melica  -  mélga 

melicone  -  melgòn 

melissa  -  limonéina,    me- 
lisa 

melma  -  fànga,  liton,  mel- 
ma, pàlta,  pàeiugh 

melmoso  -   litós 

melo  -  pòmm 

meluggine  -  màna 

meluzze  -  poìnitt 

membrana  -  pelegàta,  pe- 

lesina 
memorabile  -    memoràbil 
memoria  -    memòria,  ri- 
còrdo, ritentiva,  éovenìr 
memoriale    -   memoriàl , 
mena  -  mènàda        [ricoré 
menadito  (a...)  -àmènàdit 
menare  -  ména 
menarola  -  giràbàehìn 
menarrosto  -  mènàròét 
menatoio  -    mànieh  de  la 
trómba,  inènàdòra,  mèner 
mendicare  -  pitocà 
meno  -  mànch,  mèn 
meno  (a...)  -  condemdnch, 

condemcn 
menomale  -  màncomaa 
i  mensa  -  tàola,  tàvola 
\  mensola  -  mèsola 
menta  -  ménta 
mentale  -  mentàl 
mentalmente  -  mentùlmènt 
niente  -  mcnt 
menzionala  -  motioà 
MeraA'ìgli  -  Màràrèj 
meraviglia  -   viàràriglia, 
mlràvlglia 


mes 

meravigliare  -   sorprénd, 

stupì 
meravigliato  -  edifìcaa 
meraviglioso  -  étrèpitòs 
meramente  -  iniràmént 
mercantare  -  tnèi-càntà 
mercante  -  mèrcdnt 
mercantessa  -  mèrcàtita 
mercantile  -  mèrcàntil 
mercantuzzo  -  mèrcàntèll 
mercanzia  -  mèrcànsìa 
mercatino  -  verseràtt 
mercato   -  fera,    mercaa, 

misòlta,  versee 
merce  -  mèrcànsìa 
mercede  -  paga 
mercìadro ,   merci.iiuolo 

-  bigolòtt,  boromèta 
mercoledì  -  mbrcoldì 
mercorella  -  giàvòn 
mercurio  -  mercuri 
merenda  -  màrénda 
merendone   -  giàiàn,  li- 

fròcch 
meretrice  -  pelània 
mergoniinore,  mergo  oca 

-  pèscàròtt 

mergone  -  gàrgànèll 

meridiana  -  meridiana 

merino  -  merìnos 

meritare   -    merita,   gua- 
dagna 

meritevole  -  dègn 
merito  -  mérit,  onor 
merlo  -  mèrla,  mèrlo 
merlettino  -  ràmpon 
merlotto  -   merlòtt 
merluzzo  -  merliiss 
mesata  -  mesàda 
mesciiino  -  meschìn,  póer, 

pòver,  sbiòceh 
meschio  -  mès'c 
mescolamento  -  meétiiràda 
mescolanza,  -  mistura 
mescolanzina  -  àrlèchtn, 

giardiniera 
mescolare  -  mès'cià.  me- 

stiirà,  mis'cià,  mistiirà, 

écàrtà 
mescolata  -  mès'ciàia 
mescolato  -  ìniH 
mescolo  -  cornbia 
mese  -  més 
messa  -  'ìnèsa 
messaggero  -  mesi' 
messale  -  ml'sàl 


mes 


1007  - 


mis 


messo    -   màndaa,    mese, 

miss 
mestare  -  bolgiràtà,  meéedà 
mestica  -  imprimidura 
mesticatore  -  imprimiddr 
mestiere  -  mestee 
mestizia  -  viùlinconìa 
mesto  -  màlincdnegh,  mà- 

linconigh 
mestola  -  hàterèll,  càéoetUa, 

càsuréra,  mestola,  pàlèta 
mestolata  -  càHirMa 
mestoliera  -  lècdrdèra 
mestolo  -  bàrbàgidn,   cà- 

nèta,  càsuu 
mestolone  -  càéuròn 
metà  -  mètna,  mèss,  mitaa 
metacarpo  -  mdn    [mitaa 
metadella  -  mesa  mètaa, 
metafisica  -  metafìsica 
metafora  -  metàfora 
metallo  -  tnetàll 
meteora  -  lampo 
meticoloso  -  pedani 
metodico  -  metòdich 
metodo  -  mètod 
metrico  -  métnch 
metro  -  méter,  brùsètt 
mettere  -  mètt,  bitta 
mettersi  -  metes 
mettiloro  -  ìndoràdòr 
mez/:adro  -  màsee 
mezzaiuola  -  màééra 
mezzaiuolo  -  màsee 
mezzamela  -  scigola 
mezzana  -  favela 
mezzanino  -  àntresòll 
mezzanità  -  demèèé 
mezzeria  -  mesària 
mezzetta  -  mèss 
mezzi  -  bolgètt 
mezzo  -  mèss,  niés 
mezzomatto  -  ètrtlmbo 
mezzosoldo  -  éesm 
mezzule  -  iis'ctmd 
miagrolamento  -  mào-mào, 

gnào gnào 
miagolare  -  mognà 
miagolata  -  mognàda 
miagro  -  èrba  iomenéìna, 

giàldina 
miao-miao  -  mào-m,ào 
niiaro    -    èrba  iomenéìna, 

giàldina 
mica  -  minga 
mìcca  -  fregUia 


miccia  -  ìmcia 
micciarella  -  àsninèla 
miccino  (mangiare  a...)  - 

coììipesà 
miccino  -  griss,  minuàia 
micino  -  cicc,  mìnrn,  gàtìn 
mìcio  -  minìn,  miseio,  mi- 
se iòn 
michelaccio  •  michelàés 
Michele  -  Michee 
microscopio  -  microscdpì 
midolla  -  nidòla 
midollo  -  moli 
midollone  -  molàsc 
miei  -  mee,  me 
miele  -  mèi 
miglia  -  mia 
migliaccio  -  torbln 
migliacciuola  -  làciàdin 
migliaio  -  miàra 
miglialsole  -  perlina 
migliarola  -  tresta 
miglio  -  mèj  [coreg 

migliorare-?«»7«ora,  wiiorS, 
mignatta  -  sànguèta 
mignattaio  -  fàlcinèll 
mignolo  -  didìn 
mignone  -  mignòna,  favorii 
milanese  mitàvés,  biisècòn 
Milano  -  Mildn 
miliare  -  miliàra 
milione  ■  miliòn 
milionario  -  milionàri 
militare  -  militar,  éoldaa 
milizia  -  milisia       \vàntà 
millantare  -  blàgà,  spara, 
millanteria  -  blàga 
millantarsi  -  milàntàsè 
millantatore  -àrcisbrofóii, 

bàiàfee,  bàiàfòn 
mille  -  mila 
millefoglie  -  centfceùj 
millepiedi  -  centpee 
millesimo  -  milésim 
milza  -  nilsa 
mimmo  -  brighèlìn,  ciàpotin 
mimmoso  -  frignaa 
mina  -  mina 
minaccia  -  minàeia 
minacciare  -  minàcià 
minare  -  mina        [tàvànà 
minchionare  -  mincionà, 
minchione  -  ce-o-cò,  min- 

ciòn,  quàiò,  gàbiàn 
minchioneria  -  mincionà- 
rìa,  gàbiànàda,  gibiànàda 


miuchionatura  -  minció- 

ìiàda 
minerale  -  minerai 
minestra  -  gàlba,  minèétra, 

menèStrn^  lìàpa 
minestraio  -  bàsolón,  mi- 

nestree,  menèétrce 
minestrare    -    minestra , 

jnenestrà 
miiiglierlina  -  robèta 
mingherlino   -    menuder, 

nobiiln,  pochin,  smingol 
miniare  -  minia 
miniatura  -   miniatura 
miniera  -   cava,    miniera 
minima  -   minima 
minio  -  mini 
ministeriale  -  ministeriàl 
ministero  -  ministeri 
ministro  -  minister 
minore  -  minor 
minorità  -  minoritaa 
minuetto  -  minilètt 
minuscolo  -  minuscol 
minuta   -    minuta,    brUta, 

briltàcòpla 
minutaglia    -  màrmàia 
minutaglie     -     frèsàmm, 

meniidrài  [mént 

minutainent  -  detàgliàtà- 
minutare  -  minilttL 
minutiere  -  orèves  de  fin 
minuto  -  menuder^  minuti 
minuzia  -  càcola,  minusia 
mìo  -  me 
miope  -  miope 
mira  -  bàlìn,  mira 
mirabile    -    miràbil,  soi-- 

prendènt 
miracolo  -  miràcol 
miracolosamente  -  m,irà- 

colosd  mént 
miracoloso  -  miràcolòs 
mirare  -  mira,  punta 
mirtillo  -  loriòn 
mirto  -  màrtelèta 
misaltare  -  misoltà 
inis  intropo    -    misdntrop 
miscellanea      miseèlània 
mischiare  -  mie' dà,  mè- 

scià,  mèstiirà,  miétììrà 
mischiata  -  mès'eiàda 
mischiato,  mischio-wè^'c 
miscuglio  -  mèé'ciòsé,  mi- 
stura 
miserabile  -  miseràbil 


1008  — 


miserabilità  -    miseràbi- 

ìitaa,  miseria  [ria 

miseria  -  inèé-ia,  stràscià- 
mìserìcordia  -  misericòr- 
misfatto  -  ecèès  [dia 

missione  -  viiéion 
misterioso  -  misteriòs 
mistero  -  miétèri 
misto  -  mist 
mistura  -  miètuì-a 
misnra  -  misura,   llniit 
misura  d'anelli  -  anelerà 
misurare  -  misUrti 
misuratore    -   misiiràdor 
misuriuo  -    miéilrin  d'oli 
mite  -  bcgnìgn,  iimdn 
mitigare  -  pàdimà 
mitra  -  nutria 
mitrag'lia  -  miiràlia 
mitrato  -  miiraa 
mitria  -  mitri  a 
mobig:lia  -  mobilia 
mobile  -    mobil,    movibil, 

rolùbil 
mobile  vecchio  -  àndeghee, 

eàlàncù, 
mobiliare  -  mobiliti 
uiobigliato  -    mobiliaa 
uioccicaglia,  moccicala  - 

ndrigitida 
moccìclliuo  -  fàsolètt 
moccio  -   inàcàrun,  narice 
moccione,  moccioso -«à- 

rigidtt 
moccolaia  -    fong,    fonsg, 

tììOCUSC 

moccoletto  -  mochètt 
moccolo  -  mdcol,  càndila, 

ììioehètt 
moccolone  -  nàrigiàtt 
juoda  (la...)  -  bontòn 
moda  -  moda 
modanature  -   sàgom 
modano  -   méder,    modèll 
modello  -  modèll,  esémpi, 

emblèma,   méder,    màni- 

chèn,  éàgoma 
moderno  -  modèrno 
moderatezza  -   discrèsidn 
moderato  -  discrètt 
modestamente  -  modèsta- 

mént  [dHa 

modestia    -    modèstia^  éo- 
modestiua  -  bèrta 
modesto  -  modèét,  sòdo 
modiglione  -  modigliòn. 


modista-modista,  màdàmm, 
modo  -  maild,  partii,  vèr gna 
modulo  -  modula 
mogano  -  mòghen 
moggio  -  moRÙg 
mogio  -  insognènt 
moglie  -  niiee,  dona 
moina  -  smòrfia 
moine  -  moinn,  lòfi 
mola    -   mcRtlla ,    prèia  de 

molin         [étiirbà,  tosegà 
molestare  -  deàtiirbà,  di- 
molinello  -  giràfiimm 
molino  -  molin 
molla  -  mola 
mollare  -  mola,  smolà 
molle  -  moeùia,  moresìn, 

pàstòs 
molle  (in)  -  à  mceiij 
]nolletta  -  boréèla,  molèta 
mollette  -  moièta,  pima 
mollica  -  moli  [risn^ 

mollificare  -  molificà,  mo- 
molliflcatiTO;  molliflcan- 

te  -  morisnènt 
mollone  -  molòn 
mollume  -  pàciùgh 
molo  -  nioeùl,  mòlo 
molta  -  mólta 
molti  -  pàrèce 
moltiplica  -  moltiplica 
moltiplicando  -  moltipli- 
cando 
wioltiplicare  -  moltiplica 
moltiplicatore  -  moltipli- 

càdòr 
moltiplicazione   -   molti- 

plicàéióìt 
moltitudine  -  moltitudin 
molto  -  éosènn,  tànt,   cor- 

diàlmènt  [chitobèla 

molto    tempo    -    oj   bela, 
momentaneo  -  momentàni 
momento  -  moment,  cntitaa 
mommo  -  bonbon 
monaca  -  mdncga 
monacazione  -  veéliéiòn 
monaclietto  -  cagna,  sàèta 
monachina  -  màròn 
monacliino  -  sifolòtt 
monaco  -  omètt 
monarca  -  monarca 
monastero  -  monàstee 
monatto  -  monàtt 
mondare  -  monda,   tiètà , 

brovà 


mondatura  -  mondàdura, 

porcìicria 
mondezzaio  -  riiéra 
mondine  -  pelàdej 
mondo  -  mond 
monellaccio  -  bàràbòtt 
monelleria  -  birberia,  rù 

botàda 
monello  -  bàràba,  bàrdàsa, 
berichin  ,    birichìn  ,    rà~ 
bòtt,  èeàpùsc  [valuta 

moneta    -    dànee,    frànch, 
mon Terrina  -  monfrìna 
monocolo  -  gaèrc 
monopola  -  lenguèta 
monsignore  -  .monsciòr 
montagna  -  montagna 
montagnetta  -  inontàgnèta 
montanaro  -  montàgnee 
montare  -  importa^  monta 
montata  -  montàdaf  sàlida 
monte  -  mont,  montagna, 

montòn,  pigna 
monti  -  bricch 
montone  -  motón 
mora  -  -  mora,  mocòj 
moraiola  -  mocòj 
morale  -  moràl 
morbetto  -  gognin 
morbidezza    -   pàètositaa 
morbido  -  mòrbid,  moresin 

pàstòs 
morbiglione,  morbillo  - 

fèlé,  fere 
morbo  -  maa,  màlànn 
morchia  -  fescia,   mòrda 
morcia  -  mòrda 
mordente  -  mordént 
mordere  -  mòrd,  bccà,  ca- 
gna, pia,  sgàgìià 
mordigallina  -  peveràscia 
morello  -   morèìl 
moretta  -  morètt 
morfina  morfina 
morìa  -  mortàlitaa 
moribondo  -  moribond 
morigiana  -  albera,  coroéé 
moriglione  -  còli  ro§s 
morire    -    mori,    àndà    à 
pàtràss,  àndà  in  man  al 
poiun,    crèpa,   dàgh  dna 
crèpàda,   dàgh    dna    crè- 
pàdina 
mormorare  -  mormora 
mormorazione  -    mormo- 
rai ión 


luor 


—  1009  — 


miit 


mormorio  -  siisor 
moro  -  negher^  nioron 
morogelso  -  moròn 
moroso  -  morós 
moroidi  -  mordid 
morra  -  mora 
morsa  -  morsa 
morsalo  -  moréee 
morse  -  mdrsa 
morsecchiare  -  morcUgnà 
morsello  -  morseli 
morsetta  -  moréètt 
morsicare  -  mordignà 
morsicatura    -    càgnàda , 

mordUtda 
morso  -  mòre,  tnorduda 
mortadella  -  mortàdèla 
mortaio  -  viortee,  bronsin, 
mortale  -  mortài        [gàie 
mortaletto    -    mortàrètt  ,. 

mortee 
mortalità  -  mortàlitaa 
morte  -  mòrt 
mortella  -  màrteleta 
morticino  -  mortm 
mortificare    -    mortifica, 

àmorti§à 
mortificato  -  mòrt,  càniiiff, 

mortificaa 
mortificazione    -    morti- 

ficàsiòn,  mostàciàda 
morto  -  mòi-t 
morto  (il)  -  el  màrsÈpi 
mortorio  -  mortori,  esèqiii 
morvidezza  -  delieàtèsa 
mosaico  -  mosàich 
mosca  -  mòéea 
moscaio  -  moéchéri 
moscaiuola  -  moéehiroeula 
moscardino  -  nisciolln 
moscatello    -    moScàtèll , 

moseàdèll 
moscerino  -  mosehln 
moschetto  -  moéchètt 
moscliino  -  moschin 
moscone  -  moscòn 
mossa  -  menàda,  mdàa 
mosso  -  moét,  momiii 
mostaccio  -  moétàcc,  ghigna 
mostacciuolo  -  mostàsìn 
mostarda  -   mostarda 
mosto  -  moét 
mostra  -   moétra,  moétrin, 

càmpiòn,  vedrìna 
mostrare  -  moétrà,  dimo- 
stra 


mostrarsi  -  comparì 
mostreg'g'iature  -  hàmrés, 

mdster,  mostrinn 
mostrice  (le...)  -  tireoi 
mostrino  -  rosela 
mostro  -  mdster 
mostruoso  -  mostrilds 
mota  ■  pMta 
motetto  -  motètt 
motivare  -  motiva 
motivo  -  motiv 
moto  -  moto 

motore  -  motòr        [nàdòr 
motteggiatore   -    mineio- 
motto  -  làfiAda 
movibile  -  movìbil,  mobil 
movimento    -   movimènt , 

mòto 
mozzare ,     mozzicare     - 

mocià 
mozzicoda  -  moce 
mozzicone    -    scimoston, 
mozzo  -  m.occ  [mocc 

mozzoi'ecchi     -    bro-brò , 

màng  iàpàlpee 
mucca  -  'vàca 
macchiettino,  mucchiet- 

to  -  montonscèll 
macchio  -   mitec,    muda, 

montòn ,    mòta  ,    àmàès, 

pigna 
mucido  -  viàgòlc 
mucilaggine  -  miiciltgin 
muda,  mudagione  -  muda 
lìiuffa  -  ììiùfa,  ghignòn 
muffare  -  viufì 
muffato,  muffito,  muffo  - 

milff 
mufola  -  mufola 
mugghiare ,    muggire    - 

milgi  [mèla 

muglierino  -   màgUa,  ge- 
mughetta  -    liritt,    mone- 

ghinn,  monichèll 
mugliare  -  miigi 
mugnaia  -   mceilla,   prèia 

de  molìn 
mugnaio  -  mornee 
mula  -  mula  [già 

mulacchia  -  bèrta,  corna- 
mulaggine  -  malària 
mulattiere  -  millàtee 
mulinaio  -  mornee 
mulinello  -  girààò 
mulinetto  -  molinèll,  mo- 
molino  -  molìn        [linètt 


muletta  -  miilUa 
mulo  -  miill 
multa  -  multa,  pentii 
multare  -  milita 
mummia  -  mùmia 
mungere    -  mung,   pela 
municipale  -  miiniciptil 
municipalità  -  milnicipct,- 

litaa 
municipio  -  milnìcìpi,  mii- 

nicipàlitaa,  comun 
munirsi  -  scortàéé 
munizione  -  muniéìòn 
munto  -  mongiilii 
muovere  -  moeiìv 
m\io\ ersi  -  der dm peSf  moeil- 
mura  -  mura  [ve$ 

muraglia  -  muràglia 
muraglie  -  mura 
muragliene  -  miiràiòn 
muraiuolo     -     becàràgn , 

ràmpeghln  de  mur 
muratore  -  milràdòr,  mà- 

giitt,  màìster  [rèll 

murello,  muricelo  -  mii- 
muricciolaio  -  bànchinàtt 
murice iuolo  -  miirèll 
muro  -  miir 
musaico  -  moéàich 
muschio  -  mué\,  tèpa 
musco  -  tèpa,  mufa 
muscolo  -  muécol,  pólpa 
muscoloso  -  miiseolos 
museo  -  tniùséo 
museragnolo  -  milsertgn 
museruola  -  miisiru  àia 
musica  -  mùsica 
musicabile  -  miisicàbil 
musicale  -  milsicàl 
musicante  -  miisicànt 
musicare  -  miisicà 
musichetta  -  milsichèta 
musino  -  mofin 
muso  -  bàbi,  grondòn,  mo- 

stàcc,  mòtria,  mùs,   mii- 

sòn,  muso 
musoliera  -  musircBula 
musone  -  brilgnón 
musorno  -  màrmòta,  mo' 

triént 
mussare  -  mosà 
mussola,  mussolina^  mus- 

solino  -    muéola ,    mii- 

àollna 
mustacchi  -  mostàcc 
muta  -  mUda 


04 


mut 

mutamento  -  càmbiàmhit 
mutande  -  miidànd 
mutandine  -  miidàitdinn 
mutare  -  levtl,  mildà 
mutarsi  -  mudàéè 
mutatura  -  mildàda 
mutazione  -  ■voltàda 
mutilare  -  moda 
muto,  mutolo  -  miitt 
mutria  -  mdtria 


uabisso  -    diavoléti,  foìn^ 

pesta,  vèspee,  Tiriseli 
nacchera  -    nàchera,    cà- 

étegnoeula 
nacchere  -  àsètt 
naccherino  -  magateli.,  rà- 

vànèll 
nachero  -  nàvàseidn 
naffe!  -  off! 
naftalina  -  naftalina 
nalda  (erba)  -  àrtilda 
nanking:  -  nìnchén 
nanna  -  ntina,  ninin 
nano  -  nan,  sciàbàlént 
Napoleone  -  Nàpoleòn 
napoletana  -  népola 
nappa  -  nàpi,  cànìpa,  eo- 

càrda,  fidceh,  pompon 
nappina  -  oliveta 
nappone  -  nàpidn 
narciso  -  nàrcìs 
narcotico  -  nàrcdtieh,  dor- 

mentìna,  ddrmia 
narici  -  nà7-ìs 
narrare  -  cUntà  sii 
nascere  -  nàss 
nascita,  nascimento  -  nà- 
scita, ortgin 
nascondere  -  ècond 
nascondersi  -  écondes 
nascostamente,   nascosto 

(  di...  )  -   denàéeonddn , 

denoSeondon 
nascosto  -  nàècdàt,  écondiiii 
nasello  -  brànsin,  màgèta 
naso  -  nàs 
nasone  -  cànìpa,    nàpidn, 

nàpola 
naspare  -  inàspà 
nastri  -  birlinghitt 
nastro  -  nàster,  bàlsànèta, 

bindoli 


—  1010  — 

nasturzio  -  nàéturèi 
natale  -  nàtàl 
natalizio  -  nàtàlisi 
natica  -  ciàpa,  dilata 
natività  -  nàtivitaa 
natiro  -  ìiàtìv 
nato  -  nàéiiii 
natta  -  nàta  [tata 

natura  -  natura,  nàtiiràl, 
naturacela  -  tiàtiiràlàsc 
naturale  -  nàtiiràl,  geniiìn 
naturalezza  -  nàtiiràUsa 
naturalista  -  nàtiiràlìéta 
naturalmente  -   nàtUràl- 

mint 
naufragare   -  naufraga 
nausea  -  nàiisca,  ingòsa 
nauseare  -  nàUseà,  letigà, 

litiga 
navata  -  nàvàdrv 
nave  -  ndv,  nàvàda 
navetta  -  nàvHa 
navicello  -  bàrcon,  ndv 
navig'abile  -  nàvigàbil 
navìg'are  -  naviga 
navig'ato  -  nàvigaa 
navig^azione  -  nàpigàèiòn 
naviglio  -  nàvìli 
navone  -    bàrldnda,   ràvi- 

seioRÙ,  boiòceh,  ràveton 
ne  -  èn 

neanche  -  nànca 
nebbia    -    nèbia ,    borda , 

ghéba,  ghibéra,   scighèra 
neccia  (farina)    -   farina 

de  càétegii 
necessario  -  necèààri 
necessità  -  necèsitaa,  esi- 

génsa 
necroforo  -  bechìn 
nefandità  -    infàmia,  in- 

fàmitaa 
negare  -  nega,   contràétà, 

èconfónd 
neghittoso  -  infèsc 
negligente  -  negligent 
negligenza    -    negligénàa 
negoziante  -  negosidnt 
negoziare  -  negosià 
negoziato  -  tràtaa,  tràtà- 

tiva 
negozio  -  negasi,  fàcénda, 

fàtt,    interèéé,    àèrvisi, 

triicch 
negrezza  -  negrèéa 
negro  -  négher 


nip 

negromante  -  strion 
negromanzia  -  magia 
nembo  -  nìvola,    sbrofàda 
nemico  -  nemìs 
neo  -  néo  [dina 

nepita,  nepitella  -  neve- 
nerbata    -    gnèrvàda 
nerbo  -  nèrv,  mta 
nerboruto  -  gnèrvént 
nero  -  ncgher 
nervo  -  nèrv,  gnèrv 
nervoso  -  nervds,  gnèrvént 
nespola,  nespolo  -  nèspola 
nessuno  -  nisiin 
nestaiuola  di  gelsi  -  mo- 

ronèra 
nettacessi  -  nàvàscee 
nettamento  -  netàda 
nettapenne  -  nètàpènn 
nettare  -  netà,  monda 
nettarsi  -  netdsè 
nettatoio  -  fràtàss 
nettatura  -  porcheria 
nettezza  -  netèsa,  netìsia, 

poliéia 
netto  -  nètt 
neutrale  -  neUtràl 
neutro  -  nèiiter 
nevaio  -  fiocàda,  levaa 
nevata  -  fiocàda 
neve  -  név,  fèdca,  là  siira 

bianca 
nevicare  -  fioca 
nevischio  -  nevèta 
nibbio  -  nibi,  poiana 
nicchia  -  nicia 
nicchiare  -  frigna 
nicchio  -  àréèla,    càpelètt, 

tricàntón 
nidiace  -  niàrceU 
nidiata  -  niàda 
nidificare  -  niàscià 
nidio  -  nìd 
nido  -  niàsc,  nid 
niente    -  niént,    nàgdta, 

ndgòtt 
niffolo,  nifo  -  gniff 
nigella  -  gioión 
ninfeggiare  -  ginginà 
ninnare  -  ninà,  dina,  dà 

là  dànda 
ninno  -  nisù?i 
ninnolino  -  belerin 
ninnolo  -  bàrlàfùs,  bebèll, 

belee 
nipa  cinerìccia  -  foresètòi* 


nip 

nipote    -    nevòd ,.   nevòda, 

biàdegh,  biàdega 
nipotino-na     -     biàdegh , 

biàdega 
nitrato  -  nitraa 
nitro  -  nlter 
no  -  nò,  ò  dèss 
nobile  -  ìidbil,  pàtrtsi 
nobiltà  -  nobiltaa 
nocca  -  giuntura,  noeud 
nocciolo  -  gàndóla,  gàn- 

dolìn 
nocciuola ,     nocciuolo  - 

niscioeula 
noce  -  nos 

noce  Tomica  -  nos  vòmica 
nocione  -  nos 
nodetto  -  groptn 
Kodo  -  naiid,  àsa,  gropp, 

gringhinèll' 
nodoso  -  gropolént 
noi  -  nun 
noia  -  nòia,  briga,  fastìdi, 

incòmod,  inedia,  àùcia 
noiare  -  noia,  rosegà,  se- 
ca, storà 
noioso  -  noios,  deépresiós, 

fàstidios,  àilpàddr,  piiida, 

roddbiisèech,  vesìga 
noleggiare  -   corda,   cor- 

dàss 
nolo  -  nòli 
nome    -   nòmm,   nòmina, 

pàrentHa,  paròla 
nominare  -  nomina 
nominativo  -  nominàtìv 
nominato  -  nominaa 
non  -  minga,  nò 
nondi)iieno  -  pur 
nomina  -  nòmina 
nonna  -  nòna,  màmàgràn- 

da,  màmdn  [grand 

nonno -wono,  mèàee,  pàpà- 
nonostante  -  epitr 
norcino  -  bechee 
norma  -  nórma,  règola 
normale  -  normàl,  regolar 
nostrale,  nostrano  -   no- 

stì'du 
nostro  -  nòàt,  nòàter 
nota    -    nòta,    contràéègn, 

distinta,  notdéiòn,  tàbèla 
notaio  -  nodàr 
notabile  -  notàbil,  viétòs 
notare  -  nota,  marca,  mètt, 
imàrcà 


—  1011  — 

notevole  -  notàbil,  màrcaa, 

sensìbil 
notifica  -  notìfica 
notificare  -  notifica 
notizia  -  notìéia,  informà- 

siòn,  noe,ùva  [pàlés 

noto    -    notòri ,    notòrio , 
notte  -  nòti,  noce 
nottola  -  bàtiroeiì,  tegnoeula 
nottolino  -  ìuorigoeu 
novanta  -  novanta 
novantina  -  novàntèna 
novella  -  nceùva^  esémpi 
novellatore  -  novelìéta 
novelletta  -  nevelèta 
novelliere  -  novelìéta 
novello    -   novèll ,    noèti , 

noeiw 
novembre  -   nohnber,  no- 

vèmber 
novena  -  noèna,  novèna 
novennio  -  nomi,   novèni 
novissimo  -  fiàmànt 
novità  -  noitaa,    novitaa, 

originàlitaa 
novizia  -  noisia,    novìàia 
noviziato  -  noviéiaa 
novizio  -  novìzi 
novo  -  noeuv 
nube  -  ìiìvol 
nuca  -  gnUca 
nudare  -  sbiotà  [tich 

nudità  -  eostiimm  àdàmì- 
ulido  -  biòtt,  sbiotaa 
nugolo  -  nìvol 
nulla  -  niènt,  nàgòtt 
nulla  (dir...)  -  dì  ne  biff 

ne  bàff 
nullità  -  nillitaa 
numerario  -  niimeràri 
numeratore  -   niimeràtòr 
numerizzare    -   nilmerisà 
numero  -  nUmer 
nuocere  -    dànegià,  nceùs 
nuora  -  nceiìra 
nuotare  -  nodà 
nuotatore  -  nodàdòr 
nuova  -  nmiìva,  notisia 
nuovi  -  làmpant 
nuovissimo    -    noent,  no- 

vént,  noìéim,  nomsim 
nuovo  -  noetìv,  noèti,  novèll 
nutrimento  -   niitrimént, 

pààt 
nutrire  -  màntegnt,  nutrì 
nutrizione  -  niitriéiòn 


occ 

nuvolaglia  -  bràmìna.  ni' 

voléri 
nuvolato  -  nìvol 
nuvolette  -  nivolìn 
nuvolo  -  nìvol,  nìvola,  mi- 

sdita,  sfràgèll 
nuvoloso  -  nìcol 

O 

0-0 

obbedienza  -  iibidiénsa 
obbedire  -  ilbedì 
obbiezione  -  obiesiòn 
obbligante  -  obligdnt 
obbligare  -  obligà 
obbligato  -  obligaa,  obli- 

gàto 
obbligazione  -  obligàsidn 
obbligo  -  obligli,  pendisi 
obbrobrio  -  obròbi 
obelisco  -  obèlìéch 
oberato  -  fàlii 
obesità  -  obesitaa 
obeso  -  obés 
obice  -  òbis 
oblato  -  oblàtt 
oblatore  -  oblàtòr 
oblazione  -  oblàsiòn,  ofèrta 
obliquo  -  sbièàs,  àmbaa 
oboe  -  òboe 
oca  -  òca 

occasione  -  ocàsiòn 
occhiacci  -  ogiàier 
occhialaio  -  ogiàlàtt 
occhiali    -    ociài,    ogiaa, 

ogiài,  quàtrcBUCc 
occhialino  -  càràmUa,  or- 

gnett 
occhiare  -  lilmà,  sbèrlogià 
occhiata  -  dogiàda,  guàr- 

dàda^  ogiàda,  vistdda 
occhiatina  -  ogiàdìna 
occhieggiare  -  agiata 
occhiellaia  -  ogiolèra 
occhietto  -  ogìn,  ogioeil 
occhio    -    oeucc ,    finestra, 

fenèstra,  gema,  sguardo 
occhio  di  bove  -  càmèlòtt 
occhio  e  croce  (a...)  -  a 

stimm 
occhiolino  -  ogìn 
occipite  -  gnùca 
occorrente  -  ocorént 
occorrenza  -  ocorénsa 
occorrere  -  ocor 


occ 


1012 


ore 


occupare  -  ocilpà 

occuparsi  -  ocupàss 

occupato  -  ociipaa 

occupazione  -  oeUpà&idn 

ocra,  -  ocria 

oculista  -  oculista 

odiare  -  odia 

odio  -  odi 

odioso  -  odids 

odorare  -  iismà 

odorato  -  nàsta 

odore  -  odor 

odoroso  -  odoros 

offella  -  ofela 

offellaio  -  ofelee 

offendere  -  ofènd,  feri 

offensivo  -  ofemìv 

offerta  -  ofèrta,  esibisiòn, 
oblàsion 

offerto  -  ofèrta 

offertorio  -  ofèrtòri 

offesa  -  impertinènéa,  in- 
giùria 

off'eso  -  ofès,  indispèiii 

officiare  -  ufièiti 

officina  -  fùhrica 

officio  -  tifisi,  ofìsi 

offrire  -  esibì,  insèbì,  ofrì 

offgi,  oggidì  -  incoRil 

ogni  -  ogni 

ognuno  -  ognidùn 

oh!  catta!  -  càtt! 

ohe  lì  -  vèi 

ohi!  -  tii! 

ohibò  -  odèsé 

oibò!  -  oibo! 

oimè  -  oiniè 

oleandro  -  leànder 

oleoso  -  oleds 

olezzante  -  odoros 

olezzo  -  fràgrànSa 

olfatto  -  nMta 

oliandolo  -  oliee 

oliato  -  oleos,  oliaa 

olio  -  oli 

oliosanto  -  òli  sani 

olivastro  -  olivàster 

olivo  -  oliva 

olla  -  ola 

olmeto  -  olmera 

olmo  -  olmo 

oltracciò  -  àncàài 

oltraggio  -  ofèsa 

oltre  -  tléea,    inétt,    pàsa 

oltre  (in)  -  deéoràpU,  alter 


ombelico  -  bàmbortn,  bom- 

borin 
ombra  -  o vibra,  ombria 
ombrare,    ombreggiare  - 

ombrcgitL 
ombrellaio  -  ombrelee 
ombrello  -  ombrèla,  àntoctt 
ombrosità  -  ombrosità 
ombroso  -  ombrids 
omelia  -  omelia 
omero  -  spala 
omettere  -  tràlàsà 
ometto,  omiciattolo  -  o- 

mètln 
omicidio  -  omicidi 
ominacci  -  omenàri 
omino  -  oniitin,  omètt,omÌn 
omissione  -  omisiòn 
oncia  -  oìiéa 
onda  -  onda 
ondata  -   ondàda,  ónda 
ondato  -  ondaa 
ondatura  -  onda        [meni 
ondeggiamento  -  ondegià- 
ondeggiare  -  ondègià,  bi- 

cocà,  dondà 
onestà  -   onèétaa,  gàlànto- 

mìsmo 
onestament  -    onèétàmént 
onesto  -  onèst,  giùét 
onice  -  ònice 
onnipotente  -  onipotént 
onnipotenza  -  onipoténéa 
onorare  -  onora 
onorario  -  onoràri 
onoratamente  -    onoràtà- 

viént  [nór 

onoratezza  -  onoì'àtèéa,  o- 
onore  -  onòi- 
onorevole  -  onorevol 
ontaneta    -    oniscee,    oni- 
ontano  -  ònisc  [scéra 

opaco  -  opàech 
opala  -  opàla 
opera  -  òpera,  fàtùra,  la- 
vora, tràtaa  [pera 
operaio  -  operàri,  màndò- 
operante  -  giornàdee 
operare  -  operài  àgi 
operato  -  operaa 
operazione  -  operàsiòn 
operetta,  operuccia  -  ope- 

rèta 
operista  -  operista 
opinione  -    opinion,  iipi- 

nion,  arila 


oppio    -   òpi,   dormenttna 
opporre  -  opònn,  ecepi 
opporsi  -  opones,  contèsta,. 

