HU tARAAUA ANNALES DE GÉOLOGIE ET DE PALÉONTOLOGIE « Aus PUBLIRES À PALERME: SOUS LA. DIRECTION DU MARQUIS ANTOINE DE GREGORIO 36 Livraison — Décembre 1922. March. ANTONIO DE GREGORIO MONOGRAFIA DEF FOSSILI TITONIÇI DI “ CASALE DI SOPRA, (Busambra) | CONSERVATI NEL MIO PRIVATO GABINETTO k (Zona a Fu diphya e janitor) CON 12 TAVOLE : PALERMO | ‘ * SOUOLA TIP. « BOCCONE DEL POVERO » 1922 ANNALES DE GÉOLOGIE ET DE PALÉONTOLOGIE PUBLIÉES À PALERME SOUS LA DIRECTION DU MARQUIS ANTOINE DE GREGORIO 36 Livraison — Décembre 1922. March. ANTONIO DE GREGORIO MONOGRAFIA DET FOSSILT TITONII DI ‘ CASALE DI SOPRA, (Busambra) CONSERV ATI NEL Mi0 PRIVATO GABINETTO (Zona a Terebratula diphya e janitor) .. CON 12 TAVOLE PALERMO SCUOLA TIP. « BOCCONE DEL POVERO » 1922 PREFAZIONE Una delle questioni più dibattute e ardue dello studio della elassazione del periodo giurese riguarda la parte superiore di esso, e ci per duplice ragione : la fauna degli strati superiori da un lato si con- nette intimamente a quella degli strati immediatamente inferiori dello stesso e dall’ altra si connette e quasi si accomuna con quella del cretaceo inferiore. Ë cost che il Puberchiano è da taluni riferito al. l’oolite superiore da altri al cretaceo inferiore (Report Brit. Commitee Congrès London, p. B, 22, p. B 105). Mayer lo riferisce direttamente al cretaceo. L’opinione perd più attendibile è che il Puberchiano fac- eia parte del Giura e che sia un facies del Portlandiano, che rappresenta la parte superiore del Giura. I1 Portlandiano, eome è noto, fu proposto primitivamente da Brongnart (1829, Tabl. Terr. Portland) e poi adottato da D’Orbigny (1852, Cours Elem., V. 2). Secondo gli ultimi resultati degli studi compa- rativi dei geologi, magistrevolmente riassunti dal prof. Haug. (Traité de Géol. p. 1075-1112), il Portlan- diano comprende il Puberchiano che è un facies salmastro, il Titonico che è il tipo mediterraneo, il Volgiano, che è il tipo boreale (dai fiume Volga) e il Portlandiano propriamente detto che rappresenta il tipo occidentale. Cid ha rapporto precipuamente al facies generale della fauna; tali formazioni sono tutte coeve. Esse rappresentano la parte superiore del Giura , che risente l’ influenza del Kimmeringiano da una parte e dall’altra prelude ai tipi delle specie del Valangiano cioè del cretaceo inferiore, con cui qnasi continua. Ë per tale ragione appunto che Oppel (1865, Zeitsch. Geol. Ges. p. 535) scelse il nome di Titonico dal nome di Titon, sposo di £wç {aurora in greco). Siccome la specie più caratteristica del Titonio è la Te- rebratula (Pyope) diphya e la sua compagna la janitor, à molto rimarchevole osservare che gli strati del Valangiano contengono in abbondanza la Terebratula (Pygope) diphyodes che è una specie non solo dello stesso genere, ma anche di caratteri molto analoghi (Pictet Mélanges paléontologues). lo anzi per verità opino, come dir in seguito, che tutte queste specie non sieno da considerarsi che come forme os- sia mutazioni della stessa diphya. La zona à Terabratula diphyodes è riferita da Haug e da altri recenti paleontologi al eretaceo infe- riore ossià al Valangiano, mentre altri autori precedentemente la avevano ascritto alla parte superiore del Giura. Il Valangiano non è altro che il Neocowiano inferiore. Il nome di Neocomiano fu proposto, come è noto, da Thurmann nel 1835 e accettato da D’Orbigeny e da gran numero di geologi. Quello di Valangiano da Désor nel 1853. — Renevier, nel suo istruttivo « Résumé du chronographe géologue » presentato al grande congresso geologico di Zurigo nel 1894 (eui io presi parte), adottd il nome di Malm per la parte superiore del Giura superiore (Congrès geol. compte - rendu, p. 569). Egli divide il Malm in Portlandiano (sup.), Kimmeringiano (med.), Sequaniano (inf.), considerando il titonico come un semplice sinonimo del Portlandiano; divide il Neocomiano in Berrasia- no (inf.), Valangiano (med.) e Hautriviano (sup.). Neumayr invece del nome titonico adotta quello di titoniano (Storia della terra, V. 2, p. 213) e in questo ha ragione, perchè la regola adottata dai geologi prescrive la terminazione in « ano ». Ritenendo il titonico come un semplice « facies » del Portlandiano, si pud bene conservare la desinenza in « io »; ma se si voglia considerare come un equivalente di esso e quindi si voglia sostituirglielo, come ha fatto Neumayr, bisognerà dare la desinenza in « ano ». Egli lo divide in due zone la superiore à Perisphinctes transitorius e la inferiore ad Aspidoceras cyclotum. Haug (p. 1088) dice che à Crussol il titonico consta di tre zone : ad Oppelia litographica, à Parisphin- ctes continuus e à Borriasella privasensis. A. ANNALES DE GÉOLOGIE ET DE PALÉONTOLOGIE Neumayr dà un’estensione al Malm molto diversa di Renevier comprendendovi, oltre del Titoniano, il Kimmeringiano, l'Oxfordiano, il Calloviano. Per verità io credo che non sia più opportuno di adottare la parola Malm, che ha una varia estensione, secondo i diversi geologi, alla stessa guisa che il suo equi- valente « Giura bianco ». Lapparent (Traité Geol., p. 893) era contrario à ritenere il nome di Titonico e non pochi lo secui- rono, Ma la mageior parte dei più rinomati Sono ormai concordi uel ritenere utile la conservazione di tale denominazione come un facies dal periodo Portlandiano. Io propendo per aecettare l’ idea di Neu- mayr di sostituire il nome di Titoniano à quello di Portlandiano e considerare il Portlandiano e il Pu- berkiano e il Volgiano come facies dello stesso; perchè senza dubbio le faune più estese, più conosciute e più importanti sono appunto le titoniche. Si pud perd obbiettare che il titolo di Portlandiano ba la priorità e che la maggioranza dei geologi lo ha accettato. A lode del vero bisogna convenire che nella illustrazione della fauna titonica molto hanno contri- buito glitaliani e precipuamente i siciliani tra eui primo il prof. Gemmellaro e poi Di Stefano. Aneh’io ho cereato di contribuirvi ed ho pubblicato vari lavori su tal soggetto. (1881 Fossili titonici di contrada Aquileja, 1882 Coralli titouiei di Sicilia, 1884 Fossili titonici Stramberg Schicten di Roveré di Velo, 1535 Nouveaux fossiles de Stramberg Schicten de Rovéré di Velo avec une pl. in folio, 1892 Su faluni fossili probabilmente titoniei di Morea, 1599 Polypiers et éponges des Strambere Schichten dés environs dé Palermo Tithonique avec terebratula janitor avec 6 pl. di cui 4 in folio, 1908 Fossili del Titonio di Dammusi Carini, Nat. Sie., 1916 Roccia titonica a Nebrodensia tithonincola Nat. Sic.). Intorno all’illu- strazione della fauna classica di Stramberg , sono à ricordare i lavori di Zittel (1570 72 Fauna ält. Cephal. Tithon., 1874 Gastrop. Stramberg), di Boehim (1989 Bivalven Stramberg), Cotteau (1884 Echini- des Stramberg), Môricke (1889 Crustaceen Stramberg), Ogilvie (1897 Korallen Stramberg) , Zeise (1898 Spongien fauna Stramberg). Perd prima aucora di questi lavori furono pubblicati le opere di Oppel, che sebbene non speciali della fauna di Stramberg, hanno per essa speciale interesse. Moltissimo interesse ha poi il lavoro del sommo Suess. « Die Brachiop. Stramberger schichten » pubblicato nel 1558, opera molto rara, che ho potuto avere à ben alto prezzo. Del resto tutti i lavori riguardauti il Giura Bianco sono da consultarsi, tra cui specialmente quelli di Quenstedt. Delle opere francesi una delle più importanti riguardanti faune titoniche è quella di Kilian « Le gissement tithonique de Fluente de los Fraïles. Dei lavori pubblicati in Isvizzera importanti sono quelli di Pictet, di De Loriol e Desor. In Russia i lavori di Pavlow. In Italia si sono pubblicati non pochi lavori sul Titonico; ricordo quello di Pirona (Fauna fossile giurese di Monte Cavallo (1878), quello di Canavari (Hopliti titoniani 1899), quello di Parona (Sopra aleuni foss. titonici Caprino e Lanzarone}, quello di Oppenheim (1889 Beitr. geol. Capri Sorrent.) ete. ete. In Sicilia come à noto il Prof. Gemmellaro fu il primo à farne conoscere magistrevolmente la fauna (Fossili della zona com Terebratula janitor). Insieme al prof. Di Blasi illustro i pettini del Titonico; poi pubblico una nota « Sopra un erinoide » Riv. It., Pal. 1819. Il prof. G. Di Stefano pubblicd due memorie molto in- teressanti (1882 Nuovi gaster. titonici, 1883 Sopra altri fossili titon. inf.). Il prof. M. Gemmellaro (figlio) pubblico un interessante lavoro paleontologico. (1900 Nuove osservazioni paleont. Titonico inferiore). Non ho eitato tutta la bibliografia del titonico che à assai ricea, ma ho citato solo taluni dei lavori princi- pali per mostrarne l’importanza. Nel mio privato gabinetto geologico con molto lavoro e con forte dispendio ho raccolto una ricehis- sima collezione di speeie del titonico , delle quali non poche non ancora illustrate. Il titonico à molto sviluppato nella provincia di Palermo ed è importante vusservare che esso si presenta con facies alquanto diversa secondo le località. Cid è ben naturale, nè è à meravigliarsi. Se si studia la fauna vivente del Mediterraneo si osserva che sebbene non poche spécie sono comuni in moltepliei siti, vi sono pero di quelle che sono peculiari à eerti paragi; si aggiunga che il facies locale e il portamento delle specie ri- sulta alquanto dissimile e eiù non solo rispetto alle zone di profondità ma alle condizioni locali dipen- denti dall’ambiente: , Bisogna perd riflettere, che pur ammettendo che singoli aceantonamenti di faune coeve possano as- sumere aspetto quasi dissimile, potrebbero invece talune differenze dipendere anehé da circostanze di- pendenti dalla successione cronologica di epoche immensamente. propinque e contiguantisi. Per tali ri- ICONOGRAFIA COLLEZIONI PREISTORICHE ) flessioni io ho creduto tenere un metodo alquanto diverso di quello dello illustre prof. Gemmellaro , il quale descrivendo la fauna à Terebratula jianitor vi comprese fossili di località differenti, Credo che il metodo da lui usato, ciù facendo sia eccellente, ma che d’altro lato sia molto giovevole descrivere par- titamente i fossili dei singoli accantonamenti. Non intendo con ei assumere che sia utile descrivere isolatamente i fossili di una singola località ove Si trovino in numero sparuto e deficiente. Ma ove si trovi un complesso di specie ragguardevoli, trovo utile che sia descritto a parte e senza altre promi- seuità. Io per le precedenti considerazioni mi sono deciso à pubblicare parecchi lavori i quali sono supe- riormeute eitati. Ma ben altri e di magviore importanza ho preparato. Ë appunto tra questi l’illustra- zione della fauna titonica di contrada Casale cui è consacrato questo libro: Se il mio tempo lo permette, mi propongo suecessivamente di pubblicare altre mouografie di faune coeve ma di vario accantonamento e di tipo alquanto diverso. Le collezioni più rieche e complete che posseggo provengono dal calcare delle Falde di Monte Pellegrino e da contrada Aquileia (tra Isnello e Castelbuono). La montagna di Ficuzza detta Busambra ha un grande interesse geologico e paleontologico. Si eleva ad un’altezza di cirea 1700 metri. Ë di forma stretta e bislunga. Salendo dalla parte del burrone « Seiacca Bifarera » si guadagna la eima e volendo ridiscendere à Ficuzza non si trova alcun passo adatto alla discesa se non all’estremità opposta; bisogna quindi percorrere un lungo tratto. La montagna, Busambra ha fornito molto materiale paleontologico. 