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[rai vis Da “avesti A OPERA NOVA

DI ANTONIO VALLI DA TODI,

DOVE ST DICHIAKAÀ

f | LA di feffanta forte di Vicoli, che cantano de ri 4 Z4, e diligerta fatta più volte,

il madadi pigliarli con i, cibarli S

Sticarli, ammacitrarli, e uarirli delle infermità, che à detti polido fuccedere,

Con le loro Paure vinti forhli Cacsie » canate dal naturale

da Antonio empelti,

I Con Priuilegio di S. dintità per Anni X; Oy s MSG

2% PRE: SS STE RN A

IN ROMA, PergliHeredi di Nicolò Mutij. Superiori, 4DCI,

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PROEMIO.

#8 Icono ifauij, che qualunque nol trattare d' alcuna 8 cofa, deue cominciare dalla prima Origine di quella, aecio più agenolmente poffa effer intefo il meX<o, i Va T il fine : È cio non facendo rende poca fatisfattio= { re /\m nedchil'afcolta,che nonpuo intieramente conpren- (I deros) fe [le(fo confonde , mentre fi uol sforzare di far capace al- (1 #rsi, di quella cofa; che egli medefimo con difficoltà puo efprimere, Do- | sendoiodunque trattare del modo di gouernare 4 d'Vcelli, | quelli cioè, che fr tengano nelle gabbie; 19 nell’ V celliere per pigliarfi li diletto di loro piaceuoli canti, & fuauifime voci, m haueno prepo-

1) fionell ‘animo di voler minutamente narrare l'origini , 7 natura lo- r0: Maxifto che fopradi cio farebbe ogni fatiga lata vana maffi- °° menonpotendo dire finalmente altro che quello ha:ino detto cAriftoti- DO /e, Plinio, Alberto Magno, 3 altriAuttori,.che hannofcritto la vi- ta delli Animali; 0 veramente quello, ch'ingegnof: amentenons habbia= no fabulatoi Poeti, L'è parfodi voler piu chiaramente » con più bré= DO uicache fia poffitile trattare folamente del modo, che s habbia a tenere k per pigliarli snatrirli , e gouernarli 3 fecondo le loro qualita e e fapere î alcuno difetto innatura, conofcer l'infermita dV cello, per V cello , 0053 di di nidò, como di quelli che fi prendeno nelle Rete; 0 uero l'allenati;e.co= | me febabbiano a reggere per mantenerli (ani con bonadi (pofitione, O comes'habbiano 3A rare nelle loro infirmita), di ches'habbino a pa-

i fcere, di che pasto , in che tempo fe gli habbino a' mutare 0 crefcere,

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migliori, &) parmi ch'importi più che quefto alla falute delli V celli; che n'babbiano a\cauar molto maggior profitto, Fal fi dilettano i tenerli; di quefta mia sfariga, della quale fene a' ilfapore. Valetto

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comes habbiano a conofcere i mafcbi , dalle femine per l’elettione

TAVOLA DI QVELLO CHE NELLA Prefei ate pera fi coritiene, Folio

-Ell ordine dell’Opera.Cap,I.cars 1 Del:Roffignuolo, Cap.II, Péi far.cantar dl RoRignuolò preffa. 3} Della gabbia fcaricatora da pigliar.Rof- fignuoli, e del Reti, 4 Der far la pasta al RoPignuolo, 5 Del Reatino » detto ‘valgarmente de glVcelli, 6 Del Canario, 7 Del Fanello della Marca , ‘vero dell Aquila, 8 Del Caponeroe 9 Del Cardello Nidace, ro Dell'Vcelletta,) uer Lodola noftrale. 11 Del Beccafico Canapino, Della:Lodola Cappelluta, sl Pel Paffaro folitario, Modo di pigliarlo, DelVerzellino, Del Pettoro[fo» Bodo di pigliar detto Veello, Della Lecora. Del storno de Nido. Kero modose diligenza d’ucellare è Stor- è medilor tempi, à9 Del Stornello. 19 Modo di feruirfi dvn Storno, chevadi è \ pigliar l’altri in aria, 20 Della Pauoncella, e fua CACCIAe ST Dell'Orsolano;' © 22 Del Pappagallo, 23 Del Parrochetto, 24 an Del Tordo Noftrale, 25° sDel Verdone per cacciae 35

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(Cafà 26.8 27 28 29 :

Della Tottouilla, Della Spernuzzola, DelMerlo. Della Calandra Bofcareccia Del Franguello noftrale, 30.4 Della Franguellina, 31 Della Tortora,e di quante fortiz mm 32 È Délla Gennara, d vero Picde 330 Dell’ Vpupa, 34 i Della Starna,e modo di pigliatla, 3 5 MI Del'Cucco. 36% Del CodaroJo. 37-00 Del Gifolotto. 37.1 Della CraStica Palombina, «= 38. s DelPaffaro Noftrale. Per quelli ch'vcellano al Frafcato.. 49 Modo da vcellare , e pigliar paffari com la Cane/tra. 4 I Modo d’vcellare con l Aiolo,cuero Ifca= ta, 41 Mododi pigliar Piccioni da giande nel té- posche lor paffano,doue più è il paffaggio Wa populare vna colombars, «-" 4% Modo di pigliar il Fafciano con laccioli.4 1" Modo di vcellare al Stramazgo. 44 Mododi veellare con la Ragnae 44 Modo di cacciar con Braccose Rete. 45 Dell'Vcelliera. 46 © Modo di farla Chiufaset faper come fimet« “i ‘tonoinChiufa, e cecarli. Modo di far la Chiufa alle Quaglieo Dodo di fare Vifchio. + Modo di far la pafta per l'Vcellierà Modo di far cantar gli vcelli,e* 49 Modo di guarire l'infirmità, che poffono accadere all' infraferisti Veelli. 49 ci a PRO > IBS

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NL Roflignuolo è vn' Vcello notifsimo per tutto il Monda, &da Latini chiamato Philomena ; il canto del quale è fuane che meritaméte ottiene il primo luogo frà tutti gli vccelli da {pal fo.E queft Vcello viene dalle parte di Leuante,& arriva in ghe 2.(. È fte parti verfo il giorno della. Santi(fima Anvuntiata,cotinuado PVTEZS alli 25.d'Aprile in circa. Il fuo venire;ò paffaggio, ciò è fecodo «a ltagione fredda, ò calda; effendo calda fi fogliono trouar i hidicon figli verfo l’vitimo di Maggio, &fogliono far quattro,e cinque figliuoli, & detta forted V- celli habita in lochi frefchi,opachi,& ombrofinappreflo qualche bofco folro,& in quefti luoghi la Roffignuola fuol far il nido, come anco in qualche cefpo d'arbo- re,ò fratte ben folte;& c6tinua à far detto nido per tutto il mefe d'Agofto; & gli Augouftini fono megliori de gli altri,per efler più calidi. Il folito,î di far doi,é tre nidil’anno,n6 effendo moleftati; è neceffario cenerlo appreflo à vin Bofcareccio, acciò faccia il fuo naturale,altraméte farà verfi ftrauaganti,e volendoli leuar di Nidoli metterete in vn fondo di fiafco,ò cola fimile col medefimo nido,ò in vna medemacofa;coprédoli acciò non efchino,nè gli fi pieghino le gambe, & cofili nutriretecolcuòre fatto à pezzetti della groffezza d'vna penna da fcriuere,otto, ò diéci volte il giorno,& fi terrano in detto luogocoperti,fintato che fi potrino regger benein piedi, poi fimetterino in gabbia, & quando vorràno magnar da fe ftelli,ve n’accorgerete,che vi lenarino il cuoredal ftecco; & cofi pigliado poi di detto corenetto da pelli,nerbo,e graffo a guifadella groffezza d'vna noce, l'at taccarete à'detra gabbia per conofcer il mafchio dalla femina sdelchev'accorg® rete, che mentre il inafchio ha magnatoditira n altro, e comincia à ciangotrare MN monédo fotto la gola, & alcuna volta €6 velocità [correlag: bia, ma Ja femina Qi è più pofata;gcnò fa niente in quel principio, & no cre altro fegno più naturale ® ‘denidaci. Il fopradetto Vcello fubito che arriua.1n quefte parti fi piglia vna franchitia, ouero luogo, &non vuole che ineflo crentri altro Roffignuolo che la fuafemina, & venendoci altri Rofsignuoli fi danîo, & fimette à cantare nel mezodi detto loco; &il fuonidolo fa vn tiro di faffo lontano doue canta; e mal canta vicino al fuo nido d»bitando de ferpi, o altri animali , che gli ritrouino il nido; & quando fareh0 vfciti del nido ; prefi con ragna, faran megliori delli altri, & fi do»-stficaranno Come nidaci, e cantanotutto l'inuerno. p..-conofcere il mafchio de’ Bofcarecci, fi conolcerà dîmezz’Aprile per tutto Giugno; che hauerà il fondamento follenato , e l'occhio più grofto , la telta più groffa etonda,becco più groflo e longo,gambe più groffe,il coderizzo più largo con vna linea in mezzo,qual par fparti il coderizzo in dpi parti; Et la femina la tefta piatta, becco corto,minuto l’occhioypiccolo coderizzo,piu aguzzo, & il fondamento piatto ./Perconofceril Roflignuolo dal Cipriotro,che è fimiglian-

delle penne, il Rofsignuolo proprio ha da dichiararquefta parola(zifcra;cifera) che g l’altri Vcelli nonfanno così, e molti fi fono gabbati in quelta maniera. H nido di Roffignuolo è di foglied’arbore, e dentro fcorze de vita, e vitabbia gin gabbia ben tenuto arriua la fua vita d anni dieci.

HW nu manca ba larle di ICOeSLAI sito - 5,

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te d lui, ouero Petto roffo, che'inidaci fi fimigliano tutti tre infieme ne'coloti:

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Per far cantaril Rofsignuolo prefto. Cap. III.

2 ISOGNA bauer le bacchette foderatedi rouerfo

verde, & per efler folito di praticar molto doue fanno . ir herba,chiamata mufchia,hò ef perimentato con mete 7 D) L tere vn grano di mufchio conbambace nelle cannuc= eg cie foderate,che quell’odore li ha moffo di tal manie- (1 railcanto,chelaffauail magnare, ma quando è in amoreiil tenercelo | continuo li danno, prouarete & goderete l’efperienze fatte & effen do troppo graffo li darete fpelle volte de vermi palombi doi, ò tre alla | volta, & non più acciò nonli caufi danno, & quefti lo fmagriranno. li fopradetti vermi fitrouano frala farina, ò vero femola, & di quefti fe

i didarà è magnare tre volte lafettimana, fintanto che fmagrirà,&.

1. Finuernofideuc mantenere vn poco grafo. |

Mal

Nizola de pantano, Prifpola; Occhi cotti, Capocecera; Perafacco »Graulo; Codozinzoie; tutti quefti cantano qualche poco; & perche | queftinonfitengano nèingabbia,nèinvcelliera, pertanto non di- | remo de loro altro; vi è il Golo, che puol feruire per vcelliera , il . fuocibo faràpafta.

.___LaRondinellacanta affai, & è mediocre canto, quefto non fi puo! allevare ne mantenere in gabbia,

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i Della gabbia fcaricatora da pigliar è «,Rofsignuoli, e delRetino. Cap.IIII

it V ABBIA fcaricatora da pigliar Roffignuoli con ver- Ago NS metti pofta fotto qualch’arbore ò nel medcefimo ar- MARI 35 YW2 bore doue è folito di cantare il Roffignuolo; cuero meffa nel terreno fcoperto, ezappato, che fia più #«#K> fottoterrache fopra doue più fe fentirà detto Rioffi- «© gnuolo prefflo qualche bofco folto; ò doue meglio | in arbore, ò in:terra, & volendo, che venga fubito, vi naf- conderete poco lontano da quella,con vna foglia d’edera farete il fi» fchio che fi fuol far quando fi vcella alle Ciuette; fubitamente lo” vederete venir fempre cantando infin’à tanto che fi accorgerà della, id i fcargatora, che tien detti vermetti, non fi guardarà di voi,& fubitofi. ) ai buttarà dentro, & non altrimente, equelto è vero. e poichel'hane-- | .__ rete prefolegandoli le punte dell’ ale polto in vna gabbia incattata " inboccandola con core due ò tre volte il giorno, tanto.che comin- ciarà à magnar da fe, perche habbia da mangiar core battuto,e netto da pelle; nezbi, e grafo, meffolo nella magnatora con doi, ò tre ver | merti palombi fattiin pezzetti doi ò tre pezzetti perognun di quel- i ‘tl li&lofcactare farà al giuditio voftro, fe bene nonlo fcartarete cans> Re (| taràpiuprelto;e più ficuro.Et il Retiao ferue nel medemomodo . de pigliar Roffignuoli, & farà cargatoeon vermetri palombi al mo- i do che vi moftro;mala fcargatora è meglio & piu fpedita,ft puo met- ‘tere inaria, & interra doue fi vuole. i "

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) Per farla Pafta da cibare il Rofsi- gnuolo. Cap. V.

