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ANNALI DEL MUSEO CIVICO

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PSTORIA NATURALE GIACOMO DORIA

PUBBLICATI PER CURA DI R. GESTRO

VOLUME LIV

INDICE

E. GRIDELLI. Risultati zoologici della Missione inviata dalla R. Società Geografica Italiana per 1’ esplora- zione dell’ oasi di Giarabub (1926-1927). Coleotteri Pag. 1 a 487

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La R. Società Geografica Italiana fra le tante sue beneme- renze ha quella di aver promosso in questi ultimi anni l’esplorazione di una plaga africana quasi sconosciuta, l’oasi di Giarabub.

Anche in questa occasione il Museo Civico di Genova fu trat- tato con la tradizionale benevolenza, ricevendo in dono le collezioni zoologiche e l’incarico di curarne l'illustrazione.

Come nei casi precedenti, la Direzione di questo istituto si diede premura di ripartire il materiale fra i diversi studiosi e siccome esso evidentemente doveva contenere non poche specie nuove da descrivere, ritenne utile, anche per rispetto alla legge di priorità, di pubblicare i singoli lavori appena ricevuti, rinun- ziando al sistema di seguire l’ordine sistematico (1).

Il primo di questi lavori (rettili, batraci e. pesci) si può considerare come l’introduzione alla serie, perchè I’ autore, D. Vinciguerra, opportunamente riassume tutto quanto si conosce relativamente alla fauna di questa regione; degli altri fino ad oggi pubblicati, faccio seguire l’enumerazione. Da questa risulta che non tutti i gruppi d’animali sono stati finora studiati e ciò si è verificato specialmente per alcuni che si dovettero comunicare all’estero; è però soddisfacente il notare che, meno in pochi casi, il materiale di Giarabub è stato affidato a mani italiane, il che prova che la sistematica da noi non è ancora tanto decaduta quanto alcuni credono.

Fu anche per invito della Società Geografica che venne da noi scelta ed equipaggiata la persona che doveva occuparsi delle raccolte zoologiche. Al nostro Capo Tassidermista, Carlo Confalo- nieri l'Africa non era nuova, perchè già nel 1883 aveva accom- pagnato e validamente coadiuvato lo zoologo Paolo Magretti, che nella prima delle sue gite africane esplorava parte del Sudan orientale. Confalonieri ha assolto il suo compito con perizia ed

(1) Questi lavori portano il titolo comune « Risultati zoologici della Missione inviata dalla R. Società Geografica Italiana per l’esplorazione dell’oasi di Giarabub (1926-1927) »; ma non hanno numerazione progressiva.

VI

attività non comuni e se non tutte le parti della raccolta sono ugualmente esuberanti di specie e di esemplari, ciò dipende non da negligenza, ma dalla stagione poco propizia per qualche genere di ricerca. | .

Dove il risultato è più sorprendente è nella parte entomolo- gica e sopra tutto, come era da aspettarsi, nei coleotteri, che hanno richiesto per la loro illustrazione un intero volume, dovuto alle diligenti ricerche del D.r Edoardo Gridelli, già Conservatore nel nostro Museo. Questo lavoro condotto con precisione scientifica è pregevole non solo per la parte sistematica e per la descrizione delle specie nuove, ma anche per le importanti considerazioni intorno alla fauna dell’oasi ed ai rapporti con quella delle regioni circostanti. I

R. GESTRO

MEMORIE INTORNO ALLA FAUNA DELL OASI DI GIARABUB

PUBBLICATE FINO AD OGGI.

D. Vinciguerra. Rettili, batraci e pesci. (Annali del Museo Civico di Storia Naturale di Genova, Vol. LII, 1927).

Dorr. ALFREDO BorELLI. Scorpioni e solifughi. (Loe. cit). C. Menozz. Formicidae (Hymenoptera). (Loc. cit.).

Dorr. Epearno MoLroni. Uccelli. (Loc. cit., Vol. LII, 1928). Con figure nel testo.

R. P. Longinos Navàs Insectos de la Cirenaica (Paraneuròp-

teros, Neuròpteros, Embiòpteros). (Loc. cit.). Con figure nel

testo. Oscar De Beaux. Mammiferi. (Loc. cit., Vol. LIII, 1998),

Lopovico pi Caporiacco. Aracnidi di Giarabub e di Porto Bardia. (Loc. cit.). Con figure nel testo.

Dorr. F. Capra. Ortotteri e Dermatteri, (Loc. cit. Vol. (LOD

1929). Con figure nel testo.

G. BeLLio. Coccidae (Hemiptera). (Loc. cit.). Con figure nel

testo.

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a cit.). Con figure nel testo.

BIO INVREA. Mutillidae e Chrysididae (Hymenoptera). (Loc. cit.).

Stuvestar Miriapodi Chilopodi. (Loc. cit.). Con figure nel

Dj M. Dusmer. Algunos Apidos y Eumenidos de Cirenaica. Eee. cit:). |

‘Gurenma. di na aculeata. (Loc. cit.). Con figure nel testo.

SSANDRO Brian. Isopodi terrestri. du cit., Vol LHI, 1930). Con figure nel testo e tre tavole.

: E. GrIELLI. —. Coleotteri. (Loc. cit. Vol. LEVE: dica

RISULTATI ZOOLOGICI DELLA MISSIONE INVIATA DALLA R. SocieTÀ GEOGRAFICA ITALIANA PER L'ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB (1926 - 1927)

Dott. E. GRIDELLI

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RIASSUNTO DELLE COGNIZIONI PRECEDENTI INTORNO AI COLEOTTERI DELLA CIRENAICA

E merito del Prof. Alessandro Ghigi d’aver riassunto in una Memoria pubblicata nel 1913 (Materiali per lo studio della fauna libica, Atti R. Accad. Scienze Ist. Bologna 1913) tutte le pubbli- cazioni riguardanti la fauna della Libia. Dall’ elenco suddetto risulta che le specie di coleotteri raccolte nella Cirenaica erano soltanto 21, dovute nella massima parte alle ricerche della spe- dizione Rohlfs-Stecker. Certamente qualche specie descritta o citata di Cirenaica sfuggi alle ricerche accuratissime del Prof. Ghigi, ma non credo che la cifra dei coleotteri noti di Cirenaica prima del 1913 superasse la trentina. Possiamo dunque dire senza tema d’esagerazione che questa estesa regione rappresentava nel 1913 una vera terra incognita. | soli viaggiatori (*) che la esplorarono, oltre a Rohlfs e Stecker, furono Haimann (1881), Dodson (1901) e Klaptocz (1906). Il materiale raccolto da Haimann andò per- duto (Ghigi, lL. c. 1913, p. 256), non conosco citazioni riguardanti quello eventualmente raccolto da Dodson. I coleotteri raccolti da Klaptocz non vennero ancora illustrati; soltanto alcuni vennero occasionalmente descritti da varii autori, come per esempio A sida

(1) Anche Ruhmer (1880) visitò la Cirenaica, riportandone a quanto sembra anche dei coleotteri (Blaps Ruhmeri Seidl.).

Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LIV (28 febbraio 1930). 4

E. GRIDELLI

mystica Wilke, Tentyria cyrenaica Schust., Tora elegans Schust., Akis Bernhaueri Schust. el ae

Il primo a portare un piccolo contributo alla conoscenza della ke fauna entomologica della Cirenaica fu Alcide Fiori, che raccolse nel 1913 nei dintorni di Tobruch. Non ho alcun dato sull’ entità | del materiale raccolto, ad eccezione della cattura di due specie ; nuove, descritte da A. Fiori nel 1914 (Paussus cyrenaicus e Thorictus cyrenaicus: Rivista Col. Ital. 1914, p. 115 e 118); ignoro pure in quale collezione si trovi ora il materiale suddetto.

Seguirono le raccolte fatte nel 1914 dal Marchese Carlo Invrea nei dintorni di Tobruch, le quali rimasero per lunghi anni inedite nelle collezioni del March. Dott. Fabio Invrea (Genova) e del Museo Civico di Genova. Il materiale non è molto ricco, ma con- | tiene alcune specie che vennero descritte molto più tardi in base ad altre raccolte. es

È merito però del Rev. Dott. Vito Zanon, Missionario Gui a pino a Bengasi, d’aver raccolto dal 1915 al 1920 un materiale veramente cospicuo di coleotteri. Le sue raccolte riguardano la regione di Bengasi e prossimi dintorni, con qualche punta a. mezzogiorno fino a Ghemines e Tilimun e meritano davvero un. cenno particolare. Esse vennero illustrate dallo stesso Zanon (Mem. Soc. Ent. Ital. 1922, pp. 112-139), in base ad uno studio preliminare di Zanon e del Prof. A. Fiori, seguito da una revi- sione delle determinazioni da parte di Agostino Dodero (Genova) | e F. Solari (Genova). Le specie rivedute sono segnate con un * e si trovano (meno rarissime eccezioni) nelle collezioni del Museo Civico di Genova (duplicati in coll. Dodero); quelle, e sono fortu- natamente poche, non rivedute (prive di *) e citate da Zanon in base alla determinazione preventiva si trovano presentemente nelle collezioni del R. Ufficio dei Servizi agrarii per la Cirenaica in Bengasi. Grazie alla cortesia del collega G. C. Kriger ho potuto esaminarle (almeno in gran parte) e correggere così un grandissimo numero di determinazioni errate, che cito in | calce alle pagine dell’ elenco seguente. Un ulteriore contributo è dovuto, us ricerche del Prof.

DIE 5

organizzata dal 15 al 24 aprile 1920 dal Touring Club tale cogliendo un materiale molto copioso di coleotteri, il quale illustrato dal collega Adolfo Falzoni (Atto Soc. Ital. DA Nat

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 3

LXII, 1923, pp. 83-90). Non ho avuto occasione d’ esaminare il materiale suddetto, che si trova attualmente nelle collezioni del R. Istituto di Zoologia dell’ Università di Bologna.

Nel 1921 (aprile-maggio) i dintorni di Bengasi vennero visi- tati dal Comm. Dott. E. Festa, e fruttarono un piccolo nucleo di coleotteri, illustrato da Dodero (Boll. Mus. Zool. Anat. comp., Torino, XXXVII, 1922, nr. 743). Di ben maggiore importanza sono invece le raccolte eseguite dallo stesso Dott. E. Festa dal dicembre 1921 al maggio 1922, in tutta la zona costiera, da Ghemines a Derna, con una punta al sud a Zavia Mechili; esse vennero magistralmente illustrate da Agostino Dodero (Boll. Mus. Zool. Anat. comp. Torino, XXXIX, n. s. nr. 23, 1925) e si tro- vano nelle collezioni del R. Museo di Torino (ho esaminato dupli- cati della maggior parte delle specie, gentilmente comunicatimi da Dodero). Per quanto riguarda le località di raccolta vedi lV’ in- teressante relazione del Dott. E. Festa (1. c. XL, 1926, n. s. nr. 38).

Nello stesso anno (!) (1922) il Prof. Dott. Filippo Silvestri raccolse un notevole numero di coleotteri nei dintorni di Merg e di Bengasi, conservati nelle collezioni del Laboratorio di Zoo- logia della R. Scuola Superiore Agraria di Portici (Napoli). Mi sia permesso di ringraziare il Prof. F. Silvestri il quale ben gen- tilmente aderi al mio desiderio di studiare il materiale suddetto.

| Sono pure degne di particolare menzione le raccolte fatte dal Prof. Dott. Carlo Anti-a Cirene, nell’ estate 1926, 1927 e 19928, durante la sua permanenza in quella regione quale membro della Missione Archeologica per gli scavi di Cirene, quelle del Sign. Ugo Bolsi, eseguite in varie località dell’altipiano del Barca nel 1927 e 1928, nonché del personale della R. N. «A. Magnaghi» nel 1927 in alcune località non precisate della costa del Golfo di Bomba (tutti questi materiali si trovano nelle collezioni del Museo Civico di Genova). E pure doveroso ricordare il Tenente Goffredo Botto, il quale raccolse materiali in varie località, par- ticolarmente Tobruch e Zuetina.

Le raccolte più importanti, che unite a quelle del Dr. Zanon

(1) Il Dott. E. Hartert del Museo di Tring visitò la Cirenaica nel maggio 1922, allo scopo di raccogliere uccelli. È molto probabile però ch’ egli abbia raccolto dei coleotteri; l’unico dato in proposito lo ebbi da Thery, il quale in data 1 agosto 1928, mi comunicò la descrizione (in litteris) d’ una nuova varietà (Harterti Théry) della Julodis aequinoctialis Ol., raccolta da Hartert a Tokra.

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4 E. GRIDELLI

formano il nucleo principale di questo lavoro, sono però quelle dovute all’ opera intelligente ed indefessa di Carlo Confalonieri e di G. C. Krùger.

Carlo Confalonieri, preparatore al Museo Civico di Genova, fece parte della missione inviata dalla Società SA Italiana nell’oasi di Giarabub, con |’ incarico di raccogliere materiale: zoologico. Dopo una permanenza di cinque giorni (22-26 no- vembre 1926) a Porto Bardia egli si recò nell’ oasi di Giarabub. (arrivo 27 novembre) dove rimase fino al 27 marzo, esplorando l’oasi stessa ed i suoi dintorni con grande diligenza ed ottimi risultati. Notevoli le escursioni compiute ad Hatiet el Fredga, paludi salmastre al sud di Giarabub (30 novembre 1926 e 21 marzo 1927), ai laghi di El-Gsebaia e di Melfa (3 e 20 di- cembre 1926) ad oriente di Giarabub. Ritornato il 30 marzo a Porto Bardia rimase colà fino all’11 aprile, raccogliendo con grande successo nei dintorni. La partenza da Bengasi per Genova. ebbe luogo il 28 aprile 1927. Il materiale entomologico raccolto nell’ oasi di Giarabub è molto ricco d’ esemplari, però povero di specie; prevalgono in modo quasi assoluto i tenebrionidi ed in generale gli esemplari raccolti nel mese di marzo. Di fatto egli non poteva raccogliere nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio che i rimasugli svernanti della fauna autunnale (date anche le. temperature basse osservate: 6°,5 C. il 20 dicembre, 0. il 16 febbraio) e soltanto alla fine di febbraio comparvero i primi esemplari immaturi della nuova generazione. Mancano quasi completamente i coleotteri floricoli.

Alle raccolte di Giarabub, già formanti un ricco materiale, vanno aggiunte quelle ricchissime di Porto Bardia; esse provano la diligenza e |’ assiduità del Confalonieri, perchè in poche setti- mane egli radunò a Porto Bardia un materiale molto più ricco di esemplari di quello raccolto durante tre mesi a Giarabub. Mancano però sempre, o sono molto scarsi, i coleotteri floricoli. Le raccolte, comprendenti molte migliaia d’ esemplari e molte specie inedite, sono conservate nelle collezioni del Museo Civico di Genova, dove si trovano anche alcuni coleotteri raccolti a Porto Bardia nella stessa epoca da un altro membro della Mis-

sione a Giarabub, il Com.'° Mario Cugia.

G. C. Kruger si recò nella Cirenaica nel dicembre 1924, incaricato della raccolta dei lepidotteri dal Conte E. Turati. Egli

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 5)

rimase, e si trova tuttora nella Cirenaica, quale addetto al R. Ufficio

dei Servizii agrarii con sede a Bengasi. Ebbe così occasione di

visitare (*) minutamente tutta la Cirenaica costiera in varie stagioni e di raccogliere quindi un numero grandissimo di specie, partico- larmente floricole, non osservate da nessuno degli esploratori precedenti. Alla sua opera si devono pure le scarse cognizioni che possediamo sulla fauna delle zone predesertiche e desertiche di Agedahia, Es-Sahabi, Augila e Gialo (egli è l’unico naturalista che ebbe occasione di visitare Augila e Gialo dopo Rohlfs e Stecker). Pure notevoli sono le raccolte da lui compiute nell’oasi di Giara- bub e nei dintorni di Es-Scegga (Ridotta Maddalena, tra’ Porto Bardia e Giarabub).

Il materiale raccolto da Kruger si trova nelle collezioni del R. Ufficio dei Servizii agrarii di Bengasi; esso venne determinato in parte dal Signor Agostino Dodero (duplicati in coll. Dodero) ed in parte da me.

Ad onta delle raccolte accurate di tanti studiosi, che frutta- rono le specie elencate nel mio Catalogo, noi conosciamo finora soltanto alcuni lembi della Cirenaica, mentre mancano quasi completamente dati sulla vasta regione limitata al nord dalla linea Bengasi - Abiar- Merg - Tecnis - Slonta - Gubba - Derna - Umm Erzem, all’ occidente dalla linea Bengasi - Soluck - Agedabia - Es-Sahabi - Augila - Gialo ed a oriente dalla linea Porto Bardia - Giarabub. Di questo enorme territorio (vedi la carta annessa al presente lavoro) noi abbiamo dati soltanto sulla fauna di Zavia Mechili (raccolte Festa 1922) e su quella di poche località costiere della Marmarica (Golfo di Bomba, Tobruch, Marsa Luca, Porto Bardia).

Mi sia permesso d’ esprimere la speranza che queste lacune vengano colmate almeno in parte dalle ulteriori ricerche di G. C. Kruger e dall’ eventuale raccolta da parte degli ufficiali dei nostri presidii.

(®) Elenco delle principali esplorazioni compiute da G. C. Kriiger: Cirene (13 aprile - 15 maggio 1924); Derna (412 luglio - 18 luglio 1924; 23 settembre - 6 ot- tobre 1924; 19-24 giugno 1925; 26 febbraio - 29 marzo 1926): Ain Mara (24 marzo - 49 aprile 1926; 22 settembre - 30 ottobre 1927); Tobruch (26 febbraio - 4 aprile 1925); Porto Bardia (18-30 luglio 1925; 12-22 agosto 1925; 17 gennaio - 2 febbraio 1927; 6-25 marzo 1927); Es Scegga (4-11 agosto 1925); Giarabub (30 maggio -7 giugno 1926: 3 febbraio - 3 marzo 1927); Agedabia (18-30 maggio 1925); Gialo (22 aprile - 13 mag- gio 1928); Augila (14-23 maggio 1928).

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E. GRIDELLI

CATALOGO RAGIONATO DEL. COLEOTTERI DELLA CIRENAICA i

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Il presente catalogo venne iniziato mediante lo studio dei coleotteri raccolti da Carlo Confalonieri nell’ oasi di Giarabub ed: a Porto Bardia. Approfittai dell’ occasione per studiare anche il

materiale raccolto dal Dott. Vito Zanon nei dintorni di Bengasi. " i Ù

Sorse così un po’ alla volta l’idea di non limitarmi esclusi- vamente all’ illustrazione della fauna di Giarabub, bensì di com- ii pilare un catalogo di tutte le specie a me note e di tutte quelle a | citate dagli autori come presenti nella Cirenaica, tanto più che io potevo disporre della maggior parte dei materiali ane forma~ rono la base dei cataloghi precedenti. | di

Lo scopo al quale dovrebbero tendere tutti i compilatori di cataloghi è quello di elencare le specie osservate in una regione, dando però modo agli studiosi di poter definire quale specie era intesa con un determinato nome. Non si può certamente dire | che i semplici elenchi di nomi di specie raccolte, corredati magari l dalle date di cattura e dal nome del raccoglitore soddisfino a queste esigenze. Essi rappresentano un primo stadio nell’illustra-. zione della fauna di una regione ed hanno valore soltanto se compilati da un autore il quale ha già dato prova di conoscere la sistematica dei gruppi che studia. Non hanno alcun valore, ed anzi sono dannosi, se compilati da persone incompetenti, che si limitano a dare l’elenco delle specie che si trovano nella regione dove essi hanno raccolto, determinandole in modo più o men superficiale, confondendo i generi e le specie più note o citand le determinazioni avute da altri studiosi, senza darsi la pena di controllarle. CO

Il solo tipo di catalogo, che serva realmente ad illustrare Ì fauna d’ una regione è il catalogo ragionato, inteso nel. senso Bedel e di G. Miller. to,

Bedel (Catal. Col. Nord Afrique, 1895-1925) i, il catalo; degli Adephaga dell’ Africa settentrionale, corredandolo d’ sinonimia quasi completa e di tabelle per la determinazione famiglie, dei generi e delle specie. La compilazione d’ un catal di questo tipo esige però la conoscenza completa della fa

ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB

la regione, un tempo grandissimo e sopratutto esige l’opera di 1 Bedel, fenomeno di sapere, di precisione e d’intuito sistematico. Muller (I Coleotteri della Venezia Giulia, «Studii Entomologici » l. I, parte II, Trieste, 1926) si scosta dal tipo di catalogo creato | Bedel, in quanto che egli si basa su due opere fondamentali Ganglbauer, Kafer Mitteleur., e Reitter, Fauna Germanica), dando tabelle per la determinazione delle specie soltanto in casi | particolari d’ inservibilità delle tabelle suddette. Non potendo seguire |’ uno l’altro tipo di catalogo, sia per le scarse cognizioni che abbiamo finora sulla fauna di Cire- naica e di quella delle regioni vicine, sia per la mancanza di opere-base, trattanti la fauna del Mediterraneo, ho preferito di indicare le specie nel modo usato da Miller, dando tabelle sol- tanto di quei generi dei quali ho dovuto intraprendere uno studio monografico per avere la possibilità di determinare esattamente e specie. Le citazioni delle specie sono di cinque tipi diversi:

I. Specie determinate personalmente. In tal caso ho indi- cato per ciascuna di esse l’ opera della quale mi sono servito per la determinazione. La specie non va quindi intesa nel senso dell’ autore originale o di altri, bensi esclusivamente nel senso : eee dagli autori citati. Lo stesso dicasi delle specie deter-

| minate da altri studiosi e da me controllate personalmente. Il nome della località di cattura è seguito da un !.

_ II Specie determinate da altri studiosi. In molti casi io non ho avuto la possibilità di controllare personalmente le deter-

minazioni avute dai vari specialisti o le citazioni della presenza

di varie specie nella Cirenaica. In tal caso il nome della specie non é seguito da una citazione bibliografica; la località di cattura _ è seguita da un ! se io ho avuto occasione di vedere gli esem- | plari. Ho accettato nel catalogo soltanto quelle indicazioni che,

a per la perizia del determinatore, sia per la loro diffusione geo- ‘afica, davano almeno una grande probabilità d’ esattezza. III. Specie non definibili con esattezza. Si tratta nella gior parte dei casi di forme inedite, la cui descrizione è ossibile senza una revisione del gruppo. Quasi sempre ne ho

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E. GRIDELLI

nazione, la cui eventuale presenza in Cirenaica esige: un esame ; ulteriore. | gt

V. Specie errate. Sono purtroppo molto numerose e n strano come spesso i cataloghi vengano compilati con poca cura. In tutti i casi citati ho avuto modo di correggere |’ errore me- diante l’esame degli esemplari originali.

Mi sia infine concesso di ringraziare pubblicamente tutti | coloro che mi aiutarono nella compilazione del catalogo, sia me- | diante invio di materiale o di libri, sia determinando le specie dei gruppi di loro competenza e precisamente: Dott. A. Andres | (Cairo), A. Baliani (Genova), Dott. Felice Capra (Genova), Prof. A. Ghigi (Bologna), Dott. K. Holdhaus (Vienna), Dott. W. Horn (Berlino-Dahlem), Dott. A. von Hoschek (Sevnica), F. Heikertinger ij (Vienna), G. C. Kriger (Bengasi), Rag. C. Mancini (Genova), Dott. G. Miller (Trieste), Dott. P. de Peyerimhoff (Algeri), A. Schatz- | mayr (Trieste), Prof. A. Schuster (Vienna), Dott. G. Sunia (Trieste). i

Sento inoltre il dovere di ringraziare in modo patti ur Signor Agostino Dodero il quale, tole sua ben nota competenza. e colla sua consueta gentilezza, mi fu largo di consigli e di aiuti, e mise a mia disposizione non soltanto il suo ricchissimo materiale, bensi anche uno schedario dei coleotteri di Cremeans iniziato Le 1921 e continuato fino al 1997.

CICINDELIDAE Cicindela lunulata E.

Cicindela lunulata Bedel, Cat. Col. Nord Afr. (1895-1900) 1895, p. 4, 8. ii Cicindela litoralis Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. I, 1892, p. 17.

Forma tipica: Corpo e zampe neri (barbara Cast.). quente a Porto Bardia, sui terreni salati lungo il mare, alla foc dell’ Uadi el Gerfan !, marzo 1927, leg. Confalonieri e M. Cug

Zanon (1922): Bengasi, spiaggia della Giuliana, m re della Sebka-el-Bunta, giugno 1915, comune. Falzoni. (19: Bengasi, leg. Ghigi. Dodero (1925): Bengasi, Giuliana,

Renta)

Ma | Sicilia (lugens Dej., sec. Bedel L ay | Var. nemoralis Oliv. (litoralis Bedel): Corpo bruno-bronzato, utura delle elitre metallica, lati dei segmenti toracici e femori sso fuoco. Si trova mista alla forma tipica in tutta 1’ Africa ttentrionale. Sostituisce la forma tipica nell’ Europa (coste atlan- che e mediterranee).

Bengasi !, tre esemplari, leg. G. Botto, agosto 1922.

Cicindela aulica Dej.

CIA

7 | Cicindela aulica Bedel, Cat. Col. Nord-Afr. (1895-900) 1895, p. 4, 9.

Oasi di Giarabub !, due esemplari raccolti da G. C. Kruger nel giugno 1926. Chloe: leggermente diverso da quello della forma tipica: Capo e pronoto verdi, con solchi azzurri, elitre ero-brune colla base verde; femori verdi, margine flessorio con flessi cuprei. Porto Bardia ! 20 - VII - 1923, due es. leg. GC, Kruger, in coll. R. Uff. Agr. Bengasi: Elitre nero-bluastre come in molti esemplari della lunulata tipica, capo e pronoto blu verdastro oscuro. Somigliano molto alla lunulata ma se ne

distinguono facilmente per i caratteri indicati da Bedel.

Karachi, Mesopotamia, Arabia, Yemen, dall’ Egitto alla Somalia inglese, Abissinia, Cirenaica, Tripolitania (Homs !, leg. Andreini 1913), Tunisia ed isole del Capo Verde (hesperidum Woll.: Boa Vista ! dicembre 1893, leg. L. Féa).

Cicindela campestris L.

Mentre nell’ Africa occidentale (Marocco, Algeria e Tunisia) ‘trova una razza della campestris ossia la maroccana F., ancavano finora dati sicuri sulla presenza della specie nelle re regioni dell’ Africa settentrionale. Ritengo quindi molto eressante il fatto che essa si trovi nella Cirenaica e precisa- te a Cirene ! (un esemplare raccolto da U. Bolsi nella pri- wera del 1928). L’ esemplare non può venir riferito alla ma-

è

ccana; è caratterizzato dalla scultura molto grossa e densa del

E. GRIDELLI pronoto ed il Dott. W. Horn (*), al quale lo comunicai in esame lo classificò : « Cic. campestris forma intermedia prope pon- tica et palustris». Ebbi occasione di vedere qualche mese più tardi l’ egregio collega ed egli mi disse che la scultura del pro- noto sarebbe sufficiente a definire una razza particolare, purchè

risultasse costante in una serie d’ SONA che purtroppo non

è finora disponibile.

Cicindela Lyoni Vigors Cicindela Ioni Bedel, Cat. Col. Nord-Afr. I: 1895, p. 6; 11

Vidi alcuni esemplari raccolti a Ez- di ! dal Tenens ie.

G: Botto, nell’ estate 1928 (forma tipica). Tripolitania: Misu-. di rata ! IX 1913, leg. Andreini. i | Bedel (1. c.) la indica di Tunisia e di Tripolitania.

Cicindela litorea Frsk.

Citata da Zanon (1922) di Bengasi Spiaggia della du i I

luglio 1915, comune. Africa settentrionale, Mar Rosso, Persia, Sl Cane Sicilian a Sardegna, Spagna. Secondo Bedel (I. c.) nel Marocco, Algeria e

Tunisia e forse anche nel Mediterraneo occidentale la forma

tipica (a zampe interamente metalliche) viene sostituita dalla.

var. Goudoti Dej. (base delle tibie ed apice dei femori giallo- ae

rossastri). Vidi esemplari di Quarto S. Elena ! (Sardegna, var. i Goudoti), Tangeri ! (Marocco, var. Gowdoti). SI

Cicindela melancholica F.

Zanon (1922) la trovò numerosa nei dintorni di Bengasi, negli orti, dal maggio all’ agosto.

Specie molto largamente diffusa nell’ Africa e nell’ Ainge trova pure nell’ Andalusia, Sicilia e Grecia (sec. Bedel, Le o ie

(1) W. Horn (in litt. 2-VII-1928): Die campestris Form ist nahe -verwandl mi subsp. pontica, zeigt aber auch einige tibergange zu subsp. Olivieri Brullé. Eigen ist nur die etwas gréssere Skulptur des Pronotums. Bevor man nicht ein grosseres Material hat, lasst sich aber gar nichts mit diesem einen relativen Kennzeichen machen. Das Schlimme ist, dass noch nicht sicher yey ist, ob die SCE Fundorte von campestris echt sind.

Oasi di Giarabub !, un rudimento d’ elitra. Ez Zuetina !, un esemplare raccolto dal Tenente G. Botto, nell’ estate 1928. . Secondo Zanon (1922) si trova piuttosto rara presso Bengasi (Giuliana) entro buchi scavati nella sabbia in margine alle saline (maggio 1915). Largamente diffusa. nella regione mediterranea meridionale, nell’ Africa settentrionale, Egitto, Sinai, Siria, verso oriente fino | nell’ India settentrionale (teste Chaudoir).

CARABIDAE

Calosoma maderae indagator F.

3 | Calosoma maderae Bedel, Cat. Col. Nord-Afr. 1895, p. 19. "i ane maderae indagator Breuning, Koleopt. Rundsch. XIII, 1927, p. 210.

Oasi di Giarabub, 1 es. ! raccolto sotto un mucchio di sa di palma secche (Confalonieri), nel marzo 1927. Tobruch, 3 es. raccolti nell’ aprile 1923 (Tenente G. Botto). Bengasi DI 11 es. ! (Zanon). Be ee cao certamente alla stessa razza gli esemplari. rac- | colti da Festa a Derna (1 es. vedi Dodero 1925) ed i tre esem- plari catturati da Ghigi a Cirene ed a El Abiar (Falzoni 19283). 4 yo stesso dicasi degli esemplari riportati da Rohlfs dalle oasi di

«Secondo Du (1922) esso è comune negli orti e nella ae dei dintorni di Bengasi, da marzo a maggio. L’autore da inoltre alcune indicazioni biologiche, non prive d’ interesse; non posso però prestargli fede quando asserisce che: «Allo stato adulto erò è ghiotto di api arrampicandosi sui fiori per predarle» (sic !). Secondo Breuning (1. c. p. 211) il Cal. maderae indagator diffuso nel Nord Africa [dal Marocco (Atlante e Rif) fino a

oe engasi], nella penisola iberica, Francia meridionale (sporadica- mente sale al nord fino a Parigi); in tutta l’Italia (1), Corsica,

E. GRIDELLI

Oss. La forma tipica, descritta di Madera, si trova pure nelle Canarie $ ‘e sulle coste occidentali del Marocco. Nell’ Europa settentrionale ‘e media, : penisola balcanica e Mediterraneo orientale: Asia Minore occidentale e |

meridionale, Mitilene, Rodi, Cipro, Palestina (Monte Carmelo e Giaffa) e 0A

nell’ Egitto (4) (Helouan) si trova invece il C. maderae auropunctatum i Herbst. (sec. Breuning l. c. p. 213).

Calosoma Olivieri Dej.

Calosoma Olivieri Bedel, Cat. Col. Nord-Afr. 1895, p. 20. » » Breuning, Kol. Rundsch. XIII, 1927, p. 224.

Bengasi: Tilimun ! Un solo esemplare raccolto da Zanon insieme a molti esemplari di maderae indagator, non citato nell’ elenco da lui pubblicato nel 1922.

Specie molto caratteristica; largamente diffusa: Isole del tana) Verde, tutto il Nord Africa, Siria, Mesopotamia, Arabia, Trans- caspio, Persia, Samarcanda, Belucistan, India nord- occidentale : | Peshavar.

Descritta da Dejean (Spec. Gén. Coleopt. V, Id p. 559) dei dintorni di Bagdad.

Notiophilus quad ripunctatus De.

Notiophilus quadripunctatus Bedel, Cat. Col. Nord-Afr. 1895, p. 36. Weed » » G. Miiller, Studi Entom. Trieste I ba I 1926, p. 35.

Rote

Cirene! un esemplare raccolto da G. C. Kruger; in coll. Dodero, Quarta interstria con una sola fossetta. - Europa occidentale, Mediterraneo.

Searites laevigatus Fab.

Scarites laevigatus Bedel, Cat. Col. Nord-Afr., 1895, p. 43.

Bengasi, luglio 1922, 4 es.! (leg. G. Dora: dintorni i di Be gasi, 1 es ! (Zanon). 7

(1) La presenza dell’ auropunctatum nell’ ous e forse eucue Dar, =

Egitto, e forse anche nella Palestina, si trovi la var. Sere yor F.

Scarites subcylindricus Chaud.

arites laevigatus Bedel, Cat. Col. Nord-Afr. 1895, p. 43.

«Oasi di Giarabub, 2 es.! V1-1926 (leg. G. C. Kruger); 1 es.! IM-1927 (leg. Confalonieri). Oasi di Augila !, maggio 1928 dintorni di Bengasi !, aprile 1925, esemplari raccolti da. x. C. Kriiger (coll. R. Ufficio Agrario Bengasi). . Descritto di Egitto. Specie propria delle regioni desertiche . dell’ Algeria, Tunisia, Basso Egitto. Bedel la indica pure di Aden. | La cattura di questa specie nella Cirenaica colma una lacuna dell’area di dispersione indicata da Bedel e rende molto proba-. e l'ipotesi che la specie si trovi anche nelle zone desertiche lla Tripolitania;

Dici rufoaeneus Chaud.

yschirius rufoaeneus Bedel, Cat. Col. Nord-Afr. 1896, p. 51. Bie > } » G. Mull., Koleopt. Rundsch. X, 1922, p. 103.

Haro (in litteris) : Bengasi !, leg. G. C. Kruger. Var. algi- icus Putz. _ Forma tipica: Sicilia (loc. class.), Marocco, Algeria, Tunisia. Var. algiricus Putz.: Mista al tipo nell’ Africa settentrionale | (teste Bedel); Algeria (Bou-Berak), Tripolitania: Misurata (leg. ) Dr. Andreini 1913), Sicilia: coll. Ragusa (teste G. Muller). Dalle località suddette risulta che il Dys. rufoaeneus è una ecie propria dell’ Africa settentrionale occidentale, la quale si tende alla Sicilia.

Broscus laevigatus De).

vhalotes laevigatus Dej., Spec. Gén. Col. III, 1928, p. 431. cus laevigatus Bedel, Cat. Col. Nord-Afr., 1896, p. 53.

E. GRIDELLI

Dintorni di Bengasi: el-Fuehat, diversi es.! (leg. Zanon), due | es.! avuti da Razzauti, un es.! leg. F. Silvestri 4-IV-1922. Slonta (40 km. al sud di Cirene) un es.! leg. U. Bolsi 1928, Porto Bardia, 93-XI-1926, 3 es.! leg. Confalonieri.

Falzoni 1923: Bengasi, Lete, El Abiar, Tolméta, Derna (leg.

Ghigi). Dodero 1925: Derna, El Fetejah, Sidi el Garbaa (leg. di

Festa). Dodero (in litt.): Bengasi e Cirene, leg. G. C. Kruger. - Descritto d’ Egitto. Lo stesso Dejean lo indica pure di Tripoli e con dubbio di Siria e dell’ Asia Minore. Diffuso nella Siria, Basso Egitto, Cirenaica, Tripolitania e Tunisia sud-orientale. Si tratta dunque d’una specie del Mediterraneo orientale, la quale manca nella Tunisia occidentale e nel resto del Nord Africa, dove viene sostituita dal Broscus politus (*) Del.

Siagona depressa Fabr.

Stagona depressa Bedel, Cat. Col. Nord-Afr. 1897, p. 108.

Dodero (in litteris): Bengasi! leg. G. C. Kruger.

Isole Canarie, Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto, Siria, Persia, Transcaspio. ‘Si estende all’ isola di Creta, Grecia, isole Ionie, Italia meridionale, Andalusia. Si trova DS nel Seneca e nella Nubia.

Bembidion Tethys Net.

Bembidion Tethys Gridelli, Boll. Soc. Ent. Ital. 1929, p. 114,

Venne raccolto a Cirene! da G. C. Kriger (coll. R. Uff. i Agrario Bengasi). ie

L'area di diffusione di questa specie, descritta da Negli ; come semplice varietà dell’ obtuswm, non è ancora esattamente | nota, specialmente per quanto riguarda il Mediterraneo orientale. Credo però di non errare considerandola come un elemento fau- : nistico circummediterraneo. +

(1) Broscus politus Dej. Descritto di Sicilia (Dejean, L CUI: 430). Nate (alitze più. allungate, più parallele; episterni del metatorace e lati dei primi sterniti addomi- nali punteggiati. Algeria, Tunisia, Sicilia. Manca del tutto nella Tripolitania e nei paesi ad oriente della stessa. Indicato erroneamente di Tripolitania da Karsch © (1881, Uadi Mader, Rohlfs) e da L. von Heyden (Tripolitania, Quedenfeldt, ved.

Deutsch. Ent. Zeitschr., 1881, p. 66); si METE in realtà del DLAI (ved. Bella 1, Weep, ae Obs.).

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB Bembidion vicinum Lucas

G. Mill, Besa -Tab. 89, 1920, = 67.

i Dodero (in litteris): Cirene!, leg. G. C. Kruger. Forma tipica. Regione mediterranea (1).

STR DI On laetum Brullé

Bembidion no Bedel, Cat. Col. Nord-Afr. 1896, p. 63. Pa G. Miill., Koleopt. Rundsch. VII, 1918, p. 111.

fini di Bengasi, 6 es.! leg. Zanon; Cirene, 1 es.! leg. uu Bolsi, 1928; Porto Bardia, 2 es.! marzo 1927, leg. Confalo- jeri. El 00) un es.! 14-IV-1922, leg. Silvestri. | Bengasi: Fuehat, nell’ orto, aprile 1916 (Zanon 1922). Merg, leg. Festa, aprile (Dodero 1925). Cirene e Bengasi,

3 leg. G. C. Kriger (Dodero in litt.). ; | Regione mediterranea, coste atlantiche del Marocco, isole

anarie; Portogallo.

Bembidion praeustum De).

ia

| Bembidion pie Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. I, 1892, p. 165. G. Mill., Koleopt. Rundsch. VII, 1918, p. 85.

Gridelli, Boll. Soc. Ent. Ital., 1929, p. 116.

BG. NO: Kriiger raccolse a Derna ! un esemplare riferibile È, con tutta certezza alla forma tipica della penisola balcanica e

Li La (vedi Gridelli, 1. c., p. 117). |

Ma, Peat as’ Vere No ANSA Bet hee ~~) TU)» Oe | F - fa Ò VO UTI Mi LIRA Tao > a } ev rg I Cx eR On EST ri } peel) Ù À . i it

16 | ; E. GRIDELLI

Bembidion jordanense Pioch. Bembidion jordanense Bedel, Cat. Coleopt. Nord-Afr. 1896, p. 65.

Porto Bardia!, 10 esemplari raccolti da Confalonieri nel letto dell’ Quadi Gerfan, nell’ aprile 1927 (coll. Museo Civ. Genova); do Porto Bardia !, leg. G. €. Kruger, marzo 19277) es ns È Fuehat!, un esemplare (!) raccolto da Zanon nell’ aprile 1918. i (coll. R. Uff. Agrario Bengasi).

Gli esemplari di Cirenaica da me esaminati hanno le elitre molto chiare, col disegno a croce oscuro sfumato, bruno; nella maggior parte dei casi il ramo trasversale è interrotto sicchè ne risulta una zona suturale bruna, terminante nel terzo apicale mediante una dilatazione subcircolare, alla cui altezza (presso all'orlo) si distinguono d’ambo i lati i resti del ramo trasversale, spesso appena distinti; la colorazione è quindi molto simile a quella di esemplari del B. serdicanum (?) Apflb. raccolti da A. Schatzmayr nella pianura del Vardar! (Macedonia). |

Descritto di Palestina (La Brùlerie). Palestina, Sinai, Cire- naica !, Tunisia ed Algeria (Bedel). Venne citato pure delle Canarie (atlanticuin Woll. pars, ved. G. Muller, |. c.). Si spinge ad oriente fino nella Persia settentrionale ! (leg. Doria 1862-63) ed al sud fino a Jedda ! (leg. Sharp); questi esemplari si trovano nelle collezioni del Museo Civico di Storia Naturale di Geriova.

(1) Bembidion testaceum Duft.— Va radiato dall’elenco della fauna di Cirenaica. Citato da Zanon nell’ elenco del 1922, in seguito a determinazione errata dell’ esem- plare di jordanense succitato. © 4

(2) Bembidion serdicanum Apflb., Kaferf. Balkanhalbins. I, 1904, p. 92. Descritto su esemplari di Bulgaria (dintorni di Sofia). Molto simile al jordanense Pioch., col quale ha in comune la punteggiatura del vertice, però diverso per la statura minore, gli occhi nettamente più piccoli e meno convessi (meno globosi), il pronoto più ampio, a lati meno arrotondati, meno cordiforme, colla sinuosita che precede | Ù gli angoli posteriori meno profonda. Non ho potuto esaminare 1’ organo copulatore sd del gt. |

Considerato a torto da tutti gli autori e da G. Muller (Koleopt. Rundschau VII,

1918, p. 81) quale sinonimo del jordanense Pioch. (? megaspilum Walk.), dal quale è certamente distinto, se non forse come specie, almeno come una razza molto marcata. Vidi esemplari raccolti da A. Schatzmayr nella Macedonia: pianura del fe Vardar ! (coll. Dodero). pe .

Vanno certamente riferiti a questa specie gli esemplari di megaspilum citati da G. Muller (1. c.), di Bulgaria, Macedonia, Ungheria centrale (teste Daniel) e forse anche quelli dell’ Asia Minore.

Bembidion normannum Dej.

embidion normannum G. Miill., Coleopt. Rundsch. VII, 1918, p. 111.

Bengasi ! un esemplare della subsp. meridionale Ganglb., raccolto da G. C. Kriger e determinato da G. Miller (in coll. RSU Agr. Bengasi).

Secondo G. Miiller è specie del dani occidentale e elle coste atlantiche d’ Europa (fino alla Manica, nonchè nella

sola Borkum).

Tachys bistriatus (’) Dufts.

rachys bistriatus Ganglb., Kaf. Mitt-Eur. I, 1892, p. 178. ma » _Bedel, Cat. Col. Nord-Afr. 1896, p. 78.

. Bengasi | un esemplare della forma tipica, raccolto da Zanon

nel luglio 1919.

. Bengasi: Fuehat, nell’ orto, aprile 1918 (Zanon 1922). jodero (in litt.): Cirene, leg. G. C. Kruger.

. Europa, regione mediterranea, Marocco, Canarie, Madera.

Tachys haemorrhoidalis De).

ch mbidion haemorrhoidale Dej., Spec. Gén. Col. V, 1831, p. 58. chys haemorrhotdalis Bedel, Cat. Col. Nord—Afr. 1896, p. 75. hys (Sphaerotachys) haemorrhoidalis G. Miill., Stud, Entom. Trieste,

I, parte II, 1926, p. 95.

sa Oasi di Giarabub ! Sette esemplari, febbraio-marzo 1927, leg. alonieri (v. socéus).

. ( Vedi Entom. Blatt. 1922, p. 45: «Scheint im Egypten zu fehlen >». Venne

cato di diverse località della penisola del Sinai. :

(2) Secondo G. Miiller (Studi Entom. Trieste, I, parte II, 1926, p. 96) è specie

, perchè nell’ Istria (a meridione della punta di Salvore) e nella Dalmazia

ra) trovano, misti ad esemplari eguali a quelli dell’ Europa centrale, esem-

i diversi (ved.1. c.) riferibili forse all’ elongatus Dej. Non ho modo di decidere ela (essa cosa si verifichi anche negli esemplari di Cirenaica.

un, del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LIV. 28 Febbraio 1930.

18 E. GRIDELLIO

La specie è diffusa nell’ Europa media meridionale ed in tutta la regione mediterranea. Dejean descrisse collo stesso nome __ due forme i erse e precisamente:

esemplari di Dalmazia e di Spagna (elitre con siti apicale rossa), i quali vanno riferiti alla forma tipica nel senso degli autori moderni, ed

esemplari di Francia meridionale (es conca macchia apicale assente) riferibili alla var. wnicolor Ragusa (Nat. Sicil. 1887, p. 140).

Gli esemplari di Giarabub appartengono alla var. socius (Schaum) Bedel l. c., descritta dell’ Alto Egitto: ciascuna elitra con macchia omerale e subapicale rossa. Secondo Bedel (1. c.)_ nell’ Africa settentrionale predomina la var. socius; lo stesso fenomeno si osserva nell’ isola del Giglio, nell’ arcipelago toscano (vedi Grid. Ann. Mus. Civ. Storia Natur. Genova L, 1926, p. a

Dodero (in litt.): Cirene, leg. G. C. Kruger.

Tachys parvulus Dg.

Bembidion parvulum Dej., Spec. Gén. Col. V, 1831, p. 57. Tachys parvulus Bedel, Cat. Col. Nord—Afr. 1896, p. 77.

Bengasi ! Due esemplari della var. CMT ve luglio 1919, leg. Zanon. cu >

Bengasi: Fuehat, aprile 1918 (Zanon 1922), v. curvimanus co Woll. Mer

La specie è diffusa nell’ Europa media e meridionale e nella | regione mediterranea. Nella regione mediterranea predomina in mul quasi assoluto la var. curvimanus Woll. (quadrinaevus

Reitt.): elitre con macchia omerale ed apicale rosse. La forma 7 %

tipica si trova però sporadicamente anche nella regione mediter- | SU ranea: isola Galita ! (18-VII-1877, crociera del Violante) Tu- nisia; isola del Giglio! Toscana (Gridelli, Ann. Mus. Civ. Storia Nat., Genova L, 1926, p. 439).

Tachys scutellaris Fisch.

Un solo esemplare raccolto da G. C. Kriger a ee determinato da G. Miller (in coll. R. Uff. Agr. Bengasi). Specie largamente diffusa nel Moiierenen e ture le cost europee. |

4 ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB

Trechus quadristriatus Schrank

Ti rechus quadristriatus Jeann., Abeille X XXIII, 1927, p. 295.

RI 4 Eiigiero (in litt.) : Cirene, leg. G. C. Kruger (vedi Jeannel, i . c. p. 301).

Specie diffusa in tutta |’ Europa ed in una parte dell’ Asia centrale. Secondo Jeannel essa si è diffusa nel Basso Egitto e

nella Cirenaica mediante migrazione dalle regioni asiatiche confi- | nanti e non venne segnalata del resto dell’ Africa settentrionale,

| ad eccezione dei dintorni di Orano. L'autore considera tale colo-

| nia come dovuta a trasporto accidentale.

vB | é Pogonus chalceus Marsh.

| Pogonus chalceus Bedel, Cat. Col. Nord-Afr. 1897, p. 88. : » » Reitt., Bestimm.-Tab. LXV, 1908, p. 10.

Bengasi !, tre esemplari, leg. G. C. Kriger, dicembre 1926, in coll. R. Ur. Agr. Bengasi. La forma del pronoto è variabile; uno di essi ha il pronoto più stretto ed evidentemente meno arro- È | tondato ai lati che gli altri due.

Dodero (in litt.): Bengasi !, leg. G. C. Kriiger, alcuni esemplari.

_ Rive del mare e dei bacini salati continentali. Descritto d’In-

| ghilterra; diffuso in tutta l'Africa settentrionale (Egitto compreso),

| gran parte delle coste mediterranee europee, coste atlantiche del

e e d’ Europa. Si trova pure nella Germania. Non venne

‘A mai i raccolto nella Venezia Giulia e nella Dalmazia (ved. Miller, udi LE I, Trieste 1926, p. 133).

Syrdenus Grayi Woll.

Po Pogonus Grayi Bedel, Cat. Col. Nord-Afr. 1897, p. 90. ye Reitt., Bestimm.-Tab. LXV, 1908, p. 5.

7; PAC è RO

Dodero (in litteris) : Bengasi !, eee G. C. Kruger. Egitto:

PO cco, Algeria, Tunisia, Basso Egitto, Cipro. Si trova pure a | Sl e nel eek Faro !, Ha i ey.

20 E. GRIDELLI

Licinus aegyptiacus Dej. ae 4

Licinus aegyptiacus Dej., Spec. Gén. Col. II, 1826, p. 398. » » Reitt., Verh. naturf. Ver. Briinn, XXXVIII, 1900, p. 149.

il

| { Di

Porto Bardia, 22-XI-1926, un es. ! leg. Confalonieri; Bengasi h-TV-1922, 3 es. ! leg. F. Silvestri (due molto immaturi).

Zanon (1922): Fuehat (Bengasi), comunissimo ovunque, aprile e maggio. Nell’aprile 1915 ne ebbe luogo un’ invasione, venuta dal sud col Ghibli. Dodero 1922: Bengasi (Fuehat) e Ghemines, leg. Festa. Dodero 1925: Bengasi, Merg, Tolmeta, Técnis, Cirene, Chersa, Sidi el Garbaa, Derna, El Fetejah (leg. Festa). Falzoni 1923: Bengasi, Fuehat, Lete (presso Bengasi). Dodero (in litt.): Bengasi, leg. G. C. Kruger.

Descritto di Egitto. Secondo Reitter nei a-Creta, nell'Asia i Minore, nella Siria e nell’ Egitto. È dunque una specie orientale, che si trova lungo tutta la costa della Cirenaica, spingendosi ad 1 occidente fino a Ghemines. Manca del tutto nella Tripolitania e nel resto dell’ Africa settentrionale.

Ter

sie

=

eke

a ee pe me re

SS et EIA ROSTA

| Anthia sexmaculata F.

Anthia secmaculata Bedel, Cat. Col. Nord-Afriq. 1914, p. 307.

7

Forma tipica: L'orlo bianco delle elitre è limitato alla meta apicale ed è separato dalla macchia Sedi da un lane tratto, nero. sii i Non venne mai raccolta nella Cirenaica. Secondo Bedel (lie) essa è largamente diffusa nelle zone meridionali della Tunisia ed | Algeria; le forme di passaggio alla razza seguente si trovano nel sud-est della Tunisia ed in Tripolitania. tax

Vidi esemplari di Algeria (Biskra !, Bou-Saada !, R. Oberthiin, | Tunisia (Metonia !, Antinori 1875; Tozeur !, A. Kerim 1873), Tripolitania (Sidi Mesri ! e Tagiura ! presso Tripoli, 1923-24, Silvestri). Gli esemplari suddetti corrispondono perfettamente alla. forma tipica sensu Bedel. Conosco però la subsp. marginata Latr.

di Tunisia (Nafta ! leg. A. Kerim, 10-V-1873). ti

Var. marginata Latr. (Bedel 1. c.): L'orlo bianco delle elitre __ è completo, esteso dall’ apice (dall’ altezza delle macchie apicali) fino alla macchia omerale, colla quale è unito. Di solito è pre-

pi Bic co] Deserto the (oasi di El-Baharieh, leg. Cailliaud), diffusa nell’ Egitto; si trova anche nel Tibesti (teste Bedel). Cirenaica: Oasi di Giarabub !, febbraio 1927, un es. leg.

chiette discali su ciascuna elitra: una nella metà del quarto intervallo ed una nel secondo, all’ altezza della grande macchia del sesto intervallo; negli altri tre esemplari mancano completa- mente macchie discali (tranne s’intende quelle del sesto inter- vallo). Zuetina ! leg. G. Botto 1918, 4 es. in coll. Mus. Civ. Genova. ._ Specie etiopica; nella Cirenaica si trova dunque soltanto la varietà del deserto libico egiziano. La specie venne pure citata delle oasi di Augila e Gialo (leg. Rohlfs, in Karsch, Berl. Ent. _ Zeitschr. 1881, p. 42); ignoro di quale forma si tratti. Vedi pure Alfieri (Bull. Soc. Ent. Egy Do 1920, p. 41): Lanafet e Rissan “Sai

Anthia venator Fabr.

Raccolta da Rohlfs nelle oasi di Augila e Gialo (Karsch, Berl. Ent. Zeitschr. 1881, p. 42). Secondo Bedel (I. c. p. 306) essa è diffusa in tutta la regione sahariana: Algeria meridionale, Tuni- ‘sia meridionale, Tripolitania, Cirenaica (Augila e Gialo), Egitto - (Deserto Libico) nonchè nel Senegal Pe e nel Pougels

Carterophonus femoralis Coquer.

Iphonus femoralis Bedel, Cat. Col. Nord-Afr. 1899, p. 141).

| Bengasi !, un esemplare raccolto da G. C. Kriger (det. Dodero, | Il. Dodero), identico ad un esemplare di Tunisia (Souk el-Arba |}, g. Normand) della stessa collezione.

| Marocco, Algeria, Tunisia, Portogallo, Spagna (Nuova Castiglia), cilia (teste Bedel).

ee

99 E. GRIDELLI

Carterus (Macrocarterus) Silvestrii nov. spec.

Corpo nero, lucido; antenne e zampe d’un nero-bruno, molto

oscuro; palpi più chiari, bruno-rossicci. Pubescenza giallo-bruna, oscura. Capo molto grande, con tempie dietro agli occhi appena gon- fiate. La punteggiatura è abbondante e densa, formata da punti grossi e profondi, densa ai lati della fronte, accanto agli occhi, più rada nel mezzo, più fina lungo la base, quasi obliterata sulle tempie, irregolare e più o meno rugosa sul clipeo. La punteg- giatura del capo varia però leggermente; lo stesso dicasi della forma del labbro superiore (che può avere I’ orlo anteriore tron- cato in linea retta oppure smarginato nel mezzo) e del clipeo, il cui orlo anteriore è nel suo complesso ampiamente concavo, con due denti mediani, stretti ed acuti, lunghi, oppure larghi, corti ed ottusi, separati da un intervallo maggiore.

Antenne più lunghe del capo e pronoto, presi insieme.

Pronoto fortemente trasversale, circa una volta e mezzo più largo che lungo, di forma molto simile a quella dell’ astaticus, ossia fortemente arrotondato e dilatato ai lati nella metà ante- riore, cordiforme, fortemente ristretto posteriormente. Vicino alla base l’orlo del pronoto cambia bruscamente direzione e corre per un certo tratto perpendicolare all’ orlo basale, formando così angoli posteriori bene evidenti, quasi retti, col vertice arrotondato. In seguito al forte ristringimento la base è circa larga quanto la metà della massima larghezza del pronoto. Il lato del pronoto è orlato in quasi tutta la sua lunghezza; l'orlo rilevato è però com- pletamente obliterato per un buon tratto vicino agli angoli poste- riori. La linea mediana è impressa; l'impressione è obliterata anteriormente e posteriormente. La punteggiatura è formata da grossi punti, addensati ai lati, radi sul disco, d’ambo i lati della linea mediana e lungo Il’ orlo anteriore; densi e formanti rughe alla base, tra gli angoli posteriori.

Elitre appena più larghe del pronoto, con omeri bene svilup- pati, leggermente dilatate ai lati, profondamente striate; inter- valli con una serie quasi regolare di grossi punti.

Tutto il corpo porta una pubescenza rada, formata da lunghi peli eretti, d’ un color giallo-bruno oscuro.

ESPLORAZIONE DELL'OASI DI GIARABUB

Specie affine all’ asiaticus (1) Chaud., ma bene distinta per. il colore nero delle zampe e delle antenne, per gli angoli poste- | riori del pronoto non orlati e quindi meno nettamente marcati __ e maggiormente arrotondati al vertice (nell’asiaticus l'orlo rile- vato del pronoto continua fino al vertice dell’ angolo posteriore), «perla punteggiatura degl’intervalli delle elitre un po’ più grossa, la pubescenza più lunga e più oscura e specialmente per le elitre molto più corte e quindi relativamente più larghe, a lati non paralleli, bensì evidentemente, per quanto poco, dilatate ai lati dopo la metà. La statura è inoltre notevolmente minore. _ Differisce dal cephalotes Dej. per la statura minore, il clipeo con parecchie setole d’ambo i lati, gli angoli posteriori del pronoto non orlati esternamente, le elitre molto piu corte, la pubescenza molto più lunga, ecc. « Lungh.: 12-44 mm. Tipi: Dintorni di Bengasi: El Guarscia, due esemplari raccolti dal Prof. F. Silvestri il 4 aprile 1922 (coll Mus. Civ. Genova e R. Laboratorio Entomologia Agraria dr Portici). Un altro esemplare venne raccolto a Bengasi ! da | V. Zanon (2) (coll. Mus. Civ. Genova). Vidi inoltre un esem- | plare di Fuehat ! (Bengasi), maggio 1916 (leg. Zanon ed uno % raccolto a Ain Mara ! da G. C. Kruger, nell’ ottobre 1927 (am- bidue in coll. R. Uff. Agrario Bengasi). i Questa specie è molto diffusa nella Cirenaica; essa venne rac- colta e citata più volte col nome di aszaticus Chaud. o di _cephalotes Dej. | a Zanon (1922) la cita col nome di asiaticus ial (esemplari a raccolti a Zavia Tilimun, nel maggio 1919, sotto pietre). Falzoni (1923) cita con dubbio quale asiaticus un esemplare raccolto dr da Ghigi a El Fetejah; Dodero (1925) la indica, sempre col

—»—‘(* Carterus asiaticus (Chaud.) Piochard de La Brùlerie, Monographie des Dito- -mides, Abeille 1873, p. 41. Specie dell’ Asia Minore, di Siria e Palestina, dal Mar Nero ai confini del deserto egiziano. Vedi inoltre Reitter (Verh. naturf. Ver. Briinn XXXVIII, 1900, p. 49), il quale la indica pure d’ Egitto. Ho potuto esaminare un mi esemplare di Siria, avuto da Schaum nel 1861, ed uno raccolto nell’ isola di Cipro ! _ Non si trova-nella Cirenaica. Gli esemplari citati con questo nome da Zanon | (1922), Falzoni (1923) e Dodero (1925) sono C. Silvestrii mihi. (2) Carterus cephalotes (Dej.) Piochard 1. c. p. 39; Reitt. Lc. p. 49. Citata da Zanon (1922) di Cirenaica in base all’ esemplare suddetto. La specie va radiata dall’ elenco dei Coleotteri di Cirenaica. Essa si trova nella Spagna meridionale, | Portogallo e Marocco, mentre manca nell’ Algeria ed in tutto il resto dell’ Africa settentrionale.

DICE E. GRIDELLI

nome di aséaticus, di: El Fetejah, Sidi Garbaa, Uadi Cuf, Tecnis, Tolmetta, Merg.

La specie è dunque diffusa in tutta la Cirenaica occidentale, da Bengasi a El Fetejah (Derna). Essa rappresenta forse una forma endemica; in ogni caso però essa è molto piu affine. all’ astaticus iu orientale) che non al cephalotes (specie occidentale).

Oss. W. Stichel pubblico recentemente un interessante studio sulla filogenesi dei Ditomznt (Zur Phylogenesis eines geologisch jungen For- menkreises der Kafer, der Ditominen; Zeitschr. fiir wissensch. Insektenbiol. 1923) nel quale la costa africana, dal confine orientale della Tunisia fino all’ Egitto e Sinai, risulterebbe priva di specie di Ditomini (vedi Carta di diffusione a pag. 242 dell’ estratto). Anche in questo caso si vede come. sia pericoloso il trarre delle conclusioni basate sull’ assenza di qualche genere o specie in una regione qualunque, tanto più se così poco nota come la Libia. Del resto Stichel avrebbe dovuto conoscere i reperti, sia pure in parte errati, di Zanon (1922) il quale segnalava di Cirenaica la Specie suddescritta.

Ditomus sphaerocephalus Ol.

Ditomus sphaerocephalus Reitt., Verh. naturf. Ver. Briinn, XXXVII, 1900, p. 47. » « Bedel, Cat. Col. Nord-Afr. 1897, p. 120.

Dintorni di Bengasi: Fuehat, diversi es. ! leg. Zanon. Bengasi ! aprile 1926, .vn es. leg. G C. Kruger (in coll. \RXjd Agrario. Bengasi).

Zanon 1922: Fuehat, luglio 1916, comune sotto le pietre. Falzoni 1923: Derna, Fuehat, Gubba (leg. Ghigi). |

Francia meridionale, Italia, Sardegna, Sicilia, Tunisia, Algeria, penisola iberica. Si tratta dunque d’ una specie del Mediterraneo occidentale, la quale si spinge ad oriente fino a Derna. Questo. fatto rende probabile la sua presenza nella Tripolitania. Gli esemplari di Bengasi corrispondono perfettamente, sia per i carat- teri del tegumento sia per i caratteri dell’ aedeagus, agli esem- plari di Sardegna e Tunisia da me esaminati. |

Oss. Ditomus clypeatus Rossi. Bedel 1. c. p. 120; Reitt. 1. c. p. 45. a Specie del Mediterraneo occidentale, la quale si spinge ad oriente fino nella Dalmazia ed isole Jonie. Citata di Cirene da Falzoni (1923), leg. 7

Ghigi. Non vidi mai esemplari cirenaici di questa specie. i .

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB

Heteracantha depressa Brullé 298.

| Es- Sahabi maggio 1928, alcuni CE raccolti da

Tripoli leg. Invrea 1996. Vidi pure esemplari d’ Algeria: Bou- Shada, Tougourt ! (in coll. Mus. Civ. Genova). _ Descritta d’ Egitto e diffusa in tutta la regione sahariana; rive nella sabbia delle dune.

Acinopus (!) Doderoi Gridelli

| Acinopus Doderoi Grid., Boll. Soc. Ent. Ital. 1925, p. 130. 7 Bengasi: Fuehat !, leg. Zanon, marzo 1916, iO (Tipi: in coll. Mus. Civ. SUIT Vidi inoltre esemplari di Fuehat !,

" raccolti da Zanon nel marzo 1916 (determinati da Zanon per rassator Coq. e megacephalus Rossi): in coll. R. Uff. Agrario Bengasi. | Confalonieri trovò la specie a Porto Bardia ! (aprile 1927); questi esemplari differiscono da tutti gli esemplari di Bengasi ! per la smarginatura della carena dorsale della mandibola destra più profonda, però meno profonda e meno nettamente limitata _ che nel sabulosus. Venne citata più volte col nome di dass Coq.: Zanon 29 (Fuehat !, marzo 1916); Falzoni 1928 (Bengasi, El Abiar, religab, leg. Ghigi); Dodero 1925 (Uadi Kuf, Merg e Tolmetta, leg. Festa). Citato inoltre da Zanon (1922) di Fuehat ! e limun, col nome di megacephalus Rossi. Dodero mi comunica inoltre di possedere esemplari raccolti da G. C. Kriger a Bengasi e a Tobruch. - Specie endemica di Cirenaica, molto affine al sabulosus F.

26 3 E. GRIDELLI

Os. M’accorgo ora d’un deplorevole errore di penna, nella descrizione originale dell’ A. Doderoî (1. c.), che purtroppo non rilevai durante la correzione delle bozze. A pag. 131 nella quinta riga, invece di «anteriori» leggi: « posterztort ».

Harpalus (0phonus) subquadratus De}.

Ophonus subquadratus Bedel, Cat. Col. Nord-Afr. 1899, p. 139. Harpalus subquadratus G. Miill., Studi Entom. Trieste, I, parte II, 1926, p. 154, 171,

Vidi gli esemplari raccolti da Zanon (*) a Bengasi (Fuehat 3 es. 9, aprile 1916), in coll. R. Ufficio Agrario Bengali Dodero (1925) indica un esemplare di Uadi Kuf (leg. Festa), alquanto diverso dalla forma tipica per i tarsi posteriori meno pelosi. Non posso trovare alcuna differenza in questo riguardo tra gli esemplari di Cirenaica e gli altri a me noti.

Italia: Poggio Cavallo ! (dintorni di Grosseto, Toscana) leg. Andreini; isola Gorgona !, leg. Doria 1898; Spezia !, Genova ! (Liguria); Bracciano ! (Lazio); Tacquisara !, Tacco S. Antonio ! (Sardegna); Ajaccio ! (Corsica). Zante ! leg. Doria-Beccari 1880.

Secondo Bedel (1. c.) manca nell’ Africa Minore (difatti tutti gli esemplari da me esaminati, raccolti nei dintorni di Tunisi ! sono rotundatus Dej. e distinctus Ramb.). Muller (1. c.) lo indica dell’ Istria meridionale: Pola, Canidole (isolotto presso Lussino, nel Quarnero) e di Dalmazia (regione costiera). Schauberger (Coleopt. Zentralbl. I, 1926, p. 181): Europa meri- dionale, Mediterraneo orientale, Russia meridionale. Venne pure indicato dal Caucaso (Reitter).

Sembra essere dunque un elemento faunistico d’origine orien- tale, emigrato nella Cirenaica attraverso la Palestina e mancante del tutto nell’ Africa Minore. |

Ops. Seguendo Bedel e gli autori posteriori ho indicato la specie col nome di subguadratus Dej., al quale Bedel riunì quale sinonimo il

meridionalis De). Come giustamente osserva G. Miiller (I. c. p. 172)

Dejean (Spec. Gén. Col. IV, 1829, p. 210) descrive il subquadratus come diverso dal meridionalis per la forma del pronoto, il quale è «un peu plus long, un peu moins retreci postérieurement, et dont les Mee un

(1) Questi esemplari vennero determinati erroneamente da: Zanon per rotun-

datus Dej., e citati con questo nome nell’ elenco del 1922.

ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB

| peu sinués près de la base, forment avec elle un angle presque drott, ¢ Ron cependant le sommet est toujours un peu arrondi ». 0. subqua- dratus viene indicato da Dejean della Francia meridionale, Spagna, Dal-

| mazia e Morea; il merzdionalis della Francia meridionale. Gli esemplari di Cirenaica hanno i lati del pronoto convergenti poste- _ riormente in linea retta, senza sinuosità apprezzabile, angoli posteriori ottusi, piuttosto largamente arrotondati al vertice. Essi corrispondono quindi al meridionalis Dej., come nota Miiller per gli esemplari di | Venezia Giulia e Dalmazia e come è il caso per tutti gli esemplari da me esaminati, ad eccezione di uno della serie di Zante !, il quale differisce | dagli altri per i lati del pronoto con leggerissima ia e quindi gli as angoli posteriori un po’ meno ottusi. Credo quindi che le differenze indi- | cate da Dejean sieno dovute ad una certa variabilità della specie e che le due forme sieno realmente la stessa cosa, come suppone Bedel. Non È Mi si può pensare a due razze della stessa specie, dato che Dejean le descrive

«ambedue della Francia meridionale.

Harpalus (Ophonus) hirsutulus Dej.

«Specie mediterranea, la quale si spinge ad oriente nel Cau- ag caso, Transcaspio e Turchestan (Reitter, Verh. naturf. Ver. Brunn «XXXVIII, 1900, p, 68). Bedel (Cat. Col. Nord-Afr. 1899, p. 144) | la indica d’ Algeria e di Palestina.

Citato da Dodero (1925) dell’ Uadi Derna (leg. Festa).

ae te (Metophonus) syriacus Dej.

Miivane syrtacus Dej., o Gén. Col. IV, 1829, p. 238. onus syrtacus Bed., Cat. Col. Nord-Afr. 1899, p. 137. Le » Reitt,, Verh. naturi. Ver. Briinn XXXVIII, 1900, p. 58.

a Insetto piccolo, dal corpo giallo rossiccio, molto simile a un : | Dichirotrichus, però il penultimo articolo dei palpi mascellari ie porta numerose setole, le tempie hanno alcuni punti setigeri oe presso l’ orlo oculare, le elitre presentano una stria scutellare, l'orlo interno della parte inferiore dell’ occhio è separato da un pPtB0 intervallo dall’ orlo dell’ incisione mascellare, ecc.

i Reitter (1. c. p. 36) indica: «Oberlippe nicht ausgeschnitten, am Ende gekerbt». Negli esemplari da me esaminati l’orlo ante- riore del labbro superiore è continuo, integro, con una smargina- tura mediana piuttosto larga e profonda, d’ambo i lati della quale notano tre grossi punti setigeri, posti in serie in immediata vicinanza dell’ orlo.

98 | E. GRIDELLI

Agedabia !, leg. G. C. Kriiger, maggio 1928 (un es. in coll. R. Uff. Agrario Bengasi). Coll. Dodero: Tobruch !, leg. Alcide

Fiori 1913; Agedabia ! leg. G. C. Kruger.

Di Zanon (1922): Fuehat (Bengasi), steppa, sotto i sassi; a aprile 1916, comune.

fe: Tripolitania: Misurata ! leg. Andreini 1943 (coll. Dodero). sd Tunisia: Sfax !, maggio 1899, leg. Chobaut, (coll. Dodero). a | Spagna: Cartagena! presso Aguilas (prov. Murcia, in coll. Dodero). pd Descritto di Siria e d’ Egitto. Siria, Basso Egitto, Cirenaica,

di Tripolitania, Algeria, Tunisia, Spagna meridionale. Harpalus (Metophonus) nov. spec.

Bee Porto Bardia !, marzo 1927, un esemplare raccolto da Confa- | lonieri. Differisce dal syriacus per gli occhi un po’ più pic- coli e meno sporgenti ed il pronoto più stretto, molto più stretto delle elitre, della stessa forma, però con punteggiatura più fina e molto più rada e fortemente e largamente spianato ai lati negli angoli posteriori. Lungh. 5,5 mm. (Coll. Mus. Civ. Genova).

Mi astengo dal denominare questa specie in attesa di poterne. esaminare altri esemplari.

DI

Harpalus litigiosus Dej.

Harpalus litigiosus Dej., Spec. Gén. Col. IV, 1829, p. 361. » » Bedel, Cat. Col. Nord-Afr. 1898, p. 135. » » Reitt., Verh. ni: Ver. Briinn XXXVIII, 1900, p. 98.

Numerosi esemplari ! raccolti da Zanon a Bengasi (Cimitero Nuovo), maggio 1919.

Zanon 1922: Fuehat, steppe, sotto i sassi, aprile 1916, comune. Dodero 1922: Bengasi (Fuehat) , Ghemines, leg. Festa.

Falzoni 1923: Bengasi (Fuehat) leg. Ghigi. Dodero 1995: Derna (leg. Festa).

Regione mediterranea, Caucaso.

| Descritto di Francia sala nale e di Dalmazia.

Harpalus fulvus De).

Raccolto da Festa a Derna (Dodero 1925). Vive nelle sabbie delle coste marine e delle dune. Siria, Basso

PERE n Ma

E Peo

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 29

Egitto, Cirenaica (Derna), Tunisia, Algeria, Marocco (coste medi- terranee ed atlantiche), Spagna meridionale, Sicilia (Rottenberg; Pachino, Dodero in litt.).

Stenolophus teutonus Schrank

Falzoni (1923) cita esemplari raccolti a Cirene da Ghigi e Dodero (1925) lo indica come raccolto all’ Uadi Derna ed a Cirene

da Festa.

Recentemente (G. Miller, Studi Entom. I, Trieste 1926, parte II, p. 185) lo Stenolophus teutonus sensu strict. venne diviso in due specie: teuwtonus Schr. ed abdominalis Gené. Nel 1928 Schauberger (Coleopt. Centralbl.) ignorando il lavoro di Muller indica l’abdominalis Gené quale specie propria, in base all'esame di 4 g' ed 1 9 di Macedonia, un gf di Caifa (Palestina) e due QQ di Lenkoran. Non dubito delle conclusioni alle quali

| è giunto Schauberger; faccio però notare che l’abdominalis Gené

è descritto di Sardegna e che è quindi per lo meno arrischiato di dare il nome di abdominalis: Gené ad una forma, in base all'esame di pochi esemplari (dei: quali soltanto due oo") tutti del Mediterraneo orientale, senza conoscere non solo esemplari topotipici (Sardegna: Cabras) ma nemmeno esemplari del Medi- terraneo occidentale.

Non ho avuto occasione di esaminare gli esemplari suddetti di Cirenaica.

Egadroma marginata De).

Stenolophus marginatus Dej., Spec. Gén. Col. IV, 1829, p. 427.

Acupalpus marginatus Bedel, Cat. Col. Nord—Afr. 1899, p. 156.

Stenolophus marginatus Reitt., Verh. naturf. Ver. Brinn, XXXVIII, 1900, Day lou, ?

Bengasi (dintorni), luglio 1919, un es. ! leg. Zanon.

Zanon 1922: Bengasi (Fuehat), steppa, sotto i sassi, comune, aprile 1916.

Descritto di Spagna, Francia merid., Corfu, Egitto. Diffusa in tutta la regione mediterranea, Caucaso, Transcaspio e Turchestan.

30 E. GRIDELLI

Dichirotrichus (‘) cbsoletus De). Dichirotrichus obsoletus Bedel, Cat. Col. Nord-Afr. 1899, p. 150.

Dodero (in litt.): Bengasi !, leg. G. C. Kruger. Gli esemplari di Cirenaica sono identici ad altri raccolti a Misurata ! (Tripoli- tania) dal Dr. Andreini; essi differiscono leggermente dagli esem- plari europei, specialmente per la statura costantemente minore. Ritengo utile uno studio ulteriore.

Europa media e meridionale, Mediterraneo.

Amara metallescens Zimm.

Amara metallescens Bedel, Cat. Col. Nord-Afr, 1899, p. 170.

Dintorni di Bengasi, numerosi es. !, marzo 1920, Zanon leg.

Zanon 1922: Bengasi (Fuehat), steppa, sotto i sassi, aprile 1916, comune. Falzoni 1923: Bengasi (Ghigi).

Nei cataloghi la specie viene indicata come diffusa nel Medi terraneo occidentale: Madera, Marocco, Algeria, Tunisia, Spagna, Baleari, Sardegna, Corsica. Bedel (1. c.) la indica pero di Tripo- litania (vedi Karsch 1881), nonchè di Alessandria d’ Egitto e di Bagdad (esempl. controllati personalmente). Io conosco esemplari di Tripolitania: Misurata ! novembre 1913, leg. Dr. Andreini. Si tratta dunque d’una specie del Mediterraneo occidentale, la quale si spinge ad oriente, lungo le coste del Nord-Africa fino alla Siria, mentre sembra mancare nella Balcania, Egeo ed Asia Minore. Apfelbeck (Kaferf. Balkanhalbins. I, 1904) non la cita di queste regioni.

Amara Gridellii Baliani

Amara (Leiocnemis) Gridellii Bal., Boll. Soc. Ent. Ital. 1928, p. 101.

Specie molto vicina alla Cottyi Coq., ma molto hene distinta (vedi descrizione originale). Raccolta da Zanon nei dintorni di

Bengasi ! (Soluch) insieme a molti ARTI della Cottyi. Tipi:

Museo Dio di Genova.

(1) Nella Tripolitania: Misurata ! venne raccolto dal Dott. A. Andreini (41913) il

Dich. punicus Bedel, descritto e citato finora soltanto del litorale della Tunisia (Dodero determ.).

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 31

Amara Cottyi Coquer.

Amara Cottyi Putz., Monogr. Amara, 1870, p. 55. » » Bed., Cat. Col. Nord—Afr. 1899, p. 173.

Numerosi esemplari raccolti da Zanon a Soluch ! (marzo 1919) ed a Bengasi (Fuehat !, marzo 1920).

Zanon (1922): fuchat steppa comunissima; nell’ alle 1916 ve ne fu una invasione proveniente dal sud. Dodero (1922): Ghemines, leg. Festa. Dodero (1925): Merg, leg. Silvestri, un es. (verisim.). Falzoni (1923): Bengasi (Fuehat), Derna, leg. Ghigi.

Secondo Bedel diffusa: Canarie, costa africana dall’ Algeria all’ Egitto, Siria meridionale: da Gerusalemme a Damasco. Putzeys (1. c.) la indica soltanto d’ Algeria e delle Canarie.

Vidi esemplari d’ Algeria: Bou-Saada ! (Oberthur) e di Tu- nisia: Tozeur !, Kairouan !, leg. Abdul Kerim.

Oss. A. Baliani (Genova) il quale ebbe la cortesia di rivedere tutte le Amara di Cirenaica mi comunica che gli esemplari di Coty? della Cirenaica, non sono perfettamente corrispondenti a quelli di Tunisia e d’ Algeria. Noto a questo proposito che Putzeys (1. c. p. 56) descrive d’Alessandria l Amara aenescens: « Elle ne dijffére de VA. Cottyi que par sa couleur plus claire en dessus, constamment plus foncée en Gessous; son corselet un peu plus etroit et dont la fossette basale externe est beaucoup plus petite; la base porte a peine quelques points; les stries des élytres sont plus fines, leur ponctuation est plus distincte, les intervalles sont plus plans ». Bedel (1. c.) la considera sinonimo della Cottyz, però senza aver esaminato gli esemplari tipici.

Non ravviso nell’ A. Cottyî di Cirenaica i caratteri indicati da Putzeys per l aenescens; in ogni modo è molto probabile ch’essi sieno aenescens, se questa forma dovesse un giorno risultare specificamente diversa dalla Cottyz. Lo stesso dicasi degli esemplari di Siria citati da Bedel.

Amara (') cyrenaica Baliani Amara cyrenatca Bal., Boll. Soc. Ent. Ital. 1928, p. 102.

Descritta su esemplari raccolti da Zanon nei dintorni di Ben- gasi !. Non conosco altri esemplari, oltre a quelli della serie tipica, conservata nel Museo Civico di Genova.

(1) Zanon (1922) indica di Bengasi (Fuehat) l’Amara brevis Dej. Ho potuto esa- minare due esemplari della coll. Zanon (R. Uff. Agr. Bengasi) determinati da Zanon

‘9 di,

392 E. GRIDELLI

Amara rufescens De.

Zanon (1922): Bengasi (Fuehat), steppa, sotto i sassi; aprile 1916, comune. Falzoni (1923): Bengasi (Fuehat), due es. leg. Ghigi. Dodero (1925): Bengasi; leg. Festa. Dodero (in litt.): Bengasi, leg. G. C. Kruger.

Non vidi mai esemplari di Cirenaica. Bedel (1. c.) indica quale area di diffusione le regioni desertiche d’ Algeria e e Tunisia, il Basso Egitto e la Palestina.

Amara simplex Dej. Venne indicata da Falzoni (1923) di Bengasi e di Derna, su

esemplari raccolti da Ghigi. Non ho esaminata, gli esemplari, però la presenza di questa specie nella Cirenaica è molto probabile.

Conosco esemplari di Tunisia (Gafsa !, Kairouan !, leg. A. Kerim

1878) e di Tripolitania (Misurata !, leg. Dr. Andreini 1913) e Bedel (1. c.). la indica come diffusa nella Spagna centrale ed orientale, Algeria, Tunisia, Tripolitania, Palestina e Mesopotamia.

Zabrus ventricosus (') Zimm.

Porto Bardia, novembre 1926 e marzo 1927, 5 es. ! leg. Con- falonieri; Marsa Luch (Tobruch), novembre 1926, un es. |, leg. Confalonieri. o

Dodero 1925: Tolmete, un esemplare, leg. Festa.

con questo nome. Sono naturalmente tutt’altra cosa, per cui lA. brevis va radiata dal catalogo della Cirenaica. Essi sono:

Amara spec. ?, un g, leg. Zanon. Soluch ! maggio 1919. Identico al tico i della cyrenaica, però l’ orlo apicale del processo prosternale porta soltanto due pori setigeri (nella cyrenaica quattro), i femori medii portano inferiormente tre pori setigeri (nella cyrenaica cinque), i femori posteriori pure tre pori setigeri (nella cyrenaica quattro).— Non so trovare altre differenze sensibili, per cui ritengo trattarsi d’ un esemplare aberrante della cyrenaica. i

Amara spec.?, una Q, leg. Zanon. Fuehat, aprile 1916. Pure o simile un cyrenaica, però il prosterno ha due pori setigeri evidenti (un terzo punto, asimme- trico, a sinistra, sembra essere accidentale, non umbilicato), femori medii con quattro pori setigeri, femori posteriori con tre pori setigeri. Differisce inoltre per il corpo più stretto e le elitre più opache. Non posso stabilire se questa Qu appartenga alla stessa forma del gf suddetto, anzi ne dubito molto.

(1) Il Dott. G. Muller, al quale inviai un i in esame, mi comunica gen- | tilmente che esso corrisponde perfettamente alla descrizione di Ganglbauer (Munch. Kol. Zeitschr. IV). Non ho avuto modo di consultare la descrizione originale.

=

| ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 39

- Non conosco la descrizione originale di questa bella specie (facilmente riconoscibile per il suo colore giallo), pubblicata da Zimmerman (Rev. Zabr. 1831, p. 72). Ferrante (Bull. Soc. Ent. Egypte 1918, p. 29) lo cita di Egitto; Hammam (Dakahlieb),

una 9 (il g sarebbe ancora ignoto); insetto notturno, vive sotto

le pietre nelle pianure sabbiose. Pic (Bull. Soc. Ent. Egypte 1993,

3 p. 125) lo indica pure d’ Egitto: Mariout (leg. Carneri).

SITI VADER E SI TO eae ete Sep ee © - pri

alii dei

L’ esemplare succitato di Tolmetta venne determinato da

| Peyerimhoff ed è eguale agli esemplari di Porto Bardia e Marsa » Luca.

Specie citata finora soltanto di Egitto. Pterostichus barbarus De). Platysma barbara Bedel, Cat. Col. Nord-Afr. 1899, p. 192. La forma tipica è molto comune a Porto Bardia ! (marzo - aprile 1927, leg. Confalonieri). Bengasi, un es.! 4-IV-1922 leg.

Silvestri. Cirene !, un es. leg. Anti 1928. Zanon 1922: Bengasi (Fuehat), steppa, sotto i sassi, maggio

1916 e novembre 1917. Dodero 1922: Fuehat, Ghemines (leg.

Festa). Falzoni 1923: Bengasi (Fuehat), Tolmetta (leg. Ghigi).

Dodero 1926: Derna, Merg, Tolmetta, Apollonia, El-Coefia (leg.

Festa). Dodero (in litt.): Cirene e Tobruch, leg. G. C. Kruger. Specie comune in tutto il Nord-Africa. Regione mediterranea.

Pterostichus Wollastoni Woll.

__ Feronia Wollastoni Mars., Abeille 1880, p. 297. | Pterostichus Martini Bedel, Ann. Soc. Ent. France 1895, Bull. p. CCCXLV. Pterostichus Wollastoni Bedel, Cat. Col. Nord-Afr. 1899, p. 189.

Oasi di Giarabub !, tre esemplari raccolti da G. C. Kruger nel luglio 1926.

Descritto di Madera; ridescritto da Bedel su esemplari del Sahara algerino e tunisino; citato anche della penisola del Sinai

(Ent. Blatter 1922, p. 46).

Specie desertica, diffusa in tutto il Sahara ed a Madera.

Ops. La specie è affine al Pter. advena Quens. (regione del Caspio)

ed al Pter. conformis Dej. (Egitto !).

Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LIV (17 Marzo 1930). 3

SA T Vis

34 E. GRIDELLI

Pterostichus crenatus De). subsp.

Bengasi ! leg. G. C. Kruger, febbraio 1925, un esemplare in. coll. R. Uff. Agrario Bengasi.

Corrisponde al crenatus degli autori (Bedel, Cat. Col. Nord- Afr. 1899, p. 190; Reitter, Wien. Ent. Zeit. 1837 (peor Tschitscherine, Horae Soc. Ent. Ross. XVII, 1893, p. 485). Sono escluse le specie affini dell’ Oriente ed in modo particolare il pertusus Schaum ed aegyptius Tschit.

Conosco il crenatus delle località seguenti: Portogallo ! ed Algeria (ex coll. Castelnau); Kairouan ! (Tunisia, leg. A. Kerim . 1873); Palermo ! (Sicilia, leg. Ragusa 1871). L’esemplare di. Cirenaica suddetto differisce da questi esemplari per il colore decisamente nero, senza alcune traccie di riflessi bleu, il pronoto maggiormente arrotondato ai lati, le elitre più larghe e piu appiattite, con punti delle strie più grossi. E molto probabile che si tratti d’ una forma particolare di Cirenaica, d’ origine occiden-, tale indubbia, la cui definizione è però impossibile dall’ esame d’un solo esemplare. A. Schatzmayr, al quale comunicai in esame |’ esemplare, lo ritiene eguale ad esemplari di Casablanca (Marocco) e del Portogallo, ma non ad esemplari di Sicilia, i quali sarebbero diversi da quelli delle località suddette.

Pt. crenatus (*) Dej. (descritto di Portogallo) è diffuso nella Spagna meridionale, Portogallo, Canarie orientali, Marocco, Algeria, | Tunisia, Sicilia.

Calathus fuscipes. Goeze

G. C. Kruger raccolse a Cirene ! un esemplare riferibile senza alcun dubbio al fuscipes; un esemplare venne raccolto da Festa all’ Uadi Kuf !, nell’ aprile 1922 (in coll. Dodero). Ad essi va aggiunto l’ esemplare assai mutilato (vedi Dodero 1925) rac- colto pure da Festa all’ Uadi Kuf. Vidi inoltre un es. raccolto a Bengasi ! da G. C. Kriùger (in coll. R. Uff. Agrario Bengasi).

Riesce naturalmente impossibile di stabilire la forma alla

} (1) Venne pure citato d’ Egitto: Cairo e Wasta, vedi Ferrante, Bull. Soc. Ent. Egypte 1908, p. 127. La presenza del crenatus nell’ Egitto esige però una conferma ulteriore.

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ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 35

quale appartengono i tre esemplari da me esaminati. Certamente essi differiscono dalla razza dell’ Africa occidentale (algiricus

. Gaut.) e dal datus d’Italia, mentre s’ avvicinano alquanto (per

il pronoto a lati ristretti posteriormente) alle forme del Medi- terraneo orientale. Si tratta probabilmente d’ una forma particolare. La specie è diffusa nell’ Europa e Mediterraneo.

Calathus (!) mollis Marsh.

Calathus mollis Gridelli, Boll. Soc. Adriat. Scienze Natur. Trieste, XXV, 1911, p. 48. » » Gridelli, Ann. Mus. Civ. Genova, L, 1926, p. 453.

Bengasi : Fuehat !, aprile 1916, un o in coll. Zanon (R. Uff. Agrario Bengasi); citato da Zanon nell’ elenco del 1922.

Pronoto molto oscuro, bruno, con trasparenza rossiccia ai lati.

Dodero (1925) cita una 9 raccolta a Tolmetta da Festa e mi comunicò (in litt.) d’ aver esaminato esemplari raccolti da G. C. Krùger a Cirene.

Specie largamente diftusa nell’ Europa e nel Mediterraneo. Bedel (Cat. Col. Nord-Afr. 1900, p. 207) lo indica del Marocco, Algeria e Tunisia. Tripolitania: Ain Zara (Alluaud, teste Bedel, I. c.), Quadi Cherchera (Rohlfs).

Sphodrus leucophthalmus L. Sphodrus leucophthalmus Bedel, Cat. Col. Nord-Afr. 1899, p. 195.

Oasi di Gialo ! due esemplari, leg. G. C. Kruger (in coll. R. Uff. Agrario Bengasi).

Zanon (1922): Bengasi (Fuehat), comune negli orti e nella steppa. Dodero (1922): Bengasi (Fuehat), tre esemplari rac- colti da Festa. Dodero (1925): dintorni di Bengasi, due esem- plari raccolti da Festa.

Europa, Mediterraneo.

(*) Calathus melanocephalus L.; Gridelli, ]. c. Bedel (1. c.) lo indica di Algeria (région des Hauts- Plateaux) e Tunisia, nonchè dell’ isola di Pantelleria (teste Ra- gusa). Quest’ ultima citazione è certamente errata e si riferisce al mollis, dato che nel Mediterraneo il melanocephalus si trova soltanto nelle regioni montuose.

n 3 Ee * cal er z bu

36 ‘E; GRIDELLI -

Laemostenus picicornis De).

Sphodrus picicornis Dej., Spec. Gén. Col. V, 1831, p. 715. Laemostenus picicornis Bedel, Cat. Col. Nord-Afr. 1899, p. 199.

Porto Bardia, 6 73 ! leg. Confalonieri, II-1V-1927. Cirene. 1 Q, leg. Anti, VIILIX 1926. Bengasi (Fuehat) 9 99 !2 of, leg. Zanon. Bengasi, 4-IV-1922, 1 9, leg. Silvestri. Bengasi!,

nf Benedetti (coll. Mus. Civ. Trieste).

Zanon 1922: Bengasi (Fuehat), abbondante. Aprile Toho: Dodero 1922: Ghemines e Fuehat, leg. Festa. Falzoni 1923: Bengasi, Tolmetta, El Abiar, leg. Ghigi. Dodero 1925: Om Erzem (Z. Umm er-Rzem), El-Fetejah, Derna, Sidi-Garbaa, Bengasi (leg. Festa). Dodero (in litt.): Tobruch, leg. G. C. Kruger.

Descritto d’ Egitto. Egitto (Basso Egitto!, esemplari raccolti da Letourneux, in coll. Mus. Civ. Trieste); Cirenaica !; Tripolitania: Misurata! e Homs! (leg. Andreini 1913), Bil Milrha (Rohlfs, Karsch 1881); Tunisia: Sfax, El-Djem, isola Djerba (Bedel f. c.); Malta (melitensis Fairm.). Indicato di Cefalonia da Oertzen (vedi Bedel 1. c.).

Sembra mancare nel resto della Tunisia, Algeria e Marocco, ed è forse specie orientale. La presenza della specie a Cefalonia mi sembra dubbia.

Laemostenus complanatus cyrenaicus subsp. n.

Bengasi (Fuehat) 12 es. ! leg. Zanon. Bengasi! leg. Benedetti | (coll. Mus. Civ. Trieste). El Merg 2 es. ! leg. Silvestri 12-1V-1922. Cirene 1 es. ! leg. Anti VIII-1926. Cirene, 1 es. ! leg. U. Bolsi 1928. Slonta 1 es. ! U. Bolsi 1998. |

Citato col nome di complanatus da: Zanon 1922 (Fuehat, abbondante, aprile 1915); Dodero 1923 (El Fetejah, Derna, Sidi Garbaa, Chersa, Tolmetta, Merg, Bengasi; dal gennaio al maggio. Specie comunissima e rappresentata da molti esemplari, sopratutto | di Derna e regione circostante). Dodero (in litt.): Cirene, leg.

G. C. Kruger. ;

Determinando questa forma colla tabella analitica di Bedel

(Cat. Col. Nord-Afr. 1899, p. 196) s’arriva al numero 8, ossia

}

a ee a ee ee ee

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 37

al barbarus o al complanatus. Differisce dagli esemplari di complanatus da me esaminati (*) per le elitre più opache, nere, senza alcuna traccia di riflessi bluastri, con lucentezza grassa particolare e sopratutto per le strie delle elitre finissime, appena visibilmente oppure non punteggiate, molto più fine che nel complanatus, più fine che nella media dei picicornis e per le

interstrie piane.

Questi caratteri danno alla forma di Cirenaica un habitus particolare e la rendono molto più simile al picicornis che al complanatus.

Differisce dal bardarus (7) (Bedel 1. c. p. 197) per il pronoto assolutamente nero, senza traccie di riflessi bluastri o violacei, nonchè per le elitre meno opache, assolutamente nere, con strie finissime ed intervalli assolutamente piani.

La forma suddetta è con tutta probabilità una razza geogra- fica del complanatus, specie diffusa nella regione mediterranea ed importata in varie regioni del globo (America, Australia, ecc.).

Agonum marginatum L.

Falzoni (1923) indica la presenza di questa specie a Cirene, in base ad un esemplare raccolto da Ghigi. Dodero (in litt.): Cirene, leg. G. C. Krùger.

Europa, Mediterraneo, Siria, Caucaso.

Agonum Dahli Preudhomme de Borre

Indicato da Dodero (1925) dell’ Uadi Derna: 1 Q leg. Festa. Dodero (in litt.): Cirene, leg. G. C. Kruger. Europa occidentale, regione mediterranea.

Graphopterus serrator Forsk. Graphopterus serrator Bed., Cat. Col. Nord-Afr. 1905, p. 225.

La specie sembra essere abbastanza rara nella Cirenaica, dato che non ho potuto vederne che soltanto due esemplari; noto

(1) Vidi esemplari di complanatus Dej. di: Maiorca!; Cagliari! (Sardegna); din- torni di Tunisi! (leg. Doria 1882, det. Bedel). Essi hanno le elitre piuttosto lucide, nere con evidenti riflessi bluastri, le strie piuttosto profonde e nettamente pun- teggiate e le interstrie leggermente convesse.

Ferrante (Bull. soc. Ent. Egypte 1908, p. 73) cita il complanatus di Mariout (Egitto). È molto probabile che si tratti della subsp. cyrenatcus mihi.

(2) Vidi un esemplare di Casablanca ! (Marocco).

aghi

38 E. GRIDELLI

inoltre che nessuno degli autori i quali s’occuparono della fauna cirenaica ebbe occasione di citarla di questa regione.

Specie estremamente variabile, tanto da far pensare che si. tratti di diverse specie miste. E impossibile fissare quale forma prevalga nella Cirenaica, tanto più che i due esemplari da me esaminati appartengono a due forme ben diverse:

Es Sahabi ! V-1928, leg. G. C. Kruger, in coll. R. Uff. Agr. Bengasi; assolutamente identico al tipico serrator dei dintorni del Cairo !

Agedabia !, leg. G. C. Kruger (in coll. Dodero): diversissimo dalla forma tipica, riferibile senza alcun dubbio alla var. Juctuosus sensu Bedel |. c. Non deve destar meraviglia il fatto che ad Agedabia (Cirenaica occidentale) possa trovarsi una forma di Tripolitania.

La specie, intesa nel senso di Bedel, è diffusa nella Palestina, Sinai, Egitto, Cirenaica, Tripolitania, Sud della Tunisia e dell’Al- geria. Manca nella Tunisia ed Algeria na

Masoreus Wetterhalli Gyllh.

Harpalus Wetterhalliî Gyllh. (), Ins. Suec. III, 1813, p. 698. Masoreus Wetterhalli Bedel (pars), Cat Col. Nord-Afr. 1904, p. 227.

Porto Bardia, marzo 1927, 1 es. ! unicolore, 1 es. ! bicolore, leg. Confalonieri. Porto Bardia, marzo 1927, 1 es. ! unicolore leg. M. Cugia. DI

Gli esemplari suddetti corrispondono alla var. | testaceus Luc. | (sensu Bedel I. c.). Tibie posteriori con due setole nella metà apicale del lato esterno.

Questa varietà è diffusa, secondo Bedel, nelle Canarie orientali: Marocco, Algeria, Tunisia e Tripolitania. La conosco di Homs ! leg. Andreini 1913. La sua cattura nell’ estremo limite orientale | della Cirenaica fa pensare ch’ essa si trovi anche nell’ gio, essa viene spesso confusa colla specie seguente.

(1) «Habitat sub lapidibus in Gottlandia ad Slitò, rarius, Dom. Wetterhall; in Oelandia Dom. Marklin. Niger, nitidus. antennis pedibusque bestaceins Agata de- pressis, basi ferrugineis, ..... Cece:

+

ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB 39

Masoreus aegyptiacus De}.

È Masoreus aegyptiacus Dej., Spec. Gén. Col. III, 1828, p. 538. È È » var. aegyptiacus Bedel, Cat. Col. Nord-Afr. 1904, p. 227.

| Porto Bardia, marzo 1927, 6 es. ! leg. Confalonieri.

Dodero 1922: Bengasi (Fuehat). Ghemines, 2 es. leg. Festa. _ Dodero 1925: Derna, Tolmetta, pochi esemplari, leg. Festa.

a È una specie propria, e non una semplice varietà del Wet- . terhalli. Gli esemplari suddetti differiscono dal Wetterhalli testaceus di Porto Bardia e Homs per la statura notevolmente maggiore (6 mm.), il corpo più largo, sempre interamente giallo,

cati, non completamente arrotondati.

Le tibie posteriori portano lungo l’ orlo esterno due setole situate nella metà apicale come nel Wetlerhaili, ed una terza (1) setola, situata oltre alla metà, verso la base. Le tre setole sono | equidistanti tra loro. Notisi inoltre che le due forme si trovano | promiscue.

5 Descritto di Egitto. eae Cirenaica !; Tripolitania: Homs ! m 1919, leg. Andreini; Algeria: région dre (sec. Bedel, |. a. P. DI

Dromius vagepictus Fairm.

_ Dromius vagepictus Bedel, Cat. Col. Nord-Afr. 1907, p. 275.

a Agedabia !, Bengasi !, Ain Mara !, tre es. leg. G. C. Kriger (coll. R. Uff. Agrario Bengasi). Cirene ! leg. C. Anti, un es., det. Peyerimhoff. Bengasi (Fuehat !) due es. (?) leg. Zanon, «maggio 1916, agosto 1919 (coll. Zanon in R. Uff. Agrario Bengasi). i Dodero (1922): Bengasi (Fuehat) un esempl., leg. Festa. «Specie caratteristica delle regioni desertiche: Algeria meridio- . nale, Tunisia meridionale, Tripolitania, Arabia (nord-orientale : _ Ouàdij Jeten, teste Peyerimhoff).

7 (1) II numero delle setole suddette è costante e non soggetto a variazioni, come | ‘asserisce Bedel (1. c. p. 227, nota 5). Condivido perciò pienamente 1’ opinione di Dodero (4922 e 1925) il quale citò sempre l’ aegyptiacus quale specie propria.

cm (?) Demetrias atricapillus L. Zanon (1922) segnala la var. erythrocephalus Buyss., Ù su esemplari raccolti a Fuehat ! (maggio e agosto 1918) su olivi, mentre si nutri-

vano dell’ Aspidiotus hederae. Gli esemplari suddetti di Zanon (uno maggio 1946, l’ altro agosto 1919) sono in realtà Dromius vagepictus Fairm.

il pronoto più largo, più trasversale, con angoli posteriori mar-

40 E. GRIDELLI

Dromius erueifer Luc.

Dromius crucifer Bedel, Cat. Col. Nord-Afr. 1907, p. 278.

Zanon (1922): Fuehat !, maggio 1916. Fu da me colto mentre si nutriva dell’ Aspidiotus hederae sull’ olivo. Oltre all’esemplare suddetto ne vidi altri due, raccolti dallo stesso Zanon nel giugno 1919 (senza località, suppongo però trattarsi pure d’ esemplari di Fuehat).

La fascia nero bruna è divisa su ciascuna elitra in dui mac- chie, comunicanti mediante una zona sinuosa bruna molto stretta. La macchia esterna si estende posteriormente lungo il margine

. comunicando collo stretto orlo apicale bruno.

Dodero (1925): Tolmetta, un esemplare, n Festa.

Specie molto affine al melanocephalus, di diffusione poco nota. Bedel (1. c.) la indica del Marocco, e Tunisia (zone subdesertiche e littorali). Reitter (Wien. Ent. Zeit. 1905, p. 238): Siria (Akbes), Grecia, Corfù, Sicilia, Algeria. Io stesso (Ann. Mus. Civ. Genova, L, 1926, p. 455) ebbi occasione di citare un esemplare raccolto dal March. Doria nell’ isola Giglio (Toscana); esso ha le elitre colorate come gli esemplari suddetti di Bengasi.

Metabletus impressus cyrenaicus nov. subsp.

Differisce dalla forma tipica (') per la scultura di tutto il corpo e per il colore delle -zampe. La scultura corrisponde per struttura a quella della forma tipica, però è molto più ae

(*) Metabletus impressus Dej., Spec. Gén. Col. I, 1825, p. 246-247. sagitta Reitt. Wien. Ent. Zeit. 1896, p. 226; Bedel, Cat. Col. Nord-Afr. 1913, p. 286.

Zampe giallo-brune, coi femori largamente, ma leggermente, infoscati nel mezzo. Microscultura molto densa e grossa. Elitre con macchia omerale giallo - rossiccia quasi sempre molto oscura.

Descritto di Dalmazia (Dejean) e ridescritto di Grecia (Reitter). Manca in tutto il Nord dell’ Africa; ritengo dubbia I’ indicazione di Dejean: «On peut rapporter a cette variété un dà. que M. Schiippel 1 m’a envoyé comme venant d’Egypte, qui Stia » Dejean, 1. c. p. 247).

Piemonte: Monferrato ! (Fea), Torino! (Fea). Liguria: Savona ! Spezia ! (Doria Kerim). Toscana: Viareggio ! (Dodero), Firenze ! (Doria), isola del Giglio ! (Doria). Napoli (Emery). Sardegna: San Vito! (Gestro). Vidi pure esemplari di Zante ! (Doria - Beccari). Bedel (1. c.) lo indica d’ Italia (Romagna), di cone e di Corfu (teste Sahlberg).

Var. decorus Bedel, l. c. p. 283. Macchia omerale seguita da uno stretto orlo laterale rosso. Zampe interamente giallo-rosse. Algeri (Bedel).

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 4A

di conseguenza il corpo è molto più lucido. Le zampe sono molto più oscure: femori neri, tibie e tarsi bruno nerastri.

Porto Bardia, marzo 1927, 6 es. ! leg. Confalonieri. Bengasi:

Soluch, 13-V-1919, 9 es. ! leg. Zanon. Dintorni di Bengasi,

XII-1918, 1 es. ! leg. Zanon. Tipi in coll. Museo Civico Genova. Coll. R. Uff. Agr. Bengasi: Bengasi ! due es., aprile 1926,

leg. G. C. Kruger.

Indicato da Zanon (1922) col nome di capita Reitt.: Fuehat, negli orti. Aprile 1916, sotto le pietre. Dodero (1922) lo indica pure col nome di sagitta, rilevando però a ragione il diverso colore delle zampe: Fuehat un es., Ghemines due es., tutti colle gambe interamente nere, (leg. Festa). Dodero (in litt.): Cirene

ed Agedabia, leg. G. C. Kruger.

Considero questa forma, almeno per ora, quale una sottospecie

dell’ impressus. Essa manca nell’ Algeria, dove si trova una | varietà particolare (decorus Bedel).

Metabletus obscuroguttatus Dufîis.

Indicato da Dodero (1925): Tecnis, 24 Aprile, un esemplare (leg. Festa).

Europa media e meridionale; largamente diffuso nella regione mediterranea; Madera. i

Microlestes syriacus Ch. Bris.

Blechrus syriacus Ch. Bris., Ann. Soc. Ent. France 1885, Bull. p. CII.

Mierolestes syriacus Holdh., Denkschr. nat. Kl, Akad. Wis. Wien LKXXVII,

1912, pp. 531-32, figg. 31-32.

. Porto Bardia, marzo-aprile 1927, 18 es. ! leg. Confalonieri. Specie facilmente determinabile per i suoi caratteri sessuali particolari (vedi Holdh. 1. c.); descritta di Siria. Holdhaus la cita di Siria, Gerusalemme, Mesopotamia e del Golfo di Akabah. Porto

. Bardia rappresenta quindi la località più occidentale nota finora. La mancanza di questa specie nell’ Egitto, e forse anche in altre tor zone del Nord Africa è dovuta con molta probabilità soltanto a

mancata conoscenza.

492 E. GRIDELLI

Microlestes Abeillei Brisouti Holdh. *

Microlestes Abeillei Brisouti Holdh., 1. c. p. 530, fig. 30 Microlestes Abeillei Brisouti Bedel, Cat. Col. Nord Afr. 1913, p. 290.

Bengasi (dintorni), XII1918, 5 es. ! leg. Zanon, Porto Bardia, marzo 1927, 7 es. ! leg. Confalonieri.

Zanon 1922: Bengasi (Fuehat) sotto i sassi vicino alle pozze di acqua piovana, dicembre 1916, e negli orti lungo i rigagnoli. Aprile, 1917. comune.

La sottospecie Brisouti sostituisce nell’ Africa settentrionale la forma tipica. Essa viene citata da Holdhaus e da Bedel del Ma- rocco, Algeria e Tunisia, nonchè di Sicilia e Corsica. La cattura di questa razza a Bengasi ed a Porto Bardia indica che essa è diffusa certamente in tutta la Cirenaica e nella Tripolitania. Si tratta dunque di una forma nord-africana, la cui presenza nel- | l'Egitto è pure probabile, se non certa.

«La forma tipica si trova: Francia merid., Spagna, Baleari, Italia, Dalmazia media (Zara, Knin), Erzegovina meridionale, Malta.

Nella Sardegna si trova inoltre la var. sardous Holdh.

Microlestes luctuosus Holdh.

Dodero (in litteris): Bengasi, leg. G. C. Gi

Secondo Holdhaus (l. c.) esso si trova nell’ Africa n tale (dalla Tunisia al Marocco) Madera, Canarie, Spagna, Francia meridionale, Baleari, Italia ed Isole, Penisola Balcanica, Creta, Asia Minore, Siria, Palestina, Caucaso, ad oriente fino nel Tur- chestan e Buchara. La cattura della specie nella Cirenaica dimostra ch’essa si trova certamente anche nella Tripolitania e che si tratta quindi d’una specie tipicamente mediterranea.

Microlestes Holdhausi nov. spec.

Corpo nero; elitre molli e depresse, più chiare del resto del corpo, ciascuna di esse con una grande macchia ovale, giallo-

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 43

bruna nella parte basale, iniziantesi appena posteriormente all’an- golo omerale e diretta obliquamente verso la sutura; le due macchie sono separate da un largo intervallo suturale nero-bruno, ciascuna di esse continua in una zona longitudinale sfumata bruna, molto meno chiara delle macchie, ma nettamente più chiara della superficie elitrale restante; le due zone suddette si spingono fino all’apice dove si dilatano un po’, diventando più chiare. Da qualche esemplare si potrebbe ritrarre l'impressione che ogni elitra porti due macchie, una omerale molto chiara e bene limitata ed una apicale indistinta, più oscura, unita all’ omerale

da una zona brunastra longitudinale. Antenne e palpi bruni

oscuri; zampe nere, con tibie e tarsi giallo- bruni; coscie (spe- cialmente anteriori e medie) chiare, bruno- gialle.

Antenne sottili ed allungate; primo articolo grosso, circa 2,5 volte lungo quanto largo, secondo articolo molto più sottile del primo, cilindrico, circa 2,5 volte lungo quanto largo, terzo articolo un po più corto del secondo, 2,3 volte lungo quanto largo; arti- coli seguenti circa della stessa lunghezza del terzo, appena gradatamente più grossi e meno allungati, il penultimo è ancora 1,3 volte lungo quanto largo; articolo terminale notevolmente più lungo del penultimo, 2,8 volte lungo quanto largo.

Capo grande, con occhi relativamente piccoli e poco sporgenti, non conici (lungh. occhi: lungh. tempie = 1: 1,3). I lati del

capo, dietro agli occhi, convergono notevolmente all’ indietro in

linea quasi retta; collo distintamente strozzato, però non separato dal vertice da linea trasversale impressa. In seguito alla eviden- tissima strozzatura del collo si formano angoli posteriori ben marcati, per quanto arrotondati. Fronte con area centrale legger- mente depressa, con reticolazione densa e grossa, formata da maglie piccole, presso a poco isodiametriche (però irregolari); verso i lati ed il collo la reticolazione diventa man mano molto più fina, a maglie molto più larghe, fortemente allungate obli- quamente presso gli occhi. Reticolazione del clipeo molto fina, con maglie allungate trasversalmente. Lungo l’orlo interno dell’occhio corre una carena che si prolunga per un certo tratto posterior- mente. La punteggiatura è estremamente rada (esame microscopico) formata da pochi puntini, sparsi irregolarmente; sono visibili sul profilo delle tempie alcuni piccoli peli, corrispondenti ai puntini suddetti.

Kh E. GRIDELLI

Pronoto piuttosto piccolo, circa della stessa larghezza del capo,

leggermente trasversale, colla massima larghezza nel terzo ante-

riore, a lati piuttosto fortemente ristretti

all’ indietro, con angoli posteriori acuti e

prominenti a guisa di piccolo dente; base

prolungata posteriormente, come è indicato

nella figura. Superficie discale leggermente

depressa, con linea longitudinale impressa

accorciata all’ apice ed alla base; zona de-

pressa discale con reticolazione a maglie

irregolarmente isodiametriche; ai lati ed alla

Microtestes Hotahausi © hase le maglie sono allungatissime, formando

ili una vera striatura trasversale finissima e

densa. Pochi puntini sparsi, come quelli del capo. Scutello con maglie molto larghe, isodiametriche.

Elitre molli, sempre depresse; la loro microscultura consiste

in una striatura finissima e densissima, trasversale. L'orlo apicale

del complesso elitrale troncato quasi in linea retta, appena rien-

trante; angolo suturale d’ogni elitra subretto, appena arrotondato

al vertice.

Ali certamente rudimentali, sia per la poca consistenza del tegumento dell’elitre, sia perchè sono invisibili per trasparenza.

Tergite anale con striatura trasversale finissima e densa, con pochi puntini, sparsi specialmente ai lati, e poche setoline chiare.

O: Sternite anale privo di campo mediano granulato o d’altri caratteri sessuali. Ho esaminato |’ organo copulatore d’un esem- plare; esso non presenta nessun carattere notevole, il sacco interno estroflesso mostra le solite papille jaline ed è assoluta- mente privo di spine fortemente chitinizzate. |

Lungh.: 2-2,2 mm. Porto Bardia !, quattro esemplari raccolti da C. Cantina (fine marzo 1927). Tipo: Coll. Museo Civico Genova.

Il Microlestes Holdhausi è una forma molto caratteristica, la quale non presenta affinità con nessuna delle specie note, carat- terizzata specialmente per la forma strana del capo, dovuta allo sviluppo delle tempie ed alla strozzatura del collo, e per il sacco interno inerme. Il dott. Carlo Holdhaus, al quale inviai gli esem- plari in esame, mi comunica gentilmente quanto segue: « Es handelt sich um eine neue Art, die mit keiner der bisher be-

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ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 45

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schriebenen Arten in niherer Verwandschaft steht. In der Fir- bung besitzt die neue Art noch am ehesten Ahnlichkeit mit zwei erst nach Erscheinen meiner Monographie beschriebenen marocca- nischen Arten, und zwar mit Microlestes Sicardi Bedel und M. Pueli Antoine (Bull. Soc. Sc. Nat. Maroc III, 1923, p. 115); Ù fur diese Arte ist karakteristisch, dass der helle Fleck auf der Fligeldecken auf die vordere Partie der Flugeldecken beschrinkt ist.und dass zugleich die Fuhler einfàrbig dunkel sind, aber Ihre Art besitzt auch in der hinteren Halfte der Elytren noch die vage Andeutung einer hellen Makel und ist im ùbrigen durch die viel geringere Grésse, die ganz abweichend gebildeten Schlafen, anscheinend rudimentire Flugel, etc. von den maroccanischen Arten leicht zu trennen. »

Il dott. Holdhaus mi comunicò pure cortesemente un esemplare di M. Pueli, il quale difatti non ha nulla in comune colla nuova specie, ad eccezione della presenza d’ una macchia gialla alla base di ciascuna elitra.

Il M. Holdhausi mihi ha molti punti di contatto col vittipennis J. Sahlb., descritto di «Hab. in deserti Aegypti» (*) (vedi Bull. Soc. Ent. Egypte 1909, p. 30) e ridescritto da Holdhaus (Denkschr. Akad. Wiss. Wien, Nat. Kl., LXXXVII, 1913, p. 494 (vedi pure Bedel, Cat. Col. Nord- Afr. 1913, p. 232); specie diffusa nel Basso Egitto e nella Tunisia: Fondouk-Djedid (Normand). Non conosco in natura il vittipennis, però esso ha in comune coll’ Hold- vi hausi la piccola statura, il sacco interno dell’ organo copulatore 7 del co inerme e la colorazione delle elitre (manca però nel | vittipennis una macchia basale chiara nettamente distinta). Le È due specie devono però differire nettamente per la forma delle | tempie, la quale non sarebbe certo sfuggita a studiosi così pre- cisi ed accurati come Holdhaus, Bedel e J. Sahlberg.

banali Malte n n Zi pr €.

Trichis maculata Klug. x

Trichis maculata Bedel, Cat. Col. Nord Afr. 1907, pag. 265.

Oasi di Giarabub, luglio 1926, 3 es. ! leg. G. C. Kriiger. Uno di essi appartiene alla forma tipica, uno alla var. obscuri-

(1) Secondo Holdhaus e Bedel (1. c.) descritto del Cairo.

46 E. GRIDELLI

collis Pic (sensu Bedél 1. c.) ed il terzo rappresenta un termine di passaggio tra le due forme suddette.

Spagna merid. (Cartagena), Algeria, Tunisia, Tripolitania, Cirenaica, Basso Egitto, Astrabad, Grecia (Attica). Citata pure dell’ India (NO): deserto di Sind (teste Bedel)..

Descritta di Alessandria.

Cymindis setifensis Luc.

Cymindis setifensis Bedel, Cat. Col. Nord Afr. pee, P. 250-255

Bedel distingue nella specie la forma tipica (colle tre sato varietà pseudoaxillaris, pseudosuturalis e laevistriata) e le varietà leucophthalma Luc. e agoniothorax Bedel, le quali mancano però nella Tripolitania e nella Cirenaica.

Cymindis setifensis s. str: Il disegno oscuro delle elitre con- siste di una fascia stretta submarginale e di una larga fascia suturale, piena, non includente macchie. chiare. Non si trova nella Cirenaica.

Subvar. pseudoaxillaris: Elitre nere con sn giallo, iu omerale gialla e traccie di una fascia longitudinale gialla all’estre- mità del terzo intervallo. Non si trova nella Cirenaica.

Subvar. laevistriata (1) Elitre come nella forma tipica, però nella fascia suturale nera sono incluse due macchie gialle oblunghe, separate dalla sutura, che rimane nera, situate nella metà basale dell’elitra, sul secondo e terzo intervallo. L’ estensione delle due macchie gialle suddette varia molto; esse non prevalgono però mai, e la fascia suturale è molto larga e molto oscura.

Conosco esemplari di Tripolitania: Misurata ! Homs ! leg. Andreini 1913; Kussabat ! leg. Silvestri 1913. Citata di Cirenaica da Zanon (1922, Fuehat), da Dodero (1922, Ghemines e Fuehat, leg. Festa). Non vidi mai esemplari di Cirenaica che si possano | riferire alla vera laevistriata, bensi soltanto termini di passaggio alla pseudosuturalis.

Subvar. pseudosuturalis: Elitre testacee oppure con disegno oscuro. Il disegno oscuro è però sempre molto ridotto, bruno, sempre molto meno esteso e quasi mai così nero come nella forma tipica. Esso consiste d’una striscia submarginale bruna più

(1) Nell’ isola di Linosa si trova comunissima la subvar. laevistriata, ma sempre attera (leg. Dodero), mentre tutti gli esemplari di Tripolitania sono alati.

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 47

o meno ridotta, talvolta ridotta ad un rudimento apicale, mai completa e ad una stretta zona suturale bruna, completa, però più oscura e più larga all’apice che non alla base. Nel terzo apicale essa si allarga bruscamente, mandando da ciascun lato due rami, che corrono poi paralleli alla sutura, assottigliandosi fino ad obliterarsi all’inizio del terzo basale. Ciascuno dei due rami si trova nel quarto intervallo. Alla base d’ambo i lati della sutura, si nota poi una piccola macchia bruna (3,° e 4.° intervallo).

Esemplari alati. È la forma di gran lunga predominante nella Cirenaica: Giarabub, dicembre 1926, molti es. !; Porto Bardia, marzo 1927, molti es, ! (leg. Confalonieri). Dintorni di Bengasi |, molti esemplari ! (leg. Zanon).

Dodero 1925: Derna, leg. Festa. Dodero (in litt.): Bengasi e Tobruk, leg. G. C. Kruger. Tripolitania: Homs !, Uadi Lebda ! (Homs) comune, leg. Andreini 1913; Kussabat ! leg. Silvestri 1913. Tunisia: Nafta !, Tamagza !, Gafsa; (leg. Abdul Kerim 1873).

In molti casi però (spesso negli esemplari tripolini, raramente in quelli di Cirenaica) i due rami neri del 4.° intervallo si pro- lungano fino ad unirsi colle due macchie nere basali e si ha così una colorazione eguale per disposizione delle macchie a quella

della var. laevistriata. Sono appunto questi gli esemplari indi-

cati come laevistriata da Zanon (1922) e da Dodero (1922). Tra le due sottovarietà esistono naturalmente tutti i passaggi; e come tali considero appunto gli esemplari suddetti, nei quali le | fascie sono sempre molto meno oscure e molto meno nere che nella laevistriata di Linosa. In ogni modo la presenza della vera laevistriata in Cirenaica è probabilissima.

Esemplari atteri. Due esemplari di Misurata ! ed uno di Homs ! (Tripolitania, leg. Andreini 1913) sono atteri, e perciò facilmente confondibili colla specie seguente. Forma delle elitre come negli altri esemplari alati.

La specie è diffusa nelle isole Canarie, Madera e Salvages, e nel Nord Africa, dal Marocco fino al confine egiziano della Cire-

naica, nonchè nell’ isola Linosa (Sicilia). Per quanto riguarda

l’Egitto Ferrante (Bull. Soc. Ent. Egypte 1908, p. 130) indica la setifensis Luc. del Cairo, Alessandria e Mariout e deile stesse località indica anche la suturalis Dej. Dobbiamo quindi ammet- tere, ed è probabile che ciò corrisponda al vero, che anche nel

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48 ICE. VGRIDELLI

Basso Egitto, come a Porto Bardia, le due specie vivano pro- miscue.

Cymindis suturalis De).

Cymindis suturalis Dej., Spec. Gén. Col. I, 1825, pag. 206. » > Klug, Symb. Phys. HI, tav. 22, £ I. » » Bedel, Cat. Col. Nord-Afr. 1996, p. 256, nota 1.

Differisce dalla setifensis per la mancanza costante delle ali; per le elitre più larghe e più corte, più arrotondate ai lati, la presenza di punti setigeri sparsi su tutta la zona mediana dell’ad- dome e la maggior lunghezza dello sperone apicale interno delle tibie posteriori. Esemplari interamente testacei, oppure con disegno oscuro delle elitre imitante in modo perfetto quello della setz- fensis pseudosuturalis Bedel, colla quale vive promiscua, e dalla quale non si può distinguere che in base ad un esame molto accurato. o |

Descritta d’ Egitto (Dejean), citata da Klug (1. c.) di Ales- sandria e Siria. La figura data da Klug corrisponde perfettamente alla realtà e un ottima idea dell’ habitus della specie. Bedel la indica come non rara ad Alessandria e la cita del sud della Pale- stina e del Hedjaz. Nota inoltre: « Je doute fort qu'il existe en Sicile, bien que je l’ aie vu indiqué de cette provenance ».

Klug (1. c.) descrive l'addome: « Pectus abdomenque laevior ». La punteggiatura é molto rada e fina e quindi non pud stupire il fatto ch’essa sia sfuggita all’osservazione di. Klug.

Porto Bardia, novembre 1926 e marzo 1927, 17 es. !, To- bruch (Marsa Luca) novembre 1926, 1 es. ! leg. Confalonieri. | Siria !, 2 esemplari in coll. Castelnau.

Siria, Palestina, Arabia (Hedjaz), Egitto, Cirenaica orientale.

Cymindis axillaris F.

Dodero (1925) cita questa specie in base a due esemplari della var. marginata Luc., raccolti da Festa sull’altipiano di El Fetejah ed a Derna. CA

La specie è diffusa in tutta l’ Europa e nel Mediterraneo occi- dentale (sec. Bedel), la varietà marginata nell’ Algeria e Tunisia.

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ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 49

Zuphium olens Rossi Zuphium olens Bedel, Cat. Col. Nord-Afr. 1914, p. 298.

Bengasi: Fuehat !, agosto 1916, un esemplare raccolto da Zanon (Coll. R. Uff. Agrario Bengasi) non citato da Zanon (1922). Macchie rosse delle elitre poco distinte, l'anteriore larga, giun- gente quasi fino al margine esterno.

Europa meridionale, Mediterraneo, tutta l'Africa settentrionale, Eritrea, Transcaucasia, Persia, Turchestan, India, Siam.

HALIPLIDAE

Haliplus mucronatus Steph.

Segnalato da Dodero (1925) su un esemplare raccolto da Festa nelle acque della cascata di Bu Mansur, presso Derna. Inghilterra, Europa occidentale, regione mediterranea.

DYTISCIDAE | lLaccophilus hyalinus De Geer

Dodero (1925): due esemplari raccolti a Cirene nell’aprile, da Festa (var. testaceus Aube). ef

La subsp. testaceus Aubé sostituisce nella regione mediter- ranea la forma tipica, diffusa in tutta l'Europa. Però in qualche località mediterranea le due forme si trovano promiscue: Venezia Giulia (vedi Muller, Studi Entomol. I, parte II, p. 281), Rodi ! (vedi Gridelli, (Archivio Zool. Ital. XIII, 1929, p. 162). Ciò fa pensare che le due forme sieno in realtà specificamente diverse.

Bidessus signatellus Klug

Hydroporus signatelius Klug, Symb. Phys. IV (1834) tav. XXXIV, fig. 3. Bidessus signatellus Bedel, Cat. Col. Nord-Afr. 1925, p. 345.

Forma tipica: Le due linee longitudinali nere di ciascuna

. elitra sono nettamente separate. Sutura nera. Giarabub, VI-1926,

Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LIV (18 Marzo 4930). 4

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50 E. GRIDELLI

leg. G. C. Kriiger, 2 es. ! identici ad uno del Cairo ! febbraio 1880, Doria - Beccari). Habitat ignoto.

Un terzo esemplare di Giarabub presenta una parziale fusione delle linee interne nere colla fascia suturale nera, nonchè della linea esterna dell’elitra sinistra colla linea interna.

Bedel la segnala di: Senegal (Dakar) Algeria, Tunisia, Alto e Basso Egitto, Suez, Abissinia (Scioa). Descritta di Dongola.

Var. thermalis Germ. (1838): Le due linee nere di ciascuna elitra fuse formano una grossa macchia nera a contorni irregolari, separata dalla linea nera suturale o parzialmente fusa colla stessa. Descritta delle acque termali di Abano ! (Padova). Segnalata da Bedel di Algeria, Majorca, Padova, Brindisi.

Non venne trovata finora a Giarabub.

Specie variabilissima, largamente diffusa nella regione medi-

_ terranea (sembra essere legata ad un habitat particolare: acque

salmastre o acque termali), nonchè nella Transcaucasia, Senegal, Dongola e Abissinia.

Coelambus confluens F.

Hygrotus confluens Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. I, 1892, p. 451. Coelambus confluens Bedel, Cat. Col. Nord-Afr. 1925, p. 339.

Oasi di Giarabub, agosto 1926, 6 es. !, leg. G. G. Kruger.

Dodero 1925: Fontana presso Messa, un esemplare, leg. Festa.

Europa media e meridionale, regione mediterranea ed isole atlantiche, ad oriente nella penisola del Sinai, Palestina, Siria e nella Persia settentrionale ! (leg. Doria 1862-63).

Hydroporus Cerisyi Aubé

Hydroporus Cerisyi Bedel, Cat. Col. Nord-Afr. 1925, pag. 358. » » Ganglb., Kaf. Mitt. Eur. I., 1892, p. 463.

Bengasi (Es Sabri), nelle pozze d’ acqua salmastra, dicembre 1919, 3 es. ! leg. Zanon.

Zanon 1922: Es Sabri, Dehenin (Bengasi), nelle pozze d’acqua. salmastra. Dicembre 1919. Dodero 1925: Laguna della Berca, giugno, e laguna di Bengasi, abbastanza comune.

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB DI

Alcuni esemplari presi a Derna nel gennaio e febbraio sono di statura costantemente minore dei precedenti; essi sono però di colorazione normale, mentre quelli dei dintorni di Bengasi sono sovente rimarchevoli per la obliterazione, talora molto accentuata, delle lineette nere sulle elitre. Ex Dodero, l. c., leg. Festa.

Specie largamente diffusa nella regione mediterranea.

Bedel e Peyerimhoff (1. c.) danno notevoli notizie riguardanti l’ habitat della specie nell’ Algeria.

Hydroporus pubescens Gyllh.

Dodero 1925: Non raro nell’acqua di una fontana presso Messa (leg. Festa). Europa, regione mediterranea.

Agabus biguttatus Ol.

Agabus biguttatus Bedel, Cat. Col. Nord-Afr. 1925, p. 382.

Il prof. C. Anti raccolse un g' di questa specie a Cirene, nel- l agosto 1925.

Segnalato da Dodero (1925) col nome di mzdidus (*) F.: Cascata di Bu Mansur presso Derna, molti esemplari; fontane presso Cirene e presso Messa, alcuni esemplari. Dodero (in litteris): Cirene, leg. G. C. Kruger. . Falzoni (1923) indica la stessa specie (un esemplare di Cirene leg. Ghigi) col nome di guttatus (?) Payk.

(1) Ganglb. (Kaf. Mitt. Eur. I, 1892, p. 492) considera quali specie distinte il biguttatus Oliv. ed il nitidus F., mentre Bedel (1. c.) le considera quale specie unica. Il biguttatus dovrebbe differire dal nitidus per il corpo più corto, più largo e più convesso.

E’ un fatto che gli esemplari citati da Dodero, nonchè l’esemplare di Cirene raccolto da Anti, hanno il corpo lungo, piatto e stretto e quindi dovrebbero venir ascritti, cono giustamente indica Dodero, al nitidus. Questa specie è però descritta di Germania e non so se gli esemplari mediterranei corrispondano realmente a quelli dell’ Europa media. Per questa ragione ho preferito citare la specie nel senso datole da Bedel 1925.

(®) Agabus guttatus Payk. Specie da radiare. Elitre opache, con reticolazione fittissima, specialmente all’ apice; unghie dei tarsi anteriori del g semplici, senza dente. Propria dell’ Europa settentrionale e media, Alpi, Italia Settentrionale, Appennino (Gran Sasso ! leg. Gestro). Manca nel Nord Africa. L’esemplare citato da Falzoni è certamente un diguttatus sensu Bedel, rispettivamente nitidus sensu -Ganglb. e Dodero.

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Specie facilmente riconoscibile dal guttatus Payk. per le elitre più lucide, con reticolazione molto fina, e sopratutto per l’unghia interna dei tarsi anteriori del © dilatata presso alla base in forte dente a punta molto acuta.

Europa media, Alpi, Europa meridional regione rohit Caucaso ! (leg. Doria), Persia ! (leg. Doria).

Agabus nebulosus Forst.

Agabus nebulosus Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur, I, 1892, p. 495. » » Bedel, Cat. Col. Nord-Afr. 1925. p. 385.

Femori interamente giallo bruni (come le tibie ed i tarsi). I: Ultimo articolo dei tarsi anteriori (esaminato di profilo) con l’orlo inferiore debolmente sinuato presso alla base, e quindi un ingrossato all’ estremità. Dal termine della sinuosità suddetta fino all’apice si nota una spazzola formata da spine corte, erette, poco acuminate e grosse, bruno-oscure (più oscure dell'articolo), disposte in due serie longitudinali (esaminando direttamente la faccia inferiore). Unghia interna lunga e sottile, poco più grossa. dell’esterna, alla i. con un forte dente appuntito.

Forma tipica: Pronoto con due macchie nere, più ‘0 meno estese e più o meno oscure. Addome bicolore, nero, coll’orlo api- cale dei segmenti più o meno estesamente colorato in giallo; talvolta tutti i segmenti gialli, soltanto i segmenti basali parzial- mente bruni.

Cirenaica: El Merg, 10 aprile 1922, leg. F. Silvestri.

Diffusa nell’ Europa e nella regione mediterranea.

Ab. extinctus Scholz (Ent. Mitt. 1917, p. 250). Pronoto immacolato, addome come nella forma tipica. Descritta di Grecia: Phaleron (Attica), Naxos (Cicladi). Imita molto l’affine conspersus, dal quale è però facilmente distinguibile per i caratteri sessuali co e per i femori interamente gialli.

Cirene, 4 es. ! leg. Festa (in coll. Museo Civico Genova). Bengasi (Fuehat) IV. 1920, 3 es. ! leg. Zanon.

Dodero (in litt.): Cirene, leg. G. C. Kriger. Dintorni di Tunisi, 1 es. ! leg. Doria. Bona (Algeria), maggio 1854 (da Leprieur), 1 es. ! in coll. Mus. Civico Genova. Sardegna: Oristano ! (ex coll. Fiori, in coll. Mancini), Golfo Aranci ! (ex

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ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 593

coll. Dodero, in coll. Mancini). Isola Capraia ! (Tirreno, leg. Mancini). Palma ! (Baleari).

Dodero 1925: Derna, in gennaio; Cirene, fontana presso Messa, Sidi Rahum presso Merg, Tolmetta, in aprile e maggio assai numeroso.

Ab. Ragusai Zaitz. (Rev. Russe Ent. VII, 1908, 123). abdominalis Ragusa (Nat. Sicil. VII, 1888, p. 7). Sicilia: Oreto. Pronoto bimaculato, addome interamente giallo.

Questa aberrazione non venne ancora trovata nella Cirenaica. Ne vidi qualche esemplare di Golfo Aranci (Sardegna) leg. Dodero (in coll. Mancini) e dei dintorni di Tunisi (leg. Elena 1882).

Nella Cirenaica invece (e probabilmente ovunque si trova il nebulosus) compaiono esemplari coll’addome giallo e pronoto immacolato; essi costituiscono quindi una aberrazione ancora inedita, che mi astengo di denominare particolarmente. Ne vidi alcuni raccolti dal prof. F. Silvestri a El Merg (10. IV. 1922).

Specie variabilissima di colore, diffusa largamente nell’Europa ed in tutta la regione mediterranea. Le aberrazioni sembrano trovarsi ovunque insieme al tipo (almeno nella regione mediter- ranea), tranne forse la ab. 9 rugostpennis Scholz (Ent. Mitt. 1916, p. 180) descritta e citata finora soltanto delle Canarie (dove però si trova insieme alla forma tipica).

Obs. Agabus conspersus Marsh. Ganglb., Kaf. Mitt—Eur. 1, 1892, p. 495; Bedel, Cat. Col. Nord-Afr. 1925, p. 385. Femori almeno parzialmente neri. Pronoto costantemente giallo, immacolato (sec. auct.), come nel nebulosus extinctus; posseggo però un esemplare di Livorno ! (Toscana, leg. Gestro) col pronoto largamente bruno sul disco e nella zona bruna con due macchie indistinte più oscure. L’addome non è interamente nero (come è indicato dalla maggior parte degli autori, tranne Ganglbauer) bensì l’orlo apicale degli sterniti presenta una fascia gialla, dilatata negli an- goli, stretta sì, ma non diversa da quella di molti esemplari del nedulosus. d': L'ultimo articolo dei tarsi anteriori è senza caratteri particolari. L’un- ghia interna dei tarsi anteriori è più corta e più grossa, molto più larga dell’ esterna, notevolmente dilatata; la dilatazione è ad angolo molto ottuso, il cui vertice (molto smussato) si trova circa nella metà.

Citato di Cirenaica da Zanon (1922; Fuehat, nelle vasche di irrigazione dei giardini, marzo 1916) e con dubbio da Falzoni (1923: Cirene, Derna, El Garig, leg. Ghigi). E’ probabile, come crede Dodero (1925), che questi esemplari debbano ascriversi al nebulosus extinctus; in ogni modo però la presenza del conspersus in Cirenaica non è affatto esclusa.

Europa, regione mediterranea.

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Rhantus pulverosus Steph.

Rhantus pulverosus Scholz, Coleopt. Centralbl. II, 1927, p. 140.

Oasi di Giarabub, 1 es. ! raccolto da Confalonieri (marzo 1927) in un canale conducente acqua salmastra. Pronoto uniforme-

mente giallo (ab. ruficollis Schilsky). Europa, regione mediterranea, Asia, Australia, Nuova Zelanda.

Colymbe tes fuscus L.

Colymbetes fuscus Ganglb., Kaf. Mitt—Eur. I, 1892, p. 503. » » Bedel, Cat. Col. Nord-Afr. 1925, p. 387.

Bengasi (Fuehat) aprile 1926, 2 es. !, leg. Zanon.

Zanon 1922: Fuehat, nella melma delle vasche di irrigazione. dei giardini. Aprile 1916. Dodero 1925: Fontane presso Cirene e Messa, comune. Dodero (in litt.); Cirene leg. G. C. Wuspr:

Europa, regione mediterranea.

Eretes sticticus L. Eretes sticticus Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. I, 1892, pag. 506.

Oasi di Giarabub, marzo 1927, un es. !, acqua salmastra, leg. Confalonieri. uu

Dodero ! 1925: Bengasi (Fuehat), alcuni esemplari, leg. Festa.

Europa meridionale, Mediterraneo, regioni ope e tropi-. cali di tutta la terra.

Dytiscus circumfiexus Fabr. Dytiscus circumflexus Ganglb., Kaif. Mitt.Eur. I, 1892, p. 515. Dodero 1925: Un gd in una fontana presso Messa, una 9 è Cirene nel maggio. (Forma tipica). Un esemplare a Sidi Rahum

| presso Merg, aprile; var. 9 perplexus Lacord. Leg. Festa. Europa media, regione mediterranea.

ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB 5D

GYRINIDAE. Gyrinus urinator Ill.

Dodero (1925): Uadi Derna, abbastanza numeroso, (leg. Festa). Dodero (in litt.), Derna (leg. G. C. Kruger).

Regione mediterranea, Canarie, Europa meridionale e gran parte dell’ Europa media.

PAUSSIDAE Paussus cyrenaicus Fiori

Specie piccola (3 mm.) col secondo articolo delle antenne fortemente allungato e colla faccia interna solcata da 6 impres- sioni trasversali, molto profonde, il cui fondo è coperto da denso tomento dorato. I solchi sono limitati da nodosità trasversali: la prima, forma l’orlo rilevato del margine prossimale della clava, seguono poi tre nodosità fortemente rilevate e la parte distale rigonfia dell’articolo.

Specie a me ignota in natura, descritta da Andrea Fiori (Ri- vista Coleotterologica Italiana 1914, p. 117) su due esemplari raccolti da Alcide Fiori nei dintorni di Tobruch, in un nido di Pheidole jordanica Saulc.

Gestro (Ann. Mus. Civ. Genova XLVII, 1916, p. 358) ritiene il cyrenaicus Fiori con tutta probabilità identico al Paussus crenaticornis Raffr. (d’Abissinia) e ciò in base al confronto della descrizione originale e d’una fotografia d’uno dei tipi di Fiori, con un esemplare del crenaticornis! (Abissinia, leg. Raffray, ex coll. Oberthùr, in coll. Museo Civ. Genova). Gestro nota però che la certezza della sinonimia potrà risultare soltanto dall’esame dei tipi di Fiori. Bedel (1. c. 1925) cita senz'altro il cyrenaicus Fiori quale sinonimo del crenaticornis Raffray, attribuendogli una lunghezza di mm. 4,2.

La descrizione di Fiori corrisponde nbbaseaiza bene all’ esem- plare succitato del crenaticornis, perd se tale corrispondenza può far ragionevolmente supporre che si tratti di due forme molto affini, pure risultano alcune differenze di una certa entità,

"ERE te Ps Fe Ate i. E ROTTO

56 E. GRIDELLI

le quali non permettono di considerare il cyrenazcus quale sem- plice sinonimo del crenaticornis.

Fiori (1. c. p. 115): « Capo...... coll’occipite munito di una - carena trasversa semicircolare che si congiunge ai lati colle due carene longitudinali; queste sono ridotte piuttosto ciascuna ad un grosso tubercolo posto subito dietro l'inserzione delle antenne, tubercolo ottuso, che si abbassa bruscamente prolungandosi in una debole carena posteriore, fino a congiungersi colla carena occipitale, molto più elevata ». Nel crenaticornis le due « carene longitudinali » di Fiori sono due vere carene laminari, fortemente elevate, leggermente curve, convergenti all’ innanzi; dove sono separate da una stretta e profonda incisione a V.

« Antenne composte di due articoli, il primo....... colla base prolungata in basso ed anteriormente mediante un angolo molto pronunciato ». Non trovo traccia alcuna di questo prolunga- mento nel crenaticornis.

Considero quindi, almeno per ora, il cyrenaicus Fiori quale specie distinta, molto affine al crenaticornis Raffr. d’Abissinia ed al Piochardi Saulcy di Palestina (col quae Fiori confronta la descrizione originale). 7

Obs. Nel Catalogo Winkler (pars 2, 1924, p. 240) il Paussus cyre- naicus Fiori è citato quale sinonimo del crenaticornis Raffr. ed indicato falsamente di Tripolitania. i

HYDROPHILIDAE

Ochthebius (') impressicollis Cast.