11 prof. Gemmellaro e anche io abbiamo pubblicato varie me- morie. Le parti infatti che hanno nome Casale e « Casale-ciciu » non sono che sue appendiei. Ë molto utile osservare la stratificazione orizzontale della costa di Busambra che arreca meraviglia tenendo specialmente conto dell’ enorme demolizione subita dalla montagna, dell’ antichità delle deposi- zioni, e della pressione formidabile che ha sofferta. KForse è da considerarsi come un vero Horst. Sono dolente di non aver potuto fare e di non poter fare un lavoro stratigrafico accurato generale, che sarebbe molto utile ed istruttivo. Ma ormai non ho tempo nè salute per assolvere tale compito, che sarà ad al- tri riserbato. Essendomi recato per un’escursione alpina geologica nella montagna mi fu dato scoprire uno strato fossilifero di grande importanza non da altri illustrato. Io salii per il burrone inteso « Scjiacea o Ciacca Bifarera » su in alto. Vi salii dalla parte di Ficuzza lasciando à destra Pizzo Campana. Seavalcata la montagna comineiai à discendere dalla parte opposta, cioè dalla parte che volge a Scirocco quindi di prospetto a Corleone. Verso mezza costa precisamente à « Casale », ove è un feudo con tal nome credo di proprietà del barone Cammarata, m’ imbattei in una bella roccia molto fossilifera contenente i fossili descritti in questa memoria. Ë di colore grigiastro che in taluni siti passa al roseo o al bianchiccio. Ma predomina il grigio chiaro. Vi sono due località col nome di Casale, cioè « Casale di sopra » e «Casale di sotto ». Il sito fossilifero qui descritto è « Casale di sopra ». Mandai sul luogo un mio lavoratore addetto al mio privato gabinetto, Vittorio Meneguzzo figlio del notissimo conoscitore di fossili Giovanni Meneguzzo del Vicentino. Feci eseguire numerose mine e dopo assiduo e dispendioso lavoro potei avere una importante collezione. Le tavole furono dopo poco tempo eseguite; ma il mio lavoro non fu pubblicato e rimase sul mio ta- volo inedito per molti e molti anni per moltepliei circostanze che sarebbe qui lungo mentovare. Non certo sono rimasto inerte durante questo lungo periodo di tempo; basta per convincersi dare un occhio al ea- talogo delle mie pubblicazioni , senza neppur tener conto delle vaste bonifiche agricole da me eseguite. Dico cid non punto per recarne il menomo vanto, (chè nessun merito me ne ridonda), ma per impedire che si aseriva il ritardo di questa pubblicazione a negligenza 0 à pigrizia. Avendo completata l’illustrazione delle collezioni preistoriche siciliane, che mi è costata molto stu- dio e tempo e ingente spesa, ho pensato di pubblicare il lavoro sul deposito titonico di contrada Casale (Busambra) che avevo da tanto tempo abbozzato. Ho dato perd un ritocco generale perchè ho credato ac- corciare e ridurre molte descrizioni e considerazioni. Atteso l’immenso accumularsi delle scoverte e delle conoscenze delle specie estinte e il farraginoso succedersi delle pubblieazioni e attesa la ristrettezza del tempo degli studiosi, specialmente dei geologi, e diro anche atteso l’incremento delle cure assillanti della vita quotidiana, bisogna cercare di rendere la descrizione e la citazione delle specie il più breve possi- bile, e moltiplicare le figure che in un colpo d’ occhio fanno conoscere una specie, e che quand’ anche 6 ANNALES DE GÉOLOGIE ET DE PALÉONTOLOGIE avessero qualche lieve difetto, riescono meglio anche di una accurata descrizione a farcene formare un: concetto più o meno esabto. a Spiacemi che talune figure non siano perfette; ma perd sono sufficienti per il riconoscimento dei ca- ratteri. Io del resto ora non avrei mezzo à riparare alle piccole deficienze che si possono trovare. Del resto nessun lavoro si pud ritenere perfetto in tutte le parti. Gravi sacrifici ho dovuto sopportare di. tempo e di denaro per compire questa illustrazione e non posso più ritornarvi. Dando un occhio generale alla fauna deseritta in questa memoria, è a Considerare ch’essa presenta un grande interesse perchè si presenta con un aspetto generale abbastanza dissimile da quelle di Sici- lia finora illustrate, si per la mancanza delle tipiche Merita ete. che abbondano altrove, come pure per la presenza di piccoli lamellibranchi e gasteropodi di specie diverse, e per la presenza di terebratule- speciali. Si direbbe che la fauna di Casale sia più simile a quella titonica di Stramberg che a quella di altre formazioni coeve di Sicilia e cio non solo per la identità di talune forme, ma anche per la rasso- miglianza e analogia di talune altre. Ma vi ha ancora un’altra ragione per eui la fauna di Casale presenta grande importanza : In essa: ho scoverto talune specie caratteristiche della zona a Peltoceras transversarium e di quella à Stephanoce- ras macrocephalum come la Oppelia canaliculata Quenst. del Giura Bianco di Môbringen étc. caravteristiea della zona e Peltoceras transversarium è lo stesso Pelt. transversarium. Si trova altresi qualche specie della zona ad Aspidoccras acanthicum come il Perispinctes densicosta Gemm. (= fraudator Zitt.). Devo anche ricordarc il Philloceras isotipus Ben. della zona ad Asp. acanthicus ritrovato nello stesso- giaeimento. Nè si puo obiettare che provenghino questi fossili da altra formazione perchè tutti furono estratti rigorosamente dallo stesso sito da me visitato e studiato. Devo poi notare il rinvenimento di spe- cie di brachiopodi appartenenti a un genere che si trova in terreni più antichi. Appartengono forse al gen. Spiriferina o à qualche genere analogo. Cid insieme a molte altre considerazioni mi fa pensare che si sia dai geologi troppo proceduto alla: divisione in zone e sottozone, e che molte di esse dipendano più da condizioni da ambiente e da accan- tonamento anzichè da evoluzioni cronologiche. Forse in fin dei conti sarebbe più semplice considerare il Titonico come un facies del Giura superiore. Tale opinione potrebbe essere giudicata troppo azzardata e smentita da osservazioni di constatate sovrapposizioni di formazloni; perd i fatti non possono essere- smentiti, quindi trovo prudente di limitarmi alla enumerazione di cid che ho osservato. La fauna titonica di Casale ha anche molta importanza per la moltiplicità delle specie e per esservi rappresentati generi di famiglie e di classi diverse. lo ho enumerato ben 109 specie. È probabile che: facendo un lavoro più ampio e continuando à fare delle mine nella stessa località fossilifera si possano. trovarne altre e qualcuna in migliore conservazione di quelle che ho io raccolto. Potrebbe anche darsi che la stessa formazione affiori in altre località limitrofe o della stessa montagna. Io ho cercato di fare: un lavoro completo della località studiata non risparmiando spese e tempo , Ina non posso esser Sicuro* che altro ricco materiale fossilifero non si possa ritrovare, anzi cid è probabile. Recentemente il rimpianto prof. M. Gemmellaro (figlio) pubblied una nota di poche pagine ma importante (Contributo alla conoscenza del Titonico inferiore), dove cita à p. 4 la località di Casale-Vaccheïria. Lo ignoro se egli abbia estratto i pochi fossili da lui mentovati dalla stessa località donde io trassi i miei, ma credo di no, si per il titolo di « Vaccheria » si perchè cita altre specie. Come ho già detto, sulla montagna Busambra, tanto il prof. G. Gemmellaro (padre) che io abbiamo” pubblicato varii lavori paleontologici. Probabilmente ancora altre collezioni potrebbero raccogliersi e il-- lustrarsi. Perd sarebbe opportuno di eseguire specialmente un lavoro geologico stratigrafico che total-- mente manca. Ho spiegato le ragioni per eui à me è impossibile di eseguirlo, si perchè sono sopraffatto- di obblighi, d’impegni e di pubblicazioni scientifiche, si perchè la mia salute ormai pur troppo non me lo permette pit. Del resto io credo o almeno mi auguro che i fossili da me qui descritti siano per lo meno sufficienti a dare un’idea abbastanza esatta della fauna e della sua sincronizzazione. ICONOGRAFIA COLLEZIONI PREISTORICHE 7 Descrizione delle specie Sphenodus impressus Zitt. Tav. 1, fig. 1 (da tre lati). — Sph. tithonius Gemm. Posseggo un magnifico esemplare, che si rassomiglia immensamente alle figure di Zittel (1860 Aeltern ‘Cephalopod. Tithonb., p. 143, tav. 25, fie. 3-4). Egli dice che si assomiglia allo Sph. longidens Ag. — Intanto esaminando la figura data da Gemmellaro (1869 Fauna del Cale a Terebr. Janitor, p. 8, tav. ?, fig. 32-34) per lo Sph. tithonius trovo che questa specie non si pud punto distinguere dallo ämpressus che ha la priorità. L’impressus ha una dimensione maggiore, ma i caratteri sono simili. Anche il prof. Gem- mellaro eita tra le specie affini il longidens. Sphenodus Virgai Gemm. Tav. 1, fig. 2 (da due lati). Riferiseo à questa specie proposta dal prof. Gemmellaro (Calc. Ter. Janitor, p. 