24 N prima fi deue pigliare farina di Ceci ferde= 23. ciata doisòtrelibre, feconddla quantità del- li Vcelli, per pafta fina, fi pigliarà meza libra

di mandole, quattro once di botiro,& quattro

roffi d'ouo alefli,& pefti; & dopò che faranno

le mandole monde, & pefte fottilméte, piglia-

Veg Waxu ld rete le fopradette cofe incorporandole,& ma-

E neggiandole conla farina delli detti Ceci in

vna Conca à modo di quelle che fi fannoli Confetti,con foco di car-

bone, fopravn Tre piedi pofta , anuertendoui dal fumo, & maneg- giandola tanto che parerà al voftro giuditio che fia ben cotta, piglian do vnalibra di mele,e tre once dibotiro, ponendolo in vna pignatina nova à fquagliare,&leuatogli la fchiuma,cofi fquagliato,& ben bol- lito,hauendo vna cucchiarina piana in mano, cioè quello che hauerà cura della pafta,& vn’altro hauerà vn fchiumarello sbufeiato di vno,

ò doi bufci,& così verrà pigliando il mele volta per volta, buttando»

lo fopra la Pafta, & effendo benbollito vfcirà meglio perli detti bu-

fci, & quell'altra perfona maneggiarà continuo, continuo, tanto che detta pafta vi parerà che fia incorporata, & granita, &quefta ferue per I'Eftate; Ma l’Inuerno fi deue crefcer vin baiocco di zaffarano

di più, pereffer calido,&apritiuo, e terrà più allegro l’Vcello, chedi

fimili cibi viveno, & granita la fopradetta pafta in giallo fi leuarà dal

foco; & hauendo vn Criuellofatto di bufci tondi, la paflarete a for- za dimano non paffando tutta da fe ; il bufcio di detto Criuello farà

a guifa d’vn vaco ordinario diVeccia ; ponendola poi fopra vna ta-

uola ammantata con vna touaglia bianca, la allargarete per farla più.

prefto fciugare,& fciutta che farà fimetta in vn bai attolo,ouero fcd» tola, & così potrete feruiruene in cibare detto Roffignuolo,

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6 Del Reatino, detto vulgarmente

degl'Vcelli i Cap. Wi.

ML ‘Reatino sOvero volgarm Va, Veelliè di natura focofo e piccoliffimo,e fcorre volen tierili luoghi, non ha mai | uogo fermo di ritorna: ad

vn luago medefimo;fe non doue ha il fao nido. Si pa- - 4 fce la Magior parte de ragni,e mofche,e fa il nido per

ogni luogo di muro & anticaglia doue li piace ;& perefperienza ho

levati dal nido q uatro, e cinque figliuoli * Chi fe vuol feruire d’effiià

tenerli in gabbia, non fon buoni, fe non fono nidati. la gabbia vuol

effer fitta con caffette, che fi poflano nafcondere, foderate dentro di

rouerfcio ò d'altra cofa,che rendi caldo,con torrettà in mezzo di det ta gabbia, ouer cafletta fimilmente fodetata di rouerfo, acciò l'Inuer= no non patifca , & darli da magnar core: imboccandolo otto, ò dieci

volte il giorno ; quando vorranno magnare da fe fteffi, ve n’accorge-’ rete nel venirà leuarui il magnat dal ftecco,e fate che detto:core ben

battuto fia netto da nerbi, pelle, e graffo;en'attacarete della grofez-

za d'vnanoce alla detta gabbia; & volendo conofcere il mafchio in

termine d'vn mefe dopò che mangiarà da fe , fe retirarà in alto cans

tando, con dar faftidio alla femina in volerla montar per ogni horà

ditempo. pafta farà nel medefimo modo, ch'è quella del Roffi»

gnuolo, come s'è detto fopra,

ente chiamato de oli

Il Reatino mafchio farà piùroflo,& hauerà fcaccatoil petto. que- fto non fa paffaggio come molki altri vcelli ma fempre ne” noftri paefi,ha di vita da circa cinqu'anni,è d’auertire non gli lafciareman- giare nel principio mofche per che lo fanno ftitico +

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Del Cana. »

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Del Canario, Cap. VII.

FA L Canario è Vcello fimile, è poco più groffo, è del color del Verzellino, & è tanto fimile , che molti fi gabbano ; ma la differenza è, che il'Canario ha più longa la coda; è vcello focofiffimo, nafce nelle par- fidi Canaria, &non fe ne può hauer fe non fono portati in quefte parti. 1’ Ifola di Canatia, altrimen- te dette Ifole fortunate, che in quelle tanto è la notte,quanto il gior- no, luogo e paefe remperatifiimo, & non fe ci conofceinucrno, & per effer detti pacfi tanto temperati il Canarioà rifpetto dell’ altri vcelli raddoppiala calidezza dell’altri vcelli,& ii cantofuonon ha paro: la gorgia dura tanto , ch'è impoffibile à credetfi , è vcello duro e fano è & fuol campar quindici, e vintianni come ho ritrovato ,& cfperi= mentato da quelli che fe n'è tenuto gran cura diligenza . fi manten- ono fempre con vn cibo folo,cioè panico,ò canapuccia, auertendou$ ehe fe'Lderto Canario venendo da quelle parti,faràanezzo à magnag® anico, fe li darà panico,fe canapuccia canapuccia, perche mutando» li dal folito cibo facil cofa farebbe à dargli dino. SE li darà fpeflo del- ta bieta, che è herba rinfrefcatiua,ò vero crefpigni,che rallegra affaio

IL Canario mafchio farà giallo intorno al mento, &alpetto.

Sitrouano anco de Canarij baltardi fcelì dalli naturali nell’ Ifola dell'Elba, in quefto modo; che venendo vna nale di Canaria per quefte parti,pati naufragio nelli fcogli di detta Ifola,e portando mol- ti di quelti vcelli fe ne vennero in detta Ifola, doue fi trouano & fono della groffezza della Lecora, ma più gialli affai nel mento ch’il Ca- nario naturale, & ha i piedinegri, & quefto farà il mafchio de baftar- di .il panico farà megltor d' ogni altro cibo.

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8 Del Fanello della Marca, ò vero

dell'Aquila. Cap. VIII

;s LFanello della Marcain quelli lochi, e paefi rief» N ©onorarifimi, &nonfi feruono » fe non delli nida- CI, acciò piglino verfi da lormaftri imparati, & li boni fogliono dire, Landato Dio, Benedetto Dio, & altri, & quefti fonoiverfi fatti da tali vcelli, che | x la fera da huomini fono infegnatià lume di cidela, 'tcon wn fifchietto tanto che d’vcelli comprendano quello. il fopra- |ettovcello è gentilifimo perefler allenato, cofî nidace ,& con cibi foftanza, &in loco calido, bifogna auertirdi variarli cibo nel darli mangiare, panico, feme di melone mondo, e trito infteme col detto i Inico, ò vero vn poco di palta di marzapane alcune volte, porgen- glilo con detta; farete doi effetti fi manterrà domeftico,e fano, & il ‘tnico farà più fano, che ogn alera forte di femente, femedi pianta- ne fi coftumaà darli fj pefle volte vna fpica, che lo tetra fano, & | egro. !(T'Fanelli fopradetti della Marcha, ò vero dell’ Aquila faranno bo- | tanto quanto haueranno mafiri diligenti è far fifchij fuavi,& che ecifichino bene la parola del fopradetto filchio,.che la natura de' inelli nidaci per tutte Je partirieftono buoni, mentre hanno buoni aftris&tè cola provata severa.

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Il Fanello mafchio hauerà tre, © quattro penne dell’ale bianche, ivè per mezzo fino all’oflo. fa il fuo nido in monti, & in queili in oghi balli, e frefchi, fuol fare quattro, e cinque ona, per nidata,

ine, fe farà ben tenute quattro in fei anni, il fuo ordinario, è fare xi volte il nido, ma fe gli faranno gualti più.volte, farà tre,e quattro ri diyilfimile fannotutei gli fimili VCelli.

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Del Caponero

Del Caponero. Cap. IX.

>: L Caponero fra gl'altri vcelletti digabbia è 2 dinatura allegro, di canto fuauiffimo, è dilet- £ $ tofo di vifta fopra modo, vago,e gratiofo, }- ilfuonido due volte l’anno; cioè la prima, DA RRZAS.] riell vitimo di Maggio, &/la feconda di Ago- (AC 0224) fto & in arborfcelli,& fiepi d'edere è lauri; Ad" Cia & alcune volte.s’ annidano, chi più prefto, è OI ATO chi più tardi; lflor nidi fono di radici d'herbe . fottiliffime,& anchora fcorze di vitalbia,ò vite, fecondola commo- dirà de lochi doue s’ annidano, & fogliono far tre,quattro,e cinque, figliuoli, & fcorreno volentieri la lor macchia fempre verfeggiando nella Primavera. I boni foni giouanetti prefi alla ragna, quali prefi I fubito fe gli legarà le punte dell’ ale, acciò non fi sbattino, & la pafta f farà la medefima del Roffignuolo, & con core almedemo modo f alleuati; & faranno il bofcareccio, & pigliaranno altre forte de verfi | de Fanelli imparati , ouer'altri vcelli,& inidaci imparano tutto quel

che gli è infegniato .

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®@ Per conofcere i Caponeri, da Occhicotti, che hanno il medefimo

capo hero, & fi fimigliano, hauerà il Caponero dentro la bocca co- lòr roffo accefo,& l' Occhiocotto farà di color giallo dentro la boc- ca, & molti fi fon gabbati in quefto. quefto fuol viuere cinque,ouer feianni fe farà ben tenuto.

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Del Cardello Nidace. Cap. x

: T Cardellonidace, è molto meglio de gl' al-

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33 tricardelli pertenerlo in Camera alleuando- 5: lofotto vnFanello, ouet Canario, ò Capo-

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) i ì 9) nero, d' ognuno di quetti prenderà vn poco; MEP) fiche :l cantar fi diuerfo dolce vdire . Chi Ava vuole alleuarli,bifogna hauerli dal nido, che } VAN A habbino ben fora fpontate le penne, & fare, SUNT RO 2 ‘che nonfentano altro Cardello, accìiò non igli il fuo verfo ciò prouato io con efperienza molte volte.

Il Cardello mafchio haueràla (palla, e mento nero, & la femina la fpalla beretina, & ilmento bianchiccio ; effendo ben tenuto, viue dieci anni in circa.

Peralleuaril fopradetto Cardello , & altri vcelli,.che non cibano core,ma fi nutrifcono di femente, comeil Fanello, Verzellino, Fran- guello, Verdone, & altri.

Si piglia ciambellette , imandole monde, ò feme di melone, pifte infieme; & fattone paftas & le noce fanno il medefimo, ò con vn po- co de pafta di marzapane;della quale fi fa pallottini picoliffimi à gui- fa di granelli di veccia , & con vnfteccogliliporgerere vno pei vol. ta, dandogline tre, ò vero quattro per ogni vcellino , quando farà ci- bato, hauerete dall’ altra parte del recco, vn poco di bombace, & bagnatela in acqua, porgendoglela per vna volta, che gli ferue pei

:1beuere. Cominciando poi à mangiare, fe gli da canapuccia sfara- ra; con feme di mellone trito, & panico, il panico farà poi il fuo cibo ordinario, che tal amano quefti vcelli, alcuna volta nel tempo del freddo , qualche poco di canapuccia, fi bene è Roma indifferente- mente fi vfa dargli fempre canapuccia.

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I tI. Dell'Vcelletta,ò uer Lodola noftrale.

