ti fab “ HART MEN PAU PDK s nr » | puits HE ut HAE (UNE AN TAN TAN Pont RAA AENT … He : OASIS HA REUS h AO MALE FN RSR RE Peirèt Se ris à ù 4 Par lenttee CRAN 1 Fr ie riprars A ki AN DRAC or Rs ë ti fn RE ATSHUS ne 9e PIN AE QTEE ? SAME OUT DONNE Libre tn (RON tes Are a ee DH (1 HA Hi pet que hi ve PATpise POOU nr RUN ERENETEN ‘ ee L-hamastrietiani ete L is da ELITE qe Far (en TH f a “hi dt ï f me ire dE À 1e Kate CHE Mrs rate ae» AE 34 carre 2er 14 Ces ER RE Fr A RREES RE CURE rie ete drn DHEDE SES | CHE Los Wéheienetr De ft 7 PNbrEn ces Lx 2? " Z 2 ner | À LE ns ss RACE mi F4 RUE CRTHbS à: Ÿ Imtéotrét paré 1} A : FA HR as SE CSA PRE PÉREE ie RENTE . aie nn à ans eu HU HEAR LE AE 1h. © ÉOLOGIE 6 LOGIE PUBLIÉES SOUS LA DIRECTION COELENTERATA TFPHONICA POLYFIERS, ÉTONGES ET HYDROIDES TITHONQUES DES “STRAMBER( SCHICHTEN , DE SICILE CO RD I ——_—_—_— Cet ouvrage devait paraître en français; en. effet les planches (même celles qui accompagnaient ma brochure Cor. Giuresi Appendice alla parte 3 publiée en Août 1887) ont été publiées avec le titre en cette langue. Maïs en suite en réfléchissant que tous les ouvrages que jai publiés sur le même sujet sont écrits en italien, jai cru préférable publier même celui-ci en cette langue. Scuola Tip. « Boccone del Povero ». ANNALESADR GROUPE CN MONA RE PUBLIÉES À PALERME SOUS LA DIRECTION DU MARQUIS ANTOINE DE GREGORIO 27 Livraison. -— Nov. 1899. GÜBLENTERATA TTUNIGA (ANTHOZOA, SPONGIAE, HYDROMEDUSAE) (Fauna con Terebratula diphya Cel., jenitor Piet., Benëi Zenschn., Ammonites croteams Op.) FOSSIE DI SICILIA (STRAMGERG SCHCHTEN CONSERVATI NEL GABINETTO GEOLOGICO DEL M." ANTONIO DE GREGORIO TORINO PALERMO CARLO CLAUSEN ALBERTO REBER 1890. MAY ‘7 1900 AREA ZIONE Nel 1880 io pubblicai taluni appunti geologici sulle Madonie e sull'Etna (Boll. Cl. Alp. It.) e nell'anno seguente una breve memoria su taluni fossili titonici di Aquileia presso Isnello (Natur. Siciliano). In detti lavori feci accenno a specie di coralli titonici. — Nel 1881 pubblicai nel Naturalista Siciliano il mio lavoro Coralli giuresi di Sicilia comprendendovi anco gli spongidi. In detto Javoro descrissi una sola specie prettamente titonica la Asfrofungia ci- dariformis; le altre di orizzonti alquanto diversi. Nel Dicembre del 1882 (Palermo tip. del Tempo) pubblicai un lavoro sui coralli titonici (e spugne) di Sicilia nel quale descrissi le seguenti specie : Zittelspongia tithonica De Greg. p. 2. Spongitiria percepta De Greg. p. 3. Peronella aquüejensis De Greg. p. 3. Astrofungia cidariformis De Greg. p. 4. Anabacia Meneghinii De Greg. p. 4 Thamnastraea irregulastra De Greg. p. 4. 5 tithonica De Greg. p. 2. Thecosmilia esitans De Greg. p. 9. Isastraea Ciofaloi De Greg. p. 5. Latimaeandra perdubia De Greg. p. 6. > Culiaensis D: Greg. p. 6. Cyathocoenia Himerensis De Greg. p. 7. Cyathophora Quenstdeti De Greg. p. 7. Epismilia nebrodensis De Greg. p. 8. Rhypidogyra Culiaensis De Greg. p. 8. Stylina Smilesi De Greg. p. 9. » Miseriuseula De Greg. p 9. » Gitriformis De Greg. p. 9. » Zitteli De Greg. p. 10. , hymerensis De Greg. p. 10. » bropeirradians De Greg. p. 10. Nel 1884 nel Naturalista Siciliano pubblicai la parte terza del mio lavoro Coralli giuresi di Sicilia comprendente la descrizione delle seguenti specie titoniche : Tetrasmilia pulchella De Greg. p. 5. Prophelia quidquid De Greg. p. 6. Culiaespongia nuovo genere in sostituzione di Zittelspongia De Greg. p. 6. Nebrodensia tithonica De Greg. p. 6. À Billismensis be Greg. p. 7. (en) ANNALES DE GÉOLOGIE EL DE FALÉONTOLOGIE EN Chaetetes (Capillionius) miliopolipus De Greg. p. : (Polifinius) erctensis De Greg. p. 7. (we) » . anabacionsis De Greg. p. co Thamnastraea (Spongitamnia) busillis De Greg. p. Meandrina ? (Mirmidia) serafina De Greg. p. 9. Thecosmilia panormitana De Greg. p. 9. Isastraea ? Brugnonii De Greg. p. 3. Clausastraea gentilis De Greg. p. 10. Cyathocoenia Pedagnensis De Greg. p. 10. Cyathophora Quenstdeti var. elaborata De Greg. p. 10. Epismilia nebrodensis var. syphiocamplos De Greg-p.10. : meditabunda De Greg. p. 11. Rhypidogyra nebulosa De Greg. p. 11. à (Rhypidomontivoltia) cupulinus p. 11. Dendrogyra Dalli De Greg. p. 12. Stylina Lefevrei De Greg. p. 12. o Zütteli De Greg. p. 12. Nel sopra citato lavoro descrissi una sola spetie non titonica cioè la Duniopsis castellensis De Greg. p. 8 che proviene da un’altra zona. In Agosto 1887 pubblicai un'appendice al mio lavoro sei coralli Giuresi in cui detti l’elenco di tutte le specie sopra menzionate accompagnato da quattro grandi tavole. # Nel Settembre del 1894 pubblicai infine nel Naturalista Siciliano la quarta parte del mio lavoretto sui coralli. giuresi comprendente la descrizione delle seguenti specie titoniche : Isastraea Ciofaloi De Greg. p. 1. ; Brugnonii De Greg. p. 1. ; Arenellensis De Greg. p. 1. Latimaeandra Culiaensis De Greg. p. 2. Chaetetes ? (Capillionius) miliopilus De Greg. p. 2. Thamnastraea tithonica De Greg. p. 2. s (Spongitamnia) busillis De Greg. p. 2. Columniphylhum Panormensis De Greg. p. 2. Stylina Zitteli De Greg. p. 2. Thecosmilia panormitana De Greg. p. 8. Leptophyllia ? Rotulensis De Greg. p. 3. Caryophyllia primaeva Zitt. p. 3. Durante il congresso geologico internazionale di Zurigo del 1894 parlando con il mio illustre amico prof. Zittel,. appresi da lui che la signorina Ogilvie attendeva allo studio dei coralli titonici e che avrebbe pubblicato di seguito una monografia. Ebbi durante lo stesso congresso occasione di conoscere la valente paleontoga e parlarle su tal ri- guardo. Essa mi disse ignorare che io avessi già pubblicato dei lavori sullo stesso soggetto. To risposi che avevo man- dato al prof. Zittel a suo tempo i detti miei lavori; tanto che il mio illustre amico, cui aveva dedicato un nuovo ge-. nere Zittelspongia (Cor. titon. p. 2) mi avea scritto essere stato questo nome già adoperato e quindi io avea dovuto sostituirlo con quello di Culiaespongia (Cor Giur. 3 parte 1884). Sicchè se ella avesse fatto ricerca nel gabinetto geo— - logico dell’Università di Monaco, presso il quale essa studiava, li avrebbe ritrovato. E siccome ella mi aggiunse che le interessava di vederli tosto, io mi feci prestare una copia dei miei lavori dal prof. Mayer dell'istituto politecnico … di Zurigo che li possedeva e glie li mostrai, come anche quelli che erano esposti alla mostra geologica. Appena ri- tornato in Palermo nei primi di Ottobre del 1894 mandai alla illustre signorina una serie completa dei miei opu-- scoli sui coralli titonici con le rispettive tavole. COELENTERATA TITIIONICA ré Ora intanto percorrendo la bella monografia della detta autrice (1896-97 Maria M. Ogilvie Die Korallen der :Stramberg Schichten Pal. Stud. Mith. Mus. K. Bayer Staat) non poco mi meraviglia nel non vedere citata alcuna di dette pubblicazioni. Nè so spiegarmene il perchè. Vi sono talune forme descritte dalla egregia autrice che hanno spiccate somiglianze con altre da me descritte. Ve ne sono talune poche le quali presentano una identità. Le specie che hanno una somiglianza mareata sono : Capillionius miliopilus De Greg. Anabacia Meneghinii De Greg. Thamnastræa (Spongitamnia) busillis De Greg. : tithonica De Greg. Thecosmilia panormitana De Greg. Isastraea Ciofaloi De Greg. : ? Brugnonii De Greg. Clausastræa gentilis De Greg. Latimaeandra perdubia De Greg. Cyathocoenia himerensis De Greg. Cyathophora elaborata De Greg. Stylina citriformis De Greg. » Zitteli De Greg. Parrà forse strano talora far cenno delle somiglianze fra specie ascritte a generi diverse. Ma bisogna tener conto che se ciù sarebbe fuori luogo se s1 trattasse di specie appartenenti a classi di animali di organizzazione superiore a quella dei coralli (1) non lo è punto per questi, e ciù per due ragioni: 1 generi non hanno una fissità molto spic- cata e, ciù che più monta, i loro caratteri dipendono soventi dalla interna organizzazione, la quale essendo molto minuta e sottile resta sovente alterata dalla fossilizzazione ovvero nascosta nella ganga, sicchè i criteri dell’osservatore variano. A proposito di ciù devo anzi aggiungere, che sebbene io ho fatto il mio lavoro con tutta conscienza e non ho as- serito mai COsa senza esserne convinto, posso benissimo talora aver preso abbaglio, imperocchè il materiale di cui di- sponso (se à estraordinariamente ricco avuto riguardo alla grande rarità dei coralli determinabili nei nostri depositi titonici e alle spese ragguardevoli che ho dovuto affrontare per procurarmelo) à poverissimo considerato isolatamente o per meglio dire indipendentemente di tali circostanze ; tanto più che, per la fossilizzazione, la struttura interna di essi è talora alterata e corrosa, sovente addirittura distrutta, rare volte ben conservata. Essa à poi quasi sempre in- visibile: per poterla osservare (ove esiste) ho usato il seguente metodo che mi è ben riuscito. Ho spalmato sulla se- zione fresca e ben levigata, un tantino di acido cloridrico. Quindi pulita la superficie leggermente erosa dall’acido, la ho guardato con una buona lente mentre era ancora umida. Cosi ho potuto sovente scovrire dettagli della strut- tura interna che altrimenti mi sarebbe stato impossibile osservare. Devo far notare (cosa di cui non so darmi piena ragione) che tali caratteri per lo pit, quando la superficie divenia asciutta , scomparivano. Occorreva ripassare con un pennello un pochino di acido e quindi lavare la superficie per rendere di nuovo visibile la Struttura interna. Que- sta per lo più risaltava in bianco su un fondo un po’ grigiastro. Ora, siccome lo scoprimento di un carattere interno o la diversa interpretazione di esso fa necessariamente modificare le proprie idee intorno ad ascrivere una tale specie ad un genere piuttosto che a un altro, è facile concepire come due esemplari della stessa specie studiati da due au- tori oyvero anche dallo stesso, possano essere ascxitte a generi differenti. Si aggiunga a cid che la delimitazione di questi neppure è iu tutti i casi sicura. Ve ne ha di quelli ammessi da tutti i paleontologi o per meglio dire consi- derati da tutti con una estensione presso a poco identica come il genere Stylina. Ve ne ha poi di quelli che sono variamente interpetrati dagli autori che danno loro una estensione dissimile. Un'altra e non lieve questione insorge quando si esaminino i limiti tra i coralli propriamente detti ossia gli an- tozoi (Anthozoa), gli spongidi (Spongiae) e gli idrozoi (Hydroida), dificoltà di due sorta: Sobbene tali ordini nello Ê (1) Nello studio dei molluschi, che appartensono naturalmente a una classe ben superiore, avviene pure falora di dovere parago- nare spceie ascritte a generi dillerenti, e ci a causa dello straordinario esagerato aumento dei seneri proposti dai recenti aubori. 