8, tav. 2, fig. 49-47) un esemplare ben conservato della mia collezione. Differisce solo per essere il dente alquanto curvo. Sphenodus n. sp. ? Ho trovato un piccolo esemplare, che differisce dalle specie precedenti per essere cilindraceo. È di piccole dimensioni. Eryma n. sp. Tav. 1, fig. 4 (lo stesso esemplare in grandezza naturale e ingrandito). Un piceolo frammento, che richiama molto la Æryma leptodactylina Germ. di Solenhofeu (Oppel Pal. Mitheil, p. 35, tav. 7, fig. 1-4). È assai interessante il ritrovamento di questo genere. Prosopon Casalensis De Greg. Tav. 1, fig. 2. Ë una piccola specie caratteristica per la forma del cefalotorace stretto e rostrato. Somiglia al Pr. oxzythyreiforme Gemm. Ne differisce per essere molto più stretto e rostrato. Eryon sp. Tav. 11, fig. 30, 31. Riferisco à questo genere due frammenti incerti. Paiono le estremità del primo piede di un crosta- -ceo del tipo dell” Zryon propinquus Schloth. e arctiformis Schloth. entrambi le due specie di Solenhofen -descritte da Oppel (Pal. Mitheil, p. 12, tav. 2, f. 1; p. 15, t. 3, f. 1. Belemnites conophorus Opp. Tay-dl/ the 19T0RTT Possiedo tre esemplari fratturati che somigliano molto alla specie cui li ho riferiti. Basta parago- nare le nostre figure a quelle O. Zittel (Pithonb., p. 34, tav. 1, f. 1-4) per convincersene. S ANNALES DE GÉOLOGIE ET DE PALÉONTOLOGIE Belemnites tithonius Opp. Tav. 1, fig. 11. I nostri esemplari, sebbene rotti, parmi si possano con relativa sicurezza ascrivere a questa specie. Nel lavoro di Zittel (Titonb.) questa specie è riprodotta dalla tav. 25, f. 6. Belemnites Conradi Kilian Tav. 1, fig. 12. Possiedo due esemplari di cui uno figurato che somigliano immensamente all’esemplare figurato da Kilian (1899 Étud. Pal. Andalousie, p. 635, tav. 26, f. 4) del titonico superiore di Fuentes los Frailes. Kilian riferisce alla stessa specie l’'esemplare figurato da Zittel e rapportato da costui al semisulcatus Münst. sp. aff.— Kilian ritiene che tale esemplare à diverso di quello di Müpster e propone il nome di Conrad.— Io devo perd osservare che la figura di Kilian non corrisponde esattamente à quella di Zittel. I nostri esemplari somigliano più alla figura di Kilian che à quella di Zittel; percid rappresentano bene il tipo della specie; se non che il solco non si vede bene, perchè incastrati nella pietra da un lato. Belemnites semisulcatus Münst. aff. Tav. 1, fig. 13, 16, 18, 19, 22, 93. Zittel Tithonb p. 37, tav. 1, f. 8. — Gemmellaro Fauna a Ter. janitor, p. 21, taw. 3, f. 2-3. La nostra figura 13 ricorda l’ellipticus Miller in Deslongchamp (Le Jura Normand, tav. 3, fig. 2). Ma questa specie à di altro orizzonte. I esemplare figurato da Uhlig (1883 Cephal. Wernsdorfer , pag. 53, tav. 1, f. 14) e riferito al Bel. Fallaua:i. , Belemnites strangulatus Opp. Tav. 1, fg. 15. Zittel Titonb., p. 39, tav. 1, fig. 6. Ne ho un esemplare che pare di sicura determinazione. Belemnites Zeuschneri Opp. sp. aff. Tav. 1, fig. 14. Riferisco à tale specie figurata da Zittel, loc. eit., tav. 5, fig. 9, un bello esemplare che differisce alquanto per essere posteriormente più slargato. Belemnites ensiier Opp. Tav.u1, fis-.20,.21: Riferisco a questa specie taluni esemplari che somigliano molto alle figure di Zittel, (taw. 4, fig. 9). Hamites (Hamulina) sp. ? Possiedo due frammenti molto importanti sebbene rotti e in non buono stato di conservazione. Hanno forma di Orthoceras, genere di ben altro periodo. A prima vista mi erano sembrati frammenti di un grosso Belemnites del tipo del B. abbrevitus Miller (Sowerby Min. Conch., tav. 590, f. 2, 3, 9) figurato poi da Brown (Foss. Conch., tav. 29 bis, f. 8). Ma riesaminandoli ho giudicato che non appartengono al gen. Belemnites e invece ricordano talune specie riferite al gen. Hamulina come l’Hamites (Hamulina) silesiacus Ublig (Cephalop. Wernsdorf, p. 86, tav. XI, f. 1). Ne differiscono principalmente per la super- ICONOGRAFIA COLLEZIONI PREISTORICHE 9 ficie della eonchiglia più liscia e pei sepimenti abbastanza più larghi. Mi potrebbe taluno criticare per essermi indugiato su due sempliei frammenti mal conservati, ma deserivendo tutta la fauna fossile di questo importaute deposito di Casale, avrei commesso un fallo ad omettere di notarli. Aptychus aporus Oppel Tav. 10, fig. 26, 27, 28. Possiedo due esemplari grandi ovato-triangolari, che somigliano assai a quelli figurati da Oppel (1862 Pal. Mitheïilungen, p. 358, 6. 73, fig. 1-3). La superficie e la struttura è spugnosa. Oppel dà tale nome all’ammonite eui appartiene e all’aptychus, avendo trovato delle ammoniti con i due aptici interni in « situ ». — Egli dà come provenienza Solenhofen. Aptychus punctatus Ultz. Tav. T, fig. £ — Tav. 10; fo: 30: Zittel, Pal. Mith., p 52, tav. 1, fig. 15. — Gemmellaro, Titonio, p. 24, tav. 8, fig. 1516. Mi pare non vi sia dubbio sul/ identificazione ; il contorno sembra un po’ diverso, ma ciù dipende dalla roccia, ove è incastrato. Aptychus casalensis De Greg. Tav. 10, fig. 29: Differisce dall/Aptychus punctatus Voltz per la superficie non costellata ma levigata. Si vedono solo delle tenui strie di acerescimento, le quali pero non inerespano la superficie. La forma è triangolare o- bliqua come di consueto. Nautilus ? n. sp. Tav. 8, fig. 4 Non possiedo che un frammento di questa specie caratteristica per la forma compressa, non globu- losa , per i sepimenti poco sinuosi quasi per diritto e ravvicinati e per essere munita di un solco pro- fondo che ricorda quello del N. Picteti Opp. (in Zittel, tav. 3, f. 3). Peltoceras transversarius (Quenst.) N. O. G. Sono stato molto in dubbio di come classificare le forme in seguito descritte, cioè quale nome adot- tare. Il tipo proposto da Quenstedt (1847 Ceph., tav. 15, f. 11) è stato elevato a indicatore di una grande zona e sono stati riferiti ad esso delle forme alquanto diverse ma concatenantisi e ad esso connesse. Ë noto che il D’Orbigny descrisse il foucasianus (Pal. France., p. 508, tav. 190), che è un sinonimo, ma su di esso ha la preferenza il nome dato da Quenstedt.—Glinsigni geologi Oppel (1858 Die Jura p.605, 1862 Pal. Mith., p. 231) e Neumayr (1871 Jura, p. 369, tav. 19, f. 1 3) dimostrarono l’importanza di que- sta specie. Il prof. Gemmellaro (1872-82 Faune Giur. e Lias. p. 120, tav. 13, fig. 1-2, p. 166, tav. 20, f. 16-17) ha fatto un largo e notevole studio assumendo questa specie come caratteristica di una fäuna (zona à Pelt. transversarius). Devo notare che l’illustre prof. Quenstedt nel suo magnifico lavoro « Di Ammoniten des Schwäbis- chen Jura >» pubblicato posteriormente nel 1835 descrivendo l’Am. transversarius (p. 828, tav. 91, f. 26-30) si meraviglia che esso sia stato scelto come edacatore di una zona speciale. Il prof. Kilian nel suo ottimo lavoro « Le Gissement tithonique de lAndalousie » (p. 631, tav. 26, f. 2, 1899) propone il nome di Pelt. Fouquei. Egli dice che gli esemplari descritti dal prof. Gemmellaro sono diversi del #ransversarius tipico e quindi diversi del Toucasi. Egli propone che tali esemplari sici- liani debbano essere chiamati Fouquei. 10 ANNALES DE GÉOLOGIE ET DE PALÉONTOLOGIE Io credo ebe si tratti di una specie molto plastica e diffusa, che si presenti sotto varie forme o va- rietà. Tra le quali forme deve annoverarsi il transversarius tipico. I suoi caratteri dipendono non solo dalla località e quindi dall’ambiente, ma anche dall’età. L'ultimo giro della conchiglia si mostra sempre alquanta schiacciato ai fianchi e subansoloso dai due lati della regione ventrale. Perd negli esemplari molto adulti, invece si mostra rotondo e di aspetto differente. Il Peltoceras athleta Phil., che nelle forme tipiche è abbastanza differente, in certe varietà è del tutto simile a questa specie e quasi s’identifica con essa; per esempio un esemplare figurato da Damon (1880 A supplement of Geol. of Weymout und of Portland, tav. 18, p. 7) è molto simile. A me sembra di ritenere il nome di Fouquei Kil. come una sottospecie o forma del éransversarius, ma che non convenga adottare tale nome per il transversarius < sensu lato ». Infatti questa specie « sensu strieto » à diversa della figura di Kilian almeno à paragonare le figure di Quenstedt ultimamente pub- blicate. Credo utile adottare il nome di Fouquei per gli esemplari simili alla figura data da lui (t. 26, £. 2). Siceome Quenstedt non dà molta larghezza al senso della specie da lui proposta, io credo che vo- lendola designare «sensu lato» è utile aggiungere i nomi di Oppel Neumayr e Gemmellaro come io ho fatto. Certamente il rinvenimento di questa specie in un deposito eminentemente e schiettamente titonico dà a pensare ; perchè il prof. Gemmellaro ritenea tale specie caratteristica di una zona differente, e fa nascere dubbio sulla sineronizzazione eseguita dal prelodato professore. Dopo tali considerazioni, passerd in rivista le varie forme che ho rinvenuto a Casale, che à me pa- iono dipendenti dal transversarius « sensu lato » ma che da taluno si potranno considerare distinte. Casalensis De Greg. tav. 2, fig. 1-2. —Molto simile e quasi identico alle figure 16, 18 di tav. XX di Gemmellàro (Faune G-uresi e Liasiche). Hanno le coste ben sviluppate, resolarmente raggianti. Qualeuna si biforca presso la regione ventrale. Questa negli esemplari non adulti è lateralmente angolosa; in quelli adulti à rotondeggiante. Le coste verso la periferia sono alquanto bitorzolute specialmente nei giovani esemplari (fig. 2?) mentre negli adulti nell’ ultimo giro quasi non lo sono più. Questo carattere si vede distintamente nelle due figure citate del prof. Gemmellaro. Transversariopsis De Greg. tav. 1, f. 24, 25, 26 (giovine esemplare), tav. 2, p. 3; tav. 3, f. 3, 4. — È somigliante all’esemplare figurato di Quenstedt, tav. 91, fig. 28 Ne differisce per essere più piatto e un po?’ compresso. La figura m di lui, che riproduce la sezione , à dissimile perchè rigonfia verso la zona ombelicale, è stretta verso la regione ventrale, mentre i nostri esemplari sono quasi à faccie parallele. Questa forma è molto simile all’esemplare figurato dal prof. Gemmellaro (Loc. cit., tav. 13, fig. 1-2) che come ho detto diversifica dal transversarius tipo. I giovani esemplari (tav. 1, f. 24-06) somigliano à taluni esemplari riferiti da Zittel al pronus. Fouqueopsis De Greg. tav. 3, f. 1.