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Cap.XI

dr Welt Vcelletta, ò vero Lodola, è vcello, che bifo- Mn gna hauerlo dal nido, volendo , che riefca meglior D 7 dell’altre è gagliardo , allegro in fe fteffo, & alle (AES volte fe tira in alto, ch appena fi difcerne col guar- darlo, &altiffimo inaria; efplica i fuoi diuerfi, 4) dilettofi canti .fàil nido in fodi, e terreni preffoà quialche cozza di terra più prefto fotto;che fopra;& fuol far quattro, ddinque cua, & alcuna volta tre figlioli. Volendolo alleuar de nido è nélceffario, ch” habbia fpontate ben fuora le penne;altrimente s'an- ‘pecilfcano, & nonriefcono mai à niente, Quefta forte d' vcelli fuol coudv quindeci giorni in circa, & in quindeci fi fogliono leuarifigli, &andarconlelormadri,& fi alleuano con core come il Roffignolo, &figouernanocome il Roffignolo; ma quando farà alleuato per mi- E nor fpefa fegli puol dar farro, & {pelta. Per pigliarla bofcareccia è neceffario mettere le reti vicino à fee minati dilonghezza dinoue, ò dieci paffa, con doi Lodole, che fia- ‘no icgate per tutti doi li piedi alle bacchette acciò fe poffa alzar horlvna, & hor l’altra, offeruando fempre d’ haver lelieue frefche, & fapet far il pio bene; che fi ha da far quando l’vcello fi vorrà butta- re, che quefto verfo fala lodolain voler chiamarl’ altra, ciò fideue farenell'Autunno ch è il fuo paffaggio , e dura fino à ogni Santi: & quefto è\quanto à detta caccia s' appartiene : fi può anco mettere dentro lereti delle morte interizzite, e così crederanno meglio.

Il mafchio haurà l’vngia di dietrolunga, che paffaràil ginocchio fopra la fpalla dell'ala doi macchienegre nel collo, vna del, &vna di quà, qual à guifa dicollana & il petto più fcuro , grifolato di ne- to, e più grafo di vita, fuol vivere da cinque in fei anni, fi farà go- uernata benè La bofcareccia è boniffima, il fuo mangiare farà con- ciatura, fpelti, vena, dc miglio, & mefcolate doi forte per volta.

Del Beccafi-

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DelBeccafico Canapino. Cap. XII.

\ Velt vcello è perfetto, eraro, & non è cono- {ciuto da ogn'huomo, fifchia, & fa il fimile di diuerfi vcelli, cioè del Caponero, e del Roffi- NS enuolo,&fenetroua per tutto, fe bene non

fonoin vfo tenerli in gabbia in quefti luoghi; ({ ma nelle parti di Lombardia fonoin vfo à te- nerfiin gabbia, & fe ne tien gran conto, & è YZ. fimile de vcello à Beccafichi noftrali, ma è vn poco più roffo, fuol' fare il nidoimfratte, ò in atbofcelli , Quero in qualche fpino ben folto di fcorze di vitabbia , ò vite, con alcun po- cod’hetba dentro je fa tre, quattro, cinque cua, mala maggior parte quattro. Volendolo alleuar de nido è neceffario , ch’ habbia {pontate ben fuora le penne imbeccandolo col core; altré volte det= to, porgendoglilo con

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vnftecco per alcunigiorni, tanto che’vcelli= nocomincià beccar da fe fteffo. il fuo cibo è conforme al Rofligno= lo, fe è bentenuto, ha di vita incirca diecianni. —— © Winafchidèrofciolo fopra la fchena , & hauerà!' occhio ferpen=

tino.

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Soresina ia ci. pifi een ini

Della Lodola Cappelluta. Coi XII e

Vel vcello è gloriofo, e vagho da fe fteffo, AS) ch'apporta grand’allegrezza à chi lafcolta, UTD) | <inmiratfi, è fimile al Pauone,& ha il ciuf- EI Hi) kt Cl fo, cola marauigliofa, è dilettevole certa- S è EA A\l menteàtutti; ma chilo vuol buono è necef- US d | 2) fario fia allenato dal nido 3 purche habbia Db

(La a 3 Îa

ZI benfuora fpontate lepennez\&inboccarlo “<il colcore fatto à pezzetti della groflezza à "o modo d'vna penna da fcriuere, vn poco lon- ghetti, porgendoglilo con vn ftecco, aprendo da lui la bocca, & non aprendo per efler leuato de nido groffetto gli aprirete la bocca gen- tilifimamente,e porgendoli il fuo cibo auuertirete di non auogliere la lingua con detto core , che facilmente potrebbe inghiottirla ton

]

| l'iteffocibo.

Il mafchio hauerà il petto affai macchiato dinero;&di becco, e tefta groffazilfuo mangiare farà carne come fi è detto nella Vecel-

“Jetta, ò Lodola noftrale. il medefimo fi offeruinella bofcareccià;. che

pure è buona. fuol fare il nido vicino alle ftrade correnti, & lo fa più fotto, che fopra terra, coperto d’herbe, fuole far parimente quattro, ò cinque alleni, viue da dieci anni efflendo ben tenuta,

E Del Paffaro

I É 2500 Li perg 1, orienz i ilo almolti dilettentit* u

Padri l'allenare et gonernare buttele fonte: de Vocelli per la, 7 ram pasienza et diligenza che con quo fano imparari,

dmagnare piu duerle cole ome peliacamer raf 4 Qua ef

pafiadi marzapani quelîr #2 altre (orto Ho \lecell; dipaltaf

me sg) per efter um paratia diuerft cole facilmentelt Mi

con quel Praia ni vengano aguarwo per eber +. f

tanti di fauffantia il Mafchio fr deve capare piu iprrg

nazzo tra Jaltre de nido perche ha il petto nianihogo

higia che la ferma la Gabbia vuole pa P)

ubita è piu faragrande farameglo ft ..- YA

ruardi “al capitolo 4 9- trowermil “me dicamente: fogliono uineve vito e

Li

«Due

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Del Paflaro folitario . Cap. SETTE

\L Paffaro folitario, è fimile di groflezza al Storno,

8: detto vcello alleuandolodi nido, è perfetto,e ra-

ro;cioè effendo infegnato con fifchij di diuerfi mo-

AA {2 di, che quafi parlarà fimile all'huomo, cofa molto 6 0e7d marauigliofa; & non effendo nidace , per volerlo

| ' tenereingabbia,farà anco buono;perche farà fem-

I fuo fimile, e naturale; & quefto dame è fperimentato . fuol fa-

iN © prei

(' te il nido inlochiantichi,ediferte muraglie în butci. Chi vorràle- fi uarlo dal nido opri, ch'habbia (pontatè ben fuota le penne, &inboc- bio È carlo col core fatto à pezzettize darli per doi hore della mattina per

SRI hauer patito la notte;.& efler di gran cibostre quattro pezzetti; il

e tutto però fi rimette al voftro giuditio, & s'inboccarà poiotto, ò die- ce volte per tutto ilgiorno . ilfuo cibo farà fimile à quello giebliofi- 5 nuolo. dia È ai DE Il mafchio farà di color paonazzo ofeuro, | tutto, chie in bianchiccio, viue fiè ben tenuto 0

Modb di pigliarlo..

con vna macchietta pet | tro., e dieci ank Pa

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sal i S! la d’avertirein alcuna antigaglia,doue pratica Conv altro Pal

AA faro folitario, mettendolo doue lui praticara' mettendo le vifca-

O crelle intorno alla gabbia; perche vedendo l’altfo ingabbiato, corre fo”

fubito a darli, e così refta prefo, &detto vcello fa quefto per oflef@: uarla fua franchitia;- enon potendo hauer.il paflaro folitario ©ne ceffario vna Ciuetta con quattro veggoni bene inuifchiati, metten- doli d’intorno a detta Ciuetta , e fubito, che detto Paffaro capitarà in quelle parti, andarà per dare alla Ciuetta , e fi vorrà ripofare fopra i vergoni, e così reftarà prefo; poi li ligarete le punte dell’ale indboc- éandolo con core, mettendolo in gabbia incartata, mettendolicore, . epafta nella mangiatora, tenendolo in loco remoto yinboccandolo “= due,ò tre volte il giorno fin tanto, ché magnarà da fe;lo fcartarete a |

poco, a poco , acciò non fi difdegni. | 2 Del Ver-

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Del Verzellino. Cap. XV.

L Verzellino,è vcellino piccolo allegro,e di color giallo, & è molto diletteuole , & è ne- ceffario à chi fi diletta di tener più forte di Vcelli, che faccia armonia, fe bene da alcu ni è tenuto canto faftidiofo, ma à quelli,che diletta, e piace, è molto piaceuole; fuol fare il nido in Ciprefli, cuero in arbofcelli folti, di bombace,, lana, peli, e penne, & fatre,

7 quattro, cinque veellini . Per alleuarlo di E

FA nido è neceffario c'habbia ben fuori fpontate le penne, & hauerli col | i) © loro nidoifteffo , &non potendo hauer il nido , metterci lana, ò fie- È

noben'interrotto . Il fuo cibo farà fimileà quel del Cardello, per (53

conofceril mafchio dalle femine, fi pigliarà fempreil piùg giallo; & gt

_ detto vcello fi i può tener pertutto, Persie non i troua veli. che (39

® prenda il fuo canto. tiv

Il Verzellino mafchio hauerà il petto, & il mento giallo. fuo] vi- Mese quattro, Ò cinque anni

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I ._DelPettoroflo. ) È Cap. XVI.

= L Pettoroflo, è vcello gentiliffimo, & è freddolofo, <il che volontieri corre à i raggi del Sole, &fitira in alto per goderlo meglio,efplicando i fuoi diletteuo- li verfi, e dolci canti; &l' eftate per il gran calore, che fente, fi ritira nelli lochi afpri, e forti, doue il i Sole non percuote, & li fa il nido fimile al Capo- . nero; & fa tre, quattro, ò cinque oua. Volendolo alleuar di nido, è . 1 neceflario, c'habbia ben fuora fpontate le penne. E anco bono ilbo- © feareccio, inboccandolo con core fatto è pezzetti fimile alla grof- (| fezzad’vna penna da fcriuere, fin tanto che cominciarà à mangiare | dafe, e per mantenerlo fano li darete fpeffo lifcoli, che fi trouano " fotto il ftabbio, ò terreno, e queftolli farà di gran gionamento , & al- | legrezza, &calcune volte vachi di fior fiorello, ouero vua verde pic- è colacioèl’eftate, & alcun fico, volendolo tener ingabbia. l' Eftate fi terràinlocofrefco, & l’Inuerno inloco caldo. Per fuo cibo pafta de

. . Roflignuolo, e core. | i Pettoroffo mafchio hauerà Je gambe nere, & preffo il becco, cioè | | dieturce daele bande alcuni peli longhi.viue perl più quattro,ò cin- !— queanni, machi gli vfaffe diligenza pet effere vcello gentile, viueria

molto più.

Modo di pigliar detto Vcello.

i G I può pigliar con gabbia tonda,con metterci dentro il detto Vcel-

ca

lo, &andar” appreflo de’ folli, & intorno alla detta gabbia metter

- levifchiatelle andando però in lochidoue praticano , con far verfo, chefifuolfar alla Ciuetra,convna foglia d’edera , ò.cortello , come i icoffuma. & hauendola gabbia fenza detto vcello avertire di poter-

A lovedere.in qualche loco, & in quel loco vicino rufpando tanto, (°° chefivedailterreno frefeo mettendoci le vifchiatelle,&c allontanar- nel > fitanto, che nonhabbia paura,facendo nel modo fopradetto con fo-

! glia, fubito verrà, è reftarà prefo.

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Della Lecora. Cap. XVII.