8 ANNALES DE GÉOLOGIE ET DE PALÉONYOLOUIE stato attuale dell’ organico sviluppo sono abbastanza differenziate, non lo erano punto o almeno non lo erano tanto (quanto adesso) nei tempi remotissimi geologici. Addippiù le differenze che taluni generi presentano sovente a causa della fossilizzazione e alterazione del tessuto interno, scompaiono, sicchè sebbene questi tre ordini siano nel loro in- sieme marcatamente distinti, avviene il caso in cui si rimane imbarazzati a quale di loro ascrivere un esemplare. Certo se i fossili studiati fossero in uno stato di conservazione perfetta e in nessuna parte corrosi, tale questione non esi- sterebbe; ma pur troppo è ben raro che tali circostanze favorevoli si realizzino. La struttura interna (per esempio) della HMicrosolena exigua Koby non differisce molto da quella della Maeandraræa laninata Ogilvie (Kor. Stramb. tav. XI, f 5) mentre il primo à uno spongide e il secondo un antozoo. Talune specie poi di spongidi à impossibile che sieno distinte quando la superficie esterna è erosa. Ora, mentre negli antozoi per lo più la struttura superfciale sezionale ha uno riscontro 0 per meglio dire una certa relazione con la struttura sezionale interna, negli spongidi cid non accade che di rado. Ë sosi che dalla struttura interna è im possibile distinguere la Dimorphastrea conica Koby Og. (tav. IX, f. 7), Microsolena variata Og. (tax. X, f. 9), 7. agariciformis Et. (Og. tav. X, f. 7), Polyphylloseris fascicularis Og. (tax. X, f. 12). Un altro lavoro molto importante sul medesimo soggetto è quello dell’illustre pruf. Canavyari sugli Zdrozoi Tito- niani (1894 Memorie del R. Comitato Geologico d'Italia), à molto ben condotto. Spiacemi dover deplorare come non siano neppure in esso citati i miei lavori i quali sebbene di piccola mole, süno ben noti nel mondo scientifico, si per averli io mandati in dono ai principali istituti, sia perchè sono citati in quasi tutti à cataloghi librari del mondo, sia perchè inseriti nel Naturalista Siciliano diffuso e autorevole periodico scientifico. 11 prelodato autore cita come provenienti di Sicilia le seguenti specie : Ellipsactinia tyrrhenica Canav. p. 45, tav. 1, É. 1, tav. 2, nILS 5 ramosa Canay.-p. 49, tav. 2, f.6-7,-tav 4 fr 412; e non cita la nostra Nebrodensia tithonincola specie polimorfa e che facilmente si pud considerare come molteplice, imperocchè non solo la struttura interna spesso (nel fossilizzarsi e con la pressione della roccia) si altera, ma dal modo della sezione diversi aspetti assume, sia che il taglio sia più o meno obbliquo ovvero orizzontale, sia che que- sto coincida nella parte vacua delle cellette o della loro superficie. Ho accennato di sopra alle difficoltà di stabilire limiti precisi fra gli antozoi propriamente detti, gli idrozoi (ossia idromeduse) e gli spongidi. Ma più inaspettate analogie e dird anche passaggi si scoprono paragonando talune specie di codesti fossili con altri appartenenti a élassi di animali distinti o per dir meglio ascritte dagli autori a classi as- solutamente distinte. 11 genere Fenestella Lonsdale del siluriano e del evoniano ascritto generalmente ai briozoari, si riattacca agli idrozoari! Basta paragonare per esempio la Æenestella retiformis Schloth. alle specie di idrozoi sopra citate. Certo la struttura microscopica contiene delle differenze ininute ma la struttura à la stessa. Maggior dubbio insorge all'animo dellosservatore quando si voglia precisare il posto della famiglia dei Chaetetidae. Valentissimi autori li hanno ascritto ai zoantari tabulati e precisamente vicino i Favositidae, altri illustri autori li hanno ascritto fra i briozoi.— Come nei vari piani di una casa, sebbene vi sia un distacco grande tra un piano e l’altro, pure vi sono talora delle scale secondarie che accomunano talune stanze di un piano con quelle di un altro in ap- parenza diviso, cosi a me pare accada talora che classi molto distinte abbiano fra loro delle ramificazioni inaspettate.. — Jo credo forse che sarebbe utile dare un nome speciale a codesta classe di animali intermedi fra gli antozoi e briozoi. Forse il titolo di Chaetozoa potrebbe essere adot{ato. Vi sarebbero inclusi 1 generi Chaetetes, Monticulipora, Stenopora, Alweolites ete. E a proposito della struttura interna e principalmente sul contenuto chimico delle pareti stesse coralliche (su cui. il chiarissimo professore fa un importante studio), devo rammentare le mie osservazioni sul “ micromotus , (De Gre- gorio Une méteorite tombée en Sicile). Lo spostamento e sostituzione del materiale organica e minerale delle rocce è minimo e lentissimo, ma col volgere di migliaia di secoli diventa totale e la trasformazione chimica completa. Vi sono casi in cui i fossili finiscono col perdere completamente tutta la loro sostanza, anche il calcare; il loro schele- tro o tegumento calcareo viene sostituito completamente dal materiale della ganga, mentre tutto il materiale dei fos- sili viene assorbito da questa. Tal fenomeno ho bene riscontrato in taluni strati terziari di Malta, in cui i fossili sono noduli di ferro e selce, mentre la roccia à detritica @e marnoso-calcarea. — Nella provincia di Siracusa ho incontrato. talune rocce che contengono quantità rimarchevoli di sostanza organica, mentre i fussili ne sono quasi affatto privi.… COELENTERATA TITHONICA 9 Sembrerà strano che dopo vari anni io non faccia delle modificazioni importanti alle mie prime determinazioni. In vero qualunque lavoro scientifico, anche eseguito con la maggiore accuratezza, per l’accrescersi del materiale scienti- fico deve naturalwente esser soggetto di modificazioni, nè vi ha autore che lavori con coscienza, il quale disponendo di collezioni più ricche non debba ritoccare o anche modificare le sue primitive conclusioni. Ma nel mio caso 10 debbo confessare che da quando pubblicai gli opuscoli indicati di sopra, non mi à stato possibile di avere altro ma- teriale. Certo, nei lavori artistici non à cosi: il gusto si modifica, si affina, qualche volta anche si deteriora, ma non negli scientifici fondati sulla diretta e scrupolosa osservazione. I criteri in tal caso non cambiano, se non si possa disporre di nuovi, più numerosi o meglio conservati esemplari. — Resta perd la parte bibliografica compara- tiva. — Ma intorno a cid devo aggiungere, che naturalmente quando si abbia ad aver a propria disposizione qual- che libro riguardante lo stesso soggetto anteriormente stampato al proprio e ignoto, pud benissimo nascere la neces- sità di rifare le proprie determinazioni dando la priorità a chi spetta di dritto. Ma questo non è il caso mio: per- chè quando pubblicai i citati opuscoli, io disponevo di una ricchissima collezione di libri (1) nè alcuna pubblicazione ha precesso le mie. — Rimarrebbe dunque solo un lavorio di confronto e di studio comparativo coi lavori più recenti. Tale studio comprende: 1° quello delle citazioni, delle analogie e sinonimie; 2° il confronto sulle investigazioni e osser- vazioni sui generi delle varie specie. Riguardo al primo credo di avere tenuto conto delle specie analoghe o identiche menzionate dai vari autori, che ho citato in ogni diagnosi secondo occorrenza; perd nelle sinonimie sono stato canto, perchè non avendo esemplari di confronto di Baviera, mi è parso prudente lasciarne tl giudizio al lettore. Riguardo al secondo, io ho creduto non fare modificazioni alla nomenclatura già adottata. sia perchè maggior confusione avrei arrecato alla stessa, si perchè più facile riesca il controllo delle mie osservazioni rapporto a quello degli altri, sia pure perchè i criteri di allora (per le ragioni sopra esposte) non mi sono gran fatto cambiati, sia perchè più libero rimanga nel suo giudizio colui che fornito di altro materiale scientifico voglia riprendere codesto interessante studio, sia infine perchè rimanga l’autenticità del mio operato e del mio studio originale di osservazione e di investigazione. Non mi resta a dire che due parole intorno alla provenienza dei miei fossili. Per la maggior parte provengono dalle Falde del Monte Pellegrino deposito classico titonico illustrato dal prof. Gemmellaro, parte dal titonio di con- trada Arenella, parte dal titonio di contrada Aquileia (tra Isnello e Castelbuono), pochi dalla roccia di “ Casale di sopra , diétro Busambra nuova località fossilifera di me scorerta sulla quale sto pubblicando una monografia. Tutti i menzionati depositi appartengono al deposito classico titonico ossia al titonio tipico nostro, bene inteso perd che mentre nelle faune suddette prevalgono i gasteropodi e gli acefali, nell’ ultima località menzionata prevalgono 1 ce- falopodi. Riguardo all'elemento minerologico della roccia dird che in tutte le località, tranne che nell’ultima, si tratta di un calcare grigiastro, compatto, tenace, di bella frattura, che si presta per costruzione di lastre ; solo nell’ultima località la roccia à alquanto diversa, à un calcare giallastro bianchiccio, fiéto, tenace, che in taluni siti rassomiglia ad una lumachella grossolana, e che à inadatto ad cesser ben layorato. (1) Nella prefazione del mio lavoro Coralli giuresi di Sicilia parte 1 pag. 8 e in quella della seconda parte pag. 1 ne feciun cenno. COELENTERATA TITHONICA 11 SPONGIAE Culiaespongia De Greg. — Zittelspongia De Greg. 1882 (Coralli titonici p. 2) — 1886 Culiaespongia De Greg. Cor. Giuresi di Sicilia par— te 3, pag. 6. Ho dovuto cambiare il nome da me proposto, avendomi scritto l’ illustre mio amico prof. Zittel essere già stato adoperato. Culiaespongia tithonica De Greg. Tav. 1, f. La be. Fig. a grand. nat., f. b sezione ingrandito, f. c superficie ingrandita. 1882 De Gregorio Cor. Tit. p. 2 (Zittelspongia). 1884 De Gregorio Cor. Giur. Parte 3, p. 6 (Culiaespongia). 1887 De Gregorio Cor. Giuresi. Appendice alla parte 3, p. 1, tav. 1, f. 1. Polipaio claviforme, massiccio. Il frammento che ne ho è lungo 38°°, a un’estremità à largo 18", spesso 14m, al- l’altra largo 82%, spesso 9°”. À guardarne con la lente la superficie laterale vi si osserva un elegantissimo tessuto di ramificazioni intrecciate, che non si continuano l’una all’altra, ma che si toccano. Tali ramificazioni variamente tor- tuose e in taluni punti un po’ rigonfie lasciano fra loro dei piccoli vani, che costituiscono altrettante cellette irrego- lari; di queste a quando à quando ve ne ha una maggiore delle altre, ma con una forma irregolare, in modo che la superficie pare punteggiata. A esaminare poi la sezione trasversa o l’estremità del polipaio si osserva un fascio di minute cellette rotonde e da esso si irraggiano dei canaletti irregolari strettissimi, per eccellenza cellulosi che mettono capo alle cellette irre- golari delle superficie laterali, che abbiamo di sopra esaminato. Tale struttura rassembra assai a quella della Ceriopora clavata Goldf. (Petr. Germ. tav. X, fig. 13) riferita dal sig. Busk al gen. Heteropora (Crag. Polyzoa, p. 123, tav. 19, fig. 33) di tutt’altro orizzonte. Se non chè, la struttura assai meno regolare mi fa ascrivere la nostra specie fra le Lithystidae e precisamente alla famiglia Tetracladina Zitt. (Hand. p. 159). À guardarla esternamente ha molta somiglianza con la Phymatella bulbosa Zitt. (Foss. spong. tav, 2, fig. 1) ma è tutt'altra. Per la struttura interna richiama anche la Carterella cy- lindrica Zitt. (Foss. Spong. tav. 2, fig. 70). To non sono sicuro della opportunità della creazione di questo nuovo genere. Non sapendo a chi riferir questa spe- cie, avevo creduto proporre il nome dell’'illustre professore di Monaco. Perd di seguito, ayvertito dal lodato paleonto- logo della preesistenza di un nome simile, lo ho cambiato in quello di Culiaespongiu. Loc. Aquileia. Spongitiria percepta De Greg. Tav. 1, Fig. 4 à grand. nat. f. 4 b superficie molto ingrandita , f. 4 c sezione alquanto ingrandita. f. 6 a un altro esemplare in grand. nat.; f. 6 b superficie ingrandita. 1882 De Gregorio Cor. Titonici, p. 8. 