contrasta 
opportunista  -  oportUniéta 
opportunità  -  oportilnitaa, 

ocàsion 
opportuno  -  opurtun 
opposizione  -  oposisidn 
opposto  -  opost,  oponiiil 
oppressione  -  oprèsidn 
oppresso  -  oprèéé 
opprimente  -  oprimènt 
opprimere  -  oprimm 
opuscolo  -  opùscol 
or  ora  -  à  ét'ora,  instare^ 

deéàdèss,  desedèéé 
ora  -  ora,  àdèés 
oracolo  -  oràeol 
orafo  -  orèves 
orale  -  orai 
oralmente  -  verbàlmènt 
oramai  -  oramai 
orata  -  oràda 
oratorio  -  oratòri 
orazione  -  ormiòn 
orbo  -  òrb 

orchestra  -  orchèstra 
orchest»'ale  -  orchestrai 
orcio  -  ola 
orco  -  òrco 

ordegno,  ordigno  -  ordègn 
ordinanza  -  ordindnéa 
ordinare  -  ordina,  eàvèéà. 

dà  vórdin,  impònn 
ordinariamente  -  ordina- 

riàmént 
ordinario  -  ordinàri^  écà 

dént,  Usuai 
ordinarione  -  ordinariati 
ordinato  -  ordinaa,  càccéé, 

metòdiche  precis 
ordinazione  -  ordindsiòn 
ordine  -  drdin,  ordinànsa 

ordinàsiòn ,  im-pos iéiòn 
ordini  -  òrdin 
ordire  -  ordì,  machina 
ordito  -  ordidùra 
orditoio  -  ordidóra,  ordi(^  " 
orditora  -  ordidóra 
orditura  -  ordidùra 
orditrice  -  ordidóra 
orecchia  -  orègia 
orecchiante  -  orègiàtt 
orecchiata  -  orègiàdn. 


ore 

orecchino  -  orègìn,  bòcola, 

pendènt 
orecchio  -  orègia 
orccchioli  -  àlètt 
orecchioni  -  orègiòn,  gàn- 

diòn 
oreccliiuto  -  orègiàtt 
orefice  -  oréms 
orfano  -  orfen 
orfanotrofio  -  orfanotròfi 
organetto  -  orghenìn,  gàr- 

dinàlètt 
organino    -    orghenin,    fi- 
sarmonica 
organista  -  orghenUta 
organizzare  -  organisti 
organo  -  orghen 
orgasmo  -  orgasmo 
orgia  -  bagordi,  debòsc 
orgoglio  -  orgoli 
orientarsi  -orientàèà,  ori- 

sontàss 
oriente    -    oriènt,    levànt, 

màtìna 
origano  -  màgiortlna 
originale  -    originai,    cii- 

riós^  ecéntrieh 
originare  -  ereti 
origine  -  orìgin,  nàscita 
orina  -  orina,  pUa 
orinale  -  orinàri 
orinaliera  -  cifòn,   scifòn 
orinare  -  orina,  pisà 
oriolaio  -  orologee 
orinolo  -  orològg,  moneta, 

sàvonèta 
orizzontarsi  -  orisontàsè 
orlare  -  orla 
orlatora  -  orlerà 
orlatura  -  orlàdiira,   orà- 

dèll 
orlicelo  -  grignoeil,  morseli 
orlo  -  orlo,  orddèll 
0 riuccio  -  orlètt 
orma  -  pedana,  tràcia 
ornamento  -  guàrniùiòn 
ornare  -  para 
ornato  -  ornaa 
oro  -  oro,  òr 
orologiaio  -  orologee,   or- 

logee 
orologio  -  orològg 
oroscopo  -  pianeta 
orrendo,  orribile  -  orìbil 
orrido  -  drid 
orrore  -  orar 


-  1013  - 

orsa  maggiore  -  càrmàtt 
orso  -  ore 
orsoio  -  orgdnsìn 
ortaggio  -  verdura 
ortaglia  -  ortàia 
ortensia  -  ortensia 
ortica  -  ortìga 
orticaio  -  ortighee 
orticaria  -  ortighéra 
orticheto  -  ortighee 
orto  -  ort 

ortografia  -  ortografia 
ortolano  -  ortoldn,  filàfus 
orzaiuolo  -  orsoeu 
orzata    -    orsàda,    làtàda, 
sèmàda 


orzo  -  ors 
osare  -    osà^  àsàrdà,  olsà, 
oscurare  -  sciiri 
oscurarsi  -   imcilri,  info- 
schi 
oscuro  -  scur 
ospedale  -  ospedaa,  ospitai 
ospitare  -  àlogià,  logia 
ospizio  -  oépìsi 
ossario  -  oèàri 
ossatura  -  oéddùra 
osserelli  -  bàlositt 
osservabile  -  notàbil 
osservanza  -  osèrvànàa 
osservare  -  osèrvà,  marca, 

pàsà,  rimarca 
osservazione  -  oservàéidn 
ossetti,  ossicini-  bàlositt 
ossigeno  -  osigen 
osso  -  òss,  gàndóla 
OSSO  sacro  -  dso  sacro 
ostacolo  -  ostàcol 
oste  -  òst,  betolinàlt 
ostensorio  -  oétensdri 
osteria  -  osteria,  osterìa 
ostessa  -  ostèsa,  data 
ostetrico  -  ostetrich 
ostia  -  òstia,  obiaa 
ostiaio  -  obiddee 
ostiario  -  ostiàri 
ostile  -  oÈtll 

ostinarsi  -  ostinàss,  iìico- 
ciààs,    ingniichiss ,  2^^*'*" 
tàSs^  incacisi 
ostinatello  -  mùlètt 
ostinatezza  -  gniicària 
ostinato  -  oètinaa,  gniicch, 

teàtàrd 
ostinazione  -   ostindàiòn, 
cràponerla,  fìsàèiòn 


pad 

ostrica  -  òstrega         [caro 
ostricaio  -  ostregàtt,  ostri- 
ostruzione  -  ostriisidn 
otre  -  o/«,  peli 
ottagono  -  otàgon 
ottanta  -  votànta 
ottava  -  otàva 
ottavino  -  otàvìn 
ottenere  -  otèqni 
ottenuto  -  otegniiil 
ottimato  -  magnato 
ottimo  -  òtim 
otto  -  vòlt 
ottobre  -  otòber 
ottomana  -  otomàna 
ottonaio  -  lotonee- 
ottone  -  lotòn 
ottundere  -  smocà 
ottuso  -  otus,  cilrt,  moce, 

mocch 
ourangoutang  -  ordngotàìi 
ovaccini  -  over 
ovaia  -  ovèra,  oèra 
ovale,  ovato  -  ovài 
ovatta  -  oàta^  loàta 
ovattato  -  loàtaa 
ove  -  dòe,  dóve,  doè 
ovicino  -  ovin 
ovo  sodo  -  ciàpa 
ozio  -  òsi 
ozioso  -  osios,  fenedn 

p  -  2ii 

pacca  -  paca 
pacchiare  -  pàcià,  màiocà 
pacchiarina  -  gius 
pacchiatoria,    pacchio    - 

pàciàtdria 
pacchierone  -  pàeiàròtt 
pacchione  -  pàcidn 
pacchiuco  -  pàcitògh,  pà- 

eiiigàda,  pàciiighéri 
pacciume  -  pàltiimm,  pàl- 
pacco  -  pàccli  [tùsc 

pace  -  pàs 

paciere  -  mènàpàs,  pàeér 
pacifico  -  pàcifèch,  qiiiètt, 

bonvivdn  [roeUla 

padella    -   pàdèla,    briisà^ 
padellata  -  pddelàda 
padellina  -  frasca 
padellotto  -  pddelòtt 
padiglione    -   pàdiglidn  , 

càmpànitt,  campana 


pad 

padre  -  pàder 
padreggiare  -  pàtrisà 
padrenostro  -  ptiter 
padrino  -  pàdrin,  conipaa, 

gilidàéé 
padrona  -  resgiòra 
padronanza  -  pàdronànm 
padrone  -  pàdrón,  patron, 

prineiptl,  meter 
padronella   -  pàdrón   del 

lèla 
padule  -  pàdumin 
paesaggio  -  pàesàgg 
paesano  -  pdisdn 
paese  -  pàès  [terèn 

paese   (scoprir)   -   scdvti 
paesista  -  paesista 
paffuto  -  pdciàròtt,  petàrd 
paga  -  paga 
pagamento  -  pàgdmént 
pagare  -  paga 
pagatore  -  pàgàdòr 
paggio  -  i^^io 
pagherò  -  pagherò 
pagina  -  phgitia 
paglia  -  paia 
pagliacciata  -  pàiàseiàda 
pagliaccio  -  pàitLsc 
pagliaio  -  pàiee,  cààìna 
pagliancnlo  -  cioè 
pagliericcio    -  pàiàriéé , 

pàion,  triuse  de  ptlia 
paglierino  -  pdiàrln 
paglietta  -  pàièta 
pagliolaia  -  sòtgdla 
pagliuca,  pagliucola  -  pd- 

iòea,  pàièta 
paglinolaia  -  partitola 
pagliuolo  -  pàièta 
pagliuzza  -  pàiòca 
pagnotta  -  pàgnòta,    mi- 
paio  -  ptra  [cdta 

paiolata  -  pàiroltda 
paiuola  -  bàétàrdè la,  pàièta 
paiuolo  -  pàiroeiì 
pala  -  ptila,  pàlòtt 
pala  (di  ferro)  -  badila, 

bàira 
palafitta  -  pàlàda 
palafittare  -  pàsonà 
palafittata  -  pàéontlda 
palanca  -  codeghèta,  ficòn  \ 
palancola  -  bàncaa 
piilandra  -  bàlàndrdn,  pe-  \ 

ltl7ida  I 

palandrana  -  hàlàndrdn     | 


-  1014  - 

palaudrano   -   bàlàndrón, 

gàbàn,  greca 
palare  -  impala,  pala 
palata  -  pàlàda,  bàdilàda, 

bàirtida 
palatina  -  palatina 
palato  -  palato 
palazzo  -  pàldèè  [sgé 

palchettino  -  etàsgèr,  età- 
palchetto  -  pàlch,  genèfa, 

peltréra 
palco  -  pàlch 
paleo  -  bivio 
palesare  -  palesa 
palese  -  pdlés 
Palestina  -  pàleètina 
paletò  -  paltò 
paletta  -  pàièta,  àlèta,  bàr- 

nàéé,  bernàsé^  bàjrèta 
palettata  -  bàrnàsàda,  ber- 

nàsàda 
paletto  -  pàlètt 
palettone  -  bdmàédn,  ber- 

nùMn,  eàéiiróii 
palificare  -  pàsontl 
paliotto  -  ptili,  pàràcàmin 
palla  -    bàia,   glòbo,    àni- 

mèta,  corportil 
palla  (dì  sapone)  -  éào- 

nèta 
pallaio  -  biliàrdee 
pallamaglio  -  pàràmài 
palliare  -  pàlit,  qitàtà 
palliativo  -  pàliàtiv 
pallido  -  smort,  pàlid 
pallina  -  bàlèta 
pallino  -  bàlin,  bàlèta,  bor- 

lìn,  boriceli 
pallio  -  pàli,  mant 
pallonaio  -  bàlonàtt 
palloncini    -    chichìnger , 

fiàcch,  bàlonitt 
palloncino  -  bàlonin 
pallone  -  bdlòn,  bofdnt 
pallottola   -    borèla,    bàia 

de  piòmb 
palloltoliera  -  bàlotéra 
pallottolina  -  bogèta 
palma  -  palmo,  oliva 
palmizio  -  palma 
palmo  -  spana 
palo  -  pài,  pàli,  pàèdn 
palona  -  bàjrèsn 
palpabile  -  pàlpàbil 
palpare  -  palpa 
palpebra  -  pàlpebra  1 


pan 

palpeggiare  -  palpa,  pàl- 

pignà 
palpeggiata  -  pàlpàda 
palpitare  -  palpita 
palpitazione  -  pàlpitàsión 
pampanata  -bilgàda,  biiìda 
panare  -  imboràgià 
panata  -  pàntrìd,  pàncòtt, 

polt,  pólla 
panbollito  -  pàncòtt 
panca  -  banca,  càvàlètt,  or- 

diroeitla,  ordisKula 
pancaccia  -  bàncàscia 
pancacciere  -  écdldàbànch 
pancale  -  banca 
pancata  -  bàncàda 
pancetta  -  botàscèll 
panchetta  -  bànchèta 
panchettìna  -  bànehetina 
panchina  -  scarpa 
pancia  -  pànscia,  botàse 
panciata  -  spànsciàda 
pancione  -  pànsción,   tri- 
panciotto  -  gilè  [pòtt 

panciuto  -  grdsé 
pancone   -   bdncón,    àéòn 
pancotto  -  pàncòtt 
pane  -  pan,  mica 
panegirico  -  pànegirich 
panellino  -  michìn 
panello  di  miglio  -  pàn- 

demèin  [nàrisa 

panericcio  -  pànàrìs,  pà- 
panetto  -  panateli,  michèta 
panettone  -  pànàtón 
pangrattato  -  pàntrìd 
pania  -  "èscA 
panicastrella-^jàè^o»,  mè- 

iàna 
panicato  -  gremegnós 
panico  -  pànigh,  gràmègna 
panieraio  -  eàvàgnàtt,  cà- 

vàgnee 
paniere  -  càvàgn,  cèét,  sèst 
panierino  -  càmgnoeil,  ce- 
panorama  -  vista        [stin 
panna  -  panerà 
pannaiuolo  -  mercdnt 
pannalbagio  -  fiànèla 
pannarola  -  pànàroeula 
panni  -  pàgn 
pannicolo  -  gradisela 
pannilini  -  pàgn 
panno  -  pànn,   càrtelàmnt 
pannocchia  -  màéòchera 
pannocchio  -  loeùva 


pan 

pannocchiuto  -  lovaa 
pànnolano  -  pànn 
pannolino  -  diiiiUn 
pantalone  -  pàntàlòn 
pantano  -  pàltdn 
panteon  -  pànteon 
pantera  -  pantera 
pantofola  -pantofola,  écàl- 

fàròtt 
pantomima  -  pantomima 
pantrito  -  pàntrtd 
panzana  -  pànàànega 
paonazzo   -   pàonàés,   pà- 
papa  -  ptLpa  [vonàèà 

papà,   padre  -  pà,  papà, 

pàpàrm,  pàder 
papalina  -  papalina,  bàrèta 
papavero  -  pàpàver 
Paperino  -  pàverìn 
papero  -  bàdee,  bàlàndran 
papilio  -  fàrftila 
papista  -  papista 
pappa  -  papa,  àprètt 
pappa  e  latte  -  pàncocion 
pappafico  -  pàsàmontàgn 
pappagallo  -  pàpàgàll,  èrba 

àrlechìna 
pappardelle  -  pdpdrèll 
pappare  -  j^deià 
pappataci  -  pàpàttis 
pappatola  -pàpàgorgia,  pe- 
lerà 
pappi  -  càterinètt 
pappina  -  pàpina 
pappone  -  bàsolon,  pàcidn 
paracenere  -  pàràscintill 
paracqua  -  ombrèla 
paradiso  -  pàràdìs,  lobiòn 
paradosso  -  pàràdòss 
parafango  -  pàràftLnga,  à- 

letòn,  scosaa 
parafulmine  -  pàràfulmin 
parafuoco    -  pàràfceiìgh  , 

ecrdn,  ecren  [ganti 

paragonare  -  mètt,  pàrd- 
paragone  -  pàrdgón,  pà- 

ràngón,  pàritaa,  loca 
paragone  (al)  -  impari 
paragrafo  -  pàràgraf 
paraguai  -  quàtàétrhsc 
paralitico  -  pàràlitich 
paralume  -  àbàsgior 
paramano  -   mòètra,   mo- 

Urin,  moétrina 
paramento    -    pàràmént , 

pàràda 


—  1015  — 

paramosche  -mosehiroetlla, 

i  m osche r 
parangone  -  pdrdngon 
paraocchi  -   ociài,   ogitLi, 

ogiaa 
parapetto  -pàràpètt,  écòsé 

sponda,  morèna 
parapiglia    -    càtàbrega , 

fòra-fòra,  fiirUgàda 
parapioggia  -  ombrèla 
parare  -  parti 
parasole -àn^oc^,  ombrelin 
parassita  -  rodòn 
parata  -  pàrtida,  gàia 
parate  (le)  -  i  màce 
parato    -    pàràda,   pàrà- 
mént 
paratore  -  pàràddr,  bàtin, 

eàsctn 
paravento   -  fidmba,   pa- 

ràcàmin 
parco  -  pàrch 
parecchi  -  pdrècc,  vàri 
pareggiare  -  pària 
parentado  -  pàrentori 
parente  -  pàrènt 
parentela  -  pàroitèla 
parentesi  e  claudite  -  pa- 
rentesi e  claudite 
parere  -  parer,  pari,  vèéé, 

0  éàvè  diwis 
parete  -  m,ur 
pari  -   pari,    eguài,   soli, 
^    Ugual 

pariglia  -  pariglia,  cobia 
parità  -  pàritaa 
parlantina  -  ciàcera,    tà- 

pèla,  eloquènsa 
parlare  -   pària,    di,    de- 

S'cor,  diécòr 
parlata  -  gorga 
parlatore  -  pàrlàdór 
parlatorio  -  parlatori 
paro  -  para 
paro  (a)  -  in  pari 
parocchìa  (la)  -  eiìra 
parola  -   paróla,    vocàbol 
parole  ,-  eSprèéiÓn 
parotide  -  orègión 
parotidi  -  gàndiòn 
parpagliola  -  pàrpoRilla 
parpignano  -  pàlpignàna 
parocchiano  -  pàrochiàn 
parroco  -  pàroch,  prevòét, 

ciiraa,  ciiràt 
parrucca  -  pertica 


pas 

parrucchiere    -  perilchee, 

consGÌdcoo 
parruccone  -  bàrbelàto 
parte  -  pàrt,    tra,    intra, 

partii,  tàngènt 
parte  (a)  -  à  èpàrt 
partenza  -  pàrténsa 
particola  -  particola 
particolare   -  pàrticolàr, 

special  [glia 

p  articolar eggiar e  -  detà- 
particolareggiatameute  - 

detàgliàtàmént 
particolarità  -  particola- 

ritaa,  detàli 
partire  -  parti 
partita  -  pàrtida 
partito  -  partii 
parto  -  2ìàrt,  fioeu 
partorire  -  pàrtori 
pascere  -  pascola,  pàétiirà 
pascolare  -  pascola 
pascolo  -  pàscol,    eàmpà- 

■mént 
Pasqua   di  Risurrezione 

Pàsqua 
Pasqua  d'uovo   -  Pàsqua 
Pasqua  rosa,  Pasqua  ru- 
giada -  Pentecòst 
pasquale  -  pàsquàl 
passabile  -  pàéàbil 
passabrodo      colàbroeild 
passacordone  -  bàloàr 
passaggio  -  pàsàgg,  pàsà- 

da,  trànsit 
passamani  -  mànetòn 
passamano -pàò'àma??,  lào- 

rin,  làvorin 
passante  -  pàédnt 
passaperla  -  ràmètt 
passaporto  -  pàédpSrt 
passare  -  pàéà,    transita, 

filtra 
passata  -  pàsàda 
passatempo  -  gioeùgh,  di- 

veràiv 
passato  -  pàsaa 
passatoio  -  pàsàddra 
passeggiare  -pàéegià,  spa- 

segià 
passeggiata   -  giràda,    c- 

éciirèiòn 
passeggiatina  -  girètt,  gi- 

rètin 
passeggio  -  pàèég,  spàse 
passera  -  pàéera 


pas 

passeraio  -  pàsàrera,    gà- 

sàghee 
passerino  -  pàsàrtn 
passero  -  pàsera 
passerotto  -  pàsàrìn 
passettino  -  pàsìn 
passetto  -  jìààìn,  brdé'ett 
passiccio  -  pdsìn 
passina  -  eàmpMa,  éègn 
passione  -  pàsidn 
passività  -  pàHvitaa 
passivo  -  pàéw 
passo  -  pass 
passone  -  pàsón,  fieòn 
passula  -  iighèta 
pasta  -  pasta 
pastaio  -  pàstee 
paste  -  pàst 
pastegg-iare  -  pàstegià 
pasticca  -  pàélìglia 
pasticceria   -  pàstiserta, 

ofèlerìa 
pasticcetto  -  })dstisìn 
pasticciere   -   ofelee,  ^à- 

stisee 
pasticcino  -  pàétiéìn,  co- 

ctlrda 
pasticcio  -  pààtisè,  sciàr- 

lòtt^  fèsc 
pastiglia  -  pastìglia 
pastina  -  pastina 
pastinaca  -  gniff 
pasto  -  pàst 
pastoia  -  pastura,  bàlsa 
pastone  -  pàstòn,    cordbia 
pastorale  -  pàstoràl 
pastore  -  pdstór,  pegoree, 

bèrgàmin,   giiìda,    niàn- 

dridn 
pastorizia  -  pàètorUia 
pastosità  -  pàstositaa 
pastoso  -  pàstós 
pastrano  -  tàbàr,  paltò 
pastura   -  pastura,  pàbi, 

mangiti 
pasturale  -  pastura 
pasturare  -  pastura 
patacca  -  pàtàna,  petàea 
patassio  -  bordèléri 
patena  -  patèna 
patente  -  patènte,  pàténta 
pateraccliio  -  gàbola 
patereccio  -  pànàrìs,  pà- 

nàrìsa 
paternostro  -  pàth- 
patetico  -  pàtètich 


-  1016  - 

patina  -  pAtina 

patire  -  p>dtì,  éofrl,  ponti^ 

soportà,  siibì 
patito  -  patii 
patria  -  pititria 
patriarca  -  j)àtritirca 
patriarcato  -  pàtridrcaa 
patrigno  -  pàdrègn 
patrimonio   -  patrimòni, 

sostànéa 
patrino  -  compaa 
patriota  -  jìàtriota 
patrizio  -  pàtrìsi 
patrizzare  -  pàtrisà 
pattinare  -   sbriéigà,  pà- 
pattini  -  2^àti7i  [tinti 

patto  -  pàtt,  pendiéii  scri- 

tura,  partii 
pattuglia  -  pàtulia^  gàfa 
pattume  -  pàtusc,  pàltUmm 
paturnia  -  càtràmonàcia 
paturnioso  -  inverà 
paura  -  jMÈra,  fifa,  fwflsé, 

écàgg,  stremisi,  tèma 
pauriccia  -  spàghètt 
pauroso  -  pàilròs.,  fifòn 
paiisa  -  pàusa 
pavimentare  -  sola 
pavimento  -  soeùl 
pavonazzo  -pàvonàéà,  pào- 

nàss 
pavone  -  pàvón,  pàòn 
pavoneggiarsi  -  stimààs 
pavonessa  -  pavana,  pàòìia 
pazienza  -  lìàsiensa,  pà- 

scièma,  pàs,  pàcem  abéte! 
paz/acchione  -  màtòcch 
pazzarella ,  pazzerella   - 

màtàrèla,  màterèla 
pazzerellone  -  pàiàsc 
pazzia  -    àlienàsiòn,    ma- 
teria 
pazzo  -  màtt,  delirato 
peccare  -  piecti 
peccato  -  peeaa 
peccatore  -  pecàddr 
pecchia  -  ava,  ttvi 
pecchione  -  àvòn^ 
peccione  -  pelàsción 
pece  -  pésa,  céra 
pecora  -  pégora,  bèra,  bèè 
pecoraio  -  pegoree 
pecorelle  -  ochètt 
pecorina  -  pegorìn 
pecorino  -  bèrìn,  bagola 
pecorone  -  pegoì-òn 


pen 

pedaggio  -  pedàgg 
pedagnolo  -  regondìn 
pedale  -  pedàl,  pedala,  pè, 

l^ee,  scàlfin,  Hràpee,  bora, 

càpèster 
pedana  -  pedana,  bàlsàna 
pedanino  -  fond 
pedano  -  biddn 
pedante  -  pedani,  càchétich 
pedanteria  -  pedanteria 
pedantesco  -  pedàntHch 
pedata  -  pesciàda,  pedana, 

pee  in  del  eiiii 
pedignone  -  mula 
pedina  -  pedina 
pedone  -  pedùn 
pedonare  -  pedonò. 
peduccio  -  pescioBii,  pescln 
pedule  -  solèta 
peggio  -  pésg 
peggiorare  -  pegiorà 
peggiore  -  pésg,  pég 
pegno  -  pègn,  bèè 
pelacelo  -  peltìse 
pelame  -  pél,  màntèll 
pelare  -  peltt,  spela 
pelate  -  pelàdèi 
pelato  -  pelaa 
pelatura  -  ìnlàda 
pellaccia  -  pelegàta 
pellagra  -  peltigra 
pellame  -  ptelàmm 
pelle  -  péli 
pelle  (cento)  -  foioeù 
pellegrina  -  pelegrìna 
pellegrinaggio   -  pelegri- 

nàgg 
pellegrino  -  pelegrìn 
pelliccia  -    pelìsa,    pala- 
tina, còdega 
pellicciiiio ,    pelliciere  - 

pelisec  [telàmm 

pellicina  -   pelesìna,  càr- 
pellicini  -  pedesìn 
pelliccione  -  mindn 
pellicola  -  pelesìna 
pelo  -  pél,  éédola 
peloso  -  pelos 
peltraio  -  peltree 
peltro  -  pèlter 
peluia  -  peniceli,  géa,  gèia\ 
peluria  -  écoleiòn 
peluzzo  -   peliiceh,   pànd''\ 

dora,  pàlpignàna 
pena  -  pena,  penai,  millta^\ 

àtrusi 


peli 

penale  -  penai 
penare  -  pena 
pendagli  -  edv 
pendagrlio  -  pendòn,   pà- 

tìièla^  patiteli 
pendente,  pendenti  -^en- 

dént,  2}endolént 
pendere  -  pénd 
pendolo  -  péndol,  pendola 
pendoloni    -    à  bàndolèra 
pendone  -  pànegiàmenl 
pendoni  -  i  tiri 
penerato,   penero  -  gro- 

pidura 
penetrare  -  penetrti 
penitenza  -  peniténsa 
penna  -  p^na,   penerà,  o- 

règia 
pennacchio  -  pendee 
pennaio  -  penàgee 
penne  -  bàdinn 
pennecchio  -  paniseli 
pennellare ,     pennelleg- 

gìare  -  penda 
pennello   -   penèll,    càrtee 
pennino  -  esprì 
pennoncello  -  hànderma 
penoso  -  penos 
pensamento  -  piano 
pensare  -  pensa,  imàgintt, 

giudica 
pensiero  -  penèér,  concètt 
pensieroso  -  penéerds,  rà- 

còlt  y 

pensionare  -  pensioìitL 
pensionarla  -  penéionària 
pensionario  -   penéiontlri 
pensione  -  penèion 
penso  -  pene 
Pentecoste  -    Penteedèt 
pentimento    -   pentimènt, 

rimdrs 
pentirsi  -  pentire,  rmedèàs 
pentola    -   jngnàta,    màr- 

rmta 
pentolone  -  polentòn,  Hi- 

viàgón,  tripee 
penuria  -  penuria 
penzolante  -  pendént 
penzolare  -  pend 
penzolo  -  bàce,   bàsgia 
penzoloni  -    à   bàndolèra 
peonia  -  peonia 
pepaiuola  -  èàlìn  delpéver 
pepe  -  péver 
peperina  -  peveràscia 


-  1017  - 


peperone  -  peveron 

per  -  per 

per  sorte  -  deèedèsé,  dèéà- 

dèss 
pera  -  pér,perm,  échiseià- 

limon 
peraiuolo  -  ■viorhi 
peranche  (non)  -  nancdmo 
percale,  percallo  -pereàll 
perchè  -  jjerehe. 
percosse  -  bòtt,  bota 
percuotere  (col  bastone) 

bàstontl 
perderci  -  giuntagli,   de- 

scàpittt,  discapita 
perdere    -   ph-d,   giunta, 

bolgircL 
perdersi  -  pèrdes 
perdigiorni  -  scàldàbànch 
perdimento ,    perdita    - 

pèrdita,   deécàpit,  diécà- 

pit,  gitìnta 
perditempo    -   perditèmp 
perdonare  -  j)^i'donn 
perdono   -  perddn,   remi- 

sion,  perdontLnsa 
perduto  -  perdiiii,  pèrs 
peretta  -  càélcgnoeùla 
perfetto  -  per  fèti,  fin,  di- 
.   vino 

perfezionare  -  finì 
perfezióne  -  perfesiòn 
perfino  -  fina 
perforata  -  èrba  balsamina 
pergamena     -     cmercèll , 

coereèll  [tòpia 

pergola  -  pèrgola,  pèlgora, 
pergolato  -  tdpia 
pericolare  -  pericola 
pericolo  -  pericol 
pericoloso  -  pericolós,  à- 

sàrdòs 
periodico  -  periddieh 
periodo  -  perìod 
peritanza  -  siidisiòn 
perito  -  perito 
perizia  -  perìàia 
perla  -  pèrla,  giigèla 
perlessare  -  perbiii 
perlustrare  -  perlustra 
permaloso  -  moschìn,  om- 

bì'iós,  beéchisiòs,  seiimèta 
permesso  -  permèèè 
permettere  -  permètt 
permissione  -  permèH 
permuta  -  bàràtt 


pes 

pernio  -  perno,  pàsètt,  brò- 

ca,  polis 
pernice  -  pernts,  càntàrèll 
pernice  rossa  -  cotiirtiìs 
perno  -  éplna 
pernottare  -  étrànoeià 
pero  -  per 

perondo  -  cartina,  pelaa 
perondìno  -  pelaa,  pelddèll 
perorare  -  perora 
perpendicolare  -  perpen." 

dicolàr,  driss,  dritt 
perpendicolo  -  piòmb 
perpetuo  -  ^^erp^toz) 
perpetuini  -  àmàrànt 
perpignano  -  pàlpigntina 
perquisire  -  fa  i  àfoeuj 
perseguitare  -  peréegiiità, 

perfìdia 
perseveranza    -    perseve- 

rdnsa 
persiana  -  gelosìa 
persiano  -  Soridn 
persicata  -  pèrsegàda 
persico  (pesciolino) -M?i- 

diroeiì 
persico  (pesce)  -  bèrton- 

scèll,  pèspèrsich 
persino  -  fina 
persistere  -  persisi 
perso  -  pèì-s,  perdiiii 
persona  -  tèsta  [pàrt 

personaggio  -  pèrsonàgg, 
personale  -  personal 
persuadere  -  persiiàd,  im- 
bonì 
persuaso  -  persuàs 
pertica  -  pèrtega,  étànga, 

bolsòn 
perticata  -  pertegàda 
pertugiare  -  shiisà,  sbogià 
peruzze  -  peritt 
pesamento  -  pesàda 
pesante  -  gréo 
pesantezza  -  pés 
pesca  -  peéeàda,  pèrsieh, 

pèréech,  boli,  òriignoeola 
pescaia  -  gàrdv,  vivee 
pescare  -  pescò, 
pescata  -  peàeMa,  ciàpàda 
pescatore  -  pescàdòr 
pesce  -  pèss 

pesce  persico  -  pèspèréech 
pescheria  -  peseàrta 
peschiera  -  pescherà 
pescìatello  -•pesìn 


pes 

pesciolini  -  misoltitt 
pescìolijio  -  pesìn 
pescivendolo  -  pesee 
pesco  -  pèréich,  pèrseeh 
pesi  -  pés 
peso  -  pés,  livèll 
pesO;  agg.  -  màsiàcck 
pessimo  -  pèéim 
pestamento  -  peàtàda 
pestapepe  -  pèstàpéver 
pestare  -  peéttl 
pestata  -  peàtàda 
pesta  -  ptéta 

pestatoio  -  pcéton,  pestèll 
pestatore  -  à'  cèpìn 
peste  -  pésta 
pestello  -  peétèll,  ^stòìi 
pestilenza  -  pista 
pesto  -  pàèta 
pestone  -  bàtiroeù 
petacciuola  -  pàiochm 
petecchiale  -  pèteehiàl 
peto  -  scorensgia,  j^èii 
petrelle  -  stàmp 
petronciana  -  meresgiàn 
petrosemolo  -  *  erborimi 
pettata  -  ràmpàda 
pettegola  -  petégola,  sàbèta, 

mandràgora  [bèta 

petteg-olare  -  petegolà,  sà- 
petteg'olezzo  -  sàbètàmént 
pettiera  -  petoràl 
pettiere  -  picètt 
pettinagnolo  -  pètenee 
pettinare  -  pètenà 
pettinatrice  -  pètenéra 
pettinatura  -  petenàdura, 

coàfur 
pettine  -  pèten,  petenin, 

petenìna 
pettinella  -  frosna 
pettiniera  -  tàvolèta 
pettirosso  -  pètiroéé,  gò- 

srosé,  bàrbàross,  picètt 
petto  -  petoràl,  pèec,  pàr- 

tìda,  stdmegh 
pettorale  -  petoràl 
petulante  -  pètillànt,  sbìr 
petulanza  -  petUldnsa 
pevera  -  pìdria 
peverone  -  brasca 
pezza  -  pèéa,  pàtèll 
pezzame  -  rotàmm 
pezzo  -  pése,  bacon,  tòceh 
pezzuola  -  fàsolètt,  pànètt 
pezzuolata  -  fàéolètàda 