A Lecoraè vcello fimile al Verzellino giallo, e verde, molto vago, & vfitato à tener in gabbia in quefti,& altri luoghi è domefti- chiffimo, & affabile, & è anco gentile. Il canto di effo è ftrauagante, & nella parte d’ Vngheria nafcono gran quantitàdi detti vcelli. In quefti loghiè folito ogni tre an- ni, ò quattro venire fecondo i venti, cheli ftraportano, & quell’ anno , che vengono ne

viene gran quantità, come che nafceffero in quefti paefi, & per efler”

vcellino peregrino» fe ne tiene conto ; che non farebbe tenuto tanto

fe nafceffe in quefte parti, è facil cofa à domefticarlo, & impara à

tornar, come fi fa al Sparuiero al pugno; con moftrarli vna noce

‘paccata, facendoglila magnar in pugno, auertendo di farlo patir di hagnar prima, che felimoftri detta noce, e porcon fonaglie s'impa-

raiconofcere quel'fono, è tornarà facilmente da lontano. Per co-

noftere il mafchio dalla femina,.il mafchiohaueràlatefta negra, &

il petto giallo, &la femina hauerà latefta berettina chiara, & il pet-

curo macchiato di negro. il fuo cibo è panico, 0 canapuccia,come

»tto del Cardello, fol viuere è tenuto bene dieci anni,

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De di 8 i '

TOANNES® FA ASVSRO: FECITSAS

Del Storno de nido. Cap. XVII

N N Vel Vcello, quando è alleuato dal nido riefce

rariflimo, e perfetto, &al fpecificarla parola, ©

è fimile al Pappagallo, & di fimili vcelli chi fe

ne vuol feruir è neceffario hauerli dal nido,

ch'habbiano ben fuorg fpontate le penne.So_

), gliono far lor nidi in arbori grofliffimi nelli

bofchi; e montagne, & maffime nell’atboridi

Caftagne vacui,due-volte l’anno, c6 far quat-

ini.*H.eibo da imboccarli farà core fatto è pez-

zetti à modo dellagroffezza d’ vna penna da fcriuere, ò poco mag-

giore dandogline tre, ò quattro pezzetti per volta porgendoglilo

con yn ftecco, & volendo maghar da fe, vene accorgerete in venirui

à leuaril cibo dal ecco. doppo il fuo cibo conforme à quello fi è det- to del Roflisnuolo. il Bofearecchio man gia de ogni forte di cibo,

Storno mafchio hauerà l’occhio nero, & la femina vna maglietta

nel chiaro dell'occhio. viue cinque in fi anni,

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Vero modo, e diligenza d'vcellare i

Storni dilor tempi. Cap. XIX.

n | 733 L Storno è dipatura calido, & che fia.il vero fem= +4) precerca lilochi frefchi. Et per venir alla ciccia in= % comincia verfo il giorno di S. Mattheò, & finifce #4 verfoogni Santi, ò più, è meno fecondo la ftagione fredda, ò calda. Illoco doue fi ha da‘veellare ha da PASSIRIA effere, ò femente; ò beftiame;s' è afciutta appreflo à macchie, fe humida fe vcella tra femente, ò beftiami; Si vcel- la in quefto.modo yle rete hanno da effere fette pafla, &liftaiolidi palmi otto alti, & detre rete honeftamente grofle, e maglia baftarda, più prefto cieca, che chiara, con vna gabbia di palmi cinque e mezo col fuo.tramezzo,cheftiano incitca 100.Storni,&altramezzo van no incodati, à quali potrete dar da magnar fempreche volete, auer- tendo, che fe li ha da dar da magnarin vn loco folo, & in beuerato- ro aguzzo dico.à richiami,che non poffi beuere più che vn per volta, & hauendofi l'altra mattina detta gabbia d'adoprare,fe li leui il man- giarà 22. hore, Sihada vcellar con tampe di cornacchie bifcie , ò sutte nere vicino con 25.incodati, con la fua Croce, che vi fiano quattro Storni perla leua, ch'ogniincodato habbi.lefue paftorelle «con litornelli,& la gabbia fempre foprauento,& le Rampe fotto ven- to di Cutte però,& altre de quali babbiamo detto. Auertendoanco, che fi mette à detti Storni il mefe di Marzo con ftampe di Pauoncelle convyna Pauoncella viva allalicua condiece Storniincodati, & met tereà canto alli rotti, ò vero ftazzi di pecorete reti,& il tiratore alme delimo mododella fopradetta caccia,le tipe fuora dellarete è vento con vn cappanello,& quefto è quanto s'appartiene.à quelta caccia,

DEL STORNELLO. Cap®XX.

ia Caccia del Stornello comincia verfo S, Gionatnni, e finifce verfo mezz'Agofto,& fi vcella in quefto modo,s'adopranole fopradettereti, e dell'ifteffa mifura che alli Storni di paffo. vi fiadoprano 20. Stampe, con vnalena de quattro Storni fra il beftiame se lochifrefchi, & del medefimo tempo fi vcella al gnazzo inalcun prato d'altezza di quattro dita d’acqua, che fiano vicino arbori, ò macchie poco ientano , con quattro Storni den- trole dette reti,moneffendo altr'acqua vicino, è guazzo doue poffano an dare dlauarfi, abbaffando giù Pherbacon vna frafca acciò fi pofla da detti wcelli meglio (conprir. e vedere. Mida

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N80 di feruirfi d'vn Storno, che badi | a pigliar l'altri in aria.

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piglia vnfpaco di quattro Sata longo legan- dofeli alla coda ben ftretto, iniglefiiandilo. be- ne lontano vnpalmo dal Storno, dòpoi ch’ha- uerete rrouato@na-gr anturba de Storniacco- ftandofeli più che fia è poffibile,& così laffando- loandar fubito, che li Storni fi leuaranno fa- cendoromore col piedesò-altramente più fono quelli tali ;.che.in mezzo accoglieranno detti.

i Storni con vn Storno pervnoinmano, &five- | i Jeranno cp belliffime con cacciar le dentro detti Storni, & venirne ni

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fe RE A Pauoncella è Vcello di natura calido , &che fia il

Foa Vero fempre fta fra lochi humidi, & appreflo paritani.

2 1a caccia fua comincia verfo la fefta d'ogni Santi,

& finifce è S. Catarina; vadopranoteti di diece paf-

fa, &maglia d’otto dita larga, con vn tiratoro longo

306 ® di1s.paffa, convn mezzo ftaiolo appreffo alla Cro- pane del Tiratoro,che ferue per far venir più prefto le dette reti,con 20. ftampedì Pauonce!le, con doi Pauoncelle viue alla lieua ,& fe gli vo, mangiare :l coretrito è modo de vermi. Auertendo,che la maggior

\\ parte delle ftampe vadino da baffo fotto vento , &tutte le tefte vol- ‘tate fopra vento, CON fpartirla terza parte di dette ftampe fopra ven- to, e due in mezzo. volendo faril fifchio naturale fe fa vna fampo- “gna, con vnarametta di vite piegata , in modo che radoppi, con vna

. fcorzadi vite dentro, & di qui cauarete il fifchio naturale della Pa-

fioncella, il fuo vitto ‘farà core trILO inpezzetti, in vn baratolo , che > ve fia dell'acqua.

Ò a e I |PRIA ti = al = ans l. 5 (SERE, «# sepali DE LEA e gi! |) Role IE ieri wo

lg, SIDE a) ci PSA fatt

Dell’Or-

n ne, » 1: fo bada

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PA | Dell: Ortolano E vi Cap. XXIII

*Ottolano è fimile al Ziuolo, febene è va poco più groffo, sin quefti pacfi fe ne ritro- nano pochiffimi, & quefta è la cagione , che non fe ne terigono in gabbia, main quelle parti di Lombardia, doue n'è gran copia, fe "pl

ne fa conto di tenerne piene le camere, Ì feruirfene anco per vcellare, & anco li ten | gano ad ingraffare,che tal'vno verrà di graf- = fezzadipefoditre, ò quattr oncie, & fe ne i |

‘fà grandiffima induftria pet prefentarli, e mandarli in variate parti. > ii

Il canto di effo è diletteuole , ma più fe ne feruono per il fopradetto i

effetto, fi ciba con panico, emiglio. i

Il mafchio farà più verdaccio della femina, latefta, &il petto . vi- uetre, ò quattro anni, per che s’ ingraffa in modo che ne more, fene

fa la chiufa, come all’altri vcelli. È vi O

po o Ga 5; 3 = f Pn SITI EDEL GR | Bo? ; CA

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Papagalo li uevita è quela, che scngono del'indiaè hiona parte del Brahbi i meghore, etmelci ‘meglio, oveltim fono 1 pu slk da Imparare, doue fono Garoffok e Camella è femili animal

_ne è gran quantita melle parte è mettono è PUR l. fomente de Rifo et altre femente , GK. 72 2 NON fonr: o dilcacciati ogni buona ementa 4 loro, Lc fuffa, e; ano rifo croco, garoffok a diuerf ‘cibi fe danno hora Aluno et va all'atto pero dico che tutto glanimali di Gabbia devono ePfer fl vara dh magnare duer/e cofe [cambiando alcune volta, al BB ‘detto, fara il fuo ciho, croce, canaputaa, pera,mela, caltagne fi nubli pane bagnato con vmo inacquato è mentre magna sg vit bagnato non beue è quando tnagna le e [ermente 4 ‘deue fempre tener dabeuere, che bewe,non MY deve dare marneftana (orto dh Carne fe falata alnfirmità che 4 tutt vorali che a detti poFono fuccederi Vi, wa queft'apera ih tratta tro: 4

UA, /f} age. ER 44 UA AAA A AAA, i? sl lovorimedo al 4 64; UG Yj}j UYIOAI AAA LO 46) 94 > È, dr i % { 4g 7; Ss

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Del Pappagallo I Cap. XX MII

L Pappagallo è vcello notiffimo tra tutti ol’ al- triveelli &non fi troua vcello fimile à lui. Î SY} fuoi colori fono diuerfi, &nel dire è perfetto, eraro,fpecificando le parole fimile all’ huo- 7\j mo) maffime quando fono imparati dall’altri ‘4 dl Suol cantar mufica infieme con lhuomo,con- A trafar ol'animali, chiamarl’arti, che paffano,e sd ge 1 SA borlarla gente con ffchi naturali . di quefto vcello non ne trattarò molto, perche ogn'vnonon lo può hauere, e tener, perche coftano gran prezzo, Vengono dall’Indie nove, & ve ne fono gran copia, & di diuerfe fpetie , (uol far il nido infcogli, e Juoghi afpri; 8: fecondo che ho intefo fanno doibua, &inidaci fono i buoni, pere he gli altri non efprimano bene, folviucre per finà vin- tianniincirca. Chivuole che impari bene è di mifticro , che circa vn-Lora di notte trala gabbia,e chigl infegna vi fia vnfpecchio,che Pvcellovi fi veda, & creda che fiaquello, che parla della fua fpetio, la voce vuol’ effere gentile; & Gfarà di donna farà mieglio, perche ha fa voce più fuane,& è vcello più toîto da Pringipesche da gentil'huo- mo Ilfuocibo farà canapuccia, pane bagfaro, meles caftagne,pere, r0co, gira fole.

Il mafchio farà più groffo dellafemina giallo, e roffo intorno almento, cioéli naturali. E neceffario aquetto vecello accomodarli il beccofpefle volte almeno doi; òtre volte l’anno, & gli daràgiona= mento, & anco farà vn'altro effetto, che non réuinatà le gabbie , fe= condo che fanno ; faranno attiad accomedargii il becco i gabbiari pratichi, che longo tempo habbino effercitaro, non danowitij, cne ci diligenza, ouero da ftrozzieri;ò altri fili, che fi dilettano ac-

commodar’ilbecco è vcellidirapina»

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Po Del Parrochetto. Sa Cap. XXV.

32 1 Parrochetto è vcello belliffimo à vedere, & # èdi pennegialle , ha vna coda lunghiffima, & è molto meno del Pappagallo della te- i fta, come delbecco, viene dalle Parti d'Egit- (D to, & fa medefimamente nelli fcogli, & nel refto è conforme al Pappagallo, & è neceffa- W rioaccomodargliil beccoal meno doi volte %a NR l’anno,come fi è detto del Pappagallo,& non | capita fe non in manode Prencipi, & fe ben parla non è pari al Pap- :. | pagallo, perche fuol far’ vn fifchio acuto, & non à tutti piace :ma per *! effercosìbelloà vedere è defiderato; & è tenuto da Signori. Il fuo | cibo è panbagnato, caftagne, pere, mele; noci, e canapuccia, roco,e gira fole, & quefto è quanto occorre trattarne. . Ilmafchio haueràintornoal collolacollanaditré colori, & farà ST$ | tutto verde, cherénderà ingiallo, ha di vita dodici y©°quindici anni ti in circa, fecondo la diligentia. IA,

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2 $ Del Tordo Noftrale. Cap. XXVI

L Tordo è vcello gentiliffimo, & è noto per tutto, è vcello gagliardo, e focofo, & allenandolo da nido è boniffimo per cantare; auertendo, che fono tre forte di Tordi. Il maggior fi chiama Tordo Bre{ca- ra, che fempre fi ritroua in alcun arbore di me! quercie, ò cerro; che vi fia di quell’herba, che fe

nefailvifchio, &trouandodi quella non fi cura d'altro cibo . Il fe-

condo è minor di quefto , e fichiama Tordo Noltrale s qual’ è bono da tenerin gabbia. Ilterzo è minor dituttidoi vn poco, & è molto più roffo all'ale, cioè di fotto, & per quefto è chiamato Tordo Roffo- lo, s annidano in lockidiferti, e frefchi per il timore del caldo in

‘alcun fpino ben folto, ò vero in Ginepti, per effere arbore di lor ci-

bo, & fa quattro, ò cinque vcellini, & per effer detto nido ordito di

terra, venendoil mefe di Maggio,e Giugno grandiffime pioggie im-

portune fi riempiono i nidi d’acqua s’affogano, e ruinano, & quelt'è

la caufa, che detti Tordi molte volte mancano, che non viene quella quantità ch'hauerebbe da venire ; &vengono di lontani paefi attra- uerfando il mare. L'Autunno hauendo cattiui venti per ftracchezza fi laffano andar nel mare, & s’ affogano anco, & quefta è la vera, & giulta caufa.