1887 De Gregorio Cor. Giuresi. Appendice alla parte 3, p. 1. . . . . . co On0 =: - a! mm Polipaio dendroide, massiccio, digitiforme, compresso. Il frammento, che ne ho, è lungo quasi 8022 largo 10%, spesso 8%, Non è ramificato ma terminato a un’estremità rotondeggiante, all’altra à rotto; non so percid se lo possa essere, ma non pare. 12 ANNALES DE GÉOLOGIE ET DE PALÉONTOLOGIE À guardarsi a occhio nudo non mostra alcun carattere, perd a esaminarsi con la lente si osserva nella sua su- perficie esterna e nella sezione trasversale e longitudinale una struttura molto elegante e tutta uguale, consistente in piccole cellule variamente intrecciate e subramificate. Appartiene senza dubbio all’ordine Lithstidae del sig. Schmidt; la sua struttura ne ha molto della Plinthosella squamosa Zitt. figurata a tav. 2, fig. 10 (Zitt. foss. spong. p. 89). Questa specie à analoga agli esemplari rapportati dalla Sigaorina Ogilvie alla Thamnastrea arborescens Et. Ogilvie D'MDS tar NE NERO: Loc. Aquileia. Peronella aquilejensis De Greg. Tav. 1, f 2 a ec. Fig. a b grand. nat. di due lati; £ c superficie ingrandita. 1882 De Gregorio Cor. Titonici p. 8. 1884 De Gregorio Cor. Giur. Appendice alla parte 3, p. 1, tav. 1, f. 2. Semplice, di forma di talune Lasmophylia. À esawinarla di sfuggita pare la Zasmophyllia subeylindrica (Mich.) D'Orb. L'osculo all’estremità à alquanto profondo e con bordi marginati. — Somiglia molto alla Peronellu cylindrica (Münst.) Zitt. Ne differisce perd per l’osculo più grosso, e per la forma più regolare senza gibosità. Per l’azione del- l’acido cloridrico si osserva una struttura angustamente alveolare. La sezione trasversa mostra che il tessuto esterno è più compatto che l’interno, il quale è grossolanamente alveolare. Parmi quasi sicuro che debba riferirsi al genere proposto da Zittel, ma asserirlo non posso atteso il cattivo stato dei miei esemplari. Delle specie simili quella cui - più rassomiglia parmi la citata specie di Münster del giura superiore di Muggendorf, e più ancora la Parandea gra- cilis Et. (Leth. Bruntr. p. 421, tav. 58, fig. 30) dell’epicoralliano di Caquerelle. Astrofungia De Greg. 1882 De Gregorio Un’escursione sulle Madonie e sull'Etna p. 34. 1882 De Gregorio Fossili titonici di Aquileia pag. 2. 1832 De Gregorio Cor. Giuresi di Sicilia parte 1, pag. 8. 882 De Gregorio Cor. Titonici, p. 4. Ho già proposto questo genere per gli spongidi globulosi, massicei a strati fitti, concentrici, a struttura semplice punteggiata, con superficie esterna sparsa di regolari stelle equidistanti e con qualche traccia di lamella. À evidente che appartiene alla famiglia Pharetrones Zitt., ed à molto vicino al gen. Astrospongia (di cui una specie è descritta da Etallon a p. 424) e al gen. Madrespongia (che in vero non saprei ben distinguere dal genere Stellispongia). Due specie del medesimo son descritte da Quenstdeti (Kor., p. 212-214). À pure assai vicino al genere Stellispongia, di cui quattro specie sono descritte da Etallon (Leth. Bruntr., p. 423, 454), delle quali perd la glo- merata era già stata descritta da Quenst. (Jura, p. 695); come tale infatti fu ritenuta da Zittel. (Hand., p. 192). Il signor Fromentel non cita che la stel. variabilis Münst. (Ët. èp. pag. 37, tav. 2, fig. 9). È ad esso pure che pro- babilmente dee riferirsi il già spongites astrophorus, Quenst. (Jura, p. 696); riferito poi dallo stesso autore fra i Cnemidium (Kor., p. 208, 212, 258), genere cui in vero dà forse troppa estensione. Egli non si mostra invece molto favorevole al gen. stellispongia di D'Orbigny, “ Stellispongia sebr. heterogene Formen umfasst , (p. 235, Kor.). Tanto del genere asfrospongia che del madrespongia, non so perchè, non si tiene alcuna parola nel rinomato Tandbuch del sig. Zittel. Molto afini al nostro genere sono anche i gen. Tremospongia, Oculospongia, Sparsispongia, Actinospongia, dei quali parecchie specie son descritte dal signor De Loriol (Et. Valang. Pal. Suis, Vol. IX, p. 96-98), Tremispongia valangiensis e devuricata, Oculospongia Fromentelli, Sparsispongia sulcata, Actinospongia arzierensis, e parecchie altre dal sig. Fromentel (Et. ép. foss.). ; Molto affini sono anche i generi Actinofungia, Leiofungia, Stromatofungia, Amorphofungia, (Froment., loc. cit.,p. 49). COELENTERATA TITHONICA 13 Al genere da me proposto riferisco la specie titonica di seguito descritta. Credo vi si potrebbe anche riferire ül -Cnemidium stellare, Queast. (p. 569, tav. 164, fig. 24, loc. cit.), che non mi pare punto Cnemidium. Non posso perd asserirlo, non avendone esaminato alcun esemplare. Astrofungia cidariformis De Greg. Tav. 1, f. 3 «a b. lo stesso esemplare visto di sopra e dalla sezione; f. 3 c tessuto spugnoso interno sezionale ingrandito; £. 3 4 lo stesso ingrandito maggiormente; f, e una stelletta in parte ricostrutta e con il tessuto superficiale molto ingrandito; f. 3 f tessuto interno della stelletta maggiormente ingrandito dopo l’erosione esterna della stelletta. 1880 De Gregorio Un’escursione sulle Madonie e sull’Etna. 1881 De Gregorio Fossili titoniei di Aquileia. 1882 De Gregorio Cor. giuresi di Sicilia Parte 1 e 2 p. 9. 1882 De Gregorio Cor. titonici p. 4. 1887 De Gregorio Cor. Giur. Appendice alla parte 4, p. 1, tav. 1, f. 3. Guardando questa specie da lontano pare il guscio di un cidaris. Ë globosa, regolarmente convessa, massiccia, formata di strati fittissimi regolarmente sovrapposti. Le stelle sono regolari, rotondeggianti, con un diametro appena maggiore di 4%, coi bordi appena proeminenti. e generalmente distanti fra loro circa 9". Guardando con una buona lente (di quattro diametri d'ingrandimento) la superficie sezionale 3 b si vede la strut- bura interna che consta di un tessuto spugnoso consistente perd di cellette regolari come la figura 3 c. Con un in- grandimento maggiore appaiono come la figura 3 d. Le stelle sono in parte alterate; perd a esaminarne con molta attenzione talune, con forte ingrandimento e spal- mandone la superficie con un po’ di acido cloridrico si vedono conformate presso a poco come la figura 8 c. Sono perd esse molto superficiali e le lamelle che sono poco accennate si obliterano. Guardate allora con forte ingrandi- mento e spalmando la superficie con acido cloridrico, si mostrano presso a poco come la figura 8 f. — Perd in gene- rale continuando l’erosione, non si vede in esso che un tessuto spugnoso più largo del resto. Spiegherd cid meglio: la superficie interposta fra le stelle è formata da un fine tessuto spugnoso cellulare in cui le cellette sono regolar- mente e nitidamente disposte come lo indica la figura 3 e. Ora nel sito corrispondente alle stellette ossia sotto a queste, le cellette hanno un diametro maggiore delle altre come quelle della parte mediana della figura 3 f: perd le tracce di setti raggianti, che si vedono in questa, spariscono subito e il tessuto attorno alle cellule grandette centrali si fa omogeneo come nella figura 3 e. Questa specie ha molta analogia con la Dimorphastræa conica Koby Ogilvie pl. IX, f. 7. Loc. Calcare sublitografico titonico di Aquileia. Tetrasmilia pulchella De Greg. Tav. 1, £ 9 a db. Kig. 5 a grand. nat; f. 5 D superficie fortemente ingrandita. 1882 De Gregorio Cor.. Giuresi di Sicilia 3 parte, p. 5. 1887 De Gregorio Fdem Appendice alla parte terza p. 1, tay. 1, f. 5. Elegante spongido, di forma un po’ convessa superiormente, troncato e scavato alla parte inferiore e senza pedun- colo. Diametro di 10%. La superficie esterna ad occhio nudo si mostra finamente punteggiata. À guardarsi con la lente si osserva che tali puntini non sono semplici ma accoppiati a due, talora à tre. — Si notano inoltre delle spe- cie di stelle irresolari distanti crea 52% l’una dal altra. Talune consistono in ana piccola depressione entro cui si osservano delle macchiette bianche irregolari puntiformi e lamellose. Altre sono perd cosi composte : nel mezzo hanno 14 ANNALES DE GÉOLOGIE ET DE PALÉONTOLOGIE delle macchiette piccole tondeggianti, atturniate di altre macchiette bislunghe e lamellose. Queste rassembrano immen-- samente a quelle deïla T. corallina, From. (Fromentel Intr. Étud. spong., tav. 4, fig. 10). Questo genere à ascritto dall'illustre professore Zittel come sinonimo di Thalaminia Steinm (Handbuch V. I, pa- gina 283). Egli forse avrà ben ragione, perd per molteplici affinità non ho potuto torre questa specie dagli spongidi. Loc. Falde del Monte Pellegrino. HYDROMEDUSAE Nebrodensia De Greg. Tav. 1, f. 8 «& b. Lo stesso esemplare in grand. nat. e ingr. 1882 De Gregorio Coralli Giuresi Prima parte p. ©. 1882 $ ; ) Terza parte p. 6. 1887 : : » Appendice p. 1. Proposi questo nuovo genere per varie specie di forma più o meuo globulosa, composte di polipieriti angusti, numerosissimi, semplici, uniti per le muraglie, senza cenenchima, nè lamelle, e traversati da numerosi sepimenti con- centrici. Non saprei se debba ascriversi fra le Cerioporidae o le Chetetidae. Certo si à che à desso molto interessante si per l’analogia che ha con generi molto antichi, quali i gencri FMavosites, Fenestella, Alveolites, Emmonsia, Dania, Dystionema, Monticulipora, e financo col gen. Gorgonia (Ripisteria infundibuliformis); si perchè contiene delle spe- cie che tra noi sono assai diffuse e comuni. Nebrodensia tithonincola De Greg. (1) Tav. 1, f. 9 a bed. Fig. 9 frammento di un esemplare ingrandito; f. b con più forte ingrandimento; f. c altro pezzo dello stesso esemplare maggiormente ingrandito; f. d lo stesso esemplare da un altro lato ingrandito ancora di più. — Tav. 6, f. 1-4. Fig. 1 frammento ingrandito 4 diametri cioè 16 volte, (lo stesso figurato in det- taglio nella tav. 1, f. 9); f. 2 lo stesso frammento guardato dalla parte superiore cioè in sezione ingrandito tre dia- metri cioè 9 volte; f. 3 altro esemplare ingrandito tre diametri cioè 9 volte (varietà subglobulare); f. 4 altro esem- lare in grandezza naturale appena ingrandito. o oO 1882 De Gregorio Cor. Giuresi Seconda parte p. 6. 1827 = 5 Appendice p.1,tav.1,f.9. È il più grande polipaio che io abbia rinvenuto finora nel titonio. La sua struttura à semplicissima, infafti la se- zione longitudinale ci mostra sottilissimi sepimenti subparalleli, ma talvolta inclinantisi flessuosamente di lato, di- stanti fra loro circa {/,7", traversati ad angolo retto da altri sepimenti che vengono a formare un elegante tessuto a scacchi. La sezione trasversa ci mostra un tessuto di piccole cellette generalmente non quadrangolari ma sferoidali, disposte in taluni tratti con un certo ordine, in altri no, tendendo in alcuni punti a subramificarsi. Generalmente l'aspetto di questa specie si presenta come il frammento riprodotto dalla figura 1 (tav. 6) cioè im forma subtabulare. Perd io credo cid prodotto: 1° dal trovarsi in frantumi di grossi esemplari, 2° dal cambiamento di forma con il successivo sviluppo. La forma primitiva deve corrispondere alla figura 3 (tav. 6) cioè subglobulare a strati subconcentrici. In detto esemplare figurato si vede la struttura interna che nella sezione trasversa parallela alle cellette somiglia, anzi è identica a quella del pezzo figurato nella tavola 6, f. 1, nella sezione obbligua tale tes- suto prende l’aspetto di spugnoso; si vede pure la superficie degli strati concentrici che deve corrispondere alla su- (1) Per equivoco del tipografo fu stampato thitonincola invece di tithonincola. COELENTERATA TITIONICA 15 perficie esterna che è composta di fini porosità celluloidi come appunto si mostra quella del pezzo £ 2 (pl. 6) come è anche riprodotto nella figura 9 d (pl. 1) perd i granuli sono più rotondeggianti. L' esemplare fig. 4 (pl. 6) ha infatti in basso la struttura concentrica , in alto questa quasi scompare del