Citato da Falzoni (1923) di Ben Gadir; un es. leg. Ghigi. Europa media occidentale, regione mediterranea.

Ochthebius maculatus Reiche

Ochthebius maculatus Kuw., Bestimm. Tab. XX, 1890, p. 102.

Dodero (in litt.): Cirene !, leg. G. C. Krùger. Un esemplare chiaro, con macchie delle elitre poco evidenti, due esemplari

(1) Nell’Oasi di Giarabub si trova una specie di Ochthedius s. str. che non sono riuscito ad identificare. Gruppo pusillus-marinus-viridis (sensu Ganglb. Kaf. Mitt.-Eur. IV, 1904, p. 185). Leg. G. C. Kriiger, giugno 1926. i

usi e SO AS Pi.

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB DU

molto oscuri: var. immaculatus Breit (Verh. zool.-bot. Ges. 1908, p. 61, di Mallorca). Coll. Dodero: Malta; S. Antioco, Giorgino presso Cagliari

| (Sardegna); Bou-Saada (Algeria). D’ Orchymont (Bull. Soc. Ent.

Egypte 1927, p. 3): Egitto, Palestina: Valle del Giordano. Algeria, Tunisia, Cirenaica, Egitto, Palestina, Baleari, Sar- degna, Sicilia, Malta.

Helophorus porculus Bedel

Ee ap mors porculus Bedel, Faune Col. Bass. Seine I, 1881, p. 298. » » Gangib., Kaf. Mitt. Eur. IV, 1904, p. Ise

Dodero (in litt.): Bengasi, leg. G. C. Kruger, 3-X-1925. Descritto di Francia meridionale, Spagna ed Algeria (prov.

Orano). Largamente diffuso nella regione mediterranea; specie atlanto-mediterranea.

Helophorus Milleri Kuw. Helophorus Milleri Grid., Ann. Mus. Civ. Genova L, 1926, p. 476.

Dodero (1925): Nell’acqua delle fontane presso Cirene e presso Messa, leg. Festa. Dodero (in litt.): Cirene ! leg. G. C.

Kriger, un es. tipico ed uno un po’ diverso, molto simile ad un

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esemplare di Siria e riferibile forse alla var. syriacus Kuw. Bestimm. Tab. XX, 1890, p. 45). Regione mediterranea, Mesopotamia, Arabia.

Coelostoma hispanicum Kiist. Cyclonotum orbiculare Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. IV, 1904, p. 269.

Dodero (1925): Cirene un es., leg. Festa. Pronoto più stretto e di conseguenza corpo nettamente attenuato in avanti. Forse è soltanto una variazione casuale. Dodero (in litt.): Cirene !, leg. G. C. Kruger.

Regione mediterranea.

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58 SMI E. GRIDELLI

Cercyon terminatus Marsh. Cercyon terminatus Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. IV, 1904, p. 280.

Dodero (in litt.): Tobruch !, leg. G. CO. ii Forma tipica (pronoto concolore, nero). Europa, Mediterraneo.

Cereyon quisquilius L. Cercyon quisquilius Ganglb., Kaf. Mitt—Eur. IV, 1904, p. 280.

Zanon (1922): Fuehat (Bengasi), aprile 1918, comune. Do- dero (in litt.): Tobruch ! , leg. G. C. Kruger. Regione oloartica.

Laccobius (!) seutellaris Motsch.

Dodero ‘(in litt:): Cirene, due es: lee: G. ©. Kangen. am Erzem, leg. Festa: var. Carreti Guilleb. (teste Dodero). Europa media e meridionale, Mediterraneo.

Helochares lividus Forst.

Dodero (1925): Um Erzem, febbraio, leg. Festa. Europa media e meridionale, Mediterraneo.

Enochrus bicolor F..

Dodero (1925): Derna e laguna di Bengasi, due es., leg. Festa. Credo di poter riferire alla stessa specie 4 el te raccolti da G. C. Kriger (VI, 1926) nella oasi di Gia

Europa, regione mediterranea.

(1) Laccohius nigriceps Thoms ?. Dodero (1925): Una Q di Derna, leg. Festa. Pun- teggiatura delle elitre sensibilmente più forte che nel nigriceps. Forma dubbia.

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 59

SILPHIDAE.

Eocatops ambiguus Peyerimh. Eocatops ambiguus Peyerimh., Boll. Soc. Ent. Ital. 1924, p. 63.

Nuovo genere; mesosterno senza carena longitudinale mediana e tarsi medi del ©’ semplici come nella serie dei Nargus ; elitre striolate trasversalmente e primo segmento ventrale notevolmente piu lungo del secondo, come nella serie degli Anemadus.

Descritto di Bengasi (Lete), un o leg. G. C. Kruger. Dodero (in litt.): Cirene, leg. G. C. Kruger.

Dodero (1925): due es. raccolti da Festa presso Cirene. Indi- cato da Falzoni (1923) di Ben Gadir, un es. leg. Ghigi, col nome di Catopomorphus spec. (vedi Dodero 1925).

Specie endemica.

Ptomaphagus (') nov. spec. Ptomaphagus Rosenhaueri Uhag., in Zanon, Mem. Soc, Ent. Ital. 1922, p. 122.

Citato erroneamente da Zanon col nome di Rosenhaueri © Uhag.: esemplari in coll. Museo Civ. Genova. Venne raccolto in seguito da G. C. Kruger a Bengasi (in coll. Dodero).

E’ molto affine alla specie descritta da Ganglbauer (Kaf. Mitt.-Eur. III, 1899, p. 143) col nome di sericatus Chaud. (3 con tibie posteriori rette) e si distingue subito dal vero Rosenhaueri Uhag. per le elitre non parallele fino alla metà, bensì ristrette posteriormente fino dalla base, l’apice meno arro- tondato e le antenne giallo-brune coi cinque articoli apicali bruno -neri.

Non può trattarsi del sericatus Ganglb., perchè, come giu- stamente mi ha fatto osservare l’amico A. Dodero, la striatura delle elitre è più fina e sopratutto molto meno densa (a righe

(1) Nell’Africa settentrionale esiste una seconda specie di Ptomaphagus, raccolta da Abdul Kerim a Kairouan ! (Tunisia) nell’aprile 1873, citata da Fairmaire (Ann. Mus. Civ. Genova, VII, 1875, p. 484). - Il solo esemplare raccolto si trova nelle collezioni del Museo Civico di Genova e differisce certamente da quelli di Cirenaica suddetti.

|- Vedi pure P. sericatus Chaud. var., Mariout (Egitto) in Ferrante (Bull. Soc. Ent. Egypte 1908, p. 74).

60 E. GRIDELLI

molto più distanti tra loro) che nei sericatus dei dintorni di Vienna. |

Non oso descrivere la nuova specie, perchè ritengo necessario uno studio monografico per chiarire la sistematica delle nume- rose forme che vanno ora col nome di sericatus Chaud.

Cholevinus rufus Kr. Catops rufus Reitt., Deutsch. Ent. Zeitsch. 1901, p. 39.

Slonta (40 Km. a sud di Cirene), un es. ! leg. U. Bolsi 1927. Confalonieri raccolse un esemplare ! in una località non preci- sata tra Porto Bardia e Giarabub (26-28 XII 1926). Dodero 1925: Tolmetta, maggio, leg. Festa; grotta del Lete (Bengasi).

Indicato da Falzoni (1923) come Catops n. spec. prope pal-. lidus; qualche esemplare di Fuehat (Ghigi) di conservazione difettosa. E più che probabile che la Choleva spec. ? indicata da Zanon (1922) pure di Fuehat, sia in realtà il Chol. rufus.

Spagna meridionale, Algeria, Cirenaica, Egitto, (!) Sicilia.

STAPHYLINIDAE, Micropeplus fulvus Er. Micropeplus fulvus Ganglb., Kaf. Mitt—Eur. II, 1895, p. 769.

Dodero (in litteris): Cirene !, leg. G. C. Kriiger. Europa media e meridionale, regione mediterranea.

Megarthrus affinis Mill.

Megarthrus affinis Ganglb., Kaif, Mitt—Eur. Il, 1895, p. 762.

Dodero (in litteris): Cirene !, leg. G. ‘ef Kruger. Europa media e meridionale, regione mediterranea.

(') Egitto: Mariout. Vedi Ferrante, Bull. Soc. Ent. Egypte 1908, p. 74.

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ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 61

Proteinus brachypterus Fab.

Proteinus brachypterus Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. II, 1895, p. 759 » » Dodero, Boll. Soc. Ent. Ital. 1923, p. 46.

Dodero (in litteris): Cirene !, leg. G. C. Kriger. Europa, Mediterraneo, Caucaso.

Omalium Allardi Fairm. et Bris.

Omalium Allardi Luze, Verh. zool.-bot. Ges. Wien 1906, p. 520.

Bengasi: Fuehat !, aprile 1916, un esemplare, (*) raccolto da Zanon, determinato per oxyacanthae Gravh. (in coll. R. Ufficio Agrario Bengasi). :

Specie largamente diffusa nell’ Europa meridionale e nella regione mediterranea; Marocco, Algeria, Tunisia (Tunisi !, leg. Doria 1892) Cipro !, (da Fauvel 1869).

Omalium Kruger i nov. spec.

Capo nero; pronoto bruno nero, con largo orlo laterale e stretto orlo apicale e basale chiari, bruno - giallastri; elitre chiare, bruno-gialliccie; tergiti nero-bruni, colla parte laterale (terga) ed uno stretto orlo apicale di color giallo - bruno, un po’ oscuro; settimo tergite con largo orlo apicale, l’ottavo interamente giallo - bruno. Parte inferiore del corpo nera; sterniti con stretto

orlo apicale giallo-bruno, sternite preapicale con largo orlo, ster-

nite anale interamente giallo-bruno. Antenne, palpi e zampe giallo - bruni. |

Antenne sottili; terzo articolo più lungo e molto più sottile del secondo, leggermente dilatato all'apice, molto più lungo che largo; quarto articolo molto più corto del terzo, subgloboso,

appena più lungo quanto largo; gli articoli seguenti gradatamente

più larghi; il penultimo è leggermente trasversale. I lati del capo, dietro gli occhi, corrono per un buon tratto

(1) Omalium oxyacanthae Gravh. Zanon (1922): Fuehat !, aprile 1916. L’ esemplare così determinato da. Zanon è un Allardi. La specie va radiata dall’ elenco dei coleotteri di Cirenaica.

62 E. GRIDELLI

rettilinei (divergendo leggermente), angoli posteriori largamente arrotondati; la lunghezza complessiva dell’orlo del capo (tempo- rale) dal margine posteriore dell’occhio all’inizio dei lati del collo è poco più corta del diametro massimo dell’occhio. Punteggiatura rada e relativamente fina, molto rada nelle zone anteriori della fronte, ridotta a pochi punti isolati sul clipeo. La superficie del capo è resa leggermente opaca da una striatura irregolare e molto profonda (esame microscopico). Le strie sono relativamente distanti tra loro sul clipeo, dove sono curve e parallele all’ orlo anteriore; le strie congiungenti gli angoli delle guancie (in corri- spondenza all’inserzione delle antenne) sono rettilinee, trasversali; seguono poi sulla parte anteriore della fronte delle strie curve, colla convessità volta posteriormente. Sul resto del capo la stria- tura è irregolare; essa è molto densa e longitudinale lungo gli occhi e lungo la base, meno densa ed irregolarmente obliqua tra gli occelli, i quali sono preceduti da fossette normalmente allun- gate nel senso longitudinale. Le strie della pee posteriore del capo presentano numerose anastomosi.

Collo con pochissimi punti, reso leggermente opaco da un reticolo denso e profondo, a maglie allungate trasversalmente.

Pronoto trasversale, molto piu stretto delle elitre, colla mas- sima larghezza esattamente nella meta. Da questo punto i lati convergono in modo eguale all’innanzi (in linea subretta, appena convessa) ed all'indietro (in linea appena concava); angoli ante- riori ottusi, arrotondati all'apice, ma marcati; orlo anteriore quasi rettilineo; angoli posteriori leggermente ottusi (maggiori di 90°) ma col vertice vivo, non arrotondato; orlo basale leggermente convesso da un angolo all’altro. Disco del pronoto con due im- pressioni longitudinali larghe, profonde e contigue posteriormente, gradatamente più strette e leggermente divergenti anteriormente. Esse sono separate da una fossetta longitudinale mediana, la quale s’inizia presso all'orlo anteriore e si prolunga a guisa di cuneo tra le due fosse suddette. Lateralmente si nota d’ambo i lati (nella parte anteriore alla metà) una depressione larga ed abbastanza profonda, limitata esternamente da una carenula sot- tile ma ben marcata, la quale s’inizia circa al livello della mas- sima larghezza nel pronoto e s’oblitera prima di raggiungere l'orlo anteriore. Lungo l’orlo laterale corre una larga zona spia- nata; verso la base essa si spinge sino al rilievo che limita

MPN. Cee ERRO MET LO TS FF ey

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 63

esternamente la fossa longitudinale mediana corrispondente, an- teriormente alla metà essa è più stretta, limitata internamente dalla carenula suddetta.

La punteggiatura del pronoto è piuttosta grossa, ma rada, molto rada sulle zone spianate marginali. Le superficie del pro- «noto presenta una reticolazione a maglie molto irregolari, ma in media larghe, profondamente impresse, la quale manca soltanto

sui due rilievi che limitano esternamente le due fosse longitudi-

nali mediane. La reticolazione suddetta è visibile con lente di

35 X, profonda quanto quella del capo e rende la superficie

appena opaca. Le due zone marginali spianate sono invece rese

opache da un reticolato denso, a maglie piccole ed irregolarmente isodiametriche, formate da lineette profondamente impresse.

Elitre (scudetto compreso) del doppio più lunghe del pronoto, leggermente depresse lungo la sutura, molto più larghe del pro- ‘noto, subdilatate posteriormente, nel loro complesso circa tanto lunghe quanto larghe. Lungo il margine corre una doccia di notevole larghezza. L'orlo apicale del complesso elitrale presenta una sporgenza suturale ottusa, piccola ma evidente ; angoli apicali completamente arrotondati. Punteggiatura fina e densa, legger- mente ruvida; i punti sono uniti da linee impresse le quali for- mano un reticolo a larghe maglie irregolari. In seguito alla densità della punteggiatura ed al reticolo suddetto la loro super- ficie è leggermente opaca.

Tergiti opachi, con reticolazione finissima e densissima; pun- teggiatura molto rada e finissima. I puntini portano corti peli, coricati e chiari.

Lungh.: 3 mm. Tobruch !, due esemplari, leg. G. C. Krùger, marzo 1925. Tipo: coll. Mus. Civico Genova. Cotipo: coll. R. Uf- ficio Agrario Bengasi.

Per la forma nettamente esagonale del pronoto, la scultura particolare ecc. questa specie si distingue da tutte le specie europee e mediterranee a me note, tanto che non sono in grado d’indicare a quale specie essa debba considerarsi affine. Determi- nando i due esemplari colla revisione di Luze essa risulterebbe simile al blandum, col quale però non credo presenti alcuna affinità.

Non ha nulla in comune colle specie d’ Omaliwm note finora

| dell’Africa settentrionale (ved. Fauv., Rev. Ent. 1902, p. 54).

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64 E. GRIDELLI a o

Trogophloeus bilineatus Steph.

Trogophloeus bilineatus Ganglb., Kaf. Mitt-Eur. II, 1895, p. 651.

» » Klima, Miinch. Kol. A II, 1904-06, p. 46.

Derna !, giugno 1925, un es. leg. G. c. i li Bb Agrario Bengasi). Regione paleartica.

Trogophloeus corticinus Gravh.

Trogophloeus corticinus Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. Di 1895, p. 653.

Dintorni di Bengasi !, aprile 1918, leg. Zanon (dop Dodero). Zanon (1922): Fuehat, aprile 1916.

Regione paleartica. Viene pure as dell’ America setten- trionale e centrale.

Oxytelus complanatus Er.

La complanatus Ganglb., Kaf. Mitt.—Eur. II, 1895, p. 642.

Una Q raccolta a Cirene ! da U. Bolsi (1928). - Cirene | ti leg. G. C. Kruger (coll. Dodero). Europa, Mediterraneo.

Oxytelus plagiatus CG) Rosenh. Oxytelus plagiatus Fauv., pe gallo-rhén. III, 1872, Dp. Lo nota. |

Affine all’ inustus, pero corpo molto meno brillante! capo e pronoto con punteggiatura più densa e quindi molto meno bril- lanti, ecc. Orlo apicale del penultimo sternite del co’ con due

(1) Oxytelus flavipennis Eppelsh., Berl. Ent. Zeitschr. 1889, p. 343. Descritto di Tunisia: Monastir e di Tripolitania (leg. Quedenfeldt). Molto simile al plagiatus ma i tubercoli del penultimo sternite del co’ sono gialli. Conosco esemplari di Tu- nisia; Kairouan ! leg. A. Kerim 1873 (coll. Museo Civ. Genova). Luze (Horae Soc. Ent. Ross. XXXVII, 1904, p. 83) propose per questa specie il nome di africanus (flavi- pennis è nome preoccupato.

E’ molto probabile che le due specie si trovino promiscue nell’ Africa settentrio- nale e confuse nelle collezioni.

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 65

tubercoletti neri, come nell’ inustus. Elitre con macchia sutu- rale e subomerale chiara, indistinta. » Bengasi: Fuehat !, marzo 1916, leg. Zanon (un g’, coll. R. | Uff. Agrario Bengasi); si tratta certamente d’uno degli esemplari che Zanon (1922) ha citato con questo nome. Dodero mi comunicò d’aver esaminato agli raccolti da: Gi IAA a Bengasi. d Fauvel (1. c.) lo indica di Spagna, Algeria e Marocco. Eppels- heim (Berl. Ent. Zeitschr. 1889, p. 314) lo cita di Tripolitania. | Ferrante (Bull. Soc. Ent. Egypte 1915, p. 159) d’ Egitto: Ales- È _ sandria. Andreini raccolse la specie a Homs ! e Misurata ! (Tri- i. _ politania, 1913); esemplari in coll. Dodero.

Platystethus arenarius (*) Geoffr.

È Zanon (1922) lo indica di Bengasi (Fuehat), aprile 1918 i (esemplari riveduti da Dodero). _ | Regione paleartica.

Platystethus cornutus Gravh.

__ Platystethus cornutus Ganglb., Kaif. Mitt.-Eur. Il, 1895, p. Sal.

Bengasi !, marzo 1914, un gf raccolto da Zanon. Zanon (1922): Fuehat, dicembre e marzo 1916 e 1917. Regione paleartica.

Platystethus spinosus Er.

o spinosus Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. II, 1895, p. 632.

. Bengasi) col nome di Oxytelus plagiatus Rosenh. a 9 Europa meridionale, Mediterraneo.

4 (1) Ferrante (Bull. Soc. Ent. Egypte 1915, p. 160), indica d’Egitto il Pl. laevis | Kiesw., specie delle zone d’alta montagna delle Alpi e del Caucaso. Certamente | errore di determinazione.

Ann. del Mus, Civ. di St. Nat., Vol. LIV (18 Marzo 1930). 5

| Bengasi: Fuehat !, una © in coll. Zanon a i Agrario

66 E. GRIDELLI

Bledius fureatus haedus Baudi

Bledius haedus Baudi, Berl. Ent. Zeitschr. I, 1857, p. 110.

Nella Cirenaica sembra mancare la forma, tipica (di grande statura) colle corna del capo o lunghe e sottili. Nei dintorni di Bengasi è invece comune la forma descritta da Baudi col nome di haedus:

Bengasi, III-V-1920, numerosi es. !, leg. Zanon. Zanon 1992: Fuehat. Ottobre 1918, caccia notturna alla lampada ed aprile 1919 alla Giuliana, ove trovasi numerosissimo entro il fango della riva dello stagno chiamato Sebka-el-Bunta. Bengasi ! e Tobruch !, leg. G. C. Krùger (in coll. R. Uff. Agrario Bengasi).

Gli esemplari di Bengasi differiscono dai. tipici furcatus di Algeria (Bone ! Leprieur 1859) per la statura minore (4,5 - mm.) e per i caratteri sessuali secondari del g. Le corna del capo sono ben più corte, più curve, più larghe, fortemente allar- gate ad angolo ottuso al lato esterno. Il corno del pronoto è molto più corto, talora cortissimo; col variare della sua lunghezza varia leggermente il decorso dell’orlo anteriore del pronoto, i cui angoli apicali sono sempre sporgenti, formanti un piccolo lobo. Gli esemplari suddetti hanno tutti le elitre nere e sono identici ad un gd ad elitre chiare ! raccolto a Porto Said (Doria-Beccari, 19 dicembre 1879) e determinato da Baudi come haedus. |

Forma descritta di Cipro. Indicato di Egitto (Mariout ed’ Alessandria, vedi Ferrante, Bull. Soc. Ent. Egypte 1914-15, p- 161). e di. Tunisia (vedi: Bondroit, Ann. Soc. Ent. Belg. Solo. 299

Il tipico furcatus e la var. Skrimshiri Curt. cui dii giallo-rossiccie, con macchia scutellare nera) sembra essere diffuso in tutto il Nord Africa, nella regione mediterranea e nell’Europa media.

Obs. E difficile farsi un'idea precisa dei rapporti sistematici tra la forma haedus ed il tipico furcatus. In ogni modo, sia che si tratti di una specie propria, sia di una varietà di sviluppo [il fatto che le due forme. vivono promiscue nella Tunisia e nell’Egitto (vedi Ferrante 1. c.) esclude che si tratti d’una razza geografica] la forma haedus Baudi è un ele- mento faunistico nord-africano, probabilmente orientale.

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB

Bledius vitulus fr.

Bernhauer determinò con questo nome alcuni esemplari rac- colti da Kriger nell’oasi di Giarabub, nel giugno 1926. Non conosco in natura questa specie; gli esemplari ! suddetti corri- spondono alla descrizione originale (Gen. Spec. Staph. 1340, p. 761).

Descritto di: « Arabia deserta ». Bernhauer (Cat. Junk. pars 29, p. 136) lo indica d’ Arabia, Nord-Africa, isole Canarie, Spagna. Secondo Rambousek (Voyage Rothschild en Ethiopie, i ecc. 1922, II, p. 1005 si trova nell’ Etiopia: Endessa (Haut | Aouache). |

Bledius capra Fauv,

Bledius capra Fauv., Faune gallo-rhén. III, Cat. Syst, 1875, p. XII, nota 4. » » Fauv., Revue Ent. 1902, p. 69.

Bengasi: Giuliana !, nella sabbia, leg. Zanon, una 9, aprile 1920 (coll. Museo Civ. Genova). Bengasi: Sebka !, leg. G. C. Kruger, 19°, 19 (in coll. R. Uff. Agr. Bengasi); costa del golfo di Bomba !, leg. Gandini, aprile 1927, 1 9 (in coll. Museo Civ. Genova).

Vidi inoltre 1 g ed 1 9 d’Egitto: Porto Said ! (ex coll. Deyrolle).

Pronoto con SDA anteriori retti, arrotondati all’ apice, non sporgenti all’innanzi. Punteggiatura delle elitre molto fina e densa, - Corpo giallo; capo, meso- e metanoto, nonchè l'addome (tranne il segmento apicale e l’orlo del preapicale) neri. - Corri- spondono esattamente alle descrizioni di Fauvel.

Specie descritta d’ Egitto: Porto Said (de la Brùlerie); indi- cata finora soltanto del Basso Egitto: Porto Said, Mariout, ecc.

?

Bledius unicornis Germ.

Zanon 1922: Giuliana (Bengasi), insieme al furcatus haedus). Aprile 1919,

Specie variabile e molto discussa, diffusa nell’ Europa media, regione mediterranea e nel Caucaso.

Pon)

68 E. GRIDELLI

Bledius bicornis Germ. Bledius bicornis Ganglb., Kaf. Mitt—Eur. II, 1895, p. 617.

Dodero (in litt.) Tobruch !, leg: G. C. Kriiger. Europa media e meridionale, Mediterraneo.

Astenus melanurus Kiist.

Astenus melanurus Ganglb., Kéf. Mitt. Eur. II, 1895, p. 541. > » Reitt., Fauna Germ. II, 1909, p. 15).

Bengasi ! luglio 1919, un esemplare raccolto da Zanon. Vedi Zanon 1922.

Diffuso in tutta l’ Africa settentrionale, Canarie e nella mag- gior parte del Mediterraneo.

Lithoeharis ochracea, Gravh.

Citata da Zanon (1922) di Bengasi: Fuehat, maggio 1916. Specie cosmopolita.

Stenus lepidus Weise. Dodero 1925: Riferisco con qualche dubbio a questa forma un es. O di Tolmetta, che differisce da altro che posseggo di Malta per statura un po’ maggiore, punteggiatura più forte, ecc. Solo dall’esame dei ST si potrà accertare se le indicate differenze e le altre minori siano soltanto individuali, o se l’esempl. di Tolmetta appartenga ad una specie distinta.

Stenus spec? prope incrassatus: Cirene, leg. G. C. Kruger ‘Dodero! in litt.).

Medon debilicornis Woll.

Medon debilicornis Ganglb., Kaf. Mitt—Eur. II, 1895, p. 523. Euastenus pallidus Fiori, Riv. Col. Ital. 1915, p. 10-13.

Derna !, leg. G. C. Kriiger, 21 giugno 1995 (coll. R. Oo Agrario [ili

Appartiene al sottogenere Hypomedon, facilmente riconosci- bile per il capo e pronoto notevolmente opachi, zigrinati. Corpo ed antenne bruno-rossiccie, chiare; zampe ed elitre giallo-bruni.

Specie diffusissima, la quale venne ridescritta parecchie volte con diversi nomi. Tra gli altri Fiori la attribuì ad un nuovo genere (Evastenus) descritto su esemplari raccolti presso Cotrone

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 69

(Catanzaro, Italia merid.); la sinonimia suddetta venne stabilita da Dodero (Boll. Soc. Ent. Ital. 1922, p, 48) in base all’ esame dei tipi di Fiori; Dodero indica la specie anche di Toscana: Poggio Cavallo (Grosseto).

Francia, Madera, Mediterraneo, Egitto, Persia, India, Giappone, America del Nord (Texas, Sud Carolina), Messico, Antille, Ame- rica del Sud, Africa, Australia, Hawai.

Achenium aequatum Er. Achenium aequatum Er., Gen. Spec. Staph. 1840, p. 583.

Credo di poter riferire a questa specie un esemplare raccolto da G. C. Kriger a Bengasi ! nel febbraio 1924 (in coll. R. Uff. Agrario Bengasi), dato che esso corrisponde perfettamente alla descrizione originale succitata.

Descritto d’Egitto. Egitto, Tunisia, Algeria, Canarie (vedi Fauvel Rev. Ent. 1902, p. 96).

Achenium spec?

Il sig. G. C. Kruger raccolse a El Merg ! nel maggio 1928, un esemplare che corrisponde abbastanza bene alla descrizione . originale del debile Er. (Gen. Spec. Staph. 1840, p. 585) descritto di Mesopotamia e d’Egitto. Però questa specie ha il quinto seg- mento addominale visibile rosso, colla base infoscata ed il sesto interamente rosso, mentre nell’ esemplare di El Merg i due segmenti suddetti sono neri, con largo orlo apicale bruniccio. Probabilmente specie nuova. L’esemplare si trova nelle coll. del R. Ufficio Agrario di Bengasi.

Dolicaon Festae Grid.

Dolicaon Festae Gridelli, in Dodero, Boll. Mus. Torino, vol. 39, n. s.

nr 23, 192D: » » Boll. Soc. Ent..Ital. 1926, p. 155.

Descritto di Cirenaica: Um Erzem !, 1 gf leg. Festa, feb- braio 1922. Tipo: in coll. Dodero (Genova), È il solo esemplare finora noto.

Specie endemica.

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70 E. GRIDELLI

Dolicaon Silvestrii Grid. Dolicaon Silvestrit Gridelli, Boll. Soc. Ent. Ital. 1926, p. 146.

Descritto di Cirenaica : El Merg, un g’, raccolto dal prot. F. Silvestri, il 9 aprile 1922. Tipo : in coll. Dodero (Genova). Specie endemica.

Leptacinus batychrus Gyllh. Leptacinus batychrus Ganglb., K&f. MittEur. II, 1895, p. 487.

Dintorni di Bengasi, maggio 1919, ‘un es. | leggermente im- maturo. Vidi inoltre un esemplare raccolto da Confalonieri nel novembre 1926, durante il viaggio da Porto Bardia a Giarabub, ed uno di Agedabia !, leg. G. C. Kruger, maggio 1925 (in coll. R. Uff. Agrario Bengasi). I tre api <uddi hanno la colora- zione giallo-bruna delle elitre molto estesa e la colorazione nera | ridotta ad una zona scutellare a contorni sfumati.

Nei dintorni di Bengasi, lo stesso Zancn raccolse 4 es. ! ma- turi (maggio (1919) ; le nere, con macchia giallo - e nel- l'angolo apicale esterno.

Zanon 1922: Fuehat, aprile e maggio 1916.

Regione oloartica, Australia.

|

Xantholinus (') glabratus Gravh.

Xantholinus glabratus Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. II, 1895, Dp. 481.

PI Ee a ee NARO E E

Forma tipica: Zampe nere. Non venne finora raccolta Hi Cirenaica.

Var. merdarius Nordm: Zampe giallo-rossiccie. Zanon (1922): Fuehat !, novembre 1915, un es.; vidi nolo un ‘altro esemplare raccolto da Zanon nella stessa località nel marzo 1916 (coll. R. Uff. Agrario Bengasi). El Merg !, un es., leg. Sil- vestri, aprile’ 1922.

(1) Xantholinus relucens Gravh. Zanon (1922) lo indica di Fuehat; aprile, marzo, agosto 1916. Vidi un esemplare dell’ aprile 1916, che io ritengo essere un glabratus var. merdarius ad elitre giallo-brune. (Coll. R. Uff. Agrario Bengasi). La ee va dunque radiata dal catalogo dei coleotteri di Cirenaica.

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 71

Dodero (1925): Pochi esemplari raccolti a Cirene ed a Tecnis | (Festa). Dodero (in litt.): Cirene, leg. G. C. Kruger. Europa, Mediterraneo.

Gauropterus fulgidus F. var.? aut spec. propr.

Zanon (1922) indicò con questo nome esemplari raccolti a Bengasi (Fuehat) ! nel marzo 1916. Nella coll. Zanon (R. Uff. Agrario Bengasi) sono conservati due di questi esemplari (proba- bilmente i soli raccolti) i quali differiscono notevolmente dai fulgidus italiani per i seguenti caratteri :

Zampe ed antenne interamente giallo-rossiccie; corpo piccolo; capo stretto, a lati dietro agli occhi assolutamente paralleli, anzi forse un po’ incavati (nel fulgidus le zampe, ad eccezione dei tarsi ed il primo articolo delle antenne sono neri; il capo è molto grande, i lati sono leggermente convessi e leggermente dilatati posteriormente). 1

Non può trattarsi del sanguinipes Reitt., specie della quale conosco un esemplare raccolto da Doria nel Caucaso !, durante il viaggio del 1862, perchè anche questa specie ha il capo grande e circa della stessa forma del fulgidus.

Esemplari in tutto simili ai due suddetti di Cirenaica vennero raccolti nella Tunisia (El Djem!, Tozeur !, Medjerdah !, Ain- Draham !, Tunisi) da Doria, Abdul Kerim, e dal personale del « Violante » e si trovano nelle collezioni del Museo Civico di Genova.

Noto però che anche nella Tunisia si trova il vero fulgidus F., di colorazione perfettamente tipica, e col capo di forma iden- tica a quello degli esemplari italiani: Isola Galita ! (crociera del « Violante », un es.), Tozeur ! (Abdul Kerim,, un es.) in coll. Museo Civico di Genova.

K quindi molto probabile che anche il Gawropterus fulgidus sia una specie mista e che gli esemplari di Cirenaica e di Tu- nisia succitati rappresentino una specie propria, inedita. Per stabilire la loro posizione sistematica sarebbe però necessario l'esame dell’aedeagus, che purtroppo non posso eseguire per insufficienza di materiale.

In tutti i casi però la forma suddetta rappresenta, almeno per quanto mi consta finora, un elemento faunistico esclusivamente nord africano.

sir > a

12 E. GRIDELLI

Cafius xantholoma Gravh. Cafius xantholoma Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. II, 1895, pag. 463.

re da Zanon a Bengasi (Giuliana) nell’ agosto. 19200 . Vedi Zanon 1922. i, lungo tutte le coste Rn d'Europa, Mediterranee e delle isole Canarie.

Cafius sericeus Holme Cafius sericeus Ganglb., Kaf. Mitt-Eur. II, 1895, p. 463.

Raccolto da Zanon a Bengasi (Giuliana) insieme alla specie | precedente. Vedi Zanon 1922. | Diffusione come nella specie precedente.

Philonthus concinnus Gravh.

Philonthus concinnus n. Kaf. Mitt.-Eur. II, 1895, p. 452.

» » Grid., Atti Accad. Ven. Trent. Luo Padova DI Si

1920, p. 16.

è

Porto Bardia, cinque es. ! raccolti da Confalonieri, nel marzo.

1927. Bengasi, numerosi es. ! raccolti da Zanon nel maggio 1919.

| Bengasi ! leg. G. C. Kriiger, 1 g7 (in coll. R. Uff. Agr. Bengasi.

Zanon 1922: Bengasi (Fuehat), aprile 1916. Dodero ou po Cirene !, leg. G. C. Kruger. iP Bo paleartica. SR

Philonthus bimacula tus Gravh.

Zanon (1922) indica di Bengasi (Fuehat) la var. nitidicollis. Lac. Aprile 1916.

Regione paleartica.

——

cog Y- ae

ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB 73

Philonthus fimetarius Gravh.

Indicato da Zanon di Su: (Fuehat). Aprile 1916. Regione paleartica.

Philonthus sordidus Gravh.

| Philonthus sordidus Ganglb., Kaif. Mitt—Eur. II, 1895, p. 451.

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Bengasi !, leg. G. C. Kriiger, 1 gd (coll. R. Uff. SATO Bengasi).

Zanon (1922): Fuehat. Aprile 1916. Dodero 1925: ere: febbraio e marzo (leg. Ghigi).

Regione paleartica, America del Nord.

Philonthus plagiatus Fauv. Philonthus plagzatus Fauv., Faune gallo-rhén. III, 1872, p. 448, nota.

Bengasi ! (Cirenaica) un esemplare, raccolto su carogne nel

| giugno 1919 (Zanon), determinato (in litteris) quale varius

bimaculatus.

Specie caratteristica dell’Africa settentrionale, affine al sordi» dus, dal quale si distingue facilmente per la colorazione delle antenne e delle elitre. Antenne chiare, rosso-bruniccie, coi quattro articoli basali neri. Elitre nel bémaculatus nitidicollis, rosse, annerite alla base, all’omero e lungo la sutura. Ha in comune col sordidus la forma del capo, la posizione dei punti della serie interoculare. Pronoto con serie dorsali di 4 punti. Ne dif- ferisce però per molti caratteri (oltre ai suddetti) sui ati rife- rirò in altro lavoro.

Descritto di Algeria. Vidi esemplari delle località seguenti: Tozeur ! (Tunisia), aprile 1873, leg. Abdul Kerim; Tamagza !

_ (Tunisia) aprile 1873, leg. Abdul Kerim; Tagiura ! (Tripoli);

marzo 1926, leg. A. Schatzmayr. Algeria, Tunisia, Tripolitania, Cirenaica occidentale. Non venne

| citato d'Egitto come plagiatu:, però ritengo che il Phil. Scribae

Fauv. indicato da Ferrante (Bull. Soc. Ent. Egypte 1915, p. 167) del Cairo e di Aboukir non possa essere altra cosa che il plagiatus Fauv.

7h i E. GRIDELLI

Philonthus longicornis Io) Steph.

Philonthus longicornis Grid., Atti Accad. Ven. Trent. Istr. XI, 1920, p. 18.

Porto Bardia, un es. ! g della forma tipica, marzo 1927, leg.

Confalonieri. Zanon (1922): Fuehat. Maggio 1929. Dodero 1925: Uadi

Kuf (leg. Festa). Dodero (in litt.): Tobruch ! Wes GC. Kriger.

Specie cosmopolita. | Philonthus discoideus Gravh.

Philonthus discoideus Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. II, 1895, p. 455.

Porto Bardia, un es. ! gd raccolto da Confalonieri ; aprile 1927. Specie cosmopolita.

Philonthus maritimus Motsch. Phalonthus maritimus Grid., Ann. Mus. Civ. Genova XLIX, 1920, - 154.

Oasi di Giarabub, numerosi esemplari 1, marzo 1927, lew. Confalonieri.

Descritto di Alessandria d’ Egitto (esempl. raecalal in riva al mare sotto frammenti di Fucus, vedi Bull. Moscou 1858, II,

p. 661, n. 113). Largamente diffuso nel Nord Africa e nella ~

regione mediterranea, di solito in esemplari isolati e rari.

Gabrius nigritulus Gravh.

Gabrius nigritulus Grid., Ann. Mus. Civ. Genova, LDG: 1920, p. 142.

Porto Bardia, un es. !, aprile 1927, n Gue

Regione paleartica. Sec. Bernhauer (Cat. Col. Junk, pars Bi,

p. 347) anche nel Nord America, nel Chile e nell’ Australia,

(1) Philonthus varians Payk. Indicato da Falzoni (1923) di Lete, Uadi Derna e Cirene ;

(leg. Festa). Specie dubbia.

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ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 75 Se:

Staphylinus Festae G. Miill.

Staphylinus Festae G . Miill., Boll. Musei Zool. Anat. comp. Torino, vol. 39, Wi Se NN. 2301920, PIep.

Descritto di Derna !. Tipo © (leg. Festa 1-11-1922) in coll. Museo Civico Genova. Tipo 9: coll. Messa (Museo Ent. Pietro a . Rossi, Duino-Sistiana, presso Trieste). Noto inoltre di El Fetejah, pi. | Sidi Garbaa, Tecnis ed Uadi Kuf Dodero (in litt.): Cirene, leg. CON _ G. ©. Kriger. 7 ‘3 ie E una delle tante specie nelle quali il Dott. G. Miller ha i giustamente diviso Vantico fenedricosus. Data la localizzazione di | queste specie è probabile che si tratti d’una specie realmente . endemica di Cirenaica.

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7 Staphylinus cyaneopubens Reitt. | Staphylinus cyaneopubdens Reitt., Ent. Blatt. 1913, p. 65.

Dintorni di Bengasi, due es. ! leg. Zanon. Det. G. Muller. i _ Dodero 1925: Bengasi, Merg leg. Festa. ay «Indicato da Zanon (1922) di Bengasi: Fuehat (maggio 1916, a sui cadaveri di cavallette) col nome di ophthalmicus e da Fal- hi zoni (1923) pure come ophthalmicus di Bengasi (Fuehat, leg. Ghigi). Dodero (in litt.): Cirene e Bengasi! leg. G. C. Kruger. Differisce dall’ ophthalmicus (') per molti caratteri, ma spe- . cialmente per lo scudetto privo del tomento nero, così caratteri- s stico per questa specie. (G. Mull. in litteris). È Descritto di Palestina (Giaffa). Nell’ Egitto si trova una specie molto affine (Alfierii Bernh., Bull. Soc. Ent. Egypte 1925, p. 37) che con tutta probabilità non potrà venire separata specifica- mente dal cyaneopubens (Mull. in litteris).

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(1) Il vero ophthaimicus manca nell’Africa settentrionale. Le indicazioni relative 1 "y s

alla sua presenza nella Cirenaica (Zanon 1922, Falzoni 1923) vanno radiate, trattan-

. dosi senz’altro del cyaneopubens. Nella Tunisia, Algeria e Marocco esso viene sosti-

tuito dalla razza atrocyaneus Fairm., diffusa pure nella penisola iberica (Muller, po»

Coleopt. Centralbl. 1926, p. 16). Ferrante [Bull. Soc. Ent. Egypte (4914-45) 1916, p. 169]

indica l’oprthalmicus di Mariout (Egitto), in base ad errore di determinazione: si tratta senza alcun dubbio dell’AZfierz Bernh.

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E. GRIDELLI

Staphylinus (‘) subaenescens Woll.

Staphylinus subaenescens G. Mull., Boll. Soc. Ent. Ital. 1926, p. 31.

Tecnis, un es. ! © leg. Festa 1922; ex coll. Capra, in coll. Mus. Civ. Genova. Det. G. Muller !. Appartengono alla stessa specie i sette esemplari raccolti a Fuehat (Bengasi) da Festa, indicati da Dodero come cupreus Rossi (Dodero 1922, 1925). Dodero (1925) lo cita pure di Derna (4 es. leg. Festa). Falzoni (1923) ne indica col nome di aeneocephalus Dej. un esemplare di Fuehat, raccolto da Ghigi. Dodero (in litt.): Bengasi, leg. G. C. Kruger. | si

Vidi. pure un © ! raccolto a Slonta (40 Km. a sud di Cirene) da U. Bolsi nel 1927. Sutura delle elitre nera. Pene come nel sericeus Motsch., il paramero supera d’un lungo tratto l’apice del pene ed è fortemente curvato ad uncino all’ estremità.

Isole Canarie, Cirenaica. Si tratta probabilmente d’un elemento occidentale nella fauna di Cirenaica, però le nostre conoscenze sulla diffusione delle specie odierne di Staphylinus sono troppo scarse per decidere definitivamente. Ritengo pure non dimostrata sufficientemente l'identità specifica degli esemplari delle Canarie con quelli di Cirenaica. Sarebbe necessario il confronto degli organi copulatori. ie!

Creophilus maxillosus L.

Creophilus maxtllosus Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. II, 1895, p. 415.

| Dintorni di Bengasi, 11 es. ! leg. Zanon, maggio 1919. Zanon (1922): Fuehat, maggio 1916, sui cadaveri di cavallette. Falzoni 1923: Cirene, El Fetejah, leg. Ghigi. Dodero (in litt.): Cirene, leg. G. C. Kruger.

(1) Staphylinus fuivipennis Er. Tanto la forma tipica. quanto la var. confusus Baudi, vengono indicate da Zanon (1922) di Cirenaica: Bengasi (Fuehat) !, maggio 1916. Specie da radiare dall’ elenco della Cirenaica. È specie europea, la quale non venne mai citata dell’Africa settentrionale (ved. Fauvel, Rev. Ent. 1902, pp. 103-106). Si tratta del subaenescens (ho veduto i due esemplari raccolti da Zanon (in coll. R. Uff. Agrario Bengasi), specie che può venir facilmente confusa col fulvipennis .

se esaminata con poca cura, come purtroppo fecero molti autori studiando gli *

Staphylinus.

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 77

Tutti gli esemplari da me esaminati hanno la pubescenza degli sterniti toracici bianco-grigia e vanno quindi riferiti alla var. cinerarius Er. (Gen. Spec. Staph 1839-40, p. 350) descritta d’Egitto. Si tratta di una varietà, probabilmente sparsa ovunque insieme ad esemplari colla pubescenza degli sterniti toracici nera. Io l’ho segnalata dell’isola Giglio (Toscana, vedi Ann. Mus. Civ. Genova, L, p. 511) ma ne vidi esemplari di varie località dei dintorni di Tunisia (leg. Elena), uno di Zante ! (leg. Doria - Bec- cari), uno di Borzoli ! (Liguria, leg. Dodero), uno di Pechino ! (leg. Folchini), nonchè quattro delle isole Salvages !.

Regione oloartica.

Quedius fulgidus F. Quedius fulgidus Gridelli, Mem. Soc, Ent. Ital. 1925, pag. 51.

La presenza del fulgidus nell’ Africa settentrionale venne segnalata da Fauvel (Rev. Ent. 1902, p. 114): varie località d'Algeria e Tunisia. Non ho mai avuto occasione d’esaminare | esemplari di queste regioni e data la difficoltà di determinare le | specie di Microsaurus non credo che le indicazioni di Fauvel possano essere accettate senza riserva.

Nella Cirenaica manca la forma tipica, mentre vi si trova la forma seguente:

Quedius fulgidus var. erythropygus nov. var. Corpo nero lucido; antenne chiare, brune, colla base giallo -rossiccia, piu chiara; zampe giallo-brune, tendenti al rossiccio; lato interno delle tibie posteriori parzialmente annerito. Elitre rosso - bruniccie. Addome di colorazione caratteristica. Tergiti: Neri, lucidi; 3.9, 4.° e 5.° con orlo apicale chiaro, giallo-rossiccio, stretto, ma netta- mente limitato (s’allarga lateralmente), 6.° giallo rossiccio, infoscato alla base; 7.° ed 8.° totalmente giallo-rossicci. Sterniti: Colorati come i tergiti corrispondenti, però la fascia giallo rossiccia apicale del 3.° 4.° e 5.° è più larga ed il 6.°, 7.° e 8.° sono interamente giallo rossicci.

Oltre alla colorazione suddescritta gli esemplari differiscono dai fulgidus europei per. il corpo più stretto, le elitre un po’ più lunghe e gli occhi un po’ più convessi.

E molto probabile che si tratti d’una razza propria, che sosti- tuisce nella Cirenaica la forma tipica. E esclusa ogni affinità

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78 E. GRIDELLI

col cruentus, dal quale si distingue subito per il colore, le antenne sottili (come nel fulgidus) ed il pene.

Golfo di Bomba !, leg. Gandini, 1927 un g'; Bengasi 1, alcuni esemplari, leg. G. C. Kruger (coll. Mus. Civ. Genova e R. Ufficio Agrario Bengasi).

Heterotops dissimilis Gravh. Heterotops dissimilis Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. Il, 1895, p. 388.

Cirene !, leg. G. C. Kriiger, un esemplare in coll. Dodero.

Diffusa nella maggior parte della regione paleartica. Per quanto riguarda l'Africa settentrionale, Fauvel (Rev. Ent. 1902, p. 118) la indica di Barberia, Egitto, Madera e Canarie. Si trova anche nell’isole dell’ Arcipelago del Capo Verde ! (Togo: S. Felipe, S. Thiago, leg. Fea 1898, in coll. Mus. Civ. Genova).

Tachyporus nitidulus F. Tachyporus nitidulus Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. II, 1895, D. dazi

Zanon (1922): Fuehat ! (Bengasi) maggio 1916. Dodero (1925): Tecnis, leg. Festa. : Regione oloartica.

Tachyporus pusillus Gravh. Tachyporus pusillus Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. Il, 1895, p. 352.

Slonta !, due esemplari, leg. U. Bolsi 1997. mi Cirene !, lee. G. Q; ee (coll, Deion) |

Zanon (1922): Fuehat (Bengasi) ! aprile 1918. Dodero (1925): Merg, aprile, leg. Festa.

Europa, Mediterraneo.

Conosoma eavicola Scriba

Conosoma cavicola Scriba, in Heyden, Ent. Reise nach Spanien 1870, p. 79. > » Luze, Verh. zool.-bot. Ges. Wien 1902, Dr 24,

Molto simile al Con. pubescens Gravh.; differisce dagli. esemplari ad elitre rosso brune e sutura nera di questa specie per

ESPLORAZIONE DELL'OASI DI GIARABUB 79

la smarginatura apicale più larga e più profonda del 6.° sternite a visibile, per l’orlo apicale del 5.° evidentemente smarginato e per BF la forma delle antenne. Queste, ripiegate all’ indietro superano nettamente l’orlo posteriore del pronoto; sono più lunghe, col decimo articolo quadrato ed il nono evidentemente più lungo che

largo. Pare molto affine alla crypticola Rey, però il corpo è piu . piccolo, meno convesso e le antenne un po’ piu corte (conosco SI i vo

un esemplare di crypticola della coll. Dodero).

Non conosco in natura il cavicola, però credo di poter rife- rire a questa specie un esemplare © (vedi descrizione suddetta) raccolto da G. C. Kruger a Agedabia !, nel maggio 1925 (coll.

_R. Uff. Agrario Bengasi).

Descritto su esemplari raccolti da Heyden in una grotta presso È Ronda (Spagna meridionale); indicato da Luze del Marocco | MUnEdk). .. i

Cardiola obseura Gravh.

. Falagria obscura Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. Il, 1895, p. 257.

Dintorni di Bengasi, 14 aprile 1918, sei es. ! leg. Zanon. Fuehat !, febbraio 1918, un esemplare raccolto sui fiori, leg. Zanon, determinato quale Atheta clientula Gravh. (sic!), in coll. R. Uff. Agrario Bengasi. Vedi Zanon 1922.

Dodero (in litt.): Cirene, leg. G. C. Kruger.

Europa, regione mediterranea, isole atlantiche, Nord America.

F'alagria suleata Payk.

Falagria sulcata Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. II, 1895, p. 255. | i

Dintorni di Bengasi, aprile 1918, 6 esemplari !, maggio 1919, 1 esemplare !. Leg. Zanon. |

Zanon 1922: Bengasi, aprile 1918.

Europa, Mediterraneo.

Falagria naevula Er. Falagria naevula Er., Gen. Spec. Staph. 1839-40, p. 55. Oasi di Giarabub, molte centinaia di esempl. !, raccolti da

Confalonieri nel marzo 1927; tre es. ! raccolti da G. C. Kruger (VI-VII, 1926). di

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80 E. GRIDELLI

Bernhauer e Scheerpeltz (Cat. Col. Junk, pars 82, p. 579) indicano quale area di diffusione: Egitto, Cipro, Algeria, Spagna. Nelle collezioni del Museo Civico di Genova ho trovato con questo nome esemplari di Persia sett. ! (leg. Doria 1862-63); dintorni di Tunisi ! e Tozeur ! (Tunisia) leg. Ab. Kerim 1873. Det. Fauvel. |

Specie descritta d’Egitto.

Obs. La Falagria naevula Er., è una specie mal nota ed è soltanto con dubbio che io ho determinato con questo nome gli esemplari di Giarabub. Nelle serie suddette di Persia e Tunisia si trovano mescolate varie forme, diverse tra loro per colorazione, scultura e struttura del pronoto, punteggiatura degli sterniti addominali, ecc., determinate tutte Ì da Fauvel col nome di naevula, ma certamente appartenenti a forme diverse. Forse potrebbe esservi mista, specialmente tra gli esemplari tuni- sini, la Falagria desertorum Fauv., descritta di Algeria e Tunisia (Rev. Ent. 1898, p. 106) oppure la cirrosa Fauv. delle stesse regioni (Rev. Ent. 1 1902, p. 184). Purtroppo Fauvel descrizioni di confronto colla naevula, i il che impedisce il riconoscimento delle due specie, dato che non so a quali forme di naevula Fauvel si riferisca. In ogni modo la naevula Er. è descritta d’Egitto ed è quindi più probabile che gli esemplari di Giarabub siano naevula che non desertorum o cirrosa. Bernhauer, al quale ne comunicai alcuni in esame, crede pure trattarsi della vera naevula Er.

Gnypeta carbonaria Mannh. Gnypeta carbonaria Ganglb., Kaf., Mitt.-Eur. II, 1895, p. 242.

Dodero (in litt.): Cirene !, leg. G. C. Kriiger. Europa, Mediterraneo.

Atheta (Microdota) amicula Steph. Atheta amicula Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. II, 1895, p. 194.

Dodero (in litt.): Cirene !, Tobruch |, leg) GLC. Wren Europa, Mediterraneo. ;

Atheta (Glossola) gregaria Er. Atheta gregaria Ganglb., Kaf. Mitt. Eur. II, 1895, p. 233.

Oasi di Giarabub !, 15 esemplari marzo 1927; Porto Bardia !, marzo 1927, due esemplari, leg. Confalonieri (det. Dodero).

| °»‘’(’‘’‘’‘1‘1‘ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB 81

| Bengasi (Fuehat), aprile 1920, due es. leg. Zanon (det. Dodero). Zanon (1922): Fuehat, aprile 1916; Bengasi, aprile 1918. È, Europa, Mediterraneo.

Atheta s. str, opacicollis Fauv.

È | Citata da Falzoni (1923) di Ben Gadir, su esemplari raccolti da Ghigi. ; Africa settentrionale, Mesopotamia, Arabia.

3 ve A theta (') (Coprothassa) sordida Marsh. Atneta sordida Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. II, 1895, p. 154.

È Porto Bardia !, marzo 1927, cinque esemplari, leg. Confalo- 7 - (det. Dodero).

fi” Regione paleartica, Nord America, Chile, Uruguay, Australia, - Sud Africa.

È “ERI Atheta (Acrotona) fungi Gravh. «— —’Zanon (1922) la indica come raccolta a Bengasi (Berka) su Lycoperdon maximum, nel marzo 1916; , esemplari riveduti da Dodere:. ..

Regione paleartica.

AI i 3 Atheta (?) (Acrotona) or cata Er. n

| Atheta orbata Ganglb., Kaf. Vitt-Pur. Il I aa 158.

«Oasi di Giarabub !, mali ch faune, febbrai o-marzo 1997, leg. Confalonieri. Vidi pure nume os) esemplati raccolti nei dintorni di Bengasi ! da Zanon, nel marzo-aprile 1918. di,

Falzoni Sio) la ee SAIL Derna (leg. Ghigi).

A

| R. Uff. Agrario Bengasi) ,one in realtà. A, orbota Er. - Noto inoltre che nella stessa | collezione si trova un ave semplare ‘raccolto a Fuehat ! a di Cardiola obscura Gravh., determinato cs Zanon per Atheta ctientula Gra (sic!).

@ Specie da radiaro dalla fauna di* Cirenaica: heta pygmaea Gravh., aterrima ravh., e parva Gravh. Citate da Zanon nell'elenco del 1922 di Fuehat. Non ho po- tuto vedere gli esemz Jari ma certamente si tratta di determinazioni errate, (non

Froder ro) non essendo Zanon su a grado di determinare con pre-

ie i - i Da p: i : i , Vol, Liv (2 Aprile 1930). 6

© Atheta cliontula! Er. Zao0n 44922): Fue shat, febbraio 1919, Gli esemplari (coll.

SIA E. GRIDELLI

Gli esemplari da me esaminati corrispondono perfettamente alla descrizione di Ganglbauer, ossia sono fungi molto oscure (se perfettamente mature) colle antenne completamente nere, col primo articolo ingrossato e la punteggiatura molto rada, molto

più rada che nella fungi, un po’ meno rada che nella cléentula.

Dodero mi comunica però di conoscere parecchie forme di orbata, che differiscono tra loro per la varia densità della pun- teggiatura dell'addome. La forma di Cirenaica ha però la punteg- giatura addominale molto rada, come nella descrizione di Ganglbauer.

Europa, regione mediterranea.

Zyras pullus Rottb.

Zanon 1922: Berka (Bengasi) su Lycoperdon maximum. Marzo 1916. Nelle collezioni del Museo Civico di Genova si trova pure un esemplare raccolto da Zanon a Bengasi !, nell’aprile 1916.

La citazione di Zanon è fatta in base alla determinazione di Dodero, il quale distingue specificamente il pullus Rottb. dal rigidus Er.

Non posso controllare questa determinazione e nemmeno

indicare l’area di diffusione della forma. Zyras pullus Rottb. è

descritto di Sicilia (Catania); il rigidus Er. viene citato d'Europa meridionale e d’ Algeria, Lo stesso Rottenberg indica le due specie (rigidus e pulius) della Sierra Nevada (I. c.).

Oxypoda vicina Kr.

Cirene !, un esemplare raccolto da G. C. Kruger, determinato da Dodero e da Peyerimhofii = i

Europa, Balcani, Caucaso. Probabilmente largamente diffusa nel Mediterraneo. | pe |

Aleochara celavicornis Redtb.

Aleochara clavicornis Ganglb., Kat. Mitt.-Eur. IL 1895, p. 31. » » Bernh., Verh. zool.-bot.\Ges. Wien 1901, p. 455...

Indicata da Zanon di ‘Bengasi, giugno 4949, un es. !, in coll. Museo Civico Genova; vedi Zanon 19922.

Sal lie ie Lim

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Vo:

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 83

Europa media e meridionale, regione mediterranea, Caucaso, ‘Transcaspio. Secondo Bernhauer e Scheerpeltz (Cat. Col. Junk pars 82, p. 779) anche nell’ Africa meridionale (regione del Capo) ed orientale (Africa orient. tedesca).

Aleochara moesta Gravh.

Aleochara moesta Bernh., Verh. zool.-bot. Ges. Wien 1901, p. 462.

Oasi di Giarabub, molti es. !, marzo 1927, leg. Confalonieri. Dintorni di Bengasi, un esemplare !, marzo 1919, leg. Zanon. Bengasi: Fuehat !, maggio 1918, un esemplare (') determinato da Zanon come crassicornis Luc. (sic!). Tobruch !, marzo 1925, due es., leg. G. C. Kruger (coll. R. Uff. Agrario Bengasi).

Zanon (1922): Bengasi, città; marzo e maggio 1919.

Regione paleartica.

Aleochara ceuniculorum Kr.

Aleochara cuniculorum Bernh., Verh. zool.-bot. Ges. Wien 1901, p. 487.

Dintorni di Bengasi !, 4 esemplari raccolti da Zanon. El Merg !, aprile 1922, leg. Silvestri; Apollonia !, leg. Festa 1922. Coll. Dodero e Museo Civ. Genova. Coll. Zanon (R. Uff. Agrario Bengasi): un es. determinato come bipustulata L. e citato con questo nome da Zanon nell’elenco del 1922; leg. Zanon Fuehat !, aprile 1916. Gli esemplari corrispondono perfettamente ad uno raccolto a Vienne ! (Francia) da Falcoz in una tana di tasso, ed a uno del Marocco ! (Quedenfeldt, in coll. Dodero).

Indicata di Cirenaica: Ben Gadir (leg. Ghigi) da Falzoni (1923).

Specie a larga diffusione nell’ Europa media, Russia e Medi- terraneo occidentale. Una varietà (longitarsis Bernh., l. c.) è descritta di Shangai (Cina). Probabilmente diffusa in tutti i paesi mediterranei; forse viene confusa nelle collezioni colla laevigata, dalla quale si distingue però a prima vista per i tarsi posteriori molto gracili e lunghi quasi quanto le tibie.

Nell’ Europa media la specie si trova spesso nei nidi dei conigli e di altri mammiferi. Sembra essere comune e molto

(1) Aleochara crassicornis Luc. Zanon determinò ed indicò (1922) con questo nome un esemplare di A. moesta Gravh., raccolto a Fuehat !, nel maggio 1948 (coll. R. Uff. Agrario Bengasi). Zanon indica quale autore Lucas Luc» sic!), tanto nello elenco, quanto nel cartellino manoscritto che accompagna l’esemplare.

84 E. GRIDELLI

diffusa nel Marocco. Algeria e Tunisia (vedi Fauvel, Rev. Ent. 1902, p. 167). Mancano dati sull'eventuale habitat microcaverni- colo della specie nell'Africa settentrionale.

Aleochara (') verna Say Aleochara verna Bernh., Verh. zool—bot. Ges. Wien 1901, p. 501.

Oasi di Giarabub !, un esemplare raccolto da Confalonieri nel

febbraio 1927. Europa, Mediterraneo, Madera, America del Nord.

Aleochara bipustulata (?) L. Aleochara bipustulata Bernh., Verh. zool.-bot. Ges. Wien 1901, p. 74.

Forma tipica. Oasi di Giarabub !, febbraio 1927, un es. leg. Confalonieri. Tobruch !, marzo 1925 leg. G. C. Kruger, Aone uy in coll. .R. Uff. Agr. Bengasi. Dodero si litt):: Cirene | les. GCs Krucer

Var. pauxilla Rey. Porto Bardia !, marzo 1927, molto comune, Confalonieri. Tobruch !, marzo 1925, alcuni es. leg.. G. C. Kruger (in coll. R. Uff. Agr. Bengasi).

Descritta dei dintorni di Lione e del Beaujolais (Francia merid.) e diffusa secondo Bernhauer (I. c.) nell’Africa settentrionale, Dal- mazia, Italia e Francia meridionale. Non può trattarsi d’una razza (*) meridionale perchè le due forme vivono promiscue:

in diverse località del Mediterraneo, come per es. a Tobruch ! e

nell'isola del Giglio ! (Toscana, vedi Gridelli, Ann. Mas. Civico. Genova, E. 19200922). | Regione oloartica.

(1) Aleochara laevigata Gyllh. Citata da Zanon (1922) di Bengasi ! e da Dodero: :

(1925) di Merg ! (leg. Silvestri). Gli esemplari suddetti sono cuniculorum Kr. La specie va quindi radiata dal catalogo dei coleotteri di Cirenaica.‘

(?) La bipustulata L. indicata da Zanon (1922) di Fuehat !, aprile 1916 (in coll. R. Uff. Agr. Bengasi) è invece la cuniculorum Kr.

(5) N. A. Kemner (Ent. Tidskrift 1926) pubblicò un bellissimo lavoro cono svi- luppo larvale di molte Aleochara, le cui larve vivono (attraverso 3 stadii diversi di sviluppo) nei pupari di ditteri. La grandezza dell’imagine dipende dalla grandezza del pupario parassitato. L'A. studio tra le altre la dilineata: è quindi ovvio pen- sare che la piccola statura della pauzilia sia dovuta unicamente al fenomeno: suddetto. ;

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IDE ENNA SII I

ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB 85

PSELAPHIDAE.

«Nessuno degli autori che s’occuparono finora dello studio dei g coleotteri di Cirenaica ebbe occasione di esaminare dei Pselaphidae. EE ovvio però che questi insetti non possono mancare in questa | regione e sono ben certo che ricerche, anche superficiali, eseguite | stacciando detriti vegetali, oppure nelle zone ad acque sal- È mastre, dimostreranno la presenza di alcune, se non molte, specie di questa famiglia.

Soltanto Dodero (in litteris) mi comunica gentilmente che oo raccolse a Bengasi una specie di Ctenistes, (*) simile al

Vaulogeri Pic, ma non identificabile con sicurezza.

HISTERIDAE.

Onthophilus globulosus Oliy.

- Zanon (1922) indica la specie come raccolta a Fuehat, nel maggio 1919. Specie diffusa nel bacino occidentale del Mediterraneo.

SI | Acritus nigricornis Hofim.

Dodero (in litt.): Tobruch !, esemplari raccolti da G. C. Kruger. Europa, Mediterraneo.

o “Saprinus ornatus Er.

4 _ Saprinus ornatus Mars., Ann. Soc. Ent. France 1855, p. 360, tav. 16, fig. 6. te » Ostris Mars., Ann. Soc. Ent. France 1862, p. 440.

; Oasi di Giarabub !, marzo 1927, due esemplari raccolti da Confalonieri. Dintorni di Bengasi !, numerosi esemplari a | da Zanon.

_ Zanon (1922): Fuehat, aprile 1916.

[Russia meridionale (?)]; penisola del Sinai (Alfieri, Bull. 9 Soc. Ent. Egypte 1920, p. 42); Arabia; Egitto (Alfieri, 1. c.); a (!) Pic. (Bull. Soc. Ent. Egypte, 1923, p. 125) cita un fot di Mariout (Egitto) indi-

ah ‘candolo come; Ctenistes sp. fot (? Vaulogeri Pic). È probabile che si tratti della stessa | specie. ;

36 E. GRIDELLI ie 4

Tripolitania: Tripoli ! (due es. det. Schmidt, ex coll. Schmidt), Tunisia: Tozeur !, Nafta !, esemplari raccolti nel 1873 da A. Kerim, gia citati da Fairmaire (Ann. Mus. Civ. Genova, VII, 1875, p. 484; il quale indica la specie anche d’ Algeria: Biskra, Bone e d’Egitto); Algeria: (!) Biskra !, Teniet-el-Had ! (in coll. Mancini).

Saprinus semipunctatus Fabr.

Saprinus semipunctatus Schmidt, Ber]. Ent. Zeitschr. 1885, p. 304. » » Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. III, 1899, p. 383.

Oasi di Giarabub !, febbraio e marzo 1927, sotto carogne, leg. Confalonieri. Dintorni di Bengasi !, maggio 1919, molti esem- plari, leg. Zanon. Venne pure raccolto a Giarabub ! da G. C. Kruger. o

Zanon (1922): Fuehat, maggio 1919. Dodero (in litt.): Bengasi, leg. G. C. Kruger.

_ Europa meridionale, regione mediterranea. Viene pure citato del Senegal e del Capo di Buona Speranza. Ganglbauer (I. c.) lo indica pure di Siberia e dell'Europa media meridionale.

Saprinus Pharao Mars.

-

Saprinus Pharao Mars., Ann. Soc. Ent. France 1855, p. 399, tav. 17, fig. 38. » RI Schmidt, Berl. Ent. Zeitschr. 1885, p. 304.

Oasi di Giarabub !, comune da febbraio a marzo 1927; leg. Confalonieri. Dintorni Bengasi !, maggio 1919, leg. Zanon.

Zanon (1922): Fuehat, maggio 1919.

Descritto d’Egitto e di Siria. Schmidt (1. c.) lo indica di Grecia, ed Egitto. Specie orientale, che si spinge ad occidente fino nella Tripolitania: Tripoli ! un es. avuto da Schmidt (Mus. Civ. Genova).

(1) Bedel (Ann. Soc. Ent. France 1884, p. 922): « Saprinus Osiris Mars. (4862). Je ne peux voir aucune différence spécifique entre cet insecte et le S. ornatus Er. (1834). Cet Histeride occupe un grand habitat; il est très abondant en Algérie, dans la région de hauts plateaux et remonte méme plus loin car j’en ai pris un exem- plaire a Teniet-el-Had ». (Vedi pure Bedel, Wien. Ent. Zeit. 1885, p. 56). Ignoro se la sinonimia proposta da Bedel sia esatta; la specie in questione, raccolta nella Cirenaica, è identica all’ Osiris dell’ Africa settentrionale; l’ ornatus Er. è ABPOS della Russia meridionale e probabilmente d’altre regioni adiacenti.

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ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 87

Saprinus detersus Illig.

| Saprinus detersus Mars., Ann. Ent. France 1855, p. 396, tav. 16, fig. 35.

‘» » Schmidt, Berl. Ent. Zeitschr. 1885, p. 305.

» » Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. II, 1899, p. 385.

Forma tipica: Secondo intervallo delle elitre con zona speculare. Ciascuna elitra con una sola stria suturale. Din- torni di Bengasi !, leg. Zanon (coll. Mus. Civ. Genova). Vidi

inoltre gli esemplari da me già indicati (Ann. Mus. Civ. Genova L, 1926, p. 528): Genova !, (Liguria); Isola del Giglio ! (To- scana) ! Cagliari !, San Vito ! (Sardegna); Marsiglia ! (Francia merid., leg. Marseul); Tripoli ! (Tripolitania); Tunisia: Tunisi ! (Qammart, leg. Elena).

Vidi pure un esemplare di Homs ! (leg. Andreini 1913, coll.

Mus. Civ. Genova) colla stria suturale semplice ma mancante

della zona speculare nel secondo intervallo delle elitre.

Var. beduinus Mars. (Ann. Soc. Ent. France 1862, p. 446, tav. XII, fig. 8). Secondo intervallo delle elitre senza zona speculare. Stria suturale doppia (vedi la figura di Marseul), ossia nell'intervallo tra la sutura e la stria suturale normale corre una stria intermedia finissima.

Dintorni di Bengasi !, comune, vedi Zanon (1922). Tu- nisia: Kairouan !, leg. A Kerim 1873; Qammart ! nei dintorni di Tunisi (leg. Elena). Tripolitania: Tripoli ! un esemplare

avuto da Schmidt (Mus. Civ. Genova).

Descritto d’Algeria e d'Egitto; vive promiscuo alla forma tipica nei dintorni di Bengasi ! e di Tunisi !. Non vidi mai esemplari europei, però nel Catalogo Winkler (pars. 4, 1925, p. 774) viene indicato della Spagna e delle Baleari.

Obs. IZ beduinus venne recentemente diviso dal detersus quale specie propria (devo questa indicazione alla cortesia dell’ amico Dott. G. Miller) in base alla doppia stria suturale. - La stria suturale supplementare è sempre accorciata alla base, spesso rudimentale, ridotta ad un corto tratto

‘mediano, talvolta marcata da punti. Noto inoltre (vedi esemplare di

Homs ! succitato) che essa non è sempre accompagnata dall’assenza della zona speculare nel secondo intervallo. Credo quindi di non accettare senz'altro la validità specifica del deduinus.

Nella serie di deduznus tipici raccolti a Bengasi ! (tutti con stria sutu- rale doppia, più o meno sviluppata) vi sono esemplari colla punteggia-

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tura molto densa e rugosa, accanto ad altri colla punteggiatura, tanto i del pronoto quanto delle elitre, molto più fina e pitt rada, non rugosa 4 (ad eccezione del primo e del secondo intervallo, nei quali è sempre leg- F germente rugosa). Questi esemplari somigliano molto al furvus, dal quale si 3 distinguono però agevolmente per le strie prosternali fortemente divergenti. À

La specie (sensu lato) è diffusa in tutta la regione mediter- ranea e nell'Europa media occidentale.

Saprinus chalcites (!) Illig.

pi Saprinus chalcites Schmidt, Berl. Ent. Zeitschr. 1885, p. 306. » » Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. II, 1899, p. 384.

Oasi di Giarabub !, 500 esemplari raccolti da Confalonieri (gennaio-marzo 1927) ed alcuni da G. C. Kruger (luglio 1927); statura variabilissima, da un minimo di mm. 2 ad un massimo di mm. 3,5. Dintorni di Bengasi !, un centinaio d’esemplari, raccolti da Zanon nel maggio 1919 (vedi Zanon 1922).

Regione mediterranea, Persia, Turchestan, Senegal, A bissinia, Eritrea.

Saprinus cyrenaicus G. Miill.

Saprinus cyrenaicus G. Miull., Ann. Mus. Civ. Genova, LIII, 1929, p. 243.

Descritto su tre esemplari raccolti da Zanon a Bengasi (tipi: Coll. Mus. Civ. Genova e Museo Pietro Rossi, Duino presso Trieste). Citato da Zanon (1922) come Saprinus nova sp. ? (dui, ne. 97). |

Saprinus semistriatus Scriba

Saprinus semistriatus Mars., Ann. Soc. Ent. France 1855, p. 402, tav. 17, fig. 40. » » Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. Ill, 1899, p. 384.

Dintorni di Bengasi !, comune nel 1919, leg. Zanon. Vedi Zanon (1922) sub semistriatus Fab. Regione paleartica, India.

(1) Il Dott. G. Muller mi rese attento del fatto che col nome di chalcites si de- terminano mediante Ganglbauer e Schmidt alcune altre specie definite recentemente e tra queste anche angoranus Bickh. il quale potrebbe trovarsi nella Cirenaica. La punteggiatura grossa e densa del mesosterno degli esemplari di Cirenaica esclude però tale possibilità. Metasterno con due tubercoletti all’orlo posteriore.

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 89

Saprinus niger Motsch.

Saprinus niger Mars., Ann. Soc. Ent. France 1862, p. 450, tav. 12, fig. 11.

». » Schmidt, Berl. Ent. Zeitschr. 1885, p. 306. » gangeticus Mars., Ann. Soc. Ent. France, 1855, p. 398, tav. 17, He. 37;

Oasi di Giarabub !, marzo 1927, Porto Bardia !, marzo 1927 (leg. Confalonieri). Dintorni di Bengasi !, maggio 1919 (leg. Zanon). Zanon (1922): Fuehat !, maggio 1919.

Tripolitania: Homs !, leg. Andreini 1913. Algeria ! (in coll. Mancini). Caucaso ! (Leder) ex coll. Reitter. | Bedel (Ann. Soc. Ent. France 1884, p. 222) stabilisce la sinonimia gangeticus Mars. (1855) = niger Motsch. (1849) ed indica la seguente diffusione: « Cette espéce est citée du Caucase (Motschoulsky, Leder), de Syrie et de l’Inde (de Marseul); elle se trouve en Espagne (cf. Wien. Ent. Zeit. III, p. 209); enfin, comme la précédente [|Oséris Mars.], elle n’est pas rare en Tunisie et en Algérie, dans la région des hauts plateaux; je l’ai prise également 4 Teniet-el-Had, dans les cadavres de chiens et de chacals ». (ex Bedel 1. c.)

Aggiungi alle indicazioni suddette: Cirenaica !, Tripolitania !, (mihi), nonché: Siberia (Mars. 1862).

Saprinus subnitidus Mars.

Indicato da Zanon (1922) di Fuehat; aprile 1917. Mediterraneo.

i Saprinus (1) politus Brahm.

Saprinus speculifer Mars., Ann. Soc. Ent. France 1855, p. 412, tav. 17, fig. 47. » pulcherrimus Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. II, 1899, p. 387. » politus Reitter, Fauna Germ. lI, 1909, p. 293.

Forma tipica: Elitre con zona discale lucida grande, spazio | punteggiato preapicale stretto. Non vidi mai esemplari di

(1) Saprinus immundus Gyllh. Forma da radiare, erroneamente indicata da Zanon | (1922) di Fuehat ! (agosto 1919). L’esemplare in questione (coll. R. Uff. Agr. Bengasi) è un politus var. similis G. Mill.

90 E. GRIDELLI

Cirenaica. Noto però che essa si trova nella Tunisia, perchè un esemplare raccolto a Tunisi ! dal March. Doria (insieme ad altri della varietà seguente) non è distinguibile in alcun modo dagli esemplari italiani e Ste delle collezioni del Museo Civico di Genova. |

Var. similis G. Mill. La zona discale lucida delle elitre è piccola e non si spinge oltre alla metà dell’elitra; di conseguenza la zona punteggiata che la separa dalla zona speculare margi- nale è più larga che nella forma tipica. Descritta su tre esemplari d’Algeria.

Dintorni Bengasi !, maggio 1919, leg. Zanon. Ain Mara i. molti esemplari raccolti da G. C. Kruger nell’ aprile 1926 (coll R. Uff. Agr. Bengasi). Zanon (1922) cita gli esemplari da me esaminati. I

Egitto: Cairo !, febbraio 1880, leg. Doria e Beccari; Egitto !, ex coll. Reiche. Tripolitania: Homs !, leg. Andreini 1913. Tunisia: Tunisi !, leg. Doria (in coll. Mus. Civ. Genova).

La specie è diffusa nel Mediterraneo e pure molto diffusa ul Europa media.

Saprinus aegyptiacus Mars.

Saprinus aegyptiacus Mars., Ann. Soc. Ent. France 1855, p. 455, tav. 18.

Oasi di Giarabub !, da gennaio a marzo 1927, comune sotto carogne di mehara (Confalonieri). Corrispondono perfettamente alla descrizione originale. Non può trattarsi del Solsky Reiche.

Il tipo unico di Marseul venne raccolto nell’ Egitto. Manca. nella Tripolitania, Tunisia ed Algeria (vedi Peyerimhoft, Ann. Soc. Ent. France 1917, p. 138; Chobaut, ibid. Bull. 1922, p. 255).

Saprinus gilvicornis Mars. Saprinus gilvicornis Mars., Ann. Soc. Ent. France 1855, p. 456, tav. 18, fig. 79.

Oasi di Giarabub !, numerosi esemplari raccolti da Confalo- nieri nel febbraio 1927 (determ. P. Peyerimhoff).

Vidi pure due esemplari raccolti da Abdul Kerim nella Tu nisia (Tozeur !, Nafta !, vidit Peyerimhoff). !

Descritto d’ pito. ma certamente molto diffuso nell’ Africa settentrionale.

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 94

Saprinus tenuistrius Mars.

| Saprinustenuistrius Mars., Ann. Soc. Ent. France 1855, p. 458, tav. 18, fig. 8a. i » manes Mars., Abeille 1868, p. 172.

4 » sparsutus (Solsky) Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. III, 1899, p. 386. e > brunnensis Fleisch., Wien. Ent. Zeit. 1883, p. 179.

Spetta ad Auzat (Bull. Soc. Ent. France 1922, p. 264) il me- | rito d’aver riconosciuto in base all’esame dei tipi di Marseul l'identità del fenuistrius e del manes nonchè l'identità della ‘specie di Marseul collo sparsutus Solsky (= brunnensis Fleisch. et Auct). ‘Bengasi !, maggio 1919, un esemplare raccolto da Zanon. | Scegga ! (Ridotta Maddalena), un es. leg. G. ©, Kruger, in coll. Dodero (det. Auzat).

Zanon (1922): Fuehat ! (Bengasi), maggio 1919.

Francia meridionale, Europa media orientale (brunnensis Fleisch.: Moravia), penisola balcanica, regione mediterranea

(Egitto: manes e tenuistrius), Caucaso, Siria, Armenia, Turche-

| stan (sparsutus Solsky); si trova pure nell’ Abissinia. (Vedi fiAuzat, |. c.) Saprinus Blanchei tunisius Mars. Un esemplare raccolto da Confalonieri a Giarabub ! venne

riferito da Miller (Ann. Mus. Civ. Genova LIII, 1929, p. 246) al tunisius Mars., ch'egli considera non specificamente diverso

4 dal Blanchet Mars., condividendo l’opinione di Peyerimhott (Ann. | Soc. Ent. France 1947, p. 138). 7 Il S. Blanchet (senza stria trasversale sulla fronte) viene indi-

_ cato da Muller dell’ Oriente (Turchestan, Afganistan), d’ Egitto (Ismailia), di Macedonia (Salonicco) e d’Italia meridionale. La sottospecie ¢uwnisius Mars., (con stria frontale, più o meno com- -pleta) viene indicata di Cirenaica (Giarabub), di Tripolitania (Mizda, leg. A. Schatzmayr), di Tunisia e d’Algeria.

.

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Saprinus Solieri Mars.

Oasi di Giarabub !, alcuni esemplari, febbraio 1927, leg. Con- . falonieri; tutti gli esemplari raccolti vennero determinati da _ Peyerimhoff. |

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. Saprinus Soliert Mars., Ann. Soc, Ent. France 1862, p. 487, tav. 17, fig. 44.

92 E. GRIDELLI

Descritto d’Egitto. Il Saprinus rubiginosus Mars., considerato sinonimo del Solieri, è descritto di Tunisia. ;

Saprinus metaliescens Er.

Vidi l’ esemplare raccolto da Zanon nei dintorni di Bengasi (Fuehat !) nel maggio 1919, leggermente diverso dal solito : « presenta il torace più stretto che nel tipo ed è evidentemente, benchè molto finamente, punteggiato sul disco » (ex Dodero, in Zanon 1922).

L’esemplare è di statura molto vide (raggiunge a mala. pena i due mill.) ma non credo si possa separare dal metallescens.

Regione mediterranea. Vidi pure esemplari raccolti da Doria (1862-63) nella Persia settentrionale.

Saprinus praecox Er.

Saprinus praecox Mars., Ann. Soc. Ent. France 1855, p. 685, tav. 19, fig. 127. » praecox Schmidt, Berlin. Ent. Zeitschr. 1885, 311.

Oasi di Giarabub, otto esemplari, febbraio-marzo 1927, leg. Confalonieri; det. Peyerimhoff.

Africa nti) isole Canarie (myntops Woll.); s estende alla Sicilia (leg. Ragusa, sec. Schmidt, 1. c.). di G. Muller (in litt.): Dalmazia e Istria.

Saprinus monies Payk.

Dodero (in litt.): Bengasi ! (leg. (ee Kriger) ct ‘eguali ad altri di Moldavia !, Dobrugia ! e Macedonia ! (Langasa, È | leg. A. Schatzmayr). ie Secondo Ganglbauer (Kaf. Mitt.-Eur. III, 1899, p. 391) è e diffuso nella Svezia meridionale, Germania baltica ed orientale, 5 Austria, Ungheria, Caucaso. Secondo Schmidt (1. c. p. 313): « Europa, in Sùden hautiger >,

Saprinus (') Gridellii G. Mill. Saprinus Gridellt, G. Mill., Ann. Museo Civ. Genova, LIII, 1929, p. 244.

Porto Bardia !, tre esemplari raccolti da Confalonieri (Museo | Civico Genova e Museo Pietro Rossi, Duino presso Trieste).

(1) Saprinus concinnus Motsch. Zanon (1922); Fuehat, aprile 1917. Specie dubbia. Saprinus aemulus Illig. Zanon (1922): Fuehat; maggio 1919. Specie dubbia.

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ESPLORAZIONE DELL’ OASI DI GIARABUB 93

Styphrus tridens Jacq. du Val

| Saprinus tridens Jacq. du Val, Ann. Soc. Ent. France 1852, p. 703. _ Saprinus tridens Mars., Ann. Soc. Ent. France 1855, p. 501, tav. 19, fig. 118.

Xenonychus tridens Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. Ill, p. 394.

Oasi di Giarabub !, un esemplare raccolto da Confalonieri nel febbraio 1927, identico ad un esemplare raccolto a Mogador ! da Quedenfeldt, avuto da Schmidt (vedi pure Schmidt, Ent. Nachr. 1887, p. 354).

Descritto di Montpellier (Francia merid.). Diffuso in tutta la regione mediterranea. Secondo gli autori esso si trova nelle sabbie marine; ignoro se siano conosciute stazioni continentali, oltre a quella dell’oasi di Giarabub !

Gnathoneus rotundatus Klug

Peyerimhoff determinò con questo nome una serie d’ esem- plari raccolti da Confalonieri nell’oasi diGiarabub ! sotto carogne, febbraio- marzo 1927, ed uno raccolto a Cirene ! nel marzo 1928 da U. Bolsi. Ad onta delle numerose revisioni (1) pubblicate finora la determinazione della specie è, almeno nella maggior parte dei casi, quasi impossibile.

Regione oloartica.

Carcinops quatuordecimstriata Steph. Carcinops quatuordecimstriata Ganglb , Kaf. Mitt.-Eur. II, 1899, p. 374.

Dintorni di Bengasi !, maggio 1919, leg. Zanon (gli esem- plari vennero citati da Zanon nell’elenco del 1922 col nome di pumilio Er).

Europa media occidentale, Mediterraneo, America settentrionale.

Maerolister major L. Hisler major Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. III, 1899, p. 361.

Ain Mara !, aprile 1926, un esemplare raccolto da G. C. Kriger (coll. R. Uff. Agrario Bengasi). i Falzoni (1923): alcuni esemplari raccolti a Cirene dal prof. Ghigi. Regione mediterranea.

(1) Tutti i monografi hanno dimenticato la specie seguente: Gnathoncus procerulus Er. in Klug Jahrb. d. Ins. Kunde I, 1834, p. 175; descritto d’Egitto.

-

94 E. GRIDELLI

Hister Touthmosis Mars.

Hister Touthmosis Mars., Ann. Soc. Ent France 1861 , p. 531, tav. 13, fig. 22. » » Bickh., Entom. Blatt. 1909, p. 245. » miniatus Karsch, Berl. Ent. Zeitschr. 1881, p. 45, tav. 2, fig. 6. Lameerei Lew., Ann. Mag. Nat. Hist. (7) VII, 1901, p. 243.

Dintorni di Bengasi !, dicembre 1918, alcuni esemplari rac- colti da Zanon. Zanon (1922): Fuehat !, maggio 1918, sullo sterco. Tripolitania: Tripoli !, un es. avuto da Schmidt nel 1889.

Gli esemplari suddetti hanno la stria laterale esterna del pronoto ridotta ad un tratto molto corto nell’ angolo anteriore ; qualcuno ne presenta ancora un rudimento cortissimo, dietro alla metà.

Dodero (in litt.): Bengasi, leg. G. C. Kruger.

Descritto d’Egitto; ridescritto da Karsch di Ain Schersozura. (leg. Rohlf). Largamente diffuso nell’ Africa settentrionale, dal- l'Egitto al Sahara sud-algerino.

Hister graecus Brullé

Hister graecus Schmidt, Berl. Ent. Zeitschr. 1885, p. 292,

> Ganglb. Kaf. Mitt.-Eur. III, 1899, p. 366. » » Bickh., Ent. Blatt. 1908, p. 47. > G. Mull, Ent. Blatt. 1908, p. 119.

Dintorni di Bengasi: Fuehat !, leg. Zanon due esemplari. Ain Mara !, 10 es. leg. G. C. Kruger (coll. R. Uff. Agrario Ben- gasl). pui WXTE1947, ness) leg. Zanon (coll. 2 Uff. Agrario si

Dodero (1922): Ritengo debbasi iii a questa specie un. esemplare di Ghemines [leg. Festa] che differisce dalla forma tipica per la punteggiatura delle elitre e del torace molto distinta ed uniformemente sparsa su tutta la superficie superiore. Dodero, in Zanon (1922): Fuehat; aprile 1918. L’esemplare avuto

in esame è una forma molto interessante, inedita, caratterizzata

dalla diversa punteggiatura del prepigidio e della stria suturale non abbreviata. Dodero (1925): Di questa forma interessante,

(1) Hister grandicollis Ill. non esiste nella Cirenaica. Zanon (4922) indicò ‘con questo nome l'esemplare suddetto di Hister graecus Brullé.

Hister praetermissus Peyr. Zanon (41922): Fuehat, aprile 1918, Specie dubbia.

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 95

che forse meriterebbe un nome particolare, ho visto qua e esemplari unici, ciò che non permette di asserire la costanza nelle differenze osservate. Uadi Derna, un es. [leg. Festa]. Falzoni (1923): Un es. di Cirene. Ha la statura un po’ minore del graecus e la punteggiatura del torace e delle elitre molto distinta ed uniformemente sparsa. La linea suturale è intera [leg. Ghigi]. Dodero (in litt.); Cirene, leg. G. C Kruger. Peloponneso !, due es. avuti da Reiche nel 1867. Siria ! un es. (ex coll. Reiche); Palestina: Betlemme ! due es. ex coll.

| Deyrolle; Caifa !, un es. ex coll. Reitter (in coll. Mancini).

Algeria: Sebdou !, Blidah ! (3 es. in coll. Mancini). Per quanto riguarda le linee suturali, che negli esemplari di

: Cirenaica esaminati da Dodero e Falzoni dovrebbero essere « non

abbreviate » o «intere », io ho osservato la massima variabilità. Gli esemplari di Cirenaica da me esaminati hanno le linee sutu- rali obliterate alla base, in uno del Peloponneso esse giungono soltanto sino alla metà dell’elitra, nell’altro sono ridotte ad un rudimento apicale; esse mancano del tutto negli esemplari di Siria e Palestina, nonchè in due d’ Algeria; sono presenti in uno d’ Algeria quasi sino alla meta.

Sembra quindi che negli esemplari di Cirenaica esista una certa tendenza ad avere le strie suturali lunghe; in ogni modo

essi hanno le strie obliterate alla base, per quanto molto più

lunghe che negli esemplari delle altre regioni.

Gli esemplari di Cirenaica hanno realmente la punteggiatura del prepigidio più grossa che in quelli delle altre regioni. Per contro non ho, potuto osservare le differenze nella punteggiatura delle elitre e del pronoto, rilevate da Dodero e da Falzoni.

Data la grande variabilità delle specie affini e quella della lunghezza delle strie suturali nello stesso graecus, ritengo poco probabile che si tratti in questo caso d’una forma particolare della Cirenaica. |

Mediterraneo orientale, Africa settentrionale.

LAMPYRIDAE

Lampyris attenuata Fairm., Ann. Mus. Civ. Genova 1875, p. 512. E. Oliv. Abeille 1884, p. 18, fig. 5; Ann. Mus. Civ. Genova 1885, p. 17; Bull. Soc. Ent. France 1885, p. 9, 9.

Descritta di Kairouan (Tunisia), un & leg. Abdul Kerim, 11 Giugno 1873

96 E. GRIDELLI

(in coll. Museo Civico di Genova). E. Olivier ridescrisse la specie (9 e Q) in base al tipo suddetto e ad esemplari di Bou-Saada (Algeria).

Dodero (1925), in base ad una determinazione di -Pic, cita la specie di Tecnis (1 d', leg. Festa) ed attribuisce alla specie stessa una serie di larve, provenienti dalle raccolte di Festa a Derna, Sidi Garbaa, Chersa e Uadi Kuff.

Non vidi gli esemplari suddetti, in ogni modo è quasi certo ch’ essi non sieno attenuata Fairm., bensì che debbano venir riferiti alla specie seguente:

Lampyris nov. spec? Molto affine all’attenuata Fairm., colla sutura sinuata, però le antenne sono molto più lunghe e più. sottili, coi singoli articoli molto più sottili e molto più allungati; articoli intermedii molto più lunghi che larghi. Un © raccolto a Merg dal prof. Festa (aprile 1922) in coll. Dodero. Non può trattarsi in nessun caso della spinifera Pic, descritta d’ Egitto (Echange 1923, p. 9) ed è quasi certamente specie inedita che non posso per ora descrivere, non avendo a mia disposizione gli esemplari citati da Dodero come attenvata Fairm.

CANTHARIDAE Malthinus multinotatus Pic Malthinus multinotatus Pic, Boll. Soc. Ent. Ital. 1929, p. 94

Un solo esemplare (tipo), raccolto da G.C. Kriger a Gigi È (in coll. R. Uff. Agrario Bengasi).

Malthinus sulcicollis Fairm. È

Dodero (1925) lo indica di Merg: un solo esemplare, raccolto da Festa nel mese di aprile.

Citato dagli autori come diffuso nell’ ween e nella Tunisia.

Podistrina rugosipennis Pic | Malthodes (Podistrina) rugosipennis Pic, Boll. Mus. Zool. Anat. comp.

R. Univ. Torino, Vol. 39 (n. s. nr. i 20) 1924/0010 |

« Q Elongatus, nitidus, elytris opacis, breve griseo pu- bescens, niger, capite antice late et thorace, illo nigro-piceo

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 97

maculato, luteis, elytris apice et abdomine lateraliter flavis. Capite elongato, sparse punctato, oculis prominulis; anten- nis gracilibus, parum brevibus, nigris, ad basin testaceo ‘notatis; thorace capite non latiore, subquadrato, angulis anticis non prominulis, medio impresso, antice nigro-piceo 4 maculato, postice vage et multi brunnescente notato; ely- tris thorace paulo latioribus, brevibus, valde dehiscentibus, dense ruguloso-punctatis, grisescentibus, apice breve flavis; abdomine lato et elongato, pro majore parte nigro-piceo, flavo cincto; pedibus nigris. Long. 3 mill. Cirenaica: Cirene, mai 1922. (Dr. E. Festa).

Type unique au Musée de Turin.

Espéce distincte, entre toutes, par sa sculpture élytrale fai- sant paraitre ces organes mats. » (Ex Pic |. c.).

Obs. Il genere Podistrina venne proposto da Fairmaire (Ann. Mus. Civ. Genova VII, 1875, p. 514) per la specie Pod. Dorzae (1. c. p. 514-515).

. La serie tipica si trova nelle collezioni del Museo Civico di Genova e

comprende 15 es. raccolti a Tunisi in varie epoche da Abdul Kerim (marzo 1873), Doria (marzo aprile 1882), Elena (marzo 1882). Non conosco in na- tura la rugosipennis Pic, ma essa è certamente distinta dalla Dorzae per la scultura e la e delle elitre.

È nota pure un’altra specie, descritta anche essa di Tunisia: Pod. Normandi Pic.

Secondo Reitter (Wien. Ent. Zeitg. 1894, p. 46-48) apparterrebbero pure al genere Podistrina le specie seguenti: apterus Muls. (Francia), brachypterus Kiesw., (Tirolo, Austria inf.), Novaki Reitt. (Zara: Dal- mazia), Zobicollis Reitt. (Circassia).

Malacogaster (') Bassii ruficollis Dod,

La forma tipica non venne raccolta finora nella Cirenaica. Dodero (1925) cita di Bengasi e Tolmetta esemplari raccolti da Festa; essi appartengono ad una forma ch'egli descrive quale varietà del Bassiz, col nome di ruficollis, la quale: « differisce dalla forma tipica per il torace interamente rosso. Questa colora-

| zione la fa somigliare moltissimo ai M. Passerinii Bassi e ni-

(1) Malacogaster nigripes Schauf. Secondo Zanon (1922): Fuehat, marzo 1916, sui

| fiori nell’orto. È specie citata finora di Spagna e d’Algeria. Secondo Dodero (1, c.)

è probabile trattarsi della varietà suddetta del M. Bassé. La forma va senz’altro radiata dall’elenco dei coleotteri della Cirenaica.

Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LIV (23 Aprile 1930). , tr;

98 E. GRIDELLI

gripes Schauf., ma da entrambi si separa agevolmente per le antenne molto più sottili e meno fortemente dentate ».

Ho veduto i tipi della coll. Dodero, nonchè un esemplare rac- colto da G. C. Kriiger a Bengasi ! nell'aprile 1918 (coll. R. Uff. Agr. Bengasi). |

La forma tipica venne descritta e citata d’ Algeria.

Troglops orientalis Abeille

Troglops orientalis Ab., Ann. Soc. Ent. France 1881, p. 121. » » Ab., Ann. Soc. Ent. France 1890, p. 209.

Abeille de Perrin (l. c. 1881) dimostrò che il Troglops marginatus (Waltl !) Peyr. (in Peyron, Abeille 1877, XV, p. 245) comprendeva due specie distinte e precisamente marginatus Waltl (del Marocco, Algeria, Spagna meridionale, Sardegna) e orientalis Ab. (di Siria e Palestina). Conosco in natura. il marginatus Waltl: esemplari perfettamente corrispondenti alle descrizioni di Abeille, catturati a Tunisi dal March. G. Doria. Non conosco invece l’orientalis, il quale differisce dal marginatus per i caratteri sessuali maschili e per la lucentezza del corpo e sopratutto del pronoto.

Lo stesso Abeille (1. c. 1890, p. 190) nota un ‘esemplare. ao) di Misserghin (Algeria, leg. Bedel), che riferisce con dubbio all’orientalis quale var. laevissimus, distinto dagli esemplari di orientalis di Siria per la statura minore (meno di 1!/, mm.) e per il corpo ancora più brillante.

. Confalonieri raccolse a Porto Bardia (marzo 1927) due O°? (in cattivo stato di conservazione) le quali non possono venir riferite in nessun caso al marginatus Waltl. Esse corrispondono invece alle descrizioni dell’ovientalis e specialmente, data la loro piccola statura (1,5 mm.) e la grande lucentezza del corpo e del pronoto, alla var. laevissimus Ab. Lo stesso dicasi di due Q Q raccolte a Cirene ! da G. C. Kriiger (in coll. Dodero).

Resta a decidere se tale forma debba venire riferita come va- rietà all’ orientalis, oppure se si tratti d’ una specie propria. Dodero mi segnala esemplari di Kohlia (Algeria) distinti dal marginatus di Tunisi per il pronoto più lucido, con punteggia- tura rada, molto variabile di densita. a

fia! sala R :

ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB CRA

Troglops Bourgeoisi Ab.

Troglops Bourgeotst Ab., Ann, Soc. Ent. France 1890, p. 238.

Dodero (in litt.): Cirene !, un o leg. G. C. Kruger; Merg !,

un gf leg. Silvestri.

Abeille lo indica soltanto d’ Algeria. de se sieno note

altre regioni di cattura.

Hypebaeus nodipennis Kryn.

È Hypedaeus nodipennis Ab., Ann. Soc. Ent. France 1890, p. 350.

Bengasi i, maggio 1920, 2 2 Cat , leg. Zanon. Cirene, 1928,

Mor: U. Bolsi

Indicato da Zanon (1922) di Bengasi (Fuehat), maggio 1919,

a sui fiori nell’ orto. Dodero (in ne o’ Bengasi, Q Cirene, leg. MG. -C. Kruger.

Specie orientale: Grecia, Turchia, Siria, Palestina. Conosco

| esemplari dell’isola di Cipro ! (Truqui, ex coll. Baudi).

Hypebaeus flavicollis Er.

q Hypebaeus flavicollis Ab., Ann. Soc. Ent. France 1890, p. 361.

Cirene, 1 g ! 1 Q ! raccolti nel 1928 da U. Bolsi. Indicato da Zanon (1922) di Bengasi (Fuehat), aprile 1916, sui

fiori dell’orto. Dodero (in litt.): Cirene 9, leg. G. C. Kruger.

Europa meridionale, regione mediterranea, Asia Minore, Dif-

fuso certamente in tutta l*Africa settentrionale (citato di varie località d’Algeria!; conosco esemplari di Tunisi ! raccolti da Elena

nel sa

Attalus Festae Pic

| Attalus Festae Pic, Boll. Mus. Zool. Anat. comp. R. Univ. Torino 1924,

VOl'anniL'senri 20,89,

« Q. Elongatus postice paulo dilatatus, nitidus, fere

| glaber, niger, capite antice late, membris pro parte thora-

100. | E. GRIDELLI

ceque rufo-testaceis, elytris cyaneis. Capite parum elongato, minute et sparse punctato, antice late impresso ; antennis gracilibus et brevibus, nigris, ad basin infra testaceis, tho-

race parum breve, lateraliter arcuato, antice ‘et postice

attenuato, fere impunctato; elytris thorace paulo latioribus, parum elongatis, postice dilatatis; antice subdepressis et paulo plicatis, minute et sparse punctatis; pedibus anticis testaceis, femoribus supra nigrolineatis, tibiis ad basin brunneis, femoribus intermedits nigris geniculis et tarsis testaceis, tibiis pro parte brunneis, pedibus posticis nigris, tarsis rufis. Long. 3 mill. Cirenaica: Tolmetta (Dr. E. Festa).

Type unique au Musée de Turin.

Peut se placer près de A. cyaneus F. dont il est très di- stinct en outre de la coloration des pattes, par la téte bicolore et largement impressionnée, les elytres plus élargis postérieu-

rement et finement ponctués ». (Ex Pic, 1. c.).

Axinotarsus Massinissa Escal. Axinotarsus Massinissa Escal., Eos ll, 1926, p. 277, fig. 28 d.

Descritto su due esemplari, raccolti a Bengasi ! da G. C. Kri- ger, i quali trovano nella collezione Dodero. Non mi sono note altre catture.

Axinotarsus ruficollis Ol.

Axinotarsus ruficollis Escal., Eos II, 1926, p. 260, fig. 18 i

Ain Mara !, esemplari Sie ve O. raccolti da GA) Kriiger ; (im colli Ey. Uff. Agrario Bengasi). Elitre azzurre (senza riflessi verdi); antenne gialle, soltanto un esemplare con antenne forte- mente annerite. Facilmente distinguibile dal Massinissa per la lunghezza molto maggiore delle antenne, dovuta al maggiore. allungamento degli anon (particolarmente terzo e seguenti). Corrispondono perfettamente a esemplari italiani della collezione Dodero, riveduti da Escalera. vba

Specie largamente diffusa nella regione mediterranea.

ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB 101

Malachius carnifex Er.

Malachius carnifex Ab., Ann. Soc. Ent. France 1890, p. 645.

bl; » fernuey Bestimm. - Tab. XLIX, 1902, p. 6.

Cirene, due gg, raccolti nel 1928 da U. Bolsi. La colora- zione gialla della parte inferiore degli articoli basali delle antenne varia alquanto. Un esemplare ha soltanto i quattro articoli basali

maculati ed i seguenti completamente neri; nell’altro anche

il quinto, sesto e settimo presentano tracce di colorazione gialla sulla parte inferiore, ridotte nel settimo all’estremo angolo apicale. Colorazione delle tibie anteriori pure variabile; in un esemplare esse sono completamente nere (ad eccezione del-

_ Testremo apice), nell’altro invece sono giallo-brune, colla base

annerita.

Vidi pure esemplari di Macedonia (M.te Athos, leg. A. Schatz- mayr) e dei dintorni di Trieste (Venezia Giulia, leg. Gridelli), tutti con tibie anteriori gialle.

. Citato da Falzoni (1923) di El Garigh (*) (leg. Ghigi) e da Dodero (1925) di Merg (leg. Festa). Dodero (in litt.): g?, Ci- rene, leg. G. C. Krùger.

Specie del Mediterraneo orientale: Venezia Giulia, penisola balcanica, Egeo, Asia Minore, Cipro, Caucaso.

| La presenza a Cirene di esemplari a tibie anteriori nere in- sieme ad altri con tibie anteriori gialle dimostra quanto poco fondata sia la var. nasosensis Pic (Echange 1923 p. 2): esem- plari di Naxos (Cicladi) con la macchia basale nera delle elitre prolungata un po’ lungo l’orlo laterale, il 4.° articolo delle an- tenne del & poco arcuato alla base e le zampe oscure, con le tibie anteriori testacee su una parte del loro lato interno.

Posseggo due 9 9 raccolte a Naxos da A. Schatzmayr, con

tibie completamente nere, ma la colorazione basale delle elitre

non differisce affatto dalla forma tipica. La var. naxosensis Pic non è quindi una forma propria dell’isola di Naxos e con tal nome si potrebbero tutto al più designare gli esemplari a tibie anteriori nere, che certamente (?) si troveranno ovunque misti alla forma tipica a tibie anteriori gialle.

(1) El Garigh, zona paludosa nei dintorni di El Merg. |

(2) Dodero mi comunica di possedere esemplari raccolti da Schatzmayr sul M.te Athos (Macedonia) con tibie anteriori nere; la maggior parte di essi ha però le tibie anteriori gialle.

102 : E. GRIDELLI

Malachius abdominalis F.

La forma tipica non venne raccolta nella Cirenaica. Gli esem- plari raccolti appartengono ad una varietà descritta da Pic (Boll. Mus. Zool. Anat. comp. R. Univ. Torino 1924, vol. 59, n. s. mr. 20, p.)2),col nome di:

var. cyrenaicus: Q. Robustus, supra coeruleus, thorace rufo-testaceus, medio cyaneo vittato, elytris apice parum breve testaceo notatis, pedibus pro majore parte nigris. Long. 5 mill. Cirenaica: Zavia Mechili, mars 1922 (Dr. E. Festa). 3 ta | Variété caractérisée par la bande relativement étroite et ré- guliére du prothorax avec les élytres largement marqués de testacé au sommet. (Ex Pic |. c.). Coll. Museo di Torino e coll Pic, i

Specie molto variabile e largamente diffusa nella regione mediterranea.

Malachius lusitanicus Er.

Malachius lusitanicus Ab., Ann. Soc. Ent. France 1890, p. 678.

Cirene, due 9 9 ! raccolte da U. Bolsi nel 1928. Angoli anteriori del pronoto con macchia giallo -rossiccia.

Citato da Falzoni (1923) di Fuehat (leg. Ghigi) e da Dodero (1925) di Merg (due Q Q, leg. Festa). Dodero (in tt jeer Cirene, leg. G. C. Kruger. |

Specie largamente diffusa nella regione mediterranea.

Haplocnemus Gestroi ® Schilsky.

Dodero 1925: « Una serie di esemplari di Derna, gennaio e. febbraio; un es. di Cirene, marzo, ed uno di Merg, aprile » leg. Dr. E Festa]. Dodero (in litt.): Bengasi e Cirene, leg. G. C. Krùger.

Descritto dei dintorni di Tunisi. |’

(1) Haplocnemus spec. ? Affine al Gestroi, dal quale differisce però per il corpo un po’ più piccolo e più stretto, molto più lucido, con punteggiatura delle elitre più fina e molto più rada. Un esemplare gf raccolto dal prof. F. Silvestri a Gharib (44 aprile 1922), determinato da Pic con dubbio quale Fester. (Coll. Museo Civico Genova).

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 103

Haplocnemus (') eribrosus Schilsky

La forma tipica (citata d’ Algeria) manca nella Cirenaica, nella quale viene sostituita, almeno per quanto risulta dal materiale raccolto finora, da due varietà.

Hapl. cribrosus var. Festae Pic (Boll. Mus. Zool. Anat. comp. R. Univ. Torino, 1924, vol. 39, n. s. nr. 20, pur): « Elongatus, nitidus, sparse griseo hirsutus, niger, supra cupreo aenescens, antennis ad basin pedibusque lestaceis ; antennis satis gracilibus; capite thoraceque in disco parum fortiter et sparse punctatis; elytris. paulo fortiter et pro parte sparse punctatis. Long. 5 mill. Cirenaica: Wadi Kuf (Dr. E. Festa). Différe de H. cribrosus Schilsk. (ex. d’ Algérie) par la ponctuation du dessus moins forte et celle des élytres moins rapprochée ». (Ex Pic |. c.). Coll. Mus. Torino et coll. Pic.

Vidi esemplari di Porto Bardia, raccolti da Confalonieri nel marzo 1927 (det. Pic) ed uno di Guarscià, raccolto dal prof. F.

| Silvestri nell’aprile 1922 (det. Pic). Citata da Dodero (1925)

di Uadi Kuf e di Tecnis (leg. Festa). Dodero se litt.): Cirene, leg. G. C. Kruger.

Hapl. cribrosus var. robustior Pic (Boll. Soc. Ent. Ital.

1928, p. 103). « Sat latus, niger, supra olivaceus, capite

thoraceque subaeneis, pedibus testaceis. Q Long. 5 mm. Cirenaica: El Merg. Variété caractérisée par la forme plus robuste, les antennes entiérement foncées, la ponctuation des élytres moins écartée que d’ordinaire. » (Ex Pic l. c.).

Il solo esemplare noto finora venne raccolto dal prof. F. Sil- vestri nei dintorni di Merg, il 12 aprile 1922 e si trova nelle collezioni del Museo Civico di Genova.

Haplocnemus biskrensis Schilsky

Nella Cirenaica la forma tipica viene sostituita dalla forma seguente: Hapl. biskrensis var. Gridellii Pic (Boll. Soc. Ent.

(1) Haplocnemus siculus Kiesw. Falzoni (1923) cita di Bir Gandula la forma tipica e di Cirene l’ab. obscuripes Schilsk. Ritengo molto probabile che gli esemplari ci- tati da Falzoni debbano venir riferiti al cribrosus Festae Pic, forma molto simile al siculus e molto diffusa nella Cirenaica.

8 BRAN se oh On ee IRE) CRI RSI SAGRE INT

104 | E. GRIDELLI

Ital. 1928, p. 103), la quale differisce secondo l’autore dal tipico

biskrensis: «par les élytres a coloration moins foncée, au.

moins en partie bordés de nuances plus claires, les cuisses entié-

rement testacées ou seulement un peu rembrunies. » (Ex Pic L c.). Un gd e una Q in coll. Mus. Civ. Genova, una © in coll.

Pic, raccolti da Confalonieri a Giarabub, nel marzo 1997. |

Haplocnemus Krugeri Pic Haplocnemus Krugerz Pic, Boll. Soc. Ent. Ital. 1929, p. 94.

Descritto su un esemplare raccolto da G. C. Kruger a Ain Mara ! nell’aprile 1926 (in coll. R. Uff. Agrario di Bengasi).

Dasytes (|) flavesvens Gené

Dodero (1925) cita di Cirene la var. nigriceps Schilsky, in base ad un esemplare raccolto del Dr. E. Festa.

La specie viene citata d’ Italia, Corsica, Sardegna, Sicilia 4

Mauritania. Non ho modo di controllare quanto sopra.

Dasytes albipilis Pic

Dodero - (1925) indica un esemplare oO, raccolto da Festa

all’ Uadi Kuf e determinato da Pic. Descritto e citato finora d’Algeria.

Dasytes croceipes Kiesw.

Un esemplare raccolto a Garib il 10 aprile 1922 dal prof. F. Silvestri, determinato ‘da Pic. In coll. Mus. Civ. Genova. Dodero (in litt.): Bengasi, leg. G. C. Kriger. Ain Mara, leg. G. C. Kruger (in coll. R. Uff. Agrario Bengasi). Det. Pic. e del Mediterraneo orientale.

(') Dasytes subdepressus Schilsk. Indicato con dubbio da Dodero (1925) per un esem-

plare 9 raccolto all’Uadi Kuf da Festa.

Dasytes reticulatus Schilsk. Indicato da Falzoni (1923) di Fuehat « e Ben Gandula, (leg. Ghigi). Pic riferisce con dubbio a tale specie 4 esemplari raccolti a Garib dal

prof. F. Silvestri il 14 aprile 1922. Da considerare per ora quale specie dubbia. ©

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ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 105

Psilothrix cyaneus Oliv.

Specie diffusa nella Cirenaica occidentale. Zanon (1922) in- dica la var. viridis Rossi di Fuehat. Falzoni (1923) cita la specie di Gubba, El Abiar ed El Garigh presso Merg (leg. Ghigi).

Dodero (1925) cita la var. viridis Rossi in numerosi esemplari

di Cirene, Uadi Kuf, Tolmetta e Merg. Vidi una piccola serie di

. esemplari raccolti a Garib del prof. F. Silvestri nell’aprile 1922; | ad eccezione di uno della forma tipica, tutti hanno il corpo verde

(var. viridis Rossi). Dodero (in pO Bengasi, leg. G. C. firuger. Europa meridionale, Mediterraneo, Europa media occidentale (vedi Reitt. Faun. Germ. III, 1911, p 286).

Dasytiscus indutus Kiesw.

Specie del Mediterraneo orientale (Grecia, Asia Minore, Cipro). La. forma tipica viene sostituita in Cirenaica dalla varietà

seguente:

Das. indutus sparsepubens Pic (Boll. Mus. Zool. Anat. comp. R. Univ. Torino, 1924, vol. 39, n. s. nr. 20, p.:2): « Satis elongatus, minute et sparse punctatus, paulo dense pubescens, niger, supra olivaceus, antennis nigris, articulis 2 et sequentibus rufis, pedibus rufis, femoribus i

‘Long. 4 mill. Citenaica: Merg, avril 1922 (Dr. E. Festa).

Type unique au Musée de Turin. | Differe de D. indutus Ksw. (ex. de l'Europe or. merid.) par la forme du corps un peu plus allongée, la pubescence moins

dense, surtout sur le prothorax, avec la rayure pubescente mé-

diane large. » (Ex Pic l. c.). Dodero (1925) indica un secondo esemplare, pure di Merg, raccolto dal Dr. E. Festa. Vidi due esemplari raccolti a Merg dal prof. F. Silvestri, nonchè una numerosa serie raccolta da Zanon (29 es. !) a Ben-

il gasi e citati dallo stesso autore (1922) come Das. indutus

Kiesw. var. ?. Sembra essere una forma speciale della Cirenaica; in ogni

modo esso rappresenta un elemento faunistico pace les

106 ‘E. GRIDELLI

Dasytiscus convexus Pic Dasytiscus (Dasytidius) convexus Pic, Boll. Soc. Ent. Ital. 1928, p. 103.

Un solo esemplare (coll. Museo Civ. Genova) raccolto dal prof. F. Silvestri a Guarscià il 4 aprile 1922. Secondo Pic è specie affine al syriacus Reitt.

Danacaea erenulata Pic

Danacaea crenulata Pic, Boll. Mus. Zool. Anat. comp. R. Univ. Torino, 1924, vol. 39, n. s. nr. 20, p. 3.

« Angustata, sparse griseo pubescens, nigra, supra ni- gro-subaenea, elytris olivaceis, antennis ad basin, tibiis tarsisque rufis. Capite robusto, breve, dense punctato, palpis nigris; antennis \brevibus, nigris, articulo primo nigro, 2 et sequentibus rufis; thorace parum breve, antice et postice attenuato, lateraliter crenulato, dense punctato, diverse pu- bescente; elytris thorace paulo latioribus, parum elongatis, apice subtruncatis, postice minute crenulatis, fortiter sat sparse punctatis. Long. 3 mill. Cirenaica: Tolmetta (Dr. E. Festa). Par sa pubescence en partie rayonnante vers le milieu du prothorax rentre dans le 3.° groupe de Schilsky. Espéce distincte entre toutes par le prothorax et les élytres postérieure- ment crenelés. » (Hx Pic |. c.),

Secondo Dodero (1925) il Dr. Festa raccolse a Tolmetta due esemplari (coll. Mus. Torino e coll. Pic) pero: «la specie ha. certamente una maggior diffusione nella Libia, poichè nelle rac- colte fatte a Homs [Tripolitania] nel primo trimestre del 1913. dal Dr. A. Andreini ne ho rinvenuto altri tre esemplari ». (Ex Dodero 1. c.). di

Dodero (in litt.): El Abiar, leg. G. C. Kruger.

Melyris (!) ruficrus Fairm.

Dodero (1925) indica un esemplare della var. Av éstides Pic, raccolto dal Dr. E. Festa nel marzo 1922 a Zavia Mechili e de-

(1) Melyris nigra Fab. Citata di El Garig da Falzoni 1923 (un es. raccolto dal prof. Ghigi. Specie dubbia.

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ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 107

terminato da Pic, nonchè (in litt.) esemplari di Bengasi, raccolti da G. C. Kruger. La forma tipica viene citata d'Algeria, Tunisia e Tripolitania,

la varietà d’Egitto.

Zygia (!) oblonga Fab.

Pic determinò con questo nome un esemplare raccolto nei dintorni di Bengasi da Zanon (coll. Mus. Civ. Genova). Indi-

cata da Zanon (1922) di Fuehat. Dodero (in litt.): Bengasi, leg.

G. C. Kruger, nonchè esemplari tipici e della var. limbata Pic,

raccolti da G. C. Kriiger ad Agedabia.

Specie largamente diffusa nella regione mediterranea meridio- nale. Vidi esemplari di Cagliari ! ed Asuni ! (Sardegna) nonchè altri di Costantina ! (Algeria), determinati da Champion nel 1919.

(In coll. Mus. Civ. Genova).

CLERIDAE

Phloeocopus nov. spec.

G. C. Kruger raccolse a Bengasi ! un esemplare d’una specie

‘di Phloeocopus (g') certamente ancora inedita, anche a giudizio

dello specialista Dr. S. Schenkling, al quale essa venne inviata in esame nel marzo 1924.

Ho veduto l'esemplare, il quale si trova ora nella collezione Dodero, ma non credo opportuno di descriverlo, sia perchè si tratta d'un unico, sia perchè non conosco le specie affini (Andresi Schenkl., Bull. Soc. Ent. Egypte 1912, p. 38 del Basso Egitto; basalis Klug del Sinai, Asia Minore e Cipro).

_Le specie note tinora di questo genere (Cat. Col. Junk pars 23, 1910, p. 30) si trovano nell’ Africa tropicale e nel Madaga- scar; le sole specie che si estendono alla regione paleartica sono

il basalis Klug e l’Andresi Schenkl. (non credo che il Bayonnei

Chob. possa essere attribuito a questo genere, almeno a giudicare dalla descrizione originale).

Non vi è quindi alcun dubbio che la specie in questione rap- presenti un elemento etiopico nella fauna della Cirenaica.

(7) Zygia rubripes Luc. Citata da Zanon 1922 di Fuehat (maggio 1916, nell'orto sui fiori). Specie dubbia.

108 | ‘E. GRIDELLI

Obs. La descrizione di specie nuove di Phloeocopus è resa pure diffi- cile dal fatto che alcune specie descritte come Opzlo appartengono in realtà al gerere Phloeocopus, come p. e. per le specie del Madagascar: brunneotinctus Frm., Perrott Frm., marmoreus Frm. e biocellatus Frm.

(Corporaal in fen, 28 febbraio 1929).

| Vedi inoltre la revisione del genere: Schenkling, Ann. Museo Civ. Genova, XLI, (1904), pp. 169-186.

Opilo taeniatus Klug Opilo taeniatus Reitt., Bestimm.-Tab. XXVII, 1894, p. 12.

L'unico esemplare noto di Cirenaica venne raccolto da U. Bolsi nella primavera 1928 a Cirene !: Capo, pronoto ed antenne rosso -giallastri (capo tra gli occhi leggermente bruno); zampe nere, colla faccia interna delle tibie anteriori e medie più chiara, bruno -giallastra. Elitre giallo rossiccie, colla metà apicale nera,

attraversata da una fascia’ giallo biancastra postmediana.

Coll. Dodero: Taigeto ! M.te Athos ! (Grecia). Specie del Mediterraneo orientale: Penisola balcanica, Asia Minore, Caucaso.

'Trichodes leucopsideus Ol.

Dodero (in litt.) : Cirene !, leg. G. C. Kriiger. Forma tipica: Antenne gialle con clava nero-bruna. Vedi Reitter, Bestimm. - Tab. XXVIII, 1894, p. 25 e Champenois, Abeille XXX (1900-. 1906) 1900 eo

Francia meridionale, Spagna, Algeria. Reitter (1. a lo ies anche di Sicilia. :

Trichodes umbellatarum Ol.

Trichodes umbellatarum Reitt., Bestimm. Luotto XXVIII, 1894, p. 38. Clerus umbellatarum Champ., Abeilie XXX, 1890, p. 11.

Coéfia !, 6 marzo 1928, un esemplare raccolto da G. C. Kri- ger (in coll. R. Ufficio Agrario Bengasi). Fascie delle elitre, spe- cialmente le due prime, molto sviluppate ed ampie, più che nella media degli esemplari raccolti nei dintorni di Tunisi ! da Doria ed Elena (in coll. Mus. Civico Genova). |

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 109

Spagna, Portogallo, Marocco, Algeria, Tunisia. Con tutta probabilità si tratta di un elemento faunistico occidentale. Ben diverso dalle specie orientali del gruppo dell’ alvearius ossia dell’affinis Spin. ed illustris Stev. KI.

Corynetinus fimetarius Walitl

Corynetinus fimetarius Reitt., Bestimm.-Tab. XXVIII, 1893, p. 52.

Dodero (in litt.): Tobruch !, leg. G. C. rose Canarie, Africa, ae aa

Necrobia rufipes De Geer

ecrobia rufipes Reitt., Verh. naturf. Ver. Briinn XX MIE TS93,. pt 85... ecrobia pilifera Reitt., Verh. naturi. Ver. Briinn XXXII, 1893, p. 85.

| Molto comune a Porto Bardia (marzo 1927) ed a Giarabub febbraio-marzo 1927), almeno a giudicare dai numerosi esemplari accolti da Confalonieri. Forma tipica (1) e var. pilifera. Quattro esemplari (pilifera) di Tobruch ! (in coll. Mancini). | Raccolta e citata da Zanon (1922) a Fuehat, nell’aprile 1915, su carogne. | Specie cosmopolita.

Nora. Necrobinus defunctorum Waltl, in Zanon 1922: Bengasi, Giuliana,

| carogne alla spiaggia del mare. Aprile 1916. | Secondo Bedel (Bull. Soc. Ent. France 1899, p. 115, obs.) il vero efunctorum Waltl (del quale egli esaminò i tipi) è identico al /rater eitt. (Verh. naturf. Ver. Briinn XXXII, 1893, p. 86) ed è descritto d’ An- dalusia e diffuso nel Nord dell’Africa dal Marocco alla Tripolitania. Anche Ho, subterraneus Chevr. di Siria potrebbe, sempre secondo Bedel, essere

sinonimo del vero defunctorum Waltl.

dee La specie descritta da Reitter (1. c.) come defunctorum Waltl è rece, secondo Bedel, una specie propria (anthracinus Bed. 1. c.): essa on si trova nell’Andalusia, come cita Reitter, bensì soltanto nella Spagna entrale (Escorial). L’indicazione di Zanon è quindi dubbia; idiot essa dovrà ir riferita al defunctorum (Waltl) Bedel anzichè al defunctorum Reitt.

( Secondo Schatzmayr ( « Fiume » Rivista della Società di Studi Fiumani anno I. semestre I, 1923, p. 144. nota 1) la pilifera sarebbe la Q della rufipes.

110 DE E. GRIDELLI

CEBRIONIDAE

Cebrio n. sp.

G. C. Kruger raccolse a Bengasi !, nel maggio 1926 un. esemplare co d’ una specie a me ignota del genere Cebrio, molto probabilmente inedita (coll. R. Uff. Agr. Bengasi). Non è pero possibile di definirla, in base all’esame d’un solo g’, dato il numero veramente enorme delle specie descritte finora d’ Al- geria. Pochissime sono le specie note di Tunisia, nessuna di Tri- politania, d’Egitto ed in generale del Mediterraneo orientale (ad eccezione di qualche specie di Grecia). |

quindi probabile che si tratti d’una specie endemica, d’ ori- gine occidentale.

PHYLLOCERIDAE Phyllocerus apicalis Pic, Boll. Soe. Ent. Ital. 1929, p 95.

Conosco soltanto due ere di questa specie e_ precisa- mente uno (il © descritto da Pic) si trova nella collezione del R. Ufficio Agrario di Bengasi, mentre l’altro si trova nella colle- zione Dodero. Ambidue vennero raccolti da G. C. Kruger a Fuehat ! (Bengasi).

ELATERIDAE Hemicleus Ferrantei Buyss. Hemicleus Ferrantei H. du Buyss., Bull. Soc. Ent. Egypte 1911, p. 19.

. Oasi di Giarabub !, due esemplari raccolti nel luglio 1926 da G. C. Kruger (coll. Misco Civ. Genova e coll. R. Uff. Agrario Bengasi). 4

Pic mi comunicò di non conoscere la specie, i. la possibilità che si trattasse del Hemicleus Ferrantei, descritto di Luxor (Egitto; esemplari raccolti da Ferrante). Non conosco la | specie in natura, ma i due esemplari suddetti corrispondono tanto bene alla descrizione ‘originale (struttura del contorno della fronte, struttura dei solchi del prosterno, lamella intiera, non

ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB 111

biloba, del articolo dei tarsi posteriori, ecc.) in tutti i suoi | particolari, che sono convinto trattarsi realmente di questa specie. È . Naturalmente spero di poter confrontare gli esemplari di Giara- bub con esemplari di Luxor per averne la certezza assoluta.

«Non conosco la descrizione della seconda specie paleartica nota, ossia dell Hemicleus Normandi, descritta pure dal du Buys- son di Tunisia (ved. Winkler Cat. Col. 1925, p. 579, C, 3090).

a Drasterius figuratus Germ.

È: Cryptohy pnus figuratus Germ., Zeits. f. Ent. V, 1844, p. 148.

| Drasterius figuratus Cand., Monogr. II, 1859, p. 425, tav. VII, fig. 6.

È Drasterius figuratus High Miscell. Ent. XX, 1912, p. 85.

È Facilmente riconoscibile dall’affine bimaculatus Rossi per la

| punteggiatura doppia (formata da punti grossi nei cui intervalli sono . disseminati numerosissimi punti molto più fini) la pubescenza più

densa, e quindi il corpo più opaco, ecc.

i Germar (l. c.) non precisa la colorazione della forma tipica; per: nota che dei sei esemplari da lui esaminati non ve n'erano . due eguali nel colore del pronoto e delle elitre. Seguendo Candéze

x c.) possiamo considerare tipici gli esemplari molto oscuri, ossia

| pronoto con una larga macchia discale nera e ciascuna elitra nera | con una macchia e ed una omerale gialla nonchè una fascia 3 | gialla obliqua mediana. |

| Esemplari simili sono molto rari nell’oasi di Giarabub. È La maggior parte degli esemplari (circa un centinaio) raccolti _ da Confalonieri nell’oasi di Giarabub (febbraio - marzo 1927) può | venir riferita alla var. biskrensis Buyss. (1. c.). Sono esemplari È chiari, colla macchia discale del pronoto molto ‘ridotta, bruna, | (talvolta obliterata) e le elitre gialle e la colorazione nera di cia- | scuna elitra ridotta ad una fascia nera postmediana, stretta, inde- È “a obliqua, limitante quindi una zona apicale gialla (apice della | sutura ed orlo apicale neri).

Non mancano naturalmente numerosi passaggi tra i due tipi di colorazione; e si può ben dire che non si trovano due individui | perfettamente eguali. Mancano forme aventi elitre e pronoto (oppure l’uno o l’altro) completamente neri.

Vidi pure esemplari raccolti da Confalonieri sulla strada tra | Porto Bardia e Giarabub, da Zanon a De ! (Bengasi), nel

po

eh ae E TIE

112 | E. GRIDELLI

marzo 1920, nonchè alcuni raccolti a Giarabub da G. C. Krùger (VII-1926); tutti della var. diskrensts.

Gli esemplari citati da Zanon (1922) appartengono tutti alla var. biskrensis.

Descritto di Mesopotamia e d'Egitto. Diffusione: Persia, Meso- potamia, Siria, Egitto, Cirenaica. Secondo il du Buysson esso si trova pure nella Tunisia e nell’Algeria; il suo lavoro è basato appunto su esemplari di queste regioni. Tutti gli esemplari dei dintorni di Tunisi da me esaminati sono però dimaculatus Rossi.

Cardiophorus (') Kriigeri Pic Cardiophorus Krigeri Pic, Boll. Soc. Ent. Ital. 1928, p. 104.

La serie tipica consta di quattro esemplari, raccolti da G. C. Kruger nell’oasi di Giarabub (VII-1926). Coll. Kruger, Pic e Mus. Civ. Genova.

Cardiophorus spec. ?, prope sacratus Er.

Pic (1928) determind col nome di sacratus Er. un esem- plare raccolto a Cirene, nella primavera 1928 da U. Bolsi (Coll. Museo Civico Genova), riferendolo a una varieta: « sinuate- vittatus mihi» [Pic], che non so se sia già descritta. Un esemplare identico al suddetto, venne raccolto da G. C. Kruger a Ain-Mara !, nell’aprile 1926 (in coll. R. Uff. an Bengasi). Un altro di i ! in coll. Dodero !.

Possiedo tre esemplari di sacratus, raccolti nei dintorni ; Damasco (febbraio-maggio 1889) da Medana. La macchia nera del pronoto ha la stessa forma, tanto negli esemplari di Damasco, quanto in quelli di Cirene; essa è piriforme, colla massima lar- ghezza del terzo anteriore, dilatata angolosamente ai lati un po’ oltre alla metà. Negli esemplari di Damasco essa termina in punta, senza raggiungere la stretta zona basale nera; in quello di Cirene essa raggiunge e si fonde colla zona basale nera. Manca ogni traccia di macchia puntiforme laterale nera, la quale è invece grande e bene sviluppata negli esemplari di Damasco.

(4) Cardiophorus spec. Secondo Pic è una specie del gruppo dei discicollis, pur- troppo indeterminabile (un solo esemplare, raccolto a Porto Bardia, nel marzo 1927, da Confalonieri).

0 ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 113

Dal suesposto risulta che gli esemplari suddetti non si potreb- pero riferire alla forma tipica del sacratus, la quale secondo Candéze (Monogr. III, 1866, p. 10-11) ha sul pronoto una macchia

- eruciforme nera, e la colorazione gialla ridotta ad una macchia a in ciascuno dei quattro angoli. Sono pure escluse le varietà tohatensis ed Augustalisi, descritte da Pic (vedi Echange 1913, p. 169).

«Non credo però che gli esemplari di Cirenaica possano venir iferiti al sacratus Er., perchè, oltre al diverso tipo di colora- ‘zione del pronoto, essi differiscono dal sacratus Er., per il pro- oto più largo, a lati meno arrotondati e meno convergenti po- steriormente, con punteggiatura molto più rada e quindi la | superficie molto più lucida, nonché per il colore delle zampe, che sono giallo-brune, colle tibie e l’apice dei femori posteriori | infoscati.

Si tratta dunque d’una specie inedita, affine al sacratus Er.,

4a orientale.

‘a.

Paracardiophorus Confalonierii Pic

| Paracardiophorus Confalonierii Pic, Boll. Soc. Ent. Ital. 1928, p. 104.

fi

Due esemplari, raccolti da Confalonieri a Porto Bardia, nel | marzo 1917. Coll. Mus. Civ. Genova e coll. Pic.

Melanotus dichrous Er.

Pie determinò con questo nome due esemplari raccolti da _G. C. Kruger a Derna !, (coll. R. Uff. Agrario Bengasi e coll.

degna: Sarrabus 1. Non ho potuto esaminare il pene (vedi | Schwarz, Deutsch. Ent. Zeitschr. 1892, p. 162) ma tutti i carat-

Mediterraneo occidentale. Venne però indicato anche di Grecia ‘e dell'Asia Minore.

| Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LIV (24 Aprile 1930). 8

Ela quale rappresenta certo un elemento faunistico di origine

114 | E. GRIDELLI

EUCNEMIDAE Anelastes barbarus Luc.

Anelastes barbarus Bonv., Monogr. Eucnem. 1870, p. 711, pl. 34, fig. 6. » » Reitt., Bestimm.-Tab. 90, 1921, p. 87.

Ain Mara !, una Q, leg. G. C. Kriger (in coll. R. Uff. Agr. Bengasi). ii. perfettamente ad Sac QQ d'Al- geria ! (coll. Mus. Civ. Genova).

Descritta d’Algeria (Algeri, Mostaganem). Orano (bai Corsica (Aiaccio) teste Bonvoul. Secondo Reitt. (1. c.) diffuso nella Francia meridionale, Corsica e Transcaspio (Aschabad). Barthe (Miscell. Ent. XXXI, 1928, Eucnemidae, p. 42) lo indica di Hyéres (Var).

BUPRESTIDAE (’)

ì

Julodis onopordi F.

Comune in tutta la Cirenaica. Esemplari molto piu rugosi di quelli di Tunisia ed Algeria, bronzati oppure con forti riflessi bleu e verde bleu, |

Tobruch !, 10 esemplari raccolti dal Ten. G.’ Botto nell’ ieee 1923. Sette be. tre bronzati. Porto Bardia, marzo 1927, 10 es. ! leg. Confalonieri. Nove bronzati, uno con pochi riflessi verdi bleu. Bengasi (Fuehat), 27 es. ! bronzati, raccolti dal Rev. Dr. V. Zanon.

Théry, al quale comunicai alcuni esemplari, gentilmente mi scrive: « La seconde espéce est une variété de J. onopordi for- mant le passage de la variété Koenigi Mann. nec Gory : (setifensis Luc.) d’ Algérie, a la variété peregrina Chev. d’ E- gypte; plus on se rapproche de |’ Egypte, plus le Julodis ONo-. pordi var. Koenigi tend vers peregrina. Obenberger a nommé cette forme très rugueuse Gassneri, mais ce nom ne me parait pas justifié car il ne se Gili pas a une variete nettement

tS RIA E A

(1) Vedi Kerremans: Catalogue raisonné des Buprestides de 1’ Egypte (Bull. Soc. Ent. Egypte 1908, pp. 84-441.

O ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 115

Hiistinguabie. Vos individus bronzés sont ceux qui se rapprochent le plus de Gassneri, les bleus se rapportent tout autant a pe- i regrina ». (Thèry in litteris, 1 agosto 1928). 4 . La stessa forma venne indicata come J. onopordis var. seti- fensis Luc. dai seguenti autori: Zanon (1922) di Fuehat, nu- | meroso. nei campi d’ orzo, marzo 1911. Dodero (1922), un | esemplare di Fuehat raccolto da Festa. Falzoni (1923) un | esemplare di Bengasi, raccolto da Ghigi. Dodero (1993): i oa bel buprestide pare assai abbondante nei dintorni di Ben- pee Il colore più frequente è un bel bronzato lucente, ma si trovano pure esemplari di un bleu metallico più o meno scuro. B aiodero l. c. es. raccolti da Festa). Risulta dunque che nella Cirenaica si trova diffusa una forma . di onopordi identica, oppure almeno molto vicina alla razza a d'Egitto e quindi diversa dalla razza occidentale (setifensis Luc).

mo : Julodis sequinoctialis Oliv.

._—Due esemplari, raccolti a Merg e Garib, nell’aprile 1922, dal prof. F. Silvestri (in coll. Museo Civico di Genova). Théry, al 3 quale inviai gli esemplari in esame, mi comunica ch’essi vanno riferiti alla nuova var. Harterti, la quale verrà descritta nella sua opera: « Etudes sur les Buprestides de l’Afrique du Nord », j in corso (1) di pubblicazione nelle « Mémoires de la Societé Te Sciences Naturelles du Maroc», su due esemplari raccolti da E. Hartert nella Cirenaica (Tocra) i quali si trovano nella coll. Théry. bees hs È Credo di poter riferire senza dubbio a questa forma, che sem- brerebbe particolare alla Cirenaica, gli esemplari di Cirene e Tocra (leg. Festa) citati da Dodero (1925) come Julodis deser- a Picola Fairm. var. nova « Differisce principalmente dalla forma | tipica per il torace pubescente ». (Ex Dodero, l. c.).

Aemaeodera convolvuli Waltl

Indicata da Dodero (1925) di Derna, Merg e Bengasi (tre es. leg. Festa). Un esemplare, raccolto a Cirene da U. Bolsi, venne Mii isrtoirato dal Dr. v. Hoschek come cylindrica F. [convol-

(1) Théry mi scrive in data 1 agosto 1928.

116 E. GRIDELLI

vuli Waltl|: « Stimmt mit der Nominatform vollkommen ùberein. Nach Angaben Kerremans wurde das Vorkommen dieser Art festgestellt aus: Spanien, Balearen, Sudfrankreich, Sardinien, Sicilien, Italien, Transylvanien, Griechenland, Turkei, Syrien, Tunis, Algerie und Marocco ». (Hoschek in litt. 8-VII- 28). Dodero (in litt.): Cirene, leg. G. C. Kruger.

Regione mediterranea. Kerremans (Bull. Soc. Ent. Egypte 1908, p. 94) la indica d’ Algeria e nota inoltre: « Doit se ren- contrer en Egypte »).

Acmaeodera ottomana Friv.

Tre esemplari raccolti a Garib (aprile 1922) dal prof. Silvestri. A loro proposito il Dr. v. Hoschek mi comunica quanto segue: « Gehòrt unzweifelhaft zu dieser Art, wenn auch einzelne (unbe- deutende) Abweichungen von der Nominatform bestehen: Die Grundform ist normalerweise schwarz, hier aber blau. In den Hinterecken des Halsschildes fehlen die roten Tupfen. Die roten Querbinden sind hier mehr verbreitert und herrscht daher die rote Farbung auf den Fliigeldecken vor; gewohnlich ist dies um- gekehrt. Fundorte: Rumenien, Turkei, Griechenland, Cypern, Kleinasien, Syrien, Palaestina ». (Hoschek in litt. 8-VII-1928).

Théry (1 agosto 1928) mi comunica gentilmente di possedere esemplari di ottomana raccolti da Hartert nella Tripolitania.

(Dodero (1925) la indica di Uadi Kuf (les. Po, ed (in litt.) di Tolmetta, Bengasi e Merg (leg. Festa).

Kerremans (Bull. Soc. Ent. Egypte 1908, pp. 94-96) non la indica d'Egitto. Sembrerebbe quindi trattarsi d'una specie orien- tale, spingentesi ad occidente fino nella Di. ma mancante nell’ Egitto.

Acmaeodera discoidea F.

,

Un solo esemplare di Tolmetta, raccolto da Festa (Dodero 1925). Dodero (in litt.): Cirene, leg. G. O. Kriger, Zavia Mechili, leg. Festa. | |

Mediterraneo occidentale sec. Marseul (Abeille 1865 p. 309). Secondo Kerremans (Bull. Soc. Ent. Egypte 1908; p. 9a) essen ey diffusa in tutta l’Europa centrale e meridionale, Marocco, Algeria, Tunisia, regione del Caspio, Turchestan.

ESPLORAZIONE PELL OASI DI GIARABUB 11

Acmaeodera lanuginosa Gyllh.

Dodero (in litt.): Cirene !, esemplari raccolti da G. C. Kruger, | perfettamente corrispondenti ad esemplari di Sardegna ! (forma del corpo relativamente stretta ed allungata).

È. Spagna, Corsica, Sardegna, Algeria. Kerremans (Bull. Soc. È: Ent. Egypte 1908, p. 96) indica la specie d'Egitto: Gizeh presso al Cairo.

Acmaeodera trifoveolata Luc.

È a eguali ad esemplari deena: Bou Berak ! È: Algeria, Tunisia. Kerremans (1. c.) non la i d'Egitto.

Sphenoptera Pharao Cast.

| Dodero (1925): la indica di Bengasi (raccolte Festa). | Diffusa nella massima parte dell’ iu settentrionale; secondo | Kerremans Ml. (cp. 100) si'trova anche in Siria.

Lampra festiva L.

Un solo esemplare, raccolto a Cirene (1928) da U. Bolsi. A proposito di esso il Dr. Hoschek mi scrive quanto segue: « Hier handelt es sich um eine reizend schéne, nach meinen Kenntnissen bisher noch nicht beschriebenen (1) Farbenvarietàt. Die Nominat- form ist durchwegs hellgriin, wahrend hier der ganze Kérper mehr weniger hell-bis dunkelblau ist. Die iblichen schwarzen, -muweilen schwarzblauen Tupfen sind hier purpurviolett. Nur die Fuhler sind fast schwarz-metallisch glinzend mit etwas griinli- chem Schimmer, ebenso die Tarsen. Die Nominatform ist mir _bisher bekannt aus: Sudfrankreich, Tirol, Toscana, Sardinien und Algerien ». (Hoschek in litt. 8-VII1928). Si trova pure nei din-

Coleopt. Centralbl. HI, 1928, p. 47.

del Mediterraneo.

@ L’esemplare suddetto venne poi descritto dal Dr. Hoschek (Ann. Mus. Civico enova LITI, 1929, p. 392): Lampra festiva ab. coerulans nov.