Il mafchio hauerà il petto affai macchiato di negro, & farà groffo di tefta più della femina. viue cinque, ò fei anni, l’aleuario farà il fuo

cibo conforme al Roffignolo.

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‘Del Verdone per caccia... Cap. XXVII.

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Lr Verdone è vcello boniffimo per veellare , che quando è lor tem: pofene fuol pigliare gran quantità , cioè l Autunno per infino à Aprile. Mal'Ottobre, e Nouembre più de tutti gl’ altri. Chi vuol pi- gliardetti vcelli la Primauera è neceflario mettere il tottomaglio dentro alle reti, cioè alla ribattitora, ruchetta, e mercorella, cref ; pigni faluatichi, che quefto è fuo cibo riaturale,& anco doi, ò tre piC-. di di cardial frafcato, con pofatori d’olmo, & potendogli hauer che ci fia il fuo feme farà meglio, ponendoui alcune piante d’herbe drite te dimoftrando,e fingendo come le fudette herbe fuffero natein quel luogo. mangia panico , È canapuccia , fa il nido in valle, &luoghi baffi, & fatre, e quattro oua. Il mafchio farà tutto giallo. | | elia Totto-

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TA Tottouillaè vello hanoda cantare, NON CORO ciuto da

ogn'vno, È potendolo hauer de nido farà molto meglio. Il cibo di effo è miglio, canapuccia, conciatura . Il mafchio hauerà vn po- co di coroncina in mezzo alla tefta,& la femina fe bene hauetà la medefima coroncina, farà più bianca,auertendo arico;che il mefchio hauerà l’vngia dietro al piede, ouero fperone, farà longo , che pafla- il ginocchio. il fuo nido lo fuolfare in valle doue fiano gliarbori folti, è compofto à fimilitudine, che fal veelletta, & fa quattro , cinqueoua, la bofcareccia farà boniffima , ma la nidace per il canto è marauigliofa, canta la notte 3 fimilitudine del Roffignolo, & fileua conlaregoladel Roffignolo , ma levata fe gli panico , & miglio.

fuol viuere da otto in dicci anni.

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IR Della Spernuzzola “TRS gini ce

x Cap. XXIX.

N A Spernuzzola è vcello della groffezza del È Loi Caponero , & fotto il petto è verde chiaro, Mb & nella fchena paonazzo ofcuro , & per 4 Br mezzo del petto il mafchio ha vn fegno ne- È gro grande, che arriva alle parti da baffo, & È Pa quanto più è negro, tanto più ficuramente

farà mafchio . Chi vorrà feruirfene per cac- cia, lo metterà in vna gabbia quadra, & an- darà nel loco doue gli parerà di poterli pi- inuifchiato cone vifchiatelle meflo ap- d'herba vederàl’effetto che fubitos

AI gliare, & con vn vergone

preffo alla detta gabbia coperta | chedettovcello fentegl’altrilichiama à fe,& gli fa inuefchiare , | È N | prendere. Suolfarnidiin bufcio di muro, & ancora in bufcio-d’arbo» | ili: ri,& fogliono far fette, otto, & più vcellini, & in alcun luco è chia» | mato queft'vcello Caponera. ;

‘e Il fuo cibo ordinario, È panico, canapaccia » mangia ancora pae

« fa,ccuore,fuolviuere quattro,e cinque.

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È. | Del Merlo. Cap. XXX.

L Merlo èvcello buono, & molto vfitato da Pizzicaroli, & Hofti, per la comodità del ci- | bo, & fe ben canta de diuerfi canti, e manie re per efter infegnato da qual fi voglia bon

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Maftro, non è ftimato, amato molto da i Prencipi, Signori; per effer Veello fpor- \

chiffimo,ne è ben tenuto conta, come di fo- pra ho detto, & quefto è il Pappagallo loro. È Chi vorrà allenarlo cerchi d’ hauere fem- |

pre il più negro, & fuol far il fuo nido tondo in fratte, diterra, & è peli d'herba, & in alcun arbofcello folto vitiofiffimamente, fuol fare | tre, incinque oua, & per cibo fe li darà à mangiar core , carne, pane bagnato, &frutta. ada

Il mafchio hauerà il becco giallo farà tutto negro» fuol viuere fei, & otto anni. ;

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20 Della Calan dra Bofcareccia;

Cap. XXXI.

SASE A Calandra Bofcareccia è di grandiflima voce, que- He Sta è la caufa, chead alcuni piace, molti nò. & per

lo non haueffe fi stan voce, fe netrouarebbeno po- Chi vguali è quello, & à chi piacerà cercarà d’hauer- lo del mefe d” Agofto, che fia giouane, acciò faccia la prima muta in gabbia, s'adomefticarà come fe fuffe nidace, & non hauendo commodità di far infegnar Ja nidace perrifpetto, che farà il fuo naturale, & farà parte de diuerfi vcelli, che preflo fiterrà, per tal caufa giudico , che'fia meglio non-hauendo commodità di far im-

w pararela Nidac& malabofcateccia vecchia, il primo anno farà poco

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profitto, attefo che:hauendo goduto in campagna ricordandofene ftarà malinconica, 8 fuperba, accoltandofeli tutta la gabbia mette- tààromore; & perciò è bene legarglile punte delle ali , che fi dome. Iticarà. per cibo feli darà pelta, vena }'è conciatura $ & alcuna volta di cicoria trita, che di quetta detto vcello in libertà {e ne ferue-per purga, & alla Nidace »feli darà core s©palta. la Nidacia » la Bofca- reccia, fi comefi'è detto dell’Vcelletta.

Il mafchiofarà groflo di vita, edi telta, edibecco ; & la collana

* arrivarà intorno al collo , fe ben è fallace. Suol fare il fuo nido, in

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Odi, & ne fomentati de grani, interra, fotto alcuna cozza , che fia ben coperta d’herba e fa quattro, & cinque figli , & viue quattro . e

i cinque anni

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Del Franguello Noftrale. * Cap. XXXII.

L Franguello Noftrale mafchio haverà il pet-

to infiammato, &la femina bigia, è vcello,

che rende frutto affai alcacciatore , & è buo-

nopercaccia , & vcelliera. Il volerlo mante-

nere, il fuo cibo farà panico, & vfarlo a man-

giar herbe; i fuoi nidi li fuol far nelle cerque,

&adopera di quel pelo d’ arboto affai , fuol

ide fare quattro; e cinque figli, & egli fuol viuere

cinquesinfei anni, fe faranno allenati di nido, ò prefi giouenetti, fa-

Bene tenetli fotto a vn'altro Franguello vecchio bono, che apren-

dono quello che fentono dal fuo maeftro ; chili vuol far cantare afai

‘al tempo del paffo, gli dia pane ; e cafcio biafciato , quero cotto, pur

‘che non fia falato. quello che hauerà il petto pi dinfiammato, farà più cantarino, & vedete, che di vita fia minuto;&corto,

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Del Franguello Montanaro, Cap. XXXIII.

CF RA glivcellidi picciola vita,.il Franguello Montanaro è vcello ‘_belliflimo de varij colori, & anchora che di loro fe ne pigli ra-

rifimi, nondimeno ho voluto di lui dire ancora

hàle qualità del Noftrale , ma il mafchio è machiato di negro, & la

femina rofcicia, il fuo canto è ftrauagante , poi che affomiglia al ver- {o del gatto, & per ciò non è buono

vcelliere per lararità, & {ua bellezza. #* pred ì; Della Fran=

qualche cofa, quefto .

il fuo canto, ma fi tiene nelle ti:

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Della Franguellina ; 3/

Cap. XXXIIIL

A Franguellina è fimigliante alla Coturni- ce, è poco meno differente della groflezza, vello gagliardo, & per fuo canto ha vn ftrillo , che quafi fi fentirebbe alle volte vn miglio di paefe , tirandofi fopra vn faflo, ò vero cozza di terra più alto, che può. Si ritrouano nelle parti di Spagna, e Sicilia,in monti, piani di fpico, e rofmarino, alcuna quantità di detti vcelli, & fogliono far nidi

pellilochi fopradetti fimile alla Starna, è vcello bellifimo è vedere,

&èbuono nell’vcelliereà tener per bellezza, ma non è buono per

cantare, per tenerla nell’ vcelliera, fe gli terrà vna cafletta doue fe

pofli retirare, etenerui anchora arena, & tuffi , ò fpogna di faffo, che tra quelle vi ftanno volentieri, il {uo cibo farà conciatura: llmafchio è groffo con colori ofcuri, & di tefta vn pocotonda,e

groffa.

Della Tor-

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3 Della Tortora, e di quante forti.

Cap. XXXV.

RE fonole forti di Tortore, ch'io trouo. La prima è chiamata Noftrale, che non fa nido in cafa.La feconda, Tortora bianca, & la terza Tortora d’Algieri,che è di colore che tira al color di ceci roffi. quali perla loro domeftichezza fanno li lor nidi in cafa , in vcelliere, ò in qualche fineftra murata , che habbia la rete dauanti, ò in qualche cane-

i ftrello, uero fondo di fiafco de venchio grandotto per loro commodità , & per effer vcelli, che non feruono al canto, nonne trattarò molto, per lot cibo fe gli da il miglio. fanno doioua, & fanno ogni mefe, vinano fei, in otto anni, ma il {uo figliar continuo , è per fino alli quattro anni, da indi in poi imbaftardif(ca- no, & fono fallace, gran cofa, che fe perdela compagna, fi torni àricompagnare.

Dirò bene,chela Tortora Noftrale fi piglia con rete di maglie lar- ga quafi come quella di Pauoncelle, &s° adoprano doi Tortore per la lieua cigliate, dincappellate , & fe più fono in terra fono meglio. Il mefe d'Aprile, duero Agofto , che d’ vn mefe vengono, & dell’ al- trofiparteno, quandofanno il paflaggio,, fi verfo la Marina a pi- gliarle di doue-vengono, ò doue più fivedono praticare, &|' Agofto all’abbrufciate ftoppie; quando fanno maffa per tornar via. quelto È il tempo, ches'vcella a Tortore.

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Della Ge-

Della Gennara, è vero Pica.

Cap. XXXVI.

CENSTCIZI A Gennara, ò vero Pica, da alcuni è chiamata vcello vitiofo, e fimile è ladri, & tagliandoli il filello parlarà quafi fimile all'huomo, effendo pe- bi infegnato da buon maeftro » & il fuo coftume Dn aco non è altro, che di rubbare, & afcondere, cofa

SORIANO certo da far trauedere, e marauigliare le genti, che di quefti vcelli non hanno cognitione, & alle volte commet- terà grandifsimo fcandolo , ch’ alcuno non penfarà mai, che det- to Vcello habbia hauto tanto ingegno di rubbare, & afcondere quel tanto, che lui hauerà perfo . Il fimile farà la Cutta bianca e nera, la Cutta del becco giallo, la Cutta marina, & Cutta ne- ra, & la Pica. fogliono far i fuoi nidi in arbori, the vi fiaede- re, Ò arbori foltifsimi, & fanno per folito.tre, quattro se cinque oua, & detto nido è ordito di ftecchi fotto, & intorno.di radi. cine d' herbe. Volendolo alleuar di nido è neceffario ‘ch’ habbia ben fpontate fuora le penne, & il fùo cibo farà core, pane, & frut- ti, & quefto è cibo commune à i fopradetti vcelli, la Cutta del becco giallo , che ne fono nelle parti d’ Afti, & in alcun luogo della Marcha, fanno in antigaglie. La Cutta marina fuol far'în arbori sbugiati; ò vero in anticaglie. ‘La bianca e nera fa folo in arbori«alti, & teffe il fuo nido di ftecchi, & dentroterra, & radi-

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Dell Vpupa. Cap. XXXVII.