tutto. Cosi io credo che la nostra specie s’inizia con una forma globulare concentrica e poi variamente si distende perden- dola affatto. Guardando questa specie senza lente e non accuratamente non si lascia vedere che come una macchia appena più bianchiccia della roccia (che à di un grigio chiaro). Or si comprende bene che siccome la frattura della roccia avviene or in un modo or in un altro l’apparenza e i caratteri della struttura di questa specie sembrano variare di molto, mentre cid non è vero ma dipende esclusiva— mente dal modo del taglio della roccia. Ha moltissima analogia con l’Alveolites depressa 0 septosa (Milne Edwards Brit. foss. cor., p. 157-8, tav. 45, f. 45); se ne distingue solo per essere le traverse più regolarmente per diritto l’una all’altra e formanti vere tabule. Il rinvenimento di questa specie à di molto interesse: 1° perchè questo genere non era stato da me rinvenuto che nella zona a Calamophyllia nebrodensis De Greg. e Thecosmilia Spadae Menegh.; 2° perchè, come i più recenti la- vori sul giura tendono a dimostrare, le forme coralliche più semplici, che si credeano proprie dei terreni primitivi, si à trovato invece che nel giura acquistano grande sviluppo senza allontanarsi molto dai loro tipi. Loc. Falde di Monte Pellegrino. CHAETOZOA ? NV. Prefazione pag. 8. Capillionius De Greg. 1882 De Gregorio Cor. Giuresi p. 7. Per equivoco del tipografo fu stampato Papillionius invece di Capillionius. Questo nome fu proposto da me per la specie seguente che avevo ascritto al genere Chaetetes “ sensu lato. , Capillionius miliopilus De Greg. Tav. 2, £ 1 à d. Fig. 1 & grand. nat; f. d superficie molto ingrand.; f. c superficie meno ingrand. che nella precedente; f. d altro pezzo di superficie molto ingrand. 1882 De Gregorio Cor. Giuresi Parte 8 1887 De Gregorio Appendice p. 1, tav. 2, f. 1. : 1894 De Gregorio Cor. Giuresi Parte 4, p. 2. Elegante piccolo polipaio di forma globulosa, rotondeggiante ovvero bislunga (sovente 20"), formato di angu- stissimi polipieriti semplici, paralleli fra loro, che alla superficie esterna non si mostrano che a guisa di puntini. Nello spazio di 1°® se ne possono contare circa 3, da cid si pud ayere un’idea della loro piccolezza. À guardarli ad oc- chio nudo non si appatesano che a guisa di un punteggiamento. Colla lente perd si vede che la loro forma è sferico- poligonale e che nel mezzo di ciascuno di essi ci ha per lo più un piccolo stiletto in mezzo, à appunto principal- mente per questo carattere che ho proposto il nuovo sottogenere. Questa specie somiglia alla Maeandraraea laminata Ogilvie pl. XI, f. 58. Loc. Ë una delle specie più comuni nel calcare titonico delle falde di Monte Pellegrino. — Arenella (Rotoli) pres- so Palermo. Polifinius De Greg. 1882 De Gregorio Cor. Giuresi Parte 3, p. 7. Questo nome fu da me proposto (come sottogenere del genere Chaetetes) per il P. erctensis De Greg. pel Chae- tetes capilliformis Mich. etc. 16 ANNALES DE GÉOLOGIE ET DE PALÉONTOLOGIE Polifinius erctensis De Greg. Tav. 2, f. 2 a db ce. Fig. a grand. nat.; f. b frammento sezionale molto ingrand.; f. c superficie trasversa ingrand. 882 De Gregorio Cor. Giuresi. Sicilia 8 parte p. 8. 1 1887 De Gregorio Appendice p. 1, tav. 2, f. 2. Grosso polipaio massiccio, cilindrico. 11 mio frammento à lungo 60"", e ha un diametro di 35°”. Ad occhio nudo non si vesggono che degli strati orizzontali convessi, regolari, distanti circa 5"" Juno dall’altro. Osservandolo perd con una buona lente si osserva nella sezione verticale una struttura simile (se non identica) a quella del CA. capil- liformis Mich., e nella superficie orizzontale un tessuto di minutissimi punti. Questa specie differisce dal Ch. milio- pilus De Greg., per la presenza di strati orizzontali convessi, la mancanza dello stiletto in mezzo ai polipieriti, e per essere questi più sottili. Loc. Falde di Monte Pellegrino. Polifinius? anabaciopsis De Greg. Tav. 2, f. 3 a c, f. 4 a b. Fig. 3 a ec un esemplare visto di sopra e di sotto; f. 3 superficie ingrandita; 1) f. 4 «a altro esemplare in grand. nat.; f. 4 b superficie ingrandita. 1882 De Gregorio Cor. Giuresi di Sicilia parte 53, p.8. 1887 Idem Appendice p. 1, tav. 2, f. 3-4. Di forma globulare rotondeggiante. Superficie superiore convessa, inferiore concava con una fossetta in mezzo che in qualche individuo pare cosparsa di sostanza epitecale. Polipieriti esilissimi, stiliformi, raggianti. Loc. Falde di Monte Pellegrino. Daniopsis castellensis De Greg. Tav. 2, f. 6 ab cd. Fig. 6 a grand, nat.; f. db pezzo sezione laterale ingrandito; f. « frammento sezionale ingrandito; f. d frammento di superficie laterale molto ingrand. 1882 De Gregorio Cor. Giuresi di Sicilia parte 3, p. 8. Favosites (Daniopsis) castellensis. 1887 Idem. Appendice p. 2, tav, 2, f. 6. Polipaio subgloboso. Diam. 35°. I polipieriti alla superficie esterna formano un tessuto di piccoli fori pentago= nali semplicissimi del diametro di un ago sottile, con pareti piuttosto robuste. — La sezione verticale mostra una struttura molto caratteristica: essa consta di specie di bacchettine longitudinali subparallele, che costituiscono le pa- reti laterali dei polipieriti, e di processi orizzontali che s’incontrano con queste ad angolo subretto. — È da osser- vare che nell’incontro di detti processi con quelle ayviene un ispessimento, sicchè tutti i piccoli tubi comunicano fra loro e sono formati delle bacchettine verticali (che costituiscono la muraglia) e dei processi orizzontali che col loro incrociarsi costituiscono come tanti anelli per diritto l’uno dall altro sostenuti da quelle. Da cid si rileva che tutte le celle derivatene vengono à comunicare fra loro. é Il sottogenere Daniopsis fu da me proposto appunto per questa specie. La struttura interna à identica a quella della Microsolena agariciformis Et. in Ogilvie (Kor. Stramb. p. 232, pl. X, f. 7). Questa specie, come ho detto nella prefazione, fu per equivoco rapportata tra i fossili titonici, mentre invece pro- viene da una formazione appartenente a differente orizzonte. Loc. Contrada Castellana (sotto la scala di Montelepre). COELENTERATA TITHONICA 17 ANTHOZOA Anabacia Meneghinii De Greg. Tav. 2, f. D ac. Fig. a grand. nat.; f. 5 db calice ingrandito; f. 5 € sezione molto ingrandita. 1882 De Gregorio Coralli Titonici di Sicilia p. 4. 1887 De Gregorio Appendice p. 1, tav. 2, f 5. Di forma subglobosa, schiacciata, calice circolare, regolare, col diametro di 10", poco profondo in mezzo, bordi, convessi, rotondati, lamelle circa 75. L’altezza totale à di circa 5", Epiteca non spessa. Tessuto endotecala cd eso- tecale sviluppatissimo e molto elegante. Questa interessante specie à dedicata all'illustre professore di Pisa. Essa pare identica agli esemplari riferiti alla Montilivaltia Cavali D'Acch. Ogilvie (loc. cit. 13, f. 3). Thamnastræa irregulastraea De Greg. Tav. 2, f. 9 a ec 11 a D c. Fig. 9 «a b lo stesso esemplare da due lati; f. 9 c superficie molto ingrandita; f. 11 a var. altro esemplare; f. 11 D sezione ingrandita; f. 11 c Superficie ingrandita. 1882 De Gregorio Cor. Titonici di Sic. p. 4. 1887 De Gregorio Cor. Giur. Appendice p. 2, tav. 2, f. 9. Specie assai vicina alla 7%. Coquandi Et. (Leth. Bruntr. p. 398 tav. 56, f. 11). È di forma globulosa; alla sezione verticale dà molte laminette approssimate, esili, raggianti, unite da tessuto cellulare. La superficie esterna è convessa globulare, poco dissimile dalla citata. Stante l'alterazione non vi si discerne alcun carattere; perd trattandola con acido cloridrico e poi guardandola attentamente con la lente si trova cosparsa di lamelle disposte a stelle più o meno ir- regolarmente. Queste non arrivano al centro, ma sono disposte attorno ad esso. sono Vi perd delle stelle regolari, ma nel più dei casi sono molto confuse, o non hanno affatto la regolarità, che si nota in quelle della figura della specie di Etallon. La distanza delle stelle varia; le lamelle sono isolate le une delle altre, perd vi hanno casi in cui quelle di una stella si continuano con quelle della stella vicina. Le lamelle non sono perfettamente diritte, ma spesso alquanto si- nuose, nè dello stesso spessore; ma hanno qualche rigonfiamento. Ho detto che fra loro sono autonome; vi sono perd talune che sono unite da tracce di tessuto sclerenchimatoso. Il Joro numero varia; in qualche stella è di 12. Thamnastræa tithonica De Greg. Tav. 2, f. 8 a d f. 10 a c. Fig. 8 a c tre esemplari; . d superficie molto ingrandita. Tig. 10 a c un esemplare da vari lati. 1882 De Gregorio Cor. Titonici p. 5. 1887 De Gregorio Cor. Giur. Appendice alla parte quarta p. 2, tav. 2, f. 8-10. Elegantissimo piccolo polipaio di forma assai variabile. Ne ho osservato taluno proprio fungiforme come la Zsa- strea explanata (Edw. Brit. foss. Cor. p. 94, tav. 18, f. 1) e la Thamnastrea fungiformis (Edw. Brit. foss. Cor. p. 141, tav. 30, £. 4). — Taluni altri individui perd senza dubbio appartenenti alla stessa specie hanno forme irre- 18 ANNALES DE GÉOLOGIE ET DE PALÉONTOLOGIE golari e diverse, per lo più perd allungate. — Stelle piuttosto marcate, ma non ben definite. Lamelle confluenti, cir- ca 10-12, perd irregolari algzanto tortuose, varianti in numero, granulose, continuantisi dall una stella all’ altra in taluni tratti spezzate in modo da dare alla sezione una serie di granuli; ai margini non sono lisce, ma più e meno frastagliate, presso le stelle sono generalmente semplici, ma nelle parti ove il corallo si slunga e queste mancano sono ricche di tessuto endotecale celluloso. Questa specie ha moltissima somiglianza anzi identica alla Tammnoseris Strambergensis Ogilvie p. 249, pl. X, £. 3. Loc. Aquileia. — Arenella (Rotoli) presso Palermo. Thamnastræa (Spongitamnia) busillis De Greg. Tav. [he] f. 7 a b Fig. 7 a grand. nat.; f. 7 b superficie molto ingrandito. — Tav. 5, f. 5 «a grand. nat; f. 5 b superficie ingrandita. 1882 De Gregorio Cor. Giuresi Parte 3, p. 8. 1887 De Gregorio Appendice p. 2, tav. 2, f. 7. Polipaio subcilindrico, ramificato, lungo circa 25", largo 5", Un frammento di contrada Arenella à alto 60m" largo 30%, spesso 14 nella parte basilare, e 5 nella parte più alta. À guardarsi ad occhio nudo non lascia discer- nere alcun carattere, guardandolo perd con la lente si osserva esser tutto formato di piccole lamelle avyvicinate le une alle altre. Sono queste molto brevi, talune quasi stiliformi, altre un po’ allungate; non credo perd arrivino mai a 1°", disposte senza alcun ordine. Inoltre qua e là alla distanza di circa 1%%, si trovano delle piccole stelle. Que- ste hanno un diametro non maggiore di 1”, e sono formate da 19 brevi lamelle regolarmente confluenti, non ar- rivanti perd mai al centro, anzi lasciando un vuoto considerevole in mezzo. L’esemplare sopra citato di sontrada Are- nella nella parte interna mostra la struttura quale risulta dalla descrizione e dalla figura (tav. 2, f. 7).. Alla parte esterna invece mastra una superficie in parte rameggiata e adorna di tenue costolette longitudinali (tav. 5, f. 5 @ b). Il sottogenere Spongitamnia fu da me proposto appunto per la specie in auestione. Loc. Falde di Monte Pellegrino. — Arenella (Rotoli) presso Palermo. Maeandrina? (Mirmidia) serafina De Greg. Tav. 3, f. 1 a bd. Fig. 1 a un esemplare iu grand. nat.; f. 1 b pezzetto di superficie ingrandito. 1884 De Gregorio Cor. Giuresi 3 parte, p. 9. 1887 De Gregorio Cor. Giur. Appendice alla parte quarta p. 2, tay. 3, £. 