— Questa forma è molto simile al tipo dei Fouquei (Kilian tav. 26, f. 2), ne differisce solo per le coste più rade. I bitorzoli delle coste sono logori e rotti e quindi non posso descriverli, ma mi sembrano debbono essere notevoli. Busambrensis De Greg. tav. 3, f. 3. — È una forma del transversarius che si pud considerare come specie distinta, [ primi giri paiono sublevigati ; l’ ultimo costato irregolarmente con talune coste bifor- cate à V. Casalincola De Greg. tav. 3, f. 2.—Altra forma pure molto distinta e caratteristica. À notevole per le coste molto distanti l’una dall’altra. Aspidoceras perplexus De Greg. Tav. 3, fig. 7, 5 Il nostro esemplare è somigliante allo Aspridoceras Piccininii Zittel (Titonb., tav. 29, f. 5) di cui forse si puo considerare come varierà. Ne differisce per le coste più numerose. Queste nell’ ultimo giro si mostrano alquanto obliterate nella parte mediana e inasprite nella parte ombelicale e nella ventrale. ICONOGRAFIA COLLEZIONI PREISTORICHE 11 La regione ventrale è levigata , in modo che guardata di prospetto lascia vedere solo le estremità delle coste subdenticolate. Disgraziatamente le figure di questo esemplare non sono riuscite molto esatte. Aspidoceras Zeuschneri Zitt. Tav. 4, fig. 11 e tav. 7, fig. 3. Zittel, Pal. Mit., p. 205, tav. 31, fig. 4. Il nostro esemplare tav. 7, f. 13 pare non offra dubbio sulla identificazione. Perd sembra una varietà della stessa specie, Il prof. Zittel nella tav. 31 figura l’ avellanum e il Zeuschneri. Vi è nella sua tavola un equivoco di numerazione, perchè egli riferisce le figure 3 tanto all’una che all’altra specie. Le figu- re 3 a-c che sovrastano alla di lui figura 4 sono forse da riferirsi ad altra specie affine. Riferisco alla stessa specie anche }? esemplare tav. 4, f. 11). Parmi che sia molto simile a questa specie l’Ammonites inflatus siliceus Quenst. (Ammoniten, p. 1078, tav. 125; £f. 1-13). Aspidoceras multiformis De Greg. Tav. 4, fig. 48. Non è rigorosamente un Aspidoceras, ma ne partecipa dei caratteri. L? ho riferito à questo genere per semplicità non credendo utile moltiplicare i generi. Ë un cefalopodo la cui conchiglia si presenta con caratteri un po’ variabili. Ë piuttosto appiattito quasi come un Perisphinetes. Ha le coste nel mezzo alquanto obliterate; presso l’angolo periferico sono erette, bitorzolute elegantemente. Dalla parte ombe- licale le coste mostrano pure un certo inasprimento accennando à formare dei bitorzoletti, minori per che alla periferia. La regione periferica è sublevigata, ma lascia vedere attenuato il prolungamento delle coste. Aspidoceras nolens De Greg. Tav. 3, fig. 6. Piccola graziosa specie, lateralmente compressa subdiscoidale, con coste regolari alquanto schiacciate nella parte mediana e bitorzolute dalla parte ombelicale e ventrale. Oppelia? conflagrans De Greg. Tav. 3, fig. 8,9: Possiedo due frammenti di ammoniti molto importanti che mi paiono da riferirsi a nuove specie. Sono caratterizzati dall’ avere sul dorso della regione ventrale tre fila di protuberanze bislunghe alter- nate. Lateralmente sono ornati da numerosi solchi. Nella regione laterale si vedono delle coste rare che svaniscono prima di avvicinarsi alla regione ventrale. L’ornamentazione del dorso della regione ventrale richiama quella dell” Ammonites trachinotus Opp. (Pal. Mith., p. 214, tav. 56, f. 4) in cui perd i bitorzoli sono più eminenti e le coste più rare e più no- tevoli come pure quella della Oppelia litographica Opp. in Zittel (Titonb. tav. 28, fig. 21) che è perd di- versissima. Oppelia ? sp. Conchiglia compressa, ornata lateralmente di costole regolari , e piuttosto rade ; esse si arrestano- nella regione ventrale prima di raggiungere la periferia e sono sostituite da numerosi solchi regolari che passano nel lato opposto della conchiglia sino a raggiungere le costole dell’altro lato. Credo si tratti di una nuova specie, che perd non posso classificare, non possedendone che un frammento. 12 ANNALES DE GÉOLOGIE ET PALÉONTOLOGIE Oppelia callicera Opp. sp. var. superelegans De Greg. Tav. 4, fig. 1 a-c (lo stesso esemplare da tre lati). Oppel. Pal. Mith., p. 210, tav. 55, f. 3 (Ammonites callicerus). Elegantissima conchiglia subdiscoidale , umbilicata. Nella regione ombilicale e laterale vi sono delle rare coste oblique alquanto tortuose, che poi si biforcano o triforeano e raggiungono la periferia , nei loro intervalli in detta regione ventrale compaiono altre numerose costolette alquanto oblique che rag- giungono la periferia, lungo la quale vi è una specie d’interruzione. Questa specie richiama l’Ammonites flezuosus Quenst. (Ammoniten, p. 1069, tav. 124, f. 6) del Giura Bianco di Rücken, da cui si distingue per le coste ombelicali più rade e notevoli e per la periferia senza bitorzoli. La nostra varietà si distingue dal tipo di Oppel per la dimensione maggiore, le coste ombelicali più rade e più grosse. Oppelia canaliculata Quenst. sp. var. hispida Quenst. Tav. 4, fig..3 Ammonites capaliculatus Quenstedt. Ammonites Schwaben, p. 838, tar. 92, f. 1-14. Conchiglia discoidale rapidamente crescente, ombilicata, con l’ultimo giro ornato di due serie divise da un solco profondo decorrente per la regione mediana laterale. Le coste raggiungono la periferia e sono interrotte. Perd quella che rappresenta la periferia mostra le coste più numerose e più piccole che non lo sono. Questa specie à molto affine all’ Ammonites Delmontanus Oppel (Pal. Mith. p. 194, tav. 54, f. 3) da cui si distingue per il solco profondo laterale, che interrompe le coste e per la carena dorsale seghettata. Il rinvenimento di questa specie del Giura Bianco ha una grande importanza. Il nostro esemplare è simile alla figura 11 di Quenstedt cioè alla sua var. hispidus che si trova a Lautlingen a Môhringen e Lochengründle. Il sig. A. de Riaz nel suo magnifico lavoro sulla zona a Peltoceras transversarium, p. 49, tav. 17, fig. 6 descrive questa specie e la sua varietà hispidum Oppel e dice che è una delle specie più caratteristiche della zona a Peltoceras transversarium. Oppelia propepulcherrima De Greg. Tav. 4, fig. 2. E una specie affine alla precedente da cui differisce per essere le coste limitate alla regione ventrale periferica, e mancanti nella regione ventrale. Oppelia perdubia Le Greg. Tav. 4, fig. 13-14. Conchiglia discoidale, depressa, subangolafa alla periferia ornata di costolette nella regione ombeli- cale e che svaniscono dando luogo a solchi eleganti minuti, nei quali quasi si trasformano, che raggiun- gono là periferia, che à subangolosa e quasi levigata. La spira è quasi introrsa, ma non punto del tutto. Questa specie non è rappresentata che da due piccoli iudividui le cui figure nella nostra tavola lasciano a desiderare. ICONOGRAFIA COLLEZIONI PREISTORICHE 15 Oppelia ? subtricarinata De Greg. Tav. 5, fig. 10-11. Conchiglia 2ngusta, depressa, levigata con qualche stria angolosa. Ë abbastanza depressa e alla parte dorsale si restringe gradatamente e finisce in un angolo dorsale abbastanza limitato. Su tale angolo de- corrono tre piecole carene, una centrale e due laterali molto ravvicinate a guisa di sottili costelle. È per quest’ultimo carattere, come anche per le strie angolose che si distingue dall’ Ammonites zonarius Opp. (in Zittel, tav. 19, f. 4-5). Oppelia succedens Opp. sp. Tav. 10, fig. 7-9. Zittel, Kauna alt. Tithon., tav. 29, f. 2. Possiedo taluni esemplari che sembrano identici agli esemplari figurati da Zittel, perd sono di più piccola dimensione. Si distinguouo dall’ Æaploceras elimatum Opp. principalmente per essere assai più compressi e discoidali. Spiacemi che tal carattere non si rilevi bene sulle nostre figure. L’Haploceras ra- sile var. planiuscula Zittel (Aelt. Tithon, tav. 28, f. 3) somiglia ancora più dell’elimatum, ma i nostri e- semplari Sono ancora più compressi. Oppelia tricarinata De Greg. Tav. 10, fig. 23. Non possiedo che un frammento di questa specie perd con caratteri mareati. Ë di forma discoidale depressa, alla periferia molto angusta munita di tre carene sottili, laminari, ravvicinate l’una all altra. Lateralmente à munita di coste oblique larghe depresse. Oppelia interrupta De Greg. Tav. 10, fig. 21. Auche di questa specie non ho un frammento. E di forma depressa, discoidale , angusta. È ornata di coste oblique irregolari piuttosto larghe interrotte presso la periferia dorsale da un solco che limita la carena della periferia. Le coste sone interrotte da un solco (come in taluue altre specie) che serve forse per l’impianto del giro seguente della conchiglia. Ammonites Lothari Opp. var. mirmidellus De Greg. Tav. 4, fig. 23. Posseggo un frammento, che riferisco «pro modo » à questa specie di Oppel. Ne differisce per la carena dorsale laminare eretta, che interrompe le coste le quali nel tipo di Oppel (Oppel Pal. Mith. tav. 67, f. 6) si continuano da un lato all’altro senza interruzioue. Disgraziatamente la figura non è ben riuscita. Ammonites propemacrotelus De Greg. Tav. 5, fig. 12. Posseggo taluni esemplari che somigliano molto all’ Amm. macrotelus Opp. Zittel, p. 87, tav. 15, f. 7). Ne differiscono per la spira più visibile, la forma meno irregolare. Perd vi sono taluni esemplari che la hanno irregolare e gibbosa come gli esemplari di Zittel. 