Dodero (in litt.): Agedabia !, esemplari raccolti da G. C. Krù- -

torni di Trieste e Sistiana (Venezia Giulia); vedi Schatzmayr,

| Diffasa probabilmente in gran parte dell’ Europa meridionale

118 | E. GRIDELLI

Anthaxia cupriventris Mars.

n n Se DINI

Indicata da Zanon: Fuehat, aprile 1916, nollie! sui fiori di

Convolvulus arvensis. Specie orientale, indicata di Siria e Cipro.

be e 0 PR

Anthaxia inculta Germ.

Zanon (1922) indica di Fuehat una varietà non precisata di questa specie (esemplare riveduto da Dodero). Dodero (1925) la cita di Cirenaica: esemplare senza. località dettagliata, reccolto da Festa. Dodero (in litt.): Cirene, leg. G. C. Kruger.

Regione mediterranea. Secondo Reitter (Fauna Germ.III, 1919, p. 188) anche nella Germania occidentale.

ole rer

Anthaxia hypomelaena Illig.

Citata da Falzoni (1923) di Cirene ed El Garig presso Merg, (raccolte Ghigi). Zanon (1922) la indica di Fuehat: Agosto 1916, nell’orto sulle infiorescenze di finocchio (esemplari riveduti da Dodero).

Regione mediterranea.

Anthaxia viminalis Cast.

Un esemplare raccolto da Festa all’ Uadi Kuf (teste Dodero 1925). Dodero (in litt.): Cirene, leg. C. SA Regione mediterranea.

Obs. Vedi inoltre: Melanophila cuspidata Klug, indicata con dubbio da Zanon (1922) di Bengasi (determ. Dodero).

Anthaxia salicis Fabr.

Un esemplare raccolto da Festa all Uadi Kuf (teste Dodero 1925) Europa media e meridionale, Mediterraneo, Caucaso.

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB

Anthaxia funerula Ill.

Dodero (in litt.): Cirene !, leg. G. C. Kruger. Europa media e meridionale, Mediterraneo.

Anthaxia confusa Gory

Un esemplare raccolto a Cirene da U. Bolsi (det. Hoschek e Théry 1928). |

_ Mediterraneo. Kerremans (Bull. Soc. Ent. Egypte 1908, p. 106) a indica della Francia meridionale, di Corsica, Siria ed Egitto.

Trachys spec?. Venne raccolto finora un solo esemplare, non determinabile in seguito a deformità: Cirene, leg. G. C. Krù- ger (Dodero in litt.).

DERMESTIDAE

Dermestes vulpinus F. Dermestes. vulpinus Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. BV 19042 pila:

Cirene, due es. ! leg. U. Bolsi. Slonta, un es. ! leg. U. Bolsi. arabub, due es. ! leg. G. C. Kriiger 1926. Tobruch, un es. ! eg. Ten. G. Botto, aprile 1923. Zanon (1922): Bengasi, maggio 1919, presso il mattatoio. alzoni (1923): un esemplare, Cirene, leg. Ghigi. Dodero (1925): l'ecnis e Tolmetta, leg. Festa. Specie cosmopolita, facilmente riconoscibile per la sutura lle elitre prolungata in una corta spina.

Dermestes Frischi Kug.

o Oasì di Giarabub, molti esemplari !; comune sotto cadaveri ed | febbraio-marzo 1927, leg. Confalonieri. Nove esemplari ! ven-

dita

pere gia A RI rea ak LAI IBRA

120 E. GRIDELLI

nero raccolti nella stessa oasi (VII-1926) da G. C. Kriger. Ben- gasi, molti esemplari ! raccolti da Zanon.

Zanon (1922): Fuehat, maggio 1913; comunissimo tutto Lio nelle carogne e nelle pelli.

Regione oloartica,

Dermestes (') sardous Kiist.

Dermestes sardous Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. IV, 1904, p. 18.

Bengasi, alcuni esemplari ! raccolti da Zanon nel maggio 1919; forma tipica, non var. stréatellus Reitt., descritta del Cairo (Bull. Soc. Ent. Egypte 1908, p. 45).

Zanon (1922) indica la stessa forma di Lalli esemplari raccolti nell'ottobre 1919. Dodero (in litt.): Agedabia, leg. G. C. Kriger. de

Francia meridionale, Corsica, Sardegna, Spagna, Nord- Africa.

Attagenus piceus Ol.

Attagenus piceus Ganglb., Kaf. Mitt—Eur. IV, 1904, p. 24.

Vidi un esemplare (leg. Zanon, V-1919) di Bengasi, e tre di Fuehat ! (luglio 1915, leg. Zanon), riferibili alla forma tipica. Un altro esemplare (mal conservato), raccolto esso pure a Ben- gasi da Zanon (VI-1919) è riferibile invece alla var. dalmatinus Kust. (= marginicollis Kùst.), intesa nel senso di Ganglbauer (I. c.) ossia con una zona lungo la base del pronoto ornata di pubescenza giallo-grigia, più densa e più chiara della pubescenza del resto del corpo. Statura notevolmente maggiore che nella forma tipica. Lo stesso dicasi di un esemplare perfettamente

(1) Dermestes mustelinus Er. Specie dell'Europa media e meridionale e della Si- beria. Venne citata di Cirene da Falzoni (1923), in base alle raccolte Ghigi. Specie dubbia.

Dermestes laniarius Illig. Zanon (1922): Fuehat, luglio 1915, in casa, nei materassi

di lana. Nella coll. Zanon (R. Uff. Agrario Bengasi) sono conservati tre esemplari, così determinati da Zanon, con etichetta portante le indicazioni suddette. Essi non sono però Dermestes laniarius Illig., bensì Attagenus piceus Ol.!

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB - 124

N De. conservato raccolto a Bengasi !, da G. O. Kruger (coll. R. Uff. | Agrario Bengasi).

; » Zanon (1922): Fuehat, maggio 1918, in casa. Dodero (1925): | Zavia Mechili e Tolmetta, leg. Festa.

Regione oloartica.

Attagenus bifasciatus Oliv.

| Attagenus bifasciatus Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. IV, 1904, p. 26.

Specie variabilissima di colore. Gli esemplari i me esami- nati, raccolti da Zanon a Bengasi (Fuehat): 13 es. !, marzo 1920, | appartengono alla forma tipica, intesa nel senso di da Gangl- bauer (l. c.); esse hanno le elitre con due fascie flessuose | chiare, la prima molto larga, intera, la seconda più stretta, gd | brevemente interrotta alla sutura. Mancano macchie apicali e . scutellari. In alcuni esemplari si osserva la tendenza alla riunione È delle due fascie, però in tutti i casi la fascia oscura che le se- | para è sempre intera.

| Zanon (1922) cita di Fuehat l’ab., Rossii Ganglb., esemplari | raccolti in casa sui fichi secchi; novembre 1916. Dodero (1925) indica la forma tipica di o Mechili e Tolmetta e la var. tigrinus di Merg (raccolte da Festa) di Bengasi e Tobruch (in _litt.), leg. G. C. Kruger.

Regione mediterranea, Siria, Persia, Turchestan.

Attagenus sericeus Reitt.

| Attagenus sericeus Reitt., Verh. zool.-bot, Ges. Wien 1880, p. 79,

| —Bengasi (città) un es. ! raccolto da Zanon, il 20 ottobre 1919. «Zanon (1922) lo indica di Guarscia, ottobre 1918. Oasi di Giarabub, VII-1926, due es. ! raccolti da G. C. Kriger (coll. R. Ut Agrario Bengasi). Det. Pie;

Diffuso secondo Reitter nella Spagna, Grecia ed Egitto ; se- n Winkler (Cat. Col. pars 6, 1926, p. 677) nell'Europa me- per onale, Cipro ed Egitto.

Veglie na

N RI I e i GRA ve” a MNES Teoma

{29 E. GRIDELLI

Attagenus simplex Reitt.

: Megatoma simplex Reitt., Bestimm.-Tab. III, (II Auflage) 1886, p. 51.

Oasi di Augila !, un esemplare raccolto nel maggio 1928 da G. C. Krùger (in coll. R. Uff. Agrario Bengasi). Determ. Do- dero. Corrisponde perfettamente alla descrizione originale ed a esemplari italiani della coll. Dodero (Roma !. ecc.).

Specie descritta di « Italia, Sicilia», ma certamente molto diffusa nella regione mediterranea. |

Attagenus cinnamomeus Roth

_ Attagenus unifasciatus Fairm., Ann. Soc. Ent. France 1860, p. 168.

Megatoma cinnamomea Reitt., Bestimm.-Tab. Ill (Il Auflage) 1886, p. 50.

Capo e pronoto con pubescenza coricata giallo-bruna, legger- mente dorata, ricoprente tutta la superficie; elitre con una fascia trasversale anteriore di pubescenza, dello stesso colore e densita di quella del capo e pronoto, la quale rimonta lungo Vorlo late- rale, fino all’angolo omerale. Elitre brune, più chiare in corri- . spondenza alla fascia suddetta; resto della superficie con pube- scenza più rada, coricata grigia. Punteggiatura delle elitre doppia (con punti finissimi misti a punti più grossi) densa; punts es tura del pronoto densa, fina, semplice.

Oasi di Augila !, maggio 1928, un esemplare, leg. G. C. Kru- ger (coll. R. Uff. Agr. Bengasi). Vidi inoltre: Aden ! (Yemen), un es. leg. Doria e Beccari, gennaio 1880 (det. Reitter); Lado (Africa Equatoriale), luglio 1880, leg. E. Dabbene, un esemplare, (in coll. Mus. Civico Genova).

La specie presenta una diffusione molto strana (vedi Cat.

Junk, pars. 33, 1911, p. 52): Algeria (Algeri, loc. class. unifa-

sciatus Fairm.), Egitto, [Cirenaica !], Abissinia, [Aden !], Isle de France, India, Cuba, Antille (teste Reitter, l. c.).

Telopes posticalis Fairm.

Attagenus posticalis Fairm., Ann. Soc. Ent. France 1879, p. 169. Telopes posticalis Reitt., Bestimm.-Tab. III, 1886, p. 52.

Pubescenza delle elitre coricata; elitre bruno -oscure, con tre fascie di tomento bianco -grigiastro, complete, ondulate; una pic-

È. ESPLORAZIONE DELL OAS{ DI GIARABUB 123

| cola zona apicale presenta pure un tomento dello stesso colore. | La pubescenza degli intervalli delle fascie è oscura, bruna, mista però qua e là, specialmente alla base, con peli bianco-grigi più 0 meno numerosi. «Oasi di Augila !, maggio 1928, tre esemplari raccolti da Bic. C. Krùger (in au R. Uff. Agr. Bengasi), identici ad un esem- | plare raccolto a Aden ! (Yemen) nel gennaio 1880 da Doria e . Beccari e determinato da Reitter (in coll. Museo Civ. Genova). Falzoni (1923) indica la specie dell’ Uadi Derna (leg. Ghigi); | Dodero (in litt.) mi comunica di possedere esemplari raccolti a | Cirene da G. C. Kriiger. . Descritto di Algeria (Biskra). Indicato da Reitter di i | Bett e Spagna (Andalusia).

Telopes (') antennatus Reitt.

a Dodero (1925): Un esemplare molto depilato raccolto a Tol- | metta da Festa. Descritto d’ Algeria doi Bestimm.-Tab. II, 1886, p. 54); una varietà (tessellatus) è descritta di Siria (l. c.). Probabil- 3 RA largamente diffuso nell'Africa settentrionale. a

x i

Phradonoma nobile Reitt.

Oasi di Giarabub, un esemplare raccolto da G. C. Kruger nel giugno 1926 (in coll. R. Uff. Agr. di Bengasi) determinato da | Pic come var. trizonatum Fairm.

La specie è citata di Cipro, Siria, Grecia ed Algeria. Proba- 4 _ bilmente molto più diffusa nell’Africa settentrionale.

(1) Sono note di Cirenaica altre forme, le quali però non sono determinabili con

| Sufficiente esattezza. 1 Telopes spec. Esemplari raccolti a Porto Bardia da Confalonieri (marzo 1927,

—_ 399,229). A loro ;proposito Pic mi scrive: « Telopes (le groupe de civetta, ob- 3 tusus, etc. est mal étudié et serait à reprendre comme étude). Les vòtres seront a _ examiner de près et en séries. Pour les Telopes les différences spécifiques résident surtout d’aprés la structure de la massue antennaire des gf (voir Reitter, etc.) mais | Je ne suis pas certain de la fixité de ce caractère. D’autre part la pubescence varie = beaucoup par espéce ainsi que les dessins fasciés, quand ils existent. Vos trois a eee ne sont certainement pas de civetta. Le y7 serait ou bien un obtusus (espèce très variable) ou bien le ‘curvicornis Sahlb. décrit d’ Egypte. Les Q semblent se qa | rapporter a la nuance dispar Redtb. rapportée a obtusus Gyllh ». ____ Telopes brunneopunctatus Pic. var. Due esemplari raccolti da G. C. Kriiger nell’oasi i Giarabub (VII-1926, coll. Mus. Civico Genova e coll. R. Uff. Agrario Bengasi) vennero determinati con tal nome dal collega Pic. Specie descritta d’Egitto.

rara. i

124 E. GRIDELLI

Anthrenus fasciatus Hbst.

Oasi di Giarabub, VII-1926, esemplari raccolti da G. C. Kru-

ger (coll. Mus. Civ. Genova e coll. R. Uff. Agr. Bengasi), deter-.

minati da Pic. Regione mediterranea; viene indicato pure di Mi - Transcaspio.

Anthrenus pimpinellae F. Anthrenus pimpinellae Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur, IV, 1904, p. 41.

Due esemplari, raccolti a Cirene ! da U. Bolsi (primavera 1928). Essi vanno riferiti alla var. latefasciatus Reitt. (Wien. Ent. Zeit. 1902, p. 134) descritta di Margelan e sono identici ad un esemplare di Margelan (ex coll. Reitter, in coll. Dodero). Vidi pure un esemplare raccolto a Cirene da G. C. Kruger (in coll. Dodero) raccolto dallo stesso G. C. Kruger a Ain Mara |

(coll. R. Uff. Agrario Bengasi), ed uno raccolto a Tunisi nel 1873, dal March. Doria. Differiscono dalla var. Goliath Muls. per

la fascia bianca delle elitre molto più larga.

Dodero (1925) indica un esemplare raccolto da Festa all'Uadi. Kuf, riferendolo con dubbio alla forma tipica, nonchè uno della

var. latefasciatus, raccolto a Cirene da G. C. Kruger. Regione paleartica.

Anthrenus verbasci L. Indicato da Dodero (1925) in molti esemplari dei dintorni di

Cirene, alcuni altri di Tolmetta e di Merg (raccolte Festa). Regione paleartica. :

Anthrenus dii Reitt.

Un esemplare (*) Lui, nei dintorni di Bengasi da Zanon (det. Pic, in coll. Museo Civico Genova).

(1) A questo esemplare va riferita (almeno con molta probabilità) la citazione i

di Zanon (1922): Anthrenus spec. ? prope Simoni Reitt.

a RE ea

PETALI I III ee

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB

i Descritto di Algeria: Biskra, El Kantara. Citato da Winkler (Col. Cat. 1926, p. 681) di Algeria, Malta, Sicilia.

Anthrenus minor Woll..

«Quattro esemplari (!) dei dintorni di Bengasi, raccolti da Zanon (det. Pic).

Reitter (Bestimm.-Tab. III, 1886, p. 71) cita la specie col nome di albidoflavus Reitt. della Grecia e dell’Egitto. Nel catalogo «di Winkler (1. c. p. 681) è considerata sinonimo del minor Woll. delle isole Canarie. Non ho modo di controllare la sino- nimia. Se essa fosse giustificata, la specie dovrebbe essere diffusa in tutto il Nord Attrica.

OSTOMIDAE Tenebrioides mauritanicus L.

Indicato da Zanon (1922) di Bengasi: «nei granai militari alla Berka ed alla Giuliana, aprile-novembre 1917 » e da Dodero (1925) di Bengasi (leg. Resta).

_ Regione paleartica.

NITIDULIDAE Meligethes (?) diuziateulo s Heer

Citato da Dodero (1923) di Derna (leg. Festa). Europa media e lent hs.

® Questi ‘esemplari vennero indicati da Zanon (1922) come: Anthrenus. minor 3 DI PONI (a) Meligethes elongatus Rosenh. Dodero (4925): « Derna, due esemplari, i quali. come iti gli altri di provenienza africana che ho veduto, differiscono dalla descrizione a un esemplare che ho di Siviglia per la colorazione delle elitre più tendente estaceo, con forte riflesso metallico verdastro, mentre nell’esemplare spagnuolo molto più scura, e stacca meno dal colore del torace. Raccolto anche a Homs Dr olitania) dal Dr. Andreini ». Dodero (in litt.): Bengasi, leg. G. C. Kriiger. pecie della penisola iberica, la cui presenza nella Cirenaica è molto dubbia, anche le differenze descritte da Dodero.

126 ._ E. GRIDELLI

Carpophilus dimidiatus F.

Indicato da Dodero (1925) di Ghemines (un esemplare, leg. Festa). Raccolto a Bengasi da G. C. Kruger (teste Dodero).

Specie molto variabile, diffusa mediante il commercio in tutte le regioni temperate e tropicali della terra.

Carpophilus hemipterus L. q Carpophilus hemipterus Ganglb., Kaf, Mitt.-Eur. Il, 1899, p. 460.

Oasi di Giarabub, gennaio-marzo 1927, alcuni es. raccolti da | Confalonieri. Vidi pure quattro SARDI di Bengasi (leg. Zanon). Forma tipica. d

Citato da Zanon (1922) di Fuehat; esemplari raccolti sui fichi. il messi a seccare. Raccolto a Bengasi da G. C. Kruger (teste Dodero).

Specie cosmopolita. 4

Nitidula carnaria Schall

Nitidula carnaria Ganglb., Kaf. Mitt—Eur. III, 1899, p. 492.

Vidi un solo esemplare della forma tipica, raccolto a Cirene da U. Bolsi. Regione paleartica.

Nitidula ciliata Er.

Corpo bruno-giallastro, chiaro, pigidio leggermente infoscato alla base; antenne, palpi e zampe giallo-bruni; elitre giallo-brune, _ con macchie brune, variabili di numero e d’estensione: nella | media dei casi si notano una macchia suturale centrale a forma della cuspide d’una freccia, colla punta volta posteriormente, qualche macchietta indistinta tra le macchie suddette e la base, nonchè su ciascuna elitra una macchia preapicale ed una, allun- gata e stretta, laterale, situata all’altezza delle espansioni della macchia frecciforme ventrale. Le macchie possono ridursi sia di

ui. ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 127

| estensione, che di intensità, oppure dilatarsi notevolmente; in | tutti i casi è però riconoscibile lo schema suddetto. | Pubescenza giallo-biancastra, densa, coricata, sulle elitre distin- i tamente seriata; lati del capo e specialmente del pronoto e delle elitre con densa e lunga frangia di peli giallo - biancastri. fi Lungh.: 4-7 mm. | Nelle serie esaminate compaiono due forme, ben diverse tra loro per la forma e sopratutto per la scultura del pronoto e che | rappresentano certamente i due sessi di una stessa specie, per È Miziogi colle differenze sessuali descritte da Ganglbauer (haf. | Mitt.-Eur. III) per le specie europee. Esse vennero descritte come | specie diverse e precisamente: È co. Pronoto appiattito, colla massima larghezza dietro alla metà, da questo livello i lati convergono quasi in linea retta in | avanti, ed in curva (e più fortemente) leggermente sinuosa verso gli angoli posteriori, i quali sono ben marcati, a vertice vivo, Moment ottusi (maggiori di 90°). La superficie del pronoto | è resa opaca, sericea, dalla pubescenza densissima e coricata, nonchè dalla punteggiatura finissima e densissima. Gli intervalli È tra i punti non presentano però reticolazione o strutture affini. Statura in media grande. È La Nitidula ciliata E». (Germ. Zeitschr. IV, 1843, p. 275) di | Egitto (leg. Waltle) è, almeno a giudicare dalla descrizione, . descritta su esemplari 7 7. Fairmaire (Ann. Soc. Ent. France È 1860, p. 20) riporta la descrizione originale, notando che: « Cette «| espéce, qui est propre a l’Egypte, parait se retrouver en Algérie, d’après le Catalogue de Marseul ». | Marseul (Abeille XXIII, 1885, p. 76) non fa che tradurre in francese la descrizione originale, indicando quale diffusione : È « Afrique borgale, Egypte ». 4 In tutti i casi la statura viene indicata in mm. 7. i _ 9: Pronoto notevolmente più convesso, molto più regolar- | mente arrotondato ai lati, però con la massima larghezza sempre B dietro alla metà; angoli posteriori ottusi, a vertice arrotondato, F, molto meno marcati. La superficie del pronoto è molto più lucida, con punteggiatura molto più rada e molto più grossa. Statura IA i . La © suddetta venne descritta da Fairmaire col nome di « maculosa (Ann. Soc. Ent. France 1866, p. 19) su esemplari

128 E. GRIDELLI

d’Algeria (Costantina) e ridescritta da Reitter (Verh. naturf. Ver. Brinn XII, 1873, p. 44) col nome di mollicella, su esemplari d'Egitto. Marseul (Abeille XVIII, 1885, p. 77) non aggiunge nulla di nuovo, traducendo in francese la descrizione di Reitter.

La semplice lettura delle due descrizioni suddette permette di stabilire non solo l’identità delle due forme, bensì che esse non rappresentano altro che la 9 della ciliata Er. La sinonimia maculosa Fairm. = mollicella Reitt., venne gia provata da Grou- velle (Ann. Soc. Ent. France LXXXI, 1912, p. 394), in base all'esame dei tipi. |

Tanto Fairmaire che Reitter notano la presenza d’una macchia suturale apicale triangolare oscura sulle elitre; difatti in molti casi le due macchie preapicali, che di solito sono isolate (una per elitra) si dilatano e si fondono; formando una macchia comune, simile per forma alla centrale. Vidi parecchi esemplari presen- tanti tale colorazione.

Oasi di Giarabub, raccolto da Confalonieri in enorme quantità sotto carogne disseccate, gennaio-marzo 1927.

Sembra essere specie diffusa largamente nel Nord Africa. Nel Catalogo Winkler essa viene indicata d'Egitto, MEC Asia Mi- nore e Cipro (non so in base a quali lavori).

Xenostrongylus seriepunctatus Reitt.

Xenostrongylus seriepunctatus Reitt., Faun. Germ. III, 1911, p. 26. » » Reitt., Bestimm.-Tab. 86, 1919, D: 84.

Descritto su esemplari di Ciudad-Real (Spagna), raccolti da José de la Fuente. Dodero (in litt.) cita un esemplare di Tobruch ! (leg. G. C. Kriger), da lui determinato come seriepunctatus e trovato perfettamente corrispondente alla descrizione originale.

Non venne eseguito il confronto con esemplari di Spagna.

La cattura della stessa specie in due località così lontane, fa | supporre ch’essa sia largamente sparsa nella regione medi- terranea.

Cybocephalus rufifrons Reitt. Cybocephalus rufifrons Reitt., Bestimm.-Tab. XII, 1885, p. 182.

Bengasi: Fuehat !, maggio 1916, 9, raccolti da Zanon su i È olivi infestati da Aspidiotus, e citati dallo stesso autore nell’e-

| ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB

“Teneo del 1922 (Coll. R. Uff. Agrario Bengasi). Venne pure n ccolto a Bengasi ! da G. C. Kruger (coll. Dodero). Caratteri | differenziali rispetto al politus Gyllh. vedi anche Ganglbauer (Kaf. Mitt.-Eur. III, 1889, p. 548). | Vidi esemplari determinati da Reitter: Caifa! (Palestina) leg. Simon; Lesina ! (Dalmazia) in coll. Mus. Civ. Genova.

Reitter indica la specie dell'Europa meridionale. Nel Catalogo Winkler (pars 6, 1926, p. 706) essa è citata d’ Algeria.

Dissia (') membranacea Reitt. bocephalus membranaceus Reitt., Bestimm.-Tab. XII, 1885, p. 122. è f

Credo di poter riferire a questa specie, pur non possedendo emplari autentici d’Egitto, un o” ed una Q raccolti a Giarabub, 1 marzo 1927, da Confalonieri. Vidi pure esemplari raccolti nei dintorni di Tunisi (March. G. Doria 1881-1882) identici a quelli di Giarabub. _ | Egitto, Cirenaica, Tunisia.

CUCUJIDAE Monotoma picipes Herbst

onotoma prcipes Ganglb,, Kaf. Mitt.-Eur. III, 1899, p. 576.

ain iirel, !, raccolto a Porto Bardia, nel marzo 1927 da AN

Diffusa nella maggior parte della regione paleartica.

Monotoma quadricollis Aubé

, ‘onotoma quadricollis Reitt., Bestimm.-Tab. XLVI, 1901, p. 6.

. Due esemplari !, raccolti da Confalonieri durante il viaggio da to Bardia a Giarabub, nel novembre 1926. Europa, Mediterraneo, Caucaso. To) Vedi Chobaut, Bull. Soc. Ent. France 1896, p. 167 e Reitter, Bull. Soc. Ent. ypte 1908, p. di. Ann, del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LIV. (4 Maggio 1930).

vg on E. GRIDELLI

3 O Ahasverus advena Waltl Catharsius advena Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. Ill, 1899, p. 588

Comune a Porto Bardia, marzo- ni 11927, molti esemplari raccolti da Confalonieri.

Specie cosmopolita. Nel riso ed altri prodotti. vegetali comme- stibili.

Oryzaephilus surinamensis L. Silvanus surinamensis Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. Ill, 1899, p. 584.

Oasi di Giarabub, un es. !, marzo 1927, leg. Confalonieri. Cirene, un esemplare !, primavera 1998, leg. U. Bolsi. Ain Mara !, leg. G. C. Krùger (in coll. R. Uff. Agrario Bengasi).

Zanon (1922) lo indica di Bengasi; nei granai militari di Berka ed alla Giuliana, novembre 1917. |

Specie cosmopolita.

Laemophloeus minutus Oliv. Laemophloeus minutus Ganglb., Kaf. Mitt—Eur. III, 1899, p. 613.

Bengasi (Fuehat), numerosi esemplari raccolti da Zanon.

Zanon (1922) lo indica di Fuehat: in casa, nei. Heppaie del- l'orzo, novembre-dicembre 1916.

Specie cosmopolita.

Laemophloeus ferrugineus Steph.

Zanon (1922): Fuehat, in casa, nei depositi dell’orzo, novem- bre-dicembre 1916. Dodero (in i Bengasi !, leg. GO ee Regione oloartica.

1

FacHaphi,-.- ater Oliv.

Zanon (1922): Fuehat, in casa, nei depositi dell’ orzo; forma

| tipica e var. capensis Waltl. Dodero (in litt.): Bengasi !, 1

(var. capensis Waltl) leg. G. C. Krùger. Europa, Mediterraneo.

aE A:

ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB

Laemophloeus juniperi Grouv. | aemophioeus juniperi Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. III, 1899, p. 618. Ain Mara !, due esemplari \ aprile 1926, J; det. Dodero | in coll. R. Uff Agrario Bengasi). Regione Mediterranea. Sotto corteccie di ginepro nelle gallerie Phloeosinus bicolor Br. e thujae Perr. (sec. Ganglb., l. c.). EROTYLIDAE Cryptophilus integer Heer ptophilus integer Ganglb., Kaf. Mitt-Eur. II, 1899, p. 656. a Dodero (in litt.): Bengasi !, leg. G. C. Kruger. Derna !, leg. G. C. Kriiger, aprile 1926 a coll. R. Uff. Agrario Boe.

Specie largamente sparsa nella regione mediterranea; trova ‘e nella Svizzera e nel Tirolo.

CRYPTOPHAGIDAE

Leucohimatium elongatum Fr. ( ohimatium elongatum Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. III, 1899, p. 667.

die (in litt.): Agedabia !, a8 G. -C- Kruger. Regione mediterranea.

_Cryptophagus Thomsoni Reitt.

re I AR CAT aan a GN aie hie

132 E. GRIDELLI

Cryptophagus dentatus Herbst Cryptophagus dentatus Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. III, 1899, p. 685.

Zanon (1922) lo indica di Bengasi: Fuehat !; Ain Mara !, leg. G. C. Kriger, aprile 1926 (in coll. R. Uff. Agrario Bengasi).

Vidi pure sn di Tunisi ! (leg. oo

Europa, Mediterraneo.

Cryptophagus cellaris Scop.

Cryptophagus cellaris Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. HI, 1899, p. 689.

Conosco un esemplare raccolto nell’ oasi di Giarabub (Confa- lonieri, marzo 1927) ed uno raccolto a Slonta da U. Bolsi), ambedue riferibili alla forma tipica (non alla var. mascarensis Reitt.).

Vidi pure esemplari di Tunisia (Tozeur ! leg. Abdul Kerim 1873) e di Tripolitania (Homs, leg. Andreini 1913 !).

Dodero (1925) lo indica di Tolmetta (leg. Festa) e 19%) di @ Ghemines (1 esemplare leg. Festa). |

Regione oloartica.

Cryptophagus affinis Sturm Cryptophagus affinis Ganglb., Kaif. Mitt.-Eur. Ill, 1899, p. 689.

Un esemplare raccolto nell’ oasi di Giarabub (Confalonieri, marzo 1927), identico ad esemplari del Cairo ! (leg. Doria-Beccari, febbraio 1880 e di Tunisi ! (leg. Abdul Kerim e Doria). i Dodero (in litt.): Tobruch ! e Bengasi !, leg. G C. Kruger. "Zanon (1922) lo indica di Fuehat, aprile 1919, :

Regione oloartica. oe :

Atomaria scutellaris Motsch. Atomaria scutellaris Ganglb., Kàf. Mitt.-Eur. II, 1899, P. 725.

Bui I. leg. G. C. Kriùger, gennaio 1924 (coll. R. Uff. Bengasi). Determ. Dodero. Regione mediterranea.

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 133

et Atomaria munda Er. Bio munda Ganglb., Kàf. Mitt-Fur. UL, 1890, p. 728.

3 ; Nobruch | a leg. G. C. Kruger (in coll. TERI Determ. . Dodero.

‘Europa, Mediterraneo.

PHALACRIDAE

Fn ee dubius nov. spec.

Corpo nero, con. forti riflessi metallici verdi oscuri. Antenne, 1 palpi e zampe neri.

Differisce dal granulatus algiricus (1) Guilleb. per la sta- “tara minore, il corpo, e particolarmente le elitre, più stretto e più convesso, nonchè per la punteggiatura finissima ed uniforme del | capo e dei lati del pronoto (in tutte le forme del granulatus la | punteggiatura è doppia e densa, formata da punti fini, con nu- | merosi punti più grossi, specialmente sul capo e nelle zone j laterali del pronoto).

Per la punteggiatura del capo e del pronoto s’avvicina molto tu, syriacus Reitt. (del quale vidi 4 esemplari di Gerusalemme ex coll, Reitter), però questo ha il capo nero, senza riflessi me- tallici, è più corto e più largo, meno convesso, con le serie delle elite formate da punti piu fini e gli intervalli assolutamente piani.

4 Lungh.: 2-3,8 mm. Tre esemplari nella collezione Dodero, raccolti da G. ©. Kriiger, (due a Bengasi, III-1924, ed uno a | Girene) Coll. Mus. Civico Genova: Gharib, 14-IV-922,

Il Dr. Andreini raccolse a Homs ! (Tripolitania) nel 1918 una 4 ens non sensibilmente diversa da quella suddescritta (in coll. Dodero).

_ Ho creduto opportuno indicare con un nome questa forma, rz certamente diversa tanto dalla razza africana del granulatus, a dall’ algiricus Guilleb., quanto dalla specie affine orientale

LI

syriacus Reitter. Il granulatus è una specie molto variabile e a | () Tre esemplari di Algeria !, senza indicazione particolare di località.

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134 ey en! CRIDELLI

‘poco nota, diffusa nel bacino occidentale del Mediterraneo : Spagna

(La Granja !, Algesiras!, in coll. Dodero), Francia merid., Italia merid., Corsica, Sardegna, Sicilia (Ficuzza, Palermo, Pachino ! in coll. Dodero); nell’Africa settentrionale, dal Marocco alla Tunisia si trova la var. algiricus. Il syriacus Reitt., venne indicato finora di Siria (o per meglio dire di Palestina).

La mancanza di materiale numeroso non mi permette di deci- dere se i caratteri differenziali da me indicati per il dubius sieno realmente caratteri specifici oppure se essi rientrino nell’am- bito della variazione d’una sola specie (granulatus + dubius + syriacus).

\ Obs. Falzoni (1923) indica di Bir Gandula (Cirenaica) il granulatus (leg. Ghigi). Non dubito che si tratti anche in questo caso del dubdius.

Litochroides Sharpi Guilleb. Litochroides Sharpt Guilleb., Rev. Ent. 1892, p. 187.

Oasi di Augila !, maggio 1928, un esemplare raccolto da G. C. Kruger (coll. R. Uff. Agrario Bengasi). |

Credo di poter riferire’ questo esemplare alla specie suddetta, dato che esso corrisponde esattamente ad ogni particolare della descrizione originale, ad eccezione della forma dell’ultimo articolo delle antenne, i cui lati (esaminare l’articolo in modo da vedere

la massima larghezza) si restringono bruscamente, in modo che

la metà apicale (ad apice arrotondato) è evidentemente più

stretta della metà basale. Per. questo particolare l’ esemplare

corrisponde esattamente alla descrizione del L. sinuaticollis Guilleb. (1. c. p. 188) descritto d’Egitto (Ismailia), ma in questa specie la base del pronoto è trisinuata, perchè il lobo mediano è leggermente concavo (nell’esemplare esaminato l'orlo basale pre- senta d’ambo i lati della linea mediana un tratto piuttosto fortemente smarginato, sinuoso, e le due sinuosità limitano un lobo mediano, largo, ad orlo troncato -arrotondato). Noto inoltre

che nel sinuaticollis gli angoli posteriori del pronoto sono acuti.

(teste Guillebeau) mentre nell’esemplare in questione sono retti. Antenne con clava formata da quattro articoli, dato che il

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 135

settimo è molto più stretto dell’ottavo, quadrato. Articoli 9 e 10

| piuttosto fortemente trasversali.

; _ Punteggiatura del pronoto densa e molto fina; microscultura assente, orlo basale non marginato. Elitre con punteggiatura più fina e più rada di quella del pronoto, con striatura densa e finis- sima, poco evidente anche al microscopio, invisibile mediante lente. Sutura seguita in tutta la sua lunghezza da una finissima - linea; una sola stria suturale, un po’ obliterata alla base; ai lati si notano (mediante lente) delle linee impresse, irregolari, sottili,

Ba: più o meno perpendicolari al margine (trasversali).

@ Metasterno con striatura microscopica molto densa, obliqua

| rispetto alla linea mediana (dall’indietro all’innanzi), con punteg-

giatura e pubescenza rade; parte intercoxale piuttosto stretta ‘e

nga, a lati leggermente convergenti ed apice troncato -arroton-

dato, con striatura quasi totalmente obliterata e punteggiatura | molto rada. Tibie posteriori obliquamente troncate all’ apice, for- | temente ristrette alla base, ad orlo interno evidentemente con-

vesso e quindi leggermente curve. Femori posteriori fortemente

- dilatati, piatti, a margine posteriore tagliente, seguito da una

serie di numerosi puntini setigeri. Superficie con striatura longi-

tudinale e con punteggiatura molto rada, i punti portano corti peli coricati trasversalmente. Zampe medie come le posteriori, | però femori e tibie meno dilatate.

Tarsi posteriori di quattro articoli apparenti, molto lunghi; il

perno lunghissimo e sottile, il terzo molto corto. the ELOCOE.

«Corpo grande, ovale, ristretto posteriormente, interamente

; - appendici comprese) giallo-bruno. Lungh.: 3,5 mm.

; Ee eritto d' Arabia: Gedda.

bi a

_ Ops. Nel Catalogo Winkler (pars 6, 1926, p. 732) trovo indicata la nonimia generica seguente: Olibrosoma Tourn. = Litochrotdes Guilleb. = Helectrus Guilleb. = Pyracoderus Guilleb., nonchè la seguente sino- mia specifica: Olibrosoma testacea Tourn. = Sharpi Guilleb. = sinua- collis Guilleb. = dorsalis Guilleb. = Brisouti Guilleb. = Lemoroi Heb. Ignoro chi abbia proposto le sinonimie suddette, che non tengo giustificate, almeno nella massima parte. In ogni modo il mio semplare va riferito con tutta certezza al genere Litochroides Guilleb,

136 E. GRIDELLI

Phalacrus coruscus Panz.

Phalacrus coruscus Flach, Bestimm.-Tab. XVII, 1888, p. 9. » » Guilleb., Rev. Ent. 1892, p. 152. » » Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. III. 1899, p. 746.

Bengasi: Fuehat !, maggio 1916, un esemplare di piccola statura (mm. 2) a zampe oscure, raccolto da Zanon ed indicato dallo stesso Zanon (1922) col nome di Phal. fimetarius Payk. v. Humberti Rye.

Venne pure indicato di Fuehat, su esemplari raccolti da Festa (Dodero 1922) e di Derna (Dodero 1925).

Specie diffusa nella maggior. parte della regione paleartica.

Olibrus pygmaeus Sturm

Olibrus pygmaeus Guilleb., Rev. Ent. 1882, p. 197, » » Ganglb.. Kaf. Mitt.-Eur. III, 1899, p. 756.

Bengasi !, maggio 1923, un esemplare raccolto da G. C. Kri- ger (in coll. R. Uff. Agrario Bengasi). Corrisponde alle

| descrizioni degli autori citati, ad eccezione di un particolare di

struttura del pronoto, il quale (secondo Guillebeau e Ganglbauer) dovrebbe avere la base non marginata, mentre nell’esemplare di Bengasi la base del pronoto è evidente marginata ossia parallela- mente all’orlo basale ed a una certa distanza da esso, corre una fina linea impressa, un po’ più fina nel mezzo che ai lati, più fina e- meno evidente di quella delle specie aventi il pronoto marginato alla base (aeneus, Baudueri, millefolii, ecc.). Ho esaminato esemplari di pygmaeus di Corsica ! e di Tunisia (Kairouan !, leg. Abdul Kerim 1873; determ. Reitter) i quali hanno la base del pronoto marginata come l'esemplare suddetto di Bengasi. _

Dodero (1922), Fuehat, un esemplare, leg. Festa. Zanon . (1922): Fuehat, maggio 1916, sui fiori nell’orto.

Specie largamente diffusa nell'Europa e Mediterraneo; segna- lata del Marocco, Algeria e Tunisia. Diffusa certamente in tutta l’Africa settentrionale.

ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB 137

ae i Olibrus affinis Sturm

- Orlibus affinis Guilleb., Rev. Ent. 1892. p. 179. =>» £Ganglb., Kaf. Mitt-Eur. III, 1892, p. 755.

% di

bi Bengasi !, maggio 1925, leg. G. C. Kruger, alcuni esemplari (coll. fi. UE. Agrario Bengasi).

= Dodero (1925): Parecchi esemplari di Derna ed uno di El

7 Fetejah (leg. Festa).

Europa, Mediterraneo, Madera, Africa settentrionale, Siria.

Olibrus Baudii Flach

a Baudti Flach, Bestimm.-Tab. XVII, 1888, p. 12. ASI » Guilleb., Rev. Ent. 1892, p. 176.

a |

Di Bengasi: Ghemines !, maggio 1919, due oo’, leg. Zanon . (in coll. Mus. Civ. Genova), indicati da Zanon (1922) col nome a aenescens (1) Kust. Differiscono da questa specie per le | elitre debolmente reticolate soltanto sulla declività apicale. Bengasi !, maggio 1998, una 9, leg. G. C. Kriiger (in coll. R. _ Ut Agrario Bengasi).

Descritto di Sicilia. Guilleb. (1. c.): Francia meridionale, Spagna, - Italia, Sardegna, Sicilia, Algeria, Tunisia, Egitto (Cairo).

Olibrus Stierlini Flach

Indicato da Dodero (1925) in base ad un solo esemplare rac- colto a El Fetejah da Festa. . Specie propria della regione mediterranea.

Olibrus castaneus Baudi Nibrus castaneus Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. Ill, 1899, p. 754.

| Cirene |, due esemplari, Bengasi ! 1 es., leg. G. C. Kriger in coll. Dodero). Forma tipica. _ Regione mediterranea.

am) Olibrus aenescens Kuist, - Specie da radiare dalla fauna di Cirenaica. Indicata y oe Zanon (1922) di Ghemines ! in base a determinazione errata (= Baudti Flach).

Mists fi Be GRIDELLI

Fustilbus testaceus Panz.

Stilbus testaceus Flach, Bestimm. —Tab. XVII, 1888, p. 16. ». » Guilleb., Rev. Ent. 1892, p. 190. Eustilbus » Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. II, 1899, p. 757.

Bengasi !, un ‘esemplare raccolto da Go toda, in ai R. Uff. Agrario Bengasi. Europa, Mediterraneo, Madera, Canarie, i Asia ye

Persia.

THORICTIDAE

Î

TThorictus castaneus Germ.

| Thorictus castaneus Reitt., Verh. zool.-bot. Ges. Wien 1881, p. 88.

Un esemplare, raccolto a Porto Bardia, da Confalonieri (marzo 1927, formica ignota), identico ad esemplari raccolti al Cairo

(Egitto, leg. Doria e Beccari, febbraio 1880) e di Tripolitania; Misurata ! (leg. Dr. Andreini 1913).

Indicato da Reitter di Egitto ed Algeria. Diff OR in tutta l'Africa settentrionale e probabilmente anche ad oriente dell’ Egitto.

Thorictus Munganasti Reitt.

Thorictus Munganasti Reitt., Bull. Soc. Ent. Egypte 1908, p. 43.

Undici esemplari, raccolti a Porto Bardia da Confalonieri,

marzo 1917. Angoli posteriori del pronoto senza peli dorati; elitre con carena omerale ottusa; pronoto a lati arrotondati, senza fossette

divergenti ia) a partire dagli angoli posteriori; parte

omerale delle elitre, sulla carena omerale ed esternamente alla carena stessa, con punteggiatura forte e densa, TSC a a elitre ditatate nel mezzo. 3

Colla tabella di Reitter (Von zool. - bot. ii Wien 1881,

p. 88-95) s’arriva al Thor. dilatipennis Reitt., descritto di Siria ì

ESPLORAZIONE DELL'OASI DI GIARABUB 139

(1. c. p. 94,) però la forma delle elitre corrisponde molto meglio

a quella del Thor. Munganasti Reitt., descritto d'Egitto (Cairo). Descrizione comparativa delle due specie: vedi Reitt. 1. c. 1908. _ Sono convinto trattarsi del Thor. Munganasti Reitt., data la perfetta corrispondenza degli esemplari colla descrizione. In ogni modo non conosco esemplari autentici del Cairo e la mia determinazione va confermata (mediante confronto).

| Thorictus cyrenaicus Fiori, Riv. Col. Ital. XII, 1944, p. 118. _— Descritto su quattro esemplari raccolti nelle vicinanze di To- _ bruch. La descrizione originale corrisponde per ogni dettaglio ai miei esemplari di Porto Bardia, tanto che sono convinto che ; | questi possono venir chiamati senza alcun dubbio cyrenaicus Fiori. Fiori però non conosceva l’esistenza del Munganasti, descritto pochi anni prima (1908), al quale il cyrenaicus dovrà | venir riferito, almeno con tutta probabilità, quale sinonimo. Egitto, Cirenaica orientale.

cd ie FAT

»

Thorictus pilosus Peyr. Thorictus pilosus Reitt., Verh. zool.-bot. Ges. Wien 1881, p. 89. "3 Bengasi !, leg. G. C. Kriiger (in coll. Dodero). Zanon

1922) lo indica pure di Bengasi (Fuehat), maggio 1916. Grecia, Siria, Egitto.

LATRHIDIIDAE Merophysia cyrenaica nov. spec. ‘93 Corpo, antenne, palpi e zampe En carico, tendente al

rossiccio, come nelle altre specie del genere. Antenne relativamente sottili e lunghe; il secondo articolo è

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140 E. GRIDELLI

quarto, tutti molto più lunghi che larghi, gradatamente legger- mente ingrossati all’apice; ottavo lungo due volte quanto il settimo. | di |

Capo con punteggiatura estremamente fina e rada (quasi impercettibile mediante forte lente), privo di microscultura; pube- scenza corta, coricata, giallo-bruna (ogni punto porta un pelo). |

Pronoto ampio, leggermente trasversale (lungh.: largh, = 1: 1,3), colla massima larghezza alla fine del terzo anteriore; da questo punto i lati convergono in modo evidente, con sinuosità appena pronunciata, verso gli angoli posteriori, i quali sono quasi retti; il vertice di ogni angolo posteriore è vivo, pochissimo arro- tondato. Base troncata in linea retta. La superficie discale del pronoto è leggermente depressa (lungo l’orlo anteriore però uni formemente convessa); alla base, in corrispondenza allo scudetto, si trova una fossetta, relativamente grande e profonda. Tra la fossetta e gli angoli posteriori si nota d’ambo i lati una impres- sione appena pronunciata. La punteggiatura è bene visibile, anche mediante forte lente, essa è fina (però molto più grossa di quella del capo) e rada, l'intervallo tra i punti è molto maggiore del loro diametro. Microscultura assente. Pubescenza corta e rada, coricata, giallo-bruna. | |

Elitre strette, poco più larghe del pronoto (1,2: 1), omeri arrotondati, colla massima larghezza anteriormente alla metà, ristrette in curva molto leggera verso gli omeri (i quali sono bene sviluppati, ad angolo quasi retto, largamente arrotondato) e quasi rettilineamente verso 1’ apice. Ciascuna elitra ha I’ apice arroton- dato e quindi la parte apicale del complesso elitrale presenta una rientranza bene pronunciata alla sutura, lasciando scoperta parte del tergite anale. La punteggiatura e la pubescenza non differi-. scono da quelle del pronoto. Microscultura assente. Processo prosternale molto corto, stretto, a forma triangolare, col vertice leggermente arrotondato, il quale non raggiunge il livello del- l’orlo posteriore delle anche anteriori.

Lungh.: 1,7 mm. Due 9 Q, raccolte da Confalonieri a Porto Bardia (sotto pietre, insieme alla Silvestri?) nell’aprile 1927. In coll. Mus. Civico Genova.

La sola specie di Merophysia con una foveola centrale alla base del pronoto è la foveolata Baudi (Berl. Ent. Zeitsch. 1870, p. 59) descritta di Cipro, ed indicata da Reitter ed altri autori

EI EE,

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 144

anche di Siria. Conosco due esemplari di foveolata, raccolti

| nella Siria (acquistati da Deyrolle nel 1872). La M. cyrenaica dif ferisce dalla foveotata per il corpo notevolmente più stretto,

© | elitre meno dilatate ai lati, la maggiore larghezza del 3.° articolo

| sternale. Nella foveolata Baudi il processo prosternale è

. delle antenne relativamente al 2.° ed al 4.° (nella foveolata gli articoli 2.°, 3.° e 4.° sono della stessa lunghezza), la zona discale del | pronoto meno convessa, la foveola basale relativamente piu grande, la presenza di una leggera depressione d’ambo i lati (nella foveolata lo spazio tra la foveola e l’angolo posteriore è . uniformemente convesso) nonchè per la forma del processo pro-

A

molto

più lungo, completamente ripiegato, piu largo, a lati dapprima

| paralleli, ed apice largamente arrotondato. Ad onta della sua

lunghezza il processo prosternale è invisibile di profilo. Noto

inoltre che nella foveolata l’apice del complesso elitrale non | presenta nessuna rientranza suturale; esso più acuminato che nella cyrenaica e copre completamente il | tergite anale.

a

é quindi piu stretto e

Ops. Merophysia cyrenaica Grid. var. ?. Cirene ! maggio 1924, leg,

Re G. C. Kriiger, un esemplare in coll. Dodero, un esemplare in coll. R. Uff.

| Agrario Bengasi. Differisce dalla forma tipica di Porto Bardia per

"avere tutta la ye eRe del pronoto più densamente punteggiata e | quindi meno lucida e per la fossetta basale mediana del pronoto meno | profonda, più larga, meno nettamente limitata.

Merophysia Silvestrii Grid.

Merophysia Stlvestrii Gridelli, Boll. Soc, Ent. Ital. 1928, p. 237.

Raccolta per la prima volta a Tokra ! dal Prof. F. Silvestri (due esemplari, 8 marzo 1922) ed una seconda volta da Confalo-

| Meri a Porto Bardia ! (14 esemplari, aprile 1927 e novembre | ag Non mi sono noti altri esemplari, all’infuori di quelli della

| serie tipica suddetta, conservati nelle collezioni del Museo Civico

Pdi Genova.

Ho gia rilevato nella descrizione originale i caratteri differen-

: ziali rispetto alla longicornis Reitter (della quale ho veduto il | tipo) ed alla procera Reitt.

Essa è pure simile alla M. Lelourneuxi Pic. Grazie alla cor-

ea MA

x © * Mew lata © hens FP

r,

ea ee, ae oe

1492 E. GRIDELLI .

tesia dell’ autore ho potuto esaminare uno dei tipi, raccolti. a Ramleh (Alessandria) da Letourneux, il quale differisce dagli esem- plari della Sévestrii per il pronoto molto meno trasversale, più _ stretto e sopratutto più lungo, maggiormente dilatato ai lati nella parte anteriore, più stretto in confronto alle elitre, le quali sono più strette, meno dilatate ai lati e più lunghe. Date le con- dizioni di preparazione dell’ esemplare non posso notare gli eventuali caratteri della parte inferiore del corpo e delle appen- dici.

Merophysia Andreinii nov. spec. Antenne sottili; 2.° articolo corto e grosso, cilindrico, più lungo che largo (1,3: 1); 3.0 articolo più stretto del 2.0, sottile alla base, leggermente ingrossato all’apice, molto più lungo del 2.° (1,7: 1) molto più lungo che largo (2,4 : 1); 4.° articolo molto più corto del 3.0 (1: 1,7), più lungo che largo (1,3: 1); 5.0 come 4.°, appena piu corto; 6.0 più corto del 5.°, quadrato; 7.° più lungo del 6.9, distintamente più lungo che largo (1,3 : 1). Punteggiatura del capo molto fina e rada; pubescenza corta e rada, coricata, giallo-bruna.

-Pronoto appena trasversale, (largh. mass.: lungh.: = 1,1: 1), colla massima larghezza nella metà anteriore, ristretto posteriormente in linea subretta, debolmente sinuata, con angoli posteriori retti, strettamente arro- tondati all’apice. Orlo basale rettilineo, [lungo la base una larga depres- sione trasversale, poco profonda, obliterata presso gli angoli posteriori. Punteggiatura fina, rada ad eccezione della depressione basale, nella quale essa è densa e. molto più grossa.

Elitre molto più larghe del pronoto, colla massima larghezza molto spostata all’innanzi, fortemente arrotondate ai lati, ristrette piuttosto for- temente, in curva molto leggera, appena accentuata, verso l’apice, il quale è arrotondato. Dorso notevolmente convesso; punteggiatura fina e rada; pubescenza rada, corta, coricata, giallo—bruna.

Processo prosternale lungo, piuttosto largo, a lati paralleli ed apice troncato. La sua parte apicale troncata è appena piegata all'ingiù e su- pera posteriormente il livello delle anche; essa è di conseguenza visibile di profilo in forma di una sporgenza dentiforme ad apice ottuso.

co. Orlo interno delle tibie anteriori con un piccolo dente acuto, si- tuato molto innanzi, quasi ad un quarto dall’ apice. Metasterno con un piccolo tubercolo conico, poco elevato, ma a vertice molto acuto, situato nella linea mediana, a poca distanza dall’orlo posteriore.

Lungh.: 1,6 - 1,8 mm. Molti esemplari raccolti dal Dr. A. Andreini nella Tripolitania: Homs ! VII-1913, Misurata ! XI-1913. Coll. Museo Civico Genova (serie tipica) e coll. Dodero.

Nutro qualche dubbio sul valore sistematico di questa forma. Essa e senz'altro affine alla M. Baudueri Reitt., descritta di Bou-Saada (Algeria, vedi Mitt. Minch. Ent. Verein 1877, p. 6) ridescritta da Fairmaire col nome di acuminata (Ann. Soc. Ent. France 1879, p. 168) di Biskra ed

ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB

dicata poi da Belon (Ann. Soc. Ent. Belg. 1895, p. 77) di varie località Algeria e della Spagna centrale. Di questa specie vidi soltanto l’esem- | plare tipico della collezione Reitter, gentilmente comunicatomi dal Prof. Cziki. Esso è una ©; etichetta stampata della collezione Oberthiir: Bou- | Sàada, 1875 ed etichetta manoscritta di Reitter. Differisce dalla Andreinzi | per il corpo molto più stretto e più lungo, le elitre molto più strette, | meno dilatate ai lati e meno convesse e la punteggiatura un po’ meno ~ fina e notevolmente più densa. Le antenne non hanno gli articoli 4-7 a quadrati (come dice Reitter) bensì tutti distintamente più lunghi che a come nell’ Andreiniz, ad eccezione del 6.° che è quadrato. Le an- | tenne non differiscono da quelle dell’ Andreinii, lo stesso dicasi del pro- }; | cesso prosternale. Lungh.: 1,8 mm. Dato che non vidi altri esemplari della Baudueri, non posso farmi un’idea esatta del valore delle differenze Mi iicito. In ogni caso però dovremo sempre considerare la forma di Tri- politania almeno come razza della Bauduert.

Holoparamecus caularum Aubè loloparamecus caularum Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. III, 1899, p. 816.

= Vidi due esemplari raccolti a Bengasi ! da Zanon, uno al | volo nell’agosto 1920 e l’altro nell’ aprile 1918 (det. Dodero). Gli E: e vennero citati da Zanon (1922). Europa media e meridionale, Mediterraneo. Secondo Gangl-

haser (1. c.) anche nella Cina. È Adistemia Watsoni Woll. | Cartodere bicostata Reitt., Bestimm.-Tab. III, 1886, p. 24. A | Raccolta da G. C. Kriger a Bengasi !; un esemplare in coll. Dodero. Nella stessa collezione si trovano esemplari di Genova !, | Nizza !, nonchè di Tripolitania: Homs !, leg. Dr. A. ni È 1913.

_ Spagna, Francia meridionale, Italia (Liguria), Algeria, Tri-

politania, Cirenaica. Diffusa certamente nella massima parte della | Tegione mediterranea.

.

Corticaria fulva Comolli

pi Dodero (in litt.): Cirene ! e Bengasi ! leg. G. C. Kriger (coll. Dodero). . Specie cosmopolita.

144 da E. GRIDELLI

Melanophthalma transversalis Gyllh.

\

Corticaria transversalis Ganglb., Kat. Mitt.-Eur. II, 1899, p- 808.

Dintorni di Bengasi !, due esemplari raccolti da Zanon nel giugno 1918; un esemplare ! venne raccolto da Confalonieri nella Marmarica (lungo la strada da Porto Bardia a Giarabub).

Regione paleartica.

Melanophthalma distinguenda Comolli

Corticaria distinguenda Ganglb., Kéf. Mitt.-Eur. IIL, 1899, p. 808.

Derna !, due esemplari raccolti da G. C. Kriger nel giugno 1925 (in coll. R. Uff. Agrario Bengasi); sono due d' d': ultimo articolo dei tarsi anteriori con dentino mediano molto evidente, «Zanon (1922): Bengasi 1918. Dodero (in litt.): Bengasi, Cirene, Agedabia (leg. G. C. Kruger, coll. Dodero).

Europa media e meridionale, Mediterraneo, America setten- ,

trionale e meridionale.

MY CETOPHAGIDAE

Litargus connexus Fourcr.

Litargus bifasciatus Reitt., Bestimm.—Tab. I, 1885, p. 24. » connexus Ganglb., Kaf. Mitt-Eur. II, 1899, p. 833.

Ain Mara !, quattro esemplari raccolti da G. C. Kriger nel- l'aprile 1926 Ga coll. Museo Civico Genova e R. Uff. Peas Bengasi).

Diffuso oa maggior parte della regione Paleari

Oss. Nell’ Africa settentrionale si trovano ancora: Litargus Leprieurt

Pic (Algeria, Tunisia), coloratus Rosh. e Ferrantei Reitt. (Egitto).

ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB

Typhaea stercorea L. _ Typhace fumata Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. II, 1899, p. 835.

Molto comune a Porto Bardia, nel marzo 1997 (Confalonieri 1). | Bengasi, otto esemplari ! raccolti da Zanon, 31-VII-1919. Derna |, !, leg. G. Kruger (in coll. R. Uff. Agrario Bengasi)

} sd ia da Zanon (1922): Fuehat, giugno 1918, caccia not- i turna alla lampada. Dodero (1922): Fuehat, leg. Festa.

| Ca cosmopolita.

COLYDIIDAE Myrmecoxenus picinus Aubé M yrmecozenus picinus Ganglb., Kaf, Mitt.-Eur. III, 1899, p. 889.

an esemplare ! raccolto a Bengasi da Zanon, determ. da

Dodero. Indicato da Zanon (1922) pure di Bengasi luglio 1919. ss Indicato dell’ Europa meridionale. Probabilmente specie medi-

So brunneus Gy. Dodero mi comunica d’ aver veduto esemplari raccolti a Ben-

3 gasi da G. C. Kruger. È: Indicato d'Europa, Mediterraneo: America settentrionale.

COCCINELLIDAE Epilachna chrysomelina F. ilachna chrysomelina Weise, Abeille XXVIII, 1892, p. 5.

Oasi di Gialo !, maggio 1928, sei esemplari raccolti da da Kriiger, determ. Capra ine coll. R. Uff. dala Scud

146

E. GRIDELLI

Litophilus (!) Festae Dodero

Dodero (Boll. Mus. Zool. ed Anat. comp. R. Univers. Torino,. n. s, nr. 23, 1925, p. 9): « Molto vicino al cordicollis Guér., ma ben distinto da esso per la grossa punteggiatura delle elitre meno densa e molto più grossa, con tendenza a disporsi in serie irregolari longitudinali. La superficie delle elitre presenta inoltre traccie di solchi longitudinali ben visibili sopratutto in prossimità della sutura ed evanescenti ai lati. Nella parte maggiormente depressa di tali solchi è la maggior parte dei grossi punti. Il torace è ancor più densamente punteggiato anche nel mezzo del disco, più fortemente cordiforme ma non angoloso ai lati, che sono più largamente spianati. La testa è totalmente rossa come il torace, le antenne e le zampe; le elitre sono nere con un orlo rosso assai stretto sui lati e molto più largo nella porzione api- . cale. Dovrebbe pur somigliare molto al L. marginatus Reitt. del Libano, che non conosco in natura, ma questo dovrebbe avere la punteggiatura del dorso del torace molto più fina e più sparsa, i lati di questo angolosi, la pubescenza più lunga e più densa e l’orlo rosso delle elitre stretto ed uniforme in tutto il suo corso. Lungh. 4 mill. Derna.

Il Dr. Festa raccolse un solo esemplare di questa bella oe.

che ho il piacere di dedicargli ». (Ex Dodero 1. c.).

Rhizobius litura F. . Rhizobius litura Weise, Abeille XXVII, 1893, p. 61.

Ain Mara !, aprile 1926, un esemplare, leg. G. C. Kruger, determ. Capra (in coll. R. Uff. Agrario Bengasi): elitre con macchie brune, disposte come risulta dalla descrizione suddetta della forma tipica (nec var. chrysomeloides Herbst, nec var. discimacula Costa). Dodero (in litt.): Cirene. leg. G. C. Krù-

(1) Litophilus cordatus Rosh. Citato da Zanon (1922) di Fuehat, maggio 1915 (es. non riveduto da Dodero). Specie dubbia; è molto probabile che si tratti del L. Festae. Descritto di Andalusia; citato da Fairmaire (Ann. Soc. Ent. France 1866, p. 74) di | Algeria (Orano) e del Marocco (Tangeri).

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 147

ger. Dodero (1925): Derna, leg. Festa. Zanon (1922) lo indica di Bengasi (Fuehat), nell’orto sui fiori di cardo. © Europa meridionale, Mediterraneo, Africa settentrionale. Weise

lo indica di tutta l'Europa, ma è specie prevalentemente meri- dionale.

Rhizobius subdepressus Seidl.

P Dodero (1925) cita un esemplare raccolto a Merg dal Dott. Festa. } Secondo gli autori la specie è diffusa nell’ Europa dl | Germania, Austria, Pirenei. In realtà essa è pure molto diffusa ‘5 nel Mediterraneo; ho veduto nella coll. Dodero numerosi esem- plari delle localita seguenti (det. Dodero) : Francia: Grande Chartreuse; Alet (Aude), Cazavet (Ariége), ~ Montlouis (Pyren. or.) Spagna: un es. senza localita dettagliata. - Ttalia: Ventimiglia, Bussana presso San Remo, Finalmarina, | Tenda (Liguria); Ozieri, Alghero, Laconi, Tempio, Golfo Aranci, | Dorgali, Enas, Ala dei Sardi, Gonnesa (Sardegna); Ficuzza a (Sicilia). | E molto probabile che la specie sia diffusa in tutto il Medi- terraneo; Winkler (Cat. Col. 1927.) p. GC. ue la Li di « Lu- sitania ».

a | Rhizobius lophantae Blaisd.

| —‘’Venne raccolto a Bengasi ! da G. C. Kriiger; esemplari della q «collezione Dodero, identici ad altri esemplari dei dintorni di Roma |.

Specie originaria dell’ Australia (Toowoombae Blackb.), de- Soritta di California col nome di lophantae Blaisd. Diffuso dal- l’uomo, quale parassita di Diaspis pentagona, Aonidiella aurantii ed altre cocciniglie nella maggior parte delle regioni © temperate del globo. Largamente diffuso nel Mediterraneo. Per la diffusione in Italia e per la sinonimia vedi Capra, Boll. Soc. Ent. fret 1927, -p. 454.

.Ignoro se questa specie sia stata realmente importata nella ; Cirenaica, oppure se provenga per migrazioni naturali o per tra- hi Sporto accidentale da altri paesi.

148 NM F. GRIDELLI

Pullus subvillosus Goeze

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Scymnus subvillosus Ganglb., Kaf, Mitt.-Eur. II, 1899, p. 962.

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Citato da Zanon (1922) come raccolto nei dintorni di Bengasi (Fuehat), nell’aprile maggio 1918, su olivi infestati da Aspidiotus (ab. juniperi Motsch. e ab. pubescens Panz.).

G. C. Kruger raccolse a Bengasi ! tre esemplari dell’ ab. dorsalis (Waltl) Weise (Capra, Boll. Soc. Ent. Ital. 1925, p. 137). Determ. Dr. Felice Capra. |

Ganglbauer (Kaf. Mitt.-Eur. II, 1899, p. up Europa media. e meridionale, Mediterraneo, Siberia. , ;

ra

Pullus belophallus Capra Pullus belophallus Capra, Boll. Soc. Ent. Ital. 1925, p. 137, figg. 1-2.

Descritto su un © raccolto da Zanon il 20 Giugno 1918 a Bengasi ! (tipo: coll. Mus. Civ. Genova) ed alcuni og e (909 raccolti da G. C. Kriger, pure a Bengasi (in coll. Dodero). Nella stessa collezione si trovano esemplari raccolti da G. C. Kri- ger a Scegga (Ridotta Maddalena).

Specie nota finora soltanto di Cirenaica, molto affine il subvillosus Goeze, del quale ricorda i piccoli esemplari delle forme chiare, ma bene distinta per i caratteri dell'organo copula- tore del co (vedi Capra 1. c.).

Pullus pallidivestis Muls.

Derna !, un esemplare raccolto da G. C. Kruger li Dr. Felice O,

‘Zanon (1922) indica la forma tipica di Fuichat (maggio 1916, | su olivi infestati da Aspidiotus) e lab. nanus Muls., pure di | Fuehat (agosto 1918, sui fichi messi a seccare). Dodero (in. litt ): Cirene, Bengasi, Agedabia (leg. Give: Kriiger.)

Regione mediterranea.

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 149

fo Nephus tamaricis Capra

| Nephus tamaricis Capra, Ann. Mus. Civico Genova LIII, 1929, p. 242.

Raccolto in grandissimo numero d’esemplari da C. Confalo-

Ù: lella Tunisia e nel Hoggar (leg. Peyerimhoff). Ex Capra, Lc.

Nephus Ludvyi Weise

rispondente per i caratteri dell’ organo copulatore ad esemplari italiani, dai quali però differisce per la punteggiatura del pronoto n po’ più grossa e più rada. (Capra in litt.).

Grecia, Dalmazia, Italia centrale e meridionale, Corsica, Sicilia,

Hyperaspis Marmottani Fairm | Hyperaspis Marmottani Capra, Boll. Soc. Ent. Ital. 1929, p. 101.

Po Sel esemplari vennero raccolti da G. C. Kriger a Bengasi |, nel giugno 1924, ed uno da Confalonieri, nel febbraio 1927 ell’oasi di Giarabub ! (vedi Capra l. c.).

Descritto di Biskra. Algeria, Tunisia, Cirenaica.

Hyperaspis Vinciguerrae Capra

) ae Vinciguerrae Capra, Ann. Mus. Civ. Genova LIII, 1929, p. 241. » » Capra, Boll. Soc. Ent. Ital. 1929, p. 204.

Oasi di Giarabub !, 497 9, 1 9, leg. C. Confalonieri, febbraio 1017 (coll. Mus. Civ. Genial su Tamarix macrocarpa Ghe. _ Affine alla polita Weise (del Mediterraneo orientale). Una | n affine, inedita, si trova. nell’Eritrea (Capra in litt.). |

_ Scymniscus n. sp. Due esemplari raccolti da :C. Confalonieri nell’oasi di Giara- | È ub !, appartengono certamente al genere Scymniscus descritto da Dobrzhanskij (B evue Russe Ent. XXII, 1928, p. 117) per una specie (Zaisanensis) della regione del DI lago Zaisan (prov. Semipalatinsk: confine della Siberia occidentale colla Mongolia). | Degno di nota il fatto che nella Sicilia esiste un’altra forma dello stesso genere, nolto affine a quella di Cirenaica. (Capra in litt.).

rt e =

150 E. GRIDELLI

Coccinella septempunctata L.

Coccinella septempunctata Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. III, 1899, p. 1005.

Nove esemplari della forma tipica, raccolti a Porto Bardia nel marzo 1927 ! (Confalonieri e M. Cugia). Un es. !, Cirene, agosto. 1925, leg. Prof. C. Anti. Bengasi ! un esemplare, leg. Silvestri.

Dodero (1922): alcuni esemplari raccolti a Fuehat da Festa. Zanon (1922): Fuehat, comune tutto l’anno; la larva si trova spesso numerosa sulle foglie dei cardi coltivati. Falzoni (1923): molti esemplari di Bengasi, Tolmetta, Fuehat, Cirene, Lete, El Garig (leg. Ghigi). Dodero (1925): Tecnis, Tolmetta, Bengasi, Fuehat. Dodero (in litt.): Bengasi, leg. G. C. Kruger.

Regione paleartica.

Coccinella undecimpunctata L.

Coccinella undecimpunctata Weise, Abeille XXVIII, 1892, p. 26. » » Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. II, 1899, p. 1007.

Forma tipica. Cirenaica: Bengasi !, tre esemplari (coll. Do- dero). Tripolitania: Homs ! leg. Andreini 1913 (coll. Dodero). Var. aegyptiaca (*) Muls. (Monogr. Coccin. 1866, p. 86).

Descritta di Siria e d'Egitto (indicata pure di Sumatra, certa-.

mente per errore): essa è facilmente riconoscibile per la colora- zione del pronoto: « Prothorax noir, paré aux angles de devant d’une tache flave ou d’un blanc flave, irréguliérement quadrangulaire, prolongée en bordure étroite, sur la se- conde moitié des célés, jusqu’aux angles postérieurs ». Talvolta come nota Ganglbauer, le due macchie apicali vengono unite da una stretta striscia chiara, che corre lungo l'orlo ante- riore del pronoto (un esemplare di Misurata !, Tripolitania).

Vidi esemplari delle località seguenti tutti determinati dal Dr. F. Capra. |

Cirenaica: Bengasi !, leg. Silvestri 1922. [Venne citata da

(1) Gli autori indicano questa varietà col nome di Ménétriesi Muls. Ma Mulsant. (Sécurip. 1851, p. 104) la descrisse di California, citandola più tardi (Monogr. Coccin. 1866, p. 85) di California e dell’ Asia Boreale. È molto dubbio che sia identica alla aegyptiaca Muls. e non è opportuno quindi usare per la forma di Cirenaica il nome di Menetriesi Muls. (Dr. F. Capra, in litteris).

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 151

Dodero (1922) di Fuehat !, leg. Festa e (1925) di Bengasi, leg. | Festa (ab. oculata Westm.)].

| Tripolitania: Misurata !, Homs !, esemplari raccolti dal Dr. Andreini nel 1919.

«Egitto: Isola di Phile !, leg. Chiappa 1882; Luxor !. «Scende molto al sud: Sul Nilo, da Chartum a Gondokoro !, un esemplare leg. E. D'Albertis 1904 (Coll. Mus. Civ. Genova). «Dal materiale esaminato e dalla letteratura sembra che questa | varietà predomini sulla forma tipica nel Mediterraneo orientale e È nell'Africa orientale settentrionale, dove essa tende a formare una | razza. Essa però venne raccolta sporadicamente in varie loca- lità d’ Europa: Calvados e Gironda (Francia) vedi Bedel, Abeille Pe XXVIII, 1892, p. 27, nota I.

i La specie (vedi anche Dobrzhanskij: Revue Russe Ent. XX, #i1020, p. 23 e XXI, 1927, p. 213) è molto variabile e da origine ad un gran numero di razze geografiche. Si trova lungo . le coste del mare e dei bacini salmastri continentali. Europa: _ Scandinavia, Estonia, Livonia, coste atlantiche, Spagna, Sicilia, Italia, Francia, Grecia, coste del Mar Nero, Egitto, Cirenaica, Tri- politania. Ad oriente: Russia meridionale, Mesopotamia, steppe dei Chirghisi, Transcaspio, Turchestan, Samarcanda, Persia. A | settentrione; coste del Mare Glaciale Artico. La razza aegyptiaca Muls. viene indicata da Dobrzhanskij | d’Africa settentrionale (dal materiale esaminato e dalla letteratura . da me consultata essa si spinge ad occidente fino nella Tripoli- | tania); secondo Ganglbauer (!) (1. c.) essa è diffusa nel Mediter- | raneo orientale, e secondo Weise (!) (1. c.) nell’Egitto e Siria e Russia meridionale.

ud Adonia variegata Goeze. | Adonia variegata Weise, Abeille XXVII, 1892, p. 10.

A Ain Mara ! ottobre 1927, tre esemplari raccolti da G. C. Krù- ger, in coll. R. Uff. Agrario Bengasi. Secondo il collega Dr. Fe-

(1) Ganglbauer e Weise indicano la var. aegyptiaca ( = Ménétriesi Muls.) anche di California e della Siberia, località queste inammissibili e dovute alle indicazioni errate di Mulsant (Sécurip. 1851, p. 104 e Monogr. Coccin. 1866, p. 85). La specie _‘undecimpunctata e la var. aegyptiaca ( = Ménétriesi) non si trovano nell'America _ © almeno non sono indicate nei seguenti lavori: A. Revision of the American Cocci- | nellidae, Th. Casey, Journ. New York Ent. Soc. VII, 1899, p. 74 e Occas. Pap. Calif. | Acad. of Sciences VIII, 1901; H. C. Fall, List of the Coleoptera of Southern Cali- È fornia. etc. etc. (Dr. F. Capra in litt.)

152 E. GRIDELLI

lice Capra essi appartengono alla ab. similis Schr. la quale é la forma tipica sensu Auct. |

Due esemplari corrispondono perfettamente alla descrizione. della forma tipica, intesa nel senso di Weise (1. c.). Il terzo ne differisce per la mancanza della linea mediana gialla sul pronoto e per l’assenza del punto omerale nero sull’elitra sinistra (sulla destra è presente, per quanto piccolissimo).

Europa, Mediterraneo, Africa settentrionale, Abissinia, I,

Siberia (sec. Weise I. c.).

Pharoscymnus (') varius Kirsch Pharus varius Weise, Abeille XXVIII, 1892, p. 64.

Zanon (1922): Fuehat, agosto 1919, su fico d’ India infestato da Aspidiotus hederae, di cui si nutre. Vidi un esemplare di quelli citati da Zanon; esso corrisponde bene (non vennero esa- minati gli organi genitali) ad un esemplare d’Egitto ! avuto dallo stesso Kirsch, e ad un esemplare raccolto a Tunisi ! (gennaio- febbraio 1982) dal March. G. Doria (in coll. Mus. Civ. Genova).

Descritto d’ Egitto. Diftusione: Egitto, Cirenaica, Tunisia, Algeria. f 3 nan

Chilocorus bipustulatus L.

Chilocorus bipustulatus Ganglb., Kaf. Mitt.-Eur. Ill, 1899, p. 982.

Bengasi (Fuehat), molti esemplari ! raccolti da Zanon. Ben- gasi | e Guarscia |, alcuni esemplari raccolti nell'aprile 1922, dal. Prof. F. Silvestri.

Zanon (1922) lo indica di Fuehat: maggio-agosto 1915, su olivi infestati da Aspidiotus hederae. Dodero (1925): Uadi Derna, leg. Dr. Festa. Dodero (in litt.): Bengasi (leg. G. C. Kriger).

Regione paleartica.

Li

(1) Non ho potuto consultare il lavoro più recente su questo genere: Les: . Pharoscymnus d’Algèrie, pubblicato da Peyerimhoff (Bull. Soc. Hist Nat. Afr. Nord 1926, p. 138).

| 9 ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB 153

| "SER Exochomus flavipes Thunb.

Dy griccnomus nigromaculatus Weise, Abeille XXVII, 1892, p. 52. iz » flavipes Ganglb., Kaif. Mitt.-Eur. Ill, 1899, p. 984.

pi.

Tutti gli esemplari della Cirenaica e delle altre regioni del- SI Africa settentrionale da me esaminati appartengono alla var. nigripennis Er., caratterizzata dal colore giallo- bruno del capo e del pronoto, la quale sembra assumere nell’ Africa settentrionale um vero carattere di razza. . Bengasi !, numerosi esemplari raccolti da Zanon (!); e da fi Silvestri. Dodero (1922) la indica di Fuehat (leg. Festa). Con- - falonieri ne raccolse alcuni esemplari nell’oasi di Giarabub !, nel marzo 1927. Vidi pure esemplari delle So Canarie: Lanzerote, VII 1882 e delle isole del Capo Verde: S. Nicolau !, Boa Vista!, Wiebrava !, iS Thiago-Praja ! leg. Fea LI e di tunica Tamagza, | maggio 1873, leg. Abdul Kerim. Gli autori citano la subsp. nigripennis dell’Africa settentrio- | nale, Grecia e Russia meridionale. Noto però che di Grecia e di 4 Russia meridionale vidi soltanto esemplari della forma tipica pi (det. F. Capra): Santorino !, agosto 1876, un esemplare raccolto durante la crociera del « o »; Persia ! un esemplare rac- Bio da Doria nel 1863; uiola i, un es. leg. Doria 1862. a La specie è diffusa nell’ Europa media meridionale, Europa meridionale, Africa; viene pure citata della maggior parte del- | l’Asia. Nell’Africa Lu (7), ed a quanto sembra, in tutta ; © L'Africa tropicale ed australe, la forma tipica manca e viene sosti- tuita dalla var. nigripennis.

-

Se

EKxochomus pubescens Kiist.

| Exochomus pubescens Weise, Abeille XXVIII, 1892, p. 53. ie rae » Bedel, Bull. Soc. Ent. France 1884, p. XXXIV.

Be Oasi di Giarabub !, tre esemplari della var. Gestroi Fairm. ene: Mus. Civ. Storia Natur. Genova, 1875, p. 540) raccolti da

ia

ia “e A

fi (1) Alla stessa forma appartengono probabilmente gli esemplari di Fuehat, ci- È | tati da Zanon (1922) come Exochomus spec. 0) Vedi pure ab. hipponensis Pic, Echange ‘1895 e Troberti Muls.

on pet Sar SZ

br ATEI

154 | E. GRIDELLI

Confalonieri nel marzo 1927. Essi corrispondono perfettamente al tipo della varietà (es. di Kairouan !, Tunisia, legit Kerim 1873). Altri esemplari della stessa varietà vennero raccolti da Zanon e da G. C. Kriiger nei dintorni di Bengasi ! e da G. C. Krigera | Agedabia. | 4

Zanon (1922): Fuehat, giugno 1919, sui cardi coltivati. Dodero (in litt.): Bengasi, leg. G. C. Kruger (v. lugubrivestis). |

Per la sinonimia, diffusione e variabilità della specie, vedi i Bedel (Bull. Soc. Ent. France 1884, p. XXXIV e Abeille XXVIII, 1892, p. 53, nota 1): Spagna meridionale (Cartagena, località classica), Algeria (Biskra, apicatus Fairm. = Gestroi Fairm.; | Perrégaux), Tunisia (Kairouan, Gestroî Fairm.; El Guettar | presso Gafsa; dintorni di Tunisi, due es. ! leg. Elena 1882, var. Gestroi Fairm.; dintorni di Tunisi, due es. ! leg. Elena 1882, |. 4 es. a pronoto rosso concolore della var. lugubrivestis Muls.), Cirenaica (Bengasi !, Giarabub !), Egitto (leg. Henon, vedi Bedel l. c.), Palestina (Jaffa, apicalis Weise = (Gestroî Fairm.). Bedel (1. c. 1892) lo indica pure di Siria (Abeille de Perrin), riferendosi probabilmente agli esemplari di Jaffa (Palestina) dell’ apicalis Weise. Egli lo indica pure di Persia («d’aprèés Crotch »). a Ù 4

Specie localizzata nei terreni salati. |

BOSTRYCHIDAE È Rhizopertha dominiea F. Rhizopertha dominica Lesne, Ann. Soc. Ent. France 1897, p. 332. ?

Un esemplare, raccolto a Bengasi (Fuehat) da Zanon!. °°

Citata da Zanon (1922) di Fuehat: Ottobre 1917, nei granai. Vidi pure esemplari di Tripolitania: Misurata ! leg. Dr. Andreini 1913. Venne raccolta a Bengasi anche da G. C. Kriiger (teste Dodero). Vi

Cosmopolita.

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 155

Bostrychus capucinus L.

Bostrychus CApucinus Lesne, Ann. Soc. Ent. France, 1898, p. 448.

U. Bolsi raccolse nella primavera del 1928 un esemplare della var. nigriventris Luc. (addome interamente nero, elitre rosse)

i presso Cirene !. La stessa varieta venne indicata da Dodero (1925)

di Bengasi: un esemplare, leg. Festa. Un esemplare venne

raccolto pure a Cirene ! dal Prof. C. Anti (agosto 1928).

Zanon (1922) indica il B. capucinus (var. o forma tipica?) di Fuehat. Dodero (in litt.): Cirene, var. . nigriventris, leg.

| G. C. Kriiger.

La specie è diffusa nella massima parte della regione palear-

| tica (tranne le regioni più settentrionali della Russia e della Scandinavia, la Scozia e l'Irlanda). La var. nigriventris è fre-

_ quente nell’ Europa meridionale e nei paesi mediterranei: Europa

St a

a

ì 4 £ ¥

- meridionale, Marocco, Algeria, Tunisia, Transcaucasia.

Bostrychoplites Ziokeli Mars.

| Apate Zickeli Mars., Abeille 1867, p. XXXIV. i oops Zickeli Lesne, Ann. Soc. Ent. France, 1898, p. 570.

» » Lesne, Abeille, XXX, 1900-06, p. 97.

Due esemplari catturati da G. C. Kriger nell’oasi di Augila !

nel maggio 1928 (Coll. Mus. Genova e R. Uff. Agrario Bengasi).

Descritto del Sahara algerino. Specie sahariana e peri-

| sahariana; non si trova al nord della catena dell’ Atlante: _ Sahara algerino e tunisino, Senegal, Medio Niger, Sennaar, Nubia, _Abissinia !, Eritrea !, Somalia !, coste del Mar Rosso ! (vedi

Lesne, |. c.). Vidi esemplari di La Ache ! (Yemen, Arabia

merid.) oltre a molti esemplari di varie località dell’ Eritrea, _ Abissinia e Somalia.

La specie è probabilmente diffusa in tutte le zone desertiche

della Cirenaica.

Bostrychopsis Reichei Mars.

| Apate Reichei Mars., Abeille 1867, p. XXXV.

| Bostrychopsis Reichei Lesne, Ann. Soc. Ent. France, 1898, p. 537.

det

Un esemplare raccolto a Giarabub nel luglio 1926. da

4 _G. C. Kruger, perfettamente corrispondente alla descrizione ori-

ginale e a quella di Lesne.

156 E. GRIDELLI

Descritto d’ Egitto; indicato da Lesne d'Egitto, Abissinia, Senegal. Specie sahariana d’ origine tropicale africana (’).

Seobicia pustulata F. Scobicia pustulala Lesne, Ann. Soc. Ent. France, 1900, p. 588.

Un esemplare raccolto a Cirene 1 da U. Bolsi, nella prima- vera 1928. —- Dodero (in Iitt.): Cirene, leg. G. C. Kriger. Lesne (l. c.): «Le Scobicia pustulata se rencontre dans

une grande partie de la région méditerranéenne, dont il ne pa- rait pas franchir les limites. Sa présence n’a été signalée ni en Tripolitaine, ni en Egypte, ni dans les contrées situées a Est.

de la Syrie ».

Lesne cita la specie di varie località del Marocco, Algeria e

Tunisia. La sola località orientale ch’ egli indica è Akbes (Siria), La cattura della specie nella Cirenaica conferma dunque la giusta osservazione di Lesne, ossia che l’assenza ‘della specie nel Medi- terraneo orientale sia soltanto apparente e dovuta alle nostre scarse conoscenze faunistiche.

Seobieia Chevrieri Villa

Indicata da Dodero (1925) di Uadi Kuf (un esempl., leg. Festa) e da Zanon (1922) di Fuehat: giugno 1918, caccia notturna alla lampada. : | Secondo Lesne (1. c.) è una specie mediterranea, che vive insieme alla pustulata, ma che sale più a settentrione : Delfinato, Savoia, Venezia Tridentina (Bolzano). i

Hunéddéesmuii forficula Fairm. Enneadesmus forficula Lesne, Abeille XXX, 1902, p. 106.

Bengasi: Fuehat !, maggio 1917, un esemplare (2), leg. Zanon

(coll. R. Uff. Agrario Bengasi). Si trova pure nella Tripolitania:

(1) Segnalata da Heyden (Wien. Ent. Zeit. 1894, p. 119) di: «Algier, Sahara», Lesne (Abeille XXX, 1900-06, p. 25, nota) ritiene dubbia la citazione di Heyden, e suppone che si tratti del Bostrychoplites Zickeli. La cattura della specie nell’ oasi di Giarabub è però quasi una prova che essa possa trovarsi nel Sahara algerino.

(?) Enneadesmus trispinosus Ol. Zanon (1922): Fuehat, maggio 1918, in casa, Si. tratta certamente dell’ esemplare suddetto di €. forficula. La specie va radiata dal catalogo dei coleotteri di Cirenaica.

ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB 157 is

valle Uosca ! nel Gebel Soda, leg. L. Bardi, XI-1891 (det. Lesne; | coll. Mus. Civ. Genova). Eritrea: Massaua ! Ghinda !, Agordat |, tr | Setit el Eghin ! (leg. Figini) Boran Galla ! (Medio Ganale) 4 tex Bottego 1893; Lago Bas Narok !, leg. Bottego 1896; Banas ! | | Bela ! Daua !, leg. Ruspoli 1892- 93; Pozzi Madolo !, pe Bot- pe: | tego 1896; Ii Somali Isa !, leg. Antinori 1877; eee del | . Capo Verde: Brava ! S. Thiago: Orgaos ui leg. Fea 1898 (Mus. Civ. Genova, det. Lesne 1900). Eritrea, Abissinia, Somalia, Tunisia, Sahara algerino, isole del ) Capo Verde. Una forma particolare (capensis Lesne) si trova . 4 nella regione del Capo di Buona Speranza. i È Certamente diffuso in tutto il Sahara.

Phonapate frontalis uncinata Karsch

| Apate uncinata Karsch, Berl. Ent. Zeitschr. 1881, p. 46. | Phonapate frontalis uncinata Lesne, Ann. Soc. Ent. France, 1909, p. 556. i » » » Lesne, Abeille XXX, 1902, p. 123.

Oasi di Giarabub !, giugno 1926, alcuni esemplari, leg. .G. ©. Kruger. Oasi di Gialo ! leg. G. C. Kruger (coll. R. Uff. È Agrario Bengasi). Oasi di Giofra !, leg. L. Bardi 1918 (det. Lesne). |

| Descritta delle oasi di Augila e Gialo (Rohlfs). Diffusione : | regioni desertiche di tutta l’ Africa settentrionale, dal Sud alge- i | rino e tunisino all’ Egitto e penisola del Sinai (*); Arabia meri- | . dionale. Venne pure indicata di Cipro e di Mesopotamia. Scende eal ‘sud nell’ Alto Nilo, Eritrea e Somalia italiana.

La forma tipica abita l’ Africa australe e tropicale, estenden- | losi a settentrione fino ai limiti meridionali del Sahara e ti: pal Eritrea ed a Oriente fino nell’ Arabia. | «Nel Sud algerino e tunisino la razza wncinata Karsch si svi- luppa nelle nervature principali delle foglie di dattero, tagliate e . secche. Nel Nord della Barberia la larva venne trovata nel legno

di tamarisco (Lesne l. c.). ta

Lm a es Loe ti oe K pia cat rana

(1) Ent. Blatter, 1921, p. 48. Penisola del Sinai: El Tor (det. Peyerimhoff).

158 E. GRIDELLI

Apate monachus F. Apate monachus Lesne, Abeille XXX, 1902, p. 121.

_ Bengasi: Fuehat !, agosto 1916, un o’, raccolto da Zanon (!) (in coll. R. Uff. Agrario di Bengasi). Differisce .dalla specie

precedente per la mancanza d’ una fina carena che limiti poste- riormente le depressioni articolari delle coscie posteriori del |

primo segmento apparente dell’addome (nella frontalis tale carena è evidentissima, estesa su tutta la larghezza dello sternite).

Specie dell’ Africa tropicale, la quale si trova in varie parti | del Mediterraneo: Marocco, Algeria, Palestina, Siria. Venne pure

segnalata (certamente catture accidentali dovute a trasporti) della

Francia meridionale (Hyéres, teste Lesne |. c.), Corsica (teste |

Lesne, l. c.).

ANOBIIDAE Sitodrepa paniceum L. Sitodrepa paniceum Reitt., Bestimm.-Tab. XLVII, 1901, p. 23.

Vidi alcuni esemplari raccolti da Zanon a Bengasi ! (Fuehat).

Citato da Zanon ae di Bengasi Dure novembre 1915, fra i vecchi semi,

Regione paleartica.

Nicobium eastaneum Oliv.

Nicobium hirtum Reitt., Bestimm.-Tab. XLVII, 1901, p. 23. » castaneum Reitt., Fauna Germ. Ill, 1911, p. 314, tav. 122, fig. 3.

Zanon (1922) lo indica di Bengasi (Fuehat !). Ho veduto i l'esemplare determinato da Zanon (in coll. R. Uff. Agrario Ben- i gasi); esso ha le fascie trasversali di pubescenza chiara delle |

elitre bene evidenti. L'orlo laterale del pronoto è minuta-

mente dentellato (il fe esclude trattarsi del N. Schneideri,

specie della Turchia e del Caucaso).

(1) Xylomedes coronata Mars. Zanon (1922) indicò erroneamente con questo nome i un esemplare of d’Apate monachus F. (vedi sopra) catturato a Fuehat !, agosto 1916,

comunicatomi in esame da G. C. Kriiger.

Xyletinus bucephaloides Reitt.

| Xyletinus bucephaloides Reitt., Bestimm.-Tab. XLVII, 1901, p. 28. È Un esemplare raccolto a Giarabub Cobras 1927) da Confa- | Benier ! e due altri raccolti da G. C. Kriger nel giugno 1926. Vidi pure due esemplari di Cipro (ex coll. Baudi) ed uno di fio, raccolto da Elena nell’ ottobre 1882 (coll. Mus. Civ. Genova). | Facilmente distinguibile dal ducephalus per gli occhi molto (pri grandi e molto più convessi.

Descritto d’ Egitto (Helouan). Cipro, Egitto, Cirenaica, Tunisia. s Pr fi bin molto più diffuso nel ae Africa e nel Mediter-

E aneo orientale.

Xyletinus bucephalus Illig.

fo ietinis bucephalus Reitt., Bestimm.-Tab. XLVII, 1901, p. 29. È Confalonieri ne raccolse un esemplare a Porto Bardia ! | (marzo - aprile 1927). Ain-Mara ! leg. G. C. Kruger (in coll. pR.. Uff. Agrario Bengasi). _

a Citato da Dodero (1922) di Fuehat (leg. Festa). _ oon

(in litt.): Tobruch, leg. G. C. Kriger. i | Regione ina

Lasioderma Baudii Schilsky

ob Dodero (1922): due esemplari di Fuehat, leg. Festa. _ Regione mediterranea.

Lasioderma punctulatum Reitt.

ip 7 lita da Zanon (1922) di Fuehat: maggio 1916, sui fiori.

~-

160 E. GRIDELLI

Lasioderma serricorne Fab.

Indicata da Zanon (1922) di Fuehat. Dodero mi comunicò che la specie venne raccolta da G. C. Kruger in grande quantità ‘a Bengasi nel tabacco.

Cosmopolita.

Lasioderma Redtenbacheri Bach

Lasioderma Redtenbacheri Reitt., Bestimm.-Tab. XLVII, 1901, pi 905)

Vidi un esemplare, raccolto a Bengasi da Zanon, nel luglio 1919, lungo appena 3 mm. Lo stesso esemplare venne indicato | da Zanon (1922) come var. ?, data la saa piccola statura. Dodero 4 (1925) cita la specie di Uadi Kuf (leg. Festa). i

Europa media e meridionale, Asia Minore, Caucaso.

Lasioderma Maletto Mig.

Un esemplare raccolto da Festa nell’ Uadi Kuf, 26 n. q (Dodero 1922). Indicata anche di El Garig (presso Merg) da | Falzoni 1923 (leg. Ghigi). 9

Regione mediterranea.

Lasioderma Festae Pic.

Descritta da Pic (Boll. Mus. Zool. Anat. comp. R. Univ. Torino, vol. 39, 1924, n. s. nr. 20, p. 3): « Oblonga, parum nitida, | griseo pubescens et pro parte hirsuta, testacea,. abdomine È brunnescente. Capite dense punctato, oculis nigris, magnis, | paulo prominulis; antennis satis gracilibus, articulis parum | elongatis, non angulatis; thorace breve, antice distincte È attenuato, lateraliter subarcuato, dense punctato et regula- | riter pubescente; elytris thorace paulo latioribus, parum elongatis, antice subparallelis, postice paulo attenuatis, | minute punctatis. Long.3 mill. Cirenaica: Tolmetta (Dr. E. Festa). i

Type unique au Musée de Turin. a

Espéce voisine de L. serricorne F. et s’en distinguant, à première vue, par la forme plus allongée, l’avant-corps moins robuste par rapport aux élytres, avec les yeux plus saillants ». (Rec Pag). ic).

In coll. Dodero: Cirene, leg. G. C. Kruger.

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB

PTINIDAE

Fl Gibbium scotias Fabr.

Vidi un esemplare raccolto a Preto Bardia, nel marzo 1927, ~ da Confalonieri ed uno (immaturo) catturato da Zanon a Bengasi nel maggio 1918. al La tabella di Reitter (Bestimm. -Tab. XI, p. 2) non può ser- yire alla determinazione delle specie, specialmente per la varia- È bilità della lunghezza e dello sviluppo del solco longitudinale pe La determinazione degli esemplari venne eseguita da a . Pic (maggio 1928). L’esemplare suddetto di Bengasi venne citato . da Zanon (1922) come psylloides Czemp. - | Regione paleartica. |

fi ; : Mezium affine Boield. | Mezium affine Reitt., Bestimm.-Tab. XI, p. 2.

Un esemplare, raccolto nell’oasi di Giarabub, dicembre 1926 !. _ Soleo mediano del pronoto più largo che negli esemplari italiani. _ Vidit Pic V-1928. Forma tipica (nec var. hirtipenne Reiche). Europe media e meridionale, Mediterraneo.

. Ptinus rugosicollis Desbr.

Indicato da Zanon (1922) come: Ptinus sp. n. prope subae- i: meus Rttr.; un solo esemplare o di Bengasi (leg. Zanon, in coll. Mus. Gy, Genova). 4 Pic, al quale inviai |’ esemplare in esame, mi comunicò gen- | tilmente: « Votre Ptinus n. s. prope subaeneus doit étre rap- _ porte comme variété au rugosicollis Desbr. [dont le type n’était | pas dans la collection Desbrochers]; il me semble différer de la | . forme type par les élytres ayant une coloration un peu éclaircie; | peut- -étre y aurait-il au prothorax la présence d’un tubercule 9 discal lisse si ce n'est pas une modification individuelle. Je n'ai vu que trois ou quatre g' de rugosicollis différant un a peu (par le prothorax) entre eux et ceux-ci ont été retournés

Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LIV. (2 Maggio 1930). 11

162 en (UNE. GRIDELLT: |

(moins une paire conservée) à mon correspondant qui les avait recueillis en Palestine». (Pic in litt. V. 1928). Palestina, Siria.

Ptinus testaceus Ol.

I

Quattro QQ della var. brunneus Dutt., raccolte da Zanon a Bengasi (det. Pic), citate da Zanon come Ptinus brunneus. Due es. raccolti da U. Bolsi a Cirene ! (det. Pic). _

Dodero (in litt.): Bengasi, Cirene, leg. G. C. Kriiger.

Europa, Nord Africa, Asia occidentale. |

Ptinus fimicola Deshbr.

Ptinus fimicola Reitt., Bestimm.-Tab. XI, p. 310, ©. > » Pic, Bull, Soc. Ent. France 1906, p. 283, d.

Oasi di Giarabub, 8 707 !, 28 9 9 |, raccolti da Confalonieri dal gennaio al marzo 1927. Inviai esemplari 7g e Q 9 a Pic, il quale mi comunicò che essi corrispondono ai tipi dille c e Pic 9’) conservati nella sua collezione. i

Descritto di Suez (9). Citato di Suez da Pic (Feuille J. Na- tural. XII, 1896, p. 109) e dell’ Alto Mica: Bahrassa (Pic, Bull. Soc. Ent. Egypte 1919, p. 48). |

Citato pure d’ Algeria e Tunisia; vedi Pic (Bull. Soc. Ent. France 1906, p. 283): « Ptinus fimicola Desbr. variété. Algérie: El-Arbaouat; Tunisie: Kebili, Douz, El-Menzof, Bir-Ghezen. Les exemplaires 9 provenant d’Algérie et de Tunisie différent du type de fimicola Desbr. par la forme un peu plus allongée et la pubescence fonciére moins épaisse; les g (sexe non décrit) ont, ainsi que les Q, les élytres ornées d’une pubescence blan- chatre, réguliére et peu fine, avec des soies claires soulevées, peu longues; les antennes et les pattes sont gréles. Types o in: collie et Vibert: ee :

Risulterebbe quindi che la forma tipica egiziana è eguale agli

esemplari di Cirenaica, mentre nell’ Algeria e Tunisia la specie viene rappresentata da esemplari leggermente diversi (razza ?). |

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB

Ptinus variegatus Rossi

~ Dodero (in litt.): Bengasi, leg. G. C. Kriiger. _ Europa media e meridionale, Mediterraneo.

Eutaphrus xylopertha Reiche

È. Una Odi Porto Bardia !, marzo 1997, raccolta da Confalo- % nieri ed un g di Bengasi, LU da Zanon (*) nel giugno 1918, ‘citato erroneamente quale aureopilis Desbr. (Teste Pic, mae: gio ODS): :

De; Specie orientale; Grecia, Turchia, Siria, Sinai. ©), Egitto,

OEDEMERIDAE (*)

Sessinia carinata Karsch

Descritta da Karsch (Berl. Ent. Zeitschr. 1881, p. 50) quale acerdes carinata, dell’ oasi di Augila. Specie a me ignota natura; indicata a torto Tripolitania nel Catalogo Winkler 1927.

Chrysanthia oranensis Seidl.

i iero (1925) cita un esemplare lic da Festa all’Uadi Kuf. sn (Verh. zool. -bot. Ges. Wien, 1881, p. ee indica

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164 E. GRIDELLI

Oedemera barbara (') F.

Oedemera barbara Ganglb., Verh. zool.—bot. Ges. Wien 1881, p. 113. » » Schatzm., Mem, Soc. Ent. Ital, V, 1926, p. 139.

Conosco di Cirenaica le seguenti forme, tutte raccolte a Garib presso Merg, dal prof. F. Silvestri, il 14 aprile 1922:

I. Esemplari 7 d (tre) con femori posteriori fortemente (uno) o debolmente rigonfi (due); pronoto concolore, senza orlo basale giallo-bruno; antenne nere, con articoli basali inferiormente

giallo-bruni; zampe anteriori giallo-brune, con linea bruna più o

meno lunga lungo il margine estensorio (esterno) della tibia e del femore; zampe medie con tarsi e tibie bruno-neri, femori giallo-bruni, colla metà apicale nera con riflessi verdi; zampe posteriori nere con riflessi verdi, ad eccezione della metà basale dei femori, colorata in giallo-bruno. Addome concolore nero, senza macchie gialle.

E una varietà che s’ avvicina molto alla abdominalis Pic (Miscell. Entom. 1897, p. 42) d’Algeria, però nella quale l'addome del è parzialmente rossastro. Credo che gli esemplari citati da Dodero (1925) di Uadi Kuf, Tolmetta, Tecnis e Merg sieno identici a quelli da me esaminati.

Il. Esemplari 9 Q (tre) colorati come i gg suddetti, pet

l'orlo basale del: pronoto è giallo-bruno e l'addome non è con-.

colore nero. In uno degli esemplari esso è quasi totalmente giallo-bruno, nel secondo è nero, coll’ ultimo sternite e la parte centrale dei due penultimi colorata in giallo-bruno, nel terzo l'addome è nero, coll’ ultimo sternite e la parte centrale del penultimo giallo-bruna. Neanche questi esemplari si possono rife-

(1) Cedemera caudata Seidl. Zanon (1922) la indica di Fuehat, marzo 1916, sui fiori nell’ orto; Falzoni (1923) cita diversi esemplari, raccolti da Ghigi a Cirene, Fuehat. El Garig e Bir Gandula e Dodero (1925) nota esemplari raccolti da Festa a Uadi Kuf, Tolmetta. Cirene e Merg. Dodero (in litt.): Cirene, leg. G..C. Kruger.

Suppongo trattarsi della stessa specie alla quale appartengono quattro esem- plari raccolti a Guarscia dal prof. F. Silvestri il 4 aprile 1922 (in coll. Mus. Civ. Genova). Ora essi hanno l’ ultimo articolo delle antenne assimmetrico, smarginato da un lato e quindi non possono venir riferiti alla caudata, nella quale esso è simmetrico (ved. Schatzmayr. Mem. Soc. Ent. Ital. V, 1926, p. 136). Non sono in grado d’ indicare a quale specie appartengano gli esemplari suddetti, sia per la scarsità del materiale del quale dispongo, sia per le grandi difficoltà dello studio di questo gruppo di Oedemena.

colore. . Specie molto variabile e largamente diffusa nella regione

\editerranea.

SCRAPTIIDAE

À Zanon (1922) indica con dubbio un esemplare della Scraptia ophthalmica Muls., raccolto a Bengasi nel giugno 1919.

ANTHICIDAE

Notoxus numidicus Luc.

Dodero (in litt.): Agedabia !, esemplari raccolti da G. O. Krùger (coll. Dodero).— Vidi inoltre un esemplare raccolto da G. C. Kriger 4 i una località non precisata della Cirenaica ! (in coll. R. Uff.

Anthicus (') larvipennis (Mars.) Krekich | Anthicus larvipennis Krekich, Coleopt. Rundsch. VIII, 1919, p. 69.

Bengasi !, due esemplari raccolti da G. C. Krùger nel luglio 1925 coll. Mus. Civ. Genova e R. Ufficio Agrario Bengasi). La olorazione è relativamente intensa e corrisponde alla figura. 1 del lavoro citato). Fuehat !, un es. molto chiaro, leg. Zanon, _(V-1916) col nome di Bremei (?) Laf. (coll. R. Uff. Agr. Bengasi). / La forma tipica del larvipennis è propria dell’ Egitto, della quale regione non posseggo esemplari. Confrontando i due esem- | plari suddetti con numerosi esemplari del larvipennis marinus Krek. (det. Krekich) raccolti nei dintorni di Tunisi da Doria (Mus. Civ. Genova) rilevo che il capo sporge posteriormente a , mo (appena, ma evidentemente) il che indicherebbe una mag-

@) Anthicus humilis Germ. Non esiste nella Cirenaica. Indicato da Zanon (1922) Bengasi: Cimitero Nuovo, in base a determinazione errata. si (3) Anthicus Bremei Laf. Zanon (1922) lo indica erroneamente di Fuehat !. Si | tratta del /arvipennis Mars.

166 E. GRIDELLI

giore affinità col larvipennis larvipennis anzi che col larvi- pennis marinus. Non rilevo però nei due esemplari le diffe- renze descritte da Krekich per la forma delle elitre. Non posso perciò indicare con precisione a quale delle due forme debbano | venir riferiti (se realmente deve trattarsi di due forme diverse). |

L’ Anthicus larvipennis sensu latu è diffuso (secondo Krekich): Egitto (forma tipica); Portogallo, Spagna, Baleari, Sardegna, Italia, Malta, Grecia, Caspio, Marocco, Algeria, Tunisia (larvi- pennis marinus); Francia: Camargue (larvipennis subcon- vexus); Inghilterra: Sussex (larvipennis albionis).

Anthieus Motschulskyi Pic

Dodero mi comunica gentilmente di possedere un esemplare di questa specie raccolto da A. Fiori a Tobruch e determinato da Krekich quale Motschulskyi var. graecus Pic.

Krekich (Coleopt. Rundsch. VIII, 1919, p. 72) divide la specie in tre forme: Forma tipica (Egitto); var. graecus (Grecia, Naxos, Sicilia); var. punicus Krek. (dintorni di Tunisi). Va pure aggiunta a una forma dubbia: italicus Pic (Brindisi). 4

Dal lavoro di Krekich risulta che l’area di diffusione della È forma è ancora poco nota; è però opportuno notare fin d’ora la a corrispondenza dell’ esemplare di Cirenaica con una delle forme orientali, anzichè colla razza di Tunisi. |

Anthicus debilis Laf.

Anthicus debilis Laf., Monogr. 1848, p. 129. » » Mars, Abeille XVII, 1879, p. 88.

Forma tipica. Descritta d’ Egitto: esemplari col capo, pro- | noto, la zona basale delle elitre (più di un terzo), antenne, i palpi e zampe di color giallo rossiccio. È

Porto Bardia !, un esemplare raccolto da Gontalenien nel a marzo 1927. Vidi pure individui. dell’Eritrea : Massaua, leg. Belli, det. Pic (in coll. Mus. Civ. Genova). (o

Var. phoxus Mars. (Abeille, 1879, p. 87): Colorazione molto | più oscura, capo e pronoto completamente oppure in gran parte | 4 neri, antenne infoscate all’ apice, la base delle elitre intorno 4

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 167

allo scudetto più o meno nerastra; femori molto oscuri, nero-

bruni o almeno infoscati, più oscuri delle tibie.

. Descritta di Mesopotamia, Arabia e Hegiaz. È la forma più

È | comune nella Cirenaica. orientale: Porto nu marzo 1927, 3 es. !; Giarabub, dicembre 1926, due es. !, febbraio-marzo 1927, tre es. |; vidi inoltre un esemplare ta in una località non

a - precisata durante il viaggio da Giarabub a Porto Bardia, marzo

1927. Leg. Confalonieri.

| Vidi inoltre esemplari di: Massaua (Eritrea, leg. Belli); Persia

q - merid., leg. Doria 1862-63; Pantelleria, settembre 1877, crociera del «Violante »; isole del Capo Verde (Boa Vista), febbraio 1898, Bi: Fea. In ion Mus. Civico Genova, det. Pic-Krekich.

a Specie largamente diffusa nella Persia, Mesopotamia, Arabia,

feito (1), Eritrea, tutta l’ Africa settentrionale, isole del Capo

| Verde; al nord fino nella Sicilia ed isole adiacenti (Pantelleria).

n

“a CIA Anthicus floralis F.

4 age iced: E Fauna dii Ill, 1911, p. “408.

- Comunissimo a Porto Bardia; marzo 1927, leg. Conia Di Giarabub vidi un solo cai raccolto da G. C. Kruger nel luglio 1926. Bengasi ! e Derna !, leg. G. C. Kriger (in coll. _ R. Uff. Agrario Bengasi).

me. Yt

«Specie cosmopolita.

Anthicus quisquilius Thoms.

| Anthieus quisquilius Mars., Abeille, XVII, 1879, p. 103. de» » _ Reitt., Fauna Germ. III, 1911, D. 403.

Mitisino a Porto Bardia, insieme alla specie precedente Confalonieri). Bengasi ! e Derna !, leg. G. C. Kruger (in coll. . Uff. Agrario Bengasi). 4

| Distinto specificamente dal floralis.

SA cosmopolita.

@ D'Egitto venne descritta la var. Wegeneri Pic, a. me ignota. .

_ E. GRIDELLI.

Anthicus instabilis Schmidt Anthicus instabilis Mars., Abeille XVII, 1879, p. 111.

Vidi un esemplare della forma tipica e quattro della var. | sabuleti (sensu Mars. l. c. p. 110) raccolti da Zanon a Bengasi; maggio-giugno 1919. Gli stessi ul vennero citati da Zanon (1922).

Europa media Hoel ers ‘Europa meridionale, Morana È Canarie. di Anthicus Goebeli Laf.

Anthicus Goebeli Laf., Monogr. 1848, p. 190. 008 » » Mars., Abeille XVII, 1879, p. 124.

Numerosi esemplari di Porto Bardia e Giarabub, raccolti nel marzo 1927 da Confalonieri, e di Giarabub, luglio 1926, G. C. Kruger. Colore molto variabile, predominano esemplari molto oscuri. Forma tipica, non var. meridionalis Pic.

. Turchestan, Mesopotamia, Egitto, Cirenaica, Tripolitania, Algeria (Biskra ! es. raccolti da Chobaut, in coll. Mus. Civico Genova). |

Anthicus quadriguttatus Rossi

Anthicus quadriguttatus Mars., Abeille XVII, 1879, p. 136.

Due esemplari raccolti da Zanon a Bengasi, maggio e giu- | gno 1919; citati da Zanon (1922). Normalmente i femori sono più o meno infoscati, mentre i due esemplari suddetti ue le zampe interamente giallo-brune.

Europa meridionale, Mediterraneo. x

Anmthiecus crinitus Laf.

Anthicus crinitus Laf., Monogr. 1848, p. 204. » » Mars., Abeille XVII, 1879, p. 147.

Oasi di Giarabub, dicembre 1926 e marzo 1927 (leg. Confa- | lonieri !) e luglio 1926 (leg. G. C. Kruger !). Porto Bardia, sei

ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB 169

ata RENE Li

4 esempl. | !, aprile 1927, leg. Confalonieri. Bengasi !, Derna !, leg. a C. Kruger (in coll. R. Uff. Agrario Bengasi). Tutti gli iv dui suddetti vanno riferiti alla forma tipica.

Citato da Zanon, 1922: Fuehat, febbraio 1918, sui fiori. _ Africa settentrionale e centrale, isole atlantiche (Capo Verde

i e Canarie), Eritrea, Mesopotamia, Siria (Damasco), Persia, India.

IRA

i Anthicus tristis Schmidt a Dodero (in litt.): Cirene !, leg. G. C. Kruger. Europa, Mediterraneo, Caucaso, Asia occidentale, Arabia.

= . Anthicus SEs Mars.

2 Indicato da Zanon (1922) di Gariunes, maggio 1919 (esempl. | riveduti da Dodero). 7 Non ho dati precisi sull’area di diffusione. Nel Catalogo | Winkler (pars 7, 1927, p. D 844) viene indicato di Spagna e di Africa.

SR Anthicus Iscariotes Laf. bi

: Anthicus Iscariotes Mars., Abeille XVII, 1879, p. 222. «Nove esemplari, raccolti da Confalonieri a Porto Bardia !, i marzo 1927. Riguardo ad essi il collega Krekich -Strassoldo mi È ‘comunica gentilmente quanto segue; «Ho esaminato l’ Anthicus della Cirenaica; esso è proprio l’ A. Iscariotes. Ho sezionato _ l’esemplare S e constatato l'identità dell’ organo copulatorio | col tipico Iscariotes di Jericho (raccolto dal vecchio Sahlberg) ». | Alfieri (Bull. Soc. Ent. Egypte 1920, p. 44) cita la specie della penisola del Sinai: El Arish (Gebel el Helal), notando che | essa non è rara nell’ Egitto. Descritto di Palestina: Palestina, Sinai, Egitto, Cirenaica | orientale. MELOIDAE

Mylabris Hemprichi Klug

Mylabris Hemprichi Klug, Symb. Phys. II, nr. 21, tav. XXXII, fig. 9. Msi. > Mars., Abeille VII, 1870, p. 155, fig. 108.

_ Corpo nero, con riflessi bleu metallici fortissimi; elitre giallo -rossiccie con 6 macchie nero-violette, due nel terzo anteriore

170 È È E. GRIDELLI

(una grande marginale ed una minore discale, spostata posterior- mente rispetto alla prima), due submediane, grandi, I’ interna spostata anteriormente rispetto all’ esterna e due preapicali, pic- cole, in linea circa trasversale.

Le macchie sono rotonde, con punteggiatura molto densa e fina (forte contrasto con quella relativamente grossa e più rada della superficie delle elitre) e portano una pubescenza densissima, eretta, nera. Il resto della superficie delle elitre ha pubescenza | eretta, densa, bianco-grigia (*), mista a pochi peli eretti, neri. Un esemplare di Fuchat ! (Bengasi), maggio 1917, FASE da Zanon (1922): in coll. R. Ufficio Agrario Bengasi.

Descritta d’ Alessandria (2); indicata da Marseul d’ Algeria merid.: Laghouat. Secondo Sumakov anche nella Persia merid.

Mylabris sinuata (°) Klug Mylabris sinuata Klug, Symb. Phys. 1845, Insecta II, N.19, tav. XXXII, fig. 7.

M. villosa, nigra, elytris pallidis, punctis duobus baseos, fascia abbreviata media, maculis duabus ad apicem mar- gineque postico nigris. Long. lin. 5 */s. ie

Habitat in Syria.

Affinis M. geminatae F. Differt praesertim magnitudine elytrorumque margine postico nigro. Oblongo ovata, obso-

(1) Secondo Sumakov (Hor. Soc. Ent. Ross. XLII; 1915, p. 3) i peli «gris» sareb- bero coricati ed i neri eretti.

(®) «Habitat Alexandriae Martio». Ex. Klug l. c.

(5) Mylabris 4- punctata L. Dodero (1925) la indica di Merg e Bengasi (leg. Festa). L’esemplare di Merg si trova nella coll. Festa (Museo di Torino). Vidi pero

Vy esemplare di Bengasi ! (in coll. Dodero) il quale è certamente da riferirsi alla

sinvata Kl. Dodero mi comunica che anche |’ esemplare di Merg appartiene cer- tamente alla stessa specie (elitre giallo-brune).

Mylabris 4-punctata va quindi radiata dall’ elenco della LORDA di Chae,

Mylabris Schreibersi Reiche. Specie del Mediterraneo occidentale, indicata da Falzoni (1923) come raccolta da Ghigi in diversi esemplari a Derna, El Fetejahe ~ 3 Tolmetta. Non ho veduto gli esemplari, ma non esito a radiare la specie dall’ elenco della fauna di Cirenaica. Si tratta certamente di esemplari della sinuata Klug. re

Mylabris nigriplantis Klug. Zanon (1922) la indica di Fuehat (Bengasi). G.C. Kruger | vi mi comunica gentilmente che 1’ esemplare citato da Zanon non esiste più nella collezione del R. Uff. Agrario di Bengasi.

Non esito a radiare la specie dal catalogo: della Cirenaica, pur non ea avuto modo di controllare la determinazione.

Viene citata dagli autori d’ Arabia, Sennaar e Senegal.

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 171

| lete punctata, nigro villosa, nitida, nigra. Caput antennis via thorace longioribus nigris. Thorax parum elongatus,

antice vix attenuatus. Pectus abdomenque cum pedibus

È ‘nigra. Scutellum nigrum. Elytra thorace plus triplo lon-

giora, obsolete rugoso-punctata et longitudinaliter lineata, pallide lutea, punctis duobus pone basin, fascia dentata

. abbreviata media maculisque duabus ad apicem, altera

marginali, altera suturali approximatis lineaque marginali postica coniunctis nigris. (Ex. Klug l. c).

La descrizione di Klug venne riprodotta in francese da Marseul (Abeille VI, 1870, p, 102, nr. 61 a) il quale riproduce pure la

figura di Klug.

Corpo nero; elitre ene o giallo-brune con macchie

| nere; antenne, palpi, zampe e pubescenza di tutto il corpo neri.

Fronte con macchia centrale rossa, spesso molto piccola.

Secondo articolo delle antenne piccolo e corto, quadrato, molto piu corto del terzo. Corpo lucido, con punteggiatura

$ relativamente fina e densa, gli intervalli tra i punti sono in | media un po’ maggiori del diametro dei punti.

Pronoto trasversale, a lati poco convergenti verso la base, e fortemente convergenti all’innanzi nel terzo anteriore. La super- ficie è un po’ irregolare e pre-

5.0: Senta di solito una depressione trasversale anteriore, estesa a quasi tutta la larghezza, tal- volta evidente, tal’altra appena accennata o del tutto obliterata.

La depressione suddetta viene limitata posteriormente da un

Mi 8 Desde TQ) se. br a be leggero rilievo trasversale, si- a 3 tuato appena un po’ più innanzi a "(Vedi | D®) alla metà; dietro a questo ATO I x rilievo, nella linea longitudi-

| nale, si nota una fossetta ben Fig. 1. M. Schreibersi. Elitra sinistra. marcata e dietro a questa una Fig. 6. M. 4-punctata. » » : Figg. 2-5; 7-10. M. stnuata. Elitra sinistra. depressione trasversale basale i | ae | piuttosto ampia. Queste depres-

| sioni possono essere bene accentuate oppure più o meno obliterate.

La superficie del pronoto è lucida, con punteggiatura un po’

Mt.

Mat

172 E. GRIDELLI

più grossa di quella del capo, piuttosto densa nelle zone depresse, rada nelle zone rilevate, molto densa nella depressione basale. |

Elitre corte e larghe, con scultura piuttosto fina, uniforme, i con uno stretto orlo basale-suturale, due coppie di macchie discali e l’orlo apicale neri. Le variazioni delle macchie risultano dalle figure; particolarmente costante l’obliquità delle due coppie | discali e la forma dell’ orlo apicale, consistente in una larga % macchia apicale ed una subcircolare suturale, unite da uno stretto | orlo nero. $ Pubescenza nera, abbastanza lunga, rada ed irta sul capo e ie sul pronoto, molto corta sulle elitre, dove è semieretta nella zona basale e coricata nel resto della superficie.

Sumakow (Horae Soc. Ent. Ross. XLII, 1915, p. 14) colloca la specie nel gruppo mancante d’ impressione trasversale dietro all’ orlo anteriore del pronoto, accanto alla geminata F. In realtà l'impressione suddetta è presente (almeno nella massima parte . ~ dei casi) e la specie appartiene senza alcun dubbio al grande gruppo della quadripunctata L.

Differisce dalla Schreiberst Reiche (esemplari di Tunisi!, vedi figura) colla quale ha in comune ia disposizione obliqua delle due coppie di macchie discali delle elitre, per il colore nettamente (quasi sempre) rossiccio delle stesse, il capo e pro- noto più lucidi, con punteggiatura più rada e pubescenza molto più rada e molto più corta; le antenne sono più corte (articoli 3-7 nettamente più corti); le elitre sono molto più corte e quindi relativamente più larghe, la loro pubescenza è più corta e piu rada e finalmente la colorazione nera dell’ orlo apicale è molto più estesa e di forma costantemente ben diversa.

E molto più affine alla quadripunctata L., colla quale ha in comune la scultura e la pubescenza corta del capo e del pro- noto, però le elitre della sinuata sono più corte e più larghe, le coppie discali di punti (o fascie risultanti dalla loro fusione) sono oblique (mentre nella quadripunctata sono quasi trasver- sali), la zona nera apicale è meno estesa e di forma diver (vedi figura).

E molto probabile che la sinwata Klug non sia che una varietà o razza della 4-punctata L.; in ogni modo si tratta d’una forma perfettamente riconoscibile e credo opportuno, almeno per ora, di considerarla quale specie valida. |

a ee ee art sa ee 3

MAST

A ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 1975

E Lungh. 7-15 mm. (esemplari inferiori a 9 mm. sono molto all Ain Mara !, aprile 1926, leg. G. C. Kriiger (in coll. «Mus. Civ. Genova, colli Pic e coll. R. Uff. Agrario Bengasi). ; UGirene | leg. C. Anti e U. Bolsi, 1928 (in coll. Mus. Civ Genova). Coll. Dodero: Bengasi ! e Cirene !, leg. G. C. AR Descritta e nota finora soltanto di Siria.

Mylabris oleae Cast.

Mylabris oleae Mars., Abeille, VII, 1870, p. 46, nr. 12. « Zonabris oleae Pic, ii 1921, p. 23. Be aigtris oleae Sumakov, Horae Soc. Ent. Ross. XLII, 1915, p. 27.

| Il Prof, C. Anti la trovò comunissima a Cirene durante l’estate 1927 _e 1928. Dodero (in litt.): Cirene, leg. G. C. Kruger.

a Elitre giallo-rossiccie. Una fascia prebasale nera, molto larga, | separata dall’ orlo mediante una zona gialla piuttosto larga, essa sale lungo la sutura, coprendo interamente lo scudetto e fonden- dosi coll’orlo basale il quale è pure nero (di conseguenza la fascia basale gialla è divisa dalla zona nera suturale - scutellare in È. due macchie, larghe, ciascuna comunicante mediante l’orlo giallo colla fascia gialla mediana). Una seconda fascia nera trasversale, un po oltre alla metà, giungente fino all'orlo, più stretta della basale, unita alla prebasale mediante una linea suturale nera talvolta strettissima, tal’altra un po’ più larga; il suo orlo ante- | teriore talvolta sale lungo la sutura tal’altra scende; l'orlo poste- riore sale sempre lungo la sutura. Una terza zona nera, molto sviluppata, copre completamente la parte apicale delle elitre.

a Gli esemplari suddescritti di Cirene differiscono dalla forma tipica per la fascia basale gialla divisa in due macchie, e potreb- bero venir riferiti alla var. diversedivisa Pic, descritta d’Algeria. . Essi sono identici a molti esemplari raccolti nei dintorni di Tunisi, dal March. G. Doria.

«_Diffusa (!) nell’ Africa settentrionale, dal Marocco all’ Egitto. Descritta di Tangeri.

i.

(4) Secondo Pic (1. c.) essa si trova anche in Italia. Ciò è escluso a priori; si tratta . certamente di un errore nelle etichette di localita.

174 Be GRIDELLI

Mylabris tenebrosa. Cast.

dii tenebrosa Cast., Hist. Nat. Col. II, ‘1840, p. 262 = |

«>... Mars, Abeille Vil) 1870, p: 48, nr. 18. @ » » SUNS Horae Soc. Fins. Ross. XLII, 1915, p. 21.

Specie molto variabile, la he verrà certamente divisa in parecchie forme di valore sistematico diverso. La forma tipica è descritta di Tunisi. Gli esemplari di Cirenaica differiscono dagli esemplari dei dintorni di Tunisi per le antenne filiformi, non ingrossate all'apice, le elitre più lunghe, le macchie apicali gialle (che negli esemplari di Tunisi sono rotonde e bene separate) sono sempre riunite in una stretta fascia trasversale gialla, a contorni molto irregolari; noto inoltre che la distanza della fascia suddetta dall’apice. è in. media minore delle distanze tra le macchie gialle e l'apice negli esemplari di Tunisi. Anche le macchie discali (che sono spesso obliterate) hanno una spiccata tendenza ad allun- garsi nel senso trasversale, assumendo un contorno irregolare; esse s uniscono talvolta formando una fascia trasversale. La macchia basale si trasforma talvolta girando l’omero in uno stretto orlo (*) giallo (visibile dal lato) spingentesi fino ad un terzo della lunghezza delle elitre lungo il margine delle stesse.

Qualche esemplare ha le elitre ‘completamente nere (anche l’orlo laterale) ad eccezione d’una piccola macchia basale gialla.

Dintorni di Bengasi, 37 es. !, raccolti da Zanon. Tobruch |, un esemplare, raccolto nel 1914 da C. Invrea e due esemplari raccolti nel 1923 da G: Botto. Tobruch ! e Ain-Marai@alemnns esemplari raccolti da G. C. Kruger (coll. R. Uff. Agrario Bengasi).

La stessa forma viene indicata da Zanon (1922): Fuehat, marzo- maggio 1915; (rode i fiori delle piante ortensi ed anche degli olivi), da Falzoni (1923): diversi esemplari di Bengasi, Lete e Fuehat (leg. Ghigi) e da Dodero (1925): abbondante nei din-

(1) Esemplari così colorati sono molto simili (o forse identici °) a certi esemplari di Tunisia che vennero determinati quali jugatoria (in coll. Mus. Civ. Genova). ——— Nelle tenebrosa di Tunisia l'orlo giallo suddetto è obliterato oppure molto ridotto a e sottile. Me Sono pure molto simili alla damascena Reiche (esemplari di Gerusalemme Ds , forma molto vicina e forse non specificamente diversa dalla tenebrosa. "A

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 175

torni di Bengasi (leg. Festa); oe rari con elitre completa- | mente nere. |

_ Specie nord - africana, diffusa dall’ Algeria all’ Egitto, Siria e Ù | Persia.

Mylabris calida Pail.

| Mylabris calida Mars., Abeille VII, 1870, p. 114, nr. 71. _ Mylabris calida Sumakov, Horae Soc. Ent. Ross. XLII, 1915, p. 30.

| Bengasi !, maggio 1919, molti esemplari raccolti da Zanon; . Palmeto a nord di Bengasi ! un esemplare raccolto da Festa; | Tobruch ! sette esemplari raccolti dal Ten. G. Botto nel 1923. Porto Bardia !, leg. G. C. Krùger (Dodero in litt.). Ain-Mara I, leg. G. C. Kriger, aprile 1926 (coll. R. Uff. Agrario Bengasi).

«Macchie prebasali nere fuse in una fascia trasversale nera, | separata dal margine delle elitre da un orlo giallo piuttosto largo, non interrotta dalla sutura, oppure interrotta da una sot- tile linea suturale gialla. Si formano così tre fascie trasversali nere, presso a poco d’eguale larghezza (nel senso longitudinale), | complete, oppure interrotte da una sottile linea suturale gialla. La fascia nera prebasale e quella preapicale hanno i margini bisinuati ed hanno quindi la tendenza a scindersi in due macchie su ciascuna elitra. Talvolta l’orlo apicale delle elitre é | seguito

A

bi; una strettissima linea nera.

«Si distingue a prima vista dalla oleae per il colore Gallo el _ l'apice delle elitre. Gli esemplari suddetti corrispondono perfettamente alla var. i maroccana Esch., descritta del Marocco e di Orano (Algeria) | (vedi Wien. Ent. Zeit. 1899, si 407,70. 19;she) Agttav oT), le quale, secondo Sumakov (I. c.) è sinonimo alle var. posticalis, . descritta da Dokhtouroff (Horae Soc, Ent. Ross. 1890, 136, pl. IL, fig. 1) della Songaria. Credo che ciò sia esatto. Dodero (1922): Bengasi e Fuehat (leg. Festa), statura varia- bile da 15-16 mill. (var. maroccana Esch.). Zanon (1922): var. maroccana. Fuehat, luglio-agosto 1915, abbondantissima nella steppa, sopra i fiori di Carthamus divaricatus. Dodero (1923): var. maroccana, Bengasi, Fuehat, Messa (leg. Festa). Re - Siberia, Turchestan, Turcomannia, Caucaso, Russia orientale e | meridionale, Asia Minore, Grecia, Egitto, Cirenaica, Tunisia, \lgeria, Marocco.

a 3g “E ara

* |

176 E. GRIDELLI

Mylabris aegyptiaca Mars. Mylabris aegyptiaca Mars., Abeille VII, 1870, p. 142, fig. 95.

Porto Bardia ! leg. G. C. Kruger (det. Pic), in coll. Dodero. Corrisponde alla descrizione ed alla figura di Marseul; elitre gialle con tre fascie sinuose trasversali nere: una ante-apicale (parte apicale gialla), due mediane, l’anteriore delle quali è unita ad una macchia omerale e ad una piccola macchia triangolare postscutellare.

Specie nota finora soltanto d’Egitto. (1)

Mylabris sanguinolenta Ol.

Corpo, antenne, palpi, zampe e pubescenza neri; elitre bico-

lori (vedi più innanzi). Pubescenza del capo e del pronoto ‘rela- tivamente lunga e densa, eretta; elitre con pubescenza corta e densa, fortemente obli- qua (quasi coricata), ff’ © ad eccezione della zona il Liv re basale scutellare, dove JM 8 (6 è più lunga ed eretta. ea ia È fe LI . Pronoto stretto, poco 5; |

trasversale; i lati con- vergono fortemente al- l’innanzi a partire dalla metà, mentre corrono subparalleli nella metà posteriore; ne risulta 6 una forma fortemente Figg. 1-10. M. sanguinolenta. Elitra sinistra di conica e strozzata all’in- esemplari di Cirenaica ad eccezione della fig. 7: nanzi. Punteggiatura del id es ae Elitra sinistra. capo e del pronoto grossa e.densa. Scultura delle elitre formata da una punteggiatura rugosa. e densa, con conseguente opacita relativa del loro tegumento.

(1) Potrebbe trovarsi nella Cirenaica anche la var. Chakouri Pic (Echange 1907,

p. 161): La prima fascia è talvolta intera, tal’altra divisa in due macchie; macchie omerale e postscutellare isolate. Egitto basso: Massara.

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a a ESPLORAZIONE DELL'OASI DI GIARABUB 177

| Colore delle elitre variabilissimo (vedi figure); nel caso più | frequente esse sono giallo-rossiccie con tre fascie trasversali nere, le quali possono dilatarsi e fondersi, passando per tutte le dispo- | sizioni possibili fino a forme colle elitre nere (!) ad eccezione dell’apice e della base, oppure ridursi e scindersi fino ad avere . elitre interamente giallo-rossiccie (o giallo-brune) con fascia nera preapicale e qualche macchietta discale. Particolarmente interessanti le varietà nelle quali la fascia nera basale si scinde «in una macchia laterale ed una macchia scutellare comune, a . forma d’accento circonflesso (colorazione identica a quella di certi pi esemplari di circumflexa e di angulata. In tutti i casi però l'orlo basale è nero (tranne nella parte

un sottile orlo nero-bruno, talvolta obliterato (limitato all’ angolo suturale arrotondato).

__Lungh.: 8-17 mm. Numerosi esemplari raccolti da G. C.. Krù- j ger a Porto Bardia !, Ain Mara! e Agedabia (?) |, aprile-maggio lin coll. R. Uff. erate Bengasi, Dodero e Mus. Civ. Genova). È Si trova anche nella Tunisia: tra Gafsa e Kairouan i, un esem- | plare raccolto da Abdul Kerim, e citato da Faimaire (Ann. Mus. q Civico Genova, VII, 1875, p. 496) come sanguinolenta Ol. Vidi | pure esemplari d’Egitto ! (due determinati come sanguinolenta Ol. ed uno come Latreillei Billb.) nonchè uno di Gerusalemme !, | avuto da Deyrolle col nome di sanguinolenta Ol. (in coll. Mus. | Civ. Genova, esemplari di media e grande statura, però più pic- | coli dei massimi esemplari di Cirenaica, con fascie nere intere). Differisce dalla circum/lexa Chevr., specie molto diffusa nella Tunisia ed Algeria, colla quale ha in comune molte varietà di 4 colore, per il pronoto più stretto, più allungato, strozzato ante- 4 riormente, a lati molto più fortemente convergenti all’ innanzi nella metà apicale e per la scultura delle elitre molto più grossa, 4 da densa e più rugosa. Il corpo è inoltre un po’ più allungato

Differisce tronto ci quadrizonata Fairm., per la colo- a delle elitre, la loro punteggiatura meno rugosa e meno

(1) Mi sono noti soltanto due, aventi la punteggiatura delle elitre più fina e più | densa di quella degli altri diversamente colorati.

___ (2) Mylabris angulata Kl. Dodero indica con questo nome esemplari di sang2n0- “a lenta di Agedabia ! (leg. G. C. Kriiger). La specie va radiata dal catalogo della | Cirenaica.

en. det Mus. Cv'ar si. Nat., Vol. LIV (2 Maggio 1930). 12

È omerale) e l’orlo apicale è giallo-rossiccio, seguito appena da

i PARTA (I,

178 E. GRIDELLI

densa e sopratutto per la loro pubescenza coricata (vedi più innanzi). | Wo

Ho esitato a lungo prima di attribuire gli esemplari di Cirenaica e delle altre regioni indicate alla sanguinolenta Ol. (intesa nel senso di Marseul, Abeille VII, 1870, p. 75, fig. 40). La descrizione corrisponde perfettamente agli esemplari, però la sanguinolenta Mars., dovrebbe avere l’orlo apicale delle elitre nero (vedi fig. 1. c.) come la quadrizonata Fairm., mentre nei miei esemplari l’orlo suddetto è quasi concolore, mai largamente nero (vedi figure). Ritengo però probabile un errore di Marseul, | dovuto a confusione della sanguinolenta colla quadrizonata, | | tanto più che anche Klug (Symb. Phys.) figura la Laétrellet (1) i (considerata da Marseul sinonimo della sua sanguinolenta) col- l'orlo apicale delle elitre giallo. |

La Mylabris sanguinolenta Ol., intesa nel senso di questo lavoro è certamente identica alla M. angulata (7) (Klug) Sumakov, Horae Soc. Ent. Ross. XLII, 1915, p. 60 [mentre la sanguinolenta Sumakov I. c. p. 59 (nec Mars.,)] è tutt'altra cosa, ossia quadri- zonata Fairm. (°).

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(1) Mylabris Latreillei (Billb.) Klug, Symb. Phys. II, pl. 32, fig. 4 (4845). Descritta dell Egitto Superiore. La colorazione dell’ elitra è identica a quella degli esem- plari trifasciati della Cirenaica. Parte apicale delle elitre concolore, appena con strettissimo orlo suturale nerastro. Riferisco a questa forma, identica alla sangui- nolenta nel senso del presente lavoro, gli esemplari da me citati d’Egitto!. Dalla figura di Klug risulta evidente la ferte convergenza dei lati del pronoto anterior- mente alla meta, "

E IRA Gi "i ch |

Mylabris incerta Klug, l, c. fig. 5; Marseul, l. c. p. 87; Sumakov, Hor. Soc. Ent. Ross. ) XLII, 1915, p. 60.— Non conosco in natura questa forma, identica per la colorazione n delle elitre alle forme trifasciate di Cirenaica. Però dalla figura di Klug e dalla i descrizione di Marseul il pronoto dovrebbe essere largo e corto, non strozzato ed a lati appena congergenti anteriormente: È quindi esclusa l'identità della forma di Cirenaica coll’incerta Kl.

MR Descritta d’ Egitto Superiore. Secondo Marseul si trova. anche nell’ Algeria Ae (Biskra).

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I (2) Mylabris angulata. K1., Symb. Phys. II, pl. 32, fig. 6. Klug confuse collo stesso» oF nome più forme e precisamente esemplari con zampe nere o zampe gialle, nonchè 6 ; pubescenza nera o grigia. Nella figura le zampe sono colorate in giallo. Marseul i considerò la forma a pubescenza chiara e zampe gialle identica alla gilvipes Chevr, pi attribuendole quale var. ’angulata Kl., a zampe nere. Sumakov divide invece le due di forme e chiama col nome d’angulata quella forma che io credo essere la sanguino-

lenta (Ol.) Mars., ignorando la forma a zampe gialle menzionata da Klug. È molto probabile che Klug abbia confuso col nome d’ angulata due specie diverse, ossia sanguinolenta (Ol.) Mars. e gilvipes Chevr. i

(5) Mylabris quadrizonata Fairm: (Ann. Mus. Civ. Genova VII, 1875, p. 530). Elitra (ved. figura). Perfettamente riconoscibile oltre che dalla colorazione delle elitre, anche per la pubescenza lunga ed eretta delle stesse. Zampe nere (non testacee,

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Mylabris (') albilaena Bedel

Zonabris albilaena Bedel, Bull. Soc. Ent. France 1899, p. 382.

_ Agedabia I, leg. G. C. Krùger, un esemplare in coll. R. Uff. Agrario Bengasi. Antenne interamente gialle, palpi leggermente infoscati all’apice dei singoli articoli. L’ esemplare corrisponde per- fettamente alia descrizione di Bedel ed a geni di Biskra !

Bobaribir 1875). .—Descritta del Sud dell’Algeria: Ei ! e Bou-Saada.

| Specie estremamente affine alla 20-punctata Ol., specie di (Siria a me ignota in natura (due articoli basali delle antenne i neri). Le differenze citate da Bedel sono davvero esigue e ritengo

“a

| come venne erroneamente indicato da Sumakov). Corrisponde alla sanguinolenta . Sumakov) nec Ol. var. Mars.) + quadrizonata Sumakov (nec Fairm.) = Descritta di Tunisia: Tamagza !, aprile 1873, leg. Abdul Kerim (tipi!, 3 es.), sa Algeria: Biskra ! leg. Chobaut), 4 es.; in coll. Mus. Civ. Genova. Coll. Dodero: | Egitto !, leg. Merkl, un es. La specie verrà certamente catturata anche nella EC enaica. q (1) Mylabris spec.? Corpo interamente nero, oppure con un sottile orlo rosso SN il margine delle elitre, unito a una piccola macchia rossa situata sulla parte basale ripiegata della callosità omerale. Ricorda molto le forme nere della a praeusta F., dalla quale pero è diversissima per la forma e dimensioni del pro- _ noto. Pic determinò questi esemplari come jugatoria var. subapicalis Pic. Porto Bardia ! e Ain Mara !, leg. G. C. Kriiger (coll. R. Uff. Agrario Bongasi e Mus. Siv. Genova). _ Mylabris spec.? Corpo, antenne, palpi e zampe neri; elitre bruno-gialle, chiare, 1za orlo apicale nero, ciascuna con tre paia di macchie nere (le macchie laterali ù grandi;: un paio tra la metà e la base (punto interno un po’ spostato posterior- nente rispetto all’esterno), un paio mediano (punto interno spostato anteriormente) e dun paio preapicale (disposto trasversalmente). Pronoto e capo con pubescenza bianco-grigia, densa e subcoricata, mista a peli neri eretti. Pubescenza delle elitre a, corta, coricata. Corpo relativamente corto: elitre dilatate posteriormente. tenne piuttosto fortemente clavate, corte. Affine alla brevicollis Baudi. _Lungh.: 9,5 mm. Bengasi!, un esemplare raccolto da G. C. Kriiger (in coll.

3 ‘Uff. Agrario Bengasi).

180 E. GRIDELLI

che la validità specifica dell’albilaena sia per lo meno molto. q dubbia. 9

Coryna ocellaris Ol. Mylabris ocellaris Mars., Abeille VI, 1870, p. 130.

Porto Bardia !, sei esemplari (luglio), a GG mu dr coll. Dodero). Specie indicata finora dato d’ Egitto.

Coryna Peyroni Reiche Coryna Peyroni Reiche, Ann. Soc. Ent. France, 1865, p. 630.

Tobruch !, Ain Mara !, diversi esemplari, raccolti da G. @. Kruger, aprile 1926, marzo 1925 (coll: Ry Uff. Agrario. Bengasi e Mus. Civ. Genova). Determ. Pic.

Antenne di 9 articoli, pubescenza delle elitre nera, eretta; corpo nero, elitre gialle con 7 macchie piccole nere: 3 basali (l’interna spostata posteriormente rispetto alle altre due), due: submediane (in linea trasversale) ed una apicale (vedi Marseul,. Abeille, VII, 1870, p. 188). In uno degli esemplari le tre macchie basali sono fuse formando una stretta fascia nera, con- vessa all’innanzi. In un altro manca la macchia. media delle 7 tre basali e quindi ogni elitra presenta soltanto 5 macchie.