1. Corallo globuloso di circa 12°" di diametro. La sua struttura consiste in fori esilissimi cilindrici quasi visibili ad occhio nudo, riempiti di sostanza calcarea, con delle interruzioni anguste, bislunghe, simili a geroglifici. Loc. Falde di Monte Pellegrino. Thecosmilia esitans De Greg. Tav. 3, f. 3 «à c. Due esemplari, sezione calicinare ingranditn. 1882 De Gregorio Cor. titonici p. 5. 1887 De Gregorio Cor. Giur. p. 2, tay. 3, £ 2. Corallo bislungo, arboreo, un pù compresso, ramificato. Esternamente semplice. Epiteca non molto spessa. Calice poco profondo. Quattro o cinque cicli di lamelle. Di questa specie ne ho due esemplari: il primo ha un epiteca più spessa. à quadricotomo e somiglia alla Thecosmilia trichotoma Goldf. E. H. (in Et. p. 386, tav. 55, f. 2); perd le ramificazioni sons più irregolari che in questa, e ad- -dossate le une alle altre. Il secondo ha un’ epiteca molto tenue, sicchè con l’acido cloridrico la ho quasi distrutta, COELENTERATA TITHONICA É 19 e messa in evidenza la esoteca che à tenuissima pure. Il suddetto esemplare pare dicotomo, perchè impiantato nella roccia, ma io credo sia tricotomo. Vi si vede un calice quasi intiero, regolarmente ellittico con vari cicli di setti, non so se + 0 5. Più che ogni altra specie parmi rassomigli questa alla 7. sublaevis Et. (Leth. Bruntr. p. 385, tav. 55, f. 1) del- l’epicoralliano di Caquerelle.. Thecosmilia himerincola Be Greg. Tav. 3, f. 4 « db. Fig. 4 a un frammento di roccia con polipieriti; f. 4 b uno di essi distaccato e visto lateralmente. 1887 De Gregorio Cor. Giur. Appendice alla parte terza, p. 14, tav. 3, f. 4. Nel detto layoro à citato quello mio Cor. Giur. Parte terza p. 13, perd nel testo di quest’ultima memoria non si ritrova punto arrestandosi à p. 12. Per equivoco tipografico la descrizione non fu quindi pubblicata, ma solo la figura. Come si vede dalla figura. à polipieriti sono cilindrici piuttosto grossi, muniti di coste abbastanza sviluppate, rela- tivamente abbastanza distaccate l’uno dall'altro. lormano massi abbastanza grossi; il frammento figurato è più pic: colo di altri che ho esaminato. Loc. Castello di Termini. Thecosmilia Panormitana De Greg. Tay. 3, f. 2 a c. Fig. 2 «a un esemplare in grand. nat.; f. 2 b pezzetto di superficie ingrandita; f. 2 ç sezione calicinale ingrandita. — Tav. 5, £. 3 piccolo esemplare in grandezza naturale con dettaglio. 1884 De Gregorio Cor. Giuresi parte 3 p. 9. 1887 De Gregorio Appendice alla parte quarta p. 2, tav. 3, f. 2. Polipaio cilindrico, abbastanza ramificato. Le ramificazioni perd non molto divergenti, nè perfettamente dritte, ma alquanto contorte. Coste tenui, regolari, circa 44, continuantesi all’interno del polipaio per diritto alle lamelle, pos- sono quindi ben dirsi ragei setto-costali. Diametro sezionale 8", Lamelle tenui, numerosissime, tanto che difficilmente possono contarsi, regolari, confluenti al centro. Epiteca maucante quasi dappertutto forse distrutta dalla fossilizza- zione; ne resta perd in un ramo di essa. La lunghezza totale non saprei assesnarla, supera certo 50": Questa specie ha moltissima analogia con la Th. esitans, De Greg. (Coralli titonici p. 5) e anche con la TH. àr- regularis Et. in Ogilvie (Kor. Stramb. pl. 14, f. 6). Loc. Falde di Monte Pellegrino. Idem Var. Arenellensis De Greg. HESRIGE VO EE 1894 De Gregorio Coraili Giuresi parte 4, p. 3. Differisce dalla fig. 2 & D (tav. 3) per la dimensione molto più piccola. I rami hanno infatti un diametro mi- nore di due millimetri, talchè assumono l’'apparenza di briozoi, tanto più che nel nostro esemplare riesce impossibile esaminare la sezione trasyersa. Loc. Arenella (Rotoli) presso Palermo. 20 ANNALES DE GÉOLOGIE ET DE PALÉONTOLOGIE Columniphyllium Panormensis De Greg. Tav. 5, FL 1 Gb. Tav. 5, f. 1 à d. Fig. a grand. nat.; f. b superficie superiore ingrandita; f. c d un polipierito in grand. nat. e ingrand. 1894 De Gregorio Coralli Giuresi parte 4, p. 2. Designo con tal nome un grossissimo polipaio del titonio di contrada Arenella, che somiglia più che a ogni altro al C. sulcatum (1878 Quenst. Corall. p. 523, tav. 162, f. 23) il quale proviene da una formazione immensamente .più antica cioè dal Devoniano. Ë un grande polipaio massiccio lungo 170%, largo 85°", alto 90", I polipieriti sono larghi 4» 6 non piü; sono prisimatici, isolati l’uno dall’altro, ma addossati l’uno all’altro, dando un aspetto di strut- tura basaltiforme. Le loro sezioni sono esagonali o pentagonali abbastanza irregolari, con spigoli acuti. La superficie loro è ornata di sottilissime striature oblunghe c lievissime increspature traverse che fanno rammentare quelle della Gavosites polymorphæ Goldf., specie pure di tutt’altro orizzonte e per meglio dire devoniana. Nella nostra perd non si vedono punto i pori. Ciascun polipierito è semplice, rarissimamente ve n'è qualcuno biforcato come precisamente il Columniphyllium sulcatum (tav. 162, f. 23 B) di Quenstedt. — La sezione transversa non lascia punto vedere i setti, nè la struttura, perchè la ganga è subcristallina. lo credo perd (da alcune traccie) che debba rassomigliare a quelle del Lithostrotion basaltiforme (Edwards Brit. foss. cor. N. 189, tav. 38, f. 3) con cui la nostra specie parmi abbia molta affinità; perd il diametro dei polipieriti del basaltiforme è molto maggiore e proviene da altro orizzonte (Moun- tain Limestone). — Ancor maggiore affinità parmi mostri con il ZLüth. Portlocki (Edw. loc. cit. p. 194, taw. 42, f. 1) pure del detto orizzonte; ha anche rassomiglianza con la Beaumontia Ægertoni (Idem, p. 160, tav. 45, f. 1) le quali due specie hanno perd una struttura diversa cioè a striature trasverse e non longitudinali. Ha analogia con l’Amphiastrea gracilis Koby Ogilvie pl. 12, f. 17-19. Loc. Arenella (contrada Rotoli) presso Palermo. Isastraea Ciofaloi De Greg. Tav. 3, £ 5 à b. Fig. 5 a un esemplare in grand. nat; f. 5 D superficie mgrandita. 1832 De Gregorio Cor. Titonici p. 5. 1877 De Gregorio Appendice alla parte terza p. 14, tav. 3, f. 5. 1894 De Gregorio Cor. Giuresi di Sicilia Parte 4, p. 1. Polipaio elegantissimo, globoso, oviforme, come la Molocoenia micrantha (Quenst. Kor. tav. 182, f. 3); calici po- ligonali distinti ma piani; muraglie piane ma marcate; columella esilissima stiliforme ; talora quasi confusa con pa— recchi stiletti vicini. Setti irregolari, i primari 6, perd ve ne ha qualcuno dei secondari che li uguagliano. Non ar- rivano mai al centro ma vi si ayvicinano. Tra esse e le muraglie dei calici vi ha una corona di brevi setti e di gra- nuli, i quali non si continuano per diritto ad essi e formano un altro sistema presso al bordo dei calici. Questo perd sembra sia sceyro di ornamentazione e semplice. Potrebbe perd esser ciù dovuto ad erosione. Questa specie non à forse una vera Isastraea. Ve l'ho ascritto per la molta rassomiglianza, che ha con talune di questo genere. Ha pure perd molti rapporti col gen. Thamnastrea, p. e. con la Th. Coquandi Et. (Leth. Bruntr. p. 398, tav. 56, f. 11) dalla quale non differisce che per la forma e per la columella esile. Tanto che io dapprima dubitava di ascriverla a questo genere. Ma la presenza cosi spiccata delle muraglie me ne distolse. È per essa ap- punto che io dubito molto che quest’ultima specie citata non sia punto una vera thamnastrea. Infatti la Th. aspera Ogilvie (1896 Kor. Stramb. p. 224, tav. 9, f. 5) le à molto somigliante. Perd più che à .ogni altra parmi si rassomigli alla Acanthogyra multiformis Ogilvie. (Loc. cit. tav. 16, f. 7). Loc. Castello di Termini. — Arenella (contrada Rotoli) presso lalermo. CORLENTERATA TITHONYCA 21 Isastraea ? Brugnonii De Greg. Tav. 3, f. 6 a c. Fig. 6 a b due esemplari; f. b e superficie ingrandita. 1884 De Gregorio Cor. Giuresi Parte 3, p. 9. 1887 De Gregorio -Appendice Parte 3 Cor. Giur. p. 14, ta. 3, £ G. 1894 De Gregorio Cor. Giur. Parte 4, p. 1. Elegante polipaio globulare, per lo più maggiore di 15%» di diametro. Calici orbiculo-elissoidali, irregolari, da 2m% à 3% poco impressi, sovente per erosione affatto levigati. Lamelle circa 30, regolari, confluenti, non comunicanti da un polipierito all’altro, ma sesarate da tessuto apparentemente amorfo. Columella spugnosa. Questa specie molto si rassomiglia alla Thamnastraea gibbosa Becker (1896 Ogilvie Kor. Stramb. p. 223, tav. 9, f. 3) e alla 7%. globosa Ogiivie (Loc. cit. y. 223, tav. 9, f. 4 à db. Somiglia sovratutto alla figura 4 a citata. Perd nella nostra non si vede la columella centrale la quale à rappresentata da pali formanti un tessuto spugnoso. Loc. Arenella (Rotoli) presso Palermo. Isastraea f.: Arenellensis De Greg. Tav. 5, f£ 4, superficie sezionale trattata con acido. 1894 De Gregorio Cor. Giuresi di Sicilia Parte 4, p. 1. Polipaio tubolare. Stelle regolari, sub-equidistanti, subregolari, pianeggianti. Polipieriti non definiti da muraglie, somiglianti molto à quelle della Z. Cüofaloi e Brugnoni De Greg. — Differisce la nuova forma dalle suddette per le Stelle più orbicolari e regolari. Fra l’una e l’altra si vedono, alla sezione, i setti granulosi e irregolari e talora pa- liformi. Ë probabile che debbansi riguardare tutte e tre come forme d’unica specie. — Se fosse lecito paragonare spe- cie appartenenti a generi diversi o per meglio dire riferite dagli autori a generi differenti, richiamerei l’ attenzione del lettore sulla Alacandrarea tuberosa Et. in Ogilvie p. 239, tav. XI, f. 4. Clausastraea gentilis De Greg. Tav. 3, £ 7 à b. Fig. 7 a un frammento in grand. nat.; f. 7 b Superficie ingrandi a. 1884 De Gregorio Cor. Giuresi Parte terza p. 10. 1887 De Gregorio Appendice p. 14, tav. 3, f. 7. Elegantissimo polipaio di forma tabulare. Calici un pù scavati in mezzo; dal centro dell’ uno a quello dell’ altro corre una distanza di circa 4vw 1/,. Le lamelle si vedono molto distintamente con la lente, ma difficilmente si pos- Sono contare: sono esse circa 20 a calice, e si centinuano per diritto dall’uno all’altro, spesso inflettendosi elegante- mente ad angolo. La lunghezza totale del polipaio non arriva a 25"®, ma il mio è un frammento. Questa specie parmi abbia analogia con gli esemplari riferiti dalla sig. Ogilvie alla Tamnastrea confluens Quenst,. (1896 Ogil. Kor. p. 220, tav. 9, f. 1 & 0) ma più ancora a quelli rapportati dalla medesima autrice alla Dimor- phastrea dubia From. (Ogilvie Loc. cit. p. 126, tav. 16, f. 4). To credo anzi che con questi ultimi ci sia una quasi identità. Loc. Falde di Monte Pellegrino. Favia merimpa De Greg. Tav. 3, £ 10, un esemplare in grand. nat. 1887 De Gregorio Cor. Giur. Sicilia Appendice alla parte 3, p. 14, tav. 3, f£. 10. Nel detto lavoro à citata codesta specie richiamando il mio opuscelo Cor. Giur. parte terza, p. 12. Evidentemente 22 ANNALES DE GÉOLOGIE ET DE PALÉONTOI OGIE è un equivoco tipografico. La ÆFavia merimpa non si trova nel testu, e la descrizione manca del tutto. Questa spe- cie à riprodotta dalla tav. 3, f. 10. I suoi polipieriti sono addossati l’ uno all’ altro, hanno calici infossati nel cui fondo si vedono bene i setti raggianti, tali calici sono subeilitici irregolari. Latimaeandra perdubia De Greg. Tav. 3, f. 8 a c. Fig. 8 a un esemplare in grand. nat.; f. 8 c superficie ingrandita: f. S b sezione di un frammento di muraglia molto ingrandita. 1882 De Gregorio Cor. tit. p. 6. 