14 ANNALES DE GÉOLOGIE ET PALONTOLOGIE Ammonites perornatus De Greg. Tav. 4, fig. 9, 10. Conchiglia piatta, a spira aperta. Primi giri ornati di costolette. Nell’ultimo giro le coste sono più rare obliterate nel mezzo, inasprite con bitorzoli subspinose nella regione ventrale. Molto caratteristica è la periferia ventrale, traversata da un solco profondo e marcato, i margini (ossia le sponde) del quale sono ornati per ciaseun lato da una fila di granu!i. Io ho riferito questa specie al genere Ammonites « sensu lato » perchè non saprei a quale sottogenere ascriverla. Ammonites pulchellus De Greg. Tav. 4, fig. 21, 22, 23 bis, 21. Grazioso cefalopodo di piecole dimensioni, a spira aperta, ornata di costolette marcate. Queste sul dorso periferico sono interrotte e fanno capo ad un cingolo di granuli minuti, che limitano da un lato e l’altro un solco abbastanza profondo, che resta incassato tra i due cingoli cioè tra le due carene. Queste in taluni esemplari, come nel 24, sono alquante corrose. La figura 23 riproduce un’ altra specie. Solo la. 23 bis riguarda la presente specie. Ammonites imperans De Greg. Tax. 7, fig. 2. Non posseggo che un grosso frammento di questa specie che raggiunge delle dimensioni enormi à giudicare dalla curvatura e dallo spessore del frammento. Ë notevole per le coste rare distanti l’una dal- l’altra e decorrenti senza interruzione per la regione periferica. Credo debba avere avuto il diametro di circa cinquanta centimetri. Ammonites permagnus De Greg. Tav. 8, fig. 1. Ë questa una specie gigante di eui pur troppo non posseggo che un grande frammento. Ë molto a- nalogo all Am. imperans De Greg. Se ne distingue per le coste le quali svaniscono prima di reggiungere ;1 dorso periferico che è liscio. Io stimo che come la specie precedente debba avere avuto il diametro, di circa imezzo metro. Ammonites biarmatus De Greg. Haye) Mic 25; Non possiedo che un frammento di questa specie che deve avere dimensioni rimarchevoli. L’ultimo- giro è liscio, depresso, lateralmeute unito alla periferia da un lato e l’alro di una perla di tubercoletti a guisa di pizzicature; sono infatti essi bislunghi marcati. alquanto obsoleti. Ammonites sp. Tav. 8, fig. 5. Possiedo un frammento forse di nuova specie ornato di grosse coste numerose. Doveva certo raggiun- gere una dimensione considerevole. Ammonites Sp. Tav:8, fig. 2, 3. Possiedo frammenti rimarchevoli per avére le coste ridotte à semplici bitorzoli fancheggianti la pe-- riferia. Potrebbe darsi che appartenessero ad Aspidoceras. Io li ho notati col nome generico di Ammo-- nites non avendo criteri sufficienti per la determinazione. ICONOGRAFIA COLLEZIONI PREISTORICHE 15 Perisphinctes fraudator Zittel sp. Tav. 6, fig.9, 11, 18. av. 7, fie. l. .(= densicosta Gemm. ?) Possiedo molti esemplari che sono identici à quelli descritti dal prof. Gemmellaro col nome di den- sicosta. Qualcuno di essi ha qualche lieve differenza, ma ve ne ha taluno perfettamente identico. Gem- mellaro deserisse tale specie nel suo lavoro: « Faune Giuresi e liasiche», p. 200, tav. 16, f. 7 come pro- veniente dalla zona ad Aspidoceras acanthieum. Cid à molto importante perchè si vede che nel titonico si trova oltre del Pelt. transversarium, anche altre forme di diversa zona. Questo mi fa molto dubitare della individualizzazione di queste due zone ad acanthicum e transversarium. Il prof. Gemmellaro descrive altre due specie il ZLimoceras pulchellum (loc. cit. p. 216, tav. 15, f. 8) e il Limoceras peltoideum (p. 221, tav. 17, f. 4) della stessa zona ad Aspidoceras acanthicum , le quali in verità non mi pare sieno sufficientemente distinte dalla stessa specie. Il lavoro del prof. Gemmellaro sui cefalopodi della zona ad Asp. acanthicum fu pubblicato nel 1577. Il lavoro del prof. Zittel sul Titonio fu pubblicato nel 1868. Ora il Per. fraudator fu descritto da Ziüttel a pag. 110, tav. 21, f. 1-3 e ha quindi la priorita. Perisphinctes lentecrescens De Greg. Tav: 4, fig. 12, 15. Questa piccola specie à caratterizzata principalmente da questo: che l’ultimo giro invece che andare crescendo come di solito, mostra un arresto ossia diminuzione notevole nello sviluppo relativamente alla spira. Ë una conchiglietta discoidale à spira esterna ornata di solchi raggianti. Ë strano che mentre da principio mostra un rapido accrescimento, poi questo subisce un arresto. Ne sono figurati due esemplari uno grandetto f. 15 e uno più piccolo f. 12. Quest’ultimo disgraziatamente andd perduto non s0 il come. Perisphiactes geron Zitt. var. propetransitorius De Greg. Tav. 6, f. 1-4. Questa specie è caratrerizzata dalla forma discoidale, la spira pianeggiante, la conchiglia ornata di solchi regolari che formano altrettante fini costolette, di cui qualcuna si biforca. Esse raggiungouo la periferia ventrale e passauo all’altro lato senza interrompersi. Ë per questo carattere che questa specie si differenzia dall’ Ammonites (Perisphinctes) transitorius Oppel. Tale specie è figurata nel lavoro di Zittel, Tithon, p. 103, tav. 22, f. 1-5. Gli esemplari di Casale mi pare se ne distinguano alquanto per essere più pianeggianti e per le costolette più fini e numerose. Questa specie somiglia assai e forse si unifica a talune forme del Per. lucingensis Ernest Favre (A. .de Riaz zona a Peltoceras transversarium, p. 14, tav. 7, fig. 4). Stephanoceras elegantulum De Greg. Tav. 6, fig. 14-17. Conchiglia globulare umbilicata con solchi fini e numerosi che nella regione ombelicale sono sosti- tuiti da costolette oblique. Somiglia alquanto all’ammonites groteanus Oppel (Zittel, Titonb, p. 90, tav. 10, f. 1-3); ne differisce per la dimensione assai più piccola e per la spira non visibile essendo semplicemente accennata da un piccolo ombelico. Stephanoceras microelegans De Greg, Tav. 6, fig. 19. Piccolissima conchiglia globulare con coste notevoli oblique. 16 ANNALES DE GÉOLOGIE EL PALÉONTOLOGIE Stephanoceras minutiusculus De Greg. Tav. 6, fig. 20. Interessante piccolissima conchiglia levigata globulare con spira umbilicata, l’ ultimo giro stretto e angoloso nella regione ombelicale. Stephanoceras contritum De Greg. Tav. 4, fig. 18. Piccola conchiglia subglobulosa, levigata, con l’ultimo giro ornato anteriormente di circa sei o sette coste grosse separate da intervalli profondi. La figura disgraziatamente lascia a desiderare , perchè le eoste sono riprodotte più numerose e più piccole che non sono nell’originale. Stephanoceras varicornatum De Greg. Tav. 4, fig. 20. Piccola elegantissima specie globulosa caratterizzata principalmente dall’ornamentazione che consiste in tenui e regolari solchi, la quale ornamentazione cessa nella parte anteriore dell’ ulfimo giro, cioè si arresta sino à metà di esso. Meuiieria De Greg. Propongo questo sottogenere di cefalopodi per le specie dal tipo dell? Ammonites macrotelus Opp: (Zittel Shamberg Echicht., p. 87, tav. 15, f. 7). Sono caratterizzati per la forma irregolare , discoidale depressa, col contorno non sferoidale, aventi sul dorso talune increspature che non si estendono che li- mitatamente per una parte e non per tutto il contorno, e aventi spesso un solco lungo la parete mediana dell’ultimo giro. À dedicato al mio carissimo amico prof. Stanislas Meunier illustre scienziato che fa o- nore alla Francia. A tale sezione deve riferirsi la Oppelia collegialis Opp. in Zittel (Tithon, t. 28, f. 17, 18). Oppelia (Meunieria) pulcherrima De Greg. Tav. 5, fig. 13. À una delle più belle e caratteristiche piccole specie del Titonio di Casale. Ha poi una rarità grande nel conservare il colore. La conchiglia è lucente e mostra uno smalto color dell’oro. Ë di forma gibbosa, depressa, a contorno irregolare. L’ultimo giro è traversato da un solco spirale abbastanza marcato. Da detto solco partono dei fini solchi lineari in senso normale cioè ragoianti verso la periferia. Tali solchi lineari perd non si trovano che nella prima metà dall’ultimo giro. Il detto ultimo giro ha poi delle pie- she presso il margine ombelieale ed è denticolato in un tratto della periferia, il quale carattere non si vede che nella figura centrale. Disgraziatamente nel tiraggio della tavola avvennero delle cancellature ed erosioni che resero poco visibili certi caratteri e deturparono il disegno. Haploceras elimatum Oppel. Tav. 10, f. 4, 6, 12, 13, 15, 16, 19, 20 tipici. (fig. 14, 17, 19 var. subuaricosum) (f. 22 compressoplicatum). Zittel avea riferito tale specie al gen. Ammonîtes (Stramberg, p. 79, tav. 13 f. 1-7). In seguito la ri- feri al gen. Haploceras (Fauna aelt, tithon., tav. 27, f, 7). [ nostri esemplari tipicei corrispondono agli esemplari di Strambere ed à superfluo descriverli, si perchè vari esemplari sono figurati, si perchè non differiscono da quelli descritti e figurati da Zittel. Taluni esemplari hanno delle variei più o meno marcate. Io li ho indicato col nome di var. subvari- cosum. Sono vicinissimi all’ Hapl. verruciferum Menegh. in Zittel, tav. 27, fig. 8-10 e hanno analogia al Lyssoceras Pintacudae Di Stef. (1883 Di Stefano, Foss. Tit. Inf., tav. 2, f. 11). Qualche esemplare ha la parte ventrale anteriore dell ultimo giro lateralmente ornata di verruche ed è analogo all” Hapl. rhinomotum Zitt. (tav. 28, f. 1). To li ho chiamato var. compressoplicatum. ICONOGRAFIA COLLEZIONI PREISTORICOHE 17 È probabile che tutte queste forme e varietà insieme all’ Hapl. sutile Opp. in Zittel., tav. 27, f 1, come anche l’Hapl. Staseyeii Zeusch (Zittel, tav, 27, f. 2-6) debbano considerarsi quali forme della stessa specie. Haploceras perelegans De Greg. Tav. 10. fig. 31. Conchiglia depressa, discoidale, con ombelico mareato, piuttosto largo, entro cui si vede la spira. Ë ornato di coste raggianti regolari, evanescenti nella regione ombelicale, finite in bitorzoletti nella regione periferica; in mezzo alla fila dei bitorzoletti costali vi è uno spazio vuoto, in mezzo al quale decorre una fila di granulazioni che perd mancano all’ultima parte dell’ultimo giro. Lithoceras quadrisulcatum D’Orb. sp. Tav. 5, fig. 1-3. Riferisco à questa specie vari esemplari non dubbi di identificazione. Ho osservato che taluni parmi facciano gradato passaggio al Z. Liebigi Opp. Questa ha dei caratteri diversi nelle forme tipiche, ma nelle intermedie vi sono dei punti di contatto tra le due forme. Zittel descrisse e figurd questa specie nel suo lavoro sul titonio (p. 71, tav. 9, f. 1-4). Lithoceras Liebigi Opp. Tav. 5, fig. 5-9, Riferisco à questa specie vari esemplari molto simili anzi identici a quelli descritti e figurati da Op- pel e poi ancora meglio da Zittel nel suo lavoro sul titonio (p. 74, tav. 9, f. 5-6, tav. 10, f. 1 a-c). Pos- siedo un frammento di questa specie notevolissima per l’enorme dimensione; è riprodotto dalla figura 7. Io credo che dovea avere un diametro di circa 40 centimetri ! È questa una prova che l’ambiente dovea essere favorevole alla vita dei cefalopodi. Le figure 4, 6 invece rappresentano due esemplari di eui uuo piccolissimo. Forse si potrebbero con- siderare come una forma speciale (minuseulum), perchè parrebbero adulti di una forma analoga ma pic- cola. Perd la somiglianza generale dei caratteri non mi pare permetta una scissione. Quindi mi sono de- ciso à considerarli anche « pro modo » come esemplari giovani. Phylloceras Silesiacum Opp. sp. Tav. 9, fig. 11-15. Zittel Pal. Mith. Stramberg, p. 62, tav. 5, f. 1-7. Riferiseo a questa specie vari esemplari di diversa dimensione. Io credo che il Ph. Kochii Opp. debba probabilmente essere riunito alla stessa specie. Zittei lo descrive a p. 65, tav. 6, f. 1, tav. 7, f. 1-2. Probabilmente à Ph. tortisulcatum D?’ Orb. (in: Zittel, tav. 25, f. 14) deve unirsi alla stessa specie, come pure il zignodianum D? Orb. in Gemwmellaro (Zona a Terebr. janitor, p. #7, tav. 9, f. 1-2). Molte specie sono state create sullo stesso tipo. Somigliano per la forma i nostri esemplari al Ph. euphylitum Neum. (Neumayr Jurastudien, p. 553, tav. 23, f. 1-2, tav. 16, f. 7-9 Gemm. Zuna a Steph. macrocephalus, p. 9, tav. 1-2). Se ne distinguono per le strie raggianti e per la mancanza delle varici. Phylloceras isotypus Ben. Tav. 9, fig. 1-10; tav. 10, fig. 1-3, 10, 11. Riferisco a questa specie i miei esemplari figurati, sebbene essi mostrino delle strie raggianti che non si vedono nella figura di Benecke (Trias Jura Sud Alp., p, 184, tav. 7, f. 1 2, Ma egli dice che la conchiglia è striata, $ 15 ANNALES DE GÉOLOGIE ET PALÉONTOLOGIE Questa specie ha analogia con gli esemplari riferiti da Quenstedt all’ Ammonites heterophyllus albus Quenst. (Ammoniten, p. 1054, tav. 120, f. 15) del Giura bianco. Egli li ascrive ad una varietà di una spe- cie liasica che deserisse a pag, 311, tav. 40, f. 1-2 dello stesso lavoro. L? ornamentazione è simile ma diversa. I Il prof. Benecke dice che proviene dal rosso ammonitico di Valsugana dalla zona ad Ammonites a- canthicus. [o dubito che il Ph. phychostoma Ben. (Benecke, p. 190, tav. 10, f. 2) debba forse riferirsi alla stessa specie. Zittel figura questa ultima specie (Stramberg, tav. 7 f. 3), dando una figura con strie, mentre queste mancano nella figura di Benecke. Il Ph. serum Opp. (in Zittel, tav. 7, f. 5) è assai analogo e forse deve riferirsi alla stessa specie. Perd ha la conchiglia più discoidale e depressa, mentre l’isotypus la ha più larga specialmente l’ ultimo giro e l’apertura. Il nostro esemplare (fig. 7) è una varietà con costolette rade, subequidistanti. Jo credo che il Ph. Cannizzaroi Gemm. deve forse unirsi alla stessa specie (Gemm. zona a Ter. ja- nitor, p. 45, tav. 9, f. 9-11) e probabilmente pure il Ph. Kunthi Neum. in Gemmellaro (zona a Stephano- ceros macrocephalum), p. 8, tav. 2, f, 9-4). . Alaria fracta De Greg. Tav. 11, fig. 1. Non possiedo che un esemplare rotto, ma importante per l’eleganza dei caratteri. À spiralmente sol- cato, con l’ultimo giro provvisto di una specie di carena a forma di costoletta, che è finita in una pic- cola angolosità del labbro esterno; il labbro columellare è diritto e senza incrostamento. L? apertura è sfusata anteriormente. Alaria casalensis De Greg. Tav. 11, fig. 2. Conchiglia angusta, turrita fusiforme allungata con rostro sottile bislungo. Ë subearinata con la su- perfice finamente striata. Pare analoga alla precedente; perd è più sottile e allungata e munita di rostro bislungo. Cerithium cervitellum De Greg. Tav. 11, fig 3 Piccola conchiglia, di cui non ho che un frammento, ma che presenta importanti caratteri. E subci- > lindrica, angusta allungata. La superficie è ornata di sottili solchi spirali e di brevi costolette assiali. Queste sono interrotte anteriormente e posteriormente, per diritto l’una all’altra, somiglianti à pizzicature. Cerithium consuetum De Greg. ts Tav. 11, fig. 15. Piccola conchiglia , turrito-fusiforme, spiralmente striata , ornata di coste arcuate, assiali, regolari, cirea quanto gl’interstizi, piuttosto larghe e subnodose, Cerithium semplificatum De Greg. Tav. 1t, fig. 10. Piccola conchiglia subtrochiforme, levigata con due o tre tenuissimi solchi presso la sutura posteriore. Non ne possiedo che un esemplare, che non ho voluto trascurare per il completamento della forma, ICONOGRAFIA COLLEZIONI PREISTORICHE 19 Cerithium trochopse De Greg. Tav. 1, fig. 13. Piccolissima specie coniforme somigliante a un trochus, con giri piani, levigati. Non sono punto si- euro della determinazione del genere di questa specie. Non ne ho che un piccolo esemplare. Cerithium biornatum De Greg. Davos. Conchiglia turricolata, subeilindrica, cou anfratti pianeggianti, ornati da cirea cinque strie spirali ; primi giri ornati da costolette pliciformi. Cerithium sp. Tav. 11, f. 16. Piccola conchiglia sublevigata, turricoläta, con giri subcomplanati. Eulimella conoïdea De Greg. Tav. 11, fig. 4. Conchiglia subeonica, levigata, con apertura subovata con giri piani, labbro sottile. Ë una piccola specie, interessante, la cui determinazione specifica à dubbia. Io l ho ascritta à que- sto genere per l’analogia con l’Æu. Scillae Scacchi. Neptunea variornata De Greg. Tav. 11, fig. 5. Piccola conchiglia, subsiforme, coi primi giri sublevigati, l’ ultimo spiralmente striato, il penultimo assialmente regolarmente costato, le coste si attenuano e si fanno più numerose nella prima parte del- l’ultimo giro e spariscono nell’ultima parte dell’ultimo giro. Neptunea ? minuta De Greg. Tav. 11, fig. 14. Piccolissima conchiglia subpupoide, spiralmente finamente striata. : Helcion parvulum De Greg, Tv Il, fe te Conchiglia assai piccola, conica, subregolare, con la superficie ornata di solchi radianti minuti e di strie trasverse ancora più sottili che formano un elegante reticolato. molto somigliante all’Helcion ti- thonium Zittel (Aelt. Tith., p. 235, tav. 36, f. 6), ma questo dice Zittel è perfettamente levigato. Pasianella perelegans De Greg. Tav. 11, fig. 8. Conchiglia piccolissima , turbiforme, coi primi giri lisci, gli ultimi due muniti di costolette assiali regolari distanti, e di due costolette spirali cariniformi. Pasianella pulchriuscula De Greg. Tav. 11, fig. 9. Conchiglia turbiforme, ovata, levigata, con l’ultimo giro uguale per lunghezza alla Spira ; apertura ovata; gli anfratti un po’ convessi, presso la sutura posteriore ornati di due fini strie spirali, 20 ANNALES DE GÉOLOGIE ET PALÉONTOLOGIE Delphinula sp. Tav. 11, fig. 6. Un frammento indeterminabile. Turbo minusculus De Greg. Hp BAM Piccolissima conchiglia, spiralmente finamente striata, leggermente pupoide, penultimo anfratto mar- ginato lungo la sutura anteriore. Natica pigmeuncula De Greg. Tav. 11, fig. 12. Conchiglia molto piccola, globulosa, subumbilicata turbiforme, levigata, con apertura ovata, con la spira breve conica-convessa. Natica minima De Greg. Tav. 11, fig. 18; 19, 20 e tre esemplari. Piccolissima conchiglia, ornata di minute strie di accrescimento con la spira brevissima introrsa. Teinostoma nigella De Greg. Tav. 11, fig. 22. Piccolissima graziosa conchiglia subdiscoidale rapidamente crescente, levigata, con la base 6 il labbro columellare provvisto di forte callosità. Tale callosità copre l’ ombellico, à ornata di finissime costolette ragoianti, che svaniscono al di là della callosità. Questo ultimo carattere non l’ho riscontrato in analoghe specie. L’ho riferito a questo genere per l’analogia con il Teinostoma politum Ad. vivente nel Pacifico. Placunopsis tatrica Zitt. Tav. 11, fig. 27. — Tav. 12, fig. 4. Zittel, Aelt. Tithon. tav. 36, fig. 24. Due esemplari di sicura determinazione, perchè molto somiglianti a quello figurato da Zittel e a quelli fisurati in Bohem (Stramberg., tav. 70, f. 12-15), tra cui taluni col nome di PI. tatrica aff. cioè forma affine. Lucina ? mirmidona De Greg. Tav. 11, fig. 21, 24, 26. Piccola conchiglia subrotonda, piuttosto depressa, equilaterale , concentricamente finamente striata. Lucina majuscola De Greg. Tav. 12, fig. 5. Possiedo un frammento che mi pare appartenga a una grossa Lucina. E molto rimarchevole per la dimensione. £ poco convessa, munita di strie concentriche. ICONOGRAFIA COLLEZIONL PREISTORICHE 21 Modiola reilexa De Greg. Have nto 23 128090! Conehielia levigata, ovaëa, asimebtrica, con l’umbone contorto lateralmente, stretto aduneo, conver- gente areuato verso il cardine di fianco. Somiglia tale specie a talune Aucella. Nicolis e Parona descrissero una specie Au. carinata (1885 Nic. e Par. Tit. Sup. tav. 4, fig. 8) alla quale specie rifeñ anche un e-:emplare il sig. Kilian (1899 Étnd. Pal. Andalousie, p. 679, tav. 33, p. 5). Il prof. Zittel nel suo manuale (Hand. Petr. 1 À, 2 B, p. 37) riferisce il genere Aucella alla famiglia Znoceraminae mentre il gen. Modiolu appartiene alle Mytilinae ehe hanno bèn diversa cerniera. Non posso dir nulla di quella dei nostri esemplari essendo fortemente impiantati nella roccia. Più ancora somiglia alla Modiola Lorioli Zittel (Aelt. Tithon., tav. 36, fig. 10 11) dedicata al dotto paleontologo svizzero. che ebbi il piacere di eonoscere al congresso geologico internazionale di Zurigo. Perd à la nostra specie più larga e meno bislunga. Avicula Mistrovitzensis Bohem. var. casalensis Tav. 12, fig. 3. Interessantissima Specie inequilaterale rigonfia alquanto da un lato e assai depressa e pianegviante dall’ altro somigliante à talune Gervillia e più ancora à talune Pinna, sicchè sono stato in dubbio di riferirla à questo genere. Perd me ne ha distolto la grande somiglianza con l’Av. Mistrovitzensis Boehm. (Stramberg , p. 596, tav. 66, f. 22). Ne differisce per la dimensione maggiore e per la forma più somi- gliante ad una Pinna. Pecten flexocostulatus De Greg. Tav. 12, fis..1: Conchieglia elegante, pianeggiante, di dimensione cospieua; è ornata di costolette raggianti regolari numerosissime. La conchiglia ha delle ondulazioni che somigliano a delle larghe coste assai depresse ed evanescenti. Il prof. Gemmellaro illustro molti bei pettini del Titonio, ma nessuno somiglia à questa bella specie. Pare abbia qualche somiglianza con quello figurato da Boehm (Stramberg, tav. 07, fig. 31) © eui egli non dette nome (Pecten sp.); ma non è punto identico al suddetto. Pecten sp. Tav. 12, fig. 37. Un frammento di guscio di pecten molto simile alla specie precedente, cui deve forse riferirsi. Dif- ferisce per la mancanza di ondulazioni. Pecten ? n. sp. Mav. 12, fig. 38: Non possiedo che un’ impronta di questa specie e rotta. lo credo che si tratti di una nuova specie di Pecten caratterizzata principalmente dalle coste che vicino la periferia si biforcano. Ma potrebbe es- sere anche un Hinnites. Plicatula Strambergensis Boehin.. Tav. 12; fig. 32: Boehm Stramberg, tav. 70, fig. 9-10. Riferisco a questa specie un esemplare dubbio in cattivo stato. A prima vista pare un fran mento di Flabellum, ma lo spessore limitatissimo del fossile induce ad ascriverlo tra i lamellibranchi anzichè tra i corollari. 