Descrittà di Caramania (Tarso). Esistono però altre due forme: ornata Reiche (Beyrouth), dolens Mars. (Siria) che differiscono | tra loro soltanto per il numero o la parziale fusione delle mac @ chie e che formano molto probahilmente una sola specie (or- | nala + Peyroni + dolens) diffusa nel Mediterraneo orientale.

Cabalia segetum F. Cabalia segetum Escherich, Verh. zool.-bot. Ges. Wien, 1894, p. 293.

Vidi esemplari raccolti da Zanon a Bengasi (maggio 1920) ed a Zavia Mechili da Festa (1922). Forma tipica. | | Zanon (1922): Fuehat, febbraio-marzo 1917. Dodero (1925): Derna, leg. Festa. fo a: Escherich essa si trova nelle regioni meridionali, specialmente in Algeria ed in Sicilia. Oltre a molti esemplari |

ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB 181

an Ù

| siciliani vidi esemplari raccolti nei dintorni di Tunisi (1881-1882, pres. Doria ed Elena). È quindi probabile che si tratti d’ una pecie nord-africana, la quale, come molte altre, si trova anche

; Tam Sicilia.

o

Cylindrothorax palaestinus Kirsch

| Lagorina palaestina Kirsch, Berl. Ent. Zeit., 1870, p. 390.

_ Lagorina (?) palaestina Esch., Verh. zool bot. Ges. Wien 1895, p. 289.

q

«Un esemplare raccolto a Tobruch ! nel marzo 1925 da _G.C. Krùger in coll. R. Uff. Agrario Bengasi). Corrisponde alla : | descrizione originale ed alle osservazioni di Escherich; pero l’ad- i dome non è interamente giallo, bensi nero, coll orlo apicale dei i segmenti largamente fasciato di giallo.

Descritto di Palestina: «prope Jericho in radicibus montis Juda collegit Dr. Schneider ». (Tipo nel Museo Reale di Dresda).

fi Meloe violaceus Marsh.

.—Dodero (1925): « Meloe violaceus Marsh. var. siculus Baudi. | Riferisco a uo varietà un solo g* di Derna, nel quale la | scultura delle elitre è molto più marcata che nei miei esemplari | siciliani. Sono però note le grandi variazioni di scultura dei tegumenti nelle Meloe di questo gruppo». Dodero (in litt.): - Tobruch, leg. G. C. Krùger (v. siculus). .Reitter (Bestimm.-Tab. XXXII, 1895, p. 3) indica la stessa arietà del Marocco. * Forma tipica: Europa ed Asia boreale. La varietà (considerata da qualche autore come specie) è probabilmente molto diffusa | nell’ Africa settentrionale.

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“Fy Meloe cavensis Petagna

| Meloe purpurascens Reitt., Bestimm.-Tab. XXXII, 1895, p. 8. | Meloe cavensts Leoni, Riv. Col. Ital. 1907, p. 252.

È: . Pochi esemplari, raccolti da Zanon a Bengasi !

_ Dodero (1922): Fuehat, un es. leg. Festa. Zanon (1929): Fuehat, in tutta la steppa, numerosissimo. Dannosa all’ apicol- tura. Dodero (1925): Derna e Bengasi (leg. Festa).

Si Europa meridionale, Mediterraneo; Persia settentrionale (leg. Doria 1862-63, in coll. Mus. Civico Genova).

182 E. GRIDELLI

Meloe coriarius Brandt Meloe coriarius Reitt., Bestimm.-Tab. XXXII, 1895, p. 8.

Un esemplare, raccolto a Porto Bardia ! da Confalonieri, in coll. Mus. Civico Genova (forma tipica: addome inferiormente nero); un secondo esemplare, raccolto presso Scegga (Ridotta Maddalena, Cirenaica orient.) da G. C. Krùger, appartiene alla varietà rufiventris Germ. (addome inferiormente giallo), in coll. Dodero. Un altro esemplare della var. rufiventris venne raccolto da G. C. Kruger a Tobruch ! (in coll. R. Uff. Agrario Bengasi). Dodero (in litt.): Tobruch, leg. G. C. Kriger. |

Non sono in grado di distinguere i due esemplari suddetti da esemplari di Reims ! (Francia) e d’ Ungheria.

Specie citata finora d’ Europa media e del Caucaso. La sua

presenza nelle zone predesertiche della Cirenaica orientale è

tanto più rimarchevole, in quanto essa non venne mai segnalata. del Mediterraneo. Secondo Leoni (Riv. Col. Ital. 1000), essa non si trova in Italia.

Meloe (') tuccius Rossi

Meloe tuccius Reitt., Bestimm.-Tab. XXXII, 1895, p. 8. » » Leoni, Riv. Col. Ital., 1907, p. 254.

Tobruch ! (Forte Mdauar), marzo 1914, un es., leg. Ten. |

C. Invrea (forma tipica).

Segnalato da Dodero (1925) d’ El Fetejah (leg. Festa) Conosco esemplari di Tripolitania: Homs ! leg. Andreini 1913, e di Tunisia: Tunisi !, leg. Doria 1882, forma tipica e var. cor- rosus. Dodero (in litt.): Bengasi, leg. G. C. Kruger. Vidi

inoltre esemplari raccolti pure a Bengasi !, da G. C. Kriger (in g

coll. R. Uff. Agrario Bengasi). Meloe tuccius Rossi var. ? Un accutane raccolto da.

(1) Meloe rugosus Marsh. Dodero (1925) lo indica di Derna (leg. Festa). Ho È

veduto uno degli esemplari; esso corrisponde esattamente ai rugosus italiani

della coll. Dodero. Non conosco però esemplari d’ Europa media e non sono nem- a meno riuscito ad identificare il Meloe mediterraneus, descritto da G. Muller (Studi Entomologici, I, parte I, Trieste, 1925-26, p. 22, 24). Nel dubbio che possa trat- tarsi di questa forma, m°’astengo dall’ ammettere il rugosus Marsh. nell’ elenco: a

dei coleotteri di Cirenaica.

4 È si i:

0] ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 183

a G. C. Kriiger a Bengasi ! nel marzo 1924 (coll. R. Uff. Agrario Bengasi), differisce dai soliti esemplari di tuccéus per la scultura . delle elitre, le quali hanno la superficie percorsa da rugosita . | vermiformi, densamente disposte (nel tuccîus si trovano tutti i q passaggi tra elitre liscie e con grossi punti isolati). Noto però _ che in un esemplare raccolto a Cagliari (Sardegna, coll. Dodero) la | superficie delle elitre (che sono punteggiate) presenta una leg- | gera tendenza alla formazione di rugosità vermiculate.

. Europa meridionale, Mediterraneo, Caucaso, Turchestan.

ì Meloe (!) murinus Brandt

a

3 Dodero (1925) indicò la specie su esemplari raccolti a Derna

ed a Tolmetta dal Dott. Festa. Ho avuto occasione d’ esaminare uno degli esemplari suddetti di Derna (coll. Dodero). Esso cor- | risponde bene agli esemplari di Sardegna e di Tunisia. Zampe | ed antenne nere; scultura delle elitre marcata, leggermente . coriacea; lati del pronoto anteriormente un po’ angolosi; pube- | scenza bruno-giallastra dei tergiti addominali con tendenza spic- | cata a formare chiazze. Corrisponde bene alla descrizione di Muller (Studi Entomologici, vol. I, parte I, Trieste, 1925-26, pp. 23, 25). |

Largamente diffusa nella regione mediterranea. Si trova anche _ nella Mesopotamia (Asur, teste Muller 1. c.); non venne ancora | trovata nella penisola balcanica.

Hapalus bimaculatus L.

| Hapalus bemaculatus Prochazka, Wien. Ent. Zeit. 1892, p. 266. i » » Esch., Bestimm.-Tab. XXXVI, 1897, p. 119.

Forma tipica: Elitre gialle, ciascuna con una macchia prea- | picale nera. Non venne finora raccolta nella Cirenaiea. Var. vittatipennis nov. var. Elitre gialle; la macchia

(1) Meloe spec. ? Differisce dal M. murinus per le zampe ed antenne bruno- gialle, chiare, il pronoto a lati arrotondati, senza traccia d’ angolosità anteriore, la pubescenza più chiara, senza alcuna tendenza a formare chiazze sui tergiti | addominali, le elitre a superficie piana, non rugulosa, ecc. Per questi caratteri fi: S'avvicina molto alla Bawdveri Gren. (della quale vidi esemplari di Spagna (Ucles!, fr P. Pantel, in coll. Dodero), ma questa specie ha la pubescenza del corpo più | oscura e meno abbondante, le antenne e zampe nere, il pronoto meno trasversale e meno arrotondato ai lati. Bengasi !, leg. G. C. Kriiger (coll. R. Uff. Agrario | Bengasi); Bengasi !, leg. G. C. Kriiger (in coll. Dodero).

»

2

E. GRIDELLI

preapicale nera lungamente prolungata, in forma d’ una larga fascia longitudinale bruno-nera gradatamente più chiara, il cui

orlo interno coincide per un lungo tratto colla sutura, per poi | scostarsene, divergendo. La fascia s’ estingue all’inizio del quarto |

basale. Corpo, antenne, palpi, zampe e pubescenza neri; ster- |

nite anale interamente giallo; penultimo sternite con orlo apicale giallo, dilatato nella metà e prolungato in una macchia triango-

lare gialla, la quale si spinge sino alla base; terzultimo pure.

con orlo apicale giallo, però molto meno prolungato verso la base. Tergite anale giallo, con macchia basale nera. Fuehat: Raaba !, un g’, dicembre 1916, leg. Zanon (in coll.

R. Ufficio Agrario Bengasi). L’ esemplare suddetto non differisce | |

in nessun oa (ad eccezione del colore) dagli esemplari di bimaculatus L. da me esaminati: Pavia ! (Lombardia), Padova | (Veneto); Tunisi !; Curlandia !

Esso venne du da Zanon (1922) come: Hapalus spec. nova ? prope necydaleus Pall. ‘La specie è largamente diffusa in tutta l’ Europa e nella regione mediterranea.

Hapalus (D) necydaleus Pall.

Hapalus necydaleus Prochazka, Wien.-Ent. Zeit. 1892, p. 266. » » Esch., Bestimm.-Tab. XXXVI, 1897, p. 121.

Forma tipica. Non venne raccolta finora nella Cirenaica.

Var. inornatus Proch. Descritta dell’ Asia Minore (Ma gnesia); indicata da Escherich anche d’ Angora. Vidi un

esemplare raccolto da Zanon a Bengasi !, nel febbraio 1920 (coll.

Mus. Civ. Genova) ed uno raccolto da G. C. Krùger a Merg Lo

(in coll. R. Uff. Agrario Bengasi).

Ungheria, Grecia, Asia Minore, Caucaso, dal Turchestan alla

Siberia.

Zonitis praeusta By Zonitis praeusta Escher., Bestimm.-Tab. XXXVI, 1897, p. 107.

Due esemplari raccolti da Zanon a Bengasi, nel maggio 1919:

Elitre infoscate all’ apice, ultimi segmenti addominali giallo ros-

¢) Hapalus Guerini Muls.— Specie del Mediterraneo occidentale (Francia, Spagna),

indicata da Falzoni di Cirene (un eau ane ee da Ghigi), prob per errore di determinazione. i tr

di; - ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB 185

| sicci, zampe quasi totalmente nere (tarsi e base delle tibie bru- . nastri). Corrispondono quindi abbastanza bene alla ab. nigripes (*) Ò ue Miller (Wien. Ent. Zeit. 1902, p. 116).

Dodero (1925) cita un esemplare della stessa varietà di Ber: | gasi (leg. Dott. Festa). È,

Regione mediterranea, Asia Minore, Siria, Persia.

= | RHIPIPHORIDAE a Macrosiagon Raffrayi Fairm.

| Macrosiagon Raffrayi Bedel, Abeille XXVIII, 1895, p. 185. $ Coefia |, una Q raccolta da Zanon (7) nel maggio 1919 (coll. Zanon in R. Uff. Agrario Bengasi). Corrisponde perfet- È | tamente alla descrizione di Bedel. Descritta d’ Algeria: Boghari (A. Raffray). Bedel la cita

_ inoltre d’Affreville (Algeria) e di Tunisia: Ain-Tefel, presso Gafsa. oe PpspRorts subdipterus Bose

5 DE Fuehat !, un oc raccolto Zanon (in casa ) nel ; Beivgno 1923 (coll. Zanon, R. Uff. Agrario Bengasi). Corpo nero, tergite anale con Gio macchia centrale -basale rossastra, mal delimitata, I’ orlo apicale del penultimo tergite con traspa- | renza rossastra; palpi e zampe giallo-bruni; antenne giallo-brune oscure coi flabelli più chiari, giallo-bruno pallido; elitre unifor- memente giallo-brune.

È a Q: Bengasi! maggio 1925 e Bengasi! 15 giugno 1928, leg. | da. C. Kriger, due esemplari (coll. R. Uff. Agr. Bengasi e Mus. Civ. Genova). Corpo nero; addome giallo-bruno, appena anne- rito alla base; elitre giallo- a zampe anteriori giallo - brune, coscie e base Hei femori anneriti; zampe medie e posteriori nere, 4 colle’ tibie ed i tarsi in gran parte giallo-bruni. Palpi bruno COSA più chiari all’ apice; antenne bruno-nerastre, oscure.

4 (*) Wellman (Deutsch. Ent. Zeitschr. 1910, p. 25) propone per essa il nome di q ae essendo il nome nigripes preoccupato (nigripes Motsch. 1872).

i (®) Macrosiagon meridionalis Costa (italica Bed. 1895). Specie dell’Italia meridionale ‘Terra d’ Otranto, prov. di Lecce). Zanon (41922) indicò erroneamente con questo LI [nome l'esemplare suddetto di Macrosiagon Raffrayi Fairm,

a a (

186 | E. GRIDELLI

Zanon (1922) cita esemplari raccolti. a Fuehat nell’ agosto 1918 e giugno 1920.

Europa meridionale, Mediterraneo, tai Turchestan. Vedi Chobaut in Bull. Soc. Ent. France 1906, p. 223 e 1907, p. 154.

MORDELLIDAE Mordellistena micans Germ.

Zanon (1922): Fuehat, maggio 1916, nell’ orto, sui fiori di | finocchio. Falzoni (1923): Fuehat (leg. Ghigi). Dodero 1925: Tolmetta (leg. Festa). Dodero (in litt.): Agedabia, leg. G. C. Kruger. |

Europa, Mediterraneo.

Mordellistena pumila Gylh. Falzoni (1923): El Garig, Uadi Derna (leg. Ghigi). Dodero

(1925): Cirene, Uadi Kuf, Merg (leg. Festa). Europa, Mediterraneo, Siria.

miu. stenidea Muls.

Dodero (1925) riferisce, con dubbio, a questa specie, un esemplare raccolto da Festa a Fuehat. il Europa meridionale, Mediterraneo, Persia.

Mordellistena brevicollis Emery

Zanon (1922): Fuehat, maggio 1917, sui fiori di finoeehio, Algeria.

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Anaspis quadrimaculata Gyllh.

Dodero (1925): un solo esemplare i a Tecnis da Festa (var. 4-pustulata Mill.).

Europa centrale e meridionale, Algeria.

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB : 187

SERROPALPIDAE

Serropalpus barbatus Schall.

| —Dodero (1925): «L’ unico esemplare osservato, un o di | Bengasi (leg. Festa), non presenta alcuna differenza dai nostri esemplari europei.

. La specie viene citata d’Europa centrale e della penisola balcanica. Non ho dati sicuri sulla sua diffusione nella regione | mediterranea.

4

A ALLECULIDAE

wf Heliotaurus parvicollis Reitt. a ;

| Heliotaurus parvicollis Reitt., Deutsch. Ent. Zeitschr. 1890, p. 52.

3 È » » . Reitt., Verh. naturf. Ver. Briinn 1905, p. 145. » » Bedel, Abeille XXVIII, 1894, p. 162, 172.

Nero; elitre bleu, con peli neri eretti; 7 con le anche ante- riori munite d’ un piccolo tubercolo e mento con una sporgenza . dentiforme, larga, rivestita di tomento vellutato, nero.

. Comunissimo a Porto Bardia !, marzo 1927, leg. Confalonieri. Un. es. venne raccolto a Tobruch !, aprile 1923, leg. Ten. G. Botto. . Vidi pure molti esemplari raccolti a Bengasi da Zanon !. «_—Zanon (1922): Fuehat, marzo 1916. Dodero (1925): Derna, _ Tecnis, Tolmetta, Merg Bengasi. Falzoni (1923): Cirene, El | Garig. Dodero (in litt.): Tobruch, Bengasi, leg. G. C. Kriiger. Descritto di Tripolitania: Kedoua (Quedenfelt, 1 es. g, da | Bedel 1. c.). Indicato da Bedel di Tunisia: Kairouan e d’ Egitto: Ramleh, presso Alessandria. Vidi pure esemplari raccolti presso - Gafsa ! (Tunisia) da E. D’ Albertis nel maggio 1902.

q OBS. Wee indicato del Marocco in base alla citazione errata di | Reîtter: « Kédua in Marocco », rettificata da Bedel (1. c. p. 172, Observ.).

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188 E. GRIDELLI i

Heliotaurus 0) angusticollis Muls. a

Heliotaurus angusticollis Muls., Opusc. Entom. VII, 1856, p. 48. » » Bedel, Abeille XXVII, 1894, p. 162, 170.

Cinque 99 raccolte da Confalonieri a Porto Bardia | (marzo 1927) insieme al parvicollis, dal quale si distingue a | prima vista per le elitre glabre, prive di peli neri eretti. | Punteggiatura delle elitre densa e rugosa, sopratutto ai lati, tanto | che le strie esterne sono totalmente, o quasi, obliterate. _ i

Dodero (1925): Cirene, Uadi Kuf (leg. Festa). | 00

Descritto d’ Egitto. Egitto, Cirenaica, Tunisia, Algeria. In Tu- 7 nisia ed Algeria si trova mista al tipo la var. Oberthiiri Reitt. | (vedi Bedel, 1. c.). 4

Omophlus Sol. | 2

Il genere Omophlus, tanto ricco di specie nelle regioni È orientali del Mediterraneo e zone asiatiche adiacenti, nonchè nell’ Europa meridionale, è scarsamente rappresentato nell’ Africa settentrionale. Dell’ Egitto vennero descritte soltanto due specie ad elitre gialle (scutellaris Muls., fenellus Kirsch) mentre in tutto il resto dell’ Africa settentrionale esse sembrano mancare. La sola specie d’ Omophlus nota finora del Marocco (splendidus | Bed.) ha le elitre «caeruleo-virescentibus » (ex Bedel). Ad essa vanno aggiunte due specie di Heliomophlus (dasytoides Fairm. e scabriusculus Fairm., ambedue ad elitre nere). | 9

E quindi | tanto più interessante la scoperta nella Cirenaica | di alcune specie ad elitre gialle, atfini o identiche alle specie egiziane e palestinesi, fatto questo che dimostra ancora una :

(1) ) Heliotaurus longipills Fairm. Falzoni (4923), foe, es. di ene: leg. Ghigi.

Heliotaurus Reichei Muls. Falzoni (1923): quattro es. di Fuehat, Derna, El Abiar e Cirene (leg. Ghigi). Il fatto che Falzoni cita le due forme come specie distinte dimostra ch'egli non si è servito per la loro determinazione della tabella di Bedel, il quale dimostrò appunto che esse sono in realtà la stessa specie. Risulta dunque. che Falzoni usò i lavori di Reitter, i quali sono in parte inesatti e non permettono una sicura determinazione per molte specie. Le due forme vanno quindi radiate dal catalogo della Cirenaica; si tratta certamente del parvicollis, ODPUFSA dell’ an- ‘gusticollis oppure d’ ambedue le specie. i

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 189

È: volta il carattere orientale della fauna di Cirenaica e |’ esistenza

_ d’una corrente migratoria proveniente dalle regioni orientali. Credo di riconoscere nella Cirenaica la presenza di quattro

‘specie e precisamente delle due specie egiziane finora note e di

due specie inedite.

È Tutte le quattro specie cirenaiche appartengono al sottogenere Odontomophlus sensu Reitter (Bestimm.-Tab. 57, 1906) e preci- | samente al 2.° gruppo e si possono distinguere come segue:

di

È S. Ultimo articolo dei tarsi anteriori dilatato all’ apice; unghia È interna dei tarsi anteriori con dentino basale evidente. Antenne nere, ‘9 oppure nere coi tre articoli basali parzialmente bruno-giallastri, chiari.

4 co, 2: Epipleure delle elitre strette, gradatamente assottigliate poste-

È ‘Tiormente ie. ° gruppo sensu Reitter).

} hi anne nere, coi tre articoli basali parzialmente giallo-bruni, | Corpo molto stretto ed allungato. (9 : Antenne concolori, nere; sternite

finale con fossetta mediana). ; scutellaris Muls. ST oP Antenne del g' concolori, nere. Corpo molto meno allungato. . 2 «| 2. Pronoto arrotondato ai lati, colla massima larghezza nella metà,

| ristretto posteriormente verso gli angoli posteriori. Orlo interno delle

| tibie posteriori e medie con pubescenza rada e molto corta.

È: ; Kriigeri nov. spec. ST

Di Pronoto a lati rettilinei, paralleli dalla base fino al terzo anteriore 3 3. Orlo interno delle tibie medie e posteriori con pubescenza molto

| corta. Lati del capo dietro agli occhi appena convergenti. Pronoto glabro.

| Tibie anteriori evidentemente curvate verso I’ esterno. eyrenaicus (1) nov. spec. &

ee Orlo interno delle tibie medie e posteriori con pubescenza densa -

È e molto lunga, obliqua, formante una frangia. Lati del capo dietro agli

di occhi fortemente convergenti. Pronoto con pubescenza rada. Tibie ante- | riori non curvate. tenellus Kirsch o

Ops. Mulsant indica. che nel suo O. scutellaris lo scudetto è rosso- _ testaceo, colla base oscura. Non credo che la colorazione suddetta sia costante. Difatti i tre esemplari di scuzeZlaris da me esaminati hanno lo seudetto nero, il &% del cyrenaicus nero, con una macchietta rossa, inde- | cisa, all'apice (mentre nella Q é nero), in uno dei. dg di tenellus esso è | nero, nell’ altro presenta una macchietta rossa molto piccola; lo stesso | dicasi dei due Jo di Krigeri. Si tratta dunque evidentemente d’ un | carattere individuale e non specifico.

a (1) Vedi pure lwcidus Kirsch, descritto di Palestina: Gerusalemme !. Confronta

LE fy hare we re ati sp: ELIO

IAP

1

190 E. GRIDELLI

°

Omophlus (0dontomophlus) eyrenaiîcus nov. spec.

co. Corpo nero; apice dello scudetto bruno-rossiccio; antenne

completamente nere; palpi neri; zampe nere, coi tarsi appena

più chiari e gli uncini giallo-bruni; elitre (epipleure comprese) giallo - brune.

Antenne relativamente lunghe e sottili; in posizione ripiegata i tre ultimi articoli e parte del quarto ultimo sporgono dall’ orlo posteriore del pronoto; tutti gli articoli, a partire dal terzo, sono molto più lunghi che larghi; il decimo è almeno due volte più lungo che largo.

Fronte (zona tra gli occhi) con una fossetta centrale (a fondo punteggiato ed a orli rilevati quasi lisci, con pochi punti) ed una impressione d’ ambo i lati, larga, meno profonda, poco pun- teggiata, situata tra l'occhio e la fossetta centrale. Vertice (parte posteriore, dietro agli occhi) a lati (tempie) subparalleli, appena

convergenti posteriormente, con punteggiatura grossa e densa, .

però non rugosa. Occhi piuttosto piccoli e poco convessi, legger-

mente sporgenti. La pubescenza è bruno-chiara ed è ridotta a

pochi peli sparsi sul vertice e peli eretti un po’ più numerosi sulle tempie. Pronoto trasversale (largh. : lungh. = 4 : 3); angoli poste-

riori appena ottusi, però: quasi completamente arrotondati; lati

paralleli, non ristretti posteriormente, leggermente convergenti in curva nel terzo anteriore. Lungo l'orlo laterale corre una doccia molto stretta e poco profonda, appena più larga nel mezzo; d’ambo i lati si nota una depressione allungata, trasversale, dietro alla metà, leggermente obliqua (proseguendo sul disco s'avvicina alla base, estinguendosi molto prima di giungere alla

metà); nel mezzo della base si nota una leggera depressione. La superficie del pronoto è assolutamente glabra (almeno a giudi-

care dall’ esemplare fresco esaminato); è presente una frangetta

di corti peli che sporgono dall’ orlo anteriore, nonchè numerosi ©

peli più lunghi sporgenti dall’ orlo intorno agli angoli posteriori, e numerosi peli sporgenti dall’ orlo basale. Punteggiatura un po’ più fina di quella del capo, molto irregolare, in media abbastanza

densa, molto diradata sul disco ed ai lati (anteriormente e poste-

riormente alla depressione trasversale laterale).

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 191

h | —Elitre notevolmente più larghe del pronoto, a lati paralleli,

con punteggiatura piuttosto densa ed un po’ più grossa di quella del pronoto (le serie si distinguono male perchè gli intervalli | portano punti poco minori di quelli delle strie, disposti più o «meno regolarmente in una serie mediana su ciascun intervallo). | Pubescenza chiara, abbastanza lunga, fortemente obliqua, molto | rada, ma bene evidente, specialmente nella parte apicale. Parte inferiore con pubescenza coricata, lunga e piuttosto | abbondante, specialmente sugli sterniti, i quali sono molto rada- | mente punteggiati. Ultimo articolo dei tarsi anteriori dilatato; la dilatazione è | relativamente forte e regolare (articoli a forma di triangolo pr. Unghia interna con dente basale acuto evidentissimo. | Tibie anteriori leggermente dilatate ed evidentemente curvate, col margine estensorio (esterno) concavo ed il flessorio (interno) | convesso.

L'orlo apicale del penultimo. sternite leggermente concavo in quasi tutta la sua larghezza, con una leggera ed ampia Misc longitudinale mediana, piuttosto profonda (a fondo . lucido) all’ apice, gradatamente meno profonda verso la base.

| Terzo ultimo sternite leggermente impresso lungo I’ orlo apicale.

Lungh.: 8 mm. Bengasi !, maggio 1924, leg. G. C. Kruger (in coll. Mus. Civ. Genova). Credo di poter riferire (almeno con

. molta probabilità) alla stessa specie una 2, raccolta da G. C. Kriiger a Bengasi ! nell’ aprile 1928 (in coll. R. Uff. Agrario Bengasi). | Secondo le Bestimm.-Tabellen di Reitter (Heft. 57, 1906), | questa specie appartiene senza alcun dubbio (per la forma carat- | teristica delle epipleure delle elitre) al 2.° gruppo del sottogenere Mi ionoprius e per avere il pronoto glabro essa è senza punbio affine al lucidus Kirsch. Differisce dal lucidus (specie . descritta di Palestina, Gerusalemme, della quale conosco un dg’, raccolto nei dintorni di Gerusalemme ! da B. Chiappa, in coll. . Mus. Civ. Genova) per le antenne molto più corte, con gli articoli iziolto più grossi e meno allungati, la punteggiatura del vertice molto meno densa, non rugosa, la pubescenza molto più rada e | più corta; i lati del capo sono subparalleli (nel lucidus sono ortemente convergenti posteriormente); pronoto molto più pic- colo, meno ampio, il penultimo sternite con depressione longitu- nale mediana, ecc.

199 ess E. GRIDELLI

Omophlus (0dontomophlus) tenellus Kirsch

Corpo nero; elitre giallo-brune; antenne, palpi e zampe neri; tarsi ed uncini chiari, bruno-giallastri. Pubescenza giallo-grigia, piuttosto abbondante sul vertice del capo, sparsa sulle parti anteriori dello stesso e sul disco del pronoto, rada ma molto evi- dente sulle elitre, molto abbondante su tutte le tibie, le quali hanno una pubescenza molto lunga, formante lungo l'orlo ~ interno (particolarmente tibie medie e posteriori) una frangia piuttosto densa di lunghi peli obliqui. «O

Capo con punteggiatura piuttosto grossa, rada, molto densa (non rugosa) sul vertice. Occhi notevolmente sporgenti, tempie fortemente convergenti posteriormente.

Pronoto trasversale, circa una volta e mezzo più largo che lungo, a lati paralleli dalla base fino all’inizio del terzo ante- riore; lungo l’ orlo laterale corre una doccia molto stretta, allar- gata nella metà, dove essa comunica con una depressione late- rale del disco. Punteggiatura rada, molto più fina di quella del vertice del capo. I punti delle strie delle elitre sono grossi e densamente disposti, gli intervalli sono quindi stretti ed hanno pochi punti più fini; nel complesso la punteggiatura delle elitre è grossa, poco regolare e densa, molto più grossa di i, del pronoto, più grossa di quella del capo.

3. Ultimo articolo dei tarsi anteriori debolmente dilatato. Unghia interna con dentino basale evidente. Tibie anteriori retti- | linee, non curvate. Antenne relativamente corte, 3.° e 4.° arti- colo d’ eguale lunghezza; articoli circa due volte Iunshi TOSI larghi (s'intende a partire dal terzo).

Orlo apicale del penultimo sternite con smarginatura ampia e piuttosto profonda, alla quale corrisponde una zona longitudinale È mediana a punteggiatura diradata.

Q. A me ignota. ca

-Lungh.: 5,5 mm. Un esemplare acount da. Gi: Kiiigef all Bengasi ! (R. Uff. Agr. Bengasi). Vidi pure un g' (lungo 6,5 mm.) della coll. Dodero, raccolto da Festa a Tolmetta ! (determinato da Dodero come: ? tenellus Kirsch), il quale appartiene certa- | mente alla stessa specie, per quanto differisca dall’ esemplare. suddescritto per le antenne più sottili ed a articoli un po’ più

lA

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB

a llungati, i tarsi meno chiari e la punteggiatura delle elitre più | fina. Vanno pure riferiti alla stessa forma gli esemplari citati da Dodero nel 1925 col nome di tenellus, raccolti da Festa a Merg. «Gli esemplari da me esaminati corrispondono alla descrizione 7 {originale di Kirsch (Berl. Ent. Zeitschr., 1869, p. 126), noto | però che Kirsch non ‘indicò il sesso e non descrisse i caratteri | sessuali. Certo però essi non corrispondono al teneZlus Seidlitz | (Naturges. Ins. Deutschl., V, 2, 1896, p. 259) e nemmeno al tenellus Reitter (Bestimm.-Tab., 57, 1906, p. 166), appartenenti

op

È al sottogenere Omophlus s. str. (i due autori citano nelle ta- belle Te Q)..

È... Converrà stabilire (in base all’ esame dei tipi di Kirsch) se tenellus Kirsch sia identico alla specie da me descritta ( Odon-

tomophlus) oppure a quella descritta da Reitter e Seidlitz

(Omophlus s. str.).

| Omophlus I) Kriigeri nov. spec.

Corpo, antenne, palpi e zampe neri; uncini giallo-bruni; elitre giallo - brune; scudetto unicolore nero oppure con macchietta apicale rossiccia.

«Capo, pronoto ed elitre con pubescenza grigia, chiara, rada. | Pubescenza delle tibie piuttosto rada e corta; manca una frangia iP lunghi peli lungo |’ orlo interno delle tibie.

Capo con punteggiatura relativamente rada, densa (ma non DR sul vertice. Lati del capo dietro agli occhi notevolmente ‘convergenti.

.— Pronoto notevolmente trasversale, almeno una volta e mezzo più largo che lungo, colla massima larghezza nella metà. Da questo livello i lati convergono nettamente, in linea retta, verso gli angoli posteriori (i quali a visione dorsale sono evidentemente ottusi, col vertice largamente arrotondato) ed in curva verso gli ar goli anteriori. Lati non rilevati, senza doccia apprezzabile. Disco leggermente spianato nel mezzo della zona laterale; la 20 a spianata è quasi liscia, il resto della superficie con punteg- giatura fina e rada. Punteggiatura delle elitre densa. . dg. Ultimo articolo dei tarsi anteriori leggermente dilatato

‘apice; unghie interne con dentino molto evidente. Antenne

molto lunghe, ma abbastanza grosse; articoli allungati, decimo

Ann, del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LIV. (6 Giugno 1930). 13

n %

n il 2

la

RS Es | E. GRIDELLI ~

= wey

articolo circa del doppio lungo quanto largo; tibie anteriori appena visibilmente curvate all’ apice. Penultimo sternite coll’ orlo apicale leggermente concavo; lungo la linea longitudinale me- diana si nota una piccola zona depressa, lucida, non punteggiata, situata all’orlo apicale; il resto della superficie media è convesso, a punteggiatura molto diradata.

Lungh.: 7,5 mm. Un © raccolto a di da G. C. Kriger. (in coll. Dodero). Riferisco con dubbio a questa specie un esemplare g', in cattivissime condizioni di conservazione, raccolto da Zanon nei dintorni di Bengasi, coll’ etichetta, manoscritta di Zanon: Omophlus spec., aprile 1990 (coll. R. Uff. Bengasi).

Specie bene caratterizzata per la forma del pronoto, certa- mente diversa del. tenellus Kirsch e da tutte le altre specie a. me note.

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EEE ERI IENE IRR RI

Omophlus (Odontomophlus) seutellaris Muls. |

Omophlus scutellaris Muls., Opuse. VII, 1856, p. 56, di » IS, Kirsch, Berl. Ent. Zeitschr 1869, p. 126, J DA . > Kirsch, Abeille VII, 1870, p. 82, v Q.

Credo di poter riferire senza alcun dubbio a questa specie tre esemplari (due 97 ed una 9) raccolti da G. C. Kriger a Augila e Gialo !, nel maggio 1926 (coll. Mus. Civ. e R. Uff. Agr. Bengasi).

Essi corrispondono esattamente alla descrizione originale di. Mulsant, tanto che mi limito ad indicare soltanto qualche variante, rispettivamente aggiunta :

Scudetto interamente nero (secondo Mulsant rosso-testaceo a base oscura); non credo che tale colorazione abbia importanza, perchè essa si presenta individualmente in altre specie. ne;

SJ: Corpo nero; elitre piuttosto oscure, da bruno rossiccie a. rosso- brune, antenne nere, col primo e secondo articolo più ~ chiari, bruni, parzialmente giallo-bruni, infoscati all’ Li palpi e zampe neri; uncini giallo-rossicci. i 3

Antenne inane e sottili, ripiegate all’ indietro esse raggiun- Si gono la metà del corpo (e forse la superano un po’), tutti gli articoli (a partire dal terzo) molto allungati; il decimo Lol tre volte lungo quanto largo. |

ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB ‘195.

a Ultimo articolo dei tarsi anteriori corto e fortemente dilatato verso l'apice, triangolare; unghia interna con dentino basale evidente.

i Ultimo sternite diviso in due metà; ciascuna di queste è molto larga, ad orlo esterno curvo in tutta la sua lunghezza, angolo apicale interno a forma di corta punta molto appuntita,

. orlo interno subrettilineo, leggermente convesso. Orlo apicale del . penultimo sternite debolmente concavo.

di Qi Colorata come il g', però le antenne sono completamente

| nere. Antenne molto più corte e più grosse, con articoli

«molto meno allungati e più grossi; la lunghezza del decimo è

n po’ minore del doppio della sua larghezza.

Ultimo articolo dei tarsi anteriori non dilatato; unghie interne

inermi. Sternite anale con una fossetta piuttosto ampia e pro

fonda, allungata nel senso longitudinale.

Caratteristica per la specie la forma e struttura del pronoto,

| esattamente descritta da Mulsant, nonchè il corpo molto allun-

1 | gato e stretto (Mulsant indica esattamente mm. 3 di larghezza

call omero delle elitre, per una lunghezza di mm. 9).

q . La caratteristica forma allungata venne messa in evidenza

anche da Kirsch.

Kirsch (1. c.) riporta la descrizione di Mulsant, descrivendo più Beevemente una 9 da lui esaminata. È probabile che seutellaris

| Kirsch sia la stessa cosa di scwtellaris Muls., per quanto Kirsch non parli del colore nero della base delle antenne della 9.

Seidlitz (Naturges. Ins. Deutschl., V, 2, 1896, p. 253) non cono-

4 bito in natura la specie, la colloca (ex Kirsch) nel pr

Omophtu, i lo stesso dicasi di Reitter (Bestimm.-Tab., 57, 1906, . 168, 166).

4 In realtà Mulsant non indicò il sesso e non descrisse i carat- teri sessuali; egli indicò però la colorazione giallo- bruna della È base delle antenne, caratteristica per i 707 di alcune specie del ‘secondo gruppo di Odontomophlus (sensu Reitt.) al quale difatti

‘specie da me indicata col nome di scutellaris Muls. appar- ne, per la struttura caratteristica delle epipleure delle elitre,

il colore della base delle antenne nei due sessi e la fossetta dello sternite anale della Q. Credo inoltre, data l’ esatta cor-

pondenza dei miei esemplari alla descrizione di Mulsant, che

196 E. GRIDELLI

da me descritto è che quindi, contrariamente alle indicazioni di Kirsch e Reitter, la specie di Mulsant sia un Odontomophlus. . Lung.: 7,5-9 mm. Descritto e citato finora soltanto d’ Egitto.

TENEBRIONIDAE

Arthrodeis Confalonierii nov. spec.

Corpo ovale allungato, stretto, quasi parallelo ai lati, forte- mente ed uniformemente convesso (il suc profilo longitudinale: forma quasi un semicerchio); nero, appendici pure nere.

Capo con punteggiatura grossa e molto densa sulla fronte e sul vertice (l'intervallo tra i punti è minore del loro diametro); ai lati i punti hanno una leggera tendenza ad allungarsi nel senso longitudinale, snl disco essi sono rotondi; nella zona cen- trale del vertice (presso all’ orlo anteriore del pronoto) essi sono. un po’ più grossi e leggermente diradati; sulla fronte si nota. anteriormente, d’ambo i lati della linea mediana, una impressione: larga e notevolmente profonda, il cui fondo presenta una pun- teggiatura rugosa. Il clipeo è separato dalla fronte mediante una carena trasversale completa e bene marcata (manca ogni traccia. d’una carena longitudinale clipeo-frontale); esso ha la forma di un trapezio isoscele, con orlo anteriore troncato in linea retta, senza alcuna traccia di denti; lati con punteggiatura poco distinta, densa, un po’ rugosa, formata da punti larghi ma poco profondi; nella zona longitudinale mediana essa è rada; orlo anteriore leg- germente rigonfio, privo di punteggiatura.

L'orlo anteriore del mento presenta una smarginatura me-

diana profonda e molto larga; il solco mediano longitudinale è ridotto ad una traccia corta e poco profonda, presso all’ orlo anteriore, in corrispondenza al punto più profondo della smar- ginatura. _ Antenne corte; 2.° articolo corto e grosso, subgloboso, tanto lungo quanto largo; 3.° subcilindrico, leggermente ingrossato all’ apice, molto più stretto e poco più lungo del 2.°, notevol- mente più lungo che largo; 4.° più corto del 3.°, subglobulare, quadrato; seguenti (tranne l’ultimo) subglobulari e gradatamente: sempre più trasversali.

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 197

i Pronoto fortemente trasversale, colla massima larghezza alla

base; lati fortemente convergenti in curva convessa leggera, 7 però un po’ prima degli angoli anteriori essi presentano una È sinuosità concava ben marcata, la quale (unita alla forte conca- | vità dell’ orlo anteriore) rende gli angoli anteriori vivi ed acuti - (minor di 90°). L'orlo basale (esame del dorso) appare retti- . lineo (non sinuoso); ai lati, presso agli angoli, per un corto ae leggermente obliquo, il che rende gli angoli stessi legger- mente ottusi ed arrotondati all’ apice. Superficie uniformemente convessa, ad eccezione d’ una piccola depressione dell’ orlo basale

posteriori. La punteggiatura del pronoto è profonda e densissima, 1a non rugosa. Nelle zone laterali i punti’ sono leggermente allungati nel senso longitudinale, separati da intervalli lucidi, strettissimi, più stretti del diametro dei punti stessi; nella zona discale e basale essi sono tondeggianti e leggermente diradati.

. Elitre allungate, nella metà anteriore a lati quasi paralleli; ; contorno della meta apicale del complesso elitrale (visto dal dorso) è è quasi semicircolare. Il loro profilo longitudinale forma . (assieme a quello del pronoto, col quale si fonde senza alcuna discontinuità) quasi un semicerchio. Elitre ai lati e nella metà apicale densamente granulate; sul disco ed alla base con pun- te ggiatura fina e molto rada (osservando dall’ apice alla base si nota il progressivo diradarsi della scultura e la progressiva tra- sformazione dei granuli in punti).

+ Orlo interno delle epipleure delle elitre interrotto nella metà apicale per un tratto abbastanza lungo. Lati del prosterno nel mezzo con poche rughe longitudinali, alla base le rughe sono | più marcate, miste a punti fini; all’ apice le rughe si obliterano e vengono sostituite da una punteggiatura piuttosto grossa e ensa. Prosterno con punteggiatura molto densa, leggermente rugosa, profondissima, cribrosa, la quale diventa rada e più fina sul processo prosternale; questo è largo, infossato longitudinal- nte e si spinge allargandosi a forma di trapezio isoscele tra

arte mediana del mesosterno con forti rugosita longitudinali, uelle del metasterno è liscia con corte rugosità longitudinali ingo la base. Sterniti Tneidi, con punteggiatura estremamente e fina nel mezzo, piu grossa e piu densa ai lati, i due

. d’ambo i lati della linea mediana, a soa distanza dagli angoli

| anche anteriori; orlo apicale largo, troncato in linea retta.

198 : E. GRIDELLI

primi con rugosità longitudinali basali. Terzo depresso a semi- cerchio nel mezzo (verso l’ apice). Sternite anale con punteggia- tura più densa e molto più grossa.

Tibie anteriori bidentate.

Lungh.: 5,5 mm. Porto Bardia (Cirenaica orient.). Un solo esemplare racolto da C. Confalonieri, nel marzo 1927 (in coll, Mus. Civico Genova).

Differisce dal rotundatus per il corpo ovale allungato, a lati quasi paralleli nel mezzo (nel rotundatus è ovale largo), le elitre a lati quasi paralleli (nel rotundatus a lati fortemente arrotondati) con punteggiatura e granulazione più fina e più rada, nonchè per |’ obliterazione quasi totale del solco longitudi- nale mediano del mento e per l'orlo anteriore del clipeo tron- cato in linea retta. i

Per questi ultimi caratteri s' avvicina molto alle specie che Reitter (Deutsch. Ent. Zeitschr. 1914, p. 46, 53) attribuisce al genere Apentanodes e precisamente al globosus Reiche. Ne differisce però per la statura molto minore, il corpo molto più stretto, a lati quasi paralleli nel mezzo, la punteggiatura (parti colarmente del capo e pronoto) molto più profonda e molto più

densa, l’obliterazione di un tratto della parte apicale della linea.

epipleurale interna, ecc. Erodius (') (Zophoserodius) zophosoides All.

Indicato da Schuster (III) di Cirenaica, senza citazione det- tagliata di località; raccolto G. C. Kruger, Coll. R. Uff. Agr. Bengasi: Agedabia, Gialo (leg. G. ©. Kruger, determ. Schuster).

Descritto d’Algeria (1 es.! di Orano, ex coll. Reitter), comune nella Tunisia: Tozeur ! e Kairouan ! molti es. leg. A. Kerim, aprile 1873. Boehm (Bull. Soc. Ent. Egypte, 1909, p. 124) lo indica d’ Egitto.

(1) La sistematica di questo genere è estremamente difficile in seguito all’ uni- formita delle specie ed alla loro grande variabilità. Consiglio a chi leggerà queste: righe di vedere quanto scrisse a questo proposito Solier nel 1834 (Ann. Soc. Ent. France, 1834, p. 598, nota). Dopo quasi un secolo, ad onta delle monografie di

Kraatz (1865), Allard (1873) e Reitter (1914) il progresso fatto è quasi nullo e pur-

troppo le parole di Solier si SLI, ripetere nel Ol senza peccare di sover- chio pessimismo !

Bae ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 199

Erodius (Dirosis) Lefraneii Kr.

| Erodius Lefrancii Kr., Rev. Tenebr. 1865, p. 60. > » ie Rev. Mag. Zool. 1873, p. 149. tei. Bestimm.-Tab. LXXI, 1914, p. 63.

Un solo esemplare Q!, raccolto a Tobruch, da Confalonieri

| (marzo hai }s È. Algeria: Biskra !, fine aprile 1895 (leg. Chobaut). Tunisia: Kairouan ! 12-1V-1873, 16 es. d’ambo i sessi; Tamagza ! V-1873, | pi di, 1 9; fra Tamagza e Tozeur !, V-1873, 2 Td; Tozeur ! È _IV-1873, 1 gf? (leg. A. Kerim); lisa ! presso Gafsa, V-1902,

SE o leg. E. D'Albertis. a Varia notevolmente per la struttura delle costole delle elitre. Talvolte esse sono larghe, opache, granulate e quindi risaltano | poco dal fondo dell’elitra (esempl. di Biskra e Tobruch); tal altra esse sone più strette, più elevate, liscie e lucide. Non credo che questi particolari abbiano molta importanza. Prosterno nei due | sessi con pubescenza piuttosto densa, formata da lunghi peli gialli; nel Sg inoltre col solito ciuffo di peli presso all’ orlo anteriore. Algeria, Tunisia, Cirenaica. Non citato d’ Egitto.

A

Hrodius (Dirosts) barbarus (!) Sol.

| Erodius barbarus Sol., Ann. Soc. Ent. France 1834, p. 538. Moe » All., Rev. Mag. Zool. 1873, p. 148. o » Reitt., Bestimm.-Tab. LXXI, 1914, p. 63.

Vidi un esemplare g raccolto a Bengasi da Zanon (det.

1922, p. 13. | Caratteri sessuali come nella specie precedente.

(1) Questa specie viene spesso confusa nelle collezioni coll’ affine Le/rancti Kr., dal quale essa si distingue però agevolmente come segue:

a. La punteggiatura del pronoto è molto grossa e densissima, fortemente ru- | gosa, particolarmente ai lati, non o appena diradata sul disco. Granulazione delle | elitre densa. Corpo piccolo, corto, fortemente convesso: elitre larghe, corte, inter- (i valli tondeggianti, poco appuntite all’ apice.

Lungh. : 7-9 mm. Algeria, Tunisia, Tripolitania, Cirenaica. barbarus Sol. 6. La punteggiatura del pronoto è molto più fina, fortemente diradata sul disco: ai lati essa è molto densa, leggermente a raspa, non rugosa. Corpo più i Cs ande, più allungato, meno convesso: elitre più lunghe, ovali, molto più appun- te all apice. La granulazione degli intervalli delle elitre é piu rada.

| Lungh. : Ber 12,5 mm. Algeria, Tunisia, Cirenaica. Lefrancii Kr.

Schuster). Vedi Zanon (1922) e Schuster, Mem. Soc. Ent. Ital. I,

rata E. GRIDELLI

Tunisia: Gabés !, 1 o. (ex coll. Gavoy, in coll. Mancini). Tripolitania : Tripoli !, aprile 1926, leg. Invrea, VI- 1902 leg. E. D'Albertis; Homs! leg. Andreini 1913 ed Invrea 1926; Misu- rata ! leg. Andreini 1913.

Erodius (Dirosis) Festae Schuster

Erodius Festae Schust., in Dodero, Boll. Mus. Zool. Anat. comp. R. Univ. Torino, vol. XXXVII, mr. 743, 1922, p. 4neta 1.

Descritto su esemplari raccolti dal D." Festa a Fuehat (Ben- gasi) ed inviati a Schuster da Dodero (1922). Zanon (1922).

Secondo Schuster (1. c.) la specie appartiene al sottogenere Erodius s. str. perchè essa ha la linea epipleurale interna delle elitre «nicht nach aussen geschwungen ». Dall’ esame della serie tipica della coll. Dodero, nonchè di alcuni altri esemplari sottocitati mi sono però convinto che la specie appartiene al sottogenere Dirosis, perchè tutti gli esemplari hanno la suddetta linea epipleurale nettamente sinuosa nella metà apicale.

Per la disposizione delle carene delle elitre, scultara, forma del corpo e specialmente per le tibie anteriori bidentate, |’ Er. Festae è molto simile al dicarinatus Er. Se ne distingue pero agevolmente per la punteggiatura più grossa e più densa dei lati del pronoto, la presenza d’ una profonda impressione transver- sale basale, fortemente punteggiata e limitata esternamente da una carena obliqua, piuttosto elevata, la quale prende origine dal vertice dell'angolo posteriore, nonchè per la forma particolare dell’ orlo del pronoto, carattere questo fattomi giustamente osser- vare da Dodero.

Nel bicarinatus Er. |’ orlo Loi del pronoto è seguito da una zona marginale spianata, piuttosto larga, la quale è anzi leggermente incavata a doccia nel tratto mediano; di conseguenza l'orlo finamente rilevato del pronoto si trova ad un livello supe- riore a quello della superficie marginale adiacente. Nel Festae invece |’ orlo del pronoto è seguito in tutta la sua lunghezza da un rigonfiamento largo e ben pronunciato, sicchè l’ orlo stesso si trova ad un livello inferiore a quello della pu margi- nale adiacente.

o senza ciuffo di peli sul prosterno.

Bengasi ! aprile, Tobruch ! marzo, alcuni esemplari raccolti

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB

d de. C. Krùger (in coll. Dodero); Tobruch! due es. raccolti dal | Ten. G. Botto; Golfo di Bomba !, due es. raccolti dal Sign. Gan- - dini, durante la campagna dla R. Nave « Amm. Magnaghi » nell’ aprile 1927. Zanon (1922): Bengasi, Giuliana; aprile 1917. Falzoni (1923): Diversi es. di El Abiar, ai Fuehat, Cirene (leg. Ghigi). Dodero (1925): Bengasi, leg. Festa. Schuster (III): | Agedabia. leg. G. C. Kriger. Dodero (in litt.): Agedabia, | Bengasi, leg. G. C. Kruger.

EKrodius (Dirosis) Krilgeri Schuster

E odius Krigeri Schust., Ann. Mus. Civico Genova, LII, 1927, p. 374.

Descritto di Agedabia e di Tobruch; raccolto da G. C. Kruger; tipi in coll. Schuster e coll. R. Ufficio Agrario Bengasi.

a Vidi esemplari raccolti da G. C. Kriiger ad Agedabia, deter- | nati da Schuster, gentilmente comunicatimi da Dodero, i quali | possono quindi considerare come materiale tipico. Essi sono fici opachi; la punteggiatura del pronoto è talmente a raspa da formare una vera e propria granulazione. Noto inoltre i che gli intervalli delle elitre non sono punteggiati (vedi l. c. i a 375) bensi granulati.

Erodius (s. str.) cyrenaicus Schust. i Erodius cyrenaicus Schust., Boll. Soc. Ent. Ital. 1926, p. 130.

Vidi due esemplari tipici di Agedabia (loc. class.) raccolti da . C. Krùger, gentilmente comunicatimi da Dodero. Vedi pure 3 Schuster (II). 7 4 Non mi sono note altre località di cattura.

Erodius Emondi Sol.

dr Con questo nome non intendo la forma descritta da Solier (Ann. Soc. Ent. France 1834, p. 585) e nemmeno quella di Allard (Rev. Mag. Zool. 1873, p. 210) e di Reitter (Bestimm.- fab. LXXI, 1914, p. 78) bensì un complesso di forme non scin-

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202 E. GRIDELLI

dibili in modo indubbio, abitanti particolarmente l’ Algeria e la Tunisia, ritenute da Solier quali specie diverse, riunite da Kraatz (Rev. Tenebr. 1865) in un unica specie (Emondi), nuovamente divisa da Allard (1. c.) e finalmente considerate da Reitter quali varietà o razze dell’ Emondi. |

Dallo studio dei lavori succitati mi sono convinto dell’ impos- sibilita di determinare con esattezza gli esemplari di Cirenaica, senza una revisione di tutti i gruppi. Mi limito quindi a indi- care i caratteri degli esemplari di Cirenaica.

Elitre con tre costole (una omerale, due dorsal: linea epipleurale interna uniformemente curva in tutto il suo percorso, non sinuata nella metà apicale (subg. Erodius s. str.); costole delle elitre non careniformi; base del pronoto fortemente bisinuata; tibie anteriori diritte.

Questi caratteri conducono, usando la tabella di Reitter, al numero 13° (p. 78).

I. Due esemplari del golfo di Bomba ! { Cirenaica orien- tale) raccolti da Gandini nel giugno 1927, duri la campagna della R. Nave « Amm. Magnaghi ». Corpo levigato, molto lucido. Elitre piuttostto densamente granulate nella parte apicale declive; la granulazione va diventando meno densa proseguendo negli intervalli verso la base, raggiunge la base nell'intervallo esterno, l’intervallo medio privo di granuli in una piccola zona basale, l'intervallo suturale è privo di granuli, liscio nel terzo. basale, posteriormente con granuli sempre più distinti. La granulazione non diminuisce la lucentezza grassa degli intervalli, però le

costole, non granulate, sono molto più lucide degli intervalli.

Pronoto liscio, lucidissimo (come le costole delle elitre), con pun- teggiatura fina, leggermente a raspa, rada, lungo il margine laterale e lungo la base (nella leggera depressione trasversale basale, presso gli angoli posteriori). ©’: prosterno senza ciuffo ‘di peli distinto. Lungh.: 11-12 mm.

E molto probabile che questa forma sio all’ Erodius nitidicostis All. (I. ¢. p. 220).

Il. Quattro esemplari di Tobruch ! (Cirenaica orientale), in

coll. Dodero (tre raccolti da G. C. Kriger, ed uno di raccogli

tore ignoto, ex coll. Mancini): Come gli esemplari precedenti, però il pronoto è meno lucido, con lucentezza grassa, con pun- teggiatura laterale più densa e più estesa. Gli intervalli delle

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 203

. elitre sono molto più opachi, con lucentezza grassa oscura; le | costole sono pure molto meno lucide, esse pure con lucentezza 3 grassa, poco più lucide degli intervalli. L'intervallo suturale è granulato in tutta la sua lunghezza, nel terzo basale la granu- lazione è più fina che all’ apice, pero densa e bene evidente. «Questa forma corrisponde all’ Emondi Sol. (sensu Reitt. 1. c.) | e non dubito che si riferiscano ad essa gli esemplari di Cirenaica, citati da Schuster (III) e forse anche quelli citati da Dodero (1925) di Bengasi (leg. Festa).

Boehm (Bull. Soc. Ent. Egypte 1909, p. 125) indica d'Egitto il nitidicollis Sol. Karsch (Berl. Ent. Zeitschr. 1881, p. 43) indica delle oasi di Augila e Gialo: Erodius nitidicollis Sol. var. (leg. Rohlf). Le forme suddette rappresentano elementi occidentali nel complesso della fauna di Cirenaica,

ae ody

Ors. Geo C. Kriger mi comunica d’ aver raccolto a Es Sahabi P Erodius puncticollis Sol. e a Gialo l Erodius costatus Sol. (Coll. R. Uff. Agr. Bengasi; _ determ. Schuster). Si tratta in ambedue i casi di specie egiziane.

- a

Curimosphena villosa Haag

È Esemplari raccolti da Zanon a Bengasi, determinati da Schuster | (vedi Schuster, IV). Zanon (1922): Fuehat, maggio 1916, | sotto i sassi Dodero (in litt.): Bengasi, leg. G. C. Kriiger. . Regione mediterranea, Guinea, Angola.

Zophosis punetata Brullé

: Il prof. C. Anti raccolse a Cirene, nell’ agosto 1925, un esemplare di Zophosis che appartiene certamente a questa specie. _ Non sono però in grado d’indicare a quale delle numerose forme descritte esso debba venir riferito. Determinandolo con Reitter . (Bestimm.-Tab. LXXVII, 1916, p. 85) esso corrisponde alla forma È. tipica (sensu Reitter). Lo stesso dicasi di 4 es, raccolti da Con- | falonieri a Porto Bardia ! (marzo 1927).

4 Dodero (1925) indica la forma tipica di Tocra e la var. va-

_riepunctata Deyr. di Tolmetta (leg. Festa). Schuster (III) | indica di Cirenaica l’ab. Maillei Sol. Dodero (in litt.): Porto Bardia, Cirene, Bengasi (leg. G. C. Kriiger).

_ Regione mediterranea orientale, Asia Minore, Siria, Armenia, regione caucasica, ad oriente fino al Transcaspio.

204. E. GRIDELLI

Zophosis algeriana Sol.

Dodero (1922): Fuehat e Ghemines, leg. Festa. Zanon (1922): Fuehat !, aprile 1918, comunissima. Falzoni (1923): Fuehat, Cirene, Derna, Lete, Bengasi, El Abiar (leg. Ghigi).

Vidi una numerosa serie degli esemplari di Fuehat, citata da Zanon. Le antenne sono più lunghe che nella pygmaea Sol.

con articoli mediani allungati, notevolmente più lunghi che larghi. |

Essi potrebbero quindi venir riferiti a questa specie e corrispon- dono abbastanza bene alla descrizione di Deyrolle (Ann. Soc.

Ent. France, 1867, p. 117). Delle stesse forme vidi esemplari |

raccolti a Misurata ! (Tripolitania) nel 1910 dal Dott. Andreini, ed uno di Tripoli ! determinato da Chatanay per algeriana Sol. Algeria, Tripolitania, Cirenaica.

Zophosis cyrenaica Schuster Zophosis cyrenaica Schust., Ann. Mus. Civ. Genova, LII, 1927, p. 375.

Descritta su esemplari raccolti da G. C. Kriiger a Tobruch t

Non ho esaminato il tipo della specie e nemmeno esemplari

di Tobruch, pure credo di poter riferire ad essa gli esemplari raccolti da Zanon nei dintorni di Bengasi e da lui citati (1922) col nome di viridilimbata (*) Chob.

Specie nota finora soltanto di Cirenaica, appartenente al

7.° gruppo di Reitter (Bestimm.-Tab. 77, 1916, p. 95) le cui specie sono proprie del Mediterraneo orientale, Asia ed Arabia (una Z. viridilimbata Chob., nel Sud tunisino).

Zophosis complanata Sol. bah

Dodero (in litt.): Scegga ! (Marmarica), tre esemplari raccolti

da G. C. Krùger. Vidi anche due esemplari, determinati da

(*) Zophosis viridilimbata Chob. Zanon (1922): Bengasi (Giuliana, maggio 1946, Cimitero Nuovo, maggio 1919). Vidi i seguenti esemplari (coll. Zanon, R. Uff. Agrario Bengasi): Cimitero Nuovo ! maggio 1919; Fuehat !, novembre 1918; Giu- liana !, maggio 1916; Sidi Kalifa !, maggio 1919.

È escluso trattarsi della nata Chob. (le elitre hanno una depressione. i

evidente lungo la sutura; le loro epipleure presentano numerose lineette rilevate longitudinali parallele, ced, Riferisco questi esemplatls pero con dubbio, alla cyrenaica Schust.

ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB 205

pe È,

Baudi, provenienti dall’ Egitto MORSI (in coll. Mus. Civ. _ Genova).

| Egitto, Arabia.

Hionthis tentyrioides Mill.

| Venne raccolto in grande quantità da Zanon nei dintorni di Bengasi: Fuehat ! (vedi Zanon 1922); gli esemplari ! vennero determinati da Schuster e corrispondono perfettamente ad uno

| del Cairo ! (in coll. Mus. Civ. Genova).

. Siria, Egitto, Cirenaica.

Mesostena angustata F.

| Mesostena angustata Reitt., Bestimm.-Tab. XLII, 1900, p. 141.

Comunissima a Giarabub ! (dicembre 1926, febbraio-marzo 1927); alcuni esemplari vennero raccolti alle cisterne Sceheibat presso Giarabub (dicembre 1926) e lungo la via da Porto Bardia a Giarabub (26-28 novembre 1926). Schuster (III) indica la specie di Cirenaica (senz’altra citazione): esemplari raccolti da _G. ©. Kriger. Dodero (in litt.): Agedabia leg. G. C. Kriiger. Coll. R. Uff. Agr. Bengasi: Agedabia, Gialo (leg. G. C. Kruger, determ. Schuster).

Esemplari molto variabili di grandezza, però abbastanza uni- formi per forma e scultura del corpo. Capo con punteggiatura f grossa e densa ai lati e lungo la base, molto più fina e più 1 rada sulla fronte. Parte ripiegata del pronoto con punteggiatura densa e grossa nella zona adiacente alle anche; la punteggiatura diventa un po’ più fina fino a sparire SON, zona marginale sterna. Punteggiatura del pronoto rada, finissima ai lati, appena percettibile sul disco. Pronoto trasversale, elitre colla massima larghezza nel mezzo. Lungh. 9,5-15 mm.

DI _ E. GRIDELLI È

° stesse variazioni di: Cairo ! (Egitto), 66 es. raccolti da Doria e Beccari nel 1880; Jaffa ! (Palestina), 4 es. “03

Conosco pure la laevicollis Sol.: 1 es. Siria ! (Baudi) e la | longicollis Luc. (es. di Algeria e di Tunisia), le quali certamente non si possono separare specificamente dall’ angustata.

La tipica angustata è diffusa dunque nell’ Egitto, Cirenaica orientale, Palestina, Sinai (1), Mar Rosso, Arabia. Holdhaus (Ann. Mus. Wien XXXIII, 1919, p. 44) indica la laevicollis di | di Mesopotamia.

Tentyriini dell’ VIII gruppo di Reitter

Reitter (Bestimm. - Tab. XLII, 1900, p. 89) comprende nel | VII gruppo, i generi Homala Eschsch., Oterophloeus Desbr. e Psammoica Sol. Questi generi. si distinguono facilmente da tutti gli altri per la struttura dell’ orlo interno rilevato delle epipleure delle elitre, il quale è molto ingrossato ed opaco, con striatura trasversale finissima e densissima, la quale rende la | sua cresta simile ad una lima. Noto inoltre che le tibie sono a solcate lungo il lato esterno e che la base delle elitre non è orlata, ad eccezione d’un breve tratto omerale. L’ aspetto generale ricorda molto il genere Pachychile, oppure 4 so Homala e Psammoica hanno un abito particolare. | 4

Homala e Psammoica sono due generi bene definiti mentre a Oterophioeus rappresenta un miscuglio di specie eterogenee. Lag specie penoupics è il picipes Desbr. al quale possiamo aggiun- | gere senz’ altro humerosus Fairm. e deflexangulus Reitt. Sono. tre specie di piccola statura, d’ habitus diverso da Tentyria, > ricordante un po’ quello delle Pachychila. Hanno inoltre in © comune la forma del solco golare (vedi più oltre). Sono però | costretto a considerare quale Oterophloeus anche Haagi Kr. e Desioi mihi, due specie diversissime tra loro, di grande statura, d’ habitus assolutamente identico a quello del genere Tentyria, le quali certamente sono poco affini alle tre specie del genere Oterophloeus s. str. Non trovo però caratteri atti a fissare questa diversità, ad eccezione forse della forma e del decorso de solco golare (vedi più oltre). Sono convinto ch’ esse formano almeno un sottogenere di Ofer ophloeus, ma non credo. oppor-

A a a Ree ae ae OE

(1) Vedi Peyerimhoff, Abeille XXXI, p. 30. Indica di Persia la laevicollis Sol.

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB

uno di indicarlo con un nome. È meglio attendere una revisione

delle Tentyriinae, che valga a chiarire le vere affinita di questo- | grande gruppo, finora molto studiate, ma in realtà poco note. La tabella seguente non deve essere considerata che come un tentativo di facilitare la determinazione delle specie e dei | generi dell’ VIII gruppo di Reitter:

| A. Base del pronoto largamente e profondamente incavata ad | arco; l’orlo basale non smarginato, debolmente ed uniforme- «mente curvo (concavo) in tutta la sua larghezza. Processo ——mesosternale fortemente convesso, non solcato. Il processo | prosternale supera posteriormente I’ orlo posteriore delle «anche anteriori; la sua parte postcoxale, bene visibile di profilo, termina con una sporgenza dentiforme, dal cui vertice cade perpendicolarmente formando una breve sinuo- | sità concava, che rende più accentuata la sporgenza den- tiforme suddetta. Occhi piatti, non sporgenti. Pronoto uniformemente arrotondato ai lati, con angoli posteriori ottusi, molto largamente arrotondati. Tibie anteriori debol- mente solcate lungo il lato esterno (margine estensorio). Lung. 10,5-12 mm. Descritta erroneamente d’ Egitto T (vedi Sol., Ann. Soc. Ent. France, 1835, p. 374, tav. VIII, figg. 6-7). Specie propria del Senegal e della Senegambia. «Senegal!, 3 es. Homala polita Sol. La superficie basale del pronoto è regolarmente convessa, non incavata ad arco. . . CAIRO, 2. L'orlo temporale sale lungo |’ orlo abglare His sepa- randolo dal contorno del capo e formando colla parte libera un angolo sporgente, ottuso (maggiore di 90°), col | Vertice vivo ed acuto. Le guancie formano coll’ orlo ocu- lare un profondo angolo rientrante. Fossa golare quasi rettilinea, ai lati stretta e poco profonda, nel mezzo poco . dilatata. Apice del prosterno leggermente piegato, non N orlato, con solco mediano bene pronunciato, in parte visi- bile di profilo; profilo ad angolo ottuso, senza sporgenza dentiforme. Pronoto fortemente dilatato ai lati; angoli | posteriori molto ottusi. Elitre quasi liscie, depresse lungo ial sutura, fortemente dilatate ed arrotondate ai lati, for- | temente appuntite all’ apice. Punteggiatura del capo densa

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208 E. GRIDELLI

e piuttosto fina, quella del pronoto un po’ più fina e più rada. Lungh. 10-11 mm. Cirenaica orientale. | Psammoica (') laticollis Schust. L'orlo temporale non sale lungo l'orlo oculare e non forma con esso un angolo sporgente, a vertice vivo ed acuto. Oterophloeus. . . . «Lene Ls 3. Habitus di Tentyria. Corpo al Lr, Sula continua,

di profondità uniforme, nel suo complesso formante un

arco regolare, colla concavita volta verso la bocca (Haagi)

oppure quasi diritta (Desio) ai lati molto stretta, nella parte mediana più larga, ma nettamente limitata, tanto

anteriormente che posteriormente... e Corpo piccolo. Fossa golare non continua, di iii

non uniforme; un largo tratto mediano è relativamente

poco profondo, col fondo non limitato posteriormente da una forte e grossa piega careniforme . . : NT, 4. Occhi grandi e convessi, sporgenti dal no del cae carene oculari bene marcate. Pronoto piccolo, fortemente convesso, fortemente arrotondato ai lati, con angoli poste- riori quasi completamente arrotondati. Apice del prosterno fortemente ripiegato, finamente orlato, invisibile di profilo.

Punteggiatura fina e relativamente densa sul capo e pro-

noto, rada e irregolare sulle elitre, con tendenza alla for-

mazione di serie longitudinali. Corpo lucidissimo. Lungh.:

8- 10,5 mm: Egitto... ae Occhi completamente appiattiti, non sporgenti dal contorno

del capo; carene oculari bene marcate. Pronoto piu ampio,

meno convesso, meno arrotondato ai lati, con angoli poste- riori ottusi, ma con vertice appena arrotondato, vivo.

Apice del prosterno meno fortemente ripiegato, orlato, più

lungo, visibile di profilo in forma di larga sporgenza den-_

(1) Psammoica lucida Sol., Ann. Soc. Ent. France 1835, p. 307, tav. 7, figg. 11-12. Specie d’ Egitto a me ignota in natura, molto simile alla laticollis.

(2) Vedi Gridelli, Boll. Soc. Ent. Ital. 1928, p. 18. Specie descritta da Kraatz di Egitto (Alessandria) (Rev. Tenebr. 1865, p. 155) quale Tentyria, con carene oculari ben marcate, attribuita falsamente da tutti gli autori al genere Tentyriina (per indicare la specie di Tentyriina priva d’ orlo basale ingrossato delle elitre). Citata da varii autori (Andres, ecc.) e ridescritta da Boehm (Bull. Soc. Ent. Egypte 1914-45, 1916, p. 50-51, figg. 2,5) col nome di Tentyria tenuimarginata. La sinonimia sud- detta venne da me accertata mediante il confronto di uno degli esemplari di Haagt

descritto da Kraatz con un esemplare di tenuimarginata, catturato a Gizeh (Egitto) e gentilmente donatomi dal collega Andres.

Ann, del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LIV (7 Giugno 1930). 14

angoli posteriori assenti, apparentemente completamente

di Tunisia (Bestimm.-Tab. 42, 1900, p. 143). Tunisia: e

8 un es. leg. Bardi, VII-1913. . . . deflexangulus (7) Reitt.

6. Parte postcoxale del processo uu corta, ui pie-

tondato; l’orlo rilevato è rudimentale, appena visibile EN all’ estremo apice. Parte intercoxale fortemente depressa

| Agedabia (determ. Schuster; coll. R. Uff. Agr. Bengasi).

va). Ho avuto però da Schuster col nome di picipes un es, di Algeria (Toug-

ESPLORAZIONE DELL'OASI DI GIARABUB 209 or

tiforme ottusa. Elitre più lunghe, più depresse, molto meno a dilatate ai lati, con punteggiatura molto piu fina, appena si visibile. Tutto il corpo è opaco, con debole lucentezza Ri asa... AV i bia Desio n. Sp. Dr Pronoto (a visione data) A trasversale, con a

arrotondati. In realtà essi sono molto ottusi, ma bene marcati e vivi, però fortemente piegati all’ ingiù, in modo da non essere visibili dal dorso. Apice del processo pro- sternale appena declive, con orlo rilevato forte e ben i marcato. Lungh.: 8-11 mm. Tunisia, Tripolitania. Deseritto Ba

Kebili!, un es. ex coll. Schuster. Tripolitania; Bungeim |, i

Angoli posteriori del pronoto non ripiegati, i cu misibilisdal'dorso -... . 9... ; BSS oe ar

gata all’ingiù, triangolare, finamente orlata ai lati, con 9 vertice acuto e vivo; parte intercoxale con depressione È mediana appena accennata. Angoli posteriori del pronoto molto ottusi, ma vivi e ben marcati. 0

Lung.: 10-10,5 mm. Tunisia. | humerosus Fairm. (?) a Parte postcoxale del processo prosternale lunga, completa- a mente ripiegata, a lati meno convergenti e vertice arro- i

lungo la linea mediana. Angoli posteriori del pronoto molto meno ottusi, vivi, quasi retti, in seguito ad una

sinuosità preapicale piccola, ma ben pronunciata, dell’ orlo A laterale. a Lungh.: 10,5 mm. Algeria. picipes Desbr. (°) on

mc) G. C. Kriiger mi comunica d’ aver raccolto un esemplare di questa specie a

(2) Vidi i due esemplari tipici descritti da Fairmaire (Ann. Mus. Civ. ANSIA

1 875, p. 548) raccolti da Abdul Kerim a Tamagza (Tunisia) nel maggio 1873. i) È i _ (5) Secondo Bedel (Ann. Soc. Ent. France 1884, p. 223) il piciyes sarebbe sempli- 2 Monte sinonimo del humerosus, e ciò in base al confronto del tipo del picipes ca

T. (in coll, Bedel) coi tipi del Awmerosus Fairm. (della coll. del Mus. Civico di

210 | E. GRIDELLI

Psammoica laticollis Schust.

Psammoica laticollis Schust., Boll. Soc. Ent. Ital. 1926, p. 131.

Un esemplare raccolto da Gandini nel golfo di Bomba ! (Ciren. orient.) nel 1927, durante la campagna della R. N. « A. Magnaghi », eguale agli esemplari della serie tipica, raccolti da G. C. Kruger a Porto Bardia (Ciren. orient.), gentil- mente comunicatimi da Dodero.

Estremamente affine alla lucida Sol. d'Egitto, dalla ni non è forse specificamente distinta.

Dodero (in litt.): Porto Bardia ! leg. G. ©. Kriiger. Ben- gasi ! (Fuehat), novembre 1916, indicata da Zanon (1922) col a nome di Tentyria Cantarae Fairm. (in coll. R. Uff. Agrario Bengasi). | :

Oterophloeus Desioi nov. spec. |

Corpo molto opaco, con debole lucentezza grassa. Capo con punteggiatura densa e relativamente grossa; orlo anteriore del | clipeo non rigonfio, con sporgenza mediana ottusa, leggermente | asimmetrica. Carene oculari molto sviluppate; occhi piatti, non sporgenti, il loro contorno si fonde in curva continua con quello | delle tempie. Mento largamente smarginato all’orlo anteriore, con depressione longitudinale mediana larga ma poco profonda, punteggiato piuttosto radamente nel mezzo, ai lati e lungo l’orlo | anteriore con punteggiatura più densa. Fossa golare diritta; stretta | e profonda ai lati, più estesa nel senso longitudinale (più larga) | ma egualmente profonda nel mezzo; il tratto mediano largo viene diviso posteriormente dal resto della superficie del capo da un ~ leggero rilievo trasversale. | a

Terzo articolo delle antenne molto piu lungo (un po” meno del doppio) del secondo; articoli mediani, gradatamente più corti, tutti più lunghi che tee 9.° e 10.° quadrati.

Pronoto poco trasversale, colla massima larghezza circa nell metà; i lati convergono fortemente, quasi in linea retta, all’ indietr O e più debolmente, in curva molto leggera, all’innanzi. Disco’ poco convesso; orlo anteriore troncato quasi in linea. retta angoli anteriori oe a angoli posteriori ottusi

ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB

ma vivi, appena arrotondati all'apice. Orlo posteriore fortemente ngrossato, leggermente curvo (convesso), leggermente sinuato dambo i lati, vicino agli angoli posteriori. Punteggiatura un po’ | più fina e quindi un po’ più rada di quella del capo. Episterni del protorace d'aspetto leggermente coriaceo, con punteggiatura rada, a punti larghi, ma pochissimo profondi. Parte postcoxale del processo prosternale larga, arrotondata all’ apice, leggermente ripiegata, orlata; vista di profilo essa supera l’orlo delle anche, in forma di o sporgenza dentiforme ottusa. | Elitre poco convesse, leggermente appiattite lungo la sutura, più larghe del pronoto, pochissimo dilatate ed arrotondate ai lati, colla massima larghezza dietro alla metà, notevolmente appun- tite. Angolo omerale ottuso; orlo ingrossato basale assente, ridotto d un corto tratto omerale, che verso l'interno raggiunge appena l’altezza dell’ angolo posteriore del pronoto. La punteggiatura è rada e finissima, molto più fina di quella del pronoto, appena isibile. Lungh.: 11-13 mm. Oasi di Giarabub, 5 atta raccolti da

Mitici nel marzo 1927 ed uno raccolto da G. C. Kruger,

è

nel giugno 1926. Questa bella specie è nominata in omaggio al Dott. Ardito Desio, del Museo Civico di Storia Naturale di Milano, che fece parte della Missione Italiana a Giarabub in qualità di geologo, e del quale son ben noti e apprezzati gli studii sulla geologia della Cirenaica. Tipi: coll. Mus. Civico Genova.

. Sechweinfurthia Schusteri nov. spec.

| Corpo nero, poco lucido; antenne, palpi e zampe colorati in runo-rossastro, Oscuro. do con punteggiatura grossa e molto densa, leggermente rugosa sulla fronte e sul clipeo. Orlo ante- CSA del clipeo troncato-arrotondato, senza accenno d’una divisione n lobi. Occhi piccoli, a visione dorsale poco sporgenti, a visione Bi. allungati nel senso trasversale, ma integri, senza accenno Bitonto d’una divisione (tempie e guancie non prolungate nel- l'occhio). Carena oculare rudimentale, ridotta ad una traccia presso l’orlo interno dell'occhio. Fossa golare estesa a tutta la larghezza, o Ora ma molto poco profonda, special

PUO E. GRIDELLI

giatura grossa e densa, posteriormente la superficie è quasi liscia, con poche leggere rugosità ai lati. Mento con punteggia- tura molto grossa e densa, con orlo anteriore subtroncato. non inciso; manca ogni traccia d'una linea. mediana impressa o comunque caratterizzata.

Pronoto trasversale, colla massima a larghezza circa nella meta, (forse appena prima) ristretto anteriormente e posteriormente in. linea quasi retta, con angoli posteriori marcati, non arrotondati, al vertice, ma molto ottusi. Punteggiatura densa, più fina di quella del capo, ai lati molto densa e leggermente a raspa. |

Elitre regolarmente arrotondate ai lati, colla massima larghezza, circa nella metà, appuntite all’ apice, molto più larghe del pro- noto. Base più larga di quella del pronoto, piuttosto fortemente concava in tutta la sua larghezza, con orlo rilevato piuttosto; “grosso, completo, ingrossato all'angolo omerale, il quale è evi- dentemente sporgente all’ innanzi. Mancano strie evidenti; la. superficie delle elitre è leggermente opaca, d'aspetto coriaceo, leggermente ineguale, con punteggiatura rada e piuttosto, fina,. più addensata ai lati e nelle zone omerali. Orlo interno della parte ripiegata non ingrossato e non striato trasversalmente a. guisa di lima. Scudetto piccolissimo.

Prosterno con punteggiatura grossa e molto densa, rugosa, processo intercoxale completamente ripiegato; pubescenza molto: rada, bruno- giallastra. Punteggiatura ui sterniti piuttosto grossa, Tadao

Antenne piuttosto allungate; terzo articolo poco più lungo del 1. e 2.° riuniti, sottile, leggermente dilatato all’apice; quarto molto più corto del terzo, circa del doppio lungo quanto largo;. gli articoli seguenti gradatamente più corti e più larghi; l'ottavo. leggermente trasversale; nono e decimo fortemente trasversali.

Angolo apicale esterno dei tarsi anteriori con un prolunga- mento digitiforme molto lungo, piuttosto sottile, a lati subpa- ralleli, arrotondato all’apice, visto di faccia diritto, visto di lato leggermente curvo, lungo quanto la più lunga delle due spine ~ che armano l'angolo apicale esterno, lungo circa quanto i tre articoli basali dei tarsi anteriori. {

Lungh.: 9,5 mm. Un solo esemplare raccolto da C. Confalo- nieri nell’ oasi di Giarabub, nel marzo 1927 (Mus. Civ. Genova).

Questa specie va riferita certamente al genere Schweinfur-

oe | ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB 273

thia Andres, caratterizzato specialmente dalla strana struttura delle tibie anteriori. Ripeto che l’angolo apicale esterno è pro- 1: lungato lungamente mentre |’ angolo interno porta due spine; Andres considera invece il prolungamento suddetto quale spina b (sprone)

| Differisce dalla Schw. sinaîtica Andres (Ent. Blatt. 1999, | p. 26-27 fig.) per il corpo più allungato e più stretto, il pro- noto molto meno ampio in confronto alle elitre, le quali sono proporzionalmente più lunghe e più strette, il capo assolutamente ae di linea mediana lucida, gli angoli posteriori del pronoto fortemente ottusi, l’orlo laterale delle elitre uniformemente curvo (non smarginato all'altezza delle coscie posteriori).

La Schw. sinaitica venne descritta un esemplare del Sinai (Ajon Misa), della coll. Andres. E specie a me ignota in natura; le differenze suddette sono desunte dalla descrizione.

sa La figura data da Andres rende con sufficiente esattezza l’habitus del genere. Andres ritiene che Schweinfurthia sia vicino a Talpophila e Psammoica. Posso dire soltanto che si tratta d’una vera Tentyriinae, ma non credo possibile indicare a quale dei generi esso sia affine. Non ha nulla in comune con | Talpophila é tanto meno con Psammiotca (le cui specie hanno l’orlo interno della parte ripiegata delle elitre ingrossato e striato trasversalmente a lima), La posizione del genere non potrà venir fissata che mediante lo studio monografico di tutte le Tentyriinae. a Schuster, al quale comunicai l’esemplare in esame, lo ritiene Bpociteament diverso dalla sénaitica e mi comunica di cono- ‘Scere esemplari d’una terza specie, inedita, Caio dai din- tomi di Gedda (Arabia).

fi; Scelosodis castaneus Eschsch. wy

a aa » Kr., Revis. Tenebr. 1865, p. 241.

“TAC » Reith, Bestimm.-Tab. XLII, 1900, p. 145. p. Abiga Cerisyt Guér., Bull. Soc, Ent. France 1859, p. CXC. Scelosodis castaneus Guér., Bull. Soc. Ent. France 1861, p. 376.

a Non raro nell’oasi di Giarabub: ne vidi 24 esemplari raccolti da

ry onfalonieri nel marzo 1927. Fissi differiscono da un esemplare ‘4 Cairo | (leg. Doria e Beccari II. 1880) per la punteggiatura, ed

Scelosodis castaneus Sol., Ann. Soc. Ent. France 1835, p. 284, tav. 6, fig. 16-19.

vi}

Dh | E. GRIDELLI

in particolare per quella del pronoto, più fina e più rada. Nell’esem- plare del Cairo la punteggiatura del pronoto è sul disco relativa- mente fina e rada, a punti rotondi, mentre ai lati essa è densis- sima, grossa, con punti fortemente allungati longitudinalmente, per ridiventare più fina e più rada lungo l'orlo laterale. Negli esemplari di Giarabub, essa (come pure quella del capo e delle elitre) è notevolmente più fina, fina e rada sul disco del pronoto, addensata ed a punti allungati ai lati dello stesso, però in grado molto minore che negli esemplari del Cairo, )

Tibie anteriori dilatate e prolungate all’ angolo esterno, in forma di sporgenza angolare lunga ed acuta, tibie posteriori leg- germente arcuate, colla concavità volta all’esterno. La mandibola destra del © dilatata nella parte apicale esterna. i

Specie descritta e citata finora soltanto d’Egitto. Coll. R. Uff. Agrario Bengasi: Augila, Gialo (leg. G. C. Kriger; det. Schuster). Andres (Ent. Blatter 1920, p. 67) la indica di diverse località della penisola del Sinai.

Ogs. Nell’ Algeria si trova l’altra specie del genere, Scelosodis humilis Guér., descritta dell’oasi di Quargla. Credo opportuno indicarne i caratteri a dii dato ch’essi sono male indicati dagli autori.

1. Statura grande; carene oculari normali, bene sviluppate. Pronoto trasversale, colla massima larghezza nella meta, a lati convergenti poste- riormente in linea retta, con angoli posteriori ottusi (maggiori di 90°), a vertice acuto e vivo. Omeri fortemente sviluppati, con sporgenza denti- forme acuta e grandi, glabri. Lungh.: 7,5-8,5 mm. Sinai, Egitto, Cirenaica orientale. castaneus Eschsch. ~

Statura piccola; carene oculari completamente obliterate. Pronoto più corto e quindi molto più trasversale; colla massima larghezza spostata verso la base, con angoli posteriori quasi completamente arrotondati. Omeri meno sviluppati, con sporgenza dentiforme molto più piccola ed ottusa; orlo basale e laterale della zona omerale con lunghi peli gialli.

Lungh.: 6 mm. Souf ! (Algeria merid.), un es. ex ee Oberthiir. SE

humilis Guér.

Pachychila Firioli Germ.

Indicata da Falzoni (1923) di Fuehat (leg. Ghigi), da Dodero ~ (1925) di Bengasi (leg. Festa) e da Schuster (III) di Cirenaica (senza località dettagliata). Dodero (in litt.): Bengasi, leg. G. O. Kruger. Non vidi mai esemplari di Cirenaica.

Mea (descritta di Bone), Tunisia, Cirenaica, Sardegna, si. cilia, Creta (sec. Paganetti). |

XXXIV, 1927, p. 1-57). Nessuna specie si trova nell’ Egitto (Plasoni Haag e cognata Haag ne vennero erroneamente indicate). Nella Cirenaica do- | yrebbe trovarsi soltanto la Friold, nella Tripolitania soltanto l’ Andreiniz. Le specie sono proprie del Mediterraneo occidentale e la grande mag- | gioranza abita gli stati barbareschi e principalmente il Marocco. La | Frioli rappresenta dunque un elemento nettamente occidentale nel com- | plesso faunistico della Cirenaica. i

Tentyriina Bobmi Reitt.

Agedabia |, | leg. G. C. Kruger (call Mus. Civ. Renova «Venne citata da Falzoni (1923) di Fuehat, su esemplari rac- colti da Ghigi.

. Var. brachythorax Grid. (1. c. p. 55): Esemplari raccolti da

NG. Botto a Bengasi !, nell'agosto 1922 (coll. Mus. Civ. Genova) ° ad Agedabia ! da G. C. Kruger (coll. Dodero). | Specie del Basso e Medio Egitto (ad occidente del Canale di fi), che si spinge ad occidente della Tripolitania fino agli Chott sud tunisini (duplicata Reitt.). La forma di Cirenaica è

x

dentica a quella egiziana.

Tentyria (') Latr.

+ lia fauna della Cirenaica, almeno per quanto è noto finora, conta soltanto poche specie di Tentyria e tutte appartenenti al 4 * gruppo di Reitter (1.* divisione) per avere l’orlo anteriore del clipeo più o meno rigonfio. Solco golare profondissimo anche ai le ti. La tabella dicotomica seguente comprende, oltre alle specie È del A.° gruppo, anche quelle che Reitter elenca nel 3.° gruppo,

. vi a) Tentyria Cantarae Fairm. Indicata da Zanon (1922) di Fuehat, i La aaa bre 1916. A: Ho esaminato (coll. R. Uff. Agrario Bengasi) i due esemplari raccolti da Zanon ta | Fuehat !, l’uno nel maggio 1916 e l’altro nel novembre 1916, ambedue coll’eti- chetta di gi Tentyria Cantarae Fairm. Uno di essi è una Psammoica laticol- lis Schust., l’altro Tentyria Latreillei brachythorax mihi! La specie va quindi diata dall’elenco dei coleotteri della Cirenaica.

216 | | E. GRIDELLI

ma che pure hanno l'orlo anteriore del clipeo leggermente rigonfio. Non credo che questo carattere sia indice di affinità; in ogni modo esso può essere utile nella pratica della determi- nazione. | di 1. Elitre con punteggiatura doppia, composta di punti finis- simi ed uniformemente sparsi ed altri più profondi, riuniti in serie irregolari (semplici o multiple) le quali corrono spesso entro leggeri solchi longitudinali. Talvolta le serie non sono complete, però in tutti 1 casi esse sono bene. evident! n A SMR Elitre con punteggiatura semplice, senza; traccia di serie | di punti più’ grossa!) ia dii : 2. Occhi conici (*), fortemente sporgente l'orlo delle tempio forma coll’orlo oculare un angolo ottuso (maggiore di 90.°) molto marcato. L'orlo apicale dello sternite anale con una incisione mediana, piccola e poco profonda, ma molto evi- dente. Pronoto appena trasversale, poco arrotondato ai lati, con punteggiatura finissima. Mento fortemente e densa- mente granulato. Vedi inoltre Reitter (Bestimm.-Tab. XLII, 1900, p, 174). Lungh.: 13-14 mm. Descritta di Tripoli- tania. Dintorni di Homs !, un es. raccolto nel 1913 dal Dr. Andrei 0 «00 è64larfe an Occhi appiattiti, non gpaneentis i dele dalle tempie sale lungo l’orlo oculare, per fondersi poi con esso in curva continua, senza nessuna traccia di rientranza. . . . . 8. Epipleure del pronoto con rugosità longitudinali grosse e fortemente sviluppate, numerose e serrate, miste a punti numerosi e profondi. Angoli posteriori del pronoto ottusi, completamente arrotondati. Punteggiatura del pronoto piut- tosto densa e relativamente grossa. Lungh.: 9,5-11 mm. o Egitto ! Cirenaica !. . . . . . .. punctatostriata Sol. | Epipleure del pronoto piane, non rugose, con punteggia- tura fina. Angoli posteriori marcati, non arrotondati all’a- Bi; pice Ee

(1) Vedi inoltre le due specie seguenti, ben diverse tra loro e dall’ocuwlaris Reitt.: Tentyria puncticeps Mill. (Reitter, Bestimm.-Tab. XLII, 1900, p. 178) di Siria. Hedjaneh ! Ro. due esemplari, avuti da Deyrolle nel 1872. a

Tentyria persica Baudi, (Ann. Mus. Civ. Genova 1874, p. 98). Descritta su di un a esemplare raccolto dal March. G. Doria nella Persia settentrionale, quale varieta 0 della puncticeps Mill., dalla quale è però specificamente distinta. i i

ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB yy oy | Ein

SLI Angoli posteriori del pronoto ottusi ra di 90.°), non ASA Ae 5) | o | Angoli posteriori del pronoto retti, vivi, in forata a una a: «piccola sporgenza angolare, in seguito a una i: sinuo- i Steet dell'orlo laterale ;. . . : .. . 6 _ 3. Elitre con otto serie non ul e alt Lula di eet grossi punti, intervalli con punteggiatura estremamente i fina e rada. Mento quasi liscio (ad eccezione dei margini) Bi: i con solco mediano incompleto ed appena accennato. Corpo j stretto e lungo; elitre strette, a lati subparalleli. Lungh.: «12 mm. Cirenaica orientale. . . . . Confalonieri mihi. i _— Elitre con otto serie irregolari e multiple di punti fini, cor- È | renti entro leggere impressioni longitudinali; intervalli con | punteggiatura densa e fina, formata da punti non molto più ; fini di quelli delle serie. Mento fortemente granulato, con di solco mediano completo, molto stretto e ben impresso. ui «Corpo corto e largo; pronoto molto più trasversale, più i % arrotondato ai lati; elitre larghe e corte, leggermente 3 «depresse lungo la sutura, dilatate ed arrotondate ai lati. «_ Lungh.: 12,5-15 mm. Cirenaica occ. . . elegans Schust. | 6. Punteggiatura delle elitre densa e bene visibile; le strie

| sono formate da numerosi punti più grossi, allineati in a a serie irregolari, duplici e triplici. Lungh.: 10-14 mm. 3 ©» Cirenaica occidentale . . . . . . . tyronaica Schust. DA | Punteggiatura delle elitre finissima; appena visibile me- a ___ diante forte lente; le serie dei punti più grossi sono ridotte ‘9 «a rudimenti, irregolarmente sparsi. Cirenaica occidentale; | | mista alla forma tipica . . . . var. subpunctata Schust. 7. Orlo anteriore del clipeo fortemente rigonfio. Orlo basale & | delle elitre fino, normale. Pronoto fortemente trasversale, a i fortemente arrotondato ai lati, con angoli posteriori de- ih «pressi, molto ottusi, poco marcati, con punteggiatura delle | epipleure finissima e molto rada. Elitre notevolmente arro- | tondate ai lati. Occhi completamente appiattiti. Lungh.: 12-14 mm. Algeria: Aumale !, Biskra !; Marocco: Oudjda | | da coll. Mus. Civ. Genova). Viene citata pure d’ Anda- uo: SARE REA VA vas vos eae Thunbergi Stev. us - Orlo anteriore del alipad debolmente rigonfio. Orlo basale Bo 4 delle elitre molto grosso, talvolta crenellato. Po e eS a

VAN O a Cep fi e RAR ey eer Ee MITE ENI ADT Hecht HET NA

218 E. GRIDELLI

S. Occhi appiattiti, non sporgenti, oppure convessi e legger- mente sporgenti dal contorno del capo. . grossa Besser.

Occhi conici, fortemente sporgenti dal contorno del IO e UE Latreillei Sol.

OBs. La T. grossa non venne finora raccolta nella Cirenaica. Specie (o per meglio dire gruppo di specie) variabilissima, e finora poco nota, che meriterebbe una attenta revisione. Secondo Peyerimhoff (Ann. Soc. Ent. France 1925, p. 14) la barbara Sol. sarebbe diversa dalla grossa Besser. Non riesco però a trovare differenze costanti tra gli esemplari di grossa d’Italia (Roma), di Sardegna e di Sicilia e quelli di Tunisia. Conosco però due forme di grossa che si staccano fortemente dagli ese at suddetti e precisamente:

Tentyria grossa subsp. angustata Kr. (Natur. Sicil. 1896, p. 103). Molto simile alla grossa d’Italia, Sardegna e Sicilia, però gli occhi sono un po’ meno convessi, meno sporgenti, quasi completamente appiattiti, le elitre sono della stessa forma, però molto meno arrotondate ai lati, e quindi ben più strette che nella grossa. La statura è in media minore e la punteg- giatura di tutto il corpo molto più fina. Descritta di Pantelleria. Vidi una ventina d’esemplari, raccolti a Pantelleria nel settembre 1875, durante la crociera del « Violante » (coll. Mus. Civ. Genova), nonchè alcuni altri, pure di Pantelleria nella coll. Dodero.

Sembra trattarsi in questo caso d’ una vera e propria razza insulare, perchè anche esemplari raccolti nelle isole tunisine di Galita!, Galitone!, Isola Piana! e Gallina! (crociera del « Violante ») s' accostano molto alla

razza di Pantelleria, colla quale hanno in comune la forma degli occhi

e la finezza della punteggiatura, mentre se ne scostano appena per le elitre un po’ più larghe, sempre però più strette che nella grossa. Tentyria Sommieri Baudi, (Ann. Mus. Civ. Genova 1874, p. 99; Deutsch. Ent. Zeitschr. 1875, p. 47). Forma endemica di Linosa, distinta, forse specificamente, dalla grossa per la statura. molto minore, I’ opacità se-

ricea grassa delle elitre, contrastante col nero lucido normale del capo 4 e pronoto, la punteggiatura rada e finissima del capo e pronoto, le elitre 4

apparentemente prive di punti, ovali, strettissime, molto piu che nella angustata, meno convesse, leggermente appiattite sul disco, ecc.

Vidi i due esemplari tipici raccolti da Sommier nell’ isola di Linosa! nell'aprile 1877, 22 es. raccolti nel 1906 (coll. Mus. Civ. Genova) e qualche centinaio d’esemplari della coll. Dodero.

Tentyria occidentalis Peyerh. (Ann. Soc. Ent. France). Descritta del Ma-

rocco (Atlante medio); differisce dalla barbara Sol. per gli occhi com-

pletamente appiattiti, la punteggiatura più fina del pronoto e la punteg- Ù giatura molto fina e rada delle epipleure del protorace. Sue ame

ignota in natura.

Tentyria mauritanica Baudi (Deutsch. Ent. Zeitschr. 1875, p. 46). Ho sot-. 2

Vocchio il tipo della collezione Baudi, comunicatomi dal Museo di Torino, etichettato come raccolto a Tripoli di Barberia. L’ esemplare differisce dalla

DUI

ESPLORAZIONE DELL'OASI DI GIARABUB

| Latreiliei, colla quale ha in comune la forma del pronoto, per gli occhi non conici, poco sporgenti ed arrotondati come nella grossa, ma differisce da questa per il pronoto molto più stretto e sopratutto meno arroton- | dato ai lati. Orlo anteriore del clipeo non rigonfio. È . Ecco (dunque ancora una forma, affine alla Latreillei ed alla grossa, Pegi valore sistematico non definito. In ogni modo la mauritanica Baudi | deve essere ben diversa dalla mauritanica Bedel (Ann. Soc. Ent. France 1887, p. 198) la quale ha il « dourrelet de la base des élytres efface avant l’écusson », mentre nel tipo il margine basale ney ee delle

i + litre è completo e raggiunge lo scudetto.

(eg

of i

Tentyria Latreillei Sol.

mb XLII, 1900, pe Dea). aaiibaende ad essa, quale Runa | tipica, gli esemplari di Tripolitania.

_Latreillei (Sol.) Reitt, forma tipica. Manca nella Cirenaica PO). Tripolitania: Misurata ! e Homs! (leg. Andreini 1913), Tri | poli ! (leg. Invrea 1926), oasi di Gurgi ! (leg. Grandi 1913). Latreillei brachythorax subsp. nova. Esemplari di Bengasi! e di Tolmetta ! (Cirenaica occidentale, in coll. Mus. Civico Genova e coll. Dodero; Fuehat! (Bengasi), un esemplare, citato da Zanon (1922) col nome di Tentyria Cantarae (in coll. R. Uff. Agrario Bengasi). Differiscono dalla Latreillei tipica per gli occhi ancora più sporgenti e più conici e per il pronoto molto più trasversale, molto più arrotondato ai lati. A questa razza va attribuito l'esemplare di Tolmetta !, citato da Dodero (1925) e certamente quello di Derna, citato pure da Dodero (1925) nonchè quello citato da Falzoni (1923) di Bengasi (leg. Ghigi).

_Latreillei oblongipennis Fairm. (Ann. Mus. Civ. Genova 874, p. 518). Occhi e forma del pronoto come nella Latreillei ipica, dalla quale differisce per le elitre più oblunghe, meno ilatate ai lati e quindi meno appuntite all’ apice. Differisce alla grossa (nella quale si trova frammista a Kairouan !) per la forma delle elitre, le quali sono molto più oblunghe, di è orma diversa, molto meno dilatate ai lati, nonchè per la mag-

| (@) Tentyria Latreillei Zanon (1922): Fuehat, novembre 4917, comunissima tutto ‘anno sotto i sassi. Vidi 4 esemplari della coll. Zanon (R. Uff. Agrario Bengasi), \ll’etichetta: Tentyria Latreillei Sol. Essi sono in realtà T. cyrenaica Schust!.

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290) E. GRIDELLI

giore sporgenza degli occhi. Noto però che gli occhi, pur essendo più piccoli più convessi e più conici che nella grossa, sono tut- tavia un po’ meno sporgenti che nella Latreillei.

Non posso ammettere |’ opinione di Bedel (Ann. Soc. Ent. France 1887, p. 198) secondo la quale l’oblongipennis Fairm., sarebbe sinonimo della Mulsanti Luc.

Kairouan ! 11-IV-1873 (serie tipica), 5 es.; Gafsa ! 18-IV 1373, 3 esemplari (leg. Abdul Kerim); El Djem ! 30-VIII-1877 e isola Djerba! 9-IX-1879, 12 esemplari raccolti durante la crociera del « Violante » (in coll. Mus. Civico Genova).

Ops. Le osservazioni suddette riguardanti la Latreillei e quelle a p. 218 riguardanti la grossa non rappresentano certamente |’ ultima pa- rola su questo argomento. Ho voluto soltanto indicare il valore sistema- tico di forme considerate dal catalogo di Gebien come sinonimi di una specie ed ho creduto opportuno di dividerle secondo la convessità del- l’occhio, carattere questo che sembra però variare nella stessa specie. Credo la soluzione del problema non sarà possibile senza l'esame dei tipi di Solier.

Tentyria punctatostriata Sol. Tentyria punctatostriata Reitt., Bestimm.-Tab. XLII, 1900, p. 178.

Capo con punteggiatura fina e densa, uniforme, più fina ancora lungo l’orlo anteriore del clipeo, il quale è leggermente rigonfio. Occhi appiattiti. |

Pronoto trasversale, fortemente arrotondato ai lati, colla mas- sima larghezza un po’ dietro alla metà; la ul e é fina e densa, simile a quella del capo, un po’ diradata sul disco. Riguardo alla forma del pronoto osservo che negli esemplari egi- ziani a me noti esso ha gli angoli posteriori molto ottusi ma bene marcati, mentre negli esemplari di Cirenaica gli angoli posteriori sono largamente arrotondati, appena pronunciati ed il pronoto è quindi più fortemente trasversale e più arrotondato ai lati. Epipleure del pronoto con grosse rugosità longitudinali, numerose e serrate, miste a punti numerosi e profondi; esse coprono la maggior parte nella superficie, e mancano soltanto in una zona più o meno grande, adiacente alle anche anteriori, la quale è piana, con punteggiatura più fina. |

Elitre relativamente strette ed allungate, non uniformemente

dan sg na e NET

sn Si

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 224

| arrotondate ai lati; nel mezzo i lati sono appena curvi, subparal- | leli e convergono in forte curva verso la base ed in curva più dolce verso l’apice. La punteggiatura è doppia, formata da punti 3 | piuttosto fini, allineati, in serie longitudinali semplici o qua ue irregolarmente duplici (in media i punti delle serie sono | grossi quanto quelli dei lati del pronoto) e dalla punteggiatura degli intervalli, molto più fina di quella delle serie, relativa- | mente densa. Le serie sono accorciate alla base ed all’apice, leg- | germente variabili, talvolta ridotte a rudimenti, tal’altra marca- | tissime, con punti più grossi della media suddescritta, | Lungh.: 9,5 -11 mm. Egitto, Cirenaica orientale. Egitto: un es.! ex coll. Kraatz, avuto da Haag nel 1875 (coll. Mus. Civico Genova) ed uno ex coll. Andres, in coll. Do- . dero. Cirenaica orient.: Porto Bardia! leg. Confalonieri, novem- bre 1926 e marzo 1927, 14 es.; Porto Bardia !, leg. Krùger, in

- coll. Dodero; Marsa Luca! (Tobruch), i: 1926, leg. Con-

B loners Tobruch !, leg. Kruger (in coll. Dodero). Vidi pure 6 es., raccolti da Cer lenieri in una localita non precisata, durante il q | viaggio da Porto Bardia a Giarabub (novembre 1926). Indicata di Porto Bardia da Schuster (IV), leg. G. C. Kriger. Dodero . (in litt.): Agedabia, leg. G. C. Kruger. ._Descritta di Egitto. Solier (Ann. Soc. Ent. France, 1835,

fp. 337) descrive È. specie di Alessandria d’ Egitto; non so però

se la specie di Solier sia la stessa di quella descritta da Reitter. "Difatti Solier nota: « Flanes du prothorax plus fortement ponc- tués (riferendosi alla Thundergi) et quelquefois rugueux », nel | mentre sono appunto le fortissime rugosità delle epipleure del | protorace che caratterizzano la specie da me descritta.

È. RZ da

Tentyria elegans Schuster

Tentyria elegans Schuster, Entom. Blatt. 1919, p. 28.

Raccolta a Cirene ! dal prof. C. Anti (6 es. agosto 1926, due es. agosto 1927). Vidi pure esemplari della collezione Dodero, raccolti a Cirene ! (leg. Dr. Festa e Kruger) ed a Derna ! leg. r. Festa) determinati da Schuster.

Dr i. a

222 | E. GRIDELLI

=

Descritta di Derna, su esemplari raccolti da Klaptocz. Tipi: Coll. Museo Vienna e coll. Schuster.

CES TEE.

«<A

Tentyria Confalonierii nov. spec.

ase

Capo con punteggiatura fina e densa; orlo anteriore del clipeo leggermente rigonfio; clipeo d’ambo i lati con una depressione puntiforme larga e bene pronunciata. Occhi appiattiti; la loro curvatura (molto leggera) si fonde senza la minima discontinuità coll’ orlo temporale. Mento con orlo apicale largamente e piuttosto profondamente inciso; lungo la linea mediana con una depres- sione longitudinale larga ed abbastanza profonda nella parte apicale (in corrispondenza all’ incisione dell’orlo anteriore), rudi- mentale sul disco, nulla alla base; la superficie del mento è quasi liscia, con radi punti finissimi, con punteggiatura densa e relativamente grossa lungo l’ orlo apicale ed i lati. |

Antenne relativamente sottili, con articoli mediani pon mente piu lunghi che larghi.

Pronoto fortemente convesso, trasversale, colla massima lar- ghezza un po’ dietro alla metà, poco arrotondato ai lati, i quali convergono fortemente all’indietro e più dolcemente all’ innanzi. Angoli anteriori. non. sporgenti, completamente arrotondati; orlo basale ispessito piuttosto fortemente nel mezzo, più fino ai lati; nel mezzo esso è leggermente convesso, in curva continua; debol- mente sinuato ai lati. Punteggiatura fina e densa circa come - quella del capo, ai lati un po’ più grossa e più densa che sul disco.

Episterni del protorace con punteggiatura fina ed estrema- | mente rada. Processo prosternale liscio, quasi privo di punti, debolmente solcato lungo la linea mediana, con apice piuttosto acuto, non orlato, curvato all’ingiù; visto di profilo esso non | supera posteriormente l’ orlo delle anche anteriori. Prosterno con punteggiatura molto fina e molto rada.

Elitre strette e lunghe, più larghe del pronoto, meno con- È vesse dello stesso, non depresse eee la sutura; i lati sono “a appena curvi, subparalleli nel mezzo, fortemente convergenti | all’ apice. L’ orlatura basale è completa, piuttosto fina. La pun- teggiatura è molto caratteristica; essa è formata da otto serie | quasi regolari di grossi punti, obliterate nella declività basale per un tratto abbastanza lungo; proseguendo verso l’ apice i

Pet is sre Ss eee

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 293

punti vanno diventando sempre più fini fino ad obliterarsi total- mente sulla declività apicale; la strie esterne: sono più corte | Brel interne, composte da punti meno profondi. Intervalli con } punteggiatura finissima e molto rada, visibile soltanto mediante forte lente.

| Lungh.: 12 mm. Un solo esemplare raccolto da Confalonieri in una località non precisata, durante il viaggio da Porto Bardia a Giarabub (26-28 novembre 1926).

K pi Distinta da tutte le specie del gruppo per la punteggiatura | caratteristica delle elitre.

Ha in comune colla elegans la scultura delle epipleure del | protorace e la forma degli angoli posteriori del pronoto, ne diffe- risce però per le antenne più sottili, con articoli molto più allungati, più lunghi che larghi, il corpo molto più stretto, il pronoto. più convesso, meno trasversale e meno arrotondato ai lati, con punteggiatura (come pure quella del capo) molto meno fina, le elitre molto più lunghe e strette, a lati subparalleli (nella elegans sono corte e larghe, fortemente dilatate ed arro- | tondate. ai lati) con punteggiatura caratteristica, la scultura del | mento (che nella elegans è fortemente granulato con solco me- diano completo, molto stretto ma bene impresso), ecc. ecc.

Tentyria cyrenaica Schuster Tentyria ee Schust., Entom. Blatt. phe Woe

» Michi esemplari raccolti da Zanon nei dintorni di Bengasi !, due esemplari di Marsa Susa (Apollonia) delle raccolte Festa (ex coll. Capra). Soltanto due es. di Fuehat (Bengasi, leg. Zanon, (A VII1919) appartengono, anzi sono gli esemplari tipici, Ait var. | subpunctata Schust. (Mem. Soc. Ent. Ital. I, 1922, p. 15). Dodero (1922) : Ghemines (leg. Festa). Zanon (1922) : Fuehat. Falzoni (1923): Bengasi, Fuehat, Ghegab, El Abiar, Derna (leg. Ghigi). Dodero (1925): Om Erzem, El Fetejah, Derna, Chersa, A Apollonia, Tecnis, Tolmetta, Merg, Tocra, Bengasi (leg. Festa); Derna e Tolmetta, due es. della v. subpunctata (leg. Festa). DI dero (in litt.): Bengasi, leg. G. C. Kriiger. | Descritta di Bengasi, su Reina raccolti: da Klaptocz. Tipi:

224 E. GRIDELLI

Eulipus Kriigeri Schuster

Eulipus Krigeri Schust., Boll. Soc. Ent. Ital. 1926, p. 132.

Vidi gli esemplari della serie tipica, descritti da Schuster raccolti da G. C. Kriger a Bengasi nel dicembre 199 (coll. Dodero e Museo Civico Genova).

Distinto dalla Mogadoria subelegans e da tutte le specie di Hulipus per il pronoto fortemente arrotondato ai lati (ex Schuster 1. c.).

Non mi sono note altre catture di questa specie. Le specie affini si trovano esclusivamente nel Marocco, per cui essa rap- presenta un elemento nettamente occidentale nel complesso fau- nistico della Cirenaica.

Micipsa elliptipennis Schuster

Micipsa elliptipennis Schust., Boll. Soc. Ent. Ital. 1925, p. 25.

Un solo esemplare 9, raccolto da Confalonieri durante il /

viaggio da Giarabub a Porto Bardia, nel marzo 1927. Descritta di Bengasi e Fuehat. Dodero (in litt.). ei. L’ esemplare corrisponde bene alla descrizione orient Non conosco in natura le specie affini egiziane ossia la Dowez Luc. e possiedo poco materiale della Mu/santi Levr. di Tunisia. Rimane

quindi indeciso a quale delle due l’elliptipennis sia affine. Noto _

pero che le tre specie sono molto simili tra loro; secondo

Schuster la elliptipennis sarebbe caratterizzata per il contorno ellittico del corpo, la forte punteggiatura del (CB e la forma

del processo ppasternala,

Micipsa grandis Kr.

Specie a me ignota in natura. Falzoni (1920) ne indica una «nuova varietà », su una 9 raccolta da Ghigi a Bengasi. Dodero. (in litt.) vide un 0. raccolto pure a Bengasi da G.C. Kriger.

Andres (Entom. Blatt. 1920, p. 67) indica la specie. dele i

Siria [Palestina ?], penisola del Sinai ed Egitto.

| ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 225

Oxycara pygmaeum (’) Reiche

% Citata da Schuster (III) di Cirenaica (senza località dettagliata) su esemplari raccolti da G. C. Kruger. Coll. R. Uff. Agr. | Bengasi: Agedabia (leg. G. C. Kruger, determ. Schuster).

Specie citata di Egitto e di Palestina. Andres (Bull. Soc. Ent. pers 1920, p. 67): Varie localita della tere del Sinai; comune nell’ Egitto.

ca | Adesmia metallica Klug

| Adesmia metallica Klug, Symb. Phys. Il, 1830, nr. 23, t. 12, f. 10.

_ Adesmia metallica Sol., Ann. Soc. Ent. France 1835, p. 551.

| Adesmia Faremonti Luc., Expl. scient. Alger. 1849, p. 305, t. 27, f. 5. _ Adesmia metallica All., Ann. Soc. Ent. France 1885, p. 165, 191.

Adesmia Faremonti All., Ann. Soc. Ent. France 1885, p. 165, 191.

{ | Adesmia Andresi Boehm, Bull. Soc. Ent. Egypte 1908, p. 165.

7 Adesmia Chakouri Reitt., Bestimm.-Tab. 76, 1916, p. 10.

pe metallica Andres, Bull. Soc. Ent. Egypte (1926) 1927, p. 257.

La abili di questa specie venne studiata recentemente | da Andres (1. c.) il quale considera |’ Ad. metallica Klug (de- 4 scritta di Alessandria) e la Faremonti Luc. (descritta di Biskra) r quale unica specie. Condivido |’ opinione dell’ egregio autore, ad a ‘eccezione di quanto segue: Egli considera quali sottospecie la Chakouri Reitt. (descritta di Aboukir: es. con costola interna | delle elitre fortemente rilevata) e l’ Andresi Bohm (descritta di Egitto: Amireh : es. colla costola interna obliterata), le quali | non possono venir considerate, a mio modo di vedere, che quali semplici varietà, una delle quali potrebbe essere forse la forma ss descritta da Klug. !

Egitto: Aboukir! un es. della var. Chakouri ; Mariout 1, un es. della forma tipica (ex coll. Andres).

si Cirenaica : comune a Porto Bardia! marzo 1927; rara a Gia- rabub!, marzo 1927 (leg. Confalonieri); Porto Badia | (leg. M. î dugia) Tobruch !, aprile 1923 (leg. G. Botto); Bengasi! numerosi

| (1) Oxycara pygmaeum var. aut spec. nov. Dodero mi comunicò con questa osser- Pilo un esemplare raccolto da G. C. Kriiger a Scegga ! (Marmarica). Esso non Pm venire riferito all’ Ox. pygmaeum, ma non oso descrivere la forma su un solo . Bice

| Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LIV (7 Giugno 1930). 45

226 E. GRIDELLI

es. raccolti da Zanon. Indicata di Bengasi da Zanon (1922) e Dodero (1925), di Ghemines da Dodero (1922).

Tripolitania: Homs! e Misurata !, leg. Andreini 1913.

La forma libica, identica a quella egiziana, ha in media il corpo nero, spesso però con riflessi cuprei oscuri, più o meno pronunciati. In qualche esemplare la costola interna delle elitre é molto sviluppata, però meno della esterna e con cresta arro- tondata (passaggi alla var. Chakouri Reitt., nella quale la costola interna è alta quanto |’ esterna e tagliente). Intervalli con una serie di tubercoli grossi, irregolari ed appiattiti. Altri esemplari hanno invece la costola interna obliterata, e lo spazio tra la costola esterna e la sutura con due serie irregolari di tubercoli appiattiti più o meno fortemente, spesso parzialmente confluenti, talvolta quasi obliterati, tal’ altra con tubercoli interposti tra le due serie (noto che la serie suturale è sempre più debole della successiva). In altri esemplari (e sono i più) la costola interna esiste, per quanto più o meno rudimentale, ed accentua quindi la divisione dei tubercoli in due serie.

Tunisia: Tozeur! e Ludien! (leg. A. Kerim 1873); Tebessa! presso Gafsa (leg. E. D’ Albertis 1902). Mena (ex coll. Bandi) ; Biskra! (leg. Chobaut).

Andres (1. c.) considera la forma di Algeria e Tunisia quale razza geografica col nome di Faremonti Luc. Gli esemplari da me esaminati (12) sono troppo poco numerosi per permettermi di formolare un’ opinione a questo riguardo. Essi non mi sembrano distinguibili in alcun modo dagli esemplari libici ed egiziani. Le differenze indicate da Reitter (1. c. p. 10) nella larghezza delle tibie posteriori sono secondo Andres (1. c.) inesistenti.

Palestina, Sinai, Egitto (sec. Andres manca nel delta del Nilo e nell’ Alto Egitto), Nubia egiziana, Cirenaica, Tripolitania, Tunisia, Algeria. Allard cita (1. c.) la metallica anche della Persia.

Ops. Nella Palestina si trova una razza ben distinta, descritta da Baudi col nome di syriaca, Ann. Mus. Civico Genova, VI, 1874, p. 95, distinta specialmente per la larghezza molto maggiore delle tibie posteriori, le quali sono larghe quanto i femori. Secondo Andres essa venne ridescritta da Reitter quale carmelitana e fortesculpta (di Siria e Mesopotamia). Siria!, leg. Reiche (tipi di Baudi); Ber Scheba! (Hebron, Palestina), Jericho | (Palestina), ex coll. Andres, leg. Bodenheimer. È certo che anche i tipi descritti da Baudi provengono da qualche località della Palestina.

ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB

Adesmia sculptilis Reitt. | Adesmia sculptilis Reitt., Bestimm.-Tab. 76, 1916, p. 17.

Cirene !, leg. G. C. Kriger; Tolmetta! (ex coll. Dodero, in Mus. Civ, Genova).

Dodero (1925): EI Fetejah, Derna, Sidi Garbaa, Cirene, A pol- | lonia, Uadi Kuf, Tecnis, Tolmetta, Merg (leg. Festa). Falzoni (1993): El Gubba, El Fetejah (leg. Ghigi). Dodero (in litt.) : Merg, Cirene (leg. G. C. Krùger).

_ Specie endemica, descritta di Derna (*). Le specie affini si tro- vano tutte nell’ Oriente; Siria, Arabia, ecc.

Adesmia monilis Klug

Pimelia monilis K'ug, Symb. Phys. II, 1830, nr. 38, t. 13, fil) Adesmia dubia Sol., Ann. Soc. Ent. France 1835, p. 527. Adesmia monilis All., Ann. Soc. Ent. France 1885, p. 179.

i Adesmia monilis Reitt., Bestimm.-Tab. 76, 1916, p. 19.

i "I mi

«Comune a Porto Bardia!, marzo 1927, leg. Confalonieri. Dintorni di Bengasi: Sidi Kalp! e Fuehat!, leg. Zanon 1919. Tobruch!. (leg. G. Botto 1923).

| Karsch (Berl. Ent. Zeitschr. 1881, p. 43): Oasi di Augila e pence (leg. Rohlf). Dodero (1922): Fuehat e Ghemines (leg. | Festa). Zanon (1923): ovunque nei dintorni di Bengasi. BP alzoni (1923): Bengasi (leg. Ghigi). Dodero (1925): Zavia Mechili e Bengasi (leg. Festa); Agedabia (pluriseriata, vedi es III). Dodero (in litt.): Sceleidima, leg. G. C. Kruger. È: Vidi due esemplari d’ Egitto ! (ex coll. Baudi) ed uno di Siria ! (ex coll. Baudi).

È, Gli esemplari di Cirenaica differiscono da quelli di Siria e a la statura molto maggiore (16-21 mm.) e per la «scultura delle elitre. Queste presentano dei tubercoli, propor- zionalmente più grossi, variabili enormemente di numero in esem- I ari della stessa località. Di solito ogni elitra porta due serie di grossi tubercoli, perliformi, lucidissimi; la superficie tra le serie è resa opaca dalla granulazione densa e minuta. Talora i tubercoli sono talmente serrati e parzialmente fusi, da formare

4 0 Reitter (1. c.) indica erroneamente « Tripolis: Dernah ».

998 ‘E. GRIDELLI

\

due vere costole; in tal caso i tubercoli sono deformati nelle zone di contatto; tra le serie e particolarmente lungo il margine laterale si notano spesso alcuni tubercoli minori.

Da questo estremo, con tubercoli molto numerosi (tutti gli esemplari di Porto Bardia e Tobruch, ed alcuni esemplari di Ben- gasi) si passa gradualmente, per successiva obliterazione dei tu- hercoli ad esemplari con un tubercolo solo, e forse anche senza. tubercoli. Tutti questi passaggi si osservano nella serie di Bengasi, raccolta da Zanon e studiata da Schuster (Mem. Soc. Ent. Ital. I, 1922, p. 15). I tubercoli s’ obliterano in modo asimmetrico, ossia le due elitre presentano tubercoli diversi per numero e posizione.

Secondo Schuster (III) la tipica monzlis si troverebbe a To- bruch; in realtà gli esemplari di Tobruch a me noti appartengono: alla razza cirenaica e sono ben diversi dagli esemplari egiziani.

Seguendo Schuster anche gli esemplari di Porto Bardia e molti

di Bengasi dovrebbero venir ascritti alla forma tipica.

Negli esemplari di Bengasi egli vede una razza particolare (reducta Schust. l. c.) distinta dal tipo per l’ obliterazione più o meno completa dei tubercoli. E vero che esemplari con tubercoli

‘ridotti vennero raccolti finora soltanto a Bengasi, ma d’altra parte:

a Bengasi si trovano pure esemplari con tubercoli numerosissimi, non diversi in questo riguardo dagli esemplari della Cirenaica orientale. Ritengo quindi che non si tratti d’ una sottospecie come crede Schuster, bensi d'una varietà oppure d’una tendenza a variare in questo senso, notata finora soltanto in esemplari di Bengasi, ma già accennata negli esemplari di Porto Bardia. Schuster (l. c.) ravvisa pure’ una sottospecie (pluriseriata) in esemplari di Agedabia, nei quali vi sono numerosi tubercoli più piccoli posti tra le due serie di tubercoli grossi; di conse- guenza le serie diventano quattro. Non vidi mai esemplari di Agedabia; però noto che alcuni esemplari di Bengasi e di Porto Bardia presentano tubercoli minori negli intervalli e che ciò si verifica pure nei due esemplari egiziani da me esaminati. Credo quindi che anche la forma pluriseriata non possa venir consi- derata che come varietà. | | Sono invece convinto che la forma di Cirenaica (comprese le due varietà e la forma tipica sensu Schuster) sia una razza geo- grafica della monilis. Mi astengo però da una denominazione parti

ESPLORAZIONE DELL'OASI DI GIARABUB

colare per la scarsità del marta tipico egiziano da me esaminato. | Siria (probabilmente soltanto Palestina), Egitto, Cirenaica.

indicata da Solier del Senegal e da Allard del Capo di Buona Speranza, certamente in base ad errori di località o di deter- j | minazione.

Adesmia Zanoni Schuster

Adesmia Zanoni Schust., Mem. Soc. Ent. Ital. I, 1922, p. 16.

1 Descritta su materiale raccolto da Zanon nei dintorni di Ben- gasi nel 1919 (tipi e serie tipica : in coll. Mus. Civico Genova). - Vidi pure un esemplare raccolto a Merg (14-IV-1922) dal 7 prof. F. Silvestri.

P Zanon (1922): Bengasi (Cimitero Nuovo), maggio 1919. Fal -goni (1920): El Abiar, Bengasi, Lete, Fuehat (leg. Ghigi). Dodero

litt.) : Bengasi, leg. G. C. Kruger. Specie molto caratteristica, probabilmente endemica.

Adesmia Solieri Luc.

DA cesinita Solieri AIL, Ann. Soc. Ent. France 1885, p. 164. _ Adesmia Soliert Haehirl. Bull. Soc Ent. Egypte 1908, p. 163, fig. de Adesmia Solieri Reitt., Be init Tab. 76, 1916, p. 22.

val t a ae essere rara nella Cirenaica; ne vidi soltanto un esem-

i plare raccolto in una località non IO indicata (Bengasi

0 Derna) da E. D'Albertis nel 1902 (det. Schuster), riferibile sattamente alla var. tunisia Reitt. (1. e.) - Coll. Mus. Civ.

Genova. | |

: Algeria (Batna !), ‘Tunisia, Tripolitania, Cirenaica, Egitto (Ma-

: out, vedi Boehm Il c.).

NZ oe td we

Adesmia tripolitana Reitt.

lesmia tripolitana Reitt., Bestimm.-Tab. 76, 1916, p. 22.

Molto simile alla dilatata KI. dalla quale differisce per 1’ apice del processo prosternale curvato, non superante posteriormente il livello delle anche anteriori; la costola obliterata supplementare primo intervallo delle elitre appena pronunciata, talvolta obli- ata, le costole più fine e più continue, meno tubercolate, gli

230 E. GRIDELLI

intervalli più concavi, meno scolpiti, con granuli minutissimi e tubercoli molto piccoli, i quali sono disposti in serie più o meno regolari.

Molto affine alla Solieri Luc. dalla quale non è forse speci- ficamente distinta. Ne differisce per gli intervalli delle elitre molto più lisci, con granuli e tubercoli molto più piccoli.

-Credo di poter riferire a questa specie un esemplare raccolto in Cirenaica (Bengasi o Derna) da E. D’ Albertis nel 1902.

Indicata di Tunisia e Tripolitania. Vidi molti esemplari di Tripolitania: Homs!, Misurata! (leg. Andreini 1913); Kussabat! (leg. Grandi 1913).

Adesmia dilatata Klug

Pimelia dilatata Klug, Symb. Phys. II, 1830, nr. 32, t. 13, f. 6. Adesmia dilatata Boehm, Bull. Soc. Ent. Egypte 1908, p. 163, f. 13. Adesmia dilatata Reitt., Bestimm.-Tab. 76, 1916, p. 22.

Due esemplari raccolti da Confalonieri nell’oasi di Giarabub t (dicembre 1926) ed uno a Porto Bardia! (marzo 1927), identici a molti esemplari raccolti nell’ Egitto (Cairo !) da Doria e Beccari nel 1880. - Dodero (1925) : Zavia Mechili (leg. Festa).

Penisola del Sinai (vedi Alfieri, Bull. Soc. Ent. Egypte 1920, p. 47), Egitto, Cirenaica orient. Descritta di Alessandria. - Andres (Ent. Blatter 1920, p. 65) la indica come comune nell’ Egitto ; cita pure un esemplare del Sinai.

Ops. Vedi i seguenti sinonimi: insignis Mill. (Wien. Ent. Monatschrift. V, 1861, p. 172, t. 5, fig. 14) descritta del Cairo. - convergens (Walk.) Bedel, Abeille 1894, p. 153; Peyerimh. ibid. 1907, p. 29, nota. - macropus Sol. Ann. Soc. Ent. France, 1835, p. 542; Reiche ibid. 1857, p. 227.

Adesmia acervata Klug

Pimelia acervata Klug, Symb. Phys. II, 1830, nr. 26, t. 12, p. 13. Adesmia Kiugi Sol., Ann. Soc. Ent. France 1835, p. 539. i Adesmia acervata All., Ann. Soc. Ent. France 1885, p. 173 (pars ?). Adesmia acervata Boehm, Bull. Soc. Ent. Egypte 1908, p. 160, f. 9. Adesmia acervata Reitt., Bestimm.—Tab. 76, 1916, p. 24.

Adesmia biskrensis Reitt., Bestimm.-Tab. 76, 1916, p. 24 (nec Luc.). Adesmia perpolita Reitt., Bestimm.-Tab. 76, 1916, p. 24.

Specie variabile, descritta di Alessandria. Diffusione: Sinai, Egitto, Cirenaica orientale (non raccolta finora nella Cirenaica

fi ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 231

fici e nella Tripolitania), Tunisia, Algeria. Mi sono note le

| seguenti forme : ¥ Adesmia acervata Klug, forma tipica. Egitto: Alessandria},

un es. leg. Marchesetti (ex coll. Mus. Civico Trieste); Alessandria ! un es. in coll. Schuster. - Cirenaica: Scegga! (Marmarica) i un es. in coll. Schuster, uno in coll. Dodero! leg. G. C. Kruger; oasi di Giarabub!, tre es. leg. Confalonieri, marzo 1927. - Lungh. 14-15 mm. Elitre quasi parallele (97), fortemente appiattite, però . leggermente convesse nel senso trasversale, per forma generale, rapporti di lunghezza e larghezza col pronoto e per convessità . molto simili a quelle della parallela Mill. del Cairo. La super- . ficie delle elitre è coperta da numerosi tubercoli conici, in media . obliqui, col vertice diretto posteriormente, appiattiti nella parte basale, meglio sviluppati ed appuntiti nella parte apicale. Essi. formano qua e serie longitudinali irregolari; sono molto densi ai lati, dove sono quasi contigui, più radi e più piatti sul disco | e mancano talvolta lungo la sutura, la quale è seguita in tal | caso nella prima metà da una stretta zona quasi, liscia (mentre. nella metà posteriore essa presenta alcuni tubercoli minori). Sulla _ parte declive i tubercoli sono diradati, isolati, nettamente conici ‘e bene appuntiti; l’ apice stesso presenta pochi tubercoli molto piccoli. Tra i tubercoli si notano pochi punti, i quali sono bene «evidenti sopratutto nelle zone radamente tubercolate. Il disco | elitrale è limitato ai lati da una cresta formata da una duplice | serie di tubercoli, nella zona omerale più larga ed irregolare, | con tubercoli allineati quasi in triplice serie. La parte ripiegata cade ad angolo retto. Essa è tubercolata lungo l'orlo superiore | (interno); in questa parte i tubercoli sono appiattiti e parzial- mente confluenti, ma proseguendo verso l’epipleura (esterno) _ tubercoli s’ appiattiscono e confluiscono in modo da limitare e _ formare delle foveole puntiformi irregolari, di varia grandezza. . Lungo l’orlo epipleurale i tubercoli sono quasi totalmente obli- | terati mentre VELENI, i grossi punti isolati, abbastanza È densi. g Gli esemplari suddetti corrispondono perfettamente alla de- | scrizione e sopratutto alla figura di Klug (la quale rappresenta | certamente una 9, lunga 17,5 mm.); corrispondono alle descri- zioni di Solier (1. c.) ed Allard (1. c.) e sopratutto corrispondono | alla fotografia di Boehm (I. c. f. 9). Non esito quindi a riferirli

a tial oe re ee

232 E. GRIDELLI

alla, forma tipica, ossia alla vera acervata Klug, descritta di Alessandria d’ Egitto.

Adesmia acervata minor n. var. - Differisce dalla forma tipica suddescritta per la statura minore, le elitre più corte e più convesse, maggiormente dilatate ai lati tanto nel g' quanto nella 9. Lungh. : 11-14 mm. Molti esemplari (31) raccolti a Porto Bardia! nel marzo 1927 da Confalonieri ed uno raccolto da G. C. Krùger (in coll. Dodero).

JT. Elitre meno appiattite e più convesse che nella forma tipica, tanto nel senso trasversale che longitudinale, le duplici linee di tubercoli che limitano il disco delle elitre hanno un de- corso diverso ; nella parte basale esse sono più divergenti poste- riormente che nel tipo e leggermente curve, raggiungono la massima larghezza circa nel terzo posteriore, per poi convergere in curva sempre più pronunciata verso l’ apice. Il decorso curvo delle linee marginali, unito alla maggiore convessità ed alla mi- nore lunghezza del disco, alle elitre un aspetto particolare, evidentemente più tondeggiante e più corto, diverso da quello delle elitre dell’ acervata e parallela (cfr. Boehm. |. c. figg. 8 e 9). La granulazione è soggetta a variazioni notevoli; essa non differisce sensibilmente da quella della forma tipica; i tubercoli sono in media più appiattiti, anche nella parte declive meno rilevati e meno appuntiti. Essi sono rilevati lungo i lati e nella parte api- cale declive, appiattiti sul disco e lungo la sutura ; nella maggior parte dei casì i tubercoli, pur essendo molto piatti, si spingono fino alla sutura, in altri casi esiste una zona suturale più o meno larga quasi liscia. Punteggiatura tra i tubercoli più densa che nella forma tipica. RI della parte ripiegata come nella forma tipica. |

©. Elitre ancora più dilatate, più larghe e più convesse che nel dI.

Ho creduto opportuno indicare con un nome questa forma; essa rappresenta forse una piccola razza, propria alla zona costiera della Cirenaica orientale.

Adesmia acervata (') var.? aut subsp.? biskrensis Reith et Auct. (nec Lucas). Tunisia: Tebessa! (Gafsa), un es. IV-1902,

leg. E. D’ Albertis. Algeria: Biskra!, 3 es. leg. Puton (in coll.

Mus. Civico Genova); Biskra; (un es. in coll. Schuster). Molti

(1) Vedi Gridelli, Boll. Soc. Ent. Ital. 1928, p. 131, nota.

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 233

‘autori indicano d’ Algeria (Biskra) 1' A. biskrensis Luc., ch’ essi ‘ritengono eguale all’ acervata Klug. In realtà la vera diskrensis Lue. è tutt'altra cosa (immargo Reitt.) e la biskrensis degli Autori è una forma di acervata Klug. I pochi esemplari da me | esaminati non mi permettono di decidere se si tratti semplicemente

dell’ acervata Klug oppure d’ una varietà o razza occidentale ; _essi differiscono da quelli egiziani e cirenaici per qualche dettaglio ‘di scultura (tubercoli fortemente appiattiti lungo la sutura e nella zona basale) per la convessità (nel senso trasversale) delle | elitre un più forte. Granulazione della parte ripiegata e pun- | teggiatura del pronoto come nell’ acervata.

#00 Lungh. 15-18 mm.

Ops. Adesmia perpolita Reitt. (Bestimm.-Tab. 76, 1916, p. 24; Gri- delli Boll. Soc. Ent. Ital. 1928, p. 131, nota). La descrizione, inserita nella tabella dicotomica delle Adesmia, è quanto si può dire di vago ed impreciso. Dal confronto attento dei caratteri indicati da Reitter risultano | soltanto alcune differenze nella granulazione delle elitre. La perpolita | dovrebbe essere: « Langgestreckt, lackglinzend, Flityeldecken stark ‘abgeflacht, massig dicht, fast in Rethen tuberkuliert, die Tuberkeln nach È hinten gezogen, flach, hinten spitziger ausmiindend, am inneren Teile der Scheibe neben der Naht verwischt, punktiert, Epipleuren punktiert, nur an der oberen Randkante einzeln gehòrnt oder tuberkuliert. Das Q ist weniger parallel, aber dem J sehr dihnlich. L. 16-19 mm. Aegypten, Sinai, in Algier selten ».

È Per contro l acervata Klug sarebbe, sempre ‘secondo Reitter ; « Efwas glnzend, Flugeldecken sehr flach gewolbt, oder ganz corda oben dicht bis zur Naht tuberkuliert,.... selten ganz vorn an der Naht punktiert..,.. die es wie die ganze Scheibe sehr dicht und hriiftig tuberkuliert. .

Risulta quindi do Me riteneva quali perpolita esemplari con

7 una zona suturale più o meno liscia e colla parte ripiegata delle elitre poco tubercolata. Esemplari simili si trovano ovunque nell’area di diffu- | sione dell’ acervata, la quale varia molto in questo riguardo, ma le due forme sono unite da tutti i termini di passaggio. Ad. perpolita Reitt. deve “essere considerata quindi come sinonimo d’ acervata Klug, dalla quale “non | merita di venir distinta nemmeno quale varietà.

MACHLOPSIS Pom.

TABELLA DICOTOMICA DELLE SPECIE A ME NOTE.

a Le tre coste marginali delle elitre, nella regione basale, sono A | separate da intervalli di larghezza molto varia; |’ intervallo

1921, p. 72) indica |’ alata Fairm. di Kingi-Mariout (Basso Egitto, presso Alessandria).

234 E. GRIDELLI

che separa la media dall’ interna è molto più ampio di quello tra la media e la marginale. Corpo corto e largo; elitre quasi circolari, non o appena incavate; angoli poste- riori del pronoto acuti (minori di 90°); e articoli delle antenne subeguali, quadrati. Lungh.: 6,5-8 mm.

| crenatocostata Redtb. Le tre coste marginali delle elitre sono separate nella regione basale da intervalli d’ eguale larghezza. Corpo piu lungo, ovale allungato; elitre meno larghe e più lunghe,

in nessun caso quasi circolari . . . si Angoli posteriori del pronoto retti (90°); ni dalle antenne molto più lungo che largo, più lungo del 4». Lungh. : 7-7,5 mm. Algeria. Vidi un esemplare raccolto a Birine (Algeria), ex coll. Ancey. Levaillanti (*) Luc. Angoli posteriori del pronoto molto più appuntiti e molto più prolungati all'indietro, acuti (minori di 90°); e articolo delle antenne d’ eguale lunghezza, almeno se esa- minati in una certa direzione . . . . OST La punteggiatura delle elitre è molto grossa e cribrosa, formata da punti non molto larghi, ma profondissimi,

e articolo delle antenne piuttosto lunghi, poco piu lunghi che larghi. Lungh. : 8,5 mm. pseudoalata mihi La punteggiatura delle elitre è più fina o molto più su | formata da punti molto meno profondi . . . . on a Pronoto ampio, fortemente dilatato ai lati, molto piu ee della massima larghezza delle elitre. La punteggiatura delle elitre, relativamente profonda nella zona suturale va diventando sempre più fina fino ad obliterarsi sulla parte esterna, lungo la costa dorsale. e articolo. delle antenne allungati, appena più lunghi che larghi. Lungh. : 9,5 mm. Tunisia: Tozeur !, aprile 1873, leg. A. Kerim (typus !). Indicata spesso, ma certamente a torto,

d’ Egitto o di Cirenaica. alata Fairm. (?)

(1) L’esemplare da me esaminato corrisponde perfettamente alla descrizione di

Lucas (Bull. Soc. Ent. France 1850, p. VII). Descritta di Djebel Amour. *

(2) Machlopsis alata Fairm. Zanon (41922), Fuehat!, marzo 19416, sotto i sassi. Due

degli esemplari raccolti da Zanon ed etichettati col nome di alata Fairm. sono in realtà elongatula Quedf. La specie va quindi radiata dal catalogo della Cirenaica,

Credo pure errata la determinazione di Andres, il quale (Bull. Soc. Ent. Ègypte

ue ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 235

Pronoto molto meno ampio, molto meno dilatato ai lati, «non o appena più largo della massima larghezza delle 7 -elitre. Punteggiatura delle elitre più grossa, uniforme non «© appena piu fina lungo la costa dorsale. e articolo

7 delle antenne corti, quadrati o leggermente trasversali. . 5 | 3. Antenne sottili; 3°, e articolo quadrati, i seguenti leggermente trasversali, pi ie più larghi.

A elongatula Quedf. | Antenne più grosse; 3°, e articolo leggermente tra- | sversali, i seguenti gradatamente sempre più trasversali;

particolarmente e molto più trasversali che nella specie precedente. Lungh.: 7,5-9 mm. Isola Lampedusa.

A Doderoi nov. spec. (*)

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Oss. Vedi inoltre imcostata Haag, (Monogr. Eurychoriden, 1875, p. 67) A | descritta di Kanak (Capo Verde).

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a Machlopsis crenatocostata Redtb.

| Hidrosis crenatocostata Haag, Monogr. Eurychor. 1875, p. 38.

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à Specie molto caratteristica, descritta da Redtenbacher (Reise Novara 1868, II, p. 120) su di un esemplare del Capo di Buona | Speranza. Ho potuto esaminare il tipo, grazie alla cortesia del | Prof. C. Holdhaus, direttore del Museo di Vienna. Esso non | differisce dagli altri esemplari a me noti e quindi l'indicazione di località data da Redtenbacher è errata.

È i Non vidi esemplari di Cirenaica. Dodero mi comunica d’ averne esaminato uno, raccolto da G. C. Kriger a Agedabia (Cirenaica occid.). Tripolitania: Homs! e Misurata!, leg. Dott. Andreini 1913; «Tripoli » 1 es.! in coll. Mus. Storia Nat. Vienna. Tunisia: «Tunisi» (leg. Merkl) 1 es.! in coll. Mus. Storia Nat. Vienna. Indicata (?) finora di Siria e d’ Egitto, ma diffusa ad occidente almeno fino nella Tunisia.