1887 De Gregorio Appendice alla parte terza p. 14. Polipaio di forma globosa, calici irregolari, trapezoidali, ellittici, sovente comunicanti l’uno con l’altro, con i bordi molto eretti e continuantisi in linee tortuose. Lamelle molte numerose per diritto ad altrettante coste che decorrono sulle muraglie. ; Somiglia molto alla Z. Qualiformis D’ Acch. (Cor. giur. p. 26, tav. XVII, f. 12), Se non l’ho riferito a que- sta è perchè appartiene a un piano non sincrono e perchè la specie suddetta non è ben conosciuta. Somiglia pure alla Z. Davidsoni (Edw. Brit. Cor. p, 13, tav. 27, f. 10), che perd appartiene a un piano più antico e alla Z. Morchella (Quenst. Kor. p. 86, tav. 177, f, 53) di un piano pit recente. Ma io credo che più che a ogni altra somiglia alla L. Pulchella Becher (Cor. Natth. p. 4 tay. 4, f. 6). Loc. Aquileia. Latimaeandra Culiaensis De Greg, Tav. 3, f. 9 «a b. Fig. 9 «a grand. nat.; f. 9 b sezione calicinare ingrandita. 1882 De Gregorio Cor. tit. p. 6. 1894 De Gregorio Cor. Giur. Parte 4, p. 2. 1887 De Gregorio Cor. Giuresi Appendice alla 4 parte p. 14, tay, 3, f. 9. Polipaio abbastanza grosso, subeilindrico, digitiforme. Calici poco profondi sparsi qua e là senza regola, spesso: di forma ellittica, non di rado comunicanti l’uno con l’altro. Sepimenti numerosi ayvicinati l’uno all’altro, arrivanti al centro, decorrenti sul bordo dei calici, che è poco prominente e continuantisi per la superficie interposta fra i ca- lici, in forma di costolette non di rado sinuose qualche volta biforcate. — Lunghezza 8". Diametro 22%. La specie, cui parmi si assomigli maggiormente, à la Lat. Perroni From. (From. Mon. pol. giur. sup. p. 24, tav.6, f.1). Ne differisce principalmente per le stelle più distanti l’una dall'altra. Cyathocoenia Himerensis De Greg. Tav. 3, f. 11 à@ c. Fig. 11 «a un esemplare appena ingrandito; f, 11 ce grand. nat.; f. 11 D superficie molto ingrandita. 1882 De Gregorio Cor. tit. p. 7. 1887 De Gregorio Cor. Giur. Parte 3, Appendice p. 14, tav. 3, f. 11. Polipaio digitiforme dendroide. 11 frammento, che ne ho esaminato, à lungo 35"% e ha un diametro di 18**. I calici hanno un diametro di circa 1°" e sono approssimati gli uni agli altri, gli spazi interposti fra essi sono presso a poco altrettanto. Atteso l’alterazione subita, non mi è dato poter dare i caratteri interni. Se ho ascritto questo corallo al genere Cyathocoenia, è per l’analogia che ha nell’insieme colla C. dendroidea Duncan di Brocastle della zona ad Ammonites angulatus (Duncan Brit. foss- cor. part-LW,-N:1,tp- 27 tav.9,f 6): COELENTERATA TITHONICA 23 Cid che presenta di rimarchevole è la sua forma: ha infatti sei rigonfiamenti ed altrettante strangolazioni. Ha molta analogia con la Zsastraea Thurmani Etal. in Ogilvie Loc. cit. p. 190, tav. 15, f. 11. Loc, Castello di Termini. Cyathocoenia f.: Pedagnensis De Greg. Tav. 3, f. 12 « d. Fig. 12 a grand. nat.; f. 12 D sezione calicinare ingrandita; f. 12 © altro esemplare; f. 12 d pezzetto di superficie imgrandita. 1884 De Gregorio Cor. giur. parte 3, p. 20. 1887 De Gregorio Appendice p. 14, tav. 3, f. 12. Elegante polipaio dendroide con calici larghi cirea ?/."", distanti l’uno dall’altro circa altrettanto. I bordi dei ca- lici abbastanza sporgenti e rotondeggianti; corrodendoli con un pù di acido vi si osservano 12 raggi settocostali piut- tosto robuste ma brevi. ; Ho considerato questa specie come forma e non come vera specie stante l’analogia stretta che ha con la C. hime- rensis De Greg. (Coralli titonici, p. 7). Se ne distingue per la mancanza degli strangolamenti, pei calici più promi- nent, molto più numerosi e quindi più avvicinati fra loro. Loc. Pedagni (Calcare titonico?). Cyathophora Quenstdeti De Greg. Tav. 4, £ 1 à c. Fig, 1 a un esemplare in grand. nat.; f. 1 Db superficie alquanto ingrandita; f. 1 c sezione dei polipieriti trattata con acido. 1882 De Gregorio Cor. titonici p. 7. 1887 De Gregorio Cor. Giur. Appendice alla parte 3, p. 14, tav. 4, f. 1. Grosso polipaio subdendroide come la Thamnastraea Lyelli (Edw. Brit. foss. Cor. tav. 21, fig. 118). 11 frammento che ne ho è lungo 63", largo 40". Calici piccoli con un diametro di 1m" {/, sparsi qua e là; 6 poco prominenti. Coste circa 12"®% continuantisi dall’un calice all’altro e decorrenti sul bordo dei calici. — L’interno di questi non ho potuto osservarlo essendo ingombro in tutti di una sostanza calcarea amorfa. Vengono essi cosi à somigliare (se lice paragonare snecie di piani cosi differenti) a quelli della Propora tabulata (Edw. Brit. foss. Cor. tay. 59, f. 3) se non che son più distanti gli uni dagli altri. La sezione trasversa fa vedere la struttura interna. Nel nostro fossile il vuoto interno è stato riempito da una sostanza calcarea bianca come nell'esemplare della Zsastraea limitata figurato da Edwards (Loc. cit. tav. 24, f. 5). Si notano distintamente sei lamelle maggiori. arrivanti sino circa a metà del calice, ed altrettante minori rudimen— tali. — Esse si continuano poi con le coste esterne. La sezione longitudinale ci dà invece un altro carattere assai interessante cioè degli strati regolari, equidistanti, orizzontali, convessi al fuori in dentro che riempiono il vano dei polipieriti. Quando la sezione coincide nel centro di essi non si vede altro, quando non al centro, si vede qualche linea verticale che li interseca e che non è altro che la sezione di una lamella. — La sostanza che unisce i polipieriti à cosi spatizzata che nen lascia osservare struttura di sorta. Il signor Etallon cita la C. Bourgucli E. H. e la minima Bt.; la prima a grandi calici, la seconda a piccolis- simi calici. La nostra à intermedia fra entrambi. To dubito che la Séylina fullux Becker Kor. Natth. (fav. 1, f. 12) no sia una vera Stylina ma una Cyathophora, -che avrebbe molta somiglianza con la nostra, ma della quale sarebbe sempre molto distinta. — [o non so se parec— 24 ANNALES DE GÉOLOGIE ET DE PALÉONTOLOGIE chie Convexastrea (p. e. la dendroides From. Gray tav. 14, fig. 4) siano invece Cyathophora, e cid atteso la difi-. coltà di osservare e vedere le traverse. Loc. Castello di Termini. Ded. Ho dedicato questa specie al celebre geologo sig. Quenstedt. Cyathophora var. elaborata De Greg. Tav. 4, f. a ce. Fig. 2 a grand. nat; f. 2 D sezione trasversa ingrandita; f. 2 c sezione dei polipieriti ingrandita. 1882 De Gregorio Cor. titon. p. 7. 1884 Var. elaborata De Gregorio Cor. Giur. Parte 3, p. 10. =. 1887 De Gregorio Appendice alla parte terza p. 14, tay. 4, f. 2. Polipaio dendroide cilindrico, piuttosto grosso, il mio frammento è lungo 70%", Jargo 25. I calici sono alquanto protuberanti, larghi quasi 2°”, cosi alterati da non lasciar discernere alcun preciso carattere. La sezione longitudi- nale ci mostra perd l’interno dei polipieriti che sono traversati longitudinalmente dalle lamelle, e trasversamente da traverse tabulari orizzontali, regolari, alquantu convesse. La sezione orizzontale invece ci mostra tre cicli di lamelle, cioè 6 più robuste e bislunghe che non arrivano alla columella (la quale manca), traversano la muraglia e si pro= lungano al di fuori e sono quindi veri ragei setto-costali; altre 6 minori interposte fra quelle, meno bislunghe tanto esternamente che internamente; ed altre dodici ancora più deboli e più corte interposte una in ciascuno interstizio. Questa specie ha molta affinità con la Convexastraea minima Etallon in Ogilvie loc. cit. p. 170, tav. 18, f. 12. Loc. Falde di Monte Pollegrino. Epismilia Nebrodensis De Greg. Tav. 4, f. 3 a b. Un esemplare in grand. nat. e ingrandito. 1882 De Gregorio Cor. Tit. p. 8. 1887 De Gregorio Cor. Giuresi parte terza p. 14, tav. 4, £ 3. Elegantissimo corallo di piccola dimensione, cariofilloide, lungo appena 127%, un pd curvo, di forma cilindrico co- nica. Calice piuttosto ristretto, largo 6 “”. Tessuto esotecale elegantissimo e distintissimo, consistente in esili traverse intercostali regolarissime che formano un tessuto alveolare distinto. Epiteca subnulla. Ë specie assolutamente diversa da ogni altra; rammenta lontanamente la Montlivaultia tuba From. (Gray tav. 5, f. 8) ma più ancora la Æpismilia conferta Kory (Pol. Suis. p. 29, tay. 5 f. 8-11) di Caquerelle, ha perd una di- | mensione minore e le coste molto più larghe. Epismilia var. syphiocamplos De Greg. Tav. 4, f. c e Un piccolo esemplare ingrandito di lato e dal calice. 1884 De Gregorio Cor. Giur. Parte 3, p. 11. 1887 De Gregorio Appendice p. 14, tav. 4, f. 8. Due individui addossati l’uuo all’altro, lunghi 12", larghi 4%. Si distinguono dalla specie tipo da me descritta per Ja forma più cilindrica e pel calice più angusto e coartato. I setti principali visibili nel calice sono 12. Cale. Falde del Pellegrino. Ë COELENTERATA TITHONICA 25 Epismilia meditabunda De Greg. Tav. 4, f 4 a c. Fig. 4 a grand. nat; f. & D idem ingrandita; f. 4 © parte calicinare ingrandita, 1884 De Gregorio Cor. Giur. Parte 3, p. 11. 1887 De Gregorio Appendice p. 14, tav. 4, f. 4. Corallo cilindrico con un diametro di 6"”. Lamelle esilissime ma distinte in quattro ordini; le primarie 0"", Ricco tessuto entodecale. Falde del Pellegrino. Rhypidogyra Culiaensis De Greg. Tav. 4. Fig. 5 a grand. nat.; f. 5 b dalla parte del calice ingrandito. 1882 De Gregorio Cor. Tit. p. 8. 1887 De Gregorio Appendice parte 5. Cor. Giur. p. 14, tav. 4, f. 5. Piccolo corallo subflabellato, pedunculato, alquanto schiacciato, alto 15°, largo 15°", spesso 5°, Calice poco pro- fondo. Columella laminare. Setti primari circa 12"". Coste irregolari, distinte. Loc. Aquileia. Rhypidogyra nebulosa De Greg. Tav. 4, f. 6 a sezione grand. nat.; f. 6 b sezione ingrandita. 1884 De Gregorio Cor. Giur. Parte 3, p. 11. 1837 De Gregorio Appendice parte 3. Cor. Giur. p. 14, tav. 4, f. 6. Elegante polipaio. Calice ellittico lungo 17°", largo 9°" 1/,, piuttosto scavato, con bordi rotondeggianti, muraglia abbastanza solida. Lamelle primarie circa 32"" piuttosto solide, regolari, passanti attraverso la muraglia e traspa— renti all’esterno à traverso l’epiteca che à levigata. Fra le lamelle ve ne ha qualcuna secondaria intermedia, molto sottile. Ricco tessuto endotecale celluloso. La columella pare manchi o sia formata di pali; atteso l’alterazione non se ne puù perd giudicare con esaftezza. Sembra che qualche lamella nel raggiungerla si ripieghi sopra sè stessa ad U, continuandosi con la lamella vicina. Loc. Falde del Monte Pellegrino. Rhypidomontivaultia De Greg. 1884 De Gregorio Cor. Giur. Parte 3, p. 11. Questo sotto genere fu da me proposto rer la specie seguente. Rhypidogyra (Rhypidomontivaultia) cupulinus De Greg. Tav. 4. Fig. 6 bis @ sezione grand. nat.; f. 6 D sezione ingrandita. 1884 De Gregorio Cor. Giur. parte 3, p. 11. 1837 De Gregorio Appendice parte 3. Cor. Giur. p. 14, tav. 4, f. 6 bis. Polipaio cilindrico compresso, con sezione ellittica. Columella esile lamellosa. Setti primari, regolari ispessiti presso la columella senza toccarla. Setti secondari non si osservano con la lente. Tessuto endotecale e esotecale molto svi- luppato. La forma del calice (forsa per erosione) appare convessa. À guardarsi di fianco pare una Montlivaultia, dal calice una Rhypidogyra, d'onde il nome del genere che ho proposto.— Il calice rammenta molto quello della Dendro- gyra Dalli De Greg. | 26 ANNALES DE GÉOLOGIE ET DE PALÉONTOLOGIE Il sottogenere Æhypidomontivaultia fu da me proposto nel citato lavoro per la specie in questione. Loc. Falde di Monte Pellegrino. Dendrogyra Dalli De Greg. Tav. 4. Fig. 7 a grand. nat.; f. 7 b frammento di calice ingrandito; f. 7 € calice ingrandito; f. 8 a altro piccolo esemplare grand. nat.; f. 8 b idem frammento di superficie ingrandito. 