—  1018  — 

pezzuoluccia  -  fàsolètin 
piaccicotto  -  pàstrùgn 
piacere  -  piàsè,  gilst,  fa- 
vor, àgremdn 
piacevole  -  giiétos,  cerds 
piacevolezza  -  blàndùra 
piaga  -  piaga 
piag'g'iare  -  hrovà 
piaggiatore    -    sàvonàtt , 

sàonàtt,  ètrisciànt 
piagnisteo   -  piàngistéri, 

màcàràda,  eàràgnàda 
piagnitore  -  liròn 
piagnoloso  -  màcàrón^  ina- 

càrènt,  càràgnènt 
piagnone  -  bercidn,  berciòtt 
piaguuculamento  -  lira 
piagnucolare   -    màcàrà , 

lucia,    càràgnàf    bercia , 

fa  l'oli 
piagnulone  -  màcàròn 
pialla  -  piànuSa,  piàntn 
piallaccio  -  codeghèta,  mà- 
piallare  -  piana  [eia 

piallature  -  bìiècàj 
piallettare  -  fràtàèà 
piallettatolo  -  fràtàss 
pialletto  -  piàniisìn 
piallone  -  piana 
piana  -  càntir 
pianatolo  -  piànàdòr 
pianella  -  sibrèta,   pàntò- 
pianelle  -  <-5cor  [fola 

pianerottolo  -  repiàn 
pianeta  -  piànéda 
piangere  -  piàng,  càràgnà, 

Uccia,  màcàrà 
piangimento  -  piàngistéri 
piangolare  -  càràgnà 
piangoloso  -  càràgnènt 
piano  -  pian,  àpiàn,  àdàsi, 

lise,  soli,  piànta 
pianoforte  -  piano,  cémbol 
pianta  -  piànta,  màpa,  pè, 

pedestàll,  tipo 
piantaggine  -  pàiochm 
\nanìare  -  pientà,  mèttgiò 
piantato  -  pientaa 
pianura  -  pianura,  piana, 

pian 
piastra  -  piastra 
piastrello  -  boletin,   ovaa, 

scirósa  [nisc 

piastriccio  -  pàétrugn,  me- 
piastrino  -  tondin 
piatellino  -  bobèsg 


pie 

piatire  -  tontognà,  ràtelà, 

litiga 
piatitore  -ràtelàtt,  litigati 
piattaio  -  piàtee 
piattaforma  -  piàtàfórma 
piattellino  -  bàéilhi 
piattello  -  tààìn,  piàtt 
piatteria  -  piàtàrìa 
piattino  -  tondin,  tàsin 
piatto  -  piàtt,  tónd,  forma 
piattola  -  bordòcch 
piattonata  -  piàtonàda 
piattone  -  piatola 
piazza   -   piàsa,    pàsqicee, 

post 
piazzaiolo  -  ràbòtt 
piazzale  -  piàsàl 
piazzata  -  piàsàda 
piazzuolo  -  bàràba 
piazzuolo  (l'essere)  -  bà- 

ràbìsmo 
picca  -  pica 
piccante  -  picdnt 
piccatigli  -  mondeghili 
picche  -  piceh 
picchetto  -  pichètt 
picchiapadelle  -  conscià- 

làvésg 
picchiappetto   -  càScàin- 

pètt,  brelòcch 
picchiare  -  pica,  bàtt 
picchierello  -  màrtelìna 
picchiettare  -  picoèà 
picchiettiito  -  moscaa 
picchio  verde  -  bècàsciòceh 
picchiotto  -    bàtirceil,  bà- 

tàgg 
picei uaco  -  tànàsctn 
piccino  -  piscinln,  pìcol 
piccionaia  -  lobiàn 
piccione  -  piiviòn 
picciuolo    -  picoll,   gàm- 

beta  di  botati 
picco  -  pij 

piccolo  -  picol,  piseinin 
piccolezza  -  minùsia 
piccoso  -  permàlòs 
picea  -  pèscia 
pidocchieria  -  pedoeiàrìa 
pidocchio    -   pimucc,  pe- 

dòce,  biss 
pidocchio  riunto  -   vildn 

rifaa 
pidocchioso    -   pedacios  ,. 

lendenon 
pie,  piede  -  pè,  pee 


pie 

piedestallo  -  pedestàll,  pè 
piedi  (a)  -  à  pèseidn 
piega  -  pièga,  crespa 
piegare    -   piegete    àtortà, 

reculti,  bàia, 
piegarsi  -  sbàéàsé 
piegatello  -  àsha 
pìegliettare  -  cànètà 
pieghettatrice-eànètòc^ora 
pieglievolezza  -  elàéticitaa 
piella  -  pèscia 
piemontese    -  bogiànèn 
pienezza  -  còrp 
pieno  -  pien^  ras 
pietà  -  lìietaa 
pietanza  -  pitànéa 
pietica  -  càvàlètòn 
pietoso  ~  pietos  [vlv 

pietra  -  pietra,  preia,  sàss, 
pietraio  -  màrmorìn 
pietrìno  -  fermàntipòrt 
pifferello  -  qiiàder 
piffero  -  ptfer,  élfol 
pigiare  -  échiscià 
pigione  -  fUt,  fico 
pigliare  ciàph,  tmil 
pigmeo  -  pigmeo 
pignatta  -  pignMa,  màr- 
pignatto  -  Ètilln        [mìta 
pignolo  -  pignoni 
pignone  -  penèll 
pignoratario  -   pègnàtàri 
pigolare  -  ciciorà 
pigolone  -  frigna  ^ 

pigraccio  -  fànàgotòn 
pigrizia  -  pigriàia,  fescià- 

ria,  fencisciària,  àcìdia, 

inedia 
pigro    -   ptghe>;    polir on, 

pàntàlòn,  pMegh,  fèscia, 

fencisc,   tartaruga,   àécà  ■ 

disc  [dàrénsc 

pigrone  -  fèseiós,  derànsc, 
pila  -  ptgna^   pilòn,  tìna, 

nàvèll,  fórma 
pila,  piletta    dell'acqua 

santa  -  àcquàmntìn 
pilastrino  -  pàràcàr 
pilastro  -  pilàster 
pilachera  -  stròll 
pillola  -  pinola 
pillola  di  gallina  -  borldj 
pillottare  -  triicà 
pillone    -    bàtirceil ,    bàio, 

truccli 
pillottare  -  pergola 


—  1019  — 

piloro  -  piloro 
piluccare  -  pcliicà 
pilucco  -  fllàper 
pimpinella    -   pimpinéla, 

pàmpinila 
pina  -  gàróla 
pince  -  pine 
pingue  -  gràৠ
pinguedine  -  gràsa 
pino  bianco  -  peseta 
pinocchio  -  pignmu 
pinsette  -  moieta 
pinza  -  besèi 
pinzacchio  -  bàrbel,  fràtìn 
pinzare  -  besià 
pinzetta  -  borsèla 
pinzette  -  pinàa 
pìnzimiglio  -  conéa 
pinzocliero  -    bigòtt,  beà- 

tòn,  biàsdpàtèr 
pioggia-  dàcquàda,pioeuva 
pionibaiola    -     bàia  de 

piómb 
piombino  -  pidmb,  bronsln 
piombo  -  piamo 
piombo   (a)  -  driéé,    dritt 
pioppo  -   pobia 
pioTviginare  -  piovisnti 
piotare  -  eodegà 
piovere  -  piioeilo 
pipa  -  pipa 
pipare  -  pipa 
pipino  -  càncàmn 
pipistrello  -  tegnoetlla 
pipita  -  ^j«irfa 
pippoli,    perline  -  àéàlitt 
piramide  -  piràmida 
pirite  -  màrchesèta 
pirone  -  eiàveta 
piroscafo  -  bàtèll 
pirotecnico  -  foghìsta 
piscia  -  pisa,  orina 
pisciacane  -  boff 
pisciare  -  pisà,  orintL 
pisellata  -  àrbijMa 
pisello  -  erbión,  erbèj,  tti- 

cola 
pispoletta  -  giiéeta 
pispoletto  -  dordinètt 
pispolone -rforrfm,  dordtna 
pissi  pissi  (fare)  -  ciciorà, 

eipp  cipp,  cicioritt 
pista  -  pista 
pistacchio  -  pistàceh 
pistagna  -  golèra 
pistagnino  -  contràpàta 


poi 

pistilli  -  bàrbis 
pistola  -  pistòla 
pitale  -  orinàri 
pitoccare  -  pitocà 
pittima  -  pltima 
pittore  -  pilòr  • 

pittoresco  -  pitorésck 
pittura  -  piiùra 
più  -  pii,  pilsee 
piuma  -  piuma,  pena 
piumacciuolo  -  piiìmàsin 
piumino  -  piiimm,   esprit 

bofètt 
pinolo  -  bàsèll 
piuttosto  -  putdst,  màgàra 
piva  -  piva 

piviale  -  piviàl,  pilviaa 
piviere  dorato  -  eoo  d'or 
pizzicagnolo  -  eervelee 
pizzicante  -  besiént 
pizzicare  -  besià 
pizzicheria  -    cervelària, 

eervelerìa  [éièmt 

pizzo    -   moscheta,   vàlàn- 
placare  -  placa 
placido  -  plàcid 
plasticatore,    plastico    - 

figurista 
platano  -  plàten 
platea  -  platèa 
plateale  -  plàteàl 
platino  -  plàtin 
plico  -  plieeh 
plurale  -  plUràl 
pneumatico  -  pneiimàtick 
pocciare  -  sciscià 
pochino  -  cicc,  miserìn 
poco  -  pòcch,   poo,  àpéfittf. 

doma 
pocolino  -  brìs,  brisin 
pocolino  (un)  -  on  griéè 
poderaio  -  màsee 
podere  -  loeilgh^  màsdrìa, 

sit,  tera  [ghètt 

poderetto,  poderino  -  lo- 
poenia  -  poèma 
poesia  -  poesia 
poeta  -  poita 
poetico  -  poètich 
poggio  -  dòàs 
poi  -  poeii 
poiana  -  poiana 
poiché  -  degià  che 
polenda,  polenta  -  polènta' 
polentina  -  pàptna 
polire  -  liistrà 


poi 

politica  -  polìtica 
politura  -  lilstràdÈra 
j[>olizza  -  pdlisa,  bolèta 
pollitio  -  polee 
pollaiuolo  -  polirceli 
pollanca  -  palanca 
j)ollastro  -  polàster 
pollice    -    didòn ,    pòlis  , 

somes 
pollivendolo  -  polirceu 
pollo  -  polàster,  pùi 
pollo  d'India  -  polin 
pollone  -  sgàrsosu,  bròcch 
polmone   -  polmon,   ròse, 

coràda,  eoràdèla 
polpa  -  polpa 
polpastrello  -  gràèèll 
polpetta  -  polpèta 
polsini  -  liétìn 
X)olsino  -  màniéìn 
polso  -  pois 
polta  -  polt,  polla 
poltig'lia  -  polentina 
l)oltig'lioso  -  pàtuseènt 
l)oltiniccio  -  menìse 
poltrona  -  poltrona,   dor- 

mcms 
poltrone  -  poltròn,  fèscia, 

àscàdlse 
poltroneria  -  fèsciària 
polvere  -  p'òlver,  sàbia 
polveriera  -  polveréra 
polverino  -  èàbiin,  bràsii 
polverio  -  poheréì-i 
polvig"lio  -  eosinètt 
pomata  -  potnàda,   man' 

teca,  iìiguènt 
pomato,  pomellato  -  doblaa 
pomice  -  pomes  [dura 

pomiciatura  -  impòtnesà- 
pomidoro  -  tomàtesa 
pomo  -  pomèll 
pompa  -  pompa 
pompiere  -  pompiér 
pondi,  pondo  -  pone 
ponte  -  poni,  imbarcadero 
pontefice  -  papa 
ponticello  -  pontesèll,  cà- 

pilcìna 
pontificale  -  pontificaa 
pontile  -  iìnbàrcàdéro 
popolare  -  popola 
popolo  -  pòpol         [lonéra 
poponaia,  poponaio  -  me- 
popone  -  melón 
poppaione  -  bàstàrdòn 


-  1020  - 

poppare  -  tètt,  seiscià 
poppatoio  -  scisciòn 
porcellana  -  porcelàna 
porcheria  -  porcàda,  por- 

scèlàda,  riiff 
porco    -    lìòrch,    porscèll, 

loeugia 
porcospino  -  risporscèll 
poroso  -  poròs 
porre  -  ìnUt 
porsi  -  mètes 
porta  -  pòrta  [triòtt 

porta  coda  -  mttria,  mi- 
portabandiera  -  banderài 
portabicchiere  -  portàbi- 

cér  [din 

portacatinella  -  portàcà- 
portacroce  -  crocìfer 
portafoglio  -  portàfosùj 
portalettere  -  portàlèter 
portamento  -  dipdrt,  por- 

tàment  [letìn 

portantina    -   portantina, 
portantino  -  portoeilr 
portapunzoni  -  Msola 
portarsi  -  portàès,  dipor- 

tàéé 
portare  -  porta 
portata  —jiortàda 
portatura  -  porterà 
portavento  -  cànaa 
portello  -  porteli 
portento  -  miràcol 
portico  -  portich 
portiera  -  porterà 
portiere  -  portér  ,    inèèr- 

viént 
portinaio  -  portinàr 
porto  -  pòrt^  porlura 
portone  -  àntón,  àntdna 
porzione  -  porèidn,   pàrt, 

tàngént 
posamolle  -  bràsètt 
posapiano  -  posàpiàn,  tar- 
taruga [dtini 
posapiedi  -  sgabèlli    àope- 
posare  -    depònn,    pondà, 

bofà 
posarsi  -  imbrocàsé 
posata  -  posàda 
posatezza  -  éàvièsa 
posato  -  posaa 
posatoio  -  bàchèta 
posatura    dei    liquidi    - 

deposit,  dà  già 
poscia  -  p(Eii 


pre 

posdomani  -  posdomàn 
positivo  -  positìv 
posizione    -  posiéiòn,  si- 

tuàsión 
posolino  -  gropéra 
pospasto  -  de^èr 
posporre  -  pospònn 
possedere    -  posèd ,    àvè^ 

àvègh 
possente  -  potènte    gàiàrd 
possesso    -   ;josèéS' ,   prò- 

prietaa 
possibile  -  posìbil 
possibilità  -  posibilitaa 
possibilmente    -   iimànà- 

mènt  [ticolàr 

possidente  -  poàidént,  pàr- 
possidentuccio  -  crostinàtt 
posta  -  pòsta,  mèèa 
postema  -  piistema 
posticcio  -  postiss 
posticino  -  postàioeii 
posticipare  -   poéticipà 
postiglione  -  poétiòn 
posto  -  pòèt,  éit,  loeugh 
potassa  -  pottsa 
potente  -  potént 
potere  -  podè 
potinicchiare  -  poncigntL 
potticinare  -  sponcignà 
pottiniccio    -     pàètrùgn , 

càrpògn,  menìse 
poveraglia  -  poeràia 
poveretto  -  poerètt,  pover, 

meéehìn 
povero  -  poer,  pòver,  mi- 

seràbil 
povertà    -    miseràbilitaa , 

misèria 
pozzanghera  -  fòpa 
pozzetta  -  bogìn,  nàv'ell 
pozzo  -  pose 
pozzo  nero  -  cistèrna 
pranzare  -  disnà 
pranzo  -  disnà,  pràns 
pratica  -  pràtica 
praticante  -  pràticdnt 
praticare  -  2)ràticà 
pratico  -    pràtieh,    cògnit 
prato  -  praa 
pratoliua     -    primavèra , 

ìnàrgàritin^     càrdinàlitt 
preambolo  -  preàmbol 
precario  -  precàri 
precauzione  -  precàiiéiòn 
precedere  -  precéd 


pie 

precetto  -  precètt 
precettore  -  màHier 
precipitare  -precipilti 
precipitazione   -  precìpi- 

tàsiòn 
precipizio  -  precipui 
precisare  -  precistl,  deter- 
mina [tHa 
precisione  -  precision,  esà- 
preciso    -    precis ,    giUét, 

pimticàl 
preconcetto  -   prevemiòn 
preda  -  cidptLda 
predella  -écàgnèll,  comoda 
liredellina  -  càdreghìn 
predelline   (portare  a)  - 

fa  là  màdonina 
predellino  -  càdrcgdn,  bà- 

selìn,  cànàpertn,  sgàbelin 
prediale  -  prediàl 
predicare  -  predieà 
predicatore  -predicàtòr 
prediletto  -  predilètt 
predilezione  -  preferènsa 
prefazione  -  prefàsion 
preferenza  -  preferénéa 
preferire  -  preferì 
preferito  -  predilètt 
prefetto  -  prefltt 
prefisso  -  preftss 
pregare  -  prega 
pregrliiera  -  orààión 
preg-iare  -  àtimà 
pregio  -  onór  " 

pregiudicare  -  pregiiklicti 
pregiudizio  -  pregiiidìéi 
prelibato  -  prelibaa,  pàr- 

ticolàr 
preliminare  -  preliminàr 
preludio  -  preludi,  ovèrtiir 
premere  -  prèmiti,  cdlcà, 

schissià,  infà 
premettere  -  premètt 
premiare  -  premiti 
premio  -  prèmi  {siòn 

I)remonizione  -  premoni- 
premuuirsi  -  premiiniéé 
premura  -  premura,  iute- 

rèsàment,    urgénàa 
prendere  -  eiàpà,  mangia, 

tceii 
prenotare  -  prenota 
preparamento  -jorepàm<^^> 
preparare  -  prejiàrà,    pà- 

regia 
preparativo    ■  prepàràtìv 


-  1021  - 

prepotente  -  prepotént 
prerogativa  -  prerogativa 
presa    -    piana,    ciàpàda, 

pàtina,  tLnsa 
presagio  -  sègn 
presagire  -  disegna 
presbiterio  -  presbitèri 
prescindere  -  prescind 
presciutto  -  giàmbdn 
prescrivere  -  pre.§erìv 
presentare  -  presenta 
presentarsi  -  capita 
presente  -  presènt 
presentimento  -  presenti- 

mènt 
presenza  -  incolàdura,  pre- 
sèma 
presepio  -  presèpi,   màn- 

giàdòra 
preservativo  -  preservàtìv 
presidente  -  preéidènt 
presidenza  -  preéidèma 
presmone  -  nioèt 
pressa  -  calcherà,  flòta 
pressa  da  cacio  -  àsdn, 

totìdèll 
pressapoco  -  prèsàpòcch, 

àòtsora 
presso   -   àprèés,   àtàceh, 

tàeaa,  àtàcaa,  sòtt 
pressoché  -  tneneman 
prestanza  -  impresta 
prestare  -  impresta 
prestidigitazione  -  magia 
prestino  -  prestìn 
prestito  -  prèétit ,  imprè- 
presto  -  prèst  [étit 

presumere    -    presiimm , 

prosmtt,  intàiàss,   fldàés 
presuntuoso  -  presontUos, 

bògher 
presupporre  -  preéiipònn 
prete  -  pret 
pretendere  -  pretend 
pretesto  -  pretèsi,  sctlsa, 

ràmpin,  tìtol,  tinèa 
pretonzolo  -  pretàsciceiì 
pretore  -  pretòr 
pretto  -  sbotàsciaa 
pretura  -  pretura 
prevalere  -  domina 
prevalersi  -  prevàrièé 
prevaricare  -  prevarica 
prevedere  -  prevede 
prevenire  -  prevegnt 
prevenzione  -  prevension 


prò 

previdenza  -  previdènsa 
prevosto  -  prevdst 
prezioso  -  pixàiòs 
prezzemolo  -  i  èrborinn- 
prezzo  -  prèsi 
prigione  -  preson,  gàbia,. 

gàtàbUia ,    fìbia ,    cdmii^ 

sciòìi 
prigioniero  -  presonee 
prima  -  prima 
prima  che...,  prima  di  - 

àvtlnti  de  [mtlri 

primario    -   primm,  pri- 
primavera   -    primavèra  ^ 

màrgàritin 
primiero  -  primm 
primizia  -  primiHa 
primo  -  primm 
prìmoflore  -  primavèra 
principale  -principàL  me- 

ter 
principalmente  -  princi- 

pàlmènt 
principe  -  prmcip 
principio  -  principi 
priore  -  pridr 
privare  -  priva  [mènt 

privatamente   -    privàtà- 
privilegiare  -  privilegiti 
privilegiato  -  elèta,   pri- 
privo  -  priv  [vilegiaa- 

prò  -  prò 

prò  (a  che)  -  ad  qiiid 
probabile  -  probàbil 
probabilità  -  probabilità^ 
probità  -  onestaa,  gàlàn- 

tomtsmo 
problema  -  problèma 
probo  -  oiièét 
procaccino  -  pedòn,  por~ 

tàlèter 
procedere  -  procèd,  tràtà, 

tràtt,  diportàmènt^  depor-^ 

tàmènt,  vegnì 
procedura  -  procedura 
procella-  borinèri,  legntidoi 
processare  -  procèsà 
processione  -  funsiòn 
processo  -  procèéè 
proclama  -  jtrocltlma 
proclamare  -  proclamai. 
procura  -  procUra 
procurare  -  pi'ociirà 
procuratore  -  prociiràdór, 
proda  -  riva  [legai 

prodezza  -  prodèsa 


prò 

prodigio  -  miràcol 
prodigiosamente  -  miì-à- 

colosàmént 
prodigioso  -  miràeolds 
prodigo  -  prodigh,  spen- 

dàscion,  épenéieraa 
prodotto  -  rictiv        [crea 
produrre  -produ,  fa,  mètt, 
prò  fenda  -  pitànsa 
professione  -  profèHon 
professore  -  profesdr 
profeta  -  profeta 
profferire  -  proferì,  esebi 
profilare  -  filetà 
profilatoio  -  fllàddr 
profilo  -  profil 
profitto  -  jff'ofitt 
profluvio  -  profluvi 
profondamente   -  dénter, 

dent 
profondarsi  -  ingolfàsè 
profondo  -  profonda  fon- 

diiii,  fònd  [fiimà 

profumare  -  profuma,  per- 
profumino  -  gingìn 
profumo  -  àrèma 
progettare  -  progètt 
progetto  -  progètt 
programma  -  progràma 
progressivo  -  progrèsìv 
progresso  -  progress 
proibire  -  proibì,  interdi, 

inibì,  inebì 
proibizione  -  proibisiòn 
prole  -  ficeù 
prolisso  -  pirlòn 
prolungare    -    prolongà , 

slongà 
promessa  -  promH-a,  paròla 
promettere  -  promètt 
promosso  -  promòsé 
promozione  -  promoèiòn 
promuovere   -  promoeùv, 

pàsà 
pronipote  -  pronevod 
pronosticare  -  proiiosticà, 

mètt  [sègn 

pronostico    -   prondstich, 
prontamente     -     pronta- 
mente à  rinviàdtt 
prontezza  -  prontèàa 
pronto      pront,  efetìv 
pronuncia  -  proniinsia 
pronunzia  -  gdrga 
propalare  -propala,  épàm- 

pàntL,   sqiidià 


—  1022  — 

propendere  -  inclina 
propensione  -  inclinàéidn, 

tefidénàa 
propenso  -  propina,  portaa 
propina  -  propina 
proponimento  -  proponi- 

mént 
proporzione  -  proporéiòn 
proposito  -  proposit 
proposito    (a    che)   -  ad 

qiiìd 
proposizione  -proposiéidn 
proposta  -   esibiéion 
proposto  -  prevdst 
propriamente  -  prdpi 
proprietà     -   proprietaa , 

fondi,  fóndo 
proprio  -  prdpi 
proroga  -  pròroga 
prosa  -  prosa 
proscenio  -  proscèni 
prosciutto  -  giàmbon 
proscritto  -  proécritt 
prosopopea   -   prosopopea 
prosperare  -  prospera,  fiorì 
prosperità    -    prosperitaa 
prosperoso    -   prosperòs , 

proéporòs 
prospettiva  -   prospètìva, 

lontànànsa  [der 

prospetto  -  proàpètt,  quà- 
prossimo  -  prdsim 
prostendersi  -  tìràés 
proteggere  -  protég 
protendersi  -  destirààs 
protestante  -  protèsfdnt 
protestare  -protèétà,  ràm- 

pinà 
protesto  -  protèsi 
protettore  -  protetór 
protettrice  -  mtima 
protino  -  pròten 
protocollo  -  protocòll 
prototipo  -  originai 
prova   -   prceiìva,    eéperi- 

mént,  èàgg 
prova  di  stampa  -  proeuva 

de  stampa,  boràdór,  bòèa 
provare  -  proà,  prova,  sà- 
provarsi  -  bogià  [già 

provenienza  -  promniénsa 

orìgin,  emànàèidn 
provenire  -  provegnì 
provento  -   provént,   pro- 

vèce  [proèrbi 

proverbio    -   provèrbi, 


pnu 

provincia    -  provincia, 

proluda 
provino    -    provin,    proin 
provvedere  -  proéd,  munì 
provvedimento  -  misUra 
provvidenza  -  providénia, 

proidénsa 
provvisione    -   provision, 

provigion 
provvisorio    -   provisdH ,       i 

proisòri,  iìiterinàl  1 

provvista  -pì-ovista,  proiéta     ■ 
prudente  -  prtldént 
prudenza  -  priidénm 
prugno  "  brftgna 
prugnolo  -  jìàstìna 
pruname  -  bàrbtj 
pruneto,  prunaia  -  àrvéda 
pruno    -    briignoeù ,    brii- 

gnoeùla,  épin 
prurito  -  piirìsna 
pubblicare  -  piiblicà 
pubblicazione  -   piiblicà- 

éiòn 
pubblicità  -  piiblieitaa 
pubblico  -  pùblich 
puerpera  -  puèrpera 
pugnale  -  stili 
pugnello  -  bàsgia 
pugnetta  -  pàtina 
pugno  -  piign,   rigorón 
pula  -  bùia,    busca,    rèsca 
pulce  -  pures 
pulcinella  -  porcinèla 
pulcino    -    poresin,   biloeu 
puledro  -  poléder 
pulica  -  géma 
pulire  -  netà,  brava,  monda 
pulirsi  -  nètdés 
pulitamente -/)o/l^  polito 
pulito  -  nètt 
pulitore  -  polidor 
pulizia  -  polista,    netèéa, 

netisia 
pullulare  -  nàé§,  gèrmeià 
pullulato  -  nàsilu 
pulpito  -  pulpit 
pulvino  -  cosln 
pulzellona  -  popolana 
punch  -  pone 
pungente  -  picànt,  besiòs 
pungere   -    spung ,    becà, 

hesià 
pungetto,  pungolo  -  ghiaa 
punta  -  pimta,  guéa 
puntale  -  giigèla,  puntai 


pun 

puntare  -  puntà^  fermtl 
puntello  -  punteli,  tàpèll 
punteruolo  -  puntirceù,  fv- 

càrmt,  bàrbèll 
puntiglio  -  puntili 
puntiglioso  -  puntiliós 
puntiscritto  -  rnttrca 
l)unto  -  punto,  punt,  epoca 
punto  avanti  -  infilèta 
punto  e  virgola  -  punt  e 

rtrgola 
puntoni  -  bràscimu 
puntuale  -  puntuti 
puntura  -  puntura,  épwi- 

giuda 
pupilla    -  pilpìla,   popmi 

de  Voeuec 
pupillo  -  piipill 
puramente  -  piiràmént 
pure  -  pur 

purga,  purgante  -piirgdnt 
purgare  -  purga,  netti 
purgarsi  -  piirgàsé 
purgatura  -  porcherìa 
puro  -  p^r,  s'cètt,  sdii 
pusignare  -  peliicà  de  chi 

e  de  là 
pusillanime  -  vile 
pustula  -  x>^^tola 
l)utiferio  -  giubilee 
putrefare  -  màrsct 
1     puzza,  puzzo  -  èpum 
puzzola  -  gilàèta 

Q 

q  -  qu 

qua  -  età 

qua  qua  -  quàquà 

qua    qua    riqua    -    qtiàj 

quàiòtt 
quaderletto  -  chignmì 
\      quadernaccio  -  primàndta 
quaderno  -  quadèrno 
quadracelo  -  quàdràse 
quadralo  -    quàdree,  qua- 
drati 
quadrante  -  quàdrànt 
quadrare  -  quadra,  Squa- 
dra, quadretti 
quadraro  -  quàdree 
quadratino    -    quàdràtin, 
quàdràtòn  \der 

quadrato  -  quàdraa.  qutl- 
quadratura  -  quàdràdhra, 
quàdrètàdura 


—  1023  — 

quadrello  -  quàdrètt 
quadreria  -  quadrerìa 
quadrettino  - 5fropè/;<,  quà- 

.  dretln,  quàdrètón 
quadretto  -  quàdrètt 
quadrigliati,  quadriglie  - 

quadrili 
quadro  -  quàder 
quadrone  -  piànelòna 
quadruccio  -  quàdrèll 
quaglia  -  qutiia 
quagliatura  -  càgiàda 
quagliere  -  quàirmu. 
quaglieraio  -  quàiotéra 
qualche  -  quèj 
qualchecosa,    qualcosa  - 

qudicòèa,  qiièicosa,  quài- 

còès,  quHcòéè 
qualcosina  -  quàicosorìna 
qualcuno  -  quàidun,  quài- 

ghèdun  ' 

quale,  quali  -  quaa 
qualificare  -  qualifica 
qualità  -  prerogativa,  quà- 

lìtaa,  iort  [ménte 

qualnientecliè  -  conquàl- 
qualora  -  qualóra 
qualunque  -  ogni 
quando  -  quànd 
quantità  -  quàntitaa 
quantitativo  -  quàntitàtiv 
quanto  -  quànt 
quanto  mai  -  finàmài 
quanto  più  -  compÈ 
quantunque    -    àncàbèn, 

contiitt  che 
quaranta  -  quaranta 
quarantena,  quarantina  - 

quarantèna 
quarantino  -  quàràntin 
quarant'  ore  -  quàrànt'  or 
quarantottata   -   quàrdn- 

totàda 
quaresima  -  quarésima 
quaresimale  -  quàresimàl 
quartal)uono  -  càrtàbon 
quartana  -  quartana 
quarteruolo  -  marea 
quartetto  -  quàrtètt 
quarti  -  qutrt,  fòld 
quartiere  -  quàrtér,  àpàr- 

tàmént  [tin 

quartierino  -  àpàrtàmen- 
qnartina  -  quartina 
quarto   -   quàrt,    quàrtee, 

gàvèll 


quo 

quarto  d' oncia   -    quàr- 

dònsa 
quarto  d'ora  -  quàrdòra 
quartuccio-g'Màr^m,  sàina 
quasi  -  quasi,  àsquàs,  me- 

nemàn,  squàs,  squàsi 
quasi  punto  -  àpèna,  doma 
quatto  -  quàcc 
quattordici  -  quàtdrdes 
quattrinaio  -  borèon 
quattrino  -  ghèll^  quàtrìn 
quattro  -  quàter 
quattrocento  -  quàtèrcént 
quattropiedi  -  quàter  pee 
quella  -  quèla 
quelli  -  qiièj 
quello  -  quèll 
quercia  -  rdgor,  rògora 
querciolo  -  règondìn 
quesito  -  quesiti 
questi  -  quist,  étì 
questionare   -   qiiistiontt, 

competi,  cinquanta 
questione  -  qiiiètidn 
questo  -  quèèt 
questore  -  quèstór 
questua  -  quèstua 
questura  -  questura 
qui  -  chi 

quiescenza  -  quièseénàa 
quietare  -  quièta,  quièta 

gio,  imbonii  rèqiiià 
quiete  -  quiète^  pàs,  rèqiii 
quietezza  -  quietèsa,  éà- 

vièàa 
quietino  -  morgntn 
quieto  -  férmo,  quièti,  rà- 

còlt,  tràìiqmll 
quindici  -  quindes 
quinta  -  quinta 
quintale  -  qiiintàl,  fàss 
quinterno  -  qiiintèrnètt 
quintessenza    -     quinte- 

sènéa 
quintina  -  quintina 
quinto  -  qiiint,  qilintin 
qui  prò  quo  -  qilipròquò 
quissimile  -  qilidèìmil 
quistiouare  -  litiga,  seom- 
quistioue  -  Ut  [bàtl 

quistioni  -  ciàcer 
quitanza  -  quitànsa,  con- 

fèfsà,  ricèvàda 
quota  -  qiidla,  tàngént 
quoto,  ({woiìenìQ-quòsiènt 


r  -  èra 

rabbacchiotto  -  bàrdàèa 
rabarbaro  -  ràbài-bor 
rabbattere  -  cwibà] 
rabberciare  -  pèàà 
rabbia  -  dàìia,  ràbia.  ve- 
rabbiata  -  foreàda         [leu 
rabbino  -  ràbìu 
rabbioso  -  ràbios 
rabboccare  -  ràsti 
rabbrividire  -  bàrbèlà 
rabbuffato  -  rebilfaa.  ètra  ■ 

bufaa 
rabbuflfo  -  felipp,  fìlìpica, 

mostàciàda,  reciòcch 
rabesco  -  àràbUeh 
raccattare  castagne-  àn- 

tegià 
racchetta  -  pàlèta 
raccogliere  -  regoeuj 
raccolta  -  ràcolta 
raccolto  -  ràcdlt 
raccomandabile    -   ràco- 

màndàbil 
raccomandare  -    ràco- 

màndà 
raccomandatario   -  ràeo- 

màndàtàri 
raccomandazione  -  ràco- 

màndàsidii 
raccontare  -  cicuta  Sii 
raccorciarsi   -   restrénges 
rachitico  -  ràchìtich 
racimolare  -  gràpelà,  spi- 
garti 
raddolcire  -  indolii 
raddoppiare    -    ràdopià , 

redobid, 
radere    -   bertonà ,    rasa , 

sbarba  [ràdis 

radica,   radice   -    ràdica, 
radicchino,    radicchio  - 

bàrbèta,  biobio 
radimadia  -  rttspa 
rado  -  ràr 

radunare  -  ooneentrà 
radnra  -  tràcia 
raffardellare  -  infagotti 
raffazzonare  -  ràngià 
raffazzonato  -  ràngiaa 
raffermo  -  pòéà 
raffilare  -  refdà 
raffilatura  -  refilàda 
raffilature  -  remond&r . 