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a (1) Indicata da Dodero come elongatula Quedf. (Ann. Mus. Civ. Genova XLVII, 1951).

| (?) Si trova pure nell’isola di Rodi (squalida Baudi). Quedenfeldt (1. c. 1889, 4 p. ). 397) cita pure esemplari di Rodi e di Tripolitania. La crenatocostata citata di n Mimipedusa è invece Doderoi mihi (vedi Dodero, Ann. Mus, Civ. Genova XLVII, 1916, NP: 951).

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236

E. GRIDELLI

Machlopsis elongatula Quedf.

Hidrosis elongatula Quedf., Berl. Ent. Zeitschr. 1889, p. 395. Hidrosis elongatula Quedf., Entom. Nachr. 1890, p. 63.

Bengasi !, due esemplari raccolti da G. C. Kriger (in coll. | Dodero). Citata da Zanon (1922) su un esemplare raccolto presso Bengasi! (alle due Palme); vidi inoltre due esemplari raccolti da Zanon a Fuehat!, marzo 1916 (coll. R. Uff. Agrario Bengasi) ed indicati dallo stesso autore (1922) col nome errato di alata Fairm.

Vidi anche due esemplari di Tripolitania : Homs |, ve An-, dreini 1913. i a

Specie libica, descritta di Kedoua (Tripolitania). Gli esem- plari di Lampedusa! indicati con questo nome da Dodero (Ann. ~ Mus. Civ. Genova XLVII, 1916, p. 331) sono Mf. Doderoi mihi. |

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Machlopsis pseudoalata nov. spec. \

Capo densamente granulato; orlo anteriore del clipeo con smarginatura profonda, ampia, irregolare ed asimmetrica, con due profonde e larghe fossette anteriormente agli occhi, separate da un leggero rilievo careniforme mediano, il quale si spinge | sino alla base del capo, dove raggiunge la massima altezza. 4

Antenne relativamente sottili; articolo corto e grosso, qua- | drato ; e articolo d’eguale lunghezza (almeno esaminando il lato esterno), notevolmente più stretti del 2°, poco, ma distin- tamente più lunghi che larghi; poco più corto del 4°, quadrato; gli articoli seguenti fino al gradatamente più corti e legger- | mente trasversali, il nono (che è .il più largo) è ancora poco trasversale, meno di una volta e mezza lungo quanto largo.

Pronoto molto ampio, distintamente più largo delle elitre, a lati regolarmente arcuati, colla massima larghezza dietro alla metà; gli angoli posteriori sono acuti (minori di 90°) e sembrano prolungati posteriormente in seguito ad una ampia smarginatura dell’ orlo basale, unita ad una depressione della superficie basale corrispondente. Sul disco si notano le solite carene e precisamente due carene anteriori, divergenti posteriormente, subrettilinee, a a cresta quasi integra e due posteriori, curve (colla concavità verso

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 237

_ l’esterno) a cresta irregolarmente crenellata, che divergono poste- 3 riormente, obliterandosi prima di raggiungere |’ orlo basale. Due | profonde e larghe fosse, in corrispondenza agli angoli della pro- 4 | fondissima smarginatura dell’ orlo anteriore. Le due ampie espan- sioni laterali (che sono brune, mentre il resto della superficie è | nero-bruno) con granulazione forte e densa, più rada di quella . del capo, a granuli fortemente rilevati, conici; l’area mediana . limitata dalle carene più lucida con granulazione molto più rada; . nelle zone laterali intermedie e lungo la base i granuli sono | uniti da forte rugosità, molto irregolari. Lungo tutto |’ orlo basale una fitta frangia di lunghi peli giallo-bruni ; lo stesso dicasi per | l’orlo anteriore (però i peli sono più corti). _ Elitre ampie e lunghe, colla massima larghezza poco dopo pl’ angolo omerale; da questo punto i lati. convergono dapprima | per un lungo casto debolmente e quasi in linea retta, poi forte- | mente ed in curva sempre più marcata. L'intervallo tra la carena È | marginale e la media è largo, nella zona basale, quanto quello tra la media e dorsale; i due intervalli si mantengono egual- mente larghi quasi in tutta la loro lunghezza. «°° La zona compresa tra la sutura (che é rilevata) e la costa . dorsale è depressa piuttosto profondamente nel senso longitudinale, | in tutta la sua lunghezza ed ampiezza e presenta traccie di una | quarta costa, ridotta a pochi tubercoli, situati avanti alla porzione apicale della terza costa sulla parte declive, più vicini alla costa | che non alla sutura, e a qualche tubercolo presso alla base. La zona suturale rilevata è priva di punti. La zona depressa presenta una punteggiatura, piuttosto rada, cribrosa, a punti profondissimi, i quali s’ infittiscono e diventano un po’ meno profondi lungo la 3* costa e s’ obliterano quasi all’ estremo apice della parte de- clive. Gli intervalli tra i punti presentano granuli numerosi e . minutissimi, misti irregolarmente a granuli un po’ più grossi (più numerosi questi nella zona suturale). -_Lungh.: 8,5 mm. Un solo esemplare, raccolto a Porto Bardia da Confalonieri, nel marzo 1927 (Coll. Mus. Civico Genova). _ Specie bene caratterizzata dalla punteggiatura delle elitre. _ Differisce dalla alata Fairm. per il pronoto molto più stretto, L: a lati meno dilatati e più regolarmente arrotondati, le elitre profondamente punteggiate, molto più ristrette posteriormente, colla massima larghezza poco dopo |’ angolo omerale. Differisce

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238 E. GRIDELLI

dalla elongatula Quedf. per la forma delle elitre (come dalla alata), per il pronoto notevolmente più largo, la punteggiatura profondissima delle elitre e le dimensioni sli articoli e delle antenne.

Adelostoma suleatum Duponch.

Adelostoma sulcatum Reitt., Bestimm.-Tab. 42, 1900, p. 193.

Molti esemplari di Porto Bardia! (marzo 1927), pochi di To- bruch! (novembre 1926), raccolti da Confalonieri. Bengasi Lete!, un es. leg. Silvestri, aprile 1929.

Dodero (1922) indica di Ghemines (leg. Festa) la var. corda- tum Sol. Zanon (1922) cita la var. cordatum Sol. di Fuehat. Dodero (in litt.): Bengasi, leg. G. C. Kriger.

Africa (*) settentrionale ; si spinge ad oriente nella Palestina (Gerusalemme !) e nel Daghestan. Si estende pure alla Spagna, all’ isola di Cipro! e alla Sicilia (Spadafora!, in coll. Dodero. Indicata a torto di Dalmazia ae Chevr., vedi Muller, Verh. zool.-bot. Ges. Wien 1921, p. 173). Mesopotamia: Assur Poli Ann. Mus. Wien XXXIII, 1919, p. 44).

Stenosis (?) Cugiae nov. spec.

Corpo nero bruno, oscuro; la parte anteriore del clipeo con trasparenza bruna. Zampe e antenne bruno-rossiccie, talora oscure, tal’ altra molto chiare; pubescenza di tutto il corpo chiara, giallo- grigiastra.

Antenne (°) relativamente lunghe, con numerose setole grosse e di notevole lunghezza, semierette, leggermente curve ; il secondo

(1) Non vidi mai esemplari di Tripolitania. Il Dott. Andreini raccolse invece a Misurata! (1913) l’ Ad. longiceps Reitt. (ved. 1. c. p. 192).

(?) Stenosis Ravasinii Gestro, var. o sp. nuova? Un solo esemplare raccolto sull’ altipiano di El Fetejah (leg. Festa). Esso differisce dal tipo della specie sopratutto per le guancie alquanto convesse e il torace evidentemente più largo. (Dodero 1925). |

Non ho veduto l’ esemplare suddetto, ma non sarebbe escluso, che si trattasse della Stenosis Cugiae mihi. La pubescenza di questa specie è molto obliqua, in causa alla forte curvatura dei peli delle elitre, tanto che si potrebbe attribuirla al gruppo di Reitter, anzichè al 6°. In tal caso pero essa non può essere la Ravasinit Gestro e nemmeno la parvicollis Desbr.

(*) Esaminare le antenne nel senso della massima larghezza.

ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB 239

rticolo corto e grosso, più lungo che largo (1,3:1); il terzo ella stessa forma e più lungo del secondo; il quarto molto più corto del terzo (1:1,65) e più stretto, quadrato ; il quinto è ap- | pena più corto del quarto, pure quadrato ; sesto più piccolo del | quinto, subglobulare; settimo leggermente trasversale; gli articoli | seguenti gradatamente più grossi e più trasversali, duo forte- | mente trasversale ; articolo terminale più piccolo e più stretto del decimo, ia leggermente trasversale. «Capo allangato (lunghezza orlo anteriore clipeo-collo : larghezza massima = 1,5:1). Occhi arrotondati, non sporgenti dal contorno del capo; il loro orlo si fonde in curva quasi continua coll’ orlo pupo mentre |’ orlo delle guancie forma coll’ orlo oculare una rientranza relativamente grande, ad angolo leggermente ottuso; lati del capo dietro agli occhi notevolmente convergenti e Mio curvati in tutta la loro lunghezza. DI molto grossa e molto densa, leggermente diradata ed un po’ | più fina sul clipeo; gli intervalli tra i punti (che sono minori del diametro dei punti stessi, tranne che sul clipeo) presentano una reticolazione fitta, a maglie molto minute, leggermente al- - lungate nel senso longitudinale. Labbro superiore con zona basale | priva di punti, striata trasversalmente e con zona apicale densa- «| mente punteggiata e pelosa. L’ orlo anteriore del clipeo è asim- metrico, a destra con una smarginatura larga ed abbastanza | profonda, a sinistra con smarginatura meno ampia e meno pro- fonda, tra le due smarginature con un prolungamento largo e “tondege ‘ante, asimmetrico, che non supera il livello degli angoli ‘anteriori. Pubescenza lunga e densa, con peli grossi semicoricati, - diretti anteriormente. | Pronoto senza traccia di solco longitudinale, più stretto e notevolmente più corto del capo, più lungo che largo val dat) . colla massima larghezza circa nella meta; lati debolmente curvi | leggermente ed egualmente convergenti fants verso gli angoli anteriori che verso i posteriori, i quali sono ben marcati, vivi, appena ottusi. Punteggiatura più grossa e più densa di quella del capo; gli intervalli tra i punti sono molto minori del diametro, con reticolazione microscopica eguale a quella del capo; la oni teggiatura, per quanto grossa e densa non da luogo a rugosità. Lungo tutto |’ orlo laterale corre una doccia stretta ma molto evidente, di larghezza uniforme, il cui fondo presenta punti più

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240 E. GRIDELLI

piccoli e radi. Pubescenza densa come quella del Clone peli curvati, semicoricati, diretti anteriormente.

Elitre molto più larghe del capo, molto allungate (circa una volta e mezza quanto capo e pronoto presi insieme) colla massima larghezza nel mezzo, a lati debolmente curvi, subparalleli nel tratto mediano, con base profondamente concava in tutta la sua larghezza; omeri nulli, il loro orlo forma colla concavità. basale un angolo molto marcato, ma non sporgente. Ogni elitra porta dieci serie regolari complete, formate da punti più fini di quelli del pronoto ; la distanza tra due punti della stessa serie è maggiore del loro diametro. Gli intervalli sono leggermente convessi e portano una serie mediana di lunghi peli obliqui, forte- mente curvati, diretti posteriormente. Tutta la superficie delle elitre presenta una reticolazione molto densa e finissima, a maglie molto minute, nonchè numerosi puntini microscopici, non setigeri, irregolarmente sparsi. Epipleure percorse in tutta la loro lunghezza da una serie di punti fini.

Tutta la superficie ventrale del corpo con reticolazione micro- scopica simile a quella della superficie dorsale. Parte. inferiore del capo con punteggiatura grossa e molto densa, diradata lungo la linea mediana, rada nella zona debolmente impressa della gola. Prosterno con punteggiatura appena più rada, con processo

intercoxale dilatato e ricurvo all’ apice, superante il livello delle ©’

anche, a profilo tondeggiante. Sterniti con punteggiatura più fina, molto rada; relativamente densa sul primo, essa va diradandosi e diventando più fina sugli sterniti preapicali ; sterniti anali con punteggiatura densa circa quanto quella del primo. Pubescenza coricata.

Lungh. : 6-6,5 mm. Alcuni esemplari, raccolti a Porto Bardia dal Comandante M. Cugia e da Confalonieri, nel marzo 1927 (coll. Mus. Civico Genova).

Appartiene al gruppo di Reitter (Bestimm.-Tab. 79, 1916,

p. 150) è molto affine al pudescens Sol. Vidi di questa specie

un solo esemplare raccolto ad Alessandria d’ Egitto, gentilmente donatomi dal collega Prof. A. Schuster. Esso differisce nettamente dagli esemplari suddescritti di Porto Bardia per gli occhi più sporgenti (l’ orlo oculare forma coll’orlo temporale una rien- tranza molto ottusa, ma bene evidente) e per la disposizione della pubescenza la quale è meno coricata sul capo e pronoto e quasi

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 2/1

eretta sulle elitre, le quali sono irte di peli appena obliqui e . debolmente curvati all’ apice. Non credo opportuno di citare altre piccole differenze, che potrebbero avere carattere individuale.

Stenosis filiformis F.

| Tagenia filiformis Sol., Ann. Soc. Ent. France 1838, -p. 27. | Stenosis filiformis Reitt., Bestimm.-Tab. 79, 1916, p. 143.

_ Bengasi!, 18 esemplari raccolti da Zanon e determinati da _ Schuster (vedi Mem. Soc. Ent. Ital. I, 1922, p. 15); gli stessi | esemplari vennero citati da Zanon io Porto Bardia!, marzo | 1937, un es. leg. Confalonieri. È _ Dodero (1922): 6 es. raccolti a Ghemines (Festa). Falzoni j el Tolmetta e Cirene (leg. Ghigi). Dodero (1925) : Derna e Tolmetta (leg. Festa). Dodero (in litt.) : Bengasi e Agedabia, Bi: G. C. Krùger. . Distinta dalla Quedenfeldti Reitt. (descritta di Tripolitania : | Misurata! Homs! leg. Andreini 1913) per statura un po’ mag- | giore, capo piu largo, con punteggiatura molto più grossa e piu | densa, con punti fortemente allungati, formanti rugosità longitu- . dinali sulla fronte e sul vertice (nella Quedenfeldti la punteg- | giatura è molto più fina, a punti rotondi, separati da larghi inter- . valli, non formanti rugosita) ; pronoto molto meno allungato, di- | latato ai lati nella metà anteriore, a lati fortemente convergenti Mic in linea retta, o quasi debolmente sinuati, con | punteggiatura molto più grossa e più densa, a punti fortemente . allungati, formanti rugosità longitudinali sul disco; la punteg- : Bias lascia libera una doccia debolmente impressa lungo i lati (nella Quedenfeldti è molto stretto, a lati subparalleli in | tutta la loro lunghezza, appena sensibilmente più largo nella metà anteriore, con punteggiatura molto più fina, spingentesi È fino al margine, a punti rotondi, soltanto eccezionalmente for- È manti qualche rugosità sul disco); le elitre più larghe e final- | mente ‘per la pubescenza più rada, più corta e molto più oscura, pimolto meno evidente. La punteggiatura dell'addome è eguale nelle. due specie, molto fina e rada sugli sterniti basali e medii, | grossa e densa sullo sternite anale. BICE quindi ben certo che nella Tripolitania e nella Cirenaica csi trovano due specie affini, ma ben diverse tra loro. La specie

Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LIV (9 Giugno 1930). 16

249 i E. GRIDELLI i |

di Tripolitania è certamente quella descritta da Reitter quale Quedenfeldti (1. c. p. 146) e la specie di Cirenaica, per le forti rugosità del pronoto e del capo non può essere altro che la filiformis sensu Reitter 1. c. Noto però che secondo Reitter le elitre dovrebbero avere le serie di punti ben marcate fino al- l’apice, mentre negli esemplari di Cirenaica esse sono totalmente obliterate in una larga zona apicale. Non conosco inoltre esem- plari della Aileformis del Marocco e dell’ Algeria; la determina- zione degli esemplari di Cirenaica è quindi dubbia e va confermata mediante il confronto con esemplari autentici d’ Africa occidentale. Marocco, Algeria, Cirenaica.

Eutagenia (!) aegyptiaca Reitter

Eutagenia aegyptiaca Reitt., Deutsch. Ent. Zeitschr. 1889, Dp. 285, » | » Reitt., Bestimm.—Tab. 79, 1916, p. 153.

Porto Bardia !, alcuni esemplari raccolti da Confalonieri nel marzo 1927. Fil bicolore, nera sul capo, grigio-chiara sul pronoto e sulle elitre.

Descritta di Alessandria d’ Egitto. Schuster, al quale comu- nicai esemplari in esame m’ i, che essi corrispondono ‘per- fettamente agli esemplari egiziani della sua collezione.

Dichillus (Dichillocerus) cyrenaicus nov. spec.

Corpo ed appendici di colore uniforme, bruno-rossiccio piut- tosto oscuro, come nel pertusus Kiesw.

Capo molto allungato, più lungo clre largo; calli non marcato da una strozzatura, i suoi lati formano una linea retta con quelli del capo, sicchè il capo dietro agli occhi è limitato da due linee. rette parallele. Orlo anteriore del clipeo largamente smarginato; lungo l’ orlo interno degli occhi corre una corta e sottile carena. La superficie del capo presenta una punteggiatura finissima e densa, diradata sulla parte anteriore centrale del clipeo, Collo non punteggiato, con una reticolatura densissima e relativamente gros- solana (separato dalla superficie dorsale del capo da una lievis-

_ (1) Eutagenia spec. ? presso smyrnensis. Fuehat, maggio 1919 (Zanon 1922). Non its ho potuto purtroppo esaminare gli esemplari di Zanon. È però quoto probabile che si tratti dell’ aegyptiaca Reitt. 1

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 213

sima depressione trasversale, appena visibile di profilo); la super-

- ficie del capo è pure reticolata, la reticolatura è però più rada

n molto più fina di quella del collo, e diventa ancora più fina ed ancora piu rada sul clipeo.

Antenne grossissime, fortemente assottigliate all’ apice, simili | per struttura a quelle del pertusus, però (a visione dorsale)

È Bi: articoli di forma diversa, troncati al lato esterno ed assotti-

. gliati al lato interno in modo da dare un aspetto seghettato

4 pall antenna; |’ articolo più largo è il quarto, il quale é almeno due volte più largo che lungo; esso è Do eee piu uu del | terzo e del quinto.

Pronoto trasversale, la massima larghezza si trova nella metà | anteriore, nella quale i lati sono fortemente arrotondati, per poi | convergere fortemente verso gli angoli posteriori, din una

| simuosità ben marcata. Angoli posteriori quasi retti (poco mag- peter di 90°) con vertice vivo. L’ orlo anteriore è troncato quasi in linea retta, però gli angoli anteriori sono resi ben marcati e Vivi da una piccola (ma evidentissima) smarginatura dei lati. È L’orlo del pronoto è molto largamente spianato e depresso a doccia nella metà anteriore, nella metà posteriore la doccia . ‘diventa più stretta e meno marcata, spingendosi però fino agli . angoli posteriori. A visione dorsale la larga zona spianata e «depressa che segue l’orlo del pronoto è evidentissima; essa è ssemitrasparente e l’orlo del pronoto sembra quasi espanso ai lati in forma di lamella. La punteggiatura è finissima e densa, però un po meno fina di quella del capo; la superficie tra i | punti con reticolazione fina e densa; la zona laterale scavata a doccia è priva di punti, con Cia più rada, a HEI, più - - larghe. Elitre più larghe del pronoto, non ovali e fortemente ristrette verso la base come nel pertusus, bensi a lati quasi paralleli È | nel tratto mediano e molto larghe all’ omero, il quale è comple- tamente arrotondato. Ogni elitra porta tre serie di punti grossis- simi e molto profondi; la prima è composta da 12 punti, dei fini il primo è separato dall’ orlo basale da un intervallo mag- «| giore del suo diametro, gli altri sono leggermente allungati e | separati da intervalli presso: a poco eguali al diametro (l’ ultimo i si trova un po’ prima dell’ inizio della declività apicale); seconda è composta da 11 punti e la terza; molto accorciata,

DIA E. GRIDELLI

di 7-9 punti. Gli intervalli che separano la serie sono larghi circa quanto il diametro dei punti; 1 singoli punti delle serie non sono esattamente in posizione simmetrica, neanche per il loro numero, così per esempio la terza serie di sinistra conta. 9 punti e quella destra 7.. |

Tutta la superficie delle elitre presenta una reticolazione finissima e densissima, mista ad una punteggiatura rada ed estremamente fina, visibile ed evidente soltanto al microscopio;. i puntini portano cortissimi peli gialli, visibili anche mediante forte lente in una determinata direzione. Il dorso delle elitre è depresso, piano; il loro profilo è piano, con forte declività nella. parte apicale.

Lung.: 3 mm. Porto Bardia, un solo esemplare, raccolto da. Confalonieri, nel marzo 1927 (coll. Mus. Civico Genova).

Specie appartenente al sottogenere Dichillocerus (vedi Reitter,. Bestimm.-Tab. 79, 1916, p.167) e certamente affine al damascenus Reitt. (1. c.) descritto di Damasco. Dalle poche parole della descri- zione di Reitter si può escludere senz'altro che l'esemplare di Porto Bardia sia un damascenus; difatti Reitter descrive il pronoto- del damascenus come «etwas breiter als lang, die Seiten mit schmalem, aufgebogenem Réindchen; Hals starker abge- schnirt» mentre nella forma di Porto Bardia il pronoto è net- tamente trasversale, leggermente cuoriforme, la doccia marginale è larghissima nel tratto anteriore, ed il collo non presenta la. benchè minima traccia di strozzatura che separi i suoi lati da quelli delle tempie. Schuster, al quale inviai ]’ esemplare in esame, lo ritiene pure specie nuova, ben diversa dal damascenus e dal crassicornis.

Dichillus cyrenaicus mihi è senza dubbio una speeie d’ ori- gine orientale, come tutte le specie del sotto genere Dichillocerus.

Microtelus Lethierryi Reiche

Microtelus Lethierryt Reiche, Ann. Soc. Ent. France, 1860, p. 334. » » È@—»’Reitt., Wien. Ent. Zeit. 1916, p. 168.

Molto comune a Porto Bardia ! novembre 1927, marzo 1927

(leg. Confalonieri). Vidi pure tre esemplari raccolti a Tobruch È

(in coll. Mancini). Zanon (1922) lo indica di Fuehat. Dodero (1925) cita un

ESPLORAZIONE DELL'OASI DI GIARABUB 215

| ces di Chersa (leg. Festa). Dodero (in litt.): Bengasi e Tobruch fideg. G. C. Kruger).

È) Tripolitania; Misurata!, Homs! (leg. Andreini 1913). Tunisia: | Kairouan! Bir-el-Buita! IV-1873 (leg. A. Kerim). Algeria: Biskra ! (leg. L. Vareilles).

i Dop nella Tripolitania e Cirenaica. Non venne finora segnalato d Egitto.

Mi

a

Ons. La specie si ioe pure in Sicilia. Vidi esemplari raccolti a Be badatora ! (leg. Topi), nella collezione Dodero, il quale m’informò che nella collezione Luigioni si trovano anche esemplari di Sicilia raccolti | dal eet G. Grassi.

È foe) © Asida (1) (Alphasida) auriculata Sol.

| Asîda auriculata Sol., Ann. Soc. Ent. France 1836, p. 451.

È » ». All., Abeille VI, 1869, p. 281. fi > » Reitt., Bestimm.-Tab. 82, 1917, p. 25. Porto Bardia !, 11 esemplari raccolti da Confalonieri nel

¥ marzo 1927. Vidi inoltre nella collezione Dodero un esemplare

(1) Il genere Asida è prioni ite nella Cirenaica da tre forme, molto affini tra loro. Dodero (Boll. Soc. Ent. Ital. 1922, p. 48) esprime il dubbio che la benga-

È siana e la mystica sieno realmente specie distinte e più tardi (1925) nota: Asida ©

bengasiana Wilke. Il Dr. Festa ha ritrovato questa specie a Om Erzem, El Fe-

3 | tejah, Derna e Tolmetta. Avendo esaminato, tra questi e quelli di altre collezioni,

x oltre a una ventina di esemplari di localita disparate, non mi pare possibile mantenere

come specie valida l’ A. mystica Wilke, descritta su una sola Q di Derna, e perciò

| ritengo quest’ ultima come un semplice sinonimo della bengasiana (Ex Dodero 1. c.).

_ Piu tardi ancora Dodero (in litteris) ristudiò il suo materiale e trovò tra i suoi

«esemplari l’ A. uuriculata Sol., determinazione. questa che venne confermata dal

| confronto degli esemplari cirenaici con esemplari egiziani (Mariout) della coll.

| Andres. Egli potè poi riconoscere tra i suoi esemplari la bengasiana e la mystica,

| © almeno riconoscere delle forme corrispondenti alle descrizioni ed alle figure | di Wilke. Ho indicato per ciascuna forma la località della coll. Dodero.

a Data la grande variabilità delle Asida ed il numero relativamente piccolo degli.

a esemplari esaminati credo che non si possano stabilire in via definitiva i rapporti sistematici tra la auriculata Sol., bengasiana Wilke e mystica Wilke. In ogni «modo è poco probabile che si tratti di tre forme specificamente distinte.

Considero l’ A. auriculata come forma endemica di Cirenaica, anche se essa si | ‘spinge ad oriente lungo la costa della Marmarica egiziana fino nei dintorni. di | Alessandria.

Nulla posso dire sulle affinità eventuali tra le forme suddette e le altre Alpha- | sida. Queste si trovano in gran numero nel Mediterraneo occidentale (penisola ibe- A rica, Marocco, Algeria) estendendosi pure nella Sicilia e nell’ isola di Malta. | Proseguendo verso oriente sulla costa africana, il numero delle specie va dimi- | Mizivendo: di Tripolitania ne conosco soltanto una (nigropaca Quedf.; Homs! leg. Invrea _ TV-1926). Mancano completamente nelle regioni ad oriente dell’ Egitto. Le specie sud- a dette rappresentano quindi elementi faunistici d’ origine nettamente occidentale.

«Indicato finora del Marocco, Algeria, Tunisia. Diffuso pure

246 E. GRIDELLI.

d’ Egitto (Mariout, ex coll. Andres) nonchè altri di Tobruch!, leg. G. C. Kriiger. |

Descritta di Alessandria d’ Egitto. Specie endemica della Mar- marica. Secondo Andres (Bull. Soc. Ent. Egypte 1921, p. 6). V Asida auriculata Sol. = (Gassneri Reitt. in litt.) è comune nella regione di Mariout (Egitto).

Asida (Alphasida) bengasiana Wilke

Asida bengasiana Wilke, Arch. Naturges. 87 Jahrg., R, 12 Heft, 1921, pi cog. tay. lets. le

Descritta su una sola Q di Bengasi. Dato che il periodico suddetto è quasi introvabile nelle nostre biblioteche, credo di far cosa utile riproducendo la descrizione originale.

«In Gestalt und Aussehen der A. maroccana Alld. ahnlich oder besser vielleicht der A. cylindrica Reitt., da die Seiten des Halsschildes ziemlich schmal abgesetzt und mehr aufgebogen sind und die Scheibe sehr fein, wenig dicht punktiert ist. Die Kante des Seitenrandes des Halsschildes verdickt und gleich dem Seitenrande runzelig punktiert. Flii- geldecken stark gewélbt, hinten steil abfallend mit zahlreichen kleinen Tuberkeln, drei Dorsalrippen sind angedeutet, von denen die beiden inneren an der Basis beginnen und flach, ein wenig erhaben, geglattet und hinten verkùrzt sind und die dussere nur durch unterbrochene, ange- deutete Langserhabenheiten erkennbar ist. Nabt glatt und erhaben. Un- terseite dicht raspelartig punktiert, mit feinen gelben Borsten in den Punktgruben.

Linge: 16 mm.; Breite 10 mm. 1 9. Fundangabe: Cyrenaica: Benghasi A

(Ruhmer). »

Estremamente affine e forse non specificamente distinta dall'A. auriculata Sol. Il signor Dodero osserva giustamente che i soli caratteri differenziali di un certo valore sono dati dalla forma del pronoto, il quale ha la depressione lungo l’ orlo late- rale più larga ed il disco più convesso che nella auriculata.

Coll. Dodero. Cirenaica: Bengasi !, Lete !, Tolmetta ! (leg. Festa); El Abiar ! (leg. Ghigi). Zanon (1922): Fuehat. Falzoni (1923): El Abiar (leg. Ghigi).

Bees | ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 9247

Asida (Alphasida) mystica Wilke

fi: mystica Wilke, Archiv. Naturges. 87 Jahrg., R. 12 Heft, 1921, Megi2o>, tav. 1, fig. 2.

« Der vorigen (7) Art sehr ahnlich, Halsschild und Flùgel- . decken weniger gewòlbt, letztere hinten schràg abfallend. Die | Vorderwinkel des Halsschildes spitzer und mehr vorragend, | Seitenrandkante scharf und glatt, die Seitenrinder grob tuber- . kuliert und mehr aufgebogen, nach hinten zu gerade, nicht | verengt wie bei der vorigen Art verlaufend. Scheibe viel dichter und weniger fein punktiert. Flùgeldecken iùberall und dichter - fein tuberkuliert, die drei Dorsalrippen nur ganz schwach. ange- . deutet. Die Naht nicht erhaben und glatt. Abdomen auf der Unterseite lackglinzend mit sparlichen feinen Raspelpunkten | besetzt. Lange: 16 mm. Breite: 10 mm. 1 Q. | Fundangabe: Derna (Klaptocz)». Ex Wilke l. c. | -Molto affine e probabilmente non specificamente distinta dalle | due forme precedenti. Dodero (in litt.) riferisce a questa forma esemplari di Derna! e di Um Erzem! raccolti dal Dott. Festa.

4 Sepidium cyrenaicum Schuster

| Sepidium cyrenaicum Schust., Boll. Soc. Ent. Ital. 1928, p. 122.

Specie molto caratteristica; una sola costola dorsale la quale -s unisce all’ inizio della lt apicale colla costola marginale fido una sporgenza dentiforme comune piuttosto robusta. Le due carene sono leggermente sinuose, non tubercolate. Non “ha nulla di comune colle specie europee e mediterranee del | genere Sepidium; le sole specie con una carena dorsale si tro- | vano nell’ Arabia meridionale e nell’ Abissinia (cristatum F. e

| Pagesti Fairm.). La specie venne esattamente descritta da Schuster (1. c.) su due esemplari raccolti da G. C. Kriger presso Ain Mara (molto _ probabilmente uno nella collezione Schuster ed uno in quella del R. Ufficio Agrario di Bengasi). E doveroso però ricordare che il primo naturalista che raccolse la specie fu Ghigi; |’ esem-

SE a xa (1) A. bengasiana Wilke.

E. GRIDELLI

plare da lui raccolto a Cirene nel 1920 e citato da Falzoni (1923) come Sepidium n. sp. vicino al Pagesii Fairm. venne affidato a me per la descrizione, pochi giorni prima della con- segna del manoscritto di Sehuster alla Presidenza della Società Entomologica Italiana.

Sepidium vietaeformis Reitt. Sepidium vietaeformis Reitt., Bestimm.-Tab. 72, 1914, p. 385.

Specie facilmente riconoscibile per la forma del pronoto, il. quale è (protuberanza anteriore inclusa) distintamente più lungo | che largo (denti laterali inclusi). Secondo Reitter «viel linger als breit», ciò che è molto esagerato. La protuberanza anteriore è grande, indivisa all’apice, senza strozzatura basale e forma col pronoto quasi un tutto unico, dando ad esso un aspetto conico particolare. Denti laterali piccoli, corti, appuntiti. Elitre con costole poco tubercolate, quasi sempre coperte (come il resto del corpo) da una densa crosta di terra, la quale occulta in parte i tubercoli. In esemplari freschi il corpo è coperto, non molto den- samente da un tomento grigio-giallo chiaro, sul pronoto traspare in molti punti il fondo nero; sulle elitre il tomento copre densamente soltanto i tubercoli, lasciando gli intervalli neri, con tomento rado formato da dischetti lungamente frangiati alla periferia.

Lungh. : 10-13,5 mm. Porto Bardia ! 12. es., raccolti il 22 novembre 1926 da Confalonieri. Egitto: Wadi Hof | un es. ex coll. Andres. |

Descritto d’ Egitto (sien) e di Siria (Damasco, Libano).

Sepidium (!) tricuspidatum Fabr.

Zanon indicò nel catalogo del 1922 una specie di Sepidium, raccolto al forte Luhesci ! presso Bengasi nell’ aprile 1917. L’esemplare si trova ora nella collezione del R. Ufficio Agrario

(!) Sepidium spec. ?, indicato da Dodero (1925), raccolto da Festa a Zavia Mechili. Non si trova nella collezione Dodero, il quale mi comunicò gentilmente che esso. “lg venne determinato da Schuster (dopo la pubblicazione dell’ elenco) come penicilli- gerum Karsch. Non ho veduto l’ esemplare e non credo opportuno di comprendere la specie nell’ elenco faunistico della Cirenaica, senza aver ulteriore conferma.

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 949

di Bengasi e mi venne gentilmente comunicato in esame da G. C. Kriiger.

Esso è identico a tre esemplari della collezione Dodero, rac- lori da G. C.. Kruger a Bengasi ! e determinati da Schuster per tricuspidatum Fabr. (specie prettamente egiziana). Ritengo . esatta la determinazione di Schuster, tanto più che gli esemplari di Cirenaica suddetti sono eguali a due di Alessandria ! (coll. Dodero) ed uno di Mariout ! (ex coll. Andres, in coll. Mus. Civ. i Genova), i quali sono certamente tricuspidatum F. | Corrispondono abbastanza bene alla descrizione di Reitter | (Bestimm.- -Tab. 72, 1914, p. 386), però credo opportuno notare | che secondo Reitter il dio anteriore del pronoto sarebbe: «rundlich abgestumpft, am Vorderrande ohne deutliche Aus- buchtung, die Seitenwinkel mithin abgerundet»; mentre negli esemplari di Cirenaica e d’ Egitto esso ha l’ orlo anteriore tron- cato, non inciso, però gli angoli sono acuti e ben marcati in | seguito ad una evidente sinuosità concava dei lati del tubercolo | Stesso.

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Sepidium Reichei All.

| Sepidium Reichei All., Rev. Magaz. Zoo ASA ASL) Nave Ve ne. as > » Reitt., Bestimm.-Tab. 72, 1914, p. 389. a ak » bispinicollis Reitt., Bestimm.-Tab. 72, 1914, p. 389.

Specie ui caratterizzata per la sutura incisa all’ apice ad angolo acuto; ciascuna elitra terminante in punta leggermente | «obliqua verso |’ esterno. Porto Bardia!, un es. leg. Confalonieri, marzo 1927. Dintorni di Tunisi !, leg. Doria ed Elena 1881. Algeria, Tunisia, Cirenaica, Egitto. Descritto d’ Algeria (La- ghouat) e d’ Egitto (Alessandria).

Oss. Reitter (1. c.) descrive una sottospecie col nome di dispinicollis:

“Ta La protuberanza anteriore del pronoto è profondamente divisa

| fino alla base, dando origine a due rigonfiamenti divisi; il dente

laterale bicuspidato è largo, ed occupa più (reichlich) di un terzo

della pa es totale del pronoto. Algeria, Tunisia, Egitto. Reichei All.

La protuberanza anteriore del pronoto è più stretta, molto fina-

| mente solcata, a forma di semplice rigonfiamento, non divisa in

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250 E. GRIDELLI

due protuberanze distinte; il dente laterale bicuspidato è più stretto, e non occupa un terzo della lunghezza totale del pronoto. . . . Tunisia, Egitto. Reichez bispinicollis nov. Non posso comprendere che cosa sia il dispinicollis, a parte l’assurdo di una sottospecie che vive insieme alla forma tipica. L’esemplare di Porto Bardia ha la protuberanza anteriore nettamente divisa in due parti da una profonda incisione mediana (Reicheî) ma i denti laterali (ciascuno con due punte sottili ed acute) sono stretti come nel dispinicollis. Negli esemplari di Tunisi invece hanno i denti laterali molto larghi ( Rezchez), ciascuno con due punte molto larghe ed ottuse, mentre la protuberanza anteriore presenta un’ incisione mediana, meno profonda che nell’ es. di Porto Bardia, ma pur sempre profonda ed evidentissima.

Morica grossa L.

Morica octocostata Sol., Ann. Soc. Ent. France 1836, p. 649. » grossa Reitt., Bestimm.-Tab. 53, 1904, p. 37.

Molto comune nell’ oasi di Giarabub, nel marzo 1927, leg. Confalonieri. Vidi inoltre una serie d’ esemplari, raccolti da Zanon a Tilimun ! (vedi Zanon 1922), esaminati anche da Schuster (vedi Mem. Soc. Ent. Ital. 1922, p. 15). Dodero (1925) la indica di Zavia Mechili (leg. Festa).

Turkestan ! (un es. ex coll. Reitter); Siria, Egitto, Cirenaica, Tripolitania (Misurata !, Homs ! leg. Andreini 1913; Kussabat ! leg. Grandi 1913; Tripoli! leg. Invrea 1926); Tunisia: (Kairouan!, isola Djerba !, Tunisi !). Solier (1. c.) la indica pure della penisola iberica (dintorni di Lisbona).

Akis reflexa Fabr.

Pimelia reflexa Fabr., Syst. Ent. 1775, p. 252. Akis reflexa Sol., Ann. Soc. Ent. France 1836, p. 658. » Kr., Revis. Tenebr. 1865, p. 248.

» » Reitter, Bestimm.-Tab. 53, 1904, p. 39.

Specie molto variabile, che va divisa nelle forme seguenti: Akis reflexa F. forma tipica. Descritta di: «Oriente» su

esemplari raccolti da Forskàl. La descrizione originale, per quanto breve, corrisponde certamente alla re/lexa degli autori.

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 954

Elitre con dorso fortemente depresso, ‘assolutamente piano oppure appena convesso. Ciascuna elitra porta due serie longitu- nali dorsali di piccoli tubercoli conici, appuntiti, appena piegati posteriormente (ossia il loro profilo longitudinale cade rapida- mente verso l’ apice delle elitre e dolcemente verso la base); la serie esterna è formata da tubercoli molto radi, talvolta in parte assenti (e quindi gli intervalli tra i tubercoli non sono di lun- ghezza uniforme), sorgenti immediatamente dal piano delle elitre. La serie interna è composta da tubercoli più numerosi e quindi | più vicini l’uno all’altro; i tubercoli sorgono da un leggerissimo rilievo longitudinale, il quale rende appena concavo I’ intervallo tra la serie stessa e la sutura.

Egitto, Sinai (vedi Alfieri, Bull. Soc. Ent. Egypte 1920, p. 49). Vidi 7 esemplari egiziani: quattro privi di località dettagliata, ex coll. Baudi; uno raccolto ad: Alessandria da O. Beccari 1870 e due raccolti da Reimoser a S. Stefano. Lungh.: 17-23 mm.

La forma tipica non si trova nella Cirenaica.

Akis reflexa cyrenaica Schuster, Ann. Mus. Civ. Genova, LII, 1927, p. 376. La superficie dorsale delle elitre è meno appiat- _ tita, leggermente convessa. La serie esterna corrisponde perfetta- i

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_ mente a quella degli esemplari egiziani; i tubercoli sono in media | più allungati e sorgono direttamente dal piano delle elitre; in

qualche esemplare essa conta numerosi tubercoli, in media però ; il numero degli stessi tende a ridursi anzichè aumentare. I tuber- coli della serie interna sono invece più allungati e sopratutto molto più numerosi che negli esemplari egiziani; essi sorgono da un rilievo longitudinale bene marcato ed evidente, il quale ori- gina quindi due intervalli leggermente concavi, uno (interno) | compreso tra la serie interna e la sutura ed uno tra la serie | interna ed il margine, percorso lungo la linea mediana dalla | serie esterna di tubercoli. I tubercoli della serie interna sono raramente così allungati e così numerosi da fondersi tra loro e col rilievo dal quale sorgono, formando quindi una vera carena, a profilo tagliente, lungamente seghettato, la quale rende più | evidente la convessità dei due intervalli. In media però i tuber- coli sono ben distinti tra loro, non fusi in carena. Lungh.: 16,3- 23 mm. Questa forma, molto comune nell’ oasi di Giarabub . (leg. Confalonieri, marzo 1927) venne considerata da Schuster

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PA po E. GRIDELLI

Schuster ebbe occasione d’esaminare soltanto pochi esemplari, | ma dallo studio delle numerose serie delle quali dispongo risulta | evidente che non si tratta di una sottospecie, bensì d’una forma | estremamente affine alla vera re/flexa, formante passaggio alla Seguente razza:

Akis reflexa subsp. Gestroi Schust., Mem. Soc. Ent. Ital. 1999,

p. 18. Differisce dalla re/lexa tipica e dalla reflexa cyre- naica per i tubercoli della serie interna fusi insieme e formanti una carena notevolmente elevata, a cresta tagliente, il cui pro- filo è lungamente ed evidentemente seghettato; Schuster non | indica in alcun modo questo particolare, il quale dimostra che la | sua Gestroî non è altro che una reflexa. In seguito alla note- = vole elevazione della carena i due intervalli sono notevolmente convessi; l’ esterno è percorso, come nella reflexa cyrenaica da una serie di tubercoli, sorgenti dal piano delle elitre; il loro numero è in media minore che negli esemplari di Giarabub, e non è lo stesso nelle due elitre d’ un individuo (il numero mi- nore è 9, riscontrato nell’ elitra sinistra d’ un esemplare di Porto Bardia. : ,

Schuster (1. c.) non confronta la Gestroi colla refleaxa, bensi soltanto colla Goryi Gueér.

Lungh.: 16-23 mm. Bengasi (Tilimun !), 4 es., serie tipica |. descritta da Schuster. Porto Bardia ! sei esemplari, raccolti | da Confalonieri (novembre 1926 e marzo 1927); Tobruch!, un es. raccolto da Gandini nel 1927, durante la crociera della R. N. « Magnaghi »; Tobruch !, forte Solaro, un es., leg. C. Invrea 1914. Indicata da Dodero 1922) come specie inedita, di Fuehat ~ e Ghemines (leg. Festa). Schuster (1922): Fuehat. Dodero (1925): Fuehat, Zavia Mechili (leg. Festa). Coll. R. Uff. Agr. Bengasi: Agedabia, Gialo (leg. G. C. Kruger, determ. Schuster).

Da quanto risulta dall’ esame degli esemplari e dalla distri- buzione geografica delle forme suddescritte, 1’ Akis Gestroî Schust. non è una specie propria, bensi una razza della refleaa, abitante la costa della Marmarica e la regione del Barka. s

Akis Goryi Guer. (Solier, Ann. Soc. Ent. France 1836, p. 676. Reitter, Bestimm.-Tab. 53, 1904, p. 43). Questa forma © differisce dalla Gestroî unicamente per l'assenza della serie di tubercoli tra il margine dell’ elitra e la carena dorsale, la quale |

a

è molto elevata, a cresta tagliente; di conseguenza i due inter- |

ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB 253

valli sono più concavi. Il corpo è in media più lucido che nella a È reflexa e sue forme. Non trovo giustificate le differenze indicate Sa È da Schuster (1. c.) tra la Gestroi e la Goryi nella struttura = del pronoto. Il profilo della carena dorsale è indistintamente e SE

pronte seghettato, specialmente sulla declività apicale. @ La grande somiglianza della Goryi colla Gestroî, la man- a | canza di caratteri sicuri, atti a differenziare le .due forme, ad eccezione della mancanza della serie di tubercoli esterna nella . Goryi, carattere questo reso alquanto poco sicuro dalla riduzione del loro numero osservata nella Gestroî, fanno dubitare alquanto della validità specifica di questa forma. Sono convinto che la me oY non è altro che una razza occidentale (!) della reflexa, | e che i passaggi tra essa e la reflexa Gestroi (ossia esemplari E con pochissimi tubercoli nella serie esterna e costa interna a “al | profilo quasi integro) verranno raccolti in qualche oasi del vasto o nl deserto sirtico. In ogni modo, quando anche dovessi aver torto, credo che non possa sussistere alcun dubbio sull’ estrema affinità bes tra la Goryi e la reflexa Gestroi. | : SI -_ Lungh.: 16-23 mm. Tripolitania, Tunisia, Tripolitania: Misu- i rata ! Homs ! comune nel 1913, leg. Dott. Andreini; Tripoli !, | | leg. Invrea 1926. Tunisia: Gafsa !, Nalta!, El Djem!, Radast fee da es.). SI

6: Akis Bernhaueri Schuster

Akis Bernhaueri Schust., Entom. Blatter, 1919, p. 29.

. Derna !, un esemplare raccolto da G. C. Krùger (coll. Mus. a Civ. Genova, ex coll. Dodero). =a Coll. Dodero: Porto Bardia !, Derna ! (leg. G. C. Kruger). 3 | Schuster (III) la indica di Porto Bardia (leg. G. C. Kruger).

_ Specie bella e molto caratteristica, descritta su esemplari raccolti da Klaptocz a Derna. Tipi: Coll. Mus. Vienna e coll. | i Schuster.

SCO] Secondo Karsch (Berl. Ent. Zeitschr. 1881, p. 42) l’ Akés Goryi Sol. venne rac- Nb Ita da Rohlfs nell’ oasi di Kufra. Credo molto improbabile che ciò sia realmente <A o, tanto più che non si possono a priori escludere degli errori d’ etichettazione \ una spedizione come quella di Rohlfs. Ritengo molto più probabile che gli esem- ee: ri provengano da qualche localita tripolina,

234 EROE OO aC RTD ELLE

Akis elevata Sol. a

Akis elevata Sol., Ann. Soc. Ent. France 1836, Dp. 671. Ho i » » Reitt, Bestimm.-Tab. 53, 1904, p. 44.

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Un degl raccolto da pb nell’oasi di Giarabub I, a marzo 1927, identico a tre esemplari d’ Egitto: Gebel Asfar !, marzo 1926, leg. Andres, oasi di Kharga ! ex coll. Andres. Ri:

| Descritto della Nubia (?). Egitto, Cirenaica. | a

Akis costitubera Mars.

Akis costitubera Mars., Abeille XXI, 1883, p. 182. | | | a » Schweinfurthi Quedf., Berl. Ent. Zeitschr. 1890, p. 139. È. Morica Pharao Reitt., Bestimm —Tab. 53, ae p. 38. . 4

E dovuto a Dodero i merito d’aver stabilito in modo indubbie l la sinonimia di questa specie, la quale non ha nulla a che fare col genere Morica, al quale venne falsamente attribuita da Reitter e da altri autori. | cae È

Cirene ! leg. Prof. C. Anti, 12 es. (forma tipica, sensu Do- | dero 1925); Fuehat !, 14 es. leg. Zanon (var. Schweinfurthi, fr: sensu Dodero 1925). E

Dodero (1925) considera esemplari di Derna, Sidi Garbaa il | Uadi Kuf e Merg come appartenenti alla fauna tipica, descritta da Marseul (serie interna di tubercoli fortemente abbreviata) mo alla var. Schweinfurthi (serie interna completa o pochissimo abbreviata alla base). Zanon (1922): Fuehat. Falzoni on | Bengasi, El Fetejah (leg. Ghigi). Dodero (1929): Fuehat (leg. | Festa). Schuster (Mem. Soc. Ent. 1922, p. 15): esemplari di Fuehat (leg. Zanon). Dodero va litt) Porto Bardia, Derna, Bengasi lee: 2p ec) è

Egitto, Cirenaica. (Non vidi mai esemplari id Aris È costitubera é descritta di. Cirenaica.

pa a mi pei a

Seaurus tristis Oliv.

Scaurus tristis Oliv., Entom. Ill, 1795, N. 62, p. 4, tav. 1, figg. la, Lia

_ Seaunus tristis Sol., AL Soc. Ent. France. 1838, p. 167, tav. VII, figg. 5,

Vedi inoltre: tristis Jacq. Du-Val, Gen. Col. Eur. II, 1891, iui fig. 306 Oo. tristis Kiist., Kaf. Eur. 1848, XII, 55 lugens Kiis

vp

ERE ACN DELL OASI DI GIARABUB 255

ia “ibid. 57 (di Cagliari in Sardegna). tristis Muls., Coleopt. France, di gp igenes 1854, p. 75 (Francia merid.: Nimes, Marseille, Fréjus). 1a tristis Baudi, Bull. Soc. Ent. Ital. 1875, p. 9 (Francia merid., Liguria, Sardegna, Sicilia). giganteus Baudi (nec Kiister), ibid. (Sardegna, _ Sicilia) gracilicornis Fairm., Ann. Mus. Civ. Genova 1875, p. 524 i) (tipo: Katrouan in Tunisia! , les A. Kerim, 11-V-1873, in coll. Mus. Civ. Ed Genova). gracilipes Sol. Ann. Soc. Ent. France 1838, pp. 167-168 DA Ban ieeria, Tunisia: Sfax). trzstis Reitt. pars, Bestimm.-Tab. 72, 1914, | p. 321. lugens Reitt., a p. 373 (Sardegna, Tunisia ?). © ; Olivier (1. c.) non dica alcuna località per il tipo della specie; la | figura suindicata corrisponde perfettamente, un po’ meno la seconda figura: Pimel., pl. II, fig. 18 Solier (l.c.) descrive perfettamente la specie e figura Pantenna, nonchè la zampa anteriore del %. Per |’ ulteriore i | sinonimia per me non controllata) vedi Mulsant, l. c. (1)

Tebie anteriori del di cure nella metà basale, diritte e più grosse nella metà apicale; orlo interno presenta in tutta la metà basale una forte concavità, terminante in una larga sporgenza dentiforme ottusa, resa più evidente l'aa una concavità più leggera della metà anteriore dell’ orlo | stesso. Questo carattere è raffigurato molto bene da Solier (1. c.). Pronoto piccolo, stretto; elitre strette ed allungate; a visione SI Mioicale la costa marginale e la costa omerale sono separate alla | base da un intervallo, quasi sempre molto largo, raramente | stretto, ma sempre bene evidente. Costa omerale non fortemente | rilevata alla base. Punteggiatura del pronoto grossa, densissima e rugosa ai lati e lungo la base, molto più fina e più rada sul Bio e lungo l’orlo anteriore. Talvolta anche il disco ha una

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| punteggiatura grossa e densa, per quanto sempre molto meno di

quella dei lati (esemplari citati da Kuster e Reitter come lugens).

; (*) La sistematica delle forme affini al trislis, fissata in modo preciso da Solier e da Kiister, venne resa confusa in modo quasi incredibile da Reitter (1914). La sua | tabella è inadoperabile e conduce a risultati errati. Il primo errore consiste nel non aver notato la variabilità di punteggiatura del pronoto. Gli esemplari di tristis ‘con disco del pronoto densamente punteggiato si determinano con Reitter quali lugens Kust. Per contro gli esemplari di tristis colle carene separate alla base da un intervallo (visione dorsale) e punteggiatura del disco del pronoto fina e rada ‘non corrispondono a nessuna delle forme citate da Reitter. Col nome tristis si È determinano col Reitter soltanto esemplari colla carena marginale e omerale a pparentemente unite alla base in nn punto (giganteus nel senso-del presente lavoro, e forse qualche esemplare di tristis (certamente molto raro, perchè in 140 esemplari ‘esaminati non ne vidi nessuno) nonchè esemplari colla costa marginale coperta alla 4 base dalla costa omerale(ossia aegyptiacus). Non conosco in natura la var. abbreviatus Reitt. ; ; è probabile si tratti d’un esemplare anormale: 1 Q a Algeria, colla costa omerale fortemente accorciata dopo la: meta. |

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256 i i E. GRIDELLI

Talvolta, in esemplari di grande statura, le elitre possono essere molto larghe, ma il pronoto rimane sempre piccolo e le elitre sono ristrette alla base, con costole separate alla base da

un intervallo. Lungh.: 12-24 mm. (un esemplare molto piccolo,

evidentemente teratologico, misura soltanto 9 mm. di lun- ghezza).

Specie ben caratterizzata e facilmente riconoscibile, della quale vidi 140 esemplari, la massima parte nella coll. Dodero, Museo Civico di Genova, provenienti dalle località seguenti: Francia meridionale! Italia: Napoli!; diverse località della Sar- degna!, particolarmente comune a Cagliari!; isola di Linosa!, numerosi es. raccolti durante la crociera del « Violante » nel

1876, da Sommier nel 1873 e da altri (tra i quali Dodero) nel ©’

1906 e 1913. Tunisia: numerosi es. dei dintorni di Tunisi (leg.

A. Kerim 1873, Doria 1881, Elena 1882); Kairouan! leg.

A. Kerim 1873 (tipo della gracilicornis Fairm.). Algeria: Orano!, due es. in coll. Dodero. |

Cirenaica: Bengasi! (Giuliana), un es. leg. Zanon, IV-1920.

(in coll. Mus. Civico Genova), citato da Zanon (1922). Non conosco esemplari sicuri di questa specie, provenienti da località della Tripolitania.

Scaurus giganteus Kiist., Kif. Eur. XI, 1848, p. 54 (di Cagliari, in Sardegna). tristis Reitt. pars, Bestimm.-Tab. 72, 1914, p. 371.

aegyptiacus var. A. Sol., Ann. Soc. Ent. France 1838, p. 171 (di Barbaria).

aegyptiacus Baudi pars (esemplari di Sardegna) Boll. Soc. Ent. Ital, i

1875, p. 10. |

Tibie anteriori del o curvate alla base, come nel ¢ristis con orlo interno fortemente concavo, però la concavita non è limitata distalmente da un dente come nel, tréstis. Pronoto molto più ampio, con disco meno ~

convesso, appiattito, meno ineguale, con punteggiatura più fina e più rada.

La costa omerale alla base più rilevata che nel resto, meno curvata verso la sutura; di conseguenza |’ intervallo tra le due coste marginali è molto

più ampio che nel tristis e la costa omerale si unisce (a visione dorsale) |

alla base in un punto colla costa marginale, senza coprirla menomamente. _

Forma ben diversa dal tipico ¢ristés, descritta da Kiister di Cagliari, Li

dove vive frammista al vero tristis, senza formare termini di passaggio. Lungh.: 18-20 mm. Confusa da Baudi (I. c.) coll’ aegyptiacus, come mi sono convinto da un esemplare di Cagliari! determinato da Baudi come

aegyptiacus e citato nel lavoro suddetto. Sembra essere molto raro.

Sardegna: Cagliari! leg. Gestro V. 1873 (aegyptiacus Baudi l. c. pars); f Cagliari!, un es. leg. Moltoni, IV. 1922. Sicilia: Palermo! un es. ex coll.

Cn ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 257

| Baudi, determinato da Baudi come aegyptiacus. Tunisia: Nafta! e Tunisi!, due es. A. Kerim 1873 e Doria 1881. Algeria: Biskra!, due es. _ Non so che pensare sul valore sistematico di questa forma; è però È E probabile che si tratti d'una specie propria anzichè d’ Si varietà “del tristis, perchè non vidi mai esemplari di passaggio. Ad essa si . dovrebbe forse riferire 1’ algiricus Kiist. (Kaf. Eur. XM1, 1848, p. 56).

Scaurus aegyptiacus Sol.

| Scaurus aegyptiacus Sol., Ann. Soc. Ent. France 1838, palio.

È Scaurus aegyptiacus Baudi, Bull. Soc. Ent. Ital. 1875, p. 10 (pars: es. .

d’ Egitto). | Scaurus aegyptiacus Reitt., Bestimm.-Tab. 72, 1914, p. 371

_ Specie propria, molto bene descritta da Solier, del quale È riporto la descrizione originale: « Cette espéce ressemble | beaucoup a la précédente [tristis] et n’en est peut-étre qu’une | variété; elle a cependant un aspect particulier, constant dans tous les individus égyptiens qui ont été en ma possession, ce qui m’a decidé à Ven separer. Voici les principales dif- . férences qu’elle presente. Dos sensiblement plus déprimé et | paraissant plus large. Téte à ponctuation plus éparse, plus forte au centre, mais non rugueuse, quelquefois oblitérée sur l’ épistome; tergum du prothorax moins relevé, avec le milieu couvert de points plus fins et quelquefois oblitérés ce qui lui donne un aspect plus lisse, point de sillon longi- tudinal et sa base plus sensiblement échancrée. Elytres moins | rétrécies prés de leur base, avec les rangées de points et les pelites granulosités plus marquées et bien distinctes, les premiéres le sont méme à Voeil nu; leur deuxiéme céte, beaucoup plus saillante prés de la uu se courbe moins vers la suture et se courbe plus brusquement vers le bas; rugosités de la poitrine du prothorax plus grosses et ales | saillantes ». | Le differenze rilevate da Solier nella forma e punteggiatura del pronoto (il quale è inoltre molto più ampio che nel tristis) e nella scultura delle elitre sono esatte, ma quello che carat- ta poe la specie è la forma delle elitre e la struttura e posizione delle carene. Le elitre sono più corte e contemporaneamente più pprzhe e più arrotondate ai lati, e quindi molto più tondeggianti che nel ty-istis (tra le due specie passa a questo riguardo presso

Sh Ann del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LIV. (15 Giugno 1930). 17 . 4

258 E. GRIDELLI

a poco la stessa differenza che tra il carinatus ed il puncticollis). La costola omerale è fortemente rilevata in carena alla base, molto meno curvata verso la sutura; la parte basale rilevata (vista dal dorso) sporge nettamente a guisa di dente ottuso oltre alla base delle elitre, coprendo del tutto la base della costola marginale. Naturalmente l'intervallo tra le due carene omerali è alla base molto più ampio che nel tristis. Tibie ante- riori del g più sottili, poco curvate alla base; orlo interno inerme, ‘poco concavo nella parte basale.

Per la forma e punteggiatura del pronoto | e per le ‘tibie anteriori del go’ inermi questa specie è molto affine al giganteus Kust., però se ne distingue per le elitre evidentemente più corte, più larghe, tondeggianti, la larghezza maggiore dell’ intervallo tra le due costole omerali (alla base) e la struttura e posizione reciproca delle carene (nel giganteus la carena omerale non è rilevata alla base in modo particolare, non copre la carena mar- ginale, colla quale s' unisce apparentemente in un ponte e non sorpassa la base delle elitre). i

Lungh.: 14-20 mm. Descritta e nota finora si d’ Egitto (loc. class.: Alessandria) e della penisola del Sinai, vedi Andres (Ent. Blatter 1920, p. 63). Egitto: un es.! ex coll. Baudi Cirenaica: comune a Giarabub!, febbraio-marzo 1927, leg. Con- falonieri. DERE ARIES Homs! leg. Andreini 1913.

Sedute vicinus Sol.

Scaurus vicinus Sol., Ann. Soc. Ent. France 1838, p. 171. Scaurus vicinus Baudi, Bull. Soc. Ent. Ital. 1875, p. 11. Scaurus vicinus Reitt., Bestimm—Tab. 72, 1914, p. 372.

Comune a Bengasi e Fuehat; molti es.! raccolti da Zanon, citati da Zanon (1922) e da Schuster (Mem. Soc. Ent. Ital. 1922, p. 16). Dodero (1922): due es. raccolti da Festa a Fuehat. | Dodero (1925): El Fetejah, Derna, Cirene, Tolmetta, Fuehat _ | (leg. Festa). Dodero (in litt.): Bengasi, leg. G. C. Krùger. i

Descritto di Palma (Baleari);. indicato da Reitter di Sicilia, | Spagna, Algeria e Tunisia, da Baudi di Spagna, Sardegna e © Marocco. Schuster (1. c.) lo indica anche di Malta. Gli esemplari di Cirenaica non differiscono. sensibilmente da un esemplare di. Spagna delle coll. del Mus. Civ. di Genova. :

ESPLORAZIONE DELL'OASI DI GIARABUB 259

TA Obs. Trovo nella letteratura due varietà descritte col nome di | balearicus, ambedue delle Baleari, una da Reitter (Bestimm.-Tab. 72, fio; p. 372) e l’altra da Tenenbaum, Bull. Accad. Cracovie Ser. B. 1915, bip. 840, fig.) - Sei due autori si fossero curati di consultare la descrizione originale di Solier, avrebbero ben compreso che la loro varietà non poteva | essere altro che la forma tipica (Reitter non indica le Baleari quale if _Tocalita del Ta):

3 d Scaurus barbarus Sol.

È 39 Citato da Dodero (1922) su un solo esemplare raccolto a È Ghemines da Festa. Non vidi mai es. di Cirenaica.

Specie molto caratteristica, propria della Tripolitania: Homs!,

© Misurata!, leg. Andreini 1913. Descritta di Do

i. Scaurus puncticollis Sol.

| Scaurus puncticoltis Sol., Ann. Soc. Ent. France, 1838, p. 172.

. È ‘Pronoto relativamente piccolo e convesso; ui corte, larghe, . tondeggianti, dilatate ai lati nel terzo apicale; la costola omerale

è fortemente rilevata alla base e copre alla hase stessa la costa

| marginale (la quale è quindi alla base invisibile dal dorso).

| Descritto d’ Egitto ! (3 es. ex coll. Mus. Civico Trieste). Cire-

naica: Comune a Giarabub !, molti es. raccolti da Confalonieri, novembre 1936, nia 1927. Dodero (1925) lo indica

È x di Derna (leg. Festa); lo stesso autore mi comunica d’ aver esa- minato esemplari di Tobruch. Schuster (III): Cirenaica, leg. 6. C. Kruger. Dodero (in litt.): Tobruch, leg. G. C. Kruger.

me Coll. R. Uff. Agr. Bengasi: Gialo (leg. G. C. Kriger, determ.

Schuster).

| Sinai ('), Egitto (°), Cirenaica ; Tripolitania : Derna (Karsch,

po! . Ent. Zeitschr. 1881, p. 43) ee Rohlfs.

_(?) Andres (Ent. Blatter 1920, p. 68).

| (®) Indicata anche di Siria e di Cipro (Cat. Col. Junk; Gebien, pars 22, p. 179) 4 Bee ohabilmente in base alle citazioni di Baudi (Bull. Soc. Ent. Ital. 1875, p. 11). Ho saminato gli esemplari di Siria delle collezioni del Museo Civico di Genova e citati me puncticollis da Baudi; essi sono in realtà rvgicollis Reiche (sensu Reitter, stimm.-Tab. 72, 1914, p. 374), forma questa certo specificamente diversa dal pwncti- | Collis vero. Gli esemplari di Cipro, citati pure da Baudi quali purcticollis, si tro- vano nel Museo di Torino, e non dubito che apparterranno ad altre specie, probabil- si m rente syriacus Reitt.

260 | E. GRIDELLI

Seaurus earinatus Sol.

Scaurus carinatus Sol., Ann. Soc. Ent. France 1838, p. 176. » » Baudi, Bull. Soc. Ent. Ital. 1875, p. 13, ms » Reitt., Bestimm.-Tab. 72, 1914, p. 374.

Specie molto simile alla precedente, però il pronoto è im media notevolmente più grande e più largo; le elitre sono più allungate, non tondeggianti, a lati subparalleli, colla massima larghezza nella metà; la costola marginale è completamente visi bile anche alla base, unita apparentemente in un punto oppure separata da un piccolo intervallo dalla costola omerale, la quale è molto meno rilevata alla base. Le costole sono in media meno elevate in tutta la loro lunghezza.

Egitto ! (due es. ex coll. Mus. Civ. Trieste). Cirenaica: comune a Porto Bardia!, marzo-aprile 1927, leg. Confalonieri; Tobruch t (Marsa Luca), pochi es. leg. Confalonieri, novembre 1926; Tobruch! (forte Solaro) leg. C. Invrea 1914. (coll Invrea); Zavia. Mechili,! leg. Festa (*) 1922, un es. ex coll. Gua

Egitto, Cirenaica (?).

4

Scaurus Schusteri nov. spec.

Capo con punteggiatura molto densa e grossa, con ‘punti allungati longitudinalmente, rugosa sul vertice ed ai lati della. fronte; nel mezzo della fronte i punti diventano meno profondi, rotondi; proseguendo verso la bocca essi vanno diventando sempre: più fini; clipeo, ad eccezione della zona basale quasi privo di punti. Tra i punti si notano numerosi granuli molto piccoli (i quali mancano però sul clipeo).

Antenne lunghe, raggiungenti la base del pronoto; articolo | molto più corto del 3°, molto più lungo che largo; 5°-9° gradata- mente più corti, però tutti più lunghi che larghi; 10° appena

più lungo e più allungato del 9°; articolo terminale molto allun-. gato, cilindrico fino alla metà e poi con un lato curvato fino

all’ apice. 7

(1) Si tratta con tutta probabilità d’ un esemplare eguale a quello indicato da Dodero (4925) con dubbio quale vicinus var. lugens Kust. (vedi Dodero 1925).

(2) Karsch (Berl. Ent. Zeitschr. 1881, p- 43) lo indica anche di Tripolitania: Gebel

Tarrhuna (Bir Milrha) leg. Rohlfs. L’ asserzione meriterebbe una conferma.

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 261

. Pronoto stretto, quadrato; massima larghezza situata un po’ ‘29 ‘anteriormente alla metà; regolarmente arrotondato ai lati, forte- ‘mente ristretto posteriormente (in curva appena accentuata, quasi in linea retta; orlo basale leggermente concavo) d’ambo i Misa con un tratto tponcato obliquamente, che rende gli angoli posteriori fortemente ottusi e spostati all’ innanzi. Orlo anteriore q . leggermente concavo; gli angoli anteriori sono resi più marcati da una corta sinuosità dei lati. Disco del pronoto convesso; lungo alla base una larga impressione, che si restringe a triangolo, | prolungandosi nel disco mediante un leggero solco mediano, che q s’ oblitera un breve tratto prima dell’ orlo anteriore. Punteggia- È tura generale poco densa e grossa; ai lati essa è densa e grossa;

Sa alla base più grossa ancora, sul disco gradatamente più fina e

| più rada, nella zona anteriore molto fina e molto rada; intervalli tra i punti lucidi. In altri esemplari la punteggiatura s’ addensa di più alla base ed ai lati, diventando quasi rugosa, con intervalli | coriacei. o

_ Elitre molto strette (poco più larghe del pronoto) e molto

j lunghe pochissimo arrotondate ai lati; orlo apicale e parte apicale . della sutura debolmente rigonfi.

è Omeri nulli. Disco appiattito. Le eostole delle elitre sono rudimentali, la dorsale interna è visibile in tutta la sua lunghezza «in forma di un debolissimo rigonfiamento longitudinale della | superficie elitrale, ben marcato alla base, spesso totalmente obli- _ terato all'apice; la costola omerale è appena accennata, evidente

| soltanto alla base; la costola marginale e accennata soltanto alla

i ed all’ apice. I rudimenti delle costole s’ uniscono in un 4 fn all’ apice. Ciascun intervallo con quattro serie longitudinali di punti; la parte ripiegata con sei serie; i punti delle serie sono

| profonli, ed a poca distanza uno dall’ altro (I intervallo tra due

| punti successivi è in media un maggiore del loro diametro); Di. quattro serie di ciascun intervallo sono equidistanti tra loro; sulla declività apicale le serie sono più o meno obliterate. Lungh.: 10,5-13,5 mm. Alcuni esemplari raccolti nell’ oasi di SEND (marzo 1927, Confalonieri). Mi permetto di dedicare | questa bella specie al prof. A. Schuster (Vienna) in segno di | omaggio per la sua vasta coltura sulla sistematica dei Tene- | brionidae paleartici e di ringraziamento per l’aiuto costante e | gentile prestatomi nella compilazione di questo lavoro.

È es.

Pa

262 ce a | E. GRIDELLI

La sola specie colla quale il Schusteri potrebbe essere con- fuso è l’angustus Reiche (Ann. Soc. Ent. France 1864, p. 242; Marseul, Abeille XII, 1875, p. 96) descritto e citato finora ui d’ Algeria. Il prof. Schuster ebbe occasione d’ esaminare il tipo dell’ angustus Reiche, comunicatogli dal Museo di Parigi, e di confrontarlo con esemplari della nuova specie suddescritta. Ecco. quanto mi scrisse in proposito, in data 7. marzo 1928.

« Gestern erhielt ich aus Paris den Scaurus angustus Reiche und konnte feststellen dass er nicht mit dem S. Schusteri iibereinstimmt, wohl aber nahe verwandt ist. Insbesonders difteriert die Halsschildform, wahrend die Flugeldeckenform iibereinstimmt. Nachfolgend die Unterschiede : n

Scaurus Schusteri n. sp. Scaurus angustus Reiche

Halsschild nach hinten stark . Halss. nach hinten schwach | verengt, stark der Quere nach | verengt, auf der Scheibe Hach, gewolbt, vor der Basis mit star- | vor der Basis ohne Querein- kem Quereindruck, der in der | druck, ebenfalls flach, fein ae q Mitte. kurz, nach worne, zur | tiert Scheibe, verlingert ist; auf der 4 Scheibe stark und fein gemischt i si; a panktiert, gegen die Basis mit i a groben Nabelpunkten. = o 1)

Flugeldecken. Humeral-und | Flùgeldecken. Humeralrippe =~ dorsalrippen gegen die Spitze | hinten sehr stark kielformig © schwach angedeutet, erste und | erhaben, erste und zweite Dor- | aweite Dorsalrippe gegen die | salrippe hinten stark erhaben, Basis stark erhaben. Spitzenrand | vorne gar nicht erhaben. Punkte der Flùgeldecken und hinterster | in den Streifen nicht sehr tief. Teil der Naht schwach wulst- | Mit deutlichen Schultern.. = formig verdickt. Punkte in den | | | Streifen tief grubenformig. Schul- ternlos.

La nuova specie non può confondersi col Bowgonit Fairm. (Tripolitania e Tunisia) per le dimensioni degli articoli delle antenne, il corpo molto più stretto, le elitre molto più strette e più allungate, meno appiattite, meno arrotondate ai lati, con costa. dorsale interna evidente (nel Bougoniî questa è completamente

4 fe | Scaurus Sancti-Amandi Sol.

| Scaurus Sancti: Amandi Sol., Ann. Soc. Ent. France 1838, p. 177. Bec! > » » Bandi, Bull. Soc. Ent. Ital. 1875, p. 13. È » »- » () Reitt., Bestimm.-Tab. 72, 1914, pag. 367. ~~‘ ovipennis Farm., Ann. Mus. Civ. Genova,- VII, 1875, p. 526.

Descritto di Tunisia (Sfax) e ridescritto da Fairmaire col nome di ovipennis su esemplari di Tunisia (Gafsa; Tunisi). La sino- | nimia, già stabilita da Reitter, è certamente esatta, contrariamente | all’ opinione di Gebien che considera (Cat. Col. Junk pars. 22, Ii ip: 179) V ovipennis specie valida. È : Specie ben distinta dallo striatus per la statura minore, | elitre più corte e più larghe, molto meno appuntite e più tondeg- gini all'apice; le due carene dorsali sono parallele fino alla base e racchiudono quindi un rettangolo (nello striatus esse sono 4 Bi verso la sutura e racchiudono quindi una ellisse); gli intervalli con 4 serie longitudinali di punti, le due serie mediane 4 poi ciascun intervallo sono più vicine tra loro, che ciascuna di esse dalla serie esterna. Cirenaica: un solo esemplare, raccolto da E. D’ Albertis STIVA 1902) in una località del Barka (Bengasi o Derna). Tripolitania: alcuni es. raccolti a Homs! (febbraio 1913; leg. _ Andreini). Tunisia: Tunisi! 22-VI-1873, leg. A. Kerim cia

iS)

crd

di

j 10- IV-1873; El TA 30-VIII-1877, un es. crociera del « Violante » .

a

OR ge:

Obs. Fairmaire indica come località classiche Gafsa e Tunisi. Nella . collezione del Museo Civico di Genova non si trovano esemplari di Gafsa. i Per contro Fairmaire non indica 1 5 es. raccolti da A. Kerim a Kairouan.

Leucolaephus Rohlfsi Karsch.

Milesi da Karsch (Medi isihopus Rohlfsi, Berl. Ent. - Zeitschr. 1381, p. 46-47, tav. II, fig. 4) su due esemplari raccolti da Rohlfs nelle oasi di Augila e Gialo. Citato pure da Rohlfs

Be 5. (1) Recte « Sancti-Amandi »; la specie è dedicata a Saint-Amand, che la raccolse | nei dintorni di Sfax (Tunisia).

in coll. come « typus »); Baieaan lees Aki Kerim 5." es:

264 E. GRIDELLI

(Kufra, p. 377). Indicato erroneamente da Gebien (Cat. Col. Junk, pars 22, p. 186) e da Winkler. (Col Cat. pars) $,/p/0955) dell’ oasi di Kufra (certamente teste Rohlfs).

Specie a me ignota in natura, endemica di Cirenaica.

Pachylodera (!) brevicornis Quedf. Pachylodera brevicornis Quedf., Berl. Ent. Zeitschr. 1889, D. 400.

Genere e specie descritti su due esemplari raccolti nella

Tripolitania (Kedua e Misselata), in terreni calcarei.

Vidi un esemplare raccolto a Misurata (Tripolitania) dal dott. Andreini nel 1913 (in coll Dodero) e tre raccolti da Con- falonieri a Porto Bardia nel marzo-aprile 1927. Eccettuato qualche particolare insignificante i quattro esemplari sono eguali e cor- rispondono perfettamente alla bella e precisa descrizione di Que- denfeldt. - Schuster (III), Tobruch leg. p. c. Krùger.

Tripolitania, Cirenaica.

Prionotheca coronata Ol.

Pimelia coronata O\., Ent. Ill, 1795, 59, p. 4, tav. Il, fig. 17. Prionotheca coronata Reitt., Bestimm.-Tab. XXV, 1893, p. 299.

Vedi inoltre: coronata Klug, Symb. Phys. II, 1830, nr. 20, tav. 12, fig. 7 Solier Ann. Soc. Ent. France 1836, p. 41, tav. II, fig. 13-16 - Castel., Hist. Nat. II, 1840, p. 182. - Kraatz, Rev. Tenebr. 1865, pag. 288 Gestro, Ann. Mus. Civ. Genova 1889, p. 54 ovalis Ancey, Natural. III, 1881, pag. 397.

Questa bella specie di grande statura, simile ad una grossa Pimelia, colle elitre appiattite, munite lungo il margine di una corona di lunghe spine, col corpo irto di peli giallo-bruni, ispidi, addensati specialmente sul pronoto e nella parte declive delle elitre, è relativamente comune nell’ oasi di Giarabub! (leg. Con-

falonieri; novembre 1926 - marzo 1927). Non venne raccolta a

Porto Bardia. Karsch (Berl. Ent. Zeitschr. 1881, pag. 42) la indica delle oasi di Augila e Gialo nonchè di Kufra (leg. Rohlfs).

(1) Storthocnemis Steckeri Karsch (1. c. p. 47-48, tav. II, fig. 8, 8 a), descritto di “a Tripolitania (Sokna, Uadi M’bellem) e non dell’ oasi Kufra (come indicano erronea-

- mente Gebien e Winkler, l. c.) dovrebbe essere molto simile a questa specie. ah i é :

®

ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB 265

coll. R. Uff. Agr. Bengasi: Gialo (leg. G. C. Kriger, determ. Schuster). : , Diffusa in tutto il Sahara, penisola del Sinai (vedi pure Alfieri, Bull. Soc. Ent. Egypte 1920, p. 49 e Andres, Ent. Blitter 1920, Sp. 68), Alto Egitto, Abissinia, Aden.

Ocnera

BL’ orlo superiore delle epipleure delle elitre è ingrossato e fortemente elevato nella zona basale (all’ altezza delle coscie medie), la parte elevata è fortemente coricata sulla superficie d della parte ripiegata (false epipleure). Di conseguenza la «doccia che segue l’orlo suddetto è di profondità non uniforme, nella zona basale essa è profondissima, nel resto molto meno profonda. Epipleure strette fino poco oltre alle coscie poste- a | riori, e poi bruscamente dilatate . ; : 2 L'orlo superiore delle epipleure delle elitre di spessore uni- «forme, non ingrossato ed elevato nella zona basale; ia doccia .. della parte ripiegata (false epipleure) che segue l’orlo suddetto è di profondità uniforme in tutto il suo percorso. Epipleure

| strette, a lati paralleli, appena dilatate in curva oltre alle

Mi nt ona omerale) 0 3 2. Processo prosternale completamente ripiegato all’ apice, invi- sibile di profilo hispida Forsk.

Processo prosternale non ripiegato all’ apice; esso sporge oltre al livello delle anche in punta triangolare a vertice arrotondato. La parte postcoxale sporgente è visibile di profilo in forma gu di larga ed alta sporgenza, tagliata ad angolo subretto, leg- (388 gerente arrotondato al vertice. Algeria: Biskra!

ae Allardi Grid. . Superficie del pronoto tra i granuli glabra . 4

Superficie del pronoto tra 1 granuli con pubescenza secondaria, «formata da peli grigio argentei, corti, sottili, coricati . 7

(1) Ocnera Allardi Gridelli (Bull. Soc. Ent. Ital. 1923, p. 17) Emondi Allard (Ann. Ent. Belg. 1883, p. 44) nec Sol., descritta di Biskra.

Distinta specificamente dalla /ispida per la struttura del processo prosternale. lue esemplari da me citati vennero raccolti da Stauder (30-IV-1911) e da Chobaut -1895). Ho avuto occasione d’ esaminare nelle collezioni del Museo Entomologico *letro Rossi » (Duino presso Trieste) una dozzina d’ esemplari, tutti raccolti a ra da Stauder, identici ai suddescritti. Statura grande, quanto quella di grossi emplari di hispida.

266 | E. GRIDELLI

Parte postcoxale del processo prosternale (esaminata di profilo) in forma di lungo dente. Pronoto largo i i 3 Parte postcoxale del processo prosternale (esaminata di ae Di non dentiforme, poco sporgente, tagliata ad angolo retto. Pronoto stretto. Egitto: Luxor! Cairo! (vedi sub Genei a pace (38). Emondi Sol. 1 5. Parte postcoxale del processo prosternale, esaminata di faccia, con apice a lati convergenti, ma completamente arrotondata al-vertice; esaminata di profilo essa è curvata eee verso il ventre, a lati subparalleli e vertice smussato, quasi completamente arrotondato. Pronoto ampio; elitre poco più larghe del pronoto, molto allungate, subcilindriche; i lati sono appena curvi (quasi rettilinei) e divergono leggermente dall’ omero (il quale è nullo) fino circa al terzo posteriore, dove le elitre raggiungono la massima larghezza. Penisola | dei Sinai. Andresi (1) Grid. Parte postcoxale del processo prosternale (esaminata di faccia), È con vertice acutissimo; esaminata di profilo essa è conica, | diritta o curvata dalla parte opposta al ventre, con word acutissimo. Elitre molto più larghe del pronoto, regolarmente dilatate ed arrotondate ai lati, subellittiche, colla massima ~ larghezza circa nella meta. RR 6

6. Parte postcoxale del processo Fi Li (esige di profilo) | lunghissima, diritta. Corpo relativamente largo e corto. Gra- nulazione delle elitre non molto densa; granuli molto piccoli. Algeria, Tunisia, Sicilia, Sardegna, Gui Cipro | E si lima (?) Petagna. |

Parte posteoxale del processo prosternale (esaminata di profilo). molto più corta, leggermente volta verso il basso (ossia dalla. parte opposta al ventre), Corpo più stretto e più lungo granulazione delle elitre molto più densa, con granuli pi

(1) Ocnera Andresi Gridelli (Bull. Soc. Ent. Ital. 1918, pag. 16). Già indicata es descritta della penisola del Sinai da Andres (Ent. Blatter 1920, p. 69; Bull. Soc. Ent. Egypte 1921, p. 63) col nome di Habelmanni (Andres 1. c. nec Kraatz). Ocnera Habel-. J manni Reitt. (nec Kraatz, Verh. naturf. Ver. Brunn 1893, p. 219) è con tutta proba- a bilità Andresi mihi. L’ esemplare da me studiato e descritto è lungo mm. 24.5, proveniente dalla collezione Andres, con etichetta « Det el Arbein, Kaiser, Sinai, : 21-V-1927, nachts im Zelt ».

(?) Ocnera angustata Sol. et auct. Descritta di Sicilia. La fonia stabilita da Bedel (vedi Reitter, Wien. Ent. Zeit. 1894, p. 1416). —- Probabilmente diffusa nella Grecia e nell’ Asia Minore.

fo ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 267

| grossi e più elevati. Egitto; Cirenaica orientale (oasi di _ Giarabub!). Genei Sol. 7, Pubescenza del corpo e particolarmente delle zampe, molto oscura, nera. Elitre notevolmente arrotondate e dilatate ai lati, fortemente ristrette verso la base, con omeri nulli, colla massima larghezza circa nella metà, fortemente ristrette verso . l’apice. Ciascuna elitra è prolungata all’ apice in una punta «corta ed acuta; le due punte divergono leggermente; di con- | seguenza l'apice del complesso elitrale è prolungato in una corta coda, resa evidente da una leggera sinuosita dell’ orlo apicale, terminante in punta acuta, con una rientranza suturale ad angolo acuto, molto stretta, ma evidentissima. Il prolun- | gamento dell’ apice del complesso elitrale è pure evidentissimo di profilo. Zampe molto lunghe e sottili. Processo prosternale completamente ripiegato all’apice. Tarsi posteriori e medii | senza ciuffi di peli dorati. Oasi di Giarabub. cyrenaica mihi Pubescenza del corpo e particolarmente delle zampe, molto più chiare, bruno o bruno-rossiccia. Zampe corte normali. _ Elitre di forma diversa, più larghe, con omeri in nessun caso nulli, più o meno marcati e quindi meno ristrette verso la base. Il complesso elitrale termina in punta.molto più larga e molto più arrotondata, non prolungata in coda; manca una rientranza suturale oppure è appena visibile. Viste di profilo | esse non presentano un prolungamento apicale come nella | specie precedente. philistina (1) Reiche e forme affini.

Ocnera Genei Sol,.

Trachyderma Genei Sol., Ann. Soc. Ent. France, 1836, p. 38. Ocnera Genei All., Ann. Soc. Ent. Belg. XXVII, 1883, I, p. 46. Habelmanni Kr., Revis. Tenebr. 1865, p. 292. my, » Grid., Boll. Soc. Ent. Ital. 1928, p. 15.

Specie molto caratteristica ma spesso confusa colla lima Pet. = angustata Sol. ‘et Auct.). Essa venne trovata con sicurezza

(*) Ocnera philistina Reiche, Specie diffusa nella penisola del Sinai (secondo qual- ‘autore anche nell’ Egitto), Palestina ed in tutti i paesi ad oriente, fino in "sia; non è una specie bensì un complesso eterogeneo di forme, considerate come cie proprie o come sinonimi della philistina: gomorrhana Reiche, parvicollis li, parvicollis Reitt. (nec Baudi), ovalipennis Baudi, persea Baudi, ecc. Spero poter chiarire in un prossimo lavoro la sistematica delle forme suddette.

268 | E. GRIDELLI

soltanto in Egitto; citata talvolta per errore, probabilmente in base alle indicazioni di Kraatz |. c., d’ Arabia e dell’ Asia Minore. (Allard 1. c.); queste citazioni sono errate, come pure sono false. le indicazioni della lima d’ Egitto. La specie si trova pure nella Cirenaica orientale; ia ‘ne raccolse. alcuni esemplari

nell’ oasi di Giarabub (DI. 1926).

Ops. Ocnera Emondi Sol. |. c., vedi Gridelli 1. c. (= longicallis Deshr), La forma della parte ee del processo prosternale è molto. caratteristica e ben diversa da quella della Genez. È quindi molto proba- bile che si tratti realmente d’ una specie propria, la quale vive frammista. alla Genez nell’ Egitto. Gli esemplari da me studiati corrispondono | esattamente alla descrizione della O. longicolits Desbr. (Bull. Acad. Hip- pone 1881, p. 87) del Cairo, per cui non ho alcun dubbio sulla identità di questa forma colla Emondi Sol.

Oenera hispida Forsk. 4

Specie molto variabile, formante varie razze. La forma tipica. manca nella Cirenaica, dove viene sostituita dalla razza seguente:

Ocnera hispida Leprieuri All. (Descript. de six nouvelles. espéces de Coléoptéres hétéromeres, 1886, p. 4): « Long. 23 a 24 mill., larg. 11 à 11 */, mill. Nigra, oblonga, tana hispida. Pr E dorso paruni convexo, tuberculis laxio-. ribus obconicis, lateribus majoribus. Elytris dorso satis planatis, tuberculorum octo seriebus ornato, in interstitits puncta sparsa et tubercula minutissima funduntur ; series laterales 6, 7, $ majores et magis approximatae. a

Cette espéce a le corselet plus large, plus transversal et moins convexe que l’ hispida, la plus grande largeur est au dessus du milieu et ses cotés sont obliques et peu arrondis du. milieu a la base. Les élytres sont plus déprimées, plus courtes et plus carrées que dans hispida. Elles ont sur le dos huit séries longitudinales de tubercules coniques, inclinés en arriére” et dont la pointe est terminée par une soie rigide; les cing séries les plus rapprochées de la suture sont très distantes e t dans leurs intervalles il y a des points enfoncés et une aut série longitudinale de tubercules extrémement petits; les séries 6, 7 et 8 sont plus rapprochées et formées de tubercules plus gros; entre la 8"° série et le bord de J’élytre il y a sur la

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB

hr tie déclive une 9™ série très écourtée a ses extrémités; le md de l’élytre entre les tubercules est lisse. En dessous, le prosternum ne dépasse pas les hanches et se recourbe en des- | pr et l’abdomen est assez densément dpi . Elle provient des ea de M. Letourneux en Egypte (Ex Allard 1. c.). Questa razza, facilmente distinta dalla coi chiamata tipica da tutti gli autori per i tubercoli delle elitre molto più distanti : È loro, venne determinata da Reitter quale sparsispina e questo nome in litteris venne finalmente fissato mediante una crizione da Boehm (Bull. Soc. Ent. Egypte 1914, pp. 65, 67). a vi è alcun dubbio sull’ identita della sparsispina Boehm olla Leprieuri All. | FE Beitto : Alessandria !, due es. leg. O. Beccari 1871; Marsa h iatrouh. ! (tra Ml sSandria e Solum) leg. Andres 1926, Sane es. Cirenaica; oasi di Giarabub ! comunissima, alcune centinaia d’esem- plari, dicembre 1926, febbraio - marzo 1927, leg. Confalonieri; “Tobruch !, molti es., leg. G. Botto 1923; Bengasi !, Fuehat !, molti es. eee Zanon. La stessa forma venne indicata col nome di hispida diet Mautori seguenti: Schuster (Mem. Soc. Ent. Ital. 1922, p. 16), esemplari di Zanon di Bengasi ! e Fuehat !; Zanon (1922) Ben- | i e dintorni, Fuehat !; Dodero (1922), canvas et Fuehat e. Festa); Falzoni (1925) Di Bengasi (leg. Ghigi); Dodero (1925) li “Zavia Mechili e Bengasi (leg. Festa). | Resco Egitto, Cirenaica.

+

a Oss. È possibile che la Leprieurî non sia altro che la vera Ocnera rida descritta da Forskal (Des ript. anim., 1775, p. 79). Non conosco a descrizione originale, ma Fabricius (Entom. System. 1, 1792, p. 100) scrive della hisprda: « Habitat rarius in hortis Alerandrinis sub sar- tis, Prof. Forskahl ». q Nell Egitto Basso si trova pure un’ altra forma, molto più opaca, con ubercoli molto più densi, simile alle forme dell’ Africa settentrionale ecidentale. Questa dna che viene considerata dagli autori come hispida Forskal, corrisponde alla Latreillei Sol. (Ann. Soc. Ent. France 836, p. 36) Le del Senegal. Essa si trova in tutto I’ Egitto (eccet- ato forse il Delta, del quale vidi soltanto la Leprieuri; sarebbe molto ‘'essante sapere se le due forme vivano promiscue o no): Suez !, Doria ; Cairo!, comunissima, Doria e Beccari 1880; Dàbòt! Andres 1927; a!, ex coll. Andres. Scende molto al sud lungo le coste del Mar (Aden !, un es. leg. Pogliani 1889; dintorni di Massaua ! leg. 1884, leg. Mancini 1904, leg. Issel 1870) spingendosi al sud fino a

970 E. GRIDELLI

Mogadiscio ! (Somalia italiana, 9 es. leg. Mancini). Nell’interno essa | si trova nello Scioa (Mahal-Uonz ! leg. Antinori 1877). Credo sia diffusa in tutta la zona predesertica meridionale del Sahara, perchè ricompare | nella regione del Senegal! (della quale venne n) e della quale vidi | ui un esemplare, avuto da Haag nel 1874. d

Nell’ Africa settentrionale (Algeria !, Tunisia !, Tripolitania !) si trova di una razza con granulazione delle ia molto densa, molto simile alla Latreillei suddetta. i

Un altro complesso di fovaie trova ad oriente del bacino del Medi- terraneo; Siria (hispida major Baudi !), Caucaso !, Mesopotamia ! e si spinge Di oriente fino alla Persia ! (hispida depressa Baudi).

Spero di poter chiarire in un prossimo lavoro la sistematica della | a hispida; in ogni modo ho creduto opportuno di abbozzare fin d’ ora la i distribuzione di questa specie, apparentemente bene nota, ma in realtà. | ancora molto misteriosa. Strano pure il fatto della presenza a Biskra_ ; dell’ Ocnera Emondi All., estremamente affine alla Azspida, ma certa- mente diversa per la struttura particolare del processo prosternale. |

È. 7

Ocnera cyrenaica nov. spec.

Corpo, antenne e zampe neri; palpi bruni; articoli terminali delle antenne brunastri. La pubescenza è deo. in tutta lage superficie del corpo, delle antenne e .delle zampe si notano | lunghe setole nere o nero-brune, erette oblique o semi coricate; ~ sul capo, pronoto e su tutta la parte inferiore una pubescenza ' secondaria, coricata, molto densa, corta, grigio-chiara. Orlo ante. riore del labbro superiore con densa frangia di peli fulvi; orlo | anteriore del prosterno e del pronoto ed orlo basale del pronoto con densissima frangia di peli giallo-bruni, molti corti. ;

Capo con granulazione molto rada sul disco, appena più. densa ai lati; i granuli sono minuti e portano lunghi peli nero | bruni, eretti. Clipeo con parte centrale anteriore subtrapeziforme, | ad orlo troncato e subcrenellata, limitata ai lati da una incisione |

dell’ orlo. In corrispondenza a questa una zona con granuli minu- |

tissimi, molto densi. Tutta la superficie basale (vertice) e lat rale presenta tra i granuli una punteggiatura finissima e molto” densa, che diventa molto rada sul disco; i puntini portano corti. e sottili peli grigio -argentei, leggermente curvi, semicoricati | all’ innanzi. 1 (O Antenne lunghe e gracili; ripiegate all’ indietro esse superano notevolmente (per una lunghezza eguale a quella dei quattro articoli apicali) l’ orlo basale del pronoto. Pubescenza formata d

terzo (1 : 1,7), molto più lungo che largo (3,7 : 1); quinto, sesto, settimo ed ottavo gradatamente più corti, appena conici, tutti molto più lunghi che larghi; l’ ottavo è ancora un po’ più

i due volte lungo quanto largo; decimo più corto del nono, ancora più fortemente conico, tanto lungo quanto largo; articolo apicale molto piccolo. | Pronoto (visto dal dorso) rettangolare, con lati subparalleli, appena curvati, trasversale, con angoli anteriori e posteriori leg- germente ottusi, arrotondati all’apice. Visti da un lato gli angoli posteriori sono molto ottusi e largamente arrotondati. Granula- zione grossa, abbastanza densa ai lati essa diventa molto rada S fol disco; tra i granuli grossi, sono sparsi irregolarmente lungo ti e la base dei granuli minori, poco numerosi; sul disco se ne notano pochissimi. I granuli portano una pubescenza abbastanza densa, irta, nera. La chitina tra i granuli presenta una punteg- giatura microscopica; molto densa ai lati, molto rada sul disco; oo portano corti peli grigio argentei, diretti sempre verso

l punto centrale del disco; la densità di questa pubescenza varia fini col variare della densità dei punti piligeri; molto densa ai lati, molto rada sul disco.

. Epipleure del pronoto con pochi granuli sparsi; prosterno con och granuli; processo prosternale fortemente e densamente gra- nulato, e solcato e completamente ripiegato. I granuli

rtano peli neri obliqui; tutta la superficie con punteggiatura

roscopica molto densa e di conseguenza con di pubescenza icata grigio-chiara.

. Elitre larghe e corte, molto più larghe del pronoto, notevol-

mente dilatate ed arrotondate ai lati, colla massima larghezza

i curva molto dolce verso la base; omeri completamente obli- rati; posteriormente esse si restringono ancora pili fortemente r un tratto con orlo rettilineo e crenellato), formando un lungamento a guisa di coda, corto e largo, reso ancora più entuato dal fatto che ciascuna elitra si prolunga all’ apice in

: ‘piccolo mucrone, reso ben accentuato da una brusca e piccola a agolosita rientrante dell’ orlo apicale, alla base del mucrone

D2 E. GRIDELLI

stesso; i due mucroni divergono leggermente, formando quindi | hi una rientranza angolosa suturale strettissima e poco profonda, ma molto evidente.

All’ esame laterale, il profilo del complesso elitrale è dap- prima. orizzontale, piano, circa fino al terzo apicale, cade poi | fortemente, formando vicino all’ apice una sinuosità concava e prolungandosi poi nettamente in forma d’ una coda corta sottile ed appuntita. Granulazione densa e regolare; i granuli sono regolarmente allineati nel senso longitudinale, molto densi ed ci acuti sulla parte ripiegata ed ai lati, gradatamente diradati, ma sempre densi, dai lati verso la sutura; |’ allineamento viene di- | sturbato da radi granuli minori, sparsi irregolarmente su. tutta. la superficie. L’ orlo superiore della parte ripiegata. è marcato . da una serie regolare (marginale) di granuli un po’ più grossi. L'orlo superiore delle epipleure, di spessore uniforme su tutta la. sua lunghezza, crenellato, seguito sulla superficie della parte ri- piegata da una doccia stretta, di profondità piccola ed uniforme. La pubescenza delle elitre è irta, formata di setole nere oblique; all’ indietro.

Tutta la parte inferiore con granulazione piuttosto densa, e con punteggiatura microscopica densissima; i granuli portano se-_ tole nere fortemente oblique all’ indietro ; alla punteggiatura» mi- croscopica corrisponde una densissima pubescenza coricata grigio- chiara. Zampe molte lunghe e sottili, granulate, con pubescenza | formata da setole nere; i tarsi medii e posteriori privi di ciuffi. dorati; tibie posteriori appena sinuose. Ò

iu. 17-26 mm. Una cinquantina d’ esemplari raccolti Li q Confalonieri nell’ oasi di Giarabub! (febbraio-marzo 1927) ; es. raccolto durante il viaggio da Porto Bardia a Giarabub ee i vembre 1926) ed uno a Porto Bardia! (marzo 1927). i

Per la pubescenza grigio-chiara del pronoto e del capo questa specie si può confrontare soltanto colla phélistina Reiche e forme affini. Ne differisce però a prima vista per le zampe molto più lunghe e relativamente più sottili, le setole di tutto il corpo “© molto più oscure, nere, nonchè per la forma molto diversa delle 200 elitre.

scr SITI

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ga Se 2

Thriptera Varvasi Sol.

Indicata da Dodero (1925) di Zavia Mechili (un i, Festa), citata dell’ Algeria e Tripolitania.

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB

Pimelia subquadrata Strm.

4 Pimelia subquadrata Reitt., Bestimm.—Tab. 74, 1915, p. 10.

a a Dodero (in litt.): Tobruch!, leg. G. C. Kruger. Un solo Bici in coll. Dodero, identico a molti es. raccolti al Cairo Î da Doria e Beccari nel febbraio 1880.

Palestina, Sinai e Egitto.

Orgs. Geo C. Kriiger mi comunica d’ aver raccolto a Es-Sahabi e Gialo

AO

alcuni esemplari della subquadrata, riferiti da Schuster ad una nuova sottospecie : parvigranulata Schust., in litt. (coll. R. Uff. Agr. Bengasi).

Pimelia tenuicornis Sol.

Non vidi mai esemplari di Cirenaica (!). Hidatos (1922) È indica di Fuehat la forma tipica e di Ghemines la var. tripolitana Sén. (leg. Festa). È Descritta di Tripolitania. Homs! Misurata!, comune, leg. An- dreini 1913; Tripoli!, comune, leg. Invrea 1926. Indicata da Sénac, certamente a torto, anche della Nubia. Secondo Innes Bey | (Bull. Soc. Ent. Egypte 1908, p. 136) si trova nell’Egitto: Oasi di Dahleh (forse errore di determinazione). Vidi pure esemplari della var. ana, raccolti a Tripoli! (ex coll. Luigioni).

Pimelia angulata Fabr.

Raccolta da Rohlfs nelle oasi di Augila e Gialo, nonché a Kufra : teste Karsch, Berl. Ent. Zeitschr. 1881, p. 43. Karsch menziona pure la località « Bondjem »; ignoro dove essa si trovi. Cairo !, comune, leg. Doria e Beccari, II. 1880; Sakkara!, aprile 1925, leg. Vinciguerra; Gizeh!; Assuan!; pl pure esemplari di zone costiere: Ramleh!, presso ASI | Andres (Ent. Blitter 1920, p. 71) indica la specie di varie località della penisola del Sinai, nonchè d’ Egitto: Gizeh, Sakkara ; nonchè della penisola del Sinai le var. aculeata Kl. e |’ alternata a 0) Zanon (1922) indica di Fuehat la var. tripolitana Sén. Vidi due esemplari così

determinati da Zanon (coll. Zanon, R. Uff. Agr. Bengasi): si tratta di due esemplari della Pim. derasa Klug!

| Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LIV (21 Giugno 1930). 18

274 Whig E. GRIDELLI

Kl. Nella Palestina si trova la razza n Sén.: Tel Aviv!, marzo 1925, leg. Bodenheimer.

Pimelia consobrina (') Confalonierii nov. subsp.

Nella Cirenaica occidentale (Porto Bardia e Giarabub) si trova comunissima una Pimelia (ne vidi parecchie centinaia d’ esem- plari) la quale è molto affine alle consobrina Luc., d’ Algeria e Tunisia. Però tutti gli esemplari da me studiati differiscono dalle consobrina (11 es. di Biskra! in coll. Mus. Civico Genova) per il corpo notevolmente più lucido e le elitre molto più corte, più arrotondate ai lati, più convesse, tondeggianti. Scultura | molto variabile, in media non diversa da quella della consobrina | tipica. Pubescenza dei tarsi molto oscura, nera o nero-bruna.

Lungh. : 18-26 mm. ni | Oasi di Giarabub !, Porto Bardia!, ‘alcune centinaia d’ esem- plari, raccolti da Confalonieri nel 1927. G. C. Kriiger mi comunica d'aver raccolto la stessa forma nelle oasi d’ Augila e Gialo (coll. R. Uff. Agr. Bengasi ; determ. Schuster, mediante confronto con cotipi) e Andres (in litt. 4-V-19) mi indica la sua presenza nell’ oasi di. Siva (determ. mediante ti confronto con cotipi). : Ors. Probabilmente la stessa forma venne indicata come consobrina È ;

da Dodero (1925) di Derna, nonchè come consobrina sparsidens da Falzoni È Ji (1923) di Bengasi (leg. Ghigi). i

Non posso indicare altri caratteri differenziali rispetto alla È consobrina ad eccezione della forma delle elitre. La consobrina è poi una specie molto variabile e della quale vidi poco materiale. Sénac (Mon. I, 1884, p. 35-37) descrive minutamente la Pimelia angulosa Ol., d’ Egitto e del Senegal, confrontandola minuta- mente colla: consobrina, specie molto affine all’ angulosa, della

(1) Pimelia consobrina Luc. Zanon (1922): Fuehat (Raaba), aprile 1917: Giuliana, a aprile 1920. Vidi due esemplari determinati da Zanon per consobrina (coll. me R. Uff. Agrario Bengasi) ambedue di Fuehat (Raaba!), uno d’ aprile 1916, I’: altro d’ aprile 1917. Si tratta di due Sorano: della Pimelia superba Schust. !

Pimelia obsoleta. Specie dubbia, raccolta-da Rohlfs nelle oasi di Augila e Gialo : teste Karsch, Berl. Ent. Zeitschr. 1881, p. 43. Dodero (in litt.): Pim. obsoleta var., | Bengasi, Agedabia, leg. G. C. Kriiger. Coll. R. Uff. Agr. Bengasi: Agedabia (leg. G. C. Kriiger, determ. Schuster). i ie e.

ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB 275

quale forse non rappresenta, secondo Sénac, che una varietà. La

sola differenza importante citata da Sénac è data dalla forma di elle elitre, che nella consobrina sono «moins larges a ‘la base, relativement plus allongées », mentre nell’ angulosa fi « coupées un peu plus i a la base, débordant un. peu plus de chaque cété le bord postérieur du pronotum ». È quindi possibile forse che la forma da me descritta di Cirenaica ‘sia l’angulosa Ol.. della quale vidi un esemplare proveniente con dubbio dal Senegal, ben diverso da quelli di Cirenaica.

dA ore 19 Uva

Li

Pimelia Barthelemyi Sol.

__Pimelia Barthelemy? Sol., Ann. Soc. Ent. France 1836, p. 350. _ Pimelia Barthelemyi Sénac, Monogr. II, 1837, p. 41. | n: Barthelemyi Reitt., Bestimm.-Tab. 74, 1915, p. 27.

i Porto Hisdiai, un esemplare, leg. Confalonieri, marzo 1927.

Dodero (1925): Zavia Mechili (leg. Festa). . Vidi molti pamper d’ Egitto (Cairo!, leg. Doria e Beccari, Il 1880).

Descritta dell’ Alto Egitto. Sénac la indica d’ Egitto (Mokattam

e Suez) nonchè di Siria. Alfieri (Bull. Soc. Ent. Egypte 1920,

4 19) la cita di Magdaba (Sinai). Andres (Ent. Blatter 1920,

P. 72) la indica di dell’ Egitto e di. varie località della

P enisola del Sinai.

Siria (Palestina ?), Sinai, Egitto, Cirenaica.

Pimelia comata Klug

Pimelia comata KI., Symb, phys. II, 1830, nr. 4, tav. 11, fig. 4. Pimelia comata Sénae: Monogr. II, 1887, p. 38. La melia comata Reitt., Bestimm.-Tab. 74, 1915, p. 27.

_ Marsa Luca! presso Tobruch, due es. leg. Confalonieri novem- bre 1926. Dintorni di Bengasi! molti es. leg. Zanon. Fuehat!, leg. Zanon, 3 esempl. (7), novembre 1917 (in coll. R. Uff. Agr. Bengasi).

Bi Zanon (1922): Fuehat (vedi pure Schuster, Mem. Soc. Ent. Ital. 1922, p. 16). Falzoni (1923): Bengasi (leg. Ghigi). Dodero fe»): Zavia Mechili (leg. Festa). Schuster (III): Tobruch (leg.

Re: a i) Questi dna vennero erroneamente determinati da Zanon come P. parva Sén , e citati con questo nome nell’ elenco del 1922.

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276 E. GRIDELLI

G. C. Kriger). Karsch (Berl. Ent. Zeitschr. 1881, p. 43): Augila e Bengasi (leg. Rohlfs). Dodero (in litt.): Tobruch (leg. G. G. Kruger).

Descritta di Alessandria; Sénac la indica soltanto di Alea

sandria e Ramleh. Vidi alcuni es. d’ Alessandria! (Ramleh 1). Citata da Reitter di Siria (probabilmente Palestina). Manca nella Tripolitania e nell’ Africa sett. occid. |

Pimelia canescens Klug

Pimelia canescens KI., Symb. phys. II, 1830, nr. 3, tav. 11, fig. 3. Pimelta canescens Sén., Monogr. II, 1887, p. 40. Pimelia canescens Reitt., Bestimm.-Tab. 74, 1915, p. 32.

Porto Bardia!, marzo 1927, leg. Confalonieri; 3 es. Zavia Mechili!, due es. leg. Festa 1922 (ex coll. Dodero e Capra).

dabia (leg. G. C. Kruger). Descritta d’ Alessandria. Alfieri (Bull. Soc. Ent. Heypte 1990, p. 49) la indica di Magdaba (Sinai) e come non rara in Egitto.

Pimelia (!) derasa Klug Pimelia derasa KI., Symb. phys. Il, 1830, nr. 7, tav. 11, fig. 7

Come giustamente ha ritenuto Dodero (1922) gli esemplari di Cirenaica corrispondono perfettamente alla descrizione originale ed alla figura di Klug. La descrizione di Sénac (Monogr. II, 1887, p. 25) è contradittoria, perchè l’autore ebbe sott’ occhio probabilmente esemplari di Siria, i quali sono diversi da quelli

di Cirenaica e vennero descritti da Schuster (Mem. Soc. Ent.

Ital. 1922, p. 20) come var. derasotdes.

Porto Bardia!, comune nel marzo 1927, leg. Confalani | Bengasi e dintorni! numerosi es. leg. Zanon. Dodero 1922: Fuehat. Ghemines (leg. Ghigi). Zanon (1922): Fuehat. Falzoni

(1923): Guba, Derna, Lete, Bengasi (leg. Ghigi). Dodero (1925):

(1) Pimelia echidna Fairm. Zanon (1922) la indica come raccolta nel marzo 1916, omettendo la località. Vidi tre esemplari della collezione Zanon, tutti e tre senza | località, raccolti nel maggio 4916. Uno porta l'indicazione « nov. spec. »; gli altri. due « Pimelia echidna Fairm.» Si tratta di tre esemplari della Pimelia bengasiana Schust.!! i

‘Dodero (1925): Zavia Mechili (leg. Festa). Schuster (III) : So a

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 277

_ El Fetejah, Derna, Chersa, Sidi Garbaa, Zavia Mechili, Uadi Kuf, :3 Merg, Apollonia, Tolmetta, Tocra, Bengasi (leg. Festa). Dodero J i (in litt.): Cirene, Bengasi, Tobruch, leg. G. ©. Kruger. __Descritta d’ Alessandria d’ Egitto.

Pimelia bengasiana Schust. | Pimelia bengasiana Schust., Mem. Soc. Ent. Ital. 1922, p. 20.

ay Descritta di Bengasi!; serie tipica nelle collezioni del Museo | Civico Genova: esemplari raccolti da Zanon. Vidi inoltre un es. | | raccolto a Derna! da G. C. Kriger (ex coll. Dodero). 13 Zanon (1922): Fuehat (Bengasi). Falzoni (1923): Bengasi, | Lete (leg. Ghigi). Dodero (1925): Chersa e Derna (leg. Festa). - Dodero (in litt.): Cirene e Derna, leg. G. C. Kriiger. Coll. R. Uff. Agr. Bengasi: Agedabia (leg. G. C. Krùger, determ. Schuster). Specie endemica, affine sec. Schuster all’ orientalis Sén. (di er).

Pimelia Krigeri Schuster $ |. Pimelia Kriigeri Schust., Ann. Mus. Civico Genova, LII, 1927, p. 377.

Descritta di Ain Mara e Derna; gli esemplari di Ain Mara

«vennero raccolti da G. C. Kriger, quello di Derna da Festa. Già

indicata da Schuster (in Dodero 1925, pp. 16,26) come forma

. diversa dalla bengasiana, su un esemplare di Tecnis (leg. Festa).

. Posseggo un esemplare raccolto da Festa a Sidi Garbaa! Be 1922) ex coll. Dodero.

Pimelia urticata Klug

| Pimetia urticata (7) Klug, Symb. phys. 1830, II, n.0 11, tav. 11, fig. 11.

3 i ie » Sénac, Monogr. I, 1884, p. 82. - » » Schuster, Boll. Soc. Ent. Ital. 1925, p. 28. » » Andres, Bull. Soc, Ent. Egypte 1927, p. 55, fig.

Specie estremamente variabile nella granulazione del pronoto, | grandezza, forma e densità dei tubercoli delle elitre e pubescenza delle elitre, almeno a giudicare dagli esemplari da me esaminati. ._‘’Negli esemplari di Cirenaica il pronoto è di solito densamente

Bt (2) Descritta di Alessandria. Lo stesso dicasi della tuberosa Kl. e della exanthe- | matica Ki.

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278 | .. E. GRIDELLI

granulato ai lati, liscio sul disco; talvolta però la granulazione si estende a tutta la superficie; sul disco essa è però in tal caso molto più fina e molto più rada che ai lati. I tubercoli delle elitre sono grandi o piccoli, molto numerosi e densi, oppure piccoli e radi. In tutti i casi però i tubercoli degli intervalli sono presso a poco eguali ‘a quelli delle serie (noto però che vidi esemplari senza traccia alcuna di tubercoli disposti in serie) ed essi sono appiattiti nel disco, un più accuminati ai lati, acu- minati nella parte declive. La costa marginale (che limita supe-

riormente la parte ripiegata, è seghettata, talvolta con dentini

minuti e molto serrati, tal’ altra con dentini più grossi e molto più radi. Elitre e pronoto assolutamente glabri, oppure con traccie più o meno evidenti di pubescenza giallo-fulva. |

| .Egitto ('): Marsa Mathrouh!, un es. leg. Andres, marzo 1917, con tubercoli radi e molto piccoli (vedi Andres .l. c.); Egitto Basso (senza ulteriore località) ex coll. Museo Civico di Trieste. Cirenaica: Giarabub!, Porto Bardia!, febbraio-marzo 1927, leg. Confalonieri, circa 60 esemplari. Zanon (1922): Fuehat, Falzoni (1923): Guba (leg. Ghigi).

‘Ignoro se questo complesso. di esemplari possa venir riferito ad una sola specie. Con tutta probabilità gli esemplari parzial- mente pubescenti corrispondono alla tuberosa KI. o alla exan- thematica Klug, oppure a tutte e due, sempre che esse sieno realmente identiche e ‘sinonimi d’ urticata, come assicurano tutti gli autori e specialmente Schuster, il quale ebbe occasione d’ esa- minare i tipi. Dalle figure e dalle descrizioni di Klug sembra però che la tuberosa abbia il pronoto notevolmente più corto è più trasversale della exanthematica, fatto questo che non è favorevole ad una riunione delle due forme.

In ogni modo il complesso degli esemplari suddescritto corri- sponde perfettamente a quella specie o a quel gruppo di forme che tutti gli autori comprendono col nome d’ urticata Klug.

Devo però separare dall’ urticata Kl. una serie d’ esemplari, presentanti 1 seguenti caratteri:

Pimelia urticata Kl., var. aut spec. propr.? Differiscono dall’urticata, intesa nel senso suddetto, per il corpo opaco,

pronoto più largo e più trasversale, con granulazione «grossa e

.. Secondo Andres (1. c.) si trova nell’ Egitto alla costa (Marsa Mathrouh) pogole nell’ interno (Uadi Ramleh, a una trentina di chilometri da Marsa Mathrouh).

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 279

| densa ai lati, rada e fina sul disco (granuli appiattiti), con tutta | la superficie radamente punteggiata. Capo e pronoto con tomento . fulvo densissimo, che copre completamente la superficie (tranne i granuli), molto rado nel disco, probabilmente però in seguito a a zione Elitre in media meno o tondeggianti, meno arrotondate

: Reurninati sis parte declive, talvolta radi e divisi, tal altra confluenti ed uniti (e quindi deformati) ; una serie omerale, di tubercoli molto piccoli. e numerosi, serrati, piatti anteriormente ed acuminati posteriormente ed una costa marginale con seghet- tatura molto fina e minuta, molto serrata. Primo e secondo intervallo (a partire dalla sutura) con una serie longitudinale di

tubercoli, un più piccoli e talvolta con qualche tubercolo minore

| sparso; terzo intervallo con pochi tubercoli piccoli disposti in serie lungo la linea mediana, quarto con pochi tubercoli, molto piccoli.

Tutta la superficie è coperta da un denso tomento fulvo, che la copre completamente, lasciando liberi soltanto i tubercoli, la cui

| forte lucentezza risulta molto in contrasto col denso tomento fulvo

degli intervalli. Parte ripiegata con radi tubercoli, piccoli ed | acuminati; con tomento fulvo, eguale a quello del n Addome con granulazione più densa che nell’ wrticata; tutta la parte inferiore con densa pubescenza giallo-grigia, molto corta e coricata. Lungh.: 17-22 mm. Tobruch! 4 es. leg. Ten. G. Botto 1923;

__Tobruch! alcuni es. leg. G. C. Kruger, ex coll. Dodero. Mi astengo

_ dal proporre un nome per questa forma, certamente diversa

dall’ urticata ; è opportuno riesaminare i tipi di Klug per evitare

eventuali sinonimie.

== ae

Pimelia Gestroana nov. spec.

q _ Tra i numerosi esemplari di urticata raccolti da’ Confalonieri È a Porto Bardia e nell’oasi di Giarabub, ne osservai due; partico- | larmente caratteristici per la forma strana del pronoto. Mentre

hell’ urticata il pronoto è regolarmente arrotondato ai lati, colla i massima larghezza nella metà, nei due esemplari in questione i esso è fortemente e quasi regolarmente dilatato ai lati un buon Ù tratto dopo la metà. Di conseguenza la larghezza massima del | pronoto si trova fortemente spostata verso la base, circa nel terzo . basale; da questo livello i lati convergono fortemente verso gli

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280 E. GRIDELLI

angoli posteriori (per un tratto molto corto) e per un tratto molto più lungo, quasi rettilineo, verso gli angoli anteriori; la distanza tra i due angoli anteriori è minore di quella tra i due angoli posteriori. Tarsi posteriori come nell’ urticata.

Non sono rilevabili altre differenze rispetto all’ urticata. Uno degli esemplari (Porto Bardia) é piccolo (18,5 mm.), con traccie molto pronunciate di denso tomento fulvo all’ apice delle elitre ed ai lati del pronoto e del capo; è corto e tondeggiante. Il secondo (Giarabub) è più grande (24 mm.) più allungato, asso- lutamente glabro. Ambedue hanno il pronoto densamente granulato ai lati e liscio sul disco.

Lungh.: 18,5-24 mm. Oasi di Giarabub!, un es. marzo 1927; Porto Bardia! un es. novembre 1926; leg. Confalonieri; in coll. Mus, Civico Genova. |

La forma del pronoto è così strana e diversa da. quella dell urticata da far pensare ad una anomalia di struttura. L’ esemplare di Porto Bardia ha però il pronoto perfettamente simmetrico; (quello di Giarabub ha il lato destro leggermente assimmetrico, però è difettoso ed evidentemente schiacciato (al

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lato sinistro è regolare ed identico a quello di Porto Bardia).

Credo perciò poco probabile che si tratti d’ una anomalia di struttura, la quale ben difficilmente potrebbe presentarsi in due esemplari ed essere bilaterale e simmetrica. In ogni modo spero che altre catture porteranno una decisione a questo riguardo.

|. Pimelia Letourneuxi Sén.

Pimelia Letourneuxi Sénac, Monogr. I, 1884, p. 85. » » Schuster, Boll. Soc. Ent. Ital. 1925, p. 28. » » Andres, Bull. Soc. Ent. Egypte 1927, p. 54, fig.

Facilmente riconoscibile per le elitre corte, tondeggianti,

convesse, coi tubercoli degli intervalli larghi, molto grandi, molto appiattiti, per i tubercoli delle serie molto più piccoli, irregolari, allungati, conici nella parte declive ed ai lati e sopratutto per la parte ripiegata densamente tubercolata, con tubercoli grandi, leggermente conici.

Descritta della Marmarica (vedi Sénac, Ann. Soc. Ent. France

1880, p. 263; ibid. Bull. p. XXIV) su esemplari raccolti da Letour- neux; indicata erroneamente d’ Algeria da Gebien (Col. Cat.

ae

| ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 281

Junk, pars 22, p. 210). Secondo Andres (1. c.) essa si trova i 4 F ell’ Egitto soltanto « Je ne |’ ai trouvée que sur un espace de a de quelques centaines de métres de còté sur le haut des dunes, pino” du palais du Gouvernement » (suppongo si tratti di Marsa Mathrouh, almeno a giudicare da un esemplare datomi dallo stesso Andres. Egitto: Marsa Mathrouh! 17-III-927, 1 es. ex coll. Andres; | due esemplari della collez. del Museo Civico di Trieste, sto | poahimen da Letourneux. Cirenaica: Marmarica!, un esemplare avuto da Sénac nel 1884, con etichetta autografa di Sénac. Golfo di Bomba!, un es, È 4 raccolto dal personale della R. N. « Magnaghi » (Gandini) nel | giugno 1927, | | .. Dodero (1922): due es. di Fuehat (Bengasi) leg. Festa. È eo (1923): Bengasi, leg. Ghigi. Schuster (III): Agedabia, e: G. C. Kriiger. Dodero (1925), esemplari raccolti da Festa | nella Cirenaica occid. (Barka). Dodero (in litt.): Bengasi, leg. UG. DI Kriiger.

Pimelia cyrenaica Schuster

È. Pimelia eyrenaica Schuster, Boll. Soc. Ent. Ital. 1925, p. 29 (pars). » dele, Schuster, Boll. Soc. Ent. Ital. 1928, p. 124.

x Descritta e citata da Schuster (1. c.) di Tolmetta. Vidi un

} e pre di Tobruch!, leg. Ten. G. Botto. Schuster (III): _ Ain-Mara, leg. G. C. Lu Dodero (1925): Merg. Tolmetta, leg. Ghigi. Dodero (in Oe: Tobruch, leg. G. C. Kruger.

q È dunque una specie diffusa in tutta la Cirenaica, e non | propria della zona di Tolmetta, come suppose Schuster (1. c. 1928).

Pimelia Priperba Schuster

| Pimelia cyrenaica Schuster, Boll. Soc. Ent. Ital. 1925, p. 29 (pars). » superba Schuster, Boll. Soc. Ent. Ital. 1928, p. 123.

Descritta di Derna e Ain Mara. Vidi un esemplare di . Bengasi! (leg. Zanon, V-1919) ed uno del Golfo di Bomba, (leg. _ E. Gandini, R. N. « Magnaghi» 1997), nonchè due svi - raccolti da Zanon a Fuehat (Raaba), citati nell’ elenco del 1922 come consobrina Luc. (in coll. R. Uff. Agrario Bengasi; aprile 1916 ed aprile 1918).

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CALA LA IO A

982 | E. GRIDELLI

Pimelia urticata KI., Gestroana mihi, Letourneuai Sén., cyrenaica Schust., e superba Schust. formano nel sottogenere Piesterotarsa un gruppo omogeneo di specie molto belle, che si possono considerare come endemiche della Cirenaica, per quanto I’ urticata e la Letourneuxi si trovino anche nella Marmarica egiziana e anche lungo la costa occidentale del delta del Nilo (Alessandria). In aggiunta alla tabella ose di Schuster (1. c. 1926) esse si possono distinguere come segue:

1. Pronoto uniformemente arrotondato ai lati, colla massima larghezza nella, meta, i.) ee Lions ae Oa

Pronoto non Um enni dit ai lati IE

2. Parte ripiegata delle elitre con numerosi tubercoli molto larghi, leggermente conici. Elitre corte e tondeggianti con tubercoli degli intervalli ‘eni ed appiattiti, molto più larghi di quelli delle serie

Letourneuxi Sén. Parte ripiegata delle sile non tubercolata, con granuli molto . minuti e piu o meno densi 00 O - 3. Capo, pronoto ed elitre dati i con ui più 0 meno estese di pubescenza fulva. Corpo lucido. Tubercoli delle elitre conici ai lati e sulla parte declive. | «0. urticata Klug

Capo, pronoto ed elitre popenh da un e.. fulvo densissimo. Corpo opaco. Tubercoli delle elitre molto più appiattiti. Pronoto/ più trasversale. Granulazione dell’ addome più densa,

urticata KI. var.? ave n. sp.?

4. Pronoto colla massima larghezza nel terzo basale. Elitre con tubercoli piccoli, come nell’ wrtzcata. - -.. Gestroana mihi

Pronoto colla massima larghezza anteriormente alla: metà (ba

5. Pronoto fortemente trasversale, fortemente dilatato ai lati nella metà anteriore; con una larga e profonda fossetta sul disco, d’ambo i lati della linea mediana, all’ altezza degli occhi. Elitre nel loro complesso quadrangolari, con lan degli intervalli (e particolarmente del primo) d’ enorme grandezza; i tubercoli delle serie molto più piccoli, quelli della prima sono fusi (tranne nella parte apicale) in carena piatta ed irregolare.

superba Schust.

Pronoto meno iii molto meno dilatato ai lati nella metà anteriore, privo di fossette sul disco. Elitre assolutamente tondeggianti, con tubercoli molto più grandi dell’ urticata, ma molto più piccoli della superba. cyrenaica Schust.

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| Doderoella interpunctata Klug

Pimelia interpunctata Kl., Symb. Phys. II, 1830, n. 2, tav. 11, fig. 2. Doderoella interpunctata Coi Boll. Soc. Ent. Ital., 1929, D: By,

Non conosco altri esemplari di Cirenaica oltre.a quelli raccolti da G. C. Kruger a Bengasi! nel marzo 1925 (coll. Dodero e Museo Civico Genova), descritti nel mio lavoro succitato. |

Alessandria (loc. class.), Ramleh!; Bengasi! (Cirenaica).

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 283

Doderoella (') cyrenaica Schust.

| Doderoella cyrenaica Schuster, Boll. Soc. Ent. Ital. 1926, p. 134, a I » Grid., Boll. Soc. Ent. Ital. 1929, p. 6.

Tipi: Tobruch!, leg. G. C. Kruger, due esempl., leg. G. C.

_ Kruger (coll. Schuster e Mus. Civ. Genova); cotipi: in coll. Dodero |

| e R. Uff. Agr. Bengasi. Vidi inoltre otto esemplari, raccolti da Confalonieri a Porto Bardia! (coll. Mus. Civ. Genova). . Secondo Andres (in litteris, 4. V. 1929) esso si trova pure a Marsa Mathrouh, nella Marmarica egiziana (coll. Andres).

Pterolasia squalida Sol,

| Pterolasia squalida (*) Sol., Ann. Soc. Ent. France 1836, p. 68, tav. Il, Mi figg. 16-19. _ Thriptera lanata Peyerimh., Abeille XXXI, 1907, pi 3d: |; °°» Bohmi Reitt., Bull. Soc. Ent. Egypte 1908, p. 48... | Descritta da Solier del Senegal, ridescritta da Ba cerita to) | nome di Janata della penisola del Sinai [Hadjar er-Regab e _ Hazeroth (Ain el-Houdrà)] e da Reitter, pochi mesi più tardi; del Cairo. La sinonimia suddetta venne rilevata da Gebien e ritenuta giustificata da Peyerimhoff e da Andres (vedi Andres, Ent. Blatt. 1920, p. 69; Bull. Soc. Ent. Egypte 1921, p. 73; ibid. 1927, p. 52). Ferrante (Bull. Soc. Ent. Egypte 1912, p. 145) la indica d'Egitto: Wadi Rachid (Helouan-les-Bains). Vidi io stesso una Q del. Senegal, Ja quale non. differisce | dalle 9 egiziane e cirenaiche. ; Cirenaica: due esemplari (9 e 9), raccolti da Gonfslomiohi in una località non precisata della strada da Porto’ Bardia a . Giarabub!, novembre 1927. Coll. R. Uff. Agr. Bengasi: <Augila, Gialo (leg. G. C. Krùger; determ. Schuster). Egitto: El Arish!, IV. 1927, 1 9, ex coll. Andres. Senegal!, (leg: - Baulny 1 Q, avuta da Haag nel 1874. | Specie certamente molto diffusa nella regione sahariana. | Vedi indicazioni biologiche nei lavori succitati di Andres.

f 6 ' (©) La terza specie del genere, Dod. lamdretnts Grid. (1. c. p. 10) si trova nella q "Tripolitania: Misurata! un es. raccolto dal Dr. A. ANO nell’ ottobre 1943 (coll. . Dodero).

_ (?) Kraatz (Revis. Tenebr. 1865, p. 375) ritiene che la distincta Sol. th eu) sia la * 9 della squalida Sol. I due sessi differirebbero per la forma: delle tibie POCA il Bi che non si verifica negli esemplari egiziani e cirenaici.

Vagli 4

SEE

984 | E. GRIDELLI

Blaps Wiedemanni Sol.

Blaps Wiedemanni Seidl., Monogr. 1893, p. 256.

Bengasi!, numerosi esemplari, leg. Zanon. Cirene!, 1 es.

leg. C. Anti VIII, 1926. Tobruch! 2 es. leg. Ten. G. Botto,

aprile 1923. Porto Bardia! leg. Confalonieri, novembre 1926. Oasi di Giarabub! leg. Confalonieri, marzo 1927. Indicato da Schuster (Mem. Soc. Ent. Ital. 1922, p. 16) di

| Bengasi! (leg. Zanon). Zanon (1922) di Fuehat! Dodero (1922)

di Fuehat e Ghemines (leg. Festa). Falzoni (1923) di Lete e Bengasi (leg. Ghigi). Dodero (1925) di El Fetejah, Derna, Uadi Kuf, Merg e Bengasi.

Venne pure indicato col nome di approximans (*) Seidl. da Schuster. (1. c.) di Bengasi! (leg. Zanon); Zanon (1922) di Bengasi! (Fuehat); Dodero (1925) di Zavia Mechili (leg. Ghigi).

Egitto, Cirenaica. Indicato da Seidlitz, ma certamente a torto, d’ Algeria.

Blaps Doderoi Schust.

Blaps Doderoî Schuster, Mem. Soc. Ent. Ital. 1922, p. 21.

Descritto su 4 es. 7g raccolti dal P. Dott. Vito Zanon a Bengasi (Fuehat) e dei quali due si trovano nelle collezioni del Museo Civico di Genova. La 9 venne descritta da Schuster (in Dodero 1925, p. 27) di Derna (altipiano di El Fetejah) e di Uadi Kuf. Nello stesso lavoro vengono citati oo” di El Fetejah e Tolmetta. - Schuster (III) lo indica di Ain-Mara (leg. G. C. Kriiger). - Dodero (in litt.): Cirene, leg. G. C. Kruger.

Non vidi mai altri esemplari sicuri di questa specie, davvero molto difficile a separare dalla nefzauensis Seidl. |

(1) Blaps approximans Seidl. 1. c, - Descritto di Tunisia su esemplari del Museo Civico di Genova: Kairouan! IV. 1873, leg. A. Kerim, 2 oo; dintorni di Tunisi! 1 Q leg. Elena 1882; Gabes! 1 Q leg. Antinori 1875, Tripolitania : Kussabat ! leg. Grandi; Misurata! leg. Andreini.

Indicato di Cirenaica da varî autori, in base ad errore di determinazione, Andres [Bull. Soc. Ent. Egypte (4927) 1928, p. 418] indica la specie della regione di Suez. Si tratta certamente del Wiedemanni.

ESPLORAZIONE DELL'OASI DI GIARABUB

Blaps polychresta Forsk.

nia polychresta Seidl., Monogr. 1893, p. 258. » » All., Ann. Soc. Ent. France 1881, p. 173.

Bo. lee) 473

a cher. nove denti raccolti dal Prof. C. Anti nell’agosto _ 1926 e 1927 (i gd mancano del ciuffo di tomento dorato, è | + però presente la depressione che lo contiene, ed in uno di essi a sono ancora visibili pochi peli). Porto Bardia!, 1 es. leg. Confa- È - lonieri, marzo 1927. Indicato da Falzoni (1923) di Slonta, El Fetejah e Lete. 5 Egitto, Siria, Cipro?. Indicato con dubbio: d’ Algeria (vedi q _ Seidlitz) in base ad un esemplare etichettato « Algeria » della q . collezione Ghiliani, nel Museo Civico di Genova. Cid è dovuto È "certamente ad un errore d’ etichetta perchè |’ esemplare io è perfettamente identico (anche per modo di preparazione e ua dello spillo) ai tre esemplari del Cairo! raccolti nel feb- _ braio 1880 da Doria e Beccari. Siria (probabilmente Palestina), Egitto, Cirenaica. Ritengo . dubbia l’indicazione della presenza di questa specie nell’ isola di. _ Cipro (vedi Seidlitz l. c.).

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Blaps gigas L.

Indicato da Bader (1925) su un esemplare raccolto a Ghe-

4 | mines da Festa e da Zanon (1922) di Fuehat, su esemplari rac- colti sotto sassi e nelle tane dei Dipus.

| Regione mediterranea.

Blaps Ruhmeri Seidl.’

% Blaps Ruhmeri Seidl., Monogr. 1893, pp. 260 e 305.

; Specie molto bella ed a quanto sembra molto rara, facilmente | riconoscibile per il pronoto stretto e le elitre molto ampie, molto

Blaps prodigiosa Er. Gitata da Dodero (1925) su 1 g7 di Merg e due OO di Uadi

Kuf, raccolte da Festa e determinate da Schuster. Dodero (in litt., : Bl. prodigiosa

var. Q , Cirene, leg. G. B. Kriiger. Specie d’ Algeria, la cui presenza in Cirenaica re dubbia. i

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più larghe del pronoto, tondeggianti, solcate fino alla base, con mucrone cortissimo. Parte inferiore del corpo con granulazione piuttosto densa e pubescenza densa, semi eretta, obliqua. |

Seidlitz (1. c.) indica una lunghezza di 40 mm.

Vidi un solo esamplare 9, lungo 29 mm. raccolto da Zanon a Bengasi! (Cimitero Nuovo), citato da Zanon (1922. Un altro esemplare 9 venne raccolto da G. C. Kriger a Agedabia (vedi Schuster III). L’'esemplare descritto da Seidlitz è pure una 9; credo che oltre ad esso ed alle due Q 9 suddette non siano noti altri esemplari di questa bella specie. Tipo: Cirenaica (coll. Museo Berlino).

Endemica di Cirenaica.

Blaps TEloplifanica Karsch

Descritto da Karsch (Berl. Ent. Zeitschr. 1881, .p..48) 1 su di un solo esemplare gf raccolto da Rohlfs a Kufra. Seidlitz (Monogr. 1893, p. 261) ha certamente esaminato |’ esemplare tipico suddetto, dato che egli menziona soltanto un co’ del Museo di Berlino, senza indicare in alcun modo il raccoglitore. Colla sua solita

esattezza, Seidlitz indica quale località « Tripolis » , », citazione che

viene riportata anche da Gebien (Col. Cat. Junk, Pare 22, Pi 244): e colloca la specie nel gruppo della prima divisione. Non ho veduto mai esemplari di Cirenaica che possano riferirsi ad essa.

Blaps bifurcata Sol.

Blaps bifurcata All., Ann. Soc. Ent. France 1881, p. 169, fig. 47. » » Seidl., Monogr. 1893, p. 262. i

Elitre regolarmente ovali con solchi e carene piatte, bene marcati sulla parte apicale, più o meno obliterati sul disco, nulli o quasi nulli alla base. Mucrone (visto dal dorso) corto e sottile,

bifido, con punte divergenti; visto di profilo esso è fortemente

curvato, colla punta volta verso l’alto; visto dal ventre ciascuna

meta è percorsa da una carena, che s'’ inizia alla base con un.

tubercolo più o meno rilevato ed evidente. Q con un ciuffo di

pubescenza fulvo-dorata all’ apice dello sternite anale, il quale è

depresso all'apice con rugosità molto dense. Addome fortemente see tutta la yee inferiore del corpo presenta una pone

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 287

scenza rada, molto oscura, corta, semicoricata, caduca e quindi spesso parzialmente assente a cagione dello UA Secondo i (1. c.) anche il lato esterno dei femori posteriori sarebbe | pubescente; in realtà tutte le zampe (femori, tibie e tarsi) sono d’ambo i lati pubescenti; la pubescenza è corta e piuttosto densa, | formata da peli giallo-fulvi, leggermente dorati. . Lungh.: 23-27 mm. (Seidlitz indica 28-32 mm.) Due esem- plari (Q L) raccolti da Confalonieri a Giarabub ! nel marzo 1927, È ‘identici ad una © del Cairo!, raccolta da Doria e Beccari nel feb- | braio 1880. Coll. R. Uff. Agr. Bengasi: Gialo (leg. G. C. Kruger; determ. Schuster). Andres [Bull. Soc. Ent. Egypte (1927) 1928 p. 118] vide "soltanto due esemplari raccolti a Gizeh (Cairo) e nota che essa | è conosciuta soltanto d'Egitto.

Blaps sulcata (') Cast.

| Blaps sulcata Casteln., Hist. Nat, II, 1840, p. 200.

» Seidl., mono 1893, p. 265. » All., Ann. Soc. Ent. fico [88h poli4, te 5 cyrenaica (pesi Monogr. 1893, p. 264.

_ Specie molto comune nella Cirenaica e nell’Egitto, facilmente 7 riconoscibile per il corpo stretto, le elitre A. a lati subparalleli pochissimo a con mucrone cortissimo, bifido con solchi relativamente profondi, separati da carene longitudinali ppnnicie, obliterate soltanto per un tratto basale molto corto; la punteggiatura è fina e rada, sparsa irregolarmente tanto nei ‘solchi quanto sulle carene. Talvolta (ma non sempre) si notano su ciascun intervallo due serie di punti più larghi e più profondi, ‘correnti. ciascuna lungo le carene che limitano il solco. Le elitre sono fortemente appiattite sul disco e di conseguenza il loro profilo | g piano, orizzontale fino quasi all’apice, dove cade bruscamente quasi perpendicolarmente, per poi prolungarsi in un mucrone cortissimo, |

Mi) ndo Gebien (Cat. Col. Junk, pars 22, p. 23) Blaps sulcata Allard et

‘auctorum sarebbe identico al polychresta Forsk. Non posso condividere questa inione e credo sufficiente il confronto delle descrizioni e delle figure date da Allard c.) per le due forme, per escludere ogni possibile sinonimia. Le figure sopratutto

Sono fedeli e riproducono perfettamente abito delle due specie.

| Vedi inoltre Innes Bey, in Bull. Soc. Ent. Egypte (1914-15), 1916, p. 29.

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I88 | E. GRIDELLI

La forma della parte postcoxale del processo prosternale è variabilissima in esemplari della stessa località. Esso ha l’orlo posteriore fortemente concavo, oppure assolutamente rettilineo (s'intende visto di profilo); i due casi estremi sono uniti da tutte le forme di passaggio possibili.

Porto Bardia! novembre 1926 e marzo 1927; oasi di Giarabub!, febbraio-marzo 1927, alcune centinaia d’ esemplari, raccolti da Confalonieri, identici a tre esemplari d’ Egitto (Gizeh!) delle coll. del Mus. Civico di Genova. Vidi pure numerosi esemplari raccolti a Bengasi ( Fuehat!) da Zanon.

Questa specie venne indicata col nome di Requienti cyrenaica Seidl. dai seguenti autori: Schuster, esemplari di Zanon! (Mem. Soc. Ent. Ital. 1922, p. 16); Zanon (1922) Fuehat!; Dodero (1922) di Ghemines e Fuehat (leg. Festa); Dodero (1925) di Zavia Mechili e Apollonia (leg. Festa). Venne pure indicata come Requienii substriata Sol. da Zanon (1922) di Fuehat (Raaba), da Falzoni (1923) di Bengasi (leg. Ghigi) e da Dodero (1925) di Zavia Mechili (leg. Festa) e da Schuster (1. c.).

Seidlitz ha usato nella sua monografia la forma dell’ orlo posteriore del processo prosternale quale carattere differenziale tra le varie specie. Dato che essa varia però nella stessa specie ed in esemplari della stessa località, è ovvio che la tabella di questo gruppo data da Seidlitz è inadoperabile. Quello che m’im- porta rilevare è l'assoluta identità degli esemplari di Cirenaica cogli esemplari di Egitto e Siria e colle descrizioni e figure da me citate.

Non nutro alcun dubbio sulla sinonimia (!) da me proposta e ritengo certo che Blaps cyrenaica Seidl. (non cyrenaia, come scrisse erroneamente Seidlitz) sia in realtà Blaps sulcata Cast.

Siria ! un es. ex coll. Reiche (probabilmente Palestina); Sinai (Magdaba) vedi Alfieri Bull. Soc. Ent. Egypte 1920, p. 49; Egitto, Cirenaica.

Obs. La specie manca del tutto nella Tripolitania, dove viene sostituita ) da una forma nella quale credo di poter ravvisare con sicurezza la barbara (Sol.) All. (Ann. Soc. Ent. France 1881, p. 175). Essa differisce nettamente

(‘) Andres [Bull. Soc. Ent, Egypte (1927) 1928, p. 117] indica di Marsa Mathrouh (Marmarica) la Blaps cyrenaica Seidl., distinguendola da Blaps sulcata per il pro- sterno « dont le bord entre les hanches antérieures est aigu et sinué ». Ripeto ancora che si trovano nella stessa località tutte le variazioni possibili e che si tratta anche in questo caso di Blaps sulcata Cast.