1884 De Gregorio Cor. Giur. parte 3, p. 12. 1887 De Gregorio Appendice p. 14, tav. 4, f. 7-8. Specie molto elegante e rara. Calici lunghi quasi 20°, larghi 5°°, ellittici, molto arcuati. Sepimenti distinti, re- golari, discosti circa 1°" l’uno dall'altro (parlo dei primari, perchè di secondari non ne vedo, forse a causa di alte- razione). Essi raggiungono al centro una specie di columella laminare che divide per metà i calici parallelamente ai bordi. Pare perd che non la tocchino, ma ne restino distaccati per un piccolo tratto. In prossimità di essa s’ispessi- scono alquanto. Interessante à l’analogia che ha questa specie con la 2. rastellina (Micheliu Ice. zooph., tav. 18, f. 7. Fromentel Pol AGray-p._16,“tav. 14 F2); Loc. Falde di Monte Pellegrino. Ded. Questa specie à dedicata all'illustre Naturalista di Washington. Prophelia quidquid De Greg. sp. dub. 1882 De Gregorio Cor. Giuresi parte 3, p. 6. 1887 De Gregorio Cor. Giur. Appendice p. 1, tav: 1, f. 7. Ë questa una specie molta dubia perchè proposta per un solo esemplare abbastanza alterato. Esso ha qualche so- miglianza con la Pr. corallina (From. Pal. terr. Cor. tay. 15, f. 17). Loc. Falde di Monte Pellegrino. ï Leptophyllia? Rotulensis De Greg. Tay. 5, F2; *grand-nat:. 1894 De Gregorio Cor. Giuresi Parte 4, p. 8. Designo con questo nome una specie rappresentata da un solo esemplare. Esso à di forma conica, divaricante, molto strangolata alla base. Il peduncolo si slarga un poco per dare impianto sulla roccia. Manca l’epiteca. Le co- stolette esterne sono numerosissime, finissime, dense, sulciformi. Pare che sieno traversate da tessuto esotecale; ma non è ciù ben visibile essendo il mio esemplare alquanto alterato. La sezione trasversa non si vede, perchè il tes- suto endotecale è distrutto dalla fossilizzazione. Loc. Arenella (Rotoli) presso Palermo. Caryophyllia primaeva Zittel. Tav. 5, f. 6-7,f. 6 & grand. nat.: f. 6 db calice ingrandito; f. 7 altro esemplare. 1894. De Gregorio Cor. Giuresi di Sicilia, parte 4, p. 3. (1870 Zittel Die Fauna aelt. Tith. p. 388, tav. 38, f, 43). — Ho rinvenuto pochi esemplari di questa specie in una nuova località della provincia di Palermo e precisamente sul Monte Busambra “ Casale di sopra , ove ho sco- perto una stupenda fauna titonica. COELENTERATA TITHONICA 21 Stylina Smilesi De Greg. Tav. 4, f. 10 a c. Fig. 10 a grand. nat.; f. 10 d superficie ingrand.; f. 10 ce sezione di un polipierito ingrandito. 1882 De Gregorio Foss. tit. p. 9. 1887 De Gregorio Appendice alla terza parte p. 14, tav. 4, f. 10. Globulare, a polipieriti raggianti, con muraglie molto solide. Calici molto distinti, con grossi bordi; quattro cicli completi di lamelle; sei primarie arrivanti alla columella che è stiliforme; sei secondarie che arrivano pure presso la columella ma credo non la tocchino. Il terzo ciclo à poco sviluppato ; il quarto rudimentale. Coste assai numerose e corrispondenti ai setti circa 5°, Nell'insieme questa specie ha moltissima somiglianza con la H. Deluci (Defr.) E. H. con la quale io l’avevo con- fusa prima di osservarla al microscopio. Loc. Aquileia. Ded. Ho dedicato questa specie al sig. Samuele Smiles, uno dei più grandi uomini dell'epoca nostra in attestato di alta stima e considerazione. Stylina miseriuscula De Greg. Tav. 4 Fig. 14 a grand. nat.; f. 14 D sezione calicinare ingrand. 1882 De Gregorio Cor. Tit. p. 9. 1887 De Gregorio Cor. Giur. Appendice parte terza p. 14, tav. 4, f. 14. Globulare, con polipieriti raggianti, stretti, calici piuttosto piani; setti molto esili, 6 primari arrivanti alla colu- mella e sei rudimentali; columella molto esile; coste esili, distinte, circa 10. Differisce dalla S. Smilesi De Greg. per le: dimensioni più piccole, bordi dei calici meno spessi etc. etc. Loc. Aquileia. Stylina citriformis De Greg. Tav. 4. Fig. 9 a grand. nat. f. 9 b frammento di sezione ingrandita. 1882 De Gregorio Cor. Tit. p. 9. 1887 De Gregorio Cor. Giur. Appendice parte terza p. 14, tav. 4, f. 9. Grosso ed elegante polipaio, globuloso, lungo cirea 65". Polipieriti orbicolari , rageianti regolari, con muraglie abbastanza solide; unite fra loro saldamente per le coste e tessuto esotecale. Calici piuttosto profondi, diametro in- terno dei medesimi 3%%, setti primari circa 12, in tutto 20-22; decorrenti sul bordo dei calici e continuantisi con le coste. Columella stiliforme solidissima, non posso perd ben descriverla essendo spatizzata. Ha qualche lontana analogia con la S. semitumularis Et. ma ne è distintissima per i calici più angusti, la forma più convessa, la dimensione maggiore. Perd maggiore analogia ha con la Zé. brevicosta Ogilvie (1896 Kor. Stramberg p. 174, tay. 18, f. 12) della quale pare identica. Loc. Aquileia. 28 ANNALES DE GÉOLOGIE ET DE PALÉONTOLOGIE Stylina Zitteli De Greg. Tav. 4. f. 15 a grand. nat; f. 15 4 altro esemplare; f. 15 D frammento di sezione ingrandito; f. 15 c superficie ingrandita. 1882 De Gregorio Cor. Tit, p. 10. 1884 De Gregorio Cor. Giuresi di Sicilia parte 3 p. 12. 1894 De Gregorio Cor. Giur. Parte quarta p. 3. Elegante polipaio, piano, tubulare, appena convesso, largo 25". Polipieriti angusti, saldati per le coste. Calici circolari, ellittici col diametro di cirea 1%" e generalmente minore. Columella sottile, stiliforme. Setti primari arri- vanti al centro sei, 1 secondari altrettanto. Coste sottilissime, regolari, equidistanti, éirca 20, facenti una corona al bordo dei calici ma non comunicantisi dall’uno all’altro. s Questa bella specie ha moltissima analogia con la S{. kotzobensis Ogilvie (1896 Kor. Stramb. p. 169, tav. 17, f. 4), e le è forse identica. — La Sf. Zütteli si distingue dalla St. Lefévrei De Greg. quasi esclusivamente pel dia- metro dei polipieriti molto minore, il quale carattere è costante. Tra i molti esemplari che possiedo ve ne ha uno con i polipieriti non perfettamente saldati fra loro, ma separati da un sottilissimo interstizio pieno di cenenchima, il quale forma attorno ad essi nella sezione altrettanti eleganti po- ligoni. Questa specie fu da me rettificata nel mio lavoro Coralli Giuresi di Sicilia parte terza p. 12. Loc. Castello di Termini. — Falde Monte Pellegrino presso Palermo. Ded. Ho anche dedicato questa bella specie al grande geologo di Monaco. Stylina hymerensis De Greg. Tav. 4, f. 12 a grand. nat.; f. 12 D superficie intaccata dall’acido ingrandita 1882 De Gregorio Cor. Tit. p. 10. 1887 De Gregorio Cor. Giur. Parte terza p. 14, tar. 4, f. 12. Di forma globulare, lung. 207%, columella non molto solida; setti 10 distinti, coste numerose piuttosto irregolart. Nell’unico esemplare, che ho esaminato, le logse sono piene di sostanza bianca calcarea; sicchè non si mostrano i calici che a guisa di corone di dieci segni bianchi attorno un centro scuro. Sezionando 1 polipieriti e spalmandoli di acido si osserva con la lente la columella nel mezzo, e le lamelle che occupano appunto gli spazietti interposti fra i segni bianchi. Questa specie differisce dalla precedente per la forma globosa, e pei polipieriti più grandi; infatti il diametro di quelli della citata arriva appena e raramente a 1" mentre in questa lo supera spesso e talora arriva a 2%. Di più le coste in quella sono molto più regolari che in questa. Loc. Castello di Termini. Stylina propeirradians De Greg. Tav. 4, f. 13 grand. nat. 1882 Stylina irradians D’Acch. De Gregorio Foss. Aquileia. 1882 propeirradians De Greg. De Gregorio Fossili Titonici p. 10. 187 a ; De Gregorio Cor. Giur. Appendice parte terza p. 14, tav. 4, f. 13. Avevo creduto riconoscere dapprima nei nostri esemplari, la specie del sig. D’Acchiardi; ma avutine altri esem— plari mi son convinto delle differenze. La nostra specie à sempre dendroide, mentre quella no; i calici sono appena maggiori di un millimetro. COELENTERATA TITHONICA 29 A Somiglia immensamente a guardarsi ad occhio nudo all’Asérocoenia tuberculata (Quenst. Cor. p. 895, tav. 178, f. 15). À esaminarsi perd con la lente si discerne una struttura dissimile affatto. La columella à molto esile. Le lamelle variano di numero; io non posso precisarlo atteso la loro sottigliezza e l’alterazione dei miei esem- plari. In taluni ne ho contato 12 arrivanti al centro, in altri 10, in altri 8, in taluni altri ancor meno e restano quasi rudimentali: per generalmente credo sieno 10. Le coste non si vedono che in talune sezioni. Ë per esse che son saldati e unificati i polipieriti. Si vede da cio che quantunque assai simile alla irradians non le si puù identificare. Stylina Lefévrei De Greg. Tav, 4 Fig, 11 & grand. nat.; f. 11 db sezione di un polipierito ingrandito. 1884 De Gregorio Cor. Giur. Parte terza p. 12. 1882 De Gregorio Idem Appendice p. 14, tav. 4, f. 5. Di forma tabulare. Polipieriti cilindrici del diametro di circa 1"° 1/,, distanti altrettanto l'uno dall’altro. Setti primari arrivanti al centro 6; setti secondari rudimentali 6, interposti regolarmente in ciaseun interstizio. Columella abbastanza solida. — Non posso dare altri dettagli stante l’alterazione subita, perd quelli che ho dato mi paiono suf- ficienti per la caratterizzazione della specie. Essa à infatti somigliante a quelle da me descritte nel mio opuscolo “ Co- ralli Titonici, , ma distinta da esse. — À molto simile inoltre alla Sf.. Bernensis Et. (Leth. Bruntr. p. 366, tav. 5. f. 5), ne differisce pei setti primari che non arrivano alla columella. Loc. Falde di Monte Pellegrino. Ded. Ho dedicato questa bella specie al mio illustre amico sig. Th. Lefèvre. 5 Fig. L] Fig. Fig. SPIEGAZIONE DELLE TAVOLE Tav. I. 1 & b c Culiaespongia tithonica De Greg. Fig. a grand. nat.; f. b sezione ingrandita; f. c superficie ingrand. p. 11. 2 & c Peronella Aquilejensis De Greg. Fig. & b grand. nat. di due lati; f. c superficie ingrandita p. 12. 3 a b Astrofungia cidariformis De Greg. Fig. 3 & b. lo stesso esemplare visto di sopra e dalla sezione; f. 8 c tessuto spugnoso interno sezionale ingrandito; f. 3 d lo stesso ingrandito maggiormente; f, e una stelletta in parte ricostrutta e con il tessuto superficiale molto ingrandito; £. 3 f tessuto interno della stelletta maggiormente ingrandito dopo l’erosione esterna della stelletta p. 13 4 ab Spongitiria percepta De Greg. Fig. 4 a grand. nat. f. 4 b superficie molto ingrandita; f. 4 c sezione alquanto imgrandita; f 6 @ un altro esemplare in grand. nat.; f. 6 b superficie ingrand. p. 11. 5 a b Tetrasmilia pulchella De Greg. Fig. 5 & grand. nat; f. 5 D superficie fortemente ingrandita p. 18. 8 ab Nebrodensia Billiemensis De Greg. Fig. 8 & b. Lo stesso esemplare in grand. nat. e ingr. p. 14. 9 ab c d. Nebrodensia tithonincola De Greg. Fig. 9 frammento di un esemplare ingrandito ; f. b con più forte ingrandimento; f. e altro pezzo dello stesso esemplare maggiormente ingrandito; f. d lo stesso esemplare da un altro lato ingrandito ancora di più. — Questa stessa specie à figurata nella tav. 6, p. 14. , Tav. 2. 1ad Capillionius miliopilus De Greg. Fig. 1 & grand. nat.; f. D superficie molto ingrand.; f. c superficie meno ingrand. che nella precedente; f. d altro pezzo di superficie molto ingrand., p. 15. 2 a b © Polifinius erctensis De Greg. Fig. bd frammento sezionale molto ingrandito; f. e superficie trasversa in- grandita p. 16. 3 ac, 4 ab Polifinius anabaciopsis De Greg. Fig. 3 & c un esemplare visto di sopra e di sotto; f. 3 superfi- cie ingrandita: f. 4 & altro esemplare in grand. nat. f. 4 D superficie ingrandita p. 16. 