_  1024  — 

raffineria  -  ràfinària,  rà- 

finerìa 
rafforzarsi  -  rinforsàsé 
raffreddare -re/rè^'l,  sfregi 
raffreddarsi -s^^-e^fis^,  sorà 
raffrigno  -  càrpogn 
raganella  -  triceh  e  tràcch 
ragazza  -  bàgàia,   popola, 

tosa 
ragazzaglia,  ragazzame  - 

bàrdàéerta  menUdra 
ragazzata   -    bàgàiàda, 

bdrdàsàda,  fiolàda 
ragazzetto  -  màé'cètt 
ragazzo  -  bàgàj,   bàrdàsa, 

fioeù,  pivèll  [rtii)a 

ragazzone  -  bàrdàsdn,  bà- 
raggio  -  ràgg,  ràia 
raggiratore    -    ivibroidn, 

regiràdòr 
rai^giro  -  crhnes,    gttbola, 

gir,  imbroiàda,  involtiàda 

mànég,  menàda,  pàstiéé, 

polt,  polla,  ràgir,  regir 
raggiustare  -  regiUàtà 
raggiustatura  -   regiiistà- 

dUra 
ragguagliare  -   ràgiuìlià 
ragguaglio  -  ràguàli 
ragia  -  resina 
ragionare  -  ragiona,  reso- 

nà,  dèscor,  diécor,  diécUtt 
ragione  -  motiv,  reson,  tì- 

tol 
ragioneria   -   ragionarla, 

ragionerìa,  contàbilitaa 
ragionevole  -  ràgio7iévol 
ragionevolezza  -  orièétaa 
ragioniere    -    ragionati , 

contàbil 
ragna  -  àntàna,    àntànèla 
ragnaia  -  rdcol 
ragnare  -  rid,  slisà 
ragnatela  -  ràgnéra 
ragno  -  ràgn 
ragliare  -  ragià 
ragliata  -  ràgiàda 
raglio  -  ràgg.  ràgiàda 
raggrinzare    -    increspa , 

crèépà 
raggrinzatnra  -  incrèèpàda 
ragù  -  ràgo 
ralla  -  pàlèta,  pitela 
rallegrarsi  -  ràlegràsé 
rallevare  -  leva 
rama  -  rama,  brSca 


rap 

ramaglia  -  hrocaa 
ramanzina  -  merémur 
ramarro  -   bàchètee,  ghèés 
ramata  -  bàtàrèll,  boridòr 

de  ròcol 
ramato  -  ràniaa 
rame  -  ràmm 
ramerino  -   iisniàrìn,  ro- 

smariii 
ramicino  -  bròchéta 
ramiere  -  ràmee 
ramino  -  ràmirm 
rammaricchìo  -  frignàdUra 
l'ammendare  -  menda 
rammendatore    -   mcndee 
rammendatrice  -  mendéra 
rammendatura  -  càrpdgn, 

mendàda,  mendàdùra 
rammentare  -  Silgeri 
rammontare    il    fieno   - 

ber  ina 
rammorbidire  -  molificà 
ramo  -  ràmm 
ramolaccio  -  remolàsé 
ramoscello  -  frasca 
ramoso  -  rìmaa 
rampicare  -  rampa,  ràm- 

pegà 
rampichino    -   ràmpeghin 
rampicene  -  ràmpón 
rampini  -   ràmpinèra 
rampino  -  ràmpìn 
rampognare  -   briiécà  sii, 

càscia  Sii 
rampollo  -  sgàrsoeiì 
rampone  -  ràmpón 
rana  -  rana 

rana    bombina   -  bàgàgèll 
ranciato  -  orànsc,  color 
rancido  -  rànsg 
ranco  -  sciàbàlòn 
randagio  -  $dvài,   striisón 
randello  -  bàtàec,  cànsón, 

màngànèll,  mèner,  regon- 
rango  -  rango  [din 

rangolo  -  ràngol 
rannicchiar  si  -  *«sciVo<à4'6% 

niciàsé 
ranniere  -  sóin 
ranno  -  lesiva,  srnoeuj 
ranocchio  -  rana 
rantolo  ■  ràntegh 
ranuncolo  -  noroneol 
rapa  -    ràva,  bàcicia,    bo>-'. 

iòcch,  ce-ò-cd 
rapaccione  -  ràvètón 


rap 

rapanello  -    rdoànèll,    re- 

molààìn 
rapare  -  bertonti,  melonà 
raperella  -  pomèll,  rànéla, 

ràvèta 
raperina  (erba)  -  càsèll 
raperonzo ,   raperouzolo 

-  ràmpmtìsgen 
rapìcella  -  ràviseìoau 
rapidità  -  sveltèéa 
rapignoue,   rapone  -*bo- 

iòcoh 
rappacificarsi  -  giilàtdéè, 

reconciliàss  .    riconci- 

liMs 
rappe  -  crèpàsc,  malandrà 
rappezzare  -  rèpès-'à 
rappezzatura,  rappezzo  - 

rèpèìi-s 
rappiccinire  -  s-piscinì 
rapportarsi  -  rimètes 
rapporto -ràp5ri(,  relàsión, 

ripòrt 
rappreudersi  -  gropì 
rappresentare  -rà^ese«^a 
rappresentativo  -  ràpre- 

sentàtio  [sentàsiòn 

rappresentazione  -  ràpre- 
rap  preso  -  ràgrilmaa 
raramente  -  ràràmént 
rarità  -  ràritaa 
raro  -  ràr,  prodigiòs 
rasare  -  cànelà 
I  rascliia  -  raspa         [lama 
rascliiare  -  ras' età,  raspa, 
raschiatoio  -  rànseta,  rè- 

scadòr 
raschiatura  -  ràépàdilra 
rascia  -  perpefiièll 
rasente  -  àdree-àdree 
rasiera  -  rMpa,  sàpa 
rasiere  -  régol 
raso  -  àràs,  ras 
rasoio  -  rèso 
raspa      raspa 
raspare  -  rààpà,  Sàpà 
raspatìccio-duètt  e  ràmpìn 
raspo  -  gràpa 
raspollare  -  gràpelà,spi- 

gorà,  pincìortL 
rassegna  -  defilé,  mòètra, 

rovista .  rivi  sia 
rassegnare  -  notifica 
rassegnarsi  -  rdsegnàsé 
rassegnazione  -  ràéegnd- 

éión,  pus 

65 


—  1025  — 

rasserenarsi  -   indrisàss, 

inserènàss 
rassettamento  -  càvèsàda 
rassettare  -  càvèsà 
rassettatura  -  giiiétddura 
rassodare  -  indurì,  inspèsi 
rassomigliare    -   samèiti, 

somilià 
rasticone  -  tiràbràsea 
rastrellare  -  reétèlt 
rastrellata  -  restèlàda 
rastrellato  re  -  reétèlìn 
rastrelliera  -  reételèra,  bè- 
tta, denterà,  mesolin»,  Ma 

di  piàtt 
rastrellino  -  resègheta 
rata  -  rtita 
ratificare  -  ratifica 
ratrxppire  -  re^ciàss 
rattenere  -  ferma 
rattenersi  -  tegnisè 
ratti nare  -  ratina 
ratto  -  ràtt 
rattoppare  -  pèèà,  regiiiétt, 

spuncignà,  tàcontl 
ranco  -  ràuch,  gàrboeùsc 
ravacciuolo,  ravice  -    m- 

vìso 
ravaglione  -  s' ciopirceill 
ravanello  -  ràvànèll,  remo- 

làsin 
raviggiuolo    -    càrsénSa, 

robioeula,  ànolìn 
ravioli  -  màlfàtt 
ravizzone  -  ràveiòn 
ravvedersi  -  ràvèdèss 
ravviamento  -  càvèsàda 
ravviare  -  càvèèà,   destri- 

gàés,  distrigàss 
ravviato  -  càvèéé 
razione  -  ràéiòn 
raziocinio  -  ràsioeìni 
razza  -  rasa,  ààèta,  ràsgia 
razzalo  -  foghìsta 
razzamaglia  -  ràéàpàia 
razzo  -  àrsirosti,  édresHa 
razzolare  -  riispà 
re  -  rè 

reale  -  reM,  efètìv 
realizzare  -  redlisà 
realtà  -  reàltaa 
rebbiu  -  ràmpòn 
rebbio  -  punta 
recente  -  modèrno 
recere  -  rigetà 
recidersi  -  iàiàsè 


.     rem 

recidiva  -  ricàdUida 
recidivo  -  recidìv 
recipiente  -  recipiént 
reciprocanza  -    reciproca 
reciproco  -  reciproch 
recitare  -  recita 
recitativo  -  rècitàtìv 
reciticcio  -  porscèlitt 
reclamare  -  reclama 
reclamo    -    rèclàmni 
reclutare  -  recluta 
redigere  -  redig 
reddito  -  rédit,  intròit 
redina,  redine  -  rèdena 
redola  -  viàl 
redrizzare  -  indrièà 
refe  -  rèff 

referendario  -  reporter 
refettorio  -  re  fetori 
refrattario  -  refràtàri 
regalare  -  dona,  regala 
regalo  -  regali,  cado,  don 
reganno  -  màgioràna 
regata  -  regata,  règàda 
reggere  -  goèrnà,    porta, 

rég,  sostegni,  resìét 
reggifiasco  -  portàfià-^ck 
reggimento  -  regimént,  qo- 

èrno 
reggipetto  -  éoràcòll 
reggitirelle  -  lìòrtàtirdnt 
regina  -  regina 
registrare  -  registra 
registro  -  regtster,  copoàr 
regio  -  reàl 
regnare  -  regna 
regola  -  regola 
regolamento  -  regolàment 
regolare  -  regola,  regolar 
regolarità  -  regolàritaa 
regolarsi  -  contègnièé 
regolatore  -  regolàdor 
regoletto  -  listèll 
regoli  zia  -  regolisi 
regolo  -  riga,  pientèna 
relativo  -  relàtiv 
relazione  -  relàsidn,  ràport 
religione  -  rèligidn 
religioso  -  rcligiòs 
reliquia   -   reliquia,   vàn- 
remare  -  rèma  [ààÈsc 

remata  -  rèmàda 
remissione  -  rèmiéidn 
remo  -  rèmm 
remontoir,  remontorio  - 

rèmontoàr 


re» 


1026 


ne 


renainolo  -  bàiròn,  éàbio- 

nee 
rendere  -   rénd,  fa    àréd, 
càscia  (di  fuoco  ardente), 
làs^.  redà 
rendersi  -  réndes 
rendita  -  rendita^  rédit    , 
renella  -  éàbièta 
reni  -  rènn 
renitente  -  refràtàri 
rensa      rene 

renuncia  -  renùnsia,   ri- 
nuncia 
repertorio  -  repertòri,  ìn- 

des,  ìndice,  rubrica 
replica  -  rèplica 
replicare  -  rèpUeà 
reprimere  -  contègniéè 
repubblica  -  rcpùblica 
repubblicano  -  repiiblican 
repulisti,  ripulisti  (fa)  - 

fa  nètt 
requiare  -  bofà,  reqiiitt 
requie  -  rèqui,  rèqiiieni 
resa  -  résa 
rescritto  -  àtèrgaa 
residenza  -  astanterìa 
residuo  -  rèét 
resina  -  resina,    làrésina 
resistenza  -  resiéténsa 
resistere  -  resU-t 
respirare  -  respira,  fiàdà 
respiro  -  rèépìr 
responsabile  -  rèéponéàbiì 
responsabilità    -    rèspon- 

sàbilitaa 
ressa  -  fUrUgMa 
resta  -  rèstón 
restare  -  rèsta 
reste  -  bàrbis 
restiatoio  -  sgàrstn 
restituire  -  restituì 
restituzione  -   rèstitiinòn 
resto  -  rèst  [étréng 

restringere  -  rèstréng,  ri- 
restring'ersi  -  rèstrénges 
retaiuolo  -  rediroen 
retare    -  graticola  ^   qua- 
dretti 
retata  -   ciàpàda,   redtida 
rete  -  barbata,    bàrtàrèla, 
boterà,  nètàfónd,  ràmàda, 
réd,  ret,  pigàroeu 
rete  (da  beccacce)  -  àltà- 

nèll 
reticella  -  gradisela,  redìn 


reticolare  -  graticola 
reticolato  -  ràmàda 
retino  -  ràmàdìn 
retta  -  penàion 
retto  -  giiist 
rettore  -  i-etor,    goèrnàtdr 
rettorica  -  retòrica 
rettorie©  -  retòrich 
retro  -  rètro 
reuma  -  reuma 
reverendo  -  reverendo 
rerisione  -    rèvisiòn,  in- 

cònter 
rerisore  -  rèinsùr 
rezzo  -  òmb'-a 
rhùuim  -  riimm 
riavere  -  reeiiperà 
riaversi  -  ì-ebèlàss,  rimètès 
ribadire  -  rebàtt,  rebèeà 
ribalderìa  -  eàtiàiàda 
ribaltare  -  rebàltà,  ribàìttl 
ribassare  -  ribàsà 
ribasso  -  i-ibàéé 
ribattere  -  rèbàtt 
ribattitore  -  bàtin 
ribellarsi  -  revoltàés.  ri- 

■voltàés 
ribellione  -  rehèliòn 
ribes  -  ribes 
riboccare  -  sormonta 
ribollire   -    rebiiì,    siirbiiì 
ribrezzo  -  ribrèés 
ributtare   -   repiigntl,  ri- 
butti 
ricaduta  -  ricàdùda 
ricalcare  -  Iticidà 
ricamare  -   ricama,    tàcà 

là  frànsa 
ricamatura  -   ricàmàdtìra 
ricambiare  -  rénd 
ricambio  -  recìproca 
riCHmo  -  ricàmm 
ricapito  -  riefipìt,  recàpiti 

àdrèss 
ricascata    -  pànègiàmént 
ricattarsi  -  impàtàsen,  re- 
ricavare  -  ricava        [fàss 
ricavo  -  ricàr  [ràrìa 

ricchezza  -  ricJièsa,  scio- 
ricchissimo  -  milionari 
riccio  -  bisc,  risc^  rispor- 

srèll 
ricciottone  -  biseión 
ricci utello,    ricciutino  - 

biscioeù 
ricco  -  sciòr 


riccone  -  milionàri 
ricerca  -  indàgin 
ricercare  -  indaga 
ricevere  -  ricév 
ricevimento  -    ricèi'imént 
ricevitore  -  ricevidòr,  ri- 

cetòr 
ricevuta-  7-icevùda.  confèss 

qiiitdnsa 
richiamare  -  nota 
richiamo   -    riciàtnm,  re- 

ciàmm.  calamita 
richiedere  -  comporta 
ricincinnarsi  -  eineinàs:^ 
ricino  -  mantèca,  rìcin 
ricognizione    -   corèàpon 

èión 
ricompensa    -    'rompem- . 

corèsponsión 
riconcigliarsi  -    riconci- 
li àés,  reconciliàès 
riconoscere  -  ricoiioss.  re- 

conoss,  àprovà 
riconoscersi  -   orisontàès 
ricoprire  -  quàtà 
ricordare  -  iovègnì 
ricordarsi  -  regordàés 
ricordino  -  sovemr 
ricordo  -  ricòrdo,  memò- 
ria, sovemr 
ricoricare  -  sotèrti 
ricorrf'nza  -  ricorénsa 
ricorrere  -  ricò)' 
ricorso  -  riedrs 
ricotta  -  mascarpóne  mà- 

schèrpa 
ricoverare  -  ricoerà 
ricrearsi  -  divèrtiss,  st-à- 

riàsé,  respira 
ricreazione  -   ricreàHo» 

div'ertitnént ,  legrìa 
ricucitura  -  càrpògn 
ricuperare  -  recupera 
ricuperarsi  -  rimètes 
ridandone  -   sgàràsgion 
ridere      rul 
ridicolo  -  ridìGol 
ridoli  -  rtdoi 
ridotto  -  ridott 
ridurre  -  ridii,  porta 
ridursi  -  rèstrénges 
riempimento  -  impiè-nid-a 
riempire  -  impiènì 
riempito  -  pién 
rientrare  -  retiràés,  riti- 
rà§s 


rìf 

rifare  -  rèfà,  rifa,   shròià 
rifarsi  -  cdùtàsè,  ràngiàsà 

ingegnasi,    rebelàéè,   im- 

pàtàsen 
riferire  -  riferì- 
ri  fermare  -  rifèrmà 
rififi  -  rifa 

rifiatare  -  bofà,  fiàdà,  re- 
spira 
rifliitare  (uon)  -  no  di  ne 

biff  ne  bàff 
rifilare  -  refilà 
rifiorire  -  fìorètà 
rifiatare   -    reftidà,   nega, 

scarta 
ritìnto  -  rèfiid,  rifM,  ècàrt 
riflessivo  -  ràcdtt 
riflesso  -  riflèss 
riflettere  -  riflètt 
riflettore  -  rivèrber 
riflusso  -  riflUès 
rifondere  -  rifònd 
riforma  -  riforma 
riformare  -  riforniti 
rifreddi  -  relìqiii,  rànstlj 
ri  fu 'piarsi  -  refilgiàsé,  ri- 

fiigiàss 
riga  -  rìga 
rigaarlie  -  càécàmm,   me- 

nus,  regài 
riirare  -  riga 
rigatino  -  rigàdin 
rimatore  -  restelón  de  riga 
rigattiere  -  pdtee 
rigettare  -  rigetà 
rigidezza  -  7-igdr 
rigogolo  -  gàlbee 
rigore  -  rigor 
rigoroso  -  rigoròs,  sevér 
rigovernatura  -  eorobia 
riguardato  -  riguwdaa 
riguardo  -  riguàrd 
rilasciare  -  làsà 
rilascio  -  rilàsé- 
rilegato  -  ligaa 
rilegatura  -  ligddùra 
rileggere  -  rilég 
rilevante  -  viàtos 
rilevare  -  rileva 
rilievo  -  rilév 
rilucente  -  bàrliisént , 

sbèrliisént 
rilucere  -  bàrliisì,  sbèrliisl 
rima  -  rima 
rimanere  -  redtt 
rimarginare  -  éàrti 


-  1027  - 

rimarginarsi  -  éàldttés 
rimario  -  rimàri 
rimasuglio  -  t-ànsàUsc,  rà- 

tàtóla 
rimbalzo  -  sbàls 
rimbalzare  -  imbràgàss , 

shàlM 
rimbambire  -  rebàmbi 
rimb  imbito  -  bàlòta,  ciiceh 
rimbeccare  -  rebècà.  repià 
rimboccare  -  rèbàtt 
rimboccatura  -  ddbia 
rimbolubare  -  rèbombt, 
rimborsare  -  rifónd 
rimborso  -  rimbòré 
rimbrencio  -  fìribiis 
rimbrenciolo  -  étràfòj 
rimbrividire  -  bdrbèlà 
rimbrottare  -    càsciàsu, 

tnoétàcià 
rimbnsta  -  pètiirìna 
rimediabile  -  remèdiàbil, 

rimèdiàbil 
rimediare   -  rimedia,  re- 

niedià,  ripara 
rimedio  -  rimedi,  remedi, 

medegàmént 
rimenarla  -  menala 
rimendare  -  menda,  tàeonfi^ 

repUdorà 
rimendatore  -  mèndee 
rimendatrice  -  mendéra 
rimeudatura,   rimendo  - 
^  mendàda,  tnendàdiira 
rimessa  -  rimèsa 
rimessione     rilààé 
rimessiticcio  -  rebiitt 
rimestarla  -  mentila 
rimetterci  -  giuntagli 
rimettersi  -  bàndonàss 
rimirare  -  rimira 
rimodernare  -  rimoderna 
rimondare  -  monda 
rimondatura  -  retàj 
rimttndature   -   rèmondà- 

dUr 
rimonta  -  remontàdUra 
rimontare  -  remonttl 
rimordere  -  rinidrd 
rimorso  -  rimdré 
rimpallo  -  repicch 
rimpannarsi  -  quàtàéé 
rimpannucciarsi  -  rebeldss 
rimpettito  -  bófànt 
rimpiattare  -  fognata 
rimpiazzare  -  rimpiàsà 


rip  

rimpinzare  -  impirotà 
rimpinzarsi  imbàsofiàsé 
rimpinzato  -  fognaa 
rimprovero  -  bepùda,  cria- 

da,  filipp,  filipica,  osèr- 

vàéiòn,  rimpròver 
rlncalcagnare  -  àcàlcàgnà 
rincalzare  -  regolati 
rincalzo  -  risorsa 
rincappellare  -  incàpelà 
rincarare  -  crèsé 
rincartare  -  àprètà 
rincontro  -  inconter 
rincrescere  -  rincì-èsà 
rincrescimento  -  rincrè'- 

scimént 
rinculare  -  reeiilà 
rinfacciare  -  rinfàeià,  mo- 

étàcià 
rinfagottarsi  -  impàgno- 

tMé 
rinfrescante  -  rinfrèScànt 
rinfrescare  -  rinfreèctL,re- 

frèécà 
rinfresco  -  éporginiènt 
rinfrinzellare  -  càrpognà 
ringhiare  -  rogntt 
ringhiera  -  fèràda 
ringranare  -  rèétobitt 
ringrano  -  reàtòbi 
ringraziamento  -  ringrà- 

éiàmént 
ringraziare  -  ringràsià 
rinnegato  -  rinegaa,  rè- 

negaa 
rinnovare  -  rinovà,  renarti 
rinnovazione  -  rinovàsioti, 

rènovàéiòn 
rìntegolare  -  retèeitl 
rinterzo  -  càtiton 
rintoccare  -  bòtintL 
rintonacare  -  rèétàbiU 
rinuncia  -  rinunsia 
rinunciare  -  rèfìidà 
r invangare  -  i-evàngà 
rinvenire  -  revègnì 
rinvestigare  -  revàngà 
rinvigorirsi  -  ingàgliàr- 

disà,  ingàiàrdiàs 
rinvilire  -  editi 
rinzaff'are-  imbroctl,  étàbilì, 

rebocti 
rinzaffatura,    rinzaffo    - 

imboiàcàdUra 
riottoso  -  ràtelàtt 
riparare  -  ripara 


rip 

ripassare  -  ricor 

ripesco  -  gir 

ripetere  -  ripèti,  bìsà 

ripetitore  -  ripètidor 

ripezzare  -  repèsà 

ripiano  -  rèpitn 

ripicco  -  rèpicch 

ripido  -  in  pee 

ripiegare  -  ripiega, 

ripiegarsi  -  dobiààé 

ripiego  -  ri/iiégh 

ripieno  -  pién,  fodrìna 

riporre  -  gunrnò,,  mètt  vìa 

riporto  -  ripari 

riposare  -  riposti,  fèrmàSs, 
rèqtiià.  poéà 

riposo -ripòs^pàUsa,  quiete, 
rèqùi.  pas 

ripostiglio  -  ripoétili,  re- 
postili,  secréti,  éegrètt 

riposto  -  bufè 

riprendere    -   briiécà  éfi 

riprese  -  cdv 

ripugnanza  -  ribrèèé 

ripugnare  -  repilgnà,   ri- 
butti, urta 

ripulire  -  dèsmorbtt 

ripulita  -  netàda 

riputare  -  giudica 
riputazione  -  ripiitààión, 

crédit 
riquadrare  -  quadra 
risaia  -  riséra 
risaltare  -  risalta,  cipà 
risarchiare  -  remondà 
risarcire  -  cioàtrisààs 
risata  -  ridàda,  ridùda 
riscaldamento  -  fogàéion 
riscaldare  -  scalda 
riscaldato  -  fogaa,   info- 

làrmaa 
riscappinare  -  rèmontà 
riscattarsi  -  càutàsé 
rischiararsi  -  indriéàéè 
rischio  -  rié'c,  pcrìcol 
rischioso  -  àsàrdòs 
risciacquare    -    resentà , 

ààequàgià.  Sàquàgià 
risciacquatolo  -  fUga 
risciacquatura  -  eiorlìna, 

resentàdùra 
risciacquo  -  cUnHà 
riscontrare    -    riscontra, 

controlà 
riscontratore  -  controlceùr 
riscontro    -     controlàrta , 


—  1028  — 

cmitroleria,  eontròll,  pàn- 

dàn 
riscossione  -  incàèé 
riscuotere  -  ìncàéà,  scoeud 
riserbo  -  scòrta 
riserva  -  risèrva 
riservatez/a  -  risermtééa 
risipola  -   rosìpola,  mài- 

sàsc 
risma  -  risma 
riso  -  rls 
risolare  -  resola 
risoluto  -  risoluto 
risolvere  -  deeìd 
risolversi  -  risdl'ves,deeides 
risone  -  risoti 
risorsa  -  risorsa 
risotto  -  risoli 
risparmiare  -  riépàrmit, 

èconomisà,  spàrmt 
risparmio  -  risparmi,  eco- 
nomia 
rispettabile  -  riépètàbil 
risp -ttare  -  rié-pètà 
rispetto  -  rispètt,  religìon 
rispettoso  -  rispètds 
rispleiidere  -  lUst 
rispondere  -  risponda  rè- 

Sf)dnd,  repià,  rebèctt 
risposta  -  risposta 
risprangare  -  disi 
rissa  -  Ut,  bèga 
ristabilire  -  rèstàbill 
ristabilirsi  -  ristàbiliés 
ristagno  -  riétàgn,  àrènà- 

mént 
ristampare  -  ristampa 
ristauro  -  restàiir 
ristoppiare  -  reslobià 
ristorarsi  -  respira,  risto- 
ristoro  -  riélor  [ràss 

ristrettezza  -  ristrètèsa 
ristretto  -àbresgé,  riétrètt, 

ciisii 
ristucco  -  sàgg,  étuff 
risultare  -  risulta 
risuscitare  -  resilscità 
ritagli  -  stretàj 
ritaglio   -   rettj ,    ràn^àj, 

dettili 
ritardare  -  ritarda 
ritardo  -  ritàrd 
ritegno  -  ritègn 
ritenere  -  contegniés,  ri- 
tegni, tràtègnì 
ritentiva  -  ritentU-a 


roc 

ritirare  -  ritira         [ràés 
ritirarsi  -   ritiràss,    reli- 
ritirata  -    ritiràda,    reti- 
rada,  càmer 
ritiro  -  retir,  ritir 
ritmo  -  témp 
rito  -  rito 
ritoccare  -  ritocà 
ritocco  -  ìtiMer 
ritornare  -  torna,  repègni, 

rim,èles 
ritornello  -  ritoi-nèll 
ritofno  -  ritorno 
ritrarre  -  ricava 
ritrattarsi  -  ritràtàéè 
ritratto  -  ritràtt 
ritrecine  -  rodòn 
ritreppio  -  éàtnbruca 
ritto  -  dritt,  driés,  iìidritt, 

indriss 
riunione  -    eróse,   croeéso 
riuscire  -  reiiét,  vègni 
riuscita  -  èsit 
riva  -  riva,  épònda 
rivalersi  -  impàlMen 
rivangare  -  rivanga 
rivedere  -  pàéà,  rivede 
rivedersi  -  rivedèéé 
rivellino  -  meneghina 
rivemlugliolo  -  postee 
rivenire  -  torntL 
riverbero  -  rivèrber 
riverenza  -  riverénéa 
riverire  -  riveri,  reveri 
riverisco  -  reverisi 
rivincita  -  pàs 
rivista  -   rivista,    revista, 

defilé,  moàtra 
rivocare  -  rèvoca 
rivolgimento  -  gir 
rivolta  -  pàlelèla,  rebèlión 
rivoltare  -  rivolta,  revoltà, 

àrà,    fenàgià 
rivoltella,  rivoltina  -  re- 
volver 
roba  -  roba 
robinetto  -  riibinètt 
robinia  -  rubina 
robustezza  -  /orsa,  vita 
robusto  -  robààt 
rocca  -  roca,  liimin 
roccata  -  paniseli 
roccetto  -  rochètt 
rocchetto    -    eàpioiu,  ro- 
chètt, pignòn 
roccia  -  gcìna 


roc 


—  1029 


sac 


roccìe  -  bricch 

rocco  -  ròcch,  bòtt 

rodere  -  roda  ,  rosegà  , 
smangiti 

rodersi  -  bisct 

rodomonte   -    spàron 

rograzioni  -  litàmj 

rogito  -  rògit 

rognii  -  rogna 

rol Ietta  -  rolèta 

rolletto  -  rolètt 

romaiola ,  romaiuolo  - 
mescola,  tàéa 

romano  -bronshi 

romanzina  -  romànstna, 
beeuda,  ràfè,  eriàda,  fè- 
lipp,  fìlàda,  filìpa,  infe- 
meràda ,  mostàciàda,  va- 
gò, rèfilàda,  rèfilè,  ro- 
sàda 

romanzo  -  romàne 

rombazzo  -  bàcànéri 

rombo  -  (Mèli 

romice  acquatica  -  èrba 
amara 

romito  -  remlta,  eremita 

romore  -  èpuell 

rompere  -  rdmp,  àrà,  écàr- 
j)tl,  s'cèptL 

rompicapo  -  rompàeoo 

rompicollo  -  bàlòsé,  li- 
fròcch.  scorlàcoo 

rompimento  -  ròtùra 

ronca  -  rensriòtt 

roncola  -  ràmpinètt 

roncolo  -  pigàsìn 

ronchetto  -  foleinètt 

ronda  -  ronda 

rondine  -  ròndcna 

rondine  (riparia)  -  dàr- 
dàn,    dàrdànèll,    dàrden 

rondò  -  rondò 

ronzino  -  briiec 

ronzone  -  vioécon 

rosa  -  roeusa,  sciscimt 

rosaio  -  rosusa 

rosario  -  rosàri 

rosellina  -  gràtàcUU 

roseo  -  color  incàrnàdhi 

rosetta  -  incàéter 

rosicare  -  rosegà 

rosicchiare  -  resignfi,  ro- 
da, rosignti 

rosmarino  -  ilsmàrin 

rosolaccio  -  popolana 

rosolare  -  confmti 


rosolato  -  tòit 
rosolia  -  fèli;  fere 
rosolio  -  rosòli 
rospo  -  sciati 
rosso  -  ro8à\  sègn 
rossoretti  -  pomitt 
rosta  -  crèé-pìn  [rogna 

rosticci  -   màrògna,    mo- 
rosticciere  -  bois 
rosume  -  ràfisàj 
rossumata  -  rosiimàda,  re- 

suniàda 
rota  -  mosùla 
rotabile  -  eàrosàhil 
rotaia  -  trotàdor 
rotare  -    bi'rlà  ,    inrodà  , 

pirla 
rotazione  -  gtr 
rotella    -    bìrlo ,    boi-eia  , 

campimeli 
rotellina  -  bàsgia 
rotolare   -   rotola ,   boria, 

borianti,  ciirlà 
rotolata  -  tòtna  [lòn 

rotolo  -  ròtoli  càvèss,  bor- 
rotondo    -   rotònd ,    tònd, 
rotta  -  càlàda         [ì-edónd 
rottami  -  botiinim 
rotti,  rotto  -  ròtt 
rottorio  -  fontìcol 
rottura    -   rotUra  ,    ròta  , 

guàét 
rotula  -  borèla 
^roventare  -  roentà 
rovere  -  rogar,  rògora 
rovescina  -  dòbia 
rovescino  -  cànèta,   rebà- 

tidura 
rovescio  (a)  -àV  incontràri 
rovescio    -  rovere,  inverà, 

ratina 
rovina  -  riiìna^  disàster 
rovinare  -  riiinà,  éàéinà, 

bolgirà ,    pérd  ,    bosàrà  , 

màsàcrà 
rovinarsi  -  pèrdes 
rovinato  -  pèrdiiii,  riiinaa 
rovistare  -  fogna 
rovo  -  spm 
rozza  -  àprèla 
rozzo  -  dèsgàrbaa,   groèo- 

làn,   grilhiàn ,    ordinàri^ 

rustich,  èàlvàdegh,  sgi-ésg 
rubacchiare  -  raspa,  ro- 

bàtà  [rubina 

rubacuori  -  robàcoinr,  bà- 


rubare  -  roba,  gratti,  bara, 

foràgià,  mena  dent,  ràn- 

già 
ruberia -roM^^Si,  làdrdrt» 
rubino  -  riibin 
rubrica  -  rUbrica 
ruderi  -  botiimm 
ruffa,  raffa  -  eiàpa  ciàpa 
ruga  -  crespa^  grìnsa 
ruggine  -  matta,   negròn, 

rùgin 
rugsrire  -  riisgì 
rugiada  -  rostLda 
rugoso  -  crèsp,  crèspaa 
rugumare  -   màétegà,  se- 

grinà  . 
rullare  -  borlonà 
rullo  -  borldn,  morinèll 
rumenta  -  ruff 
rumentaio  -  rUee 
ruminare  -  màsnti 
rumine  -  bar  et  a 
rumore  -  frècàss,  fiirugà- 

da.  émdrgèss 
ruolo  -  piànta,  stàt 
ruota  -  roeuda,  torno 
ruotone  -  rodda 
ruspa  -  ràgia 
ruspare  -  raspa 
russare  -  ronfà,  ràntegà 
rustichezza,    rusticità  - 

riièteghèsa 
rustico  -  r&stich,  ghìrla  , 

pèrsegh,  picch 
ruttare  -  roda 
rutto  -  roeud 
ruvida  -  éprèla 
ruvidezza    -    riièteghèsa , 

màlàgràéia 
ruvido  -  dèsgàrbaa.  riiàpdn, 

rustich,  sgrèsg,    montrii- 

GÒtt,  tànghen 
ruzzante  -  smorbi 
ruzzo  -  riisé 
ruzzolare  -  boria,  borlondi 


s  -  èéa 

sabato,  sabbato  -  èàbet 
subbia  -  sàbia 
sabbioso  -  sàbids 
sacccmte  -  dotar 
saccenteria  -  dotoràda 
saccentone  -  èàpienton 


sac 

sascheg-^iare   -   éàchègià, 

botinà 
saccheggio  -  éàchég 
sacco  -  sdcch,  gòss 
saccoccia  -  sàcocia.  gàidfa 
saccone  -  bàlon,  pàiàriés^ 

pàiòn 
sacerdote  -  -pì-ét  [tt 

sacramentare  -  éàeràmen- 
sacrameiito  -  éàcràmént 
sacrestia  -  sagrestia 
sacrificare  -  sacrifica 
sacrificio  -  sàcrifìsi 
sacrilegio  -  sàerilég 
sacro  -  sacro 
saeppolo  -  speron 
saetta  -  sàeta,  mècia,  dia- 
voléti 
saettone  -  smirdld 
saettnzza  -  punta 
sagace  -  fin 
sagacia  -  finesa 
sagacità  -  drolàrìa 
saggiare  -  tàètti 
saggiatore  -  àsàgiàdòr 
saggina  -  melga,  melgheta 
sagginale  -  melgàse   déla 

mèlga 
sagginella  -  melgheta 
sagoma  -  sàgoma 
saggio    -    sàgg,    eàmpiòn, 

esperiménti  mostra,  tocch 
»<agratina  -  sgàiósa 
sagrato  -  segraa 
sagrestano  -  éèertsta,  se- 

grìsta 
sagrestia  -  sagrestìa 
saina  -  melga 
sala  -  sàia,  lisca,  éaa 
salacca  -  sàràcch 
salamandra    terrestre   - 

eerctkria 
salame  -  sàlàmm 
salamistra  -  dotdr  del  lèla 
salamistrare  -  plàtà, 
salamoia  -  salina 
salare  -  bigia,  éàlà 
salario  -  onoràri,  sdiàri 
salata  -  insalata 
salato  -  sàlaa 
salcio  -  sàres 
saleraut  -  sàlcràut 
saldare  -  salda 
saldarsi  -  éàldàéà 
saldatolo  -  sàldàdor  \ 