29 ANNALES DE GÉOLOGIE ET DE PALÉONTOLOGIE Corbula Busambrensis De Greg. Tavade the: Possiedo un solo esemplare alquanto fratturato per cui propongo questa specie, che si distingue dai congeneri del giura superiore. Somiglia alla C. Picteri Zitt. (tav. 36, f. S) per la dimensione molto mag- ciore, l’umbone più prominente ete. Spiriferina gen. Riferisco le tre specie seguenti à questo genere, eui si riattaccano per molteplici caratteri. Perd non avendo esaminato l’interno, non sono sieuro di tale determinazione. Il prof. Gemmellaro nota una specie Thecidea (Zona à Ter. janitor, p. 36, tav. 4, fig. 21). Io non sono punto sicuro della esatta determinazione del genere, cui egli l’ha riferito. Forse essa è una Spiriferina con maggiore probabilità. Certo il rinve- nimento di questo genere nel Titonio ha una grande importanza, perchè esso à proprio de’ terreni pit antichi. Spiriferina laxa De Greg. Tav. 12, fig. 56. La valva umbonale à bislunga, imperforata, rostrata dirimpetto all umbone ; è ornata di rare e re- golari solchi concentrici alquanto undulati e muniti di punti obsoleti. I? area è abbastanza sviluppata, con un deltidio triangolare. Spiriferina quadricostata De Greg. Tav. 42, fig. 35, Elesgante specie con la valva umbonale ornata di quattro coste divergenti, due per lato, e di qual- che raro solco concentrico. L’area è abbastanza grande e triangolare. Pare vi sia un deltidio pure trian- golare, ma non ne sono certo essendo l’esemplare logoro. Spiriferina noctua De Greg. Tav. 12, fig. 34 in grandezza naturale e ingrandito. Conchiglia triangolare levigata con la valva umbonale molto rostrata e allungata. IL? area à molto grande, occupata in buona parte dal deltidio che è molto sviluppato. Terebretula (Pygope) diphya Col. Han ie Oo Della forma tipieu di questa specie non possiedo di Casale che un frammento. Ë una specie di pri- maria jmportanza per la sincronizzazione del deposito. Parlerd in seguito delle forme sotto eui si pre- senta oltre che sulla forma tipica. Terebratula (Pygope) diphya) Col. sp. var. janitor Pictet Tav. 12, fig. 6-7. I nostri esemplari sono identici a quelli figurati da Suess e äa Gemmellaro (1859 Suess. Brach. Stramberg, p, 34, tav. 3, f. 13, 1869 Gemm. Zona a Ter. janitor, p. 4, tav. 1, f. 5). I1 prof. Suess riferi i Suoi esemplari alla diphya Col. dando una rieca bibliografia. 11 prof. Gemmellaro li riferisee alla Ter. ICONOGRAFIA COLLEZIONT PREISTORICHE 23 janitor adottando la proposta di Pictet (Mél. Pal., p. 161, tav. 29, f. 4-6). Io per verità eredo preferibile considerarla quale forma o varietà della diphya e eiù per due ragioni: l’una che ja diphya è una grande importantissima specie che caratterizza una zona speciale del Giura, l’altra ragione à che la diphya à una specie à carafteri molto plastici ed è ad addebitarsi a cid la sua grande diffusione nel giura supe- riore e anche la sua persistenza. Io credo che la Ter. sima Zeuschner riconoscinta come speeie a parte da Picteb (1867 Mél. Pal. p. 175, tav. 33, f. 4-7) e da Zittel (1870 Aelt. tith., p. 248, tav. 37, f. 11) de- vono considerarsi come varietà della medesima specie. Lo stesso deve probabilmente dirsi della T. Ca-. tulloi & diphyoides delle quali parla Zittel (Loc. eit., p. 215). La figura data da Haug per la janitor (Eraité de Céd. fase. 2, tav. 1075, f. 328) è alquanto differente di quelle del prof. Gemmellaro e somi- elia molto à quelle date da Pictet e De Loriol (Voirons, tav. 9, f. 6, 1858-1850) per la dipayoides D’Orb. La Ter. diphya fu figurata primitivamente da Fabio Colonna nel 1606 col nome di Concha diphya (Minus eoguit. stirp., p. 1, tav. 86). Fu riveudicato tale nome da Buch (1834 Ucber Terebrat., p. 88, tav. 1, f. 12).— Catullo la chiamd Ter. antimonia (1827 Sageio zool. foss., p. 169, tav. 5, f. p-r). La figura di lui (t) somiglia molto alla diphyoides D’Orb. in Pietet e Loriol (Voirons, tav. 9, f. 7). La differenza tra la 7. janitor e la sima parmi non consista che nella sinuosità laterale della eom- missura delle valve che manea nella janitor, in cui la commissura è quasi dritta, mentre nella sima è molto marcata. Tryon (1882 Stud. Syst., p. 308, tav. 154) figura un esemplare riportandolo alla diphya tipo (6. 134, f. 11) e tre esemplari (tav. 134, f. S, 9, 10) alla dipyoides. Ora questi tre esemplari sono diversi l’ uno dell’altro, quello rappresentato dalla fig. 10 sembra la diphya tipo ; quello rappresentato dalla f. 8 à la forma janitor; quella dello fig. 9 intermedio tra quest’ultima e la diphya tipo. Terebratula Bouei Zeusch. Tav. 2, fig. 14. 146 Zeuschner Now lub. nied., p. 27, tav. 3, fig. 1. — 187% Zittel Aelt. Tithon., tav. 37, fig. 15-24. Parmi che i nostri esemplari sieno identici a quelli di Zittel, e che non vi sia dubbio nella loro iden- tificazione. Penso, come ho detto; che la Bouei debba ritenersi come una forma della œucleata Schloth. se si accetta questultima specie la quale ha la priorità nella Bouei. Se non che quest’ultima è general- mente più nota perocchè Schlotheim non ne detto alcuna figura. Terebratwla bimixta Le Greg. Tav. 12, fis.…8. Ë questa una forma molto importante, perchè è intermedia tra la diphya var. janitor e la Bouei. Il lobo mediano è molto profondo non tanto quanto la janitor, ma assai più che nella Bouei Zeusch e nella nucleata Schloth. in modo che parteggia di queste forme e della jazitor. lo credo si potrebbe anche forse considerare come un individuo giovine di questa forma. Ma l’analogia dei caratteri marcata con le due forme citate mi ha persuaso à considerarla come una forma intermedia. Terebratula rupicola Zitt. Eav. 12, fig. 15-16. Zittel, p. 252, tav. 38, f. 1-2. — Gemm., p. 18, tav. 4, f. 1. Possiedo un bello esemplare che pare quasi identico a quello figurato da Zittel. Egli perd non dà la figara della valva umbonale. Lo ho già detto che queste terebratule del tipo della Bowei derivano da uno stesso stipite. Si pud considerare la Bouei come capo stipite. Perd la mucleata ha il dritto di prio- rità. Tale gruppo si collega alla diphya per mezzo della casalincolu. 24 ANNALES DE GÉOLOGIE ET PALÉONTOLOGIE Terebratula planulata Zeusch. Tav. 12, fig. 10-12. I nostri esemplari somigliano à quelli figurati da Zittel, tav. 38, fig. 3-4. Ho già detto che questa specie deve forse considerarsi quale forma della nucleata Scholth. Terebratula nucleata Schloth. Dave 12; 13: 1820 Schloteim Petrefact. p. 231. 1858 Suess. Brach. Stramberg, tav. 3, f. 12. 1858 Quenstedt Jura, p. 638, tav. 79, f. 11-16. I nostri esemplari sono simili à quelli figurati da Suess provenienti da Stramberg e à quelli di Quen- stedt. Io credo che questa sia una grande specie à caratteri plastici e che la T. Bouei Zeusch, la rupi- cola Zitt. e la planulata (Zeusch) Zittel debbano considerarsi come sue diramazioni o varietà. Terebratula mitis Suess. Tav. :2, fig. 17. 1888 Suess Brach. Stramberg, p. 31, tav. 3, p. 5-7. Conchiglia alquanto globulosa, levigata, con commissura frontale dritta; la forma delle valve è piut- tosto larga che lunga, per il quale carattere si distingue dalle congeneri. La valva criptumbonale ba una lievissima depressione centrale evanescente. 1 nostri esemplari somigliano all’esemplare di Suess, tav. 3, f. 5 e sono di sicura identificazione. Terebratula Scarabelli Gemm. Tav. 12, fig. 20. Gemmellaro Zona a Ter. Janitor, p. 15, tav. 3, f. 89. Riferisco a questa specie un esemplare che le somiglia. Perd essendo questo in parte rotto e in parte aderente alla roccia non posso essere del tutto sicuro della esattezza della determinazione. Terebratula cuneata De Greg. Tav. 12; fig 18; 19: Conchiglia piccola subtriangolare cuneiforme per il quale carattere si distingue dalla precedente. Sembra imperforata. più lunga che larga. La commisura frontale à dritta. Terebratula linda De Greg. Tav. 12, fig. 21. Piccolissima specie, asimetrica, molto dubbia. La noto semplicemente per completamento della fauna. Pentacrinus (Balanocrinus) subteres Miünst. Tav. 12, fig: 29-30. 