289

«AR ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB CA

dalla suicata Cast. per le elitre non cilindriche e subparallele, bensi mag- | giormente dilatate ed arrotondate ai lati, molto meno appiattite, legger- mente convesse, con profilo non piano ed orizzontale come nella su/cata, - bensi nettamente convesso; la declività apicale è inoltre meno ripida. Anche la forma di Tripolitania ha le elitre solcate, però le carene che limitano i solchi sono molto meno rilevate, molto più appiattite e più Berste; esse si spingono raramente cosi innanzi verso la base come nella i | sulcata, sono marcate nella metà apicale, obliterate nella metà basale. È Sh orlo posteriore del processo prosternale varia come nella su/cata; esso È può essere rettilineo o profondamente concavo (visto di profilo) in esemplari della stessa località.

Se questa forma di Tripolitania sia o no la barbara Sol. e sia più e | meno affine, oppure identica alla Requieni Sol. è cosa della quale non q posso occuparmi. Certo però che essa è ben diversa dalla su/cata e che «non si trova nella Cirenaica.

Blaps sulcifera Seidl.

È Blaps sulcifera Seidl., Monogr. 1893, p. 264.

Molto affine alla sulcata Cast. (cyrenaica Seidl.) però ben | distinta per la statura minore e la forma ben diversa delle elitre. È Queste sono regolarmente dilatate ed arrotondate ai lati, regolar- | mente ellittiche, ‘più corte, colla massima larghezza nella metà, | ristrette verso l’apice meno bruscamente e per un tratto molto | più lungo che nella swicata; il loro profilo è leggermente e. | regolarmente curvo, e cade all’ apice con una declività notevol- | mente meno ripida. La superficie delle elitre è solcata come nella sulcata. Orlo posteriore del processo prosternale variabile, appena | concavo oppure fortemente concavo.

Rilievo del primo sternite del g in media meno pronunciato, meno rilevato, talvolta non troncato all’ apice.

È Porto Bardia! numerosi esemplari raccolti da Confalonieri nel | novembre 1926; Bengasi (Fuehat!), leg. Zanon. Schuster (Mem. Soc. Ent. Ital. 1922, p. 16) cita gli esemplari suddetti, ‘raccolti da Zanon; Dodero (1922) di Fuehat (leg. Festa); Zanon (1922) di Fuehat; Falzoni (1923) di Slonta (leg. Ghigi); Dodero 22) di Derna e Bengasi (leg. Festa); Schuster (III) di Bengasi e Porto Bardia (leg. G. C. Kruger). Dodero (in litt.) : Porto Bardia, les, G. €. ‘Kruger.

4 Specie descritta di Cirenaica. Soltanto Andres [Bull. Soc. Ent. i: Beypte (1927) 1928, f. 119] attribuisce a questa specie due

Ann, del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LIV. (28 Luglio 4930). 19

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SARRI

290 E. GRIDELLI |

esemplari della coll. Chakour, raccolti a Mex, presso Alessandria. La determinazione di Andres venne confermata da Schuster,. il quale possiede un esemplare di Alessandria. Sembra dunque provato che la Bl. sulcifera Seidl. è diffusa ‘in tutta la Marmarica, spingendosi ad oriente fino nei dintorni di Alessandria.

Cabirus cyrenaicus nov. spec.

Corpo bruno-nero, molto oscuro; antenne, palpi e zampe bruno- rossicci, chiari; orlo anteriore del clipeo bruno-rossastro; pronoto ai margini bruno, più chiaro che sul disco.

Capo con punteggiatura grossa e molto densa, più fina (sempre però molto densa) lungo I’ orlo anteriore del clipeo; presso agli occhi i punti qua e contluenti. |

Pronoto trasversale, colla massima larghezza esattamente nella meta, a lati regolarmente curvi, egualmente convergenti ante- riormente e posteriormente (la curvatura è relativamente piccola); angoli anteriori largamente arrotondati, orlo anteriore largamente e debolmente concavo. Angoli posteriori ottusi (maggiori di 90°), bene evidenti, con vertice leggermente arrotondato. Base del pro- noto rettilinea, con orlo di spessore uniforme, molto fino. Punteg- giatura densissima e grossa; i punti del disco con tendenza ad allungarsi longitudinalmente, ai lati coi punti confluenti formanti rugosità longitudinali.

Elitre lunghe, più larghe del pronoto, a lati debolmente curvi,

) subparalleli, colla massima larghezza nella metà; le strie sono molto più impresse, infossate, nella parte apicale che non sul disco ed alla base; intervalli con punteggiatura fina e relativa- mente densa e con pubescenza rada ed estremamente fina, formata di peli coricati e cortissimi, invisibili di’ profilo, visibili soltanto guardando dal dorso le elitre (non illuminate direttamente, bensi

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tangenzialmente alla superficie) mediante ingrandimento di 35 X. È

Lungh. : 4 mm. Bengasi: Giuliana !, un esemplare raccolto 3 da V. Zanon nell’ aprile 1920 (in coll. Museo Civico Genova). i L’ esemplare tipico suddetto venne indicato da Zanon (1922)

poe Se S|

! quale Cabirus rotundicollis Mill. Determinando l’ esemplare colle tabelle di Reitter Guai 3 Tab. 53, 1904, p. 63) esso deve venir riferito indubbiamente alle specie sub I’ (p. 67; scultura delle elitre molto profonda nella |

re a a = ES

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB

| parte apicale) e tra queste soltanto a quelle sub B” (Oberseite . &usserst fein und kurz und wenig dicht, staubartig behaart). Ma nelle due specie indicate da Reitter (rotundicollis Mill. e sub- È a Reitt.) il pronoto ha la massima larghezza anterior- mente alla metà, ecc. A parte la pubescenza delle elitre, la nuova specie dovrebbe essere molto simile al Cab. Simonis Reitt. n c. p. 68) descritta di Siria: Caifa, specie che purtroppo non 3 | conosco in natura. . Le specie del genere Cabirus sono proprie dell’ Asia centrale È ed orientale, nonchè della Siria e Palestina. Nessuna specie | venne citata d’ Africa settentrionale ad eccezione del rotundi- | collis (!) Mill. La scoperta di questo genere nella Cirenaica dimostra quanto | siano intimi i rapporti faunistici di questa regione colle regioni | orientali.

Scleron Hope

Bi eitter 2 (aferh naturf. Ver. Briinn XLII, 1904, pp. 123-126) pubblicò una tabella per la determinazione delle specie di questo pisenere, nella quale si possono però rilevare alcuni errori ed ine- | sattezze. Ho creduto perciò opportuno di pubblicare la tabella Mii anche allo scopo di fissare esattamente la posizione i epatica delle due specie libiche descritte in questo lavoro.

1. Due serie di punti tra la carena omerale ed il margine Mei e, Marys ce 2

Tre serie di punti tra la carena omerale a il dense gel elitra 1... Ro

. Pronoto senza doccia el non ao ha. il mar-

(1) Gabirus rotundicollis Mill. (Wien. Ent. Monatschrift 1861, p. 202, tav. 4, fig. 3); eitter, Bestimm.-Tab. 53, 1904, p. 67. Descritta di Palestina (Caifa) e facilmente conoscibile per la pubescenza particolare delle elitre, la loro scultura e il pronoto

colla massima larghezza situata molto anteriormente alla metà (cfr. la figura di _ Miller). | Venne indicato erroneamente da Zanon (1922) di Bengasi (Giulianal): Cabirus rotundicollis Zanon! (nec Miller) = cyrenaicus mihi nov. spec. Colosi (Boll. Mus. N orino, vol. 38, n. s. nr. 10, 1923. p. 11. nota 1) cita l’ esemplaro indicato da Zanon i Bengasi, notando che la specie non venne raccolta mai nell’ Egitto. In realtà edi Bull. Soc. Ent Egypte 1921, p. 73) Andres annuncia la cattura di quattro esem- plari del Cabirus rotundicollis Mill. a Dekela (Alessandria). Data la grande corri- | spondenza della fauna del Basso Egitto a quella di Cirenaica, credo molto proba- * le che gli esemplari citati da Andres debbano venir riferiti al cyrenaicus mihi.

299 E. GRIDELLI ©

gine. Corpo piccolo, parallelo; elitre con scultura poco distinta. Lungh. : 4-4,2 mm. fossulatum (') Mauls.

Pronoto spianato ai lati, con una zona marginale piana,

ben distinta dalla convessità del resto della superficie. . 3. 3. Carene delle elitre fine e regolari, la prima e la terza

convergono all’ apice in un punto comune; scultura degli

intervalli tina e regolare 2 00. SILA di ae Ms oe

Carene delle elitre grosse, ondulate, li la prima e

la terza non convergono all’ apice in un punto, bensì termi- nano separate ed il loro apice è fortemente rilevato ; scultura degli intervalli molto grossa e rugosa. Lungh. : 6,5-7,5 mm. Siria, Cipro. - humerosum (?) Mill. 4. Corpo piccolo, lungo e sottile, parallelo. Elitre molto allun- gate, con intervalli poco I poco concavi. Lungh. : 4-4,3 mm. Persia. carinatum (*) Baudy

Corpo piu grande e molto piu largo. Elitre piu corte e

molto più larghe, con carene fortemente elevate ed inter- valli fortemente concavi. Lungh.: 7 mm. Arabia, Eritrea. | sulcatum (*) Baudi 5. Pronoto non spianato ai lati, senza orlo laterale rilevato, senza traccie evidenti d’ una doccia lungo I’ orlo stesso. Corpo corto e largo, piccolo. Base del pronoto non oppure

(1) Scleron fossulatum Muls. et Wachenru, Mém, Acad. Lyon 1852, p. 9 (non consul. hi tato!) = angustum Mill. Wien. Ent. Monatsschr. V, 1861, p. 203, tav. 4, f. 6 (di . Caifa). Reitter (1. c. p. 124) indica la specie dell’ Asia Minore, siria, Asia centrale (Buchara, Afganistan) seguito in ciò da Gebien Cat. Col. Junk. pars 22, p. 313. Non credo che si trovi nella Persia, citazione questa dovuta al fatto che Reitter consi-. derava erroneamente il carinatum Baudi sinonimo del fossulatum. Ritengo pure molto dubbia 1’ indicazione dell’ Asia centrale. Dai sinonimi va pure eliminato il Marie Muls. (= humerosum Mill.). Akbes! (Siria) in coll. Dodero; Cipro!, due

Sie tai

es. ex coll. Baudi. di

(2) Scleron humerosum Mill., Wien. Ent. Monatschr. V, 1861, p. 202, tav. 4, fig. (descritto di Damasco). Baudi (Bull. Soc. Ent. Ital. 1875, p. 217) indica la specie 4 di Siria e di Cipro, e ritiene con dubbio il Marice Muls. (1859, descritto del Tarso) 4 Sinonimo dell’ humerosum. Le due descrizioni corrispondono molto bene, tranne 4 nella grandezza che Mulsant indica nella misura di mm. 4,7. Cipro!, due esem- 4

plari determinati e citati da Baudi (1. c.). (5) Scleron carinatum Baudi, Ann. Mus. Civ. Genova 1875. p. 700: Reitter, Verh. na- turf. Ver. Brunn XLII, 1904, p. 123. Marie Reitt. (nec Muls.) ibid. p. 128. ; Ho esaminato la serie tipica, raccolta dal March. G. Doria durante il suo viaggio si in Persia (1862-63). Non posso comprendere per quale ragione Reitter abbia creduto di proporre la sinonimia carinatum Baudi = Marice Muls. Un confronto delle descrizioni originali è sufficiente ad escluderla. A (4) Scleron sulcatum Baudi, Deutsch. Ent. Zeitschr. 1876, p. 59; Reitter Il. c. p. 125 È nota 4. Descritto dell’ Arabia. Posseggo un esemplare raccolto ad Assab! (Eritrea) { dal March. G. Doria nel 1880, determinato da Baudi.

ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB 293

poco sinuata ai lati ; angoli posteriori assenti oppure ottusi, a Mieco LY, eae wade 6 <a Pronoto con orlo RR rilevato, Sn, in Gea DE sua lunghezza da una zona spianata piuttosto larga, allargata un po’ presso agli angoli posteriori. Corpo lungo e stretto, più grande. Base del pronoto d’ambo i lati fortemente sinuosa ; angoli posteriori acuti e vivi, dentiformi, spor- Seno -posteriormente ' .. ..:}, Dali 8 6. Costole delle elitre rilevate; le ae inerne sono alla base fortemente all’ innanzi, a guisa di grossi tubercoli i o, SR OI 7 | Elitre piane, senza costole Rovito. alla base in corrispon- «denza alla posizione della seconda do si nota un ac- cenno di sporgenza tubercoliforme. Angoli posteriori del fo pronoto ottusi, poco evidenti, arrotondati all’ apice. 6 | : - dubium mihi. _ 7. Angoli posteriori del pronoto bene evidenti, ottusi (mag- | giori di 90°) ma vivi, non arrotondati all’ apice; base + d’amboi lati con leggera sinuosita. multistriatum Forsk. | Angoli posteriori del pronoto totalmente obliterati; la base | non presenta traccie di sinuosità ed è fusa in curva con- oe tina cor-lati. Andreinii mihi. _ 8. Intervalli delle elitre con granuli minuti, formanti in | ciascun intervallo una serie longitudinale regolare. Statura | piccola: 7-7,5 mm. Medit. occid. . armatum (*) Walt] | Intervalli delle elitre con granuli più grossi e più nume- rosi, formanti serie trasversali irregolari. Statura maggiore : 8,5-10 mm. Egitto. orientale (?) F.

(1) Scleron armatum Waltl. Specie propria del Mediterraneo occidentale. La conosco, dia Andalusia !, Sicilia !, Algeria (Batna! e Bou-Saada!) nonchè di molte località | dei dintorni di Tunisi! Si troverà molto probabilmente nella Tripolitania, manca si mella Cirenaica e nell’ Egitto. Nutro molti dubbi sulla presenza di questa specie 4 | nella Siria ossia sulla sinonimia del damascenum Baudi (Deutsch. Ent. Zeitschr. | 1870, p. 60) coll’ armatum Waltl (vedi Gebien, Cat. Col. Junk, pars 22, p. 313). | —’(@ Scleron orientale F. = swbclathratum Reitt. (vedi Gebien 1. c. e Andres, Bull. | Soc. Ent. Egypte 1927, p. 53). Vidi molti esemplari del Cairo! (leg. Doria e Beccari 3, 4880). Manca nella Cirenaica. Forme molto simili si trovano nell’ Eritrea nella Somalia.

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ae aaa ipsa NG i Ss UNG

294 E. GRIDELLI

Seleron multistriatum Forsk.

Scleron multistriatum Reitt., Verh. naturf. Ver. Brinn, 1904, p. 124. Scleron foveolatum Muls., Opuse. Entom. X, 1859, p. 80.

Specie del Mediterraneo orientale. Descritto probabilmente d’ Egitto o di Siria (non ho potuto consultare la descrizione ori- ginale) ; Scl. foveolatum Ol. (Encycl. méthod. VHI, 1811, p. 500) è descritto d'Egitto; Mulsant (1. c.) ridescrisse il tipo d’Olivier (Museo di Parigi), solo esemplare a lui noto.

Angoli posteriori del pronoto ottusi (maggiori di 90°), piccoli ma vivi, non arrotondati all’ apice; base del pronoto sinuosa d’ambo i lati (esaminare esemplari puliti, perchè la crosta terrosa che di solito li copre occulta quasi completamente i particolari suddetti, sicchè apparentemente gli angoli posteriori possono essere obliterati). Elitre con due coste dorsali ed una omerale (meno pronunciata) ; le due coste dorsali sporgono fortemente oltre alla base, a guisa di grosso tubercolo; la costa omerale termina nella grossa sporgenza dentiforme omerale. Ciascuno dei tre intervalli così formati porta due serie longitudinali di punti molto grossi e molto profondi, tra esse un lieve accenno di carena longitudi- nale; l'intervallo tra la costa omerale e |’ orlo delle epipleure con tre serie di punti, pure molto grossi e profondi.

Cirenaica : Porto Bardia!, marzo 1927, 60 esempl.; località. imprecisata della strada Giarabub-Porto Bardia!, 20 esempl., marzo 1927, leg. Confalonieri. Tobruch! vari esemplari, raccolti da G. C. Kruger e da altri, in coll. Mancini e Dodero, col nome

di Scleron inversum Fiori (in litt.). Con questo nome la 3 specie venne indicata da Dodero (1922) di Fuehat ediGhemines ~ (leg. Festa) e da Zanon (1922) di Fuehat. si

Vidi inoltre esemplari di: Zante !, 4 es. leg. Doria e Beccari 1880; Hagias Wlassis! (Morea) leg. Brenske, in coll. Dodero; Spadafora ! (Sicilia) leg. Topi in coll. Dodero; Creta! un es. in © D coll. Dodero; Attica!, un esemplare in coll. Bertolini (Mus. Civico ~ Trento); Russia! (probab. meridionale, un es. in coll. Bertolini,

Mus. Civico Trento; vedi sub Andreinii mihi). | J

Mediterraneo orientale: Russia merid.; Turchia, Asia Minore, Creta, Siria, Egitto, Cirenaica, Sicilia, Zante, Grecia (Attica e Morea).

n Mi le Ù

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 295

| Ops. La specie non venne raccolta finora nella Tripolitania ; in questa | regione si trova una specie molto affine, per la quale propongo il nome di: —__Scleron Andreinii nov. spec. Distinto dal multistriatium Forsk. per

Je elitre più corte e per la forma del pronoto. Questo ha gli angoli poste- | riori completamente obliterati, l’ orlo basale non presenta nessuna traccia

«evidente di sinuosità laterali e si fonde in curva continua, molto ampia, coll orlo laterale. }

Non sono in grado di rilevare altre differenze; ignoro se si tratti

d’ una specie propria o di una razza occidentale del multistriatum. Si

| tratta in ogni modo d’una forma molto caratteristica, facilmente rico-

noscibile, la quale merita certamente di venire indicata con un nome particolare.

: Lungh. : 6-6,3 mm. Sei esemplari raccolti a Misurata! (Tripolitania) dal Dott. A. Andreini, nel novembre 1913. Venne citata di Misurata! | (Andreini) da Dodero (1922), col nome di inversum Fiori in litt.

| I Ho avuto il dubbio che questa specie potesse essere lo Scleron ab-

i wi breviatum Reiche (Ann. Soc. Ent. France 1857, p. 260) descritto del Pelop-

poneso; però oltre al fatto che del Pelopponeso ho veduto soltanto il

| multistriatum, noto che dalla descrizione di Reiche si ha I impressione

che gli angoli posteriori e la sinuosità basale laterale del pronoto non

| siano obliterate del tutto (dobbiamo pure considerare che la crosta di

| terra che copre sempre gli Scleron, può fare sparire apparentemente gli

| angoli posteriori del pronoto.

3 Scleron abbreviatum Reiche (sinonimo del mwultisiriatum) venne

| citato da Baudi (Bull. Soc. Ent. Ital. 1875, p. 218) della Russia meridionale

e Grecia (coll. Baudi e coll. Bertolini). Grazie alla cortesia del Prof. Trener

ho avuto in comunicazione gli esemplari succitati della coll. Bertolini

(Museo Civico Trento). Si tratta di un esemplare coll’ etichetta « Attica»

| ed uno « Russia », i quali sono senza alcun dubbio tipici mwultistriatum.

| Contrariamente a quanto dice Baudi (1. c.) le fossette degli intervalli

. delle elitre non sono più distinte, gli intervalli non sono meno elevati e

gli angoli posteriorì del pronoto non sono assai ottusi, poco sensibili (bensì

} sporgenti, vivi, molto marcati). O per meglio dire i caratteri indicati da

. Baudi esistevano apparentemente, ma erano dovuti soltanto alla crosta

| terrosa che copriva gli esemplari..

split

Sceleron dubium nov. spec.

Molto affine al multistriatum, però il pronoto è più largo, | più piano, con scultura piana, molto meno profonda, gli angoli | posteriori sono marcati e bene evidenti, però largamente arroton- dati al vertice. Le elitre sono più corte, a lati più convergenti | verso l’apice, depresse. Le differenze maggiori sono date dalla | scultura delle elitre ; queste sono solcate da nove serie regolari di punti (più ah e meno profondi che ui multistriatum, e

oe an ae

a MERE LU ate radi e, PERS RIA MAR Az ie Ye A

296 E. GRIDELLI ©

quindi più numerosi) separate da rilievi longitudinali careniformi molto appiattiti, tutti egualmente sviluppati, i quali non sporgono oltre alla base, ad eccezione del quarto (corrispondente alla se- conda costola dorsale del mudtistriatum) il quale presenta alla base un accenno di tubercolo sporgente.

Lungh. : 6 mm. Un solo esemplare, raccolto a Porto Bardia! da Confalonieri, nel marzo 1927 (in coll. Mus. Civico Genova).

Non conosco in natura lo Scleron aequale Reitt. (Bestimm.- Tab. 53, 1904, p. 124) descritto di Arabia, la cui descrizione corrisponde abbastanza bene alla specie suddescritta. Esso dovrebbe però avere: « Basîs des Halsschildes neben den Hinterwinkeln nicht ausgerandet » (nel dubium la sinuosità è evidente, eguale a quella del multistriatum) ed essere « sonst dem armatum dhnlich. Long. 7 mim.» (armatum è specie lunga e stretta, a lati paralleli, mentre il dubium è corto e largo, con litre a lati convergenti verso |’ apice.

Ons. Ferrante (Bull. Soc. Ent. Egypte 1908, p. 74) cita lo Scleron aequale Reitt. del Basso Egitto: Mariout. E molto probabile che si tratti in realtà del dudium mihi.

Il Prof. Schuster mi comunicò di possedere un esemplare di Scleron aequale Reitt. raccolto a Bagdad. Egli ebbe la cortesia di confrontare detto esemplare col tipo del dudium mihi ed ecco quanto mi scrive in data 3 aprile 1929: « Das Scleron von Porto Bardia durfte neu sein. Mit meinem Stiick von aequale Rttr. von Bagdad stimmt er gar nicht uberein; es ist aber fraglich ob mein Stick aequale oder n. sp. ist. Nur nach Vergleich mit der Type sicher zu sagen ».

Anemia sardoa Gené

y i Anemia sardoa Reitt., Verh. naturf. Ver. Brinn, 1904, p. 130. }

ae

Oasi di Giarabub!, VI, 1926, un esempl. raccolto da G. C. 7 Kruger (determ. Schuster); fra Porto Bardia e Giarabub, un es.!, XII, 1926, leg. Confalonieri; Porto Bardia !, tre es., marzo 1997, leg. Confalonieri; Fuehat! (Bengasi) leg. Zanon.

Dodero (1922): Ghemines, Fuehat (leg. Festa); Zanon (1922): Fuehat!; Dodero (1923): Tolmetta, Tocra (leg. Festa). Dodero (in litt.): Bengasi e Agedabia, leg. G. C. Kruger.

Regione mediterranea meridionale (Sardegna, Grecia, ecc.), Marocco, Algeria, Cirenaica, Siria, Armenia.

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 297

Anemia Fenyesi Reitt.

Ri Anemia Fenyesi Reitt., Verh. naturf. Ver. Briinn, 1904, p. 131.

Sari Se

Un solo esemplare, raccolto nell’ oasi di Giarabub ! da G. C.

Kruger (VI1926) determinato da Schuster Coll. R. Uff. Agr.

. Bengasi: Augila (leg. G. C. Kruger; determ. Schuster).

W

Descritta d’ Egitto (Helouan); Reitter la indica però anche di | Orano (Algeria). Probabilmente largamente diffusa nel Nord Africa.

Anemia Fausti Solsky Anemia Fausti Reitt., Verh. naturf. Ver. Britian 1904, p. 132.

Un esemplare, raccolto nell’oasi di Giarabub!, da G. C. Kruger (VI. 1926); Agedabia! (leg. G. C. Kruger, in coll. Dodero). Indicato da Dodero (1922) di Fuehat (Bengasi), leg. Festa.

. Valle dell’Arax (Armenia); Transcaspio, Turchestan, Egitto, Cirenaica, Tripolitania (Homs! leg. Andreini 1913), Algeria.

Scleropatrum Vinciguerrae nov. spec.

Molto simile allo Sclerop. sexcostatum (*), tanto che mi limito ad indicare.i caratteri differenziali osservati. |

Pronoto trasversale, colla massima larghezza nella metà, a lati leggermente e regolarmente arrotondati, non distintamente sinuosi anteriormente agli angoli posteriori (nel seacostatum il pronoto è più trasversale, colla massima larghezza dietro alla

. meta, a lati più fortemente e non regolarmente curvati, distin-

tamente sinuati anteriormente agli angoli posteriori); la superficie | laterale del pronoto è poco depressa, con granulazione piuttosto

q rada, non diversa per densità e grossezza da quella del disco

«convesso (nel sexcostatum la granulazione del disco convesso è

pigro e più densa; la superficie laterale è ampiamente spianata in tutta la sua lunghezza, la zona spianata è granulata lungo Hi orlo, quasi priva di granuli internamente, lungo l’inizio della

(1) Mi sono servito per confronto di due esemplari del sexcostatum Baudi, gen-

4 _tilmente comunicatimi dal collega Prof. Schuster e precisamente uno raccolto da . Paganetti a Creta! e l’altro dell’Asia Minore: Makri! (Lyc. Taurus).

PMNS MET o

A9S 3 E. GRIDELLI

convessità discale). Ciascuna elitra con tre carene dorsali, formate da tubercoletti poco rilevati: una suturale, una media ed una omerale, la quale s’inizia alla base nella sporgenza angolosa omerale; ciascuno dei tre intervalli così limitati è percorso da due serie regolari di fossette rotonde, profonde, molto ampie, regolari, occupanti quasi tutta la larghezza dell'intervallo; tra le due serie di fossette corre una serie di granuli, eguali a quelli delle carene primarie, un po meno rilevati; si formano così su ciascuna elitra, 6 carene dorsali, ossia 3 primarie rilevate, densa- 9

mente tubercolate e 3 secondarie, un po’ meno rilevate e meno densamente tubercolate. Lungo la sutura corre inoltre una carena

tubercolata sviluppata quanto le primarie (nel seacostatum la.

scultura del dorso di ciascuna elitra è esattamente la stessa, però le tre carene primarie e la carena suturale sono fortemente rilevate, con tubercoli più rilevati; i tubercoli separanti le due

serie di fossette di ciascun intervallo sono molto minori, sicchè

ciascuna elitra porta soltanto 8 carene dorsali, invece di 6). Esternamente alla carena omerale, comprese tra questa e l’orlo dell’ epipleura corrono tre serie di foveole, separate da carene tubercolate piatte, eguali a quelle dorsali (nel seacostatum

esistono pure tre serie di foveole, però tra la carena omerale ~

e l'orlo dell’epipleura corre una carena intermedia fortemente rilevata, la quale limita esternamente una serie, internamente due serie di fossette; tra le due serie corre una carena appena pronunciata).

Concludendo. Scleropatrum Vinciguerrae: Ciascuna elitra

con 9 serie longitudinali di fossette, separate da carene deboli,

quasi egualmente rilevate. Scleropatrum sexcostatum : Cia-

scuna elitra con 9 serie di fossette, separate in 4 intervalli a doppia serie ed uno marginale a serie unica da 4 carene forte- mente rilevate; ciascun intervallo con carena mediana appena marcata. In ambedue le specie una carena suturale su ciascuna elitra; le due carene suturali corrono parallele, per poi divergere alla base, dirigendosi verso gli angoli basali dello scudetto, limi- tando così una zona triangolare, la quale contiene un numero vario di punti nel sexcostatum (quattro, due per elitra nell’esem- plare di Creta, e due in quello dell'Asia. Minore); nel Vinci- guerrae pure quattro punti, poco profondi, oppure nessun punto.

. Noto inoltre che lo Sclerop. Vinciguerrae è più piccolo del

n.° a oe hr

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 999

sexcostatum, con elitre nettamente più corte e quindi relativa- mente più larghe.

._, Non sono visibili differenze notevoli sulla superficie ventrale del corpo. |

: Lungh.: 4,2-4,5 Porto Bardia!, fine marzo 1927, due esem- “pla raccolti da C. Confalonieri. Tipi: CoH. Museo Civico Genova e coll. Schuster (Vienna).

| Dedico questa specie al Prof. Dott. Decio Vinciguerra, Vice- HDireciore del Museo Civico di Storia Naturale Giacomo Doria in _ Genova.

Conosco pure due esemplari di Cirenaica, citati da Dodero (1925) come seacostatum (*) Motsch. e precisamente uno raccolto | dal Prof. F. Silvestri il 6 aprile presso la grotta del Lete! | (Bengasi) ed uno raccolto da Festa all’ Uadi Kuf (26 aprile). ._—Gebien (Cat. Col. Junk pars 22, 1911, p. 321) elenca 13 specie fidi Scleropatrum, diffuse tutte nell'Asia; una sola specie (sexco-

_ statum Motsch.) sembra essere propria del Mediterraneo orientale. |

Anche hirtulum Baudi, descritto della Persia (leg. Doria) sembra essere diffuso anche nel Turchestan, Transcaspio e Mesopotamia ail tipo non si trova nella collezione del Museo di Genova, pro- babilmente in coll. Haag). Di conseguenza Scleropatrum | Vinciguerrae rappresenta un elemento nettamente orientale nella fauna di Cirenaica.

Gonocephalum setulosum Fald.

| Gonocephalum setulosum Reitt., Verh. naturf. Ver. Briinn. 1904, p. 141. » i Dematsoni All. i Soc. Ent. Belg. 1883, I, p. 32. » aa » Bédel, Abeille XXVII, 1894, p. 154.

Specie facilmente riconoscibile da tutte le altre della fauna | mediterranea per le tibie anteriori fortemente espanse all’ apice, coll’ orlo apicale lungo quanto i primi quattro articoli dei tarsi anteriori. Ha in comune questo carattere col pygmaeus Stev. | (specie largamente diffusa nell’ Europa meridionale) dal quale si distingue però agevolmente per il corpo molto più stretto e più

a (1) Scleropatrum sexcostatum Motsch. , vedi Reitter (Bestimm.-Tab. 53, 1904, p. 137): Creta. scleroides Baudi, Deutsch. Ent. Zeitschr. 1876, p. 72, nota: Candia; Baudi, Bull. Soc. Ent. Ital. 1875, p. 234; Candia.

_ Creta! (Paganetti); Asia Minore: Makri! (Lyc. Taurus) in coll. Mus. Civ. Genova.

| La specie va radiata dal catalogo di Cirenaica.

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300 E. GRIDELLI

lungo (specialmente le elitre), il pronoto più ristretto posterior- mente, più fortemente sinuato ai lati, colla base più stretta di quella delle elitre, ecc. i

Venne ridescritto da Allard (1. c.) col nome di Demaisoni, su esemplari d’ Egitto di piccola statura (8 mm.); la sinonimia venne stabilita da Bedel (1. c.).

Cairo!, 21 es. leg. Doria e Beccari, febbraio 1880, Cirenaica: oasi di Giarabub! leg. Confalonieri, alcuni es. e G. C. Krùger, un es.! Tripolitania: Homs! leg. Andreini 1913. Tunisi! leg. Doria 1882. Sicilia Messina! 4 es. leg. Vitale (in coll. Mancini). Vidi inoltre i seguenti esemplari della coll. Baudi (*) (in coll. Museo Civico Genova): Sardegna!, Cipro!, Algeria!

Specie largamente diffusa nelle zone steppose e desertiche di tutta l'Africa settentrionale, Siria, Caucaso, Russia meridionale, Transcaspio. Si trova pure nella Sicilia, Sardegna, Grecia, Turchia ed Asia Minore. È dunque specie d’ origine orientale.

Gonocephalum perplexum (’) Luc.

Gonocephalum perplexum Reitt., Verh. naturf. Ver. Briinn 1904, p. 145.

Comunissimo a Porto Bardia! ed a Marsa Luca! (Tobruch), novembre 1926, leg. Confalonieri; Tobruch! in coll. Mancini. Sembra mancare nell’oasi di Giarabub. Bengasi! (Fuehat), nume- rosi esemplari raccolti da Zanon. Schuster (Mem. Soc. Ent. Ital. 1922, p. 16) e Zanon (1922) citano gli esemplari suddetti di Bengasi. Dodero (1922): Fuehat, Ghemines (leg. Festa). Falzoni (1923): Bengasi, Cirene, Fuehat (leg. Ghigi). Dodero (1925): El Fetejah, Derna, Tolmetta, Coefia (leg. Festa). Dodero (in.

(1) Gli esemplari in questione vennero determinati da Baudi come lugens e pub- blicati con questo nome (Bull. Soc. Ent. Ital. 1875, p. 234; Ann. Mus. Civ. Genova 1875, p. 703). Gebien (Cat. Col. Junk, pars 22, p. 324) pone il lugens Kuster e lugens Baudi 1. c. tra i sinonimi del prolixum Er. Non discuto su ciò perchè non conosco il lugens Kiist. Tengo però a rilevare che /ugens Baudi (1. c.) nec Kuster non ha nulla a che fare col prolixwm Er., bensi non è altro che il setulosum Fald.

(2) Tra le numerose serie di Cirenaica da me studiate trovai un esemplare, raccolto dal Prof. C. Anti a Cirene! nell’ agosto 1925, il quale differisce dal perplexum per la pubescenza delle. elitre cortissima, almeno della metà più corta, e per il corpo più corto e più largo. I peli sono ancora più corti che nel pusillum. Vidi pure nella collezione Dodero vari esemplari a pubescenza cortissima, ma diversi tra loro per la forma del corpo. Credo si tratti di una o più forme, nettamente distinte dal perplexum (una mancanza accidentale dei peli è inammissibile, perchè essi sono di lunghezza uniforme su tutta la superficie dell’ elitra).

|

ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB 301

È litt.): Tobruch e Scegga, leg. G. C. Kriger. Coll. R. Uff. Agr. | Bengasi: Agedabia (leg. G. C. Kriiger; determ. Schuster). | Si distingue facilmente dalle altre specie a pubescenza delle . elitre lunga, per gli intervalli portanti una doppia serie irregolare di granuli acuti e bene rilevati, le cui punte lucide sono dii anche in esemplari incrostati di terra. Africa settentrionale, Siria (*). Si trova pure nell’ isola di | Pantelleria ! (vedi Dodero 1922).

Gonocephalum (?) rusticum Oliv.

È Comune nell’ oasi di Giarabub!, raro a Porto Bardia! (dicem- bre 1926-marzo 1927) leg. Confalonieri. Dodero (1925) lo indica di Derna (leg. Ghigi).

93 Regione mediterranea, Madera, Canarie (Gomera!) , Caucaso, _ regione del Caspio, Persia, Asia centrale, Mongolia.

Opatroides punctulatus Brullé

| Opatrcides punctulatus Reitt., Verh. naturf. Ver. Briinn 1904, p. 159.

Oasi di Giarabub!, 4 es. I-II 1927, leg. Confalonieri; un es. deg. G. C. Kruger, VI. 1926. Porto Bardia!, marzo 1927, 10 es,

(1) Non vidi mai esemplari di Siria. Gli esemplari di Siria!, citati da Baudi

(Bull. Soc. Ent. Ital. 1875, p. 229) sono in realtà rusticum Ol. La citazione suddetta q va quindi eliminata dalla sinonimia del perplexum ody Gebien Cat. Col. pars. 22, |P. 324). } (2) Gonocephalum ATA (Er.) Woll., Col. Hesperid. 1867, p. 187. sericewm Baudi, _ Ann. Mus. Civico Genova, VII, 1875, p. 701; Bull. Soc. Ent. Ital. 1875, p. 228; Deutsch. È Ent. Zeitschr. 1876, p. 72. Vedi pure Riedel. Deutsch. Ent. Zeitschr. 1880, p. 140. ‘a Molti autori determinano quale patruele in base alle tabelle di Reitter: Sehr | grosse Exemplare, mit starkerer, langerer und dichterer Behaarung der Oberseite, welche die ganze Oberfiache bedeckt, sind patruele Er. aus Nordafrica, Aegypten È und Persien ». (Ex Reitter l. c.). Ciò è errato. Gonocephalum patruele differisce dal | rusticum per la statura notevolmente maggiore, il pronoto più largo e più arro- | tondato ai lati, con granulazione più rada e per la presenza di due fossette alla base del pronoto, divergenti anteriormente. i Vidi numerosi esemplari di diverse isole dell'Arcipelago del Capo Verde!, rac- | colti da L. Fea e dal Dott. Andreini, molti del Cairo! (leg. Doria 1880) nonchè la | serie tipica del sericewm Baudi, raccolta da Doria nella Persia!. GJi esemplari per- siani ed egiziani non differiscono sensibilmente da quelli del Capo Verde (i quali seno certamente patruele Woll). Credo che patruele Woll. (= sericeum Baudi) sia | una specie distinta dal rusticum e ciò non solo per le differenze somatiche bensì | per il fatto ch’ esso si trova insieme al rusticum nella Persia, Egitto e probabil- | mente in tutta l’Africa sett. (non vidi mai veri rusticum del Capo Verde).

Miedel (l. c.) ritiene anche utosum Woll. delle Canarie sinonimo del patrwele. 4 ; “credo però si tratti del rusticum.

È Gonocephalum rusticum Reitt., Verh. naturf. Ver. Briinn 1904, p. 146.

ita

ae

Zanon vennero citati dallo stesso Zanon (1922) e da Schuster

302 VR iG RIDELLL I

leg. Confalonieri. Bengasi ! (Fuehat) leg. Zanon. Gli esemplari di D

(Mem. Soc. Ent. Ital. 1922, p. 16). Dodero (1922) lo indica di Ghemines (leg. Festa). Dodero (in litt.): Tobruch, Scegga, Ben- gasi, Agedabia (leg. G. C. Kruger).

Regione mediterranea, Caucaso, Persia, Asia Centrale, Siberia, £ orientale. Si trova pure nel Mar Rosso: Aden! Assab (Eritrea); nell’ Abissinia e nella Somalia. | | | a

Brachyestes Gastonis Fairm.

Brachyestes Gastonis Fairm., Ann. Soc. Ent France 1873, pi992: a Brachyestes Gastonis Reitt., Verh. naturf. Ver. Brinn, 1904, p. 175. |

Specie sahariana, descritta di Souf (Algeria) e citata spesso | di Biskra. Non vidi mai esemplari d’ Algeria, però non esito ad attribuire a questa specie gli esemplari di Cirenaica elencati più innanzi, data la loro | perfetta corrispondenza alle descrizioni suc- citate. | de

Oasi di Cut (XII-1926 ; II-1927), Melfa! (26-11-1927), 6 complessivamente 7 esemplari, ui da Confalonieri. Dintorni di Bengasi! (Gariunes) giugno 1927, un es. raccolto da Zanon | (vedi pure Zanon 1922). Coll. R. Uff. Agr. Be Augila (leg. G. C. Kriger; determ. Schuster).. peo:

Specie certamente molto diffusa nella regione sahariana. =

Ops. Credo degno di nota il fatto che nell’ oasi di Giarabub ed a Bengasi si trova una delle due specie algerine, auzichè la specie egiziana, Br. chrysomelina Costa, la quale differisce dalla Gastonis per la base ~ del pronoto orlata in tutta la sua lunghezza, le tibie anteriori con |’ orlo | esterno munito d’ un dente apicale preceduto da 2-4 forti dentini a mo’ di sega, l’orlo anteriore del pronoto non ciliato, la pubescenza. pochis- | simo sviluppata, ecc. aq

Ammobius rufus Luc. Ammobius rufus Reitt., Verh. naturf. Ver. Brinn 1904, p. 177.

Vidi un esemplare raccolto alla Giuliana! (Bengasi, 1V-1990) | da Zanon (vedi Zanon 1922). q Francia meridionale, Spagna, Sicilia, Algeria, Cirenaica, oe Siria.

ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB

Clitobius oblongiusculus Fairm.

| Clitobius oblongiusculus Reitt., Verh. naturf. Ver. Briinn 1904, p. 179.

BG Comune a Giarabub! ed a Hat-el-Fredga, numerosi esemplari . raccolti da Confalonieri. Vidi pure due es. raccolti a Giarabub! da G. C. Krùger (determ. Schuster).

La forma tipica (pronoto privo di linea mediana liscia) è molto rara; ne vidi soltanto tre esemplari raccolti da Confalonieri ed uno di G. C. Krùger. Tutti gli altri (una cinquantina) ap- | partengono alla var. Zineicollis (Fairm.) Reitt. 1. c., (lungo la linea longitudinale mediana del pronoto corre una sottilissima

linea ul appena rilevata, talora completa, tal’ altra ridotta ad un rudimento, situato di solito nella parte anteriore). La specie

3 venne raccolta al Cairo! da Doria e Beccari (U-1880).

Algeria, Cirenaica, Egitto, Palestina, Sinai (vedi Peyerimh. i “Abeille XXXI, p. 38), Arabia, Russia meridionale, Transcaspio. 3 Mesopotamia : Chatunije (Holdhaus, Ann. Mus. Wien, XXXIII, È polo, p. dA).

st Clitobius ovatus Er.

Indicato da Pleo (1923) di Fuehat, in base ad un esem- | plare raccolto da Ghigi. Regione mediterranea.

Trachyscelis (!) aphodioides Latr.

Dodero (in litteris) : Bengasi, leg. G. C. Krùger. Specie largamente diffusa nell’ Europa meridionale e probabil- pt anche nel resto della regione mediterranea.

. Egitto: Ramleh e Aboukir, sabbie della spiaggia marina, fico a piante, particolarmente sotto la Thymelaea hirsuta (teste Andres, Ball. Soc. Ent. Egypte 1921, po).

Wi; me

os (1) Trachyscelis subopacus Pic (Bull. Soc. Ent. Egypte 1923, p. 52). Descritta d’ Egitto (Mariout). Differisce dall’ aphodioides (sec. Pic) per il corpo quasi opaco, elitre « 4 peine striés », le strie esterne sostituite da serie di punti leggeri.

trebbe trovarsi anche in Cirenaica.

è nc

304 : E. GRIDELLI

Phaleria Latr.

Nella Cirenaica vennero raccolte finora due specie del genere Phaleria, determinate come segue da Peyerimhoff e da Dodero. Per conto mio non sono in grado di indicarne con tutta certezza il nome e specialmente la diffusione geografica, e ciò in seguito alle manchevolezze della Bestimm.-Tab. 78, 1916 (Reitter).

Phaleria bimaculata L. Numerosi esemplari raccolti da Zanon nei dintorni di Bengasi | e citati con questo nome nel- l’ elenco del 1922. (Coll. Mus. Civ. Genova). . I

Phaleria tunisia Reitt. Specie descritta cdl tabella succitata | (su esemplari di Tunisia) raccolta in piccolo numero a Bengasi ! da G. Botto. (Coll. Mus. Civ. n,

Crypticus murinus All.

Crypticus murinus Reitt., Entom. Nachr. 1896, p. 149.

Dodero (in litt.) : Derna !, VA es. lee: Gk Kruger. Egitto.

Crypticus (') nebulosus Fairm.

Crypticus nebulosus Fairm., Ann. Soc. Ent. France 1870, p. 389. Crypticus nebulosus Mars., panic [e75; p.lOe: Crypticus nebulosus Reitt., Entom. Nachricht. 1896, p. 149.

Vidi esemplari raccolti da Zanon a Gariunes! (presso aie 1 nel maggio 1919, citati da Schuster (Mem. Soc. Ent. Ital. 1922, p. 16) e da Zanoni (1922): È

Descritto di Mers-el-Kébir (Algeria). ale Marocco, Tunisia, a Cirenaica. Specie Nord-africana. | ie

(1) Crypticus n. sp.? Dodero (1925), un es. di Tolmetta, raccolto da Festa; Affine al subpunctatus Walker e al punctatolineatus Fairm., ma diverso da entrambi per statura maggiore (8 mm.), punteggiatura delle strie delle elitre non più forte d quella del gibbulus, interstrie assolutamente piane fino all’ apice, corpo molto ¢ vesso, subopaco, ecc: (Dodero, 1. c.). Alla stessa forma appartengono vi esem plari raccolti da G. C. Kriger a Cirene! (coll. Dodero)..

Be . ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 305

Tribolium ferrugineum F.

| Tribolium ferrugineum Desbr., Frelon XI, 1902, p. 28, . Tribolium navale Reitt., Fauna Germ. HI, 1911, p. 343."

Comunissimo a Bengasi!, vidi numerosi esemplari raccolti da

Zanon. Ain Mara!, leg. G. C. Kriiger (in coll. R. Uff. Agrario

| Bengasi). «_°— Zanon (1922): Fuehat, maggio 1916, in casa. Dodero (1922): _ Fuehat (leg. Festa). Schuster (Mem. Soc. Ent. Ital. 1923, p. 16): es. di Bengasi!, raccolti da Zanon. Dodero (1925): alcuni esem- | plari di Derna, leg. Festa. |

_ Specie cosmopolita.

Tribolium confusum Jacq. du Val

i Tribolium confusum Desbr., Frelon XI, 1902, p. 30. Tribolium confusum Reitt., Fauna Germ. Ill, 1911, p. 343.

Un solo esemplare raccolto da Zanon alla Giuliana! (Bengasi) . determinato da Schuster; citato da Schuster (Mem. Soc. Ent. Ttal., 1929, p. 16) e da di (1922). Dodero (1925) lo indica di Derna (leg. Festa). Ain Mara!. leg. G. C. Krùger (in coll. | R. Uff. Agrario Bengasi). | Europa, Mediterraneo.

a Palorus subdepressus Woll.

| Palorus subdepressus Fleisch., Wien. Ent. Zeit. 1900, p. 236.

Bengasi !, scarico a mare, giugno 1918, un esemplare raccolto da Zanon, indicato erroneamente da Zanon come Coenocorse Ratzeburgi (1) Wissm.

| Specie cosmopolita.

| Alphitobius diaperinus Panz.

ric dtapertnus Desbr., Frelon XI, 1902, p. 21, 22.

4 Pronoto pochissimo arrotondato ai lati, non ristretto alla base, notevolmente ristretto all’ apice. Lati non sinuati presso agli an- a sp (1) Coenocorse Ratzeburgi Wissm. Determinazione errata; la specie va radiata A dal Catalogo della fauna di Cirenaica.

| Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LIV (25 Agosto 1930). 20

306 E. GRIDELLI

goli posteriori ; punteggiatura grossa e densa ai lati, più rada e

molto più fina sul disco. Orlo basale obliterato nel mezzo. Chpso a

con orlo anteriore largamente inciso ad arco. Strie delle elitre

infossate all’ apice. Oasi di Giarabub!, un esemplare raccolto da Confalonieri nel

marzo 1927 ed uno raccolto,da G. C. Kriiger! nel 1926. Specie cosmopolita.

ig pi piceus Oliv.

Citato da Zanon (1922) di Fuehat (Bengasi), maggio 1916. Specie cosmopolita. |

Cataphronetis (1) aegyptiaca Reitt.

POE (Cataphronetis) aegyptiaca Reitt., Wien. Ent. Zeit. 1899, p. 159.

Descritta di (2) Egitto (Ramleh). Vidi un esemplare raccolto da Zanon a Bengasi! nel giugno 1918, citato da Zanon (1922) | quale Cataphronetis n. sp. ?. -— Dodero (in litt.): Bengasi, leg. G. C. Krùger. i

Secondo Reitter è specie molto ine alla Millingeni Reitt. J. c., descritta di Mesopotamia, e forse non ne rappresenta che | una ui | a

Specie endemica della Cirenaica (nella quale lo comprendo la. Marmarica egiziana). 70

Cataphronetis apicilaevis Mars.

Cataphronetis apicilaevis Mars., Abeille XVI, 1878, Nouv. et Faits (2) 9,4 b. 36. ; , ere Phthora (Cataphron.) apicilaevis Reitt., Entom. Nachr. 1895, p. 149.

Strie delle elitre fine, all’ apice piu sottili; stria suturale obli- | terata all’apice. Vidi otto esemplari raccolti nell’ oasi di Giarabub! (marzo 1927) da Confalonieri e nel 1926 da G. C. Kriiger. Schuster (II) la indica di Giarabub, Porto Bardia ed Ain Mar

(4) Cataphronetis crenata Germ. Falzoni (1923): Fuehat. (leg. Ghigi). Specie dubbi: (*) Andres (Bull. Soc. Ent. Egypte 1921, p. 75): « Décrite par Reitter, dans 1 Wiener Entom. Zeitung, XVIII Jahrg., 1899, p. 160 [recte 159], d’aprés des exemplaire qui lui avaient été communiqués des environs d’Alexandrie par M. Pic. J’ai captui des spécimens 4 Kinghi-Mariout, en 19413.

i ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 307

(leg. G. C. Kriiger). Dodero (in litt.): Porto Bardia, leg. G. C. Kriger. . Descritta di Egitto: Port Said. Non venne citata finora di altre

Cossyphus moniliferus Chevr.

_ Dodero (in litt.): C. insularis Cast., Bengasi!, leg. G. C. Kriger. | i | O

| Reitter (Wien. Ent. Zeit. 1917, p. 135): Sardegna, Sicilia, Canarie, Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto, Abissinia, Senegambia.

Belopus aegyptiacus Zouf,

a

Calcar aegyptiacus Zouf., Wien. Ent. Zeit. 1893, p. 116, tav. 2, fig. 2. È Dodero (in litt.): Bengasi!, tre esemplari raccolti da G. C. Kruger, ed uno di Mariout! (Egitto) ex coll. Andres.

Specie descritta e nota finora d’ Egitto.

Helops (Catomus) consentaneus Kiist.

| Quattro esemplari, raccolti da Confalonieri a Porto Bardia,

pr 1927. Devo la loro determinazione alla cortesia del

Prof. A. Schuster. Dodero (in litt.): Tobruch, leg. G. C. Kruger.

. Mediterraneo orientale. Andres (Bull. Soc. Ent. Egypte 1921, 25) lo cita a’ a: «, . dans la Dékéla et a 000 di

=

pista Cnt Catomus) bengasianus Schust.

: - Descritto da Schuster (Boll. Soc. Ent. Ital. 1926, p. 88) su b°, ed 1 © raccolti da G. C. Kriiger a Bengasi. Dodero (in litt.): Bengasi, leg. G. C. Kriger.

| Specie a me ignota in natura.

1) Catomus fallax Vaul.? Specie dubbia. Dodero (1925): Il Prof. Schuster diana che Q di Derna [leg. Festa] di statura molto grande possa riferirsi a questa specie. osserva tuttavia che anche la punteggiatura del torace e delle interstrie delle e è più forte che negli esemplari tipici di Sfax ». (A. Dodero, 1. c.). jatomus angustatus Luc. Dodero (in litt.): Bengasi, leg. G. C. Kruger (det. Schuster). ._ Helops spec ?. Citato da Zanon (1922) di Fuehat. Non ho potuto esaminare l’ esemplare. di | Helops (Diastixus) spec. prope rotundicollis Vaul. Il Prof. Schuster deter- «| così una Q raccolta da Confalonieri a Porto Bardia, nel novembre 1926

soll. Mus. Civico Genova).

I

308 E. GRIDELLI

SCARABAEIDAE.

Trox (') granulipennis Fairm.

Trox granulipennis Reitt., Bestimm.-Tab. XXIV, 1892, p. 15. :

Molti esemplari raccolti a Bengasi (Fuehat!) da Zanon, rife- ribili tutti alla forma tipica, intesa nel senso di Reitter, 1. c. Zanon (1922): Fuehat!, febbraio 1917, sulle carogne, nume-. roso. Dodero (1925): Bengasi, un es. raccolto da Festa. —4 Dodero (in litt): Vobruch, Jess Cy Kruger: +. I Africa settentrionale, Spagna, Grecia, Siria. |

Glaresis Handlirschi Reitt.

Glaresis Handlirschi Reitt., Bestimm.-Tab. XXIV, 1892, p. 102.

Specie facilmente riconoscibile dalle altre note finora. A prima vista si potrebbe attribuirla al genere Aegialia, ma se ne distin- gue subito per l'addome composto di 5 sterniti visibili, gli occhi |

molto profondamente divisi dalle guancie, le quali sono dilatate | in forma di lobo e divise dal clipeo mediante un profondo intaglio, |

is

; LA

le mandibole sporgenti in gran parte dall’ orlo anteriore del clipeo, gli intervalli delle elitre con una serie regolare di setoline gialle l'enorme sviluppo in larghezza dei femori posteriori, le unghie filiformi e la forma particolare delle tibie posteriori. Corpo ed | appendici giallo bruni, opachi. Lungh.: 4 mm (?).. |

Descritta d’Algeria: Chott Melchir, su esemplari raceolti da. Handlirsch nel maggio 1891. È

Non conosco esemplari d’Algeria, però vidi tre esemplari della Tunisia meridionale (Kebilli! leg. Normand, in coll. Dodero), i quali sono identici ad alcuni esemplari raccolti da G. C. Kruger nell’oasi di Giarabub!, nel giugno 1926 (coll. Mus. Civ. Genova e R. Uff. Agrario Bengasi). I

price

(1) Trox perlatus Goeze. Specie europea (Europa media) citata pure d’Italia e Sicili: la cui presenza nella Cirenaica è dubbia, Citata da Falzoni (1923) di Cirene (le Ghigi). Dodero (4925): E probabile che la specie raccolta dal Prof. Ghigi e citat come T. perlatus Goeze, sia invece il granulipennis (A. Dodero, l. c.).

(2) Nella descrizione originale Reitter indica quale lunghezza mm. 14. Si tratt certamente d’un errore di stampa, perchè egli stesso cita: « Etwas kleiner a Beckeri Solsky », alla quale attribuisce la lunghezza di 5,5 mm., perfettamente co rispondente alla realtà.

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 309

È Non dubito ch’essi debbano riferirsi alla specie sud-algerina, la quale, come tante altre, è di conseguenza diffusa largamente melle zone desertiche dell’Africa settentrionale. Venne pure citata del Sudan Anglo-Egiziano (Cordofan): Port Sudan, leg. Ebner 1914, Denkschr. Akad. Wiss. Wien., Math.-Naturw. Kl., Band 401, p. 259.

. Le specie di G/aresîs note finora si possono distinguere mediante la tabella seguente. Ho dovuto seguire la falsariga di quella di Reitter (1. c. ig non conoscendo la Gl. oxyana.

1. Pronoto a superficie irregolare, con alcune fossette ben marcate,

| sparse irregolarmente. Corpo piccolo, piuttosto oscuro, bruno, netta-

| mente dilatato posteriormente. Orlo anteriore del clipeo inerme,

. leggermente concavo in tutta la sua lunghezza. Angolo apicale

esterno delle tibie posteriori triangolare, a vertice acuto. Lungh.

- 3-3,5 mm. Ungheria: Budapest! (leg. Gammel 1911, in coll Mancini). Frivaldszkyi Westw.

Superficie del pronoto “ug senza fossette evidenti. Statura | maggiore i «2. 2. Orlo anteriore del Ebene inerme, ares pos in linea coli 2% Superficie del clipeo, in tutta prossimità dell’ orlo anteriore con 4 denti fortemente rilevati, acuti, bene visibili esaminando il profilo trasversale del clipeo (guardando l’insetto posteriormente dal dorso); | e precisamente due denti mediani, vicini tra loro ed uno d’ambo i

di lati, molto distante dai mediani, dovuto al rilievo del vertice del-

a l’angolo esterno del clipeo (inizio del profondo intaglio che separa dl clipeo dalla guancia). Detti denti non devono venir confusi colle | denticolazioni dell’orlo anteriore, piccolissime o più o meno pre- senti in tutte le specie. Orlo anteriore del clipeo troncato quasi in linea retta. Angolo apicale esterno delle tibie posteriori piuttosto È fortemente dilatato e sporgente, a vertice leggermente bifido. Lungh. 45-55 mm. Diffuso dalla Russia meridionale al Turchestan. Aulie-Ata! (Syr Daria), 5 es.; Dortkuju! (Transcaspio, leg. Hauser 1900) 1 es. in coll. Mancini. 2 : . Beckeri Solsky 3. Angolo apicale esterno delle tibie io dilatato in un dente pic-

| colo e poco sporgente. Lungh.: 3,6-4,2 mm Turchestan: Amu Darja

| oxyana Semen. Angolo apicale esterno delle tibie posteriori con un lobo sporgente molto vistoso e largo, subrettangolare, troncato all’apice in linea retta. Lungh.: 4 mm. Algeria: Chott Melchir; Tunisia: Kebilli!; Cire- naica: Oasi di Giarabub!; Cordofan . ; : ; Handlirschi Reitt.

my afi . A

vimigo i

Dal suesposto risulta evidente l'origine orientale della specie nord- 4 ir icana, che dovrebbe essere molto affine all’ ae beg specie che purtroppo 1 on conosco in natura.

Bi ®

310 : E. GRIDELLI

Rhyssemodes orientalis Muls. & A. God.

Rhyssemus eee ee & Godart, Ann. Soc. Linn. tee XXI (1874), j 875, pi dll ie

Rhyssemus oe Mars., Abeille XVI, 1878, Nouv. Faits p. 58. È Rhyssemodes aspericeps Reitt. (nec Chevr.), Bestimm.—Tab. XXIV, 1892, p. 24. î > Reittert d’Orb., Abeille XXVIII (1892-96) 1896, p. 254. Ò

» orientalis yah Das Tierreich, 45 Liefer., 1922, p. 495.

Un solo esemplare, raccolto a Porto Bardia ! nel marzo 1927 da Confalonieri. Soltanto le due carene trasversali posteriori del pronoto sono interrotte nel mezzo, mentre Mulsant & Godart indi. 4 cano tre carene posteriori interrotte. , i

L’ esemplare di Porto Bardia è identico ad esemplari della coll. Mancini, delle località seguenti: Cairo! (Egitto), Ghar- daia ! (Algeria). Non posso distinguere gli esemplari suddetti da | esemplari della stessa collezione Mancini (ex coll. Reitter) del Caucaso ! (valle dell’ Arax), del Transcaspio ! (Tedschen) e di Aulie Ata ! (Syr Daria). |

Descritto di Beyrouth; ridescritto d’Egitto (gemmifer). R. Reitteri d’ Orb. (= aspericeps Reitt., nec Chevr.) é citato di Algeria: Biskra, El Kreider.

| Grande Canaria (vedi Peyerimhoff, Abeille XXXI, 1907, p- ih, Algeria, Cirenaica, Egitto, Sinai (Peyerimh. 1. c.) Siria, Caucaso, Transcaspio, Turchestan, Asia centrale. Regioni desertiche.

Pleurophorus caesus Panz.

Pleurophorus caesus Reitt., Bestimm.-Tab. XXIV, 1892, p. 29. > > d’Orb., Abeille XXVIII (1892-96) 1896, p. 249. » » Schmidt, (1) Das Tierreich, 45 Liefer. 1922, p. 489

Oasi di Giarabub !, marzo 1927, Confalonieri. Bengasi ! (Za non). Zanon (1922): Fuehat, dicembre 1918, numeroso s sterco. Dodero (1925): Merg, leg. Festa.

Kuropa, regione Low Canarie, Asia Minore, Caucast Secondo Si) QU Di anche nel Madagascar, Stati Uniti d’Am rica e Chile.

@) Schmidt (1. c.) considera quali « Unterarten » le variazioni insignifica élongatulus Muls. (elitre rosso brune) e opacus Reitt. A proposito dell’opacus Rei 1 vedi d'Orb. l. c. p. 249, nota 1.

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB

Pleurophorus sabulosus Muls.

Preurophorus sabulosus Reitt., Bestimm.-Tab. XXIV, 1892, p. 30. 4 » » d’Orb., Abeille XXVIII (1892-96) 1896, p. 249.

bi Ain Mara !, un esemplare eda da G. C. Krùger, nell’ a- - prile 1926 (in coll. R. Uff. Agrario Bengasi).

3 Specie. facilmente riconoscibile, diffusa secondo gli Autori nella

| massima parte della regione mediterranea: Francia meridionale, | Spagna, Corsica, Sardegna, Sicilia, Croazia [?], Grecia, Siria, Africa

| settentrionale, Madera, Canarie.

Md “d (ES

Eremazus unistriatus Muls.

| Eremazus unistriatus Reitt., Bestimm.—Tab. XXIV, 1892, p. 114. Bi» » d'Orb., Abeille XXVIII (1892-96) 1896, p. 258. ee. Gloliek Bull. Soc. Ent. France 1897, p. 15.

è Augila, un esemplare raccolto da G. C. Krùger nel maggio 19928 (coll. R. Uff. Agrario Bengasi). Vidi Bur esemplari di Tri- | politania: Gharian !, leg. Silvestri. Regioni Deicke d'Algeria e Tunisia, Tripolitania, Cirenaica, | Valle dell Arax, Arabia (Gedda), Obock.

Aphodius aio palmetincola Karsch

fa .

v Aphodius ASTI Karsch, Berl. Ent. Zeitschr. 1881, p. 45. » rutilinus Reitt., Bestimm.-Tab. XXIV, 1892, p. 44. palmetincola d'Orb., Abeille XXVII (1892-96) 1896, p. 221. » palmetincolus una Das Tierreich, 45 Liefer., 1922, p. ate

È Oasi di Giarabub!, tre esemplari raccolti da Confalonieri, nel

marzo 1927. Augila ! maggio 1928, un esemplare leg. G. C.

| pruger (coll. R. Uff. Agrario Bengasi).

4 Descritto di Socna (Tripolitania); ridescritto da Reitter da Bou

pria (Algeria). Citato da D’Orbigny di Algeria (Biskra ed El pider, teste Bedel) e d'Egitto (Cairo). Peyerimhoff (Abeille XXI, 1907 p. 45) lo indica della penisola del Sinai (Quàdy

e eth-Thal) d'Egitto e Barbaria.

i Sinai, Egitto, Cirenaica, Algeria.

312 : E. GRIDELLI

Aphodius (Calamosternus) granarius L.

Aphodius granarius Reitt., Bestimm.-Tab. XXIV, 1892, p, 51. » » d’Orb., Abeille XXVII (1892-96) 1895, p. 211.

Forma tipica (elitre nere o brune, concolori, talvolta più chiare all’apice). Comunissima a Porto Bardia !, marzo 1927, ui Confalonieri. Cirene !, due esemplari, leg. U. Bolsi 1928. Slonta !, un es. leg. U. Bolsi 1928. Bengasi !, molti capii neeeslei da Zanon |

Zanon (1922): Bengasi (Fuehat), novembre 1948. Palen 1993): Fuehat, leg. Ghigi. Dodero (1925): Derna, Chersa, Tecnis (leg. Festa). Dodero (in litt.): Tobruch, leg. G. C. Kriger.

Var. suturalis Fald. (Elitre rosse, colla sutura ed i lati neri). Porto Bardia !, un esemplare raccolto da Confalonieri nel marzo 1927. ARA

Regione paleartica. Secondo Reitter e Schmidt è specie cosmo-

| polita.

OBs. Aphodius granarius Auct. è certamente una specie mista, alla quale devo pure riferire, almeno con tutta probabilità un piccolissimo | esemplare, (lungo appena 3 mm.) colle elitre bruno rossiccie ed il pronoto È con indecisa macchia rossiccia laterale, raccolto da Zanon a Bengasi (Fue- | hat) nel marzo 1916 e citato dallo stesso Zanon (1922) come: Annie (Orodalus) spec.? (vedi num. 337). In coll. Mus. Civico Genova. i

Zanon (1922) cita pure di Fuehat il granarius var. drunneus Reitt. | Si tratterà probabilmente della var. brunnescens Reitt., (non credo che il $ nome brunneus sia stato usato per indicare una varietà del granartus).

Aphodius (Bodilus) (}) Amtii nov. spec,

Superficie dorsale del corpo bruna, oscura; elitre più. chiare, brune, specialmente sul disco e sulla declività apicale. Parte infe- riore bruno rossiccia; addome bruno-giallastro. Antenne e palpi to] giallo-rossicci; zampe bruno rossiccie. Esemplari immaturi sono

(1) Nel catalogo Winkler, pars 9, 1929, p. 1044, seguendo i criteri della revisione di Schmidt Das Tierreich, 45 Lief, 1922) tutti i Bodiius coll’orlo anteriore deli ì pronoto marginato vengono uniti alle altre specie presentanti il medesimo carat- I i tere in un unico sottogenere Alocoderus Schm., senza tenere alcun conto della lun- ghezza delle setole dell’orlo apicale delle tibie. Ho l’impressione che il sottogenere Alocoderus non possa reggere alla critica e preferisco quindi seguire la sistematica di Reitter. 7

ae 3 ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 313

. chiari, bruno-giallastri (sutura in nessun caso infoscata) col pro-

| noto ed il capo più oscuri. Guancie, lati del pronoto e delle eli-

i di tre con rada frangia di peli giallo bruni, piuttosto lunghi (sulle _ elitre, i peli si di lunghezza dall’omero verso l'apice, e

| s’obliterano sull’orlo apicale).

Sporgenza angolare delle guancie piccola, arrotondata, supe-

7 | rante I’ orlo degli occhi (i quali sono completamente appiattiti). - Orlo anteriore del clipeo con una smarginatura molto larga e

poco profonda (a fondo regolarmente concavo) non limitata ester- namente da angolosità. La superficie del clipeo è debolmente ed ‘uniformemente convessa, ad eccezione d’una larga zona trasversale

. (in corrispondenza alla smarginatura dell’orlo anteriore) la quale

‘è piuttosto fortemente depressa, concava; punteggiatura fina e non molto rada; gli intervalli tra i punti sono maggiori del dia- metro dei punti stessi. Sutura clipeo-frontale non tubercolata, marcata da una linea impressa fina o finissima, completa, nel

È mezzo più sottile che ai lati.

Pronoto completamente marginato; la linea marginale dell’orlo

| anteriore è fina e corre ad una certa distanza dall’orlo; la metà

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| corte e grosse, d’egual lunghezza. Lo sperone più lungo delle

“anteriore dell'intervallo così limitato è giallo-bruna; linea margi- nale basale completa. La punteggiatura del disco è circa fina quanto quella del capo, però un po’ più rada; nelle zone late- rali essa diventa più densa ed ai punti fini sono misti irregolar- mente numerosi punti più larghi e più profondi.

Scudetto triangolare, a lati convergenti dalla base dell’ apice,

alla base un po’ più largo dei due primi intervalli presi insieme,

con punteggiatura molto fina e rada. Elitre subdilatate posteriormente, leggermente spianate sulla

- declivita posteriore (all’apice), con strie fine. La punteggiatura È delle strie è molta fina, visibile soltanto mediante forte lente. _ Intervalli piani, con punteggiatura finissima e molto rada, sparsa | irregolarmente su tutta la superficie, non addensata (o formante serie di punti) lungo le strie.

Orlo apicale delle tibie medie e posteriori con setole numerose,

È tibie posteriori notevolmente più lungo del primo articolo dei

tarsi; la sua punta giunge quasi al livello della metà del secondo

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È - Tibie anteriori con tre lunghi denti acuti; alla base del terzo

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314 E. GRIDELLI

dente si trova un dente molto minore, seguito da due dentini gradatamente più piccoli; l’ultimo (basale) è ridotto ad un tuber- coletto. In altri esemplari i denti sono smussati ed i dentini minori appena evidenti, marcati appena da ondulazioni dell’ orlo. Ignoro se tratti di caratteri sessuali oppure dovuti a consumo per sfregamento, tanto più che non sono accompagnati da diffe- renze nella struttura del clipeo.

L’? Aphodius Antii va riferito al sottogenere Bodilus, inteso

nel senso di Reitter (Bestimm.-Tab. XXIV, 1892, p. 35-53) e di.

d’Orbigny (Abeille XXVIII, 1896, p. 201-236); esso è diversissimo dall’hydrochoeris Fabr. (per il colore, punteggiatura del pro- noto e del capo, sutura clipeo-frontale inerme, strie delle elitre fine, interstrie piane) e anche dal digitatus Reitt. (vedi l. c. p. 104). E certamente diverso dal Bodilus Holdereri Reitt., dell’Asia centrale (Kuku-Noor, vedi Wien. Ent. Zeit. 1900, p. 155, tav. I, fig. 1) e dal Semenovi Reitt. del Turchestan cinese (vedi l. c. 1892, p. 57). Le altre specie aventi l’orlo anteriore del pronoto marginato hanno però le setole dell’orlo apicale dei tarsi medii e posteriori di lunghezza ineguale. Tra queste lineimargo Reitt. e strigimargo Reitt. (il primo di Siria ed Asia Minore, il secondo di Margelan) hanno inoltre la sutura clipeo-frontale tri-

. tubercolata. Lo stesso dicasi del carinifrons Reitt. di yee

(vedios ¢. 1892) poy): | . Secondo Peyerimhoff, al quale comunicai alcuni esemplari in esame, la nuova specie appartiene al gruppo del Segonzaci Bedel, descritto del Marocco. Non conosco questa specie in natura e nemmeno dalla descrizione originale, ma dalla ristampa della descrizione (Abeille XXX, 1904, p. 255) fatta dallo stesso Bedel risulta che le spine dell’orlo apicale dei tarsi posteriori del Se- gonzaci sono di lunghezza ineguale (mentre nella nuova specie sono uguali).

Dovrebbe pure essere molto simile all Aphodius Peyerim- hoffi Théry (Bull. Soc. Scienc. Natur. Maroc. V, 1925, p. 347,

pl. LVIII, fig. 2), descritto del Marocco ed avente l’orlo anteriore. del pronoto marginato. Però questa specie è intieramente gialla,

con una stretta linea suturale bruna, forma del corpo diversa, strie delle elitre non punteggiate. Noto inoltre che l’autore non

menziona in alcun modo l’esistenza di una zona depressa ante-

riore del clipeo. Non viene indicata la lunghezza delle setoline

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 315

_ dell’orlo apicale dei tarsi medii e posteriori, però l’autore assegna

Pi

la specie al sottogenere Amidorus le cui specie hanno tutte le

. setoline suddette di lunghezza ineguale. A. Peyerimhoffi dovrebbe

essere affine al Segonzaci Bedel, colla quale specie non viene

però confrontato nella descrizione. Lungh.: 6-7 mm. Cirene, 19 esemplari raccolti nell’ estate del

| 1926 e 1928 dal Prof. Carlo Anti, Capo della Missione Archeolo-

gica per gli scavi della necropoli di Cirene, al quale mi permetto di dedicare questa specie in segno di omaggio e di ringrazia- mento per il cospicuo materiale entomologico da Lui raccolto e

. donato al Museo Civico di Genova. Tipi: in coll. Mus. Civico Genova.

Vidi inoltre due esemplari, raccolti da G. C. Kriiger a Ben-

| gasi!, nell’ottobre 1924 (coll. R. Uff. Agrario Bengasi).

Aphodius (Bodilus) hydrochoeris Fab.

Aphodius hydrochoeris, Reitt. Bestimm.-Tab. XXIV, 1892, p. 54. - » d’Orb., Abeille XXVIII, (1892-96) 1896, p. 236.

Facilmente riconoscibile per il pronoto orlato lungo il margine anteriore e per la macchia pentagonale bruno-nera che copre una parte del disco (base del pentagono lungo l’orlo anteriore, vertice opposto presso alla base).

Oasi di Giarabub !, 4 esemplari, raccolti da Confalonieri nel marzo 1927. Bengasi !, un esemplare raccolto da Zanon, Coll.

Dodero: Tobruch 1, Bengasi !, leg. G. C. Kruger. Coll. R. Uff.

Agrario Bengasi: Ain Mara!, Agedabia!, leg. G. C. Kruger. . Zanon (1922): Fuehat, marzo 1916. Dodero (1925): dintorni

di Derna e Tolmetta. Comune nella Tripolitania: Misurata !,

Homs !, leg. Andreini 1913. Europa meridionale, regione mediterranea, Siria, ad Oriente

dal Caucaso fino alla Siberia orientale.

Aphodius (Bodilus) longispina Kiist.

| Aphodius longispina Reitt., Bestimm.-Tab. XXIV, 1892, p. 55.

iL: con punteggiatura fina, gli intervalli più convessi, con punteggia-

» » d’Orb., Abeille XXVII (1892-96) 1896, p. 238. > beduinus Reitt., Bestimm.-Tab. XXIV, 1892, p. 55.

‘Distinto dal lugens Creutz. per le strie delle elitre più fine,

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316 E. GRIDELLI

tura addensata lungo le strie e pronoto di solito con orlo basale giallo. Noto però che negli esemplari esaminati ne ho osser- vato qualcuno, che pur avendo gli intervalli convessi, presentava. una punteggiatura sparsa uniformemente su tutta la larghezza degli intervalli, non concentrata lungo le strie e nulla lungo la linea mediana. Organo copulatore del g identico a quello del lugens. Come giustamente rileva d’Orbigny (1. c. nota 1) il B. beduinus Reitt., descritto del Marocco e di Sicilia, non può venir separato dal longispina.

Oasi di Giarabub !, quattro gg, leg. Confalonieri, marzo 1927, 1 esemplare leg. G. C. Kruger, luglio 1926 ! Falzoni. (1923): El Fetejah, Derna (leg. Ghigi). Dodero (1922), lo in- dica di Ghemines, (leg. Festa) col nome di beduinus Reitt.

Vidi inoltre esemplari di: Spagna meridionale! (1g, 29 2); dintorni di Costantina ! (Algeria, in coll. Mancini); dintorni di Tunisi ! e Cartagine ! (Doria 1887; crociera del « Violante » 1875); Misurata ! (Tripolitania, leg. Andreini 1913). Palermo ! (Sicilia); Foggia ! (Italia merid., leg. Emery 1876).

Spagna meridionale, Sicilia, Italia meridionale, Africa setten- trionale, ad oriente fino nella penisola del Sinai (vedi Alfieri, Bull. Soc. Ent. Egypte 1920, p. 55).

Ops. Non sono convinto che il longispina sia specificamente distinto dal lugens Creutz. Conosco il vero dugens (ossia esemplari colle strie più grosse, con punti grossi e larghi, intervalli piani, con punteggiatura rego- lare ed uniforme, non condensata lungo le strie) delle regioni seguenti: Francia meridionale: St. Ferriol !, Carcasonne !, La Vernéde !, Rivoire !, Germantier !, (Aude, in coll. Mancini, ex coll. Gavoy) Nizza !, Pirenei !. Italia: Alpi Cozie. Caucaso: Tiflis ! (leg. Doria 1862).

Vidi parecchi esemplari italiani che non si possono assegnare con preci- sione ad una delle due specie in questione, raccolti a Foggia ! (Emery) e specialmente a Palermo (esemplare colle strie fine del dongispina ed intervalli piani del dugens) ed a Cerchio ! (Abruzzo; strie profonde, con. grossi punti come nel Zugens, ma intervalli convessi come nel longte- spina. | vee

La poca importanza dei caratteri differenziali tra le due forme, la

| presenza degli evidenti passaggi suddetti e l’identità dell’ aedeagus (che o

in questo gruppo è notevolmente diverso da specie a specie) mi fanno pensare che le due forme appartengano ad una stessa specie) divisa in una. forma più settentrionale, di regioni montuose (/ugens) ed una meridionale mediterranea (long/spina).

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 317

A. lugens viene citato talvolta delle regioni montagnose d’ Algeria “a (vedi d’Orbigny). Peyerimhoff (Abeille XXXI 1907, p. 45) lo indica della z sa | penisola del Sinai, sulla fede di Ganglbauer; è molto probabile che non ‘si tratti però del Zugens, bensì del longispina.

ta pg ie i.

Aphodius (Bodilus) Wollastoni Har.

Aphodius Wollastoni Har., Berl. Ent. Zeitschr, 1862, p. 397. » » d’Orb., Abeille XXVII (1892-96) 1896, p. 238.

En, SRI

I Specie ben distinta dal lugens e dal longispina per il clipeo | con punteggiatura grossa e densa, resa poco evidente anterior- mente dalle rugosità della superficie. Metasterno carenato tra le anche medie. Pene diversissimo e costruito in modo completa- mente diverso da quello del longispina. Parameri molto lunghi, visti di faccia essi somigliano ai due rami d’ una tenaglia; visti dal lato ciascuno di essi è largo, a lati subparalleli, tron- cato all’apice, con un prolungamento sottile, di forma particolare dell'angolo superiore (della faccia convessa). : 3 Descritto delle Canarie e d’Algeria. D’Orbigny (I. e.) lo indica È _ delle Canarie e d’Algeria: Biskra, Chott Melghir. Peyerimhoff fe: _ (Abeille XXXI, 1907, p. 45) indica la specie di alcune località ‘di em della penisola del Sinai, del Sahara algerino e delle Canarie. Be In realtà è molto più diffusa, come risulta dalle località seguenti. 4 Oasi di Giarabub ! dicembre 1926, 4 esemplari leg. Confalo- i nieri (Cirenaica orientale). Persia meridionale !, venti esemplari SP raccolti dal March. Doria nel 1862-63 (già determinati quale Wollastoni da Harold). Tunisia: Nafta!, Tozeur! leg. Abdul Kerim 1873. Algeria: Biskra ! (in coll. Mancini). Coll. Dodero: Kebilli !

leg. Normand (Tunisia). a

di Tutti gli esemplari suddetti sono perfettamente eguali tra loro; "D | non Vidi mai esemplari delle Canarie. RS. La specie è dunque certamente diffusa in tutte le regioni ti

po predesertiche dell’Africa settentrionale, nella penisola del Sinai e | si spinge ad oriente almeno fino nella Persia meridionale. Fer- rante (Bull. Soc. Ent. Egypte 1908, p. 75) la indica d’Egitto: . Mariout. I. Sahlberg la raccolse nei dintorni del Cairo (vedi An- | dres, Bull. Soc. Ent. Egypte 1913, p. 113). |

E. GRIDELLI

Aphodius (Euryius) lividus Ol.

4

Aphodtus lividus Reitt., Bestimm.-Tab. XXIV, 1892, p. 64. = » d’Orb., Abeille XXVIII (1892-96) 1896, p. 216. :

Oasi di Giarabub!, marzo 1927, leg. Confalonieri; muri 1926 leg. G. C. Kriiger; molti esemplari della forma po (sensu Reitter l. c.). Porto Bardia!, pochi es. della forma tipica, marzo 1927, leg. Confalonieri. Derna! leg. G. C. Kriiger, due es. f. tip. | (coll. R. Uff. Agr. Bengasi). i, a

Specie cosmopolita. 7 |

Aphodius (Euryius) brunneus Klug

Aphodius brunneus @ Orb., Abeille XXVIII (1892-96) 1896, p. 217.

Dodero (in litt.): Tobruch! leg. G. C. Kriiger. Cairo! (leg. Doria-Beccari, 1880); Tripolitania: Misurata! (leg. Andreini 1913); | | Algeria: Ghardaia! (leg. Chobaut). Buchara ! (leg. Hauser). i Africa settentrionale, Siria, Caucaso, Transcaspio. Meso- | potamia: Assur (Holdhaus, Ann. Mus. Wien XXXII, 1919, p. 43. | i a ty 3 cu

Aphodius (Pseudesymus) lucidus Klug

Aphodius lucidus Reitt., Bestimm.=Tab. XXIV, 1892, p. 52. Li _». d’Orb., Abeille XXVIII (1892-96) 1896, p. 218. a

Oasi di Giarabub!, comune, molti esemplari, dal dicembre a 1926 al marzo 1927; qualche esemplare venne raccolto anche a Hatiet el Fredga, 29 novembre 1926. Vidi pure esemplari raccolti a Giarabub! da G. C. Krùger ed uno di Bengasi! (leg. Zanon, | aprile 1920). Segnalato da Zanon (1922) di Bengasi (Giuliana), i aprile 1918.

Canarie, Africa settentrionale, penisola del Sinai (vedi Alfieri, dr Bull. Soc. Ent. Egypte 1920, p. 31), Arabia, Asia centrale. Mesopotamia: Assur (Holdhaus, Ann. Mus. Wien XXXIII, 1949, p. 43). |

e __ ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB 319

a È Aphodius (1) (Volinus) hieroglyphicus Klug

"Aphodius hieroglyphicus K1., Symb. phys. V, nr. 5, tav. 42, fig. 5. 9 » » Reitt., Bestimm.-Tab. XXIV, 1892, p. 85. a vr » d’Orb., Abeille XXVIII, (1892-96) 1896, p. 229.

Un esemplare raccolto da Confalonieri a Porto Bardia !, nel marzo 1927, eguale a due esemplari di Tunisia (Gafsa !) della 4 «coll. Mancini. Coll. Dodero: Tobruch !, tre esemplari, leg. 1 G. C. Kruger (det. Peyerimhoft). Coll. R. Uff. Agrario Bengasi: | Alcuni esemplari raccolti da G. C. Kruger a Tobruch ! e Age- . dabia I, i

4 Descritto d’ Egitto: « Tscheil-el-achterie Alexandriae ». Diffuso nella Siria, ed i settentrionale; secondo d’ Gebizna trova | anche nelle Canarie orientali.

È “e hodias (Volinus) LIA Schmidt

1 ‘Aphodius melanostictus Reitt., Bestimm.-Tab. XXIV, 1892, p. 86. fi: » Poe. d’Orb., Abeille XXVIII, (1892-96) 1896, p. 228. È . Bengasi: Fuehat!, marzo 1916, un esemplare raccolto da | Zanon e citato dallo stesso (1922) come specie affine allo | inquinatus Fabr. (in coll. Mus. Civico Genova). Elitre gialle | con macchie nere: due nella terza interstria (una molto lunga, | mediana, la seconda, postmediana), una piccola nella quarta inter- | stria, mediana, fusa colla macchia anteriore della terza, due nella | quinta interstria (una lunga, basale ed una piccola postmediana, una molto lunga nella settima interstria. | Vidi esemplari di Germania !, nonchè del Caucaso ! e della | Persia settentrionale ! (leg. Doria 1862). | Specie largamente diffusa nell’ Europa, Caucaso, Turchestan, È Persia, Nord Africa (Algeria).

Hybosorus miter Reiche ee ceasorus Illigeri Reitt., Bestimm.-Tab. XXIV, 1892, p. 119.

._Dodero (in litt.): Bengasi |, leg. G. C. Kruger. È Regione mediterranea, ie centrale, Africa tropicale, America del Nord.

. () Aphodius sticticus Panz. Indicato da Zanon (1922) di Fuehat. Specie molto dubbia. Aphodius nanus var. ? Zanon (1922): Fuehat, novembre 1918. Specie dubbia. Aphodius nitidus Fab, Indicato da Falzoni (1923) di U. Derna (leg. Ghigi).

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Die are

st Le” ee + aie di FRA RIE

320 E. GRIDELLI Ochodaeus gigas Mars.

Ochodaeus gigas Mars., Abeille, XVI, 1878, p. 58.

Rouge brun, peu luisant, presque en carré oblong, subdé- primé sur le dos, peu pubescent; téte ponctuée, subrugueuse, unidentée en devant, épistome échancré en arc; pronotum large, convexe, étroitement rebordé, densement ponctué granuleux, avec une fovéole brunàtre de chaque còté et une canalicule médiane ~ obsoléte; élytres arrondies ensemble au bout, épaules marquées, stries ponctuées, visibles, peu enfoncées, 3 externes raccourcies en _ devant, interstries planiuscules, granulés ponctués; écusson en ogive ponctué. Sa taille, son front unicorne, ses élytres plus larges, a stries plus distantes, a sculpture moins dense, le distinguent du chrysomelinus. : |

Long. 8; larg. 5 mill. Ouargla, Algeria (ex Marseul, 1. c.).

Cirenaica: Tobruch !, marzo 1925, un esemplare raccolto da. G. C. Kruger (in coll. R. Uff. Agrario Bengasi): lungh. 6-2 mm. Tunisia meridionale: Kebilli 1, un esemplare leg. Chobaut (in coll. Dodero). | | 7

I due esemplari suddetti corrispondono perfettamente alla de- scrizione originale, tanto che non esito a riferirli alla, specie descritta da Marseul, rimasta ignota a Semenov (Horae Ent. Ross. XXV, 1891, p. 313). Marseul non però alcuna indi- | cazione sulla struttura delle tibie anteriori. Esse hanno tre denti apicali al lato esterno (Och. chrysomeloides ne ha soltanto due), il dente prossimale è più piccolo degli altri due, molto vicino al secondo; manca completamente il dentino alla base del lato esterno, evidente nel chrysomeloides. Pubescenza rada e cor- |. tissima, (molto più corta che nel chrysomeloides). a

Dato il numero dei denti delle tibie anteriori la specie non è determinabile mediante le tabelle di Reitter (Bestimm.-Tab. XXIV, _ 1892, p. 115), nelle quali viene indicata per il genere Ochodaeus Bo una struttura delle tibie anteriori come quella suddescritta per il chrysomeloides (due denti apicali, un dentino basale). 4

Cirenaica, Tunisia meridionale, Algeria meridionale. Certa- | mente molto diffuso nella regione sahariana.

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB IS

Bolbelasmus Bocchus Er. ) a Dodero (1925) cita un of di questa specie, raccolto a Derna «nel mese di febbraio dal Dott. Festa, nonchè (in litteris) esem- plari raccolti a Tobruch da G. C. Kriger. Descritto d’Algeria Waen. Reis. II, 1841, p. 170); citato da Reitter (Bestimm.-Tab, XXIV, 1892, p. 126) come Bolboceras Bocchus Er. d’Algeria, Mi: e Portogallo. Pic (Bull. Soc. Ent. Egypte 1923, p. 196) indica la specie d'Egitto: Mariout, leg. Petrow.

i _ Algeria, Cirenaica, Egitto (probabilmente in tutta I’ Africa settentrionale); Spagna, Portogallo.

Thorectes rugatulus Jekel

| Thorectes rugatulus Reitt., Bestimm.-Tab. XXIV, 1892, p. 148.

. Bengasi: Fuehat!, molti esemplari raccolti da Zanon (determ. Dodero). Dodero (in litt.): Bengasi, leg. G. C. Kruger.

«Zanon (1922): Fuehat, dicembre 1916, nello sterco. Dodero (1925): Fuehat, 1 es. leg. Festa.

| Algeria, Tunisia, Tripolitania, Cirenaica.

Thorectes intermedius Costa

Thorectes laevigatus Reitt., Bestimm.-Tab. XXIV, 1892, p. 151.

| Bengasi: Fuehat !, due esemplari raccolti da Zanon.

_. Falzoni (1923): El Fetejah, un es. leg. Ghigi. Dodero (1925): El Fetejah, Derna e Sidi Garbaa, alcuni esemplari, di forma un po’ meno larga dei nostri esemplari italiani (ex Do- dero, 1. c.).

: Europa meridionale mediterranea, Africa settentrionale, Asia . Minore, Siria.

Scarabaeus cristatus F.

Scarabaeus cristatus F., Syst. Entom., 1775, p. 27, nr. 108. Ateuchus cornifrons Lap., Hist. Nat. II, 1840, p. 64, nr. 6.

Augila !, Es Sahabi !, cinque esemplari raccolti da G. C.

| Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LIV (25 Agosto 1930). n

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929 E. GRIDELLI

Civ. Genova). Vidi inoltre un esemplare del Cairo ! (in coll. Mancini) e tre di Tripolitania: Forte Benito !, maggio 1928, leg. Wohlberedt (Mus. Civ. Genova). Corpo allungato, depresso, stretto; clipeo con un tubercolo me-

diano piuttosto fortemente rilevato ; tibie anteriori quadridentate, l’orlo tra la base ed il primo dente è seghettato; apice dei femori |. anteriori con piccolo dente. Fronte con una leggera fossetta (vi- cino all'orlo anteriore del pronoto, il quale è in corrispondenza con essa leggermente rilevato ed appena sporgente). Orlo interno con frangia densa di lunghe ciglia fulve come l'esterno (in am- bedue i sessi) ecc. og’. Primo sternite d’ambo i lati con una | leggera e piccola depressione, allungata nel senso trasversale, il, cui orlo anteriore è seguito da una striscia vellutata fulva. q Egitto: Alessandria, Cairo ! (Egitto loc. class. cristatus F.).

Arabia deserta (loc. class. compressicornis Klug). Obok (teste Bedel, 1. c.). Sahara centrale: dune tra Ouargla e Ti- | massinin (Bedel 1. c.). Senegal (loc. class. cornifrons FARO È Specie prettamente sahariana.

Scarabaeus sacer L.

Scarabaeus sacer Bedel, Abeille XXVII, 1892, p. 285. > » Reitt, Bestimm.-Tab. XXIV, 1892, p. 162.

Oasi di Giarabub !, dicembre 1926, 1 es.; Porto Bardia, marzo | 1927, 6 es. leg. Confalonieri. Tobruch !, aprile 1923, 3 es. leg. G. Botto. Golfo di Bomba !, giugno 1927 (crociera della R. Nave «A. Magnaghi ») 41. es. Zuetina !, leg. G. Botto, ee un q esemplare. Di

Zanon (1922): Fuehat, luglio 1918, di notte, presso la casa; 00 di giorno è difficile vederlo; è più facile trovarlo di giorno alla | Giuliana, nei luoghi i Dodero (1925): due esemplari | di grande statura, raccolti uno a Derna e l’altro a Bengasi, dal Dott. E. Festa. Karsch (Berl. Ent. Zeitschr. 18885 5 A Augila-Gialo, leg. Rohlfs.

Europa meridionale, regione mediterranea, AGI (ad oriente fino nella Corea), Arabia. Nelle regioni sabbiose marittime. desertiche.

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ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 323

Scarabaeus puncticollis Latr.

Scarabaeus puncticollis Bedel, Abeille XXVII, 1892, p. 287. » » Reitt., Bestimm.-Tab. XXIV, 1892, p. 163.

Tobruch !, aprile 1923, 2 esemplari leg. G. Botto; Bengasi |,

“alcuni esemplari, leg. Zanon.

Zanon (1922): dintorni di Bengasi (Fuehat e Giuliana). Fal-

zoni (1923): El Fetejah, leg. Ghigi. Dodero (1925): El Fetejah,

leg. Festa. Karsch (Berl. Ent. Zeitschr. 1881, p. 42): Kuira, leg. Rohlfs.

Africa settentrionale, Palestina, Siria, Asia Minore, Cipro,

Turchia, Armenia Russa, Persia settentrionale ! (Doria 1862-63), Persia: Teheran ! (novembre 1874, leg. Abdul Kerim), Mazanderan !

ee 1875, Abdul Kerim).

Mnematium Ritchiei Mac ui

Mnematium Ritchti Reiche, Ann. Soc. Ent. France 1842, p. 93, tav. 6, fig. 8. | Scarabaeus Ritchiei Bedel, Abeille XXVII, (1890-92), 1892, p. 288.

Forma tipica: La superficie dorsale delle elitre è limitata

lateralmente da due carene marginali; l’esterna, ossia il margine | superiore della parte ripiegata, visibile dal dorso in tutta la sua | lunghezza, s‘origina nell'angolo omerale e s’oblitera all’apice, all’al-

tezza dell'angolo basale esterno del pigidio; l’interna s’origina pure all’omero e corre parallela all’esterna, dalla quale è separata da

un intervallo molto stretto, per poi obliterarsi all'apice, un breve | tratto prima dell’esterna. La carena interna si piega nell’angolo

omerale e continua, ben rilevata ed anche lungo tutta la base

. delle elitre, fino allo scudetto. Intervalli delle elitre assoluta- | mente piani o leggermente convessi. Zampe gracili. Nessuno _ degli autori che s’occuparono di questa specie parlano della dop- | pia carena marginale suddetta; essa risulta però evidentissima q dalla figura succitata di Reiche. Descritto di Tripolitania: Murzuk (Ritchie). Nel catalogo Junk, pars 38 p. 6 Gillet lo in- . dica pure d’Algeria, probabilmente per errore.

| Tripoli ! primavera 1902, leg. E. D'Albertis, un esemplare

E molto vecchio, coi denti del clipeo e delle tibie quasi totalmente _ consumati; Sidi Mesri ! e Sidi ben Nur !; leg. Prof. F. Silvestri, | marzo 1924. Manca. nella Cirenaica.

ot

324 E. GRIDELLI

Mnem. Ritchiei subsp. Bottot nov. Differisce dalla forma tipica: Carena marginale interna delle elitre obliterata quasi del tutto; essa esiste quasi integra in un breve tratto apicale, men- tre viene sostituita nel resto del suo percorso da rugosità irrego- lari, corte, disposte più o meno perpendicolarmente al margine, quasi obliterate all’omero. Carena marginale basale obliterata. Zampe più robuste. Base del pronoto con una piccola sporgenza angolosa, ottusa, anteriormente allo scudetto.

Cirenaica: Zuetina !, estate 1928, leg. G. Botto, (in coll. Botto, Genova); Agedabia ! leg. G. C. Kruger (in coll. Dodero).

La forma di Cirenaica è realmente ben distinta da quella di Tripolitania, tanto da far logicamente supporre che si tratti di una vera razza geografica e non d’una semplice varietà. In ogni modo la decisione a questo riguardo potrà venir data soltanto, dallo studio di materiale cirenaico più abbondante.

Oss. Come è noto nell’ Oriente (Arabia e Siria) esiste una seconda. specie del genere Mnematium e precisamente Mn. Silenus Gray, figurata (ma non descritta) da Gray e considerata da Bedel (l. c.) quale sinonimo: del Ritchiei. Questa forma viene ora ritenuta specie distinta in base a quanto pubblicò Felsche (Deutsch. Ent. Zeitschr. 1907, p. 275). Le differenze essenziali indicate da Felsche, consistenti nella forma dell’orlo delle guan= cie, non si ritrovano nella forma di Cirenaica, la quale non differisce affatto in questo riguardo dalla forma tipica di Tripolitania.

Recentemente (Denkschrift. Akad. Wiss. Wien 1919, p. 54) Holdhaus descrisse una terza specie, col nome di rotundipennis, su esemplari di Meso- potamia (tra Nahije e Ana). Essa non viene confrontata col Silenus Gray. Dalla descrizione risulta trattarsi d'una forma ben diversa da quella da me descritta di Cirenaica.

Mnematidium multidentatum Klug. Bedel, I. c. p. 282. Orlo Si delle tibie anteriori dentellato in tutta la sua lunghezza, denti apicali più sviluppati degli altri. Base delle elitre marginata. Palestina (Giaffa), penisola del Sinai, Suakim, Alessandria. È specie che certamente verrà. raccolta anche nella Cirenaica.

Onthophagus Bedeli Reitt.

Onthophagus Bedeli Reitt., Wien Ent. Zeit. 1891, p. 241. i » » @’Orb., Abeille XXIX (1896-1900), 1898, p. 136. » » = d’Orb., Ann. Soc. Ent. France 1913, p. 155.

Confalonieri lo trovò comunissimo a Porto Bardia !, nell’aprile 1927. Bengasi ! un esemplare, leg. Zanon. Cirene ! un es. leg. U. Bol primavera 1928.

CE | ESPLORAZIONE DELL'OASI DI GIARABUB 325

. Zanon (1922): Fuehat, gennaio 1918, nello sterco. Falzoni | (4993): Bengasi ed El Feteiah, leg. Ghigi. Dodero (in litt.): 3 | Tobruch, leg. G. C. Kruger.

3 Descritto d’ Algeria (Laghouat, Ghardaia). Diffuso in tutta | l’Africa settentrionale (vedi d’Orbigny 1..c.); Algeria, Tunisia, | Tripolitania (Tripoli, teste d’Orbigny; Homs ! leg. Andreini, V, | 4913), Cirenaica, Egitto.

Onthophagus nebulosus (') Reiche

Onthophdgus nebulosus Reiche, Ann. Soc. Ent. France 1864, p. 239.

PB » » Reitt., Bestimm.-Tab. XXIV, 1892, p. 200.

a): | » » d’Orb., Abeille XXIX (1896-1900) 1898, p. 193.

‘a » » d’Orb., Ann. Soc. Ent. France 1913, p. 418.

q - Porto Bardia !, 10 esemplari raccolti da Confalonieri nello

| sterco di camello. Tobruch !, 1 6’, maggio 1923, leg. G. Botto. Dodero (in litt.): Tobruch, leg. G. C. Krùger.

. Vidi inoltre: Misurata ! (Tripolitania) 2 Q 9, Homs ! (Tripo- litania) 4 9 9, leg. Andreini 1943; Egitto: 4 QQ |, senza lo- ‘calità dettagliata, avuti da Reiche.

3 Deseritto d’Algeria e d’Egitto: Marocco; Algeria; Tunisia; Tri- 7 politania : Tripoli (Moucher), Ain Zara (Alluad); Basso Egitto: Alessandria; Siria; Mesopotamia; (?) Arabia.

Copris hispanus L. | Copris hispanus Reitt., Bestimm.-Tab. XXIV, 1892, p. 215.

Bengasi ! molti esemplari, raccolti da Zanon. Cirene !, alcuni esemplari raceolti nell’estate 1926 dal Prof. C. Anti e nel 1928 da U. Bolsi. Tobruch ! (Forte Mdauar), marzo 1914, leg. ©. Invrea. | «+ Zanon (1922): Fuehat. Falzoni (1923): Cirene, leg. Ghigi. Dodero (1925): Uadi Kuf e Merg, leg. Festa.

(1) Onthophagus aleppensis Reitt. Citato da Zanon di Fuehat. Si tratta certamente del _ nebulosus. Determinando gli esemplari coi lavori succitati può venir tratti in a errore dalla punteggiatura del pronoto, la quale è semplice nell’aleppensis, mentre LR è a raspa nel nebulosus. La differenza è però molto piccola, e rende molto: facile | una falsa determinazione. 4 . 0. aleppensis è specie di Palestina, Siria e Mesopotamia, ben diversa dal nebu- | Tosùs per i caratteri sessuali del capo (vertice con semplice tubercolo) e la diversa scultura e pubescenza del corpo. 4 nt (3) Citato di Mesopotamia anche da Holdhaus (Ann. Mus. Wien XXXIII, 1919, p. Be Assur, Mossul.

Bic rr :

326 E. GRIDELLI

Europa meridionale, Mediterraneo, Nordafrica; ad oriente fino nel Turchestan. Sembra più comune nel Mediterraneo occidentale

che nell’orientale. Vidi però esemplari di Rodi ! (leg. Festa) e di

Naxos ! (Cicladi, leg. A. Schatzmayr); venne indicato di Crimea (sinuatus Muls.).

Bubas bubalus Ol,

Bubas bubalus Bedel, Abeille XXVII, 1892, p. 278. » » Reitt., Bestimm.-Tab. XXIV, 1892,.p. 217.

Porto Bardia !, leg. Confalonieri, marzo 1927. Tobruch ! leg. C. Invrea marzo 1914 e G. Botto aprile 1923. COMBI nei dintorni di Bengasi !, leg. Zanon.

Zanon (1922): Bi Falzoni (1928): Renee leg. Ghigi. Dodero (1925): Bengasi leg. Festa.

Specie largamente diffusa nella regione mediterranea. Francia

meridionale: Linguadoca (teste Bedel); Spagna (teste Bedel e

Reitter); Algeria: provincia di Orano, nella regione degli chott

(teste Bedel, Reitter): Tripolitania: Fonduc Nucasa ! nel territorio.

di Homs !, e Homs leg. Andreini 1913; Cirenaica; Palestina: Mar Morto ! (leg. Chiappa, febbraio 1882). Si trova pure nella

Sicilia! (un o senza località dettagliata). Venne pure indicato

dell’Attica (Oertzen), nonché della Grecia e di Siria (Reitter).

Onitis numida Cast. Onitis numida Lansb., Abeille XXVII, 1890-92, p. 272.

Cirene!, un esemplare 9 raccolto da U. Bolsi nel 1928.

Zanon (1922): Fuehat, dicembre 1917, nello sterco. Fal- zoni (1923): El Fetejah, El Abiar, Bengasi (leg. Ghigi). Do- dero (1925): Bengasi (leg. Festa).

Marocco, Algeria, Tunisia.

Chironitis irroratus Rossi

Chironitis irroratus Lansb., Ann. Soc. Ent. Belg. 1875, p. 45. » » Lansb., Abeille XXVII, 1892, p. 260. » » Reitt., Bestimm.-Tab. XXIV, 1892, p. 223.

Bengasi !, due esemplari raccolti da Zanon nel maggio 1919. Cirene !, un esemplare, leg. Prof. C. Anti, estate 1926. Za- non) 1922): Fuehat, maggio 1916.

ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB 327

Tunisia: Utica !, novembre 1877; fra Susa e Bir el Buita ! novembre 1877; dintorni di Tunisi ! (leg. Elena). Isola di Pantelleria !, settembre 1875; Sicilia ! (ex coll. Ghiliani); Sar- degna: Ozieri ! (leg. Dodero); Roma !, leg. Spagnolo, settembre 1880; Etruria ! (ex coll. Ghiliani). Palestina: Jaffa ! due esemplari Q 9, acquistati da Deyrolle nel 1872, che non posso Epico in alcun modo dagli irroratus delle località sud- dette. Africa settentrionale; Italia ed Isole italiane (tranne Italia | settentrionale); Palestina. |

Ons. L'area di diffusione di questa specie non mi sembra ancora nota | con Sufficiente approssimazione. Gli autori dicono che l’ zrroratus viene i sostituito nell’Oriente dalla specie affine Pamphilus (Mén). Reitt., 1. c. p. | 222 (= ponticus Lansb., |. c.) della quale conosco esemplari della Tauride ! e di Siria: Beyrouth! Ciò sembra non corrispondere al vero, perchè i due . esemplari di Jaffa succitati sono irroratus e non Pamphilus. D’ altra 1 parte lz7roratus non venne mai segnalato della penisola iberica, per quanto Lansherge (I. c.) creda possibile ch’esso vi si trovi. F Ritengo molto probabile che lzrrorvatus sia una specie largamente diffusa nella regione mediterranea, ma che venga spesso confusa coll’af- fine hungaricus Herbst, diffuso secondo gli A. A. in tutta l'Europa meri- . dionale, dalla Spagna alla Crimea. Conosco l hungaricus delle località | seguenti: Budapest ! (Ungheria, coll. Mancini); Russia Meridionale ! (Coll. _ Museo Civ. Genova) e Albenga! (Italia, Liguria, Baliani, 3 esemplari, coll. | Baliani e Mancini).

Chironitis furcifer (') Rossi

È Chironitis furcifer Lansb., Ann. Soc. Ent. Belg. 1875, p. 48. » » Lansb., Abeille XXVII, 1892, p. 254. » » Reitt., Bestimm.-Tab. XXIV, 1892, p. 220.

i Dintorni di Bengasi !, molti esemplari raccolti da Zanon. . Zanon (1922): Fuehat, maggio 1916. Falzoni (1923): Bengasi, E leg. Ghigi.

3 (1) Chironitis Syphax Fairm., Ann Mus. Civ. Genova VII, 1875, p. 506. Ho esaminato | la serie tipica, 4 QQ, raccolte da Abdul Kerim nella Tunisia: Tozeur !; si tratta È certamente del furcifer, sicchè la sinonimia supposta da Lansberge (Ann. Soe. | Ent. Belg. XVIII, 1875, C. r. d. 67) è esatta.

i Chironitis metasternalis Reitt., Wien. Ent. Zeit. 1894, p. 302. Considerato dagli Ea. A. quale sinonimo del /urcifer. Non conosco la forma in natura (venne descritta q di Egitto: Helouan) ma dalla lettura della descrizione originale ritengo molto piu | probabile che si tratti invece del Chir. Osiridis Reiche, specie di Egitto, Nubia ed

| Arabia (indicata pure di « Barbarie », certamente per errore: vedi Abeille l. c. p. _ 256, nota 1).

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‘A $

1890, p. 326 (g). Dodero (1925) lo indica di Cirenaica (Bengasi

328 | E. GRIDELLI

Specie molto variabile, comune e largamente diffusa in tutta la regione mediterranea, in tutta |’ Africa settentrionale e nella Siria. Secondo Lansberge non si trova nella Francia meri- dionale.

Triodonta tripolitana Brenske io

Dodero (1925) cita questa specie su un esemplare raccolto a Bengasi ! da G. C. Kruger. La specie venne descritta da Brenske (Wien. Ent. Zeit. 1890, p. 85) su esemplari delle raccolte Que- denfeldt nella Tripolitania. Non conosco esemplari della Tripoli- tania, ma ne vidi alcuni di Tunisia (Kairouan !, tre es.; Gafsa !, tre es., coll. Mus. Civ. Genova) raccolti da Abdul Kerim nel 1873 e determinati dallo stesso Brenske quali tripolitana Brenske. Non ho quindi motivo di dubitare ch’essi corrispondano alla tripoli- lana vera. |

L'esemplare HW di Bengasi è certamente molto simile alla trépolitana del Sud-tunisino, però le elitre sono nettamente più lunghe, il pronoto un po’ meno ristretto anteriormente e i specialmente lo scudetto è più largo, più arrotondato all’apice, con l’orlo seguito da una stretta zona priva di punti. Non posso È giudicare quale sia l’importanza delle differenze suddette e con- sidero quindi, almeno per ora, che tale esemplare sia realmente da attribuirsi alla fripolitana Brenske.

Rhizotrogus Quedenfeldti Brenske

-Descritto di Tripolitania (Kedua) da Brenske: Berl. Ent. Zeit.

e Fuehat) su alcuni esemplari raccolti da Festa. Zanon (1922): Fuehat, nell’orto e alla Raaba nei vigneti; novembre 1917.

Pachydema adusta Karsch Pachydema adusta Karsch, Berl. Ent. Zeitschr. 1881, p. 46.

Oasi di Giarabub !, un esemplare 9 raccolto da Confalonieri il 12 marzo 1927. Devo la determinazione di questa forma alla cortesia del signor Peyerimhoff, il quale (in litt.) considera l’a- dusta Karsch quale sottospecie della wnicolor Luc. (di Biskra). Descritt a di Augila e Gialo. |

woh ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 329

Tay

Pachydema bullata Burm.

a Indicata da Karsch (Berl. Ent. Zeitschr. 1881, p. 42) come

raccolta da Rohlfs nelle oasi di Augila e Gialo. _ Descritta d'Egitto.

Pharaonus faseiculatus Burm.

Popilia fasciculata Burm., Handb. Ent. IV, (I), 1844, p. 307. Pharaonus fasciculatus Reitt., Bestimm.-Tab. LI, 1903, p. 44.

Forma tipica: Elitre gialle, colla sutura bruniccia. Ben- | gasi !, leg. G. C. Kruger (vedi Dodero 1925). Lo stesso autore

«mi comunica d’aver veduto altri esemplari, raccolti a Bengasi !

a da Festa.

Var. niger Blanch.: Elitre tutte nere. Bengasi !, un esemplare, raccolto da G. C. Kriger (in coll. R. Uff. Agrario fe) Raccolto pure a Bengasi ! da G. C. Kruger (in ~ coll. Dodero).

Descritto d’Egitto. Certamente specie dorigine orientale, dato che tutte le specie del genere si trovano nella Mesopotamia,

. Caucaso, Transcaspio e Buchara.

Anisoplia sabulicola Reitt.

È Anisoplia sabulicola Reitter, Deutsch. Ent. Zeitschr. 1889, p. 101.

» » Reitter, Bestimm.-Tab. 51, 1903, p. 94.

Derna !, alcuni esemplari raccolti da G. C. Kruger nel marzo

È 1926. Dodero (1925): Tecnis |, leg. Festa.

Appartiene al I. gruppo. ui Reitter l. c.) per la presenza _ di lunghe e grosse setole rigide giallo-brune, lungo l’orlo delle

g | litre (in ambedue i sessi). La pubescenza i e non molto

. folta del pronoto, la lunghezza maggiore dell’unghia interna dei tarsi anteriori e posteriori, ecc. permettono di distinguerla facil-

mente dalla lewcaspis Cast. Distinta da tutte le atte specie per ‘la pubescenza coricata delle elitre, sulle quali si notano soltanto

| pochi peli semieretti, sparsi particolarmente nella zona basale.

« i, x a i a ag Ce e ao P cat ae e dt

Sl + AA

390 E. GRIDELLI

Gli esemplari. da me esaminati via esattamente in ogni dettaglio alle indicazioni di Reitter. Lungh. 9. mm. Descritta (1) e citata finora soltanto d’Egitto.

Oryctes nasicornis L.

Falzoni (1923): Oryctes nasicornis var. 1.es., di Cirene. Più piccolo, molto stretto, con la punteggiatura del grypus. (Ex Falzoni l. c.). Leg. Ghigi.

La specie venne divisa recentemente in un gran numero di. forme; intesa nel senso antico essa era diffusa, nell'Europa, Me- diterraneo, Caucaso e Turchestan.

Phyllognathus Silenus F.

Phyllognathus Silenus Reitt., Bestimm.-Tab. XXXVII, 1898, p. 8. Dintorni di Bengasi: Fuehat !, due 9 9 raccolte da Zanon. Zanon (1922): Fuehat, maggio 1918. Dodero (1922): Tre of

di Ghemines, 1 g e 1 Q di Fuehat (leg. Festa). Dodero (1925):

diversi es. raccolti a Fuehat da Festa. Dodero (in litt.) Derna,

leo. GSC. Kruger) 7.

Europa meridionale, Melina Asia: Minore.

Pentodon deserti Heyden

Pentodon deserti Heyd., Deutsch. Ent. Zeitschr. 1899, p. 253.

Descritto di Palestina, e del Sinai: « Duo exemplaria prope Nachle in interiori peninsulae Sinaiticae 31-3-1898, expl. tertium | prope Ghaza ad limites Palaestinenses reperit 8-4-1898. Professor Dr. Konig Bonnensis. (Ex Heyd. I. c.).

(1) Il nome di sadulicola venne usato per la prima volta da Erichson (Naturg. Ins. Deutsch]. III, 1848, p. 634, nota 7) per una specie di Alessandria d’Egitto, indi- cata con questo nome da Klug (in collezione). Erichson non però alcuna descri- zione; nota però che la pubescenza è « locker, abstehend, rauh » il che non corri- sponde agli esemplari suddetti, almeno per quanto riguarda le elitre. Considero A. sabulicolta Er. un nome nudo e Reitter quale autore della specie, Dei riconoscibile dalle sue descrizioni.

ESPLORAZIONE DELL'OASI DI GIARABUB 331

_ Peyerimhoff (Abeille XXXI, 1907, p. 76) corregge « Nachle »- in « Qala’at en Nakhel ». a |. Porto Bardia !, marzo 1927, raccolto da Contalonieri e deter-- minato da Peyerimhoff. La specie va collocata nella tabella di | Reitter (Bestimm.-Tab. XXXVIII) a pag. 15, sub 1’ insieme al Baer iolosopunctatus Fairm. (= pygidialis Kr.) col quale ha in comune l’impressione del disco del pigidio. Ne differisce però. I A tanto da poter difficilmente ammettere l'opinione di | Bedel (vedi Peyerimhoff, Abeille XXXI, 1907, p. 47) secondo il quale esso non differirebbe specificamente dal variolosopuncta- - tus d’Algeria, specie con punteggiatura estremamente variabile. Si. | tratta (sempre secondo Bedel) soltanto di una razza più piccola ‘| e più liscia, che si trova anche nel Basso Egitto e nel sud del- . l'Algeria e della Tunisia. Difatti oltre alla statura minore e alla punteggiatura molto. più fina, noto che le elitre sono più strette, a lati subparalleli, non dilatate posteriormente, ciascuna con un rigonfiamento prea- - _ picale ben pronunciato, del quale non trovo traccia alcuna negli esemplari di variolosopunctatus. L'impressione discoidale del | pigidio è molto meno profonda. La forma del pronoto è pure. . diversa; nel deserti esso è più stretto, regolarmente arcuato ai. lati, colla massima larghezza appena posteriormente alla meta, | mentre nel variolosopunctatus esso è largo, fortemente dilatato - ai lati nella metà posteriore, colla massima larghezza molto più spostata verso la base. Ignoro se queste difterenze abbiano un. grande valore, data la grande variabilità dei Pentodon; in ogni 3 modo esse danno all’insetto un aspetto particolare, diversissimo da quello del variolosopunctatus. Palestina, Sinai, Egitto, Cirenaica, Tunisia meridionale, Algeria. | meridionale.

Pentodon algerinus Herbst | Pentodon algerinus Reitt., Bestimm.-Tab. XXXVIII, 1898, p. 14.

«Bengasi !, un esemplare raccolto da G. C. Kruger (in coll... / E. Uff. vaste Bengasi). :

a Egitto, Cirenaica, Tripolitania, Algeria, Tunisia, Marocco,. | Spagna,. Francia meridionale, Sardegna (sec. Reitter, I. c.).

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Crator cuniculus Reitt., Bestimm.-Tab. XXXVII, 1898, p. Ql.

‘ai caratteri differenziali indicati da Reitter (1. c.) rispetto all’ in indicati da Reitter (statura, colore e punteggiatura) sono però molto poco importanti; non posso indicare altri caratteri somatici, ficamente diverse, come supponeva anche Fairmaire (An. Soc. | Ent. France 1895, Bull. CCCLIIM). Venne indicato d’Egitto Bull. Soc. Ent. Egypte 1910, p. 124.

tel Africa »; indicato da Reitter: « Algier bis Senegambien. Viene

det. Peyerimhoff.

(vedi Zanon 1922).

XXXVII, 1898, p. 21) anche nell’isola di Naxos (Cicladi).

tuita dalla subsp. pélosa. Porto Bardia !, comune nel marzo 1927, leg. Confalonieri e M. Cugia. Guarscià !, Merg ! leg. Prof. F. Silvestri, IV-19922. 4

332 E. GRIDELLI

Crator cuniculus Burm

Giarabub: cisterne di Scheheibat !, un esemplare raccolto da Confalonieri il 1 dicembre 1926. Esso corrisponde perfettamente

ER RR I ADI NR ca BE nie Eo = sa at a a

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fantulus Semen. (del quale vidi un esemplare del Transcaspio: Merw !, IV-1900, ex coll. Hauser, in coll. Mancini). I caratteri

=

esa a ne ae ce

per cui credo molto probabile che le due forme non sieno speci-

(Tamia V-1915, coll. Alfieri) da Pic (Bull. Soc. Ent. Egypte 1922, p. 54) nonchè di Wady-Halfa (leg. Jagerskiold) vedi Innes Bey,

Descritto come Podalgus cuniculus di Senesamibid e « Mit- pure ia della penisola del Sinai (Ent. Blatter 1922, p. 50)

Senegambia, Africa settentrionale, Transeaspio ? w a Temnorrhynehus Baal Reiche _ oy 4

nents da Zanon presso Bengasi, alla Giuliana, pi 1916 4

Specie d’Egitto e di Siria, indicata da Reitter Béstinan Tab.

Tropinota squalida (ile:

Tropinota crinita Bed., Ann. Soc. Ent. France 1889, p. 93. Tropinota pilosa Burm., Handb. Entom. Ill, 1842, p. 437. » > Rett. But Blatt. 19013220:

Nella Cirenaica manca la forma tipica; la quale viene sosti:

(1) Tropinota hirtella L. Falzoni (4923): El Fetejah, Cirene, (leg. Ghigi). Specie «dubbia ; è molto probabile che si tratti della squatida. i

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB th aoe

«+ Zanon (1922) indica la pilosa col nome di squalida L.; essa reca gravi danni alle coltivazioni. Dodero (1925): El Fetejah, ‘Derna, Apollonia, Cirene, Uadi Kuf, Tecnis, Tolmetta, Merg e Bengasi (leg. Festa). Falzoni 1923): Cirene, El Garig (leg. Festa). -— Dodero (in litt.): Bengasi, leg. G. C. Kruger. La razza pilosa Brullé differisce dalla forma tipica per la lucentezza delle elitre, la pubescenza in media con fortissima ‘tendenza al giallo-rossastro, non uniforme, bensi raggruppata in fiocchi, su tutta la superficie dell’elitra. «+ Conosco la pilosa delle località seguenti (oltre a quelle della Cirenaica) : Cairo ! (Egitto) leg. Doria-Beccari II, 1880; Misurata! | (Tripolitania); dintorni di Tunisi ! (Tunisia) leg. Doria ed Elena; i scoglio dei Conigli ! presso Lampedusa, III, 1906, leg. Sommier. Lampedusa ! 19-2-1926, comune leg. A. Schatzmayr.

Nei dintorni di Tunisi si trovano raramente esemplari che si possono riferire alla pilosa; nella maggior parte dei casi la pu- bescenza è giallo grigia, radunata in fiocchi soltanto all’apice

delle elitre, uniforme sul resto della superficie la quale è legger-.

mente opaca. Sono esemplari di passaggio alla forma tipica. Grecia, Asia Minore, Siria, Egitto, Cirenaica, Tripolitania,

Tunisia.

OBs. La tipica squalida è diffusa nell'Europa meridionale, Mediterra-

‘neo occidentale, Algeria e Canarie (Lanzerote ! leg. Fumagalli 1896). Nella

Tunisia si trova la forma di passaggio suddetta. Reitt. (1. c.) indica la |

-squalida anche d’Egitto, certamente per errore. Lo stesso autore tentò di dividere le due forme in base alla struttura dell’aedeagus. La distanza tra i due parameri (faccia convessa, parameri non divaricati) è secondo

e molto più stretta di un paramero nella pilosa. In realtà la fessura che separa i parameri (faccia convessa) è strettissima in tutti gli esemplari nord-afrieani e delle Canarie da me esaminati. Vidi però esemplari di

plari della forma tipica di Cannes ! (Francia meridionale) e di Genova ! Pil. primo colla fessura molto larga, il secondo molto stretta (come negli

bile e non può servire ad una divisione netta delle due forme.

Oxythyrea tripolitana Reitt. (!) 0 ythyrea tripolitana Reitt., Bestimm-Tab. XXXVII, 1898, p. 29.

is

_ Pronoto con sei macchie bianche, disposte a tre a tre in due ‘serie longitudinali mediane, e tre macchie lungo ciascun lato.

{!) Non ho consultato la descrizione originale.

Reitter eguale alla larghezza di uno dei parameri nella squalida tipica, .

Piatt 3 Ne, ern Ae? , Air

Tunisi colla fessura suddetta larga e quello che più importa vidi esem-

esemplari nord -africani). Il carattere indicato da Reitter è quindi varia- -

rifl ì RETTE

ato

x ~

SPEC de eg SANTI

‘Pronoto senza rilievo lucido mediano evidente, con angoli posteriori «quasi completamente arrotondati. Elitre non prolungate in dente .all’angolo suturale. Tergiti addominali con macchie laterali bianche;

‘eretta; elitre con peli radi, molto lunghi, leggermente obliqui. Pronoto senza traccia evidente di linea mediana liscia. Orlo ante- «tutta la larghezza.

“Zanon nell’ elenco del 1922. Dodero (in litt.): Tobruch, Ben-

-Casr Chiare !, presso Tripoli (leg. Silvestri 1924),

. seguenti regioni tutti nelle coll. del Mus. Civ. di Genova). «— Tunisia: Tozeur !, Kairouan !, Nafta !, leg. Abdul Kerim 1873.

(leg. Silvestri 19924).

p. 42) come raccolta da Rohlfs nelle oasi di Augila e Gialow = Si aa A « probabilmente della pantherina Gory.

Daria SEO II La sii VL Mota) Wier er tee

334 E. GRIDELLI

nel © soltanto il primo con macchia centrale bianca. Capo e

pronoto con villosità biancastra lunga e piuttosto densa, semi

riore del clipeo con profonda smarginatura angolare, occupante Bengasi: Giuliana !, un o raccolto da Zanon 1920, citato da

gasi, Agedabia (leg. G. C. Kruger). Tripolitania: Zuara !

Descritta di Tripolitania. E però molto affine alla 0. Abigail

Reiche di Siria (ne vidi due esemplari di Siria !, avuti dallo stesso. .Reiche) ed è certamente specie d’origine orientale.

Oxythyrea pantherina Gory Oxythyrea pantherina Reitt., Bestimm.—Tab. XXXVII, 1898, p. 29.

Simile alla precedente, però pronoto con linea mediana lucida

‘più o meno evidente; capo, pronoto ed elitre quasi glabri, sol

tanto con pochi peli sparsi. Pronoto con due serie longitudinali

‘mediane di tre macchie ciascuna, con orlo laterale bianco. Addome: sterniti 1-6 ai lati (lungo l’orlo apicale) con lunga macchia tra-

sversale bianca; nel g' gli sterniti 1-4 portano inoltre una mac-

-chia bianca centrale (che manca totalmente nella 9). Metasterno >.

ai lati con tre grandi macchie bianche. Orlo anteriore del dll È,

‘troncato in linea retta o appena smarginato. »

Oasi di Augila !, maggio 1928, 3 oc’, 1 9, leg. G. C. Koll ger (coll. R. Uff. Agrario Bengasi). Vidi inoltre esemplari delle

Algeria: Biskra !,e gg, 2 2 ©. (Ex coll. Oberthur 1a7ajm c

Tripolitania: Sidi Mesri !, Casr Chiare !, Bir Gnem ! Tagiura !

È dunque specie largamente diffusa nell’ Africa settentrionale.

Ops. .Oxythyrea stictica L. Indicata da Karsch (Berl. Ent. Teiisone 1881,

ESPLORAZIONE DELL'OASI DI GIARABUB 335

Aethiessa floralis F.

| Aethiessa floralis Bed., Ann. Soc. Ent. France 1889, p. 89.

Molto comune nei dintorni di Bengasi!, ho potuto esaminarne un numero rilevante d’esemplari, raccolti da Zanon. Venne pure raccolta dal Prof. Silvestri a Guarscià ! e Gharib !, nell’ aprile 1922. Cirene !, due esemplari leg. Prof. C. Anti, agosto 1928.

Zanon (1922): maggio 1916, Fuehat !, numerosa sui fiori di cardi coltivati nell'orto. Falzoni (1923): El Abiar e Bengasi (leg. Ghigi). Dodero (1922): Un esemplare raccolto a Ghemines [E.

Festa] {di forma intermedia tra il tipo e la varietà [barbara

Gory], ma più prossima a quest’ultima. Dodero (1925). Osservai

‘esemplari di Cirene, Tecnis, Tolmetta e Bengasi, variabili come di solito nell’estensione delle macchie bianche.

Gli esemplari di Cirenaica da me esaminati vanno riferiti alla floralis tipica (sensu Bedel, 1. c.). Predomina il colore nero, tal- volta si notano esemplari con riflessi verdastri molto oscuri, poco pronunciati. Parte centrale del metasterno con punteggiatura fina e rada. Essi non differiscono sensibilmente dagli esemplari a me

| noti dei dintorni di Tunisi ! (circa 30, raccolti da Elena e da

. Doria). | Kraatz (Deutsch. Ent. Zeitschr. 1881, p. 113, tav. 1, fig. 5) . descrisse e figurò il pene della floralis. Ho esaminato il pene di molti esemplari di floralis delle più diverse località (Cirenaica; | Bengasi; Tunisia; Algeria; Sicilia); in tutti i casi esso è di forma costante, identico alla figura data da Kraatz.

Tutti gli autori da me consultati dicono che la floralis di Barberia e del Mediterraneo occidentale ha il pronoto e le elitre i glabri. In realtà ho osservato esemplari di Tunisi!, di Pachino ! | (var. divergens Bed., leg. Dodero) e di Bengasi! i quali presen- | tano dei corti peli Gul ai lati del pronoto ed all’apice delle _ elitre. Credo quindi che esemplari pelosi sieno comuni (o forse lo | sono tutti) ma che i peli sieno eaduchi ed osservabili quindi sol- . tanto in esemplari molto freschi.

Mediterraneo occidentale, Africa settentrionale (almeno fino . nella Cirenaica: Barka). Non ho dati sulla Presenza della specie nella Marmarica e nell’Egitto.

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336 - EB, GRIDELLI

: Aethiessa inhumata Gory

Tra i numerosi esemplari di floralis raccolti da Zanon nei dintorni di Bengasi e precisamente a Fuehat, ne osservai quattro, ben distinti dalla /foralis e che appartengono, a mio avviso, ad una specie propria.

Il colore del corpo (dorso e ventre) e delle zampe è decisa- mente verde-oliva, relativamente chiaro, le elitre hanno in tre esemplari una tinta fondamentale, quasi una trasparenza, bruna- stra. La pubescenza è molto abbondante, giallo-chiara sul pronoto; essa è molto lunga ai lati dove i peli sono eretti o appena obli- qui, manca sul disco, certamente in seguito ad abrasione; sulle elitre essa è pure abbondante, più corta, obliqua, visibile su tutta la superficie, ma meglio conservata nelle zone meno esposte. a. sfregamenti. Angolo apicale suturale retto oppure acuto e quindi leggermente sporgente. Il processo del mesosterno (visto di pro- filo) non cade ad angolo quasi retto come nella floralis, bensì con declivio leggermente obliquo ed è quindi visibile in tutta la sua lunghezza (nella floralis è nascosta dalle anche); visto di faccia la parte intercoxale del mesosterno è più convessa e legger- mente prolungata anteriormente a triangolo declive, sporgente oltre al livello delle coscie in grado maggiore che nella floralis. La parte centrale del metasterno è percorsa da un solco stretto, ma bene impresso, più leggero posteriormente; essa presenta una punteggiatura grossa e densa (con punti tondeggianti, aperti po- steriormente), ad eccezione di una piccola zona presso l'orlo posteriore, nella quale si notano soltanto pochi punti molto fini; i punti sono un po’ più radi e meno grossi in immediata. vici- nanza del solco mediano (nella floralis la punteggiatura è in media più fina e più rada, con punti allungati nel senso trasver-

sale). Macchiettatura bianca del corpo come nella floralis di

Cirenaica e di Tunisia (f. tipica).

SI. Impressione ventrale e tarsi posteriori come nella flora- lis. Sternite anale di uno dei con punteggiatura grossa e densa ai lati, molto fina e molto rada in una larga zona mediana; il secondo g ha la punteggiatura dei lati più rada del primo e quella del disco estremamente rada, ridotta a pochi puntini (in questo riguardo anche nella floralis of si osserva lo stesso tipo di

fo, j 4 . 5 uu | ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 337

| punteggiatura). Pigidio a profilo leggermente convesso. Pene molto diverso da quello della floralis.

Q. Sternite anale con punteggiatura densissima e grossa, estesa su tutta la superficie, appena più fina e non diradata nella zona mediana. (Nella floralis Q la punteggiatura dello sternite anale varia alquanto, talvolta essa non differisce quasi da quella

. del g, tal’altra è più densa, estesa anche alla parte mediana, in tutti i casi però essa non raggiunge mai la densità osservata . nella inhumata, ed è sempre più fina e diradata nella zona | mediana). Pigidio e profilo appena concavo. Lungh.: 15-18 mm. Bengasi: Fuehat !, 2 gg, 2 OQ, leg. Zanon. Vidi inoltre 1 es. di Cirene ! (leg. G. C. Krùger) ed uno di Bengasi ! (leg. Zanon) nella coll. Dodero. È Dall’esame di pochi esemplari mi sono convinto facilmente che la forma suddetta è certamente specificamente diversa dalla floralis, perchè, oltre alle notevoli differenze suddette, bisogna | considerare il fatto che la floralis e la specie che io chiamo inhumata trovano insieme a Bengasi.

Molto più difficile è di stabilire a quale delle specie descritte debbasi attribuire questa forma. Io |’ ho chiamata inhumata sol- tanto perchè Bedel (Ann. Soc. Ent. France 1889, p. 87, nota 2) indica con questo nome esemplari d'Alessandria d'Egitto, i quali non dovrebbero differire da quelli di Bengasi, almeno a giudicare

dalle poche parole di Bedel: «.... il existe en Egypte, notamment _ Alexandrie, une petite race de floralis très marbrée de blanc sur les élytres et dont le pronotum est pubescent. C'est |’ inhu- mata Gory (aethiopica Burm.) ».

Burmeister (Handb. Ent. III, 1842) distingue quattro specie: _ inhumata Gory, aethiopica Burm., leucospila Burm., mesopo- famica Burm. Nel catalogo Junk, pars. 72, 1921, Schenkling considera soltanto due specie: inhumata Gory (= aethiopica Burm. = leucospila Burm.). e mesopotamica Burm.

La specie di Bengasi non corrisponde certamente all’ inhu- mata Reitt. (Bestimm.Tab. XXXVII, 1898, p. 22). Conosco inoltre un © di Palestina !, ben diverso dalla floralis. Esso si | avvicina per i caratteri del pene alla inhumata di Bengasi, ma . lo ritengo specificamente diverso; esso porta in collezione il nome . di mesopotamica. | | Concludendo: Nella Cirenaica e precisamente a Bengasi si Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LIV (25 Agosto 1930). 22

GRIDELLI

E.

trova frammista alla floralis una seconda specie, la quale va indubbiamente riferita ad una delle specie orientali sud- dette. Tale assegnazione richiederebbe però un lavoro di revisione del gruppo, lavoro ch'io non posso fare, sia per deficienza della letteratura, sia per la mancanza assoluta di materiale. Indico la | specie col nome di inhumata Gory, senza con ciò ‘asserire che essa lo sia realmente.

ui: | | Aethiessa Martini Bedel Cetonia Martini Bed., Ann. Soc. Ent. France 1889, p. 91.

Porto Bardia ! un esemplare raccolto da Confalonieri nel marzo 1927, perfettamente corrispondente alla descrizione di Bedel. Non vidi mai esemplari d’Algeria. a

Corpo nero lucido, con le seguenti macchiette bianche: una q macchietta stretta e lunga, alla base del pronoto, presso gli an- © goli posteriori; poche macchiette sul pigidio, ai lati (irregolari, non simmetriche), una macchietta ‘sull’ articolazione della tibia. 4 Pronoto ed elitre con corti peli giallo -bruni; base dello scudetto con pubescenza giallo bruna, coricata, molto densa.

Descritto su dieci esemplari d’Algeria:. « Sur les fleurs d’ Heute 4 nops ! Juin. Province d’Oran: Tlemcen !, dans le cirque des Cascades et sur le bord des plateaux rocheux au dela de Man- sourah; Sebdou » (Dr. Ch. Martin !). Très rare. (Ex Bedel L. c.).

La scoperta di questa bella specie a Porto Bardia, ossia all’e- stremo limite orientale della costa cirenaica, fa supporre ch’ essa sia largamente diffusa nell’ Africa settentrionale. È

Pi Potosia cuprea Fabr.

Bedel (Abeille XXVIII, 1894, p. 142) tra le altre osservazioni riguardanti la sinonimia della ‘Potosia floricola esprime il dub- bio che la varietà nobilissima, descritta da Reitter (Deutsch. Ent. Zeitschr. 1891, p. 62) del Marocco non fosse in realtà pro- veniente da questa regione, dato che sino allora nessuna Potosi a colori metallici era stata indicata dell’ Africa settentrionale.

SA | ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB 339

-Ignoro se posteriormente ‘alle note suddette di Bedel qualche autore abbia segnalata una Potosia metallica del Nord-Africa (!); non lo credo, perchè nel Catalogo Junk, pars 72, del 1921, non q ‘trovo alcuna citazione a questo CET «Credo quindi molto interessante la cattura nella Cirenaica di . due esemplari di una Potosia che, allo stato attuale delle nostre | ‘conoscenze sistematiche, possono venir riferiti soltanto alla cuprea

(sensu Reitter |. c.). Usando per la determinazione le tabelle di ‘| Reitter è bene notare che i due esemplari mancano d’ogni trac- cia di macchie bianche all’articolazione delle tibie, ma è ben noto | che in molti casi si trovano delle cuprea prive di macchie, sia | perchè i peli che le formano sono caduchi, sia perchè essi man- | «cano anche in esemplari freschi. Corpo tutto verde metallico, con deboli riflessi dorati; sterniti «(eccettuato lo sternite anale) ai lati con macchia Md

bianca, allungata nel senso trasversale; pigidio ed elitre con macchioline bianche abbastanza numerose.

In base al colore suddetto gli esemplari dovrebbero venir

riferiti soltanto alla varietà persplendens Reitt. (descritta di Persia, Armenia e Palestina) e difatti essi sono molto simili ad | esemplari di persplendens delle collezioni del Mus. Civ. di Ge- nova (Persia sett. ! leg. Doria) e della coll. Mancini (Mardin, Taurus) coi quali hanno in comune la forma del corpo (corto e _ largo) e la notevole convessità del disco delle elitre (nello spazio ee tra le impressioni posteriori e lo scudetto) Pronoto molto ampio, con punteggiatura molto fina e molto rada. Lungh.: î a 18 mm. -.- Dodero (in litteris) mi comunica qualche suo dubbio riguar- dante la varietà persplendens e quindi anche gli esemplari di | Cirenaica, ossia che ben difficilmente si possa ammettere che essi | non sieno specificamente diversi dalla cuprea. Approvo incondi- | zionatamente questo modo di vedere, ma, allo stato attuale delle ‘| nostre cognizioni sull'argomento i due esemplari di Cirenaica si _ possono riferire soltanto alla cuprea e tra le varietà di questa | specie soltanto alla persplendens Reitt.

=e

= casi

(1) Vedi Alfieri (Bull. Soc. Ent. Egypte 1916, p. 96): nell’ Egitto venne importata fila Potosta cuprea var. ignicollis Gory [Cetonia floralis ignicollis; forma del tutto «diversa dalla forma cirenaica suddetta,] e la Cetonia Delagrangei Boucard. Vedi | inoltre Pic (Bull. Soc. Ent. Egypte 1922, p. 101): Egitto. Colorazione della yforicola | tgnicollis, ma priva di macchia bianca ai ginocchi. ? collaris Gystel.

-

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x GIA. 2 urta

|

340 |. E. GRIDELLI

Non è possibile che si tratti della nobiléssima Reitt. (? Ma- rocco), perchè questa forma è descritta come: « Langgestreckt, ziemlich schmal, einfarbig grin, sehr glanz zend, unge- fieckt....» mentre i due esemplari di Cirenaica sono al contrario corti e larghi, colle elitre, piglio e sterniti addominali macchiati | di bianco.

Coll. Mus. Civico cu 1 esemplare raccolto a Gharib ! © nell’aprile 1922 dal Prof. F. Silvestri. Coll. Dodero: Derna !, un i esemplare raccolto dal D.r Festa (vedi Dodero 1925). cu

CERAMBYCIDAE Prionus unipectinatus White

Polyarthron unipectinatum Luc. v Heyd., Deutsch. Ent. Zeitschr. 1892, p. 169, tav ele 2 Potyarthron alri Baudi, Natur. Sicil. VII, 1889, p. 197. » unipectinatus Lam., Ann. Soc. Ent. Belg. 1912, p. 227.

Oasi di Giarabub !, un dg raccolto da G. C. Kriger nel luglio | 1926, lungo 19 mm.; antenne di 17 articoli. Leo di Gia- © rabub differisce da uno del Canale di Suez ! (una delle regioni delle quali Lameere indica la specie) per le antenne | molto più sottili, con articoli prolungati in lamine molto più strette, pronoto meno trasversale, con punteggiatura molto i rada nel mezzo (i punti sono separati da intervalli molto mag- | giori del loro diametro). Orlo esterno ui elitre leggermente _ 4 sinuato in linea concava.

L’ esemplare suddetto si trova nelle collezioni del R. Ufficio. | | Agrario di Bengasi ed appartiene con tutta probabilità ad una forma dell’ unipectinatus (sensu Lucas), forse a quella indicate da Pic col nome di Baudii (vedi Lameere, |. c. p. 227).

Egitto (Suez, Cairo); Mandarab ? (forse Mandaram, nella re gione del lago Tchad ?).

OBS. .... Boehm. (Bull. Soc. Ent. Egypte 1908, LI 641 la specie trova sull’ Alhagi manniferum Desv.

è

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB SAL

Cartallum ebulinum L. | Cartallum ebulinum Ganglb., Verh. zool.-bot. Ges. Wien 1881, p. 723.

_ Forma tipica: (pronoto nero). Non venne finora raccolta

nella Cirenaica. Si trova di raro, sempre mista alla varietà | ‘seguente.

î var. ruficollis F. (pronoto rosso). Zampe interamente nere. . Punteggiatura del pronoto grossa, leggermente variabile per den-

| sità, ma sempre molto densa.

| Bengasi! quattro esemplari raccolti da Zanon, indicati dallo

i “stesso autore (1922) come ebulinum L. Falzoni (1923): Derna,

«Cirene, Gubba (leg. Ghigi). Dodero (1925): Derna, Zavia Me-

| chili. Bengasi (leg. Festa).

Europa meridionale, regione mediterranea, Siria, Caucaso !

4 (leg. Doria 1862); Mazanderan: Lari! (leg. Abdul Kerim 1875).

Penichroa fasciata Steph.

| Ecilia timida Ganglb., Verh. zool.-bot. Ges. Wien 1881, p. 743.

Bengasi !, un esemplare, leg. C. C. Kriiger (coll. R. Ufficio

| Agrario Bengasi). Regione mediterranea, Caucaso.