—  1030  — 

saldatura  -  éàldàdura,  pe- 

rùea 
saldo  -  saldo,  sàld,  frànch, 

stàgn 
sale   -  éaa 

salgemma  -  sàlgèma 
salice  -  éàres 
saliera  -  éàlin 
salire    -    monta,    rampa, 

ràmpegà 
saliscendi  -  àlsàpè,  ùlsà- 

pce,  sàltàrèll,  spàgnolèta 
salita  -  sàlida,  montàda, 

rampa  [spua 

saliva    -    saliva,    bàuscia, 
salivazione  -  éàlivàsidn 
salma  -  mòrt 
snlmo  -  salmo,  éàlma 
salnitro  -  sàlmter 
salone  -  lisca 
salsa  -  salsa,  póeia 
salsamentario  -  sdléàmen- 

tàri 

salsiccia  -  liigànega 
salsicciaio  -  liigàneghee 
salsiccione  -  sàlèisòn 
salsicciotto  -  liigmiegòtt 
salsiccinolo  -  lUqàneghin 
saltabecca  -  cornàbd 
saltaleone  -  àrgentin 
s:iltamin«iosso  -    tirincUu 
saltare  -  salta 
saltarello  -  sàresèta 
saltatore  -  sàltàddr 
saltellare  -  salta 
salterello  -  màrtelètt 
salto  -  éàlt 
salubre  -  édn 
salumiere  -  salsamentàri, 
cervèlee,    màsàgàtt,  trià- 
gàtt  [édn 

salutare  -  sàlUdà ,   ròveri, 
salute  -  sàlut  [doti 

salvacondotto  -  édlvàcon- 
salvadanaio  -  sàlvàdànee 
salvaguardia  -  salvaguàr- 
dia 
salvamento  -  sàlvàment 
salvare  -  èàlvà 
salvastrella  -  pimpinèla 
Salvatore  -  Salvador 
salve  -  salate 
salvia  -  erbàsàvia 
salvia   selvatica  -   morè- 

Idna 
salvietta  -  serviéta,  màntìn 


sap 

salvo  -  éàlv 
samare  -  àngiolitt 
sambuco  -  sàmbùch 
sambuco   (fior  di)  -  pà- 

nigàda 
sanare  -  guari 
sancire  -  sànsionà 
sandalo  -  sàndol 
sandalo  rosso  -  àngàrò*i 
sandracca  -  sàndràea 
sanfelino  -  felin 
san:; ne  -  sàngu 
sanguinaccio  -  sdngUinàsé, 

biisèck  itt,  busèchin 
sanguinare  -  sàngicànà 
sanguinario   •  sanguinàri 
sanguine,   sanguinella  - 

éàngiiinèla  [nént 

sanguinolento  -   sànguà- 
sangnisorba  -  perseghètt 
s  >nguisuga      sdnguèta 
sanità  -  sàlut 
sanitario  -  sanitàri 
sanitario    (  ufficiale  )    - 

lànsiàn 
sanmartino  -  sànmàrtin 
sano  -  san,  robùst 
sansa  -  pànèll 
sansnco  -  màgioràna 
santagio  -  comodin,  polen- 

tòtì,  tartaruga 
Santamaria  -  màrtinpèsoé 
santino  -  màistaa 
santità  -  sàntitaa 
santo  -  sànt 

santo  chieria  -  sàntociàrta 
santola  -  madrina 
santolina  -  proten 
santolo  -  pàdrin,  giiidàsé 
santone  -  beàtòn 
santoreggia  -  segrigiomra 
santuario  -  santuàri 
sannto  -  denciàter,  deneiòn 
sanzionare      sànsionà 
sapere  -  sàvè 
sapientone  -  sàpientòn 
sapienza  -  sàpiénsa 
saponaio    -    sàonàtt 
saponaria  -  saponària 
sa)>onata  -   èàonàda,   éà- 

vonàda 
sapone  -  sàdn 
sapore  -  éàor 
saporito  -  giistòs  [rUa 
saputello  -  dotar,  cicià- 
saputo  -  sàviiU 


I 


d 


sar 


—  1031  — 


sea 


SBracinare  -  penciòrti,  pene 

sarcastico  -  besids 

sarchiello  -  sàpìn,  raspiti 

sarchio  -  ràsmn,  sàpa 

sarda,  sardella  -  éàrdèla 

sarrocchino  -  pelegrhia 

sartiame  -  eordària 

sarto  -  sàrt 

sassata  -  sdéàda 

sasseto  -  càràvee 

sasso  -  sàss-,  piètra 

satira  -  sàtira 

satollare  -  sàgola 

satollarsi  -  sodisfàM 

satollo  -  Ségoli 

sanro  -  sàìir 

sayio  -  sàvi 

savoroso  -  pieànt 

saziare  -  sàgola 

saziarsi  -  iodisfàsé 

saziato,  sazio  -  sàsi,  mgg, 
sàgoll.  pièn  [cada 

sbadatagrg'ine  -  locàda,  o- 

sbadato  -  locch 

sbadigliare  -  sbàdilià 

sbafflare  -  pàcià        [pèeà 

sb  ■g'iiaie    -   bolètà,    fàlà, 

sbaglio  -  sbàli,  equivoch, 
fall,  gàniber,  màcàràtt, 
qiiipròqud,  smsta 

sballare  -  desbàlà,  disbàlà, 
pàs-à,  bagola  [golàda 

sballata,  sl^allatura  -  bà- 

sbiillo  -  pàés 

sballone  -  bàgolón 

sbalordimento  -  sbalordi- 
rne nt,  imbàlordimènt,  lo- 
ehìsia    inciochimént 

sbalordire  -  sbalordì,  im- 
balordì, inloehì,  inciochl 

sbalordito  -  locch 

sbalzare  -  shdléà 

sbalzo  -  sbàls 

sbancare  -  sbanca 

sbaraglino  -  triceh  e  tràcoh 

sbarazzare  -  sbàràsà,  dc- 
sbàràsà,  disbàràsà,  de- 
siminegnà-,  disimpegnà , 
dèàfèscià 

sbarra  -  sbàra 

sbarrare  -  sbàrà.  sbàràtà 

sbarrarsi  -  destiràsà 

sbarbare  -  sbarba 

sbarbatello  -sbarbateli 

sbarcare  -  sbarca 

sbarco  -  sbàrch 


sbastire  -  desbàsti,  disbàsti 
sbattacchiare  -  sbàtàgià 
sbattagliare  -  scampana 
sbattere  -  sbdtt 
sbattezzarsi  -  desbàtesàsé, 

disbàtesàsé 
sbattimento  -  sbàtuda 
sbattitoia  -  bàtiroeù 
sbattuta  -  shàttìda 
sbattuto  -  àobàiiiii,  patii 
sbavare  -  fa  là  bava 
sbendare   -  desbindà,  di- 

sbindà 
sbercia  -  pesci/^ù 
sberleffe  -  sberlèff 
sberrettata  -  scàpèlàda 
sbertucciato  -  ptlàtént 
sbevacchiare  -  bevasela , 

bagàscia  [da 

sberazzamento  -  bàgàscià- 
sbevazzare  -  bevasela,  sbà- 

gàscià,  bagàscia,    càràfà 
sbeva  zzatore  -  bevàseiòn, 

bàgàscion 
sbiasciare,  sbiascicare  - 

biàéà 
sbieco  -  sbièés 
sbietolare  •  càràgnà 
sbiettare  -  svignasela 
sbigottimento  -  stremisi 
sbigottire  -  fa  st'^emi 
sbigottirsi  -  sgomentàss 
sbilenco  -  tiorba,  tobis 
sbilurciare  -  sbèrlogià 
sbirciare  -  spìng 
sbirro  -  sbh- 
sbizzarrire  -  eipà 
sboccare  -  sbocà,  imbocà, 

rnètt  [seion 

sboccato  -  sbocaa,  Itnguà- 
sbocco   -   sbocch,    imbocà- 

dù'-a 
sbocconcellare  -   boconà, 

crostinà,  plsigà 
sbornietta  -  gàinSta 
sborrare  -  desimbstì 
sborsare  -  sborda 
sborso  -  sbors        [sbotonà 
sbottonare  -  desbotonà,  di- 
sbozzino  -  pùnta 
shoz/o  -  sbòèà 
sbozzolare  -  tneu  foeura  là 

màsnàdùra 
sbranare  -  sb  ànà 
sbrancare  -  sb'ocà 
sbraitone  -  desàsì 


sbravazzata  -  biilàda 
sbrendolo  -  firibiis 
sbricciolare  -  sfregala 
sbricio  -  sblòcch 
sb  igare  -  despèdi,   evàd, 

spdcià 
sbrigarsi   -  sbrigàsà,  de- 

st  ^igàsS,  dlstrigàsà 
sbrigativo  -  evàstv 
sbrigliato    -    sbriaa,    dc- 

sbriaa 
sbrigo  -  evàsi Òn 
sbrinzo  -  sbhis 
sbroccare  -  brovà 
sbroccatura  -  b  ovàdùra 
sbrodolone    -    sbrodolòn , 

boìs,  pilàtt 
sb  oscia  -  bisa 
sbrucare  -  pela 
sbruffo  -  sbrofà,  sbròff 
sbuc'-iare  -  pela  [tra 

sbudellare  -  sbtisècà,  sven- 
sbullettatura  -  cdlcinàroeu, 

càlciniroeu  [tré 

sbuzzare  -  nedrUgà,  sven- 
scabbia  -  rogna 
scacazzare  -  bagola 
scacc  ito  -  quàdrètaa 
scacchi  -  seàcch 
scacchiare  -  mognà 
scacchiera  -  dama 
scacciamosche  -  moéchi- 

roeula  [i'wa 

scacciapensieri  -  sànfdr- 
scacciare    -   borì ,    càscia 

vìa 
scacciata  -  cheein 
scaccino  -  biiseree 
scacco  -  seàcch 
scadente  -  scàdént 
scadere  -  scàd 
scaffale  -  écàfàl,  peltréra 
scaffaletto,  scaffalino  da 
I      sala  -  etàsgèr,  etàsgè 
scagionare  -  giiiétiftcà 
\  scaglia  -  mitràlia,  schèia 
I  scHgliare  -  s'  glàeà,   tira, 
i       tra 

scagliarsi  -  scheiàsà 
scagnarda  -  carampana 
scala     scàia,  trafila 
scalcare  -  trincia 
scalciare  -  écàlàà 
scaldare  -  écàldà 
scaldatoio  -  scàldìn- 
scaleo  -  fiorerà 


sca 


—  1032 


sce 


scaletta  -  écàlèta 
scalfire  -  deriiseà 
scalfltura  -  sfrìs 
scalinata  -  écàlintda 
scalinetto  -  bàsèlin 
scalino  -  bàsèll,  gràdìn 
scalmana  -  fogàsiòn 
scalmanarsi  -  éforàgiàéè 
scalmanato  -  fogaa 
scalmo  -  mènàdòra,  rènià- 
scalo  -  càlàda  [roeiila 

scalog'no  -  tLj  scialò 
scalpellino  -  picàp-èj 
scalpello  -  scojMl,  intàià 

dòr 
SCHltrire   -   desemit^,   di- 
scanta, smàlisitL 
scaltritacelo  -  gàindn 
scaltrito  -  mùgndn 
scaltrone  -  mòrgmfi,  màr- 

gnifòn 
scaltro  -  politich,  politigon 
scalzacane  -  scàlsàcàn 
scalzare  -  ècàvà,  giigià 
scamatino  -  màtàrdéee 
scambio  -  scàmbi 
scamerita  -  lombrètt 
scamosciatore  -  confìció 
scampanare  -   Ècàmpàntì,  \ 

bàtàgià  [nàda  ' 

scampanellata  -  campani-  ; 
scampolo  -  càveècetl  | 

scanalare  -  écànèlà  | 

scanalatnra  (a)  -  à  colise  i 
scanceria  -  peltrera,  pia-  { 

téra 
scandalizzare  -  scandalisti 
scandalo  -  écàfidol,  pién 
scandaloso  -  écàndàlds 
scanicare  -  àeroètàés,  eroda 
scannare  -  scànd.,  màsà 
scannato  -  scànaa,  sbiòcch 
scannellare  -  scànelà 
scannello  -  càsetéra 
scansare  -  scà?tsà,  schi'và 
scansia  -  scafai,  peltréra 
scapaccionare  -  pelocà  sii 
scapaccione    -    scopàèòn , 

pelaceli. 
scaparsi  -  smàsiieàss 
scapestrato  -  scàpusc,  écor- 

làcoo 
scapigliato    -    dèècàviaa , 

scàviaa,  sperliiscènt 
scapigliatura  -  bovmm.  de 


scapitarci  -  giuntagli,  pèr- 

degh,  smenàgh 
scapitare  -  deScàpità,  di- 
scapita, giunta 
scapito  -  discApit,  giunta 
scapitozzare  -  gàbà 
scapito zzato  -  gàbaa 
scapola  -  pàlèta 
scapole  -  gioin,  verginòn 
scappamento  -  scàpàmént 
scappare  -  scapa 
scappata  -  scàpttda 
scappatella  -  càvàdma 
scappatoia  -  scapatola,  cà- 

ràda,  càràdlna 
scappavia  -  càvàdìna 
scappellata  -  scàpèlàda 
scappellottare  -  pelocà  sii 
scappellottino  -  pàpìn 
scappellotto  -  scopelòtt,  co- 

pòn,  pelòech,  scópola,  cà- 

éòtt 
scappinare  -  remontà 
scappino  -  scàlfìn 
scappucciare  -  topica 
scappuccio  -  scàpusc,  to- 

picch 
scapricciarsi    -   deécàpri- 

siàss,  sodisfàss 
scapriccire  -  cipà 
scarabattola  -  etàsgèr 
searabattolo  -  ànconeta 
scarabeo  -  gàrsèla 
scarabocchio  -  scàràbòcc, 

scàràbociàda,  spegàsc 
scaracchio  -  smàrgàj,  màr- 

gàj,  gàfìn 
scarafaggio    -    bordòcch , 

riorm 
scardassare  -  scàrtegià 
scaricare  -  descàregà 
scarico  -  scàrigh,  voeiìi 
scarlattino,    scarlatto   - 

scàrlàtt 
scarmigliare  -  despètenà 
scarmigliato  -  dèscàm'aa, 

scàmaa 
scarmo  -  rèmàroeùla 
scarnare  -  scarna,  ì'àspà, 

deÈcàrnà 
scarnificare,   scarnire   - 

descàrnà 
scarnitura  -  rasura 
scarno  -  gràcil 
scarpa  -  scàlfàròtt,  scarpa 
scarpelletto  -  ongèta 


scarpello  -  scopèll,  foinéra 
scarperotto  -  pàposs 
»*carpettare  -  tàpàscià 
scarpina  -  scàrpeta,  pepe 
scarpinare    -    sgàmbètà , 

pedona 
scarponcello  -  polòech 
scarrozzata  -  irotàda 
sc;irseggiare  -  soàrsègià 
scarsella  -  gàiòfa 
scart^ità  -  seàrsitaa,    cìir- 

tèsa 
scardo   -   scàré,   màgìur, 

impicaa 
scartabellare  -  scàrtàbèlà 
scartafaccio  -  primànòto 
scartare-  scarta,  elimina 
scarto  -  scàrt 
scassa  -  cipèll 
scassata  -  roterà 
scatarrare  -  smàrgàià 
scatarrata  -  smàrgàj 
scatenato  -  dèécàdènari 
scatola  -  écàtola 
scattare  -  scàtà 
scatto  -  monta 
scaturire    -  nàss,  sorg 
scaturito  -  nàèUii 
scavalcare  -  scavalca,  dc- 

smontà.  smonta 
scavallare  -  fa  el  gàlàse 
scavare  -  àcàvà 
scavato  -  incàvaa 
scavezzare  -  s' eineà 
scavo  -  scàv 
scazzottare  -  càsotà  sic 
scede  -  modàee 
scegliere  -  scèrìil,  cidj)à 
scegl  ticci  -  rdtàtóia 
scegliticcio  -  fófa 
scelleratamente  -  s«elerà- 
.  tàmént 

scellerato  -  sceleraa 
scelto  -  elèta,  scèlt 
sceltume  -  màròca,  àcari 
scemare  -  bdleà,  càia,  mola, 

restreng,  ristréng 
scemo    -    sccmm  ,  balata , 

sòmm,  Sfami 
scempiaggine  -  màrtorà- 

da,  ignoràntìsia,  mòrso- 

cada,   bràgheràda,    mèt' 

làda,  ignordnéa  M 

scempiare  -  dèsdobià      Jj 
scempiata  -  màrsocàda 
scempiateli©  -  giàrànèll- 


sce 


1033  — 


SCO 


scempio  -  màsàcher,  seempi 
scempioue  -  baderò», ,  là- 

pori  [rfiiìuta 

scena  -   scenàri,    fèóm-ba , 
scenario  -  scenàri 
scendere  -  bàsàÉé 
scerpellone  -  tnincionàrìa 
scerpoiie  -  s'cèpìn 
>cesa  -  discesa 
schegr^i  i  -  sckèia,  tàpa 
sch«^g'§riarsi  -  échèiòAs 
scheletro  -  oààdiira,  èehèl- 

ter 
scherma  -  schérma 
scherzare     échèràà,  dà  là 

bàia,  giugà 
scherzetto  -  giUghèit 
scherzo  -  échèrà 
schiaccia  -  bilseròtt 
schia.ccia.re -sehiseià,  spè- 

id-tcìà 
schiacciata  -  sohisciàda , 

càrsi'nsa 
schiac  iato  -  schise 
schiacciaiura  -  échiseiàda 
schiacci  ola  -  cànmiìn 
schiatfeg'g'iare  -  pelocàéii 
schiatto  -  s^giàffy  scàpola, 

slèpa 
schiamanio  -  sbràgiàda 
schiamazzare  -  sbràgià,  fa 

eotcodeac 
schiiimazzatore  -  sbràgion 
schiamazzo  -  bodèsg 
schiantare  -  smicà,  scar- 
pa, è'cèpà 
schianto  -  §càrp,  é fé  ria 
schiiinza  -  crosta 
schiarea  -  morèlòna 
schiarire  -  é'oiàrì 
schiatta  -  rasa 
schiccheratura    -   scàrà- 

boeiàda 
schidione  -  éped 
schiena  -   sehèna,   é'cèna. 

cropa.  dòàè 
schienale  -  fllètt.  firón 
schietto  -  s'cètt,  sineér,  piir 
schifanoia  -  échivàfàdigh 
schifiltoso  -  schwiós 
schifo  -  schivi,  ingdsa 
schiocchino      giàvàièll 
scliiodare  -  dèé^ciodà 
schiodarla  -  dès'ciodàla 
schioppettata-  é'cìopèt&da 
schioppettare  -  épàrà 


schioppo  -  é'»iòpp,  fiìstl 
schiudersi  -  dèreisé 
schiuma  -  scarna,  fior 
schiumare  -  èeiimà 
fichivare  -  Schiva 
schizzare  -  échisà,  mosà, 

s/rolà 
schizzinoso     -     scUmeta , 

puìda 
HChi  ''O  -  stròll,  gotin  gota 
!<ciaboIa  -  sciàbola,  sdàbol 
!«ciabi>lone  -  squàdròn 
sciiibord^re,  sciactiuare, 

ààcquàgià,   sàqiiàcià,  re- 
se ntà 
scìacquattare  -bàciocà 
sciiicquatura-resewtòrfzira, 

ciorlina 
sciacquino  -  pàciUgh,  pà- 

eiiigòn 
sciaguattare  -  redenta 
sciaguattane  -  ciàpotòn 
sciaguratello  -  miserìn 
scialacquare  -  trdsà 
scialat-quatore  -  prddigh, 

épea^ieraa.,  tràsòn 
scialappa  -  sciàlàpa 
scialle,  sciallo  -  sciali 
scialo  -  goditda 
sciamare  -  bt4f4 
sciame  -  bisoeii 
sciammanare  -  bordegàscià 
sciam  tianarsi  -  pilàtàéé 
sciammanato  -  stràpelaa , 

pilà't 
scixmmito  -  gelosìa 
sciatica  -  seàtica 
se  atta re  -  bordegàscià 
sciatteria  -  pilàtàda 
sci  itto  -  pilàtt 
sciavero   -  còdega ,   pésa, 

poAc  ?,  rànsàj 
scilinguagnolo  -  fdètt 
si-immia  -  scìmbia 
scimunito  -  sémpi,  gòff 
scintilla  -  sbir 
scioccheggiare  -  giàrànà, 

gib'àiià 
scioccheria  -  giàvànàda 
sciocchezza    -    sciochésa, 

àsiiàda,   gofdda,   màrto- 

ràda 
sciocco  -  fàtov.,  fàtt.,  giàvdn, 

gòff,    imbecill ,    màrter , 

màrtiiff,    mèrlo,    sèmpi, 

strambo 


sciogliere  -  desligà,  liberà 
sciogliersi  -  deslenguà 
sciolo  -  eiciàréta 
sciolto      scidlt.  slànsaa 
scioperare  -  desàrià,   di- 
sàvia,  sàvàià 
scioperato    -    fànàgotòn, 

friièta^càgn,  §àvài 
scioperio  -  pèrdite mp 
scioperone    -    dòrminpee, 

f'enedn,   lifròcch 
sciorinare  -  destént 
sciorinarsi    -    deslàsàéà, 

sberìààs  fomra 
scipito  ■  fàtovy  fàtt,  éémpi, 

tàriiicch 
scirocco  -  sciròcch 
sciroppo  -  càpitér.,  siròpp 
scirro  -  sctro 
sciupare  -  consiimà,   de- 

Strùgà,  éàckegià,  sbregà, 

tràsà 
sciupatore  -  desàsi,  tràsòn 
sciupio  -  sàehég,  stràlàtà- 

meat 
sciupone  -  desàsi,  destrU- 

gòn.  tràsòn,  destrùgàdor 
scivolare  -  sbrisigà 
scocchiumare  -  sbondonà 
scodato  -  tàiaa,  àia  nor- 

màna 
scodella  -  smdéla^  fiàmen- 

ghìna,  menèstrma^  mine- 
strina, fondina,  tàsìna 
scodellare  -  ìninestrà^  me- 

nfii'trà 
scodellino  -    biiserìn ,  fo- 

gòn.  quàdròtt.,  bogtn 
scoglio  -  scoeui 
se  «iattoln  -  ciii'éta,  gira 
scola  e  -  scola 
s  «laro  -  Scolar 
scolatoio  -  ècolàdòr,  scoi 
scollare  -  descolà,  discola 
scoli*  -  scàlf 
scolo  -  scoi 
scolorire  -  smonta 
scolorito  -  smònt 
scolpire  -  giustifica 
scolparsi  -  dèScolpàsé,  di- 

ScolpàéS 
scolpire  -  ècolpì 
scolJellare  -  cortola,  cor- 

tèlà  Sii,  monda 
scombavare  -  bàiiscià 
scommessa  -  scomésa 


SCO 


1034 


sen 


scommettere    -    s-eomèit , 

giiigà 
scomodo  -  incdmod 
scomodare  -  incomoda 
scompa8:nare  -  dèseompà- 

f/nà 
scompagnato-  dcscompàgn 
scomparire  -  scompari 
scompigliato    -    rebuf<x0>, 

stràbilfaa 
scompiglio  -  scompili 
scomporre  -  scompònn 
scomporsi  -  deàfàéé 
scomposto  -  desfaa 
scomunica  -  ècomùìiica 
sconcertare  -  èconeèrtà 
sconcerto  -  sconcért 
sconciare     -     desconscià , 

sti-àmbà  [dispèrsa 

sconciatura    -    despèrsa  , 
scongiurare  -  seongiilrà 
sconnesso  -  desbirolaa,  de- 
sfaa 
sconnettere  -.  dèàfà 
sconnettersi  -  dèsfàés 
sconquassare  -  seonquàsà, 

!iquintcì-nà 
sconquasso  -  tràcòll 
sconsigliare  -  dèàtoeil,  di- 
siceli 
scontare  -  ècìlntà,  paga 
scontentare  -  dèscontentà 
scontento  -  màlcontént 
sconto  -  scùnt,  tàsa 
scontrare  -  incontra 
scontro  -  iìicdnter 
scontroso  -  beschisios,  cà- 

pelee,  sàlràdeg,  màlmostòs 
scouvenevolone  -  desgàr- 

bddóìi 
sconvenire  -  desdi,   disdi 
scopa  -  seda,  scoiti,  scova, 

brvgk 
scopa-mestieri  -   bàràtct- 

meétee,  càtiva  làvàndèra 
scoperto- sco^er/,  briighèra, 

d  là  sbaraglia 
scopicelo  -  briighèra 
scopo  -  fin,  mira 
scoppia  !  -  crèpa  ! 
scoppio  -  à'  ciopòn,    é'eio- 

pàda 
scoppiare,  scoppiettare  - 

&•'  ciopà 
scoprire  -  desqicàtà,  palesa, 

scopri,  équùià 


scopritore  -  int'enlór 
scoraggiare    -   desànimà, 

disànÌ7nà 
scorciatoia  -  sciirtàtdi 
scordare  -  destnentegà,  di- 
mentica. 
scorgere  -  vede 
scoria  -  el  lòpp 
scorno  -  fica 
scoronciare  -  pàtera 
scorpacciata    -   pàciàda, 

spànscittda 
scorpione  -  scorpiòn 
scorrere  -  cor 
scorretto  -  debòscé 
scorrevole  -  làdin 
scorta  -  scòrta   . 
scorticare  -  pela,  ècortegà 
scorti  catara  -  àcortcgàda 
scorza    -    scòrsa,    códega, 

cròsta,  gusa,  péli,  ruéca 
scorzare  -  bremti,  pila 
scorzonera  -  scolcionéra 
scosciare  -  dcsgàlontl 
scossa  -  écòàa,  piovùda 
scessone  -  àcquéri 
scossone  d'acqua  -  bàti- 

ròn  d'àoqua 
scotennare    -    deéeodegà, 

s'  codegà 
scotitoio  -  cdpièta 
scotola  -  màéomla 
scottante  -  scotént 
scottare  -  scota 
scottatura  -  decòtt,  scota- 

dura 
scotto  -  pàrt.  quòta 
scovare  -  borì,  borida 
scovercliiare  -  desquàtà 
scoviglia  -  riiff 
scranna  -  scàgn 
screanzato    -    scrednsaa, 

riispdn 
screditare  -  deécredità,  di- 
j      scredita,  scredita  ' 
l  screditarsi  -  scompari 
ì  screpacciare,  screpolare 

-  crèpa 
screpolato  -  s'  cèpp 
screpolatura  -  erèpp 
screpolo-  -  erèpp,  crèna 
screziato  -  picolaa 
scria  -  niàscioeu 
scriatello  -  crotin,  nèrein, 

miserìn 
scriato    -     erottn ,    nioeù. 


nèbia,  mre,  niorin,  po- 
ckin 

scriccliiolare  -  scriéà 

scricciolo  -  càrUspi,  rio- 
tin,  reàtin,  nibioeu 

scrigno  -  seeretèr 

scriminatura  -  Schèia,  re- 
descér 

scrinata  -  pelaa 

scritto  -  écritura 

scrittoio  -  scrivania, 

scrittore  -  écritòr 

scrittura  -  écritura,  seri- 
tur  àsiòn.  càràter 

scritturazione  -  scritiirà- 
sisn 

scrivano  -scrivdn,  Scritòr 

scrivere  -  sci-tv 

scroccare  -  àcrocà,  roda, 

scroccone  -  rodùn 

scrof.i  -  loìùgia 

scrofola  -  scròfola,  màgòss 

scrollare  -  scorlì 

scrollata  -  bUràtàda 

scrosciare  -  crocci 

scrosta,m.ento  -  descrostàda 

scrostare  -  scrosta,  descro- 
stà 

scrotule  -  àngiolitt 

scrudi to  -  imbrUgaa 

scrupolo  -  sa-Upol 

scrupoloso  -  écriipolòs , 
seàros 

scrutinio  -  scrutini 

scucire  -  dèsciist,  diéeUsl 

scuderia  -  scuderìa,  étàla 

scudetto  -  bochèta 

scudicciolo  -  bolgia 

scudisciare  -  bachete 

scudiscio  -  foètt 

scudo  -  scud 

scuffia  -  fèltrtn 

sculacciata  -  seùlàtàda, 
sciiràtàda 

scultore  -  éeiiltór 

scultura  -  àcUltura 

scuola  -  scòla,  scoetila 

scuotere  -  descàntà,  di- 
scanta, scorlì 

scuotersi  -  deròmpes,  stre-^ 
miss 

scnotitoio  -  scolàdór 

scuro  -  scUr 

scusa  -  àc&sa,  vada 

scusabile  -  scUsàbil 

scusare  -  écUsQ,,  quàtà 


scu 


—  1085 


scosso    -   pelaa,    sbiotaa, 

shliisc 
sdebitaiiieuto  -  éeàrigh 
sdegnare  -  sdegna 
sdoganare  -  dàsià 
sdoppiare  -  desdobià 
sdiitloreggiare  -  dotorà 
sdrucciolare  -  scdrligà 
sdrucciolevole    -    scàrli- 

ghènt 
sdrucciolone  -  soàrlìgàda 
se  -  se 
8è  -  éè 
sebbene  -  àneàbén^  contutt 

che,  quàntilnque 
seccailstole  -  piaga 
seccaggine  -  sècàda.  piaga, 

liciid  I ,  suda 
seccante  -  noiós 
seccare  -  seca,  incomoda, 

inquièta^  riigà 
seccatore  -  pirldn 
seccatura  -  èecàdura,  in- 

comod,  levàtìv,  nòia 
secchia  -  sègia 
secchie  (ripescar  le)  - 

medegàla  ,    metegh     dna 

peéa 
secchio  -  Sigia,  éidèll 
secchione  -  sègiòn 
secco  -  sèeek,  sUce 
seccumi  -  vegitt 
seco  (aver)  -    vègh  àdree 
secolare  -  éeeolàr 
secolo  -  èècol,  témp 
secondare  -  segondà 
secondario  -  segondàri 
sedano  -  éèler 
sedere   -  fàbridn,   ghicc, 

cvii,  sètàss 
sedersi  -  sètàés 
sedia  -   càdréga,    eàrdega, 

écàgn 
sediario  -  càdreghee 
sedici  -  éèdes 
sedili  -  eàlàster 
sedurre  -  sedu 
seduta  -  seduta 
seduto  -  setaa 
sega  -  résega 
seg.mtino  -  resegòit 
seguire  -  resegà 
segatore  -  resegòtt 
segatore  di   prati  -  prà- 

dirip'ù 
segatura  -  resegusc 


segavene  -  sànguèta 
seggetta  -  cdvioda,  segéta 
seggettiiia  -  càdreghin 
seggio  reale  -  trino 
seggiola  -  scàgn,  càdréga, 

grondaa 
seggiolaio  -  càdreghee 
seggiolina  -  càdreghin^  cà- 

dregòn 
seggiolino  -  pàdoànèll 
seggiolo  -  tàborè 
seggiolone  -  cddregòtt 
seghetta  -  r^àpa 
segnacolo  -  lenguèta 
segnalato  -  màreaa 
segnale  -  contràsègn.  sègn 
segnare  -   segna,    marea, 

mètt 
sognatore  -  màrcàdòr 
segno  -  sègn,  indiai 
sego  -  sév 
segolo  -  éeghèés 
segregare  -  desàgregà,  di- 

sàgregà 
segreta  -  eàmUsción 
segretario  -  àecretàri,  ée- 

grètàri 
segreteria  -.^ecretèr,    se- 
greterìa 
segreto  -   segrètt,  ndscdst, 

secréti,  fògn 
segugio  -  sàus,  sàiiss 
seguito  -  ségilit,  trèno 
sei  -  sés 

selciatore  -  stràdìn 
sella  -  sèla,  còmoda 
sellaio  -  selee 
sellare  -  insèlà 
selva  -  selva 
selvatiche  -  orègèta, 
selvatico  -  sàlvàdegh 
semata  -  semàda 
seuihra,r e  -  pari,  vèés  o  sàvè 

diivìs 
seme  -  seménsa,  soménsa, 

gàndolìn,  pàli 
sementa  -  somenèri 
semente,   semenza   -  se- 

mènsa,  soménsa 
semestre  -  semèster 
seminare  -  èeminà,  somenà 
seminario  -  éeminàri 
seminatura  -  somenèri 
semini  -  àrmàndolèta 
semoletto  -  semolìna 
semolino  (  giocare    a...  ) 


-  giiigà  à  crilschèll,  inà- 

snàfàcc,  semolino, 
sempiterno  -  perpètov 
semplice  -  sèìuplic,  éémpi, 

sàvài,  viàteriM 
semplicemente  -   sempli- 

ceviènt 
semplicione  -   bàdee,  gà- 

bidn,  gàddn,  gnòcch 
sempliciotto  -    màrtorèll, 

merlòtt    .  . 

semplicità  -  àemplicitaa 
sempre  -  sèmper 
semprevivo  -  àmàrdnt 
senapata  -  mostarda 
senape  -  séìiàpe,  éenàvra 
senapismo  -  senapismo 
senato  -  senato 
senatore  -  senàtdr 
sennino  -  omètt 
senno  -  discemimènt 
seno  -  sén,  stòmegh 
sensale  -  sensàl,  màrosee, 

m,ediàtòr 
senseria -ò*e«5àr*«,  màròàé^ 
sensibile  -  sensibil 
sentenza  -  èenténsa,  giiidìài 
sentenziare  -  sentensià 
sentiero  -  sentee 
sentimento  -  éentimént 
sentinella  -  sentinèla 
sentire  -  sentì 
sentore  -  sènior 
senza  -  sénsa 
separare  -  separa,  desiini, 

disiini,  dimd 
»ep-Ara,r»i-divìdes,  spàriiéé 
separatamente  -  à  spari 
separazione  -  sepàràsiòn 
sepolcro  -  sepòlcher,  seii- 

rceù,  tómba 
sepoltura  -  éepoltura^  fòpa 
seppellire  -  àepèli,  sotèrà,. 