1833 Goldfass Petr Germ., p. 1769, tav. 53, f. 5. — 1858 Quenstedt Jura, p. 554, tav. 72, f. 34, p. 586, tav. 74, f. 81. Zittel Aelt. Tithon., p. 274, t. 39, f. 3-14. Possiedo due esemplari che mi pare siano di sicura determinazione. Somigliano più alla figura di ICONOGRAFIA COLLLZIONI PREISTORICHE 25 4 Quenstdt dice che proviene da Geiïsslingen. Zittel nel suo magvifico Handbuch Pal. dice che il gencre Balanocrinus deve considerarsi quale un sottogenere del Pentacrinus. Nella Spiegazione della tavola del suo lavoro sul Titonio per equivoco è scritto Balanocrinus. À evidentemente un errore di stampa. Pseudodiadema n. sp. Tav. 12, fig. 22, Non possiedo che un piecolo frammento di questa specie che à il solo echino che ho trovato nel de- posito di Casale. Somiglia al Oidaris marginata Goldf in Cotteau, 1888 Stramberg, p. 19; tav. 4, f. 1-2) ma l’ornamentazione à molto più minuta. Caryophyllia primaeva Zitt. Tav. 12, fig. 23-28. Zittel Aelt. Thiton. tav. 38, f. 42-43. Riferisco à questa caratteristiea specie in (23-28) esemplari di Casale, che le somigliano, tra i quali uno che & attaccato su un altro (f. 23). Inoltre possiedo un blocco di roccia in cui si vede la sezione di un altro esemplare in parte rotto (f. 33). Quenstdt (Jura, p. 711, tav. 88, fig. 1) figura il Litodendron plicatum Goldf., che ha molta anologia. Egli dice che proviene dal Giura bianco di Nattheim. Calamophylilia sp. Tav. 12, fig. 31. Non possiedo che un solo esemplare che è incastonato nella roccia e non lascia vedere che la sezione Calamophyllia ? sp. Tav. 12, fig. 33. Riferiseo questo frammento con dubbio allo stesso genere sebbene per taluni caratteri ne discorda. Trovasi perd in cattivo stato di conservazione e non posso che limitarmi ad accennarlo. La figura nostra lo riproduce ingrandito, ta 1 AOTSNRTONL AT ER OOMEON at re mie detente RE ar one INeuES ionbrétitarddé af GHEBN autant. ave anti costa NE EC spinèk bibi à 000 Eu pé M oaoi VE ho ar} Æ | Eu 4 | \ 6 È } k ru FA QE ALAN samitsishale caSS Ace Se he “ht don 4 ado abat tit tar drurtt aol ME MAN ICE je “HN DT. ct SMANREAIOCOE bentio ai filet) While dubitr 4 slaitores Stands $iy affa Hole PET aa siliNdao vie 4 “ LAS E Pot du MR 4h NL) AM nul qi VAL a. #" 14 Lo 4 cp at ro AP | PTE nt Mais A0 » it etais at ns ofagatr 0 Protepithes CRAN EME ttiairothetnts re eux of a ue et séraere ib RONA dsten. PAR AS (H vitle UT k 68 AH MMS sisafoun atloar ME atanThinE} si rabat Le urpe CE ENT ER ON Cr HS At rt Éd 20 ‘sis oui ir ado ou Tu fritto: 12 fr, dot Ne: sigma sfyañart, NES à fait EYARAMONTE. af #1 RE | M 4 het he . PAT dt Soc VAR RTE DEPUIS 4 aubtsas al eds Moby ai: jsal nou à td A tacrofniennt 4 ss Sa Lin os at ir 1 5 4 ' der Scurshellt. 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Bel. strangulatus Opp. p. 8. — Fig. 20-21. Bel. en- a sifer Opp., p. 8. — Fig. 24-25-26. Peltoceras transversariopsis De Greg., p. 10. fr, 2 1-2. Peltoceras transversarium (Quenst.) O. N. G. Forma Casalensis De Greg., p. 10. — Fig. 3. For- ma transversariopse De Greg., p. 10. Tav. 3. » s. 1. Peltoceras Fouqueopsis De Greg., p. 10.— Fig. 2. Pelt. Casaliucola De Greg., p. 10. — Fig. 5. Pelt. Busambrensis De Greg., p. 10.—Fig. 4-5. Pelt. transversariopse De Greg., p. 10.—Fig. 6. A- spidoceras nolens De Greg., p. 11.—Fig. 7. Asp. perplexus De Greg., p. 10. — Fig. 8-9. Asp. Op- pelia ? conflagrans De Greg:, p. 11. Tav. 4. ig. I. ‘Oppelia callicera Opp., p. 12.— Fig. 2. Opp. propepulcherrima De Greg., p. 2.-Fig. 3. Opp. ca- halfeulata Quenst. var. hispida Quenst., p. 12.— Fig. 48. Aspidoceras multiformis De Greg., p. 11.— Fig. 9-10. Ammonites perornatus De Greg., p. 14.— Fig. 11. Aspidoceras Zeuschneri Pîtt., p. 11.— Fig. 12,15. Perisphinctes leutecrescens De Greg., p. 15.—Fig. 13-14. Oppelia perdubia De Greg, p. 12. — Fig. 18. Stephanoceras contritum-De Greg., p.16. —Fig. 20. Steph. ovaricornatum De Greg., p. 16. Fig. 21-22, 23 bis, 24. Ammonites pulchellus De Greg., p. 14. — Fig. 23. Amm. Lothari Opp.? Var. mirmidellus De Greg., p. 13. Tav. 9. . 1-3 Dithoceras quadrisuleatum D’Orb., p. 17.—Fig. 5-9. Lithoc. Liebigi Opp., p. 17. — Fig. 10-il. Oppelia subtricarinata De Greg., p. 13. — Fig. 12. Ammonites propemacrotelus De Greg., D. 13. — Fig. 13. Oppelia (Meunieria) pulcherrima De Greg., p. 16. Tav. 6. g. 1-4. Perisphinctes geron Zitt. var. propetransitorius Zitt., p. 15.—Fig. 5-11, 18. Perisphinctes frau- dator Zitt. sp., p. 15.—Fig. 14-17. Stephanoceras elegantulum De Greg., p. 15. — Fig. 19. Stepha- noceras microelegans De Greg., p. 15.—Fig. 20. Steph. minutiusculum De Greg., p. 15. Tar. 7. Fig. 1. Perisphinctes fraudator Zitt. sp., p. 15.—Fig. 2. Ammonites imperans De Greg., p.14.—Fig. 5, Aspidoceras Zenschneri Zitt., p. 11.—Fig. 4 Aptychus punctatus Voltz, p. 9, 28 ANNALES DE GÉOLOGIE ET DE PALÉONTOLOGIE Tav. 8. Fig. 1. Ammonites permagnus De Greg., p. 14. — Fig. 2-3. Amm. sp., p. 14.— Fig. 4. Nautilus n. sp., Tjo 10’. re Fig p. 9.— Fig. 5. Ammonites Sp., p. 15. Tav. 9. 1-20. Phylloceras isotypus Ben., p. 17. — Fig. 11-15. Phyll. Silesiacum Opp., p. 17. Tav. 10. is. 1-3. Phylloceras isotypus, p. 17. — Fig. 4, 6, 12, 13, 15, 16, 19, 20. Haploceras elimatum Oppel, p.46. — Fig. 14, 17, 19. Hapl. climatum Oppel var. subvaricosum , p. 16. — Fig. 7-9. Oppelia Succedens Opp., p. 13.— Fig. 10. Phylloceras isotypus De Greg., p. 17.—Fig. 21. Oppelia interrupta De Gregi, p. 13.—Fig. 23. Opp. tricarinata De Greg., p. 13. — Fig. 25. Ammonites biarmatus De Greg., p. 14. — Fig. 26, 27, 28. Aptychus aporus Opp., p. 9, — Fig. 29. Aptychus Casalensis De Greg., p. 9. — Fig. 30. Aptychus punctatus Voltz, p. 9. — Fig. 31. Haploceras perelegans De Greg., p. 17. Tav. 11. . 1. Alaria-fracta De Greg., p. 18.— Fig. 2. Alaria casalensis De Greg., p. 18.— Kig. 3. Cerithium cervitellum, p. 18.— Fig. 4. Eulimella conoidea De Greg., p. 19.- Fig. 5. Neptunea variornata De Greg:, p. 19.—Fig. 6. Delphinula sp., p. 20.—Fig. 7. Cerithium biornatum De Greg., p. 19.—Fig: 8- Phasianella perelegans De Greg., p. 19. —Fig. 9. Phas. pulchriuscula De Greg., p. 19.—Fig. 10. Ce- rithium semplificatum De Greg. p.18.—Fig. 11. Turbo minusculus De Greg., p. 20. Fig. 12. Natica pigmeuneula De Greg., p. 20.— Fig. 13. Cerithium trochopse De Greg., p. 19.— Fig. 14. Neptunea ? minuta De Greg., p. 19. — Fig. 15. Ceritium consuetum De Greg. p. 18. — Fig. 16. Cerithium sp., p. 18.—Kig. 17. Helcion parvulum De Greg., p. 19.—Fig. 18-20, 23. Natica minima De Greg., p. 20. Fig. 22. Teinostoma nigella De Greg., 20. — Fig. 21, 24-26. Lucina mirmidona De Greg., p. 20. — Fig. 23, 28-29. Modiola reflexa De Greg., p. 21.—Fig. 27. Placunopsis tatrica Zitt., p. 20.—Fig. 30-31, Eryon sp., p. 7. Tav. 12. g. 1. Pecten flexocostatus De Greg., p. 21.—Fig. 2. Corbula Busambrensis De Greg., p. 22.— Fig. 3. Avicola Mistrovitzensis Boehm, var. Casalensis De Greg., p. 21.—Fig. 4. Placunopsis tatrica Zitt., p. 20.—Fig. 5. Lucina? majuscola De Greg., p. 20.—Fig. 6-7. Terebratula (Pygope) diphya Col. var. janitor Pictet., p. 22.—Fig. 8. Ter. bimixta De Greg., p. 23.—Fig. 9. Ter. Pygope diphya Col. p. 22. — Fig. 10-12. Ter. planulata Zeusch., p. 24.—Fig. 13. Ter. nucleata Schloth., p. 24.— Fig. 14. Ter. Bouei Zeusch., p. 23. — Fig. 15-16. Ter. rupicola Zitt., p. 23. — Fig. 17. Ter. mitis Suess, p. 24.— Fig. 18-19. Ter. cuneata De Greg., p. 24.— Ter. Scarabelli Gemm., p. 24. — Fig. 21. Ter, linda De Greg., p. 24.—Fig. 22. Pseudodiadema sp. p. 25.—Fig. 23-28. Caryophyllia primaeva Zitt., p. 25.— Fig. 29-30. Pentacrinus (Bolanocrinus) subteres Münst., pag. 24.—Fig. 31. Calamophillia sp., p. 25. Fig. 32. Plicatula Strambergensis Boehm, p. 21.—Fig. 33. Calamophyllia ? sp., p. 25.—Fiîg. 35. Spi- riferina noctua De Greg., p. 22.—Fig. 35. Spirif. quadricostata De Greg., p. 22.— Fig. 36. Spirife- rina laxa De Greg., p. 22, — Fig. 37. Pecten sp., p. 21. # RE me nent on RSS ot ns w, 4 No ï - E. 1 x # 5 ; CANNES ; : ‘1 È Ü ER < a" Puis m EE | : * Frs ' . ? 2% Lee 2 x 1 1 à APE ES EL TE 2 = À i … + Fe ù . . ds L: SL . \ ‘ ‘ Die * ll È ÿ ’ i A - ï 1 * : ï 7 d . , 4 rl \ É 0 "AI 4 } ; = 2 À ne Ve à AUS AR AC ù , TAN TETRIS " “ » EE Fr, 0 . nt ri L ENS 4 . = Le . Je ol ; ; 3 Los L . Ce ci j 4" à SE UNE We. j « Se Œ L ‘ el 24 * 3 F #7 : + m : n - F F \g a » Me LS 2 * L . * y % + # ut UE 2 = ' FI ” À & à ++ k à ; he L2 AE + LE L3 Ÿ ï < =" 4 à ï F 3 l DOC EI … e a, it # 0 , af ” vo Es TAV.NVI 44 ha TÉSTERETE sh yo Les Annales de Géologie ét de Paléontologie paraissent par livraisons à intervalles pendant l'année. Te prix de chaque Jivraison dépend du nombre des planches. Pour les souscripteurs il est de 8 fr, à planche, c'est à dire qu’une livraisob, qui aura 2 pl. coûtéra - 6 fr; si elle aura 3-pl. coûtera 9 fr. et'ainsi de suite. — Si la livraison ne contiendra aucune planche, son pr ix sera de1 fr, Chaque 8 pages. Pour Jes non souscripteurs lé prix:de châque livraison. est ‘de 4 fr. à G6fr. à planche, selon Y'impor- tance de la livraison. Si la livraison-ne contiendra aucune’ planche, son prix sera 9 fr. chaque 8 pages. + Une fois par an sera publié un bullettin où séront annoncés APE les ouvrages. es au directeur a (à Palerme, Rue Molo) etil sera délivré eratis aux donateurs, y en aura in folio (c’est a dire doubles) le prix sera PIGDARRBRAEICEL doublé. .-Morographie des fossilès du sous horizon. ghelpin De Greg., ‘avec 5 pl SA : Nouveaux fossiles des « Strambérg Schicthten » à Roverè di Vélo, avec. 4 Es in. folio. RE ge . Essai paléontologique à propos de certains fossiles de :la contrée. Casale Gicih, avec, 1 ue . Monographie des fossiles dé:S. Vigilto du sous- ürizon. grappin De Greg à avec 14 pl : Jconografa-Gonc ! rx - Monogr aphie de la Faûne é6océnique de l'Alahama— 16 Partie. — pe 1 sa nm. 1-7 = fem gwe Partie. — Pay. 157-316, pl: 1816. ei. < - Iconografia Conchiologica-Mediterranea gen. Fissurella, Base, Rays avec. c3 pl . Descriplion de certains fossiles extramarins du icentin avéc 2 pl E . Iconografia Conchiologia Medit. viv. e terziaria. ie Le Parts, Trtouisns 4 Partie, a) È Noter. complémentaires Faune Alabama avec 2 pL ve ..Déscription des faunes tert. Vénétie : Fossiles des environs ‘de ‘Bassano. avec 5. . Description de-quelques ossements des cavernes dés environs: de. Cornedo et. Va Idaguo dans le: Vi ë Appunti 200108:"e paleont. sull’isola di Levanzo (Conch: terrestr. vive e foss. 6 ay … Description des faaues tertiaire de Ja Vénétie, Note sur certains er stacés - Description dé quelques fossiles tertisires-de Malte Surtout miocènes à: Ë Deser: des faun, tert. dela Vénétie : Moss. de HAE es a Une météorite tombé en Sicile avec un catal, bibl. sur les météor. - Etudes sur'le’gen: Amussium avec ua Catalogue bibliograph qu - Quelques fossiles nouveaux:de Lavacille (assises de S. - Coélenterata Homo (Polypiers éponges et cyaroi …Aconografa dei résti preistorici (Paleolitici) della os dei Vaccari di Monte Gallo Téss0 alern . Ossérvazioni sulla strüitura della cenore dél Vesuvio! caduta. in Napoli nel 4906. Les planche seront executées toujours avec grand soin et trées sur de très beau papier à in » s' il ANT Depuis Je 1*.Janyier 1886 jus à Juin 1992 trente Cinque livraisons ont été publiées . 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