A stenopterus praeustus Fabr.

| Stenopterus pracustus Ganzlb., Bestim—Tab. VII, 1881, p. 722.

bd

pa Uff. Agrario E. Corpo nero; antenne, palpi e zampe neri (ad eccezione degli uncini rossicci); elitre bruno-rossiccie,

icon, uno strettissimo orlo nero lungo il margine suturale e late- | rale, che s’allargano un po’ all’estremo apice, il quale é nero. . L’orlo nero suturale s’allarga alla base, formando una macchia suturale comune, nera, larga e lunga. Faccia anteriore del ‘primo articolo delle antenne con un solco longitudinale lungo, stretto e profondo. Articoli intermedii delle antenne parzial- mente rossastri. ,

|’ (!) Stenopterus rufus L. ab. geniculatus Kr. Zanon (1922): Fuehat !, maggio 1916, fos fiori di cardo coltivato. Si tratta certamente del praeustus F.

Bengasi: Fuehat !, un g7, leg. Zanon, (') maggio 1918 (coll.

asse

» è a RR a Pa.)

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rey)

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342 E. GRIDELLI

Italia: Premariacco ! (Udine), Gavi !, Torino !, Casale Mon- ferrato ! (Piemonte); Genova !, Voltri !, Borzoli !, Albenga !, Laigueglia ! (Liguria); Poggio Cavallo !, Vallombrosa ! (Toscana);.

Napoli !, Capri !. Comunissimo nei dintorni di Tunisi ! (Doria.

ed Elena) ed a Kairouan , (*) (leg. Abdul Kerim 1878). Europa meridionale, Mediterraneo (?).

Hesperophanes sericeus Villers

Hesperophanes sericeus Ganglb., Verh. zool.-bot. Ges. Wien 188], p. 745. » > Bedel, Faun. Col. Bass. Seine V, 1889, p. 22. » » Reitt., Fauna Germ. IV, 1912, p. 44.

Cirene !, sei esemplari, raccolti dal Prof. C. Anti nell’ estate: 1925, 1926) 1028.

Falzoni (1923): Cirene, 1 esemplare leg. Ghigi. Dodero (in litt.): Cirene, leg. G. C. Kruger. Come giustamente osserva G. Muller (Wien. Ent. Zeit. 1906, p. 224) i due sessi si distin-. guono per la forma e pubescenza del pronoto:

g'. Pronoto grande, fortemente convesso, con pubescenza biancastra densissima, molto più chiara e molto più densa di quella delle elitre.

©. Pronoto più piccolo e. meno convesso, con pubescenza. eguale per colore e per densita a ae delle elitre.

Regione mediterranea.

OBs. Andres (Bull. Soc. Ent. Egypte 1910, p. 148) e Petroff (ibid. 1919, p. 60) indicano la specie come diffusa lungo le rive del lago di Mariout (presso Alessandria d’Egitto), La larva vive nelle radici durissime d’una. Salsola (Halocnemum strobilaceum Pall).

Hesperaudrius griseus Fabr.

Hesperophanes griseus Peyerimh., Ann. Soc. Ent. France 1919, p. 212-13.

Cirene !, un esemplare raccolto dal Prof. C. Anti nell’estate

1928. Secondo Peyerimhoff (1. c.) e Andres (Bull. Soc. Ent. Egypte 1910, p. 149) la larva vive sul fico. Regione mediterranea.

(1) Questo esemplare venne determinato da Fairmaire come mauritanicus Luc.. ~

e citato con questo nome errato negli Ann. Mus. Civ. Genova 1875, p. 499. (2) Alfieri aun. Soc. Ent. Egypte, 19416, p. 78) cita d’Egitto (Cairo) lo Stenopterus: rufus. L.

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 343

Hesperandrius fasciculatus Fald.

f

: Citato da Dodero (1923) di Fuehat (leg. Festa). Dodero (in

_ litteris): Scegga !, leg. G. C. Kruger. Regione mediterranea.

Hesperandrius cinereus Villers

oe da Zanon (1922) di Fuehat: Aprile 1916, larva nel legname vecchio. Regione mediterranea.

Phymatodes testaceus L.

Dodero (1925) cita un esemplare di Tolmetta (leg. Festa) e

moltissimi altri che vennero trovati a Torino nella cassa in cui . furono trasportate le collezioni fatte in Cirenaica e nel legno delle quali evidentemente si trovavano le larve. Tra questi esemplari | erano pure rappresentate le varietà analis Redtb., rufipes Costa e fennicus Fabr. (Ex Dodero, |. c.).

Europa, Mediterraneo, Nord America.

Eiylotrupes bajulus L.

| Hylotrupes bajulus Ganglb., Verh. zool-bot. Ges. Wien 1881, p. 751.

. Cirene !, un esemplare raccolto dal Prof. Anti nell’estate 1928.

i Zanon (1922): Fuehat, maggio 1916, in casa, nel legname vecchio. Dodero (1922): Fuehat, leg. Festa.

ae sa

| Purpuricenus Desfontainei Ganglb., Verh. zool.-bot. Ges. Wien 1881, p. 740.

Regione paleartica, America del Nord. Purpuricenus Desfontainesi F.

Cerambyx Desfontainit F., Entom. Syst. I, pars II, 1792, p. 258.

Fabricius (l. c.): « C. thorace spinoso sanguineo nigro | maculato ater elytris sanguineis basi apiceque atris, an-

tennis longissimis. Habitat in Barbaria Mus. Dom. Des-

344 | E. GRIDELLI

fontaines. Statura omnino C. Koehleri. Caput atrum antennis longissimis. Thorax spinosus, sanguineus maculis baseos medioque interdum lineis nigris. Elytra laevia, ma- cula baseos parva, apicis magna atris. Corpus atrum emmaculatum. » |

Cirene !, leg. G. C. Kriiger (coll. Dodero e Mus. Civ. Genova): Elitre con una fascia basale nera molto ampia, occupante quasi un terzo della lunghezza; la colorazione rossa penetra lungo la sutura quasi fino allo scudetto, dividendo così la fascia in due grandi macchie, unite alla base, nonchè s’ estende lungo il mar- gine fino all’omero. Macchia apicale pure grande, estesa quasi fino alla metà, ad orlo anteriore sinuato alla sutura. Pronoto con due macchie basali nere unite fra loro dall’orlo basale nero, due macchie anteriori libere. ed una macchia più piccola, mediana, situata tra le due macchie basali, libera. Vidi cinque esem: plari; colorazione costante.

La forma suddetta rappresenta una varietà interessante per.

il grande sviluppo della zona omerale nera. ed è probabilmente inedita.

La forma tipica ha lo scudetto nero ed una piccola macchia.

basale omerale su ciascuna elitra, talvolta le macchie diventano un po’ più grandi e s uniscono lungo la base: Grecia ! (coll. nese Gebel Resas !, Tunisi ! (Doria 1881, Mus. Civ. Genova);

Bone ! iene ! (Mus. Civ. Genova). Tal’altra la base è tutta |

rossa il. nero): var. inhumeralis Pic, Monte Athos L leg. DA Schatamayr, in coll. Dodero.

Plagionotus arcuatus L.

Clytus arcuatus Ganglb., Bestimm.-Tab, VIE, 1581, p. 725.

Vidi un solo esemplare raccolto a Zuetina ! dal Ten. G. Botto, nella primavera 1928. Pronoto: fascia gialla anteriore molto stretta, fascia media ridotta ad una macchia obliqua laterale, fascia lungo l’orlo basale obliterata. L’esemplare non differisce

affatto dagli esemplari italiani, molti dei quali hanno il pronoto

colla colorazione suddescritta. La seconda fascia delle elitre nor-

male, non divisa su ciascuna elitra in due macchie. : _ Europa, Caucaso. Secondo Peyerimhoff (Ann. Soc. Ent. France

ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB 345

1919, ‘p. 220) la specie è diffusa nell'Africa insito [Alge- _ ria] specialmente in montagna. Si sviluppa nel legno di varie specie di Quercus, mentre nell’ Europa si trova pure nelle specie di | Quercus, Castanea e Fagus. Gli esemplari algerini (var. Reichet i J. Thoms.) hanno la seconda fascia delle elitre divisa (su cia- | scuna elitra) in due macchie. ; La presenza della specie nella Cirenaica è molto interessante; È da indagini fatte mi risulta escluso ogni dubbio sull’esattezza del- . l’indicazione della località di cattura. Alfieri (Bull. Soc. Ent. 4 Egypte 1916, p. 74) la indica d’ Egitto: Cairo (coll. Innes Bey).

Calamobius filum Rossi

i Calamobius gracilis Ganglb., Verh. zool.-bot. Ges. Wien 1881, p. 538

) Guarscià ! e Gharib !, tre esemplari raccolti dal Prof. F. Sil- vestri nell’aprile 1922.

_ Zanon (1922): Fuehat; febbraio 1916 (indicato col nome di È gracilis Creutz). Falzoni (1923): Bir Gandula, 1 esemplare leg. . Ghigi. Dodero (1925): 1. es. Uadi Kuf, 1 es. Tolmetta (leg. Festa). _ Dodero (in litt.): Cirene, leg. G. C. Kruger.

Europa media occidentale, Mediterraneo.

a Bae eardui L.

i Agapanthia cardui Ganglb., Verh. zool.-bot. Ges. Wien 1883, p. 543.

Bengasi ! leg. Zanon, 2 esemplari, Guarscià ! leg. Prof. F. | Silvestri.2 esemplari (forma tipica sensu Ganglb. 1. c.). 3 Zanon (1922): Maggio 1917, Fuehat, nell’orto sui fiori. Fal- _ zoni (1923): Cirene, Guba, Bir Gandula, El Gharig (leg. Ghigi). . Dodero (1925): Derna, Zavia Mechili, Tecnis, Tolmetta e Bengasi (leg. Festa). Dodero (in litt.): Cirene, leg. G. C. Kruger. Europa media e meridionale, regione mediterranea.

Agapanthia annularis Muls.

Zanon (1922): Maggio 1917, Fuehat, nell’ orto sui fiori. Do- «dero (1922): Fuehat, un esemplare leg. Festa. Falzoni (1923): pone e Derna (leg. Ghigi). Dodero (in Lia Cirene, leg. G. È }. Kruger.

' Spagna, Algeria.

PS RD em at

346 E. GRIDELLI

Phytoecia rubricollis Muls.

Dodero (1925): Un esemplare di Bengasi, leg. Festa. Dodero (in litt.): Cirene, leg. G. C. Tae Algeria, Sicilia.

Belodera Troberti Muls.

Ra Troberti Ganglb., Bestimm.-Tab. VIII, 1883, p. 529.

Ain Mara !, ottobre 1927, un esemplare, leg. Go: ‘Kriiger a

(coll. R. Uff. Agrario Bengasi). Regione mediterranea, prevalentemente occidentale.

\

CHRYSOMELIDAE Crioceris macilenta Weise Crioceris macilenta Weise, Naturg. Ins. Deutsch. VI, 1893, p. 79.

La forma tipica non venne finora raccolta nella Cirenaica. Geo

C. Kriiger raccolse a Bengasi (Dodero in litt.) un bellissimo

esemplare della var. Jordai, descritta da Mallorca da José Maria de la Fuente (Bol. Soc. Espafi. Hist. Nat. VIII, 1908, p. 121):

elitre gialle, con una larga fascia longitudinale suturale nera ed | un puntino nero all’omero. Vidi in coll. Dodero un esemplare di

Pollensa ! (Mallorca), raccolto da J. Jorda e nelle coll. del Mus. Civico di Genova uno raccolto a Tunisi ! (leg. Elena), perfetta- mente corrispondenti all’esemplare suddetto di Cirenaica.

Zanon (1922) indica di Bengasi (Fuehat) la var. Tournieri Pic (vedi Echange 1907, p, 180) ossia la var. Simoni Chob. nec. Weise (Bull. Soc. Ent. France 1907, p. 178, fig. 5): Colorazione delle elitre come nella var. Jordaî, però oltre alla macchietta nera omerale si nota su ciascuna elitra una macchietta allungata

nera laterale preapicale. La conosco di Tunisi ! (leg. Elena). Specie molto variabile, ritenuta da molti autori quale razz

mediterranea della asparagi L. Le numerose varietà illustrate

nelle memorie succitate (vedi inoltre Heyden, Wien. Ent. Zeit.

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ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 347

1906, p. 126) sono certamente sparse colla forma tipica in tutta la regione mediterranea, per quanto tutti gli autori le indichino

| soltanto del Mediterraneo occidentale. Noto però che Peyerim- hoff (Abeille XXXI, 1907, estratto p. 39) cita della penisola del Sinai (Diebel Serbàl) la var. Jacqueti Pic (sexsignata Heyd.):

Chobaut, |. c. fig. 4; distinta per avere le elitre gialle con fascia suturale nera e tre macchie laterali nere, una omerale, una me- diana ed una preapicale.

Degno di nota che nell’ Africa settentrionale sembrano essere comuni le varietà gialle, mentre nell’ Italia si trovano soltanto le varietà nere (o per essere più precisi le varietà gialle devono essere molto rare, perchè non ne vidi mai esemplari italiani, nem- meno nelle collezioni Dodero).

Labidostomis taxicornis F. Labidostomis taxicornis Weise, Naturges. Ins. Deutsch]. VI, 1893, p. 86.

Porto Bardia !, una 9, marzo 1927, leg. Confalonieri. Age- dabia !, leg. G. C. Kruger, aprile 1928 (in coll. R. Uff. Agrario Bengasi).

Zanon (1922): Fuehat, steppa, sui fiori di Eryngium campe- stre. Maggio 1916. Falzoni (1923): Tre esemplari di Cirene, El Fetejah e Derna (leg. Ghigi). Dodero (1923): Due @? di Tolmetta (leg. Festa). Dodero (in litt.): Bengasi, leg. G. C. Kruger.

Regione Mediterranea.

Barathraea cerealis Ol.

Barathraea cerealis Lef., Ann. Soc. Ent. France 1872, p. 315. » » Weise, Naturges. Ins. Deutsch]. VI, 1893, 106.

Elitre glabre, ciascuna con una macchia omerale e due post- mediane nere. g': Clipeo profondamente e ‘largamente inciso, prolungato d’ambo i lati in un dente acuto e molto lungo. 9: Clipeo inciso quasi a semicerchio.

Zavia Mechili !, tre esemplari raccolti da Festa nel 1922 (ex coll. Capra). Cirene !, due 9 9, leg. U. Bolsi 1928. Merg |,

4 aprile 1922, due es. leg. Prof. F. Silvestri. Tobruch 1 e Agedabia ! i leg. G. C. ‘Krùger (coll. R. Uff. Agrario Bengasi).

348 E. GRIDELLI

Zanon (1922): Fuehat, gennaio 1916, sull’orzo. Falzoni (1993): Cirene, El Fetejah, Derna (leg. Ghigi). Dodero (1925): Derna, Zavia Mechili (leg. Festa). Dodero (in litt.): Bengasi, leg. G. C. Krùger.

Africa settentrionale, Siria (*). Viene pure indicato di Anda- lusia.

’Tituboea Illigeri Lacord. Tituboea Illigeri Lac., Monogr. Phyt. Il, 1848, p. 142, o%.

Forma tipica. Non venne mai raccolta nella Cirenaica.

Var. Leprieuri Pic. Bengasi !, leg. G. C. Kriiger, 4 es, in coll. Dodero; Bengasi (Fuehat !) aprile 1916, un esemplare in coll. Zanon (col nome di seamaculata) (coll. R. Uff. Agrario Bengasi); Ain Mara !, maggio 1916, un esemplare leg. G. C. Kruger (in coll. R. Uff. Agrario Bengasi). |

Corpo, antenne e zampe neri; articoli basali delle antenne. in parte bruni; dietro all'occhio una macchia allungata rossa; pro- noto giallo-rossiccio con due piccole macchie nere discali; scudetto nero; elitre giallo rossiccie, ciascuna di esse con una macchia nera omerale e due macchie nere dopo la metà, allineate. tra- sversalmente. :

Imitano perfettamente la colorazione della sexmaculata F. ed appartengono certamente alla var. Leprieuri Pic (Echange X, 1895, p. 89). Differiscono nettamente dalla seawmaculata per la forma e le dimensioni del pronoto il quale è più stretto, eviden- temente meno dilatato ai lati dietro alla metà, e quindi meno ristretto verso gli angoli anteriori. Noto inoltre che gli angoli | posteriori sono meno largamente arrotondati ed il loro orlo net- | tamente meno rilevato, seguito da una doccia nettamente più a stretta e meno marcata.

Le differenze citate vennero giustamente rilevate da Pic (l. ic) e risultano pure dalle descrizioni di Lacordaire : oe

T. Illigeri « Prothorax du double plus large que Long; a formant un cylindre regulier un peu retréci en avant, droit

Lachnaea spec. Un esemplare di Derna [leg. Ghia); probabilmente Sp. n. vicino alla puncticollis (teste Falzoni) 1923).

(1) pito Palestina. Alfieri (Bull. Soc Ent. Egypte 1920, p. 50) cita la specie del Sinai e d’ Egitto. as Di

“e ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 349

sur ses cétés antérieurs, puis s arrondissant en arriére avec ‘ses angles postérieurs presque distincts, mais nullement E \relevés....» | T.sexmaculata (1) « Prothorax... deux fois et demie plus | large que long... ses bords latéraux d’ abord droits en avant, sur une faible longueur, s'arrondissant fortement et i obliquement en arriére; les angles postérieurs qui sont trés obtus, sont un peu relevés, et entre eux et le lobe médian | la base est impressionée.... | | La forma tipica a nero con stretti margini rossi) non È venne anora segnalata di Cirenaica. i La specie e la varietà sono segnalate dagli Autori soltanto d’Algeria. Credo però ch’essa sia diffusa in tutta l'Africa setten- trionale. i

y

Tituboea filitarsis Lac. Tituboea filitarsis Lacord., Monogr. Phyt. II, 1848, p. 160.

Dodero (in litt.); Agedabia !, leg. G. C. Kruger, 1 7,292 a (in coll. Dodero). Ain Mara !, V-1925 leg. G. C. Kruger (in coll. R. Uff. Agrario Bengasi). Corpo giallo-rossiccio; apice delle mandibole bruno-oscuro; apice |. ‘delle antenne leggermente bruno; mesosterno e metasterno bruno oscuro; scudetto interamente nero; elitre con macchia omerale e 4 ‘macchia discale situate in linea obliqua e con una fascia nera È piuttosto larga, trasversale, postmediana. Lungh.: 6 mm. Tranne la colorazione questi esemplari corrispondono perfetta-

mente (2) alla descrizione originale. È però molto difficile deter- 4

Ù

minare esemplari di questo genere senza un confronto con esemplari topotipici di sicura determinazione. Nel caso presente potrebbe pure trattarsi della 7. arabica Ol.; ma questa specie ha lo scudetto giallo. Un’ altra forma affine a scudetto nero è la T. sericea Ol., pure d’ Arabia, ma in questa forma le antenne

(1) Tituboea sexmaculata F. Zanon (1922): Fuehat !, steppa, sui fiori di Eryngium . campestre! aprile 1916. Vidi uno degli esemplari suddetti. Si tratta naturalmente della T. Illigert Leprieuri Pic. 4 (?) Non posso controllare sei tarsi siano più stretti che nell’avabica. Per quanto riguarda la punteggiatura delle elitre, descritte come « couvertes de points eufoncés | bien distincts et serrés » una Q corrisponde bene a questa indicazione, mentre gli _ altri due esemplari hanno la puntegglatura molto più rada e più superficiale.

350 | E. GRIDELLI

x

sono nere. Anche le numerose forme descritte da Pic (Echange

1912, pp. 73 e 90) hanno lo scudetto giallo.

Specie descritta su tre esemplari: 1 of d'Egitto (coll. Reiche), una 9 d'Arabia (coll. Klug) ed una Q del di (Col Buquet). )

Tituboea fascia cides Pic

Antipa fasciaticeps Pic, Boll. Soc. Ent. Ital. 1929, p. 95.

Conosco soltanto l'esemplare tipico, descritto da Pic e raccolto

da G. C. Kruger ad Agedabia, nel maggio 1925 Se R. oo

Agrario Bengasi).

Corpo giallo chiaro; sterniti addominali, meso e metasterno neri, con denso tomento argenteo; prosterno giallo, infoscato nel mezzo. Capo tricolore: labbro superiore e clipeo gialli (zona gialla limitata da una linea trasversale che unisce l'inserzione delle antenne), segue poi una zona trasversale nera, sulla fronte, estesa da un occhio all’altro; il resto del capo è giallo rossiccio (la colo- razione giallo-rossiccia penetra nella zona frontale nera nel mezzo e lungo l’orlo oculare, rendendone l’orlo posteriore bilobato. Zone chiare con punteggiatura e pubescenza scarsissime, fascia nera leggermente depressa, densamente punteggiata - con pubescenza argentea molto densa. Pronoto. giallo, colla base ed ai lati della linea mediana con zone giallo-rossiccie non nettamente limi- tate; superficie ineguale; punteggiatura scarsa; pubescenza appa- rentemente nulla. Scudetto nero con pubescenza argentea rada, prolungato posteriormente in una punta lunga e subacuta, il cui apice estremo è bruno chiaro. Elitre corte e larghe, a lati debolmente convergenti all’ indietro, con . punteggiatura abba-

stanza densa ed a punti larghi, ma superficiali; colore giallo

con due paia di macchiette rotonde, disposte in linea trasversale (appena obliqua all’ indietro) rispettivamente ad un terzo e due terzi dalla base. Antenne nere, coi quattro articoli basali gialli.

Zampe gialle, tarsi anteriori, angolo apicale interno delle tibie

anteriori, tarsi medii (ad eccezione della base del primo articolo)

e posteriori (ad eccezione del primo articolo, il quale è appena brunastro all’estremo apice) neri. Corpo corto, relativamente

largo (lungh.: 5,5; largh.: 2,5 mm.).

a. ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 354

fi. Tituboea minor Fairm. | Titubaea minor Fairm., Ann. Soc. Ent. Belg. XXXVIII, 1894, p. 312.

Un esemplare co’, raccolto da G. C. Kruger a Agedabia !, | maggio 1925 (coll. R. Uff. Agrario Bengasi). Determ. Pic.

+ Corpo nero; labbro superiore, quattro articoli basali delle | antenne, zampe e pronoto delle elitre neri; tarsi fortemente in- . foscati. Pronoto colla metà basale fortemente rossiccia. Ciascuna . elitra con 4 macchiette bruno nere: una sul callo omerale, una | prossima all'orlo, postmediana, una discale, piccolissima, un po’ | spostata posteriormente rispetto alla seconda ed una (la più pro- po) ante-apicale. Scudetto nero. Pronoto con punteggia- tura densa e molto profonda, gli intervalli tra i grossi punti

Elitre piuttosto fortemente ristrette all'indietro, con punteg- | giatura grossa, però notevolmente più fina di quella del pronoto, molto densa. Lungh.: 4 mm.

Descritta di Quargla, bordj Dzelfana (Sud Algerino), un ‘dg. | Certamente diffusa in tutta la regione sahariana.

ciare eae

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bi sie e a

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Cyaniris forcipifera Luc.

. Labidostomis forcipifera Luc., Expl. sc. Alger, 1849, p. 522. Ù Osiocenhata forcipifera Lef., Ann. Soc. Ent. France 1872, p. 318. Moio Warioni Lef., Ann. Soc. Ent. France 1873, Bull. CCX.

ee ee

Forma tipica: Elitre gialle, ciascuna con una macchia grande . rettangolare, nera con forti riflessi bleu, situata nella metà basale, ed una dello stesso colore, ma più grande, nella metà apicale. Le | macchie sono perfettamente isolate, separate da un largo tratto | suturale giallo. Mancano quindi fascie.

«Non venne raccolta finora nella Cirenaica. Tunisi !, un esem- | plare, leg. Doria IV-1881.

_ Var. Warioni Lef. La macchia nera anteriore di ciascuna | elitra è divisa in due macchiette. Le due macchie apicali sareb- | bero (secondo Lefèvre) fuse in una fascia trasversale, non inter- rotta dalla sutura, non raggiungente il margine dell’elitra.

3 Porto Bardia !, marzo 1927, un esemplare leg. Confalonieri.

fiero punti molto piccoli. radi (evidenti nelle zone laterali). |

lad bias oid, >. N oe

352 “oe OR @RIDELLA

| Macchie posteriori come nella forma tipica, divise dalla sutura i gialla.

Dodero (1925) cita una Q di Tecnis, raccolta da Festa. Ignoro se si tratti della forma tipica o della varietà.

Cirenaica, Tunisia, Algeria. |

Cryptocephalus (!) rugicollis Ol.

| Cryptocephalus rugtcollis Weise, Naturg. Ins. Deutsch. VI, 1893, 178. ì

Guarscià !, aprile 1922, 1 es. leg. Prof. F. Silvestri. Dodero (1925): Derna e Tolmetta, pochi esemplari, leg. Festa. Falzoni (1923): Cirene, Lete (leg. Ghigi). Dodero (im litt); Bengasi e. Cirene, leg. G. C. Kruger.

Gli esemplati suddetti appartengono alle var. seanotatus F. (= virgaius Sutfr.): pronoto con punteggiatura piu fina e più rada, lucido. L’esemplare di Guarscià ha su ciascuna elitra tre macchie distinte: una omerale, una scutellare, ed una posteriore.

Regione mediterranea. |

Cryptocephalus eurvilinea Oliv. Cryptocephalus curvilinea Weise, Nature. Ins. Deutsch. VI, 1893, Dp. 204.

Dodero (in litt.) : Porto Bardia !, un esemplare, leg. G. C. Kriger (var. inops). L’esemplare ha le elitre immacolate, ad eccezione d’una macchietta nera omerale. Venne pure raccolta ad Agedabia (leg. G. C. Kriger, in coll. R. Uff. Agrario Bengasi, var. 7nops). |

Spagna (Valencia !), Sardegna, Sicilia, Africa settentrionale.

Timarcha cyrenaica. Peyerimh.

ae cyrenaica n. sp. Long. 11-14,5 mm.; lat. 7-9, 5 | mm. Oblongo ovata, pulvinata, nitida, nigra, pedibus ob

(1) Cryptocephalus strigosus Germ. var. 2? aut. nov. spec ?. Cirene, logs G. C. Kriiger. i i

Dodero (in litt.). “A Cryptocephalus biandulus Har. var ?. Alcune Q, Cirenaica, leg. G. Ce Kriiger. ;

(in litt.). Peeve

. Pachybrachys spee. 2. 7 VE

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 353

| scure coeruleis aut violaceis. Caput integumento laeve; sat

dense punctatum, fronte triangulariter deplanata, antennis

Mivar: apicem versus vix spissatis. Pronotum transver-

sum, cordatum, lateribus regulariter curvatis, ante basin vix constrictis, ambitu ex toto marginatum, ut caput in cute laevigatum, dense sat fortiter punctalum. Coleoptera ovata, grosse punctato vermiculata, perminute alutacea. Corpus subtus nitidum, abdomine punctulato, mesosterno leniter porrecto, emarginato, utrinque obtuse umbonato. Tarsi in utroque sexu rubiginosi calceati, extus setis nigris brevibus aliquot, intermixtis, acetabulis tertii paris ad tibias nullo modo productis. gf tarsorum articulis trinis

prioribus expansis; 2 tarsorum tertii paris plantis medio

anguste denudatis, penultimo articulo apice triangulariter exciso.

Patria: Lybia cyrenensis.

Recueilli en petit nombre par M. le Dr. Festa a Derna, Sidi- Garbaa et Merg; M, Dodero m’en a donné un gd de Bengasi, qui lui venait de M. Luigioni.

Aspect de 7. scabripennis Fairm., ou des petits exemplaires:

allonges de 7. generosa Er., mais essentiellement distinct de ces deux espéces par la structure des tarses. Appartient en réalité au voisinage de 7. turbida Er. (du littoral algérien et tunisien), dont il différe par sa forte convexité, l’ampleur moindre du pro- thorax, la sculpture fortement vermiculée des élytres et les cor-

| beilles tarsales de la paire non prolongées sur la face dorsale

des tibias. Differe aussi de 7. Henoni Fairm. (de l’Aurès) par sa forme plus allongée, encore plus convexe, le pronotum non

alutacé, a ponctuation plus forte, la sculpture des élytres, le

reflet bleuàtre ou violacé des pattes, et le mésosternum assez

saillant. Ha Peyerimhoff, in Dodero, Boll. Mus. Zool. Anat.

comp. R. Univ. Torino, Vol. 39, n. s. nr. 23, 1925, pp. 27-28. Nello stesso lavoro Dodero ne indica le località seguenti: El Fe-

tejah, Derna, Chersa e Merg (leg. Festa). Dodero (in litt). :

rene !, leg. G. C. Kriiger. Tipi: Coll. Dodero e Peyerimhoff.

Due cotipi di Bengasi ! e Derna ! in coll. Museo Civico Genova.

Coll. R. Uff. Agrario Bengasi: Ain Mara ! aprile 1926, due

i ‘esemplari; Bengasi ! ottobre 1927, due esemplari, leg. G. ©.

Kruger.

Ann, del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LIV. (27 Agosto 1930). 23

354 E. GRIDELLI

Timarcha (!) laevigata L.

Dodero (in litt.): Bengasi !, leg. G. C. Kruger. (Forma tipica). Bengasi: Cimitero Nuovo !, maggio 1919, giugno 1917, due esemplari (in coll. Zanon, R. Uff. Agrario Bengasi, etichettati col nome di rugosa; un altro esemplare della stessa collezione e della stessa località (maggio 1919) porta il nome di brachydera. Gli esemplari suddetti corrispondono perfettamente ad altri delle località seguenti, determinati da Dodero: Tripolitania: Homs !, Misurata !, raccolti in grande numero dal Dr. Andreini nel 1913; Kussabat !, leg. Grandi 1913 (det. Peyerimhoff. Tunisia : Kairouan! (leg. Abdul Kerim 1873); Gabes ! (leg. Antinori 1875); Algeria: El Kreider !; Bou-Saada ! (Oberthur).

Algeria, Tunisia, Tripolitania, Cirenaica.

Chrysomela aegyptiaea Oliv.

Chrysomela aegyptiaca (*) Oliv. Entom. V, 1807, p. 78, pl. 6, fig. 88. Chrysomela aegyptiaca Fairm., Ann. Soc. Ent. France 1865, p. 80. Chrysomela rufomarginata Mars., Monogr. Chrys. 1887, p. 127. Chrysomela aegyptiaca Weise, Deutsch. Ent. Zeitschr. 1901, p. 256.

Corpo nero, capo e pronoto bronzeo-verdastri oscuri; elitre bicolori bronzeo-verdastre oscure, con le epipleure ed un largo orlo laterale giallo-rossicci (l’orlo laterale chiaro si arresta all’omero e si spinge snl disco sino a metà dell'intervallo che separa l'ottava dalla nona serie di punti); i due primi articoli delle antenne rossicci. Elitre corte, leggermente dilatate posterior- mente, dietro alla metà, fortemente convesse; ciascuna di esse | porta nove serie longitudinali di grossi punti, nonchè una serie scutellare piuttosto. lunga ed una serie di punti in immediata vicinanza dell’ orlo laterale. I punti delle nove serie dorsali sono piuttosto radi; le serie sono abbastanza regolari, non geminate,

(1) Timarcha rugosa L. Gli esemplari indicati da Zanon (1922) sono senz’ altro laevigata L. Con.tutta probabilità anche la rugosa citata di Derna e Ghebab (leg. Ghigi) da Falzoni (1923) appartengono a questa specie, oppure alla cyrenaica Pe- yerimhoff. In tutti i casi la rugosa va radiata dal catalogo di Cirenaica.

Timarcha brachydera (Fairm.). Zanon (1922) = laevigata L.! Manca nella Cirenaica. i i di (2) Marseul (1. c.) chiama erroneamente aegyptiaca Ol. una specie colle elitre |

rosse ! (vedi numida). —- L’ errore risulta evidente dalla letteratura suindicata. #

ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB SE, CARRA

_ ‘separate da intervalli eguali, noto però che in qualche esemplare «le due esterne (8.° e 9.°) sono geminate. Intervalli con punteg- | giatura rada ed estremamente fina. «Cirenaica: Porto Bardia ! , tre esempl., marzo 1927 leg. Confalonieri. Egitto: esemplari descritti da Olivier (la descrizione e la figura corrispondono perfettamente agli esemplari da me esaminati). Siria: un esempl. ! avuto da Reiche nel 1867 proba: . hilmente di Palestina). Persia: Persia merid. 7 esempl. raccolti da Doria nel 1862-63. Gli esemplari suddetti corrispondono perfettamente alla descri- zione della rufomarginata Mars. (di Mesopotamia e d’Arabia: _ Hedjaz); le sole differenze sono date dalle elitre, le quali hanno nella rufomarginata: « 9 lignes de points fort bien marques, peu serrés, appariées (1) », mentre nei miei esemplari le serie «non sono geminate (o almeno non evidentemente), ad eccezione delle due esterne. Credo che la sinonimia da me proposta sia ‘esatta. | | Persia, Mesopotamia, Arabia, Siria, Egitto, Cirenaica.

Chrysomela numida Reiehe

Chrysomela numida Reiche, Ann. Soc. Ent. France 1864, p. 245. Chrysomela aegyptiaca Mars. (*) (nec Oliv.), Monogr. 1887, p. 112.

Corpo, antenne e zampe neri, lucidi, con riflessi metallici verdi o violetti più o meno pronunciati; i due articoli basali ° «delle antenne giallo-rossicci, colla faccia superiore infoscata; tarsi brunastri; elitre (comprese le epipleure) giallo-rossiccie.

Distinta dalla diluta (Mars. |. c. p. 111; esemplari di Gra- nada ! Spagna) colla quale ha in comune il colore e I’ aspetto, per il corpo in media più grande e la punteggiatura più fina e più densa delle elitre. I punti sono irregolarmente sparsi, allineati

(1) Weise (l. c.) Die Chrysomela aegyptiaca Ol. ist auf dem Fld. schwarz, mit gelblichem oder braunen Metallschimmer und einem rothen Seitensaum, die 9 Punkt- reihen der Fld. sind regelmissig, schwach paarig gendhert, und nur miassig dicht mit Punkten besetzt. Sie gehòrt in die marginalis Gruppe, neben sacarum Ws. Bei Marseul, Mon. 112 (220) ist die Art « vert noir, métallique luisant, avec les

| élytres d’un rouge de brique, mates Q, ....... ». Dieses Tier gehòrt neben diluta und ist mit numida Reiche, Ann. Fr. 1864, 245 identisch, die in der « Monogr. d. Chrysom. de l’ ancien monde » ebenso wenig erwahnt ist wie edughensis Fairm. 1873.

_ (2) Vedi Weise: Deutsch Ent. Zeitschr. 1901, p. 256.

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DAT

356 -! Ee GRIDELLI

molto irregolarmente in serie longitudinali equidistanti, mentre:

nella diluta le.serie, pure irregolari, sono appaiate.

Bengasi ! 22 es. leg. Zanon e due. es. leg. Prof. F. Silvestri; Coll. R: Uff. Agr. Bengasi: Ain Mara ! IV-1926, 3 es. leg. G. C. Kruger. Zanon (1922): Fuehat, steppe e. negli orti. Maggio. 1916: Falzoni (1923): Cirene, Fuehat; El: Abiar, (leg. Ghigi),

Tunisia: Gafsa! aprile 1873. Tozeur! aprile 1873 (leg. Abdul

Kerim) e Tunisi ! (leg. Doria 1881-82) complessivamente. 60: esemplari, eguali a quelli di Cirenaica, determinati. e. citati da. Fairmaire (Ann. Mus. Civico Genova 1875, p. 501) come diluta Germ. (vedi pure Ann. Soc. Ent. France. 1865, p. 80; n. 97). Algeria: Teniet-el-Had ! (ex. coll. Bedel), Bou. Saada ! (ex coll: Vaulogers) un esemplare. di ciascuna località in. coll. Dodero,

Descritto. di. Algeria (1). Diftusa, certamente in tutta l'Africa; settentrionale.

Chrysomela Banksi F.

Chrysomela Bankst Mars., Monogr. Chrys. 1887, p. 28. Chrysomela Bankst Weise, Naturg. Ins. Deutsch, VI, 1893, p. 379.

Venne raccolta soltanto dal Prof: F. Silvestri nell’ aprile 1922 a Guarscià ! : tre esemplari colla superficie dorsale del corpo bronzeo-verdastra.

Inghilterra, Scozia, coste atlantiche dell’ Europa occidentale, regione mediterranea. |

Chrysomela bicolor F.

Chrysomela bicolor F., System. Ent. 1775, p. 95. Chrysomela bicolor Mars., Monogr. Chrys. (?) 1887, p. 97. Chrysomela bzcolor. Weise, Naturges. Ins. Deutsch. VI, 1893, p. 411, nota. 1.

Specie facilmente riconoscibile, largamente diffusa nella regione mediterranea e particolarmente nell’ Africa settentrionale. Le elitre hanno 9 serie di punti, ciascuno dei quali è circondato da un anello, violaceo-oscuro..

Il colore è molto variabile e tale variazione Dr: dato luogo

alla descrizione di molte varietà, che non vennero sempre esatta-

mente aa dai varil autori.

(1) « Algeriae centrali. Assez commun aux environs d’ Aiger » (ex Reiche). (2) Abeille XXIV.

ESPLORAZIONE ' DELL'OASI DI GIARABUB 357

Chrysomela bicolor forma tipica (1). Parte superiore del | corpo verde, parte inferiore violetta. Fabricius (I. c.) «| . ‘descrisse la ‘specie come segue: « C. ovata, viridi-aenea, |_—Subtus violacea. Habitat in Oriente D. Forskahl. Statura ‘Ch. populi. Tota subtus violacea, supra obscure aenea. Elytra punctata, striata, stria»per paria approximata ».

‘Considero quale forma tipica il complésso degli esemplari

: aventi le elitre ed il pronoto verdi.

«_ Cirenaica: Porto Bardia ! , marzo 1927, leg. Confalonieri;

_ ‘Zavia Tilimum!., maggio 1919, leg. Zanon. Coll. R. Uff. Agr.

y Bengasi: Agedabia ! 8 es. leg. G. C. Kruger, aprile 1926.

| Dodero (1922): Fuehat, leg. Festa.

Tripolitania: Tripoli! , leg. S. Visconti; Homs ! , leg. Dott. Andreini (1919). Algeria: Bou-Saada ! (R. Oberthur 1876).

‘Chrysomela bicolor var. Parte superiore del-corpo bronzea; parte inferiore violetta. Unita da tutti i termini di ‘passaggio alla forma tipica; si tratta certamente degli esemplari descritti da Fabricius supra obscure aenea »).

Cirenaica: Zavia Tilimum !., maggio 1919, leg. ‘Zanon.

Dodero (1925): Bengasi 1 ‘es. leg. Festa. Tripolitania: Homs ! ,

leg. Andreini 1918. Algeria: Bou-Saada ! , (R. Oberthur).

Chrysomela bicolor var. regalis Oliv. (Ent. V. 1807, p. 538). Corpo tutto verde, (talvolta con riflessi bronzei più o meno

pronunciati sulle elitre e sul pronoto: passaggi alla varietà

seguente). Descritta d’ Egitto: « vert doré trés brillant tant en dessus qu’ en dessous ».

Cirenaica: dintorni ‘di Bengasi ! , leg. Zanon 1919. Coll.

È .R. Uff. Agr. Bengasi: Bengasi, Agedabia, 3 es., gennaio 1924

«e aprile 1926. Tripolitania: Tripoli ! , leg. D'Albertis 1902;

Homs ! , leg. Visconti 1912 e Andreini 1913. Algeria: Bou- Saada ! (R. Oberthur). Canarie: Lanzerote, 1882, crociera del « Corsaro ».

Chrysomela bicolor var. consularis (2) Er. (Wagner Reis. Algier INI, 18441, p. 190). « Corpus supra fusco-aeneum

(1) Sinonimo: nigropunctata Reitt. (Berl. Ent. Zeitschs. 1872, p. 175): « Oben ‘hell goldgriin, sehr glinzend, die Unterseite dunkel griinblau metallisch ». Algeria occid. (presso al confine del Marocco). Kraatz (ibid. p. 186) stabilisce che si tratta «d’ una varietà della bicolor. I (?) Sinonimo probabile: Var. c. mima Mars. (Monogr. p. 99).

358 E. GRIDELLI

subnitidum ....... subtus cum pedibus viridis-aureum, splendidum ». ‘Cirenaica: dintorni di Bengasi ! , leg. Zanon 1919; Zanon (1922) indica questi esemplari col nome di mima Mars. (raccolti a Fuehat).' Falzoni (1923): El Abiar leg. Ghigi (mima- Mars.). Tripolitania: Tripoli ! leg. d’Albertis 1902; Homs Li leg. Visconti 1912, Andreini 1913. Descritta. dl: Algeria.

Chrysomela bicolor var. dolorosa (1) Fairm. Be Mag. Zool. 1373, p. 359). Tutto il corpo nero o nero-violetto molto oscuro. Cirenaica: Zanon (1922) indica di Fuehat una varietà col nome di nigra. Tripolitania: Homs ! leg. Visconti 1912 e Andreini 1913. Descritta del Sahara algerino.

Chrysomela bicolor var. Corpo tuito violetto ad eccezione delle elitre verdi. Credo si tratti della varietà indicata da Marseul (1. c.) quale consularis (Mars. nec Er.). Tunisia: Ludien! 29 aprile 1873, leg. Abdul Kerim, 1 es. indicato da Fairmaire quale bicolor (Ann. Mus. Civ. Genova 1875, p. 500).

_ Molto probabilmente esistono altre varietà oltre a quelle suddette. È importante notare che le varietà si trovano dio frammiste tra loro e con la forma tipica.

Ignoro |’ esatta distribuzione geografica di questa specie e ‘specialmente se essa si trovi lungo la costa europea del Medi-

terraneo. Credo però che sia diffusa in tutta l'Africa settentrionale,

nella Sicilia e nelle isole Canarie. °

Phytodecta variabilis Oliv.

Phytodecta variabilis Weise, Naturges. Ins. Deutschl. VI, 1893, p. 503, 1130... Phytodecta variabilis Reineck, Deutsch. Ent. Zeitschr., 1911, p. 479, Tav. V..

Angoli anteriori e posteriori del pronoto con una setola sottile e curva, ultimo articolo dei palpi securiforme, angolo apicale ‘esterno delle tibie fortemente dilatato in dente (tibie anteriori

molto meno delle altre); punteggiatura del pronoto densa, fina | nel mezzo, molto densa ai lati, dove ai punti fini si mescolano: numerosi punti molto profondi e larghi; elitre con punteggiatura

(1) Sinonimo nigropunctata Reitter (Berl. Ent. i 1872, p. 175) pars.: <A Totis nigrocoerulescens ».

iy. at Lib RCA TL

GROTTE “I

AG 2 Bi, - ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 359

piuttosto densa ed irregolare, i punti non disposti in serie. Gli esemplari di Cirenaica corrispondono esattamente ad esemplari

i di Spagna (Escorial ! Algesiras ! ) delle collezioni del Museo a Civico di Genova. = Ho veduto tre esemplari, raccolti da G. C. Kruger a Agedabia ! , nb

nel maggio 1925 (coll. R. Uff, Agrario Bengasi) i quali appar- tengono a tre varietà, non figurate da Reineck (1. c.).

A. Corpo giallo; ogni elitra con numerose piccole macchie Ù nere, non comunicanti fra loro, ‘circolari, disposte abbastanza PAR regolarmente in sette serie longitudinali.

B. Corpo nero; labbro superiore ed orlo anteriore del clipeo, nonché la parte posteriore del capo giallo-bruni (la zona Me gialla è limitata da due linee che partendo dal punto medio fo dell’orlo anteriore del pronoto vanno a tangere |’ orlo apicale dell’ occhio). Elitre bruno-rossiccie chiare, ciascuna con macchie ve nere e precisamente: discale mediana (una grossa interna ed una | minore esterna, situate in linea trasversale) e numerose macchiette, mn formanti qua e tratti di serie longitudinali,

C. Come nel B, però le zone gialle del vertice ridotte, le macchie mediane delle elitre più ampie, a contorni irregolari, le | macchiette più grandi ed in parte confluenti. a

Dodero mi comunica d’ aver esaminato esemplari raccolti da a G. C. Kruger ad Agedabia, riferibili alla var. irrorata (senso a Reineck, 1. c.). De

Secondo Weise (l. c.) la specie è diffusa nella Francia meri- ;

iti a

pere n

6 eee dite

TRIO E

dionale e nella penisola iberica. Essa si trova però anche nella db. Tunisia (*) ! ed è quindi certamente molto diffusa anche nell’Africa cw

settentrionale. a

14

Phyllodecta laticollis Sufir.

Dodero (1925): Un esemplare raccolto lungo |’ Uadi Derna (Festa). ì Weise la indica di tutta l’ Europa. È

x (1) Vidi esemplari di Biserta!, Tozeur! e Nafta!, raccolti da Abdul Kerim nel

1873 e citati da Fairmaire (Ann. Mus. Civ. Genova 1875, p. 500) col nome di aegrota. = Due corrispondono alla var. ictericus Weise (Reineck 1. c.); gli altri tre a varietà Ja chiare (elitre con coppie di macchie mediane e macchiette sparse sul pronoto conco- BIO»

lore, o macchiato di nero nel mezzo).

E.

GRIDELLI

Galeruca imterrupta Oliv.

Dodero (1925) indica un uc raccolto lungo I Uadi Derna da Festa. Falzoni (1923): Derna (leg. Ghigi). Europa.

Podagrica fuscicornis L.

Podagrica fuscicornis Weise, Naturg. Ins. Deutschl. VI, 1893, p. 685. » » Heik., Fauna Germ. IV, 1912, p. 161.

Tutti gli esemplari noti finora di Cirenaica appartengono alla subsp. meridionalis Weise. Bengasi: Fuehat!, nell’orto sui fiori di Malva, maggio 1916; gli stessi esemplari vennero citati da Zanon come fuscicornis L. Falzoni (1923): Fuehat, Bir Gandula, El Garig; leg. Ghigi (fuscicornis L.). Dodero (1925): Derna, Tecnis, Tolmetta, Merg (leg. Festa). Dodero di Litt.): Bengasi, leg. G. C. Kruger.

La subsp. meridionalis si trova soltanto nella regione me- diterranea. .

Psylliodes (‘) chrysocephala i

Falzoni (1923) indica di Cirene un esemplare della ab. collaris Weise (leg. Ghigi). Dodero (in litt.) ; Cirene, leg. G. C. aon (var. collaris Weise). | Specie molto variabile, diffusa secondo Weise in tutta 1’ Europa, | Mediterraneo e Siberia. :

ti i a eS on to a È î

Psylliodes cuprea Koch

Zanon (1922): Fuehat, nell’ orto; aprile 1923. | Europa media e meridionale , Ree settentrionale, Siria.

}

Peylliodes pyritosa Kutsch.

Dodero (1923): Derna, febbraio, un esemplare (og. Festa). : Weise: Europa media, Italia fino nella Sicilia, Grecia.

(1) Specie dubbie: Psylliodes algirica All. -— Zanon (1922): Fuehat, nell’orto; aprile. 1918. Psylliodes luridipennis Kutsch. Zanon (1922): Fuehat, nell’orto; aprile 1918. (vedi Weise Naturges. Ins. Deutschl. VI, 1893, p. 814). Psylliodes hospes Woll.; segna- ; lata da Dodero (1925) di Derna (leg Festa). ip

ì

EY n | ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 361

Psylliodes Festae Dodero

|

Psylliodes Festae n. sp. Per le tibie posteriori relativa- mente lunghe, sottili e poco incurvate, nonché pel colore testaceo

_ del corpo, la nuova specie appartiene al gruppo circumdata-

EI È % J

Lethierryi-marcida; da tutte però si distingue agevolmente per il colore uniforme testaceo-rossastro, senza traccia di annerimento dei femori, delle antenne, o delle elitre in prossimità della sutura, o di riflessi metallici in qualsiasi punto della superficie.

Soltanto il metasterno, la parte basale del 1.° sternite, e, più leggermente, una piccola macchia mal definita presso la base dei femori sono di colore rosso più intenso ed alquanto infoscato.

Per la forma del corpo si approssima maggiormente alla Lethierryi, ma è un po’meno convessa, e le elitre sono più lungamente attenuate verso la base, sicchè la maggiore larghezza del corpo rimane verso la metà delle elitre e non molto più avanti come si osserva nella Lethierryi.

Il capo è proporzionalmente un poco più piccolo e sensibil- mente più convesso, la punteggiatura della fronte è molto più fina e superficiale, appena percettibile con forte ingrandimento, le linee frontali poco distinte, le parti boccali, e le antenne uni- colori col resto del capo.

Il torace è un po’ più attenuato in avanti, il sottile margine . laterale è visibile dal disopra in tutta la sua estensione ed nettamente dilatato nel terzo anteriore; la sua punteggiatura | più fina di quella della Lethierryi, però ben visibile, la base ornata da ogni lato da un grosso punto impresso quasi di fronte alla base della 5.2 stria delle elitre. Anche in queste la punteg- giatura delle strie è più fina, e verso l’apice tanto i punti delle strie, quanto quelli molto più fini degli intervalli vanno grada- tamente obliterandosi, sinchè totalmente scompaiono.

De (D- De

Lungh.: circa mill. 2,5. Un solo esemplare raccolto a Tolmetta dal Dr. Festa, cui la specie è dedicata. (Ex Dodero, Boll. Mus. Zool. anat. comp. R. Univ. Torino, vol. 39, n. s.

: nr. 23, 1925, p. 19-20). Dodero (in litt.): Cirene, leg. G. C.

~ Kruger. Non conosco la specie in natura. Tipo: in coll. Dodero.

he ied fos

E. GRIDELLI

Phyllotreta (!) corrugata Reiche

Phyllotreta corrugata Weise, Naturges. Ins. Deutschl. VI, 1893, p. 863.

Derna!, due esemplari raccolti dal Dr. Festa, ex coll. Capra. (Determ. H. Springer, Trieste). Zanon (1922): Fuehat, steppa, in riva alle pozze di acqua piovana. Dicembre 1918. Dodero (1925); una coppia raccolta in febbraio a Derna (leg. Festa).

Europa meridionale, Africa settentrionale, Siria, Derbent.

Longitarsus parvulus Payk. |

Gharib!, un esempl. raccolto dal Prof. F. Silvestri nell’aprile 1922, determinato dal Dott. H. oa ( Trieste ) come : « L. parvulus var. 0. Weise DI

Europa.

Lo (2) atricillus L.

Dodero (1925): Tolmetta (lee: Festa). Dodero (in litt.): Cirene, lem GO. Kameenr: Europa.

Longitarsus ballottae Marsh.

Dodero (1923): Derna (leg. Festa). Dodero (in litt.): Tecnis, î forma alata; leg.- Festa, determ. Peyerimhoff. Europa ch e meridionale, Caucaso.

Longitarsus candidulus Foudr.

Dodero (1925): Due esemplari di Bengasi (leg. Festa). a Weise indica la specie soltanto della Francia meridionale e di Corsica. Nel Catalogo Reitter 1906 viene indicata anche di Spagna.

il

(i) Aphthona spec. Zanon (1922): Fuehat. n to

(®) Longitarsus brunneus Reitt. Zanon (1922): Fuehat, nell’ orto. Maggio, 1916, _. Specie dubbia. n

Va senz? altro radiata dal catalogo della fauna di Cirenaica la specie seguente: Dibolia cynoglossi Koch. Zanon (1922): Fuehat, nell’ orto, aprile 1916. Secondo. Weise essa vive sul Cynoglossum officinale nelleregioni montuose dell’ Europa media. _

SO i ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB: 363

Hispella atra L, k Hispella atra Weise, Naturges. Ins. Deutschl. VI, 1893, p. 1065.

Cirene!, un esempl. raccolto nell’ agosto 1928 dal Prof. C. Anti. _ Gharib!, un esempl. raccolto nell’ aprile 1922, dal Prof. F. Silvestri,. Dodero (1925): un es. di Tolmetta, di grande statura (leg. . Festa). Dodero (in litt.): Cirene, leg. G. C. Kruger.

Europa, Mediterraneo, Asia Minore, Turkestan.

Hypocassida subferruginea Schrank

| Cassida subferruginea Weise, Naturges. Ins. Deutschl. VI, 1898, p. 1074; Bale 1083.

Derna! (in coll. R. Uff. Agrario Bengasi).

1 Siberia (sec. Weise, l. c.). Vidi esemplari di Tunisi! (leg. Doria), e della Persia! (Persia merid. e Mazanderan: Sari) leg. Doria.

Cassida deflorata Sufir.

Cassiaa d deflorata Suffr., Stett. Ent. Zeitschr. 1844, p. 139. » » raise Naturges. Ins. Deutschl. VI, 1893, p. 1079.

| (coll. R. Uff. Agrario Bengasi). Distinta dalla rubiginosa Abeill. | per i caratteri indicati da Weise, noto però a questo proposito che la fronte pur essendo meno opaca ed a punteggiatura più

| i i È _ Ain Mara! un esemplare, maggio 1926, leg. G. C. Krùger:

-schen den Punkten glatt, glinzend ».

i (1922): Fuehat, leg. Festa e (1925): Tolmetta, leg. Festa. __ Suffrian indica la specie come diffusa nell’ Europa meridionale: . Portogallo, Sardegna, Sicilia, Ungheria, Russia meridionale.

. e di Tunisia (Tunisi!, leg. Elena). ; Regione mediterranea.

Alcuni esemplari, raccolti da G. ©. Kriger nel giugno 1925..

Europa, Mediterraneo, Africa settentrionale, Siria, Turchestan,.

‘rada che nella rubiginosa, non è « weitliufig punktiert, zwi-.

Dodero (in litt.): Bengasi, leg. G. ©. Kriiger. Dodero.

Vidi esemplari di Sardegna (Sarrabus!, leg. Gestro), di Corsica!’

E. ‘GRIDELLI

Cassida vittata Waltl

Cassida vittata Weise, Naturges. Ins. Deutschl. VI, 1893, p. 1082, 1115. 4

Bengasi!, Ain Mara!, due esemplari, aprile 1926, leg. G. C. Kriger (coll. R. Uff. Agr. Bengasi). Zampe interamente gialle. oo da Zanon ibe) di Fuehat e da Dodero (1925) di Derna, leg. Festa. a

Europa media e eee Certamente diffusa anche nelle | regioni mediterranee non europee, perchè conosco molti esemplari di Tunisi!, raccolti da Elena, Doria e Abdul Kerim oo a. Mus. Civ. Genova). «È

Cassida esa Waltl |

Dodero (in litt.): Agedabia leg. G. C. Kriger (coll. a > Europa media e meridionale , Mediterraneo. È

Spermophagus ao) Boh.

Bengasi!, maggio 1920, un esemplare raccolto da Zanon (determ. Pic.). Zanon (1922) indica esemplari raccolti in casa a a Bengasi (maggio 1920) e suppone ch’ esso sia importato dalla È Sicilia, dove venne segnalato da Luigioni. Roma! e ‘trovati nei fagiuoli brasiliani (due es. in coll. Mus. Civico Genova). 4

Specie esotica, importata mediante il commercio. Pic (Cat. Junk pars 55, p. 62) la indica del Brasile (St. PARA Africa,

America centrale, Cuba, Francia eels,

Spermophagus sericeus Geofir. Vidi un esemplare di Merg! ed uno di Gharib!, raccolti dal Prof. Silvestri nell’ aprile 1922, determinati da Pic. hee eres da eo ee dei dintorni Li Cirene Long Fos

1916) I nome di cisti Ol, | Kuropa, Mediterraneo, Di Minore, Siberia;

È ESPLORAZIONE: DELL’ OASI DI GIARABUB 365; È ow :

Laria rufimana Boh.

q a Zanon (1922) raccolse la specie a Fuehat, su fave secche pro- | venienti dalla, Sicilia, nel novembre 1946. Europa media e meridionale, Asia occidentale; Africa, Canarie,

America, Cuba.

Laria signaticornis Gyllh.

“Rd Co di Giarabub, un acuiplare raccolto da G. C. Kruger nel luglio 1927; coll. R. Ufficio Agrario Bengasi (det. Pic). È. eprops media e meridionale, Nido

È FIA i Bares Laria Perezi Kr.

fi: i Mediro (1925): Un of di Derna, leg. Festa.

4 ih Francia, meridionale, Spagna, Corsica, Sicilia, Algeria, Caucaso.. q | Laria brachialis Fibr.

È Dodero (1925): una sola 9 trovata a Uadi Kuf (Festa).

Francia, Europa occidentale e meridionale, Asia Minore

ey Be | Laria ornata Boh. È su f4922): Fuehat, sui ceci provenienti dall’ Italia.. } Aprile 1916. o

Francia, Olanda, Italia, Egitto, Sierra Leone. RE Bruchidius caninus Kr. AI 7 f /

È. Zanon. (1922): Fuehat, nell’orto, sui fiori di fave, Maggio 1916. a Europa meridionale , Mediterraneo.

- Bruchidius cinerascens Gyllh,

È | Bruchidius cinerascens Baudi, Deutsch. Ent. Zeitschr. 1886, p. 413.5: a 1887, p. 69.

| Bengasi! (Fuehat), giugno 1916, un es. leg. Zanon, determ. È Dodero, Zanon (1999): Fuehat, giugno 1916. po - Europa Serale, Mediterraneo.

E. GRIDELLI

Bruchidius bimaculatus Oliv.

Dodero (1925): El Fetejah e Derna, pochi esemplari (leg. q

Festa). Zanon (1922): ;Fuehat, aprile 1918. Falzoni (1928): El W

-Garig (leg. Ghigi). 4 Europa media e meridionale, Mobili Siria, Moro a Alai. a

Bruchidius algiricus All.

Dodero (1915): Un o& di Merg, alquanto depilato, ma bene È riconoscibile (leg. Festa). Spagna, Algeria, Egitto.

Bruchidius murinus Boh.

Dodero (1925): Toney maggio (leg. Festa). Zanon (1999): -Fuehat, aprile 1918. A Regione mediterranea, Siria, Os oe

Bruchidius imbricornis Panz.

Zanon (1922): Fuehat, aprile 1918. Europa media e meridionale, Mediterraneo, Georgia.

Bruchidius trifolii Motsch.

Dodero (1925): Un AA li Du ed uno di Vad Kut Festa). : Egitto; importato olla Carniola e nali Germania.

Bruchidius velaris Fahr.

»

Falzoni (1923); Un esemplare della var. plumbeus Li I ‘raccolto a El Garig dal Prof. Ghigi. | aa Europa Regio e dea Mediterraneo.

A AG Ty ees as ) a8 ie GRA td i

Bruchidius poecilus a Dodero PERLE Un piccolo Suona mele Mg:

specie.

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 367 mia 3 a È ANTHRIBIDAE +" q is Urodon spec. ae sai

G. C. Kriiger raccolse a Tobruch un esemplare d’ una specie vi

del genere Urodon, la quale -venne gentilmente determinata da ni Pic come flavescens Kust. var. (coll. R. Ufficio Agrario Bengasi). vi Questa specie non è però certamente il flavescens Kuùst. ed è @ molto probabilmente inedita: Parte superiore del corpo coperta -< 0 _ da tomento coricato giallo-bruno, leggermente dorato, sutura delle di .elitre con fascia biancastra molto stretta. | E n i 1-30 q CURCULIONIDAE | a q Otiorrhynchus juvencus Gyllh. i | Confalonieri raccolse a Porto Bardia ! nell’aprile 1927, due + | esemplari, in cattivissimo stato di conservazione che Peyerimhoff ‘9 crede poter considerare quale razza particolare dell’ juvencus. "a i | A Phyllobius (Parascytrhopus) Festae Solari fi:

È Nigro-piceus, pilis tenuissimis, flavescentibus, adpressis "A squamulisque ovalibus, cinereo-virescentibus, aequaliter sat Di 4 remote dispositis, obtectus; capite subquadrato, fronte plana, È | medio lineola tenui impressa, oculis convexis, prominulis ; a . antennis subgracilibus, rufotestaceis, clava infuscata, sca- È | po valde curvato, basi tenui, apice clavato, articulis funi- a culi obconicis, 1. secundo subaequilongo, reliquis gradatim ie _ brevioribus, semper latitudine longioribus; thorace longitu- (SA | dine aequilato, lateribus rotundato, confertim et tenuiter sal 4 punctato, medio linea cariniformi, irregulari, subtilissima 3 | et fere inconspicua praedito; elytris parum converis, hu- a 4 meris calloso-prominulis, tenuiter seriato-substriato-puncta- ee 4 tis, interstriis subplanis ; pedibus rufo-testaceis, femoribus a È. | dente valido armatis. Patria: Cyrenaica. 4

L'unico esemplare (9), sul quale è fatta la descrizione che 1

he

363 E. GRIDELLI

precede, è certamente deteriorato, e perciò non si può escludere che la colorazione delle squamule, in esemplari ben conservati, sia diversa da quella descritta.

Le due specie di Parascythropus maggiormente affini al Festae sono il pinicola Kiesw. ed il mirandus Desbr.; lo avvi- cinano al primo la punteggiatura densa del torace e la distribu- zione uniforme delle squamule sugli elitri, al secondo la testa

stretta e gli occhi sporgenti. Differisee da ambedue (e così pure

dal creticus Faust) per la mancanza di pubescenza rigida e sub- eretta sugli elitri e per le squamule ovali; dal pinicola differi- sce inoltre per lo scapo molto più sottile alla base, più clavato verso l'apice e per il funicolo relativamente molto più gracile.

Dal Baudii Stierlin, secondo la descrizione che ne Schilsky (Kuster 47,2), si deve distinguere per gli occhi sporgenti, le squamule disposte uniformemente sugli elitri e la forma degli articoli 5-7 del funicolo. |

Raccolto a Tecnis, in Cirenaica, dal Comm. Dott. Hanes Festa, al quale la specie è dedicata. (Ex Solari, in Dodero, Boll.

Mus. Zool. Anat. comp. R. Univ. Torino vol. 39, n. s. nr.

23, 1925, p. 28). | Tipo: Coll. Solari. Specie a me ignota in natura.

. Polydrosus (Conocetus) Festae Solari

Castaneo-piceus, longe brunneo-pilosus, squamulis ovalibus: plus minusve aureo-micantibus sat dense tectus; antennis, tibiis tarsisque rubro-testaceis; rostro capite breviori, co- nico, fronte convexa, haud foveolata, oculis parum convexis

ovalibus et longioribus quam temporibus, antennis gracili-

bus, scapo valde curvato, apice valde clavato, thoracis basim haud attingente, funiculi articulis quinque primis

simul sumptis aequilongo, articulo primo secundo parum longiore sed fere duplo crasstore, tertio quintoque aequi-

longis, quarto praecedenti longiore, clava elongata, sub- fusiformi; thorace longitudine subaequilato, lateribus valde rotundato, confertim punctato; elytris sat profunde striato- punctatis, interstriis subplanis, pube longa, reclinata et squamulis ovalibus obsitis, scutello albosquamulato; femori- bus muticis saepe infuscatis. Patria: Cyrenaica.

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 369

Per la colorazione delle squamule, trova posto nella tabella . Schilsky (Kiister 46, T) vicino al Bawdii Faust, ed al marcidus

| Kiesw., dai quali però si distingue subito per lo scapo che supera di poco il margine posteriore degli occhi e per lo scudetto

_ squamulato. Derna, Zavia Mechili, Tecnis e Tolmetta: raccolto

dal Dr. Festa. (Ex Solari, in Dodero, Boll. Mus. Anat. comp.

ii Univ. Torino, vol. 39, u. s. nr. 23, 1925, p. 29).

Specie a me ignota in natura. Tipi: coll. Museo Torino, coll. Dodero, coll. Solari.

Pholicodes Ghigii Solari

Ovatus (9), piceo niger, squamulis ovalibus sat remotis

(milisque brevibus intermixtis) hic illic autem densioribus, . obsitus; rostrum breve, crassum, capite via longius, lateri-

bus fere parallelis, supra planum medio obsolete carinu-

. latum irregulariter, sat crebre rugoso punctatum, frons | suoconvera, oculi ovales, parum convexi; antennae graci-

les thoracis basim attingente, scapo medio curvato, apice clavato, basi tamquam funiculo rufescente, clava fusca, oblonga - ovata, apice acuminata, funiculi articulis. 1-7 simul sumptis scapo aequilongis, 1. secundo sexquilongiore,

î reliquis gradatim brevioribus, obconicis. Thorax latitudine

aequilongus, basi tenuiter marginatus, lateribus parum ro-

tundatus, angulis posticis subrectis, haud prominulis, cre- _ bre parum profunde punctatus. Scutellum subglabrum. _ Elytra antice thoracis basi parum latiora, humeris rotun-

datis, apice acuminata, valde convexa, striato punctata,

_ interstriis subplanis, et dorso ut in thorace squamulis prae- | cipue cinereo-virescentibus, lateribus albidis et in fascia

conspicua condensatis, tecta; pedes picei, femoribus paullo clavatis, tibiis rectis. Tarsi breves, articulo secundo latitu-

| dine aequilongo, triangulari.

TS. Oblongo-ovatus, elytris longioribus, minus converis,

lateribus perparum rotundatis, basi thorace aequilatis, tibiis | anticis apicem versus curvatis. Patria: Cyrenaica.

Nella tabella di Reitter (Deutsch. Ent. Zeitschr. 1895, p. 311)

4 il Ph. Ghigii trova posto presso il plebejus Boh., avendo il 1.° a articolo del funicolo distintamente più lungo del 2.°. Stando alla

Ann. del Mus. Cu. di St. Nat., Vol. LIV (27 Agosto 1930). 24

370

E. GRIDELLI

descrizione : originale (Schh. II, p. 527), il plebejus, a differenza della nuova specie, deve avere le antenne più lunghe, di colorito più chiaro, il torace denudato nel mezzo, ‘arrotondato ampliato ai lati e con angoli posteriori quasi prominenti, gli elitri sinuosi _ ai lati, la eolorazione del corpo e delle squamule alquanto diversa.

Merg (9) e Tolmetta (co): raccolti dal Dr. E. Festa. Cattu- rato fino dal 1920 dal Prof. Alessandro Ghigi, al quale la nuova specie è dedicata.

(Ex Solari, Boll. Mus. Zool. Anat. comp. R. Univ. Torino, . 3 vol 39, n. s nt, 23,7) 1925) 30, ma Vidi un solo esemplare raccolto a Guarscià !, nell’aprile 1922 3 dal Prof. Silvestri. Lungh. g': 6,5 mm. Esso ha il rostro un po’ i più stretto e piu lungo dell’esemplare tipico dg. 4 Dodero (1953): Una serie abbastanza numerosa proveniente da Tolmetta e Merg (leg. Festa). Dodero (in litt.): Derna, i leg. G. C. Kruger. | È; Tipi: Due gg, Tolmetta ! (leg. Festa); 19 Mere Jee. a Festa); in coll. Solari (Genova). | : : Pholicodes brevirostris Solari di

%

3

Descritto su due esemplari Q Q quale ab. (?) brevirostris Ph. Ghigit. ae i

« 2. Rostro oi. latiore, subconico, irregulariter «rudeque rugoso-punctato ; thorace breviore squamulisque “majoribus et praecipue magts rotundatis praedito. ue,

Il brevirostris, quantunque descritto come aberrazione, sara probabilmente riconosciuto in seguito come specie valida. Le dif- ferenze nella struttura del rostro e del torace sono invero consi- derevoli. |

Due esemplari (9 2), presi a Tolmetta dal Di Festa, dei @ quali uno (tipo) con squamule bronzate sul dorso e rosee late- | ralmente, |’ altro con colorazione eguale a quella della forma tipica ». (Ex Solari, le. p. 30-31). <

Specie propria, ben distinta dal Ghigii per i caratteri indi El

33 SOLE

Falzoni (1922) indica una nuova specie di Pholicodes di Fuehat ed una di Cirelli oy 4 (esemplari raccolti dal Prof. Ghigi). Ignoro a quali delle specie suddescritte vadano riferiti gli esemplari citati da Falzoni. Pholicodes spec. citato di Gariu- | nes da Zanon (1922) è invece una specie di Thylacites che non ho potuto determi- 4 nare ie Uff, Agrario Bengasi).

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 371

ati da Solari e particolarmente per il rostro notevolmente più | corto e più largo, subconico e per il pronoto più corto e più largo. La colorazione generale, data dalle squamule, è d’un giallo bruno con riflessi bronzati e rosei; ai lati del pronoto e delle elitre una larga zona di squamule più chiare, biancastre; le serie di punti delle elitre (strie) sono seguite da una stretta linea di squamule biancastre (dello stesso colore delle squamule laterali) | interrotta da zone puntiformi denudate nere. Lungh.: 6-7 mm. | Mg differisce dalla © per le elitre più lunghe e più strette, al che fa risaltare ancora di piu la forma breve e larga del pro- noto. Tibie anteriori più curvate all’apice. «Porto Bardia ! marzo 1927, 17 esemplari raccolti da Confalo- nieri, nel 1927. Guarscià !, due esemplari, leg. Silvestri, aprile 1922. Tobruch !, un mea Ain Mara !, due esemplari, | deg. G. C. Kruger (coll. R. Uff. Agrario Pendioy. i | Dodero (1925): Due sole 99 di Tolmetta (Festa). Tipo: 1 9, Tolmetta (leg. Festa) in coll. Solari (Genova).

Pholicodes nigrosparsus Reitt.

| Pholicodes nigrosparsus Reitt., Bull. Soc. Ent. Egypte 1909,’ p. 31.

_ « Oblongus, niger, squamulis albidis et fuscis sat dense _ tectus, antennis tarsisque rufo-brunnets. Antennis tenuibus funiculo articulo secundo primo breviore, sequentibus leviter oblongis, clava angustata, acuminata. Capite robusto, oculis | minus prominulis, rostro capite vix longior, brevi, subpa- rallelo aut subconico, capite parum longior, supra aequali. Thorax leviter transversim, antice posticeque truncatus, su- pra convesus, lineis 3 vage brunneo squamulatis. Scutello mi- nutissimo, punctiformi. Elytra oblongo-ovata, albosquamosa, _lineis flavo fusco-squamosis longitudinalibus 6-7 et seriebus _ punctis valde distintibus (sic!) denudatis nigris ornatis. Pedes | mediocres, picet, squamulis albido-aeneis et pube grisea adspersi; tarsi subtus fulvo spongiosi. Long. 8 mm. Cairo. |P. Cluinpanain. (Ex Reitter, 1. c,). Ferrante (Bull. Soc. Ent. Egypte, 1908, p, 75) indica la specie di Mariout.

© Ha in comune col brevirostris Solari la forma del rostro. My Distinto da tutte e due le specie precedenti per il colore e per

a ; hi)

.

ZIA. SCE CRIDELLE;

le squamule della superficie dorsale molto meno numerose, più

rade, tondeggianti, molto più grandi.

Porto Bardia !, 4 esemplari, leg. Confalonieri, marzo 1997.

Bengasi !, un es. Lo Silvestri, aprile 1922. | }

Sitona cambrica Steph.

Dodero (1922): Ghemines, un esemplare, abe dal Festa. (det. F. Solari). | Europa media e meridionale, Mediterraneo. Caucaso.

Ssitona ocellata Kist.

Sitona ocellata Reitt., Bestimm.-Tab. 52, 1903, p. 14.

Porto Bardia ! , un esemplare raccolto da Confalonieri nel marzo 1927; Bengasi ! un. es. leg. Zanon (det. F. Solari). _. / Zanon 1922; Ghemines; maggio 1919, Dodero (1925); Bengasi; 102. leg. Festa ane F. Solari). Dodero (in litt.); Porto Bardia, du Agedabia, leg. G. C. Kruger. Î

Tripolitania: Homs ! , tre es. ue Andreini,

(det. F. Solari). eee : Spagna meridionale, Algeria, Tripolitania.

agosto. 1918 4

Sitona puncticollis Steph.

(det.- F. Solari). Europa, Asia Minore, Caucaso, Tarchestan.

«

Sitona seriesetosa Fahr.

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 373

quali S. crinita (1). Dodero (in litt.): Cirene, Agedabia, leg. G. C. Kriger. i | Tripolitania: Misurata ! , settembre 1919, leg. Andreini (det. | ‘Solari).

Reitter (Bestimm.- Tab. 52, 1903, pag. 78) distingue la vera seriesetosa soltanto in base alla colorazione, grandezza e fia, senza considerare la minore sporgenza degli occhi; Bici indica quale zona di diffusione I’ Italia, l’ Europa PIOTTA ‘Caucaso, Asia Minore, Siria ed Egitto.

._ Isnoro se la seviefosa Reitt. sia la stessa cosa della seriesetosa Solari (in litt.) e di conseguenza non posso indicare con esattezza la diffusione. Il Dott. Solari mi comunica di conoscere la serie-

.setosa soltanto di località dell’ Africa settentrionale.

hd

sitona Festae Solari

Sitona Festae Solari: S. humerali Steph. affinis, sed fronte utrinque juxta oculos callo triangulari acuto instructa, i ab ea sicut a speciebus omnibus generis facile distinguenda. Secondo la tabella di Reitter n.° 52 appartiene all’ 14.° gruppo .(angustifrontes); i calli frontali, dianzi descritti, visibilissimi, . descriventi (visto l’insetto di fianco) un triangolo isoscele, alto i: ra mezzo diametro dell’ occhio, la distinguono però facilmente non solo dalle specie del gruppo stesso, bensi anche da tutte le «altre del genere Sitona.

Gli elitri della nuova specie sono coperti da squamule brune, 3 la 4.* interstria in tutta la sua estensione, e parte della 3.*, da squamule giallo-auree; ma la colorazione, nel suo ngi la forma e la statura della stessa non differiscono da quelle delle ‘innumerevoli varietà della S. humeralis. Data |’ estrema varia» | bilità di quest’ ultima, un esame comparativo dei caratteri secon- .darii delle due specie risulterebbe inconcludente.

Dedicata al Comm. Enrico Festa, che ne raccolse pochi i -esemplari a El Fuehat (prov. Bengasi). C. Solari in Dodero (Boll. _ Mus. Zool. Anat. comp. R. Univ. Torino, vol. 37, 1927, nr. 473,

374, E. GRIDELLI

p. 7, nota 1). Tipi: Coll. Solari, Dodero, Museo Zool. R, Univ. Torino. i |

Porto Bardia ! marzo 1927, Tobruch ! 1926, pochi es. raccolti da Confalonieri. Dodero (in litt.): Cirene, leg. G. C. Kruger..

Phacephorus nubeculosus Fairm.

Tanymecus nubeculosus Fairm., Ann. Soc. Ent. France 1866, p. 60. Phacephorus nubeculosus Reitter, Bestimm.-Tab. 48, 1903, p. 7.

Oasi di Giarabub ! , febbraio, quattro esemplari raccolti da. Confalonieri (determ. Peyerimhoff). | i

Descritto di Algeria (Biskra). Algeria; Tunisia: Nafta (vedi. Fairm. Ann. Mus. Civico Genova 1875, p. 497); Egitto; Cipro; Transcaucaso: Arax, Transcaspio, Buchara. Reitter (I. c.) indica 11 specie, tutte asiatiche ad eccezione del nubeculosus e. del Lethierryi Desbr. d’Algeria: Biskra ! (due es. coll. Mus. Civico Genova). oh : i

La specie suddetta rappresenta quindi un elemento faunistico- d’ origine asiatica. |

Brachycerus perlatus Solari

De

Brachycerus perlatus Solari, Boll. Soc. Ent. Ital. 1922, p. 85.

Porto Bardia ! marzo 1927, due esemplari; Marsa Luca t (Tobruch) 21 novembre 1926, un esemplare; leg. Confalonieri. a Descritto di Tripolitania: Homs ! leg. Andreini 1913. clio esemplari tipici della coll. Dodero non differiscono da quelli di.

Cirenaica.

Brachycerus plicatus Gyllh.

Brachycerus plicatus Bedel, Ann. Soc. Ent. France 1874, p. 164.

Fuehat ! , marzo 1920, un esemplare di piccola statura, raccolto da Zanon, det. F. Solari. Vedi Zanon (1922). Trip = litania: Homs ! , Misurata ! , leg. Andreini 1913. a

Bedel (1 c.): Canarie, Spagna centrale ed orientale, Baleari, Marocco, Algeria, Turchia (Costantinopoli), Morea; Rodi, DI parte delle Coste dell’ Asia Minore. cane

er

. ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 375

| Brachycerus kabylianus Desbr,

| Bengasi ! (Fuehat) maggio 1919, leg. Zanon; Zanon (1929): | Fuehat, aprile 1917; esemplari determinati da F. Solari come ‘kabylianus var. Dodero (1925). El Fetejah, Derna, Bengasi Files Festa (det. F. Solari). Dodero TO) litt.) Cirene, Bengasi, leg. GO, Kruger.

Algeria orientale, Tunisia.

Brachycerus algirus F. Falzoni (1923): Cirene. leg. Ghigi. È molto probabile che si tratti del plicatus Gyllh, i 4

Porocleonus candidus Oliv.

| Porocleonus candidus Faust, Deutsch. Ent. Zeitschr. 1904, p. 230. Porocleonus candidus Beilel, Bull. Soc. Ent. Egypte 1909, p. 91.

Porto Bardia: Marsa Luca ! , novembre 1926, leg. Confalonieri. Porto Bardia ! , marzo 1927, leg. Confalonieri e M. Cugia. Dodero (in litt.) Tobruch, leg. G. C. Krùger. |

Mesopotamia (rive dell’ Eufrate, loc. class.), penisola del Sinai, . Egitto (Cairo ! leg. Doria-Beccari, Il. 1880); Tripolitania, regioni desertiche della Tunisia e dell'Algeria; Perim; coste della Somalia settentrionale. |

Nell’ Egitto la specie si trova presso alle radici dell’ Alhagi manniferum Desv. (teste Boehm, Bull. Soc. Ent. Egypte, 1908). | Nell'Algeria (dove questa pianta non esiste) esso vive sui rami della Passerina microphylla Coss. et Dur. (teste Bedel, Bull, Mea Ent. Egypte 1909, p. 91).

Coniocleonus excoriatus Gyllh.

Coniocleonus excoriatus Faust, Deutsch. Ent. Zeitschr. 1904, p. 240 ; Coniocleonus lacunosus Bedel, Bull. Soc. Ent. Egypte 1909, p. 93.

È | Porto Bardia ! , novembre 1926 e marzo 1927 leg. Confalo- i nieri; Bengasi ! , leg. Zanon: det. F. Solari. Bengasi ! , aprile . 1922, leg. Silvestri. Zanon (1922): Fuehat, maggio 1917, | sotto sassi. Dodero (1922): Fuehat, leg. Festa. Dodero (1925): | Zavia Mechili e Uadi Kuf (leg. Festa). Dodero (in litteris) ic Bengasi, leg. G. C. Kruger.

376 Di E. GRIDELLI

Secondo Bedel la specie è diffusa in quasi tutto il bacino del Mediterraneo, nel Marocco occidentale e nelle isole Canarie. Si trova inoltre nella penisola del Sinai (Alfieri: Bull, Soc. Ent. Egypte 1920, p. 50), Egitto (Alfieri 1. c.) e nella Persia occidentale | : esemplari raccolti da Doria nel 1862-63 (det. Faust).

Conioceleonus SOS uturatus Goeze

Coniocleonus nigrosuturatus Faust, Deutsch. Ent. Zeitschr. 1904, p. 240. Coniocleonus nigrosuturatus Bedel, Bull. Soc. Ent. Egypte 1909, p. 92.

Dintorni di Bengasi ! , un esemplare raccolto da Zanon (det. Dodero). Zanon (1922): Bengasi (Cimitero Nuovo), maggio 1919.

Europa occidentale (al nord fino a Parigi), Mediterraneo, Turchestan, Persia meridionale ! : leg. Doria 1862-63. Reitter (Fauna Germ. V, 1916, p. 84) lo indica come cifinss in tutta la Germania.

Conioeleonus erinipes Fahrs.

Coniocleonus crinipes Faust, Deutsch. Ent. Zeitschr. 1904, p. 241.

Vidi un esemplare raccolto da G. C. Kruger a Bengasi ! (in coll. R. Ufficio Agrario Bengasi ! . Condizioni di Soa perfette (Vidit Dott. F: Solari).

Bedel (Bull. Soc. Ent. Egypte ‘1909, p. 93): Caucaso, Siria, Cipro, Egitto (vedi Bedel Fauna Col. Bass. Seine VI, 1888, p. 262), Tunisia, Algeria, Bedel (1888 1. c.): Renania, Francia orientale e Centrale, Europa Min |

fr

Coniocleonus planidorsis Fairm.

Coniocleonus planidorsis Faust, Deutsch. Ent. Zeistchr. 1904, p. 241.

Indicato di Cirenaica da Faust (1. ¢.). Il Dott. F. Solari determinò a suo tempo con dubbio quale planirostris un esem- plare raccolto da Zanon a Bengasi ! (Cimitero Nuovo), citato con

questo nome da Zanon (1922). Esso si trova nelle collezioni del Pi

Museo Civico di Genova e corrisponde abbastanza bene ai caratteri indicati da Faust, soltanto che gli intervalli delle elitre, pur? essendo nettamente meno convessi che nel crinépes, non sono « alle ...... gleichmissig flach » come indica Faust. Credo

‘ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB 377

Bay. P va ie f

fo molto probabile che si tratti in tal caso del planidorsis gran. (le descrizioni di Fairmaire in Pet. Nouv. Ent. VI, 1874, | p. 388 e in Rev. Zool. 1879, p. 212 sono abbastanza vaghe), È ‘tanto più che lo stesso* Faust lo indica di Cirenaica. «Descritto d' Algeria Merid.: Souff. Bedel (Bull. Soc. Ent. Egypte 1904, p. 94): Cirenaica (Faust); Tunisia meridionale, _ Algeria meridionale. Specie evidentemente sahariana.

a Ammocleonus hieroglyphicus Oliv.

Bi Dicranotropis hieroglyphicus Faust, Deutsch. Ent. Zeitschr. 1904, p. 203.

Oasi di Giarabub!; marzo 1927 leg. Confalonieri; giugno 1926 leg. G. C. Kruger. Numerosi esemplari vennero raccolti da Con- . falonieri nel novembre 1926, durante il viaggio da Porto Bardia a Giarabub.

Descritto d’ Egitto. Siria e regione del Sinai; Egitto: Ramleh «d'Alessandria, Mex, Cairo, Fayum, Ismailia, ecc. (Bedel); Cairo ! _ (Doria-Beccari leg.), Kantara! (Suez, leg. Issel 1870) ; Tripolitania; | Tunisia ed Algeria, fino agli chotts del Sud della provincia di . Orano (Bedel); Senegal ed Eritrea (Massaua) teste Bedel.

Secondo Boehm (Bull. Soc. Ent. Egypte 1908, p. 60) la larva vive nella Papilionacea Alhagi manniferum Desv., pianta che

secondo Bedel non si trova in Algeria in Tunisia. Sa- | rebbe pertanto interessante stabilire su quale pianta viva si larva nella Cirenaica.

/ Gonocleonus nov. sp.

L’ unico esemplare di Gonocleonus noto finora della Cirenaica

. «(in coll. R. Uff. Agrario Bengasi).

fe 'L? orlo ‘superiore dell’occhio è separato (visione laterale) _ -dall’ orlo superiore della cresta frontale da un intervallo molto largo, largo almeno (un po’ di più) quanto la metà della lar- | ghezza massima dell’ occhio. Non può trattarsi dell’énsignis Desbr., perchè l’orlo delle elitre dietro agli angoli omerali è uniforme- | mente convesso, non sinuato. Differisce da tutte le altre specie

(1) Vedi Bedel, Abeille XXXI , P. 42, nota 1.

e

| Ammocleonus (*) hieroglyphicus Bedel, Bull. Soc. Ent. Egypte 1909, p. 95.

i venne raccolto da G. C. Kruger a Tobruch! nell'aprile 1925.

378 E. GRIDELLI

(Helferi Chevr., heros Chevr., Munieri Bed.) per il pronoto non:

dentato ai lati, i quali sono regolari, appena convessi, subrettilinei, fino in prossimità degli angoli.

Un solo esemplare non è certamente sufficiente alla definizione: della specie, ma in tutti i casi la presenza di un Gonocleanus

nella Cirenaica orientale è di grande interesse faunistico, dato

che tutte le altre specie del genere si trovano nell’Africa Minore: e nella Sicilia.

Pachycerus mixtus F.

Pachycerus mixtus Hust., Ann. Soc. Ent. France 1926, p, 280, 293.

Ain-Mara!, aprile 1926, un esemplare raccolto da G. C. Kruger- (in coll. R. Uff. Agrario Bengasi). Dodero (1925): un es., raccolto a Bengasi (Giuliana) da G. C. Kriiger (det. F. Solari).

L’ esemplare da me esaminato corrisponde perfettamente alla. descrizione data da Hustache (1. c.). Come giustamente rileva. questo autore, e contrariamente a quanto disse Faust (Deutsch. 1904, p. 224) le linee bianche del pronoto sono evidenti; nell’e- semplare esaminato è ben visibile (oltre alle due linee ad X laterali e la linea longitudinale) anche una linea bianca trasver- sale, poco marcata, la quale congiunge i punti d’incontro delle due linee ad X (ossia i due centri delle X).

Specie d’ Algeria, citata da Faust (1. c.)- anche delle Alpi Marittime (con tutta probabilità per errore).

Obs. Nella Palestina (Caifa) si trova una specie affine descritta.

da Faust (1. c.) col nome di crassicornis. I caratteri indicati da.

Faust non corrispondono a quelli dell’ esemplare suddetto di.

Cirenaica.

Pachyeerus varius Herbst

Non ho veduto - esemplari cirenaici di questa specie, però Zanon (1922) la indica come raccolta a Bengasi (Fuehat) nel

luglio 1917, sotto a sassi; esemplari non riveduti dal Dott. F. Solari.

Pur avendo qualche dubbio sulla determinazione degli esem- plari citati da Zanon credo che la presenza del varius nella

(1) Vidi inoltre un esemplare della collezione Zanon (R. Uff. Agr. Bengasi coll’ etichetta: « Lixus augurius Boh., 26-VI-1918. Si tratta certamente dell’esem- plare citato con questo nome da Zanon (1922) di Fuehat. By

Rie ee

=

Ni Vi) pi

deri

ay ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 379

| Cirenaica sia molto probabile, data la grande area di diffusione

della specie: Europa meridionale (nella Francia centrale e spe:

| cialmente meridionale), Algeria, Asia Minore, Turchestan (vedi Hustache, Ann. Soc. Ent. France 1926, p. 293).

Conorrhynchus conicirostris (') Oliv.

| Conorrhynchus conicirostris Faust, Deutsch. Ent. Zeitschr. 1904, p. 218. » » Bedel, Bull. Soc. Ent. Egypte 1909, p. 99.

p Bengasi! (Cimitero Nuovo), maggio 1919, un es. leg. Zanon (det. Solari). Zanon (1922): Fuehat, giugno 1918 (det. Solari). Dodero (1922): Fuehat (leg. Festa). Dodero se litt.): Scegga,

._Agedabia, leg. G. C. Kruger.

. Descritto a Egitto. Vive secondo Bedel sulle Chenopodiacee | nei terreni salati costieri e continentali. Canarie, Africa set- i

tentrionale, Spagna (Cartagena), isola Alboran! (crociera del Corsaro, un es. IX. 1882, det. Faust), Francia meridionale, Sicilia,

Conorrhynchus brevirostris Gyllh.

Conorrhynchus brevirostris Faust, Deutsch. Ent. Zeitschr. 1904, p. 217. » eee Bedel, Bull. Soc. Ent. Egypte 1909, p. 98.

Porto Bardia!, 4 es. novembre 1926 e 4 es. marzo 1997, raccolti da Confalonieri. Dodero (1925): Zavia Mechili, leg. Festa (det. F. Solari).

Francia meridionale, Sardegna, Italia (Livorno! leg. Gestro), Tunisia, Algeria, Egitto.

i Ops. Secondo Faust la specie si trova anche nell’Abissinia. Non credo È che ciò corrisponda al vero, perchè due esemplari raccolti a Abd-el-Kader! | (Ragazzi leg. 1892) ed altri dello Scioa (Gherba!, Ragazzi leg. 1887) i determinati da Faust per drevirostris appartengono a tutt'altra specie A (punteggiatura grossa del pronoto più densa, struttura del rivestimento i dell’addome diversa). |

Cyphocleonus morbillosus F.

Zanon (1922): Fuehat, nell’ orto; luglio 1916. Su alberi di Zizyphus vulgaris coltivato, da me colto a corroderne le foglie. (Ex Zanon, l. c.). Falzoni (1923): Ghegab, leg. Ghigi. Regione mediterranea.

#

380 i E. GRIDELLI

Xanthoprochilus cinetiventris Fahrs.

Cleonus cinctiventris Fahrs. in | Schonherr, Gen. Spec. Curcul. VI, pars Il, 1842, p. 54.

Xanthochelus cinctiventris Faust, Deutsch. Ent. Zeitschr. 1904, p. 259.

Xanthoprochilus cinctiventris Bedel, Bull. Soc. Ent. Egypte 1909, p. 100.

Aspetto simile all’ hieroglyphicus Ol., ma rostro con solco mediano (esteso anche sulla fronte) e due solchi laterali più leg- geri, pronoto rozzamente granulato; ciascuno tergite addominale con quattro macchie nere, allineate nel senso trasversale.

Tobruch! leg. Ten. G. Botto, 1 es. Cairo! (Egitto) leg. Doria-Beccari II. 1880, un es. Descritto d’ Egitto. Bedel (1. c.) lo indica del: Cairo (Henon), Djebe! Mokattam (Letourneux), Longsor (Demaison), Ibrim (Letourneux). Lo indica inoltre del Sud della Tunisia: regione di Douz e di Gàbès). Secondo Bedel la specie si trova anche nella Spagna centrale: Aranjuez (Mar- mottani Ch. Bris.. il quale è sinonimo del cinctiventris; Bedel ‘stabilisce la sinonimia in base al confronto dei tipi): « Le fait que celte espéce desertique se retrouve dans le centre de l’Espagne, comme une sorte de témoin de l’ancienne disper-

sion des Cléoniens, est un des cas les plus intéressanis de

leur distribution géographique actuelle ». (Ex Bedel, |. c.). E molto probabile che la specie si trovi in tutta l’Africa set- tentrionale.

LI

EKurycleonus gigas Mars. x

Leucochromus oigas Mars., Abeille 1868, p. 187. Epilectus gigas Faust, Deutsch. Ent. Zeitschr. 1904, p. 208.

Un esemplare di questa specie gigantesca (24 mm. rostro

esclusc) venne raccolto da G. C. Kruger a Es Sahabi! (sulla carovaniera Agedabia-Augila) nel maggio 1928. Descritto da Marseul come Leucochromus (1868), assegnato da Chevrolat al genere Exochus, nome preoccupato che venne sostituito da Faust con quello di Epilectus. Essendo questo nome pure preoccupato Bedel (Abeille XXXI, p. 43, nota 1, 1907) propose il nome di Hurycleonus. | Descritto su esemplari di Touggourt (Sahara Lai indicato

Salo a SRNR

ei

ida Peyerimhoff (Abeille XXI, 1907, p. 43) della penisola del a

_Turchestan ecc. Si tratta quindi d’ una specie d’ origine asiatica,

. babilmente anche tripolino) tunisino e che raggiunge la massima

| plari, leg. Zanon (in coll. R. Uff. Agr. Bengasi). Barce! (Merg)!, E : leg. G. 0. Krùger, marzo 1928 (ibidem). | ue.

f |—— ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB 381 a

Sinai (Hadjar er Reqab: esemplare confrontato col tipo di Mar-

seul) nonchè del Sahara algerino e tunisino. Non venne indicato <2 da Bedel (Bull. Soc. Ent. Egypte 1909), p. 91) d’ Egitto; però il e . Dott. F. Solari mi comunica di possedere un Fifpplare v Egitto pe ed uno d' Algeria (Biskra). | LRD L’ altra specie del genere è il Lehmanni Mén. della Kirghisia, | a

diffusa nella penisola del Sinai, Sahara egiziano, cirenaico (pro-

estensione ad occidente nel Sahara sud-algerino. a

ILixus (') anguinus L.

Lixus anguinus Petri, Bestimm.-Tab. 55, 1904-1905, p. 37.

Bengasi: Fuehat!, giugno 1917, novembre 1917, due esem-

Zanon (1922): Fuehat, nell'orto, luglio 1916. Uovo e larva | = sul cavolo fiore, cavolo cappuccio, ecc. (vedi Zanon |. c.). a Dodero (1925): Derna e Bengasi, leg. Festa. (aa Specie diffusa in tutta la regione mediterranea. Vidi esemplari di: Tunisi!; Bone! (Algeria); Oristano! (Sardegna); Spezia! (Liguria), in coll. Mus. Civ. Genova, determinati da Petri. “Sd

Lixus junci Boh.

Lixus junci Petri, Bestimm.-Tab. 55, 1904-1905, p. 38. Bs media. Reitt., Fauna Germ. V, 1916, p. 93. Sa

Bengasi!, alcuni esemplari raccolti da Zanon, marzo-aprile | . n 1916 (det. F. Solari). Zanon (1922): Fuehat!, marzo 1916; dannoso alle bietole (vedi 1. c.). Dodero (1922): Fuehat, leg. Festa. Dodero (1925): Derna, leg. Festa (det. F. Solari). a

Europa meridionale, Mediterraneo. Reitter (1. c.) lo indica | anche dell’ Dora media: Nassau, Moravia. pa

(1) Lixus augurius Boh. Zanon (1908) indica d’ aver raccolto questa specie a Fuehat. . (Bengasi) nel giugno 1918. Si tratta d’un grossolano errore di determinazione; È l’esemplare in questione (R. Uff. Agr. Bengasi) è un Conorrhynchus conicirostris O1.!L SE i

E. GRIDELLI

\ Lixus scolopax Boh.

Dodero (1922); Fuehat, un esemplare, leg. Festa. Europa meridionale, Mediterraneo, Russia meridionale, Caucaso.

Lixus ferrugatus Oliv.

Lixus ferrugatus Petri, Bestimm.-Tab. 55, 1904-1905, p. 59. Livus crricollis Reitt., Fauna Germ. V, 1916, p. 94.

Zanon (1922): Bengasi (Cimitero Nuovo), giugno 1918; Fue- hat, maggio 1920 su Carthamus divaricatus. Dodero (1923): El Fetehjah, leg. Festa. _

Germania occidentale, Francia, Europa meridionale, Medi- terraneo.

Larinus onopordinis F. d

Specie molto variabile, della quale vennero descritte nume- . rose forme, diffuse in tutta l'Africa Sao Mediterraneo, orientale, Siria, Caucaso, Persia.

Il Dr. F. Solari, al quale comunicai in esame i pochi esem- plari a me noti, determinò col nome di onopordi un esemplare raccolto a Tobruch ! da G. C. Kriiger (coll. R. Uff. Agrario Ben-

bp gasi). Gli altri esemplari differiscono da questo per i punti delle - strie delle elitre più profondi e quindi le strie stesse più evi- denti e più grosse e vennero determinati da F. Solari come aegyptiacus Cap.: Agedabia !, leg, G. C. Kruger (coll. R. Uff. Agr. Bengasi); El Garib!, Guarscià !, leg. Silvestri 1922. Dodero q possiede un esemplare della stessa. an, raccolto da G. ©. Kri-+ | ger a Agedabia !. | : a

Zanon (1922) indica di Fuehat di 1916, si su Di Carthamus divaricatus, lab. numidicus Cap. vo

Larinus vittatus (!) F. di a

I pochi esemplari da me esaminati, raccolti a Porto Bardia | nel marzo 1927 da Confalonieri ed a Cirene ! nel 1818 da.

Lixus ascanii L. Falzoni (1923): Bengasi, leg. Ghigi. Lixus bardanae F. Falzoni (1923): Cirene leg. Ghigi. (1) Zanon (4922) indica di Fuehat la var. abvarius Boh. Questa va. radiata dal catalogo; si tratta certamente del rugicollis Schònh.

di)

|| ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB 383

VU. Bolsi corrispondono alla descrizione del rugicollis Schénh.

(Curcul. VII, II, p. 18). Dodero (1925) cita il rugicollis di Ci-

rene (leg. Festa).

La forma tipica si trova secondo Petri nel Mediterraneo occi- dentale (Francia, Spagna, Minorca), la forma rugicollis sembra

«essere propria dell’Africa settentrionale.

-

4 Tarinus flavescens Germ. | Larinus flavescens- Petri, Bestimm.-Tab. 60, 1907, p. 96.

È Zanon (1922): Bengasi ! (Cimitero Nuovo), luglio 1916, det. | F. Solari. Ain Mara |, aprile 1926, un esemplare leg. G. C. Kri- ger, det. F. Solari (coll. R. Uff. Agrario Bengasi). Dodero (1922): Fuehat, leg. Festa.

Europa meridionale, Mediterraneo.

ne Jarinus Zanoni Solari

Larinus Zanoni Solari, Boll. Soc. Ent. Ital. 1922, p. 86.

Bengasi ! (dintorni), leg. Zanon, serie tipica ! (coll. Mus. Civ. Genova); Guarscià ! un esemplare leg. Prof. F. Silvestri, 4 aprile

1922, Slonta !, un esemplare leg. U. Bolsi.

Zanon (1922) lo indica di Fuehat (steppa, maggio 1916) e

descrive un’invasione di quest’insetto, portato in enorme numero

. dal Ghibli. Dodero (1925): Coefia, Bengasi, Fuehat (leg. Festa).

-— Indicato come Larinus n. sp. da Dodero (1922, Fuehat e Ghemines, leg. Festa) e da Falzoni (1923, El Abiar, leg. Ghigi. Dodero (in litt.): Bengasi, leg. G. C. Kriger.

Bangasternus planifrons Brullé

Zanon (1922): Bengasi ! (Cimitero Nuovo), aprile 1916; Do- a dero (1925): Tolmetta, leg. Festa Dodero (in litt.): Cirene, leg. _ G. C. Kruger.

Mediterraneo orientale: Dalmazia, Grecia, Asia Minore, Siria.

384 E. GRIDELLI

Rhinocyllus conicus Oliv.

_Zanon (1922): Fuehat, aprile 1916, steppa, sotto i sassi. Europa media e meridionale, Asia Minore, ad oriente fino nel Turchestan.

é

Rhytidoderes siculus Fàhrs

x | Tutti gli esemplari raccolti in Cirenaica e segnalati come ae plicatus Oliv. o plicatus var. siculus Fàhrs sono da riferirsi al siculus Fahrs., che secondo Solari è una specie distinta, diffusa in tutta l'Africa settentrionale,

Oasi di Giarabub !, febbraio 1927; Porto Bardia !, novembre 1926, marzo 1927: leg, Confalonieri. Dintorni di Bengasi !, leg. Zanon. Bengasi !, aprile 1922, leg. Silvestri.

Zanon (1922): Fuehat !, steppa, sotto i sassi aprile 1916. © Dodero "(1922): Ghemines, Fuehat (leg. Festa). Falzoni (1993) aa Bengasi, Fuehat (leg. Ghigi). Dodero 1995): El Fetejah, Derna leg. Festa). Dodero (in litt.): Bengasi, leg. G. C. Kruger. og

Egitto: Helouan, leg. J. Sahlberg (vedi Bull. Soc. Ent. - Egypte

i; 1913, p. 127).

ie Wi Hypera philanthus Ol i a Hypera philantha Capiom., Ann. Soc. Ent. France 1867, p. 531. a 6: Bengasi ! due esemplari, raccolti da Zanon (det. F. Solari).

2 Zanon (1922); Gariunes, (Bengasi), maggio 1918, sotto i sassi.

. Secondo Petri (Bestimm.-Tab. 44, 1901, p. 10) le squamule

A delle elitre dovrebbero avere l'orlo apicale integro («an der

È Spitze ganzrdndig ») mentre nell’affine austera Boh. esse sono

«an der Spitze deutlich ausgerandet, deutlich zweispitzig ».

Rhytirrhinus Schonh. Zanon (1922) segnala una specie di Fuehat (V. 1919) (in coll. Mus. Civ. Genova) e Falzoni (1923) una specie di Ben Gadir (leg. Ghigi). Vidi pure ‘| alcuni esemplari di Rhytirrhinus nella coll. Dodero, raccolti in Cirenaica da Kruger e molti di varie specie raccolti a Homs ed a Misurata (Tripolitania) da Andreipi. Secondo Solari si tratta nella maggior parte dei casi di specie inedite, ma che non si possono descrivere senza fare una revisione di tutto il genere.

Gronops Schòonh. Zanon raccolse a Bengasi! (Ghemines) nel maggio 1919, un esemplare riferito con dubbio da Solari al Gronops Jekeli All. Specie dubbia.

ESPLORAZIONE DELL'OASI DI GIARABUB 385

ui: :

i:

di In realtà, tanto gli esemplari di Bengasi ! quanto altri di Tu-

nisia (Kairouan !, Tunisi !), Pantelleria !, Sardegna ! ed Algeria |, | presentano sulle elitre squamule nettamente bicuspidate, almeno | all’esame microscopico. Esaminandole invece con una semplice lente, anche di forte ingrandimento, l’incisione apicale non si distingue quasi e l’orlo apicale sembra quindi integro.

oe ~

Europa meridionale, Mediterraneo.

È. 3 HIypera hispidula Schon.

3 Hupera a Petri Bestimm.—Tab. 44, 1901, p. 18.

4 . Bengasi: Cimitero Nuovo ! sotto sassi, maggio 1919, molti esemplari, Gariunes ! maggio 1919, leg. Zanon (det. Solari). Vidi q pure Zanon (1922). ì

a Egitto, Cirenaica, Tripolitania (Homs ! Misurata !, comunis- | sima, leg. Andreini 1913).

de: Tunisia. Sembra trattarsi d’una specie orientale, la quale i manca nell’Algeria, dove viene sostituita dalla Marmottani.

Be onomas fasciculatus Herbst

onore fasciculatus Cap., Ann. Soc. Ent. France 1868, 129. » Petri, Bestimm.-Tab. 44, 1901, p. 19.

Porto Bardia !, due esemplari raccolti da Confalonieri, nel marzo 1927, Europa, Mediterraneo, Africa settentrionale, Madera, Abissinia, Dongola.

| Phytonomus pastinacae Rossi

Dodero (1925) indica di Tolmetta e Merg la var. Olivieri Cap.: esemplari raccolti da Festa e determinati da Solari. Regione mediterranea.

Phytonomus constans Boh.

Zanon (1922): Bengasi (Cimitero Nuovo), maggio-giugno 1919; det. F. Solari. Dodero (in litt.): Agedabia, leg. G. C. Kruger. . Petri (1. c. p. 26) indica la specie di Andalusia ed Algeria.

Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LIV (28 Agosto 1930). 25

386 i . E. GRIDELLI

Nel Cat. Reitter 1906 essa è segnalata di: Gallia meridionale, Spagna, Portogallo, Sicilia, Tirolo (molto dubbio !). Forse specie del Mediterraneo occidentale.

+

Phytonomus aegyptiacus Cap.

Dodero (in litt.): Cirene, leg. G. C. Kruger, det. F. Solari.

Vedi inoltre Dodero (1925): Tecnis, un esemplare raccolto da

Festa, colle elitre rossastre, determinato da F. Solari, come « aegyptiacus Cap. var. (veris.) ». Non ho dati attendibili sulla distribuzione geografica.

Phytonomus variabilis Herbst

Zanon (1922) indica di Fuehat (aprile 1918) la var. siculus Cap. Citato della penisola del Sinai: « Gebiet von Samrah, S. O., 29-IV » (det. Peyerimhoff, vedi Ent. Blatter 1922, p. 51): « Es wurde nur 1 Stùck gefunden, das nach Fr. Hartmann ganz mit deutschen Exemplaren ùbereinstimmt. Ein Lange unterschied der beiden ersten Fuhlerglieder ist nicht vorhanden ». Dodero (in litt.): Cirene, Bengasi, leg. G. C. Kruger. |

Phytonomus j ni us Cap.

Zanon (1999): Bengasi Cimitero Nuovo), maggio 1919, (det. F. Solari). Regione mediterranea.

Phytonomus trilineatus Marsh.

Dodero (1925): Uadi Kuf, Tolmetta, Merg; esemplari raccolti da Festa e determinati da Solari. Zanon (1922): Fuehat, luglio 1915.

Europa media e meridionale, Mediterraneo.

Limobius borealis Payk

Dodero (1925): Uadi Kuf, un esemplare raccolto da Festa (det. | F. Solari).

Europa, Algeria, Asia Minore, Caucaso.

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: ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 387

Coniatus aegyptiacus Cap.

- Confalonieri raccolse nell’ oasi di Giarabub !, nel febbraio e marzo 1927, una grande quantità d’una specie di Coniatus, che

mon si può determinare con precisione. Si tratta certamente o

dell’aegyptiacus Cap. (Ann. Soc. Ent. France 1868, p. 268) de- scritto su un gf? dell'Alto Egitto oppure del Saw/cyî Cap. (I. c. p. 261) descritto su quattro esemplari, pure d’Egitto.

Petri (Bestimm.-Tab. 44, 1901, p. 32) considera Saulcyi quale varietà dell’ aegyptiacus, distinta soltanto per la statura (3-4

mm.) e per le gambe nere, colle articolazioni rosse. Capiomont i. c.) p. 263) indica molti caratteri differenziali, i quali sono però

ben difficilmente apprezzabili senza il confronto delle due forme.

Non vidi mai esemplari d’Egitto.

Solari e Dodero ritengono che gli esemplari in questione (nonchè altri raccolti da G. C. Kruger a Giarabub nel giugno 1926) debbano riferirsi all’aegyptiacus.

Forma d'origine orientale.

Barytychius squamosus Gyllh.

Dodero (1925) indica la specie di Derna; leg. Festa, det. Solari.

Europa meridionale.

Smicronyx jungermanniae Reiche

x

Zanon (1922): Fuehat. giugno 1918, di notte, alla lampada.

Li

Rhyneolus culinaris Germ. Rhyncolus culinaris Reitt., Bestimm.-Tab. 37, 1898, p. 14.

. Bengasi !, leg. Zanon 1919, det. F. Solari. Europa, Caucaso, Turchestan.

Coniatus spec.? Nell’ oasi di Giarabub si trova pure una seconda specie, che

| sembra essere molto più rara dell’aegyptiacus. Ne vidi un solo esemplare (1 marzo

1927, leg. Confalonieri) fortemente deflorato. Differisce dal swavis, sia per il rostro tun po’ più grosso, sia per il corpo (e specialmente le elitre) più corto. Non credo si tratti del Zaetus Mill. e nemmeno dello splendidulus Fabr., specie che non cono-

| sco in natura.

Barytychius spec ?. Dodero (4925) : Due esemplari di Tolmetta.

E. GRIDELLIO

Acalles variegatus Boh.

Dodero (1925) un esemplare (var.) di Uadi Kuf, IE Me Festa (det. F. Solari).

Europa meridionale, Sardegna, Sicilia, Algeria, Marocco.

Ceutorrhynchus mixtus, Muls.

Dodero (1925): Derna, un solo esemplare, leg. Festa (det. F. Solari). o Descritto di ui

Calandra granaria L.

Zanon (1922): Bengasi, depositi militari di grano alle Bede q e alla Giuliana, tutto l’anno a Fuehat, nell’ orzo e nel grano. 4 Maggio 1915. In arabo Sus. dr: J Specie cosmopolita. È

Calandra oryzae L.

Zanon (1922): Insieme ae specie precedente. Dodero 1999): Ghemines, due esemplari leg. Festa. Falzoni (1923): Uadi | Derna, un es. leg. Ghigi. | pi

Specie cosmopolita.

Tychius albosuturalis Pic Tychius albosuturalis Pic, Boll. Soc. Ent. Ital. 1929, p. 96.

Ho veduto l'esemplare tipico della specie, raccolto da G. ike Kruger a Agedabia ! il 28 maggio 1925, conservato nelle colle- zioni del R. Uff. Agrario di Bengasi, nonchè un esemplare, pure: di n (leg. G. C. Krùger) nella coll. Dodero. |. na

Ta oblongiusculus Desbr. | \ |

Oasi di Giarabub ! un esemplare raccolto da Gl Kriiger nel luglio 1926, determinato con questo nome da. Pic (in coll. R. Uff. Agrario di Bengasi). |

(2) Tychius spec % Un esemplare di Agedabia !, leg. G. C. Kriiger, determinato d Pic come Vaulogeri Pic var. (in coll. R. Uff. Agrario Bengasi).

e Sa ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB 339 Wo: 'Tychius Zanoni Pic. 3 È: | ‘Tychius Zanoni Pic, Boll. Soc. Ent. Ital. 1928, p. 105... oa La descrizione é basata su due esemplari raccolti da Zanon nei a _ dintorni di Bengasi!; essi mancano di altre indicazioni di località e Sd data di cattura, ma sono certamente quelli citati da Zanon (1922) 3 «come « Tychius spec? » col nr. 314, raccolti a Fuehat, sotto la et scorza di alberi di fico nel maggio 1919; Coll. Museo Civico RA Genova e coll. Pic. dll | Oss. Zanon (1922) indica di Cirenaica una seconda specie di Tychius ee | raccolta a Gariunes, sotto la scorza delle piante di fico, nel maggio 1919. pi Il solo esemplare raccolto, si trova nelle collezioni del Museo Civico di i È 4 Genova, ma Solari Pic che ebbero occasione d’ esaminarlo, ritennero aa 4 ‘opportuno di descriverlo. BE) Sibinia planiuscula Desbr. 2 | Oasi di Giarabub ! , marzo 1917, quattro esemplari, raccolti i DI 1 . da Confalonieri. Bengasi ! , giugno 1918, un es. raccolto da a. | Zanon; gli esemplari vennero determinati dai signori F. Solari e i NES Pies, Le a Zanon (1922): Fuehat luglio 1915, sotto la scorza di un ca albero di gelso (det. F. Solari). Dodero (in litt.): Bengasi, Age- 0 . dabia, leg. G. C. Krùger. | De 3 Europa meridionale, Mediterraneo. a ou | Sibinia arenariae Steph. RE: a Oasi di Giarabub ! , tre esemplari, marzo 1927, leg. Confa- 70008 . lonieri; Bengasi ! , giugno 1919, un es. leg. Zanon: det. F. Solari Hi. e M. Pic. “al Zanon (1922): Fuehat, giugno 1919, sotto la scorza di un wa: _ ucalyptus. Dodero (1922): Fuehat, 1 es. leg. Festa. Dodero oa (1925): Bengasi (leg. Festa). Dodero (in litt.): Bengasi, leg. ie i: GC. Kruger. ee ‘Europa media e meridionale, Mediterraneo. “SR Sibinia attalica Gyllh. Pa . Agedabia ! , leg. G. C. Kruger (coll. R. Uff. Agrario Bengasi ne ra) | . i . ed . e coll. Museo Civ. Genova). Determ. Pic. | i: «PR

si trova nella Palestina (palaestinum Pic).

E. GRIDELLI

390

Sibinia harmoniea Chevr.

Bengasi, leg. G. C. Kruger (in coll. R. Uff. Agrario Bengasi È e coll. Museo Civico Genova. Determ. Pic. i

Mecinus Schneideri Kirsch

ia = MI

Dintorni di Bengasi: Gariunes ! , maggio 1919, sotto corteccie di fico, leg. Zanon, det. F. Solari. | Egitto, Algeria. Probabilmente largamente diffuso nell’Africa © settentrionale. 4

| Mecinus (1) Aubei Desbr.

Bengasi ! , leg. Zanon, marzo 1916, sulle fave in fiore; | Gariunes ! (ce Zanon maggio 1919, sotto corteccie di fico; det. cà; Solari. Vedi Zanon (1922). ;

Specie d’Algeria (Frelon 1193, p. 58). i

i

Gymnetron simum Muls.

Gymnetron simum Reitt., Bestimm.-Tab. 59, 1907, p. 18.

Bengasi !, nella corteccia di carrubo, leg. Zanon giugno 1919; Gariunes ! , corteccia di fico, leg. Zanon maggio 1919, (vedi pure Zanon 1922); det. F. Solari.

Spagna, Francia, Corsica, Sicilia, Cefalonia, Algeria; una varietà

Gymnetron nigronotatum Pic

Dintorni di Bengasi , (Gariunes), corteccia di fico, esemplari raccolti da Zanon nel maggio 1919, determinati da F. Solari e da M. Pic. Falzoni (1923): Fuehat, leg. Ghigi.

Descritto di Tunisia. Tunisia, Algeria, Cirenaica.

(1) Mecinus barbarus Gyllh. e M. pyraster Hbst. Specie dubbie, indicate da Zanon. (4922) come raccolte a Gariunes. nel maggio 19419, sotto corteccie di fico.

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 391

Gymnetron variabile Rosenh.

| Gymnetron variabile Reitt., Bestimm.-Tab, 59, 1907, p. 12.

Vidi esemplari di Gariunes , raccolti da Zanon insieme a quelli della specie precedente (det. F. Solari). Vedi Zanon (*) (1922) e | Falzoni (1923): Fuehat, leg. Ghigi.

a Regione mediterranea,

EL Ù )

Nanophyes centromaculatus Costa

Oasi di Gilbeb. ! , pochi esemplari raccolti da Confalonieri « nel marzo 1927. Determ. M. Pic. . Sicilia (Costa), Algeria (Poupillier), Bone (Desbrochers).

Nanophyes quadrivirgatus Costa

Oasi di Giarabub ! , alcuni esemplari raccolti da. Confalonieri ‘nel marzo 1927. Determ. M. Pic. Dodero (1925): Due es. di oca leg. Festa (det. F. Solari).

| Regione mediterranea,

é

Nanophyes setulosus Tourn.

Oasi di Giarabub | , un esemplare, raccolto da Confalonieri nel marzo 1927. Determ. M. Pic. Egitto.

Nanophyes latifrons Pic

Oasi di Giarabub !, molti esemplari raccolti da Confalonieri nel Marzo 1927. Determ. M. Pic.

(1) Forma dubbia: Gymnetron variabile curtulum Reitt. Zanon (1922).

392 E. GRIDELLI

i (1) (Onychapion) Poupillieri Wenck.

Apion Poupillieri Wenck., Abeille 1864, Dp. 127. Onychapion Poupillieri to Mem. Soc. Ent. Ital. 1922, p. 159.

.Oasi di Giarabub ! , Wee ea nel marzo 1927 sulle infio- rescenze delle palme, leg. Confalonieri. Venne pure raccolto a - Giarabub da G. C. Kruger nel Giugno 1926. Descritto d’Algeria; diffuso secondo Schatzmayr nella Spagna, Algeria, Tunisia, Egitto e Palestina.

Apion i radiolus Kirby

Venne raccolto a Derna dal Dott. Muli Dodero (1925). Det. F. Solari.

. Schatzmayr (Bull. Soc. Ent. Hal 1923; p. 11): Hurope, Paesi mediterranei, Turchestan, Eritrea.

Apion () (Taeniapion) semivittatum Gyllh.

Dodero (in litt.): Cirene, leg. G. ©. Kriiger. Det. F. Solari.

Diffuso nell’ Europa media e meridionale. È certamente specie diffusa anche negli altri paesi mediterranei; Schatzmayr (Mem. Soc. Ent. Ital. 1925, p. 110) considera difatti quale sinonimo dubbio del semivittatum VA. syriacum Desbr., descritto di Siria.

Apion (Perapion) malvae F.

Dodero (in litt.): Esemplari a ambo 1 sessi, raccolti da G. C. Kruger a Bengasi ed a Cirene. |

(1) La specie seguente potrebbe eventualmente trovarsi nella Cirenaica :

Apion (Onychapion) se deed Ue Reitter (Bull. Soc. Ent. Segna 1908; p. ek

Descritto del Cairo.

Apion (Ceratapion) n. sp. anon ee Fuehat, maggio 1916, su alberi di albicocco. Il solo esemplare raccolto da Zanon si trova nelle collezioni del Museo Civico di Genova; esso è però in cattive condizioni di conservazione e tanto F. Solari, quanto A. Schatzmayr, pur riconoscendo in esso una specie nuova, non ritengono opportuno di descriverla, almeno per ora. ;

(2) Apion (Taeniapion) spec. Il Dott. F. Solari haneidera ° come specie nuova pochi esemplari raccolti da G. C. Kriiger a Cirene! . Si tratta d’ una forma molto . affine e simile al rufescens ed al rufulum. Ci molto complesso e non esatta- mente noto; alcune forme si trovano nella Siria, nell’ Egitto e nell’Africa setten- trionale. Vedi Schatzmayr. Mem. Soc. Ent. Ital. 1925, pp. 110-113.

R

393

| ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB

Be È Schatzmayr (Mem. Soc. Ent. Ital. 1922, p. 167): Europa @

i media e meridionale, Siria, Algeria. Certamente diffuso in | tutti i paesi mediterranei (').

Tr vera (Perapion) violaceum Kirby

fi; a (in litt.): Cirene, esemplari raccolti da G. C. Kruger. N Schatzmayr (1. c. p. 175): Europa, Paesi mediterranei, Canarie, | Caucaso, Transcaspio, Siberia. y È Apion (Eutrichapion) ononis Kirby Ri. Dodero fn litt.): Cirene, g Q subsp. barbicornis Norm., Pileg.G. C. e (det. F. Solari). 3 4 SCOLY TIDAE È : da Eccoptogaster rugulosus Ratzeb.

Scolytus rugulosus Reitt., Bestimm.-Tab. XXXI, 1894, p. 40.

Fuehat ! , marzo 1915. Rese gravissimi danni agli albicocchi .

_ ed ai mandorli. Parassitato da Cerocephala eccoptogastri Masi . (vedi Zanon 1922). 3 . Europa, Mediterraneo, Caucaso, Nord America. 4 Phloeosinus bicolor Brullé

| Phloeosinus bicolor Reitt., Bestimm.-Tab. XXXI, 1894, p. 50.

ta | Fuehat ! leg. Zanon (vedi Zanon 1922), maggio 1919, . Europa meridionale, Mediterraneo. |

È. Sa È i | . MHypoborus ficus Er. | Hypoborus ficus Reitt., Bestimm.—Tab. XXXI, 1894, d. 56.

4 ae |, maggio 1919, leg. Zanon. Vedi Zanon (1920). BU . Europa meridionale, Mediterraneo, Siria, Asia Minore.

©. Sena (in litt.) non l ha mai raccolto nella penisola iberica.

Coccotrypes, dactyliperda F.

Coccotrypes dactyliperda Reitt., Bestimm.-Tab. XXXI, 1894, D. 89, Bengasi ! , numerosi esemplari raccolti nell’ aprile 1922 da Silvestri. 0 vee ui O Specie largamente diffusa mediante il commercio (noccioli di È dattero, Areca catechu, ecc.).

TAI ee

Ceca «a

lando quindi i risultati, non sempre concordanti dei due autori.

possibilità di conclusioni generali sulla fauna della regione stessa.

pratutto dei caratteri offerti dall’aedeagus e dalle sue parti interne pe: (e ciò in quei generi nei quali l’ aedeagus offre realmente carat-- a teri costanti e d’indiscusso valore). Sono questi i soli generi.

RIPOSARE, PRETE

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 395 SG

3 CARATTERI DELLA FAUNA DELLA CIRENAICA | È Molti degli autori che si occuparono dello studio della fauna: i A | della Cirenaica non si limitarono ad elencare le specie da essi osser-- Mt | vate, bensi diedero alcuni cenni di confronto tra la fauna della È Cirenaica e quelle delle regioni finitime e particolarmente la Siria. È e l'Egitto da un lato e 1’ Africa Minore dall’altro. Due soli autori. SS si occuparono in modo particolare dei caratteri della fauna della i ie

Cirenaica e precisamente Ghigi (1913, 1924) e Colosi (1923, 1926)... Scopo del presente capitolo é quello di studiare i rapporti fauni- stici tra la Cirenaica e le altre regioni del Mediterraneo, control--

suddetti. | | Vai “Da

Prima però di trarre conclusioni generali dal catalogo dei. a coleotteri di Cirenaica è opportuno indicare alcune possibili cause d'errore, che potrebbero al caso produrre qualche leggero sposta-- dat mento nelle cifre percentuali, usate nei capitoli seguenti. cca

Determinazione delle specie. L’ esatta determinazione delle - De

a .

specie d’una regione è il fondamento presupposto per qualunque di

e rappresenta purtroppo un compito estremamente difficile da. . assolvere. Nello stato attuale delle nostre cognizioni sulla sistema- j iy tica dei coleotteri possiamo distinguere tre gruppi di specie e di. | mS generi.

Generi che vennero riesaminati modernamente in base- allo studio comparativo dei caratteri morfologici esterni e sopra--

dei quali noi possiamo determinare le specie con una precisione

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e abe e i cani c a gi " Te

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ARIE MITE aa arch at) È È 3;

396 E. GRIDELLI

più o meno assoluta, ma. purtroppo essi sono molto pochi, confronto dell'enorme numero dei coleotteri europei.

Generi dei quali manca ogni monografia condotta con criterii moderni e le cui specie non si possono determinare che mediante l’aiuto di monografie antiche o recenti, le quali vennero spesso, in differenti ‘epoche e da diversi autori, rivedute parzial- mente e migliorate mediante aggiunte più o meno esatte. Il difetto di queste monografie sta nel criterio descrittivo che le informa e nell’assoluta assenza d’ogni criterio filogenetico e 200- geografico. Pur tuttavia esse sono utilissime e spesso pio di molti lavori recenti.

Generi dei quali non esistono monografie, oppure dei ro) b, quali i lavori d'insieme antichi hanno perduto ogni valore pra- tico per il grande numero di specie descritte posteriormente.

È ovvio che soltanto i lavori appartenenti ai due primi gruppi possono permettere delle determinazioni più o meno sicure, dato che quasi sempre è impossibile riconoscere con sicurezza una specie in base ad una descrizione isolata. |

In tutti casi mi sono servito dei lavori piu recenti; spesso ho ricorso all’aiuto validissimo degli specialisti più noti (le cui deter- minazioni ho sempre controllato personalmente), e in molti casi la determinazione delle specie di Cirenaica ha richiesto |’ esame monografico di un genere o gruppo di specie, i cui risultati ven- nero pubblicati altrove oppure sono inclusi nel testo del catalogo.

Credo quindi di poter affermare che, almeno nella maggiore

parte dei casi le determinazioni da me proposte corrispondono

allo stato attuale delle nostre conoscenze sistematiche. Ho avuto pure modo di controllare una gran parte delle specie citate da altri autori per la Cirenaica, e di correggere così molti errori che hanno contribuito a creare false interpretazioni sui caratteri della fauna di questa regione.

Specie citate da altri autori. Ho aggregato al catalogo delle specie determinate personalmente anche un certo numero di

a AI O ae TO

ae ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 397

specie citate dagli autori. Ho escluso però, considerandole come specie dubbie, tutte quelle la cui presenza in Cirenaica era

sospetta o inverosimile. Può darsi che in qualche caso io possa

aver avuto torto, ma credo che nella maggior parte dei casi la citazione delle specie da me ritenute dubbie, sia dovuta ad errori di determinazione più o meno grossolani.

| | Diffusione geografica delle specie. Le conclusioni zoogeogra- fiche derivano dalla conoscenza esatta dell’area di diffusione delle specie, la quale purtroppo è quasi sempre poco nota. Per ridurre

al minimo le cause d’errore ho cercato di controllare, in tutti i

casi ove questo era possibile, le aree di diffusione indicate dagli autori mediante il materiale cospicuo delle collezioni del Museo

Civico di Genova e di quelle degli entomologi genovesi. Ho raggrup-.

pato quale « Varia» e non ho utilizzato per le conclusioni generali tutte quelle specie delle quali l’area di diffusione non è sutticien- temente nota.

Piccola estensione del territorio esplorato. Consiglio al let-

| tore d’esaminare la carta annessa al presente lavoro, nella quale ho

riportato soltanto quelle località nelle quali vennero raccolti dei coleotteri. Esse sono situate sulla linea che unisce Bengasi a. Derna ed a sud di Bengasi. Della vasta regione sirtica non pos-

sediamo alcun dato, ad eccezione delle raccolte di Kruger ad Age-

dabia; di tutto l’altopiano interno conosciamo soltanto un poco la

fauna di Zavia Mechili; della Marmarica sono note soltanto pochi punti costieri (Tobruch, Marsa Luca, Porto Bardia), e della zona desertica abbiamo soltanto notizie più o meno complete sulla fauna dell’oasi di Giarabub e poche su quelle dell’ arcipelago d’Augila e Gialo. Si può quindi dire che la Cirenaica è un paese vergine, del quale non vennero esplorati che pochi lembi

costieri e qualche punto isolato dell’ interno. Non conosciamo |

inoltre nulla o quasi nulla della fauna delle oasé di Cufra.

_ Mancanza di dati biologici. Mancano quasi completamente «i dati biologici e particolarmente i legami tra i coleotteri ed il

ae Peo TTT Pena = SARE DI ra

398 E. GRIDELLI

“terreno e le piante, nonché la distribuzione quantitativa delle ‘specie nelle varie stagioni.

Fauna delle regioni adiacenti. La difficoltà di trarre conclu- “sioni generali è dovuta in parte alle scarse cognizioni sulla fauna delle regioni confinanti colla Cirenaica. La fauna della Siria, della Palestina e dell’ Egitto è relativamente nota, mancano però dati di ‘una certa importanza sulla fauna dell’ Arabia, della Nubia, del ‘vasto deserto libico e specialmente della Tripolitania, della quale non abbiamo purtroppo finora che cognizioni scarsissime. É opportuno pure notare che la fauna del bacino orientale del Me- diterraneo è molto meno nota di quella del bacino occidentale.

Alle cause d’errore suddette vanno aggiunte altre di minore ‘entità; in ogni modo però, se esse possono influire sul dettaglio dei caratteri della fauna, non hanno certo una tale importanza da rendere le conclusioni seguenti prive di valore o addirittura «errate. i

PROSPETTO GENERALE DEI COLEOTTERI DELLA CIRENAICA

‘Ho compilato il catalogo in modo che esso possa venire uti- lizzato dagli autori a scopo di trarne conclusioni generali ed ho quindi indicato per ogni specie l’area di diffusione.

Dato però il grande numero delle specie osservate e la con- ‘seguente mole del catalogo, credo opportuno, prima di passare alla discussione, di dividere la specie in grandi gruppi, a seconda. ‘della loro area di diffusione, mediante la seguente tabella:

ESPLORAZIONE DELL'OASI DI GIARABUB 399

"ri

Mediterraneo orient

SPECIE

Barca Marmarica Giarabub Augila-Gialo Circummediterr. Mediterraneo occid Nord-Africane Mauritaniche Libiche Eremiche Etiopiche Endemiche

CICINDELIDAE

iff

Cicind. lunulata, » aulica * campestris var.

®». Lyoni

%

> litorea *

+

» melancholica

do o RO OK KOK XK

Megacephala euphr atica *

CARABIDAE

( alosoma Maderae indagator i Olivieri * Notiophilus 4-punctatus © Scarites laevigatus * » subcylindricus * Dyschirius rufoaeneus | Broscus laevigatus * Siagona depressa | Bembidion Tethys fi > vicinum ui» laetum » praeustum

» jordanense

|»... normannum

I achys bistriatus

| » haemorrhoidalis * q » parvulus *

4 scutellaris 3

xe ke sk RK eK RK OR KOR K OK OE KO OK KR *

Trechus quadristriatus *

Numero specie: 26. OB: Or Oo Sets lek bik Sob e PL 8

Vle LL RA RENE er at Sy = = See =} e|2|8|8|5|2 SPECIE CR E Pre ‘= =e) E = a] Peers Ss ea Ei I i ef Gai a ere Pree | e o È = led 50 oO aS) =) = Si = Oo = = dI gs = = ee) o ° (e) = 2 =>, = = Mole oe e II ee Pogonus chalceus coni Mic * » Grayi + * Licinus aegyptiacus * | # | & * | Anthia 6-maculata * | + È È » venator * * È Carterophonus femoralis * *

LOO E. GRIDELLI

Carterus Silvestrii Ditomus sphaerocephalus È vie “È Heteracantha depressa * * *

Acinopus Doderoi

9

Harpalus subquadratus

> hirsutulus

x *

» syriacus

» litigiosus

» fulvus Stenolophus teutonus

Egadroma marginata

*k E £ * *

Dichirotrichus obsoletus

Ga e RI ie SD tes

Amara metallescens » Gridellii » Cottyi * » cyrenaica

» rufescens i *

TOR Re

» simplex

Zabrus ventricosus * *

Pterostichus barbarus * | » Wollastoni » crenatus “|

Calathus fuscipes LS

Numero specie: 55 51

401

Ser © Lr

Barca

Marmarica Giarabub Augila-Gialo Circummediterr. Mediterraneo occid. Mediterraneo orient. Nord-Africane Mauritaniche Libiche

Eremiche

Etiopiche Endemiche

Diffuse

Varia

| Sphodrus leucophthalmus *

| Laemostenes picicornis * | > complan. cyrenaicus* | Agonum marginatum

|| Dabli *

Se TIE

| Graphopterus serrator *

| Masoreus Wetterhalli *

1)

W » aegyptiacus *

| 2 i | Dromius vagepictus

fo |

i | Calathus mollis » erucifer

| Metabl. impressus cyrenaicus fi

Se £ SF 1s &

» obscuroguttatus * | \ | Microlestes syriacus *

if

» Abeillei Brisouti

* *

» luctuosus * | * Ae : Holdhausi *

| Trichis maculata * *

| cymindis setifensis *{*|/*k|*

» suturalis ¥ *

» axillaris marginata *

| Zuphium olens * * HALIPLIDAE

q

‘Haliplus mucronatus. * *

DYTISCIDAE

Laccophilus hyalinus *

| Bidessus signatellus * *

sh * *

| Coelambus confluens

ee

Hydroporus Cerisyi x |a ¥

Numero specie: 82 eo RON A RON] | Si Se 46 PI 40. | 8-4

| Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LIV 28 (Agosto 1930). 26

E. GRIDELLI

SPECIE

Barca Marmarica Giarabub Augila-Gialo Circummediterr.

Hydroporus pubescens Agabus biguttatus » nebulosus Rbantus pulverosus Colymbetes fuscus Eretes sticticus Dytiscus circumflexus GYRINIDAE Gyrinus urinator o PAUSSIDAE Paussus cyrenaicus * HYDROPHILIDAE Ochthebius impressicollis » maculatus * Helophorus porculus

Helophorus Milleri

CIR n *

Coelostoma hispanicum Cercyon terminatus x Cal

> quisquilius + Laccobius scutellaris

Helochares lividus © *

here eee I

Enochrus bicolor *

SILPHIDAE

*

Eocatops ambiguus

Ptomaphagus n. sp.

Cholevinus rufus STAPHYLINIDAE

Micropeplus fulvus

Megarthrus affinis *

Numero specie: 106 OF 23.40 152) 71128

Mediterraneo occid.

Mediterraneo orient.

1417 | 3) | 10

Nord-Africane Mauritaniche Libiche Eremiche Etiopiche © Endemiche

SPECIE

| | |

Proteinus brachypterus

Omalium Allardi

» Krugeri

» corticinus

| Oxytelus complanafus

| | |

|

» © plagiatus | Platystethus arenarius » cornutus

| » » Spinosus

| Bledius furcatus haedus |

» _vitulus

» capra » unicornis

» bicornis

© f

|| Astenus melanurus NI

| Lithocharis ochracea

|| Achenium aequatum pi» spec.

| Dolicaon Festae

4

| f de

» Silvestrii

| ‘Leptacinus batychrus ‘Xantholinus glabratus | Gauropterus f ulgidus

| cafius xantholoma | q » sericeus | Philonthus concinnus

» bimaculatus

a a Ù +2 È A

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB

Augila-Gialo Circummediterr. Mediterraneo occid. Mediterraneo orient. Nord-Africane Mauritaniche

CO) °o E D D = tu

Barca Marmarica Giarabub Libiche Eremiche Etiopiche Diffuse

x

E £ KF K & *

CI I ee nie) nares

*

E E E ** & *

*

* *

SR O e e o ee en

xe & * *

Numero specie: 135

404

SPECIE

Philonthus fimetarius

» sordidus

» plagiatus

» longicornis » discoideus » maritimus

Gabrius nigritulus

Staphylinus Festae

» cyaneopubens » subaenescens Creophilus maxillosus Quedius fulg. erythropygus Heterotops dissimilis Tachyporus nitidulus » pusillus

Conosoma cavicola Cardiola obscura Falagria sulcata

naevula Gnypeta carbonaria Atheta amicula

» gregaria

» opacicollis

» sordida

» fungi

» orbata _Zyras pullus | Oxypoda vicina

Aleochara clavicornis

Numero specie: 164.

*

E

Barca

Ee E LR E

REI

Marmarica

Giarabub

Se

Augila-Gialo

E. GRIDELLI

Circummediterr.

Mediterraneo occid.

Mediterraneo orient.

Nord-Africane

Mauritaniche

Libiche

Eremiche

Etiopiche

Endemiche

Diffuse

Varia

e aha ta E ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 405 Il | E 3 2 e lo | SPECIE È Eee |= )2 | 3 AL ee |) sl 2lelsleleizlzizl2l2lzlzls Il oO) Si) SW eno a |S |S | ep oe PETS Il s|2|8|2|3|=|#|=#|=|5|5|=]|8|3|z È eS ee |l Aleochara moesta X | || * + | » cuniculorum * | » verna * * # | » bipustulata cal N ola ti | | HISTERIDAE | Onthophilus globulosus + * it Acritus nigricornis | * * || Saprinus ornatus x | * * * » semipunctatus * | # * | * > Pharao x | # * + » detersus * | * + : y chalcites * | * * * | » cyrenaicus * * > semistriatus * | * ; È > niger | | # È » subnitidus * * » politus z| 5 » aegyptiacus * Ù * > gilvicornis * * | * » tenuistrius % | » Blanchei = * = » Solieri , * + + » metallescens * | * * ; » praecox * * 3 » rufipes * E ‘| Gridellii » A | Styphrus tridens * ni * Bona thoncus rotundatus » di {|| Carcinops i4-striata * | Macrolister major *|* * | Hister Touthmosis * | * * || Hister graecus | * È | | Numero specie: 195 164] 44 | 35] 7f38| 4| 526] 3)—/ 44] 4] 19 | 69] 43

ead Se)

406 E. GRIDELLI

SPECIE

LAMPYRIDAE | Lampyris noy. spec. * ' CANTHARIDAE | Malthinus multinotatus ~ * | > sulcicollis | & Podistrina rugosipennis * |i

Mediterraneo occid. Mediterraneo orient.

Barca Marmarica Giarabub Augila-Gialo Nord-Africane Mauritaniche Libiche Eremiche Etiopiche Endemiche Diffuse

Circummediterr. Varia

ek e

Malacogaster Bassii ruficollis

Troglops orientalis * » Bourgeoisi

Hypebaeus nodipennis

» flavicollis

Attalus Festae

Axinotarsus Massinissa

Malachius carnifex

» lusitanicus

Haplocnemus Gestroi

* * DS * "E » ruficollis Sa 9 LE * * cf » cribrosus Festae * *

> cribrosus robustior

» _ biskrensis Gridellii *

DOSI TESI

» Krugeri

* | Dasytes flavescens * i | (= | » albipilis DS LS

» croceipes

Numero specie: 218 185; 43/36] 7]41| 4) 726] 5 |414]| 4] 30] 69] 18))

» _ abdomin. cyrenaicus

_— r*<*—>°'"r_—————————ÈÉ—————————————————————————1 m@—————12417_—_———_—_—_____—————_— —>—ÒÙ©Ò©»Ò»)))]m_m_m«‘ rc -@+06xrr. ==

7 >! oy HE he i Med nie 5 i pia Fari raid Oe alati Naam e Ia) se ESE RO TA I LA

i dig di Ù AA i Leb ‘ie 5 yey 4 MG A Ùl wi iI 3 ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 407 Gg 3 | = ro oe | 2 va oO = 18 La o o i («bl a ol= © © |S|£L : AR SPECIE x ana EE ee ia RS ‘6 a i a CS aS = o o i = 3 co = = = (csi wo <7 cc i ce eae E NET DEVA NES “fe 4a | DE = ae E wo = 3> (x, CES st oO = =a im = n t- op (©) n=) a] eS = = = = iz a COR Sl Mi v a o co} 2 MRS ill (os e N e iS e e I TT

| Psilothrix cyaneus

| Dasytiscus indutus sparsepubens | » convexus

|| Danacaea crenulata

| || Melyris ruficrus

|

| Zygia queues

I CLERIDAE | | Phlococopus n. Sp.

| opto taeniatus

Il | Trichodes leucopsideus

i

* £ & * *

» umbellatarum

: | Corynetinus fimetarius % “S

|| Necrobia rufipes * ie || # *

CEBRIONIDAE 7

to x x *x£ *x %* * ¥& * x * Endemiche i Diffuse Varia

| cebrio n. Sp. i * * PHYLLOCERIDAE | Phyllocerus apicalis * + di. q ELATERIDAE | Hemicleus Ferrantei * * * | Drasterius figuratus * > #e |] + * | Cardiophorus Kriigeri * | cardiophorus prope sacratus a Il Paracardiophorus Confalonierii * | Melanotus dichrous * » 7 EUCNEMIDAE LA nelastes barbarus * * | | Numero specie: 239 202 47|40| 7] 45] 6| 8|28| 5-| 1|416] 4] 38] 70] 18

Te AT Cis severly ee (055) Se bak eR nn

408 E. GRIDELLI

Mediterraneo occid. Mediterraneo orient.