mèli  vìa 
seppia  -  sepia 
sequestrare  -  sequestra 
sequestro  -  sequèàter 
sera  -  èira 
serbare  -  sdiva  . 
serenata  -  serentida 
sereno  -  àerén,    à  là  sbà~ 

ràlia 
sergente  -  éàrgéni,  giuntò 
seriamente  -  debòn 
serietà  -  serieiaa 
serio  -  sèri,  sòdo,  posaa 


ser 


1036  - 


sgr 


serotino  -  tàrdii 
serpame  -  brocàmm 
serpe  -  éerpènt,  serp&ntm, 

bìsa,  écèrpa 
serpente  -  éerpént,  serpdn, 

biss,  bìm 
serpentello  -  foln,   fHta^ 

rèspee,  viriseli 
serpentina  -  éerpa 
serpigine  -  dèrbita 
serra  -  sera,  fàlMta 
serragrlio  -  serali 
serrarne  -  sàràd&ra 
serrare  -  éàrfl,  cima.,  eid- 

■và  m 
serra-serra    -   èàra-sàra, 

fora- fora 
serrato  -  s'ciàser 
serratura  -  mràdùra 
serto  -  diadèma 
8«*rv;i,  servente  -  é^rra 
servetta  -  servata 
servibile  -  sèrvìbil 
servire  -  -  èèrvi,  ràngià 
servito  -  portàda 
servitore  -  birceù,  èervitor, 

domèstich 
servitoruzzo  -  gàlopìn 
servitù  -  servita 
serviziale  -  levàtìv 
ser  «izie vele  ~  sèrméiérol 
servizio  -  éervìéi,  fàoòr 
servo  -  servitór,  inéerviènt 
sessitura    -   dlèèta,    sàm- 

brìlca 
sestina  -  sestina 
sesto  -  formaa 
seta  -  seda 
sete  -  éét 

setola  -  éédola,  brùètia 
setole  -  sédol 
setta  -  partii 
settanta  -  sètdnta 
sette  -  séti 
settembre  -  éetémber 
settentrione  -  tramontana 
settimana  -  sètimàna 
severo  -  rigoros,  éevèr 
sevizia  -■  tìràma 
sevo  -  èév  {tévip 

sfaccendato  -  somènàbon- 
sfaccetare  -  facèta 
sfacchinare  -  màsàés 
sfacciataggine   -  coràgg , 

desinroltùra.disinvolthra 
sfacciato  -  <fàeiaa 


sfangare   -   àndà   dént  à 

ciff  e  ciàff 
sfarinato  -  fàrinds 
sfarzo  -  luào,  épicch 
sfasciare  -  dèsfààà 
sfatto  -  dèsf,  desfaa 
sfecciare  -  nètà 
sfera  -  bàia 
sTerza  -  friìéta,  scUriàda 
sferzare  -  smrgelà,  fn'istà 
sfiancata  -  fìànconàda 
sfiatare  -  èorà 
sfiatarsi  -  sfìàdàés 
sfiatatoio  soràdòr 
sfibbiare  -  desftbià 
sfidare  -  éfidà 
sfiduciato  -  màlfidaa.  sfi- 

diiciaa 
isflgur^re  -  scomparì 
sfilacciare  -  sfèlàprà 
sfilare  -  dèsfilà 
sfilata  -  filsa 
sfoderare  -  des-fodrà 
sfoggiare  -  sfogià 
sfogarsi  -  sfogàsé 
sfogatoio  -  boehHa,  fiàdò, 

soràdòr 
sfoglia  -  sfòglia 
sfo  aliare  -  éfoià,  ì-fceuit 
sfogliarsi  -  sfoiààs 
sfogliata  -  éfoiàda 
sfogliato  -  éfoiaa 
sfoglie  -  fn^ilj 
sfogo  -  spargo 
sfondare  -  sfo?idà 
sfondo  -  sfond 
sformato  -  màsigótt 
sfornaciare  -  dèàfornàsti 
sforo  -  sfar 
sfortuna  -  desfortuna,  d^- 

scàtHcc,  desdita,  deslìpa, 

disdèta,    ghignon,   màle- 

disiòn 
sfortunato  -  desfortiinaa, 

descàvigiaa 
sforzare  -  càlct,  sforèà 
sforzarsi  -  mànegiàés 
sforzo  -  sfors 
sfrascare  -  gàtinà 
sfratarsi  -  des-fràtèéi 
sfrenato  -  d-esbriaa,  descà- 

denaa 
sfrinzellare  -  mendosà 
sfrizzolare  -  riisgì 
sfrondare  -  pela 
sfrottolare  -  bagola 


sfruconata  -  bàchètàda 
sfumare  -  àfiimà 
sfumino  -  sfiimìn 
sfuriata  (a)  -  d  rebàtùn 
sgabellare  -  dàsidb 
sg  bellarsela  -  càvàéeht 
sgabello  -  sgàbèll,  scàgnèll 
sgambare  -  tApàscià 
sgambettare  -  sgàvibèt^, 

rdnà,  ràmnà 
sganasciare  -  pàcià 
sganasciarsi  -  sgàvààgià 
sgangherato  -  sgàngàraa, 

desbirolaa 
sgarbataccia  -  spreta 
sgarbatezza-  màlàgràsia, 

desjyrèsi,  repètòti 
Sgarbato  -  desgàrbaa,  in- 

civìl 
Sgarbo  -  ?ndltràtt 
Sgargiante  -  bràndinèll 
sgarra   cenerina   -  sgàr- 

sèta,  sgàréi  àiròn,    sgol- 

gita 
Sgelare      des'gelà,  dis'gelà 
sghembo  -  sbièss 
sghignapappole    -   sgàrà- 

sgi&n 
sghignazzare  -  sghignàsà, 

ghigna 
sghigna/.zata  -  ghignàda 
sgobbare  -  égobà 
sgobbo  -  gceiibb 
sgocci  olamento-^'rc/jc^à»»» 
sgocciolare  - gott,  grmidà, 

grondànà 
sgombrare  -sèàrà^a,  spàS-à 
sgomentarsi   -  sgomentasi 
sgorbia  -  càmola 
sgonfio  -  gòff 
sgorbiare  -  inciestrà 
sgorbio  -    màcàrijn,    scò- 

ràbociàda,  épegàsc 
sgorgare  -  sbilsà 
sgozzare  -  seànà 
sgraifa  -  sgràff 
sgranare  -  dcsgrànà,  fa  già 
sgranchiare ,  sgranchire 

-  deéranghiss,  desgàmbìsè 
sgraniccliiare  -  rota 
sgranocchiare  -  crostine 
sgraziatone  -  dèsgàrbddon 
sgridare  -  cria,  càscia  é4ì, 

moHàcià,  étràpàsà 
Sgridata    -    boiàda,    eàfè, 

criàda,    filàda,    interne- 


sgrr 

ràda,  moétàciàda,  refile, 

i-omànsina,  àtidpàsàda 
sgrigriolare  -  écrisà 
sgrinzare  -  de.hesc'tà 
sgruppare  -  dcsgropì 
sguainare  -  desfodrà 
sgualcire  -  màstindi 
sgualcito  -  pestaa,  màéii- 

nènt 
sguancia  -  gànàéin 
sguardi»  -  sguardo.  ogiAda 
sguarnire  -  desguàrnì 
sguazzare  -    fa  eiicàgna 
sguinzagliare  -  deScobià 
sguizzare  -  tripilà, 
sgui/zasole  -  gibigiana 
sgusciare  -  sgiii'à,  desgiièà, 

pela 
sì  -  insci,  àe,  si 
siccoiue  -  sieòme,  come 
siciliano,  a?ost;ino  -  mel- 

gotin,  melgonìn 
sicioli  -  gràton  dd  sev 
sicuramente  -  sigUra 
sicurezza  -  sic&résa,  fràn- 

ehèsa.  pàdroiiànm 
sicuro  -  èicur 
sicu'-tà  -  sigiirtaa 
siepe  -  srès 
siero  -  ààròn 
sifone  -  càna,  giòrgia 
sigaro  -  éigàla 
sigillare  -  sigila 
sigillo  -  sigili,    boli,  brù-' 

g  nòe  ola 
sigui  Arante  -    àignificdint 
significare  -  significd,,  dì 
signore    -    signor ,    sciòr, 

gentilòmm,  prlncip,   sÈr 
silenzio  -  silénM 
sillabare  -  éildbà 
simbolo  -  éìmbol 
simile  -  simil 
similoro  -  òr   doble 
simmetria  -  simitrìa 
simpatia  -  éimpìitia,  gèni 
siuipatico  -  àimpàtieh 
simulare  -  éimiilà,  fìng 
simulato  -  fini 
simulatore  -  impostòr 
simulazione  -  finta,   fin- 

fsiòn 
sincero  -  sincer,  corditi, 

pur,  s'cètt,  geniiìn 
sincope  -    delìqui,    svàni- 

mént,  svenimént 


—  1037  — 

sindaco  -  sindeeh 
sinfonia  -  overtUr 
sin^hie/.zo  -  éàUter 
singolare  -  pàrticoltr 
singoiar  il  k-pàrtieolàrìtaa 
singulto  -  muter 
sinighella  -    schiseèta, 

àtrusa  \éìn 

sinistro  -  diàgràèia,  màn- 
sino  a  -  infina 
sipario  -  scepàri,  seipàri, 
sire  -  rè  [tilon 

sistema  -  métod 
sito  -  tànf,  tuff 
situazione  -  éitiiàéión 
siza  -  brìsa 

sizerino  -  càrdinàlìn,  ce  ce 
sizzolina  -  brisètìna 
slacciare  -  dislàsà,  dèslàéà 

mola 
slanciato  -  slànéau 
slattare  -  deélàtà 
sleale  -  infedél 
slealtà  -   infedèltaa 
slegare  -  desligà 
slegnoso  -  slègned 
slogarsi  -  deslogàss- 
slogato  -  slogaa 
slogatura  -  deslogàdlìra 
smacchiatore  -  eàvàmàcc 
smagliatura  -    e  orlerà, 

seorlèra 
smagrire  -  sniàgrl 
smallare  -  dèrlà 
smaltitoio      pisàtòj 
smalto  -  smtLll,  caldana 
smangiare  -  smangia 
smania  -  smània 
smaniarsi  -  smanióse 
smaniglio  -  niàntli 
smargiassare  -  spàcà 
smargiassone  -  biilàso 
smarrire  -  pèrd 
smarrirsi  -  pèrdes 
smarrito  -  perdUil 
smascellarsi  -  sgàvàsgià 
smembrare  -  trincia 
smemoratiuo  -  loehìn 
smentire  -  smentì 
smeraldo  -  smeràld 
smercio  -  smercio 
smerciare  -  esita 
smerigliato  -    smèrigliaa 
smeriglio  -  fùlchètt 
smerlature  -  scànton 
smerlo  -  fàlchètt 


sod 

smesso  -   desmiàs,  desmè- 

tiiii 
smettere    -    desmètt,    di- 

smètt,  iàià 
smetterla  -  pientàla 
sinidollare  -  smidolà 
sminuzzare  -  éfregiiià 
sminuzzolare  -  trià,  trià 

giò 
smisurato  -  inménso 
sinobigliare  -  dèsmobiglitt 
smoccolare  -  mocà 
smoccolature  -  mochèta 
smoccolatura  -  mocuse 
smontare  -  smonta,  desfà, 

deépientà,  desteeià,  smart 
smontato  -  smont 
smontire  -  smart 
smorbare  -  desmorbà 
smorfia  -  smòrfia 
smorfie    -    fiàseàda,    lòfi, 

modàec 
smorticcio  -  patii 
smorto  •  smdrt,    giàldòn,. 

pàlid,  sbiàvaa 
smorzare  -  nega,    smorstL 
smottamento      rilàés 
smottare  -  smnlàéè 
smuovere  -  smceu» 
smusso  -  smiiss 
snellezza  -  elààticitaa 
snervare  -  snerva 
snervato  -  sbasii 
snidabile  -  deseiimiòs 
snidare  -  desciimià 
snighittirsi  -  desgàmbisé 
Sninfla    -   brUtn   màrfìsa,- 

fiàsca,    màrfisa 
snocciolare  -  pieiti,  sgàn- 

dolà 
snodare  -  desgropì 
snodato  -  snodaa,   desno- 

daa 
soave  -  mòrbid 
sobbollire  -  perhiii 
sobborgo  -  borgh 
socchiudere  -  ynètt  inbà^ 

dirceula,  amba,  bada 
soccorrenza  -  7nosa 
soccorrere  -  socòr 
soccorso  -  càritaa 
socio  -   sòcio,   sòci,   com- 

pàgn 
sodaglia  -  gèrb 
sodare  -  fola 
soAAisfacente  •  sodisfàcent 


sod 

soddisfare  -  quadra,  so- 
disfa 

soddisfatto  -  còcc,  felice, 
èàsi,  gloriòs 

soddisfazione  -  sodièfà- 
sion,  giòia 

sodo  -  dUr,  èrtegli,  seri, 
màsiÈs,  stàgn 

soffermare  -  dimora 

soffiare  -  bofù, 

soffiata-  bofàda 

soffice  -  sofice ,  boeugia, 
sor,  morbid 

soffiettino  -  bofètìn 

soffietto  -  bofètt 

soffio  -  bòff 

soffione  -  màntes 

soffitta  -  so  flit,  soree,  cà- 
piieìna 

soffittare  -  sofità 

soffitto  -  Sofitt,  plàfón 

soffocare  -  sofogp,,  sofegà 

soffogg-ìata  -  fògn 

soffribile  -  sofrihil 

soffriggere  -  palpa 

soffrirci  -  pàtìgh         [rég 

soffrire  -  so  fri,  pàti,  pena, 

sofà  -  sofà 

sofisticare  -  sofistica,  boèà, 
manipola 

sofistico  -  sofiétieh,  levàtiv 

soggetto  -  sogètt 

soggezione  -  sUdision 

soggiogala  -  pàpàgorgia, 
petéra  [  sgìn 

soggolo  -  éòtt  góla,  coren- 

soglia      seòss 

sogliola  -  Èfdglia 

sognare,  sognarsi  -  iìiso- 
gnàss 

sogno  -  in  sogn,  édgn 

sola  -  sola,  deperlee 

solaio  soree,  soetìl 

solamente  -  éolàmént,  do- 
ma,   puràmént,    iinieà- 

solco  -  solch  [tnent 

soldato  -  éoldaa,  militar 

soldi  (i)  -  i  ptleri 

soldo  -  soldo,  sdld,  boro, 
bór 

sole  -  eoi,  so 

solecchio  (far)  -  ripara 
el  so 

solenne  -  solétte,  fàmds 

solennità  -  solènitaa 

solettare  -  sola 


-  1038  - 

solfeggiare  -  solfegit 
solfeggio  -  solfég 
solfo  -  solfo 
soli  -  sòi,  deperlòr 
solido  -  solid,  màsiss 
solifaga  -  orbiscefila 
solini  -  listìn 
solino  -  eoUtt 
solitamente  -  solitàmént, 

ordinàriàmènt ,      iisiiàl- 

m,ént 
solitario  -  solitàri,  rennta 
solito  -  sòlit 
solitudine  -  éolitùdin 
sollazzo  -  divèràir 
sollecitare  -  pesegà 
sollecitudine  -    intèrèsà- 

mént,  premura,  prontèéa, 

prèsa 
solletico  -  gàlitt 
sollieyo  -  ristQr 
soUo  -  sòr 

solo  -  soli,  ùnici). ,  deperiti 
soltanto  -  doma 
somaro  -  somtr 
somiere  -  éomee 
somiglianza  -  àfinitaa 
somigliare  -  somiglia,  so- 

mèià 
somma  -  soma 
sommare  -  soma,  porta  sii 
sommergersi  -  àndà  à  fond 
sommesso  -  somèss 
sommità  -  scìma 
sommo  (al ...)  -  fmemài 
sonagliera  -  brànch,  cio- 

clièra 
sonaglio  -  sonàj,  géma 
sonetto  -  soìiètt 
sondare  -  esplora 
sonnambula  -  éonàmhula 
sonnambulo  -  sondmbul 
sonnacchioso  -   insognént 
sonnecchiare  -  pisoeà,  pi- 

sorà,  visorà 
sonno  -  sògn 
sonnolento  -  inéognént 
sonnolenza  -  losùj 
sontuosità  -  l&èo 
sontuoso  -  soìUuós 
soperchierìa  -  prepoténsa 
soppannare  -  fodrà 
soppanno     -     contràfòrt , 

fa;  udrà 
soppiantare  -  scavalca 
soppiatto  (di...)  -  sotma 


sor 

soppiattone  <•  fàmincidn, 

fognatoti,  mùgàtòn,  mor- 

gnón.  poliqàna,  lilmàgam 
sopportabile  -  soportàbil 
sopportare  -  ^oportà,  to- 

lerà 
hoppraggiungere  -  vegm 
soppressato  -  galantina 
sopra  -  insù,  sóra,  sii 
sopra  (di...)  -  desoràvia 
sopraccielo  -  moàchètt 
sopra-cinghia  -  sòtpàns  eia 
sopracciò  -  bàrbèlàto 
sopradote  -  contrdddte 
sopraffare  -  sofegà,  éofogà, 

màsà 
sopraggittare  -  gipà 
sopraggitto  -  gipàdùra 
sopraintendere    -   sonn- 

ténd 
gopramattone  -  tàolaa 
soprano  -  sopràn 
soprannome  -  éorànòmm 
soprappiìi  -  soràpù,  desé- 

ràpu 
sopraschiena  -  soràsehèna 
soprascritta  -  Soràécrita,    ■ 

ddrèsè,  indiriés 
sopraspalla  -  soràcòll 
soprastante  -  sordàtdnt 
soprastare  -  domina,  éor- 

reglià  [sim 

sopratutto  -  soràtùtt,  mà- 
sopravanzare  -  sorpàsà 
sopraveste  -  soràvèàtn 
sopressa  -  soprèsa 
sopromini  -  èoràstànt 
sopro mo  -  càmpec 
soprosso  -  soràòss,  infèsc 
sopruso  -  càvàlèta,  intòrt 
sorbettiera  -  sorbètéra 
sorbetto  -  sorbètt 
sorbone  -  fàminciòn,  mà- 

gàtòn,  poligàna 
sorciaio  -  ràtéra 
sorcio  -  ràtt 
sordidezza  -  esosità  a 
sordina  -  sordina 
sordità  -  sorditaa 
sordo  -  éord,  storno 
sorella  -  éorèla 
sorellastra  -  éorèlàétra 
sorifente    -    sorgént,   fon- 

tànin 
sorgere  -  sorg 
sorgiva  -  dvès 


-  1030  - 


spa 


sorgrnone  -  mqrgnon 
sorgozzone  -  fàsmì,  pun- 
teli 
soriana  -  soriana 
soriano  -  ^oriàn 
sormontare  -  sormonta 
scornacchiare     -     scarcà , 

màrgàià,  smàrgàitL 
sornacchio  -  màrgàj,   là- 

ciàdin,  ciàrèla 
sornione  -  ràion 
sorpassare  -  srorpàsà 
sorprendente    -    éorpren- 

dènt 
sorprendere    -    sorprénd, 

ciàpà 
sorpresa   -   sorprésa,  im- 

proìsàda 
sorra  -  pànscèta 
sorsata,  sorso  -  sorè,  goti 
sorte  -  sòì't,  bònofiur,  for- 
tuna 
sortire  -  sortì 
sorveg-liare    -    sorveglia , 

eontrolà,  pedona 
sospendere  -  soépénd 
sospettare  -  sospètà 
sospetto  -  éospètt 
sospettoso  -  éospètds,  om- 

brùs 
sospirare  -  sospira 
sospiro  -  sospir 
sossopra  -  sòtsora 
sostantivo  -  sòstàntu-       ^ 
sostanza  -  soéttnéa,  morti, 

patrimoni 
sostanziose  -  sostànéids 
sostegno  -  sostègn,  cónca, 

perno 
sostenere   -   éoétègnì,  so- 
stenta 
sostenutezza  -  sosteniitèsa 
sostenuto  -  sostegnUii 
sostituire  -  sostituì 
sostituto  -  sostitiitt 
sostitnzione  -  èostitìiéión 
sottaflttare  -  àiibàfitti 
sottana  -  sòca 
sottanino  -  sotàmn 
sotterfugio  -  ècàpàtdia 
sotterraneo  -  sotèràni 
sotterrare  -  sotèrt 
sottigliezza  -  finèéa 
sottile  -    siitìt,    men&der, 

minuti 
sottintendere  -  èotinténd 


sotto  -  éòtt,  àbàés 
sottobanco  -  sòtma 
sott<>braccino  -  sckiscèta 
sottogrondale  -  sòtgrónda 
sottolineare  -  éotolineà 
sottomano  -  éòtmàn,  éòt- 

vìa 
sottomettere    -    sotomètt 
sottoporre  -  sotopònn 
sottoscala  -  sòtscàla 
sottoscatto    -     càpìicìna , 

jìàsàrìn 
sottoscrivere  -    sotòscrìv 
sottoscrizione  -  sotòscri- 

éiòn 
sottosopra  -  sòtsóra 
sottoveste  -  gilè 
sottovoce  -  àdàsi 
sottrarre  -  dedtì,  éotrt 
sottratto  -  dedótt 
sottrazione  -  sotrdsiòn 
sovente  -  deèpòsè 
soverchiare  -  sofegà,  éo- 

fogà 
soverchiatore  -  prepotétit 
soverchio  -  tròpp 
sovra  -  sòr  a,  su 
sovrabbondante    -    àgòrd 
sovrastante  -    sorvèglitnt 
sovvenire  -  sovegnl 
soTvenzìone    -   éovensión 
spaccalegna  -  è'cèpàlègna 
spaccare  -  spàeà 
spaccarsi  -  dèrviés 
spaccato  -  épàcaa,    ébotà- 

sciaa 
spaccatura  -  spàcddUra 
spacciare  -  spàcià 
spacciarsi     -     deètrigàès, 

distrigàss 
spacciato  -  sbàlaa 
spaccio  -  ésit 
spacconata  -  fànfàrontda 
spaccone  -  fdnfàròn 
spada  -  spada,  morèna 
spadaio,  spadaro  -  spàdee 
spade  -  càrénsg 
spadone  -  squàdròn 
spaghetti  -  fidelòtt 
spagliare  -  jiàlt 
spagliarsi  -  desliscàéè 
spagnoletta   -    épàgnolèta 
spago  -  spàgli 
spaiare  -  descompàgnA 
spalancare  -  sbàràtà 
spalare  -  despàlà,  pala 


spalata  •  càlMa 
spalettare  -  piesà 
spalla  -  spala,  éttpit 
spallarsi  -  deèpàlàéé,  spà- 
spallato  -  sbàlaa        [làss 
spalleggiare  -  épàlegià 
spalletta  -  morèna 
spalliera  -  sckenttl,  spalerà 
spalline  (le...)  -  spàlìn 
spanditoio  -  deStésa 
spanna  -  èpàìia 
spannatola  -    jìànàroenla 
sparagio  -  éptirg 
sparare  -  spara,   cànonà, 

despàrà,  deècàrgà 
sparato  -  fesa 
sparecchiare  -  desprepàrà 

disprepàrà 
spareggiato  -  deécompàgn 
spargere  -  spàrg,  épàn'te- 

gà,  semina,   somènà 
spargiaia  -  spàrgerà 
spargiui  -  épàrgitt,    càn- 

dilètt 
sparigliare  -  descobià 
sparire  -  sparì 
sparnazzare  -  Starni 
sparpagliare  -  àpàrpàià 
sparso  -   despèì-s,    dispèrs 
spartire  -  sparti 
spartito  -  spartii 
spartitore  -  jìàrtidor 
spartizione  -  pàrtiàidn 
sparviere  -  fàlehètt,   frà- 

tàss  [torà 

spasimare  -  spàsitnti,  do- 
spasmodico  -   èpàsmMìch 
spassarsela  -  divertiss 
spassarsi  -  desàvitl,  disàeià 
spasso   -    Épàss,    divèrsìv, 

tràtenimènt 
spaternostrare  -  pàtera 
spatola  -  épàtola,  pàlèta 
spavaldo  -  sgàlìs 
spaventacchio   -    épàven- 

tàpàSer 
spaventarsi  -  stremiès 
spavento  -  spàvént,   orar, 

pàitra,  terór 
spazio  -  spàsi,  camp,  sìt, 

Imigh  [min 

spazzacamino    -    Éjmsàcà- 
spazzaforno,  spazzatolo  - 

éeoàss,  scoàss  del  fórno 
spazzare  -  spàsa 
spazzatura  -  épàsura,  ruff 


spa 

spazzaturaio  -  riiee,  poli- 

nàtt 
spazzola  -  brosa,  bruàtia, 

spàsela 
spazzolare  -  épààètà 
specchiera  -  ty-Unid 
specchietto  -  prospètt 
specchio  -  spècc.  lus,  quà- 
speciale  -  special        [der 
specialità  -  pàrticolàritaa 
specie  -  sòrt 
specifica  -  ^specìfica 
specillo  -  gÈgla 
speculare  -  speeiilà 
specalazioiie  -  specùlàéión 
spedale  -  ospedaa,  ospitai 
spedi eute  -  risorsa,  partii 
spedire    -    Spedi,  despedi, 

evàd 
spedirsi  -   deétrigàss,  di- 

strigàés 
spedizionere  -  spedisionee 
spegnare    -     desimpegnà, 

disimpegni 
spegnere  -  smoréà 
spegnersi  -  mori 
spegnitoio  -  mochiroeùla 
spelare  -  spela,  pela 
spellicciare  -  spèrlUscià 
spellicciatura  -  stràm&sc 
spernlere  -  spénd 
spendereccio    -    spendà- 

sciòn 
spennacchiare  -  spèrluscià 
spennacchiato-  rèschignon 
S)iennato  -  pelaa 
spensierato  -  spensieraa, 

sànsosì 
spento  -  mòri 
spenzolante  -  pendolént 
spera  -lus 

speranza  -  sperànéa,  féd 
sperare  -  épert 
spergiurare  -  spergiura 
spericolone  -  càgdn,  fifòn 
sperlare  -  spèrlù, 
sperniato  -  deshirolaa 
sperone  -  speròn 
sperpetua  -  deslipa 
sperso  -  despèrs,  diépèrs 
spesii  -  spésa 
spesato  -  èpesaa 
spossare  -  inspesi 
spessezza  -  còrp 
spesso  -  épèés,  foli,  deépèèè 


_  1040  — 

spessore  -  grossa 
spelezzire  -  pètà 
spettacolo  -  spètàeol 
spettare  -  competi,  pàrte- 

gaì 
spettegolare  -  petegol^à 
spettinare  -  despetenà 
spettorarsi-s6e/iàs6*  foeura 
spettro  -  ombra 
speziale  -  speHee 
spezi erìa  -  épeèieria 
spezzato  -  écàvèés 
spia  -  spìa,  trombèta 
spiaccicare  -  spetàscià 
spiaggia  -  riva 
spianare  -  fràtàsà^  guàlivà 
spianata  -  spiànàda 
spianatoia  -  piana 
Spianatoio  -   càuela,  frà- 

iàss 
spianatore  -  guàstàdòr 
spiantare  -  despiàntà 
spiantato  -  spientaa 
spianuccio  -  ceriisiéca 
spiare  -  ciiriosà 
spiai  oliare  -  épiàtelà 
spiatellato  -  shotàsciaa 
spiccare  -  deétàcù,,  distàcà, 

risalta 
spicchio  -  fesa 
sp  celare  -  spàeià,  càscia 
"Spicciarsi  -  desverges 
spiccio  -  épice 
spicciolarne  -  menildràia 
spicco  -  spiceh 
spiedo  -  spéd 
spiegare  -  épiègà,  despiegà 
sp  egazzare  -  rese'ìà 
spiffero  -  bofètt 
spiga  -  spiga,  Iceih-a 
sp'gare  -  lo-và 
spigato  -  lovaa 
spighetta  bianca  -  ciisi- 

diirèta  [sàfitaa 

spigionato  -  desàfitaa.  di- 
spigo -  levànda  [stelò 
Spigolato  re  di  fieno  -  re- 
spigolo -  èpigol,  riaa,  tripee 
spilla  -  spila,  fermali,  brosc 
spillettaio  -  giigee,   mèr- 

càntèll 
spilletto  -  gilgìn 
spillettone  -  giigiòn 
spillo  -  dhiisin  {della  botte) 

càrnee,  gugìn,  puìtttroeù 
spillo  doppio  -  moscòn 


sp» 

spillone    -    spila,    bròsc, 

fermali  [giada 

spilorceria  -  esositaa.  pio- 
spilorcio  -  esòs^  lèsna,  filati 
spilungona  -  eàgàhicér 
spilu'zicare  -  pèliicà 
spina    -    spina,   màndrin, 

pùnta 
spina  dorsale  -  firon,  firón 

de  la  s' cena 
spina  (uva)  -  uga  speròn 

de  gali 
spinacelo  -  spinàéè 
spinala,  spineto  -  àrvéda 
spinetta  -  spinéta 
spinsrere    -    éping ,    eeiéà, 

incàlèà,  incita,  rebiitonà 
spino  -  spin,  bròcch 
spinta  -  biiiòn,  sbiitòn 
spintone  -  biitón,  biitonàdit 
Si'iombarsi   •  despiombààè 
spione  -  spia 
spiotare  -  descodegà 
spiraglio  -  fiàdo.  respir 
spiritato  -  indiàolaa 
spirito  -  spirit 
spirito  bello  -  mdtòech 
spiritoso  -  viv 
spinnare  -  pelfL 
spodestare  -  desproprià 
spogliare  -  desvestì 
spogliato  -  sbiotau,   biòtt 
spogl.atoio  -  piedà'er 
spola,  spoletta  -  9iàvèta, 

nàvisèla 
spolpare  -  despolpà 
spolverez/o  -  spòlver,  éfii- 

min 
spolvere  -  stàmp 
spolverina  -  polverina 
sponda  -  sponda,  pàràpètt, 

riva,  morena 
spopolato  -  spnpolaa 
spoppare  -  desiata 
sporcare  -  sporca 
sporci /.ia  -  sporcisia,  por- 

eàda  [pi/àtt 

sporco   -    boisént ,    briitt, 
sporgere  -  spòrg 
sp  »rta  -  bòlgia,  scdrba 
sportellino  -  àntìn 
sportello  -  porteli,  porterà, 

ils'cireiì 
sport  cella,    sportola    - 

spòrtitia 
sposalizio  -  matrimòni 


spo 

sposo  -  spos,   mari 
?.possat<4-  làsàgnént,  mòli, 

inàs-aa 
spracclie    (far    le)    -    fa 

eiocà  là  baca  [)i(ll 

spranga  -   spranga,  càde- 
spraiig'are  -  sbàrà 
■  spranghetta  -  hàlorclòn 
sprazzato  -  picolaa 
sprazzo   -    shròff,   liighera 

de  foeùgh 
sprecare  -  destrugà,  tràsti 
l     sprecatore  -  destisi 

sprecone    -    destrugàddr , 

deétriigùn 
spregiare  -  scàlcàgnA 
spremere  -  àprèmm,  èchi- 

scià  [moiiàda 

\     spremuta  -  èpremtìda,  U- 
'-     spreparare  -  deépdrà,  di- 

spreparti 
sprezzare  -  àprèsà 
s(»rofon(lare  -  spi-o fondu, 

fonda 
spronaio  -  éperonee 
sprone- i-perdn,  care,  bròcch 
spronella  -  rodèla 
sproporzione    -  spropor- 

■S'iÓll 

sproposito  -  spropòsit,  fóta 
spropriare  -  deèpropritl 
sprovvisto  -  prtv 
spruzzare  -  sbrofà 
spruzzatura    -    infarinai 

dura 
spruzzo  -  sbròff,  stròll 
spruzzolare    -    piovisnti, 

sbrofà 
spruzzolata  -  sbrofàda 
sjjudoratezza  -   indecéma 
spudorato  -   indecènt 
spugna  -  èpùnga 
spuma  -  scuma 
spumeggiare  -  mo^-à 
spuntare    -    spunta,    de- 
i-punta, dispuntà,  mocii, 
smncà 
spuntarla  -  èpuntàloi 
spuntato  -  moce,  mocch 
spunterba  -  màèeàrìna 
spunto  -  punta 
spuntone  -  épungignòn 
spurgo  -  spurgo 
sputacchiera  -  épuìn 
sputacchio  -  làciàdìn,  cià- 
sputare  -  spila  [rèla 


-  1041  - 

sputato  -  sbotàseiaa 
sputo  -  épud^  màrgtj 
squacchero  -  cagar  eia 
squadrino  -  solin 
squaglio  -  remoli 
squaquerella    -    eàgàrèla 
squarcio  -  s fèria 
squattrinare  -   équàtrinà 
squinternare  -  équintèrnà  \ 
squisitezza  -  fmèéa  j 

squisito  -  squisito,  delicaa 

divino,  ecelènt,  fin,  jxtr-  ' 

ticolàr,  prelibaa,  supèrbo 
sradicare    -   desràsà,  di- 
sia !  -  cito  !  [ràst 
stabbi olo  -  stàbièll 
stabile  -  fiéS 
"Stabilire  -  stàbili,  deliberà, 

destintt,  fisa,  mclt 
stabilito  -  fiss 
staccare  -  distàcà,  desfàcà, 

destàpèsà 
staccarsi  -  deitàeà.is,  bor- 
ia via 
stacciare  -  buràtà,  é-edàsà 
staccio  -  sedàss,pàsàbrcend 
stacco  -  cqpòn 
stadera  -  pesa 
stadera  a  bilico  -  bàéà- 

cula,  hàsciill 
staderaio  -  bàlànsinec 
staffa  -  braga,  pedàda,  re- 

sgia 
staffile  -  stàfi,  portasi  tifa 
staggio  -  bolsòn,  pientèna 
staglio  -  bòtt 
stagnaio  -  pèltree,  tolee 
stagnata  -  boeta.  biisolòtt, 

tòta 
stagnuola  -  bmolòtt 
staio  -  stee 
stalla  -  sttila 
stallatico  -  ingràss 
stalliere  -  stàlee,  biricù 
stalloggi  -  bàciòcch,  bàcio- 

chin  de  fraa 
stamane  -  étàmàtina 
stamberga  -  ràtéra 
stami  -  bàrbis 
stampa  -  sttlmpa 
stampare  -  stampa.  Urti. 
stampatore    -   stàmpàdòr 
stampella  -  sctlnsria 
stampini  -  boss  de  stampa 
stampita  -  liènda,  pirlonà- 

da,  tiritèra 


ste 

stauipo  -  stdmp,    càliéodr 
stampone  -  boràdùr 
stamponi  -    bòéa,   boss  de 

stampa,    molitt    de  for- 

mentòn 
stanare  -  destanti 
stancare  -  ètiifì 
stanchezza   -    stùnchèsa  , 