* Vpupa è vcello fegnalatifsimo , & molto vago è vedere per la corona , che tiene in tefta, & altri belli colori , & da chi fono

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conofciute le fue virtù, & fegreti , n'è te- nuto grandifsimo contò i ma da me non è mai ftato fatta ftima, per effer ‘veello priuo di canto, e ferente, che non ficiba. d'altro , che di fterco . Il fuo nido fa E alcun-bufcio d'arbore, ò uero muraglié ità dishabitate; & quefto:è quanto di eflo fi può trattare. Il mifchio hauerà la corona più'alta della femina ; & è di tès fta tonda, & per la vita colori accefi. chi Jo vuol tenere per va= È ghezza gli darà core-in. pezzetti, ò vermi, in vn barattolo ché vi fia dell’acqua. ma vileràinoca in cabhia.

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39 Della Starna, emodo di pigliarla.

Cap. XXXVIII.

A Starnaè vcello molto raro, mafsime per magnare, & quefta fuol far il nido in terra, & fada 15. in 16.0ua,nelli felceti, ò luochi forti, per conferuare i lor figliuoli, che fubitonaticonla coccia in tefta caminano via; fuol co- nare vinti giorni, le fue oue portate calde fotto la gal- lina nafcono, & fe allenano con rofsid’oua, & miglio, ò farro, & perquefta caufa non trattarò altro; che di pi-

gliarla. Il modo farà quefto, cioèhauer vnarete, chiamata Butrio, ò Cu-

culo , fatta à modo di naffa; con l’alelunghe fei pafla per parte, & più fa- meglio, & di longhezza tre paffa, acciò effendo detti vcelii dentro non pofsino ritornar àdietro, & di quefto n’ hanne cognitione quelli, che fan-

ne detta forte di rete val Cacciatore poi è neceflario di pigliar latela , &

farne vn veftimento à guifa d'vna Vacca, con le zampe, orecchie, & colo- rito, come foffe naturale di detta Vacca, & hauendolo indoffo portando anco vn campano fi può far’ 11 giorno d ruttel'hore;che ritronandofi in vna campagna doue ftiano Starne,& che vi fia dell’ herbaccia tenendo quelto Butrio, 6 vero rete accoltandola bene initerra,& fubito tef& paflar dall’al- tra parte tenendo vna frafca fronduta fingendo dimagnatia, & parandola bene auanti gli occhi, che non fia vifto:il vifo, fingendo anco d’arare;auer- tendo bene che non vi reftino adietro. Quefta è la vera maniera, e mo- do di pigliarle, &d chi diletta ne può farl’elperienza. | i Il mafchio hauerà la tefta rofciccia, & perla vita più accefi coloti..Per l'illuNtrifsimi Signori, che fi dilertano di Falconi 4 Aftori, Terzoli , è.vero Sparuieri,ehauendo tronata vna Compagiia de Starnotti,& volata la det- ta compagnia con fuoivéelli; fi vieneno.a sbandar' in diuerfi luoghi, ma per ritrouarfi, ho voluto mettere il modo di falfificarii la Starna naturale, e toccarla, acciò.rifpondano per ritrouatli meglio .i{Il quaglieri della Starna ha da effere ad vlo d’vn ditale coperto di carta pecora fottilifsima affato con vn pelo di cauallo per mezzo bagnandolo conta falîua ancor le deta, ftrifciandolo*con le deta bagnate fara il naturale della Starna nel modo che vi moftro. i 3 st To trovarla compaguia delle Starne la mattina toccandogli il quagliert feruirà nel medefimo modo, che fi coftuma col butrio tirarla in luoghi forti per hauer commodità dimettere il bucrio, & farà difcacciata à modo decto di falfificar la Vacca ouero mettergli dauanti tramagli da Starne nel medefimo modo che fiè coftumato per fin’ adeflo d altezza di dui palmi,& quanto fono più longhi li tramagli, tanto più fono migliori,

Del Cucco,

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o Del Cucco. Lil: Cap. XXXIX.

I Cucco è veello fimigliante di grandezza al Sparuiero, & fe hauefle il becco à ram- pino molti fi gabbarebbono, tanto fono na- turali Ie fue penne, ma di carne tiene quan-

“8: fe bene è vcelloviliffimo è moltoaftuto,

che fa feruir gl altri vcelli per fua balia; & dale fubito che detto Vcello ha trouato il nido ‘degl’altri con l'oue fi mangia quelle, & ci fa le fue, & quefto fa i in rempo ch’ ha da farle fue cue. Notate Lettori , fe queft’ Vcel- ss lo è vitiofo , che alle volte! ritrovando li nidi , che ci fia la ma- dre, ò padre à coware, fe ne ftà guardando fin tanto , che detti

i vcelli fi partonog:€ poi è magnarfi l’oue, e farci le fue, come - di fopra. per allemarli di nido fi nutriranno di core, & dopo farà

“allevato , con pafta de Rofsignuolo.

È È - PREF:

to vn tordo, & di voce quanto vn’ Afinello;.

ERETTA Uff spa

D eci. Cap. reed

14 L Codaroffo è Vcello , che Grittoua” ia W25) montagne doue fono ‘molti fcogli. Sr nidi fono trouati alcuni da paftori, che in quelle parti vanno comnbettianméfot- to qualche radica. d'arbore; appreflò fcogli. Chi li potrà hauer de nido fa- | ranno boniflimi per cantar, & fono va- phifimi da veder il cibo fuo.fatà paftaj& core, &peref fer cola difficile è poterli hauere in quefte pari , non ne trattarò d'altro. Il Codaroffo è di tré forti, ma queto è il ‘megliore di tutti. Il mafchio haucsa il petto roflo..vilierà fei, in otto anni. | Ie

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Del Cifolotto. Cap. XXXXI.

I L Cifolotto è Vcello bellifimoà vedere ,&è bono per vcelliere; ingabia pur ferue ,& è molto-bellò; ma non fa verfi molto vahgi, & perche difficilmente f&nepuò hauer di quelli, nonme ne ftende- più oltre. e EIA

Il mafchio hauerà il petto, e le guancie roffe. mangia canapuccia, ftinno perle montagne, & in particolare in quelle di Bologna. Viue

cinquezin fei anni, Della Cra-

Code valotmbiria a

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Craftica Palombina canta doi mefi dell’anno,Luglio, & Ago= fto, con tutto ciò, non ferue in gabia, & è più prefto vcello di ra= pina, che altro, mangia cicalette,& cofe fimili; chi lo voleffe aleua- re in gabia, fe gli darà core, quefto è buono per mangiare, & fi piglia con atchetti, ò gabia fcargatore, ò retino, come fi fuol pigliare il Roffignuolo. ;

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39 Del Paflfaro Noftrale.

Cap. XXXXIII

"L Paffaro Noftrale è veello molto dannifi- co, & fe ognuno il conofcefle , cioè quelli tali, che fanno femente andarebbono è fup- plicar gl’ Vcellatori che tengono detti vcel. li, cheandaffero nelle loro poffeffioni femi- nate à liberarle da tali ruine, & gli darebbo- no il premio, & fi può credere , che fe non foffero quei tali, che vanno ad vcellare fi trouarebbe alcuna campagna feminata, che parerebbe grandinata dalla Tempefta «Io mi fon ritrouato è pigliar di fimili vcelli quattro, e.cinque migliara.in termine di fei mefi po- co più, meno, & quelli che hon fanno l'vtile di quefto effercitio, non hauerebbono à moleftar, ne laffar moleftar dalliloro Guardia- ni,c Gouernatori dilor Tenute detti Vcellatori,attefo che l'vtil gran- diffimoychecaufano in eftirpar detti vcelli non folo hauerebbono da efferlodati, fid'anco premiati. E molte volte in remuncratione , e beneficio per guaftar quattro fili d'herbe gl è ftato leuatola rete, è vcelli, cofa veramente non poco lodevole è di gran confideratione, che foloin penfar da me fteffo il danno ch'apportano, chen’ho fatto efperienza, & hauendone ammazzato vna gran quantità venne à chiarirmi del fatto conaprirli il gozzo; e trouargli 12.15. & anchor 18.vachidi grano pèrciafcun paflaro . Notate Lettori, quanto può importarquattro, Ò cinquemila pafiari in vna poffeflione, ò tenuta digranoW@i Paflaro è neceflario all’ Vcellatore, & è il miglior de tutti gl’altri, perche lui li rende più frutto, che alle volte paflando qualche fchiera di effi di numero:30.ò 40. fogliono buttarfi tutti infieme ì ballo come faette in fentir liloro richiami ; fanno il nido fotto à coppi, è bufci di muro, d’arbori, e fogliono far quattro, e cinque vcellini, due volte l’anno, pereffer vcello calidiffimo,& foco- fo, &quefta è la verità, & le femine ancora fe deueno portar con mafchi per farli più cantar. Il mafchio farà negro fotto il collo,

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ASTA Vi CLIMI,

1 Perquellich'vcellanoalFrafcato.

Cap. XXXXIII:

CATISDS' Eftate fard necefflario d'hanervna nidata di Paflarotti, x perche li fcufaranno li paffari di chinfa . In quefto modo,

doi gridino il medefimo. Vn”altra nidata de Caxdelli del

doi, che gougrnate, & li portarete al Capanno per infino SRICRROIE che li hauerete gouernati. Per il paffo è neceflario d’ ha- nerogni forte d’vcelli di quelliche s'adoprano perla lieua, è inftampe; ò è. Interenziti, che fcufarannò il mettere due, ò tre liene per forte, & cosìli metterete di quella più forte in cima al frafcato infilzandoli ‘in Pofatori , cercando d’ hauer lieue; vna per forte de viui, & fe più fono meglio fa- rà, male ftampe aiutaranno affai . Il paffo de ogni forte d’vcelli fuole co- minciare al principio di Ottobre, & dura per fin ogni Santi, da indi in poi, è neceffario retirarfiall’vcellare alle valle, & all’hora il frafcato farà vn terzo verde, ilfrafcato alla ribattitora, col crocioncino con il Fanello, & Cardello, & vn'altro Cardello al frafcato,con le altre folite lieue, Auer- tendo, che fe da voi fi metterà d'ogni forte de lieue in Chiufa fi farà caccia di grandifsimo ftupore. Le lieue mon hanno d’hauer difetto verano, ne appiccarfi, mentre che s'alzanoyne butrarfi giù, ne sbatterfi, non s' harino ;\ | maidamonere, fe non quandovi piacerà, & non dar maila detta liénain i. faccia. Il Crocionede paflarinonè tfoppo buono, quando paffa la quan- tità de Franguelli » più tofto due liene ferme, perche cercano di sbatter quelli in terra}. &Wnon fi buttano volontieri. Per quelli che non haneranno buoni vcelli di Chitifa è neceflario d'hauer vn gabbioncino.conla Ciuetta; & dall'altra partequattrosò fei Franguelli à mododiquello, che vi f mo- ftra, Li medefimi nidi ferueno pervcellarall' acqua con doi lieue che fianò \infrofciate, ò veramente lègate per le ponte dell’ ale al paffoncello, Malte volte fi vede per ifperienza,che alcun anno paffano gran quantità “diveclli, &l'altro fe ne vèdeno fe non pochi, quelto.aniene* che il mefedi n Maggiofono grandifsime pioggie, e i vcelli, che per la maggior parte fan- no ilornidi nelliatbofcelli, onde eflendo già la madre. bagnata non puol li Ntensres che d'acqua non penetri nel nido, & bagnage che fono le oua, fe Mipdiftano, &cidho vetuto per Îfperienza quando regnano ancora gran ) 0 difsimi venitiz& temporali, sbatte in maniera quellirami de arbofcelli,che facafcareTe cua, o figliuoli perterra,& tutti pefifcano.