5 a bc Anabacia Meneshinii De Greg. Fig. 5 & grand. nat.; f. 5 D calice ingrandito; f. 5 ce sezione molto ingrandita p. 17. 6 a d Daniopsis Castellensis De Greg. Fig. 6 & grand. nat.; f. à pezzo sezione laterale ingrandito. f. c fram- mento sezionale ingrandito; f. d frammento di superficie laterale molto ingrandito p. 16. 7 a b Thamnastraea (Spongitamnia) busillis De Greg. Fig. 7 & grand. nat; f. 7 b superficie molto ingrand. p. 18. 8 a d, 10 & ce Thamnasfraea tithonica De Greg. Fig. 8 & ce tre esemplari; £ 4 superficie molto ingrandita;— f. 10 ac un-esemplare da vari Jati p. 17. . 9 & ce, 11 Thamnastraea irregulastraea De Greg. Fig. 9 & b lo stesso esemplare da due lati; f. 9 d superficie molto ingrandita. — Kig. 11 a var. altro esemplare ; f. 11 D sezione ingrandita ; f. 11 c su- perficie ingrandita, p. 17. Tav. 3. 1ab Maeandrina (Mirmidia) serafina De Greg. Fig. 1 & un esemplare in grand. naë. ; f 1 D pezzetto di saperficie ingrandito p. 18. Fig. » » » He © DO I OO x OS SG a 9 a b 10 Il 2 @ 12 a d 3 & b ONCE 4 a c ENGND 6 a db ANNALES DE GÉOLOGIE ET DE PALÉONTOLOGIE Thecosmilia panormitana De Greg. Fig. 2 & un esemplare in grand. nat.; f. 2 b un pezzettn di su-- perficie ingrandita, f. 2 c sezione calicinare ingrandita p. 19. Thecosmilia esitans De Greg. Due esemplari, e sezione calicinare ingrandita p. 18. Thecosmilia himerincola De Greg. Fig. 4 a un frammento di roccia con polipieritil f. 4 b uno di essi staccato e visto lateralmente p. 19 Isastraea Ciofaloi De Greg. Fig. 5 «a un esemplare in grand. nat.; f. 5 b superficie ingrandita p. 20. Isastraea ? Brugnonii De Greg. Fig. « b due esemplar;; f. 6 c superficie ingrandita p. 21. Clausastraea gentilis De Greg. Fig. 7 a un frammento in grand. nat.: f. 7 b superficie ingrandita p. 21. Latimaeandra perdubia De Greg. Fig. 8 a un esemplare in grand. nat; f, 8 c superficie ingrandita ; f. 8 b sezione di un frammento di muraglia molto ingrandita p. 22. Latimaeandra Culiaensis De Greg. Fig. 9 4 grand: nat.; f. 9 b sezione calicinare ingrandita p. 22. Favia merimpa De Greg. Un esemplare in grand. nat. p. 21. Cyathocoenia Himerensis De Greg. Fig. 11 & un esemplare appena ingrandito ; f. 11 € grand. nat.; f. 11 b superficie molto ingrandita p. 22. Cyathocoenia f." Pedagnensis De Greg. Fig. 12 a grand. nat.; f. 12 D sezione calicinare ingrandita; f. 12 c altro esemplare; f. 12 d pezzelto di superficie ingrandita p. 23. Tav. 4. Cyathophora Quenstedti De Greg. Fig. { & un esemplare in grand. nat.; f. 1 b superficie alquanto in- grandita; f. 1 c sezione dei polipieriti trattata con acido p. 23. Cyathophora var. elaborata De Greg. Fig. 2 a grand. nat.; f. 2 D sezione trasversa ingrandito; f£. 2 ç sezione dei polipieriti ingrandita p. 24. Epismilia Nebrodensis De Greg. Un esemplare in grand. nat. e ingrandito p. 24. Epismilia var. syphiocamplos De Greg. Un piccolo esemplare ingrandito di lato e dal calice p. 24. Epismilia meditabunda De Greg. Fig. 4 a grand. nat; f. 4 D idem ingrandito;, f. 4 c parte calicinare ingrandita p. 25. Rhypidogyra Culiaensis De Greg. Fig. 5 a grand. nat.; f. 5 b dalla parte del calice ingrandito p. 28. Rhypidogyra nebulosa De Greg. Fig. 6 a sezione grand. nat.; f. 6 Db sezione ingrandita p. 25. 6 bis a b Rhypidogyra (Rhypidomontivaultia) cupulinus De Greg. Fig. 6 a sezione grand. nat.; f. 6 b sezione ingrandita p. 25. 7 a c-8 a:b Dendrogyra Dalli De Greg. Fig. 7 a grand. nat.; f. 7 d frammento di calice ingrand; f. 7 e calice ingrand.; 9 a db 10 ac 11 a b 12: a d 13 14 a b 15 a d Fig. 1 a d f. 8 a altro piccolo esemplare grand. nat.; f. 8 b idem frammento di superficie ingrand. p. 26. Stylina citriformis De Greg. Fig. 9 a grand. nat ; f. 9 db frammento di sezione ingrandito p. 27. Stylina Smilesi De Greg. Fig. 10 a grand. nat.; f. 10 b superficie ingrand.; f. 10 c sezione di un po- lipierito ingrandito p. 27. Stylina Lefévrei De Greg. Fig. 11 @ grand. nat.; f. 11 d sezione di un polipierito ingrandito p. 29. Stylina Hymerensis De Greg. Fig. 12 a grand. nat.; f, 12 D superficie intaccata dall’acido ingrand. p. 28. Stylina propeirradians De Greg. Grand. nat. p. 28. Stylina miseriuscula De Greg. Fig. 14 a grand. nat; f. 14 D sezione calicinare ingrand. p. 29. Stylina Zitteli De Greg. Fig. 15 a grand. nat.; f. 15 d altro esemplare; f. 15 d frammento di se zione ingrandito; f. 15 c superficie ingrandita p. 28. Tav. 5. Columniphillium Panormensis De Greg. Fig. 1 & grand. nat; f. D superficie superiore ingrandita; fi- gura e d un polipierito in grand. nat. e ingrand. p. 29. Leptophyllia ? Rotulensis De Greg. Grand. nat. p. 26. COELENTERATA TITHONICA 29 Fig. 3 Thecosmilia panormitana Var. Arenellensis De Greg. Piccolo esemplare in grand. nat. con dettaglio p. 19. MN 4 Isastraea f.® Arenellensis De Greg. Superficie sezionale trattata con acido p. 21. , ab Thamnastraea (Spongitamnia) busillis De Greg. Fig. 5 @ grand. nat; f. 5 D superficie ingrandita p. 18. » 6-7 Caryophyllia primaeva Zitt. Fig. 6 «a grand. nat.; f. 6 d calice ingrand.; f. 7 altro esemplare p. 26. Tav. 6. Fig. 1-2 Nebrodensia tithonincola De Greg. (tipo). Fig. 1 frammento ingrandito 4 diametri cioè 16 volte, (lo stesso figurato in dettaglio nella tav. 1, f. 9); — f. 2 lo stesso frammento guardato dalla parte su- periore cioè in sezione ingrandito tre diametri cioè 9 volte p. 14. 5 6 Idem altro esemplare ingrandito tre diametri cioè 9 volte (varietà subglobulare) p. 14. » 4 Idem altro esemplare in grandezza naturale appena ingrandito p. 14. INDICE ALFABETICO delle specie descritte e figurate nel presente lavoro Anabacia Meneghini De Greg. p. 17. Astrofungia De Greg. p. 12. . cidariformis De Greg. p. 13. Capillionius De Greg. p. 15. ; miliopilus De Greg. p. 15. Caryophyllia primaeva Zitlel De Greg. p. 26. Clausastraea gentilis De Greg. p. 21. Colamniphillium Panormensis De Greg. p. 20. Culiaespongia De Greg. p. 11. 7 titonica De Greg. p. 11. Cyathocoenia Himerensis De Greg. p. 22. ; f® pedagnensis De Greg. p. 23. Cyatophora Quenstedeti De Greg. p. 23. e. var. elaborata De Greg. p. 24. Daniopsis De Greg. p. 16. 5 castellensis De Greg. p. 16. Dendrogyra Dalli De Greg. p. 26. Epismilia Nebrodensis De Greg. p. 24. 5 var. Syphiocamplos De Greg. p. 24. 5 meditabunda De Greg. p. 25. Fayia merimpa De Greg. p. 21. Isastraea Ciofaloi De Greg, p. 20. ? Brugnonii De Greg. p. 21. 5 f.® Arenellensis De Greg. p. 21. Latimaeandra perdubia De Greg. p. 22. D culiaensis De Greg. p. 22. Leptophyllia ? Rotulensis De Greg. p. 26. Maeandrina ? (Mirmidia) serafina De Greg. p. 18. Mirmidia De Greg. p. 18. Nebrodensia De Greg. p. 14. 5 tithonincola De Greg. p. 14. Peronella aquilejensis De Greg. p. 12. Polifinius De Greg. p. 16. > erctensis De Greg. p. 16. Fe 2 ANNALES DE GÉOLOGIE ET DE PALÉONTOLOGIE Polifinius ? anabaciopsis De Greg. p. 16. Prophelia quidquid De Greg. p. 26. Rhypidogyra culiaensis De Greg. p. 25. a nebulosa De Greg. p. 25. ; (Rhypidomontivaultia) cupulinus DeGreg. p.25. Rhypidomontivaultia De Greg. p. 25. SLongitiria De Greg. p. 11. 9 percepta De Greg. p. 11. Stylina Smilesi De Greg. p. 27. » Miseriuscula De Greg. p. 27. » Citriformis De Greg. p. 27. » Zitteli De Greg. p. 28. » Hymerensis De Greg. p. 28. » bpropeicradians De Greg. p. 28. » Lefèvrei De Greg. p. 29. Tetrasmilia pulchella De Greg. p. 13. Thamnastraea irregulastra De Greg. p. 17. ; tithonica De Greg. p. 17. ; (Spongitamna) busillis De Greg. p. 18. Thecosmilia esitans De Greg. p. 18. , himerincola De Greg. p. 19. : Panormitana De Greg. p. 19. à var. Arenellensis De Greg. p. 19. fJU09S/A' JT 510 li Ÿ [LIT TU IT] DEREETTET IT DEEE ELEETTET 7 AMIITIIIIIN rte 3 0220060000 ns 2920900200" 20... 40065000 23 105200202099 as 122809220000: _— Cm + F7 =S œ (fe fn en OL TE DEC HUO9SIA JT Sp Puog 9 ju ŒHERNE d il il Ill et HUONSIA IT SD DUI94 9 EE rue SN LS 5 Td SE L it j H a ës 4 LE FE Lait de Ÿ € Perna ars. 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Les planches seront exécutées toujours avec grand soin et tirées sur de M papier j S'il y en aura m folio (c'est a dire For le prix sera PR doublé. Le Depuis le 1° Janvier 1886 jusqu’à Nov. 1899 vingt-sept ivraisons ont é été publ es 1. Monographie des fossiles du sous-borizon ghelpin De Greg., avec 5 pl. * Prix: 15 fr. pour les abonnés, 20 fr, pour le public: ° 2. Monographie des fossiles du sous-borizon grappin De Greg., avec 6 pl. Prix : 18 fr. pour les abonnés, 25 fr. pour le public. 3. Nouveaux fossiles des «Stramberg Schicthten» de Rovere di Velo, avec 1 pl. Prix : 6 fr. pour les abonnés, 10 fr. pour le public. : 4, Essai paléontologique à propos de certains fossiles da la contrée Casale-Cicii Prix: 3 fr. pour. les abonnés, 9 fr. pour le public, SE U 5Monographie des fossiles de S. Vigilio du sous-borizon De Greg, avec 14 piles Prix: 42 fr. pour les abonnés,. 60 fr. pour le public. K Lee 6. Iconografia Conchiolog'ia Mediterrauea gen. Scalaria, avec 1 pl. à Prix: 3 fr. pour les abonnés, 5 fr. pour le public. ; 7. Monographie de la Faune éocénique de. l'Alabama, = 1e Partie. — Pi 15-16 je Por Prix: 51 fr. pour les abonnés, 68 fr. pour le DANCE $ 8. Idem 2% Partie. — Pas. 157-810, pl. 18-16. ; * Prix: 87 fr. pour les abonnés, 116 fr. pour le public. & 9: Tconografia Conchiologia Mediterranea gen. Fissurella, Etmarginula, Rimula à Prix: 9: fr. pouri es abonnés, 12 fr. pour le public. 10. Description de certains fossiles extramarins du Vicentin avec 2 pl: Prix: 6 fr. pour les abonnés, 8 fr. pour le public. ; ne : 11. Iconografa Conchiologia Médit. viv. € terziaria, Muricidae que Partie, Tito inae dre P Prix : 15 fr. pour les abonnés, 20 fr. pour le. DUBIEC CE SARNIA ee 12. Notes complémentaires Faune Alabama avec 2. pl, Prix: 6 fr. pour les abonnés, 8 fr. pour le public, 13. Description des faunes tert. Vénétie : Fossiles des environs de. Bassano ave Prix : 15 fr. pour les abonnés, 20 fr. pour le public.” | 14. HR ou des faunes ter. Vénétie: Monogr. foss. éoc. Mt Postale. avec 9; l Prix: 27 fr. pour les abonnés, 36 fr. pour le public. Le 15. Description de quelques ossements des cavernes des environs de Cornedo Prix: 9 fr, pour les abonnés, 12 fr. pour le publie. : * 16. Appunti zoolog. e paleont. sull'isola di Levanzo (Conch. terrestr Prix: 3 fr. pour les abonnés, 5 fr. pour le public. 17. Note sur un astéride et un cirripède du postplioc. de Sicile des, £'enre Prix: 8 fr. pour les abonnés, 5 fr, pour le public. 18. Description des faunes tertiaires de la. Vénétie. Note sur ce: Prix: 18 fr. pour les abonnés, 24 fr, pour le public. + 19. Description de quelques: fossiles. “tertiaires de Malte surtout miocènes ave . Prix: 12 fr. pour les abonnés, 20 fr. pour le public ; 20. Descr. des faun. tert. de. la Venétie: Foss. de ee +. assis s de $ avec 2 pl. à Prix: 6 fr. pour les abonnés 10 ES 21. Descr. des faunes tert. _ Prix: 81 fr. pour le fon 8, 95 22. Une météorite tombée en Sic Prix: 8 fr, pour les nés, 6 fr. 23. Etudes sur le gen. Am sium avec un. sublisses du monde à © +5 & 25 [cos = ©: DER Prix: 30 fr. pour lés abonn 24, Quelques fossiles no sur lé genre Amussium, e Prix: 3 fr, pour les abon RD: Description de quelques haut Trevisan) et de Prix: 18 fr. pour les abonnés, 25 fr 26. Deux nouveaux dépôts d'Elephas ant Prix: 9 fr our les abo f 21: Coelenterata ê quatre Prix: 18 4 eut ÿ ï nl HE dort RER ANR ?, a A à D ne hs Ra HAE # HU Ar EACTIRS Re TER 15 Dre Œ Re MANIA NN tte Est ’ FAN da à sal ieus AU CTP (ri 4 enr A (HAN A GONIS Data HA AL El CRAACTE = AU A Es 10e SONT pres wir RE RASE vd et ne ler tes ANT Het en ee 4} Creer fra