E he SPROIE PME eh). “(S/o Ee E |1eslo|£S£|ES}K2® Jes Cara z|E|s|#|s|S|s]el salsa Ai AR IE BUPRESTIDAE Julodis onopordi * | | & * » aequin. Harterti * so Acmaeodera convolvuli Da * » ottomana + * » discoidea * * » lanuginosa x | * * : trifoveolata x | * *% Sphenoptera Pharao x | * “E Lampra festiva * * Anthaxia cupriventris + + | » inculta * DS » hypomelaena * * » viminalis * * » salicis * * » funerula » ì * » confusa -x | # * DERMESTIDAE Dermestes vulpinus x, eR) | # * > Frischi x | * * di > sardous x | %. o | Attagenus piceus * * » bifasciatus | x | | * * » sericeus x | # * * » simplex + * » cinnamomeus * * +

Numero specie: 263 224) 50 | 43] 9/55] 7|]410] 30] 5) 1|16] 4 39 76 20 |

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB

SPECIE

Barca

Marmarica Giarabub Augila-Gialo Circummediterr. Mediterraneo occid. Mediterraneo orient. Nord-Africane Mauritaniche Libiche

Eremiche

Etiopiche Endemiche

Diffuse

Varia

Telopes posticalis

| » antennatus * ; i | Phradonoma nobile *

A nthrenus fasciatus | DA *

Ti Ì

x

» pimpinellae

» verbasci

» biskrensis

e te the

» minor *

OSTOMIDAE

Tenebrioides mauritanicus * 4 i y .

NITIDULIDAE \ feligethes planiusculus Barpophilus dimidiatus

>

» hemipterus

*+ * *X &

t a n Nitidula.carnaria .

» ciliata * *

*X F * * *

Xenostrong. seriepunctatus * C ybocephalus rufifrons * | *

Dissia membranacea * *

CUCUJIDAE

%

Monotoma picipes * SI quadricollis (|

Ahasverus advena * = Oryzaephilus surinamensis C5 *

[Laemophloeus minutus *

x Lo Lo Lo *

Mi» ferrugineus Ge

Numero specie: 286 2391 54 | 49) 10] 56; 7/10] 34} 5] 1/46] 4] 39] 89] 25

KAO E. (GRIDELLI ‘“‘

SPECIE

Barca

Marmarica Giarabub Augila-Gialo ‘Circummediterr. Mediterraneo occid, Mediterraneo orient, Nord-Africane Mauritaniche Libiche

Eremiche

Etiopiche Endemiche

Diffuse

Laemophloeus ater

» Juniperi Lio *

EROTYLIDAE

Cryptophilus integer È re

CRYPTOPHAGIDAE x

Leucohimatium elongatum

Cryptophagus Thomsoni

» dentatus

» cellaris

» i affinis

* % x * HK

Atomaria scutellaris

» munda *

PHALACRIDAE

ne

Tolyphus dubius *

Litochroides Sharpi / si Phalacrus corruscus sE È Olibrus pygmaeus * * » affinis * di » Baudii x | * La » Stierlini + * » castaneus * * | Eustilbus testaceus Lo) i

THORICTIDAE

Thorictus castaneus x *

» Munganasti * *

> pilosus * | * | E

Numero specie: 308 257/58 | 54 | 44163) 7114734) 5| 1|419| 4

ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB AAA

& Sheet | È SPECIE 8 =|% Sete |. 2 Pig ee | È s|s|s|®|2|2'/s|s]|s|s|s|s|2]|5]|3 i d|=]|o|<|S]|=]|[=]|=]=]|23]5]2]|w|6]|> È LATHRIDIIDAE. | ‘“Merophysia cyrenaica * + » Silvestrii * |> * -Holoparamecus caularum [E * | | Adistemia Wollastoni * * Corticaria fulva * * Melanophthalma transversalis * | * * : . distinguenda * | * * | | MYCETOPHAGIDAE ‘Litargus convexus * * |Typhaea stercorea * | & È

È COLYDIIDAE ' Myrmecoxenus picinus * * i Aglenus brunneus a *

COCCINELLIDAE

| Epilachna chrysomelina * * | + | Litophilus Festae # s | Rhizobius litura re de; 2814 ES * | A duo subdepressus * * ; > lophantae * Pi | Pullus subvillosus * * È". belophallus * * È » pallidivestis * | * * | Nephus tamaricis * * È » Ludyi * * | Hyperaspis Marmottani * * *

uf (3

Numero specie: 330 277| 62/53 | 121 69 | 7 | 44) 35] 5 | 1 | 19| 4 | 44 [109] 26

412

SPECIE

Hyperaspis Vinciguerrae Coccinella 7-punctata Coccinella 11-punctata Adonia variegata Pharoscymnus varius Chilocorus bipustulatus Exochomus flavipes

» pubescens BOSTRYCHIDAE

Rhizopertha dominica Bostrychus capucinus Bostrychoplites Zickeli Bostrychopsis Reichei Scobicia pustulata

» ' Chevrieri Enneadesmus forficula Phonapate front. uncinata

Apate monachus

ANOBIIDAE

|| Sitodrepa paniceum

Nicobium castaneum Xyletinus bucephaloides » bucephalus Lasioderma Baudii » punctulatum

» serricorne

Numero specie: 354

* co E * K

E. GRIDELLI

Marmarica Giarabub

Barca

CRI hie ah

¥ & * *&

296 | 64 | 58

Augila-Gialo

Circummediterr.

14 | 74

Mediterraneo occid.

7

Mediterraneo orient.

Nord-Africane

12 | 36

Mauritaniche

5

Libiche

1

Eremiche

20

Etiopiche

9

_Endemiche Diffuse

45 | 118] 27

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB

SPiE;CTE

| Lasioderma Redtenbacheri

4 » haemorrhoidalis ‘8 a » Festae

È. PTINIDAE

| Gibbium scotias

| Mezium affine

| Ptinus rugosicollis > testaceus

i » fimicola

97 a!

| variegatus.

| Eutaphrus xylopertha | OEDEMERIDAE

| Sessinia carinata

| Chrysanthia oranensis | Oedemera barbara

| :

q ANTHICIDAE | Notoxus numidicus

| Anthicus larvipennis |

9 » Motschulskyi

| > debilis Ù 5 fiorali » quisquilius > instabilis » Goebeli

Î » 4guttatus

» erinitus

q - Numero specie: 377

*

EGR 3 #*

Barca

313

Marmarica

e tin ae

72

Giarabub

64

Augila-Gialo > Circummediterr.

* +

*

*

* 15 | 78

Was & ey ooh Ati es TE ae to ee rey: vere eat Arty bile "1 Re to; DM pr Lic : + oa = ER oO a o (©) (5) (©) o = D @ om co ro c 2 oO oO a CoM SRS) areal = olofo ; se = ow << o @ a —= perl o oO (3) x @o + i] po <= —_ —_— E a oo oi iS foe Sig E Cai See n = = CD) RETI REGIA MG] SZ] Md role eel ES [N= = = = = per Lu LU wu Ja {> * % * * * * * * i * * * # * * PD ' 7 | 43 40 | 47 | 1261 29

414

SPECIE

E. GRIDELLI

Anthicus tristis

» hamicornis » Iscariotes MELOIDAE

Mylabris Hemprichi

» sinuata

» oleae

» tenebrosa

» calida

» aegyptiaca

» sanguinolenta

» 18-maculata » albilaena Coryna ocellaris » Peyroni Cabalia segetum Cylindrothorax palaestinus Meloe violaceus » cavensis » coriarius » tuccius murinus Hapalus bimaculatus » necydaleus

Zonitis praeusta

Numero specie: 404

E oe kk kk = E

© s|2|5 *

* a (E * E | E |

ti, = | * È

* * | & si

+ * | *

La ala Da * Los * 332 | 83 | 64

Augila-Gialo Circummediterr.

15 | 82

Mediterraneo occid.

7

|

Mediterraneo orient, Diffuse

Nord-Africane Mauritaniche Libiche Eremiche Etiopiche Endemiche

16| 43| 5 | 4 | 29 | 40 | 47 | 120] 32)

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 145 AE o = © © È = SPECIE s altisis|isis o crlaelfofleg[|=z]|-er[|eE|S]|Lb o |ol-S os | 5 J enza KE al ole EE AM ZITO io ca Ste pombe | os = e e e E PeR EA i EL See st a | =| =.) 2 Pelee al=lol/zilolZ=lel2ifez (a /aol\a]f}a ty = | RHIPIPHORIDAE | Macrosiagon Raffrayi + | Rhipiphorus subdipterus + % MORDELLIDAE | Mordellistena micans * * » pumila + rh stenidea * | » brevicollis * st || Anaspis 4-maculata st .SERROPALPIDAE || serropalpus barbatus =* ALLECULIDAE i | Heliotaurus parvicollis sk | * » angusticollis * | * * Omophlus cyrenaicus * * » tenellus * * » Krugeri % * » scutellaris ou *% TENEBRIONIDAE || arthrodeis Confalonierii + me | Erodius zophosioides * * | » Lefrancii * | > barbarus * * | » Festae * | * % fi > Kriigeri * we | » eyrenaicus * » IT _ | Numero specie: 422 350 | 89 | 64]417{83| 7 | 16] 46] 6 | 1 | 33 | 10 | 53 | 134] 33

|

WR Oi ae

416 E. GRIDELLI il. SA 2 | s|3|5|5|3|2 See s|#|3||3|5|=|#|5|5|#|#|8]|8]E Erodius Emondi MTA + È * Curimosphena villosa * | of Zophosis punctata * || * LI » algeriana * i "E » cyrenaica ES I DS » complanata * + È Hionthis tentyrioides * | ok Mesostena angustata * [| R | | * Psammoica laticollis * | & Oterophloeus Desioi * Schweinfurthia Schusteri * * Scelosodis castaneus * * | * Pachychila Frioli * * Tentyriina Bohmi x|#|# | * of Tentyria Latreillei brachythorax sE * > punctatostriata % da * * » elegans * * | » Confalonierii * * » eyrenaica * | * Eulipus Krugeri E xi Micipsa elliptipennis * | % * » grandis * | # * Oxycara pygmaeum x | * * Adesmia metallica * || # | # * > sculptilis * * » monilis * | |> | | E * Numero specie: 448 369|4041| 74 | 21] 84| 8 | 47] 47] 6 | 4 | 43] 40 | 64 | 134 34 _—__———___—o\ii_-»__uia iii:

SPECIE

|| Adesmia Zanoni

» Solieri > tripolitana » dilatata » acervata » acervata minor

» elongatula » pseudoalata | Adelostoma sulcatum

|| Stenosis Cugiae

» filiformis

|| Eutagenia aegyptiaca | ‘Dichillus cyrenaicus

| Microtelus Lethierryi || Asida auriculata

» mystica

|| Sepidium cyrenaicum

» vietaeformis » tricuspidatum » Reichei

» Teflexa Gestroi

» Bernhaueri

» elevata

| | » costitubera | |

| Scaurus tristis | dh

» aegyptiacus

| Machlopsis crenatocostata

Numero specie: 477

+ GEO E =

E O E E &

386

ESPLORAZIONE DELL OASI

Marmarica Giarabub Augila-Gialo Circummediterr.

* | * | * * * * * > * * + * * * * * | + * +

447/78 | 22 | 84

DI GIARABUB

Mediterraneo occid.

9

Mediterraneo orient,

Nord-Africane

*

17 | 53

_ Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LIV (3 Settembre 1930).

Mauritaniche

Libiche

Eremiche

[<b] = = | © v E [<b] = co ga = a) [5 += = = fe Lu LU GA >

40 | 75 | 134] 34

27

118 E. GRIDELLI

Ser S

Se ee |e ce

Fe fle\é ys | _ È - 215 s|s|#|5|5|5|5|5/3/5|2|#]s]3]s ! | Scaurus vicinus È Es

» barbarus *

» puncticollis, © * |e | # || of

» carinatus x | | & È

Schusterì “ca i i 7

> Sancti-Amandi : È *

Leucolaephus Rohlfsi (1) | * * Pachylodera brevicornis * * Prionotheca coronata * * | *

Ocnera Genei * * La

» hispida Leprieuri * | | # | # *

» cyrenaica | R | * Thriptera Varvasi *: i * Pimelia subquadrata * * Di *

» tenuicornis x | # *

» angulata () di È sE

» consobrina Confalonierii* | # | # | #.| # *

» Barthelemyi x * * *

» comata x |E|k|#|*

» canescens x |# | * %

» derasa aye Mica is

» bengasiana + *

» Krugeri ss pi

» urticata | * |e|#|* ii

» Gestroana pit i

» Letourneuxi x | * | # # nf

» cyrenaica Bae * È

» superba uu a * i

Doderoella interpunctata x | * 9 | 1 Numero specie : 506 406|133| 88 | 29|84|10|17|53]| 7| 5|64 10 87 | 134 35 |

tl,

(1) Kufra (Rohlfs).

Seui So ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 449 =a sTE e 3|5 Mese 2 SPECIE SB tae ass E s|s 2 2 SUE | Doderoella cyrenaica * * * | Pterolasia squalida * E | El * * Blaps Wiedemanni oe Ae E | * * » Doderoi + * » polychresta x 1k] * * « gigas Moo * | * * Ruhmeri * | * * » tripolitanica (!) * » hbifurcata * * * » sulcata *{[*|* | * * » sulcifera *x£[*X|* * Cabirus cyrenaicus cd * Scleron multistriatum * [# | # * » dubium * * Anemia sardoa or icc se * » Fenyesi ca * | * » Fausti * | * Da $ Scleropatrum Vinciguerrae -* * || Gonocephalum setulosum * | # * » perplexum * | * | > * pui rusticum * | | E | * * || Opatroides punctulatus * || | * Brachyestes Gastonis * * | E * Ammobius rufus # * || Clitobius oblongiusculus * * * > ~ ovatus: * | Trachyscelis aphodioides | * | i | Phaleria bimaculata * * » tunisia * * Numero specie: 535 426 | 146| 100} 32 | 91 | 10 | 190 54| 7] 5/72 | 40] 95 [134] 38

(3) Kufra (Rohlfs).

4

*

420 E. GRIDELLI'

Se lélelslels peo Sia eel eee Ve) ee 3 |= |e 2/oljSe/f]2/=/5 ja ufofjoa]= | Crypticus murinus * | * » nebulosus * of Tribolium ferrugineura * | & *

» confusum Da La Palorus subdepressus * | * x * Alphitobius diaperinus * * LS

» piceus * | * Cataphronetis aegyptiaca x | * i +

» apicilaevis * |E|# | & * Cossyphus moniliferus * | + Belopus aegyptiacus * | * * Helops consentaneus E * » bengasianus * * SCARABAEIDAE Trox granulipennis | * | * * Glaresis Handlirschi * * | Rhyssemodes orientalis * * | * Pleurophorus caesus * | * | » sabulosus È * Eremazus unistriatus * si | Aphodius palmetincola & * | & * » granarius *|k|* * De es Ani = oe » hydrochoeris * | | | * 3 longispina * | * * » Wollastoni * * *

» _ lividus * * E

» brunneus * E

» lucidus * | * DS *

Numero specie: 563 445 1154/4410] 34 | 95 | 10 | 20] 55 | 7] 5 | 82 | 10 | 98 | 442) 39 i |

i be EOC EES

| Aphodius hieroglyphicus » melanostictus

Hybosorus Illigeri

|| Ochodaeus gigas

|| Bolbelasmus Bocchus .

|| Thorectes rugatulus

» intermedius

|| Scarabaeus cristatus

» sacer

» puncticollis te)

Onthophagus Bedeli » nebulosus Copris hispanus d Bubas bubalus Onitis numida i Chironitis irroratus Il » furcifer | Triodonta tripolitana | Rhizotrogus Quedenfeldti ; Pachydema adusta » bullata || Pharaonus fasciculatus | Anisoplia sabulicola 4 Oryctes nasicornis i Phyllognathus Silenus || Pentodon deserti | » algerinus

|| Crator cuniculus | |

È (1) Kufra (Rohlfs).

BA] È By ?

Mnematium Ritchiei Bottoi

Numero specie: 592

E GE F F

ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB

467 | 164| 443| 37 |402| 44

20 | 58] 8 | 7/92

4921

10 [100] 145| 39

i dii ees i) DI CI

s|_|8|8|#|5|5/8) |.|.{a dica ele + * * * * * * * | oe * * * * * * *E|*#|* * SEITE) * * * | * | * * * * * | %* * * | * * * * * * * * * * * * * | * * + > * * * * * * * * * * * * * *

4292

SPECIE

Temnorrhynchus Baal Tropinota squalida pilosa Oxythyrea tripolitana

» pantherina Aethiessa floralis

» inhumata

» Martini

Potosia cuprea CERAMBYCIDAE

Prionus unipectinatus Cartallum ebulinum Penichroa fasciata Stenopterus praeustus Hesperophanes sericeus Hesperandrius griseus

» fasciculatus

» cinereus Phymatodes testaceus Hylotrupes bajulus Purpuricenus Desfontenaisi Plagionotus arcuatus Calamobius filum Agapanthia cardui

» annularis Phytoecia rubricollis

Belodera Troberti CHRYSOMELIDAE

Crioceris macilenta

Labidostomis taxicornis

Numero specie: 619

Sa

E. GRIDELLI

O + ui = © 3 SI ape (sb) (Sed “oS o = c o (>) ry (S) ried @ o ti oo = 2 -= | ao | ao E aa a = = LO) d = S = = o = i= (È) Gel iS Ù E d d <l + o oO (3) = rb) a E is ~ ~ D = | | | = E na ee OS ee ET ee a I E o loi s[e|s|®[|e£|elels|sela|le|/s{lB|JE cj=|l&5leijGil=s|l=sf{=z/|=s[|G;jlblbjwuwlo "E * * | * * * | * * * * * * * * È *

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* | &

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 423

|

|

| | | SPECIE | 3

* *

| * + x xe | x s

* | x *

| :

Barca

Marmarica Giarabub Augila-Gialo Circummediterr. Mediterraneo, occid. Mediterraneo orient. Nord-Africane Mauritaniche Libiche

Eremiche

Etiopiche Endemiche

Diffuse

Varia

| Barathraea cerealis * || Tituboea Illigeri Leprieuri | » filitarsis *

» fasciaticeps

» minor i Cyaniris forcipifera Cryptocephalus rogosicollis

» curvilinea Timarcha cyrenaica » laevigata

|| Chrysomela aegyptiaca * *

» numida

RA Banksi

» bicolor * Phytodecta variabilis || Phyllodecta laticollis

| Galeruca interrupta È || Podagrica fuscic. meridionalis * i | Psylliodes chrysocephala i | » cuprea 3 | TS pyritosa ii . » Festae 7 | Phyllotreta corrugata ) * * || Longitarsus parvulus s; | » atricillus 5 | » ballottae - | » candidulus È

|| Hispella atra

*%

| Hypocassida subferruginea

» vittata

££ He HF He HF KE HF KH EF HF KH He EF KF KF EF HF * EF

il wii pusilla |

Numero specie: 654 [522 |175|114| 38 | 117) 17| 22] 63 | 44 | 8 | 95 | 10 | 103) 162) 43

4924 E. GRIDELLI |,

See del 2 SPECIE SL E E 3 - 2 2 AI A nese _ #|2|5|#|3|2|8|]2/2|5|&|#]a]8 LARIIDAE Spermophagus subfasciatus * ;, * » sericeus + * Laria rufimana La * i » signaticornis Ls * » Perezi * di » brachialis * si $ ornata * * Bruchidius- caninus * * » cinerascens DS » . bimaculatus "E * del algiricus È » murinus * * » imbricornis * + » trifolii ee 2 » velaris * * ANTHRIBIDAE Urodon spec. * CURCULIONIDAE Otiorrhynchus juvencus + Phyllobius Festae * Polydrosus Festae * È Pholicodes Ghigii * * » brevirostris * | * * » nigrosparsus ela | # Sitona cambrica DS * i

Numero. specie: 674 542 | 179 | 115 38 1122| 17 | 22 | 63 41 | 8 | 96| 40 | 407 | 472 4

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB

if

| | i

|| SFE Cc hr il

|| Sitona ocellata i » puncticollis » seriesetosa

» Festae

; Phacephorus nubeculosus Brachycerus perlatus

» plicatus

» kabylianus Porocleonus candidus

{| coniocleonus excoriatus

» nigrosuturatus crinipes 1 » planidorsis

|| Gonocleonus spec. || Pachycerus mixtus » varius Conorrhynchus conicirostris » brevirostris

Cyphocleonus morbillosus

Eurycleonus gigas Lixus anguinus » junci » scolopax » ferrugatus Larinus onopordinis » vittatus

» flavescens

Numero specie : 703

as

Marmarica Giarabub Augila-Gialo Circummediterr. Mediterraneo occid Mediterraneo orien Nord-Africane Mauritaniche Libiche

*

o sE GEO BO O E * * * *

Ammocleonus hieroglyphicus

x + & %* x & * &

Xanthoprochilus cinctiventris

ae

563 | 1941 | 447} 39 [133| 17 | 23 | 63

4925 o D o = i r= a oO Co E o si = = i Pere SR o a] a) = = = pas) co = [ei LU Lu LU Ga >

+ * * | + + * * * * * + *

401 | 10 {109| 176| 49

ii lr ch rTrTrr_r_r_r————m———_——_m__.——@—@téTt——@—<—@<ò6€6kt-—«-££: ———=———==========mmm===========—= er"

426 E. GRIDELLI

SPECIE

Larinus Zanoni

Mediterraneo occid Mediterraneo orient

Marmarica Giarabub Augila-Gialo Circummediterr. Nord-Africane Mauritaniche Libiche Eremiche Etiopiche

Bangasternus planifrons Rbinocyllus conicus Rhytidoderes siculus * Hypera philanthus e x Phytonomus fasciculatus » pastinacae

constans

» Jucundus

« trilineatus

* F XxX %X XX x

Limobius borealis Coniatus aegyptiacus x Barytychius squamosus

Smicronyx jungermanniae

» aegyptiacus + » variabilis

Rhyncolus culinaris

Acalles variegatus Ceutorrhynchus mixtus

Calandra granaria

&€ F&F %x % È K * è * 1_1r——1112112=14À1À411—_È1—1_1_121lH1l1—@—#—@———@—21111À1À—=@—11=ò ae

» oryzae *

CREO he ee

Tychius albosuturalis » oblongiusculus Es » Zanoni

Sibinia planiuscula

» arenariae *

» attalica

ATER EG 1,9

» harmonica .

Numero specie: 732 589 | 193] 422] 39 1138] 48 | 24] 63 | 43 | 9 |4103| 10 | 412] 184] 58 ||

SPECIE

Mecinus Schneideri » Aubei Gymnetron simum > nigronotatum Bi variabile Nanophyes centromaculatus ne 4-virgatus Wii, setulosus Mi latifrons “Apion Poupillieri He. radiolus » semivittatum >! malvae ie violaceum

ae ononis SCOLYTIDAE

Eccoptogaster rugulosus Phloeosinus bicolor Hypoborus ficus

Coccotrypes dactyliperda

I

Numero specie: 751

ESPLORAZIONE

Marmarica Giarabub Augila-Gialo

xX £ *X * * Barca xX Xx *£X * ¥

ee dee rs

eileen hae re ae Ara

603 | 193 | 127 | 39

DELL OASI

Mediterraneo occid, Mediterraneo orient.

| Circummediterr. Nord-Africane

443 | 18 | 24 | 64

DI GIARABUB

Mauritaniche

13

Libiche

427

Eremiche Etiopiche

9 |403| 10

v oe =

E

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Cc LU

* * * * * * % * * * * * * 112|189| 66

Diffuse

TSI ie

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498 E. GRIDELLI

Prima di passare all'esame particolareggiato della tabella suddetta, è opportuno trarne alcune conclusioni riguardo alla ricchezza della fauna ed alla diffusione delle specie nella regione.

RICCHEZZA DELLA FAUNA.

Ghigi (1913) riassumendo quanto scrissero a questo proposito Haimann, Withaker e Klaptocz, nota che secondo questi autori la Libia è faunisticamente molto povera; troviamo la stessa asser- zione in: una nota di Schuster, riguardante i Tenebrionidi raccolti nella Tripolitania da Wohlberedt (vedi Boll. Soc. Ent. Ital. 1928, pp. 149-154). Per contro, secondo le affermazioni di molti nostri ufficiali, provenienti dalla Libia, la fauna sarebbe molto ricca di esemplari e di specie. Tale contrasto viene spiegato in parte da Ghigi mediante il fatto ben noto della dipendenza della flora, e quindi della fauna, dalle condizioni d’ umidità del suolo. Secondo Ghigi «le piante del deserto sono particolarmente -adatte ad una rapida utilizzazione dell’acqua quanto ad una tenace resistenza alla siccità: ora questo stato di cose si ripercuote sulla fauna, cosicchè le ricerche dello zoolo&o esploratore riusciranno certa- mente insufficienti quando egli non tenga conto di questo fattore biologico e climatologico insieme ». Ghigi ha perfettamente ragione ed è ovvio che la stessa zona della Cirenaica (o Tripolitania) non potrà fruttare che un ben magro bottino a chi la visita nel lungo periodo della siccità estiva, mentre farà l'impressione d’una regione

‘a fauna molto ricca al raccoglitore che la visiterà nelle. poche

settimane favorevoli alle raccolte. Fanno naturalmente ecce-

zione molti coleotteri prettamente deserticoli, che si trovano in

tutte le stagioni, per quanto in quantità molto variabili.

Occorre però notare che i coleotteri illustrati nel presente catalogo vennero raccolti da molti viaggiatori, ed in tutte le epoche dell’anno. Le raccolte si completano quindi a vicenda e possono dare un criterio abbastanza preciso sulla ricchezza della fauna della Cirenaica.

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB

429

Le forme finora constatate con sicurezza, o almeno con suffi- ciente probabilità, sono 751, ripartite nel modo seguente tra le

varie famiglie :

Cicindelidae 7 | Cebrionidae 1 Carabidae 70 | Phylloceridae 1 Haliplidae 1 | Elateridae 6 . Dytiscidae 11 | Eucnemidae 1 Gyrinidae 1 | Buprestidae 16 Paussidae 1 | Dermestidae 16 Hydrophilidae 10 | Ostomidae 1 Silphidae 3 | Nitidulidae 3 Staphylinidae 64 | Cucujidae 8 Hysteridae 27 | Hrotylidae 1 Lampyridae 1 | Cryptophagidae 7 _ Phalacridae 9 | Meloidae 21 _ Thorictidae 3 | Rhipiphoridae 2 Lathridiidae 7 | Mordellidae 5 Mycetophagidae 2 | Serropalpidae 1 Colydiidae 2 | Alleculidae 6 Coccinellidae 19 | Tenebrionidae » 133 Bostrychidae 9 | Scarabaeidae 52 Anobiidae 10 | Cerambycidae 17 Ptinidae Z| Chrysomelidae 34 Oedemeridae gii Lariidae 15 Anthicidae 13 | Anthribidae i 1 Cantharidae 28 | Curculionidae 80 Cleridae 6 Scolytidae 4

Alle famiglie suddette ne vanno aggiunte due (Pselaphidae, vedi pag. 85, e Scraptiidae, vedi pag. 165); sono adunque ben 50 famiglie delle quali vennero trovati finora rappresentanti nella Cirenaica.

_ Ma se il numero delle specie raccolte finora è già per se stesso relativamente alto, occorre rilevare che esso non rappre- . senta che una frazione delle specie realmente esistenti nella regione, e cioè sia per l'esiguità della superficie del terri- torio esplorato in confronto al territorio ancora totalmente sco- nosciuto, sia perchè nessuno dei raccoglitori ha avuto modo di compiere raccolte specializzate. Difatti le raccolte compren- dono finora coleotteri che si rinvengono sotto le pietre o liberi

430 E. GRIDELLI

sul terreno, come Tenebrionidae, Carabidae, molti Curculio- nidae, ecc., diffusi e d’ habitat vario, oppure fimicoli o necrofili. La maggior parte delle specie floricole sono dovute alle caccie di G. C. Kruger. Mancano però quasi completamente i coleotteri mirmecofili, sono male rappresentate le specie viventi nei terreni salmastri e mancano del tutto i coleotteri terricoli (ipogei). Come giustamente osserva Ghigi (1913) la fauna terricola dipende dal livello delle acque del sottosuolo e compie con esso

migrazioni verticali che possono essere molto rilevanti (e forse

non giunge mai alla superficie del terreno). Bisogna però notare che la fauna terricola dei terreni aridi concentra in punti di umidità perenne, come per esempio attorno alle radici degli alberi e nelle radici bulbose di molte piante e sono certo che un accurato lavoro di scavo e di crivello alla base degli olivi (p. e.) porterebbe alla scoperta di molte forme terricole, in. parte cieche, di massima importanza per i caratteri faunistici della regione. Verrebbero così alla luce specie cieche di Curculionidae e di Staphylinidae e con tutta probabilità molti Scydmaenidae e Pselaphidae: questi ultimi non dovrebbero inoltre mancare nei terreni salmastri, nei quali le raccolte sono state finora dav- Vero esigue. | oP

Dal complesso del materiale esaminato ho avuto l’impressione che gli esploratori abbiano raccolto soltanto le specie che si vedono facilmente sul terreno o sui fiori, trascurando del tutto. quelle che richiedono ricerche specializzate e spesso difficili e faticose. |

Il numero delle specie da me elencate verrà quindi certamente molto aumentato; passeranno però molti anni prima che esso venga raddoppiato, non credo però ch’esso verrà triplicato. |

Bisulta quindi che la fauna coleotterologica della Cirenaica è realmente una fauna povera di specie, quando si consideri la grande estensione del territorio; fenomeno questo spiegabile quando si pensi che la Cirenaica (come del resto tutta la regione sahariana) godeva in epoche relativamente recenti d’ un clima umido e d’una vegetazione ricca e che soltanto recente- mente (probabilmente nel quaternario) il clima si mutò, trastor- mandosi gradatamente nell’ attuale. desertico o subdesertico. La fauna, allora certamente molto ricca, s’estinse gradatamente, e sopravissero soltanto le specie che ebbero la capacità d’ adattarsi

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 434

al clima secco, le specie floricole delle oasi e dei terreni stepposi litorali, nonchè le specie terricole delle zone umide del sottosuolo, che attendono ancora d’essere rivelate ai naturalisti.

La fauna coleotterologica della Cirenaica è quindi nel suo complesso una fauna relitta, il che spiega la povertà rela- tiva del numero di specie.

Non possiamo però dire la stessa cosa del numero degli indi- vidui. Anzi tutt'altro. Le specie compaiono invece in un numero spesso impressionante di individui e particolarmente le specie psammofile e floricole. Così per esempio Confalonieri raccolse nell’aridissima oasi di Giarabub un numero veramente enorme di alcune specie di Tenebrionidae (particolarmente Pimelia ed Ocnera); Zanon raccolse nei dintorni di Bengasi materiali abbon- dantissimi di Tenebrionidae e di altri coleotteri e parla spesso di vere invasioni di enormi masse d’individui, di una o poche specie, portate dal vento del Sud (Ghibli).

DISTRIBUZIONE DELLE SPECIE NELLA CIRENAICA.

Lo studio della distribuzione delle specie in una regione può dare risultati attendibili se tutte le parti della stessa vennero esplorate colla medesima intensità, ciò che purtroppo non è il caso della Cirenaica. Pure i dati finora raccolti, danno un’ idea, per quanto vaga, delle zone faunistiche nelle quali va divisa la regione, le quali si coprono esattamente colle regioni morfolo- giche. Esse sono:

I. - La penisola del Barca. II - La Marmarica. III. - La serie di depressioni nella quale si trovano le oasi di Giarabub e di Augila e Gialo. IV. - Il deserto libico, coll’arcipelago di Cufra.

La penisola del Barca e la Marmarica non sono separate da confini netti e costituiscono una regione rilevata lungo il margine costiero e degradante lentamente verso sud. La zona compresa tra il ciglione degli altipiani e la costa gode d’un clima relativa- mente meno secco ed in essa è sviluppata più o meno la macchia mediterranea; essa è molto stretta nella Marmarica, più ampia nel Barca, i cui altipiani sono percorsi da profondi solchi, nei

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pri n ; 7

499 E. GRIDELLI

quali sembra trovarsi anche una ricca vegetazione arborea. Pro- seguendo verso sud la regione degrada lentamente ed il clima é sempre più secco, desertico con flora scarsa o scarsissima. Il ciglione meridionale di questi altipiani limita una serie di bassure e di depressioni, nelle quali trovano le oasi di Augila e Gialo e di Giarabub; essa corre presso a poco lungo il 29.° parallelo. Al sud di questa linea esistono ‘altri vastissimi altipiani, costi- tuenti il deserto libico, inclinati verso settentrione e sui quali sorge |’ arcipelago di Cufra.

L’arcipelago di Cufra è formato da terreni molto antichi, secondo gli autori appartenenti all’era paleozoica; il Barca, la Marmarica e la zona di depressione suddetta emersero nel terzia- rio; il Barca confina ad occidente coi terreni secondarii della Sirte, mentre la Marmarica cirenaica continua ad oriente nella Marma- rica egiziana, senza che si possa constatare una discontinuità faunistica.

Arcipelago di Cufra. E isolato completamente dal resto della Cirenaica dal vasto deserto libico il quale esclude ogni possibilità attuale di scambii faunistici (se facciamo astrazione dall’eventuale trasporto per opera del vento o mediante merci d’origine vege- tale trasportate dalle carovane). Molto probabilmente le oasi di | Cufra sono oasì relitte, nel senso di. Ghigi (1913) e quindi lo studio della loro fauna sarebbe del massimo interesse. Purtroppo conosciamo soltanto le poche specie raccolte dalla spedizione Rohlfs-Stecker ed illustrate da Karsch (Berl. Ent. Zeitschr. 1881, p. 41), in base alle quali non è possibile la benchè minima deduzione sul carattere della fauna.

Esse sono: Akis Goryi Sol. (specie della Tripolitania, citata di Cufra certamente per errore di località); Prionotheca coro- nata Oliv.; Pimelia angulata Fabr. (specie che dovrà venire divisa in molte forme); Blaps tripolitanica Karsch; Scarabaeus puncticollis Latr.

Barca-Marmarica. Della penisola del Barca sono note finora 603 specie di coleotteri (raccolti in territorii costieri o poco distanti dalla costa) mentre della Marmarica sono noti con sicurezza 193 specie, quasi tutte della zona costiera (mancano dati sulla fauna, probabilmente povera dell’altopiano marmarico).

È | q

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 433

Non è possibile studiare particolarmente la fauna delle varie

zone morfologiche e climatiche nelle quali le due vaste regioni

vanno divise, e mi devo quindi limitare al confronto dei due com- plessi faunistici. Le due regioni hanno in comune ben 123 specie, tra le quali troviamo anche molti elementi legati strettamente al

terreno; un numero cosi forte di specie comuni fa pensare che

le due regioni formino in realta un solo complesso faunistico. Se esaminiamo invece quali sono le specie trovate finora sol- tanto nella Marmarica vediamo che esse sono 70, divise come segue : Specie a larga diffusione, la cui presenza nella penisola del Barca è più che probabile e la cui mancata segnalazione è dovuta all’insufficienza delle raccolte eseguite. Esse sono le seguenti,

in numero di 22:

~

Masoreus Wetterhali Gylih.

Cercyon terminatus Marsh.

Bledius bicornis Germ.

Philonthus discoideus (Gravh. Gabrius nigritulus Gravh. Acritus nigricornis Hoffm. Corynetinus fimetarius Woil. Xenostrongylus seriepunctatus Reitt.

Monotoma picipes Herbst Monotoma quadricollis Aubé Ahasverus advena Walt!

DS &

Atomaria munda £7.

Anthicus debilis Laf.

Meloe coriarius Brandt

Erodius Lefranci Kr.

Erodius Emondi Sol.

Sepidium Reichei AI.

Aphodius lividus Ol. .

Otiorrhynchus juvencus Gyllh.,

Xanthoprochilus cinctiventris Féhr. |

Larinus vittatus £.

Phytonomus fasciculatus Herbst

E pure dovuta all’insufficienza delle raccolte la mancata segna-

lazione nella penisola del Barca delle 10 specie seguenti, larga-

mente diffuse nella regione sahariana

Thorictus castaneus Germ. Anthicus Goebeli Laf. Adesmia acervata _K1.

Rhyssemodes orientalis Muls.

Aphodius brunneus XI.

Ochodaeus gigas Mars. Onthophagus nebulosus Rezche Pentodon deserti Heyd. Porocleonus candidus OI.

| Ammocleonus hieroglyphicus 02.

Ann, del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LIV. (4 Settembre 1930). 28

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434 E. GRIDELLI

Esse verranno certamente trovate in qualche zona del Barca. Lo stesso dicasi per tre specie raccolte finora soltanto nella Tri- politania e nella Marmarica:

Pachylodera brevicorifis Quedf. Aethiessa Martini Bed.

Brachycerus perlatus .Solard

Sono dunque 35 specie la cui presenza nel Barca è più che probabile. Se aggiungiamo ad esse due specie incerte (Urodon spec ?, e Troglops orientalis) il numero delle specie che sem- brerebbero essere particolari caratteristiche della Marmarica

scende I gpi

Troviamo fra di esse 19 specie descritte i Marmarica,

compresa una ancora inedita:

Microlestes HoliWuusi Grid. Paussus cyrenaicus Ford Omalium Krugeri Grid. Saprinus Gridellii G. MII. Paracardiophorus Confalonierii Pe Arthrodeis Confalonierii Grzd. Zophosis cyrenaica Schust. Tentyria Confalonierii Grid.

Adesmia acervata minor Grid.

Machlopsis pseudoalata Grid. Stenosis Cugiae Grid. Dichillus cyrenaicus Grid. Ocnera cyrenaica Grid. Pimelia Gestroana Grid. Doderoella cyrenaica Schust. Scleron dubium Grid. Scleropatrum Vinciguerra Grid. Helops consentaneus Schust.

. Gonocleonus spec.

Tutte queste specie hanno affinità evidenti con specie delle regioni situate ad oriente della Cirenaica, oppure sono isolate nel sistema. Nessuna ha affinità con specie occidentali, ad. eccezione forse del Gonocleonus spec.

Si trovano inoltre nella Marmarica (mentre non vennero segnalate nel Barca) 14 specie note finora d’Egitto o di Siria:

Cylindrothorax palaestinus Kirsch Zophosis complanata Sol. Eutagenia aegyptiaca edit. Asida auriculata Sol.

Sepidium vietaeformis est. Pimelia subquadrata 77m. Coniatus aegyptiacus Cap.

Zabrus ventricosus Zimm. Microlestes syriacus Holdh. Cymindis suturalis Dej. Thorictus Munganasti Rest. Anthicus Iscariotes Laf. Mylabris aegyptiaca Mars. Coryna ocellaris Ol.

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB A35

Sono dunque note 33 specie, raccolte finora soltanto nella

-Marmarica, le quali si trovano nelle regioni situate ad oriente,

‘oppure sono affini a specie orientali, oppure non hanno affinità con nessuna delle specie note.

Probabilmente le ricerche ulteriori ridurranno un po’ questa cifra, ma credo pero che un certo numero delle specie suddette, e forse altre ancora, risulteranno essere caratteristiche della regione Marmarica.

Si delinea così già fin d’ora una certa differenza faunistica tra la Marmarica ed il Barca, la quale viene anche dimostrata da un altro fatto. Nella Cirenaica vennero trovati finora soltanto pochi

elementi faunistici occidentali e precisamente 18 specie del bacino

occidentale del Mediterraneo e 13 specie algero-tunisine. Tutte queste specie vennero però raccolte soltanto nel Barca (ad ecce- zione della Calosoma Maderae indagator F. e del Cryptoce- phalus curvilinea Ol.).

Noto inoltre che alcune forme descritte del Barca sono affini a forme occidentali, come per esempio Tentyria Latreillei bra- chythorax Grid., Laemostenes complanatus cyrenaicus Grid., ecc.; nella parte del Barca confinante colla Sirte si trova: una forma di Graphopterus serrator Forsk. non distinguibile dalla forma tripolitana, mentre nel deserto di Es-Sahabi (a nord di Augila-Gialo) vennero raccolti esemplari del vero serrator Forsk., identici a quelli del Cairo (non dubito che la stessa forma tipica verrà raccolta nella Marmarica).

Possiamo dunque concludere: La Cirenaica costiera può

‘venir divisa in due regioni faunistiche: Marmarica e Barca. Le due regioni non sono nettamente separate ed hanno in

comune un gran numero di specie; esse differiscono per la

presenza di un certo numero di specie di origine orien-

tale (nella Marmarica), mentre tutti i pochi elementi fau-

nistici origine occidentale si trovano nel Barca e parti-

colarmente nelle zone di confine colla Sirte.

Oasi di Giarabub ed immediate adiacenze. Grazie all’opera di ricerca di Carlo Confalonieri, integrata dalle raccolte compiute in altre stagioni da G. C. Kruger, noi conosciamo con sicurezza 127 specie di: coleotteri raccolti nell’oasi di Giarabub, le quali, con- frontate colle 193 note di Marmarica, ci permettono un confronto

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E. GRIDELLI

tra le due regioni, o per essere più esatti un confronto tra l'oasi di Giarabub, situata nel retroterra marmarico, colle zone costiere

della regione stessa.

Dalle tabelle riassuntive risulta che l'oasi di Giarabub alberga ben 72 specie le quali vennero pure raccolte nella Marmarica e nel Barca. Le altre 55, raccolte finora soltanto nell’ oasi vanno

divise come segue:

Troviamo anzitutto 24 specie a larga diffusione, che verranno certamente raccolte nelle regioni costiere.

Pterostichus Wollastoni Woll.: Gabrius maritimus Mots. Falagria naevula Er. Aleochara verna Say

Saprinus gilvicornis Mars. Saprinus Solieri Mars. Saprinus praecox Er.

Saprinus Blanchei tunisius Mars. Gnathoncus rotundatus KI. Anthrenus fasciatus Hrbst. Phradonoma nobile Rett. Dissia membranacea Reztt.

Xyletinus bucephaloides Resti.

Mezium affine Bozeld..

Anemia Fenyesi Revztt. Gonocephalum setulosum Fald. Alphitobius diaperinus Panz. Laria signaticornis Gyllh. Tychius oblongiusculus Desbr. Nanophyes quadrivirgatus Costa Nanophyes centromaculatus » : Nanophyes setulosus Tourn. Nanophyes latifrons Pic

Apion Poupillieri Wenck.

Le specie diffuse anche nella Cirenaica costiera rappresentano dunque con sicurezza il 56,69 °/ (e con estrema probabilità il 75,59 °/,) della fauna finora nota dell’oasi.

Troviamo inoltre 9 specie descritte e citate finora soltanto di Giarabub, oppure descritte di Augila-Gialo e raccolte ni a

Giara bub :

Hyperaspis Vinciguerrae Capra Haplocnemus biscrensis Gridellii Pic Cardiophorus Krugeri Pic Oterophloeus Desioi Grid.

Schweinfurthia Schusteri Grid. Scaurus Schusteri Grid.

Akis retlexa cyrenaica Schust. Aphodius palmetincola Karsch Pachydema adusta Karsch

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 437

Molte specie (16) si trovano soltanto nell’Egitto, oppure sono largamente diffuse nel Sahara:

Saprinus aegyptiacus Mars. Ocnera Genei Sol.

Hemicleus Ferrantei Buyss. Blaps bifurcata Sol.

Nitidula ciliata Er. Clitobius oblongiusculus Fairm. Ptinus fimicola Desbr. Glaresis Handlirschi Reztt. Scelosodis castaneus EscAsch. | Aphodius Wollastoni Har. Akis elevata Sol. Crator cuniculus Burm. Scaurus aegyptiacus Sol. Phacephorus nubeculosus Fairm. Prionotheca coronata Ol. Coniatus aegyptiacus Cap.

Quattro specie sono d’origine etiopica:

. Bledius vitulus Er. Phonapate frontalis uncinata

Hyperaspis Vinciguerrae Capra Karsch. Bostrychopsis Reichei Mars.

Seguono ancora: Trichis maculata Klug (largamente diffuso

nell'Africa settentrionale), Nephus tamaricis Capra (nota anche

di altre zone sahariane) ed una forma di Prionus, da me rife- rita all’unipectinatus White (pure sahariana).

Sono dunque ben 31 specie la maggior parte deserticole che non vennero finora raccolte nelle regioni costiere, quattro delle quali rappresentano elementi faunistici d’ origine etiopica. Man- cano completamente specie d'origine occidentale.

Concludendo:

L’oasi di Giarabub e le sue immediate adiacenze hanno una fauna la quale non si scosta fondamentalmente da

quella della Marmarica e del Barca, ciò che è provato dal- V altissima percentuale delle specie che le regioni hanno in

comune: 56,69 °/, constatato e 75,59 °/, probabile. Nel numero delle specie raccolte, e mancanti nelle zone costiere, predo- minano le specie deserticole, diffuse anche nell’Egitto o in gran parte del Sahara. Sono presenti tre elementi etiopici due dei quali sono forse dovuti a trasporto accidentale.

Oasi di Augila e Gialo. Sono note complessivamente 39 specie raccolte in minima parte da Rohlfs-Stecker. La massima parte di

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138 E. GRIDELLI

esse venne raccolta da G. C. Kruger, il quale visitò 1’ oasi di Gialo dal 23 aprile al 13 maggio 1928 e quella di Augila dal dal 14 al 23 maggio 1928. Ho esaminato una parte del materiale raccolto; i Tenebrionidae vennero determinati da Schuster e sono. in parte inclusi nel mio catalogo. Ho aggiunto ai coleotteri d’Augila-Gialo poche specie raccolte a Es-Sahabi (a metà strada tra Augila ed Agedabia).

Il numero delle specie note: è troppo piccolo in confronto a quello delle specie note delle altre zone della Cirenaica. Tuttavia il loro studio permette d’intuire che anche per Augila e Gialo troviamo condizioni analoghe a quelle di Giarabub.

Anzitutto 18 specie si trovano anche nelle zone costiere. Ad esse vanno aggiunte 6 specie a larga diffusione :

Anthia venator F. | Epilachna chrysomelina F. Heteracantha depressa Brullé | Anemia Fenyesi Restt. Litochroides Sharpi Gwéil. Oxythyrea -pantherina Gory

Le specie che si trovano anche nelle regioni della costa for- mano il 46,15 °/, constatato ed il 61,53 °/, probabile, della Sauna totale nota di Augila e Gialo.

Sessinia carinata Karsch e Leucolaephus Rohlfsi Karsch descritti di Augila-Gialo non vennero ancora ritrovati, mentre la. Pachydema adusta Karsch, descritta essa pure di Augila-Gialo

si trova anche a Giarabub.

Tre specie sono d'origine etiopica, largamente diffuse nel Sahara :

Graphopterus serrator Forsk. | Phonapate frontalis uncinata Bostrychoplites Zickeli Mars, Karsch

E pure interessante il fatto che il Graphopterus serrator Forsk., raccolto da Kruger a Es-Sahabi, é identico alla forma tipica del deserto del Cairo, mentre nella zona costiera (Agedabia) si trova una varieta identica a quella di Tripolitania (vedi p. 37).

Le altre 9 specie sono tutte sahariane, oppure egiziane:

Omophlus scutellaris Muls. Aphodius palmetincola Karsch Scelosodis castaneus Hschsch. | Scarabaeus cristatus Fabr.. Prionotheca coronata OI. Pachydema bullata Burm.

Pimelia angulata Fabr. Eurycleonus gigas Mars. Eremazus unistriatus Muls. )

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 439

Noto inoltre che ben 17 specie trovate ad Augila-Gialo si tro- vano anche nell’oasi di Giarabub, ma che tale numero verrà certamente molto aumentato dalle future raccolte.

Concludendo: Anche per le casi di Augila e Gialo vale quanto dissi a proposito dell’oasi di Giarabub. I due com- plessi di oasi hanno presso‘ a poco la stessa fauna (17 specie in comune su 39 raccolte ad Augila-Gialo). Non ven- nero finora raccolti elementi faunistici occidentali; tre delle

specie sono di origine etiopica.

RAPPORTI FAUNISTICI COLL'EGITTO E COLLA SIRIA.

I due autori che più particolarmente s’ occuparono dei carat- teri faunistici della Cirenaica affermano quasi concordemente che la fauna della Libia è notevolmente diversa da quella dell’Egitto.

Difatti Ghigi (1913) trova che di 712 specie di ini noti per la Libia (1. c. p. 291) soltanto il 2,65 °/, è costituito da spe- cie libico-egiziane e nelle conclusioni rileva che le due provincie (Tripolitania e Cirenaica) nelle quali va divisa la Libia offrono grande somiglianza con quelle dell’Africa nord occidentale e poca coll’ Egitto.

Mi occuperò in uno dei prossimi capitoli delle affinità esistenti tra la fauna cirenaica e quella dell’ Africa nord-occidentale. Per

quanto riguarda l'Egitto posso dire quanto segue.

La fauna coleotterologica egiziana è relativamente abbastanza nota e chiunque può trovare dati precisi nelle varie note e cata- loghi pubblicati da vari autori nella importantissima serie del « Bulletin Societé Entomol. d’Egypte », nei cui volumi sono spesso riassunti i risultati delle raccolte riguardanti del tutto ed in parte |’ Egitto, pubblicati in altri periodici. Indicazioni utili a questo riguardo si trovano nell’eccellente lavoro di Peyerimhoff « Liste des Coléoptéres du Sinai », pubblicato nel XXXI volume

| dell’ « Abeille ».

Mi sono dato la pena di raccogliere i dati riguardanti le specie di coleotteri citate finora d’ Egitto, sia spogliando i lavori suddetti, sia utilizzando molte indicazioni sparse nella letteratura,

sia infine studiando il materiale egiziano non indifferente, conser-

vato nelle collezioni del Museo Civico di Genova. Ho segnato con un * (il quale segue al nome) tutte le specie

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440 E. GRIDELLI

di Cirenaica le quali vennero citate d’Egitto o delle quali pos- seggo esemplari egiziani. |

Dall’ elenco (vedi p. 399) risulta che di 751 specie di coleot- teri note finora di Cirenaica ben 303 (ossia il 40,34 °/,!!) risul- tano citate per l'Egitto. Come si vede si tratta d’ una percen- tuale ben alta di specie comuni alle due regioni, la quale è però ancora certamente molto inferiore alla percentuale reale. Difatti molte specie citate d’ Egitto sono certamente sfug- gite al mio esame, e molti gruppi di coleotteri non vennero illu- strati dagli studiosi che particolarmente s’occuparono della fauna egiziana, il che spiega come in molte famiglie ben poche specie del mio elenco siano marcate coll’* indicante la loro presenza nell’ Egitto. Così per esempio la Calandra granaria L. ed un numero grandissimo di specie a larga o larghissima diffusione non vennero mai indicate particolarmente d’ Egitto, mentre. cer- tamente vi si trovano (notisi che io ho marcato con un * soltanto. quelle specie che realmente vennero indicate d’ Egitto, e non quelle citate come diffuse p. e. in tutto il Nord Africa o in tutto il Mediterraneo, oppure indicate come diffuse dal Marocco. alla Siria p. es.)

Che il 40,34 °/, di specie cirenaico-egiziane sia al disotto del

vero viene provato dall'esame della famiglia dei Tenebrionidae, della quale ho avuto molto materiale e preziose informazioni sulle specie egiziane dal collega A. Andres, noto specialista di questa famiglia, residente al Cairo. Sono note finora di Cirenaica 133 specie di Tenebrionidae, delle quali ben 73, ossia il 54,88 °/, vennero citate anche di Egitto. Ricordo inoltre, ad aumentare il significato della per- centuale suddetta, che i Tenebrionidae raccolti nella Cirenaica appartengono a specie le quali hanno un’area di diffusione poco estesa e nella maggior parte quindi sono molto legate al terreno; soltanto poche specie, come p. es. Tribolium ferrugineum e. confusum sono largamente diffuse.

Colosi (1923) giunge, riguardo ai rapporti faunistici tra la Cirenaica e | Egitto, presso a poco alle stesse conclusioni di Ghigi. Egli cita inoltre (p. 11, nota 1) quale prova d’una discor- danza tra la fauna d'Egitto e quello di Cirenaica il Cabirus rotundicollis. L’esemplare al quale si riferisce l’indicazione sud- detta venne dame descritto come Cabirus cyrenaicus n. sp.

|

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 411

Esso è diversissimo dal Cabirus rotundicollis. È vero che nel resto del Nordafrica sembra mancare il genere Cabirus; noto però che una specie di questo genere, probabilmente la stessa da me descritta, venne indicata d’Egitto col nome di rotundicollis, nel 1921.

Per quanto riguarda la Siria, Ghigi (1913) ammette una notevole affinità della fauna di Cirenaica colla fauna della Siria, (1) dell'Asia Minore e dell’Oriente europeo, mentre Colosi ( 1923) nota che: « La fauna cirenaica è più affine con la fauna della Tripolitania, della Tunisia, dell’ Algeria e del Marocco, un po’ meno affine con quella del Basso Egitto, meno affine ancora con quella della Siria. La presenza di qualche rarissima specie co- mune alla Siria ed alla Cirenaica e che di solito è comune anche nel resto del Nord-Africa e talora anche dell'Europa meridionale non sembra parlare in favore di una speciale rassomiglianza tra la fauna cirenaica e la fauna siriaca oltre quella che natural- mente esiste tra le varie faune circummediterranee ».

Premetto che nell’indicazione geografica « Siria » usata dagli autori antichi, e da. molti dei recenti, sono confuse due regioni faunisticamente diverse, ossia la Siria settentrionale montana e la Palestina, alla quale segue la penisola del Sinai.

Non conosco la fauna della Siria settentrionale, ma non posso che approvare le conclusioni di Ghigi, in quanto riguardano le affinità notevoli tra la fauna di Cirenaica e quella della Siria meridionale; anzi credo che tra le due regioni esista una affinità molto grande, ben maggiore di quella intuita da Ghigi. Esiste pure una affinità, per quanto in grado minore, coi paesi del bacino orientale del Mediterraneo. Le specie cirenaiche diffuse anche nella Siria risultano dal catalogo (ritornerò sull’ argomento piu oltre); non sono « rarissime » bensì molte numerose e non sono specie largamente diffuse nel Mediterraneo europeo, bensì sono quasi sempre specie mancanti nell'Europa e nell’ Africa Minore e

(1) In un lavoro posteriore (ricerche sui Notostraci di Cirenaica e di altri paesi del Mediterraneo; Atti Soc. Ital. Scienze Natur. Milano, LX. 1921, pp. 161-187) Ghigi insiste ancora sul carattere orientale della fauna cirenaica. Vedi inoltre Ghigi 1924.

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412 | E. GRIDELLI

diffuse invece nell'Africa settentrionale desertica, almeno fino alla Cirenaica, altre fino al Sahara sud-algerino.

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Ghigi (1913) quale. prima conclusione dello studio d’ insieme della fauna libica, nota che « La Libia offre, come le altre parti | del Nord- Africa, spiccato carattere circummediterraneo ». | * Alla stessa conclusione giunge Colosi (1923) « La fauna della Di Cirenaica, dell’ Egitto e della Siria sono di carattere fon- “o damentalmente circummediterraneo ». Volendo controllare le osservazioni suddette in base allo stu- dio dei coleotteri di Cirenaica, credo opportuno di eliminare dal computo totale le 66 specie che io ho elencato nella colonna « Varia ». Si tratta di specie indicate di varie regioni, ma delle quali l’area di diffusione non è nota nemmeno con una certa. approssimazione e che quindi non potrebbe che falsare la realtà. Le 685 specie restanti (vedi elenco a pag. 399) possono essere raggruppate come segue:

Specie diffuse in tutta la regione mediterra- A nea, in una parte maggiore o minore dell’:Europa, oppure in tutta la regione

paleartica, oppure oloartiche o cosmopolite 189 2700 Tia a Specie circummediterranee, mancanti nel resto cui

dei continenti europeo, africano ed asiatico 143 ZO Specie diffuse soltanto nel Mediterraneo occid. 18 2,65 °/, Specie diffuse soltanto nel Mediterraneo orient. 24 3,50°/,

Specie diffuse nell’ Africa settentrionale, con

qualche estensione alla penisola iberica

e alla Sicilia, spesso diffuse nella Pale-

stina, Arabia, Mesopotamia, ecc. ma man-

canti nelle zone mediterranee europee e |

dell'Asia Minore. . i 2199; 29,05 Specie endemiche . ; i n i lt 16,35 °/,

685 100,00

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 443

Possiamo eliminare senz’altro il 27,60 °/, ossia le specie a larga diffusione, presenti in tutto il Mediterraneo, ma diffuse almeno in tutta l'Europa, o nella regione paleartica o spesso su tutto il globo. È evidente che queste specie non si possono considerare quali elementi circummediterranei, dovendosi considerare come tali soltanto quelle specie, le quali si trovano lungo le rive del Mediterraneo, ma che non si trovano affatto, o che compaiono soltanto sporadicamente, nelle altre regioni d’Eu- ropa e dell’ Asia.

Dallo specchietto risulta che le specie circummediterranee formano il 20,87 °/, della fauna della Cirenaica ed aggiungendo a questo il 2,63 °/,, specie del Mediterraneo occidentale ed il

3,50°/, specie del Mediterraneo orientale, otteniamo appena il

27,10 °/, della fauna totale.

Troviamo invece che la fauna della Cirenaica è formata nella proporzione del 29,05 °/, da specie che si trovano soltanto nel- V Africa settentrionale, spesso anche nella penisola del Sinai, nella Siria (Palestina), nell’Arabia e nella Mesopotamia, ma che man- cano assolutamente nell’ Europa circummediterranea, nell’ Asia Minore, e nella Siria settentrionale, se si eccettua qualche rara estensione alla Sicilia e alla parte meridionale della penisola iberica, bene spiegabile mediante la geologia di quelle regioni.

Ma esistono ancora nella Cirenaica ben 112’ specie o forme

, endemiche, note soltanto di questa regione, ma affini a forme

africane o. siriache, e che certamente non verranno mai trovate nell'Europa; esse formano il 16,35 °/, della fauna totale, percen- tuale che addizionata al 29,05 °/, suddetto da il 45,40 °/,.

Credo che il linguaggio di queste cifre sia tale da non ammet- tere ‘alcuna discussione, e che la presenza del 45,40 °/, di specie africane, confrontata col 29,20 °/, di specie circum- mediterranee indica ben chiaramente che la Cirenaica non ha una fauna fondamentalmente circummediterranea come

asseriscono Ghigi e Colosi.

A questo punto sarà bene osservare che non tutti gli autori sono concordi nell’annoverare |’ Africa settentrionale tra i paesi circummediterranei. Non ho esaminato in modo particolare la let-

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Ahh. E. GRIDELLI | È teratura di questo argomento, però credo utile di citare un lavoro di J. Pellegrin (*), nel quale vengono illustrati i pesci d’ acqua dolce. dell’ Africa settentrionale francese, del Marocco e del Sa-

hara e nel quale troviamo interessanti dati sulle varie regioni zoogeografiche africane, nonché sulla geologia africana.

CARTA DELLA DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA DEI PESCI D'ACQUA DOLCE NELL’AFRICA

secondo J. Pellegrin (Mém. Soc. Science. Natur. Maroc I, 1921, p. 14, fig. 6).

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Ho riprodotto la cartina nella quale l’autore indica schemati- camente i confini delle varie zone. Egli distingue per la prima una. =~ « parcelle à faciés plus ou moins européen, sous - region Nord

(1) «Les poissons des eaux douces de Afrique du Nord Francaise, Maroc, Al- gérie, Tunisie, Sahara. Mém. Soc. Sc. Nat. Maroc, I, 1924, pp. 1-246.

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ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB AAS

Quest ou mauritanique se rattachant a la région paléarctique et comprenant |’ Atlas et les bassins còtiers des riviéres de Tu-

© nisie, d’Algérie et du Maroc se jetant dans la Méditerranée et

l’Atlantique » (1. c. p. 14). Più oltre (p. 15) egli insiste

sul carattere paleartico di questa sottoregione e (p. 61) la consi-

dera come appartenente alla provincia mediterranea della regione paleartica. I confini di questa sottoregione mauritanica sono dati dalla catena meridionale dell’ Atlante.

Tutto il resto dell’Africa viene considerato da Pellegrin quale regione etiopica o africana e diviso in 7 sottoregioni. A noi interessa soltanto la prima, ossia la: « Sous-région mégapota- mique sus-équatoriale », Elle est formée par les grands fleuves situées au Nord de l’équateur: Sénégal, Niger, Chari, Nil, ce dernier jusqu’a son embouchure dans la Méditerranée, mais a |’ exclusion du Haut-Nil bleu et du lac Victoria. On y rattachera comme provinces particuliéres, d’ une part le Sahara en voie d’asséchement et a faune SORIA trés réduite et, en Asie, la Palestine ».

Vediamo dunque che anche riguardo alla fauna ittiologica d’acqua dolce non è possibile considerare come un blocco unico tutta l'Africa settentrionale e sopratutto che mentre |’ Africa Minore ha una fauna ittiologica essenzialmente mediterranea, tutta la zona sahariana, (dall’ Atlantico all’ Egitto e la Palestina) ha una fauna particolare, diversa da quella dell’Africa Minore, e quindi non circummediterranea.

Per quanto riguarda l'Africa Minore credo che Pellegrin abbia perfettamente ragione e che una statistica dei coleotteri come quella da me usata per la Cirenaica, darebbe risultati perfetta- mente corrispondenti a quelli ottenuti da Pellegrin per la fauna dei pesci d’acqua dolce. Non sono però interamente d’accordo con Pellegrin in un punto e precisamente sull’ assegnazione, per

‘quanto dubbia, della Cirenaica alla sottoregione mauritanica (*).

Dimostrerò più tardi quanto sieno diverse le due faune, credo però di poter dimostrare |’ assegnazione ingiustificata della Cirenaica alla sottoregione mauritanica anche con argomenti ittici.

Sono noti soltanto pochissimi pesci d’acqua dolce della Cire- naica, e precisamente Clarias lazera C. V., raccolto nel laghetto

(1) Vedi Pellegrin, l. c. p. 15: « on peut y adjoindre la Cyrénaique ».

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446 E. GRIDELLI

El-Hambra a Coefia, nel dicembre 1921 da Festa, Carassius auratus Val. (vasche del vivaio di Fuehat) e Anguilla vulgaris Turt. (laghetto El-Hambra a Coefia): vedi Vinciguerra, Boll. Mus. Zool. Anat. comp. Toyino XXXVII, ser. 745, p. 5-6; 1922.

Ora il Clarias lazera è appunto una delle specie più carat- teristiche della sottoregione sahariana, intesa nel senso di Pellegrin, essendo diffuso nel Senegal, Niger, Congo, lago Tchad, Algeria meridionale (presso Biskra), Nilo, Siria.

Pellegrin (1921) non poteva naturalmente conoscere la pre- senza di questo siluride nella Cirenaica e se |’ avesse conosciuta si sarebbe certamente astenuto di assegnare, per quanto con dubbio, la Cirenaica alla sottoregione mauritanica.

Se dall'esame della fauna coleotterologica della Cirenaica risulta evidente che questa ragione non può venire considerata come fondamentalmente circummediterranea, bensì che essa una fauna particolare, eguale, o molto simile, a quella del Sahara (e quindi diversa dalla fauna dell’Africa Minore), pure non possiamo assegnare la Cirenaica alla regione etiopica.

Pellegrin (l. c.) propone di considerare tutto il Sahara (Africa Minore esclusa) e la Palestina quali « provinces particuliéres » della sottoregione « mégapotamique sus-équatoriale ». Non dubito che l’autore avrà eccellenti ragioni per farlo e che real- mente la fauna dei pesci d’acqua dolce del Sahara sia d’ origine africana (come per es. il Clarias lazera il quale si trova anche nel Niger e nel Congo), ma d’altra parte devo constatare che lo studio della fauna coleotterologica Cirenaica (ed in generale sahariana) conduce a risultati del tutto opposti.

È noto che V Africa settentrionale ha una fauna netta-

mente paleartica e che le specie appartenenti alle regioni etio-

piche (ossia caratteristiche dell’Africa a sud del Sahara) e che si trovano nell’Africa settentrionale sono ben poche. Ghigi (1913) trovò per la Libia 5,47 %, di specie etiopiche; nella fauna della Cirenaica io ho osservato soltanto 15 specie etiopiche, ossia il 2,18°/, Tale cifra è davvero irrisoria e quindi dobbiamo senz'altro considerare l’ Africa sahariana quale paese paleartico. È

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 447

interessante però notare come nei pesci si verifichino altre con- dizioni.

Il confine tra la regione sahariana, a fauna paleartica, e la regione etiopica (a fauna tropicale africana) si può dire sia ignoto. Holdhaus (in Schroder, Handbuch der Entomologie, II, p. 916; 1928) riassumendo le ricerche degli autori, e particolarmente di Kobelt, nota che il confine meridionale si trova vicino all’ orlo meridionale del deserto, ossia nella zona predesertica meridionale; esso correrebbe quindi, con deviazioni da determinarsi, un po’ a sud del tropico del Cancro (tagliando l’Arabia, la cui parte meri- dionale viene assegnata essa pure alla regione etiopica).

Non credo che sia possibile segnare una linea di confine tra le due faune (e ne esporrò su altro capitolo le ragioni) bensi che

tutto il Sahara abbia all’epoca attuale una fauna nettamente | paleartica, nella quale troviamo misti pochissimi elementi etiopici,

in una percentuale irrisoria nelle regioni costiere e subcostiere,

forse maggiore nelle parti centrali e certamente maggiore nelle

regioni predesertiche meridionali. In tutti i casi però le specie sahariane d'origine etiopica non rappresentano elementi d’ emi- grazione recente, bensi elementi autoctoni che esistevano nella regione prima del suo progressivo disseccamento.

Concludendo, credo di poter affermare quanto segue: I. La fauna coleotterologica della Cirenaica è bss sua essenza una fauna paleartica. IL. Essa comprende soltanto il 29,20 °/, di specie circum- mediterranee, mentre il 45,40 °/, è costituito da specie che mancano nel resto del Mediterraneo e non può quindi

venire considerata quale fauna circummediterranea.

Ill, L'Africa settentrionale va divisa in due zone: I’ Africa Minore, a carattere fondamentalmente mediter- raneo ed il Sahara, a carattere faunistico particolare, non

essenzialmente diverso da quello della Cirenaica. Al Sahara

dobbiamo aggiungere ad oriente la penisola del Sinai, la Palestina, la Mesopotamia e forse anche gran parte dell Arabia settentrionale e la Persia.

Questa grande zona, ch'io indicherò col nome di eremica,

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AAS E. GRIDELLI

ha una fauna paleartica caratteristica. e va considerata quale provincia particolare della regione paleartica, o almeno quale provincia a se della sottoregione mediterranea.

III La Cirenaica, MALE senza alcun dubbio alla zona eremica.

Ho già fatto notare come lo studio della fauna nordafricana dei pesci d'acqua dolce porta Pellegrin a staccare il Sahara dalla sottoregione mediterranea. Poco tempo dopo d’ aver compilato questo capitolo ho avuto per caso notizia d'una memoria di Uvarov (The geographical distribution of Orthopterous Insects in the Caucasus and in Western Asia. Proced. Zool. Soc. London,

XXXI, 1921, p. 447) nella quale viene trattata ampiamente la

divisione della regione paleartica in sottoregioni. Uvarov (p. 448) ammette 4 sottoregioni: « Boreal, Steppe,

| Mediterran. and Eremian ». La sottoregione mediterranea com-

prende (p. 449): « the north-western mountainous eatremity of Africa (Marocco, Algeria and Tunis but the mountains only and not the plains, which belong to the Eremian subregion), Spain, the southern coast of France, Italy, the shores of the Adriatic Sea, the Balkan Peninsula south of the Balkan Mountains, the islands of the Mediterranean Sea, and Anatolia ». Essa viene divisa in due parti: occidentale o tirrenica ed orientale o balcano-anatolica.

E più oltre (p. 450): « To the South of the Mediterranean

subregion lies the vast Eremian subregion, which includes

all the deserts of North Africa (Sahara, Libyan desert, Egypt), Sinai peninsula, Northern Arabia, Mesopotamia, Persia, the whole of the Arabo-Caspian impression; perhaps, also, the great deserts of Chinese Turkestan and Mongolia, the Orthopteran fauna of which is but little investigated , belong to it » (1).

Ho preferito citare l'opinione espressa da Uvarov, senza mo- dificare il mio lavoro, sia perchè essa conferma completamente

(1) Vedi conclusioni analoghe dovute alle ricerche di W. L. Sclater (Uvarov, 1. c. p. 450, nota) e di A. Birula (Uvarov, l. c. p. 451, nota).

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 419

la mia convinzione, sia perché Uvarov la dimostra in base ad un computo statistico del tutto diverso.

È opportuno però notare come i risultati di Pellegrin ottenuti dallo studio della fauna ittica, quelli di Uvarov in base allo studio degli ortotteri ed i miei fondati sullo studio dei coleotteri concor- dino quasi perfettamente nella separazione della zona sahariana dalla sottoregione mediterranea.

Viene cosi fortemente scosso il concetto di « sottoregione mediterranea », tanto più che anche la fauna del bacino occidentale del Mediterraneo è fortemente diversa dalla fauna balcano-anato- lica-pontica. |

Sarebbe forse più logico dividere il Mediterraneo in tre sotto- regioni della fauna paleartica e precisamente la tirreno-iberica, la balcano-anatolica-pontica e |’ eremica.

ANALISI DELLA FAUNA DELLA CIRENAICA

Nel presente capitolo tenterò di dividere le specie cirenaiche in gruppi, a seconda della loro area di diffusione all’epoca attuale ed a seconda delle loro affinità. Vedremo che dallo studio delle affinità potremo trarre deduzioni sulla probabile origine della fauna. | È però necessario dividere a tale scopo le specie cirenaiche in due grandi gruppi, a seconda che esse sono diffuse più o meno largamente nei paesi geograficamente circummediterranei oppure soltanto nell'Africa settentrionale. Un computo statistico eseguito in base a tutte le specie note sarebbe troppo incerto e soltanto lo studio della fauna attuale nordafricana, dovuta ad immigra- zioni recenti può permettere deduzioni sulla provenienza delle correnti migratorie stesse.

Ho escluso dal calcolo le specie a larga diffusione nella re- gione paleartica ed oltre ai limiti della stessa, sulla cui origine ed affinità nulla sappiamo di preciso.

SPECIE DELLA FAUNA CIRENAICA LARGAMENTE DIFFUSE

NEL MEDITERRANEO.

«+ Come ho già detto il numero della specie mediterranee della fauna Cirenaica è di 185, ossia il 27,10 °/. In questa cifra

Ann. del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LIV (5 Settembre 1930). 29

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450 E. GRIDELLI

troviamo 143 specie (ossia il 20,87 °/,) molto diffuse in tutte le regioni geografiche che circondano il Mediterraneo; sono specie nella massima parte non legate al terreno, emigrate nella Cire- naica per varie vie in epoche recenti. Può invece riuscire interes- sante lo stabilire se nella Cirenaica si trovino specie caratteristi- che delle due zone nelle quali va diviso geograficamente il

Mediterraneo, ossia nel bacino occidentale ed orientale. Vediamo così che nella Cirenaica si trovano alcune specie caratteristiche del Mediterraneo occidentale:

Calosoma Maderae indagator F. | Trichodes umbellatarum 0%.

Bembidion normannum Dej. Ditomus sphaerocephalus Ol. Onthophilus globulosus Ol. Scaurus vicinus Sol. Pentodon algerinus Herbst Aethiessa floralis F Agapanthia annularis Muls. Trichodes leucopsideus Ol.

Dermestes sardous A%st. Pachychila Frioli Germ. Scaurus tristis Ol.

Belodera Troberti Muls. Cryptocephalus curvilinea Ol. Phytodecta variabilis OL., Longitarsus candidulus Foudr.

Phytonomus constans Boh.

Come ho gia fatto notare tutte queste specie si trovano soltanto nella penisola del Barca, e mancano (almeno da quanto risulta finora) nella Marmarica e nelle oasi del retroterra.

A questi elementi occidentali, giunti in Cirenaica certamente attraverso la Tripolitania, fanno riscontro elementi mediterranei orientali, caratteristici della zona balcano-anatolica, i Ata sono

in numero di 24:

Bembidion praeustum Dej. Licinus aegyptiacus De). Harpalus subquadratus Dej. Saprinus Pharao Mars. Hister graecus Brullé Hypebaeus nodipennis Kryn. Malachius carnifex Hr. Opilo taeniatus Klug Acmaeodera ottomana Priv. Anthaxia cupriventris Mars. Thorictus pilosus Peyr.

Xyletinus bucephaloides Ptr.

Eutaphrus oneal Reiche Mylabris calida Pall.

Coryna Peyroni Reiche Hapalus necydaleus Pall. Zophosis punctata Brullé Scleron multistriatum F6rsk. Gonocephalum setulosum Fald.

Helops consentaneus Kéést.

Temnorrhynchus Baal Reiche Tropinota squalida pilosa Brull.

‘Larinus onopordinis F’.

Bangasternus planifrons Brullé.

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Lu

È | ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 451

Risulta dunque fin d’ora che gli elementi mediterraneo- orientali dominano nettamente su quelli mediterraneo occi- dentali, contrariamente a quanto asserisce Ghigi (1913).

Risulta pure una cosa davvero strana e precisamente che sol- \tanto 24 specie del Mediterraneo orientale si trovano nella Cire- naica, mentre vi mancano tutte, si può dire, le specie caratteri stiche della Grecia, Cicladi, Asia Minore, Creta ed isole, partico- larmente per quanto riguarda i Tenebrionidae. Queste specie sono

giunte nella Cirenaica per migrazione lungo le rive dell’Asia Mi- nore e della Siria. Ghigi (1913) spiega queste somiglianze della fauna cirenaica coi territorii emersi del Mediterraneo orientale (aumentate da analoghi rapporti fitogeografici) mediante l’ipotesi di un'antichissima comunicazione territoriale tra la Cirenaica ed il blocco egeico, e particolarmente Creta.

Devo però osservare che nulla, assolutamente nulla, prova l’esistenza di questo ponte, almeno per quanto riguarda i coleotteri. Tutti gli elementi comuni cirenaico-egeici si tro- vano anche nella Siria e nell’ Asia Minore; mancano specie che si trovano soltanto a Creta e nel Barca. Soltanto lo Scleropatrum Vinciguerrae mihi, molto affine allo Scler. sexcostatum Baudi, di Creta, sembrerebbe indicare l’esistenza del ponte suddetto; devo però notare che le altre specie del genere si trovano tutte nell’Asia Centrale, Armenia ecc. e che quindi lo Scleropatrum di Creta e quello di Marmarica non derivano uno dall’altro, bensì rappresentano gli estremi di due cor- renti migratorie, partenti dallo stesso centro.

Anche Holdhaus (in Schréder, Handbuch Entom. II, 1928, p. 992), non trova alcun elemento che renda plausibile una an- tica congiunzione territoriale tra la Cirenaica e l’Egeide.

La prevalenza delle specie mediterraneo-orientali viene resa «ancora più evidente dal fatto che ben 39 delle specie di Cirenaica a larga diffusione nel Bacino del Mediterraneo, sono pure più o meno largamente diffuse nell'Asia occidentale e centrale :

Cicindela aulica Dej. Calosoma Olivieri Dej. Cicindela litorea Forsk. Siagona depressa F. Cicindela melancholica F. Harpalus syriacus Dej.

Megacephala euphratica Dej. Egadroma marginata Dej.

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4592 E. GRIDELLI

Microlestes luctuosus Holdh.

Zuphium olens Rossi Bidessus: signatellus XJ. Coelambus confluens if’. Helophorus Milleri Kuw. Atheta opacicollis Fauv.

Saprinus ornatus. Fr.

Saprinus chaleites 70. Saprinus niger Motsch. Saprinus metallescens Er. Attagenus bifasciatus Oi. Anthrenus fasciatus Host.

Exochomus pubescens A%st.

Anthicus debilis Laf. Mylabris tenebrosa Cast.

Meloe cavensis Petagna Meloe tuccius Rossi

| Hapalus bimaculatus L.

Zonitis praeusta F’. Rhipiphorus subdipterus Bose Morica grossa L.

Anemia sardoa Gené Gonocephalum setulosum Fald. Gonocephalum rusticum Ol. Opatroides punctulatus Brullé Aphodius hydrochoeris Fab.. Scarabaeus sacer L.

Copris hispanus L.

Cartallum ebulinum ZL. Coniocleonus excoriatus Gylih.

Mylabris calida Pall.

SPECIE DELLA FAUNA DELLA CIRENAICA MANCANTI NEL MEDITERRANEO Europeo ED ASIATICO

SPECIE NORDAFRICANE.

Ho raggruppato con questo nome 64 specie la cui diffusione nell’ Africa settentrionale non è esattamente definita. Sono nella maggior parte dei casi specie indicate d’ Algeria o di Tunisia, o d’ambedue le regioni, però senza località dettagliata, e delle quali è quindi impossibile stabilire, almeno dai dati dei quali io dispongo, se si tratti di specie della sottoregione eremica ORE della sottoregione mediterranea.

Non ne terrò alcun conto nell’ analisi della fauna, dato che esse rappresentano elementi dubbii, probabilmente almeno in gran parte eremici.

Specie MAURITANICHE (ALGERO-TUNISINE).

Contrariamente alle asserzioni della maggior parte degli autori, secondo i quali la fauna della Cirenaica è molto affine a quella dell’ Africa Minore, io non riesco a trovare nei coleotteri noti finora di Cirenaica che 13 specie, le quali possano dirsi algero-

ESPLORAZIONE! DELL OASI DI GIARABUB 453

tunisine, ossia specie particolari dell’ Africa Minore mediterranea ed assenti nella sottoregione eremica.

Esse sono:

Cicindela Lyoni Villers | Onitis numida Cast. Dyschirius rufoaeneus Chaud. | Tituboea Leprieuri Pic Carterophonus femoralis Coq. Cyaniris forcipifera Luc. Malthinus suleicollis Fairm. Chrysomela numida Retche Troglops Bourgeoisi Ad. Brachycerus kabylianus Desbr. Macrosiagon Raffrayi Fairm. Pachycerns mixtus F. Scaurus Sancti-Amandi Sol.

A queste specie vanno perd aggiunte alcune specie e forme descritte di Cirenaica ma indubbiamente affini a specie dell’ Africa Minore, come per esempio Acinopus Doderoi Grid., Podistrina rugosipennis Pic, Malacogaster Bassii ruficollis Dod., Cebrio spec. ?, Tentyria Latrellei brachythorax Grid., ecc. (vedi a pro- posito delle specie endemiche).

Le 13 specie algero-tunisine suddette formano 1°1,89 °/, della fauna della Cirenaica; anche ammettendo un errore fortissimo nel computo questa cifra è davvero irrisoria e dimostra come l'affi- nità delle due regioni sia praticamente nulla.

A chi volesse sostenere ancora che la fauna della Cirenaica è affine alla fauna algero-tunisina consiglio quanto segue:

I. - Non dimenticare che la Tunisia e I’ Algeria sono unità politiche, ma non formano unità geologiche, geografiche o biologi-

che e che il sud sahariano delle due regioni è nettamente diverso

dalla zona mediterranea costiera.

II. - Studiare anche superficialmente, i coleotteri delle due regioni, e specialmente i Tenebrionidae.

III. - Consultare la magistrale opera di Bedel (Catal. Coléopt. Nord Afrique).

SPECIE E FORME ENDEMICHE DELLA CIRENAICA.

Il numero delle specie descritte della Cirenaica (*) e che non vennero finora raccolte in altre regioni dell’ Africa settentrionale

() Includo in questo gruppo anche le specie della Marmarica egiziana, la quale forma colla Marmarica cirenaica un tutto faunisticamente unico.

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454 E. GRIDELLI

è molto grande; la loro divisione in gruppi faunistici e le loro affinità colle altre specie dei relativi generi non si possono spesso stabilire, neanche con una certa approssimazione.

Allo stato attuale delle nostre cognizioni tutte queste specie devono essere indicate quali specie endemiche; è ovvio però che, date le nostre scarse conoscenze nella fauna eremica, un gran numero di queste specie sono sfuggite alle raccolte, mentre certa- mente si trovano sparse in una parte maggiore o minore dell’A- frica settentrionale. Possiamo parlare di specie endemiche di una regione soltanto se le regioni adiacenti sono esattamente note e se in esse le specie in questione non esistono. L’ endemi- smo è dunque determinato praticamente da un reperto negativo; tutti sanno quanto sia pericoloso affermare che in una data regione, anche ben nota, non si trova una data specie; l’affermare una cosa simile per la regione eremica non può condurre che ad errori.

Tenterò tuttavia di raggruppare le 112 specie descritte finora di Cirenaica, sia in base alla loro affinità, sia in base alle raccolte finora note. |

I. - Specie endemiche (s. str.). La Cirenaica è un paese di emersione postmiocenica (s'intende il territorio a nord della linea Giarabub- Augila-Gialo) è quindi popolata per migrazione dalle regioni circostanti preemerse. Dovremmo quindi attenderci un numero esiguo di specie endemiche, comme avviene per tutti i paesi di recente emersione.

In realtà io credo di poter ammettere quali specie veramente endemiche (ossia che st trovano soltanto nella Cirenaica e che non hanno affinità colle specie finora note) almeno le seguenti : |

Zabrus ventricosus Zimm. Eulipus Krùgeri Schust. Microlestes Holdhausi Grid. Adesmia Zanoni Schust. Eocatops ambiguus Peyerimh. | Machlopsis pseudoalata Grid. Omalium Krugeri Grid. Akis Bernhaueri Schust. Dolicaon Festae Grid. Scaurus Schusteri Grid. Dolicaon Silvestrii Grid. Leucolaephus Rohlfsi Karsch Staphylinus Festae G. Mull. Ocnera cyrenaica Grid. Sessinia carinata Karsch Pimelia bengasiana Schust.

Oterophloeus Desioi Grid. Pimelia Krugeri Schust.

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 455

Pimelia urticata KI. Doderoella cyrenaica Schust. Pimelia Gestroana Grid. Blaps Ruhmeri Seidl. Pimelia Letourneuxi Sén. Blaps tripolitanica Karsch

| Pimelia cyrenaica Schust. Blaps sulcifera Seidl. Pimelia superba Schust. Sitona Festae Solari

Sono 28 specie che, almeno con grande probabilità, possono essere ritenute endemiche della Cirenaica; a questo numero dovremo aggiungere altre specie, che io devo classificare tra le incerte, le quali varranno non soltanto quale compenso, ma bensi anche quale aumento della cifra suddetta. Tutte queste specie vanno classificate naturalmente quali specie della sottoregione eremica. i

II. Specie endemiche eremico-orientali. Sono specie raccolte finora soltanto nella Cirenaica, ma che sono affini a specie del- l'Egitto, Palestina, Arabia, ecc. oppure che appartengono a generi le cui specie sono proprie della parte orientale della sottore- gione eremica. Ascrivo a questo gruppo le seguenti 24 specie:

Paussus cyrenaicus Fori Adesmia acervata minor Grid. Dasytiscus convexus Pic Dichillus cyrenaicus Grid. Merophysia Silvestri Grid. Sepidium cyrenaicus Schust. Omophlus cyrenaicus Grid. Akis reflexa cyrenaica Schust. Omophlus Krugeri Grid. Akis Gestroi Schust. Arthrodeis Confalonierii Grid. | Ocnera Leprieuri Al. Psammoica laticollis Schust. Cabirus cyrenaicus Grid. Schweinfurthia Schusteri Grid. | Scleron dubium Grid. Tentyria elegans Schust. Scleropatrum Vinciguerrae Grid. Tentyria Confalonierii Grid. Cataphronetis aegyptiaca Reztt. Tentyria cyrenaica Schust. Aphodius Antii Grid.

Adesmia sculptilis Reit. Mnematium Ritchiei Bottoi Grid.

A queste vanno aggiunte 3 specie, che trovano le loro affini nel Mediterraneo orientale:

Merophysia cyrenaica Grid. Dasytiscus indutus sparsepubens Cardiophorus prope sacratus . Pic ;

456. E. GRIDELLI

II. - Specie endemiche d’ origine etiopica. Sono poche ve cie, affini ad altre delle regioni tropicali dell’ Africa:

Phloeocopus spec.? | Hyperaspis Vinciguerrae Capra Julodis Harterti Théiry Vanno ascritte alla sottoregione eremica.

IV. - Specie endemiche occidentali. Sono specie appartenenti a generi diffusi nel Mediterraneo occidentale, mancanti o quasi nel Mediterraneo orientale, oppure aftini a specie dell’Africa Minore, oppure razze di specie dell’Africa Minore o del Mediterraneo occi- dentale.

Ascrivo a questo gruppo le seguenti 14 forme:

Acinopus Doderoi. Grid. Tentyria Latreillei brachythorax Laemostenes: complanatus cyre- | Grid.

. baicus. Grid. Asida auriculata Sol. Podistrina rugosipennis Pie Asida mystica Wilke Malacogaster Bassii ruficollis | Pimelia consobrina Confalonierii

Dod. Grid. Cebrio spec. ? Timarcha cyrenaica Peyer.

Gonocleonus spec. ?

V. - Varia. Questo gruppo comprende, le 43 specie restanti, sulle quali non ho dati che mi permettano di stabilire Ie loro affinità.

SPECIE ENDEMICHE DELLA LIBIA.

Soltanto poche delle specie descritte e citate fimora soltanto della Tripolitania vennero raccolte anche nella Cirenaica. Il pic- | colo numero di esse (9) va ascritto soltanto, oppure in gran parte, alla deficienza delle raccolte nei due paesi.

Danacaea crenulata Pic Triodonta tripolitana Brenske Machlopsis elongatula Quedf. | Rhizotrogus Quedenfeldti Scaurus barbarus Sol. Brenske

Pachylodera brevicornis Quedf. | Oxythyrea tripolitana Reitt. Pimelia tenuicornis Sol. Brachycerus perlatus Sol.

Vanno ascritte tutte alla sottoregione eremica. _

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 457

Specie ETIOPICHE.

Sono soltanto 10, appartenenti a generi caratteristici dell’ A- frica a sud del Sahara, oppure razze di specie delle stesse regioni. Sono talvolta diffuse in tutta (o in parte) la zona eremica, tal- volta anche in varie parti del Mediterraneo. In molti casi (p. e. Bostrychidae) sono elementi dovuti probabilmente al trasporto di sostanze vegetali per opera di carovane; in altri casi però rappre- sentano elementi faunistici autoctoni sul cui significato dirò più oltre.

Anthia sexmaculata F. Enneadesmus forficula Fairm. Anthia venator F. Phonapate frontalis uncinata Graphopterus serrator Fòrsk. Karsch

Bledius vitulus Er. Apate monachus F.

| Bostrychoplites Zickeli Mars. Anthicus crinitus Laf. Bostrychopsis Reichei Mars.

A queste 10 specie vanno aggiunte le tre endemico-etiopiche gia citate, nonchè altre, tra le quali Epilachna chrysomelina F. e Julodis onopordi F.

Sono nel complesso 15 specie ed anche ammettendo che il loro numero venga notevolmente aumentato dalle ricerche future, pure esse rappresentano sempre una percentuale trascurabile nella sottoregione eremica, a fauna quasi completamente pale- artica.

SPECIE EREMICHE.

Secondo Uvaroft (1. c.) la vasta regione eremica comprende tutte le regioni desertiche della parte meridionale della regione paleartica ed è quindi estesa dalle coste atlantiche fino ai deserti del Turkestan cinese, con l’esclusione dell’Africa Minore.

Senza conoscere il lavoro di Uvaroff avevo compreso che molte specie proprie del Sahara si trovano nell’ Arabia (non parliamo del Sinai e della Palestina che formano si può dire la continua-

zione diretta del Sahara) e nella Persia, e ciò perchè ho avuto a mia . disposizione i materiali raccolti nella Persia dal March. Doria (1362-63). Avevo pure riconosciuto che molte specie sahariane si

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Bembidion jordanense

Staphylinus cyaneopubens

Saprinus aegyptiacus

‘Hemicleus Ferrantei

158 E. GRIDELLI

ritrovano nella Mesopotamia e nel Turchestan, come pure che molte specie largamente diffuse nel Mediterraneo (anche europeo) si ritrovano in quelle regioni. Non azzardavo però, e non azzardo tuttora, l'ipotesi che le regioni del Turchestan e della Persia possano venir considerate quali regioni a fauna sahariana. O per lo meno occorre ammettere che la vasta sottoregione eremica intesa nel senso di Uvaroff sia suddivisa in un certo numero di provincie, delle quali il Marocco sarebbe certamente una.

E fuori di dubbio però che la fauna del Sahara pre- senta nelle sue specie caratteristiche, una grandissima affi- nità colle specie dell’Asia occidentale desertica mentre non ha alcuna affinità colla fauna europea.

Le specie della Cirenaica, che si possono considerare quali carat- teristiche della sottoregione eremica sono le 103 enumerate nella seguente tabella.

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Scarites subcylindricus /

Broscus laevigatus

Amara Cottyi

» simplex Laemostenes picicornis Dromius vagepictus

Microlestes syriacus

Cymindis suturalis

Bledius capra

Hister Touthmosis

Drasterius figuratus _

» rufescens —_ |

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Mesopotamia Palestina Cirenaica

SPECIE EREMICHE

Sinai

Egitto Tripolitania Tunisia merid. Algeria merid.

Persia Arabia Siria

Lithochroides Sharpi -

Thorictus castaneus

» Munganasti

Pharoscymnus varius

Ptinus rugosicollis

» fimicola

Anthicus Goebeli pea

Iscariotes

Mylabris Hemprichi eg BS

» sinuata

» aegyptiaca

Heliotaurus parvicollis |-|_

» angusticollis =

Omophlus tenellus i Sg ee

Omophlus scutellaris ia

Zophosis complanata LI |-

Hionthis tentyrioides nce —|—

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Scelosodis castaneus ES ES

Tentyriina Bohmi aah a

| Tentyria punctatostriata Ft en

Micipsa grandis —fij—|—

Oxycara pygmaeum 2 fof)

Adesmia metallica Da CAR

» monilis an gipo

» dilatata e Oa

» acervata —|—

Machlopsis crenatocostata _ —|—}—

Adelostoma sulcatum an eo JE

Eutagenia aegyptiaca i —|J_

Coryna ocellaris —|— Cylindrothorax palaestinus =

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i 460 E. GRIDELLI

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Aphodius palmetincola fi a esa Mes ae

» Wollastoni

(1) Armenia, Turchestan, Transcaspio. (8) Armenia (Valle dell’ Arax).

4 Fo ie ge te hele | SPECIE EREMICHE S n e |E|E|É fi. ibBdcaBdede pi è |=5|z|a3|S|a|#|S5|E|F|=3 Ù Hi PS vi | Aphodius brunneus » lucidus e ge » hieroglyphicus 3 Ochodaeus gigas di “Scarabaeus cristatus | di

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|‘ regione eremica, in base ai dati da me riconosciuti. Molte delle

| ‘specie sono note soltanto d’Egitto e di Cirenaica, ma non vw ha

È «dubbio (per analogia alla diffusione delle altre specie) che esse

| ‘vengano in seguito raccolte anche in altre zone del Sahara. E

probabile che molte delle indicazioni « Siria », ricavate dai lavori dei vecchi autori si riferiscano invece alla Palestina.

Molto interessante è il fatto che alcune si estendono alle

462 E. GRIDELLI

Canarie. Certamente qualcuna di esse verra trovata anche nel- l'Africa Minore mediterranea, nella cui fauna esse rappresente- ranno però sempre elementi estranei.

OBs. L'esistenza nel Sahara di specie diffuse ad oriente fino nei deserti asiatici o almeno fino nell’ Arabia venne rilevata da molti autori. Si può dire che tutti coloro che s’ occuparono della fauna della Cirenaica, della Tripolitania e dell'Africa occidentale citarono specie più o meno numerose aventi la diffusione suddetta. Nella maggior parte dei casi però gli autori non diedero al fatto la sua giusta importanza, oppure non si occuparono di queste specie, considerandole quali « specie a vasta diffusione » senza importanza zoogeografica. Soltanto pochi rilevarono esplicitamente il fatto, e tra questi Gribodo (Boll. Mus. Zool. Anat. Comp. Torino XXXIX, 1924, n. s. nr. 16): «... Ma non conviene dimenticare che tra le specie cirenai- che sono anche assai numerose, e talune caratteristiche, quelle che finora non furono trovate che nella Siria, Asia Minore, Caucaso e: Turchestan! Riesce impressionante il gran numero di Bomdus (tutti però d’un unica specie) raccolti dal Dr. Festa; mentre essi sono stati sempre rarissimi fra gli Aculeati che finora ci hanno spedito le altre regioni paleartiche d’Africa, ad eccezione forse delle Canarie, (nella regione etiopica mancano comple- tamente).

Più impressionante ancora riesce la presenza (ed in tanta abbondanza) tanto nella Cirenaica che nella Tripolitania della bella e caratteristica Eumenes tinctor (= maxillosa); specie che assolutamente non trovossi finora nella Tunisia, Algeria e Marocco, mentre per contro è comunissima in ogni parte dell’Africa etiopica e nell’Egitto! ».

Esulerebbe dall’ambito di questo lavoro il voler citare tutti coloro: che indicarono più o meno esplicitamente la presenza d’elementi orientali nella fauna sahariana. Non posso però trascurare un lavoro recentissimo, pubblicato da F. Werner: Wissenschaftliche Ergebnisse einer zoologischen Forschungsreise nach Westalgerien und Marocco, in « Sitzungsher. Akad-Wissensch. Wien, Abt. I, 138 Band. 1929. L’autore illustra i rettili, gli anfibi e gli scorpioni raccolti. A proposito dei rettili (p. 19) egli nota: « Die echt saharische Fauna Nordwestafricas umfasst folgende Arten, die grosstenteils entweder vollkommen oder wenigstens der Art nach, wenn auch in anderen Unterarten, in Nordostafrica [12 specie zu 26], ja sogar in Westasien bis zu den Wiisten Indiens vorkommen [14 specie su 26]; nur wenige sind auf die Westsahara begrenzt [non risultano dall’elenco |. » Aggiunge ancora ll specie penetrate nel Sahara dal Nord, e 4 specie sahariane diffuse nel Mediterraneo, delle quali ben 7 diffuse in Oriente.

Duuque su 41 specie sahariane di rettili, ben 21 sono diffuse ad oriente fino ai deserti dell’Asia occidentale (51,22 °/,) mentre le altre sono diffuse anche nell’Africa nord orientale.

A proposito degli scorpioni Werner nota (p. 33): « Es ist sehr bemer- kenswert, dass es im dussersten Westen von Nordafrica Tiersformen gibt, die westasiastiche und nordostafricanischen Arten ihrer Gattung nahe-

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 463

stehen, im Zwischengebiet aber keine naheren Verwandte besitzen. So hat Buthus (Hottentotta) franzwerneri Bir. von den westalgerische Sa- hara in ganz Nordafrica Keinen néheren Verwandten, nur in Westasien bis Nordindien.... ».

Interessanti sono pure i risultati zoogeografici riguardanti la diffusione delle specie nell’Africa Minore. L'autore osserva una variazione della fauna da occidente verso oriente e sopratutto nota come molti rettili desertici penetrino nell’Africa Minore fino alle coste mediterranee, vivendo promiscui colle specie mediterranee, in ambiente non desertico. Avviene pure il caso contrario (elementi mediterranei che si trovano in pieno deserto).

Il fatto non deve stupire e credo che molti coleotteri eremici, di pro- venienza orientale si trovino nell’Africa Minore Mediterranea; essi rappre- sentano però elementi dovuti a migrazioni recentissime e non elementi autoctoni mauritanici.

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Le specie che vennero trovate finora soltanto nella Cirenaica, oppure anche in altre regioni nordafricane, ma che mancano nelle isole mediterrane, nell'Europa e nell'Asia Minore sono 311. Da quanto ho esposto finora risulta che esse possono venir rag- gruppate nel modo seguente.

A seconda della loro diffusione :

Specie la cui area di diffusione non è sufficiente-

mente nota . . 64 2057 9/5 Specie endemiche (note soltanto della i

s. lato) i i SES Gr Specie libiche . ; : : o 75,25 %/n ‘Specie etiopiche . l i 10 Piece eremiche’ : i host Oe Specie mauritaniche . i 13 ES

311 100,009),

Da questa tabella risulta che le specie mauritaniche (ossia . dell’Africa Minore) presenti nella Cirenaica rappresentano l’esigua percentuale del 4,18, in confronto al 74,92 °/, delle specie diffuse largamente nella sottoregione eremica oppure soltanto in una parte maggiore o minore della stessa. Anche ammettendo che tutte le 65 specie, la cui diffusione nel Nord Africa non mi è nota con esattezza, fossero specie mauritaniche (il che è sempli-

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ma da

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E. GRIDELLI

cemente escluso) non otterremo che il 25,08 °/,. Notisi inoltre che queste percentuali si riferiscono al numero delle specie nord- africane, e che scenderebbero a proporzioni irrisorie (1,89 °/o) calcolandole in base al numero totale delle specie note.

Possiamo adunque affermare ancora una volta che l'affinità Meda fauna della Cirenaica con quella dell’ Africa Minore pinne nulla.

Risultati pure interessanti si ottengono considerando le Bi specie suddette in base alla loro probabile. origine:

Specie nord-africane d'origine ignota . . . . 64 20,57 Sio

Specie d’origine etiopica . 3 ui . i Ù | 18 “lo Specie endemiche d’ origine | endemiche s. str. 28 | 29.8 no / ‘Jomota A eae O aves ye ee “Spege libiehe </a 289 SICILIE ) \ eremiche . . . 108 ee ; | Specie dorigine orientale. . o Me ak, DI o ; Specie d’ origine occidentale | diffuse. . ete | 7 729) kee) mauritamiche o (endemiche... sao de cee

31 100,00,

Bisnis dunque Si ancora una volta i seguenti ci fatti : : od i I. - L’ esigua pesa delle ee d’origine etiopica. LI (non paleartiche): 4,18 °/,. 5

Il. - La grande prevalenza delle specie dorigine orien- i tale: 41,80 °/,. . a O

III - L’esigua percentuale delle specie a origine mauri- i. tanica: 7,72 To |

‘ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB 165

ORIGINE DELLA FAUNA DELLA CIRENAICA

STRUTTURA GEOLOGICA DELL AFRICA SETTENTRIONALE.

Non si può comprendere la diffusione delle specie in una regione e non si possono trarre deduzioni sulle origini delle stesse specie, senza conoscere la storia geologica della regione e delle regioni adiacenti, nonchè le condizioni climatiche della regione nelle epoche passate.

Ho gia dimostrato come la fauna della Cirenaica non sia essen- zialmente diversa dalla fauna sahariana (eremica); è quindi ne- cessario studiare l'origine della fauna sahariana per comprendere quella della Cirenaica.

La geologia dell’Africa settentrionale è, almeno nelle sue linee generali, ben nota, tanto da permettere ai varii autori di darne una sintesi ed utilizzarla nella spiegazione dell’ origine della fauna. A tale scopo non è necessario conoscere i dettagli geolo- gici.d’una singola zona i quali non possono influire sul quadro generale.

I. - Africa Minore. Era già emersa nella prima metà del terziario, ed era unita alla parte meridionale della penisola ibe- rica da un lato ed alla Sicilia dall’ altro. La comunicazione Atlantico- Mediterraneo avveniva mediante |’ odierna valle del Guadalquivir, mentre lo stretto di Gibilterra s’'aperse soltanto nel Miocene superiore. L'unione Sicilia - Tunisia persistette forse fino al Diluvium.

La catena settentrionale dell’ Atlante (Atlas tellien) è una catena antica, secondaria e terziaria, più o meno divisa in mas- sicci. Le catena meridionale (Atlas saharien) è d'origine recente, contemporanea a quella delle alpi, e si sollevò completamente soltanto alla fine del terziario, nel pliocene.

L’ Africa Minore rimase divisa dal resto del Sahara (a sud dell'Atlante) durante tutta l’era terziaria da un largo braccio di mare, che metteva in comunicazione il Mediterraneo coll’Atlan- tico e che esisteva ancora, almeno in parte, all’inizio del quater- nario, del quale ricevette i sedimenti.

- Sahara. Tutto il resto dell’Africa settentrionale, ossia la totalità del Sahara, dalle coste atlantiche al Mar Rosso ed oltre,

Ann. del Mus, Civ. di St. Nat., Vol. LIV (5 Settembre 1930). 30

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466 E. GRIDELLI

è un'immensa pianura, formata da roccie cristalline e da roccie ‘sedimentarie paleozoiche.' Tale zona paleozoica non ricevette i sedi- menti delle ere seguenti ed è limitata, presso a poco, al nord dal 28° parallelo. Per quanto riguarda la Libia, tanto il Fezzan, che la regione di Cufra sono terreni paleozoici. |

L’ Algeria meridionale e la Tunisia meridionale sono formate da calcari cretacei; vedi pure le arenarie cretacee del Deserto Libico.

Tripolitania e Sirte. Eccettuate la regione paleozoica del Fezzan, tutta la Tripolitania e la Sirte sono costituite da calcari cretacei, tra i quali spuntano qua e masse vulcaniche (piccole zone del Gharian; Gebel Soda). Mancano completamente i terreni terziarii; l'emersione è quindi avvenuta alla fine del cretaceo. I terreni quaternarii si trovano lungo il corso degli uadi; sono però molto estesi nel Gharian ed in altre zone, dove essi si trovano immediatamente sopra gli strati cretacei. Stella (Missione Fran- chetti in Tripolitania, Firenze- Milano, 1914; edit. Frat. Treves) parla ampiamente della diffusione e dell’origine fluvio-eolica di questi terreni quaternaril.

Cirenaica. Desio (Risultati hy della Missione all’oasi di Giarabub, fase. I, Roma 1928, pp. 76-77) si esprime come segue:

« Non solamente la Marmarica, ma tutta quanta la Cirenaica a nord del 30° parallelo, è formata da grandi tavolieri inclinati più o meno dolcemente verso mezzogiorno. A sud del 29° paral- lelo si incontrano gli altri vastissimi altipiani più o meno coperti di sabbia e inclinati verso il settentrione. La linea di depressione quindi Siva-Giarabub-Gialo viene a trovarsi in corrispondenza del filone, dirò così, d'un enorme avvallamento diviso in due tronchi principali da una specie di spartiacque che coincide su per giù

col 22° meridiano di Greenwich. I due tronchi del grandioso _ avvallamento si dirigono verso il golfo di Alessandria e verso il.

golfo, Sirtico. Per quanto riguarda la Cirenaica, già il Marinelli ha dimostrato l’esistenza d’un sollevamento della parte marginale. Altrettanto ho potuto riconoscere io in Marmarica.

Prima del sollevamento marginale della Marmarica e della Cirenaica, la regione probabilmente presentava un’ inclinazione abbastanza uniforme verso il Mediterraneo, che nelle varie epoche

geologiche, dal principio del Terziario in poi, andò ritirando più.

o meno regolarmente le sue rive da sud verso nord.

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ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB 467

Verso la fine del Miocene; una linea di costa doveva correre a poca distanza dal cordone di oasi sopra ricordato,

Il sollevamento marginale, lungo una probabile grande linea di dislocazione corrispondente su per giù all’ attuale costa, deter- minò l emersione di un tavoliere cirenaico e probabilmente un poco più tardi, di un altro tavoliere cha venne a formare la Mar- marica. Al termine del Miocene; secondo ogni probabilità, tutta la depressione Siva-Giarabub-Gialo era emersa, depressione quindi nel suo complesso e nella sua origine di carattere tettonico. Proba- bilmente un golfo s’addentrava nel continente attraverso l'Egitto a un altro attraverso la Sirtica ».

Per quanto riguarda i terreni, dalle carte geologiche della penisola del Barca (P. Vinassa de Regny e Marinelli, l. c.) risulta che essi sono formati in prevalenza da calcari eocenici ed oligo- cenici. I sedimenti miocenici sono pochissimo estesi, limitati ai calcari della zona di El-Gubba, di Cirene e di poche isole di pic- cola estensione a sud di Cirene; nonché ai gessi di Agedabia, che vanno attribuiti, secondo Marinelli, al Miocene superiore,

La Marmarica cirenaica ed egiziana (comprese le oasi di Giarabub e di Siva) è formata di sedimenti miocenici. Il gruppo di Augila-Gialo sarebbe invece costituito, secondo P. Vinassa de Regny, da terreni cretacei.

Dal suesposto risulterebbe dunque che la Cirenaica emerse dal mare in epoca posteriore all’emersione della Tripolitania e di tutta (o parte) della Sirtica, e precisamente del Terziario. La prima zona che si sollevò fu l’altipiano del Barca, presso a poco nella sua attuale configurazione, alla fine dell’oligocene, (tranne forse le zone suddette presentanti sedimenti miocenici). Successi- vamente si sollevò il tavoliere Marmarico (fine del Miocene).

Alla fine del Miocene la Cirenaica era probabilmente comple- tamente emersa, tranne la zona costiera della regione di Bengasi fino a Tolmetta, formata da sedimenti felt

Deserto Libico, Egitto, Arabia, Palestina. Dalle carte paleogeografiche di Kossmat (l. c.) risulta che |’ Arabia era del tutto o in parte emersa e saldata all'Africa fin dai primi periodi del paleozoico. Nella prima metà del terziario l'Arabia, la penisola del Sinai e la Palestina formavano un blocco unico coll’ Africa settentrionale; mentre la Cirenaica ed il delta del Nilo erano sommersi, La Siria, la Mesopotamia e buona parte della Persia

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468 E. GRIDELLI

meridionale erano coperte da un largo braccio di mare, che met- teva in comunicazione il Mediterraneo col Mare indiano, sepa- rando il-complesso Africa settentrionale-Arabia dalle antichissime zone emerse del Turchestan e' dell'Asia centrale. Nell’ Oligocene questa separazione esisteva ancora e (secondo Colosi |. c.) essa scomparve nel pliocene, epoca nella quale emersero la Siria e la Persia (e con tutta probabilità anche la Mesopotamia).

Risulta dunque nel pliocene una continuità territoriale Sahara-Arabia-Sinai-Palestina-Mesopotamia-Persia-Turche- stan-Asia centrale.

Tale continuità venne distrutta dalla formazione della fossa del Mar Rosso (vedi Issel, |. c.), la quale è dovuta ad una frattura. non posteriore al miocene medio, lungo l’asse della quale si tro- vavano dei laghi durante il Miocene ed il pliocene. All’inizio del quaternario s'aperse l’attuale stretto di Bab-el-Mandeb ed il Mar Rosso si formò presso a poco quale è attualmente. Nel quater- nario antico era però unito al Mediterraneo e l’istmo di Suez si formò soltanto in epoca recentissima.

Risulta dunque che la comunicazione diretta dell’Africa Asia centrale, esistente nel pliocene, venne interrotta nel quaternario antico, in seguito alla formazione del Mar

Rosso, presso a poco nella sua configurazione attuale.

Per quanto riguarda il clima, tutti gli autori sono concordi nell'affermare che, in epoche recentissime, il Sahara era una

regione ben diversa dall’ attuale, percorsa da numerosi fiumi.

Così per esempio Pellegrin (1. c. p. 88): «Quant au Sahara il appartient dans son ensemble au grand plateau continental afri- cain et parait avoir subi relativement peu de modifications depuis la periode secondaire. |

Au quaternaire et jusqu’a une époque récente, sa physionomie était fort differente de l’aspect désertique qu’ il présente aujourd’ hui. Sa surface était sillonnée par des fleuves importants, jalonnée par de vastes lacs abritant une population aquatique nombreuse dont, comme on l’a vu, on retrouve encore d’abondants vestiges. Le desséchement progressif de cette immense région a commencé

‘à se produire 4 une date relativement rapprochée, par suite de

169

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB

diverses causes dont les principales furent la diminution, puis la cessation du regime des pluies et le barrage des vallées par les dunes de sable amoncelées par le vent; cet asséchement lent et continu n'a cessé de se poursuivre dans les temps historiques «ainsi que le prouve l’étude des textes anciens et nous assistons

|

; en quelque sorte a ses dernières phases ». v È F. Gautier, in una bella monografia sul Sahara («Le Sahara », do i editore Payot, Parigi, 1928) notizie estremamente interessanti he sulle condizioni climatiche passate e presenti del Sahara. Esiste- Be

: rebbe la possibilita che questa immensa regione sia stata un de- | ta

serto fino dal siluriano. In tutti i casi il suo clima subi varie alter- native è certamente esso era nel quaternario molto più umido che non lo sia ora, fatto questo provato dagli « oueds », grandiose i valli prodotte dall'erosione dei fiumi quaternarii, oggi nella mas-

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sima parte completamente disseccati. L'autore nega invece l’opi- 2 |‘ nione espressa da molti, riguardante un progresso del dissecca- a mento nei tempi storici. | | ay Stella (I. c.), studiando la formazione dei depositi quaternarii DI ‘fluvio-eolici della Tripolitania, ammette in quest'epoca fasi alterne + aride e fluviali: « Ora una tale ipotesi di fasi alterne aride e cr

fluviali durante il-quaternario, quale scaturisce naturale dall’esame | dei fatti osservati nel Gebel, ha tutta la probabilita di avvicinarsi al vero; perché si accorda con altri fatti analoghi osservati nelle regioni contermini alla Tripolitania ed in generale nell’ Africa RE

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. . settentrionale; e in pari tempo trova il suo parallelo nella nota | eli |_°‘’alternanza di fasi climatiche (glaciali e interglaciali) dedotte dallo | a | studio dei terreni quaternarii europei e nord-americani. Non è Dr: «qui luogo, sarebbe, allo stato attuale delle nozioni, neppure

.. concludente, tentare un minuto parallelismo di orizzonti geologici dei terreni quaternarii della nostra regione con quelli della re-

gione siriaco-egiziana da un lato, e dall’altro, della regione tuni- ._ sino-algerina. Però sta il fatto che le osservazioni di Blankenhorn «per la prima, e per la seconda dei geologi francesi specialmente «del Flamand e Boule, portano concordemente alla conclusione _ di alterne oscillazioni di clima più secco e di clima più | wmido durante il quaternario nord-africano. D'altra parte, gli studii comparati dei terreni quaternarii europei e americani e asiatici confermano il carattere di steppa che devono aver avuto una o piu delle fasi interglaciali, fasi nelle quali trova posto la

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470 E. GRIDELLI

formazione eolica del loess che tanta somiglianza presenta colle i sabbie rosse esotiche ed eoliche del quaternario tripolitano. Sie, chè si intravvede la possibilità di un più sicuro parallelismo fra le fasi quaternarie del Nord-Africa e quelle degli altri paesi special- mente europei circum-mediterranei, quando lo studio delle forma- zioni quaternarie di quelli sarà stato meglio approfondito,

Importante diventa dal punto di vista anche pratico, lo studio comparato delle condizioni climatiche nell’epoca quaternaria più recente che si sfuma nella presente, e che si suol dire « post- glaciale » riferendosi al quaternario europeo; e che dovrebbe dirsi « post pluviale » se ci riferiamo al quaternario nord-africano.

È noto che in Europa, all'ultima fase glaciale è succeduta una fase di ritorno a condizioni non più uguali a quelle steppiche i dell'ultima fase interglaciale, ma soltanto ad esse vicine, passando via via alle condizioni attuali di clima temperato del bacino medi- terraneo europeo. Nel Nord-Africa possiamo ritenere analogamente che all’ultima fase pluviale sia succeduto un ritorno a condizioni non più uguali a quelle veramente aride delle fasi precedenti ma soltanto ad esse vicine quali troviamo nel clima steppico asciutto della Libia che passa a clima arido-desertico verso l'interno a a clima sub-mediterraneo verso l'orlo del Gebel e della zona costiera.

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Dallo studio della diffusione delle specie eremiche e dalla geo- logia del Sahara possiamo ora trarre conclusioni, abbastanza pro- | babili, sull'origine della fauna che popola attualmente la Cene ed in generale tutta la vasta sottoregione eremica. ~ |

Nell’ era terziaria tutta l'Africa eremica era popolata da una fauna ben diversa dall’attuale, formata da elementi etiopici, pene- trati dalle zone tropicali nei periodi pluviali. Questa fauna popolò i territorii man mano che essi emergevano e certamente popolò | anche tutta la Cirenaica alla fine del miocene e durante. tutto il pliocene (0 almeno durante quasi tutto il pliocene). Nulla possiamo dire riguardo l’estensione di tale fauna, sappiamo. soltanto che essa esistette realmente dallo studio delle specie etio- piche relitte che si trovano sparse nell’ Africa eremica, alcune delle quali penetrano anche nell’ Africa Minore e perfino nel Mediterraneo europeo (Julodis etc.), e nulla sappiamo sull’esten-

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ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB h7\

sione di tale fauna verso oriente; elementi etiopici sono pero

molto numerosi nell’ Arabia Meridionale. Vi furono forse parec-

chie migrazioni di fauna etiopiche dal sud al nord, corrispondenti ai vari periodi pluviali terziarii. Forse gia alla fine del pliocene, ma certamente all’inizio del quaternario, avvenne il cambiamento

che portò alla formazione della fauna attuale a carattere

nettamente paleartico. Si formò cioè una grande ondata migra- gratoria proveniente dalle zone steppose dell’ Asia centrale ed occidentale la quale, attraverso la Persia, la Mesopotamia, la Pa- lestina, e |’ Arabia, invase l’attuale Africa sahariana, estinguen- dosi in parte nel deserto sud-algerino, ma spingendosi in parte anche fino alle coste atlantiche e perfino nelle Canarie. Alcuni elementi di questa corrente migratoria orientale si spinsero anche nell'Africa Minore, pochi nella penisola iberica e nella Sicilia. È pure possibile trarre deduzioni riguardo all’epoca nella quale av- venne questa corrente. Essa dovette avvenire durante uno 0 più periodi ‘pluviali impossibile parlare di migrazioni importanti nell'attuale deserto) in un epoca nella quale il mare siro-persiano era già scomparso ed il Mar Rosso non ancora formato. Sappiamo che la continuità territoriale Africa-Arabia-Persia esisteva nel plio- cene, epoca nella quale emersero le terre ricoperte dal mare siro- persiano e che il Mar Rosso si sprofondò nel quaternario antico.

La corrente migratoria non potè dunque svolgersi che alla fine del pliocene o all’inizio del quaternario. Le specie oriéntali da essa portate si mescolarono alle forme autoctone pre- esistenti, emigrate in epoche anteriori dall’Africa tropicale.

Ai periodi pluviali si alternarono periodi aridi, accompagnati forse da un’abbassamento della temperatura media ed in partico- lare all’ultimo periodo pluviale seguì l’attuale periodo arido. In conseguenza di questi mutamenti climatici (e forse per altre cause a noi ignote) l'antica fauna etiopica andò man mano ridu- cendosi e si formò a poco a poco l’attuale prevalenza assoluta della fauna paleartica. Molte delle specie emigrate dall’ Asia si conservarono inalterate, altre si trasformarono man mano, dando origine a sottospecie, altre si modificarono fortemente dando ori- gine a specie, diverse, per quanto affini, alle specie asiatiche. Col- l’accentuarsi dell’aridita del terreno si formarono vastissime zone desertiche, sparse di oasi più o meno numerose ed una fascia costiera a clima mediterraneo e subdesertico.

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472 (RO CIR RIDELLI:

È ovvio che un tale mutamento delle condizioni climatiche dovette operare un profondo mutamento ed una selezione della ‘fauna. Molti elementi certamente sparirono, altri (e specialmente i coleotteri floricoli o fitofagi) vennero limitati alla zona costiera ed. alle oasi dell'interno; i coleotteri terricoli seguirono forse l'abbassamento delle falde acquifere e. si trovano ora ad una determinata profondità nel sottosuolo. Quelli che vennero forse meno modificati furono i coleotteri steppicoli e psammofili i quali si trovano molti diffusi anche fuori delle oasi, in zone aridissime e che formano forse il complesso più caratteristico della. fauna eremica. |

S’accentud così via via il frazionamento della fauna in faunule

abitanti le zone meno aride, separate da estese zone desertiche semiazoiche, coll’ evidente possibilità di formazioni di Ni o di specie dovute all’isolamento.

Per quanto riguarda la Cirenaica essa deve venir considerata quale parte inscindibile dalla sottoregione eremica. Essa: esisteva | presso a poco, ed era saldata alle parti del Sahara preemerse già alla fine del Miocene e venne quindi popolata da una fauna etiopica, in seguito a migrazione dalla Tripolitania, dal retroterra preemerso e dall'attuale deserto libico. Subì in seguito tutti i mutamenti climatici che condussero alla formazione dell’attuale clima e venne invasa dalla corrente migratoria orientale suddetta; la fauna etiopica andò riducendosi fino all’attuale condizione, ecc. La sua fauna ha quindi la stessa storia della fauna saha- riana ed essa non venne costituita in base ad elementi emigrati dal sud e dall’ occidente, bensi la Cirenaica fu il ponte per il quale Vl ondata orientale passò nella Tripolita- nia e nel Sahara occidentale. Più tardi la fauna venne alterata in seguito alla penetrazione nella Cirenaica delle numerose specie a larga diffusione, delle quali molte sono addirittura cosmopolite, nonchè delle specie la cui attuale distribuzione è circummediter- ranea. La loro penetrazione nella Cirenaica è forse dovuta a mi- grazioni effettuate lungo la costa, nella fascia costiera a clima. ° meno arido; aleune sono certamente dovute a trasporto umano. La stessa via venne seguita dalle poche specie d’ origine mauri. | tanica o del Mediterraneo occidentale, certamente in epoca recen- tissima.

Ritengo pure interessante la mancanza assoluta nella Cire-

|_°‘’‘’‘’‘’‘’‘—‘——‘‘‘ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB 473

naica delle specie caratteristiche dell’Egeide, la quale prova l’ine- | sistenza di un ponte tra l’Egeide e la Cirenaica, ammesso da qualche autore (e del resto ben difficilmente comprensibile anche dal punto di vista geologico). La presenza di poche specie pro- | »—’prie delle regioni del Mediterraneo orientale può venire spiegata nel senso di una comune origine asiatica delle stesse, seguita da «una migrazione diretta in Cirenaica lungo le coste della Pale- stina e nell’Egeide attraverso la Siria settentrionale. Una migra- zione diretta dalle terre egeiche, Asia Minore, Siria, Palestina, Egitto,. è poco probabile. |

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Credo interessante confrontare i risultati del mio studio, colle opinioni espresse da I. Joleaud (!), a proposito dell’origine della | fauna dell’Africa Minore: «L’Afrique du Nord est restée jusqu’a la fin de l’ére tertiaire habitée par une faune 4 caractére africain. Les grands changements géographiques qui marquérent partout les temps quaternaires transformérent profondément le milieu barbaresque et conférérent a ses habitants cette physionomie fi eurasiatique si nettement reconnaissable aujourd'hui. Les processus _ de ces changements considérables furent de plusieurs ordres. Les élémens éthiopiens s’éteignirent progressivement, tantòt par suite | de l’accentuation de la sécheresse, lors des phases correspondant | è nos périodes glaciaires, tantét en raison de l’abaissement relatif e, de la temperature, au cours des épisodes synchroniques de nos époques interglaciaires. Suivant leur sensibilité plus accusée a l’un ou a l’autre de ces facteurs, les animaux tropicaux de |’ ancien __ peuplement disparurent successivement de l’Afrique mineure. Par compensation, les types circuméditerranéens se maintirent heureu- - sement grace a leur faculté d’ adaptation a ces circostances phy- | siques si diverses.

Ces étres nouveaux pour la Berbérie, arriverent en une série ae lots 4 de moments successifs et par des voies différentes. Au | Postpliocène, une migration importante employa le chemin orano- . andalou, tandis qu’au Pleistocéne la liaison se fit, semble-t-il, par | un detroit tuniso-sicilien. Mais la coalescence égypto-arabique joua

pon Ca) È, Joleaud: Les régions zoogéographiques de 1’ Afrique du Nord (Revue de Géographie Marocaine VII, 1928, pp. 16-44).

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47h E. GRIDELLI

certainement un role important dans ces échanges fauniques a plusieurs reprises. Déjà è la fin de l’Oligocène, les étroites ana- logies des Mammiféres du Fayoum et du Beélouchistan, révélent une grande facilité dans les communications entre ces deux pays. Plus tard, au Burdigalien, des éléments communs subsistent entre Moghara du désert libyque et Mauchkar d’ Hindoustan. En suite, les lacunes de nos connaissances mammalogiques nous interdisent toutes comparaisons jusqu’au milieu du Pliocéne. Mais au Villa- franchien, 2 la fin de temps néogenes, une faune 4 peu pres ©

. identique, vit das l’Inde et dans les contrées nilotiques................ C'est par le chemin de l’Egypte que passèrent peut-étre d’ ail-

leurs certains de ces animaux et qu’en tous cas vinrent en Berbérie, les Gerbois, les Boas, etc...... oe)

Enfin, des éléments du très vieux fond africano- brésilien, semblent se retrouver dans le monde des Reptiles (Amphishénides Glauconies, Ophisaures) et des Poissons (Tellien); méme de plus anciens éléments goudwanniens se révélent peut-étre sous la forme des Geckos Gymnodactyles et Phyllodactyles. Certainement une connaissance plus complete de la Biogéographie des Inverte- brés nous conduirait & multiplier ces cas singuliers d’ antiques | dispersions rappelant les plus archaiques coalescences des conti- nents. Mais c’est une oeuvre d’avenir, la synthése des aires de répartition de groupes inférieurs étant encore a peu prés impos- sible dans l’état actuel de la science». (Ex Joleaud, l. c. pp. 42-44).

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Ho esitato lungamente prima di compilare la seconda parte | del presente lavoro. Avrei voluto limitarmi al semplice catalogo ragionato dei coleotteri esistenti in Cirenaica, ossia ad una raccolta di dati sicuri sulla fauna di Cirenaica, omettendo qualunque con- | clusione riguardante i caratteri e l’origine della fauna, conclusioni sempre ipotetiche, sia per le conoscenze incomplete sulla vera

diffusione e natura delle specie, sia perchè necessariamente basate _

su teorie più o meno probabili, ma non dimostrabili, riguardanti |

l’origine e l’evoluzione delle specie. Mi sono deciso di compilare

la seconda parte perché altri autori, e specialmente Ghigi e Co- sa . losi espressero opinioni sull’ origine e sulla natura della fauna

i naica, più o meno diverse da quelle che m’era formato in } se allo studio dei coleotteri. |

ioni REA limitandomi a daga più logiche, derivanti dai dati zoologici e: geologici a me noti. Ho dovuto invocare la teo-

re es te senza pensare a fenomeni A ) = To ho lavorato in base allo studio d’un solo gruppo animale, eh ee in 1 Cirenaica da ben 751 specie. Anche ammettendo

use Werrore abbiano caio nello stesso senso. Co perciò che o percentuali della ae che servirono di base alle

BG aon TA però si possano dedurre altre nigi anche > le mie differiscono più o meno da quelle degli autori.

NE: GRIDELLI BIBLIOGRAFIA ()

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di nati 1922.

I):

Schweinfurthia Schusteri 211 Tentyria Latreillei brachythorax 219 Tentyria Confalonierii 222 Adesmia acervata minor 232 Machlopsis Doderoi 235 Machlopsis pseudoalata 236 Stenosis Cugiae 238 Dichillus cyrenaicus 242 Scaurus Schusteri 260 Ocnera cyrenaica 270 | Pimelia consobrina Confalonierii 274 Pimelia Gestroana 279 | Cabirus cyrenaicus 290 Scleron dubium 295 | Scleron Andreinii 295 0 Ok: cyrenaicus 190 Scleropatrum Vinciguerrae 297 eu si Aphodius Antii 312 Mnematium Ritchiei Bottoi 324

INDICE DELLE FAMIGLIE

Chrysomelidae 346 Cucujidae 129 Curculionidae 368

Dermestidae 119 Dytiscidae 49

Elateridae 110 Erotylidae 131 Eucnemidae 114

Gyrinidae 55. Haliplidae 49

Histeridae 85 Hydrophilidae 56

Lampyridae 95 Lariidae 364 Lathridiidae 139

E. GRIDELLI

| Phylloceridae 110 y ‘Pselaphidae 85 Ptinidae 161

Meloidae 169 | °‘’|Rbipiphoridae 185

Mordellidae 186 | i a Mycetophagidae 144. Scarabaeidae 308 . Scolytidae 393 Nitidulidae 125 Scraptiidae 165 GL) | Serropalpidae 187 Oedemeridae 163 Silphidae 59 Ostomidae 125 Staphylinidae 60

Paussidae 55 | Tenebrionidae 196 Phalacridae 133 ! | Thorietidae 138

07

INDICE DEI GENERI E DEI SOTTOGENERI (1)

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Abiga 213 Acalles 388. Acinopus 25 Achenium 69 Acmaeodera 115. Acritus 85 Acrotona 81 Adelostoma 238 Adesmia 225. Adistemia 143 Adonia 151 | Aethiessa 335 Agabus 51 Agapanthia 345 Aglenus 145 Agonum 37 _ Ahasverus 130. - Akis 250 Aleochara 82 Alocoderus 312 . Alphasida 245

- Alphitobius 305 Amara 30 Ammobius 302 Ammocleonus 377.

Anaspis 186. Anelastes 114 Anemia 296

| Anisoplia 329

Anthaxia 118 Anthia 21

Anthicus 165. Anthrenus 124

Antipa 350

Apate 158 | Apate 155, 157 Aphodius 311. Aphthona 362 Apion 392 Arthrodeis 196 Asida 245 Aspidapion 392

Astenus 68° | Ateuchus 321

Atheta 80° Atomaria 132 Attagenus 120 Attalus 99

| Axinotarsus 100

(1) I sinonimi sono stampati in corsivo.

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ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB

Bangasternus 383 Barathraea 347 Barytychius 387 Belodera 346 Belopus 307 Bembidion 14 Bidessus 49

Blaps 284

Bledius 66 Bodilus 314 Bolbelasmus 321 Bolboceras 321 Bostrychoplites 155 Bostrychopsis 155 Bostrychus 155 Brachycerus 374 Brachyestes 302 Broscus 13 Bruchidius 365 Bubas 326

Cabalia 180 Cabirus 290 Cafius 72 Calamobius 341 Calamosternus 312 Calandra 388 Calathus 34 Calcar 307 Calosoma 11 Carcinops 93 Cardiola 79 Cardiophorus 112 Carpophilus 126 Cartallum 341 Carterophonus 21 Carterus 22

Cartodere 143 Cassida 363 Cataphronetis 306 Catharsius 130 Catomus 307 Catops 60

Cebrio 110 Cephalotes 13 Ceratapion 392

| Cereyon 58

Ceutorrhynchus 388 Chilocorus 152 Chironitis 326 Chitona 163 Choleva 60 Cholevinus 60 Chrysanthia 163 Chrysomela 354 Cicindela 8 Clitobius 303 Clytus 345 Coccinella 150 Coccotrypes 394 Coelambus 50 Coelostoma 57 Coenocorse 305 Colymbetes 54 Coniatus 387 Coniocleonus 375 Conocetus 368 Conorrhynchus 379 Conosoma 78 Copris 325 Coprothassa 81 Corticaria 143 Coryna 180 Corynetinus 109 Cossyphus 307 Crator 332 Creophilus 76 Crioceris 346 Crypticus 304 Cryptocephalus 352 Cryptohypnus 111 Cryptophagus 131 Cryptophilus 131 Ctenistes 85 Curimosphena 203 Cyaniris 351 Cybocephalus 128 Cyclonotum 57 Cylindrothorax 186 Cyminudis 46 Cyphocleonus 379

Ann, del Mus. Civ. di St. Nat., Vol. LIV. (5 Settembre 1930).

481

34

Danacaea 106 Dasytes 104. Dasytiscus 105 Demetrias 39 Dermestes 119 Dibolia 36 Dichillocerus 242 Dichillus 242 Dichirotrichus 30 Dicranotropis 377 | | Dirosis 199 Dissia 129 Ditomus 24 Doderoella 282 Dolicaon 69 Drasterius 111 Dromius 39 Dyschirius 13 Dytiscus 54

Eccoptogaster 393 Egadroma 29 Enneadesmus 156 Enochrus 58 | Eocatops 59 Epilachna 145 Eptlectus 380 Eremazus 311 Eretes 54 Erodius 198 Euastenus 68. Kulipus 224 Eurycleonus 380

. Eurytus 318 Eustilbus 138.

. Eutagenia 242 Eutaphrus 163

Eutrichapion 393)

Exocomus 153

OR

et Falagria 79

Gabrius 74

| Galeruca 360

| Gauropterus 71 Gibbium 161

| E. GRIDELLI

| Glaresis 308

Glossola 80 Gnathoncus 93 Gnypeta 80 Gonocephalum 299

Gonocleonus 377 |

Graphopterus 37 Gronops 384 Gymnetron 390 Gyrinus 55

Haliplus 49 Hapalus 184 Haplocnemus 102 Harpalus 26 Helectrus 135 Heliotaurus 187 Helochares 58

-Helophorus BT

Helops 307

Hemicleus 110

Hesperandrius 342 Hesperophanes 342 Heteracantha 25 Heterotops 78 Hidrosis 235, 236 Hionthis 205

Hispella 363

-Hister 94 OS Holoparamecus 143

Homala 207

Hybosorus 319 Hydroporus 50 Hylotrupes 343

Hypebaeus 99 | Hypera 384

Hyperaspis 149

Hypoborus 393 Hypocassida 363. Hypomedon 68.

Julodis 114

Labidostomis 347 | Laccobius 58. Ate | Laccophilus 49 a

ESPLORAZIONE DELL OASI DI GIARABUB

Lachnaea 348 Laemophloeus 130 Laemostenus 36 Lagorina 181 Lampra 117 Lampyris 95 Laria 365

Larinus 382 Lasioderma -159 Leptacinus 70

- Leucochromus 380

Leucohimatium 131 Leucolaephus 263 Licinus 20 Limobius 386 Litargus 144 Lithocaris 68 Litochroides 134 Litophilus 146 Lixus 381 Longitarsus 362

Machlopsis 233 Macrocarterus 22

_Macrolister 93

Macrosiagon 185 Malachius 101 Malacogaster 97 Malthinus 96 Malthodes 96 Masoreus 38 Mecinus 390 Mecopisthopus 263 Medon 68 Megacephala 11 Megarthrus 60 Megatoma 122 Melanotus 113 Melanophila 118

Melanophthalma 144

Meligethes 125 Melyris 106 Meloe 181 Mendidius 311 Merophysia 139 Mesostena 205

Metabletus 40 Metophonus 27 Mezium 161 Micipsa 224 Microdota 80 Microlestes 41 Micropeplus 60 Microtelus 244 Mnematium 323 Mnematidium 324 Monotoma 129 Mordellistena 186 Morica 250 Mylabris 169 Myrmecoxenus 145

Nanophyes 391 Necrobia 109 Necrobinus 109 Nephus 149 Nicobium 158 Nitidula 126 Notiophilus 12 Notoxus 165

Ochodaeus 320 Ochthebius 56 Ocnera 265

.Odontomophlus 188

Oedemera 164 Olibrosoma 135 Olibrus 136 Omalium 61 Omophlus 188 Onitis 326 Onthophagus 324 Onthophilus 85 Onychapion 392 Opatroides 301 Ophonus 26 Opilo 108 Orodalus 312 Oryctes 330 Oryzaephilus 130

Oterophloeus 208, 210

Othiocephala 351

183

E. GRIDELLI

Otiorrhynchus 367 Pogonus 19 Oxycara 225 .. | Polydrosus 368 Oxypoda 82 Did Poptlia 329 Oxytelus 64 GUIA, Porocleonus 375 Oxythyrea 333 Potosia 338 | dolo Prionotheca 264 Pachybrachys 352 Prionus 340 Pachycerus 378 i Proteinus 61 Pachychila 214 i Psammoica 208, 210 Pachydema 328 ; Pseudesymus 318 Pachylodera 264 | Psilothrix 105 Palorus 305 Psylliodes 360 Paracardiophorus 113. | Pterolasia 283 Parascythropus 367 L i | Pterostichus 33 Paussus 55 i | Ptinus 161 : Penichroa 341 | | Ptomaphagus 59 Pentodon 330. î n Pullus 148 Perapion 392 Purpuricenus 343 | Phacephorus 374. _Pyracoderus 135 Phalacrus 136 ae ; ! Phaleria 304 Quedius 77 Pharaonus 329 Pharoseymnus 152 i Rhantus 54 Pharus 152. Rhinocyllus 384. Philonthus 72 -| Rhipiphorus 185 Phloeocopus 107 © Rhizobius 146 Phloeoesinus 393. | Rhizopertha 154 . Pholicodes 369 Rhizotrogus 328 Phonapate 157 - Rhyneolus 387 Phradonoma 123 Rhyssemodes 310 Phtora 306 an Rhyssemus 310 Phyllobius 367 | Rhytidoderes 384 Phyllocerus 110 Rhytirrhinus 384 _ Phyllodecta 359 | | Phyllognathus 330 | Saprinus 85 Phyllotreta 362 ar | Scarabaeus 321 Phymatodes 343 Nabi) Scarites 12 Phytodecta 358 Ipo i Scaurus 254 | Phytoecia 346 | | ‘Scelosodis 219 Gpl Phytonomus 385 a nae Schweinfurthia 211 . Pimelia 273 ; | Scleron 291 | Plagionotus 344 | | Scleropatrum 297 He Platystethus 65 CE | Seraptia 165 _ Pleurophorus 310 | Seobicia 156 | Podagrica 360 i | Scymniseus 149 Podistrina 96 | Scymnus 148

ESPLORAZIONE DELL’OASI DI GIARABUB 485

Sepidium 247 Serropalpus 187 Sessinia 163 Siagona 14 Sibinia 389 Silvanus 130 Sitodrepa 158 Sitona 372 Smicronyx 387 Spermophagus 364 Sphenoptera 117 Sphodrus 35 Staphylinus 75 Stenolophus 29 Stenopterus 341 Stenosis 238 Stenus 68 Stilbus 138 Storthocnemis 264 Styphrus 93 Syrdenus 19

Tachyporus 78 Tachys 17 Taeniapion 392 Tagenia 241 Tanymecus 374 Telopes 122 Temnorrhynchus 332 Tenebrioides 125 Tentyria 215 Tentyriina 215 Thorectes 321 Thorictus 138 Thriptera 283 Thriptera 272

Timarcha 352 Tituboea 348 Tolyphus 133 Trachyderma 267 Trachys 119 Trachyscelis 303 Trechus 19 Tribolium 305 Trichis 45 Trichodes 108 Triodonta 328 Trogophloeus 64 Troglops 98 Tropinota 332 Trox 308 Tychius 388 Typhaea 145

‘Urodon 367

Volinus 319

Xantholinus 70 Xanthoprochilus 380 Xenostrongylus 128 Xyletinus 159 Xylomedes 158

Zabrus 32

Zonitis 184 Zophoserodius 198 Zophosis 203 Zuphium 49 Zygia 107

Zyras 82 -

INDICE GENERALE

Riassunto delle cognizioni precedenti intorno ai colleotteri della Cirenaica. Catologo ragionato dei doléatigri della pirenaics Caratteri della fauna della Cirenaica. | Prospetto generale dei Coleotteri della dii È Ricchezza della fauna . Distribuzione delle specie nella cos Rapporti faunistici con l’ Egitto e con la Siria La fauna della Cirenaica è realmente una fauna circum- mediterranea ? . Analisi della fauna della di Specie della fauna Cirenaica lareaménte diffuse nel Mediterraneo È Specie della fauna della aa init Gel Medi- terraneo Europeo ed asiatico . Specie Nordafricane Specie Mauritaniche GuiveborTunisine) Specie e forme endemiche della Cirenaica Specie endemiche della Libia Specie etiopiche . Specie eremiche . . 7 Origine della fauna della Cirenaica . Bibliografia . Elenco delle specie e Lu nuove Indice delle famiglie Indice dei generi e dei i

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