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I che fe fon quattro imboccarne doi la uolta,acciò fempîe.

e(@ medefimo. modo, con metter dentro al frafcato quellic:

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î Mododi pigliar Piccioni da giande nel Î = rempo,che lor paflano, doue più è il Bi paflaggio , a populare vna colom-

ì bara. Cap. YXXXU

i NI Neceffifio d’ hauer vn. piede di Vliua, ouero vn (Cay D piede diQGercia lontano poco dall’altri arbori, per | Da 7)® cheélor folito-dibuttarfi vn poco difcofto dall’ al tri arbori volontieri per non effer offefi da Caccia- a da toti.con archibuli . queft arbore farà beniffimo in- ue 7 uefchiato, mettendo vn Piccion viuo in cima di

dett' atbofenel modo che vi moftro cigliato darlilaleva, quando fi 9 5 »qI

vedrannoli fopradetti Piccioni paffare ftan coperto non facendo rumore. ‘A fareche in vna Colombara vi anidino m ceflario mettercene cinque, ò fei para de gioueni, & dargli da man- iare miglio, & veccia, & da beuere per fin tanto che volino via da loro, che quefti faranno guidaà gli altri. Di Genaro poi comincia- fe di nouo à dargli da mangiare :fudetto cibo cotto;mettendovi vn bco di orzo bollito con del cimino, che è cibo che gligufta, peri: fino ì mezo Marzo; & vinaccioli de vua per non fartanta fpefa, 8 intertenetegli per fin che cominzano à nidarli. peraflicurare fa detti Li Colombara da animali rapaci, nel principio che vi fi alicuano i co è. lombi,fegli metterà fufpefa vna tefta di vacca, ò camallo feccha;,! quale à li colombi fi fa domeftica, & alli rapaci, fpauenteuole, + « vero Poiano;ò Nibio, che intal modo farà ficura.

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Ù Mododi pigliaril Faflano con laccioli. Cap. XXXXVIL

N macchie doue loro praticano fempre fo- gliono far romore infieme conta femina, . & fi fente vn pezzo lontanosbattendo le. | ale, & fivedono certe ftradelleche fanno, PIE è neceffario metter detti lacciuoli di crini di cauallo fattià fimilitudine di quelli , che fi pigliano li Tordi, ferueno ancora è pi- gliar qualfiuoglia forte di vcelli , che fiano

po in nido con metterli,e fermarli due dita

d fopra derti nidi, che mentre andaranno nel nido per couar refta- ì ranno prefì per il collo. Cofa efperimentata, e vera, il vitto, & pro=

creztione , è fimile alla ftarna»

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- Pervcellar col Guffo, per pigliar le Cornacchie, Cutte, ò Nibbi. Cap. IL.

} Neceffario d’hauer vn Guffo, cuero vn Gatto appreffo qualche Rd arbore pofto ful mazzuolo ‘ma detto arbore vuol’ effere inuef- 9 a chiato, che fia lontano dall’altri arbori, & febene hauerà pochirami 4 nonimporta , & fecondo fi verranno pigliando detti Vcelli, così li | verrete legando intorno al Gufo, Quero Gatto, quefto fi fa in quelle ar parti doue fi vedeno molti di quefti vcelli pratticare. To ne ho fatto | efperienza, & prefone lc fome à Perugia, & nelle parti di Todi s'vfa aflai. | Modo N / |

ha 44 Modo da tenerfi per veellare al

Stramazzo. Cap. L.

Neceffario di trouare vn luogo che fia vna gran turba d'vcelli ; come Fanelli, Cardelli, che in quefte parti fono. fi pigliarà vn Ga- bioncino che vi fiailtramezzo, & per ogni luogo di quello fi metterà Fanelli, & dall’al- tra Cardelli, dandoli pochiffimo da ma- enaracciògridino,e fe diano infieme à fimi» liendine di quel che fanno doue loro paftu- rano, & fe metterà dentro delle retiil fopra detto gabioncino con quattro cardi, e:code di volpe baffi, & feruirà per copririlgabioncino,& con quefto fe li darà ad intendere con ve- ner illorcibo naturale, e fentirquelromore, che fiano à pafturare» ‘dentro le fopradette reti vannometli molti de loro morti, & interen= zitifingendo che fiano viui, con'alcun viuo legato, con vn Crocione d’vnaforte; & vno'd’vn'altra, con quattro per ogni. forte diloro, & vno andarà fcacciando; con farli attrauerfar. le reti più fono longhe meglio fono.Io le ho adoprate fempre noueje dieci pafla di lunghez- za, &in quefto modo ho fatto grandiffime caccie. Il medefimo fi potrà far con le Lodole , d'Calandre douc ne fia gran quantità,

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= TG i sr” Modo di vcellare conla Ragna. Cap.

I N foffi,in monti,& inogn’altro luoco fi deue offeruar quando fi co= minciaà difcacciar di lontano affai dalla ragna , & non far grandif= fimo romore, acciò li vcelli non fi inalzino, ma con fafli , e terra pian iano cacciare, & quando s’vcella ài foffi ò doue vi parerà cercare- te d’hauer vna canna alta con duc ali,& fonagli legati in cima,& mé- tre ches'alzano maneggiando la fopradetta canna còn dette ali, fonagli toccando il fordino, acciò fi abaffino detti vcelli, dubitando che non fia Sparuiero, non hauendo commodità della canna buttan- do le fopradette ale in aria farà il medefimo,& così fi farà pian piano fin che farete vicino à detta ragna, poi con grandiffimo ftrepito.di faffi,ò quello che vi farà più commodo, maneggiando fempre l’ale,e

toccando il fordino farà l’effetto,& efleguirete la voftra intentione, Modo

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===>. Sorcuallar ratto a ‘vele’

Modo di cacciar con Bracco,€ Rete. Cap. LIL.

S! deue offeruar, ch’ il Bracco fia purgato quanti chefi cominci la caccia pigliando vna tefta di caftrato facendola bollir molto be- a zuppa con detto brodo carne,pane,e zolfo pefto, & |a detta teftafe li ha da dar in due,ò tre volte fecondo vi parerà, & eflendo purgato detto Bracco viguardarete dalle guazze, che gli fon molto contrarie, & effendo nelle parti da poter cacciare è neceffario cominciar fotto vento , acciò :t bracco fenta l'odore del feluagino, auerrendo nell’eftate cercar tra confini, e fodi di ftoppie, & lochi for= ti, e frefchi, che più (icuramente fi trouarà la quaglia, fe ben dall’ al- tri fono cercate nelle ftoppie » maffime effendo vicino alle Città, e

Caftelli, & così affaticandoui

ne,& facendoli vn

farete l’efperienza. N

Dell’Vcel-

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TALE 4 1} di CIMA RAG 7

Dell Vcellieta. Cap. LIII |

* Vcelliera vuol effer fatta in loco douel’In- \ uerno batte, e percuote il Sole, per vcelli di i diuerfeforti, frigidiecalidi, che fi poffino i retiraral Sole, &all'ombra, fecondo la na- tura fua, de colore dentro vuol’ effer verde, Òvero pauonazza d’innico; biacca fatta, e fe deue mantener d’acqua chiara per be- uere, & volendo,che vi faccino nidi fat palle veltite da fparaciari alzateliin mezzo, & alcuna cantonata adimpita à modo di guglia; quefto farà il modo d di faril nido, acciò le matrinonl’ammazzino, mentre vannoà beue- ui

res che non filauino ,& poili vadino adoffo così bagnati, fredda- 9

rebbel’oua, oueroi figlioli, e verrebbeno à morire per quel bagnato,

quando fono fenza penne, Si fa vna caffetta longa, con vna latta,col coperchio di legno con moltibufci, acciò poffino beuere di quefto tempo,che fannoi nidi, c nonlauare, &dandoliinquei tempi del- vc. t'herbe cicoria, bieta, centocchi , lattuca ; & altre forti d’ herbe, che : qui inquetto libro fi è dichiarato, & anco femc di piantagine che na- fcein prati vicino all’acque, fatti è mazzetti, ouero panico fatt’à mazzettilegatili in alcunluogo, doue parerà fia più commodo, & ù. che fia commoda per l’ Inuerno,che fi poffa retirarin luoghi,che non È percuota venti, ne acque con molti pofatori, òbacchette, ò codeti»

è rate intorno al fopradetto loco. il fuo mangiare acciò non fi confumi

fi mette in vnatorricella, con diuerfi fpartimenti, ò con caffette sbu» È

giate, & così non lo buttano, &: di mano in mano pigliano il fuo

bifogno, ii È

del" tta

Modo di farla Chiufa, & fapercome fi

mettono in Chiufa, e cecarli.

Cap. LUI.

A Chiufa fi deue far in quefto modo, cioè in vna ftanza remota in loco afciutto, & ofcuro quanto fia poffibile, cuero in caffe con arena fotto auertendo di nettar detti vcelli da pidocchietti due, ò tre volte mene

‘tre rararnino in detta Chiufa,& guardarnon* fia fattà preffo al tetto, pertimot del gran caldo,e terremoti. detta Chiufa incomincia - àfarfi alli 25. d'Aprilé retirar detti vcel="

lià poco à poco dall'aria mettendoli dentrola {wdetra tanza, ò caffay

ferrando vn pocola fineftra; onero porta quella che di più luftro, & quetto di toglier detta aria fi offeruarà in termine di diece giorni, vero quindeci vn poco per giorno; & così rornarà è darglif mentre che fi cauano di Chiufa, & fareche fia ferrara è modo di yna tom- ba, che non di refti fpiraglio veruno,che li darebbe grandiffimo dan- no. Auertendo di non renérveelli che canitino, é ftiano a ppreffo,- acciò li fopradetti Vcelli ion habbino da ‘sfogare, & queftofitratta* per quelli, che non fanno che cofa fia Chiufa. Darlid magnar balta-| hauendoi beweratori grandi, & fimili è quelli, chefi'coftumano,

& magnatoro ogni doi giorni; & fr potrantto mettere tanticliiodiz: quanti che vcelli fono, & così attaccandoli alla fopradetta-ftanza,-

cioè intorno, & effendo ancinelli alle gabbie fi metterà pertiche , ò

canne, fecondo che più tornarà commodo, & farla purga, con darli

biete, ò fuco, à quelli cioè che non magnano herbe. Auertendo di mettere ogni forte d’vcellil’vno à cantol'altro, che più facilmente

laffaranno il canto, & trouandofî alcunoche canti fe li carpirà la co-

da. Il cauar fuori della Chiufa:fideue far per tutto Agofto , cioè alla

prima acqua, cominciando à darli l’aria à poco à poco, fecondo che

fe gliè tolta. auertendo che quandofaranno di fuora non fi mettino

all'aria, prima che non fiano ftati purgati, che facilmente perirebbe- | | ; no.

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no. quetto fi fa per conferuarli il canto per il tempo, che gli Vcelli ar2 ‘rinano in quefte parti. | PercecatdettiVoelliy fi auvertirà cecarli in tempo, che cali la Luna, con ferri della groffezza delli loro occhi, hauendò fempre fidioppi ferri tutti caldi d’vn modo,che dandoli con vn ferro focato,& » l’altro non, gli caufarebbe tremamento , ò giratpiento di tefta, che di i continuo fi voltaria ciafcun di quelli come vfia macina. dif .. L'ingabbiarlifopraderti vcelli, fi ha da fiat'ilmefe d’Ottobre,ac= ciò fi poffa capar, ‘buoni da cattiui, alianti entrino in Chidfa, che di i Marzotutti cantaranng4 1 anertins che magigino l herba ch? altri= ì mentenon faranno ficori in Chibfa. in tutto il tempo fi darà tre vol ® tein Chiufabieta;; per imparatgli mangiarl’herba centécchi,ò bot= | tonidicentocchi alhiftinati, con Ighargli la canapuccia PS quatto hore dellamfattina, oucro bottoni di bitoccoletti, | i 4 La Chiula per quellitàli; chenonfanno. Che «cola fia il mettere in Chiufafifa quefto artififio acciò non conofehmo | Eftate,che cate i tinol'Autunno, & Buerno quando l’altri Vcelli non fat ANO, que= È | fticantaranno, &feruiranno da pigliar quelli, che all: "or vengono... > dallementa igne, quelli di Chiuf aficredeno, che all il Agaha lEflare, % e però cantano, & l'Eftate tutti glivcelli fono alla Mobtagna peril I caldo. quelli, che fe ne ferueno folo per la camera, &il canto non occorre ne chiufa, ne muta, ma è bene anertire di non'laffarli patire i neltempo chefi mutano, ma aiutafli con aciacargli la canapuccia, \ mettergli nel Béueratore vn poco zucaro, & alle volte doi fili di

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feruitio, & È Eito nonfilafcino patir caldo, &l'Inuerno fieddo.