étràclièsa 
stanco  -  stràcch,  étiiff 
stanga  -  stanga 
stangare  -  shàrà 
stanghetta  -  càdenàsmi 
stanza  -  siunsa 
stanzino  -  capimi 
stappare  -  desbiisciontl,  di- 

sbiisciontl 
starna  -  coturno 
staroccare  -  destàrocà 
staroccare    (  fare    a  )   - 

giiigààveàtiés  e  desresiiés 
starsene  -  incàntàss 
stassera  -  staséra,  stasira 
stato    -    sttit ,     posiéion  , 

rango 
statua  -  stàtua  [rìna 

statuetta  -  i-tàt lièta,  figii- 
statura  -  statura 
stazzonare  -  màstinti,  pà- 

striignà,    resciti 
stazzonato  -  pàtiisciaa 
steariche  (candele)  -  càn- 

dèl  de  cerògin 
stecca  -stèca,  bègia,gàmber, 

òss,  pàlisòn,  piqhirceùla, 

§'  céna. 
steccare  -  imbàlenà 
steccato  -  pàlisàda 
stecchito  -  stincaa 
stecco  -  stècch,  bròcch 
steccone  -  ficòn 
stella  -  stèla,  bàiircrù,  bo- 

lin,  fiistela 
stelo  -  ìuelgtise 
stemma  -  tirma 
stemperare  -  destcmpcrti, 

dàgk  Òna  destemperàda 
stendere  -  dcstènd,  disténd 
stentare  -  stenta 
sterco  di  pecora  -  btlgola 
sterno  -  oi-ètt 
sternutire  -  strdniidti 
sternuto  -  strànùd 
sterpacchi  -  seolciòn 
sterpame  -  ràdisàmm 
sterpicino  -  brocàiafi 


ste 


-  1042  - 


slr 


sterpo  -  broctij 

sterzare  -  tàiti 

stesso  -  ìMèH- 

stiaccia  -  bmeròtt 

stiaccialimoni  -  àchiscià- 
limùn 

stiacciata  -  hriisMa 

stiacciatina  -  ofHa,  cà- 
nonìn 

stiacciatino  -  cànenèìn 

stiacciate  -  elmocìy 

stiancia  -  lUcòn 

stiantettino  -  cricch 

stiare  -  piirgti 

stile  -  àntèna,  ètti 

stilla  -  làgrima 

stillettata  -  étilètàda 

stillicidio  -  riaa 

stillino  -  ràmpinàtt 

stilo  -  ètill^  bmton 

stima  -  onor,  pregio,  pe- 
rizia 

stimare  -  s-tiìnà,  perita, 
considera,  giudica,  peni-ti 

stimarsi  -  HimàH- 

stimatore  -  perito 

stimolare  -  eeittl 

stinchetti  (dolci)  -  òH 
de  niòrt 

stipa  -  bàrbàj 

stipendio  -  Mipéndi,  ono- 
ràri, mitri,  soldo 

stipettaio  -  ebànìita 

stipite  -  étìpit 

stipo  -  biirò 

stirare  -  destirà,  éopresà 

stiratora,  stiratrice  - éo- 
prèsàdóra 

stirpe  -  f'-àngu 

stitico  -  critich,  étUieh 

stivalarsi  -  imtrivàlàH- 

stivalato  -  inHrirdlaa 

stivale  -  Urivàll 

stivaleria  -  besàsciàda , 
fèseiàda 

stivaletto  -  i-trivàlin 

stizza  -  S'iis'rt,  blla,  bile, 
dàna,  fung,  funsg,  ghi- 
gnòn,  ràbia,  relén 

stizzirsi  -  danti,   inràbìH- 

stizzito  -  ràbida 

stizzosaccio  -  dànàdon 

stizzoso  -  biliòs,  bilos,  ca- 
prili OS,  rubi  OS 

stoccata  -  stocMa 

stocco  -  ùtòcch 


stoffa  -  àtdfa 
storiare  -  pldfonà 
stoietta,  stoino  -  sèrbhi 
stoino  di  cannucce  -  per- 
diana 
stomacare  -  étomegà,   dè- 

stomegà  [rò^-s-- 

stomaciiini  (g'ii)  -  àcquà- 
stomachini  -  nàiisea 
stomacliino    -   pàton'ma  , 

brìsa,  màgòn 
stomaco  -  boriceh 
stonare  -  stona,  dei-tonti 
stoppa  -  itòpa 
stoppare  -  stopà 
stoppabuclii  -  Uòpàbaucc 
stoppiniera,  vasetto  -  lii- 

min 
stoppione    -    briisàlàsen  , 

gàrsòn 
storcere  -  deptortià 
stordimento  -  imbàlordi- 

mènt  {étorni 

stordire  -  imbalordì,    in- 
storiella  -  bàmbàna 
storione  -  ètiiriòn 
stormo  -  ròse  [nòli 

storno,  stornello  -  stor- 
si or  pio  -  ndìi,  strÈpi 
storta   da    donna  -  bocà- 

rèm 
storta  -  bàlòn,  pàpàgàll 
storto  -  itòrt 
sto  viglialo  -  platee 
stovÌ8:lie  -  fèràglia 
stoviglieria    -    màidlega , 

mài  oli  ca 
stozzare  -  imboli 
stozzo  -  imbotidòr 
strabalzamento  -  stràbàls 
strabico  -  los-ch 
strabigliare  -  ètràseeolà 
stracche  -  bràtèj 
stracchino  -  stràehìn 
stracci  ai  nolo  -  firiselin 
stracciare  Hràscid,  scarpa 
straccio  -  è-tràse,  ciànfer 
straccione  -  Uràsción 
stracco  -  s-lTàcch 
stracollarsi  -  slogài-s- 
stracotto   -   pàma,   carne 

in  umid,  stiiaa 
strada  -  strada,  tràcia,  vìa 
strada    ferrata    -   strada 

de  fèr^i  ferovia 
stradaiuolo  -  stràdin 


stradiere  -  boriandoti 
strafatti  -  bolgètt 
strafelarsi  -  scàlmànàM 
straAsagra  -  stràfilsària 
straflzeca  -  stràfiisàri 
strage  -  màsàcher,  màsà- 
stralcio  -  bòft  [mént 

stralloggi  -  bàciòech,   bà- 

ciochìn  de  fraa 
stralmare  -  losca 
stramagli  a    -   stràmm,  fa 

lèti 
stramaturo  -  pàsaa 
stramberia  -  originàlitaa 
strambotto  -  bosinàda 
stramonio  -  tdèich 
strangolare    -    strangola, 

étrosà 
straniero  -  forèètee 
strano  -  strambo,  ecéntrich 
straordinario  -  stràsordi- 

ììàri,  miràcolòs,    prodi- 

giOs,  esiJrèss 
strapazzare  -  stràpàsà 
strapazzata  -  ràgd,  fosàda 
strapazzo  -  étràpdéé 
strappare  -  ètràpt,  strèpa, 

scarpa 
strappi  (a)  -  à  bàndoléra 
strappo    -    bocon ,   scàrp, 

stràsc 
strapuntino  -  piiimin 
strapunto  -  màtàràss 
straripamento  -    inondà- 

siòn 
straripare  -  inonda,  .sor- 
monta 
strascico  -  eòa 
strascinamento  -    rilsàdc 
strascinare  -  riisà.,  tira 
strascino  -  sordèrba,  étrusn 
stratagemma  -  triicch 
strato  -  émùl 
stravagante  -  stràfàgrìnf. 

bàlsdn,  originai 
stravaganza  -  originàlitaa 
stravasameuto    -  stràràs 
stravecchio  -  sfràvèce 
stravizzo  -    desorden,  di- 

sòrdin 
stravoltare  -  invèrsa 
stravolto  -  stràvolt 
strega  -  tnàga,  stria 
stregare-/»  bàrilòtt,  instrià 
stregghia  -  càvààiidòr 
stregghiare  -  strigià 


str 

streg'heria    -    striàmcnt, 

striòis 
streg-one  -  ètrinn 
stregoneria    -    sU-iàmént 
strepitare  -  ciocà 
strepitoso  -  étrepitós 
stretta  -  s-trècia,  fiiriigàda, 

strengìùda 
stretta,  stretto  -  eàipi 
strettezza  -  fiscinHa 
stretti  -  càlaa 
stretto    -    ètrhtt  ,     strècc, 

Hrène,  impicca 
strettoio  -  èopr^m,  tòn- 
stria  -  onda 
stricare  -  desgàrbià 
stridere  -    scrii-à,    gigolà 
strido  -  sgàr 
strig-are  -    desgàrhit,  de- 

sf'mbroià,  disimhroià 
striarliare  -  étrigià 
strillare  -    àtrilà,    sgàrà, 

sgàrì 
strillata  -  sgàràda 
strimpellare    -  gròM,  fa 

grìn  grin 
strimpellatore  -  s'oèpin 
strimpellatura    -    gràtà- 

form^j 
striiigrere  -  ètréng,  torciti 
striug-lmeuto  -  Mrengiuda 
strino  -  caligo 
strippata  -  é-pànsciàda 
striscia  -    eoràmèla,  UMa 
strisciare  -  ^-trusà 
stritolare  -  stritola 
strivaliuo  -  Ptrivàlìn 
strizzare  -  sprèmm 
strizzone  -  caligo 
strofa  -  stròfa 
stroflfolo  -  MrigòH 
strofinare  -  fregt,    sgiirà 
strolog'O  -  Mròlegh 
strombazzare  -    trombata 
'  stronfione  -  bofiòtt^  bongé 
stronzo,  stronzolo  -  si?-o«s- 
stroppio  -  ètòrt,  étrupi 
stroscia  -    ariana,  riàna 
stroscione  -  bràneosìn 
strozzare  -  itroàà 
strozzato  -    eiàpaa,    im- 

pieaa,  stroma 
strozzino  -  ebrH,  iisuràri 
strucio  -  pilàtént 
strug-jarersi  -  strUàiàss.  de- 

limày  desfàsè,  deslengità 


-  1043  - 

strumento  -  iétriimént 
struscìo  -  conéiimm 
strutto  -    fondini,    gràsa, 

gràss  bitlnch 
stuccare  -  instiicù,,  letigà, 

litiga,  storà,  regnala 
stucclievole  -  letiglient,  li- 

tighènt,  slitighént 
stucche  volino  -  crìtich 
stucco  -  étiicch,  céra,  éàgg 
studente  -  stildént 
studiare  -  stadia 
studiato  -  r  ice  rena 
studi  -  studi 
stuello  -  tàmpon 
stufa  -  biada,  étuct 
stufatoio  -  Stiiìn 
stufato  -  étilaa 

stufo  -  staff 

stuoia  -    stceura,    stoiitria 
stuoia!  o  -  storce 
stupidaccio     -     marmata 
stupido  -  sti/pid,  imbecille 

incàntaa,    màrter,    mà- 

màlilcch,  tràmm 
stupire  -  ètiljjt,  rèéià 
stupito  -  estàti''h,  edificaa 
sturare  -  desbilscionà,  di- 

sbiiscionà,    destopà,    di- 

étopà 
stuzzicadenti  -  Stècch 
stuzzicaorecchi    -  épà- 
,     àorècc 

stuzzicare  -  insigà  . 
su  -  sii,  sóra 
sua  -  sóa 
subbia  -  pùnta 
subbiello  -  fung 
subbio  -  sibi,  cillnder 
subbisso,  subisso  -  nìrola, 

profluvi,  fulmin,  miéòlta, 

sfì'àgèll,  qiiintesènéa,  re- 

bèll,  scémpi 
subbuglio  -  fermént 
subentrare  -  sùbenirt 
subire  -  siibì 
subito  -  subii  [filo 

sublocatore  -  refìciò,  re- 
succedere -  siicéd,  dàss 
successo  -  siicèss 
succhiare  -  sciscià 
succhiellare  -  sping 
succhiello  -  tinivelìn 
succhione  -  bàstàrdòn 
succiamele  -  màsàlegiimm 


snp 

succianespole  -  ciciàne- 
spol 

succiare  -  sciscià 

succintamente  -  in  siicìnt 

succio  -  scisciòn 

succione  -  bàstàrddn 

succo  -  èugh,  gius 

succoso  -  sostànsiós,  giii- 
sént 

sucidare  -  bordegàscià 

sucideria  -  pilàfàda 

sudare  -  siidà 

sudiceria  -  pilàtMa,  por- 
cherìa, jìorcàrìa 

sudicetto  -  pilàtèll 

sudicio  -  boisént,  briitt,  en- 
degh,  incàtrdmaa,  inero- 
paa,  làsàron,  pilàtt,  pi- 
làtént 

sudicione  -  po)-seèldn 

snAicinme  -  imondì si,  une, 
riiff',  rune  [siòii 

sudore  -  siidór,  tràspirà- 

sufolare  -  sifoltL 

sufolo  -  sonèll,  àìfol 

sugrare  -  pasti 

sugatto  -  péli 

sug-g-ellare  -  sigila 

su^g-ello  -  sigili 

sugg'erimento  -  siigerimént 

sug'g'erire  -  silgerl 

sughero  -  legnàés 

sugrua  -  sùnsgia,  gràsa, 
gràss  biàncli,  sciùngia 

sug'o  -  sugh,  gius 

sugroso  -  giilsòs,  mostòs 

suicidio  -  suicìdi 

sul  -  siil 

sultana  -  otomàna 

sultanina  -  poff' 

suo  -  so 

suolo  -  soeiil,  èoeùla,  tira 

suonare  -  sona 

suonarla  -  ciicà 

suonata  -  sonàda 

suonatore  -  sonàdòr 

suono  -  sòn 

suora  -  monega 

suocero  -  meSee 

superare  -  stiperà 

superbia  -  orgòli 

superbo  -  siipèrbo,  siipèrb 

superficie  -  sUperfìcc 

superfluo  -  siipcrfol 

superfluo  (il)  -  el  de  pii 

superiora  -  prióra 


Slip 

superiorità  -  mperioritaa 
superlativo  -  supèrlàtìv 
superstizione  -  mpèréti- 

Hòn,  pregiudìèi 
superstizioso  -  àrl'iàtt 
suppedaneo    -    sopedàni , 

tàpee 
supplemento  -  Miplemmt 
supplica  -  memoriàl 
supplicare  -  sùplictL 
supplire  -  é-iiplì 
supplizio  -  mplìH 
supporre  -  mpònn,  mètt 
suppurare  -  purga,  ména 
suppurazione  -  èilperàsiòn 
supremo  -  mprèmm 
susino  -  brugna 
sussidio  -  silsidi 
sussistere  -  msìst 
sussurrarsi  -  tronà 
sussurro  -  Hlsòr 
suvero  -  legnàss 
suzzacliera  -  acetosa 
svagarsi  -  Èvdgàsà 
svanire  -  svanì 
svanito  -  svanii 
svantajfg'ìo  -  svàntdgg 
svaporare  -  svapora,  sorà 
svariarsi  -  svàriààs 
sviare  -  desàvià,  disdvià 
sviarsi  -  dìàéràH 
sveglia  -  svéglia,   bàrldca, 

levàda 
svegliare  -  cianiti,  dèscàn- 

tà,  discanta,  desedà,  di- 

s-edà 
svegliarsi  -  deèedàès 
svegliato  -  deftcàntaa,  di- 
scantaci, desgdgiaa,  gii<é 
sveglio  -  svèlt,  desedaa 
sveltezza  -  sveltèsa,  pron- 

tèm 
svelto    -    svèlt,  dencàntaa, 

desgàrbiaa,  èpico 
svenare  -  svenA 
svenevolaggine  -  ftàs-càda 
svenimento   -   svenimént, 

svaniménti  delìqiii 
svenire  -  svegni 
sventare  -  sveniti 
sventrare  -  sventra 
sventura  -  deàfortùna,  le- 

gnttda 
sventurato  -  descàvigiaa, 

infelice 
svergognare  -  svergogna 


-  1044  - 

svestire  -  desveétì 
svestito  -  biòtt 
svezzare  -  desiata 
sviare  -  desvià,  distoeù,  de- 

étoeii 
sviato  -  sbàndaa 
sviatore  -  gugia 
svievole  -  deàcibuiòs 
svignare  -  svigna 
svignarsela    -    fibiàsela , 

toàià 
svilire  -  ^eredità 
sviluppare  -  svililpti,    de- 

sgàrbià 
svisato  -  travestii 
sviscerarsi  -  sviscerasi 
svista  -  svista,  orbàda 
svitare  -  desHdà,   disvidà 
svogliataggine  -  gnèchìsia 
svogliatezza  -  fiàca,  lana, 

lìsàgna  [gnént 

svogliato  -  gnècch,  làsà- 
svolazzamento  -  svolàsàda 
svolazzare  -  svolasti,  sgo- 

ràtà 
svolazzio  -  svolàéàda 
svolgere  -  despiegà,  despà- 

clietà 

tabaccaio  -  tàbàchee 

tabaccacelo  -  fdfa 

tabacchino  -  tàbàchee 

tabacco  -  tàbàcch 

tabarro  -  tàbàr,   màntèll 

tabella  -  tàbèla,  triodi  e 
t'-àcch 

tabernacolo  -  tàbèrnticol 

taboretto  -  tàboré 

tacca  -  dént,  ongUa 

taccagneria  -  esositaa , 
pedociàrta 

taccagno  -  esos,  stemegna 

taccaguone  -  lésna 

tacchina  -  pala 

tacchino  -  poi  in 

tacchio  -  biiscàj 

taccola  -  bèrta,  ràcola 

taccolare  -  ràcolà 

taccolino  -  tàcola 

taccola  -  ràcola,  rògn 

taccone  -  tàcòn,  pesa,  sca- 
mati 

taccuino  -  iàcuìn,  notes 

tacere  -  tàsè 


tar 

tafano  -  tàvdn 
tafferia  -  bdslèta 
talferiata  -  bàsleiàdct 
taffetà  -  tàftà 
tafllare  -  màioctk 
taglia  -  itila 
taglialegna  -  boscìdrocii 
tagliando  -  copòn 
tagliare  -  tàiti 
tagliarsi  -  tàiàss 
tagliateli!  -  tàiddln 
tagliatolo  -  givstificcidór 
tagliere  -  tàiee  [tàj 

taglio    -    chignoeu,    scàlf. 
tagliolini  -  tàiàdìn 
tagliolo  -  bidàn 
tagliuola  -  foinéra 
tale  -  itil 

talento  -  tcdént,  ingègn 
tallire  -  nàss 
tallito  -  nàsiiii 
tallone  -  tàlon 
talonio  -  negòsi,  studi 
tamarindo  -  tàmàrìn,  tà- 

màrind 
tamburello  -  tàmborèll 
tamborino  -  tàmburin 
tamburro  -  tàmbùr.   bàri- 
glie,  càrugol 
tamigiare  -  sedasti 
tandem  -  tàndem 
tanè  -  màròn 
tanfo  -  tànf,  tiiff' 
tangente  -  tangèntu  pari 
tanghero  -  iànghen,  piceli, 

vilàn 
tangoccio    -     tàndsciòtt  , 

tràcàgnùtt 
tangoncino  -  tànàscìn 
tantinino  -  cicinin 
tantino  -  idèa 
tanto  -  idnt 

tanto  pili  -  tanto  pii,  compii 
tapino  -  pòver,  poerètt 
tappa  -  tàpa  [scionti 

tappare  -  bondonà,  imbii- 
tappeto  -  tàpee 
tappezzare  -  tàpesà 
tappezziere  -  tàpesee,  jik- 

vionee,  storce 
tappo    -   bondòn,   biìsciòn, 

stoporón 
tappo  di   botte  -  boriati, 

j}iscinòft,  iràcàgnòtt 
tara  -  tara  [nìnaì 

tarantella  -  pànsccta,  to-\ 


tar 


1045  — 


tes 


tarantola  -  tàrànièla 

tai-casfiiotto  -  borlòtt 

tarchiatoiie  -  polpètdn 

tardare  -  tarda,  intàrdià 

tardetto  -  tàrdètt 

tardi  -  tàrd 

tardivo  -  tàrdii 

tardo  -  tàrdii,  s-péd,  tràmni 

tardone  -  dràgdn 

tariffa  -    tàrìfa ,    càlméri, 

fàtura,  mèta 
tarlato  -  eàirolaa,    càrio- 

laa,  càriòs 
tarlo  -  tarlo,  càirceii 
tarma  -  càmola 
tannare  -  sbogià 
tarpare  -  seimà 
tartag'lìare  -  tàrtàià 
tartaro  -  càteinM-^- 
tartarugra  -  tartaruga 
tartassare  -  tàrtài-à 
tartuffolare  -  trifola 
tartufo  -  trifola 
tasca  -  sàcdcia,  bòlgia,  gà- 

iòfa,  mehéta 
tassa  -  iàsa,  imposta 
tassare  -  tàsà,  colisa 
tassellare  -  intàsèlà 
tassello  -  tMèll 
tasso  —  tàss,  nà^è 
tasta  -  lesign 
tastare  -  pàspà 
laste§r§riare  -  palpa 
tasto  -  tàit 
tastone  (a)  -  à  tàHòn 
tattica  -  tàtica 
tavella  -  pianéta 
taverna  -  gàrgòta- 
tavernaio  ,    taverniere  - 

briignòn,  òàt,  oh-tàriàti 
t  avola  -  tàola,  tàol,  ìndes, 

ìndice,  piana,  tàbula 
tavola  da  bachi  -  àrèla 
tavolacci  no  -  portir 
tavola  nera  -  lavagna 
tavola  santa  -  csUéè 
tavolato  -  tàolaa,  àmprtda 
tavoleg'g'iante   -    càmerer 
tavoletta  -    tàolèta,    tàvo- 
le ta,  qnàdrètt 
tavoliere  -  dàìna 
tavolino  -  tàol^  tàolìn 
tavolone  -  àéon,    cUntéra 
tavolozza  -  tàolòéa 
tazza  -  chiehcra,  chicherón, 
te  -  ti  [tàéa 


te  (a)  -  à  ti 
teatro  -  teàfer 
teccola  -  maghi 
tediare  -  tedia 
tedio  -  loefìj,  noia 
tegrauiaio  -  bièlee 
tegraniata  -  bièlàda 
tegame  -  bièla 
tegamino  -  bièlm 
tegghia  -  tèst^  pàdèla 
tegola,  tegolo  -  copp 
tegolaio  -  fornàsin 
tela  -  tela,    tìla,    scepàri, 

scipàri  [elisi 

telaio  -  telar,   càstelètt  de 
telegrafo  -  telegrafo 
telegramma  -  dièpàcc 
telescopio  -  teleécòpi 
telo  -  àltèsa 
telone  -  tilón 
telonio  -  telòni,  telòni 
tema  -  tèma,    téma,   fifa, 

flofiss 
tempellare  -  dondà,  lirèlt, 

lisonà,   scampanti 
tempellone   -   lisòn,   lon- 

ghigndn,  tartaruga 
tempera  -  tèmpera,  tempra 
temperamento  -  temperà- 

mént 
temperante  -  diàcrètt 
temperato  -  modèst 
temperatura    -    temperà- 

dùra 
temperie  -  tèmp 
temperino  -  temperin 
tempesta  -  tempèsta 
tempiali  (i)  -   le  tempie, 

tempia 
tempiale  -  àétlna 
tempio  -  gésa 
tempo  -  camp 
tempo  (  per  )  -    àbonora, 

leva  sii  bonòra 
tempora  (le)  -  i  tèmpor 
temporalaccio  -  borinéri 
temporale  -  temporàl,  tem- 
peri 
temporaneo  -  interinai 
tenace  -  tàchént 
tenda  -  tenda,  tendón,  tilun 
tendale  -  tènda 
tendenza   -   tendénsa^  in- 

clinàsion 
tèndine  -  tèndin 
tenebroso  -  tètro 


tenente  -  tenènt 

tenere  ••  legni 

tenero  -  tener,  tènder,  mòli, 
écàròs 

tenerume  -  cdrtelàmm 

tenore  -  tenòr 

tentare  -  tenta,  bogià 

tentativo  -  tir,  tentàtìv 

tentazione  -  tentàsion 

tentennare  -  dondà,  scàn- 
chignà 

tentennone  -  ci  siir  don- 
dàsi,  lison,  longhigndn 

tentoni  (a)  -  à  iàston 

tenuità  -  flnèsa 

tenuto  -  tegnuii 

teologìa  -  teologia 

teologo  -  teòlogh 

teoria  -  teoria 

tepidario  -  caldana 

tergiversazione  -  menàda 

tergo  -  s'cèna,  scìiènàl 

teriaca  -  triaca 

terme  -  fanghi 

terminare  -  fcni,  fini,  forni 

terminato  -  fimi 

termine  -  tèrmin,  fin 

termometro  -  termòmetro 

terno  -  tèmo 

terra  -  tèra,  fònd 

terraglia  -  tortiglia 

terrazza  -  tèràéa,  glorièta 

terraz/inO)  terrazzo  -po- 
gioetf 

terremoto  -  tèrèmòtt,  ta- 
ra mòtt 

terreno  -  terén,  tèra 

terribile  -  terìbil 

terrore  -  teròr 

terso  -  tèrs,  lucid,  l&ster 

terza  -  tèrèa 

terzana  -  tèréàna 

terzare  -  intèréà 

terz eruolo  -  ààina 

terzetto  -  terèètt 

terzina  -  tèrsina 

tesa  -  àia 

teschio  -  cràpa 

tesoro  -  tesòr,  eorin 

tessere  -  tèse,  compònn 

tessitrice,  tessitora  -  te- 
stora 

tessitore  -  tèsidòr 

tessitura  -  àntredceù 

testa  -  tèsta,  eoo 

testamento  -  teàtàmèné 


tes 


-  1046  - 


tor 


testardo  -  testare,  viàmà- 

likch 
testata  -  tèstàna 
teste  -  ièit 
testiera  -  pojjé 
testimoniare  -  depònn 
testimonio  tèitimdni 
testino  -  test-in,  comi 
testone  -  tes'tòti,  cosón 
testug'g'ine  -  tartaruga 
tetro  -  tetro 
tettino  -  te&ètt 
tetto  -  tècc 
tettoia  -  gàbànòtt 
tettola  -  pendelhi 
tettuccio  -  teeètt 
tliè  -  tè 
ti  -  te,  ti 
tibet  -  tibè 
ticcliio  ^  tintilo,  beschU-ì, 

càprìH,  erica 
ticchio  (saltare  il)  -  èdita 

là  mata 
ticino  -  tesili 
tieni  -  tè,  toìu 
tieniamente  -  merémur 
tiepido  -  téved 
tifo  -  tifo 
tìgliate  -  lìelàcUj 
tÌ8"lioso  -  slègned 
tigrna  -  tègna  [mol 

tigrnato  -  mdngiaa  di  cA- 
tig'iiolato  -  càrios,  eàriolaa 
tignosa  bianca  -  màècàr- 

pòn 
tig'niiola  -  càmola 
tigre,  tig-ro  -  tìgher 
timballo  -  tìmpen 
timido  -  tlmid 
timo  -  timm  [ptbla 

timone  -  timón,  guàrnàcc, 
timóre  -  timor,  paura,  tè- 

rór,  pòmm  pòmni,  ècàgg 
timpano  -  tìmpen,  tàmbòr 
tinaia  -  tinéra 
tinca  -  ténea 
tinella  -  nàvàscioeu 
tinello  -  tinèll 
tingere  -  teng 
tino  -  tinòn,  lina 
linone  -  tindn 
tinozza  -  bàgn 
tinta  -  tìnta,  bàgn 
tintin  -  din-din,  dlìn-dlìn, 

delin-delin,  tintin 
tintura  -  tintUra 


tipo  -  tipo,  màpa 
tipografo  -  ètdmpàdòr 
tiralatte  -  sciscitm 
tiralinee  -  tirdlini 
tiramantici  -  tiràmàntes 
tiramento  -  tiràmént 
tiranno  -  Urtino 
tirante  codato  -  pàsàrHa 
tirare  -  tirtl,  tra 
tirarla  giìi  -  digliela  àdree 
tirastivali  -  tirànt 
tirata  -  tirtida;  suda 
tirato  -  tegnòn 
tiratura  -  titàdura 
tirella  -  tirdnt 
tiretto  -  càsètt 
tiritera  -  filàstrdca,  pir- 

lonàda.  liènda 
tiro  -  tir 

tirocinio      novisiaa,  prà- 
tica, gàràvàna 
tisi  -  etisia 
tisico  -  fisich,  ètich 
titiiiinlo  -  làciàrèll 
titolare  -  titolar 
titolo  -  titol,  tèsta 
titubare  -  titilbà 
tìzzonaio  -  foghee 
toccalapis  -  portalàpis 
toccare  -  toch  [làsu 

toccarne  -  dà  vìa  di  cà- 
tocco  -  tocch,  bòtt,  sègn 
togliere  -  tcett 
toglia   il    cielo  !  -  dinin- 

guàrda  ! 
tollerabile  -  sojìortàbil 
tollerare  -  tolerà,  éoportà, 

porta 
tomaia  -  tornerà 
tomba  -  tomba,  nàvèll,  se- 

pòlcher  [lòtt 

tombola  -  tombola,    lòto, 
tombolare   -    tombola,   fa 

là  bombàra,   fa  là  toma 
tomboletto  -  bonsèta 
tombolo  -   borlon,   borlòn 

de  ricàmm,  cosin 
tombolotto  -  bombolòtt 
tometto  -  tomètt 
tomo  -  tòmm 
ton-ton  -  don-don,  ddn-dàn 
tonaca  -  tdnega 
tonamento  -  tronàda 
tonchio  -  clisèta,  giànìn 
tondello  -  tàsin,  pàiaul 
tondere  -  tosa,  melonà 


tondino    -   tondìn,  portà- 

bicèr  [tond 

tondo  -  tond,  redónd,  ro- 
tonfacchiotto  -  borlòtt 
tonfo  -  ploff 
tonnina  -  pànscetu 
tonno  -  tòn 
tono  -  tòn 
topaia  -  ràtéra 
topetto  -  morigimì 
topica  -  tòpica 
topico  -  tòpich 
topinaia  -  bo>ucc  di  ràtt 
topino  -  ficànàs  [sin 

topo  -  ràtt,  rànsàdor,  ràn- 
topolino    -    ràtìn,    mori- 

gioed 
toppa    -    pàta,    sdràdura, 

tàcòn,  tàpa,  tàsèll,  pésa 
toppino  -  pàtonìn 
toppo  -  bòia,  bòra,  sciòcch 
top  pone  -  pàtòna 
torbido  -  tòrbid,  invèrs 
torcere  -  tòrg,  storta,  stòrg, 

destortià,  girivoltà,  pirla, 
torchiare  -  torcia 
torchio  -  tòre,  tòrcia 
torcia  -  tòrcia 
torcicollo  -  stortaceli,  bè- 

càformìgh 
torcitoio  -  cagna 
torcolo  -  tare 
tordella  -  drcss  [sòn 

tordescaia,  tordiere  -  drè- 
tord inetto  -  dordinètt 
lordino  -  dordin.  dordina 
tordo  -  dort,  drèss 
tordo  sassello  -  drèsin 
tormentare    -   persipità, 

veàigà,  visigà 
tormento   -   torment,    si'c- 

plisi 
tornaconto  -  tomàc^nt 
tornare  -  torna,  fa  là  bom- 
bàra, fa  là  tòma 
tornata  -  ricorénsa 
tornio  -  tòmo 
tornire  -  intorni,  fa  fron- 

fròn,  fronfronà 
tornitore  -  intornidòr 
toro  -  tòr 
torre  -  tòr,  toeii 
torrente  -  torént 
torrione  -  toriòn 
torrone  -   toròn,   àrmàn- 

dolaa 


tor 


—  1047  — 


tra 


torsello  -  cosìnètt 

torsi  -  niolitt  de  formen- 

tdn 
torso,  torsolo  -   càrùspi, 

fiìstòn,  fiiétòn,  molìn,  mo- 

lòn 
torta  -  tòrta,  cdréénàa 
tortello  -  torteli 
torto  -  tort,   étòrt,    intort 
tortora,  tortorella  -  tor- 

torela 
tortoro  -  pàrioeula 
torvo  -  besiòs 
tosare  -  tosa,  bertontl,  me- 
lone 
tossico  -  toèieh,  velèn 
tosse  -  toés 
tossire  -  toàì 
tostare  -  tosta 
tostato  -  test 
tosto  -  subii 
totale,  totalità  -  total 
totalmente  -  totàlmént 
tovaglia  -  tovàia,  toàia 
tovagliolino  -  bolèta 
tovag"liolo  -  màntìn,   Ser- 

tièta 
tozzo  -  tòcch,   seiàtt,   trà- 

càgnòtt,   tànàseiòtt,   mà- 

ròcch,  piscinoti 
tra  -  irti,  intrtL 
traballare    -    tràbàlà,   bi- 

cofà,   clondà^  SGclnchigiiti 
traballata  -  dondàda     ' 
trabalzo  -  scàlòès 
trabìccolìiio  -  omètt 
trabiccolo  -  coregh,  pret 
traboccare  -  sormonta 
trabocchetto  -   tràbilchèll 
trachea  (la)  -  i  cànei 
traccia  -  tì-àeia,  menabò 
tracolla  -  iràcòla 
tracollo  -  tràcòH 
tradire  -  tràdi 
traditrice  -  tràditòra 
tradurre  -  tradii, 
traduzione  -  tràdUsion 
trafelare  -  bànfà 
tralìg'g'ere  -  infilati 
trafila  -  trafila 
trafitta  -  pliés,  piech 
traforare  -  èfortl 
traforo  -  èfor 
trafugrare  -  scàmottt, 
trafurelliuo  -  bàràbhi 
trafarello  -  bàràbòtt 


trafusolina  -  fdsceil 
tragedia  -  tragèdia 
tragittare  -  transitai 
traguardo  -  livèll 
tralasciare  -  tràlmà 
tralciaia  -  bocàdura 
tralignare  -  imbàstàrdà,, 