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zafarano nelbéueratore, & al le volte fisbrofaranno di vino gli fa- 3a, i

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| Mododifarla Chiufa alle Quaglie. ° »Gap. LV.

sad JI piglid'15.ò 20. Quaglie delle prime ,chefi piglianio, & inigabbiarle in'quefta forte di gab+ bie, che vi moftro, mezzo Aprilevenendo rerirandolé in vna tanza; ò caffadoue piùfa- commodo, contogliergli’l’atia è poco à po» edintermihe di 10+ò 15.Siorni, Il medefimo fareteinreftituirglila alfin della Chiufa, che RP AN FS farà verfò il primo d’Asofto.In tanto fi proùe+ ‘deri dove volete vcellare,; che vi fia gran quantità di ftoppiein loco i honeftamente alto, è piano, per poter accommodatci il Butrio, fe benvifuffe qualche macchiarella di melga, ò miglio feminato è po- P fta, farebbe cola molto rara, daltra verdura . Il Butriovà coperto hetba,é frafche, & fi metterà nel modo', che'vi fi mioftra intagliato, per far intrar in amordette Quaglie; {e lidarà alcuna cicaletta, & detterétis'hanno da mettere tre, ò quatti’hore avanti che fia giorno, & fefarà lume di Luna, fi può veellar tutti la notte, mail folito è la mattina, & fopta tutto il luogo douc fi ha da far detta caccia; che fia forte, & buttarci da magnar miglio, ò conciatura, & poi fcacciare . in quefto modo è fimilitudine di quel che vi fimoftra , convn mazzo di fonaglie in mano per huomo giocandole da vna mano all’altra,an- dando arando alla volta del Butrio, &ilcibonatutale delle Quaglie è il miglio, & fe li darà continuo. fi fuole ancora con le Quaglie de muta vcellare con quattro ragne da circa venti paffa almeno, met- tendole in vnloco forte, ouero farci vna macchia di mélega, ò bof=

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Y. mezzofe gli mettenoi ric fia ciò. Î fentino più lontano, con quefto modo:fe ne piglia gran quantita in

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chetto pofticcio , ferrandolo intorno con le fopradetteragne, & in, hiami, alzati'più che fia poflibite, acciò fi |

. Modo da fire il Vifchio, Cap. LVI.

T/ Gi pigliano quelli. vachi «d’ herba , che fogliono.ngi {cereinmezzo derami di Cerri, 6 Quercie,&efal? | ) foglia à fimilitudine d' oliva , &li vachi di dertifa

nogroffi fimili à vncece , quali vachi hauendon quellaquantità ,.che fe ne potrà hauere, & quanti Da più farà, meglio farà, & ponendolo infieme inyt.

37

LEN N Ei

i è canto nenell’humido tanto che da.fe ftefli fi corrompono, e mu cifcono; vederete farfene vna pafta. Auerrendo poi, che dettiwacl faranno infieme macerati pigliar detta pafta, e batterla con vn baftd ne rondo, &acqua fino à tanto che moftrarà vn velo chiaro, che noi cifiaporcheria ,& pigliando di detto vifchio quella quantità chi. vorrete accomodar, mettendolo invna pignatina vnalibra, con voi.

onciad’'oglio, &mezza ditrementina, & detta rrementina fi metter dopò ch’hauerete incorporato il vifchio, &l’oglio infieme al foco, Sf | vedendolo conuertito, comevnguento , leuandolo via fe cimerterà@ mezz’oncia ditrementina incorporata, &.così lo potrete adoprare in pigliar. quel che vorrete, che quefto feruc ancora perl'acqua, $

Modo di far la pafta per l'veelliera. i Cap. LVII. I

E R farla pafta perl’vcelliera, pigliate farina di fat ue, ò ceci quel che più tornarà commodo, e nodi per minorfpefa, in cambio d’ amandole incorpora tedimele,ouero mofto cotto. dopoi che farà bel dc Cf) cotta la fopradetta farina in caldaro, ò conca grani «ee taù fimilitudine di quella de Roffignuoli se paflatà per.il medefimo criuello, fe bene può paflar anco per minor fpeli fenza noci, & fi chiama palta dozzinale.

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Modo di far cantar gli Vcelli. Cap. LVII.

Veri gli Vcelli fogliono mutar le penne di Agofto per tutto Settembre, & per quetto laffano il lor canto infin'à tanto che non han no purificato il lor fangue per caufa della muta.è bene afficurargli le penne con sbruf- farli divino,non troppo fumofo, & fciut- tandoleal fole caufarà tanto prima à qual fi vogliaà repigliar il canto, & volendolo i sforzar feme dilino, pignoli,zafarano, doi; ò tre filain beueratoro vno di quetti per volta, & herba verde con- tinuo, ché fi rallegri di maniera, che conla caldezza di dentro , Con i herbelornaturali, che feli moftraranno feli rapprefentarà la Prima- mera. E da vertire che le gabie de vcelli da feme fe gli tengano à tut-

ok

di te dentro ibeueratori , quali è neceffario di tenere netti, & mutargli

sd l'acqua ogni mattina, le gabie vogliano effera@igrandette È dargli i vcelli

i doi, ò tre volte la fettimana erba, come fiè detto altroue; î da pafta, fe coftuma tenere il beueratore fuora de lagabia,fi co ftuma | bene mettergli alle volte dentro alcuni baratoli con acqua , acciò fi js offino lavare; & l Inuerno fi mette fieno, ò paglia interrotta, &

| L'Eftate l’arena. La Nizola di pantano, Prifpola Occhi cotti, Capo- Graulo, Codozinzole, tutti quefti cantano qual-

} cecera, Perafacco,

: che poco, & ponno feruire per vcelliera, & fono belli da vedere, pet î tanto nondiremo di loro altro. Vi è il Golo, che può feruire per d vcelliera, il fuo cibo farà pafta. | (a La Rondinella cantaafiai, & è mediocre canto, quefto non fi puol Ù alleuare, ne mantenere in gabia.

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Modo di guarire l'infirmità,che poffono accadere all'infra- fcritti Vcelli. . Cap. LIX.

| N prima fe hauerà la podagra moftrarà al piede gonfio, fcabiofo, di colordi geffo, Et per guarirli pigliarete radica d’ alebro | bianco, con acqua fattelo bollire, & cofî caldo, chefi pofla foftrire fe gli lanarannoli piedi due volte il giorno, per quattro,ò cine que giorni, & non volendo detto Vcello pi eliarlo nelle mani, con vn pennello ontarli il piede, con l’acqua vita, non hauendol” alebro, che giouerà affai.

Perle pofteme della telta, pigliarete vn ferro della groffezza del- l'occhio'del detto Vcello amalato;ò poco meno con infocarlo,& con detto ferro fi percuoterà quel loco, & fe farà acquofo; fi fciugaràbee ne, & fe faràà fimilitudine di-geffo farà medemamente confumato; ongendolo confapon nero liquido, cuer olio , elcefiere calda.

Soglionw nelle cannuccie done fi poffario farpidocchietti;deuono effet nette:fpeffe volte, (deatag

Suol venite alcu volta infirmità male al Codarizzo., fideue fpremereye hon tagliare. vi 10,

Suol venire vfcite, l’acqua ferrata; ò forbe bollite, ò uero crogna- li bolliti; l'aleffatura fua è bona, eg

Sogliono alle voltearfocchite fi pigliarà genzole y fichi) regolis tia pilta, &facendolibolliré tutti inifieme per fpatio d’unquarrodi hora, & prima chefe lidia da beuére quefta Jli darerenelbeueraro» Fo per vi» giorno intiero vn poco di calceviva della groflézza d'vna notchia;& poilanatol'abbeueratoreni fi porràdell’acqua pettorale; con vn poco di zuccaro & doi giorni continuata; poi queftaydoi altri gioîni;'d tre fuco dibieta, &con quefto guarirà.

Sogliono romperfi alcuna volta ila gamba, non'è'bono»fesnon ftoppa, ma pochiffima, con vn poco d'olio di faffo,

Alle volte fi fuol feccar alcuna gamba, bifogna tagliarla avanti che vada più inanti, & coh'viffetto caldo‘percuotere detta ragliatu- ra, & ontarla con olio, e'tenete , ouero fapòn negro, liquido, che è contro il foco, che leuarà il dolore,

Alcuna volta fogliono venir bottaccioli all'occhi s li percuoterete

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.. fta,oueroontarli con acquad’alebro bianco, ò acqua vita per effer cofadifeccatiua,ma toccando con il fuoco farà più fpeditiua , fe be- ne col medefimo guarifce. : . ° , ° CD) ° LI "9 Il Fanello di continuo vuol’ hauervn calcinaccio in gabbia, per- ì : che in fe fteffo, è ftitico, & dargli alcuna volta, quando fi vede, che fi È

fpreme, moftrando non poter andare, vn poco di zuccaro roffo , con , vn filo di zaffarano nel beueratore. = L'vcellifogliono patir di non poter’ cuacuar. Si pigliarà vna pen- na ongendola d’olio commune , & ponendola nel feflo due volte il giorno per doi giorni continui, farà libero, e da qui caufa alcuna vol- ; ta,che fi gonfiano peril gran fpremito, &caufa ancora di cafcar del brutto male; per dargli fomenti, & alterationi nella tefta,& hauendo \ il fopradetto male farà purgato con darli doi giorni fuco di bieta nel beueratoro, & la notte pofto al fereno coperto, che non li cafchi fo- prala guazza fe farà d’EMate, &non effendo d’ eftate non occorrerà à metterlo fuora, & à tutti glivcelli, che s’alleuaranno di nido ofler- uarete à darli damagnar due, ò tre volte in vn'hora per il patimento i .. dellanotte, &intutto ilgiorno faranno imboccatiotto, ò dieci vol- te,&fefonoRoffignoliotto volte per effer’vcello più difficile alla di- 1’ geftione. © L'infirmità tifica fi comofcerà al petto,che farà molto fecco,piglia rete feme di mellone, & zuccaro pifto, farà pofto nel beueratore con n acqua; & acciaccarlila canapuccia la metterete con feme di mellone ta trito auanti,& à qualtinoglia forte d’veelli, che fi darà, farà feruitio. Quando poi li vederete malinconicili. metterete vn filodizaffarame | nel beneratoro,che lo rallegrarà affai, & gli darete ancodelle crefpi- |. gne, che è cofa che rallegra; i Per fanat l'afina è qualfiuoglia forte d’vcello che fpefle volte aprif | f labocca vna volta appreffo l'altra, li guardarete intorno allalin- gua, che non ci foffe attortigliato alcun nerbetto , ò altra cofa fom- meffa, netta ben d’intorno, & dipoi pigliarere vn baiocho d’offime- le con penna, & li gocciarere dentro della gola due, Ò tre goccie, &

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Paltro nel beucratoro incorporato con acqua chiara per doi giorni dI continui lo laffarete ftare, che in quefto tempo guarirà. 3 9g I L F I N E . n È;

IN ROMA; per gli Heredi di Nicolò Muti). M.DCL Con Licenza de' Superiort.

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Il vero modo di adomefticargl Veelli . Verdone NY < glrarete un Verdone ò ala forte di Veelli di che forte ZA fotto al petto & modo di quelli che ferueno per la 3 VII, la fera à iume di candela tenendolo m mano decio gra lefter maniggiato porgendok alcun uaco di cartapucia TR alla:bocca ssa gi falua facendoh fare ((& ? 10 alzarlo da una mano A laltra et cofe fe rg «7 = che torni di lontano con mezzag È se IP Ne nandogliela 4 magnare uerrà (((CZTA DANA moffrarà detta noce ne

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Della Paftara montanara none nefeefftta di trattarne dl lungo forue Jelo, per luicelli to ; toro per pigiare lalire, 2 il mafchwo 2 il medho, la tofta lhanera piu groffa, tI c'affar dela fomina phanera il becco pu grofo, e fotto lagola auna Y macchia galla aftai colovita, magna Canapuecia, maglio è pamco

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fafhdio all'altre magna tutte forte di femente che magnano glualini Vecelli è pet quefta non me {tendo pus GUANTI £ i a

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ì di del franghuello et ibiuono po Vecelliere f NI P.. non ferue per Cattiva per quofto non dira

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