<fàlsà 
trama  -  trama,  pMtiss 
tramaglio  -  tremàgg 
tramesse  -  mondeghUi 
tramestare    -    bolgiràitL , 

meéedtt,  riigà  [den 

tramezza  -  étrànièsa,  gutir- 
tramezzato,   tramezzo    - 

èòtpè 
tramoggia  -  baserà 
tramontana  -  tramontana 
tramonto  -  tràmdnt,  càlàda 
tramortito  -  insormentii 
trampellino   -   tràmpelìn, 

tràpolìn 
tramuta  -  mildttda 
tramutare  -  travasa 
trangugiare    -    càsciàgìd, 

inghiotì,  Mràngoiti 
tranquillare  -  qiiiètà,  quiè- 
ta gio 
tranquillità  -  pils 
tranquillo  -  trànqiiill,  pà- 

cìfich,  càlmo^   mansuèti, 

quièti 
tranquillone  -  pàpàttLs 
transazione  -  trànsàsidn 
transigere  -  trànslg 
transitare  -  transita 
transito  -  trànsit 
transitorio  -  transitòri 
trapanare  -  trapana 
trapano  -  tràpen,firlàforla 
trapelare  -  penètrti 
trapelo  -  perteghin 
trapiantare  -   stràpiàntà, 

strepidntà 
trappola  -  tràpola 
trappolare  -   tràpolà,  in- 

gàtiti 
trappolino  -  tràmpelin 
trapunta  -  prepònia 
trapuntare     -    preponiti , 

imboti 
trarre  -  irà,  tira,  ioeu 
trasandare  -  tràsàndà 
trascinare  -  strìlsd, 
trascurare  -  tràsciirà 
trascuratezza  -  negligèma 


trascurato    -    tràécuraa , 

negligènt,  spenèieraa 
trasecolare  -  stràsècolà 
trasferire  -  trasloca 
trasformazione  -  tràvesti- 

mént,  tràsformààión 
traslocare  -  trasloca,  spàsa 
trasparente  -  trdspàrènt 
trasparire  -  tràèpàrt 
trasparlare  -  straparla 
traspirare  -  sildà 
traspirazione  -   traspira' 

Sion 
trasporto  -  traspòrti  por- 
tura 
trasportare    -    tràsporttt , 

strdportà  [belee 

trastullo  -  bebèll,  divèrsìv, 
trasudare  -  tràpani. 
tratta  -  irtlia 
trattabile  -  tràtàbil 
trattamento  -    trdtàmènt, 

éporgimènt 
trattare  -  tràtà 
trattativa  -  tràtàtiva 
trattato  -  tràtaa  [mù, 

trattenere  -  tràtègni,  fèr- 
trattenersi    -    trdtègniss  , 

fèrmàss,  dimorti 
trattenimento    -  tràteni- 
■    meni 
tratto  -  tràtt,  tràia,  tirétti 

tòcch,  divisiòn 
trattore  -  tràtceùr 
trattoria  -  tràtorìa,  bois 
trattuzzo  -  divisiòn,  tirètt 
travaglio  -  tira,  strUsi 
travago  -  contràpàss 
travasamento  -  tràvtis 
travasare  -  trcwàsti 
travaso  -  tràvàs,  stràvtts 
travata,  travatura  -  trà- 

vàdura,  pàsontlda 
trave  -  tràv,  candita,  éomce 
traversa  -  traverà,  dormión 
traversaglio  -  trèmàgg 
traversare  -  travèrsa 
traverse  -  bànehinn 
traversìa  -  eros 
traversine  -  eosiniti 
traverso  -  traverà 
travestimento   -   travesti- 

mènt 
travestirsi  -  siràvèsti'és 
travestito  -  travestii 
traviare  -  stràvàcà. 


tra 


—  1048  — 


tur 


traviati  -  bar  àbiti 
travìcella  -  tràvèlt 
travolg'ere  -  fttrànibà 
tre  -  trii 

trebbia  -  càirmù,    eàriosu 
trebbiare  -  cribitt 
trecce  -  eoààé 
treccia  -  trèia,  às-óìi 
treccinole  -  ligàdura 
treccolamento    -    sàbètà- 

nicnt 
treccolare  -  sàbètà 
treccone-  hMtroàdn,  ortoldn 
tredici  -  trèdes 
trefolo  -  ìegnoetì 
tre^gria  -  ràgia 
tregrg'ioue  -  ìesiòtt 
tremare  -  trema,  bàrbèlà 
tremarella  -  pòmm  pòmm 
tremendo  -  tremèndo 
trementina  -  trementina 
tremito  -  trhnit 
treno  -  treno,  còrsa 
trenta  -  trénta 
trentina  -  trentèna 
trentuno  -  trentun 
treppiede  -  tripee 
trescare  -  bokjiràtà 
tresette  -  tristètt 
trespolo  -  càvàlètt^  fiorerà, 

tàràbàcola 
triaca  -  triaca 
triang-olo  -  triàngol 
tribolare  -  tribuld,  trebillà, 

2)ersefjii>tà 
tribolare  (far)  -  fa  disperà 
tribolato  -  màrtir 
tribolazione  -  trebillàéiòn, 

eros,  inàrtìri 
tribunale  -  tribunal 
triduo  -  tridov  [nàl 

triennale,  trienne  -  triè- 
trifoglio  -  buia,  trifmàj 
trillare  -  trilà 
trillo  -  trill 
trimestre  -  trimHtcr 
trina  -   biònda,    riise,   và- 

làniiinn,  piss 
trincare  -  trinca,   boccila, 

sbàgàseià,  eicià,   sciscià 
trincarello  -  cànàrèla 
trincata  -  riàrida,  ciciàda 
trincea,  trincera  -trincera 
trincerarsi  -  trincerasi 
trincetto  -  trineètt 
trinciante  -  frinciànt 


trinciare  -  trincia 
trincone  -  ciocòn  de  grtpa 
trinità  -  trinitaa 
triocco  -  bàràca 
trionfare  -  trionfa 
trionfo  -  triónfo,  parler 
triplicare  -  triplicti 
tripode  -  tripee 
tripolo  -  tripol 
trippa  -  biiseca 
trippaio  -  biisèchee 
tripletta  -  botàscèll 
trippone-  tripòtt,  petàscion 
triste  -  màlincònegh,  mà- 

lincònigh 
tristezza  -  malinconia,  pà- 

tùrgna 
tristizia  -  maa,  càtiviria 
tristo  -  bàlòss 
tritare  -  trià,  trià  gid 
tritato  -  triàda 
tritello  -  rosgiceil 
trito  -  trid 
tritone  -  sbiòcch 
triturare  -  trià,  trià  gid, 

viàsnà 
trivelletto  -  tinivelin 
triviale  -  triviàl,  volgàr 
trofeo  -  trofèo 
trog'olo  -  albi,  màrnètt 
troia  -  loeùgia 
tromba  -  tromba,  trombata, 

pompa,  càna 
trombaio  -  trombee 
trombare  -  trombèta 
trombettare  -  trombèta 
trombettiere  -  trombètee 
trombetta ,   trombetto    - 

trombata 
trombone  -  trombòn 
troncare  -dèsmètt,  dismètt, 

tàià 
tronchetti  -  brochén 
tronco  -  trònch,    bàderòn, 

moce,  scàvèss,  scimoétòu 
troncone  -  moce 
trono  -  trono 
troppo  -  tròpp 
troscia  -    ariana,    riàna, 

gàie 
trota  -  truta 
trottare  -  trota 
trottata  -  trotàda 
trottatola  -  trotàdòr 
trotto  -  tròtt 


trottola  -  birlo 
trottolare  -  birlà 
trottolino  -  birlìn 
trovare  -  troà,  trova 
trovata  -  invensiòn,   xìcn- 

sèr 
truccarsi  -  trUcàss 
trucco  -  triicck 
trucidare  -  manderà 
trucioli  -  intornidUra 
truffa  -  trufa 
truffare  -  gàbolà 
truffatore  -  imbroiòn 
trumò  -  triimò 
truogoletto  -  àrbièll 
truogolo  -  marna 
truppa  -  trupa 
trutilare  -  dordà 
trutina  -  force  la 
tu  -  te,  ti 
tua  -  toa 

tuba  -  cilinder,  trómba 
tubercolo  -  tilbèrcol 
tuberosa  -  tuberosa 
tubo  -  tiibo,  àrgàn,  càna 
tuffare  -  moia 
tuffarsi  -  ingoi 
tugurio  -  tuguri 
tulipano  -  tulipdn 
tulle,  tulio  -  tuli 
tumore  -  tiimòr,   fiiràncol 
tumolare  -  solerà 
tumulo  -  sepólcher 
tumulto  -  tilmult,  bar  dèli 
tuo  -  tò 

tuoi   -    tò,    tO'U 

tuonare  -  tronà 

tuono  -  tron 

tupè  -  tape 

turabuchi  -  étòpàboeuee 

turacciolo  -   boéción,  Ini- 

sción,  ètoporón 
turare  -  stopà 
turato  -  stòpp 
turba  -  turba,  trópa 
turbante  -  tdrbànt 
turbare  -  inquièta 
turbarsi  -  àgitài-s- 
turbine  -  tfirbin,  borinèri, 

stràvènt 
turcliesa  -  tUrchèsa 
turchina   (carta)  -  carta 

morèla 
turchino  -  tiirchìn 
turco  -  tiirck 
turibolo  -  tdribol 


tur 


1049  — 


uti 


turlurìi  -  tilrlurù 
turno  -  turno 
tutela  -  tiitUa 
tutolo  -  molin,  molòn 
tutore  -  tutor 
tuttavia  -  piir,  epùr 

tutti    -    tiiCG,    tuti 

tutto  -  tiitt 
tuttoché  -  àncàbén 
tuttora  -  tiitóra 
tutt'uno  -  tiltuna 

JJ 


ÌX  -  u,  u 
ubbia  -  àrlìa 
ubbidire  -  iibedì 
ubriacare  -  ineiocht 
ubriacarsi  -  àndà.  in  etm- 

bàli's,  imbriàgààs 
ubriacatura  -  cidea,  gàt- 

na,  blónda 
ubriaco  -  ciocche  ihibridgh 
j     ubriacone  ,  gàinàtt 
r    uccellagrione    -  iisèltLnda, 
1^.        ciàpàda,  rocòlàda 
i    uccellame  -  usèlàmvi 
uccellare  -  iisèlà.  roeòlà 
uccellatoio  -  iisèlànda 
uccellatore  -  iisèlàdòr 
uccelliera  -  iisèlànda 
uccellino  -Uselìn,  clcio 
uccello  -  iisèll  ' 

uccliiello  -  ogioeiì 
uccidere  -  màsà,  eopà 
Uccisione  -  màéàmcnt 
udienza  -  Udiema 
udire  -  sentì 
uditore  -  iiditòr 
ufficiale  -  ufìciàl 
ufficialità  -  nficiàlitaa 
ufficio  -  ufìU 
ufo  (h)  -  à  off 
ugrgria  -  fica 
ug'giolare  -  piàng 
wgr8"ioso  -  ròdàbiisèech,  io-' 
uggrire  -  noia  [éich 

ug'na  -  óngia 
ugnata  -  ongèta 
ugrnatura  -  àngàlètt 
ugnella  -  ongèla 
nonetto  -  ongèit 
ugola  -  Ugola 
uguaglianza  -  eguaglianza 
uguagliare  -  guàlirà 


uguale  -  eguài,  iìguàl 
uguaunotti  -   centinbóc-a 
ulcera  -  ulcera 
ulceretta  -  vesigkèta 
ulivo  -  olìra^  bolgèna 
ultimamente  -  iiltimàment 
ultimare  -  Ultima 
ultimo  -  tiltim 
umanamente  -  iimànàmmt 
umanizzarsi  -  umànisdss 
umano  -  iimàn 
umerale  -  eontinéma 
umettare  -  iniimedì 
umidaccio  -  màsàròtt 
umidità  -  iimiditaa 
umido  -  iimid 
umile  -  umil  [tifica 

umiliare  -    ilniilià,    mor- 
umiliarsi  -  àbàms-s\    sbà- 

sàss,  inchinàés 
umiliazione  -  iimiliàéiòn 
umilmente  -  iimilmcnt 
umiltà  -  ilmiltaa 
umore  -  iitmjr 
umore  (beli')  -  màtòcck 
umorista  -  iimortn 
un  -  on,  cùn 
una  -  ona,  vUna,  voRÙna 
uncinato  -  ràmpinaa 
uncinetto  -  croscè 
uncino    -    cambretta   ràm- 

ptn,  ràmpinéra 
undici  -  vììndes 
ungere  -    ung,    nnciscin, 

vung 
unghia  -  Hìigia 
unghiata  -  nngiàda 
unghiuto  -  ungiàtt 
unguentiere  -  màntèchee 
unguento  -  ingiicnt 
ungula  -  nngèta 
unicamente  -  iinieàmènt 
uniformarsi  -  Uniformai^ 
uniforme  -  Unifórme,  Uni- 
forma, montura 
uniformità  -  iiniformitaa 
unione  -  Union 
unire  -  Unì,  giunta 
unità  -  Unita  a 
unito  -  unii 
università  -  iiniTèrèitaa 
universo  -  iinivèré,  mond 
uno  -  riin 

untare  -  unciscià,  une,  ming 
unticcio  -  onciscént 
unto  -  une,  rune,  grdés 


untume  -  uneisciàna, gràsé 

unzioue  -  unéión 

uomo  -  òinm 

uomini  -  Qmen 

uosa  -  glièta 

uovarolo  -  portàneàv 

no  vici  no  -  ovìn 

uova  -  boriai,  ceiiv 

upopa  -  buba 

uragano  -  Uràgàn,  borivéri, 

tempordl 
urbanità  -  iirbànitaa 
urgenza  -  ilrgénsa 
urinatolo  -  pisàtòi 
urlare  -  iirlà 
urlo  -  ilrlo 
urlone  -  bàjàfee,   bàjàfòn. 

bàjóìi 
urna  -  urna 
uropigio-  mìtria,  mitriòtt, 

fiso  éàcro 
urtare  -  urta,  biitonà.,  in- 
vèsti, riisà,   sbiitonà,  re- 

butonà,  triicà 
urtarsi  -  rebiitàs-s 
urto  -  biitùn,  riisàda 
urlone  -  biitonàda 
usanza  -  iisànéa,  mòia 
usare  -  Usa 

usato  -  iisaa,  friiit,  sòlit 
usciere  -  iisciér,  portér 
uscio,  uscione  -  antipòrta 

Use 
uscire  -  sortì,  vegni 
uscirne  -  cavasela 
uscita  -  Uscìda,  éortìda 
usignuolo  -  roéignmiì 
uso  -  Usànsa^  lechètt 
ustolare  -  consUmà,  siisi 
usuale  -  Usiiàl 
usualmente  -  iisiiàlmènt 
usufruii'e  -  UsUfrUì 
usufrutto  -  nsUfrut 
usufruttuario    -    iisUfrU- 
usura  -  Usura  [tiiàri 

usuraio  -  iisUràri ,   ebrèi, 

pegnàtàri 
usurpare  -  usiirpà 
usurpatore  -  ilsUrpàdór 
usurpazione  -  UsUrpàsion 
utero  -  uter 
utile  -  util,   prò,    éeriììsi, 

mntàgiós,  càntàgg 
utilmente  -  Utilmént 
utilità  -  iitilitaa,  vmitàgg^ 

guàdàgn 


ntì 


1050 


ven 


utilizzare  -  utilità 
uva  -  Uga 

uva  galletta  -  bieiolàna 
uva  orsina  -  loriòn 
uva  passerina,  uva  turca 
-  iighèta 


V  -  ve 

vacante  -  vàcdnt,  voeui 
vacca  -  vtLca 

vaccaio,  vaccaro  -  vàchee 
vacclie  -  scirés 
vacchetta  -  vàcheta 
vaccina  -  soriana 
Taccinare  -  vàeinà 
vaccinazione  -  vàcinàéiòn 
vaccuccia  -  càterinèta 
vacillante  -  màlfondaa 
vacillare   -    donclà,  ècàn- 
vado  -  guaa  [chignà 

vagabondo  -  mgàbònd 
vaglieggiatore  -  moScÓn 
vaglieggìno  -  galani,  gin- 
vagina  -  guàdìna         [gin 
vagito  -  oèè,  ovèè 
vaglia  -  vàglia 
vaglialo  -  cribiee,  càvàgnee 
vagliare  -  cribià  [din 

vagliatore  -  cribiee,  mon- 
vagliatura   -    cribiàdura , 

cribitìsc,  rcsehee 
vaglio  -  crìbi 
vaiolare  -  peneiorà 
vainola  -  vàrostil 
valanga  -  valanga 
valente  -  vàlords,  eqiiitàtiv 
valentia  -  valor 
valere  -  vare,  cilntà,  vàri, 

regni 
valeriana  -  valeriana 
valevole  -  vàltd 
valico  -  morinèll 
valido  -  vàlid,  àtendibil 
valigia  -  vàlìs 
valigiaio  -  bàUlàtt,   bàiilee 
vallata,  valle  -  vali 
valere  -  import,  valor 
valore  -  pregio 
Caloroso  -  vàlords 
valsente  -  vàl&ént,  import 
valuta  -  valuta 
valutare  -  valuta,  mètt 
valvola  -  vàlvola,  lenguèta 
vampa  -  vampa 


vampiro  -  mngitèta 
vanagloria  -  vanaglòria 
vaneggiare  -  vànegià,  trà- 

ipàrlà 
vanga  -  vanga 
vangaiola  -  guada 
vangare  -  vanga 
vangata  -  vàngàda 
vangelo  -  vangeli 
vangile  -  gàmber 
vaniglia  -  vaniglia 
vano  -  eiicch,  lus,  vceuj 
vantaggiare  -  ràntàgià 
vantaggiarsi   -  vègh  dent 
là  mica  [pèéa 

vantaggino    -    contentìn , 
vantaggio  -  vàntàgg^  àvàn- 
tàcc,  richèsa,  proèec,  pro- 
fili, tornàcunt,  gitàdàgn, 
iitilitaa,  costrutta  reciòcch 
vantaggiosamente  -  iitil- 

mènt 
vantaggioso    -    vàntàgiós, 

ricch,  util 
vantare  -  vanta,  spara 
vantarsi  -  vàntàsé,  milàn- 

tàss 
vanteria  -  vanto,  blàga 
vanto  -  vanto,  orgòli 
vapore  -  vapor 
variabile  -    vàriàbil,   in- 
cèrta ììiàtt 
variare  -  vària 
variazione  -  vàriàsiòn 
varietà  -   vàrietaa 
vario  -  vàri 
vasaio  -  piàtee 
vasca  -  vasca,  bàgn 
vaso  -  vds,  olin,  orinàri 
vassoiata  -  bàsletàda 
vassoio  -   cabarè ,    gàbàré, 

gàbàss,  bòMla 
vastità  -  vàstitaa 
vasto  -  vàst 
vattene  -  va,  màrse 
ve  -  ve 

veccliia-  vègia,  carampana 
veccliiaia  -  vegedaa 
vecchierelle  -  eàstègn  pèst 
vecchino  -  càgàéeckin 
vecchio  -  vècc^  friiii 
vecchio  decrepito  -  bàcU- 
ca,  bàciicch,  vègg,    vègia 
vecchioni  -  cùni 
vecchiume  -  vègiàda,  pà- 
iària 


veccia   pisella  -   oeuv  de 

truta 
veccioni  -  quàdrètdn 
vece  -  véce 
vederci  -  vedègh 
vedere  -  vede 
vedovella  •  vedovìn,  vedoin 
vedovo  -  vèdov 
veduta  -  vedUda,  vista,  lon- 

tànàma 
!  veduto  -  viét 
veemenza  -  fUror 
vegetare  -  vegeta 
:  veglia  -  festin 
I  vela  -  vela 
[  velame  -  velàrìa 
velare  -  pana 
I  velarsi  -  càrpià 
:  velatura  -  velàdura 
I  vele  -  pàlètt 
1  veleno  -  velén 
velenoso  -  velenòs 
ve  lì  -  véi 
veli  -  vH 

velina  -  carta  velina 
velo  -  veli,  velèta,  càrpià- 
I      dura,  pànàrèta 
vello  -  pel 
velluto  -  velù 
vena  -  vena,  minièra 
venale  -  venàl 
venalità  -  veìiàlitaa 
venato  -  venaa 
vendarrosti  -  bois 
vendemmia  -  vendémbia 
vendere  -vénd,  esita 
vendetta  -  vetidéta 
vendicare  -  vendica 
vendicativo  -  vendicàtip 
vendita  -  véndita,  èsit 
venerare  -  venera 
venerdì  -  venerdì 
veniale  -  veniàl 
veni  mento  -  vegnùda 
venire  -  vegni 
venoso  -  venaa 
ventaggine  -  brevàgg 
ventagliaio  -  creépinee 
ventaglio  -  crèspìn 
ventarola    -    bàndirceiìla , 

ecrdn,  ect'én 
ventarnola  -  ventala,  véla, 

pàràfceugh,  ecrdn 
venti  -  vint 
venticello  -  àrièta 
ventilato  -  ventilaa 


veu 


-  1051   - 


ventilatore  -  ventilcidòr 
ventiua  -  vintèna 
veiitipiovolo  -  Hràvént 
vento  -  vent^  seorénsgia 
ventola  -    àbàsgiòr,   pàrà- 

liimm,  plàea 
ventosa  -  ventosa,  copèta 
ventre  -    vénter,    ptLnscia, 
boriceli,  botàse,  conèolaa 
ventresca  -  pànscèta 
ventricolo    -  ventrìcol 
ventrig-lìo  -  perdee 
ventrone  -  pàmción 
ventura  -  ventura,  boncmlr 
venuta  -  vegnuda 
veramente  -  veràment 
verbalmente  -  verbàlmént 
verbale  -  cèrbtl 
verbena  -  verbéna 
verbo  -  vèrb 
verde  -  verd 
verderame  -  verderàmm 
verderogrnolo  -  èrborinaa 
verdone  -  àmoròtt,  colom- 
bina 
verdura  -  verdura 
vergine  -  vèrgin 
Vergine  Maria  -  màdòna 
yergogna.  vergógna,  obròbri 
vergognarsi  -  vergognàèè 
vergognoso  -  vergognò^ 
vergola  -  cernete,  tortìglia 
verifica  -  contròll 
verificare  -  verifica,  con- 

frolà 
verificatore  -  controheur 
verità  -  veritaa 
verme  -  vèrmin 
vermìcellaio  -  pàstee 
vermicelli  -  fidelitt 
vermicello  ,    vermiciat- 
tolo -  vermismi        [tò^s 
vermocchio  -  bordòcch,  gà- 
vermouth  -  vèrmut 
vernereccio  -  invernengh 
vernice    -  verms,    infàri- 

nàdura,  pàtina 
verniciare  -  invernila 
verniciatore  -  invernisàdór 
vernino  -  invernengh    - 
vero  -  véra,  efètiv,  fin,  reàl 
verone  -  teràm 
verosimile  -  verosimil 
verricello  -  cUrlètt,  perseli 

del  càr 
verro  -  pdrch,  porscèll 


versetto  -  pùnt 

verso  -  vere,  vèrgna 

vt  rtebre  -  jfirdn,  firon  de 

là  è' cena 
vertenza  -  vertènsa 
vertice  -  sctma 
verticella   -   becàformìgh, 

étortàcòll 
verticello  -  bìrlo 
vertigine  -  vertìgin,  bàlor- 

dòn,  giràmènt 
verza  -  vèr^ 

verzicola,  verzogola  -  ntt- 
verziere  -  versee        [pala 
verzino  -  fernàmbileck 
vescia  -  lòfa 
vescica  -  vesìga 
vescicante  -  visigdnt 
vescicaria  -  fulech 
vescicatoio  -  visigdnt 
vescovo  -  vèscov 
vespa  -  màrtinètt 
vespaio  -  vèépee,  favo 
vespero  -  vUper 
vesta,  veste  -  vesta,  vestii 
veste  da  camera  -  doliètt 
vestibolo  -  porteghètt 
vestigio  -  pedana 
vestimenti  -  pàgn 
vestiario  -  veétiàri 
vestire  -  veètì,  mètt 
vestirsi  -  mètes 
vestiti  (i)  -  i  pàgn 
vestitino  -  pàgnin 
vestito  -  vestii,  àbel,  tlbit 
vestizione  -  vestiàion 
veterano  -  veterano 
veterinario  -  veterinàri 
vetraio  -  invedriee        [tìn 
vetriata  -  invedriàda,  àn- 
vetrice  -  sàres,  gorìn 
vetrina  -  vedrìna 
vetrino  -  àgher,  dént  già- 

smt 
vetriolo  -  vedrieeil 
vetro  -  veder, 
vetta  -  colma 
vettovaglia  -  viver 
vettucce  -  vetàbia 
vetturale  -  càvàlant 
vetturino    -    vetiirìn,    vi- 

tilrìn 
vezzeggiare  -  eocorà,  po- 

porà,  Simona 
vezzo  -  grààièta,  smòrfia 
vi  -  vi,  ve,  gite 


via  -  via,  contrària,  é-tràda 
vìa!  -  nàf  màrse .'  partii 
vìaggetto    -    girèft.    gita,. 

àcàpàda 
viaggiare  -  viàgià 
viaggiatore  -  riàgiàdòr 
viaggio  -  viàgg 
viale  -  viàl 
viatico  -  viàtich 
viavai  -  ìbis  e  red/bis 
vicario  -  vicàri 
vicenda  -  vicenda 
viceré  -  viceré 
vicerettore  ^  viceretòr 
viceversa  -  vicevèrèa 
vicinato,  vicinanza  -  vi- 

cindnèa,  vesindnsa 
vicinanze  -  dintorni 
vicino  -  vesin,  àprèàs,  àtà- 

caa,    àtàech,   èòtt,   tdcaa 
vicolo  -  vlcol,  étrècia 
vidimare  -  vidima 
viera  -  rància,  véra 
vietare  -  inebi,  inibì,  proibt 
vieto  -  pòés 

vigile  urbano  -  iorrcglidnf 
vigilia  -  vigilia 
vi  gì  ietto  -  bigliètt 
vigna  -  vigna,  vii 
vignetta  -  vignéta 
vigore,  vigoria   -    vigor,. 

foréa 
vile  -  vile,  ordinàri 
villaggio  -  pàés 
villania  -   vilànàda,  grii-^ 

biànàda ,     màlàcrednsa , 

pàisànàda 
villano    -    vildn,    jyàisdn,. 

crosin,  gàlupp,   grilbidn, 

incivil,    piccii,    riiàpdn, 

écreànéaa  [iòcch 

villanzone  -  vilani-òn,  pà- 
villeggiante  -  vilegidnt 
villeggiare  -  vilegià 
villeggiatura  -  vilegiàtùra 
villico   -   pdiòcch,  pàisdn, 
viltà  -  viltaa  [picch 

viluppo  -  ingàrbiàda,  in- 

voltiàda,  menàda,  pàétiM^ 

pitela,  gùrbUJ 
vinacce  -  tegàsc 
vinaccio  -  vinàsc 
vinacciuolo  -  vinàscio'ù 
vinaio  -  briignòn 
vincere  -  vèng,  guàdàgnày 

mangia 


—  1052  — 


zat 


■viucido  -  mòli  \riòs 

vincitore  -  rmcitór,  vito- 
Tincìtossico  -  tòéich 
rinco  -'  stres.  gorin 
vincolare  -  ligt 
vincolato  -  ligaa 
vincolo  -  ligàmm 
vinello  -  luscia,  vmèll 
vinetto  -  vinètt 
vino  -  'vin 
viola  -  vioetìla 
violaceo  -  violètl,  morèll 
violaciocca  -  càmpàmn 
violentare  -  violenta 
violenza  -  violénm 
violetto  -  violati 
violino  -  violili,  viorìn 
violoncello    -    violoncèll, 

vioronèèll 
violone  -  vioron 
vipera  -  vìpera 
virg-ola      virgola 
virtù  -  virtù,  mérit 
visacci  -  modàcc 
visaccio  -  grinta 
viscere  -  vlscer,  interior 
vischio  -  vèéeh 
viscido  -  letighént,  litighént, 

slitighènt 
visciolina  -  màrenmura 
viscioloua  -  inàì'ènoìi 
visco  -  vèseh 
viscoso  -  tàehént 
visibile  -  visìbil 
visiera  -  visièra 
visino  -  fàcìn 
visionario  -  visionàri 
visita  -  vìsita 
visitare  -  visita 
viso  -  fàeia,  idea,  muso 
vispo  -  vìàcor,  vìr 
vista  -  vista 
vistata  -  vistàda 
visto  -  vii-t 
vistoso  -  vistos 
visuale  -  visiiàl 
vita  -  vita 
vitalba  -  càvrioeiila 
vitame  -  vidòr 
vite  -  vìt 
vitello  -  bilseìn 
viticci  -  bràse,  bràscioeù, 
viticcio  -  eàvriosil,  girando, 

bràscioeù 
vitigriii  -  vidor 
vitriolo  -  vedrioeii 


vitto  -  vìver 

vittoria  -  vitòria 

vittorioso  -  titoriòs 

vituperare  -  infama 

vituperio  -  vituperi 

viva  -  vìva 

vivacchiare  -  vivala 

vivace  -  vtv,  vìi-cor 

vivacità  -  vivàeitaa,   vita, 
movimmt 

vivagruo  -  j)^dtgn,  seinidm 

vivaio  -  vivee,  gtìròv 

vivaio  di  gelsi  -  moronera 

vivanda  -  pitànsa 

vivanda   rifatta   -   ctrna 
frusta 

vivandiera  -  vivanderà 

vivere  -  é-emnpà^  viv,  vìver 

vivo  -  vìv 

vivole  -  gdlón,  ìdol 

vizio  -  visi,  tara 

vizioso  -  visios 

vizzo  -  pass 

vocabolo  -  voctbol 

vocabolario  -  vocabolàri 

vocale  -  vocàl 

vocazione  -  vocàsiòn 

voce  -  vos 

vociare  -  vosà,  sbràgàlà 

vociferare  -  vocifera 

voga  -  voga 

voglia  -  voefda,  volentaa, 
voloìitaa,  tintilo 

voglio  -  rui 

voi  -  vii 

voi  (a)  -  ve,  à  vii 

volano  -  volìn 

volante  -  volani,  volìn 

volatile  -  volàtil 

volere  -  vore 

volgare  -  volgàr,  triviàl 

volgere  -  volta 

volgersi  -  voltàss,  baiti 

volgi toio  -  tràpeìi 

volgolo  -   ècàrtosèll  de  fa 
Hfl  rèff 

volo  -  voi  [taa 

volontà  -  volontaa,  volen' 

volontario  -  volontàri,  va- 
ìentàri 

volontieri  -  volontéra,  vo- 
lente r  a  [scètt 

volpe  -  volp,  niàrsc,  màr- 

volpone  -  volpon,   ^àinon 

volta  -  vòlt,  vòlta,  tràft 

volta  (a)  -  càntinaa 


voltafaccia  -  bàlàndra 
voltar  carta  -  cambia  di- 

scorè 
voltare  -  volta 
voltata  -  voltàda 
voltatrice  -  àépèra 
volteggiare  -  bdrbelà 
volto  -  fàcia 
voltolo  -  bolson 
voltolare  -  revoltià 
voltolarsi  -  tomborlà 
volubile  -  volùbil 
volume  -    voliimm,    tòmm 
vomere  -  mMa 
vomitare  -  vomita,  rigètà 
vomito  -  vòmit,  gòmit 
vomitorio  -  vomitòri 
vortice  -  girivolta 
votarsi  -  invodài'é 
votazza  -  pàlòtt 
voto  -  voiui,  vót 
vulcano  -  viilcàn 
vuotacessi  -  nàvàscee 
vuotare  -  roià,  svoià,  spàsa 
vuoto  -  v(vm,  cilcch 


z  -  seta 

zabaione  -  sàbàiòn 
zacchera  -  étrùll 
zaffare  -  bondonà 
zaffala  -  tàfiàda 
zafferano  •  sàfrdn,  borsòtt 
zaffo    -    bondòn,    boscion, 

stoporón 
zambaione  -  sàbàiòn 
zampa  -  éàmpa,  sciàmpa 
zampata  -  sciàmpàda 
zampillare  -  sbilM 
zampillo  -  sbils 
zampino  -  sciàmrnn 
zampogna  -  àìfol 
zampone  -  èàmpètt 
zanca  -  jictiirìna 
zanella  -  cànàlètt 
zangola  -  penàgia,  borli- 

rrriì,  conchin  [ción 

zannuto  -  denciàter,   ilen- 
zanzara  -  sàmara 
zappa  -  èàpa 
zappare  -  éàpà,  vanga 
zappatore  -  éàpàdòr,  ià- 

pceùr 
zappone  -  éàpon 
zatta  -  melòn 


zav 

zavalì  -  tàbàlòri,  tàbàlmiìri 
/azzera  -  lendenèra 
zazzerone  -  ìnàrsinòn,  eà- 

viòìi,  mcùcG 
zecca  -  S'éca 
zecchino  -  sèchìn 
zelante  -  selànt 
zeppa  -  Ms,  ehignceù,  tàcQn 
zeppo  -  rSs,  pièn  còme  on 

muv 
zerbino  -  sgàrsorìn 
zerbinotto  -  pelàdèll 
zero  -  ^éro,  nàgòtt 
zia  -  !ila 

zibellino  -  gibeiìn,  màrter 
zibibbo  -  ^ibèit 
zimarra  -  simàra 
zi  ni  1)0  Ilo  -  lemgiceùyh 
zina  -  ghia 
zinale  -  scorna 
zi  natolo  -  ginàdor 
zing-hinaia    -    gnècJusia, 

gnAgncra 


—  1053  — 

ziugoue  -  scimostòn 
zingoncello  -  càvirc  ingè- 

saa  in  del  niiir 
zinuatoio  -  Ugoràtt 
zi  nz  in  ilio  -  cicimn 
zio  -  .5 io,  barba 
zirlare  -  erica,  dordà 
zirlo  -  cricàdòr 
zitellona  -  popolana 
zitti!  -  cito! 
zizerino  -  cecè 
zizzania  -  sisània 
zoccolaio  -  àocoràtt 
zoccoli  -  sdcor 
zoccolo  -  sòcol,   bàsàmént 
zolfanello  -  èolfànèll,  so- 

frànèll,  éofrich 
zolfino  -  amareni,  fìribiis 
zolfo  -  sòlfo^  sòfrich 
zolla  -  Iòta 
zonibaniento,  zombata  - 

meneghina 
zonzo  (a)  -  à  strusa 


znp 

zoppicare  -  sopìgnti 

zoppo  -  sòpp 

zoticlieria  -  pèréègMa 

zotico  -  griibidn,  màsigòit, 
montrilcòtt,  ghìrla.  ttin- 
ghen,  pàiòcch 

ZQCca  -  stica 

zucca  monda  -  cràpa  pe- 
làda 

zuccherare  -  insiicherà 

zuccheriera  -  èiichercra 

zucchero  -  sùcher,  bombón 

zucchetto  -  càloitn 

zuccliino  -  cosìn 

zucconare  -  bèrtontl,  me- 
lone 

zuffa  -  Ut 

zufolare  -  hifolt 

zufoletto  -  sifolìn 

zufolo  -  Hfol,  sonèll 

zugo  -  pàmpàluga 

zuppa  -  àupa,  papa 

zuppiera  -  màrmUa- 


FINE    DEL   VOCABOLARIO. 


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